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Dettaglio seduta n.354 del 02/10/18 - Legislatura n. X - Sedute dal 25 maggio 2014 al 25 maggio 2019

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Argomento:


OTTRIA DOMENICO



(I lavori iniziano alle ore 14.09 con l'esame delle interrogazioni a risposta immediata, ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento interno del Consiglio regionale)


Argomento: Edilizia pubblica (convenzionata, sovvenzionata, agevolata)

Interrogazione a risposta immediata n. 2319 presentata da Andrissi inerente a "Applicazione puntuale Regolamento regionale n. 14R del 4 ottobre 2011 della l.r. 3/2010"


PRESIDENTE

Iniziamo i lavori, esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
2319.
La parola al Consigliere Andrissi per l'illustrazione.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Non è la prima interrogazione che presento in merito all'ATC e l'Assessore lo sa benissimo. Abbiamo vissuto la vicenda del partenariato pubblico privato per quanto riguarda il rinnovo della caldaia e della fornitura del gas che, tra l'altro, credo abbia poi generato una modifica legislativa importante, perché il cambio tecnologico previsto nell'omnibus darà un miglioramento anche dal punto di vista del conto economico dei locatari dell'ATC. Questo ci fa piacere. Noi presenteremo un emendamento per l'inserimento anche della possibilità dell'utilizzo delle ESCO (Energy Service Company).
Poi abbiamo presentato un'interrogazione sul fatto che ATC Piemonte nord ha tenuto un comportamento anomalo, cioè ha cercato di convocare i cittadini direttamente nei suoi uffici e non portarli nella Commissione istituita dal Comune insieme all'ATC; percorso stabilito, tra l'altro, dalla Regione.
Adesso ci vengono segnalati questi canoni anomali. Certo, verrebbe quasi da pensare che ci sia una genialità nel pensare di aumentare i canoni, però se ci fosse un criterio, ci farebbe piacere saperlo, perché noi, da Regolamento (siamo andati a rivederlo) non abbiamo trovato un qualcosa che consentisse di aumentare i canoni rispetto alle fasce reddituali. Almeno, a noi è sconosciuto. Ci sono i piani di rientro, ma proprio nel rendiconto del canone d'affitto dovrebbero essere riportate le cifre del piano di rientro e non del canone d'affitto.
Quindi, Assessore, chiediamo lumi rispetto al comportamento di ATC nord rispetto a questi canoni anomali.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Ferrari per la risposta.



FERRARI Augusto, Assessore alle politiche sociali, della famiglia e della casa

Grazie, Presidente.
Ringrazio il Consigliere Andrissi per la costante puntualità su questo tema. Ormai è così che si deve fare e quindi va benissimo. Le dico immediatamente che, al di là delle cose che dico, che abbiamo scritto e che consegniamo, c'è comunque la disponibilità degli Uffici a verificare singoli casi, nel momento in cui dovessero emergere.
Qui mi attengo alla ratio della norma, del Regolamento complessivo, quindi leggo direttamente. "Il canone di locazione ordinario degli assegnatari collocati in prima fascia, ai sensi del Regolamento, è pari al 35 per cento del canone base. Il canone base è determinato" - anche qui ai sensi della legge n. 3 e del Regolamento applicativo - "da condizioni oggettive dell'alloggio assegnato". La somma di 40 euro, che è stata citata nella sua interrogazione, costituisce il canone minimo assoluto, cioè il valore al di sotto del quale il canone di locazione non può scendere, anche qualora il citato 35 per cento del canone base fosse più basso.
Qui vengono fatti anche due esempi per cercare di farci capire: "Se il canone base di un alloggio fosse pari a 100" - in base alle condizioni dell'alloggio a cui prima si faceva riferimento - "il canone ordinario per un nucleo in prima fascia sarebbe teoricamente di 35 euro. Però siccome il canone minimo è fissato in 40 euro, al nucleo in questione viene applicato un canone di 40 euro e non di 35. Di converso, se il canone base dell'alloggio è pari a 200, un nucleo in prima fascia è tenuto a pagare 70 euro e non 40, perché si applica comunque sempre il 35, purché non si vada al di sotto dei 40 euro".
Questo è l'elemento di norma, per cui i 40 euro rappresentano la soglia minima sotto la quale non si scende; nel caso ci fossero situazioni particolari, non comprensibili nel rapporto tra reddito e canone stabilito verifichiamo le condizioni puntuali.


Argomento: Trasporti su ferro

Interrogazione a risposta immediata n. 2318 presentata da Caputo, inerente a "Dal mese di agosto tempi allungati sulla ferrovia Canavesana SFM1 e soppressione temporanea della fermata di Feletto"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori, esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
2318.
La parola alla Consigliera Caputo per l'illustrazione.



CAPUTO Valentina

Grazie, Presidente.
L'interrogazione riguarda la linea ferroviaria Canavesana SFM1, che è una linea importante e di interesse regionale, perché collega i Comuni di Settimo con i Comuni del Canavese ed è gestita da GTT (Gruppo Torinese Trasporti).
Il 24 giugno scorso l'Agenzia Nazionale per la Sicurezza Ferroviaria ha comunicato alla GTT che, in attesa dell'adozione di un sistema adeguato della gestione della sicurezza, avrebbe comunque dovuto apportare delle modifiche, e quindi ridurre la velocità dei treni a 50 chilometri all'ora.
Così la società GTT ha annunciato che dal 6 agosto i treni in circolazione su questa linea avrebbero viaggiato ai 50 chilometri all'ora anziché ai 70.
Naturalmente questa limitazione ha portato ad un allungamento dei tempi di percorrenza, che non sono pochi, perché parliamo di cinque minuti in direzione di Rivarolo e tre minuti in direzione di Settimo.
Come se non bastasse, dal 27 agosto si è dovuta adottare anche un'altra misura, che è stata quella di far sì che non tutti i treni si potessero fermare a Feletto. Il 23 agosto scorso i Sindaci, insieme a GTT e all'Agenzia per la Società Metropolitana si sono riuniti in Assessorato (ero presente anch'io) per cercare di trovare delle soluzioni tampone.
Quindi, su 42 passaggi nella stazione di Feletto, in realtà GTT ne ha mantenuti 23. Si è cercato, inoltre, di ridurre i disagi per i pendolari attraverso delle navette, in modo tale da intervenire su Rivarolo e su Bosconero e non tagliare naturalmente il collegamento.
È anche vero però che occorre trovare nuove disposizioni in modo tale che si possano evitare ulteriori penalizzazioni su questa linea, e ciò anche in ragione del fatto che sono stati stanziati 102 milioni di euro di fondi FSC per l'installazione del sistema di sicurezza SCMT per la manutenzione straordinaria degli impianti di segnalazione dei passaggi a livello, nonch ulteriori sei milioni di euro messi a disposizione sul bilancio regionale per elettrificare la tratta ferroviaria Rivarolo-Pont Canavese.
Credo che sia importante intervenire ovviamente nei tempi più brevi possibili per evitare ulteriori disagi: è stato dichiarato, in effetti, che come tempo massimo si è dato l'8 dicembre e dobbiamo tenere conto del fatto che altrimenti su questa importante linea aumenterà naturalmente il traffico veicolare, su un tratto comunque già molto trafficato di strada oltretutto considerando che l'assenza di ulteriori corse e il conseguente allungamento dei tempi comporta dei problemi anche alle famiglie.
Sappiamo che la soluzione dipende da variabili anche nazionali, in primo luogo dalla nomina del Direttore di ANSF nazionale e dalle risposte alla richiesta di autorizzazioni di sicurezza sull'infrastruttura ferroviaria che GTT ha inviato nei mesi scorsi.
S'interroga quindi l'Assessore per sapere se non ritenga opportuno e urgente sollecitare RFI con ogni mezzo a disposizione per rientrare nelle proprie competenze affinché i lavori per l'adeguamento dell'SCMT siano svolti con la massima celerità, permettendo così di ripristinare in primis almeno i treni ai 70 chilometri orari.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Ferrari per la risposta.



FERRARI Augusto, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
Avendo ricevuto proprio poco fa la risposta scritta, non sono in grado di riassumerla con le mie parole: rischierei di dire cose che non stanno né in cielo né in terra! Siccome si tratta di una pagina, la leggo nel modo più chiaro possibile.
Dal 27 agosto al 9 settembre, per rispettare le imposizioni dell'Agenzia Nazionale per la Sicurezza Ferroviaria che fissano il limite di velocità ai 50 chilometri orari, era stata soppressa la fermata di Feletto, ma dal 10 settembre, con la riapertura delle scuole, la fermata è stata ripristinata per il 55 per cento per cento dei treni. Questa soluzione, frutto di un'intesa con i Sindaci del territorio, ha rappresentato l'unica soluzione praticabile per mantenere l'offerta completa anche con una leggerissima revisione degli orari. Per il periodo 27 agosto-9 settembre e per i treni che dal 10 settembre non fermano alla stazione di Feletto, sono stati attivati i servizi autobus navetta da Feletto verso Rivarolo e verso Bosconero.
GTT si è impegnata a superare questa situazione entro l'8 di dicembre, con il cambio orario, ottemperando alle richieste dell'Agenzia Nazionale riportando così la velocità di circolazione ai 70 chilometri orari.
L'Assessorato segue con particolare attenzione la gestione dell'emergenza che tuttavia presenta molte criticità rispetto ad una situazione già complessa.
Come ricordato nell'interrogazione, la soluzione definitiva sarà rappresentata dall'installazione del sistema SCMT, per il quale sono stati ottenuti finanziamenti, che consentirà di risolvere definitivamente la criticità. A tal proposito, il precedente Governo ha stanziato 12 milioni per l'installazione del sistema e la manutenzione straordinaria degli impianti di segnalamento dei passaggi a livello, ai quali si aggiungono il finanziamento per l'acquisto di due nuovi treni da impiegare sulla linea a lavori conclusi con sei milioni di fondi regionali e, sempre con fondi regionali, ulteriori sei milioni per l'elettrificazione della tratta Pont Rivarolo.
Per quanto riguarda la richiesta di sollecitazione per l'avvio dei lavori per l'installazione del sistema, si ricorda che, in data 26 giugno, il Settore Investimenti Trasporti e Infrastrutture ha inviato a RFI S.p.A. la bozza di disciplinare attuativo della convenzione sottoscritta in data 15 maggio 2017 tra MIT, Regione, GTT S.p.A. e RFI S.p.A. e registrata presso l'Agenzia delle Entrate in data 31 maggio 2017, per dare attuazione ad altri interventi afferenti al piano operativo in oggetto. A seguito di una serie di osservazioni e controdeduzioni dei soggetti interessati, è stata inviata a RFI la versione della bozza di disciplinare condivisa tra Regione e soggetto gestore GTT S.p.A.
In data 6 settembre 2018, il Ministero ha inviato a questo Settore formale sollecito ad adempiere ai disposti della deliberazione n. 25/2016, ovvero a inserire i dati nel portale SIGECO per addivenire allo sblocco dell'anticipazione del finanziamento. Con nota del 10 settembre, il Settore Investimenti Trasporti e Infrastrutture ha sollecitato RFI ad un riscontro circa il testo del disciplinare attuativo inviato, condizione necessaria per poter ottemperare conseguentemente a quanto richiesto dal Ministero.
Formalizzato questo adempimento, la Regione farà tutto quanto di sua competenza per accelerare l'avvio dei lavori e la loro rapida conclusione.


Argomento: Trasporti pubblici

Interrogazione a risposta immediata n. 2321 presentata da Valetti, inerente a "Interscambio servizio ferroviario - servizio metropolitano a Collegno. Progetto del prolungamento della linea 1 metropolitana di Torino"


PRESIDENTE

Procediamo ora alla trattazione dell'interrogazione a risposta immediata n.
2321.
La parola al Consigliere Valetti per l'illustrazione.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Questo testo viene dopo aver analizzato i progetti delle stazioni metropolitane previste dal prolungamento della metropolitana 1 di Torino Collegno e Cascine Vica, in particolare relativamente alla situazione dell'interscambio presso la stazione di Collegno. Vi è una fermata presso il Parco della Certosa che dista almeno 700 metri a piedi dalla stazione ferroviaria e crea dei problemi di mobilità alle persone che vogliono effettuare un interscambio tra la ferrovia SFM3 - che, ricordiamo, copre tutta la Val di Susa - e la metropolitana di Torino.
Ebbene, analizzando i progetti, abbiamo visto che vi sono numerose soluzioni (anche ex post e successive alla progettazione della metropolitana) che permettono delle facilitazioni per l'interscambio delle persone, ad esempio dei sottopassi pedonali e ciclabili che permettono di dimezzare almeno il tragitto compiuto dalle persone che adesso devono fare un certo giro anche piuttosto pericoloso per riuscire a raggiungere la stazione della ferrovia o, viceversa, la stazione della metropolitana.
In sostanza, questa è una grande opportunità per consentire alle persone di abbandonare l'auto, anche quelle che provengono da lontano, anche quelle che arrivano dalla Val di Susa o che hanno comodo in periferia accedere a una stazione delle ferrovie metropolitane. Crediamo che, dopo i successi mancati dell'interscambio Lingotto, per cui la metropolitana è lontana dalla stazione, dall'altro lato, cerchiamo di correggere il tiro e fare quello che si può, con una progettazione anche parallela a quella della linea di metropolitana, per agevolare l'interscambio delle persone.
Quello che chiediamo, dal momento che si tratta d'interventi che riguardano la mobilità ferroviaria e regionale e, quindi, di competenza dell'Assessorato ai trasporti della Regione, se la Regione ha valutato gli interventi infrastrutturali, per garantire un interscambio più facile tra ferrovia e linea metropolitana presso la Stazione di Collegno.



PRESIDENTE

Grazie, collega Valetti.
La parola all'Assessore Ferrari per la risposta.



FERRARI Augusto, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
Gli elementi di risposta, Consigliere Valetti, sono stati direttamente forniti da Infratrasporti Torino S.r.l.
L'attuale ubicazione della Stazione Certosa della tratta 3 Collegno-Cascine Vica della Linea 1 della metropolitana automatica di Torino, posta tra il muro di cinta del complesso della Certosa e il rilevato ferroviario della linea Torino-Modane in corrispondenza della Via Torino, nasce quale miglior compromesso tra i numerosi vincoli al tracciato.
I vincoli sono i seguenti: le difficoltà riscontrate nella stessa area in fase di scavo meccanizzato della galleria della tratta 1, dovute alla natura grossolana dei terreni, che hanno indotto al ricorso a metodi di scavo tradizionali più superficiali, che non permettono di sottopassare gli edifici; le esigenze di livelletta della Linea di metropolitana (pendenze raggi di curvatura, interdistanza tra le stazioni); la necessità di posizionare la successiva stazione sul Corso Francia in adiacenza al Viale XXIV Maggio.
Il tracciato ha dovuto, quindi, svilupparsi al di sotto delle strade mentre il posizionamento della stazione in corrispondenza della stazione ferroviaria avrebbe reso necessario sotto-attraversare dapprima edifici del complesso della Certosa, che sono vincolati, e successivamente, per il rientro della linea sul Corso Francia, edifici in corrispondenza al Viale XXIV Maggio.
L'esigua distanza tra il muro di cinta della Certosa e del rilevato ferroviario hanno poi reso pressoché obbligatoria la posizione della stazione, così come prevista in progetto. Allo stato attuale è stato avviato un tavolo di lavoro tra Regione Piemonte, Comune di Collegno Infratrasporti Torino e RFI, per definire la soluzione più idonea per migliorare lo scambio intermodale tra ferrovia, metropolitana e Movicentro anche attraverso interventi infrastrutturali.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Ferrari.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Interrogazione a risposta immediata n. 2316 presentata da Barazzotto inerente a "Commenti a mezzo stampa da parte del Direttore sanitario ASL BI"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 2316.
Ricordo che, essendo in seduta pubblica, vi è la necessita di astenersi da dichiarazioni che riguardino direttamente l'operato di persone, quindi non citare direttamente la persona.
La parola al Consigliere Barazzotto per l'illustrazione.



BARAZZOTTO Vittorio

Grazie, Presidente.
Magari lo farò tramite la stampa.
Cercherò di attenermi scrupolosamente a questo Regolamento un po' curioso ma comunque è pur sempre un regolamento; chiamiamolo eufemisticamente "curioso", mi sia permesso, a meno che non venga interdetto pure di parlare.
Per cercare di non incorrere in gravissime sanzioni, proverò a leggere.
Premesso che la carica di Consigliere regionale, se ho compreso bene consente a chi la ricopre di approfondire e occuparsi di molteplici tematiche e problematiche, tra le quali quelle che riguardano la sanità e considerato che, in qualità di Consigliere regionale, il sottoscritto ha recentemente commentato, a mezzo stampa, i dati sulla mobilità passiva e attiva delle ASL piemontesi, con particolare riferimento a quella di Biella, ossia del suo territorio di riferimento e, nel farlo, ha valutato parlo in terza persona - una serie di possibilità sulle probabili cause di un sottostimato utilizzo del nuovissimo Ospedale di Biella da parte di utenti proveniente da fuori provincia. Si tratta di uno degli ospedali più moderni, lo ricordo a tutti, suscitando l'invidia anche dei colleghi; è veramente una grandissima struttura, che l'Assessore e il Presidente hanno voluto tenacemente venisse aperta, perché nulla era scontato.
Verificato che sul tema della mobilità dei malati biellesi verso altre regioni e di quella dei pazienti non piemontesi verso le strutture del nuovo Ospedale di Biella, i dati regionali a disposizione del 2017 hanno evidenziato un saldo passivo ancora pesante pari a circa 12 milioni di euro, nonostante dal 2013 a oggi, tra mobilità attiva e passiva, il conto sia migliorato di circa quattro milioni di euro; quindi mi sono prodigato e speso anche nei complimenti e, soprattutto, mi sono complimentato - posso dire una cosa positiva? - nei confronti di tutto il personale, ma qui lo dico con molta serietà, infermieristico e medico, perché veramente la loro opera va al di là dei doveri professionali e quindi lo voglio fare anche pubblicamente.
Inoltre, appuro che la Direzione Generale dell'ASL di Biella ha deciso di rispondere al sottoscritto a mezzo stampa, affidando ad esso i commenti del Direttore sanitario e ho preso atto che la suddetta replica a mezzo stampa si riferisce, tuttavia, non tanto allo specifico tema affrontato, per cui mi sono permesso di esprimere qualche opinione, molto timidamente, ma piuttosto all'attività di Consigliere svolta dal sottoscritto, tacciando lo stesso come incompetente e con scarso rispetto del lavoro dell'ASL arrivando anche a intimargli di non commentare ulteriormente, vista la complessità dei temi trattati.
Ricordo che ho fatto il Sindaco per cinque anni e ho detto ben altro rispetto a questo, tenendo presente, per esempio, che dobbiamo mirare sempre al bene comune, che è la cosa principale. Noi siamo eletti per poter difendere ed esaltare le strutture e cercare di dire - sempre timidamente se c'è qualcosa che non va e, magari, dare piccoli suggerimenti dall'alto della nostra incompetenza, al fine di migliorare.
Quindi, un po' intimidito, un po' basito, un po' attonito e un po' scegliete anche voi, ma un po' sorpreso, per la prima volta nella mia carriera politica, mi sono trovato con il Direttore sanitario, presumo su delega del Direttore generale - altrimenti, c'è un cambio di registro - a essere intimato. Davvero, Assessore, sono molto intimorito e oggi avevo anche qualche problema a venire qui in Consiglio e parlo con un po' di preoccupazione. Sono un po' sul faceto, Presidente, ma chiedo collaborazione anche a lei.
Vengo alla domanda: vorrei sapere come valuta l'iniziativa del Direttore Sanitario dell'ASL di Biella sopra riportata e se possiamo ancora proseguire nella nostra opera, per la quale qualche migliaio di cittadini ci hanno eletti, a differenza dei Direttori sanitari, che vengono nominati.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Saitta per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Ho seguito a mezzo stampa il dibattito e le questioni che il Consigliere Barazzotto ha richiamato poco fa. Dirò, poi, qualcosa di preciso rispetto alle questioni poste e alle sollecitazioni che ho avuto.
Ci tengo a sottolineare come non sia la prima volta (e credo non sarà l'ultima) che emerge nel dibattito locale, ma anche in quello nazionale, il tema del rapporto tra la politica e i tecnici. È un tema costante. Il confine è sempre molto difficile. In ogni caso, io credo nel primato della politica, nel suo ruolo d'indirizzo e programmazione. Di questo sono convinto.
Nel contempo, penso anche che ai tecnici debba essere garantita l'autonomia necessaria per le responsabilità che hanno nella gestione. Questo non vuol dire che possono polemizzare con la politica.



(Commenti del Consigliere Barazzotto)



PRESIDENTE

Consigliere Barazzotto, non si può interloquire. Mi aiuti!



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Credo sia doveroso, indipendentemente dal merito, che le opinioni dei nostri tecnici siano opinioni mai espresse pubblicamente, per due motivi: il primo, perché, come dicevo, c'è il tema del primato della politica, ma anche perché c'è un tema di carattere generale che riguarda la politica e i tecnici, e la polemica rischia di non aiutare le istituzioni (in questo caso, la sanità).
Nel caso specifico, credo sia necessario riportare all'interno di questo schema il rapporto tra i tecnici e i politici (in questo caso, come dicevo i tecnici). Certo, non va bene invadere il campo dei tecnici, ma è anche vero che non va assolutamente bene che avvenga il contrario. Io penso questo, indipendentemente dal merito.
Mi permetto di suggerire - se il collega è d'accordo, sapendo che c'è un vulnus sicuramente non banale - che occorre riportare, nell'ASL di Biella il rapporto tra tecnica e politica, tra tecnici e politici, all'interno dello schema che prima indicavo.
Dopo averne parlato con il Presidente Chiamparino, perché trattiamo una questione delicata, mi farò garante, se il collega Barazzotto concorda, di un confronto, di un incontro non soltanto di chiarimento, per riportare il ruolo all'interno dello schema che deve esistere quando si amministra la cosa pubblica. Credo sia doveroso intraprendere quest'azione per superare le difficoltà che obiettivamente esistono in quella realtà, perch conosciamo la vicenda.
Pertanto, fermo restando il tema del primato della politica, sono per un impegno a organizzare un incontro con la struttura dirigenziale dell'ASL e con il collega Barazzotto, per riportare la questione all'interno di questo schema, che, se salta, evidentemente non è utile a nessuno.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione) - Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 2315 presentata da Batzella inerente a "Clinica della Memoria San Giovanni Paolo II di Collegno (TO) Aggiornamenti"


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'interrogazione a risposta immediata n. 2315.
La parola alla Consigliera Batzella per l'illustrazione.



BATZELLA Stefania

Grazie, Presidente.
L'Assessore Saitta conosce bene il caso della Clinica della Memoria perché, proprio due anni fa, è stata inaugurata a Collegno e lui era presente. È stata inaugurata il 21 settembre 2016, con tanto di nastro e buffet. È stata veramente una giornata gradevole: eravamo tutti molto soddisfatti del futuro di questa clinica. In realtà, ad oggi, a distanza di due anni - ahimè, ahinoi - la Clinica della Memoria di Collegno è ancora chiusa.
Ho pensato di interrogare l'Assessore, perché l'Assessore conosce le problematiche dei malati di Alzheimer, della demenza senile che colpisce la nostra regione, conosce il protocollo d'intesa che è stato stipulato per la realizzazione della Clinica della Memoria tra Regione Piemonte e Fondazione San Secondo Onlus, l'Università degli Studi di Torino, l'IDI di Roma, la Compagnia di San Paolo e la Fondazione CRT, nel febbraio 2011.
Il progetto della Clinica della Memoria (per spiegare meglio) è stato fortemente voluto da Don Mario Foradini e risale al 1999. La struttura è privata, perché i fondi per la costruzione di questa struttura sono fondi privati. Come ho ricordato, ci sono istituti bancari, volontari e semplici cittadini che hanno voluto contribuire alla realizzazione di questa struttura privata, definita "struttura sanitaria interdisciplinare innovativa", poiché comprende competenze quali la geriatria, la psichiatria, la neurologia e la genetica.
Voglio soffermarmi sulla genetica, perché dovrebbe diventare anche un punto di riferimento di ricerca. È stata realizzata dopo 17 anni dall'elaborazione del progetto della Fondazione San Secondo Onlus, di cui Don Foradini è il Presidente e su terreni donati dalla famiglia Agnelli.
La Clinica della memoria, che si chiama San Giovanni II di Collegno, è stata inaugurata due anni fa (il 21 settembre 2016), in occasione, tra l'altro, della giornata mondiale dell'Alzheimer. L'Assessore Saitta aveva giustamente dichiarato (e concordo): "Questa struttura è un segno e questa sarà una sfida per la politica sanitaria del Paese, perché si tratta di una malattia complessa. Confermo, perciò, l'impegno della Regione. Sono sicuro che la riuscita di questa attività è un grande aiuto per la comunità. Ci sono ancora delle piccole cose da completare, ma nel giro di poco tempo" diceva l'Assessore - "la struttura sarà utilizzabile".
A distanza di due anni, la struttura è ancora chiusa e secondo quanto appreso recentemente dalla stampa locale il motivo sarebbe legato a questioni tecniche, che riguarderebbero, in particolare ,i bagni di 40 camere, che, secondo quanto dichiarato dal Presidente, Don Mario Foradini sforerebbero la metratura di cinque centimetri e per questo non sarebbero legali in base alla normativa attualmente in vigore che, ovviamente, nel corso di tutti questi anni è stata modificata.
Sempre secondo il parroco, si sta attendendo il via da parte dell'ASL TO3 per aprire almeno la parte attualmente già a norma e che costituisce circa il 70 per cento della struttura.
Interrogo quindi l'Assessore per avere degli aggiornamenti fondamentalmente sulla fase di accreditamento della clinica, necessario per l'avvio delle attività.
Grazie.



PRESIDENTE

Risponde l'Assessore Saitta; prego.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Conosco la vicenda della Clinica della Memoria di Collegno da parecchio tempo e credo, per la mia parte, di aver anche contribuito, prima di diventare Assessore alla sanità, nelle relazioni con il sistema delle fondazioni per il finanziamento di quest'opera straordinaria avviata da Don Mario.
Devo dire, con molta sincerità, che quando era stata fatta l'inaugurazione due anni fa,, poiché eravamo in buoni rapporti, avevo suggerito: "Don Mario, non inauguriamo se prima non ne siamo certi".
Lì lo schema è di questo tipo: Don Mario Foradini, persona straordinaria Fondazione San Secondo, riesce a realizzare questa cosa magnifica raccoglie i soldi con grande difficoltà, e con il suo impeto riesce a fare quest'operazione.
La gestione della Clinica della Memoria di Collegno viene affidata, dalla Fondazione San Secondo, al Fatebenefratelli. Quindi il gestore è la Fondazione Fatebenefratelli.
Da due anni a questa parte ho iniziato a sollecitare (e a far capire soprattutto) che ci sono alcune regole che valgono per tutte le strutture che devono essere rispettate. C'è stato un dialogo anche molto pesante con il direttore dei lavori, che, tra l'altro, poveretto, è mancato recentemente. Ho partecipato a due incontri e a due sopralluoghi con il Comitato e relativi controlli, per trovare una modalità, e con il Direttore dell'ASL abbiamo convenuto la disponibilità completa e totale da parte dell'Azienda Sanitaria e da parte della Regione ad accelerare di più il percorso, ma facendo quei lavori (che non sono soltanto quei pochi centimetri) necessari quando c'è una struttura pubblica che deve rispondere a requisiti di carattere assistenziale non banali, perché parliamo di Alzheimer.
Difficoltà, resistenze, eccetera eccetera; poi, la cosa si è messa in moto.
Potrei dire così: la Fondazione San Secondo ha il compito di completare i lavori, come richiesti dalla norma (perché non è che ci sono delle deroghe per qualcuno!).
Nel momento in cui i lavori saranno terminati, sempre in base alla normativa di sicurezza, la domanda per avere l'autorizzazione a esercire (l'accreditamento, l'abbiamo già detto, è garantito) la deve fare la Fondazione Fatebenefratelli. Però la condizione è che San Secondo completi i lavori. Altrimenti, chi gestisce non può presentare la domanda perché i locali non sono a posto.
Però, a parte questa ricostruzione, la situazione è questa: per quanto riguarda i centri diurni (sono due, e la RSA è inclusa nella stessa struttura), l'ASL TO3 è in attesa di richiesta di autorizzazione al funzionamento da parte della proprietà. Ciò a seguito del piano dei lavori perché abbiamo concordato il piano dei lavori (era l'inverno scorso rigidissimo), addirittura dopo un parere preliminare che abbiamo dato sui lavori. Quindi abbiamo dato un parere preliminare sulla fattibilità concordando sulle varianti al progetto, quindi stiamo aspettando questa richiesta di autorizzazione.
Per la parte restante della struttura (il Nucleo Alzheimer Temporaneo NAT) sono state ravvisate, da parte dell'ASL TO3 e da parte dei funzionari della sanità e dell'assistenza in sede preliminare (quindi abbiamo fatto anche un lavoro preliminare, al quale ho partecipato, quindi senza aspettare il completamento del progetto, ma preliminare), una serie di carenze strutturali rispetto alla normativa di accreditamento, che abbiamo indicato puntualmente.
Non sono lavori che richiedono grandi costi; in ogni caso, devono essere fatti, anche perché, oltre ai controlli che possiamo fare noi, ci sono controlli terzi.
Queste carenze devono essere superate mediante interventi che sono stati concordati. Nel momento in cui questi lavori saranno completati - fatto quindi questo lavoro di comporre tutti i soggetti che, in qualche maniera potevano fare prescrizioni - la Fondazione Fatebenefratelli farà evidentemente la domanda di autorizzazione. Noi siamo pronti per poterlo fare.
Più di così, non saprei. Non soltanto perché credo nell'utilità di questa struttura, ma anche per questo rapporto che mi lega a Don Mario, che qualche volta ho anche difficoltà ad indirizzare, secondo alcune procedure che chiaramente bisogna rispettare. Mi sembra doveroso, perché basta una piccola questione con i NAS, i controlli e quant'altro, quindi credo che convenga a tutti.
Però mi pare che si stia procedendo in questa direzione. È chiaro che non sono in grado di stabilire una data, cosa che non ho fatto neppure allora (ho evitato perché sapevo che ancora c'era un percorso da fare). Mi auguro che quanto prima la Fondazione possa completare ciò che gli è stato richiesto e concordato, e poi partire con l'autorizzazione al Fatebenefratelli.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.


Argomento: Ordine pubblico e sicurezza - Psichiatria

Interrogazione a risposta immediata n. 2317 presentata da Appiano, inerente a "Nuovo servizio di vigilanza presso SPDC e CSM dell'ASL TO4"


PRESIDENTE

Passiamo ora all'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 2317 presentata dal Consigliere Appiano, che la illustra.



APPIANO Andrea

Grazie, Presidente.
Nel denunciare forse un utilizzo non propriamente ortodosso del question time (ma credo che la questione sia delicata, sperando di non fare la fine del collega Barazzotto), vorrei portare all'attenzione dell'Aula il tema di una recente deliberazione a firma del Direttore generale dell'ASL TO4 in cui mi sono "spintaneamente" imbattuto nei giorni scorsi.
La delibera è del 27 settembre 2018 e ha un oggetto specifico, relativo alla proroga del servizio di portierato presso le sedi del pronto soccorso degli ospedali di Ciriè, Chivasso e Ivrea (questo va bene, è un fatto prettamente gestionale).
Però, all'interno della medesima delibera, a un certo punto si legge: "Preso atto che è emersa nel contempo, a seguito di episodi verificatisi recentemente, l'esigenza di attivare il medesimo servizio presso i reparti del servizio psichiatrico di diagnosi e cura dei predetti presidi nella fascia oraria quotidiana dalle 23.00 alle 7.00 allo scopo di assicurare la dovuta sicurezza dei pazienti e degli operatori provvedendo, altresì passaggi ispettivi con personale armato presso il centro di salute mentale a Chivasso nelle giornate dal lunedì al venerdì nella fascia dalle 17.00 alle 20.00".
Chiunque conosca un reparto ospedaliero, come sono organizzati i servizi psichiatrici di diagnosi e cura, sa che non è a libero accesso dall'esterno, ma è un reparto tendenzialmente chiuso. Occorre suonare venire identificati dall'interno e solo dopo la porta si apre, solo quando il personale interno verifica che vi siano le condizioni per farlo. Una situazione ben diversa dal portierato di una guardia medica che, ahimè spesso, non c'è, oppure dal portierato di un ospedale o di un pronto soccorso dove c'è l'accesso diretto dall'esterno.
Il dubbio di questa previsione è che s'immagina di utilizzare il personale in divisa e, forse - perché si parla di medesimo servizio - anche qualche servizio ispettivo di persone armate, per il contenimento di situazioni esplosive all'interno del reparto. Ricordo che si tratta di un'utenza, di pazienti così delicati dove credo di poter dire, anche da non medico, che tutto, fuorché il contenimento, la pseudo-violenza o la divisa, può essere un meccanismo, uno strumento per risolvere le problematiche riscontrate e di cui non vi è conto, se non nella succinta espressione "episodi verificatesi recentemente".
L'oggetto dell'interrogazione è quello di sapere se non si ritiene opportuno, in termini generali, che questa tipologia di prevenzione vada applicata anche a dei pazienti così delicati, ricoverati in un reparto psichiatrico. Che persone in divisa, che si aggirano fuori dai centri di salute mentale, siano così funzionali ad una vera terapia.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Saitta per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Il Consigliere Appiano solleva un problema generale, ma è chiaro che stiamo parlando di una questione particolare.
Sulla questione generale volevo dire che c'è una preoccupazione diffusa nel nostro Paese. Ricordate che qualche mese fa, forse il Ministero, aveva addirittura proposto l'esercito negli ospedali. Poi la questione è stata accantonata. Recentemente, nella Conferenza Stato-Regioni, è stato dato un parere favorevole a una proposta di aggravamento di alcuni reati quando vengono commessi nei confronti del personale sanitario. Non so a che punto sia in Parlamento, ma questa strada mi pare la più ragionevole. Tuttavia c'è una richiesta diffusa, da parte di diverse comunità, oltre che da parte della struttura e di chi ci lavora, di una servizio di vigilanza con tutte le implicazioni. Io sono per l'altra operazione, quella di aumentare la pena, renderla più forte per chi commette un atto di violenza verso i lavoratori.
Ho chiesto alla Direzione dell'ASL TO4 di fornire un quadro dettagliato della situazione per comprendere, in maniera appropriata, la questione posta dal Consigliere.
A seguito di un'aggressione avvenuta ai danni del personale del servizio psichiatrico di Chivasso e nell'ottica di aumentare la sicurezza degli operatori sanitari nello svolgimento della propria attività, lo scorso 20 agosto la Direzione Generale dell'ASL TO4 - avete sentito le polemiche forse ne avevo parlato anche qui attraverso un'interrogazione - ha verificato, con la Direzioni dei presidi di Ivrea, Ciriè e Chivasso la possibilità di introdurre misure di sicurezza attraverso un servizio di guardiania, non armata, presso i servizi psichiatrici.
Nello specifico, si tratta di una guardiania senza armi ed effettuata in spazi concordati con gli stessi direttori, al fine di evitare ogni possibile effetto per i pazienti. Nell'occasione non ci sono state manifestazioni di contrarietà all'avvio del servizio. Nei giorni scorsi tuttavia, è giunta, per via informale, alla Direzione Sanitaria dell'Azienda, una richiesta da parte degli stessi servizi psichiatrici di non attivare il servizio di guardiania. La Direzione generale dell'ASL TO4 nella giornata di ieri, ha chiesto al Direttore della struttura complessa Ciriè-Ivrea e al Direttore della sua struttura di Chivasso di formalizzare la richiesta di non attivazione del servizio, con conseguente presa in carico della responsabilità (mi sembra più che logico). Nel caso in cui arrivasse una richiesta formale dei Direttori delle strutture, il servizio sarà interrotto. Devono decidere loro. Questo è il quadro.
Il servizio di guardiania risponde a un'esigenza emersa non soltanto di carattere generale, ma nel momento in cui il direttore ritiene che sia non utile, lo deve soltanto formalizzare. Nel momento in cui viene formalizzato, si deve seguire la via classica. È chiaro che questo vuol dire assunzione di responsabilità, perché siamo partiti da un caso di aggressione di chi lavorava in quei servizi a Chivasso.


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta") - Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Interrogazione a risposta immediata n. 2320 presentata da Bono, inerente a "Ripartizione dei fondi della DGR n. 18-1326 del 20 aprile 2015 Pianificazione economico-finanziaria e definizione delle regole del Sistema Sanitario piemontese in materia di assistenza alle persone anziane non autosufficienti con decorrenza dall'esercizio 2015"


PRESIDENTE

Passiamo ora all'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 2320.
La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Ho inteso presentare quest'interrogazione in merito all'assegnazione, da parte delle ASL, di 280 milioni di euro che sono la quota sanitaria del 50 per cento rispetto al ricovero degli anziani non autosufficienti nel sistema delle RSA piemontesi, quindi ai sensi della DGR 181326 del 20 aprile 2015. Ricordo che era una delibera che ha portato un incremento delle risorse dai precedenti 265 milioni di euro a 200 milioni di euro, che ovviamente non è un incremento fattivo della Regione Piemonte, ma è un vincolo di destinazione di quota parte del fondo sanitario regionale.
Questo fondo dovrebbe garantire il ricovero agli anziani non autosufficienti presso le RSA. Ricordo che la retta è equamente divisa al 50 per cento tra la sanità e il 50 per cento o a carico della persona, in base all'ISEE, o a carico dei Comuni consorziati o meno tramite gli enti gestori.
Sappiamo che lo standard nazionale prevedrebbe un numero di posti letto di 1,7 per cento, il che non permette di garantire i numeri che dicevamo con queste risorse. Infatti, 280 milioni dovrebbero coprire poco più di 15.000 mila rette all'anno per anziani non autosufficienti. Anche nell'ultimo documento della Regione Piemonte sul tema dell'autonomia, quando si introduce il tema dell'assicurazione integrativa, si stimano circa 70.000 anziani cronici non autosufficienti. Da altre stime che abbiamo cercato in rete e da documenti ufficiali tecnici e scientifici, si stimerebbe anche un valore maggiore, soprattutto come progressione dell'età media nella nostra Regione.
Considerando il dato più basso, se ci sono circa 70.000 anziani non sufficienti, rispetto a 15-16 o 17.000 (come dice il documento, 17.752, per essere precisi) rette garantite dal RSA, vorremmo sapere innanzitutto se queste rette sono state pagate totalmente come ASL e, secondariamente, cosa ne è degli altri 55.000 anziani non autosufficienti, perché sostanzialmente vengono curati a casa.
Dovremmo poi aprire anche questo grosso tema, che magari sarà oggetto di un'altra interrogazione, cioè cosa ne è degli altri anziani e come vengono aiutati nella loro assistenza a casa, e guardo l'Assessore Ferrari, perch l'Assessore Saitta non mi sta minimamente ascoltando. In questo caso abbiamo saputo da diverse associazioni che si occupano di anziani non autosufficienti che, in realtà, questi 280 milioni non vengono realmente stanziati dalle ASL, ma ne vengono stanziati di meno.
Pertanto, chiedevamo all'Assessore se era in grado di darci tramite un'interrogazione, altrimenti ne parleremo in Commissione, i dati di ASL per ASL della spesa sanitaria per questo tema. Per capire, quindi, se si arriva a spendere i 280 milioni, se c'è bisogno di più risorse, in modo da poterci muovere concretamente nell'ambito della Commissione.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Saitta per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Consigliere Bono, sono talmente sul pezzo che so perfettamente che il quesito posto nell'interrogazione è il medesimo che lo stesso Consigliere ha rivolto nei giorni scorsi all'Assessorato, attraverso un accesso agli atti. Mi sono confrontato con gli Uffici dell'Assessorato, che mi hanno confermato che stanno predisponendo la risposta proprio in queste ore e nei prossimi giorni verrà messa a disposizione del Consigliere tutta la documentazione richiesta.


Argomento: Informazione

Interrogazione a risposta immediata n. 2310 presentata da Sinatora inerente a "Job posting e selezioni presso la RAI di Torino"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori, esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
2310.
La parola al Consigliere Sinatora per l'illustrazione.



SINATORA Benito

Grazie, Presidente.
Premesso che si è appreso dalle cronache locali che presso il Centro di produzione RAI di Torino sono vacanti tre posizioni di coordinamento: l'area amministrativa SAP (profilo da laureato in economia e commercio) l'area produttiva dell'allestimento scenico, costumi e trucco (profilo da architetto) e l'aria gestionale della security (profilo da laureato).
Rilevato che per le succitate tre posizioni, l'azienda non ha attivato n lo strumento del job posting interno né quello della selezione esterna.
Dato atto che per perfezionare la ricerca di posizioni, la medesima azienda, presso il Centro di produzione di Milano, è ricorsa ad una società esterna di consulenza, dopo aver esperito le procedure di job posting interno.
Rilevato che la vicenda, a una prima analisi, pur rientrando nel novero di legittime scelte aziendali, sembrerebbe far trasparire un diverso trattamento dei dipendenti appartenenti ai due centri di produzione, il sottoscritto Consigliere regionale interroga la Giunta regionale per sapere se l'Assessorato competente intenda avviare dei colloqui con l'azienda affinché adotti procedure uniformi sui differenti centri di produzione onde garantire pari diritti per la ricerca di professionalità interne all'azienda.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Sinatora.
La parola all'Assessora Pentenero per la risposta.



PENTENERO Giovanna, Assessora al lavoro

I processi di selezione e reclutamento del personale attengono alla libertà delle scelte aziendali e, trattandosi di una società pubblica, afferiscono ai vertici aziendali che valutano liberamente quali scelte fare nell'organizzazione della propria azienda. La Regione non ha nessuna competenza in merito; l'Assessorato al Lavoro è, invece, responsabile della programmazione e attuazione delle politiche del lavoro e della gestione delle procedure di competenza regionale per l'erogazione degli ammortizzatori sociali e del raccordo delle politiche attive con quelle passive, della gestione delle situazioni volte a favorire la creazione di impresa, il lavoro autonomo e la cooperazione. Se ne deduce, pertanto, che il quesito posto dall'interrogante non rientra nelle competenze della Regione, ma riguarda, come si è detto, questioni legate all'organizzazione aziendale singola, di cui la Regione non ha nessuna possibilità di intervento.



MOLINARI GABRIELE


Argomento: Urbanistica (piani territoriali, piani di recupero, centri storici - Valutazione impatto ambientale - Difesa idrogeologica

Interrogazione a risposta immediata n. 2314 presentata da Ottria, inerente a "Quali indirizzi e modalità per la rilocalizzazione degli edifici residenziali dalle zone inondabili"


PRESIDENTE

Passiamo ora all'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 2314.
La parola al Consigliere Segretario Ottria, in qualità di Consigliere per l'illustrazione.



OTTRIA Domenico

Grazie, Presidente.
La vicenda è molto lunga e si trascina da anni, ma cercherò di essere breve per arrivare al punto.
Le ricollocazioni dei fabbricati posti nelle zone golenali, nelle zone ad alto rischio idrogeologico è prevista dalla legge nazionale n. 152, che riguarda l'ambiente, e da alcune delibere regionali. Però nel corso degli anni, anche soprattutto a causa di alcune inadempienze anche negli atti amministrativi dei Comuni e per mancanza di risorse queste rilocalizzazioni, si sono trascinate e in alcune zone, in particolare nell'Alessandrino, non sono ancora state eseguite.
Per agevolare quest'operazione, la Giunta, nello scorso dicembre del 2017 ha approvato una delibera che rendeva facili (diciamo così) le procedure di accesso a questa possibilità. Poi, nella scorsa primavera, nella stesura del bilancio di previsione erano state collocate a bilancio delle risorse (esattamente 1,4 milioni di euro) proprio da destinare ai soggetti che richiedevano queste procedure, tant'è che in alcune zone - in particolare ripeto, nell'Alessandrino - il Comune ha intrapreso la procedura relativa richiedendo ai soggetti interessati (ai cittadini) di portare della documentazione; tra questa documentazione, vi erano anche delle perizie asseverate per determinare il valore degli immobili.
La scorsa settimana, dopo un incontro che si è svolto nel Comune di Alessandria, sono apparse sui giornali locali delle notizie che sostanzialmente dicevano che la Giunta regionale avrebbe ritirato la delibera per mancanza di fondi e per il fatto che contemporaneamente il Ministero ha assegnato 13 milioni di euro al Piemonte per pagare i danni dell'alluvione del 2016, tant'è che i signori interessati sono stati richiamati dall'Amministrazione comunale per ripresentare una nuova documentazione e, tra l'altro, ripresentare anche una perizia, che comunque è un atto che ha un costo poiché deve essere redatto da un professionista.
Tutto questo ha generato molta confusione e ha di nuovo rallentato le procedure. Pertanto, mentre da una parte è positivo che ci siano risorse che potrebbero essere sufficienti a coprire tutte queste operazioni dall'altra vi è però una grande incertezza sulle procedure e - diciamo anche un po' di difficoltà per quanto riguarda i cittadini interessati, che si sono anche un poco allarmati.
Proprio per questo motivo, chiedo alla Regione quale ruolo intenda svolgere e se intenda agevolare queste procedure per finalmente far sì che i cittadini che devono ricollocarsi possano ricevere le risposte che da anni attendono.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Ferrari per la risposta.



FERRARI Augusto, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
La risposta di cui do conto è dell'Assessore Balocco. È una risposta articolata, quindi non la sto a leggere in maniera integrale; comunque consegno poi lo scritto.
C'è una premessa, innanzitutto, che fa riferimento alla DGR n. 31/2017, che revoca i provvedimenti precedenti, riorganizza i requisiti di ammissibilità, la scale di priorità, le modalità di calcolo del contributo le spese connesse e gli adempimenti in capo al privato e all'Amministrazione comunale e poi amplia i requisiti per l'individuazione degli immobili da rilocalizzare in via preventiva.
Questa premessa aggiunge anche che il Comune di Alessandria, nonostante più volte sia stato sollecitato dagli uffici ad aggiornare il proprio strumento urbanistico per classificare gli immobili che necessitavano di rilocalizzazione in classe di pericolosità 3C, non ha mai provveduto in tal senso, ragion per cui fino all'entrata in vigore della DGR n. 31 non si è potuto attivare alcun procedimento di rilocalizzazione. Ora, la DGR n. 31 aggiunge il testo - non è stata ritirata, ma è tuttora vigente ed è applicabile ai casi di rilocalizzazione preventiva per i proprietari che non abbiano già fatto analoga domanda nell'ambito di altre procedure legate ad eventi alluvionali.
Ai fini dell'avvio del procedimento di rilocalizzazione in via preventiva in base a quanto è stabilito dal paragrafo 6 dell'allegato 1 della DGR l'Amministrazione comunale deve presentare la proposta di rilocalizzazione dei singoli edifici contenente la stima di massima della spesa per il contributo di rilocalizzazione e delle spese connesse, nonché il relativo programma. Il Comune di Alessandria, con diverse note, aveva provveduto in via ricognitiva alla trasmissione al Settore Difesa del Suolo della documentazione concernente esclusivamente la domanda del proprietario, la perizia asseverata e la scheda di consistenza edilizia, che pertanto non è sufficiente all'avvio del suddetto procedimento. Poi, considerato che i Comuni di Alessandria e di Trana non sono stati interessati dall'evento alluvionale del novembre 2016 e i proprietari delle abitazioni coinvolte hanno presentato a seguito all'evento la scheda B di ricognizione dei danni ai sensi dell'ordinanza del Capo di Dipartimento di Protezione Civile, il Consiglio dei Ministri, con delibera n. 69/2019, ha stanziato i fondi finalizzati anche alla delocalizzazione di abitazioni distrutte, ovvero non distrutte ma oggetto di ordinanza sindacale di sgombero adottata in conseguenza dei suddetti eventi calamitosi.
Considerato inoltre che gli interventi di rilocalizzazione dei Comuni di Alessandria e Trana si trovano tutti nelle condizioni richieste dalla suddetta delibera del Consiglio dei Ministri, per quanto sopra evidenziato per i suddetti casi riguardanti i Comuni di Alessandria e di Trana la DGR n. 31 non risulta al momento applicabile e si procederà quindi alla rilocalizzazione degli immobili medesimi in applicazione della procedura attivata con la citata delibera del Consiglio dei Ministri.
Si evidenzia, infine, che le perizie relative agli immobili da rilocalizzare, già redatte per il procedimento ex DGR n. 31, sono valide e possono essere presentate anche nell'ambito del procedimento ex DCM del 6 settembre 2018.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti atmosferici ed acustici

Interrogazione a risposta immediata n. 2312 presentata da Tronzano inerente a "Termini del divieto di abbruciamento di materiale vegetale sul territorio regionale"


FERRARI Augusto, Assessore regionale

interrogazione a risposta immediata n. 2313 presentata da Policaro inerente a "Applicazione legge quadro su incendi boschivi"



PRESIDENTE

Passerei a due interrogazioni che hanno il medesimo oggetto: la n. 2312 a firma del Consigliere Tronzano e la n. 2313 a firma del Consigliere Policaro. La prima ha come titolo "Termini del divieto di abbruciamento di materiale vegetale sul territorio regionale"; la seconda"Applicazione legge quadro su incendi boschivi" .
Chiederei ai due Consiglieri interessati di illustrare la propria e ci sarà una risposta unica, se siete d'accordo, da parte dall'Assessora.
La parola al Consigliere Policaro per l'illustrazione dell'interrogazione n. 1213.



POLICARO Giuseppe Antonio

Grazie, Presidente.
L'interrogazione è presentata anche dal Consigliere Andrea Tronzano evidentemente è un tema sentito.
Con quest'interrogazione si sottolinea la discrasia tra la legge regionale appena approvata, la n. 229 e altre norme e, più precisamente , una DGR che tuttora è applicata, la DGR 42 del 2017, in ordine all'abbruciamento delle cosiddette sterpaglie che rientrano nella legge quadro sugli incendi boschivi.
Cosa accade? la DGR, applicata da tutti i Comuni, prevede il divieto di bruciare materiale vegetale dal 1° ottobre al 31 marzo. Le Province e i Comuni devono fare rispettare questo divieto, peraltro, anche con notevoli difficoltà. È inutile sottolineare il danno ambientale.



PRESIDENTE

Chiedo scusa, Consigliere. Se è possibile, chiedo di fare più silenzio almeno riusciremo a sentire il Consigliere Policaro.
Grazie.



POLICARO Giuseppe Antonio

Grazie, Presidente.
Trovo superfluo sottolineare il danno ambientale dell'abbruciamento del materiale vegetale che appunto viene sanzionato da questa DGR, che vietava come dicevo prima - utilizzo l'imperfetto - l'abbruciamento dal 1° ottobre al 31 marzo. La nuova legge regionale, approvata pochi giorni fa, invece prevede che questo divieto valga dal 1° novembre al 31 marzo.
Che cosa accade? Accade che le Province e, soprattutto, i Comuni non sanno come organizzarsi, non sanno se sanzionare, come sanzionare, chi sanzionare rispetto a dei comportamenti che non sono ben chiaramente individuabili.
Tra le altre cose, posto che la legge regionale, approvata in Aula qualche giorno fa, ancora non è stata pubblicata sul Bollettino Ufficiale e verrà pubblicata intorno al 10 ottobre, accadrà una cosa particolarissima ovvero, che si dovrebbe applicare la DGR che prevede il divieto d'abbruciamento dal 1° ottobre, dopodiché - da quello che abbiamo approfondito - dovrebbe entrare in vigore la nuova legge regionale che invece, prevede il divieto dal 1° novembre.
Sostanzialmente, se è corretta l'interpretazione che ci hanno fornito alcuni tecnici, dovrebbe valere dal 1° ottobre al 10 ottobre, poi con la nuova legge regionale ci sarà una pausa e al 1° novembre dovrebbe riprendere questo divieto. C'è un po' di confusione e, soprattutto, sono in difficoltà i Sindaci.
Sottolineo che la sanzione per questi comportamenti è di 50 euro, quindi una sanzione molto bassa, che credo possa significare ben poco come deterrente.
Chiedo, quindi, quale sia la corretta applicazione delle norme richiamate e, soprattutto, sollecito l'Assessore regionale, che manca, a coordinarsi con gli Enti territoriali per l'applicazione delle stesse.



PRESIDENTE

Grazie, collega Policaro.
La parola al Consigliere Tronzano per l'illustrazione dell'interrogazione n. 2312.



TRONZANO Andrea

Grazie, Presidente.
Confermo quanto diceva il collega Policaro. Aggiungo solo una domanda Presidente, all'Assessore, e cioè se la Giunta regionale abbia fatto consapevolmente questo tipo di valutazione.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Tronzano.
La parola all'Assessora De Santis per la risposta a entrambe le interrogazioni.
DE SANTIS Giuseppina, Assessora regionale Grazie, Presidente; grazie, Consiglieri.
Rispondo il luogo del collega Alberto Valmaggia e quindi leggo una nota preparata dai suoi Uffici.
Il nuovo Accordo di Programma per l'adozione coordinata e congiunta di misure per il miglioramento della qualità dell'aria nel bacino padano recepito dalla Regione Piemonte con DGR 22-5139 del 5 giugno 2017 richiama l'articolo 2, comma 1, punto 1 l'impegno per le Regioni ad "adottare provvedimenti di sospensione, differimento o divieto della combustione all'aperto del materiale vegetale, di cui all'articolo 182, comma 6 bis del decreto legislativo 152-2006 in tutti i casi previsti da tale articolo nelle zone nelle quali risulta superato uno o più valori limite del PM 10 e/o il valore obiettivo di benzopirene".
Nel citato articolo e comma non si fa riferimento pertanto ad alcuna data di prevista applicazione della misura richiesta. Con la DGR 42 del 20 ottobre 2017, recante le prime misure d'attuazione dell'accordo di programma, è stato a suo tempo introdotto il limite temporale 1° ottobre 31 marzo come il primo momento applicativo.
I successivi confronti con la Direzione Agricoltura e con il Settore Foreste hanno consentito di rilevare esigenze specifiche, che hanno portato alla nuova definizione del periodo d'applicazione sostanziato con l'approvazione, da parte del Consiglio regionale, il 23 settembre ultimo scorso, della legge regionale quadro in materia d'incendi boschivi.
Peraltro, la Regione Piemonte ha deciso, riguardo all'estensione territoriale del divieto, di prevedere l'applicazione a tutto il territorio regionale non soltanto alle aree oggetto di superamento dei valori limite richiamati dall'accordo di programma sopra citato.
Dal punto di vista applicativo, fino all'entrata in vigore della legge citata, dunque quella approvata il 25 settembre, le ordinanze dovranno fare riferimento al periodo minimo di applicazione previsto dalla DGR 42-2017 dall'entrata in vigore della legge si dovrà fare riferimento al nuovo periodo minimo 1° novembre-31 marzo, fatta salva la facoltà in capo alle Amministrazioni comunali di definire misure più restrittive, in virtù di specifiche criticità ambientali, anche in riferimento alle pratiche di abbruciamento delle stoppie di riso molto diffuse nel Vercellese e nel Novarese.



PRESIDENTE

Grazie, Assessora De Santis.


Argomento: Rapporti Regioni - Governo - Innovazione tecnologica

Interrogazione a risposta immediata n. 2322 presentata da Grimaldi inerente a "Futuro della produzione FCA in Piemonte"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 2322.
La parola al Consigliere Grimaldi per l'illustrazione.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Come avrete letto su tutti i giornali negli scorsi giorni, il Presidente del gruppo FCA, intervenuto al Museo Nazionale dell'Automobile, di fronte ai Cavalieri del lavoro, ha annunciato il primo servizio di robot-taxi dichiarando che l'Azienda è pronta a lavorare sulla guida autonoma e sulle vetture ecologiche, che saranno immaginate e anche prodotte in Italia. Il Presidente ha spiegato che, grazie alla partnership con Google, sarà possibile la fornitura di oltre 62 mila vetture della cosiddetta Pacifica ibride, per il servizio taxi.
Per quanto riguarda le vetture ecologiche, John Elkann ha espresso l'intenzione di lanciare una famiglia di 500 "verde", cioè rispettosa dell'ambiente, con motori ibridi ed elettrici e immaginare di produrre queste vetture anche in Italia.
A maggio di quest'anno, il nostro Gruppo, insieme al Gruppo Torino in Comune, ha chiesto e poi ottenuto un Consiglio congiunto, aperto, con i sindacati e i vertici di FCA, cui fosse invitato il responsabile delle attività europee del gruppo, proprio per riaffermare il tema della progettazione e della produzione di auto in Italia, ovviamente con particolare attenzione alle vetture non solo elettriche, senza pilota e condivise, ma soprattutto al tema della produzione piemontese.
L'incontro si sarebbe dovuto tenere a settembre, ma il lutto che ha colpito tutta la famiglia di FCA, la sua holding e tutto il gruppo ha cambiato gli scenari. Lo stesso Altavilla, che doveva essere qui con noi, non è più alla guida della direzione europea e dell'EMEA. Proprio ieri, però, c'è stato un cambio già annunciato: Pietro Gorlier è diventato il nuovo responsabile della regione europea di FCA.
Nel giugno del 2018, l'ex Amministratore Delegato ha illustrato al Centro Sperimentale di Balocco il piano di FCA per il 2018-2022, parlando di 26 modelli, con un investimento di 45 miliardi e con l'obiettivo di una crescita annuale media dei ricavi del sette per cento e un margine tra il nove e l'11 per cento. Tra i 45 miliardi di euro di investimenti annunciati, il 75 per cento sarebbe stato destinato ai brand globali.
Tuttavia, lo scorso 12 settembre, l'incontro tra il Presidente e il nuovo Amministratore Delegato di FCA, il Presidente del Consiglio e il Ministro dell'Interno, si è concluso senza alcun impegno preciso, mentre sussiste il concreto rischio che FCA, che dà lavoro a 66 mila persone in Italia (senza contare Ferrari e Cnh), sia costretta a ricorrere, anche quest'anno e nei prossimi anni, agli ammortizzatori sociali, essendo i piani per gli stabilimenti italiani tutt'altro che definiti.
Con quest'interrogazione chiediamo che il Consiglio aperto più volte annunciato si svolga nelle prossime settimane con il nuovo responsabile della regione europea, Pietro Gorlier, che salutiamo in questa sua nuova veste. Siamo felici che sia un personaggio noto al Paese ed anche a questa comunità.
Chiediamo, però, alla Giunta di farsi carico affinché venga anche la proprietà, perché è importante che riguardo agli investimenti e al futuro dell'auto, a partire da Mirafiori e Grugliasco, sia presente la proprietà e chiediamo soprattutto che il Governo venga investito di questa vicenda perché non solo ci siano garanzie precise per il futuro dell'auto, ma affinché finalmente tutta l'attenzione che spesso le istituzioni hanno chiesto per grandi infrastrutture in questo Nord, per la grande autonomia di questo Paese ed il futuro industriale, venga indirizzata anche verso il Governo, perché parte degli annunci che vanno dall'ibrido all'elettrico vengano fatti ricadere in un vero investimento importante su questo territorio.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessora De Santis per la risposta.
DE SANTIS Giuseppina, Assessora alle attività produttive Grazie, Presidente, e grazie, Consigliere Grimaldi.
Intanto, le posso dire che condividiamo la sua preoccupazione e la sua attenzione nei confronti delle scelte che sta compiendo e dovrà compiere FCA nel prossimo futuro, in particolare - naturalmente - per quanto riguarda l'Italia e ancora più in particolare per quanto riguarda gli stabilimenti piemontesi.
Lo ricordava anche lei: da questo punto di vista c'è stato un momento di sospensione anche delle comunicazioni e dell'interlocuzione da parte della società, dovuto al fatto che la società stessa stava elaborando il suo piano industriale. Questo, nella primavera scorsa. Poi, nel giro di poche settimane sono intervenute altre ragioni che ricordava anche lei, pertanto la guida della società è cambiata bruscamente in maniera inattesa e l'indicazione del manager che sarà l'interlocutore per gli stabilimenti dell'area EMEA è avvenuta solo ieri.
Tutto questo detto, in questi mesi abbiamo (io personalmente) interloquito anche con il MISE rispetto a questa situazione, anche perché, come lei ricorderà, la Regione Piemonte, con altre tre o quattro Regioni italiane (sostanzialmente tutte quelle dove FCA ha dei plant produttivi), ha cofinanziato insieme al MISE un rilevante investimento della società in ambito di ricerca e sviluppo, esattamente su auto connessa e propulsione "pulita".
Ritengo assolutamente necessario riprendere le fila di questo ragionamento.
Aggiungo una cosa: per il nostro territorio c'è il tema di FCA in quanto tale, però c'è anche il tema di tutta una filiera che ha grandissime capacità, ma che ha bisogno di riconvertirsi a quella che sarà la nuova domanda degli OEM, di qui in avanti, perché il passaggio verso non dico l'auto driverless, ma sicuramente l'auto connessa e il motore elettrico ormai è una prospettiva che si è accelerata per le grandi case automobilistiche, rispetto a quanto poteva essere anche solo un paio di anni fa. GM, per esempio, ha concentrato qua a Torino la sua funzione di acquisto per l'area EMEA e ha riunito (la settimana scorsa) i suoi compratori, tutti, i suoi buyer qui.
Pertanto, un'interlocuzione con FCA è importante per le prospettive degli stabilimenti torinesi e piemontesi ed è altrettanto importante per le prospettive della filiera della componentistica sul nostro territorio.
Come le dicevo, noi avevamo già avviato un'interlocuzione ancora informale con il MISE su questo punto. Concordo - lo ha detto in più di un'occasione anche il Presidente - che, considerata la dimensione dell'azienda, la dimensione della sua presenza in Italia, oltre al fatto che sia una presenza diffusa su tutto il territorio nazionale, ha assolutamente senso che il confronto venga riaperto (a questo punto, che gli interlocutori sono definiti e che il piano industriale è stato approvato) a livello nazionale in primo luogo. In questo senso noi ci adopereremo.
Certamente, anche il Consiglio aperto cui lei faceva riferimento sarà un'occasione per avere qualche chiarimento maggiore di natura operativa rispetto alle prospettive degli impianti FCA nel nostro territorio rispetto ai quali - lo ripeto - non abbiamo assolutamente specifici segnali di allarme. Però, al momento, neppure indicazioni chiare di come le cifre le previsioni o le strategie del piano industriale si traducano in ricadute di investimenti produttivi ed, evidentemente, anche occupazionali sul territorio piemontese.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei, Assessora De Santis.


Argomento: Ordine pubblico e sicurezza - Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 2311 presentata da Vignale, inerente a "Dopo l'aggressione di un'infermiera all'Ospedale di Alessandria, cosa fa la Regione per garantire la sicurezza negli ospedali e nei luoghi ad essi attigui?" (risposta scritta)


PRESIDENTE

All'interrogazione a risposta immediata n. 2311 presentata dal Consigliere Vignale, inerente a "Dopo l'aggressione di un'infermiera all'Ospedale di Alessandria, cosa fa la Regione per garantire la sicurezza negli ospedali e nei luoghi ad essi attigui?" verrà fornita, su richiesta dell'interrogante risposta scritta.
Dichiaro chiusa la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata.



(Alle ore 15.31 il Presidente dichiara esaurita la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE BOETI



(La seduta ha inizio alle ore 15.35)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo Balocco, Ferraris e Valmaggia.


Argomento: Programmazione sportiva (impianti e attivita")

Comunicazioni della Giunta regionale inerenti a "Olimpiadi 2026"


PRESIDENTE

Avevamo concordato che i lavori pomeridiani sarebbero cominciati con la comunicazione del Presidente della Giunta regionale, Onorevole Sergio Chiamparino, sulla questione "Olimpiadi 2026".
Prego, Presidente Chiamparino; ne ha facoltà.



CHIAMPARINO Sergio, Presidente della Giunta regionale

Grazie, Presidente.
Vorrei ricostruire rapidamente il contesto, ma lo farò con un minimo di cronologia, giusto per aiutare la riflessione.
C'è una prima fase che, almeno per quel che concerne la Regione Piemonte inizia il 19 giugno, quando la Sindaca Appendino, insieme al Vicesindaco della Città metropolitana, invita per un incontro informale il sottoscritto e il Segretario generale della Regione per illustrarci il dossier che era stato elaborato, com'è noto, dall'architetto Sasso su mandato dei Sindaci delle Valli olimpiche e coordinato con la Città di Torino e con la Città metropolitana di Torino.
Naturalmente, prima di quella data (quindi prima del 19 giugno) il sottoscritto non era stato assente dal dibattito. Anzi, credo di essere stato uno dei primi che, quando il Presidente della Camera di Commercio Vincenzo Ilotte, preparò un primo dossier che dimostrava la validità della candidatura di Torino, intervistato e interpellato da varie parti, ebbi a dire, ovviamente, quello che non potevo che dire, e cioè - usando una battuta - che chiedere a me delle Olimpiadi era come chiedere all'oste se il vino era buono. Dissi, appunto, che non avevo dubbi sul fatto che fosse una buona cosa cercare di candidare Torino per le Olimpiadi del 2026.
Ho tenuto a fare questa differenza perché un conto sono gli interventi che posso fare come esponente politico; altro conto, invece, è il coinvolgimento della Regione come Istituzione, che avviene - lo ripeto - il 19 giugno 2018.
Successivamente, trascorrono un paio di settimane in cui il dossier ci viene anche formalmente recapitato.
Il 19 luglio - quindi esattamente un mese dopo - il sottoscritto scrive una lettera alla Sindaca Appendino di sostegno alla candidatura, che viene allegata al dossier inviato al CONI.
Il 30 luglio siamo convocati al CONI. In quella sede - qui c'è un primo passaggio cruciale, a mio avviso - abbiamo illustrato (la Sindaca e il sottoscritto) le ragioni per cui abbiamo sempre ritenuto che la candidatura di Torino fosse quella più competitiva. Sono le ragioni che erano contenute nel dossier, cioè quelle di aver fatto l'edizione 2006, di averla fatta in un modo che, a detta di tutti, è stato uno dei pochi casi di successo nella storia delle Olimpiadi da molti anni a questa parte, checché ne pensino alcuni esponenti di altri Gruppi o movimenti politici; fatta anche con un risparmio di risorse rispetto ai budget preventivati, come può testimoniare l'Agenzia 2006 per quanto riguarda gli investimenti e come si pu dimostrare dalle carte guardando i conti di chiusura di TOROC.
Dicevo, in quella sede il CONI, per bocca di Malagò, disse esplicitamente "se ritenete, mettiamo ai voti la candidatura di Torino", ma la candidatura di Torino, da sola, non può andare avanti. Ci fu detto esplicitamente che se ritenevamo di mettere ai voti la candidatura di Torino al CONI, a suo dire - ricordo benissimo le parole, a questo punto non c'è più nessuna ragione di tenere segreti perché sono i segreti di Pulcinella - avrebbe ottenuto due o tre voti. Ricordo queste parole come se fosse ieri.
Di fronte a questo, con la Sindaca decisi di dare la disponibilità a una candidatura a tre, il cosiddetto "tridente", ponendo una sola condizione cioè che non ci fosse nessuna città che avesse la titolarità dei giochi. La ragione mi sembra evidente: se una città ha la titolarità dei giochi, non sono più le Olimpiadi a tre, ma sono le olimpiadi di x, y o z. Questa condizione ci fu garantita, in quella sede, e uscimmo, come tutti si ricordano, dalla sede del CONI dichiarando che, pur ritenendo la candidatura di Torino quella più competitiva, eravamo disponibili a sostenere, per l'interesse generale del Paese, una candidatura a tre. Qui finisce la prima fase, siamo prima dell'interruzione estiva.
A inizio settembre (tralascio tutta una serie di passaggi interni nostri di rapporti con i Sindaci delle varie valli), l'11 per la precisione andammo a una riunione a Palazzo Chigi in cui al mattino ci fu un incontro bilaterale - per usare un'espressione presa dalla diplomazia - e immediatamente dopo, nel pomeriggio, un incontro con tutte le tre aree interessate e con tutti i loro rappresentanti. In quella sede noi chiedemmo sostanzialmente due cose: ribadire la necessità alla candidatura a tre e un bilanciamento nei carichi di gare sui tre dossier. Ricordo a memoria che per il Veneto erano previste 94 gare, per la Lombardia 31 e per il Piemonte 29, quindi abbiamo chiesto un bilanciamento. Era aperta la questione della pista di bob, ricordo che in quella sede ho mostrato le foto che mi avevano inviato sul cellulare sullo stato della pista di Cortina: nessuno ha potuto smentire che quella pista non era da migliorare, ma da rifare completamente, anche perché ha delle curvature e una struttura che non consente le gare di skeleton e di slittino, così come prevedono i nuovi protocolli olimpici.
Al di là di questo, ribadiamo la disponibilità e la condizione che, per andare avanti sulla candidatura a tre, non ci fosse nessuna città che avesse la titolarità esclusiva dei giochi. Successivamente - non ricordo la data, ma una settimana dopo circa, quindi siamo a metà settembre - il Sottosegretario Giorgetti scrisse alla Sindaca una lettera in cui ribadiva la candidatura a tre, proponeva la formazione di un comitato nazionale che mettesse insieme le migliori professionalità delle tre aree coinvolte e chiedeva la disponibilità a produrre un marchio che mettesse in evidenza le tre città: Torino, Milano, Cortina nell'ordine che si sarebbe ritenuto giusto.
La Sindaca rispose ribadendo che la posizione era quella espressa dal Consiglio comunale di Torino, cioè la candidatura di Torino, e chiese al Governo di esprimersi sulla candidatura di Torino. Passato qualche giorno il Sottosegretario Giorgetti ha fatto saltare il tavolo a tre e inaspettatamente, dieci minuti dopo circa è venuta fuori la candidatura lombardo-veneta. Qui finisce la seconda fase. Sostanzialmente, quello che è avvenuto successivamente è figlio di quella situazione. Qui siamo alla cronistoria, poi faccio alcune riflessioni.
Immediatamente dopo, anche sulla base di una lettera - ricordo una lettera del Consigliere Vignale che spronava a fare tutto il possibile - insieme con tutti i Sindaci delle valli abbiamo prima cercato di recuperare il ruolo di Torino, la presenza di Torino. Anche perché ho qualche ragione per ritenere che la forza della candidatura a tre stava nel fatto che la Città di Torino ha degli impianti per il ghiaccio che dovrebbero essere rifatti ex novo da altre parti, con costi elevati e anche con la necessità di individuare dove farli. Quella era la forza della candidatura a tre.
Cerchiamo - è cronaca di questi giorni - di recuperare una candidatura del cosiddetto tridente, ma non ci sono risposte né da parte del Governo né da parte del CONI. La risposta che viene è quella del CONI dell'altro giorno che - ho letto stamattina sui giornali - d'intesa con il Governo, sarà proposta la candidatura Milano e Cortina. Come avete visto, ho dichiarato che, a questo punto, se c'è uno spiraglio per tenere dentro, anche senza Torino, le valli olimpiche noi ci siamo e siamo disposti a esserci anche dal punto di vista delle eventuali garanzie che può essere necessario dare anche se ritengo che l'assenza di Torino sia cruciale per la ragione che ho detto prima.
Questa è la cronistoria e questa è la situazione attuale. Credo di aver illustrato i due passaggi chiave, la risposta della Sindaca Appendino che dice no al protocollo inviato da Giorgetti che, sostanzialmente - lo dico in termini che non vorrei fossero offensivi - spostava un po' in avanti le questioni, cioè non affrontava nessuno dei temi, né come era fatto il marchio, né il bilanciamento dei dossier, ma era un modo sostanzialmente per prendere tempo e stare dentro. Le scelte sono state altre.
A questo punto, ho cercato di fare il possibile per recuperare la candidatura, ma evidentemente senza Torino è molto difficile. Ci nonostante, continuo a pensare che qualche spiraglio possa esserci, e qui vengo alle tre riflessioni che voglio fare.
Una è ovvia: resto convinto, com'ero all'inizio insieme alla Sindaca Appendino, che la candidatura di Torino fosse la migliore sia dal punto di vista della qualità complessiva degli impianti che avrebbe potuto offrire sia dal punto di vista dell'esperienza, della legacy immateriale, cioè del fatto che qui c'erano delle persone, dei gruppi e dei Sindaci che avevano già gestito un evento di questo genere e che, specie nella fase di preparazione - che, come ci ha insegnato l'esperienza del 2006, è la più delicata e la più difficile - avrebbe consentito con ogni probabilità di fare un evento al massimo livello di competitività sportiva e di sostenibilità ambientale e finanziaria.
Non vi è dubbio però - questo non posso esimermi dal dirlo, l'ho detto allora e lo ripeto adesso - che l'atteggiamento della maggioranza del Comune di Torino ha fortemente indebolito questa candidatura, perché è chiaro che candidare Torino dicendo che ha l'esperienza e gli impianti eccetera ma, dall'altra parte, dire che quell'esperienza è stata un fallimento, agli occhi di chi lo legge rappresenta una contraddizione. Ma io non dico che ha ragione o torto, dico solo che se uno dice "mi candido" e nel dossier cito che il punto di forza è l'esperienza fatta, se poi dico che quell'esperienza è stata da buttare, chi legge quel dossier dice "allora non è credibile". Il dubbio che mi viene è che questo non abbia rafforzato la candidatura, senza contare che la Sindaca Appendino è stata messa in minoranza, perché è dovuto intervenire il Vice Primo Ministro Di Maio per dirimere apparentemente la questione, che poi, in realtà, si è riproposta. Non c'è dubbio.
Tuttavia, sono convinto che la Sindaca Appendino fosse realmente convinta e sia realmente convinta, come va dicendo, che Torino sarebbe stata e sarebbe ancora la candidatura più competitiva, e che abbia cercato, facendo le sue valutazioni politiche che non sto a sindacare, la strada che ha ritenuto migliore per portarla avanti, mentre l'atteggiamento della sua maggioranza sia stato quello che ha fatto danni e ha leso alla base quel tipo di candidatura, ha minato la credibilità che quella candidatura aveva.
Seconda riflessione. Trovo incomprensibile la svolta del Sottosegretario Giorgetti, perché non c'era nessun motivo, non era cambiata una virgola per farlo. Cioè nessuno, a cominciare dalla Sindaca Appendino, ha messo in discussione la candidatura a tre, con la sola condizione della pari dignità. Nessuno. Milano, nella lettera che ho potuto vedere e che Sala ha mandato, non ha chiesto di essere titolare unica; aveva chiesto due cose: di avere nel marchio "un rilievo particolare, oppure la prima posizione".
Il rilievo particolare no, la prima posizione sì. Non c'è nessuna ragione al mondo per non fare un marchio e chi di dovere avrebbe trovato il modo che recitasse Milano-Torino-Cortina o Milano-Cortina-Torino. Quindi, non era stata violata la cosiddetta "pari dignità" fra le città, né da Milano né da Torino. Non c'era, quindi, ragione per far saltare il Tavolo.
Il fatto che, dopo circa dieci minuti mal contati, sia venuta fuori l'altra proposta, certo è che mi fa venire in mente qualcos'altro, come diceva il vecchio Andreotti, ossia che a pensar male ci si azzecca: che ci fosse un lavoro di preparazione per arrivare a una scelta che facesse leva sull'asse lombardo-veneto.
Qui voglio porre una questione, ed è la terza riflessione, poi c'è una conclusione rapida. Questa è una questione che mi permetto di porre al CONI, perché mi chiedo, e lo chiedo senza retorica: se sono cambiate le condizioni, va bene, allora sono io che non sono informato. Ma se non sono cambiate le condizioni, a me non risulta che sia possibile una candidatura senza una lettera di garanzia di ultima istanza da parte del Governo in carica in quel momento. Non risulta, poi, ripeto, se non è così.
Né può fare supplenza un Comune, una Regione e tanto meno i privati. È quello che, se ho sentito bene, ha detto il Consigliere Bono, che è la stessa cosa che mi ha detto Malagò, dicendo che le garanzie per Los Angeles le ha date lo Stato di California. Io ho replicato: "Appunto! Lo Stato di California", che non è la Regione della California.
Anche per quanto riguarda la storia dei privati, io vorrei sommessamente dire una cosa - e qui mi rivolgo a quelli che hanno vissuto la vicenda del 2006 - sulla storia del finanziamento dei 900 milioni che arrivano dal CIO e dei privati. Attenzione, a Torino il CIO ha dato circa 600 milioni perché i soldi che dà il CIO sono i soldi dei diritti televisivi e i soldi del main sponsor olimpionico, che non ricordo allora chi fosse (non ricordo se fosse Visa o Samsung). Questi sono i fondi che arrivano dal CIO, poi si aggiungono i main sponsor locali (per tutti ricordo Telecom e Intesa San Paolo), infine c'è il ticketing, cioè il risultato della vendita. Quella cifra lì è arrivata a un miliardo di euro. Quindi, questa storia dei privati, signori, è una bufala, o perlomeno è quella cosa lì. Poi, certo, è passato del tempo e magari il CIO, invece che solo 600 milioni, parte con una base più alta, ma se ne dovranno raccogliere altri, perché i costi organizzativi sono sicuramente più alti. Però non è che adesso le fanno i privati, è sempre stato così.
Il budget di Torino, oltre a quel miliardo, aveva un altro miliardo e mezzo circa, di cui circa 250 milioni se li è presi a carico il Comune, e il resto l'Agenzia Torino 2006, che si occupava di realizzare le infrastrutture e le opere. E queste, se non c'è una garanzia pubblica, chi le garantisce? E non è che adesso per fare le strade che collegano Milano e l'area milanese alla Valtellina, ci vuole meno di quello della circonvallazione di Porte o della circonvallazione di Avigliana, e non è che gli impianti del ghiaccio non costino nulla.
Mi permetto solo di dire che se - e sottolineo se - non c'è una garanzia del Governo, la candidatura italiana la vedo difficile da sostenere, molto difficile da sostenere. Non vorrei - anche qui rientro nei cattivi pensieri, però non posso trattenermi - una volta depositate le polveri e spenti i riflettori, dato che per fare una lettera di garanzia c'è tempo fino a gennaio, che magari nel periodo di Natale, quando prevalgono gli addobbi, il Governo facesse arrivare una lettera di garanzia, che come si sa è una lettera generica, non c'è bisogno di fare impegni specifici, che sarebbe sufficiente - credo - come lo fu quella di Prodi nel 1998, per sostenere la candidatura del Comune di Torino.
L'ultima considerazione è strettamente politica; avevo anche un dubbio se farla, ma la faccio. Se c'era bisogno di un elemento che confermasse il fatto che questo Governo sta mettendo il Piemonte in un angolo, questa è la cartina di tornasole, e ciò non per il motivo che ci sia al governo il centrosinistra, perché non sono così presuntuoso dal pensarlo e perch credo che il Governo abbia altro in testa che non fare la guerra a un modesto Presidente di Regione; penso però un'altra cosa, che - ripeto - le Olimpiadi dimostrano in modo lampante, e cioè che il Governo è fatto da un partito forte, dominante, che ha una trazione perché la sua classe dirigente forte l'ha lì, a Nord-Est, e da un partito che in testa ha la decrescita e non la crescita, ha i "no" e non i "sì". Quindi, dato che il Piemonte ha bisogno.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Per cortesia, dopo avrete la possibilità di intervenire: lasciamo finire il Presidente.
Grazie.



CHIAMPARINO Sergio, Presidente della Giunta regionale

Dato che il Piemonte avrebbe bisogno di tanti sì e non di tanti no, questa è la ragione per cui l'insieme di questa compagine di governo rischia di mettere il Piemonte in un angolo. E io farò il possibile per impedire che ciò avvenga.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE GRAGLIA



PRESIDENTE

Dichiaro aperto il dibattito sulle comunicazioni del Presidente Chiamaparino.
Ha chiesto la parola il Consigliere Segretario Bertola in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Ringraziamo anche il Presidente Chiamparino per le sue comunicazioni e anche per aver introdotto il tema della decrescita, perché almeno di oggi non ne avevamo ancora sentito parlare, almeno di oggi questa litania non l'avevamo ancora sentita nominare; poi, come sempre, quando c'è da riportare temi ovvi, oltre che sbagliati, c'è continuamente qualcuno che si fa avanti.
Qualche mese fa, precisamente nella primavera del 2018, in un periodo particolare come quello di una campagna elettorale, si è iniziato a parlare dell'ipotesi di Torino come città che valutava di candidarsi per ospitare le Olimpiadi invernali del 2026; al riguardo ricordo anche un dibattito una discussione come quella che avverrà oggi all'interno di quest'Aula. Si è aperto appunto un dialogo, un dibattito e anche uno scontro, un confronto, non solo tra le varie forze politiche - a ogni modo, lo si è visto, quindi non c'è bisogno di raccontare particolari segreti - ma c'è stato un confronto anche interno al Movimento 5 Stelle, specie quello torinese, con delle posizioni che tra loro forse non erano opposte, bensì avevano delle sfumature diverse.
Proprio in quest'Aula, io stesso ebbi modo di dire che avevo certamente delle perplessità, ma che in quel momento mi fidavo (e mi fido ancora) della valutazione che la Sindaca Appendino stava facendo relativamente alla possibilità di rifare le Olimpiadi a Torino e che era di voi che non mi fidavo, non certo della Sindaca Appendino; non mi fidavo di voi per come già avete gestito la questione in passato, e questo ovviamente lo confermo.
Questo dialogo ha poi portato però, come spesso accade dove le cose funzionano bene, quindi nel nostro Movimento, a una sintesi, perché in seguito è stato adottato un atto di indirizzo che è stato votato a maggioranza del Consiglio regionale, anche se poi qualcuno legittimamente ha votato contro (una parte dell'opposizione) e un'altra parte furbescamente si è astenuta, quella del Partito Democratico, per poi sostenere un po' tutte e due le posizioni, sia quelle contenute all'interno dell'atto di indirizzo sia quelle per attaccare l'Amministrazione di Torino.
All'interno di questi indirizzi c'erano aspetti che anch'io trovavo importanti, la cui assenza mi avrebbe fatto propendere per un no secco, e c'erano invece degli indirizzi che prevedevano lo studio dell'esperienza di Torino 2006, un evento come parte della strategia a lungo termine per avere ricadute positive sull'occupazione e i trasporti, recupero edificio e suolo, emissioni zero, attrazione, investimenti, transazioni basate su blockchain e definizione di un tetto massimo di spesa pubblica senza debito per gli Enti locali e zero consumo di suolo, strategia rifiuti zero e plastic free, cambio del paradigma sulla mobilità, garanzia dell'utilizzo costante degli impianti sportivi, ecc. Tutti indirizzi molto condivisibili e poi richiamati nell'impegno finale, nel dispositivo.
Quindi, cosa è accaduto? È accaduto che l'Amministrazione di Torino è andata a un tavolo portando quegli indirizzi e a quelli - non ad altro, non a decisioni prese all'ultimo momento - si è attenuta. All'interno di quegli indirizzi si era anche detto sì alle Olimpiadi, se sono le Olimpiadi di Torino. Quindi, si è detto "sì, ma non a qualunque costo"; la posizione era questa e per noi rimane questa. Era quella di valutare la possibilità di fare le Olimpiadi a Torino, quindi in Piemonte, giacché per il momento non abbiamo ancora le piste per lo sci a Torino, ma non a qualunque costo, di farla a determinate condizioni, con determinate garanzie. Questa è stata esattamente la linea che si è seguita, in modo - mi viene da dire - non solo responsabile nei confronti dei cittadini, ma anche rispettosa nei confronti di un'Assemblea, come quella del Consiglio Comunale di Torino che aveva dato degli indirizzi precisi.
Quanto è successo dopo lo abbiamo visto bene, perché abbiamo visto Milano che voleva la supremazia; allora io non so se a voi va bene - forse, sì ma a noi non va bene; a noi non va bene che Torino sia considerata il "parente povero" di Milano, noi non vogliamo che il Piemonte diventi la periferia "sfigata" della Lombardia. Non lo vogliamo, vogliamo qualcosa di diverso. Qualcosa di completamente diverso. Forse, percepisco che a qualcuno qui vada bene, tutto sommato, aspettare che cada qualche briciola dal tavolo imbandito della Lombardia, ma a noi non va bene, perché noi non ci riteniamo e la provincia povera della Lombardia. Per troppo tempo è stato così, per troppo tempo avete voluto che diventasse così.
Quindi, nessun salto nel buio; noi non siamo disponibili a nessun salto nel buio. Poiché oggi c'è quell'ipotesi che si candidano due città, Milano e Cortina, a monte c'è un Governo che ha detto che allora quell'ipotesi per noi non c'è più e, infatti, ora si parla di garanzie delle due Regioni.
Qui, ovviamente, c'è un dubbio: noi avevamo detto sì, se c'è una sostenibilità, oltre che ambientale - importantissimo - anche economica dicevamo no a salti nel buio e lo diciamo ancora adesso. Allo stesso modo se il Presidente Chiamparino, come Presidente pro tempore della Regione dice valutiamo l'opportunità di far rientrare il Piemonte nel Progetto giacché il Piemonte non è solo Torino, noi vogliamo sapere bene prima con quali garanzie e a quali condizioni, perché alla fine la posizione che avevamo, seppur con sfumature diverse, era una: non a qualunque costo.
Invece, per qualcuno, come al solito, le cose si fanno a qualunque costo e i debiti li vedremo dopo.
Tra l'altro, siamo in un momento in cui c'è un Governo nazionale che ha deciso d'intervenire su problemi come la povertà, con una manovra che dia una mano a chi non ce la fa e che permetta anche degli investimenti, con un rapporto deficit/PIL programmato al 2,4 per cento e si è diventati irresponsabile a fronte di Renzi che diceva che per far crescere il Paese deficit/PIL al 2,9 per cento per cinque anni; però lui era responsabile noi forse per qualcuno non lo siamo.
Al di là di questo, non ho ancora capito come si concilia dichiarare irresponsabile chi vuole aggredire un problema come la povertà, ma allo stesso tempo permette degli investimenti con uno sforamento del 2,4 per cento sul rapporto deficit/PIL con qualcuno che dice sì alle Olimpiadi a qualsiasi costo, tanto poi arriverà il lavoro, arriveranno i soldi e invece, si fanno magari di nuovo dei debiti. Questo davvero non l'abbiamo capito e qui non è una questione di decrescita, perché nessuno di noi sta parlando di decrescita, anzi stiamo parlando di una crescita costante e sostenibile.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bertola.
La parola al Consigliere Valenti.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Vorrei iniziare da dove ha finito il Presidente Chiamparino, cioè sul timore che paventa di mettere il Piemonte in un angolo.
Beh, il Piemonte è già in un angolo. È in un angolo, possiamo dire, con il contributo proattivo delle ultime Amministrazioni regionali e comunali.
Poi, è possibile che ci sia una congiuntura negativa, come quella che vuole la Pianura Padana area più inquinata d'Europa, per questioni geomorfologiche. Però, sui debiti, no. I debiti non sono una questione di sfortuna, i debiti sono stati creati dalle Amministrazioni. È importante ricordare i conti delle ultime Olimpiadi, perché si ricorderà il Presidente Chiamparino che, nel mio ultimo intervento, quando parlammo in quest'Aula di Olimpiadi, dissi come non fossi contrario all'idea di Olimpiadi, ma sicuramente contrario alla gestione poco oculata e al debito causato dalle Olimpiadi gestite da Chiamparino e dall'allora Giunta Bresso. Penso sia difficile scaricare responsabilità su qualcun altro, con un partito che governava sia la Città che la Regione.
Ricordiamo: 3,5 miliardi di costo, di cui almeno due miliardi a carico del Pubblico. In particolare, sul Comune di Torino a debito; nel mentre, Torino come Città appesantiva le proprie società partecipate, scaricando i debiti su di loro, debiti che stiamo ancora pagando adesso. Infatti la Città di Torino sta pagando situazioni create dalla sua Amministrazione e dalla scarsa oculatezza nel gestire i fondi pubblici, perché i soldi pubblici sono soldi di tutti.
Comprendo come il Presidente non riesca a capire come qualcuno non si ponga il problema di organizzare un evento, senza creare dei danni per le Amministrazioni pubbliche, essendo abituato a gestirli con molta leggerezza, come abbiamo visto, con la Città di Torino tra le più indebitate d'Italia.
Tutti abbiamo di fronte la bellezza del centro di Torino, perché è sotto gli occhi di tutti, è molto visibile, però spesso i cittadini non vedono i debiti che stanno nei conti delle Amministrazioni, non vedono le società partecipate prossime al fallimento e molti di essi non passano nelle vallate con impianti fatiscenti e decadenti, che rovinano sia il paesaggio sia l'ambiente di vallate prosperose e piene di potenzialità, anche di turismo sostenibile. Mi scusi, Presidente Chiamparino, è una decrescita infelice il turismo sostenibile? Infatti, il Trentino e altre Regioni molto ricche prosperano di turismo sostenibile, ma per noi è una decrescita infelice e deprimente. Che peccato! Allora, facciamo un piccolo confronto tra le vallate olimpiche di Torino e le Dolomiti e poi vediamo cos'è più deprimente.
Sembra sempre di ritornare sulla stessa cosa. È un po' una prassi consolidata di una politica che non sa rivedere neanche i propri errori quindi che insiste e si autocelebra; non celebra tanto l'evento Olimpiadi ma celebra proprio sé stessa, cioè celebra quella gestione a debito pubblico, mentre, poi, la stessa parte politica attacca delle manovre che provano a incidere su quei sei milioni di italiani in povertà, creando - sì debito. Su quello, siete molto attenti a criticare la manovra a debito mentre sulle Olimpiadi un po' meno.
Pertanto, sono proprio curioso di sapere come il Presidente avrebbe pensato di fare, dal momento che l'unica parte politica che ha chiesto espressamente di fare le Olimpiadi senza aggravi per le casse pubbliche è stato il Movimento 5 Stelle. Mi chiedo se, con uno sforzo di ragionamento e un salto in avanti, possa capire che non c'è la fiducia di creare questo evento con altre Amministrazioni che non hanno lo stesso impegno etico come quella di Milano o altre Amministrazioni venete, che non hanno mai posto la questione di non creare spesa a carico del pubblico.
Questo è il motivo che ha ispirato la maggioranza in Consiglio comunale nel porre la questione di avere la gestione intera e il controllo della spesa sulle Olimpiadi, ed è la stessa posizione politica del Gruppo regionale del Movimento 5 Stelle. In questo c'è piena coerenza e linearità. Se non riesce a vederla, probabilmente è perché non riesce a comprendere questa necessità di maggiore tutela dei soldi pubblici, magari pensando un po' di più alle priorità del Paese: si tratta di gestire molte emergenze che riguardano situazioni drammatiche, mentre le Olimpiadi sono qualcosa in più che, per non è drammatico, non è urgente e non è affatto una priorità. Si può fare o si può non fare. Se si fa, però, cerchiamo di non sperperare altri soldi perché abbiamo un esempio ancora vivido nella nostra memoria.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE BOETI



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Ognuno, ovviamente, dà al momento olimpico l'importanza che ritiene. Vi è al netto di quelli che sono gli errori che si sono compiuti nella fase di realizzazione e anche nella fase successiva - quella del post olimpico - un dato oggettivo: le Olimpiadi sono state il più grande volano di conoscenza del Piemonte e della Città di Torino e gran parte dello sviluppo turistico avvenuto nella nostra regione è nato soprattutto grazie ai Giochi Olimpici.
Mi permetto, poi, di dire che l'organizzazione dei Giochi Olimpici ha un aspetto che non può essere derubricato unicamente, per una regione e una città, a un aspetto meramente sportivo, cioè non è solo l'organizzazione di una competizione, ma è qualcosa in più. Chi ricorda Torino e le vallate olimpiche nel 2006 ricorda proprio una festa e un'aura olimpica che purtroppo abbiamo perso a Olimpiadi concluse, ma quella era la città ed era la regione in cui avremmo voluto vivere meglio.
Pertanto, ritengo che da questo punto di vista non ci sia alcun dubbio: noi avremmo dovuto, dovremmo e dovremo fare tutto affinché Torino e il Piemonte, o meglio il Piemonte possa essere all'interno della candidatura olimpica, perché nella gestione della cosa pubblica e, più in generale, in politica il realismo è una dote essenziale. Si può essere un bravissimo amministratore, ma, nel momento in cui viene meno il senso del realismo, si rischia di essere dei sognatori o degli ipocriti (non uso casualmente questi due aggettivi). Dei sognatori, perché certamente Torino era la migliore candidatura, questo è senza ombra di dubbio vero: quello che diceva il collega Bertola rispetto al protocollo CIO sembrava scritto per la candidatura torinese. Ma è altrettanto evidente che, quando si forma questo Governo, di cui ho simpatia, che però ha - come diceva il Presidente Chiamparino - inevitabilmente una classe dirigente più lombardo-veneta che piemontese (la Lega non ha un esponente di Governo che sia espressione del Piemonte), è evidente che bisogna fare realismo. E visto che il Movimento 5 Stelle, come forza nazionale, non mi è sembrata così interessata a questo tema, era evidente che il boccino l'aveva in mano più Giorgetti che Di Maio, per essere realisti.
E allora, cosa ci saremmo attesi da subito? Ci saremmo attesi che si facesse quello che era anche la somma di una serie di posizioni, ma che era anche o sarebbe stata - io mi auguro sia - una candidatura interessante cioè la candidatura delle Alpi, perché il nostro è un brand unico al mondo (il 70 per cento del turismo montano avviene nelle Alpi), per cui era un brand che, anche da un punto di vista dell'attrazione olimpica, aveva una sua validità.
Ma in questo modo, nel voler pervicacemente candidare Torino, che ha tutti quegli aspetti che dicevamo (l'unico impianto che ospita il pattinaggio di velocità in Europa è l'Oval, e mille altri, dal PalaAlpitur al Palazzo a Vela, al Tazzoli e quant'altro), se da una parte si è stati sognatori, da un'altra parte si è stati ipocriti.
Vedete, rinfaccio una cosa alla Sindaca Appendino e non alla sua maggioranza, perché il Sindaco è un capo di una maggioranza. Io ho fatto umilmente il capo di piccoli esecutivi, ma - voglio dire - uno risponde per la maggioranza che ha, perché, come sa chi ha fatto il Sindaco, non è che ti dicono: "Ah, ma il tuo Consigliere ha votato contro, quindi.". No, la responsabilità è giustamente di chi è il numero uno, di chi è il primo fra i pari. La posizione che dice "tengo fino all'ultimo la candidatura di Torino, sapendo che sarebbe stata una candidatura perdente" era la posizione più ipocritamente contraria al Piemonte, ma che salvava s stessa, perché la Sindaca Appendino è riuscita, in questo modo, a dimostrare che il CONI e il Governo sono cattivi e che non può fare le Olimpiadi a Torino, sapendo che - se per disgrazia - ieri pomeriggio avessero candidato per vantaggio il Piemonte e avessero scelto Torino come sede olimpica, oggi la Sindaca non avrebbe più una maggioranza in Consiglio comunale.
Quando si è compreso che la soluzione ai problemi di maggioranza (problemi interni di partito) era non fare le Olimpiadi in Piemonte, si è scelta questa via, che è ipocrita. Perché se uno è contrario alle Olimpiadi, e se uno crede che l'eredità olimpica sia principalmente un "badò", e non, nella bilancia dei vantaggi o degli svantaggi, un vantaggio, assume una posizione di contrarietà, dicendo: "Abbiamo sbagliato una volta, non intendiamo più sbagliare". Badate che l'ha fatto la Sindaca Raggi a Roma, che, in modo molto trasparente, ha detto, facendo arrabbiare il CONI, il CIO e quant'altro: "Non intendiamo candidare Roma alle Olimpiadi e quindi non presenteremo la candidatura". Ma ha assunto una posizione ferma, coerente.
Questa non si può accettare. Al di là delle responsabilità che sono evidenti (poi ognuno difende l'indifendibile, del resto l'ho fatto anch'io da uomo di partito ma, come ho detto, è la difesa dell'indifendibile), noi dovremmo cercare di utilizzare tutte le nostre armi per far ritornare il Piemonte all'interno della candidatura, un po' come ha fatto, con molta più intelligenza, il Presidente Zaia in Veneto. Zaia presenta Cortina, cioè presenta un paese! Sarà pure di grande tradizione e quant'altro, ma è un paese con degli impianti. E se andrà avanti questa candidatura, vedrete che verrà anche attratto il Trentino, che - lo ricordo ai colleghi - avrà anche un turismo sostenibile, ma ha due meravigliosi trampolini in cui, una volta ogni dieci anni, in Val di Fiemme e di Fassa vengono ospitati i Campionati del mondo di sci nordico. Non sono bellissimi da vedere a Cavalese i trampolini per il salto, perché son grandi anche lì, non è che son grandi solo a Pragelato! Però coniugano una cosa all'altra.
Perché, a mio avviso, c'è ancora un'opportunità? Perché visto che io cerco di essere realista, il Governo le darà le garanzie economiche! Perché qual è il Governo che, a fronte della possibilità di ospitare delle Olimpiadi non le darà? La nostra grande chance è questa! La nostra grande chance è quella di dire "se darai garanzie economiche ci saremo anche noi", oppure "per dare garanzie economiche ci dev'essere il tridente". Torino non ha voluto esserci? Pazienza.
Guardate che non ne facciamo una questione di un paesino: noi non diciamo "Cortina", non diciamo solo "Sestriere". Noi diciamo "i sette Comuni della Via Lattea", con Pragelato, con Cesana, con Sestriere, con Bardonecchia con Torre Pellice e Pinerolo. Perché noi, fortunatamente, abbiamo due realtà che hanno due grandi impianti che possono ospitare il ghiaccio; per cui tanto a Torre Pellice quanta a Pinerolo, come venne fatto per il curling e per l'hockey femminile, possono essere ripetute attività di ghiaccio.
Quindi abbiamo l'opportunità, per avere un numero significativo di gare all'interno della nostra Regione, di riportare risorse. Apprezzo le misure che vanno incontro a dei dati che ci dicono che in Italia ci sono tre milioni di nuovi poveri rispetto a sette anni fa. Le apprezzo. Ma noi dobbiamo anche pensare a produrre ricchezza. E certamente, proprio per il fatto che arrivano alcune centinaia di milioni di euro di fondi dal CIO e molti di più in termini di ritorno economico immediato nel 2026, ma anche precedente, perché ci saranno i test event, perché torna a essere una Regione olimpica, perché ci sono le opere di accompagnamento, perché c'è tutto quello che c'è stato durante le Olimpiadi del 2006, credo sia un dovere di tutto il Consiglio regionale (o del Consiglio regionale) e del Presidente Chiamparino. Anche se non in moltissimi casi, come gli ho scritto nella lettera, l'ho contrastato nella sua attività di governo, per me oggi lui è il Presidente della Giunta regionale.
Il Presidente Chiamparino ha il dovere di tutelare gli interessi del Piemonte e anche se non è della mia parte politica mi hanno insegnato pensate, addirittura, dei bruttissimi missini - che l'interesse collettivo viene prima dell'interesse di partito. Io questo chiedo: che l'interesse della nostra Regione venga prima dell'interesse di parte.
Chioso poi dicendo che se non avessimo avuto all'interno della nostra Regione qualcuno che ha avuto il coraggio di inimicarsi anche pezzi della sua parte politica, non saremmo andati da nessuna parte. Non scomodo Cavour, che cedette un pezzo del regno sabaudo per sedersi fra le potenze.
Ma anche solo durante il terrorismo, se non ci fossero state delle persone che sono andate controcorrente rispetto a quella che era una situazione difficile, credo che la nostra città, con la nostra Regione, non sarebbe andata da nessuna parte.
Tutto ciò ha consentito a questa Regione di essere una Regione leader per molti anni. Io non voglio fare la periferia di Milano, ma non voglio neanche stare a guardare ciò che fanno a Milano dalla televisione.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Sicuramente ho ascoltato con attenzione l'intervento del Presidente Chiamparino e dei colleghi che si sono susseguiti. Ovviamente, spero che il Presidente Chiamparino non venga troppo disturbato dal Presidente Vignale e possa seguire anche i nostri interventi. Comunque mi rivolgerò all'Aula e ovviamente, anche ai giornalisti.



(Commenti fuori microfono)



BONO Davide

No, no, ma lo so che sente. L'udito è ancora buono.
Diceva il collega Vignale - ma anche lo stesso Presidente Chiamparino - di questa grande opportunità delle Olimpiadi.
Innanzitutto - l'ho detto pubblicamente, l'ho scritto su Facebook, l'ho scritto sui social, l'ho ribadito in assemblea e lo ribadisco ancora in quest'Aula - la mia è una contrarietà alle Olimpiadi 2026 a Torino. Per rappresento, ovviamente, una minoranza e ci sta che ogni minoranza legittima venga rappresentata.
Però cerchiamo di capire un po' l'opportunità magnifica e progressiva delle Olimpiadi a Torino o in Italia (poi spiegherò il perché della mia contrarietà) e com'è che rischiamo di farci sfuggire questa grandissima opportunità.
Quale Governo - si chiedeva il collega Vignale - non darebbe le risorse economiche per un evento del genere? L'Austria, la Svizzera, il Giappone e probabilmente la Svezia, che non sono proprio gli ultimi Paesi del mondo! Quali sono i Paesi che hanno ospitato le ultime Olimpiadi estive e invernali? La Cina, la Corea, la Russia. Già citando questi Stati dico tutto. Noi non siamo un Paese - purtroppo o per fortuna dirà qualcuno - in forte crescita e in via di sviluppo. Abbiamo avuto il boom negli anni '50 e '60, fortunatamente. Abbiamo costruito infrastrutture - di cui bisognerebbe parlare, perché oggi sono ammalorate e alcune, purtroppo, cadono a pezzi e "cadere" non è un modo di dire - su cui c'è molto da fare.
L'hanno detto bene i Consiglieri Valetti e Bertola prima e lo dico al Partito Democratico: cercate di avere un'idea chiara. O facciamo debito oppure non lo facciamo. Quando si è in Comune e si è in maggioranza si fa il debito anche per opere utili, ma quando si è opposizione al Governo si attacca una forza politica, un Governo, che va in Europa a dire che vuole avere un po' di margine in più rispetto al deficit/PIL (il famoso tre per cento), e vuole 2,4 per cento. Ci avete massacrato politicamente.
Il Consigliere Vignale diceva giustamente: cerchiamo di andare un po' controcorrente, cerchiamo di toglierci ogni tanto - anche se è difficile a un anno dal voto - la giacchetta della forza politica cui apparteniamo. Se vogliamo fare debito, bisogna mettere nel debito anche il tema delle Olimpiadi. Forse avrà ragione il Presidente Chiamparino, ma la Regione Lombardia e la Regione Veneto sono così ricche da potersi garantire un evento olimpico da sole? Vediamo. Secondo me no. Se vogliono fare da sole vediamo se c'è la possibilità che il Governo non metta garanzie.
Io ero contrario proprio perché, secondo me, questi eventi - poi risponder anche al tema sull'utilità delle Olimpiadi - sono legati a un periodo temporale molto limitato. Non possiamo dire che questo o un altro Paese forse la Turchia, la Russia e la Cina sì - possono ottenere ricchezza dagli eventi olimpici. Gli eventi olimpici possono portare degli investimenti sul territorio per fare, una tantum, un'infrastruttura. Un'infrastruttura non legata agli sport olimpici - penso alla metropolitana e ad altre cose - ma siamo al punto che per avere delle opere utili per la mobilità dobbiamo fare delle cose belle - le Olimpiadi sono sempre un bel evento dal punto di vista sportivo - ma meno utili.
Il Consigliere Valetti o altri Consiglieri che abitano nelle valli torinesi sanno benissimo che dopo il 2006 non si è fatto più niente. Non parlo solo di sci, ma parlo dei trampolini di Pragelato, della pista di bob di Cesana.
Ci avevate già garantito nel 2006 - ed era proprio lei, Presidente Chiamparino, a garantire, tramite il Comitato del TOROC - il fatto che ci sarebbero stati frotte di atleti che avrebbero utilizzato le piste da bob i trampolini ecc. Noi siamo un Paese che, storicamente, ha una cultura sciistica. Sia io che il collega Vignale ci incontriamo spesso sulle piste da sci di Bardonecchia e anch'io, anche se sono un cattivo grillino, faccio crescere il PIL delle montagne perché pago lo skypass, mangio qualche panino, quindi facciamo crescere il PIL. Ma la logica del grande evento quindi, è commisurato ad un filo temporale limitato.
Tanti politici hanno detto: i tassisti erano contenti, i commercianti erano contenti, gli albergatori erano contenti, ma è un evento che dura un mese.
Se dobbiamo creare una cultura di turismo sostenibile deve essere tutto l'anno, deve essere per gli anni successivi. Che credibilità abbiamo - non so se ce l'ha la maggioranza di centrosinistra, Chiamparino, se c'abbiamo noi come sistema Paese, mettiamoci tutti dentro - quando dopo il 2006 abbiamo fatto cadere a pezzi gli impianti? Vogliamo parlare delle palazzine ex MOI di Torino? Era un villaggio olimpico, adesso chi ci abbiamo dentro? Ci sono gli immigrati. Ed è una bomba sociale. Se vai a parlare di Olimpiadi in quel quartiere non dico cosa farebbero realmente, ma diciamo che si arrabbierebbero.
Non pensiamo solo al centro di Torino, qualcuno dirà giustamente che quella è competenza più comunale o nazionale, o anche regionale, ma non abbiamo messo neanche un euro sul capitolo delle telecamere per la sicurezza almeno passiva. In alcuni quartieri si sentono insicuri e delle Olimpiadi di grandi atleti che vanno a fare gare di sci in montagna, gliene pu fregare di meno.
Diciamoci la verità: le Olimpiadi sono un grande business. Pulito e legittimo. Un grande business nel senso che la politica fa opere, taglia nastri, fa arrivare soldi sul territorio, i costruttori sono contenti. Non neghiamolo, ma tante volte abbiamo litigato, c'è chi dice che è più vicino ai costruttori, chi meno, perché c'è un periodo di stagnazione economica.
La collega Frediani ha sollevato la questione dei mondiali di pallavolo, in cui non c'era da costruire neanche un palazzetto e voi ve ne siete sbattuti grandemente, non avete messo un euro. Non perché non vi interessa lo sport ma perché non c'era da costruire nulla, c'era solo da dare una sponsorizzazione a un evento, ai mondiali di pallavolo. Mi ricordo che quando si giocavano le partite a Milano sui cartelloni pubblicitari c'era una volta la pubblicità di uno sponsor e un'altra il simbolo della Regione Lombardia. Non che sia fondamentale avere la pubblicità della Regione Lombardia quando si guarda una partita di pallavolo, ma poteva essere carino far vedere che la Regione Piemonte c'era. Il Comune di Torino c'era (ha messo 400 mila euro), ma la Regione Piemonte non ha messo nulla. Le Olimpiadi interessano perché arrivano soldi dallo Stato, dai contribuenti dai cittadini, e si fanno grandi opere, magari un'autostrada. In Lombardia sono interessati, ad esempio, a fare l'autostrada verso Sondrio, qualcuno può chiedersi se sia utile, se serve, che impatto ambientale ha e quant'altro.
Rimango contrario alla candidatura per il 2026, l'avevo già detto, anche per un principio etico. Non che essere favorevoli significhi non essere etici, ma dico solo che anche dal punto di vista del regolamento del CIO visto che si tratta di sport - c'era una prassi, non una regola, ma una prassi consolidata che il Paese che ospita la delegazione decidente non dovrebbe candidarsi. È ovvio che se si candida Milano quando la decisione viene presa a Milano, un po' di pressione sui giudici che devono decidere forse si fa. Infatti si era anche detto che se si candidava Milano, la decisione veniva presa in Francia o da qualche altra. Non sarà così e passeremo sopra anche su questo.
Magari sarò smentito, come capita spesso in politica, si fanno profezie, si fanno dichiarazioni e poi si sbaglia e si cambia idea. Anche questo è il bello della politica, quindi lo dico già e mi preparo a essere smentito.
Non credo che cambieranno idea in questo senso, perché ritengo che sia stata fatta una scelta di priorità. C'era un'ipotesi di tridente e forse il tridente non era la soluzione migliore, l'ho anche detto, perché come si fa a mettere Milano in centro e le valli olimpiche a due ore di macchina? Cortina d'Ampezzo è a tre ore da Milano, se non di più con il traffico.
Diventava molto complicato e poco sostenibile.
È vero, c'era il principio della legacy e sembrava scritto appositamente per delle città che avessero già fatto le Olimpiadi, ma c'è anche Calgary c'è anche Sion, ci sono tante città che le hanno già fatte e non credo che ogni vent'anni una città debba ospitare nuovamente le Olimpiadi, altrimenti se si fa il conto 20 diviso quattro, vuol dire che ci sarebbero solo cinque città al mondo che ospitano le Olimpiadi. Possiamo anche fare che ci sia questa decisione, cioè che a turno ogni 20 anni c'è Torino (potremmo anche essere contenti se ci danno soldi privati e non soldi pubblici), Sion Calgary, Sapporo e ditemene una quinta che non mi viene in mente Lillehammer eccetera.
Politicamente non credo che il Governo cambierà idea e non credo che metterà dei soldi, a questo punto.
Chiudo, dicendo che comunque non ho sentito mai il Presidente Chiamparino dire qualcosa sul collega Sindaco di Milano, Sala. Non che si dovesse accapigliare con il suo collega, perché istituzionalmente non era neanche carino, però due paroline poteva dirle sul collega di Milano, Sala, che prova a scipparci il Salone del Libro, prova a scipparci le Olimpiadi - poi c'è chi è felice e chi è meno felice - prova sempre a fare "Milano, Milano Milano". Magari come autorevole ex Sindaco di capoluogo di Regione, come Presidente di Regione e come autorevole esponente del suo partito, forse due paroline a Sala, dicendogli di calmarsi invece di dire sempre "peste e corna" di Lega e 5 Stelle, anche lei poteva dirle.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Tronzano; ne ha facoltà.



TRONZANO Andrea

Grazie, Presidente.
Presidente Chiamparino, non vedo il suo Assessore allo sport in Aula, e lo cito perché è strano. È impegnato, certo, però lo sport, le Olimpiadi glielo ricordo, perché lo sa bene, avendole fatte - sono l'essenza dello sport, sono l'essenza dell'agonismo, sono l'essenza dell'impegno sportivo sono l'essenza di una comunità. Sono l'esempio per i bambini, che possono vedere i loro campioni, e su quello basare il loro impegno in qualche sport, magari anche minori. Le Olimpiadi e le Paralimpiadi - cito anche quelle, che non ho ancora sentito citare in quest'Aula - sono elementi importanti. Quindi, la prima cosa che dico è che mi stupisce che non ci sia l'Assessore allo sport della Regione Piemonte.
Detto questo, però siamo abituati alle sue assenze su questo tema.



(Commenti del Presidente Chiamparino)



TRONZANO Andrea

Ci mancherebbe! Degnamente lo rappresenta, Presidente, però io, se fossi l'Assessore allo sport, avrei voluto essere presente in questo dibattito.
Secondo ragionamento: questa è un'occasione ghiotta per Torino e la cito ancora al presente, perché spero ancora che qualcosa succeda. È un'occasione ghiotta, perché Stoccolma ha le sue difficoltà, la sua incertezza dovuta al cambio di Governo, perché Calgary mi pare abbia un referendum il 13 novembre; mi pare ci sia anche una città turca (Erzurum) ma non mi pare che la Turchia brilli per la neve. Quindi, potrebbe essere veramente un'occasione ghiotta e la cito al presente, perché sono convinto che qualcosa possa ancora succedere.
Presidente, però vedo delle debolezze e sono due, in particolare, quelle che posso additare, avendole anche vissute nel periodo 2006-2011, alla sua maggioranza. Prenda sempre le critiche con positività, con concretezza perché penso che da quel tipo di gestione - adesso arrivo al tema - si sia data anche la stura ai colleghi del Movimento 5 Stelle e a coloro che le Olimpiadi non le vogliono per mettere dei bachi all'interno di questo percorso.
Il primo è il debito di Torino, che certamente e inequivocabilmente è nato dal 2002 al 2007 più o meno, e lì dentro i dati che ho io, a memoria, sono circa 680 milioni di euro di debito all'anno dal 2002 al 2007 (poi magari il Presidente mi può correggere, essendo stato Sindaco in quell'occasione).
Vi è il debito da una parte, nonostante - lo dico con la forza di chi crede nelle idee del proprio partito - la grande attenzione dell'allora Presidente del Consiglio Berlusconi e della sua maggioranza che a Torino diede una mano fortissima al Presidente Ghigo e collaborò moltissimo con lei. Da quel binomio nacquero le Olimpiadi, naturalmente non solo grazie a voi, ma certamente anche grazie a voi. Quindi, voglio citare l'aspetto del Governo, perché è importante anche per i colleghi del Movimento 5 Stelle che tengono conto che, all'interno della capacità di poter modificare le proprie idee e anche il percorso di un'Italia che, secondo voi, deve cambiare, credo che su questo una valutazione debba essere fatta. Governi anche di colore diverso si sono dati una mano in momenti difficili, e il Governo Berlusconi ne è un esempio.
La prima debolezza è stato il debito; la seconda debolezza è la carenza di gestione delle strutture olimpiche nel post-olimpico. Mi ricordo che il Presidente Ghigo, nel 2004-2005, iniziò anche a tracciare o perlomeno ad allertare tutta la politica, dicendo: "Guardate che uno dei problemi sarà la gestione degli impianti post-olimpici". E questo monito non ha avuto riscontro, perché nella gestione degli impianti post-olimpici c'è stata qualche difficoltà.



(Commenti del Presidente Chiamparino)



TRONZANO Andrea

Certamente, ma il Presidente Ghigo all'epoca era Presidente come lei quindi rappresentava la Regione e penso che lui avesse tutto il diritto di allertare la comunità politica, perché era il massimo rappresentante piemontese in quell'occasione. Quindi, non soltanto lui l'ha detto, ma certamente lui l'ha fatto presente.
Le altre due debolezze, invece, sono derivate dai colleghi del Movimento 5 Stelle. Quando voi mi dite che uno vale uno e la capacità di ascolto, cioè la partecipazione dei cittadini all'attività politica, è fondamentale, e io vi cito un sondaggio che dice che l'80 per cento dei torinesi sono a favore di questo evento, o li ascoltiamo tutti, e avete il dovere di andare ad ascoltarli tutti!, visto che chiedete la partecipazione collettiva dei cittadini, oppure vi fidate dei sondaggi e dite che l'80 per cento dei cittadini vuole le Olimpiadi torinesi.



(Commenti fuori microfono)



TRONZANO Andrea

Torinesi certamente, ma credo anche delle valli; io non dubito che anche i cittadini delle valli abbiano piacere ad avere le Olimpiadi, perché - ve lo ricordo - le valli olimpiche quando sono in alta stagione fanno un fatturato di 40 milioni di euro ed occupano tra i tre e i 4.000 addetti.
Quindi, non credo che le valli olimpiche dicano: "No, le Olimpiadi ci fanno schifo". Non ci credo! Quindi, credo che l'80 per cento dei cittadini sia un numero sufficiente per dire "proviamo a valutare"; nell'ambito di un'opera di realismo della propria politica, senza contraddire le proprie idee di fondo - ci mancherebbe - però nell'ambito di un realismo che ci deve essere nella politica di chi governa, una valutazione su questo l'avrei fatta.
La seconda debolezza dovuta ai 5 Stelle è che hanno preferito dare ascolto a una minoranza delle minoranze, cioè il Comitato per il no. Ricordo cinque Consiglieri vostri partecipare al Comitato per il no alle Olimpiadi: su quello si creò il vulnus sul quale la Sindaca Appendino ha dovuto retrocedere, quindi si creò quell'incognita, quella base di sofferenza che a mio giudizio, naturalmente - è stata l'inizio di tutta la catastrofe che oggi è attualità, purtroppo.
Dunque, queste quattro debolezze dovute al PD e dovute ai 5 Stelle, a mio parere, fanno pensare che qualcosa non funzioni in questa città e in questa regione. Poi, Presidente, mi perdoni se glielo dico, ma secondo me lei non è più l'uomo di punta. Glielo dico con rispetto perché io l'ammiro. Lei ha fatto dieci anni il Sindaco, ha fatto cinque anni il Presidente della Regione e ha fatto anche il Deputato, quindi ha ricoperto tutte le cariche più importanti, quindi - mi creda - glielo dico con rispetto, però oggi è forse mancato il suo guizzo, perché credo che il Presidente Zaia (per fare un nome per tutti) abbia preso subito il toro per le corna nel momento in cui c'è stato qualche dubbio e, a quel punto, penso che abbia inciso in maniera più profonda. Certamente, lei su questo è mancato, sempre naturalmente con rispetto.
Certamente è un Governo amico, ma io, che non sono assolutamente contrario al DEF - lo dico senza pregiudizi, quindi sto cercando di valutare che cosa dice questo DEF, tranne il reddito di cittadinanza, che metto nel cestino valuto senza pregiudizi la questione. In questo senso, credo di poter dire anche al Presidente Chiamparino, senza pregiudizi ed elogiandone il percorso politico che ha fatto, che oggi gli è mancato il guizzo che aveva quando era il Sindaco di Torino.
Dopodiché, cosa aggiungere ancora? La questione del Governo che non vuole garantire questo percorso. Ecco, credo che gli amici del Movimento 5 Stelle (amici, colleghi, chiamiamoli come vogliamo) debbano fare e debbano porre una riflessione al proprio Governo, nel momento in cui il Governo nazionale, attraverso un'altra parte politica - in questo caso il Vicepresidente Giorgetti - decide che due sono le mete (speriamo tre con Torino, ma due sono le città candidate ad ospitare le Olimpiadi). Ritengo che su questo si debba fare una riflessione, colleghi, altrimenti rischiamo realmente di rovinare un percorso a favore dell'Italia che, a mio giudizio non ha alcun senso di essere rovinato.
Detto questo, concludo dichiarando al Presidente Chiamparino che noi, come Forza Italia, siamo fortemente a fianco del Piemonte, a fianco della città a fianco delle valli olimpiche, quindi tutto quello che potremo fare lo faremo, naturalmente compatibilmente con i nostri ruoli attuali, che non sono certo di un fulgore eccelso, poiché sicuramente anche noi qualche guizzo lo stiamo perdendo, però cerchiamo di migliorare anche attraverso il lavoro quotidiano. Quindi, nel momento in cui noi potremo dire la nostra e avere delle chance di poter incidere o di interloquire, sappia che sul Piemonte, su Torino e sulle Valli olimpiche noi ci saremo e loro possono contare su di noi.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ravetti.



RAVETTI Domenico

Grazie, Presidente.
Dell'ultimo intervento del collega Tronzano vorrei cogliere alcuni spunti il primo è che, dei provvedimenti del Governo, il DEF non si può prendere "à la càrte": o lo si addotta tutti insieme, oppure lo si sostiene per quello che è stato presentato, altrimenti diventa complicato far capire il senso complessivo dell'operazione che è in atto in Italia.
Se mi è concesso, sempre sulla linea dell'intervento del collega Tronzano io non credo che il guizzo di Zaia sia stato quello di "prendere il toro per le corna": semmai è stato quello di prendere il Governo (diciamo così) non per le corna, dati alcuni interessi - legittimi interessi politici principalmente, ci mancherebbe ancora - che la parte trainante, quella dominante per lo meno da un punto di vista mediatico, ha nella zona lombardo-veneta del Nord Italia.
Io queste cose non posso non capirle; noi queste vicende le comprendiamo per quelle che sono, ed è evidente che la Città di Milano ha giocato con il suo Sindaco il ruolo che doveva giocare, negli interessi - è vero - della Nazione, ma negli interessi - è evidente - della città amministrata: ecco su questo non ci sono dubbi.
Volevo però cogliere l'opportunità per offrire il nostro punto di vista circa il tema delle percezioni. Io ho molto rispetto e ho imparato a stimare il collega Bertola in questi anni, però al governo di un Paese il tema delle sfumature - lui le ha chiamate sfumature - sulle posizioni politiche cambia, cambia eccome. Sul tema delle Olimpiadi non ci sono sfumature diverse all'interno del Movimento 5 Stelle: ci sono legittime opinioni differenti, ci sono divergenze, ci sono fronti opposti.
Io la dico per come la vivo. Collega Bertola - insomma, è evidente, ma non soltanto in questo Consiglio regionale - lei ha doti e un ruolo di leadership nel Movimento 5 Stelle in Piemonte e non voglio aggiungere mezza parola a quelle che lei ha utilizzato nel suo intervento, ma la posizione del Movimento 5 Stelle sul tema Olimpiadi non è sfumata: è decisamente contraria, anche per questioni etiche ha detto - mi permetto soltanto di sottolineare un passaggio - e lo ha spiegato molto bene a quest'Aula; se posso dire, l'ha spiegato molto bene ai piemontesi.
Non aggiungo altro; non ci sono sfumature: ci sono posizioni contrarie a quella che noi definiamo opportunità per il Nord Ovest, per l'Italia e in particolare per il Piemonte, e non soltanto per le Valli olimpiche, ed è una posizione legittima, ma che ha per forza indebolito la candidatura di Torino e del Piemonte! Piaccia o non piaccia, perché sarà pure una percezione, ma quello che è arrivato sul tavolo delle discussioni, non soltanto del CONI, è altro: è il capoluogo di questa Regione che non ci credeva fino in fondo, è un Sindaco che portava la sua posizione, ma non la posizione della maggioranza.
Guardate, capita al Governo, capita quando ci si assume una responsabilità soprattutto, tra persone che dialogano, che pensano, che ragionano, che analizzano, sicché è possibile avere posizioni differenti. Il punto vero è che generano perlomeno confusioni o, comunque, indeboliscono, diciamo così quelli che possono essere gli interessi, dicevo prima, del Piemonte.
Ho colto anche alcune difficoltà nel motivare alcune convinzioni, non lo metto in dubbio, ma anche alcune difficoltà nel motivare le ragioni del no alle Olimpiadi e qualche pretesto, anche, nel collegare il tema delle Olimpiadi al tema della povertà. Non so come dirlo, ma faccio fatica a comprenderlo, la trovo forse una forzatura anche abbastanza inutile in questa discussione, perché se vogliamo aggredire insieme e - lo voglio dire meglio di come abbiamo fatto nel passato il tema della povertà, abbiamo bisogno tutti insieme di tornare a ragionare sugli investimenti, per riuscire a generare lavoro.
Gli italiani non chiedono di partire dal ragionamento che riguarda il reddito di cittadinanza: chiedono lavoro, chiedono altro e chiedono di poter vivere in un Paese molto più giusto rispetto a quello in cui viviamo a partire dalla possibilità di mettere ai margini i temi dei condoni, i temi delle definizioni tipo "paci fiscali"; chiedono giustizia e chiedono rilancio anche attraverso gli investimenti per riuscire a generare lavoro ma non soltanto lavoro dipendente. Io penso, collegandomi al tema delle Olimpiadi, agli affetti, per esempio, sul mondo del commercio che avrebbe potuto generare o che probabilmente potrà generare un investimento del genere in questa Regione e in queste vallate, dicevo appunto sul mondo del commercio sulle tante partite IVA, quelle di cui si discute rispetto alla flat tax, se posso permettermi, generando reddito.
Di questo stiamo parlando e credo che vi siano ancora le condizioni per poter riprendere la discussione il miglior modo possibile. Sapendo però che bisogna andare al tavolo con una posizione comune, nonostante quello che è stato detto anche in Aula prima. Io sono per rilanciare il tema di un ordine del giorno in questo Consiglio possibilmente votato all'unanimità per dar forza, soprattutto, al Presidente, soprattutto al nostro Presidente, ma anche al Sindaco di questa Città, per tornare a discutere con il Governo. Posso dire: non Giorgetti, non Salvini, non Di Maio, posso dire tornare a discutere con Conte, senza cartelli, ma con un documento nostro - nelle sue mani - in grado di riportare la discussione laddove è nei possibili interessi e non soltanto di una porzione del territorio del Nord d'Italia, ma - ha ragione il collega Vignale - per le Alpi, per le Alpi! Voglio cogliere la possibilità di inserire all'interno di questo documento anche le parole pronunciate dal collega Bertola: certo che deve essere sostenibile da un punto di vista economico, certo che deve essere sostenibile da un punto di vista ambientale! È certo che abbiamo bisogno di rassicurazioni in questo senso e ci mancherebbe ancora, perché il miglior modo per la gestione post-olimpica, forse, è un'altra Olimpiade, forse è un'altra Olimpiade, perché questo territorio ha dimostrato di essere in grado di affrontare questa partita, questa sfida; una sfida internazionale una sfida anche accattivante, non soltanto sul piano sportivo. Posso dire questo? Magari, con la Città di Torino che semplicemente dice che mette a disposizione gli impianti del ghiaccio, semplicemente quello, non chiediamo altro.
Che si parta per da lì, per comprendere che bene le posizioni dei singoli bene le posizioni dei Gruppi politici e ci mancherebbe ancora, per alimentare convinzioni e consenso - le metto insieme - legittime convinzioni e legittima ricerca del consenso, ma c'è, come ha detto prima il collega Vignale, un bene che viene prima di tutti gli altri e che è l'interesse pubblico: qui c'è e possiamo perseguirlo.



PRESIDENTE

Grazie, collega Ravetti.
La parola alla Consigliera Gancia.



GANCIA Gianna

Grazie, Presidente.
Intanto, sono rimasta molto colpita dalle parole del Consigliere Bono che chiede a lei, Presidente, in pratica, di aiutare la Sindaca Appendino perché questo ha detto Bono, tra le righe.
Credo sia una richiesta d'aiuto per il bene collettivo, ma io credo che la Città di Torino non possa permettersi un Consiglio, una Giunta e soprattutto una Sindaca che ha dimostrato un'incompetenza grave, anche in momenti difficili. Non si era mai visto, insomma, che morissero delle persone per una partita di calcio, per una mancanza di capacità di gestione.
Chiediamo formalmente che la Sindaca Appendino, la sua Giunta e i suoi Consiglieri, che peraltro sono già divisi, non faccia perdere quest'occasione al Piemonte. L'ha detto prima bene il Consigliere Tronzano l'80% dei torinesi è a favore e, quindi, noi oggi chiediamo formalmente un passo indietro della Sindaca Appendino.



(Commenti fuori microfono)



GANCIA Gianna

No, eh no!



PRESIDENTE

Lasciamo parlare la Consigliera Gancia, che non vi ha interrotto quando parlavate voi. Non sta offendendo nessuno.



GANCIA Gianna

Dato che è stata l'interlocutrice ed è stata ipocrita, perché.



(Commenti fuori microfono)



GANCIA Gianna

Questo lo dico io!



PRESIDENTE

Questo no. Ho appena detto che non stava offendendo nessuno.



GANCIA Gianna

L'ipocrisia di cercare di sfilare Torino, pur dicendo di voler fare entrare Torino ai Giochi, l'abbiamo capita tutti, soprattutto chi è in certi ambienti.
Secondo punto: Governo amico o Governo non amico. Qui credo che la grinta la debbano tirare fuori anche un po' i piemontesi e spiego perché. Voi avete nominato il governatore e amico Luca Zaia - è vero - ma io ritengo che se Giorgetti si fosse presentato a Luca Zaia o in Veneto senza Cortina come candidata, non sarebbe uscito dal Veneto molto bene, se non altro sarebbe uscito un pochino marcato ammaccato, e non istigo nessuno alla violenza.
Terzo punto. L'ha già detto il collega Vignale, riguardo a questo piagnucolare continuo, queste manfrine che si fanno: sono stati più bravi i colleghi di Roma, che hanno detto che Roma non era in grado di fare le Olimpiadi. Io credo sia vero: Roma non può permettersi le Olimpiadi. Non sono in grado (vedi caso Parnasi) neanche di fare uno stadio, quindi figuriamoci le Olimpiadi. E non parlo solo del Movimento 5 Stelle, parlo di una situazione di una città che ha delle difficoltà enormi.
Per quanto riguarda le coperture, sappiamo tutti (l'ha detto lei Presidente) che le coperture e la garanzia le devono offrire uno Stato, uno Stato che produce. Magari può c'entrare poco in questo momento, per ricordiamoci anche quei nostri dieci miliardi che diamo a Roma (il discorso dell'autonomia) e ricordiamoci anche che si possono fare tutte le valutazioni, però stiamo parlando di 400 milioni e noi, per esempio abbiamo in bolletta il canone RAI. Voglio dire: a chi non interessa la televisione e chi non la guarda deve comunque pagarlo, e sono ben più di 400 milioni di euro, quindi sono discussioni un po' sterili.
Quarta questione. Chiediamo che lei, Presidente, debba essere il nostro portavoce (lo chiediamo con una lettera congiunta, erano due atti d'indirizzo diversi, mio e del collega Vignale, che credo uniremo tra poco) e anche di tutte le forze territoriali, affinché il Piemonte non resti tagliato fuori nel modo più assoluto. Diversamente, dovremo davvero iniziare a ipotizzare di tornare ad aprire dei maneggi, perché andando avanti così occorrerà tornare a utilizzare i cavalli, e probabilmente anche fabbriche di diligenze e calessi, perché non si vuole la TAV, non si vuole nulla, nessuno vuole niente, quindi ipotizziamo un futuro di questo genere! Lo dico scherzando, ma mica tanto.
Presidente, ha la buona parte di questo Consiglio con lei, pertanto faccia in modo che il Piemonte torni assolutamente in gioco. Io mi metto a disposizione per quel poco che posso.
Voglio rispondere a chi ci ha accusati dicendo che la Lega Nord non ha esponenti di Governo: è vero, la Lega Nord non ha un esponente di Governo e questo è un fatto gravissimo. È un fatto gravissimo, ma non si pu pensare di scambiare il Piemonte per un voto favorevole a Foa (ma qua entrerei in un altro discorso), quindi noi saremo con lei. La Lega piemontese sarà con lei.
Voglio ricordare una cosa: come diceva Spadolini, se dal Cinquecento Milano è sempre stata soggetta a qualcun altro (francesi, spagnoli, austriaci piemontesi), una ragione ci sarà. Ricordo che, quando vinse Sala, and addirittura il proconsole fiorentino a promettere soldi a Milano, sapendo che i milanesi, in qualche modo, si comprano sempre. Non voglio offendere nessuno, però è così. Ho anche parenti stretti lombardi, ho anche un marito, quindi.
Ben diversa è Torino e questo bisogna farlo capire. Torino magari sarà più povera, ma rimane ancora una capitale e lo ha dimostrato, Presidente, anche nel modo in cui ha risposto alle minacce della Boschi, quando venne qua in campagna elettorale e disse che avrebbe tolto i soldi se non avessero votato Fassino.
È un discorso ampio, questo, però credo di aver tentato di inquadrare la situazione che sta vivendo il Nord in questo momento. Ricordiamoci che stiamo parlando di una regione (intesa come macro regione) d'Italia.
Quindi, la nostra cortesia è - quello che abbiamo espresso e che metteremo anche ai voti - di andare avanti e fare di tutto affinché il Piemonte non resti fuori dai Giochi. Questo, in tutti i sensi: non solo quelli invernali e non solo quelli delle Olimpiadi.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Frediani.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Non è segreto che anch'io appartengo a quella parte di Movimento che non ha mai visto con favore il riproporsi di una candidatura olimpica, come ha già detto il collega Bono.
Detto ciò, credo che la Sindaca Chiara Appendino avesse tutto il diritto di provare a immaginare un percorso che potesse portare ad una candidatura diversa. E questo ha fatto.
Tra l'altro, intervengo anche su suggerimento del collega Bono rimarcando che la Sindaca Chiara Appendino non ha bisogno di aiuto e noi mai ci sogneremmo di chiedere aiuto per lei al Presidente Chiamparino. La Sindaca Chiara Appendino se la cava benissimo da sola e non ha assolutamente bisogno dell'aiuto di nessuno, men che meno del Presidente Chiamparino.
Questa frase il Consigliere Bono non l'ha sicuramente mai detta, e mi spiace che la Consigliera Gancia sia uscita, perché è stata lei a riferire queste parole mai pronunciate.
Cos'è successo all'interno della maggioranza torinese? È successo che c'è stato un confronto; confronto che sicuramente ha avuto una larga eco mediatica, e che ha trovato spazio su tutti i giornali, cosa che magari non capita per altri confronti che avvengono su altri temi all'interno di altre forze politiche.



(Commenti fuori microfono)



FREDIANI Francesca

Al PD non capita mai, sicuramente! Dicevo, questo confronto ha portato alla votazione di un documento, in particolare, che descriveva la visione che l'Amministrazione torinese aveva di questa candidatura olimpica. Alcuni punti li ha già richiamati il collega Bertola, però vorrei richiamarne altri.
Il primo punto era lo studio dell'esperienza Torino 2006, che, a detta del Presidente Chiamparino, tutti considerano un'esperienza positiva: su questo mi permetto di avanzare qualche dubbio, perché potrei portarle almeno un centinaio di persone (forse anche di più) che non hanno esattamente questa visione. E poi un'analisi sui costi-benefici dei Giochi 2026. So che è una parola che vi fa tremare i polsi (costi-benefici), però questo era uno studio.



(Commenti fuori microfono)



FREDIANI Francesca

Ogni volta che intervengo parte la voglia di intervenire del Consigliere Ferrentino! Mi fa piacere.



(Commenti fuori microfono)



FREDIANI Francesca

Era già partita prima, va bene.



PRESIDENTE

È una questione di territorio, si sente vicino.



FREDIANI Francesca

Sì, siamo particolarmente vicini, ma su fronti opposti: io prendo il sole lui no.
Dicevo di quest'analisi sui costi-benefici proprio per valutare se un'altra Olimpiade potesse avere veramente ricadute positive per i piemontesi.
Inoltre, si prevedeva l'evento come parte di una strategia a lungo termine per avere ricadute cittadine positive su occupazione, trasporti, recupero di edifici e suolo.
Vi era, poi, una parte molto importante relativa al contrasto a eventuali fenomeni legati alla corruzione o a possibili infiltrazioni mafiose: non ne parliamo quasi mai, però sui giornali è uscito nei mesi scorsi qualcosa che si riferiva al rischio di infiltrazioni mafiose. Si è parlato nuovamente della Set Up. Io non ho sentito parlare il Presidente Chiamparino di questo tema, ma è uscito un articolo proprio ad agosto, se non sbaglio, che ripercorreva tutta la storia della Set Up e il fatto che fosse coinvolta nella gestione del post-olimpico e che su questa società ci sia un'interdittiva antimafia. Questo, sinceramente, non l'ho sentito dire in quest'Aula.
Questo documento, che adesso non sto a riprendere nella sua interezza perché è piuttosto lungo, è stato votato dalla maggioranza torinese (e non solo dalla maggioranza). Questa, quindi, è la posizione ufficiale posizione che - lo ripeto - personalmente posso anche non condividere, ma che fa vedere che la nostra visione dell'evento Olimpiadi (e per "nostra" intendo la posizione del Movimento 5 Stelle, che poi è riassunta in questo documento) è di un evento che non si apre e si chiude tutto in un momento senza lasciare poi ricadute positive.
Nel 2006, purtroppo, è successo invece che l'evento si è chiuso lasciando degli strascichi negativi sul territorio. Perché non possiamo negare che quello che è rimasto della famosa "eredità olimpica" sia, in realtà, un peso e un costo, e che non trovi ad oggi nessun utilizzo.
Nella maggior parte dei progetti c'era scritto in calce: "L'unicità delle strutture ne garantisce il riutilizzo futuro". Io credo che questa frase sia stata ampiamente smentita successivamente dai fatti.
Voi ci accusate di non volere crescita. In realtà, la differenza principale su questo punto tra noi e voi - ce ne sono tantissime altre - è che per voi la crescita è solo crescita di cemento. Per noi la crescita è ben altro.
Intanto, quando valutate dei progetti o degli eventi non valutate mai il costo ambientale: per voi è un costo collaterale! Sventrare una montagna e disboscare completamente un versante per fare una pista da bob che poi non verrà più utilizzata, per voi è nulla, è un effetto collaterale. E non mi dica che quella pista si può riutilizzare o, meglio, che si pu ripristinare per poi essere riutilizzata! Non prendiamoci di nuovo in giro ci siamo già presi in giro una volta.
Questo denota la vostra totale incapacità di fare autocritica: non dico di chiedere scusa, che sarebbe troppo per voi, ma almeno fate un minimo di autocritica. Non solo: pensate di essere sempre i soli ad avere la verità in tasca e la soluzione per tutto.
Adesso voi pensate che per rilanciare le nostre montagne serva un'altra Olimpiade, cioè non avete altre ricette da proporre. Noi pensiamo a investimenti poco impattanti; pensiamo a un sostegno reale alla montagna un sostegno che porti a investimenti sostenibili. Voi proponete sempre e solo soluzioni semplici, perché sono soluzioni spendibili dal punto di vista comunicativo: le Olimpiadi, il grande evento! In realtà, dovreste imparare dagli errori del passato; invece no, siete sempre lì che continuate a picchiare sugli stessi errori.
Mi ricollego a quello che ha detto il Consigliere Tronzano in riferimento all'assenza dell'Assessore allo sport: ha richiamato il fatto che le Olimpiadi siano il culmine dell'attività di un atleta e che i bambini guardano agli atleti come esempio.
Io per prima, essendo stata una sportiva (nel mio piccolo, ovviamente) condivido pienamente questa affermazione. Però non so quanti bambini abbiano sognato di lanciarsi dal trampolino di Pragelato o di lanciarsi da uno slittino sulla pista da bob. E se anche l'avessero sognato, mi spiace per loro, ma non l'hanno mai potuto fare.
Mentre devo dire che venerdì sera sono stata al Palaruffini: l'Italia ha vinto quando c'ero io al Palazzetto! Assessore Reschigna, io non porto sfortuna, è stato il collega Bono a farci perdere, con la sua presenza contro la Serbia! Io ho portato bene, anche se poi ci hanno eliminato. Ma lo sport è così, si vince e si perde. Per questo è importante che.



PRESIDENTE

C'era il collega Bono alla partita? BONO Davide (fuori microfono) No, ero a quella di mercoledì, abbiamo perso tre a zero.



FREDIANI Francesca

Quella di mercoledì, tre a zero.



PRESIDENTE

Non poteva stare a casa?



FREDIANI Francesca

Io invece ho visto vincere l'Italia. È per questo che è importante diffondere lo sport: è importante perché si insegna ai bambini che si vince e si perde. E questo serve nella vita e nella politica, soprattutto. Si vince e a volte si perde, quindi bisogna affrontare anche le sconfitte.
Mi chiedo se questi bambini, quando il giorno dopo vanno in palestra a giocare a pallavolo, si trovano palestre all'altezza delle loro aspettative. Ho portato i miei figli a giocare a pallavolo in tantissime palestre del Piemonte e vi assicuro che, nella migliore delle situazioni c'erano i secchi per raccogliere l'acqua.
Quelli per me sono investimenti: avere palestre decenti, pulite, ben attrezzate e magari con docce funzionanti sia nelle palestre in cui si pratica lo sport sia nelle palestre delle scuole. Invece questo non è possibile, nella nostra regione questa cosa manca perché non si investe. Il Consigliere Ravetti diceva che non si può accostare il tema della povertà a quello delle Olimpiadi, ma perché no? Le risorse non sono infinite, la politica deve fare delle scelte. Se scelgo di investire su un grande evento quelle risorse, magari, le tolgo da qualche parte, quindi la scelta politica è una scelta di cui ognuno si assume la sua responsabilità.
Chiudo raccomandando per l'ultima volta che non vorrei sentir più parlare del reddito di cittadinanza come di una misura assistenzialistica: non è questo! È una misura che accompagna al lavoro. Anzi, è strettamente legata a un percorso di inserimento o reinserimento nel mondo del lavoro.
Lo so che è una misura nuova, che magari vi spaventa, che la applicano in tutta Europa, ma qui non siamo mai riusciti a farla perché abbiamo forze politiche legate al Medioevo - altro che Cavour - ma fatevene una ragione.
Adesso questo Governo ha introdotto questa misura e, finalmente, saranno gli italiani a giudicare se sia valida o meno.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Grimaldi; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Credo che l'eredità olimpica andrebbe prima o poi analizzata anche in un contesto diverso da questo Consiglio. Faccio parte di una sinistra che ha discusso per anni su tantissime questioni che andavano o non andavano in quel dossier e che andavano o non andavano nell'eredità. Sono tanto orgoglioso di aver fatto parte di un movimento studentesco che ha preteso la riconversione dei media center in residenze universitarie, quasi nessuno dimentica il balzo da 400 posti letto a 2.200, che ha reso l'EDISU forse il migliore ente regionale in Italia (c'è passata la Lega per mandarcelo in cantina, purtroppo era la Lega Nord, perché anche la Lega Nord ha governato questo Paese).
Ricordo anche alcuni errori, in una stagione in cui gli errori si facevano anche fuori dalle Olimpiadi. Penso alla cosiddetta Arena Rock, penso ad altre cose che non sono andate a buon fine. A proposito di complessità Consigliera Frediani, lei dice che da questa parte si semplifica tutto, ma a me pare che in questa discussione abbiamo visto tanto provincialismo sciatteria e cialtronaggine. Lo dico nel modo migliore a lei e al Consigliere Bono. È legittimo essere contrari all'idea di ospitare le Olimpiadi. È legittimo pensare che, avendole fatte solo nel 2006, a vent'anni di distanza, si poteva evitare di ripeterle. Tuttavia, lo dico sommessamente, avreste potuto evitarci questa figura. Finisco qua per non essere volgare. È assai strana questa vicenda, non è solo fatta di slogan inutili. Quando ho letto quello che la Sindaca Appendino ha dichiarato sull'opportunità di riconvertire una città già olimpica, mi sono detto "stiamo a vedere di che cosa parliamo".
Credo che questa discussione non è mai nata in questa città, ma non è sempre colpa del fato, del destino, di Milano. Qualcuno se la vuole assumere questa responsabilità sì o no? L'ho scritto io che dovevamo utilizzare un'area come quella della Thyssen, una delle più grandi ferite industriali sulla faccia della nostra classe operaia, invece di prendere aree pubbliche e pensarle come un ridisegno anche per noi, per tutti? L'abbiamo scritto noi? L'ha scritto qualcun altro, tra l'altro assegnando un dossier a un personaggio che di Olimpiadi non credo avesse proprio dimestichezza. Tra l'altro non lo dico neanche io, l'avete processata voi la vostra Sindaca in una notte di qualche mese fa. L'avete processata avete chiamato il vostro Vicepremier, avete detto: "Adesso la risolviamo noi". Anzi, furbetti, sapete cosa avete fatto? Sagaci - perché furbissimi avete inzeppato la candidatura di due belle cose: una bella Commissione d'inchiesta sulle Olimpiadi (che furbi!), per lo stesso motivo per cui la Sindaca, che apprezzo, ha detto "utilizziamo l'eredità post olimpica" dall'altra parte l'avete processata. Che furbizia a fare questo dossier! Mettiamone altre, sfidiamo le altre città e poi quando le sfidiamo lasciamo la porta vuota.
Guardate che Milano non ci ha usurpato e rubato niente, semplicemente si è fatta avanti mentre noi litigavamo - e dico noi come comunità - invece di discutere del miglior dossier possibile e se aveva senso. Si poteva discutere per mesi se aveva senso o no, ve l'ho anche detto, Neve e Gliz li avrei mandati in pensione, altro che NASpl, ASDl e Dis-coll! Quel progetto lì andava rivisto del tutto, però a partire da un'eredità. Un'eredità che ha dei margini positivi richiamati in tutto il mondo. Lo si vuole negare? Allora si evita di utilizzare quell'idea di fondo.
A me fa piacere che prendiate questo Governo sempre à la carte, Salvini non è vostro, è vostro il reddito di cittadinanza; il DEF vi piace, però non vi piace come si è comportato sulla vicenda delle Olimpiadi. Guardate che io sono disponibile a togliermi la maglietta, cioè a dire che questo territorio è stato umiliato, ripeto, umiliato! Credo che quello che è successo la scorsa settimana con il doppio gioco di Giorgetti gridi allo scandalo. Su questo facciamo un ordine del giorno per dire che il Governo ci ha umiliato e si è comportato come il peggiore giocatore di beffa poker.
Dopodiché, però, siamo anche un po' onesti, cioè ve la siete cercata tutta questa vicenda, ve la siete costruita, avete litigato, avete mandato avanti in avanscoperta una Sindaca da sola e, per fortuna, è arrivato il sostegno delle altre istituzioni. Oggi sbeffeggiate il Presidente Chiamparino, ma per fortuna, abbiamo avuto la decenza - e, ripeto, la decenza - di stare vicino alla nostra Sindaca. Dico "nostra" perché, a differenza vostra l'abbiamo sostenuta in questa vicenda e l'abbiamo sostenuta anche in questo Consiglio.
Guardi, io non avevo nessuna voglia di riparlare delle Olimpiadi, ve l'ho già detto qualche mese fa.



(Commenti fuori microfono)



GRIMALDI Marco

Ma voi non chiedete mai niente! A voi le cose capitano, dal cielo! Come..



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Lasciate parlare il Consigliere Grimaldi.



GRIMALDI Marco

A voi le cose capitano! È solo sfiga!



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Per cortesia, il Consigliere Grimaldi non ha interrotto quando avete parlato voi.



GRIMALDI Marco

Ma io non sto interloquendo, Presidente. Io non le sto parlando, sto guardando lei.
E allora mi interrompono!



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Per favore, lasciate parlare il Consigliere Grimaldi. Ognuno ha il diritto se non offende nessuno, di dire quello che pensa.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Non sta offendendo nessuno.
Prego.



GRIMALDI Marco

Imparate però, Consiglieri, perché guardate che governate il Paese e vi candidate a governare questa Regione! Iniziate a imparare, perché governate la Città, governate il Paese, quindi ascoltate quando qualcuno vi dice delle cose che non sono in linea con quello che pensate voi. Perché potete essere contro la vostra candidatura e lamentarvi il giorno dopo e pensare che nessuno ve lo faccio notare. Ma non siamo mica tutti scemi! Scusi se uso la parola "scemi", se vuole ne uso una più edulcorata.



PRESIDENTE

Ci può stare! Scemo non è una parola offensiva. Non ha dato dello scemo a nessuno.



GRIMALDI Marco

Non saremo tutti scemi, magari sarò scemo.
Guardi, Consigliere Campo, non ho capito niente, probabilmente non ho capito niente di questa vicenda. Io so solo che un'istituzione seria come il Comune di Torino non è sempre stata all'angolo, così come questa Regione non è sempre stata all'angolo. Ve lo vorrei solo ricordare e se qualcosa sta capitando, forse tutti insieme dovremmo evitare che questa metafora e questa idea che inizia a strisciare nell'opinione pubblica diventi realtà.
Allora, invece di sbeffeggiare chi difende questo territorio, invece di sbeffeggiare chi, anche con le contraddizioni, vi è venuto in soccorso forse un po' più di intelligenza e un po' più di umiltà vi farebbe bene.
Grazie.



PRESIDENTE

È iscritto a parlare il Consigliere Policaro.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Quale fatto personale? Non mi pare che il Consigliere Grimaldi l'abbia citata. Consigliere Bono, non mi pare che l'abbia citata. Lo spieghi, poi decido io se darle la parola o meno, altrimenti interviene il Consigliere Policaro.



BONO Davide

A parte la parole usate, che sono degli insulti, perché abbiamo sentito "cialtroni", "doppiogiochisti", "furbetti".



PRESIDENTE

"Cialtrone" non l'ho sentito.



BONO Davide

Vado al fatto personale.
In apertura di dibattito - poi il Consigliere Grimaldi siamo abituati a sentirlo, è una battuta ma voglio specificarlo - ha detto che il Movimento 5 Stelle era pieno di biglietti per le partite di pallavolo. È ovvio che voglio dirlo qua in Consiglio, sia io sia la collega Frediani i biglietti ce li siamo pagati!



PRESIDENTE

Stava scherzando, Consigliere Bono! Stava scherzando, su! Sul fatto che lei abbia pagato i biglietti, non ho alcun dubbio.
Ha chiesto la parola il Consigliere Policaro; ne ha facoltà.



POLICARO Giuseppe Antonio

Grazie, Presidente.
Mi trovo un po' in difficoltà a intervenire dopo questi momenti concitati.
Il mio sarà un intervento molto più tranquillo e spero anche, forse, meno politico rispetto ad altri. Semplicemente mi permetto di dire quello che è già stato detto, ovviamente. Il difetto di parlare dopo molte altre persone è che si è meno originali, ma questo è evidente.
Mi unisco a chi pensa che si sia persa una grossa occasione e non è soltanto per sentito dire, perché i figli vanno alla scuola piuttosto che a vedere i campi di hockey piuttosto che a sciare e comunque su questo ognuno ha detto il suo pensiero al riguardo. Lo dico, perché banalmente mi sono limitato anche a guardare ciò che studi economici, e non solo, testimoniano e sottolineano riguardo ai benefici portati da grandi avvenimenti, tra questi, in primis, le Olimpiadi.
Non bisogna andare lontano: ci sono città come Barcellona, come Los Angeles, come Parigi - ha ragione il collega Ravetti - che ripetono i Giochi Olimpici, chiaramente non sono invernali, ma si parla di giochi estivi, e su questo hanno costruito buona parte anche della loro conoscibilità all'esterno e ne hanno approfittato per abbellire o comunque modernizzare le stesse città. Anche la stessa Torino, va detto, è una città che prima aveva una certa antropizzazione o comunque aveva una vocazione soprattutto industriale. Oggi non lo è più e dal 2006 è riconosciuta anche come una città turistica e questo, va detto, è nato anche alla luce del fatto che c'erano state le Olimpiadi.
Expo Milano: non dobbiamo andare troppo lontano, ma al 2015. Sappiamo tutti che oggi Milano è quasi vicina a Roma per quanto riguarda, incredibile a dirsi, i visitatori che arrivano nella città meneghina. Sono delle occasioni. Quando si dice - e questo non lo dice Policaro ma lo dicono gli studi, Oxford per esempio- che sono delle grosse falle, che sono delle occasioni per portare in default città o Stati; semplicemente è perché non sono stati fatti bene i conti. Tutte le manifestazioni partono con l'obiettivo dell'economicità, cioè i ricavi che pareggiano i costi. A volte è capitato - Rio de Janeiro è il caso più emblematico - che si sono sforate le previsioni. Ma questa è un'altra cosa, non vuol dire che tutte le Olimpiadi invernali, estive o gli eventi costruiti per richiamare l'attenzione mondiale poi debbano essere per forza in negativo. E questo lo ribadisco, non lo dico io, ma lo dicono gli studi.
Detto ciò, penso anch'io da Consigliere regionale che si sia persa una grossa occasione, perché l'80 per cento dei torinesi voleva le Olimpiadi e i piemontesi vogliono le Olimpiadi. Da un punto di vista politico ho letto su alcuni giornali - una gestazione che, in parte, è stata richiamata dal Presidente Chiamparino - che sembrerebbe che una settimana fa ci sia stata una lettera su richiesta del Sottosegretario Giorgetti (peraltro per conoscenza al Presidente del CONI) dove si chiedeva - questo ho letto su alcuni giornali, però non sono io che l'ho scritto - alle città se fossero disponibili a partecipare. C'è stata una lettera di diniego da parte della Sindaca Appendino.
Poi come sia nato questo non lo so, ma il dato di fatto è che non è stato tanto il Sottosegretario Giorgetti a estromettere Torino - da quello che si legge - dalla possibilità di partecipare ai Giochi Olimpici, ma banalmente c'è stato un educato rifiuto da parte della Sindaca Appendino, che per tante motivazioni ha reputato di non portare avanti la candidatura.
Ora, probabilmente l'Italia - questo sembrerebbe acclarato e parrebbe che ci sia la volontà politica - andrà avanti con la sua candidatura, e anch'io mi unisco all'appello degli altri Consiglieri. Presidente, lei ha cominciato la sua campagna elettorale, ha dato un po' di bordate a destra e a manca perché chiaramente lei è in campagna elettorale. Allora mi permetta di dire: probabilmente anche lei poteva monitorare meglio ciò che è accaduto. Quando lei dice che si prenderà cura della Regione e degli interessi della Regione, a volte mi viene un po' da sobbalzare, perch l'esperienza ci potrebbe forse far dubitare riguardo a questo, però la mia apertura di credito c'è.
Presidente, com'è già stato detto da altri Consiglieri, noi la invitiamo davvero a fare un atto politico coraggioso e quindi a proporre, insieme alle città di Milano e di Cortina, che giustamente e legittimamente portano avanti la loro candidatura, la possibilità che il Piemonte possa partecipare almeno in parte, anche forse con delle ripartizioni diverse che magari potrebbero non soddisfare la voglia di protagonismo e quindi magari un po' inferiori rispetto ad altre, ma comunque fare in modo che noi si sia presenti in una manifestazione che, se dovesse esserci e dovesse essere assegnata all'Italia, comunque non potrebbe che portare benefici, laddove tutto sia gestito con serietà e buonsenso.
Ribadisco dunque la mia valutazione, a prescindere dalle visioni politiche sicuramente diverse che sono emerse in modo evidente e a prescindere da quelle che potrebbero a volte apparire anche come chiacchiere da bar: "È colpa tua, è colpa di qualcun altro, è colpa di qualcun altro ancora".
Guardiamo avanti e cerchiamo di salvare il salvabile, visto che comunque l'ha letto lei - potrebbe esserci qualche spiraglio e quindi qualche margine per lavorare con questo Governo, da parte sua e da alcuni considerato nemico. Alla fine un Governo porta avanti le istanze dei cittadini e dei territorio, e io non credo che questo Governo non potrà mai rifiutare un'attenzione nel momento in cui venga richiesta, anche in modo accorato e in modo deciso, da parte della Regione Piemonte.
Ecco, Presidente - e qui davvero finisco il mio brevissimo intervento altrimenti alla fine ripeto quello che è già stato detto - facciamo valere le nostre ragioni, perché sarà colpa dell'Appendino, sarà colpa del Governo crudele, sarà colpa del destino cinico e baro, ma la Regione Piemonte anche per colpa della stessa Amministrazione regionale, sta perdendo troppe occasioni. Noi dobbiamo far valere il peso politico, il peso istituzionale il peso personale che anche lei in parte rappresenta e cerchiamo di non perdere altre occasioni, perché l'abbiamo già detto: tra la TAV, tra il Terzo Valico, tra le Olimpiadi e chissà cos'altro ancora ci sarà, stiamo perdendo veramente troppe occasioni e, mentre altre Regioni corrono, noi camminiamo o forse, peggio, siamo fermi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bona.



BONA Angelo Luca

Grazie, Presidente.
Anch'io corro il rischio di ripetere alcuni concetti, a questo punto del pomeriggio. Vorrei però sottolineare alcuni aspetti del Piemonte in generale, soprattutto perché questo in fondo è il Consiglio regionale, non è il Consiglio comunale bis di Torino, ma si riferisce e rappresenta tutto il Piemonte; Piemonte che è stato un po' messo ai margini nella discussione di oggi, poiché ci si è concentrati esclusivamente su Torino, sulle responsabilità della Sindaca, della sua maggioranza e sulla montagna torinese, mentre si è un po' tralasciato l'aspetto generale di tutto il Piemonte.
Vi sono tre aspetti fondamentali. Il primo è l'occasione persa. Le motivazioni che possono essere messe in campo per tentare di recuperare la posizione e anche le risorse, sia in termini infrastrutturali sia in termini di finanziamento per cercare di recuperare questa posizione per l'occasione persa, possono chiaramente partire da una delle ultime considerazioni del Presidente, che citava Andreotti, nel senso che comunque in questo caso ci sono diversi attori che, a vario titolo, si sono messi in campo, quindi la maggioranza del Consiglio comunale di Torino, la Sindaca la Giunta regionale (perché il Consiglio poi non è stato coinvolto in questa fase), il Governo (con i suoi due aspetti di partito diversi).
Ebbene, che sia colpa di uno o che sia colpa dell'altro, il tema o è stato preso sottogamba da tutti, o c'è stata qualche presa di posizione un po' sotto traccia, perché forse queste Olimpiadi potevano dare fastidio, non so, oppure potevano essere utilizzate con la campagna elettorale prossima.
Fatto sta che quest'occasione è sfumata, o perlomeno sembra proprio sfumata, perché in fondo sono state chiamate in ballo a operare personalità di grandissima esperienza, per cui è un po' difficile pensare che queste persone con grandissima esperienza, con delle segreterie e degli staff tecnici piuttosto importanti (alcuni di queste anche rappresentati al Governo), si facciano "soffiare" da sotto gli occhi una possibilità strategica come le Olimpiadi, e ciò è veramente difficile da giustificare perché altrimenti vuol dire che veramente ci sono dei problemi di disattenzione che non credo proprio ci siano, oppure che ci sono dei problemi di scelte politiche che evidentemente non possono essere spiegate in modo pubblico.
Ammesso e non concesso che la situazione sia stata presa sottogamba, adesso bisogna recuperarla. Le motivazioni ovviamente non mancano e, fra le frecce all'arco del Piemonte, di Torino e comunque di tutto il territorio piemontese, una è - ed è già stata detto diverse volte - la riconversione di tutti gli impianti che abbiamo in un'ottica di sostenibilità. Ormai una quindicina di anni fa, quando sono state concepite queste opere chiaramente la tecnologia e anche il criterio di utilizzo era ben diverso in questo caso abbiamo degli impianti che ovviamente, senza stravolgere e andare a incidere nuovamente sul territorio, possono essere riconvertiti in modo sostenibile e, soprattutto, utilizzabile a evento finito.
L'esperienza positiva di Torino 2006, al di là di qualche errore che ovviamente ci sta quando si organizzano eventi importanti, è fondamentale perché, agli occhi del mondo e di tutti gli organizzatori, il Piemonte è uscito vincente da quell'esperienza, che è iniziata con il Governo di centrodestra del Presidente Ghigo ed è finita, con le elezioni, l'anno prima dell'apertura dell'Expo, che ho potuto seguire da Assessore di un piccolo Comune con le opere d'accompagnamento.



(Commenti fuori microfono)



BONA Angelo Luca

Sì, con le Olimpiadi. Infatti, volevo arrivare poi proprio all'Expo.
Dicevo, alle Olimpiadi con le opere di accompagnamento, che, è vero, hanno poi creato qualche problema d'impatto e qualche problema di bilancio a tutti i Comuni piccoli in giro per il Piemonte che hanno utilizzato questi fondi, ma oggettivamente hanno avuto una ricaduta positiva su tutto il sistema dell'accoglienza turistica. E proprio l'accoglienza turistica è un altro degli aspetti che viene messo in crisi ed è uno degli aspetti per cui l'ipotesi, il progetto di Olimpiadi è a tutti gli effetti un investimento perché il miglior sistema di marketing territoriale è proprio quello di creare l'esperienza del turista che arriva in Piemonte.
Stiamo spendendo parecchie energie e risorse per creare l'immagine del Piemonte, per comunicarlo all'esterno e un'occasione come questa di visibilità mondiale capita veramente poche volte, e oltretutto utilizzando già degli investimenti che ci sono e per migliorarli. Quindi, questo sicuramente è uno dei motivi da sottolineare di più per cercare di ri convincere veramente il Governo a fare questa lettera e a ritornare in modo forte all'interno della partita, proprio coinvolgendo tutto il territorio.
A proposito dell'Expo, che ho citato per sbaglio prima, il territorio ha avuto anche un'esperienza recente per quello che riguarda soprattutto il Piemonte orientale, ma non solo, con l'organizzazione di Expo; infatti, le due Regioni, in questo caso, si sono accordate attraverso un protocollo che ho seguito anche direttamente, per favorire la diffusione dei flussi turistici che sono arrivati per l'Expo, in questi sei mesi e portarli a Torino e in giro per tutto il territorio.
Il fatto di allargare gli orizzonti di Torino a tutto il territorio piemontese non è un indebolimento della Città, ma è un potenziamento dell'offerta. Pertanto, questo Consiglio regionale deve affrontare il tema di allargare la possibilità e di offrire le potenzialità dell'intero territorio piemontese, comprese, ovviamente, anche l'eventualità delle montagne, perché non arrivano soltanto i turisti a vedere le singole gare che per esigenze logistiche e tecniche devono essere concentrate in un unico territorio, ma col fatto che sono qui, li possiamo mandare in circolo e fare economia e appeal sul nostro territorio.
Qui veniamo alle risorse. Questi sono investimenti ma, come per tutti gli investimenti, serve dare una spesa, per ricevere un ritorno, perché sono investimenti produttivi. Prima si parlava del reddito di cittadinanza dicendo che non si vuol più sentire che sia considerato un'elargizione però a tutti gli effetti questi dieci miliardi di euro all'anno, che sono stati messi in programma, sono fondi improduttivi, fino a prova contraria quindi è giusto considerarli improduttivi, contrariamente anche agli otto miliardi, per esempio, che ha la Regione Piemonte di residuo fiscale, che sicuramente col processo dell'autonomia possono già costituire un piccolo zoccolo per fare investimenti, soprattutto, in termini infrastrutturali, di cui necessitiamo per riconvertire e strutturare sia la viabilità, sia le opere olimpiche, che già abbiamo.
La sollecitazione che mi sento di fare al Presidente è proprio quella di coinvolgere tutto il Piemonte, di prendere in mano la situazione in modo veramente convincente, utilizzando il Consiglio regionale, perché mi sembra che quello che viene fuori oggi, al di là di qualche distinguo, è quello di dare sostegno all'azione della Giunta, perché in questo momento c'è un Presidente pro tempore, che magari l'anno prossimo cambierà.



PRESIDENTE

Non poniamo limiti alla Provvidenza, Bona, lasci stare.



BONA Angelo Luca

Per le Olimpiadi 2026 c'è ancora più tempo per prepararle, di conseguenza ne possiamo parlare, ma quello che conta in questo momento è portare a casa le Olimpiadi e portare a casa investimenti e produttività per il nostro territorio.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bona.
La parola al Consigliere Monaco.



MONACO Alfredo

Grazie, Presidente.
Volevo fornire un piccolissimo contributo al dibattito interessante che si è sviluppato in Aula, ma prima volevo confortare anche i cittadini che sono stati richiamati dalla Consigliera Gancia, perché sul sito dell'Agenzia delle Entrate, per chi impropriamente gli è stato assegnato il canone televisivo, riceve il rimborso fino all'ultimo centesimo dal primo giorno in cui erroneamente gli è stato assegnato, così come può essere cancellato per tutti coloro che non hanno piacere di avere apparecchi radiotelevisivi.
Il sito dell'Agenzia delle Entrate, apposito modulo, ti ridanno tutto e te lo rimettono in busta.
Fatta questa piccolissima precisazione di conforto, che penso possa essere utile per gli utenti che pagano il canone, ho sentito alcuni spunti che sono interessanti.
Qualcuno ha detto che il Presidente Chiamparino non è più trainante, mentre il Presidente Zaia lo è. È vero che forse il Governo non sarà certamente per motivi istituzionali avverso a lei, ma definirlo proprio "amico" sembrerebbe un estremismo.
Tuttavia, bisogna anche considerare che forse lei, Presidente Chiamparino abbia sopravvalutato le potenzialità dell'approccio e dell'attore col quale si è avviato a chiedere la candidatura di Torino come città olimpica.
Probabilmente, si potrebbe puntare, e spero che possa essere una suggestione interessante, anche per il know how, che riprenderò, di quella che è stata l'azione del 2006, immaginare che possa essere il Piemonte Regione Olimpica, come qualcun altro, così come immaginano Milano e Lombardia, altri dicono il Veneto, indicando in subordine Cortina.
Ecco, credo che il Piemonte non abbia solo le montagne olimpiche di Torino ma anche tante altre montagne e tante aree territoriali che chiedono in questi mesi sviluppo e attenzione; poteva essere un'incoraggiante attenzione attività immaginare il Piemonte Regione Olimpica, come altri stanno facendo. Forse, sopravvalutare l'attore o l'attrice che l'ha accompagnata in quest'avventura ha creato l'opportunità a qualcuno di fare segnalare la debolezza attuale del Presidente Chiamparino, che invece mi sembra sia ritornato forte in campo a dire qual è l'azione che s'intende intraprendere.
Credo che sia stato proprio il rapporto con la Città di Torino che, in qualche maniera, è venuto meno, nei suoi distinguo interni. Certo, se ci appoggiamo da quel versante del bastone e se il bastone è fallato, è evidente che potrebbe farci avere qualche tentennamento, zoppicare più facilmente.
Molti hanno segnalato il debito enorme che è stato contratto per le Olimpiadi del 2006, a fronte del quale ci siamo presi solo l'onere. Io ritengo, invece, che ci siamo presi gli onori. Tutti parlano dell'investimento in termini di strutture, alcune delle quali sono rimaste segnalando soprattutto quelle che non hanno avuto un riscontro importante.
A me preme, invece, fare attenzione a un tema che nessuno ha sfiorato: l'atteggiamento, il know how culturale che è derivato dalle Olimpiadi del 2006. Pensiamo alla formazione sul piano delle emergenze e dell'attenzione territoriale, alla formazione di centinaia di volontari che sono stati in carico alle strutture, ai soldi, all'investimento che è stato fatto all'epoca sulle Olimpiadi per i piani di emergenza e per i piani di formazione dei volontari: personaggi che sono tornati sui propri territori sapendo come si fanno i piani d'emergenza o come si strutturano i territori per ripararsi e proteggersi dalle grandi calamità o essere capaci d'intervenire quando ci sono situazioni di quel genere.
Immaginiamo e ricordiamo l'azione di formazione e la cultura. Qualcuno qualche anno fa, sosteneva che con la cultura non si mangia, però se ci si investe sopra qualcosa ritorna.
Immaginiamo l'investimento che fu fatto allora, sempre con i soldi derivanti dall'investimento olimpico, in sanità. Oggi tutti chiedono molte cose alla sanità, ma ricordo (ne fui partecipe allora) quanta formazione fu dedicata a tutto il personale sanitario coinvolto direttamente o indirettamente dalle Olimpiadi, che rimane bagaglio culturale della sanità piemontese, nonché le strutture che furono collegate ai policlinici insediati nelle strutture olimpiche, presso i quali i medici, il personale infermieristico e tutto il personale addetto hanno avuto la possibilità di arricchire la propria formazione. Inoltre, quelle strutture sono state tutte riversate e rigirate nelle strutture sanitarie territoriali. Ricordo l'Unità spinale, ma non solo: c'erano i TIR dell'emergenza, che abbiamo utilizzato e che ancora sono utilizzati per le grandi emergenze, che furono costruiti con le risorse di allora. Sono stati gestiti successivamente evidentemente, con danaro delle ASL, del 118, ma sono stati formati per un fenomeno squisitamente culturale, forte, di investimento fatto in allora. E non credo che quello vada disperso.
Vale la pena ricordare che probabilmente allora sono state messe le basi per evitare che Torino diventasse una città povera quando c'è stato il depotenziamento dell'industria forte, dell'industria pesante, dando la possibilità a Torino di essere lanciata come città turistica, quindi come polo turistico di riferimento di tutto il Piemonte. Non è banale ricordare che, dopo le grandi città d'arte, Torino diventa la prima città come polo di attrazione turistica. All'epoca in cui c'era la grande industria nessuno sognava di venire a Torino a visitarla per le sue bellezze; oggi è stata scoperta e credo che le basi di quell'attività siano state messe in quell'investimento importante che sono state le Olimpiadi 2006.
Credo valga la pena tentare di essere parte di quella partita, lanciando questa suggestione, Presidente, se può essere accoglibile: esiste un Piemonte che non si chiama solo Città di Torino. Se Città di Torino ci vuole essere, è evidente che deve fare uno sforzo e saremo tutti ben lieti che possano risolvere le loro contraddizioni e i loro dibattiti interni e immaginare che l'investimento qualche volta lasci dietro qualche debito, ma se ha dato dei risultati importanti di crescita che non si possono riportare direttamente nel capitolo di bilancio per pagare quel debito, ma hanno fatto crescere una comunità in vari settori, non direttamente correlabili, credo vada ricordato che comunque una crescita importante c'è stata in varie direzioni.
In ultimo, quasi un miliardo di euro arriverà solo dal CIO, per fare le Olimpiadi (quasi 980, 960 milioni di euro dal CIO). È evidente che ci possono essere attrazioni di capitali da altre parti, è evidente che il pubblico possa essere interessato.
Nei giorni scorsi qualcuno ha detto che il Governo non parteciperà in nessun modo e in nessuna misura all'evento olimpico in programma nel 2026 ipotecando il futuro. Mi sembra l'abbiano ampiamente fatto, almeno nelle dichiarazioni, come giustamente faceva notare l'Assessore Reschigna dicendo: "Per ora è stato dichiarato, vediamo poi quando si voteranno i documenti".
Stanno ipotecando il 2026: per il 2026 non ci saranno spese da parte del Governo. Non credo che sia così. Qualche mese fa ci dicevano che avrebbero preso 600 mila persone e le avrebbero portate fuori dai confini italiani.
Adesso dicono: "Con molta calma". Nei prossimi dieci-vent'anni, forse pagando 50 milioni di euro, insieme faranno quello.
Quindi, c'è tempo per rivedere queste posizioni. Noi vediamo che si parte da una base di un miliardo di euro che andrebbe ai territori. Forse ci sono state delle ombre sulla gestione della volta scorsa. Si dirà che la pista da bob probabilmente è stata una cementificazione e immagino che nessuno possa dire al CIO di non fare uno sport olimpico nell'azione di un evento come le Olimpiadi, perché caso mai comporta un investimento poco attrattivo per il pubblico o difficilmente gestibile successivamente.
Ultima cosa: mi pare sorprendente che, da un lato, si dica che non si vuole un evento, perché genera dei debiti e perché potrebbe trovare, nella gestione di quei soldi, anche la collusione di attività poco chiare e poco lecite. Quindi, per interrompere attività poco lecite, ci si impedisce di fare delle attività. Io credo che queste siano relativamente poco interessati: il problema delle attività illecite è un problema e un fenomeno culturale rispetto a cui dobbiamo avere sempre la massima attenzione, anche riguardo ai lavoretti piccoli. Non è vero che sarà solamente la grande opera o il grande evento ad attirare gli investimenti o gli appetiti del malaffare. Il malaffare s'insedia laddove può trarre profitto: nel piccolo lavoro o nel grande lavoro.
Non ci perdiamo dietro il pensiero per cui se non facciamo l'opera, allora siamo stati bravi. Io dico che se quelli di prima - come qualcuno prova a immaginare, non appartengo a loro - non sono stati bravi a gestire quei soldi, si provi a realizzare quell'evento in maniera trasparente, in maniera pulita, in maniera diversa, in maniera coerente con quanto si dichiara debba essere l'organizzazione di un evento. Non si dica che l'evento non si fa, perché gli altri hanno fatto male, perché ci può essere il malaffare, perché hanno contratto debiti.
Siete più bravi? Ci siete, dimostratelo, fatelo e regalateci quest'opportunità di crescita e di sviluppo, altrimenti diventa facile immaginare che il Piemonte, per una precisa strategia, possa essere considerato, per l'ennesima volta, bersaglio per rimanere o diventare un fanalino di coda, in termini di crescita e di sviluppo, di tutto il Nord Italia.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Batzella; ne ha facoltà.



BATZELLA Stefania

Grazie, Presidente.
Ho ascoltato con molta attenzione tutti gli interventi che mi hanno preceduto. Sicuramente il mio intervento conterà poco, perché rappresento un Gruppo formato da me stessa, quindi non ho un peso politico rispetto ad altre forze, ma credo di aver il diritto e il dovere di esprimere la mia opinione in merito.
Sinceramente, ritengo che la Regione Piemonte negli ultimi tempi non abbia fatto una bella figura, e non la stia facendo neanche ora, perché da chi governa la Città di Torino e, nello stesso tempo, anche da chi governa la Regione Piemonte, emergono delle contraddizioni continue.
Sarò più chiara. Per una mera proposta di candidatura alle Olimpiadi che si svolgeranno nel 2026 ogni giorno le notizie sono in continuo cambiamento: perché prima si dice una cosa, poi se ne dice un'altra. Tutto ciò denota una mancanza di coerenza e di poca serietà dal punto di vista istituzionale, ma anche di poca credibilità. Ogni giorno (e più volte nel corso della giornata) c'erano pareri discordanti: prima si affermava una cosa, successivamente se ne affermava un'altra.
Il progetto che è stato presentato dalla Città di Torino mi ha stupito perché la Sindaca Appendino dal primo momento si era resa disponibile alla proposta di candidatura di Torino, nonostante nella sua forza politica ci fossero (e ci siano ancora) dei Consiglieri che non sono d'accordo e che non vedono con occhio favorevole la proposta di candidatura alle Olimpiadi 2026.
È solo una proposta, ma ci sono stati comunque dei litigi, dei dibattiti e dei confronti accesi. Ma è un discorso che riguarda quella forza politica e la Città di Torino.
Sicuramente, non abbiamo fatto una bella figura e credo che tutto questo non faccia bene ai cittadini piemontesi. Personalmente, sono stanca di sentire continue liti e continue accuse: "È colpa tua", "no, è colpa dell'altro".
Io non faccio mistero del fatto che non sono favorevole alle Olimpiadi: ho scritto dei comunicati stampa in tal senso, perché sono sempre stata coerente - e sempre lo sarò - alla mia posizione, che è di contrarietà alle Olimpiadi 2026 e vi spiegherò il perché.
Ho vissuto in prima persona l'evento delle Olimpiadi del 2006 e riconosco che la Città di Torino dopo l'evento abbia sicuramente registrato una notevole crescita turistica. Lo riconosco. Io abito a Susa e ho potuto constatare personalmente e toccare con mano che l'evento olimpico del 2006 non ha portato così tanto beneficio, se non a poche persone, ma non a tutta la comunità valligiana.
Vi pongo alcuni esempi. Il Consigliere Monaco sosteneva che in occasione delle Olimpiadi 2006 ci sono stati tanti investimenti, anche nella sanità pubblica: sono stati ristrutturati degli ospedali, è stata messa in atto tutta una serie di corsi per l'emergenza, l'assistenza e l'urgenza a livello territoriale in ambito sanitario. Anche l'ospedale di Susa è stato ristrutturato, perché è stata rimessa a nuovo la facciata e il tetto dell'Ospedale (sebbene a distanza di uno o due anni i muri si sgretolassero già, ma non voglio entrare nei particolari e parlare della ditta che ha fatto i lavori). In ogni caso, era stata rifatta la facciata. Dopodich cos'è successo? Io in quell'ospedale ci lavoravo e ci lavoro tutt'ora sebbene attualmente sia in aspettativa perché sto svolgendo l'incarico che mi è stato attribuito dai cittadini, quindi conosco molto bene ciò che è accaduto.
Come ho detto, allora la sottoscritta lavorava all'interno dell'ospedale e tutto il personale era stato precettato. Ci avevano detto: "Dovete restare a disposizione per tutta la durata dell'evento, perché qui arriveranno gli sportivi che avranno bisogno di assistenza e di cura, soprattutto traumatizzati". Dunque, all'ospedale di Susa sono stati tutti precettati ma quei professionisti non hanno ricevuto un centesimo in più! In pratica hanno fatto delle ore di straordinario e delle cosiddette "prestazioni aggiuntive" senza retribuzione, perché sono stati, tra virgolette ingannati e truffati, se posso usare un termine molto forte. È successo quello.
Quei professionisti - medici di pronto soccorso, infermieri, radiologi erano tutti presenti all'interno della struttura ospedaliera, per cui hanno fatto delle ore di straordinario, ma a Susa non è arrivato nessuno. Perché? Perché nelle piste dove si svolgevano i giochi olimpici - quindi a Cesana Torinese, a Sauze d'Oulx, a Pragelato - c'erano tutti i soccorsi, quindi le ambulanze avanzate, le ambulanze di base e pure l'elisoccorso, a disposizione degli sportivi che avrebbero avuto bisogno di trasporto. Ma sapete qual era l'ospedale di riferimento? L'Ospedale CTO, il Centro Traumatologico Ortopedico, e non l'ospedale di Susa.
L'ospedale di Susa, quindi, non ha avuto alcun beneficio, così come non hanno avuto beneficio tutti quei professionisti che vi lavoravano. Per farla breve, giusto perché si parlava di formazione e di investimenti faccio notare che non abbiamo avuto alcun investimento e alcuna formazione.
Noi operatori della sanità abbiamo sempre lavorato, e continuiamo a lavorare, sotto organico. Siamo sempre stati presi in giro e ancora oggi ne abbiamo la prova (soltanto ieri abbiamo avuto in audizione i sindacati dei medici).
Prima leggevo che la Regione Piemonte ha inoltrato un comunicato stampa in cui si diceva che metterà in atto un piano d'emergenza per sopperire alla carenza cronica di personale. Allora mi chiedo: continuiamo a parlare di investimenti, abbiamo detto che erano tutti formati, che avevamo noti primari di tutti gli ospedali della Città di Torino lì sulle piste (sicuramente pagati non con una tariffa normale, ma con una tariffa molto più elevata del solito), ma quando chiediamo di avere delle risorse umane in più negli ospedali ci dicono che non ci sono le risorse. La mia critica Presidente, è fondamentalmente su quello. Penso al territorio, penso allo stato di povertà in cui viviamo, alle esigenze che veramente hanno i cittadini, quindi la mia contrarietà è legata proprio a questo aspetto.
Credo che quei soldi possano essere utilizzati per altro. È vero che dal CIO avremmo quasi un miliardo di euro, che c'era una proposta da parte dalla Città di Torino di Olimpiadi sostenibili, con zero consumo di suolo e rispetto dell'ambiente. Tutte proposte sicuramente accettabili, perch hanno mostrato di avere una sensibilità diversa verso l'ambiente, il suolo e il territorio, ma è anche vero che non possiamo cambiare perennemente idea: una volta dire sì, che siamo d'accordo con la proposta, un'altra che non siamo d'accordo, poi la lite tra Milano, Cortina e Torino. La mia contrarietà è anche sotto questo punto di vista. Non siamo più credibili agli occhi dei cittadini se si continua così. Se la politica continua a litigare e a passarsi la palla, sicuramente non andiamo da nessuna parte.
Ho sempre detto no e continuerò a dire no per tutti i motivi che ho appena elencato.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Rostagno; ne ha facoltà.



ROSTAGNO Elvio

Grazie, Presidente.
Provengo da un territorio che ha vissuto le olimpiadi dei cantieri, ha vissuto l'entusiasmo delle Olimpiadi e vive le olimpiadi del post-olimpico.
Con il mio intervento voglio rappresentare a quest'Aula il grande rammarico, ma non è rammarico, perché così non si realizzano delle opere.
Anzi, vorrei sottolineare alla Consigliera Frediani che per gli interventi e le opere ci sono le VIA e le VAS che servono per verificare gli impatti.
Il mio rammarico non è per quello, il mio rammarico è proprio perché poteva essere la sfida delle Olimpiadi a basso impatto ambientale, potevano essere le Olimpiadi che cercavano una strada per sottolineare la sostenibilità.
Rammarico perché è una mancanza di un'occasione di crescita. Le Olimpiadi sono state, per il nostro territorio, un momento di entusiasmo. Ancora adesso sul nostro territorio, anche qua a Torino, si vede girare qualcuno con quella giacca grigio-rossa usata dai volontari che si sono prestati gratuitamente perché credevano in un evento. Non avevano nulla da guadagnarci, ma perdiamo questa occasione.
Nell'ipotesi di quello che qualcuno ha chiamato il tridente, vorrei ricordare, ricordando anche quello che diceva il Consigliere Vignale, che il brand è l'Italia, il brand sono le Alpi. Abbiamo perso questa possibilità. Le Olimpiadi di Cortina e di Milano non sono rappresentative di un brend Italia, non sono rappresentative di un brand Piemonte. Qualcuno l'ha fatto, ma potremmo sottolineare le inadempienze, le scorrettezze e quant'altro, ma va detto che questa fase che il Presidente Chiamparino ha raccontato, che è durata mesi, è anche un po' il segno della furbizia e della resistenza delle iniziative. Per fortuna c'è Malagò che è stato il più governativo di tutti, è stata la persona in grado di accontentare le due parti che in questo momento governano: una voleva delle cose, l'altra voleva delle altre. Malagò è stato in grado di accontentarle entrambe.
Un po' riprendendo quello che ha detto il mio Capogruppo, le gare si fanno e hanno un tempo. Qualche gara ha anche i tempi supplementari e nello sport si corre finché si ha fiato. Se c'è la possibilità, con un atto - che spetta a noi - di fare uno scatto di orgoglio, facciamolo, prendiamoci questa responsabilità. Lo dico soprattutto alle forze politiche che, in questo momento, hanno delle rappresentanze a livello governativo.
Di fatto, tutti noi dobbiamo avere una speranza: che almeno l'Italia ce la faccia. Noi dobbiamo tifare per l'Italia anche se, in quest'Aula, dobbiamo rappresentare gli interessi del Piemonte.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Campo; ne ha facoltà.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Vengo da un territorio che è stato marginalmente interessato dalle scorse Olimpiadi, con qualche investimento sull'aeroporto e alcune opere minori vicino alle piste da sci. Ho vissuto questa situazione, questo psicodramma che si è sviluppato quest'anno, un po' dall'esterno. Quello che mi colpisce è il fatto che stiamo sempre qui a ragionare su "Olimpiadi si" o "Olimpiadi no" e a guardarci l'ombelico.
Sembra che le varie discussioni abbiano riguardato solo Torino, ma vorrei ricordare, giusto perché i giornali li leggo e mi interessano anche le cose che succedono al di fuori del nostro piccolo cerchio, che sia la parte che riguarda Cortina e il Veneto sia la parte milanese, hanno avuto la loro parte di discussione. Mi ricordo ad agosto quando il Sindaco di Milano Sala, diceva stizzito che Milano si tirava fuori dalla governante: "Se non possiamo portare l'esperienza di governance dell'Expo, al limite ci rendiamo disponibili per qualche limitato posto nel quale fare qualche gara". Ricordo Zaia che, invece, a suo tempo diceva: "Si dice Cortina e vuol dire Dolomiti, ho già parlato con le Province Autonome di Trento e Bolzano e coinvolgeremo anche loro", per essere poi smentito istantaneamente dal Presidente della Provincia Autonoma di Bolzano che sosteneva e sostiene che non esistono Olimpiadi sostenibili e quindi non ci pensava neanche a proporre la sua Provincia per questo tema.
Però lo psicodramma ha sempre riguardato solo Torino e il Comune di Torino e il fatto che ci fosse un dibattito interno, acceso finché si vuole questo è il Movimento, perché noi quando c'è da discutere, discutiamo anche animatamente - ma che ha poi prodotto un risultato. Ha prodotto un risultato e una posizione a livello nazionale, perché ricordo comunque gli interventi di coloro che oggi sono Ministri e Vicepresidenti del Consiglio che hanno, a un certo punto, assunto una linea molto chiara. Quindi, Torino ha presentato la sua candidatura, ha portato avanti una certa linea, quella del riuso, dell'economia, della capacità di realizzare le cose senza possibilmente indebitarsi più di tanto.
Questa è una posizione che continuiamo a mantenere anche a livello nazionale oggi, cioè nel momento in cui è venuta fuori un'ipotesi che secondo me, era demenziale, quella del tridente.
È un'idea stupida, diciamocelo, così com'è stupida la candidatura di Milano insieme a Cortina. Se era complesso gestire una situazione ed è stata gestita, ma è costata anche abbastanza cara, tra una città e delle valli quindi una città metropolitana con le sue valli, immaginate cosa vuol dire fare una cosa del genere tra due Regioni diverse, cioè un'area metropolitana come quella di Milano e il Veneto, con tutte le problematiche infrastrutturali del caso. Infatti, parliamo di Regioni dove ci sono direttrici di trasporto commerciale e di pendolarità che sono intasate già oggi.
Per certi versi il Piemonte, con una sua certa "marginalità" rispetto alle principali direttrici di traffico, offriva delle garanzie migliori, oltre al fatto di avere già delle infrastrutture, su cui si può discutere finch si vuole. Secondo me, quelle nelle valli si sarebbero comunque dovute ricostruire integralmente, perché oramai erano inadeguate, però certamente i palazzetti di Torino erano sicuramente un asset importante da riutilizzare. E quindi è stata coraggiosa la candidatura di Torino continuo a dirlo, e coraggiosi i punti fermi che si sono voluti mettere, i paletti.
Invece, trovo del tutto strumentale - visto che qualcuno ipotizza sgambetti governativi o cose del genere e che siamo nell'ambito di alcune ipotesi in stile complottistico - la proposta del CONI, che poi è stata portata avanti e che io vedo come una ripicca al grande rifiuto di Roma per altre Olimpiadi. Sto parlando della proposta del tridente, che avrebbe comportato enormi problemi logistici; giuste le osservazioni fatte, a suo tempo, sia dalla nostra Sindaca sia, mi tocca ammetterlo, anche dal Presidente Chiamparino, in merito alle assurdità che sono state ricordate sulla pista da bob o anche sul pattinaggio.
Quello che mi stupisce, e mi stupisce anche oggi, è il fatto che stiamo qua a tirarci addosso responsabilità. Mi interesserebbe capire, ad esempio, dal Consigliere Grimaldi alla fine, dopo tutte le cose che ha detto, ridetto e sbrodolato nel corso di questi mesi, che cosa pensa delle Olimpiadi in generale e qual era la sua posizione sulle Olimpiadi a Torino. Non è stato molto chiaro nel corso dei mesi, probabilmente la sua posizione si è evoluta insieme al discorso politico nazionale e locale.
Anche su questo, a un certo punto qual è il problema di fondo? Il problema di fondo è che ci doveva essere una candidatura sensata italiana, Torino ha fatto una proposta su cui c'è stato un ampio dibattito. Ci siamo scannati ampiamente anche qua dentro, con discussioni piuttosto accese, però poi un dossier è stato presentato. Poi l'ha presentato anche Milano e anche loro hanno fatto le loro discussioni e le loro rivendicazioni. Poi l'ha presentato Cortina. L'assurdità è avere un Comitato Olimpico Nazionale che ha pensato bene di tirare un colpo al cerchio e uno alla botte e cercare di scontentare tutti per non scontentare nessuno.
Alla fine, che cosa è venuto fuori? È venuto fuori un semi-aborto che purtroppo, pagheranno comunque i cittadini italiani. Io penso che sarà molto complicato. Infatti, nonostante il Governo abbia appena affermato per carità, per parte di uno dei due Vicepresidenti del Consiglio al momento - che fondi governativi non ne verranno messi a disposizione, è subito partito il tam-tam del "ovviamente ci vorranno investimenti importanti anche a livello nazionale, perché bisognerà costruire delle significative nuove infrastrutture, altrimenti come ci arriviamo alle piste? Come ci arriviamo ai palazzetti? Come li costruiamo i palazzetti?".
Questo sarà. A parte che ragioniamo di cose che avverranno nel 2026, quindi addirittura dopo la prossima legislatura di questa Regione. Quindi, sarà interessante vedere quale Italia ci sarà, quali Regioni ci saranno e come saranno conciate.
Continuo a dire che quello che manca sempre - e che, invece, trovo nel Movimento, pur nei suoi aspetti ogni tanto un po' allegorici - è il fatto che ci possa essere un dibattito acceso finché si vuole, ma che voglia arrivare da qualche parte. Il problema di tante discussioni che abbiamo fatto qua dentro, cari signori, è che non servono a un tubo, se non a dare sfogo a qualche ego, a qualche rivendicazione di esistenza in vita che non porta a nulla alla concretezza politica di che cosa si vuole fare.
Noi in Regione abbiamo tanti problemi da affrontare: sicuramente abbiamo i problemi delle infrastrutture, ma dovremmo affrontarli con delle programmazioni e non sperando che arrivino i soldi di qualche megaevento "fighissimo" - che poi si trasformano magari in debito - e dovremo affrontare le questioni in modo da avere un sistema di infrastrutture, un sistema di servizi, un sistema turistico che sia in grado di affrontare anche i grandi eventi, senza dover ricostruire tutto ogni volta. Questo è il problema che ha posto Torino, che abbiamo posto noi, e questo lo rivendico: il problema del riuso, che non è decrescita.
Io non so come si può pensare di parlare di "decrescita infelice". La questione è proprio quella. Il paragone con il Trentino fatto dal collega Valetti mi pare abbastanza chiaro: si chiama sviluppo sostenibile, si chiama fare gli investimenti in maniera programmata, che servano innanzitutto per il territorio e che permettano al territorio di affrontare le situazioni eccezionali come può essere un'Olimpiade non pensando "che bello, arrivano dei soldi, finalmente facciamo quello che ci serve!", ma "noi abbiamo tutto quello che serve; i soldi che arriveranno in più serviranno per aggiungere quel di più che serve all'evento eccezionale, non per costruire quello che ci manca già adesso per fare le cose di tutti i giorni". Questo è il dramma.
Personalmente, quello che trovo sconsiderato è che oggi nessuno abbia voluto sottolineare questo problema: il problema che mancano in generale infrastrutture, servizi e tutto quanto. Non siamo pronti a gestire questi eventi: l'abbiamo detto a Roma. Roma è una città che ha degli enormi problemi, a partire dalle buche nelle strade, ma la Regione Piemonte, il Comune di Torino e immagino anche le altre città - per carità, Milano magari sta meglio - hanno altrettanti enormi problemi, che sono da affrontare; sono da affrontare certo non dichiarando pregiudizialmente "no" a qualche evento importante, ma cercando di affrontarlo dicendo: "Noi a queste cose ci vogliamo arrivare preparati, con la nostra programmazione con le nostre forze e con le nostre capacità di costruire un sistema comune fra Regione, Paese e Città metropolitana che funziona".
Questo è il concetto di fondo e di cui oggi non ho sentito parlare in quello che è stato l'ennesimo scambio di semi insulti, anche con varie attribuzioni di cialtroneria, ipocrisia e storie varie, oltre a cose confusionarie che divagano su temi di ogni sorta, senza affrontare il nodo fondamentale, cioè il fatto che noi, se vogliamo fare le cose, dobbiamo proporre l'Italia, le città italiane, i territori italiani in modo credibile. E, secondo me, già solo le candidature di Milano e Cortina a centinaia di chilometri di distanza sono poco credibili.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Allemano; ne ha facoltà.



ALLEMANO Paolo

Grazie, Presidente.
Sono un po' preoccupato, perché il Vicepresidente Reschigna ha detto che voleva sopprimere le persone che devono ancora parlare! È solo una battuta per stemperare un po' la tensione, Aldo: rimaniamo amici, per carità! Ringrazio il Presidente Chiamparino per questa comunicazione. Credo che la discussione abbia senso nella misura in cui individua delle responsabilità di una pagina triste per il Piemonte - e questo alcuni interventi lo hanno fatto - e nella misura in cui consente di stabilire una base non soggettiva per valutare questi passaggi. Secondo me, la base non soggettiva è data da tre elementi: il primo è che una cosa sono le spese per investimento, altra cosa sono le spese correnti. Anche il mutuo per la prima casa è un debito dopodiché consente a molti di vivere. La metropolitana a Torino è stata un debito, ma io, che vengo da fuori, senza metropolitana avrei difficoltà ad accedere a quest'aula.
Non vado oltre, perché abbiamo passato la mattina a parlare di conti quindi sarebbe un insulto alle vostre intelligenze non tenere presente questo cut off essenziale tra ciò che finisce qui e oggi e quello che apre degli scenari; possono anche essere scenari negativi, ma nel caso delle Olimpiadi non lo sono, perché queste rappresentano un fatto storico mondiale. Le Olimpiadi, quelle invernali, nascono - guarda caso - nel 1924 dopo la guerra; sono sospese dalla guerra negli anni Quaranta e riprendono dopo la guerra, quindi vorrà dire qualcosa se si fanno le Olimpiadi. E paragonare le Olimpiadi invernali, che devono essere adattate al territorio come un guanto alla mano, con una finale di pallavolo, di nuovo non ci siamo, perché il secondo è un indoor affascinante e interessante, ma ovviamente confinato in ambiente chiuso, mentre il primo è un evento che, o si adatta al territorio, oppure non ha ragion d'essere.
Voi direte che si è adattato male: questo spiegatelo a tutti quei Sindaci e a tutti quei Comuni che chiedono che si ripeta l'esperienza, perch evidentemente l'esperienza vale più delle vostre parole.
Anch'io ho la mia esperienza. Nel 2006 ero sindaco di Saluzzo e, grazie alle Olimpiadi, è stata completata la tangenziale che mi ha permesso di pedonalizzare il centro. Roba da poco? Ebbene, spiegatelo ai Saluzzesi perché la città ha cambiato completamente volto. Voi direte: "Dovevi farlo a prescindere". Ebbene, a prescindere io pratico l'onestà, la responsabilità, pratico il controllo delle strutture, pratico la cura degli asili e dei tetti, ma nell'ordinario non riesco a prendere quel treno che mi fa fare il salto. Potevo anche sbagliare, potevo consentire che a Saluzzo arrivasse un megasilos che avrebbe devastato la skyline della città, ma quel treno rimasto è lì e ne abbiamo preso un altro che ci ha consentito di cambiare il volto della città. Ignorare queste cose non è serio.
Terzo elemento. Le Olimpiadi sono promozione: promozione dei territori, ça va sans dire.
Caro Campo, io l'ho ascoltata: abbia la cortesia di fare altrettanto nei miei confronti; poi ho la fortuna di intervenire spesso dopo di lei: questo mi anima un pochino.
Se i cinesi conoscono Torino, e non soltanto Parigi e Venezia, è perché ci sono state le Olimpiadi. Ecco, questo non l'avremmo spiegato coi nostri discorsi: talune cose si spiegano con certi eventi.
È già stato citato il movimento straordinario dei volontari, ma io ricordo le Paralimpiadi: quale promozione migliore per le persone disabili di un nuovo evento come questo? Non si fanno coi giochi in parrocchia queste promozioni: si fanno una volta per sempre, e l'occasione persa è persa per sempre.
In conclusione, credo che il Presidente saprà recuperare questa bruttissima pagina che altri hanno scritto. Sono convinto che ci siano dei margini per non diventare fanalino di coda e rimanere comunque un luogo che le Olimpiadi le ha giocate e le ha giocate bene. Penso a impianti che non sono clonabili perché non sono gestibili in ordinario - la pista per bob, i trampolini per il salto, alcuni impianti per il ghiaccio - che il Piemonte ha e che possono essere messi a disposizione non di Milano e Cortina, ma dell'Europa. Se è vero che, su 24 Olimpiadi invernali, 13 sono state fatte in Europa, è altrettanto vero che non in tutte le sedi si può fare una pista da salto con trampolino che poi non può essere manutenuta nell'ordinario.
Ebbene, noi questi impianti li abbiamo e sono convinto che lei saprà, noi sapremo fare in modo che Torino riacquisti un ruolo tipo hub, quindi non l'ultimo dei vagoni, ma il luogo che ha saputo fare delle Olimpiadi una straordinaria opportunità.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Segretario Molinari in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



MOLINARI Gabriele

Grazie, Presidente. Qualche notazione molto breve.
Nella discussione ho sentito ripetere più volte che non è possibile organizzare un evento olimpico a distanza di così poco tempo. Io dico che tutti i punti di vista possono stare anche bene, però una minima documentazione consentirebbe di scoprire che Saint Moritz ha organizzato il medesimo evento olimpico (Olimpiadi invernali) a distanza di vent'anni Innsbruck a distanza di dodici e Pechino passerà dalle Olimpiadi estive a quelle invernali nel 2022, dopo solo 14 anni.
Credo che il tema del tempo sia davvero poco rilevante ai fini della discussione; la realtà è che siamo finiti in una situazione estremamente sgradevole, direi, per il territorio piemontese, per una gestione di tutta questa partita interna al Comune di Torino (credo che lo sappiamo tutti) che ha visto un deficit di governance piuttosto evidente.
Com'è evidente che se questa partita rimane aperta, rimane aperta solamente in capo al carisma del Presidente della Regione Piemonte, perché è evidente che, anche per la sua storia e per il fatto che qui dentro c'è una persona che, quantomeno, con l'evento olimpico si è confrontato e si chiama Sergio Chiamparino, in tutto questo veramente disastrosa, disastrosa, disastrosa gestione che non è, però, responsabilità - arrivo all'ultima parte del mio discorso - solamente degli amministratori piemontesi, l'unico che sta cercando di tenere in piedi la baracca è evidentemente il Presidente.
Arrivo anche a fare un'annotazione riprendendo alcuni interventi dell'opposizione che ho apprezzato, in particolare, quelli di Bona e Vignale.
Sono d'accordo con Vignale che l'interesse collettivo venga prima dell'interesse politico e, infatti, credo che anche su questo il Presidente Chiamparino abbia dimostrato, in questi anni, una notevole solidarietà anche con quelle che sono state le esigenze del Comune. Credo inoltre che con analogo senso di responsabilità, probabilmente dovremmo anche chiederci se in un'ottica di governance del Nord-Ovest, forse, da parte di Milano non sarebbe stato il caso di attenderci - credo che vada detto - una generosità e un senso di collaborazione maggiore. Dico questo perché, e mi avvio a concludere, il Sindaco Sala ha parlato di "difesa del brand"; io non credo che il nostro brand conti meno di quello di Milano, che bene o male ricalca sempre l'esperienza di Expo, però credo anche che a fianco del brand sia giusto parlare di target e se Torino nel 1999, con la vittoria della candidatura, ha intercettato un'opportunità straordinaria che veniva fotografata proprio nell'adeguatezza di quel target di città olimpica invernale, per quelle che erano le aspirazioni e le possibilità di Torino il vero problema è che abbiamo una candidatura di una città come Milano che, probabilmente, potrebbe aspirare a un altro target, in un'ottica anche di governance, come realtà metropolitana di assoluto rilievo europeo e di coinvolgimento anche degli altri territori.
Mi piacerebbe, e concludo davvero, che questa fosse l'occasione per cominciare a ragionare in termini di governance del Nord-Ovest, non certo per attaccare Milano o entrare in conflitto, ma per far capire anche a Milano che in questa partita noi perdiamo una grossa opportunità un'opportunità di collaborare e di valorizzare anche i territori di cui parlava Bona, perché nei territori di mezzo non possiamo essere territori completamente residuali e abbiamo la necessità di poter essere coinvolti in un processo decisionale che non può essere in capo solamente a due città anche perché abbiamo visto qual è stato l'epilogo e, se a questo epilogo c'è ancora la possibilità di porre rimedio, la stiamo comunque - credo evidentemente - riponendo tutti in Sergio Chiamparino.



PRESIDENTE

Grazie, collega Molinari.
La parola al Consigliere Ferrentino.



FERRENTINO Antonio

Grazie, Presidente.
Vorrei rassicurare e tranquillizzare la collega Frediani: ero stato il primo a prenotarmi, poi il mio Capogruppo mi ha detto che interveniva lui a nome del Gruppo e quindi avevo fatto un passo indietro.



(Commenti fuori microfono)



FERRENTINO Antonio

Beati gli ultimi.
Voglio fare due riferimenti, nel ringraziare il Presidente Chiamparino per la sua ricostruzione, e aggiungo solo un elemento, che mi permette di dire alcune cose come rappresentante di un territorio del quale nel 2006 ero il Sindaco e Presidente della Comunità montana, che ha passato notti e serate cercando di convincere i miei colleghi a non bloccare il passaggio della fiaccola olimpica. Ho passato decine e decine di ore per cercare di convincere qualche collega a non bloccare la fiaccola olimpica, perché in nome dell'avversione della Torino-Lione bisognava bloccare le Olimpiadi.
Faccio solo un riferimento temporale e poi prendo a prestito quello che diceva Marco Grimaldi.
Il 19 marzo, il Consiglio Comunale di Torino doveva approvare la proposta di candidatura al dossier che era stato pagato dai Sindaci della Via Lattea con risorse impegnate. Che cosa succede? Il 17 marzo, cioè il sabato antecedente il Consiglio comunale, il Sindaco di Torino - lo apprendiamo dai giornali - scrive una lettera al CONI e al Governo dicendo che rappresentava la maggioranza e, quindi, lunedì non si sarebbe discusso in Consiglio comunale a Torino della presentazione del dossier Olimpico.
Dico questo perché, come diceva Marco Grimaldi, è legittimo dire di essere contrari alla Torino-Lione e in Consiglio comunale un prezzo della maggioranza è dichiaratamente contraria; è stata addirittura chiesta una commissione d'inchiesta, chiedendo anche le dimissioni di Malagò. Quindi è chiaro che l'aveva presa proprio leggera questo pezzo di maggioranza.
Il Sindaco, per evitare la conta in Consiglio comunale, ha pensato di scrivere una lettera, ma il Sindaco Appendino non rappresenta solo la Città di Torino, rappresenta anche le Valli che a lei avevano affidato di portare avanti questa candidatura, che era una candidatura naturale e la candidatura più sostenibile possibile. Il 2006, con qualche errore sicuramente (il bob e il trampolino potevano essere gestiti diversamente basta vedere i giornali dell'epoca e alcuni l'avevano detto) complessivamente è stato una grossa opportunità per Torino, ma anche per le Valli. Se non ci fossero state le Olimpiadi Torino 2006 (non sto parlando di infrastrutture), gli impianti del distretto della neve, che è un distretto industriale della Val di Susa, non avrebbero retto minimamente alla concorrenza della Val Cenise o degli impianti francesi, quindi è stato possibile dare tale possibilità a questo territorio. Ricordo che in Via Lattea lavorano migliaia e migliaia di persone nei ristoranti, negli alberghi, negli impianti, per la manutenzione, quindi quando diciamo che non ci sono state le ricadute, dove vivete? Ma dove vivete? Provate a ragionare e a discutere con chi lavora in sul territorio.
Non devo rispondere io per il Presidente Chiamparino (che allora era il Sindaco): sono stati fatti dei debiti, ma sono stati degli investimenti che hanno prodotto un volano di sviluppo straordinario per questa città straordinario! Vogliamo parlare di cos'era, dal punto di vista ambientale la circonvallazione di Avigliana e di Monte Cuneo, e cosa significava attraversare Avigliana allora e attraversarla adesso? Dal punto di vista della sostenibilità, la candidatura di Torino e delle sue Valli non avrebbe comportato nessun investimento infrastrutturale, perché sono stati già fatti. Ci sarebbe stato soltanto da fare qualche intervento su qualche impianto e una logica sinergica poteva dare risultati straordinari.
Quindi non diciamo che non ci sono state ricadute per il territorio, ma è veramente incredibile sentire affermazioni di questo genere: cresce il cemento. Ecco, si sarebbero potuti evitare ulteriori interventi se tutti insieme avessimo portato a compimento questo dossier di candidatura.
Pertanto, al Presidente Chiamparino chiedo: "È possibile - io mi auguro che venga assegnata l'Italia dal CIO, Torino o non Torino, e mi dispiace per lui - recuperare un ruolo funzionale per gli impianti delle valli alpine?".
Mi sembra sia questo il messaggio che il Consiglio regionale dovrebbe consegnare al Presidente Chiamparino.
Nel momento in cui la maggioranza della Città di Torino, legittimamente come diceva il collega Grimaldi, è contraria, lo dica, perché se avesse detto sin dall'inizio di essere contraria alla candidatura, si sarebbe fatto un altro ragionamento, si sarebbero presentate altre proposte. Non si possono trascinare in una lotta interna - legittima - di una forza politica i destini di altri territori.
Chi ha vissuto l'evento olimpico del 2006 ricorda, intanto, il raccordo istituzionale tra i rappresentanti istituzionali di forze diverse: non solo tra il Sindaco Chiamparino e il Presidente Ghigo, ma anche tra i Sindaci degli altri territori, che non hanno minimamente guardato alla loro appartenenza politica. C'era un progetto, c'era un sogno e tutti hanno lavorato. Le migliaia e migliaia di volontari conservano ancora con orgoglio la giacca che è stata regalata loro per l'evento olimpico. Non possiamo banalizzare tutto e non avere delle prospettive.
Il Movimento 5 Stelle ha tutto il diritto di occuparsi delle proprie dinamiche interne, ma non precludiamo ad altri territori la possibilità di partecipare a questa nuova candidatura. Questo è il messaggio che, come rappresentante di un territorio coinvolto pesantemente dalle Olimpiadi, mi sento di consegnare al Presidente Chiamparino. Nel 2006, le ricadute sono state straordinarie: ricadute culturali, ricadute infrastrutturali sviluppo di territori che altrimenti avrebbero visto un decadimento incredibile e doloroso, perché ogni giorno, dalla bassa valle, dalla cintura di Torino, vanno a lavorare nel distretto industriale della neve della Via Lattea, migliaia e migliaia di persone cui noi dobbiamo dare della risposte.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Presidente Chiamparino, per la replica.



CHIAMPARINO Sergio, Presidente della Giunta regionale

Grazie, Presidente.
La mia non è una replica, ma un parere sugli ordini del giorno presentati.
La replica mi porterebbe troppo lontano e non voglio far perdere ulteriori battute ai Consiglieri, e ai loro collaboratori, di una certa fede calcistica!



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Fate parlare il Presidente Chiamparino.



CHIAMPARINO Sergio, Presidente della Giunta regionale

C'è solo un punto che intendo precisare, perché è un punto delicato: quello che ha sollevato la Consigliera Frediani, in materia di antimafia.
Collega, vorrei che lei andasse a rivedersi le cronache; se lo fa, scoprirà che c'è stato, all'epoca (2006), un comitato di alta sorveglianza presieduto dal Prefetto Moscatelli - che ho avuto il piacere di rivedere l'altro giorno all'inaugurazione della Cupola del Guarini - che presiedette quel comitato e che riuscì a gestire tutte le fasi dei Giochi Olimpici, sia quelli di carattere più gestionale (le forniture di servizi), sia gli appalti delle opere, senza che vi sia stata una sola segnalazione di fatti che avessero a che vedere con la criminalità organizzata.
Ci furono due sospetti di infiltrazione mafiosa su subappalti relativi - se ricordo bene - al Villaggio Olimpico del Lingotto, che furono stroncati e stralciati. Poi, se la società che ha vinto una gara limpida e di carattere internazionale, nella gestione di un ramo d'azienda che gestisce gli appalti ha un socio - perché di questo si parla - ha avuto o ha rapporti con alcune persone che fanno parte della rete dell'ndrangheta, questo non c'entra con le Olimpiadi. Vorrei solo che fosse chiaro. Cioè, l'evento olimpico, in tutti i suoi aspetti (fornitura di servizi e opere), si è svolto senza alcuna infiltrazione, senza alcun segnale di presenza della criminalità organizzata. Quando c'è stato un segno, è stato espunto in modo netto e rigoroso. Questo ci tengo a dirlo, perché - ripeto - ne va dell'onore di persone come il Prefetto Moscatelli, che.



(Commenti della Consigliera Frediani)



CHIAMPARINO Sergio, Presidente della Giunta regionale

Sì, sì, e ho anche risposto: nulla c'entra con le Olimpiadi e ognuno ha le sue.



(Commenti fuori microfono)



CHIAMPARINO Sergio, Presidente della Giunta regionale

Ripeto: nulla c'entra con l'evento olimpico. Dopodiché, ognuno ha le sue responsabilità.
Non è matematico che, perché si fa un evento, tutto quello che viene dopo debba essere collegato alla criminalità. Non c'era più il Comitato di alta sorveglianza - se è questo che intende - e il fatto cui lei si riferisce attiene (lo sa benissimo) a questioni legate a un socio e ai biglietti che sarebbero stati ceduti, cosa su cui io nulla so e che, in ogni caso, nulla c'entra - ripeto - con l'evento olimpico, perché lei, con il suo intervento, ha insinuato che nell'evento olimpico ci potessero essere state infiltrazioni di carattere mafioso, cosa che non è avvenuta.
Chiaro? Seconda questione: chiederei di votare a favore dell'ordine del giorno n.
1456, presentato dal Consigliere Vignale, che ha assunto - con una modifica una proposta del Capogruppo Ravetti (credo che inglobi anche l'ordine del giorno n. 1460 della Consigliera Gancia), perché c'è un punto sul quale credo di interpretare il consenso di quasi tutto il Consiglio: fare il possibile per mantenere aperta, per le valli olimpiche, la possibilità di lavorare in rapporto con la candidatura italiana.
L'esempio che ha fatto il Consigliere Bona, quando parlava di Expo, è molto serio, perché in fondo si tratta di cercare, nella peggiore delle ipotesi se non si riesce ad azzerare la situazione - cosa che io non escludo del tutto, perché potrebbe anche succedere che le vicende legate alla disponibilità del Governo a dare o no la garanzia possano riaprire dei giochi - di essere pronti.
Occorre, però, chiedere - per questo mi sono permesso e abbiamo visto insieme di aggiungere la richiesta all'ordine del giorno del collega Vignale - alla Città di Torino che, senza onere alcuno per la Città medesima, sia disponibile o, meglio, si renda disponibile a mettere a disposizione - scusate la ripetizione - gli impianti del ghiaccio. Perch questi possono essere l'elemento che giochiamo in una trattativa o con una partecipazione diretta, se se ne creeranno le condizioni, oppure anche con una convenzione con protocollo d'intesa, sul modello di quello che abbiamo fatto con Expo.
Credo che anche questo possa aiutare la candidatura italiana. In ogni caso sia che si riapra un tavolo in cui sia possibile partecipare in pieno (magari con il nome di uno dei Comuni delle valli olimpiche), sia che questo non sia più possibile, che in qualche modo il Piemonte e Torino possono rientrare attraverso un protocollo d'intesa sull'utilizzo di alcuni degli impianti che noi possiamo mettere a disposizione.
Il mio parere, quindi, sull'ordine del giorno è positivo.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Gancia; ne ha facoltà.



GANCIA Gianna

Presidente, volevo solo sapere come procedere: il mio ordine del giorno e quello del collega Vignale si equivalgono; ne facciamo uno solo?



PRESIDENTE

Sì, se lei ritira il suo e pone la firma sull'altro.



GANCIA Gianna

Perfetto. Volevo solo chiarezza in tal senso.



PRESIDENTE

Quindi consideriamo ritirato il suo ordine del giorno.



GANCIA Gianna

Lo ritiro e lo considero attratto da quello del Consigliere Vignale.



PRESIDENTE

Quindi sottoscrive l'atto di indirizzo del Consigliere Vignale, che ingloba il suo. Perfetto.
Collega Tronzano, voleva firmarlo?



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Potete accomodarvi al banco della Presidenza.
Ha chiesto la parola il Consigliere Ravetti; ne ha facoltà.



RAVETTI Domenico

Grazie, Presidente. Intervengo per dichiarazione di voto.
Siamo favorevoli, anche perché abbiamo particolarmente contribuito negli impegni a modificare il testo presentato dal collega. Non lo firmiamo, ma lo votiamo.



PRESIDENTE

Perfetto.



(Commenti del Consigliere Bono)



PRESIDENTE

Siamo alle dichiarazioni di voto, non alla discussione.



(Commenti del Consigliere Bono)



PRESIDENTE

Volete aprire la discussione generale su tutti gli ordini del giorno?



(Commenti del Consigliere Bono)



PRESIDENTE

Il Consiglio è terminato. Buona serata a tutti.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 18.48)



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