Sei qui: Home > Leggi e banche dati > Resoconti consiliari > Archivio



Dettaglio seduta n.33 del 09/12/14 - Legislatura n. X - Sedute dal 25 maggio 2014 al 25 maggio 2019

Scarica PDF completo

Argomento:


MOTTA ANGELA



(I lavori iniziano alle ore 14.34 con l'esame del punto all'o.d.g. inerente a "Svolgimento interrogazioni e interpellanze")


Argomento: Beni culturali (tutela, valorizzazione, catalogazione monumenti e complessi monumentali, aree archeologiche) - Parchi e riserve

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 119 presentata dalla Consigliera Frediani, inerente a "Progetto relativo alla costruzione, nel Parco alto di Venaria Reale, di un'opera d'arte in calcestruzzo in omaggio a Filippo Juvarra"


PRESIDENTE

Buongiorno, colleghi. Iniziamo i lavori del sindacato ispettivo proponendo l'esame dell'interrogazione indifferibile e urgente n. 119 presentata dalla Consigliera Frediani, inerente a "Progetto relativo alla costruzione, nel Parco alto di Venaria Reale, di un'opera d'arte in calcestruzzo in omaggio a Filippo Juvarra".
La parola alla Consigliera Frediani per l'illustrazione.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Il Direttore della Reggia di Venaria, Alberto Vanelli, ha proposto all'architetto Libeskind di progettare e realizzare un'opera contemporanea in omaggio a Filippo Juvarra, nel giardino della Reggia.
La Soprintendenza, dopo aver esaminato le foto-simulazioni, ha dato un primo parere positivo, in attesa dell'autorizzazione definitiva, che verrà rilasciata solo a seguito della presa visione del progetto esecutivo e dopo averne valutato l'effettiva fattibilità. L'opera dovrebbe essere realizzata in sei mesi ed essere pronta a metà 2015, in tempo per l'Expo.
In un comunicato, diffuso dall'Ufficio Comunicazione e Stampa de "La Venaria Reale", si dava notizia dell'approvazione formale del progetto da parte dell'Assemblea del Consorzio "La Venaria Reale" e del parere positivo della Sovrintendenza. Stiamo parlando di un semi-cilindro in calcestruzzo armato bianco, dell'altezza di 16 metri e largo 28, che spunterà nel verde romantico del parterre del giardino.
Non potendo chiedere a Juvarra cosa ne pensi di questo gradito omaggio chiedo alla Giunta con quali modalità sia stato affidato all'architetto Libeskind il progetto di realizzazione dell'opera e se sia stato pubblicato un regolare bando di concorso. Inoltre, quali siano le motivazioni che hanno spinto la Soprintendenza per i beni culturali della Regione Piemonte ad approvare la realizzazione del progetto e se sia stata presentata una relazione tecnica e paesaggistico-ambientale che dimostri la coerenza dell'intervento proposto con gli obiettivi di qualità ambientale e con i valori riconosciuti al bene culturale. Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Parigi per la risposta.



PARIGI Antonella, Assessore alla cultura

Rispondo all'interrogazione n. 119.
A fine 2010, l'architetto Daniel Libeskind venne in visita alla Reggia di Venaria e rimase impressionato dalla bellezza del sito e affascinato dalle geometrie barocche dei suoi spazi.
Da quell'occasione nacque un dialogo con l'Architetto. Nell'autunno del 2011 si prospettò l'idea di realizzare una mostra all'interno della Citroniera, volta ad illustrare la costruzione di Torino capitale del Regno sabaudo, attraverso un viaggio nell'architettura barocca dedicata al suo principale artefice, Filippo Juvarra: artista, architetto e scenografo. Non a caso, Daniel Libeskind, prima che architetto, è studioso del barocco e professore nelle più prestigiose Università del mondo.
Tutto ciò risponde, non solo al progetto storico-artistico della Venaria, ma anche ad una forte strategia di comunicazione, che, attraverso l'inserimento di opere di personalità di fama mondiale, è in grado di far conoscere la Reggia nei grandi circuiti turistici e culturali internazionali.
Si insediò un primo nucleo di Comitato Scientifico, che, oltre a Daniel Libeskind, prevedeva studiosi juvarriani quali il professor Paolo Cornaglia, il professor Andrea Merletti e l'architetto Gianfranco Gritella.
Oltre che curatore, Daniel Libeskind fu incaricato della progettazione dell'allestimento e della direzione artistica dell'impianto scenografico che avrebbe accompagnato la mostra dal titolo "Juvarra visto da Libeskind".
L'Architetto presentò un progetto scenografico estremamente affascinante che prevedeva, partendo dalle geometrie juvarriane, una reinterpretazione contemporanea delle forme barocche.
Le eleganti forme progettate dall'architetto Libeskind, oltre a conferire di per sé un importante valore aggiunto alla mostra, erano in grado di coniugare sia l'esigenza della Venaria di realizzare elementi utilizzabili anche per le mostre future sia la testimonianza della contemporaneità, in linea con le strategie della Reggia, che da sempre è impegnata nel far dialogare passato e presente. Esigenze strettamente collegate che derivano, non solo dalla necessità di contenere i costi attraverso un allestimento stabile, in uno spazio quale la Citroniera sprovvisto di elementi tecnici, ma anche, principalmente, per conservare il più a lungo possibile le strutture, vere e proprie opere d'arte, progettate da un grande maestro dell'architettura contemporanea.
A gennaio 2013 il progetto fu presentato nel "Piano annuale delle attività 2014" e approvato dal Consiglio di Amministrazione dell'Assemblea dei Soci. Il contratto, stipulato ai sensi dell'articolo 57, lettera c), d.
lgs. 163 che prevede l'affidamento diretto per motivi di chiara fama predisposto con l'Architetto, prevedeva, oltre alla cura scientifica all'ideazione e direzione artistica della mostra, anche la progettazione scenografica dell'allestimento per un compenso pari a 125.000,00 euro, da corrispondersi, in parte, durante la progettazione e, in parte, ad avvenuta inaugurazione della mostra, prevista per la primavera 2014.
Furono avviati incontri informali con le autorità competenti, a cui fu sottoposta l'idea allestitivo-scenografica. In tali incontri, i responsabili della tutela manifestarono dubbi e perplessità sull'inserimento di elementi allestitivi contemporanei nella Citroniera juvarriana, in particolare se destinati a permanere nel lungo periodo. Tali perplessità furono recepite dalla Venaria e furono accolti i suggerimenti di realizzare l'opera in un'area più defilata dei giardini.
Quindi, in data 24 luglio 2013, si diede comunicazione all'arch.
Libeskind dell'impossibilità di procedere nella programmazione della mostra "Juvarra visto da Libeskind".
Al fine di non vanificare l'impegno progettuale e creativo già sviluppato, dopo un'attenta analisi, la Venaria decise di procedere riprendendo le idee e gli studi di Libeskind, con l'allestimento di un'installazione artistica che celebrasse la Reggia barocca, attraverso l'opera degli architetti che ad essa si dedicarono, primo tra i quali Filippo Juvarra, opera da posizionare all'esterno della Reggia. L'idea fu presentata al Consiglio di Amministrazione nel novembre 2013 all'interno del nuovo "Piano delle attività 2014".
Lo spazio identificato per collocare l'opera è stato individuato nel Parco Alto dei Giardini della Reggia, nel terzo boschetto, sul sedime attualmente a Gerbido, compreso tra l'attuale roseto e i boschetti già realizzati posti in adiacenza del parcheggio Juvarra e dell'aviocampo dell'Esercito. La realizzazione dell'opera di Libeskind si inserisce nel programma che prevede il completamento del nuovo roseto, la realizzazione del boschetto che ospiterà l'opera di Libeskind e la ricostruzione del labirinto, sulla base dell'antico disegno di Filippo Juvarra.
L'esecuzione, seppur graduale, di questi tre interventi consentirà di concludere la fase di realizzazione dei nuovi giardini avviata nel 1999.
All'interno di quest'area l'installazione artistica di Daniel Libeskind avrà una permanente e definitiva collocazione nel complesso della Reggia di Venaria, affiancando altre testimonianze di maestri della contemporaneità quali Giuseppe Penone e Giovanni Anselmo.
L'opera consentirà di rappresentare, con la forza del segno di Libeskind, le sculture sopravvissute alla demolizione dei giardini storici e i frammenti affiorati durante gli scavi per la realizzazione dei nuovi giardini. Inoltre, il pubblico potrà raggiungere la sommità dell'opera godendo di una prospettiva inusuale delle geometrie dei giardini e della Reggia.
La presenza di un'opera d'arte della qualità e del richiamo, come quella realizzata da Liebeskind e l'inserimento del labirinto juvarriano rappresenteranno un ulteriore motivo di grande attrazione e richiamo per il pubblico nazionale ed internazionale.
Il cambio del progetto è stato formalizzato con un nuovo contratto nel febbraio 2014, assegnato ai sensi dell'articolo 57, lettera c), che prevede un costo di 50.000 euro. L'aumento di costo è determinato dallo studio di un'opera con caratteristiche più articolate di quanto previsto per le strutture di allestimento di mostra.
C'è poi, un'ulteriore parte che riguarda l'aspetto ambientale, che è di competenza dell'Assessore Valmaggia e che vado a leggere.
In merito all'interrogazione in oggetto, si riferisce che il Parco della Venaria Reale, all'interno del quale è prevista la collocazione dell'opera d'arte dell'architetto Libeskind, ricade in ambiti soggetti a tutela paesaggistica ai sensi del d.lgs. 42/04, parte III, e pertanto l'esecuzione di interventi modificativi dello stato dei luoghi è soggetta al preventivo rilascio, secondo le procedure previste dall'articolo 146 del d.lgs. 42/04, dell'autorizzazione paesaggistica.
Poiché il Comune di Venaria Reale non risulta ancora idoneo all'esercizio della funzione autorizzatoria in materia di paesaggio, la competenza al rilascio di tale autorizzazione, previa acquisizione del parere vincolante della Soprintendenza, è in capo alla Regione (Settore Attività di Gestione e Valorizzazione del Paesaggio).
A seguito della verifica condotta sui provvedimenti predisposti dal competente Settore nel corso del 2014, non risulta sia stata rilasciata alcuna autorizzazione paesaggistica inerente l'intervento in oggetto, n risultano siano pervenute richieste di autorizzazioni in merito o pareri espressi dalla Soprintendenza.
La Reggia di Venaria fa parte del sito UNESCO seriale "Residenze sabaude" e il parco ricade all'interno della zona di protezione (buffer zone) che ha la funzione di proteggere l'eccezionale Valore Universale riconosciuto al sito (core zone - Reggia di Venaria).
Si segnala che le Linee Guida Operative per l'attuazione della Convenzione sul patrimonio Mondiale UNESCO forniscono indicazioni operative sul monitoraggio dello stato di conservazione dei siti UNESCO.
In tal senso l'articolo 172 invita gli Stati a informare il Comitato Mondiale sull'intenzione di intraprendere o autorizzare lavori di restauro o nuove costruzioni che possano incidere sull'eccezionale valore del bene.
Inoltre l'area del parco alto dei giardini della Reggia di Venaria Reale è compresa entro il territorio del Parco naturale La Mandria disciplinato dalla LR 19/2009 "Testo unico sulla tutela delle aree naturali e della biodiversità". L'area è altresì compresa entro i confini del Sito di Importanza Comunitaria "La Mandria", facente parte della Rete Natura 2000.
Il Parco naturale è dotato di Piano d'Area, strumento di pianificazione territoriale sovraordinato rispetto agli strumenti urbanistici; l'ambito della Reggia e dei giardini, indicato con la lettera "T" degli elaborati del Piano d'Area, è disciplinato all'articolo 6 delle Norme di Attuazione ove si prevede, in sintesi, la ricostituzione della connessione architettonico-paesaggistica tra il Castello di Venaria Reale ed il principale accesso all'area di proprietà regionale (Ponte Verde) secondo gli schemi sei-settecenteschi, nonché la realizzazione di infrastrutture e servizi per la fruizione del Parco e del Castello.
La competenza al rilascio del parere di conformità al Piano d'Area, nel caso di nuove opere o ampliamenti, è in capo all'Ente di gestione delle aree protette dell'Area metropolitana di Torino.
Lo stesso Ente di gestione è delegato allo svolgimento della procedura di Valutazione d'Incidenza per gli interventi da realizzare all'interno del territorio del SIC.


Argomento: Attivita' di promozione

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 134 presentata dalla Consigliera Frediani, inerente a "Eventuale conflitto di interessi dell'Assessore Parigi relativamente al progetto Hangar"


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 134 presentata dalla Consigliera Frediani, che ha la parola per l'illustrazione.



FREDIANI Francesca

Grazie.
E' stato istituito il progetto Hangar, voluto dall'Assessorato alla cultura e turismo della Regione Piemonte, per offrire servizi e competenze ai liberi professionisti, alle istituzioni, agli enti, alle associazioni che vogliono realizzare un'idea imprenditoriale nel settore culturale.
Il progetto prevede l'organizzazione di laboratori e workshop curati da partner culturali, tra cui il Circolo dei Lettori, la Scuola Holden, la Fondazione Fitzcarraldo, Associazione Piùconzero e Talent Garden, i quali pertanto, percepiranno risorse pubbliche per la realizzazione delle citate attività.
I laboratori sono cofinanziati dall'Assessorato alla cultura e turismo della Regione Piemonte. Pertanto, il costo a carico del partecipante è costituito solo dalle spese minime necessarie.
In questo modo l'iscrizione risulta essere accessibile per tutti.
Queste sono citazioni che ho preso dal sito del progetto Hangar.
L'Assessore Antonella Parigi nella lettera formale di invito alla presentazione del progetto Hangar definisce la proposta come propria e come parte del proprio programma. Antonella Parigi nel 1994 - è inutile che lo stia a dire, perché credo che conosca perfettamente il proprio curriculum fonda con Alessandro Baricco e altri tre soci la Scuola Holden, di cui è stata direttrice fino al gennaio 2005.
Il Circolo dei Lettori è nato a Torino nell'ottobre 2006, sempre ideato da Antonella Parigi. Cito da Il Sole 24 Ore: "Per questo la Regione guidata dalla Giunta Chiamparino, ha deciso di farsi promotrice a Torino del 'Progetto Hangar, reinventare il futuro' presentato lo scorso sabato.
Il costo di partecipazione, che varierà a seconda delle tipologie e della durata degli incontri, sarà agevolato, grazie al cofinanziamento da parte della Regione".
Chiedo pertanto all'Assessore se i partner del progetto siano stati selezionati mediante una procedura ad evidenza pubblica, anche alla luce del rapporto intercorrente tra alcuni di questi e l'Assessore stesso.
Chiedo come si intenda dare adeguata trasparenza ed attivare delle procedure di controllo sull'effettiva attività e sulla congruità dei costi riconosciuti ad enti partner, evitando possibili situazioni di conflitto di interesse.
Infine, chiedo se si ravvisi un conflitto di interessi, dal momento che il progetto è finanziato con risorse regionali e coinvolge anche associazioni ed enti, con i quali l'Assessore ha avuto dei legami. Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Parigi per la risposta.



PARIGI Antonella, Assessore alla cultura

In merito all'interrogazione in oggetto, si conferma che il progetto regionale "Hangar. Reinventare il futuro", declinato nelle sue varie forme è stato ideato e voluto dall'Assessorato alla cultura, con l'obiettivo specifico di diffondere la cultura progettuale e potenziare la capacità di ciascuno a prendere le decisioni strategiche.
Del progetto è stata data anticipazione con diversi strumenti comunicativi, tra cui anche via web, e la giornata di presentazione in data 4 ottobre, indipendentemente dalle successive articolazioni amministrative che sono state assunte per la realizzazione del progetto.
Ai fini infatti della sua concreta realizzazione, l'Assessorato alla cultura, considerata la specifica missione istituzionale della Fondazione Circolo dei Lettori, della quale la Regione è socio fondatore unico, e considerato altresì che la Fondazione dispone delle necessarie conoscenze abilità operative e personale specializzato, necessari a garantire il rispetto di tutte le fasi della realizzazione del progetto, ha richiesto la collaborazione della Fondazione stessa.
La Fondazione ha trasmesso una risposta di interesse alla realizzazione del progetto, impegnandosi ad inserirne lo sviluppo, a partire dall'anno 2014, nelle proprie attività programmatiche.
Acquisita tale disponibilità a collaborare, l'amministrazione regionale ha provveduto, con determinazione dirigenziale n. 508 del 15/10/2014 e in considerazione della qualità di socio fondatore unico ricoperto dalla Regione stessa all'interno dell'Ente e considerata altresì la coerenza dell'iniziativa con le disposizioni statutarie, a riconoscere alla Fondazione un contributo pari a euro 75.250,00 ad incremento del sostegno annualmente erogato per il funzionamento da destinare alla realizzazione del progetto "Hangar".
In merito alla prima e seconda osservazione oggetto dell'interrogazione, si precisa che l'individuazione degli eventuali partner da coinvolgere nella realizzazione del progetto non rientra tra le attività a carico della Regione Piemonte, bensì della Fondazione Circolo dei Lettori che, con proprie modalità e in piena autonomia amministrativa provvede a definire i rapporti con gli altri collaboratori di progetto.
La Regione, a fronte del contributo erogato per la realizzazione del progetto, garantisce, in analogia a quanto osservato per i progetti a regia regionale, i controlli sullo svolgimento delle attività mantenendo il coordinamento delle varie fasi progettuali e il controllo sulla rendicontazione delle attività svolte.
Per quanto concerne infine l'ultima osservazione oggetto dell'interrogazione, ovvero se possa ravvisarsi un conflitto di interessi tra il progetto come sopra finanziato con risorse regionali e la mia posizione, non sussistono elementi tali da evidenziare alcun interesse diretto o indiretto da parte mia che, una volta dimessa la carica di Direttore della Fondazione Circolo dei Lettori, non ricopro altri incarichi all'interno della stessa, se non quella propria della mia funzione di Assessore, in qualità di rappresentante della Regione Piemonte (socio fondatore unico) nell'assemblea dei soci dell'Ente, su delega del Presidente della Regione.


Argomento: Contratti ed appalti

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 136 presentata dalla Consigliera Frediani, inerente a "Intenzione in merito alla vicenda giudiziaria che ha coinvolto Gesconet"


PRESIDENTE

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 136, presentata dalla Consigliera Frediani, che ha la parola per l'illustrazione.



FREDIANI Francesca

Grazie.
Il 21 ottobre 2014 appare, sul sito della Guardia di Finanza, il seguente comunicato: "Operazione Miliardo - il Nucleo Speciale Polizia Valutaria ha sequestrato beni per centinaia di milioni di euro. I finanzieri del Nucleo Speciale di Polizia Valutaria - coordinati dal pool di Magistrati della Procura di Roma del Gruppo Economia - stanno eseguendo un decreto di sequestro preventivo finalizzato alla confisca per oltre 100 milioni di euro, emesso dal Giudice per le indagini Preliminari di Roma dott. Valerio Savio, nei confronti di Gesconet. Attualmente sono indagati 62 soggetti per reati di associazione per delinquere, bancarotta fraudolenta, riciclaggio e reati tributari".
La cooperativa si occupa di trasporti, facchinaggio, pulizie e vigilanza privata. La contestazione della Guardia di Finanza riguarda fatture false per operazioni inesistenti, bancarotta fraudolenta e riciclaggio.
Il meccanismo fraudolento, utilizzato dal 2001 alla data odierna consisteva, generalmente, nell'affidamento di servizi in subappalto a società cooperative appositamente costituite, da parte delle società consortili amministrate dagli indagati, che si aggiudicavano gli appalti sia da enti pubblici sia da società private di rilevanza nazionale.
Il 22 ottobre 2014, il Corriere della Sera titolava: "I fondi neri e la lista delle mazzette. I conti che portano alla politica. Tra i clienti, la Camera dei Deputati, il Campidoglio e la Regione Piemonte".
La Regione Piemonte figura, quindi, tra i committenti della Gesconet con diversi appalti: si va dal trasloco di arredi e di materiale vario negli uffici regionali all'allestimento di mostre, allo svolgimento del servizio di disallestimento, imballaggio e trasporto dei materiali espositivi all'esposizione denominata "Museo Olimpico Torino 2006" allestita nel corso del 2010 presso il Museo Regionale di Scienze Naturali.
A tal proposito, chiedo quali strumenti abbia utilizzato la Regione Piemonte per controllare, in passato, l'attività oggetto degli appalti affidati alla Gesconet e se la Regione intenda approfondire la questione onde verificare la sussistenza di un possibile danno alle casse regionali e, nel caso tale danno fosse dimostrato, quali azioni intenda intraprendere a livello giudiziario.
Grazie.



PRESIDENTE

Risponde l'Assessore Parigi; prego.



PARIGI Antonella, Assessore regionale

Con riferimento all'interrogazione in oggetto, si trasmettono i seguenti elementi di risposta.
Il Settore Museo Regionale di Scienze naturali, per garantire lo sviluppo delle sue attività istituzionali, tra cui quelle di valorizzazione del patrimonio delle proprie collezioni e di diffusione della conoscenza scientifica e naturalistica, ha programmato ed ha provveduto, anche in collaborazione con altre istituzioni museali regionali, nazionali ed internazionali, alla organizzazione e realizzazione di eventi espositivi.
Per realizzare tale progettualità, il Settore svolge una serie complessa di operazioni che riguardano lo sviluppo degli specifici aspetti museologici e museografici, nonché organizzativi e logistici.
In particolare, e se necessario, si occupa di organizzare le attività di trasporto e di stoccaggio dei materiali necessari per l'allestimento delle mostre.
Al fine dello svolgimento del servizio di trasporto della mostra "I Fossili di Bolca. Tesori delle Rocce", realizzata dal Museo Civico di Storia Naturale di Verona, è stata avviata una trattativa con cinque ditte specializzate, a seguito della quale l'offerta praticata dalla Società Gesconet S.c.p.a., Corso Giulio Cesare 338/50/D, 10155 Torino, è risultata la più conveniente per l'Amministrazione regionale.
Il servizio è stato quindi affidato con Determinazione Dirigenziale n.
289 del 15 marzo 2010 e svolto dalla Ditta aggiudicataria puntualmente e con correttezza, per un importo di euro 3.840,00.
Con Determinazioni Dirigenziali n. 197 del 29 marzo 2011 e n. 798 del 14 novembre 2011, al fine di provvedere allo smontaggio, imballaggio stoccaggio provvisorio e trasporto presso lo stesso Forte dei materiali della Mostra organizzata presso il Museo Regionale di Scienze Naturali, in occasione dello svolgimento delle Olimpiadi invernali di Vancouver per ricordare l'evento olimpico di Torino 2006 "Museo olimpico", è stato affidato un apposito incarico alla stessa Società Gesconet di Torino.
La mostra è stata inaugurata alla fine del 2011 presso il Forte di Exilles, dove è attualmente visitabile.
L'incarico è stato affidato direttamente (ai sensi dell'articolo 57, c.
5, lettera b) del D.Lgs. 163/2006) alla succitata ditta, in quanto già affidataria dei servizi di movimentazione e di trasporto sul territorio regionale di arredi della Regione Piemonte per conto della Direzione Patrimonio e Tecnico. Al fine della valutazione dell'importo dei servizi richiesti, si è fatto riferimento ai prezzi del Capitolato allegato al Contratto, siglati tra la stessa Società e la Direzione Patrimonio e Tecnico - Settore Economato, Cassa economale e Beni mobili.
Anche quest'attività è stata svolta puntualmente e con correttezza, per un importo complessivo di euro 19.055,86.
Nello svolgimento del servizio, ed in particolare all'atto della liquidazione delle somme pattuite, è stata inoltre verificata positivamente la regolarità dei versamenti contributivi effettuati dalla Ditta tramite richiesta del DURC alla sede INPS di Roma.


Argomento: Programmazione sportiva (impianti e attivita") - Protezione della natura (fauna, flora, minerali, vigilanza, ecc.)

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 120 presentata dal Consigliere Bertola, inerente a "Crossodromo abusivo di Orbassano, un iter fuori controllo con approdo della variante al piano regolatore comunale 23 contra legem"


PRESIDENTE

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 120, presentata dal Consigliere Bertola, che ha la parola per l'illustrazione.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Parliamo di questo Crossodromo di Orbassano, che possiamo definire abusivo, il cui percorso parte nel 2009 quando, a seguito dei lavori per la manutenzione straordinaria dell'acquedotto Pinerolo-Torino, si individuava in località Tetti Valfrè, un percorso a fini definitivi turistici e sportivi, per lo svolgimento di manifestazioni motoristiche fuoristrada proprio all'interno del cantiere della manutenzione.
Questo percorso, sancito con delibera della Giunta comunale, risulterà poi anomalo per tutta una serie di fattori, tra i quali la sua costruzione su terreni agricoli e non su un tracciato già esistente, la mancanza di segnalazioni e la presenza di recinzione, l'ingresso riservato alle federazioni sportive, quindi non un percorso turistico, e ai loro tesserati. Di fatto, a tutti gli effetti, un crossodromo abusivo di circa 70 mila metri quadrati, definito abusivo anche dal GIP di Pinerolo, poich viola la legge regionale 32 del 1982.
Finiti i lavori di manutenzione straordinaria - siamo ad autunno 2010 tutti questi terreni interessati dall'intervento di manutenzione vengono riconsegnati all'uso agricolo di designazione, quali "altamente produttivi", tranne appunto quest'area, dov'è sorto il crossodromo.
Nel frattempo, è nato un Comitato spontaneo, il Comitato Tetti Valfrè che, insieme al WWF e a Pro Natura, ha intrapreso diverse azioni, riprese poi anche dal Movimento 5 Stelle, con due interrogazioni presentate nella scorsa legislatura.
Parliamo di un crossodromo che è proprio a metà strada tra il SIC di Stupinigi e il Parco Naturale del Sangone, che dista appunto un chilometro dal crossodromo, così come il SIC di Stupinigi.
Nel piano paesaggistico regionale, questo territorio è classificato come "contesto periurbano di rilevanza regionale".
Siamo al 2013, quando il Comune di Orbassano presenta una variante al Piano regolatore, appunto per sanare quest'abusivismo. All'interno di questo intervento, riguardante lo spazio sportivo per esercizio motociclistico, si assiste al passaggio del sito da solo uso amatoriale ad uso competitivo di terza categoria. La variante prevede, tra l'altro l'adeguamento della pista e delle strutture, con un ulteriore consumo di suolo, pari a 3.050 metri quadrati, più 369, quattro metri quadrati, e la costruzione di un parcheggio auto di 118 posti.
L'Assessore Ravello, nel novembre 2012, diceva che la Regione, una volta presentata la variante, avrebbe sottoposto la stessa, nella sua interezza, alla valutazione di incidenza, ai sensi delle vigenti direttive comunitarie, vista la presenza nel territorio comunale di siti appartenenti alla Rete Natura 2000.
Lo stesso Assessore, in data 20 maggio 2013, in sede di conferenza congiunta della V Commissione e della III Commissione, ha affermato che "la valutazione di incidenza non è stata realizzata in quanto la continuità ecologica dell'area era già stata compromessa", quindi tanto valeva.
Secondo la legge regionale n. 40/1998, va ricordato che le "piste permanenti per corse e prove di automobili, motociclette ed altri veicoli a motore" devono essere sottoposte alla procedura di Valutazione di Impatto Ambientale. Però, questa area non entrerà mai in fase di valutazione ambientale perché dichiarata non necessaria dalla Provincia di Torino con una determina dirigenziale.
Nel frattempo, la Procura della Repubblica di Torino ha aperto un fascicolo sulla questione.
L'ultimo atto è del 20 maggio 2013, quando i Presidenti della V e della III Commissione, con l'avvallo dei Commissari, hanno valutato opportuno procedere ad un supplemento di analisi, analizzando in modo più compiuto il profilo giuridico della trasformazione di quel sito.
Mi segnalano che i Commissari di centrosinistra, che allora erano all'opposizione, concordavano totalmente con le posizioni espresse dagli auditi del Comitato Tetti Valfrè.
Date queste premesse, interroghiamo la Giunta per sapere quale posizione intenda prendere in merito a questo crossodromo, nato in violazione della legge n. 32/1982. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Bertola.
La parola all'Assessore Valmaggia per la risposta.



VALMAGGIA Alberto, Assessore all'ambiente

Grazie, Presidente.
In realtà, dal racconto svolto dal Consigliere Bertola si evince che questo tema è stato oggetto già di articolate e ripetute puntate, molti sono stati gli aggiornamenti nella passata legislatura, anche a seguito della presentazione di interrogazioni da parte dei Consiglieri regionali.
Lo snodo è il passaggio dalla legge regionale n. 32/1982, per quanto riguarda i percorsi fuoristrada amatoriali, alla legge regionale n.
40/1998, relativamente agli impianti fuoristrada a valenza sportiva.
Infatti, nel mese di maggio 2013 è stata presentata la domanda alla Provincia per la Verifica di Impatto Ambientale, a seguito della LR n.
40/1998.
Sono stati esaminati anche livelli di rumori. In quest'ambito, la Regione, che era stata coinvolta per un'eventuale Valutazione di Incidenza rispondeva al Comune di Orbassano, che richiedeva un parere sulla necessità o meno di sottoporre la Variante parziale urbanistica - avviata dal Comune di Orbassano - alla procedura di Valutazione di Incidenza. La Regione fatta questa valutazione, significava che il percorso oggetto dell'interrogazione - cioè questa area - era posto in fregio ad importanti vie di comunicazione all'interno di un territorio già antropizzato e più precisamente tra l'abitato di Tetti Valfrè e l'autostrada A55 Torino Pinerolo, a circa un chilometro dai confini del SIC "Stupinigi", che coincide con l'omonima area protetta regionale e a circa un chilometro a sud dell'area contigua della fascia fluviale del Po.
In particolare, si osservava che tra il SIC/Parco di Stupinigi e l'area contigua non c'è, purtroppo, alcuna connessione ecologica, essendo il territorio attraversato dalla suddetta autostrada e occupato da un'importante area industriale sviluppata lungo la strada Torino-Pinerolo a sud dell'area contigua. Pertanto, non si è ritenuto che il percorso fuoristrada costituisse un ulteriore elemento limitante, a fronte di un'invalicabilità già determinata dalle altre componenti antropiche succitate.
Nello specifico, per quanto riguarda le specie dei chirotteri, dalla documentazione relativa alla variante del PRGC, si evinceva che nel crossodromo non erano previste attività notturne, pertanto non si configurava alcun potenziale impatto luminoso.
A seguito di queste valutazioni, è andata avanti la Variante urbanistica (la procedura di VIA), da parte della Provincia di Torino.
Nell'ambito della procedura di VIA è stato coinvolto anche l'Ente di gestione dell'area protetta dell'Area Metropolitana di Torino, competente per la valutazione dell'eventuale interferenza tra gli habitat del SIC e il progetto in esame. Con nota del 5 dicembre 2013, l'Ente di gestione dell'area protetta ha dichiarato che dall'esame degli elaborati non sono emersi elementi significativi per quanto riguarda le possibili interferenze del progetto in esame con le specie e gli habitat tutelati dal SIC.
Si specifica inoltre che, stante l'esito della procedura di VIA provinciale, l'impianto in oggetto è diventato a tutti gli effetti un impianto sportivo di motocross per uso competitivo e che è quindi decaduta la sua precedente funzione di percorso fuoristrada istituita ai sensi dell'articolo 11 della legge n. 32/1982.



PRESIDENTE

Con la risposta dell'Assessore Valmaggia a quest'interrogazione dichiaro chiusa la trattazione delle interrogazioni e interpellanze.



(Alle ore 15.10 il Presidente dichiara esaurita la trattazione del punto all'o.d.g. inerente a "Svolgimento interrogazioni ed interpellanze")



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAUS



(La seduta ha inizio alle ore 15.15)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta")

Ordine del giorno n. 142 presentato dai Consiglieri Grimaldi e Ravetti inerente a "Nuove linee d'indirizzo per l'assistenza residenziale per anziani non autosufficienti e riclassificazione degli interventi domiciliari in lungoassistenza" (iscrizione all'o.d.g.)


PRESIDENTE

Do atto che l'o.d.g. è stato comunicato con la convocazione.
Chiedo se vi siano ulteriori proposte di modifica.
Ha chiesto la parola il Consigliere Grimaldi; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Le chiederei di aggiungere all'o.d.g. l'ordine del giorno inerente a "Nuove linee d'indirizzo per l'assistenza residenziale per anziani non autosufficienti e riclassificazione degli interventi domiciliari in lungoassistenza". Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.


Argomento: Ordine pubblico e sicurezza

Ordine del giorno n. 143 presentato dai Consiglieri Gariglio, Pichetto Fratin, Conticelli, Accossato, Gallo, Ravetti, Ferrentino, Ottria Barazzotto, Rostagno, Rossi, Caputo, Appiano e Baricco, inerente a "Condanna del manifesto apparso in Val di Susa il 6 dicembre 2014" (iscrizione all'o.d.g.)


PRESIDENTE

La parola al Consigliere Gariglio.



GARIGLIO Davide

Grazie, Presidente.
Chiederei l'iscrizione all'o.d.g. della seduta pomeridiana di un ordine del giorno avente ad oggetto "Condanna del manifesto apparso in Val di Susa il 6 dicembre 2014".



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Gariglio.


Argomento: Contributi alle attività produttive

Ordine del giorno n. 138 presentato dai Consiglieri Laus, Ruffino e Benvenuto, inerente a "Contributi all'editoria" (iscrizione all'o.d.g.)


PRESIDENTE

La Presidenza chiede l'iscrizione dell'ordine del giorno n. 138 inerente a "Contributi all'editoria", a firme un po' trasversali.
Consigliere Gariglio, le chiedo di far pervenire alla Presidenza il testo cartaceo del suo documento. Grazie.
Non essendovi ulteriori richieste di modifica, l'o.d.g. è approvato, ai sensi dell'articolo 58 del Regolamento.


Argomento:

Approvazione processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Approvazione processi verbali precedenti sedute", comunico che sono stati approvati i verbali del 25 e 26 novembre 2014.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Ha chiesto congedo il Consigliere Valle.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

c) Processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

Sono a disposizione e riproducibili, su richiesta, i processi verbali delle sedute del 27 novembre 2014 e del 2 dicembre 2014.


Argomento:

d) Non impugnativa


PRESIDENTE

Il Consiglio dei Ministri ha esaminato in data 1 dicembre le seguenti leggi regionali e ha deliberato la non impugnativa.
Legge regionale n. 14 del 14/10/2014, "Norme sul procedimento amministrativo e disposizioni in materia di semplificazione".
Legge regionale n. 15 del 14/10/2014, "Disposizioni in materia di nuova composizione dei Collegi sindacali delle Aziende Sanitarie regionali.
Modifiche alla legge regionale n. 10 del 24/1/1995 - ordinamento organizzazione e funzionamento delle Aziende Sanitarie regionali".


Argomento: Diritti umani

Esame proposta di deliberazione n. 36, inerente a "Istituzione del Comitato regionale per i diritti umani"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare la proposta di deliberazione n. 36, di cui al punto 3) all'o.d.g.
Ci sono interventi sulla discussione generale? La parola alla Vicepresidente Ruffino, che interviene in qualità di Consigliera.



RUFFINO Daniela

Grazie, Presidente.
Intanto, è importante far emergere che il Comitato promuove il rispetto e la tutela dei diritti umani con particolare riferimento al diritto di autodeterminazione dei popoli. Credo che tutta l'Aula ricordi le varie iniziative che sono state portate avanti per i diritti umani con il Comitato per il Tibet.
C'è una forte preponderanza e un'intenzione di lavorare con le associazioni e le organizzazione non governative nazionali ed internazionali che si riconoscono con il principi della solidarietà internazionale e che si occupano della salvaguardia dei diritti umani.
La composizione del Comitato credo possa essere vista dalla documentazione a mano dei Consiglieri. L'insediamento e la durata in carica è sino alla scadenza del Consiglio regionale.
Penso che si possano unire anche tutte le varie iniziative che sono state fatte, ad esempio, in occasione del femminicidio, ossia di tutte quelle iniziative che possono essere utilizzate a sensibilizzazione del rispetto della persona.
Credo che il comitato potrà portare avanti con il contributo di tutti dei compiti molto importanti: questo è quanto ci siamo detti nell'Ufficio di Presidenza. Peraltro, ho avuto anche occasione di parlare con alcuni colleghi Consiglieri che mi sono parsi molto interessati. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Ruffino.
Non essendovi ulteriori richieste di intervento, indìco la votazione palese sulla proposta di deliberazione n. 36, il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento: Trattamento economico dei Consiglieri

Esame proposta di legge n. 52, inerente a "Riduzione dell'assegno vitalizio"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame del disegno di legge n. 52, inerente a "Riduzione dell'assegno vitalizio", di cui al punto 4) all'o.d.g.
Relatore di maggioranza è il Consigliere Appiano; relatore di minoranza è il Consigliere Bono.
Invito i colleghi a sedersi e i collaboratori al silenzio.
La parola al Consigliere Appiano.



APPIANO Andrea, relatore

Grazie, Presidente.
Non mi è stato passato il testo della relazione, quindi vado a braccio a vostro rischio e pericolo.
Credo che quella che affrontiamo oggi è una proposta di legge né più n meno delicata rispetto a tante altre, direi tutte, proposte di legge, nel senso finanche su un tema ove il relatore e molti di coloro i quali interverranno come Consiglieri della nuova legislatura non avranno diritto al vitalizio che è stato cancellato con efficacia, appunto, da questa legislatura, non per questo il tema va trattato con superficialità o magari sull'onda emotiva del momento.
Quindi, la proposta è costruita cercando di mantenere in piedi un bilanciamento tra due principi distinti: da un lato il principio della necessità di contenimento della spesa pubblica, che in questo, come in altri campi connessi ai costi della politica, è un tema quanto mai attuale e improcrastinabile.
Questa sarà una legislatura difficilissima: a tutti verranno chiesti sacrifici o sarà necessaria una riorganizzazione complessiva della macchina regionale. Certo è che soggetti che devono anche dare il loro contributo in termini individuali sono certamente gli interpreti della battaglia e dell'agone politico. Quindi i Consiglieri della legislatura in corso, ma anche i Consiglieri delle precedenti legislature.
Dall'altro però, vi è un altro principio che ha una caratura costituzionale, che è quella dell'affidamento verso i principi e l'ordinamento giuridico: cambiare, con efficacia immediatamente retroattiva, un sistema di norme che, invece, erano in vigore nel momento in cui i Consiglieri - in questo caso, le persone in generale - mettono in atto i loro comportamenti o prendono delle decisioni, va fatto con grande delicatezza e attenzione. Possiamo altrimenti scrivere una norma magari molto evoluta, ma poi non passa al vaglio dell'analisi della costituzionalità del provvedimento medesimo. Noi abbiamo il dovere di scrivere delle norme che, in punta di principio, siano costituzionalmente legittime. Non per altro, in Commissione ci siamo presi un po' di tempo e abbiamo chiesto agli Uffici regionali un parere in relazione alla legittimità del provvedimento medesimo.
Da un lato quel parere afferma che il principio di irretroattività delle norme, se ha una sua costituzionalità forte, o costituzionalizzazione, forte, in campo del diritto penale ha una costituzionalizzazione più debole nei confronti delle norme, non del diritto penale. Anche se esiste un principio generale della legge contenuta nel Codice Civile in cui si afferma l'irretroattività di tutte le normative.
Dall'altro lato, si riflette sulla natura del vitalizio. Se è vero che pare esistere un orientamento generalizzato che non associa al trattamento pensionistico il vitalizio dei Consiglieri regionali, è altresì vero che alcune pronunce giurisprudenziali dicono il contrario, quindi occorre leggere con attenzione le medesime.
E' chiaro che se noi riusciamo a tarare un intervento su quei principi di maggior prudenza che la disciplina pensionistica impone, allora riusciamo ad immaginare che il provvedimento di legge che andiamo a licenziare abbia una forza superiore. Il parere affermava, in modo inequivocabile, che la tutela delle situazioni di basso reddito e la non incisione rispetto a trattamenti già percepiti, sono un limite oltre il quale non si può andare se si intende approvare una norma legittima.
Da questo punto di vista, la proposta di legge che andiamo oggi ad analizzare, all'articolo 1 fissa, nei 65 anni di età il requisito anagrafico per maturare il diritto alla percezione del vitalizio con un secondo comma, che prevede che, per i Consiglieri che abbiano maturato più di cinque anni di legislatura, per ogni anno superiore, è possibile scendere di un anno rispetto a questo tetto anagrafico, fino ad un limite minimo di sessant'anni.
Il secondo comma è quello che, prendendo spunto da un accordo siglato a livello nazionale dai Presidenti delle Assemblee legislative, prevede una riduzione percentuale e progressiva dell'entità dell'assegno vitalizio nell'ordine del 6% per importi di assegno fino a 1.500 euro; di un ulteriore 9% per la quota che stia sopra ai 1.500 fino ai 3.500 euro dell'ulteriore 12% per la quota tra i 3.500 e i 6.000 mila euro, e di un ulteriore 15% per la parte superiore ai 6.000 euro.
Al secondo comma dell'articolo 2 è previsto, e su questo vorrei soffermarmi un attimo, un'ulteriore decurtazione dell'assegno, così come definito secondo le percentuali di riduzione del comma 1, del 40% nella sua integrità, laddove il percettore dell'assegno vitalizio cumuli il medesimo con vitalizi di altre assemblee legislative, siano esse il Parlamento italiano o il Parlamento europeo.
Il terzo comma prevede, anche per le reversibilità, le medesime percentuali. Il IV comma prevede delle abrogazioni di norme che sono incompatibili con la nuova disciplina normativa; il V comma è quello che fa salve le situazioni di basso reddito. Cioè si afferma che, laddove il reddito ulteriore rispetto a quello derivante dalla percezione di vitalizio sia inferiore ai 18 mila euro annui, come risultante dalle dichiarazioni dei redditi o modello CUD dell'anno precedente, queste riduzioni non si applicano.
In seguito vi è la norma finale e l'entrata in vigore. La norma finale è quella che afferma che il limite dei 65 anni di età si applica a coloro per i quali l'assegno vitalizio deve ancora essere corrisposto.
Per quanto riguarda l'entrata in vigore, si parla del 1° gennaio 2015.
Nella versione licenziata dalla Commissione, a differenza dell'accordo nazionale, scompare la menzione della temporaneità. L'accordo nazionale siglato dai Presidenti delle Assemblee legislative aveva indicato in un triennio, 2015-2017, l'arco temporale di vigenza delle riduzioni, così come determinate dalle singole leggi regionali e orientate dall'accordo nazionale.
Analoga norma era presente nel testo depositato come proposta in Commissione ed è stata cancellata a seguito dell'accoglimento di un emendamento di uno dei Gruppi di opposizione. Questo è un punto sicuramente delicato perché, dall'esistenza o meno di una temporaneità di riduzioni rispetto agli assegni vitalizi, così come rideterminati al ribasso, pu sorgere o non sorgere o può estendersi o non estendersi il giudizio di compatibilità di una retroattività delle norme rispetto al quadro di affiliamento dei diritti e al principio di contenimento della spesa.
Per quanto riguarda, invece, ed è quello che volevo sottolineare con un po' di attenzione, il 40% di decurtazione ulteriore derivante dal testo licenziato dalla Commissione, questa norma si discosta dal dato letterale dell'accordo nazionale che citavo in precedenza. Mentre l'interpretazione più letterale di quell'accordo prevedeva che le percentuali di riduzione per scaglione di assegno aumentino del 40% ove vi sia cumulo, nel testo licenziato dalla Commissione, ed era il testo originariamente depositato, è previsto che l'assegno, così come rideterminato a seguito delle riduzioni per fasce, viene, nella sua integrità, ridotto del 40%.
Una breve considerazione. Da un lato la norma licenziata a livello nazionale in materia di cumuli, avrebbe, o avrebbe avuto, una traduzione pratica molto bassa, addirittura ai limiti dell'ininfluenza. Per fare un esempio, un assegno vitalizio regionale di 3.000 euro, attraverso un taglio modulato sulle percentuali di riduzione a monte, andrebbe a perdere una novantina di euro in caso di cumulo.
La norma approvata dalla Commissione prevede che questa applicazione faccia sì che la decurtazione arrivi intorno ai 1.100 euro, perché opera il 40% sull'intero assegno. Se, da un lato, la dicitura nazionale, nel suo tenore letterale, ha un'efficacia, e aveva un'efficacia sicuramente blanda nella versione "40% secco", il tema della progressività non viene minimamente preso in considerazione, per cui la percentuale è secca a prescindere dal cumulo con altri vitalizi. Che gli altri vitalizi siano inferiori o superiori a quello regionale, comunque si opera il 40% di decurtazione netta. Questo, a parere mio, da una lettura un po' più attenta del testo medesimo, è tutto fuorché un elemento in astratto coerente e progressivo. Questo è il testo che andiamo ad analizzare.
Altre Regioni si sono già mosse in materia e tra queste due hanno agito dopo la sigla dell'accordo nazionale, due invece avevano agito o prima - il caso del Trentino Alto Adige - o di in una norma finanziaria - il caso del Molise.
Le due Regioni che hanno agito successivamente all'accordo hanno anche loro preso spunto dall'accordo nazionale, ma non lo hanno fotografato nella sua integrità e carattere letterale nelle rispettive leggi, sia in materia di requisiti di età per conseguire il requisito per il vitalizio, sia in materia di percentuale di decurtazione, fino anche in materia di decurtazione in caso di cumulo.
Questa è un po' la descrizione del contenuto del disegno di legge che ovviamente, non sposa la tesi opposta di cui sarò controrelatore nella fase successiva del dibattito di oggi, cioè quello di cancellazione integrale dei vitalizi con efficacia retroattiva, sia pure con recupero delle trattenute originariamente versate; anzi, trattenute, come dice il termine stesso. A parer nostro (a parere della maggioranza) - e questa è la motivazione per cui si agisce nei sensi che ho appena illustrato - un intervento del genere ci esporrebbe infatti non solo, inevitabilmente, a ricorsi, ma con altissima probabilità alla decadenza della legge, che non passerebbe il vaglio della sua costituzionalità.
Allora, io ritengo - e chiudo su questo - che occorra fare dei provvedimenti che non parlino alla pancia delle persone, ma cerchino di introdurre delle norme coerenti con i principi che regolano l'ordinamento costituzionale e il fatto che il sottoscritto che parla e molti che andranno ad esprimersi su questo provvedimento non saranno comunque percettori del vitalizio, in quanto questo non esiste più, mi permette a maggior ragione di parlare con assoluta libertà e totale disinteresse sul provvedimento specifico.
Al limite, l'obiettivo del bersaglio sopra le nostre facce si circoscrive un po' di più rispetto alla visione che abbiamo avuto modo di ammirare nel recente passato.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola, in qualità di relatore di minoranza, al Consigliere Bono.



BONO Davide, relatore

Grazie, Presidente.
Volevo fare una relazione partendo proprio dal testo della proposta di legge, ma poi ho sentito la chiusa del relatore di maggioranza, Consigliere Appiano, e sono stato stimolato a partire dalla fine, invece che dall'inizio (cioè da come sono nate le due proposte di legge, dall'accordo nazionale, ecc.) Dico al collega Appiano - ma lo faccio per parlare a tutta la maggioranza e alla Giunta - che dire in un'Aula consiliare regionale, che dovrebbe essere, appunto, una sede con la sua indipendenza e la sua potestà legislativa, che noi, quando facciamo una legge, siamo sicuri di subire un ricorso, di perderlo e quindi di vedere poi la decadenza della legge - cito le sue testuali parole - francamente mi intristisce un po'; non dico che mi offende, perché sarebbe una valutazione personale, ma, essendo lei relatore di maggioranza, parlava giocoforza a nome di tutta la maggioranza.
Diciamo spesso di voler riconoscere un'autorevolezza ai Consigli regionali, alla potestà legislativa delle Regioni e alle nostre competenze che non sono chiare a partire dall'articolo 117 della Costituzione (competenze concorrenti e residuali) e poi, quando andiamo a fare una norma, che non mi sembra una norma che stravolge, sposta montagne o prosciuga oceani, ci preoccupiamo dei ricorsi.
I ricorsi ci sono e si possono fare, ci mancherebbe: sono il legittimo strumento che possono utilizzare coloro i quali si sentono lesi nelle loro prerogative e nelle loro facoltà; ci mancherebbe. Però, dire già che siamo convinti di perdere questo ricorso perché si tratta di una norma che riteniamo non corretta, significa che allora o è stata scritta male la legge - e però la legge l'ha proposta l'Ufficio di Presidenza, tra l'altro mi sembra, non a firma unanime, ma a larga maggioranza del Centrosinistra o non siamo stati bravi ad emendarla in Commissione. Però non si pu arrivare in Aula a dire che siamo sicuri che poi del provvedimento verrà disposta l'impugnativa e che decadrà. Io, infatti, sono molto, molto perplesso.
Noi abbiamo redatto una nostra proposta di legge, che affronteremo successivamente in maniera molto più breve e succinta, ma convinti di essere nel buono e di fare una legge che possa avere le gambe per essere approvata, entrare in vigore e non essere impugnata; e immagino che lo stesso abbiate fatto voi.
Ricordo tra l'altro che l'emendamento che - come giustamente ricordato ha portato al superamento della transitorietà della norma, da triennale a sine die, era proprio un emendamento delle opposizioni, presentato in particolar modo dal Movimento 5 Stelle: c'è stato quindi anche un accoglimento - adesso non ricordo se unanime, ma comunque largamente maggioritario - con il voto favorevole della maggioranza. Immagino dunque che una valutazione in questo senso l'abbiate fatta, non solo nel momento estemporaneo del voto, ma anche precedentemente.
E' cosa nota, infatti, che un emendamento dell'opposizione, se non ci si è ragionato sopra e non lo si è visto prima, non si vota, come spesso capita da parte dell'opposizione per gli emendamenti della maggioranza: se l'opposizione non li capisce o non vengono spiegati bene, l'opposizione tende a non votarli perché non ha avuto il tempo di comprenderli. C'è un emendamento, quindi, che era già stato depositato, discusso ed affrontato e sul quale avete preso responsabilmente una posizione chiara e netta nel volere rendere questa norma da transitoria a fissa e costante.
L'avete fatto, probabilmente, proprio per i pareri dati dall'Avvocatura della Regione e dalle precedenti Regioni che hanno approvato leggi sul fatto che questa norma possa essere considerata fissa e costante; non tanto perché viene considerata una modifica in peius di un regime simil previdenziale (per cui ci dovrebbe essere la transitorietà in relazione ad inderogabili esigenze di bilancio e di contabilità pubblica), ma perché è una legge che va a modificare un trattamento indennitario. Infatti, la sentenza n. 289 del 1994 dice che "non sono equiparabili a trattamenti previdenziali". Poi qualcuno mi citerà altre sentenze, perché sappiamo che in Italia ce ne sono tante, ma l'andamento maggioritario della giurisprudenza dice che questi non sono trattamenti previdenziali. E quindi, non essendo trattamenti previdenziali (a giudizio maggioritario della giurisprudenza), significa che sono trattamenti indennitari esattamente come i nostri, su cui più o meno ogni Consiglio regionale interviene: fino al 2010 si è intervenuti aumentandoli; dal 2010, la comprensione del fatto che la situazione dei bilanci pubblici non era proprio così rosea - si sapeva anche prima, ma questo è diventato di dominio pubblico a partire dal 2010 - ha fatto sì che si intervenisse in riduzione.
Noi, quindi, interpretiamo questi come trattamenti indennitari, questo dev'essere chiaro. Per questo non abbiamo così paura dei ricorsi legittimi, ci mancherebbe - e di chi li vorrà fare. Ritenendoli trattamenti indennitari, noi possiamo andare ad intervenire in maniera fissa e costante; quindi non transitoriamente per tre anni; posto che poi si potrebbe dire che l'Ente non si riprenderà in tre anni, ma non è questo il ragionamento che vogliamo fare. Si tratta di una norma che va a intervenire su dei trattamenti, appunto, indennitari, salvaguardando il principio, di cui abbiamo discusso in Commissione - se ne ricorderà il Vicepresidente Boeti - del limite dei 18.000 euro.
Noi avevamo un'interpretazione incerta, che poi ci è stata chiarita sul fatto se fosse compreso il vitalizio o meno: compreso il vitalizio, ci sembra un tetto minimo che va bene mantenere, nel senso che scendere sotto quella cifra significa creare nuovi poveri, cosa che non va bene perché poi daremmo nuovo lavoro all'Assessore alle politiche sociali. Questo va bene.
Ragioniamo quindi sulle cifre e sugli importi. Dobbiamo capire che ad un certo punto, se ci sono degli ex Consiglieri che percepiscono pure un trattamento indennitario differito chiamato vitalizio anche dalla Camera dal Senato o dal Parlamento europeo, se si anche toglie loro il 40 appunto, non si incorre nel problema di creare nuovi poveri e nuovi indigenti. Anzi, noi avremmo addirittura osato qualcosina di più. C'è un trattamento di tipo vitalizio da un Parlamento, nazionale od europeo, e noi possiamo anche recedere dall'indennità e quindi essere anche più coraggiosi; fermo restando - e questo era il vincolo che noi abbiamo studiato, ovviamente con i nostri legali - la salvaguardia dei versamenti fatti, perché allora in quel caso sì che c'è un passato, dei contributi si sono versati e quelli si sarebbero dovuti restituire.
Da una parte, quindi, vi è la possibilità di annullare il vitalizio restituendo i contributi per coloro i quali non avessero ancora iniziato a percepire il vitalizio stesso, perché il parere dell'Avvocatura dice anche che chi non ha ancora iniziato a ricevere il vitalizio può vantare solo una legittima aspettativa a riceverlo; ma se non ha 65 anni - ne ha 50-55 e non ha ancora iniziato a riceverlo - ha un'aspettativa, non vi ha ancora costruito sopra dei negozi giuridici e degli impegni economico-finanziari per rispettare i quali poi ha bisogno di quella cifra.
Occorre quindi prevedere due binari: uno di questo tipo e un altro, per chi già lo sta percependo, che è quello di intervenire con delle trattenute, però sicuramente un po' più incisive e coraggiose: il 6% - come giustamente ricordava il relatore di maggioranza - significa poi ben poco.
Si poteva quindi - e noi intendiamo ancora presentare degli emendamenti in senso rafforzativo al discorso che stiamo facendo, così come abbiamo inteso presentare la nostra proposta di legge - osare di più, perché vi è un'inderogabile esigenza di salvaguardare il bilancio pubblico.
E' stato detto anche poche ore fa dai rappresentanti delle principali Associazioni di anziani non autosufficienti e disabili che avevamo dietro di noi che, tra i temi e i capitoli dove andare a prendere risorse, è stato individuato, per esempio, quello dei vitalizi. Ne hanno individuati tanti altri: sprechi su opere inutili e quant'altro. Ma hanno individuato anche i vitalizi, magari i trattamenti dei superdirigenti, dei supermanager.
Ovviamente, sono cifre che non ripianano il buco del bilancio della Regione, per cui il Presidente Chiamparino e il Vicepresidente dovranno per forza chiedere una dilazione di due anni al pagamento delle rate dei mutui con la Cassa Deposito e Prestiti. In ogni caso, risparmiare cinque, sei sette o otto milioni di euro può comunque portare un contributo su alcuni capitoli importanti, come quello delle politiche sociali, della casa quello del diritto allo studio, quello alla mobilità, eccetera. Sono tutti capitoli dove è legittimo intervenire, quindi non mi farei preoccupazioni di questo tipo.
Abbiamo ricevuto - ne ha preso visione per primo il nostro Capogruppo la lettera dell'Associazione ex Consiglieri: è tutta sottolineata in giallo, e tra le righe ci abbiamo visto una velata minaccia (non so se anche voi l'avete valutata allo stesso modo). Laddove si legge "L'Associazione degli ex Consiglieri ha valutato la legge regionale n. 52 e conferma la propria volontà di condividere un contributo di solidarietà, al fine di consentire l'assoluzione della vicenda senza eventuali conseguenze giudiziarie", personalmente mi suona un po' come una velata - neanche tanto velata! - minaccia. Tendenzialmente, per indole, non sono una persona che se minacciata, perde il lume della ragione e va in direzione ostinatamente opposta e contraria, anzi rincara la dose. Perché non è mai il caso di scatenare ulteriori reazioni. Semmai, ci induce a proseguire in questa direzione, mi rafforza sull'indirizzo e sulla linea che, come Gruppo consiliare, avevamo intrapreso.
Noi, quindi, andiamo avanti per la nostra strada: ci sarà comunque la piena legittimità e liceità di ciascuno di presentare i ricorsi che riterrà opportuni, come per qualsiasi provvedimento (o quasi) che le Pubbliche Amministrazioni approvano, siano essi piani regolatori, leggi, delibere o quant'altro.
Dunque, intendiamo proseguire sulla nostra strada e dimostrare che il Consiglio regionale ha una sua volontà, condivisa a larghissima maggioranza, di rendere definitivo questo provvedimento.
Tra l'altro, il nostro Presidente di Regione, Chiamparino, che è presente, aveva detto: "Sui costi della politica interverremo sicuramente in maniera consistente in questa legislatura". Ci troviamo, invece, un po' rallentati nel ricevere queste lettere e nel paventare dei timori da parte di alcuni Consiglieri.
L'Avvocatura della Regione è stata sufficientemente chiara ed esperta e ci ha rassicurato su quello che possiamo o non possiamo fare. Dunque appellarsi ad emendamenti che forse presenterete o forse no, che "tornano indietro" rispetto al provvedimento che abbiamo licenziato in Commissione francamente mi sembrerebbe una prima assoluta! Ovviamente, ho un'esperienza di soli quattro anni e mezzo, mentre ci sono colleghi che hanno un'esperienza ben più lunga della mia, ma non ho mai visto un provvedimento che viene emendato in un senso a maggioranza larghissima, e poi, quando arriva in Aula, si dice: "No, forse abbiamo sbagliato. Torniamo indietro perché siamo andati un po' oltre".
Qui non si tratta di riconoscere degli errori, con un plauso perché chi ammette i propri sbagli e cerca di emendarli in corso d'opera, compie un'azione meritevole, perché sarebbe più facile andare avanti lo stesso e far finta di non aver sbagliato (tanto le conseguenze si vedono dopo, e si piangono, spesso, con costi maggiori!). In questo caso, se abbiamo preso una decisione ragionata e convinta a larghissima maggioranza, non vedo motivi per cui tornare indietro.
Ogni associazione ha il diritto di inviare lettere al Consiglio, di chiedere di essere auditi, di parlare con gli Assessori, con le Commissioni e con il Consiglio, ma l'Assemblea è comunque sovrana. E spero che questa non sia solo una dichiarazione vuota di intenti e di principi, solo perch esiste uno Statuto, scriviamo le leggi, la Costituzione reale, la Costituzione formale ma. Noi abbiamo uno Statuto scritto; abbiamo delle leggi scritte; siamo un Consiglio regionale, un'Assemblea legislativa facciamo le leggi senza paura di quello che faranno all'esterno.
Se siamo convinti di essere in buona fede e nel giusto, nessuno potrà richiamarci in merito al nostro operato.
Concludo, illustrando quella che sarà la nostra azione su questa legge.
Noi abbiamo presentato diversi emendamenti: innanzitutto non riteniamo corretto, all'articolo 1, abbassare il limite di età in relazione al quale si potrà accedere a questo trattamento indennitario differito - cioè, 65 anni è valido per tutti, però per ogni anno di mandato oltre al quinto, si abbassa di un anno - perché è un qualcosa che non esiste sui trattamenti di natura previdenziale a cui vorremmo ispirarci. Si va in pensione a quarant'anni di contributi e con almeno 65 anni di età; non si va in pensione prima solo perché si fa un anno in più.
Tra l'altro, ricordo anche la peculiarità della sola classe politica di poter decidere, dopo aver versato i contributi, se ottenere il vitalizio oppure se ricevere indietro i contributi.
Se oggi concedessimo questa stessa possibilità a tutti i lavoratori italiani, l'INPS e tutte le altre casse previdenziali, pubbliche o parapubbliche, crollerebbero, perché gli italiani ritirerebbero i soldi subito! Sarebbe comunque simile all'idea proposta da Renzi sul TFR, che abilmente tassa e quindi ci guadagna subito. Ma si avrebbe un danno notevolissimo.
Ci sono ancora dei privilegi chiari e netti su questo trattamento indennitario differito. Cerchiamo, una volta per tutte, di fare una norma chiara, semplice e univoca, su cui possiamo apportare le nostre modifiche.
È stata convocata la Conferenza delle Assemblee regionali a livello nazionale, in cui hanno deciso dei parametri: ci si muova da quelli. Ogni Regione sarà legittimata a fare delle proposte e delle modifiche.
Altrimenti, non saremmo Regioni dotate di potestà legislativa, ma avremmo Roma che fa le leggi e noi che le applichiamo.
Abbiamo autonomia legislativa dal 2001: applichiamola! Grazie.



PRESIDENTE

Siamo ora in fase di discussione generale sul provvedimento.
Ha chiesto la parola il Consigliere Bertola; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Dalla discussione che si è svolta in Commissione, anche interessante, e da quello che ne è seguito successivamente (mi riferisco, in particolare alla lettera dell'Associazione degli ex Consiglieri), mi è parso di capire che all'interno di quest'Aula ci siano sedute delle persone che noi non vediamo. Ma non mi riferisco alle sedie lasciate vuote dopo che il Consiglio regionale è passato da 60 a 50 unità. E non mi riferisco nemmeno a coloro che, almeno idealmente, dovrebbero essere seduti con noi, ovvero i cittadini piemontesi. Non dimentichiamo che, se siamo qui, è perché la nostra forza politica ha ricevuto un consenso elettorale. Noi, quindi attraverso il listino bloccato oppure attraverso le preferenze espresse dai cittadini, siamo qui a rappresentarli. Potremmo dire che idealmente, sia dalla maggioranza che dall'opposizione, sentiamo vicini i cittadini piemontesi, e assumiamo le nostre decisioni rappresentandoli.
Ma non mi riferivo nemmeno a loro quando parlavo di questi convitati di pietra. Chi sono, allora? Sono gli ex Consiglieri regionali, che ancora oggi, nonostante non facciano più politica da un anno, due anni, cinque anni, dieci o anche più, almeno non più all'interno di questo consesso influenzano ancora il Consiglio regionale, influenzano i Consiglieri (o almeno una parte di loro).
È emersa chiara anche la differenza di trattamento tra i cittadini piemontesi rispetto a questa ristretta cerchia di ex Consiglieri: in un caso, vengono consultati, ossia si va dagli ex Consiglieri regionali e gli si dice: "Vorremmo fare dei tagli ai vitalizi, va bene?" e si concorda. In un altro caso, quando si devono aumentare le tasse, si deve aumentare l'IRPEF, si deve aumentare il bollo auto, si deve fare una riorganizzazione della rete ospedaliera, si devono forse tagliare altri servizi, non li si consulta, ma ci si limita a dire: "Dobbiamo farlo, perché i conti della Regione ce lo impongono".
E ancora, in un caso si ha paura di eventuali ricorsi, si teme che la legge venga bocciata dalla Corte Costituzionale, si ha paura che gli ex Consiglieri regionali facciano qualche tipo di ricorso per cui si debba addirittura pagare, anche perché lo minacciano nella loro lettera nell'altro caso, invece, non si ha paura dei cittadini piemontesi se si aumenta il bollo, se si aumenta l'IRPEF, se si riducono i servizi, perch al massimo si arrabbiano, vengono a fare un po' di rumore fuori dal Palazzo Lascaris, li si riceve, li si ascolta un po' e poi passa tutto.
Quindi una differenza di trattamento. E non basta, perché poi, alla fine, se si torna indietro rispetto a quello che si è deciso in Commissione vale a dire, grazie all'emendamento del Movimento 5 Stelle, ricordiamo che questo contributo, alla fine, corrisponde a meno del 10% in media quindi ancora meno di quanto si sono ridotti gli stipendi i Consiglieri regionali, ancora meno - se si torna indietro su questo e si toglie il carattere definitivo di questa scelta che abbiamo voluto inserire noi, è gravissimo.
Prima vi abbiamo detto: "Nessuno di noi pensa che a fine 2017 saremo fuori da questa crisi. Beato ottimismo". E allora non stiamocela a raccontare: se si torna indietro su questo, è molto grave. E' molto grave.
Poi dico un'altra cosa. Se questi convitati di pietra influenzano la politica regionale e possono decidere se una cosa si fa o se una cosa non si fa, benissimo, allora assoggettiamoli a tutto quello che abbiamo noi Consiglieri regionali: l'anagrafe degli eletti. Sul sito internet del Consiglio regionale sono pubblicate le nostre proprietà, le nostre entrate i nostri redditi, perché percepiamo delle indennità pubbliche, perch percepiamo delle indennità dal Consiglio regionale.
Visto che le percepiscono anche loro e visto che influenzano ancora la vita politica piemontese, pubblichiamo anche i loro redditi e le loro proprietà, cosicché i cittadini piemontesi possano rendersi conto se abrogando i loro vitalizi li si mette su una strada, oppure se la loro situazione patrimoniale non cambi più di tanto.
Conoscere per deliberare, si dice. Non lo diceva uno del Movimento 5 Stelle, non c'era ancora, allora, il Movimento 5 Stelle: c'erano dei politici col buonsenso, però.
Questo non cambierà più di tanto, se vorrete tornare indietro sulla decisione presa e rendere solo temporanea questa riduzione. Certo, avrete dimostrato che probabilmente non si è liberi nel decidere, che questo Consiglio regionale non è autonomo e che è libero di decidere solo quando si parla di qualcuno, non quando si parla di altri.
Dicevo che non cambierà più di tanto perché noi, comunque, abbiamo chiesto di abrogarli in modo retroattivo, e il parere dell'Avvocatura della Regione, in qualche modo, ha dimostrato che li si poteva abrogare almeno a coloro che non lo percepiscono ancora.
E allora, visto che a nostro parere si possono abrogare e si dovrebbero abrogare, un mese fa l''hanno chiesto otto Consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle; se questa proposta, così come in Commissione, verrà bocciata anche in Aula, tra qualche mese ve lo chiederanno alcune centinaia di migliaia di cittadini piemontesi perché promuoveremo una petizione regionale. E allora dovrete dire di no anche a loro.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Mighetti.



MIGHETTI Paolo

Grazie, Presidente.
Volevo porre l'accento su una parola. La parola è "coraggio". La parola coraggio è stata abusata da questa maggioranza e da questa Giunta. Si parla di coraggio delle proprie scelte, si parla di coraggio di portare avanti quello che è un disegno di revisione della spesa per il Piemonte, si parla di coraggio di prendere quello che arriva dal passato, non condannare il passato e andare avanti verso il futuro.
Questo coraggio, però, è un coraggio a corrente alternata. E' un coraggio che non è il coraggio, per esempio, di un Sindaco del Movimento 5 Stelle, il Sindaco di Bagheria, un Sindaco che è arrivato dentro al Comune che ha cominciato ad amministrare in concomitanza con una busta con le pallottole dentro. Questo è il coraggio degli amministratori.
Il coraggio politico di andare a fare dei tagli su tutto, tranne che ad alcuni, e alcuni come gli ex Consiglieri, che beneficeranno di un taglio minimo, forse provvisorio (non l'abbiamo ancora capito), un taglio che poteva essere un taglio che portava nelle casse della Regione Piemonte circa sette milioni all'anno e invece ne porterà un decimo, è comune comunque a un'altra prospettiva che ci ha dato la Giunta, quella che è la buonuscita per i dirigenti: spenderemo sei milioni da dare in mano ai dirigenti e anche per loro non c'è coraggio, non ci sono tagli.
Io vorrei capire che differenza c'è tra i dirigenti, gli ex Consiglieri e i cittadini piemontesi. E' una questione che ha già sollevato il Consigliere Bertola. Provo a fare un'ipotesi. L'ipotesi è questa. L'ipotesi è che i cittadini piemontesi non sanno certe cose, mentre i dirigenti, gli ex dirigenti e i Consiglieri sanno molte cose che danno fastidio, sanno molte cose che danno fastidio a quest'Amministrazione.
La parola che ho detto all'inizio - coraggio - non c'entra nulla con questo provvedimento, nulla con quello che sta portando avanti questa Giunta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Valetti.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
E' bene che le persone in questa sala escano a farsi una piccola analisi introspettiva per capire quali decisioni sono portate dalla loro coscienza e quali da condizionamenti esterni, specialmente su questo tema che tra l'altro è anche così popolare oggi, come quello del contenimento dei costi della politica, come quello della sobrietà in un momento in cui stiamo andando a chiedere un aumento delle tasse ai piemontesi. Ecco, forse è veramente il caso di chiedersi quali delle proprie azioni, in questo consesso, sono dettate dalla propria coscienza e dal proprio pensiero e quali da condizionamenti esterni.
Dal momento che siamo dei Consiglieri eletti e teoricamente il nostro operato dovrebbe essere nella totale autonomia intellettuale, risultante dei propri ragionamenti e delle proprie conclusioni anche morali, quando ci troviamo di fronte a una scelta così importante, come è quella di garantire la sostenibilità dell'Ente e la sostenibilità dei servizi, le scelte che operiamo qui influiscono pesantemente sul costo della vita e sul benessere delle persone che ci hanno votato e che contano su di noi.
Non si tratta di semplice populismo, si tratta semplicemente di un atto di fiducia, perché nel bene o nel male ci sono delle persone che hanno dato la propria fiducia e stimano le persone qui come adeguate a garantire gli interessi di questi, quindi non si può ogni volta ricorrere al populismo quando si chiede di fare quello per cui si è stati eletti, ma semplicemente di avere una direttrice morale un pochino più superiore ai condizionamenti estemporanei che comunque ci arrivano e giungono a tutti noi qui (anche dalla parte dell'opposizione non sono assenti condizionamenti di vario tipo).
Vediamo nello specifico questa norma: dal punto di vista morale, per noi non è compromettente fare una piccola rinuncia e non lo è neanche per coloro che sono stati Consiglieri prima di noi. Si preannunciano tempi abbastanza complicati, di cui non conosciamo ancora l'esito; sappiamo che non è un periodo facile, dal punto di vista economico, e non lo sarà in futuro, quindi dare un segnale di una svolta morale non è un segno di debolezza, ma di forza, che nobilita anche chi lo sta dando.
Io parlo da un punto di vista personale, sapendo di non avere nulla da nascondere e di cui temere. Penso sempre che la bontà e la buonafede nell'interesse comune degli atti che compio qui saranno riconosciute da chi sta fuori, e c'è una moltitudine di persone che ci osserva mentre svolgiamo questo incarico. Pertanto, la scelta di stare dalla parte dei molti o dalla parte dei pochi è qualcosa che avrà un suo riscontro. Non dobbiamo temere il giudizio di chi sta fuori e ritengo sia molto più gratificante sapere di avere concorso al benessere dei molti che dei pochi.
Lo scopo del mio intervento è davvero quello di penetrare - per quanto possibile, ovviamente, e per quanto l'attenzione dei presenti sia dedicata e non sia, invece, riservata alle proprie attività o a piccoli lavori che coinvolgono tutti (lo capisco, perché lo faccio anch'io) - nella parte più morale ed interiore delle persone e raggiungere lo scopo primario per cui siamo qui. Pertanto, fare l'interesse comune, non dimenticarlo e saper riconoscere quali sono i condizionamenti e qual è, invece, lo scopo morale per cui siamo presenti qui e dialoghiamo, ognuno con le proprie diversità ed anche divergenze di vedute, ma pur sempre onestamente e dicendo, fuori dai denti, quello che pensiamo.
Io apprezzo anche eventuali interventi contrari al mio pensiero, oppure polemici, ma onesti, e non, invece, quella patina di ipocrisia che si nasconde dietro a chi ha dimenticato qual è il proprio scopo e magari - un po' per timore, un po' per condizionamenti - non riesce ad esprimere il proprio pensiero, ma parla per conto di terzi. Grazie.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Batzella.



BATZELLA Stefania

Grazie, Presidente.
Come avrete potuto notare dagli esiti, nelle ultime elezioni c'è stato un forte assenteismo da parte dei cittadini. Mi auguro che qualcuno, come la stragrande maggioranza di tutti noi, si sia chiesto perché c'è stato questo forte assenteismo, perché ci sia questa grande sfiducia e disaffezione da parte dei cittadini verso le istituzioni ed i politici.
Le dichiarazioni dei cittadini sono le seguenti: "I politici sono troppo attaccati alla poltrona, guadagnano tanti soldi"; il fatto, cioè, è che il politico guadagna troppi soldi rispetto alla retribuzione media dei cittadini ed è troppo attaccato alla poltrona.
Volevo arrivare proprio a questo punto. Vorrei capire e sapere perché i Consiglieri e gli ex Consiglieri debbano continuare a percepire un assegno vitalizio; mi chiedo se anche tutti gli altri cittadini ricevano un contributo, dopo cinque anni, o dieci, di lavoro. Ci sono persone che attendono di andare in pensione, ma, anche solo per pochi mesi, non riescono ad andarvi.
Considero veramente vergognosa la vostra risposta, con questa proposta perché - come hanno già detto i miei colleghi ed anche il Capogruppo Bertola - ci sono forti incongruenze e grandi differenze tra gli ex Consiglieri e i cittadini. Si chiedono sempre grandi sacrifici ai cittadini, ma vogliamo iniziare a fare sacrifici anche noi? Aumentano le tasse, e i cittadini devono pagare le tasse: sono sempre vittime di un sistema che non funziona.
Valutando la proposta di legge, sono veramente esterrefatta nel leggere che l'assegno vitalizio mensile può essere corrisposto ai Consiglieri regionali della IX Legislatura e delle precedenti, perché sappiamo che è stato abolito. Così come trovo vergognoso ridurre il limite d'età dei sessant'anni per ogni anno di mandato.
Ci sono dei condizionamenti esterni: voi avete proposto questa legge con dei condizionamenti esterni! State continuando a favorire gli ex Consiglieri! E' vergognoso - ancora - che l'articolo 2, comma 2), reciti: "A coloro che siano titolari di altro assegno vitalizio erogato dal Parlamento italiano o dal Parlamento europeo, si applica un'ulteriore decurtazione del 40% sull'ammontare mensile lordo, come risultante dalle riduzioni di cui al comma 1)". Vi rendete conto? Chi percepisce già un'indennità per un incarico svolto nel Parlamento europeo o nel Parlamento italiano, continua a percepire l'indennità come Consigliere regionale, decurtato del 40%. E' vergognoso! Queste persone non devono prendere alcun vitalizio! E' una vergogna, perché ce l'hanno già! Percepiscono già la loro indennità dal Parlamento europeo o dal Parlamento italiano, per l'incarico svolto.
Si continua a chiedere sacrifici: a chi? A chi tira la corda e non riesce veramente più ad andare avanti! Oggi abbiamo avuto l'esempio in Aula, ma - a quanto pare - ci si dimentica molto presto. Ci sono delle persone, dei rappresentanti di associazioni o padri di famiglia che incontrano veramente grandi difficoltà, perché hanno a carico persone malate e non autosufficienti, che sono dimenticate dalle istituzioni! Si continua a tagliare fondi nel sociale, nella sanità, nei trasporti e nell'istruzione. Si taglia tutto, ma i signori Consiglieri devono continuare a mantenere la loro retribuzione, il loro assegno vitalizio.
Io penso che questo sia veramente vergognoso, pertanto vi chiedo cortesemente di riflettere a lungo e votare le nostre proposte e i nostri emendamenti.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Batzella.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi della Scuola Elementare "A. Dasso" di Chivasso (TO)


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti della classe V A della Scuola Elementare "A. Dasso" di Chivasso, in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.


Argomento: Trattamento economico dei Consiglieri

Esame proposta di legge n. 52 inerente a: "Riduzione dell'assegno vitalizio" (seguito)


PRESIDENTE

Riprendiamo l'esame della proposta di legge n. 52.
La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Intanto credo sia doveroso rammentare alcuni aspetti, perché è evidente che ci troviamo di fronte ad un comizio sul web. Va benissimo, perché è positivo che i cittadini piemontesi possano seguire i lavori consiliari anche da casa loro, o attraverso un tablet, insomma con modalità semplici.
Bisogna ricordare alle persone che ci ascoltano, ma soprattutto a questo Consiglio che questo Consiglio regionale ha fatto con voti unanimi se non ricordo male, o a larghissima maggioranza, una serie di misure negli anni passati che hanno fatto sì che questo Consiglio passasse dai circa 80 milioni di euro che costava nel 2009-2010 a poco meno di 60 milioni di euro che costa quest'anno, tant'è che buona parte dell'assestamento di bilancio e ancora alcune delle misure, che ad esempio sono state ricordate anche nel Consiglio straordinario di questa mattina, sono state possibili grazie all'efficienza che il Consiglio regionale ha fatto nel corso degli ultimi anni.
Questo va rimarcato, altrimenti sembra sempre che ci sia un Consiglio che è insensibile a ciò che avviene e che in qualche modo non tenga conto e non voglia ridursi il compenso. L'ha fatto in due occasioni, ridurre in modo significativo tutta una serie di spese, non solo quelle afferenti ai Gruppi consiliari, ma anche molte spese di riorganizzazione interne al Consiglio stesso.
Un Consiglio ha la necessità, quando approva una legge, di ricordare due presupposti essenziali: che una legge che approva non può violare le norme nazionali e non può violare i principi costituzionali. Questi sono due aspetti che, piaccia o non piaccia, sono imprescindibili, nel senso che possiamo eventualmente, se lo si ritiene, imputare responsabilità a chi l'assegno vitalizio l'ha inserito nel lontano 1972.
Devo dire che non mi sembra che la stessa dinamica stia avvenendo anche se mi sono perso qualche passaggio - a livello nazionale.
Ad esempio, vedo il Presidente Renzi molto attento ad intervenire su ciò che riguarda il sistema Regioni nel suo complesso, dal taglio dei quattro miliardi all'indennità dei Consiglieri regionali e i vitalizi.
Credo mi sia sfuggito, perché non leggo moltissimo i giornali, un intervento altrettanto radicale sull'intervento dei vitalizi nei confronti dei parlamentari, sulla riduzione del compenso nei confronti dei parlamentari e sulla riduzione dei parlamentari stessi.
Ricordiamo che questo Consiglio regionale, fino alla IX Legislatura era composto da 60 Consiglieri e oggi è composto da 50.
Pertanto, da questo punto di vista bisogna essere un po' equilibrati nelle scelte che coraggiosamente abbiamo fatto anche prima che la legge nazionale lo introducesse. Dicevo che dobbiamo rispettare le norme.
E' bene ricordare i pareri che gli Uffici ci hanno dato e devo dire che sono stati molto utili per una valutazione.
I pareri che gli Uffici hanno dato non potevano che basarsi su alcuni aspetti fondamentali e alla base della modalità di legiferare con buonsenso.
Ricordiamo, ad esempio, che parlando di questo, se è vero che la Costituzione italiana prevede l'impossibilità di leggi retroattive esclusivamente per ciò che riguarda le materie di carattere penale, è altrettanto vero che il Codice Civile oggi vigente dice che "la legge non dispone che per l'avvenire: essa non ha effetto retroattivo". Questo mi sembra un aspetto di buonsenso e, al di là del fatto che oggi si parli di vitalizi o meno, intervenire per legge, modificando il passando - com'è avvenuto nelle ultime norme nazionali - è di per sé un po' anomalo.
Però "gli interventi legislativi regionali in materia di modifiche e in peius del regime giuridico dei vitalizi saranno in grado di rispettare comunque i più esigenti requisiti di legittimità imposti dalla Giurisprudenza alla disciplina delle prestazioni previdenziali.
Il rischio della presentazione di censure di illegittimità costituzionale si attenuerà sensibilmente se la proposta che noi oggi stiamo analizzando è una proposta equa che non privi un soggetto dei diritti già acquisiti in base alla normativa precedente, che acquisiscono un carattere di intangibilità".
Sto sempre leggendo parti del parere che ci ha fornito il Consiglio regionale, il quale inevitabilmente chiude con la parte che si chiama proprio "Conclusioni", dicendo: "I rischi di cesure di incostituzionalità non possono essere esclusi".
E' infatti assolutamente evidente che quando si interviene rispetto ad un diritto che è acquisito - dopodiché si può modificare in peggio come oggi stiamo facendo - è evidente che in qualche modo vi sia la possibilità che chi ha già maturato, giusto o sbagliato che fosse, un diritto che è stato individuato nel 1972, lo perda.
Per questo motivo, crediamo che si debba intervenire in modo molto attento quando si fanno questo tipo di valutazioni normative, ma vale per qualunque intervento che abbia un carattere retroattivo.
Io, essendo molto poco popolare rispetto a chi mi ascolta, segnalo un aspetto: possono essere avvenuti, anzi sono certamente avvenuti aspetti degenerativi rispetto all'utilizzo di una serie di strumenti che i padri costituenti hanno individuato per il Parlamento e, di riflesso, per le Regioni, ma una serie di strumenti (un'indennità equa, gli assegni vitalizi, l'immunità parlamentare); tutti aspetti che vengono indicati in Costituzione e che tendevano sostanzialmente ad avere una finalità, cioè che chi faceva il compito che noi oggi stiamo svolgendo fosse in qualche modo libero e libero di esercitarlo anche nella totalità delle ore, della giornata e del mandato. Questo credo sia un aspetto che va fortemente salvaguardato.
Noi oggi non siamo certamente popolari, ma credo che non siamo popolari non certo per il fatto che percepiamo vitalizi e indennità, ma perché non riusciamo a dare risposte concrete ai bisogni dei cittadini, perché questi temi, quando non vi erano problematiche simili a quelle che oggi stiamo vivendo, non erano in qualche modo affrontati.
Bisogna fare molta attenzione che invece siano salvaguardati la rappresentanza della democrazia, i principi di rappresentanza democratica e i rappresentanti eletti dai cittadini che, lo ricordo, in questo consesso salvo un numero limitato, ma è legittimo per un problema di maggioranza sono tutti eletti con voto di preferenza espresso, che da questo punto di vista fa una differenza.
Credo che non vada lesa la necessità di rappresentare l'unico modo possibile, cioè che gli elettori scelgano un rappresentante e che quel rappresentante, quando è all'interno di un'istituzione possa svolgere al meglio la propria attività.
Il rischio concreto è quello che vediamo in altri Paesi che, per norma hanno scelto una modalità differente: quella legata al sistema americano e anglosassone delle lobby, o quella legata a chi, in modo anche legittimo tutela solo gli interessi di alcuni e non quelli della collettività.
Personalmente, sia pure con tutte le sfortune che il sistema delle Regioni italiane può avere avuto nel corso degli ultimi anni, non ho dubbi su quale sistema prediligere: un sistema simile al nostro che cerca di fare, dei Consiglieri regionali, soggetti liberi da condizionamenti e qualora non lo fossero, sarebbero giustamente perseguibili. Non certo un sistema in cui possa fare il Consigliere regionale chi, per censo o per lobby, viene mandato in Consiglio regionale.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Gariglio; ne ha facoltà.



GARIGLIO Davide

Grazie, Presidente.
Ruberò pochi minuti ai lavori di quest'Assemblea, perché la posizione del relatore, il collega Andrea Appiano, risponde pienamente all'indirizzo del Gruppo consiliare del Partito Democratico, quindi evito di ripetere le considerazioni che ha fatto meglio di me il collega Appiano.
La proposta di legge che andiamo a licenziare non sarà assolutamente risolutiva rispetto ai destini economici della nostra Regione, perch parliamo di poche centinaia di migliaia di euro, ma non nascondiamoci il valore intrinseco che hanno provvedimenti di questo genere.
Nel momento in cui la Regione è chiamata ad una manovra di severo contenimento della spesa pubblica, intervenire su temi economicamente poco significativi, ma politicamente molto sensibili, su cui l'opinione pubblica concede molta attenzione, ha un valore considerevole.
E' stato opportuno condividere la proposta dell'Ufficio di Presidenza: trasfondere in una proposta di legge, quindi in un atto di iniziativa legislativa, il contenuto di un accordo sottoscritto tra i Presidenti dei Consigli regionali in sede nazionale. Condivido - tranne alcuni punti su cui ci siamo differenziati - l'aver ripresentato, pari pari, l'impianto di quella norma.
Premetto una cosa, e mi rivolgo in particolare al Presidente del Consiglio regionale: l'esperienza di questi anni ci deve portare ad una riflessione. Storicamente, coloro che si sono alternati su questi scranni hanno sempre difeso fino in fondo l'autonomia funzionale del Consiglio regionale, anche arrivando al punto di dire che il Consiglio regionale era legittimato a normarsi le proprie retribuzioni e il proprio trattamento previdenziale, perché questo era l'elemento fondante dell'indipendenza del Consiglio regionale e dei Consiglieri regionali.
La tesi non fa una grinza e, se vogliamo, sicuramente il fatto di potersi normare il proprio trattamento economico previdenziale è stato uno strumento che ha garantito l'indipendenza di questo organismo rispetto a terzi, anche rispetto alle logiche delle lobby cui faceva riferimento il collega Vignale. Certo è che gli eventi degli ultimi anni ci hanno indotto a cambiare questo orientamento, perché quella che poteva essere la garanzia dell'indipendenza dei Consiglieri regionali si è concretizzata, nelle Regioni italiane (più in altre che in questa, a dire la verità), in abusi che hanno fatto insorgere prepotente la richiesta dei cittadini di correggere le cause di questi abusi.
Dico questo, caro Presidente, perché credo che questo provvedimento faccia un passo nella direzione giusta, ma il problema finale e risolutivo rispetto a questi passi, è di andare a normare, in modo unitario a livello centrale, i trattamenti economici e previdenziali dei Consiglieri regionali, compresi quelli dei Consiglieri regionali cessati dal mandato (ovviamente in quel caso solo previdenziali).
E' quello che noi abbiamo chiesto a lei, perché per il versante previdenziale si implica ovviamente un parallelo intervento statale altrimenti noi da soli non possiamo farcela, ma è quello che riteniamo sia giusto fare. In un sistema ben ordinato, nessuna categoria può normare se stessa, dando a se stessa le retribuzioni e i trattamenti economici previdenziali che più ritiene confacenti, perché questo presto il fianco ad abusi.
E' lì che dobbiamo arrivare ed è lì che, speriamo, si deve trovare un equilibrio anche rispetto al Parlamento nazionale. Come diceva il Consigliere Vignale, auspico personalmente che il lavoro eseguito dai saggi, incaricati nella scorsa legislatura dai Presidenti di Camera e Senato per andare a ricostruire i trattamenti economici e previdenziali equiparando la situazione italiana a quella della media dei dieci principali Parlamenti europei, possa trovare applicazione per i Parlamentari e quindi, a cascata, per le Assemblee legislative regionali.
Tant'è che oggi facciamo un passo nella giusta direzione; un passo che condivido; un passo che - ed è l'unica parte che condivido negli interventi dei colleghi del Movimento 5 Stelle - noi facciamo sulla base di un accordo a livello nazionale.
Sarebbe più equo arrivare ad una norma nazionale; una norma che, è vero, di per sé potrebbe prestare il fianco ad illegittimità costituzionale, però faccio notare che, quando nel dicembre 2012 il Governo Monti decise di normare la materia con un decreto legge, ledendo le competenze dei Consigli regionali, nessun Consiglio regionale d'Italia fece ricorso avverso ad un atto che era intrinsecamente passibile di vizi di incostituzionalità, perché lo si ritenne politicamente giusto. I Consiglieri regionali furono acquiescenti nei confronti di una norma che andava a modificare, in peius, la disciplina dei loro trattamenti, ma nessuno fece ricorso, perché un simile intervento si riteneva ragionevole e congruo.
Penso che si debba andare anche adesso in questa direzione. Glielo dico, Presidente, perché quello che lei dirà, o che diranno i suoi colleghi in sede di audizione su questi temi nelle Commissioni di Camera e Senato che dovranno intervenire sulla materia, potrà essere di buonsenso.
Questa norma recepisce il disegno di legge, perlomeno per come è proposto dall'Ufficio di Presidenza, stipulato a livello nazionale. Mi spiace che, rispetto a questo accordo nazionale, non tutte le Associazioni di ex Consiglieri siano concordi, ma ce ne faremo una ragione. Non tutti possono essere d'accordo su tutto, ma se c'è un accordo ampio, è giusto attenersi a quell'accordo.
Rispetto a quell'accordo, Presidente, ci distacchiamo su un punto: il prelievo fatto su chi ha un doppio vitalizio.
Mentre l'accordo nazionale prevede un incremento del 40% delle aliquote, in questa sede si è deciso di intervenire in modo difforme, cioè facendo un abbattimento del 40% ulteriore rispetto all'abbattimento derivante dalle aliquote (il che porta ad abbattere i vitalizi degli ex Consiglieri che hanno anche un vitalizio da parlamentare, di circa la metà). E' una norma che ha una sua ratio e che quindi è stata recepita nel provvedimento in discussione.
Faccio notare che questa norma, forse dettata anche dalla fretta, ha in sé un'iniquità, nel senso che noi colpiamo allo stesso modo due Consiglieri regionali che hanno tutti e due alle spalle lo stesso numero di legislature regionali, ma che hanno, viceversa, alle spalle quattro o una legislatura parlamentare, nel senso che, pur avendo emolumenti che derivano dai vitalizi parlamentari diversi, con questa normativa si va contro l'equità e si fa a tutti il prelievo uguale.
A meno che non vengano presentati emendamenti in senso diverso, questa norma sconta questa iniquità che, però, potrebbe essere corretta anche cammin facendo.
Rispetto ai rilievi mossi dai colleghi del Movimento 5 Stelle, noi non abbiamo paura dei ricorsi. Noi come legislatori ci preoccupiamo dei ricorsi: un conto è avere paura, un conto è preoccuparsi, perché qua non siamo in campagna elettorale (l'abbiamo finita), non siamo a fare le veline o i velini, non stiamo facendo degli spot! Stiamo normando una situazione con una sua serietà e qualsiasi legislatore serio non ha paura di altro, ma si preoccupa di emanare leggi che siano sostenibili e difendibili.
Quanto ai bossoli - visto che i bossoli arrivano, combinazione, a due giorni di distanza da un manifesto affisso in Val di Susa, su cui poi chiederei il voto dell'ordine del giorno che abbiamo iscritto - ci tengo a dire che qui i bossoli non c'entrano nulla! Mi dispiace per il vostro amministratore che ha ricevuto i bossoli, e che avete citato, esprimo a lui tutta la mia solidarietà. Però, faccio notare che i Consiglieri di questa legislatura - tutti tranne il sottoscritto perché martedì non c'ero - hanno visto le loro facce sui manifesti affissi in Val di Susa e sono stati catalogati in buoni o cattivi, a seconda che avessero votato pro o contro un ordine del giorno presentato dal Movimento 5 Stelle. E sulle facce dei Consiglieri c'era un mirino, che evoca lo spettro delle P38 degli anni di piombo.
Allora, noi non abbiamo paura di nessuno e, personalmente, solo la scorsa settimana, ho ricevuto sei lettere di minacce, che ho denunciato alla Digos.
Non abbiamo paura di nessuno, lasciamo perdere i bossoli, ma soprattutto, cari colleghi, evitiamo in questa sede di essere noi inconsapevolmente promotori di atteggiamenti che fuori da quest'Aula possono scatenare la violenza, l'intimidazione o l'ira. In questo luogo possiamo avere idee diverse tra di noi, però, al di là delle idee diverse.



(Commenti della Consigliera Batzella)



PRESIDENTE

Consigliere Gariglio, la invito gentilmente a non andare fuori tema.



GARIGLIO Davide

Chiudo.



(Commenti della Consigliera Batzella)



PRESIDENTE

Scusi.
Visto che ha presentato anche l'atto di indirizzo nel pomeriggio, tra qualche ora ne discuteremo e ci sarà spazio per tutti.



(Commenti della Consigliera Batzella)



PRESIDENTE

Non può intervenire.
Prego.
Non interrompete il Consigliere Gariglio, abbassate le mani.



(Commenti della Consigliera Batzella)



PRESIDENTE

Prego.



(Commenti della Consigliera Batzella)



PRESIDENTE

Collega Batzella! Prego.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Colleghi, fate terminare il collega Gariglio.



(Commenti della Consigliera Batzella)



PRESIDENTE

Adesso in streaming ci stavano guardando.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 16.39, riprende alle ore 16.43)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Invito il Consigliere Gariglio a concludere l'intervento, avendo oltrepassato di un minuto il tempo a sua disposizione.
La parola al Consigliere Gariglio.



GARIGLIO Davide

Presidente.



PRESIDENTE

Le chiedo anche se riesce a trovare, in modo garbato ed elegante l'"abc" delle scuse ai colleghi che si sono sentiti toccare, tanto nell'esame dell'ordine del giorno argomenterà meglio. Prego.



GARIGLIO Davide

Presidente, capisce che, essendo stato interrotto, non riprendo da quel punto. Termino il mio intervento specificando quanto segue. Lei sa della mia venerazione nei confronti di chi ricopre il ruolo di Presidente di questa Assemblea, essendo una prerogativa riservata solo a pochi eletti.
Detto ciò, Presidente, trovo veramente strano che qualcuno venga ad eccepire che io parli di un manifesto con un mirino quando nessuno ha eccepito, mezz'ora prima, che si parlasse di bossoli ricevuti.
Allora, sia chiaro che sono stufo di sentire da una parte sempre riferimenti e discorsi che hanno un leitmotiv in "vergogna", "dovete vergognarvi", "vergognoso"! Io questo non lo accetto, perché sono espressione di un partito. Siamo espressione di una coalizione che può fare errori, che può sbagliare, che può avere idee che non piacciono ai colleghi, ma noi non ci dobbiamo vergognare di nessuno! Allora, se a qualche Gruppo consiliare questo non piace, se ne facciano una ragione, perché noi ci siamo, qui governiamo e governeremo fino alla fine di questa legislatura! Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie a lei, Consigliere Gariglio.
La parola al Vicepresidente Boeti, che interviene in qualità di Consigliere.



BOETI Antonino

Voglio iniziare queste brevi riflessioni - anche io, come il collega Gariglio, mi ritrovo completamente nella relazione che ha svolto il nostro relatore di maggioranza - dicendo che anche i toni usati durante la discussione in riferimento alle persone che usufruiscono del vitalizio, a mio avviso, non corrispondono alla storia di questo Consiglio regionale e delle persone che qui si sono sedute.
Noi parliamo di uomini e di donne. Recentemente, ho partecipato ad un work shop sul terrorismo internazionale e ho invitato all'incontro Dino Sanlorenzo, che è stato Presidente del Consiglio regionale del Piemonte.
Negli "anni di piombo", Dino Sanlorenzo - prende anche lui il vitalizio come tutti gli altri - ha schierato in prima linea il Consiglio regionale contro il terrorismo. Il Consiglio regionale andò a distribuire volantini davanti all'ingresso della FIAT e organizzò nell'arco di due anni 350 iniziative.
Le persone di cui parliamo e che conosco io, che avranno una riduzione dei loro vitalizi (naturalmente, se l'Aula approverà il provvedimento alla fine di questo incontro) quelli che conosco io sono persone perbene. Quando abbiamo cominciato questa discussione, che aveva come obiettivo quello che tutti si facessero carico di farsi carico, per la loro parte, del momento di difficoltà economica del Consiglio regionale, non si sono arroccati in difesa del loro vitalizio.
Se volete, mando ai Consiglieri regionali l'intervento che il Presidente Sante Bajardi fece quando si insediò in occasione del suo ultimo incarico, quello nel per il quale è stato nominato l'ultima volta, quando spiegò ai Consiglieri regionali che era ineludibile il fatto che in questa legislatura si affrontasse anche questo argomento. C'è stata quindi disponibilità completa da parte dei Consiglieri regionali.
Ci sono state anche delle richieste. Avrebbero voluto, desiderano ancora, che il provvedimento di riduzione dei loro emolumenti non sia un processo definitivo, ma che si configuri come in contributo di solidarietà: lo sentivano, lo sentono più vicino alle loro idee. Questa è una delle ragioni per le quali la maggioranza, dopo che la Commissione ha approvato un emendamento del Movimento 5 Stelle, che invece rendeva stabile il provvedimento, ne ha tenuto conto.
Ma come tutti sanno - ho avuto modo di parlare con il Presidente Bertola - la legge può uscire dalla Commissione in un modo e poi essere modificata in Aula, perché l'Aula, come diciamo sempre in ogni discussione è sovrana. Soprattutto se passa del tempo dalla Commissione all'approvazione del provvedimento, ci sono anche riflessioni che si possono fare e che possono portare ad una situazione diversa.
L'emendamento, che probabilmente sarà presentato dal relatore di maggioranza, non cambia niente dal punto di vista economico, accetta l'ipotesi della temporaneità del provvedimento, mi pare, alla fine della legislatura, quindi, per quanto ci riguarda, diciamo così, in maniera definitiva., pParlo anche per i Consiglieri che sono all'ultima legislatura, quindi per noi è, se riusciremo a portare avanti questa legislatura, definito per davvero e non modifica niente dal punto di vista economico.
Da un punto di vista economico, il provvedimento rResta del 40% che riguarda, a dire il vero, un ristretto numero di persone, che da un punto di vista economico però qualcosa certamente la rappresenta per l'entità rilevante, al di là, al di sopra e in eccesso rispetto a quello che era stato indicato dall'ordine del giorno che i Presidenti dei Consigli regionali avevano approvato.
Quello che mi preoccupa non è la minaccia delle questioni giudiziarie.
Sono abituato, in questi anni di attività politica, a tenere in considerazione quello che è il parere dei funzionari, dei dirigenti, dei direttori di dipartimento e del Comune prima e della Regione adesso.
Non credo che ci sia intenzione, - poi ognuno naturalmente è libero di fare quello che vuole -, da parte dei Consiglieri regionali o almeno del suo Presidente e dell'esecutivo che ne rappresenta una parte, naturalmente non tutti gli ex Consiglieri, di appellarsi a questioni di tipo giudiziario, ma si tratta di un'attenzione nei confronti di colleghi che hanno lavorato in quest'Aula e che, come diceva giustamente il Consigliere Vignale, a torto o a ragione esercitano oggi quello che ritengono essere un loro diritto.
Le Regioni oggi sono nel mirino anche per responsabilità dei Consigli regionali, ma il provvedimento che adotteremo è un provvedimento che consente di risparmiare 740 mila euro l'anno. Non si tratta di briciole secondo me. Avessimo avuto questa cifra dio quasi un milione di euro il Consigliere Grimaldi, che ha presentato un emendamento per completare il finanziamento alle borse di studio, sarebbe stato più contento, perch probabilmente avremmo finanziato tutte le borse di studio che ci venivano richieste dagli studenti di questa Regione.
Sono d'accordo con il Consigliere Vignale e lo dico anch'io però. I perché nuovi Consiglieri regionali, giustamente, ognuno hanno il diritto di dire quello che vuoleogliono: e ogni giorno ci rimproverano di essere nati e di aver amministrato questa Regione o i Comuni nei quali abbiamo fatto gli amministratori in maniera vergognosa. Ma io dico che questo provvedimento si aggiunge al 10% recente. e poi vedremo qQuando cominceremo la discussione sugli stipendi dei Consiglieri regionali, vedremo quale sarà il risultato, dall'abolizione dei vitalizi, all'eliminazione del gettone di presenza, all'eliminazione delle autocertificazioni, all'eliminazione del budget per l'attività politica. Se questo lo avessimo eliminato prima molti avrebbero vissuto meglio la loro vita indipendentemente dai quattro soldi che venivano messi a disposizione dei Consiglieri regionali, e anche in quel caso nessuno pensava di commettere un reato.
Credo che sia stato fatto un lavoro utile alla Regione che non si pu disconoscere. Se il Piemonte è una delle Regionie che ha avuto, ed ha ancora, uno dei sistemi sanitari migliori d'Italia e quindi d'Europa lo si deve anche al lavoro che ha fatto il Consiglio regionale.
Abbiamo chiuso le Province, abbiamo chiuso le Comunità montane forse trasformandole in qualcosa di diverso, le in Unioni dei Comuni. Si possono anche chiudere le Regioni ricentralizzando completamente il sistema organizzativo del nostro Paese., io Non credo che questao sia una cosa che funzionia bene soprattutto per quanto riguarda il sistema sanitario, come ho avuto occasione di direlo in un'altra occasioneun'altra volta - il sistema sanitario.
Voterò quindi il provvedimento con la certezza di non essere stato influenzato da nessuno e di fare esattamente quello che ritengo essere il mio dovere all'interno di quest'Aula. Credo anche sia giusto che lasciare ai prossimi Consiglieri regionali, fra quattro o cinque anni, la possibilità di decidere.
Sono d'accordo anch'io con Gariglio - e finisco - che anche in questo caso una norma nazionale sarebbe stata probabilmente più equa, tutti avremmo fatto quello che si decidevano dai Presidenti della Giunta, che avrebbero avuto probabilmente maggiori possibilità decisionale, e ai Presidenti dei Consigli regionali. Così non è stato. Abbiamo ritenuto comunque di andare avanti: siamo la quarta Regione d'Italia che adottai questo provvedimento.
Alla fine di questa discussione ci sarà chi dirà che non abbiamo fatto niente. chi dirà... Ll'hanno già detto, giustamenteperaltro, i Consiglieri del Movimento 5 Stelle, perché poi una cosa che caratterizza il dibattito qui è che ovviamente i Consiglieri del Movimento 5 Stelle possono liberamente fare le loro riflessioni: e noi siamo d'accordo sul fatto che le facciano, ma e noi non possiamo fare le nostre! Quindi, ci sarà chi ritiene che non abbiamo fatto niente, ma e io credo comunque che il risultato inaspettato è che questo provvedimento, che in qualche modo aveva cominciato un percorso nella passata legislatura che si è interrotto immediatamente,anche nella passata legislatura, quando questo provvedimento in qualche modo aveva cominciato un percorso che si è interrotto immediatamente oggi viene portato a casa.
Non saranno grandi cifre, ma ogni volta che parliamo di cifre non pensiamo di risolvere il deficit della nostra Regione:, ma è un segnale che dice ai cittadini piemontesi che, anche in questo campo e anche in questo settore, dagli ex Consiglieri regionali e dai Consiglieri regionali di oggi, c'è stata disponibilità a comprendere quello che succede. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Boeti.
La parola alla Consigliera Frediani.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Mi riallaccio all'interevento del Consigliere Gariglio. Non parlerò in questo momento dei manifesti, perché mi è sembrato già fuori luogo che venissero citati nell'intervento del Capogruppo del PD. Spero che avremo occasione di parlarne nella seduta del Consiglio di oggi, se andremo a discutere l'ordine del giorno che avete presentato, perché avrei anch'io qualcosa da dire in merito, ovviamente.
Vorrei solo chiarire, ammesso che ce ne sia bisogno, perché credo che abbiate frainteso il senso del discorso del collega Mighetti, che normalmente non ha bisogno di spiegazioni, però in questo caso evidentemente sì.
Il collega Mighetti parlava di coraggio. È (E' per questo che ha citato i bossoli recapitati al nostro Sindaco di Bagheria). Parlava di coraggio e intendeva dire che quello è un esempio di coraggio. Un giovane Sindaco con poca esperienza alle spalle che s'insedia in un territorio particolarmente difficile e viene...



(Commenti in aula)



FREDIANI Francesca

Sì, se vogliamo parlare di Roma, facciamo anche...



(Commenti in aula)



FREDIANI Francesca

Ma certo. Diciamo che tutti noi abbiamo dei nemici, probabilmente, e quando siamo nel giusto potremmo averne anche più...



(Commenti in aula)



FREDIANI Francesca

Non capisco questa richiesta di par condicio nelle minacce. Noi semplicemente abbiamo detto che c'è bisogno di coraggio. Il collega Mighetti ha fatto un esempio di coraggio, poteva farne altri mille probabilmente ha scelto di fare quello, perché si parlava di un Sindaco giovane, appena insediato, che noi rispettiamo e che per noi è diventato un esempio fin da subito.
Se volete, possiamo passare una giornata a discutere semplicemente di gesti di coraggio di amministratori: va benissimo, confrontiamoci su questo, ci sta. Parliamo anche di illegalità, magari in un'altra seduta, e vediamo quali esempi possiamo portare da entrambi le parti. Ma qui stiamo parlando di vitalizi, quindi restiamo sul merito.
Qual è il gesto di coraggio in questo caso? Il gesto di coraggio è che ci veniate incontro nelle nostre proposte, che prendiate delle decisioni coraggiose e che si facciano dei tagli che siano significativi, che abbiano delle conseguenze sia dal punto di vista economico sia dal punto di vista della nostra immagine come politici. Non ci vedo nulla di male.
Voi continuate ad usare il populismo come alibi. All'inizio ci hanno accusato di essere populisti: magari l'avremo usato per fare breccia nei cittadini, ammesso che di populismo si trattasse, voi adesso lo usate come alibi. E' come se qualsiasi provvedimento che possa portare un beneficio ai cittadini sia accusato di essere populista e, di conseguenza, non viene approvato. Ditemi che senso ha! In quest'Aula possiamo decidere liberalmente, possiamo prendere decisioni coraggiose, e possiamo, in questo modo, rendere un servizio alla cittadinanza e anche portare benefici tangibili.
Vi chiedo, ancora una volta, nel momento in cui andremo a discutere nel merito questi provvedimenti, di prendere in considerazione le nostre proposte e decidere nel modo migliore per i cittadini e non solo per le persone, come diceva giustamente il Consigliere Bertola, che pur non essendo presenti in quest'Aula, aleggiano come degli spettri e possono influire sulle nostre decisioni. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Monaco; ne ha facoltà.



MONACO Alfredo

Grazie, Presidente.
Il mio intervento sarà relativamente breve.
Sull'argomento ho visto moltissima vivacità in Aula. Argomento che riguarda la riduzione dei costi della politica, determinati dai compensi dei Consiglieri relativamente ai diritti acquisiti nella storia del Consiglio e dei Consigli in tutto il paese. Purtroppo tale vivacità non accompagna altri lavori che riterrei altrettanto impegnativi e importanti per la vita del Piemonte.
Con molta franchezza, sono relativamente poco interessato al dibattito pur ringraziando per il grande impegno del Presidente, dell'Ufficio di Presidenza e di tutti coloro che hanno lavorato intorno a questo tema.
Oggettivamente, sono state fatte delle osservazioni e dei rilievi di carattere costituzionale e nell'ambito della cornice più generale delle leggi nazionali. Ripeto, sono poco interessato e poco sensibile all'argomento, non percepiamo vitalizi, siamo entrati in questo Consiglio senza percepirne.
Riterrei opportuno, dalla storia degli ex Consiglieri, che siano loro a fare un documento di rinuncia di alcuni emolumenti oggi intascati in ordine alle leggi esistenti.
Non so se parteciperò al voto.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Campo; ne ha facoltà.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Si scrive "vitalizio" e si legge "privilegio". Mi pare che di questo argomento abbiamo parlato più volte in Commissione.
Privilegio vuol dire qualcosa che spetta solo ad alcuni e che ad altri non è concesso. Questo è la stessa cosa della retribuzione del Consigliere: il Consiglio decide anche delle proprie retribuzioni. Per quanto alcuni colleghi si spertichino nel difendere l'indifendibile, la proposta di legge che stiamo discutendo, e che poi andrà in votazione, è del tutto insufficiente. Non è che un pannicello caldo che serve per fare vedere che forse, qualcosa si è fatto! Ma come il Consigliere Boeti ha ricordato poc'anzi, la speranza è che se ne occupi qualcun altro, in modo da non doverci assumere delle responsabilità.
E' comodo starsene con un lauto stipendio, peraltro, per quanto diceva il Consigliere Vignale, ridotto, ma non dalla precedente legislatura, ma da Monti e che poi la precedente legislatura ha riaggiustato semplicemente lavorando sul rimborso forfettario. Non prendiamo in giro chi ci segue penso che tutti qui dentro sappiano come stanno veramente le cose. Idem per il vitalizio, il privilegio. Vergognoso! Siamo in una situazione in cui, di fatto, si derubano i nostri cittadini dei servizi essenziali, con la scusa che non ci sono i soldi, e poi si viene a dire: ma non sarà con questo che risaniamo il bilancio regionale. Cari colleghi, sorpresa! Non c'è gesto che possiamo fare che possa risanare il bilancio di questa Regione grazie a tre legislature di incapace, se non truffaldina, amministrazione.
Quello che, invece, è importante relativamente ai provvedimenti che stiamo prendendo circa i soldi - perché di questo si tratta - che i Consiglieri regionali presenti e passati si mettono in tasca, è un atto di giustizia sociale, non solo simbolico.
La proposta che avanziamo noi - quella che, probabilmente, non discuteremo neanche perché si approverà questa cosa squallida in attesa che ci pensi qualcun altro - permetterebbe di recuperare qualche milione, non qualche centinaio di migliaia di euro. Sappiamo bene quante sono le voci del bilancio sulla spesa sociale che avrebbero bisogno di quei milioni mentre di quei milioni, probabilmente, non dico tutti - magari chi senza quei vitalizi andrebbe in indigenza ci sarebbe - ma il 90% buono degli attuali percettori e di quelli che potranno eventualmente percepirlo sicuramente non avranno problemi.
Quello che chiede il Movimento 5 Stelle non è populismo, non è neanche propaganda sul web come dice il Consigliere Vignale - che, forse preferirebbe che si discutesse tutto nelle segrete stanze, in modo da poter fare accordi e accordino perché nulla cambi, anche se sembra che qualcosa cambi effettivamente - ma la pubblicità della nostra attività deve essere trasparente. Noi preferiremmo che fosse trasparente anche quello che si dice in Commissione. A volte si affermano cose incommentabili.
Si dice, e lo dice il Consigliere Gariglio: non ne vogliamo fare una questione di paura dei ricorsi. Eppure ricordo il Consigliere Boeti in Commissione ha detto proprio questo, che teme i ricorsi. Ben sapendo che comunque, ci sono tutte le forme per intervenire in caso di ricorsi e che i ricorsi non è detto che abbiano ragione, così come spesso non hanno ragione le querele, se si ricorda, collega Boeti le sue sette al Consigliere Bono.
Di conseguenza, quello che stiamo dicendo e affermiamo senza parlare di terrorismo e di minacce, è cercare di evitare di scadere nel ridicolo.
Siamo stati ridicoli e ci mettiamo anche noi stessi qui dentro, perché noi abbiamo votato a favore di una riduzione penosa delle indennità dei Consiglieri: il minimo sindacale, giusto per compensare quell'aumento vergognoso che l'abolizione dal lato statale dei vitalizi da questa legislatura aveva fatto rientrare nelle indennità dei Consiglieri; abbiamo appena compensato quello, ma non è che abbiamo fatto qualche sforzo maggiore, benché si potesse. Anche da questo punto di vista, infatti, si aspetta l'intervento statale, ma noi sappiamo quali sarebbero le linee di indirizzo di quell'intervento statale: precorrerlo non sarebbe stato neanche atto di grande audacia e coraggio, ma semplicemente di buon senso.
Questa è una vergogna, quindi, e la vergogna non deve risiedere nel fatto che voi difendiate qualcosa o che noi ne chiediamo un'altra: la vergogna deve stare nel rendersi conto della disparità che esiste tra noi che sediamo in quest'Aula e il cittadino normale che là fuori, quando ha fortuna e ha un lavoro normale, dovrà lavorare decenni per arrivare alla pensione o per vedere se poi, forse, ne avrà una, il cui ricalcalo - ve lo ricordo - viene ridotto di anno in anno. E la riforma Fornero ha visto fare strage anche di chi qualcosa di garantito pensava di averlo già. Poi si dice: "E' stato risolto il problema degli esodati". E come no? Siamo alla sesta iterazione delle cosiddette risoluzioni: sesta e temporanea, perch non ci sono le risorse.
Toh, guarda un po': di cosa si parlava stamattina? Ci si nasconde dietro il fatto che non ci sono risorse per togliere i diritti ai cittadini. E quando invece delle risorse ci sono, non si vogliono togliere privilegi a 50, 60 persone; quante centinaia di cittadini sono quelli che hanno maturato questo vergognoso privilegio e magari lo cumulano a chissà quale altro? Ragioniamo su questo! Facciamo l'anagrafe, come abbiamo proposto, degli ex Consiglieri regionali e vediamo quanto percepiscono dal lato pubblico.
Vediamo a cosa porta la carriera politica, in termini di privilegi, in questi tempi veramente tristi per ogni cittadino normale.
Noi purtroppo, infatti, finché non faremo questo e non affronteremo questi temi in maniera seria, non potremo dirci cittadini normali: saremo cittadini con dei privilegi in più, che non sono per garantire la nostra indipendenza o il fatto di poter svolgere il nostro lavoro senza condizionamenti, perché se no non saremmo pieni di inchieste per corruzione! C'è gente sotto inchiesta per corruzione, ma anche condannata, che continua a prendere la pensione da ex politico, anche quando è condannata per mafia; e questi li si tutela: per loro è tutto garantito. Invece è diverso per il cittadino normale, per il lavoratore che paga le tasse; e qui sottolineo, di nuovo, come nella retribuzione del Consigliere regionale ci siano 4.500 euro esentasse di rimborsi forfetari e adesso ammonta a meno di 6.000 euro la parte di indennità tassata. Facciamoci questi ragionamenti e guardiamoci allo specchio! Cosa ci aspettiamo dai cittadini? A me viene in mente - prima c'erano degli scolari, ma ho anche dei figli piccoli - il cartone animato di Walt Disney su Robin Hood. Non so se vi ricordate, c'è una canzoncina sul "Re più fasullo d'Inghilterra". Ve la canticchio, ma vi ricordate come finisce? "Quell'avido, cupido, pavido stupido, zotico, lepido, stolido, trepido, ladro, rapace ed incapace, d'un Re più fasullo d'Inghilterra!".
Così sarebbe stato ricordato il Principe Giovanni. Come pensate che verranno ricordati i politici di oggi? BATZELLA Stefania (fuori microfono) Che grande: bravo, Mauro! APPIANO Andrea (fuori microfono) Presidente, per favore! Siamo in un'Aula seria!



PRESIDENTE

Non interrompete il collega Campo! Voi siete la maggioranza e avete più spazi e più poteri rispetto alle opposizioni. Colleghi, non interrompete il Consigliere Campo! Prego, continui, Consigliere Campo.



CAMPO Mauro

Vado a concludere, anche perché il tempo è finito.
Vorrei però veramente fare un invito alla maggioranza e alla Giunta ad avere coraggio, perché questi sono i tempi in cui bisogna avere il coraggio e non fare mediocre navigazione a vista, per tirare a campare.
Non bisogna sperare di andare a Roma a chiedere che ci vengano salvati i bilanci e non avere il coraggio di intervenire sulle nostre tasche, se non in maniera marginale.
E non si deve avere paura di ricorsi, perché ai ricorsi si risponde e si va a vedere chi ha ragione. Ed è compito della politica, quella alta prendere decisioni importanti. Ci riempiamo la bocca di parole - saranno impopolari, ma sono necessarie - e abbiamo paura di essere impopolari con una categoria di privilegiati? Per favore! Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Campo. E mi raccomando: la prossima volta non canticchi.
La parola alla Consigliera Gancia.



GANCIA Gianna

Da liberista convinta, posso dire di essere contraria ad ogni forma di contributo pensionistico. Ho dato l'esempio rinunciando e chi predica in questo modo dovrebbe far altrettanto, iniziando dalla propria pelle, perch credo sia importante l'esempio.
Vivendo in una videocrazia - una mediocrazia, più che una democrazia penserei seriamente ad una valutazione sull'opportunità che via sia per tutti l'iscrizione alle liste elettorali, attive e passive.



PRESIDENTE

Grazie, collega Gancia.
La parola al Consigliere Andrissi.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Io non canterò, in quanto sono completamente stonato, quindi rischierei di rompere i vetri.
Visto che le cose sono già state dette in lungo e in largo, vorrei rifarmi alla relazione che ci è stata inviata dalla segretaria, in merito al parere predisposto dal Settore Studi, documentazione e supporto giuridico e legale del Consiglio regionale. Mi sembra importante citare questa sentenza della Corte costituzionale in materia, la n. 289/94, in cui in pratica si diceva che l'assegno vitalizio, a differenza della pensione ordinaria, viene a collegarsi ad un'indennità di carica goduta in relazione all'esercizio di un mandato pubblico, indennità che nei suoi presupposti e nelle sue finalità ha sempre assunto, nella disciplina costituzionale o ordinaria, connotazioni distinte da quelle proprie della retribuzione connessa al supporto di pubblico impiego.
Questo, allora, credo sia un dato, vista anche la data della sentenza della Corte costituzionale: il vitalizio non è un'indennità previdenziale e in quanto tale credo vengano decisamente meno alcune protezioni che l'indennità previdenziale dovrebbe avere, cosa che purtroppo in questo Paese non è scontata.
Mi riferisco all'ultima riforma Fornero: insomma, in quel caso la lacrimuccia è scappata, però, vedendo anche tanti miei colleghi in giro finiti nella categoria degli esodati, credo che qualche problema sociale quella riforma l'abbia dato e lo darà, considerando che l'età pensionabile sta schizzando alle stelle in Europa. Noi abbiamo due primati, oramai: quello della corruzione e fra poco - se non l'abbiamo già raggiunto quello dell'età pensionabile.
Allora, quello che voglio dire è che non capisco come da una parte si possa intervenire in modo drastico, ma dall'altra non si voglia farlo. E guardate che fuori da queste mura e da quest'emiciclo la gente pensa che il vitalizio sia un privilegio, ma un privilegio inaccettabile; considerando che poi noi tutti siamo privi di questo privilegio - a parte che io non l'avrei accettato - e quindi non capisco perché chi è venuto prima debba mantenerlo, visto che non è una retribuzione previdenziale e quindi non parliamo di pensione, noi che siamo venuti dopo, a parte che non avrei accettato.
Un'altra considerazione collegata a questo concetto, è che i Consiglieri regionali non abbiano un versamento all'INPS. Personalmente non lo trovo accettabile, considerando che siamo tutti lavoratori: io mi considero un lavoratore "prestato alla politica", per cui presto tornerò al mio precedente impiego (se ci sarà ancora!). Questa è la situazione.
Non trovo accettabile che i lavoratori debbano avere 40 e più anni di versamenti e il politico abbia una via preferenziale. Questa via preferenziale era una scorciatoia, e il vitalizio la rappresentava.
Venerdì 12 dicembre è indetto anche un importante sciopero nazionale: io sono andato a chiedere ai lavoratori cosa pensano del vitalizio, e le risposte non sono affatto gentili. Mettiamoci quindi una mano sulla coscienza: tanto, se vorranno presentare ricorso, lo faranno anche con una riduzione del 6, del 10, dell'11% o di quello che sarà. Allora, facciamo un bel taglio, considerate anche le difficoltà sociali che si stanno vivendo in questa Regione.



PRESIDENTE

Dichiaro conclusa la discussione generale.
Procediamo con l'esame dell'articolato e dei relativi emendamenti.
ARTICOLO 1 Emendamento rubricato n. 12) presentato dai Consiglieri Bono, Bertola Frediani e Campo: Al comma 1 la frase "che abbiano compiuto i 65 anni di età." è sostituita "che abbiano compiuto i 70 anni di età,".
Ha chiesto la parola il Consigliere Bono, per l'illustrazione; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Visto l'andamento delle norme che modificano il sistema previdenziale italiano, si sta incrementando sempre di più l'età minima pensionabile: escluse le "baby pensioni", si è passati velocemente da una media di 57-58 anni a 65, e si sta già superando questo standard, che mi pare alquanto elevato, pensando di arrivare ai 67 anni probabilmente nei prossimi anni, o addirittura 70! Considerato che spesso parliamo degli "ultrasessantacinquenni" come di soggetti che hanno già problematiche di salute e di abilità notevoli, tanto che rientrano in alcuni provvedimenti che prevedono esenzioni o agevolazioni, volevamo portarci un po' avanti e dare anche un segnale in questo senso per quanto riguarda l'erogazione dei vitalizi.
Se è vero che l'accordo sull'età minima pensionabile è sui 65 anni, è altrettanto vero che già dalla legge che è stata approvata nel dicembre 2011 l'età minima pensionabile in Piemonte è di 65 anni (la legge del 2001 invece prevedeva i 60 anni, anticipabili fino a 50, a seconda degli anni di contributi versati). Quindi, pensare di portare a settant'anni l'età di erogazione del vitalizio, non ci sembra un vulnus ad alcunché.
La popolazione invecchia sempre di più, nel senso che c'è meno natalità e, quindi, meno ricambio generazionale: fortunatamente, si registra una migliore qualità di vita, quindi oramai l'età media si allunga e tendenzialmente, si raggiunge la fascia degli over 65 in buone condizioni di salute o, comunque, con più patologie ma curabili grazie alle terapie farmaceutiche e non solo.
Ipotizzare questo dato, ridurrebbe quello che è l'esborso della Regione Piemonte. È un semplice calcolo (lo abbiamo fatto tante volte): se in passato i colleghi Consiglieri hanno versato mensilmente il 20% della indennità di carica, cioè circa 2.000 euro per intenderci, il totale annuale ammonta a 24.000 euro, che per cinque anni fanno 120.000 euro.
Parliamo, quindi, di 120.000 euro a fronte, magari, di un vitalizio di 3.000 euro lordi al mese, quindi 36.000 euro l'anno. Ciò significa che in tre anni siamo già arrivati alla copertura dei contributi versati.
Noi, Presidente - mi rivolgo sia al Presidente del Consiglio che al Presidente della Giunta - saremmo per un sistema contributivo, com'è oggi.
Quindi bisognerebbe forse ritarare anche questo in un'ottica contributiva e non retributiva, perché come ha dimostrato la riforma italiana previdenziale, non si poteva sostenere un simile carico retributivo.
In questo caso, abbiamo voluto intervenire sull'età minima pensionabile. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bono.
Emendamento rubricato n. 10) presentato dai Consiglieri Bono, Bertola Frediani, Campo e Valetti: Il comma 2 "Per ogni anno di mandato oltre il quinto anno, l'età anagrafica di cui al comma 1, è diminuita di un anno, con il limite all'età di 60 anni" è abrogato.
Ha chiesto la parola il Consigliere Bono, per l'illustrazione; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Il secondo emendamento sull'articolo 1 vuole eliminare la possibilità di ridurre l'età minima pensionabile di un anno per ogni anno di mandato svolto oltre il quinto.
Noi, di solito, siamo sempre un po' "allergici" alle deroghe: se sono deroghe tecniche, per così dire, magari su provvedimenti o norme che potrebbero avere delle difficoltà applicative, va bene, ci può stare anche la deroga in condizioni limite, in condizioni di urgenza, emergenza o quant'altro. Ma per una norma che prevede un'età minima pensionabile, la deroga non ha alcuna giustificazione. Ha fatto cinque anni di mandato? Ne ha fatti dieci? Quindici? Venti? Ottiene il vitalizio a 65 anni.
Mi correggono, perché non si tratta di "età minima pensionabile", dal momento che non è un trattamento previdenziale. Parliamo, semmai, di "età minima per il conseguimento del vitalizio".
Nell'Assemblea dei Consigli regionali si è scelto 65 anni di età? Così sia. Non c'è bisogno di fare una deroga a 60 anni nel caso in cui si è svolto un mandato di dieci anni. Come abbiamo detto prima, i Consigli regionali stanno facendo una norma largamente a favore degli ex Consiglieri regionali: cinque anni di mandato e si prende una pensione simile! Francamente, mi appello al senso di responsabilità del Presidente Chiamparino, oggi presente, di far approvare questo emendamento, che potrebbe essere sicuramente significativo.
Non c'è nessun bisogno di anticipare la norma a sessant'anni, lo dico anche guardando i Capigruppo e i colleghi di maggioranza: 65 anni sarebbe in pari all'attuale normativa (anche se per i lavoratori già si sfora verso i 66 anni o 67 anni). Direi, quindi, che 65 anni sia un buon compromesso e non c'è bisogno di anticiparlo nel caso si siano svolti dieci anni di mandato.
Io credo che questa sia una di quelle piccole modifiche che non dico renderebbe la norma splendida e comprensibile, ma, quantomeno, ridurrebbe le polemiche che potrebbero scaturire all'esterno (lo dico, a maggior ragione, più nell'interesse della maggioranza che dell'opposizione, perch qualcuno potrà dire che le opposizioni possono strumentalmente cavalcare la giusta protesta popolare).
L'accordo raggiunto nella Conferenza Stato-Regioni è per 65 anni è, per cui non c'è bisogno di ridurlo a 60.
Spero vivamente che il Vicepresidente Reschigna voglia accogliere questo emendamento - o, perlomeno, voglia esprimere un parere favorevole dal momento che è il Consiglio che decide - perché permetterebbe anche un risparmio: se pensate ad una media di 50.000 euro di esborso per ogni ex Consigliere, in cinque anni vuol dire 250.000 euro per ciascuno. Se pensiamo che sono una cinquantina i Consiglieri che devono ancora prendere il vitalizio, 250.000 euro per 50 parliamo già di una cifra interessante che supera i cinque milioni di euro! È un dato che dovrebbe indurci a riflettere.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Campo; ne ha facoltà.



CAMPO Mauro

Sarò velocissimo, intervengo più che altro per una considerazione informativa.
E' già intervenuto il collega Andrissi in merito al fatto che sarebbe interessante pensare ad un trattamento pensionistico. Vorrei però ricordare che questo aspetto evidenzia l'ulteriore natura sproporzionata del vitalizio, che già solo per una retribuzione calcolata in base a quello che prendiamo noi come netto, cioè 2.500 euro, che corrisponderebbe, fatto il rapporto per un trattamento da lavoro dipendente, a circa 4.000 euro lordi il versamento pensionistico all'INPS ammonterebbe a oltre 1.600 euro con il trattamento contributivo di livello nazionale.
Immaginate cosa vorrebbe dire avere un trattamento pensionistico calcolato sulla base della retribuzione complessiva del Consigliere regionale di oggi, togliendo quella fiction dei 4.500 euro forfettari e considerando di avere circa 9.000 euro lordi di retribuzione. Anche così andremmo in pensione (quelli della mia età) a 69-70 anni.
Questo, per far riflettere ancora una volta su quanto sproporzionato sia l'esiguità del versamento del precedente trattamento vitalizio nei confronti dell'età in cui lo si va a percepire: 65 o addirittura sessant'anni, nel caso di ben due legislature! Ragazzi: dieci anni a rompersi la schiena in miniera! Vi invito a riflettere su questo, in particolare in correlazione all'emendamento presentato. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Campo.
Consigliere Bertola, interviene anche lei per una rettifica? Prego.



BERTOLA Giorgio

No, è un intervento.



PRESIDENTE

Sì, volevo sveltire, altrimenti non c'è lo spazio per l'illustrazione del vostro provvedimento.
Prego, Consigliere Bertola, sull'emendamento n. 10).



BERTOLA Giorgio

Lei è gentilissimo, Presidente.
Volevo soffermarmi su quest'emendamento anche solo per i due minuti che ho a disposizione. Possiamo anche non essere d'accordo sulla necessità o sull'equità del dare un vitalizio agli ex Consiglieri, possiamo avere posizioni diverse, va bene, ma andare a ridurre l'età in cui si pu percepire il vitalizio, in un provvedimento che, in realtà, attua una riduzione, sembra quasi voler dare un piccolo premio, un biscottino! Suona come un piccolo premio, quando, dall'altra parte, si vuole togliere qualcosa.
Colleghi, magari rimaniamo divisi su alcuni temi, ma conserviamo un minimo di decenza con questa proposta di legge, perché - vitalizi o non vitalizi, pensioni alte o basse - ciascuno di noi ha un'aspettativa, come età pensionabile - che si sta allungando (riforma Fornero, piuttosto che altro).
Pertanto, cerchiamo di avere coerenza rispetto a quanto succede agli altri cittadini che non sono stati Consiglieri regionali, ed evitiamo di avvicinare sempre più i Consiglieri al vitalizio, rispetto agli altri.
Grazie.
GARIGLIO Davide (fuori microfono) Presidente, avrei bisogno di una sospensione di due minuti.



PRESIDENTE

Va bene.
Interrompo brevemente la seduta.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 17.30, riprende alle ore 17.42)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Ha chiesto la parola il Consigliere Appiano; ne ha facoltà.



APPIANO Andrea

Grazie, Presidente.
Soccorre, sul tema, un provvedimento della Sezione giurisdizionale dell'Abruzzo in cui, un ex Consigliere regionale, una volta cambiata la norma di legge che prevedeva di poter non più percepire a 55 anni, ma a 60 il vitalizio, ha fatto ricorso, ma avendo lui compiuto i 55 anni dopo l'entrata in vigore della legge peggiorativa si è visto respingere il ricorso.
Da questo punto di vista, quindi, non si sente l'esigenza di creare un'eccezione rispetto al comma 1 dell'articolo 1, pertanto riteniamo di poter accogliere l'emendamento n. 10) che prevede la soppressione del secondo comma.



PRESIDENTE

Grazie, collega Appiano.
Procediamo con la votazione dell'emendamento n. 12), sul quale il primo firmatario del provvedimento, relatore, ha espresso parere contrario.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 12).
Il Consiglio non approva.
Segnalo che sia messa a verbale l'astensione della Vicepresidente Ruffino.
Procediamo con la votazione dell'emendamento n. 10), sul quale il primo firmatario del provvedimento ed il relatore di maggioranza hanno espresso parere favorevole.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 10).
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 1, così come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 2 Emendamento rubricato n. 7) presentato dai Consiglieri Bono, Bertola Frediani, Campo, Mighetti, Andrissi: Art. 2 Al comma 1 i punti a), b), c), d) sono sostituiti come segue: "a) del 15 per cento per l'importo fino ai 1.500,00 euro;" "b) dell'ulteriore 20 per cento per la parte compresa tra i 1.501,00 euro fino a 3.500,00 euro;" "c) dell'ulteriore 25 per cento per la parte compresa tra i 3.501,00 euro e i 6.000 euro;" "d) dell'ulteriore 30 per cento per la parte superiore ai 6.000 euro".
Emendamento rubricato n. 5) presentato dai Consiglieri Bono, Bertola Frediani, Campo, Valetti, Mighetti, Andrissi: Art. 2 Al comma 1 i punti a), b), c), d) sono sostituiti come segue: "a) del 10 per cento per l'importo fino ai 1.500,00 euro;" "b) dell'ulteriore 15 per cento per la parte compresa tra i 1.501,00 euro fino a 3.500,00 euro;" "c) dell'ulteriore 20 per cento per la parte compresa tra i 3.501,00 euro e i 6.000 euro;" "d) dell'ulteriore 25 per cento per la parte superiore ai 6.000 euro".
Emendamento rubricato n. 11) presentato dai Consiglieri Bono, Bertola Frediani, Campo, Valetti, Mighetti, Andrissi: Art. 2 Al comma 1 la frase "A decorrere dal 1 gennaio 2015." è sostituita "A decorrere dal 1 dicembre 2014".
Emendamento rubricato n. 19) presentato dal Consigliere Appiano: Al comma 1, dell'articolo 2, dopo le parole "1 gennaio 2015", sono aggiunte le seguenti"fino al 31 dicembre".
Emendamento rubricato n. 16) presentato dai Consiglieri Bono, Bertola Frediani, Campo, Valetti, Mighetti, Andrissi: Art. 2 Al comma 1 la frase "a) del 6 per cento per l'importo fino ai 1.500,00 euro;" è sostituita "a) del 15 per cento per l'importo fino ai 1.500,00 euro;".
Emendamento rubricato n. 14) presentato dai Consiglieri Bono, Bertola Frediani, Campo, Valetti, Mighetti, Andrissi: Art. 2 Al comma 1 la frase "a) del 6 per cento per l'importo fino ai 1.500,00 euro;" è sostituita "a) del 10 per cento per l'importo fino ai 1.500,00 euro;".
Emendamento rubricato n. 18) presentato dai Consiglieri Bono, Bertola Frediani, Campo, Valetti, Mighetti, Andrissi: Art. 2 Al comma 1 la frase "b) dell'ulteriore 9 per cento per la parte compresa tra i 1.501,00 euro fino a 3.500,00 euro;" è sostituita "b) dell'ulteriore 20 per cento per la parte compresa tra i 1.501,00 euro fino a 3.500,00 euro;".
Emendamento rubricato n. 17) presentato dai Consiglieri Bono, Bertola Frediani, Campo, Valetti, Mighetti, Andrissi: Art. 2 Al comma 1 la frase "b) dell'ulteriore 9 per cento per la parte compresa tra i 1.501,00 euro fino a 3.500,00 euro;" è sostituita "b) dell'ulteriore 15 per cento per la parte compresa tra i 1.501,00 euro fino a 3.500,00 euro;".
Emendamento rubricato n. 2) presentato dai Consiglieri Bono, Bertola Frediani, Campo, Valetti, Mighetti, Andrissi: Art. 2 Al comma 1 la frase "c) dell'ulteriore 12 per cento per la parte compresa tra i 3.501,00 euro e i 6.000,00 euro;" è sostituita "c) dell'ulteriore 25 per cento per la parte compresa tra i 3.501,00 euro fino a 6.000,00 euro;".
Emendamento rubricato n. 1) presentato dai Consiglieri Bono, Bertola Frediani, Campo, Valetti, Mighetti, Andrissi: Art. 2 Al comma 1 la frase "c) dell'ulteriore 12 per cento per la parte compresa tra i 3.501,00 euro e i 6.000,00 euro;" è sostituita "c) dell'ulteriore 20 per cento per la parte compresa tra i 3.501,00 euro fino a 6.000,00 euro;".
Emendamento rubricato n. 4) presentato dai Consiglieri Bono, Bertola Frediani, Campo, Valetti, Mighetti, Andrissi: Art. 2 Al comma 1 la frase "d) dell'ulteriore 15 per cento per la parte superiore ai 6.000 euro" è sostituita "d) dell'ulteriore 30 per cento per la parte superiore ai 6.000 euro".
Emendamento rubricato n. 3) presentato dai Consiglieri Bono, Bertola Frediani, Campo, Valetti, Mighetti, Andrissi: Art. 2 Al comma 1 la frase "d) dell'ulteriore 15 per cento per la parte superiore ai 6.000 euro" è sostituita "d) dell'ulteriore 25 per cento per la parte superiore ai 6.000 euro".
Emendamento rubricato n. 15) presentato dai Consiglieri Bono, Bertola Frediani, Campo, Valetti, Mighetti, Andrissi: Art. 2 Al comma 2 dopo la parola "dal Parlamento italiano o dal Parlamento europeo" è aggiunta la frase "e/o titolari di trattamento previdenziale dal lavoro".
Emendamento rubricato n. 9) presentato dai Consiglieri Bono, Bertola Frediani, Campo, Valetti, Mighetti, Andrissi: Art. 2 Al comma 2 la frase "si applica un'ulteriore decurtazione del 40 per cento" è sostituita "si applica un'ulteriore decurtazione del 70 per cento".
Emendamento rubricato n. 8) presentato dai Consiglieri Bono, Bertola Frediani, Campo, Valetti, Mighetti, Andrissi: Art. 2 Al comma 2 la frase "si applica un'ulteriore decurtazione del 40 per cento" è sostituita "si applica un'ulteriore decurtazione del 60 per cento".
Emendamento rubricato n. 6) presentato dai Consiglieri Bono, Bertola Frediani, Campo, Valetti, Mighetti, Andrissi: Art. 2 Al comma 2 la frase "si applica un'ulteriore decurtazione del 40 per cento" è sostituita "si applica un'ulteriore decurtazione del 50 per cento".
Suggerirei ai colleghi del Movimento 5 Stelle di illustrare congiuntamente gli emendamenti, in modo da fare un ragionamento unico ed articolato.
Consigliere Bono, non conteggio il tempo. Le do questo privilegio, con il permesso della maggioranza.
Prego, Consigliere Bono.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Parto dall'emendamento n. 5). Abbiamo deciso di chiedere una riduzione più consistente, per quanto riguarda gli importi dei vitalizi: del 10 nella prima fascia (quella del 6%); del 15% nella fascia del 9%; del 20 nella fascia del 12% e del 25% nella fascia del 15%, per gli importi crescenti dei vitalizi, quindi fino a 1.500 euro, da 1.500 a 3.500 euro, da 3.500 a 6.000 euro e oltre i 6.000 euro.
Scusi, Presidente, ho problemi di connessione in rete: ha gli emendamenti su carta?



PRESIDENTE

Sì, glieli faccio avere.



(Un commesso d'aula consegna il supporto cartaceo relativo agli emendamenti in esame al Consigliere Bono)



BONO Davide

L'emendamento n. 7) prevede percentuali diverse, a crescere, quindi 15 20, 25 e 30%.
L'emendamento n. 11) era un emendamento che avevamo presentato subito dopo l'approvazione in Commissione per anticipare di un mese l'introduzione delle riduzioni.
L'emendamento n. 11) lo ritiriamo, perché siamo al 9 dicembre e penso che con i tempi tecnici, tra approvazione e pubblicazione sul Bollettino Ufficiale, non riusciamo ad anticiparlo prima del 1° gennaio 2015. Quindi possiamo ritirarlo.
L'emendamento n. 16) ha sempre delle cifre riguardanti aumenti e riduzioni degli importi; stessa cosa per l'emendamento n. 14), il n. 18) e anche il n. 17). Si tratta sempre e solo di modifiche di cifre con cui cercavamo di implementare un poco la riduzione, perché francamente una riduzione del 6% con una media del nove e del dieci ci sembra molto poco visto che stiamo parlando di importi di vitalizi che arrivano fino a 8.000 euro lordi al mese. Ridurre del 10% vuol dire 800 euro, quindi si passerebbe da 8.000 euro lordi a 7.200 euro. E' vero che è un contributo di solidarietà, ma noi interpretavamo la norma con una sostanza maggiore, cioè cercare di fare veramente una norma che andasse a modificare retroattivamente in peius quelle che erano le condizioni di queste indennità differite, ma non con un valore così basso.
Gli emendamenti insistono tutti sul comma 1 fino all'emendamento n.
15).
Invece l'emendamento che insiste sul comma 2 chiede che la riduzione del 40% sia introdotta nel caso in cui l'ex Consigliere percepisca non solo un trattamento di vitalizio da parte del Parlamento italiano o europeo, ma anche nel caso sia percettore di un trattamento previdenziale per quiescenza da lavoro. Quindi, se percepisce anche una pensione dal suo lavoro, si potrebbe pensare di ridurre del 40% anche il vitalizio da ex Consigliere; se siamo d'accordo sul principio, troviamo l'accordo sulla percentuale.
Questa era anche un'altra annotazione che mi era venuta in mente perché capita spesso che, oltre ad avere fatto uno o due mandati percepisca una pensione da dipendente pubblico oppure da qualunque altro tipo di lavoro come professionista o non professionista.
Per quanto riguarda il comma 2, proponiamo la decurtazione del 40%. Dal nostro punto di vista, l'unica posizione che avremmo proposto era quella di eliminarlo. Se si percepisce un vitalizio dal Parlamento italiano o europeo, che sono cifre di circa 6.000 euro minimi al mese, da quanto mi ricordo dall'analisi che abbiamo fatto, il vitalizio da Consigliere regionale dal nostro punto di vista si può tranquillamente accantonare.
Quindi, la riduzione dovrebbe essere del 100%, non del 40, per un principio semplice, cioè quello del divieto di cumulo.
E' ovvio che il divieto di cumulo si applica su dei tetti di reddito elevati. In questo caso riteniamo che la politica sia un servizio alla cittadinanza e non sia uno strumento per arricchirsi. I cittadini italiani hanno uno strumento pensionistico al termine della propria vita lavorativa per avere un trattamento previdenziale che permetta loro di vivere più o meno dignitosamente, perché sappiamo che le pensioni viaggiano da un minimo di 500 euro fino a non avere un limite.
Adesso ci sta provando il Governo con degli emendamenti anche delle opposizioni in Parlamento a mettere un tetto per quanto riguarda queste pensioni, ma riteniamo che, in caso di percezione di più vitalizi da più Enti pubblici, ci debba essere semplicemente il divieto di cumulo.
Quindi, non una riduzione del 40% o del 45%, ma il divieto di cumulo si potrebbe anche decidere che si tiene quello più alto. Visto che il Parlamento italiano dà il vitalizio più alto (anche di quello europeo), si tiene quello.
E' chiaro che qualunque ex Consigliere potrebbe fare un ricorso - me lo immagino e me lo aspetterei - però penso che non violeremmo nessuna norma e non provocheremmo nessuna condizione di indigenza, facendo salvo il principio di mantenere il vitalizio più alto.
Per questo gli ultimi tre emendamenti riguardano riduzioni di percentuali più alte rispetto al 40% proposto e concordato nella Conferenza Stato-Regioni, ma voglio ricordare che quello è un accordo minimo raggiunto, perché l'accordo si fa mettendo insieme tutte le parti, e poi c'è la facoltà di ogni Consiglio regionale di proporre modifiche migliorative dal punto di vista della finanza pubblica.
Dipende da come la si guarda, ma visto che noi dobbiamo tutelare la Regione Piemonte, quindi la sua stabilità economico-finanziaria e magari incidere il meno possibile sulle condizioni di vita dei piemontesi - quindi non alzare l'IRPEF, non alzare l'IRAP, non alzare il bollo auto, non alzare nessun tipo di tassa e non tagliare nessun servizio - penso che qualunque intervento in questo senso non debba essere visto come peggiorativo delle condizioni degli ex Consiglieri, bensì migliorativo per la situazione del bilancio della Regione Piemonte.
Quindi, in questa ottica mi sentirei abbastanza sicuro di affrontare qualunque tipo di ricorso in sede giudiziaria. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bono.
Emendamento rubricato n. 20) presentato dal Consigliere Appiano: Il comma 4 dell'articolo 2 è sostituito dal seguente "4. Al comma 2 dell'articolo 5 della l.r. 25/2011 le parole 'a decorrere dal 1° gennaio 2016' sono sostituite dalle seguenti 'a decorrere dal 1 gennaio 2020'".
La parola al Consigliere Appiano per l'illustrazione.



APPIANO Andrea

Nella filosofia di questa norma è stato depositato un emendamento finale, che poi analizzeremo nell'articolo successivo, e che prevede una temporaneità della vigenza di questi tagli nell'orizzonte della legislatura, anzi un po' oltre, fino al dicembre 2019.
L'emendamento rubricato n. 20) collegato all'articolo 2 proroga il blocco dell'indicizzazione, che scadrebbe nel 2016, al 1° gennaio 2020.
Quando poi si rivedrà tutta la materia, si rivedrà anche quest'aspetto.



PRESIDENTE

E' aperta la discussione generale.
Ha chiesto la parola il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Non avevamo avuto il piacere di leggere prima l'emendamento vergato a mano dal Consigliere Appiano. Quindi, assistiamo - possiamo dirlo - a quello che temiamo sia il primo di una serie di passi indietro rispetto alla legge licenziata dalla Commissione.
La Commissione aveva licenziato l'abrogazione del comma 2 dell'articolo 5 della legge regionale 25/2011, la prima di una serie di leggi regionali sui tagli ai costi della politica; norma introdotta in maniera quasi proditoria, mi sembra di ricordare, dall'allora Presidente del Consiglio regionale, Cattaneo.
Era una fase molto concitata ed era il discorso dell'indicizzazione ISTAT dei vitalizi.
Voglio fare questo discorso perché è molto importante. L'indicizzazione ISTAT del vitalizio - e chiedo agli Uffici di correggermi se sbaglio - non c'era prima del 2011, così come non c'è per le indennità.
Non è che i 6.600 euro lordi che percepiamo in Consiglio regionale vengono indicizzati dall'ISTAT, anche perché oggi quasi nessun stipendio in Italia viene indicizzato, addirittura tutti i contratti collettivi nazionali sono bloccati: ovunque vai ti dicono che il proprio contratto collettivo nazionale è bloccato da cinque, sette, dieci o dodici anni.
Personalmente, questa norma la vissi molto male nel 2011 e quindi, aver visto eliminare questa norma dalla legge, mi aveva fatto tirare un sospiro di sollievo, perché una cosa che avremmo fatto noi, l'ha fatta questa maggioranza. Eravamo contenti, invece adesso vediamo un emendamento che va a reintrodurlo, spostandolo al 2020. E' vero, nel 2020 non ci sarà più quest'Amministrazione, nel senso che la Giunta Chiamparino terminerà il proprio mandato nel 2019 e poi valuterà il Presidente se ricandidarsi e gli elettori se votarlo dopo cinque anni, ma è rinviare la decisione ad un'altra legislatura.
E' una mossa astuta, nel senso di dire: noi non la indicizziamo per questa legislatura e poi, chi ci sarà successivamente - di nuovo il centrosinistra o il centrodestra o il Movimento 5 Stelle - deciderà. Ci rendiamo conto che è una mossa astuta, però non è chiara per gli elettori.
Vogliamo, vuole la maggioranza mantenere, introdurre e rinviare nel tempo (ma comunque mantenere l'illusione perché è una norma anche non corretta) dell'indicizzazione ISTAT dei vitalizi oppure no? Noi siamo contrari. Non c'era prima; non c'è quella dell'indennità; non c'è quella dei rimborsi spesa che sono fissi a 4.500, quindi chiederemmo un po' di coerenza. Ovviamente non voglio lanciare una provocazione altrimenti poi esce su tutti i giornali, ma dovreste essere coerenti e chiederla anche per le vostre e le nostre indennità di fine mandato e per i rimborsi spesa.
Noi siamo contrari su tutto, perché quello è. Sono 6.600 più 4.500: i vitalizi sono il 30% dell'indennità, e quello deve essere. Se ritorniamo alla lettera mandata dall'Associazione ex Consiglieri, tra ciò che contestava - chiedo scusa, Presidente, prendo un minuto dagli interventi dei miei colleghi - evidenziava l'illegittimità della soppressione dell'adeguamento ISTAT a partire dal 1° gennaio 2016.
Chiedo scusa, ma state prendendo le evidenziazioni previa speranza e risoluzione della vicenda, senza eventuali conseguenze giudiziali presentando emendamenti uno ad uno? I colleghi - e lo capisco - un po' si arrampicano sugli specchi dicendo: ma no, non è che abbiamo paura, è una scelta condivisa. L'avete discusso con gli ex Consiglieri, avete valutato una posizione intermedia e va bene tutto, però questo è un emendamento che va a recepire, non in toto (perché allora avrebbero dovuto reintrodurlo nel 2016), una richiesta dell'Associazione ex Consiglieri.
Di nuovo, quindi, siamo ad una norma con scritta e quindi, quando il collega Bertola dice che c'è questa presenza che aleggia nell'Aula degli ex Consiglieri seduti dietro di noi che ci controllano, di nuovo un po' torna.
Chiederei, quindi, ai colleghi della maggioranza di ritirare questo emendamento, oppure una sospensione di due minuti e una valutazione, perch francamente non se ne sente bisogno di indicizzare.
Guardate, oggi tutti i lavoratori vorrebbero l'indicizzazione dei trattamenti previdenziali e dei loro stipendi secondo l'ISTAT a quello che e' l'aumento dei prezzi. Poi adesso si potrebbe anche ragionare che la crescita dei prezzi non è zero ma quasi zero, quindi non c'è un grande aumento, ma diamo una risposta non chiara ed illusoria ad un problema percepito da una cerchia ristretta di persone.
Questa deve essere la percentuale. Le percentuali sono fisse: sono il 30% più 2% ogni anno (si arriva al 40%, 50 e 60% in caso di vent'anni di quattro legislature) e basta. Non complichiamoci la vita anche con i calcoli delle percentuali, perché anche per gli Uffici è sicuramente un problema.
Chiederei un attimo di sospensione, se la maggioranza vuole riflettere su questo tema, per valutare di ritirare l'emendamento, perché non troviamo una giustificazione assolutamente logica, politica ed economica a questa norma.
Grazie.



PRESIDENTE

Io mi affido alle valutazioni del Consigliere Appiano, al quale do comunque la parola, avendomela richiesta.



APPIANO Andrea

Grazie, Presidente.
Intervengo nella discussione generale sull'articolo 2 ed entrerò poi anche nel merito delle ultime osservazioni.
Intanto, tutta la serie di emendamenti illustrati introducono, in forme diverse, modifiche rispetto alle aliquote di riduzione, sia quelle dell'assegno ordinario sia la percentuale di riduzione in caso di cumulo rispetto ad altri vitalizi.
E' evidente che nessuna percentuale è vangelo. Non c'è nulla di sacro e nulla di inviolabile. Il criterio a cui ci si è ispirati è: prendiamo per buone le percentuali fissate in un accordo siglato a livello nazionale disconosciuto dall'Associazione nazionale di ex Consiglieri, così da sfoltire un po' il campo delle ombre e delle presenze che aleggiamo in quest'Aula.
Se dovessi scommettere - non lo sono perché così vinco sempre ad ogni scommessa non fatta - scommetterei sui ricorsi fatti avverso le leggi regionali, non so se alla nostra, ma sicuramente in giro per l'Italia ce ne saranno.
Il nostro sforzo è di licenziare una legge, non tanto immune da ricorsi, ma possibilmente immune da censure di costituzionalità a seguito dei ricorsi.
Per questa ragione, quindi, il parere sui diversi emendamenti, che mi permetto di dare, è negativo, perché altrimenti ogni percentuale è discutibile: se non il 6 potrebbe essere il 7 o il 10, o l'11 o il 20, e non ne usciremmo più.
Non ce le siamo inventate, abbiamo tratto ispirazione da questo accordo nazionale.
Per quanto riguarda il 40%, torno a dire che qui invece ci siamo discostati e con un effetto pesante, rispetto all'accordo nazionale, perch l'accordo nazionale prevedeva e prevede, nella sua dizione letterale, che quello che era al 6% diventava 8,4 e così via, scorrendo tutte le percentuali fino al 15, in caso di cumulo. Noi invece abbiamo scritto - e sottoponiamo all'approvazione del Consiglio - una norma che dice che l'assegno, così come ridotto secondo le percentuali che vanno dal 6 al 15 si riduce, nella sua integrità, di un ulteriore 40%.
Nella relazione generale ho detto che, personalmente, avessi dovuto scrivere tecnicamente la legge, mi sarai posto un problema ulteriore di progressività di questo taglio, perché noi, a prescindere dall'entità del cumulo, adottiamo un 40%.
Tuttavia, così è e dobbiamo andare avanti. Il desiderio è di avere una legge approvata e di non rinviare ulteriormente la discussione.
Ad oggi, quindi abbiamo questo testo e ci basiamo su di esso.
Ultimo passaggio.
Il senso dell'emendamento vergato mira semplicemente a dare organicità ad una legge. Da un lato, diciamo che l'indicizzazione, prima bloccata fino al 2016, scompare; poi però, nella versione originaria, diciamo che queste riduzioni avevano vigenza fino al 2017, mentre oggi - e sarà oggetto di emendamento successivo - proponiamo e sottoponiamo all'attenzione dell'Aula una riduzione dell'arco temporale di legislatura che arrivi fino al 31 dicembre 2019, quindi il discorso sull'indicizzazione scade anche lui alla medesima data.
L'idea è che ci sia sempre un unico testo in cui tutti gli aspetti della materia hanno le medesime vigenze temporali e vengano trattate in modo uniforme.
La situazione precedente era stata modificata nel 2011, quindi prendo per buona l'osservazione fatta. Questa è la logica connessa all'atteggiamento sui diversi emendamenti.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Bertola.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Qui si è dibattuto di situazioni di fatto e di vitalizi percepiti quindi di aspettative, di negozi giuridici avviati e di diritti quesiti.
Chiedo umilmente scusa, ma, sinceramente, la pregiudiziale di costituzionalità su un adeguamento ISTAT non la compro, questa proprio non la compro! Diversamente da quanto accade con altro, non si sta tornando indietro su un emendamento del Movimento 5 Stelle approvato in Commissione: qui è la stessa maggioranza che si emenda, perché la questione è stata fatta notare nella famosa lettera degli ex Consiglieri. Se a livello nazionale hanno disconosciuto l'accordo - il Consigliere Appiano dice che i ricorsi ci saranno, ma non li temono - a livello regionale erano d'accordo con la riduzione; e, secondo me, a livello regionale sono un po' più temuti e l'influenza si sente un po' di più.
Questo emendamento è a metà strada tra l'eliminazione di una delle poche cose un po' furbe presenti nella proposta di legge regionale n. 52 e il pilatesco, perché, comunque, si rinvia la questione alla prossima legislatura, dove qualcuno alzerà il telefono, chiamerà gli ex Consiglieri e andrà a trattare, così si ricomincerà tutto da capo.



PRESIDENTE

Grazie.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 7) sul quale il relatore ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 5) sul quale il relatore ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Gli emendamenti rubricati n. 11) e n. 19) sono stati ritirati dai proponenti.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 16) sul quale il relatore ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 14) sul quale il relatore ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 18) sul quale il relatore ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 17) sul quale il relatore ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 2) sul quale il relatore ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 1) sul quale il relatore ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 4) sul quale il relatore ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 3) sul quale il relatore ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 15) sul quale il relatore ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 9) sul quale il relatore ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 8) sul quale il relatore ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 6) sul quale il relatore ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 20) sul quale il relatore ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 2, così come emendato.
Il Consiglio approva.
Chiedo che sia messo a verbale che il Consigliere Grimaldi esprime voto favorevole nella votazione testé svolta.
ARTICOLO 2 bis Emendamento rubricato n. 13) presentato dai Consiglieri Bono, Bertola Frediani, Campo, Valetti, Mighetti, Andrissi: "Dopo l'art. 2 si aggiunge l'art. 2 bis: '2 bis 1. Agli ex consiglieri che hanno versato almeno 5 anni di contributi, ma non hanno raggiunto i 65 anni di età entro il 15 dicembre 2014, non è più corrisposto l'assegno vitalizio. A questi sono restituiti i contributi versati senza alcuna rivalutazione monetaria.'".
Ha chiesto la parola il Consigliere Bono per l'illustrazione; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Come ampiamente detto nella relazione di minoranza, abbiamo inteso dividere l'argomento dei vitalizi in due parti: la prima parte è approvata con la proposta, come diceva il Consigliere Appiano, frutto di un accordo nazionale, che non è tanto condiviso dall'Associazione degli ex Consiglieri, con la riduzione del 6%, del 9%, del 12% e del 15%.
Il secondo gruppo di ex Consiglieri individuati su cui noi vorremmo intervenire è formato dai Consiglieri che hanno versato almeno cinque anni di contributi per raggiungere i requisiti del vitalizio, ma che, non avendo ancora compiuto i 65 anni di età, ancora non lo ricevono. Relativamente a questi noi riteniamo si possa, senza incorrere in alcuno rischio, se non quello, come diceva il collega Appiano, di eventuali e di probabili ricorsi che si dovrebbero però facilmente vincere, per quanto scritto anche nella relazione dell'Avvocatura della Regione - eliminare - non retroattivamente in quanto ancora non gli stiamo dando nulla - l'istituto del vitalizio restituendo i contributi versati. Quindi, né più né meno di quanto già il Presidente del Consiglio Laus sta facendo - e che ha iniziato a fare da quando si è insediato - con i Consiglieri che volontariamente si sono recati presso l'Ufficio di Presidenza per dire che non volevano ricevere il vitalizio, ai quali, automaticamente, senza richiesta, vengono restituiti i contributi versati.
Probabilmente, qui introdurremmo una norma - non volontaria in questo senso, ma vincolante - in cui si dice che a tutti gli ex Consiglieri che non hanno compiuto i 65 anni di età vengono restituiti i contributi, quindi più nulla gli è dovuto.
Così saniamo il pregresso e non ci possono essere norme di incostituzionalità perché, come ho detto, non avendo ancora iniziato a percepire il vitalizio, non è un diritto quesito, come dice la giurisprudenza, ma solo una legittima aspettativa, che non viene frustrata perché vengono restituiti i contributi versati.
Su questo, avendo depositato da molto tempo gli emendamenti, anche perché la discussione è stata rinviata più volte in Aula, spero sia stata svolta una valutazione da parte dei colleghi della maggioranza. Mi rivolgo ai colleghi della maggioranza, che, ovviamente, tautologicamente formano la "maggioranza" del Consiglio, quindi se loro non lo votano non può essere approvato.
Lo ritengo un emendamento di buon senso, nell'ottica sempre, come ha riconosciuto il relatore di maggioranza, di accogliere l'accordo dei Consigli regionali, ma dando qualcosina in più. Quindi, se abbiamo aumentato al 40% il prelievo di solidarietà sui vitalizi degli ex Consiglieri regionali in caso di cumulo con altri vitalizi, possiamo anche qui compiere un passo in più: c'è il contributo di solidarietà su coloro i quali percepiscono i vitalizi, che probabilmente con il prossimo emendamento verrà tarato fino al 31 dicembre 2019, ma per coloro che non lo hanno ancora ricevuto applichiamo una norma già esistente, che fino ad oggi è stata volontaria, cioè la restituzione dei contributi e la chiusura del percorso.
Praticamente, in questo modo si accelera l'esaurimento del discorso dei vitalizi. Purtroppo, la natura - questo è uguale per tutti - fa il suo corso, quindi l'istituto del vitalizio andrà automaticamente ad esaurimento se noi lo annulliamo in questo modo, altrimenti, magari tra 100 anni forse sono troppi, diciamo 50 - avremo ancora gli ex Consiglieri che percepiranno il vitalizio e successivamente le mogli, i figli e i nipoti.
Dal nostro punto di vista, questo potrebbe costituire un grande risparmio per la Regione Piemonte, magari non immediato. Infatti, su questa norma, se sarà approvata, vorremmo comunque da parte dell'Ufficio di Presidenza un'interpretazione regolamentare per una restituzione non in un'unica tranche, altrimenti sarebbe un esborso consistente per il Consiglio regionale. Magari, una restituzione in più tranche agevolerebbe il Consiglio regionale, che, ovviamente, dipendendo dalla Regione Piemonte non ha cifre consistenti immediate da poter restituire. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Appiano.



APPIANO Andrea

Grazie, Presidente.
L'emendamento testé illustrato, sostanzialmente, cancella la possibilità futura di ottenere il vitalizio al raggiungimento dei requisiti anagrafici, previa restituzione di quanto versato.
Cito soltanto le conclusioni del parere legale che abbiamo richiesto prima di portare in votazione in Commissione la proposta di legge. Tale documento recita: "Si ritiene che possa essere oggetto di rilievi di costituzionalità un intervento legislativo che cancelli il vitalizio anche se ancora non erogato o che pregiudichi situazioni di basso reddito". Cioè nel fissare il limite dei 18 mila euro dei redditi diversi, abbiamo dato risposta a questa seconda parte di preoccupazione.
Alla prima parte non daremmo risposta ove accogliessimo l'emendamento che è stato testé illustrato.
Ricordo che poi il parere nelle conclusioni afferma che, se è vero che verso i percettori attuali di vitalizio occorre essere ancora più cauti e rigorosi nell'attenersi al principio di ragionevolezza e gradualità, è anche vero che nell'altro caso, cioè quello in cui non si è ancora maturata l'età per ottenere il vitalizio, comunque l'intervento deve essere ragionevolmente giustificabile sempre in relazione all'esigenza di contenimento della spesa pubblica, ma con quel pericolo di rilievo di costituzionalità che è la premessa delle conclusioni in oggetto.
Per questa ragione, il parere personale è negativo rispetto a questo emendamento. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Appiano.
La parola al Consigliere Bertola.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Questo emendamento tenta di salvare almeno una parte di quella che era la nostra proposta che era volta ad abrogare tutti i vitalizi, quindi, sia per quelli che già lo percepiscono sia per quelli che ancora non lo percepiscono.
Il nostro emendamento, la nostra richiesta, si poggia essa stessa su una parte del parere che è anche a nostre mani e che, seppure in diversa parte, ha citato il Consigliere Appiano.
Infatti noi ci riferiamo alla parte in cui nel parere si dice: "La giurisprudenza afferma che il diritto pensionistico diventa quesito". Qui attenzione - stiamo parlando di diritto pensionistico sebbene - sebbene il vitalizio non lo sia, perché nel documento si dice che non è un diritto pensionistico. Noi stiamo anche estendendo, stiamo anche immaginando che lo sia. Però si dice che "diventa quesito solo nel momento in cui l'interessato perfeziona il diritto alla pensione, in quanto precedentemente può solamente vantare un'aspettativa ad un determinato trattamento".
Ciascuno di noi vanta un'aspettativa relativamente a tutta una serie di trattamenti; un trattamento di tipo retributivo, se sta svolgendo un'attività professionale, anche un trattamento pensionistico. La maggior parte degli italiani sono stati in qualche modo danneggiati nella loro aspettativa di un trattamento pensionistico o, come minimo nel valore assoluto, nella cifra, perché anni fa si è passati dal criterio retributivo al criterio contributivo. Quindi, ciascuno ha avuto una riduzione dell'aspettativa di guadagno della pensione e non mi risulta che siano fioccati ricorsi alla Corte Costituzionale.
Per venire agli ultimi anni, molti hanno visto danneggiata la loro aspettativa perché devono andare in pensione più tardi o rischiano di non andarci più.
Qui non stiamo andando a toccare diritti che poi possono essere fatti valere in modo sensato in altre sedi. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bertola.
La parola al Consigliere Campo.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Mi lascia un po' perplesso l'intervento del Consigliere Appiano, perch quest'emendamento mi sembra veramente chiaro e soprattutto anche poco attaccabile dal punto di vista dei pareri dell'Avvocatura che abbiamo avuto.
Di nuovo, si tratta di intervenire su un aspetto della parte dei vitalizi che riguarda quelli che sono ancora da maturare o da maturare come possibilità di riceverli. Di conseguenza, ci sembra sostanziale il fatto che se già oggi comincia la propria attività in Consiglio in questa legislatura non avrà più questo privilegio, dovrebbe conseguire che la ratio di quel provvedimento preso a livello nazionale fosse quello di eliminare detto privilegio e quindi un passo che necessita veramente di un minimo di coraggio, che è quello di eliminare quei vitalizi che sono ancora da fruire, perché non ancora decisamente maturati.
Invito veramente la maggioranza a rivedere le proprie posizioni in merito a questo emendamento, perché ci sembra niente di più di puro e semplice buon senso.
Di nuovo continuo a ripetere di ricordarvi che qui non stiamo parlando di pensioni, perché se parlassimo di pensioni questa cosa dovrebbe essere ricalcolata con il metodo contributivo e dovrebbe essere agganciata ai criteri di anzianità dell'ultima riforma pensionistica. Ciò significa che quelle cifre ridicole, sproporzionatamente ridicole rispetto alle indennità percepite dai Consiglieri regionali in passato, andrebbero ricalcolate su un periodo di contribuzione che supera i quarant'anni e aggiornate alle date di pensionamento secondo tali calcoli. Conseguentemente, vuol dire altro che 65 anni e altro che assegni di qualche migliaia di euro o anche solo di mille euro. Qua parleremmo di magari di qualche centinaio di euro.
Penso che sia una cosa nei cui confronti si farebbe miglior figura a intervenire in maniera decisa e, tutto sommato, con un piccolo sforzo anziché cercare di difendere qualcosa che è comunque indifendibile nella sua complessità.



PRESIDENTE

Grazie, collega Campo.
Procediamo alla votazione dell'emendamento n. 13) con il parere contrario della maggioranza, del relatore e del primo firmatario della legge.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 13).
Il Consiglio non approva.
ARTICOLO 2 ter Emendamento rubricato n. 23) presentato dai Consiglieri Bono, Bertola Frediani, Campo, Valetti, Mighetti, Andrissi: Dopo l'art. 2 è inserito l'art. 2 ter: "All'art. 1 della legge 17/2012, dopo le parole 'di Governo della Regione' sono aggiunte le seguenti: 'sia gli ex Consiglieri precettori di vitalizio.'".
La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Visto quanto detto dal nostro Presidente del Gruppo consiliare, ripreso tra l'altro in un comunicato stampa che facemmo alcune settimane, abbiamo deciso di porre queste valutazioni in un emendamento alla legge, andando ad emendare la legge regionale n. 17 del 2012.
La legge n. 17 del 2012 introduce - se lo ricorderà l'Assessore Cerutti l'anagrafe delle cariche pubbliche elettive e di governo della Regione e del sistema informativo sul finanziamento e sulla trasparenza dell'attività dei Gruppi consiliari e disposizioni in materia di società ed enti istituiti, controllati, partecipati e dipendenti da parte della Regione.
Quindi, semplicemente vorremmo andare a introdurre nella legge l'obbligo anche per gli ex Consiglieri regionali percettori di vitalizio essendo da giurisprudenza consolidata un'indennità differita, l'obbligo all'anagrafe dei Consiglieri regionali.
Non avendo ancora una carica, ma avendola ricoperta e percependo un vitalizio per gli ex Consiglieri regionali, vorremmo introdurre questo vincolo e quindi andiamo a modificare l'articolo 1 per aggiungere, dopo le cariche pubbliche e di governo della Regione, i soggetti nominati, ai sensi della legge regionale sulle nomine, anche quelle riguardanti gli ex Consiglieri regionali.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bono.
Sull'emendamento n. 23), vi è il parere contrario del primo firmatario della legge.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 23).
Il Consiglio non approva.
ARTICOLO 2 quater Emendamento rubricato n. 22) presentato dai Consiglieri Bono, Batzella Bertola, Campo, Frediano, Andrissi, Mighetti e Valetti: Dopo l'articolo 2 è inserito l'articolo quater "All'articolo 2 della l.r. 17/2012 dopo le parole: 'della Giunta regionale' sono aggiunte le seguenti: 'agli ex Consiglieri percettori di vitalizio".
Ha chiesto la parola il Consigliere Bono per l'illustrazione; ne ha facoltà.



BONO Davide

Presidente, riguarda lo stesso argomento appena illustrato nell'emendamento precedente. Riguarda l'adeguamento degli altri articoli della legge n. 17 del 2012 all'obbligo della pubblicazione nell'anagrafe degli eletti, anche degli ex Consiglieri regionali.
Poiché è stato bocciato l'emendamento al primo articolo, a meno che vogliate cambiare idea, temo che saranno bocciati anche gli altri.



PRESIDENTE

Grazie Consigliere Bono.
Sull'emendamento n. 22), vi è il parere contrario del primo firmatario della legge.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 22).
Il Consiglio non approva.
ARTICOLO 2 quinquies Emendamento rubricato n. 21) presentato dai Consiglieri Bono, Batzella Bertola, Campo, Frediano, Andrissi, Mighetti e Valetti: Dopo l'articolo 2 è inserito l'articolo 2 quinquies: 29. La rubrica dell'articolo 3 della legge regionale 17/2012 "sezione dei Consiglieri' è modificata in 'sezione dei Consiglieri ed ex Consiglieri".
Sull'emendamento n. 21), vi è il parere contrario del primo firmatario della legge.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 21).
Il Consiglio non approva.
ARTICOLO 3 Emendamento rubricato n. 19 bis) presentato dal Consigliere Appiano: Dopo il comma 1 dell'articolo 3, è inserito il seguente: "1 bis. Le disposizioni di cui all'articolo 2, comma 1, 2 e 3, si applicano a decorrere dal 1° gennaio fino al 31 dicembre 2019".
La parola al Consigliere Appiano per l'illustrazione.



APPIANO Andrea

Questo emendamento, come avevo anticipato prima, porta l'arco temporale di vigenza di questo provvedimento alla durata della legislatura spingendosi un po' oltre, per dare tempo all'insediamento della nuova legislatura di rimettere mano alla questione. Fissa dal 1° gennaio 2015 al 31 dicembre 2019 la vigenza medesima, che è superiore rispetto a quella tracciata e immaginata dall'accordo nazionale e recepita in un primo tempo nella versione depositata in Commissione, anche se emendativa.
In Commissione era stato approvato un emendamento che sopprimeva la durata limitata nel tempo, in quei tre anni previsti originariamente.
E' un ulteriore contributo a tassellare con maggior forza, dinnanzi ad un eventuale contenzioso giudiziario, il provvedimento che andiamo a licenziare eventualmente oggi.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Campo; ne ha facoltà



CAMPO Mauro

Questo è veramente ridicolo. Prima passa un emendamento in Commissione che elimina i limiti temporali, poi si decide di reinserire i limiti temporali con respiro della legislatura, ben sapendo che, più andiamo avanti, meno si toccano queste cose.
Per favore, lasciate perdere! Qui veramente stiamo scadendo nel ridicolo.
Siete pazzeschi! Se in Commissione passa un emendamento che dice che.
Posto che anche con la indefinitezza temporale nulla vieta di intervenire a posteriori in maniera diversa, non si capisce perché bisogna allungare le mani e dire: fino al 2019 e poi si vedrà. Sottolineo semplicemente un'incoerenza di fondo.
Vorremo sapere, Consigliere Appiano, che cosa è intervenuto tra la discussione in Commissione e oggi che ha portato a ritenere necessario reintrodurre un limite temporale al provvedimento.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Mighetti; ne ha facoltà.



MIGHETTI Paolo

Grazie, Presidente.
Volevo fare un parallelo. In questa discussione è emerso che la maggioranza non ha paura dei ricorsi, bensì delle impugnazioni del provvedimento davanti alla Corte Costituzionale. Io vi vorrei fare presente una piccola cosa. Voi avete paura di una cosa che è in divenire, che potrebbe essere.
In realtà, nelle scorse sedute di II Commissione abbiamo visto alcune cose di cui non avete la minima paura. Sapete che le modifiche alla legge n. 56/77 sono state impugnate dal Governo nella passata legislatura, ma attualmente il Governo ha rinunciato all'impugnazione di un certo numero di articoli di questa legge, ad eccezione di due. Questi due articoli potrebbero invalidare dei processi di pianificazione in atto. Non so se avete capito la portata del "macello" che potrebbe creare questa cosa. Ma voi non avete paura di questo, perché non lo modificate.
Tenete conto di ciò, tenete conto di tutti i risvolti che potrebbero essere portati da questo e fate un paragone con quello che è successo oggi.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bertola; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Il Consigliere Campo si chiedeva cosa fosse intervenuto tra una discussione e l'altra, tra una discussione in Commissione e la discussione in Aula. Semplice: la lettera dell'Associazione Consiglieri, dove si minacciano conseguenze legali.
Si torna indietro rispetto ad un emendamento approvato in Commissione che eliminava il carattere temporaneo inizialmente fino al 31 dicembre 2017 del provvedimento, e lo si rimette temporaneo, tanto per far vedere che si vuole fare una scelta di legislatura e lo si porta fino a 2019.
Probabilmente c'è la previsione che, al 31 dicembre 2019, poich l'amministrazione di centrosinistra se ne andrà, finirà la crisi, quindi non ci sarà più bisogno, per chi arriva dopo, di ridurre i vitalizi per rispondere a problemi di reperimento di risorse finanziarie.
Veramente l'unico auspicio che posso fare leggendo questo emendamento è che all'inizio della prossima legislatura, nel 2019, la persona che alzerà il telefono e chiamerà gli ex Consiglieri per annunciare, e non per trattare, un provvedimento che tagli i vitalizi, non sia più di quella parte politica.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie.
Ai colleghi di maggioranza che sbuffano possiamo dire che è il minimo stanno per finire gli interventi e gli emendamenti del Movimento 5 Stelle quindi tra un po' questo provvedimento potrà essere licenziato.
Non lo chiamiamo provvedimento vergognoso altrimenti il Consigliere Gariglio si inalbera e succede il parapiglia, il Presidente del Consiglio ci riprende, quindi non userò il termine vergognoso. Troveremo un sinonimo.
E' l'emendamento annunciato e tristemente temuto, che raccoglie due delle tre richieste dell'Associazione degli ex Consiglieri regionali.
Ci avevamo preso, quindi; ci avevamo azzeccato, per dirla così, nel senso che poi avete fatto una mediazione astuta, questo ve lo riconosco: astuta non nel senso negativo, ma proprio intelligente. Avete detto: noi abbiamo un arco temporale della legislatura; ovviamente non si poteva mettere il 31 maggio del 2019, perché sarebbe stato un po' complicato e per le norme di legge si utilizza il termine dell'anno. A differenza del mio collega Bertola, poi, io forse sono un po' più ottimista, nel senso che spero ci sia una nuova Amministrazione un po' prima del 2020; e non parlo del 2019, ma spero qualche annetto prima.
APPIANO Andrea (fuori microfono) Non avevamo dubbi.



BONO Davide

No, lo spiegavo anche ai colleghi nel caso qualcuno fosse stato disattento.
Speriamo veramente che su questa norma ci sia qualcuno che abbia più coraggio. Ha detto bene, infatti, il nostro Capogruppo: non si tratta sempre e solo di andare con il cappello in mano a Roma, come si sta facendo, oppure dagli ex Consiglieri, oppure dalla tal associazione, ecc.
ma bisogna cercare anche di avere un po' di dignità; non come singoli, ma come Consiglio regionale e come Giunta (certo per i ruoli che ricopriamo anche singolarmente, però non come individui ma come legislatori).
Io penso che sia veramente la prima volta in assoluto, da quando sono Consigliere regionale, che vedo un dietro front del genere, che mi fa veramente sorridere; almeno questo possiamo dirlo. Decidete quindi di reintrodurre una temporaneità della norma; probabilmente al prossimo emendamento di un'opposizione ci penserete due volte, o forse prima discuterete meglio con le parti interessate: vedremo.
Insomma, nella prossima legislatura saremo di nuovo a discutere questo argomento e quindi - e chiudo, Presidente - questa è una legge che, per i concetti di efficienza ed efficacia del renzismo, è sicuramente fuori bersaglio. Senza sollevare il tema oggetto del prossimo ordine del giorno infatti, siamo veramente fuori: questa è una legge, cioè, che richiama un'altra legge tra quattro anni.
Francamente, non ne capiamo l'utilità, non ne capiamo l'efficacia e non ne capiamo l'efficienza.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bono.
Non essendovi ulteriori richieste d'intervento, indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 19 bis).
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 3, così come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 4 Sull'articolo 4 non insistono emendamenti.
Non essendovi richieste di intervento, indìco la votazione palese sull'articolo 4.
Il Consiglio approva.
Non essendoci ulteriori richieste di intervento, indìco la votazione nominale sull'intero testo di legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 37 Consiglieri votanti 34 Consiglieri hanno votato SÌ 34 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 3 Consiglieri Il Consiglio approva.


Argomento: Trattamento economico dei Consiglieri

Esame proposta di legge n. 55, inerente a "Ulteriori norme di riduzione dei costi della politica: abolizione dell'assegno vitalizio"


PRESIDENTE

Colleghi, il Consigliere Gariglio mi aveva chiesto - all'inizio della seduta, quando l'ha presentato - se la discussione dell'ordine del giorno avrebbe potuto essere anticipata rispetto a quella sul provvedimento. Io gli avevo risposto: licenziamo prima il provvedimento e poi esaminiamo quest'ordine del giorno.
BONO Davide (fuori microfono) C'è anche il nostro provvedimento!



PRESIDENTE

La proposta di legge n. 55.
Avanzo una proposta all'Aula: io aprirei la discussione sul vostro provvedimento; svolgiamo l'illustrazione - come abbiamo fatto l'altra volta e come avevamo stabilito nell'accordo - e poi si vota il primo articolo poi, chiaramente, decade tutto.



PRESIDENTE

Procediamo dunque con l'esame della proposta di legge n. 55, inerente a "Ulteriori norme di riduzione dei costi della politica: abolizione dell'assegno vitalizio", di cui al punto 5) all'o.d.g.
Relatore è il Consigliere Bono, che ha facoltà di intervenire.



BONO Davide, relatore

Grazie, Presidente.
Mi prendo un po' più di cinque minuti per illustrare, dandogli dignità un provvedimento di opposizione; penso che sia giusto. E' vero che se è stato approvato un provvedimento che va in una direzione diversa rispetto ad una proposta associata, è ovvio che automaticamente temiamo - pensiamo ragionevolmente - che quest'ultima decadrà dopo la bocciatura del primo articolo. Il primo articolo, infatti, chiedeva - uso già il passato (non il trapassato remoto, ma solo l'imperfetto) - di sopprimere in via definitiva la corresponsione e l'erogazione dell'assegno vitalizio e la relativa quota di reversibilità, in caso di decesso dell'ex Consigliere.
Il primo articolo, quindi, è chiaro. Nel momento in cui arriveremo alla votazione del primo articolo e questo verrà bocciato, automaticamente decadrà il provvedimento.
Com'è nato questo provvedimento? Fin dai primi giorni della X Legislatura, noi abbiamo inteso proporre un provvedimento onnicomprensivo che andasse a incidere sui costi della politica, ovviamente riducendoli per portare i risparmi nelle casse dell'Ente e permettere quindi di offrire un ulteriore tesoretto - come abbiamo fatto, tra l'altro, negli ultimi due tre anni - alla Giunta regionale in sede di assestamento. Questo era l'obiettivo.
L'emendamento del collega Grimaldi, quindi, che mi sembra chiedesse un milione di euro in più sul diritto allo studio universitario, magari avrebbe potuto trovare delle coperture; o l'avrebbero potuta trovare altri emendamenti dell'opposizione o della maggioranza, come quello che chiedeva due milioni sulle politiche sociali - che abbiamo pure trovato (ma avrebbero potuto essercene due aggiuntivi) - o quello del Presidente del Gruppo del Partito Democratico che chiedeva in un primo momento due milioni sui trasporti per fronteggiare le difficoltà che GTT, l'Azienda che eroga il servizio di trasporto pubblico sulla Città di Torino e non solo, deve affrontare a causa dei tagli avvenuti nel piano triennale, che originano dalla precedente Giunta di cui portano la firma, ma che sono ancora presenti oggi e probabilmente saranno ancora più duri nei prossimi anni.
L'importo totale della nostra proposta di mini-manovra era di 14 milioni di euro annui: otto sui vitalizi e sei sulle indennità e i rimborsi spesa dei Consiglieri regionali. Si dirà: è poco, è tanto, ma sono milioni che costituiscono un tesoretto che avrebbe potuto essere ridistribuito magari con un atto di indirizzo del Consiglio regionale, perché non dev'essere solo l'Assessore al bilancio a decidere su somme che sono risparmiate dal Consiglio regionale - su diversi capitoli.
Dopo aver pensato e prodotto questo provvedimento, quindi, abbiamo pensato poi di scinderlo in due proposte, per cercare di agevolare una discussione e un'approvazione più facili: da una parte l'abrogazione dei vitalizi, che ipotizzavamo avrebbe avuto un percorso un po' più accidentato e tortuoso; dall'altra, invece, la riduzione delle indennità e dei rimborsi spese ai Consiglieri regionali, su cui avevamo pensato di ottenere una maggiore condivisione.
Alla fine, è andata peggio su tutti e due i provvedimenti: si è approvata una riduzione del 10% sull'indennità dei Consiglieri regionali sebbene avremmo preferito un taglio maggiore, andando ad incidere anche sui rimborsi spese, mentre sul discorso dei vitalizi si è affrontato il tema del "contributo di solidarietà", che, come ho avuto modo di dire prima, dal nostro punto di vista è proprio sbagliato nella sostanza.
L'idea di un contributo di solidarietà dev'essere vincolata ad un periodo temporale e dev'essere collegata a principi inderogabili di esigenza e di sostenibilità della finanza pubblica.
Se, invece, si va a fare una norma che ha un suo diritto, un suo scopo e una sua finalità, ed è definitiva (come qualunque norma, salvo nuove modificazioni), si può andare ad intervenire in maniera retroattiva.
Infatti, l'irretroattività di una modifica è prevista solo per le norme penali (ovviamente, se no uno potrebbe cambiarle a proprio piacimento, come tra l'altro avviene negli ultimi vent'anni in Italia!).
In questo caso, non sono norme penali, ma sono trattamenti indennitari differiti e non - è l'ultima volta che lo dico, perché l'ho ripetuto già troppe volte sia in Commissione che in Aula - trattamenti previdenziali sui quali, comunque, la giurisprudenza ha chiarito che ci possono essere modificazioni retroattive in peius (lo abbiamo visto con la legge Fornero già citata, con l'aumento dell'età e della soglia anagrafica per percepire la pensione, o ancora con l'aumento degli anni minimi di versamento dei contributi per accedere al trattamento pensionistico). La norma è evidentemente, retroattiva in peius.
Anche pensando che questi fossero trattamenti assimilabili a quelli previdenziali, si poteva fare una norma retroattiva in peius definitiva, e non un "contributo di solidarietà" che si chiede in un momento di difficoltà agli stipendi di supermanager (richiesta che, in qualche modo potrebbe essere impugnata e quindi bocciata). Una norma definitiva ha la sua dignità: perché noi, in ogni momento, potremmo decidere di aumentarci gli stipendi e le indennità, diminuirli o azzerarli, perché abbiamo potestà legislativa su quelle che sono le nostre attività.
Questi sono ex Consiglieri regionali - per cui sono stati Consiglieri regionali - e, francamente, ritengo anch'io molto probabile la presentazione di ricorsi. Personalmente, giudico abbastanza "bizzarro" permettetemi questo termine - che dei cittadini piemontesi che sono stati Consiglieri in quest'Assemblea negli anni precedenti vadano ad impuntarsi su una simile norma, quando conoscono benissimo la situazione di difficoltà del bilancio della Regione Piemonte, e magari, come discutevamo prima, sono stati fra coloro che hanno causato parte del debito (ovviamente non tutto) e delle problematiche di natura finanziarla dell'Ente.
Mi sembra quantomeno bizzarro - userei questa definizione - impuntarsi e dire che si andranno a fare ricorsi, in un classico posizionamento di lobby e di difesa di alcune posizioni di rendita.
Guardate che su questi temi - e come stiamo noi sul territorio ci state anche voi, quindi lo sapete benissimo! - l'elettorato del Movimento 5 Stelle si distingue poco dall'elettorato del Partito Democratico, ma anche dall'elettorato del centrodestra. Perché sul territorio tutti dicono che diventare Consigliere regionale o Parlamentare è come vincere un terno al lotto. Perché tra indennità, rimborsi spesa (che adesso non esistono più) e vitalizio, si faceva Bingo! Questi discorso sul territorio si sentono ancora adesso! Qui si vuole portare un principio di equità e di ridistribuzione, di parificazione a quelle che sono le condizioni dei cittadini che lavorano tutti i giorni, magari non in miniera come diceva il collega, a spaccarsi la schiena, ma lo fanno comunque nei cantieri o in fabbrica.
Il fatto che questi lavoratori abbiano un vincolo a 65 anni (quarant'anni e "x" mesi di contributi) e vedere che invece i Consiglieri regionali o i Parlamentari dopo cinque anni prendono un vitalizio, è fantascienza! Perlomeno oggi dovrebbe essere fantascienza! Invece è purtroppo, presente e passato, perché ne stiamo ancora discutendo.
Sarebbe stato anche stimabile un intervento da parte della maggioranza nel dire: "Bene, il Movimento 5 Stelle vuole fare demagogia - lo sento dire spesso - e populismo, con interventi nei quali non crede neanche". Noi crediamo nelle proposte che poniamo: volevamo eliminare il vitalizio retroattivamente restituendo i contributi. Voi potevate dire: "Ci presentiamo - visto che il Presidente Chiamparino, quando ne ho parlato annuiva con la testa - con una proposta di trasformazione del vitalizio in contributivo, e non più retributivo". Cioè con cinque anni di versamenti anche se corposi (perché parliamo di 2.000 o 2.500 euro al mese prima adesso un po' meno, 1.600), significa prendere una pensione che corrisponde a circa 400 o 500 euro.
Sono norme che, tra l'altro, mi sembra che altre Regioni abbiano approvato; ovviamente, anche noi abbiamo rappresentanze in diversi Consigli regionali oramai, e c'è stato riferito che hanno fatto norme in questo senso, cioè di trasformazione del vitalizio in un sistema contributivo. Non era la richiesta del Movimento 5 Stelle, nel senso che non ci avrebbe visti fare scene di giubilo per una proposta del genere. Ma almeno sarebbe stato un segnale, nel senso di dire: "Riconosciamo una diversità, una disparità tra cittadini piemontesi italiani e politici.
La disparità è nata da leggi approvate da questi Consigli nelle scorse legislature, ma questa Assemblea - maggioranza e una grossa parte dell'opposizione - vuole dare un segnale forte, non vuole fare singole "modifichine" da formichina - 10% di qua, 6% di là, per tre anni, poi cinque, poi due - per cui propone un intervento legislativo fatto, finito e compiuto, e trasforma il sistema in senso contributivo". Ci sono dei calcoli per paragonarli a quello che è il sistema contributivo nazionale: hai versato tot? Tanto, ma per poco tempo? Prendi una determinata cifra di tipo contributivo. Tutto questo in attesa di quell'ordine del giorno con cui chiediamo al Presidente della Giunta Chiamparino a discuterne nell'Assemblea delle Regioni, e fare degli accordi con le casse previdenziali affinché, un domani, i Consiglieri regionali potranno versare una quota all'INPS o alla propria cassa di provenienza ( perché ciascuno di noi svolgeva prima un lavoro).
In attesa di quello, che arriverà magari tra tre o quattro anni magari al 31 dicembre 2019 lo avremo risolto! - avremmo fatto qualcosa di veramente utile.
Concludo, Presidente, dicendo che mi spiace che nonostante ci sia maggiore attenzione, rispetto alla scorsa legislatura, almeno a far discutere i provvedimenti dell'opposizione - di questo ringrazio il Presidente del Consiglio e tutti i Presidenti dei Gruppi consiliari - per manca ancora il dialogo prima.
Insomma, quando si incardinano delle proposte di legge che sono sullo stesso argomento, sia pure su posizioni diverse, a prescindere dalla libertà di approvare ciascuno i propri provvedimenti, cerchiamo di avere più dialogo. Perché alcuni emendamenti che sono stati approvati oggi, per esempio quello sull'eliminazione della riduzione da 65 a 60 anni, li avevo già presentato in Commissione. Quindi, un minimo di attenzione in più in Commissione alle proposte dell'opposizione forse sarebbe utile, perché non sempre le opposizioni fanno solo attività ostruzionistica. Questo deve essere chiaro. Fanno attività ostruzionistica quando non percepiscono attenzione nei confronti dei propri temi, delle proprie sensibilità e delle proprie proposte.
Ci spiace che il nostro provvedimento verrà bocciato, perché ancora una volta rimane in piedi questo vergognoso istituto del vitalizio, perché è totalmente dispari rispetto a quello che esiste in Italia, e quindi sarà rinviato al 2019, al 2020 o a quando sarà, e noi speriamo veramente che qualunque maggioranza ci sia - venga finalmente eliminato questo istituto.
Grazie.
CAMPO Mauro (fuori microfono) Presidente, per fatto personale.



PRESIDENTE

Si sieda, Consigliere Campo. Colleghi, io vi devo dare la parola, non mettetemi in difficoltà.
Per fatto personale, intervenga e dica perché interviene. Prego; ne ha facoltà.



CAMPO Mauro

Vorrei far notare ciò che è uscito su Lo spiffero, in relazione alla discussione sui vitalizi. Ebbene, sono state pubblicate solo le dichiarazioni del Consigliere Gariglio, in merito alle sei lettere di minacce, collegate alle dichiarazioni.



PRESIDENTE

Però questo non è fatto personale. Il fatto personale riguarda l'Aula.
BATZELLA Stefania (fuori microfono) Gariglio, vergognati!



PRESIDENTE

Scusate, vi spiego come funziona il Regolamento. Consigliere Campo, il fatto personale è quando in Aula.
Consigliera Batzella! BATZELLA Stefania (fuori microfono) Non m'interessa, Presidente! Ci vuole rispetto qui dentro! Siete vergognosi!



PRESIDENTE

Il fatto personale è quando il Consigliere interviene e offende un'altra persona o, comunque, l'altra persona con cui interloquisce si ritiene offesa. Un mezzo stampa (Lo spiffero, o altri) non interviene sul Consiglio...



CAMPO Mauro

Io chiedo al Consigliere Gariglio di rettificare le sue dichiarazioni che sono riportate su Lo Spiffero.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Gancia.



GANCIA Gianna

Presidente, va bene così, rinuncio all'intervento.



PRESIDENTE

Colleghi, la seduta non è terminata, perché c'era un accordo per cui dovevamo votare prima questo provvedimento e poi il Consigliere Gariglio avrebbe illustrato l'altro ordine del giorno.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Procediamo con la votazione dell'articolo 1, poi interverrà il Consigliere Gariglio.
ARTICOLO 1 Indìco la votazione palese sull'articolo 1.
Il Consiglio non approva, pertanto, decade l'intero impianto del provvedimento.


Argomento: Ordine pubblico e sicurezza

Esame ordine del giorno n. 143 presentato dai Consiglieri Gariglio Pichetto Fratin, Conticelli, Accossato, Gallo, Ravetti, Ferrentino, Ottria Barazzotto, Rostagno, Rossi, Caputo, Appiano e Baricco, inerente a "Condanna del manifesto apparso in Val di Susa il 6 dicembre 2014"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'ordine del giorno n. 143 presentato dal Consigliere Gariglio ed altri, inerente a "Condanna del manifesto apparso in Val di Susa il 6 dicembre 2014", di cui al punto 10) all'o.d.g.
La parola al Consigliere Gariglio per l'illustrazione.
BONO Davide (fuori microfono) Presidente, non siamo d'accordo.
La seduta è convocata fino alle 19.



GARIGLIO Davide

Grazie, Presidente.
Presidente, rimetto alla sua valutazione ogni decisione in merito.
L'ordine del giorno si commenta da solo, non ruberò tempo a quest'Assemblea.



(Proteste dei Consiglieri del Gruppo del Movimento 5 Stelle)



GARIGLIO Davide

Faccio notare.



PRESIDENTE

Invito i colleghi che vogliono uscire, ad uscire.



(Battibecco tra il Consigliere Bono e la Consigliera Gancia)



GARIGLIO Davide

Scusi, è offensivo nei confronti della collega Gancia!



(Proteste dei Consiglieri del Gruppo del Movimento 5 Stelle)



PRESIDENTE

Consigliere Bono, faccia in modo che non sfugga a tutti il presidio dei centri inibitori! Calma! Prego, Consigliere Gariglio.



GARIGLIO Davide

Innanzitutto, esprimo la solidarietà, mia e del mio Gruppo, alla collega Gancia, che è appena stata offesa da un Capogruppo di questa Assemblea, senza che ci sia stato un richiamo verbale al collega.
BONO Davide (fuori microfono) Io non ho offeso nessuno!



GARIGLIO Davide

Un Consigliere: il Consigliere Bono, non il Capogruppo.
Seconda cosa.



(Commenti del Consigliere Bono)



PRESIDENTE

Collega Bono, non mi fate prendere provvedimenti che non voglio prendere!



(Proteste del Consigliere Bono)



GARIGLIO Davide

Seconda cosa, Presidente: io non faccio una questione formale. Le faccio rilevare che, due giorni fa, i Comuni della Val di Susa sono stati tappezzati da manifesti in cui non c'era il mio volto, per il semplice fatto che martedì io non ero presente in aula, ma c'erano i volti di tutti i colleghi di questa Assemblea che hanno votato un ordine del giorno del Movimento 5 Stelle. Erano divisi, cioè, tra buoni e cattivi: i cattivi sono quelli che hanno votato contro e i buoni quelli che hanno votato a favore.
Ora, lo dico e sia chiaro: non addebito a nessun collega qui presente la responsabilità di questo manifesto, ma è molto grave, Presidente, che ci sia un manifesto affisso.



(Proteste dei Consiglieri del Gruppo del Movimento 5 Stelle)



GARIGLIO Davide

BONO Davide (fuori microfono)



GARIGLIO Davide

Fate il Consiglio da soli! Se il Presidente non ci rispetta, fate il Consiglio da soli! Il Consiglio è convocato fino alle 19.



GARIGLIO Davide

Presidente, chiudo.



PRESIDENTE

Colleghi! Sta chiudendo!



GARIGLIO Davide

Il problema è che qui i colleghi sono stati esposti alla pubblica piazza, schedati, a seconda se erano a favore o contro, con un obiettivo grande come tutto il manifesto, che noi abbiamo e le depositiamo.
Dopodiché, Presidente, visto l'atteggiamento dei colleghi del Movimento 5 Stelle (trovo vergognoso che si comportino in questo modo), le chiedo di non porre in votazione il nostro ordine del giorno, perché voglio che su questo documento loro si esprimano a favore o contro, ma si esprimano.
Ritengo, però, che lei - come Presidente dell'Assemblea - debba, in qualche modo, agire pubblicamente, perché quello che è avvenuto rasenta il linciaggio dei Consiglieri regionali nel territorio della Val di Susa.
Alcuni colleghi, come il collega Ferrentino, sono indicati su alcuni siti No TAV come persone che si battono contro la Val di Susa.
Ritengo che si possano avere idee diverse su tutto, ma non è accettabile che un Consigliere venga esposto al pubblico ludibrio o venga intimidito, sulla base delle scelte politiche fatte in questo consesso.



(Proteste della Consigliera Batzella)



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Gariglio.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 19.05)



< torna indietro