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Dettaglio seduta n.337 del 28/06/18 - Legislatura n. X - Sedute dal 25 maggio 2014 al 25 maggio 2019

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE BOETI



(La seduta ha inizio alle ore 10.06)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Do atto che l'o.d.g. è stato approvato nella seduta del 26 giugno 2018.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo Accossato, Balocco, Baricco, Caputo, Cerutti Ferraris, Ferrero, Pentenero, Rossi e Rostagno.


Argomento: Bilanci preventivi

Esame disegno di legge n. 296, inerente a "Disposizioni urgenti in materia di Bilancio di previsione finanziario 2018-2020"


PRESIDENTE

Nella seduta pomeridiana del 26 giugno 2018 è proseguito l'esame del disegno di legge n. 296, di cui al punto 5) all'o.d.g. Poiché stiamo per votare, invito i Consiglieri a rientrare in Aula. Finora sono stati votati gli articoli sino all'11 compreso e si riprende con l'esame dell'articolo 12.
Colleghi, vi sono richieste d'intervento? Prego, Consigliere Grimaldi.



GRIMALDI Marco

Scusi, Presidente. Le facevo cenno prima dell'inizio della seduta perch vorrei solo capire. È vero che siamo sullo stesso o.d.g. della scorsa seduta, però.
Non sento, Presidente.



PRESIDENTE

Colleghi, la seduta è cominciata. Il Consigliere Grimaldi ha chiesto di intervenire e gli sto dando la parola: lasciatelo parlare.
Grazie.



GRIMALDI Marco

Dicevo, so che non si può cambiare l'ordine dei lavori o aggiungere punti all'o.d.g., ma mi è consentito da Regolamento - perché, diciamo, è prassi chiedere le comunicazioni, che possono essere sempre date dalla Giunta.
Prima dell'inizio della seduta, visto che ieri diversi Capigruppo di maggioranza e di opposizione hanno chiesto chiarimenti alla Giunta e alla Città di Torino per capire cosa ne sarà dei lavoratori della Fondazione per il Libro, volevo sapere se ci sono degli aggiornamenti poiché so che nelle prossime 24 ore ci sarà un nuovo incontro con i lavoratori stessi.
Se l'Assessora Parigi o il Presidente Chiamparino volessero dare le comunicazioni, noi saremmo molto lieti, in quanto più volte in questi mesi abbiamo incontrato i lavoratori e abbiamo detto loro che avremmo trovato una soluzione. Quindi sarebbe opportuno, se questa soluzione è in campo che venisse descritta all'Aula.
Grazie.



PRESIDENTE

Va bene, vedremo quando è possibile fare la comunicazione. Passiamo alle votazioni.
ARTICOLO 12 Indìco la votazione palese sull'articolo 12.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 13 Indìco la votazione palese sull'articolo 13.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 13 bis Emendamento rubricato n. 19) presentato da Graglia, Vignale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Vicepresidente Graglia, in qualità di Consigliere, per l'illustrazione.



GRAGLIA Franco

Grazie, Presidente.
Con quest'emendamento ripercorriamo un percorso che sembrava avessimo risolto e invece, purtroppo, così non è stato. Io chiedo che, dopo l'articolo 13, venga aggiunto il seguente: "Articolo 13 bis. Modifica alla legge regionale 10 gennaio 2018, n. 1 (Norme in materia di gestione dei rifiuti e servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani e modifica delle leggi regionali 26 aprile 2000, n. 44 e 24 maggio 2012, n. 7) 1. Al comma 4, dell'articolo 33, della legge regionale n. 1/2018, dopo le parole 'durante il periodo transitorio di cui al comma 1, sono aggiunte le seguenti: 'facendo comunque salvi i contratti in essere, stipulati ai sensi dell'articolo 16 della legge regionale n. 24/2002'".
Presidente, se mi concede ancora due minuti, vorrei solo ripercorrere brevemente la questione, in quanto, in sede di approvazione della legge n.
1/2018, è stata oggetto di acceso dibattito la questione del venir meno dei contributi di compensazione previsti dall'articolo 16 della legge n.
24/2002 per i Comuni sede di impianti di trattamento e smaltimento rifiuti.
Alla fine passò la soluzione di un'abrogazione differita di detto articolo 16 con effetto prima del 31 marzo 2018 e poi, grazie ad un emendamento introdotto con l'articolo 39 della legge n. 4/2018, al 31/12/2018.
A fronte della richiesta del Ministero di impugnare, ricorrendo alla Consulta (articolo 39), che ha disposto tale ulteriore efficacia dell'articolo 16, l'Assessorato si limita a proporre la revoca di detto articolo, il che potrebbe determinare la fine delle erogazioni di contributi in questione con effetti disastrosi sui bilanci. Tale soluzione non è in alcun modo accettabile, anche perché l'Assessorato aveva promesso l'adozione di provvedimenti sostitutivi equipollenti, di cui si è persa traccia.
Al fine di scongiurare la minacciata impugnativa è condivisibile che si proceda, come proposto dall'Assessore, alla revoca dall'articolo 39 della legge n. 4/2018, atto che produce l'effetto di riportare la data di soppressione dell'articolo 16 della legge n. 24/2002 al 31/3/2018, così come previsto dall'originaria versione della legge n. 1/2018.
Tale intervento correttivo deve però essere assolutamente accompagnato da un'altra disposizione, che faccia salvi i diritti di Enti locali sedi di impianti. Allo scopo può e deve essere riconsiderata la proposta che Forza Italia e anche ANCI avevano avanzato di ribadire l'efficacia delle convenzioni dei contratti in essere tra soggetti gestori e gli utilizzatori degli impianti di Comuni interessati. Ciò può essere perseguito, formulando un emendamento che disponga quanto segue: "All'articolo 33, comma 4, della l.r. 10/1/2018, n. 1, dopo le parole 'primo comma' è aggiunta la seguente espressione 'facendo comunque salvi i contratti in essere stipulati ai sensi all'articolo 16 della l.r. 24/2002'".
L'emendamento proposto non confligge con la sentenza della Consulta che ha cassato il quarto comma dell'articolo 16 della legge n. 24, sulla base delle stesse motivazioni e dei presupposti che hanno portato la Corte Costituzionale a tale decisione. La Consulta ha, infatti, preliminarmente dovuto accertare la natura di tributo della relativa corresponsione economica. Al punto 4 e al punto 2 delle motivazioni della sentenza si legge testualmente quanto segue: "L'obbligo del pagamento del contributo trova la sua fonte esclusiva nella legge regionale e non in un rapporto sinallagmatico tra le parti". Infatti, l'articolo 16 non prevede che debba sussistere alcuna forma di contratto o di convenzione che configura un'accettazione da parte del soggetto tenuto a contribuire della relativa obbligazione.
Pertanto, ove tale accordo, qualunque forma giuridica lo stesso abbia benché originato dalla disposizione di legge richiamata, sussistesse cadrebbe il presupposto della natura tributaria delle risorse che vengono riservate alla titolarità dei Comuni destinatari, premessa questa dagli effetti devastanti e risolutivi per la stessa applicabilità della sentenza.
Infatti, la Consulta nei paragrafi precedenti ha chiaramente statuito che se non di contributo vero e proprio si trattasse, verrebbe meno la stessa competenza del giudice che ha sollevato la questione di costituzionalità nella fattispecie la Commissione tributaria di Cuneo.
L'emendamento si radica proprio su questo presupposto: non mira a confermare la statuizione di cui all'articolo 16 della legge n. 24, ma vincola gli Enti di Area Vasta, l'ambito regionale di fruitori degli impianti, a rispettare e salvaguardare la pattuizione esistente tra gli impianti territoriali, sede di impianti di soggetto gestore, sia questo pubblico o privato. Ciò non infrange il giudicato della Corte, perché la stessa ha indicato la sussistenza di un rapporto sinallagmatico come elemento che farebbe venire meno la natura tributaria della contribuzione.



PRESIDENTE

È aperta la discussione generale sull'articolo 13 bis).
Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
L'emendamento presentato dal collega Graglia e anche da me sottoscritto credo sia un punto di mediazione e di buonsenso, nel senso che non fa venire meno l'aspetto legato a un concetto di carattere generale, per il quale si protraggono tutti gli effetti dell'articolo 33 in una data successiva, andando ad abrogare la disposizione stessa dell'abrogazione differita.
Al tempo stesso, però, fa salvi quelli che sono i contratti in essere.
Credo che tutta la legislazione regionale dovrebbe tener conto di quest'aspetto, cioè nel momento in cui facciamo normative che, in qualche modo, innovano rispetto alla situazione esistente, dovremmo sempre tenere conto delle situazioni in essere, in particolar modo quando queste - così come nel caso dell'articolo in oggetto - creerebbero una situazione estremamente difficoltosa per le Amministrazioni comunali e, va detto, non tutte, perché il Vicepresidente e l'Assessore Valmaggia avranno visto quelli che sono i Comuni sede di discarica e avranno visto che, in gran parte di questi Comuni, i contratti sono terminati.
Pertanto, per ciò che riguarda quelle Amministrazioni comunali, a tutti gli effetti entrerebbe già in vigore l'abrogazione del differimento. Rimarrebbe soltanto per i soggetti che hanno un contatto, ma teniamo conto che questo è quasi sempre ciò che si fa nella legislazione anche di carattere regionale, come in quella nazionale, cioè si innova, ma facendo salvi i contratti vigenti.
Lo ritengo non solo un aspetto di buonsenso normativo, ma credo che sia anche estremamente importante per far sì che quelle Amministrazioni comunali che, quando quest'anno, hanno votato un bilancio triennale 2018 2019-2020, nel caso in cui il contratto scadesse nel 2018-2019-2020, hanno inevitabilmente iscritto nel bilancio le entrate derivanti da una normativa vigente.
Come diceva correttamente il collega Graglia, credo che il punto di mediazione corretto rispetto a una buona normativa possa essere esattamente l'abrogazione dell'articolo, facendo salvi però, come l'emendamento prevede, i contratti in essere.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Valmaggia per il parere della Giunta.



VALMAGGIA Alberto, Assessore all'ambiente

Grazie, Presidente.
Questo è un tema importante e delicato, sul quale ci siamo già soffermati a fine anno durante l'approvazione della nostra legge n. 1, nella quale abbiamo introdotto questa norma, pur sapendo già in allora che c'era il rischio di un'impugnativa, così come si è poi puntualmente verificato.
Quest'emendamento si lega anche all'emendamento 1) presentato dal Consigliere Vignale sullo stesso tema, quindi farei un unico ragionamento.
Intanto, va chiarito a monte che c'è un problema di legislazione di tipo nazionale e non regionale. Nella lettera arrivata dal Ministero dell'Ambiente sulla legge regionale n. 24/2002 e sulla legittimità costituzionale, si ribadisce il principio che la legislazione in materia di ambiente è di competenza esclusiva dello Stato. Essendo in tale ambito ricompreso anche il settore rifiuti, ne risulta anche un contrasto rispetto a quello che abbiamo inserito nella nostra Finanziaria - con l'articolo 117, comma 2, lettera s), della Costituzione.
Il nodo da sciogliere, a livello nazionale, è che per i Comuni sede di impianti di discarica, di qualsiasi tipo, deve essere prevista una compensazione di tipo ambientale, altrimenti da adesso per il futuro più nessun Comune accetterà di avere sul proprio territorio impiantistica di questo tipo.
Quando si è fatto presente in Finanziaria nazionale questo problema, era stato introdotto quell'emendamento (se vi ricordate, era il 28 o 29 dicembre e noi eravamo in Aula a discutere della legge sui rifiuti), ma non ha risolto il problema. Il problema rimane.
Vengo all'emendamento presentato. Diversamente da quanto sostenuto dai proponenti di quest'emendamento, questa soluzione, ovvero la salvaguardia almeno dei contratti in essere per il corrente anno, non pare coerente con la giurisprudenza della Corte Costituzionale; in particolare, con la sentenza n. 58 del 2015. Il timore è che introdurre espressamente nell'ordinamento regionale una norma di salvaguardia - quindi l'approvazione di questo emendamento - permetterebbe al Governo di valutare ancora una volta la rimessione della questione avanti alla Corte Costituzionale, in quanto si produrrebbero comunque gli effetti di una norma che interviene in una materia riservata alla competenza esclusiva legislativa statale (tutela dell'ambiente, dell'ecosistema e dei beni culturali) di cui all'articolo 117 dalla Costituzione.
Su questo punto, del medesimo avviso è anche l'Avvocatura regionale, che in occasione del parere richiesto per la discussione di analogo emendamento in sede di CAL nell'ottobre scorso, il 5 ottobre 2017, per il parere sul disegno di legge sui rifiuti, si è detta d'accordo a non introdurre una salvaguardia dei contratti in essere, in quanto vi è una parte della dottrina e della giurisprudenza che propende per un'efficacia irretroattiva della sentenza della Corte, limitata ai soli rapporti già conclusi, e un'altra, invece, che ritiene ancora attivi i rapporti in essere.
In merito alla lettura della sentenza della Corte, fatta nella relazione all'emendamento, secondo cui la Corte Costituzionale, nell'individuare la natura tributaria del contributo, sostiene che l'obbligo del contributo trova la sua fonte esclusiva nella legge e non in un rapporto sillagmatico e, pertanto, un contratto, pur stipulato in forza dell'articolo 16 della legge regionale 24/2002 farebbe cadere il presupposto della natura tributaria delle risorse riservate alla titolarità dei Comuni destinatari si dissente.
Si ritiene che la Corte, quando incidentalmente motiva l'incostituzionalità della norma in quanto istituisce un contributo avente natura di tributo di fonte legislativa e non sinallagmatica, voglia proprio escludere tale seconda modalità a rafforzamento della propria tesi.
Inoltre, si evidenzia che il motivo di illegittimità della norma regionale risiede nel fatto che la norma regionale interviene in una materia riservata alla competenza esclusiva legislativa statale (tutela dell'ambiente dell'ecosistema e dei beni culturali) e non nella natura tributaria del contributo.
Pertanto, non è un problema di buonsenso o di non buonsenso. Il problema c'è: è un problema reale, quello del contributo per i Comuni sede di discarica, presenti e futuri. È un problema che deve essere risolto in ambito nazionale, ma quest'emendamento non aiuta a risolverlo; anzi, con le riflessioni giuridiche e dell'Avvocatura che ho prima espresso, potrebbe creare altri problemi.
Per questo motivo, il parere della Giunta non è favorevole.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Valmaggia.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Al di là del fatto, mi sembra che lo stesso parere dell'Avvocatura, almeno nella prima parte (poi lo leggeremo) dica chiaramente che vi sono due differenti dottrine: una, che fa riferimento all'esigenza del rispetto della normativa costituzionale su tutto; l'altra, fatti salvi i contratti in essere.
Guardate, in questo caso non riguarda le amministrazioni comunali, ma è un concetto che vale per tutto. Partiamo da un presupposto: con tutti i limiti e le considerazioni che si vogliono fare, ai sensi della legge 24, il tributo era concedibile ed era possibile che avvenisse ciò che oggi avviene, cioè che i Comuni beneficiassero correttamente di un contributo perché è una sorta di riconoscimento del fatto che ospitano una discarica.
Ritengo che sia un grave errore che metterà in grandissima difficoltà le Amministrazioni comunali. Altresì, credo che sia un grave errore, perch noi interveniamo in rapporti in essere, cosa che una normativa non dovrebbe mai fare.
Quando è stato il caso, questa'Amministrazione regionale è intervenuta con norme ai confini della legittimità, alcune delle quali le abbiamo anche dovute modificare. Penso ad alcune leggi di bilancio sulle quali lo stesso Vicepresidente aveva avvisato che vi sarebbe potuto essere un profilo di incostituzionalità; oppure penso alla legge sui rifiuti, quando in Commissione l'Assessore, una volta deciso di ritornare al modello consortile, ci disse che avrebbe potuto avere un profilo di incostituzionalità.
Credo che l'Amministrazione regionale dovrebbe mettere davanti gli interessi collettivi delle Amministrazioni comunali e non di un privato, di fronte a una situazione di grande rispetto della norma costituzionale, nel caso in cui questa non sia evidentemente chiara. È evidente che se a oggi è esistita una norma che ha consentito, pur con tutti i limiti, che questo avvenisse, significa che non era un aspetto che violava in modo così soverchiante la Costituzione.
Pertanto, credo che questo sia un errore, così com'è stato un errore modificare la norma nella legge generale di riordino del sistema dei rifiuti, che ha portato a questo. Dovete spiegare come alcune Amministrazioni comunali potranno chiudere i propri bilanci, avendoli previsti non su previsioni fantasiose, ma su contratti in essere che garantivano delle entrate che oggi non avranno più.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Appiano.



APPIANO Andrea

Nell'affermare che noi concordiamo con l'interpretazione dell'Avvocatura che è stata ricordata dalla Giunta, attraverso le parole dell'Assessore all'ambiente, voglio rimarcare - lo abbiamo già fatto in Commissione - come non sia né giusto né opportuno che venga strumentalizzato un problema serio e non nato oggi, per far passare l'idea che quest'Amministrazione si disinteressi delle sorti dei Comuni, perché l'Assessorato sta lavorando affinché si trasformino in forma quanto più pattizia possibile i rapporti tra i gestori degli impianti ed i Comuni ospitanti.
Se la domanda fosse "siamo d'accordo che i Comuni sede d'impianto abbiano la forma di compensazione ambientale?", ci sarebbe l'unanimità di accordo su questo aspetto. Purtroppo, bisogna fare anche i conti con l'ordinamento costituzionale. Il problema non nasce con la legge 1, anzi la sentenza della Corte Costituzionale, che è del 2015, se non ricordo male, ha messo proprio in discussione la legittimità dell'articolo precedente, contenuto nella legge 24. Quindi, non è da escludersi che, anche se non ci fosse la legge 1 e a prescindere dalla legge 1, qualche gestore un domani faccia ricorso contro Amministrazioni comunali che legittimamente si sono fatte forza della vecchia legge e che quelle Amministrazioni soccombano a seguito di un giudizio.
Ecco perché è più importante il lavoro per trasformare in forma pattizia quindi contrattuale privata, piuttosto che imperativa e tributaria, quel tipo di rapporto, proprio per tutelare le Amministrazioni comunali. Da questo punto di vista, se esiste un orientamento possibile giurisprudenziale in forza di una parte di dottrina che è pronta ad avallare il fatto che, se il contratto è in essere, quel contratto prevale rispetto a quest'altro orientamento, il rischio di scrivere questo concetto in una norma di legge è che se, poi, questa viene impugnata e la Corte Costituzionale dovesse dare ragione all'altro orientamento, a quel punto i Comuni sarebbero definitivamente soccombenti. Pertanto, noi, per far bene faremmo, in realtà, un danno potenziale a quelle Amministrazioni comunali che, invece, immaginiamo di tutelare.
Il voto è certamente contrario rispetto all'emendamento, ma l'impegno è il massimo possibile, come quello della Giunta, quindi dell'esecutivo della Regione, affinché si superi il problema nel modo costituzionalmente corretto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ravello.



RAVELLO Roberto Sergio

Presidente, se lei è d'accordo, interverrei illustrando anche l'emendamento successivo, il n. 1), che ha lo stesso oggetto, sullo stesso articolo (credo possa essere utile a tutti, all'economia dei lavori). Il tema è lo stesso, all'articolo 18 del disegno di legge.
Non ripeterò quanto ho già avuto modo di ascoltare finora, nella piena consapevolezza che un intervento si renda necessario per far fronte a quanto viene indicato dagli organi superiori. Tuttavia, io non posso non imputare alla Giunta alcune responsabilità che sono di natura politica ed estetica e le rappresento rivolgendo una domanda all'Assessore: Assessore da quanto tempo si sapeva dell'incostituzionalità di questo tributo? Lo avete scoperto pochi giorni fa, nel momento in cui avete presentato l'emendamento a questo disegno di legge, o è una cosa nota, sulla quale si è sempre cercato di soprassedere, si è sempre girata la testa dall'altra parte, o si è sempre evitato di parlarne per non generare disturbo ad alcuni organismi e istituzioni con le quali siete costretti ad interloquire sul territorio? Penso all'Associazione Nazionale dei Comuni d'Italia, nella sua rappresentanza piemontese.
Le rivolgo un'altra domanda: nei tempi in cui si è discusso e successivamente, approvato il suo disegno di legge che ha riordinato il sistema della governance dei rifiuti in Piemonte, questa disciplina non è stata toccata e su questa disciplina è stato ottenuto l'accordo dell'ANCI Piemonte. Ora, su quest'argomento, già allora - se non sbaglio, Assessore ma lei mi correggerà, nel caso - era ben noto quali fossero i problemi in cui si rischiava di andare incontro.
Ancora più grave ritengo sia stato il fatto che questo passaggio di quest'articolo sia stato introdotto con un emendamento e, quindi, la Giunta non abbia proceduto con le consultazioni previste nel momento in cui viene presentato un disegno di legge in Commissione. Su questo passaggio non c'è stato alcun coinvolgimento dei territori, dei Comuni e, meno che mai, delle mi pare - 26 Amministrazioni che pagheranno le conseguenze di questo provvedimento, assunto in maniera così repentina, a esercizi già avviati ma soprattutto a bilanci già approvati e già costruiti, sulla base di numeri che voi oggi imponente siano cancellati con un colpo di spugna.
Questo è il problema.
Ritengo si tratti di un problema di serietà da parte di un Ente che ha mancato nella leale collaborazione con le altre Istituzioni del territorio che non ha accompagnato i Comuni del Piemonte ad assumere una decisione chiara, che non portasse conseguenze ad esercizi finanziari in corso.
Questa credo sia la più grave mancanza rispetto al tema in oggetto. Non c'è emendamento che tenga, non ci sono altre soluzioni. Siete sicuramente costretti a introdurre questa modifica, tuttavia mi auguro che almeno abbiate l'onestà e il coraggio di mettere la faccia su una cosa che avete cercato di far passare nella minore attenzione possibile.



BERTOLA GIORGIO



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere. Lei quindi avrebbe illustrato anche l'emendamento n.
1) all'articolo 18.
La parola all'Assessore Valmaggia.



VALMAGGIA Alberto, Assessore all'ambiente

Rispondo al Consigliere Ravello. La sentenza, com'è stato detto e richiamato giustamente dal Consigliere Appiano, è della Corte Costituzionale del 2015.
Più volte si è discusso, anche solo nell'autunno scorso, con i Comuni sede di discarica, e si è fatta presente la problematica, il richiamo sul fatto che la partita ambientale è di competenza nazionale, non regionale.
Si è anche suggerito, com'è stato richiamato bene dal Consigliere Appiano di orientarsi su accordi pattizi come alcuni Comuni, sede di discarica avevano fatto negli anni passati risolvendo il problema.
Quando è stata presentata questa norma, vale il discorso che faceva il Consigliere Vignale. Noi avevamo detto che rischiava di essere impugnata così come la scelta che facemmo per quanto riguarda la governance dei rifiuti attraverso lo strumento dei Consorzi. La norma dei Consorzi non è stata impugnata, quindi quella va bene e ci permette di conservare un sistema che non solo funziona, ma è cresciuto ed è migliorato.
Su questo punto, l'avevamo già detto allora, se la norma non viene impugnata, abbiamo vita fino a fine anno ma, comunque, dovete andare sulla strada pattizia. Se, invece, viene impugnata, guadagniamo qualche mese. Ed è esattamente quello che è successo: guadagniamo qualche mese. Adesso tuttavia, siamo costretti a prendere quella decisione per evitare, com'è stato richiamato, dei problemi e delle ricadute ben più gravi.
Ribadisco che è una normativa di tipo nazionale, quindi faremo tutte le pressioni affinché, a livello nazionale, sia riconosciuto il principio sacrosanto che se un Comune decide di accogliere un impianto che crea problemi e che può essere impattante sia prevista la compensazione ambientale, così come previsto per altre grandi opere. Questo è il principio che va ribadito e che è stato eliminato dalla norma nazionale.
Nella situazione attuale, la strada obbligatoria è quella di approvare l'articolo 18 di questa legge. È una strada obbligata, ma è anche una strada che avrebbe potuto presentarsi, come già sapevamo a fine dell'anno scorso, quando abbiamo approvato, consapevoli di tutte le possibili ripercussioni, quella norma che adesso però dobbiamo correggere.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Valmaggia.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato 19), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva (vedi esito votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
Sia riportato a verbale che il Vicepresidente Graglia e i Consiglieri Fluttero e Tronzano per motivi tecnici non sono riusciti a votare, ma che il loro voto era da intendersi a favore.
ARTICOLO 14 Indìco la votazione palese sull'articolo 14.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 15 Indìco la votazione palese sull'articolo 15.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 16 Ha chiesto di intervenire il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

L'articolo che riprende un passo già contenuto nella legge di bilancio è estremamente significativo, perché riguarda la ristrutturazione dei contratti derivati, dei mutui derivati che rischiano di mettere gravemente in difficoltà il nostro Ente, perché proprio nei prossimi anni le rate di restituzione di quello che è stato - ahimè - non un mutuo, ma sostanzialmente l'acquisto di azioni, avranno il maggior incremento.
Da questo punto di vista, credo sia utile, rispetto all'importanza che riveste, comprendere anche all'interno dell'Aula qual è la situazione di fatto e qual è la possibilità che si arrivi a questa rinegoziazione.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Campo; ne ha facoltà.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Quando abbiamo discusso quest'articolo in Commissione si ipotizzava la possibilità di riuscire ad eliminare integralmente almeno uno dei contratti derivati sui tre attualmente in essere.
Purtroppo, dobbiamo notare che la ristrutturazione dei contratti derivati sta subendo una decurtazione legata alla necessità di trovare copertura per altri tipi di operazioni.
Si tratta di un'operazione che non è solo meritoria, ma è, in realtà essenziale per la tenuta dei conti nelle prossime legislature - ogni volta che discutiamo di bilancio rammento questa tematica - perché la questione diventerà cruciale al "passaggio di boa" del 2020.
Cosa vuol dire? Le prospettive macroeconomiche non sono particolarmente confortanti a livello nazionale, ma anche le prospettive economiche generali della nostra Regione non lo sono.
Quello che pareva un inizio di crescita sta subendo dei rallentamenti anche sulla quota che sembrava più dinamica, quella dell'export, che, comunque continua ad avere una questione di stretto collegamento con i cosiddetti "shock esterni", cioè la possibilità che legare la nostra crescita economica ai mercati esteri ci espone al rischio che qualsiasi crisi che si sviluppi a livello internazionale colpisca in modo molto più grave il nostro sistema economico rispetto ad altri.
Tornando al discorso dell'articolo 16, noi lo riteniamo un elemento di innovazione molto importante. In particolare, ci interesserebbe chiaramente aspettiamo la prossima seduta di bilancio - che venissero evidenziate, come venne fatto nel 2014, le traiettorie degli strumenti derivati nel prossimo periodo (almeno sul prossimo decennio), cosa che non è più avvenuta nelle sessioni di bilancio dal 2015 in avanti (forse perch la rappresentazione in curva, molto grafica, risultava decisamente preoccupante).
Noi riteniamo che lo sforzo da mettere in campo dopo il grosso lavoro che riconosciamo sempre essere stato fatto sulla messa in quadro dei bilanci regionali a seguito di tutti i dissesti delle precedenti legislature oggi presenti questa grandissima vulnerabilità; vulnerabilità su cui abbiamo veramente poco controllo e che vede come unica via d'uscita la possibilità di ristrutturare i contratti derivati in essere.
Per noi l'obiettivo minimo, visto che era stato prospettato, continua a essere l'eliminazione di almeno uno dei tre contratti. L'obiettivo strategico, invece, è di addivenire, possibilmente entro la prossima legislatura, alla ristrutturazione di tutta la quota di contratti derivati.
Questo perché - non mi stancherò mai di ripeterlo - pur trattandosi di una questione che viene spesso relegata a qualche nota marginale, è una bomba a orologeria: noi continuiamo a spostare in là un problema che tende a incrementarsi logaritmicamente; ma se lo spostiamo troppo in là l'impennata che si avrebbe verso la fine della curva è tale per cui il problema diventerebbe non affrontabile.
Abbiamo ancora, forse, qualche anno per provare ad affrontare la situazione, prima che l'onorare questo contratto diventi letale per la possibilità di ristrutturarli.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Vicepresidente della Giunta regionale Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo, Assessore al bilancio

Molto brevemente, perché credo che sia corretto rispondere agli interventi sia del Presidente Vignale che del Consigliere Campo.
Questa è una riscrittura di una norma che avevamo inserito nella legge di bilancio. Noi stiamo lavorando affinché ci possa essere questa rinegoziazione (o riacquisto) di almeno una delle tre operazioni.
Non nascondo al Consiglio regionale - se volete, di questo potremo parlarne lunedì pomeriggio in sede di I Commissione - che la fattibilità di quest'intervento è strettamente collegata a quanto avverrà sul piano legislativo nazionale sulla possibilità, per una Regione che è in disavanzo (che non è solamente la Regione Piemonte), di poter accantonare sul rendiconto di ogni esercizio degli importi (che non servono per incrementare capacità di spesa dell'anno successivo) eccedenti la copertura programmata del disavanzo.
Questo è il problema che abbiamo di fronte in questo momento. È molto complicato sul piano tecnico, per cui rinvierei ad un approfondimento lunedì pomeriggio in I Commissione.
Il lavoro sta andando avanti: ci sono quattro Regioni assieme al Piemonte.
Capofila di quest'operazione è la Regione Liguria.
Il lavoro sta andando avanti e, secondo me, ci sono pure le condizioni sotto il profilo del mercato finanziario; il problema è sulla fattibilità di utilizzare accantonamenti che abbiamo costruito nel corso del tempo, non ripeto - per alimentare nuova spesa, ma per coprire debiti fuori bilancio, oppure per rinegoziare al meglio condizioni di debito della Regione. Però su questo, magari lunedì pomeriggio ci parliamo un po' più diffusamente in I Commissione.



PRESIDENTE

Grazie, Vicepresidente Reschigna.
Indìco la votazione palese sull'articolo 16.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 17 Indìco la votazione palese sull'articolo 17.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 18 Emendamento rubricato n. 1) presentato da Ravello, Vignale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Tale emendamento è già stato illustrato, con il parere contrario dell'Assessore Valmaggia.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 1), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 18, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 18 bis Emendamento rubricato n. 17) presentato dalla Giunta regionale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola all'Assessore Valmaggia per l'illustrazione.



VALMAGGIA Alberto, Assessore all'ambiente

Grazie, Presidente.
È semplicemente un emendamento tecnico che si lega all'articolo 18 appena approvato, di correlazione tecnica con l'articolo 37 della legge 1/2018.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Valmaggia.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 17).
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 18 bis.
Il Consiglio approva. (voto esteso al nuovo articolo) ARTICOLO 18 ter Emendamento rubricato n. 22) presentato dalla Giunta regionale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola all'Assessore Reschigna per l'illustrazione.



RESCHIGNA Aldo, Assessore al bilancio

Grazie, Presidente.
È un emendamento meramente tecnico. Con la legge n. 9 del 2015, era stato definito il periodo di riprogrammazione del POR FESR 2014-2020 con il riparto su ciascuna annualità delle risorse a carico del bilancio della Regione, il cofinanziamento dello Stato e dell'Unione Europea, con termine di questa programmazione al 2022.
Oggi il termine, per normativa comunitaria, è posticipabile al 2023, per cui modifichiamo la norma della legge del 2015 che fissava tale termine al 2022, che diventa 2023. In più, modifichiamo la tabella con la riprogrammazione delle risorse su base annuale.



PRESIDENTE

Grazie, Vicepresidente Reschigna.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 22).
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 18 ter)).
Il Consiglio approva. (voto esteso al nuovo articolo) ARTICOLO 19 Emendamento rubricato n. 11) presentato dalla Giunta regionale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola all'Assessore Reschigna per l'illustrazione.



RESCHIGNA Aldo, Assessore al bilancio

Viene leggermente modificato l'Allegato D dell'articolo della legge.
Ricordo che questo è l'articolo che affronta le problematiche di Finpiemonte e sono tre i momenti contenuti all'interno di questo articolo.
Il primo è l'assunzione da parte del bilancio della Regione dei ricavi negli esercizi futuri, delle rate di restituzione legate all'ammortamento del prestito BEI contratto nella precedente legislatura regionale da Finpiemonte e l'impegno al ristorno sul bilancio di Finpiemonte.
La seconda operazione è quella della riduzione del capitale sociale, mentre la terza operazione è quella del posizionamento, su missioni e programmi del bilancio della Regione, dei 200 milioni di euro introitati a seguito della riduzione del capitale sociale.
Ho spiegato nell'intervento iniziale e in quello nel dibattito generale qual era la logica di riparto. L'unica modifica che viene presentata con quest'emendamento è che, a fianco del riferimento della legge n. 34 - che ricordo, non è la legge sulle attività industriali, ma è la legge sulle attività economiche - su richiesta e sollecitazione da parte delle associazioni rappresentanti il mondo dell'artigianato, viene collocato anche il riferimento alla legge n. 1/2009, che è la legge fondamentale sull'artigianato.
Dal nostro punto di vista, questo non aggiunge l'impegno da parte della Regione, perché all'interno della legge n. 34 c'era anche tutto il filone d'intervento che riguarda il settore dell'artigianato, ma riteniamo che questa richiesta rappresentata dalle associazioni rappresentative del mondo dell'artigianato non sia in contrasto con gli obiettivi dell'intervento e soprattutto, non crei alterazioni rispetto a quel meccanismo di flessibilità nella gestione delle risorse.



PRESIDENTE

Grazie, Vicepresidente Reschigna.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 11).
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 19, così come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 19 bis Emendamento rubricato n. 12) presentato da Appiano, Bertola, Boeti Graglia, Molinari, Motta, Ottria.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Ottria per l'illustrazione.



OTTRIA Domenico

Grazie, Presidente.
Con quest'emendamento s'intende andare a modificare l'articolo 19 della legge n. 6/2010, che era la legge istitutiva del Garante degli animali prevedendo anche per questa figura il rimborso delle spese di viaggio sostenute per la sua attività e anche le spese di missione. Con questo andremmo a garantire anche al Garante per gli animali le migliori condizioni per poter svolgere il proprio servizio.
Se permette, illustro anche l'emendamento successivo, che è la norma finanziaria, in cui si prevede il trasferimento di 3.000 mila euro per il 2018 e di 7.000 euro per il 2019-2020 dei fondi che vengono trasferiti dal Consiglio regionale alla Giunta.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Credo sia sacrosanto che chi svolge un'attività istituzionale abbia il rimborso almeno delle spese sostenute. Faccio, però, presente un aspetto: non è la situazione che esiste in tutta la Regione Piemonte e faccio un esempio di soggetti che sono evidentemente soggetti nati per volontà della Regione Piemonte all'interno di Enti strumentali. I Presidenti dei parchi come molti altri che svolgono funzioni istituzionali nati da leggi regionali, non hanno la possibilità di avere rimborsi neanche rispetto agli spostamenti che fanno, neanche per quei parchi che hanno più sedi. Non è l'unica situazione, ma ve ne sono altri, però lo dico anche se so che pu non interessare.
Credo che, all'interno di quest'Ente, cioè la Regione Piemonte, i diritti dovrebbero essere garantiti per tutti. Lo dico, visto che prima l'Assessore Valmaggia leggeva un parere dell'Avvocatura, ed è facile reperire un parere dell'Avvocatura rispetto a una proposta che inseriva esattamente la stessa finalità per quei soggetti che non avevano titolo neppure a pagarsi le spese di benzina o altre tipologie, ovviamente sempre di carattere istituzionale, perché, come rilevava l'Avvocatura regionale, era in contrasto con una legge dello Stato. Credo fosse una legge del Ministro Brunetta, che impediva a tutti i soggetti, che non fossero eletti, di avere possibilità di beneficiare di rimborsi, sotto qualsiasi forma si individuassero.
Nella nostra Regione, chi ha, non dico un beneficio, ma un diritto sacrosanto di vedersi rimborsato.



PRESIDENTE

Mi scusi, Consigliere Vignale, la interrompo un momento.
Colleghi, dovreste permettere al Consigliere Vignale di completare il suo intervento, possibilmente nel silenzio dell'Aula.
Grazie.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Dicevo, all'interno della nostra Regione vi sono soggetti che hanno, non un privilegio, ma un diritto sacrosanto di vedersi riconosciute alcune spese e altri che non ce l'hanno.
Dico di più. Rispetto a chi ha un diritto, noi non poniamo neanche un tetto massimo o, meglio, non poniamo una spesa massima che può essere superata per cui ci sono alcune realtà in cui non esiste un tetto massimo, per cui soggetti che hanno un compenso estremamente limitato, o ne sono privi hanno un rimborso decisamente superiore al compenso, ma ve ne sono altri che, pur svolgendo una funzione di grandissima importanza, non hanno nulla.
Delle due l'una. Quest'articolo non può essere votato perché, ai sensi di un parere dell'Avvocatura regionale, viola le leggi dello Stato. Se così non è, come io credo, perché posso fare un numero innumerevole di esempi in cui invece noi giustamente riconosciamo le spese di missione istituzionale a soggetti che svolgono l'attività istituzionale all'interno della Regione (in Enti strumentali o quant'altro), allora deve valere per tutti.
Se così è, cioè se quest'articolo viene approvato, salvo ovviamente la volontà da parte del Consiglio di approvarlo o meno, io chiedo all'Ufficio di Presidenza e alla Giunta regionale di fare una verifica rispetto a quali sono i soggetti che oggi non hanno questo diritto, per estenderlo nella prossima legge di bilancio.
In caso contrario, il paradosso è che l'amico Moriconi potrà avere un beneficio (non è più un diritto se non è garantito a tutti, ma diventa un beneficio soggettivo), mentre altri non potranno averlo.
Il Vicepresidente o il Presidente si faranno spiegare quanto detto, che però non ritengo banale.
È una stupidaggine, ma serve per sancire se i diritti valgono per tutti o solo per qualcuno.



PRESIDENTE

Consigliere Vignale, prima di considerare ricevibile l'emendamento sono state fatte verifiche dal punto di vista normativo.
Il decreto legge 78 del 2010 esclude da quelle fattispecie, gli organi di garanzia. Quindi sono esclusi dal novero di quelli che non possono percepire quel tipo di rimborsi.
Tale decreto, comunque, fa passare il rimborso delle spese effettivamente sostenute e il gettone di presenza, fino a un massimo di 30 euro.
Se non ci sono altri interventi, procediamo con le votazioni.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 12), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 19 bis.
Il Consiglio approva. (voto esteso al nuovo articolo) ARTICOLO 19 ter) Emendamento rubricato n. 13) presentato da Appiano, Bertola, Boeti Graglia, Molinari, Motta, Ottria.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 13), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 19 ter.
Il Consiglio approva. (voto esteso al nuovo articolo) ARTICOLO 19 quater Emendamento rubricato n. 21) presentato dalla Giunta regionale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Vicepresidente Reschigna per l'illustrazione.



RESCHIGNA Aldo, Assessore al bilancio

È la dichiarazione d'urgenza.



PRESIDENTE

Se non ci sono interventi, procediamo con la votazione.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 21).
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 19 quater.
Il Consiglio approva. (voto esteso al nuovo articolo)



PRESIDENTE

Abbiamo terminato l'esame dell'articolato.
Gli ordini del giorno si esaminano dopo le dichiarazioni di voto.
Chi vuole intervenire in dichiarazione di voto? Prego, Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Il voto su questo disegno di legge non sarà favorevole, ma non esprimeremo neanche un voto di contrarietà e, considerando che è una legge di bilancio per quanto mi riguarda credo sia la prima volta che lo faccio all'interno di questo esercizio.
Vi è un motivo, che credo non sia secondario, nella discussione di questa legge e in termini generali: la responsabilità che le opposizioni o meglio, il Gruppo che rappresento ha voluto mettere all'interno di questa norma. Provo a fare un gioco e provo a pensare se i Governi in questa Regione avessero avuto colori differenti (diciamo il colore di centrodestra) e se la Regione Piemonte avesse salvato un'azienda in crisi (non in crisi perché c'è stata la crisi, ma in crisi perché è stata mal gestita, con un finanziamento di fondi europei per 40 milioni di euro).
Penso a che cosa sarebbe stato detto se si fosse discusso un articolo che avrebbe portato all'interno delle casse regionali 200 milioni di euro perché la volontà di fare una banca è fallita, ma non è fallita per gli aspetti che accerterà la Magistratura: è fallita perché non c'era alcuna possibilità di farla e che questo fosse utile ai piemontesi. Penso a cosa sarebbe stato detto se avessimo "incassato" 200 milioni di euro da destinare alle imprese senza misure innovative che garantiranno l'utilizzo delle stesse.
Credo che l'atteggiamento dell'attuale maggioranza sarebbe stato profondamente diverso e, mi permetto di dire, anche del Movimento 5 Stelle.
Non ne faccio una critica: ritengo che con questa discussione il Consiglio regionale abbia dimostrato che quando ci sono interessi collettivi, o anche non collettivi, perché evidentemente alcuni emendamenti trattano temi che riguardano un pezzo di Piemonte e non tutti i piemontesi, un'opposizione seria può anche non condividere un disegno di legge, però ne consente una serena discussione, entra nel merito, contrasta nel merito il provvedimento, ma non ne fa né uno strumento di ostruzionismo e neppure una volontà di denuncia aprioristica.
Dicevo col collega Ravello: per chi ci sarà, sono tutti pezzetti da tenere in un cassetto, nel cassetto della responsabilità del Governo, perché anche chi va all'opposizione una responsabilità nei confronti dei cittadini piemontesi dovrebbe sempre averla. E io mi auguro che la discussione che lo stesso Vicepresidente ha manifestato come una discussione positiva, sia un tratto distintivo dell'attività legislativa e del comportamento di questo Consiglio regionale, che si occupi in fretta (in un mese licenziamo un disegno di legge) dei problemi dei piemontesi e che faccia tutte le battaglie che ritiene opportuno fare (noi ne abbiamo fatte in questa legislatura), ma mettendo sempre le priorità del bene collettivo davanti a quelle degli aspetti di parte.
Evidentemente (faccio solo un passaggio) ciò che non ci piace di questo disegno di legge è il passaggio di Finpiemonte, non perché siano stati portati 200 milioni di euro finalizzati alle imprese all'interno del bilancio regionale, ma perché la tabellina che è stata allegata, cioè l'utilizzo delle leggi vigenti per 200 milioni di euro è assolutamente insufficiente - lo ripeto: assolutamente insufficiente - al sostegno delle imprese.
Noi porremo un'enorme attenzione a far sì, non che queste risorse - e ho concluso, Presidente - siano distratte, perché queste risorse andranno alle imprese, ma che non siano fatti utilizzi furbi, e per utilizzo furbo voglio dire utilizzo di risorse che certamente vanno alle imprese, ma che sarebbero andate alle imprese all'interno di risorse presenti nel bilancio della Regione, perché le imprese culturali sono imprese, perché le imprese sportive spesso sono associazioni, ma altri tipi di imprese spesso vengono finanziate con risorse regionali e non con le risorse del capitale sociale di Finpiemonte.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bono.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Anche il nostro Gruppo esprimerà per la prima volta, rispetto a una legge di bilancio, un voto non negativo, che deriva da un insieme di cose positive e di dati anche negativi, rispetto a questa norma di legge.
Abbiamo già espresso durante la discussione generale la nostra perplessità su un nuovo indebitamento della Regione Piemonte, ancorché reso possibile dal miglioramento dei saldi della Regione Piemonte e, quindi, il calcolo del 20 per cento dell'entrata al Titolo I, al netto della sanità. Però, un maggiore indebitamento minimo per una spesa di 40 milioni l'anno che comporterà un incremento delle rate di restituzione di quattro milioni di euro l'anno, per vent'anni, deriva da una norma nazionale. È una norma nazionale un po' particolare, che dice che le Regioni che fanno investimenti avranno maggiori spazi finanziari. È condivisibile, però dice che questi investimenti si possono fare sia con gli avanzi di bilancio (ovviamente ultracondivisibile), ma anche con nuovo debito.
Noi non siamo ovviamente contrari alla logica di una spesa pubblica anche a debito, una logica keynesiana di far ripartire l'economia con scelte d'investimenti buone, positive, con ricadute positive per il territorio, ma è ovvio che, data la situazione molto difficile e complicata della Regione Piemonte, qualche perplessità l'abbiamo comunque, quindi abbiamo sospeso il giudizio su questa norma.
Gli investimenti servono sul territorio. Ovviamente ci sono investimenti buoni e investimenti cattivi, non ci stancheremo mai di dirlo, ma speriamo che nel nuovo trend inaugurato dal nuovo Governo, quello dell'analisi seria di costi-benefici delle opere, vengano valutate realmente le opere da un punto di vista meramente tecnico e non da un punto di vista politico. A prescindere che un singolo politico, o una singola forza politica, si innamori o meno di un'opera, ma sulla base di seri studi di costi-benefici.
Anche su questo vorremmo inaugurare una nuova stagione nell'attività della Regione Piemonte. Leggere gli investimenti che farà la Regione Piemonte con questi fondi, sono macrotemi. Si è parlato di edilizia scolastica, si parla di dissesto idrogeologico, si parla di bonifica ambientale, tutte condivisibili ma vorremmo poter essere, come Consiglio, più partecipi nella scelta delle priorità.
Nel senso che all'interno di questi interventi, come macrotemi condivisibili, vorremmo poter conoscere meglio, all'interno delle Commissioni, l'ordine, le motivazioni e quindi l'elenco che ne scaturisce sulle priorità su cui vengono posti in essere gli interventi.
Anche sul tema di Finpiemonte è ovvio che non possiamo esimerci dal dire la nostra. Spiace un po' - e si risulta essere un po' antipatici, ma personalmente sono abbastanza abituato a questo - dire "non peggiorerà" dire "ve l'avevamo detto". È scontato, è banale, ma lasciatecelo dire.
Sono poche le soddisfazioni ma, in questo caso, non è una soddisfazione personale o politica. Alla fine è un danno per quanto riguarda l'economia della Regione Piemonte perché c'è stato sostanzialmente uno stallo per un anno, di tutte le misure che la nostra finanziaria regionale dava in favore delle aziende regionali. Avete creato un danno pesante all'economia della Regione Piemonte. Altro che rilanciare il Piemonte, altro che il Piemonte e la Borgogna e, magari, qualche altro paragone infelice che il Presidente Chiamparino fece durante la sua campagna elettorale.
Infelice perché non si è ottenuto, sarebbe stato molto positivo, ma a parte domandarsi qualcosa sui modelli che si sono citati, non ci siamo neanche avviati verso quel percorso. Anzi, abbiamo tirato il freno a mano, abbiamo fermato la Regione Piemonte e l'abbiamo rallentata. Ci auguriamo che, il prima possibile, a settembre-ottobre, possa ripartire l'attività di sostegno alle attività imprenditoriali della nostra Regione.
Si è detto lungamente che, comunque, con i fondi rotativi e con i fondi di garanzia, in effetti, c'è una difficoltà per le aziende a tuffarsi e a far ripartire, se non c'è comunque un mercato che traina, dell'estero soprattutto (la nostra regione è forte sull'export) e magari anche dei consumi interni. Forse servirebbero misure anche di altro tipo. Questa sarà la discussione, forse, più importante insieme al tema della sanità - tema perenne, importante e strategico della nostra Regione - in quest'ultimo anno e nei prossimi anni.
Anche sull'Allegato D, che è quello dell'indirizzo dei 200 milioni che tornano da capitalizzazioni Finpiemonte dopo il vostro fallimento della trasformazione in una banca da noi ampiamente anticipato, vorremmo comprendere meglio come verranno indirizzate le risorse. Va bene citare le leggi. Si cita la legge n. 23 del 2002 (quella del Piano energetico), la n.
34 del 2004, adesso è stata aggiunta la legge n. 1 del 2009 sull'artigianato. Va tutto bene, ma vogliamo condividere le scelte di finanziamento che verranno effettuate in questo senso. Anche in questo caso, un ordine di priorità.
Ragion per cui ho presentato una serie di ordini del giorno, che adesso andremo a illustrare, su misure di incentivi e di sostegno alle tematiche che noi riteniamo importanti per quanto riguarda la Regione. L'Aula e le Commissioni sono fatte per discutere, speriamo vivamente che si possa discutere di questi temi e non si chiuda qui la discussione.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ravello; ne ha facoltà.



RAVELLO Roberto Sergio

Grazie, Presidente.
Per onestà devo riconoscere che se fosse stato solo per il motivo principale per cui questo disegno di legge è stato presentato, cioè l'aumento della capacità di spesa dell'Ente, avrei davvero dovuto faticare per trovare degli argomenti per oppormi a questa decisione e oppormi a questo solo contenuto.
Nel mio percorso di maturazione ho capito che, non sempre, le politiche di spesa e, conseguentemente, di aumento degli indebitamenti - in qualunque soggetto che sia pubblico o privato - sono un male assoluto, ma che questi possono rappresentare, in alcuni momenti storici, e se governate con cautela, con intelligenza e con puntualità, un volano per lo sviluppo di un territorio e di un tessuto socio-economico.
Tuttavia, il documento che ci avete presentato non tratta solo di questo.
Tratta di diverse altre cose che mi costringono a dover fare un passo indietro rispetto a questa prima posizione. Credo che, al di là di qualche aspetto più minimale, ci siano dei nodi estremamente critici.
Il primo riguarda il cosiddetto salvataggio di GTT. Scelta chiaramente comprensibile se presentata come necessaria per garantire continuità nell'esercizio di un servizio essenziale e per garantire, quindi, la possibilità ai cittadini torinesi di continuare a usufruire del diritto alla mobilità. Sottolineo, tuttavia, che su questo aspetto ci sono almeno due passaggi che ci mettono in posizione fortemente critica.
Il primo. Credo sia irresponsabile procedere con una decisione di questo tipo, dopo che si è stati spettatori della presentazione di un piano industriale racchiuso in 15 slide.
Secondo. Alla fine, i cittadini torinesi, questo salvataggio, lo pagheranno due volte. Da un lato, come contribuenti, mettendo la loro quota nei 40 milioni trasferiti a GTT e, dall'altro - mi pare sia notizia di queste ore pagando non so quanta quota percentuale in più, comunque 20 centesimi in più, il loro biglietto per la corsa semplice per viaggiare in città.
Altro aspetto che rappresenta, secondo noi, un elemento di gravissima debolezza; con questa decisione non create solo un precedente al quale chiunque, in futuro, si potrà appellare; soprattutto, create un precedente rispetto al resto della Regione Piemonte.
Il torinocentrismo - del quale credo tutte le Giunte che si sono avvicendate nella storia di questa Regione sono state, in certi momenti storici, accusate - si manifesta in maniera violenta in questa decisione.
Perché non è trattato in nessun passaggio il problema del trasporto pubblico locale nel resto del Piemonte. E comunque, se lo è, non è trattato in questi termini. Non si è mai vista una decisione così forte da parte dell'Ente Regione nei confronti di esigenze di un territorio che fosse al di là della cinta daziaria del Comune di Torino.
Come torinese, quindi come soggetto che beneficerà più degli altri piemontesi di questa scelta, non credo che possa essere un buon modello di governo.
L'altro nodo critico è rappresentato dalle APL, dalla certificazione di un problema, dalla cristallizzazione di una sofferenza di una rete di istituzioni che non ha saputo dare al territorio i risultati per i quali si era certamente impegnata con le professionalità di tutti i suoi operatori e sulla quale si interviene (ma questo l'abbiamo detto non più tardi di due giorni fa, Vicepresidente Reschigna) con una decisione che rappresenta, a nostro avviso, una certa qual debolezza: inserire, o, meglio, prevedere il vincolo dei quattro anni prima che i dipendenti possano esercitare il diritto di rientrare in Regione Piemonte, introdurre questo vincolo solo in accordo sindacale, è un passaggio estremamente debole, che, a nostro giudizio, non mette al riparo l'Ente Regione da tutti i rischi che possono venire a manifestarsi nel momento in cui queste forze o queste risorse dovessero avanzare, magari in massa, la stessa richiesta.
Resta anche il nodo - su cui non mi pare ci sia stata una risposta - della finalità e dell'eventuale vincolo all'utilizzo delle risorse che lo Stato trasferisce nel momento in cui il personale dovesse essere chiamato ad esercitare altre funzioni: ovverosia, superato il limite temporale dei quattro anni, nel momento in cui anche solo una unità di personale dovesse essere destinata ad altro, le risorse trasferite dallo Stato per coprire le spese di quell'unità di personale saranno ancora trasferite o, essendo vincolate all'esercizio di quella funzione, lasceranno la Regione con un "buco" da coprire in altro modo? Il terzo nodo riguarda Finpiemonte: non dico altro, perché il Presidente giustamente, mi richiama e perché credo che ormai parlare di Finpiemonte al Presidente, a tutta la Giunta e a questa maggioranza, sia come sparare sulla Croce Rossa, quindi non ho cuore di farlo.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Presidente Ravello per non sparare sulla Croce Rossa! Ha chiesto la parola il Consigliere Gallo; ne ha facoltà.



GALLO Raffaele

Grazie, Presidente.
Ho ascoltato gli interventi dei colleghi che mi hanno preceduto e credo che la realtà sia diametralmente opposta.
Questo disegno di legge ha tante buone notizie per i nostri concittadini piemontesi, così come ha tante risorse a disposizione della Regione Piemonte per investimenti al sistema economico.
Cito i principali: gli investimenti che abbiamo introdotto per gli Enti locali (85 milioni); i Centri per l'Impiego (gli articoli che abbiamo approvato sul tema finalmente chiudono un percorso e permettono di attivare, in modo organico e incisivo, le misure di politica attiva sul nostro territorio a sostegno dei nostri concittadini).
Anche sul tema Finpiemonte: ho ascoltato il collega Vignale sia durante la relazione del disegno di legge, sia adesso. Bisogna mettersi d'accordo: o diciamo che non ci sono mai state così tante risorse per il sistema economico piemontese.
Ricordo, peraltro, che non sono 200 milioni, ma sono 358 milioni.
Perché, come si è già detto in sede di discussione iniziale, noi ricollochiamo 200 milioni (dei 358) nel capitale sociale di Finpiemonte su misure e leggi regionali, ma i restanti 158 milioni che rimarranno in capitale sociale sono risorse che verranno impiegate per misure di finanza alternativa alla finanza bancaria, per strumenti di ingegneria finanziaria tra l'altro operativi a breve, che saranno anch'essi a disposizione delle nostre imprese.
Le risorse a disposizione delle imprese sono 358 milioni: di questi, 200 milioni li andiamo a ricollocare in un percorso che abbiamo annunciato un mese fa e che oggi andiamo a rendere operativo con questo disegno di legge.
Apprezzo la velocità decisionale di riposizionamento di queste risorse a sostegno del sistema delle imprese. Queste risorse vengono collocate in macrocapitoli: è vero, nell'articolo di legge che ormai abbiamo approvato si identificano gli "assi di sviluppo" principali sui quali andiamo ad allocare le risorse. Ma già solo con l'individuazione di queste risorse in molti casi andiamo a completare delle politiche che abbiamo messo in campo a livello di maggioranza e di Giunta Chiamparino: penso al tema del turismo (e mi ricollego al tema della Borgogna).
In quest'articolo di riposizionamento delle risorse molte risorse andranno sul tema del turismo ed è l'ultimo tassello che mancava, a mio parere, per portare a compimento il disegno complessivo.



(Commenti fuori microfono)



GALLO Raffaele

Sì, del Piemonte come la Borgogna, perché abbiamo introdotto molte misure e molte norme legislative importanti.
Perché le politiche a livello regionale si fanno con leggi che poi devono essere attuate con regolamenti (è stato fatto) e con risorse.
In quest'ambito sono stati fatti molti interventi, anche innovativi. Oggi inseriamo anche le risorse.
Sul tema del sostegno all'impresa andiamo a toccare i macrocapitoli strategici della nostra Regione Piemonte: il tema del commercio, il tema dell'artigianato, il tema dell'industria.
In questo ambito - al riguardo, è stato depositato anche un ordine del giorno - entreranno ovviamente in campo le Commissioni competenti, per declinare e verificare insieme alla Giunta la destinazione di questi macrocapitoli.
In III Commissione abbiamo già iniziato - lo ricordo - l'analisi sul piano della legge n. 34, sul quale tra l'altro si continuerà a discutere la prossima settimana e che va a declinare 140 milioni dei 200 destinati oggi con questo disegno di legge. In quella sede, in modo preliminare, il Consiglio è sempre stato coinvolto anche nella destinazione e nella costruzione di quest'emendamento e di questo articolo di legge. Infatti ricordo almeno tre Commissioni, tra la Commissione d'indagine conoscitiva e le Commissioni competenti normali, che hanno discusso di come destinare queste risorse e la Giunta - tra l'altro, la ringrazio ancora una volta ha raccolto molte delle indicazioni emerse in quelle discussioni da parte dei Commissari.
Questo è un disegno di legge importante, che va a destinare risorse fondamentali per il sistema economico. Il fatto che fosse un disegno di legge importante e necessario per la nostra collettività lo dimostra anche come diceva prima il collega Vignale, credo - il comportamento dell'opposizione, che è stato assolutamente apprezzabile e non ha usato questo disegno di legge necessario per la collettività e per le nostre imprese per fare opposizione strumentale su questi temi.
Io mi auguro che nelle sedi competenti, nelle Commissioni, si possa continuare a discutere della declinazione di queste risorse, perché il sistema economico le attende.
Chiudo dicendo che Finpiemonte ha continuato in questi anni e continua in questi mesi, comunque, a operare sul tema dei fondi europei, che saranno complementari e saranno integrati con le misure che si andranno a mettere in atto su questi fondi regionali; fondi che - ricordo - sono stati trovati e riposizionati sul sistema delle imprese dalla Giunta Chiamparino e da questa maggioranza e che vedranno in autunno (ottobre-novembre) il momento di massima concentrazione delle misure a sostegno delle imprese tra fondi europei e fondi regionali.
Grazie.



PRESIDENTE

Voleva intervenire il Presidente Grimaldi. Prego, ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
La vera novità è che non c'è polemica in questa discussione, se non per un punto che dirò fra pochi minuti; non c'è polemica, perché credo sia abbastanza chiaro, soprattutto per il tono e le parole dette dall'opposizione, che questo è un disegno di legge che ha visto il coinvolgimento di tutti i Gruppi consiliari, ma soprattutto è un provvedimento che penso porti davvero, come diceva prima il Vicepresidente e adesso il Consigliere Gallo, tante buone notizie.
Intanto fatemelo dire da già Consigliere comunale della Città di Torino: per me è comunque un sollievo vedere i primi articoli di questa legge. Lo dico con tutto il rammarico di uno dei pochi che a sinistra ha visto passare due occasioni che, a mio parere, GTT doveva cogliere negli anni: una mi vedeva anche vicino alle idee del Presidente Chiamparino, cioè quella di provare a suo tempo a fare una grande fusione con l'Azienda Metropolitana Milanese. Credo che allora, se la sinistra avesse capito l'intuizione di una grande azienda del trasporto pubblico del Nord Italia poi non ci sarebbero stati alcuni dei problemi che abbiamo visto negli anni.
Così come la seconda grande occasione che abbiamo avuto è quella di pensare di sfidare altri grandi settori europei, sempre del trasporto pubblico locale, pensando a una grande azienda pubblica che mettesse assieme il trasporto su gomma e il trasporto su ferro.
Dico queste due cose, perché quello che invece oggi vediamo è semplicemente un pezzo di un altro grande dibattito, che appunto abbiamo fatto da Consiglieri comunali rispetto a quelle che erano le responsabilità delle Regioni, cioè al fatto che, in qualche modo, insieme allo Stato bisognasse rivedere i contratti del trasporto pubblico locale, ridisegnare insieme allo Stato italiano quelle che erano le giuste poste, per esempio, per quanto riguarda l'avanzamento della linea di metropolitana (nessuno lo dice, ma più o meno noi prendiamo le stesse risorse che prendevamo dieci anni fa, con metà delle stazioni e metà dei chilometri).Questa è tutta una discussione - lo dico al Presidente Chiamparino - che mi piacerebbe vedere in qualche modo rimessa anche al centro del dibattito dei Presidenti del nord Italia. Spesso lo dico anche criticamente: questi Presidenti parlano di grandi infrastrutture come la TAV e il Presidente stesso dice "o questo o la morte", ma vedo meno i Presidenti del Nord Italia unirsi sulla difesa di queste grandi aziende del trasporto pubblico locale.



CHIAMPARINO Sergio, Presidente della Giunta regionale (fuori microfono)

Se per questo, neppure sulla TAV.



GRIMALDI Marco

Se è per questo, neanche sulla TAV dirà. Giusto, sì.
Dico: con una macchia nera così grande, più che fare un buco in mezzo alle Alpi per far scorrere via il fumo nero, credo che questa vicenda del trasporto pubblico delle grandi aziende pubbliche del trasporto locale insieme a quelle del ferro, sia una delle partite più importanti del futuro di questo Paese, anche vista la conformazione geografica in cui siamo e visti i dati dell'ARPA, che continuano a dirci che il trasporto privato continua a incidere sulla qualità dell'aria per più del 70 per cento in città come Torino.
Secondo oggetto per cui sono ovviamente molto felice.
Come sapete, siamo stati - lo dicevo nelle scorse sedute - fra i primi ad andare a fare un tour in tutti i Centri per l'Impiego. I Centri per l'Impiego sono - lo dicevo invece qualche seduta fa - la fotografia di tutto quello che non ha funzionato in questo Paese, e credo non per colpa di quei lavoratori e di quelle persone che, contro tutto e tutti, hanno tenuto viva un pezzo di speranza. Lo dico perché non ci si può allarmare quando una persona fa la coda all'INPS e si dà fuoco e non vedere lo stress emotivo e le pressioni che ogni giorno quei lavoratori stanno ricevendo da anni, sapendo benissimo che hanno dovuto cambiare il tipo di offerta fra dei lavori a tempo prima indeterminato e poi determinato e che oggi quei lavoratori dei Centri per l'Impiego possono solo proporre per lo più stage e tirocini.
Dicevo che siamo stati fra i primi a vedere quella fotografia, una fotografia che è passata in mezzo alla Delrio, al fatto che molti di quei lavoratori sono andati in pensione e sono stati solo in parte aiutati dai precari che hanno fatto la differenza in questi anni.
Ricordo sempre il caso di via Bologna, perché è eclatante come, con così tante persone in meno, abbiano tenuto quei numeri e quei flussi. Grazie anche a questo disegno, di fatto, noi riprendiamo tutti quei lavoratori e gli diamo la possibilità di stare dentro la pianta organica regionale o direttamente nell'Azienda regionale del lavoro.
C'è un rammarico, l'abbiamo detto con il collega Ottria e con la Consigliera Accossato, come Consiglieri di Liberi e Uguali - vi do la notizia, tra l'altro, che da lunedì costituiremo il Gruppo - ma anche con i Consiglieri che assieme a noi hanno fatto una richiesta a voi, cioè di trattare i 22 precari come gli altri dipendenti. È un rammarico, perché noi avremmo voluto che anch'essi avessero la doppia opzione di entrare nel piano organico della Regione, così come l'APL.
Comunque sono tanti altri gli oggetti e credo che i 358 milioni di Finpiemonte e come abbiamo saputo in tempi rapidi prendere questa decisione è un merito che va diviso con tutte le forze. Credo che anche la responsabilità, e su questo ringraziamo le forze di opposizione con cui abbiamo affrontato le scorse sedute, della Commissione speciale, ci fa dire che, in qualche modo, anche il clima dentro quest'assise negli ultimi anni è cambiato e non è solo merito nostro, ma è anche merito vostro. Di questo vi ringraziamo.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Fluttero; ne ha facoltà.



FLUTTERO Andrea

Grazie, Presidente.
Desidero in un brevissimo intervento annunciare l'astensione del Gruppo Forza Italia su questo provvedimento, non per senso di responsabilità verso questa maggioranza e nemmeno perché dobbiamo rallegrarci dell'elenco di investimenti che il collega Gallo ha magnificato prima, ma per grande senso di responsabilità verso la collettività piemontese e verso il sistema economico piemontese che non riceve un beneficio da queste scelte, ma ha ricevuto un grave danno dal ritardo con il quale queste risorse sono state messe a disposizione.
Non entriamo nemmeno nel merito di dove sono state allocate, perché il discorso diventerebbe lunghissimo. Siamo in una situazione di tale emergenza rispetto ai dati economici della nostra Regione, confrontati con i dati economici delle altre Regioni del Nord produttivo, e in una situazione di tale vergognoso ritardo rispetto al mancato utilizzo di importanti risorse che erano destinate ad intervenire a sostegno dello sviluppo e per contrastare il calo del benessere nella nostra regione, che il senso di responsabilità verso i piemontesi ci porta ad annunciare e a comportarci di conseguenza, cercando di salvare il salvabile.
Vi do anche una notizia, amici della maggioranza: mancano sei-sette mesi alle elezioni, non siamo a inizio legislatura, siamo alla fine, sono passati quattro anni e mezzo; quindi, sappiate che non basta spostare dei fondi dal capitale sociale di Finpiemonte a una serie di capitoli in qualche modo alla rinfusa. Bisogna poi che queste cose si concretizzino non è che domani mattina o la prossima settimana i vari settori produttivi avranno la possibilità di ottenere questi benefici.
Bisognava partire molto prima, quindi la nostra critica politica è l'enorme ritardo con il quale queste risorse arriveranno a destinazione, quantomeno per la scelta di renderle disponibili in un modo che consenta di utilizzarle, perché la scelta fatta due anni fa con la creazione della banca ha dimostrato in maniera purtroppo evidente la sua inefficacia.
Questi soldi sono rimasti inutilizzati ed è un danno; è un grave danno non utilizzare risorse così preziose per un sistema produttivo che sta segnando il passo ormai da parecchi trimestri.
Questo è il motivo per il quale il nostro Gruppo si asterrà; peraltro, in maniera costruttiva abbiamo anche presentato una proposta di mozione attraverso la quale il Consiglio potrà proporre alla Giunta uno strumento che consenta di aumentare la possibilità che queste risorse, che vengono riallocate spostandole dal capitale sociale di Finpiemonte a una serie di misure, possano essere concretamente rese disponibili al sistema produttivo.
È di tutta evidenza, ma ne parleremo quando affronteremo questa proposta di mozione, che una struttura come quella di Finpiemonte è stata pesantemente segnata dalle tensioni, dalle inchieste e persino dagli arresti, dalle dimissioni per pensionamento del Direttore, dall'annuncio via media del Presidente del CdA che non intende continuare oltre fine anno nel suo ruolo. Quindi, è una struttura che sta vivendo un momento di grossa criticità, che avrà bisogno di essere rinforzata e riorganizzata dalla prossima Amministrazione regionale.
Direi che è abbastanza evidente, comprensibile e condivisibile da chiunque sia dotato di buonsenso che affidare in pochi mesi a una struttura così stressata il compito di gestire, in modo efficiente e rapido, così tante risorse, pare un azzardo francamente troppo rischioso per un sistema che ha bisogno rapidamente di ossigeno.
Nella mozione che illustreremo successivamente proponiamo un'ipotesi di metodo per rinforzare questo strumento e renderlo maggiormente in grado di rispondere a quelli che sono i desiderata di tutto il Consiglio regionale ovvero di recuperare quantomeno un po' del tempo perduto, rendendo rapidamente a disposizione risorse importanti.
Come diceva il collega Vignale, il ruolo dell'opposizione in questo caso è quello di essere comprensiva rispetto alle esigenze del territorio e dei settori produttivi della nostra regione, ma anche di controllare nei prossimi mesi che queste risorse non vengano utilizzate banalmente per campagna elettorale, ma davvero per le esigenze del rilancio produttivo della nostra regione.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Gancia; ne ha facoltà.



GANCIA Gianna

Grazie, Presidente.
Annunciamo il nostro voto di astensione, perché sicuramente le procedure tecniche difficilmente lo avrebbero permesso, però per lanciare una suggestione, credo che qualunque imprenditore sano e serio preferisca avere tasse ridotte piuttosto che contributi.
Questa è la mia visione, e anche di molti imprenditori.
Tra l'altro, occorre renderci conto che ci muoviamo in un contesto dove la politica non ha idea della cultura imprenditoriale. Stiamo vedendo gente che plaude ai dazi che il Presidente Trump sta mettendo sull'industria e nessuno si rende conto che se la Germania piange l'Italia non ride, perch come lei sa, Presidente, la manifattura italiana va a incidere moltissimo sulla manifattura tedesca.
Capisco la posizione di Marchionne di trasferire tutta la produzione in America, ma che noi ci mettiamo ad applaudire i dazi di Trump, quando la produzione italiana costituisce il 60 per cento dell'export verso la Germania, lo trovo allucinante.



CHIAMPARINO Sergio, Presidente della Giunta regionale (fuori microfono)

Sbaglio o è il Governo Salvini che plaude?



GANCIA Gianna

Non c'entra, ci muoviamo in un contesto.
Io sto parlando muovendo una critica a lei, Presidente, nel senso di dire: io a questo punto avrei ridotto le tasse.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE BOETI



PRESIDENTE

Per cortesia, non interloquite.



(Commenti fuori microfono)



GANCIA Gianna

Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Non essendoci altre richieste d'intervento, procediamo con gli atti d'indirizzo.
Sono 11 documenti. Se siete d'accordo, li illustriamo tutti in successione e poi procediamo con una discussione unica.



(L'Assemblea, tacitamente, acconsente)



PRESIDENTE

Va bene, allora procediamo.
. Ordine del giorno n. 1412 "Salvaguardia della operatività di ARAI come Ufficio regionale (odg collegato al disegno di legge n. 296 'Disposizioni urgenti in materia di Bilancio di Previsioni Finanziario 2018-2020"' presentato da Campo, Andrissi, Bertola, Bono, Frediani Mighetti, Valetti.
Ha chiesto la parola il Consigliere Campo per l'illustrazione; ne ha facoltà.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Quest'ordine del giorno fa seguito all'intervento fatto in discussione generale in relazione all'articolo 12, che riguarda l'accorpamento dell'Agenzia Regionale per le Adozioni Internazionali all'interno di una Direzione dell'Assessorato regionale.
Tralascio rapidamente le premesse. Il tema lo abbiamo seguito dal 2014 a oggi e la questione di fondo è che abbiamo un'Agenzia, un unicum in Italia pubblica e regionale per le adozioni internazionali. È un ente che funziona bene, checché ne dicano i detrattori, e porta onore alla nostra Regione e all'Italia (ha ricevuto riconoscimenti internazionali e addirittura in alcuni Stati esteri è l'unica entità riconosciuta per permettere le adozioni per l'Italia), ma ha subito un cambiamento.
Da un lato, tale cambiamento è comprensibile, perché è effettivamente difficile pensare di portare avanti un'opera complessa come quella che riguarda le adozioni internazionali e le relazioni con Paesi esteri, in un contesto in cui le risorse non sono certe e di anno in anno vengono centellinate e riconfermate, rendendo difficile dare continuità strutturale e prospettica all'attività dell'Agenzia.
Dall'altro lato, però, lascia alcune preoccupazioni perché, laddove un ente, pur integralmente controllato dalla Regione Piemonte, quindi interamente pubblico e sottoposto a tutti i vincoli di trasparenza e di rendicontazione che riguardano le pubbliche agenzie e gli enti pubblici, ha una certa autonomia organizzativa, anche dal punto di vista della gestione economica, nel rientrare all'interno della trafila procedurale per la gestione dei fondi dell'ente Regione.
Ovviamente entra in un percorso più accidentato, più complesso e tendenzialmente più lungo.
Questa è una delle questioni.
L'altra questione, non meno importante, è quella del perseguimento di quell'accordo Stato-Regioni, che già fin dal 2012 vedeva una richiesta, da parte delle Regioni in accordo con lo Stato, di portare a fattor comune, a livello nazionale, l'esperienza piemontese, anche perché, nel frattempo l'Agenzia piemontese aveva raccolto, anche tramite convenzione, operatività in altre quattro Regioni italiane, con l'interesse da parte di ulteriori.
Pertanto, un riconoscimento e una possibilità importante che avevano prodotto, nel 2016, un disegno di legge a livello nazionale, proposto dall'allora maggioranza parlamentare, quindi la stessa che regge ancora oggi il Piemonte, non ha trovato spazio nella discussione parlamentare nella legislatura precedente.
In quest'ordine del giorno chiediamo anche questo, quindi ci aspettiamo che la Giunta, pur nel finale di legislatura, porti comunque avanti l'intenzione di spingere a livello nazionale affinché si trovi una soluzione per avere una realtà pubblica e - sottolineo - importantissima perché punto di riferimento in un panorama che ci ha visti anche oggetto di osservazioni da parte dell'organizzazione delle Nazioni Unite per l'eccessivo numero di operatori e la scarsa trasparenza del settore privato sul tema delle adozioni internazionali. Tant'è che sono stati all'onore della cronaca, nell'ultimo paio d'anni, alcuni casi eclatanti di mala gestione da parte di operatori privati in casi di adozioni internazionali.
Conseguenza (sinteticamente): chiediamo, fatte tutte le debite premesse che la Giunta s'impegni a garantire la piena salvaguardia delle attività in essere e la prosecuzione, con rinnovata energia, degli obiettivi di un servizio pubblico fiore all'occhiello della nostra regione. Quindi, che il cambiamento - perché di cambiamento si tratterà e abbiamo anche un facente funzione che sostituirà il Direttore dell'Agenzia, che sta andando in pensione - non comporti un arresto dell'operatività, sia per le attività pregresse già in essere sia nel perseguire lo sviluppo delle attività dell'Agenzia, nella nuova veste.
Chiediamo, inoltre, che s'impegni a individuare modalità certe e praticabili di anticipo di cassa per poter garantire l'attività di ARAI a livello internazionale. Questa è un'esigenza fondamentale, perché talvolta nel portare supporto alle famiglie nel complesso e costoso percorso di contatto e conoscenza, a livello di Stato straniero, sono necessarie delle anticipazioni di cassa che paiono essere una questione da affrontare e a cui sappiamo che la competenza degli uffici ed anche la tenacia dell'Assessore nel perseguire gli obiettivi che si propone potranno dare probabilmente una risposta.
Infine, invitiamo la Giunta a farsi promotrice presso il nuovo Governo per la revisione del sistema delle adozioni internazionali, e quindi portare avanti l'accordo della costituzione di un organismo di livello nazionale sia esso di natura federata e regionale, oppure di natura centrale, con appoggi presso le Regioni, per il quale la Regione Piemonte potrà offrire un bel nucleo di competenze e di personalità, per un avvio sicuramente funzionale e di successo.
Grazie.



PRESIDENTE

. Ordine del giorno n. 1419 inerente a "Garanzia di continuità delle attività di ARAI", presentato da Ottria, Accossato, Appiano Giaccone, Grimaldi.
La parola al Consigliere Segretario Ottria, in qualità di Consigliere, per l'illustrazione.



OTTRIA Domenico

Grazie, Presidente.
Quest'ordine del giorno interviene su una materia che è già stata enunciata dal collega Campo, cioè la trasformazione dell'Agenzia per le adozioni internazionali in un settore interno della Giunta, dell'Assessorato competente.
Ovviamente, questo ci trova d'accordo per una serie di ragioni che sono state espresse in Commissione dall'Assessore, però pone alcune preoccupazioni in merito alla continuità di questo servizio, che - come è già stato detto - è stato un servizio d'eccellenza della nostra Regione, e che, tra l'altro, è un riferimento nazionale e gestisce anche in convenzione con altre Regioni (la Valle d'Aosta, la Calabria, il Lazio e altre che adesso non ricordo).
Pertanto, è stato un riferimento per molte famiglie nel settore delle adozioni internazionali.
Ovviamente, questo servizio è stato svolto con personale che in questi anni ha saputo dare le risposte migliori, accompagnando le famiglie in tutte le fasi: dalla fase iniziale, la fase d'interlocuzione con i Paesi dell'estero, attraverso anche delle collaborazioni esterne che sono state svolte con delle convenzioni. Le preoccupazioni riguardano il fatto che questo settore internalizzato ha bisogno di poter garantire anche nella fase di transizione una continuità con le procedure che sono state adottate precedentemente, che sono abbastanza complesse.
Per queste ragioni, che ho espresso anche in Commissione, ho presentato l'ordine del giorno che impegna la Giunta a mantenere questo servizio al livello di eccellenza che ha svolto in questi anni, garantendo la continuità di supporto alle coppie che si sono affidate a un servizio pubblico, proprio perché ritengono il servizio pubblico migliore di un eventuale servizio privato, nel garantire queste procedure.
Chiediamo alla Giunta di fare in modo che nella struttura che opererà all'interno del settore regionale sia assicurato lo schema di convenzioni e di collaborazioni con i referenti esterni che ho ricordato prima.
Infine, essendo un settore di riferimento nazionale, a farsi promotrice verso il Governo e le altre Regioni, affinché vengano assunte le decisioni sul tema delle adozioni internazionali, in particolar modo per quanto riguarda l'organizzazione generale del sistema, adeguandolo alle necessità all'attualità e riducendo il numero degli enti privati che operano in questo sistema, nonché vigilando affinché il sistema stesso sia più coerente e stringente su questi temi.
Grazie.



PRESIDENTE

Ordine del giorno n. 1413 inerente a "Misura sperimentale per rifornimento metano self service", presentato da Bono, Andrissi, Bertola, Campo Frediani, Mighetti, Valetti.
La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Da un po' di tempo mi sto occupando della problematica del rifornimento delle autovetture a metano, non in ultimo anche perché ne sono proprietario di una e ho potuto toccare con mano tutte le difficoltà al rifornimento di questi veicoli, che sono considerati a basso impatto e sono a basso impatto ambientale, proprio perché utilizzano il gas metano naturale, che è, a oggi, tolto l'elettrico, la modalità di combustibile per autotrazione più ecologica e disponibile perché riduce le emissioni sostanzialmente a zero per quanto riguarda il particolato.
In teoria, una combustione perfetta dovrebbe rilasciare solo anidride carbonica, ma sappiamo che la combustione non è mai perfetta. Al momento è il carburante più ecologico, tolto la modalità elettrica. Cosa succede? Per tutti i carburanti tipo gasolio e benzina esiste la modalità self-service da illo tempore, quindi qualunque proprietario di autovettura alimentata a gas o a benzina ha la possibilità di rivolgersi, anche di notte o nei festivi, ad un impianto di distribuzione self-service e, in assenza di un operatore, tramite banconota o carta di credito-debito, rifornirsi autonomamente con benzina e gasolio.
Per quanto riguarda il GPL, questo non è possibile, ma è ovviato dal fatto che gli impianti di GPL, un altro carburante più ecologico rispetto al benzina ma meno rispetto al metano, sono molto più diffusi e quindi spesso si trovano in autostrada impianti presidiati e aperti anche durante i festivi o di notte.
Per il metano non è così. Gli impianti sono molto pochi nel nostro Paese alcune Regioni ne sono quasi sprovviste, e quei pochi presenti osservano gli orari di distribuzione normale e commerciale. Aprono alle otto di mattina e chiudono alle 19 di sera.
Ho già interrogato l'Assessora De Santis. Conoscevamo già il combinato disposto dei decreti ministeriali tra cui l'ultimo, quello di marzo 2014 che stabiliscono modalità di funzionamento del self-service in automatico che non hanno permesso una diffusione nelle regioni. Deve essere presente un sistema di telecamere e deve essere presente una modalità di erogazione tramite scheda apposita - quindi una scheda tipo tessera fedeltà - del distributore e deve essere stata espletata anche una modalità di "corso" cioè di istruzione del proprietario del veicolo sulle modalità di rifornimento self-service e metano.
È ovvio che la normativa nazionale deve essere modificata e su questo stiamo già lavorando. Tuttavia, pensiamo che nelle more della modifica nazionale si potrebbe ipotizzare, da parte della Regione, un progetto sperimentale, così come ha fatto la Regione Trentino Alto Adige, seguendo le norme nazionali e quindi finanziando un impianto grosso (la decisione spetta alla Giunta regionale), magari quello che eroga più chili di metano in Piemonte, che possa aver la possibilità di funzionare anche in modalità self service. Almeno un impianto, per provare una sperimentazione.
Non ho messo vincoli in questo senso e demanderei poi all'attività della Giunta la decisione su che tipo di incentivo dare, se pagare l'installazione di telecamere, se pagare la formazione del personale che dovrebbe, a sua volta, formare l'utenza, posto che ovviamente sia un po' particolare.
Penso che nessuno di noi abbia seguito un corso per fare il pieno di benzina o il pieno di gasolio sulle proprie macchine e il metano funziona uguale. Si utilizza una pistola esattamente come per l'erogazione della benzina e del gasolio, s'inserisce e addirittura si stacca da sola quando arriva il pieno e poi si toglie. Sostanzialmente il funzionamento è identico. Le stesse problematiche che ci sono da un lato, ci dovrebbero essere dall'altro.
Se la Giunta è d'accordo, in collegato al disegno di legge n. 296 all'Allegato D, dove ci sono le misure qualità e riduzione dell'inquinamento, quindi sostituzione dei veicoli più inquinanti, si potrebbe provare a ipotizzare un progetto sperimentale di questo tipo. Non abbiamo inserito una cifra, pensiamo che la cifra possa essere molto bassa nell'ottica di qualche migliaia di euro (due o 3.000 euro), per un progetto sperimentale che possa anche andare insieme al dato che diceva il Vicepresidente Reschigna.
Noi incentiviamo la trasformazione di veicoli aziendali da gasolio a fonti più pulite. Non me ne voglia il Consigliere Valetti, con cui spesso discutiamo di questo, ma l'elettrico è ancora un pelino costoso e ha ancora scarsa autonomia, ma si sta arrivando, anche in questo senso, ad avere dei veicoli performanti e anche aziendali. Il metano potrebbe essere utile, in questa fase in cui c'è anche un po' di difficoltà economica per i vicoli aziendali.
È ovvio che se poi mi trovo di fronte a distruttori chiusi, non si può far rifornimento e devo viaggiare a benzina, il costo diventa molto alto e quindi rischiamo di non avere misure utili in questo senso.
Credo che questo, insieme agli ordini del giorno che presenterà il collega Valetti, possa servire a indirizzare le misure che la Regione ha pensato per quanto riguarda l'Allegato D al disegno di legge n. 296, cioè i 200 milioni di Finpiemonte che tornano nelle disponibilità del bilancio regionale per far sì che le misure vengano poi realmente utilizzate e non restino solo sulla carta.
Grazie.



PRESIDENTE

Ordine del giorno n. 1414 "Incentivi per la sostituzione dei veicoli inquinanti colpiti dai blocchi permanenti del traffico, con particolare attenzione alle piccole attività imprenditoriali" presentato da Valetti Andrissi, Bertola, Bono, Campo, Frediani, Mighetti.
Ordine del giorno n. 1415 "Incentivi per la diffusione delle colonnine di ricarica delle auto elettriche sul territorio piemontese" presentato da Valetti, Andrissi, Bertola, Bono, Campo, Frediani, Mighetti.
Ordine del giorno n. 1416 "Fondi per acquisto bus elettrici da parte delle aziende che erogano servizi di trasporto pubblico locale" presentato da Valetti, Andrissi, Bertola, Campo, Frediani, Mighetti.
Ordine del giorno n. 1418 "Proposta per l'istituzione del Reddito Energetico regionale" presentato da Valetti, Andrissi, Bertola, Campo Frediani, Mighetti.
Consigliere Valetti, lei ha quattro ordini del giorno: li vuole illustrare insieme? Grazie.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Abbiamo approfittato di quest'occasione, anche vedendo gli stanziamenti già dedicati alla causa della tutela dell'ambiente e sul trasporto sia pubblico che privato, delle misure volte a ridurre l'impatto ambientale del settore trasporti. Mi sono sentito di integrare queste misure con delle proposte specifiche, che vanno in quella direzione ma, magari, un po' più dettagliate e un po' più circoscritte a quelli che, secondo il nostro Gruppo, sono i settori chiave su cui puntare per rendere più pulito il trasporto nelle nostre città. In particolare, ci rivolgiamo al sostegno sotto forma di contributi, per la sostituzione di veicoli inquinanti.
Abbiamo visto che è in corso una valutazione di una misura di restrizione permanente del diesel Euro 3, anche al vaglio della Città metropolitana di Torino, per cui potrebbe esservi, dal prossimo anno, un ulteriore inasprimento dei blocchi permanenti. Permanenti significa che non sono più variabili in funzione dell'inquinamento registrato dalle centraline ARPA ma diventano, di fatto, blocchi permanenti delle auto.
Sono stati stimati 260 mila veicoli di questa categoria colpiti dalle misure, tra cui abbiamo anche numerose attività commerciali e artigianali in cui il mezzo è il principale mezzo di sostentamento su cui si basano le attività economiche. Questo rischia di creare grossi problemi alle piccole imprese piemontesi, specialmente chi lavora nei bacini cittadini.
Il primo degli ordini del giorno che presento si riferisce a misure incentivanti per sostituire i veicoli di classe Euro 3 diesel. Qui non mettiamo limiti economici, ma diamo delle indicazioni, cioè puntare maggiormente e preferibilmente sulle motorizzazioni elettriche e a metano perché sono svincolate dall'utilizzo di combustibili fossili: il metano costituisce ancora una "transizione", almeno nella mobilità a lunga percorrenza; l'elettrico è un settore che sta decollando proprio quest'anno (registriamo aumenti del 300 per cento nelle vendite, sebbene sia ancora marginale), perché le autonomie e i costi sono diventati, in questi ultimi anni, accessibili specialmente a chi le usa per lavoro, che pu ammortizzarne il costo con l'esercizio.
I costi di accesso, infatti, sono impegnativi, ma quelli di esercizio sono molto bassi, anche a fronte dell'esenzione bollo, che la Regione Piemonte già prevede per questo tipo di veicoli, a fronte di costi assicurativi più bassi, a fronte dell'accesso alle ZTL e alle aree delle nostra città.
In questa misura, oltre a incentivare questo tipo di motorizzazione chiediamo che si privilegi chiaramente l'incentivo economico a favore dell'elettrico rispetto al metano (anche perché è più importante il costo di acquisto), e si privilegino le piccole attività che vivono su piccoli mezzi commerciali (furgoni, van, eccetera) rispetto alla mobilità privata automobilistica, laddove è possibile, invece, prevedere delle alternative come il trasporto pubblico (i piccoli imprenditori, invece, devono per forza usare un mezzo!). Lasciamo comunque alla Giunta la libertà di coniugare queste misure e questi principi.
Nello stesso atto, chiediamo un incentivo di 500.000 euro, che è una parte di questa cifra, per l'acquisto di biciclette elettriche (assistite): nella mobilità urbana, infatti, può essere un'ottima alternativa ai più costosi e rumorosi scooter o moto.
Almeno in ambito urbano, la bici elettrica fornisce un'ottima alternativa sostenibile, a basso impatto ambientale, con costi ragionevoli.
Veniamo al trasporto pubblico: noi chiediamo di rinnovare l'iniziativa di bando che già era stata promossa dalla Regione Piemonte per il cofinanziamento alle aziende di trasporto pubblico che intendano rinnovare la flotta.
Certo, la cifra è modesta - parliamo di tre milioni di euro di cofinanziamento - ma può consentire di ampliare il parco di mezzi elettrici, specialmente nelle piccole e medie cittadine, che magari vogliono rinnovare la propria flotta di trasporto pubblico che è molto contenuta.
Un incentivo di questo tipo può aiutare sia i Comuni, sia le aziende di trasporto pubblico, che faticano a far decollare quest'investimento e che altrimenti, tenderebbero a rinnovare la propria flotta normalmente con mezzi diesel (così come accade ora, perché senza un sostegno economico, il settore fatica ancora a decollare).
L'ultima misura è coerente con questa: trattasi di un incentivo per l'installazione di infrastrutture di ricarica elettrica. Ci rivolgiamo, in particolare, a quelle aree (che attualmente in Piemonte sono molte) che sono completamente scoperte da infrastrutture di ricarica.
Il mercato, infatti, si è concentrato nelle zone ad alta densità abitativa e, in parte, sulle autostrade, grazie ai finanziamenti europei dedicati al settore delle colonnine sulle principali autostrade italiane. Ma alcune zone sono inspiegabilmente e sfortunatamente completamente sprovviste di infrastrutture di ricarica. Praticamente tutta l'area del sud-ovest Piemonte, in particolare il Cuneese, è sprovvisto di infrastrutture di ricarica, per cui la gente non può fare neanche il passaggio, perché si ritroverebbe, fino a Torino, senza dei punti di ricarica. Immaginate una situazione simile a quella di 80 o novant'anni fa, quando occorreva fare 200 chilometri per trovare un distributore di benzina! Insomma, è una situazione un po' paradossale.
Se vogliamo incentivare la mobilità elettrica, considerato che le colonnine elettriche costano dai 5.000 ai 30.000 euro l'una, pensiamo già che con una misura come questa, che chiede due milioni di euro di cofinanziamento, si possano dare importanti punti di approdo nelle nostre province piemontesi.
È una misura di assoluto buonsenso, che va ad aiutare gli operatori che stanno investendo nel settore, ma che si tengono un po' lontani da quelle zone con scarsa concentrazione di popolazione.
Cambiamo settore - siamo sempre sull'ambiente, ma non più sulla mobilità e veniamo all'ordine del giorno che propone l'istituzione di un reddito energetico con un cofinanziamento regionale.
Il reddito energetico è una misura già sperimentata con successo nei Comuni di Porto Torres e di Sassari (Sardegna), dove viene fornito un investimento pubblico sottoforma di fornitura in comodato.
Chiedo scusa, ma il brusìo sta crescendo, Presidente!



PRESIDENTE

Ha ragione, mi scusi.
Per favore, chiedo ai colleghi un po' più di attenzione e meno brusìo.



VALETTI Federico

L'istituzione pubblica si propone di fornire in comodato d'uso impianti di produzione fotovoltaica a famiglie con basso reddito o in condizioni vicine alla povertà.
Questo tipo di comodato d'uso permette alla famiglia di autosostenersi (crearsi, cioè, un piccolo reddito) con la produzione fotovoltaica.
Parliamo di poche centinaia di euro l'anno.



(Brusìo in aula)



PRESIDENTE

Chiedo nuovamente un po' di silenzio, altrimenti è impossibile proseguire.



VALETTI Federico

Grazie. Ogni volta che riprendo a parlare ricomincia anche il chiacchiericcio! Questo tipo di misura, con un incentivo economico molto basso, fornisce due risposte: un piccolo sostegno per le famiglie in condizioni di ristrettezza economica; contribuisce alla diffusione della cultura delle energie rinnovabili e delle produzioni sostenibili, perché andiamo ad agire anche su fasce di popolazione che, magari, hanno poca cognizione di questo tema permette di capire quanto questa sia un'opportunità economica.
La misura che chiediamo non suggerisce un impegno fisso nell'ordine del giorno , ma propone un impegno di cinque milioni sulla Missione 17, Energia e diversificazione delle fonti. Impegna sostanzialmente la Giunta a prevedere delle azioni per poter usufruire di questa misura.
Prima ho citato degli esempi già attivi in Italia: non dovrebbe essere difficile porla in essere con la capacità economica della nostra Regione che, sicuramente, è superiore a quella di quei due piccoli Comuni di cui parlavo poc'anzi.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
. Ordine del giorno n. 1417 "Fondi per il finanziamento della graduatoria del bando 'Percorsi ciclabili sicuri' - D.D. 3978 del 28/11/2017" presentato da Frediani, Andrissi, Bertola, Bono, Campo Mighetti, Valetti.
Prego, Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Con quest'ordine del giorno chiediamo una destinazione particolare per i fondi di Finpiemonte (li indichiamo così per brevità), e chiediamo che si arrivino a coprire alcuni progetti nella graduatoria relativa al bando "Percorsi ciclabili sicuri"; in realtà, è chiaro che l'ideale sarebbe arrivare a coprire tutta la graduatoria, però ci rendiamo conto che le risorse necessarie sarebbero troppe in questo momento.
Il totale del contributo richiesto da tutti i progetti ammonta a circa 29.751.000 euro; con i fondi regionali si è arrivati a coprire fino alla quattordicesima posizione. Noi chiediamo uno stanziamento ulteriore di 2,8 milioni di euro per coprire una parte di graduatoria in più, andando quindi ad aiutare alcuni Comuni ed Enti locali che si sono uniti per poter partecipare a questo bando, cosa che consentirebbe di arrivare fino alla ventunesima posizione.
Ci sembra un intervento che può avere dei risvolti positivi sia per quanto riguarda la linea indicata all'interno della tabella di destinazione dei fondi Finpiemonte, quella relativa allo sviluppo sostenibile e tutela del territorio, ambiente, qualità dell'aria e riduzione dell'inquinamento, sia per la parte relativa al turismo e alla promozione del territorio. Ci sembra quindi che sia un utilizzo assolutamente valido di questi fondi, che può contribuire anche a incrementare i collegamenti sostenibili tra i vari Comuni del nostro territorio.



PRESIDENTE

. Ordine del giorno n. 1420 "Investimenti finalizzati alla sostituzione del parco autobus che svolgono servizi di trasporto pubblico" presentato da Vignale, Graglia.
La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.È un po' quanto avevo annunciato nel corso della discussione generale, ma che riguarda non soltanto l'oggetto della legge.
Ebbene, questa legge, come abbiamo ricordato più volte, prevede lo stanziamento di 40 milioni di euro di fondi FSC per il pagamento dei creditori di GTT. Vi è una situazione, come peraltro hanno ricordato altri colleghi, che è correlata fra la vetustà del parco autobus all'interno della Regione Piemonte e l'accordo sulla qualità dell'aria del bacino padano.
All'interno della Regione Piemonte, sugli oltre 6.000 autobus che svolgono un servizio di linea, 4.600 sono fra l'Euro 0 e l'Euro 4 e circa 3.800 sono fra gli Euro 0 e gli Euro 3. Quindi, al di là dell'aspetto dell'accordo o meno e di quant'è previsto anche solo dal cosiddetto semaforo arancione dell'accordo padano sulla qualità dell'aria, stiamo chiaramente parlando di autobus che hanno una grande vetustà: sono autobus che hanno fra i dieci e i 15 anni, che ovviamente hanno fatto centinaia di migliaia di chilometri e che, sia dal punto di vista dell'inquinamento che dal punto di vista della qualità del servizio, ovviamente lasciano a desiderare. GTT certamente garantisce tutto il servizio urbano, della prima cintura extraurbana di Torino, nonché la Torino-Cirié, insomma una serie di servizi, ma che sono parziali rispetto al complesso del servizio pubblico piemontese. Allora crediamo che, da questo punto di vista, l'attenzione anche economica che è stata rivolta al Gruppo Trasporti Torinesi vada estesa a tutto il resto delle imprese piemontesi che garantiscono il trasporto pubblico locale.
Poi vi è un altro aspetto all'interno di questo. Ricordiamo che anche tutto il settore del trasporto pubblico su piazza (taxi) è un altro settore che svolge un trasporto pubblico e che presenta, anche in questo caso, una vetustà di mezzi assolutamente significativa, però - e questo ci tengo a dirlo - è solo un pezzo del più grande problema che riguarda per esempio oltre 300.000 imprese piemontesi, che hanno un parco di autoveicoli spesso inferiore ai 35 quintali e che, ai sensi dell'accordo sulla qualità dell'aria, rischiano di non poter svolgere la loro attività per un numero quasi totale di ore della giornata.
Ritengo che verso queste persone, verso queste imprese, che non cambiano la loro auto o il loro mezzo perché vogliono inquinare di più, ma semplicemente perché non hanno le risorse per poterlo fare, un'attenzione il Consiglio regionale la dovrà dedicare.



PRESIDENTE

Ordine del giorno n. 1422 "Esame preventivo della I Commissione consiliare sul programma degli investimenti in ambito di sviluppo economico e competitività" presentato da Valle, Allemano, Appiano, Barazzotto, Caputo Cassiani, Conticelli, Corgnati, Ferrentino, Gallo, Ravetti.
La parola al Consigliere Valle per l'illustrazione.



VALLE Daniele

Grazie, Presidente.
Con quest'ordine del giorno intendiamo dare dignità di discussione in Aula e formalizzare alcuni degli impegni che la Giunta ha assunto nella discussione proficua che abbiamo avuto nel corso delle Commissioni consiliari e anche nel corso del dibattito in Aula, quindi non solo le discussioni che abbiamo avuto tra di noi, ma anche quelle che sappiamo essere intercorse nelle relazioni tra la Giunta e le parti sociali, in particolare con le associazioni datoriali che in questi giorni hanno avuto modo di confrontarsi con l'Assessore Reschigna e con l'Assessora De Santis.
Il primo impegno, quello fondamentale, è proprio di riportare quell'esame alle Commissioni consiliari competenti e sottoporre il programma degli investimenti, con particolare riguardo alle Missioni 14, 9 e 17, che riguardano l'artigianato e le piccole imprese, con alcune considerazioni che abbiamo avuto modo di condividere insieme, rese necessarie dal fatto che il piano di investimenti importanti che andiamo ad approvare oggi necessariamente presenta caratteristiche di flessibilità legate alle necessità che abbiamo di investire queste risorse in fretta, anche per produrre un po' un effetto shock sul nostro sistema economico, e quindi la necessità di lasciare alla Giunta la possibilità di adattare gli strumenti volta per volta, caso per caso, per renderli il più efficaci possibili e il più rispondenti possibili alle necessità del nostro sistema produttivo.
In particolare, richiamo alcune attenzioni che abbiamo già avuto modo di condividere rispetto alla necessità di implementare i fondi sulla qualità dell'aria anche con altre risorse e prevedere degli strumenti che assumono al loro interno sia la possibilità di contributi in conto capitale sia in conto interessi, ma che soprattutto abbiano delle procedure burocratiche estremamente semplificate, per favorire il più possibile le piccole imprese, che naturalmente fanno fatica a sobbarcarsi procedure burocratiche complesse.
Poi vi è la necessità di preservare una parte importante dei 73 milioni della Missione 17, almeno 25, alla legge sull'artigianato. In questo senso è stato fondamentale l'emendamento che abbiamo approvato poco fa, per richiamare all'interno della tabella anche la legge n. 1/2009.
Infine, la necessità di utilizzare i 40 milioni del fondo di garanzia per attuare delle garanzie che possano, a loro volta, portare alla moltiplicazione delle risorse disponibili per l'impresa attraverso l'azionamento di un effetto di leva.
Non è tutto, perché in realtà le richieste che ci sono arrivate sono anche altre, ma che riteniamo possano essere meglio accolte non tanto dalla discussione oggi, ma dalla discussione nelle Commissioni consiliari competenti e, soprattutto, via via che noi metteremo in campo queste misure, proprio perché possano essere sì rispondenti alle necessità del nostro sistema, ma soprattutto veloci nella loro applicazione.
Grazie.



PRESIDENTE

. Ordine del giorno n. 1421 "Creazione di una task forse/advisor di alto profilo tecnico a supporto di Finpiemonte Spa" presentato da Fluttero Graglia.
La parola al Consigliere Fluttero per l'illustrazione.



FLUTTERO Andrea

Grazie, Presidente.
Mi rivolgo ai colleghi Consiglieri, riprendendo il discorso che ho abbozzato durante la dichiarazione di voto, ovvero sappiamo che c'è una scelta tardiva (giudichiamo noi molto tardiva) di utilizzare questi 200 milioni che vengono spostati nel capitale sociale di Finpiemonte, dove erano stati allocati circa due anni fa, a seguito di una scelta che noi non condividemmo allora e che si è, purtroppo, dimostrata sbagliata, ovvero quella di dotare la Regione Piemonte di una banca.
Vi è questa scelta di spostare questi soldi su capitoli previsti nel bilancio regionale per renderli rapidamente disponibili - lo abbiamo detto tutti - ai settori produttivi che necessitano di questo sostegno.
Mi pare di aver inteso dalla Giunta che questa sia la scelta, quindi gran parte di questi 200 milioni saranno erogati tramite la struttura di Finpiemonte - domandiamoci se lo strumento che abbiamo a disposizione e che si è deciso - ma probabilmente non abbiamo nemmeno molte altre alternative da utilizzare, è in questo momento uno strumento in grado di dare efficacia a questa scelta. Perché con toni diversi siamo tutti lieti di poter finalmente rendere disponibili questi fondi, però, al di là delle polemiche, bisogna che questi siano concretamente e in tempi rapidi resi disponibili.
La nostra valutazione è che è verosimile che una struttura stressata da mesi di tensioni - come quelle che ben conosciamo e che hanno portato a inchieste giudiziarie, indagini, arresti, annunci di dimissioni e annunci di non continuità dell'impegno nel ruolo di Presidente del C.d.A. da parte dell'avvocato Ambrosini e di futura pensione da parte del Direttore - sia una struttura particolarmente fragile in questo periodo e non è certamente la più adatta per svolgere questo ruolo. Però non è che possiamo inventarne un'altra.
Ci sono sicuramente, all'interno di questa struttura, delle competenze ed esperienze e queste devono rapidamente trovare un clima un po' più sereno e un minimo di riorganizzazione operativa che la renda in grado di assolvere al compito e al mandato che il Consiglio e la Giunta sta dando loro.
Questo è il presupposto che ci porta a proporre, a voi colleghi Consiglieri, di chiedere alla Giunta di dotare Finpiemonte di una task force di advisor per un periodo di sette-otto mesi, cioè il periodo necessario a concludere la legislatura e che aiuti la struttura a tornare pienamente efficiente. Peraltro questa task force, che immaginiamo composta da quattro esperti che - dettaglio adesso nel merito - dovrebbero avere determinate caratteristiche professionali, dovrebbe essere reperita sul mercato, quindi rappresentare anche un elemento neutro rispetto alle dinamiche, alle amicizie e alle tensioni personali, umane e politiche che negli anni hanno sicuramente strutturato ed infrastrutturato l'interno di Finpiemonte.
Quindi, servirebbe per rasserenare un po' il clima, portare competenza ed esperienza e, perché no, lavorando gomito a gomito in questi mesi con la struttura di Finpiemonte, diventare anche un utile osservatorio, un utile punto di riferimento per la futura Amministrazione regionale e per fornire alla futura Amministrazione regionale elementi di valutazione su quello che è l'obiettivo strategico di medio-lungo termine che chiunque si troverà a governare questa Regione dovrà affrontare, che è quello di ridisegnare la missione di Finpiemonte e riorganizzarne la struttura.
Credo che un team come quello che abbiamo immaginato, composto da un esperto di contabilità pubblica e di procedure e certificazione e revisione di bilancio, un esperto di strategia e organizzazione di impresa, un esperto di risorse umane e un giurista esperto in diritto societario possano essere un team di persone che, nei prossimi mesi, rinforzano la struttura di Finpiemonte. Tale team potrebbe concorrere a creare un clima di maggiore serenità all'interno, rappresentare un punto di equilibrio terzo e non coinvolto nelle vicende che hanno purtroppo avvelenato il clima all'interno di questa struttura, garantire maggiormente quello che è l'obiettivo che, in maniera molto condivisa, oggi - seppure, come dicevo prima, con sfumature diverse - ci stiamo dando e stiamo dando a Finpiemonte, ovvero di rendere rapidamente accessibile al sistema economico della nostra Regione questa importante risorsa che, purtroppo, come dicevo prima, per troppi anni è rimasta inutilizzata.



PRESIDENTE

È terminata l'illustrazione degli ordini del giorno.
Informo l'Aula che alle ore 13 in sala Viglione ci sarà un incontro con i lavoratori del Salone del Libro e che alle ore 14,30 è convocata la riunione della Conferenza dei Presidenti dei Gruppi consiliari in sala A.
La parola al Vicepresidente Reschigna.



RESCHIGNA Aldo, Assessore al bilancio

Molto sinteticamente, cerco di esprimere l'orientamento della Giunta su ciascuno degli ordini del giorno presentati.
Ordine del giorno a prima firma Consigliere Campo, relativo ad ARAI: l'orientamento è favorevole.
Ordine del giorno a prima firma Ottria, sempre relativo ad ARAI: l'orientamento è favorevole. Consiglierei, dopo le parole "impegna la Giunta regionale", di non mettere "di mantenere il servizio ARAI", ma "a mantenere il servizio delle adozioni internazionali". ARAI non è un servizio, quindi chiederei che al primo e secondo comma la parola "ARAI" venga sostituita con le parole "di adozioni internazionali".
Sull'ordine del giorno a prima firma Bono, relativo alle misure sperimentali per l'attivazione di un numero congruo di distributori di metano self-service a livello piemontese, chiederei di soprassedere in questa sede. Se facciamo riferimento alle risorse di Finpiemonte, il mio parere è contrario, perché noi quelle risorse le vogliamo destinare al sistema economico piemontese, più che altro perché si sviluppa un servizio.
Chiederei di vederlo in un secondo momento.
Sull'ordine del giorno a prima firma Valetti, relativamente agli incentivi per la sostituzione dei veicoli diesel, chiederei di togliere la natura di questi incentivi. Dove parliamo di cifre massime di 5.000 euro e 2.500 euro per ibridi e metano, toglierei la natura di questi incentivi e non metterei "in via esclusiva", ma di considerare questo cambiamento che può riguardare anche lo sviluppo di questi veicoli.
Sull'ultimo comma, invece, che stanzierebbe 500 mila euro per incentivare l'acquisto di bici elettriche, il parere è contrario, anche per il ragionamento che ho fatto prima. Se usiamo le risorse Finpiemonte su iniziative assolutamente legittime, ma che non hanno impatto sul sistema economico, diventa problematico.
Così pure il parere è negativo sull'ordine giorno, sempre a prima firma Valetti, relativo agli incentivi per la diffusione delle colonnine di ricarica delle auto elettriche. Vale lo stesso ragionamento: è certamente un'iniziativa importante e condivisibile, ma non si può pensare di incominciare un percorso di eccessiva parcellizzazione delle risorse che rientrano dal capitale sociale di Finpiemonte, per alimentare una miriadi di voci di spesa, che in moltissimi casi non hanno attinenza con il sistema economico piemontese.
Parere negativo anche per l'ordine del giorno del Consigliere Valetti relativo al rinnovo del parco veicolare delle aziende del trasporto, in cui si sostituirebbero autobus con mezzi esclusivamente elettrici, per le stesse ragioni di prima.
Sull'ordine del giorno del Consigliere Valetti, relativo all'istituzione del reddito energetico regionale, l'orientamento è favorevole se vengono tolti i primi due commi, quelli che fanno riferimento al ritorno di risorse da Finpiemonte, anche perché, sotto quest'aspetto, non c'è una destinazione di spesa. Chiederei, quindi, di stralciare i primi due commi di questo ordine del giorno.
Anche nell'ordine del giorno della Consigliera Frediani, relativo ai fondi per il finanziamento in graduatoria del bando percorsi ciclabili, viene fatto riferimento alle risorse di Finpiemonte. La mia richiesta è che venga ritirato, altrimenti darò parere contrario.
Perché ritirarlo? Perché la Giunta - e lo dico in termini generali - sia sul completamento del piano degli investimenti, sia sull'operazione Finpiemonte, sta ricevendo sollecitazioni da parte di diversi Gruppi consiliari.
Non nascondo all'Aula che una sollecitazione in tal senso è arrivata dal Consigliere Valle del Gruppo regionale del Partito Democratico, cioè di considerare, all'interno del pacchetto degli investimenti collegati, non a Finpiemonte, ma alla contrazione di un mutuo, quindi all'interno del capitolo delle opere pubbliche, uno sviluppo del finanziamenti sui percorsi ciclopedonali.
Noi stiamo considerando questo tipo di sollecitazione, che è raccolta nel suo intervento, ma, le ripeto, è stata rivolta dal Consigliere Valle alla Giunta nei giorni precedenti, per cui rinvierei al momento in cui in Commissione verremmo con il "tabellone" in cui collocheremo ciascuna delle risorse.
Mi dispiacerebbe dare parere negativo, quindi consiglierei il ritiro, con la disponibilità poi di affrontarlo.
Sull'ordine del giorno del Consigliere Vignale, che prevede uno stanziamento triennale pari almeno a quanto previsto dall'articolo 2 del DDL che, ricordo, sono i 40 milioni di euro per l'operazione "Risanamento economico-finanziario GTT per l'ammodernamento del parco autobus circolante", non posso dire che nel bilancio triennale metto 40 milioni.
Noi stiamo mettendo molte più risorse, perché voglio ricordare che sull'ammodernamento del parco circolante, sia sul trasporto su gomma sia sul trasporto su ferro, abbiamo destinato un pezzo del programma FSC 14/20.
Complessivamente, quindi, questo pezzo, anche con altri finanziamenti, ha già cominciato a essere attivo nel corso di questo 2018. Non posso dire che nel triennale metterò queste risorse, ma quello che posso dire è che siamo in una stagione nella quale, tra finanziamenti regionali, programmi FSC e stanziamenti statali, l'ammodernamento del parco circolante su gomma e su ferro entra in Regione Piemonte in una fase di investimento che da moltissimi anni non si ricorda.
Per queste ragioni, do parere contrario.
Sull'ordine del giorno integrato dal Consigliere Valle, relativamente all'esame preventivo in I Commissione sul programma degli investimenti legati all'operazione di Finpiemonte, il parere è favorevole e valgono le stesse riflessioni che ho fatto durante queste due sedute.
La Giunta regionale intende portare avanti questo programma con pari dignità, per alcuni aspetti un po' meno, ma per rispetto istituzionale, e momenti di confronto che rimangono aperti anche dopo l'approvazione del disegno legge. Uno è il confronto col Consiglio regionale attraverso il lavoro delle Commissioni e l'altro è il confronto con il sistema economico piemontese.
Riguardo all'ordine del giorno del Consigliere Fluttero, il parere è contrario, sia perché le premesse di quest'ordine del giorno sono legittimamente molto critiche, dal nostro punto di vista, ed eccessivamente ingenerose nei confronti dell'operato delle Amministrazioni regionali piemontesi, sia perché io non entrerei, in questo momento, nel dettaglio di che cos'è.
Se posso dire, l'esigenza che pone quest'ordine del giorno è un'esigenza reale, condivisibile. L'abbiamo detto e lo stiamo affrontando come Giunta l'Assessora De Santis in primis - con Finpiemonte: c'è bisogno, anche in questa trasformazione di Finpiemonte, di investimenti sulle risorse umane e probabilmente c'è bisogno anche di una fase di accompagnamento. Io, per non la dettaglierei in questo modo e, per queste ragioni, pur non condividendo tutte le premesse e condividendo, invece, il senso e l'obiettivo di questo documento, esprimo parere negativo.
La chiudo qua, in dieci secondi. È stato detto prima: ringrazio veramente il Consiglio regionale, perché quando - ancora stamattina, in alcuni interventi - si è fatto riferimento al senso di responsabilità che pervade il Consiglio regionale, che non annulla le diversità di opinioni e che non annulla le diversità di giudizio, ma che il Consiglio regionale ha dimostrato su un provvedimento complesso come questo, con una discussione vera sul merito delle questioni, credo che alla fine sia il miglior servizio che ciascuno di noi rende effettivamente alla comunità piemontese.



PRESIDENTE

Possiamo procedere con la votazione degli ordini del giorno.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Man mano che votiamo gli ordini del giorno, verifichiamo le modifiche.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Il primo, per esempio, non ha nessuna modifica e possiamo metterlo in votazione. Man mano che arriviamo agli ordini del giorno che sono da modificare, li modifichiamo.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 1412, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 1419, il cui testo come modificato, verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 1413, il cui testo come modificato, verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 1414, il cui testo come modificato, verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 1415, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 1416, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 1418, il cui testo come modificato, verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
In merito al suo ordine del giorno, Consigliera Frediani, come intende regolarsi?



FREDIANI Francesca

Accolgo l'invito dell'Assessore a ritirare l'ordine del giorno, nella speranza che ci sia poi modo di discuterlo, in particolare relativamente agli interventi su quella graduatoria.



PRESIDENTE

Ogni impegno dell'Assessore Reschigna è rispettato.
Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno n. 1420 del Consigliere Vignale.
Prego, Consigliere Vignale, per dichiarazione di voto.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Non ho compreso, ma non è prima volta che accade, un passaggio logico.
Il Vicepresidente afferma che, se arriverà una sostituzione dei mezzi del trasporto pubblico locale - siano essi su ferro che su gomma - addirittura nel triennio che noi indichiamo ('18-'19-'20) e a cui faceva riferimento il Vicepresidente, la cifra potrebbe essere addirittura, per ciò che riguarda il TPL non ferro, superiore a quella indicata, ergo il parere è negativo.
Non ho capito qual è la differenza esistente fra ciò che noi proponiamo e la volontà dell'Amministrazione regionale. Lo dico per un motivo. Tutti ci siamo fatti i complimenti, siamo stati bravi, abbiamo pensato al bene dei piemontesi e quant'altro, tuttavia poi non si riconosce un principio di condivisione rispetto a un tema a seconda che l'ordine del giorno arrivi da un Consigliere di maggioranza piuttosto che di minoranza. Allora sembra che quelle parole siano poi utili quando.



(Commenti fuori microfono)



VIGNALE Gian Luca

Come? Se viene respinto, per essere chiari, non è un problema. Gli ordini del giorno possono essere approvati o respinti, ognuno si comporta di conseguenza, non cambia nulla. Non sono riuscito a comprendere qual era il passaggio logico tra ciò che dice l'ordine del giorno, ciò che ha detto il Vicepresidente e l'espressione di voto.



PRESIDENTE

Grazie, collega Vignale.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 1420, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 1422, il cui testo come modificato, verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 1421, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'intero testo di legge.
Il Consiglio approva (vedi esito votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13.08)



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