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Dettaglio seduta n.335 del 26/06/18 - Legislatura n. X - Sedute dal 25 maggio 2014 al 25 maggio 2019

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE BOETI



(Alle ore 9.30 il Presidente Boeti comunica che la seduta avrà inizio alle ore 10.00)



(La seduta ha inizio alle ore 10.05)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Richieste di modifica dell'o.d.g.


PRESIDENTE

Do atto che l'o.d.g. è stato comunicato con la convocazione.
Chiedo se vi siano proposte di modifica.
Ha chiesto la parola il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Non è una richiesta aggiuntiva, ma solo per comprendere, in merito alla richiesta che ho fatto nella scorsa seduta di Consiglio, come siamo rimasti sulle liste d'attesa in sanità. Se si aveva una comunicazione in Aula questa settimana oppure se si rimandava alla Commissione.
In IV Commissione non ne abbiamo parlato, l'Ufficio di Presidenza credo che non abbia ricevuto informative dal Consiglio in questo senso. Delle due l'una. Tra l'altro oggi ho presentato anche un question-time, giusto per non sapere né leggere né scrivere, per avere qualche informazione in più.
Il tema è importante e credo che debba essere discusso o in Commissione o in Aula. Visto che il prossimo lunedì, tra l'altro, la Commissione non si riunirà perché ci sarà un convegno tematico sul piano d'azione sulla salute mentale regionale, vorrei sapere quando si potrà discutere di liste d'attesa in Regione.



PRESIDENTE

Stiamo aspettando che l'Assessore Saitta ci comunichi quando intenda fare la comunicazione. Peraltro stamattina non lo si vede in congedo; pu darsi che arrivi e glielo chiederemo.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo Balocco, Barazzotto, Cerutti, Conticell, e Pentenero.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

c) Processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

Sono a disposizione e riproducibili, su richiesta, i processi verbali delle sedute del 21/06/2018.


Argomento:

Approvazione processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g. "Approvazione processi verbali precedenti sedute", comunico che sono stati approvati i processi verbali del 12/06/2018.
Comunico che alle ore 13.00, in Sala Viglione, verrà ricevuta una delegazione dei precari dei Centri per l'impiego della Città Metropolitana di Torino, in merito alle disciplina del percorso di stabilizzazione previste dal disegno di legge n. 296, di variazione di bilancio all'esame dell'Aula.
Il punto 3), relativo alle nomine, è posticipato.


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni

Esame proposta di deliberazione n. 324, inerente a "Convalida della Consigliera regionale Celestina Olivetti e dei Consiglieri regionali Angelo Luca Bona, Luca Cassiani, Andrea Fluttero, Giuseppe Antonio Policaro, Luca Angelo Rossi, Benito Sinatora e Andrea Tronzano"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare la proposta di deliberazione n. 324, di cui al punto 4) all'o.d.g.
La parola al Consigliere Mighetti



MIGHETTI Paolo, Presidente della Giunta per le elezioni

Grazie, Presidente.
La Giunta per le elezioni, le ineleggibilità, le incompatibilità e le insindacabilità si è riunita il 12 giugno 2018 per esaminare la condizione di ciascuno dei Consiglieri proclamati in data 10 aprile 2018 e per accertare se sussistono cause di ineleggibilità, incandidabilità o incompatibilità nei loro confronti.
Ai sensi dell'articolo 18, comma 3, del Regolamento interno del Consiglio regionale, la Giunta per le Elezioni deve presentare le proprie conclusioni al Consiglio entro novanta giorni dalla proclamazione.
I Consiglieri regionali hanno dichiarato, ai sensi dell'articolo 47 del DPR n. 445/2000, su apposito modulo predisposto dalla Giunta per le Elezioni, le cariche ricoperte nell'anno precedente alla data della presentazione della candidatura. Le cariche ricoperte alla data attuale nonché l'insussistenza di cause di incandidabilità di cui all'articolo 7 del decreto legislativo n. 235/ 2012 e articolo n. 143 comma 11 e articolo n. 248 comma 5 del decreto legislativo 267/2000.
Sulla scorta delle dichiarazioni presentate la Giunta per le Elezioni ha esaminato le eventuali cariche ricoperte dai singoli Consiglieri alla luce della legge n. 154/1981, articoli 2 (cause di ineleggibilità) articolo 3 (cause di incompatibilità) e articolo 4 (altra causa di incompatibilità).
È stato verificato che nessuno dei Consigli ha ricoperto, alla data della presentazione delle candidature nei mesi precedenti, alcuna delle cariche previste dall'articolo 2 della legge n. 154/1981 quali cause di ineleggibilità.
Con riferimento, invece, alle cariche attualmente ricoperte illustro quanto dichiarato dai Consiglieri.
I Consiglieri Benito Sinatora e Andrea Tronzano hanno dichiarato di non ricoprire altre cariche. Il Consigliere Luca Cassiani ha dichiarato di rivestire attualmente cariche nell'ambito del Partito Democratico, nonch la carica di Giudice regionale del CSA in centri sportivi aziendali e industriali e di membro dei probiviri del Circolo ARCI "De Angeli".
Tali cariche non rilevano cause d'ineleggibilità e incompatibilità, ai sensi degli articoli 3 e 4 della legge 154/81.
Il Consigliere Luca Angelo Rossi ha dichiarato di ricoprire attualmente la carica di Vicepresidente del Consiglio comunale di Valenza e di Consigliere della Provincia di Alessandria. Le cariche non rilevano cause d'ineleggibilità o incompatibilità ai sensi dei citati articoli della legge 154/1981.
Il Consigliere Angelo Luca Bona ha dichiarato di ricoprire la carica di Presidente dell'Associazione di promozione economica e sociale ALPI (Associazione Libera per l'Insubria. È un'associazione senza scopo di lucro con il fine di rappresentare gli interessi collettivi della comunità dell'Insubria. La carica non è riconducibile alle cause d'incompatibilità di cui agli articoli 3 e 4 della legge 154/1981, in quanto, in particolare l'associazione non risulta svolgere servizi nell'interesse della Regione n da essa ricevere sovvenzioni.Il Consigliere Andrea Fluttero ha dichiarato di ricoprire le seguenti cariche: Presidente Smart Green Srl, società uninominale (si tratta di società privata che fornisce consulenza specializzata nel settore della green economy); la carica non è riconducibile alle cause d'incompatibilità di cui agli articoli 3 e 4, in quanto, in particolare, non risulta svolgere servizi nell'interesse della Regione né da essa ricevere sovvenzioni. Presidente dalla Cooperativa Lavoro e solidarietà: si tratta di una società cooperativa sociale attiva nel settore della raccolta differenziata della frazione tessile dei rifiuti urbani.
Tale carica non rientra tra quelle incompatibili, ai sensi della legge 154/1981, anche in considerazione della sua natura di società cooperativa.
Presidente Associazione FISE UNICIRCULAR, Presidente Associazione UNIRIGOM (Unione Italiana Recuperatori della Gomma), Presidente CONAU (Consorzio Nazionale Abiti Usati). UNICIRCULAR è un'associazione delle imprese dell'economia circolare il cui scopo è rappresentare le fabbriche dell'economia circolare, imprese ed associazioni di imprese, aiutandole nel loro percorso verso le istituzioni, gli stakeholder, il mercato. UNIRIGOM e CONAU sono due associazioni aderenti a UNICIRCULAR. UNIRIGOM è riservata agli operatori del settore del recupero dei pneumatici fuori uso (PFU) e degli elastomeri in genere. CONAU è, invece, un consorzio impegnato nella raccolta degli abiti e accessori usati. Anche queste tre cariche non risultano riconducibili alle cause d'incompatibilità di cui alla legge 154/1981 e, in particolare, tali associazioni non risultano svolgere servizi nell'interesse della Regione né da essa risultano sovvenzionati in modo continuativo.
Il Consigliere Giuseppe Antonio Policaro ha dichiarato di rivestire attualmente le seguenti cariche: componente Collegio Sindacale Explora SCPA e Agfa Finance SpA. Non si tratta di cariche incompatibili, in quanto le disposizioni di cui all'articolo 3 della legge 154/1981 non hanno tra i destinatari componenti dei Collegi Sindacali delle società per azioni.
Presidente del CdA di ASSA SpA. ASSA SpA è la società che gestisce la raccolta e il trasporto dei rifiuti solidi urbani a Novara. È stata istituita nel 2001 dal Comune di Novara, che risulta essere azionario unico. Amministratore di CONFAPI FIDI SC. CONFAPIFIDI, Società cooperativa di garanzia collettiva dei fidi e i COFIDI di emanazione dell'associazione delle piccole e medie imprese della Lombardia aderente alla CONFAPI (Confederazione Italiana dalla Piccola e Media Industria), opera anche in Piemonte al fine di facilitare l'accesso al credito da parte delle piccole e medie imprese. Componente del direttivo Consorzio Compliance 231: si tratta di consorzio di servizi per l'attività imprenditoriale. Componente direttivo associazione RES (Regolazione Etica e Società): si tratta di un centro studi d'impresa con sede a Novara. Le suddette quattro cariche esaminate alla luce dell'articolo 3, comma 1, numero 1 e 2, della legge 154/1981 non costituiscono cause d'incompatibilità, trattandosi di enti istituti o aziende che risultano non essere soggetti a vigilanza da parte della Regione, non ricevere una sovvenzione in tutto o in parte facoltativa in cui la parte facoltativa superi nell'anno il 10% del totale delle entrate dell'ente, non avere parte direttamente o indirettamente in servizi, esazione di diritti, somministrazioni appalti, nell'interesse della Regione, non essere società ed imprese volte al profitto di privati sovvenzionate dalla Regione in modo continuativo, quando le sovvenzioni non siano dovute in forza di una legge dello Stato o della Regione.
La Consigliera Celestina Olivetti ha dichiarato la carica di Presidente della SIA Srl di Ciriè, Società a capitale interamente pubblico i cui soci sono i 38 Comuni del territorio di bacino 17A, sia i proprietari della discarica di Grosso - località Vauda Grande - il sito in cui viene conferito il rifiuto solido urbano dei Comuni del bacino 17. Poiché risulta che la suddetta società non sia soggetta a vigilanza da parte della Regione ne riceva una sovvenzione in tutto o in parte facoltativa, in cui la parte facoltativa superi nell'anno il 10% del totale delle entrate dell'ente n infine, abbia parte direttamente o indirettamente in servizi, esazioni di diritti, somministrazioni o appalti nell'interesse della Regione, la carica esaminata alla luce dell'articolo 3, comma 1, numero 1 e 2, della legge 154/1981 non costituisce causa d'incompatibilità. La Consigliera Olivetti ha dichiarato inoltre di aver ricoperto fino al 23/4/2018 le cariche di Sindaca di Cantoira e di Assessora con delega al bilancio dell'Unione montana Valli di Lanzo, Ceronda e Casternone. Informa, a questo proposito che il Comune di Cantoira ha trasmesso, in data 23/4/2018, le deliberazioni consiliari immediatamente eseguibili con le quali il Consiglio comunale ha provveduto alla dichiarazione di decadenza dalla carica di Sindaca della Consigliera Olivetti, avendo la stessa optato per la carica di Consigliera regionale. Poiché, pertanto, dall'istruttoria effettuata non risultano sussistenti cause d'ineleggibilità, incandidabilità o incompatibilità con la carica di Consigliere regionale, la Giunta per le elezioni ha votato all'unanimità la proposta al Consiglio regionale di convalida della Consigliera Olivetti, e dei Consiglieri Bona, Cassiani, Fluttero, Policaro Luca Angelo Rossi, Sinatora e Tronzano, ai sensi dell'articolo 36 dello Statuto e degli articoli 17 e 18 del Regolamento interno.
Grazie.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE GRAGLIA



PRESIDENTE

Propongo al Consiglio di procedere, conformemente alla proposta di votazione a scrutinio segreto, alla convalida della Consigliera Olivetti e dei Consiglieri Bona, Cassiani, Fluttero, Policaro, Luca Angelo Rossi Sinatora e Tronzano.
Sulla scheda saranno indicati i nomi degli otto Consiglieri; accanto a ciascuno ci saranno le relative caselle da barrare: per la convalida dell'elezione occorrerà marcare la casella "sì".
Tutti i Consiglieri riceveranno la scheda dai funzionari alla mia destra.
Nomino scrutatori i Consiglieri Segretari Bertola e Molinari.
Prego la Vicepresidente Motta di procedere all'appello nominale.



(La Vicepresidente Motta effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la votazione.
Coadiuvato dagli scrutatori, procedo allo spoglio delle schede.
In esito alla votazione dichiaro convalidata l'elezione della Consigliera Celestina Olivetti e dei Consiglieri Angelo Luca Bona, Luca Cassiani, Andrea Fluttero, Giuseppe Antonio Policaro, Luca Angelo Rossi Benito Sinatora e Andrea Tronzano, proclamati in data 10 aprile 2018.


Argomento: Bilanci preventivi

Esame disegno di legge n. 296, inerente a "Disposizioni urgenti in materia di Bilancio di previsione finanziario 2018-2020"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame del disegno di legge n. 296, inerente a "Disposizioni urgenti in materia di Bilancio di previsione finanziario 2018 2020", di cui al punto 5) all'o.d.g.
Il relatore di maggioranza è il Consigliere Appiano, il relatore di minoranza è il Consigliere Bono. Tale disegno di legge è stato licenziato a maggioranza dalla I Commissione il 19 giugno 2018.
La parola al Consigliere Appiano.



APPIANO Andrea, relatore

Grazie, Presidente.
Il disegno di legge che inizia il suo iter in aula è un disegno di legge su cui la Commissione bilancio, nel mese di maggio e ad inizio di giugno, ha dedicato una particolare attenzione. È un testo non particolarmente lungo, ma denso di contenuti, di impegni e di prospettive politiche, in quanto tratta, in particolare, tre macro-argomenti, due dei quali determinano un reinserimento, nel circuito economico della nostra Regione e del mondo degli Enti locali, di quasi 300 trecento milioni di euro. Il terzo, invece, importantissimo dal punto di vista del servizio a cui si riferisce, riguarda la riorganizzazione del tema dei Centri per l'impiego e, più in generale, delle politiche attive del lavoro. Da qui quindi, anche una certa sollecitudine nell'analisi in Commissione, e auspichiamo anche in aula, del suddetto provvedimento. Il provvedimento peraltro, ha anche avuto il parere favorevole espresso dal Consiglio delle Autonomie Locali.
Veniamo ad analizzarlo nel dettaglio, partendo dall'operazione incardinata nell'articolo 1. L'articolo 1, sfruttando dei margini di spazi finanziari riconosciuti alle Regioni da parte della Legge di Bilancio nazionale, immagina di inserire, di lanciare un'operazione di 83 milioni di investimenti pubblici nel biennio 2018-2019, articolati su due anni (41,5 milioni quest'anno e 41,5 l'anno prossimo) per investimenti diretti o indiretti, principalmente devoluti agli Enti locali territoriali e con una particolare attenzione al tema del ripristino ambientale, della messa in sicurezza degli edifici del territorio, dell'edilizia scolastica ed interventi in ambito culturale ed artistico.
A questo proposito l'allegato A del disegno di legge declina questi interventi. Degli 83 milioni, ben 61 sono dedicati al tema della messa in sicurezza del territorio, che è uno dei temi di cui si parla spesso e volentieri, è una priorità assoluta che riguarda le strade, riguarda il tema delle frane, riguarda il dissesto idrogeologico in genere, e che si accompagnerà ad altrettante risorse messe a disposizione, attraverso la concertazione sul Fondo di Sviluppo e Coesione. Complessivamente si immagina un insieme di investimenti che toccherà una cifra dell'ordine di 140-150 milioni nei prossimi anni e per quanto riguarda gli 83, frutto di nuovo indebitamento della Regione, nel prossimo biennio. I temi principali sono il tema delle strade e il tema del territorio. Altrettanto importante è l'articolo 2, dove con lo stanziamento di 40 milioni, destinati quasi totalmente alla Città di Torino per definire i debiti pregressi rispetto alla GTT, si cerca di porre soluzione definitiva alla grande crisi che rischiava di mettere in discussione un servizio pubblico locale tra i più importanti. Una parte marginale di quei 40 milioni verrà utilizzata dalla Città e dalla Regione per l'acquisizione delle quote in 5 S.r.l.
precedentemente in capo a GTT, ma la gran parte di questa cifra (circa 39 milioni) sarà destinata per definire debiti pregressi nel campo del trasporto pubblico locale.
L'articolo 3 recupera alcune economie che erano allocate presso Finpiemonte e presso Artigiancassa. Sono 7 milioni di euro che vengono immediatamente reimmessi a vantaggio di Finpiemonte Artigiancassa, e quindi ad alimentare, attraverso garanzie ed altri strumenti, forme di aiuto per il nostro sistema di piccole e medie imprese e per il sistema dell'artigianato piemontese.
Poi vi sono alcuni articoli che dettagliano e specificano i limiti nuovi di indebitamento che sono possibili, perché in questi anni la Regione ha fatto un'azione importante di riduzione del proprio indebitamento pregresso. Comunque teniamo a sottolineare come questa operazione iscritta all'articolo 1 è esclusivamente volta al rilancio di politiche di investimenti pubblici e non già per politiche di aumento di spesa di natura corrente.
Poi interviene nel corpo centrale della norma ciò che è stato inserito attraverso attività emendativa nel corso del lavoro di Commissione. In particolare, vi sono gli articoli, quelli che vanno dal numero 7 al numero 11, che riguardano il tema delle politiche attive del lavoro. Questi articoli vengono a valle di due importanti accordi sindacali, che sono stati siglati dalla Giunta regionale con le organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative, e che qui vengono trasposti in articoli di legge, a valle peraltro di una lunga discussione e di un lungo periodo. Con questa legge speriamo venga a concludersi un periodo di indeterminatezza di uno dei servizi più importanti per il sistema pubblico, cioè le politiche attive del lavoro e il tema dei Centri per l'impiego, in cui quasi 500 lavoratori nelle diverse province piemontesi, in anni di estrema incertezza, hanno cercato con tutte le loro forze di garantire un servizio di così grande importanza strategica.
Cosa vanno a dire e a declinare questi articoli? Innanzitutto viene individuata nell'Agenzia Piemonte Lavoro il soggetto, l'ente depositario della funzione attraverso il proprio personale già in organico e attraverso il personale che attualmente opera nei Centri per l'Impiego. Noi sappiamo che di questo personale oltre 400 persone sono assunte a tempo indeterminato e operano, appunto, nei Centri territoriali dislocati nelle sette Province piemontesi e Città metropolitane, mentre esistono ancora 22 lavoratori che hanno contratti di natura precaria, quindi a tempo determinato o di collaborazione.
Che cosa dicono questi articoli? Che il personale a tempo indeterminato passa nell'organico dell'Agenzia Piemonte Lavoro, fatto salvo un diritto di opzione da parte dei medesimi per l'inserimento nei ruoli regionali, con immediato e contestuale distacco funzionale presso l'Agenzia Piemonte Lavoro. Questo è il perno, il nucleo forte del secondo accordo sindacale che ricordavo prima, siglato dalla Giunta con le Organizzazioni sindacali.
Si tratta di un'operazione che per i diretti interessati comporterà un adeguamento stipendiale rispetto allo standard stipendiale dei dipendenti regionali e una parificazione integrale dal punto di vista giuridico di questi nuovi dipendenti rispetto ai dipendenti storici della Regione.
Ma questo accordo e la proposta di articolato inserito all'interno del disegno di legge oggi in esame dicono di più: danno delle garanzie anche ex post nel caso in cui un domani l'Agenzia Piemonte Lavoro da qualche nuova Amministrazione o da qualche nuovo intervento normativo dovesse essere sciolta, posta in liquidazione o mutare la sua natura giuridica, a tutti questi dipendenti viene garantito il reinserimento nei ruoli regionali o di ente strumentale deputato alle medesime materie.
Resta poi il tema dei 22 lavoratori a titolo precario in gran parte all'interno dei Centri per l'Impiego della Città Metropolitana e in minima parte di altre Province. Noi ricordiamo che, verso la fine di ogni anno quest'Aula era chiamata a votare ordini del giorno in cui si chiedeva l'impegno, da parte del Governo e del Parlamento, di garantire la prosecuzione di questo tipo di contratti di lavoro e sappiamo che per anni si è vissuti in un clima di sostanziale incertezza; sappiamo anche che per anni i Centri per l'Impiego hanno potuto operare anche grazie e anche attraverso la presenza di persone il cui contratto non è mai stato stabilizzato dall'allora datore di lavoro, che è la Provincia o la Città metropolitana.
Oggi noi poniamo la parola fine a questa lunga traversata, perché già in Commissione è stato esplicitato ciò che nell'accordo sindacale n. 1 siglato nel maggio scorso era stato contrattato e concertato con le Organizzazioni sindacali, cioè l'impegno alla stabilizzazione del personale presso l'Agenzia Piemonte Lavoro.
Nel dibattito questo tema verrà presumibilmente ripreso, anche in forza di alcuni emendamenti che so essere stati depositati rispetto all'unico punto di distinzione non sul piano economico, non sul piano delle garanzie giuridiche, non sul piano della operatività, ma sul piano della formale opzione possibile anche da parte di queste 22 persone rispetto a tutte le altre 400. Ma questo lo vedremo nel corso del dibattito sull'articolato e dell'esame delle proposte emendative.
Tuttavia, ripeto, questo articolato, questo disegno di legge, dopo anni di instabilità, di precarietà, pone la parola fine e avvia un nuovo percorso per il servizio nel suo complesso, cioè il servizio dei Centri per l'Impiego e più in generale il servizio delle politiche attive del lavoro nello specifico, pone fine al tema dell'incertezza futura sia di chi attualmente ha come formale datore di lavoro l'Ente locale territoriale provinciale, anche se da anni opera all'interno o funzionalmente attraverso l'Agenzia, sia per i 22 precari.
Vi è poi una serie di norme in questo articolato che recepiscono delle osservazioni che il Governo ha fatto rispetto alla legge di bilancio 2018 2020; in particolare viene precisato, laddove nella legge di bilancio abbiamo ridotto l'aliquota IRAP per alcune categorie di imprese, che tale riduzione deve rientrare all'interno dei limiti massimi degli aiuti di Stato. Si tratta di una precisazione che, a parer nostro, non modifica nella sostanza il tema, ma essendo una richiesta da parte del Governo viene recepita all'interno dell'articolato.
L'articolo 12 prevede l'internalizzazione della ARAI, cioè l'Agenzia che si occupa delle adozioni internazionali: anche qui con la garanzia di tutti gli operatori, di tutti i dipendenti e con la garanzia del servizio importante che questa Agenzia unica nel panorama italiano svolge a favore del sistema tutto e delle famiglie interessate a questo tema.
Poi abbiamo l'articolo 16, che apporta alcuni correttivi rispetto alla nostra misura inserita in legge di bilancio sull'eventuale ricontrattazione dei contratti derivati. Anche questa è stata una richiesta del Governo, in cui si dice che tutte le operazioni che venissero effettuate debbono essere effettuate con sostanziale rischio zero rispetto al futuro, quindi passando da tassi variabili a tassi fissi e con un'attenta valutazione delle condizioni di convenienza economica.
L'articolo 18 abroga - ahimè - un articolo che avevamo inserito nella legge rifiuti, cioè la legge n. 1 del 2018, quella che prorogava a fine anno la possibilità di erogare da parte dei gestori degli impianti ai Comuni sedi dell'impianto una cifra economica, un quantitativo economico.
Sappiamo che è una norma che da anni è sotto la lente, l'attenzione (anche la norma precedente) della Magistratura, della Corte costituzionale in particolare, non essendo ritenuto lecito questo tipo di elargizione economica. Tuttavia sottolineiamo l'impegno che l'Assessorato all'ambiente sta portando avanti con forza in questi mesi al fine di risolvere per via pattizia, e non per via di cogenza normativa, il tema del rapporto tra l'ente che gestisce gli impianti e i Comuni sedi degli impianti nell'interesse dei Comuni medesimi.
Infine, l'altro articolo di grandissima importanza è l'articolo 19 ed è quello che, nell'ambito della ripresa a pieno titolo, a pieno regime dell'operatività di Finpiemonte come finanziaria regionale attraverso un'operazione di riduzione di capitale di 200 milioni e contestuale reimmissione di questi 200 milioni a finanziamento di alcune leggi strategiche per l'economia, per il mondo delle pubbliche e medie imprese e per il mondo dell'artigianato, da qui ai prossimi mesi darà un segnale secondo noi molto importante all'economia piemontese. Se pensiamo che di quei 200 milioni quasi la totalità comunque, (141 milioni e 300) vengono riallocati sulla legge n. 34 del 2004, che è la legge omnibus nel campo dell'economia perché tratta di piccola e media impresa, di industria e di artigianato, di commercio, di reti distributive e di tutela di consumatori.
Crediamo che questo sia un segnale assolutamente importante, che tenda ad agganciare quei segnali di ripresa che, ancora nelle ultime rilevazioni vedono nella industria e nel turismo (l'altro settore dove vengono allocati oltre 18 milioni è quello del turismo, soprattutto attraverso la legge regionale n. 18 del 1999) agganciare quei segnali di ripresa nei settori su cui possiamo tornare ad essere fortemente competitivi e forza trainante.
E' un disegno di legge di assoluta importanza strategica, non per una parte o per l'altra, ma per l'intera nostra comunità regionale piemontese e, proprio per questo, auspichiamo un attento e rapido esame in aula, con l'attenzione al merito di questi importanti contenuti. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide, relatore

Grazie, Presidente.
Siamo giunti in Aula con il disegno di legge regionale n. 296 presentato il 14 maggio 2018. Il disegno di legge ha avuto un iter abbastanza rapido, nonostante le premesse, in Commissione, per i temi contenuti. In particolar modo, quello del maggiore indebitamento.
Come ben sappiamo la Regione è in una situazione di indebitamento notevole, paghiamo lo scotto di debiti fuori bilancio rilevati e prodotti nelle scorse legislature e riportati a finanziarizzazione, quindi a copertura, con notevoli. risorse della Regione Piemonte. Parlavamo, ad inizio legislatura, di oltre nove miliardi di euro, sommando i vari debiti: il disavanzo finanziario al 31 dicembre 2014 era un miliardo e duecento milioni. La ricognizione straordinaria dei residui, attivi e passivi, era di due miliardi e duecento milioni; il ricorso al decreto legge n. 35 che nelle due misure, dell'articolo 2 non sanitario e dell'articolo 3 sanitario, ha comportato un ulteriore indebitamento della Regione Piemonte per circa cinque miliardi di euro, con la forma particolare non del mutuo non del vero e proprio debito, ma di un'anticipazione di liquidità per pagare i debiti con i fornitori, i cosiddetti "debiti commerciali." Conformato, in realtà, in un mutuo perché paghiamo le rate del rientro dei cinque miliardi in trent'anni, quindi dal 2014 fino al 2043.
Per quanto riguarda questi debiti, la situazione in Regione Piemonte è stata normalizzata. Molti debiti sono stati ricontrattati: da quindici a vent'anni, da vent'anni a venticinque, da venticinque a trenta: abbiamo così liberato ulteriori spazi finanziari. Tuttavia è ovvio che sono misure corrette, legittime - forse anche sacrosante - ma sono solo misure contabili.
Un'altra bomba esclusiva sul bilancio della Regione e sulla Regione Piemonte tutta, è quella dei derivati, cui è dedicato l'articolo 16 che riguarda la possibilità di ristrutturare i contratti derivati. Questo è uno dei temi. La prossima legislatura avrà a che fare con un incremento della rata del pagamento dei contratti derivati, molto consistente.
La misura, con anche la possibilità di una copertura parziale al riacquisto dello swap di uno dei tre derivati da seicento milioni, poteva essere sicuramente interessante, ma abbiamo visto che è stata parzialmente ridotta, perché, nella copertura del ricorso a maggior debito per ottenere maggiori spazi finanziari dal livello nazionale, si era messo, in origine un incremento del bollo auto della Regione Piemonte. Misura usata già in passato per addivenire ad un pareggio di bilancio in attesa di un rilascio di risorse tramite il rendiconto.
Questa misura è stata da noi stigmatizzata sia nell'utilizzo precedente sia nell'utilizzo in questo disegno di legge, tant'è che il Vicepresidente Reschigna ha convenuto che la misura non poteva essere più utilizzabile: non possiamo ricorrere, di continuo, a misure surrettizie e false nella stesura dei nostri documenti, nell'attesa di uno sblocco di risorse, magari da un'altra misura. Quindi è stata sostituita con una parte di quel disavanzo che andava a coprire la possibilità di riacquisto dei derivati.
Il tema della veridicità delle nostre leggi di bilancio, di variazioni di bilancio, è un tema fondante e fondamentale. Noi abbiamo discusso a lungo della proposta di maggiore indebitamento dalla Regione Piemonte e ripeto, obtorto collo, abbiamo deciso di non fare un'opposizione ostativa all'approvazione del disegno di legge, in virtù della norma nazionale, che prevede che le Regioni che chiedono questi spazi finanziari, ai sensi dalla finanziaria 2017, abbiano la possibilità di indebitarsi. Mi spiego meglio il discorso è il contrario: le Regioni che si indebitano, hanno poi la possibilità di ricevere maggiori spazi finanziari dal livello nazionale.
Può sembrare un paradosso, ma serve per incrementare la spesa sugli investimenti delle Regioni; diversamente, l'abbiamo detto tante volte, gli Enti locali diventano semplici pagatori di spesa corrente, senza alcun investimento.
Tuttavia, quello che abbiamo sollevato e vogliamo risollevare oggi in aula, è il tema del rispetto delle norme nazionali. La norma nazionale che prevede maggiori spazi finanziari per la Regione, la finanziaria del 2017 dal comma 495 al comma 500, dice che "gli Enti locali e le Regioni devono comunicare gli spazi finanziari di cui necessitano per gli investimenti entro il termine perentorio del 20 gennaio di ciascun anno ed entro il 15 febbraio l'ammontare dello spazio finanziario attribuito a ciascuna Regione è determinato dal MEF, col Dipartimento della Ragioneria Generale dello Stato. Oggi, a fine giugno, è evidente che siamo ben oltre la data del 20 gennaio.
Il Vicepresidente Reschigna, che non è mai avaro d'informazioni fortunatamente - e documentazione, in Commissione ci ha ricordato come si fosse raggiunto l'accordo a livello di Conferenza Stato-Regioni il 22 febbraio 2018, dove si chiedeva di modificare questo testo. Sembrerebbe che il Governo, quindi il livello nazionale, abbia tutta l'intenzione di modificare la Finanziaria nel mese di luglio.
Recentemente, il Vicepresidente Reschigna ha anche incontrato il Viceministro Castelli; vorremmo porre un quesito - penso legittimo: possiamo approvare una legge regionale che va contro una legge nazionale in attesa che questa venga modificata? È questa la domanda che pongo anche ai colleghi di maggioranza. Io, francamente, non me la sentirei, fermo restando che sono strasicuro - e mi auguro di poterlo essere - che l'accordo tra Stato e Regioni sarà rispettato e sarà modificata la norma il prima possibile. Non mi sentirei, però, di approvare una norma regionale che va contro una norma nazionale, perché - ci fossero dei ritardi, delle problematiche, un ripensamento o qualunque cosa - rischierebbe di essere impugnata automaticamente. Infatti, la norma nazionale parla chiaro: la dead line era il 20 gennaio, per il 2018. Possiamo farlo per il 2019, ma delle due l'una: o aspettiamo una-due settimane, in attesa che la legge venga cambiata con un decreto, oppure modifichiamo la norma in modo che si faccia la misura solo per il 2019 e poi magari nell'Omnibus, nel prossimo provvedimento, torniamo indietro a la modifichiamo anche per il 2018. Non so quale sia la tempistica migliore, ma io non me la sento - come pubblico amministratore - di modificare una legge che va nella direzione opposta rispetto a una norma nazionale. Questo è il tema per noi principale, su cui vorremmo avere una risposta da parte del Vicepresidente Reschigna.
Sull'articolo 1 ci sono altri due punti importanti, rispetto ai quali probabilmente presenteremo due emendamenti: uno riguarda la possibilità di stipula dei mutui a tasso variabile. È vero che viene valutata come possibilità, nel senso che si dice che i tassi d'interesse non devono essere superiori a quelli contratti dalla CDP (la Cassa Depositi e Prestiti) e si dice che, nel caso di un'operazione a tasso variabile, è il tasso di riferimento iniziale, ma, viste le perplessità e le dinamiche nazionali ed internazionali, con la probabile fine del quantitive easing di Draghi a livello di Unione Europea, non vorremmo forse neanche vedere scritta in legge l'opzione di un tasso variabile. Al momento bisogna andare verso il tasso fisso. Pertanto, mi rendo conto che è una possibilità in più che si dà nella legge. Noi saremmo per toglierla, quindi presenteremo un emendamento in questo senso.
Il secondo è sulla durata dell'indebitamento: tendenzialmente si contraggono i mutui a 20 anni (prima si facevano a 10), ma, dopo qualche anno, qualche altro Assessore potrebbe arrivare e spostarli a 30. Io non metterei il limite a 20 anni: direi che i mutui vengono stipulati con il limite del tasso della CDP; poi, l'attuale Vicepresidente Reschigna avrà mandato dalla sua Giunta a stipulare il mutuo con la durata che ritiene più corretta. Il prossimo Assessore, qualunque esso sia, valuterà se allungarlo a 25, a 30 e quant'altro.
Abbiamo trattato tanti altri articoli. Uno sicuramente è quello relativo a GTT, che ha aperto da tempo un contenzioso con la Regione Piemonte o, meglio, con l'Agenzia della Mobilità Metropolitana, ma di questo forse parlerà meglio il collega Valetti. Si tratta di risorse non dico dovute, ma che erano oggetto di una contrattazione (prima di un contenzioso e poi di una contrattazione) e che sono scritte in una norma nazionale. La norma nazionale dice che quei 40 milioni sono dovuti a GTT, e vengono quindi erogati.
C'è il tema dell'acquisto delle quote di 5T. L'ho chiesto in I Commissione, ma non c'era l'Assessore Balocco: non ho capito per quale motivo (lo chiedo anche all'Assessora De Santis) la Regione decide di entrare in una partecipata quando abbiamo fatto un piano di dismissione delle partecipazioni. Mi si dirà che sono 500 mila euro, che non è una grossa cifra, ma non ritengo sia una partecipazione strategica. È vero che è uno strumento che serve a delineare i ritardi, le tempistiche, i passaggi dei treni, dei bus e quant'altro, soprattutto a livello comunale e probabilmente anche a livello regionale, ma non capisco.



PRESIDENTE

Scusi, Consigliere. Colleghi, c'è troppo brusìo: se riusciamo un attimino a contenere o a uscire, grazie.



BONO Davide

Grazie, Presidente. Dicevo: non ritengo strategico l'ingresso nel capitale di 5T; è una scelta oggetto di contrattazione tra il Presidente Chiamparino e la Sindaca Appendino. Accettate almeno che io ed altri colleghi del Gruppo Movimento 5 Stelle non ne comprendiamo la motivazione.
C'è, ancora, l'articolo 4, relativo al tema delle garanzie fideiussorie. In passato erano state date delle garanzie fideiussorie e la Regione non aveva mai messo le coperture: scopriamo anche questo! 40 milioni di euro ridotti a 31, perché 9 milioni di euro (questo è un altro tema importante) riguardanti il Villaggio Olimpico del Sestriere passano nel contenzioso. Il Villaggio Olimpico del Sestriere, cioè, che era stato costruito per le Olimpiadi 2006 e oggi ha delle proposte in itinere per essere riutilizzato e ampliato, non ha onorato i mutui che aveva contratto per la sua realizzazione, quindi interviene la Regione Piemonte. Possiamo pertanto, sfatare, anche a distanza di 12 anni, il fatto che le Olimpiadi siano state a costo zero e abbiano avuto ritorni d'investimento notevoli per gli Enti, tra cui la Regione, che a distanza di 12 anni si trova a dover pagare 9 milioni di euro. Ci sarà un contenzioso, non è detto che li debba pagare, ma ritengo che si andrà verso quella direzione.
Sono state approvate diverse operazioni di bilancio (l'articolo 5, che non potrò illustrare per ragioni di tempo).
Mi soffermo sugli articoli 6 e 7, velocissimo. L'articolo 6 prevede un aggiornamento del prospetto del vincolo dell'indebitamento. L'abbiamo già detto in Commissione, e anche il Vicepresidente Reschigna ha confermato la nostra valutazione: per il 2019 le entrate sono sovrastimate. Incrementano non tanto quelle sulla sanità, perché - come si sa - quelle sulla sanità sono scritte e sancite dagli accordi Stato-Regioni, quindi dai Patti per la Salute, ma le entrate correnti di natura tributaria, contributiva e perequativa, cioè il Titolo I, di 380 milioni, e senza motivo. Forse c'è già la speranza di grandi risultati del nuovo Governo, ma non ci risulta ci sia stato un accordo in questo senso. Da qui deriva un maggiore spazio di indebitamento della Regione. Non vorrei che nel bilancio del 2019, che si farà a fine anno o ad inizio del prossimo anno, questa Regione decida di garantire milioni di investimenti tramite indebitamento e tramite mutui che la prossima legislatura non potrà garantire.
In ultimo, l'articolo riguardante la ristrutturazione di Finpiemonte che è quello, forse, più importante - rubo trenta secondi, Presidente, e chiedo scusa del ritardo - dove nell'Allegato D ci sono tutte le spese di investimento che deriveranno dai 200 milioni di decapitalizzazione di Finpiemonte. Vicepresidente Reschigna, su questa tabella vogliamo poter decidere, insieme a tutto il Consiglio e alla Giunta, quali sono le linee di investimento. Ci sono ovviamente missioni e programmi e vorremmo poter andare poi nel dettaglio dei capitoli delle leggi che vengono finanziate.
Alcune ci sono state dette; ad esempio, sulla qualità dell'aria e riduzione dell'inquinamento ci saranno degli investimenti per la sostituzione dei veicoli più inquinanti delle micro-imprese; c'è il tema delle fonti energetiche, ci sono interventi per l'uso dell'energia nell'industria e nel settore civile pubblico-privato e anche una misura per i condomini. Ci sono misure su ricerca ed innovazione, misure sul turismo, tra cui il Fondo Garanzia Imprese della legge n. 18.
Vorremmo poter intervenire nel concreto su queste misure e per questo abbiamo presentato una serie di ordini del giorno per poter indirizzare meglio la spesa della Regione; 200 milioni di euro, e all'Allegato A 40 quaranta milioni l'anno di nuovi indebitamenti sono misure importanti per la Regione, su cui il Consiglio vuole dire la sua e vuole co-decidere insieme alla Giunta. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca, relatore

Grazie, Presidente.
Intanto mi permetto una valutazione sul testo, non nel merito, ma sulla scelta di una legge di variazione di Bilancio. E' la prima volta che avviene in questa legislatura e credo che sia uno strumento utile non soltanto per il 2018 per alcune esigenze che temporalmente erano necessarie, ma perché una legge di bilancio a metà esercizio consente di non avere una programmazione di bilancio un po' vincolata fra la legge di bilancio di febbraio-marzo e poi l'assestamento; in questo modo a metà anno si riesce a fare il punto.
Va anche ricordato, lo diceva già il collega Bono, che in poco più di un mese, fra consultazioni e quant'altro, è stato licenziato dalla Commissione all'attenzione del Consiglio questo disegno di legge, a dimostrazione del fatto che quando vi è una necessità segnalata dalla Giunta e quando vi è un disegno di legge che non è grandemente divisivo, i tempi dalla presentazione all'arrivo in aula sono estremamente brevi.
Credo che nel merito questo disegno di legge abbia molte novità, per certi versi mi permetto di dire che ci sarebbero e ci sono più cose da dire su questo disegno di legge che quasi sull'intera Legge di bilancio, non fosse altro per le risorse disponibili da utilizzare. Siamo stati abituati in questi anni ad esaminare dei documenti di bilancio che sostanzialmente fotografavano le necessità esistenti, cioè si pagava ciò che non si poteva non pagare e ciò che rimaneva libero era una cifra assolutamente risibile.
Questo disegno di legge invece ha cifre superiori ai 400 milioni di euro di risorse libere che si intendono utilizzare.
Certamente l'aspetto dei mutui per investimento è un tema su cui ancorché la nostra Regione sia fortemente indebitata, si è arrivati con troppo ritardo. Si è arrivati quando è stato possibile, ma utilizzare la leva degli investimenti come uno strumento di aiuto all'economia regionale il Vice Presidente lo sa perché lo facciamo presente da molti anni - è un aspetto che non possiamo non considerare come positivo e che avrebbe dovuto, tanto nelle politiche nazionali quanto in quelle regionali dei primi due esercizi di bilancio, anche nelle difficoltà che il Bilancio affrontava, tenere sempre conto di quella che era un'esigenza sacrosanta di garantire un Bilancio in pareggio e che si facesse anche carico degli indebitamenti pregressi, ma che non si dimenticasse che un Ente pubblico in particolare, il più grande Ente pubblico della regione com'è la Regione Piemonte - non può dimenticarsi di accompagnare, avviare e sostenere tutte le politiche di sviluppo. Certamente in questi anni il settore degli investimenti è stato il più depresso, anche all'interno del bilancio regionale e purtroppo anche di quello statale, non sempre per risorse non stanziate, ma spesso per risorse o non stanziate o, se stanziate inutilizzate.
È evidente che abbiamo una tale e tanta fame e necessità di investimenti, e le nostre comunità ce l'hanno, che potremmo dire che la tabella accompagnata all'articolo 1 non soddisfa pienamente, ma questo lo vedremo quando esamineremo l'articolo 1. Ma non possiamo non rilevare come un aspetto positivo il fatto che si investa per creare investimenti, pur indebitandosi, e quindi creare intanto strutture più sicure - siano esse strade, scuole, manutenzione del territorio - ma anche posti di lavoro.
Sul tema posto all'articolo 2, cioè quella su GTT, se è comprensibile l'intervento per salvare un'azienda che avrebbe avuto difficoltà anche solo a riconoscere gli stipendi dei suoi dipendenti, nell'acquisizione di quote bisognerebbe comprendere qual è la strategia dell'Amministrazione regionale, tanto su GTT quanto sulle tematiche più generali dei trasporti.
L'Amministrazione ha scelto di trasferire tutte le proprie competenze in tema di trasporti all'Agenzia, e per una questione di risparmio di IVA abdicando a una competenza importante per il nostro bilancio - quella del trasporto è la seconda voce dopo la sanità - a fare scelte che paiono in controtendenza: non tanto i 40 milioni di contributo al Comune di Torino quanto i 500 mila euro di acquisizione di quote.
Sarebbe utile comprendere qual è la finalità. E' già stato fatto in altri casi, come in SORIS, anche se quello è un aspetto più tecnico.
Salto alcuni articoli che esamineremo poi nella discussione generale ma certamente gli articoli 7 e 11, relativi all'Agenzia Piemonte Lavoro e ai Centri per l'impiego, sono importanti - mi permetto di dire - non solo e non soltanto per i lavoratori.
In quest'aula abbiamo discusso quasi sempre e solo di lavoratori, ed è sacrosanto (parlavamo di 500 dipendenti che non avevano contezza del loro futuro); inviterei però la Giunta e i colleghi a verificare i risultati dei Centri per l'impiego, oggi. Lo dico in modo molto laico: io credo che l'intermediazione fra domanda e offerta debba essere pubblica e privata non solo pubblica, ma anche pubblica. Credo che i Centri per l'impiego avendo una diffusione così grande all'interno della nostra Regione dovrebbero essere potenziati per essere strumenti che non interfacciano solo domanda e offerta di lavoro, ma che siano degli "URP regionali" che si occupano di famiglia e di lavoro, rispetto a tutte le potenzialità e possibilità che l'istituto Regione, ma anche le Amministrazioni comunali danno.
Faccio presente, da dati oggettivi e non da dati che segnala il Movimento Nazionale, che il numero di dipendenti che vengono assunti grazie ai Centri per l'impiego della Regione Piemonte è risibile. Se da dopodomani non esistessero più, in termini di occupazione non se ne accorgerebbe quasi nessuno.
Non è colpa dei dipendenti e non è certamente colpa di chi opera all'interno dei Centri per l'impiego, ma andrebbero pensati. In questa Provincia, ad esempio, avere ancora gli stessi tredici Centri per l'impiego che si avevano quando la bollatura degli ex Uffici di collocamento era uno strumento indispensabile per trovare lavoro, credo sia ampiamente superata.
Oggi la tecnologia ci consente di avere meno persone che svolgono un'attività di sportello e molte più persone che provano davvero ad interfacciare domanda e offerta.
E' evidente che se facciamo un paragone fra il sistema pubblico dell'intermediazione domanda e offerta all'interno della nostra Regione ricordando che parliamo di una delle principali Regioni industrializzate da un punto di vista manifatturiero d'Europa, e lo compariamo con Regioni francesi o tedesche, il rapporto è impietoso.
Dire che le due manifestazioni di "Iolavoro" fanno sottoscrivere più contratti di lavoro di quanto facciano i Centri per l'impiego, non diciamo cosa errata.
Da questo punto di vista, quindi, io credo che un'attenzione importante vada posta ovviamente sui lavoratori, ma la prima attenzione - garantita questa - vada posta affinché questi strumenti siano davvero Centri per l'impiego, rammentando sempre che, verosimilmente, i principali due aspetti su cui dobbiamo operare all'interno di questa Regione, almeno per quanto riguarda il Movimento Nazionale, sono il diritto alla casa e il diritto al lavoro.
Se girassimo quotidianamente il nostro territorio, vedremmo che sono due fra le maggiore necessità, oltre ovviamente al servizio sanitario.
Lascio da parte l'ultimo aspetto, sia pur estremamente interessante sulla trasformazione della RAI, perché ne parleremo nella discussione della legge arrivando all'articolo 12.
Vi è un tema che io credo sia centrale ed è parzialmente contenuto all'interno di questa legge, come ho avuto modo di dire anche durante i lavori della Commissione: l'articolo 19 relativo a Finpiemonte.
L'articolo 19 affronta la trasformazione di Finpiemonte da Banca a Finanziaria regionale, esclusivamente in quel modo. E' vero che c'è una tabella allegata, perché l'allegato D) prova a ripartire le risorse all'interno di leggi oggi esistenti, ma, fatta salva la necessità di mettere in sicurezza i mutui BEI (su questo, il comma 1 dell'articolo 19 non ha nulla da eccepire) il vero aspetto che manca all'interno di questo disegno di legge, che noi ci auguriamo di poter contribuire, come Gruppo di opposizione, producendo anche legislazione innovativa all'interno dell'omnibus (quindi da qui a poco), è un tesoro che non c'è mai stato all'interno di questa Regione.
Oggi, grazie al trasferimento di 200 milioni di euro di capitale sociale da Finpiemonte al bilancio regionale, la Regione Piemonte ha a disposizione, ovviamente per le politiche a favore delle imprese legate allo sviluppo economico, 200 milioni di euro - lo ripeto per chi ci ascolta: 200 milioni di euro - a favore del sistema produttivo.
E' un'occasione irripetibile, nel senso che né io né il Vicepresidente che siamo i dinosauri di quest'aula, ricordiamo che ci sia stata una disponibilità così ingente all'interno del bilancio regionale per il sistema delle imprese.
Ovviamente è un'opportunità che non va sprecata, non soltanto provando a fare una revisione delle leggi esistenti, che non hanno nessun limite se non quello di essere vecchie e di essere state pensate quando il costo del denaro era talmente elevato che il legislatore regionale - rammentando che la legge più recente, cioè quella sull'artigianato, è del 2009, per cui ha dieci anni! - ha pensato ad un aspetto che, in quel momento, era fondamentale per il mondo dell'impresa: ridurre in modo assolutamente significativo il costo del denaro.
Quando oggi abbiamo delle leggi - il Fondo di garanzia, per esempio che garantiscono prestiti al sistema delle imprese a tassi che, sommato lo 0.80% regionale, più la percentuale del credito garantito dalle cooperative di garanzia, sono superiori o pari a quelli del sistema bancario, è evidente che l'impresa che può si rivolge ad una banca, e non alla Regione Piemonte o a Finpiemonte.
Vi sarebbero molti altri aspetti sui quali, invece, fare dei ragionamenti, che, ovviamente, rimanderemo sia alla discussione dell'articolo 19, sia, soprattutto, ad un ragionamento più complessivo che intendiamo fare nell'omnibus.
Concludo, perché credo che questa sia la parte più importante della legge: mi riferisco all'articolo 19.
Io credo che si debbano trovare delle misure non dico di salvaguardia ma il Consiglio regionale e la Giunta devono prestare la massima attenzione affinché questi 200 milioni vengano utilizzati tutti - e per "tutti" intendo dal primo all'ultimo - per il sistema delle imprese, come se fossero ancora all'interno di Finpiemonte, e non nel bilancio regionale.
Perché, altrimenti, commetteremmo un errore.
Sarebbe facile provare ad investire queste risorse per il mondo delle imprese ma per aspetti legati tradizionalmente al bilancio regionale: ma è un errore che non dobbiamo compiere.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE BOETI



PRESIDENTE

Abbiamo svolto le relazioni introduttive; possiamo aprire la discussione generale.
Ha chiesto la parola il Consigliere Campo; ne ha facoltà.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Il mio collega Bono ha fatto un'eccellente descrizione del quadro che viene rappresentato con questa proposta di legge e delle principali criticità che abbiamo rilevato nella sua impostazione. A me preme evidenziare un punto - perché, purtroppo, mi sono anche perso la discussione in Commissione per una missione consiliare - su cui ho anche depositato un ordine del giorno.
All'articolo 12, la Regione alza sostanzialmente bandiera bianca sulla questione ARAI.
È un tema che abbiamo portato avanti fin dall'insediamento del 2014.
Originariamente, era stato trattato come una questione di riduzione dei costi; successivamente, è stato riscoperto nella sua importanza, con un sostanziale riaccredito delle competenze necessarie a mantenerne l'operatività, ma sempre in una situazione un po' di limbo, in attesa dell'attuazione di un accordo Stato-Regioni.
Ricordo che l'ARAI è l'Agenzia Regionale per le Adozioni Internazionali, un unicum in Italia: la Regione Piemonte, infatti, fu l'unica Regione a cogliere la necessità di un operatore pubblico su questo tema. Non sto ad elencare le indicazioni di natura internazionale che hanno sempre raccomandato all'Italia l'esigenza di avere un interlocutore pubblico su un tema così delicato come quello che oggi, più ampiamente, pu essere riassunto nella "tutela dei minori", anche stranieri, sul nostro territorio.
La Regione Piemonte si pone, quindi, come un'antesignana di questa tematica, con la realizzazione di un'Agenzia che ha ricevuto riconoscimenti internazionali, e che la stessa Conferenza Stato-Regioni, fin dal 2012 aveva definito necessario portare come esperienza a livello nazionale, o come Agenzia delle Regioni oppure sotto l'egida del Governo centrale.
Nel 2016 queste suggestioni - anzi, questo impegno, perché gli accordi presi in Conferenza Stato-Regioni tendenzialmente sono anche vincolanti sono state accolte da un'iniziativa di legge parlamentare di una parlamentare piemontese (tra l'altro, dell'allora maggioranza parlamentare quindi di centro sinistra), che, raccogliendo proprio l'esperienza dell'ARAI, aveva presentato una proposta di legge (la n. 3635) che andava a riprendere, sostanzialmente, l'esperienza piemontese per portarla all'Agenzia nazionale, con i riferimenti regionali: le Regioni, tramite gli enti locali, le Aziende Sanitarie o tutte quelle realtà che potevano contribuire, avrebbero poi identificato una serie di profili di professionalità per creare un gruppo di lavoro sul territorio a supporto appunto, dell'attività dell'Agenzia nazionale.
Purtroppo, questa opportunità è andata persa e la proposta di legge non è mai stata discussa in Parlamento.
Come Regione Piemonte, quindi, ci ritroviamo con questo disegno di legge a fare un passo che, per certi versi, è comprensibile: nelle more di un possibile cambiamento di Giunta l'anno prossimo, e di una serie di revisioni delle politiche legate anche al cambiamento del quadro politico nazionale, il fatto di avere un ente che è stato, comunque, in predicato negli ultimi quattro anni, sempre nell'incertezza di una costante disponibilità finanziaria per il funzionamento (anche solo per la garanzia della pianta organica), poneva comunque il problema di garantire, come minimo, la preservazione delle professionalità uniche che abbiamo costruito in Piemonte in questi anni.
Da un lato, quindi, la mossa è comprensibile, perché incorpora all'interno della struttura regionale, la struttura dell'Agenzia regionale.
Ma ciò comporta anche gravi criticità, dovute anche al fatto che avendo l'Agenzia autonomia organizzativa e gestionale, poteva compiere azioni anche economiche (sto parlando delle anticipazioni di cassa che spesso sono necessarie nelle operazioni di sostegno alle famiglie all'estero).
Questo per l'economato regionale è sicuramente più complesso, ed è uno degli elementi importanti che vorrei portare all'attenzione del Consiglio.
Quindi, visto che ritengo che la finalità sia virtuosa e sia quella comunque di preservare l'operatività, oltre alle professionalità e alle qualifiche del personale altamente specializzato dell'Agenzia, chieder alla Giunta con l'ordine del giorno di individuare modalità chiare e certe affinché l'operatività non ne soffra, laddove quest'ultima debba esprimersi attraverso movimenti di cassa. Quando si opera anche a livello internazionale, la farraginosità italiana è spesso incomprensibile e ci si trova ad avere a che fare con Paesi con situazioni delicate e in cui la fiducia deve essere spesso appoggiata anche attraverso l'intervento economico. Quindi, chiediamo di trovare le modalità per cui l'operatività economica dell'Agenzia che viene incorporata in un ufficio regionale possa essere garantita.
Un secondo punto che vorrei sottolineare è di non pensare esclusivamente al fatto che adesso portiamo avanti il tema con una settantina di azioni con famiglie ed iniziative di adozione che sono già nel portafoglio potenziale dell'Agenzia attuale, ma si continui a sviluppare quello che effettivamente l'Agenzia stava già facendo. L'altro elemento fondamentale è che comunque rimane valido l'accordo Stato-Regioni rimane una proposta di legge che potrà benissimo essere ripresentata in questa legislatura ed è nel nostro auspicio che venga ripresentata, perch la materia necessita di riordino e la cosa ci è stata anche ricordata persino dall'Organizzazione delle Nazioni Unite, che ha segnalato più volte che in Italia c'è una pletora di entità operanti nel settore delle adozioni internazionali e che una semplificazione e, soprattutto, un punto di riferimento pubblico sarebbe assolutamente consigliabile.
Noi riteniamo che in Piemonte vi sia il seme da cui potrà prendere le mosse l'eventuale Agenzia nazionale. In Piemonte vi è l'esperienza, vi è la competenza e noi speriamo che quello che si sta facendo con l'articolo 12 non sia l'anticamera della perdita di una delle realtà per la quale, per quanto possa essere un tema per certi versi considerato minore, nei suoi valori economici parlavamo di 750 mila euro. È anche per questo che un po' ci stupisce l'accanirsi nel non voler costruire una continuità anche normativa stabile per il funzionamento di quest'ente. Parlavamo appunto di 750 mila euro l'anno e qui parliamo comunque di un risparmio di centinaia di migliaia di euro con l'incorporazione all'interno degli uffici regionali, a fronte dell'importanza anche simbolica in Italia di avere da qualche parte un approccio pubblico serio, concreto, strutturato e riconosciuto a livello internazionale alla tematica dell'adozione e della tutela. Questo per affrontare anche le problematiche che la stessa tematica dell'adozione internazionale sta vedendo evolvere in complessità e difficoltà dei soggetti che diventano oggetto delle procedure di adozione internazionale. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Gallo; ne ha facoltà.



GALLO Raffaele

Grazie, Presidente.
Credo che questo sia uno dei disegni di legge più importanti che stiamo esaminando nell'attuale legislatura, perché è sicuramente il disegno di legge che destina ed introduce in vari ambiti e in vari livelli più risorse a sostegno degli investimenti della nostra economia e degli Enti locali e a sostegno delle nostre imprese.
Questo disegno di legge riusciamo a farlo oggi, come variazione di Bilancio, non per caso, ma perché in questi anni, bilancio dopo bilancio anno dopo anno, introducendo misure anche talvolta non popolari, siamo riusciti a fare una politica amministrativa importante di riduzione dei costi, che oggi (in realtà già dall'anno scorso) ci permette di reinvestire e di introdurre importanti risorse nel capitolo degli investimenti a sostegno del Piemonte e a sostegno dell'economia. Queste sono tutte risorse che ovviamente saranno destinate (gli 83 milioni) agli Enti locali per interventi in chiave turistica, in chiave di dissesto idrogeologico, in chiave di ristrutturazione edifici scolastici e quant'altro, ma che di fatto ricadranno sul sistema economico e creeranno lavoro ed economia per le nostre imprese.
Pertanto è un disegno di legge molto importante, arrivato oggi e che completa, se vogliamo dire così, un piano di riorganizzazione e di buona gestione portato avanti in questi anni e che si aggiunge ai 25-30 milioni già introdotti nella legge di bilancio qualche mese fa, sempre a sostegno degli Enti locali, continuando quindi un trend e portandolo avanti nei prossimi anni.
Come già detto questo disegno di legge ha al suo interno delle importanti misure per il sistema delle imprese, in particolare l'articolo 3 che introduce il fondo di contro garanzia per l'accesso al credito delle piccole e medie imprese. Però, come già detto nei vari interventi sicuramente l'articolo più importante è l'articolo 19 in materia di Finpiemonte. Ed è la conseguenza di quello che è stato deciso nel mese scorso e che sarà votato in questo disegno di legge, ovvero la trasformazione dell'Ente Finpiemonte. Su questo tema mi preme fare una precisazione. In realtà, non sono 200 i milioni che andiamo a destinare alle imprese - o, meglio, 200 milioni dei 358 milioni già oggi destinati a Finpiemonte saranno ricollocati su nuove leggi a sostegno delle imprese - e di questo dirò qualcosa dopo. Gli altri 158 milioni rimarranno nel capitale sociale di Finpiemonte e saranno destinati anch'essi a misure importanti a sostegno delle imprese di carattere non bancario: strumenti nuovi di ingegneria finanziaria, tra l'altro già previsti nel piano industriale della nuova Finpiemonte, quindi già in stato avanzato di elaborazione e che a breve saranno messe a disposizione delle imprese. Quindi, in realtà il monte-risorse destinate alle imprese è 358 milioni di euro; 200 di questi oggi li destiniamo (con l'articolo 19) a precise linee di sviluppo che abbiamo discusso - e di questo ringrazio la Giunta - anche in Aula, più volte in Commissione sia prima sia nella fase della Commissione d'indagine su Finpiemonte nella parte relativa al futuro di Finpiemonte, rispetto alle quali sono state recepite molte delle indicazioni emerse in quella discussione e sono state quindi destinate le risorse.
Lo strumento utilizzato sono le leggi vigenti, perché sono lo strumento più veloce; tra l'altro queste sono leggi ampie, omnibus se così vogliamo dire, sia sul settore dell'industria (legge 34) sia sul settore del commercio (legge 28) sia sul settore dell'artigianato (legge 1), ma la 34 introduce e ha al suo interno sia commercio che artigianato e dunque va a toccare tutti gli assi di sviluppo e gli assi strategici della nostra economia.
È evidente che oggi noi, con questo emendamento, assegniamo le risorse: questi 200 milioni li spacchettiamo, se così vogliamo dire, in macro capitoli, tra i quali c'è anche il turismo e la cooperazione che prima ho dimenticato, dando delle indicazioni politiche di investimento e di destinazione delle risorse.
Rimane la seconda parte del lavoro, che in III Commissione abbiamo già avviato con l'analisi della proposta di Giunta in merito al programma della legge 34, che va più nel dettaglio delle risorse destinate su quel capitolo; adesso non ho sottomano bene lo schema, ma mi sembra che fossero complessivamente 113 milioni, e si va a destinarli su singole misure. Come dite? Sono 141? Grazie.
Su questo la discussione è aperta. Anche qui in Commissione ci stiamo confrontando ovviamente con il sistema delle imprese per destinare al meglio queste risorse, che sono forse il mezzo più importante - l'ha detto il collega Vignale prima - che negli ultimi anni viene messo a sostegno delle imprese; risorse frutto anch'esse - io lo ricordo sempre, perché è sempre importante ricordare da dove siamo partiti per capire dove siamo arrivati - di importanti operazioni di risanamento dei nostri conti del bilancio che hanno permesso di recuperarle e destinarle al sistema economico, grazie alla buona amministrazione della Giunta Chiamparino e della sua maggioranza.
È evidente che - e chiudo su questo - rimane comunque un tema aperto ma spero che lo si possa affrontare sia in sede di omnibus - che sarà il momento in cui, se ci sono delle modifiche di legge, si andrà a intervenire sia in sede di discussione in III Commissione sul programma della legge 34. Rimane aperto un tema, secondo me, determinante: quello dell'introduzione accanto al finanziamento rotativo e/o alla garanzia, così come previsto in questo emendamento, di misure a livello di contributi a fondo perduto destinate anche alle priorità che noi ci diamo sui filoni di investimento, ma in particolar modo alla creazione delle nuove imprese (innovative o tradizionali) per dare un forte impulso al nostro territorio per far diventare il Piemonte sempre più quel territorio dove chi vuole creare impresa, chi ha un'idea può venire e trovare gli strumenti, il sistema e l'ecosistema che lo sostiene per realizzare impresa: che sia innovativa, che sia tradizionale, ma nuova impresa nella nostra regione.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Andrissi; ne ha facoltà.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Abbiamo discusso ampiamente in Commissione bilancio e siamo arrivati velocemente all'Aula. Io non voglio ripetere quanto ha detto il nostro Davide Bono, però effettivamente l'articolo 1 è un articolo importante poiché consente un'operazione d'investimento rilevante per la Regione Piemonte, cioè la liberazione di spazi finanziari di 83 milioni di euro soprattutto sul fronte del rischio idrogeologico e del ripristino ambientale.
La nostra regione ha subito danni importanti negli anni passati e potrà subirne ancora, visti i cambiamenti climatici e le bombe d'acqua che ormai con una frequenza sempre maggiore, giungono in Piemonte, però noi segnaliamo - e sottolineo questo aspetto - che i termini per accedere a questi spazi finanziari resi disponibili da un aumento delle garanzie fideiussorie, come l'Assessore ci ha spiegato in Commissione, utilizzando il fondo vincolato per la copertura delle operazioni sui derivati, sono effettivamente scaduti, quindi di fatto questo articolo 1 dipende da quale modifica il Governo approverà prossimamente (è una proroga) rispetto a questi termini. Noi abbiamo la speranza che questo avverrà, però detto ci sottolineiamo il fatto che, allo stato attuale, quest'importante operazione per la Regione Piemonte di fatto non ha la copertura in base ai termini approvati dal nostro Parlamento, quindi sottolineiamo questo aspetto.
Detto ciò, per quanto riguarda l'Allegato C - ne abbiamo parlato in Commissione - chiedo all'Assessore Reschigna se ci può dare un chiarire mento. Sull'Allegato C rimane per l'anno in competenza 2019 un'entrata corrente di natura tributaria aumentata, rispetto al 2018, da 9,7 miliardi a 10 miliardi.
Presidente, c'è un po' di brusìo in aula, può chiedere maggiore silenzio?



PRESIDENTE

Il Consigliere Andrissi opportunamente chiede un po' di silenzio al Consiglio per poter esprimere quello che pensa e soprattutto essere ascoltato dal Vicepresidente Reschigna. Grazie.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Quindi nell'Allegato C, nelle competenze anno 2019, le entrate tributarie sono aumentate da 9,7 miliardi a 10 miliardi. L'Assessore ci aveva assicurato una correzione, ma abbiamo riscontrato che le cifre sono ancora le stesse - considerato che l'allegato C è importante perché indica i limiti di indebitamento delle Regioni.
Una delle operazioni finanziarie effettuate è aver usato il fondo vincolato per copertura dei derivati, in parte aumentando le garanzie fideiussorie di 31 milioni e nove milioni per coprire, invece, la mancata fideiussione sul Villaggio Olimpico di Sestriere.
Detto ciò, l'altra operazione importante e portata avanti da questa riforma di bilancio è quella sui 200 milioni del capitale sociale di Finpiemonte. Sottolineo un aspetto. Sui 10 milioni utilizzati rispetto all'accordo padano, abbiamo la preoccupazione che vengano utilizzati anche per rinnovare e acquistare veicoli, comunque, a combustione diesel.
Quest'azione non la sposiamo per una serie di motivazioni di tipo ambientale.
I diesel a utilizzo privato, oltre ad essere una delle principali cause delle emissioni di particolato, soprattutto nei centri urbani, che hanno portato maggiormente allo sforamento dei limiti previsti dall'Organizzazione Mondiale della Sanità, emettono grandi quantità di ossidi di azoto. Gli ossidi di azoto, oltre avere un'azione nociva sugli esseri umani, hanno anche un'azione catalitica, di formazione di particolato di seconda generazione. Questo, ha un duplice effetto negativo sia sulla salute sia sull'implementazione di particolato. Se transizione vi deve essere la si deve fare verso veicoli a ridotto impatto ambientale riconosciuto da tutti gli enti certificatori, dal punto di vista delle emissioni di micro polveri; ci riferiamo, in modo particolare, alle auto a metano e auto elettriche.
La combustione dei motori diesel deve essere superato; occorre pensare ad alternative già presenti, implementando le centraline elettriche per la ricarica, così come per le auto a metano.
Circa un paio d'anni fa avevamo approvato un ordine del giorno presentato dal sottoscritto e dall'allora Capogruppo del Partito Democratico, Gariglio, sullo stimolo, da parte della Regione e Piemonte, a un'aggregazione di tutte le aziende pubbliche di trasporto gestite da enti locali. Di fatto la Regione, su questo fronte, non ha fatto nulla: 40 milioni vanno a coprire i debiti pregressi di GTT e 500 mila euro 5T.
Crediamo sia importante, oltre all'operazione di 5T, trovare un modo per stimolare l'aggregazione di queste aziende che, con gli affidamenti diretti e le gare che piano piano verranno meno, senza una strutturazione importante, si rischia di perdere un know how e delle competenze diffuse sul territorio, nonché dei servizi pubblici d'alto livello in aziende.
Mi riferisco, per esempio, all'ATAP, vicenda che ho seguito in particolar modo, della Provincia di Biella e Vercelli che hanno offerto sempre servizi ottimali e garantito il trasporto pubblico come diritto al trasporto. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Valetti; ne ha facoltà.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Abbiamo osservato con attenzione alcune misure contenute nel provvedimento, in particolare sui temi che stanno più a cuore al Gruppo del Movimento 5 Stelle. In particolare, mi concentro sui temi dell'ambiente e dei trasporti.
Per quanto riguarda l'ambiente, stando alla parte di fondi allocati per il rinnovo dei mezzi, coerentemente, tocca un tasto, ahimè, dolente che si fasa nel quadro dei provvedimenti per la qualità dell'aria. Sicuramente un intervento necessario, che doveva trovare posto in questo provvedimento e che doveva vedersi riconosciuto dei fondi: il tema è urgente e pendono anche sanzioni molto pesanti sull'Italia.
Ricordiamo circa 2 miliardi di euro di mancati trasferimenti di fondi europei per gli sforamenti sulla qualità dell'aria. Ma, prima di tutto, lo dobbiamo alla salute dei piemontesi, alla salute dei cittadini che vivono nel bacino padano e che hanno problemi di qualità dell'aria molto importanti. Ovviamente la misura non è sufficiente a coprire il fabbisogno tanto più che sui giornali è comparsa l'intenzione della Città Metropolitana di coordinare un provvedimento che limiti ulteriormente la circolazione dei veicoli, a partire dal prossimo anno, sino al blocco permanente delle motorizzazioni Euro 3 diesel.
Il provvedimento è emergenziale, ma potrebbe mettere in difficoltà tutte quelle piccole attività che, magari, hanno già problemi a far quadrare il bilancio. Pensiamo, specialmente, ad attività individuali e artigianali che lavorano nel bacino metropolitano; la sostituzione di un mezzo è qualche cosa di molto oneroso e, talvolta, si vede pure aggravato da studi di settore o misure fiscali alla propria capacità di spesa, della propria attività, per cui oltre al danno vi è anche la beffa.
Chiederemmo, dunque, particolare attenzione alle piccole attività imprenditoriali, che devono rinnovare i propri mezzi, che saranno presumibilmente colpiti da questa limitazione dal prossimo anno. E, in modo più generale, misure per la sostituzione dei veicoli inquinanti, che possono anche essere incentivi verso una mobilità più leggera e sostenibile. L'utilizzo delle bici assistite è una valida alternativa all'utilizzo di moto e auto ed anche un'integrazione intelligente, a basso impatto rispetto all'uso dei mezzi pubblici, con costi a carico dello Stato e della Regione decisamente minori, perché la persona non aggrava il già molto utilizzato servizio di trasporto pubblico, con risorse sempre più carenti. Pertanto, riteniamo che poche risorse su questi interventi portino a un moltiplicatore dell'effetto sia ambientale sia di riduzione dei problemi di traffico.
Le ulteriori richieste che intendiamo fare riguardano la mobilità elettrica, operando magari in aree marginali, poco servite, chiamiamole a fallimento di mercato, anche se è ancora presto per dirlo, per un sostegno in cofinanziamento all'installazione di strutture di ricarica per veicoli elettrici. Questo è importante in città, ma anche nelle province. Possiamo registrare che nel basso Piemonte, in particolare nel Cuneese, mancano quasi completamente infrastrutture di ricarica elettrica; il Piemonte si situa come fanalino di coda anche rispetto a regioni come la Lombardia, per non parlare della Francia. Basta andare nella vicina Nizza e abbiamo più infrastrutture di ricarica che in tutto il Piemonte, anche di diversi ordini di grandezza.
In seguito, una parola riguardo all'acquisto di autobus a trazione elettrica.
Ci siamo un po' fermati sui primi incentivi regionali che hanno consentito il cofinanziamento di acquisto di bus elettrici, sia a Torino sia in altre città del Piemonte, e ci piacerebbe che la pratica continuasse. Anche su questo, abbiamo fatto una proposta d'integrazione per consentire di continuare questa performance e questa tendenza positiva della Regione Piemonte.
Una parola sull'aspetto dei fondi che la Regione destina al risanamento dell'azienda GTT. Avevamo già definito la posizione del Gruppo Movimento 5 Stelle in Commissione e continuiamo a farlo. Secondo noi vi è un problema formale nell'utilizzo di fondi per uno scopo diverso da quello pensato inizialmente per i fondi di salvataggio di GTT, ovvero per scambi azionari.
Questa è la posizione del Gruppo Movimento 5 Stelle in Piemonte. Secondo noi crea dei problemi: l'abbiamo detto e speriamo che vada tutto bene, che questa cosa si possa fare. Dopodiché, ogni Ente, anche il Comune di Torino ha espresso una sua posizione in merito al controllo della partecipata 5T che noi seguiamo con interesse. Effettivamente, stonava un pochino sulla tendenza della dismissione.
Presidente, è veramente.



PRESIDENTE

Per cortesia, invito i Consiglieri a consentire al collega Valetti d'intervenire.
Prego, Consigliere Valetti.



VALETTI Federico

Grazie. Concludo prima che risalga il livello del brusìo.
Manifestiamo - dicevo - una perplessità rispetto a un'inversione di tendenza sull'acquisizione di maggioranze societarie in partecipate, in un quadro generale in cui la Regione Piemonte le ha dismesse. Francamente, a parte l'atto finale dell'acquisto, della decisione della Giunta, ci è mancata una spiegazione sulle motivazioni reali della scelta strategica. Ci sarebbe piaciuto che l'Assessore Balocco o l'Assessore Reschigna avessero accompagnato il provvedimento con una scelta strategica e le motivazioni di questo tipo di operazione. Dopodiché, ovviamente, manifestiamo la nostra posizione. Poi, sono gli Enti (Comune di Torino e Regione Piemonte) che confrontandosi, determinano quale sarà la scelta su questo tipo di allocazione dei fondi, previsti inizialmente e completamente per la salvaguardia della situazione economico-finanziaria dell'azienda GTT.
Grazie.
PRESIEDENTE La parola al Vicepresidente Reschigna.



RESCHIGNA Aldo, Assessore al bilancio

Grazie, Presidente.
Giustamente, i tre relatori del provvedimento hanno messo in evidenza il fatto che i temi affrontati in questo disegno di legge sono rilevanti.
E, proprio per la rilevanza dei temi che vengono affrontati, voglio esprimere grande apprezzamento per il lavoro svolto nella Commissione: non si è indugiato nell'impedire e nel prolungare la discussione del disegno di legge, ma ci si è concentrati - invece - sul merito delle questioni affrontate dal provvedimento.
Fatto salvo che nell'esame dell'articolato avremo modo di sviluppare più adeguatamente ciascuno dei temi, cerco di recuperare alcune questioni fondamentali, messe in evidenza nelle relazioni e negli interventi svolti.
La prima questione è il tema sollevato dal Consigliere Bono, in parte ripreso anche dal Consigliere Andrissi. Il quadro della situazione dice che nella legge di bilancio dello Stato per il 2018 erano messi a disposizione spazi finanziari a favore delle Regioni che svolgevano e sviluppavano investimenti aggiuntivi rispetto a quelli previsti nelle leggi di bilancio con la tempistica che veniva ricordata dal Consigliere Bono.
Successivamente all'approvazione della legge di bilancio è intervenuta un'intesa tra Governo e Regioni che ha bisogno di essere recepita in un testo di legge nazionale e che prevede, non una competizione da parte delle singole Regioni nella presentazione dei progetti, al fine di ottenere i benefici sugli spazi finanziari negli equilibri di bilancio sul 2018 e 2019, ma un riparto di quote d'investimento e di quote di spazi finanziari concordato nell'intesa tra le Regioni e il Governo. Quest'intesa deve essere recepita da una legge nazionale.
Le Regioni hanno interloquito con il Governo - io stesso, come ricordava il Consigliere Bono, ho avuto modo di farlo con la Viceministra Castelli - e questa norma nazionale dovrebbe essere assunta dal Governo attraverso lo strumento di un decreto legge all'inizio di luglio.
Qual è però il problema per cui è legittimo, assolutamente legittimo che noi assumiamo una legge pur in assenza della norma nazionale? Perch con questa legge noi sostanzialmente assumiamo l'impegno a sviluppare investimenti aggiuntivi per l'importo di 82 milioni di euro. Senza la norma che recepisca l'intesa nazionale, non è detto che sviluppare 82 milioni di euro di investimenti equivalga sostanzialmente a ottenere il beneficio degli spazi finanziari ai fini degli equilibri di bilancio 2018-2019, ma nessuno impedisce alla Regione Piemonte di decidere autonomamente di sviluppare una politica di investimenti: è il beneficio conseguente che deriva dalla norma nazionale.
Per correttezza - l'ho detto e lo ripeto - vista la situazione di indebitamento forte della Regione Piemonte, io stesso ho avuto degli elementi di riflessione attorno a questo tipo di opportunità e confermo che, senza il beneficio in termini di spazi finanziari ai fini degli equilibri di bilancio che sarebbero 41 milioni di euro nel 2018 e 41 milioni di euro nel 2019, ritornerei a riflettere col Consiglio regionale su questa operazione. Ma ciò non ci ha impedito oggi di decidere che noi ci poniamo sul piano di una norma che prevede investimenti aggiuntivi rispetto a quelli previsti nella legge di bilancio. E con questa considerazione credo di aver chiarito il punto sollevato dal Consigliere Bono nel suo intervento.
Seconda riflessione. Guardate, è un tema che viene molte volte ripreso anche sul piano delle politiche economiche a livello nazionale, ma credo che sia una questione che è stata ripresa in molti interventi e sulla quale vorrei tornare. Noi abbiamo due necessità sostanziali: la prima è quella di riaprire ulteriormente - lo abbiamo incominciato a fare nel 2017, lo possiamo fare con molta intensità nel 2018 - le opportunità di investimento all'interno la nostra Regione.
C'è un settore che non ha ancora avuto la capacità di fuoriuscita dalla crisi economica, il settore delle imprese di costruzione, che forse è ancora quello che più drammaticamente vive una condizione di enorme difficoltà, ma - ed è il secondo elemento di ragionamento che vorrei offrire al Consiglio regionale - noi operiamo delle scelte di campo che ci consentiranno di aggiungere agli 82 milioni di euro - ricordo che la stragrande maggioranza delle risorse sono destinate a temi come il dissesto idrogeologico e la sistemazione in condizioni di sicurezza di viabilità - i 40 milioni di euro dell'accordo FSC col Ministero dell'Ambiente sul dissesto e i 35 milioni di euro dell'accordo FSC col Ministero delle Infrastrutture sul tema viabilità. Viceversa, oggi saremmo nelle condizioni di costruire un programma che prevede sostanzialmente circa 135 milioni di euro di investimenti su una condizione di grandissima sofferenza per moltissime comunità locali piemontesi, quali sono quelle rappresentate dalle condizioni che ancora oggi attraversano moltissime comunità locali causate dall'inadeguatezza delle risorse per politiche di ripristino determinate da eventi alluvionali che hanno colpito la realtà piemontese.
Se noi guardiamo l'ultima situazione, quella più eclatante, più evidente, che ha colpito non più tardi di un anno fa la provincia di Cuneo un pezzo della provincia di Torino e un pezzo della provincia di Alessandria, oggi il quadro è che, nonostante tutti gli sforzi che sono stati fatti, la quantità delle risorse trasferite è inadeguata rispetto ai bisogni d'intervento che ci sono all'interno di quelle aree.
Lo dico così: è una sofferenza e una difficoltà. Io, quando ho fatto il Sindaco nella città di Verbania, dal 1993 al 2004, ho vissuto quattro eventi alluvionali, okay? Ma erano tempi nei quali, a fronte di eventi alluvionali, i trasferimenti delle risorse da parte dello Stato per il tramite della Regione ai Comuni erano quasi pari al 100% dei fabbisogni, e in quegli anni si sono rimesse a posto moltissime situazioni di criticità all'interno della realtà piemontese.
Oggi, a fronte di eventi alluvionali, la quantità di risorse che vengono trasferite è dell'ordine del 30%-35% rispetto ai fabbisogni. Allora non risolviamo tutti i bisogni e i fabbisogni che sono oggi presenti nella comunità piemontese, ma certamente un piano di questo livello, che è il più importante sotto questo profilo, sviluppatosi in tutta questa legislatura è un piano che ha la possibilità - se sarà capace di cogliere le situazioni prioritarie che sono in continua evoluzione - di poter offrire qualche elemento di sicurezza sulle politiche territoriali che sono assolutamente indispensabili per le comunità locali.
Secondo tema di riflessione: i Centri per l'Impiego. Guardate, l'ho detto prima con una battuta al Presidente Vignale definendo apprezzabile il suo intervento. Vorrei che tutti assieme riuscissimo ad alzare il nostro sguardo, e che cosa intendo? Noi, come Regione Piemonte, abbiamo svolto un ruolo importante nei confronti del Governo nazionale precedente affinch una fase precaria quale quella che hanno attraversato i Centri per l'Impiego venisse affrontata in modo duraturo e creando condizioni innanzitutto di sicurezza per le persone che erano occupate all'interno di questi servizi.
La cosa c'è, la cosa si è ottenuta, la cosa è recepita all'interno di questo disegno di legge anche con il processo di stabilizzazione in capo a 22 precari della Città Metropolitana e delle Province di Biella di Vercelli, che per moltissimi anni svolgevano quest'attività e questa funzione con contratti a tempo determinato. Lo abbiamo fatto negli anni scorsi, chiedendo alla Città Metropolitana di rinnovare i contratti a tempo determinato in attesa della definizione; lo abbiamo fatto e lo stiamo facendo con questo provvedimento, prevedendo in capo all'Agenzia Piemonte Lavoro il tema della stabilizzazione dei rapporti di lavoro.
Detto questo, doverosamente, dobbiamo riflettere non solo sul personale dei Centri per l'impiego, ma anche di come questo servizio sia in grado di collocarsi - o ricollocarsi - come elemento centrale nell'incontro tra domanda e offerta di lavoro- Diversamente, avremo strutture non in grado di corrispondere, a differenza di altri Paesi del mondo occidentale europeo dove questa funzione viene svolta dalle politiche dei Centri per l'impiego gran parte di questo processo è estraneo al ruolo e all'attività dei Centri per l'impiego.
Noi siamo convinti che debba rimanere un servizio pubblico, perch senza un riposizionamento di questo servizio non saremo in grado di creare condizioni forti sulle politiche attive del lavoro (vorrei estremizzare il concetto, ma l'Assessora Pentenero certamente è più in grado di me di sviluppare ragionamenti di questo tipo).
Siamo anche convinti che senza una formazione professionale in grado di cogliere i bisogni di formazione che chiede il sistema economico e senza Centri per l'impiego effettivamente in grado di rappresentare un punto di interconnessione, di gestione e di incontro tra domanda e offerta, non ci sono politiche pubbliche attive sul lavoro che reggano.
Chiedo a me stesso - e a nessun altro, perché sono abituato a non fare ragionamenti o rampogne, ma a parlare anzitutto dei miei doveri di amministratore regionale - una volta garantito il personale, di incominciare a ragionare sulle politiche da attuare tutti assieme, a partire dal sottoscritto e dall'Assessora Pentenero.
È indubbio che in questi tre anni hanno vissuto una condizione di enorme precarietà; è indubbio che otto modelli, quali quelli rappresentati dalle gestioni suddivise in capo a ogni Provincia del Piemonte, hanno portato esperienze molto diverse tra loro. E' anche indubbio che c'è bisogno di politiche di investimento sui Centri per l'impiego, a partire dagli strumenti informatici; com'è indubbio che c'è bisogno di una politica di valorizzazione delle risorse umane perché, come ho spiegato in Commissione, in moltissimi casi abbiamo "qualche colonnello e molta truppa".
Un servizio non funziona con solo qualche colonnello e molta truppa funziona se esiste una processo di valorizzazione delle risorse umane.
Il disegno di legge affronta questi temi. Affronta il tema del personale, ma vuole anche, attraverso una scelta compiuta, immaginare che il soggetto in grado di svolgere queste funzioni, con un forte ruolo di programmazione, è l'Agenzia Piemonte Lavoro.
Ritengo che questa discussione possa essere esemplificativa di quale Regione vogliamo. O vogliamo una Regione che gestisca servizi, ma non è il nostro mestiere e non ne siamo neanche capaci, oppure vogliamo una Regione che utilizzi gli strumenti più adeguati per raggiungere obiettivi importanti, svolgendo fino in fondo la propria funzione di essere un soggetto che, innanzitutto, deve occuparsi di legislazione e di programmazione.
Questa è la discussione da affrontare - una volta assestate le aspettative doverose e gli atti dovuti nei confronti del personale toccando anche altre problematiche: come siamo in grado di valorizzare questa esperienza; come siamo in grado di fare investimenti all'interno di questa esperienza; come siamo in grado di riportare, all'interno dei Centri per l'impiego, il ruolo fondamentale di incontro fra domanda e offerta.
Terza questione: Finpiemonte. L'ho spiegato in Commissione, ma voglio ritornarci molto brevemente.
L'articolo contenuto all'interno del disegno di legge è coerente con un percorso che abbiamo dichiarato, ma per il quale non siamo ancora alla fine. Cosa intendo dire? Dentro questo disegno di legge, dentro questi articoli ci sta la scelta della riduzione del capitale sociale di Finpiemonte; ci sta la scelta del re-introito di queste risorse, circa 200 milioni di euro (poi ritorno su questo aspetto) sul bilancio della Regione e la rifinalizzazione di queste risorse su poche leggi regionali. Abbiamo bisogno di strumenti molto flessibili nella gestione di queste risorse, e non di irrigidire, attraverso meccanismi a compartimenti stagno, la destinazione di queste risorse.
I passaggi successivi quali saranno? Visto che l'Assemblea di Finpiemonte per la riduzione del capitale sociale si svolgerà nel mese di settembre, noi, tra qui e settembre, dobbiamo riflettere su due grandi temi.
Il primo riguarda l'adeguatezza dell'impianto legislativo regionale ricordo che abbiamo delle buoni leggi regionali, nella misura in cui sono leggi-cornice, dentro le quali ciascuno può costruire il disegno più adeguato rispetto alle esigenze dei nostri tempi, ma non è impedito il ragionamento su come ridisegnare, dentro questa cornice, la collocazione delle risorse e la destinazione delle stesse.
Secondo aspetto. Valutazioni relative a quali siano le politiche capaci di essere considerate effettivi incentivi per un sistema economico che chiede di poter investire.
Riflessioni emerse anche dagli interventi che ho ascoltato questa mattina; è indubbio che se andassimo di fronte a politiche - speriamo di no, perché sarebbe una sciagura per il Paese - di ritorno a tassi di interesse più consistenti rispetto agli attuali, i fondi rotativi e i fondi di garanzia ritornerebbero a svolgere una funzione adeguata, ma se, per fortuna, il nostro Paese continuerà a vivere una fase ancora abbastanza lunga di tassi di interesse contenuti, i fondi rotativi e i fondi di garanzia non saranno di per sé sufficienti a rendere appetibili queste risorse rispetto all'esigenza che abbiamo, che è quella di produrre investimenti e crescita all'interno del nostro sistema economico.
Ecco perché la discussione su questo tema non finisce con questo disegno di legge.
Garantisco, perché questo è l'atteggiamento che l'Assessora De Santis e il sottoscritto hanno assunto su tutta questa vicenda, il massimo il massimo del coinvolgimento sia da parte delle Associazioni economiche piemontesi sia del Consiglio regionale.
Siamo di fronte a due scelte importanti, che hanno bisogno non di un animismo di facciata, ma di un dibattito aperto sulle modalità di utilizzo di queste risorse, per riaprire una nuova stagione che aiuti la crescita che è ricominciata all'interno della nostra Regione, anche con dati assolutamente alterni.
Ecco perché abbiamo deciso di proporre la destinazione di queste risorse sul sistema economico piemontese, immaginando che l'unica preoccupazione che dovessimo avere in questo momento è quella di evitare una rigidità nella collocazione di queste risorse.
Aggiungo di più: all'interno di questa proposta c'è un elemento che, se si riuscirà a realizzare nel 2018, bene. Altrimenti, rimarrà un obiettivo sul 2019 e sul 2020.
Sul 2019 e sul 2020 ci saranno altre risorse che, in origine, erano destinate all'aumento di capitale di Finpiemonte, e che ora potranno rientrare all'interno di questo processo, che è quello dei 40 milioni di euro destinati alla realizzazione della Sezione regionale del Fondo di garanzia centrale.
Altre Regioni stanno facendo questo percorso: se si riuscirà a completare entro la fine dell'anno, bene. Se no, questa scelta si sposterà nel 2019 e quelle risorse, collocate non in modo rigido ma sotto il grande cappello della legge n. 34, saranno destinate, con molta flessibilità, al sostegno di obiettivi importanti sotto questo profilo.
Questo è il quadro delle situazioni che emergono da questo disegno di legge che oggi prende il suo avvio in Consiglio regionale.
Ribadisco che avremo modo di ritornare su ciascuno di questi temi.
L'importanza delle scelte contenute all'interno di questo disegno di legge è stata sottolineata nell'intervento di moltissimi colleghi. Le modalità con cui questa Assemblea ha sviluppato il confronto in Commissione su questo testo fa onore al Consiglio regionale del Piemonte.



PRESIDENTE

Grazie, Vicepresidente Reschigna.
Possiamo iniziare l'esame dell'articolato.
ARTICOLO 1 Emendamento rubricato n. 14) presentato da Bono, Bertola, Frediani Andrissi, Campo, Mighetti e Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Bono, per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Come ho detto nella relazione di minoranza, questo è uno dei tre emendamenti all'articolo 1 che vorrebbe modificare la parte di indebitamento della Regione Piemonte.
In questo caso, chiediamo di eliminare il vincolo della durata massima di vent'anni. Dunque, la durata potrebbe estendersi, eventualmente, anche più in là.
Noi riteniamo che possa essere utile per diminuire le rate annuali dell'indebitamento, sebbene non si tratti di un indebitamento di grossa taglia: parliamo di 41 milioni e mezzo l'anno - quindi 83 milioni in totale con rate, a pieno regime, di circa 4,4 milioni.
Tuttavia, per una Regione che già paga circa 600 milioni di euro l'anno, tra quote di interesse e quote di capitale dei mutui per il ddl n.
35, è ovvio che anche 4,4 milioni di euro in più sono comunque una cifra importante, considerato anche l'aumento della quota da pagare sui derivati a partire dal 2022.
Noi pensiamo che offrire la possibilità di una contrattazione maggiore di vent'anni, sia immediata che eventualmente successiva, con relativa rinegoziazione dei mutui, possa essere utile per la Regione Piemonte.



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 15) presentato da Bono, Bertola, Frediani Andrissi, Campo, Mighetti e Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Bono, per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Questo secondo emendamento incide sempre sull'articolo 1, comma 3 secondo capoverso.
Noi proponiamo di cancellare l'intero secondo capoverso, che recita: "Nel caso di operazioni di indebitamento a tasso variabile, l'entità del medesimo è riferita al tasso iniziale delle operazioni al momento della stipula".
Sostanzialmente, vorremmo eliminare la previsione o la possibilità di stipulare mutui a tasso variabile, per i motivi che ho citato prima nella relazione di minoranza.
Ad oggi, prevedendo ahinoi la cancellazione del programma di quantitative easing della Banca Centrale Europea, si immagina un aumento sia degli indici Euribor che dei tassi dei mutui. Dunque, quelli a tasso variabile si prevede che abbiano una crescita negli anni, quindi sarebbe comunque più sicuro e più oculato per la Regione Piemonte prevedere in questo momento solo tassi fissi, visto che sono ancora bassi e non in rialzo.



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 16) presentato da Bono, Bertola, Frediani Andrissi, Campo, Mighetti e Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Bono, per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Qui abbiamo inteso, sostanzialmente, ripresentare la norma nazionale nella speranza condivisa che sia modificata il prima possibile.
La norma nazionale - la legge finanziaria del 2017 - al comma 497 dice che si darà priorità alle risorse per richieste di investimento finalizzate all'adeguamento e miglioramento sismico degli immobili e alla prevenzione del rischio idrogeologico, nel caso in cui, però, gli Enti dispongano già del progetto esecutivo redatto e validato in conformità alla vigente normativa, con tanto di cronoprogramma della spesa.
È evidente che, ad oggi, il progetto esecutivo redatto e validato con cronoprogramma della spesa si può avere, sostanzialmente, solo se le risorse già ci sono, quindi sembrerebbe un po' una contraddizione nei termini: cioè noi andiamo a fare investimenti su progetti che hanno già una copertura di spesa. Questa, però, è la norma nazionale.
Noi, nel rispetto di quelle che sono le norme nazionali, vorremmo aggiungere comunque il termine "in via prioritaria", in modo da poter dare esattamente come il testo nazionale, una via d'uscita senza dover modificare di nuova la norma. Se il 4 o il 5 luglio verrà modificata la norma nazionale, noi potremo comunque sia dare priorità, se vogliamo, agli interventi che avevano già un progetto esecutivo e quindi eventualmente dare ulteriori spazi a quei Comuni che hanno già copertura per quell'intervento oppure sceglierne altri con questa way out rispetto alla normativa nazionale.



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 2) presentato dalla Giunta Regionale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola all'Assessore Reschigna per l'illustrazione.



RESCHIGNA Aldo, Assessore al bilancio

L'emendamento n. 2) modifica parzialmente la tabella - nel merito dei dettagli su che cosa vorranno dire questi programmi d'investimento avremo modo di ritornare prima di ogni decisione in Commissione - nel senso che rispetto all'allegato precedente, gli interventi di ripristino ambientale passano da 2 a 3 milioni. Calano, invece, gli interventi di edilizia scolastica sulla base delle effettive necessità (4 milioni), si incrementano gli interventi in ambito culturale, turistico e sportivo a 12 milioni. Rimane come importo più elevato quello per gli interventi di messa in sicurezza del territorio, difesa del suolo e opere pubbliche in 64 milioni e 30 mila. Quindi, gli scostamenti riguardano unicamente la diminuzione degli interventi di edilizia scolastica e le risorse originariamente previste vengono attribuite agli interventi in ambito culturale, alla difesa suolo e al ripristino ambientale.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente, intervengo per dichiarazione di voto. Pur non condividendo appieno la ripartizione prevista dall'allegato A dell'articolo 1 e anche l'emendamento che adesso illustrava il Vicepresidente, l'articolo 1, al netto anche degli emendamenti presentati dai colleghi del Movimento 5 Stelle e di alcuni aspetti che potrebbero essere migliorati, avrà però il voto favorevole del Movimento Nazionale per coerenza. Infatti, dall'inizio di questa legislatura abbiamo chiesto che, nella stesura del bilancio regionale, si tenesse certamente conto del rigore, cioè della tenuta dei conti, ma il rigore non poteva in qualche modo far venir meno politiche di sviluppo, in particolare in momenti di criticità per l'economia piemontese e per alcuni comparti, come lo stesso Vicepresidente ha ricordato, legati all'edilizia per ciò che riguarda le imprese, ma anche relativamente al mondo degli Enti locali per la difficoltà nel realizzare investimenti. Per cui l'articolo 1 avrà il nostro voto favorevole.
Ci permettiamo solo di sottolineare un aspetto. È certamente importante che le iniziative di carattere culturale e sportivo abbiano investimenti ma ci permettiamo di ricordare che una percentuale assolutamente consistente degli edifici scolastici all'interno della nostra Regione non ha neppure le certificazioni antisismiche. Per cui se io fossi al posto della Giunta o della maggioranza, credo che unitamente al tema degli interventi legati al ripristino ambientale e alla messa in sicurezza del suolo e per le opere pubbliche delle Amministrazioni comunali, il tema legato agli interventi di edilizia scolastica, che purtroppo è quello più penalizzato anche dall'emendamento, dovrebbe avere una priorità differente.
Ci auguriamo che possa continuare, durante questa legislatura e anche nella prossima, il fatto di ridare fiato agli investimenti e che diventi un tema che contraddistingua l'intervento della Regione Piemonte.



PRESIDENTE

Non essendoci altri interventi in discussione generale né per dichiarazione di voto, do la parola al Vicepresidente.



RESCHIGNA Aldo, Assessore al bilancio

Intervengo prima per fare una precisazione sull'intervento del Presidente Vignale e poi approfitto per dare il parere sugli emendamenti.
C'è in corso un programma molto consistente di interventi sull'edilizia scolastica che ha come destinatari Province ed Enti locali. È un programma su fondi statali e mi dispiace che non sia in aula l'Assessora Pentenero perché avrebbe potuto illustrare, anche in termini economici, le quantità delle risorse in campo.
Quali sono i problemi che, però, sono stati posti? Le priorità di quel programma riguardano la messa a norma sulla sismicità degli edifici scolastici, la ristrutturazione totale degli edifici scolastici o la costruzione di nuovi edifici scolastici. È per questo che i destinatari di questi 4 milioni sono le Province e la Città Metropolitana e il tema è che in quel bando normato a livello nazionale, che vede la Regione Piemonte come soggetto che sta gestendo tutta questa operazione, non è prevista sostanzialmente la ristrutturazione o l'ampliamento di scuole. Sono criteri che sono esclusi. Le Province piemontesi e la Città Metropolitana hanno posto, invece, l'esigenza di avere delle risorse per fare investimenti che riguardino o la ristrutturazione parziale e la messa in sicurezza parziale di edifici scolastici o modesti ampliamenti. Quindi, non c'è una sottovalutazione rispetto a questo tema, perché l'entità delle risorse che in questi giorni sono oggetto di presentazione da parte dei Comuni e delle Province sono realmente importanti e consistenti.
Vengo agli emendamenti presentati dal Consigliere Bono.
Sull'emendamento n. 14) devo dare parere negativo non perché non sia d'accordo, ma perché l'interesse della Regione è avere un mutuo col maggior tempo di ammortamento possibile, cosa che riduce l'entità della rata di ammortamento su base annua. Abbiamo già preso contatti con Cassa Depositi e Prestiti, che sarà il soggetto con cui contrarremo questo mutuo, e rispetto al passato c'è un tema nei confronti del quale abbiamo trovato come punto di equilibrio quello di una durata ventennale; durata legata al fatto che noi non possiamo finanziare la realizzazione di investimenti che hanno una vita residua inferiore alla durata del mutuo che andiamo a contrarre.
Allora, sui vent'anni gli interventi di ristrutturazione, di difesa del suolo e gli interventi sul piano culturale siamo in grado di poter tranquillamente dimostrare che la durata del bene è superiore a quella che è la durata del mutuo; su trent'anni, con Cassa Depositi e Prestiti avremmo dei problemi.
Invece sull'emendamento n. 15) il parere è favorevole, nel senso che non abbiamo nessun problema, la nostra intenzione è contrarre un mutuo a tasso fisso. In questi anni abbiamo fatto un'operazione importantissima soprattutto sul medio e lungo periodo, che è quella della trasformazione di un indebitamento prevalentemente a tasso variabile a un indebitamento quasi totalmente esclusivamente a tasso fisso. Le incertezze sui mercati finanziari di quest'anno ci dicono che, in prospettiva, è un'operazione assolutamente positiva; temo, con qualche preoccupazione, che possa essere ancora più positiva l'anno prossimo, quando ci ridurranno fortemente l'intervento della Banca Centrale Europea di acquisto di titoli di Stato perché lo scenario è comunque uno scenario che tende - è già partito con gli Stati Uniti d'America, ma prima o poi coinvolgerà anche l'Europa - a una ripresa del rialzo dei tassi di interesse.
Sull'emendamento n. 16), chiederei al Consigliere Bono se fosse d'accordo di ritirarlo e di presentarlo come atto di indirizzo. Per quale ragione? Il tema in via prioritaria lo capisco, che è quello di cercare di fare in modo che queste risorse vengano spese nel più breve tempo possibile: sotto questo profilo, è indubbio che chi ha già una fase di sviluppo dei progetti è in una condizione di poter avere una capacità di spesa molto diretta rispetto agli altri. Tuttavia io non escludo neanche il fatto che ci siano all'interno nostra regione piccoli Comuni che hanno emergenze sotto il profilo del dissesto idrogeologico, i quali non hanno avuto la capacità di finanziarsi la predisposizione di un progetto e noi rischiamo invece, se messo all'interno di una norma di legge, di mortificare un intervento assolutamente prioritario sotto il profilo dell'eliminazione di un pericolo. Per cui, siccome il concetto lo comprendo e posso anche condividerlo, chiederei se fosse possibile ritirarlo e farlo diventar un atto di indirizzo collegato al disegno di legge.



PRESIDENTE

Bene.



PENTENERO Giovanna, Assessore regionale

Posso, Presidente?



PRESIDENTE

Ci mancherebbe. Prego.



PENTENERO Giovanna, Assessore regionale

Grazie. L'entità totale delle risorse che derivano dalla programmazione annuale ammonterà circa a 250 milioni, ma in questo momento non siamo in grado di definirle in modo puntuale e preciso, perché le risorse sono assegnate ogni anno. Dunque, 250 per la programmazione triennale indicativamente saranno circa 60 milioni per la prima annualità, ma non sono ancora stati decretati e quindi non è ancora stata concessa l'autorizzazione all'apertura del mutuo con la Banca Europea fino a quando non abbiamo il decreto. Indicativamente sono quindi un totale di 250 milioni, per la prima annualità circa 60, ma ho usato tutta la prudenza del caso.



PRESIDENTE

Bene, possiamo passare alle votazioni.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 14), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 15), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
L'emendamento n. 16) è ritirato.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 2).
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 1, così come emendato.
Il Consiglio approva.
Colleghi, se volete possiamo concludere qui i lavori perché c'è l'incontro con la delegazione dei Centri per l'Impiego, quindi chi è interessato pu recarsi in Sala A.
La seduta è tolta.
(La seduta ha termine alle ore 12.54) (La seduta ha termine alle ore 12.54)



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