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Dettaglio seduta n.34 del 18/12/14 - Legislatura n. X - Sedute dal 25 maggio 2014 al 25 maggio 2019

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE BOETI



(I lavori iniziano alle ore 9.32 con l'esame del punto all'o.d.g. inerente a "Svolgimento interrogazioni e interpellanze")


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 153 presentata dal Consigliere Bertola, inerente a "Inceneritore del Gerbido. Piano di monitoraggio sanitario, costi e responsabilità"


PRESIDENTE

Buongiorno, colleghi.
Iniziamo i lavori del sindacato ispettivo proponendo l'esame dell'interrogazione indifferibile e urgente n. 153, presentata dal Consigliere Bertola, avente ad oggetto "Inceneritore del Gerbido. Piano di monitoraggio sanitario, costi e responsabilità".
La parola al Consigliere Bertola per l'illustrazione.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Parliamo dell'inceneritore del Gerbido e del piano di monitoraggio sanitario che è parte delle prescrizioni per l'autorizzazione ad operare per quest'o impianto.
Nel giudizio di compatibilità ambientale, ai sensi dell'articolo 12 della legge regionale n 40/98, la Provincia ha determinato questa prescrizione dove si dispone, nella sezione monitoraggio, che dovrà essere definito un piano di sorveglianza sanitaria e di conoscenza della variazione dello stato di salute della popolazione residente, proprio all'interno del giudizio di compatibilità ambientale data per l'impianto del Gerbido.
Come soggetto coordinatore c'è la Provincia di Torino; come soggetti attuatori della prescrizione, che poi si è concretato in un programma denominato SPOTT, è stato individuato un gruppo di lavoro formato da ARPA servizio di epidemiologia, l'ASL TO1, l'ASL TO3 e l'Istituto Superiore di Sanità.
Nella delibera di Giunta provinciale n. 237 del 2013 si è provveduto ad approvare lo schema di apposito accordo con il soggetto autorizzato TRM SpA, che è tenuto a mettere a disposizione i finanziamenti necessari alla realizzazione del piano di sorveglianza sanitaria predetto.
Il costo complessivo era stato stimato in 2.251.154,38 euro e il costo relativo allo stralcio della prima annualità era stato quantificato in circa 816 mila euro.
Questa prescrizione prevede che finanziamenti specifici per la realizzazione del piano vengano messi a disposizione da TRM. A maggio di quest'anno, invece, si viene a sapere che TRM comunica al Comune di Torino di non poter garantire la prima annualità quantificata in 816 mila euro.
Passa il tempo, ma poco più di un mese fa, nel momento in cui abbiamo fatto l'interrogazione, appare un articolo sulla stampa in cui ci si rallegra dell'arrivo di 25 mila tonnellate di rifiuti dalla Liguria all'inceneritore del Gerbido, previsti da un piano stipulato tra la Regione Piemonte e la Regione Liguria l'estate scorsa. In qualche modo ci si rallegra di quelle 25 mila tonnellate in più perché, come dice TRM, per fortuna con quelli si potrà, forse, pagare il piano di monitoraggio.
Ora, siamo in presenza di un paradosso. Stiamo dicendo che, per poter garantire il monitoraggio della salute dei cittadini, si devono bruciare più rifiuti, quindi inquinare di più. Questo è un evidente paradosso.
L'altro paradosso, l'altro fatto grave è che, ormai, parlando di TRM ci troviamo di fronte ad un soggetto privato: non è più la società in house del Comune di Torino che ha l'incarico di progettare, costruire e gestire l'inceneritore, ma è un soggetto privato, perché è stato acquisito all'80 dall'IREN.
Sulla base di quanto premesso, vorremo sapere se ci sono state delle variazioni al piano di monitoraggio, il suo costo complessivo per annualità, quanto la società TRM SpA ha versato fino ad oggi per il piano di monitoraggio, quali azioni siano state previste nel caso in cui la suddetta società sia inottemperante (come sta avvenendo agli accordi stipulati) e quali sia il soggetto responsabile che subentra per garantire il proseguimento del piano di monitoraggio e del programma Spott.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Valmaggia per la risposta.



VALMAGGIA Alberto, Assessore all'ambiente

Grazie, Presidente.
Ringrazio il Consigliere Bertola, perché ha permesso anche al sottoscritto di entrare in una problematica di cui non ero totalmente a conoscenza.
Effettivamente il giudizio positivo della Provincia di Torino sulla compatibilità ambientale nell'impianto del Gerbido prevedeva, come prescrizione vincolante, un piano di sorveglianza sanitaria e di conoscenza della variazione dello stato di salute della popolazione residente.
In conseguenza di ciò, la Provincia di Torino ha fatto un accordo con la società TRM spa e ha istituito il Comitato Tecnico Scientifico cui accennava anche il Consigliere Bertola. Inoltre, c'è un Protocollo d'intesa per coordinare le attività di ARPA, ASL TO3, TO1 e l'Istituto Superiore di Sanità. L'accordo, nella parte economica, prevedeva un costo complessivo di 2.251.154 euro con una prima tranche per la prima annualità di 816.179 euro in quota alla società TRM.
A seguito dell'approvazione del Protocollo d'intesa, si è iniziata, con questo lavoro di biomonitoraggio umano, la prima fase, la fase T0 (la cosiddetta fase in "bianco", cioè la fase prima dell'entrata in funzione del termovalorizzatore). Questa fase di monitoraggio si è svolta nel 2013 (dal 6 giugno al 15 luglio) e sono stati prelevati campioni biologici su 407 residenti, tra cui 13 allevatori che fanno parte di questo campione di studio sul quale poi, nel futuro, si proseguiranno i controlli.
Sono state anche effettuati 23 prelievi sui lavoratori interni della stessa TRM, quindi 23 lavoratori si sono dati disponibili.
Fatta quella prima fase, la fase T0, si è passati nella fase T1, che è partita nei mesi passati e proseguirà anche nel corso del 2015. La fase T1 ha previsto un nuovo biomonitoraggio sulle stesse persone che erano state monitorate precedentemente. Di queste, 14 non si sono presentate, hanno rifiutato di proseguire questo tipo di attività. Complessivamente, 393 persone si sono recate nuovamente presso i poliambulatori della TO1 e TO3 per fare la prima fase di controllo.
Un successivo controllo post operam sarà fatto nel 2016. Da questa prima fase di controlli, emerge una curiosità: questi controlli, oltre a rassicurare, con campioni, sulla situazione ambientale la popolazione hanno anche permesso un'opera di prevenzione sullo stato di salute generale degli abitanti della zona. Sono stati rilevati molti casi di ipertensione e ipercolesterolomia che ora possono essere tenuti sotto controllo.
Peraltro - è un altro aspetto che ho appreso anche grazie alla sua interpellanza - è stato istituito un apposito spazio web, con il sito spot www.dors.it/spott, nel quale c'è l'aggiornamento di questo monitoraggio.
Fatte queste premesse, il costo dell'opera l'ho già richiamato e la società privata ha provveduto a mettere a disposizione della Provincia i fondi necessari alla prima annualità. La Provincia stessa, oltre ad aver compartecipato, come è stato detto prima, con 200 mila euro, ha già provveduto ad effettuare le prime liquidazioni ad alcuni dei soggetti coinvolti. Dunque, non esiste correlazione fra le entrate non preventivate dei rifiuti della Liguria e questo Piano di controllo ambientale.
Il Piano in questione è l'attuazione di una prescrizione che è stata formulata in modo preciso nel giudizio di compatibilità ambientale indipendentemente dai quantitativi e dalla provenienza dei rifiuti trattati nell'impianto.
Cosa succede se non si rispetta questa prescrizione? Un'eventuale inadempienza da parte di TRM nel mettere a disposizione le somme necessarie per consentire l'attuazione del Piano, potrà essere causa dell'emanazione da parte della Provincia, di provvedimenti di diffida, di sospensione o addirittura, nel caso del perdurare dell'inadempimento, di revoca dell'autorizzazione all'esercizio dell'impianto stesso.
Non è prevista - aspetto che veniva richiamato nella sua interrogazione l'applicazione di poteri sostitutivi in caso di inadempienza.
La Provincia, quindi, nell'ambito del Piano, svolge un ruolo di coordinamento, per assicurare che le prescrizioni autorizzative vengano attuate nel migliore dei modi. Tuttavia, la norma non prevede, come dicevo prima, l'applicazione di poteri sostitutivi in caso di inadempienza, salvo la possibilità, già segnalata, di sospendere o addirittura di revocare l'autorizzazione all'esercizio dell'impianto. Questo è quanto.
La invito, comunque, a visionare il sito di cui sopra, che ho test visionato anch'io, che è just in time, quindi la situazione è aggiornata.
L'inserimento di questa norma molto cogente all'interno dell'autorizzazione ambientale è stata una scelta lungimirante e valida.
Ritengo, quindi, che ci siano tutti gli strumenti per poter monitorare e controllare l'applicazione di quanto sottoscritto negli accordi da parte della Provincia e della società che gestisce l'impianto del Gerbido.
Grazie.



PRESIDENTE

Consigliere Bertola, abbiamo ancora tre interrogazioni da esaminare, ma in un caso manca l'Assessore Saitta, che ha avvisato che ritarderà nell'altro caso è ancora assente l'interrogante.
Piuttosto che sospendere i nostri lavori, se volesse controbattere o fare una riflessione in merito alla risposta dell'Assessore, ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente, per volermi concedere non tanto la possibilità di controbattere, ma di interloquire con l'Assessore.
La mia preoccupazione non derivava tanto dal programma, che conosciamo e che abbiamo già approfondito, ma dalla propaganda - mi consenta di precisare che, in quel caso, non era certo la Giunta regionale a farla che veniva esercitata sui giornali per dichiarare che, grazie a quei rifiuti in più che arrivavano, si poteva fare il monitoraggio. Da lì è partito il quesito. Sembrava assurdo, infatti, che solo grazie ad essi si potesse avviare il Piano di monitoraggio, per il quale sembrava che non ci fossero i fondi da parte di TRM.
L'interrogazione era dunque rivolta a quell'aspetto, e ritengo che la risposta in quella parte sia stata esaustiva. Grazie.



PRESIDENTE

Assessore Valmaggia, se crede può rispondere; ne ha facoltà.



VALMAGGIA Alberto, Assessore all'ambiente

Grazie, Presidente.
Approfitto di questo spazio legato alla partita dei rifiuti anche per comunicare che, rispetto al trasferimento di rifiuti dalla Liguria al Piemonte, che si radica in questo accordo di cooperazione tra Regioni limitrofe, si era avviata una prima fase dall'estate fino a fine anno fase che ha visto il conferimento di una parte di rifiuti solidi urbani del bacino ligure genovese in particolare su più impianti del territorio piemontese: all'impianto del Gerbido si parla di un conferimento di 20.000 25.000 tonnellate in questo periodo - e si sta lavorando, adesso, ad una proroga di questo tipo di accordo anche per il prossimo semestre, quindi anche per il 2015, sempre nell'ottica della mutua collaborazione fra Regioni. Quindi si continuerà, anche per i prossimi mesi, a dare una mano nei limiti delle disponibilità degli impianti piemontesi, al territorio ligure.
Peraltro, questo tipo di attività, che nasce da una mutua collaborazione, viene controllata e monitorata anche dalla Regione, pur trattandosi di accordi stipulati direttamente dai gestori degli impianti.
Come dicevo, c'è comunque un controllo a monte, sia della Regione Liguria che della Regione Piemonte. È un'attività che è stata sviluppata nei mesi passati e che si pensa di proseguire anche nei mesi futuri.
Ho approfittato, quindi, di questo spazio di risposta anche per precisare che l'emergenza Liguria non finirà con il supporto dato nel secondo semestre del 2014, ma proseguirà, presumibilmente, anche nel primo semestre del 2015. Grazie.



PRESIDENTE

Mentre attendiamo l'arrivo sia dell'Assessore Saitta che del Consigliere Molinari, sospendiamo la seduta per qualche minuto. Peraltro mi hanno comunicato che il collega Molinari dovrebbe essere già in sede.
I lavori sono sospesi.



(I lavori, sospesi alle ore 9.55, riprendono alle ore 9.58)



PRESIDENTE

I lavori riprendono.


Argomento: Partecipazioni azionarie regionali

Interrogazione n. 236 presentata dal Consigliere Molinari, inerente a "Società partecipate in Regione Piemonte non operative o in liquidazione"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione n. 236, presentata dal Consigliere Segretario Molinari, che la illustra in qualità di Consigliere regionale.



MOLINARI Gabriele

Possiamo considerarla illustrata.



PRESIDENTE

Procediamo, allora, con la risposta da parte dell'Assessore De Santis.
Prego, Assessore; ne ha facoltà.
DE SANTIS Giuseppina, Assessore ai rapporti con società a partecipazione regionale Grazie, Presidente e grazie, Consigliere.
Mi scuso con il Consigliere Molinari, ma ritenendo che quest'interrogazione oggi non fosse in discussione, non ho la risposta puntuale al quesito relativo alla quantificazione dei costi per l'anno 2013 delle società in liquidazione.



(Brusìo in aula)



PRESIDENTE

PREESIDENTE



PRESIDENTE

Chiedo scusa, colleghi! Nel rispetto dell'interrogante, vi chiedo cortesemente di lasciar rispondere l'Assessore, consentendo al Consigliere di ascoltare la risposta.
Prego, Assessore.



PRESIDENTE

DE SANTIS Giuseppina, Assessore ai rapporti con società a partecipazione regionale



PRESIDENTE

Grazie, Presidente.
Come dicevo, mi riservo di fargliela avere per iscritto.
Invece, colgo l'occasione per rispondere, in termini compiuti, al quesito più generale posto dal Consigliere, che verte sull'attuale gestione delle nostre società partecipate, rispetto alle quali è stata avviata una ricognizione puntuale sia delle partecipate, sia degli Enti strumentali, ai fini di razionalizzazione e di risparmio.
Per quanto riguarda le due controllate, che sono a loro volta delle holding di partecipazione (Finpiemonte SpA in house e Finpiemonte Partecipazioni), è allo studio la possibilità di fondere le due società fatta salva la verifica di economicità, tenuto conto del fatto che alcune quote di Finpiemonte Partecipazioni sono in mano a soggetti privati.
Dunque, occorrerà valutare come procedere.
Il primo passo, in ogni caso, è l'integrazione funzionale sostanzialmente realizzata nel novembre scorso, affidando la quota della Regione, di Finpiemonte Partecipazione, in gestione a Finpiemonte SpA, con il mandato di effettuare una due diligence sui bilanci delle partecipate di Finpiemonte partecipazioni, in modo da arrivare alla scadenza del 31 marzo (per meglio dire al 30 aprile, ma 31 marzo) con i progetti di bilancio approvati sia delle partecipate sia delle holding (normalmente questo avviene in estremo ritardo sui termini di legge) e con la certezza che le valutazioni patrimoniali e gestionali siano adeguate.
Per quanto riguarda l'insieme delle controllate, su tutte quelle che sono in perdita strutturale, si è intervenuti utilizzando una pluralità di strumenti. Non è stata ricapitalizzata, con susseguente uscita dalla compagine sociale, la società GEAC (società che gestisce l'aeroporto di Cuneo Levaldigi). Per la società SACE, che gestisce l'aeroporto di Biella Cerrione, è stata preannunciata l'uscita, nel caso la quota della società non si riesca a vendere, nel 2015 e altrettanto si è fatto per EXPO Piemonte.
In altri casi - Terme di Acqui SpA - è stato nominato un CdA tecnico con il mandato di verificare il valore del patrimonio e procedere ad un bando per la privatizzazione delle attività.
In altri casi - Villa Milano SpA - è stato nominato di nuovo un CdA tecnico, per verificare se sussistano le condizioni per il prosieguo dell'attività.
Verrà posta in liquidazione, a breve, la società Nordind.
Per quanto riguarda il consorzio Eurofidi, è in corso un'analisi tecnica e il nuovo manager, che verrà nominato ai primi del 2015, dovrà presentare un piano industriale, sulla base del quale la Regione, in accordo con le banche, deciderà se sottoscrivere l'aumento di capitale.
Nel settembre 2014 è stata dismessa la quota della società IRS SpA Logistica, e si sta valutando l'opportunità di dismettere, nel 2015, la quota della società ARDEA Energia, allo scadere di un'opzione put.
E' altresì allo studio l'ipotesi di accorpare, in una società unica, le controllate di Finpiemonte Partecipazione che gestiscono aree industriali attrezzate. Fra queste, la società SNOS è già stata posta in liquidazione.
Per quanto riguarda le partecipate controllate di Finpiemonte SpA in house, è stato deliberato, ed è corso di attuazione, un piano di razionalizzazione che prevede, per le singole società: Tecnoparco del Lago Maggiore, la messa in liquidazione già deliberata; Virtual Reality &Multi Media Park, la messa in liquidazione già deliberata; PST cessione delle quote (il bando si è appena chiuso ed è in corso di verifica l'esito) Tecnogranda ed ENVIPark, verifica di sostenibilità sulla base di elaborazione di piano industriale da parte degli amministratori.
Sul tema della durata delle liquidazioni, voglio dire che esiste un sistema molto semplice per assicurarsi che avvengano in tempi ragionevoli: è quello di stabilire, per il liquidatore, un compenso forfettario, di modo che il liquidatore abbia un incentivo operativo a chiudere la liquidazione in tempi ragionevoli. A volte si tratta di processi che possono essere un po' più lunghi, certamente, ma se il liquidatore viene pagato a costi annuali, è evidente che ha un incentivo a tenere in piedi la liquidazione il più a lungo possibile.
Noi non dubitiamo della correttezza dei professionisti ai quali ci affidiamo, ovviamente, ma, come si dice, meglio non essere indotti in tentazione.
Per quanto riguarda, infine, gli enti strumentali della Regione, le decisioni finora assunte, per quanto riguarda l'EDISU, consistono nell'affidare una spending review agli amministratori che sono appena entrati in carica (anzi, forse non lo sono neppure); idem per quanto riguarda l'IRES.
Per quanto riguarda il CEIP, sono state dimezzate le quote associative ed è stata realizzata una consistente revisione della spesa.
Per SCR è stato bloccato il piano di nuove assunzioni. Il Consiglio discuterà in questi giorni la legge di modifica statutaria e, nominati i nuovi amministratori, si andrà avanti e si deciderà come procedere.
Per quanto riguarda l'insieme delle partecipate che si occupano di ICT ossia la maggiore CSI, la partecipata indiretta da CSI CIC, poi CSP Torino Wireless e Topix, considerato che queste società hanno rapporti fra di loro e CSI è di gran lunga la più rilevante, il tema verrà affrontato nei primi mesi del 2015, con i nuovi amministratori di CSI.
Grazie.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAUS


Argomento: Tutela del consumatore - Sanita': argomenti non sopra specificati

Interrogazione n. 132 presentata dal Consigliere Monaco, Allemano Andrissi, Batzella, Bertola, Berutti, Bono, Campo, Chiapello, Conticelli Frediani, Gancia, Giaccone, Graglia, Grimaldi, Mighetti, Molinari Porchietto e Vignale, inerente a "Braccialetti per bambini a rischio ftalati: controlli sui prodotti per l'infanzia importati"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione indifferibile ed urgente n. 132, avente come primo firmatario il Consigliere Monaco, avente ad oggetto "Braccialetti per bambini a rischio ftalati: controlli sui prodotti per l'infanzia importati".
Risponde l'Assessore Saitta; prego.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

L'interrogazione del collega Monaco, firmata da molti colleghi, fa riferimento ad un sequestro avvenuto in Lombardia a fine ottobre, ma proprio l'altro giorno l'allarme si è ripetuto dopo un ingente sequestro in Veneto di questi di questi braccialetti di produzione cinese, privi del marchio europeo.
Gli accertamenti di fine ottobre, cui l'interrogazione faceva riferimento, sono stati eseguiti in via ordinaria dalla Polizia Locale di Milano (e non dagli organi di controllo del Servizio Sanitario Nazionale) nell'ambito dei controlli previsti dalla normativa relativa al commercio di giocattoli.
Il rilievo, da parte degli organi di controllo diversi da quelli del Servizio Sanitario Nazionale, sulla irregolarità di oggetti che possono mettere a rischio la salute dei consumatori comporta l'obbligo di segnalazione alle autorità sanitarie regionali e centrali per l'attivazione del sistema rapido di allerta rapex, che comporta il blocco della commercializzazione ed il ritiro dei prodotti a rischio già posti in commercio.
Al Settore Prevenzione del nostro Assessorato non risulta sia stato attivato alcun provvedimento restrittivo da parte del Ministero della Sanità, né risulta essere stato coinvolto l'Istituto Superiore della Sanità che, in questi casi, viene chiamato in causa per convalidare gli esiti analitici svolti da laboratori che non appartengono alla rete ARPA (gli accertamenti sui braccialetti risultano essere stati disposti e svolti dalla Camera di Commercio competente per l'attuazione dei controlli sulla normativa giocattoli) Non siamo a conoscenza di eventuali comunicazioni interne alla rete dei laboratori della Camere di Commercio che possono aver attivato strutture laboratistiche operanti in Piemonte.
Aggiunto che l'autorità Reach della Regione Lombardia, sentita sulla specifica questione, non è intervenuta sul caso né ha ritenuto di dover coinvolgere i Servizi di Igiene e Sanità Pubblica che hanno competenza sull'applicazione del Regolamento Reach-CLP per i prodotti in commercio.
Gli interventi di controllo su elastici destinati a produrre braccialetti per bambini, svolti dalla Polizia Locale di Milano, si riferiscono all'importazione di materiali destinati ad essere trasformati in altri oggetti, tra cui i braccialetti.
Non risultano siano stati assunti provvedimenti su prodotti finiti già posti in commercio, ma soltanto su materie prime importate per essere trasformate. E questo depone a favore della tempestività dei controlli doganali che, avvalendosi anche delle disposizioni sanitarie che obbligano a fornire schede di sicurezza SDS aggiornate, hanno permesso di agire in modo preventivo.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
La parola per la replica all'interrogante, Consigliere Monaco.



MONACO Alfredo

Grazie, Presidente e grazie, Assessore.
La ringrazio perché ha fatto un'analisi puntuale dell'attività dell'Assessorato in Piemonte (e, in senso anche più lato, di quella del Ministero della salute) in ordine a questi materiali pericolosi che attraverso linee commerciali di manufatti, arrivano sui nostri mercati e soprattutto nelle nostre case e si dimostrano molto spesso lesivi e dannosi.
In questo caso si trattava di ftalati, una sostanza che deve essere contenuta nello 0,1% e le cui dosi, in questo caso, sembrava fossero decisamente più elevate. Sono dei distruttori endocrini in senso lato e sono cancerogeni per la pelle.
Mi dispiace che nell'ambito della Giunta sia stato coinvolto per la risposta esclusivamente l'Assessorato di sua competenza, perché credo che in questo caso la materia potesse essere assimilabile a una risposta e ad un'attenzione da parte dell'Assessorato in modo quasi indiretto. Nella sostanza, però, troppo spesso noi vediamo articoli e notizie di questo genere e abbiamo dubbi o quantomeno sospetti, anche dove non c'è il clamore del titolo di giornale di un sequestro, e si notano invece degli effetti devastanti di prodotti che arrivano sui nostri mercati e che danno l'idea per lo meno di certificazioni CE oserei dire anche contraffatte.
Questo comporta, secondo me, due ordini di fattori e nei mesi successivi farò un lavoro, che poi presenterò, e cercherò di aiutare anche la Giunta sotto questo profilo perché coinvolge le attività produttive e altri settori. Non c'è solo il discorso della salute, che ovviamente è un dovere prudenziale, ma secondo me c'è il tema in ordine alla protezione dei nostri prodotti e di tutti coloro che eseguono le certificazioni dei nostri manufatti e di tutto ciò che viene prodotto in Europa in senso più lato, ma in Italia in modo particolare e puntuale: quando si vanno a certificare i prodotti, queste certificazioni costano moltissimo e costituiscono dei costi di produzione che vanno a ricadere sul prezzo finale del consumatore ma garantiscono anche qualità.
Allora, anche a tutela delle nostre produzioni e dei nostri produttori per poter dar loro pure un incentivo di speranza e il senso di non essere sopraffatti, l'idea è che possa essere attivato un controllo forse anche multidisciplinare fra le varie istituzioni, non solo per andare a colpire l'anello finale della filiera, cioè il distributore ultimo, ma l'importatore: su di esso dobbiamo porre la massima attenzione e credo che anche nella legislazione questo possa trovare spazio per poter attribuire il top della responsabilità verso chi introduce nei nostri mercati dei prodotti non solo volutamente malfatti, ma addirittura con certificazioni probabilmente non corrispondenti alla verità.
A proposito del ruolo della Regione Piemonte, quindi, non sollecito tanto l'Assessore alla sanità, che ben ha operato, ma la Giunta in senso più lato e anche tutto il Consiglio a identificare strumenti quali, per esempio, l'ARPA - che forse perderà delle funzioni nelle prossime settimane, ma potrebbe assumerne altre - per un maggior controllo e una maggiore incisività in quella direzione, in aggiunta all'attività dell'Assessore Saitta, che già ha tanto da fare in termini di prevenzione.
Oltre che andare a guardare ulteriori elementi di negatività per la salute e ad operare per la nostra protezione, questo potrebbe essere un ulteriore benefit per i nostri prodotti manifatturieri e quindi a tutela delle nostre aziende: potrebbe essere un elemento di novità che forse nel nostro Paese nessuno aveva mai ipotizzato.
Troppo spesso, infatti, vediamo queste notizie e in genere le informazioni che arrivano ai giornali sono epifenomeni di iceberg che sono decisamente di dimensioni superiori, in profondità.
Grazie, Presidente.


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta") - Psichiatria

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 193 presentata dal Consigliere Graglia, inerente a "Trasformazione della casa di residenza per anziani di Lequio Tanaro in struttura psichiatrica"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 193.
Per la Giunta regionale, risponde l'Assessore Saitta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Per rispondere all'interrogazione del collega Graglia, è necessario ricostruire l'iter di questa vicenda. Tra l'altro sintetizzo, ma preciso nel testo scritto, una ricostruzione, almeno, dal punto di vista dell'Assessorato.
Il 29 settembre scorso è giunta alla Direzione sanità della Regione Piemonte un'istanza ex articolo 8 del D.Lgs n. 502 da parte del Sindaco di Lequio Tanaro Costanzo Negro, per il trasferimento dal Comune di Belvedere Langhe al Comune di Lequio Tanaro della struttura "Villa Margherita", già autorizzata come comunità protetta per pazienti psichiatrici di tipo B con 20 posti letto. La richiesta trasmessa dal Sindaco di Lequio Tanaro riguardava la verifica di compatibilità e prospettava il trasferimento della comunità all'interno dell'RSA "Don Comino" sul territorio di Lequio Tanaro, con la trasformazione di alcuni locali presenti all'interno della struttura e gli adeguamenti necessari agli spazi senza promiscuità e con ingressi da accessi separati.
Aggiungo che la RSA "Don Comino" è di proprietà della Sereni Orizzonti SpA con sede legale ad Udine e dispone di 50 posti letto.
Il 27 ottobre scorso gli Ufficidella Direzione sanità della Regione Piemonte hanno richiesto alla Direzione generale dell'ASL Cuneo 1 il parere di compatibilità sulla domanda del Comune di Lequio Tanaro, tenendo conto della programmazione aziendale di posti letto residenziali per l'area della salute mentale - soggetti adulti. Inoltre, i nostri Ufficihanno richiesto alla Commissione di vigilanza dell'ASL Cuneo 1 di relazionare relativamente al progetto preliminare delle opere già presentato dalla proprietà Sereni Orizzonti SpA.
Il 18 novembre scorso, quindi un mese e mezzo dopo averci chiesto l'autorizzazione ad insediare la comunità, lo stesso Sindaco di Lequio Tanaro ha scritto alla Direzione Sanità della Regione Piemonte, ma anche all'ASL Cuneo 1, al Prefetto, al Questore e al Comando dei Carabinieri di Bene Vagienna, riferendo palesi manifestazione di dissenso da parte della popolazione contro quella proposta e informando di una raccolta di firme tra i cittadini contrari al trasferimento in oggetto. Lo stesso Sindaco chiedeva alla Direzione regionale "di porre la massima attenzione su quanto esposto, al fine di valutarne tutti gli aspetti" ed esprimeva "parere negativo alla realizzazione del progetto di trasferimento dal Comune di Belvedere Langhe al Comune di Lequio Tanaro".
Tengo quindi a ribadire che il Comune di Lequio Tanaro prima ha avanzato istanza di trasferimento e, un mese e mezzo dopo, ha espresso parere negativo al trasferimento stesso.
Nel frattempo, il Comitato dei cittadini contrario al trasferimento della Comunità nella RSA di Lequio Tanaro ha trasmesso all'Assessorato le firme raccolte (circa 650, come viene ricordato) e ha illustrato le motivazioni alla base della loro contrarietà: la mancanza di trasparenza nella gestione della vicenda da parte dell'Amministrazione comunale, il timore - io credo questo, soprattutto - che le persone da accogliere rappresentino un potenziale pericolo per la popolazione scolastica e i bambini (anche a causa dei gravi fatti di cronaca avvenuti nel passato) e in modo particolare per l'ubicazione della struttura in pieno centro cittadino, a poca distanza dalla scuola e dall'asilo.
Infine, il 9 dicembre scorso, il Prefetto di Cuneo ha richiesto alla Direzione Sanità della Regione Piemonte di fornire informazioni in merito alla vicenda. Fin qui, la ricostruzione.
Bisogna ricordare che i Programmi operativi della Regione Piemonte relativamente alla salute mentale richiamano esplicitamente le Linee d'indirizzo nazionali per la Salute Mentale (2008), dove si stabilisce che "devono essere evitate forme di ricovero improprie in strutture non deputate alla cura del disagio psichico e modelli di accorpamento di strutture", cioè si invita ad evitare di collocare comunità all'interno di RSA o comunque all'interno di complessi residenziali che trattano diversi tipi di utenza.
La presenza di diversi tipi di utenza, insomma, mal concilia con la finalità di reinserimento sociale e territoriale del paziente e di differenti percorsi riabilitativi. Sono convinto che il Direttore dell'ASL CN1, competente a fornire il parere finale di compatibilità sulla domanda del Comune di Lequio Tanaro, saprà tenere conto sia del cambio di idea dell'Amministrazione comunale e di indirizzo dello stesso Comune richiedente sia delle linee guida regionali, che sono molto chiare, cioè impediscono questa promiscuità. Devo, però, completare la mia risposta con la precisazione che mi arriva dalla direzione sanitaria dell'ASL CN1. La dottoressa Chiazza mi scrive che "agli atti non risulta depositato all'ASL nessun progetto preliminare della Sereni Orizzonti SpA relativo al trasferimento da Belvedere Langhe a Lequio Tanaro".



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Graglia per la replica.



GRAGLIA Franco

Semplicemente per ringraziare l'Assessore, perché la ricostruzione è stata meticolosa e precisa. Si tratta di un interesse di una cittadinanza che considero un proprio diritto, pertanto la risposta è stata chiarissima.
Volevo veramente ringraziare e penso che i lequiesi presenti tra il pubblico abbiano colto chiaramente le intenzioni. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Graglia.
Dichiaro chiusa la trattazione del sindacato ispettivo.



(Alle ore 10.22 il Presidente dichiara esaurita la trattazione del punto all'o.d.g. inerente a "Svolgimento interrogazioni e interpellanze")



(La seduta ha inizio alle ore 10.23)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento: Rapporti Regioni - Governo

Richiesta, da parte del Consigliere Bono, di comunicazioni della Giunta regionale in merito a "Commissariamento della Regione Piemonte"


PRESIDENTE

Do atto che l'o.d.g. è stato comunicato con la convocazione.
Chiedo se vi siano proposte di modifica.
Ha chiesto la parola il Consigliere Bono; ne fa facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Rinnovo la richiesta che ho formulato via mail (non so se gli Uffici l'hanno ricevuta o meno, l'avevo girata anche alla I Commissione) in merito a una comunicazione da parte della Giunta regionale (immagino che oggi il Presidente Chiamparino non ci sia, ma può darla il Vicepresidente Reschigna) sull'emendamento presentato in Senato agli articoli 161 bis e seguenti, della Legge di stabilità, riguardanti il conferimento delle funzioni di Commissario straordinario al Presidente della Giunta regionale Chiamparino, e le relative ricadute sulla Regione Piemonte, e quindi anche sul futuro della gestione dei fondi del DL 35. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei, Consigliere Bono.
Ho interloquito con la Giunta e il Vicepresidente Reschigna si rende disponibile a fornire le comunicazioni subito dopo la commemorazione.


Argomento: Comuni - Comunità collinari

Ordine del giorno n. 97 presentato dai Consiglieri Berutti, Graglia e Sozzani, inerente a "Snellimento elenco dei Comuni montani e collinari" (richiesta inversione all'o.d.g.)


PRESIDENTE

La parola al Consigliere Berutti.



BERUTTI Massimo

Grazie, Presidente.
Poiché l'o.d.g. è calendarizzato sullo snellimento degli elenchi dei Comuni montani e vista l'importanza della situazione, sia per i Comuni sia per i cittadini, anche se il provvedimento a livello nazionale è stato posticipato al 26 gennaio, chiedo se è possibile discuterne, anteponendolo nell'ordine dei lavori.



PRESIDENTE

Anteponendolo rispetto agli altri atti d'indirizzo?



BERUTTI Massimo

Sì.



PRESIDENTE

Se l'Aula acconsente, lo anteponiamo come primo punto all'o.d.g.
rispetto agli atti di indirizzo.



(L'Assemblea, tacitamente, acconsente all'inversione all'o.d.g.)


Argomento: Centri permanenza temporanea

Mozione n. 150 presentata dai Consiglieri Grimaldi, Giaccone, Baricco Rossi, Appiano, Allemano, Conticelli, Chiapello, Accossato e Boeti inerente a "Chiusura del CIE di corso Brunelleschi" (richiesta iscrizione all'o.d.g.)


PRESIDENTE

La parola al Consigliere Grimaldi.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Come annunciato anche dai Consiglieri comunali di Torino, ovviamente in accordo con i primi firmatari della mozione (parlo dei Consiglieri comunali di Torino, perché questo atto d'indirizzo è stato ripresentato nelle scorse ore come sollecitazione anche in quell'assise), chiediamo di discutere la mozione avente ad oggetto "Chiusura del CIE di Corso Brunelleschi". Tra l'altro, invito i colleghi che non l'avessero ancora fatto, a sottoscrivere tale documento.
Vista l'emergenza in atto ed anche l'urgenza delle condizioni, non voglio fare la stessa richiesta del Consigliere Graglia, ma sarebbe importante metterlo tra i primi punti all'o.d.g.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Ci portiamo avanti con il lavoro e, poi, quando arriveremo alla discussione degli atti d'indirizzo, cercheremo di trovare una soluzione.



(L'Assemblea, tacitamente, acconsente all'iscrizione all'o.d.g.)



GRIMALDI Marco

La ringrazio.



PRESIDENTE

L'o.d.g. è approvato, ai sensi dell'articolo 58 del Regolamento.


Argomento:

Approvazione processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Approvazione processi verbali precedenti sedute", comunico che sono stati approvati i verbali del 27 novembre 2014 e del 2 dicembre 2014.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Chiamparino, Ferrentino, Ferrero Marrone e Ruffino.


Argomento:

b) Processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

Sono a disposizione e riproducibili, su richiesta, i processi verbali delle sedute del 9 dicembre 2014.


Argomento: Commemorazioni

Commemorazione dell'ex Sindaco di Casale Monferrato Riccardo Coppo deceduto il 1° dicembre 2014


PRESIDENTE

Colleghi Consiglieri, il 1° dicembre scorso all'età di 69 anni è morto l'ex Sindaco di Casale Monferrato, Riccardo Coppo.
Il Consiglio regionale vuole ricordare la figura di uomo e di politico al servizio dei cittadini e delle istituzioni.
Un esempio di determinazione e di coraggio nel contrasto ai danni provocati dalla lavorazione dell'amianto.
Nei tanti anni in cui fu Consigliere comunale e poi Assessore del Comune di Casale Monferrato seguì con particolare attenzione le dolorose vicende legate all'attività dell'Eternit.
Nel 1948 fu eletto Sindaco e, quando Eternit chiuse i battenti, fu lui a bloccare la strada di una società francese che voleva rilevare l'azienda per far ripartire la produzione.
Il Sindaco firmò nel 1987 un'ordinanza che, anticipando le leggi nazionali, vietava la fabbricazione, l'uso e la commercializzazione del cemento amianto.
Da sindaco, Riccardo Coppo, gestì anche l'emergenza del gravissimo avvelenamento dell'acquedotto di Casale Monferrato e la situazione critica dovuta all'arrivo nelle caserme dismesse dalla città di quasi mille immigrati albanesi.
La scomparsa di Riccardo Coppo è avvenuta meno di 15 giorni dopo la sentenza in Cassazione di annullamento della condanna a carico dell'ex manager dell'Eternit. Del processo fu testimone e costante presenza nonostante la malattia che lo aveva colpito.
I suoi cittadini, gli amministratori comunali e l'associazione dei familiari delle vittime dell'amianto di Casale lo ricordano come il Sindaco che ha iniziato la bonifica e si è battuto per la salute dei lavoratori e della popolazione casalese.
E' notizia di pochi giorni fa che il Governo nazionale ha inserito nella legge di stabilità nuove risorse per le bonifiche dei siti inquinati di interesse nazionale, in primo luogo Casale Monferrato e Bagnoli.
E' un primo passo molto importante, anche se resta ancora molto da fare.
Alla moglie Lilia, al figlio Marco e Valeria desidero rinnovare, a nome dell'Assemblea regionale, le più sentite condoglianze e la nostra solidarietà e vicinanza.
Invito i presenti ad osservare un minuto di silenzio in memoria del signor Riccardo Coppo.



(L'Assemblea, in piedi, osserva un minuto di silenzio)



PRESIDENTE

La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle 10.33, riprende alle ore 10.37)



PRESIDENTE

La seduta riprende.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale (seguito)


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale (seguito)

Argomento:

c) Approvazione deliberazione legislativa


PRESIDENTE

Comunico che, in data 11 dicembre, la I Commissione riunita in sede legislativa ha approvato all'unanimità la deliberazione legislativa avente ad oggetto "Norme per il conferimento alle Unioni Montane delle funzioni amministrative già attribuite dalla Regione Piemonte alle Comunità montane".


Argomento:

d) Deliberazioni di variazioni al bilancio di previsione per l'anno finanziario 2014


PRESIDENTE

Comunico che la Giunta regionale, in data 27 novembre 2014, ha trasmesso, per comunicazione al Consiglio, in ottemperanza al comma 7 dell'articolo 24 della legge n. 7/2001 "Nuovo ordinamento contabile della Regione Piemonte", n. 1 deliberazione dell'8 settembre, n. 7 deliberazioni del 22 settembre, n. 3 deliberazioni del 29 settembre, n. 2 deliberazioni del 6 ottobre, n. 12 deliberazioni del 13 ottobre, n. 1 deliberazioni del 21 ottobre, n. 2 deliberazioni del 27 ottobre e n. 17 deliberazioni del 3 novembre, ovviamente in materia di variazione al bilancio di previsione per l'anno finanziario 2014.
Gli allegati sono a disposizione presso l'Ufficio Aula.


Argomento: Rapporti Regioni - Governo

Comunicazioni della Giunta regionale inerenti a "Commissariamento della Regione Piemonte"


PRESIDENTE

Passiamo alle comunicazioni del Vicepresidente della Giunta regionale Reschigna, inerente a "Richiesta di commissariamento del Presidente della Regione Piemonte", sollecitata dal Consigliere Bono, di cui al punto 3) all'o.d.g.
Prego, Vicepresidente Reschigna.



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale

Ho già avuto modo di esprimere all'interno della I Commissione il senso dell'emendamento che è stato presentato dal Governo al Senato sulla legge di stabilità e che mi auguro proprio questa mattina la Commissione Bilancio del Senato possa approvare, perché dalle ultime informazioni che mi sono state date la Commissione Bilancio del Senato dovrebbe chiudere l'esame della legge di stabilità entro le ore 13 di oggi.
Il senso dell'emendamento è abbastanza semplice da esplicitare.
E' noto al Consiglio regionale che, sulle operazioni fatte nel 2013 da parte della Regione Piemonte sul decreto legge n. 35, la Corte dei Conti ha sollevato impugnativa alla Corte Costituzionale relativamente a quelle parti della legge di bilancio 2013 e dell'assestamento di bilancio 2013.
Ricordo che il complesso di quelle operazioni supera i due miliardi e 500 milioni di euro e ricordo che quelle operazioni erano riferite, per la maggior parte, in ambito sanitario e per una parte residua in ambito di non sanità, quindi riguardanti i debiti commerciali in una serie di storia.
Abbiamo posto, come Regione Piemonte, la necessità di un chiarimento relativamente a questa materia, perché non potevamo e non possiamo permetterci di aspettare che la Corte Costituzionale si esprima relativamente all'impugnativa promossa dalla Corte dei Conti.
Il Ministero dell'Economia e Finanze ha ritenuto che tale tema non poteva essere risolto attraverso gli strumenti ordinari e conseguentemente, ha proposto un emendamento alla legge di stabilità, il cui testo è stato concordato con la Regione Piemonte. E' un emendamento che vede sostanzialmente la nomina del Presidente Chiamparino come Commissario ad acta per le operazioni legate al decreto legge n. 35 del Presidente della Regione Piemonte.
Il Presidente della Regione Piemonte ha la facoltà e la possibilità nell'ambito dei poteri che gli verranno attribuiti una volta approvata - ci auguriamo - la legge di stabilità, di riprendere le operazioni in ambito non sanitario relativamente al 2013 e confermare che quelle operazioni non sono state utilizzate unicamente per pagare liquidità, ma anche per coprire un disavanzo.
Sottolineo che i poteri, in modo particolare in questa fase, sono diretti relativamente alle operazioni non sanitarie. Possono essere eventualmente ampliati anche per quanto riguarda le operazioni in ambito sanitario del 2013, e la differenza sostanziale sta nel fatto che lo stesso Ministero dell'Economia e Finanze ritiene che quelle operazioni in ambito sanitario compiute dalla Regione Piemonte sul decreto legge n. 35 corrispondano ai dettati del decreto legge stesso, che prevedeva l'obbligo in capo alla Regione di utilizzare quelle risorse per coprire gli ammortamenti non sterilizzati e per ricapitalizzare le aziende sanitarie regionali.
Al Commissario nella persona del Presidente vengono altresì conferiti i poteri per confermare l'unica operazione realizzata nel 2014 in ambito sanitario sul decreto legge n. 35, per 509 milioni di euro in ambito sanitario, e per chiudere del mese di gennaio le ultime due operazioni per le quali la Regione Piemonte ha avanzato al Ministero richiesta di finanziamento e che erano in fase di istruttoria. Tali operazioni però non si sono concluse, insieme ai relativi contratti di finanziamento. Sono due operazioni che riguardano per 900 milioni di euro sempre l'ambito sanitario e per circa 500 milioni di euro azioni in ambito non sanitario, che occorre chiudere stipulando il contratto di finanziamento con il Ministero sostanzialmente prelevando dal bilancio della Regione i debiti commerciali a cui queste due operazioni si riferiscono e utilizzando le risorse provenienti dal contratto di finanziamento del Ministero per saldare i debiti commerciali, sempre con lo stesso presupposto che ho ribadito prima: anche le operazioni che si concluderanno - mi auguro - nel mese di gennaio 2015 avranno la stessa natura e le stesse caratteristiche delle operazioni che verranno confermate dal Presidente, quindi non saranno unicamente operazioni di iniezione di liquidità, ma anche di copertura di disavanzo.
Quando si sarà provveduto a questa operazione, il Commissario ad acta restituirà al bilancio della Regione Piemonte gli oneri relativi al pagamento delle rate trentennali di finanziamento al Ministero dell'Economia e delle Finanze. Sostanzialmente, alla fine, accadrà che, in una fase transitoria, il Commissario preleverà dal bilancio della Regione i debiti commerciali, sottoscriverà i contratti di finanziamento con il MEF salderà gli importi dei debiti commerciali, sia in ambito sanitario che in ambito non sanitario, dopo di che riconsegnerà al bilancio della Regione l'onere trentennale della restituzione dei due nuovi contratti di finanziamento del 2015 che verranno sottoscritti.
Teoricamente, il lavoro del Commissario straordinario potrebbe durare un periodo di due o tre mesi al massimo, perché ricordo che la Regione Piemonte, quando ha chiesto i finanziamenti sul decreto legge n. 35, ha trasmesso al Ministero l'elenco dei debiti commerciali rispetto ai quali queste operazioni, sostanzialmente, devono trovare una loro copertura.
Invece, ritengo prudenziale, da questo punto di vista, che il ruolo del Commissario permanga fino al pronunciamento della Corte Costituzionale sull'impugnativa promossa dalla Corte dei Conti. Infatti, se la Corte Costituzionale confermasse corretto il comportamento della Regione Piemonte sulle operazioni in ambito sanitario, si chiuderebbe tutta la vicenda.
Comunque, se anche quelle due operazioni in ambito sanitario - che lo stesso Ministero dell'Economia e delle Finanze ritiene compiute in piena coerenza con i dettami del decreto legge n. 35 - non fossero confermate dalla Corte Costituzionale, il Commissario ad acta potrebbe chiuderle e sanare complessivamente questa operazione.
In ultimo, ripeto una considerazione che ho espresso in Commissione: come Giunta regionale, non ci interessa lo strumento con il quale questa questione viene definita, confermando sostanzialmente che non c'è un rischio potenziale di ulteriore disavanzo sui conti della Regione Piemonte.
La strada scelta è stata concordata con il Ministero dell'Economia e delle Finanze. Questo per noi non è un giudizio rispetto al passato, a noi interessava unicamente fare in modo che tornasse una sfera di certezza sulle possibili conseguenze di quelle operazioni sul bilancio della Regione.
Al di là dello strumento che viene utilizzato, mi sembra che questo venga garantito, consentendo di ritenere risolta una delle tre questioni che abbiamo posto al Ministero.
Rimane l'auspicio che questa mattina la Commissione Bilancio del Senato approvi l'emendamento e, conseguentemente, che la legge di stabilità possa essere approvata dal Parlamento (dal Senato per poi tornare alla Camera) con questo tipo di contenuti. Grazie.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE BOETI



PRESIDENTE

Il Vicepresidente ha svolto la sua comunicazione. Se si intende aprire il dibattito occorre la richiesta da parte di un Capogruppo e di tre Consiglieri, ma sulle comunicazioni della Giunta c'è sempre stata, se i Consiglieri lo ritengono, qualche riflessione.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bertola; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Chiederei la disponibilità a poter domandare dei chiarimenti all'Assessore al bilancio Reschigna, anche brevemente, insomma dei chiarimenti puntuali. Grazie.



PRESIDENTE

Consigliere Bertola, ha cinque minuti a disposizione se vuole chiedere chiarimenti.



BERTOLA Giorgio

Sì, era solo l'annuncio di volerli richiedere, penso che interverrà il collega Bono.



PRESIDENTE

Può proseguire.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Ai sensi dell'articolo 56, comma 1, ogni Consigliere può chiedere chiarimenti intervenendo una sola volta per non più di cinque minuti. Se sforerò un attimo, magari prenderò un po' del tempo dei colleghi.
Dell'emendamento annunciato nei corridoi dei Palazzi romani già venerdì noi abbiamo avuto notizia lunedì mattina tramite i nostri Senatori, poi è stato portato tempestivamente in Commissione bilancio.
Ovviamente, segnaliamo delle perplessità nel merito, ritenendo pacifica l'interpretazione data dal Vicepresidente Reschigna per quanto riguarda la nomina del Commissario straordinario solo per il tempo in cui verranno esauriti i pagamenti relativamente ai crediti commerciali e, come detto, in parte anche per il disavanzo; infatti, da una prima lettura sembrava che il Commissario straordinario dovesse rimanere fino ad esaurimento della copertura dell'ammortamento di quella che è un'anticipazione, quindi un prestito, cioè fino al 2045.
Il Vicepresidente Reschigna ha sollevato anche un tema importante quello della necessità di mantenere - per questo è stato pensato l'emendamento - i poteri di Commissario straordinario fino al pronunciamento della Corte Costituzionale in merito all'impugnativa da parte della Corte dei Conti. Ovviamente non conosciamo la data di questo pronunciamento, quindi risulta difficile fare previsioni in questo senso anche se la norma è abbastanza chiara.
Sulla necessità di creare una contabilità separata rispetto a quella della Regione avanziamo alcune perplessità. E' vero che anche il Presidente Cota, nella scorsa legislatura, nella tarda primavera del 2013, aveva assunto per un breve periodo i poteri di Commissario straordinario per aumentare le aliquote fiscali delle addizionali IRPEF. Normalmente il provvedimento si deve assumere entro fine anno, come sta proponendo questa Giunta, per aumentare le aliquote per l'anno successivo; invece, in quel caso, decretando l'aumento a giugno ebbero un effetto solo per sei mesi quindi servì un decreto del Presidente della Giunta regionale come Commissario straordinario.
La copertura che diede l'ulteriore aumento dell'addizionale IRPEF nel dicembre dello stesso anno determinò un incremento di gettito fiscale di circa 155-160 milioni di euro, 20 milioni dei quali erano circa una quota che avanzava rispetto a quanto richiesto dalla copertura delle prime due tranche del DL n. 35, articoli 2 e 3 - come ha ricordato bene il Vicepresidente Reschigna, due miliardi e 554 milioni divisi tra sanità e non sanità.
Sulla tranche del 2014 c'era l'ipotesi di una copertura ancora con quel gettito extra di addizionale IRPEF. Così scopriamo che non è, ma avevamo delle perplessità anche nella scorsa legislatura. Oggi, la Giunta regionale propone una manovra fiscale per circa 100 milioni di euro, 72-73 di addizionale IRPEF e 19 probabilmente con l'emendamento che abbiamo approvato ieri in Commissione sul bollo auto, che va ad eliminare la tassazione aggiuntiva sugli impianti termici e poi, forse...



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale (fuori microfono)

Lunedì in aula. Non è stato approvato ieri.



BONO Davide

Sì, giusto, è solo stato illustrato.
E poi restante quota dall'aumento sui canoni idrici a fini elettrici.
Ci chiediamo, in effetti, quanto di questa quota parte di aumento di prelievo fiscale sia destinato alla copertura del disegno di legge 35 e quanto invece al maggiore gettito che la Regione Piemonte potrà utilizzare per l'avvicinamento a quel delta illustrato nel piano di riequilibrio finanziario di 588 milioni di euro.
Questo non ci è molto chiaro. Il comma 161 sexies, che dovrebbe essere approvato in Senato, laddove si parla di 56 milioni di euro per l'anno 2015, e di 126 per l'anno 2016 per la copertura dei debiti commerciali certi, liquidi ed esigibili al 31/12/2013 (articoli 2 e 3), e per l'articolo 2 già anticipato, più 95 o 96,5 milioni di euro (sempre 2015/2016), per l'articolo 3 già contratto, fa riferimento a somme già coperte soltanto con l'aumento dell'addizionale IRPEF o con anche altri aumenti, che sono stati fatti, o con ulteriori aumenti? Mi spiego meglio. Se sommiamo 96,5 milioni ai 126 arriviamo a 222 milioni di euro. Vorremmo quindi capire se la manovra fiscale solo dell'addizionale IRPEF (Cota-Chiamparino) copre interamente i 222 milioni di euro e se non saranno necessari ulteriori aumenti. Perché leggiamo che il Commissario straordinario ha la facoltà di aumentare a propria discrezione, senza passare dal Consiglio regionale, le aliquote fiscali.
Ritengo che questo ragionamento sia molto interessante, per capire quanta quota parte dell'aumento che si propone quest'oggi con il disegno di legge 66 va a coprire, come ho detto prima, le nostre spese correnti e quindi, va a coprire il disavanzo che costantemente la Regione Piemonte ha.
Perché finalmente, con un po' di trasparenza, la Regione Piemonte ha dichiarato nei suoi documenti di programmazione economica che da vent'anni questo Ente spende di più di quello che incamera. Attenzione, non è che li spende solo adesso che non abbiamo più possibilità di accendere mutui, ma li spendeva anche prima, quando accendevamo i mutui. Quando nel 2006 si accendevano due miliardi e mezzo di mutui, la Regione spendeva, oltre ai due miliardi e mezzo di mutui, anche circa 500 milioni di spesa in più.
Ovviamente i mutui creavano investimenti, però la logica è chiara: tutt'oggi c'è un costante disavanzo.
Ritengo che parlare di questo emendamento sia importante proprio per capire anche le finalità di quello che andiamo ad approvare - andate ad approvare, perché noi, ovviamente, non voteremo favorevolmente - con il disegno di legge 66.
In ultimo, stando ai rumors che girano in Senato, dovrebbe essere stato presentato - non ho ancora notizie certe, stavo cercando di massaggiare con i colleghi Senatori - anche un subemendamento che dovrebbe permettere lo spostamento in avanti di due anni delle quote capitali dei mutui contratti con il MEF, in relazione, se non ho capito male, allo stesso disegno di legge 35. Questo permetterebbe di avere quel delta di 200 milioni sul 2015 2016, che permetterebbe di chiudere il bilancio in un più o meno sostanziale pareggio. Cento milioni di euro dovrebbero essere già o meglio, sono alla portata di una contrattazione con la Cassa Depositi e prestiti. Cento milioni di euro invece dovrebbero derivare da questo spostamento in là.
Francamente, ho delle perplessità sulla seconda misura. Se, sulla prima misura, la Cassa Depositi e prestiti accetta, non possiamo che esserne lieti, se ciò vorrà dire, insieme ad una serie di riduzioni della spesa e di efficientamento, una migliore condizione economico-finanziaria della Regione Piemonte.
Sullo slittamento in là di due anni di un'anticipazione di credito che viene contratta per trent'anni, tanta anticipazione non è, perché sappiamo che, per definizione, l'anticipazione di credito deve essere istituita in un anno, al massimo tre, un po' come un disavanzo. Pensare che un'anticipazione di credito coperta da una restituzione in trent'anni sia slittata di due anni ci lascia, francamente, un po' perplessi. Il Senato dovrebbe essere, insomma, sovrano, come la nostra Aula, e non so se il Governo darà parere favorevole o meno su un emendamento del genere, ma se dovesse passare, comunque buon pro gli faccia alla Giunta Chiamparino e al Consiglio regionale.
Tuttavia, restano delle perplessità perché sono delle anticipazioni di credito, che devono essere coperte dalle aliquote fiscali, ma se per due anni non le paghiamo e rinviamo di due anni i pagamenti, significa che in realtà stiamo creando un disavanzo alla fiscalità e al bilancio nazionale e centrale.
Quindi, vorremmo dei chiarimenti nel merito. Grazie.



PRESIDENTE

Ricordo all'Aula che il fatto di utilizzare il tempo dei colleghi è una libera interpretazione del Regolamento. Abbiamo fatto questa concessione al Consigliere Bono, ma chi interviene deve intervenire per cinque minuti.
BONO Davide (fuori microfono) Non interveniamo più.



PRESIDENTE

È una libera interpretazione che si prenda il tempo assegnato ai colleghi.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi dell'Istituto Professionale Statale "G. Colombatto" di Torino


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti dell'Istituto Professionale Statale "G.
Colombatto" di Torino in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.


Argomento: Rapporti Regioni - Governo

Comunicazioni della Giunta regionale inerenti a "Commissariamento della Regione Piemonte" (seguito)


PRESIDENTE

Proseguiamo il dibattito sulle comunicazioni della Giunta regionale.
La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Intanto ringraziamo il Vicepresidente per la comunicazione, ma noi crediamo che sia necessario un chiarimento anche ai fini del disegno di legge che poi affronteremo.
La Giunta regionale ha ipotizzato nel proprio documento di piano di riequilibrio della spesa della Regione Piemonte una serie di misure per fare fronte alla copertura del bilancio, in particolar modo tre: una prima relativa ai proventi derivanti dall'approvazione del disegno di legge 66 107 milioni di euro; una seconda derivante dai risparmi relativi all'approvazione del disegno di legge 67 di revisione della spesa; una terza, quella relativa alla gestione delle rate dei mutui, cioè alla restituzione delle quote interesse e non delle quote capitale.
Lo diciamo da Consiglieri certamente di opposizione, ma di un Gruppo che, avendo governato fino a pochi mesi fa in Piemonte, ha interesse che questa situazione si risolva.
Non possiamo però non rilevare che l'emendamento presentato in legge di stabilità ha alcune misure assolutamente significative da un punto di vista dell'interventismo, diciamo così, legislativo, perché di fatto si individua una potestà che sta in capo al Commissario, nella figura del Presidente Chiamparino, che assume i poteri del Consiglio regionale.
E' ben noto a tutto il Consiglio che tutto ciò che riguarda il bilancio è una competenza del Consiglio e tutto ciò che riguarda l'aumento della fiscalità è una competenza del Consiglio. Nell'emendamento vi è la previsione di una gestione contabile separata, che garantisce tanto alla Regione Piemonte quanto alla Regione Campania la possibilità di inasprimento delle variazioni fiscali in aumento. Era evidente, ma l'emendamento lo chiarisce in modo netto.
Ci preoccupa il fatto che l'emendamento, però, non contenga un capo relativo invece alla rideterminazione delle quote dei mutui, perché è evidente che - per ricordare i numeri che ci ha fornito la Giunta regionale 107 milioni di euro deriveranno dall'aumento delle imposizioni fiscali (canoni previsti dal 66) e 233 milioni di euro deriveranno dalla gestione delle rate dei mutui.
E' chiaro che, se non si riuscirà a definire l'aspetto - per questo lo domandiamo al Vicepresidente - relativo ai 233 milioni.
Capiamo bene che con alcuni soggetti, in particolar modo con Cassa Depositi e Prestiti, che comunque riguardano 126 milioni (leggo quello che c'è scritto), può anche non essere contenuto all'interno di una legge dello Stato; è altrettanto evidente che, se la legge di stabilità avesse anche contenuto un capo che autorizzava il Piemonte, piuttosto che altre Regioni che sono in una situazione di difficoltà come il Piemonte, a due anni di maggior tranquillità rispetto alla restituzione della totalità delle rate dei mutui, oggi potremmo intervenire anche nella discussione, che ci vedrà al termine della comunicazione, con maggiore tranquillità.
Quindi volevamo solo chiedere al Vicepresidente, essendo note le valutazioni che abbiamo fatto, come crede che si potrà chiudere la partita in particolar modo sulla gestione dei mutui.
Un altro aspetto che volevamo chiarire è la possibilità di inasprimento della fiscalità del Commissario (quindi non del Consiglio, ovviamente, ma del Commissario): se è legata esclusivamente all'IRPEF e all'IRAP o se si estende anche a canoni, tributi e quant'altro previsto dalla normativa regionale.



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente Reschigna per chiarimenti.



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale

Grazie, Presidente.
Parto dalle richieste di chiarimento espresse dal Consigliere Bono.
Il meccanismo che ho rappresentato è un meccanismo che dice sostanzialmente come l'estrapolazione dal bilancio della Regione dei debiti commerciali che verrebbero saldati coi finanziamenti sul decreto legge 35 non toglie competenza, funzione e ruolo al Consiglio regionale nelle scelte di politica di bilancio. Le uniche funzioni che vengono previste sono: contrarre i mutui; contrarre le anticipazioni, che a questo punto saranno più che altro trasferimenti alla Regione Piemonte; prelevare dal bilancio i debiti commerciali, che oggi sono o tra i residui perenti reimpostati oppure tra i residui passivi, saldarli e restituire il tutto.
Per quanto riguarda il tema dei poteri in materia fiscale che vengono assegnati al Commissario straordinario, la situazione è in questi termini perché questa è stata oggetto di confronto tra il Presidente, il sottoscritto, la Struttura del bilancio della Regione Piemonte con il Ragioniere generale dello Stato e i Direttori generali del Ministero dell'Economia e Finanze.
E' certo un punto: i poteri verrebbero esercitati laddove gli incrementi sulle addizionali delle imposte (quindi addizionale IRPEF, per essere chiaro), realizzati dalla Regione Piemonte nel corso del tempo, non siano in grado di conseguire la copertura totale degli oneri di restituzione del complesso delle operazioni sul decreto legge 35.
Il Consigliere Bono si è dimenticato un punto nella sua ricostruzione perché le operazioni fatte nel passato non erano una, ma erano due. Nel 2013, l'allora Presidente Cota, nella funzione che ha assunto credo per dieci giorni di Commissario straordinario, ha fatto un decreto col quale ha incrementato l'addizionale IRPEF già a valere sull'anno 2013, per un gettito di 70 milioni di euro. Lo ha fatto come Commissario straordinario perché altrimenti quell'incremento di gettito non sarebbe scattato dal 1 gennaio 2013, ma dal 1° gennaio 2014. Quindi, 70 milioni di euro.
Con la legge di esercizio provvisorio approvata dal Consiglio regionale a dicembre 2013, è stato assunto un provvedimento ulteriore di incremento dell'addizionale IRPEF, per un ipotetico gettito di 140 milioni di euro.
Questo è scattato dal 1° gennaio 2014 e sostanzialmente è già pagato, viene già trattenuto dal 1° gennaio 2014.
Con la norma contenuta nel disegno di legge 66, incardinato oggi in Consiglio regionale, noi ipotizziamo un gettito che originariamente era di 72 milioni di euro: con le detrazioni di cui discuteremo a partire da lunedì prossimo in Consiglio regionale, questo potenziale gettito è diminuito di circa cinque milioni di euro (67 milioni di euro).
Quindi noi ci troviamo nella situazione - teoricamente, perché poi l'effettivo riscosso è sempre inferiore rispetto alla stima - di avere 70 più 130 più 67: fanno 267 milioni di euro. Questo gettito di 267 milioni di euro sugli incrementi dell'addizionale IRPEF è tale da coprire gli oneri della restituzione di tutte le operazioni sul decreto legge 35, comprese quelle che verranno contratte nel 2015, perché quel gettito è superiore a quella partita. Poi noi di quel gettito ne abbiamo bisogno anche per altre questioni, legate agli equilibri di bilancio.
Seconda questione. E' vero, alcuni Senatori del Partito Democratico hanno presentato un subemendamento all'emendamento del Governo con il quale non ho certezze sotto questo aspetto, ma mi auguro che anch'esso venga esaminato questa mattina prima delle ore 13 - sostanzialmente prevedono che in norma di legge venga considerato il pre-ammortamento anche sulle operazioni del decreto legge 35 per il 2015 e per il 2016.
Pre-ammortamento non significa che l'operazione si allunga di due anni: per due anni si pagherebbero solamente gli oneri relativi agli interessi e poi dovrebbe essere rideterminata complessivamente la restituzione della quota capitale nei 27, 28 o 30 anni successivi.
Questa - lo ribadiamo - era una richiesta che la Regione Piemonte ha presentato, e devo dire che abbiamo cercato fino in fondo di immaginare che tale richiesta potesse essere inserita in un emendamento del Governo magari in calce all'emendamento che è stato presentato. Non siamo riusciti in questa fase; speriamo che questo tema venga inserito all'interno della legge di stabilità emendata dalla Commissione bilancio del Senato. Se così non fosse, è chiaro che avremo un problema ulteriore oltre a quelli che già abbiamo e dovremo comunque ritornare alla carica nei confronti del Governo e del Ministero, perché questa cosa per noi è assolutamente vitale.
Peraltro, voglio ricordare che non stiamo parlando di cifre spaventose: chiediamo solamente di pagare con due anni ritardo 65 milioni di euro di quote capitale, perché l'ammontare delle quote capitale sul 2015 delle operazioni sul 35 sono 65 milioni di euro, avendo spostato a gennaio 2015 il miliardo e 400 milioni delle operazioni che facciamo nel 2015, che entrerebbero in ammortamento dal 1° gennaio 2016.
Quindi parliamo di questa cifra, che - consentitemi - rispetto anche alle operazioni che sono state fatte e che si stanno facendo sulla legge di stabilità - ho il testo di tutti gli emendamenti sistematicamente presentati - e non c'è confronto.
Non c'è confronto. Non voglio fare il leghista, l'ha detto il Presidente della Regione: anche in questa legge di stabilità ci sono ulteriori 130 milioni di euro per Roma Capitale.
Noi chiediamo di spostare il pagamento di 65 milioni di euro. Abbiamo tentato fino alla fine. Se non passasse il subemendamento presentato da un gruppo di Senatori del Partito Democratico del Piemonte - che ha anche la copertura, perché quel sub emendamento ha una copertura che è stata certificata - è chiaro che noi non demordiamo dall'andare avanti con la richiesta.
Questo lo dico perché per noi è un tema assolutamente vitale.
Per quanto riguarda le operazioni con Cassa Depositi e Prestiti, domani mattina ho appuntamento alle ore 9 con il Direttore generale e Amministratore delegato di Cassa Depositi Prestiti, per cercare di chiudere l'operazione "Mutui Cassa Depositi e Prestiti" analoga, quindi richiesta di pre-ammortamento per il 2015 e per il 2016.
Rimane, complessivamente, una situazione complicata, molto complicata sul bilancio della Regione. Voglio comunque ricordare che la terza questione che avevamo chiesto, cioè di avere un tempo di copertura più ampio, relativamente agli effetti potenziali della ricognizione straordinaria delle sigle attivi e passivi, è già passato un emendamento alla legge di stabilità alla Camera, sollecitato dalle grandi città, ma che riguarda anche le Regioni, che i dieci anni previsti dal DL 118, per la copertura degli effetti dei saldi eventualmente negativi - per noi saranno certamente negativi - sul bilancio della Regione, per effetto della ricognizione straordinaria delle sigle attivi e passivi, possano essere attraverso un DPCM, portate sino a trent'anni.
Questo è un altro problema risolto. Rimane, come questione non risolta il tema della richiesta dell'amministrazione regionale, che continuerà ad avanzare, relativamente alla richiesta di pre-ammortamento del proprio debito.


Argomento: Norme finanziarie, tributarie e di contabilita

Esame disegno di legge n. 66, inerente a "Disposizioni urgenti in materia finanziaria"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame del disegno di legge n. 66, inerente a "Disposizioni urgenti in materia finanziaria", di cui al punto 4) all'o.d.g.
Relatore di maggioranza è il Consigliere Gallo, che ha facoltà di intervenire; prego.



GALLO Raffaele, relatore

Grazie, Presidente.
Il disegno di legge n. 66, licenziato dalla I Commissione in data 16 dicembre 2014 dopo un'ampia discussione, è il tassello di un disegno più ampio di riorganizzazione economica e finanziaria del bilancio regionale oggi non più procrastinabile, e ormai diventato indispensabile per garantire la continuità dell'Ente e le sue politiche.
Senza entrare nel merito delle ultime legislature e della gestione delle ultime legislature, è evidente che, in particolare con il giudizio di parifica della Corte dei Conti di inizio ottobre, unito ai problemi, ancora adesso ricordati dal Vicepresidente, legati ai due decreti leggi 35, oggi la Regione Piemonte è messa nella condizioni di dover ripensare, nel suo complesso, alla struttura del bilancio, sia nella parte delle entrate sia nella parte delle spese, partendo dal presupposto base, a tutti i ragionamenti conseguenti, che è quello del ritorno all'equilibrio di bilancio e del risanamento dei conti pubblici, garantendo, al contempo tutte le politiche legate alla sanità, a welfare e alle politiche di sostegno per lo sviluppo industriale del Piemonte.
A questo contesto va aggiunta la situazione del debito regionale, che negli ultimi quindici anni è passato da 900 milioni del gennai 2000 a quasi nove miliardi del 2014, quindi aumentando circa di dieci volte, che oggi comporta oneri, per la restituzione del debito, per più di 700 milioni solo nel 2015, fino al 2044.
Di fatto, questo azzera qualsiasi possibilità di politica regionale in materia di welfare e sviluppo del Piemonte.
Ci tenevo a fare un quadro, proprio per capire il quadro in cui è inserito questo disegno di legge; quadro in cui la maggioranza si è dovuta muovere nella stesura di questi articoli.
Nelle condizioni attuali, infatti, per garantire la continuità della Regione e la possibilità di predisporre un bilancio 2015 in condizioni di equilibrio, è necessario una serie di interventi, non solo dipendenti dalla Regione stessa, che ci permettano, in primis, di avere la certezza delle risorse da iscrivere a bilancio e, in seconda battuta, la possibilità effettiva di spendere tali risorse per coprire i servizi e le politiche regionali.
In questo contesto, oggi portiamo all'approvazione dell'Aula il disegno di legge n. 66, così come modificato in Commissione, anche nel suo titolo e quindi avente ad oggetto "Norme urgenti in materia fiscale e tributaria" che va valutato insieme al disegno di legge n. 67, iscritto anch'esso oggi all'o.d.g., "Riqualificazione della spesa regionale", che assume una serie di decisioni in materia di riduzione dei costi gestionali dell'Ente, ai quali si vanno ad aggiungere le misure che già oggi, in questi mesi l'Amministrazione ha portato avanti in termini di riduzione dei costi di gestione, oltre a quelle che si stanno valutando in questi mesi.
In questo contesto, quindi, si inserisce il disegno di legge n. 66 che così come modificato dalla Commissione bilancio in queste settimane, ci permetterà, insieme alla riduzione dei costi dell'Ente e alla restituzione del debito regionale ricordato prima, di poter guardare al 2015 con un po' più di tranquillità.
Nell'esame del disegno di legge 66, e quindi del suo articolato, mi preme partire da un presupposto, che è quello che è stato il presupposto del ragionamento fatto dalla maggioranza e dalla Giunta nel momento della sua stesura, e l'intero ragionamento è stato fatto partendo dal principio della protezione delle fasce di reddito meno vantaggiate, rispetto alle quale oggi noi non chiediamo alcun intervento e alcun maggior aggravio.
Se passiamo ad analizzare rapidamente l'articolato del disegno di legge, che è composto da sei articoli, in particolare l'articolo 1 e l'articolo 2 prevedono una rimodulazione dell'addizionale regionale IRPEF e del bollo auto, disegnato e pensato in base al principio di cui ho detto prima.
Se vogliamo fare degli esempi concreti per entrare un po' di più nel merito, in merito all'addizionale IRPEF, e quindi all'articolo 1, le due addizionali legate ai redditi fino a 28 mila euro non sono state toccate e l'articolato prevede una rimodulazione progressiva della tassazione solo per le fasce più alte, andando ad incidere solo sul 20% della popolazione piemontese e, in modo progressivo, su buona parte di queste fasce reddituali.
Facendo un esempio, un reddito di 30 mila euro, con questa rimodulazione avrà un'incidenza maggiore di circa 23 euro all'anno; un reddito di 40 mila euro di circa 52 euro; un reddito di 55 mila euro di circa 118 euro all'anno, rispetto alle aliquote oggi vigenti, e quindi al 2014.
Questo non vuol dire che sia stata fatta una scelta nelle corde della maggioranza del Partito Democratico, ma è stata fatta pensando e ragionando rispetto al principio base di cui ho detto prima.
Anche il secondo articolo, così come è stato licenziato dalla Commissione il 16 dicembre, prevede una rimodulazione del bollo auto attraverso una sua revisione, con un incremento del 10% per tutte le vetture con più di 100 kilowatt. Anche in questo caso, andando ad incidere solo sul 15% di tutte le autovetture che oggi sono immatricolate in Regione Piemonte.
L'articolo 3 riguarda le contribuzioni per gli impianti termici, al fine di assicurare la copertura dei costi necessari per l'adeguamento e la gestione del catasto degli impianti termici.
Oggi questo articolo è stato licenziato dalla Commissione ed è all'esame dell'Aula.
Su questo tema mi preme segnalare che il lavoro della Commissione di queste settimane ha permesso di inserire tre commi, che vanno nella direzione di rendere la massima trasparenza nei confronti degli utenti finali valutando, altresì, la possibilità di inserire tariffe calmierate per gli immobili dotati di due o più generati di calore.
L'articolo 4 prevede la possibilità della Giunta, attraverso il proprio Regolamento, di attuare un'idonea politica dei prezzi dell'acqua, oltre ad incentivare un uso razionale della risorsa idrica e conseguire, in applicazione del principio del "chi inquina, paga", un adeguato contributo al recupero dei costi, compresi quelli ambientali e della risorsa.
L'articolo 5 introduce una misura del canone per l'uso energetico e di riqualificazione dell'energia e, con un emendamento, l'articolo 6 prevede la possibilità, una volta fatto il Regolamento di Giunta previsto dall'articolo 5, di fare decadere l'articolo 5.
Non entro troppo nel tecnicismo dell'articolato, ma il complesso di questa manovra, come ricordato prima, porterà nelle casse della Regione circa 110 milioni di euro, dalle stime fatte, che si presentano essere risorse certe e liquide e che quindi si possono iscrivere nelle entrate del bilancio con una ragionevole certezza della propria esistenza.
A fronte di questo ci saranno, a regime, nel disegno di legge n. 67 altrettanti tagli ai costi della gestione della macchina regionale che andranno di pari passo. Ovviamente questi tagli saranno a regime perché ci permetteranno di rimodulare il sistema della Regione Piemonte, ma progressivamente.
Il complesso delle due norme, la n. 66 e la n. 67, insieme alla ristrutturazione del debito regionale ricordato prima, se andrà a buon fine, agli esercizi 2015 e 2016 allo studio con Cassa Depositi e Prestiti e il Ministero, ai risparmi derivanti dalla riorganizzazione sanitaria e alle altre misure già approvate, ci permetteranno di recuperare le risorse oggi mancanti, a situazione vigente, per le politiche necessarie per la società piemontese.
Rispetto al disegno di legge n. 66 che, ripeto, è stato un disegno di legge necessario, improcrastinabile e urgente e che la maggioranza ha dovuto assumere a seguito delle decisioni che conosciamo, vi sono aperte alcune tematiche che saranno oggetto della discussione dell'aula da lunedì e che, brevemente, cito.
Prima di tutto le agevolazioni IRPEF per le famiglie più numerose rispetto agli incrementi delle aliquote studiate nell'articolo 1. Quello della revisione degli articoli 2 e 3 che possa andare verso il superamento dell'articolo 3, quindi dell'introduzione del bollino sugli impianti termici, un tema di cui l'Aula dovrà dibattere e sul quale c'è la disponibilità della Giunta e della maggioranza a ragionare. Ovviamente mantenendo l'introito previsto dalla Giunta, salvo invariati, e rimodulando diversamente il bollo auto.
Infine, una misura fiscale, che la maggioranza ma tutto il Consiglio regionale ritiene inderogabile e importante, che va nella direzione del sostegno e dello sviluppo economico della regione, prevede l'abolizione dell'IRAP per le start up innovative oggi presenti in Piemonte e che si andranno a costituire, che permetterà di far crescere il Piemonte, sempre più come culla delle imprese innovative, grazie alla presenza dell'Università, del Politecnico di Torino e degli incubatori di imprese.
Oltre a questi temi, come maggioranza, ci rimettiamo alla discussione dell'Aula nel merito degli interventi oggetto del disegno di legge e rispetto ai quali ci potranno essere delle discussioni e delle aperture su eventuali interventi. Mantenendo ovviamente i saldi invariati e la certezza delle entrate.
L'approvazione di questo disegno di legge metterà una solida base nella stesura bilancio del 2015 e nei prossimi anni e garantirà, in buona parte l'equilibrio economico-finanziario della Regione, dunque ci permetterà finalmente, di concentrare le nostre energie e le nostre risorse in materia di sviluppo economico, di sviluppo del lavoro, di sostegno all'impresa, di sostegno al welfare ma, in particolare modo, di sostegno alla ricerca del lavoro e al lavoro, che è la vera grande priorità di questa Giunta e di questa amministrazione, ed è la vera e grande priorità di tutti i prossimi mesi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bono, relatore di minoranza; prego.



BONO Davide, relatore di minoranza

Grazie, Presidente.
Volevo iniziare la relazione di minoranza sul disegno di legge n. 66 "Disposizioni urgenti in materia fiscale e tributaria", dalla sintesi del documento "Piano di equilibrio finanziario della Regione Piemonte". Un documento che non è un allegato al DDL, ma che rende abbastanza l'idea della situazione che affronta la Regione Piemonte la quale, da una serie di calcoli che hanno fatto gli Uffici, sulla base della spesa storica per quanto riguarda i vari capitoli, le varie Direzioni, le varie UPB del bilancio, segnalerebbe un ammanco di 588 milioni di euro per quanto riguarda le coperture credibili o le entrate credibili - non dico accertate del bilancio del 2015.
Infatti, come denunciai più volte nella scorsa legislatura, le entrate della Regione Piemonte non "dopate" da mutui o da alienazioni fittizie del patrimonio immobiliare, si aggirano intorno ai dieci miliardi di euro.
Nel 2015 la stima è di dieci miliardi e 400, a scendere verso i dieci miliardi e 200 negli anni successivi, a fronte di impegni di spesa che nell'ultimo bilancio di cui abbiamo un rendiconto nel 2013, cubavano per oltre 11 miliardi di euro. Un disavanzo minimo di 600 milioni di euro probabilmente anche qualcosa di più.
Questo, ovviamente, fermo restando tutta una serie di valutazioni che la Giunta fa, comprensive di una riprogrammazione più puntuale del cofinanziamento dei Fondi europei, quindi spalmata sui sette anni in maniera equa e non come è successo soprattutto negli ultimi due anni della programmazione negli ultimi anni, addirittura ancora adesso che la programmazione settennale è terminata.
In più segnaliamo come il finanziamento del Sistema Sanitario Regionale e del TPL faccia conto solo su risorse nazionali e quasi nulla su risorse regionali, salvo una quota aggiuntiva di trenta milioni sul trasporto pubblico locale, che anch'esso dopo il 2018 dovrebbe andare a copertura totale dei fondi nazionali.
Da queste valutazioni c'è un risparmio di spesa previsto di 75 milioni di euro, di cui 24 milioni sul personale, quindi una cifra notevole; 18 milioni su utilizzo di beni di terzi; 23 milioni di acquisti; nove milioni di spese generali dell'organismo istituzionale, di cui dovremo andare nel dettaglio nell'analisi del bilancio anche tecnico e quindi dell'esercizio di bilancio provvisorio della Regione Piemonte.
E' ovvio che quando si autorizzerà il bilancio in dodicesimi dovremo avere anche idea di quale spesa andiamo, complessivamente, ad autorizzare.
Anche su questo invito il Vicepresidente Reschigna a presentare il prima possibile il disegno di legge del bilancio, per dare il tempo necessario ai colleghi per studiarlo e, in seguito, per vedere l'esercizio provvisorio del bilancio.
Dicevo, 75 milioni di riduzione della spesa che poi, negli anni successivi, viene implementata, e un aumento delle entrate di circa 107,5 milioni. Tuttavia, come sappiamo, le stime, purtroppo, sono di solito sempre abbondanti e poi, in realtà, un po' da ridurre.
Abbiamo inteso, in merito alle comunicazioni che ha dato il Vicepresidente Reschigna prima, come le entrate dell'addizionale IRPEF devono coprire abbondantemente le anticipazioni di credito da DL n. 35.
Il Vicepresidente Reschigna, però, ha fatto una stima delle entrate che secondo me è riduttiva: io mi ricordavo che la seconda manovra Cota "cubava" di più di 140; forse lei adesso ha dati già più precisi e attendibili (io mi ricordavo che fosse sopra i 150). In ogni caso, anche tenendo 140 e aggiungendone 70, più i 67-68 della manovra Chiamparino Reschigna ridotta di cinque milioni di detrazioni fiscali per le famiglie numerose, arriviamo a 277 milioni di euro, da cui dobbiamo togliere i 222 milioni di euro della copertura; chiedo scusa se sono molto tecnico con i numeri.
Quindi, avanzerebbero 55 milioni di addizionale IRPEF e non più 67: dai 100 iniziali, dunque, bisognerebbe già toglierne 12 e arriveremmo a 88. E questa è una prima valutazione che mi sentivo di fare.
Nel documento di piano di riequilibrio finanziario si segnala con estrema trasparenza e correttezza come gravi rimangano i deficit del 2015 e 2016, rispettivamente per un ammanco di 400 e 200 milioni di euro. Come dicevamo prima, quindi, si tenta tutto sulla carta della moratoria sul rimborso delle quote capitali dovute dalla Cassa Depositi e Prestiti da una parte e dal MEF dall'altra. Potrebbe risultare integralmente finanziato dunque, il saldo 2016, mentre ci sarebbe un ammanco per il 2015 di 175 milioni di euro, a cui aggiungiamo forse i 12 milioni, arrivando quindi a 187.
È in discussione in questi momenti il subemendamento al Senato; stavo sentendo notizie dai colleghi e non mi sembrano notizie molto positive vedremo se sarò smentito - e rimane quindi una situazione di sostanziale disavanzo del 2015, su cui dobbiamo andare a coprire anche il disavanzo del 2014: tolto il DL 35, rimanevano fuori - lo dice anche la relazione, anche se dai numeri e dai calcoli che mi sono fatto io viene una somma che mi risulta diversa - circa 500 milioni di euro, rettificati a 505.
Risulta sempre più chiaro come la Regione debba non tanto fare affidamento solo su un aumento della tassazione - e quindi ritorno al tema del disegno di legge n. 66 - ma soprattutto su una riqualificazione della spesa e su un utilizzo intelligente - e su questo mi voglio rivolgere soprattutto al Vicepresidente Reschigna - dei fondi ex FAS (FSC). Negli scorsi giorni forse è stata presa una nuova deliberazione dal CIPE sulla ripartizione di questi fondi. Io chiedo ancora una volta che venga fatta una ripartizione sulle priorità della Regione Piemonte; e la priorità della Regione Piemonte è la chiusura del bilancio. Chiederei quindi veramente che tutto quello che è utilizzabile per saldare la situazione del disavanzo della Regione Piemonte, magari anche questo con una nuova norma, come già si fece sul disegno di legge n. 35 per utilizzare, anche se non si dovrebbe, le quote FAS per coprire la spesa corrente.
Adesso non so dire quale sia la disponibilità attuale sui fondi FAS e chiedo scusa se lo ripeto tutte le volte che ne ho occasione, perché lo dirò finché non sarà affidata la gara e non saranno partiti i lavori: non è il caso di investire 142 milioni di euro su un'opera non prioritaria della Città di Torino (lei sa che mi riferisco al tunnel di Corso Grosseto); ma non perché ce l'ho particolarmente con quel tunnel ferroviario, ma perch penso che quei 142 milioni di euro potrebbero essere utilizzati con una norma (questa sì in stabilità e non in rinvio delle quote capitali dei mutui) a coprire il 2015.
Per il tunnel di Corso Grosseto, poi, si può aspettare la nuova programmazione FSC 2014-2020. Mi spiace, la Città di Torino perderà un anno o un anno e mezzo. Poi sapete che il Movimento 5 Stelle rimane contrario ma se la volontà della maggioranza è comunque quella di realizzare l'opera si può prendere il treno successivo; scusatemi il gioco di parole.
Oggi abbiamo un'emergenza sul 2015 e io non so, se non dovesse passasse il sub-emendamento presentato dai Senatori del Partito Democratico, quali saranno le conseguenze per la Regione Piemonte. E il fatto che Chiamparino sia Commissario straordinario non mi rassicura particolarmente; non perch se non fosse Commissario straordinario non potrebbe, tramite il Consiglio fare pressioni per aumentare ancora le aliquote fiscali: certo è che si svuota di senso l'Assemblea legislativa, nel senso che non vorrei poi trovarmi, a gennaio, non passato questo subemendamento, il Presidente Chiamparino che aumenta le aliquote fiscali senza passare dal Consiglio e quindi da un confronto con i rappresentanti dei cittadini piemontesi.
Dicevo che anche questa manovra fiscale del disegno di legge n. 66 - e vado a chiudere - lascia un po' perplessi. Noi, infatti, avremmo voluto prima vedere una manovra di riduzione ed efficientamento della spesa.
Quindi, pur magari con posizioni diverse, condivido la forma della proposta fatta dai colleghi di opposizione di Forza Italia, volta a cercare di proporre, prima, misure di riduzione della spesa. Loro hanno presentato soprattutto misure di alienazione del patrimonio immobiliare e delle partecipate.
E in effetti mi aspettavo, anche da questa Giunta, un primo provvedimento di alienazione del patrimonio, pur difficile e doloroso. Noi su molte cose non siamo e non saremo d'accordo, perché alcune cose andrebbero alienate e altre andrebbero tenute e messe a profitto, per ottenere magari degli affitti o delle rendite; mentre pensare di tenere del patrimonio immobiliare assolutamente inutilizzato è un'assurdità e piuttosto tanto vale, veramente, alienarlo, però in maniera da avere un ritorno cospicuo; non di svenderlo perché c'è bisogno di fare cassa immediatamente (un po' come sta facendo il Comune di Torino).
Dall'altra parte, invece, affrontiamo invece subito un provvedimento di aumento delle aliquote fiscali; insomma, non proprio subito ma, essendo al 18 dicembre, al fotofinish, prima della scadenza del 31 dicembre: si aumenta l'addizionale IRPEF a tutte le fasce. Chiamparino dirà che le prime due non sono state toccate; sì, ma erano state aumentate pesantemente dalla Giunta Cota. È vero che la Giunta Chiamparino non le ha ancora aumentate ma non penso si potessero aumentare ancora. Noi ci aspettavamo una manovra che riducesse la pressione fiscale sui due primi scaglioni di reddito. Mi rendo conto che, trattandosi di scaglioni e non di fasce, la riduzione sarebbe andata ad avvantaggiare anche i redditi alti, ma ad oggi non sarebbe stato fattibile in altro modo.
Richiamo anche il tema delle detrazioni fiscali. Siamo lieti della presentazione dell'emendamento che dà delle detrazioni fiscali alle famiglie numerose. Ma quante sono, oggi, le famiglie numerose in Italia e in Piemonte? Io adesso non ho il dato numerico - lo stavo cercando - ma sicuramente non sono che una minima parte, perché oggi con la crisi economica le famiglie tendono ad essere, più che altro, delle minifamiglie con un figlio o, al massimo due. E' una detrazione, quindi, che incide per cinque milioni di euro, ma che avvantaggerà pochissime persone, magari non necessariamente i redditi bassi.
Si tratta dunque di una manovra fiscale sull'IRPEF che fa ovviamente riflettere.
D'altra parte, si aumenta il bollo auto. Su questa imposta abbiamo già detto di essere contrari, anche perché è una misura che aumenta in maniera abbastanza indiscriminata. È vero che noi avevamo chiesto una progressività del bollo auto, ma sul superamento dei kilowatt di potenza: se l'aumento doveva essere dai 100 kilowatt, cioè, doveva valere dal 101 in su e non volevamo che tutte le autovetture di proprietà con più di 100 kilowatt venissero tassate con un aumento del 10%.
Riteniamo quindi questa un'altra tassa aumentata, anche se qualcuno dirà che si tratta di pochi euro. Sì, sì, pochi euro. però, dieci euro qui dieci euro di TASI, dieci euro di TARI, dieci euro di bollo auto e dieci euro di addizionale IRPEF: alla fine arriviamo a cifre notevoli per famiglie che sono ovviamente sempre più in difficoltà. Anche su questo quindi, abbiamo delle grandi perplessità.
Infine - non tocco il tema degli impianti termici, perché molto probabilmente verrà abrogato da un emendamento da Giunta - il tema dell'aumento dei canoni idrici. Su questa materia abbiamo spesso mosso forti rilievi circa il proliferare di centraline idroelettriche sparse sull'asse fluviale del territorio piemontese, in quanto andavano a depauperare i nostri fiumi e a ridurre il flusso idrico anche al di sotto del deflusso minimo vitale. Non pensiamo, però, che la ricetta o la soluzione sia quella di incrementare retroattivamente le imposte al kilowatt. Perché se ad un'azienda, che fa un business plan, gli si aumenta retroattivamente la tassazione, si creano, a nostro avviso, delle conseguenze incresciose.
Piuttosto, noi riteniamo che si debba pensare di aumentare la tassazione solo per gli impianti autorizzati (o comunque in fase di autorizzazione) dal 1° gennaio 2015, se no andiamo a fare una manovra iniqua. Se ogni volta vengono aumentate pesantemente le tassazioni (perch non parliamo di incrementi minimi), possiamo mandare in crisi delle attività: è vero - lo abbiamo detto più volte - che non si tratta di attività ad alto profilo imprenditoriale, nel senso che non creano plusvalore in maniera cospicua, perché fondamentalmente sfruttano una risorsa naturale, ma se facciamo saltare il tutto, la situazione diventa ovviamente problematica anche per la Regione Piemonte.
Concludo, dicendo che dal nostro punto di vista è una manovra assolutamente non risolutiva; è una manovra pesante, oltre che iniqua, perché, come ho detto, non è progressiva né sull'IRPEF né sul bollo auto, e mette in serio pregiudizio la sostenibilità di molte famiglie piemontesi.
Forse, bisognava avere più coraggio nella Conferenza Stato-Regioni.
Chiamparino è il Presidente della Conferenza Stato-Regioni, per cui aveva un peso nazionale veramente importante. Col suo collega di partito e capo di corrente Renzi poteva e doveva avere più peso nella discussione, e dire che i tagli che verranno fatti in stabilità alla Regione Piemonte, che peseranno per un miliardo e mezzo sulla sanità e per un altro miliardo e mezzo sulla spesa generale, non dovevano passare. Non dovevano passare! Questa, purtroppo, è una grande responsabilità che Chiamparino, come Presidente della Conferenza Stato- Regioni, si porterà dietro per i prossimi quattro anni.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAUS



PRESIDENTE

La parola al secondo relatore di minoranza; prego, Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca, relatore

Grazie, Presidente.
Noi riteniamo che il disegno di legge che è stato presentato dalla Giunta regionale sia sbagliato per la filosofia che si pone - cioè quella di aumentare la fiscalità generale dei cittadini piemontesi - non solo nel principio generale, ma anche nella qualità con cui si interviene nella tassazione.
Perché se certamente vi è un aspetto significativo, che è quello della tassazione sull'addizionale IRPEF, che, rammento, riguarda più di 600 mila cittadini piemontesi (si dirà che colpisce il 20%, ma sono più di 600 mila i cittadini piemontesi che saranno interessati dagli aumenti che il DDL n.
66 propone), e se è evidente che gli aumenti sono significativi in particolar modo per le fasce più elevate (perché, complessivamente comportano una maggiore entrata per quasi 80 milioni di euro per la Giunta regionale), crediamo che non si sia neanche previsto un concetto congruo, a livello nazionale come a livello regionale, rispetto, per esempio, al principio della detraibilità. Nel senso che attendersi una misura (che poi è stata annunciata dalla Giunta regionale) che prevede positivamente un aspetto relativo alle riduzioni per 250 euro per figlio disabile, ma che andando a prendere, pari pari, quella che è la norma nazionale sui figli a carico, individuando la possibilità di detrazione dal quarto figlio per le famiglie che hanno più di quattro figli, è evidente che si determina un principio, che però non avrà un grande riscontro se non per un numero assolutamente limitato.
Non solo il Presidente Chiamparino, ma anche il Presidente del Partito Democratico, aveva fatto riferimento al "quoziente familiare": sappiamo bene che, in realtà, il quoziente familiare ha un aspetto differente, che conteggia il numero delle persone a carico di una famiglia, e quindi aumenta la fascia di area non tassabile. Questo sarebbe stato un aspetto sul quale intervenire, per far pesare meno quella che è una manovra pesante per i piemontesi.
Così come sarà una manovra pesante quella legata al bollo auto, perch tutte le auto con poco più di 50 cavalli subiranno un incremento del costo del bollo, senza distinguere le auto più vecchie e senza tener conto del momento in cui viviamo, per cui un'auto che supera i 70, gli 80, i 100 o i 120 cavalli non necessariamente oggi è un'auto di lusso (molto spesso è un'auto che i cittadini piemontesi utilizzato per motivi lavorativi o semplicemente per mobilità, e che non possono cambiare). Eppure andiamo ad incidere in modo significativo su questo.
Così come, anche se credo che nella discussione di lunedì l'articolo 3 verrà cassato, l'introduzione di un ulteriore balzello previsto sulle caldaie.
Perché riteniamo che sia sbagliata questa parte che afferisce alle famiglie? Perché non si tiene conto che la tassazione locale è arrivata a livelli ormai insostenibili! Qualunque cittadino piemontese volesse leggere un bilancio di qualsiasi Amministrazione comunale o della stessa Amministrazione regionale, si renderebbe conto che dal 2011 ad oggi viviamo sempre di più una sorta di "cinismo istituzionale", per cui il Governo nazionale riduce il trasferimento alle Amministrazioni locali, anche con grandi dichiarazioni come quella del Primo Ministro del Governo, che ha detto: "Abbiamo prodotto un grande taglio che prima non si era mai visto: 18 miliardi di euro!".
Teoricamente è vero, se non fosse che le ricadute che vi sono a livello locale sono decisamente superiori, o almeno pari, rispetto a quella che è la riduzione di tassazione a livello nazionale. Non bisogna essere dei dottori commercialisti: ciascuno di noi, in questo mese, è andato a pagare chi l'IMU, chi la TASI, chi la TARI, il bollo e quant'altro, e avrà potuto appurare che ogni imposta è aumentata in modo assolutamente significativo.
Allora, è evidente che continuare ad aumentare la tassazione locale perché vi sono minori trasferimenti a livello nazionale, che vengono anche venduti per "riduzione della tassazione complessiva", è un aspetto che non solo non si può giustificare, ma che si deve necessariamente condannare.
Vi è, poi, una tassazione assolutamente significativa per ciò che riguarda complessivamente il mondo delle imprese: una parte sta dentro gli articoli che abbiamo già citato, perché evidentemente tutta una serie di autovetture o mezzi utilizzati dal mondo dell'impresa subirà, con l'aumento del bollo, un incremento, perché l'articolo 5 (quello sui canoni idrici) ha come gli altri - un'unica finalità: cercare di recuperare 110 milioni di euro, complessivamente, non badando alle ricadute.
Se andiamo a vedere - lo analizzeremo meglio nella discussione dell'articolo 5 - è assolutamente evidente che un singolo settore, che peraltro ha un numero limitato di addetti, anche se estremamente significativo, non può sostenere 15 milioni di euro di aumento della tassazione, con una controtendenza assolutamente inspiegabile per cui abbiamo una fiscalità nazionale, o meglio una legislazione nazionale che incentiva la produzione di energia rinnovabile - e il Piemonte è una delle prime regioni in Italia per produzione di energia derivante dall'idroelettrico - e, poi, invece, una legislazione regionale che tassa pesantemente la produzione di energia pulita.
Per darvi un numero, faccio presente che non si possono far gravare 11 milioni di nuove imposte su 70 autorizzazioni, qualunque esse siano (nell'idroelettrico, nella manifattura, ecc.). E' impensabile che 70 autorizzazioni possano garantire 11 milioni di euro. In questo modo, non si garantirà il gettito che ci si prefigge, ma soprattutto ci sarà una ricaduta negativa sensibile sui territori, in termini di sostenibilità.
Pensate a chi, un mese fa o un anno fa, ha presentato un piano industriale o a chi ha, da poco, una centrale idroelettrica funzionante, che oggi è soggetta ad una tassazione di 28,5 euro al kilowatt e che, da dopodomani (noi speriamo di no), a norma approvata, avrà una tassazione del 42,5% al kilowatt.
Questo non è sostenibile per nessuno: è come se noi andassimo da un imprenditore e gli spiegassimo che la tassazione rispetto alla sua attività non è più del 60%, ma diventa dell'85%. L'imprenditore chiude! Chiude e non produce più energia! Ma questo, soprattutto, non è corretto nei confronti di chi ha già fatto un investimento, che - ricordiamo - nella totalità dei casi ha una ricaduta positiva a livello territoriale, perché, nella totalità dei casi, chi produce energia idroelettrica ha convenzioni con le Amministrazioni comunali cui lascia dovutamente e correttamente un contributo per lo sfruttamento del territorio.
Soprattutto - e mi avvio alla conclusione - crediamo sia sbagliata la modalità, tant'è che gli emendamenti che illustreremo hanno cercato d'individuare una sorta di contromanovra che prevede lo stesso gettito in termini di entrata, senza mettere le mani nelle tasche dei cittadini piemontesi.
La nostra Regione ha un patrimonio immenso da vendere, perché oltre ad essere imprenditore immobiliare, ha quote partecipate assolutamente significative in imprese che hanno mercato. Pertanto, noi crediamo che prima di mettere le mani nelle tasche dei piemontesi, sia necessario vendere tutto ciò che non è prioritario. Cosa farebbe una famiglia o un'impresa in difficoltà? La prima cosa non sarebbe quella di andare in banca a chiedere l'apertura di un fido o un accesso al credito, ma cercherebbero di ridurre tutta una serie di spese e di vendere tutto ci che è superfluo.
Una famiglia in difficoltà, se ha un immobile che prima non affittava lo affitta, oppure lo vende; un'azienda, se ha una proprietà che diventa indispensabile per ripianare le sue perdite - perché stiamo parlando di un bilancio che ha questa situazione - cerca di alienare tutto ciò che non è indispensabile per la propria attività. Solo successivamente ricorre all'accesso al credito. Il nostro credito e la nostra banca sono i cittadini piemontesi che tassiamo, ma la modalità è sbagliata.
Certo, c'è il gioco delle parti, per cui il Vicepresidente potrebbe dire che noi in passato abbiamo tassato i cittadini piemontesi in due situazioni, e questo è certamente vero. E' stato fatto nel secondo semestre del 2013, dopo aver messo in campo tutta una serie di manovre certamente non popolari, perché quando si riduce la spesa non si attua mai una politica popolare, ma di riduzione della spesa. Infatti - parlando di alcuni settori - il settore della cultura valeva 120 milioni di euro e ne valse 60, il settore delle aree protette valeva 40 milioni e ne valse 22 il settore della montagna ne valeva quasi 50 e ne valse poco più di 15.
Potrei fare altri esempi; ho citato questi poiché li ricordo meglio, ma anche il settore del personale superava i 300 milioni ed è stato ridotto in modo significativo.
Successivamente, per pagare i debiti fuori bilancio è stato necessario nostro malgrado - aumentare l'imposizione fiscale con il disegno di legge 35, ma a questo siamo arrivati dopo una lunga serie di tagli alla spesa regionale (quasi due miliardi di euro). Tutto questo non era sufficiente pertanto abbiamo previsto un aumento della tassazione.
Ovviamente, noi ci siamo fatti carico tanto della riduzione della spesa quanto dell'aumento delle imposte, e questo non ha certamente portato popolarità a chi cercava di mettere in ordine il bilancio della Regione che, però, negli ultimi tre anni non ha avuto più un euro di indebitamento.
Ha avuto ancora del deficit, perché la riduzione della spesa, passando da un deficit di un miliardo e 800 milioni, nell'anno peggiore, a quasi 500 milioni negli ultimi anni, andando anche a decrescere il disavanzo complessivo dell'Ente, ha portato non certo popolarità, ma grande senso di responsabilità.
Noi chiediamo altrettanto e lo faremo, non solo con la relazione che ho presentato come relatore di minoranza, ma anche con gli interventi e con una valutazione complessiva sui disegni di legge 66 e 67, dove dimostreremo come abbiamo cercato di fare in Commissione - che è possibile prevedere maggiori entrate senza tassare i cittadini piemontesi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Sozzani.
Siamo alla discussione generale: avete a disposizione dieci minuti.
Prego, Consigliere.



SOZZANI Diego

Aggiungo elementi a quanto è già stato detto, in termini ovviamente critici, rispetto alla proposta di legge che andiamo ad esaminare e che riguarda solo ed esclusivamente una serie di aumenti tariffari. Aumenti tariffari molto semplici, perché sono state individuate, senza alcun elemento di fantasia, tutta una serie di attività che potevano essere colpite nell'ambito dell'aumento della tassazione.
Tra l'altro, con il tempo che ci è stato consentito durante la discussione in Commissione, nel fare alcune ipotesi ci sembra sia non solo una tassazione tout court senza filosofia, ma anche una tassazione scorretta. Facendo delle ipotesi precise - visto che ci siamo esercitati nel fare le analisi economiche che contraddistinguono la fasce dei possessori di automobili tra le varie fasce indicate nell'ambito della Commissione con i relativi aumenti - si nota che con un gettito complessivo previsto di oltre 546 milioni, la cui sovrattassa va ad incidere per oltre 29 milioni, andiamo a vedere che il recupero del denaro non è sulle auto più grosse (com'è stato detto in Commissione), ma il massimo gettito economico lo si ha con le auto nella fascia compresa tra i 50 e 100 kilowatt.
Pensate che per questa fascia, che aveva 298 milioni di euro di gettito totale calcolato, l'incremento è di 16 milioni circa. Quella è la fascia maggiore, non quella sotto i 130 kilowatt che aveva previsto un aumento di 65.835.000; in realtà, l'aumento in questo senso è di soli 5.985.000.
Vedete che si va a colpire, nell'ambito della tassazione, in modo improprio, la classe media, che non sono coloro che hanno un'auto piuttosto bella. Dall'analisi che abbiamo potuto fare continuano ad avere l'auto bella e la possibilità di pagarsi la sovrattassa, senza problematica alcuna rispetto invece alla classe media dalla quale abbiamo il maggior gettito (nella fascia compresa tra i 50 e i 100 kilowatt), poi ce l'abbiamo nella fascia che va dai 100 ai 130 kilowatt. A fronte di oltre 91 milioni di euro di gettito calcolato, sono circa sette milioni (6.809.000) quelli che hanno più incidenza, ma i 16 milioni arrivano dalla classe inferiore.
Inoltre, andiamo a toccare anche il discorso dell'IRPEF: da circa un miliardo e 142 milioni che sono gli introiti previsti, con il nuovo gettito si passerà ad un miliardo e 215 milioni con l'addizionale, con circa 72 milioni di differenza che si vanno a generare nell'intera Regione Piemonte nella quale andiamo a colpire ancora una volta i cittadini.
L'abbiamo detto più volte nell'ambito della Commissione. Ora stiamo discutendo la proposta di legge n. 66, che prevede esclusivamente gli introiti necessari per il mantenimento e la messa in sicurezza del bilancio della Regione. Ma è chiaro - e lo si sta vedendo - che in una società globalizzata come la nostra, tutte le teorie economiche non vedono nel solo aumento della tassazione la panacea di tutti i mali. Questo è l'elemento fondamentale.
Pertanto, vi deve essere un criterio di ragionamento complessivo, nel quale al di là dell'aumento delle tassazioni, si vada a verificare lo stato del bilancio, che deve essere positivo. E positivo vuol dire anche in virtù del pagamento dei debiti pregressi, degli interessi sui debiti pregressi dei derivati e di tutto quanto; quindi, si mette in sicurezza il conto economico del bilancio. L'elemento di cassa, quindi quanto portiamo a casa per raggiungere il pareggio di bilancio e quindi la possibilità di pagare tutto quanto, deve essere un elemento secondario.
Mentre qui cosa si fa? Si fa in sei mesi un'analisi, si riscontrano che mancano dei soldi, corriamo ai ripari con la proposta di legge che stiamo discutendo, portiamo a casa il tutto, ma non c'è una filosofia nell'ambito della messa in sicurezza in modo definitivo.
Questo è il concetto e sarà difficile farlo, ma dovremo mettere in sicurezza in modo definitivo il bilancio per poter pagare anche i debiti pregressi e non sempre e solo andare ad individuare gli aumenti tariffari.
Lo ha detto prima il Consigliere Vignale. Io me n'ero accorto e avevo presentato due interrogazioni in questo senso, sulle quali dovremo tornare.
Una è sui canoni idrici, che hanno un'incidenza dai 20 ai 40 milioni circa quindi il raddoppio dei canoni idrici. Undici milioni sono relativi a 70 autorizzazioni, gli altri soldi sono reperiti dalle rimanenti autorizzazioni.
In questo modo andiamo a far morire una serie di impianti che non sono solo finalizzati alla produzione di energia elettrica tout court. Magari sono impianti legati anche ad attività industriali, che servono a ridurre tutta una serie di emissioni in atmosfera di CO2, perché sapete che gli impianti idroelettrici appartengono alle energie rinnovabili. E' semplicissimo perché si sa quanti sono i kilowatt, perché con l'accordo con il GSE evidentemente sono noti i kilowatt.
Diventa molto facile mettere una sovrattassa e che, al netto della stessa, sia anche compatibile ai fini TAR, perché poi dovremo aspettarci anche dei ricorsi al TAR in questo senso, visto che questi impianti sono stati realizzati secondo una situazione legislativa particolare, nella quale tutti gli investitori hanno potuto operare nell'ambito di quella situazione legislativa, facendo un piano economico piuttosto preciso.
Noi stiamo prendendo in giro gli imprenditori, cioè gli stiamo dicendo "opera in un certo senso, secondo questo criterio", tanto poi il giorno dopo questo criterio lo cambiamo in corsa, quando questi signori hanno "cacciato la lira" in modo programmatico, secondo quella situazione legislativa. Poi noi gli cambiamo le regole nell'ambito dell'attività e cambiamo la possibilità di guadagnare secondo il piano economico, che magari non sta più in piedi.
Diteci voi con quale criterio ci possiamo aspettare dei futuri investimenti, di ogni ordine e grado! Questo vuol dire andare a colpire l'industria e coloro che tendono ad investire rispetto al fatto che non sanno mai qual è la situazione legislativa, perché tanto il giorno in cui realizzano l'investimento non sanno se negli anni in cui è previsto il rientro dell'investimento, sarà possibile mantenere quella situazione legislativa e quindi quel quadro economico.
Dicevo prima che è possibile che tutti ci dicano: "No, collega Sozzani non preoccuparti. Nel disegno di legge n. 67, che è il successivo, ci sarà tutta la filosofia dei tagli". Lo abbiamo discusso più volte in Commissione e lo ribadiremo, e l'Assessore continua a dire "tranquilli, faremo meglio di voi, saremo i più bravi e cominceremo a tagliare", dopo l'approvazione del disegno di legge n. 67.
Quindi, rinviamo un'altra volta senza sapere a cosa andiamo incontro.
Ricordo all'Assessore che avevo presentato l'interrogazione e l'avevo detto anche in Commissione.
Probabilmente ai dipendenti della Provincia di Novara dirò che, non essendo stata tenuta in conto alcuna cifra, ci saranno per la prima volta i licenziamenti negli enti pubblici.
Non sappiamo quali sono le funzioni. Magari voi mi dite "mancano ancora tanti giorni da oggi al 31 dicembre". Non si sa quali sono le funzioni che la Regione intende dare. Abbiamo fatto l'assestamento di bilancio, dove sono stati messi dei soldi che non sono sufficienti a mantenere le cinque funzioni fondamentali che la Province hanno.
La Provincia di Novara ha 140 dipendenti in esubero, la Provincia di Torino ne ha 500, e sono più di mille i dipendenti nell'intero Piemonte.
Ci dite che cosa faranno e che fine fanno? Oppure mi dite che non è oggetto di discussione nell'ambito della tassa e che ne parleremo successivamente? Ma queste famiglie dovranno sapere che cosa gli succederà da oggi al 31 dicembre, o non c'è nessun tipo di sensibilità? Faccio queste osservazioni rispetto invece a quanto è stato letto sui giornali, del tipo "tanto non abbiamo soldi per prendere i dipendenti delle Province".
Questi sono elementi su cui individuiamo le lacune, perché stiamo pensando esclusivamente ai numeri di bilancio, ma non ai servizi sociali e alle implicazioni sociali che questi numeri producono.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Bertola.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Iniziamo oggi la discussione del primo dei due provvedimenti che esamineremo da qui a fine anno, che riguardano di fatto i conti della nostra Regione. Infatti, non siamo in grado, come dovrebbe avvenire in una gestione ordinaria dell'amministrazione di questa Regione, di discutere e di approvare un bilancio previsionale. La situazione dei conti e la necessità di prevedere tutta una serie di misure che dipendono anche da decisioni nazionali hanno determinato l'impossibilità di discutere un bilancio di previsione, così approveremo un bilancio provvisorio in dodicesimi, in attesa di poter redigere il previsionale.
La Giunta ha dovuto suddividere in due provvedimenti le misure più urgenti per il momento, anche in previsione della riduzione della spesa quindi abbiamo due disegni di legge: il primo riguarda di fatto le entrate cioè l'imposizione fiscale, e il secondo concerne la cosiddetta riqualificazione della spesa, cioè la riduzione delle spese.
Tra l'altro, la situazione è vincolata anche a decisioni che verranno assunte a livello nazionale, che potranno influenzare in buona parte le determinazioni della Giunta nei prossimi mesi. Abbiamo parlato della probabilità che il Presidente Chiamparino diventi Commissario della Regione Piemonte per le operazioni legate al decreto legge n. 35. Abbiamo parlato della richiesta di un preammortamento, di una spalmatura per due anni dei mutui.
Vorrei aggiornare anche il nostro Assessore: i nostri colleghi in Senato a Roma dicono che, comunque, la conclusione in Commissione non avverrà questa mattina.



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale (fuori microfono)

L'ho saputo anch'io adesso.



BERTOLA Giorgio

Benissimo.



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale (fuori microfono)

Sto scrivendo un messaggio.



BERTOLA Giorgio

Siamo allineati, quindi sappiamo che comunque la discussione in Commissione non si concluderà questa mattina, perché c'è stato un rinvio.
Su questo c'è ancora una grande incertezza e si può dire anche una grande preoccupazione.
Per venire al merito di questo disegno di legge, ovviamente non siamo d'accordo con il complesso delle norme che prevede, quindi non potremo esprimere una votazione positiva a questo provvedimento.
Partendo dall'IRPEF, si è detto che non si sono toccate le fasce più basse, cioè quelle sotto i 28 mila euro, ma si sono incrementate solo le fasce superiori. Però, se da una parte, anche poco sopra i 28 mila euro non possiamo dire che siano persone benestanti, comunque le fasce al di sotto erano già state toccate e ritoccate dalla Giunta Cota. E' vero che non si è peggiorata ulteriormente la situazione, però non si è nemmeno posto rimedio ad una decisione della Giunta precedente, che comunque era stata molto contestata anche dall'allora opposizione di centrosinistra.
Le facilitazioni per le fasce più basse, in realtà, non le abbiamo viste. L'Assessore ha annunciato delle detrazioni per le cosiddette famiglie numerose, si parla di 100 euro per ogni figlio dal quarto in su.
Pertanto, anche qui necessariamente non aiutiamo le famiglie a basso reddito, ma solo quelle cosiddette numerose, e forse oggi si può a tutti gli effetti considerare numerosa una famiglia con solo due o tre figli.
Per quanto riguarda il bollo auto, è stata annunciata in Commissione una modifica che dovrebbe essere esplicitata in un emendamento che verrà presentato dalla Giunta. Si partiva da un aumento del 10% per le autovetture di potenza superiore ai 100 kilowatt, che noi abbiamo contestato in quanto abbiamo dimostrato che, in realtà, con potenza di poco superiore ai 100 kilowatt ci sono anche auto assolutamente ordinarie e non di lusso, che possiedono persone assolutamente non benestanti.
Noi chiedevamo di dare a questo aumento un criterio di progressività rendendolo attivo solo al superamento di un certo numero di kilowatt. In realtà, la risposta alla nostra richiesta di migliorare l'articolo 2 del disegno di legge n. 66 non è stata positiva: a seguito di un emendamento che presenterà la Giunta, il bollo auto verrà rimodulato, però verrà ampliata la fascia di cittadini interessati dall'aumento. Altresì, verrà aumentato il gettito del bollo auto, in quanto, se prima parlavamo di un aumento sopra i 100 kilowatt, dagli annunci della Giunta regionale si avrà un aumento del 6% dai 53 kilowatt ai 100 kilowatt, dell'8% dai 100 ai 130 kilowatt e del 10% sopra i 130 kilowatt. Quindi, non si è applicato un principio di progressività, solo al superamento di una certa potenza, ma si è anche aumentata la platea di cittadini piemontesi interessati dall'aumento del bollo auto, pertanto non possiamo certo essere soddisfatti della soluzione individuata.
Tra virgolette, "in cambio" dell'aumento del gettito sul bollo auto verrà - stando a quanto è stato detto - stralciato l'articolo 3, che in qualche modo stabiliva un vero e proprio balzello sugli impianti termici.
In Commissione, il nostro lavoro si è basato sul tentativo di ridefinire le fasce IRPEF interessate dagli aumenti, per aiutare maggiormente le famiglie a basso reddito.
Allo stesso modo, abbiamo formulato emendamenti di merito per rimodulare il bollo auto, abbassando così il gettito e cercando di limitare il più possibile gli aumenti. Altresì, abbiamo cercato di migliorare l'articolo 3, vista l'impossibilità in quel momento di abrogarlo proponendo degli emendamenti che, essendo stati accettati, hanno inserito dei commi che hanno permesso di definire meglio il tipo di impianto e gli aumenti, assicurando una maggiore chiarezza e trasparenza a quel tipo di operazione.
La notizia che probabilmente l'articolo 3 verrà abrogato è in parte positiva - un balzello in meno! - però abbiamo aumentato il bollo auto quindi, complessivamente, il giudizio del Gruppo Movimento 5 Stelle sul disegno di legge n. 66 è negativo.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Mighetti.



MIGHETTI Paolo

Grazie, Presidente.
Il mio intervento prende avvio dall'articolo 3.
In sede di Commissione, a questo articolo siamo riusciti ad aggiungere alcuni commi per inserire una sorta di clausola di salvaguardia per l'utente finale, possessori o utilizzatori degli impianti termici, affinch garantirgli l'assenza di impatti sulla spesa per la manutenzione di tali impianti, ma anche per dare informazioni, pubblicità e trasparenza alla politica dei costi sugli impianti termici.
Dobbiamo ancora comprendere quali siano a pieno le intenzioni della Giunta rispetto al complesso dell'articolo 3, se sarà modificato, tolto o rivisto. Chiaramente, i commi che sono stati aggiunti con i nostri emendamenti possono viaggiare da soli e garantiranno un migliore funzionamento delle dinamiche connesse ai controlli sugli impianti termici.
In particolare, abbiamo previsto che ci siano delle tariffe certe tariffe certamente concordate preliminarmente con le associazioni di categoria, ma che siano pubbliche, cioè pubblicate sul sito della Regione Piemonte che configura il catasto degli impianti termici, il cosiddetto CIT, e abbiamo anche previsto che le stesse siano riportate sul modello di libretto di caldaia. Così chi, come per esempio le persone anziane, che non hanno dimestichezza o non possiedono un computer, potranno leggendo probabilmente una pagina del libretto di caldaia, vedere se chi va a fare il controllo rispetta le tariffe prefissate.
Un altro emendamento ha istituito il comma 4, che prevede che per la compilazione del libretto di caldaia non ci siano oneri aggiuntivi.
Ricordo che i libretti di caldaia sono stati affinati col tempo e sono degli elementi di indagine tecnica sull'impianto termico sempre più precisi, chiaramente, sta anche alla perizia del responsabile dell'impianto termico dare una concretezza a questi libretti. Questa concretezza deve essere un fatto insito nell'operazione di controllo e non deve essere un sovrappiù che va a gravare sull'utente finale.
L'ultimo comma che abbiamo introdotto con un nostro emendamento mira a rendere pubblici e accessibili a tutti gli obblighi di legge sul rispetto dei controlli degli impianti termici.
Il nostro intento è che la Regione faccia una campagna mirata per informare i cittadini piemontesi sugli adempimenti da eseguire in modo che non ci siano persone che contro la loro stessa volontà infrangano le prescrizioni della legge regionale e nazionale.
Inoltre, volevo fare alcune considerazioni sugli articoli 4 e 5 relativamente ai canoni idrici in generale. Sull'articolo 4 la nostra posizione è che se si vanno a rideterminare i canoni di sfruttamento idrico e se si va inserire dei principi delle direttive europee, come il principio di "chi inquina paga" gli extra introiti della Regione va da sé che devono essere comunque impiegati per situazioni di salvaguardia della risorsa.
Quindi, noi pensiamo che l'extragettito debba andare a sanare delle situazioni, per cui la risorsa è messa a rischio: pensiamo alle bonifiche pensiamo a altre situazioni in cui la risorsa idrica, che è un bene chiaramente fondamentale per la vita di ognuno e per la vita stessa dei nostri figli, questa risorsa debba essere salvaguardata e debbano essere investiti dei soldi.
Infine, l'ultima considerazione è sull'articolo 5 riferito ai canoni sull'uso idroelettrico della risorsa idrica. Questi canoni vanno a pesare su un settore che è quello dell'energia rinnovabile; energia rinnovabile tra le più pregiate, perché sappiamo che, attraverso la risorsa idrica abbiamo degli alti rendimenti degli impianti, abbiamo in genere bassi impatti sull'ambiente, se gli impianti sono costruiti in base a tutte le normative e nel rispetto dei flussi minimi vitali. In base a questa convinzione, pensiamo che un'ulteriore tassazione di quest'attività sia concettualmente sbagliata.
Dobbiamo anche fare un riferimento agli step individuati per la tassazione. Chiaramente, si vanno a penalizzare alcune fasce di potenza d'impianto; le fasce più penalizzate sono per gli impianti medio-grandi.
Tuttavia, devo sottolineare che nella fascia di potenza 220/3.000 kilowatt è fatta un po' non dico di confusione, ma si sono uniti degli impianti che vengono definiti piccoli impianti, cioè quelli sotto i mille kilowatt e impianti medi che sono quelli al disopra dei mille kilowatt.
Sappiamo che al di sotto dei mille kilowatt 'è tutta una serie di situazioni sia autorizzative che di altro tipo, che rendono l'impianto autorizzabile e comunque realizzabile con minori oneri anche dal punto di vista delle autorizzazioni ambientali. Sono impianti che non sono soggetti a valutazione di impatto ambientale, per esempio, quindi non vediamo perch debbano essere accomunati a quelli sopra questa soglia.
Questi incrementi vanno a pesare molto su quelli che giudichiamo in genere degli impianti che generano energia pulita e creano un fattore positivo per la nostra economia. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Mighetti.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE BOETI


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi dell'Istituto Comprensivo "M. L. King" di Grugliasco (TO)


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti dell'Istituto Comprensivo "M. L. King" di Grugliasco in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.


Argomento: Norme finanziarie, tributarie e di contabilita

Esame disegno di legge n. 66, inerente a "Disposizioni urgenti in materia finanziaria" (seguito)


PRESIDENTE

Proseguiamo l'esame del disegno di legge n. 66, inerente a "Disposizioni urgenti in materia finanziaria", di cui al punto 4) all'o.d.g.
La parola al Consigliere Gariglio.



GARIGLIO Davide

Grazie, Presidente.
Un breve intervento, anche perché mi ritrovo totalmente nelle parole espresse dal relatore, il collega Raffaele Gallo.
Tendo a sottolineare come questo provvedimento si configuri come uno degli step di un discorso che è partito dentro questa Assemblea, di un dibattito che è stato "parlamentarizzato" e che noi vogliamo ancorare a questa Assemblea, e che consiste in un pacchetto di provvedimenti che esamineremo nel corso del tempo, tesi tutti a porre mano alla situazione di difficile equilibrio, anzi di disequilibrio del bilancio regionale, quindi tesi a porre mano strutturalmente ai problemi di questo Ente.
Con questa manovra, sul fronte delle entrate incrementiamo il nostro gettito di 110 milioni di euro. E' un'operazione chiara, è un'operazione che dà un reddito certo. Per una volta la politica in Regione non decide di risolvere i problemi dichiarando entrate sulla carta e vendendole ai giornali senza poterle realizzare, e penso alle più volte annunciate dismissioni immobiliari che sono state predicate da sempre da più maggioranze negli anni passati, senza poi apportare nessun risultato concreto.
Qui si interviene anche toccando le tasche dei nostri concittadini; per certi versi, questo è un aspetto che sicuramente non può appassionarci e non ci appassiona, ma con senso di responsabilità noi ci siamo fatti carico di risolvere un problema e di affrontarlo, di presentare una proposta realizzabile e seria. Credo che si sia lavorato come una famiglia: una madre o un padre di famiglia, quando deve far fronte a una situazione di difficoltà, chiede dei sacrifici, taglia quello che si può tagliare, cerca in qualche modo di ristrutturare la spesa. Per la prima volta, si inizia a fare così anche in questa Regione.
Da questo punto di vista, l'articolo 1 del disegno di legge è senz'altro la parte più significativa della manovra, prevedendo un intervento sull'IRPEF; un intervento che salvaguarda i ceti meno abbienti e che va a toccare sicuramente in un modo, anche qui, che non ci appassiona ma che era inevitabile, il 25% della popolazione che sta in quelle categorie, in quegli scaglioni di reddito, quindi una percentuale limitata dei nostri concittadini.
Ciò nonostante, noi abbiamo chiesto - e quindi attendiamo che la Giunta ci presenti una correzione della manovra che ne tenga conto, per quanto possibile in base alla legge nazionale - di tenere in considerazione i carichi familiari, perché vogliamo in questo senso dare un indirizzo chiaro: non si può considerare il contribuente indifferentemente dai suoi carichi familiari. Essere contribuente e avere nessun figlio o un figlio a carico o due (come ne ho io) è differente rispetto ad essere un contribuente e avere quattro figli a carico. Allora è necessario creare un correttivo, per quanto oggi ci è consentito dai margini di intervento (siamo in una situazione di potestà legislativa concorrente). Dobbiamo dare un segnale che consideriamo la famiglia come soggetto che ha un grande valore nel nostro ordinamento, tanto da aver voluto istituire un Assessorato per le politiche alla famiglia, e quindi attuare un intervento che dia un segnale anche rispetto all'incremento che qui obiettivamente con l'articolo 1, c'è.
Consideriamo positivo il fatto che non si sia toccata l'IRAP; del resto, il Presidente della Giunta regionale aveva preso un impegno netto e chiaro su questo punto. Riteniamo che un intervento sull'IRAP avrebbe comportato un ulteriore appesantimento rispetto a una situazione economica che vede le imprese piemontesi soffrire e soffrire molto, come le imprese italiane, ma di più nella nostra, essendo una regione a vocazione manifatturiera. Un intervento di questo tipo avrebbe sicuramente dato un beneficio nell'immediato alle casse regionali, ma avrebbe comportato un detrimento occupazionale di cui non si sente assolutamente bisogno e che non possiamo permetterci.
Un'ultima osservazione, Vicepresidente, rispetto all'articolo 3. Ne condividiamo e capiamo la ratio. Come diceva il collega Gallo, la norma è stata anche migliorata nell'esame in Commissione; pur tuttavia, se fosse possibile, noi richiamiamo l'indicazione che emerse in seno alla Commissione: evitare di aumentare i gravami sui cittadini. Se vogliamo semplificare, se vogliamo ridurre gli adempimenti, sarebbe, per quanto possibile, opportuno evitare nuove imposizioni fiscali. Quindi Vicepresidente, se fosse possibile, a saldi invariati, evitare questo ulteriore balzello e cercare di recuperare altrove queste risorse, che se non erro erano 3,2 o 3,5 milioni, quindi risorse tutto sommato non così significative rispetto a questa manovra. La preoccupazione che abbiamo è che la norma, anche se in sé ha una sua giustificazione, contribuisca ad appesantire il rapporto tra i cittadini e la pubblica amministrazione.
Detto questo, io credo che sia un passo significativo. Nella giornata di oggi affronteremo il disegno di legge 67, che è il secondo passaggio.
Diciamo che siamo su un cammino; un cammino giusto, di passi tutti faticosi, siamo in grande salita, stiamo soffrendo in questa camminata perché la strada è impervia e il sentiero è difficile, camminando ti laceri perché ci sono le spine che ti pungono e, quando le spine non ti pungono magari i tuoi compagni di strada ogni tanto le mettono e ti fanno pungere.
Maggior sobrietà forse da tutti nelle dichiarazioni potrebbe consentire di lastricare di meno spine la strada, ma tant'è; ad ogni modo, ognuno pu chiaramente intervenire come crede.
Siamo nella direzione giusta. Se lavoriamo tutti quanti alacremente e se siamo disposti tutti quanti ad ascoltarci e, nell'ascoltarci, indico anche le forze che oggi sono opposizione in quest'Assemblea, ma che sono portavoce di espressioni di interessi e di idee che possono anche meritare di essere accolte, credo che possiamo avviare questa legislatura con un cammino che ci può portare, al termine del nostro percorso, ad aver migliorato la situazione di questa Regione e soprattutto aver migliorato la situazione di vita dei nostri concittadini e delle nostre imprese, che è uno dei motivi e una delle missioni per cui siamo stati eletti e che questa assemblea deve sentire propria.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Frediani.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Intervengo solo su una piccola parte: i miei colleghi hanno già illustrato abbondantemente il nostro pensiero su questo disegno di legge.
Noi speriamo di poter agire ancora su un aspetto relativo all'IRAP.
Speriamo, attraverso la presentazione di due emendamenti, di poter alleggerire questa tassa rispetto alle start up innovative.
Abbiamo presentato, appunto, due emendamenti: uno più ambizioso, che chiede l'abolizione dell'IRAP per start up innovative che si siano costituite a partire dal 2012, e uno che invece chiede l'abolizione dell'IRAP per aziende che vanno a costituirsi dal 1° gennaio 2015.
Riteniamo che sia importante aiutare le aziende, soprattutto le giovani imprese, che decidono di entrare nel mercato del lavoro, ma che molto spesso sono costrette a rinunciare: come i dati dimostrano, dopo circa quattro anni di attività, molte start up sono costrette a chiudere.
Come Movimento 5 Stelle, noi stiamo lavorando anche a Roma per abolire definitivamente questa tassa che giudichiamo iniqua, quindi già da qualche anno (dal 2013) abbiamo depositato, attraverso i nostri rappresentanti a Roma, una proposta di legge per abolire interamente questa tassa, che va a incidere direttamente sul fatturato e non sull'utile, quindi una tassa particolarmente ingiusta. Parallelamente, portiamo avanti questo discorso anche in Regione e chiediamo di partire dalle start up, ma puntiamo ovviamente ad abolire questa tassa anche per le piccole e medie imprese che sono considerate al di fuori di questa categoria.
Portiamo avanti e sappiamo che anche le altre forze politiche presenti in Consiglio hanno lavorato e hanno presentato degli emendamenti in tal senso, sperando che la discussione possa portare buoni frutti e che si riesca a lavorare su questo aspetto in modo da dare un maggiore incentivo alle giovani imprese e che si possa rilanciare in qualche modo l'economia della nostra Regione, che veramente è in preda a una crisi senza precedenti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Campo.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Vorrei intervenire nel discorso generale sul disegno di legge 66 partendo da un altro punto di vista, ossia quello del fatto che, in qualità di opposizione (perché quello siamo), l'azione che noi possiamo fare su questo tipo di provvedimenti è quella di sostanziale controllo di ciò che si sta proponendo e di proposizione di migliorie, che sono comunque limitate, mentre chiaramente non possiamo sperare di presentare un nostro provvedimento in merito e di vedercelo discutere o approvare. E' già difficile, in genere, discutere provvedimenti dell'opposizione, ne abbiamo avuti pochissimi, in questo inizio di legislatura, provvedimenti discussi anche solo in Commissione, per cui la nostra azione è estremamente limitata. Poi ci rimangono gli interventi in Aula per cercare di sottolineare quali siano le nostre posizioni in merito ai provvedimenti per quanto a volte anche i nostri emendamenti sono accolti per affrontare i gravi problemi, in questo caso economici e finanziari, della Regione Piemonte.
Mi sono letto anche il documento per il riequilibrio e la recentissima documentazione sull'ARPA che gentilmente ci ha fatto avere l'Assessore Reschigna. Quello che emerge dal combinato disposto dei due disegni di legge, il n. 66 e il n. 67, è che, nel preoccuparsi di cercare di riequilibrare i conti della Regione Piemonte, sostanzialmente stiamo ammazzando il sistema: nel disegno di legge n. 66 attraverso l'introduzione di 107 milioni e mezzo di nuovi prelievi. Ricordo che in un'economia che è sostanzialmente ferma, in termini di crescita, laddove il privato non investe, i cittadini non comprano e il pubblico sottrae ricorse, non esistono prospettive di crescita.
In questi provvedimenti non esiste traccia di reperimento di risorse per obiettivi che siano legati a migliorare il sistema economico complessivo: si mettono le pezze per cercare di fare in modo che forse, nei prossimi anni - ma qui parliamo di lungo periodo - non succeda quello che è successo negli ultimi dieci e nel frattempo, per i prossimi due anni, si tirano ancora più le redini economiche su questa Regione.
In particolare, trovo particolarmente odioso il discorso del contributo degli impianti termici, perché è un qualcosa che ci discrimina rispetto ad altri italiani. Ricordo che nelle Regioni meridionali questa cosa è sostanzialmente sconosciuta e che già il dover avere un impianto termico è un ulteriore onere per chi vive nella nostra Regione. Questo contributo va a colpire, in maniera indiscriminata, i vecchi impianti inquinanti e costosi, ma anche chi ha fatto investimenti significativi per cercare di migliorare l'efficienza energetica, perché comunque questi oneri vanno a colpire anche chi ha fatto l'investimento per le pompe di calore. Certo, ci sono incentivi statali e detrazioni, ma comunque gli investimenti sono "soldi subito" e poi si rivedono forse in dieci anni, se non ci cambiano le regole, perché poi succede anche quello, come abbiamo visto, per gli impianti fotovoltaici.
Ormai questi provvedimenti bisogna approvarli entro fine anno, per l'approccio è completamento sbagliato. E' completamento sbagliato il discorso più generale del commissariamento, perché bisogna affrontare queste problematiche chiedendo allo Stato non di dare poteri straordinari ad un Presidente di Regione che deve mettersi due cappelli e due contabilità separate, cioè creare la bad region, come si fa con le bad banks per avere dei soldi in più, ma occorre creare gli strumenti, per gli enti pubblici locali, per poter affrontare le situazioni debitorie create anche a causa di leggi dello Stato, perché il DL 35 questo è.
E' possibile che lo Stato venga a dire: io, per concederti di assestare in maniera più sostenibile il tuo bilancio nei prossimi anni, ti chiedo però, di mettere quei debiti in una gestione speciale separata, con maggiori poteri di introdurre nuove tasse? Con maggiori poteri di prelievo dal bilancio? Lo Stato, che ci ha dato quei soldi perché doveva darceli perché quei soldi andavano pagati, altrimenti pagavamo all'Europa delle multe, ci viene oggi a chiedere di dargli assoluta garanzia che quei soldi verranno restituiti.
Non dovrebbe funzionare così tra amministrazioni pubbliche, e soprattutto la prospettiva è sempre di corto periodo (anche la richiesta che si fa per il biennio prossimo delle rate di ammortamento). Ma cosa fa prevedere che a fine 2016 non saremo nella stessa situazione di oggi, se non peggiore? Quali indicatori macroeconomici - ma questo lo diciamo da mesi - ci fanno pensare che non ci troveremo in una situazione peggiore, se non affrontiamo i problemi di base della nostra economia? Se non affrontiamo i problemi di base della gestione politica della nostra economia? Perch siamo di nuovo qua a vedere l'intreccio tra malavita, corruzione e amministrazione pubblica e da Mafia capitale si farà presto ad arrivare anche in Piemonte, probabilmente su molti dei temi, perché questi temi sono trasversali nelle amministrazioni pubbliche: le grandi opere l'immigrazione, la gestione dei rifiuti (ne vediamo già qualche accenno qua in Piemonte).
Ciò che chiediamo (ormai con questo disegno di legge n. 66 in dirittura di arrivo sarà un po' difficile attuarlo) è un po' più di sforzo nell'andare ad incidere sui nodi fondamentali.
Ciò che abbiamo visto nel disegno di legge n. 66 è la stessa cosa che si sta facendo sulla sanità: buttiamo lì dei numeri e speriamo che vadano a coprire le enormi voragini create in un decennio! Non sono discorsi che si affrontano con una programmazione per l'anno prossimo o per l'anno successivo. Il disegno di legge n. 66, per certi versi, è ancora un aspetto limitato, nel senso che andiamo a togliere risorse ad un sistema che è già moribondo, non si sente tanto bene, ma poi vedremo il disegno di legge n. 67 che va ad incidere nella carne viva di quelli che sono gli strumenti che la Regione ha per un sacco di proprie attività e di proprie responsabilità: gestione del territorio, gestione degli inquinanti, i controlli. Quello che si sta facendo all'ARPA lo trovo particolarmente devastante; così come le intenzioni - per carità, lodevoli che riguarderanno la sanità o l'IPLA e la gestione forestale. Ma quelli non saranno risparmi, serviranno investimenti per far funzionare quel discorso, non mi basta un quadro che mi dica che nel 2014 ci è costato questo e nel 2015 risparmieremo qualche centinaia di migliaia di euro. Non mi serve a niente! A noi serve un piano ed è quello che mi sarei aspettato che lo Stato ci chiedesse, invece di un commissariamento con delle garanzie del rientro delle rate, altrimenti non possiamo ragionare sulla programmazione, su degli obiettivi di funzionamento della macchina regionale che superino i due o i tre anni, il corto periodo.
Quello che mi sarei aspettato è valorizzare gli strumenti che la Regione ha e che funzionano. Non tutti funzionano, certi sono da chiudere: abbiamo visto l'aeroporto di Cuneo - io parlo del mio territorio - una tragedia che va avanti da un decennio o da di più, che anche durante le Olimpiadi è riuscito ad andare in passivo e che si mangia il capitale in poco tempo. Idem Tecnogranda, che è sotto osservazione, però intanto bisognerà cacciare qualche altro soldo perché il capitale sociale non c'è più.
Questi da dove arrivano? Da mamma Regione. E di nuovo la sanità: è lodevole che voi, nel piano di riequilibrio, mi diciate che volete mettere in piedi tutto un sistema informativo di controllo.
Sostanzialmente, il nostro parere su questi provvedimenti è negativo perché manca, anche nel piano di riequilibrio che ne è a contorno, una progettualità che affronta i nodi critici di questo sistema che hanno causato la situazione in cui ci troviamo. Noi affrontiamo i sintomi e non la malattia.



MOLINARI GABRIELE



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Pichetto Fratin; ne ha facoltà.



PICHETTO FRATIN Gilberto

Grazie, Presidente.
Il dibattito su nuove o aggiuntive tassazioni fa venire in mente la curva di Laffer, economista americano, il quale dice che all'aumentare delle tasse, si arriva ad una certo punto dove le entrate iniziano a diminuire. Nel fare una valutazione sulla tassazione regionale forse è il caso di allargarlo sulla situazione statale complessiva, su quella del Paese. Il nostro Paese è in una condizione dove l'effetto di ogni ritocco sul sistema dell'imposizione fiscale - siano imposte, siano tasse, siano sottoforma delle tariffe anche più svariate essendo a livello di "oltre" genera automaticamente la diminuzione dei consumi.
Generando la diminuzione dei consumi, si crea tutto quello cui stiamo assistendo da qualche anno, da tre-quattro anni, addirittura arrivare non solo alla stagnazione, ma ad una condizione di deflazione. L'operazione da fare, prima di tutto, quando si va a imporre, come in questo caso, nuova tassazione, è anche la cosiddetta valutazione costi-benefici dell'operazione. In questo caso, a proposito di quei 100 milioni che si chiedono ai piemontesi, al di là della valutazione già fatta in Commissione sull'addizionale IRPEF (tassiamo i redditi più alti e esentiamo i redditi più bassi; peraltro, la prima fascia sarebbe esente comunque, perché non rientra nell'obbligo dichiarativo) la valutazione costi-benefici da farsi invece, è: che effetto ha ancora, o può avere oggi, un'imposizione ulteriore sui cittadini piemontesi? Tutto questo, si aggiunge all'imposizione statale, molto più devastante.
Arriviamo all'altra critica, ed è una critica al Governo nazionale.
Cosa leggiamo sui giornali ogni giorno? La legge di stabilità taglia quindi con un messaggio di positività e di snellimento di bilancio dello Stato - sulle Regioni. Operazione iniziata da anni, le cui responsabilità stanno da tutte le parti.
Vorrei ricordare all'Aula che se la Regione Piemonte avesse i trasferimenti del 2006, cioè di otto anni fa, avrebbe più di un miliardo aggiuntivo di trasferimento corrente. Immaginate - tutti hanno seguito in questi mesi in Commissione bilancio le difficili condizioni in cui opera l'Assessore Reschigna sul bilancio regionale - se all'Assessore Reschigna oggi venisse detto: c'è un miliardo in più di trasferimento libero dallo Stato. Non parlo di trasferimento vincolato (trasporti, sanità e cosi via) ma verrebbero meno tutta una serie di problemi, perché non ci sarebbero problemi sugli ammortamenti dei mutui, non ci sarebbero problemi nella finanziaria e su tutta una serie di altre iniziative.
Oggi non è così. Oggi siamo nella condizione che il bilancio della Regione è estremamente rigido, quindi posso solo fare due azioni: aumento le entrate, oppure diminuisco le spese. Sul fronte delle entrate il nostro Gruppo ha presentato una serie di proposte E' vero che negli anni passati tante volte si sono iscritte alienazioni di cespiti o di quote nel bilancio, e poi non si è avverato. Non si è avverato, essenzialmente, primo perché c'era l'incapacità dovuta, in alcuni casi, al mancato accordo politico nella maggioranza che governava nel fare l'operazione; secondo, perché ciò che veniva inserito nei piani di cosiddetta dismissione, erano dismissioni non realizzabili perch l'immobile era occupato fino a certe scadenze e così via; terzo, una certa elefantiasi della nostra macchina burocratica nel muoversi e nel rendere realizzabile ciò che sarebbe realizzabile.
Tuttavia, ad oggi c'è anche una condizione di vantaggio. Sui cespiti ad esempio, vi è la possibilità di indicare una data sulla quale si vanno a liberare i cespiti. Su tutti gli edifici a disposizione della Giunta regionale, si può indicare una data con certezza di quando si potrà fare il trasferimento, anche con cautela, anche dicendo 1° gennaio 2017. Non deve essere assolutamente oggi, nell'immediato.
Forse alcune valutazioni sulle quote che era impossibile e non si doveva vendere alcuni anni or sono possono essere fatte. Pensate all'Interporto. Ci sto alla valutazione di dire: non conviene. Io stesso in altra veste, circa un anno fa, ho detto: la proprietà regionale ha una quota di volume edificabile che potrebbe essere valutata sugli 80 milioni (quasi come la manovra di oggi). Mi riferisco ai volumi edificabili a fianco del nuovo grattacielo. La valutazione che deve fare la Giunta regionale è: in questo momento di mercato realizzo il massimo? Faccio il massimo beneficio per le casse della Regione? Oppure: mi conviene aspettare? Francamente l'anno scorso dissi a quest'Aula: non è da vendere perché non c'è ancora la percezione - il palazzo ancora non si vedeva - che quell'area diventerà un'area importante. Questa è una valutazione che ritengo la Giunta debba fare sul fronte delle entrate.
D'altro canto, occorre una valutazione sul fronte delle spese. Credo che ragionando non su un assestamento e non dovendo intervenire su un bilancio dove il fiato è corto, dove dal momento della decisione al momento della conclusione degli esercizi i termini sono brevissimi, ma ragionando prima che cominci l'esercizio del 2015, si possano fare una serie di approfondimenti, oltre quelli sulle alienazioni, anche sull'organizzazione del sistema.
Sulla conclusione noi ci stiamo a dire che non è possibile, che non è così immediato, che gli effetti si avranno nel 2019 e noi abbiamo bisogno nel 2015, ma bisogna avere il coraggio di metterci le mani dentro e di chiederci: la struttura della pubblica amministrazione, la struttura così com'è, comunque, rispetto agli Enti locali, alle unioni locali, il modello che c'è - e qui il dibattito politico può essere anche quello del modello del welfare - è adeguato? E' quello che siamo in grado di reggere? Siamo in grado di reggere l'attuale modello di politiche sociali per gli anziani fino al 2019 o al 2020? Sono questi i grandi temi che dobbiamo affrontare come Consiglio regionale, come Assemblea, sui quali certamente il peso della taratura ideologica - mi si passi il termine - può portarci ad un crinale rispetto al quale qualcuno sta da una parte e qualcun altro dall'altra; ma è ciò che noi dobbiamo affrontare, proprio per intervenire sul fronte dell'organizzazione della Regione e sul fronte della spesa.
In merito a questo sono contrarissimo all'intervento che diceva "tagliamo dagli investimenti per mettere le risorse sulla parte corrente" perché questa davvero sarebbe la politica della cicala. Io dico invece: facciamo gli investimenti, perché fare investimenti significa dare anche lavoro. Questa, quindi, è la mia valutazione.
Poi, posso essere d'accordo - guardo il collega Bono - che ci siano idee diverse rispetto al tipo di investimenti. Questo è assolutamente legittimo: viva la vivacità e le differenze! Come ho già detto, però, su questi temi quest'Assemblea deve davvero aprire un grande dibattito, che investa il ruolo dell'Ente Regione, quindi del bilancio regionale e dell'organizzazione pubblica, sulle ricadute su tutto il territorio e, dunque, su quattro milioni e mezzo di piemontesi.
L'attuale sistema non regge più, dobbiamo rendercene conto: non regge a livello nazionale, ma - pro quota e in modo probabilmente diverso - non regge nemmeno a livello regionale. L'impegno della maggioranza - e nostro di opposizione - dev'essere proprio nel cercare di dare delle soluzioni.
Questa legislatura, così come per il nostro Paese, è anche per noi una legislatura praticamente costituente.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE BOETI



PRESIDENTE

Prima di chiudere i lavori della mattina, comunico che al Presidente del Consiglio regionale è stato consegnato, da Sandro Plano (Sindaco di Susa e Presidente dell'Unione montana), da Angelo Patrizio (Sindaco di Avigliana e Presidente del Comitato Sindaci del Distretto dell'ASL TO3) e da Nazareno Maiolo (che immagino essere il marito di una donna che ha partorito a Susa), un documento che può essere ritirato quando andate a firmare l'uscita.
I nostri lavori ricominceranno alle ore 14.30 con lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13.03)



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