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Dettaglio seduta n.346 del 24/07/18 - Legislatura n. X - Sedute dal 25 maggio 2014 al 25 maggio 2019

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MOTTA



(I lavori iniziano alle ore 14.38 con l'esame delle interrogazioni a risposta immediata, ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento interno del Consiglio regionale)


Argomento: Trasporti su ferro

Interrogazione a risposta immediata n. 2248 presentata da Mighetti inerente a "Risoluzione delle interferenze sulla linea Alessandria-Tortona il caso del PL di San Giuliano"


PRESIDENTE

Iniziamo i lavori, esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
2248.
La parola al Consigliere Mighetti per l'illustrazione.



MIGHETTI Paolo

Grazie, Presidente.
Quest'interrogazione nasce da una segnalazione pervenutaci nei giorni scorsi, relativamente alla linea Alessandria-Tortona e a un passaggio a livello di San Giuliano, che è una delle borgate di Alessandria sulla strada che va a Tortona.
La segnalazione è avvenuta attraverso un noto social e mostrava come vi fosse una colonna di macchine ferme al passaggio a livello, che la sbarra fosse alzata e che ci fosse un treno in mezzo ai binari. Chiaramente, è una situazione di pericolo e le persone che lo hanno segnalato hanno scritto che situazioni analoghe si sono verificate precedentemente.
Siamo qui a porre all'attenzione della Giunta regionale questo problema che ci sembra una questione abbastanza importante da affrontare, perché ne va della sicurezza degli utenti della strada e della sicurezza dei passeggeri. Inoltre, ne va anche di un servizio, perché allorquando assistiamo, non tanto a casi come quello descritto, ma a malfunzionamenti dei passaggi a livello, chiaramente si riverberano sul servizio, causando ritardi e disagi per i fruitori di questa linea.
Siamo a interrogare l'Assessore in merito al fatto preso in esame e quali siano le intenzioni della Giunta rispetto a queste casistiche.



PRESIDENTE

Grazie, collega Mighetti.
La parola l'Assessore Balocco per la risposta.



BALOCCO Francesco, Assessore ai trasporti

Grazie, Presidente.
Occorre precisare che la linea Alessandria-Tortona, di cui ovviamente ci occupiamo e dobbiamo occuparci, non è sotto la direzione di RFI Piemonte ma sotto la direzione di RFI Lombardia, quindi è stato anche più difficile avere notizie in merito al fatto che lei ha segnalato, sia dal punto di vista del fatto che l'infrastruttura è sotto la gestione lombarda, ma anche perché la gestione dell'esercizio della linea è sotto la gestione lombarda ed è svolto, credo, prevalentemente da Trenord.
Il fatto da lei segnalato non era arrivato agli Uffici per alcune segnalazioni in merito, quindi consideriamo la sua segnalazione, gli Uffici la considereranno immediatamente, intanto raccogliendo informazioni sull'episodio.
Devo dire che non sono arrivate, al di là dell'episodio che lei cita segnalazioni in merito alla pericolosità particolare di questo passaggio a livello; ciò non toglie che il tema dei passaggi a livello, anche per fatti di cronaca purtroppo recenti, è all'attenzione di tutti.
Come ho già avuto modo di comunicare in Aula, il lavoro per la soppressione di passaggi a livello sta andando avanti ormai da parecchi mesi, per quel che ci riguarda, in particolare, sulle due linee Chivasso-Ivrea e Torino Pinerolo, ma questi gruppi di lavoro si stanno estendendo un po' su tutte le linee piemontesi, in particolare sulle linee secondarie.
Sulle linee secondarie è previsto, da parte di RFI, un cofinanziamento a livello locale (regionale, provinciale, comunale) e noi stiamo coprendo anche questi cofinanziamenti già in particolare sulla Chivasso-Ivrea, di cui dicevo, e sulla Torino-Pinerolo, ma evidentemente bisognerà individuare ulteriori risorse.
Nel frattempo, come dicevo, si stanno istituendo questi tavoli di lavoro che andranno a definire le priorità degli interventi. Benché negli ultimi anni si sia intervenuti parecchio sulla soppressione dei passaggi a livello e ne siano in progettazione e in cantiere molti altri, il numero è ancora molto consistente (oltre 500), quindi è chiaro che bisogna stilare una graduatoria delle priorità.
Su questo comunque i tavoli di lavoro, di cui ho detto, sulle due linee si stanno estendendo su parecchi altri punti. Direi che questa sua segnalazione ci permetterà di andare in questo senso, anche su questa linea.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Balocco.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione - Immigrazione

Interrogazione a risposta immediata n. 2253 presentata da Ravello, inerente a "Lavoratori stagionali e avventizi nel Cuneese: la Regione partecipa indirettamente a un fenomeno di immigrazione irregolare?"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 2253.
La parola al Consigliere Ravello per l'illustrazione.



RAVELLO Roberto Sergio

Grazie, Presidente.
Andiamo oltre il quesito puntuale posto, attraverso il quale si chiede se la Regione Piemonte abbia trasmesso alla Guardia di Finanza tutto il materiale relativo all'operazione 6.4.1 all'interno del PSR 14-20 finalizzato alla creazione e allo sviluppo di attività extra agricole, ai sensi di quanto previsto dal protocollo d'intesa, sottoscritto nel febbraio di quest'anno tra la Regione Piemonte e il Comando regionale, finalizzato a garantire la massima trasparenza e la migliore efficacia nei controlli in materia di finanziamento attraverso Fondi comunitari.
Infatti, il tema più generale è legato alle misure che la Regione ha avviato, sempre all'interno del PSR, finalizzate, nel titolo, alla creazione e allo sviluppo di attività extra agricole, ma nella pratica secondo un'analisi che abbiamo avuto modo di effettuare rispetto ai criteri di selezione per la formazione delle graduatorie e alle graduatorie stesse finalizzate a quanto pare a favorire più che iniziative davvero extra agricole di sviluppo economico del territorio, quali agriturismi o simili a iniziative finalizzate a migliorare l'accoglienza del gran numero di stagionali e avventizi, di salariati agricoli avventizi che vanno a interessare una porzione limitata e un numero decisamente contenuto di Comuni.
Sappiamo bene che non è un problema di quest'anno, non è un problema di quest'estate, ma è un problema che si ripropone da diverse stagioni, che assume anche connotati umanitari. Ricordo quand'ero Assessore che, tra le altre cose, addirittura, alcuni Comuni chiedevano l'intervento del sistema regionale di protezione civile, per garantire i livelli minimi di accoglienza dal punto di vista sanitario e igienico. Il problema annoso e ben noto è che nessuno ci dà una piena garanzia per quanto riguarda il rispetto dei requisiti minimi necessari alla permanenza sul territorio di queste categorie.
Allora, ci domandiamo: al di là e oltre alla verifica, rispetto ai criteri del bando del PSR che, appunto, dovrebbe essere finalizzato a favorire lo sviluppo economico, più che a migliorare l'accoglienza di salariati stagionali e avventizi, e dopo di questo, quali sono le attività che garantiscono l'efficacia delle misure di controllo rispetto al possesso dei requisiti per la permanenza sul territorio italiano? Perché la Regione Piemonte stanzia risorse pubbliche, molto spesso per iniziative a sostegno di categorie di persone, ma senza che noi abbiamo contezza di misure minime di controllo del possesso di permesso di soggiorno o di tutto quello che è necessario per queste persone a che possano stare regolarmente sul nostro territorio.
Questa potrebbe essere un'attività inserita all'interno delle attività previste dal protocollo d'intesa Regione, Comando regionale e Guardia di Finanza. Allora abbiamo bisogno di sapere se questo avvenga regolarmente o se sia intenzione della Giunta fare in modo che ciò accada.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Ferrero per la risposta.



FERRERO Giorgio, Assessore all'agricoltura, caccia e pesca

Grazie Presidente.
Consigliere Ravello, ho letto la sua interrogazione - poi le fornirò anche la documentazione scritta - e ci sono due questioni che vanno assolutamente separate.
La prima è la legge regionale con cui noi tutti gli anni mettiamo a bando delle risorse per l'accoglienza, e sono destinate ai Comuni o alle associazioni che lavorano coi Comuni, quindi su questo sono i Comuni che gestiscono. Nell'ultimo bando che le farò avere, il Comune di Saluzzo ha aderito per 25.000 euro, il Comune di Verzuolo per 9.300 euro, il Comune di Lagnasco per 17.000 euro e il Comune di Costigliole Saluzzo per 25.000 euro Questa è legge regionale.
Per quanto riguarda il Piano di sviluppo rurale, quella che lei ha citato è una delle 44 misure che noi attiviamo. Il Protocollo con la Guardia di Finanza non ha bisogno di avere le nostre misure perché sono pubbliche e qualsiasi cittadino può vedere sia i bandi sia le misure.
La misura in questione per la differenziazione dell'attività agricola vede come beneficiarie, come la maggior parte delle misure, le imprese agricole le quali possono attivare al loro interno uno strumento d'accoglienza per i loro salariati. Nell'attività istruttoria e nella domanda è previsto che noi andiamo a verificare che abbiano almeno avuto, a partire dal 2015, 200 giornate lavorative annue con contributi previdenziali versati rispetto alla capacità di attivare salariati, quindi non un'azienda che saltuariamente assume qualcuno per qualche mese. Questo è lo strumento con cui noi misuriamo.
Come tutte le misure del PSR, prima del collaudo ha un sopralluogo, quindi si va a vedere che l'azienda abbia attivato una misura e abbia svolto quello che ha dichiarato e quello che era previsto nella misura. Dopodich come tutte le misure del PSR, ha delle verifiche post; questo vuol dire che, dopo qualche anno, a campione vengono sorteggiate delle aziende e si va a vedere che effettivamente le strutture create vengano utilizzate per ospitare salariati agricoli.
Non è una misura rivolta alle persone per ospitare in genere lavoratori qualunque: si tratta di salariati agricoli regolarmente assunti, senza differenziazione anche di nazionalità, e sono persone su cui l'azienda vuole investire e che vuole fidelizzare. In questo modo si creano competenze che servono all'azienda, ed è senz'altro meglio avere delle figure che magari tutti gli anni tornano e sono più o meno le stesse perch conoscono già il lavoro, vengono fidelizzate. Questo, diciamo, è uno strumento in più che noi mettiamo a disposizione.
Chiudo dicendo che il Protocollo della Guardia di Finanza interviene qualora si verificasse una qualsiasi anomalia nelle fasi di controllo. Ad esempio, vado a controllare e mi accorgo che, invece di aver fatto una zona di accoglienza per i lavoratori stagionali, ho fatto qualcos'altro, oppure in fase post, in cui vado a vedere che lì non c'è un'accoglienza per salariati, ma magari trovo dei turisti, allora in quel caso interviene il Protocollo della Guardia di Finanza, perché noi passiamo quelle carte alla Guardia di Finanza.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti idrici

Interrogazione a risposta immediata n. 2242 presentata da Policaro inerente a "Inquinamento nel Lago d'Orta"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'interrogazione a risposta immediata n. 2242.
La parola al Consigliere Policaro per l'illustrazione.



POLICARO Giuseppe Antonio

Grazie, Presidente.
Abbiamo appreso dalla stampa locale di alcuni episodi di inquinamento nel Lago d'Orta; peraltro, anche oggi le cronache della stampa locale di Novara parlano di ulteriori versamenti di inquinanti nello stesso lago.
Vi è preoccupazione da parte dell'Amministrazione comunale, nel caso specifico il comune di San Maurizio Dopaglio, così come da parte anche di altri Comuni e, da quello che si apprende sempre dai media, vi è già stato un incontro con la presenza del Nucleo Operativo dei Carabinieri, della Guardia di Finanza, di ARPA e di altri soggetti istituzionali volti al monitoraggio e alla repressione di eventuali comportamenti illeciti.
Chiediamo quindi quali siano le attività della Regione Piemonte volte a contenere questi episodi che, ribadiamo - sembrerebbero perpetuarsi nel tempo - portando quindi la massima attenzione ai nostri territori oltretutto in un momento in cui il turismo è molto presente, e in generale con l'obiettivo di tutelare la salute degli abitanti e l'ambiente.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Valmaggia per la risposta.



VALMAGGIA Alberto, Assessore all'ambiente

Grazie Presidente.
Per quanto riguarda la tutela delle risorse idriche, la Regione Piemonte svolge esclusivamente funzioni di pianificazione in raccordo con l'Autorità di distretto del fiume Po, secondo quanto definito dalla normativa europea dalla direttiva-quadro sulle acque e dal conseguente decreto legislativo 152/2006. Quindi la Regione svolge funzioni di pianificazione e le funzioni di gestione e controllo delle acque pubbliche sono svolte dalle Province e dalla Città metropolitana di Torino.
Per l'esercizio di queste attività, gli enti preposti si avvalgono del supporto di ARPA Piemonte in linea con quanto disposto dalle linee guida in merito all'omogeneizzazione delle modalità di esecuzione dei controlli sugli scarichi industriali derivanti dai sistemi di collettamento e depurazione delle acque reflue urbane, approvate con DGR il 23 luglio 2015.
Quindi: alla Regione Piemonte funzioni di pianificazione, alle Province e Città metropolitana funzioni di gestione e controllo con ARPA, che svolge un'azione tecnica di supporto.
Nello specifico, ARPA Piemonte risulta al corrente delle problematiche espresse dall'interrogante e riferisce di aver attivato iniziative volte a indirizzare le Amministrazioni territoriali verso un maggior presidio a scopo preventivo, al fine di verificare il corretto utilizzo della rete fognaria da parte delle attività presenti in zona.
Accorgimenti tecnici utili a tal fine potrebbero essere, ad esempio, la messa in atto di video ispezioni sulle tubature per individuare eventuali allacci abusivi, segnalare tempestivamente la presenza di sostanze pericolose e trattenerne almeno una parte, la creazione di pozzetti trappola per individuare e delimitare delle sottoaree da cui provengono saltuariamente queste fonti inquinanti.
Senza dubbio una componente importante della prevenzione è però costituita dalla percezione del lago come imprescindibile elemento di valore ambientale per il territorio. A questo scopo, la Regione, che svolge compiti di pianificazione, individua lo strumento più idoneo per agire sulla consapevolezza e sui comportamenti, oltre che per ingenerare effetti di riqualificazione del territorio.
Questo strumento è il contratto di lago, ai sensi di quanto stabilito dall'articolo 68 bis del 152, del quale la Regione è promotrice. Il contratto di lago è infatti inserito quale strumento di attuazione del Piano di tutela delle acque della Regione Piemonte, la cui revisione del PTA (Piano di Tutela delle Acque) è stata adottata proprio in questi giorni dalla Giunta regionale.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione a risposta immediata n. 2244 presentata da Corgnati inerente a "Crisi della Polialcoli Srl di Vercelli"


PRESIDENTE

Trattiamo ora l'interrogazione a risposta immediata n. 2244.
La parola al Consigliere Corgnati per l'illustrazione.



CORGNATI Giovanni

Grazie, Presidente.
Di questa vicenda si è già parlato in questo consesso: si tratta di un'azienda vercellese, la Polialcoli Srl, che, dopo essere stata acquisita da un'altra azienda, ha pensato di licenziare 70 dipendenti.
Questi dipendenti hanno già fatto manifestazioni e sono già arrivati qui in Regione, dove sono stati accolti sia i sindacati sia i dipendenti.
A questo punto, poiché il problema si sta evolvendo e avendo parlato con il Comune di Vercelli, con la Sindaca e con la Provincia, risulta esserci una cordata di aziende interessate. Vorrei sapere, pertanto, se la Regione sa qualcosa in più di questa vicenda, che è una vicenda drammatica e che merita la massima attenzione.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Valmaggia per la risposta.



VALMAGGIA Alberto, Assessore all'ambiente

Grazie, Presidente.
Rispondo anche a nome della collega Assessora al lavoro e parto proprio da questo punto.
Sul piano occupazionale, l'Assessorato al lavoro comunica che l'azienda Perstorp-Polialcoli Srl di Vercelli ha avviato, l'11 giugno 2018 (il mese scorso), una procedura di licenziamento collettivo, ai sensi dell'articolo 24 della legge 223/91, dell'intero personale in forza, pari a 72 lavoratori, per chiusura e cessazione dell'attività. L'Assessorato al lavoro, insieme alle Istituzioni locali, ha seguito con particolare attenzione la vicenda, convocando, nonostante la procedura fosse in fase sindacale, due incontri (rispettivamente l'11 e il 18 luglio uscente scorso), al fine di verificare la situazione, con l'obiettivo primario di salvaguardare i livelli occupazionali.
Sul fronte ambientale, si riferisce che da informazioni assunte verbalmente dalla Provincia di Vercelli si evidenzia che la proprietà del sito rimane in capo alla Polioli Spa, che ha annunciato informalmente alcune iniziative per mantenere una presenza produttiva sul sito. Gli impianti e il ramo d'azienda della Polialcoli Srl sono, invece, di proprietà di Perstorp, che è effettivamente il titolare delle autorizzazioni degli impianti.
Dal punto di vista ambientale, pertanto, si prospettano due fronti: uno riguarda la detenzione delle sostanze pericolose, la loro gestione post chiusura e la dismissione degli impianti che incombe sul Perstorp; l'altro concerne la bonifica eventuale dei suoli, che compete a Polioli e la cui caratterizzazione è in corso di svolgimento.
In entrambe le situazioni, la Provincia di Vercelli, nella sua qualità di autorità competente, sta presidiando i rispettivi processi amministrativi.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Valmaggia.


Argomento: Stato giuridico ed economico del personale dipendente - Contratti ed appalti

Interrogazione a risposta immediata n. 2241 presentata da Gancia, inerente a "Buoni pasto 'Qui!Group'" (risposta scritta)


PRESIDENTE

L'Assessore Ferraris darà risposta scritta all'interrogazione a risposta immediata n. 2241, presentata dalla Consigliera Gancia.


Argomento: Parchi e riserve

Interrogazione a risposta immediata n. 2245 presentata da Sinatora inerente a "Attività di ristorazione nell'area del Parco Vallere"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 2245.
La parola al Consigliere Sinatora per l'illustrazione.



SINATORA Benito

Grazie, Presidente.
Il parco delle Vallere a Moncalieri è nato grazie all'intuizione di un noto Assessore regionale del passato appartenente al Partito Comunista Italiano il signor Luigi Rivalta.
Il signor Rivalta preservò dalla speculazione edilizia quasi tutta l'area compresa fra il fiume Po e corso Trieste, impedendo l'insediamento di attività improprie per un parco naturale.
Ora, con vari éscamotage, si tenta di erodere il perimetro del parco per insediare attività improprie: è toccato a una concessionaria di automobili prima; ora è il turno di un ristorante-pizzeria. L'interpretazione del piano regolatore di Moncalieri non consentirebbe tale attività, come ribadito dal voto del Consiglio comunale all'atto di approvazione del progetto del campeggio.
Noi chiediamo come può un Ente della Regione legittimare un'attività che il Consiglio comunale e il piano regolatore non contemplano. Il sottoscritto interroga la Giunta per conoscere le motivazioni che hanno portato l'Ente Parco alla stipula della convenzione, in assenza di opportuna e adeguata informativa comunale circa l'effettiva corrispondenza dell'attività di ristorazione agli strumenti di pianificazione comunale, palesando un chiaro precedente che potrebbe vedere la realizzazione all'interno delle aree destinate a parco di attività commerciali non compatibili con i vincoli e le tutele che tali aree devono avere.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola l'Assessore Valmaggia per la risposta.



VALMAGGIA Alberto, Assessore all'ambiente

Grazie, Presidente.
Nell'ambito degli Enti riconosciuti dalla legge regionale per la gestione dei Parchi, è presente anche l'Ente di gestione delle aree protette del Po torinese. A questo Ente è affidata la riserva naturale delle Vallere limitrofa alla struttura ricettiva campeggio, destinato alla sosta temporanea dei camper oggetto dell'interrogazione in argomento, con annesso il servizio di ristorazione.
Il Settore competente Biodiversità e Aree naturali ha acquisito, in merito dal Commissario dell'Ente l'informazione che l'Ente Parco, nel mese di settembre 2016 - in data antecedente al commissariamento, avvenuto nel mese di luglio 2017 - ha ritenuto di sottoscrivere una convenzione con la società Grinto, finalizzata a un rapporto di collaborazione con la società stessa, collaborazione che comprende anche la possibilità di disporre di un servizio di ristorazione, motivando tale aspetto in sede convenzionale nell'ambito di più generali azioni di promozione turistica, con il fatto che - come riportato nel testo della convenzione - l'area delle Vallere necessita di servizi ulteriori legati alla recettività e ai servizi di ristorazione.
Si deduce, da tale affermazione, che l'intento dell'Ente era rivolto a garantire un servizio aggiuntivo mancante sul territorio del Parco. Si rileva che, indubbiamente, tale previsione contrasta con la concessione comunale, che prevede l'utilizzo dei servizi di somministrazione di cibi e bevande limitatamente agli ospiti della struttura del campeggio; questo regolarmente autorizzato.
Ciò premesso, ai sensi dell'articolo 29 della legge 19/2009, che declina i rapporti fra la Regione e gli Enti di gestione delle aree protette nell'ambito dei poteri d'indirizzo, coordinamento e verifica amministrativa, la Giunta regionale s'impegna a intervenire sull'Ente di gestione al fine di apportare ogni correttivo necessario alla convenzione in essere o a revocare quelle parti della convenzione di cui trattasi, che contrastano con quanto concesso dal Comune di Moncalieri, dandone mandato al Commissario dell'Ente. Tutto ciò, alla luce anche delle risultanze dell'azione posta in essere dal Comune di Moncalieri, oggetto di contenzioso amministrativo relativo alla concessione limitata e rilascia alla società Grinto.
Grazie.


Argomento: Personale del servizio sanitario

Interrogazione a risposta immediata n. 2246 presentata da Ottria, inerente a "Regolarizzazione dei medici con contratto a tempo determinato che prestano servizio sulle ambulanze del 118 in Piemonte" (rinvio)


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 2246.
La parola al Consigliere Segretario Ottria, che interviene in qualità di Consigliere per l'illustrazione.



OTTRIA Domenico

Grazie, Presidente.
Il tema riguarda la regolarizzazione dei medici con contratto a tempo determinato che lavorano sulle ambulanze del 118.
In Regione Piemonte operano circa 80 medici nell'emergenza sanitaria, che risultano convenzionati con il servizio e che hanno un contratto a tempo determinato oggetto di rinnovo annuale. Questo viene rinnovato ogni anno salvo il caso in cui vengano sostituiti da altri medici. In quel caso, si andrebbero a interrompere dei rapporti di lavoro precari, che a volte durano già da sette-otto anni. La precarietà di questi medici è dovuta al fatto che non possono partecipare al corso di formazione previsto per i medici di medicina generale, in quanto il numero è limitato e in più loro proprio per l'attività che svolgono, non possono iscriversi a tali corsi tra l'altro preclusi nel numero.
Su questa problematica, segnalata da tempo, nel mese di marzo è stata presentata una mozione che chiede la stabilizzazione di questi medici. In questi ultimi giorni, questi professionisti si sono organizzati in un comitato, nella provincia di Cuneo.
Con questi medici ci siamo rapportati già diverse volte, ormai più di un anno fa, anche qui in Consiglio regionale, proprio perché chiedono secondo me, giustamente - di essere regolarizzati, anche perché svolgono un lavoro molto delicato ed essenziale nella rete di emergenza per i cittadini.
Questi medici denunciano la loro situazione, che deve essere stabilizzata non solo per un giusto riconoscimento lavorativo, ma anche per dare una continuità al loro servizio, sia per quanto riguarda i diritti dei lavoratori sia anche per quanto riguarda un processo continuo di formazione attiva e di presenza continuativa su questo importante servizio.
A questo scopo, i medici chiedono di poter essere regolarizzati, o attraverso la partecipazione, eventualmente extra numero, a questi corsi di formazione di medicina generale, oppure, molto più semplicemente attraverso una sanatoria, tra l'altro già attiva in altre Regioni (cito la Regione Toscana e mi pare anche l'Emilia).
Ritengo che questo sia un tema che sicuramente deve essere portato all'attenzione e forse oggi ci potrà essere la possibilità durante il Consiglio, com'è stato chiesto, di discutere questa mozione alla cui stesura io stesso ho collaborato. Nel frattempo, in mancanza di certezza rispetto alla discussione della mozione, vorrei sapere cosa intende fare la Giunta rispetto alla problematica di questi professionisti, che giustamente chiedono una regolamentazione della loro attività e del loro futuro lavorativo.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Ottria.
La parola all'assessore Saitta per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Il Consigliere Ottria ha giustamente ricordato che è depositata già da parecchio tempo una mozione su questo tema da parte dei Consiglieri Batzella, Accossato, Barazzotto, Ferrentino, Giaccone, Graglia, Grimaldi Ottria e altri Consiglieri.
Ho avuto modo di confrontarmi con la struttura, e questa mattina anche con le organizzazioni sindacali dei medici, con cui ho formulato un'ipotesi che volentieri, nel momento della discussione della mozione presentata, se il collega è d'accordo, potrei presentare, venendo incontro alle esigenze poste, cercando anche di contestualizzarla rispetto al contratto collettivo nazionale.
Pertanto, la rinvierei al momento della discussione della mozione.



PRESIDENTE

Va bene.


Argomento: Tutela del consumatore - Veterinaria

Interrogazione a risposta immediata n. 2247 presentata da Andrissi inerente a "Residui antibiotici indesiderati nelle carni e negli alimenti di origine animale, proteggiamo i consumatori"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
2247.
La parola al Consigliere Andrissi per l'illustrazione.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Parliamo della presenza di residui antibiotici in animali da allevamento al fine di limitare l'utilizzo di antibiotici, che creano grossi problemi dal punto di vista della resistenza degli stessi.
Il Piano nazionale residui, di cui al decreto legislativo 16 marzo 2006, n.
158, rappresenta un importante momento di programmazione sanitaria e tutela della salute pubblica, oltre a essere un obiettivo dei livelli essenziali di assistenza, quindi dei LEA. A questo fa capo il Piano regionale residui implementato nella sua efficacia e appropriatezza, attraverso la cooperazione con il centro antidoping e l'Istituto Zooprofilattico sperimentale di Torino.
Oltre a ciò, abbiamo anche un Piano nazionale sull'alimentazione animale in cui gli alimenti forniti agli animali da allevamento e agli animali della compagnia vengono attentamente controllati, stante i piani, al fine di garantire un elevato livello di protezione dalla salute umana, animale e dell'ambiente.
In altri Paesi europei, non solo in Italia, vi è una seria preoccupazione sullo sviluppo di resistenza agli antibiotici da parte dei patogeni. In Germania vi è un invito ufficiale, da parte dell'Istituto Zooprofilattico tedesco, a limitare l'utilizzo di antibiotici, per non favorire la resistenza tra i batteri, limitandola a laddove vi è effettivamente una patologia e non utilizzarla con un'azione preventiva di una possibile patologia.
Sappiamo che sviluppare un nuovo antibiotico è molto difficile, richiede grossi investimenti e negli ultimi anni i nuovi antibiotici si contano sulle dita di una mano.
È importantissimo, quindi, che le varie famiglie di antibiotici presenti sul mercato (chinolonici, le penicilline, i macrolidi e i sulfamidici) vengano limitati nell'utilizzo, laddove effettivamente è importante; che il loro utilizzo venga monitorato e che la presenza dei residui negli animali venga valutata, soprattutto perché questi antibiotici possono sviluppare cataboliti che possono creare azione allergizzante sulla popolazione umana.
Detto ciò, molte aziende pubblicizzano linee dei loro prodotti di polli uova, maiali e bovini, come allevati senza antibiotici o senza residui di questo utilizzo.
Chiedo all'Assessore se sono stati fatti i controlli su questi prodotti pubblicizzati come senza antibiotici, o allevati senza l'utilizzo di antibiotici, e se siano emerse evidenze nell'analisi effettuate sul convenzionale, per residui antibiotici indesiderati nelle carni e negli alimenti di origine animale.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Andrissi.
La parola all'Assessore Saitta per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Innanzitutto le questioni indicate e sviluppate dal Consigliere Andrissi sono oggetto di un monitoraggio continuo da parte del Settore Prevenzione Veterinaria, con il supporto dell'Istituto Zooprofilattico.
Entrando nel merito, la Regione Piemonte è al lavoro per dotarsi di un Piano regionale per il contrasto all'antibiotico resistenza entro l'anno in corso, così come previsto dal Piano nazionale.
È in corso e al lavoro per condividere attività e conoscenze sviluppatesi in ambiti diversi, con approcci che dovranno essere armonizzati all'interno del Piano regionale. Il cuore del Piano nazionale è il contrasto di infezioni correlate, soprattutto all'assistenza. Su questo tema è già stato attivato un tavolo nazionale di confronto tra Regione e Ministero dalla Salute, per rinforzare la sorveglianza attiva e per far crescere la sensibilità nei confronti dell'igiene all'interno delle strutture sanitarie assistenziali, ma si stanno sviluppando anche altre importanti iniziative per migliorare la prescrizione medica, il monitoraggio dell'impiego di antimicrobici, migliorando la comunicazione del rischio e facilitare lo smaltimento controllato di antibiotici non più utilizzabili per una terapia corretta.
In ogni caso, nel mese di maggio è stato approvato un progetto regionale con capofila l'ASL TO3, per coordinare i programmi di biosicurezza, di sorveglianza sul benessere degli animali e di contrasto all'impiego di antibiotici nelle alimentazioni di massa. Buone condizioni sanitarie degli animali allevati, buone condizioni di igiene dei ricoveri animali e una crescente attenzione sul benessere animale sono infatti la ricetta migliore per ridurre l'impiego di farmaci negli allevamenti, a beneficio delle imprese e soprattutto dei cittadini residenti in Piemonte.
Sebbene sia previsto parallelamente un aumento di attenzione nel Piano regionale per la sicurezza alimentare, quindi campionamenti nell'ambito del Piano residui e controlli extra piano su filiere dedicate, è opportuno ricordare che l'allarme dell'OMS e della Commissione europea per l'aumento dei batteri resistenti agli antibiotici non è legato alla presenza di residui di antibiotici negli alimenti, ma allo sviluppo di caratteri di resistenza ai trattamenti antibiotici da parte di alcuni batteri, anche ambientali, che caratterizzano principalmente le cosiddette infezioni ospedaliere.
Nello specifico del quesito posto con l'interrogazione, sebbene siano stati svolti controlli anche su filiere che dichiarano di non utilizzare antibiotici, non risultano al momento riscontri positivi ufficiali per sostanze inibenti. Si è tuttavia provveduto recentemente a potenziare l'attività di controllo su latte destinato alla caseificazione, a seguito di sporadiche segnalazioni di positività per sostanze inibenti pervenute da imprese che effettuano controlli interni sui singoli conferenti.
Il fenomeno potrebbe essere attribuibile a più cause: diverse metodiche analitiche, prove non accreditate, diverse modalità di prelievo di campioni, dispute tra imprese legate al pagamento del latte in base a parametri di qualità eccetera. È per questo motivo che, come ricordavo, il Settore Prevenzione Veterinaria sta monitorando il problema con il supporto dell'Istituto Zooprofilattico.
In conclusione, sebbene il tema dei residui di sostanze farmacologicamente attive negli alimenti non sia da sottovalutare, non va fatto l'errore di collegare la sporadica presenza di residui di antibiotici in alimenti al grave e importante problema della resistenza agli antibiotici da parte di taluni batteri che, nelle strutture sanitarie ed assistenziali, nei cicli produttivi agricoli e zootecnici in ambiente naturale a causa di un improprio utilizzo di antibiotici hanno sviluppato caratteri di resistenza che rendono inefficaci le terapie antibiotiche necessarie a contrastare la progressione di infezioni che un tempo non costituivano un problema sanitario.


Argomento: Edilizia sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 2249 presentata da Bono, inerente a "ASL TO4-Ospedale di Chivasso: allagamento bis del nuovo Pronto Soccorso"

Argomento: Edilizia sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 2254 presentata da Batzella inerente a "Disagi e chiusura del Pronto soccorso dell'Ospedale di Chivasso per allagamento"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori, esaminando le interrogazioni a risposta immediata n.
2249 e n. 2254, entrambe riguardanti l'ospedale di Chivasso.
La parola alla Consigliera Batzella per l'illustrazione dell'interrogazione n. 2249.



BATZELLA Stefania

Grazie, Presidente.
Assessore, lei dovrebbe essere a conoscenza del tema, perché tutti i quotidiani locali hanno parlato di questa problematica che riguarda il Pronto soccorso dell'ospedale di Chivasso che è stato allagato due volte nell'arco di 15 giorni.
Vorrei ricordare inoltre che questa nuova ala dell'ospedale di Chivasso, la nuova palazzina afferente all'ASL TO4, è stata inaugurata lo scorso 26 gennaio, al termine di lavori che sono durati sette anni. Di quest'ala fa parte anche il nuovo Pronto soccorso, che si trova al piano terra di un edificio di cinque piani costato 22 milioni di euro e che è stato aperto al pubblico il 15 febbraio. In poco più di 15 mesi dalla sua apertura il Pronto soccorso si è allagato due volte: la prima volta il 6 luglio e la seconda volta il 20 luglio, data quest'ultima in cui è stato necessario addirittura chiuderlo, perché i locali del DEA e alcune sale sono state invase dall'acqua a causa dell'ondata di maltempo che si è abbattuta sul Chivassese.
Venerdì scorso, infatti, per circa due ore, dalle ore 21 alle ore 23, il Pronto Soccorso è stato chiuso e le ambulanze sono state dirottate in altri ospedali e i pazienti all'interno del Pronto Soccorso sono stati trasferiti in altri reparti, perché si è venuto a creare un canale d'acqua dalla rampa di accesso dei mezzi di soccorso fino all'ingresso del DEA. Risulta infatti, che i tombini non sono stati in grado di drenare l'acqua. Il personale dell'Azienda sanitaria ha trasferito una trentina circa di pazienti in altri reparti, per consentire ai Vigili del Fuoco e a tutti gli operatori di prosciugare le sale e renderle nuovamente operative.
È chiaro che esistono dei problemi strutturali che quando piove si ripercuotono sul Pronto soccorso, allagando i locali e creando notevoli disagi non solo ai pazienti, ma anche agli operatori sanitari che in queste circostanze si trovano ad affrontare ulteriori carichi di lavoro che, tra l'altro, non sono neanche di loro competenza.
Rilevato che il Direttore Generale dell'ASL TO4, Lorenzo Ardissoni, ha convocato per lunedì 23, quindi ieri, i progettisti e la ditta che ha eseguito i lavori per discutere un piano necessario a risolvere il problema, interrogo l'Assessore per conoscere l'esito dell'incontro avvenuto tra il Direttore Generale dell'ASL TO4 con i progettisti e la ditta che ha eseguito i lavori e per sapere soprattutto quali provvedimenti s'intendano mettere in atto per impedire l'allagamento dei locali del Pronto soccorso ogni volta che si verificano forti piogge che, come già detto, determinano grandi disagi ai pazienti con trasferimento in altri reparti.
L'ulteriore cosa grave è il dirottamento delle ambulanze in altri ospedali perché sappiamo bene tutti che bastano pochi minuti per salvare una vita umana e perdere tempo da un ospedale ad un altro sicuramente è controproducente per la salute dei cittadini.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola il Consigliere Bono per l'illustrazione dell'interrogazione n.
2254.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Questa interrogazione verte sul secondo fatto increscioso che è stato riportato dai media in questi giorni, cioè il secondo allagamento del nuovo Pronto soccorso dell'Ospedale di Chivasso. È il secondo, perché il primo era avvenuto dopo il nubifragio del 6 luglio, mentre il secondo pochi giorni fa, parliamo del 20 luglio, quindi a distanza di due settimane.
Sul primo era stato detto che era stato un evento meteorico eccezionale anche se ormai di eccezionale non c'è più nulla dal punto di vista meteorologico nella nostra Regione, o quasi nulla giusto per non portare sfortuna. Ma al secondo accadimento dell'allagamento del Pronto soccorso realizzato da pochissimo ed inaugurato a fine gennaio - su cui c'erano state lungaggini di anni nella realizzazione di questa nuova ala all'Ospedale di Chivasso, forse c'erano state anche alcune accelerazioni negli ultimi tempi, perché l'Assessore Saitta aveva annunciato una data per l'inaugurazione e il taglio del fatidico nastro proprio in quel giorno di fine gennaio (forse c'è stata anche una possibile accelerazione dei lavori negli ultimi mesi).
Al di là delle fantomatiche descrizioni sulle possibili cause lanciate da alcuni esponenti politici del Chivassese che davano la colpa ai tabagisti ovvero ai fumatori frequentanti l'Ospedale di Chivasso, soprattutto il Pronto soccorso che, buttando i mozziconi di sigarette nelle grate avrebbero causato questo allagamento, devo dire che - non sono né un architetto né un ingegnere di costruzioni - mi sembra un po' risibile come definizione.
Ho letto il comunicato che l'ASL TO4 ha diramato ieri e mi sembra un comunicato un po' più corposo. Più che vietare il fumo di sigaretta, che tra l'altro vietarlo davanti a un Pronto soccorso è legato ad una legge nazionale, quindi andrebbe sicuramente vietato, mi sembra di capire dal comunicato dall'ASL TO4 che ci siano delle problematiche strutturali che dovranno essere affrontate.
Noi chiediamo ovviamente che questo non accada più, perché di nuovo è una pessima immagine della sanità piemontese, nel senso che realizziamo un pezzo di ospedale nuovo, i cittadini dell'area dell'ASL TO4 dovrebbero essere lieti di questo evento, ma scopriamo che a distanza di pochi mesi con due eventi meteorici, va a bagno il Pronto soccorso, si bloccato le ambulanze, si portano i pazienti a Ciriè, gli operatori sanitari si trovano a dover - va bene tutto, oramai devo dire, mi si permetta, sono abituati a far di tutto, con un pizzico di ironia - fare i Vigili del fuoco insieme ai Vigili del fuoco che sono intervenuti e ciò mi sembra un po' eccessivo visto che sono già sovraccarichi di lavoro.
Cerchiamo di capire al più presto quali sono le cause e intervenire per far sì che non succeda mai più in futuro e di controllare eventualmente se ci sono stati, appunto, degli errori progettuali o di realizzazione in tutta la struttura, per non trovarci un domani magari altre magagne in altri reparti, magari in occasione di altri eventi meteorici di qualche altro tipo.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bono.
La parola all'Assessore Saitta per la risposta a entrambe le interrogazioni.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente.
Nella giornata richiamata del 20 luglio, si sono verificate precipitazioni di portata eccezionale (questo mi sembra scontato), che hanno interessato tutta la città di Chivasso nel corso delle quali in quella giornata si è rilevata la caduta di 96,4 millimetri di acqua. Questo evento meteorologico di portata eccezionale ha causato l'ingresso di acqua, com'è stato ricordato, in una zona circoscritta dell'entrata al Pronto soccorso, tale da non consentire l'accesso al pubblico per due ore.L'intervento del personale dei Vigili del Fuoco e delle imprese di pulizia ha consentito di ripristinare la piena operatività del presidio; in queste due ore gli accessi delle persone non trasportate al 118 non si sono interrotti e alle stesse sono state fornite le cure necessarie e l'ASL TO4 ha comunque garantito il servizio 118 l'accoglienza dei pazienti trasportati presso il Pronto soccorso di Ciriè e di Ivrea.
In considerazione del fatto che si era verificato un episodio analogo alcune settimane prima, ieri mattina il Direttore dell'ASL TO4 ha convocato una riunione urgente con i progettisti, la direzione lavori ed impresa esecutrice degli stessi a cui ha partecipato anche il Comune di Chivasso.
L'ASL ha richiesto ai progettisti di fornire una valutazione ulteriore alla relazione idrogeologica che ha accompagnato il progetto della realizzazione dell'ampliamento dell'ospedale e che ha costituito la documentazione allegata per l'ottenimento del nulla osta da parte del Comune di Chivasso.
È stato, inoltre, deciso di procedere immediatamente con i lavori di potenziamento delle attività già previste e delle opere attualmente presenti, al fine di garantire un maggiore livello di sicurezza generale.
In particolare, i lavori si programmati solo scavo, forniture e posa di nuove canalette per la raccolta dell'acqua piovana e il suo smaltimento ricalendarizzazione con aumento degli interventi periodici di pulizia delle griglie, rinforzo attività di pulizia vasca con pompe di sollevamento potenziamento funzionalità delle pompe di sollevamento, allargamento destinatari del messaggio di allarme avaria pompe, revisione potenziamento quadri gestione pompe di sollevamento, rinforzo strumenti di monitoraggio vasca di laminazione, calendarizzazione in aumento pulizia, con canaljet dei pozzetti di raccolta acqua.
L'esecuzione dei lavori, che rivestono carattere d'urgenza, sono iniziati ieri, lunedì 23 luglio, e si concluderanno martedì 31 luglio. Il cantiere è allestito senza interrompere in alcun modo l'attività del Pronto soccorso e quindi l'accesso delle ambulanze. Altri interventi, come ad esempio la creazione di un serbatoio di raccolta delle acque meteoriche saranno a breve concordati e calendarizzati con la ditta e saranno comunque realizzati in tempi ristretti.
Come Regione Piemonte sorveglieremo, perché se ci sono delle responsabilità è chiaro che qualcuno dovrà.



(Commenti fuori microfono)



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Appunto, se ci sono della responsabilità, è chiaro che un'azione dovrà essere avviata da parte dell'Azienda, della stazione appaltante, nei confronti dell'impresa.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Saitta.
Le chiedo di sospendere un attimo la risposta delle sue interrogazioni, per concludere la parte dell'Assessore Valmaggia.


Argomento: Opere di bonifica e consorzi - Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Interrogazione a risposta immediata n. 2243 presentata da Vignale, inerente a "Bonifica sull'area ex piemontese di Casale Monferrato è utile?"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 2243.
La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
L'intervento era già stato oggetto di una precedente interrogazione che aveva una valenza di carattere ambientale. In questo caso, la valenza è sì di carattere ambientale, ma principalmente è relativa alla salute dei cittadini.
Nel Comune di Casale Monferrato vi è un'area, dove insisteva una delle più grandi imprese di trattamento dell'amianto, la ex Piemontese, società che fu dismessa e acquisita da Eternit; sotto quest'area vi sono in questo momento tonnellate di materiale di amianto accumulate nel sottosuolo.
Il 7 maggio scorso, la Giunta comunale di Casale Monferrato ha votato una delibera per la bonifica e messa in sicurezza dell'area appunto ex Piemontese, finalizzata alla realizzazione di un campo da calcio.
Considerato che in quest'area vi è attinente, assolutamente vicino all'area in oggetto, un asilo, ed è anche un'area all'interno vicino alla quale vi sono numerose abitazioni, il timore che poniamo e la domanda appunto che poniamo alla Giunta regionale è se, nelle more del principio di precauzione, non si ritenga opportuno un intervento, una verifica preliminare per evitare il rischio che una bonifica di un terreno così significativamente compromesso possa avere dei rischi per la salute dei cittadini.
Consideriamo anche che in questa situazione e anche in altre, non solo nel Casalese, ma anche in altre aree del Piemonte, nelle modalità di bonifica di queste aree raramente sono previsti interventi di completa rimozione delle polveri di amianto presenti, quanto piuttosto quelli di copertura con terreno come in parte è avvenuto e piantumazione, in modo tale che quelle potenziali polveri che causerebbero un pericolo sono quanto più consolidate e ferme nel terreno.
Il timore rispetto appunto al principio di precauzione, motivo stesso per cui abbiamo presentato l'interrogazione, è che questo tipo d'intervento che è sì una competenza di carattere comunale, possa avere un impatto sulla salute dei cittadini assolutamente significativo.



PRESIDENTE

Grazie, collega Vignale.
La parola all'Assessore Valmaggia per la risposta.



VALMAGGIA Alberto, Assessore all'ambiente

Grazie, Presidente.
Per quanto riguarda l'area in oggetto del sito ex Piemontese, il progetto di bonifica è stato esaminato e approvato, in esito alle Conferenze dei Servizi e del 2009 e del 2010 presso il Ministero dell'Ambiente.
La realizzazione degli interventi è stata rinviata in ragione delle priorità di altre criticità del SIN valutate in rapporto alle disponibilità finanziarie, nonché in considerazione della capienza dell'impianto di smaltimento.
In esito alla destinazione dei fondi previsti dalla legge 190 del 2014, e in considerazione dal recente procedimento provinciale di autorizzazione dell'espansione dell'impianto di smaltimento di Casale Monferrato, il Comune si è attivato per dare seguito alla bonifica dell'area e ha predisposto uno sviluppo progettuale nell'ambito della progettazione esecutiva, che anche su indicazione di questo Assessorato è stata trasmessa al Ministero dell'Ambiente, con nota del 28 maggio 2018, al fine di acquisire le valutazioni di competenza.
Ciò premesso, rispetto alla necessità d'intervento, si rappresenta che la presenza dei frammenti di materiale contenente amianto e di fibre nel terreno comporta l'obbligo di interventi di bonifica; il Comune di Casale Monferrato ha peraltro evidenziato che l'area in oggetto è stata più volte interessata anche da scarichi abusivi, principalmente, di inerti e di macerie di demolizione. Le operazioni di bonifica e ripristino dovranno pertanto far sì che l'area non si trovi in condizioni di abbandono e si presti quindi a pratiche abusive di smaltimento di rifiuti.
Per quanto riguarda le modalità d'intervento, si precisa che, nell'ambito delle valutazioni da parte degli enti tecnici coinvolti, in particolare ARPA e ASL, saranno prese in considerazione eventuali problematiche legate alla prossimità di edifici scolastici prescrivendo, ove necessario implementazioni delle attività di monitoraggio e indicazioni relative al periodo di realizzazione di determinate lavorazioni.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione) - Assistenza farmaceutica (organizzazione, servizi ecc.

Interrogazione a risposta immediata n. 2251 presentata da Tronzano inerente a "Inoculazione a donne in gravidanza di un farmaco scaduto"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'interrogazione a risposta immediata n. 2251.
La parola al Consigliere Tronzano per l'illustrazione.



TRONZANO Andrea

Grazie, Presidente.
Intervengo rapidamente perché il fatto è molto conosciuto poiché è apparso su tutti gli organi di stampa, anche se mi sembra abbastanza surreale che succeda in Piemonte, visto che si parla tra le altre cose di digitalizzazione e quindi, insomma, è oggettivamente un po' inspiegabile il fatto che sia stato somministrato un farmaco scaduto a delle donne in gravidanza. Che cosa si farà, Assessore, per evitare che succeda di nuovo un episodio di questo genere? Le chiedo se può anche dirmi, per favore quante donne sono state soggette a questo disguido (chiamiamolo così).



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Saitta per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente.
Ho verificato con la Direzione dell'ASL TO3 quanto accaduto presso l'ospedale di Pinerolo. Presso l'ASL è attiva una procedura di controllo delle scadenze, la cui responsabilità è in carico al coordinatore infermieristico del reparto o servizio che puntualmente mette in atto quest'attività per verificare le scadenze. Pertanto non si somministrano farmaci scaduti rispetto alla loro naturale emivita.
Esistono tuttavia casi nei quali l'efficacia biologica del farmaco va oltre la data di formale scadenza, come certificato dalla ditta Kedrion che lo produce. Dichiarazione della ditta: "Il prodotto mantiene le proprie priorità biologiche fino a sei mesi dalla scadenza, quindi fino al 30 ottobre 2018, ossia ben oltre la data d'inoculo: lo scorso 22 giugno".
La paziente in questione, pur durante l'orario di chiusura, avrebbe potuto trovare presente sulle 24 ore in ospedale o un ginecologo nel reparto Ostetricia e Ginecologia o un medico in Pronto Soccorso che avrebbero avuto modo di spiegare tale situazione rilevata dalla paziente stessa.
Il Direttore della Ostetricia e Ginecologia, dottor Ghione, ha comunque provveduto a convocare tempestivamente le tre pazienti sottoposte a tale immunoprofilassi per tranquillizzarle personalmente.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 2250 presentata da Rossi Luca Angelo, inerente a "Situazione clinica Sant'Anna di Casale Monferrato"


PRESIDENTE

Passiamo alla trattazione dell'interrogazione a risposta immediata n. 2250.
La parola al Consigliere Rossi Luca per l'illustrazione.



ROSSI Luca Angelo

Grazie, Presidente.
La situazione della Clinica Sant'Anna di Casale Monferrato era stata oggetto - credo un paio di anni fa - di una precedente interrogazione da parte del collega Massimo Berruti; allora la situazione era ancora in divenire e si chiedeva se si poteva in qualche modo ovviare a quello che invece poi è stato, purtroppo, il destino di questa clinica, che per molti decenni ha operato in regime convenzionato, non in concorrenza, ma semmai a supporto del servizio pubblico offerto dall'ospedale Santo Spirito di Casale Monferrato.
A seguito della delibera della Giunta regionale del 5 agosto 2015, in cui venivano approvati gli schemi di contratto-accordo da stipulare con le Case di cura private relativamente all'assegnazione di posti letto, si intraprese un percorso in base al quale nella clinica Sant'Anna sono stati ridotti i posti letto per l'attività interventistica di medicina generale e di lungodegenza, per aumentare i posti letto per la psichiatria post-acuzie e per la continuità assistenziale, determinando una riduzione - possiamo dire ormai un annullamento, negli ultimi mesi - dei servizi a favore dei cittadini e sicuramente una perdita dei servizi in generale offerti alla città di Casale Monferrato.
Le risorse a budget dal 2014 al 2016 sono sostanzialmente dimezzate. A Casale e nei Comuni vicini erano state raccolte oltre 7.500 firme di cittadini a cura di un Comitato che si era costituito proprio per la salute dei cittadini del Monferrato, ma ciò nonostante si è arrivati alla situazione attuale.
Purtroppo ci sono anche dei problemi occupazionali per coloro che sono rimasti dipendenti attivi nella clinica. Come scriviamo nell'interrogazione, la situazione ha richiesto sacrifici ai lavoratori, ma abbiamo appreso (essenzialmente da organi di stampa) che la proprietà della clinica, che è titolare di altra attività analoga nel Comune di Bra e per la quale è già stato concordato con la Regione un aumento del budget, ha dichiarato una perdita di quasi un milione di euro nel 2017 e ha comunicato l'intenzione di procedere al licenziamento di 4 dipendenti. Sempre secondo questi articoli di stampa, avrebbe anche manifestato l'intenzione di trasferire tutta l'attività presso la sede di Bra.
Rilevato che comunque la clinica Sant'Anna in questi decenni ha rappresentato un complemento dell'assistenza sanitaria nella città di Casale Monferrato, in sintonia con l'ospedale Santo Spirito e non in concorrenza, chiediamo all'Assessore Saitta di sapere come si intende intervenire per salvaguardare almeno la posizione lavorativa di tutti i dipendenti ed operatori, visto che l'accordo che è stato preso ha comunque penalizzato fortemente quest'attività.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Saitta per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente.
È stato ricordato il percorso degli anni passati per quanto riguarda il rapporto con la clinica Sant'Anna di Casale Monferrato; evidentemente non voglio ricostruire le decisioni che sono state assunte, ma tengo soltanto a rilevare che nelle decisioni per quanto riguarda il rapporto col privato non soltanto quello, ma con tutti i privati - è prevalso l'interesse a rafforzare l'ospedale di Casale Monferrato.
La clinica Sant'Anna - storia già di qualche anno fa - svolgeva delle attività di tipo ospedaliero che avrebbero potuto essere fatte all'interno dell'ospedale Sant'Anna. Quando abbiamo discusso di quel tema, tenendo conto del rapporto bacino d'utenza e attività, l'ospedale di Casale Monferrato, nel quadro nazionale (quindi DM 70), aveva seri problemi a essere mantenuto come DEA di primo livello. Questo risultato l'abbiamo potuto confermare e rafforzare rivedendo anche l'organizzazione dei privati e consentendo all'ospedale di svolgere attività che venivano praticate all'esterno quasi come una sorta di concorrenza da parte del privato (anche per la vicinanza delle due strutture).
Questa è storia passata. Ci sono stati problemi; in ogni caso, l'obiettivo che ci siamo posti è quello di mantenere l'ospedale di Casale come un DEA.
Ricordo che c'era un punto interrogativo sull'ospedale di Casale Monferrato per tenerlo come DEA, ma è stato superato nei controlli successivi. Secondo me, il collega Rossi, che sicuramente crede nella sanità pubblica, non pu che apprezzare questo risultato di aver salvaguardato l'ospedale di Casale rispetto a un'ipotesi di trasformazione in un ospedale addirittura di tipo territoriale, perché i dati erano quelli.
Venendo alle questioni di carattere puntuale, vi è anche l'ipotesi di trasferimento dell'attività a Bra. È chiaro che oggi il quadro è un po' più completo, nel senso che l'attività della Casa di cura Sant'Anna si è modificata nel tempo, poiché alcune attività sono state riconvertite in altre attività non in concorrenza con il sistema pubblico, ma come completamento dell'attività pubblica che non poteva essere garantita. C'è stata una riduzione del budget: questo è successo non soltanto per il settore privato, ma anche per il settore pubblico, come lei sa perfettamente.
In ogni caso, rispetto alle questioni relative a quest'ipotesi di trasferimento dell'attività a Bra, la Casa di cura Sant'Anna sa perfettamente quali sono le procedure per verificare se questo è compatibile con la programmazione: deve rivolgersi alla struttura regionale dell'Assessorato.
Per quanto riguarda le reazioni sindacali finalizzate alla tutela dei posti di lavoro, anche qui gli imprenditori sanno quali sono le modalità per attivare tavoli di confronto tra datori di lavoro e organizzazioni sindacali.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 2252 presentata da Fluttero inerente a "Provvedimenti immediati per ridurre gli attuali tempi delle liste di attesa"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 2252.
La parola al Consigliere Fluttero per l'illustrazione.



FLUTTERO Andrea

Grazie, Presidente. Un provvedimento immediato è un po' una fantasia, un auspicio.
Ho preso spunto per quest'interrogazione da uno dei tantissimi articoli comparsi sui quotidiani, riguardanti le liste d'attesa nella nostra regione. In questo caso, riguardano l'Ospedale di Chivasso, ma potrebbero riguardare qualunque altro ospedale del Piemonte, purtroppo.
Nell'articolo si parlava di 269 giorni d'attesa per una visita pneumologia 280 per una allergologica e addirittura 467 per una visita oculistica. Sono dati assolutamente drammatici e inaccettabili, ma se, anziché affrontare il tema dei tempi d'attesa di una singola visita, affrontiamo l'argomento sommando i diversi tempi d'attesa (citando Totò, potremmo dire: "È la somma che fa il totale!"), la problematica aumenta. Se un paziente si reca da un medico di medicina generale, il quale ritiene di fargli fare un approfondimento per cui il paziente deve prenotare una visita dal pneumologo (parliamo, ad esempio, di una visita pneumologia), che - dopo i 269 giorni - lo visita e magari gli dice: "Magari fai questo esame", il paziente va a prenotare l'esame e aspetta un altro numero di giorni per poterlo fare. Fatto l'esame, lo ritira e lo riporta al pneumologo riprendendo appuntamento. Quindi, ha una somma che purtroppo è drammaticamente maggiore dei dati già assurdi che ci troviamo a leggere sui quotidiani regionali tutti i giorni.
Se persino una persona pacata ed equilibrata come l'Onorevole Giorgis ha criticato, nelle settimane scorse, i risultati della sanità regionale soprattutto in merito alle liste d'attesa, ritengo che non stiamo facendo una strumentalizzazione politica, ma purtroppo stiamo affrontando un problema che quest'Amministrazione, in questi quattro anni, non è riuscita a risolvere.
Pertanto, l'interrogazione non suscita in noi grandi speranze di ricevere risposte concrete: siamo consapevoli di essere di fronte a un problema estremamente grave, che in questi quattro anni non ha avuto miglioramenti significativi. Con l'interrogazione vogliamo tenere acceso l'interesse di tutti su un problema che vorremmo potesse trovare soluzioni concrete.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Fluttero.
La parola all'Assessore Saitta per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

La seduta scorsa - e non soltanto la seduta scorsa - è stata dedicata al tema delle liste d'attesa, dove ho avuto modo anche d'indicare le modalità per aggredire soprattutto quelle attività diagnostiche dove abbiamo tempi lunghi.
Non voglio ripetere la comunicazione che ho fatto e neppure riprende i temi del dibattito, che sono stati anche abbastanza ampi. Ci tengo solo a dare quest'informazione (forse il collega la volta scorsa era assente): le Aziende sanitarie, così come abbiamo richiesto nei mesi scorsi, stanno presentando i piani per la riduzione delle liste d'attesa, perlomeno per quelle attività dove i tempi sono molto lunghi. Questi piani saranno approvati dall'Assessorato e saranno finanziate tutte le attività per l'aumento dell'offerta, avendo a disposizione dieci milioni di euro e avviando anche l'attività del CUP, come è stato detto e ripetuto.
Ho anche dato informazioni, che non voglio ripetere per evitare di annoiare gli altri colleghi presenti, sulle modalità concrete che abbiamo deciso di adottare.
Un'ultima considerazione di carattere politico, visto che è stato fatto riferimento al passato: l'aumento dell'offerta si può ottenere soltanto nel momento in cui si hanno a disposizione delle risorse per poterlo effettuare. Non è per colpa di questa Regione né della Giunta se le risorse a disposizione per l'attività non soltanto ospedaliera erano scarse. Ahimè non è colpa dell'Assessore regionale se la Regione Piemonte era in Piano di rientro.
Ritengo che, guardando al passato, le responsabilità possono essere ampie e diverse. In ogni caso, avendo finalmente messo a disposizione le risorse possiamo affrontare questo tema, che ci spiace non sia stato affrontato in passato. In ogni caso, noi lo vogliamo affrontare.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Saitta.


Argomento: Personale del servizio sanitario

Interrogazione a risposta immediata n. 2255 presentata da Grimaldi inerente a "Bandi deserti nella sanità pubblica"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 2255.
La parola al Consigliere Grimaldi per l'illustrazione.



GRIMALDI Marco

Assessore, chi l'avrebbe mai detto? Da mesi le rompo le scatole per dire che tutte le ASL devono aprire i bandi e le assunzioni e oggi, invece, ci troviamo in una situazione più strana. Abbiamo appreso - come immagino anche, in parte, lei - che il bando per reclutare nuovi medici del Pronto soccorso dell'ospedale San Giovanni Bosco è andato praticamente quasi deserto (così dice l'articolo). Insomma, l'Azienda ha deciso di programmarne un altro.
Tuttavia - così si dice - pare che 48 ore di servizio siano rimaste scoperte, inducendo la struttura a utilizzare personale interno del Dipartimento di emergenza e accettazione. Problemi simili ci risulta si siano verificati anche negli ospedali Maria Vittoria e Martini, dove i turni scoperti saranno svolti dai medici del Pronto soccorso.
Allo stato attuale, i medici di base destinati ai codici bianchi svolgono in realtà, molto spesso le medesime funzioni di un operatore del DEA, senza però il medesimo contratto e le stesse garanzie assicurative.
Inoltre, il 17 luglio migliaia di medici neoabilitati, ma anche professionisti abilitati, hanno affrontato il concorso del sistema nazionale 2018 e, tuttavia, dei circa 15.000 che hanno partecipato al concorso, più della metà resterà fuori dal percorso formativo.
Non ultimo, uno dei casi che abbiamo affrontato la scorsa settimana sulla vicenda della radiologia vercellese faceva anche un po' emergere - dalla risposta dell'Assessore Saitta - che, per quanto è vero che abbiamo avuto problemi di blocco del turnover, il fatto che da anni abbiamo problemi ad assicurare le borse per le specializzazioni fa sì che i numeri non siano così ampi.
Coloro che escono dalle scuole di specializzazione (mi faccia capire se sbaglio, Assessore), se si aprisse un concorso alle Molinette risponderebbero facilmente lì. Ma (facciamo due casi diversi), nel caso dei medici di medicina generale, piuttosto che rispondere al bando dell'ASL per svolgere l'importantissimo lavoro sui codici bianchi, magari qualcuno che ha dovuto frequentare la scuola di specialistica, perché una volta non era così per i medici di medicina generale, preferisce esercitare (lo dico così, Assessore, non so se ho ragione ) la libera professione, come medico della mutua.
Questo è uno dei temi. L'altro è che, se capisco bene, mancano alcune specializzazioni. È il caso della radiologia vercellese, ma anche il caso dell'anestesista in un'altra ASL, mi pare quella novarese.
Con quest'interrogazione metto al centro un'altra vicenda che è stata scritta nel documento che anche lei ha mandato, riguardante le problematiche del Servizio Sanitario Nazionale, che in Commissione specificava come la carenza di figure professionali sia diventata una vera e propria urgenza nel servizio sanitario.
Questa situazione è risultata dall'estrema difficoltà che si registra da molti anni tra chi definisce e finanzia i fabbisogni formativi, avendo la responsabilità di programmare, organizzare e gestire i servizi sanitari.
Pertanto, a partire dalle vicende emerse, le chiedo se c'è una possibilità diversa anche per i medici che hanno la specializzazione in medicina generale, per capire se l'ASL torinese riuscirà a reperire quegli utilissimi medici che possono essere utilizzati nei pronto soccorsi per interloquire con i codici bianchi e se, dall'altra, insieme a questo Consiglio si voglia aprire una vera vertenza, come ci dicevamo, proprio sul numero chiuso e sui numeri delle borse per gli specializzandi.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Grimaldi.
La parola l'Assessore Saitta per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Le questioni che il Consigliere Grimaldi pone, come anche lui ha ricordato sono state oggetto di precedente attenzione da parte di molti Consiglieri che spesso ripropongono questo problema.
Mi pare che la costante di un problema, evidenziato in tutta la Regione Piemonte, sta portando ad una considerazione più di carattere politico generale. Mi sembra questo il tema.
Posso aggiungere, per il ruolo di coordinatore degli Assessorati regionali che questa situazione che stiamo constatando, e di cui siamo preoccupati qui in Piemonte, è una situazione che si sta verificando in tutta Italia.
Da quattro anni, da quando ho questo ruolo, poniamo - l'ho posto al Governo precedente e lo abbiamo riproposto oggi - questa enorme distorsione tra le esigenze dei sistemi sanitari regionali e l'offerta formativa adeguata per potere consentire ai sistemi sanitari di poter svolgere.
Per quanto riguarda gli specialisti, la richiesta formulata da tutte le Regioni (ci sono anche i dati della Regione Piemonte) è di circa 9.400 borse di studio per gli specialisti; ne sono state finanziate 2.600 in meno quest'anno, cioè il numero si mantiene uguale nel tempo.
Per questo motivo c'è una emergenza - e il collega ha fatto bene a richiamare questo tema - di carattere nazionale, perché la carenza di medici specialisti sta determinando la mancanza di concorrenti in alcuni concorsi delle Aziende sanitarie, soprattutto nelle zone non urbanizzate in tutta Italia. I pochi specialisti, dovendo scegliere, scelgono le zone più urbanizzate, le zone metropolitane, creando seri problemi nelle zone (io le chiamo periferiche, ma per intenderci) esterne.
Vorrei citare un caso di questi giorni, anzi mi pare odierno, all'ospedale di Borgosesia. Il Direttore ha problemi di medici ginecologi; il Direttore ha fatto l'avviso di gara, nessuno si è prenotato; ha riprovato, ha provato con altre aziende sanitarie, ma non è riuscito a fare assolutamente nulla.
Si avvicinano le vacanze estive e oggi annuncia che per quel periodo, non essendoci ginecologi, non sarà possibile garantire la sicurezza del punto nascite a Borgosesia. Ad agosto cambierà la situazione, riducendo l'attività: si faranno i servizi a tutela delle donne, ma l'attività del punto nascita sarà interrotta.
Questo è un caso, ma ne potrei citare tantissimi in Italia.
Non voglio soffermarmi molto su questo tema, perché richiederebbe una discussione ampia, ma è chiaro che il primo problema è l'adeguamento dell'offerta formativa alla domanda. L'abbiamo posto al nuovo Ministro e lo riproponiamo alla Commissione del Senato: il numero va aumentato in base alla richiesta. L'urgenza, però, è un'altra cosa.
In questi anni ho partecipato a tanti tavoli ai Ministero dell'Economia del Tesoro e della Pubblica Istruzione, come dei sindacati, dove si discute di un modello che però non si è ancora costruito per una serie di veti di carattere sindacale o da parte del Ministero della Pubblica Istruzione, o per lobby che ci sono sul tema.
Adesso il problema è che siamo fuori tempo massimo, perché, qualora si dovesse decidere di aumentare il numero delle borse di studio, occorreranno cinque o sei anni.
Per questo motivo, la proposta fatta da tutte le Regioni è di immettere nel sistema sanitario, chi sta facendo la specializzazione, quindi quelli dell'ultimo anno. Cominciamo a mettere quelli, assumendoli nel Sistema Sanitario Nazionale e poi, se sono insufficienti, si va indietro.
Abbiamo anche immaginato e proposto di fare un doppio canale di formazione non soltanto quello universitario classico, ma un sistema che esisteva già in passato, dove la specializzazione può avvenire all'interno degli ospedali pubblici accreditati con l'Università.
Il sistema è sottovalutato, cioè è stato sottovalutato questo tema. Nei prossimi mesi, a partire da quest'estate, in Italia avremo seri problemi perché alcuni reparti saranno chiusi. Una grande miopia di carattere politico.
Il tema vale anche per i medici di famiglia: identico, stessa cosa. Questo è il quadro che abbiamo di fronte.
Giovedì sono stato convocato dal Ministro, perché nell'ultimo incontro ho detto che il tempo delle discussioni era finito e che occorre una decretazione d'urgenza per decidere una modalità. Credo che si andrà in questa direzione e io me lo auguro. C'è la convocazione di quello che si chiama il tavolo dell'articolo 22, quello della formazione, un tavolo nazionale dove ci sono tutti i sindacati. Io spero che questo incontro si possa concludere.
È chiaro che si tratta di farsi carico di problemi - io non voglio essere tifoso - irrisolti in passato. Lo dico soprattutto a Bono: si tratta di problemi irrisolti nel passato, questo mi è perfettamente chiaro, ma in ogni caso una soluzione occorre. Pertanto, le questioni che sono state poste non posso che condividerle. Se il Consiglio, su questo tema, vorrà assumere una decisione attraverso la modalità che ritiene, per rafforzare questa richiesta, che non è la semplice opinione di chi ha la responsabilità diretta di occuparsi della Sanità, ma di esprimere complessivamente un'opinione diffusa, è chiaro che questo - io credo - pu aiutarci anche sul piano politico, perché nel momento in cui il Governo dovesse decidere di emanare il decreto (poi c'è il tema della conversione) questa sensibilità non può che essere una sensibilità di tutte le forze politiche presenti nel nostro Paese.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Dichiaro chiusa la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata.



(Alle ore 16.01 la Presidente dichiara esaurita la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE BOETI



(La seduta ha inizio alle ore 16.05)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo Baricco, Ferraris, Ferrero e Ferrentino.


Argomento: Beni culturali (tutela, valorizzazione, catalogazione monumenti e complessi monumentali, aree archeologiche)

Proseguimento esame disegno di legge n. 275, inerente a "Disposizioni coordinate in materia di cultura" (atti di indirizzo collegati: ordine del giorno n. 1436; ordine del giorno n. 1439)


PRESIDENTE

Riprendiamo l'esame del disegno di legge n. 275, di cui al punto 10) all'o.d.g.
Nella seduta antimeridiana odierna è terminato l'esame dell'articolato.
È aperta la fase delle dichiarazioni di voto sull'intero testo.
Ha chiesto la parola la Consigliera Batzella; ne ha facoltà.



BATZELLA Stefania

Grazie, Presidente.
Volevo solo chiedere, visto che devo fare un rinnovo di comunicazione, se posso farlo adesso o dopo.



PRESIDENTE

Può comunicare sulla legge di cui stiamo discutendo e nient'altro.
Quando avremo approvato la legge, apriremo il capitolo per il resto.
Ha chiesto la parola il Consigliere Valle; ne ha facoltà.



VALLE Daniele

Grazie, Presidente.
Ne approfitto anche per illustrare uno dei due ordini del giorno collegati cioè quello presentato dalla maggioranza. Però voglio cominciare esprimendo tutta la mia soddisfazione per il percorso che stiamo concludendo, anche per la modalità con cui l'abbiamo portato avanti in queste due sedute di Consiglio.
Il testo che approviamo oggi, senza voler usare termini retorici, è sicuramente un passo avanti veramente significativo nella direzione della semplificazione della normazione, della sua accessibilità, della sua qualità e anche dal punto di vista della modernità dei contenuti che portiamo su questo comparto. Abbiamo sviluppato ovviamente tutte le varie normative di settore, andando a recepire all'interno di questo testo tutto quello che era contenuto in oltre 40 leggi, 12 regolamenti che abbiamo abrogato, ma abbiamo anche sviluppato tutta una serie di attività trasversali.
Penso al tema dell'accessibilità, al tema della tutela dei lavoratori, al tema della promozione del volontariato, permettetemi, quello buono, il tema delle sperimentazioni e dell'interconnessione fra le attività di frontiera in ambito culturale e anche dell'utilizzo di nuove tecnologie, che nei testi di legge che avevamo a disposizione, risalenti agli anni '70-'80 ovviamente non potevano ancora avere spazio.
Abbiamo sviluppato - così mi collego al tema dell'ordine del giorno e alle dichiarazioni che abbiamo condiviso nel momento in cui si parlava della clausola finanziaria - anche un'attenzione importante al tema delle risorse.
È vero, lungo tutto il percorso abbiamo parlato di leggi, di riformulazione di un testo unico sulla cultura, ed era già un tentativo abortito nelle legislature precedenti, ma dagli operatori il grido di dolore era duplice cioè era sì la questione di una normativa più rispondente ai tempi, ma c'era un tema di risorse che non era più eludibile.
Da un canto ci siamo dotati di strumenti importanti di programmazione e di azione finanziaria che oggi non disponevamo. Il più importante è sicuramente quello del Piano triennale, che ci consente di programmare l'attività con respiro, di sviluppare anche finanziamenti che vadano oltre l'anno, che superino la contingenza e che ci consentono, sia attraverso bandi sia attraverso contributi, di dare respiro ad attività che devono sapere di poter contare sul sostegno della Regione per un periodo più lungo del semplice anno. Infatti, i bandi arrivano in ritardo e quindi si vive sempre un po' alla giornata, rendendo impossibile una programmazione di ampio respiro.
Penso anche ad altri strumenti, in particolare quelli legati alla garanzia e agli investimenti che oggi recepiamo ed apriamo anche a soggetti cui prima erano preclusi, come alle imprese culturali, alle cooperative e ai cinema, che fino a oggi non avevano mai potuto accedere a contributi di carattere regionale.
Si tratta, come dicevo, di investimenti e strumenti di garanzia e di fideiussione che oggi mettiamo a disposizione e che addirittura abbiamo anticipato proprio con il provvedimento di qualche settimana fa, con la decapitalizzazione di Finpiemonte. È soltanto l'inizio con quei 500 mila euro sulle fideiussioni e quei cinque milioni sugli investimenti, più gli ulteriori investimenti nel maxi mutuo che abbiamo appena contratto, ma che sono un'inversione di tendenza di una Regione che torna anche ad investire sul tema cultura.
Nell'ordine del giorno che abbiamo collegato, per quanto possibile ovviamente, tendiamo anche a dare una risposta politica a un'esigenza di stabilire un benchmark di riferimento per quello con cui sosteniamo il comparto cultura, sia in termini di contribuzione sia in termini di investimento. Dal Comitato emergenza cultura, in particolare, e da tutto quel movimento che si è sviluppato intorno alla grande emergenza della scorsa legislatura, in termini di finanziamento al settore culturale, è arrivata la forte sollecitazione a stabilire un parametro di riferimento minimo, sotto il quale non andare su tutto il settore inteso in senso ampio.
Allo stesso modo, con un'elaborazione sostanzialmente analoga, l'AGIS ci aveva sostenuto ad adeguare automaticamente i nostri finanziamenti ogni anno a crescere, adeguandoli almeno al tasso di inflazione annuo, che in questi ultimi periodi è sicuramente molto basso, ma che non è sempre stato tale. In Commissione abbiamo visto che questa possibilità tecnicamente ci era preclusa perché, in realtà, si demanda tale lavoro alle leggi di bilancio che, di anno in anno, stabiliranno quali sono i finanziamenti sul settore e sul fondo per la cultura; però abbiamo comunque voluto stabilire un indirizzo, peraltro senza neanche coordinarci troppo.
Abbiamo lavorato insieme su questo testo probabilmente per troppo tempo per cui ormai ci completiamo a vicenda nell'elaborazione, però il testo che propone la maggioranza è un testo che impegna questo Consiglio negli anni a venire ad adeguare e a far crescere progressivamente l'investimento e non solo, la contribuzione per il settore cultura, almeno adeguandolo al tasso di inflazione, o comunque portandolo a crescere nel corso dei prossimi anni.
Abbiamo visto con favore e ci sembra sostenibile il documento presentato dal Movimento 5 Stelle che, invece, si rivolge al comparto degli investimenti, perché anche quello che viene fissato su quest'aspetto sembra riscontrare il nostro sentire e il nostro impegno e pensiamo che questi possano dare una risposta politica e orientare la discussione sugli ultimi provvedimenti di bilancio che avremo nel corso di questa legislatura.
Questo è importante, perché ovviamente non sfugge a nessuno che a un buon strumento normativo occorre anche un buon sostegno di carattere finanziario per esplicare i suoi effetti, anche attraverso formule nuove e diverse rispetto a quelle utilizzate finora.
In ultimo, penso a nome della maggioranza di poter sinceramente ringraziare in primis tutti gli operatori culturali che in questo periodo, mettendosi in gioco e sedendosi ai tavoli, hanno voluto condividere con noi questo percorso, anche uscendo dalle ristrettezze di ciascuno e del proprio singolo settore, cercando di capire quali sono le esigenze della Pubblica Amministrazione e capire le esigenze di alcuni settori culturali molto diversi dai loro. Pensate alla fatica che deve fare l'operatore della biblioteca per capire l'operatore dello spettacolo dal vivo, tanto per fare un esempio.
Lo stesso ringraziamento però va rivolto a tutti quelli che lavorano in struttura che a quei tavoli si sono seduti, perché non è scontato da parte di tutti gli addetti dell'Amministrazione la volontà di mettersi in gioco da pari a pari, con un'esperienza che, modestamente, parlando con gli uni e con gli altri, ha lasciato soddisfatti tutti, perché ha permesso di scoprirsi a vicenda fuori dalle solite frasi del tipo "mi devi liquidare la fattura", "non mi è arrivata la determina" o "perché non mi hai mandato il bando quel giorno lì?", ma cercando di ragionare e aprendo un po' le porte del confronto a 360 gradi. Ha lasciato soddisfatti tutti e ha garantito un'occasione di arricchimento per tutti.
Infine, ovviamente, un ringraziamento all'Aula, perché l'iter spedito che abbiamo potuto avere questa mattina nella discussione della settimana scorsa è frutto sì di una grande condivisione, ma anche del grande lavoro che abbiamo fatto in Commissione, nel gruppo di lavoro e nel confronto con la Giunta che ci ha permesso di arrivare a un testo fortemente condiviso.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE GRAGLIA



PRESIDENTE

Grazie, collega Valle.
La parola alla Consigliera Frediani.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Anch'io approfitto delle conclusioni per illustrare l'atto d'indirizzo che abbiamo presentato; rimarchiamo il percorso condiviso che ci ha portato fino all'approvazione di questo testo che, chiaramente, ha visto qualche nostro emendamento propositivo approdare in Aula, dopo un lungo lavoro già portato avanti ai tavoli.
Il fatto che ci sia stata così ampia condivisione anche in Aula dipende dal fatto che da mesi lavoriamo anche in stretta collaborazione con più soggetti del settore culturale e, per questo, siamo arrivati in Aula non dico completamente d'accordo su tutto, perché c'è qualche aspetto che ancora ci lascia un po' perplessi (l'abbiamo fatto notare anche precedentemente all'Assessora rispetto all'ingegneria finanziaria, che ci ha colti un po' di sorpresa e ci lascia un po' sul chi va là), ma nel complesso si tratta di un testo che ci risulta assolutamente condivisibile e soddisfacente.
È chiaro che ci sono molti aspetti relativi ai pagamenti, ad esempio, sui quali monitoreremo in futuro, perché uno dei grossi problemi della cultura è avere la certezza dei tempi di pagamento, quindi il fatto che i bandi siano pubblicati con cadenze che rendano agevole l'accesso ai soggetti che operano in ambito culturale, che ci siano pagamenti regolari e che non si debba aspettare per troppo tempo, perché molto spesso chi opera in ambito culturale anticipa di tasca propria per attuare delle iniziative. Ci sono alcuni temi che speriamo vengano risolti a partire proprio dall'approvazione di questo testo di legge.
Inoltre, dovremmo vedere tutta la parte sui regolamenti attuativi che sono demandati alla Giunta, e qui noi torneremo sicuramente a fare l'opposizione. Svolgeremo il nostro ruolo d'opposizione e andremo a controllare, com'è nella nostra natura e com'è nel rispetto del nostro ruolo, tutto quello che la Giunta farà da adesso in poi. Non dico che la "luna di miele" sia finita - forse, non è neanche mai iniziata - però se sono rose fioriranno, altrimenti chissà.
Con il nostro ordine del giorno proponiamo il recepimento di quanto proposto dal Comitato emergenza cultura, il quale chiedeva di avere normato in legge un importo corrispondente all'uno per cento del bilancio destinato alla cultura. Pare non sia possibile prevedere una percentuale stabile e fissa in legge, quindi nel nostro atto d'indirizzo chiediamo di destinare agli investimenti in attività culturali non meno dello 0,5 del bilancio regionale, a partire ovviamente dal prossimo finanziamento della legge nell'ottica però di raggiungere in tempi brevi l'obiettivo dell'uno per cento, come da media europea.
Auspichiamo che gli investimenti e gli stanziamenti per la cultura crescano sempre di più, perché questo significherebbe considerare realmente la cultura come un motore di sviluppo e come un settore su cui dobbiamo realmente investire risorse e puntare, se vogliamo portare la nostra regione a una crescita economica.



PRESIDENTE

Grazie, collega Frediani.
Consigliere Bono, essendo già intervenuta la collega Frediani, siamo in dichiarazione di voto.
La parola al Consigliere Bono.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Come si suol dire, le leggi quando vengono scritte sono tutte belle. Quasi tutte. Diciamo che in questa Regione abbiamo esempi di leggi bellissime totalmente inattuate.
Guardo il collega Appiano e penso alla legge n. 10 del 2010, non perch l'abbia scritta il collega, che all'epoca non era in Consiglio e non ero presente neanch'io, ma siamo pieni di leggi molto belle, ma inattuate.
Devo dire che questo almeno è un tentativo meritevole e meritorio di andare a snellire, a semplificare un coacervo di normative che rendono all'operatore (in questo caso, della cultura) impossibile, o quasi comprendere e districarsi, per capire in quale ambito o settore ricada come ottenere i contributi, i finanziamenti e quant'altro.
Sono sempre stato personalmente, anche come Gruppo consiliare, per la semplificazione, quindi avere dei testi unici (tra virgolette), delle leggi quadro che possano permettere di avere una normativa unica, che permettano di comprendere bene il quadro normativo, legislativo e capire dove si va e quali norme si devono rispettare e verificare.
È ovvio che il legislatore ha la tendenza innata e intrinseca, invece, di seguire anche le urgenze e le emergenze. Ad esempio, stiamo discutendo in Commissione un disegno di legge omnibus, come dice il titolo, che è un insieme di piccole, singole revisioni normative che a volte si vanno a inserire nelle leggi di riferimento, a volte invece rimangono sospese nella legge stessa, quindi non si richiamano e bisogna leggere insieme diverse norme.
Sicuramente l'iniziativa di semplificare il quadro normativo è meritevole come detto, ma è ovvio che, anche se siamo a scadenza di legislatura adesso dobbiamo rendere attuativa e attuare la norma, come diceva la collega Frediani, per quanto riguarda il tema dei regolamenti, ma anche e soprattutto per quanto riguarda il tema del Piano triennale con la declinazione annuale.
Penso che il Consiglio regionale dovrebbe avere o dovrà avere un forte ruolo nel decidere sulle politiche di sviluppo della cultura e delle ricadute, in parte connesse all'enogastronomia e quant'altro e quindi a un piccolo pezzetto di turismo, anche se la cultura è ovviamente un'altra cosa rispetto all'attrattività turistica. Su questo la partita è aperta. Non so se faremo in tempo a farlo in questa legislatura, perché dopo la pausa estiva, da settembre, saremo presi con il bilancio (sia di assestamento sia di previsione) e poi si chiude il sipario su questa legislatura.
Speriamo di poter lavorare sul Piano triennale e poi sulle declinazioni annuali e sull'altro grande tema che è il tema delle risorse.
Per quanto riguarda il tema delle risorse, sappiamo di poter contare in un'alleata, nell'Assessora Parigi, quantomeno, perché avendo queste deleghe, deve giustamente giocare la parte in quest'ottica; speriamo di poter avere dei sostenitori nei Consiglieri regionali d'opposizione e di maggioranza, per portare, come detto nell'ordine del giorno della nostra collega, la Vicepresidente della VI Commissione, Frediani, per avere una cifra al di sotto della quale non si possa scendere, un po' come succede ad esempio, sulle politiche sociali. Qualcuno potrebbe dire che le politiche sociali sono diverse, sono più importanti o meno, come si fa sui trasporti o come si fa su tanti altri capitoli della Regione Piemonte.
L'attività di risanamento dei conti della Regione ormai procede da diversi anni, direi almeno dal 2010, con alterne vicende, con incrementi dell'addizionale IRPEF e delle tasse per i piemontesi, con incrementi del bollo auto, tutta una serie di normative, ma erano iniziative ovviamente necessarie, quindi crediamo che adesso si possa andare verso una stabilizzazione e un incremento.
L'ordine del giorno presentato dal nostro Gruppo consiliare va proprio in questa logica, in un momento in cui la cultura per qualche motivo è un po' l'anello debole della catena, è un po' la vittima sacrificale delle varie deleghe dei vari Assessorati. Serve qualcuno - e spero che su questo si sia in tanti - che ponga l'accento proprio su questo, cioè sul fatto che oltre questo livello non si può andare.
Già il fatto che nel 2020, anziché vedere scritti 36 milioni, ne vediamo scritti 30 a noi preoccupa, perché sappiamo che deriva dalle risorse a oggi disponibili nell'Assessorato del Vicepresidente Reschigna. Sappiamo che il lavoro sul bilancio si fa sempre più in là nel tempo (il 2020 si farà sostanzialmente nel 2020 stesso, il 2019 si farà a gennaio 2019, s'inizia a lavorare adesso, ma si fa poi a gennaio, febbraio, marzo 2019), quindi siamo a conoscenza delle dinamiche e delle difficoltà che ha questa Regione, ma non possiamo accettare che solo questo settore faccia i conti con le difficoltà della Regione e sia, come ho detto prima, l'agnello sacrificale. Quindi l'ordine del giorno chiede questo.
Noi crediamo che si possa sancire un impegno dello 0,5 per cento tendendo a salire. Come ho detto, il livello europeo è di circa l'uno per cento del PIL. Il PIL della Regione Piemonte corrisponde sostanzialmente al suo bilancio, al netto delle partite di giro, intorno (arrotondiamo) a 12 miliardi di euro, quindi uno 0,5 per cento vorrebbe dire 60 milioni; l'uno per cento deve essere un tendenziale (vuol dire 120 milioni), quando questa Regione potrà uscire da questa situazione di perenni difficoltà - e anche il Paese, ci si augura - e potrà addirittura tendere a incrementare.
Tuttavia, pensiamo che lo 0,5 per cento possa essere un obiettivo di breve e medio termine cui tendere, lasciando poi l'obiettivo più a lungo termine dell'uno per cento. Crediamo che tale obiettivo non vada inserito in legge ma crediamo altresì che un ordine del giorno che impegna la Regione a lavorare verso tale direzione si possa assolutamente presentare e si debba approvare.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE BOETI



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
La discussione sul disegno di legge che stiamo licenziando, al di là del merito che è stato trattato in queste sedute, verte - come spesso è accaduto, ed è corretto che sia così - sulla dotazione finanziaria. Ora credo che questo sia un tema che riguarda la valorizzazione e la promozione delle politiche culturali della nostra Regione, ma non sia "il" tema mentre troppo spesso e troppe volte lo è stato, come se la dotazione finanziaria fosse il principale e unico strumento per attuare politiche culturali utili all'interno della nostra Regione non solo per garantire ovviamente un servizio di carattere culturale, ma anche in grado di garantire sviluppo e posti di lavoro come la cultura e i servizi culturali in qualche modo hanno garantito.
Ecco, io non credo che sia solo questo; ritengo che - come in ogni settore all'interno di una norma e di un settore siano indispensabili le risorse.
Questo è assolutamente evidente, ma l'attività di pianificazione l'attività di programmazione, soprattutto il cercare di evitare che vi siano delle sovrapposizioni anche in termini di offerta è indiscutibile e necessario.
Faccio un esempio: quando svolgevo il ruolo di Assessore alla montagna avevo fatto redigere una sorta di cartina degli eventi che venivano svolti all'interno della nostra regione, con dei piccoli puntini sulla cartina del Piemonte, e da ciò è emerso in modo assolutamente evidente come noi abbiamo delle realtà - inevitabilmente quelle urbane, per carità - e delle aree omogenee della nostra regione che hanno una grandissima offerta culturale e altre che hanno una scarsa offerta culturale.
Spesso, quando parliamo di servizi essenziali, parliamo ovviamente di sanità, di assistenza e di trasporti, che sono i servizi principali di cui dotare una regione, ma dobbiamo ricordarci che, anche da un punto di vista dei servizi, l'offerta culturale è un altro dei servizi essenziali per rendere omogeneo un territorio, per far sì che l'identità di un territorio possa essere promossa anche (e non solo) con risorse pubbliche. Mi auguro che questo avvenga.
La legge è certamente una legge migliorativa anche rispetto a una norma che era datata, ma, come sempre avviene, non è solo questo il caso, non è sufficiente soltanto una legge o soltanto risorse economiche adeguate: sono due strumenti essenziali, ma è indispensabile avere un progetto di valorizzazione culturale della nostra regione, che ha una serie di peculiarità, ha una serie di identità che sono differenti rispetto a quelle di altre Regioni e che possono essere un valore aggiunto rispetto a quelle di altre Regioni.
Credo che, sotto quest'ultimo punto di vista, cioè quello dell'avere in mente come si vuole promuovere il Piemonte da un punto di vista culturale come si vogliono sostenere le associazioni e le imprese culturali della nostra regione, passa anche la necessità di avere una buona legge e di avere le risorse necessarie. Se non vi è il primo aspetto, temo che, come altre volte invece è accaduto anche quando le risorse erano abbondantemente sufficienti, non sempre a risorse abbondanti corrisponde una valorizzazione del tessuto culturale e dei servizi nei confronti della popolazione sufficienti.



PRESIDENTE

Assessora, vuol dare il suo parere sugli ordini del giorno?



PARIGI Antonella, Assessora alla cultura

Grazie, Presidente.
Prima di dare il nostro parere, come Giunta, sugli ordini del giorno permettetemi innanzitutto un ringraziamento a tutto il Consiglio regionale per aver collaborato alla stesura di questo testo fin dall'inizio, cui va anche dato il merito di aver in qualche modo stimolato questo lavoro.
Poi vorrei veramente ringraziare la Direzione cultura, tutti i dirigenti, i direttori e i funzionari che hanno lavorato, perché credo che oggi stiamo deliberando un testo che non è solo una semplificazione, non è solo un lavoro di snellimento e di abrogazione di leggi e di messa in ordine, ma ritengo che sia un lavoro che finalmente porta una visione della cultura della Regione Piemonte, quindi una visione organica e strutturata di quello che s'intende per cultura e per attività culturale.
Vorrei anche dire che all'interno di questa legge ci sono diversi punti che rappresentano una novità, o comunque una diversa prassi; per me il più importante è quello di un modo di procedere che vede il coinvolgimento degli attori culturali in diversi tavoli di consultazione e di confronto.
Quest'aspetto, l'aspetto dell'ascolto, l'aspetto del confronto, l'aspetto del lavoro insieme, l'aspetto del servizio di questo Assessorato agli operatori culturali è per me fondamentale, perché mette in luce quella che almeno a mio modo di vedere, è la prassi di un'Amministrazione, cioè quella di essere un servizio per i cittadini, un servizio per i gli operatori, un servizio per gli imprenditori culturali.
Voglio ancora dire che per il mondo della cultura la triennalità è un aspetto fondamentale, e su questo - sui tempi, sui tempi di uscita dei bandi, sui tempi dei pagamenti - credo che veramente noi dobbiamo ai nostri operatori della chiarezza e della certezze, proprio per uscire da un'idea anche un po' velleitaria e superficiale, del mondo della cultura e riconoscerlo per quello che è: un mondo su cui è affidato un pezzo importante dello sviluppo della nostra regione. E allora, se questi sono degli imprenditori, se questi sono degli operatori, se questi sono dei costruttori di posti di lavoro e di PIL, hanno il diritto di avere delle regole certe con cui operare.
Inoltre, il fatto di aver riconosciuto all'interno di questa legge degli operatori privati, quali quelli della filiera del libro, oppure gli esercenti cinematografici, afferma un altro principio altrettanto importante: quello di vedere negli operatori privati entità capaci di perseguire obiettivi pubblici. Sono attori fondamentali del tessuto sociale di una comunità e noi cercheremo di tutelarli e far sì che abbiano il supporto della nostra Regione per continuare ad operare.
Non voglio sottrarmi al tema delle risorse. Non so chi ha parlato di cultura come anello debole (non so se l'ha detto il Consigliere Bono o il Consigliere Vignale). Io penso, invece, che sia l'anello forte, perch ovviamente la cultura è dentro tutti i processi e, in questa sua centralità, va giustamente riconosciuta la possibilità di operare.
Il finanziamento pubblico per la cultura è fondamentale, altrimenti noi ridurremmo l'attività culturale a una pura logica di mercato e questo non è quello che noi pensiamo debba essere la cultura. Noi riconosciamo al mondo culturale la capacità di produrre contenuti innovativi, la possibilità di lavorare per la cittadinanza e per l'integrazione.
Ritengo che il finanziamento pubblico sia proprio l'elemento che crea la possibilità di perseguire questi obiettivi. Ciononostante, pur avendo passato anni a cercare di accrescere le risorse del mondo della cultura dobbiamo essere consapevoli dei limiti con i quali operiamo.
Relativamente agli ordini del giorno, possiamo accettare l'ordine del giorno presentato dal Consigliere Valle, come primo firmatario, mentre mio malgrado non possiamo impegnarci, in questo momento, sullo 0,5 per cento anche se, almeno da parte mia, vi è la condivisione del fatto che questo è l'obiettivo cui dobbiamo arrivare. Come ha illustrato anche il Consigliere Bono, penso sia noto anche a voi come si costruisce un bilancio, quindi, al momento, pur condividendo completamente l'obiettivo, risulta complicato impegnarci per il futuro. Di questo, ovviamente, me ne dispiaccio.
Ringrazio ancora tutti e sono veramente felice di questo risultato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ravetti.



RAVETTI Domenico

Presidente, posso chiederle un minuto o due di sospensione per alcune valutazioni?



PRESIDENTE

Il Consiglio è sospeso per un paio di minuti, per le opportune valutazioni.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 16.38, riprende alle ore 16.46)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Invito i Consiglieri a riprendere posto, perché stiamo per votare.
L'Assessora Parigi e la Giunta hanno dato parere favorevole ai due ordini del giorno presentati.
. Ordine del giorno n. 1436 presentato da Frediani, Bono e Valetti inerente a "Investimenti in attività culturali", che è stato modificato, d'accordo con la Giunta, con le seguenti parole: "Vincolo a destinare alle attività culturali non meno dell'1 per cento nel bilancio non vincolato regionale a partire dal disegno di legge n. 275 'Disposizioni coordinate in materia di cultura', nei successivi rifinanziamenti, con l'obiettivo di raggiungere la media europea" . Ordine del giorno n. 1439 presentato da Valle, Accossato, Allemano Appiano, Barazzotto, Caputo, Cassiani, Corgnati, Gallo, Giaccone Grimaldi, Olivetti, Ravetti e Rostagno, inerente a "Assicurare risorse finanziarie adeguate al comparto culturale piemontese, commisurate alle variazioni annuali dei tassi di inflazione e con livelli di finanziamento in crescita nel corso degli anni" Ha chiesto la parola la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.
Un mio collega in ospedale diceva che "il meglio è nemico del bene; quando la frattura è a posto, non bisogna più mettere viti, altrimenti salta tutto".
Prego, Consigliera.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Contrordine.
Sono state eliminate le modifiche apportate; l'ordine del giorno viene ripristinato nel suo testo originario - con parere contrario della Giunta.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 1436, il cui testo sarà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio non approva.
Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno n. 1439 presentato da Valle Accossato, Allemano, Appiano, Barazzotto, Caputo, Cassiani, Corgnati Gallo, Giaccone, Grimaldi, Olivetti, Ravetti e Rostagno, inerente a "Assicurare risorse finanziarie adeguate al comparto culturale piemontese commisurate alle variazioni annuali dei tassi di inflazione e con livelli di finanziamento in crescita nel corso degli anni", su cui la Giunta ha espresso parere favorevole.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 1439, il cui testo sarà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
Pongo ora in votazione il disegno di legge n. 275, "Disposizioni coordinate in materia di cultura".
Indìco la votazione nominale sull'intero testo di legge.
Il Consiglio approva (vedi esito votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MOTTA


Argomento:

Programmazione dei lavori


PRESIDENTE

Chiedo un attimo di attenzione.
Negli ultimi Consigli abbiamo un po' sacrificato le discussioni relative agli ordini del giorno. Proporrei di dedicarvi un'ora, un'ora e dieci minuti di Consiglio, e poi alle ore 18 chiudiamo la seduta e facciamo la riunione dei Capigruppo.
Se siete d'accordo, possiamo cominciare con gli ordini del giorno.



(Brusìo in aula)



PRESIDENTE

Consigliera Batzella, aspetti un attimo, perché l'euforia.
Visto che il Consiglio non è stato sospeso, siete pregati di accomodarvi nei corridoi per poter permettere alla collega Batzella di intervenire.
Ha chiesto la parola la Consigliera Batzella; ne ha facoltà.



BATZELLA Stefania

Grazie, Presidente.
Rinnovo la richiesta che ho fatto questa mattina - e da mesi. Chiedo che la mozione al punto 17) dell'o.d.g. - pare sia d'accordo anche l'Assessore Saitta - venga discussa in giornata. Ho chiesto se poteva avere la priorità, facendola passare prima. Chiedo che, se non si riesce a farla passare tra i primi punti, comunque sia garantita la discussione entro oggi in Aula.



PRESIDENTE

I punti urgenti erano il punto 12) all'o.d.g., cioè l'ordine del giorno n.
1426 presentato dal Consigliere Monaco, inerente a "Raccomandazioni OMS e ECDC quale criterio acquisito vaccino antinfluenzale". Poi c'è la mozione di cui parlava la Consigliera Batzella, la n. 1345, e poi l'ordine del giorno n. 1433 inerente a "Qui ticket. Il ritardo nei pagamenti dei buoni pasto da parte della Società mette a rischio il fatturato degli operatori del settore".
Ha chiesto la parola il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Io non do indicazioni, perché ovviamente le indicazioni deve darle la maggioranza e noi siamo un Gruppo di opposizione, quindi non avremmo i numeri per decidere alcunché rispetto all'o.d.g. del Consiglio. Però c'è un ordine, fermo restando che l'ordine è quello che abbiamo con l'o.d.g.
quindi direi di procedere in tal senso.
Se poi ci sono esigenze specifiche di urgenza di ordini del giorno che devono dare un indirizzo o un mandato alla Giunta oggi, si può procedere.
Se invece si vuole avere un ordine diverso, chiederei solo di deciderlo nella Conferenza dei Capigruppo. Nulla da obiettare sull'ordine del giorno della Consigliera Batzella, tant'è che lo condividiamo e abbiamo presentato anche noi un ordine del giorno simile, però chiederei di essere conseguenti rispetto all'o.d.g. che si stabilisce nella riunione dei Capigruppo.
Noi abbiamo chiesto, tra l'altro, di discutere la mozione a prima firma del Consigliere Campo, che aspetta da un anno e mezzo. Ripeto, scegliere le priorità adesso diventa difficile. Se lo facciamo nella Conferenza dei Capigruppo è meglio. Grazie.



PRESIDENTE

Prima di dare la parola alla Consigliera Gancia, credo che, così come sono calendarizzati, possano essere tranquillamente discussi anche in ordine cronologico.
Ha chiesto la parola la Consigliera Gancia; ne ha facoltà.



GANCIA Gianna

Ho sottoscritto, e lo condivido, l'ordine del giorno presentato dalla collega Batzella. Volevo unirmi alla sua richiesta di discuterlo oggi.



PRESIDENTE

Cerchiamo di andare in ordine, perché credo che ci siano le condizioni per farli tutti, almeno fino al punto 17), senza problemi.
Ha chiesto la parola il Consigliere Ravetti; ne ha facoltà.



RAVETTI Domenico

Solo un invito, Presidente, se i colleghi sono d'accordo. Dato che abbiamo deciso un metodo e anche di utilizzare il tempo che abbiamo a disposizione per far passare il maggior numero possibile di ordini del giorno e di mozioni, possiamo nella presentazione dei documenti non superare i cinque minuti di tempo? Perché ognuno dà importanza al suo ordine del giorno, ma se impieghiamo tutti i dieci minuti, non finiamo più.



PRESIDENTE

Ci affidiamo al buon senso di tutti i colleghi.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Esame ordine del giorno n. 1426 inerente a "Raccomandazioni OMS e ECDC quale criterio acquisito vaccino antinfluenzale" presentato da Monaco


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 1426, di cui al punto 12) all'o.d.g.
Ha chiesto la parola il Consigliere Monaco per l'illustrazione; ne ha facoltà.



MONACO Alfredo

Grazie, Presidente.
Quest'ordine del giorno segue quello che è stato un question time che abbiamo discusso cui ha risposto credo in modo soddisfacente l'Assessore Saitta.
L'anno scorso abbiamo avuto un'aggressione influenzale particolarmente vivace, che ha generato molte complicanze, e per molte di queste sembra che sia stato proprio il ceppo non effettivamente responsabile ben coperto dal tipo di vaccino che era stato utilizzato. Poiché la società committente nella preparazione dell'appalto sta andando a preparare e a predisporre i criteri per generare l'appalto per l'acquisto della prossima partita per la prossima campagna vaccinale, si chiedeva di inserire e di dare prevalenza alle raccomandazioni dell'OMS, che dice, in particolare, di favorire l'acquisto del quadrivalente come vaccino rispetto al trivalente, perch sembra offrire maggiori garanzie di copertura.
Questo potrebbe essere un criterio di acquisizione importante, che potrebbe proteggere la popolazione dalle complicanze molto importanti che abbiamo vissuto in questi ultimi anni. Innanzitutto, in priorità per la tutela delle persone da coprire con la vaccinazione influenzare, mi piace ricordare che effettivamente le categorie per le quali è previsto l'obbligo o il suggerimento maggiore sono quelle più fragili, per sgombrare il campo da equivoci che alcune suggestioni possono lasciare ai soggetti che possono ritenere dannosi i vaccini. In realtà, vengono somministrati proprio alle popolazioni fisicamente più fragili ed esposte a malattie, quindi dove la complicanza potrebbe essere in alcuni casi letale.
Ci permetterebbe di risparmiare non poche risorse del sistema sanitario soprattutto per quelle che sono le organizzazioni del Pronto soccorso e dell'emergenza che, in genere, sono poi tempestate da prestazioni "improprie", perché laddove si presentano folle per il Pronto soccorso semplicemente per un'influenza, certamente sembra semplicemente influenza ma bisogna poi valutarle tutte bene, perché le complicanze, come visto sono state piuttosto vivaci lo scorso anno.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Cercherò anch'io di essere rapidissimo, fermo restando che le premesse sono scientificamente assolutamente condivisibili. Volevo solo sapere dall'Assessore Saitta - poi credo che ci darà un parere - come attualmente vengono fatte le scelte per il capitolato di gara per l'acquisto dei vaccini. Perché se non ci affidiamo già nella scelta alla raccomandazione dell'OMS e dell'ECDC, mi sfuggono quali sono le modalità di scelta. Credo ci sia una filiera da Roma.
In ogni caso, sentiamo cosa dice l'Assessore, ma comunque sarebbe auspicabile che dal Ministero venga una filiera con le indicazioni su che tipologia di vaccini comprare, perché non credo che la Regione decida di sua iniziativa.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Allemano; ne ha facoltà.



ALLEMANO Paolo

Grazie, Presidente.
Il tema è di quelli sensibili. Ovviamente siamo in sintonia e tutto ciò che ha a che fare con la prevenzione applicata a malattie solo apparentemente banali, così come le altre, ci trova d'accordo e non devo richiamare a quest'Aula l'importanza che ha avuto e che ha il tema delle vaccinazioni.
Detto questo, penso che nel dispositivo finale, più che di criterio di priorità, tenendo conto che la gara è un atto tecnico sottoposto a infinite verifiche, impugnative e quant'altro, si debba come atto politico raccomandare la presa d'atto, la tenuta in conto di tutte le raccomandazioni che ci sono in materia, che evidentemente provengono dai tavoli scientifici insediati a livello europeo, a livello ministeriale e a livello dell'OMS.
La nostra impostazione è chiedere al collega Monaco di modificare questo criterio di priorità, che va a incidere sulla graduatoria e introduce un elemento di rigidità, con una raccomandazione a tenere in conto, nel capitolato di gara, delle indicazioni degli organismi scientifici preposti alla sorveglianza delle malattie trasmissibili.



PRESIDENTE

Grazie, collega Allemano.
La parola all'Assessore Saitta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente.
Mi pare che la settimana scorsa ho già avuto modo di rispondere al Consigliere Monaco, spiegando anche le motivazioni che sono state adottate dalla Regione Piemonte per quanto riguarda l'acquisto dei farmaci.
Penso che bisogna indicare come criterio prevalente le raccomandazione dell'OMS, dell'ECDC e, devo dire, del Ministero della Salute, per completare il quadro. È chiaro che le gare si faranno sulla base di queste indicazioni fornite dal Ministero della Salute, che fanno capo a una coerenza complessiva.
Mi fermerei a questo e non parlerei di capitolato e neppure esclusivamente di priorità, perché - come credo sia noto ai Consiglieri - oltre a un'esigenza di salute pubblica, che qui viene richiamata, per quanto riguarda i farmaci e i produttori, ci sono sempre opinioni diverse, quindi credo che convenga anche al Consiglio evitare di esprimere opinioni sui criteri e sulle priorità che deve adoperare la stazione appaltante, mentre mi sembra più che logica la coerenza con le indicazioni accennate dal Ministero della Salute.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Saitta.
Consigliere Monaco, è d'accordo? Si avvicini al banco della Presidenza per sottoscrivere le modifiche.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 17.06, riprende alle ore 17.07)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Leggo la parte modificata: "Impegna la Giunta per l'acquisto dei vaccini antinfluenzali per stagione 2018-2019 a tenere conto delle raccomandazioni stelle OMS delle ECDC e del Ministero della Salute".
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 1426, il cui testo come modificato, sarà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento: Sicurezza sul lavoro

Esame ordine del giorno n. 1408 presentato da Ravetti, Allemano, Appiano Conticelli, Corgnati, Ferrentino, Gallo, Olivetti, Rossi e Rostagno inerente a "Rafforzamento della sicurezza e della legalità nell'edilizia pubblica e privata"; ordine del giorno n. 1411 presentato da Ottria Accossato e Grimaldi, inerente a "Maggiori controlli per la garanzia della sicurezza nei luoghi di lavoro a tutela dei lavoratori"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 1408, di cui al punto 13) all'o.d.g., cui è attratto anche l'ordine del giorno n. 1411.
La parola al Consigliere Ravetti per l'illustrazione dell'ordine del giorno n. 1408.



RAVETTI Domenico

Grazie, Presidente.
Lo darei per illustrato, soltanto che ci tengo a precisare che su quest'ordine del giorno vi è una convergenza diffusa nel settore soprattutto edile, sia della parte datoriale che da quella sindacale.
Ci sono convergenze e obiettivi, tra l'altro, ben specificati, realizzati ottenuti e concretizzati in alcune in alcune zone del nostro Paese, e penso alla città di Brescia, dove peraltro il sistema edile alessandrino e biellese sono andati a verificare sul posto l'importanza di tale provvedimento, di tale obiettivo e di tale progetto, per avere in evidenza ciò che capita in tutti i cantieri pubblici e privati del Piemonte: avere la certezza della sicurezza dei lavoratori, in particolare del rispetto di tutte le normative esistenti, attraverso processi informatici messi a disposizione di tutti i soggetti interessati sulle vicende, in particolare ASL e SPreSAL, appunto tutto il comparto edile e le Amministrazioni comunali.
In questo rientrano, come ho detto all'inizio dell'intervento, i rappresentanti dei lavoratori, che stanno mettendo in atto ogni possibile azione affinché Regione Piemonte, in particolare CSI in connessione con le ASL, porti a termine nel più breve tempo possibile l'obiettivo di questo strumento informatico che si chiama SPreSAL web, che potrebbe essere il contenitore informatico adatto ad affrontare e risolvere il problema.
In questo senso, chiediamo alla Giunta di dare una priorità alta, la più alta possibile, affinché si possa ottenere questa'implementazione di SPreSAL web, con tutte le integrazioni necessarie, e che sia presa in considerazione non come un obiettivo di carattere generale, ma come un obiettivo specifico di assoluta importanza, per consentire all'intero sistema edile del Piemonte di portare a casa un risultato che significa sicurezza per i lavoratori, controllo, certezze dei cantieri e un procedimento più giusto.



PRESIDENTE

Grazie, collega Ravetti.
La parola al Consigliere Tronzano.



TRONZANO Andrea

Grazie, Presidente.
Lo spirito dell'ordine del giorno mi pare alquanto condivisibile Capogruppo Ravetti. Tuttavia, la mia preoccupazione è che di buone intenzioni sono lastricate le strade dell'inferno, nel senso che la buona intenzione data in mano alla burocrazia rischia di diventare un appesantimento. Su questo sono un po' preoccupato, perché cose di questo genere le abbiamo già viste in passato; volevo magari una parola di rassicurazione da parte sua.
Naturalmente, per quanto riguarda il nostro Gruppo, ci asteniamo nonostante l'apprezzamento, perché non sappiamo come sarà inteso questo tipo di ordine del giorno.



PRESIDENTE

Grazie, collega Tronzano.
La parola al Consigliere Segretario Ottria, che interviene in qualità di Consigliere per l'illustrazione dell'ordine del giorno n. 1411.



OTTRIA Domenico

Grazie, Presidente.
Vorrei brevemente illustrare gli impegni del mio ordine del giorno, che riprendono quelli del collega Ravetti.
Inoltre, sul tema più generale, quello della prevenzione e del controllo si chiede un impegno della Giunta direttamente presso il Governo attraverso il servizio dello SPreSAL, che è il servizio delle ASL, e presso il Governo nazionale, per potenziare le strutture dell'Ispettorato del lavoro.
Analogamente, chiedo che venga introdotto il modello dello SPreSAL web, che è già stato illustrato precedentemente.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Mighetti.



MIGHETTI Paolo

Grazie, Presidente.
Raccogliamo il senso di questi atti di indirizzo in maniera positiva, e in maniera positiva pensiamo che la strada per raggiungere la piena sicurezza dei cantieri non sia solo quella di un'attività sanzionatoria, ma anche quella di un'attività di controllo deputata a correggere le manchevolezze della maggior parte dei cantieri che vengono portati avanti nel nostro Paese.
Anche grandi opere e ditte molto specializzate alle volte incorrono in errori che possono causare infortuni o cagionare pericoli per la salute dei lavoratori. Per questo motivo, è necessaria una collaborazione tra gli enti preposti al controllo e le imprese: la sola attività sanzionatoria non è una soluzione che porti effettivamente a correggere gli errori e a sanare il grosso problema degli infortuni sui posti di lavoro.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Condivido lo spirito degli ordini del giorno; quello del Movimento 5 Stelle mi sembra un po' più di carattere sanzionatorio, mentre quello del Partito Democratico è di carattere un po' più generale, ma credo che entrambi abbiano, nel citare l'esempio della Lombardia, un limite.
In Lombardia i costruttori e i rappresentanti dei lavoratori hanno sottoscritto prima un Patto territoriale per la legalità nell'edilizia e poi un Protocollo d'intesa per il contrasto alla concorrenza sleale. Qui non se ne fa cenno. Ecco, se potessi dare un suggerimento, per quello che vale, credo che noi, prima di tutto, dovremmo chiedere alla Giunta di sottoscrivere un protocollo, così com'è stato fatto in Lombardia. Questo non cambia il finale, che è simile tanto in Lombardia quanto da noi qualora venissero attuati i due ordini del giorno, ma con una prospettiva profondamente differente: questa è un'imposizione, quella lombarda invece è stata un'opera di mediazione che è stata fatta partendo dal basso e che ha portato poi a una serie di adempimenti.
Questa seconda via mi pare decisamente più auspicabile non nell'aspetto di narrazione, ma nell'aspetto, diciamo, di impegno, rispetto a quel che i due ordini del giorno propongono.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ravetti.



RAVETTI Domenico

Grazie, Presidente.
Provo a rispondere alle sollecitazioni dei colleghi Tronzano e Vignale, i quali hanno ragione a porre la questione così.
Tenete in considerazione il fatto che, almeno per quanto riguarda l'ordine del giorno di cui sono primo firmatario, esso nasce su sollecitazione contestualmente sia delle parti datoriali sia di CGIL, CISL e UIL del comparto edile. Ci chiedono di prestare attenzione circa questo provvedimento, in particolare su quel programma informatico, perché loro per primi vogliono essere messi nelle condizioni di svolgere al meglio gli obiettivi, di ottenere tutti i risultati che sono posti alla vostra attenzione in questo documento. Sono pronti a firmare le intese necessarie e ci chiedono soltanto di dare massima priorità a CSI per sviluppare il prodotto.
Fate bene a porre la questione così come l'avete posta; è un processo di semplificazione per loro, non è un processo di ulteriore complicazione. In particolare, la parte datoriale sotto questo aspetto ci dice: "Noi potremmo mettere in un angolo la concorrenza sleale". Insomma, vogliono il rispetto delle regole, perché quando non c'è il rispetto delle regole nei cantieri a volte vincono quelli che fanno della slealtà un fattore di concorrenza.



PRESIDENTE

Ci sono altri interventi su questo ordine del giorno? Nessuno. Ci sono interventi su quello successivo? Non c'è la Giunta che dà un parere di massima sugli ordini del giorno quindi passiamo alla votazione.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 1408, il cui testo sarà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 1411, il cui testo sarà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento: Viabilità - Tutela dagli inquinamenti atmosferici ed acustici

Esame mozione n. 1211 presentata da Campo, Andrissi, Bertola, Bono Frediani, Mighetti e Valetti, inerente a "Situazione ambientale insostenibile a Demonte (CN)"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame della mozione n. 1211, di cui al punto 14) all'o.d.g.
La parola al Consigliere Campo per l'illustrazione.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Abbiamo presentato questa mozione ormai l'anno scorso, ma è sempre attuale.
Ci sono alcune limitate novità, nel senso che si è finalmente avviato il processo che dovrebbe portare alla realizzazione della Variante di Demonte Aisone e Vinadio in relazione al primo lotto, che è quello della circonvallazione di Demonte. Proprio per questo rimane valido il contenuto di questa mozione, ma perché? Perché si tratta di un progetto da 50 milioni e di un'attività che durerà presumibilmente un quinquennio.
Nel frattempo, la situazione dei Comuni - qui parliamo di Demonte in particolare - è che vengono attraversati da un traffico pesante crescente nella Valle Stura di Demonte, da e per il valico della Maddalena. Anche dalle Fonti di Vinadio, imbottigliatrici di acqua, verso tutte le altre destinazioni è in crescita significativa, nel corso degli anni, grazie al successo, in particolare, del commercio dell'acqua minerale.
Con questo documento chiediamo di procedere, visto che era già stata fatta una valutazione da parte dell'ARPA in merito ai livelli d'inquinamento, a una valutazione più strutturata, di tipo annuale - da parte dell'ARPA - che porti all'individuazione di metodologie, procedure e provvedimenti che permettano di ridurre il livello di impatto d'inquinamento del traffico pesante attraverso Demonte.
Siamo consci che è improbabile pensare di proibire il traffico pesante attraverso una strada che porta a un valico internazionale, che presenta anche altre problematiche di natura strutturale dei versanti. Tuttavia, in particolare per quello che riguarda l'inquinamento, riteniamo possibile adottare politiche di mitigazione dell'impatto del traffico attraverso provvedimenti che magari definiscano quote di traffico e periodi specifici che non siano il semplice blocco del traffico pesante nel fine settimana e anche azioni rivolte a quello che - volente o nolente - è il principale inquinatore, cioè le Fonti di Vinadio, che rappresentano la maggior parte del traffico pesante passante per il Comune di Demonte e che possono essere incentivate a introdurre tutte le migliorie possibili, in relazione alle soluzioni di trasporto scelte per il proprio prodotto.
Pertanto, con quest'ordine del giorno chiediamo che la Giunta regionale impegni il proprio Ente che si occupa della qualità dell'ambiente e delle verifiche sulla qualità dell'aria e sull'inquinamento a verificare in maniera strutturale i livelli d'inquinamento nel Comune di Demonte e metta in atto iniziative volte a cercare di limitare l'impatto del traffico pesante sull'inquinamento dell'aria nel Comune di Demonte, sia in termini di regolazione generale del traffico e programmazione, sia in termini di attività di promozione e incentivazione della realtà produttiva territoriale che incide su questa problematica, minimizzando il più possibile l'impatto dei propri trasporti.
Grazie.



PRESIDENTE

Se non ci sono altri interventi, chiedo a tutti i Consiglieri di rientrare in Aula per procedere con la votazione.
Indìco la votazione palese sulla mozione n. 1211, il cui testo sarà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento: Montagna - Protezione della natura (fauna, flora, minerali, vigilanza, ecc.)

Esame ordine del giorno n. 1163 presentato da Vignale e Graglia, inerente a "La Regione Piemonte chieda al Governo di attuare subito il Piano di gestione e contenimento del lupo" (rinvio)


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 1163, di cui al punto 15) all'o.d.g.
La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Com'è noto a questo Consiglio regionale, da molti anni è tornato a essere presente all'interno dell'arco alpino e appenninico piemontese un grande predatore come il lupo.
Molti anni fa, la Regione ha aderito al progetto "WolfAlps", che si sta concludendo, relativamente al periodo di vigenza. Negli ultimi anni è stato censito un numero di esemplari sempre in aumento. Non credo sia esattamente pari ai numeri che vengono indicati, ma, al di là di questo, è importante tenere in considerazione che il lupo raddoppia la sua popolazione di anno in anno, quindi, se anche fosse vero che vi sono 151 esemplari, ed è un dato del 2016, significa che ne avremmo avuti 300 nel 2017 e ne avremmo circa 600 nel 2018. Questo è un dato scientifico rispetto alla riproduzione annuale, considerate le morti per età e per altre ragioni. Ed è evidente come appare evidente per la fauna selvatica quando il numero d'incidenti stradali o il numero di danni all'attività agricola segnala che vi è una popolazione non più sostenibile, se non in qualche modo controllata.
Questo avviene per molti aspetti: perché aumentano sempre di più le predazioni nei confronti di chi porta i propri animali all'interno dei pascoli montani, perché vi sono sempre maggiori avvistamenti di lupi anche in aree di media montagna, ma soprattutto anche in aree di pianura, a dimostrazione che vi sono areali che si espandono sempre di più. Come tutti gli animali, il lupo ha bisogno di maggiore spazio quando aumenta il numero di capi presenti.
Vi è un dato di cui non possiamo non tenere conto (almeno, noi non vogliamo non tenerne conto), che è quello della compatibilità fra la presenza di altri capi animali all'interno dei pascoli della nostra regione e del lupo.
Io non credo che il lupo, per chi tutela gli animali, abbia un valore maggiore rispetto a una pecora, ma soprattutto credo che il lavoro che la presenza del lupo dà a chi è nei pascoli, essendo costretto a ricoverare ogni sera i propri animali per evitare che vengano predati, renda necessario fare quanto previsto dal "progetto lupo", cioè fare in modo che vi siano una serie di azioni.
La prima non è quella di dire ai pastori di dotarsi di cani maremmani o di strumenti per cintare i pascoli, perché chiunque conosca la vita in un pascolo sa che questi non sono strumenti sufficienti. Il "progetto lupo" prevede anche che esistano piani d'azione di limitazione del lupo, per cui non soltanto in alcune regioni italiane, ma, da molti anni, nella confinante Francia vi sono annualmente piani d'azione in cui si va a ridurre la presenza di popolazione di grandi carnivori all'interno dell'arco alpino.
Con quest'ordine del giorno, noi chiediamo che la Regione proceda al pagamento di tutti i danni diretti e indiretti causati dalla predazione dei lupi nel territorio piemontese; a installare tutti i sistemi di prevenzione atti a scongiurare le predazione dei lupi; a non sostenere, anche se ormai va a concludere, il progetto WolfAlps, anche perché, da un punto di vista dei numeri, pare sia un progetto viziato almeno da una sorta di "partigianeria", o che chi ci lavora creda troppo nel valore del progetto e non abbia invece quel carattere di scientificità che un progetto dovrebbe avere; infine, soprattutto, chiedere al Governo nazionale di attuare immediatamente il piano di gestione contenimento del lupo, così com'è previsto nelle linee guida del Ministero dell'Ambiente.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Vignale.
Ha chiesto la parola il Consigliere Bertola, poi Monaco.
Non esiste la mozione d'ordine, però mi dica, Consigliere Ravetti.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Consigliera Batzella, stia tranquilla, li votiamo. Tranquilla.
Prego, Consigliere Segretario Bertola.



BERTOLA Giorgio

Forse voleva intervenire il Consigliere Ravetti, quindi se ha una richiesta da formulare.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ravetti.



RAVETTI Domenico

Sentita la relazione del collega Vignale, chiedevo se era d'accordo a trattare quest'ordine del giorno all'inizio del prossimo Consiglio, per permetterci un confronto; altrimenti non è un problema.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Potrei replicare con le parole che pochi minuti fa ha detto il collega Ravetti: c'è un accordo per non discutere più di cinque minuti e poi andare al voto.
Tuttavia, con una richiesta formale che faccio all'Ufficio di Presidenza cioè che questo sarà il primo punto all'o.d.g., in quanto crediamo sia utile che si arrivi anche a un confronto, non abbiamo nulla in contrario e siamo favorevoli a che questo sia il primo punto all'o.d.g. del prossimo Consiglio.



PRESIDENTE

La richiesta è recepita dalla Presidenza.
Magari nel prossimo Consiglio ci sarà anche l'Assessore Ferrero: potrebbe essere utile la presenza della Giunta per quest'ordine del giorno.
Viene sospesa la discussione dell'ordine del giorno n. 1163, che sarà inserito al primo punto dell'o.d.g. del prossimo Consiglio.


Argomento: Edilizia scolastica - Difesa idrogeologica

Esame ordine del giorno n. 1430 presentato da Giaccone, Allemano, Appiano Caputo, Cassiani, Conticelli, Corgnati, Ferrentino, Gallo, Grimaldi Olivetti e Valle, inerente a "Soppressione delle strutture di missione #Italia sicura e #scuola sicura"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'ordine del giorno n. 1430, di cui al punto 16) all'o.d.g.
Il Consigliere Giaccone lo illustra o lo dà per illustrato? Prego.



GIACCONE Mario

Si può illustrare in maniera decisamente rapida, quindi lo farei.
Abbiamo appreso che il Governo in carica, nel Consiglio dei Ministri del 2 luglio, ha soppresso le strutture di missione di ".
Italia sicura" e ".
scuola sicura" che - ricordo ai colleghi - si occupavano di interventi riguardanti il dissesto idrogeologico e la messa in sicurezza delle scuole.
Giusto per dare contezza delle dimensioni delle operazioni, anche dal punto di vista economico, di queste due strutture ricordo che sono stati aperti 1.334 cantieri per nove miliardi di euro e altri 9,6 miliardi erano previsti fino al 2023; che per la sicurezza delle scuole erano stati stanziati dieci miliardi di cui cinque già spesi; attivati 12.000 cantieri 300 edifici scolastici nuovi; 2.100 interventi di monitoraggio in 15 diverse Regioni; che la struttura di missione sulla Scuola sicura aveva anche centrato l'obiettivo dell'operazione "sblocca scuole", che aveva permesso l'allentamento dei vincoli di bilancio per 1.196 milioni permettendo il finanziamento di oltre 1.000 interventi di edilizia scolastica. Quindi, stiamo parlando di due strutture che si occupavano di un fenomeno di dimensioni decisamente ragguardevoli.
Ora, vista la soppressione, soprattutto gli Enti locali, ma ovviamente anche noi, siamo preoccupati di quale possa essere il futuro di questi due ambiti, soprattutto per quanto riguarda gli interventi già programmati e già finanziati. Tra l'altro, gli Enti locali erano particolarmente favorevoli, quindi adesso sono particolarmente preoccupati di questa scelta.
Queste due strutture avevano valorizzato il ruolo delle Amministrazioni locali che, vuoi per carenza di personale vuoi per carenza di competenze spesso erano in difficoltà nell'accedere ai fondi previsti.
Rapidamente, per chiudere, quello che chiediamo è che la Giunta regionale porti la tematica all'attenzione della Conferenza Stato-Regioni, sia per avere informazioni di come s'intenda proseguire e far fronte alle due emergenze (quella del dissesto idrogeologico e quella dell'edilizia scolastica) e, secondo punto, se questo disimpegno comporta anche una riduzione delle risorse messe a disposizione o come queste debbano e possano essere gestite nel futuro.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Giaccone.
La parola al Consigliere Mighetti, per dichiarazione di voto.



MIGHETTI Paolo

Grazie, Presidente.
Intervengo solo per annunciare il voto negativo all'atto di indirizzo; voto negativo per un semplice motivo: ogni Governo imposta il proprio modo di operare come meglio crede. E, come meglio crede, opera e porta avanti i propri progetti.
Da questo punto di vista, consideriamo gli interventi sul dissesto idrogeologico e gli interventi sulle scuole degli interventi prioritari, ma le modalità e la forma con cui i finanziamenti vengono messi in campo sono questioni di organizzazioni interne alle nuove strutture dei Ministeri.
Detto questo, mi preme sottolineare che se da una parte gli interventi sulle scuole hanno avuto una loro funzionalità nell'impostazione pregressa gli interventi sul dissesto idrogeologico ne hanno avuta molta meno e l'assetto secondo cui si doveva svolgere tutto l'insieme delle opere contro il dissesto idrogeologico ha avuto un percorso molto travagliato.
Il fatto, come ricordava mi pare l'Assessore Balocco in una seduta di Commissione, che al momento, dopo anni, si era riusciti a giungere a una organizzazione più o meno valida su questo fronte, non ci rassicura sul fatto che poi il sistema di gestione effettivo dei cantieri sarebbe stato idoneo al compito che si prefigurava.
Votiamo negativamente e vedremo nei prossimi mesi come il nuovo Governo intenderà gestire queste partite. Siamo sicuri che su questo fronte non ci sarà alcun tipo di disimpegno da parte del nuovo Governo.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Mighetti.
Se non vi sono ulteriori richieste di intervento, indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 1430, il cui testo sarà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento: Personale del servizio sanitario

Esame mozione n. 1345 presentata da Batzella, Accossato, Barazzotto Ferrentino, Giaccone, Graglia, Grimaldi, Ottria, Rossi Domenico, Ruffino e Vignale, inerente a "Stabilizzazione dei medici precari convenzionati del servizio emergenza sanitaria territoriale 118 Piemonte"; mozione n. 1437 presentata da Bono, Andrissi, Bertola, Campo, Frediani, Mighetti e Valetti inerente a "Percorsi di stabilizzazione dei medici precari operanti presso il Servizio di emergenza territoriale 118" (rinvio)


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame della mozione n. 1345, di cui al punto 17) all'o.d.g.
Ha chiesto la parola la Consigliera Batzella; ne ha facoltà.



BATZELLA Stefania

Grazie, Presidente.
Visti i tempi, cercherò di essere il più veloce possibile, nonostante avrei voluto più tempo, ma per rispetto e per dare la possibilità agli altri colleghi di poter presentare i loro ordini del giorno sarò breve.
Parliamo della stabilizzazione dei medici precari convenzionati del servizio emergenza sanitaria 118 Piemonte. Sappiamo quanto sia eccellente questo servizio, attivo ormai da tantissimi anni e ben radicato nel nostro territorio. Vorrei ricordare che il vigente accordo di contratto nazionale per la medicina generale - perché stiamo parlando di urgenza ed emergenza territoriale - prevede che possono concorrere al conferimento degli incarichi a tempo determinato di emergenza sanitaria 118 i medici che sono inclusi nella graduatoria regionale di settore, e quindi in possesso del diploma di formazione specifica in medicina generale, conseguito ai sensi dal decreto legislativo n. 368/99.
Considerata però la difficoltà a reperire il personale in possesso dei requisiti previsti, che cosa è successo e che cosa succede? Succede che nel corso degli anni, le Aziende sanitarie hanno conferito numerosi incarichi a tempo determinato, in applicazione dell'articolo 97 della norma transitoria 7 dell'accordo nazionale collettivo, ai medici non in possesso del diploma di formazione specifica in medicina generale.
Alla luce del vigente accordo nazionale, i medici reclutati con incarico a tempo determinato non possono essere stabilizzati, in quanto non inclusi nella graduatoria regionale, proprio per la carenza del diploma di formazione specifica in medicina generale, nonostante siano in possesso dell'attestato di idoneità all'esercizio dell'attività di emergenza sanitaria territoriale, poiché gli stessi non hanno acquisito il titolo che consente la stabilizzazione del rapporto.
Il problema della stabilizzazione dei medici del 118, come l'Assessore Saitta ben sa, non riguarda soltanto la Regione Piemonte, ma tutte le Regioni. A livello nazionale, infatti, è stato avviato un confronto con tutte le organizzazioni sindacali per risolvere questo problema nel prossimo accordo collettivo nazionale con i medici di medicina generale.
Tuttavia, alcune Regioni, come la Toscana e presto anche l'Emilia-Romagna anziché aspettare i tempi di una decisione a livello nazionale uguale per tutti, hanno proceduto a sanatorie effettuate in accordo con le organizzazioni sindacali, individuando così soluzioni diverse che non comportano aggravi di spesa, in quanto si tratta di personale già in servizio con contratto a tempo determinato.
Il 20 giugno 2017 è entrato anche in vigore il decreto di riforma del lavoro pubblico, il cosiddetto decreto Madia; però avevo già interrogato l'Assessore Saitta per chiedere se ci fosse una fattibilità di far rientrare questi lavoratori attraverso tale decreto e l'Assessore mi aveva risposto che non si poteva attenersi a questo decreto.
A oggi, sul territorio del Piemonte risulta che ci siano 77 medici che lavorano nell'emergenza sanitaria, sono convenzionati con contratto a tempo determinato e questi contratti sono oggetto di rinnovo di anno in anno.
Pensate che ci sono medici precari che lavorano anche da 11 anni e ogni anno viene rinnovato loro il contratto. Nella mozione avevo scritto sette otto anni, poi ho avuto la prova e mi è stato confermato dagli stessi medici che conosco e altri che ho conosciuto che lavorano anche da dieci o 11 anni.
Pertanto, che cosa chiedo? Che cosa chiede il Consiglio regionale e su cosa s'impegna la Giunta? Considerando il fatto che dal corso di medicina generale ogni anno escono circa 80-100 medici, ma anche in considerazione del fatto che quasi il doppio ogni anno va in pensione, siamo tutti a conoscenza del fatto che presto non avremo più medici sul territorio. È un dato di fatto, siamo tutti ben consapevoli e coscienti che sarà così. Se non vogliamo ritrovarci con le ambulanze medicalizzate prive di medici e anche in considerazione del fatto che per formare nuovi medici occorrono anni, occorre sicuramente un numero più cospicuo di medici che frequenteranno la scuola di specializzazione in medicina generale.
Gli impegni che con questa mozione si chiedono alla Giunta regionale del Piemonte sono due. Il primo è di predisporre un percorso con accesso in soprannumero al corso di formazione in medicina generale. In altre parole è una clausola di salvaguardia del posto di lavoro concessa da subito e fino alla conclusione dell'iter formativo con un doppio impegno, cioè che la Regione consente ai medici precari del proprio territorio la partecipazione in soprannumero e senza erogazione della borsa di studio al corso di formazione in medicina generale, mantenendo assegnato al medico in formazione il suo posto di lavoro. Questa soluzione sicuramente comporterebbe un risparmio incredibile alle casse regionali, perché non ci sarebbe un aggravio di spesa, anzi garantirebbe una plusvalenza formativa di più di due milioni di euro in tre anni, quindi ancora a favore delle casse del bilancio regionale. Questa cifra viene estrapolata dalla semplice moltiplicazione della borsa regionale prescritta dalla norma vigente (11.603 euro all'anno) per ogni corsista per tre anni per gli attuali 77 medici interessati dal provvedimento in questione.
Se questo non fosse possibile, prevedere in alternativa - come tra l'altro chiesto nel question time presentato dalla sottoscritta il 30 gennaio 2018 un percorso di stabilizzazione, come recentemente avvenuto nella Regione Toscana e come presto avsarà nella Regione Emilia Romagna, dove il contratto di lavoro dei medici del 118 è stato trasformato da tempo determinato a tempo indeterminato, a seguito di un provvedimento che ha recepito l'accordo tra la Regione e le organizzazioni sindacali dei medici.
Grazie.



PRESIDENTE

Alla mozione n. 1345 è attratta anche la mozione n. 1437, per la cui illustrazione do la parola al Consigliere Bono.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Abbiamo presentato quest'atto d'indirizzo su un tema che discutiamo ormai da mesi, cioè quello della carenza di medici sul nostro territorio a vario titolo.
Abbiamo discusso prima con diverse interrogazioni anche del tema della mancanza di medici specialisti e del ricorso a forme di lavoro occasionale o comunque precario. È il caso dei medici assunti tramite cooperative nei nostri Pronto soccorso, ed è il caso dei medici del 118 dell'emergenza sanitaria territoriale.
Sono medici che hanno fatto, ai sensi della legge n. 448/2001, il corso di sei mesi per l'attestato di emergenza sanitaria territoriale. Sono per medici che non hanno fatto il corso di formazione triennale in medicina generale e questo perché i medici del 118 fanno riferimento all'accordo collettivo nazionale della medicina generale. Forse, è anche una cosa da superare, perché non si è mai sanata la questione se i medici d'emergenza sanitaria territoriale siano medici territoriali o ospedalieri. Oggi sono medici del territorio e quindi devono aver fatto questo corso triennale per essere stabilizzati, cioè possono solo accedere a quegli incarichi provvisori e vacanti, di cui all'articolo 97 dell'accordo collettivo nazionale: non possono mai diventare stabili a tempo indeterminato.
Il tema sembra un paradosso proprio emblematico, nel senso che non possono essere stabilizzati, perché non hanno il corso di formazione in medicina generale, non possono fare il corso di medicina triennale, perché la legge che norma il corso di medicina triennale non permette di svolgere altri incarichi nel pubblico, quindi loro dovrebbero dimettersi dall'incarico anche se temporaneo dal 118.
È ovvio che la borsa di studio che viene erogata dal corso di formazione triennale è utile che ci sia, ma con un netto di circa 800 al mese è evidente che per medici di trenta-quarant'anni, magari con una famiglia monoreddito, passare da un reddito che garantisce comunque le 38 ore settimanali del 118, ben più consistente degli 800 euro della borsa di studio, è francamente difficile. Quindi, rimangono in questo limbo che negli anni passati era stato sanato grazie a una serie di delibere. Queste delibere le ho riportate e spero di averle trovate tutte con una ricerca sul sito della Regione: delibera n. 28 nel 2006, delibera n. 41 del 1 agosto 2007, delibera n. 78 del 30 dicembre 2009 e infine delibera n. 3 del 13 giugno 2011; da lì in poi il vuoto.
Tali delibere dicevano che con una sanatoria venivano stabilizzati tutti i medici che avevano incarico a tempo determinato nei servizi 118 e venivano trasformati in incarico a tempo indeterminato, con un provvedimento amministrativo del Direttore generale; il primo viene inserito nell'accordo integrativo regionale che è fermo al 2006.
Quindi, delle due l'una: l'Assessore riesce a ottenere l'aggiornamento dell'accordo integrativo regionale, che è al 2006. Però io sono un po' realista - non dico pessimista - e so che ci sono difficoltà notevoli, non solo da parte di questa Giunta, ma comunque in qualunque accordo integrativo, oppure si procede appunto con delle delibere di Giunta che prevedono questa sanatoria, che permetta di frequentare il corso di medicina generale, magari senza l'erogazione della borsa di studio, ma con la possibilità di mantenere il proprio posto di lavoro, con il relativo stipendio.
In tal modo, possono seguire il corso di medicina generale e, a quel punto possono scegliere se stabilizzarsi come medici dell'emergenza sanitaria territoriale 118, oppure accedere alla medicina generale sul territorio quindi otteniamo i soliti due piccioni con una fava, perché aumentiamo il personale che ha gravi carenze sul territorio, come abbiamo detto.
So che ci sono problematiche di rispetto delle normative nazionali ed europee, quindi le famose 38 ore dovrebbero interfacciarsi almeno con venti ore (ma sono di più) del corso di medicina generale, quindi se il medico smonta dalla notte non può andare neanche a fare il corso, nonostante non sia lavoro, ma essendo una borsa della Regione, non può farlo.
Dobbiamo trovare una formula e io avevo pensato anche a un'ipotesi di part time, cioè cercare di allungare magari un po' il corso, ma di riuscire a non violare la norma; bisogna lavorare sul tema. Chiedo all'Assessore alla sanità e agli Uffici che tipo di proposta ci fanno e vedere se possiamo già approvare oggi queste due mozioni.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bono.
Consigliere Grimaldi, sul suo ordine del giorno, il n. 1745, se è d'accordo, lo spostiamo al secondo punto all'o.d.g. del prossimo Consiglio.
Prego.



GRIMALDI Marco

Acconsento, ricordando però all'Aula che gli argomenti toccati dal Consigliere Bono fanno parte anche di quella mozione, perché è giusto stabilizzare i precari, ma è altrettanto giusto togliere il numero chiuso aumentare le borse di specialistica, anche per servizi come quelli del 118.
Comunque, va benissimo la prossima seduta.



PRESIDENTE

Grazie, collega Grimaldi.
La parola al Consigliere Monaco.



MONACO Alfredo

Grazie, Presidente.
Su quest'ordine del giorno vorrei fornire anche un mio contributo.
Credo che la storia del nostro Paese sia fin troppo ricca di sanatorie, che sono state costruite per sanare delle situazioni di lavoro precario e non credo che abbia sempre portato dei benefici agli Enti erogatori.
Certamente la situazione che è stata presentata è una situazione storica però chiedo se le stabilizzazioni cui si fa riferimento in questa mozione è una stabilizzazione che - spero - sia sempre rivolta in ordine di quello che è il criterio della convenzione, che esiste per la medicina per il territorio. diversamente, si configura come un'assunzione, quindi significa che noi mettiamo una quantità di posti disponibili, invece di metterli a concorso, come legittimamente sarebbe auspicabile, per la migliore selezione e per la migliore valutazione.
È ovvio che se i colleghi, i professionisti che sono a bordo delle ambulanze sono quelli più bravi, è ovvio che lo vincono loro, per significa sottoporsi non a una sanatoria, ma a un concorso pubblico, quindi al teorico rischio di non essere valutati come i più bravi della situazione, dopo tantissimi anni di precariato.
Allora abbiamo una convenzione che annualmente viene rinnovata e che secondo me, ha generato un minimo di ansia in alcuni Consiglieri regionali.
Noi abbiamo visto che lo scorso anno quasi un terzo dei medici, che da tanti anni prestavano questo tipo di servizio e avevano questo contratto a tempo determinato, hanno rischiato di restare a casa, perché erano rimasti esclusi dalla graduatoria, perché alcuni titoli erano valutati e altri no.
Ritengo che questo sia un aspetto che debba essere fornito con chiarezza cioè non può non essere poi valutata l'anzianità di servizio come titolo ma essere valutato il titolo, per esempio, di aver fatto il corso di medicina generale, perché altrimenti chi lavora e, com'è stato detto alcuni colleghi, alcuni di quei medici hanno lavorato per dieci anni quell'anzianità vale zero. Credo che questo invece debba entrare nelle possibilità e dare anche delle certezze a quelli che operano in questa direzione.
Così com'è presentato, non credo, se non è modificato in una direzione completamente diversa, di poter votare a favore dell'impegno; mi permetto di dire che rischia di essere una palese "marchetta elettorale".



(Commenti fuori microfono)



MONACO Alfredo

Abbiate pazienza, Assessore e Presidente, io la dico così. Non si pu presentare e dire "stabilizziamo cento persone", ma aggiungo: ai danni di chi?



(Commenti fuori microfono)



MONACO Alfredo

Facciamo un concorso pubblico. Un concorso pubblico è una cosa diversa: diamo maggiore accesso, è una cosa diversa, però accontentarne alcuni perché l'hanno chiesto.
Così com'è formulata la richiesta, credo non vada bene.
Aggiungo che, per come è stato presentato in premessa iniziale di questa mozione, il sistema 118 è un'assoluta eccellenza.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Scusate! Finiamo il Consiglio qui se non la smettete di parlare e interrompere!



MONACO Alfredo

Presidente, vorrei ricordare che in un question time, che proprio oggi è stato sollecitato all'Assessore, è stato detto, per quello che è stato l'allagamento del Pronto soccorso di Chivasso, che i pazienti hanno corso dei gravi rischi, perché erano trasportati a bordo di ambulanze medicalizzate, in gran parte. Quindi, se il servizio è così sicuro da garantire quasi la stessa cosa, perché fare quel question time? Lo dico quasi affettuosamente, ma mi pare ci sia un po' di contraddizione.
Più volte ho sollevato la questione, perché ritengo che il 118 sia un servizio importantissimo e ineludibile per i nostri territori, non solo il nostro, ma penso anche di tutta Italia, ma credo che debba essere rivisitato da una riforma importante che debba avvenire.
L'emergenza in cui si può trovare una persona in emergenza sanitaria oggi è spezzata in due tronconi, che arrivano in Aula con delle necessità di appoggio da un punto di vista anche lavorativo e professionale, cioè il paziente è un pezzo territoriale e poi diventa ospedaliero, mentre l'emergenza sanitaria dovrebbe essere unica.
Sussiste quest'atteggiamento per cui c'è una figura professionale che arriva sul posto, visita il paziente, gli dà un'assistenza con le risorse che gli hanno fornito e di cui lo hanno reso competente in qualche misura ma di tipo territoriale, e poi passa nella gestione di un'altra Amministrazione, quella ospedaliera, che è completamente diversa. Quindi l'emergenza è una, ma i sistemi che interagiscono sono due, di cui uno prende il primo pezzo, diventando in alcune circostanze un taxi ad altissimo costo, in altre invece - per il sistema organizzativo attenzione, non per le capacità e le competenze - troviamo che ci sono delle situazioni che poi vengono scaricate a valle, senza creare anche un feedback fra le due figure professionali che vanno a interfacciarsi col sistema.
Pertanto, credo che sia giusto parlare di dare tranquillità a quelli che oggi hanno un sistema di convenzione, quindi chiedo che si possa modificare in questa direzione l'ordine del giorno per renderlo, a mio parere votabile. In ogni caso, ritengo che vada rivisitato profondamente il sistema del 118 per quest'ordine di fattori: l'emergenza sanitaria è una e i sistemi che si interfacciano senza feedback sono due.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Saitta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente.
Poiché abbiamo già avuto modo di parlarne in diverse occasioni, voglio riprendere la posizione che abbiamo tenuto come Giunta regionale durante le discussioni che abbiamo fatto in Aula. Come Giunta, abbiamo sempre sostenuto che la soluzione più idonea a questo tema - che è un problema e obiettivamente una soluzione va trovata, per evitare l'ipocrisia anno per anno - era quella d'inserire all'interno dell'accordo collettivo nazionale un'ipotesi definitiva, cioè una norma definitiva sul problema.
In qualche maniera, abbiamo lavorato in questa direzione e nell'accordo ponte che abbiamo stipulato non siamo riusciti a concludere questa parte per una serie di motivazioni, che non sto qui a riprendere, che non sono soltanto motivazioni di parte regionale, ma anche di carattere complessivo.
Fermo restando che nell'accordo ponte non è stata trovata una soluzione e che l'accordo definitivo richiede ancora tempo, una soluzione veloce al tema esistente è quella di lavorare su due livelli: uno è stato ricordato ed è contenuto nella mozione (ripreso anche dal Consigliere Bono), che è quello di lavorare sul soprannumero delle borse di studio rispetto alla medicina generale; l'altro, come abbiamo detto in diverse occasioni, è quello di utilizzare la soluzione adottata dalla Regione Toscana.
Le soluzioni sono dunque due. Ora, non si tratta di un problema di carattere economico, però questo non risolve il problema, in quanto la complessità della soluzione resta.
Il tema è di percorso di carattere giuridico, amministrativo e normativo per dare una soluzione al problema. Tutte e due le ipotesi, sia quella del soprannumero sia quella della sanatoria come la Toscana, in ogni caso sono atti di una certa rilevanza normativa; non per nulla, la soluzione adottata dalla Regione Toscana non è una delibera della Giunta regionale, ma è una legge regionale, che non è stata impugnata, ma sulla quale ho espresso in diverse occasioni dei dubbi sulla modalità (così come pure gli Uffici).
A ogni modo, nel caso della Regione Toscana, la legge non è stata impugnata da parte del Governo. All'osservazione di chi mi ha detto "per quale motivo la legge della Toscana non è stata impegnata?", rispondo che è perché molto probabilmente nella Regione Toscana nessuno del mondo sanitario in qualche maniera interessato o danneggiato da un'ipotesi di questo tipo ha fatto ricorso. Quindi sicuramente siamo su un crinale complesso e difficile.
Io non ho una posizione definitiva: sono perché si trovi una soluzione visti i tempi lunghi dell'accordo nazionale. Quindi si può lavorare sulle due ipotesi - quella del soprannumero e quella della soluzione adottata dalla Toscana - ma evidentemente occorre partire innanzitutto da un accordo sindacale, com'è successo in Toscana; ciò in ogni caso, anche se si dovesse ricorrere al soprannumero.
Sicuramente lavorerò per incominciare a chiamare le organizzazioni sindacali, trovare un'intesa, esaminare le questioni perché, come potete immaginare, anche l'ipotesi di soprannumero - mi pare che Bono ricordasse anche le difficoltà in termini organizzativi - ci sta, si può fare, lo facciamo anche per altre cose, il soprannumero è possibile.
Nel momento in cui frequenti i corsi, vuol dire che non dedichi il tempo necessario all'attività. Ohibò, ci sono delle questioni, ma non dico che siano irrisolvibili: sono questioni che bisogna tentare di risolvere perché a livello nazionale la soluzione, per adesso, non è stata data.
Stamattina, prima di arrivare qui in Aula, ho fatto un giro con sanitari della medicina regionale e continua da parte loro a esserci il desiderio di trovare un accordo, però non è che possiamo stare fermi: se arriva, bene.
In ogni caso, del documento illustrato dalla collega Batzella e firmato anche da altri Consiglieri condivido il mantenimento di questa duplice possibilità, che dobbiamo innanzitutto verificare con le organizzazioni sindacali, perché diventa l'elemento fondamentale anche per l'altra ipotesi del soprannumero. Quindi immediatamente dopo la pausa estiva - se possibile prima, ma credo che sia difficile - questo lavoro con le organizzazioni sindacali saremo in grado di poterlo fare e valuteremo le soluzioni.
Quello che mi sembra però difficile - lo dico al collega Bono, il quale ha richiamato la delibera del 2009 che ha sanato una soluzione antecedente almeno così mi pare a oggi di capire, poi spero di essere smentito - è la soluzione di una sanatoria attraverso una delibera della Giunta regionale: credo che sia davvero una strada complicata.
Ritengo che gli atti di sanatoria debbano essere atti del Consiglio regionale, perché evidentemente si espongono molto di più a ricorsi gli atti di livello gerarchico normativo inferiore e una delibera di Giunta è sicuramente inferiore rispetto a una legge regionale sulla quale, nel caso di impugnativa, noi possiamo anche esercitare il tema, oggi molto alla moda, dell'autonomia differenziata sulle materie dove c'è una concorrenza nei confronti dello Stato.
In sostanza, non ho una posizione definitiva, però le indicazioni in un ordine del giorno che contenga tutte e due le possibilità ci danno la possibilità di poter lavorare ed entrare nel merito con una certa precisione e poi arrivare, dopo una verifica con passaggio evidentemente in Commissione - se ritenuto utile, come credo - alla proposta o di una legge che risolve il problema in termini come ha fatto la Toscana, oppure a una legge o a un altro atto di carattere normativo che permetta di affrontare le questioni del soprannumero, però tenendo conto di tutte le questioni di carattere organizzativo, perché si tratta di persone che sono già all'interno del sistema sanitario.
Risolvere questi problemi dal punto di vista organizzativo credo che sia possibile; oggi ne ho parlato anche con il Direttore vicario della Regione: è anche possibile. Personalmente - e concludo - sono oggi orientato più di una soluzione della tipologia Toscana rispetto a un'altra tipologia.
Vedremo. Per adesso è un'opinione molto personale che, in base al confronto che avremo con le organizzazioni sindacali e mettendo sul piatto anche tutti i percorsi e i rischi di esporsi ai ricorsi, valuteremo. Ritengo che ci interessi il risultato, indipendentemente dallo strumento che si intende adottare.
Pertanto, esprimo un giudizio favorevole riguardo alla mozione che indica tutte e due le possibilità. L'altra - come ho detto - è anche una modalità possibile, ma questa è completa, perché indica tutte le possibilità. Ci dà la possibilità di lavorare sulla soluzione con un grado di flessibilità che altrimenti rischierebbe di crearci seri problemi, anche agli effetti della trattativa con le organizzazioni sindacali.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Solo per dire che se il problema è il percorso della delibera di Giunta regionale, tolgo la parte "delibera di Giunta regionale" e la lascio in forma generica, in modo che sia accoglibile.
Non avevo pensato alla proposta di una norma di legge: mi sembrava più facilmente accettabile, sotto il vaglio della Corte Costituzionale, una delibera di Giunta. Se è così, cancello la parte relativa alla delibera di Giunta, che richiamava quelle degli anni precedenti e lascio molto generica la definizione di individuare il percorso migliore.



PRESIDENTE

Va bene, modifichiamo l'impegno.
Collega Bono, venga presso il banco della Presidenza per sottoscrivere le modifiche.
Procediamo con la votazione delle mozioni.
Indìco la votazione palese sulla mozione n. 1345, il cui testo, come modificato, sarà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
La mozione n. 1437 presentata dal Consigliere Bono e altri è stata modificata anche nel titolo, in: "Percorso di stabilizzazione dei medici precari operanti presso il servizio di emergenza territoriale 118".
Inoltre, è stato modificato il suo impegno: "A prevedere un percorso di stabilizzazione dei medici precari 118, valutando anche la possibilità di partecipare al corso di formazione specifica". Il secondo punto viene soppresso.
Assessore, va bene? Grazie.
Indìco la votazione palese sulla mozione n. 1437, il cui testo, come modificato, sarà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.



(Commenti della Consigliera Batzella)



PRESIDENTE

Se non l'ha capito, venga qua a rileggerlo. Chiedo all'Aula se tutti gli altri Consiglieri che stanno votando hanno capito l'impegno. Se, invece lei, Consigliera Batzella, non ha capito, glielo rileggo, ma non annullo la votazione! L'impegno recita: "A prevedere un percorso di stabilizzazione dei medici precari 118, valutando anche la possibilità di partecipare al corso di formazione specifica per la medicina generale ai medici a tempo determinato del servizio Emergenza Territoriale 118, al fine di poterli poi stabilizzare una volta acquisito il diploma".
Allora completiamo la votazione.
Il Consiglio approva.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Consigliera, come voleva votare? Lei chiede agli altri di fare in cinque minuti perché abbiamo fretta per discutere il suo, e poi però non permette agli altri di andare avanti! Com'è il suo voto? Lo dica a microfono.



BATZELLA Stefania

Il mio voto è favorevole.



PRESIDENTE

Voto favorevole della Consigliera Batzella sulla mozione n. 1437 a prima firma del Consigliere Bono.


Argomento: Ordine pubblico e sicurezza

Ordine del giorno n. 1398 presentato da Graglia, Bono, Fluttero, Rossi Luca Angelo e Tronzano, inerente a "Applicazione circolare Gabrielli e successive circolari per la sicurezza nei pubblici eventi" (ritirato)


PRESIDENTE

L'ordine del giorno n. 1398, di cui al punto 18) all'o.d.g. è superato e quindi viene ritirato dai firmatari.


Argomento: Rapporti Regioni - Governo - Problemi del lavoro e della occupazione

Esame ordine del giorno n. 1433 presentato da Caputo, Allemano, Ferrentino Giaccone, Grimaldi, Olivetti, Ravetti e Rostagno, inerente a "Qui! Ticket. Ritardo nei pagamenti dei buoni pasto da parte della società mette a rischio il fatturato degli operatori del settore"


PRESIDENTE

Passiamo a esaminare l'ordine del giorno n. 1433, di cui al punto 19) all'o.d.g.
La parola alla Consigliera Caputo per l'illustrazione.



CAPUTO Valentina

Mi spiace che non sia stata evidentemente compresa l'emergenza della questione delineatasi e che riguarda, da una parte, gli esercenti e il mondo del commercio e della somministrazione, dall'altra i dipendenti pubblici.
Per una volta, piccola e grande distribuzione sono toccate da un'enorme problema comune che sta diventando ingestibile, e che riguarda anche i dipendenti pubblici che si trovano in possesso di ticket non più spendibili.
La situazione era nota da alcuni mesi, ma la Qui!Group, società di Genova con sede a Genova e a Milano, prima aveva proposto dei piani di rientro alle aziende, adesso invece sono mesi che non paga. Questo ha comportato ovviamente, che molti esercenti non li ricevano più e i dipendenti si trovano in possesso di buoni non spendibili. Tutto ciò ha un effetto domino che per la nostra economia reputo sia abbastanza grave, perché dobbiamo anche porci in tutela degli esercenti e del piccolo commercio di prossimità.
Ho presentato un ordine del giorno che sollecita una risoluzione a livello nazionale, perché riteniamo che il tema debba essere trattato sottoforma di tavolo di crisi come già accaduto per altre aziende. Non si parla di un ente unico, ma se mettiamo insieme tutto il tessuto economico di queste piccole aziende, che possono essere partite IVA, ditte individuali e piccola e grande distribuzione anche in franchising, si garantiscono molti posti di lavoro. Per loro i ticket rappresentano quasi il 70 per cento del fatturato mensile.
Oggi si parla - la FIEPET ha fatto dei comunicati - di cifre piccole, che vanno dagli otto a diecimila euro, ma in alcuni si arriva fino a cinquantamila euro di debito.
Non possiamo pensare che siano pochi o tanti, perché questo dipende dalla redditività di un'azienda, però sono molti i negozi che stanno chiudendo e altri sono in procinto di farlo, perché ormai non sono più in grado di fare fronte anche alle piccole spese e ai costi fissi.
Per questo motivo, credo sia importante che a livello nazionale ci sia un impegno e chiedo alla Regione di farsi portatrice di questa causa in Conferenza Stato-Regioni, presso il Ministero del Lavoro e dello Sviluppo Economico e presso il Ministero dell'Economia e Finanze.
Emenderò e modificherò comunque l'ordine del giorno, affinché si possa convocare la società e avere anche un dialogo con la CONSIP, che ha ritirato l'appalto. Questo, ovviamente, genera un grossissimo problema perché l'azienda è ormai in via di fallimento e noi non siamo in grado di capire quando e in che modo saranno erogati e saldati tutti i debiti che l'azienda ha verso gli esercenti.
Credo che questo sia fondamentale, se vogliamo tutelare questi lavoratori.
Non possiamo non occuparci dei nostri dipendenti che hanno in mano qualcosa di non valido, ed è un loro diritto sancito dalla legge: se non c'è un servizio mensa devono avere dei ticket. Oltretutto, per alcuni, questi ticket rappresentano, anche negli stipendi più bassi, circa il dieci per cento del loro stipendio.
D'altra parte, occorre garantire il tessuto economico del nostro Paese: piccole società, ma che garantiscono e forniscono lavoro.
Credo che questo sia assolutamente importante ed è per questo che chiedo se sia possibile fare un'audizione.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Caputo.
Consigliere Tronzano, la sua firma è stata aggiunta all'ordine del giorno n. 1433.
Prego, Consigliere Tronzano, può intervenire.



TRONZANO Andrea

Rapidamente: un appello agli Assessori per verificare la questione della gara CONSIP, che è al massimo ribasso.
In questi casi succede che l'azienda vince la gara al massimo ribasso e poi però chiede un aggio - lo dico, in particolare, all'Assessore Reschigna molto alto agli esercenti.
Questo crea imbarazzo, soprattutto a coloro che questo ticket lo devono ricevere. Glielo dico perché si deve porre attenzione a questo ragionamento e poi cercare di vedere se la CONSIP è in grado di fare qualcosa per restituire questi fondi che, eventualmente, sono stati sottratti agli esercenti.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Tronzano.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 1433, il cui testo come modificato, sarà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 18.31)



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