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Dettaglio seduta n.340 del 03/07/18 - Legislatura n. X - Sedute dal 25 maggio 2014 al 25 maggio 2019

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MOTTA



(I lavori iniziano alle ore 14.31 con l'esame delle interrogazioni a risposta immediata, ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento interno del Consiglio regionale)


Argomento: Fiere, mostre e mercati - Interventi per lo sviluppo dell" offerta

Interrogazione a risposta immediata n. 2205 presentata da Ravello, inerente a "Bocuse d'Or: quali sono state le reali spese?"


PRESIDENTE

Iniziamo i lavori, esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
2205.
La parola al Consigliere Ravello per l'illustrazione.



RAVELLO Roberto Sergio

Grazie, Presidente.
Premetto che con quest'interrogazione non abbiamo in alcun modo inteso mettere in discussione la scelta della Regione di aderire a questa manifestazione, alla luce delle evidenti ricadute attese e delle ancora più evidenti ricadute effettive in termini d'immagine e anche d'indotto economico. Riteniamo però che, conseguentemente alla lettura degli atti che hanno portato agli impegni economici e finanziari della Regione a sostegno dell'iniziativa, sia necessario fare un po' di chiarezza rispetto a quello che ha significato per la Regione Piemonte e per i contribuenti piemontesi aderire a quest'evento.
La prima delibera con la quale si è stabilita la partecipazione della Regione Piemonte prevedeva una fee per la sola partecipazione (così ho inteso, ma l'Assessora mi correggerà, nel caso) a carico di Regione Piemonte, Città di Torino e Camera di Commercio pari a 500 mila euro. Di questi, 350 mila euro sarebbero stati a carico della Regione Piemonte. A questi 500 mila si sarebbero aggiunti 900 mila euro stimati di costo complessivo dell'evento, portando quindi l'onere complessivo, al di là delle quote ripartite tra Enti, a un milione 400 mila euro; la quota della Regione, invece, a un milione 250 mila euro. Qualche mese dopo (quasi un anno dopo, a dicembre 2017), la Giunta regionale ha corretto questo primo provvedimento, riassegnando le quote o, meglio, ristabilendo gli importi a sostegno della realizzazione della manifestazione.
Innanzitutto, la prima cosa curiosa che ci è saltata agli occhi è che i 500 mila euro stabiliti 11 mesi prima (a gennaio 2017) erano al netto dell'IVA quindi sono già diventati 610 mila euro a fine anno. I 900 mila euro invece, di costo per la realizzazione sono lievitati a un milione 300 mila euro, e questi - se non ho male inteso - interamente a carico della Regione. Quindi, rispetto a 11 mesi prima - rispetto a gennaio - i costi sono lievitati, passando da un milione 400 mila complessivi a un milione 910 mila, con una differenza di più di mezzo milione di euro.
Un altro elemento che ci ha particolarmente incuriositi è il fatto che nella delibera con la quale sono stati rivisti gli importi manchi la firma del Dirigente responsabile del Settore e questo provvedimento sia stato firmato solo dal Direttore. Assessora, io ho avuto l'onore di sedere dalla sua parte dell'Aula per qualche tempo e so bene cosa significa quando manca la firma di un Dirigente responsabile di Settore in calce a una delibera e quando un Direttore avoca a sé la responsabilità della firma, ex Bassanini a sostegno di una delibera portata all'attenzione della Giunta.
Altro elemento che riteniamo necessario comprendere, sempre che ciò sia possibile nel breve scambio che ci sarà oggi, e già immagino che siano necessari ulteriori approfondimenti, è questo: la partecipazione dei privati prevista nella delibera, il sistema turistico agro-alimentare pubblico-privato citato a più riprese nella delibera era previsto che partecipasse anche economicamente allo svolgimento degli eventi a corredo della manifestazione. In realtà, in che proporzione ha contribuito? Qual è stata la partecipazione del privato alla riuscita di quest'evento? In più, i dettagli di tutte le azioni di comunicazione e d'immagine connesse alla manifestazione non sono risultati reperibili. Anche su questo riteniamo necessario un approfondimento, un chiarimento e, soprattutto, un dettaglio delle modalità di affidamento delle attività svolte e dei costi sostenuti. Inoltre, approfittiamo per chiederle quale sia stato, alla luce dell'aumento dei costi su Torino, l'effettivo costo sostenuto per il sostegno alla manifestazione di Lione dell'anno precedente.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Ravello.
La parola all'Assessora Parigi per la risposta.



PARIGI Antonella, Assessora alla cultura

Grazie, Presidente.
A seguito della conferma da parte della Regione Piemonte della disponibilità ad accettare la candidatura per ospitare a Torino la selezione europea del Bocuse d'Or, nel gennaio 2017 con la DGR 184574 si è stabilita la spesa di 50 mila euro per la partecipazione alle finali mondiali della stessa manifestazione, con uno stand rappresentativo della Regione Piemonte in qualità di prossimo Paese ospitante la manifestazione europea che si è svolta a Lione il 25 gennaio. Negli accordi presi con GL Events si era stabilito che la fee di partecipazione ammontasse a 500 mila euro, suddivisa fra gli Enti (350 mila la Regione Piemonte, 150 mila la Camera di Commercio e 100 mila la Città di Torino).
Nella prima DGR non era stato inteso che la fee di partecipazione fosse da intendersi al netto degli oneri fiscali, pertanto abbiamo dovuto correggere la DGR con la DGR 476046 del 1° dicembre 2017, e così è stato deliberato un nuovo ammontare che comprendesse anche gli oneri fiscali per 610 mila euro complessivi (Città di Torino 78 mila euro più IVA, Camera di Commercio 117 mila euro più IVA e Regione Piemonte 280 mila euro più IVA).
Faccio ancora una premessa di senso: ovviamente, l'adesione a ospitare questa manifestazione va intesa dentro un più complessivo Piano promozionale, che stiamo portando avanti come Regione Piemonte insieme alla Città di Torino. Questo Piano promozionale prevede il posizionamento di Torino come "vetrina del territorio piemontese" e come "Capitale del gusto".
Dunque, all'interno di questa manifestazione, non va letta solo la manifestazione in sé, ma tutto quello che, prendendo a pretesto questa manifestazione, è stato costruito intorno ad essa.
Come già da lei citato, Presidente Ravello, abbiamo fatto una nuova DGR che doveva contenere i costi di realizzazione fino ad un massimo di 900.000 euro, di cui, in questo momento, siamo in fase di rendicontazione.
Questa DGR conteneva le seguenti tre voci di costo: . servizi Oval Lingotto, per 260.000 euro . un progetto di comunicazione pubblicitario con due conferenze stampa una a Milano e l'altra a Londra (progetto peraltro fatto dalla nostra DMO), per 43.935.000 euro . i costi della gara per il cosiddetto PCO, per 36.600 euro, e i servizi del PCO, per 549.000 euro complessivi.
All'interno dei cosiddetti "servizi del PCO" erano compresi tutti i costi di ospitalità delle squadre, dell'organizzazione, i servizi di accoglienza i transfert, i servizi catering, il look of the city, gli stand generali e un'attività di promozione a livello internazionale e di comunicazione.
Naturalmente, all'interno della promozione e della comunicazione va sottolineata la finalità di promozione enogastronomica e turistica, anche con momenti di degustazione.
Al fine di fare un percorso che coinvolgesse l'intera città e che fosse anche un momento di sottolineatura di quello che è il nostro obiettivo ovvero quello di "Torino capitale del gusto", non solo per l'eccellenza enogastronomica, ma anche per la cultura sul cibo - abbiamo messo a punto un programma denominato "Bocuse d'Or Off", che ha permesso di coniugare eventi culturali all'interno di percorsi enogastronomici.
In questo palinsesto, che abbiamo creato a partire dal marzo 2018 e che ha visto 150 eventi, 200 soggetti coinvolti e 85.000 partecipanti, questo programma è stato supportato da 400.000 euro, di cui naturalmente 100.000 euro per il progetto di comunicazione della nostra DMO, 160.000 euro di attività affidate al Circolo dei lettori, e 150.000 euro di comunicazione e campagna mezzi. Dunque, i primi 100.000 euro dati alla nostra società in house di promozione turistica; un'attività culturale fatta dal Circolo dei lettori e poi, di nuovo, una programmazione di comunicazione che è stata svolta dagli uffici competenti della Regione Piemonte.
Per quanto riguarda la partecipazione dei privati, i privati hanno perlopiù contribuito a quella che è stata la manifestazione del Bocuse Off, cui hanno aderito diversi soggetti privati.
Nel complesso, quella che era l'ipotesi di budget sia per il Bocuse d'Or sia per il Bocuse d'Or Off è stato rispettato.
Come ho già accennato, siccome non abbiamo ancora finito tutte le rendicontazioni (siamo appunto in attesa), si evidenzieranno ulteriori risparmi rispetto a quanto previsto.



PRESIDENTE

Grazie, Assessora Parigi.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione - Enti Istituti Fondazioni Associazioni di rilevanza regionale

Interrogazione a risposta immediata n. 2203 presentata da Tronzano inerente a "Salone del libro: ennesima promessa disattesa per dipendenti e fornitori"


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'interrogazione a risposta immediata n. 2203, presentata dal Consigliere Tronzano, che la illustra.



TRONZANO Andrea

Grazie, Presidente.
La domanda è abbastanza semplice e scontata, Assessore, anche se purtroppo non lo è né per i fornitori, né per i 12 dipendenti che stanno ancora attendendo delle decisioni.
Ricordo con chiarezza, quando audimmo i creditori del Salone del Libro a suo tempo, che l'Assessore disse con certezza: "Lavoriamo per questo Salone, per il buon risultato di questo Salone e sicuramente qualche beneficio ci sarà".
Assessore, hanno lavorato bene sia i dipendenti sia i fornitori: nonostante i tanti articoli sui giornali emersi in questi giorni, volevamo capire dalle sue parole, in una sala istituzionale come il Consiglio regionale che cosa pensa di fare la Regione per i dodici dipendenti in particolare, e poi se ha anche soluzioni per i fornitori che aspettano ancora i pagamenti.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Tronzano.
La parola all'Assessore Parigi per la risposta.



PARIGI Antonella, Assessora alla cultura

Grazie, Presidente.
La Fondazione per il Libro, la Musica e la Cultura è stata dichiarata estinta con determinazione dirigenziale n. 45 del 20/02/2018.
La messa in liquidazione di questa Fondazione si è resa necessaria a causa dell'impossibilità giuridico-amministrativa di procedere alla ricapitalizzazione.
Da quel momento, l'apertura della procedura di liquidazione generale dichiarata il 10 maggio 2018, comporta la "cristallizzazione" dei debiti e dei crediti alla data di apertura della citata procedura; crediti che dovranno essere insinuati dai lavoratori e dai creditori a stato passivo.
Dal momento in cui è stata dichiarata la liquidazione - avvenuta, le ripeto, il 10 maggio 2018 - il commissario liquidatore sta procedendo a trasmettere tutta la documentazione necessaria alle rendicontazioni ai diversi enti, al fine di poter incassare al più presto possibile tutti i crediti della Fondazione, e quindi avere una situazione definitiva dell'attivo disponibile.
Regione Piemonte e Comune di Torino, anche in una situazione molto complicata dal punto di vista procedurale e normativo, continuano oggi come dall'inizio di questa vicenda, a lavorare per trovare una soluzione per la ricollocazione dei dipendenti dell'ex Fondazione Salone del Libro.
A questo scopo si stanno effettuando le opportune verifiche presso il Dipartimento della Funzione Pubblica onde vagliare ogni possibile soluzione che consenta di effettuare l'inserimento di questi lavoratori in altre strutture. Fermo restando la volontà di arrivare alla collocazione definitiva di tutti i 12 lavoratori attraverso procedure di evidenza pubblica per contenere il disagio dei lavoratori stessi, attualmente sospesi, si è individuato un percorso che ha già definito alcune possibilità di reimpiego transitorio, altre le stiamo cercando in questi giorni, con l'obiettivo di dare una risposta a tutti i 12 dipendenti.
Nell'immediato, una parte di loro continuerà a essere impiegata nelle procedure per la liquidazione presso la Fondazione del Libro, altri al fine di chiudere le rendicontazioni del Salone del Libro 2018, presso il Circolo dei lettori e la Fondazione per la cultura. Nel frattempo, è in corso la definizione di un protocollo di intesa tra Regione Piemonte, Comune di Torino e Fondazione Circolo dei Lettori per l'organizzazione di una manifestazione dedicata alla promozione del libro e della lettura ed iniziative culturali collegate, nelle more della definizione di modalità e tempi per la destinazione del marchio. Si ritiene, infatti, necessario iniziare con la progettualità del Circolo nelle more della definizione del marchio, in cui saranno ceduti gli asset del Salone del Libro che sono nella proprietà e disponibilità del commissario liquidatore. Ci auguriamo che entro ottobre il destino degli asset venga definito, auspicabilmente nell'interesse del territorio torinese e piemontese.
Nelle prossime due-tre settimane formalizzeremo ruolo e risorse attribuite al Circolo dei lettori affinché avvii le attività finalizzate all'organizzazione di eventi per la promozione del libro, della lettura e dell'editoria. Ciò consentirà di avviare una programmazione pluriennale condivisa con Comune e altri rappresentanti degli stakeholder rappresentati in un organismo di coordinamento e indirizzo cui stiamo lavorando, e l'avvio delle attività necessarie al Circolo per strutturarsi adeguatamente. Una volta avuto il committed e le risorse, il Circolo provvederà ad assumere il personale ritenuto necessario attraverso bandi pubblici di selezione.
Alla luce delle verifiche giuridiche effettuate, questa appare l'unica via percorribile. Si ipotizzano sei-sette assunzioni. In parallelo, si ipotizzano alcune assunzioni da parte di SORIS a seguito di verifiche espletate dalla società. Sembrerebbe possibile che tali assunzioni possano essere offerte preliminarmente a personale già dipendente da società o altri enti controllati dal Comune di Torino. Questo è quanto dichiarato dal Comune di Torino al tavolo di crisi.
La Regione, comunque, si è impegnata a convocare, nel giro di una settimana, un ulteriore incontro al tavolo di crisi per una verifica puntuale della situazione.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Interrogazione a risposta immediata n. 2201 presentata da Gancia, inerente a "Nuova discarica per rifiuti speciali non pericolosi con annesso impianto di recupero, nel Comune di Salmour (CN)" (risposta scritta)


PRESIDENTE

In assenza dell'interrogante, Consigliera Gancia, all'interrogazione a risposta immediata n.2201 sarà fornita risposta scritta.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Interrogazione a risposta immediata n. 2204 presentata da Batzella inerente a "Dosaggio dell'emoglobina glicata dal laboratorio unificato di Susa-Rivoli-Pinerolo al laboratorio del'ospedale Mauriziano"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 2204.
La parola alla Consigliera Batzella per l'illustrazione



BATZELLA Stefania

Grazie, Presidente.
L'emoglobina glicata è una forma di emoglobina che, come tutti sanno, è usata principalmente per identificare la concentrazione plasmatica media del glucosio per un lungo periodo di tempo. Il test dell'emoglobina glicata è attualmente entrato a far parte di quei criteri diagnostici del diabete mellito, rappresenta uno strumento ideale per monitorare il controllo glicemico del paziente affetto da diabete mellito e permette di conoscere la quantità di glucosio che è stata presente nel sangue, anche nei due tre mesi precedenti al test.
Fino al 2013 nel laboratorio analisi dell'Ospedale di Susa si effettuava il dosaggio dell'emoglobina glicata e il risultato veniva consegnato ai pazienti in giornata. In seguito, le provette venivano inviate al laboratorio di Rivoli per il dosaggio e il referto veniva consegnato ai pazienti il giorno successivo all'esecuzione del prelievo. Dal 14 maggio 2018, l'esecuzione del test dell'emoglobina glicata non avviene più nel laboratorio di Rivoli, ma presso il laboratorio dell'Ospedale Mauriziano di Torino. Il laboratorio analisi dell'Ospedale Mauriziano di Torino ha per dei tempi più lunghi nella consegna del referto.
Da quanto appreso - ho avuto diverse segnalazioni - dai pazienti diabetici che mi hanno segnalato questo disservizio, risulterebbe che per avere il risultato del dosaggio dell'emoglobina glicata occorre attendere anche una settimana (da un giorno di attesa, siamo passati ad una settimana). Ci determina un ritardo sicuramente nella diagnosi e nel monitoraggio del diabete mellito, oltre a un disservizio ai pazienti che fino a un mese fa avevano il risultato il giorno successivo all'esecuzione del prelievo mentre adesso si trovano ad attendere una settimana.
Interrogo l'Assessore per conoscere le motivazioni che hanno determinato lo spostamento del dosaggio del test di emoglobina glicata dal laboratorio di Rivoli, che ancora andava bene perché è la stessa ASL (Susa e Rivoli fanno parte dalla stessa ASL) a quello del Mauriziano di Torino, con tempi più lunghi nella consegna dei referti ai pazienti.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Saitta per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Lo spostamento del dosaggio del test dell'emoglobina glicata dal laboratorio unificato di Rivoli-Pinerolo è avvenuta in data 12 maggio 2018 in ottemperanza della DGR n. 50-2484 del 23 novembre 2015, che contiene le motivazioni delle scelte compiuti per quanto riguarda il riordino dei laboratori, in relazione alle attività che vengono fatte e alle esigenze delle strutture sanitarie. La motivazione è contenuta in quella delibera.
I campioni di sangue per l'esecuzione del test vengono inviati il giorno successivo al prelievo eseguiti il giorno stesso e controllati e verificati nei due giorni successivi. Infatti, i giorni di lavorazione comunicati dal laboratorio del Mauriziano sono quattro lavorativi, cui si aggiunge il giorno del prelievo, per un totale di cinque. Le glicate prelevate oggi (2 luglio) sono in ritiro il 9 luglio 2018.
Quest'organizzazione delle attività di laboratorio e della distribuzione è evidentemente frutto non soltanto di una decisione di carattere amministrativo, ma anche di un lavoro compiuto dalle competenze che abbiamo sui laboratori nella regione Piemonte, che nel 2015 ci hanno suggerito questa modalità; modalità che noi, con delibera della Giunta regionale del 23 novembre 2015, abbiamo assunto.


Argomento: Comuni - Norme finanziarie, tributarie e di contabilita

Interrogazione a risposta immediata n. 2211 presentata da Ottria, inerente a "Piena operatività dello sportello dell'Agenzia delle Entrate presso il Comune di Ovada"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 2211.
La parola al Consigliere Segretario Ottria, in qualità di Consigliere, per l'illustrazione.



OTTRIA Domenico

Grazie, Presidente.
L'interrogazione riguarda l'operatività dello sportello dell'Agenzia delle Entrate del Comune di Ovada. Attualmente questo sportello è ospitato all'interno del palazzo del Comune attraverso una convenzione stipulata appunto con l'Ufficio, finalizzata al mantenimento di questo servizio ai cittadini. Tale convenzione è scaduta il 30 di giugno e nei giorni scorsi c'è stato un incontro tra alcuni Sindaci e i dirigenti dell'Ufficio delle Entrate per il prosieguo di questa convenzione, al fine di continuare a garantire questo servizio. La convenzione è stata protratta fino al 31 dicembre, ma con una riduzione dell'orario di apertura, limitato ai giorni di lunedì e mercoledì, modalità che comunque limita l'accesso ai cittadini.
A fronte di queste difficoltà, il Comune di Ovada ha addirittura proposto all'Agenzia delle Entrate di concedere nuovi spazi all'interno del palazzo comunale proprio per assicurare un'organizzazione più ampia e garantire il fatto che ci sia un gruppo di lavoro anche più vasto. Pare però che questa proposta non sia stata accettata.
Teniamo conto che l'Ufficio delle Entrate dipende da quello centrale di Alessandra e che Ovada è una sorta di ufficio territoriale che dipende dall'altro Ufficio di Acqui Terme. Diciamo che Ovada, insieme ad altre città della Provincia di Alessandria, che è una provincia federata, è identificata come un centro zona territoriale Queste città centro zona fanno riferimento a un'ampia fascia di territorio, con popolazione anziana e con grosse difficoltà anche negli spostamenti per i cittadini, per cui l'eventuale chiusura o, comunque, la limitatezza di questo servizio creerebbe dei disagi a una grande fetta di popolazione che risiede in queste zone. Teniamo anche conto del fatto che queste zone periferiche sono già state limitate in altri servizi (vedi ad esempio gli uffici postali per non parlare delle scuole ed altri uffici pubblici).
Per questo motivo, interrogo la Giunta per sapere se si ha intenzione di provare ad avere un'interlocuzione con la Direzione dell'Ufficio delle Entrate al fine di cercare di limitare i disagi e possibilmente mantenere aperto questo presidio territoriale nella zona dell'Ovadese.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente Reschigna per la risposta.



RESCHIGNA Aldo, Assessore alle finanze

Grazie, Presidente.
In relazione all'interrogazione del Consigliere Ottria, la Giunta regionale trasferirà questa sollecitazione alla Direzione Regionale delle Entrate e cercherà di stimolare un'attenzione da parte della entrate stessa verso questo tema. Di più, obiettivamente, non credo rientri nei compiti e nelle funzioni della Regione Piemonte.


Argomento: Nomine - Personale del servizio sanitario

Interrogazione a risposta immediata n. 2209 presentata da Grimaldi inerente a "Ricorso al TAR e presa in servizio del Primario di Ostetricia/Ginecologia"


PRESIDENTE

Trattiamo ora l'interrogazione a risposta immediata n. 2209.
La parola al Consigliere Grimaldi per l'illustrazione.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Come l'Assessore sa, lo scorso martedì veniva presentata un'interrogazione a risposta immediata (la n. 2190), avente ad oggetto appunto "Mancata presa in servizio del Primario di Ostetricia/Ginecologia dell'Ospedale di Biella". In quel question time, la Consigliera Accossato chiedeva quali fossero le motivazioni per le quali il nuovo Direttore del reparto di Ostetricia e Ginecologia non abbia ancora preso servizio.
Nella sua risposta, Assessore, lei ha spiegato che, per quanto riguarda la presa in servizio del vincitore del concorso da Primario, l'Azienda, prima di procedere ad assunzione mediante contratto individuale, invitava l'interessato a presentare la documentazione prevista dalla normativa assegnando un termine non inferiore ai 30 giorni. Inoltre, le attuali disposizioni normative prevedono per i nominati Direttori di struttura complessa lo svolgimento di un periodo di prova di circa sei mesi.
Dopo la nota di conferimento dell'incarico dell'ASL di Biella, ricevuto il 9 maggio, ha concluso lei stesso: "Il vincitore ha comunicato che, per ottemperare ai suoi doveri istituzionali nell'attuale sede, avrebbe preso servizio dal 1° di agosto". Ecco, peccato che - Assessore, lei probabilmente non era stato informato - secondo le fonti giornalistiche che abbiamo letto in queste ultime ore, l'interrogante (Consigliera Accossato) è venuta a conoscenza che entro fine luglio è previsto un ricorso al TAR che potrebbe proprio bloccare l'ingresso in servizio del nuovo Primario di Ostetricia e Ginecologia.
Si apprende che un candidato di Firenze, a causa di un disguido burocratico che non è stato spiegato nelle fonti giornalistiche, non ha potuto partecipare a questo concorso e che l'ASL di Biella avrebbe confermato che sarebbe pervenuto successivamente un ricorso amministrativo da parte di un candidato (probabilmente lo stesso).
Tenuto conto che ci appare chiaro che dalla sua risposta non è stato informato riguardo a tutta questa vicenda, le chiediamo se è stato raggiunto da un'informativa diversa nelle ore successive, anche se pare che questa vicenda fosse già conosciuta almeno dall'ASL di riferimento. Le chiediamo come intende, in qualche modo, muoversi sia nei confronti del Direttore, ma anche di questa vicenda, e se nel frattempo ha mandato anche lei una richiesta di chiarimenti per accertare tutto l'iter e cosa succederà all'ASL di Biella, che è la cosa che preoccupa di più di questo reparto.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Saitta per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Premetto che sono dell'opinione, e resterò sempre di questa opinione, che le vicende mandate al TAR le decide il TAR e non il dibattito politico.
In merito a quanto richiesto, precisiamo che non vi è alcuna correlazione tra la data in cui è prevista la presa di servizio del nuovo Direttore del Reparto di Ostetricia e Ginecologia dell'ASL di Biella e il momento in cui l'Azienda è venuta a conoscenza della presenza di un ricorso amministrativo. Quest'ultimo, infatti, è stato notificato solo il 14 giugno, successivamente alla comunicazione con cui il vincitore ha reso noto il giorno in cui potrà prendere servizio che, invece, data 6 giugno 2018.A oggi, dalle informazioni che mi sono state riferite, non risulta che alcun ricorso sia stato depositato alla cancelleria del TAR Piemonte.
Pertanto, non vi sono elementi che possono indurci ad adottare provvedimenti diversi da quelli già posti in essere, che sono noti all'ASL.
L'ASL m'informa che, nel momento in cui avrà riscontri in merito, potrà procedere a valutare quali azioni intraprendere, e sarà anche cura da parte nostra comunicare le decisioni che verranno adottate.
In ogni caso, quello che mi sento di suggerire, cosa che ho fatto all'inizio del mio intervento qui, per non interferire sulle decisioni del TAR, è che quest'impegno dovrà avere caratteristica di profonda e di attenta autonomia delle decisioni che il TAR vorrà assumere.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione a risposta immediata n. 2210 presentata da Accossato inerente a "Problematiche inerenti alla situazione contrattuale dei borsisti dell'Istituto Zooprofilattico del Piemonte, Liguria e Valle d'Aosta"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori, esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
2210.
La parola alla Consigliera Accossato per l'illustrazione.



ACCOSSATO Silvana

Il tema intreccia le questioni del funzionamento e dell'attività di un'importante Ente del Servizio sanitario nazionale, qual è lo Zooprofilattico, per il quale la Regione Piemonte ha competenze di vigilanza, con il tema della precarietà del lavoro, che sembrerebbe anche essere una prerogativa di questo istituto.
La questione, in particolare, è quella dei borsisti. È ovvio che l'Istituto Zooprofilattico ha tra le sue competenze anche quelle della ricerca e del lavoro per progetti. Anche da parte mia che mi sono avvicinata a questo tema, è abbastanza nell'ordine delle cose pensare a situazioni di borse di studio finalizzate alla realizzazione di questi progetti, ma nell'approfondire questo tema sono venuta a conoscenza di una situazione che sembrerebbe essere leggermente diversa.
In particolar modo, sono venuta a conoscenza di un volantino che un gruppo di borsisti, anche piuttosto numeroso, dell'Istituto Zooprofilattico ha distribuito nel dicembre 2017, quindi è un atto pubblico, in cui denunciavano le condizioni di precarietà e di discriminazione della loro situazione. Non ultima, qualche mese fa una lettera in forma anonima ahimè, per loro, perché hanno ritenuto di non essere tranquilli nel denunciare, firmandosi, questa situazione - che hanno inviato alla rubrica di una testata nazionale.
Sembrerebbe che la situazione riguardi un numero consistente di borsisti (alcune decine), che da parecchi anni vedono i loro contratti reiterati con condizioni di responsabilità e di obbligo nei confronti del datore di lavoro, che sembrerebbero davvero essere facilmente equiparabili a un lavoratore a tutti gli effetti sotto contratto, perché timbrano il cartellino e devono garantire 40 ore di lavoro settimanali; non hanno però, la mutua, perché hanno solo 30 giorni di assenza garantiti all'anno non hanno ovviamente maternità, malattia, TFR e così via.
Però, ripeto, hanno degli obblighi contrattuali che sono definiti da un regolamento interno, che consentirebbe anche la reiterazione dei contratti di borsa di studio previa 15 giorni di sospensione del lavoro. La cosa potrebbe anche andare bene, ma crea problemi ai lavoratori e, soprattutto la giurisprudenza ha da tempo evidenziato che ci sono dei parametri (tipo proprio la timbratura del cartellino, l'obbligo orario e così via) che configurano a tutti gli effetti quella condizione di lavoro come un rapporto di lavoro subordinato.
Siccome la Regione e, in particolare, l'Assessorato alla sanità ha competenze di sorveglianza sull'Istituto Zooprofilattico, sottopongo all'Assessore innanzitutto la domanda se è a conoscenza della situazione di disparità di trattamento in cui versano questi lavoratori, ma anche se ha valutato e verificato se il consolidarsi di questa prassi non possa anche mettere a rischio l'Istituto stesso, a fronte di una class action, di un'attività di rivendicazione che questi lavoratori potrebbero attuare richiedendo invece la stabilizzazione e la regolarizzazione, stante la giurisprudenza sul tema.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Saitta per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Poiché credo che le informazioni riportate siano incomplete, colgo questa occasione soltanto per richiamare che probabilmente si tratta spesso di materie molto specifiche, ma ricordo che sul bilancio dello Stato del 2018 il Governo ha lavorato sul tema e noi ci abbiamo lavorato come Conferenza delle Regioni.
C'è una lunga discussione sui giornali per quanto riguarda la stabilizzazione dei ricercatori degli IRCCS e degli Istituti Zooprofilattici. Parliamo in tutta Italia di 25.000 persone e in quel momento abbiamo colto l'opportunità, per il bilancio 2018, attraverso un'intesa che abbiamo raggiunto tra tutte le Regioni perché sapevamo di questa situazione, di proporre un emendamento, approvato nella legge di bilancio, che riguarda i commi 422 e 434, dove viene avviato il percorso devo dire anche con grande coraggio, da parte del Governo, perché di precari ne abbiamo diversi e si questo principio potrebbe estendere anche a coloro che fanno la specialità e non hanno la mutua.
Per quanto riguarda questa parte, che è stata definita con un termine che ha suscitato qualche ilarità, la "piramide dei ricercatori" (nel dibattito nazionale è sempre passata così), in quei commi è stato definito un percorso per arrivare alla stabilizzazione. Quindi è successo qualcosa d'importante a livello nazionale; ci tenevo a dirlo, perché mi pare che dalle informazioni ci fosse quest'incompletezza.
Per quanto riguarda il Piemonte, del totale delle persone che svolgono attività presso gli Istituti Zooprofilattici sperimentali 725 sono quelli operanti negli Istituti Zooprofilattici indicati nella norma nazionale. Di questi 725, i borsisti che operano presso l'Istituto del Piemonte, Liguria e Valle d'Aosta sono 73. L'articolato (commi 422 e 434) prevede l'arruolamento del personale sopra individuato negli organici con alcuni passaggi di carattere contrattuale e di regolazione normativa.
Sono state previste le risorse a livello nazionale, ma ci sono alcuni passaggi da rispettare, perché non si può passare automaticamente a una situazione di dipendenti di ruolo, essendo stati precari, c'è un percorso anche di carattere sindacale.
In particolare, la norma prevede che il contratto collettivo nazionale del personale comparto sanità disciplini i nuovi profili di ricercatore con definizione dei trattamenti economici, e prevede anche che un decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri stabilisca le modalità di reclutamento del personale di ricerca e che un altro decreto del Ministero della Salute definisca le modalità e le condizioni per le valutazioni dello stesso personale.
Dopo una profonda e ampia discussione tra i livelli istituzionali coinvolti, cui ho partecipato anch'io a livello nazionale, è proprio di questi giorni la notizia dell'imminente individuazione dei profili contrattuali di ricerca da inserire nel contratto collettivo nazionale, che è la precondizione.
È quindi probabile - almeno questo è il mio auspicio - che entro la fine dell'anno la situazione abbia risoluzione definitiva, anche in considerazione del fatto che le risorse finanziarie messe a disposizione dalla legge 205 del 2017 (legge di bilancio), sono importanti e rilevanti: 90 milioni di euro per fare quest'operazione.
Per quanto attiene all'attuazione, l'attuale situazione dei borsisti dell'Istituto è in fase di discussione con lo stesso personale e con le rappresentanze sindacali, perché le regole sono queste. È in corso una revisione di alcuni aspetti dell'attuale regolamentazione interna, che a breve porterà all'approvazione di un nuovo regolamento che recepirà alcune delle istanze evidenziate all'interno di questa modifica del contratto nazionale del lavoro, del decreto del Presidente del Consiglio e del decreto del Mistero della Salute.
Mi pare che il percorso, contrariamente a quanto è stato riferito, è incardinato su una norma nazionale, devo dire con un impegno anche da parte della Regione, per quanto riguarda la "piramide della ricerca", e che dalle informazioni che mi hanno riferito questa mattina, stanno modificando il regolamento, che è una delle condizioni necessarie per arrivare alla regolarizzazione.


Argomento: Edilizia sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 2177 presentata da Graglia, inerente a "Attuazione ordine del giorno n. 1385 relativo a transazione vertenza relativa al Polo sanitario di Fossano"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 2177.
La parola al Vicepresidente Graglia, in qualità di Consigliere, per l'illustrazione.



GRAGLIA Franco

Grazie, Presidente.
La do per illustrata.



PRESIDENTE

Grazie, anche perché è un po' di tempo che ce la portiamo dietro.
La parola all'Assessore Saitta per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente.
La settimana scorsa avrei voluto dire, ma lo dico adesso, perché appunto non c'era il collega Graglia, anzi siamo rimasti intesi che avrei riferito che dopo quest'interrogazione che è stata presentata la settimana scorsa ho sentito la dottoressa Scolo dell'Avvocatura regionale, ho sentito anche l'avvocato dell'Azienda Sanitaria e li ho invitati.



PRESIDENTE

Scusi, Assessore.
Chiedo un po' di silenzio all'Aula.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Dicevo, li ho invitati a compiere un lavoro comune, di squadra (come si direbbe adesso) tra le due avvocature, tra i due avvocati, in modo che le questioni poste e anche gli impegni che noi ci siamo assunti attraverso gli ordini del giorno possano trovare attuazione, senza forzature nei confronti dell'Avvocatura, che ha un ruolo importante.
Noi abbiamo il ruolo di difendere gli interessi dell'amministrazione pubblica, ma mi sembra sia anche l'obiettivo del collega Graglia, che sono stati indicati. Non ho dubbi che le due avvocature avranno questa capacità di definire il più utile percorso per l'Amministrazione.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Saitta.


Argomento: Nomadi - Diritto allo studio - Assistenza scolastica

Interrogazione a risposta immediata n. 2202 presentata da Policaro inerente a "Censimento residenti e insediamenti campi rom"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 2202.
La parola al Consigliere Policaro per l'illustrazione.



POLICARO Giuseppe Antonio

Grazie, Presidente.
La mia vuole essere un'interrogazione che non susciti polemiche, ma con la quale discutere e ragionare, seppur nei tempi che sono noti e contingentati, di un tema molto delicato. Ribadisco la speranza che venga data una risposta il più possibile tecnica, che non si presti a strumentalizzazioni, che non farò neanche io.
Il tema è capire esattamente e valutare la presenza dei rom nel nostro territorio, con l'intento di capire, altresì,se i più giovani abbiano l'opportunità e la possibilità di sviluppare le proprie competenze e formazione al fine di avere, evidentemente, un inserimento migliore nella nostra società.
Rilevo al riguardo, peraltro,la presenza di una legge del 1993, la legge regionale n. 26 del 10 giugno, che prevede una serie di obblighi per la Regione e per i Comuni che desiderano richiedere alla Regione sussidi e finanziamenti per il sostentamento e mantenimento dei campi rom.
L'articolo 4, comma 3 è molto chiaro e recita: "Gli zingari che intendessero sostare nel campo dovranno fornire all'Amministrazione comunale le proprie generalità".
Indirettamente, quindi, è già presente un obbligo di censimento della presenza di zingari, quindi di Rom e Sinti. Ma viene davvero applicata? In più, l'articolo 7 della legge regionale, che mi pare sia ancora in vigore, prevede che debbano essere promosse iniziative per favorire l'inserimento dei minori appartenenti ai gruppi zingari nella scuola e per agevolare l'istruzione permanente degli adulti, in forme compatibili e nel rispetto della loro cultura.
Vorrei capire, insieme all'Assessore, quali sono le azioni, in primis, per rispettare quanto previsto dalla norma regionale che, ribadisco, è ancora vigente, nonostante sia datata, e poi, soprattutto,comprendere il fenomeno che non deve essere sottovalutato e che, al di fuori di ogni strumentalizzazione politica, rappresenta un problema aperto per la nostra Regione, così come anche per altre Regioni che stanno discutendo delle stesse tematiche.



PRESIDENTE

La parola all'Assessora Cerutti per la risposta.



CERUTTI Monica, Assessora al diritto allo studio

Grazie, Presidente.
In relazione all'interrogazione del Consigliere Policaro, posso dire che la popolazione nomade piemontese risulta eterogenea ed è composta da Sinti piemontesi di cittadinanza italiana, da Rom balcanici, cittadini della ex Jugoslavia (una parte di essi ha acquisito la cittadinanza delle Repubbliche sorte dopo la dissoluzione del Paese: serba, montenegrina bosniaca, croata e slovena), poi abbiamo Rom rumeni e Rom vlax, di nazionalità italiana e Camminanti di Noto, nomadi autoctoni siciliani, i cui costumi sono affini a quelli della popolazione Rom.
La presenza di insediamenti nella nostra Regione, aggiornata al 2017, è stimata in circa 4.500 persone sull'intero territorio, distribuita in circa 65 insediamenti, di cui 54 classificati con tipologia stabile e permanente cinque con tipologia temporaneo-stagionale; sei con tipologia precaria saltuaria.
35 sorgono su area pubblica demaniale; 20 su area privata di proprietà degli occupanti e dieci su area privata di altra proprietà. A queste presenze vanno aggiunte quelle di cittadini residenti in civili abitazioni presenti in alcuni Comuni piemontesi.
All'interno di questi campi sono previsti servizi promossi dai Comuni dalle associazioni di volontariato e da soggetti del settore socio assistenziale: accompagnamento dei minori a scuola nell'11,5 per cento degli insediamenti presenti, attività di assistenza sociale nel 14,6 per cento degli insediamenti presenti, scolarizzazione e mediazione scuola famiglia nel 16,2 per cento degli insediamenti presenti, formazione professionale nel 16,2 per cento, sportello socio-sanitario nel 16,7 per cento, alfabetizzazione nel 20,5 per cento e percorsi di integrazione socio lavorativa nel 19,4 per cento.
In attuazione della strategia nazionale, la Regione Piemonte ha istituito il tavolo regionale per l'inclusione e l'integrazione sociale delle popolazioni Rom, Sinti e Camminanti. Prevede la partecipazione dei rappresentanti delle amministrazioni periferiche e statali, dell'insieme degli Enti locali, a partire da quelli più direttamente interessati unitamente al coinvolgimento delle associazioni e degli enti della società civile, impegnati nella tutela delle comunità Rom, Sinti e Caminanti, con lo scopo di assicurare l'attuazione della strategia nazionale a livello territoriale, attraverso la predisposizione di piani locali e azioni di informazione, sensibilizzazione, monitoraggio e valutazione.
Le principali criticità emerse nel corso degli incontri svolti - vorrei ricordare al Consigliere che noi abbiamo incontrato diverse amministrazioni locali e siamo andati proprio a incontrare quelle dove vi è una maggiore presenza di Rom e Sinti - riguardano la necessità di prevedere il superamento del concetto di campo, unitamente all'attivazione di politiche di inclusione che ruotino intorno al tema del lavoro e dell'istruzione.
La richiesta emersa da parte di molti Comuni in questi anni attiene le possibili modifiche alle leggi urbanistiche, relative agli stanziamenti che sorgono su terreni di proprietà degli occupanti, per contrastare l'abusivismo e favorire la realizzazione di piccoli insediamenti autonomi.
La Regione Piemonte, con l'Assessorato all'istruzione, ha deciso di cofinanziare anche quest'anno, con 300 mila euro, i progetti riguardanti la lotta al disagio, l'integrazione degli alunni stranieri, il sostegno per l'inserimento in corso d'anno di alunni diversamente abili, nomadi affidati a comunità e allontanati dal nucleo familiare di origine, o comunque in situazioni di disagio impreviste che richiedono professionalità o risorse aggiuntive, cui gli istituti non riescono a fare fronte con fondi ordinari.
In relazione all'assolvimento dell'obbligo scolastico, ricordiamo quanto previsto dalle attuali normative, in particolare dal decreto legislativo del 2005 n. 76, articolo 5: "Responsabili dell'adempimento del dovere di istruzione e formazione sono i genitori dei minori o coloro che a qualsiasi titolo ne facciano le veci, che sono tenuti ad iscriverli alle istituzioni scolastiche o formative.
Alla vigilanza sull'adempimento del dovere di istruzione e formazione anche sulla base dei dati forniti dall'Anagrafe degli studenti, così come previsto dal presente decreto, provvedono: il Comune, ove hanno la residenza i giovani che sono soggetti al predetto dovere; il dirigente dell'istituzione scolastica o il responsabile dell'istituzione formativa presso la quale sono iscritti, ovvero abbiano fatto richiesta di iscrizione agli studenti tenuti ad assolvere al predetto dovere.
In caso di mancato adempimento del dovere di istruzione e formazione si applicano, a carico dei responsabili, le sanzioni relative al mancato assolvimento dell'obbligo scolastico previsto dalle norme previdenti".



PRESIDENTE

Grazie, Assessora.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 2207 presentata da Bono, inerente a "AOU Città della Salute e della Scienza - Centro Integrato Ospedaliero per l'assistenza alle vittime di violenza domestica e sessuale, costituito dal Centro Demetra e dall'SVS del Sant'Anna -accorpamento del centro Demetra con il Servizio di Psicologia clinica e oncologica"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 2207.
La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Abbiamo presentato quest'interrogazione in quanto ci è giunta voce di un possibile accorpamento del Centro Demetra delle Molinette, che si occupa dell'assistenza alle vittime di violenza domestica e sessuale insieme all'SVS del Sant'Anna, con il Servizio di Psicologia clinica e oncologica quindi un accorpamento organizzativo e strutturale, probabilmente anche per questioni di pensionamento, di quiescenza dell'attuale responsabile della struttura complessa.
Ci sono anche questioni organizzative interne all'ospedale su cui ovviamente, non vorremmo entrare nel merito, perché è una questione che spetta direttamente al Direttore generale dell'Azienda Ospedaliera Universitaria Città della Salute e della Scienza.
Sapendo, però, che è in discussione un accorpamento di servizi, con una possibile riduzione di personale e anche una possibile difficoltà nel trovare le competenze per affrontare questo delicato tema che sta sicuramente molto a cuore all'Assessora Cerutti, ma a tutto il Consiglio regionale, che in questa legislatura ha anche approvato una legge regionale (la legge 4/2016, "Interventi di prevenzione e contrasto della violenza di genere per il sostegno alle vittime di violenza e ai loro figli"), oltre a tutta una serie di determine e delibere degli anni precedenti, che dimostrano l'attenzione della Regione Piemonte a questo tema, ci preoccupano non poco le voci che ci racconterebbero di un possibile accorpamento del servizio dedicato all'assistenza alle donne vittime di violenza fisica e sessuale con un altro servizio che ha tutta un'altra destinazione: quella della psicologia clinica e oncologica.
È del tutto evidente che i professionisti che ivi operano sono sicuramente bravissimi, ma hanno una formazione professionale dedicata a pazienti malati magari di malattie anche difficili e complicate come le patologie oncologiche, magari anche terminali, e hanno una formazione psicologica e assistenziale diversa rispetto a chi, invece, ha subito un evento di violenza e deve essere trattato in modo diverso anche dal punto vista psicoterapeutico, psicologico e di approccio assistenziale.
Vorremmo capire, innanzitutto, se queste voci sono vere, reali e se riguardo al pensionamento di alcuni infermieri dei servizi citati, verranno poste in essere le dovute sostituzioni. Chiediamo se l'Assessora ci potrà dare garanzie rispetto al mantenimento di questo servizio, che - ripeto esisteva già, ma che è stato ulteriormente potenziato, sottolineato, difeso e tutelato da una legge che a larghissima maggioranza il Consiglio regionale ha approvato non più tardi di un anno e mezzo fa.



PRESIDENTE

La parola all'Assessora Cerutti per la risposta.



CERUTTI Monica, Assessora regionale

Grazie, Presidente.
Con le indicazioni date dalla Città della Salute, spero di rassicurare il Consigliere Bono rispetto a quello che, come Regione, stiamo continuando a monitorare, affinché quanto è stabilito nella legge, in particolare il Centro sanitario esperto presente presso la Città della Salute, che comprende diversi servizi, sia salvaguardato e abbia la possibilità di essere sempre più sostenuto, vista anche l'importanza che ha nell'attuazione delle nostre politiche.
La citata legge n. 4/2016, all'articolo 19, comma 2, prevede che il Centro sanitario esperto sia organizzato secondo un modello interdisciplinare e multiprofessionale, che coinvolge figure professionali necessarie alla presa in carico e specializzate nei settori della ginecologia, pediatria psicologia, infermieristica, servizio sociale, medicina o infermieristica DEA e altre figure ritenute utili alla presa in carico.
In attuazione della norma, l'Azienda Ospedaliera Universitaria ha istituito, con deliberazione n. 324 dell'8 marzo 2017, il Centro sanitario esperto e ha da tempo avviato un processo di riorganizzazione di tutte le competenze necessarie, prevedendo l'istituzione della struttura complessa di Medicina legale aziendale, di una struttura di Psicologia clinica, del Servizio sociale aziendale e di una rete di collaborazione stretta tra i tre Centri presenti in Azienda, che si occupano di assistenza alle vittime di violenza e maltrattamenti, e le quattro Direzioni sanitarie di prestigio, le competenze sopra descritte, tutte le altre competenze aziendali necessarie per la presa in carico dei pazienti vittime di violenza.
Tale percorso di consolidamento ha comportato la stabilizzazione di numerosi professionisti prima precari, la revisione dell'atto aziendale l'adozione di un protocollo aziendale per uno standard professionale comune ai quattro ospedali dell'Azienda. Quest'impegno straordinario è stato riconosciuto come tale da tutte le istituzioni coinvolte.
Pertanto, in particolare il Centro Demetra è oggi costituito da un Dirigente medico non lontano dalla pensione, un infermiere part time con distacco estivo di tre mesi, un infermiere con importante impegno sindacale, un infermiere a tempo pieno. Proprio per l'importanza che l'Azienda riconosce al Centro Demetra, si procederà nei prossimi mesi a definire un nuovo modello organizzativo che preveda lo sviluppo di competenze per operare presso il Centro, sia per quanto riguarda il personale medico sia per quanto riguarda il personale infermieristico e parallelamente, all'integrazione della dotazione organica.
Il personale che opera nel Centro Demetra, in analogia a quanto già in essere presso il Centro Bambi e presso l'SVS, non sarà necessariamente dedicato a tale attività, in quanto - come auspicato da tutte le linee guida in materia - è fondamentale che il personale sia specificamente formato, ma non avulso dal contesto professionale in cui opera. Quindi verrà salvaguardato; non sarà omologato soltanto alla Psicologia, che era cosa che anch'io avevo - già in passato - verificato.
Si precisa, infine, che già oggi il Centro Demetra non è una struttura autonoma dotata di autonomia gestionale, ma semplicemente un'articolazione funzionale della Direzione sanitaria di presidio. Nella nuova ipotesi ancora in via di elaborazione, il Centro Demetra avrà assetto analogo, al fine di privilegiare le necessarie sinergie richieste in un contesto complesso quale quello dell'Azienda sanitaria.
Quindi, non sarà semplicemente conglobato nella Psicologia, ma continuerà ad avere le caratteristiche richieste dalla legge, anche rispetto alla multidisciplinarietà.


Argomento: Edilizia pubblica (convenzionata, sovvenzionata, agevolata)

Interrogazione a risposta immediata n. 2208 presentata da Andrissi inerente a "Verifica della modalità di attuazione dei tavoli tra ATC e Comuni per la gestione del pagamento dei canoni e spese non effettuate"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori, esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
2208 presentata dal Consigliere Andrissi, che la illustra.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Ho condiviso, come penso tutto il Consiglio regionale, il percorso che allora intraprese l'Assessore Ferrari per trovare una soluzione a un numero importante di decadenze che abbiamo dovuto gestire negli anni passati, in particolare nell'ATC Piemonte Nord; percorso che prevedeva un tavolo di concertazione, la verifica se fossero decadenze per morosità colpevoli o incolpevoli, e la realizzazione di un piano di rientro sostenibile da parte di queste famiglie, anche con l'ausilio degli assistenti sociali.
Il tutto è stato previsto addirittura con una delibera del Presidente della Giunta, dove si dice chiaramente: "Il Comune dispone gli opportuni accertamenti finalizzati a verificare, anche con l'ausilio dei servizi sociali competenti per territorio, la situazione di oggettiva impossibilità del nucleo assegnatario a corrispondere quanto dovuto". Ancora: "Qualora l'assegnatario non sani la morosità o non rispetti il puntuale pagamento delle rate previste dal piano di rientro sottoscritto." eccetera.
In sostanza, ha fatto bene l'Assessore a utilizzare questa buona pratica pratica che era già dell'ATC centrale torinese - e trasferirla anche nelle altre ATC, Piemonte Nord e Piemonte Sud.
Detto ciò, non comprendo, però, come l'ATC Piemonte Nord oggi stia di fatto bypassando questo passaggio, convocando direttamente i locatari degli ATC soggetti a decadenza, che vedono questa decadenza provvisoriamente bloccata fino a quando non verrà realizzato il piano di rientro.
Ovviamente, essendo numerose le decadenze, in particolar modo a Novara (ne rileviamo più di 700), i tempi si prolungheranno un po'. Credo, però, che questo non giustifichi il fatto di andare oltre quella che è una serie di passaggi previsti dai regolamenti regionali.
Alla luce di ciò, vorrei chiedere all'Assessore per quale motivo l'ATC Piemonte Nord sta inviando convocazioni agli assegnatari per l'estinzione del debito attraverso piani di rientro da concordare con lo stesso ente.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Andrissi.
La parola all'Assessore Ferrari per la risposta.



FERRARI Augusto, Assessore alle politiche sociali, della famiglia e della casa

Grazie, Consigliere Andrissi.
È stato ricostruito correttamente il senso e la ratio dell'operazione che avevo messo in campo ormai da qualche tempo a questa parte per introdurre il principio secondo cui la morosità accumulata nel corso degli anni per una gestione non molto rigorosa, diciamo così, di tutta questa vicenda (che riguardava certamente il Piemonte nord come punta massima, ma che era sostanzialmente diffusa in diverse aree del Piemonte) non comportasse automaticamente la richiesta da parte delle ATC di pronuncia delle decadenze da parte dei Comuni. Perché questo elemento, di fatto, metteva in moto una procedura formale dalla quale poi diventava impossibile tornare indietro.
Noi abbiamo fatto quello che abbiamo fatto: un protocollo d'intesa, che ha visto la Regione come promotrice attraverso una delibera di Giunta, le ATC ANCI, per conto dei Comuni, i sindacati degli inquilini, affinché su tutte le richieste di decadenza formulate e mai pronunciate o mai giunte a esecuzione negli anni precedenti si attivasse politicamente - perché se avessimo dovuto attestarci alla lettera della norma, tutto questo non si poteva fare - un percorso di rivalutazione e di rientro con piani di rientro (in questo caso, introducevamo uno strumento che nella norma non c'era) pluriennali e sostenibili.
Tutto è migliorabile, perché noi siamo dentro un processo gestito politicamente ("politicamente" nel senso nobile del termine), quindi non codificato in termini definitivi. Abbiamo codificato quello che deve avvenire dal 2017 in avanti. Tutto, quindi, può essere migliorabile.
Il fatto che ATC si sia assunto il compito di convocare le famiglie per verificare questa cosa è importante, purché venga fatto coerentemente con il tavolo costruito con il Comune di Novara (o del Comune a cui lei fa riferimento).
Quindici giorni fa si è svolta l'Assemblea dei Sindaci del Piemonte Nord con ATC, proprio per affrontare l'andamento di questi tavoli. Ciò che è emerso da tutti i Comuni del Piemonte Nord presenti a quell'Assemblea è che l'andamento è lento, perché è molto consistente, ma va avanti.
Noi verificheremo se ci sono dei corti circuiti. A oggi, dalle informazioni che ho recepito, mi pare che tutto proceda nell'alveo del protocollo che abbiamo sottoscritto.
Laddove alcune cose effettivamente rappresenteranno un elemento non coerente con questo percorso, lo valuteremo caso per caso. Ribadisco, per che la chiamata e la convocazione deve essere finalizzata alla stipula di un provvedimento sostenibile e anche pluriennale, d'accordo con il Comune.
Questo è il quadro.
Nel momento in cui ATC fa questo per compiere questo percorso, fa esattamente quello che deve fare, che è coerente con l'impianto che abbiamo costruito. Se ci fossero fatti diversi - ma non ne ho notizia - lo verificheremo (peraltro, l'interrogazione l'ho ricevuta solo ieri pomeriggio). Però il quadro è questo: chiaramente le famiglie vengono convocate per fare questo tipo di operazione, proprio per evitare che scatti automaticamente la decadenza. Perché se no questo deve avvenire.
ANDRISSI Gianpaolo (fuori microfono) Ci deve essere anche il Comune?



FERRARI Augusto, Assessore alle politiche sociali, della famiglia e della casa

Ci deve essere anche il Comune, certo.
Però se non è così, richiamerò personalmente ATC a fare in modo che avvenga così, perché questo è l'accordo che abbiamo stipulato. Ma le famiglie devono essere convocate, perché se no deve scattare la decadenza, ed è quello che vogliamo evitare.
Questo è il punto.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Ferrari.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione - Personale del servizio sanitario

Interrogazione a risposta immediata n. 2206 presentata da Vignale, inerente a "Numero lavoratori in quiescenza nella sanità regionale nel 2017 e nel primo trimestre 2018"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
2206.
La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Ho presentato quest'interrogazione, perché credo vi siano - lo dico all'Assessore, ma anche al Consigliere Rossi - alcuni dati che sarebbe bene conoscere perché sono dati oggettivi e sui quali poi, ogni Gruppo consiliare, ovviamente, farà le riflessioni che crede.
Uno di questi riguarda il numero dei lavoratori in quiescenza nella sanità regionale nel 2017 e nel primo semestre del 2018. Qual è il turnover? Perché chiediamo solo quelli in quiescenza? Perché, per regolamento, non possiamo porre più di una domanda.
Essendo usciti dal piano di rientro, abbiamo una capacità assunzionale che sì è vincolata al dato della norma nazionale rispetto ai lavoratori del 2004, ma certamente ha uno spazio che prima non avevamo. Anche perché, lo ha illustrato questa mattina l'Assessore Saitta sul piano della cronicità: oltre alla sostituzione degli operatori dei servizi sanitari, in realtà, vi sono nuovi strumenti di sanità domiciliare o, comunque, territoriale (penso alle case della salute o agli infermieri di comunità) che non possono avvenire esclusivamente con un utilizzo di personale già presente nelle strutture sul territorio. Evidentemente si potenzierebbe una realtà per depotenziarne un'altra.
Sappiamo bene come oggi le strutture ospedaliere rispetto al personale medico e infermieristico e, in generale, del comparto sanitario, siano in grande difficoltà rispetto a scelte che, certamente, non sono attribuibili solo a quest'Amministrazione. Anzi, il grosso della riduzione del personale è avvenuto a opera della precedente Amministrazione.
Tuttavia, credo che oggi sia davvero importante conoscere i dati, motivo dell'interrogazione, e poi comprendere con quali modalità si potrà fare in modo che, con la capacità di personale in quiescenza e, ovviamente, con le assunzioni, si potranno garantire i servizi ospedalieri, sia quelli territoriali che quelli domiciliari.



PRESIDENTE

Grazie al Consigliere Vignale, che ha illustrato la sua interrogazione con un brusio dell'Aula abbastanza insopportabile, spero che l'Assessore Saitta abbia compreso l'interrogazione e possa rispondere con un'Aula più silente.
La parola all'Assessore Saitta per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Chiedo scusa al Consigliere Vignale, ma ho ricevuto il testo dell'interrogazione solo ieri pomeriggio alle 16.30 e ho dato disposizioni affinché vengano raccolti i dati. Glieli fornirò appena li riceverò.
Sicuramente avremo modo di parlare di quella necessità e di quell'obiettivo che lei indicava.
Ci tengo a dire, come lei poco fa ha richiamato, che c'è una necessità che riguarda tutto il sistema sanitario, in modo particolare la necessità della riconversione e del potenziamento che richiede l'eliminazione di quel vincolo del 2004, ridotto dell'1,4%.
Tutte le Regioni, insieme, hanno avanzato questa richiesta al Ministro e abbiamo avuto assicurazioni, non soltanto formali. In occasione del congresso ANAAO, il Ministro ha riconfermato che nel primo provvedimento normativo, che avrà caratteristiche di urgenza, anche se adesso no so quale sarà, questo limite verrà soppresso. Siamo tutti in attesa ed è un auspicio. Prima arriva meglio è, indipendentemente da chi si assume l'onere e la responsabilità di questa decisione, che richiede anche un finanziamento, per forza di cose.
Il tema che abbiamo posto al Ministro è che, anche avendo degli spazi finanziari per assumere, non possono essere utilizzati, cosa che capita ormai in altre Regioni, e qualche spazio c'è anche da parte nostra.
Eliminare quel limite già ci consente di poter sforare.
Capisco perfettamente la domanda del Consigliere, una verifica Azienda per Azienda. Appena ho i dati, volentieri avremo modo di parlarne in IV Commissione, quando il Presidente Rossi vorrà, per un quadro più generale.
Speriamo che, per quel momento, ci sia una decisione di eliminazione del tetto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Non certo per una replica, perché non è prevista, ma soltanto perché oggi non sono stati forniti i dati.
Quando saranno disponibili - capisco che non ci vada un giorno per poterli avere - chiedo che siano trasmessi al sottoscritto. Se la IV Commissione ne vorrà discutere, ne sarò ben lieto.



PRESIDENTE

Mi sembra corretto che li abbia l'interrogante.
Dichiaro chiusa la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata.



(Alle ore 15.50 la Presidente dichiara esaurita la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE BOETI



(La seduta ha inizio alle ore 16.00)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Ha chiesto congedo Balocco.


Argomento: Condizione femminile - Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Proseguimento esame proposta di deliberazione n. 211, inerente a "Indirizzi e criteri per garantire l'effettivo accesso alle procedure per l'interruzione della gravidanza ai sensi dell'articolo 9, comma 4 della legge 22 maggio 1978, n. 194 (Norme per la tutela sociale della maternità e sull'interruzione volontaria della gravidanza)" (atto d'indirizzo collegato: mozione n. 1103)


PRESIDENTE

Proseguiamo l'esame della proposta di deliberazione n. 211, di cui al punto 7) all'o.d.g.
Siamo ancora in discussione generale.
Ha chiesto la parola il Consigliere Monaco; ne ha facoltà.



MONACO Alfredo

Grazie, Presidente.
Credo che sia un tema di particolare rilevanza quello che tratta la delibera di oggi. Abbiamo sentito degli interventi e credo che l'argomento sia stato dibattuto con molta passione questa mattina. È un tema che, a distanza di tantissimi anni da quando è stata approvata la legge n. 194 ancora riveste un ruolo importante per quelli che sono i temi divisivi, per certi versi, nel contesto sia della politica sia della collettività in senso lato.
Il tema proposto è quello di analisi di un servizio sanitario dove il ricorso legittimo all'obiezione di coscienza da parte degli operatori sanitari, in qualche misura, mette in difficoltà quello che si ritiene un diritto acquisito legittimamente.
Non dirò in questo mio intervento che per biologia la vita dei mammiferi si divide in intrauterina e extrauterina, altrimenti credo che interverremo su un tema sensibile, quello del prodotto del concepimento, che fu la "gabola" inventata per fare istituire questa legge e per nascondere ipocritamente quello che si stava facendo. Non dirò che anche negli emendamenti rispetto al testo proposto si parla di pratiche abortive, ma c'è un emendamento che invece, modifica e va a edulcorare quest'argomento, perché altrimenti tocchiamo un tema sensibile.
Certo è che è insolito che ci siano delle parti politiche che normalmente si dichiarano dalla parte del più debole e dei soggetti labili dimenticandosi che esiste anche il terzo soggetto labile, quello più labile, quello che tace, che non può assolutamente rivendicare alcun diritto, perché, rispetto alla biologia, esiste il diritto ed esistono le leggi.
È certo che la legge n. 194 riuscì ad eliminare quella che è stata la mostruosità dell'interruzione volontaria di gravidanza clandestina, alla quale le donne andavano a ricorrere. È anche certo che la legge n. 194, a distanza di quarant'anni, quello che non è riuscita a fare è avere la piena applicazione. O meglio, a tutti gli altri temi che venivano prima di quel momento dell'articolo 17, dove si dice "in caso di eccezione", nessuno ha mai provveduto a mettervi piena operatività. Si è ritenuto che questa fosse una legge che permettesse l'interruzione volontaria della gravidanza o aborto, chiamiamolo come va chiamato in termini tecnici, e quindi bastasse quello.
Quello che ho rilevato di questa delibera e che ritengo meriti invece un approfondimento è che si possa introdurre un'importante iniquità rispetto al personale sanitario, cioè io non posso immaginare che un medico o un professionista debba avere una corsia privilegiata per accedere a un posto rispetto a chi, legittimamente, ritiene che sia una procedura che vada contro la propria coscienza, altrettanto diritto garantito, che mette per una figura in priorità rispetto a un'altra per avere accesso al mondo del lavoro.
Sappiamo quanto sia difficile in questa fase avere dei concorsi, avere del personale disponibile e avere l'accesso alle cure. Quindi, anche l'accesso al mondo del lavoro in senso più stretto diventa difficile per molti: o qualcuno deve dichiararsi obiettore per revocare poi la sua obiezione oppure deve essere dichiarato penalizzato, perché si va ad acquisire un personale dedicato a quello. Ma domando: dedicato solo ed esclusivamente a quello, e quindi con delle fortissime limitazioni? Quindi, io la pongo come una forte perplessità rispetto a questo tema.
Vi dichiaro subito quello che sarà il mio voto su questa delibera. Il mio voto sarà contrario, Presidente, e le spiego il motivo. Stamattina abbiamo ascoltato degli interventi estremamente appassionati, alcuni interessanti alcuni fatti con competenze, alcune su basi biologiche, ma credo che tutti meritassero rispetto. Ma quando sento che alcuni di questi interventi, uno in particolare, è stato oggetto quasi di dileggio nei commenti di alcuni Consiglieri, ebbene io mi schiero dall'altra parte - abbiate pazienza perché credo che nessuna opinione possa essere dileggiata in quest'Aula neanche con battutine di sottofondo.
Per il rispetto che le opinioni, soprattutto in tema etico, io ritengo debbano avere da parte di tutti, credo che associando all'argomento che le ho sottoposto, Assessore, cioè quello di non creare un'iniquità concorsuale all'interno dei candidati, senza voler entrare nello specifico, chiederei piuttosto di verificare che ci sia una piena applicazione di tutti i parametri previsti dalla legge 194, che garantisce fortemente anche il diritto alla piena consapevolezza e tutela della salute della donna in gravidanza, che garantisce le donne che accettano o rifiutano una gravidanza.
Credo che tutto ciò sia legittimo, tuttavia la stessa legittimità credo vada riconosciuta pienamente. Penso che vadano rimossi quegli ostacoli sociali che intervengono prima della decisione o che, molto spesso, portano alla decisione; quindi la collettività, anziché dire sì o no, ormai su tutti i temi, quasi come una scelta calcistica: o da una parte o dall'altra. Allora, sì o no, si fa prima ad abortire anziché ricorrere a pratiche d'interruzione volontaria, che forse è meglio chiamarle "pratiche abortive", perché non c'è nulla di male a chiamare le cose col proprio nome quando si è convinti di quello che si sta facendo, anche perché è così che si chiamano.
Allora, allo stesso tempo dico che, se abbiamo il coraggio di dire questo e abbiamo il coraggio di mettere in campo tutta la 194, mettiamoci qualche soldino sopra; sicuramente è legittimo, era già previsto dalla legge quindi è una manchevolezza da parte nostra avere oggi questo tipo di delibera, che ci richiama alle norme che chiedevano di verificare sui territori regionali quante persone ci fossero, se ci fosse un'equa distribuzione dei professionisti obiettori o meno.
Sono assolutamente avverso all'idea che ci possa essere un professionista che oggi sia penalizzato semplicemente perché obiettore e non potrà partecipare a un concorso. Allo stesso tempo, il professionista che vi partecipa con legittimità e che vince quel concorso, mi dispiace doverlo dire, poi lo dobbiamo riservare solo ed esclusivamente a quell'operatività mi sembra altrettanto un diniego che si pone a un professionista e credo sia poco etico, poco legittimo, in nome di certe ideologie che forse andrebbero meglio elaborate per la tutela dei più deboli e credo che nei più deboli vadano incluse tutte le figure: non possiamo piangere quando vediamo un bambino annegato in mare, dimenticando che vi sono soggetti che non possono nemmeno rivendicare la propria legittimità di esistere.



PRESIDENTE

Grazie, collega Monaco.
La parola all'Assessore Saitta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente.
Intervengo non tanto per dare giudizi sugli interventi di quest'oggi e, per la verità, anche delle settimane precedenti su questo tema, ma soltanto se posso - per dare qualche consiglio sulla base un po' delle esperienze e anche per aver vissuto alcune stagioni importanti della vita politica e delle scelte che sono state compiute nel nostro Paese.
Poiché sono stati fatti riferimenti precisi alle appartenenze religiose come mi piace dire e lo faccio con semplicità - spero - tento di essere cristiano, ma nel momento in cui ho una responsabilità politica e, in questo caso, di Assessore, sono sempre stato e mi ritengo laico, perch devo fare riferimento alla mia comunità, che è una comunità molto articolata con opinioni diverse e, quindi, per forza di cose devo tentare il più possibile mediazioni e punti d'incontro.
Fa parte della cultura che mi porto dietro e, devo dire, questo è emerso anche nella discussione odierna, però dimenticando un aspetto: la Regione Piemonte la legge 194 la sta applicando bene, com'è stato da tutti ricordato. I risultati sono ottimi, tutti i Consiglieri hanno visto l'indagine parlamentare che è stata presentata dal Ministro Lorenzin e i risultati sono buoi. Inoltre, sono convinto che abbiamo raggiunto questo risultato perché noi abbiamo un buon sistema, abbiamo degli ottimi professionisti. C'è stato un lavoro, molto spesso dimenticato, di conquiste: i consultori, le azioni, ma devo dire, al di là di quest'aspetto che mi sembra evidente - ora non voglio ricordare e ripercorre quello che è seguito, ma questo risultato - è avvenuto in Piemonte perché si è avuta sempre la capacità, su un tema così sensibile, di evitare scontri.
Sapete che ci sono sensibilità diverse su questi temi, che sono state richiamate. Tutte queste sensibilità anche oggi hanno un valore, e cioè il rispetto verso le sensibilità diverse. In questi giorni ho ricevuto alcune associazioni cattoliche che mi hanno posto questo problema con qualche timore e con qualche preoccupazione; oltre a esprime la mia opinione di Assessore di questa comunità, non essendo un mandatario né del Papa e neppure del Vescovo (però questa è un'altra questione), è chiaro che ho il dovere, e mi sento di dirlo qui oggi, che dobbiamo continuare con questa modalità, cioè di grande rispetto delle sensibilità, altrimenti si torna indietro.
Questa ricchezza di diverse sensibilità (mi riferisco alla Chiesa cattolica, ma ci potremmo riferire a tutte le confessioni religiose) è quello che ci permetterà - a maggior ragione vale oggi - di affrontare questioni etiche delicate con mediazione, ponderazione e intelligenza per evitare che possa prevalere l'integralismo.
Ricordo che nella vita politica che ho seguito e alla quale ho partecipato i rischi sono sempre stati superati evitando gli integralismi.
L'integralismo non ha mai aiutato a risolvere i problemi, ma il confronto e le grandi conquiste, tra l'altro, sono avvenute quando ancora guidava questa posizione un partito importante come la Democrazia Cristiana.
C'è sempre stato uno sforzo continuo di trovare punti d'incontro e di evitare gli integralismi. Questo è il tema: evitare integralismi.
L'integralismo non è soltanto una questione riferita alla religione, è riferita anche ad alcune convinzioni; se nella discussione non c'è sempre la convinzione di una possibilità di imparare qualcosa da chi la pensa diversamente, è chiaro che questo diventa integralismo e quindi bisogna essere aperti. Riconosco che questo risultato, in Piemonte, si è avuto per questa grande capacità di superare le divisioni; credo, quindi, che occorra evitarle.
Non stiamo ripercorrendo e celebrando la data della legge sull'interruzione di gravidanza, ma i risultati ottenuti e come migliorarli. Evidentemente le indicazioni che il Consiglio mi darà saranno, com'è giusto che sia, non solo rispettate, ma applicate, però con questa attenzione. L'attenzione sarà questa.
Qualche collega ha richiamato in modo particolare l'associazionismo cattolico. Anche su questo tema, fermo restando le leggi, c'è la possibilità di tentare una modalità per un coinvolgimento di tutte le associazioni, anche quelle cattoliche, qualora abbiano la volontà certamente adesso è una volontà di correità a un impianto legislativo - di aiutare a crescere e ad avere delle disponibilità.
Questo in qualche maniera va fatto, perché è una ricchezza. Io so che il volontariato - tutto - è una ricchezza.
I suggerimenti sono utili. È chiaro che le proposte di modifica della deliberazione vanno nella direzione del riconoscimento del ruolo dei consultori e della nostra organizzazione.
Personalmente sono d'accordo quando si dice di verificare la possibilità del concorso, ad esempio, perché in tutti c'è la convinzione che alcune strade tentate, non sempre di successo, come il tema dell'obiezione di coscienza, sono principi che bisogna mantenere. I suggerimenti dati, come quello della mobilità del personale, ci sembrano utili. Poi vedremo come andranno le cose, ma in ogni caso ci tenevo a rimarcare che, finora, le richieste - come diceva il Consigliere Vignale - di interruzione di gravidanza sono state tutte - tutte - assolte dalle nostre strutture sanitarie.
È una situazione importante; dopodiché si possono avere opinioni diverse ma partiamo da qui. C'è forse la necessità di affinare qualcosa e lo faremo, ma con questa attenzione al dialogare e al rispetto delle sensibilità. Tutto questo è importante per non utilizzare quasi come un self-service alcune opinioni.
Certo, la vita è un tema che ci riguarda tutti, anche chi non ha convinzioni religiose, anche chi è ateo, anche chi la pensa diversamente. È un punto sicuramente di unione, ma quando parliamo di sacralità della vita evidentemente ci riferiamo alla sua complessità, che non è soltanto la vita nascente, ma è la vita nella sua interezza.
Parliamo di grandi questioni etiche. Forse a un certo punto occorrerà, se il Consiglio vorrà (mi riferisco al Presidente del Consiglio regionale), al di là di questa delibera sulla quale ho espresso la mia opinione, tentare una riflessione più ampia che non si limiti agli aspetti organizzativi.
Riprendiamo il filo di un ragionamento che a un certo punto abbiamo interrotto, forse occupandoci dell'organizzazione sanitaria e dell'erogazione di servizi. Sono aspetti sicuramente importanti, ma c'è un momento in cui occorre riprendere il filo di un ragionamento, guardando al futuro e agli obiettivi generali.
Chiedo scusa se ho fatto un intervento con queste caratteristiche, forse neppure necessario perché la sensibilità dei Consiglieri è alta, ma ci tenevo ad evitare che si tornasse indietro, magari brandendo il rosario o il Vangelo.
Per fortuna, queste cose le abbiamo superate; viviamo in un clima molto più aperto. Speriamo che questo non avvenga più, anche se ho qualche timore che possano prevalere percorsi, anche di carattere culturale, che ci possano far tornare indietro.
Le sollecitazioni emerse di un ritorno su questo tema, precisandole possono essere sicuramente utili, ma con l'attenzione che bisogna usare trattando questioni etiche e temi sensibili che riguardano tutta la nostra comunità.
Vi ringrazio.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Saitta.
Passiamo all'esame degli emendamenti.
Emendamento rubricato n. 1) presentato da Conticelli, Accossato, Grimaldi Ottria, Ravetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 2) presentato da Conticelli, Grimaldi, Ottria Ravetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 3) presentato da Conticelli, Accossato, Grimaldi Ottria, Ravetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola alla Consigliera Conticelli per l'illustrazione.



CONTICELLI Nadia

Quest'emendamento, come altri due, riporta il tema sulla piena applicazione della legge n. 194, che non riguarda solo i servizi abortivi, come ampiamente detto nella nostra discussione.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Conticelli.
Emendamento rubricato n. 4) presentato da Conticelli, Accossato, Grimaldi Ottria, Ravetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola alla Consigliera Conticelli per l'illustrazione.



CONTICELLI Nadia

In quest'emendamento si vuole precisare che la possibilità del "50 e 50" per i medici obiettori di coscienza, riguarda solo le ASL e le ASO in riferimento alle strutture ospedaliere dove viene praticata l'IVG, perch nei consultori si visita e si fa tutto un altro tipo di percorso, per cui non è previsto.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Conticelli.
Emendamento rubricato n. 5) presentato da Conticelli, Accossato, Grimaldi Ottria, Ravetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola alla Consigliera Conticelli per l'illustrazione.



CONTICELLI Nadia

L'emendamento n. 5) introduce, nel dispositivo, il mantenimento dell'accesso, come già oggi è in Piemonte, previsto dalla legge nazionale però viene qui richiamato, così come hanno scelto di fare altre Regioni, a bassa soglia, quindi libero e gratuito al consultorio.
Inoltre, rispetto alla promozione della procreazione responsabile e della salute sessuale e riproduttiva delle donne, in particolare delle giovani donne, viene previsto, così come introdotto dall'Emilia Romagna e come già ampiamente utilizzato nei nostri consultori, la possibilità della contraccezione gratuita per le giovani donne sotto i 26 anni e per le donne che oggi hanno l'esenzione per l'accesso ai servizi sanitari, esenzione disoccupazione e esenzione lavoratrici colpite dalla crisi, nel post IVG per 24 mesi e nel post partum per 12 mesi.



PRESIDENTE

Grazie, collega Conticelli.
Emendamento rubricato n. 6) presentato da Conticelli, Accossato, Grimaldi Ottria, Ravetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola alla Consigliera Conticelli per l'illustrazione.



CONTICELLI Nadia

L'emendamento introduce, questa volta nella normativa, la parte relativa al percorso d'istituzione dei consultori, richiamando la legge nazionale e poi, le conseguenti disposizioni regionali.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Più che altro, mi domando se l'approvazione dell'emendamento n. 5) non preveda lo stanziamento di ulteriori risorse, perché è vero che non è una legge, ma è ancor più vero che, essendo una delibera, diventa immediatamente attuativa e prevede l'erogazione gratuita di alcuni servizi sanitari, nella fattispecie i metodi contraccettivi.
Certo, questo non vale per le assunzioni, perché rispetto alle assunzioni c'è un budget in capo alle ASL già previsto e quant'altro, ma relativamente a erogazioni gratuite, che oggi, invece, sono in parte a pagamento, mi domando se non ci sia la necessità di una copertura finanziaria.



PRESIDENTE

L'atto deliberativo non prevede un finanziamento economico a sostegno dell'atto stesso. L'Assessorato alla sanità dovrà fare tutto quello che la delibera prevede all'interno delle risorse che ha a disposizione.
Ci sono altri Consiglieri che desiderano intervenire? Consigliere Grimaldi voleva dire qualcosa?



GRIMALDI Marco

L'ho già detto nel dibattito generale: ringrazio, ovviamente, in primis la collega Conticelli, ma tutti i Consiglieri che hanno contribuito alla presentazione di questi sei emendamenti. Tra l'altro, auspico un voto favorevole su tutti.
Questa delibera sarà una delibera storica, perché saremo la prima Regione qualora venisse approvata - a rendere più attuabili alcuni principi già esistenti nella 194, come ha ricordato giustamente anche l'Assessore Saitta.
La seconda parte, sui consultori, rende ancora più attuale quella che è stata una discussione fuori dalla politica, perché, come sapete, alcuni contraccettivi gratuiti - gli ultimi - sono usciti dalla gratuità un anno fa per decisione dell'AIFA, non del Ministero e non a seguito di un dibattito.
Ritengo che, soprattutto per le giovani donne, ma, così come dice anche la delibera, per tutte le donne non abbienti, sia importantissimo questo passo avanti e l'elenco inserito nelle possibilità dell'Assessorato è il segno della prevenzione, il segno della cura verso quelle donne e della libera scelta da parte loro.
Pertanto, ritengo che abbiamo fatto bene ad apportare un'aggiunta al titolo e l'emendamento n. 6) aggiunge, oltre al tema della 194, quello del pieno lavoro, per rendere sempre più forte e importante il lavoro dei consultori.
Grazie.



PRESIDENTE

Procediamo con la votazione degli emendamenti per appello nominale.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 1).
Il Consiglio approva (vedi esito votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 2).
Il Consiglio approva (vedi esito votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 3).
Il Consiglio approva (vedi esito votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 4).
Il Consiglio approva (vedi esito votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 5).
Il Consiglio approva (vedi esito votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 6).
Il Consiglio approva.
(vedi esito votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale per dichiarazione di voto; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Ci tenevo solo a fare la dichiarazione di voto convintamente contraria.
Al di là di alcune battute fatte questa mattina, so ben distinguere quello che è il ruolo personale - che non ho alcun dubbio ad esternare, essendo io peccatore ma cattolico credente, per cui ho molte difficoltà a concepire una pratica in cui l'uomo interrompe una vita - da quello che è un ruolo pubblico, dove arrivo addirittura a condividere un passaggio fatto dall'Assessore Saitta rispetto al fatto che rivestiamo un ruolo pubblico.
Ma proprio perché rivestiamo un ruolo pubblico, e quindi dobbiamo fare attenzione agli aspetti di una comunità, dovremmo evitare di fare battaglie che hanno un carattere squisitamente ideologico, come quella che abbiamo fatto.
Io non ho messo in discussione la legge n. 194 - lo risottolineo! - ma metto in discussione due aspetti: il primo è che relativamente all'attuazione della legge n. 194 e a ciò che succede nei consultori noi abbiamo guardato esclusivamente all'articolo 4, che prevede le pratiche abortive.
Spesso dimentichiamo che la legge n. 194 recita, alla seconda riga del primo articolo: "Lo Stato tutela la vita dal suo concepimento". Tuttavia non destiniamo un euro per il sostegno alla genitorialità.
Collega Accossato, non sarà certo un aspetto che risolve il problema di tante maternità indesiderate, ma è certamente un aspetto che ne risolve molte; soprattutto, è un aspetto previsto dalla legge. Perché proprio l'articolo 2 della legge dice che lo Stato - quindi le Regioni - dovrebbe rimuovere le cause che possono portare a un'interruzione di gravidanza per un problema di carattere economico. Noi questo non lo facciamo.
Inoltre, sempre per un aspetto meramente ideologico, non badiamo al fatto che con questa delibera andremmo a levare servizi all'interno delle ASL: non casualmente, ho chiesto se vi fosse uno stanziamento ulteriore. Non c'è uno stanziamento ulteriore, e poiché abbiamo previsto delle gratuità all'interno di questa delibera, significa che quelle spese andranno sottratte da altri servizi.
Visto che noi dovremmo fare gli amministratori pubblici, e visto che le pratiche abortive nella nostra Regione sono comunque garantite a tutte le donne entro i 90 giorni (non c'è una sola donna in Piemonte che può dire di non aver potuto beneficiare della legge n. 194), mi preoccupo molto di più di tutti quei servizi che nei 90 giorni non vengono garantiti e di cui questo Consiglio regionale non si occupa. Di questo mi preoccupo! Mi preoccupo dei cittadini piemontesi che vanno all'estero o che, di tasca loro, pagano servizi diagnostici tumorali, non certo nell'urgenza di una patologia evidente, ma in una volontà di fare uno screening perché devono aspettare anche 270 giorni! Mi preoccupo banalmente di quelle famiglie che devono attendere sei mesi per far fare una visita oculistica al proprio figlio! Io vorrei che il Consiglio regionale, oltre che fare demagogia sessantottina e del '77, si occupasse anche di quelli che sono i problemi comuni: provate ad andare in qualche ospedale e chiedete alla gente comune quali problemi ha nel non aver garantito il servizio abortivo a voi tanto caro! Non ci sarà un solo problema di questo tipo! Ci saranno, forse problemi di carattere culturale, ci saranno problemi di avvicinamento anche ai consultori che tanta demagogia trentennale non hanno risolto. Ci significa, verosimilmente, che non sono poi così funzionali come appare. Io lo ripeto - preferisco una Regione che non fa ideologia, ma che garantisce servizi ai cittadini. Questo servizio lo garantiamo in modo perfetto, in modo esemplare. Ma ci siamo dimenticati di tutto il resto: ci siamo dimenticati dei problemi quotidiani di centinaia di migliaia di piemontesi! Vi rammento che in questa Regione 300.000 piemontesi non si curano perché non hanno i soldi per curarsi e perché i tempi d'attesa per potersi curare sono troppo lunghi: lo dice l'ISTAT, non il Movimento Nazionale! Voterò convintamente contro, ma non perché sia contrario alla legge n. 194.
Io metto da parte quello che è l'aspetto in cui credo, ma ritengo doveroso che il Consiglio regionale rispetti quelle che sono le posizioni anche di fede che uno manifesta, senza che questo possa essere deriso.
Il mio voto non è contrario per un aspetto legato alla religione in cui credo o in cui posso non credere. Io sono un credente, ma potrei essere ateo: esprimerei esattamente la stessa posizione.
Voterò convintamente contro perché per ideologia stiamo mettendo davanti un servizio oggi garantito e, sempre per l'ideologia, dimentichiamo, invece servizi molto più importanti per la collettività, di cui non ci occupiamo.
O, meglio, di cui non vi occupate!



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Conticelli; ne ha facoltà.



CONTICELLI Nadia

Grazie, Presidente.
Naturalmente, è corretto che ciascuno, anche in Aula, esprima le proprie opinioni. Quando però si tratta di servizi ai cittadini, garantiti dalle leggi e dalla Costituzione, usciamo dal campo dell'opinione ed entriamo in quello del servizio.
Pur nel rispetto di tutte le opinioni, trovo sbagliato dire che noi oggi stiamo facendo dell'ideologia. Noi stiamo garantendo, attraverso il libero accesso ai consultori, il servizio proprio a quella fascia di popolazione che è meno sensibile, in quanto già gravata da fragilità sociale ed economica, per la prevenzione, e che non ha la possibilità di accedere ai servizi ginecologici privati. I nostri consultori non devono essere un servizio di risulta di chi non può permettersi lo specialista privato, ma devono essere ancora di più servizi di qualità e di eccellenza.
Oggi, con questa delibera, oltre a rafforzare un servizio territoriale già esistente, diamo gambe allo stesso e lo facciamo a norma di legge (siamo in un'istituzione e solo così possiamo farlo), garantendolo in maniera universale, non solo. Guardiamo a quella fascia più fragile di popolazione che sono le donne giovani e le donne straniere. Stiamo facendo prevenzione.
Trovo sbagliato bollare questo come ideologico e, soprattutto, metterlo in contrasto con altre fragilità che sono anche da affrontare e che il nostro sistema sanitario ha.
Voterò convintamente questa proposta di deliberazione. Non renderemo un buon servizio a noi stessi e, soprattutto, ai cittadini piemontesi mescolando ideologia e servizi e, per parte politica, mistificare il potenziamento di un servizio come una questione solo ideologica. Di questo servizio fruiranno tutti i cittadini, di qualsiasi orientamento politico siano e ne fruiranno, soprattutto, le fasce più deboli.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Mi hanno stimolato nell'intervento sia il Consigliere Vignale sia la Consigliera Conticelli. Visto che un Gruppo voterà convintamente "no" e l'altro voterà convintamente "sì", possiamo introdurre una nuova modalità di voto:" tiepidamente sì."



PRESIDENTE

Mi sembra giusto differenziare.



BONO Davide

Bisogna sempre differenziarsi in politica, Presidente. Tiepidamente sì.
Un verde un po' sbiadito.



(Commenti fuori microfono)



BONO Davide

In effetti me la sono tirata, dovevo dire un giallo.
Per sminare un po' la conflittualità nell'Aula, al di là delle rispettive sacrosante e giuste posizioni, si parla di possibilità di erogazione gratuita. Anche noi c'eravamo posti il problema.
Si tratta di fasce di categorie ben definite, quindi cittadini di età inferiore a 26 anni, oppure donne tra 26 e 45 anni con esenzione per disoccupazione o, comunque, difficoltà economiche, oppure entro 24 mesi da una precedente interruzione volontaria di gravidanza, oppure entro 12 mesi dal parto.
È una possibilità. Abbiamo presentato tanti ordini del giorno in questa legislatura, anche nella scorsa, e quando s'introduce la possibilità e l'eventualità, se le condizioni geoclimatiche ambientali ci sono, sono corrette e s'impegna la Regione su qualcosa vuol dire che, sostanzialmente non si farà mai.
Condividiamo il punto. Abbiamo chiesto anche noi di fare informazione e sensibilizzazione, soprattutto per le persone straniere e per le persone che hanno una bassa scolarità o, comunque, non conoscono le modalità contraccettive. Tra l'altro, anche persone con una media o alta scolarità a volte, non conoscono bene i metodi contraccettivi, soprattutto i ragazzi che approcciano l'attività sessuale. L'informazione e la sensibilizzazione sono fondamentali.
Sul fatto che veramente i consultori della nostra Regione eroghino metodi contraccettivi gratuitamente, conoscendo un po' lo stato, come tutti gli altri colleghi, dei conti della nostra Regione, ho dei dubbi. Se si riuscirà a fare qualcosa per queste categorie "fragili" o, comunque, da proteggere, sicuramente non saremmo quelli che scaglieranno una pietra contro questa possibilità o si opporranno. Ben venga.
È ovvio che la coperta è corta ed è altresì vero che non si può dire no a una cosa per dire sì all'altra, altrimenti diventa veramente difficile nell'ambito sanitario stabilire quale sia la priorità. Le priorità sono i pazienti oncologici terminali, i pazienti anziani non autosufficienti, i problemi pediatrici dei bambini oppure i problemi della sessualità e della riproduzione. Diventa veramente difficile, poi entriamo nel tema della bioetica. Diciamo che l'ottimo sarebbe riuscire a fare tutto bene quello che si deve fare da LEA e anche qualcosa da extra LEA con risorse esistenti.
Mi sembra un po' strumentale e stucchevole questo discorso, ma nella delibera si prevede la possibilità, non l'obbligo. Da questo lavoriamo e cerchiamo anche di capire quale sarebbe la potenziale spesa e se i nostri consultori lo possono fare o meno. Penso che una distribuzione gratuita dei contraccettivi e un'adeguata informazione su tutto quello che deve essere detto e spiegato nei consultori, potrebbe essere utile per i minori di 18 anni.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Monaco; ne ha facoltà.



MONACO Alfredo

Grazie, Presidente.
Ringrazio l'Assessore per il suo intervento che richiama, ovviamente, alla laicità dell'azione del legislatore, in particolare di chi deve governare dei processi.
Ribadisco il mio no perché, comunque, le azioni che sono state fatte questa mattina - sono anche state ribadite da qualche battuta nel pomeriggio - non cambiano l'atteggiamento di alcuni, rispetto ad alcune osservazioni e interventi ascoltati. Credo che, proprio in virtù del rispetto cui lei ha fatto richiamo, occorre fare un lavoro intenso.
Mi rimane una seria perplessità, Assessore. È stato fatto un richiamo al diritto dei cittadini di fare delle cose, ma vorrei porre l'attenzione su un diritto di alcuni cittadini, categoria molto piccola, forse: i laureati in Medicina e Chirurgia (sei anni minimo) e specializzati in Ostetricia e Ginecologia (altri sei anni, se hanno sostenuto rapidamente tutti i loro esami).
In delibera scriviamo, laddove ci sono le condizioni, o non ci sono le condizioni, che le ASL possono bandire concorsi riservati a medici specialisti in ostetricia e ginecologia, che praticano IVG. Non è spiegato se c'è un discrimine rispetto a chi, invece, si pone il tema etico, il tema dell'obiezione di coscienza. Ricordo che è un diritto sancito per legge che non può essere oggetto di una discriminazione.
Oppure, paradossalmente, questi medici, laddove assunti, hanno studiato 12 anni per essere riservati esclusivamente alle IVG. Questo è il tema. O sono riservati esclusivamente alle IVG, quindi sono fortemente penalizzati nella loro professione, oppure stiamo facendo un discrimine rispetto a chi è tutelato dalla legge nel diritto dell'obiezione.
Credo che questo sia un tema sul quale dobbiamo continuamente riflettere, e qui mi pare che non sia stato fatto né l'approfondimento né la riflessione per cui allora rispetto a questi cittadini - visto che si parla di cittadini che devono avere accesso ai diritti e così via - o l'uno o l'altro sarà leso nel suo diritto.
Io, che dopo 12 anni ho diritto di partecipare a un concorso da Dirigente medico di Ginecologia e Ostetricia nel quale è contemplato il mio diritto sacrosanto di obiettare o meno, in questo caso sono allo stesso tempo discriminato se voglio esercitare questo diritto, così com'è discriminato quel collega il quale non si è posto il problema e ritiene che fare l'IVG sia un'attività legittima, sancita, prevista e tutelata dalla legge, ma noi gli facciamo un concorso riservato. Riservato a cosa? Questo non è spiegato in delibera.
Quindi delle due, l'una: o è una corsia preferenziale per gli amici che ideologicamente non fanno obiezione di coscienza, oppure li stiamo discriminando. Sono due cittadini laureati, professionisti, patrimonio della nostra regione, rispetto ai quali stiamo andando a creare un discrimine e una battaglia.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Batzella.



BATZELLA Stefania

Grazie, Presidente.
Il mio intervento è per esprimere ancora una volta quanto già espresso nel mio intervento precedente in sede di discussione generale. Ho già chiaramente manifestato qual era la mia posizione, e la voglio rinnovare: quella dell'approvazione. Il mio voto sarà a favore di questa delibera, una delibera che non fa altro che ricordare quello che già prevede la legge 194 del 1978.
In considerazione dello stato attuale in cui si verificano dei casi, come già accennato in precedenza, tipo nella Provincia di Novara, nell'ospedale di Ciriè e in piccole realtà, dove il numero di medici obiettori è veramente alto, bisogna intervenire prendendo delle posizioni e fornendo dei chiarimenti che naturalmente devono essere rivolti ai Direttori generali. Quindi l'Assessore Saitta deve portare la nostra voce ai Direttori generali delle ASL affinché possano mettere in atto un Piano che assicuri un certo numero di non obiettori per garantire appunto quello che stabilisce la legge, che è il diritto all'interruzione volontaria della gravidanza.
Detto questo, condivido anche la salvaguardia da parte della Regione Piemonte, che deve mettere in atto tutta una serie di campagne di prevenzione. Come ho detto più volte anche in IV Commissione quando ne abbiamo discusso, i professionisti della sanità devono ritornare dentro le scuole, negli istituti superiori e nei licei e fare educazione sanitaria ai giovani, alle nuove generazioni, perché in questo modo faremmo educazione sanitaria come la facevamo una volta. Ma, ahimè, per carenza di personale gli operatori non possono più andare nelle scuole poiché devono coprire i turni all'interno degli ospedali e comunque nei servizi territoriali.
Di conseguenza, dobbiamo puntare tanto sulla prevenzione e far conoscere quali sono e cosa sono i consultori. I consultori funzionano molto bene ed è giusto che debbano essere valorizzati e ulteriormente potenziati. Questo è il mio auspicio, ma anche l'auspicio di gran parte della rappresentanza dell'Assemblea legislativa, per cui non posso che esprimere voto favorevole e sono orgogliosa di questa deliberazione.
Grazie.



PRESIDENTE

Non ci sono altri Consiglieri che desiderano intervenire.
Abbiamo una mozione collegata, la n. 1103, sempre della Consigliera Batzella, inerente a "Somministrazione della pillola abortiva RU-486 in regime extraospedaliero presso i consultori familiari".
Anche in questo caso, prima bisogna votare l'atto d'indirizzo collegato e poi la deliberazione. Questo documento è vecchio, risale al 9 maggio 2017 e porta tutte le firme dei Consiglieri del Gruppo Movimento 5 Stelle.
Lo vuole illustrare, collega Batzella? Prego.



BATZELLA Stefania

Grazie, Presidente.
Questa mozione è stata presentata appunto più di un anno fa, esattamente 14 mesi fa; tra l'altro, è molto attuale, perché circa due mesi fa in audizione abbiamo ricevuto la prima firmataria della petizione, se vi ricordate,- esponente dei radicali, e c'era anche il dottor Viale, i quali hanno esposto la problematica dei tre giorni di ricovero ospedaliero per le donne sottoposte ad aborto farmacologico.
Questa mozione parla della somministrazione della pillola abortiva RU-486 in regime extraospedaliero presso i consultori familiari. Nella Regione Lazio, la Giunta Zingaretti ha messo in atto una riforma consultoriale e ha messo in atto sul territorio dei servizi a favore delle donne, utilizzando i consultori famigliari - tra l'altro, mi risulta che lavorino in maniera eccellente - dove c'è la possibilità, da parte delle donne, di utilizzare la pillola RU-486 (quindi questa pillola viene somministrata non solo nell'ospedale, ma anche nei consultori).
Questo non avviene solo nella Regione Lazio, ma anche nella Regione Toscana e anche lì - mi sono informata recentemente la settimana scorsa e sono venuta a conoscenza della situazione - il servizio sta funzionando.
Naturalmente i consultori sono stati potenziati di personale e di attrezzature, si lavora in rete con l'ospedale e c'è un lavoro di rete tra territorio e ospedale.
Con questa mozione che cosa si chiede? Nel nostro Paese, come ben sappiamo è possibile interrompere una gravidanza indesiderata con il metodo farmacologico entro la settima settimana di amenorrea. La settima settimana di amenorrea, ma perché? Perché l'embrione viene visualizzato dalla quinta settimana e quindi alla settima settimana si somministra la prima pillola (si chiama mifepristone). Dopodiché, che cosa succede? Che questo farmaco che cosa provoca? Provoca il distacco dell'embrione dalle pareti dell'utero. Dopo circa 72 ore viene poi assunta la seconda pillola, che, in sintesi, sono delle prostaglandine che servono per favorire l'espulsione dell'embrione.
Questo avviene nella Regione Lazio e nella Regione Toscana, ma nella nostra Regione non è possibile, perché le donne si rivolgono all'ospedale e la pillola viene prescritta dallo specialista e vengono seguite in ospedale.
Che cosa succede? Che le donne rifiutano tutte il ricovero ospedaliero perché non vogliono stare in quei giorni all'interno dell'ospedale. Come ben sapete o, per chi non lo sapesse, presso l'Ospedale Sant'Anna di Torino avviene già così: c'è un accordo tra il ginecologo e la paziente, alla quale viene somministrato il farmaco, dopodiché è la paziente che, a distanza di ore o dopo un giorno o due, quando si accorge di avere espulso o di trovarsi nella fase di espulsione, si reca in ospedale; alle volte succede che avviene anche a domicilio, però il controllo poi viene fatto in ospedale.
In molti Paesi del mondo, le pillole abortive vengono dispensate in regime ambulatoriale, cioè in strutture che sono analoghe ai nostri consultori, o addirittura dai medici di medicina generale. In Francia, ma non solo, dal 2004 esiste una rete sanitaria (medico curante-ospedale), rete finanziata con fondi pubblici, che permette un'interruzione volontaria di gravidanza farmacologica al di fuori delle strutture ospedaliere. Quindi, mentre continua a essere operante il ricovero ospedaliero per almeno tre giorni questo è stato in seguito al parere espresso il 18 marzo 2010 dal Consiglio Superiore di Sanità in assoluta discordanza con i dati di evidenza scientifica, che prevedono per l'interruzione volontaria di gravidanza con il metodo farmacologico l'esecuzione in regime di ricovero ordinario, fino alla verifica della completa espulsione del prodotto del concepimento. In altre parole, per assumere due farmaci si prevede un ricovero di almeno tre giorni.
L'Associazione Medici Italiani Contraccezione ed Aborto Amica ha rivolto un appello all'allora Ministra Lorenzin. Attualmente il Ministro non è più la Lorenzin, però l'Associazione dei Medici aveva rivolto l'appello al Ministro affinché si adoperasse per rendere accessibile l'interruzione volontaria di gravidanza con il metodo farmacologico in regime di day hospital e, quando possibile, nei consultori familiari e nei poliambulatori, come previsto dall'articolo 8 della legge n. 194.
Come già detto, nelle Regioni Lazio e Toscana è già possibile l'erogazione nei consultori familiari della pillola abortiva, la RU-486. Quello che il Consiglio regionale chiede è di impegnare la Giunta a promuovere un Progetto che consenta l'esecuzione dell'aborto chimico in regime ambulatoriale, quindi dei consultori familiari, anche al di fuori degli ospedali,potenziando i relativi servizi sia di strumentazione appropriata sia di eventuale personale qualificato. Inoltre, identificare la costruzione di un percorso adeguato per il monitoraggio della paziente in stretta collaborazione con l'ospedale di riferimento territoriale..



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Grimaldi; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente, sarò velocissimo.
Su questo abbiamo discusso attentamente anche in IV Commissione e ringrazio i Presidenti che hanno voluto audire l'Associazione Aglietta. Ricordo però, i dati, perché non vorrei che parlassimo di cose fuori dalla realtà già esistente.
Come sapete, anche qui la discussione fra i ricoveri e i day hospital ha fatto parte del dibattito pubblico. Ricordo che, a oggi, per esempio al Sant'Anna, che è una delle eccellenze italiane su questo tema e anche di come hanno reso l'interruzione volontaria di gravidanza possibile anche con la RU-486, i numeri sono i seguenti: più o meno nel 2017 sono state eseguite 2811 interruzioni volontarie di gravidanza fino ai 90 giorni e 254 dopo i 54 giorni. La RU-486 è stata utilizzata inoltre nel 50 per cento dei casi e, tra l'altro, la percentuale di aborti medici in day hospital ha raggiunto più o meno il 47,5 per cento, gli aborti chirurgici in day hospital sono il 52 per cento.
Questo per dirvi che cosa? Noi al massimo avremmo voluto dire in delibera una cosa che, in realtà, dovrebbe cambiare a livello nazionale e su cui ci siamo anche consultati con gli altri Consiglieri, cioè rendere attuabile quello che il Sant'Anna fa già, cioè rendere in day hospital un tipo di intervento, tra l'altro meno invasivo della pratica chirurgica. Questo viene fatto; in realtà, su quello che dice la Consigliera Batzella, cioè fare un progetto sperimentale anche nei consultori, noi voteremo a favore non siamo contrari, ma credo che sia più importante cambiare la normativa nazionale, per far sì che il progetto che da tempo il Sant'Anna sta portando avanti diventi realtà in tutte le ASL.
Presidente, non abbiamo voluto alzare i toni e parlare in termini ideologici, non stiamo discriminando nessuno, anzi stiamo evitando che anche in luoghi come il Sant'Anna - che è giusto che vengano messi al centro dell'attenzione in termini positivi - non succeda che poi sono quei pochi (in questo caso sotto il 50 per cento di lavoratori e di medici) a praticare l'interruzione volontaria di gravidanza. Non è un rischio, è vero; in questo momento quando si arriva al 47-50 per cento non è ovviamente il problema.
Però, vogliamo sottolinearlo, noi semplicemente diamo una possibilità in più ai Direttori delle ASL di rendere praticabile quello che nella legge n.
194 è già scritto: rendere la mobilità uno strumento vero e disincentivare l'utilizzo strumentale dell'obiezione. Non vogliamo discriminare chi per motivi ideologici fa altre scelte, l'abbiamo già detto. Lo facciamo per tutelare la libera scelta delle donne, ma soprattutto per rendere esigibile questa materia da ASL in ASL, da presidio a presidio.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Conticelli.



CONTICELLI Nadia

Grazie, Presidente.
Rispetto a questo, noi riteniamo che, delle tante funzioni che oggi devono essere potenziate, che svolgono i consultori, questa non può essere svolta oggi ancora nei consultori in maniera idonea.
Sappiamo, e ne abbiamo parlato anche a livello regionale, che si sta lavorando per trasformare i tre giorni in day hospital, però comunque deve esserci il day hospital, perché se ci sono problemi di salute della donna come un'emorragia, essa dev'essere portata in ospedale e all'interno del consultorio non c'è neanche l'ecografo.
Sempre nel pieno spirito di garantire un servizio universale, quello riconosciuto dalla 194, apprezziamo l'indirizzo politico della collega però riteniamo che chiedere che venga esteso, anche solo in via sperimentale, la somministrazione della RU-486 all'interno dei consultori non sia a oggi idoneo.
Pensiamo che, invece, siano altri i servizi da potenziare, come abbiamo già ampiamente detto, quindi non lo ripeto, perché ne stiamo parlando da questa mattina, all'interno dei consultori.
Quindi, su questo documento politico ci asterremo.



PRESIDENTE

Grazie, collega Conticelli.
La parola al Consigliere Bono.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Abbiamo sottoscritto questa mozione quando la collega Batzella faceva ancora parte del nostro Gruppo consiliare; devo dire che abbiamo ascoltato con attenzione l'intervento del primo firmatario, relativamente alla petizione riguardante l'utilizzo della RU-486 e dell'interruzione volontaria di gravidanza, nonché il collega, dottor Viale, che l'ha accompagnata, e abbiamo appreso con un po' di stupore le sue affermazioni che andavano abbastanza in linea con quanto detto dalla collega Conticelli ovverossia che al momento in Italia, in Piemonte in particolar modo, forse i consultori non sono ancora pronti a quest'attività, sia per carenza strutturale dei consultori stessi, sia forse anche per qualche scelta professionale dei colleghi medici. Tuttavia, ritengo che - anche perch abbiamo sottoscritto questa mozione - magari si potrebbe promuovere almeno un progetto sperimentale in un consultorio della Regione Piemonte, quindi ipotizzerei uno nella città di Torino, magari vicino al Sant'Anna o comunque vicino a un ospedale, in modo che si possa agevolmente convertire l'interruzione di gravidanza con la RU-486 eventualmente in un ricovero in caso di qualche complicazione. Si potrebbe così mettere d'accordo le due posizioni, diciamo ex 5 Stelle, 5 Stelle e Partito Democratico, che su questo tema mi sembra siano abbastanza vicine.
Non mi sento io di fare una proposta, perché la deve fare la prima firmataria; capite anche la mia difficoltà in questo momento, però la faccio più che altro alla prima firmataria- Se la prima firmataria l'accogliesse, possiamo sentire anche il PD se su questo vuole provare.



(Commenti fuori microfono)



BONO Davide

Questa proposta potrebbe aiutare ad approvare questa mozione, che comunque ha un suo significato e una sua logica. Credo che sia anche condivisibile dalla maggioranza, accogliendo anche le richieste dei firmatari della petizione dei medici che sottolineano un problema reale . Cioè, oggi abbiamo i tre giorni, non abbiamo neanche un giorno di ospedaliero in day hospital e noi invece vogliamo andare subito sul consultorio, però facendo la proposta di un progetto supplementare su un solo consultorio magari nella città di Torino, potremmo analizzare se la situazione migliora o peggiora.
Lanciamo questa proposta e la rimettiamo ovviamente alla prima firmataria e alla maggioranza.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bono.
La parola alla Consigliera Batzella.



BATZELLA Stefania

Grazie, Presidente.
Vorrei fare una considerazione in merito a questa mozione. È vero che abbiamo delle problematiche all'interno delle strutture ospedaliere e che negli ospedali vi è una carenza di medici non obiettori, abbiamo tutto un problema di organizzazione, però è anche vera una cosa: voi avete parlato io ho votato e ho approvato i vostri emendamenti e questa delibera.



(Commenti fuori microfono)



BATZELLA Stefania

Un attimo, collega Conticelli, se mi fa parlare posso esprimermi.
Perché se vi astenete o se votate contro questa mozione sinceramente non siete coerenti con quello che avete sempre asserito e dichiarato in Aula.
Questa mozione parla chiaro, parla di promuovere un progetto che consenta l'esecuzione di un aborto chimico in regime ambulatoriale, quindi nei consultori, anche al di fuori degli ospedali, però potenziando i relativi servizi di strumentazione, perché così nei consultori non possiamo fare niente: dobbiamo avere una strumentazione differente, magari un ecografo (che comunque all'interno di un consultorio esiste, altrimenti non si potrebbe fare niente se non avessimo neanche l'ecografo) per visualizzare una camera embrionale mi sembra il minimo; con l'ecografo si visualizza la camera embrionale.
Preciso che nell'impegno è scritto "strumentazione appropriata" e anche eventuale "personale qualificato", quindi sicuramente non così com'è allo stato attuale; bisogna anche identificare un percorso adeguato per il monitoraggio della paziente in collaborazione con l'ospedale di riferimento territoriale.
Questa richiesta mi sembra molto chiara. Poi, come suggerito dal collega Bono, questo percorso lo si può fare iniziando da un consultorio o da due consultori, quello che volete voi, si trova comunque un accordo da dove iniziare per provare. Pensate che la Regione Lazio e anche la Regione Toscana sono già attive in questo senso e lavorano molto bene. In alcuni Stati come la Francia, dal 2004, il medico di medicina generale prescrive la RU-486.
Di che cosa ci meravigliamo? Del fatto che somministriamo per via orale una pillola alla paziente, che non rimane in ospedale perché firma e se ne va torna a casa e noi ci stiamo ponendo il problema di somministrare una pillola, che è somministrata da un medico, in un consultorio, e la paziente è tenuta sotto controllo, con un monitoraggio di controllo, naturalmente in collaborazione con la rete ospedaliera. Più chiaro di così non so che cosa chiedervi! Poi a voi le valutazioni.
Chiedo soltanto che venga presa in considerazione quest'ipotesi e che si possa provare a mettere in atto un progetto, un percorso - tutto qui - nel rispetto della donna, della libera scelta della donna e nel rispetto dei professionisti, naturalmente con strumentazioni adeguate.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Batzella.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Monaco; ne ha facoltà.



MONACO Alfredo

Grazie, Presidente.
Sarò rapidissimo sul tema.
Capisco la passione con la qual è stato presentato l'atto d'indirizzo ed è stata formulata la richiesta, ma secondo me è da un punto di vista tecnico che, alla fine, oggi sono gli stessi specialisti che chiedono prudenza quindi una stretta vigilanza e osservazione dei casi che chiedono la somministrazione di una pratica di interruzione volontaria di gravidanza chimica, diciamo assunta per via orale.
È vero che, in itinere, può accadere che saranno le stesse comunità scientifiche a promuovere percorsi di questo tipo e a suggerirli, per ritengo che al momento sia poco prudente suggerirli.
Comprendo lo spirito dell'ordine del giorno, però bisogna comprendere anche un altro aspetto, relativo al singolo caso dove la procedura potrebbe fallire, perché si tratta della vita di una persona che si è sottoposta a una procedura che riteneva assolutamente innocua e sicura per sé.
Guardi, Presidente, noi sappiamo molto bene che in genere i contenziosi medici non nascono perché c'è qualcuno che ha fatto qualcosa di clamorosamente dannoso per il paziente ma, in genere, è l'associazione di una sequenza sfortunata di eventi, sul quale si può inserire anche l'errore.
Non credo che, a oggi, la procedura si possa prestare a un percorso suggerito dalla politica. Consiglierei di aspettare percorsi suggeriti dal mondo scientifico e dalle società scientifiche competenti, eventualmente già messi sul binario corretto.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Monaco.
La parola all'Assessore Saitta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Mi pare che la formula sia "mi rimetto alle decisioni dell'Aula", per sulle questioni di merito condivido l'intervento e le opinioni espresse dalla Consigliera Conticelli.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Saitta.
Procediamo con la votazione.
Indìco la votazione nominale sulla mozione n. 1103, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio non approva (vedi esito votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
Indìco la votazione nominale sulla proposta di deliberazione n. 211, il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
(vedi esito votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).


Argomento:

Nomine


PRESIDENTE

Colleghi, possiamo passare all'esame del punto 3) all'o.d.g., inerente a "Nomine".
Si proceda alla distribuzione delle schede per le seguenti nomine:


Argomento: Nomine

Proposta di deliberazione n. 333 "Museo Regionale di Scienze Naturali" (articolo 4, l.r. 37/1978 e s.m.) - Comitato Scientifico - designazione di un membro -Integrazione

Argomento: Nomine

Proposta di deliberazione n. 296 "Azienda Speciale della CCIAA di Torino Laboratorio Chimico" (articolo 9, Statuto dell'Ente) - Collegio dei Revisori dei Conti - nomina di un membro effettivo e di un membro supplente

Argomento: Nomine

Fondazione "20 Marzo 2006" - Collegio dei Revisore dei Conti - designazione di 1 componente

Argomento: Nomine

Proposta di deliberazione n. 332 "Agenzia Regionale per la protezione ambientale del Piemonte (ARPA)" (articolo 14, l.r. 18/2016) - Collegio dei Revisori dei Conti - nomina di 3 membri effettivi

Argomento: Nomine

Proposta di deliberazione n. 329 "A.T.C. del Piemonte Sud" - (articolo 31 l.r. 3/2010 modificato dalla l.r. 11/2014) - Consiglio di Amministrazione nomina di 1 membro in sostituzione del signor Andrea Giaccone


PRESIDENTE

Rammento inoltre che, ai sensi del comma 4 dell'articolo 79 del Regolamento interno del Consiglio regionale, in caso si debba procedere alla nomina di non più di due persone, saranno considerati eletti i candidati che hanno raggiunto la maggioranza assoluta dei voti, salvo quanto previsto nel comma 3 "Riserva di posti per le minoranze".
Se tale maggioranza non si raggiunge alla prima votazione, in seconda votazione sono eletti i candidati che hanno riportato il maggior numero di voti.
Invito, infine, i Consiglieri di minoranza a procedere all'assunzione dei propri candidati, ai sensi dell'articolo 79, comma 3, del Regolamento interno del Consiglio regionale, in riferimento ai seguenti enti: Museo Regionale di Scienze Naturali, Agenzia Regionale Piemontese per la protezione ambientale ARPA, ATC del Piemonte sud.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Indichiamo Colace per l'ATC Piemonte sud e Pepe per ARPA.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Vignale.
La parola alla Consigliera Frediani.



FREDIANI Francesca

Grazie.
Indichiamo Luca Martire per il Museo di Scienze Naturali.



PRESIDENTE

Va bene.
Prima di procedere con le votazioni, do la parola al Vicepresidente della Giunta.



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale

Solo per informare il Consiglio, sulla nomina relativa al Collegio dei Revisori dei Conti della Fondazione 20 Marzo, che il Collegio dei Soci Fondatori ha deciso, visto anche la limitata entità del bilancio della Fondazione 20 Marzo, di dare vita non a un Collegio di revisori, ma al Sindaco, al revisore unico, e quindi, negli accordi, di far partire questa prima fase dalla Città metropolitana.
Quindi, faremmo una nomina inutile, sotto questo profilo.



PRESIDENTE

Solo un attimo, risolviamo questa questione.
È chiaro che non possiamo votarlo, se le cose stanno in questi termini.
Questa nomina non sarà effettuata.
Chiediamo che, ovviamente, venga comunicata al Consiglio regionale la decisione assunta, perché,- diversamente,- noi non possiamo saperlo.
Si proceda alla distribuzione delle schede.
Non votate la scheda relativa alla Fondazione 20 Marzo.
Nomino scrutatori i Consiglieri Bertola e Molinari.
Prego la Vicepresidente Motta di procedere all'appello nominale.



(La Vicepresidente Motta effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione è terminata.
Sono stati effettuati due appelli nominali.
Procediamo allo spoglio delle schede.


Argomento: Difesa idrogeologica

Petizione al Consiglio regionale ai sensi dell'articolo 85 dello Statuto per la mancata e carente manutenzione periodica degli alvei e delle sponde di tutti i rii collinari di Torino. Relazione al Consiglio regionale con allegata proposta di ordine del giorno n. 1368


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando il punto 8) all'o.d.g., inerente a "Petizione al Consiglio regionale ai sensi dell'articolo 85 dello Statuto per la mancata e carente manutenzione periodica degli alvei e delle sponde di tutti i rii collinari di Torino. Relazione al Consiglio regionale con allegata proposta di ordine del giorno n. 1368".
L'ordine del giorno collegato alla questione risulta ancora non votato perché il nostro Statuto prevede l'istituto della "petizione popolare", e dal 2015 ne abbiamo ricevute decine. Non posso che rilevare che non vi è nulla di più antipatico del fatto di non discuterle o di non portarle a conclusione.
Ho chiesto a tutti i Capigruppo di verificare se esistono delle petizioni ancora in essere: se su di esse emerge un consenso unanime, potremmo accelerare i procedimenti e votarne un certo numero; le altre dovranno seguire il consueto iter, ma sarebbe corretto, entro la fine della legislatura, terminare comunque il loro percorso, sia in senso favorevole che in senso contrario (nel senso che il Consiglio è sovrano e deciderà).
Vi informo che la V Commissione, in data 29 marzo, ha concluso l'esame della petizione, approvando una relazione che i Consiglieri possono consultare sul supporto delle sedute istituzionali d'aula.
Alla suddetta petizione è collegato l'ordine del giorno n. 1368, avente ad oggetto "Protocollo d'intesa con la Città di Torino per la manutenzione degli alvei e delle sponde dei rii collinari di Torino", sottoscritto da Accossato, Allemano, Andrissi, Appiano, Bertola, Corgnati, Ferrentino Grimaldi e Valetti.
Chiedo se qualcuno vuole intervenire, altrimenti poniamo direttamente in votazione l'ordine del giorno n. 1368.
Ha chiesto la parola la Consigliera Accossato; ne ha facoltà.



ACCOSSATO Silvana

Mi sembra opportuno, Presidente, mettere in evidenza che la V Commissione con una disponibilità e un'attenzione di tutti i Commissari, ha ritenuto opportuno esaminare con la dovuta considerazione questa petizione dedicarle del tempo, interloquire con gli Uffici, che si sono dimostrati molto disponibili e sensibili al tema, e predisporre per tutto il Consiglio questa relazione, per fare in modo che la fattispecie prevista dal nostro Statuto e dal nostro Regolamento trovi una rispondenza. In questo modo chiudiamo un iter e rispondiamo ai quei cittadini che ci hanno interpellato, anche con una soluzione molto concreta.
Ci tenevo a ribadire solo questo.



PRESIDENTE

La Commissione aveva espresso parere unanime rispetto all'ordine del giorno?



ACCOSSATO Silvana

Sì, era stato sottoscritto da tutti i Gruppi presenti in quel momento com'è evidente, quindi il parere è unanime.



PRESIDENTE

Benissimo. Altri Consiglieri desiderano intervenire? Ha chiesto la parola il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Ovviamente, è un tema importante. Forse, riguardando Torino, sarebbe stata più appropriata la richiesta di petizione da parte del Comune di Torino (o forse è stata presentata anche dal Comune di Torino).
La domanda che pongo, come residente di Torino, è se la Giunta regionale si farà carico della spesa per gli interventi che vengono qui descritti.
Nell'ordine del giorno, ad esempio, si parla di una proposta di stanziamento da parte della Città metropolitana di 350.000 euro, ma con fondi FSC,quindi non con fondi propri della Città metropolitana! Si parla, ancora, di un ipotetico mezzo del Servizio Verde del Comune di Torino messo a disposizione delle Squadre Forestali regionali, però non sono a conoscenza se la Regione è d'accordo con questa valutazione. Ci chiediamo, inoltre, a chi sono in capo le spese: perché se sono in capo alla Città metropolitana, ma con fondi FSC, il "via libera" credo che debba arrivare dalla Regione, perché il Fondo Sviluppo e Coesione è gestito tramite la Regione.
Ancora, la Regione ha interloquito col Comune e con la Città metropolitana per raggiungere un'intesa per definire, come leggiamo qui, un accordo di programma? Peraltro, non so se serve un accordo di programma o se basta un'intesa semplice.
Vorremmo più che altro capire se c'è stata questa interlocuzione e sostanzialmente, chi paga, perché poi il concetto è quello! Siamo tutti d'accordo a mettere in sicurezza i rii collinari della collina di Torino.
Ecco, ci sono colleghi che aprono il portafoglio e vedono se hanno la somma a disposizione per fare colletta).
Sappiamo che la Regione non naviga nell'oro, ma è l'Ente più grande, che può sussidiare verticalmente, magari anche gli Enti più in difficoltà, nel momento in cui si parla di un servizio forestale regionale che dovrebbe intervenire su quello.
È un tema, in effetti, delicato. Senza una risposta della Regione su chi paga cosa, potete anche capire che noi stessi siamo un attimo in difficoltà a prendere una posizione. Tuttavia il nostro voto è, come al solito abbastanza ininfluente rispetto alla decisione che vedrà la maggioranza, ma non ci sentiamo di prendere una posizione, in un senso o nell'altro, se non abbiamo rassicurazioni su alcune precise domande.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Accossato; ne ha facoltà.



ACCOSSATO Silvana

Il Presidente premeva e quindi sono stata molto veloce nel mio intervento precedente, dando per scontato una serie di passaggi.
I Consiglieri che non fanno parte della V Commissione o non hanno potuto partecipare alle due o tre sedute, possono vedere nella relazione l'atto dovuto e ufficiale. Gli incontri e le comunicazioni che il Settore regionale interessato ci ha messo a disposizione, la cifra di 350 mila euro, non è campata in aria, ma è frutto di relazioni messe a verbale (forse anche relazioni scritte). È arrivata anche una relazione scritta dal Settore competente, che poi è stata presentata dal Dirigente di Settore negli incontri.
È un'ipotesi di cifra sul tappeto dei confronti con Città metropolitana e Città di Torino, tenendo conto che la manutenzione e il controllo su questi rii, oggetto di petizione, è competenza regionale. Questo hanno convenuto gli Uffici. Perché poi, nella mozione, abbiamo proposto un accordo di programma o, comunque, un protocollo o un documento? Perché ci sono ovviamente, delle zone grigie o delle aree che si interfacciano. Pensiamo quando i rii sono intubati, lì diventano di competenza comunale. Sono cose che poi gli Uffici fanno anche ordinariamente, senza bisogno del nostro ordine del giorno.
Il nostro ordine del giorno definisce a supportare e a dare mandato a un'azione che era, comunque, in corso; magari sta andando un po' a rilento e faticosamente, ma può prendere una definizione. Quindi definire bene chi fa che cosa, definire quali sono le competenze sapendo che, nell'ambito delle competenze regionali, c'è la possibilità e la disponibilità - perch fa parte di una programmazione già in corso - di mettere a disposizione delle risorse.
La cifra fa parte della relazione che gli Uffici hanno messo a disposizione della Commissione e che è stata ripetuta più volte. Ovviamente potrà essere confermata, ridotta o ampliata a seconda poi delle disponibilità effettive del momento e della possibilità nell'accordo prescritto. È indicativa.
Questo è l'ambito.
Relazione degli Uffici della Commissione per conoscere bene la situazione relazione che è stata anche messa a disposizione per iscritto e da questa con un ordine del giorno, un invito a dar corso a un lavoro che, comunque è stato avviato.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Nella programmazione FSC 2014-2020 ci sono quei 350 mila euro? È una domanda diretta che rivolgo al Vicepresidente Reschigna.



PRESIDENTE

Non so risponderle, Consigliere.
La parola al Vicepresidente Reschigna.



RESCHIGNA Aldo, Assessore alle finanze

Nella programmazione degli FSC ci sono due assi di intervento. Uno che vale 40 milioni di euro (Ministero dell'Ambiente) e un altro che vale 35 milioni di euro (Ministero delle Infrastrutture).
Come vengano ripartiti, non è materia di mia competenza.



PRESIDENTE

Grazie, Vicepresidente.
Se non vi sono richieste di intervento, indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 1368, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento:

Programmazione dei lavori


PRESIDENTE

Chiedo un attimo di attenzione da parte dei Consiglieri. Avremmo l'esigenza di fare una Conferenza dei Capigruppo che io convocherei alle 17.45 perch il Vicepresidente della Giunta, alle 18, deve andar via. Ci serve un quarto d'ora per definire il prossimo Consiglio. Abbiamo ancora qualche minuto, se volete, per discutere qualche ordine del giorno, altrimenti possiamo chiudere qui i lavori del Consiglio.
Ricordo che ci sono ancora le proclamazioni delle nomine e non possiamo andar via senza averle fatte. Nell'attesa dello spoglio, possiamo anche discutere qualche ordine del giorno.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Fluttero; ne ha facoltà.



FLUTTERO Andrea

Grazie, Presidente.
Solo per segnalare che abbiamo presentato un ordine del giorno urgente. Ci risulta che domani il Presidente Chiamparino sia a Roma a conferire con il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Giorgetti, su una questione che sta a cuore a molti di noi, relativa all'apertura di un tavolo per acquisire maggiori competenze regionali.
Crediamo che se potesse andarci con un ordine del giorno del Consiglio regionale che rinforza questa posizione. Sarebbe una cosa molto utile per tutto il nostro Piemonte. Chiedo, se è possibile, di valutare la possibilità di illustrare, a carico del collega Bona, quest'ordine del giorno e poterlo votare eventualmente prima della chiusura del Consiglio.



PRESIDENTE

L'ordine del giorno n. 1400 non è un ordine del giorno, a mio modesto avviso, che possa essere presentato e votato, perché richiederà un'ampia discussione, poiché la questione dell'Alta Velocità è ovviamente una questione piuttosto complessa che non credo possa essere affrontata in poco tempo.



((Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Ah, no? E qual è? Ah, questo qui: "Autonomia differenziata". Ho capito.
Allora, chiedo scusa, collega Fluttero, non era stato inserito all'o.d.g.
dell'Aula. Se l'Aula è d'accordo.
Prego, Consigliere Ravetti, prenda pure la parola.



RAVETTI Domenico

Grazie, Presidente.
Ho già detto al collega, che molto gentilmente mi ha sottoposto il testo prima di depositarlo, che nella sostanza siamo d'accordo, però non a votarlo oggi, perché ci sono altri ordini del giorno che possono essere condivisi allo stesso modo e che potrebbero comunque avere una via preferenziale.
Di conseguenza, teniamo fede all'o.d.g. purtroppo già da troppo tempo definito: sono lì contenuti altri atti d'indirizzo che dovrebbero essere approvati, ma ne parleremo dopo in sede di Conferenza dei Capigruppo.



PRESIDENTE

Se vogliamo discutere gli ordini del giorno.
Però la discussione su tutti i punti all'o.d.g. arriva fino alle 18 ovviamente; dopodiché possiamo restare qui fino alle 19. Se il Consiglio vuole, per quanto mi riguarda non c'è nessun problema. Anzi 18.30, perch poi dobbiamo fare la Conferenza dei Capigruppo.
Consigliere Fluttero, non c'è accordo per l'inserimento di quest'ordine del giorno; avevo capito che si trattava di un altro. Intanto però il Consiglio deve continuare, perché non è ancora possibile effettuare la proclamazione dei nominati.


Argomento: Città metropolitane - Urbanistica (piani territoriali, piani di recupero, centri storici

Esame ordine del giorno n. 1382 presentato da Appiano, Baricco, Boeti Caputo, Cassiani, Corgnati, Ferrentino, Gallo, Motta, Olivetti, Ravetti Rossi Domenico, Rostagno e Valle, inerente a "Contributi ai comuni per interventi di messa in sicurezza degli edifici e del territorio di cui alla legge n. 205/2017. Modificare con urgenza i criteri utilizzai per la ripartizione per assicurare il pieno rispetto del concetto di premialità a beneficio degli enti locali virtuosi"


PRESIDENTE

Cominciamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 1382, di cui al punto 9) all'o.d.g.
Ha chiesto la parola il Consigliere Appiano per l'illustrazione; ne ha facoltà.



APPIANO Andrea

Grazie, Presidente.
È un ordine del giorno che era stato sollecitato da diversi colleghi di Gruppo, anche di maggioranza; in particolare, ricordo la collega Angela Motta, con una situazione molto specifica nell'ambito della Provincia di Asti, che aveva reso evidente il problema di questa norma della finanziaria nella legge di bilancio per il 2018.
La legge di bilancio istituisce un capitolo di contributi per interventi riferiti a opere pubbliche di messa in sicurezza degli edifici e del territorio e stanzia sul triennio una cifra di 150 milioni per il 2018, 300 milioni per il 2019 e 400 milioni per il 2020. Gli Enti locali interessati avevano come termine il 20 febbraio per presentare i progetti e la norma di legge nazionale precisava che, laddove l'entità delle richieste pervenute superasse l'ammontare delle risorse disponibili, la graduatoria sarebbe stata fatta attribuendo preferenza ai Comuni che presentavano la minore incidenza dell'avanzo di'amministrazione al netto della quota accantonata.
Il 13 aprile 2018 è stato pubblicato il decreto del Ministero dell' Interno di riparto delle risorse. Ovviamente l'entità delle richieste è stata di notevole grandezza, ben superiore alla disponibilità. Alla domanda hanno partecipato circa 4.000 Comuni italiani per 10.000 progetti candidati, per un totale di sette miliardi e oltre di richieste, quindi sette miliardi a fronte di 150 milioni stanziati sul 2018, 300 milioni sul 2019 e 400 milioni sul 2020.
La graduatoria per il 2018 ha fatto sì che praticamente tutti i Comuni ammessi fossero Comuni in disavanzo di amministrazione, perché è chiaro che l'interpretazione letterale di minore incidenza dell'avanzo poteva portare dal punto di vista logico, anche a questa condizione. Oltretutto ogni Comune poteva presentare più progetti, non c'era nessun vincolo, e tra i criteri non vi era un riparto regione per regione di quote di quei 150 milioni, quindi è stata fatta una graduatoria unica.
Di conseguenza, quello che si sottolinea in questa proposta di ordine del giorno non è certo l'illegittimità della graduatoria effettuata, perché la graduatoria ha applicato i criteri definiti per legge, ma - data anche la relativa esiguità di risorse rispetto all'ammontare delle richieste - il risultato un po' perverso di dare risorse solo a Comuni in disavanzo, che ha visto, per esempio, la Regione Piemonte tagliata fuori nella sostanza da questa graduatoria; infatti solo due Comuni (uno nell'Astigiano e uno nell'Alessandrino) sono stati inseriti tra i 146 in graduatoria.
Il tema del dissesto idrogeologico non vede la Regione Piemonte solo come spettatrice: se prendiamo la nostra legge di bilancio approvata quest'anno vediamo che sono stati ripartiti alcuni milioni (20 per la precisione) di spazi finanziari comuni proprio per sbloccare quote di avanzo; abbiamo gli strumenti degli accordi di programma; abbiamo licenziato la legge di variazione di bilancio proprio la scorsa settimana in cui liberiamo ulteriori 83 milioni di risorse, in questo caso in termini di contributi agli Enti locali, e una buona fetta di queste risorse è proprio vincolata al tema, alla materia del dissesto idrogeologico, e si affiancano alle risorse che ricordava il Vicepresidente prima derivanti dall'FSC.
Proprio perché è una Regione attenta in forma diretta a questi temi, ci sentiamo di impegnare la Giunta a sollecitare il livello nazionale affinch per le prossime due annualità si vada un po' a rimeditare la situazione della predisposizione di questa graduatoria e si dia un po' più spazio a un concetto di effettiva premialità degli enti, per evitare che si ripresenti la stessa situazione che si è presentata quest'anno, dove gli unici inseriti in graduatoria sono stati Comuni in disavanzo di amministrazione.



PRESIDENTE

Grazie, collega Appiano.
Se non vi sono richieste di intervento, indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 1382, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento: Edilizia scolastica

Esame mozione n. 1375 presentata da Mighetti, Andrissi, Bertola, Bono Campo, Frediani e Valetti, inerente a "Adesione al progetto Safeschool 4.0 di ENEA per il monitoraggio degli edifici scolastici sul territorio Piemonte"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame della mozione n. 1375, di cui al punto 10) all'o.d.g.
Ha chiesto la parola il Consigliere Mighetti per l'illustrazione; ne ha facoltà.



MIGHETTI Paolo

Grazie, Presidente.
Questa mozione ha lo scopo di incentivare la partecipazione a questa piattaforma, a questo progetto e all'utilizzo di questo nuovo software, che fa sì che il monitoraggio della situazione dal punto di vista strutturale ed energetico degli edifici scolastici possa essere più semplice e più economica per i Comuni, e soprattutto più fattiva e migliore dal punto di vista dell'approfondimento tecnico.
Quest'applicazione è stata portata avanti da ENEA, attraverso l'intervento degli studiosi funzionari ENEA e di altri organismi privati. Tuttavia questa applicazione è, a tutti gli effetti, un oggetto gratuito per i Comuni e uno strumento molto valido per i fini di cui dicevo prima.
Per questo motivo abbiamo proposto questa mozione, di cui ho avuto occasione di parlare con l'Assessora Pentenero. Avevamo proposto di far sì che la Regione promuovesse questo software nei Comuni del Piemonte e che lo integrasse nell'anagrafe dell'edilizia scolastica piemontese. L'Assessore ci ha spiegato , dal punto di vista dell'integrazione con l'anagrafe dell'edilizia scolastica nazionale, quest'integrazione possa creare delle difficoltà, oltre a quelle che ci sono già, nell'omogeneizzare tutte le anagrafi regionali delle Regioni d'Italia. Per questo abbiamo acconsentito a eliminare il secondo impegno della mozione e parte del primo impegno quando si parla dell'integrazione con l'anagrafe nazionale dell'edilizia scolastica.
Quindi, appreso che questo processo è un processo molto più complesso rispetto a perorare la causa di un'agevolazione da parte della Regione Piemonte della conoscenza di questo software ai Comuni piemontesi, abbiamo acconsentito a queste modifiche e chiediamo altresì il voto favorevole rispetto a questa mozione, che ci pare importante per andare verso una più corretta analisi delle caratteristiche degli edifici scolastici piemontesi nell'ottica della sicurezza e del risparmio energetico.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessora Pentenero.



PENTENERO Giovanna, Assessora all'istruzione

Volevo soltanto esprimere parere favorevole rispetto anche alle modifiche apportate.
La prima formulazione, in cui si chiedeva di collegare le due procedure la prima è un'app che sostanzialmente permette di fare delle valutazioni mentre il secondo è un database che fotografa l'edificio scolastico e permette all'Ente Regione di avere un collegamento diretto rispetto allo stato di salute degli edifici - potrebbe creare una serie di problemi.
Mentre poter rappresentare ai Comuni la possibilità di utilizzare uno strumento che permette di effettuare valutazioni sui propri edifici pu essere utile, ma è importante distinguere le due fasi proprio perch assistiamo a una certa fatica da parte dei Comuni a entrare all'interno dell'anagrafe dell'edilizia scolastica e fornirci tutti gli elementi del caso.
Pertanto, vorremmo restare con due procedure sulle quali potremmo svolgere sicuramente una funzione d'informazione, ma separate.



PRESIDENTE

Grazie, Assessora Pentenero.
Indìco la votazione palese sulla mozione n. 1375, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Esame ordine del giorno n. 1321 presentato da Monaco, inerente a "Esenzione alla compartecipazione della spesa sanitaria per le classi di screening BRCA"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 1321, di cui al punto 11) all'o.d.g.
Ha chiesto la parola il Consigliere Monaco per l'illustrazione; ne ha facoltà.



MONACO Alfredo

Grazie, Presidente.
Cercherò di essere molto sintetico. Si tratta di una segnalazione che credo sia di particolare rilevanza e di bassissimo impatto per quello che si ritiene possa essere l'incidenza della spesa sanitaria, ma di grande impatto per la rilevanza preventiva di salute per una fascia di persone non proprio piccolissima e che deve compartecipare oggi alla spesa sanitaria per un tema di prevenzione.
La BRCA 1 e 2, di fatto, sono due mutazioni genetiche ereditarie, trasmesse in modo ereditario, Sono l'indice che ci dà la misura, in qualche modo dell'insorgenza dei tumori della mammella e delle ovaie. Oggi, grazie anche a un'attività che è molto forte e radicata nella cultura sanitaria piemontese in termini preventivi (la Prevenzione Serena, per esempio) credo che si sia fatto un ottimo lavoro e ci sia una grande attenzione per questo tema.
Il problema oggi si pone in questi termini: queste categorie a rischio devono sottoporsi a una serie di esami in termini preventivi estremamente costosi per le famiglie. Rischiamo , purtroppo, di perdere dal controllo e dal follow up, dalla sequenza di valutazioni, una serie di pazienti che dobbiamo poi curare fra qualche anno, in termini di terapia oncologica.
Aggiungerei che a questi, presso le famiglie nelle quali si riscontrano questi soggetti che sono tenuti monitorati, allo stesso tempo, vanno inseriti anche i test di ricerca della mutazione nei parenti dei soggetti già classificati a rischio.
Altre Regioni, anche di colore trasversale, sotto questo profilo si sono già attivate, promuovendo delle delibere in proposito. Mi sembra che ci sia stata già un'azione di valutazione dell'Assessorato in ordine a questo tema, quindi ritengo necessaria l'approvazione dell'Aula.



PRESIDENTE

Grazie, collega Monaco.
Mi pare che il parere della Giunta sia favorevole.
Se non ci sono interventi, possiamo metterlo in votazione.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 1321, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento: Rapporti Regioni - Governo

Esame ordine del giorno n. 1404 presentato da Vignale, inerente a "In merito ai velisti dispersi e alla sospensione delle ricerche da parte della Marina Militare"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 1404, di cui al punto 13) all'o.d.g.
La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
È noto che ormai da molto tempo sono stati dispersi due velisti; altri Consigli regionali hanno già deliberato affinché la Marina militare non interrompa le ricerche. È vero che il tempo passato è molto, ma è anche noto come vi siano situazioni - il caso di Fogar è quello più noto a tutti in cui, dopo molti mesi, si può ancora trarre in salvo i dispersi.
Ovviamente, il nostro ordine del giorno non cambierà le sorti, ma credo che un atto di vicinanza in tal senso sia opportuno.



PRESIDENTE

Per questo motivo ho chiesto di votarlo.
Se non vi sono richieste di intervento, indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 1404, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento: Nomine

Nomine - Proclamazione degli eletti


PRESIDENTE

Relativamente al punto 3) all'o.d.g., che reca "Nomine", in base allo scrutinio effettuato, possiamo procedere alla proclamazione degli eletti delle seguenti nomine: Proposta di deliberazione n. 333 "Museo Regionale di Scienze Naturali" (articolo 4, l.r. 37/1978 e s.m.) - Comitato Scientifico - designazione di un membro -Integrazione Dichiaro designato, in seno al Comitato scientifico del Museo regionale di scienze naturali il signor Luca Martire, in rappresentanza delle minoranze consiliari.
Proposta di deliberazione n. 296 "Azienda Speciale della CCIAA di Torino Laboratorio Chimico" (articolo 9, Statuto dell'Ente) - Collegio dei Revisori dei Conti - nomina di un membro effettivo e di un membro supplente Proclamo nominato, in seno al Collegio dei revisori dei conti dell'Azienda speciale della CCIAA di Torino - Laboratorio chimico, quale membro effettivo il signor Sergio Bussone.
Successivamente si procederà all'integrazione dell'organo con il membro supplente mancante.
Proposta di deliberazione n. 332 "Agenzia Regionale per la protezione ambientale del Piemonte (ARPA)" (articolo 14, l.r. 18/2016) - Collegio dei Revisori dei Conti - nomina di 3 membri effettivi Proclamo nominati in seno al Collegio dei revisori dei conti dell'Agenzia regionale per la protezione ambientale del Piemonte (ARPA) quali membri effettivi la signora Claudia Balestra e i signori Simone Mainardi e Guglielmo Pepe, quest'ultimo in rappresentanza delle minoranze consiliari.
Proposta di deliberazione n. 329 "A.T.C. del Piemonte Sud" - (articolo 31 l.r. 3/2010 modificato dalla l.r. 11/2014) - Consiglio di Amministrazione nomina di 1 membro in sostituzione del signor Andrea Giaccone Proclamo nominato, quale membro in sostituzione del signor Andrea Giaccone in seno al Consiglio di Amministrazione dell'ATC del Piemonte Sud, il signor Giuseppe Colace in rappresentanza delle minoranze consiliari.
Do atto che, ai sensi dell'articolo 20 del d.lgs 39/2013, la presentazione della dichiarazione, da parte del soggetto nominato, sulla insussistenza di una delle cause di inconferibilità di cui al citato decreto è condizione per l'acquisizione dell'efficacia dell'incarico.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 18.04)



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