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Dettaglio seduta n.333 del 21/06/18 - Legislatura n. X - Sedute dal 25 maggio 2014 al 25 maggio 2019

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE BOETI



(La seduta ha inizio alle ore 10.01)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Richieste di modifica dell'o.d.g.


PRESIDENTE

Do atto che l'o.d.g. è stato comunicato con la convocazione.
Chiedo se vi siano proposte di modifica.
Ha chiesto la parola l'Assessore Valmaggia; ne ha facoltà.



VALMAGGIA Alberto, Assessore all'urbanistica

Grazie, Presidente.
Volevo chiedere, come anticipato verbalmente in Conferenza dei Capigruppo la votazione della delibera relativa all'adeguamento dei regolamenti edilizi tipo, con la proroga di ulteriori 150 giorni, per dare tempo ai Comuni di adeguare i propri strumenti urbanistici (anche a quelli che hanno avuto le elezioni nelle scorse settimane).
C'è, quindi, l'urgenza di dare una risposta ai Comuni il più presto possibile, rispetto alla scadenza dei 180 giorni, che è stabilito per il 3 luglio. Ecco perché chiedo questo percorso di urgenza al Consiglio regionale.
Grazie.



PRESIDENTE

Va bene.
È una richiesta che è stata presentata alla Conferenza dei Capigruppo.
I Capigruppo erano d'accordo, per cui è già stato previsto.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Accossato; ne ha facoltà.



ACCOSSATO Silvana

Grazie.
Chiedo l'attrazione di un nostro ordine del giorno al punto n. 17) nell'elenco odierno, relativo all'ordine del giorno n. 1408, "Rafforzamento della sicurezza e della legalità nell'edilizia pubblica e privata". Chiedo l'attrazione di un nostro ordine del giorno, a firma Ottria, Accossato e Grimaldi, sul tema della sicurezza nei cantieri, che è stato depositato prima.
Grazie.



PRESIDENTE

Altri Consiglieri desiderano intervenire? Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bona; ne ha facoltà.



BONA Angelo Luca

Intervengo per chiedere alla Giunta un'informativa urgente, quantomeno più urgente possibile, rispetto alla chiusura della galleria che si è verificata ieri per ragioni di sicurezza, galleria che unisce il Lago d'Orta al Lago Maggiore, in piena stagione turistica.
È l'ultima vicenda di una lunga serie che vede il Verbano-Cusio-Ossola e l'alto Novarese veramente abbandonati dalla Regione. Poi non ci si deve stupire se ci sono i referendum per andare in Lombardia: prima la strada statale chiusa, adesso, d'improvviso, una galleria, che oltretutto unisce due territori a forte carattere turistico, ma non si sa nemmeno per quanto tempo questa galleria resterà chiusa.
Sta già causando numerosi disagi. Ieri sera c'è già stata un'interrogazione parlamentare, però ovviamente chiediamo che la Giunta ci informi, almeno sui tempi di riapertura, e ci rassicuri in questo senso.



PRESIDENTE

Comunicheremo all'Assessore ai trasporti questa sua richiesta.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Grimaldi; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Sono a chiederle l'iscrizione dell'ordine del giorno n. 1410, "Comital di Volpiano: massimo impegno per garantire il prosieguo dell'attività e la salvaguardia dell'occupazione".
Tra l'altro, nelle scorse ore ho mandato una lettera, sia a lei sia all'Assessora Pentenero, per chiedere un aggiornamento.
L'avevo già chiesto nella seduta scorsa, perché i sindacati ci chiedevano di impegnarci per evitare il fallimento e la liquidazione della società stessa; nel frattempo è avvenuto che il Tribunale di Ivrea ha dichiarato il fallimento.
Questo è un ordine del giorno che le chiediamo d'iscrivere in giornata. Se poi l'Assessora Pentenero vorrà darci le comunicazioni, ne saremo lieti.
Grazie.



PRESIDENTE

Va bene.
Se l'Aula è d'accordo, la iscriviamo.



(L'Assemblea, tacitamente, acconsente all'iscrizione all'o.d.g.)



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ravetti; ne ha facoltà.



RAVETTI Domenico

Una dimenticanza: nella Conferenza dei Capigruppo di ieri non ho chiesto di poter inserire all'o.d.g. l'ordine del giorno primo firmatario il collega Cassiani, sulla step child adoption.
Verrà lui a dire esattamente il titolo dell'ordine del giorno e il numero.
Chiederei, se è possibile, di inserirlo nell'o.d.g. di cui discutiamo.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Volevo chiedere, anche se non vedo l'Assessore Saitta in Consiglio, che magari arriverà più tardi, oppure oggi pomeriggio, se.



PRESIDENTE

Risulta in congedo, Consigliere Bono.



BONO Davide

Va beh, io lo chiedo lo stesso, poi magari se martedì prossimo potesse farci il punto della situazione sul tema "liste d'attesa", perché abbiamo letto tutti delle importanti parole della neo insidiata Ministra della salute Giulia Grillo, in merito a un focus sulle liste di attesa.
Abbiamo letto della volontà, da parte dell'Assessore Saitta, di prevedere dieci milioni di euro aggiuntivi sul tema.
Vi ricordiamo che l'anno scorso abbiamo approvato un piano sulla riduzione delle liste d'attesa. Vorremmo sapere a che punto siamo arrivati e soprattutto, se riusciamo ad avere dati univoci e uniformi, perché penso sia esperienza di tutti che se si va sul sito dell'azienda si hanno delle tempistiche, se si va sul Sistema Piemonte, quindi con il proprio accesso e con le proprie credenziali, si hanno altri dati, se si chiama al telefono altri ancora.
Vorremmo avere un quadro uniforme della situazione e poi capire che interventi aggiuntivi si fanno rispetto al restante piano.



PRESIDENTE

Chiediamo all'Assessore e poi la farà dove riterrà, perché credo anch'io sia importante.
Colleghi, propongo che siano iscritte all'o.d.g. e immediatamente esaminate: . proposta di deliberazione n. 325 "Proroga dei termini per l'adeguamento comunale alla deliberazione del Consiglio regionale 28 novembre 2017, n. 247-45856 recante 'recepimento dell'intesa tra il Governo, le Regioni e i Comuni concernente l'adozione del regolamento edilizio tipo ai sensi dell'art. 4, c. 1 sexies, del DPR 380/2001 e approvazione del nuovo regolamento edilizio tipo regionale'" . proposta di deliberazione n. 323, "Modifica delle deliberazioni del Consiglio regionale 28 novembre 2017 n. 247, recante: "Recepimento dell'intesa tra Governo, Regioni e Comuni, concernenti l'adozione del regolamento edilizio tipo" . proposta di deliberazione n. 292, inerente a "Modifica alla legge regionale 14 luglio 2009 n. 20 "Snellimento delle procedure in materia di edilizia urbanistica" L'ha chiesto l'Assessore, ne abbiamo discusso in Conferenza dei Capigruppo e mi pare che siamo tutti d'accordo.



(L'Assemblea, tacitamente, acconsente alle iscrizioni all'o.d.g.)



PRESIDENTE

L'o.d.g. è approvato, così come modificato, ai sensi dell'articolo 58 del Regolamento interno del Consiglio regionale.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo Balocco, Barazzotto, Baricco, Cerutti, Chiamparino Ferrari, Ferraris, Mighetti, Ottria e Reschigna.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

c) Processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

Sono a disposizione e riproducibili, su richiesta, i processi verbali delle sedute del 12 giugno 2018.


Argomento:

d) Partecipazione del Presidente del Consiglio regionale alla seduta straordinaria del Consiglio regionale dell'Abruzzo del 22 giugno 2018


PRESIDENTE

Comunico all'Aula che, a un certo punto, il sottoscritto e la dottoressa Jannelli lasceranno i lavori del Consiglio: andremo a L'Aquila, dove il Consiglio regionale ha ristrutturato il Palazzo del Consiglio che era crollato; il Presidente del Consiglio regionale dell'Abruzzo vuole convocare un'assemblea di tutti i Presidenti dei Consigli regionali e ci è parso giusto partecipare. Quindi partiremo verso mezzogiorno e torneremo domani sera dopo l'inaugurazione.


Argomento:

Approvazione processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Approvazione processi verbali precedenti sedute", comunico che sono stati approvati i processi verbali del 5 giugno 2018.


Argomento: Caccia

Proseguimento esame proposta di legge n. 196, inerente a "Tutela della fauna selvatica omeoterma e disciplina del prelievo venatorio"


PRESIDENTE

Procediamo proseguendo l'esame della proposta di legge n. 196, di cui al punto 4) all'o.d.g.
Ricordo che si tratta del disegno di legge sulla caccia presentato dal Movimento 5 Stelle.
ARTICOLO 1 Indìco la votazione palese sull'articolo 1.
Il Consiglio non approva.
Non essendo stato approvato l'articolo 1, il provvedimento decade di conseguenza.


Argomento: Nomine

Nomine (rinvio)


PRESIDENTE

Colleghi, come da accordi, passiamo all'esame del punto 3) all'o.d.g.
inerente a "Nomine".
Ha chiesto la parola il Consigliere Ravetti; ne ha facoltà.



RAVETTI Domenico

Grazie, Presidente.
Chiedo se ci dà solo il tempo per organizzarci, però vorremmo votarle questa mattina.
Grazie.



PRESIDENTE

Benissimo, allora siamo d'accordo.


Argomento: Rapporti Regioni - Governo - Edilizia e norme tecnico-costruttive

Esame proposta di deliberazione n. 325 "Proroga dei termini per l'adeguamento comunale alla deliberazione del Consiglio regionale 28 novembre 2017, n. 247-45856 recante 'recepimento dell'intesa tra il Governo, le Regioni e i Comuni concernente l'adozione del regolamento edilizio tipo ai sensi dell'art. 4, c. 1 sexies, del DPR 380/2001 e approvazione del nuovo regolamento edilizio tipo regionale'"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame della proposta di deliberazione n. 325, di cui al punto 4) all'o.d.g.
Ci sono interventi? Assessore Valmaggia, vuol dire qualcosa? Abbiamo già discusso abbondantemente. Ci sono Consiglieri che desiderano intervenire su questa proroga? Se non ci sono interventi, procediamo con la votazione.
Il parere della Giunta è ovviamente favorevole.
Indìco la votazione palese sulla proposta di deliberazione n. 325, il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento: Rapporti Regioni - Governo - Edilizia e norme tecnico-costruttive

Esame proposta di di deliberazione n. 323 "Modifica della deliberazione del Consiglio regionale 28 novembre 2017, n. 247-45856 recante 'recepimento dell'intesa tra il Governo, le Regioni e i Comuni concernente l'adozione del regolamento edilizio tipo ai sensi dell'art. 4, c. 1 sexies, del Decreto del Presidente della Repubblica 6 giugno 2001, n. 380 e approvazione del nuovo regolamento edilizio tipo regionale'"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame della proposta di deliberazione n. 323, di cui al punto 5) all'o.d.g.
Assessore Valmaggia, deve dire qualcosa in merito? Il voto è contrario perché è superata dall'altra.
Ha chiesto la parola il Consigliere Tronzano; ne ha facoltà.



TRONZANO Andrea

Grazie, Presidente.
Volevo solo comunicare che ritiriamo tale proposta di deliberazione perch superata dalla discussione in Commissione.



PRESIDENTE

La proposta di deliberazione n. 323 è dunque ritirata.


Argomento: Edilizia e norme tecnico-costruttive

Esame della proposta di legge n. 292 "Modifica alla legge regionale 14 luglio 2009, n. 20 (snellimento delle procedure in materia edilizia e urbanistica)"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame della proposta di legge n. 292, di cui al punto 6) all'o.d.g., che prevede, presenta dal Consigliere Vignale come primo firmatario.
Relatori di maggioranza sono i Consiglieri Rostagno e Vignale; relatore di minoranza è il Consigliere Mighetti.
Consigliera Frediani, vuole intervenire? Prego.



FREDIANI Francesca

Mi scusi, Presidente. Ero presente alla riunione dei Capigruppo e ho sentito che s'inserivano questi due punti, però non li vediamo caricati a video. So che su un provvedimento sussiste un emendamento del collega Mighetti, che tra l'altro non è presente in Aula, quindi chiederei un po' più di lentezza per capire in che punto dell'o.d.g. sono inseriti i provvedimenti.
Grazie.



PRESIDENTE

Li stanno caricando. Se volete, possiamo aspettare un momento.
Pensavo fossero già stati caricati. Va bene, aspettiamo un momento.



(Brusìo in aula)



PRESIDENTE

Colleghi, se volete sospendo il Consiglio, perché così non si pu discutere.
Il Consigliere Mighetti non può esserci questa mattina e ha chiesto di spostare l'approvazione di questo punto all'o.d.g. a martedì prossimo.
Poiché è relatore del provvedimento, a Mighetti non possiamo dire di no ovviamente; volendo, per correttezza, spostiamo la proposta di deliberazione n. 324, punto 5) all'o.d.g., "Convalida della Consigliera regionale Celestina Olivetti e dei Consiglieri regionali Angelo Luca Bona Luca Cassiani, Andrea Fluttero, Giuseppe Antonio Policaro, Luca Angelo Rossi, Benito Sinatora e Andrea Tronzano" (articolo 36, comma 2 dello Statuto e articolo 18 del Regolamento interno del Consiglio regionale) a martedì prossimo, tanto non cambia niente nell'economia dei nostri lavori.



(L'Assemblea, tacitamente, acconsente)



PRESIDENTE

Sospendiamo per cinque minuti il Consiglio, con l'invito di non lasciare l'aula.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 10.18, riprende alle ore 10.21)



PRESIDENTE

La seduta riprende.


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta")

Relazione annuale del Garante dell'infanzia e l'adolescenza (ai sensi dell'articolo 2, comma 1, lettera s e dell'articolo 11 della l.r. 31/2009)


PRESIDENTE

Passiamo all'esame della "Relazione annuale del Garante regionale dell'infanzia e dell'adolescenza (ai sensi dell'articolo 2, comma 1 lettera s e dell'articolo 11 della l.r. 31/2009)" , di cui al punto 9) all'o.d.g.
Invito la dottoressa Turino Rita a entrare in aula.
Interrompiamo formalmente i lavori per dare spazio alla relazione della Garante regionale dell'infanzia e dell'adolescenza della Regione Piemonte.
La seduta sarà riaperta per il relativo dibattito.
La seduta è sospesa.



(La seduta è sospesa alle ore 10.22)



PRESIDENTE

Prego, dottoressa Turino.



TURINO Rita, Garante regionale dell'infanzia e dell'adolescenza

Buongiorno a tutti.
Per me questa è un'occasione importante. La partecipazione al Consiglio regionale mi permette, infatti, non solo di dare conto di quanto si è svolto nel corso del 2017, ma anche, e soprattutto, per il confronto che ne potrà seguire.
Pensando di fare una cosa utile, ma anche per rispondere ad alcune precise richieste pervenute lo scorso anno da alcuni Consiglieri, ho pensato quest'anno di aprire la relazione con alcuni dati di contesto e di cornice per introdurre poi l'attività effettivamente svolta.
Alcuni di questi dati sono, a mio giudizio, particolari perché disegnano la realtà della nostra regione che, nel corso del 2016, ha registrato un dato molto significativo, in negativo, in ordine alle unità di decessi, 20.000 in più rispetto alle nascite, con un divario importante tra la percentuale dei decessi, che è dell'11,6 per cento, rispetto alle nascite, che è del 7,2 per cento.
Neanche il tasso di natalità degli immigrati, che è doppio rispetto a quello degli italiani, ha contrastato il decremento migratorio, che si attesta intorno al 7,5 per cento.
È interessante, a mio giudizio, anche la composizione, il dato rispetto alle famiglie. Famiglie che sono in crescita nel numero, ma che sono in forte diminuzione rispetto alle loro composizioni, quindi sempre più famiglie con meno componenti.
Di famiglie con figli, il 15 per cento ha un solo genitore al suo interno mentre l'8,7 per cento ha almeno un immigrato nel proprio contesto.
Inoltre, il dato relativo alle attività che i servizi sociali pongono in essere nei confronti delle persone minore di 18 anni si attesta intorno al 7,4 per cento. Sono il 7,5 per cento i bambini e i ragazzi che hanno usufruito, nel corso del 2016, di un qualche intervento offerto dai nostri servizi sociali regionali.
Detto questo come cornice di riferimento da cui partire, ho cercato di interpretare il mandato che la legge n. 31 istitutiva della figura del Garante, prevede. Lo ricordo: assicurare la piena attuazione dei diritti e degli interessi riconosciuti a tutti i bambini e le bambine, ai ragazzi e alle ragazze che vivono in Piemonte; promuovere la conoscenza e l'affermazione dei diritti individuali e sociali e politici dell'infanzia e dell'adolescenza e di vigilare sull'applicazione della Convenzione per i diritti del fanciullo, approvata dalle Nazioni Unite nel 1989.
Ho tentato di assolvere a questo mandato, anche in relazione alle risorse assegnate di tipo economico-finanziario, che sono contenute se non assenti.
È un mandato ambizioso che ho tentato di assolvere cercando connessioni e collaborazioni, innanzitutto all'interno dell'Amministrazione regionale.
Colgo l'occasione per ringraziare l'Assessora Pentenero e l'Assessore Saitta ma, in particolare, l'Assessore Ferrari e l'Assessora Cerutti, senza la collaborazione dei quali e delle loro strutture, molto poco sarei riuscita a fare. Importante è anche la collaborazione con i Comuni e con le loro aggregazioni. Per esempio, con i Consorzi dei Comuni per la gestione dei servizi sociali, con l'autorità giudiziaria, in particolare minorile con l'Università e con le Fondazioni e le Associazioni. Con tutte quelle realtà che sono riuscite, in qualche modo, a incontrare, a conoscere e con cui ho stabilito delle collaborazioni, più o meno stringenti, più o meno significative e più o meno attive.
Penso che la vera forza del mio mandato consista proprio nella strutturazione di una rete e d'intrecci tra pubbliche istituzioni e realtà del privato sociale che ho cercato, in ogni modo, di coltivare e di rinforzare, anche attraverso l'adesione a ogni invito che mi sia pervenuto per eventi in cui sono intervenuta in modo attivo o come semplice partecipante ma, in alcuni casi, anche come co-organizzatrice.
Detto questo, non posso negare che dal 5 aprile dello scorso anno, la maggior parte delle risorse mie personali e dell'ufficio, sono state assorbite da quanto è previsto dall'articolo 11 della legge n. 47 "Misure di protezione a favore dei minori stranieri non accompagnati".
L'articolo 11, per la prima volta, riconosce, a livello nazionale in una legge dello Stato, la figura del Garante regionale per l'infanzia e l'adolescenza, attribuendo dei compiti precisi relativi all'individuazione alla selezione e alla formazione dei tutori volontari per i minori stranieri non accompagnati.
Penso possa essere utile definire in due parole chi sono questi tutori volontari. Si tratta di una figura assolutamente nuova, in particolare per la Regione Piemonte. Infatti, fino all'applicazione di questa legge, la Magistratura investiva del ruolo di tutore la Pubblica Amministrazione nella quasi totalità dei casi in Piemonte (quindi Sindaci o loro delegati Presidenti o Direttori dei Consorzi dei Comuni per la gestione dei servizi sociali).
È una funzione importante, di tutela giuridica nei confronti di persone di minore età che non hanno capacità giuridica e che quindi, non avendo accanto i loro genitori, hanno bisogno di chi li rappresenti legalmente. Si tratta, dunque, di comuni cittadini che si mettono a disposizione (e mettono a disposizione una parte del loro tempo) per stabilire un rapporto di fiducia e di reciproco rispetto con uno di questi ragazzi, di questi minori stranieri di minore età, al fine di conoscerli, al fine di aiutarli ad avere un riconoscimento dei loro diritti e - aggiungo sempre - anche per aiutarli a riconoscere i propri doveri, perché è fondamentale per un vero processo d'integrazione. Li accompagnano, quindi, in tutte quelle attività dove il Codice Civile prevede la presenza di un adulto accanto ad un minore, ma che poi va ben oltre ciò che, per esempio, il pubblico tutore può esercitare: mi riferisco alla messa a disposizione, da parte di questi tutori volontari, non solo del proprio tempo, della propria disponibilità e delle proprie competenze, ma - perché no? - anche quelle della propria famiglia, della propria famiglia allargata, e della propria comunità, più o meno grande, in cui vivono e in cui agiscono.
È un'attività cui io mi sono dedicata veramente con anima e corpo, perch penso sia una strategia fondamentale per la buona integrazione di questi nuovi cittadini di minore età da cui dipende molto del loro futuro, se ben avviato, nel nostro Paese.
È stata un'attività che ha preso moltissime delle nostre energie e delle nostre risorse, data la reazione che ha sortito in Piemonte. A oggi, sono più di 600 le domande che abbiamo ottenuto, in una situazione in cui tutto è totalmente gratuito: non c'è alcun rimborso spese, non c'è nessuna assicurazione al momento, nonostante le insistenze per poterla attivare non c'è alcun permesso di lavoro per esercitare delle attività che, in quanto tutori, sono obbligatorie.
Mi permetto, a tal proposito, una breve digressione: tra i 600 che hanno presentato domanda, diversi sono dipendenti di quest'Amministrazione regionale (sia del Consiglio sia della Giunta). Uno di loro mi ha segnalato nei giorni scorsi la necessità di portare all'attenzione del Presidente del Consiglio e della Giunta la possibilità di discutere, in sede di applicazione del nuovo contratto di lavoro, dell'opportunità eventuale di poter dedicare dei permessi specifici a questa funzione, che è - lo ripeto una funzione pubblica e che sottrarrà molto impegno e molto lavoro al pubblico tutore.
Detto questo, ribadisco che si tratta di una funzione totalmente gratuita che richiede anche un percorso di formazione obbligatorio di 24 ore (che noi abbiamo organizzato seguendo le linee guida dell'Autorità Garante nazionale), che si devono obbligatoriamente frequentare nel numero di 19 ore, al termine delle quali si dovrà superare un test. Se poi l'aspirante tutore volontario, come lo chiamo io, sarà ancora disponibile, verrà segnalato all'Autorità giudiziaria minorile affinché il giudice minorile con funzioni di giudice tutelare, possa procedere col deferimento di tutela di un minore straniero non accompagnato.
La formazione dei tutori volontari non è stata un'attività a costo zero, ma ha richiesto, nel suo complesso, anche un importante impegno di tipo amministrativo. Perché ha richiesto la stipula di un protocollo d'intesa specifico tra il mio Ufficio e il Tribunale per i minorenni del Piemonte e della Valle d'Aosta.
Stiamo agendo anche per la Regione Valle d'Aosta, in quanto il Tribunale per i minorenni ha vigenza su entrambi i territori regionali, e anche in ragione del fatto che la Regione Valle d'Aosta non ha ancora individuato e nominato il suo Garante per l'infanzia e l'adolescenza.
Abbiamo poi dovuto confezionare un bando di evidenza pubblica, perché la popolazione sapesse che c'era questa possibilità, questa richiesta. Abbiamo dovuto confezionare una convenzione che è esitata da una mia ricerca di finanziamenti che ho trovato nella disponibilità direi totale innanzitutto dell'Assessora all'immigrazione Cerutti, ma anche dell'ANCI regionale delle Fondazioni bancarie, di Intesa Sanpaolo, di CRT, di Cassa di Risparmio di Cuneo e anche dell'Università degli Studi di Torino.
L'Università degli Studi di Torino ha messo a disposizione per la formazione per i tutori volontari tutta la propria struttura, quindi il campus Einaudi, le proprie aule, la propria tecnologia, ma, soprattutto, i saperi e le competenze di alcuni docenti di grandissimo prestigio, che si sono susseguiti in aula tutti gratuitamente.
Sono state sei lezioni. Il primo percorso di formazione l'abbiamo attivato il 4 novembre e si è concluso il 16 dicembre. Erano un centinaio le persone in aula: di queste, 80 hanno dato la loro disponibilità a essere iscritti nel Registro in mano al Tribunale per i minorenni per le nomine dei tutori volontari.
In aula, però, non erano soltanto docenti universitari; si sono uniti a loro operatori dei servizi sociali e sanitari, Magistrati tutelari e minorili, ma anche operatori che da molti anni lavorano nel settore dell'immigrazione sia in ambito associativo sia in ambito cooperativistico e che hanno una grandissima esperienza in merito all'assistenza all'educazione e all'accoglienza residenziale di questi minori. È stata questa un'attività estremamente preziosa.
Il primo corso di formazione l'abbiamo voluto intendere come corso pilota che ha permesso di fare delle valutazioni in itinere, per programmare nuovi percorsi di formazione, forti dell'esperienza già realizzata. Ma soprattutto, attraverso questi finanziamenti ottenuti, si sono potute registrare tutte le lezioni e questo ha permesso, per i corsi a venire, una modalità che favorisca soprattutto chi abita lontano dal capoluogo di Regione, da Torino. Quindi, il secondo corso, che si è già realizzato nell'ambito del 2018, è stato organizzato con modalità diverse, non più sei lezioni frontali, ma soltanto tre e altre tre lezioni online, sfruttando la piattaforma MUDOL per la formazione a distanza messa a disposizione dal Dipartimento di Giurisprudenza. Ho sempre solo citato l'Università in generale; in realtà, sono tre i Dipartimenti che si sono resi disponibili a sostenere queste attività di formazione: il Dipartimento di Giurisprudenza il Dipartimento di Politica, Cultura e Società e il Dipartimento di Psicologia.
A oggi, siamo arrivati alle ultime battute e stiamo confezionando una nuova convenzione che, ai componenti di cui vi ho già dato atto, aggiunge una nuova componente importante, che è quella dell'Università del Piemonte Orientale. Quindi, i prossimi corsi di formazione, che si terranno dal prossimo settembre in avanti, saranno corsi di formazione che non vedranno soltanto la partecipazione dell'Università degli Studi di Torino, ma anche dell'Università del Piemonte Orientale.
Nella relazione ho voluto darvi conto anche della composizione delle caratteristiche di queste tante persone che si sono rese disponibili a questa funzione. Troverete non soltanto l'età, il sesso, la provenienza dai vari territori regionali, ma anche la composizione delle loro famiglie e le eventuali attività di volontariato già esercitate, il fatto di essere stati genitori adottivi o affidatari, il titolo di studio - c'è un'altissima percentuale di laureati che si è avvicinata a questa funzione - e anche la loro attività lavorativa attuale o pregressa.
Anche su questo ho bisogno di chiedere la vostra attenzione, in particolare da parte di quei Consiglieri che afferiscono ad ambiti territoriali lontani dal capoluogo piemontese. I giudici minorili mi segnalano la necessità di contare su disponibilità, in particolare dal Verbano-Cusio-Ossola, dal Novarese, dal Biellese e dall'Alessandrino. Ci sarebbero cioè più minori che sono in attesa di avere un tutore volontario rispetto alle disponibilità fino ad ora arrivate al mio ufficio.
Nell'ambito di questo primo corso di formazione, di cui trovate la relazione dettagliata prodotta dall'Università nella relazione - ho pensato che potesse essere utile darvene conto - vi segnalo anche la pubblicazione di un testo che è stato possibile, perché tutti coloro che hanno partecipato a questo percorso formativo in qualità di docenti hanno poi dato la loro ulteriore disponibilità a scrivere dei capitoli. Abbiamo un testo che si intitola "Tutori volontari di minori stranieri non accompagnati" edito da CEDAM Scienze Politiche Sociali. Se qualcuno fosse interessato, si può scaricare sia online sia trovarlo in libreria.
Tutto questo richiede però un ringraziamento particolare alle mie collaboratrici a quest'attività che è stata davvero molto impegnativa perché le 615 domande che sono arrivate hanno dovuto essere trattate una a una, controllate e verificate se incomplete. Si sono dovute completare hanno richiesto la convocazione a oggi di 400 di queste 600 persone, delle quali le prime 180 ho incontrato in un primo tempo individualmente. Poi visto il flusso di domande, ho dovuto passare a degli incontri di piccolo gruppo, ma anche in questo caso le persone comunque vanno convocate, vanno invitate e se la convocazione non va a buon fine o non è accoglibile va verificata, vanno composte le classi.
Insomma, c'è un lavoro amministrativo davvero molto importante, che si è aggiunto alle altre attività. È un lavoro importante che richiede un mio ringraziamento particolare alle mie collaboratrici, perché ritengo che abbiano risposto con la stessa generosità con cui hanno risposto i cittadini piemontesi a questo bando.
Detto questo, c'erano altre attività che avevo previsto lo scorso anno nell'ambito della prima relazione che ho presentato a questo Consiglio attività che abbiamo cercato di non trascurare, nei limiti delle nostre disponibilità. Ho partecipato a convegni, a seminari, a collaborazioni. In particolare, ho risposto a diverse proposte di partenariato, cioè mi sono fatta coinvolgere da tutti coloro che mi hanno presentato dei progetti. Ho valutato che fossero in linea con quello che è il mandato istituzionale attribuitomi dall'Amministrazione regionale e con gli intenti e soprattutto, con gli interessi dell'infanzia e dell'adolescenza. Ho esaminato i singoli progetti e ho aderito. Questo mi ha permesso, per esempio, di rispondere con favore a dei partenariati, sempre non onerosi sotto il profilo finanziario, con Università e con Fondazioni, ma anche con associazioni, più o meno importanti, delle quali ho valutato però la pertinenza, l'importanza e la congruenza del progetto con le mie linee programmatiche.
Voglio citare uno degli esiti di questo partenariato avviato, perché è particolarmente importante. È un partenariato che ha richiesto un'attività amministrativa non indifferente, ed è il partenariato con la Compagnia di San Paolo, che mi ha chiesto di entrare in un progetto intitolato "Bella presenza", di contrasto alla povertà educativa.
Questo progetto, che si realizzerà, perché finalmente abbiamo avuto risposta positiva in merito al suo accoglimento, è anche molto impegnativo sotto il profilo economico. Qui, davvero, il Governo ha impegnato molti soldi a favore di quest'iniziativa, che si svolgerà nei Comuni di Torino di Cuneo e Racconigi, ma anche in partnership con altre regioni (la Campania e la Toscana).
Sarà, quindi, un momento molto importante e significativo per ciò che potremo mettere in atto a favore dei nostri bambini e dei nostri ragazzi, a partire da attività scolastiche, ma - per esorbitare, per uscire in ambito comunitario - a tutto ciò che vive e fa vivere quello che c'è intorno alla scuola. Quindi, saremo sicuramente impegnati in quest'attività, finalmente di concretizzazione di tale progetto.
Ci sono state, inoltre, altre collaborazioni. Una, sicuramente importante con l'Ordine degli assistenti sociali è proprio a favore dell'informazione e formazione relativa alle novità poste in essere dalla legge 47. Poi anche con l'ANFA (l'Associazione Famiglie Affidatarie e Adottive) e il CISMAI, che ha coinvolto direttamente anche questo Consiglio regionale, con cui siamo riusciti a organizzare un importante seminario formativo rivolto a tutti gli operatori dei servizi sociali e sanitari della regione in materia di violenza assistita.
La violenza assistita è quella forma di violenza che si ripercuote purtroppo, più frequentemente di quel che forse possiamo immaginare, su bambini e ragazzi dentro la famiglia, a opera del padre o del compagno della mamma che non picchia i bambini e i ragazzi, ma picchia la mamma in loro presenza. Gli esperti ci dicono che quest'esperienza è ancora più negativa e nefasta e produce degli effetti così dirompenti, peggiori di quelli che possono provocare le vere violenze fisiche subite.
L'apice di questa violenza assistita si ha con il femminicidio, che determina una categoria - è brutto dirlo, ma è anche brutto ciò che succede di orfani tale per cui vengono definiti "orfani speciali" e sono quei bambini e quei ragazzi che, in un attimo, perdono la mamma, perch ammazzata, e perdono il papà, perché finisce in carcere, proprio perché ha eseguito - credo - il più efferato dei delitti.
Questi ragazzi e questi bambini richiedono una cura e un'attenzione che probabilmente si protrarrà per tutta la loro vita, tanta è la tragedia che hanno vissuto. Noi abbiamo voluto iniziare un percorso, anche in questo caso, di formazione e di sensibilizzazione, perché ci sono anche degli strumenti di prevenzione nei confronti di queste azioni che dobbiamo imparare a sviluppare e a divulgare sempre di più.
Buona parte della mia attività è stata diretta in risposta a un coinvolgimento sempre più continuativo, in particolare da parte di alcuni Assessorati: quelli afferenti alle politiche di immigrazione, della gioventù, ma anche alle politiche sociali e della famiglia. Sono stata coinvolta sempre più frequentemente in attività di discussione e verifica di atti, di procedure amministrative, perché si ravvisava e si ravvede la necessità di un loro aggiornamento. Molte di queste iniziative sono ancora in essere, altre sono già esitate in veri e propri atti formali, dove è stata richiesta anche la mia adesione formale.
Ne ricordo soltanto alcune: il sostegno scolastico ai minori che vivono fuori dalla loro famiglia, perché in comunità o in affidamento familiare o in adozione; la necessità di regolare la cosiddetta "continuità affettiva" in applicazione anche di una legge dello Stato che vede coinvolti quei bambini che, avendo dovuto vivere per un certo periodo fuori dalla loro famiglia, poi, potendoci positivamente tornare, necessitano di non interrompere un legame, di non recidere un legame con coloro che hanno contribuito alla loro crescita e alla loro educazione, ma anche gruppi di lavoro sull'identificazione e l'individuazione dell'età dei minori stranieri non accompagnati, e così via.
Direi che c'è tutta un'attività, tutto un fermento legato alla necessità di restare al passo con i tempi.
Passerei a quanto pensiamo di dover attuare nel corso di questi prossimi mesi che ci separano dalla chiusura del mandato annuale del 2018, in linea naturalmente, con quanto avevo previsto come programmazione nel precedente anno.
Attraverso una collaborazione con Città metropolitana, quindi un altro dei punti Rete che stiamo tentando di rinforzare, proporremo alle scuole di organizzare al loro interno - di accogliere più che organizzare - la nostra proposta di attivare in ambito scolastico i gruppi di parola, per i figli di genitori separati con un'alta conflittualità. A volte, questi genitori sono così conflittuali che non riescono neanche ad accettare di poter dare dei sostegni e degli aiuti ai loro figli, quindi non permettono loro di accedere a quest'intervento che, invece, l'esperienza dice non soltanto in Italia, ma anche all'estero, essere utilissimo. Stiamo pensando che, forse proporlo in ambito scolastico potrebbe favorire.
Questo si spiega perché, accanto a un'attività di formazione degli insegnanti che, molto frequentemente, sono coinvolti nella conflittualità tra i genitori e di questo si devono occupare, non soltanto raccolgono sempre più frequentemente la sofferenza e le ansie dei bambini e dei ragazzi, ma perché spesso accolgono anche l'aggressività e le ansie dei loro genitori.
Pensavo poi di propormi, in linea con quanto sta facendo l'Autorità Garante Nazionale, come sostenitrice di un'attività da sviluppare, anche questa in ambito scolastico, che penso possa essere veramente un'attività fondamentale per prevenire i fenomeni di bullismo e di cyberbullismo, con molte delle altre attività già poste in essere.
Mi riferisco alla mediazione scolastica, di cui abbiamo già diversi esempi nella nostra Regione, e non soltanto nella Città di Torino, dove queste iniziative sono state sostenute da finanziamenti dell'Autorità Garante Nazionale, ma anche fuori, in altre Province, dove praticamente s'insegna ai ragazzini fin dalla tenera età (quindi parliamo della quarta/quinta elementare e durante le medie) ad acquisire strumenti per la mediazione del conflitto. Qualcuno, fortemente semplificando, ma secondo me con una frase molto a effetto, dice: "Insegniamo ai bambini a litigare bene".
Dal conflitto possono nascere anche esperienze estremamente positive sempre che il conflitto rimanga nei termini dell'assoluto rispetto dell'altro, delle sue idee, del suo modo di essere e del suo modo di concepire la vita.
Della necessità di sensibilizzare territori come il Novarese, il Verbano Cusio-Ossola, l'Alessandrino e il Biellese, per individuare nuove disponibilità per la tutela volontaria dei minori stranieri non accompagnati ho già detto, quindi mi avvio alla conclusione di questa mia relazione, dicendo che c'è, in particolare, un'attività che mi sta molto a cuore e che mi ripropongo in ogni modo di contribuire a divulgare.
Si tratta delle linee d'indirizzo emanate pochi giorni prima di Natale dal Ministero del Lavoro e del Welfare e dalle Regioni, in tema di sostegno alle famiglie fragili e per una genitorialità positiva.
Sono strumenti metodologici che devono, innanzitutto, essere conosciuti e poi applicati dagli operatori dei servizi sociali, dei servizi sanitari (leggasi Neuropsichiatria Infantile e Psicologia Infantile) e delle scuole cioè da parte di tutti coloro che vengono a contatto e che compongono la vita di un bambino, dalla più tenera età fino all'adolescenza.
Sono linee d'indirizzo non così difficili da comprendere, direi più difficili da realizzare, perché si tratta di cambiare molti dei paradigmi mentali che si hanno e che si sono costruiti nel corso del tempo delle professioni di aiuto a favore delle famiglie.
Per fare questo, però, e per applicare queste linee d'indirizzo, occorre che i servizi sociali e sanitari, che hanno rappresentato e rappresentano ancora nella nostra Regione un punto di forza straordinario, se hanno meritato al Piemonte l'appellativo di "Laboratorio del sociale" e se sono così forti e importanti in quanto a competenza, a preparazione, ma direi anche a disponibilità di chi agisce queste professioni, siano mantenuti e se non rinforzati, almeno mantenuti negli organici storici.
Non si possono pensare, io credo, politiche strutturali a sostegno delle famiglie più fragili in assenza di strumenti di base, quali sono appunto i servizi sociali di Neuropsichiatria e di Psicologia Infantile.
Il mio è veramente un appello accorato che faccio ai Presidenti e agli Assessori competenti, affinché non si trascurino funzioni fondamentali ormai storiche nel nostro e per il nostro territorio.
Con questo, vi ringrazio dell'attenzione.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
La seduta riprende.



(La seduta riprende alle ore 10.58)



PRESIDENTE

Ci sono Consiglieri che desiderano intervenire sulla relazione della dottoressa Turino? Ha chiesto di intervenire il Consigliere Rossi Domenico; ne ha facoltà.



ROSSI Domenico

Grazie, Presidente.
Prima di tutto, vorrei ringraziare la dottoressa Turino per il lavoro di quest'anno e per la relazione dettagliata che ci ha appena riportato.
Io farò un intervento solo su un paio di punti, Presidente, ma prima vorrei fare una piccola premessa.
Questa è la prima relazione che noi ascoltiamo in Aula, da parte della Garante, perché siamo di fronte al primo anno di attività del Garante per l'Infanzia della Regione Piemonte.
Credo che quest'Aula non debba ascoltare questa relazione cercando solamente di comprendere l'attività della Garante, ma che la debba utilizzare per porsi una domanda di verifica rispetto a quanto siamo riusciti a mettere in campo in relazione ai problemi che abbiamo appena ascoltato.
Per me, è importante fare questa promessa perché, dopo quanto abbiamo ascoltato, qualche domanda sulle forze messe in campo e sulle risorse a disposizione, rispetto all'enormità di alcuni problemi, credo che questo Consiglio se la debba fare.
Per quanto mi riguarda posso impegnarmi, almeno per quanto attiene alla IV Commissione, dottoressa, soprattutto sull'ultimo passaggio che lei ha fatto, relativo alle neuropsichiatrie nei territori, che potrà essere, anzi sarà uno dei punti che approfondiremo per cercare di capire se la situazione può essere migliorata a supporto dell'attività.
Mi ha colpito questo ruolo descritto dalla Garante, che di fatto si configura come un facilitatore, un connettore tra diverse istituzioni, che chiaramente si occupano degli ambiti che afferiscono anche al mandato del Garante per l'Infanzia e fa un po' da potenziamento, da focus su alcune situazioni, che diversamente potrebbero perdersi o non ricevere la corretta attenzione.
Sicuramente, dobbiamo anche capire se è sufficiente, per questo Consiglio e per questa Regione, che il Garante svolga questo ruolo o se si immagina un ruolo diverso, perché in tal caso bisognerà effettivamente potenziare le risorse.
Mi hanno colpito alcuni punti in particolare, leggendo la relazione: quello sulla povertà educativa, che incide di più della povertà economica sulle prospettive di futuro di questi ragazzi, ed è importante cercare di colmare questo gap, come ha fatto magistralmente questo Ente anche grazie al suo lavoro, per quanto riguarda i minori stranieri non accompagnati. Lei lo ha raccontato bene nella relazione, in cui ha dedicato molto spazio a quest'aspetto.
Nella relazione, il suo appello alle Province fuori dalla Città metropolitana è stato già raccolto, almeno da parte mia, e sono certo che lo faranno anche gli altri. Proprio ieri sera, in un'affollata aula dove è avvenuto un incontro pubblico con il dottor Pietro Bartolo, medico di Lampedusa, in occasione della Giornata Mondiale del Rifugiato, il sottoscritto ha lanciato un appello a tutti i presenti affinché prendessero visione del bando e contattassero la Garante per eventuali candidature in questo senso. Mi auguro che ci sia già una prima risposta, ma credo che dovremo coinvolgere anche i media e l'opinione pubblica affinch quest'iniziativa venga conosciuta e diffusa tra le persone.
Ha fatto un passaggio importantissimo sulla questione della violenza assistita, e anche qui credo davvero che lo sforzo che avete messo in campo sia, per forza di cose, insufficiente rispetto all'enormità del problema ma mi auguro che su questo fronte si possa lavorare a un potenziamento delle iniziative.
Faccio un ultimo passaggio per quanto riguarda la relazione. Si tratta di un argomento che lei non ha toccato nella relazione, che riguarda la questione del bullismo e cyberbullismo, che invece nella relazione che ci è stata consegnata è affrontato in maniera anche approfondita. Lo faccio perché, come quest'Aula sa, è dall'inizio dell'anno che noi ci siamo dotati di una legge regionale specifica sul bullismo e cyberbullismo, una legge che è entrata in vigore poco più di un mese fa (il 15 maggio) e rispetto alla quale si stanno facendo i primi passi affinché veda uno sviluppo e una concretizzazione, perché tutti sappiamo che le leggi non servono a nulla se restano sulla carta, ma occorre farle camminare, metterci della benzina.
Da questo punto di vista, so che gli Assessorati sia all'istruzione con l'Assessora Pentenero sia alla sanità con l'Assessore Saitta stanno già lavorando affinché si realizzino le questioni che abbiamo immaginato nella legge, in particolare la necessità di alfabetizzazione e di nuovi percorsi educativi nel campo dell'educazione digitale alla cittadinanza.
Sono aspetti fondamentali, perché stiamo vedendo come il gap generazionale da questo punto di vista non aiuta a svolgere il ruolo educativo che hanno gli adulti, poiché molto spesso non comprendono i linguaggi, non comprendono le trasformazioni che sono in atto e ciò porta i ragazzi, anche quelli che apparentemente non ci sembrano in povertà educativa, a essere in una sorta di analfabetismo emotivo rispetto ai nuovi contesti e alle nuove modalità comunicativo-relazionali che si trovano a vivere, senza il supporto di adulti in grado di accompagnarli perché assolutamente sprovvisti degli strumenti necessari.
Da questo punto di vista, anche grazie alla relazione del Garante mi sento di sottolineare in quest'Aula che è assolutamente prioritario e necessario che le iniziative di prevenzione e contrasto al bullismo e cyberbullismo prendano sempre più spazio, corpo e priorità nell'azione del nostro Ente.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Caputo.



CAPUTO Valentina

Grazie, Presidente.
Ci ritroviamo ad analizzare la relazione presentata dalla Garante per l'infanzia dopo il suo primo anno di attività, come ella stessa ha sottolineato durante il suo discorso, ed è per questo che desidero ringraziarla. La legge che ha istituito la sua figura risale al 2009 mentre la Giunta regionale ha formalizzato la sua nomina nel 2016, dando così applicazione alla legge regionale che la pone proprio come interlocutore in grado di garantire i diritti e anche di intercettare i bisogni dei bambini e delle bambine, dei ragazzi e delle ragazze. La sua figura costituisce proprio quel faro che mette in evidenza molte delle fragilità sociali che purtroppo oggi, come da lei delineato, ruotano attorno non solo al contesto scolastico, ma anche a quello familiare.
Ormai viviamo in un contesto sociale sicuramente molto difficile, con un mondo del lavoro fatto di precarietà ed incertezza. Sono aspetti che incidono negativamente e comportano, in una società come la nostra grossissime difficoltà nel poter affrontare anche gli imminenti problemi che gravano sull'assetto e sulla stabilità della famiglia.
Mi vorrei soffermare su alcuni punti, uno dei quali è quello della famiglia. Credo che in questi anni sia stato fatto, a livello Regionale, un bel lavoro ritornando ad investire sui centri per le famiglie. E' stato creato un coordinamento e si sta lavorando proprio in questa direzione per consentire di offrire alle famiglie uno strumento che punti sulla prevenzione.
Prevenire: questo concetto è molto importante. Su alcuni temi che sono stati citati molto spesso si considera soltanto il risultato finale e invece, dobbiamo soprattutto investire nella prevenzione, cambiando totalmente punto di vista, perché questo consente di supportare le criticità ed avere un punto fermo, di dare supporto a chi accompagna queste famiglie nei momenti più difficili, in modo tale che possano non avere poi ripercussioni più pesanti, poiché sappiamo che a pagare le maggiori difficoltà sono sicuramente i minori.
Credo che su tutto questo si debba proseguire; dobbiamo evitare che i conflitti interni possano essere sempre più deleteri, e su questo dobbiamo essere sempre più attenti. Come gruppo del Partito Democratico, abbiamo depositato due proposte di legge che vanno in questa direzione: creare dei nuovi percorsi e offrire degli strumenti a supporto delle famiglie. Tra i nostri obiettivi vi è ovviamente quello di approvarle e trasformarle in legge entro la fine del mandato.
Abbiamo anche depositato un ordine del giorno su un altro tema: quello della violenza assistita. Questo costituisce un argomento molto delicato perché sottostimato come ha delineato nel discorso la Garante,. Oggi l'unico dato su cui ci possiamo basare è quello di un sondaggio di CISMAI e Terre des Hommes riferito a 100.000 bambini. Una stima che non costituisce un dato certo e fa presupporre un quadro ben peggiore. Viene da domandarsi: Perché? Perché è una violenza subdola.
Quando parliamo di femminicidio e gli organi di stampa ne riempiono le pagine, purtroppo assistiamo al risultato finale di quest'azione e soprattutto, di un risultato visibile. Ci sono invece tipi di violenze che non lasciano un segno visibile, ma che segnano profondamente i bambini, e questo è molto grave, perché li fa crescere in una condizione di affettività distorta; si sviluppano in un contesto complicato che li porta a pensare quello sia il modo corretto di relazionarsi o più semplicemente il modo di esprimere il proprio affetto.
Occorre, quindi, intervenire ed è per questo che, già lo scorso anno, noi abbiamo depositato quest'ordine del giorno che punta a revisionare la DGR n. 42 del 2000. Questo, per noi è, fondamentale. Rappresenta un obiettivo assolutamente rilevante, perché ormai la norma risulta datata, perché il mondo nel mentre è profondamente cambiato; non viene concepita, infatti, la violenza assistita, non si parla di cyberbullismo o di violenza online, ed è importante, perché quello è lo strumento di cui possono usufruire gli operatori socio-assistenziali e sanitari, per lavorare in questo contesto.
Credo che l'infanzia debba essere posta al centro di ogni azione politica occuparsi dell'infanzia dev'essere il cardine di ogni Paese democratico nell'ottica di un futuro prospero per uno Stato; quindi, la Convenzione dei diritti dell'infanzia e dell'adolescenza sottolinea nel suo preambolo l'importanza della famiglia, della serenità nella vita di un bambino e di un adolescente, che è punto di riferimento proprio nell'età evolutiva.
Per questo motivo, credo che occorra su questo proseguire un lavoro in sinergia tra le varie Istituzioni sul tema della violenza assistita dobbiamo assolutamente impegnarci in questo campo, perché prevenire oggi evita di crescere degli adulti che possano avere dei problemi molto più grossi e che, magari, possano avere epiloghi drammatici in un futuro che non può non essere tanto lontano.
Un altro tema fondamentale, su cui la Garante si è soffermata, è quello della povertà. Noi pensiamo sempre alla povertà economica; in realtà quello della povertà educativa è un altro tema importantissimo: pensiamo a quanti ragazzi non riescono neanche ad assolvere all'obbligo scolastico abbandonando il percorso formativo per le difficoltà che vivono nelle loro famiglie. Chiederò all'Assessorato se è possibile avere i dati sulla dispersione scolastica, perché credo che siano fondamentali; non erano presenti nella relazione, ma credo che siano utili per il lavoro che noi svolgiamo.
Ovviamente, quello della povertà educativa e, quindi, il mancato investimento sulla formazione del minore, nega la possibilità a quest'ultimo di un'elevazione sociale e ne determina l'esclusione nei suoi primi anni di vita, ripercuotendosi poi nell'età adulta. I minori vivono in un contesto di precarietà e vulnerabilità, quindi non in buone condizioni di sviluppo e sono così anche privati della possibilità di coltivare le proprie attitudini e capacità.
Credo che su questo sia importante intervenire con la scuola, ma anche con le realtà aggregative che ruotano attorno ai minori, perché ci sono anche altre realtà che svolgono un ruolo fondamentale, dei mondi in cui i ragazzi possono coltivare le loro attitudini, comprendere e conoscersi anche meglio e, talvolta, anche dare loro quella fiducia che magari in altri contesti non possono trovare. Tra l'altro, nell'articolo 12 della Convenzione si sancisce che adolescenti e bambini debbono essere fortemente ascoltati in ogni questione che li coinvolge direttamente. L'idea è quella di considerare questi ultimi come soggetti e non come oggetti.
Lei ha fatto una relazione molto dettagliata, per la quale la ringrazio, e voglio estendere i ringraziamenti anche a tutti gli Uffici che hanno fatto un ottimo lavoro di supporto.
In ultimo, sui minori non accompagnati, la legge Zampa dello scorso anno ha reso possibile la creazione di questa nuova figura; sono orgogliosa di vivere in una Regione in cui ci sia stata una così grande adesione per fare i tutori volontari. Una figura, come abbiamo detto, dove la parola "volontariato" è imprescindibile, dato che non esistono retribuzioni e si mette a disposizione il proprio tempo personale divenendo una figura di riferimento per i ragazzi.
Penso che questo sia il percorso migliore d'integrazione che si possa offrire a questi giovani e lo credo ancor di più nel contesto difficile che stiamo affrontando in questo momento nel nostro Paese.
Questi minori, quando arrivano, chiedono aiuto e noi dobbiamo adoperarci affinché i loro diritti siano rispettati, difesi e attuati. Non è facile parlo anche da genitore - pensare di mettere un figlio su una barca o su un gommone per farlo arrivare in un altro Paese; nessuno vorrebbe far affrontare un viaggio simile al proprio figlio, quindi dobbiamo capire il contesto di disperazione in cui questi spostamenti si verificano ed è per questo che, immagino, voi abbiate avuto un grandissimo lavoro da fare, come giustamente da lei ribadito.
Su questo, come diceva il mio collega Rossi, credo sia importante magari anche offrirle un supporto logistico maggiore da parte della struttura perché potrebbe aumentare il raggio d'azione su tutti gli argomenti citati nella sua relazione.
Noi dobbiamo lavorare sul tema dell'infanzia e, quindi, dobbiamo darle un supporto organizzativo da parte della struttura che possa metterla nelle condizioni di svolgere al meglio il suo ruolo, perché credo che non si possa rimanere indietro. Auspico che, quello della legge Zampa sia un percorso che prosegua, per continuare a garantire gli strumenti, come lei stessa citava, a chi intraprende questo percorso.
Inoltre, lei ha detto che ci sono molti dipendenti della nostra Amministrazione regionale a cui è doveroso porre un ringraziamento per la disponibilità, perché il volontariato è una cosa nobile e significa essere veramente il riferimento di un minore che diventerà adulto nel nostro Paese. Quale miglior riferimento è una persona che qui vive, che conosce questo Paese e che possa veramente sostenerlo? Questo è il futuro che dobbiamo costruire, questa è l'integrazione che dobbiamo percorrere, se vogliamo effettivamente essere a tutti gli effetti un Paese civile.
La ringrazio ancora per il lavoro svolto. Noi ci saremo: puntiamo su questi temi ed auspichiamo di continuare il percorso iniziato con lei sulla violenza assistita, sulla povertà educativa e di supportarla in questa strada sui minori non accompagnati.



PRESIDENTE

Grazie, collega Caputo.
La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Ringrazio ovviamente il Garante per la sua relazione. Una relazione che, mi permetto di dire, non certo per colpa del Garante, è parziale, mancante di un aspetto che non contiene la legge regionale. Se noi leggiamo la relazione, ma se prima della relazione leggiamo la legge istitutiva, la legge 31 del 2009, si citano ovviamente le Convenzioni internazionali, si citano i diritti dei minori, il diritto all'educazione, il diritto soggettivo, il diritto al gioco, il diritto all'istruzione e quant'altro ma non è mai citato un aspetto, di cui nella legge regionale non vi è neanche menzione e, quasi di conseguenza, nella relazione della Garante.
Mi riferisco al più sacrosanto diritto che un minore deve avere e che un'istituzione dovrebbe garantire, cioè a quello di crescere all'interno della propria famiglia e vicino ai propri genitori.
La Conferenza internazionale sul fanciullo, per quanto mi riguarda, da questo punto di vista, non è uno strabiliante documento. Di nuovo, si pone sempre il minore come il soggetto che ha un nemico da cui difendersi, un nemico da cui le istituzioni devono difenderlo, cioè i genitori. In ogni caso, nella Convenzione internazionale del fanciullo, all'articolo 5, si ricorda che gli Stati rispettano la responsabilità dei genitori e soprattutto, all'articolo 7 si dice che il fanciullo ha diritto a conoscere i suoi genitori e a essere allevato da essi.
Noi crediamo che questo sia un tema, di cui non solo abbiamo discusso, ma su cui abbiamo anche fatto incontri insieme all'Assessore Ferrari. I dati della Regione Piemonte, purtroppo, sono un po' vecchi. Una volta avevamo una meravigliosa banca dati, realizzata dalla Regione Piemonte, all'interno della quale potevamo trovare, con un aggiornamento semestrale, i dati relativi agli allontanamenti dei minori dalle loro famiglie.
Ricordo che fino al 2009, tanto per ricordare qualche numero, all'interno del Piemonte i bambini che vivevano fuori dal loro nucleo familiare, erano 3.500. Non erano né 35 né 350, ma erano 3.500. Oggi questo dato è diminuito per un motivo molto banale: molti Comuni non hanno più le risorse, molti Consorzi non hanno più le risorse per pagare le rette all'interno delle comunità.
Che cosa dicevano i dati, finché esistevano, della Regione Piemonte? Gli ultimi sono del 2012. Ci dicono che, a fronte dei motivi dell'allontanamento, intorno all'80 per cento sono per motivi non così evidentemente oggettivi. I motivi sono legati all'incapacità genitoriale o all'impossibilità per una famiglia di seguire il figlio. In molti casi è un'impossibilità di carattere economico e non genitoriale.
Poi c'è una percentuale di casi, inferiore al 20 per cento, di allontanamenti che sono sacrosanti: allontanamenti dovuti al fatto che un minore ha subito violenze, che un minore è stato privato di una serie di diritti previsti dalla Convenzione del fanciullo e quant'altro.
Nella relazione si diceva, nelle stesse parole della Garante, che un minore non dimenticherà mai nella sua vita la violenza passiva, pur non avendo subito violenze, per avere visto la propria madre o il proprio padre subire violenza, è altrettanto evidente che non ci sarà mai nessun minore - i dati sul futuro dei minori allontanati ci dicono questo - che dimenticherà neanche per un giorno della sua vita, il fatto di essere stato allontanato dalla famiglia in cui è nato.
Quanti sono i minori, come ci dicono sempre i dati della Regione Piemonte che allontanati dei "mostri" ritornano dai "mostri"? Che allontanati dalla comunità familiare, nell'arco di 12 mesi, tornano all'interno della loro comunità familiare? Sono l'80 per cento.
Un indirizzo che, purtroppo, la legge non dà, ma che noi ci permettiamo di dare, almeno nella discussione d'Aula. Un lavoro che il Consiglio regionale, che l'Assessorato alle politiche sociali - non casualmente sul tema siamo intervenuti in più di un'occasione - ma anche la Garante per i diritti dell'infanzia, dovrebbe svolgere, è comprendere quanti allontanamenti sono corretti e quanti allontanamenti non si potevano prevenire.
È evidente che quando un minore è allontanato dalla famiglia e, dopo qualche mese, vi è un ritorno all'interno della comunità familiare, è verosimile pensare che poteva essere superato, o almeno si poteva rispettare la legge dello Stato. Legge dello Stato che prevede che, nel caso di allontanamento, la Pubblica Amministrazione debba individuare un parente fino al quarto grado della comunità familiare, cui affidare il minore. Prima di esperire l'individuazione di una comunità di una famiglia affidataria, il minore deve essere affidato a un parente fino al quarto grado. Questo accade, forse, nel 20-30 per cento dei casi, ma in molti altri casi non viene neanche domandato a un membro della comunità familiare fino al quarto grado, se intende essere affidatario del minore che ha necessità d'aiuto.
Un secondo aspetto è quello della prevenzione. Se noi andiamo a leggere singolarmente i casi e i motivi di allontanamento, scopriamo che vi sono casi che certamente non sono mai completamente immotivati, non sto assolutamente dicendo questo, ma che sono "grigi". Ci sono casi in cui vi è una famiglia che ha un bisogno di sostegno genitoriale e questo non viene dato perché, apparentemente, mancano le risorse, ma poi si trovano le risorse da stanziare all'interno di una comunità e quindi affrontiamo l'allontanamento, per poi avere il ritorno 12-14-16 mesi dopo.
Questo è un tema di cui il Consiglio si deve occupare. Un bambino che ha un'infanzia senza i propri genitori e che poteva essere recuperato, è un bambino che ha un'infanzia in parte negata e che ha un trauma, uno stigma che si porterà dietro per tutta la vita. È sufficiente parlare, per esempio, con alcuni genitori o alcune associazioni che si occupano - ce ne sono nella nostra regione - di questo tema.
Vi è un ultimo aspetto sul quale sarebbe interessante che questo Consiglio regionale ponesse la dovuta attenzione: mi riferisco, come sempre all'aspetto di natura economica. Rispetto agli ultimi dati che abbiamo, il costo che il settore pubblico sosteneva per i minori allontanati dalle loro famiglie superava i 50 milioni di euro, che è un aspetto non indifferente.
È sufficiente navigare su qualche sito internet per comprendere come vi siano interessanti speculazioni fra il soggetto segnalatore, che incidentalmente fa anche parte di un'associazione, che incidentalmente è anche all'interno di una cooperativa, che per assoluto caso gestisce anche comunità.
Io credo che questo tema - quello di garantire ai minori, se è possibile ovviamente, di vivere all'interno della loro famiglia - sia la priorità di una legge regionale che, purtroppo, nell'istituzione del Garante per l'infanzia non cita neppure una volta la parola "genitori".



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Ringrazio la Garante non solo per la sua presenza in Aula oggi e per la sua relazione, ma soprattutto per il lavoro che ha svolto in quest'anno; lavoro che è definito dalla legge regionale n. 31. Vorrei partire proprio da qui per far notare che all'interno della legge n. 31 sono elencate tutte le funzioni che l'Ufficio della Garante deve svolgere, che sono veramente tantissime.
Noi sappiamo che in quest'anno - lo ha sottolineato la stessa dottoressa Turino nella sua relazione - la maggior parte delle attività dell'Ufficio è stata rivolta proprio all'implementazione e alla gestione globale di tutto quello che riguardava l'articolo 11 della legge n. 47, che è un'attività importantissima, perché va proprio ad agire sui minori non accompagnati che, purtroppo, sono sempre più presenti sul nostro territorio e richiedono, ovviamente, assoluta attenzione e cura da parte delle istituzioni.
Però non si può neanche pensare che un Ufficio che praticamente lavora con risorse non dico totalmente assenti ma quasi, e con una struttura che dovrebbe far fronte alle attività indicate in legge (che sono, per l'appunto, tantissime!) si ritrovi poi a gestire un progetto, che va implementato praticamente da zero, che riguarda tutto il territorio regionale e che richiederebbe sicuramente un impegno maggiore, sia a livello di risorse sia a livello di personale.
Di questo, ovviamente, cercheremo di farci promotori anche nelle prossime discussione relative ai provvedimenti di bilancio, e non solo.
Al di là di quest'attività importantissima di cui all'articolo 11, ci sono comunque tutte le altre attività che la Garante ha illustrato: anche queste, purtroppo, fanno riferimento alla carenza di risorse.
Se l'Ufficio della Garante avesse a disposizione maggiori risorse, potrebbe sicuramente svolgere un ruolo più propositivo e cercare di essere un soggetto promotore di attività, senza dover dedicare parte del suo lavoro nella ricerca di partner e risorse. Forse, dovremmo garantire maggior autonomia nella possibilità di proporre iniziative a quest'importante organismo regionale.
Purtroppo, la modalità di relazione in Aula non consente poi di avere un interscambio con la Garante: più che altro, avremmo delle domande da porre ma sarebbe magari opportuno prevedere una modalità all'interno delle Commissioni per consentire di interagire. Perché la relazione in Aula è sicuramente interessante, ma non consente ai Consiglieri di poter ricevere delle risposte ai quesiti che sicuramente vorremmo porre, ad esempio in riferimento alle segnalazioni, che sono un compito della Garante e che sono definite nella legge n. 31, in particolare alla lettera e) e alla lettera j).
Nella lettera e) si fa riferimento alle segnalazioni che la Garante dovrebbe inviare (e che invia, perché è riferito anche nella relazione) ai servizi sociali e alle Autorità giudiziarie; nella lettera j) si fa riferimento alla funzione di raccolta delle segnalazioni e si evidenzia tutta l'attività di ricezione e di istruttoria, anche questa un'attività tra l'altro molto pesante (mi riferisco, quindi, a tutta la parte di analisi dei documenti), seguita poi dall'attività di valutazione dei fatti e l'eventuale azione successiva.
Notiamo che i numeri sono piuttosto bassi, perché si fa riferimento a 12 segnalazioni nel periodo dicembre-gennaio, se non erro, ricevute direttamente da parte della Garante nazionale e soltanto sei segnalazioni dirette.
Siccome crediamo - risulta anche dalla relazione appena svolta - che purtroppo i casi in cui si possa registrare una violazione dei diritti dell'infanzia siano molti di più, ci chiediamo se non sia il caso di pensare anche all'implementazione del sistema di raccolta delle segnalazioni. Non so nemmeno, a questo punto, se sia un problema di accesso oppure di visibilità dell'attività dell'Ufficio. Quindi sarebbe opportuno capire se esiste un problema per cui le persone non sanno che ci si pu rivolgere alla Garante per tutelare i diritti dell'infanzia.
Ovviamente, è importantissimo il tema della povertà, che noi distinguiamo in povertà educativa e povertà vera e propria. In realtà, credo che col termine "povertà" si possa racchiudere un po' tutta la condizione, perch dalla povertà derivano tutte le altre condizioni di povertà: la povertà educativa, per cui le famiglie a volte non possono consentire ai figli di proseguire il percorso scolastico; la povertà culturale (che è diversa da quella educativa), perché i bambini che vivono in povertà, difficilmente possono consumare cultura. Consumare cultura è un qualcosa che può rendere i bambini e i ragazzi consapevoli e può dare loro anche gli strumenti per diventare cittadini consapevoli. Consapevoli dei loro diritti.
Più in generale, come Consiglieri, dovremmo prestare attenzione al bilancio che andiamo a discutere in più occasioni durante l'anno, e verificare se il bilancio della Regione sia realmente rivolto anche alla condizione dell'infanzia. Perché sebbene esistano delle voci che fanno diretto riferimento alla condizione dell'infanzia (s'interviene, ad esempio, con il sostegno alla scuola, attraverso i voucher o con il sostegno a diverse iniziative proprio mirate all'infanzia), la condizione dell'infanzia è un qualcosa di trasversale, che possiamo ritrovare in ogni capitolo di bilancio. Quindi, dovremmo prevedere, all'interno di ogni voce di bilancio uno sguardo attento anche alla condizione dei bambini e degli adolescenti.
E in questo la questione della cultura può essere un esempio piuttosto illuminante, perché all'interno dei capitoli dedicati alla cultura dovremmo andare a prevedere degli interventi mirati proprio alla possibilità di usufruire della cultura per bambini e adolescenti, che altrimenti non potrebbero permetterselo.
Lo stesso discorso si potrebbe fare per lo sport, che tra l'altro è citato più volte nella relazione come strumento per prevenire e combattere il bullismo. Si sa che lo sport è un qualcosa di aggregativo, è un qualcosa che consente la realizzazione della persona e anche l'interazione fra le persone e trasmette dei messaggi importantissimi. Però anche in questo caso la povertà molto spesso non consente di praticare sport. Noi abbiamo più volte provato a cercare di proporre dei provvedimenti che consentissero di allargare la possibilità di praticare attività sportiva anche alle famiglie e ai bambini che non possono permetterselo, sempre per questioni di disponibilità di risorse economiche. Crediamo che sia assolutamente fondamentale tornare a battere su questo punto.
Concludo, citando una parte della relazione in cui si fa riferimento anche al problema della ludopatia. Noi in Regione abbiamo approvato una legge che ha visto l'impegno in prima linea del collega Bertola. È una legge che è stata fortemente osteggiata, perché va a intaccare interessi economici molto forti e continuiamo a ricevere mail che criticano l'applicazione di questa legge, che fanno notare come sia deleteria rispetto a un comparto economico.
Leggendo nella relazione l'impatto e il rischio che la ludopatia rappresenta per i bambini - perché prendono come un gioco la sorpresa e la vittoria di denaro - o per una fascia d'età un pochino più avanzata quindi gli adolescenti che, invece, la vedono come possibilità di avere denaro facile, semplicemente grattando un "gratta e vinci" - credo che dovremmo prestare massima attenzione a questo tema e continuare a mantenere salda la posizione della nostra legge regionale.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Batzella; ne ha facoltà.



BATZELLA Stefania

Grazie, Presidente.
Ringrazio la Garante per l'Infanzia e l'Adolescenza, la dottoressa Rita Turino, per il prezioso lavoro svolto, per l'impegno che ci ha permesso, ci permette e ci permetterà d'integrare la percezione e la conoscenza dei nostri giovani, come ricorda il Presidente della CEI, l'Arcivescovo Gualtiero Bassetti: "Non sono solo il futuro della società i giovani, ma il presente. Non sono solo la speranza del domani, ma una risorsa unica e preziosa per l'oggi".
Ho letto e analizzato con estrema attenzione la relazione della Garante anche perché, come la Garante stessa è a conoscenza, sono delle tematiche che mi stanno particolarmente a cuore. Con lei abbiamo collaborato più volte e la ringrazio di questa collaborazione e per il prezioso aiuto che mi è stato dato da parte sua tutte le volte che ne ho avuto bisogno.
Vorrei concentrarmi, sottolineare e portare all'attenzione alcune problematiche che la stessa Garante ha rilevato in quest'anno di suo lavoro e d'impegno per quanto riguarda gli specialisti della sanità, della psichiatria e della neuropsichiatria adolescenziale e di quanto sia importante, come ha ben precisato e sottolineato anche la collega Caputo la prevenzione in ambito sanitario in una fase delicata e particolare come quella dell'infanzia e dell'adolescenza.
A tal proposito, vorrei ricordare che l'anno scorso, esattamente il 12 aprile 2017, è stato approvato all'unanimità dell'Aula un ordine del giorno a mia prima firma, che impegnava l'Assessore e la Giunta regionale a incrementare le risorse per la psichiatria adolescenziale. Ricordo che il motivo scatenante che mi fece presentare quest'ordine del giorno furono le continue denunce da parte dei neuropsichiatri, della psichiatria adolescenziale in generale, compresa anche la psicologia in fase evolutiva che lamentavano una carenza di specialisti e una scarsità di ore a disposizione. La stessa cosa dicasi per tutti i servizi sociali, anche per i quali le assistenti sociali che operano in questo settore hanno sempre ribadito quanto fossero poche le ore e il tempo a disposizione per mettere in atto tutta una serie di progetti e prendersi cura dei minori. Ho voluto ricordarlo e spero che la Giunta Chiamparino possa prendere atto e ricordarsi di questo impegno, sul quale si è resa disponibile.
Per quanto riguarda le condizioni di salute nell'età evolutiva, che la Garante ha ben sottolineato, dobbiamo ricordarci di quanto queste condizioni di salute nell'età evolutiva possano influenzare fortemente le condizioni di salute poi nell'età adulta.
Perché è importante prevenire? Per poi evitare di ritrovarci quando le condizioni di salute sono arrivate a un limite talmente elevato che poi non si riesce a gestire la patologia o, comunque, arriviamo troppo tardi per intervenire e avere dei risultati clinici sufficienti; non dico ottimali ma almeno sufficienti.
Tra l'altro, gli esperti affermano che più del 50 per cento dei disturbi neuro-psichici dell'adulto esordisce in età evolutiva o ha in essa le proprie radici; nella gran parte di questi disturbi, come dicevo, il trattamento precoce può condizionare l'evoluzione naturale di queste patologie e prevenire un decorso cronico e invalidante.
Come ha rilevato la Garante, a causa delle mutate condizioni economiche sociali e ambientali degli ultimi anni, anche il disagio sociale grave e le acuzie adolescenziali sono aumentati, perché da 15 anni si assiste a un costante incremento della domanda di salute, naturalmente sia psicologica che neuropsichiatrica, e alla crescita del numero dei minori in carico ai servizi deputati.
Scrive, infatti, la dottoressa Turino: "I servizi di neuropsichiatria infantile seguono molte più famiglie e bambini rispetto al passato registrando un costante aumento di domanda di salute. Nel corso di pochi anni le famiglie seguite sarebbero addirittura raddoppiate" - e questo dovrebbe farci riflettere - "in assenza, peraltro, di un relativo adeguamento del personale in servizio", e qui arriviamo alle mie continue sollecitazioni, perché i dati parlano chiaro. Se andiamo a vedere i dati del 2016, in Piemonte sono stati seguiti dai servizi sanitari di neuropsichiatria infantile e psicologia oltre 50.000 minori, pari al 7,5 per cento della popolazione minorile residente in Piemonte, con circa 15.000 nuovi accessi ai servizi.
Questo è un dato di fatto: non possiamo discutere su dati concreti effettivi, tangibili, perché la Garante ha sempre lavorato e lavora fianco a fianco con professionisti e questi sono dati che vengono rilevati facendo delle indagini tra tutti i professionisti che si occupano d'infanzia e adolescenza, quindi tutti i servizi non solo a livello ospedaliero, ma anche a livello territoriale.
Siamo tutti a conoscenza della carenza, in ambito sanitario, degli specialisti: tutti i giorni, i giornali scrivono di questa forte carenza.
Ormai è una tematica, una problematica nota a tutti, quindi chiedo alla Giunta (mi spiace che non sia presente l'Assessore Saitta, però qualche rappresentante della Giunta c'è) che si presti attenzione alla carenza del personale soprattutto nell'ambito dell'infanzia e dell'adolescenza, perch investire oggi nella prevenzione significa avere domani meno spese. Nelle casse del bilancio regionale ci saranno sicuramente meno spese in futuro se investiamo adesso, per avere i bambini e i giovani di oggi, quindi un domani degli adulti, sani.
Voglio anche esprimere le mie considerazioni in merito ai minori stranieri non accompagnati. Sono a conoscenza del grande lavoro che è stato svolto e che si sta svolgendo nella nostra regione. Anch'io sono orgogliosa che la nostra Regione abbia subito risposto alla nuova normativa, inserendo il tutore volontario per i minori non accompagnati. Sappiamo tutti (non voglio addentrarmi nei particolari, nello specifico) quanti stranieri minori non accompagnati arrivano nella nostra nazione e nella nostra regione (ma parliamo della nostra regione, perché non voglio uscire dalla tematica regionale). Ho visto i progetti e le strategie e sappiamo bene che all'interno della nostra regione ci sono due centri per minori stranieri non accompagnati (abbiamo 50 ragazzi che rientrano nel progetto FAMI).
Sappiamo quanto si sta lavorando con i minori stranieri non accompagnati e sicuramente dovremmo fare molto di più, ma per fare molto di più è necessario l'impegno da parte di tutti.
Un'ultima cosa per quanto riguarda la conflittualità genitoriale e la bigenitorialità (e mi accingo a chiudere, Presidente), che è un'altra tematica importante. Anche su questo abbiamo lavorato. Il Consiglio regionale e, in particolare, la Consulta delle Elette del Piemonte ha tenuto proprio in quest'aula un convegno molto importante e interessante che ha visto la sua presenza, dottoressa Turino, e quella dei magistrati giudici e assistenti sociali che si occupano delle problematiche dell'infanzia e dell'adolescenza.
Come ben detto, spiegato e relazionato dalla dottoressa Turino, dobbiamo ricordarci di mettere al centro il minore, prediligere l'interesse, la protezione e il diritto del minore, cercando di favorire un affidamento congiunto, anche se gli stessi giudici seguono la normativa e quindi tendono a un affidamento congiunto, proprio per evitare le conflittualità tra gli stessi genitori. Anche su questo, rivolgo un appello alla Giunta regionale a garantire, secondo le normative regionali, maggiori risorse a quei genitori separati e divorziati che si trovano in difficoltà economica perché se noi garantiamo delle risorse economiche, e quindi un aiuto maggiore, possono esserci meno conflittualità fra gli stessi e maggiore interesse e protezione per il bambino.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bono.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Vorrei un attimo la sua attenzione, Presidente, per porre nuovamente un quesito che ho già posto la scorsa settimana, quando abbiamo ascoltato la relazione del Difensore Civico.
In parte è già stato anticipato dalla collega Frediani: vorrei sapere se è possibile avere oggi, o in un'altra sede, delle risposte anche relativamente alla relazione svolta dalla Garante, perché trovo che il dibattito sulla relazione della Garante per l'infanzia e l'adolescenza sia molto interessante - così come quello relativo alla relazione del Difensore Civico - ma risulta un po' castrato e un po' monco rispetto alle possibilità di replica e risposta del Difensore Civico, la volta scorsa, e della Garante, oggi.
Pertanto, per quanto riguarda la relazione del Difensore Civico ho già chiesto (il Presidente della IV Commissione, Rossi, c'è) che, per quanto attiene alla parte sanità, si possa riprendere la relazione in Commissione sanità. La stessa cosa dicasi per tutti i temi presentati dalla Garante per l'infanzia e l'adolescenza. Diciamo che l'80 per cento riguarda sanità e politiche sociali e un 20 per cento è inerente all'istruzione.
Potremmo, quindi, predisporre una Commissione congiunta in cui affrontare anche delle proposte, perché nella relazione la Garante segnala carenze e problematiche, non solo di risorse, ma anche di strumenti, ad esempio la Consulta delle associazioni che si occupano di minori di ambito regionale.
Potremmo anche fare delle proposte, altrimenti oggi facciamo solo monologhi e non otteniamo nulla. Potremmo fare un ordine del giorno, una mozione, una legge ulteriore o stanziare sul bilancio risorse aggiuntive.
Se servono questi documenti per scrivere una bozza di Piano Socio Sanitario che abbia un focus anche sui giovani, sicuramente non lo faremo in quest'ultimo anno, quindi vado avanti nella relazione e poi magari aspetto la risposta dal Presidente Boeti.



PRESIDENTE

Se vuole gliela do subito, oppure gliela do quando ha finito.



BONO Davide

Finisco, tanto cerco di essere breve, perché non trovo molto utile continuare a ripeterci su questi temi, se non c'è appunto un utile approfondimento.
Anch'io ho potuto, anzi, ho voluto analizzare la parte di sanità, quindi tutto quello che è stato detto è molto importante. Forse in Commissione sanità ci occupiamo un po' troppo poco di temi riguardanti i bambini e gli adolescenti. Si è parlato, ad esempio, della presenza della figura di uno psicologo nelle scuole. Penso sia un tema fondamentale, quindi non uno psicologo, come diceva correttamente la Garante, nel rapporto uno a uno, ma un servizio di Psicologia presente nelle scuole; così come altre volte si è parlato anche della possibilità di una presenza di uno psicologo di base da affiancare ai servizi territoriali, per quanto riguarda la presenza del pediatra di base e del medico di medicina generale.
Sono tutti temi importanti, perché c'è un'evidenza, oramai scientifica, di una crescita delle problematiche neuropsichiatriche infantili, dell'età evolutiva, dell'adulto e poi anche dell'anziano.
Dovremmo, in un'ottica a tutto tondo, cercare di prevedere e di prevenire su questo, visto che, come ha già detto una collega che mi ha preceduto, si dice che il 50 per cento delle patologie dell'adulto sono già evidenti magari con prodromi cui bisogna saper prestare attenzione e avere una formazione specifica per raccoglierli, nel bambino e nell'adolescente.
Sono tutti temi assolutamente importanti, così come il tema più sociale, su cui in effetti - guardo l'Assessore Ferrari - un po' di difficoltà economiche le abbiamo: mi riferisco a tutti gli interventi per quanto riguarda le famiglie, i genitori maltrattanti, la violenza assistita dal bambino.
Tutti temi su cui potremmo, in effetti, fare anche una revisione per quanto riguarda il bilancio di assestamento e il bilancio di previsione, e capire se le risorse che mettiamo all'interno dei Consorzi, tramite le politiche sociali, sono sufficienti o no.
In ultimo, c'era anche una parte importante sulla sanità che riguardava il Lorenzin, quindi il DL 73 convertito in legge 119. Mi sarebbe piaciuto avere una risposta, non so se oggi o successivamente (ci risponderà poi il Presidente), per quanto riguarda l'accesso al Garante dell'Infanzia e dell'Adolescenza sul tema delle vaccinazioni, sull'obbligatorietà delle vaccinazioni, visto che si citavano alcuni casi, ma penso pochi, a livello nazionale, di allontanamento addirittura di minori.
Volevo sapere se c'erano stati questi casi anche in Piemonte.
Mi sembra di aver detto tutto.
Anch'io sollevo il quesito - e lo rinforzo - posto dalla collega Frediani per quanto riguarda il funzionamento preciso rispetto alle segnalazioni del Garante, nel senso che esiste il Telefono Azzurro, il 114, quindi volevo capire come veniva poi coinvolto rispetto alle segnalazioni che poi magari vanno in questura o in altre sedi (ovviamente uffici competenti), e quindi come poter potenziare, dando ovviamente adeguate risorse, perché non vogliamo scaricare ulteriore lavoro sul Garante, se non è poi fortificato e potenziato come uffici, come risorse umane e come risorse economiche.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Bono.
La ragione per la quale non è possibile che adesso la dottoressa risponda alle riflessioni dei Consiglieri è perché, quando lei ha illustrato la relazione, noi abbiamo sospeso il Consiglio. Lo abbiamo poi riaperto per gli interventi dei Consiglieri, ma non è prevista una formula in cui il Consiglio rimane aperto.
La soluzione migliore è cercare uno spazio, come se fosse un'audizione in Commissione, nel quale si potranno riprendere gli argomenti che la dottoressa ha affrontato e le questioni che i Consiglieri hanno posto.
Lo abbiamo segnato, in modo da portare alla Conferenza dei Capigruppo questo problema da lei posto, perché credo sia opportuno agire in tal senso.
A questo punto l'esame del punto in questione è terminato.
Ringraziamo la dottoressa Turino e continuiamo con i lavori del Consiglio procedendo con le nomine.
Invito i Consiglieri a riprendere il loro posto, perché stiamo per votare.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Certo, allora un minuto di sospensione.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 11.55, riprende alle ore 12.02)



PRESIDENTE

La seduta riprende.


Argomento: Nomine

Nomine


PRESIDENTE

Colleghi, possiamo passare all'esame del punto 3) all'o.d.g., inerente a "Nomine".
Tra le nomine proposte non siamo in grado oggi di votare quelle relative a: Azienda speciale della CIA di Torino - Laboratorio Chimico - Collegio dei Revisori dei Conti; la Fondazione XX Marzo - Collegio dei Revisori dei Conti Agenzia regionale piemontese per la promozione ambientale del Piemonte (ARPA) - Collegio dei Revisori dei Conti.
Ricordo il comma 4 dell'articolo 79 del Regolamento: "Nel caso si debba procedere alle nomine di non più di due persone, saranno considerati eletti i candidati che hanno raggiunto la maggioranza assoluta dei votanti, salvo quanto previsto nel comma 3 'Riserva di posti per le minoranze'. Se tale maggioranza non è raggiunta alla prima votazione, in seconda sono eletti i candidati che hanno riportato il maggior numero di voti".
Ha chiesto la parola la Consigliera Gancia; ne ha facoltà.



GANCIA Gianna

Presidente, chiederei la cortesia di poter rinviare la nomina riguardante



ATC Sud.

Grazie.



PRESIDENTE

Cancelliamo anche questa.
Si proceda alla distribuzione delle schede per le seguenti nomine:


Argomento: Nomine

Proposta di deliberazione n. 223 "Museo di Scienze naturali" - (Articolo 4 l.r. n. 37/1978 e s.m.i.) Comitato scientifico - Designazione di 3 membri

Argomento: Nomine

Proposta di deliberazione "Fondazione 'Torino Wireless'" - (Articolo 6 Statuto della Fondazione) - Consiglio di Amministrazione - Nomina di un rappresentante

Argomento: Nomine

Proposta di deliberazione n. 294 "Fondazione 20 marzo 2006" (Articolo 11 Statuto della Fondazione - Consiglio di Amministrazione - designazione di 1 componente

Argomento: Nomine

Proposta di deliberazione n. 298 "Enoteca Regionale di Ovada e del Monferrato" - (Articolo 12, Statuto dell'Ente) - Consiglio di Amministrazione - designazione di 1 membro

Argomento: Nomine

Proposta di deliberazione n. 327 Associazione "Enoteca Regionale di Nizza" (Articolo 17, Statuto dell'Ente) - Consiglio Direttivo - designazione di 1 rappresentante

Argomento: Nomine

Proposta di deliberazione n. 326 "Enoteca Regionale di Canelli e dell'Astesana" - (Articolo 14, Statuto dell'Ente) - Consiglio Direttivo designazione di 1 membro

Argomento: Nomine

Proposta di deliberazione n. 330 "Museo Regionale dell'Emigrazione dei Piemontesi nel Mondo" (Articolo 17, Statuto dell'Ente) - Comitato di Gestione - Nomina di un rappresentante in sostituzione del signor Guido Rosina

Argomento: Nomine

Proposta di deliberazione n. 331 "Comitato Misto Paritetico Regione Autorità Militari sulla nuova regolamentazione delle Servitù Militari" (Articolo 322, comma 3, D.L.g.s. n. 66/2010) - designazione di un membro effettivo e di un membro supplente in sostituzione della signora Carmen Pastore e del signor Silvio Viviani

Argomento: Nomine

Proposta di deliberazione n. 328 "Commissione Tecnico-Consultiva per la Tutela del Patrimonio Speleologico della Regione Piemonte" (Articolo 8 l.r. n. 69/1980) - Nomina di un rappresentante in sostituzione del signor Bartolomeo Vigna, esperto in materia Speleologica.


PRESIDENTE

Nomino scrutatori i Consiglieri Bertola e Molinari.
Prego la Vicepresidente Motta di procedere all'appello nominale.



(La Vicepresidente Motta effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione è terminata.
Sono stati effettuati due appelli nominali.
Si proceda allo spoglio delle schede.


Argomento: Urbanistica (piani territoriali, piani di recupero, centri storici - Edilizia e norme tecnico-costruttive

Esame disegno di legge n. 292, inerente a "Modifica alla legge regionale 14 luglio 2009, n. 20 (snellimento delle procedure in materia di edilizia e urbanistica)"


PRESIDENTE

Proseguiamo con l'esame del disegno di legge n. 292, inerente a "Modifica alla legge regionale 14 luglio 2009, n. 20 (snellimento delle procedure in materia di edilizia e urbanistica)", di cui al punto 6) all'o.d.g.
Relatore di maggioranza è il Consigliere Rostagno, relatore di minoranza il Consigliere Vignale.
La parola al Consigliere Rostagno.



ROSTAGNO Elvio, relatore

Abbiamo condiviso l'ipotesi legislativa perché riteniamo che, pur avendo con tutta onestà, dobbiamo dirlo - più volte prorogato i termini di questo provvedimento in attesa di un testo che stabilizzasse queste forme derogatorie, siamo arrivati un po' lunghi. Adesso c'è un testo che è stato incardinato, che ha bisogno di un periodo affinché la Commissione faccia il suo lavoro. Le consultazioni sono praticamente in via di conclusione quindi darci il termine fino alla fine dell'anno ci sembra ragionevole soprattutto per il mondo dell'imprenditoria e dell'immobiliare in sé, che ha bisogno di una certezza che non si avrebbe con una sospensione.
Parallelamente, c'è anche un emendamento che tocca la legge n. 19 e che consente di rendere efficaci le variazioni sul regolamento edilizio dalla pubblicazione sul BUR, in modo tale che ci sia l'immediata efficacia nel momento in cui il Consiglio regionale fa la sua approvazione.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MOTTA



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca, relatore

Grazie, Presidente.
Assieme al Consigliere Graglia e ad altri colleghi abbiamo voluto presentare questa proposta di legge, essendo ben consci che non è la soluzione del tema del rilancio dell'edilizia piemontese. È esclusivamente la volontà - in attesa che vi sia una norma che, come altre Regioni hanno fatto prima di noi, e penso alla Regione Liguria, che ha in qualche modo stabilizzato e non reso temporale una possibilità di ampliamenti, ancorch non significativi, all'interno delle abitazioni esistenti - di non interrompere delle procedure.
Il motivo è molto semplice e banale. Riteniamo che la Pubblica Amministrazione debba essere quanto più possibile vicina ai cittadini e non causare un danno. Le pratiche, come ha ricordato l'Assessore Valmaggia in sede di Commissione, in questi anni, certamente sono state in numero limitato, ma ve ne sono state alcune.
Noi crediamo corretto che l'articolo 1 della legge n. 20 che, in qualche modo, ha prorogato ormai dal 2009 (non ricordo l'anno in cui è entrata in vigore questo termine), debba essere sostituito nel momento in cui vi è una nuova norma che, stabilmente, prevede le possibilità d'interventi di natura edilizia.
Evidentemente, l'aspetto più significativo non è questa norma che riteniamo, comunque, importante, ma sarà cercare di fare una buona norma sugli interventi edilizi, in particolar modo sulle attività di riuso, con aspetti anche d'incentivazione al riuso. Tuttavia, questo non è il tema di oggi, ma è il tema che ci vedrà impegnati nelle prossime settimane all'interno della II Commissione.
Voglio anche ringraziare i colleghi della II Commissione, la Presidente Conticelli e l'Assessore, perché è la dimostrazione che anche alcune proposte di buonsenso che provengono dall'opposizione possono diventare patrimonio comune del Consiglio regionale.



PRESIDENTE

Possiamo procedere all'esame dell'articolato.
ARTICOLO 1 Emendamento rubricato n. 1) presentato da Mighetti, Bono, Chiapello Frediani, Graglia, Rostagno, Vignale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola alla Consigliera Frediani per l'illustrazione.



FREDIANI Francesca

L'emendamento a prima firma del collega Mighetti va a modificare l'articolo 3, comma 3, della legge n. 19/1999: le parole "tale deliberazione divenuta esecutiva assume efficacia con la pubblicazione per estratto sul Bollettino Ufficiale della Regione" sono sostituite da "tale deliberazione divenuta esecutiva assume efficacia con la pubblicazione per estratto sull'Albo Pretorio online del Comune".
Ovviamente, per "deliberazione" s'intende l'approvazione di un regolamento edilizio comunale; si prevede, pertanto, che diventi esecutiva non con la pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione, ma sull'Albo Pretorio online, per evitare di intasare il Bollettino Ufficiale della Regione con tutte le deliberazioni dei singoli Comuni.
È semplicemente una procedura per snellire la burocrazia relativa all'approvazione dei piani.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Frediani.
Emendamento rubricato n. 3) presentato da Graglia e Vignale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Vicepresidente Graglia in qualità di Consigliere per l'illustrazione.



GRAGLIA Franco

Grazie, Presidente.
Essendo uguale a quello presentato dai colleghi del Movimento 5 Stelle, lo ritiro, avendo firmato il loro.
Grazie.



PRESIDENTE

L'emendamento rubricato n. 3) è dunque ritirato.
La parola all'Assessore Valmaggia per l'espressione del parere della Giunta regionale.



VALMAGGIA Alberto, Assessore all'urbanistica

Grazie, Presidente.
Come Giunta, accogliamo positivamente l'emendamento rubricato n. 1). Ci tenevo però a specificare che l'emendamento n. 1) non è uguale all'emendamento rubricato n. 3).
L'emendamento n. 3) fa soltanto riferimento alla "pubblicazione sul sito informatico del Comune". Noi abbiamo bisogno che quest'atto abbia una valenza pubblica, com'era il BUR, per cui è fondamentale che sia pubblicato sull'Albo Pretorio, affinché tutti ne siano informati.
L'emendamento n. 3) è stato ritirato, ma il parere sullo stesso non sarebbe stato favorevole.



PRESIDENTE

Se non vi sono ulteriori richieste d'intervento per dichiarazioni di voto invito tutti i colleghi a rientrare in aula perché ci accingiamo a votare.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 1), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Diamo atto, per il verbale, che la Presidente Frediani, il Consigliere Andrissi e il Consigliere Valetti hanno votato favorevolmente.
L'emendamento n. 3) è stato ritirato.
Indìco la votazione palese sull'articolo 1, così come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 2 Emendamento rubricato n. 2) presentato da Vignale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
L'emendamento vuole abrogare l'articolo 2 perché non più necessario, vista l'approvazione dell'articolo 1.



PRESIDENTE

Vi sono altre richieste d'intervento? Assessore Valmaggia, esprime parere favorevole?



VALMAGGIA Alberto, Assessore all'urbanistica

Sì.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 2), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Essendo stato approvato l'emendamento n. 2), non vi è necessità di votare l'articolo 2.
ARTICOLO 3 Indìco la votazione palese sull'articolo 3.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 4 Indìco la votazione palese sull'articolo 4.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione nominale sull'intero testo di legge.
Il Consiglio approva.
(vedi esito votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).


Argomento:

Programmazione dei lavori


PRESIDENTE

Avevamo detto che sulla proposta di deliberazione relativa al Piano di cronicità ci sarebbe stata solo la relazione, ma l'Assessore alla sanità non è presente, quindi la faremo nel pomeriggio. Nel pomeriggio ci sarà anche la relazione del Garante dei detenuti dopo il question time.
Pertanto, adesso esaminiamo qualche mozione o qualche ordine del giorno oppure chiudiamo la seduta e le proclamazioni degli eletti delle nomine le faremo nel pomeriggio. L'Assessore Saitta dovrebbe arrivare nel pomeriggio.
Ha chiesto la parola il Consigliere Ravetti; ne ha facoltà.



RAVETTI Domenico

Presidente, visto il numero di ordini del giorno e mozioni depositate gradirei che si potesse utilizzare anche l'ultima mezz'ora per trattarne alcune.



PRESIDENTE

Si può valutare se vi sono atti d'indirizzo che possono passare senza una grande discussione.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 12.21, riprende alle ore 12.38)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Comunico che il Consiglio della mattinata si chiude qui.
Buon pranzo a tutti e ci vediamo alle 14.30 per il question time.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 12.38)



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