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Dettaglio seduta n.35 del 18/12/14 - Legislatura n. X - Sedute dal 25 maggio 2014 al 25 maggio 2019

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE BOETI



(I lavori iniziano alle ore 14.34 con l'esame delle interrogazioni a risposta immediata ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento interno del Consiglio regionale)


Argomento: Uso delle acque (regimazione, usi plurimi) - Difesa idrogeologica

Interrogazione a risposta immediata n. 229 presentata dal Consigliere Barazzotto, inerente a "Azioni intraprese dall'Assessorato all'ambiente in applicazione dell'ordine del giorno n. 51 approvato dal Consiglio regionale in data 30 settembre 2014 riguardo alla costruzione di una nuova diga in Alta Valsessera"


PRESIDENTE

Iniziamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
229, presentata dal Consigliere Barazzotto, che ha la parola per l'illustrazione.



BARAZZOTTO Vittorio

Grazie, Presidente.
Abbiamo avuto modo di soffermarci già qualche mese or sono, purtroppo su quest'argomento, ma lo riepilogo rapidamente.
Nel 2010 - com'è noto - il Consorzio di bonifica della Baraggia biellese e vercellese ha presentato il progetto definitivo per il rifacimento dell'invaso sul torrente Sessera, in sostituzione di quello esistente. Come ho già avuto modo di precisare, questo progetto in alta Valsessera ha suscitato preoccupazioni e proteste, sia da parte di numerose Amministrazioni comunali sia, in modo particolare, da parte della popolazione.
Uno dei primi atti che ho presentato in questa Regione è stato proprio un ordine del giorno, che è stato condiviso in maggioranza, al fine di impegnare la Giunta. L'ordine del giorno - lo ricordo - è stato votato favorevolmente a larga maggioranza e l'impegno era chiaro: ritirare tutti gli atti che avrebbero permesso al Governo l'approvazione del progetto e il nulla osta per il VIA.
Sintetizzo le ragioni dell'opposizione, a tre livelli. Il primo: a livello ambientale una simile opera idraulica causerebbe danni irreversibili ad un sito di interesse tale da far parte della Rete europea Natura 2000. Il secondo: dal punto di vista economico-finanziario i vantaggi di fatto sarebbero nulli; infatti, l'importo previsto per la sua realizzazione sarebbe di 322.350.000 euro (cifra sottostimata) e la progettazione è già costata cinque milioni di euro, senza che vi sia stato un euro di partecipazione da parte del privato. Il terzo: un nuovo invaso in Valsessera non sarebbe compreso tra le opere del Piano irriguo (sia nazionale sia regionale), la sua costruzione è stata proposta in assenza di una pianificazione e di una pianificazione territoriale definite e l'iter progettuale non ha tenuto conto delle procedure partecipative previste per la modifica delle norme di area cosiddette PTA.
Il 30 settembre scorso presentavo questo documento, che avrebbe dovuto impegnare l'Assessorato regionale - o almeno questa era la speranza - ad attivarsi presso i Ministeri competenti per la sospensione del procedimento di valutazione di impatto ambientale, nonché a ritirare tutti i gli atti amministrativi connessi all'iter relativo all'autorizzazione e alla realizzazione dell'opera. Il 1° dicembre, a dispetto di tutto quanto esposto, abbiamo constatato con sorpresa e sconcerto che il Ministero dell'Ambiente, di concerto con quello culturale, ha deciso la compatibilità ambientale del progetto definitivo relativo al rifacimento dell'invaso sul torrente Sessera, in sostituzione dell'esistente.
Da tale esito emergono pertanto forti perplessità riguardo l'incisività dell'azione dell'Assessorato regionale all'ambiente, in applicazione delle indicazioni contenute nell'ordine del giorno. Lo stesso Assessore all'ambiente, nella seduta del 30 settembre, aveva tra l'altro dichiarato (lo cito): "Personalmente concordo sul fatto che la situazione attuale faccia rilevare che non è questa la priorità. Sono il primo a dire come sarebbe utile, forse, rivedere il progetto, magari andando a fare una rivisitazione della diga attuale, addirittura con minore portata. Mi sento come Giunta, colui che deve ricevere indicazioni dal Consiglio e successivamente mi atterrò a quell'indicazione".
Presidente, ascolti anche lei, ché è molto importante. "Sicuramente il primo atto da parte mia sarà quello di chiedere un incontro con i Ministri dell'Ambiente e dell'Agricoltura per presentare quello che il Consiglio avrà deciso di approvare".
Sulla base di queste evidenze, che non hanno sortito l'effetto sperato dal Consiglio, chiedo all'Assessore quali azioni concrete siano state intraprese presso i Ministeri competenti, a seguito delle indicazioni fornite dall'atto di indirizzo citato in premessa e del successivo incontro con il Ministero dell'Ambiente annunciato dallo stesso.
Aggiungo una nota personale. In un'epoca gravissima come quella che stiamo vivendo, nella quale in modo particolare il Biellese, l'Alessandrino e altre zone sono state veramente colpite dall'alluvione e noi, Presidente non stiamo dando risposte ai Sindaci, andare a dire che il Ministero dell'Ambiente ha approvato un'opera di questo genere e porci nel ruolo di interlocutori tra la Regione e i Comuni ci diventa veramente difficile.
Grazie.



PRESIDENTE

Per la Giunta regionale, risponde l'Assessore Valmaggia.



VALMAGGIA Alberto, Assessore all'ambiente

Grazie, Presidente.
Faccio una premessa per ricordare che la procedura di VIA per quanto riguarda l'invaso della Valsessera è una procedura di totale competenza statale e che, nell'ambito di questa procedura, la Regione Piemonte ha partecipato esprimendo il proprio parere di compatibilità ambientale dell'opera in oggetto. Tale parere, frutto anche del coinvolgimento degli Enti locali interessati, è stato trasmesso alla Commissione nazionale per le valutazioni ambientali, che ne ha tenuto conto nell'espressione del proprio parere finale.
Questo parere ha avuto un lungo iter. La partenza è stata a dicembre 2010 e fino a maggio 2012 sono state convocate, ai sensi dell'articolo 18 comma 2, della legge regionale 14 dicembre 1998 n. 40, nell'ambito del procedimento di VIA nazionale, cinque Conferenze dei servizi, al fine di effettuare l'esame contestuale dei vari interessi pubblici coinvolti nella procedura in questione.
Il relativo parere regionale è stato reso con delibera della Giunta regionale del luglio 2012: a luglio 2012, quindi è come se si fosse conclusa la parte di competenza regionale.
La Commissione tecnica a livello nazionale, per quanto ci risulta, si è espressa a più riprese, confermando comunque un parere favorevole, sia pure condizionato da prescrizioni e raccomandazioni. Si veda il parere n. 1031 del settembre 2012, successivamente integrato dai pareri n. 1297 del luglio 2013 e n. 1331 del settembre 2013, o ancora il parere n. 1442 del febbraio 2014 e n. 1524 del luglio 2014. Ho richiamato questi elementi come premessa sull'iter di una valutazione che, per quanto riguarda la Regione, si era già concluso.
Vengo al quesito posto.
Si osserva che, a seguito delle indicazioni fornite dall'atto d'indirizzo n. 51, che questo Consiglio ha approvato il 30 settembre l'Assessorato all'ambiente ha provveduto, il 29 ottobre, a trasmettere al Ministro dell'Ambiente, Onorevole Gian Luca Galletti, per le valutazioni di propria competenza, gli ordini del giorno n. 51 e 27. Pertanto, c'è stata una trasmissione ufficiale dell'indicazione data dal Consiglio regionale.
Successivamente, in data 9 novembre 2014, il sottoscritto, accompagnato dal responsabile del Settore regionale "Compatibilità ambientale e procedure integrate", si è recato a Roma presso la Direzione Generale per le Valutazioni Ambientali, al fine di adempiere ulteriormente al dispositivo dell'ordine del giorno n. 51, che impegnava la Giunta regionale ad attivarsi presso i Ministeri competenti per la sospensione del procedimento di Valutazione di Impatto Ambientale della diga in Valsessera e affinché venissero ritirati tutti gli atti amministrativi connessi all'iter relativo all'autorizzazione e realizzazione dell'opera.
In questo incontro è stato rilevato, da parte della Direzione Generale per le Valutazioni Ambientali del Ministero, che, sotto il profilo strettamente amministrativo, allo stato in cui era giunta la procedura VIA riguardante il progetto di rifacimento dell'invaso, non si poteva sospendere tale procedimento amministrativo, in quanto erano già stati acquisiti i pareri positivi espressi dalla Commissione Tecnica di Verifica dalla Regione, dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo.
Veniva, altresì, rappresentato che, data l'avvenuta conclusione - già avvenuta precedentemente - della fase istruttoria, il provvedimento era ormai alla firma del Ministro dell'Ambiente per il suo perfezionamento.
Questo è ciò che abbiamo fatto in ossequio a quanto stabiliva l'ordine del giorno, ma anche a quello che mi ero impegnato a fare nella seduta del Consiglio regionale del 30 settembre, cioè chiedere un incontro con il Ministro e rappresentargli le indicazioni di questo Consiglio regionale.
Grazie.


Argomento: Nomine - Beni culturali (tutela, valorizzazione, catalogazione monumenti e complessi monumentali, aree archeologiche)

Interrogazione a risposta immediata n. 228 presentata dal Consigliere Grimaldi, inerente a "Reggia di Venaria Reale, chi decide il nuovo Direttore?"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 228, presentata dal Consigliere Grimaldi, che ha la parola per l'illustrazione.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Questa vicenda è assai bizzarra e ritengo meriti un po' di attenzione non solo da parte dell'Assessora coinvolta - ovviamente - ma anche da parte del Vicepresidente, se ha voglia di ascoltarci per qualche istante.
Come sapete, il complesso della Venaria Reale è uno dei maggiori Poli italiani della cultura. Dopo tantissimi anni (la faccio breve) il Direttore Vanelli verrà sostituito, in quanto il 31/12 scadranno, anche agli effetti del recente decreto Madia, le sue funzioni e non sarà possibile prorogare il suo ruolo.
Poiché negli scorsi mesi abbiamo visto l'intenzione della Regione Piemonte di istituire un bando internazionale - europeo - per la scelta del Direttore, ci siamo chiesti cosa fosse successo. Ve la dico così: mancano 15 giorni alla fine del mandato del dottor Vanelli, ma nel sito della Regione Piemonte e nel sito della Venaria Reale non compare alcun bando.
Ho fatto uno più uno - forse sbagliando - e sono andato a vedere cosa sta facendo il Ministero, perché, in questo caso, non siamo soli a fare le scelte sul futuro di Venaria. Sapete cosa fa il Ministero? Mette a bando (non so se le cifre sono ancora quelle) 18 grandi musei, cioè la direzione di 18 grandi musei, e pertanto il direttore verrà scelto da un bando internazionale, da una Commissione, ecc. Fra questi 18 Poli, ce ne sono anche di torinesi, come - ad esempio - il Polo Reale.
In realtà, sono molto lieto di sentire la risposta dell'Assessore, ma la risposta non viene fornita dalla Regione, bensì dal Ministero, che dice: "Guardate che si può dare anche in affidamento diretto! Possiamo sceglierlo in accordo!".
Non ho capito bene: dove c'è solo il Ministero, il Ministero va giustamente a gara, così come dev'essere; se, però, nella Fondazione c'è anche la Regione Piemonte, il Ministero si riserva la possibilità di andare in affidamento diretto.
Io, purtroppo, conosco già la risposta. Ho posto l'interrogazione solo per vedere se ci siamo capiti, o meglio se c'è qualcosa che non ho capito.
A me interessa poco sapere su chi si è trovata quella sintesi; io trovo sia uno schiaffo indebito nei confronti della nostra autonomia politica ed amministrativa. E' giusto che il Ministero ricerchi queste professionalità per tutti i suoi Poli, analizzando le migliori esperienze esistenti, ma non capisco perché sulla Venaria Reale preferisce trovare una sintesi, che magari non è scelta da noi, ma da altri.
Spero che qualcosa sia cambiato e spero di vedere, sotto Natale, questo nuovo bando per la ricerca di un direttore. Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Parigi per la risposta.



PARIGI Antonella, Assessore alla cultura

Grazie, Presidente.
Ai sensi dello Statuto del Consorzio La Venaria, il Direttore è nominato dall'Assemblea dei Consorziati su proposta del Presidente della Regione Piemonte, d'intesa con il Ministro per i Beni e le Attività Culturali.
In proposito, attesa la scadenza dell'attuale Direttore, fissata al 31 dicembre 2014, in occasione del Consiglio di Amministrazione del Consorzio del 29 settembre è stata condivisa la proposta della sottoscritta, quale rappresentante regionale nello stesso, di attivare un apposito gruppo di lavoro con l'obiettivo - tra l'altro - di predisporre il bando di gara per la posizione di Direttore, al fine di presentare al Presidente della Regione una ristretta rosa di candidati idonei, tra cui selezionare il soggetto da proporre, previa intesa con il Ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, all'Assemblea dei Consorziati.
Il gruppo di lavoro, composto da un rappresentante regionale, da un rappresentante del Consorzio e da un consulente esterno, si è costituito senza ritardo ed ha predisposto lo schema di bando come richiesto.
Lo schema di bando avrebbe dovuto essere oggetto di informativa all'Assemblea dei Consorziati del 17 novembre.
In tale occasione, si è avuta notizia della presentazione da parte del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali di una proposta procedurale alternativa, da realizzarsi mediante sottoscrizione di un Protocollo d'intesa con la Regione. Tale proposta è tuttora oggetto di approfondimento da parte degli Uffici regionali della Presidenza.
Il progetto cui fa riferimento questo Protocollo d'intesa prevede un progetto più ampio, cioè "la creazione di un sistema di aggregazione e integrazione in un unico momento organizzativo e operativo, delle diverse sedi ed esperienze culturali piemontesi rappresentate, a titolo esemplificativo, dal sistema delle Residenze sabaude" - pertanto, stiamo parlando di un progetto più ampio e composito - e consentirebbe "di raggiungere un ulteriore rafforzamento della valorizzazione della Venaria Reale e delle ulteriori Residenze sabaude".
Questo, come ho detto, è il Protocollo d'Intesa, al momento allo studio. Grazie.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAUS



PRESIDENTE

Colleghi, volevo rendere una breve comunicazione.
E' presente una delegazione della Provincia per sollevare alcune questioni/argomentazioni note a tutti.
Mi permetto - invito i colleghi Capigruppo a diffondere tale comunicazione ad altri colleghi e Capigruppo - di fare questa proposta: anziché iniziare la seduta pomeridiana alle 15 (o comunque al termine della trattazione delle interrogazioni a risposta immediata), potremmo salire in Sala Viglione e offrire ai dipendenti della Provincia la possibilità di illustrare le loro argomentazioni. La seduta avrà inizio al termine dell'incontro.
Se ci fossero problemi, vi invito, in questi dieci o quindici minuti, a palesarmi le vostre osservazioni. In caso contrario, do per scontata l'accettazione di questa proposta e invito i Commessi ad accompagnare la suddetta delegazione presso la Sala Viglione tra un quarto d'ora circa. Il sottoscritto, i signori Capigruppo e tutti i colleghi interessati vi raggiungeranno. Gentilmente, chiedo anche al Vicepresidente Reschigna di presenziare all'incontro.
Proseguiamo i nostri lavori con le restanti interrogazioni a risposta immediata.


Argomento: Rapporti Regioni - Governo - Province

Interrogazione a risposta immediata n. 231 presentata dalla Consigliera Accossato, inerente a "Ripartizione di compiti e funzioni tra Regione Città metropolitana ed enti territoriali di area vasta in applicazione della legge 7 aprile 2014, n. 56"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 231, presentata dalla Consigliera Accossato, che la illustra.



ACCOSSATO Silvana

Grazie, Presidente.
Credo che la sua proposta sia molto opportuna, oltre che molto saggia.
Vado brevemente ad illustrare il quesito, che peraltro ho pensato con il collega Ferrentino - ci tengo a sottolinearlo - e che riguarda il tema delicato e, ahimè, molto attuale, del destino delle Province a seguito dell'approvazione della legge Delrio.
In questa breve illustrazione vorrei sottolineare un aspetto: io non faccio parte dei cosiddetti "pentiti dell'ultima ora" della legge Delrio (ce ne sono molti, di questi tempi); oggi sembra difficile trovare degli estimatori. Personalmente, invece, fin da subito e in buona solitudine perché non eravamo in molti - in questo senso guardo l'Assessore Saitta che si è occupato con grande veemenza e determinazione del futuro delle Province - fin da subito, dicevo ho espresso dei dubbi su quella legge, dei giudizi severi e, soprattutto ho evidenziato le problematiche che poi puntualmente, si sono presentate.
Le problematiche - lo sappiamo tutti - si riferiscono per esempio alla mancanza di risorse per le nostre scuole superiori e per le strade provinciali, e all'incertezza sul destino di molti servizi di cui le Province si sono occupate in questi anni.
Onestamente, anche nelle più pessimistiche delle previsioni, non pensavo che si potesse decidere di dichiarare 20.000 esuberi a livello nazionale (1.000 per la Regione Piemonte) fra il personale delle Province.
Cioè che la soluzione per dare davvero una risposta operativa a quella decisione di sopprimere le Province sarebbe stata quella di dichiarare gli esuberi. Chiaramente, in questo modo, il risparmio avviene nei fatti, ma non si pensa né al destino dei servizi, né, soprattutto, al destino dei dipendenti e delle loro famiglie.
Ben venga, quindi, l'interruzione del Consiglio per questo incontro perché è necessario affrontare e sollecitare il Governo nazionale e il Parlamento, che in questo momento ha nelle mani l'emendamento famoso, ad intervenire in questo senso.
Nello specifico - tornando al quesito - l'interrogazione che ho presentato non affronta questo tema caldo - in merito al quale il personale della Provincia ha dichiarato lo stato di agitazione e i dipendenti sono qui oggi a manifestare le loro preoccupazioni - ma la questione dovrà necessariamente essere oggetto non solo di questo incontro organizzato dal Presidente Laus, ma anche di una presa di posizione, io credo, di tutto il Consiglio regionale.
Il quesito che abbiamo posto al Vicepresidente Reschigna riguarda la scelta della Regione rispetto alle funzioni delegate.
La Regione Piemonte, negli anni, fece un grande lavoro di attuazione del Titolo V della Costituzione e di decentramento delle funzioni, forse anche tra le poche in Italia.
Credo sia opportuno, a questo punto, definire il nuovo riparto di competenze tra la Regione e gli Enti territoriali.
Spero, inoltre, che l'Assessore ci confermi la volontà che il Presidente Chiamparino ha più volte espresso, quella di garantire e di mantenere alla Regione Piemonte le competenze di legislazione e di programmazione, lasciando ai livelli territoriali quelle che sono le funzioni gestionali.
In quest'ottica verrebbero valorizzate e utilizzate al meglio, ancora una volta, le competenze che in questi anni nelle Province si sono espresse nella fase organizzativa e gestionale di molti servizi e di molte competenze di area vasta.
Attendo con ansia la sua risposta.



(Applausi provenienti dalla parte dell'emiciclo riservata al pubblico)



PRESIDENTE

Scusate! Scusate, non è possibile! Sono io che chiedo scusa a voi perché non conoscete il Regolamento, ma non si possono esprimere, dal pubblico, né segni di approvazione né di disapprovazione.
Mi scuso ancora io con voi.



(Commenti provenienti dalla parte dell'emiciclo riservata al pubblico)



PRESIDENTE

Mi scuso ancora con voi. Gentilmente.



(Commenti provenienti dalla parte dell'emiciclo riservata al pubblico)



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Vicepresidente della Giunta regionale Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale

In relazione all'interrogazione a risposta immediata presentata dalla Consigliera Accossato, cercherò di riassumere i termini della questione.
È stato firmato un accordo a livello nazionale tra il Governo e la Conferenza delle Regioni che prevedeva l'attivazione di osservatori - sono consapevole che si tratti di un brutto termine, dal momento che il compito non è quello di "osservare" - a livello regionale capaci di costruire intese tra la singola Regione e il sistema delle Province e degli Enti locali in merito al riordino delle funzioni amministrative che, nell'ambito della legislazione regionale, erano state affidate alle Province.
Noi abbiamo istituito l'osservatorio e l'accordo nazionale prevedeva sostanzialmente, che entro il 31 dicembre le Regioni attivassero l'iter legislativo relativamente al riordino delle funzioni.
Come ho detto, abbiamo istituito l'osservatorio e proprio ieri, dopo aver ricevuto una delegazione dei dipendenti della Provincia di Torino, si è svolta l'ennesima riunione dell'osservatorio, nel corso della quale la Giunta regionale ha illustrato alle Province e al sistema degli Enti locali i propri orientamenti in merito al riordino delle funzioni amministrative.
Cercherò di riassumerli velocemente, senza prendere troppo tempo all'Aula.
Come aveva dichiarato il Presidente Chiamparino nelle sue dichiarazioni programmatiche all'atto dell'insediamento di questa Giunta regionale, noi riteniamo di dover confermare - tranne un punto interrogativo che ancora rimane aperto e che riguarda l'agricoltura - tutto il complesso delle funzioni amministrative che erano affidate alle Province.
Intendiamo individuare, come soggetti ultimi destinatari di queste funzioni, la Città metropolitana e, su alcune competenze - trasporti ambiente, politiche dei rifiuti, ciclo idrico integrale dell'acqua formazione professionale, tanto per riferire le funzioni più rilevanti individuare i soggetti destinatari di queste funzioni nelle Province, in ambiti territoriali predeterminati dalla legge regionale. All'interno di questi ambiti, le Province dovranno esercitare queste funzioni in convenzione tra di loro.
Non nascondo al Consiglio regionale che l'orientamento che ha espresso la Giunta regionale è quello di individuare, a parte la Città metropolitana, tre aree vaste. Poi c'è un complesso di funzioni amministrative che erano state affidate dalla legislazione regionale alle Province, minori per complessità (consentitemi il termine, ma non è un giudizio che esprimo), come le politiche giovanili e quant'altro, che noi riteniamo invece possano continuare ad essere esercitate nella dimensione attuale delle sette Province.
C'è un punto ulteriore aperto, perché può anche svilupparsi un ragionamento che preveda che la stessa gestione delle funzioni in materia di agricoltura possa essere gestita direttamente dalla Regione nelle sette Province e possa essere confermata in capo alla Città metropolitana.
Questa scelta si accompagnerebbe ad un lavoro avviato tra la Regione Piemonte e le Province piemontesi teso ad individuare le risorse umane che all'interno delle singole Province, oggi sono destinate all'esercizio di queste funzioni.
Perché questo lavoro? Perché il rapporto tra la Regione Piemonte e le Province nel corso degli anni è un rapporto che si è basato più sulle disponibilità del bilancio della Regione piuttosto che sull'effettiva quantificazione del costo di esercizio di queste funzioni.
Voglio ricordare che siamo partiti dal 2009 con importi che ammontavano a circa 60 milioni di euro come finanziamento alle Province per le funzioni trasferite alla situazione della legge di bilancio 2014, dove c'erano nove milioni e 700 mila euro nella legge di bilancio approvata dal Consiglio regionale. Con l'assestamento di bilancio approvato pochi giorni fa, questi nove milioni e 700 mila euro sono stati incrementati a 20 milioni di euro.
Non riteniamo che possa svilupparsi e continuare una situazione siffatta. Ecco perché riteniamo che, a fronte della scelta che intendiamo confermare di decentramento di queste funzioni in capo alle Province purché esercitate a livello di convenzione tra le stesse su quelle aree vaste, occorre contrattualmente definire e quantificare il costo di esercizio delle stesse.
L'elemento da cui partire è rappresentato dal costo del personale dedicato attualmente all'esercizio di quelle funzioni.
Poi c'è un altro tema che abbiamo espresso come orientamento, ancora ieri nella riunione dell'osservatorio, che è quello di cogliere questa situazione come occasione per un riordino più complessivo.
Ecco perché nel disegno di legge di principi, che presenteremo e che assumeremo come Giunta regionale entro il 31 dicembre, prevediamo la soppressione degli ATO in materia di ciclo idrico integrale dell'acqua e in materia di programmazione sui rifiuti, trasferendo queste funzioni e queste competenze alle Province ed esercitabili sempre all'interno di quel disegno complessivo che ho rappresentato.
Questo è il quadro della situazione. Rimane fuori da questa rappresentazione un tema rilevante, che è quello delle politiche sul collocamento e i centri per l'impiego, in quanto nell'accordo sottoscritto tra Governo e Conferenza delle Regioni, questa funzione è stata sostanzialmente estrapolata, in attesa in quel momento dell'approvazione del disegno di legge Jobs Act sulla riforma del mercato del lavoro.
L'orientamento, che pare ancora confermato in queste ultime settimane da parte del Governo, è che questa sia una funzione che venga riattribuita alla dimensione nazionale, esercitabile attraverso un'agenzia nazionale con una possibile, non certa, articolazione sul piano delle agenzie regionali.
In questo contesto è chiaro che non stiamo ragionando sul tema mercato del lavoro e centri per l'impiego.
Di più, vorrei aggiungere alcune considerazioni. E' chiaro che nella misura in cui viene definita l'entità delle risorse occupabili nelle Province sulle funzioni fondamentali, nella misura in cui viene definita l'entità delle risorse umane che devono comunque essere dedicate per continuare l'esercizio delle funzioni amministrative affidate, sulla base della legislazione regionale, alle Province o alla Città Metropolitana, c'è un terzo pezzo che rischia di essere la terra di nessuno.
Esprimiamo fortissima preoccupazione rispetto al modo con cui nella legge di stabilità si sta affrontando questo tema, attraverso l'emendamento del Governo che è stato presentato.
Quell'emendamento prevede che dal 1° gennaio automaticamente sono rideterminate le piante organiche con una riduzione del 30% per quanto riguarda le Città metropolitane e con una riduzione del 50% su tutte le altre Province.
Esprimiamo forte preoccupazione, perché il rischio vero è che, a fronte della chiara difficoltà da parte della Regione Piemonte di assorbire quella quota eccedente a quanto viene utilizzato in termini di risorse umane per l'esercizio delle funzioni decentrate dalla Regione alla Provincia sul piano della legislazione regionale, questo non è in grado di coprire quel restante 30% o quel restante 50%.
L'emendamento non è ancora stato votato a questo momento, perché la Commissione bilancio del Senato ha chiuso i suoi lavori ed è in attesa che entro le ore 20 il Governo presenti il maxiemendamento riassuntivo su cui porrà la fiducia, ma i contenuti di questo maxi-emendamento sono tutti ancora indeterminati.
Sono costantemente in contatto con il Presidente Chiamparino che è a Roma per queste materie, perché non è passato l'emendamento sul DL 35. Non è stato neanche esaminato questo emendamento, quindi siamo in attesa di capire - e ancora poco fa ho parlato con il Presidente Chiamparino che ripeto, è a Roma proprio per queste ragioni - da adesso alle ore 20 come "butta" - uso questo termine - questa vicenda.
Mi dispiace dirlo, perché stiamo parlando di persone, e quando parliamo di persone il rispetto deve essere totale - ed è totale - da parte nostra ma è evidente che quanto contenuto all'interno di questo emendamento - se fosse approvato, creerebbe un automatismo di trasferimento o di assorbimento di questo personale all'interno del personale della Regione sui posti relativi ai piani occupazionali o sui posti che verrebbero a liberarsi negli esercizi 2014-2015 - cozza contro tutti i difficili programmi che la Regione Piemonte sta portando avanti all'interno del proprio piano di qualificazione della spesa, che ha tra gli obiettivi quello della riduzione del 10-12% del costo del personale da oggi al 2017.
Se il tema - e lo dico in termini molto chiari ed espliciti - è quello del passaggio del cerino dalle mani di qualcuno alle mani di qualcun altro mi sembra un brutto modo di affrontare una difficile fase di transizione.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 230 presentata dal Consigliere Rossi, inerente a "Revisione della Delibera n. 1-600 per quanto riguarda la riduzione dei posti letto nell'ambito dell'ASL di Novara"


PRESIDENTE

Continuiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 230, presentata dal Consigliere Rossi, che ha la parola per l'illustrazione.



ROSSI Domenico

Grazie, Presidente.
A margine, come premessa, dico a verbale che c'è un refuso nel testo.
Ad un certo punto si parla di "area di Torino ovest", mentre chiaramente siamo del nord-ovest del Piemonte. Lo dico solo perché gli uffici possano correggere.
Prima di formulare la domanda all'Assessore, faccio solo una brevissima premessa. L'Assessore sa che sono tra coloro che condivide assolutamente l'impianto della deliberazione in oggetto, che fa propria e porta in Piemonte la necessaria razionalizzazione e nuova organizzazione della rete ospedaliera. Però, come tutti i modelli, esistono delle criticità e degli aspetti che nell'applicazione occorre confrontare con alcune peculiarità storiche e territoriali.
Nello specifico, la mia domanda tiene conto di questa situazione dell'ASL di Novara. Fino al 2012, quest'ASL prevedeva due presidi ospedalieri quello di Arona e quello di Borgomanero (ad esclusione chiaramente dell'Ospedale Maggiore della Carità, che è un'Azienda ospedaliera), per un totale di 342 posti letto.
Nel 2012, l'ospedale di Arona è stato chiuso, con un processo che ritengo corretto ancora oggi, determinando per l'ASL di Novara una diminuzione di posti letto, per cui si è passati dai 342 ai 282 nel 2013, in quanto l'unico ospedale che rimase nell'ASL era quello di Borgomanero. Tra l'altro, di questi 282 solamente 250 circa sono effettivi, perché dovevano essere attivati altri posti letto a seguito di ristrutturazioni in corso (o che dovevano partire), pertanto i posti letto effettivi sono un numero inferiore.
La questione è la seguente: l'ospedale di Arona è l'unico nel 2012 ad essere stato chiuso in tutto il Piemonte, pertanto l'applicazione prevista dalla delibera di un taglio del 29% ai posti letto dei diversi territori delle ASL porterebbe i posti letto ad un totale di 200. Però, l'ASL di Novara è l'unica che, avendo chiuso - direi diligentemente - l'ospedale nel 2012, di fatto, rispetto a tutti gli altri territori, vede una riduzione che si assesta sul 42% e non sul 29% come invece accade per le altre ASL e gli altri territori.
A questo si aggiunga che la degenza media dell'ospedale di Borgomanero è di 4,74 giorni contro una media di 5,49 della regione Piemonte. Quindi da questo punto di vista, è un ospedale che ha una buona performance, forse la migliore di tutto il Piemonte.
Per quanto riguarda le post acuzie, è un territorio che registra una sofferenza, in quanto i posti letto previsti nella clinica di Veruno non sono stati attivati.
Si aggiunga che, essendo in Provincia di Novara, quello di Borgomanero è un ospedale di frontiera, pertanto prendersi cura di quel presidio significa anche lavorare per diminuire la migrazione verso la Lombardia.
I Sindaci del distretto hanno elaborato un documento - che dovrebbero già avere inviato all'Assessorato, e comunque domani verrà presentato durante l'incontro di Novara - con il quale, Assessore, si chiede - ritengo legittima tale richiesta - all'interno del processo di ascolto dei territori che lei sta portando avanti, di tenere in considerazione per quel territorio la riduzione avvenuta nel 2012, quindi che nell'applicazione del 29% si consideri che fino all'anno precedente quel territorio aveva anche i posti letto dell'ospedale di Arona. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Saitta per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Il collega Rossi conosce benissimo la materia, essendo non soltanto un assiduo partecipante alla riunione della Commissione. Il tono e la modalità utilizzati per scrivere questa interrogazione evidenziano una conoscenza del tema, per cui mi limiterò soltanto a qualche considerazione evidentemente, c'è la massima disponibilità al confronto con le Amministrazioni comunali, come sto facendo.
Però, occorre una precisazione: nel 2012, chi mi ha preceduto - quindi la Regione Piemonte - ha assunto decisioni anche concrete. Cioè, non soltanto quella realtà ha subito dei tagli in quel periodo, ahimé, sono state interessate altre zone. Quindi, quella situazione non rappresenta un elemento di unicità, tanto per essere molto chiari ed evitare di impostare una rivendicazione basandola su un'unicità, perché non si tratta di questo altri ospedali sono stati chiusi. Però, come ho avuto modo di dire in Commissione, ripeto qui una breve riflessione.
E' necessario che, dal punto di vista della Regione Piemonte, si cerchi di aggiungere nelle giuste rivendicazioni da parte degli Enti locali anche qualche riflessione un po' più ampia, che, evidentemente, mi sento di svolgere. Cioè, il tema dei posti letto è sicuramente importante, ma non è l'unico.
Mentre i posti letto necessari previsti dalle precedenti normative soltanto qualche anno fa, erano il sei per mille, oggi siamo arrivati al 3,7 per mille, in quanto, complessivamente, le modalità di cura dal punto di vista ospedaliero sono cambiate, nel senso che sono aumentati gli interventi in day hospital. Cioè, la degenza si sta riducendo e ha determinato nel tempo un minore utilizzo dei posti letto.
Occorre tenere conto se c'è - come credo che ci sia - l'esigenza di mantenere delle attività, allora la disponibilità evidentemente è completa.
So che quello di Borgomanero è un ottimo ospedale, i risultati sono buoni li conosciamo, l'attività produttiva è buona. Però, non mi pare - sul confronto sono disponibile - che una riduzione di posti letto possa determinare un peggioramento della qualità delle prestazioni.
E' nostra opinione - ripeto che sono disponibile al confronto - che la qualità e il livello delle prestazioni possano essere mantenute con la decisione che è stata assunta, perché già avviene così. La nostra opinione è una sorta di registrazione della situazione. Mi rendo conto che questo è un elemento di novità, ma, come ieri dicevamo in Commissione, soltanto il riferimento dei posti letto, anziché della produzione e della modalità di prestazione di un servizio sanitario, rischia di diventare un riferimento che non ha sicuramente il collega, perché lo sa perfettamente - legato un po' ad un impianto antico.
Detto questo - evidentemente è la motivazione con la quale è stata costruita questa delibera, sulla base dell'indicazione del Patto per la salute - a livello di quadrante, siamo evidentemente disponibili a tutte le riflessioni utili a risolvere questioni di carattere puntuale all'interno di questa dimensione. Il livello di quadrante è essenziale perché ci permette di collegare non soltanto l'offerta dell'attività ospedaliera, ma anche l'offerta di prestazioni che possono essere legate all'attività ospedaliera; penso sicuramente alla post acuzia, ma in modo particolare alla continuità assistenziale, affinché individuare in ogni caso delle modalità in grado di soddisfare al meglio una domanda di salute.
Ringrazio per la sollecitazione, anche se non ho ancora avuto modo di leggerla; comunque, quanto prima avrò modo di incontrare i Sindaci e anche di discutere dell'argomento. Dopodiché, come accade in questi confronti, se ci sono questioni che in qualche maniera sono sfuggite all'interno dell'applicazione di una norma, su cui si possono esprimere giudizi diversi, evidentemente la disponibilità è certa per poterci lavorare.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta") - Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 233 presentata dal Consigliere Bono inerente a "Rimodulazione delle reti assistenziali, delle strutture complesse ospedaliere e rilancio del territorio: nuova struttura sanitaria nella città di Venaria Reale (TO)"


PRESIDENTE

Proseguiamo con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n.
233, presentata dal Consigliere Bono, che ha la parola per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Ieri, in Commissione, l'avevo annunciato all'Assessore Saitta.
Purtroppo, a causa di un'importantissima seduta della III Commissione sul finanziamento degli impianti di innevamento artificiale delle stazioni sciistiche, non abbiamo potuto prolungare la Commissione sanità, pertanto non abbiamo potuto avere una serie di risposte da parte dell'Assessore Saitta su quesiti che avevamo posto in Commissione. Quindi, saremo obbligati - non ce ne voglia, Assessore - a presentare delle interrogazioni nel merito; ovviamente, dopo la pausa, penso torneremo a riunirci un po' di più in sede di Commissione sanità.
Il tema riguarda il nuovo presidio a valenza sanitaria di Venaria Reale. "Nuovo" nel senso che è in fase di avanzata progettazione, anzi dovrebbero essere stati trovati i fondi per la realizzazione.
L'Assessore Saitta, in una serata pubblica, con una comunicazione ai media, ha parlato di "nuovo ospedale" per quanto riguarda Venaria.
Chiederei solo di avere una specificazione in coerenza con quanto detto sia dal decreto Balduzzi, che specifica quali sono i livelli di intensità di cura in una rete ospedaliera, sia dalla DGR 6-5519 del 14 marzo, sia dai programmi operativi 2013-2015, sia dall'ultima DGR di revisione della rete ospedaliera del 16 novembre 2014, dove appunto non è previsto un ospedale nella rete piemontese nel Comune di Venaria, bensì è previsto un presidio a valenza sanitaria di tipo di continuità assistenziale.
Se noi andiamo a vedere la definizione di un presidio di continuità assistenza, esso dovrebbe non avere posti letto per quanto riguarda la rete ospedaliera, ma avere soltanto un servizio territoriale di continuità.
Quindi, non si potrebbe parlare a nostro giudizio di ospedale, a meno che si vogliano usare definizioni ambigue - e questa è una specifica che richiediamo all'Assessore Saitta - per poter essere chiari nel momento in cui si va sul territorio e si fanno degli annunci che sono sicuramente attesi, perché il vecchio presidio ospedaliero di Venaria è una struttura fatiscente e non a norma, e quindi anche per la successiva trasformazione.
Sappiamo che, ad oggi, c'è un punto di primo intervento nella struttura, ma anche per quanto riguarda il punto di primo intervento, nei programmi operativi viene considerato come possa essere esclusivamente una presenza temporanea a seguito della riconversione dell'attività di un ospedale per acuti in un ospedale per post acuti, oppure una struttura territoriale. Quindi non dovrebbe neanche più esserci il punto di primo intervento.
Chiediamo all'Assessore Saitta una specifica nel termine anche al numero limitato di posti letto (15-20) che dovrebbe esserci in un ospedale di territorio, così come viene chiamato, gestito da personale infermieristico in cui l'assistenza medica è assicurata dai medici di medicina generale e dai pediatri di libera scelta e non dai medici ospedalieri. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bono.
La parola all'Assessore Saitta per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente.
Cercherò di essere preciso per evitare di essere strumentalizzato in un momento della vicenda politica della Città di Venaria.
Mi sono limitato, nella richiesta di informazioni giornalistiche, a fornire soltanto il contenuto di un decreto del Presidente della Giunta regionale - parlo evidentemente di Venaria - in data 26 novembre, con il quale il Presidente della Giunta prende atto della conclusione della Conferenza dei Servizi. C'erano alcune questioni che erano rimaste irrisolte nel tempo, che avevano anche determinato un rallentamento dell'attività di realizzazione e di completamento della ristrutturazione.
Con questo decreto il Presidente della Giunta adotta le determinazioni della Conferenza dei Servizi, conferma l'applicazione delle modalità contenute in un'intesa che risale a qualche anno fa, e conferma il quadro economico in modo che SCR, che era l'incaricato, avrebbe potuto riprendere i lavori.
Quindi, è soltanto questo. La determinazione è questa.
Il riferimento a questa deliberazione è un'intesa, secondo una scelta che era stata compiuta dalla Giunta precedente, che non posso, come dire che confermare.
Sappiamo che attualmente lì ci sono delle attività; i colleghi sanno che attualmente in questo presidio ci sono attività di ricovero di medicina per acuti, lungodegenze, attività specialistiche come anestesia, chirurgia e via di questo passo, e sono anche presenti servizi come radiologia eccetera.
Nel momento in cui si è proceduto ai lavori in ristrutturazione diventerà un presidio non a valenza ospedaliera, ma sanitaria, quindi le attività definite in programma sono sostanzialmente quelle che, una volta si facevano in un CAP, un centro di assistenza primaria. Adesso, con il nuovo Patto per la salute le modalità sono diverse, il che vuol dire che il presidio può contenere attivazioni dirette di continuità a valenza sanitaria per la successiva presa in carico alla fase acuta. Il superamento dell'attività di medicina lungodegenza del presidio ospedaliero di Venaria consente di liberare risorse per le nuove attività e anche per potenziare l'attività di cure domiciliari; lo ripeto, era stato fatto con questa funzione.
Ricordo altresì che il centro di assistenza primaria di prossima attivazione è un servizio sanitario a valenza territoriale, in cui per 12 ore al giorno, compreso il sabato mattina, i cittadini avranno gratuitamente a disposizione un'assistenza medica in un ambiente sanitario protetto e attrezzato e con la possibilità di approfondimenti diagnostici che precede l'invio in ospedale.
Il bando per l'individuazione dei medici necessari per l'attivazione del CAP è già stato concluso, come mi informa l'Azienda, con successo avendo aderito i 18 medici necessari all'espletamento dei turni contemporaneamente, la direzione dell'ASL mi comunica che sta definendo la disponibilità del restante personale per il CAP stesso, ovvero infermieri professionali e OSS, coerente con l'attività da svolgere.
All'inizio del 2014, nel distretto di Venaria è stato istituita la pronta disponibilità infermieristica feriale, pomeridiana e festiva (ho qui tutti gli orari); è tuttora operativo a Venaria il punto di pronto intervento per 24 ore al giorno con la presenza di un medico e personale infermieristico.
In conclusione, quello è un CAP e resterà tale. Non è un presidio ospedaliero e quindi anche le scelte che sono state compiute dovranno essere tutte rivisitate in funzione del contenuto del Patto per la salute come da articolo di cui non ricordo il numero, però tutto nasce dal decreto della Giunta che conferma tutti gli atti che erano stati assunti precedentemente. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei, Assessore Saitta.


Argomento: Agricoltura biologica

Interrogazione a risposta immediata n. 234 presentata dal Consigliere Mighetti, inerente a "Produzione anomala di riso biologico in aziende miste. Cambiamento sistema controlli stagionali su trattamenti di diserbo in agricoltura biologica"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 234, presentata dal Consigliere Mighetti.
La parola al Consigliere Mighetti, per l'illustrazione.



MIGHETTI Paolo

Grazie, Presidente.
Il question time nasce dalla trasmissione Report che abbiamo potuto vedere domenica sera. Forse, molti di noi hanno l'abitudine di andare a vedere la domenica sera su RAI Tre di che cosa si sta parlando, perché alle volte ci sono argomenti veramente interessanti.
Non facciamo professione di fede assoluta in ciò che viene raccontato dai giornalisti, ma chiaramente sono state sollevate delle problematiche che ci paiono abbastanza preoccupanti.
Abbiamo appreso come alcune problematiche, come quelle relative alla reintroduzione della rotazione siano state già risolte dalla Giunta, ma in realtà la preoccupazione vera è basata su due argomenti principali.
Il primo è il fatto che, nella produzione del riso bio, ci siano delle aziende miste, che in un stesso appezzamento, ossia in uno stesso corpo aziendale, fanno produzione bio e produzione tradizionale. L'utilizzo dei fitofarmaci per le coltivazioni tradizionali può, a nostro giudizio influenzare le colture bio.
Il secondo riguarda un altro tipo di problema, come evidenziato dalla trasmissione televisiva: l'efficienza dei controlli.
Io, come l'Assessore Ferrero, vengo da una zona dove le colture che seguono protocolli bio possono essere controllate con una certa facilità apprendiamo invece che il riso, essendo una coltura che prevede dei trattamenti in un determinato periodo dell'anno, sono comunque difficilmente controllabili; difficilmente controllabili specie se ci sono dei problemi burocratici che impediscono di andare a fare il controllo proprio nel momento in cui si può verificare l'effettiva bontà della coltivazione in regime bio.
Quindi chiediamo all'Assessore quali siano i futuri intendimenti della Giunta per andare a migliorare questi controlli e far sì che le coltivazioni bio siano assolutamente sicure e assolutamente compatibili con quanto scritto sulle etichette che troviamo al supermercato.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Ferrero per la risposta.



FERRERO Giorgio, Assessore all'agricoltura

Grazie Presidente; grazie Consigliere Mighetti.
Purtroppo non ho visto direttamente il servizio, ma mi hanno riferito e quindi ho provveduto a inserire nella risposta una serie di dati che credo possano essere interessanti.
Come avete già detto, in qualche modo avevamo già preso atto di quella delibera - che, dopo un po' di approfondimenti, abbiamo ritenuto di abrogare - che consentiva la rotazione non in una annualità, ma nel periodo che intercorreva tra la fine della coltura del riso e la semina (diciamo considerato il periodo, un po' anomala). Quindi questa delibera l'abbiamo abrogata. Nei giorni scorsi ho saputo, un po' con stupore, che invece altre Regioni stanno cercando di inserire quella pratica; io direi che non è una pratica da inserire.
Alcuni dati, però, sono specificati nella risposta scritta. La trasmissione ha dato rese non esatte, cioè dai dati nazionali che noi prendiamo dal sito del MIPAAF le rese non sono superiori a quelle del convenzionale e non sono quelle di 67 quintali a ettaro citate nella trasmissione, ma sono di 59 quintali a ettaro, quindi sono inferiori a quelle convenzionali.
Altre cose su cui è importante che ci siano dei chiarimenti (e li trovate sempre nella risposta scritta) è sulla dinamica dei controlli. Nel biologico, naturalmente su indicazione del Ministero (MIPAAF), i controlli vengono affidati agli organismi di controllo, che in Italia sono soggetti privati accreditati. Questi organismi vengono, a loro volta, controllati a campione: nel nostro caso, quelli operanti in Piemonte, dalla Regione Piemonte, mentre è delegato alle Province il controllo degli operatori cioè del biologico sul campo. Queste sono le modalità.
Ovviamente, a tutti questi controlli convenzionali si aggiungono quelli dell'Assessorato alla sanità, quelli dei NAS, dei Carabinieri e dell'Istituto Centrale Repressione Frodi, che è anche soggetto autorizzato a tali controlli.
Dai dati che abbiamo da Federbio (l'Associazione che riunisce la maggior parte degli organismi di controllo), sulle aziende risicole c'è una media di controllo di 2,15 volte all'anno, che è quasi il doppio della media di controllo esistente sugli altri settori. In Piemonte abbiamo già l'ho fatto anch'io quest'estate - evidenziato che è necessario intensificare la qualità dei controlli, però fuori sacco (ma trovate tutti i dati nella risposta scritta) un tema c'è.
Il settore riso, a differenza di tutti gli altri settori, consente che una stessa azienda, non nella stessa particella o nello stesso appezzamento, ma in appezzamenti diversi, possa attuare una coltivazione biologica e una convenzionale. In realtà lo consente tutto il Regolamento ma in Piemonte non succede in nessun'altra coltura perché, mentre è consentito dal Regolamento nazionale, per aderire alle misure agroambientali che il Piano di sviluppo rurale mette a disposizione, sul piano regolamentare la Regione Piemonte non consente a un'azienda che fa biologico di avere altre coltivazioni.
Per spiegarmi meglio: il riso è un caso anomalo, dove le aziende rinunciano al contributo dell'Agroambiente e nella stessa azienda decidono di fare due modelli colturali, quindi escono fuori dalla dinamica che riguarda tutte le altre aziende che fanno il biologico in Piemonte, lo possiamo dire senza sbagliarci troppo.
L'altra particolarità che ha il riso è che naturalmente va sott'acqua come tutti noi sappiamo. Allora è chiaro che, nel percorso dell'acqua tra un una risaia e l'altra, se prima quest'acqua ha un passaggio in una risaia a coltivazione convenzionale e poi scorre in un appezzamento a coltivazione biologica, è ovvio che, se vado a fare l'analisi dei residui, è possibile trovare residui anche se il titolare non li ha utilizzati. Per cui vi è una serie di complicazioni per le quali noi abbiamo chiesto di migliorare la qualità e l'efficienza dei controlli, chiedendo anche collaborazione, cosa che non è mai successa finora, perché sentiamo persone che dicono "quel signore ha utilizzato il diserbante", ma nessuno finora ha fatto una dichiarazione che, in qualche modo, possa essere presa a testimonianza per andare a fare una verifica sul campo. Quindi, abbiamo bisogno che ci sia anche una collaborazione più concreta.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 232 presentata dal Consigliere Sozzani, inerente a "Chirurgia pediatrica Ospedale Maggiore della Carità Novara"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 232, presentata dal Consigliere Sozzani, che ha la parola per l'illustrazione.



SOZZANI Diego

Grazie, Presidente.
Questa interrogazione è in linea con un'analisi che noi abbiamo fatto rispetto all'ipotesi di razionalizzazione che l'Assessore va affrontando nell'ambito della sanità piemontese, ove tra le strutture complesse dell'Ospedale Maggiore di Novara verrebbero soppresse sia la Chirurgia pediatrica che l'Ortopedia pediatrica. Ciò fa venir meno un servizio estremamente importante, lasciando invece doppie altre funzioni presenti nell'Ospedale stesso.
Non si capisce come mai si lascino due Chirurgie piuttosto che altri primariati doppi e si vada invece a incidere, sotto il profilo del risparmio, rispetto a un reparto estremamente importante e molto efficiente che, qualora mancasse, determinerebbe un aumento della cosiddetta mobilità passiva, quindi dei costi che vanno a incidere sulla Regione Piemonte.
Ora, il concetto è: se l'Ospedale di Novara viene concepito sotto il criterio di hub (hub significa evidentemente l'elemento di riferimento di una certa zona, immagino di quadrante, per come era stata impostata precedentemente), evidentemente questa semplificazione pone una limitazione, cioè va a incidere anche sulla definizione che stavo poc'anzi esponendo.
Rispetto a quanto detto prima dal collega Rossi, sotto il profilo della razionalizzazione, l'ASL e l'Ospedale di Novara hanno di fatto già pagato un certo prezzo. Non condividendo evidentemente - al contrario del collega che mi ha preceduto - l'ipotesi di razionalizzazione, si chiede, in modo specifico, se è possibile rivedere questa posizione in un ambito di razionalizzazione più complessiva dell'ospedale, ove riteniamo sia possibile andare ad individuare razionalizzazioni in altri settori che avrebbero un impatto minore, rispetto a quello più pesante che verrebbe meno rispetto alla cancellazione di un primariato di questo genere, di un reparto di questo genere.



PRESIDENTE

Risponde l'Assessore Saitta; prego.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Il collega Sozzani, come altri colleghi che in queste settimane stanno intervenendo, pone puntuali rilievi in ordine alla scelta compiuta attraverso la delibera.
E' chiaro che, leggendo la situazione per ogni singola Azienda e per ogni singolo territorio, evidentemente le scelte compiute potrebbero essere oggetto di osservazione, a livello locale, senza però escludere la necessità di un approfondimento. Non lo escludo per i rilievi fatti oggi poco fa anche dal collega Rossi.
Credo sia utile tenere conto del quadro complessivo, nel senso che un quadro complessivo aiuterebbe a spiegare le scelte magari non condivise.
Il quadro complessivo è un quadro finalizzato, come il collega sa e come ho avuto modo di dire diverse volte, a dare una risposta all'eccessiva frammentazione dell'offerta ospedaliera, soprattutto per alcune specialità.
L'eccessiva frammentazione dell'offerta, come ci è stato sottolineato con pesantezza anche dall'Agenzia Nazionale della Sanità, non è indice di buona qualità e non consente di garantire quella sicurezza necessaria.
Noi abbiamo alcune attività ospedaliere sparse in giro, il che riguarda anche il quadrante di Novara, dove alcune attività sono ridondanti: penso alle malattie infettive, ad esempio.
L'operazione è praticamente questa: ci riferiamo a quei bacini di utenza indicati nel Patto per la salute.
Al collega Sozzani non posso che dire che capisco e comprendo questa preoccupazione, ma inviterei a fare una valutazione - che farò anch'io - in termini un po' più complessivi, perché siamo ormai di fronte ad una sorta di interdipendenza tra i territori, soprattutto per quanto riguarda alcune discipline sanitarie ospedaliere ad ampia utenza, perché si tratta di ampia utenza.
E' chiaro che una disciplina con queste caratteristiche, per il bacino molto ampio, richiede soltanto tre punti della provincia dove può essere realizzata e attuata. Sulla base dei rilievi (lei non è il primo che fa questo tipo di rilievo, altri ne sono stati fatti), faremo le valutazioni necessarie. Approfondiremo le questioni, ma, in ogni caso, resta il fatto che, come ho già avuto modo di annunciare, la delibera è stata assunta (poi ci sarà il problema concreto dell'applicazione).
Evidentemente, nell'applicazione faremo questa valutazione a livello di quadrante. Fermo restando i numeri di carattere complessivo, fermo restando la definizione di strutture complesse e fermo restando alcuni vincoli, si deciderà la modalità più utile, tenendo conto di alcune questioni fondamentali: primo, l'aumento della produzione, che diventa essenziale secondo, l'accesso. Questo vale, a maggior ragione, per le discipline ospedaliere ad ampia utenza.
Non c'è, quindi, nessuna chiusura.
Considero il rilievo una sollecitazione a verificarla e volentieri. Per questo e per gli altri rilievi, da parte nostra, nella fase di attuazione ci sarà la possibilità di lavorarci.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Come detto in precedenza, in sala Viglione è presente una delegazione dei dipendenti della Provincia.
Siamo invitati, per chi fosse interessato, a recarci in Sala Viglione.
Chiedo scusa, Consigliera Batzella, c'è ancora la sua interrogazione.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 235 presentata dalla Consigliera Batzella, inerente a "Riorganizzazione dei presidi ospedalieri in conseguenza alla chiusura dei punti nascita"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 235, presentata dalla Consigliera Batzella.
La parola alla Consigliera Batzella per l'illustrazione.



BATZELLA Stefania

Grazie, Presidente.
Non vi libererete molto facilmente di me! La mia interrogazione ha per oggetto la riorganizzazione dei presidi ospedalieri, in conseguenza alla chiusura dei punti nascita del territorio piemontese.
A me piace ricordare, giusto per non dimenticare, il principio di uguaglianza - articolo 3 della Costituzione Italiana - ed anche l'articolo 32, che tutela la salute di tutti i cittadini.
In seguito al programma A14.1.1 "Rete ospedaliera e riconversioni" si prevede, entro il 31/12/2013, "la ridefinizione della rete ospedaliera acuti e post-acuti, con individuazione analitica del numero dei posti letto suddivisi per struttura, disciplina, day hospital e ordinari, unità operative (nel rispetto delle indicazioni degli standard nazionali e dell'emanando regolamento)".
Questa riorganizzazione prevedeva la chiusura del punto nascite di Domodossola. Poiché cittadini, associazioni e Sindaci del territorio avevano fatto ricorso al TAR, e poi al Consiglio di Stato, vi è una sentenza del Consiglio di Stato che decreta la chiusura dal 27 agosto del corrente anno 2014.
Dopo la chiusura dell'ospedale di Domodossola, del punto nascite di Courgnè (avvenuto lunedì 15), dell'Ospedale Tortona-Acqui Terme (il punto nascite di Acqui Terme è stato chiuso a giugno di questo anno), rimane l'ospedale di Susa, il punto nascite di Susa, che però, in seguito alla nuova delibera di Giunta regionale nr. 1/600 "Riorganizzazione della rete ospedaliera", si prevede, secondo la legge Balduzzi (con il nuovo Patto per la Salute 2014-2016) la chiusura del punto nascite dell'ospedale di Susa entro il 2016.
In seguito a questo, vorrei interrogare il Presidente della Giunta, la Giunta e l'Assessore, per conoscere se è stata presa in considerazione la presenza in Pronto Soccorso delle diverse figure professionali - parlo di Pronto Soccorso H24, quindi 24 ore su 24 - quali un ginecologo un'ostetrica, un pediatra ed eventualmente un'infermiera pediatrica; il tutto per poter garantire una continuità assistenziale, anche perché - e concludo - questa è una risposta che i cittadini attendono.
Tra l'altro, oggi c'è stata una delegazione dei Sindaci della Val di Susa con il Comitato delle donne "Noi abbiamo partorito a Susa" e dei cittadini che avrebbero anche voluto avere un confronto. Ricordo che l'Assessore Pentenero ha accettato un tavolo di confronto con i lavoratori della Vertek, invece l'Assessore Saitta non ha voluto incontrare i Sindaci della Val di Susa con i cittadini che erano venuti qui, in segno di protesta e in difesa del loro territorio. Ripeto, l'Assessore Saitta non ha voluto incontrarli.
I cittadini, perlomeno i cittadini, attendono delle risposte e attendo una risposta io in qualità di cittadina, e lo attendono tutti i cittadini della Val di Susa.



PRESIDENTE

Assessore Saitta, le chiedo gentilmente una sintesi, perché c'è una delegazione in attesa di essere audita.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Consigliera Batzella, ho sempre ricevuto qualunque amministrazione comunale, ma al momento non ho ricevuto nessuna richiesta di convocazione né da parte di Sindaci né di nessun comitato. Tanto per essere chiari.
Se, invece, si vuole strumentalizzare tutto, si può fare. Sono sempre disponibile, non ho mai evitato il confronto. La invito a riflettere prima di dare giudizi che non sono disponibile al confronto. Così come fanno tutte le amministrazioni e tutti i comitati che ho ricevuto, è sufficiente telefonare: c'è il contatto e c'è il confronto.
Se, invece, si preferisce utilizzare questa modalità organizzata da lei, si può anche fare, ma personalmente lo ritengo scorretto nei confronti di chi decide di utilizzare le modalità che vengono applicate da parte di tutti.
Venendo al tema e per essere breve, potrei darei una risposta puntuale ma la sollecitazione giusta del Presidente che c'è una delegazione urgente che attende di essere ricevuta, mi permette di dire che la collega, in quanto professionista, ancora prima che politica, sa perfettamente quali sono i vincoli e i motivi di sicurezza che stanno intorno alle scelte che vengono compiute. Chi fa un'attività, prima o poi lo deve sapere che, sotto una certa soglia, c'è un rischio determinato dal fatto che i punti nascita devono avere mille parti l'anno, e a Susa sono 500, esclusivamente perché è collegata ad un DEA di primo livello, vuol dire a quelle attività ospedaliere tipiche di primo livello, che garantiscono sicurezza in caso di complicazioni.
Se invece si vuole difendere qualunque cosa, anche dimenticando la propria attività professionale in funzione di un'esigenza di carattere politico, vuol dire che si strumentalizza, di fatto, anche la sicurezza delle donne che il sistema sanitario deve garantire. Non do nessuna interpretazione, la collega sa perfettamente cosa prevede il Patto per la salute e credo che, essendo una professionista, è in grado di leggere e capire che cosa dice la letteratura scientifica in ordine ai rischi che si hanno quando il livello di attività è molto basso, come succede a Susa. Non per nulla a Susa, e lei lo sa perfettamente, vengono fatti parti di un certo tipo, l'impegno del personale è di un certo tipo. Certo, se si vogliono fare forzature.
Signori, le persone scelgono! Continuo a ripeterlo: al di là della volontà che lei ha e del fatto che operava in quel settore, e lì in modo particolare, nel momento in cui c'è una riduzione dell'attività, le persone scelgono. Smettiamola con questa logica antica di immaginare che è sufficiente mantenere un punto nascita e così arrivano i pazienti. Per fortuna scegliamo tutti e non dobbiamo essere forzati.
BATZELLA Stefania (fuori microfono) Ho presentato un'interrogazione, risponda alla domanda!



PRESIDENTE

Non è possibile interloquire.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

La collega, che è una professionista del settore, conosce le norme conosce le leggi, ha sicuramente un grande senso etico nella sua attività professionale che è ancora più forte della responsabilità di carattere politico. Credo che anche lei non possa che convenire sul fatto che bisogna evitare rischi per la salute delle donne.



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata.



(Alle ore 15.56 il Presidente dichiara esaurita la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata)



(La seduta ha inizio alle ore 16.35)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Baricco, Chiamparino, Conticelli Corgnati, Marrone, Pentenero, Rostagno e Valmaggia.


Argomento: Norme finanziarie, tributarie e di contabilita

Esame disegno di legge n. 66, inerente a "Disposizioni urgenti in materia finanziaria"


PRESIDENTE

Colleghi, procediamo con l'esame del disegno di legge n. 66, di cui al punto 3) all'o.d.g.
Stamani sono state svolte le relazioni sul provvedimento rispettivamente dai Consiglieri Gallo, Bono e Vignale.
È aperta la discussione generale.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Grimaldi; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Sulla necessità dell'aumento dell'IRPEF cui siamo stati obbligati vista la gravissima situazione, si è detto tanto.
Non so quanto questa discussione ci abbia fatto bene, ma mi pare che all'esterno, soprattutto le fonti giornalistiche spesso non abbiano ritratto la nostra reale condizioni. Si è parlato tanto dei 953 milioni di euro di indebitamento che sono diventati, in poco più di dieci anni, quasi nove miliardi, ma non si è detto di quale sarà, di fatto, la situazione drammatica dell'Ente dai prossimi mesi.
Spesso si è anche male interpretato la richiesta a questo Governo in termini di deroghe. Ha ragione il Vicepresidente, non stiamo chiedendo l'elemosina né un contributo una tantum. Di fatto, chiediamo un intervento straordinario del Ministero dell'Economia e delle Finanze che preveda il pagamento, nei prossimi due anni, delle sole quote sugli interessi e non quelli sui capitali dei mutui, e la riduzione delle quote annuali attraverso l'allungamento dei tempi di restituzione.
Come si è detto, anche noi abbiamo il compito di mettere in atto alcune scelte. Come dicevamo, siamo chiamati a fare la nostra parte.
Per quanto riguarda l'IRPEF, Vorrei solo ancora un momento far comprendere meglio qual è la platea che abbiamo scelto. Questo, devo dire la verità, non mi pare sia emerso così tanto se non dalla voce del Vicepresidente più la scorsa volta che questa. I contribuenti esclusi sono quasi due milioni su una platea di due milioni e seicento. Questo, di fatto, fa capire una cosa, cioè che a pagare gli incrementi saranno soprattutto i redditi alti, ma secondo me non è emerso così tanto da questa discussione: di fatto, il grosso dei contribuenti, cioè oltre il 75%, non è toccato dall'aumento dell'IRPEF. Mi pare che questa sia la notizia più sottovaluta di questa discussione, lo dico sinceramente, anche perch l'incremento più forte - un punto percentuale - coinvolgerà certo 127 mila contribuenti, ma non quelli che stanno dai 55 mila ai 75 mila euro di IRPEF.
Devo dirlo con sincerità, ma certamente avremmo preferito - se volete metterla così - che nei due scaglioni che sono stati toccati anche dalla manovra della Giunta precedente ci fossero un'inversione di tendenza l'avevamo chiesta - e anche un segnale per tutti; anche perché quel segnale sarebbe stato ridistribuito pure per gli altri redditi. Ricordo che gli scaglioni non sono come le fasce, quindi avremmo preferito questo tipo di manovra.
Siamo però contenti che non solo non solo non siano state toccate le due prime fasce, ma che siamo arrivati anche ad una soluzione che prevede alcune riduzioni: penso ai 400 euro per le famiglie numerose (sono 100 euro a figlio, ma possono essere anche di più) e, di fatto, 250 euro a figlio disabile, cosa che aumenta ancora la quota che era prevista. E credo che abbiamo fatto bene anche a rimodulare, nella nostra discussione, l'aumento del bollo, introducendo una progressività che va dal sei all'otto, fino al 10% per alcune classi motoristiche.
Certo si può fare ancora di più e chiudo dicendo ciò che ho detto all'Assessore più volte. Credo che ci sia un dato: sebbene possiamo dire che questa manovra la paga in modo più consistente chi ha di più e chi pu farcela - diversa è la vicenda del bollo - devo dire la verità: secondo me si è fatto ancora troppo poco - gliel'ho già detto - sulla parte dell'evasione. E' vero che non siamo l'Ente che può fare di più, ma noi abbiamo tante possibilità in tanti luoghi. Anche solo la partita del bollo costituisce uno di questi, ma pensate a tutta la discussione che abbiamo fatto sul diritto allo studio e a quello che potremmo fare su altri tipi di tasse. Io credo che questo lavoro certosino di ricerca degli evasori in questa Regione debba essere fatto.
Non c'è solo la grande evasione. Ve l'ho detto a proposito delle vetture e soprattutto dei super SUV, solo perché dietro queste macchine, se si fanno delle piccole analisi, si cela il fatto di essere detenute da persone che quell'aumento dell'IRPEF non lo avranno. Fatevi due conti: spesso in alcune zone, in cui la popolazione ha mediamente un'IRPEF sotto i 15 mila euro, poi si scopre che magari ci sono proporzionalmente una o due auto di grande cilindrata per abitante. Questo vuol dire che noi possiamo fare un pochino di più. L'ho detto: utilizziamo il CSI al meglio, proviamo a lavorare di più sui borsellini elettronici, facciamo delle vere campagne insieme agli Enti locali: il recupero antievasione e la redistribuzione del maggior gettito sul territorio piemontese possono completare questa proposta finanziaria.
E poi chiederei uno sforzo in più su tutta la parte che abbiamo fin qua annunciato, cioè sul taglio degli affitti delle sedi decentrate e sulla vicenda delle società partecipate. Ecco, non vorrei che queste venissero considerate tutte alla stessa stregua. Credo quindi che sia giustissimo fare un piano di razionalizzazione delle sedi e sia giustissimo abbandonare tutta la parte di affitti in eccesso. Trovo meno giusto, in tutta questa discussione, ignorare - lo dico soprattutto al Centrodestra, che ci invita a dismettere tutto quello che c'è - anche le grandi possibilità che queste Partecipate possono rappresentare per la nostra Regione. Penso alla vicenda IPLA, che dobbiamo risolvere entro fine anno, e penso ad altre questioni che dovremo affrontare.
Pertanto, Presidente, spero che, oltre alla discussione che abbiamo iniziato a fare, appunto, sulla razionalizzazione delle sedi e sugli elementi giusti come i Quadranti (oggetto delle nostre riforme), si possa però avviare una discussione più seria su come utilizzare al meglio queste Partecipate, in luogo di affrontare il tema occupazionale delle stesse e del numero dei dipendenti, così come abbiamo appena sentito, tra l'altro relativamente alla vicenda delle Province.
A forza della retorica del dire "sì, ci sono tanti dipendenti, ecc." alla fine si scopre che il disegno centrale - spesso, forse, più che della politica dei Direttori che continuano a governare nell'ombra, a prescindere dai Governi che si alternano - è quello, alla fine, della sostanziale riduzione della spesa pubblica e - posso dirlo, Assessore? - probabilmente della messa in mobilità di una parte dei dipendenti delle nostre Pubbliche Amministrazioni.
Se questo è il disegno centrale dello Stato, a questo noi ci opporremo e speriamo che la Regione non abbia le stesse idee, anche perché non sono le nostre.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Grimaldi.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Gancia; ne ha facoltà.



GANCIA Gianna

Nel ringraziare per l'illustrazione il Presidente e per la disponibilità il Vicepresidente Reschigna, vorremmo solo chiedere come Gruppo della Lega una maggiore incisività sulle misure draconiane che occorrerà intraprendere per il taglio della spesa e anche delle Partecipate, che sono dei veri e propri carrozzoni. Lo dico con tutto il rispetto del personale che ci lavora: questo è un problema che va assolutamente affrontato. Si tratta di una situazione complicata, però per noi questo è un punto di partenza, dato che da qualche parte bisogna partire.
Abbiamo sentito l'Assessore Saitta - lo rimarco - che sta portando avanti tutto il progetto Cota e c'è il Tavolo Massicci, quello definito dal Piano di rientro. Ribadisco ancora una massima attenzione alle Partecipate perché non è la prima volta che lo dico, e anche ad aziende come AMOS, che hanno sede in provincia di Cuneo, perché non crediamo che ci siano criteri di trasparenza per le assunzioni e neanche per gli appalti.
Ribadiamo poi un giudizio positivo sulle alienazioni. Quand'ero Presidente della Provincia di Cuneo le abbiamo fatte, così come abbiamo chiuso le Partecipate, anche quando ci dicevano che era impossibile vendere. La Prefettura è stata venduta a 14 milioni di euro (parliamo di qualche mese fa), quindi non è vero che tutto è impossibile. Il momento è quello che è, però dismettere - come diceva il collega Vignale - è fondamentale.
Le mezze misure non sono più possibili. Voi, colleghi, avrete ricevuto in questi giorni, come ho ricevuto io, tante telefonate di gente disperata per il pagamento di tasse (IMU sui capannoni, acconti sull'IVA e su altre imposte). Credo che ogni centesimo vada davvero centellinato; chiedo scusa per il gioco di parole.
Per questo ringraziamo per il lavoro svolto e anche per il fatto che in ogni caso state portando avanti il lavoro già intrapreso, in special modo dal Consigliere Pichetto. Non c'è più la stampa, però lo state facendo con il favore della stampa; e guardate che avere il favore della stampa - lo dico ovviamente in molto sereno - non è cosa di poco conto. Avete quindi tutta la possibilità per lavorare, risanare la Regione, fare in modo che il Piemonte non si a più la maglia nera delle Regioni italiane e tornare invece a quelle parole di Quintino Sella che diceva: "Insegneremo loro" parlando dell'altra parte della penisola italiana - "a fare il pareggio di bilancio". Ora tocca a noi e saremo insieme in questa partita.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Andrissi; ne ha facoltà.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Ci troviamo a parlare di aumenti dell'IRPEF, che sicuramente va a colpire le fasce più alte; però bisogna dire anche che in questo Paese chi paga le tasse le paga un po' per tutti e quindi sicuramente questo aumento non fa piacere, considerando anche che basta andare nelle Regioni vicine per esempio la Lombardia - dove abbiamo un'IRPEF decisamente più contenuta rispetto a quella piemontese.
Questo ci fa sorgere delle domande, perché non mi sembra, guardando anche le vicende lombarde, che l'Amministrazione regionale lombarda sia stata così oculata nel tempo. Però questa è la situazione che dobbiamo gestire.
Per quanto riguarda l'aumento del bollo dell'auto, stupisce che si vadano a toccare quelle che sono le utilitarie, che hanno chilometri di percorrenza, e quindi valori di inquinamento, decisamente più contenuti rispetto ad altre automobili, quelle nelle fasce al di sopra dei 100 kilowatt. Alla luce di questo, la modifica proposta in Commissione non mi trovi per niente d'accordo, perché credo che vada rispettato il principio per cui "chi inquina, paga". Questo provvedimento non va certo in quella direzione, perché colpisce anche le vetture con kilowatt più contenuti, che inquinano di meno (perché hanno meno emissioni di gas climalteranti e di micropolveri) e che svolgono un ruolo notevolissimo nei costi sanitari in termini di Valutazione di Impatto Sanitario (VIS).
In merito all'aumento dei contributi idroelettrici, proprio oggi su La Stampa si leggeva un articolo che riguardava la Provincia di Torino, ma che allargava il ragionamento anche a livello regionale. In questo articolo si evidenziava il notevole incremento degli impianti idroelettrici: la Regione Piemonte, quindi, è in linea con le richieste che avanza l'Europa nella riduzione di emissioni di CO2 e nell'aumento di produzione delle energie alternative grazie all'energia idroelettrica. E sebbene la percentuale sia alta, facendo i calcoli abbiamo appurato che quel contributo non è così incidente su questa attività; però colpisce un comparto che sicuramente nel prossimo futuro sarà determinante, perché sappiamo tutti che il picco del petrolio è stato superato, sebbene momentaneamente il petrolio stia scendendo di prezzo. Sappiamo anche che, a livello internazionale, si sta discutendo se mantenere la concentrazione di CO2 al di sotto di 500 parti per milione. Questo è un ragionamento fondamentale per il prossimo futuro.
Il futuro sono le energie alternative, non credo che vadano penalizzate. Se proprio occorre pensare a qualche contribuzione bisognerebbe farlo sulle produzioni altamente impattanti e inquinanti per l'ambiente.
Ci sono anche studi del Consiglio europeo che evidenziano che, andando in questa direzione, si diminuisce l'impatto ambientale e si crea occupazione e competitività. Perché questo tipo di attività sarà sempre più penalizzato, considerando che i Paesi emergenti non intendono fare a meno della loro produzione di anidride carbonica.
Credo che dal punto di vista ambientale - stavo cercando di fare un ragionamento che andasse oltre a quelli già elaborati - questo tipo di manovra vada della direzione errata. Noi dobbiamo cercare di penalizzare le attività che creano impatto sanitario e che aumentano le emissioni di gas climalteranti, che saranno sempre più fuori mercato in questa Regione (pensiamo alla zona di Trecate, dove abbiamo dei pozzi di petrolio quasi dimessi).
Uno studio dell'ENEA evidenzia che utilizzando il gradiente geotermico (scendendo sotto terra, la temperatura aumenta di circa 100 gradi ogni chilometro di profondità) si possono creare migliaia di posti di lavoro e si può produrre energia elettrica pulita. È questa l'energia elettrica che va incentivata! Questa è la direzione che occorre intraprendere: lo dice l'ENEA, non il sottoscritto!.
Invece di andare ad inseguire il poco petrolio rimanente, sporco ed impattante, che andrebbe a colpire le nostre attività importanti (penso alla filiera vitivinicola del Novarese), credo che si debba incentivare l'iniziativa politica e trovare i fondi per portare avanti questi progetti e non per penalizzare le energie alternative. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Valetti; ne ha facoltà.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Vorrei ribadire alcuni concetti che abbiamo espresso, attraverso gli emendamenti, anche in Commissione.
Per quanto riguarda la linea guida che è stata seguita, abbiamo constatato che si tratta, di fatto, di tasse patrimoniali sui beni dei cittadini, e non sono incentivanti in alcun modo. L'ipotesi che noi abbiamo formulato è che ci fosse la fretta di varare un provvedimento senza badare troppo agli effetti che comportava o alle buone politiche che si potevano fare.
E di buone politiche se ne potevano fare, perché coinvolgendo le tasse automobilistiche, per esempio, potevamo pensare di andare nella direzione di maggior tutela dell'ambiente, o di riduzione dell'uso dell'auto. Questa invece, è una tassa sul possesso dell'auto, per cui in alcun modo si va ad incidere sull'uso o su altri aspetti che ci vedono molto sensibili (ovviamente insieme alla gran parte dei cittadini).
In materia di IRPEF, sostanzialmente si configura come un aumento di tasse sulle due aliquote più alte, ma che colpisce anche la classe media.
Quindi non è proprio quello di cui ci sarebbe bisogno, ovvero di un'altra tassa sul reddito, proprio in un momento di crisi come questo.
È mancata l'occasione di fare politiche di incentivazione e disincentivazione: sappiamo che i tempi non sono buoni e che comunque si avverte la necessità di fare le cose in maniera urgente. Per sinceramente, la tassa sul bollo non ci piace, perché prima di tutto si applica a tutti i kilowatt, anche a quelli sotto la soglia: sarebbe auspicabile un po' più di progressività, di certo non quella che abbiamo visto proporre in un emendamento della maggioranza e della Giunta che deve essere ancora presentato in aula, che abbassa le soglie di progressività fino ai 50 kilowatt: un'aliquota di partenza del 6% sembra decisamente elevata, perché va a colpire in sostanza le utilitarie. Prima non tenevamo conto delle auto datate, i cui proprietari non possono permettersi di cambiarle, sebbene abbiano potenze medio-alte; adesso andiamo a colpire anche le potenze basse. Insomma, si va a infierire su quella fascia di cittadini che non gode di una disponibilità elevata di reddito. Diventa una bella mazzata! Il provvedimento in sé già non ci piace: speriamo che non peggiori ulteriormente! Noi abbiamo proposto una rimodulazione un po' più progressiva, che non vada a colpire i veicoli di bassa potenza, ovvero le classiche utilitarie che servono alle persone per spostarsi, per recarsi al lavoro, e non sono certo un bene di lusso, vista anche la situazione di trasporto pubblico che è tutt'altro che ideale, anche se speriamo che migliori, e che non permette ai cittadini di fare a meno dell'auto.
Con questa manovra andiamo a colpire dei mezzi che sono di prima necessità, indispensabili per i cittadini. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Batzella; ne ha facoltà.



BATZELLA Stefania

Grazie, Presidente.
Come hanno ribadito i miei colleghi, anch'io intendo esprimere grande contrarietà su questo provvedimento.
Oggi abbiamo assistito a diverse manifestazioni, l'ultima da parte dei lavoratori della Provincia, che sono disperati per i tagli, per la perdita del lavoro o perché non avranno la sicurezza di un lavoro a tempo indeterminato.
Vorrei riprendere anche le parole dette da altri colleghi: attraversiamo un periodo di forte crisi economica, ma sono certa che anche voi lo vedete coi i vostri occhi: ci sono delle persone veramente disperate.
In campagna elettorale, il Presidente Chiamparino aveva fatto grandi e belle promesse ai cittadini: io ritengo che le promesse si debbano fare se si ha la certezza di poterle mantenere.
Detto questo, il Presidente Chiamparino aveva promesso e dichiarato che non ci sarebbe stato l'aumento delle tasse. La situazione in cui ci troviamo non è certamente semplice, perché sappiamo benissimo che abbiamo chiuso con un disavanzo di bilancio di 360 milioni di euro, che la Regione Piemonte è una delle Regioni più indebitate (la più indebitata del Nord) che è in Piano di rientro. Tutte queste problematiche le conosciamo molto bene. Mi chiedo, però, perché debbano essere sempre le stesse persone - i cittadini - a pagarne le conseguenze.
I cittadini sono vittime di un sistema politico fallito, che non ha funzionato, che ha sperperato il denaro pubblico e ha svuotato le loro tasche. Una grande parte di loro dovrà fare i conti con l'aumento delle tasse, perché aumenterà l'IRPEF, pertanto una grande parte di popolazione piemontese si troverà a dover pagare delle spese superiori a quelle che finora era solita pagare.
L'aumento del bollo dell'auto - l'abbiamo detto tutti - è fortemente penalizzante per chi ha una fascia di reddito limitata ed è costretto a fare grandi sacrifici, mentre chi guadagna otto o dieci mila euro al mese (ma anche dai cinquemila euro in su) incontra minori difficoltà.
Certamente, un padre di famiglia, un operaio o, comunque, un lavoratore che guadagna 1.000-1.200 o 1.500 euro al mese non può permettersi di svolgere determinate attività quotidiane come può fare una persona che ne guadagna 5.000 o 10.000. La stessa cosa dicasi per quanto riguarda le tasse.
Io non so se ci si renda veramente conto: sono sicura che quasi tutti voi o la stragrande maggioranza di voi si renda conto dei problemi reali anche se a volte ci soffermiamo a discutere su argomenti futili, ci confrontiamo nella futilità.
Questi problemi sono veramente gravi e sinceramente sono stanca di sentire e di vedere con i miei occhi la disperazione. Sono stanca di sentir dire: "Non abbiamo i soldi, non so se avrò un lavoro, non so se continuer ad avere un lavoro". Non si può andare avanti così, pertanto il mio appello accorato è di stare accanto a tutti i cittadini, che alla fine siamo anche noi, perché anche noi siamo dei comuni e mortali cittadini che pagano le tasse e che pagheranno gli aumenti, perché l'aumento del bollo dell'auto riguarderà anche chi di noi ha un'auto che supera un tot di cavalli fiscali. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Batzella.
Non essendoci altre richieste di intervento, è chiusa la discussione generale.
La parola al Vicepresidente Reschigna.



RESCHIGNA Aldo, Assessore al bilancio e alle finanze

Sarò breve, anche perché su questi temi abbiamo avuto modo di ragionare molto nelle sedute precedenti ed anche nelle sedute di Commissione, che hanno caratterizzato il lavoro in queste settimane.
Voglio esprimere innanzitutto una convinzione, e la esprimo per l'ennesima volta: i provvedimenti che stiamo discutendo in questi giorni in Consiglio regionale sono, in alcuni casi, provvedimenti dolorosi, perché mi rendo conto che incrementare la pressione fiscale in questo momento non è una politica semplice da spiegare e far comprendere, anche se nell'applicazione di questi provvedimenti abbiamo cercato di inserire fortemente misure di equità sociale. Voglio ricordare per l'ennesima volta che nell'incremento dell'addizionale IRPEF gli scaglioni di reddito sino a 28 mila euro sono esenti dall'incremento stesso. Si tratta, però, di provvedimenti indispensabili, perché rappresentano un primo elemento su come la Giunta regionale intende cercare di recuperare equilibrio di bilancio e capacità di rendere utile l'istituzione Piemonte nei confronti dei problemi che oggi sta attraversando la nostra regione.
Sono primi provvedimenti, e voglio sottolineare questo aspetto: nei primi sei mesi di questa legislatura regionale abbiamo fatto i conti, tutti assieme, con una realtà forse più impegnativa e difficile di quanto fosse presente a ciascuno di noi, anche al sottoscritto. Abbiamo predisposto un piano di qualificazione della spesa che, in parte, è già in fase di attuazione. La manovra sul personale è praticamente definita e, su questa credo che arriveremo nei prossimi giorni ad un consenso e ad un'intesa con le organizzazioni sindacali regionali.
Il tema della riorganizzazione della governance del trasporto pubblico locale è un altro tema presente all'interno dei provvedimenti che stiamo esaminando.
La riorganizzazione della rete ospedaliera è un altro impegnativo appuntamento, che mette - ce ne rendiamo perfettamente conto - anche a dura prova il rapporto tra l'Amministrazione regionale e parti del territorio e della comunità piemontese.
La riorganizzazione di ARPA, dei laboratori, delle sedi decentrate, la riorganizzazione degli uffici decentrati della Regione Piemonte: credete se faccio questo elenco di questioni che sono state affrontate, credo sia ben presente a ciascuno di voi come un conto è scriverle ed un conto è realizzarle ed attuarle, perché non è semplice rappresentare al Piemonte il fatto che il sistema può funzionare anche con un accorpamento dei laboratori di ARPA, quando in molte località piemontesi il tutto viene percepito in termini di "perché tocca a me e non tocca all'altra città e all'altra provincia?".
Abbiamo assunto delle decisioni importanti, che, però - e sottolineo questo elemento - non mettono al riparo i conti della Regione Piemonte. E qui apro il secondo fronte delle iniziative che nei prossimi mesi dovranno caratterizzare l'azione e l'intervento della Regione Piemonte.
Primo elemento. Molto si è discusso in Commissione ed anche questa mattina, negli interventi di discussione generale; credo che se ne discuterà anche di fronte alla presentazione di emendamenti da parte dei diversi Gruppi e Consiglieri regionali: io non ho mai considerato volutamente, nei conti che ho presentato, i proventi delle alienazioni immobiliari. Questo non significa che tale asse di intervento non sia considerato strategico ed importante per l'Amministrazione regionale.
Questa mattina, prima di venire in Consiglio regionale, ho partecipato ad una riunione dove è stato deciso che, da gennaio, avrò due funzionari della Regione Piemonte dedicati unicamente ed esclusivamente al tema delle alienazioni immobiliari, perché è un tema che ha risvolti amministrativi rilevanti. In alcuni casi, bisogna mettere a posto il patrimonio con le autorizzazioni che sono state rilasciate; c'è un problema di accertamento del valore dello stesso e c'è un problema che riguarda la scelta di collocare il patrimonio immobiliare alle migliori condizioni possibili.
Questo è un obiettivo che dobbiamo essere assolutamente in grado di realizzare nel 2015, presentandoci al Consiglio regionale al termine del 2015 avendo concretizzato gran parte di questi obiettivi.
L'elenco degli immobili che intendiamo dismettere è ricompreso all'interno del Piano di riqualificazione della spesa regionale, che è stato consegnato nei giorni scorsi anche alla Commissione consiliare competente.
Questa è una decisione che è stata assunta dalla Giunta regionale in questa settimana e dal Presidente Chiamparino. Ci sarà un'iniziativa assolutamente forte da parte dell'Amministrazione regionale tesa a definire il tema della riorganizzazione di enti, società e partecipazioni della Regione Piemonte. Perché anche questo è un elemento di contenimento della spesa a cui annettiamo, come Giunta regionale, forte importanza.
L'obiettivo è quello di utilizzare queste leve in parte per far fronte agli impegni in termini di investimento che non sono onorati all'interno del bilancio della Regione, e in parte anche per intervenire, laddove è possibile, in termini di riduzione del debito.
Ma credo che tutto ciò non sarà sufficiente. Ed escludendo un ulteriore intervento sulla leva e sulla pressione fiscale, a questo punto la responsabilità che sarà della Giunta regionale, ma che verrà e sarà oggetto di confronto all'interno del Consiglio regionale, cerco di rappresentarla in questo modo.
In questo momento la politica deve decidere quali sono le sue priorità.
Noi non siamo più in grado di reggere tutti i fronti e tutti gli ambiti di intervento delle politiche regionali come storicamente eravamo abituati.
E in questo momento la discussione che si farà in Commissione e in Aula sulla legge di bilancio dovrà rappresentare questa assunzione di ulteriore responsabilità.
Fare delle scelte prioritarie o definire, insieme a queste scelte di prioritarie, anche elementi di riforma della presenza e dell'intervento sulle politiche da parte della Regione Piemonte capaci di cogliere quelli che sono gli scenari nuovi che sono davanti a noi e presenti in misura assolutamente forte.
Dico questo, perché sono convinto che di lavoro ne abbiamo fatto, ma ne rimane ancora moltissimo da fare. Credo che nelle prossime settimane e nei prossimi mesi competa alla Giunta regionale, per quello che appartiene alle sue responsabilità e al Consiglio regionale per quello che compete agli atti che lo stesso Consiglio dovrà affrontare ed esaminare - e sul quale continuo ad auspicare, com'è avvenuto anche in queste ultime settimane, un vero ed effettivo confronto di merito - chiudere il processo di riforma che deve riguardare complessivamente la Regione Piemonte e chiudere il processo di riforma per dedicare tempo adeguato al raggiungimento dello stesso.
Credo che tutti noi oggi abbiamo avuto anche la consapevolezza nell'incontro che abbiamo avuto con i dipendenti della Provincia di Torino che tutto ciò è molto complicato dal fatto che la riorganizzazione, la riforma della struttura, dell'organizzazione, delle politiche della Regione si interseca fortemente ed è anche fortemente condizionata dalla riorganizzazione di un sistema amministrativo più ampio, che rischia anche di travolgere la stessa istituzione Regione.
Questo è il senso che volevo ulteriormente trasmettere in questo intervento in Consiglio regionale, ribadendo che credo non faccia piacere a nessuno incrementare la pressione fiscale, ma credo che nello stesso momento non faccia piacere a nessuno governare un Ente nel quale gli spazi di interventi risultano sempre più limitati e che rischiano di determinare condizioni negative sulla vita sociale, sulla vita economica e sul progresso delle persone e peggiori condizioni rispetto a quelle stesse che un incremento della pressione fiscale può determinare.



PRESIDENTE

La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 17.14, riprende alle ore 18.12)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
In base all'accordo definito in Conferenza dei Capigruppo, procediamo con l'esame degli ordini del giorno.


Argomento: Rapporti Regioni - Governo - Province - Città metropolitane

Esame ordine del giorno n. 152 presentato dai Consiglieri Ferrentino Accossato, Appiano, Gariglio, Grimaldi, Giaccone, Monaco, Pichetto Fratin Gancia e Chiapello, inerente a "Ridefinizione della dotazione organica di Province e Città metropolitana. E' necessario pervenire ad una soluzione il più possibile concertata"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 152, avente ad oggetto "Ridefinizione della dotazione organica di Province e Città metropolitana.
E' necessario pervenire ad una soluzione il più possibile concertata", di cui al punto 18) all'o.d.g.
Nella Conferenza dei Capigruppo si è ipotizzato di non intervenire su tale ordine del giorno e di passare subito alla votazione dello stesso.
L'Aula acconsente.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 152, il cui testo verrà allegato nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta")

Esame ordine del giorno n. 142 presentato dai Consiglieri Grimaldi e Ravetti, inerente a "Nuove linee d'indirizzo per l'assistenza residenziale per anziani non autosufficienti e riclassificazione degli interventi domiciliari in lungoassistenza"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 142, avente ad oggetto "Nuove linee d'indirizzo per l'assistenza residenziale per anziani non autosufficienti e riclassificazione degli interventi domiciliari in lungoassistenza", di cui al punto 9) all'o.d.g.
Anche su quest'ordine del giorno c'era l'accordo di non discuterlo e di passare immediatamente alla votazione. L'Aula acconsente.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 142, il cui testo verrà allegato nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento: Ordine pubblico e sicurezza

Ordine del giorno n. 143 presentato dai Consiglieri Gariglio, Chiapello Pichetto Fratin, Accossato, Gallo, Ravetti, Ottria, Ferrentino, Barazzotto Rossi, Caputo, Appiano, Baricco, Valmaggia e Conticelli, inerente a "Condanna del manifesto apparso in Val Susa il 6 dicembre 2014"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'ordine del giorno n. 143, avente ad oggetto "Condanna del manifesto apparso in Val Susa il 6 dicembre 2014", il cui primo firmatario è il Consigliere Gariglio, di cui al punto 6) all'o.d.g.
Ha chiesto la parola la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Normalmente non leggo gli interventi, ma in questo caso preferisco affidarmi alle parole scritte.
Discutiamo nell'odierna seduta un ordine del giorno relativo ad un manifesto apparso recentemente in alcuni Comuni della Val di Susa.
Gli autori di questo manifesto, tuttora ignoti, hanno voluto focalizzare l'attenzione dei cittadini su una votazione svoltasi in Consiglio in merito alla gravissima situazione dell'ospedale di Susa - che è opportuno ricordarlo, perderà il punto nascite e subirà il declassamento in ospedale di area fortemente disagiata, con conseguente perdita di tutti i servizi - attraverso l'utilizzo di un'immagine forte, come la rappresentazione di un mirino puntato verso tutti i membri eletti nel Consiglio regionale.
La scelta di utilizzare una simile immagine è potenzialmente soggetta a molteplici interpretazioni, come dimostra la reazione dei Consiglieri sottoscrittori dell'ordine del giorno.
Ci chiediamo se il manifesto avrebbe suscitato le medesime reazioni al di fuori del territorio valsusino.



(Commenti del Consigliere Appiano)



FREDIANI Francesca

Sì? Seriamente sì? Non mi pare che nessuno tra coloro che si scandalizzano per il manifesto si sia mai scandalizzato, ne abbia mai proposto un ordine del giorno contro Mentana e la sua trasmissione Bersaglio Mobile, che nella sigla è ben più evocativa ed esplicita del manifesto.
Se chiedessimo la condanna di Mentana e la rimozione della trasmissione Bersaglio Mobile dal palinsesto La7, evidenziandolo nell'ordine del giorno in esame, giustamente, ci renderemmo ridicoli e qualcuno potrebbe anche richiedere un TSO per l'intero Consiglio. Quindi, per cortesia, cerchiamo di essere seri, ricordandoci che abbiamo un ruolo istituzionale.
Nel Movimento 5 Stelle per descrivere l'attività di controllo, che i cittadini hanno non solo il diritto ma anche il dovere di esercitare sugli eletti, utilizziamo l'espressione "fiato sul collo". Dobbiamo essere consapevoli di essere tutti esposti al giudizio dei cittadini, che sono pienamente titolati ad esercitare il controllo sul nostro operato e ad essere informati correttamente su di esso.
E' giusto che tutti i cittadini possano valutare se e quando i rappresentanti in Regione compiono scelte che contrastano con la loro volontà o i loro intendimenti e i programmi elettorali. Questo, purtroppo attraverso l'informazione pubblica e professionale attuale oggi non sempre avviene.
Non dimentichiamo che, in realtà, ad entrare nel mirino di scellerate scelte politiche sono gli ospedali, in particolare quelli decentrati, e quindi i servizi veri vicini alle persone.
Termino con una considerazione: nel progetto preliminare della nuova linea Torino-Lione, LTF parla di un previsto aumento del 10% delle patologie respiratorie per soggetti deboli, cioè anziani e bambini. Su questo ci saremmo aspettati una ferma presa di posizione della politica. Ci saremmo aspettati che voi poteste mettervi nei panni dei cittadini che leggono in un documento ufficiale una simile dichiarazione, che ha, questa sì, il sapore di una condanna.
Come possiamo tollerare che sia scritto nero su bianco che i lavori di scavo previsti in valle causeranno un grave danno alla salute di anziani e bambini? Dovrebbe essere nostro dovere proteggere i cittadini e tutelare il loro sacrosanto diritto alla salute. Questi sono i pensieri che dovrebbero toglierci il sonno, non i manifesti.
Preferirei, inoltre, che l'indignazione sorgesse, oltre che per la distruzione della sanità portata avanti in modo sistematico dalle Giunte che si sono succedute in questa Regione, per motivi ben più nobili, come ad esempio, la partecipazione alla luce del sole, e protette dall'apparato di sicurezza, di imprese appartenenti alla criminalità organizzata nei lavori del TAV a Chiomonte; per il fatto che questa Regione, da anni, tagli la spesa sanitaria, ma sia proprietaria e abbia finanziato con milioni di euro dei piemontesi, per anni, una società come la Consepi, che non aveva alcuna ragione d'esistere e che adesso sarà ricollocata di nuovo a spese dei contribuenti, questa volta italiani e non solo piemontesi.
Preferirei che l'indignazione riguardasse l'incapacità dimostrata nel gestire e curare un territorio regionale, che, ormai, è veramente allo sfascio, come si scopre ogni volta che vi sono delle piogge un po' sopra la media. Potrei continuare elencando altre cose su cui sarebbe opportuno indignarsi, ma qualcosa mi dice che sarebbe tempo sprecato.
Questa mattina, fuori dal Consiglio, c'erano dei Sindaci in presidio che chiedevano risposte sui servizi che vengono tagliati sui loro territori: non le hanno avute, non sono stati ricevuti.
Avevamo dei lavoratori che rischiano di perdere il posto, e anche queste sono voci che arrivano dalla Val di Susa.
Tra l'altro, curiosamente, continuiamo a guardare alla Val di Susa come ad un territorio dove vivono violenti e persone che si oppongono allo Stato, ma i lavoratori presenti questa mattina in Consiglio lavorano per un'azienda che per prima si è opposta alla fabbricazione di armi da guerra.
Quindi, la Val di Susa è sempre stata la culla della pace e continua ad esserlo.
Innanzitutto, vi consiglio di imparare a conoscere e ad ascoltare un po' di più il territorio prima di condannarlo. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossi.



ROSSI Domenico

Grazie, Presidente.
In merito all'ordine del giorno che stiamo discutendo, voglio esprimere alcune considerazioni.
Ritenendo gravissimo il manifesto apparso in alcuni comuni della Val di Susa, provo a spiegarne la motivazione.
La ragione più importante è legata alla modalità, soprattutto alla forma anonima, che nulla ha a che vedere con trasmissioni televisive dove conosciamo le persone, perché lo fanno, con nomi e cognomi, che conduce ad una visione della vita comune che mi preoccupa molto, che provo a sintetizzare con queste parole: se non sono d'accordo con quello che fai o che pensi, non entro nel merito del ragionamento delle tue proposte e dei tuoi contenuti, non cerco di convincerti del contrario. Invece, cerco di vincerti attraverso un linguaggio che allude all'intimidazione, che richiama in qualche maniera, anche se in modo non diretto, la violenza cioè sposta il piano dal "non sono d'accordo con te, quindi di convinco del contrario", a "guarda che se non fai quello che dico io, poteresti rischiare". Questo è il linguaggio dell'intimidazione, che, permettetemi di dire, soprattutto se in forma anonima, appartiene ad altri tipi di organizzazioni, che noi non accettiamo e combattiamo, appartiene alle istituzioni totali e alle mafie.
Il nostro ruolo qui è importante Allora, prima di tutto, dobbiamo ricordarci e ricordare, anche a coloro che possono avere buoni motivi per avanzare delle critiche e per opporsi anche in maniera forte alle scelte che ritengono sbagliate per il proprio territorio, che si deve intervenire senza utilizzare la forma anonima e mai derogando al principio che in democrazia - il sistema attuale è imperfetto, ma ad oggi mi risulta il migliore, non ne ho trovati ancora degli altri - al netto delle differenze il compito primario è di evitare di spostare il discorso dal "convincerti sul piano delle idee" al "vincerti sul piano delle intimidazioni e della violenza".
Può apparire una piccola cosa, ma io non lo ritengo tale, perch riguarda il terreno comune su cui anche differenti posizioni politiche devono potersi incontrare.
Se noi non siamo d'accordo su questo, cioè sul fatto che il confronto deve avvenire all'interno del piano del merito e delle differenze politiche e non condanniamo fermamente anche soltanto chi abbozza una cosa differente, rischiamo di non essere d'accordo su quelle che sono le basi del confronto democratico. Inoltre, in questo momento storico, in cui la fiducia nei confronti della politica e delle istituzioni è molto bassa corriamo il rischio di cavalcare, ai fini del consenso e non del bene comune, queste situazioni.
Abbiamo la responsabilità, soprattutto quando sediamo qui in nome dell'istituzione, di incarnare l'interesse pubblico e non il consenso di una forza politica piuttosto che un'altra. Ritengo che il nostro compito politico fondamentale oggi sia questo, al netto di tutte le differenze politiche.
La storia c'insegna che, quando fallisce la capacità della politica di collocare nei giusti binari le differenze e il conflitto, gli spazi democratici si affievoliscono e si aprono sempre più scenari autoritari.
La convivenza democratica può anche essere aspra, però, in maniera ferma, il terreno - lo ripeto - deve restare quello delle idee e i luoghi devono restare quelli della politica e delle istituzioni.
Termino riprendendo una citazione di Gustavo Zagreblesky, che ritengo racchiuda bene il mio pensiero al proposito: "La democrazia è discussione ragionare insieme. E', per ricorrere a un'espressione socratica, filologia non misologia. Chi, come coloro che si ritengono superiori agli altri, odia i discorsi e il confronto delle idee alla persuasione preferisce la sopraffazione".



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Rossi.
La parola al Consigliere Appiano.



APPIANO Andrea

Grazie, Presidente.
Contrariamente al solito, sarò brevissimo.
Non ero particolarmente convinto della presentazione di questa mozione perché temevo che l'illustrazione avrebbe poi esposto alcuni colleghi di opposizione a interventi imbarazzanti, quali quelli che abbiamo ascoltato.
A parte il fatto che in questo manifesto veniva riportato il report della seduta, non so.
Stavo guardando se fosse reperibile in rete, oppure se quella è la prova provata che è stato consegnato da qualcuno di noi o da qualcuno vicino a noi, ma non importa. Quel manifesto credo si commenti da solo. Il Consigliere che mi ha preceduto ha fatto un intervento più completo. Io invito solo con immutata stima a riflettere su un detto di una mia amica riportato in altra sede rispetto ad altri interventi: "A volte il silenzio è più dignitoso".
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei, collega Appiano.
La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Intanto, credo sia necessario partire da un presupposto perch altrimenti anche per chi ci ascolta appare...



(Brusìo in aula)



PRESIDENTE

Per cortesia! Il Consigliere Vignale desidera fare il suo intervento.
Prego, c'era un po' di brusio, Consigliere, per quello mi sono permesso.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Anche relativamente al manifesto che è anonimo, pertanto non è di nessun Gruppo o forza politica presente all'interno di questo Consiglio.
Credo sia importante fare un distinguo, non cadere in quella che vuole essere o una modalità dialettica non corretta o, se volete, un tranello.
Ogniqualvolta si parla di Alta Capacità, si prova a mettere dentro la Valle rispetto a quelli che sono avvenimenti che accadono in Val di Susa.
E' assolutamente evidente a tutti che quanto è avvenuto è certamente un'iniziativa isolata di soggetti non coraggiosi, semplicemente perché chi ha il coraggio delle proprie azioni si firma, con una sigla o anche con dei nomi qualora siano dei semplici cittadini, ma non c'entrano niente né con la Val di Susa, né con i valsusini.
Posso sottoscrivere una parte delle parole che diceva la collega Frediani, ma non vanno distinti i due piani di contrarietà o meno all'Alta Velocità, che sono un aspetto e non vanno neanche distinti gli aspetti relativi alla tutela o meno dei servizi sanitari.
Anche il nostro Gruppo consiliare ha presentato un ordine del giorno simile, tant'è che nel manifesto noi compariamo fra i "buoni". Tuttavia, al di là di delle scelte che ognuno di noi intende sostenere pubblicamente all'interno di questo Consiglio, vi è un aspetto che noi crediamo debba essere sempre condannato, cioè l'utilizzo della violenza o dell'istigazione alla violenza come strumento di lotta politica, che in questa Nazione esiste da decenni. Possiamo anche dire, per chi è un po' più appassionato di storia, che una volta l'utilizzo della violenza era uno strumento di lotta politica; fortunatamente, da moltissimi anni questo non lo è più, ma una frangia all'interno della nostra Nazione ha continuato, in modo assolutamente più marcato negli anni Sessanta-Settanta e nei primi anni Ottanta, ma successivamente anche nei momenti più bui della storia della nostra Repubblica, a utilizzare la violenza o l'istigazione alla violenza come strumento di lotta politica.
Credo che un'Aula all'interno della quale sono eletti dei cittadini votati il giorno delle elezioni da persone che, ovviamente, hanno scelto i partiti più differenti, dovrebbe, su alcuni temi come la condanna dell'utilizzo dell'istigazione alla violenza, non avere dubbi, al di là di quello che sia il tema che vi stia dietro.
È evidente che abbiamo posizioni distinte rispetto al tema per cui il manifesto è stato fatto, ma non credo che il manifesto nasca solo ed esclusivamente per la posizione che questo Consiglio regionale ha assunto rispetto al presidio di Susa. Sarebbe nato rispetto al presidio della Val di Susa, ma sarebbe nato rispetto a qualunque altra cosa, verosimilmente.
Così come, io credo, si debba fare una distinzione assolutamente netta fra coloro i quali, legittimamente, contrastano in modo violento, magari forte, magari con durezza, ed è legittimo farlo la realizzazione, dell'Alta Velocità, e invece coloro i quali utilizzano la violenza come strumento di lotta e di contrasto nei confronti dell'Alta Velocità. Sono due piani totalmente distinti.
Allora, da questo punto di vista abbiamo sottoscritto e voteremo l'ordine del giorno perché crediamo che questi aspetti debbano essere distinti e non possiamo neppure pensare che vi sia un'area che, ancorch abbia maggiore criticità rispetto ad altre, oggi sia in qualche modo l'unica realtà della nostra Regione in cui non si può discutere perché la Val di Susa è quella in cui c'è la TAV.
Non importa. Nel senso che le grandi, le medie e anche le piccole opere hanno sempre creato dei dissapori. Tanto più grande è l'opera, tanto maggiore è la contrarietà. Per essere chiari in questa città, quando si è fatta la metropolitana, che ha creato tutta una serie di disservizi, come anche oggi nel tratto che si sta realizzando, vi era contrarietà, e anche forte, in particolar modo in una zona che contestualmente pativa anche il danno della realizzazione del passante ferroviario. E' oggi evidente a tutti che, in realtà, è stata un'opera utile. Ma il tema dell'Alta Velocità non importa.
Credo che sia centrale invece la condanna rispetto a un atto che intanto, è vigliacco, perché non si firma e, in secondo luogo, perché non è accettabile utilizzare uno strumento di minaccia, ancorché non così manifesta, ma non così pericolosa. Tendo a non avere timore di chi non si manifesta, ma avrei molto più timore di chi invece dà segnali assolutamente più evidenti. E' uno strumento di lotta politica che però non condividiamo.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE BOETI



PRESIDENTE

Grazie, collega Vignale.
La parola al Consigliere Allemano.



ALLEMANO Paolo

Grazie, Presidente.
Mi aspetto che quest'ordine del giorno venga votato da tutti i Consiglieri presenti in Aula. Lo ritengo un fatto di una gravità assoluta.
Ho amministrato un territorio che ha visto chiudere la ferrovia, che ha visto rimodulare gli ospedali, e uso una parola eufemistica, ma nulla del genere è successo.
Se pensiamo che sia un fatto ordinario, semplicemente giustificabile con l'esasperazione, il fatto che nomi e volti di persone vengano messe sui muri all'interno di un mirino, forse, abbiamo un'idea molto diversa della normalità.
Questa operazione è disonesta, perché nulla ha a che fare con il concetto di salute ed è pericolosa, perché abbiamo già avuto modo di disquisire su dove ci porti questa ansia di distinguere i puri dagli impuri. Sicuramente ci porta lontanissimi dalla democrazia che ci è costata un po' di fatica instaurare in questo Paese.
Ciò detto, non siamo un'autorità inquirente, quindi lungi dal dire che in quest'Aula ci sono i mandanti. Non lo penso e non è assolutamente l'oggetto delle considerazioni che stiamo facendo. Penso piuttosto che questo è un luogo dove abbiamo l'obbligo di portare la giacca (almeno noi uomini, le donne sanno vestirsi meglio, con più padronanza); un luogo dove riceviamo le scuole; un luogo dove rendiamo omaggio a Sindaci alti come il Sindaco di Casale Monferrato; un luogo dove ci rapportiamo a persone esasperate, com'è successo oggi, ma in modo civile e corretto, e do atto alla Presidenza di aver veramente saputo accoglierne le istanze e interagire in modo positivo.
Forse, quando non rispettiamo il nostro tempo e quello degli altri quando usiamo in modo reiterato la parola "vergognatevi", quando interrompiamo senza essere Presidenti dell'Assemblea chi parla, quando usiamo un cartone famosissimo per insultare i colleghi, forse creiamo le condizioni perché qualcuno si monti la testa e apponga un manifesto dove nomi e volti sono all'interno di un mirino.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bertola; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie.
A certe affermazioni penso non valga la pena di rispondere.
Volevo solo dire un'ovvietà e mi scuso in anticipo per dirla: quando ciascuno si ritiene offeso o minacciato da qualsivoglia fatto, ad esempio un manifesto, individualmente o insieme ad altre persone, è libero di presentare denuncia all'Autorità, in quel caso, come hanno sottolineato tutti, un manifesto anonimo, quindi denuncia contro ignoti.
Chiudo la banalità e mi scuso per averla detta.
Voglio solo far notare che poco fa, durante la conferenza dei Capigruppo, qualcuno ha chiesto di proseguire nella discussione di questo ordine del giorno, quasi chiedendo di votarlo senza discuterlo. È chiaro che, da parte nostra, c'è la richiesta di discuterlo - e non voglio aggiungere nulla di più di quanto detto dalla collega Frediani - per voglio solo far notare che, evidentemente, per questa maggioranza è più importante discutere un ordine del giorno riguardante dei manifesti anonimi, piuttosto che iniziare la discussione e l'incardinamento del disegno di legge n. 67.
Questo, forse, è imbarazzante.
Questo forse è imbarazzante! Prendo atto che questi fatti per la maggioranza sono sicuramente più importanti del disegno di legge n. 67, per il quale penso, da qui in poi, non ci sarà alcuna fretta di approvarlo.
Grazie.



PRESIDENTE

Lei è già intervenuta, Consigliera Frediani.
Adesso interviene il Consigliere Ferrentino e dopo, se potrà intervenire, glielo dirò.



(Commenti della Consigliera Frediani)



PRESIDENTE

Il fatto personale non è immediato, Consigliera Frediani. Lasci intervenire il Consigliere Ferrentino e poi, per fatto personale, le dar la parola.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ferrentino; ne ha facoltà.



FERRENTINO Antonio

Grazie, Presidente.
Dopo l'intervento di alcuni colleghi di maggioranza e del collega Vignale avrei anche potuto non intervenire, ma lo faccio solo per dire due considerazioni, perché molte volte si mettono insieme questioni che non dovrebbero essere unite.
Intanto sulle modalità.
Il manifesto è stato pubblicato rivendicandolo prima su un sito No TAV.Info. Si tratta di un manifesto assolutamente anonimo e affisso in modalità "a tappeto".
Ho già fatto denuncia, quindi non c'è bisogno, collega Frediani.
Nei vari Comuni della Valle sono stati affissi tre o quattro manifesti per ogni Comune; nel mio Comune 60/70 manifesti (io solo ne ho tolti 60, li ho ancora in macchina). Davanti a casa mia ce n'erano venti in una batteria messa fuori spazio, fuori da qualsiasi.
Questa, come prima considerazione.
La Val di Susa è una valle particolare. Se si scava per cinque anni nella stessa montagna per realizzare un raddoppio autostradale, non ci sono aumenti di mortalità e non c'è nulla; se si ipotizza invece di realizzare una ferrovia, ci sono aumenti di malattie. La montagna è la stessa. Ci sono poche centinaia di metri in linea d'aria, ma il raddoppio della galleria autostradale si è fatto nell'indifferenza più totale e non c'è stato bisogno, per fortuna, di utilizzare forze dell'ordine per garantire il cantiere.
Abbiamo incontrato i lavoratori. Nessuno mette mai in discussione le difficoltà del mondo del lavoro. Sono andato anche davanti all'azienda ad incontrare i lavoratori della Vertek. I lavoratori sono lavoratori; i teppisti e delinquenti sono teppisti e delinquenti. Io non li mischio mai.
Bene ha fatto oggi l'Assessore ha ricevere i lavoratori della Vertek come ce ne stiamo occupando giornalmente.
Non vedo cosa c'entra unire i lavoratori, che sono giustamente preoccupati del proprio futuro - noi tutti dobbiamo prenderne nota - con teppisti e delinquenti che assaltano un cantiere, facendolo passare per azioni assolutamente legittime.
Non aggiungo altro, perché tutti i colleghi hanno già stigmatizzato episodi che reputo estremamente gravi.
Minimizzare fatti del genere è veramente pericoloso. Fatti del genere vanno ricondotti ad una serie di azioni intimidatorie che in quel territorio vengono messe in atto.
Sarebbe veramente colpevole se un'assise regionale come la nostra non prendesse atto di questo e non provasse a dare il giusto risulto ad episodi del genere.
Grazie.



PRESIDENTE

Prego, Consigliere Frediani, per il fatto personale.



FREDIANI Francesca

E' stato risolto.
Adesso verifico. Mi dicono che è stato risolto: è uscito un tweet su una mia dichiarazione che non c'entra nulla con quello che avevo detto. Un tweet del Consiglio regionale. Ho telefonato e mi hanno detto: "Eh, perch sto facendo dieci cose insieme".
Ho capito, cerchiamo di.



PRESIDENTE

Però il fatto personale si riferisce ad un intervento in Aula di un Consigliere regionale che dice qualcosa di falso rispetto.
Se sui social network c'è qualcosa, non può essere evocato fatto personale.



FREDIANI Francesca

Non sapevo come definirlo, se errore di tweet.



PRESIDENTE

Non c'è problema, l'importante è che sia stato risolto, Consigliera Frediani. Non c'è problema.
Non essendovi ulteriori richieste di intervento, indìco la votazione sull'ordine del giorno n. 143, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
Abbiamo ancora a disposizione dieci minuti. Potremmo utilizzarlo per qualche ordine del giorno o per chiedere al relatore di maggioranza di presentare la relazione di maggioranza rispetto al disegno di legge n. 67.


Argomento: Norme finanziarie, tributarie e di contabilita

Esame disegno di legge n. 67, inerente a "Provvedimenti per la riqualificazione della spesa regionale"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame del disegno di legge n. 67, di cui al punto 4) all'o.d.g.
Relatore di maggioranza è il Consigliere Appiano, che ha facoltà di intervenire.



APPIANO Andrea, relatore

La relazione è pronta e la si può leggere. Tuttavia, credo che distinguere nettamente la relazione dalla discussione generale e confinarla gli ultimi dieci minuti della seduta, sia un po' riduttivo.
Il disegno di legge n. 67, così prendo il testimone dal relatore di questa mattina, è l'altra faccia della medesima medaglia. Il tentativo di dare delle risposte strutturali alla Regione Piemonte, per permetterle di superare le difficoltà finanziarie e anche organizzative che l'hanno portata vivere la condizione che ben conosciamo. Più volte è stato detto che per poter quadrare i conti del 2015 è necessario recuperare una cifra nell'ordine dei 500 milioni di euro. Questa mattina abbiamo discusso del provvedimento fiscale che, da solo, garantisce circa un quinto, mal contato, del gettito necessario. Segno che i provvedimenti più importanti e più significativi devono essere trovati in una riqualificazione della spesa e riorganizzazione della macchina.
Nell'intervento di chiusura della discussione generale di questa mattina il Vicepresidente ha proprio annunciato una serie di provvedimenti già assunti, o che si intende assumere in materia di personale, in materia di uffici, in materia di riorganizzazione della rete ospedaliera. Uno di questi provvedimenti è proprio il disegno di legge n. 6 che reca: disposizioni per la riqualificazione della spesa regionale, contiene più ambiti di materie di competenza regionale nonché modifiche a leggi regionali vigenti al fine di procedere ad una loro razionalizzazione ed adeguamento.
Il provvedimento è stato esaminato in Commissione svolgendo le consultazioni con gli enti e i soggetti interessati si è proceduto all'esame dell'articolato e dei relativi emendamenti. La discussione in Commissione è stata una discussione contratta nei tempi, ma intensa nei contenuti, al punto che, come vedrete, molti aspetti sono stati modificati integrati, arricchiti proprio dal dibattito della Commissione stessa.
Sono state inoltre apportate diverse modifiche di tecnica legistica che si sono rese necessarie a seguito dell'approfondimento legislativo delle materie così varie e numerose contenute nel disegno di legge. Pertanto, il disegno di legge risultante dall'approvazione della Commissione bilancio ha i seguenti contenuti: disposizioni in merito ai pagamenti centralizzati dei fornitori delle Aziende Sanitarie regionali. A seguito dell'accoglimento di due proposte emendative di un Gruppo consiliare di minoranza la Giunta regionale, dopo un anno dall'approvazione del disegno di legge n. 66 comunicherà nella Commissione di merito i risultati raggiunti a seguito dell'attivazione di azioni volte a realizzare codesto pagamento centralizzato.
Le modalità di attivazione delle azioni saranno assunte con provvedimento della Giunta regionale sentita la Commissione consiliare competente.
Disposizioni in tema di immobili di proprietà regionale, oggetto di attribuzione in uso gratuito o a canone ricognitorio a favore di amministrazioni pubbliche o soggetti di natura pubblica o privatistica senza fine di lucro.
Norme in materia di razionalizzazione dei costi del personale che, a seguito dell'accoglimento di una proposta emendativa, ricomprendono anche il personale dirigente.
Disposizioni per l'integrazione di Finpiemonte SpA e Finpiemonte Partecipazioni ApA e la riorganizzazione e razionalizzazione delle loro società partecipate dirette e indirette.
Disposizioni in tema di smaltimento o recupero di rifiuti di origine animale: si abroga la legge di costituzione del consorzio obbligatorio per lo smaltimento o recupero dei rifiuti di origine animale provenienti da allevamenti ed industrie alimentari (LR 11/2001) e si prevedono disposizioni transitorie verso soluzioni operative che le aziende aderenti autonomamente si daranno.
Disposizioni in tema di riorganizzazione delle strutture dell'Agenzia regionale per la protezione ambientale (di cui abbiamo già parecchi parlato anche in corso di seduta odierna).
Modifiche all'articolo 20 della legge regionale 19/2009 in materia di tutela delle aree naturali.
Modifiche all'articolo 32 della legge regionale 37 del 2006 in materia di pesca.
Modifiche all'articolo 20 della legge regionale n. 63 del 1995 in materia di formazione professionale.
Modifiche in materia di adozioni internazionali (legge regionale 30/2001) al fine di definire la gestione liquidatoria dell'Agenzia Regionale per le adozioni internazionali (ARAI). Su questo punto devo dire che il dibattito in Commissione, soprattutto a seguito delle audizioni che hanno arricchito di contenuti e di conoscenza su questo tema la Commissione medesima, si è definita la necessità, l'opportunità in Aula di ritornare sull'articolo licenziato a maggioranza della Commissione, per valutare una spending review che non incida sull'autonomia dell'Agenzia, ma veda il mantenimento dell'autonomia medesima previa riduzione dei costi di gestione. Questo sarà oggetto di un emendamento già preannunciato in Commissione medesima.
Disposizioni modificative della legge regionale 1/2000 in tema di trasporto pubblico locale. A tal proposito, sono state accolte numerose proposte emendative presentate da un Gruppo consiliare di opposizione con le quali proposte si interviene sulla legge regionale in materia di trasporto pubblico locale. In particolare, si ridefiniscono obiettivi, funzioni e supervisione dell'Agenzia per la mobilità piemontese, nonché l'adesione a codesto consorzio da parte dei Comuni o Unioni di Comuni. Con tali emendamenti si opera anche una ridefinizione della programmazione dei servizi di trasporto pubblico, intesa non solo come pianificazione degli itinerari delle varie linee di trasporto pubblico, ma anche come numero di corse giornaliere per ciascuna linea e orari delle stesse.
A seguito dell'accoglimento dell'emendamento di un Gruppo consiliare di opposizione l'originario articolo 12 relativo alla materia urbanistica relativa al recupero ai fini abitativi dei sottotetti, che proponeva modifiche alla legge regionale 21 del 1998, in Commissione è stato abrogato. In merito alla legge regionale 20 del 2009, in tema di snellimento delle procedure in materia di edilizia e urbanistica, è stato accolto un emendamento presentato da un Gruppo consiliare di opposizione che ha proposto di anticipare al 31 dicembre 2015, correggendo l'originario termine del 31 dicembre 2016, la proroga delle validità delle disposizioni straordinarie realizzabili in deroga. L'impegno è di utilizzare l'anno 2015, e su questa c'è stata un'ampia disponibilità dell'Assessore, per rivisitare nel suo complesso la legge, renderla stabile nel tempo e non più procedere di proroga in proroga.
Inoltre, il disegno di legge n. 67 è stato emendato dalla Giunta regionale per favorire e accelerare l'introduzione dell'armonizzazione dei sistemi contabili anticipando all'esercizio finanziario 2014 il contenuto del comma 3 secondo capoverso dell'art. 60 decreto legislativo n. 118 del 2011 in tema di gestione dei residui perenti ed è stato sostituito interamente l'articolo 40 quater della legge regionale di contabilità (LR 7/2001) in merito ai pareri obbligatori espressi dal Collegio dei revisori dei Conti. Sono stati infine accolti numerosi emendamenti proposti da un Gruppo consiliare di minoranza in merito alle società partecipate direttamente e indirettamente della Regione Piemonte, al loro personale e al loro patrimonio, alla valorizzazione del patrimonio delle proprietà delle aziende sanitarie regionali, alla programmazione socio-sanitaria e al riassetto del servizio sanitario regionale (LR 18/2007), al censimento e all'utilizzo delle aree industriali pubbliche, all'alienazione del patrimonio regionale, agli affidamenti onerosi di proprietà regionali, alla permuta di beni immobili regionali.
La I Commissione ha quindi approvato, a maggioranza, mercoledì 17 dicembre 2014, l'intero testo del disegno di legge n. 67, che si compone complessivamente di 22 articoli.
Il testo è conseguentemente trasmesso all'Aula consiliare per l'approvazione definitiva.
Ritengo, e credo sempre di più, che quando si ha la forza e la volontà di ragionare nel merito dei provvedimenti, si riesce a fare un bel lavoro di sintesi, anche di diverse posizioni e diversi principi, pur nel rispetto delle posizioni che distinguono maggioranza e minoranza.



PRESIDENTE

La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 18.56)



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