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Dettaglio seduta n.347 del 31/07/18 - Legislatura n. X - Sedute dal 25 maggio 2014 al 25 maggio 2019

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE BOETI



(La seduta ha inizio alle ore 10.06)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Richieste di modifica dell'o.d.g.


PRESIDENTE

Do atto che l'o.d.g. è stato comunicato con la convocazione.
Chiedo se vi siano proposte di modifica.
Ha chiesto la parola il Consigliere Ravetti; ne ha facoltà.



RAVETTI Domenico

Grazie, Presidente.
Due questioni.
La prima: vorremmo inserire all'o.d.g. di oggi un ordine del giorno che ha per oggetto "Attivazione procedure legge Madia al fine di continuare a garantire le necessarie competenze altamente specialistiche e infungibili di supporto all'attività di settori strategici della Giunta regionale".
Colgo l'occasione, Presidente, per chiedere se lei, in questa sede o in altra e possibilmente nei prossimi giorni, entro l'inizio della pausa estiva, non ritenga opportuno - e io sono convinto che lei lo riterrà opportuno - discutere tra noi, come priorità, dei fatti che stanno accadendo in Italia e anche in Piemonte. Non cito tali fatti, perché alcuni sono oggetto di approfondimento in quanto potrebbero avere (in alcuni casi hanno) un'evidente sfondo razziale.
Credo che un'Assemblea legislativa come questa, in rappresentanza dei piemontesi, debba avere il tempo per riflettere, il tempo per posizionarsi nel dibattito, che è un dibattito non solo politico e istituzionale, ma un dibattito sociale, per fare il possibile al fine di deviare la traiettoria che sta prendendo in alcuni ambiti questo Paese; una traiettoria che ci porterà a sbattere, Presidente, ed è per questo che le chiedo di valutare l'opportunità di discuterne.



PRESIDENTE

Discuterne tra di noi bisogna capire cosa vuol dire, nel senso che possiamo discuterne nella Conferenza dei Capigruppo, se ne può discutere in una Commissione; se la discutiamo io e lei la pensiamo allo stesso modo, quindi bisognerà cercare di capire, ma intanto questo è un tema da Conferenza dei Capigruppo. Domani alle 12.30 è convocata la Conferenza dei Capigruppo e affronteremo la questione in quell'occasione.
Ha chiesto la parola il Vicepresidente Graglia in qualità di Consigliere ne ha facoltà.



GRAGLIA Franco

Grazie, Presidente.
Stamattina ho presentato un ordine del giorno sul completamento della A33 (autostrada Asti-Cuneo): ne chiederei gentilmente l'iscrizione e soprattutto, la discussione in giornata. Grazie.



PRESIDENTE

D'accordo.
Ha chiesto la parola la Consigliera Gancia; ne ha facoltà.



GANCIA Gianna

Grazie, Presidente.
Chiedo anch'io l'iscrizione dell'ordine nel giorno per fatti che riguardano gli ultimi episodi gravi di questi giorni, per condannare fermamente e dare solidarietà alle vittime di lesioni aggravate dall'azione dell'odio razziale.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Andrissi; ne ha facoltà.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Io invece voglio chiedere, a nome del Gruppo dal Movimento 5 Stelle, una comunicazione dell'Assessore Saitta in merito alla chiusura del punto nascite dell'Ospedale di Borgosesia, in provincia di Vercelli. Sappiamo che la situazione è molto critica soprattutto nei piccoli ospedali provinciali e quindi vorremo avere informazioni sulle criticità, diciamo periferiche della sanità piemontese.
Grazie.



PRESIDENTE

L'Assessore Saitta non è segnato tra i congedi, quindi presumo che oggi sia presente; quando arriverà cercheremo di capire se c'è la sua disponibilità in tal senso.
Ha chiesto la parola il Consigliere Bona; ne ha facoltà.



BONA Angelo Luca

Grazie, Presidente.
Volevo unirmi alla richiesta del collega Andrissi relativamente al problema del punto nascite dell'Ospedale di Borgosesia; oltretutto è anche oggetto di un question time che sarà discusso oggi pomeriggio. Chiaramente, se c'è la possibilità di discuterne con l'Assessore, viene superato anche il question time.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Grimaldi.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Su quest'oggetto, noi abbiamo presentato un nostro ordine del giorno, a prima firma del sottoscritto, che di fatto ripercorre alcuni question time che abbiamo fatto nelle scorse settimane relativamente all'assenza di medici specialistici per alcuni ospedali.
Lo dico solo al Consigliere Bona e al Consigliere Andrissi: l'Assessore Saitta, la scorsa settimana, nel rispondere a un question time sull'assenza di medici, ha citato proprio quell'ospedale e siamo rimasti d'accordo che avremmo scritto un atto di indirizzo per chiedere al Governo una decretazione d'urgenza per bloccare le borse di specialistica e, in qualche modo, per iniziare la discussione sul superamento del numero chiuso.
Che cosa le sto dicendo, Presidente? Secondo me, essendo il secondo punto all'o.d.g., questa discussione può essere anche inserita in quel dibattito potremmo anche emendare il testo citando proprio questa vicenda.
Secondo punto. Come lei sa, solo domenica abbiamo partecipato a un presidio per Marco, picchiato a San Salvario perché "sculettava troppo". Ecco, ieri i media hanno riportato.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Consiglieri, per favore! Prego, collega Grimaldi.



GRIMALDI Marco

Dicevo che ieri tutti i media hanno messo in risalto un'altra aggressione.



(Commenti fuori microfono)



GRIMALDI Marco

Consigliere Campo, vedo che ha un po' la coda di paglia! Mi faccia finire almeno! Mi faccia finire!



PRESIDENTE

Scusate! No, no, no!



GRIMALDI Marco

Ma guardi, non è lei che mi toglie la parola!



PRESIDENTE

Io non tolgo la parola a Grimaldi perché non ho mai interrotto nessun Consigliere durante il suo intervento e quindi non interrompo nemmeno Grimaldi.
Lasciate finire il suo pensiero! Ha parlato dell'ordine del giorno fino a questo momento, che andava incontro a una questione; adesso aggiunge un'altra riflessione e ha il diritto di farlo! Prego, Grimaldi.



GRIMALDI Marco

Le stavo dicendo che, come ha appena chiesto il Consigliere Ravetti - e sono felicissimo che abbia fatto le stesse considerazioni la Capogruppo della Lega Nord - credo che di questa vicenda, che Spataro ha messo al centro dell'oggetto politico in questo territorio, a questo punto, proprio per le parole che sento vibranti da parte di un pezzo di quest'Aula sarebbe bene che questa discussione venisse fatta proprio in Aula e che la persona che ieri è stata aggredita, come lei ha proposto, venga in quest'Aula perché su questo oggetto noi non possiamo permetterci scivolamenti.



(Applausi in aula)



PRESIDENTE

No, no, no! Facciamo le persone serie! La parola al Consigliere Bono.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Come al solito, il collega Grimaldi capisce poco di quello che succede in Aula, ma non è la prima volta. Il nostro rilievo non era sulla chiacchierata così, tanto per supportare richieste fatte legittimamente all'interno del Consiglio. Ricordo al Presidente che le richieste sono una per Gruppo e, tra l'altro, è abbastanza surreale che un Consigliere dica che all'interno dell'o.d.g. del Consiglio ci sia un ordine del giorno suo.
Allora, a maggior ragione, ricordo che oggi ci sono tre ordini del giorno del Movimento 5 Stelle che spero di poter discutere: se vuole, glieli elenco e glieli vado già a illustrare durante la richiesta di modifica dell'o.d.g. del Consiglio, se è questa la prassi. Cioè stiamo totalmente andando contro qualunque prassi istituzionale del Consiglio regionale.
Ricordo, tra l'altro, ai colleghi che c'è una richiesta per Gruppo; poi noi siamo disponibilissimi a perdere tutto il tempo che è necessario per discutere delle tematiche che i colleghi ritengono giuste. Così come noi chiediamo comunicazioni sulla sanità, che è un tema prettamente regionale siamo disponibili e non abbiamo timore a parlare di qualunque cosa venga in mente ai colleghi di maggioranza o di opposizione, anche oggi, tanto a noi di approvare le proposte di legge che sono presenti in Consiglio o altri ordini del giorno può interessare relativamente: sono provvedimenti della maggioranza, quindi faccia lei.
Noi siamo disponibilissimi e lietissimi di discutere di tutti gli argomenti che si vogliono affrontare, però rispettiamo il Regolamento, altrimenti saremo noi i primi a non rispettarlo.



PRESIDENTE

Sul fatto che voi siete disponibili a discutere di tutto non ho alcun dubbio. Le garantisco, nello stesso tempo, che qui io lavoro per far rispettare il Regolamento e mille volte è successo che, rispetto a una riflessione di un Consigliere, se c'era un ordine del giorno collegato in qualche modo alla questione, il Consigliere proponente l'ordine del giorno lo ha sottolineato. Grimaldi ha fatto questo: ha sottolineato il fatto che c'era un nesso tra quello che veniva detto e il suo ordine del giorno.
Posso dirle, collega Bono, che mi sembra un po' una questione di lana caprina, cioè mi sembra una discussione assolutamente fuori da ogni buonsenso; buonsenso che finora ha abbondantemente albergato in questo Consiglio regionale.
Consigliere Campo, lei voleva ancora intervenire? No, benissimo.
La parola al Consigliere Tronzano.



TRONZANO Andrea

Grazie, Presidente.
Intervengo solo per ricordare che la scorsa settimana avevo chiesto all'Assessore Balocco delle comunicazioni in merito all'Asti-Cuneo. Vorrei capire se è possibile averle oggi oppure no.
Grazie.



PRESIDENTE

Anche l'Assessore Balocco non risulta tra gli Assessori in congedo, quindi dovrebbe arrivare.
Consigliere Ravetti, non stiamo facendo una discussione, questo deve essere chiaro: non aggiungiamo termini e questioni. Mi dice la Segretaria generale che nella Conferenza dei Capigruppo si era deciso di discutere la situazione dell'Asti-Cuneo in Commissione. Io sono arrivato in ritardo alla Conferenza dei Capigruppo, altrimenti l'avrei ricordato.
La parola alla Consigliera Batzella.



BATZELLA Stefania

Grazie, Presidente.
Anch'io, come Gruppo Movimento Libero e Indipendente, appoggio e condivido pienamente che oggi venga messo in discussione l'ordine del giorno della Consigliera Gancia e anche quello del collega Grimaldi.
Stiamo vivendo in un clima di odio e credo che la Regione Piemonte debba prendere le distanze e ribadire con forza la propria contrarietà a ogni forma di violenza e discriminazione.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ravetti.



RAVETTI Domenico

Solo per dirle, Presidente, in coerenza con quello che ho detto all'inizio della seduta, che consideriamo utile discutere l'ordine del giorno depositato dalla collega Gancia. Eviteremmo, così, altri momenti di discussione.



PRESIDENTE

Va bene.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo Cerutti, Chiamparino, Ferraris, Motta e Reschigna.


Argomento:

b) Processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

Sono a disposizione e riproducibili, su richiesta, i processi verbali delle sedute del 24 luglio 2018.


Argomento:

c) Assegnazione temporanea funzioni Presidente Giunta regionale


PRESIDENTE

Informo che il Presidente della Giunta regionale, con decreto n. 50 del 30 luglio 2018, ha stabilito che, stante il contemporaneo impedimento del Presidente e del Vicepresidente della Giunta regionale, le funzioni del Presidente della Giunta sono assegnate, ai soli fini dello svolgimento dei lavori della seduta odierna, all'Assessore Alberto Valmaggia.


Argomento:

d) Approvazione in sede legislativa proposta di deliberazione riguardante l'istituzione delle Comunità energetiche


PRESIDENTE

Ai sensi dell'articolo 30, comma 9, del Regolamento interno del Consiglio regionale, si comunica che la III Commissione consiliare, riunitasi in sede legislativa il 25 luglio, ha approvato la deliberazione legislativa avente a oggetto "Promozione dell'istituzione delle Comunità energetiche".


Argomento:

e) Ricevimento delegazione di Confcommercio e Confesercenti


PRESIDENTE

Informo che oggi, alle ore 12.30, presso la Sala Viglione sarà ricevuta una delegazione di Confcommercio e Confesercenti, che ha chiesto di essere audita in merito alle problematiche relative alla vicenda "Qui! Ticket".
Ricordo, inoltre, stasera, alle ore 17, la riunione della Commissione Nomine in Sala A.


Argomento:

Approvazione processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g. "Approvazione processi verbali precedenti sedute", comunico che sono stati approvati i processi verbali del 17 luglio 2018.


Argomento: Patrimonio culturale regionale (linguistico, etnologico, folcloristico, storia locale)

Esame proposta di legge n. 236, inerente a "Riconoscimento degli Ecomusei del Piemonte"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame della proposta di legge n. 236, inerente a "Riconoscimento degli Ecomusei del Piemonte", di cui al punto 3) all'o.d.g.
È relatrice di maggioranza la Consigliera Caputo e relatrice di minoranza la Consigliera Frediani.
La parola alla relatrice di maggioranza, Consigliera Caputo.



CAPUTO Valentina, relatrice

Grazie, Presidente.
La legge che discutiamo in Aula è frutto di un percorso intenso, lungo e partecipato.
Innanzitutto, ringrazio gli Uffici dell'Assessorato per il prezioso contributo che hanno dato a questo percorso che ci porta a definire, per la nostra Regione, una nuova normativa in materia di Ecomusei. Devo ringraziare anche la Rete degli Ecomusei del Piemonte. È una chicca, una rete importante perché, la nostra, è una Regione che si è dotata di una normativa (la legge n. 31 del 1995) in materia di Ecomusei ben 23 anni fa.
Questa rete opera da vent'anni sul nostro territorio e rappresenta in maniera trasversale tutte le peculiarità dei diversi territori della nostra regione, che hanno continuato a lavorare insieme e sono il braccio operativo per la struttura piemontese.
Sono moltosoddisfatta, la riscrittura della legge è una volontà politica.
Come ho anticipato, il Piemonte è stata la prima Regione - apripista - a legiferare in questa materia. Successivamente, è stata seguita da altre dieci Regioni: Lombardia, Lazio, Molise, Toscana, Sardegna, Calabria ed anche la Provincia autonoma di Trento, in un contesto nazionale in cui non vi è una normativa di riferimento. A livello nazionale, la prima proposta di legge è stata presentata nel 2014; è partito un iter di coordinamento e collaborazione in cui il Piemonte è sempre stato presente, poiché da sempre è un riferimento per molte altre Regioni.
Auspico, ovviamente, che le energie spese a livello regionale in quel coordinamento, che ha anche emendato la proposta di legge nazionale possano essere riprese nel futuro, soprattutto perché noi, oggi, avviamo una nuova fase.
Questo è un percorso al quale si giunge dopo essersi recati in visita sui luoghi degli Ecomusei. Con il collega Rostagno abbiamo condiviso molti sopralluoghi e da questa esperienza devo dire che sono scaturiti ottimi sentimenti di conoscenza. Ci sono state trasmesse le sensazioni dei valori e delle tradizioni da parte di chi opera negli Ecomusei, e ciò che rappresentano per il loro territorio. Si tratta di una scarsa percezione (lo dico come cittadina torinese), perché a volte, per chi vive in un contesto urbano, è un po' più difficile comprenderne il valore, perché la città ci porta ad avere molti musei, contesti culturali diversi mentre l'Ecomuseo è qualcosa di unico, qualcosa che non è racchiuso tra quattro mura, ma che valorizza l'intero territorio.
Anche nella Città di Torino erano nati gli Ecomusei, ma, oggi, forse per mancanza di supporto tecnico, non sono più la stessa cosa. Ci siamo resi conto che, anche nei luoghi più lontani dal contesto urbano, nelle piccole comunità, gli Ecomusei rivestono un ruolo fondamentale, perché diventano il volano per le microeconomie, evitando lo spopolamento. Vi sono dei territori montani dove l'economia è ripartita grazie alla spinta data dall'Ecomuseo: oggi si producono prodotti locali ed è diventato un luogo turistico.Ci sono realtà rappresentate, per esempio, da un antico mulino quindi da beni archeologici come fornaci o miniere, a seconda delle caratteristiche del territorio.
Perché siamo arrivati a riscrivere la legge? Perché la nostra, essendo la prima, è anche una legge datata e non recepisce più le normative successive, come la Convenzione europea del paesaggio che è stata ratificata in Italia nel 2006. La Convenzione europea del paesaggio specifica proprio cosa s'intende con questo termine e perché il paesaggio è anche il conceto cardine dell'Ecomuseo, così come tutto il territorio, nel quale la comunità ne è il fulcro, l'elemento più importante perché diventa il soggetto primario di evoluzione del paesaggio, teso non solo a lavorare all'interno dell'ambiente di vita, ma anche a migliorarne l'economia e gli aspetti sociali.
Il termine "Ecomuseo" fu coniato negli anni Settanta dal museologo De Varine, il quale definisce l'Ecomuseo come qualcosa che rappresenta ciò che è territorio, ciò che sono i suoi abitanti, a partire dalla cultura viva delle persone, del loro ambiente e di ciò che hanno ereditato dal passato ma anche da quello che amano e desiderano mostrare ai loro ospiti e trasmettere ai loro figli.
Questo è il concetto fondamentale. Sono tre i punti cardine: il territorio la popolazione e il patrimonio materiale e immateriale. In questo, non ci sono uno sguardo o una memoria nostalgica, ma un recupero delle radici, per costruire il futuro.
Gli Ecomusei hanno lavorato proprio con i territori: abbiamo delle esperienze di eccellenza che lavorano dalla didattica, che è fondamentale per trasmettere la memoria e le tradizioni alle future generazioni e soprattutto, creare una consapevolezza della ricchezza del patrimonio del territorio nel quale si vive, per evitare una disaffezione e anche un abbandono.La nostra regione ha questa particolarità: dal montano, al territorio dei laghi, al territorio di campagna. Una meravigliosa regione ognuno con un pezzetto di storia e di tradizione diverse.
Abbiamo avviato un percorso condiviso e partecipato, volto soprattutto all'ascolto della rete degli Ecomusei e delle esperienze che hanno fatto in questi anni, analizzando i loro punti forza e anche le criticità della legge n. 31, per cercare di fornire degli strumenti nuovi che potessero valorizzare nuovamente questo nostro tessuto culturale.
Da questo punto di vista, devo dire che è stata veramente importante la fase di ascolto, perché si è partiti da un approccio completamente diverso su questa legge. La legge precedente parlava di istituzione degli Ecomusei quindi attraverso una fase di start up, ma che poi, se non accompagnati, se non supportati o non vedendo più una partecipazione del territorio potevano perdersi nel loro percorso e, invece, noi parliamo di riconoscimento degli Ecomusei.
Infatti, nell'articolo 3 di questa legge si parla di valorizzare la locale documentazione e un percorso attivo da almeno tre anni sul territorio, in cui ricade l'Ecomuseo: qualcosa di consolidato, un percorso avviato tra enti istituzionali e tra comunità, perché devono lavorare in sinergia per valorizzare questa ricchezza territoriale.
Questo è uno degli impianti diversi da cui siamo partiti, ma perché la comunità? Perché la comunità sono le istituzioni locali che si affiancano alla popolazione. Bisogna prendersi cura del territorio: il paesaggio appartiene a tutti e dobbiamo rispettarlo e valorizzarlo. Il territorio non è soltanto una superficie fisica, ma è un insieme di elementi ambientali, culturali e sociali che definiscono uno specifico patrimonio locale. Per questo motivo, le buone prassi messe in campo dagli Ecomusei in questi anni hanno portato a processi intensi di collaborazione e hanno messo insieme le persone, mantenendo vive le tradizioni, anche attraverso processi di innovazione.
Gli altri punti fondamentali su cui questa legge è stata riscritta, in collaborazione, riguardano innanzitutto anche la disciplina del comitato tecnico-scientifico, del quale non sto a elencarvi le principali componenti, ma a spiegarne l'oggetto e il concetto.
Nel comitato tecnico-scientifico sono presenti i Direttori di struttura, ma sono presenti anche i coordinatori degli Ecomusei. La volontà è di continuare un percorso partecipato dalle istituzioni, dalla parte amministrativa e da chi vive e opera sull'Ecomuseo, in modo tale che ognuno possa essere portatore della propria esperienza. Questo è uno dei punti fondamentali su cui noi ci siamo focalizzati, affinché la collaborazione che parte, anzi che è ripartita con la legge, possa continuare per accompagnare questo tipo di percorso culturale nella nostra regione.
Un altro punto fondamentale dell'articolo 6 è il laboratorio degli Ecomusei. Il laboratorio è uno strumento tecnico, dove i funzionari del nostro Assessorato lavorano e si occupano dell'accompagnamento, del tutoraggio e del coordinamento delle iniziative dell'Ecomuseo. Questo è fondamentale, perché il laboratorio prima svolge una fase di ascolto. Oggi tante volte la politica e le istituzioni vengono accusate di non ascoltare e, invece, noi puntiamo su questo: ascoltare le esigenze del territorio analizzarne le caratteristiche e individuare insieme i percorsi che sono quelli più adatti a esprimerne e a valorizzarne le potenzialità.
Credo che i punti di forza siano questi strumenti che noi mettiamo in campo: l'esperienza consolidata, un comitato tecnico-scientifico che vede la partecipazione di parte tecnica, ma anche di chi opera in attivo sul territorio e, soprattutto, anche di un supporto tecnico che spesso è venuto a mancare in alcune realtà e che, invece, è fondamentale per accompagnare chi decide di avviare un percorso ecomuseale.
Gli Ecomusei saranno sostenuti e valorizzati dalla Regione Piemonte e hanno già un loro logo, in modo tale che possano essere riconoscibili. La nostra Regione oggi ha 25 Ecomusei riconosciuti: siamo la Regione che ne ha di più in tutto il contesto nazionale, pari al 27 per cento della media nazionale.
È stata anche una scelta politica valorizzare queste ricchezze nuovamente anche al di fuori dei grandi contesti urbani, ossia valorizzare le caratteristiche di ogni piccolo territorio, che possa mantenere vive le tradizioni di questa meravigliosa regione.
Credo sia fondamentale, ancora in questo percorso, che si possano continuare le esperienze di questi anni, lavorare in collaborazione e continuare a farlo con la rete degli Ecomusei, che è stata per noi veramente fondamentale, soprattutto perché in 23 anni di esperienza sono tantissimi i diversi aneddoti e le criticità che sono state riscontrate.
Con questa nuova legge, abbiamo cercato superarle e costruire uno strumento utile per ripartire e riavviare questa fase nella nostra regione.
Come dicevo, a livello nazionale, guardano sempre con attenzione al Piemonte; io di questo, devo dire, sono naturalmente molto orgogliosa, e l'ho riscontrato quando ho avuto modo di parlare anche con esponenti di altre Regioni e con funzionari nazionali. Per questo motivo, auspico che la nostra nuova normativa possa essere di nuovo presa ad esempio e possa essere un volano per ripartire nuovamente a livello nazionale, perché credo che sia comunque utile avere una cornice entro cui possano inserirsi tutte le altre leggi regionali.
Come dicevo, molte Regioni hanno legiferato successivamente alla Convenzione europea del paesaggio; noi lo avevamo fatto nel 1995, ma oggi siamo in grado di ripartire insieme, senza sprecare risorse e energie, ma anzi ottimizzandole come ricchezza e cercando di andare avanti insieme.
Auspico un nuovo percorso, anche nei contesti urbani, e penso anche alla mia città, dove anche ogni quartiere e ogni periferia ha una sua storia.
Anche lì ci sono interessanti e diverse comunità che possono essere il fulcro per ripartire e valorizzare i contesti di ogni quartiere, perch dove ci sono i musei, l'esperienza ci ha dimostrato che museo ed Ecomuseo collaborano insieme per valorizzare il territorio. Penso che questo possa essere effettivamente un nuovo percorso che noi possiamo avviare con questa nuova legge.



MOLINARI GABRIELE



PRESIDENTE

Grazie, collega Caputo.
Relatrice di minoranza è la Consigliera Frediani, che ha facoltà d'intervenire.



FREDIANI Francesca, relatrice

Grazie, Presidente.
Vedo con piacere che è rientrata anche la Giunta.



VALMAGGIA Alberto, Assessore alla programmazione territoriale e

paesaggistica (fuori microfono) Stavo valutando gli emendamenti che lei ha presentato stamattina!



FREDIANI Francesca, relatrice

No, veramente li ho depositati ieri gli emendamenti. Non sono io la responsabile. Ieri pomeriggio abbiamo depositato gli emendamenti.



(Commenti dell'Assessore Valmaggia)



FREDIANI Francesca, relatrice

Non ha fatto i "compiti", Assessore.
Allora, non è un segreto, credo, che non abbiamo accolto con grande entusiasmo questo testo di legge, ma non perché abbiamo qualcosa di particolare contro gli Ecomusei, ma semplicemente perché, come ricordava anche la firmataria della legge, la collega Caputo, la Regione Piemonte aveva già una sua legge regionale, tra l'altro, una legge piuttosto semplice, ben scritta e crediamo anche efficace.
Questa proposta di legge è arrivata, tra l'altro, proprio nel momento in cui partiva un percorso, quello sì veramente partecipato, di riscrittura di tutte le norme in ambito culturale. Sul testo unico c'è stata una grande condivisione, sia all'interno del Consiglio regionale, sia con il territorio, che in realtà, su questa proposta di legge sugli Ecomusei assolutamente non si è vista. Quindi, possiamo parlare di percorso partecipato, ma forse è un percorso partecipato tutto interno alla forza politica che ha proposto il testo.
Noi abbiamo proposto più volte di inserire le norme relative agli Ecomusei all'interno del testo unico sulla cultura. Questo avrebbe consentito di dare agli Ecomusei una dignità dal punto di vista culturale. Riconoscere gli Ecomusei come una caratteristica del nostro territorio, con alta valenza culturale, e inserirli all'interno del testo che ha riordinato e semplificato tutte le norme in materia culturale della nostra Regione sicuramente avrebbe dato alla norma sugli Ecomusei una forza e un valore in più.
Purtroppo non ci siamo riusciti, quindi ci siamo dovuti adeguare a partecipare a un tavolo che ha visto, tra l'altro, la partecipazione di alcuni esponenti della rete degli Ecomusei soltanto nelle battute finali in un percorso che non è stato assolutamente condiviso da parte delle Commissioni interessate, e siamo arrivati alla fine a questa norma. Norma che, secondo noi, non aggiunge molto a quello che era già previsto nella norma del 1995 che, ripeto, dal nostro punto di vista era una legge assolutamente efficace e ben scritta.
Il nodo cruciale in questi casi sono le risorse, perché noi possiamo riscrivere mille volte una norma, possiamo prevedere anche delle innovazioni, possiamo prevedere degli aspetti nuovi, migliorare magari qualche dicitura rispetto alle finalità e agli strumenti, ma alla fine caschiamo sempre lì. Se non si prevedono adeguate risorse, possiamo anche prevedere di valorizzare i siti, di recuperare degli immobili, però alla fine la legge va a morire. Noi ovviamente non ci auguriamo questo. Ormai la norma è arrivata in Aula, verrà approvata e speriamo che questa legge riesca a vivere e che porti un reale contributo al territorio.
Noi condividiamo la finalità dell'istituzione degli Ecomusei. Nell'articolo 2 si fa riferimento alle finalità e si dice: "Gli Ecomusei, nel loro percorso evolutivo, collegano la comprensione dei valori di un territorio con l'elaborazione di una visione per il suo futuro. A tal fine, essi valorizzano l'identità locale in un processo partecipato, finalizzato alla creazione di una coscienza di luogo diretta a rafforzare il senso di appartenenza delle popolazioni locali verso i beni comuni, costituiti dal patrimonio culturale e dal paesaggio, come definito dall'articolo 1 della Convenzione europea del paesaggio".
Noi non possiamo non condividere quello che c'è scritto in questo articolo perché si parla di identità locale. Nel mio Gruppo consiliare, come ovviamente negli altri Gruppi, ci sono persone che arrivano da diverse province, da diversi territori e ognuno si porta dietro la sua identità locale. Anch'io ho un'identità locale molto forte, come sanno ovviamente i colleghi, e l'ho più volte ribadita in Aula. Quindi, non posso che non condividere il fatto che con le popolazioni locali ci sia un processo partecipato. È importantissimo dialogare con le popolazioni locali e creare un percorso partecipato per valorizzare il territorio. E il fine deve essere quello di creare una coscienza di luogo, la coscienza di luogo della popolazione, che è quella che poi consente di difendere il territorio, di tutelarlo e di valorizzarlo.
Anche su questo devo dire che fortunatamente nel territorio in cui abito c'è una coscienza di luogo molto forte, ed è un bene che anche la maggioranza riconosca il valore e la necessità di tutelare questa coscienza di luogo e, soprattutto, il senso di appartenenza verso i beni comuni.
I beni comuni quali sono? Il patrimonio culturale e il paesaggio. Quindi tutelare quello che nella storia e nel corso degli anni si è creato sul territorio, conservarlo e mantenerlo significa non distruggere, non devastare, cercare lo sviluppo attraverso la valorizzazione dell'esistente.
E l'esistente è anche il paesaggio. Il paesaggio piemontese è un paesaggio stupendo, fatto di boschi, fatto di montagne. È un paesaggio che assolutamente va tutelato e valorizzato.
Spero veramente che tutto quello che è definito in questa legge, quindi il dialogo con le comunità locali, venga portato avanti, così come spero che ci sia anche un dialogo con la comunità locale del territorio da cui provengo io, come delle comunità locali dei territori da cui provengono i miei colleghi. Il collega Campo, ad esempio, arriva da un territorio stupendo, che forse è più incontaminato rispetto a quello da cui provengo io, per adesso. Per questo noi condividiamo la finalità di questa legge così come condividevamo la finalità della legge 31/95.
Ribadisco che, dal nostro punto di vista, sarebbe stato meglio, per i motivi che ho illustrato prima, includere questa legge all'interno del testo unico, così com'è successo per la proposta di legge sull'archeologia industriale, che è diventata un articolo del testo unico e in questo ha avuto anche un riconoscimento culturale. Dopodiché, la nostra attività si è svolta in modo propositivo in Commissione e si svolgerà in modo propositivo anche in Aula, attraverso una serie di emendamenti che abbiamo depositato ieri.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Frediani.
È aperta la discussione generale.
Ha chiesto la parola il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Il mio intervento sarà assolutamente in linea con quello della Vicepresidente della VI Commissione, Frediani, non solo per ovvi motivi di appartenenza allo stesso Gruppo consiliare, ma perché mi rappresenta in pieno rispetto alla tematica sollevata da questa proposta di legge che viene da una collega del Consiglio.
Avevamo lodato senza esagerare il disegno di legge di riordino della cultura, quindi il testo unico che è stato oggetto di diversi interventi dei Consiglieri regionali che hanno migliorato quella legge e che hanno portato, finalmente, a semplificare la normativa regionale in ambito di cultura. Cosa che, tra l'altro, si dovrebbe fare su tante altre materie che hanno tanti provvedimenti che, invece, insistono su diverse leggi, su leggi finanziarie e sui bilanci, e che rendono veramente difficoltosa la ricostruzione della normativa complessiva su alcune materie molto importanti.
Abbiamo appena terminato di approvare questo disegno di legge di revisione organica della materia, con l'abrogazione di trenta leggi, una serie di regolamenti e quant'altro, ma oggi arriviamo in Aula con una "pecora nera" e mi riferisco ovviamente alla proposta di legge e non al primo firmatario - cioè con un pezzo di cultura che resta fuori dal quadro organico di revisione della normativa. Non è l'unica pecora nera, ce ne sono altre che sono rimaste fuori, come il Museo della Resistenza. Però in questo caso vi è stata proprio una rivisitazione della materia.
Ce n'era bisogno? Perché bisogna sempre chiedersi questo, in un'ottica di economia di costo-efficacia anche delle tempistiche della macchina consiliare. Non mi riferisco ai nostri tempi, perché noi siamo comunque pagati lo stesso - qualcuno dice "ancora troppo", qualcuno dice "troppo poco", noi siamo più sulla prima idea - ma soprattutto ai costi della macchina burocratica, nel senso che andiamo a investire delle ore delle Commissioni e del Consiglio per approvare disegni di legge e proposte di legge che, sì, servono, perché la nostra funzione fondamentale è una funzione legislativa dal 1970, con sempre più autonomia a partire dalla revisione del Titolo V della Costituzione, ovvero dal 2001.
La prima domanda che bisogna farsi in relazione a una proposta di legge poi dovremmo farlo anche sulle mozioni, sugli ordini del giorno, talvolta anche sulle richieste di comunicazioni, perché tante volte anche le opposizioni, come diceva il Vicepresidente Reschigna, abusano di questo strumento, ma spesso è l'unico strumento che hanno per sollevare delle problematiche rispetto a una programmazione fitta di calendario sia di Commissioni sia d'Aula - è se, nell'economia di un Consiglio regionale, gli atti che poniamo in essere servono, soprattutto se novellano una materia se apportano qualcosa di nuovo. Questa domanda noi ce la siamo posta e siamo andati a rivedere la normativa già esistente sugli Ecomusei, che è la legge regionale 14 marzo 1995, n. 31.
Gli Ecomusei sono stati istituiti, nel senso di regolamentati, con una legge del 1995, ma non tutto quello che è prima 2000 è vecchio, vetusto, da superarsi e da riscrivere. Certo, ci sono alcune cose che in effetti passati vent'anni, devono essere novellate o devono vedere magari una nuova normativa rispetto ai contributi, alla contribuzione, rispetto alla normativa nazionale, alle competenze cambiate, rispetto anche all'ammodernamento della tecnologia, delle tempistiche e quant'altro.
Tuttavia, qui non stiamo parlando né di nuove tecnologie né di nuove normative nazionali che hanno modificato la normativa di settore o comunque, di leggi cornice, di leggi quadro nazionali che comportano una modifica della normativa regionale: stiamo parlando, senza assolutamente volerli svilire, anzi noi siamo assolutamente per una loro promozione.
La normativa del 1995 aveva anche il pregio di essere sintetica. Noi Consiglieri regionali - volevo usare una parola che ormai ha assunto quasi un termine più deteriore, cioè "politici" - abbiamo un po' - dico un po' usando un eufemismo - il dono opposto a quello della sintesi, ovvero quello della logorrea, dell'eccessivo utilizzo di parola parole. Tale dono è, a volte, uno strumento utile a portare e a perorare alcune cause e a cercare di difenderle in tutti i modi, a segnalarle; altre volte, nell'economia delle tempistiche di un Consiglio regionale, di una Commissione e quant'altro può essere controproducente, nel senso di costo per la macchina burocratica.
La legge 31 del 1995 è la legge che ha istituito gli Ecomusei del Piemonte era sintetica (era perché immagino che verrà approvata questa legge e verrà sorpassata), costituita da quattro articoli, quindi una legge che si stampa fronteretro su un foglio. La legge 31 ha anche una semplicità di lettura: non dobbiamo essere sempre per forza di cose prolissi, sia negli interventi orali che - soprattutto - negli interventi legislativi: spesso è molto meglio, per capacità di comprensione e di lettura, essere sintetici.
La legge 31 del 1995 aveva un articolo sulle finalità, con tre commi; il terzo comma conteneva una serie di finalità prioritarie (ne aveva sei dalla lettera a alla lettera f) e probabilmente prevedeva già tutti i concetti che sono previsti nel nuovo testo di legge: la conservazione e il restauro di ambienti di vita tradizionali delle aree prescelte, tramandando le testimonianze della cultura materiale ricostruendo le abitudini di vita e di lavoro delle popolazioni locali; la valorizzazione, nelle aree prescelte, di abitazioni o fabbricati caratteristici; la ricostruzione di ambiti di vita e di lavoro tradizionali che possano produrre beni o servizi vendibili ai visitatori, creando occasioni d'impiego e di vendita di prodotti; la predisposizione di percorsi nel paesaggio e nell'ambiente tendenti a relazionare i visitatori con gli ambienti tradizionali di contorno; il coinvolgimento attivo delle comunità, delle istituzioni culturali e scolastiche e delle strutture associative locali; la promozione e il sostegno delle attività di ricerca scientifica e didattico-educative relative alla storia ed abbastanza alle tradizioni locali.
Mi sembrano finalità abbastanza precise, esaurienti ed esaustive rispetto a quelle che sono le tematiche.
Nell'articolo 2 del nuovo testo di legge, sostanzialmente si aggiungono poche cose o, meglio, si aggiungono dei commi e delle lettere, proponendo la collaborazione e lo scambio di esperienze e progettualità condivise con altre realtà ecomuseali - questa è la sostanziale novità nelle finalità nonché la valorizzazione e la promozione del patrimonio linguistico piemontese.
Ritengo che potevamo modificare la legge del 1995, inserendo degli emendamenti all'interno di quella legge, oppure, ancora meglio, come ha detto la collega Frediani, potevamo andare a inserire quattro articoli sintetici (o tre, o due) all'interno del testo unico sulla cultura, così avevamo di nuovo un quadro più semplice. L'abbiamo chiesto più volte, ma ci è stato detto di no; non abbiamo compreso le motivazioni. Sarà un nostro limite, sarà un nostro problema non comprendere che la realtà degli Ecomusei sia così importante e debba rimanere avulsa dal quadro cornice della legge sulla cultura; ripeto, è un nostro limite, non l'abbiamo capito e non lo condividiamo.
Vado velocemente a chiudere perché il tempo è tiranno e, come dicevo prima purtroppo siamo tendenti a essere prolissi.
Altre novità: il comitato tecnico-scientifico già esisteva, o meglio, si chiamava scientifico e adesso diventa tecnico-scientifico, che non mi sembra, insomma, una modifica così travolgente.
Viene introdotto il laboratorio degli Ecomusei, che sostanzialmente è presso la struttura regionale competente, quindi riguarda comunque già funzionari della Regione e svolge attività di accompagnamento, tutoraggio coordinamento, indirizzo e iniziative degli Ecomusei: ben venga, ma forse bastava un ordine del giorno o una deliberazione della Giunta regionale.
Politiche di azioni regionali di valorizzazione paesaggio: si richiama il Piano paesaggistico regionale, ma non penso che sia dirimente scriverlo in questa proposta di legge.
C'è poi la definizione di un marchio. I marchi, come dire, non portano molto bene a questa Regione, visto che aspettiamo un po' di marchi su altre leggi, tipo il marchio a uno slot che non è stato ancora deliberato, e speriamo che dopo più di due anni questo possa vedere la luce.
Non ci sono novità sui fondi, perché ovviamente sui fondi vige la lex dura sed lex del Vicepresidente Reschigna, ma di qualunque Assessore al bilancio visto che non ci sono fondi in più. E si abroga la legge del 1995.
In definitiva, non me ne voglia la collega Caputo - è sempre brutto dare un parere negativo non nel complesso, ma nell'utilità di una legge, che a volte può essere ancora peggio - ma non ci sentiamo di accompagnare in senso positivo questo impegno di tempo del Consiglio regionale e della Commissione consiliare.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Come hanno ricordato alcuni colleghi, stiamo legiferando rispetto a un tema e a una materia su cui il Consiglio regionale ha già legiferato molti anni fa. Questo non è necessariamente un aspetto negativo o positivo: è una constatazione.
Una legge sugli Ecomusei è presente all'interno della nostra Regione; per la verità.



PRESIDENTE

Prego i presenti all'interno dell'aula di fare silenzio perché si fatica ad ascoltare il Consigliere Vignale.
Grazie.



VIGNALE Gian Luca

Grazie a lei.
Per la verità, quella stessa norma per anni, anche nella legislatura precedente, non è stata finanziata. Ma, al di là di questi aspetti, che sono diciamo non tecnici ma di valutazione rispetto alla necessità di aggiornare un testo normativo esistente, credo che ci si debba domandare anche relativamente a ciò che in una legge si scrive, cosa intendiamo per Ecomuseo.
Se i colleghi vogliono confrontare la norma vigente con quella che stiamo discutendo, la norma vigente (la 31 del 1995) individua l'Ecomuseo allo scopo di ricostruire, testimoniare e valorizzare la memoria storica, la vita, la cultura materiale, le relazioni tra ambiente naturale e ambientante antropizzato, le tradizioni, le attività e il modo in cui l'insediamento tradizionale ha caratterizzato la formazione e l'evoluzione del paesaggio.
Se leggiamo le finalità o i principi generali della proposta di legge che stiamo discutendo, recitano: "Gli Ecomusei sono strumenti culturali di interesse generale e di utilità sociale orientati a uno sviluppo locale sostenibile.", e non procedo.
Io non credo siano questo: credo che gli Ecomusei siano molto di più rispetto a quello che l'attuale legge 31 dice. Gli Ecomusei non sono prioritariamente uno strumento di utilità sociale orientato a uno sviluppo locale sostenibile: gli Ecomusei sono e dovrebbero essere principalmente strumenti di valorizzazione delle identità territoriali.
Questo è il tema, perché noi abbiamo una grandissima necessità di tutelare le grandi identità presenti nella nostra regione, che come poche altre Regioni italiane ospita. Non casualmente, nelle lingue minoritarie tutelate dalla legge dello Stato tre sono presenti nella nostra regione: la lingua walser, il franco-provenzale e l'occitano. Non casualmente, la lingua piemontese, ancorché non riconosciuta a livello nazionale, è riconosciuta anche da una legge regionale.
Leggo quello che vi è scritto sull'homepage della Rete degli Ecomusei del Piemonte (è scritto da Camanni, Presidente della rivista Piemonte Parchi grande alpinista e grande saggista piemontese): "Ognuno di noi ha il diritto di vivere in un luogo che, insieme alle proprie radici, offra un senso, un vanto di appartenenza, un motivo di esistere e abitare, per non dover necessariamente piegarsi alle omologanti offerte della civiltà globale, dove il mondo è uguale dappertutto".
Ritengo che, anche nella scrittura delle leggi, l'utilizzo di un italiano differente sia rappresentanza di ciò che vogliamo dire. L'italiano è una lingua meravigliosa, che ci consente di significare con le parole che una legge dovrebbe essere identitaria.
Presenterò solo due emendamenti, che hanno come finalità quella di soffermarsi sul fatto che questa dovrebbe essere la legge di tutela delle identità. Per me gli Ecomusei - poi, la parola è nata così e rimanga così dovrebbero essere i musei dell'identità, la valorizzazione dell'identità perché non sempre, pronunciando una singola parola, si comprende quello che si vuole dire.
Se leggiamo l'articolo 1 (potremmo leggere anche gli altri), recita: "Gli Ecomusei operano con approccio interdisciplinare nei campi della cultura dell'ambiente, dell'educazione, della formazione, dell'inclusione sociale dell'agricoltura, del turismo, della pianificazione territoriale e della cura del paesaggio, nella prospettiva di orientare lo sviluppo futuro del territorio verso una sostenibilità ambientale, sociale ed economica fondata sulla responsabilità collettiva degli abitanti, della società civile e delle istituzioni". È molto poco identitario anche in termini di italiano cioè è quanto potremmo leggere su un articolo de Il Sole 24 Ore. È un linguaggio che nulla ha a che vedere con una legge che vuole difendere e tutelare l'identità.
Anche in merito all'aspetto legato alla partecipazione della comunità locale in tutte le sue componenti, sono tutti principi condivisibili, come il principio della legge stessa è di per sé condivisibile. Ciò che manca, e io penso sia un passo indietro rispetto alla legge n. 31 del 1995, è un'importante sottolineatura del fatto che gli Ecomusei dovrebbero essere la casa della tutela, conservazione e valorizzazione delle identità della nostra regione.
Le identità sono materiali e immateriali, sono identità rispetto al lavoro rispetto al paesaggio, rispetto alle realtà in cui lavoro e paesaggio si fondono per realizzare delle realtà che sono uniche o tipiche, presenti all'interno della nostra regione.
Ritengo sia questo l'unico vero limite di questa norma, perché la parola identità è indicata solo una volta, all'articolo 2: "A tal fine essi valorizzano l'identità locale in un processo partecipato finalizzato alla creazione di una coscienza di luogo diretto a rafforzare il senso di appartenenza delle popolazioni locali verso i beni comuni".
Il concetto di identità è il concetto stesso di tutela del patrimonio collettivo di una comunità: non c'è necessità di una legge per fare in modo che chi vive una valle abbia il concetto del valore di quell'identità. Noi abbiamo necessità, invece, che la montagna, parlando di montagna, come il paesaggio rurale, non sia scambiata come un luogo che debba essere sempre uguale, come un luogo in cui, al di là dei servizi per chi ci abita, è più difficile svolgere alcune attività o in cui sia un po' tutto uguale e non cambi se si passa da una zona vocata a una cultura rispetto a una zona vocata a un'altra cultura o tradizione.
Ritengo che questo debba fare la differenza in una norma e credo che purtroppo questa legge non lo faccia. Poi, è un'occasione persa? No, nel senso che - ahimè - se fosse sufficiente scrivere una buona legge per cercare di ottenere i presupposti che uno si prefigge è un conto, per credo che anche l'aspetto nominalistico, cioè la forma con cui una legge viene scritta e son rappresentati gli obiettivi che si prefigge, in qualche modo rappresenti anche ciò che i legislatori vogliono ottenere con la norma.
Concludo dicendo che, così com'è scritta, a me sembra una norma che istituzionalizza la figura degli Ecomusei in modo puntuale, ma a cui manca un'anima. È una legge tecnicamente ineccepibile, ma a cui manca un'anima.



OTTRIA DOMENICO



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Rostagno; ne ha facoltà.



ROSTAGNO Elvio

Grazie, Presidente.
Il Consigliere Bono è andato in supporto e aggiunta alla Consigliera Frediani; io vado in supporto alla prima firmataria della legge, la Consigliera Caputo.
A parte le battute, parto dalle considerazioni del Consigliere Vignale alla fine del suo intervento: non basta una nuova legge per fare una buona attività. Questo lo sappiamo e vale per tutte le leggi. Non basta una nuova legge, però sono discretamente soddisfatto dal rapporto che si è tenuto nella redazione della legge con la rete degli Ecomusei, che sono quelli che più di tutti sono sul campo e con loro si è lavorato affinché questa fosse una legge migliore.
Ritengo che, se c'è una cosa che rappresenta in modo forte l'esperienza degli Ecomusei sia il processo identitario di una comunità, ma questo non può essere contenuto in un qualsiasi testo di legge, non può essere contenuto in un testo unico.
Un elemento che dà valore agli Ecomusei è il tema del lavoro come esperienza, perché la maggior parte degli Ecomusei, che tra l'altro hanno una ricchezza di diversità, ci propone il lavoro come elemento che rafforza una comunità, non solo e soprattutto non letto in chiave nostalgica.
Un elemento è stato frutto di un percorso di questi anni ed è la costituzione della rete degli Ecomusei, che ha permesso anche di distinguere gli Ecomusei che avevano una loro ragione d'essere e che hanno prodotto cultura, attività e lavoro, e altri Ecomusei che invece - ahimè hanno finito il loro percorso, perché magari erano semplicemente nati dalla volontà di un Sindaco di utilizzare un locale.
Chi conosce la storia amministrativa e politica del passato sa benissimo che tante volte, quando c'era più disponibilità economica, pur di utilizzare un fabbricato di un Comune che aveva un minimo d'identità, se ne faceva un Ecomuseo. C'erano i soldi, s'iniziava l'attività ma alcuni di queste iniziativa non hanno continuato, perché non basta dire "facciamo un Ecomuseo".
Ora, l'elemento che differenzia questa norma rispetto a quella del passato è che valorizza un percorso, valorizza un'esperienza: il riconoscimento arriva dopo tre anni e, tra l'altro, dà garanzia nel tempo in modo tale che coloro che sono riconosciuti sanno che per tre anni avranno il sostegno. È un aspetto che non c'era nella legge precedente.
Nella legge precedente il comitato tecnico-scientifico era diverso; quello che viene descritto in questo testo è frutto dell'esperienza di questi anni. Nella legge precedente non c'era il laboratorio degli Ecomusei, che è fondamentale per il supporto agli Ecomusei esistenti e a coloro che vogliono affacciarsi per questa nuova esperienza.
Non basta una nuova legge, ma soprattutto vorrei anche un po' stigmatizzare la critica che si fa rispetto alla necessità d'inserire questa norma del testo unico della cultura. Sì, si poteva fare, ma sarebbe stato un errore perché questa fattispecie, quest'attività valorizza l'esperienza del lavoro, valorizza il paesaggio, tiene conto degli elementi dell'accoglienza e del turismo, ha a che fare con l'istruzione e la formazione professionale: sono tutti elementi che rappresentano gli Ecomusei come una fattispecie a sé stante.
Concludo dicendo che si poteva scrivere sicuramente meglio, ogni cosa si può scrivere meglio e, anzi, ha ragione il Consigliere Vignale dicendo che il punto 2 dell'articolo 1 è insufficiente, però occorre leggere tutto l'articolo 2, che va a riempire quel troppo poco dell'articolo 1.



PRESIDENTE

Grazie, collega Rostagno.
La parola alla Consigliera Accossato.



ACCOSSATO Silvana

Grazie, Presidente.
La mia conoscenza degli Ecomusei in questi anni è stata sempre legata a esperienze molto particolari e molto ben radicate sul territorio.
Ho avuto modo di apprezzare la legge regionale attualmente in vigore e anche di valutare la lungimiranza di quegli amministratori, di quei Consiglieri che nel 1995, prima Regione in Italia, decisero di porre l'attenzione su questa particolarità, sull'esigenza di valorizzare non tanto e non solo un luogo, un contenitore, ma un contenitore con il contenuto, diciamo così; quindi, valorizzare la storia del lavoro, delle attività delle donne e degli uomini del Piemonte in alcune realtà particolari, legate appunto ai loro saperi, alla loro capacità di fare alla loro capacità di trasformare il territorio.
È stata sicuramente una legge innovativa e anche visionaria, che ha dato l'opportunità a molte realtà, che forse venivano considerate marginali, del Piemonte di trovare un'occasione di valorizzazione, un'occasione per farsi conoscere, un'occasione per creare anche sviluppo turistico.
Ho firmato convintamente questa proposta di legge, perché, come avviene spesso, dopo oltre vent'anni di attività, c'era l'esigenza di fare il punto, fare un bilancio, una verifica e dare degli strumenti più adeguati a chi sul territorio, ancora oggi, è nelle condizioni di attivare un Ecomuseo, magari sta già svolgendo un'attività di Ecomuseo. Penso all'Ecomuseo Leumann (non nascondo questo tipo di riflessione), quindi a una realtà che da anni si muove sul territorio nella logica ecomuseale, ma che ha trovato difficoltà a essere riconosciuta con la legge attuale; una certa chiusura, diciamo così, che la legge attualmente in vigore consentiva.
La proposta di legge che stiamo discutendo pone la capacità di valorizzare il lavoro già fatto, i tre anni di esperienza, i tre anni di attività quindi un riconoscimento posteriore e non a prescindere, diciamo, non soltanto sulle volontà, dà la possibilità a chi ci ha creduto veramente sul territorio, a quei soggetti, a quegli operatori che sono stati convinti e pieni di volontà di andare avanti, di essere riconosciuti e di entrare all'interno di un circuito che è comunque importante, quello della rete ecomuseale.
Nel dibattito s'è detto: c'era bisogno o non c'era bisogno di una legge? Io vi ho dato una motivazione per cui, dal mio punto di vista, e per molti da operatori del settore, per alcuni luoghi del territorio è importante una nuova legge; in ogni caso, soltanto la possibilità di emendare la legge attuale non avrebbe fatto giustizia di un'esigenza di ammodernamento. Il percorso di costruzione di questa proposta di legge è stato nuovamente l'occasione di condividere, con i soggetti interessati, riflessioni su cosa sono stati questi vent'anni di storie ecomuseali in Piemonte e su cosa potrà essere in futuro.
Secondo me, un altro aspetto positivo di questa proposta è stata la capacità di coinvolgimento, la capacità di cogliere osservazioni. Penso al lavoro nelle sedute congiunte di V e VI Commissione, dove abbiamo anche audito, ascoltato e interloquito con i soggetti interessati, da cui sono arrivati suggerimenti e considerazioni utili per migliorare la proposta di legge.
Penso sia anche opportuno mantenere quest'unicità, questa caratteristica particolare degli Ecomusei e della legge loro dedicata. Condivido la scelta di non inserirla all'interno del testo unico della cultura, perché chi ha seguito la storia della cultura eco museale, iniziata in Europa ben prima del 1995, e anche in Italia dal 1995 a oggi, sa che un Ecomuseo non è soltanto una proposta culturale: l'Ecomuseo, come viene richiamato, è territorio, è paesaggio, è lavoro, è sapere ed è l'insieme di queste cose.
Come dicevo all'inizio, è il luogo, è il contenitore, ma è anche il contenuto che ha una valenza molto forte; sono le persone che rendono vivo l'Ecomuseo e consentono all'Ecomuseo di trasformarsi, perché l'Ecomuseo è un percorso, non è una situazione statica.
Anche in questo senso è opportuna la verifica triennale del mantenimento delle condizioni di Ecomuseo, ma al di là di quanto prevede la norma, nei fatti è così. Se il percorso non prosegue, se non ci sono idee, progetti e proposte, se non c'è soprattutto la partecipazione di chi è componente attiva di quell'Ecomuseo, l'Ecomuseo muore, non esiste più.
Dall'approvazione di questa legge in avanti ci sarà una commissione che lo stabilisce, ma nei fatti è anche già avvenuto in questi primi vent'anni che qualche realtà, che evidentemente non era così ben radicata o per altre motivazioni, magari perché è venuta meno la componente umana, non è riuscita ad andare avanti e si è fermata.
In questo senso, credo che questa nuova legge possa essere un utile servizio ai territori del Piemonte e possa dare anche rinnovato entusiasmo e vigore ad alcune realtà territoriali che sono nelle condizioni di mettere in campo nuovi progetti, e anche dare nuove opportunità di lavoro e di progettazione alle realtà già esistenti.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Fluttero; ne ha facoltà.



FLUTTERO Andrea

Grazie, Presidente.
Mio nonno diceva: "Fare e disfare è sempre lavorare!". Indubbiamente il Consiglio regionale in questo caso sta lavorando, si tratta solo di capire se sta lavorando per fare o per disfare. La nostra opinione è che stia lavorando per disfare un'ottima legge, che ha garantito in questi vent'anni la nascita, la costruzione e lo sviluppo di una rete ecomuseale nel nostro territorio regionale.
Perché dico che lavora per disfare? E perché dico che il Gruppo Forza Italia è assolutamente favorevole alla legge sugli Ecomusei del 1995 ed è molto perplesso su questa nuova proposta di legge? Basta leggere, come ha fatto il collega Vignale, nelle "Finalità" poche righe di entrambe le leggi per capire l'enorme differenza tra la saggia legge del 1995 - una legge chiara che definiva in modo preciso gli obiettivi - e la confusa somma di argomenti, varie ed eventuali, tutto il contrario di tutto che sta dentro a questa nuova proposta di legge.
Infatti, leggendo - poi lo facciamo insieme perché sono poche righe - tutto ciò che è stato messo dentro agli obiettivi di questi Ecomusei, potremmo persino pensare di chiudere i Comuni, perché a questi Ecomusei facciamo fare di tutto. Quindi, a che cosa serve avere ancora dei Comuni? Lo leggiamo insieme, perché le parole sono importanti.
All'articolo 1 della legge del 1995, saggiamente il legislatore dice: "Gli obiettivi sono quelli di ricostruire, testimoniare e valorizzare la memoria storica, la vita e la cultura materiale, le realizzazioni, le relazioni fra ambiente, natura e ambiente antropizzato". È un elemento estremamente importante, perché una cosa sono i parchi naturali e le riserve naturali speciali, dove si va a tutelare la natura così com'era in origine; altra cosa sono gli Ecomusei che, invece, è ben chiaro qui, testimoniano come l'uomo ha cambiato e ha modellato la natura.
Infatti, molte cose che oggi consideriamo un patrimonio ambientale e paesaggistico - pensate ai terrazzamenti delle Cinque Terre - sono opera dell'uomo. E quindi insegnano anche alle nuove generazioni come la natura va rispettata, ma anche usata, usata saggiamente ma usata, rispetto all'approccio "talebano" di chi dice che la natura non deve essere toccata e che l'uomo è equivalente a una pietra, a un animale o a un albero. È quindi, una visione ecocentrica e non antropocentrica.
Concludo, richiamando ancora questi obiettivi, relativi al "modo in cui l'insediamento tradizionale ha caratterizzato la trasformazione e la formazione e l'evoluzione del paesaggio". Proprio questi sono gli argomenti centrali nella legge del 1995, quindi identità territoriale, indispensabile in un mondo che si globalizza, indispensabile in un mondo che accoglie entro certi limiti, persone che arrivano da altre parti, per non perdere l'identità, ma anche per offrire a chi viene ad abitare qui testimonianze del passato, per implementare, per integrare, nelle nostre radici, le radici e le testimonianze di chi viene a vivere qui. È la testimonianza di come le comunità locali, in passato, hanno vissuto quei territori e li hanno trasformati, ed è una lezione per il futuro.
Questo era un obiettivo chiaro, preciso, assolutamente condivisibile e che ha dato ottimi frutti. Perché disfare questa cosa? Perché non limitarsi a qualche correttivo, a qualche piccolo miglioramento? Perché inserire questa melassa di "tutto e il contrario di tutto"? Ascoltate l'articolo 1 della nuova proposta di legge: "Gli Ecomusei opereranno con approccio interdisciplinare nei campi della cultura, dell'ambiente, dell'educazione della formazione, dell'inclusione sociale, dell'agricoltura, del turismo della qualificazione territoriale, della pianificazione territoriale" interverranno persino sui piani regolatori - "e della cura del paesaggio nella prospettiva di orientare lo sviluppo futuro del territorio verso la sostenibilità ambientale". Quindi, non saranno più i Consigli comunali eletti democraticamente dai cittadini a orientare, ma ci penserà l'Ecomuseo. È per questo che dicevo che possiamo anche chiudere i Consigli comunali e i Comuni. Risparmiamo pure! Quindi, "sociale ed economico", lo sviluppo futuro sociale ed anche economico; pertanto si deciderà su cosa investire, gli assi strategici. Gli facciamo fare un sacco di cose! Gli facciamo fare tutto, gli facciamo fare nulla! Perché quando gli si dà da fare di tutto, alla fine si consente di fare un po' poco, forse, anche perché non gli si danno i mezzi. Ma se anche si dessero i mezzi, si farebbero fare cose che non hanno nessun significato.
Continuo a leggere: ". delle Istituzioni, funzionale alla costruzione della rivitalizzazione di reti di attività e servizi". Qui c'è davvero tutto e il contrario di tutto, le varie ed eventuali cui facevo riferimento prima.
Capite che sotto il titolo "Ecomusei" c'è uno dei problemi più grandi della nostra società odierna, ovvero il non mettersi d'accordo sul significato delle parole. Vale per questo piccolo esempio regionale, ma vale a livello nazionale per un sacco di parole. Le parole vengono usate, modellate stravolte e violentate per ottenere quello che si vuole; non siamo più d'accordo sul significato delle parole. O torniamo a usare le parole per quello che rappresentano, oppure se modifichiamo e distorciamo il loro significato a nostro piacimento, le riempiamo di contenuti e di significati che non sono quelli originari. Allora, attenzione, perché mettiamo in crisi i criteri di una convivenza, perché ognuno fa dire alle parole quello che vuole.
Questa legge stravolge il concetto di Ecomuseo. Ecomuseo non è quello che avete scritto qui dentro: Ecomuseo è quello che c'era scritto nel 1995. Il Gruppo Forza Italia è favorevole agli Ecomusei e rivoterebbe la legge del 1995, difficilmente voterà questo strano progetto di legge.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Andrissi; ne ha facoltà.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Devo dire che vengo da un comune al confine con la Lombardia dove, di fatto, si è (uso questo termine) naturalmente creato quello che sarebbe nella Regione Piemonte considerato un EEcomuseo. Mi riferisco al Museo civico etnografico e archeologico di Oleggio. È un museo nato spontaneamente nel Comune di Oleggio, che è riferimento per l'attività agricola e storica del territorio dell'est Ticino (est rispetto a Torino) che ha raccolto negli anni quelle che sono tutte le attività, tutti gli attrezzi storici dell'attività agricola e delle attività artigianali presenti sul territorio, ma ha anche raccolto reperti archeologici che risalgono a qualche migliaio di anni prima.
Devo dire che è uno dei musei più frequentati della provincia di Novara e proporrò che anche questo museo venga inserito tra gli Ecomusei regionali perché di fatto s'è creata spontaneamente una realtà importante rispetto alle finalità della legge del 1995 e del nuovo testo di legge.
Leggendo i due testi di legge e paragonandoli, devo dire che la differenza è un allargamento in quella che è la possibile gestione degli Ecomusei anche ad associazioni culturali e ad associazioni ambientaliste, che sicuramente potrebbero rivestire un ruolo importante per dare finalità che vadano al di là della semplice raccolta etnografica delle realtà lavorative, ma dare anche una visione sul cambiamento del paesaggio e una visione di futuro sul dove stiamo andando.
Nella provincia di Novara, dalla quale provengo, c'è stata una trasformazione lavorativa importantissima; era una provincia che basava l'attività lavorativa soprattutto sul tessile, tant'è vero che vengono attuate iniziative importanti dove si realizza il filato della seta a partire dal baco della seta. Credo che rivivere le nostre tradizioni ci possa far comprendere anche quello a cui andremo incontro nel prossimo futuro.
L'est del Piemonte, da Novara ad Alessandria, dal punto di vista lavorativo, se guardiamo la realtà di oggi, è quello che sta soffrendo di più, con tassi di disoccupazione elevati. Quindi sicuramente fare il punto su quella che era la nostra realtà lavorativa e di capacità artigianali potrebbe essere anche un aiuto per capire che percorsi intraprendere per il prossimo futuro.
Detto ciò, non credo - come ha prima affermato il Capogruppo di Forza Italia - che la natura vada usata, trasformata e consumata. Non siamo antropocentristi, quindi non crediamo che gli Ecomusei debbano far comprendere che noi siamo al centro della natura e che per questo motivo la natura sia usata ai nostri fini; crediamo che la natura abbia degli equilibri delicatissimi e che questi equilibri vadano rispettati sempre più nel prossimo futuro.
Penso, per esempio, al progetto Interconnector, alla previsione di fare dei pali alti 53 metri all'interno del Parco del Ticino, che credo proprio ieri abbia avuto un ulteriore riconoscimento (era già patrimonio dell'UNESCO adesso è diventato un'area MAB UNESCO allargata comprendente il Verbano).
Un'opera però la si può fare interrata tranquillamente, come viene realizzata in Val di Susa; tra l'altro, con l'interrata si ha un risparmio meno perdita di energia elettrica, minore impatto sul paesaggio e sull'ambiente (anche quello umano).
Nell'area UNESCO del Ticino vengono previsti appunto questi pali ad altezza 53 metri che attraversano il Parco del Ticino: io credo che questo sia un errore. Sicuramente la creazione di un Ecomuseo dove si vuole anche favorire il recupero delle caratteristiche di un paesaggio potrebbero darci una mano nel migliorare il rispetto degli ambiti paesaggistici del nostro territorio.
Tuttavia, penso anche a quello che si vuol fare nel Parco regionale Veglia Devero, con un impatto importantissimo soprattutto dal punto di vista paesaggistico, ma non solo dal punto di vista paesaggistico, perché nel Parco del Devero sono presenti specie endemiche a forte rischio di estinzione, ma proprio lì si vuole fare una grande speculazione e una grande cementificazione. Con i soldi di chi non si capisce, però la Regione parla anche di un possibile cofinanziamento. Quindi sviluppare quest'attività può essere un aiuto.
Rispetto all'utilità di questa legge, effettivamente crediamo - non me ne vogliano i presentatori - che l'errore fatto sia stato quello di non averla inserita nel testo unico della cultura. Se l'opera di semplificazione è stata fatta, non capiamo come mai non si sia voluto inserire la legge sugli Ecomusei all'interno del testo unico, così come è stato fatto per il testo di legge sull'archeologia industriale; oltretutto, se la si voleva a migliorare, era anche il momento giusto di utilizzare quel tavolo di lavoro per apportare i miglioramenti e poterla inserire.
Detto ciò, valuteremo attentamente quelle che saranno le iniziative del laboratorio degli Ecomusei; laboratorio che, con un approccio interdisciplinare trasversale in relazione all'attività degli Ecomusei alle loro reti regionali, nazionali e internazionali, dovrà organizzare convegni e progetti. Ecco, quest'attività del laboratorio sarà una delle cose fondamentali; crediamo che questo laboratorio dovrà lavorare in stretto contatto con le proposte provenienti dal territorio, perché a noi risulta che sul territorio vengono già svolti importanti convegni e attuate rilevanti iniziative.
Questo testo legislativo è sicuramente un testo più dettagliato che, a nostro parere, allarga le sfere di competenza della legge sugli Ecomusei speriamo che non sia un tentativo che, in qualche modo, non abbia poi un riconoscimento sul territorio, visto che già nel passato - da quanto dicono i relatori che sono intervenuti prima di me - alcune iniziative sul territorio hanno già trovato delle grosse difficoltà, perch effettivamente.



PRESIDENTE

Scusate: un po' di silenzio.



ANDRISSI Gianpaolo

Il Capogruppo di Forza Italia cerca di creare scompiglio perché l'ho criticato! Effettivamente la mia critica è: quando l'uomo si crede un Dio, il problema è quello. Infatti il problema è l'uomo che, dal punto di vista antropologico, da animale passa a ritenersi quasi un Dio che può fare quel che vuole di questo pianeta ricevuto in eredità. Dal canto mio, spero che questa iniziativa degli Ecomusei a livello regionale ci consenta di comprendere da dove veniamo e capire che l'uomo non è un Dio su questa terra, ma deve rispettarla in tutti i suoi equilibri, che sono molto delicati.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Andrissi, anche per l'osservazione finale.
Ha chiesto la parola il Consigliere Segretario Bertola in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
I colleghi - sia la relatrice di minoranza, la collega Frediani, che gli altri che sono intervenuti dopo, Bono e gli altri - sono stati piuttosto chiari sugli aspetti specifici legati a questa proposta di legge, sia quelli che ci vedono favorevoli e che ci hanno anche portato, per quanto possibile, a partecipare alla discussione di questa proposta di legge in Commissione, sia gli aspetti che ancora ci lasciano perplessi.
Volevo però reagire ad alcune frasi che ho sentito pronunciare in Aula perché in qualche modo vanno in senso totalmente contrario, non tanto alla mia opinione su questa proposta di legge, che ritengo non cambierà i destini dell'universo, ma soprattutto alla mia vision, quindi il mio modo di vedere le cose e il mondo.
Ho sentito dire: "Smettiamola di pensare che bisogna tutelare solo l'ambiente e la natura e che l'uomo si debba piegare e adattare". Ho sentito dire che l'uomo deve utilizzare, modellare, cambiare, sfruttare la natura e che questo vuol dire essere antropocentrici. Io penso esattamente il contrario e dico che sono talmente antropocentrico da voler tutelare l'ambiente e la natura.
Spesso si sente dire: "Salviamo il pianeta". Signori, vi do una notizia: il pianeta si salva, si salva fintanto che resta viva la nostra stella, che è il sole. Abbiamo qualche miliardo di anni di tempo: siamo alla fine di luglio, pertanto un po' di tempo c'è ancora! Quello che non si salva, che potrebbe non salvarsi non è il pianeta, ma è la vita sul pianeta o, meglio alcune forme di vita sul pianeta, in primis la nostra, perché la Terra, il pianeta, è un grande organismo che si autoregola, si cura da solo ed espelle con i suoi anticorpi tutti gli elementi che lo fanno stare male.
Prima o poi guarisce e noi potremmo essere uno di quegli agenti negativi che l'organismo Terra, un giorno o l'altro, espellerà dal proprio corpo! Ripeto, sono talmente antropocentrico da voler difendere l'ambiente e la Terra e con questo ritengo di poter e voler difendere la qualità della vita, la salute, l'aspettativa di vita sana mia e delle persone che mi circondano.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Campo; ne ha facoltà.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Nel solco di quanto già commentato, aggiungo qualche considerazione.
Condivido le osservazioni fatte dalla nostra relatrice sui limiti di normare un tema che avrebbe potuto essere affrontato in maniera diversa: da un lato, andando a modificare, anche perché le modifiche rispetto alla legge preesistente del 1995, sono, tutto sommato, limitate, magari certamente migliorative, però si poteva andare a lavorare su una legge già ben scritta, migliorandola.
L'altro aspetto è quello di non considerare il tema esclusivamente una questione di ambiente, anche se parliamo di Ecomusei, avendo lavorato in condivisione, partecipazione e ampia discussione in tutto l'ambito consiliare ed anche al di fuori di esso, così come per il discorso del testo unico sulla cultura.
Dico questo, perché i due aspetti nella rete, nel sistema degli Ecomusei sono veramente strettamente contemperati. In provincia di Cuneo ne abbiamo otto e spaziano dalle tematiche strettamente ambientali, sempre collegate alle questioni produttive, alla tradizionalità delle produzioni, al sistema delle economie che pervadevano, soprattutto in passato, le aree montane.
Uno degli elementi tematici che ritrovo in tutti gli Ecomusei della mia provincia è, ad esempio, l'economia di montagna, il fatto che le montagne erano un'area molto vivace e vitale dal punto di vista dell'economia dell'integrazione e equilibrio della vita umana con l'ambiente che lo circondava. Gli Ecomusei lo raccontano, così come raccontano i percorsi di evoluzione religiosa e culturale. L'Ecomuseo dei Certosini, nella valle in cui abito - la Valle Pesio, in Provincia di Cuneo - racconta l'antico insediamento dei frati certosini e il loro rapporto con la società che li circondava e con l'ambiente, il fatto di vivere in montagna, in un ambiente tendenzialmente difficile e ostile.
Di questi temi ce ne sono tanti e sono collegati al discorso produttivo ed ecologico. Ricordo, ad esempio, il Museo della pastorizia della Valle Stura, che ha integrato e proseguito un'attività che ha permesso di salvare una razza autoctona come la pecora sambucana in provincia di Cuneo, con l'allevamento dell'agnello sambucano, produzioni tipica territoriale della mia provincia.
Questo è stato fatto costruendo anche un discorso che riguarda l'impatto culturale, l'impatto sulla società: come la società si evolveva anche nelle sue tradizioni e nelle sue culture e come questa, per certi versi superasse i confini, proprio perché una volta i confini riguardavano le classi alte, chi aveva interessi politici e militari, e che dal punto di vista dell'economia di territori di montagna, difficili da affrontare vedevano una diffusa permeabilità delle frontiere.
Nel caso della Valle Stura si parla di forte contiguità e trasferimento di popolazioni, sia umane sia animali, con i vicini areali francesi, così come in tutte le altre valli del Cuneese la cultura occitana, che ancora adesso viene preservata, ha il segno di una forte comunità transfrontaliera tra Italia e Francia. Tra l'altro, il Piemonte e l'Italia nascono da una realtà statuale transfrontaliera: i Savoia erano originari di un'area francofona sovrani di uno Stato, all'epoca, che adesso sarebbe transnazionale, ma per la realizzazione dell'Italia rinunciarono alla loro terra natale.
Il discorso di fondo cui voglio tornare è questo: ben venga un adeguamento alle attuali necessità e prospettive di una norma del 1995, che per certi versi trovo lungimirante, ma ancora un po' limitata; forse si sarebbe potuto lavorare un pochino di più sul discorso della rete degli Ecomusei magari anche un'integrazione con il turismo, cultura e ambiente, come declinazioni importanti del nostro territorio che, invece, non vede tra le declinazioni importanti il discorso dello sfruttamento. Il territorio non è da sfruttare: il territorio è da fruire, da viverci dentro, in equilibrio.
Questo discorso l'abbiamo già fatto sul tema della caccia: siamo diventati i custodi di un territorio, non i proprietari o coloro che da esso devono trarre profitto. Questo è il tema centrale.
Ovviamente, il profitto, la produzione e il lavoro sono questioni molto importanti, ma se c'è una cosa che si trae anche dal discorso ecomuseale se questi Ecomusei li si va a visitare e si assorbono gli insegnamenti che ci raccontano, è come il rapporto non fosse di esclusiva proprietà (non voglio cadere nel romanticismo, problemi ce n'erano certamente anche uno o due secoli fa), forse perché la natura non era così facilmente controllabile con i mezzi dell'epoca o con lo stato economico di chi viveva quelle aree, per cui non era solo sfruttamento, ma anche tutela.
Come ha detto bene il collega Bertola, la tutela del territorio e dell'ambiente è anche la tutela e la difesa della vita umana, della sua sostenibilità e della sua capacità di progresso e di sviluppo sul territorio: solo in armonia e trovando i modi per vivere e prosperare nell'ambiente e sul territorio, anche laddove questo sta diventando difficile.



PRESIDENTE

Grazie, collega Campo.
La parola al Consigliere Valetti.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Credo che alcuni concetti espressi dai colleghi siano ben sviluppabili, se l'Aula lo permette, perché in questo brusìo è difficile.



PRESIDENTE

Per favore! Prego, Consigliere.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
In particolare, è molto diverso il concetto che si esprime sulla potenziale utilità degli Ecomusei e sul messaggio degli Ecomusei con l'effettiva efficacia di questa legge, perché l'esistenza degli Ecomusei nasce da una necessità di tutela dei paesaggi locali delle nostre risorse naturali, ma anche delle nostre risorse culturali.



PRESIDENTE

Per favore, vorremmo ascoltare il Consigliere Valetti. Per cortesia Consigliere Corgnati, un po' di silenzio.
Prego, continui.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Infatti, questi Ecomusei si situano spesso in luoghi del Piemonte con una tipicità culturale, uno stile di vita che magari vi si vuole rappresentare e che oggi, anche se non è più attuale, rappresenta un po' la storia di questi luoghi; penso specialmente a quello nella mia zona, l'Ecomuseo delle miniere di Prali, che vuole rappresentare un modello di vita, un modello di produzione che oggi non c'è, che guardiamo con rispetto e fascino, anche se siamo in un certo senso confortati dal fatto che i tempi siano cambiati e che le persone non debbano più morire e faticare nel modo in cui si faceva solo fino a pochi decenni fa.
Detto ciò, bisogna vedere l'efficacia di questo messaggio culturale che l'Ecomuseo vuole dare, ma, purtroppo, spesso ci riduciamo ad approvare e inserire in normativa leggi assai simboliche rispetto ai fini che ci vogliamo porre.
Diceva bene il collega Andrissi che la tutela del nostro ambiente è la tutela del pianeta tutto, perché tutelando i propri territori, tutti insieme, ognuno il proprio angolo di territorio, si riesce ad arrivare a una tutela di tutto il pianeta. Questo è un messaggio che dev'essere coltivato e promosso dalla politica e dai cittadini attivi, verso tutte quelle popolazioni e quelle culture che ancora non hanno chiaro in quale periodo critico ci troviamo dal punto di vista della difesa dell'ambiente e della difesa della nostra stessa sopravvivenza, sia come essere umani, ma anche di tutte le specie che convivono e hanno le stesse necessità di preservare questo ecosistema e sono la maggior parte delle specie con cui conviviamo.
Noi siamo mammiferi e diciamo che con uno scenario attuale di deterioramento delle condizioni ambientali, a partire dalle acque dei mari a partire dal surriscaldamento e dal riscaldamento globale, quindi con un aumento delle concentrazioni di CO2 e d'inquinanti ce la passeremmo male insieme a molte altre specie.
Pertanto, questo messaggio culturale non può e non deve limitarsi a degli angoli assai simbolici come questi. Quindi i messaggi promossi dagli Ecomusei devono uscire dagli Ecomusei stessi: perciò serve un'attività molto integrativa, politicamente molto comunicativa da parte della Regione.
I tanti bei lavori della Regione nei suoi Settori che si occupano di ambiente, con molti tecnici che lavorano appassionatamente, devono uscire dai muri della Regione e andare a incontrare i cittadini e fare capire che l'Ente s'interessa di questi temi e i cittadini farebbero bene a fare altrettanto, perché non si può in pochi riuscire a tutelare un bene così grande come il nostro ecosistema.
Questo è un auspicio a fare di meglio, è un auspicio a non fermarsi ad atti puramente simbolici. Pensiamo anche alle numerose discussioni e al molto tempo dell'Aula e delle V Commissione, che in questi anni di legislatura si sono impegnate nella materia dei rifiuti: ci sono temi che abbiamo affrontato, ma non siamo stati abbastanza incisivi.
I cittadini non hanno percepito un'azione forte da parte della Regione sui temi che contano e ve ne sono stati di temi che contano: abbiamo il Piano di tutela delle acque, abbiamo il Piano rifiuti, abbiamo avuto la legge sui rifiuti, il Piano dei rifiuti speciali.
Vi sono temi che escono dagli Ecomusei sui quali torniamo a confrontarci prepotentemente, perché li vediamo nella vita di tutti i giorni; i problemi dell'inquinamento, il Piano della qualità dell'aria, ma tutto questo non è comunicato abbastanza, non esce abbastanza dalle porte della Regione.
Insomma, anche se i meccanismi della burocrazia sono molto lenti, non ci mancano di certo le leggi, però ci manca molto l'efficacia.
Accogliamo tiepidamente questo testo di legge, pensando che non cambierà sostanzialmente le cose, neanche nella gestione degli Ecomusei, che pure non fa altro che ripetere una legge già esistente.
Poiché ritengo il tempo di quest'Aula prezioso e non si riescono a promulgare troppe leggi, dovremmo concentrarci su cose che magari non ci sono e hanno un impatto reale sull'ambiente, ma anche sulla cultura, anche sulla tutela delle culture tipiche piemontesi, che sembra che non c'entri con l'ambiente, ma c'entra nel rapporto dell'uomo con il suo ambiente perché il Piemonte vanta tante tipicità, tanti tipi di culture che si sono sviluppate in luoghi che avevano caratteristiche e hanno caratteristiche naturali.
Noi dovremmo concentrarci sul preservare queste caratteristiche naturali e le culture che vi sono nate, perché questo è l'altro grande patrimonio insieme all'ecosistema. Il nostro grande patrimonio culturale del Piemonte è qualcosa cui si dovrebbe dedicare più tempo ma, purtroppo, questo non lo è nei fatti, perché nei bilanci regionali la cultura e l'ambiente sono un fanalino di coda.
Quindi, non c'è legge che tenga.
Io alzo la voce, ma si alza il brusio.



PRESIDENTE

Per favore, lasciamo terminare l'intervento al Consigliere Valetti.
Prego, Consigliere.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Vado a concludere.
Oltre a definire leggi, dovremmo cominciare a mettere i soldi sulle voci che vogliamo far contare, perché se non mettiamo i soldi vuol dire che diamo poca importanza a quei settori.
Con tutto rispetto per la sanità, che assorbe quasi il 90 per cento delle risorse regionali e per i trasporti, che assorbono la buona parte delle risorse restanti, cultura e ambiente possono trovare un po' di spazio, un po' d'efficacia che vada un po' oltre quell'uno per cento risicato, che fanno messi assieme, ma che decisamente non è quello che il Piemonte si merita.



PRESIDENTE

Grazie, collega Valetti.
Non essendovi ulteriori richieste di intervento, procediamo con l'esame dell'articolato.
ARTICOLO 1 Emendamento rubricato n. 2) presentato da Caputo.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola alla Consigliera Caputo per l'illustrazione.



CAPUTO Valentina

Grazie, Presidente.
Con quest'emendamento accogliamo una richiesta pervenuta dalla Consiglio delle Autonomie Locali (CAL), che chiede di raggiungere un rappresentante o una rappresentante che sia indicata dal CAL, tra i componenti del Comitato scientifico.



PRESIDENTE

Grazie, collega Caputo.
Vuole aggiungere qualcosa?



CAPUTO Valentina

Li illustro tutti.
All'articolo 1, comma 1, sono inserite le parole "e promuove", in quanto è sempre un emendamento proposto dal CAL, in cui si la Regione si fa anche promotrice degli Ecomusei, oltre alla valorizzazione.



PRESIDENTE

Collega, gli emendamenti vanno illustrati articolo per articolo.
Grazie.
Emendamento rubricato n. 11) presentato da Vignale, Bona, Frediani, Rossi Luca Angelo, Tronzano (Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
In coerenza con quanto detto precedentemente, questo'emendamento inserisce al comma 1 dell'articolo 1 la parola "identitario", quindi nel "valorizzare e trasmettere il patrimonio" significa come il primo aspetto sia quello legato all'identità.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Sono emendamenti che sicuramente accogliamo positivamente.
Ho soltanto un dubbio rispetto all'emendamento n. 2) della Consigliera Caputo, cioè se l'aggiunta delle parole "e promuove" non implichi degli oneri finanziari, perché il fatto di prevedere un'attività anche di promozione credo implichi un'attività da parte della Regione che potrebbe anche includere oneri finanziari.
Non so se sia un emendamento che si possa presentare non includendo l'indicazione di come verranno coperti gli oneri.



PRESIDENTE

In realtà, questo è un articolo di finalità e bisogna poi vedere come viene declinato negli articoli successivi. È una finalità della legge quella di promuovere, poi l'applicazione concreta eventualmente ci sarà sugli articoli successivi, per cui non necessariamente aggiunge una spesa.
La parola all'Assessore Valmaggia per il parere della Giunta sugli emendamenti.



VALMAGGIA Alberto, Assessore alla programmazione territoriale e

paesaggistica Grazie, Presidente.
Il parere è positivo su entrambi gli emendamenti.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 2), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 11), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 1, così come emendato.
Il Consiglio approva.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE BOETI



PRESIDENTE

Andiamo avanti con l'esame dell'articolato.
ARTICOLO 2 Emendamento rubricato n. 10) presentato da Vignale, Bona, Frediani, Rossi Luca Angelo, Tronzano (Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Nell'articolo 2 si individuano al comma 2 le finalità. Noi crediamo che il perseguimento delle finalità degli Ecomusei debba essere principalmente quello di custodire, salvaguardare e promuovere le identità materiali e immateriali di singole comunità territoriali, come valore aggiunto delle differenze dei territori piemontesi.
Mi permetto di far presente come, in questi decenni, proprio la differenza delle identità del nostro territorio ha rappresentato non soltanto un mantenimento di differenze culturali, ma ha rappresentato anche un enorme valore economico.
Non casualmente, la nascita e lo sviluppo dell'enogastronomia, con tutto quello che ne consegue, è l'esempio più evidente di come la cultura materiale e immateriale della nostra regione nelle sue realtà distintive sia un tratto che, da fortemente identitario e di patrimonio territoriale è diventato anche un grande valore economico. Oggi vi è un turismo non di nicchia, ma un turismo significativo che cerca i luoghi che rappresentano differenze e che non siano il solito posto o la solita area identica un po' in molte realtà del pianeta.
Credo che le differenze che dobbiamo tutelare hanno tutta una serie di valenze, ma dobbiamo comprendere ciò che intendiamo come tutela dell'identità all'interno di una legge che è appunto quella sugli Ecomusei e invece non, come faceva rilevare prima il collega Fluttero, dare a uno strumento che ha una vocazione identitaria e culturale tutta una serie di facoltà che lo stesso comma 2 inserisce, che credo poco abbiano a che fare con uno strumento come l'Ecomuseo.
Certamente chi si occupa di un tema, si occupa di tutto, non di un aspetto singolo, però fra questi aspetti noi crediamo che quanto indicato nell'emendamento dovrebbe essere il cardine stesso della legge.



PRESIDENTE

Grazie, collega Vignale.
Emendamento rubricato n. 5) presentato da Frediani, Andrissi, Bono, Campo.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola alla Consigliera Frediani per l'illustrazione.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Quest'emendamento va a proporre una modifica all'articolo 2, comma 2 lettera a), prevedendo l'inserimento delle parole "con particolare riguardo alle istituzioni culturali e scolastiche". Questo perché crediamo necessario che gli Ecomusei vadano a interagire con le realtà territoriali e che portino avanti le loro attività relazionandosi con i soggetti attivi sul territorio.
In particolare, crediamo sia importante mantenere una stretta relazione con le istituzioni culturali e scolastiche, ed è questo il motivo per cui avremmo preferito inserire questa norma all'interno del testo unico proprio per dare il via ad una sinergia fra tutti i soggetti attivi in ambito culturale.
Attraverso l'inserimento di questi termini, cerchiamo di introdurre almeno questo concetto di valore culturale degli Ecomusei e dell'importanza anche nel dialogo con il territorio, di interagire con le istituzioni scolastiche a scopo educativo.



PRESIDENTE

Il parere dell'Assessore?



VALMAGGIA Alberto, Assessore alla programmazione territoriale e

paesaggistica Il parere favorevole è sulla sottolineatura del collegamento con le istituzioni scolastiche, quindi sull'emendamento n. 5 della collega Frediani.
Invece, per quanto riguarda l'emendamento n. 10), mi sembra una ripetizione. Siccome il Consigliere Fluttero diceva che in questa legge abbiamo messo dentro tutto. Faccio solo questa precisazione (poi si pu anche accogliere l'emendamento): al comma 2 dell'articolo 2, ci sono nove declinazioni che specificano che cosa fanno gli Ecomusei; al punto a) si parla di patrimoni materiali e immateriali peculiari di ogni luogo: la peculiarità di ogni luogo fa pendant con la sottolineatura di identità fatta da Vignale; al punto b) si parla di tematiche peculiari, si parla di identità locale. Quindi il tema dell'identità locale è già fortemente declinato in questi nove punti.
Dopodiché, se volete che si accolga anche questo emendamento, va bene. Così Fluttero avrà un motivo in più per votare contro, poiché abbiamo qualcosa in più. Tra l'altro, forse l'ha anche firmato lui questo emendamento; ma va bene così.



PRESIDENTE

Quindi è favorevole per tutti e due.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 10), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 5), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 2, così come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 3 Emendamento rubricato n. 3) presentato da Caputo.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola alla Consigliera Caputo per l'illustrazione.



CAPUTO Valentina

Grazie, Presidente.
Questo è di nuovo un emendamento che accoglie una richiesta pervenuta dal CAL e quindi al comma 1 dell'articolo 3, dopo le parole "riconosce con propria deliberazione gli Ecomusei", si puntualizza "esistenti o per i quali è proposta la candidatura".
In modo più dettagliato, infatti, si vuole riconoscere gli Ecomusei con deliberazione del Consiglio regionale, cosa avviene sia per quelli esistenti, ma anche per i nuovi che arriveranno, per i quali si proporrà la candidatura al riconoscimento.



PRESIDENTE

Grazie, collega Caputo.
Emendamento rubricato n. 6) presentato da Frediani, Andrissi, Bono, Campo.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola alla Consigliera Frediani per l'illustrazione.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Quest'emendamento fa riferimento all'elenco degli Ecomusei da riconoscere.
È una discussione che abbiamo svolto anche in Commissione: noi proponiamo che questo elenco sia aggiornato ogni due anni, anziché ogni tre.



PRESIDENTE

Il parere della Giunta?



VALMAGGIA Alberto, Assessore alla programmazione territoriale e

paesaggistica Il parere favorevole è all'emendamento n. 3 della collega Caputo.
Per quanto riguarda l'emendamento n. 6 della Consigliera Frediani l'impostazione è quella di un riconoscimento che avviene dopo un certo numero di anni di attività. Tre anni è l'arco temporale di attività che deve essere svolta per presentare domanda, ma non è non è che ogni tre anni si fa il riconoscimento: quando ci sono delle segnalazioni, delle richieste di inserimento, queste vengono valutate.
Di conseguenza, il parere su quest'emendamento non è favorevole.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Frediani; ne ha facoltà



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
È vero che il riconoscimento avviene anche prima, però l'inserimento nell'albo avviene comunque in un tempo più lungo. Così io capisco dal testo di legge. Noi chiediamo ogni due anni proprio perché l'albo sia il più possibile aggiornato rispetto ai nuovi inserimenti; poi non so se nel testo di legge è invece previsto in altro modo che ci sia un inserimento immediato nell'albo.



PRESIDENTE

L'Assessore vuole ancora aggiungere qualcosa? No, mantiene la sua posizione sul parere negativo.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 3), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 6), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 3, così come modificato.
Il Consiglio approva.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MOTTA



PRESIDENTE

ARTICOLO 4 Indìco la votazione palese sull'articolo 4.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 5 Emendamento rubricato n. 1) presentato da Caputo.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola alla Consigliera Caputo per l'illustrazione.



CAPUTO Valentina

Grazie, Presidente.
Con quest'emendamento si accoglie un'altra richiesta pervenuta dal Consiglio delle Autonomie Locali, in cui si richiede che all'articolo 5 comma 2, sia inserito anche uno o una rappresentante del CAL.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Caputo.
Emendamento rubricato n. 7) presentato da Frediani, Andrissi, Bono, Campo.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola alla Consigliera Frediani per l'illustrazione.



FREDIANI Francesca

Nella composizione del comitato tecnico-scientifico, chiediamo di mantenere la presenza di due membri indicati dall'Università degli Studi di Torino e dal Politecnico di Torino.
Grazie.



PRESIDENTE

Il parere dell'Assessore Valmaggia?



VALMAGGIA Alberto, Assessore alla programmazione territoriale e

paesaggistica Grazie, Presidente.
Il parere è favorevole sull'emendamento n. 1).
Sull'emendamento n. 7), di cui si è già parlato anche in Commissione, il parere non è favorevole. Abbiamo bisogno, non tanto degli esperti universitari quanto di gente dell'università della strada, gente dell'università della montagna, gente dell'università dei territori, per far vivere e crescere gli Ecomusei.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 1), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 7), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 5, così come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 6 Emendamento rubricato n. 6) presentato da Frediani, Andrissi, Bono, Campo.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola alla Consigliera Frediani per l'illustrazione.



FREDIANI Francesca

Al comma 5 dell'articolo 6, la legge recita: "La Giunta regionale provvede a regolamentare l'organizzazione e le modalità di espletamento delle attività del laboratorio Ecomusei".
Proponiamo di aggiungere le parole "sentite le Commissioni consiliari competenti", per garantire il coinvolgimento del Consiglio regionale.



PRESIDENTE

La parola l'Assessore Valmaggia per il parere della Giunta.



VALMAGGIA Alberto, Assessore alla programmazione territoriale e

paesaggistica L'emendamento è accolto.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 8), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 6, così come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 7 Indìco la votazione palese sull'articolo 7.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 8 Indìco la votazione palese sull'articolo 8.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 9 Indìco la votazione palese sull'articolo 9.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 10 Comunico che gli emendamenti rubricati n. 9) e n. 9.1) sono ritirati.
Indìco la votazione palese sull'articolo 10.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 11 Emendamento rubricato n. 4) presentato dalla Giunta regionale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola all'Assessore Valmaggia per l'illustrazione.



VALMAGGIA Alberto, Assessore alla programmazione territoriale e

paesaggistica Grazie, Presidente.
Quest'emendamento n. 4 permette di utilizzare, nel corrente anno 2018, le risorse a disposizione sui capitoli degli Ecomusei con le regole della vecchia legge, perché non siamo, con il nuovo regolamento, in tempo per usare bene i soldi di quest'anno.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Valmaggia.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 4).
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 11, così come emendato.
Il Consiglio approva.
Dovevamo interrompere alle ore 12.30, perché è ricevuta la delegazione di Confcommercio e Confesercenti, che hanno chiesto di essere auditi in merito alle problematiche relative alla vicenda di Qui! Ticket.
L'audizione si terrà in Sala Viglione.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 12.31)



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