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Dettaglio seduta n.339 del 03/07/18 - Legislatura n. X - Sedute dal 25 maggio 2014 al 25 maggio 2019

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MOTTA



(I lavori iniziano alle ore 9.40 con l'esame del punto all'o.d.g. inerente a "Svolgimento interrogazioni e interpellanze")


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 2115 presentata da Frediani, inerente a "Smarino in uscita dal cantiere del cunicolo esplorativo La Maddalena, comune di Chiomonte"


PRESIDENTE

Buongiorno, colleghi.
Iniziamo i lavori del sindacato ispettivo proponendo l'esame dell'interrogazione indifferibile e urgente n. 2115.
La parola alla Consigliera Frediani per l'illustrazione.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente; buongiorno, Assessore.
Quest'interrogazione è stata depositata qualche tempo fa e si riferisce ad alcune segnalazioni che mi sono arrivate in merito a mezzi pesanti contenenti terre e rocce da scavo, uscite dal cantiere de La Maddalena nei primi mesi del 2018. Pare che si tratti di materiale contaminato da idrocarburi derivanti dalle ultime operazioni di sistemazione del cunicolo.
Segue poi una serie di premesse più tecniche, che chiaramente vado a leggere.
Nel Piano di Gestione dello smarino, Progetto esecutivo del cunicolo "La Maddalena - sito di deposito Maddalena", nella versione "emissione finale" del 3 marzo 2014, è indicato che il materiale derivante dalle operazioni di scavo viene suddiviso in cumuli da 5.000 metri cubi, poi caratterizzato e preso in carico con due possibili destinazioni: interna al cantiere LTF (sottoprodotti), verso il sito di deponia definitiva "La Maddalena" esterna al cantiere LTF, quindi rifiuti, verso gli appositi centri autorizzati in base al Codice CER.Ogni cumulo è accompagnato da un modulo contenente i risultati della caratterizzazione e gli elementi identificativi, ovvero data di inizio e fine formazione, nonché progressive corrispondenti. Il materiale viene portato fuori dal cantiere solo qualora risulti fuori dalle concentrazioni di soglia di contaminazione, indicate nella colonna A del decreto legislativo n. 152 del 2006. Se supera tali soglie, viene caratterizzato come rifiuto e preso in carico solamente dopo l'attribuzione di un codice CER. Potrà poi, normativamente, seguire due strade: conferimento a discarica, ovvero un centro autorizzato dalla Provincia a ricevere e trattare lo specifico codice CER; avviamento ai centri di recupero.
Nel Piano di Gestione Ambientale, in fase 3 si indica che viene effettuato lo smontaggio della TBM, la realizzazione del piano viabile in galleria e lo smobilizzo del cantiere. La fase 3 è stata a sua volta suddivisa in A, B e C.
Nella fase 3B, "scavo con esplosivo" (durata 1,5 mesi), viene scavata la nicchia che ospita la vasca di rilancio acque, con l'utilizzo di esplosivi e conseguente produzione di circa 2.200 metri cubi di smarino. Anche in questo caso lo smarino dovrebbe essere sottoposto al medesimo iter di quello prodotto durante lo scavo con TBM, quindi caratterizzazione della piazzola di stoccaggio e successiva sistemazione nel sito di destinazione definitiva.
In caso di suolo e sottosuolo potenzialmente inquinato da sversamenti accidentali con sostanze pericolose, come ad esempio idrocarburi, il documento indica che si procederà alla messa in sicurezza al fine di rimuovere la fonte contaminante. Successivamente tale area verrà caratterizzata e seguirà l'iter normativo secondo quanto previsto dalla normativa vigente in materia di bonifica dei siti contaminati. TELT, ovvero il Committente per la realizzazione del cunicolo esplorativo La Maddalena dichiara al 2017 che i lavori stanno avendo una durata di 63 mesi e che l'importo si aggira intorno a 93 milioni 904.422,20 euro.
Quest'interrogazione è finalizzata a conoscere i dettagli dello smarino in uscita nei primi mesi del 2018, quindi quelli sui quali abbiamo ricevuto segnalazione, dal cantiere de La Maddalena, in particolare la quantità, il tipo di contaminante riscontrato e il valore caratterizzato, il codice CER dato al materiale, la destinazione finale e il tragitto per raggiungere il sito di destinazione finale.
Vogliamo poi sapere se il materiale contaminato deriva da una bonifica interna al sito a causa dello sversamento accidentale di sostanze pericolose.
Infine, vogliamo conoscere i dettagli dello smarino complessivo in uscita dal cantiere, in particolare la quantità complessiva, i tipi di contaminanti riscontrati e i valori caratterizzati, i codici CER attribuiti e le diverse quantità e, da ultimo, le destinazioni finali.
Immagino che sarà una risposta lunga e complessa.
Ringrazio l'Assessore.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Frediani.
La parola all'Assessore Valmaggia per la risposta.



VALMAGGIA Alberto, Assessore all'ambiente

Grazie, Presidente.
La risposta è lunga e dettagliata, quindi la potrà aveva scritta, io richiamo soltanto alcuni passaggi.
Il primo punto che vorrei evidenziare è che la competenza in materia è in capo al Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare.
In questa risposta noi ci riferiamo al monitoraggio ad oggi a disposizione degli Uffici regionali, reso disponibile da ARPA Piemonte. Non è una competenza diretta della Regione, ma è in capo al Ministero.
La gran parte del materiale estratto è risultato idoneo per riempimenti, in quanto i valori analitici sono risultati inferiori ai parametri indicati nella colonna A, Tabella 1 del decreto legislativo n. 152/2006, allegato 5 al Titolo V, Parte IV. La maggior parte del materiale è stato messo a dimora nel sito di deposito autorizzato. Nei pochi casi in cui il materiale è risultato non idoneo per riempimenti, il materiale è stato conseguentemente gestito come di seguito esplicitato.
In risposta al primo punto dell'interrogazione si evidenzia che nell'anno 2018 sono stati trasportati all'esterno del cantiere i materiali provenienti dall'attività di scavo non conforme per la messa a deposito all'interno del cantiere medesimo.
Un primo cumulo, il cumulo 138, è stato formato in seguito allo scavo con metodo tradizionale, come già richiamato prima dalla Consigliera, con uso di esplosivo, della vasca di accumulo acque, avvenuto dal 19 giugno 2017 al 3 ottobre 2017.
A seguito delle analisi di caratterizzazione si è evidenziato un superamento dei limiti della colonna A di Tabella 1, per il parametro idrocarburi C maggiore di 12. Tutti gli altri parametri sono risultati inferiori ai relativi valori limite.
Questo materiale contenente idrocarburi, di circa 8.000 tonnellate è stato classificato come rifiuto con codice CER 170504 e poi inviato presso la Azzurra S.r.l. di Casale Monferrato. C'è, poi, il dettaglio ulteriore.
Rispetto al secondo punto dell'interrogazione, si segnala che il materiale smaltito come rifiuto, perché conteneva idrocarburi pesanti, non deriva da operazioni di bonifica all'interno del sito di cantiere a causa di sversamento accidentale di sostanze pericolose. Pertanto, alla domanda "c'è stato uno sversamento?", rispondiamo che non deriva da bonifica interna.
Al terzo punto (conoscere i dettagli dello smarino complessivo in uscita dal cantiere), si evidenzia che, durante la fase del cantiere fino a fine anno 2017, sono stati smaltiti tre cumuli di materiale di scavo, in quanto non conformi rispetto ai limiti di cui dicevamo prima. La non conformità era riferita agli idrocarburi pesanti, come abbiamo detto, o alla presenza di arsenico. Sono le due fattispecie che rendono il materiale non gestibile come materiale da riempimento, che lo fanno diventare rifiuto.
Pertanto, sono stati smaltiti tre cumuli: il primo cumulo, di circa 190 tonnellate, sforava per gli idrocarburi pesanti ed è stato destinato all'Azzurra S.r.l. di Casale Monferrato. Il secondo accumulo, formato nel corso dello scavo del cunicolo esplorativo, è stato classificato come rifiuto con codice CER 170504 e inviato presso l'impianto autorizzato (quantità circa 650 tonnellate, parametro non conforme, arsenico) ed è stato indirizzato all'Agriscavi di Massetto Michele - Località Nabriole (Caluso). Date di trasporto: 16/1/2014. Non sono certo delle date.
Il terzo cumulo, formato nel corso dello scavo del cunicolo esplorativo anche questo per presenza di arsenico, è stato destinato a una serie di impianti: Agriscavi, Smaltimenti Controllati SMC S.p.A., Alice Ambiente (Alice Castello). Questi sono i tre trasferimenti.
In conclusione, il materiale di scavo è stato gestito in conformità alla normativa vigente, alle autorizzazioni ottenute e alle procedure operative condivise con gli enti di controllo, attuando la dovuta cautela a protezione della salute umana e dell'ambiente. A maggio 2018 risulta definitivamente conclusa la gestione del materiale di scavo del cunicolo esplorativo de La Maddalena.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Valmaggia.
Dichiaro chiusa la trattazione del sindacato ispettivo.



(Alle ore 9.52 la Presidente dichiara esaurita la trattazione del punto all'o.d.g. inerente a "Svolgimento interrogazioni e interpellanze")



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE BOETI



(La seduta ha inizio alle ore 10.02)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Richieste di modifica dell'o.d.g.


PRESIDENTE

Do atto che l'ordine del giorno è stato comunicato con la convocazione e chiedo se vi siano ulteriori proposte di modifica.
In merito alla richiesta del Consigliere Bono di una comunicazione relativa a "Liste d'attesa", vi informo che l'Assessore Saitta sta arrivando e ha dato la disponibilità a svolgerla nel corso dell'odierna seduta consiliare.
Vi preciso, inoltre, che l'Assessorato alla sanità sta preparando, su richiesta del Ministro della Salute (richiesta formulata a tutte le Regioni), la situazione del Piemonte. Hanno bisogno ancora di un paio di giorni per predisporre la necessaria documentazione, che servirà anche per affrontare la relativa discussione che apriremo sul materiale prodotto per il Ministro della salute. Mi sembra un aspetto di buonsenso.
Ha chiesto la parola il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Visto che avevo sentito anche il Ministero, stavo per fare la stessa richiesta anch'io. Mi sarebbe piaciuto, invece, mettere un po' in difficoltà l'Assessore Saitta - lo ammetto candidamente! - che avrebbe dovuto intervenire senza dati...
Battute a parte, chiedo solo, se possibile, di calendarizzarla martedì prossimo.



PRESIDENTE

Abbiamo previsto, con l'Assessore, di calendarizzarla per martedì prossimo.



BONO Davide

Se fosse possibile, chiederei di poter disporre almeno lunedì dei relativi documenti.



PRESIDENTE

Certo, in maniera che sia possibile affrontare la discussione sui dati oggettivi inviati al Ministero.



BONO Davide

Grazie.



PRESIDENTE

Siamo d'accordo.
L'ordine del giorno è approvato, ai sensi dell'articolo 58 del Regolamento interno del Consiglio regionale.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

Sono a disposizione e riproducibili, su richiesta, i processi verbali delle sedute del 26 e del 28 giugno 2018.


Argomento:

b) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo le Consigliere Baricco e Gancia.


Argomento:

c) Giudizio di legittimità costituzionale


PRESIDENTE

La Corte Costituzionale, con sentenza 8 maggio 2018, n. 138 ha dichiarato non fondata la questione di legittimità costituzionale promossa dal Governo, con proprio ricorso, per violazione dell'articolo 81, terzo comma della Costituzione, in riferimento alla mancanza di idonea copertura finanziaria dell'articolo 6, comma 2, della legge regionale 26 aprile 2018 n. 7 ("Disposizioni in materia di disostruzione pediatrica e di rianimazione cardiopolmonare").
La Corte Costituzionale ha precisato che, ferma restando l'impossibilità per la Regione di dare seguito, per gli esercizi successivi al 2018, a spese non coperte nelle forme di legge (nel caso in cui la Regione non avesse altrimenti provveduto), la questione promossa dal Presidente del Consiglio dei Ministri non è fondata poiché la copertura della spesa dell'esercizio 2018, oggetto di censura nel ricorso, risulta conforme a legge, mentre il presunto difetto di copertura dell'esercizio 2019 è stato evocato nella memoria illustrativa del ricorrente, ma non essendo stato incluso nell'originario thema decidendum, esula dal giudizio della Corte medesima.
Ciò significa che la legge è a posto, giusto per fare il riassunto, diciamo così, del thema decidendum.


Argomento:

d) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

e) Costituzione Gruppo consiliare


PRESIDENTE

Comunico che in data 28 giugno l'Ufficio di Presidenza ha preso atto che: . a decorrere dal 2 luglio 2018 è costituito il Gruppo consiliare "Liberi e Uguali (LEU)", composto dalla Consigliera Silvana Accossato e dai Consiglieri Domenico Valter Ottria e Marco Grimaldi, che assume le funzioni di Presidente del Gruppo consiliare . a decorrere dal 2 luglio 2018 il Gruppo consiliare "Sinistra Ecologia e Libertà" passa da due ad una componente, e la Consigliera Monica Cerruti assume la carica di Presidente del Gruppo . a decorrere dal 2 luglio 2018 il Gruppo consiliare "Articolo 1 Movimento democratico progressista" cessa la propria attività.


Argomento:

f) Ricevimento rappresentanza sindacale azienda Polioli di Vercelli


PRESIDENTE

Informo che relativamente alla richiesta da parte della Sindaca di Vercelli per un'audizione delle rappresentanze sindacali e dell'Amministrazione comunale in merito alla situazione occupazionale relativa all'azienda Polioli, una delegazione verrà ricevuta oggi alle ore 12.30 presso la Sala delle Bandiere al piano terra.


Argomento:

g) Ricevimento rappresentanza sindacale azienda Assotrattenimento


PRESIDENTE

Ricordo, inoltre, che alle ore 13 presso la Sala Viglione verrà ricevuta una rappresentanza sindacale per discutere della situazione occupazionale relativa all'azienda Assotrattenimento, in merito alle criticità derivanti dall'applicazione della legge regionale n. 9/2016 in materia di contrasto al gioco d'azzardo patologico.


Argomento:

Approvazione processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g. "Approvazione processi verbali precedenti sedute", comunico che sono stati approvati i processi verbali del 21 giugno 2018.


Argomento:

Nomine (rinvio)


PRESIDENTE

Colleghi, possiamo passare all'esame del punto 3) all'o.d.g., inerente a "Nomine"?



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Non siamo nelle condizione di procedere; rinviamo.


Argomento: Istituzione nuovi comuni - Mutamento denominazioni

Proseguimento esame disegno di legge n. 262, inerente a "Istituzione del Comune di Valle Cannobina mediante fusione dei Comuni di Cavaglio Spoccia Cursolo Orasso e Falmenta in Provincia del Verbano Cusio Ossola"


PRESIDENTE

Proseguiamo l'esame del disegno di legge n. 262, inerente a "Istituzione del Comune di Valle Cannobina mediante fusione dei Comuni di Cavaglio Spoccia, Cursolo Orasso e Falmenta in Provincia del Verbano Cusio Ossola" di cui al punto 4) all'o.d.g.
Nella seduta pomeridiana del 28 giugno 2018 è iniziato l'esame del provvedimento. Dopo lo svolgimento della relazione da parte del Consigliere Andrissi, si è passati alla votazione dell'articolato.
Riprendiamo con la ripetizione della votazione dell'articolo 2, la cui votazione è risultata non valida per mancanza del numero legale.
Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Come per il punto precedente, in cui si è rivolto a un singolo Consigliere per chiedere se c'erano le condizioni per procedere, io non credo che vi siano le condizioni per discutere di questo punto.
Non è vero, ma è solo per far presente che non è una singola persona all'interno dell'emiciclo che decide se un punto all'o.d.g. si fa o non si fa. Per cui la inviterei o a procedere con le nomine, oppure a tenerle sospese.



PRESIDENTE

Chiedo scusa, lei ha ragione. Ma dato che, come lei sa, le indicazioni maggioritarie rispetto alle nomine vengono dalla maggioranza, è consuetudine chiedere al Capogruppo di maggioranza se si può procedere con le nomine.
Dopodiché - lei ha ragione su questo - possiamo tenere in sospeso il punto.
Sentiamo la maggioranza in proposito.



RAVETTI Domenico

Presidente, se lei intende procedere con le nomine questa mattina o oggi pomeriggio non è un problema: ci fermiamo un attimo e ne discutiamo. Se dobbiamo farla in punta di diritto tutte le volte, la facciamo, non è un problema insomma.



PRESIDENTE

Possiamo procedere con la ripetizione della votazione sull'articolo 2.
ARTICOLO 2 Indìco la votazione palese sull'articolo 2.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 3 Indìco la votazione palese sull'articolo 3.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 4 Indìco la votazione palese sull'articolo 4 Il Consiglio approva.
ARTICOLO 5 Indìco la votazione palese sull'articolo 5.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 6 Indìco la votazione palese sull'articolo 6.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 7 Indìco la votazione palese sull'articolo 7.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 8 Indìco la votazione palese sull'articolo 8.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 9 Indìco la votazione palese sull'articolo 9.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 10 Indìco la votazione palese sull'articolo 10 Il Consiglio approva.
ARTICOLO 11 Indìco la votazione palese sull'articolo 11.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 12 Indìco la votazione palese sull'articolo 12.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 13 Indìco la votazione palese sull'articolo 13.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione nominale sull'intero testo di legge.
Il Consiglio approva (vedi esito votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).


Argomento: Rapporti Regioni - Governo - Sanita': argomenti non sopra specificati

Esame proposta di deliberazione n. 286, inerente a "Piano nazionale cronicità. Recepimento Accordo Stato-Regioni 15/09/2016 e approvazione delle Linee di indirizzo regionali per le annualità 2018-2019"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare la proposta di deliberazione n. 286, di cui al punto 5) all'o.d.g.
Abbiamo concordato che l'Assessore Saitta svolge solo la relazione; domani si incontra il CAL e dopo possiamo cominciare la discussione in Aula.
Prego, Assessore Saitta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente.
I Consiglieri hanno sicuramente avuto modo, perlomeno quelli che partecipano alla IV Commissione, di conoscere il contenuto di questa proposta di deliberazione della Giunta. Ritengo utile riprendere gli obiettivi di questo Piano agli effetti della discussione che faremo nei prossimi giorni e nella prossima settimana.
Si tratta di una proposta che, in qualche maniera, recepisce il Piano nazionale della cronicità e lo adegua alle caratteristiche del nostro territorio. La delibera che è stata presentata è frutto di un intenso lavoro che, a livello regionale, è iniziato addirittura nel mese di ottobre, perché ci siamo posti l'obiettivo di un coinvolgimento degli operatori sanitari delle Aziende sanitarie, dei portatori di interessi istituzionali e delle organizzazioni sindacali.
C'è stato anche, com'è noto, un lavoro importante in Commissione, un processo emendativo e un'utile discussione che hanno permesso di arrivare qui in Consiglio con un testo che è stato modificato in alcune parti, ma che complessivamente ha tenuto conto delle osservazioni e anche di qualche dubbio interpretativo che si poteva avere dalla semplice lettura, quindi in Aula arriva un testo complessivamente di buona qualità e abbastanza preciso.
Detto questo, è chiaro che il Piano della cronicità è un'occasione importante per la sanità piemontese. Noi abbiamo già lavorato con misure diverse per quanto riguarda l'assistenza territoriale: in questi anni abbiamo dato una spinta importante per la creazione e la rivisitazione delle Case della salute, abbiamo lavorato sulla rete oncologica, sulla rete endocrino-diabetologica, sulla rete dei servizi per i disturbi del comportamento alimentare. Abbiamo lavorato sulla rete sulle demenze, cioè abbiamo fatto un lavoro in rete che ha permesso di organizzare meglio i servizi territoriali. Abbiamo lavorato sulle farmacie dei servizi, abbiamo assunto alcune decisioni per cercare di coinvolgere strutture importanti quali sono le farmacie, soprattutto nelle zone più marginali, per una serie di servizi, in modo particolare alla popolazione anziana.
Abbiamo inoltre lavorato e assunto delle decisioni per quanto riguarda la sanità digitale, strumento importante per dare attuazione al Piano della pubblicità. Abbiamo sperimentato infermieri di comunità in alcune zone del piemontese (siamo partiti da Cuneo, poi siamo andati nel VCO); infermieri di comunità che hanno dato dei buoni risultati attraverso un progetto europeo. Abbiamo fatto in modo che le due Università (quella di Torino e quella del Piemonte orientale) organizzassero - cosa che è avvenuta - dei master per gli infermieri di comunità. Quindi, in qualche maniera, vi è una serie di decisioni che non dico abbiano anticipato, ma che in ogni caso rappresentano elementi di riferimento importanti per dare attuazione concreta al Piano della cronicità.
In sintesi, il Piano della cronicità nasce dall'esigenza di rimodulare l'offerta sanitaria territoriale in funzione di una domanda diversa rispetto a quella del passato. La popolazione anziana è in crescita e l'età della vita cresce e aumenta, fatto positivo del quale non si può che essere soddisfatti e contenti. Tuttavia, questa crescita della popolazione anziana ha portato a malattie croniche, cioè scompenso cardiaco, insufficienza respiratoria, disturbi del sonno, diabete, obesità, depressione, demenza e ipertensione. Si tratta di problemi nuovi rispetto al passato anche per la dimensione.
Abbiamo tenuto conto - come ci ha indicato il Piano dalla cronicità nazionale - anche dell'evoluzione della popolazione nei prossimi decenni.
Se guardiamo il dato europeo, abbiamo un quadro che, per forza di cose impone di rivisitare le organizzazioni dei sistemi sanitari in tutta Europa, poiché entro il 2060 si prevede che in Europa la popolazione che supererà i 65 anni passerà dagli 88 milioni attuali a 152 milioni, quindi sono numeri considerevoli.
L'offerta ospedaliera è sicuramente un'offerta importante per quanto riguarda il cronico acuto, ma in generale è un'offerta inadeguata: si tratta di organizzare in modo diverso i servizi territoriali e potenziarli.
La cura dei pazienti cronici è finalizzata al miglioramento del quadro clinico e dello stato funzionale del paziente, alla minimizzazione dei sintomi, alla prevenzione della disabilità, al miglioramento della qualità della vita: concetti che molto spesso noi decliniamo, ma rispetto ai quali complessivamente, sul piano dell'organizzazione, abbiamo delle grandi carenze.
Per curare questi pazienti è necessaria una corretta gestione del malato e la definizione di percorsi assistenziali in grado di prendere in carico il paziente nel lungo termine, prevenire e contenere la disabilità, garantire la continuità assistenziale e l'integrazione degli interventi socio sanitari. Credo che vi siano tanti casi di famiglie in difficoltà per la presenza di un anziano con problemi cronici, che sanno perfettamente come molto spesso i percorsi per quanto riguarda la presa in carico sono scarsi e c'è una sorta di Via Crucis da un servizio all'altro, per cui in ogni caso la presa in carico in termini complessivi manca.
Per rimodulare l'offerta sanitaria e sociale per questi obiettivi evidentemente è necessario un cambiamento della nostra organizzazione.
Sicuramente è una grande sfida di sistema, complessa, che sicuramente richiede tempo, che deve andare, per forza di cose, oltre i limiti delle diverse istituzioni e superare i confini tra servizi sanitari e sociali.
Abbiamo parlato in diverse occasioni e in diversi incontri anche col mio collega Ferrari e il tema in modo particolare è questo, cioè rompere i confini tra servizi sanitari e sociali, promuovere l'integrazione tra differenti professionalità, attribuire un'effettiva ed efficace centralità della persona e al suo progetto di cura e di vita.
Tra questi, come dicevo, c'è il tema di promuovere l'integrazione tra diverse professioni. È il grande tema, perché l'organizzazione dei sistemi sanitari è fatta un po' per silos: il professionista evidentemente pensa alla sua attività e non sempre c'è una capacità di integrare l'attività tra l'infermiere e il medico e lo specialista. Quindi, l'obiettivo è quello della massima integrazione possibile di queste attività.
È un tema complesso, perché si tratta in fondo, attraverso il Piano della cronicità, di gestire anche quelle che normalmente noi chiamiamo le fragilità. È un tema che sicuramente esisteva in passato, ma che acquista col passare del tempo una dimensione sempre più consistente. Fragilità che derivano molto spesso dalla situazione economica e dalle difficoltà economiche, dall'aumento della povertà, del numero di persone sole, perch questa è la grande questione nuova rispetto al passato.
Sono cambiate le abitudini e la solitudine è diventata, soprattutto per le persone anziane, un dato costante e molto spesso la cura tradizionale non è sufficiente. C'è il problema della non autosufficienza, che è sempre un fenomeno molto più diffuso. Questo obiettivo di rimodulare l'offerta sanitaria passa anche attraverso lo sviluppo di tecnologie per la presa in carico della sanità digitale, ma non voglio riprendere i temi già trattati.
Il tema dell'integrazione - si tratta di un'integrazione multidisciplinare e multiprofessionale - è basato sulla presa in carico del paziente e soprattutto su un rapporto nuovo di fiducia, che bisogna rafforzare, tra medico e paziente. Questo rapporto di fiducia, che tradizionalmente era un rapporto forte - parlo evidentemente dei decenni passati - tra il medico di famiglia e il paziente è, in qualche maniera, un rapporto che ha subito qualche problema. Anche sul piano organizzativo, come i colleghi sanno abbiamo tentato di mettere al centro, oltre evidentemente il paziente anche la centralità del medico di medicina generale, aiutandolo a svolgere questo lavoro della presa in carico.
Per quanto riguarda la centralità del medico di famiglia, è un obiettivo importante. Come in diverse occasioni abbiamo discusso anche in Aula, si può dire che il ruolo del medico di famiglia è un ruolo che sarà gravato di attività. Ma tutte le altre iniziative che abbiamo immaginato (la sanità digitale, il fascicolo elettronico) e altre questioni che andranno avanti richiedono tempo devono sicuramente alleggerire il medico di famiglia di attività molto spesso definita burocratiche, ma in ogni caso stiamo lavorando, ed è una questione imminente, per quanto riguarda l'accordo regionale con i medici di famiglia.
Nei mesi scorsi è stato stipulato l'accordo nazionale; recentemente, dieci giorni fa, è stato vistato dalla Corte dei Conti l'accordo nazionale, che prevede che le risorse siano finalizzate a tre o quattro obiettivi. Tra questi obiettivi, oltre a quello dei vaccini, c'è il Piano della cronicità.
Vi sono già stati alcuni incontri con i medici a livello regionale e si aprirà evidentemente una discussione, ma è chiaro che vogliamo arrivare quanto prima a finalizzare il rinnovo del contratto al tema della cronicità e della presa in carico. Una differenza rispetto alla scelta compiuta in Lombardia, dove la presa in carico del paziente cronico non è affidata al medico di famiglia, ma a strutture pubbliche e a strutture private. Per noi, invece, questa è una scelta che ci differenzia rispetto al modello vicino; poi abbiamo dei modelli diversi, ma in qualche modo tutte le Regioni ci stanno lavorando.
In Piemonte per noi la centralità è del medico, così come riteniamo che per quanto riguarda la presa in carico, questo lavoro che deve fare il medico avviene attraverso un team territoriale, quindi nel piano abbiamo assegnato un ruolo importante alle professioni infermieristiche immaginando persino che l'infermiere possa sviluppare le funzioni di care management o di case management, cioè una figura di raccordo tra i medici di famiglia e gli specialisti ospedalieri. Questo è lo schema, in termini sintetici, che abbiamo esaminato in Commissione.
Dicevo che si tratta di un grande cambiamento culturale, perché questi più anni di vita sono il frutto evidentemente del progresso e delle cure migliori; in modo particolare, sono frutto anche di un miglioramento delle condizioni economiche. L'OMS ci dice una cosa molto semplice: che la crescita degli anni di vita è dovuta per il 60 per cento al miglioramento delle condizioni economiche e sociali, per il 20-30 per cento al miglioramento delle condizioni ambientali, per le cure per 20-30 per cento però dobbiamo fare in modo che gli anni di vita che abbiamo recuperato siano buoni, in termini di qualità. Il Piano della cronicità vuol dire questo: si cresce, cosa straordinaria, negli anni, ma dobbiamo migliorare la qualità della vita, perché non sempre l'allungamento della vita porta con sé questo miglioramento.
Quindi, l'obiettivo è ambizioso, cioè dare più vita agli anni che abbiamo guadagnato. La metto così: dare più vita agli anni guadagnati. Altrimenti si ottiene soltanto una sopravvivenza biologica, che rischia di diventare un vero fardello di sofferenze vissuto nell'amara consapevolezza di rappresentare ormai solo un peso verso le famiglie, senza significato per la società. È una sfida importante, evidentemente anche di carattere culturale.
La scienza e la tecnologia sicuramente ci possono aiutare, ci hanno aiutato e ci devono aiutare per questi obiettivi. Nel contempo, e l'abbiamo indicato nel Piano, occorre modificare sempre più nei sistemi sanitari un approccio della medicina nei confronti della persona anziana. La persona anziana, ma il paziente in genere, non è un'entità biologica suddivisibile in organi e apparati come nei libri di anatomia. Il paziente non può essere considerato quasi come un'auto per la quale ogni tanto si va a fare il tagliando: è una cosa diversa. Quando diciamo che il paziente dev'essere messo al centro del rapporto col medico non mettiamo certamente in discussione i controlli che bisogna fare quando si hanno dei problemi, ma dev'essere uno strumento per il lavoro del medico e non una presa in carico del paziente.
In sostanza, il paziente non è una macchina, né tantomeno un individuo, ma è una persona e per il Piano della cronicità noi dobbiamo recuperare la dimensione personalistica dell'uomo, cioè considerare il paziente un uomo nella sua complessità: il tema è questo. Andare dal medico non vuol dire soltanto avere delle prescrizioni, ma il medico deve anche capire il contesto in cui vive il paziente, i suoi problemi, la sua situazione, le relazioni che ha con altre persone.
Quando parlo di dimensione personalistica voglio dire considerare il paziente nella sua complessità spirituale, relazionale e sociale, quindi occorre sempre di più, come dicono i medici e lo sappiamo perfettamente perché è un tema antico, un approccio olistico nella medicina.
Poi c'è l'altro grande tema. Normalmente, nelle società odierne si tenta d'isolare l'ammalato, un po' perché in famiglia tutti lavorano e hanno dei problemi. Isolare l'ammalato per interventi terapeutici mirati può essere una soluzione necessaria, sicuramente necessaria in certe circostanze, ma è necessario tenere presente che, oltre alla dimensione biologica, ci sono altre dimensioni utili per una buona qualità della vita. C'è anche la dimensione soggettiva e quella sociale, per questo parliamo d'integrazione cioè la persona è parte integrante della società, pertanto non pu interrompere le relazioni per non essere ridotto a vivere come un ramo reciso da un albero; laddove è possibile, deve continuare ad avere relazioni - questo è un tema generale del welfare - nei luoghi dove ha vissuto e dove vive. Questo diventa fondamentale: mantenere le reazioni è anche un'ottima cura.
Uno degli obiettivi del Piano dev'essere di continuare, con strumenti nuovi rispetto al passato, quelle relazioni con amici e conoscenti, non dimenticando che il benessere delle persone è garantito, oltre che dalle cure adeguate, anche dal sistema delle relazioni.
In sostanza, il tema è la solitudine. Vivere buone relazioni è un riduttore dello stress dovuto all'ansia, alle paure davanti alla solitudine: occorre creare occasioni per conversare, scambiarsi opinioni. In questi anni sono state attivate dalle Aziende, ma anche da molti gruppi di volontariato alcune esperienze positive come le giornate di cammino e le occasioni per camminare, che fanno bene alla salute, ma assieme c'è un sistema di relazioni, nascono amicizie, nascono rapporti anche personali: è una modalità, certamente non soltanto questa, perché occorrono le cure e utilizzare ciò che offre la scienza, ma non bisogna dimenticare quest'aspetto.
La nostra società, in qualche maniera, pensa che la vecchiaia di per sé sia una malattia, posso dire così, viene ritenuta così. Al contrario, la vecchiaia è un'età che, se vissuta positivamente e attivamente da protagonisti e non soltanto da fardelli assistenziali, è utile per la società. Anche questo è un grande cambiamento sicuramente culturale, ma dobbiamo fare in modo che la vita della persona anziana sia la più attiva e autonoma, in una visione, come dire, positiva dell'esistenza. Questi sono i criteri ispiratori.
Il Piano contiene anche indicazioni concrete di governo di questi processi per la presa in carico. Noi abbiamo voluto evitare di scrivere a tavolino come i colleghi sanno, un'organizzazione predefinita della presa in carico della cronicità. Abbiamo indicato quelle che si chiamano delle "Comunità di pratiche", delle sperimentazioni che abbiamo fatto in quattro Aziende Sanitarie, una di carattere metropolitano, l'altra di carattere montano insomma quattro Aziende Sanitarie, e in queste quattro Aziende abbiamo messo assieme tutte le competenze professionali che si occupano dell'anziano, da quando deve entrare in ospedale a quando deve uscire dall'ospedale; ci sono circa venti professionalità che si occupano dello stesso problema.
Abbiamo provato a mettere in un grafico il sistema delle relazioni tra queste professionalità e da questo grafico viene fuori che c'è proprio la divisione per silos, cioè manca una gerarchia, e allora lì avviene questa Via Crucis che vivono le famiglie oppure il paziente. In queste quattro Comunità abbiamo dato il compito di sperimentare velocemente (speriamo entro l'anno) un modello di responsabilità definito, cioè occorre gerarchizzare le responsabilità in modo che il medico che prende in carico il paziente sia in grado di rivolgersi a qualcuno che, all'interno del sistema sanitario o del sistema sociale, sia in grado di definire un percorso, non rivolgendosi soltanto agli Uffici, ma alle professionalità che hanno la responsabilità della presa in carico del paziente, anche nelle strutture ospedaliere.
Le quattro Comunità di pratiche ci daranno il quadro di una soluzione organizzativa migliore, ma com'era logico e come immaginavamo, per forza di cose, da questi incontri che ho già avuto nelle Comunità di pratiche emergono divisioni per quanto riguarda le competenze professionali. Era evidente, ma sto notando, a differenza del passato, che queste indicazioni che abbiamo dato da un po' di tempo a questa parte - assistenza territoriale, eccetera - stanno finalmente provocando anche un cambiamento d'opinione: è diffusa ormai la convinzione da parte di tutti gli operatori sanitari, oltre che da parte delle Istituzioni, che i sistemi sanitari si salveranno se avranno la capacità di creare un sistema organizzativo in grado di sostenere la presa in carico del paziente, altrimenti i nostri sistemi sanitari risponderanno alle esigenze in modo inadeguato e insufficiente. È una sfida complessa, straordinaria e importante, come ho detto prima, e che richiede del tempo, ma è possibile; ci sono esperienze in giro per l'Europa che hanno dato buoni risultati.
Non si tratta soltanto di seguire quei modelli, ma, a differenza dell'organizzazione ospedaliera, che è un'organizzazione standardizzata (ospedale primo livello o secondo livello, parlando di cronicità e di assistenza territoriale), l'organizzazione è un vestito su misura, in base al territorio.
È chiaro che nelle zone montane, per forza di cose, l'organizzazione della presa in carico è diversa rispetto alle aree metropolitane. Non per nulla abbiamo deciso di sperimentare in quattro aree, con caratteristiche diverse, modelli organizzativi che ci saranno suggeriti.
In questo c'è una grande innovazione rispetto ad altri modelli; non abbiamo scritto un modello definito per tutta la Regione Piemonte, ma aspettiamo la conclusione di questi lavori e poi lo diffonderemo velocemente nell'intero territorio regionale. Nel frattempo, lavoreremo per analizzare bene i nostri pazienti cronici. A un certo punto bisognerà decidere e partire: abbiamo pazienti con meno mobilità e altri con più mobilità, cioè abbiamo pazienti con caratteristiche diverse. Dobbiamo partire da quelli che hanno più problemi di carattere cronico e, a quel punto, il modello che abbiamo immaginato è un modello che prevede che, a contratto con i medici di famiglia definito e a organizzazione sperimentata nelle quattro aree, si possa incominciare con la presa in carico dei pazienti che hanno problemi di cronicità maggiori.
Vuol dire che i pazienti avranno diritto di rivolgersi al medico di famiglia e di stipulare un contratto di salute per la presa in carico, dove il medico s'impegnerà a svolgere alcune attività che noi abbiamo già sperimentato nelle Case della Salute, come ad esempio la medicina di iniziativa, ossia la chiamata dei pazienti secondo la cronicità, per le visite programmate e per i controlli.
Ormai abbiamo un bagaglio di carattere informativo e di esperienza che ci permette di dire che quest'obiettivo, che ho indicato in termini di obiettivi generali, ma ogni tanto vale la pena guardare avanti, è possibile.
Sicuramente la sperimentazione della Casa della Salute è un dato importante; questo vuole dire che i medici di famiglia, al di là delle sperimentazioni utili che stiamo facendo nelle Case della Salute, dovranno lavorare insieme. Lavorare insieme vuol dire - e faremo in modo che questo ci sia nell'accordo regionale - che i medici di famiglia avranno a disposizione, se accetteranno le condizioni che noi stabiliremo nel contratto a livello regionale, un infermiere, in modo che il medico, avendo anche un infermiere, potrà essere in grado di svolgere alcune attività semplici per le quali, spesso, il paziente cronico, per mancanza di risposte, si reca al pronto soccorso (e so perfettamente che per alcuni anziani è anche una grande violenza).
Si apre, quindi, una fase nuova.
Nel dibattito in Aula, questa percezione da parte dei Consiglieri è emersa con molta chiarezza. Sono emerse anche le complessità, ma noi abbiamo definito un piano regionale che necessita non solo di aggiustamenti, ma anche di azioni definite, invase da alcune scelte che, in modo particolare bisogna compiere insieme ai medici di famiglia.
Su questo stiamo lavorando, ma sono certo e convinto che, con questo Piano il Consiglio, nel momento in cui lo approverà, svolgerà una grande azione che finora non è avvenuta perché è sempre prevalsa un'opinione, per quanto riguarda i sistemi sanitari, di tipo ospedalocentrico.
È vero che la questione dei posti letto continua a essere la questione più importante per la fase acuta, ma qui si pensa a persone che non sempre hanno bisogno di andare in ospedale; si possono curare a casa con il potenziamento dell'ADI, per quei motivi che dicevo nel mio intervento iniziale.
Questo è il quadro. Non mi soffermo sui dettagli contenuti nel Piano che vi è stato presentato; Piano che ha avuto anche apporti utili ed è stato modificato nel lavoro della Commissione.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Saitta.
Come avevamo deciso, dopo l'incontro con il CAL riprenderemo questo disegno di legge.


Argomento: Benessere animale

Esame proposta di deliberazione n. 140, inerente a "Norme in materia di promozione dei metodi sostituivi alla sperimentazione animale e istituzione del Comitato etico regionale per la promozione di metodologie sostitutive alla sperimentazione animale"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare la proposta di legge n. 140, di cui al punto 6) all'o.d.g.
La parola alla Consigliera Frediani in qualità di relatrice per l'illustrazione.



FREDIANI Francesca, relatrice

Grazie, Presidente.
Il lavoro su questa proposta di legge ha avuto inizio nell'aprile 2015, in seguito a un convegno che abbiamo organizzato a Torino proprio sul tema del superamento della sperimentazione animale.
È un tema che ha coinvolto diversi studiosi e diverse associazioni, ed ha consentito di arrivare a un testo che ci sembra condivisibile, così pare anche in seguito alla votazione delle Commissioni competenti. Si parla di ricerca in ambito sanitario. Tra i relatori del convegno a distanza avevamo la dottoressa Susanna Penco, biologa ricercatrice al Dipartimento di Medicina Sperimentale dell'Università di Genova ed è anche fondatrice di



OSA - Oltre la Sperimentazione Animale.

È anche proprio grazie al suo contributo che abbiamo deciso di avviare il lavoro su questa proposta di legge; proposta che si basa sul fatto che in Italia, purtroppo, non si investe ancora abbastanza, anzi, non si investe per nulla sulla sperimentazione alternativa, quindi senza l'utilizzo di cavie animali. Non si investe perché, evidentemente, non c'è interesse ad investire.
Esistono dei centri, quale quello di Genova, dove da anni si sperimenta in vitro, quindi senza utilizzare cavie animali, però purtroppo sono centri ancora finanziati da associazioni animaliste e da privati. Noi vorremmo che gli enti pubblici - partendo quindi dalla nostra Regione - iniziassero a credere in questo tipo di ricerca.
Si tratta di un tipo di ricerca che non ha soltanto un fondamento etico, ma ha anche un fondamento scientifico. Infatti, è sempre più riconosciuto il fatto che l'impiego di metodi alternativi, anzi sostitutivi, in molti casi abbia una maggiore attendibilità ai fini della ricerca. Occorre puntare ovviamente, sui giovani ricercatori, che purtroppo non hanno modo di avvicinarsi alla ricerca sostitutiva. Ad esempio, dal 1993, in Italia esiste l'obiezione di coscienza, ma molto spesso i ricercatori non ne sono nemmeno a conoscenza.
Pertanto, con questa proposta di legge cerchiamo di agire anche su quest'aspetto, per avere un cambio di mentalità, che è la base del cambiamento vero e proprio. Come dice la dottoressa Penco, "la tradizione è comoda, l'innovazione costa", quindi bisogna investire e investire anche risorse. Nella nostra proposta di legge non chiediamo un utilizzo eccessivo di risorse, ma si tratta di un primo importante segnale che può contribuire a fare un piccolo passo avanti.
L'Unione Europea, nella Direttiva n. 63 del 2010, ha accettato il principio delle tre "R", che prevede la riduzione al minimo del numero di animali per la sperimentazione, la limitazione della sofferenza dell'animale e la sostituzione dei modelli in vivo con metodi alternativi. La comunità scientifica sta acquisendo sempre maggiore interesse per le tecniche alternative alla sperimentazione animale e i nuovi scenari di ricerca implicano una maggiore attenzione anche da parte dell'industria chimica farmaceutica, alimentare e biotecnologica, per garantire la salute dell'uomo e dell'ambiente con metodi validati o prevalidati dall'ente UE-EU preposto.
Noi vorremmo che la nostra Regione diventasse un esempio di Regione che crede in metodi sostitutivi. Pertanto, abbiamo preparato questo testo di legge che prevede, tra le sue finalità, quella di promuovere metodi sostitutivi all'utilizzo degli animali a fini sperimentali, scientifici e didattici.
Nell'articolo 2 prevediamo delle apposite intese tra la Regione l'Università, gli Istituti scientifici e gli Enti di ricerca pubblici e privati. Queste intese possono prevedere anche l'istituzione di Comitati etici, quindi si ha un coinvolgimento di diversi soggetti, proprio per creare delle sinergie che consentano di favorire i contatti fra i diversi soggetti e promuovere delle ricerche condividendo le risorse e facendo uno sforzo comune in questa direzione.
Nell'articolo 3 si prevede la realizzazione di una rete di ricerca regionale sui metodi sostitutivi utilizzati nei Paesi esteri, dove magari si conoscono già degli studi più avanzati rispetto a quelli che vengono attuati nel nostro Paese. Inoltre, si prevede la formazione di studenti universitari presso università europee che insegnino metodi sostitutivi.
Questa è la parte centrale della legge: investire sui giovani ricercatori proprio per arrivare a quel cambio di mentalità che potrà portare successivamente un reale cambiamento nell'ambito della ricerca.
Nell'articolo 4 si disciplina l'istituzione del Comitato etico regionale per la promozione di metodologie sostitutive alla sperimentazione animale.
Qui occorre definire bene, attraverso un regolamento, la nomina dei membri la durata e le modalità di funzionamento del Comitato. Tra l'altro, su questo c'era anche un punto rispetto alla possibilità di utilizzare una struttura già esistente all'interno della nostra Regione.
Nell'articolo 5, infine, s'illustra la norma finanziaria, che è soprattutto finalizzata all'istituzione di borse di studio per consentire ai giovani ricercatori di approfondire metodi alternativi.
Ovviamente, si tratta di una proposta di legge che non cambierà la ricerca nella nostra regione, ma magari la renderà un pochino più rispettosa della vita di tutti gli esseri viventi. Si parla di aspetti etici, di rispetto per la vita e per gli animali, ma si parla anche d'innovazione, perché la ricerca è ferma da troppi anni su modelli che possono essere tranquillamente superati, soprattutto grazie alle intelligenze che il nostro Paese ha e che da anni portare stanno portando avanti una battaglia per il superamento della sperimentazione animale.
Crediamo sia giunto il momento di dare fiducia a queste persone e a questi ricercatori, dando una vera e propria svolta e iniziando a investire risorse su metodi che non prevedano più la sperimentazione animale e quindi, la sofferenza.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MOTTA



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Frediani.
La parola al co-relatore, Consigliere Allemano.



ALLEMANO Paolo, relatore

Grazie, Presidente.
Abbiamo accolto con favore questo provvedimento e abbiamo collaborato nella stesura del testo legislativo in Commissione. Abbiamo presentato alcuni emendamenti, che sottoporremo all'Aula.
Pur nella condivisione sostanziale del testo, riteniamo che la parola "eliminazione" della sperimentazione animale non sia quella giusta: pensiamo che occorra andare assolutamente nella direzione della riduzione nella logica del principio europeo che sostiene la ricerca animale e che la mette nella cornice delle tre "R", cioè ridurre il numero di animali sostituirli laddove è possibile e ridefinire le procedure (replacement reduction and refinement).
Il principio delle tre "R" non è un compiacere i termini anglofoni, ma è un prendere atto del fatto che la sperimentazione animale, che - ricordiamo nasce nel 1962, dopo il dramma della talidomide, è un obbligo di legge, ad esempio, per la sperimentazione farmacologica. Il 25 per cento degli animali è impiegato in sperimentazione farmacologica: su questo, vigila la EMA, la famosa Agenzia Europea del Farmaco, che doveva essere a Milano, ma poi è stata allocata in Olanda. Parliamo di un'organizzazione piuttosto complessa, che prevede degli obblighi di legge al momento imprescindibili.
È evidente che questo 93 per cento di roditori, che fa parte della platea degli animali in sperimentazione, non ci fa piacere. Accogliamo, quindi l'invito ad investire sulla ricerca e a fare in modo che le "3R" si applichino in maniera efficace. Nella cosmesi, ad esempio, si può lavorare sulla cute artificiale, e non più sull'animale, per cui è plausibile andare in questa direzione.
Ci sono altri ambiti invece - penso a quello della medicina legale, penso ai tossicodipendenti, ai trapianti, penso ancora ai modelli chirurgici agli studi sperimentali sull'Alzheimer e sul Parkinson - dove la ricerca sull'animale continua a essere imprescindibile. La stessa Rita Levi Montalcini per i suoi studi sul fattore di crescita neurologico si è avvalsa della sperimentazione animale.
Non possiamo evidentemente considerare che qui e ora finisca la sperimentazione animale, sia perché non può avvenire per termini di legge sia perché può essere soltanto un processo graduale ed accompagnato.
Possiamo, però, dare un segnale forte nella direzione delle "3R" e impegnarci anche con risorse, ancorché modeste, affinché la formazione vada nella direzione di ridurre i modelli animali.
L'Italia è un Paese che ricorre in modo relativamente modesto alla sperimentazione animale rispetto alla Gran Bretagna, tant'è che i nostri ricercatori vanno all'estero. Dunque, abbiamo fatto un'attività emendativa che caratterizza proprio questa attività formativa, che deve essere orientata a ridurre il modello animale e a sostituirlo laddove è possibile.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Allemano.
Passiamo alla discussione generale sul testo. Vi sono richieste di intervento? Ha chiesto la parola il Consigliere Andrissi; ne ha facoltà.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Ritengo che il lavoro svolto dalla nostra Capogruppo, la Consigliera Frediani, sia stato molto importante. Lo dico perché, da studente di biologia, i nostri docenti ci presentavano già ai tempi dei modelli di biologia molecolare che consentivano di comprendere le azioni delle molecole considerando anche che ormai l'azione di molte molecole, a livello di immagini e di computer, si possono ricostruire. Si possono ricostruire le interazioni steriche tra molecole, e questo consente di comprendere effettivamente la maggior parte delle possibili interazioni.
Rispetto a quando ho studiato io questi argomenti, credo che i progressi siano stati molteplici (vedasi, ad esempio, il progetto genoma, che è arrivato a compimento). Le conoscenze di biologia molecolare sono aumentate sempre di più e ciò ha consentito una sempre maggiore comprensione, anche nei particolari. Pensiamo alle questioni ambientali e allo sviluppo che ha avuto l'epigenetica: si è compreso che le interazioni del DNA con le sostanze cancerogene non sono solo con sostanze cancerogene che portano alla modifica delle basi del DNA, ma sono anche delle interazioni con sostanze che disturbano lo svolgimento e la possibile trascrizione del DNA.
Questi progressi ci fanno comprendere che la biologia ha fatto dei passi da gigante in questi anni e ne farà ancora. I processi di conoscenza sono sempre più approfonditi.
Noi crediamo che i tempi siano maturi per una forte riduzione di quella che è la sperimentazione animale.
Si consideri anche che le risposte fisiologiche degli animali cresciuti in cattività non sono quelle che naturalmente avvengono, perché gli animali sono già in uno stato di processo infiammatorio dovuto alla cattività, che fa sì che spesso queste risposte siano alterate.
Inoltre, la conoscenza effettiva di una molecola e delle sue conseguenze si comprende solo dopo la messa in commercio. Lo vediamo a livello farmacologico: per esempio, nel caso di antinfiammatori COX-2 selettivi solo dopo la messa in commercio si è compreso, nel caso di una molecola che questa aumentava gli infarti (non ne cito il nome). Nel caso di un altro COX-2 selettivo si provocavano grossi problemi dermatologi, che portavano ad un numero di premorienze superiore a sei casi per milione.
Comprenderete, quindi, che la conoscenza finale di una molecola purtroppo la si fa solo alla fine, con il suo utilizzo sull'essere umano. Perché solo con i grandi numeri si viene a conoscenza di quelli che sono gli effetti collaterali che, in un primo approccio, non vengono evidenziati; solo l'utilizzo determina se quella molecola ha, effettivamente, la possibilità di diventare un presidio farmaceutico importante per la salute dell'uomo.
Ricordiamo che il COX-2, ossia il trattamento cronico con antinfiammatori ha un ruolo importante, perché evita il blocco della produzione di prostaglandina a livello gastrico e quindi evita quei famosi problemi gastrici degli antinfiammatori. Ciò non toglie, però, che alcune di queste molecole abbiano causato problemi solo dopo la messa in commercio.
Noi riteniamo che di passi in avanti se ne debbano ancora fare, e che si possano ancora fare.
Questa è senza dubbio una proposta di legge importante, perché pone questa Regione all'avanguardia in Italia e in Europa.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Andrissi.
Ha chiesto la parola il Consigliere Barazzotto; ne ha facoltà.



BARAZZOTTO Vittorio

La ringrazio, Presidente. Era solo per complimentarmi con i proponenti di questa legge.
Ovviamente, sono totalmente contrario alla sperimentazione. Vivo in questo mondo, quindi so cos'è stata la letteratura e la narrazione del passato: c'è chi ne sostiene l'importanza e chi no.
Non mi addentro in campo scientifico, posto che lo ha fatto molto bene il collega Andrissi, che mi ha preceduto.
Anche in questo caso è una questione culturale, di apertura e di sensibilità, dal campo sanitario al campo della cosmesi, dove in realtà, in forme legali, altre totalmente illegali, oppure col gioco delle scimmiette.
Ahimè, scimmiette che, in questo caso, vengono anche utilizzate - quindi non fa ridere più di tanto - ai fini della sperimentazione. Si continua ad utilizzarle. L'Europa fa qualche passo in avanti, ma altre volte ne fa cinque indietro. Siamo sempre lì con il discorso che si faceva anche a proposito della caccia: si vive sperando, ma si vive anche lottando soprattutto nella speranza che si superi questa fase.
Ci sono fior di studi di scienziati di tutto il mondo e di medici che dicono che la sperimentazione animale è un'aberrazione. Tuttavia ci sono anche autorevoli premiati - che potremmo anche citare, ma non lo meritano che invece sostengono totalmente il contrario. In Piemonte, nel Canavesano non si capisce se le porte siano aperte o chiuse, oppure se sono un po' semovibili a seconda di come la si pensi. Mi pare - sottolineo mi pare che la sperimentazione avvenga e che non tutte le leggi vengano rispettate.
Non la faccio tanto lunga, ma ci sono medici qui che sostengono la nullità delle sperimentazioni, anche i corpi umani reagiscono in modo diverso rispetto a quelli animali, ma lasciamo perdere. Dico solo che, comunque segniamo un passo importante, un punto importante.
Io la penso come il mio Gruppo, sono totalmente convinto della cattiveria umana nell'effettuare la sperimentazione, che ha qualcosa, secondo me, di perverso. Spero la si abbandoni. Grazie agli apporti della scienza potremmo sfruttare e coltivare le nostre ambizioni, le nostre aspirazioni e il nostro narcisismo in campi sicuramente migliori rispetto a quelli a cui siamo stati abituati nel passato e ancora fortemente nel presente.
I complimenti vanno ai proponenti e, soprattutto, a chi approverà questa proposta di legge, sapendo che, comunque, non è rivoluzionaria rispetto a quello che stiamo vivendo, perché lo subiamo dal Governo e, purtroppo anche dall'Europa.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Come collega della prima firmataria e come medico ho convintamente sottoscritto, e quindi condiviso, la proposta di legge. È una proposta di legge sicuramente importante, potremmo definirla anche rivoluzionaria, nel senso che traccia una linea per la Regione Piemonte, ci auguriamo poi anche per l'Italia e per l'Europa.
C'è un'evidenza scientifica, come dicevano i Consiglieri Andrissi Barazzotto e anche la firmataria della proposta di legge, che indica come comunque, i nostri studi, oggi, abbiano un alto tasso di errore e di fallacia intrinseca per il fatto che utilizzammo degli esseri viventi degli animali, la cui origine di specie li rende marcatamente diversi rispetto al genere umano.
Di solito si fanno attività su animali molto diversi, anche in termini evolutivi, rispetto al genere umano (magari i classici topolini da laboratorio); altre volte, invece, si utilizzano dei primati, quindi, dal punto di vista evoluzionistico, le specie più prossime a noi. Tuttavia abbiamo visto che, dal punto vista scientifico, come citava giustamente il collega Andrissi, molti farmaci, fino alla sperimentazione di fase 1, 2 e addirittura, 3, quella proprio sugli essere umani, non scopriamo quali possono essere realmente gli effetti collaterali, perché siamo diversi.
Siamo diversi geneticamente, siamo diversi fisiologicamente e quindi le risultanze non si possono valutare, se non in studi, tra l'altro, con campioni numerosi. Togliamo la fase in vitro che, ovviamente, ha una sua valenza iniziale per capire anche l'utilità e l'efficacia del farmaco, ma la fase in vivo sugli animali ha una valore molto limitato.
La fase 1 della sperimentazione sugli esseri umani è una sperimentazione che viene fatta su un nucleo di soggetti volontari sani, quindi capite che come prima cosa, si contraddice e si sovverte un po' il paradigma per cui il farmaco è una sostanza che agisce su una persona malata. In inglese si dice drug, che non si traduce con droga, ma con farmaco, però capite che la vicinanza etimologica con la parola italiana droga è abbastanza evidente.
Se noi assumiamo i farmaci che citava il collega Andrissi prima, cioè gli antinfiammatori non steroidei, e siamo sani, come minimo ci viene mal di stomaco. Non è che se il farmaco può curare il mal di testa e il mal di testa non c'è - faccio un esempio terra terra - la testa è più leggera o più sana di quanto non sia normalmente. È evidente che la sperimentazione in fase 1 su persone volontarie sane ha poco senso, serve solo per vedere se, su persone sane, ci sono degli effetti collaterali importanti.
Poi c'è la fase 2, su un nucleo di volontari di persone malate. Questo ha un senso sopratutto su farmaci salvavita, come nel caso classico dei farmaci oncologici. Un paziente terminale fa terapie sperimentali perch come si può capire anche da un punto di vista bioetico - anche se i temi di etica e bioetica sono i più complicati in medicina - un paziente terminale accetta lui stesso di sottoporsi a terapie sperimentali per provare a vedere se hanno un effetto positivo sulla malattia. Come dicevo, anche questi studi molto limitati hanno, dal punto di vista di validità scientifica, valori abbastanza limitati.
La fase 3 è quella della commercializzazione, autorizzazione, immissione in commercio e commercializzazione del prodotto. Lì si raccolgono tutti i dati anche sulla farmacovigilanza. Come discutevamo l'altro giorno di vaccino vigilanza, con la proposta del Consigliere Vignale, anche il tema della farmacovigilanza è un altro tema fondamentale. Il prodotto è commercializzato, serve che i cittadini e i medici siano entrambi formati e attenti per la segnalazione di reazioni avverse rispetto ai farmaci. Questo è uno dato fondamentale. La rete di farmacovigilanza deve funzionare bene.
Tornando indietro agli obiettivi della proposta di legge, è una proposta di legge che sancisce che la Regione Piemonte promuova metodi sostitutivi alla sperimentazione animale e istituisca un comitato etico regionale per la promozione delle metodologie sostitutive. È un tema, ovviamente, molto importante.
Sappiamo che ormai la ricerca genetica e medica sta facendo passi da gigante: si parlava appunto del progetto genoma, del sequenziamento genetico dell'essere umano, che anni fa sembrava una cosa pazzesca rispetto alla scoperta della molecola elicoidale di Watson e Crick, che ricevettero il premio Nobel, ma di cui non si capiva però nulla (si sapeva che c'erano le basi azotate, la forma elicoidale, ma poi non si sapeva nulla). Adesso siamo arrivati a sequenziare il DNA, ma - come diceva il collega Andrissi siamo ancora lontani dal comprendere come funzioni esattamente il DNA umano.
Per primo è stato sequenziato il DNA del moscerino della frutta (Drosophila Melanogaster), che ovviamente aveva un numero di basi azotate, (diciamo di mattoncini del DNA) minore, però adesso dobbiamo capire come funziona la lettura di questo codice genetico, quindi capire come funzionano le lettere dell'alfabeto, perché alcune vengono lette in un modo, alcune accentate alcune lunghe, alcune tronche. Siamo di fronte a tutto un mondo ancora da scoprire.
Stavo dicendo che si stanno facendo grandissimi passi in avanti; ad esempio, oggigiorno - questo è un altro grandissimo tema della bioetica si potrebbero già produrre (si possono già produrre) organi in vitro, e questo sarebbe molto importante per quanto riguarda il trapianto di organi.
Oggi si aspetta il decesso di una persona magari per cause incidentali per poter eseguire il trapianto a una persona che ha bisogno di un fegato, di un rene o di un cuore, mentre esiste già la possibilità della clonazione di un essere vivente in toto. Ecco, questo è un problema di bioetica enorme rispetto al quale erano già nati degli scandali negli anni passati con la famosa pecora Dolly prodotta in vitro. Insomma, sono temi di bioetica veramente affascinati.
Tutto questo dimostra come oggi l'aspetto predominante sia la questione del costo - lo dico e lo sottolineo - ma è ovvio che si debba andare verso una scelta etica perché, se è solo una questione di costo fare una sperimentazione su un animale e quindi ucciderlo, a questo punto è anche un'importante questione di etica riuscire invece a produrre dei tessuti o degli organi in vitro. Per quanto riguarda la sperimentazione animale soprattutto se gli organi si riusciranno a produrre a basso costo, si potranno ovviamente fare dei test di questo tipo.
Tra l'altro, potremmo magari superare tutte le parti della catena della sperimentazione clinica di un farmaco, per cui si somministra un farmaco di cui non si conoscono gli effetti a dei volontari sani, cosa che rappresenta un altro problema etico (dare a dei volontari un farmaco che magari provoca degli effetti anche letali).
Ci sono temi di bioetica veramente molto interessanti e questa proposta di legge prova ad affrontarli senza entrare troppo duramente in queste questioni, chiedendo solo di istituire un Comitato etico regionale per la promozione (dunque ci saranno dei tecnici preposti a fare delle valutazioni) e di stanziare delle cifre che sono ovviamente fondamentali (non ingenti) per andare avanti in questa direzione, tracciare una linea per quanto riguarda il Piemonte, in modo che si possa mettere in prima fila nell'ambito delle Regioni per stimolare questo percorso.
Si tratta di un percorso di civiltà e di progresso, che può portare veramente l'uomo a risolvere il problema annoso, anzi secolare, per cui egli si ritiene sempre primus non inter pares, ma assolutamente sopra tutti e tende ad avere comunque poco rispetto dell'ambiente e degli altri esseri viventi che popolano il pianeta terra.
Grazie.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE BOETI



PRESIDENTE

Se non vi sono altri interventi in discussione generale, possiamo passare all'esame dell'articolato.
ARTICOLO 1 Emendamento rubricato n. 4) presentato da Allemano.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Allemano per l'illustrazione.



ALLEMANO Paolo

Grazie, Presidente.
È appunto quanto avevo anticipato nella relazione: proponiamo di rimpiazzare la parola "sostituzione" con la parola "riduzione", in riferimento all'uso di animali a fini sperimentali, scientifici o didattici.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
È un tema su cui abbiamo già dibattuto in Commissione, è una visione leggermente diversa rispetto al collega Alemanno riguardo alle finalità di questa proposta di legge, che punta.



PRESIDENTE

Scusate, colleghi, ma non si può lavorare così. E questo non vale solo per i Consiglieri: vale per tutti. Se ritenete che possa essere utile sospendere i lavori per qualche minuto, non c'è problema per me.
Allora prego, collega Frediani, continui pure.



FREDIANI Francesca

Dicevo che questa proposta di legge punta alla sostituzione e non alla riduzione; poi è chiaro che si tratta di un piccolo passo in avanti in questa proposta di legge e facendo questa modifica lo rendiamo ancora un po' più piccolo.
Spiego semplicemente il motivo per cui non voteremo in modo favorevole a quest'emendamento: perché va un po' contro l'obiettivo della nostra proposta, che è proprio quello di eliminare l'utilizzo di animali dalla ricerca scientifica.



PRESIDENTE

Va bene, allora lo metto in votazione.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 4).
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 1, così come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 2 Emendamento rubricato n. 1) presentato da Frediani.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Si tratta di una modifica terminologica, quindi se vuole possiamo darlo per illustrato.
Ha chiesto la parola la Consigliera Frediani per l'illustrazione; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

In effetti, è una proposta degli Uffici, che ringrazio per il lavoro collaborativo su questa proposta di legge, che va a ridefinire il termine "accordi" con "protocolli d'intesa". È sicuramente un termine più centrato rispetto alle finalità di collaborazione tra i vari Enti.



PRESIDENTE

Grazie, collega Frediani.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 1).
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 2, così come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 3 Emendamento rubricato n. 5) presentato da Allemano.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Si tratta di un emendamento interamente sostitutivo dell'articolo 3.
Ha chiesto la parola il Consigliere Allemano per l'illustrazione; ne ha facoltà.



ALLEMANO Paolo

Grazie, Presidente.
È soltanto una riscrittura dell'articolo 3 che non cambia la sostanza, ma vengono messi meglio a fuoco i due obiettivi in cui si coinvolge la Regione.
Il primo è la "promozione e il sostegno di indagini finalizzate alla realizzazione di una rete di ricerca regionale sui metodi sostitutivi" rete che ovviamente deve estendersi al di fuori del territorio piemontese.
Il secondo lo definisce nella sua dimensione europea come "impegno a sostenere la formazione di studenti universitari dei corsi di dottorato di ricerca presso Università o Enti di ricerca dei Paesi dell'OCSE (Organizzazione Cooperazione Sviluppo Economico) che insegnino e pratichino metodi sostitutivi e che non facciano pertanto uso degli animali". Vale a dire che noi le risorse le mettiamo per sostenere questa rete, che promuove metodi sostitutivi alla sperimentazione animale, e le concentriamo in particolare su dottorati di ricerca nei Paesi della rete OCSE che sono avanzati sotto questo profilo.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

C'è sempre questo termine "riduzione" che torna in tutti gli emendamenti e che va un po' ad annacquare quella che è la finalità. Diciamo che questo termine in questo caso va a inserirsi in un contesto di formazione di studenti al di fuori del nostro Paese. Spero vivamente che non si vadano poi a dare le borse di studio a studenti che vanno a studiare metodi di riduzione e non di sostituzione, perché non avrebbe proprio senso in quel caso. Quindi, anche su questo emendamento daremo presenza, perché non è in linea con le finalità della legge.



PRESIDENTE

Grazie, collega Frediani.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 5).
Il Consiglio approva.
L'emendamento approvato sostituisce l'articolo 3.
ARTICOLO 4 Subemendamento rubricato n. 8) presentato da Allemano.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Ha chiesto la parola il Consigliere Allemano per l'illustrazione; ne ha facoltà.



ALLEMANO Paolo

Abbiamo assolutamente condiviso l'obiettivo di creare il massimo di cooperazione tra questo Comitato di vigilanza sulla sperimentazione animale che si va ad istituire e il Comitato di bioetica sulla sperimentazione farmacologica sugli umani in fase avanzata di sperimentazione, che è già oggetto di un Osservatorio di bioetica a livello regionale che, a sua volta, coordina 13 Comitati etici nelle Aziende sanitarie e nelle ASL.
Si tratta di finalità di intenti e, laddove la Consigliera Frediani prevedeva un rappresentante esperto in bioetica, che è una formulazione un po' generica, noi abbiamo previsto nel Comitato etico regionale per la promozione di metodologie sostitutive alla sperimentazione animale la presenza del Presidente della Conferenza regionale per le sperimentazioni cliniche o un suo delegato. Questo esce un po' dalla nebulosità della definizione "esperto di bioetica" e crea un raccordo anche istituzionale tra i due Comitati, laddove il Presidente, o suo delegato, del Comitato di bioetica regionale fa parte del Comitato sulla sperimentazione animale.
L'altro emendamento è semplicemente una correzione lessicale: al punto d) si parla di "rappresentanti di associazioni riconosciute attive nella promozione di metodologie di ricerca senza sperimentazione animale". Noi proponiamo di riscriverlo, sostituendo il "senza" con "alternative alla sperimentazione animale".



PRESIDENTE

Grazie, collega Allemano.
Emendamento rubricato n. 3) presentato da Frediani.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Ha chiesto la parola la Consigliera Frediani per l'illustrazione; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Anche questa è una riscrittura dell'articolo 4, che fa riferimento alla composizione del Comitato etico regionale, e va a definire le diverse figure previste all'interno di questo Comitato, che viene nominato dalla Giunta regionale.
Anche questa è una riscrittura proposta dagli Uffici, che accogliamo nella sua interezza.



PRESIDENTE

L'emendamento rubricato n. 6) è ritirato dal proponente.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 8).
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 3).
RAVETTI Domenico (fuori microfono) Presidente, possiamo sospendere la votazione?



PRESIDENTE

Prima di pronunciarmi sull'esito, se si ritiene, posso anche far riaprire la votazione, annullando il voto, però occorre essere d'accordo. Se vuole sospendiamo per un momento il Consiglio. Se siamo d'accordo.
La parola al Consigliere Allemano.



ALLEMANO Paolo

Solo per spiegarci. Noi, approvando l'emendamento 3), sul quale concordiamo, di fatto andiamo ad annullare l'approvazione dell'emendamento precedente, che subemendava questo, perché abbiamo specificato meglio la figura del "rappresentante esperto di bioetica", individuandolo nel.



(Commenti fuori microfono)



ALLEMANO Paolo

Ma avendo votato a favore dell'emendamento proposto da me, che specificava.



PRESIDENTE

Il suo non era un emendamento, il suo era un subemendamento, che si aggiunge al precedente.



ALLEMANO Paolo

Perfetto. Pensavo che fosse in opposizione.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
L'emendamento rubricato n. 3) è approvato.
Non abbiamo modificato i principi del Regolamento, quindi sostituisce il n.
4).
ARTICOLO 5 Emendamento rubricato n. 7) presentato da Allemano.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Allemano per l'illustrazione.



ALLEMANO Paolo

Grazie, Presidente.
Riprende il concetto già esposto prima, laddove si insiste sull'investimento che andiamo a chiedere alla Regione nella formazione di studenti dei corsi di dottorato e di ricerca presso Università dei Paesi OCSE che insegnino metodi sostitutivi, che non facciano uso di animali.



PRESIDENTE

Grazie, collega Alemanno.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 7).
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 5, così come emendato.
Il Consiglio approva.
Emendamento al titolo rubricato n. 2) presentato da Frediani.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 2).
Il Consiglio approva.
Sia riportato a verbale il voto favorevole di tutti i Consiglieri del Gruppo Movimento 5 Stelle.
Non essendoci richieste d'intervento, procediamo con la votazione della proposta di legge n. 140.
Indìco la votazione nominale sull'intero testo di legge.
Il Consiglio approva (vedi esito votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).


Argomento: Condizione femminile - Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Esame proposta di deliberazione n. 211, inerente a "Indirizzi e criteri per garantire l'effettivo accesso alle procedure per l'interruzione della gravidanza ai sensi dell'articolo 9, comma 4 della legge 22 maggio 1978, n. 194 (Norme per la tutela sociale della maternità e sull'interruzione volontaria della gravidanza)"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare la proposta di deliberazione n. 211, di cui al punto 7) all'o.d.g., presentata da Grimaldi, Appiano, Rossi, Accossato e Ottria.
Relatore è il Consigliere Grimaldi, che ha facoltà di intervenire.



GRIMALDI Marco, relatore

Grazie, Presidente.
Siamo ovviamente molto orgogliosi di presentare questa deliberazione e prima di tutto, devo ringraziare veramente tutti i colleghi, a partire dai Presidenti delle Commissioni; parlo di Presidenti, perché questa deliberazione l'abbiamo affrontata all'inizio col Presidente Ravetti, e successivamente con il Presidente Rossi.
Dicevo, ringrazio tutti i colleghi perché a partire dai firmatari, vale per tutti i Consiglieri di Liberi e Uguali, ma soprattutto anche per il contributo di tutte le forze di maggioranza, a partire dal Partito Democratico e dal lavoro di emendamenti che, vedrete, è stato già in parte accolto nella fase di discussione in Commissione. La Consigliera Conticelli, che presenterà tra poco gli altri emendamenti, ha integrato il testo.
Questo è un testo che è partito da un tema che abbiamo lanciato già qualche settimana fa, cioè che dalla legge 194 indietro non si torna. Lo diciamo anche con un po' di preoccupazione ai movimenti per la vita, che hanno tappezzato alcuni Comuni piemontesi con manifesti che noi, come maggioranza, abbiamo dichiarato indecenti; manifesti che in qualche modo continuano a non capire la libertà di scelta delle donne.
Per fortuna, rispetto ai movimenti per la vita il vento soffia in direzione contraria e siamo qua per ribadire alcuni punti di questa delibera.
A quarant'anni dall'approvazione della legge n. 194 è ora di rendere esigibile anche in Piemonte, in tutte le ASL, la delibera per la sua piena attuazione. Che cosa intendiamo? Come sapete, in Italia l'accesso all'interruzione volontaria di gravidanza è ancora difficile per molte donne, soprattutto in alcune Regioni; ragion per cui, nel 2016, il Comitato europeo dei diritti sociali ha condannato il nostro Paese perché il numero degli obiettori di coscienza è salito a una media nazionale molto alta: punte che vanno fino al 90 per cento in alcune Regioni, con una media nazionale del 70 per cento.
In questa notte, in cui più associazioni hanno spiegato come mai l'obiezione di coscienza è balzata dal 58 per cento della media nazionale del 2005 al 70 per cento del 2015, stabilizzandosi poi negli ultimi due anni, il Piemonte è fuori da questo grave rischio di non consentire a tutte le donne l'interruzione volontaria di gravidanza, nel senso che, anche con il suo 67 per cento di obiezioni, le IVG sono garantite in Piemonte.
Sì, ma come giustamente ci hanno fatto notare i medici nella nostra audizione, com'è possibile? È possibile perché il 47 per cento degli aborti in Piemonte - e l'87 per cento a Torino - vengono effettuati dall'ospedale Sant'Anna. Cosa vuol dire tutto questo? Vuol dire che, negli anni, la gran parte delle ASL e dei presidi hanno visto aumentare considerevolmente il numero di obiettori di coscienza e la gran parte degli interventi viene fatta al Sant'Anna. Vale per Torino e vale per il Piemonte.
Cosa diciamo in questa delibera? Intanto diamo mandato all'Assessore Saitta di fare una fotografia ASL per ASL perché, come ci siamo detti l'obiettivo, che è un obiettivo abbastanza semplice, è far sì che tutte le ASL (come è stato il Sant'Anna in termini anche di prestigio, conoscenza e capacità professionale) si prendano sulle spalle uno dei temi più difficili e contraddittori della sanità pubblica italiana.
Dico contraddittori perché nessuno di noi pensa di poter, da una delibera regionale, togliere la possibilità di obiezione di coscienza ai medici. Non è questo e lo dico ai pochi che ci hanno criticato (dico pochi, perch questa delibera è stata approvata in Commissione a larghissima maggioranza), perché è chiaro che nell'aumento delle obiezioni spesso non c'è un cambiamento ideologico dei medici.
Cosa intendo? Spesso quest'obiezione di coscienza viene scelta più per motivi di organizzazione all'interno delle strutture e per non aumentare i carichi di lavoro piuttosto che per una scelta ideologica. Questo lo dicono tutte le ricerche italiane. Noi siamo addivenuti ad una la soluzione.
Cosa abbiamo detto all'Assessore Saitta con questa delibera? Dopo aver fatto una fotografia ASL per ASL, dopo aver scelto, com'è il Sant'Anna per Torino e per l'ASL di riferimento, un luogo dove tutte le donne di quel territorio sanno che è il luogo individuato per queste pratiche, abbiamo soprattutto messo assieme tutto il sistema, prendendo come esempio come il Sant'Anna ha saputo gestire in questi anni. Noi chiediamo semplicemente che i Direttori delle ASL rendano obbligatoria quella che è una delle possibilità già previste nella legge n. 194, ossia la possibilità di attuare il cosiddetto "turnover".
Una volta che in un'ASL si supera quel 50 per cento di obiettori di coscienza, il Direttore avvii da subito una call interna, prima di tutto all'ASL di riferimento e poi in tutto il territorio piemontese e nazionale al fine di avere medici che possono eseguire l'interruzione volontaria di gravidanza.
Lo voglio dire perché l'hanno capito bene tutti i Consiglieri di maggioranza e le forze come il Movimento 5 Stelle, che hanno sostenuto quell'emendamento, che il fine è di disincentivare la pratica dell'obiezione non per motivi ideologici. Quello che facciamo noi con quest'applicazione è di effettuare un cosiddetto deterrente, cioè provare a far sì che, grazie a una fotografia più chiara e all'individuazione di alcuni luoghi adatti a ospitare la gran parte delle specializzazioni in questo settore, il Direttore dell'ASL, con questa fotografia e con l'avvio di pratiche di turnover, disincentivi quello che è successo in alcuni territori.
Ne dico due: a voi sembra normale che, all'ospedale di Ciriè, i medici siano proprio tutti obiettori? È normale che fra Novara e Vercelli ci sia un gettonista che fa questo lavoro? Un gettonista? Cioè che queste pratiche vengano lasciate a questa possibilità? No.
Guardate, lo dico perché il Piemonte non si trova nelle situazioni della Basilicata, della Campania o di alcuni luoghi della Sicilia. Il Piemonte ha standard altissimi e noi, a quarant'anni dalla legge n. 194, come hanno fatto tutte le donne di questo territorio, dobbiamo ringraziare luoghi come il Sant'Anna che hanno fatto di questa vicenda un elemento di orgoglio della sanità pubblica in tutta Europa.
Dopodiché pensiamo che, forse, su questa vicenda si siano innescate pratiche un po' leggere, per cui il Sant'Anna fa tutto, e allora è normale sbaraccare parte di un impegno dello Stato per rendere esigibile la legge n. 194 in tutto il territorio.
Ultime vicende prima di passare agli emendamenti, nell'ultimo minuto e mezzo a mia disposizione.
Ovviamente, ed è una cosa che ha fatto discutere tutto il Paese, la nostra proposta parte da una sentenza del TAR che dà ragione alla parte che noi indichiamo come ultimo punto di questa deliberazione, ossia la possibilità che, qualora la fotografia dell'Assessore Saitta non fosse sufficiente e l'individuazione di luoghi come il Sant'Anna in tutte le ASL, qualora il turnover non fosse l'operazione più giusta, ovviamente la sanità piemontese si assumerebbe anche la responsabilità di fare chiamate pubbliche e assunzioni rivolte (e lo dico non ai non obiettori: noi siamo stati molto attenti a non fare una discriminazione in attivo) ai medici che praticano l'interruzione volontaria di gravidanza.
Qualcuno, soprattutto della destra, ha obiettato dicendo: "Eh, già, facile! Li assumi così e poi, dopo tre o quattro anni, diventando obiettori".
Certo, si può anche pensare che questi medici cambino idea! Noi non pensiamo di violare i loro diritti costituzionali, i loro diritti garantiti dalla 194. Mi pare che tutto il meccanismo che abbiamo individuato non sia per discriminare nessuno, anzi al massimo è per non discriminare le donne a seconda del luogo di questo territorio, quindi crediamo che questa sia un'estrema ratio che non verrà neanche utilizzata nei prossimi anni, se tutto quello che ci siamo detti ha funzionato.
Arrivo agli emendamenti della Consigliera Conticelli, non per anticiparli ma per dire - ovviamente - che sono orgoglioso di averli condivisi e sottoscritti, perché abbiamo pensato, essendo una delibera così importante di rimettere nella narrativa, così come avevamo già proposto in Commissione, tutti gli ordini del giorno che avevamo già approvato sul rafforzamento dei consultori, sulla valorizzazione di un'esperienza unica che spesso è rimasta ai margini della nostra programmazione sanitaria.
Come sapete, il Piemonte è stata la prima Regione a fare polemica soprattutto sull'uscita di scena dell'AIFA dai contraccettivi per le giovani donne, ma soprattutto per tutte le donne in difficoltà. Questa Regione aveva detto che era inammissibile che una ragazza o una persona che non ha le risorse economiche debba scegliere fra un pasto e magari il pagamento di quei contraccettivi. Per questo, dovremmo essere ancora più orgogliosi, qualora questi emendamenti siano approvati, di dire che siamo la prima Regione italiana che reintroduce anche la gratuità su questo fronte.
Grazie, Presidente.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MOTTA



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Conticelli; ne ha facoltà.



CONTICELLI Nadia

Grazie, Presidente.
Mi unisco ai ringraziamenti del collega per il percorso che è stato fatto e che dà realizzabilità ad alcuni principi che sono stati fissati ed espressi in maniera praticamente unanime dal Consiglio in ordini del giorno precedenti.
Trovo sia anche un bel segnale - questa volta politico - il fatto che si sia lavorato trasversalmente a tradurre in legge e, quindi, in qualcosa che incida direttamente, che renda effettivi questi diritti nella vita delle persone rispetto ai principi che erano stati posti in documenti di carattere più politico.
In particolare, insieme al collega Grimaldi ho seguito la parte relativa al percorso a monte, rispetto a quello illustrato dal collega, dell'IVG all'interno delle strutture ospedaliere. La legge 194 è una legge ottima credo la migliore in Europa, perché non è la legge dell'aborto, come viene banalizzata: è la legge per la tutela e la prevenzione della salute delle donne, della maternità e della procreazione consapevole. E la 194 è strutturata in modo da poter garantire realmente questi diritti e tradurli in realtà e non solo in principi generici.
L'attività d'interruzione volontaria di gravidanza non è solo legata a un percorso di autodeterminazione della donna, ma è legata soprattutto a un percorso di tutela della salute della donna e a monte di questo percorso ci sono delle strutture che - anche queste - sono uniche in Europa: le strutture dei consultori, che sono diversi dal poliambulatorio di ginecologia o dai punti nascita che seguono l'attività di gravidanza e di maternità. Sono delle strutture a bassa soglia e noi siamo particolarmente orgogliosi del fatto che il Piemonte sia tra le Regioni dove la rete dei consultori, pur non mantenendo il rapporto 1/20.000 previsto dalla legge, è diffusa, capillare e ha mantenuto nel tempo quel carattere di accessibilità e di multidisciplinarità garantito dall'équipe.
Per legge nazionale, per la 194, non è ammessa l'obiezione di coscienza all'interno dei consultori, perché l'attività dei consultori non è collegata agli interventi per cui la legge riconosce l'obiezione di coscienza.
Apro una parentesi su questo: la modernità della 194, il fatto che sia un'ottima legge, è legato anche a questo: al rispetto di quella che pu essere l'obiezione di coscienza del medico, ma è legato solo all'intervento e non deve ledere in alcun modo il diritto della donna a ottenere la prestazione. I consultori fanno importantissimi percorsi di prevenzione d'informazione e di accoglimento delle donne, che spesso non vengono monetizzati. Quando si contabilizza l'attività ambulatoriale dei consultori vengono mappate solo le visite o gli esami di prima accoglienza: in realtà c'è tutta un'ampissima gamma di attività che sono attività di accompagnamento.
In Piemonte, a oggi, non ci sono - tranne casi sporadici - medici all'interno dei consultori che si dichiarano obiettori, però noi questo l'abbiamo ben specificato in legge, perché sarebbe davvero contrario alla legge nazionale e ricordiamo che la 194 è una legge a tutela costituzionale.
Riteniamo che il patrimonio dell'attività dei consultori a bassa soglia debba essere mantenuto (per questo lo abbiamo specificato in legge) con queste due caratteristiche: il libero accesso, altrimenti - ripeto - è un servizio ambulatoriale come gli altri, e la possibilità di trovare, lì operatori di diverse discipline che possano realmente accogliere le donne.
Questo è importante, perché ha trasformato, come correttamente prevedeva la legge, i nostri consultori anche in strutture socio-sanitarie di accoglienza di casi e di contingenze di vulnerabilità sociale: violenza domestica, depressione post parto, gravidanze in età precoce, necessità di parti in anonimato o vittime della tratta.
Noi, oggi, vorremmo fare, rispetto a questo, un passo in più. Su questa strada si è mossa la rete nazionale dei movimenti delle donne legati al contrasto della violenza e alla prevenzione e si sono già mosse alcune Regioni, prima fra tutte l'Emilia Romagna, che, con una delibera di Giunta ha trasformato in legge (anche se lì, la struttura del consultorio è un pochino diversa rispetto alla nostra) quella che viene definita la "gratuità della contraccezione". È una pratica che già oggi, in alcuni casi, i consultori applicano, ma che vorremmo specificare all'interno della legge per le ragazze al di sotto di una certa età.
Vogliamo anche ricordare, anche per il buon lavoro svolto da chi si occupa di quest'ambito molto più complesso di servizio sanitario (perché è un livello di bassa soglia), che è stato recentemente inaugurato a Torino un consultorio rivolto agli adolescenti, nello spirito della legge sull'istituzione dei consultori e delle successive determinazioni regionali.
Prevediamo, come ha fatto la Regione Emilia Romagna, la gratuità naturalmente su prescrizione del medico del consultorio, della contraccezione per le donne che si trovano in fascia di esenzione (lo specificheremo meglio illustrando gli emendamenti) in un periodo di 24 mesi dopo il parto o dopo l'interruzione di gravidanza.
Sono elementi che rafforzano il carattere di prevenzione che si fa all'interno dei consultori. Ricordo che, quando parliamo di totale e piena applicazione della legge n. 194, parliamo certo di garantire l'interruzione volontaria di gravidanza all'interno delle strutture ospedaliere, ma parliamo anche di garantire quell'80 per cento di prestazioni, di tutele di accompagnamento e di presa in carico che sono previste dalla legge n.
194 e che non si svolgono (o che si svolgono in minima parte) all'interno delle strutture ospedaliere.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Conticelli.
Intanto inviterei la Consigliera Batzella ad avvicinarsi al banco della Presidenza.
Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
La legge n. 194 sarebbe la miglior legge d'Europa se fosse una norma cui venisse data quotidiana o settimanale attuazione.
La legge n. 194 inizia non casualmente dicendo: "Lo Stato garantisce il diritto alla procreazione cosciente e responsabile e riconosce il valore sociale della maternità e tutela la vita umana dal suo inizio".
Noi non stiamo discutendo di questo. Non stiamo discutendo di ciò che la legge n. 194 prevede, come, ad esempio, la rimozione dei problemi economici legati alla genitorialità (articolo 3 della legge n. 194). Di questo, non si sono occupati né i colleghi proponenti né questa Giunta in questi anni perché non abbiamo sostegni alle famiglie in difficoltà, salvo che queste famiglie in difficoltà non abbiano, in qualche modo, ulteriori difficoltà.
Non sto facendo alcuna la retorica, ma è evidente che le risorse, quando servono per ospitare i profughi o quando servono per i minori non accompagnati, eccetera eccetera, lo Stato le trova! Abbiamo visto che gli Assessori di questa Giunta sono molto più solerti a nominare lo Stato, a dire "andremo dal Ministro" o, ancora, "parleremo col Ministro". Nei quattro anni precedenti sembrava quasi che non ci fosse un Governo nazionale.
Ma è un bene che le Regioni lo facciano, perché noi vorremmo che, per esempio, nel rispetto dell'articolo 3 della legge n. 194, questa Regione stanziasse delle risorse per quelle madri o per quei padri che non diventano tali perché non hanno la possibilità economica di sostenere degnamente e dignitosamente il bambino o la bambina che poteva nascere: non c'è un euro per questo! Non c'è un soldo neanche relativamente alla volontà di darne attuazione! Non c'è volontà di dare attuazione rispetto alle associazioni che, ai sensi dell'articolo 2 della legge n. 194, dovrebbero essere presenti, con convenzioni che i consultori fanno con associazioni di volontariato.
Ricordo che quando nella precedente legislatura vennero fatte alcune convenzioni, come la legge dello Stato prevede, ci fu un.



(Commenti fuori microfono)



VIGNALE Gian Luca

Associazioni pro-vita, ovviamente, perché la legge n. 194 "riconosce il valore sociale della maternità e tutela la vita umana dal suo inizio", che se non si fosse capito, è dal suo concepimento, non dal parto! Per quel motivo, vennero stipulate delle convenzioni con associazioni pro-vita, che servivano proprio a fare quello che i primi tre articoli della legge n. 194 dicono.
Detto ciò, la legge n. 194 passa poi all'aspetto di legalizzazione delle pratiche abortive, che è l'unica cosa che interessa.
Non casualmente, la delibera viene emendata con la presentazione di una modifica: inizialmente si parlava di "accedere ai servizi abortivi". Avendo poi compreso gli stessi colleghi di centrosinistra che scrivere "accedere ai servizi abortivi" dimostrava quello che era il fine (cioè garantire l'aborto all'interno della nostra regione), il testo viene modificato in "accedere ai servizi che garantiscono l'applicazione della legge n.
194/78", che, per certi versi, a noi andrebbe anche bene (ovviamente no nel senso che io voterò convintamente contro una legge che è solo pro aborto, e non guarda mai una volta alla vita!).
Con quest'emendamento la Giunta sarà tenuta, se questa delibera verrà votata, a stanziare le adeguate risorse anche per gli articoli 1, 2 e 3 non fosse altro che per una questione cronologica: vengono prima e sono prioritari rispetto all'interruzione di una vita, che la legge (sempre la migliore d'Europa!) dice "si fa solo nel momento in cui non si è riusciti a fare tutto di resto".
Noi tutto il resto non lo facciamo. Noi facciamo solo l'attività abortiva (intesa, almeno, come attività che svolge la Regione Piemonte), e di questo ci occupiamo. Perché abbiamo audito l'esimio dottor Viale che è venuto dirci il numero di aborti che ogni anno pratica all'interno delle sue strutture, e come sia importante praticare quest'attività. Io ho letto un'altra legge, oppure la verità è che, di quella legge, si è data sempre e solo attuazione all'articolo abortivo e non al resto.
Vi è un altro aspetto. Sono lieto che i colleghi di centrosinistra, dopo un po' di anni, si siano accorti che vi sono dei problemi che la Regione Piemonte ha in termini di sanità e abbiano iniziato a capirlo dopo quattro anni, individuando una priorità, che è la pratica abortiva. La pratica abortiva in Regione Piemonte non è garantita? C'è una sola donna che in Piemonte abbia potuto dire "sono dovuta andare in Liguria, in Lombardia, in Emilia o in Valle d'Aosta perché non è stato garantito un mio diritto"? La risposta è no. Non c'è una sola donna - salvo per scelta personale perch magari, aveva un medico di fiducia in un'altra regione - che si sia dovuta recare altrove.
Comunico ai colleghi Grimaldi, Conticelli, Ottria, Accossato e Ravetti tutti coloro i quali hanno firmato alcuni degli emendamenti, anche i presentatori della legge, che, invece, all'interno della nostra Regione per garantire alcuni servizi, centinaia di migliaia di cittadini piemontesi devono andare altrove. Non perché non siano garantiti. È evidente che l'attività abortiva non solo viene garantita, ma viene garantita entro 90 giorni perché questo prescrive la legge, quindi in un tempo anche mediamente rapido.
Comunico che, rispetto ad altre situazioni, vi sono situazioni in cui, per esempio, il 20 per cento della popolazione pediatrica piemontese non ha un pediatra. Ve lo comunico, così potrete occuparvi non solo di aborto, ma anche di diritti negati. Il 20 per cento di bambini piemontesi non ha un pediatra perché non c'è, soprattutto fra i sei e i 14 anni. Anche a Torino e, soprattutto, in altre zone più periferiche del Piemonte.
Vi comunico che, per una visita oculistica all'interno della Regione Piemonte, l'attesa media è di sei mesi, non di tre. Molti devono recarsi in altre regioni, oppure spendere a proprie spese o farsi un'assicurazione oppure pagarsi una visita oculistica. Vi ricordo che una visita di controllo, non urgente, per uno screening oncologico nella nostra regione arriva anche a 270 giorni di attesa.
Se mettiamo insieme un po' di queste cose, ci rendiamo conto che stiamo discutendo di una delibera ideologica. Cosa dice questa delibera? Che noi dobbiamo fare un bando per i medici che non si siano obiettori, sul quale TAR diversi si sono già espressi, in alcuni casi dicendo che non si pu fare. Semplicemente perché uno bandisce per una professione, non per una scelta di vita che attiene al codice deontologico di un medico, ed è sacrosanto che vi sia. Ma è talmente banale pensare al fatto che una persona concorra e il giorno dopo in cui è stata assunta possa diventare obiettore, senza che nessuno glielo possa negare.
È evidente che questa è una delibera ideologica e inutile perché non incrementa un servizio assente, ma nasce solo ed esclusivamente da un presupposto di carattere, come dicevo prima, politico e ideologico. Fareste bene, abbandonando l'ideologia e confrontandovi un po' più con il mondo comune, a capire quante prestazioni sono negate all'interno della nostra Regione nell'arco dei tre mesi e avreste fatto qualcosa di buono per la comunità, parlando di prestazioni sanitarie dovute da legge.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Vicepresidente Graglia, che interviene in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



GRAGLIA Franco

Grazie, Presidente.
Sarò uno dei pochi contrari alla proposta di legge, ma lo voglio dire convintamente. Non voglio assolutamente fare retorica, ma non voglio neanche girare attorno al problema. Vado controcorrente, convintamente. Non condivido nulla di questa proposta, non me ne vergogno, anzi, ne sono fiero. Difendo il diritto alla vita. Questo lo voglio fare fino alla fine.
Posso comprendere alcune motivazioni che possono portare i genitore a fare certe scelte, ma in tutta coscienza non le condivido e non me la sento quindi di votare a favore. Anzi, mi sento di votare contro la proposta di legge.
Sono assolutamente contrario anche solo a incentivare e a creare certe condizioni che possono portare a soluzioni estreme che, cristianamente ripeto, cristianamente, non condivido. Tutelo la vita umana fin dall'inizio, come ha detto bene il Consigliere Vignale. Ho capito che la vita umana non ha più valore. In realtà, abbiamo creato noi un mondo dove non ci sono più valori e, secondo me, ce ne stiamo accorgendo, almeno qualcuno se ne sta accorgendo.
Non abbiamo alcun diritto a interrompere una vita umana e tutto ciò che ne consegue. Questo diritto spetta solo al nostro creatore. Ne sono profondamente convinto e voterò convintamente contro la proposta di legge.
Non garantirò mai l'aborto in Piemonte. Ripeto: mai!



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Cerco di ritornare sul tema della delibera evitando altri temi. Mi verrebbero delle battute che poi non sarebbero rispettose delle diverse sensibilità spirituali e religiose dell'Aula.



(Commenti fuori microfono)



BONO Davide

Vedo che il clima è già caldo.



PRESIDENTE

Come diceva il Consigliere Bono, bisogna rispettare i valori e le credenze delle persone sedute in quest'aula e anche fuori. Quindi parliamo della legge nello specifico.



BONO Davide

Tornerei sul tema della delibera, perché poi rischiano di esserci da una parte e, soprattutto, anche dall'altra, ipotizzate delle posizioni ideologiche che in questa delibera non vengono prese. Noi ci muoviamo all'interno di una cornice legislativa. Lo dico anche al collega Graglia che, ovviamente, rispetto e stimo per il lavoro politico che comunque prova a portare, anche se sotto un'altra forza politica opposta alla nostra.
Quindi esiste la legge nazionale, la n. 194 del 1978, che già al suo interno, all'articolo 9, comma 4, dice: "Gli Enti ospedalieri e le Case di cura autorizzate sono tenuti in ogni caso ad assicurare l'espletamento delle procedure abortive previste all'articolo 7 e l'effettuazione degli altri interventi secondo le modalità previste dai vari articoli. La Regione controlla e ne garantisce l'attuazione anche attraverso la mobilità del personale".
In sostanza, stiamo delineando a livello regionale una normativa che già esiste a livello nazionale. Di conseguenza, se si volesse modificare la normativa nazionale, penso che quasi tutti i Gruppi rappresentati qui in Consiglio regionale siano adeguatamente rappresentati a livello nazionale e dunque abbiano gli strumenti per fare delle proposte di modifica a livello nazionale eventualmente anche con la modalità che abbiamo utilizzato anche noi come Gruppo consiliare Movimento 5 Stelle in passato, quella della legge di iniziativa consiliare regionale al Parlamento. Ciò sia per quanto riguarda questa possibilità di esperire la mobilità del personale, sia per quanto riguarda magari la revisione del tema dell'obiezione, se qualcuno avesse in mente questo.
Oggi non è in discussione né l'uno né l'altro aspetto, anche perché non è una nostra competenza: è una competenza nazionale. Quindi la delibera richiede di specificare questo dato, di avere un quadro della situazione dei medici del personale settore obiettore, ricordando sostanzialmente la normativa nazionale.
Spesso con il collega Vignale trovo dei punti di raccordo, di coincidenza rispetto alle varie posizioni; diciamo che alla domanda che pone in effetti non c'è una risposta univoca, cioè è utile questa delibera? Qualcuno potrebbe dire di no, qualcuno potrebbe dire di sì. Noi l'abbiamo sostenuta l'abbiamo anche emendata dando una parte di ulteriore informazione e sensibilizzazione sul tema, quindi a maggior ragione, visto che c'è dentro un nostro emendamento, riteniamo che la parte di informazione e sensibilizzazione sia importante.
Effettivamente oggi ci sono ancora molte donne, soprattutto immigrate o a bassa scolarità, oppure vittime della tratta o di violenza, che poi non conoscono neanche quali sono gli strumenti utili nella nostra Regione per accedere a queste pratiche, quindi l'informazione, la conoscenza e la sensibilizzazione sono sempre utili.
Presentare una delibera che ricorda che si può ricorrere alla mobilità del personale è forse non fondamentale perché - lo ripeto per l'ennesima volta esiste già una norma nazionale. L'altra novità è quella della possibilità di bandire concorsi riservati a medici specialisti che praticano l'IVG.
Ora, è fattibile, non è fattibile? Lo scopriremo vivendo, nel senso che vedremo se i Direttori generali, se ci dovesse essere una carenza, faranno questi concorsi riservati o meno. Scopriremo anche se poi ci saranno dei miei colleghi - nel senso di medici - un po' furbetti, che partecipano a un concorso riservato e dopo tre anni cambiano e diventano obiettori.
Per carità, nella vita si cambia: ci sono stati grandi personaggi, anche politici (che non citerò per non fare torto a nessuna parte politica), che erano convintamente di una parte politica e magari atei, che poi sono stati fulminati sulla via di Damasco verso la religione. E viceversa.
Insomma, può essere che un collega voglia cambiare; è ovvio che viene più facile pensare che possa essere interessato a partecipare a un concorso e poi a cambiare idea o posizione per fini professionali. Comunque, esistono anche i cambiamenti di pensiero nella vita.
A ogni modo, riteniamo che sia una delibera su cui non si debba perdere troppo tempo, quello sì, quindi votiamola; l'abbiamo discussa in Consiglio regionale, è un segnale importante che dice sostanzialmente che la Regione Piemonte per fortuna non è Molise, in questo senso, su questo tema, e quindi mantiene la barra abbastanza dritta.
Ricordiamo che, con sentenza, la Corte di giustizia europea dei diritti dell'uomo ci aveva sanzionato dicendo che la questione non è solo quella del numero dei medici che sono obiettori, ma anche quella delle ricadute professionali sui medici non obiettori. I medici sono obbligati a fare tutto il lavoro che gli altri colleghi non fanno e quindi sono in difficoltà per quanto riguarda la carriera professionale, non riuscendo ad avere tempo per fare ricerca se sono universitari, per fare altro e acquisire manualità in altri settori, per potere magari concorrere a un posto da responsabile di una struttura semplice o complessa, per cui è anche una limitazione per loro.
Quindi i temi sono tanti. Io penso che ribadire alcune questioni con una deliberazione consiliare sia giusto, ma senza perderci troppo tempo, perch non stiamo parlando di programmazione di rete ospedaliera né stiamo parlando di altri temi che, purtroppo, sono stati tolti dalla nostra potestà legislativa o comunque deliberativa. Approviamo questa delibera dando il segnale che il Piemonte è su questa linea. Bisogna garantire una legge nazionale - lo ripeto ancora volta e chiudo - un diritto riconosciuto a livello nazionale e riconosciuto a livello internazionale dalla Carta dei diritti europea.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Accossato.



ACCOSSATO Silvana

Grazie, Presidente.
Credo anch'io che sia giusto e opportuno tornare sul merito della delibera e degli obiettivi che si pone, con qualche considerazione di tipo più generale rispetto alla legge, anche in base al dibattito di questa mattina.
Sulla proposta di delibera, voglio iniziare dicendo che l'avevo firmata ben prima della nascita del Gruppo di Liberi e Uguali. L'avevo firmata convintamente e voglio anche esprimere la soddisfazione che questa proposta arrivi da un uomo e da un giovane uomo, perché la battaglia sulla 194 è stata una battaglia soprattutto delle donne di questo Paese, che mi ha anche vista fare una piccola parte in quegli anni, ma è importante che il tema dell'attuazione della legge sia un tema condiviso e portato avanti in modo in modo trasversale.
Da questo punto di vista, non l'ho mai detto a Marco, ma mi sembra giusto riconoscere questo merito e per questo motivo, dicevo, l'ho firmata convintamente, così come ho firmato gli emendamenti che la collega Conticelli ha voluto metterci a disposizione e che sono sicuramente un arricchimento.
Oggi qui parliamo certo non della legge; la legge esiste, la legge esiste per fortuna dal 1978, dopo anni e anni di battaglie, di tiramolla, di attese, spesso deluse, ed esiste soprattutto grazie a quel referendum del 1981, dove il 68 per cento per cento delle italiane e degli italiani confermarono la legge.
Fu un dato non irrilevante, non casuale e sicuramente non politico, perch bastava allora mettere insieme i voti delle forze politiche. Fu soprattutto un voto delle donne italiane, che decisero che volevano uscire dalla paura e dall'angoscia di una gravidanza non desiderata. Fu soprattutto la volontà delle donne di uscire dalla situazione dei ferri da calza o dagli intrugli di prezzemolo che sventolavamo nei cortei. Una realtà che davvero toccava tutte e allora il tema non è "sono contro l'aborto, sono a favore dell'aborto": il tema è quello di dare dignità e possibilità di scelta alle donne e alle coppie, la possibilità di scelta di avere gravidanze volute desiderate e che siano compatibili con la vita di quella persona in quel momento.
Da questo punto di vista, il fattore economico, di nuovo, non è l'unica motivazione che può indurre una donna ad interrompere una gravidanza. Non banalizziamo, non facciamone soltanto un tema economico; ahimè, purtroppo non è così, la realtà è spesso più complicata, più difficile e, come per tante altre cose, lo è anche quando ci si trova di fronte a una gravidanza non desiderata. E, ripeto, il tema non è essere pro o contro.
Nella mia famiglia ci sono, nei primi anni del Novecento, ben due donne morte di aborto clandestino. Quindi, è una triste realtà di cui ovviamente si parlava sottovoce e che veniva raccontata come una grave situazione familiare. Se è così in una famiglia, pensiamo a quante erano in Italia le situazioni, quanto erano di aborto clandestino e quante erano quelle che poi finivano tragicamente con la morte della donna.
La legge n. 194 è stata una legge di civiltà che ci ha consentito di uscire da quella situazione e ci ha consentito di vedere una drastica, fortissima riduzione delle interruzioni di gravidanza. I dati li potete trovare tutti li avrete sicuramente consultati tutti in occasione di questa discussione ma forse è bene ricordarli: sono passati dai 234.000 del 1982 agli 84.000 del 2016.
Questo è il risultato di una legge di civiltà e il tema è non abbassare la guardia; il tema è fare in modo che la legge sia applicata, il tema è anche garantire dignità di lavoro a quelle ginecologhe e a quei ginecologi che sono a disposizione per svolgere l'attività di interruzione di gravidanza fare in modo che non siano caricati e oberati di interventi e che la loro attività lavorativa non sia ricondotta soltanto alla pratica abortiva che per quanto importante, non può essere l'unica nella carriera, nell'attività e nella pratica lavorativa di un operatore sanitario.
Con questa delibera - e quindi torno alla delibera - molto concretamente affrontiamo un tema pratico, quello di un giusto equilibrio tra chi si sente, è nelle condizioni e ritiene giusto operare l'interruzione di gravidanza e tra chi, rispettando la legge, utilizza la sua possibilità di obiettare. La nostra delibera va in questo senso e vuole dare garanzie che però, certo, in un Piemonte, che non è il Molise, la situazione del Molise o della Basilicata non sia alle porte. Perché comunque quel dato nazionale dell'obiezione, che passa di nuovo dal 58,7 per cento al 70,9 per cento, è un dato preoccupante e un legislatore attento deve farsene carico prima che sia troppo tardi.
Questo non vuol dire che noi non ci occupiamo degli altri aspetti della sanità. In questo Consiglio anche noi, come forza politica e come maggioranza, abbiamo più volte fatto le nostre battaglie, e penso al tema della psichiatria, tanto per ricordarne una proprio degli ultimi mesi. Non riteniamo che non ci siano altre situazioni su cui porre l'attenzione e i riflettori, ma la situazione della possibilità di praticare e di aver diritto all'accesso a un servizio in modo regolare sul territorio piemontese è una di queste, così come la questione dei consultori.
Pertanto, ho firmato gli emendamenti; ne avevo dimenticato uno, ma ho aggiunto la firma all'emendamento n. 5), perché è quello più concreto e che, ancora di più, ha bisogno di sostegno e di convinzione.
Questa è anche l'occasione per ribadire quella parte della legge n. 194 che riguarda la prevenzione, il diritto alla salute e il diritto a una maternità libera e consapevole. Per fare questo, è necessario che i consultori funzionino, che il libero accesso sia sempre garantito, che ci sia anche promozione rispetto a questo, perché faccio di nuovo un accenno personale.
Ho una figlia di vent'anni e parlo con le sue amiche: le nostre ragazze non vanno facilmente ai consultori, non sanno che esistono, continuano a parlare poco con i genitori della loro sessualità. Gli anni a volte sembrano passare invano, però, ahimè, è così! E allora dobbiamo garantire questo facile accesso, ma soprattutto le prestazioni gratuite.
È davvero importante che si torni a far sì che la contraccezione sia conosciuta, diffusa e abbia la gratuità almeno per quelle fasce di popolazione che non se lo possono permettere, che arriverebbero più difficilmente a questa situazione, perché solo una maternità libera e consapevole può anche determinare la possibilità di avere famiglie serene felici e magari anche con un maggior numero di figli, perché sicuramente vogliamo tutti un'inversione rispetto alla natalità in questo Paese, ma deve essere maternità libera e consapevole e devono essere gravidanze volute.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Batzella; ne ha facoltà.



BATZELLA Stefania

Grazie, Presidente.
Stiamo affrontando una discussione sul garantire un diritto che comunque viene riconosciuto da una legge importante come la legge n. 194/1978, dalla quale sono passati quarant'anni. Era il 22 maggio 1978 quando il Parlamento italiano votò a favore di questa legge, che è stata frutto di grandi battaglie e, come già accennato dalla Consigliera Accossato, fu una grande battaglia da parte delle donne e non solo da parte delle donne, ma ci fu veramente un ampio interesse da parte di tutta la popolazione.
Era giunto il momento, dopo anni di discriminazioni e di violazioni dei diritti delle donne, delle famiglie, delle coppie e degli stessi cittadini italiani, in cui, finalmente, veniva approvata e riconosciuta una legge di tale importanza.
A distanza di quarant'anni, credo che questa sia una legge attualissima.
Per gli studi che ho frequentato, che ho affrontato nel corso degli anni e per la professione che svolgo, spesso ho avuto modo e l'occasione di riguardare e ristudiare questa legge, che non dobbiamo mai dimenticare perché gli operatori dalla sanità, chi opera nella sanità, non deve mai dimenticare, a prescindere dal proprio pensiero etico e dall'appartenenza che possa avere dal punto di vista etico-religioso.
La legge è erga omnes, la legge va rispettata da tutti, va rispettato e garantito il diritto di scelta, la libertà di scelta. Questa è una legge che ha sancito e che sancisce il rispetto della donna, quindi la libertà di scelta; è una legge che non solo è di grande civiltà, ma è una legge che rispetta la libertà di scelta di tutte le donne. La donna deve avere la libertà di scegliere se portare avanti una gravidanza o no.
Inoltre, sotto questo punto di vista, anche se è stato accennato da chi mi ha preceduto, vorrei ricordare un altro grande successo, un altro grande traguardo nella nostra Nazione, di cui dobbiamo andare tutti orgogliosi: la legge n. 405 del 1975, che è l'istituzione dei consultori familiari.
Credo che in tutti questi anni abbiamo fatto grandi passi avanti, la medicina ha fatto grandi passi avanti, ma dobbiamo farne ancora di più: per dare piena applicazione a entrambe queste leggi (la n. 194 del 1978 e la n.
405 del 1975), dobbiamo soprattutto concentrarci sulla prevenzione. Su quest'aspetto ho potuto leggere con attenzione gli emendamenti che la collega Conticelli (prima firmataria di questi emendamenti) ha presentato.
Infatti, concordo sulla stesura dell'emendamento, in cui si ribadisce perché questo emendamento non fa altro che ricordare e mettere in evidenza che esiste una legge e che questa legge va rispettata - che i consultori esistono e che dovrebbero essere maggiormente potenziati.
Com'è stato ben detto dalla collega Accossato, i consultori sono poco conosciuti e frequentati dalle donne e, soprattutto, dai giovani. Infatti spesso le attività dei Consultori giovani sono limitate in pochi giorni della settimana e, tra l'altro, in poche ore durante la settimana, quindi i giovani hanno la possibilità di usufruire delle attività e dei servizi in maniera molto limitata.
Tra l'altro, di questo mi ero già occupata, avevo presentato sia un'interrogazione sia un atto d'indirizzo e ne avevamo discusso con l'Assessore Ferrari, oltre che con l'Assessore Saitta. Mi riferisco, in particolare, al Consultorio giovani di Bussoleno, in Val di Susa, che era attivo soltanto un giorno alla settimana, con un tempo limitato a poche ore e solo al mattino; invece, adesso quel consultorio è aperto due volte alla settimana con un orario più prolungato. Quindi i giovani hanno la possibilità di poter usufruire delle attività che vengono erogate all'interno di questo consultorio.
Credo che non abbiamo più tanto da dire su questa deliberazione, poiché ne abbiamo discusso in Commissione e ne stiamo discutendo qui in Aula.
Inoltre, penso che, a distanza di quarant'anni, non avrebbe dovuto essere necessario discutere di quanto prevede una legge dello Stato approvata quarant'anni fa, perché sarebbe banale e giusto che tutti gli operatori tutti i medici e tutti quegli operatori che agiscono nella sfera ginecologica, materna e infantile semplicemente mettano in atto e osservino una legge dello Stato.
Pertanto, il mio voto sarà a favore di questa deliberazione, perché è frutto di grandi battaglie che io stessa ho portato avanti negli anni.
L'unica perplessità che ho espresso in merito a questa deliberazione, come ho già detto in Commissione, è semplicemente legata al concorso dedicato esclusivamente ai medici ginecologici non obiettori, semplicemente perch da una parte, può essere positivo, ma dall'altra può essere vissuta come una forma di discriminazione nei confronti di quei medici che non possono partecipare al concorso. Soprattutto, temo che il concorso dedicato esclusivamente a quei professionisti non obiettori possa creare un numero di partecipanti che dichiarano di non essere obiettori, però non c'è nessuna legge e nessun contratto che garantiscano che, in futuro successivamente, quei medici non possano cambiare idea.
L'unica mia perplessità è soltanto questa: indire un concorso limitato che da una parte, può essere positivo per colmare le carenze che abbiamo, anche se in realtà nella nostra Regione è sempre stata garantita l'interruzione volontaria di gravidanza. Tutto sommato, abbiamo una buona percentuale rispetto ad altre Regioni, che sono state citate, come il Molise, la Basilicata, la Campania e anche altre con un'alta percentuale di medici obiettori.
Nella nostra Regione, a parte nel Verbano-Cusio-Ossola, precisamente, e forse a Novara e anche a Ciriè dove ci sono dei problemi, tutto sommato in Piemonte siamo (tra virgolette) fortunati, perché riusciamo ancora a garantire, seppur con delle difficoltà, perché ci sono delle Aziende Sanitarie Locali che hanno un alto numero di obiettori, un diritto previsto da una legge nazionale di quarant'anni fa.
A tal proposito, voglio solo ricordare - e chiudo, perché il tempo a mia disposizione sta terminando - che ho chiesto l'attrazione di una mozione che avevo presentato nel mese di maggio del 2017, quindi circa un anno fa dove chiedo che in regime extra ospedaliero, precisamente nei consultori familiari, si possa somministrare la pillola abortiva, la RU-486, come avviene in altre Regioni d'Italia, in primis Lazio e Toscana.
Quando mi sarà data la possibilità la illustrerò, ma intanto anticipo che è già stata caricata e potete consultarla attraverso la rete.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Batzella.
Interrompiamo la discussione sulla proposta di deliberazione n. 211 perch alle ore 12.30 - e siamo già leggermente in ritardo - presso la Sala delle Bandiere al piano terra è richiesta, da parte della Sindaca di Vercelli l'audizione delle rappresentanze sindacali e dell'Amministrazione comunale in merito alla situazione occupazionale relativa all'azienda Polioli.
Alle ore 13, in sala Viglione è previsto il ricevimento delle rappresentanze sindacali dell'azienda Assotrattenimento.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 12.37)



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