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Dettaglio seduta n.336 del 26/06/18 - Legislatura n. X - Sedute dal 25 maggio 2014 al 25 maggio 2019

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MOTTA



(I lavori iniziano alle ore 14.33 con l'esame delle interrogazioni a risposta immediata ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento interno del Consiglio regionale)


Argomento: Procedimento ed accesso atti amministrativi - Partecipazioni azionarie regionali - Enti strumentali

Interrogazione a risposta immediata n. 2188 presentata da Ravello, inerente a "La Regione ha chiesto ufficialmente la relazione di Banca Italia su Finpiemonte?"


PRESIDENTE

Iniziamo i lavori, esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
2188.
La parola al Consigliere Ravello per l'illustrazione.



RAVELLO Roberto Sergio

Grazie, Presidente.
Assessora, la ringrazio in anticipo per prestarsi a una risposta che mi auguro possa fare chiarezza rispetto ad uno dei tanti aspetti che a nostro avviso lo richiedono, in merito alla ben conosciuta e ben nota vicenda di Finpiemonte.
Il tema oggetto di quest'interrogazione è la relazione di Banca d'Italia seguente all'ispezione effettuata dall'Istituto per la verifica del mantenimento dei requisiti necessari alla permanenza all'iscrizione di Finpiemonte all'albo ex art. 106 del Testo Unico Bancario.
Da una sua stessa comunicazione in Commissione abbiamo appreso che la relazione è stata consegnata agli organi direttivi e all'organo amministrativo di Finpiemonte, ma tale relazione pare non essere ancora in possesso della Giunta regionale, anche sulla base di quanto il Presidente Ambrosini ha dichiarato recentemente, sempre audito nella Commissione che sta effettuando l'indagine conoscitiva sui fatti che hanno riguardato Finpiemonte.
Non credo sia il caso di ricordare all'Assessora ciò che sa certamente meglio di me, ovvero che la Regione Piemonte è socia e partecipa in Finpiemonte per quote che superano il 99 per cento; che Finpiemonte è un soggetto sottoposto al controllo analogo di Regione e che quindi si manifesta, secondo la norma, semplicemente come un organo operativo, un braccio armato della Regione Piemonte, quindi del suo socio controllante rispetto ad alcune competenze.
Questo, a nostro avviso, significa che il socio che esercita la funzione di controllo analogo su Finpiemonte non possa non essere messo a puntuale conoscenza di tutti gli elementi, in particolar modo di quelli più sensibili, che ad oggi ancora mancano, e rispetto a ciò che è ritenuto necessario per la verifica dei motivi che hanno portato a ciò che è accaduto e - permettetemi - anche soprattutto dal punto di vista della lungimiranza politica che dovrebbe governare il nostro agire, rispetto alle decisioni che si stanno per prendere, che si stanno prendendo e che dovranno ancora essere prese in merito al futuro di Finpiemonte discussione che avremo modo di sviluppare meglio in occasione della discussione in Aula.
Continuo ad avere la sensazione che si stia camminando sul filo tra detto e non detto. In questo modo, continuo ad avere la spiacevole sensazione che non si possa andare troppo lontano senza il rischio di cadere in un baratro di mancanza di trasparenza nei confronti del Consiglio e nei confronti della comunità contribuente, che evidentemente è parte lesa in questa vicenda.
Mi rivolgo all'Assessora e all'intera Giunta, per avere quanto meno un chiarimento rispetto a una domanda molto semplice: la Giunta, la relazione di Banca d'Italia che è stata consegnata al Presidente e al Consiglio di amministrazione di Finpiemonte, l'ha chiesta? Credo che molto si possa discutere anche attorno alla risposta che l'Assessora sono certo cordialmente ci darà.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessora De Santis per la risposta.
DE SANTIS Giuseppina, Assessora ai rapporti con società a partecipazione regionale Grazie, Presidente, e grazie, Consigliere Ravello.
Intanto vorrei precisare una cosa, nel caso fosse necessario ripeterlo: non vi è nulla di non detto, da parte della Giunta, per quanto riguarda la vicenda Finpiemonte. Noi abbiamo puntualmente informato il Consiglio, passo dopo passo, di quello che sapevamo, di quello che stava emergendo all'interno della società e delle decisioni che, conseguentemente, ci apprestavamo a prendere.
Questo è il primo punto: non detti non ce ne sono.
Rispetto alla questione che lei mi pone, il 30 maggio ho partecipato all'assemblea di Finpiemonte che aveva come oggetto la modifica dello statuto sociale, cioè la proposta, da parte del Consiglio di Amministrazione, di modifica dello statuto sociale, in vista della richiesta formale di cancellazione dall'albo degli intermediari finanziari.
In occasione di quell'assemblea sono stata informata che quella mattina, la mattina del 30 maggio, gli ispettori di Banca d'Italia erano andati da Finpiemonte e avevano consegnato il testo della relazione, la quale relazione era stata consegnata alla società e in quel momento credo ce ne fosse una copia sola.
Successivamente, ho appreso anch'io dal Presidente Ambrosini che è stata data a tutti gli amministratori e ai sindaci, ma in quell'occasione mi era stato detto che Banca d'Italia chiedeva di tenere la relazione riservata anche perché il giorno successivo sarebbe stata consegnata in Procura.
A questo primo elemento, cioè che Banca d'Italia voleva che la relazione rimanesse riservata, se non per quanto eventualmente di competenza della Magistratura inquirente e, ovviamente, per quello che invece è di competenza direttamente della società, stante il fatto che Banca d'Italia è un'autorità indipendente o, comunque, ha poteri per i quali non risponde certamente a Regione Piemonte, se ne aggiunge un secondo. La relazione infatti, non può in nessun modo considerarsi conclusiva. Apre una procedura che dura 240 giorni, come massimo, in cui la società, o eventualmente le singole persone, possono controdedurre e contestare ciò che in quella relazione è contenuto. Pertanto, il contenuto definitivo di questa relazione sarà noto soltanto a chiusura di questo procedimento.
A fronte di queste considerazioni e a fronte del fatto che in assemblea mi è stato detto che Banca d'Italia aveva richiesto che la relazione rimanesse riservata, effettivamente, il giorno dopo non ho scritto una lettera per chiedere quello che il giorno prima mi era stato detto che non mi poteva essere dato.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Assessora De Santis.


Argomento: Beni culturali (tutela, valorizzazione, catalogazione monumenti e complessi monumentali, aree archeologiche)

Interrogazione a risposta immediata n. 2194 presentata da Rossi, inerente a "Manutenzione del parco del Castello di Miasino"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 2194.
Risponderà il Vicepresidente Reschigna.
La parola al Consigliere Rossi Domenico per l'illustrazione.



ROSSI Domenico

Grazie, Presidente.
Quest'interrogazione vuole porre l'attenzione sulla situazione - lo dice il titolo della stessa - sul parco del Castello di Miasino. Il Castello è stato preso in carico dalla Regione Piemonte nel 2015 e, dopo una serie di vicissitudini, la Regione ne è entrata in possesso e, come tutti sanno, ha fatto anche un investimento importante di più di un milione di euro.
Purtroppo, rispetto alle tempistiche iniziali, per diverse ragioni non imputabili alla Giunta i tempi di riutilizzo del Castello si sono allungati e questo ha fatto sì che alcune situazioni non previste all'inizio, come ad esempio la manutenzione del parco, oggi si stiano prolungando.
In questo momento siamo in una fase di progettazione dei lavori ed entro fine anno dovrebbe partire il bando per l'esecuzione degli stessi. La consegna del bene è prevista per l'anno prossimo. Intanto, per soprattutto nel periodo estivo, il parco, costituito da diversi ettari all'interno del quale sono presenti anche alberi secolari (alcuni di questi si affacciano anche sulla strada che collega Ameno e Miasino) ha bisogno di manutenzione.
In questo momento, ci giungono segnalazioni che ci dicono che alcuni rami degli alberi cadono sulla strada e che l'erba del parco non è manutenuta da nessuno. La presenta interrogazione serve a capire quali sono le azioni che si vogliono mettere in campo per prendersi cura anche del parco, durante questo periodo di messa in sicurezza e ristrutturazione del bene.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Rossi.
La parola al Vicepresidente Reschigna per la risposta.



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale

Il Consigliere Rossi nel suo intervento ricordava le vicende legate all'acquisizione e, poi, i progetti di recupero del Castello di Miasino.
In relazione alla criticità che viene evidenziata con la presente interrogazione, voglio informare il Consigliere Rossi che a partire dal 14 giugno è incominciato un intervento manutentivo da parte del servizio di forestazione montana della Regione Piemonte, in primis teso a consentire allo studio di progettazione fito-consult, che deve redigere un'analisi delle condizioni di sicurezza delle piante in essere, di essere messo nelle condizioni di poterlo svolgere, ma solleciteremo l'intervento affinché la percezione del parco venga almeno riportata in condizioni di decoro.
Sotto questo profilo, raccogliamo la sollecitazione del Consigliere Rossi.


Argomento: Viabilità

Interrogazione a risposta immediata n. 2187 presentata da Bona, inerente a "Chiusura della Galleria 'Verta' tra Gravellona Toce e Omegna (VCO)"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 2187.
Risponderà l'Assessora Cerutti.
La parola al Consigliere Bona per l'illustrazione.



BONA Angelo Luca

Grazie, Presidente.
L'interrogazione è stata presentata a seguito dell'intervento in Consiglio regionale svolto l'indomani della chiusura del 20 giugno, quando mi è stato risposto dalla Giunta che se ne sarebbe parlato l'11 luglio in Commissione.
Poiché la questione è estremamente urgente e importante, abbiamo presentato quest'interrogazione.
In data 20 giugno, la Provincia del Verbano-Cusio-Ossola ha chiuso a tempo indeterminato la galleria di collegamento di circonvallazione di Omegna che collega il Lago Maggiore e il Lago d'Orta, per problemi di sicurezza. Era da parecchi mesi, forse anni, che si parlava di alcuni interventi necessari per questa galleria e, a un certo punto, viene chiusa senza avvisare nessuno, ovviamente, in modo preliminare, in piena stagione turistica creando problemi alla viabilità, ai cittadini e ai turisti, arrecando un danno economico che è anche facile immaginare, anche se piuttosto difficile quantificare, perché quel territorio vive assolutamente di turismo.
Chiediamo quantomeno che siano indicati dei tempi certi per la riapertura visto che finora non si è ottenuta risposta in questo. La Provincia del Verbano-Cusio-Ossola, che ovviamente versa in condizioni non ottimali di bilancio, passa la palla alla Regione. I cittadini sono in attesa, ma non solo i cittadini, anche le Amministrazioni comunali di tutto il territorio.
Chiediamo, pertanto, una posizione quanto più netta e precisa possibile della Regione per indicare dei tempi di riapertura, perché la situazione nel Verbano-Cusio-Ossola e nell'alto Novarese è assolutamente inaccettabile, per quello che riguarda la viabilità, la presenza della Regione e gli interventi che questa opera sul nostro territorio.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Bona.
La parola all'Assessora Cerutti per la risposta.



CERUTTI Monica, Assessora regionale

Grazie, Presidente.
L'Assessore Balocco si scusa, ma è a Savigliano con l'Alstom e Trenitalia per i nuovi treni, quindi mi ha pregato di portarle la risposta.
Con riferimento al tema in oggetto, occorre premettere che la Strada Provinciale 229 rientra nella patrimonialità della Provincia del Verbano Cusio-Ossola, pertanto l'iniziativa intrapresa risulta legittima. Infatti il Codice della Strada assegna al proprietario della strada tutti gli aspetti di gestione e manutenzione delle tratte di competenza e la riclassificazione della rete stradale in Piemonte.
Riguardo all'interrogazione in oggetto, si sottolinea che la Regione Piemonte ha da tempo avviato con il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, l'ANAS, la Città metropolitana di Torino e le Province del Piemonte un confronto sulla proposta ministeriale di revisione delle reti stradali d'interesse nazionale e regionale ricadenti nel territorio piemontese. In proposito, occorre evidenziare che, con DPCM del 20 febbraio 2018, si è concluso l'iter di riclassificazione delle reti ricadenti in altre undici regioni, mentre, allo stato attuale, il Piemonte non ha ancora raggiunto un accordo con gli altri soggetti per perfezionare gli atti necessari.
La Regione, in accordo con gli enti proprietari delle strade oggetto di possibile riclassificazione, tra cui la Strada Provinciale 229 orientale del Lago d'Orta, aveva trasmesso al MIT, a fine 2017, una proposta di accordo tra tutti i soggetti coinvolti, che comprendeva l'elenco degli interventi ritenuti prioritari lungo la rete da riclassificare con interventi suddivisi per ambiti provinciali.
In tale elenco rientravano anche gli interventi da realizzare nella galleria Verta, comprendenti gli impianti d'illuminazione ed elettrici (ventilatori, messa a norma cabina), oltre a lavori vari (impianto antincendio, uscita sicurezza, giunti rampa) per un totale stimato di 1.750.000 euro.
La Regione Piemonte, come già manifestato più volte, intende aderire al disegno strategico nazionale mirante all'individuazione di una rete nazionale al fine di garantire condizioni e risorse finanziarie adeguate per la manutenzione ordinaria e straordinaria delle reti viarie che interessano il territorio piemontese. Recentemente, al fine di addivenire a una congiunta valutazione degli sviluppi della questione in oggetto, è stato richiesto al MIT un incontro tra le parti per un esame delle condizioni utili alla definitiva revisione della rete stradale nazionale del successivo DPCM di riclassificazione anche per la rete ricadente in Piemonte, che dovrebbe condurre alla possibilità di garantire investimenti adeguati di manutenzione straordinaria e di completamento della rete.
Quanto agli interventi del piano operativo infrastrutture del FSC 2014 2020, nel contempo la Regione ha condotto un confronto con il MIT, la Città Metropolitana di Torino e le Province del Piemonte per la definizione degli interventi cui destinare le risorse previste nel piano operativo FSC 2014 2020 del MIT. Tale piano prevede l'assegnazione di 45 milioni di euro per "Interventi per la messa in sicurezza delle strade provinciali in Piemonte".Sulla base del riparto tra le otto amministrazioni coinvolte, la Regione ha confermato le previsioni di budget per ciascun ente. È stato pertanto predisposto il quadro degli interventi che, sulla base delle segnalazioni della Provincia del VCO, potrà comprendere anche gli interventi lungo la galleria Verta. Tuttavia, su questi aspetti si è in attesa di riscontro da parte del MIT.
Infine, il Decreto Ministeriale n. 49/2018 per la viabilità provinciale.
Per quanto riguarda gli investimenti lungo la rete stradale, occorre citare anche il decreto del Ministero Infrastrutture e Trasporti n. 49 del 16 febbraio 2018 "Finanziamenti di interventi relativi a programmi straordinari di manutenzione della rete viaria di Province e Città metropolitane", ai sensi dell'articolo 1, comma 1076, legge 205/2017. Tale decreto, che prevede risorse assegnate direttamente alle Province, consente la possibilità di inserire lavori ancora da realizzare, soprattutto interventi urgenti. In proposito, la Regione non è al corrente degli sviluppi operativi del decreto n. 49/ 2018.
Tutte le occasioni di confronto con gli enti proprietari delle strade e con il MIT verranno utilizzate per garantire condizioni di gestione delle reti stradali, in linea con i contenuti del Piano della mobilità e dei trasporti e secondo il fabbisogno di investimenti per la sicurezza delle reti stradali, facendo riferimento alle risorse disponibili (FSC 2014-2020 del Decreto Ministeriale n. 49/2018, Contratto di programma ANAS).
Pertanto, i tempi per la riapertura della galleria Verta dipendono dagli sviluppi delle diverse vicende relative agli interventi di manutenzione straordinaria sulle reti stradali in Piemonte.
È in corso un incontro tra la Direzione Trasporti e tecnici della Provincia, proprio per stralciare il piano manutenzioni e quindi procedere rapidamente.
Grazie.


Argomento: Trasporti su ferro

Interrogazione a risposta immediata n. 2189 presentata da Fluttero inerente a "Inefficienza del servizio ferroviario regionale e vetustà dei convogli viaggianti, in particolare sulla tratta Torino-Milano"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori, esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
2189.
La parola al Consigliere Fluttero per l'illustrazione



FLUTTERO Andrea

Grazie, Presidente.
L'interrogazione nasce dall'ennesima lettera di pendolari che contestano disservizi, in questo caso sulla linea Torino-Milano, ma credo che purtroppo, siano all'ordine del giorno un po' su tutte le linee regionali ma la Regione, con l'Assessore competente, risponde in modo rassicurante come sempre.
Essendo da pochi mesi in Consiglio e non avendo mai affrontato quest'argomento, ho provato ad approfondire un po' e sono emersi alcuni aspetti che mi hanno portato a rivolgere questo tipo di quesito all'Assessore.
Il contesto emerso a una prima analisi è questo. Sulla rete ferroviaria della nostra regione circolano 120 convogli. Di questi, pare che solo 24 quindi un quinto, non hanno più di 15 anni, cioè siano non più vecchi di 15 anni. Mentre quattro quinti hanno circa quarant'anni. Un dato che tutti quelli che provano a viaggiare sui nostri treni possono verificare personalmente e quotidianamente.
In questo contesto, mi sarei aspettato che la Regione avesse scelto, nel momento in cui a settembre dell'anno scorso scadeva la convenzione con Trenitalia, oltre a una proroga, avesse scelto una contrattazione, una negoziazione di un nuovo contratto di servizio con Trenitalia come hanno fatto parecchie altre Regioni, anziché scegliere, com'è stato scelto, una procedura di confronto competitivo aperto, quindi, al mercato. L'unica Regione o una delle poche Regioni che ha scelto questa strada.
È un meccanismo altrettanto legittimo quanto quello di negoziare un nuovo contratto di servizio con Trenitalia, ma sembrerebbe decisamente più lungo nei tempi. Si sono spacchettati i servizi tra servizio ferroviario metropolitano e servizio regionale e si va nella direzione di questa procedura. Che sembrerebbe una procedura adatta a una Regione che non ha problemi di treni vecchi, ma ha un buon parco circolante, quindi non ha fretta e sceglie la strada più lunga.
Le persone con le quali ho parlato e a cui ho chiesto informazioni mi hanno, tutte, confermato che la procedura della negoziazione con Trenitalia, così come hanno fatto altre Regioni (Veneto, Emilia-Romagna Puglia e Liguria per citarne qualcuna) avrebbe condotto a un esito di tempi più brevi per avere il rinnovo inserito nella nuova contrattazione di parte significativa del parco circolante, tenendo conto che Trenitalia, così come ha fatto con altre Regioni, poteva fare anche con noi attingendo dai 450 treni che ha in un ordine aperto con, peraltro, due fabbriche di treni che stanno in Italia: Alstom (dove oggi si trova l'Assessore Balocco per visionare dei treni) e Hitachi Ansaldo a Pistoia. Nel caso di un nuovo contratto di servizio con Trenitalia, mi pare di capire che avremmo avuto oltre che tempi più brevi a rinnovare il parco, anche la garanzia che i treni sarebbero stati tutti prodotti in Italia.
Non abbiamo questa garanzia con l'altra procedura. Abbiamo, probabilmente tempi più lunghi, quindi i pendolari piemontesi avranno più anni nei quali dover utilizzare questi treni vetusti che circolano e che, purtroppo, ben conosciamo. In più, non sappiamo nemmeno se i treni che saranno inseriti nel pacchetto di fornitura di servizi.



PRESIDENTE

Consigliere Fluttero, sono solo tre i minuti concessi per l'illustrazione.



FLUTTERO Andrea

Concludo.
Dicevo, non sappiamo nemmeno se i treni che saranno inseriti nel pacchetto di fornitura di servizi che verrà concluso dalla Regione Piemonte saranno prodotti in Italia, o in parte sì e in parte provenienti anche da produzioni estere, con danno alle produzioni nazionali, al lavoro e all'occupazione del nostro territorio.
Tutte queste considerazioni per chiedere perché la Regione Piemonte, pur avendo la consapevolezza di un parco treni così ammalorato e così vecchio ha scelto una strada apparentemente più lunga rispetto a quella altrettanto percorribile, e probabilmente molto più breve, che hanno scelto invece altre Regioni.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessora Cerutti per la risposta.



CERUTTI Monica, Assessora regionale

Nella scorsa settimana si sono verificati notevoli disagi sulla linea Torino-Milano.
Trenitalia ed RFI, da noi immediatamente interpellati, hanno relazionato sull'accaduto, che, in parte, è imputabile a cause esterne. Tuttavia, resta evidente la fragilità di un sistema troppo vulnerabile a qualsiasi problematica.
Su nostra sollecitazione è stata istituita una task force tra il gestore del servizio e dell'infrastruttura di pronto intervento per gestire l'emergenza su questa linea.
Per affrontare i significativi e necessari investimenti legati alle problematiche della linea Torino-Milano, come Regione abbiamo attivato un tavolo tecnico con RFI, le Province e i Comuni interessati sulla fermata intermedia dell'alta velocità, che avrà anche il compito di effettuare uno studio su tutto il sistema dei collegamenti tra i due capoluoghi e sulle esigenze dei territori.
Nel breve periodo sono comunque necessari interventi urgenti per migliorare la situazione. Da parte nostra abbiamo previsto l'arrivo di nuovi treni che renderanno almeno più affidabile il materiale rotabile circolante.
Nel contratto ponte siglato con Trenitalia è previsto l'acquisto di 15 nuovi treni: si tratterà dei treni "Pop", prodotti dall'Alstom di Savigliano; altri sei treni saranno acquistati con fondi FSC di competenza regionale.
Ulteriori significativi rinnovi del materiale rotabile nell'arco dei prossimi 15 anni avverranno tramite gli affidamenti del Sistema Ferroviario Metropolitano con la procedura di confronto competitivo e del sistema dei regionali veloci, portando alla sostituzione di oltre il 50 per cento della flotta attualmente circolante (circa 240 treni).
Oltre ai treni "Pop" verranno acquistati treni ad alta capacità "Rock" prodotti da Hitachi Ansaldo Breda di Pistoia, quindi completamente creati in Italia, così come quelli realizzati da Alstom.
Non è corretto dire che rispetto ad altre Regioni si perderà tempo nell'approvvigionamento dei treni, e che questo andrà a discapito degli utenti. Entro la fine dell'anno saranno anche concluse le procedure di affidamento con la stipula dei contratti (dieci più cinque) e siamo convinti che le condizioni di servizio saranno migliori rispetto a quelle che avremmo ottenuto con una semplice rinegoziazione del contratto con Trenitalia.
L'Assessore Balocco, come già dicevo per la precedente interrogazione a risposta immediata, proprio oggi è all'Alstom per la presentazione dei nuovi treni "Pop".
La decisione di spacchettare in due blocchi il servizio ferroviario regionale va proprio nella direzione di creare condizioni di vera contendibilità e concorrenza, e per assicurare il miglioramento del servizio in termini di affidabilità, puntualità e qualità del materiale rotabile, in linea con quanto previsto dalle direttive dell'Autorità di regolazione dei trasporti.



PRESIDENTE

Grazie, Assessora Cerutti.


Argomento: Personale del servizio sanitario - Diritto allo studio - Assistenza scolastica

Interrogazione a risposta immediata n. 2192 presentata da Grimaldi inerente a "La mensa Borsellino non deve chiudere"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
2192 presentata dal Consigliere Grimaldi, che la illustra; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Come l'Assessora e i colleghi sapranno, la mensa Borsellino è, di fatto situata vicino alla Cittadella Politecnica. È un esercizio convenzionato al fianco delle mense in appalto EDISU, e più o meno garantisce fra i 400 e i 550 pasti giornalieri (la media è di 500 circa), quasi 100.000 all'anno.
Si tratta di una cifra rilevante, se rapportata alle mense universitarie cifra che, tra l'altro, nell'ultimo anno e mezzo è aumentata significativamente (41,5 per cento) anche in risposta ad alcune politiche che la Giunta ha ipotizzato e sostenuto.
Dopo che la tariffa del pasto intero era stata aumentata di un euro nel 2012, nel 2016-2017 è stata invece ridotta di un euro per la prima fascia e dai 0,40 agli 0,80 euro per le altre fasce (eccetto la sesta).
Ciò ha prodotto nell'anno accademico 2016-2017 un aumento complessivo dell'utilizzo delle mense del 46 per cento circa.
Insomma, tale politica ha prodotto dei vantaggi e la mensa Borsellino, di fatto, svolge una funzione difficilmente sostituibile, dal momento che anche la mensa della Cittadella Politecnica è già decisamente affollata.
A giugno del 2018 giungeranno a scadenza sia il contratto di affitto tra il gestore della struttura e la società proprietaria (che ha in concessione tutta la residenza Borsellino), sia la convenzione con EDISU.
Parallelamente, è previsto che il servizio di ristorazione della Cittadella Politecnica veda come committente il Politecnico e non più l'EDISU Piemonte.
Come sapete - lo ricordavo anche in Commissione istruzione - la scadenza di giugno è nota da tempo. Tuttavia, il futuro della mensa è ancora incerto.
Tutto ciò rischia di portare a chiusura non solo l'esperienza di dieci lavoratori, ma anche una realtà che, in qualche modo, garantisce un'offerta enorme e difficilmente assorbibile dalla mensa di Corso Castelfidardo.
I rappresentanti degli studenti di Alter.POLIS e gli studenti indipendenti hanno chiesto con estrema urgenza un tavolo alla Regione, all'EDISU e al Politecnico. Sappiamo bene che il problema è che noi non possiamo appaltare in via diretta un luogo che non è di nostra proprietà, per sommessamente, ci rivolgiamo all'Assessora competente - si dovrebbe trovare il modo, attraverso la nostra moral suasion, di dire alla società Borsellino di fare ciò che noi non possiamo fare, magari con un affidamento a chi già gestisce Corso Castelfidardo.
Lo dico così, giusto perché ormai la fine di questo mese è alle porte. A sua volta, ovviamente, la CGIL ha chiesto alla Regione, all'EDISU e al Politecnico l'apertura di un confronto che coinvolga tutte le parti interessate. Ripeto, sono comunque dieci i dipendenti che lavorano lì dentro.
Io credo - ma penso che l'Assessora confermi quest'idea - che comunque la popolazione universitaria sia in crescita e certamente sulle mense noi siamo stati fra i primi a dire che siamo aperti anche a nuove soluzioni. Ne dico una: l'appalto. L'appalto è una modalità, ma ci possono essere anche modalità di concessione in cui, tra l'altro, l'afflusso di così grandi numeri di studenti magari può, per esempio ricorrendo a bar e a servizi alternativi alla classica mensa, comportare anche delle entrate superiori e abbassare il costo della gestione.
In questo caso, non credo che il problema sia la parte onerosa, ma penso sia il fatto che questo luogo non insiste nei nostri appalti né nelle nostre proprietà. Per questo, io credo che dobbiamo fare di tutto affinch in questo luogo continui a esistere questo servizio e chiedo appunto cosa sta facendo la Giunta per evitare che da fine giugno un posto che dà 100.000 pasti l'anno venga chiuso.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessora Cerutti per la risposta.



CERUTTI Monica, Assessora allo studio universitario

Grazie, Presidente.
Su questo tema credo che ci sia l'esigenza di approfondire e magari di comprendere se ci possono essere strade alternative, così come adesso diceva il Consigliere Grimaldi. Partiamo però dagli elementi oggettivi che abbiamo a nostra disposizione.
La convenzione stipulata dall'EDISU e la ditta che eroga il servizio di ristorazione presso la mensa Borsellino scadrà il 31 luglio contestualmente alla scadenza del contratto di affitto fra il proprietario dell'immobile e il gestore del servizio suddetto. Pertanto, attualmente non sussistono in capo all'EDISU le condizioni per stipulare una nuova convenzione per la somministrazione di pasti agli studenti beneficiari di tariffe agevolate.
Occorre evidenziare che la scelta intrapresa dal Politecnico di affidare tutti i servizi ristorativi dell'Ateneo mediante un'unica procedura di gara alla quale noi abbiamo guardato positivamente - offrendo quindi uno standard qualitativo omogeneo, nonché il raggiungimento di economie di scala con ricadute positive sul fronte economico, potrebbe incidere anche sui flussi degli utenti finali che, di fronte a valide alternative, non necessariamente sarebbero costretti a riversarsi nella struttura di Corso Castelfidardo.
In proposito, si segnala che nella documentazione di gara relativa alla procedura aperta ai sensi dell'articolo 60, decreto legislativo 50/2016 per l'affidamento in concessione della gestione dei servizi di ristorazione a basso impatto ambientale (servizio bar, tavola fredda e tavola calda) per il periodo 1/08/2018-31/07/2023, Lotto 1 - Servizio di ristorazione interaziendale interateneo con funzioni di mensa universitaria, servizio bar, tavola fredda e tavola calda, il Politecnico ha previsto in capo al concessionario l'obbligo di stipulare la convenzione relativa al ristorante interaziendale e interateneo con funzioni di mensa universitaria di Corso Castelfidardo n. 30/A, nonché in relazione agli altri esercizi eventualmente richiesti da EDISU.
Tale obbligo è conseguente all'impegno assunto dal Politecnico di Torino nell'ambito di un protocollo d'intesa stipulato con l'EDISU, al fine di garantire l'erogazione di un servizio ristorativo di mensa accessibile anche agli studenti in regime di tariffe agevolate, applicate dall'ente suddetto in attuazione delle disposizioni regionali. L'obbligo di stipulare la convenzione anche in relazione agli altri esercizi eventualmente richiesti da EDISU è stato previsto in vista della possibilità di attivare nuove convenzioni senza dover ricorrere a una nuova gara, riducendo notevolmente i tempi tecnici.
Va aggiunto inoltre che, nell'ambito della predisposizione del programma pluriennale degli interventi per il diritto allo studio universitario, di cui all'articolo 27 della legge regionale 18 marzo 1992, n. 16, sono state svolte analisi approfondite sui vari servizi erogati dall'EDISU ed è stata recentemente avviata l'analisi del servizio di ristorazione.
In ogni caso, la Regione Piemonte avvierà un tavolo di confronto con l'EDISU e il Politecnico di Torino, al quale saranno invitate anche le organizzazioni sindacali e le associazioni studentesche, al fine di valutare le ricadute della chiusura della mensa sul servizio di ristorazione, nonché le prospettive occupazionali dei lavoratori, quindi anche con l'apertura a riconsiderare gli aspetti che possono rientrare nell'ambito del protocollo cui facevo riferimento.


Argomento: Trasporti su ferro

Interrogazione a risposta immediata n. 2196 presentata da Valetti, inerente a "Aggiornamenti sulla via della linea Asti-Alba/Alessandra-Castagnole"


PRESIDENTE

Passiamo alla trattazione dell'interrogazione a risposta immediata n. 2196.
La parola al Consigliere Valetti per l'illustrazione.



VALETTI Federico

Grazie, presidente.
Quest'interrogazione segue un percorso molto articolato con cui il nostro Gruppo ha seguito la questione delle ferrovie delle Langhe, quindi le ferrovie sospese nel 2012: come sappiamo, l'Asti-Alba e l'Alessandria Castagnole, che sono due ferrovie fondamentali per il sud del Piemonte. Da quel momento, tutta la zona sud, che tra Astigiano, Cuneese e Alessandrino rappresenta il prestigioso territorio delle colline dell'UNESCO, si trova senza servizi ferroviari.
Ufficialmente il problema è nato con il cedimento della galleria Ghersi nel Comune di Neive. Dopo di questo, i Sindaci del territorio si sono fatti parte attiva per cercare di smuovere la situazione e avere l'interesse della Regione. Il nostro Gruppo è stato al loro fianco per supportarli insieme ad altri colleghi del territorio e si è giunti alla definizione di protocolli d'intesa per la rimessa in esercizio della linea e l'attivazione di servizi passeggeri.
Ora, dalle ultime notizie e anche dalle Ferrovie ci giungeva l'informazione che non sono state prenotate tracce per la messa in esercizio di servizi ferroviari né su una linea né sull'altra. Sono in corso alcuni lavori di routine, almeno così ci dicono le Ferrovie, di sistemazione di passaggio a livello e piccole modifiche infrastrutturali, ma non abbiamo la visibilità sugli avanzamenti dei lavori importanti, sui loro finanziamenti e specialmente sulla prospettiva temporale che, a questo punto, sicuramente andrà oltre i limiti del mandato di questa Giunta e di questo Consiglio, ma che vorremmo comunque cercare di quantificare per rassicurare i Sindaci e i cittadini del territorio.
Noi semplicemente chiediamo di essere ragguagliati sui tempi e sulle opere previste per la rimessa in esercizio del servizio passeggeri sia sull'Asti Alba che sulla diramazione verso Alessandria, nonché sull'avanzamento del progetto di ripristino della galleria Ghersi.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessora Cerutti per la risposta.



CERUTTI Monica, Assessora regionale

Grazie, Presidente.
In riferimento all'interrogazione di cui in oggetto, la società RFI S.p.A.
ha comunicato che la progettazione di fattibilità tecnico-economica sarà disponibile entro il 30 giugno di quest'anno e sarà presentata ai soggetti sottoscrittori del protocollo d'intesa il 5 luglio.
Il progetto prevede la messa in sicurezza delle cinque gallerie del tratto Castagnole-Lanzo-Alba, tra cui la galleria Ghersi, ed è comprensivo del consolidamento e ripristino nei tratti tra le gallerie ove si sono verificate ulteriori frane. Nell'ambito di tale progettazione è emersa la necessità di attivare un'ulteriore serie di indagini ispettive e geognostiche, che hanno comportato un ulteriore costo di oltre un milione di euro a carico della stessa società.
Secondo quanto concordato nel protocollo d'intesa, approvato con DGR n.
49/5811 del 20 ottobre 2017, procederà successivamente alla redazione della progettazione definitiva degli interventi. Per il consolidamento di tale tratta, RFI prevede che i lavori necessari per il consolidamento saranno individuati successivamente al consolidarsi delle autorizzazioni necessarie per l'inizio dei lavori. Alla presentazione dello studio di fattibilità tecnico-economica verrà comunicato l'importo presunto orientativo delle spese infrastrutturali.
A parte le opere infrastrutturali necessarie a garantire la ripresa dell'esercizio sulle tratte attualmente interessate dai dissesti sopra richiamati, compete a RFI la manutenzione ordinaria e straordinaria delle linee su cui la Regione, di concerto anche con l'Agenzia della Mobilità piemontese, per le tratte interessate dal servizio TPL, richiede la riattivazione dell'esercizio.
Le tempistiche necessarie a RFI per eseguire le operazioni sopra richiamate, fatte salve quelle che richiedono interventi infrastrutturali di rilievo, dipendono dalla lunghezza della linea, dallo stato di degrado esistente, ma anche dal tipo di esercizio che si vuole effettuare sulla linea, ad esempio turistico o TPL, che richiede l'adeguamento degli attrezzaggi tecnologici e del segnalamento esistenti sulle linee prima delle ultime direttive emanate dall'Agenzia Nazionale della Sicurezza Ferroviaria a partire dal 2016.
Occorre pertanto verificare l'eventuale necessità di upgrade degli apparati esistenti ante 2012 sulle linee sospese rispetto alle citate direttive dell'Agenzia Nazionale Sicurezza Ferroviaria. Mentre per la linea Asti Alba, la Regione intende procedere alla riapertura del servizio TPL possibile a seguito della realizzazione dei citati interventi infrastrutturali.
Per quanto riguarda la connessione tra Alessandria e Nizza Monferrato, con nota in data 17 aprile 2018, in attuazione della legge 9/8/2017, n. 128 recante "Disposizioni per l'istituzione di Ferrovie turistiche mediante il reimpiego di linee in disuso o in corso di dismissione situate in aree di particolare pregio naturalistico o archeologico", la Regione ha proposto l'inserimento ai sensi dell'articolo 2, comma 1, della citata legge n.
128/2017, nel decreto di individuazione e classificazione delle tratte ferroviarie a uso turistico, proponendo altresì l'inserimento delle risorse necessarie nel contratto di programma RFI, ai sensi dell'articolo 2, comma 3, della medesima legge. La fase di confronto tra le Regioni e il Ministero, nell'ambito della Commissione IMGT della Conferenza delle Regioni, per l'individuazione delle Ferrovie turistiche da inserire nei decreti attuativi della legge n. 128/2017, è allo stato attuale ancora aperta.
La linea Cantalupa-Nizza-Castagnole, di 45 chilometri, che poi prosegue su Alessandria, complessivamente richiede significativi investimenti per un totale di quasi 18 milioni, 11 per l'armamento, un milione e mezzo per opere d'arte e 5,3 per impianti di sicurezza, secondo le stime in nostro possesso. Ovviamente, l'investimento deve essere realizzato da RFI.


Argomento: Trasporti su gomma - Viabilità

Interrogazione a risposta immediata n. 2183 presentata da Campo, inerente a "Variante di Demonte"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori, esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
2183, che nella scorsa seduta era stata posticipata a oggi.
La parola al Consigliere Campo per l'illustrazione.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
L'Assessore aveva chiesto di posticiparla alla prima seduta utile, perch la scorsa settimana si trovava proprio a Roma a parlare anche di questo tema.
Con la mia interrogazione chiedo a quale punto ci troviamo nell'iter autorizzativo, nell'iter procedurale di autorizzazione per quello che riguarda l'avvio della cantierizzazione di quest'opera, dopo la presentazione del progetto definitivo da parte di ANAS di un'opera che ormai è attesa dal territorio cuneese da lungo tempo. Stiamo parlando della cosiddetta tangenziale di Demonte, Lotto 1, perché si tratta in realtà di un complesso di opere che dovrebbe permettere di aggirare gli abitati di Demonte, di Aisone e di Vinadio nella Valle Stura cuneese, Valle Stura di Demonte.
Questo è il primo lotto, quello che permette di aggirare l'abitato di Demonte. Il progetto definitivo è stato presentato a dicembre dell'anno scorso e le promesse fatte all'epoca erano quelle di un iter autorizzativo il più celere possibile, tempestivo, se si può definire così, in modo da procedere possibilmente, essendo l'opera già integralmente finanziata, alla cantierizzazione entro l'anno in corso. Dalla verifica dello stato degli atti ci risulta tutta una serie di documenti progettuali depositati e presentati, ma non ci risulta, a oggi, l'avviso di avvio di procedura di impatto ambientale, o, meglio, non ci risulta l'avvio della valutazione di impatto ambientale a livello ministeriale e neanche regionale.
Questo è un elemento chiaramente di spartiacque, in quanto dopo l'avvio dell'iter ci vogliono almeno 150 giorni prima che si possa pensare di arrivare a una conclusione e quindi all'eventuale cantierabilità. Essendo oramai a metà dell'anno, se vogliamo giungere a qualche soluzione e a qualche risultato entro la fine dell'anno, come promesso, dovremmo essere alle strette finali per quanto riguarda il procedimento di VIA.
Chiederei se ci sono aggiornamenti sullo stato della procedura.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessora Cerutti per la risposta.



CERUTTI Monica, Assessora regionale

In merito al question time relativo alla variante di Demonte, si comunica che il Ministero dell'Ambiente, con nota del 14 giugno 2018, ha comunicato ai soggetti interessati, tra cui la Regione, l'avvio della procedura di VIA, e che entro 60 giorni dovranno pervenire le osservazioni sul progetto.
Pertanto, in questi giorni si sta attivando l'organo tecnico regionale per la raccolta dei pareri in merito. Inoltre, nel pomeriggio del 28 giugno il progetto è stato esaminato dal Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, cui hanno partecipato gli enti territoriali: Regione (vi ha partecipato l'Assessore Balocco), Provincia e Comune, ribadendo la strategicità e l'urgenza dell'intervento.
Si provvederà a richiedere copia del parere che verrà emesso dal succitato Consiglio.



PRESIDENTE

Grazie, Assessora.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione a risposta immediata n. 2197 presentata da Frediani inerente a "Evoluzione delle trattative per il riassorbimento dei lavoratori Embraco"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
2197.
La parola alla Consigliera Frediani per l'illustrazione.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente, e buongiorno, Assessora.
Torniamo a parlare di Embraco, una vicenda che ha occupato le cronache per molti mesi, soprattutto in concomitanza con la campagna elettorale, che è stato un bene, da un certo punto di vista, perché ha contribuito a tenere alta l'attenzione.
La vicenda si è sviluppata a partire dal mese di ottobre, quando sono stati annunciati 497 licenziamenti per questa società, che ha uno stabilimento con sede a Riva di Chieri.
Non sto a ripercorrere tutta la vicenda perché sicuramente l'Assessora è più informata di me in merito; tra l'altro, è una questione che più volte abbiamo trattato anche in sede di Consiglio regionale e di Commissione.
Quello che adesso stupisce è che dopo gli annunci successivi al tavolo del 15 maggio, che lasciavano guardare alla situazione con ottimismo, perché si stavano rivelando dei possibili acquirenti, in particolare un gruppo israeliano-cinese e poi la torinese Astelav, da lì in poi non abbiamo più avuto particolari certezze rispetto all'evolversi della situazione, in particolare per quello che riguarda il ruolo di Astelav.
Diciamo che voci non proprio ufficiali, resoconti successivi a incontri svolti in questi giorni, farebbero pensare che si sia verificato un qualche intoppo proprio relativo all'intervento di quest'ultima azienda, che potrebbe essere in qualche modo legato anche al ruolo della Regione.
Vorremmo semplicemente avere chiarezza rispetto a questi ultimi aspetti e sapere se i lavoratori possono veramente stare tranquilli o se dobbiamo cominciare a ripensare a soluzioni alternative, magari andando a ripescare proprio quelle altre soluzioni che si erano prospettate nel mese di maggio e che vedevano l'interesse di altre società, che magari potrebbero anche essere ancora disponibili a sostenere i lavoratori.



PRESIDENTE

La parola all'Assessora Pentenero per la risposta.



PENTENERO Giovanna, Assessora al lavoro

Grazie, Presidente.
Ripercorro brevemente un passaggio che ci porta al 15 maggio 2018, al Ministero dello Sviluppo Economico, in cui si è svolto un incontro e sono stati illustrati i diversi progetti delle due aziende intenzionate a collocarsi presso la sede di Embraco e favorire la reindustrializzazione del sito e il riassorbimento dei lavoratori in esubero.
I percorsi sono ovviamente diversi, poiché si tratta di due aziende che assorbiranno anche un numero diverso di lavoratori: parliamo di 350 a fronte di 50 lavoratori.
I percorsi sono ovviamente diversi, dovuti anche all'intensità del riassorbimento occupazionale offerto e ai molti fattori che concorrono alla riuscita dell'intervento.
Per questo motivo, sono in corso azioni a diversi livelli, anche con il coinvolgimento del Ministero, che devono trovare soluzione positiva entro il corrente anno, perché, come sappiamo, scadranno gli ammortizzatori sociali all'interno dei quali oggi sono collocati i lavoratori.
Occorre, da un lato, esaminare tutte le problematiche connesse all'insediamento nel sito e regolarne i tempi e le modalità, attraverso la definizione di piani di insediamento che attualmente sono coordinati da Embraco stessa perché, come sappiamo, Embraco svolge una funzione di acquisto e di passaggio di proprietà rispetto ai capannoni, all'interno dei quali si insedieranno le aziende che andranno all'interno dell'area Embraco.
Tra l'altro, si sta lavorando per concludere il progetto "Invitalia" che è stato istituito e che, come primo caso, si è occupato della situazione Embraco.
Tuttavia, in sede sindacale occorre procedere alla definizione delle modalità di passaggio dei lavoratori stessi da Embraco alle aziende; quindi è iniziato un percorso di confronto con le organizzazioni sindacali e con le diverse aziende presso l'Unione Industriale.
Stiamo seguendo le fasi della trattativa e ovviamente il percorso si concluderà con un tavolo in Regione. Sono emerse delle criticità in merito alle strutture, ma sono criticità assolutamente superabili, per le quali è necessario il coinvolgimento pieno di Embraco, per permettere la risoluzione delle questioni legate agli stabilimenti all'interno del quale finiranno le due aziende.
Superata questa fase, procederemo alla sigla dell'accordo finale, che vedrà la definizione del percorso sindacale e il trasferimento delle aziende all'interno delle proprietà che oggi sono in carico a Embraco.



PRESIDENTE

Grazie, Assessora.


Argomento: Personale del servizio sanitario

Interrogazione a risposta immediata n. 2190 presentata da Accossato inerente a "Mancata presa di servizio del Primario di Ostetricia Ginecologia dell'Ospedale di Biella"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori, esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
2190.
La parola alla Consigliera Accossato per l'illustrazione.



ACCOSSATO Silvana

Grazie.
Il tema, segnalato da alcune cittadine e cittadini del biellese, riguarda il reparto di Ostetricia e Ginecologia dell'Ospedale di Biella, un servizio particolarmente importante e sentito dalla popolazione, dove risulterebbe l'assenza del Primario già da alcuni anni e un concorso, bandito nel 2015 le cui procedure sono state espletate nei primi mesi dell'anno.
A oggi, a due mesi dall'avvenuto concorso e dalla nomina fatta di cui è stata data comunicazione, sembrerebbe che il nuovo Primario non abbia preso servizio, mentre pare che altri Direttori di strutture sempre dello stesso ospedale siano già stati insediati con un concorso avvenuto più o meno nello stesso tempo.
La domanda all'Assessore è quali siano le motivazioni per cui questo nuovo Direttore non ha ancora preso servizio.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Saitta per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Il reparto di Ostetricia e Ginecologia dell'ASL di Biella ha, al momento un responsabile facente funzioni con tutti i diritti e i doveri legati a tale incarico.
Per quanto attiene alla presa in servizio del vincitore del concorso da Primario, l'Azienda (tutte le Aziende, perché è la norma che lo prevede) prima di procedere all'assunzione mediante il contratto individuale, invita l'interessato a presentare la documentazione prevista dalla normativa vigente e dal bando di concorso o dall'avviso, di cui all'articolo 15 comma 3, del decreto legislativo 502 del 1992, assegnandogli un termine non inferiore a 30 giorni e a indicare, altresì, la data di inizio incarico.
Le attuali disposizioni e normative (decreto legislativo 158/2012 convertito in legge 189/2012) prevedono, per i nominati Direttori di struttura complessa, lo svolgimento di un periodo di prova di sei mesi.
All'atto della nomina, il vincitore richiede l'aspettativa all'Azienda di appartenenza, che può concederla secondo tempi e modi variabili anche in base alle esigenze organizzative aziendali.
Questo è per quanto riguarda il piano della procedura in genere.
Dopo la nota di conferimento dell'incarico presso l'ASL di Biella, ricevuta il 9 maggio 2018, il vincitore ha comunicato che per ottemperare ai suoi doveri istituzionali nei confronti dell'Azienda di provenienza, potrà prendere servizio - e prenderà servizio - il prossimo 1° agosto 2018.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera - Personale del servizio sanitario

Interrogazione a risposta immediata n. 2191 presentata da Batzella inerente a "Laboratorio analisi unificato - sede ospedale di Susa. Carenza di personale tecnico per copertura del turno notturno nel periodo estivo"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 2191.
Risponderà l'Assessore Saitta.
La parola alla Consigliera Batzella per l'illustrazione, cui ricordo che ha tre minuti a disposizione.



BATZELLA Stefania

Grazie, Presidente.
Il Laboratorio analisi unificato dell'ospedale di Susa è situato al piano terra, nei locali della nuova palazzina che, tra l'altro, è stata inaugurata nel 2013 ed è costata sei milioni di euro. Si trova vicino al pronto soccorso ed è a lato del CAL, il centro di assistenza limitata della dialisi.
Attualmente, nel Laboratorio analisi lavorano dieci tecnici sanitari. Tra questi, sette turnano nelle 24 ore, mentre due lavorano a tempo pieno, ma non effettuano i turni di notte. Infine, c'è un lavoratore part time.
L'orario è articolato con le notti di 12 ore, poiché - già sperimentato in passato - risulta essere il turno più adatto per una migliore organizzazione interna. L'orario diurno, invece, è articolato nelle seguenti modalità: 8-15.30 al mattino e 12.30-20 il pomeriggio, nei giorni feriali, mentre nei giorni festivi 8-14 al mattino e 14-20 al pomeriggio.
Nei giorni feriali, al mattino, ci sono almeno tre o quattro tecnici sanitari che svolgono tutte le attività di routine, quindi non solo quelle ospedaliere, ma anche tutte le attività esterne per i pazienti che si rivolgono al Laboratorio.
In seguito all'assenza per malattia di un tecnico di laboratorio biomedico iniziata a fine maggio e che si protrarrà, salvo diversi indicazioni, fino a tutto il mese di luglio, in considerazione del diritto irrinunciabile dei lavoratori alle ferie estive, che sono iniziate il 1° giugno e termineranno il 30 settembre, il personale che turna nelle 24 ore si è ridotto ulteriormente.
Di conseguenza, è evidente che la copertura dei turni non può essere garantita nelle 24 ore per tutto il periodo estivo, nonostante la disponibilità, la buona volontà e il continuo sovraccarico del lavoro da parte dei tecnici sanitari.
Il personale tecnico del Laboratorio analisi ha tempestivamente segnalato le criticità e incontrato, presso la sede di Susa, la Direttrice dei Laboratori riuniti di Rivoli e Pinerolo (la dottoressa Cavallo) e il referente del DI.p.SA. (Direzione Professioni Sanitarie), area Nord, il dottor Rivoira, e uno dei coordinatori del Laboratorio di Rivoli.
La soluzione proposta dai suddetti risulterebbe essere quella della copertura di tutti i turni da parte del poco personale tecnico rimasto, con la revisione del piano di ferie o, in alternativa, la chiusura del Laboratorio nel turno di notte, con l'installazione in Pronto Soccorso di strumenti che permettono il dosaggio solo di alcuni esami cosiddetti POCT (Point of Care Test).
Interrogo l'Assessore per sapere come s'intende risolvere la carenza di personale tecnico nel Laboratorio analisi dell'ospedale di Susa, per impedire la chiusura notturna del Laboratorio analisi nel mese di agosto che causerebbe non solo un disservizio all'utenza, ma anche un sovraccarico di lavoro al personale del pronto soccorso, già in difficoltà, con l'installazione degli strumenti POCT.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Saitta per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

In merito all'interrogazione a risposta immediata della Consigliera Batzella, relativa alla carenza di personale tecnico per la copertura del turno notturno presso il Laboratorio analisi unificato della sede dell'Ospedale di Susa, si rende noto che la suddetta carenza si è già risolta in data odierna con il rientro in servizio dell'operatore tecnico.
Si precisa, a ogni buon conto, che la criticità correlata all'assenza di cui sopra, e ora risoltasi, è stata affrontata, non ignorata contestualmente alla verifica da parte della Direttrice della struttura complessa Laboratori analisi unificati e dal Dipartimento dei Servizi Diagnostici mediante l'individuazione di soluzioni organizzative che hanno garantito, nell'assenza dell'operatore tecnico, la funzionalità del Laboratorio analisi della sede di Susa.
In ogni caso, rispetto alla questione specifica oggi è rientrato l'operatore, quindi l'emergenza è superata.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera - Presidi privati di diagnosi e cura

Interrogazione a risposta immediata n. 2193 presentata da Conticelli inerente a "Sospensione del servizio radiologico presso gli ambulatori di via Pacchiotti e corso Toscana a Torino"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 2193.
La parola alla Consigliera Conticelli per l'illustrazione.



CONTICELLI Nadia

Grazie, Presidente.
Abbiamo appreso (più che altro l'ha appreso l'utenza) sia da mezzo stampa sia da avvisi affissi in loco, che, rispetto alle apparecchiature per le radiografie, nei due laboratori in oggetto, in seguito a un controllo per un intervento di manutenzione, le macchine sono state individuate come obsolete e, quindi, il servizio è stato temporaneamente sospeso.
L'attività viene svolta in altre strutture, ma, soprattutto, gli utenti sono stati invitati a rivolgersi anche in strutture accreditate. Questo secondo notizie stampa, ragion per cui vorremmo sentire l'Assessore. La questione è che questi due poliambulatori, in particolare quello di Corso Toscana, probabilmente dovranno poi essere sostituiti dal poliambulatorio della struttura dell'ex Marco Antonetto che è in fase di appalto, ma che ha avuto qualche problema a iniziare.
Poiché sono lontani dalle altre strutture ospedaliere, la richiesta del territorio, come sa bene l'ASL territoriale, era stata quella di non chiudere i servizi in questi ambulatori, prima che fosse attivo quello nuovo. In particolare, Corso Toscana, seppure la struttura abbia qualche problema, prende un'utenza di una zona piuttosto fragile dal punto di vista sociale e segnata, in particolare, da un'utenza anziana.
Vorremmo sapere, rispetto a questi due ambulatori, in particolare quello di corso Toscana, se saranno qui mantenuti e ripristinati i servizi perch ogni tanto, come l'Assessore sa, vengono affissi anche dei cartelli che spargono un po' il panico tra gli utenti, quindi sarebbe utile capire, una volta per tutte.
Sappiamo che questo poliambulatorio sarà chiuso quando sarà attiva la nostra nuova struttura, ma come ci arriviamo all'inaugurazione della nuova struttura?



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Saitta per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Quest'interrogazione permette sicuramente di fornire qualche elemento informativo, sicuramente maggiore rispetto a quello che è stato riportato dagli organi di stampa.
La sospensione dell'attività radiologica presso le sedi di Corso Toscana e Via Pacchiotti si è resa necessaria per motivi di radioprotezione legati all'obsolescenza delle apparecchiature. Le prenotazioni per esami radiologici possono essere effettuati in qualsiasi sede dell'ASL Città di Torino, presso le farmacie del territorio e attraverso il call center.
Nelle sedi Oftalmico e ospedale San Giovanni Bosco vengono effettuati esami di radiologia tradizionale in accesso diretto, in tutti i giorni feriali dal lunedì al venerdì e con i seguenti orari. L'Oftalmico: 11.30-14.30 per tutti gli esami di radiologia tradizionale. Ospedale San Giovanni Bosco: 8.00-10.00 per radiografia del torace.
Il Direttore mi riferisce che, di fatto, non si è verificato alcune disservizio. A ogni modo, il tempo intercorrente tra la prenotazione e l'esecuzione dell'esame nelle sedi in cui non è attivo l'accesso diretto è mediamente di pochi giorni o, comunque, non oltre la settimana.
È in corso una riorganizzazione che prevede una estensione degli orari di accesso diretto presso l'Oftalmico e Amedeo di Savoia, nonché l'attivazione di una radiologia toracica presso la sede di Lungo Dora Savona ove è ubicato il servizio di pneumologia e prevenzione tubercolare. Presso la sede di Via Pacchiotti continua a essere attivo il servizio di diagnostica per immagini con esecuzione di esami ecografici, di cui è previsto un ampliamento.
Alla luce di queste informazioni è in corso, come mi informa il Direttore un'attenta valutazione del fabbisogno e dell'esigenza dei cittadini per una riattivazione e riorganizzazione delle sedi territoriali in funzione della domanda.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 2195 presentata da Bono, inerente a "Intendimenti relativi alla riduzione delle liste d'attesa in merito alle richieste del Ministero"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori, esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
2195.
Ricordo che l'Assessore Saitta ha comunicato che nella prossima Conferenza dei Capigruppo sarà ufficializzata la disponibilità dell'Assessore a dare le comunicazioni richieste sulla questione "liste d'attesa".
La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Ringrazio della risposta in merito alla richiesta di comunicazioni.
L'Assessore è qui presente, quindi potrebbe già dirci quando è disponibile.
Sottolineo che giovedì è convocato il Consiglio. Se non ci dovessero essere provvedimenti particolari o, comunque, rallentamenti sul DDL n. 296, cosa che non è al momento prevedibile, si potrebbe magari valutare per giovedì.
Come spesso è successo in questi quattro anni, siamo nelle mani dell'Assessore Saitta. Speriamo che sappia risponderci il prima possibile.
Per questo ho inteso proporre quest'interrogazione urgente, per sapere cosa intende realmente fare la Giunta della Regione Piemonte, in quanto siamo un po' confusi. Il piano regionale, anzi, non il piano, perché la norma nazionale prevedrebbe che il piano di governo delle liste d'attesa nazionale venisse delineato e declinato in un piano regionale. Noi invece abbiamo approvato, con la delibera del 27 marzo 2017, il programma regionale per il governo dei tempi d'attesa, con alcune suggestioni che abbiamo analizzato durante le sedute di Commissioni particolari, come quella di distinguere tra primo accesso e secondo accesso.
È noto a tutti che già le impegnative mediche hanno delle modalità di prenotazioni che sono: urgenza, breve, visita differibile o visita programmata. C'è anche la possibilità di fare "prima visita", e quindi la "prima visita" normalmente ha già un percorso preferenziale rispetto a una visita programmata che probabilmente viene inserita magari a un anno.
L'Assessore Saitta, a latere del forum del centrosinistra - una sede non molto istituzionale, nel senso che avremo gradito avere qualche informazione in Commissione, visto che ci uniamo in Commissione e non apprendere dai giornali - dice che sarebbero in arrivo dieci milioni di euro per ridurre l'attesa. "È la somma che la Regione Piemonte ha accantonato e metterà a disposizione delle ASL, entro fine luglio" - quindi molto a breve - "nell'ambito del piano per l'abbattimento liste d'attesa".
Quindi a fine luglio il piano per l'abbattimento liste d'attesa, ma siamo a fine giugno e noi non ne sappiamo nulla.
"Entro metà del prossimo mese" - quindi tra 15 giorni - "ogni Direttore generale ci presenterà un piano" - di nuovo non sapevamo nulla - "in cui vengono definite necessità per affrontare le maggiori criticità di ciascuna ASL. L'obiettivo è arrivare ad aggredire complessivamente il problema delle lista di attese entro ottobre". Bene. Speriamo.
L'Assessore Saitta ricorda: "In base al piano abbiamo definito, per ogni Azienda, un responsabile liste d'attesa." - quindi questo è il vecchio programma - "I direttori sanitari avranno avviato un monitoraggio della situazione per capire quali sono le questioni più sensibili e come aggredirle. In base a quanto emerso, ogni ASL sottoporrà alla Regione un suo piano in cui evidenzierà le necessità. per i vari finanziamenti. Le due strade per abbattere le liste d'attesa con le risorse aggiuntive di 10 milioni di cui ho detto prima sono il loro utilizzo per il personale interno per aumentare il servizio (ANSA) o l'acquisto di prestazioni dal privato accreditato".
Nei comunicati ANSA era anche trapelata la notizia di un possibile ricorso (io lo anticipo, l'annuncio sarà eventualmente smentito dall'Assessore) perché le ASL erano impossibilitate ad assumere ulteriore personale, ma anche a far lavorare di più i propri dipendenti, nel rispetto di quelle famose ore di riposo tra un turno e l'altro. Quindi si ricorreva a gettonisti esterni (o, comunque, a contratti non a tempo indeterminato) per ridurre le liste d'attesa.
Abbiamo fatto una brevissima disamina del tempo delle liste d'attese e dei siti delle Aziende Sanitarie. Innanzitutto, non tutte hanno un sito in trasparenza, con un documento accessibile relativo alle liste d'attesa: prima cosa da fare.
Inoltre, quando si accede al fascicolo sanitario della piattaforma Sistema Piemonte con la propria impegnativa per prenotare una visita, le tempistiche non sono concordi con quelle del sito dell'ASL. Addirittura sono diverse se si chiama il CUP aziendale o direttamente la struttura.
Insomma, c'è molta confusione.
Sottolineavo che proprio il giorno in cui l'Assessore Saitta aveva dichiarato questo investimento, era partita dal Ministero della Salute - e quindi dalla Ministra Giulia Grillo - una circolare in cui si chiedeva alle Regioni entro 15 giorni (quindi entro il 30 giugno) di avere lo stato dell'arte delle liste d'attesa, con focus su sei punti: i primi tre focalizzati sull'attività ordinaria e gli altri tre sull'attività libero professionale intramuraria.
Bisognava rispondere sulla gestione del CUP, sul numero di prestazioni che eroga, sulle misure alternative messe in campo rispetto al piano nazionale sulle iniziative adottate per informare tutti i cittadini sulle modalità di prenotazione, sui criteri individuati per fissare i volumi di attività ordinarie di prestazioni intramoenia, per garantire il rispetto dei tempi massimi d'attesa, dove e perché non sia stato ancora istituito l'organismo paritetico previsto dall'accordo Stato-Regioni del 2010 per monitorare forme di concorrenza sleale tra attività ordinaria e libera professione infine se siano stati attivati strumenti di controllo per verificare che tutto sia nella norma (ho sintetizzato).
Alla luce di tutto ciò, chiediamo che l'Assessore quanto prima (se possibile prima del 30 giugno, che è la scadenza indicata nella circolare del Ministero per inviare i documenti a Roma) ci faccia sapere in Aula come intende muoversi sulle liste d'attesa e se ci può rispondere sulla situazione relativa allo stato di trasparenza delle singole Aziende Sanitarie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Saitta per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Gli Uffici del nostro Assessorato, come quelli di tutte le altre Regioni stanno predisponendo la risposta alle informazioni richieste dal Ministro attraverso la circolare di cui si parlava poc'anzi.
Venendo alle questioni che sono state poste dal collega Bono, non posso che confermare, in merito alla richiesta sulle liste d'attesa, che la Regione Piemonte è fortemente impegnata con azioni concrete sul fronte della riduzione delle liste d'attesa. Martedì prossimo avremo anche modo di indicare che cosa è capitato da un anno a questa parte.
In ogni caso, il problema delle liste d'attesa accomuna molte Regioni. Come abbiamo avuto modo di rappresentare alla Ministra Grillo nel primo incontro istituzionale tenutosi la scorsa settimana, ci sono due questioni - è stata una voce unanime - che devono essere affrontate in termini strutturali per contrastare il problema delle liste d'attesa: la prima riguarda le risorse del Fondo sanitario; l'altra riguarda l'eliminazione del vincolo annuale della spesa del personale, che, com'è noto, non può superare quella del 2004 ridotta dell'1,4 per cento.



(Commenti del Consigliere Bono)



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

È un vincolo nazionale che dobbiamo applicare.
Premetto che esprimo un giudizio positivo su questo incontro tenutosi con la Ministra, ma è chiaro che la posizione che abbiamo espresso era unanime: "Signor Ministro, il problema di ridurre le liste d'attesa riguarda tutti quanti".
Ci sono due questioni da affrontare: l'aumento dell'offerta deriva evidentemente, dalla possibilità di avere risorse, anche in termini di personale. Ma per poter assumere è necessario eliminare quel vincolo secondo il quale la spesa del personale sanitario di tutte le Regioni italiane non può superare quella del 2004, ridotta dell'1,4 per cento. È un limite alle assunzioni di tutta Italia! Questa è la prima cosa che abbiamo richiesto, parlando non soltanto delle liste d'attesa, ma anche di tutta l'attività del sistema sanitario.
Su questa richiesta abbiamo avuto la disponibilità da parte del Ministro: nel primo provvedimento di caratterista legislativo verrà introdotta una norma che permetterà di superare questo vincolo. È chiaro che questa è una risposta importante.
Ci saranno, poi, altre questioni organizzative. In ogni caso, come abbiamo ribadito quando abbiamo predisposto la delibera, il problema delle liste d'attesa non è solo di aumento dell'offerta, ma anche di appropriatezza (in questi mesi abbiamo lavorato anche in questa direzione).
Venendo alle questioni puntuali, confermo gli impegni assunti recentemente (quindi non soltanto quelli della delibera, sulla quale puntualizzerò lo stato di attuazione) per la riduzione delle liste d'attesa. Proprio in questo momento si sta tenendo un'ennesima riunione convocata dal Direttore generale dell'Assessorato con i Direttori generali delle Aziende Sanitarie per definire con concretezza i contenuti che devono presentare in Regione entro la metà di luglio.
Sulle liste d'attesa, le Aziende Sanitarie hanno lavorato per dare attuazione alla delibera 17-4817 del 27 marzo 2017, che, come il collega sa, ha voluto dire che per ogni ASL è stato individuato il Direttore sanitario come responsabile delle liste d'attesa (il governo delle liste d'attesa).
Sono state individuate le Aree Omogenee: i responsabili del governo delle liste d'attesa di ogni Azienda hanno costituito un coordinamento di Aree Omogenee per vedere, secondo l'attività diagnostica, come organizzare le risposte.
In base alla delibera, è stato istituito un gruppo di coordinamento del programma regionale per il governo delle liste d'attesa, che ha svolto un puntuale monitoraggio e analisi delle prestazioni critiche. Oggi siamo nelle condizioni di individuare quali sono le prestazioni che necessitano in modo particolare di essere aggredite.
Al fine dello sviluppo di un cruscotto informativo, che consenta ai cittadini di accedere con la massima trasparenza ai tempi di attesa delle prestazioni ambulatoriali e di ricovero, la Direzione Sanità, in vista della prossima implementazione del CUP unico regionale, ha previsto di procedere, in applicazione al capitolato di gara, all'istituzione di un apposito gruppo tecnico regionale con le ASL.
Al gruppo tecnico regionale competerà la stesura degli indirizzi operativi con cui verranno definiti i criteri di compilazione delle agende e delle liste di prenotazione delle varie strutture, in modo da uniformare, tra le varie Aziende, le tempistiche di erogazione delle prestazioni, nel rispetto degli elementi distintivi prescritti nella ricetta (prestazione primo e secondo accesso, codici priorità, acquisito diagnostico), l'applicazione dei PDTA stabiliti dalla Regione e l'utilizzo del recall.
Inoltre, coerentemente alle fasi progettuali del CUP unico, è interesse della Regione sviluppare un idoneo strumento informativo che evidenzi ai cittadini i tempi di attesa delle prestazioni.
L'esperienza delle altre Regioni che hanno il CUP unico regionale ci porta a dire che lo strumento di governo delle liste d'attesa in termini di trasparenza e di informazione verrà dato sicuramente attraverso il CUP.
Dopodiché abbiamo - quando ci sarà la comunicazione, evidentemente fornir dei dati - un monitoraggio delle 43 attività diagnostiche che secondo le indicazioni del Ministero e di AGENAS abbiamo tenuto sotto controllo quindi possiamo dire quali sono le attività da aggredire.
In sostanza, non posso che confermare gli impegni assunti nella delibera ma anche gli impegni che assumeremo nelle prossime settimane per quanto riguarda l'approvazione dei piani delle singole Aziende e anche il finanziamento delle azioni per poter aggredire in modo particolare quelle attività che necessitano di un'attenzione speciale da parte della Regione.


Argomento: Edilizia sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 2177 presentata da Graglia, inerente a "Attuazione odg n. 1385 relativo a transazione vertenza relativa al polo sanitario di Fossano" (risposta scritta)


PRESIDENTE

Comunico che all'interrogazione n. 2177 del Consigliere Graglia, per l'impossibilità dello stesso di essere presente, verrà data risposta scritta.
Dichiaro chiusa la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata.



(Alle ore 15.55 la Presidente dichiara esaurita la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata)



(La seduta ha inizio alle ore 15.57)



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE BOETI



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo Balocco, Barazzotto e Ferraris.



PRESIDENTE

Consigliere Ravetti, voleva chiedere qualcosa?



RAVETTI Domenico

Sì, Presidente. Chiedo cortesemente di poter sospendere cinque minuti i lavori del Consiglio per una riunione del Gruppo del Partito Democratico.



PRESIDENTE

La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 15.58 riprende alle ore 16.30)



PRESIDENTE

La seduta riprende.


Argomento: Bilanci preventivi

Esame disegno di legge n. 296, inerente a "Disposizioni urgenti in materia di Bilancio di previsione finanziario 2018-2020"


PRESIDENTE

Nella seduta antimeridiana odierna è iniziato l'esame del disegno di legge n. 296, di cui al punto 5) all'o.d.g.
Sono già state svolte le relazioni di maggioranza e di minoranza ed è stata svolta la discussione generale. È stato esaminato e votato l'articolo 1.
ARTICOLO 2 Emendamento rubricato n. 18) presentato da Bona, Rossi Luca, Vignale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Bona per l'illustrazione.



BONA Angelo Luca

Grazie, Presidente.
L'emendamento chiede di sopprimere l'articolo 2, quello che tratta il finanziamento di 40 milioni di euro alla GTT, che è un'azienda che opera soltanto nel Torinese. 40 milioni di euro sono una cifra veramente importante, se pensiamo che, proprio in questo provvedimento di legge, come provento dai mutui si dà una cifra di 12 milioni di euro per tutta l'edilizia scolastica regionale e per la messa in sicurezza dell'edilizia scolastica regionale. 40 milioni di euro sono il triplo anche di quello che viene speso ogni anno per tutta la Provincia di Novara per il trasporto pubblico locale.
Non dimentichiamo che in Piemonte il trasporto pubblico locale è garantito da aziende, spesso piccole e medie, che hanno sempre commisurato gli investimenti nella propria azienda con la diligenza del buon padre di famiglia e hanno tenuto in equilibrio i conti. Quindi, non è accettabile che adesso si spendano 40 milioni di euro di soldi pubblici per metterli all'interno di un'azienda, oltretutto per acquisire anche delle quote di un'azienda che riguarda un singolo territorio, seppur assolutamente importante, della Regione Piemonte.
Il tema del trasporto pubblico locale è importante e delicato, per le cifre che muove, anche per far vivere le piccole realtà di montagna e le realtà periferiche della nostra regione, quindi deve essere assolutamente trattato con un provvedimento ad hoc, un provvedimento elaborato dal Consiglio e dalla Giunta che tenga come linea guida la pari dignità e l'uguaglianza delle regole e delle possibilità di tutto il territorio piemontese.
Questa è un'esigenza imprescindibile per il Consiglio regionale, quindi chiediamo che sia stralciato l'articolo 2 dal provvedimento in discussione.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Rossi Luca.



ROSSI Luca Angelo

Grazie, Presidente.
Sarò brevissimo, però anche il territorio della provincia di Alessandria come tutti i territori della Regione Piemonte, è in sofferenza per le questioni riguardanti il trasporto pubblico locale.
La firma che ho aggiunto a quest'emendamento è sicuramente per affrontare l'argomento in maniera organica su tutta la Regione, senza privilegiare alcuni territori a discapito di altri, affrontando il problema che in alcuni territori è veramente drammatico, perché ci sono piccoli Comuni nei quali le aziende sono state costrette a sopprimere il servizio, anche per i lavoratori e per gli studenti. Si è partiti con la soppressione nei giorni festivi, nei periodi natalizi e nel periodo di agosto, ma adesso ci sono Comuni nell'Alessandrino, così come in tante altre province piemontesi, nei quali il servizio di collegamento con il trasporto pubblico locale non c'è.
Pertanto, ci sembra più opportuno destinare questi soldi a un ragionamento organico, che privilegi non un solo territorio, ma che tenga conto, nei limiti del possibile, delle esigenze di tutti.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Rossi.
Emendamento rubricato n. 3) presentato dalla Giunta regionale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola all'Assessore Reschigna per l'illustrazione.



RESCHIGNA Aldo, Assessore al bilancio

L'emendamento n. 3) interviene modificando l'importo da 503.445 a 352.411,20 euro, destinato all'acquisizione di quote della società 5T posseduta da GTT. Questo a seguito di un'intesa raggiunta tra l'Assessorato ai trasporti della Regione Piemonte e l'Assessorato ai trasporti della Città di Torino, che prevede che con questo tipo di acquisizione e con l'acquisizione da parte della Città di Torino, la Città di Torino diventi socio di maggioranza della società 5T.



(Commenti fuori microfono)



RESCHIGNA Aldo, Assessore al bilancio

Preleviamo il 14%, pari a 352.411.



(Commenti fuori microfono)



RESCHIGNA Aldo, Assessore al bilancio

Arriviamo a un totale che è di poco superiore al 40%.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Ho firmato l'emendamento dei colleghi di Forza Italia per la possibilità che l'emendamento stesso venisse presentato in qualità di relatore.
Esprimerò un voto di astensione o di non partecipazione al voto su questo tema, perché credo non si possa non tenere conto di una situazione di drammaticità in cui l'azienda versa. Credo, però, che diventando soci di minoranza di quell'azienda, sia necessario che si comunichino anche al Consiglio regionale, a differenza delle situazioni precedenti, perch comunicazioni ve ne sono state molte nel merito, non soltanto le motivazioni che hanno portato a questo e che, in qualche modo sono note, ma quello che potrà essere un piano industriale per fare sì che non sia nuovamente necessario un investimento di questo tipo.
Quanto diceva il collega Bona è un aspetto evidente. Quante discussioni anche solo quante interrogazioni a risposta immediata sono state presentate all'interno di questo Consiglio regionale nell'arco di questi quattro anni per garantire o prevedere un miglioramento su singole tratte, ma questo non è mai stato possibile per mancanza di denaro, e poi invece si salva una società, perché è pubblica e non soltanto perché è grande? Credo che vi siano delle responsabilità che non sono evidentemente ascrivibili esclusivamente al Movimento 5 Stelle che oggi governa la Città di Torino, perché credo che la Regione Piemonte si sia fatta carico di responsabilità che sono evidentemente anche ascrivibili a chi governa Torino, ma che sono molto ascrivibili anche a chi precedentemente ha governato questa città.
Il Vicepresidente ricorderà che vi fu una grande discussione in Consiglio comunale di Torino sull'alienazione delle quote e quell'alienazione non avvenne, non per volontà del Sindaco Fassino, ma per una contrarietà della maggioranza di centrosinistra in Consiglio comunale.
Non so se questo fu corretto o scorretto, perché io non credo che sia n bene il privato né bene il pubblico, ma credo che le aziende possano essere ben gestite sia se di proprietà pubblica sia se di proprietà privata.
Abbiamo alcuni esempi di grandi case automobilistiche: pensiamo a quelle francesi, che sono di proprietà pubblica, ma sono ben gestite e traggono profitti; oppure abbiamo esempi di aziende pubbliche in Piemonte che sono in grado di trarre profitti.
Tuttavia, da questo punto di vista, oggi si devono investire 40 milioni di euro di denaro pubblico, per sanare errori compiuti nel tempo.
Non vi è stata una calamità; non vi è stato un effetto improvviso per cui si è dovuto intervenire; ci sono stati gravi e profondi errori compiuti nel passato.
Pertanto, ancora una volta, il pubblico, cioè le tasse dei cittadini devono sanare errori compiuti da singole persone.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Tronzano; ne ha facoltà.



TRONZANO Andrea

Grazie, Presidente.
Il Consigliere Vignale mi ha solo anticipato, perché anch'io volevo ricordare la storia di un fallimento, politico, perché in Consiglio comunale ci sarebbe stata l'occasione, mi pare nel 2013 (vado a memoria) per poter vendere le quote di GTT.
Ricordo che una parte del PD, naturalmente minoritaria, era a favore della strategia del Sindaco Fassino, mentre la maggior parte era contraria.
Conseguentemente, questo tipo di ipotesi non passò.
Volevo rimarcarlo, perché credo che su questi errori poi si giochi la credibilità della politica dell'Amministrazione.
Oggi, con 40 milioni di euro interveniamo a sostegno di un'azienda che, in realtà, poteva tranquillamente essere venduta al momento giusto alla cordata che avrebbe vinto la gara, qualunque essa fosse stata. Credo quindi, che sia corretto sottolinearlo.
Comprendo molto bene il ragionamento dei colleghi Bona e Rossi e lo condivido anche dal punto di vista ideale, ma dal punto di vista personale non parteciperò al voto, perché la questione del personale GTT e del trasporto torinese meritano un intervento di questo genere.
Per questo motivo, preferisco privilegiare le persone rispetto all'ideale che in me sarebbe preponderante, cioè quello di dire "no" a questi 40 milioni di euro.
In questo caso, mi perdoneranno i colleghi, voglio rimarcare a verbale che non parteciperò al voto, perché per me le persone hanno un valore superiore rispetto alla questione del denaro, anche se - e lo rimarco ancora una volta - questo si sarebbe potuto evitare se il PD, lo stesso PD che oggi dà 40 milioni, avesse preso altre strade e avesse assunto altre scelte politiche amministrative nel momento giusto negli anni scorsi.



PRESIDENTE

Non essendoci altre richieste di intervento, la parola al Vicepresidente Reschigna per il parere della Giunta.



RESCHIGNA Aldo, Assessore al bilancio

Molto sinteticamente.
Innanzitutto, qual è la portata di quest'articolo? Noi non compriamo quote di GTT. Non entriamo nel capitale sociale di GTT, perché sin dall'inizio di questa vicenda abbiamo sempre sostenuto, come Giunta regionale, il fatto che non possiamo essere soggetto regolatore di un sistema, qual è quello del trasporto pubblico locale, ed essere parte di questo sistema, avendo quote di partecipazione all'interno di una società.
Il secondo elemento è che con quest'articolo noi non mettiamo risorse della Regione. Va bene? Questo è un articolo che si muove in attuazione di una norma contenuta nel provvedimento fiscale di fine anno, laddove sono stati destinati 40 milioni di euro di fondi FSC per contribuire al risanamento economico-finanziario della società GTT.
Con quest'articolo sostanzialmente diciamo che questi soldi entrano nel bilancio della Regione ed escono attraverso due strumenti: il primo, molto limitatamente, per 352 mila euro, per rilevare quote di proprietà di GTT nella società 5T; il secondo, più consistente, prevede 39 milioni e 647.588, quale trasferimento che la Regione fa alla Città di Torino finalizzato a un intervento di risanamento su GTT.
Questa è la portata all'articolo, cioè noi non spostiamo risorse del bilancio della Regione, ma diamo attuazione a una norma inserita nel pacchetto fiscale di fine anno prima della legge di bilancio dello Stato.
Colgo anche l'occasione per informare il Consiglio regionale che è stata sottoscritta e già pagata, da parte dell'Agenzia della mobilità regionale la transazione tra l'Agenzia mobilità regionale e GTT, circa i disallineamenti tra i bilanci di GTT e i bilanci dell'Agenzia della mobilità regionale.
C'erano 71 milioni di euro di crediti iscritti nel bilancio di GTT non riconosciuti dall'Agenzia della mobilità regionale. L'accordo e l'atto di transazione prevedono che l'Agenzia regionale, IVA compresa, ne corrisponda poco meno di 25 milioni di euro.
Questo chiude anche una potenziale vertenza, perché su parte di questi crediti GTT aveva richiesto l'autorizzazione al Tribunale per l'emissione di un decreto esecutivo.
Terza riflessione.
Facciamo questo tipo di operazione per conto della Regione, che ha due sfaccettature: uno, destinare risorse all'Agenzia mobilità regionale; due introitare e ridestinare risorse alla Città di Torino dallo Stato, nella convinzione che la società possa essere risanata.
È chiaro che il lavoro che deve essere fatto è un lavoro importante perch al di là di alcune questioni legate a un pareggio dei conti, c'è un problema pesante all'interno di GTT, che è un problema di natura finanziaria.
Voglio ricordare a questo Consiglio regionale che il piano economico finanziario, approvato dall'assemblea dei soci di GTT, prevede (e senza questo tipo di intervento difficilmente ci potrà essere il risanamento economico-finanziario di GTT) un impegno della Città di Torino pari a 25 milioni di euro entro quest'anno, altrimenti il piano economico-finanziario non ha la sua copertura totale complessiva. Lo abbiamo fatto nella convinzione che, con un durissimo lavoro, ci siano le condizioni per un risanamento della società e lo abbiamo fatto nella convinzione del ruolo che la società ha sul sistema del trasporto pubblico locale piemontese anche (lo dico in relazione ad alcune riflessioni che ancora stamattina il Consigliere Andrissi esponeva) come soggetto riequilibratore del sistema del trasporto pubblico piemontese.
Il fallimento di GTT, cioè, avrebbe dato la stura, probabilmente, a elementi d'ingresso sul sistema del trasporto pubblico locale esterni relativamente alla realtà della regione, che avrebbero nuociuto all'equilibrio del sistema delle imprese pubbliche e private presenti oggi in Piemonte. Voglio essere chiaro sotto quest'aspetto.
Pertanto, per queste ragioni, il parere sull'emendamento del Consigliere Bona è negativo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tronzano.



TRONZANO Andrea

Chiedo scusa, perché ho dimenticato un particolare importante che l'Assessore ha citato e rispetto al quale prego l'Assessore di prestare grandissima attenzione, cioè il pagamento dei fornitori.
Questo tipo d'intervento deve servire all'indotto e alle aziende private che stanno lavorando per GTT e non sono pagate da GTT per colpe non chiaramente dei privati e, quindi, stanno andando in sofferenza o addirittura sono già fallite.
La prego, Assessore, di prestare veramente grande attenzione su questo perché è fondamentale per il circolo economico della nostra città.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Valetti.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Annuncio che voteremo a favore di questo provvedimento, perché libera delle risorse utili di cui l'azienda GTT ha bisogno, anche perché ratifica un accordo sottoscritto tra il Comune di Torino e la Regione Piemonte.
Lo facciamo con riserva, però, per quanto riguarda lo storno dei fondi sulle quote 5T, perché, a nostro parere, non è del tutto chiaro se sia un'operazione completamente nelle more dell'utilizzo dei fondi FSC lo scambio di pacchetto azionario, di cui - come ho detto prima - non abbiamo compreso del tutto la valenza strategica. Magari avremmo tolto le riserve capendo qual è lo scopo di quest'operazione, che in questo momento si configura con una quota minoritaria. Di questo ci manca ancora spiegazione quindi attendiamo future delucidazioni anche dall'Assessore Balocco e, nel mentre, verificheremo che quest'operazione sia completamente corretta dal punto di vista contabile.
Grazie.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MOTTA



PRESIDENTE

Ci sono altri interventi in dichiarazione di voto? La parola al Vicepresidente Reschigna.



RESCHIGNA Aldo, Assessore al bilancio

In merito all'intervento del Consigliere Tronzano, l'accordo che è stato definito prevede che tutte le risorse derivanti dall'atto transattivo tra l'Agenzia della mobilità regionale e GTT e tutte le risorse che vengono trasferite dalla Regione alla Città di Torino sui fondi FSC non possano essere utilizzate per spesare competenza, ma debbano essere utilizzate per chiudere partite debitorie pregresse, anche perché c'è una condizione di sofferenza e di difficoltà in capo a molti fornitori di GTT, che aspettano queste risorse da molto tempo.
Su questo siamo stati molto chiari, anche perché, diversamente, non si giustificherebbe neanche l'utilizzo di 40 milioni di euro di FSC per contribuire al risanamento economico-finanziario di GTT. Il risanamento economico-finanziario lo si attua incominciando a saldare e chiudere partite vecchie e pregresse.
Devo anche dire (lo dico anche in relazione a delle voci sbagliate che si sentono in giro) che, come Regione, abbiamo grossi problemi di liquidità.
Questi problemi di liquidità si ripercuotono soprattutto su alcuni ambiti d'intervento delle politiche di bilancio della Regione, ma incominciamo a non avere grossi problemi di liquidità su due grandi questioni: sanità dove stiamo arrivando tranquillamente ai 60 giorni di ritardo, e trasporto pubblico locale, dove voglio ricordare che in questi giorni abbiamo saldato al sistema delle aziende del trasporto pubblico locale piemontese le competenze a tutto marzo 2018.
Quando sono diventato Assessore al bilancio, c'era un conto vecchio di 320 milioni, che risaliva al 2011 e 2012, che doveva essere ancora saldato.
Quindi, oggi, non siamo ancora a posto, perché siamo a luglio e non siamo ancora arrivati al termine di 60 giorni, ma i problemi di liquidità della Regione riguardano altri elementi.
Da ultimo, in merito all'intervento del Consigliere Valetti, la norma nazionale prevede che le risorse debbano essere utilizzate per concorrere al piano di risanamento economico-finanziato di un'azienda. Dentro il piano economico-finanziario di un'azienda ci sta anche il tema della riduzione delle partecipazioni che un'azienda possiede. È un elemento che normalmente viene attuato in qualunque piano industriale che ha come obiettivo il risanamento di un'azienda.
Se posso esprimere un'opinione tutta personale, pur rispettando le trattative che sono state compiute tra l'Assessore Balocco e 5T, noi avevamo un disegno che era quello di fare in modo che 5T, che sta svolgendo una funzione importante sul traffico e sulle politiche del trasporto pubblico della Città di Torino, potesse svolgere un ruolo più rilevante e complessivo sulla realtà del trasporto pubblico locale piemontese. Questo è precluso, perché, nella misura in cui la quota consistente del capitale sociale di 5T è maggioritaria in capo alla Città di Torino, la confina come una società a servizio della Città di Torino. Questo è il punto.
Poi, però, nella vita bisogna sempre apprezzare le mediazioni e, come tali le apprezzo.



PRESIDENTE

Grazie, Vicepresidente Reschigna.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 18), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 3).
Il Consiglio approva.
Sia riportato a verbale che il Consigliere Campo ha votato a favore.
Indìco la votazione palese sull'articolo 2, così come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 3 Indìco la votazione palese sull'articolo 3.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 4 Indìco la votazione palese sull'articolo 4.
Il Consiglio approva.
La Consigliera Batzella chiede che sia riportato a verbale che, non essendo riuscita a votare, darà solo la presenza, anziché voto negativo.
ARTICOLO 5 Emendamento rubricato n. 4) presentato dalla Giunta regionale (Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola all'Assessore Reschigna per l'illustrazione.



RESCHIGNA Aldo, Assessore al bilancio

È un emendamento che ha una natura transitoria, la copertura di questo emendamento. Nel disegno di legge di rendiconto che va, in parifica, il mese prossimo presso la Corte dei Conti, abbiamo accantonato, sul risultato d'esercizio 2017, una posta che recupera le economie non spese sulle annualità 2014-2015-2016 della programmazione dei fondi strutturali europei nell'arco di validità del programma 2014-2020.
Questo nella consapevolezza che, senza questo tipo di accantonamento, alla fine della programmazione dei fondi europei, com'è già successo in passato la Regione si troverebbe nelle condizioni di dover destinare quote regionali fortemente significative. È chiaro che quest'operazione ha bisogno, per entrare a tutti gli effetti nella legge di bilancio, che venga approvato il rendiconto. Sono risorse accantonate sul rendiconto 2017.
Tuttavia, è un'emergenza rappresentata dal fatto che molti bandi sul FESR devono uscire e non possono più essere posticipati. Ragion per cui noi anticipiamo, attraverso una riduzione di stanziamenti che poi, in assestamento di bilancio, ripristineremo con questa voce di entrata, una destinazione di 11 milioni di euro sul bilancio 2020 della quota di competenza della Regione sui fondi FESR, Direzione Competitività, per consentire la copertura di bandi, a carattere pluriennale, che usciranno nelle prossime settimane.
Questo spostamento ha una natura meramente transitoria sotto un profilo delle politiche di bilancio, ma consente l'attivazione dei bandi e poi, in assestamento di bilancio, metteremo a posto questo aspetto.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Chiedo scusa al Presidente e al Vicepresidente, ma tra il rumore dell'Aula e la difficoltà tecnica dell'emendamento potrei riassumere con "non abbiamo capito niente". L'allegato B viene totalmente sostituito da questo?



(Commenti dell'Assessore Reschigna)



BONO Davide

Bisognerebbe fare un'aggiunta?



(Commenti dell'Assessore Reschigna)



PRESIDENTE

Prego, Consigliere Bono.



BONO Davide

Si aggiunge quella.
Avevo capito sostituito, volevo capire se la dicitura era corretta o meno.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Ovviamente comprendo le motivazioni dell'emendamento 4 e, peraltro, le condivido. È ovviamente sempre bene che la programmazione, quando riesce riesca a seguire una copertura del cofinanziamento su base annuale nei sette anni. Non avviene sempre. Noi sappiamo che, tendenzialmente, si è un po' più lenti all'inizio e si è un po' più veloce alla fine nell'utilizzare le risorse.
L'aspetto che non ho compreso è questo, ma probabilmente non ho capito io.
Nel bilancio di quest'anno, forse anche in assestamento ma, di sicuro, nel bilancio, il Consiglio regionale apportò una riduzione alle risorse del cofinanziamento, anche se non ricordo se del FESR o del FSE, perché le cifre impegnate erano minori.
Sostanzialmente, avevamo messo una parte di cofinanziamento (se non ricordo male, erano 19 milioni) utile a garantire la competenza regionale. Ma non essendo stati pubblicati i bandi, le spese e le risorse, l'abbiamo dovuto ridurre.



(Brusìo in aula)



PRESIDENTE

Le chiedo scusa, collega Vignale.
Colleghi, potete anche uscire per parlare! Grazie.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente, per l'autorevolezza.
Tant'è - il Vicepresidente lo ricorderà, oppure glielo rammento io - che chiesi anche un approfondimento in sede di III Commissione, che peraltro stiamo ancora aspettando, per capire un po' lo stato dei tre assi (FEASR FSE e FESR) sull'andamento delle risorse. Perché, evidentemente, il timore era esattamente l'opposto, e cioè che spendendo poco (o meno, rispetto al previsto), si arrivasse alla fine con una grande copertura, che non è tanto un problema di cofinanziamento, ma il fatto che le risorse vengano spese, e spese bene.
Non riesco a capire - probabilmente non l'ho proprio compreso io - qual è il legame fra una riduzione nel bilancio e un incameramento (rispetto peraltro, al 2020) su una necessità indiscutibile, che è quella della garanzia del cofinanziamento. Non riesco a far coincidere la misura contenuta nel bilancio del 2018-2019-2020 con questa.



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente Reschigna.



RESCHIGNA Aldo, Assessore al bilancio

Anzitutto confermo che trattasi di un emendamento che modifica la tabella (quindi aggiunge).
Vengo, invece, alla questione che poneva il Presidente Vignale. Con la legge finanziaria per l'anno 2015, avevamo sostanzialmente ripartito i tre fondi strutturali europei in misura proporzionale su ciascuna annualità.
Dunque, per ciascuna annualità avevamo stabilito le quote di competenza della Regione, le quote di cofinanziamento dello Stato e le quote di cofinanziamento dell'Unione Europea.
Mentre sul FSE, anche se c'è stato qualche scostamento, quel tipo di programma è stato abbastanza rispettato (FSE è, soprattutto, spesa corrente; è formazione professionale, quindi ha meno difficoltà sotto il profilo dell'attivazione di spesa), sul FESR nei primi anni della programmazione 2014-2020 si è speso di meno rispetto a quel programma.
A questo punto, il problema è che stiamo entrando nelle annualità in cui c'è una più forte intensificazione di spesa.
Ho di fronte una tabella dove, tanto per dire, nel 2015 sul FESR avevamo impegnato 3.750.000 euro. Nel 2016 ne avevamo impegnati 45.855.000. Nel 2017 ne avevamo impegnati 70.941.000. Nel 2018 prevediamo di impegnarne 193.000.000.
Il problema è che quello che è andato in economia, cioè che non è stato speso secondo quel programma sul 2015 e sul 2016, adesso viene recuperato.
Come abbiamo immaginato quest'operazione di recupero? Nel disegno di legge di rendiconto del 2017 abbiamo accantonato una posta che va a costituire un fondo che recupera tutte le economie di spesa non effettuata in quelle annualità.
Questo fondo diventa disponibile unicamente dopo l'approvazione del rendiconto.
In questo momento abbiamo la necessità di garantire gli stanziamenti sulla dimensione pluriennale e per il programma che è previsto ci mancherebbero 11 milioni sul 2020, che poi vengono coperti attingendo da questo Fondo. Da qui questa variazione, per consentire di garantire la presenza sul bilancio pluriennale della Regione delle risorse capaci di evitare che dei bandi non possano uscire o debbano essere posticipati nel tempo.



PRESIDENTE

Se non vi sono ulteriori richieste di intervento, pongo in votazione l'emendamento n. 4) della Giunta.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 4).
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 5, così come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 6 Ha chiesto la parola il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Come ho detto durante la discussione generale, su questo disegno di legge nutriamo delle perplessità sull'articolo 6 per quanto riguarda l'Allegato C.
In particolare, sull'anno 2019 è previsto un incremento consistente rispetto alle entrate del Titolo I (entrate tributarie); incremento non giustificato, come ho già avuto modo di dire, da un documento nazionale secondo cui, appunto, c'è un ingresso di entrate al Titolo I o, comunque da manovre regionali con un incremento di tasse. Peraltro, visto che è già stato fatto a inizio legislatura due volte, e due volte anche nella scorsa legislatura, direi che è da scongiurare. Anzi, bisognerebbe percorrere piuttosto, una direzione opposta.
C'è dunque quest'incremento di entrate, che permetterà di avere dei limiti di indebitamento maggiori, perché appunto la somma del Titolo I, al netto della parte sanitaria, dà praticamente il 20 per cento degli spazi di indebitamento, quindi il totale sono 39 milioni.
Nel 2019 c'è questa caratteristica unica in cui avremo questo spazio d'indebitamento maggiore, quindi voteremo contro quest'articolo perché non riteniamo corretta e veritiera quest'attesa entrata nel 2019. Vigileremo poi molto attentamente nel bilancio di previsione 2019, per evitare che vengano fatte promesse elettorali (nel 2019 saremo a pochi mesi dal voto) con nuovi investimenti non coperti realmente, non copribili perché in realtà le entrate non saranno tali, ma saranno molto minori.



PRESIDENTE

Vi sono altre dichiarazioni di voto sull'articolo 6? Nessuna.
Indìco la votazione palese sull'articolo 6.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 7 Indìco la votazione palese sull'articolo 7.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 8 Emendamento rubricato n. 7) presentato da Accossato, Appiano, Batzella Grimaldi, Ottria.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola alla Consigliera Accossato per l'illustrazione.



ACCOSSATO Silvana

Grazie, Presidente.
Questo, come altri emendamenti che portano la mia firma e quella degli altri colleghi, riguarda il tema del personale dei Centri per l'Impiego sia il personale a tempo indeterminato che quello a tempo determinato.
Nello specifico, l'emendamento in questione è una precisazione rispetto alle procedure e allo status giuridico del personale a tempo indeterminato qualora abbia esercitato il diritto di rimanere nei ranghi regionali, che solo successivamente potrà ovviamente essere collocato presso l'Agenzia Piemonte Lavoro. Quindi è una riscrittura che a noi risulta più chiara e più trasparente rispetto agli obiettivi dell'accordo sindacale, ma anche rispetto all'ordine del giorno che questo Consiglio regionale aveva votato mesi fa.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE BOETI



PRESIDENTE

Grazie, collega Accossato.
Emendamento rubricato n. 6) presentato da Ottria, Accossato, Batzella Grimaldi.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Segretario Ottria in qualità di Consigliere per l'illustrazione.



OTTRIA Domenico

Grazie, Presidente.
Anche quest'emendamento riguarda il personale, in questo caso il trasferimento del personale che eserciterà l'opzione tra le due previste.
L'emendamento chiede che questo trasferimento abbia effetto giuridico dal 1° gennaio 2018.



PRESIDENTE

Grazie, collega Ottria.
Emendamento rubricato n. 8) presentato da Grimaldi, Accossato, Appiano Batzella, Ottria.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Grimaldi per l'illustrazione.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Questo è un emendamento che credo sia sostanziale, anche se alcuni hanno detto che è pleonastico. Tuttavia, visto che l'oggetto non è stato specificato e visto che tutto questo percorso è stato affrontato con una lunga discussione con le organizzazioni sindacali, noi chiediamo, dopo l'ultimo periodo, di aggiungere "consultate le organizzazioni sindacali dei lavoratori", perché pensiamo che le novità e le complessità del processo di trasferimento e di tutto quello che renderà opportuno un passaggio di confronto con le organizzazioni sindacali debba essere scritto in questa norma. Ovviamente gli emendamenti successivi renderanno anche più comprensibile qual è l'oggetto di fondo.
Devo dire la verità, visto che non interverremo tante volte su questo punto: da tanto tempo il Consiglio regionale si confronta su questi temi e siamo felicissimi che oggi si possa esprimere su quella che è una riorganizzazione dei Centri per l'Impiego. Crediamo che tutto il personale ovviamente quello a tempo indeterminato, ma anche tutti i precari - debba essere inserito in una grande riorganizzazione che vedrà al centro i nostri Centri per l'Impiego.
Per questo motivo, riteniamo che questo emendamento non sia solo di forma ma anche di sostanza.



PRESIDENTE

Grazie, collega Grimaldi.
Emendamento rubricato n. 9) presentato da Appiano, Accossato, Caputo Cassiani, Grimaldi, Ottria, Valle.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Appiano per l'illustrazione.



APPIANO Andrea

Grazie, Presidente.
Quest'emendamento semplicemente aggiunge il diritto di opzione, salvo poi distacco funzionale presso APL, anche per il personale in cui l'APL subentra a titolo di contratto determinato per poi stabilizzare il personale medesimo.
Sostanzialmente, l'obiettivo è quello di trattare in modo uguale due fattispecie che sono fondamentalmente uguali, fermo restando che l'impegno che ci dobbiamo assumere politicamente tutti quanti è di far promuovere un piano di sviluppo, di rilancio e di riorganizzazione dell'Agenzia Piemonte Lavoro, in modo tale che tutto il personale che andrà potenzialmente in distacco, in realtà, scelga di andare direttamente nei ruoli dell'APL perché il nostro obiettivo è certamente quello di rendere fortemente operativa e competitiva quest'Agenzia pubblica.
L'emendamento semplicemente parifica la posizione delle 22 persone rispetto alle altre oltre 400 che, dopo il passaggio in APL, anzi contestualmente possono esercitare un diritto di opzione per i ruoli regionali, salvo poi distacco funzionale presso l'APL medesima.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Appiano.
Emendamento rubricato n. 10) presentato da Frediani, Bono.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola alla Consigliera Frediani per l'illustrazione.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Questo è un emendamento abbastanza simile nei contenuti rispetto a quello proposto dal collega Appiano, si discosta un po' solo dal punto di vista formale.
Abbiamo messo i riferimenti precisi alla norma, alla legge 205 del 2017 quindi il bilancio di previsione dello Stato, e chiediamo anche noi che il personale precario dei Centri per l'Impiego venga equiparato al personale di ruolo e che sia consentita anche al personale precario la scelta tra il passaggio in ATL o il passaggio in Regione.
È un percorso che abbiamo fatto insieme. Ricordo che la prima volta che ho incontrato i lavoratori precari era in occasione dello sciopero della fame attraverso il quale hanno richiamato l'attenzione sulla situazione che all'epoca era decisamente più pesante, perché siamo passati da proroghe annuali, che hanno consentito di arrivare fino a questo punto, a un sostegno che è arrivato da tutte le forze politiche o quasi presenti in Consiglio. Questo ha anche dato la possibilità di approvare un atto d'indirizzo che chiedeva di equiparare il trattamento dei precari ai lavoratori di ruolo.
Anche stamattina, nel corso dell'ultimo incontro che abbiamo avuto con i lavoratori, si è ricordato come, di fatto, queste persone svolgano la stessa mansione. Nella pratica, sono persone che lavorano insieme, fianco a fianco, e che insieme concorrono al buon funzionamento dei Centri per l'impiego. Per questo, non vediamo motivo di un diverso trattamento, perch sono persone che hanno consentito, di proroga in proroga, di offrire un servizio ai cittadini. Quindi, nel rispetto della loro professionalità perché di questo poche volte parliamo, cioè sono persone che hanno acquisito una professionalità assolutamente equiparabile e l'etichetta "precario" è un'etichetta che si portano addosso per vari motivi, ma che adesso, per fortuna, finalmente cancelleremo.
Chiediamo che si cancelli anche quest'ultima forma di discriminazione e si possa scegliere il passaggio tra Regione e APL.



PRESIDENTE

Grazie, collega Frediani.
Emendamento rubricato n. 5) presentato da Accossato, Batzella, Grimaldi Ottria.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola alla Consigliera Accossato per l'illustrazione.



ACCOSSATO Silvana

Anche l'emendamento 5) è una riscrittura che evidenzia e vuole meglio sottolineare la possibilità per il personale - qui parliamo di personale a tempo indeterminato - di essere inquadrato nei ranghi regionali e poi di esercitare l'opzione. Quindi, è una riscrittura che sottolinea questa fattispecie.



PRESIDENTE

Passiamo all'emendamento presentato dal Consigliere Ravello.
Collega Ravello, ha bisogno di un attimo di tempo per una verifica? Prego.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 17.22 riprende alle ore 17.24)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Emendamento rubricato n. 20) presentato da Ravello, Vignale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Ravello per l'illustrazione.



RAVELLO Roberto Sergio

Grazie, Presidente.
Innanzitutto un ringraziamento agli Uffici, in particolare al dottor Poppi per il supporto preziosissimo che, in tempo reale, ci ha voluto dare.
Quest'emendamento ricade nello stesso argomento di cui hanno dibattuto i colleghi prima di me. Partiamo da un presupposto: la questione non è proprio semplicissima, o meglio, a mio avviso - ma non voglio dare lezioni di stile, perché non avrei saputo fare di meglio - non è regolata nel disegno di legge in maniera così intelligibile. A ciò si devono anche le difficoltà alle quali siamo andati incontro nella redazione dell'emendamento.
Detto ciò, non è questo il problema, il problema è di sostanza. Nel momento in cui si trasferiscono delle competenze, riteniamo che non ci si possa limitare a fare questo attraverso un semplice provvedimento di legge, ma che l'esercizio delle competenze non possa che essere esercitato con adeguate risorse.
Se parliamo di politiche per il lavoro, non possiamo non pensare che le risorse oggi in campo siano necessarie per l'esercizio di buone politiche per il lavoro. È per questo che riteniamo che sia giusto prevedere che, per le risorse che eserciteranno l'opzione di entrare nei ruoli regionali, il vincolo a restare comandati in APL sia scritto in legge e non sia inferiore ai quattro anni.
Questo tempo di quattro anni lo si ritiene un tempo ragionevole per fare in modo che il nuovo corso per l'esercizio delle politiche del lavoro e soprattutto, la volontà politica, che immagino non possa non esserci possano dare i risultati che fino a oggi non ci sono stati, tramite i soli Centri per l'Impiego.
Si ritiene che quattro anni sia un tempo ragionevole per verificare se l'impostazione data sia corretta o no, perché non è tanto il timore di avere una fuga di risorse da un soggetto all'altro, dove magari si pensa che si possa stare più comodi.
Non voglio pensarla e nemmeno metterla in questi termini, voglio volare un tantino più alto e ritenere che un soggetto complesso, che si occupa di tematiche estremamente delicate per il nostro territorio e per il nostro tessuto socio-economico, non possa non avvalersi di risorse che, tra l'altro, sono già formate, e quindi cercare il più possibile di trattenerle a sé.



PRESIDENTE

Qualche Consigliere vuole intervenire il discussione generale? Ha chiesto di intervenire il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Sono anche un presentatore dell'emendamento, ma va benissimo intervenire in discussione generale.
Devo dire che, sia da un punto di vista tecnico-legislativo sia dal punto di vista degli emendamenti presentati, è davvero difficile capire di cosa stiamo parlando. Sarà poi molto più evidente continuando nella lettura delle parole sostituite.
I colleghi mi conoscono, sanno che tendo a non essere ipocrita, ma noi avevamo due possibilità.
Intanto, rispondiamo a un'esigenza che sono i disastri della legge Delrio.
Questa è la seconda; ne abbiamo già sopperita una, adesso entriamo in merito a questa.
Gli articoli 7 e 8 intervengono dicendo chiaramente che l'Agenzia Piemonte Lavoro è il soggetto giuridico che si occupa dell'erogazione di servizi attraverso le strutture territoriali denominate Centri per l'Impiego.
Se l'interesse della stabilizzazione di dipendenti era reale e finalizzata al funzionamento del Centro per l'Impiego e alla stabilizzazione dei dipendenti, tutto finiva lì, non c'era l'articolo 9 con l'opzione.
Si è invece voluto scegliere un aspetto differente, contenuto all'articolo 8, che è l'opzione. Va bene, dopodiché bisognerà avere chi lo gestisce nel modo in cui, al di là dell'emendamento che io e il collega Ravello abbiamo presentato, vi è la sostituzione, nel momento in cui uno non lavora più al Centro per l'impiego.
In caso contrario - e lo sottoscrivo, avendo fatto, anche se per un periodo breve, l'Assessore al personale - visto che lavorare in un Centro per l'Impiego non è sempre piacevole (non è neanche un brutto posto in cui lavorare, ma è un posto oggettivamente più stressante rispetto ad altri uffici presenti all'interno della Giunta regionale), da qui a breve avremo centinaia di domande di mobilità, anche se passa l'emendamento dei quattro anni, di persone che vorranno venire a lavorare all'interno di altri uffici regionali e non stare più al Centro per l'Impiego.
Qual è la nostra finalità? È garantire servizi che vengono svolti da persone competenti perché fanno questo lavoro da tempo, o è quello di fare un favore a 500 dipendenti, dando loro la patente di dipendenti regionali? A me sembra che sia la seconda.
Guardate, lo certifica la saga del "chi la fa più grossa" degli emendamenti presentati all'articolo 8. Si può fare tutto, i Gruppi consiliari sono legittimati a presentare emendamenti, ci mancherebbe, parimenti se sono di maggioranza, però che noi passiamo tre giorni in Commissione a dire che non c'è stata una passione relativamente a questi articoli, quando invece eravamo in 12.



(Commenti fuori microfono)



VIGNALE Gian Luca

No, no, non parlo di tutti, dico che quando eravamo in 12 o in 13, in quelle giornate eravamo in tanti. Non è che c'è stato questo impeto per cui si è venuti.
In quei giorni si è discusso dell'articolo, dopodiché vi è una serie di emendamenti che, mi permetto di dire, alcuni dei quali non rispettano neanche la norma, ad esempio l'aspetto retroattivo rispetto al valore giuridico e la consultazione con le organizzazioni sindacali presenti in legge.
Non si può scrivere in una legge. Se si vuole fare una marchetta elettorale si mette, ma in una legge non si può scrivere, perché esiste una legge dello Stato che prevede che su alcuni temi, per esempio questo, esiste l'informativa. Non c'è consultazione che si possa scrivere in legge. Quello è un aspetto politico su cui le Giunte e le Amministrazioni intervengono.
Oggettivamente, vedere i cinque emendamenti di chi è più bravo a difendere i lavoratori, non è una cosa che mi appassiona.
Lo posso dire con grande tranquillità: quando ero al personale ho stabilizzato - con la concordia del Consiglio - 300 dipendenti. Però vi era un fine, come c'è in questo; ma il fine non è quello di creare 500 dipendenti regionali, ma creare Centri per l'Impiego che abbiano dipendenti stabili e competenti. Non mi sembra sia questo ciò che stiamo facendo.
Mi riallaccio, e concludo chiedendo scusa al Presidente, a ciò che dicevo questa mattina: la stabilizzazione di vita di 500 famiglie. Per quanto mi riguarda, dipendenti e precari sono uguali, perché lavorano da talmente tanto tempo all'interno delle stesse strutture che non cambia, ma non è quello il tema. Il tema è se puntiamo a 500 consensi, oppure se puntiamo a interessarci di quell'11 per cento di piemontesi che non ha lavoro.
Questo è il tema e mi sembra che qua tutto si stia facendo salvo che pensare a chi non ha un lavoro e dovrebbe utilizzare i Centri per l'Impiego per trovarlo. Invece si è molto più interessati al consenso di chi oggi opera all'interno.
Rileggetevi quegli emendamenti, sono emendamenti da anni Settanta. E poi parliamo di dinamica di un'Amministrazione snella!



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente Reschigna.



RESCHIGNA Aldo, Assessore al bilancio

Voglio cercare di riassumere i termini del problema, innanzitutto col massimo del rispetto possibile nei confronti dei lavoratori. Ma, proprio per questo rispetto massimo nei confronti dei lavoratori, Consigliera Frediani, le discriminazioni non sono queste: le discriminazioni sono tra le persone che non hanno un lavoro e quelle che ce l'hanno, non tra quelle che vengono inquadrate in un'Agenzia regionale, con tutte le cautele e le tutele, o quelle che possono diventare dipendenti regionali ed essere distaccate nella stessa Agenzia regionale. Cioè, diamo la giusta importanza ai problemi.
Voglio partire da una riflessione, che propongo al Consiglio regionale: questi articoli sono assolutamente coerenti con una difficile e impegnativa trattativa chiusa con le organizzazioni sindacali a livello regionale.
Trovo - lo dico - qualche imbarazzo a immaginare che, dopo aver lavorato per chiudere positivamente una trattativa con le organizzazioni sindacali questa trattativa la si debba riaprire col Consiglio regionale, perch credo che questo non sia il ruolo del Consiglio regionale. E quando dico che in questa trattativa abbiamo cercato di farci carico di tutte le legittime preoccupazioni, attese e paure, è la realtà. E abbiamo cercato anche di farci carico di quello che il Consigliere Ravello richiamava come "tutela dei servizi".
Non l'abbiamo messo in legge, perché ho qualche difficoltà a mettere in legge elementi che, dal mio punto di vista, sarebbe anche non opportuno mettere in legge, ma, nella trattativa con il sindacato e con la firma che è apposta a quel documento (quella dei Segretari regionali della Funzione Pubblica di CGIL, CISL, UIL e CSA, e la mia firma e quella dell'Assessora Pentenero), noi abbiamo posto il limite dei quattro anni nei quali i dipendenti dei Centri per l'Impiego non possono partecipare a bandi di mobilità interna della Regione. Questo non perché dobbiamo punire dei dipendenti, ma perché la situazione odierna dei Centri per l'Impiego in Piemonte è che siamo a livelli minimi di tolleranza sotto il profilo delle effettive dotazioni organiche. Cioè, l'errore clamoroso, in questi anni, è di non gestione di questo problema.
Voglio ricordare che quando c'è stato il primo accordo tra Governo e Regioni sulla legge Delrio, il Governo si è presentato alla trattativa con le Regioni dicendo: "Voi occupatevi di tutto quello che riguarda le questioni legate alle ex Province, tranne due questioni: i Centri per l'Impiego e la Polizia provinciale". Questo perché in allora il disegno del Governo era che i Centri per l'Impiego finissero nell'Agenzia nazionale ANPAL e la Polizia provinciale all'interno del Corpo forestale dello Stato.
Poi, come sempre succede, si fanno i conti con la realtà e, a un certo punto, le Regioni hanno dovuto occuparsi di Polizia provinciale avvalidando il numero dei dipendenti delle Province sulla Polizia provinciale per garantire la continuità di quel servizio e hanno dovuto occuparsi dei Centri per l'impiego. Ma, in questi due anni e mezzo-tre dalla legge Delrio a oggi, le persone che sono uscite dai Centri per l'impiego sono consistenti e le previsioni di fuoriuscita nei prossimi anni sono altrettanto consistenti.
Se scenderemo oltre queste dotazioni organiche, non saremo in grado di garantire l'apertura di Centri per l'Impiego in molte zone del Piemonte.
Per questo, abbiamo posto al sindacato, in un atteggiamento di reciproca responsabilità, il fatto che abbiamo, da un lato, la necessità di tutelare e valorizzare competenze ed esperienze che quei lavoratori hanno sviluppato in questi anni difficili (lavorare nei Centri per l'Impiego in questi anni non credo sia stata un'esperienza semplice e va dato atto a questi lavoratori di tutto ciò), e, dall'altro, dobbiamo tenere insieme un servizio.
Perché quattro anni? Perché il piano straordinario (non parlo ancora di quello annunciato dal nuovo Governo) approvato dall'allora Governo (Ministro Poletti), che prevedeva l'utilizzo con contratti a tempo determinato, perché utilizzano risorse del PON nazionale sull'FSE, e per il Piemonte vogliono dire oltre 100 assunzioni, ci consente, attraverso procedure di selezione pubblica per l'assunzione di queste 100 persone con contratto determinato, da qui a quattro anni, di immaginare che le fuoriuscite possano trovare compensazione con l'ingresso di persone che nel frattempo, hanno sviluppato professionalità. Naturalmente ci auguriamo che le capacità assunzionali delle Regioni consentano un ulteriore investimento in termini di risorse umane.
C'è un primo problema (lo dico spassionatamente): il fatto che dobbiamo tutelare gli accordi che sottoscriviamo. Forse, sotto questo profilo, ci rendiamo tutti conto come sia in queste circostanze che l'esperienza del regionalismo va in crisi: proponendo troppi modelli diversi. E la norma nazionale contenuta nella legge di bilancio, che dà facoltà alle Regioni di poter gestire questi servizi attraverso le Agenzie regionali o l'inquadramento diretto, è una norma che porta inevitabilmente a troppe esperienze e troppe soluzioni.
L'accordo che abbiamo trovato è frutto di una mediazione. L'ho detto in Commissione e lo ripeto qua in Aula, molto tranquillamente, perch l'impostazione originaria della Regione era: questo servizio è in capo all'Agenzia Piemonte Lavoro e questo personale va nell'Agenzia Piemonte Lavoro, con tutte le tutele, così come sono presenti in questi articoli.
Nel caso che l'Agenzia Piemonte Lavoro andasse male o ci fossero scelte diverse da parte delle future Amministrazioni regionali, questo personale è tutelato nella misura in cui rientra a essere personale in ruolo della Regione.
Quindi, non c'è un salto nel buio: c'era una legittima richiesta e una legittima preoccupazione. A questa legittima richiesta e a questa legittima preoccupazione abbiamo ritenuto consapevolmente di dare una risposta positiva, raggiungendo una mediazione con le organizzazioni sindacali che prevedeva, appunto, la facoltà per il personale con contratto a tempo indeterminato di optare tra l'inquadramento in Regione e il distacco all'Agenzia o l'inquadramento all'interno dell'Agenzia.
Perché sosteniamo questa tesi, come Giunta regionale? Noi usciamo faticosamente da una situazione che è stata quella dell'assorbimento dei 783 dipendenti delle Province che, volenti o nolenti checché se ne dica quando molte volte ci si raccoglie contro qualcuno (si è tutti uniti quando si è contro qualcuno), è stata un'esperienza di difficile gestione nel rapporto tra personale regionale e personale proveniente dalle Province. In gran parte è stato vissuto come personale concorrenziale. Concorrenziale rispetto alle prospettive di progressioni orizzontali; concorrenziale rispetto alle prospettive di riconoscimento di posizioni organizzative e concorrenziale rispetto alle prospettive relativamente alle posizioni organizzative.
A un certo punto, come Regione, abbiamo posto la questione al Governo e siamo in attesa che il Ministro dell'Economia e Finanze, di concerto con il Ministro della Funzione Pubblica, approvino un DPCM che consenta alle Regioni di innalzare il fondo sul salario accessorio per consentire che l'equiparazione economica tra i dipendenti ex provinciali e dipendenti regionali non significhi e non determini che, sulla stessa torta, che prima veniva divisa - la butto lì - in otto parti, adesso venga divisa in 16 parti. Questo è un sacrificio sulle risorse della Regione.
È evidente che se quella torta che prima veniva divisa in otto parti oggi dovesse essere divisa in 16 parti, si aprirebbe una conflittualità pesante all'interno dell'organizzazione della Regione. Noi non vogliamo ripetere quel tipo di conflittualità.
Qual è il problema che accennavo questa mattina? Che noi siamo in presenza di una situazione attuale - non certamente imputabile ai dipendenti dei Centri per l'Impiego - che, effettivamente, ha bisogno di un rilancio del progetto, perché valgono le riflessioni che erano state fatte stamattina.
Abbiamo bisogno che i Centri per l'Impiego ritornino a essere soggetto che fa incontrare domanda e offerta, perché solo in una prospettiva di questo tipo e con una formazione professionale si possono creare delle politiche attive sul lavoro adeguate.
Tuttavia, per fare questo, abbiamo bisogno di un processo ulteriore di valorizzazione delle risorse umane. Lo dico così: se la stragrande maggioranza dei dipendenti dei Centri per l'Impiego optasse per l'inquadramento in Regione e per il distacco all'Agenzia Piemonte Lavoro noi otterremmo che quei legittimi e, in alcuni casi, necessari, processi di valorizzazione delle risorse umane all'interno dei Centri per l'Impiego cozzerebbero o entrerebbero in competizione con i legittimi e, in molti casi, necessari percorsi di valorizzazione del personale della Regione in tutte le Direzioni in cui è suddivisa la Giunta regionale e il Consiglio regionale.
È più facile, per essere chiari, nello strumento rappresentato dall'Agenzia Piemonte Lavoro, fare quegli investimenti, innanzitutto, sulle risorse umane, ma non solamente su quelle, che oggi sono assolutamente indispensabili.
L'ho rappresentata questa mattina magari in modo un po' radicale. Abbiamo qualche colonnello e troppa truppa, anche se all'interno di quella truppa c'è tanta gente che potrebbe decrescere per le esperienze che ha sviluppato e per le competenze che ha acquisito. Questo processo è quello che ci consente di costruire un'organizzazione capace e diffusa. Il servizio diventa il servizio regionale più diffuso in termini di distribuzione territoriale.
Oggi noi abbiamo uffici decentrati sulla dimensione dei capoluoghi di Provincia - in alcuni casi, quello dell'agricoltura, in altre parti - ma abbiamo poche sedi. Qui stiamo parlando di molte sedi nelle quali viene svolta quotidianamente l'attività. È per questa ragione che io, nuovamente sono a richiedere il massimo dell'attenzione da parte del Consiglio regionale.
Abbiamo fatto uno sforzo che è tutto riprodotto all'interno di questi articoli, che è uno sforzo che ha, come presupposto, quello di creare le condizioni affinché possa rinascere in Piemonte, o svilupparsi ulteriormente in Piemonte, un processo di rafforzamento dei Centri per l'Impiego. All'interno di questo sforzo, all'interno di questo processo di valorizzazione dei Centri per l'Impiego - credetemi - è più semplice farlo con gli strumenti e con i vincoli che oggi abbiamo all'interno dell'Agenzia Piemonte Lavoro che all'interno dell'organizzazione della Regione.
È tutto qui il problema. È uno sforzo che richiede investimenti sulle dotazioni informatiche, è uno sforzo che richiede investimenti sul piano della formazione del personale, è uno sforzo che richiede investimenti sul piano della valorizzazione delle risorse umane.
Noi non eravamo tra le Regioni peggiori sotto questo profilo, anzi eravamo tra le Regioni più adeguate sotto questa funzione e sotto questo aspetto a svolgere fino in fondo questo tipo di funzione.
Con tutto il rispetto di cui sono capace nei confronti di persone che hanno vissuto un'esperienza complicata in questi anni e con tutto il rispetto nei confronti di persone che stabilizziamo, noi prestiamo loro tutte le garanzie di tutela nel caso l'Agenzia Piemonte Lavoro, fra qualche anno non rientrasse più nei programmi di intervento della Regione.
Con tutta la disponibilità che l'Assessora Pentenero ha già più volte manifestato e per la quale si è già sviluppato un inizio di confronto tra l'Agenzia, la Direzione, l'Assessore e le organizzazioni sindacali su che cosa vuol dire valorizzazione e investimento sui Centri per l'Impiego nonostante tutto questo, non siamo favorevoli, come Giunta regionale, ad accogliere quell'emendamento. Lo dico così, non elimina nessuna discriminazione, perché non siamo in presenza di nessuna discriminazione ma crea un grosso precedente.
Crea un grosso precedente sul piano della serietà delle relazioni tra un'Amministrazione regionale, da chiunque rappresentata, e le sigle sindacali. Da adesso in avanti rischiamo di essere molto più complicati nella costruzione di accordi e nella costruzione di mediazioni. Se a partire da questa vicenda i rappresentanti sindacali, a livello regionale immaginano che c'è sempre un secondo tempo per riaprire le trattative, io non mi sentirò più di chiudere nessuna trattativa.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MOTTA



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Policaro; ne ha facoltà.



POLICARO Giuseppe Antonio

Io credo che la delicatezza, ma anche la problematicità di quest'articolo sia testimoniata, come peraltro è già stato osservato, dal numero di emendamenti che sono stati presentati.
Mi rendo conto dello sforzo che la Giunta regionale e gli Assessori stanno compiendo per cercare di mantenere in equilibrio precario una situazione assolutamente dedicata e, in qualche modo, non voluta ma ereditata da scelte altrui.
Però la mia preoccupazione - magari qualche collega potrà essere d'accordo con il sottoscritto - è che, nonostante la complessità di questo dispositivo di più articoli, che ha comunque un'attenzione particolare e doverosa ai dipendenti, si vengano a creare delle distorsioni che adesso non riusciamo a immaginare, ma che dovranno essere gestite.
Vi parlo non certo da esperto, sebbene abbia avuto contezza del problema essendo stato Assessore provinciale quando i Centri per l'Impiego erano sotto la responsabilità delle Province.
Tutti sanno meglio di me che nascono dai vecchi uffici di collocamento quindi erano ministeriali; poi sono transitati sostanzialmente alla Regione; successivamente, la Regione ha deciso di farli transitare alle Province, dando loro delle deleghe. Dopodiché, la riforma Delrio è stata politicamente un disastro - questo va detto - perché non solo ha rovinato la vita a tanti dipendenti dei Centri per l'Impiego, ma ha rovinato anche le Province, che non erogano più servizi - è un dato noto - e adesso ci troviamo ancora a gestire questa problematicità.
Apprezzo - l'ho già ribadito - il tentativo di mantenere un precario equilibrio, ma credo che ci siano dei vizi logici.
Il primo: visto che stiamo approvando una legge regionale, credo che togliere al Consiglio regionale la possibilità di esprimersi anche su alcuni aspetti relativi al passaggio sia sbagliato. Mi rendo conto che ci sono state delle trattative sindacali, ma dire che non è corretta o non si ha voglia di riprendere le trattative sindacali anche a fronte di valutazioni che possono essere legittimamente formulate dal Consiglio regionale, credo che sia un po' ardito. A mio avviso, prima bisognerebbe in ogni caso - posto che stiamo approvando una legge - valutare tutte le tematiche col Consiglio e poi, comunque, discuterne anche con i sindacati e con tutti i rappresentanti dei lavoratori.
Ciò che a mio avviso stride, soprattutto, è la mancanza di una strategia: ci saranno 500 persone in più ereditate dalle Province, ma qual è la strategia? Li mettiamo tutti in un contenitore, a prescindere dal riconoscimento regionale o no? Che cosa si andrà a fare? Abbiamo una definizione di massima? Abbiamo una strategia appena accennata di quello che farà l'Agenzia Piemonte Lavoro, ma la verità è che noi non abbiamo avuto modo di entrare nel merito di come davvero questa Agenzia verrà organizzate e quali saranno gli obiettivi che la Giunta e il Consiglio dovranno riconoscere all'Agenzia Piemonte Lavoro.
Non vorrei - spero di no - che quest'Agenzia diventi, come si diceva una volta, una sorta di "carrozzone" dove vengono "parcheggiati" alcuni dipendenti, a maggior ragione in un momento dedicato, in un momento di transizione e - perché no? - anche in un momento di scoramento per le legittime attese e aspettative degli stessi dipendenti.
Credo che un maggiore sforzo dovrebbe essere effettuato proprio sulla logica di questi trasferimenti, e di quali sono gli obiettivi. Non dimentichiamo - qui davvero termino - che se i Centri per l'Impiego non funzionano, soprattutto in Piemonte, è perché sono state fatte delle scelte politiche.
Ci sono state (e ci sono tuttora) moltissime risorse anche derivanti dal POR (quindi europee) che alla fine sono "appaltate a terzi". Molte attività sono svolte da Enti accreditati che gestiscono tantissime risorse. Il vero tema è che di queste risorse poi non vi era una rendicontazione, e non in termini formali, ma in termini di follow-up, in termini di ricaduta occupazionale. Vengono spesi milioni e milioni di euro, che non dovrebbero essere spesi soltanto a fronte di un'attività svolta, ma anche - anzi soprattutto - a fronte di un risultato ottenuto in termini occupazionali.
Credo che l'articolazione di tutti questi articoli in qualche modo rappresenti anche una mancanza di strategia e un pizzico di confusione che forse, questa Giunta, anche in questa occasione, sta facendo.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Grimaldi; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Non trasformerei una bella giornata in una discussione infinita sul nostro ruolo. Perché oggi finisce una vicenda che noi avevamo affrontato per la prima volta tre anni fa in questo Consiglio. A dire la verità - mi rivolgo al Consigliere Vignale - eravamo in pochi a trattare di queste cose. Tutto è partito da alcuni sopralluoghi che avevamo fatto all'alba.
Sinceramente, dopo quei sopralluoghi presso i Centri per l'Impiego la prima cosa che ci è venuta da dire è che in questo Paese le medaglie vere stanno su da sole, Presidente. Nel senso che erano in pochi a spiegare a quei lavoratori, spesso precari e spesso dimezzati dagli errori della politica che contro tutto e tutti continuavano a fare una cosa secondo me sopra le loro mansioni, sopra il mandato pubblico che avevano ricevuto. Ve lo dico perché in un anno più o meno passano 15.000 persone, per esempio, al centro di Via Bologna: nello stesso luogo, qualche anno prima, c'erano 20 o 30 dipendenti in più.
Come sapete, non ci sono solo i lavoratori che sono lì da tanto tempo assunti dalla Provincia a tempo indeterminato; non c'erano solo i precari c'erano addirittura - lo dico per curiosità - le guardie giurate, che provavano ad aiutare gli stessi lavoratori a fare una cosa che altri non potevano far più.
Vi ricordo che due anni fa, quando parlavamo di questi temi, non c'era più un numero verde a cui rivolgersi! Non c'era più un servizio internet dove prenotare! Per favore, almeno in quest'Aula non mi parlate di discriminazioni fra lavoratori da una parte, disoccupati, inoccupati e sottoccupati. Perch questa retorica non ci ha portato da nessuna parte! Ci mancherebbe altro che i lavoratori non possano dire che cosa pensano delle loro condizioni di lavoro. E credo che di quei lavoratori che hanno lavorato nei Centri per l'Impiego tutto si possa dire, meno che: "Ah, ma c'è il pregiudizio che vogliono andare a fare altro". A parte che, se anche ci fosse questo retropensiero, immaginatevi il perché, immaginiamoci il perché, non utilizziamo questa scusa contro quei lavoratori.
Fatemelo dire: guardate, a differenza di certa sinistra, io non ho mai utilizzato la parola "sindacalista" come un'offesa contundente. Non lo è perché è una delle parole più sacre, così come lo è la parola "politica"! C'è chi difende i diritti dei lavoratori; per questo non è che rigetto l'ipotesi che in qualche modo qua vi sia un sindacalista aggiunto: è che non è così.
Noi abbiamo fatto politica in questi anni, politica: politica con due atti di indirizzo, politica con tanti emendamenti che in allora chiedevano al Governo di stabilizzare i precari, poi lo chiedevamo alla nostra Città metropolitana e alle nostre Province. E io sono orgoglioso - lo dico con tutta sincerità agli Assessori competenti - che la Giunta abbia chiuso un buon accordo sindacale e abbia finalmente chiuso questa partita anche mettendo risorse aggiuntive - lo ricordo, perché gli emendamenti sono di maggioranza - per far sì che quei Centri per l'Impiego almeno funzionino.
Però fatemi anche dire una cosa. Io depotenzierei questa discussione sui 22 precari proprio perché non stiamo dicendo niente di più degli atti di indirizzo che abbiamo votato. Cosa stiamo dicendo? Che possono optare e che dopo l'opzione, in qualche modo contestualmente, possono essere distaccati? Ma che paura abbiamo? Guardate che, se parlassimo di ideologia, noi ideologicamente volevamo che venissero tutti assunti dalla Regione Piemonte.
C'è qualcuno che ideologicamente - ma, ripeto, per noi l'ideologia non è mai stata un problema - pensava che dovessero essere tutti assunti solo dall'APL. Si è trovato un accordo? Diciamo semplicemente che in quell'accordo quell'opzione può essere esercitata anche dagli altri. Punto finisce qua: niente di più, niente di meno.
Tra l'altro, proprio perché nella vicenda sindacale questo tema non è così espresso, non stiamo facendo né più né meno che uniformare quello che mi pare essere il sunto di quell'accordo. Quindi, colleghi, votiamo; votiamo con tranquillità. Alla fine, secondo me è uno degli articoli più importanti di questa legislatura, lo sarà per il superamento di Aspi, Naspi, DisColl magari con un reddito universale; lo sarà quando discuteremo di cosa sono diventati gli stage e i tirocini oggi; lo sarà quando implementeremo con le risorse comunitarie tutto il programma presentato da Gianna Pentenero.
Io credo che sia un buon momento. Se in qualche modo quegli articoli e quegli emendamenti avranno anche un voto positivo, state sicuri che non stiamo stravolgendo niente: stiamo semplicemente continuando a fare quello che ci siamo detti qualche anno fa più volte all'unanimità in questo Consiglio.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Frediani.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Assessore Reschigna, mi creda: non c'è bisogno che lei mi ricordi che ci sono persone che non hanno lavoro e persone che hanno la fortuna di averlo e mi rammenti che queste persone si trovano in condizioni differenti perché è una realtà che conosco benissimo poiché l'ho vissuta anche sulla mia pelle, quindi non c'è bisogno che lei me lo richiami alla memoria.
Quando parlo di discriminazione, parlo di trattamento diverso nei confronti di persone che sono state messe in categorie diverse. È questo che io vedo.
Nei Centri per l'Impiego abbiamo avuto per anni persone che hanno lavorato gomito a gomito svolgendo le stesse mansioni, alle quali abbiamo chiesto gli stessi sacrifici considerando l'ambiente in cui si sono trovati a lavorare e le mille difficoltà, e oggi diciamo: "Voi siete precari; voi altri siete di ruolo e avete un trattamento diverso". Questa per me è una discriminazione; poi possiamo ragionare sul termine, è un termine che ha assunto anche delle connotazioni ben diverse, ma in origine è questo: è un trattamento diverso seguito a una classificazione. E io questo vedo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bona.



BONA Luca Angelo

Grazie, Presidente.
Essendo in Consiglio da pochi mesi, ho assistito al dibattito con interesse, poiché chiaramente si tratta di discussioni che, come ricordavano poc'anzi alcuni colleghi, nascono già da parecchi anni fa.
Prima il collega Policaro ricordava i disastri della legge Delrio e noi li abbiamo vissuti insieme nell'Amministrazione provinciale di Novara proprio alla vigilia dell'entrata in vigore della legge; Provincia di Novara che aveva le spese del personale al 19 per cento ed era al top della Regione.
Erano problemi che ovviamente ci ponevamo, perché vi era già in atto una contrazione importante del bilancio, ma sapevamo quanto valeva la forza e la professionalità di queste persone all'interno dalla struttura e cercavamo proprio di valorizzarle. Non facciamo troppi conti, come diceva il Vicepresidente questa mattina, tra il numero di colonnelli e la truppa ma cerchiamo di valorizzare ciascuno per le proprie capacità.
Noi chiaramente siamo - e ci mancherebbe - a favore della regolarizzazione delle persone che, al di là della singola professionalità, hanno subito gli effetti di questa riforma; riforma che, alla fine, probabilmente ha penalizzato le professionalità più importanti, magari anche dal punto di vista anagrafico, che si sono trovate nel posto sbagliato al momento sbagliato o nel posto giusto al momento sbagliato. Quindi siamo ovviamente d'accordo con la regolarizzazione.
Il problema è a monte ed è strategico: sono le idee. Finora, abbiamo sentito parlare praticamente di sacrosanti diritti di regolarizzazione, di tutela dei lavoratori, ma non abbiamo sentito parlare di cosa si vuol fare del sistema del lavoro in Piemonte, che è il core business, dunque l'essenza per il quale queste persone lavorano e per il quale si sta anche parlando di un provvedimento legislativo. Avremmo preferito dedicarci, a livello di Assemblea consiliare - e cogliamo l'occasione per chiederlo in questa sede - a una riforma vera, una riforma che renda utili questi uffici.
Non so se vi siano delle statistiche sull'efficienza degli uffici, nel senso di quanti contratti effettivamente si producono a fronte degli stipendi che erogano gli uffici del lavoro. Noi ovviamente stiamo anche lavorando e stiamo discutendo sulla ricerca dell'efficacia e dell'efficienza del personale che ci portiamo in carico come Regione, e dobbiamo partire proprio da questo principio: come vogliamo efficientare questo sistema nel progetto strategico di medio e lungo termine. Questo lo dico anche da imprenditore, come anche i colleghi.
Il sistema che in questo momento vede questi uffici è un sistema che rallenta lo scambio delle informazioni, rallenta spesso anche il lavoratore, cioè non il lavoratore degli uffici ma il lavoratore disoccupato, come giovane alla ricerca del primo impiego. È un imbuto burocratico che rallenta tutto il processo.
Chiediamo di dedicarci in modo consapevole e intelligente, preparato e approfondito su questo argomento, perché è quello centrale, prima ancora ovviamente di quelli che sono i diritti.
Sicuramente i diritti dei lavoratori sono una cosa a parte e vengono prima perché in questo caso li aspettano da parecchi anni, però noi rappresentiamo comunque i piemontesi, amministriamo delle risorse pubbliche e quindi dobbiamo pensare come spendere al meglio questi soldi e soprattutto, come rendere efficace ed efficiente il sistema.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Ravetti; ne ha facoltà.



RAVETTI Domenico

Grazie, Presidente.
Questa è un'occasione per parlare di lavoro nei pochi minuti che ho a disposizione. Sono sempre stato abituato e siamo sempre stati abituati ancor più in questi anni, quando abbiamo trattato e trattiamo il tema del lavoro, a pensare al lavoro che si perde, a pensare al lavoro che non c'è a pensare al lavoro che c'è ma che, in questa fase storica, addirittura genera instabilità o povertà.
Si diventa poveri lavorando in questi tempi. Addirittura un lavoro dove è pure possibile morire, è il tema della sicurezza nel posto del lavoro. E quando ci siamo abituati a pensare in questi tempi di lavoro, pensiamo anche all'odore pessimo del lavoro che genera sfruttati e persone non libere. Quando pensiamo al lavoro, pensiamo soprattutto a questo in questa fase, e allora se proviamo a dare un ulteriore significato a questa discussione è riuscire a capire, per ora e per il futuro, come possiamo connettere o riconnettere meglio la richiesta di lavoro con l'offerta, come possiamo mettere insieme al meglio le politiche migliori per generare lavoro.
Credo che questo sia uno dei fronti più importanti su cui la politica dovrà misurarsi, ancor più nel prossimo tempo, perché poi passare dalle parole ai fatti - come si dice nelle campagne in cui abito - è sempre importante per dare un senso alla politica, altrimenti restiamo su un terreno molto vago dove possiamo fare tutti bella figura, ma adesso è arrivato il tempo della concretezza.
Fatta questa premessa, devo dire che non possiamo non aver notato l'impegno non soltanto della Giunta per riuscire a iniziare una discussione nuova rispetto all'Agenzia Piemonte Lavoro e al sistema piemontese che riguarda le politiche per il lavoro. Non possiamo non aver notato alcune caratteristiche di quest'impegno, ripeto, non soltanto della Giunta, cioè utilizzando il tratto della mediazione, il tratto della concertazione quello della sintesi e dell'accordo.
Dico al Vicepresidente e all'Assessora Pentenero che è chiarissimo e si pu sempre fare di più, si può sempre fare meglio, lo voglio dire ancora questa volta, si può essere sempre all'altezza della situazione diversamente da come lo si è stati. Però noi vogliamo difendere il lavoro che è stato fatto.
Da questa parte dell'Aula, lo dico ai colleghi, in particolare da questa parte dell'Aula, ci siamo trovati in questi anni spesso a correre, a rincorrere; se posso usare una metafora calcistica, così almeno ci capiamo tutti meglio, ad accorciare le distanze. È un ruolo molto complicato soprattutto nei momenti difficili della vita di una società particolarmente del Piemonte, ma del nostro Paese. E non è un ruolo che ti permette di andare sotto i riflettori, ma l'abbiamo sempre fatto con senso di responsabilità. Questo a me pare uno di quei momenti, dove, con senso di responsabilità, siamo vicini alla posizione della Giunta e non soltanto disponibili a sostenere quel lavoro, ma a far sì che quel lavoro possa essere riconosciuto come parte del lavoro che abbiamo svolto e sviluppato noi.
Pertanto, mi è chiaro il giudizio sugli emendamenti contenuto nell'intervento del Vicepresidente Reschigna. Questo Gruppo si allineerà a quelle posizioni.
Però lo dico ora, colgo anche questa occasione e mi faccio anche un po' prendere in giro perché utilizzo di nuovo una metafora calcistica, ma vorrei che fosse molto chiaro a chi ha sempre e più di noi, per lo meno, la palla nei piedi. Lo dico proprio adesso e so che ci capiamo e capiscono tutti: c'è un calciatore originale, stravagante, estroso - parlo di Eric Cantona - che quando gli hanno chiesto "qual è stata la tua azione migliore?", lui non ha raccontato nemmeno una volta tra le tantissime che ha fatto gol, ma ha raccontato di quella volta che aveva la palla nel piede, ma ha visto un suo compagno in posizione migliore e gli ha passato la palla e ha fatto gol lui.
Questo è il senso della squadra.
Guardate, noi potremo vincere ancora le tante partite che abbiamo di fronte, se continueremo a raccogliere il senso della squadra. Noi in questo momento lo stiamo dimostrando.



PRESIDENTE

La parola all'Assessora Pentenero.



PENTENERO Giovanna, Assessora al lavoro

Prima di esprimere un parere sugli emendamenti che sono stati presentati peraltro emendamenti che credo abbiano l'intendimento di migliorare l'articolato del disegno di legge, ma sui quali forse occorre capirsi volevo fare alcune considerazioni di carattere generale.
Personalmente, credo che il ruolo dell'Agenzia Piemonte Lavoro sia definito in modo puntuale e preciso all'interno dell'articolato.
Voglio ricordare che l'Agenzia Piemonte Lavoro, con competenze assolutamente diverse, esiste all'interno della nostra Regione da 15 anni con all'interno una pianta organica, un'organizzazione.
Si tratta di un'organizzazione e una pianta organica ovviamente commisurata a quelle che sono le funzioni, che sono funzioni di monitoraggio e di valutazione su alcune politiche eseguite in questi anni.
È stata assegnata all'Agenzia anche una competenza gestionale legata ad alcune partite specifiche. Mi riferisco al tema degli ammortizzatori sociali, per i quali l'Agenzia, in questi anni, ha svolto una funzione di anticipo nell'erogazione nei confronti degli utenti, quindi ha svolto anche un'attività di carattere gestionale, ma molto residuale e molto minima.
Oggi, i dipendenti dell'Agenzia sono 34 e sono all'interno dell'organico dell'attuale Agenzia Piemonte Lavoro. Con l'articolato proposto noi andiamo ad allargare, in modo significativo, le competenze dell'Agenzia stessa.
È evidente che, innanzitutto, dobbiamo dare fiducia e credibilità a quello che è l'ente che si trasforma, perché non stiamo creando una nuova Agenzia.
Vorrei che su questo fossimo chiari: andiamo a trasformare una nostra Agenzia, che non avrà più 34 dipendenti, ma avrà i dipendenti attualmente in carico nelle Province, sia a tempo indeterminato sia a tempo determinato, in breve tempo, in base a un piano di rafforzamento delle competenze approvato con il Ministero.
Nella Conferenza Stato-Regioni, e negli incontri con il Ministero, abbiamo più volte ribadito la nostra volontà, nel momento in cui si arrivasse a un potenziamento del personale, così come poi è stato siglato dall'accordo, di identificare la base e, quindi, di organizzare l'Agenzia Piemonte Lavoro perché anche in futuro, potenziando la struttura stessa, non si crei nuovo precariato, ma si possa avere figure stabili all'interno della sua organizzazione.
Questa è stata una discussione che abbiamo portato avanti per quasi due anni all'interno della Conferenza Stato-Regioni. Alla fine del 2017 è stato approvato un accordo e, nel frattempo, alcune Regioni - Regioni all'interno delle quali i servizi per il lavoro e i Centri per l'impiego esistono e hanno un radicamento e una forza a volte pari a quello del Piemonte, e parlo della Toscana, del Veneto e dell'Emilia - hanno già portato avanti il lavoro dell'Agenzia, per permettere un'organizzazione nuova che permetta di ridare quella forza e quell'identità ai Centri per l'Impiego, che in questi anni, inevitabilmente, hanno perso - usiamo una parola molto semplice dello smalto rispetto a quello che era l'esperienza di un Piemonte che, da questo punto di vista, con le Province aveva diversificato un investimento e un'attività nei confronti dei Centri per l'Impiego stessi.
In termini generali, possiamo dire che avevano pianificato, seppure in modo diversificato, un investimento significativo intorno all'attività dei Centri per l'Impiego.
Oggi, la legge attribuisce questa funzione alla Regione; l'attribuiva anche prima la Costituzione, ma siamo arrivati alla definizione del quadro complessivo, con tutto il percorso già ben ricordato questa mattina soltanto in questa parte di scorcio dell'anno.
È evidente che tutta la parte organizzativa, quindi la re-definizione dell'organizzazione dell'Agenzia, per quelle che sono le norme che disciplinano la Pubblica Amministrazione, quindi le articolazioni dei diversi settori e delle diverse posizioni per l'organizzazione specifica e puntuale dell'Agenzia stessa, non potrà che partire nel momento in cui il quadro complessivo sarà stato definito.
Diversamente, parliamo di ragionamenti che stanno sulla carta e che non possono trovare la propria applicazione. Abbiamo bisogno della norma per procedere. Questo procedere è un procedere che facciamo per cercare di dare una risposta significativa a tutte le politiche attive che in questi anni hanno visto un lavorare con una gamba rotta.
I Centri per l'Impiego, non potendo operare in modo sincrono e soprattutto, essere punto di riferimento anche alle Agenzie per il Lavoro che, ricordo, sono riconosciute da una legge nazionale, hanno autorizzazioni o accreditamento a seconda che parliamo di Agenzie che lavorano sul piano nazionale, quindi parliamo di autorizzazioni, oppure di accreditamento se pensiamo ad Agenzie che operano solo nell'ambito regionale.
In questo quadro, abbiamo cercato di costruire un articolato di legge che potesse giustamente rassicurare perché, com'è già stato detto, è legittima la preoccupazione dei dipendenti, nel momento in cui si passa da un ente a un altro ente che, torno a dire, non è un ente nuovo nella nostra Regione ma è un ente strumentale, non è una partecipata o altro soggetto: è un ente riconosciuto per legge che parifica esattamente i contratti del comparto ente pubblico, quindi della Regione.
Pertanto, ha del tutto analogia come se fosse un grande settore, ma con un'autonomia gestionale significativa che ci permette di organizzare una rete di servizi per l'impiego importante all'interno della nostra Regione.
Probabilmente oggi saremo costretti a chiudere alcune realtà. Se invece riusciremo ad attuare il piano che abbiamo intenzione di realizzare addirittura potremmo potenziare alcuni parti della nostra Regione che oggi, hanno una situazione difficile e complessa, per la quale gli sportelli dei Centri per l'Impiego non sono assolutamente sufficienti e non sono in grado di rispondere a quello che è il ruolo che, attraverso l'Agenzia Piemonte Lavoro, noi vogliamo riconoscere, cioè farli diventare punto di riferimento per tutte le Agenzie per il lavoro di carattere privato e, quindi, un'attività di coordinamento da questo punto di vista.
Fermo restando, però, che resta un tema di accreditamento, per il quale il controllo e la valutazione spetta all'Ente Regione.
Ovviamente, da un punto di vista operativo, vogliamo che l'Agenzia Piemonte Lavoro assuma questa connotazione e questo ruolo.
Abbiamo fatto un percorso lungo e complicato con molti incontri. Abbiamo cercato di fornire tutti quegli elementi di rassicurazione che ci sembravano utili per dare quella serenità che gli operatori devono avere, a fronte del fatto che, com'è stato riconosciuto da molti interventi qui in Aula, è un lavoro usurante, un lavoro per il quale il continuo contatto con l'utenza, se non c'è un'organizzazione che possa rassicurare anche da questo punto di vista, diventa complicato.
È utile sottolineare che siamo di fronte a una proposta che non ha problemi di risorse, come spesso ci troviamo a dover affermare, perché la trattativa fatta è una trattativa che ha visto il riconoscimento di tutti i costi di tutti i lavoratori e, quindi, anche l'adeguamento contrattuale dei costi perché, come voi ben sapete, il costo di un dipendente di una Provincia è decisamente inferiore rispetto al costo di un dipendente regionale.
Poiché era necessario lavorare anche da questo punto di vista, abbiamo lavorato rispetto alla dotazione di risorse che rientra ormai all'interno dei trasferimenti ordinari del Ministero, quindi non è all'interno di una partita speciale che ha un inizio e una fine, ma rientra all'interno dei trasferimenti ordinari che lo Stato farà nei confronti della nostra Regione e di tutte quelle Regioni che hanno adottato una scelta come la nostra.
Mi permetto solo di sottolineare che le Regioni che hanno scelto di usare come Ente strumentale un'Agenzia sono Regioni che hanno una rete di servizi per i Centri per l'Impiego pubblici, mentre le Regioni che hanno fatto scelte diverse sono Regioni che non hanno una rete di servizi per i Centri per l'Impiego, così come ha il Piemonte.
Pertanto, l'abbiamo fatto con la consapevolezza che quello è lo strumento migliore per consentire un'efficacia e un'azione maggiormente rispondente al tasso di disoccupazione che noi abbiamo in Piemonte, rispetto al quale occorre rafforzare tutti gli strumenti che abbiamo a disposizione.
Non possiamo negarci che, malgrado quest'operazione, i parametri rispetto ad altre Regioni e ad altri Paesi europei saranno inferiori, ma si tratta di un passo significativo e importante che noi facciamo nei confronti di un sistema. Per questo motivo, accoglieremo quanto è stato proposto da alcuni emendamenti, mentre altri contengono quanto è già scritto all'interno della legge; una riscrittura potrebbe non essere così significativa da migliorarne il contesto.
Pertanto, accetteremo alcuni emendamenti e non altri.
Nel processo di stabilizzazione vi sono più gruppi di persone alle quali dobbiamo rivolgerci: persone che oggi hanno un contratto a tempo determinato all'interno del contesto provinciale e persone che, nel frattempo, assumeremo e che avranno tempi sicuramente molto diversi.
Ho sentito più volte usare il termine "discriminazione" e ritengo sia un termine che non debba assolutamente rientrare in questo tipo di ragionamento. Stiamo cercando di raccontare quello che è il nostro punto di vista su quello che sta capitando e rispetto al quale abbiamo un po' di consapevolezza.
Siamo anche consapevoli di quanto sia stato difficile e ostico e continui a esserlo l'incontro di dipendenti che fanno parte della macchina regionale e di dipendenti che, invece, arrivano dalle Province e hanno competenze che afferiscono ad altri settori. Penso, però, che la Direzione Coesione sociale, avendo introiettato quasi 700 dipendenti in questi due anni, abbia già svolto un ruolo significativo di riorganizzazione e non possa e non sia in grado di sopportare ulteriori elementi di - passatemi questo termine destabilizzazione. Abbiamo, invece, bisogno di trasmettere sicurezza rispetto a quello che andremo a fare e alle scelte che abbiamo compiuto all'interno dell'Agenzia Piemonte Lavoro. Occorre trasmettere quella fiducia necessaria in un Ente che è della Regione, che è nostro, che appartiene a noi e che serve per rispondere alle esigenze dei cittadini del Piemonte.
Credo che debba passare questo messaggio, innanzitutto all'interno di quest'Aula e all'interno delle competenze che noi attribuiamo all'Agenzia.
È evidente che l'accordo sindacale è un accordo lungo e complesso, perch complessa è stata tutta la partita, ma davvero noi ci terremmo a far sì che questo possa essere rispettato e ci terremmo a far sì che la forza di quello che può essere un accordo sindacale sia anche la forza con la quale andremo a dare valore all'interno della nostra Agenzia Piemonte Lavoro e al lavoro dei dipendenti che dovranno formare un'unica grande squadra.
Non possiamo immaginare di avere dipendenti con un cartellino che li diversifica rispetto ad altri per la loro provenienza: avremo dipendenti dell'Agenzia Piemonte Lavoro e quindi dovremo anche lavorare in quella direzione, ma è evidente che questo primo messaggio deve partire dall'Aula e da tutti noi.
Mi permetto di esprimere il parere rispetto agli emendamenti che sono stati presentati, andando in ordine crescente.
L'emendamento n. 5) è superfluo inserirlo all'interno della legge, perché è evidente che, nel momento in cui parliamo di dipendenti regionali, possiamo evitare di scrivere questa frase, perché ribadisce un concetto che è già implicito all'interno del provvedimento.
Sull'emendamento n. 6) esprimiamo parere negativo.



PRESIDENTE

Assessora, scusi, riguardo all'emendamento n. 5) è "sì" o "no"?



PENTENERO Giovanna, Assessora al lavoro

"No".
L'emendamento numero 6) è un emendamento sul quale esprimiamo parere negativo, perché è un'interpretazione un po' azzardata rispetto alla norma finanziaria, che potrebbe vederci rischiare un eccesso di competenze e anche un'impugnativa da parte del Governo.
Riguardo all'emendamento n. 7), ci sembra che la scrittura attualmente presente sia più chiara rispetto a quanto prevede l'emendamento, quindi non ci sembra utile sostituirlo, anzi potrebbe generare un po' di confusione.
L'emendamento n. 8) può essere accolto.
Sull'emendamento n. 9) esprimiamo parere negativo.
L'emendamento n. 10) contiene due parti: la prima parte è legata.



(Commenti fuori microfono)



PENTENERO Giovanna, Assessora al lavoro

Ripeto: parere negativo sull'emendamento n. 9).
L'emendamento n. 10) contiene due parti: la prima parte riguarda la norma finanziaria sulla stabilizzazione dei precari (è già inclusa, l'abbiamo modificata all'interno della Commissione) e la seconda parte racchiude quanto è già stato detto con l'emendamento n. 9).
In merito all'emendamento n. 20), è un po' inusuale accogliere l'accordo sindacale all'interno della legge, ma all'interno della legge noi facciamo riferimento al fatto che il trasferimento debba essere definito con accordo sindacale. Riproporre l'accordo sindacale all'interno della legge che dice sostanzialmente quello che è stato scritto nell'emendamento, non è così usuale; riteniamo sia più consono al contesto complessivo fare riferimento all'accordo sindacale che deve disciplinare il trasferimento, in questo caso, dalle Province all'Agenzia Piemonte Lavoro.
Grazie.



PRESIDENTE

Riepilogando, è accolto solo l'emendamento n. 8).
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Tronzano; ne ha facoltà.



TRONZANO Andrea

Grazie, Presidente.
Devo intervenire dopo l'intervento del Consigliere Ravetti, molto intenso e anche apprezzabile dal punto di vista dialettico, perché mi sembra di essere al congresso del PD.
Avete delle colpe da espiare per la pessima riforma che avete fatto con la Delrio? Mi sembra una questione interna. L'emendamento del Consigliere Appiano, su cui il Gruppo di Forza Italia voterà a favore, è assolutamente di buonsenso e intelligente. Noi cerchiamo di rispettare i lavoratori, più che i sindacati. I sindacati hanno un loro ruolo assolutamente adeguato all'interno della società che noi vogliamo tutelare perché sono dei corpi intermedi importanti ma, in questo caso, secondo il mio giudizio, occorre rispettare più che altro i lavoratori. Le diatribe interne al PD vi pregherei di tenerle fuori dall'Aula.
Voteremo convintamente l'emendamento del Consigliere Appiano e non capisco l'opinione negativa dell'Assessore, se non ricondotto al fatto che si hanno delle colpe da espiare e, conseguentemente, occorre tutelare un certo tipo di sindacato.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Nell'esprimere un vuoto che sarà sui singoli emendamenti di presenza, in alcuni casi favorevole e in altri contrario, mi permetto di far presente alcuni aspetti.
L'emendamento n. 20) è stato presentato perché io non credo che citare un accordo sindacale possa impedire la mobilità meglio, creerà quasi certamente dei problemi. Al primo bando di mobilità ci sarà qualche dipendente che si avvarrà del bando. Scritto in norma, in modo chiaro supera ogni tipo di questione.
Faccio presente un altro aspetto che riguarda il trasferimento delle risorse dello Stato. Ovviamente io non ho la conoscenza dell'Assessore Pentenero, ma lo Stato trasferisce risorse per i dipendenti operanti presso il Centro per l'Impiego.
Relativamente all'utilizzo delle risorse, io non credo che, nel momento in cui un dipendente dei Centri per l'Impiego non si trasferisce in Regione per distacco, ma per trasferimento, quelle risorse possano essere utilizzate. Ricordo che sono risorse, come previsto da norma, definite per i dipendenti dei Centri per l'Impiego. Dopodiché è un aspetto che vedremo.
Credo, ma non è questo il mio compito, che sarebbe una valutazione estremamente attenta da fare. Credo che questa norma non abbia una copertura finanziaria adeguata rispetto all'opzione, quindi è estremamente difficoltoso svolgere questo tipo di attività. Dopodiché lo segnalo per far presente alcuni aspetti che dovrebbero, anche ai sensi delle delibere sui flussi finanziari approvate, essere presenti anche all'interno della discussione di un articolo significativo come questo.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ravello; ne ha facoltà.



RAVELLO Roberto Sergio

Vicepresidente, vorrei riprendere quest'ultimo aspetto toccato dal Consigliere Vignale.
Lo riprendo richiamando una battuta che vi abbiamo fatto non più tardi di due settimane fa, quando ve l'abbiamo "tirata". Vi avevamo detto: non illudetevi che, con l'anno prossimo, il colore del governo di questa Regione sia lo stesso. Voi mi avete sbeffeggiato e mi avete risposto: "Non ti preoccupare, non ti fare troppe illusioni che continueremo a tenere in mano le redini di questa Regione". In particolare, non è stato il Vicepresidente, ma è stato il Presidente Chiamparino a manifestare questo senso di sicurezza.
Vi metto in guardia rispetto al fatto che questa possibilità si avveri e che, dall'anno prossimo, i colori di questo Governo non cambino, ma restino gli stessi.
Il tema toccato dal Consigliare Vignale merita un approfondimento. Le risorse destinate alla Regione per l'esercizio di una funzione, a copertura di spese di personale chiamato ad attività legate all'esercizio di quella funzione, nel momento in cui quel personale non dovesse più esercitare quella funzione, lo Stato continuerà a trasferirle? Mi preoccuperei molto di fronte alla possibilità che, scaduti i termini dell'accordo sindacale dei quattro anni, di fronte alla non remotissima possibilità che i dipendenti distaccati non intendano più sopportare quei carichi di lavoro e chiedano il rientro presso Regione Piemonte, non ci sia più la copertura finanziaria per pagare gli stipendi di quelle risorse. È un mio timore, ma vorrei che fosse anche il vostro.
Vorrei solo un approfondimento per la serenità di tutti ma, soprattutto per la vostra serenità, visto che avete manifestato un certo senso di sicurezza rispetto all'esito delle prossime elezioni.



PRESIDENTE

Ci sono altre richieste di intervento? Abbiamo chiuso la discussione e anche le dichiarazioni di voto.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 7), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 20), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 6), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 8), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 9), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 10), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 5), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 8, così come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 9 Indìco la votazione palese sull'articolo 9.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 10 Indìco la votazione palese sull'articolo 10.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 11 Indìco la votazione palese sull'articolo 11.
Il Consiglio approva.
I lavori del Consiglio terminano qui, con l'approvazione dell'articolo 11.
Buona serata a tutti.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 18.46)



PRESIDENTE

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