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Dettaglio seduta n.328 del 29/05/18 - Legislatura n. X - Sedute dal 25 maggio 2014 al 25 maggio 2019

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MOTTA



(I lavori iniziano alle ore 14.35 con l'esame delle interrogazioni a risposta immediata ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento interno del Consiglio regionale)


Argomento: Ordine pubblico e sicurezza - Trasporti su ferro

Interrogazione a risposta immediata n. 2129 presentata da Sinatora inerente "Ancora ritardi sulla Torino-Pinerolo: pendolari penalizzati"


PRESIDENTE

Iniziamo i lavori, esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
2129.
Risponderà l'Assessore Balocco.
La parola al Consigliere Sinatora per l'illustrazione.



SINATORA Benito

Grazie, Presidente.
A mio giudizio, la seguente interrogazione coniuga due problemi sostanziali.
Primo: la sicurezza (abbiamo appena sentito l'Assessore Balocco sull'incidente di Caluso) e il furto di cavi di rame, che pregiudica l'esercizio del traffico ferroviario. Mi permetto di far presente che potrebbe essere anche questa una causa di eventuali incidenti (come è già capitato).
Secondo, l'ordine pubblico, con la scarsa volontà dimostrata di colpire gli esecutori, considerando che questo reato di lieve entità è tutto a danno del trasporto locale e dei pendolari che utilizzano i mezzi pubblici.
Che cosa rispondiamo a chi ci contesta per i blocchi del traffico per favorire il debito pubblico? Pertanto - e qui vengo al dunque - per l'ennesima volta i pendolari della linea Torino-Pinerolo sono stati penalizzati a causa di due furti di cavi di rame che hanno bloccato la circolazione ferroviaria; tali furti costringono i pendolari a subire interminabili ritardi nell'arrivo sul posto di lavoro. Il costo economico causato per ripristinare la funzionalità degli impianti danneggiati dall'asportazione dei cavi di rame raggiunge cifre astronomiche, che le Ferrovie sono costrette ad affrontare dirottando risorse provenienti da altri interventi di manutenzione delle linee. La circolazione regolare di 18 treni regionali sulla linea SFM2 è ripresa solamente dopo le 10.40, con la cancellazione di otto treni.
Nonostante questi atti si ripetano con un'impressionante frequenza, gli autori continuano a circolare indisturbati. Gli organi che dovrebbero infliggere severe punizioni, invece, considerano questi reati di lieve gravità, applicando pene irrisorie agli autori, senza considerare il costo sociale che gli stessi reati provocano, particolarmente alle fasce più deboli che utilizzano i mezzi pubblici di trasporto.
Il Presidente della Regione dovrebbe sollecitare i responsabili del mantenimento dell'ordine pubblico (Prefetto e Questore) a dedicare maggiore attenzione e maggiori risorse al presidio del territorio, nonché alle repressioni di reati cosiddetti minori, che però penalizzano notevolmente gli utenti del trasporto locale.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Sinatora.
La parola all'Assessore Balocco per la risposta.



BALOCCO Francesco, Assessore ai trasporti

Consigliere Sinatora, come lei sa, la Regione non ha competenze dal punto di vista dell'attività di polizia, però le sue raccomandazioni e osservazioni sono assolutamente condivisibili.
Il 21 maggio c'è stato un furto dei cavi di rame presso la stazione di Moncalieri-Sangone, che ha provocato il blocco della circolazione della linea SFM2, con ritardi e la conseguente soppressione di otto treni programmati, di cui due sull'intero percorso e sei su una tratta parziale.
La circolazione è tornata alla normalità a partire da metà mattina, dopo un intervento dei tecnici di RFI. Nella mattinata dello stesso giorno un analogo furto di cavi ha compromesso la circolazione dei treni tra Trofarello e Chieri.
Il fenomeno del furto di rame non è un fenomeno esclusivamente piemontese e non riguarda solo le Ferrovie dello Stato, come lei ben sa.
Per quanto riguarda i problemi di sicurezza cui lei faceva riferimento direttamente non ce ne sono. Il furto dei cavi non comporta problemi di sicurezza alla circolazione, ma ha un pesantissimo impatto sui ritardi e sulle soppressioni.
Qualche anno fa è stato costituito l'Osservatorio nazionale sui furti di rame, promosso dalla Direzione centrale della Polizia criminale e il Ministero dell'Interno; è composto da diversi corpi delle Forze dell'Ordine, tra cui naturalmente la Polizia ferroviaria. Ne fanno parte anche l'Agenzia delle dogane, Confindustria, le Ferrovie dello Stato, le principali società di telecomunicazioni (Telecom, Vodafone, Wind, Tre ecc.), ENEL e la Federazione delle imprese elettriche ed elettroniche.
In questi anni, l'Osservatorio ha svolto una serie di compiti; in particolare, è stato promotore di una proposta normativa tesa a inasprire le pene per chi ruba il rame. La proposta è stata accolta con decreto legge n. 93 del 14 agosto 2013, convertito in legge il 15 ottobre 2013.
Dai dati pubblicati dall'Osservatorio si rileva che sono stati conseguiti risultati positivi, grazie alle azioni coordinate, anche rispetto, in particolare, alla ricettazione. Nel corso dell'attività dell'Osservatorio sono stati controllati 4.163 depositi, recuperati 191.703 chilogrammi di materiale trafugato e indagate 802 persone, di cui 171 arrestati.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Balocco.


Argomento: Trasporti su gomma - Trasporti pubblici

Interrogazione a risposta immediata n. 2130 presentata da Gancia, inerente a "Agenzia Mobilità metropolitana, Documento unico di programmazione 2018 2020"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 2130.
Risponderà l'Assessore Balocco.
La parola alla Consigliera Gancia per l'illustrazione.



GANCIA Gianna

Grazie, Presidente.
Premesso che nel Documento unico di programmazione 2018-2020 dell'Agenzia della mobilità metropolitana, a pagina 27, capoverso 249, indicante le strategie degli investimenti e, più precisamente, nel comma 2.4.9.2, "Piano materiale rotabile e infrastrutture", è previsto un programma d'investimenti finalizzati al rinnovo del parco autobus circolante. Nello stesso comma è inoltre previsto un programma promosso dalla Regione Piemonte per il finanziamento di autobus elettrici, i cui esiti si conosceranno nel corso del 2017.
Premesso che le risorse regionali assegnate all'Agenzia della mobilità piemontese per il bacino 1 (Torino) ammontano a euro 194.303.258 per l'anno 2015, euro 194.303.258 per l'anno 2016 ed euro 192.228.514 per l'anno 2017 mentre per l'anno in corso il Documento unico di programmazione non indica risorse regionali (i dati indicati sono presi dal GUP, a pagina 31), si interroga l'Assessore per conoscere gli esiti, la conoscenza dei quali era prevista nel corso del 2017, come da Documento unico di programmazione dell'Agenzia della mobilità metropolitana, a pagina 28 dello stesso.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Balocco per la risposta.



BALOCCO Francesco, Assessore ai trasporti

Grazie, Presidente.
Lei fa riferimento al DUP licenziato dall'Agenzia della mobilità piemontese; il DUP riguarda la programmazione 2018-2020 e si riferisce credo indubitabilmente - alla procedura che dovrebbe e ha in parte portato all'acquisto di bus elettrici con risorse del Ministero dell'Ambiente, per un totale di 13,5 milioni di euro. Tali procedure sono state curate dalla Direzione Ambiente; rispondo però io perché, appunto, lei fa riferimento all'Agenzia.
Velocemente, con decreto direttoriale del Ministero dell'Ambiente 2011 "Programma di finanziamenti per il miglioramento della qualità dell'aria" integrato ancora nel 2012, alla Regione Piemonte sono state assegnate risorse per 13,5 milioni. Con DGR 2 aprile 2014, la Giunta ha inteso dedicare tali risorse alla sostituzione degli autobus combustibili fossili con mezzi totalmente elettrici.
Con successiva determinazione dirigenziale 29 aprile 2014, è stato approvato il bando per l'assegnazione di contributi per gli investimenti.
Il bando finanziava interventi che prevedevano l'acquisto di autobus di categoria M2 e M3 ad alimentazione esclusivamente elettrica, destinati al trasporto pubblico locale di linea nei Comuni nei quali è stato rilevato un numero annuo di superamento del valore minimo giornaliero di PM10 maggiore di 35 nel corso del triennio 2010-2012.
Con determina dirigenziale del 30 ottobre 2014, è stata approvata la graduatoria. Con DGR 18 novembre 2014 è stata individuata l'azienda GTT quale stazione appaltante per l'acquisto dei mezzi di varie tipologie necessarie per la realizzazione dei progetti ammessi. La gara è terminata nell'estate del 2016. Nell'autunno 2016 è stato aggiudicato in via definitiva il lotto dei mezzi di lunghezza 12 metri, mentre per gli altri due lotti non era stata ricevuta offerta, quindi è stato necessario provvedere a una nuova gara.
Come riportato dal Documento unico di programmazione dell'Agenzia l'acquisto di mezzi elettrici si prevedeva fosse completato entro il 2017.
Il lotto di mezzi di lunghezza di 12 metri prodotti dall'azienda cinese BYD, leader nel settore, è costituito da 23 unità che sono entrate in servizio a partire da ottobre 2017; 20 unità di questi 23 autobus sono andate a GTT e tre a Sun Novara. La stessa ditta si è poi aggiudicata anche la successiva gara per la fornitura di mezzi corti da 8,7 metri, la cui messa in servizio è prevista per la seconda metà del 2018. Il gruppo di 13 mezzi sarà così suddiviso: otto a GTT, due ad AMAG di Alessandria, due a Bus Company per servizi in Saluzzo e uno per la ditta Chiesa operatore in Carmagnola.


Argomento: Trasporti su ferro

Interrogazione a risposta immediata n. 2135 presentata da Fluttero inerente a "Stato di sicurezza dei sistemi automatici dei passaggi a livello"

Argomento: Trasporti su ferro

Interrogazione a risposta immediata n. 2139 presentata da Valetti, inerente a "Stato di avanzamento programma soppressione passaggi a livello in Piemonte"


PRESIDENTE

Passiamo alla trattazione dell'interrogazione a risposta immediata n. 2135 del Consigliere Fluttero, simile all'interrogazione n. 2139 del Consigliere Valetti.
Risponderà congiuntamente a entrambe le interrogazioni l'Assessore Balocco.
La parola al Consigliere Fluttero per l'illustrazione dell'interrogazione a risposta immediata n. 2135.



FLUTTERO Andrea

Grazie, Presidente.
Ovviamente l'intervento di fine seduta di stamane dell'Assessore ha già in parte anticipato una serie di dati e informazioni che sono quanto mai utili al Consiglio per avere ragguagli in merito al quesito che ho posto in questo question time, sollecitato dai drammatici eventi accaduti pochi giorni fa al passaggio a livello di Aré, frazione di Caluso.
Come tutti sappiamo, l'incidente è avvenuto non a causa - molto probabilmente, non a causa - di un problema del passaggio a livello, ma a causa di comportamenti non appropriati da parte di chi procedeva con un transito eccezionale sulla strada statale 26.
Essendo stato Sindaco di Chivasso, ricordo bene come l'eliminazione di quel passaggio a livello in frazione di Aré fosse da tempo inserita nel progetto, che già da molti anni aveva preso il via, di messa in sicurezza del tratto di strada statale 26 da Chivasso a Caluso. Essendo una strada statale, comprende anche il bypass di Aré attraverso una circonvallazione e il conseguente cavalca ferrovia, che avrebbe comportato l'eliminazione del passaggio a livello e tutto l'iter che ha portato negli anni alle varie sedi di Conferenza dei servizi fino all'approvazione del progetto definitivo esecutivo cantierabile, e solo l'anno scorso all'inserimento nel contratto di programma o nell'accordo tra Regione e ANAS per la realizzazione di quest'opera.
Resta il fatto che, come diceva correttamente questa mattina l'Assessore Balocco, la linea Chivasso-Aosta è una linea vetusta, che ha bisogno di significativi interventi di aumento della sicurezza che purtroppo per molti anni sono stati ritardati da una scelta sbagliata che la Regione Piemonte nel periodo della legislatura 2005-2008, con Bresso Presidente, allora fece seguendo una richiesta della Regione Valle d'Aosta relativamente all'utilizzo dei 40 milioni che vennero stanziati nella finanziaria del 2007 approvata a novembre del 2006, riguardanti genericamente una voce di ammodernamento della linea Chivasso-Aosta.
Quella scelta ce la siamo trascinata per oltre dieci anni; scelta che aveva portato alla cosiddetta "lunetta" di Chivasso.
Devo dire, con grande soddisfazione, anche se tardiva che ho sentito finalmente definire ufficialmente con le mie orecchie quella una scelta sbagliata. Scelta che però ha fatto perdere molti anni e anche parecchi soldi, se è vero, com'è vero, che alcuni di quei 40 milioni sono stati utilizzati non per interventi di eliminazione di qualcuno dei numerosi passaggi a livello sulla linea Chivasso-Aosta o per un raddoppio selettivo quanto mai necessario, bensì per una serie di progettazioni su questa cosiddetta "lunetta" di Chivasso, inutile e dannosa per il territorio piemontese.
Fatte queste premesse, l'obiettivo era ed è - credo che ne parleremo ancora opportunamente in Commissione - fare il punto della situazione non solo in questo caso sugli interventi di aumento della sicurezza, di eliminazione di taluni passaggi a livello e di qualche raddoppio selettivo sulla linea Chivasso-Aosta, ma un po' in generale sull'aumento della sicurezza sulle diverse linee ferroviarie che interessano il traffico passeggeri nella nostra regione e anche le tantissime intersezioni dei diversi livelli di viabilità che interagiscono con le reti ferroviarie.
La comunicazione di stamani dell'Assessore è stata, in parte, già utile a illustrare questo quadro. Credo che nella risposta alle due question time avrà l'opportunità di fornirci ulteriori elementi e confido in un utile lavoro di approfondimento in Commissione nelle prossime settimane, in modo che non solo noi, come Consiglieri, ma anche la comunità regionale, sia a conoscenza degli sforzi fatti per aumentare la sicurezza sulle linee ferroviarie e sulla viabilità della nostra regione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Valetti per l'illustrazione dell'interrogazione a risposta immediata n. 2139.



VALETTI Federico

È un tema che ha già trovato, in parte, spiegazione nell'intervento di questa mattina dall'Assessore Balocco. Approfittavo del question time anche per chiedere delle piccole precisazioni riguardo l'intervento di stamattina.
L'interrogazione in oggetto, in realtà, chiede di dettagliare, stante l'elenco di opere e di progetti di rimozione di passaggio a livello elencati questa mattina dall'Assessore, lo stato di avanzamento di tali opere, premesso che vi è un cofinanziamento nazionale-regionale, in particolare, sulla linea Ivrea-Chivasso e sulla linea Torino-Pinerolo.
Chiede altresì di fare luce sullo stato di avanzamento per capire se tutti i processi, anche di accordi di programma tra Comuni e Ferrovie, procedono speditamente o no, se ci sono dei rallentamenti e delle previsioni di consegna di questi progetti e dei lavori.
Inoltre, chiedevo di precisare in merito a una frase dell'Assessore, in cui si diceva che il protocollo prevede che vi sia anche uno studio di fattibilità della Città metropolitana per la rimozione di otto passaggi a livello sospesi.
Su quali linee insistono questi passaggi a livello?



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Balocco per la risposta.



BALOCCO Francesco, Assessore ai trasporti

Grazie, Presidente.
Per quanto riguarda l'intervento del Consigliere Fluttero, la questione della "lunetta" ha complicato molto la vicenda di quella linea. La questione è nata nel 2004 e poi, effettivamente, è ripresa nel 2008, anche dall'Amministrazione regionale piemontese ma, ripeto, su un accordo quadro sempre di competenza della Regione Valle d'Aosta.
Quando quest'Amministrazione si insediò, io approfondii il tema anche con il territorio e giungemmo molto presto alla conclusione che quell'opera sarebbe stata negativa sotto parecchi punti di vista. In realtà, l'opera era già ferma e bloccata, quindi quei 40 milioni, come ho detto stamattina non erano totalmente finanziati. C'era anche il finanziamento per la "lunetta" di circa 25-26 milioni, ma non aveva avuto luogo. Sono invece andati avanti, come dicevo stamattina, i 13 milioni e mezzo circa che vennero finanziati dal contratto di programma sul resto della linea, ma anch'essi non sono stati totalmente usati e noi, più volte, abbiamo chiesto alla Regione Valle d'Aosta di liberare la rimanenza di sette milioni e 200.
Visto che la procedura della rivisitazione dell'accordo quadro non dava risultati per tanti motivi, abbiamo scelto un'altra strada, cioè quella di definire, con il territorio, con i singoli Comuni, con Città metropolitana con ANAS e con RFI gli interventi necessari su tutte la linea - sto parlando della linea Chivasso-Ivrea-Quincinetto - e si è arrivati al risultato, a fine 2017, con un lavoro complesso.
Non è semplice. Mettevi nei panni dei Comuni e dei Sindaci quando si tratta di chiudere un passaggio a livello, di trovare la soluzione giusta. È sempre molto complesso trovare anche il consenso con i proprietari, con chi deve usufruire di quelle strade e di quel passaggio. C'è voluto il tempo che c'è voluto.
Finalmente siamo alla conclusione. Ricordo che - l'ho detto stamattina ANAS ha autorizzato la firma dei protocolli, quindi siamo in dirittura d'arrivo. Ovviamente, in seguito a questo protocollo, ci vogliono i finanziamenti.
I finanziamenti previsti, com'è stato detto, sono dieci milioni da parte della Regione (cinque milioni risorse proprie e cinque milioni FSC), ma occorrono almeno altri 25 milioni che devono essere finanziati da RFI, non tanto sul contratto di programma (benché la cifra sia simile non c'entra niente con i 25 milioni della "lunetta"), ma con interventi propri, come ricordava anche il Consigliere Valetti.
Credo che tutto questo si concluderà in breve tempo e spero si concluda anche in breve tempo, l'intervento di ANAS, che non riguarda più ovviamente, l'attraversamento di Caluso, che è già previsto e i lavori sono già stati consegnati (19 milioni a base d'asta e quant'altro), ma interessa invece Borgofranco. Ed è lì, Consigliere Valetti, dove c'è quest'accordo con la Città metropolitana, che provvederà alla stesura del progetto di intervento di cui poi ANAS si farà carico e che dovrà finanziare in contratto di programma. Questo per quanto riguarda la questione Chivasso Ivrea-Quincinetto.
Per quanto riguarda il resto del Piemonte, richiamo la questione - perch si sta seguendo una stessa procedura, quindi anche qui un protocollo con i Comuni, con Città Metropolitana, con RFI, non con ANAS in questo caso della linea Torino-Pinerolo. Mentre la linea Chivasso-Ivrea è considerata da RFI una linea secondaria e quindi non è previsto il finanziamento in toto degli interventi sui passaggi a livello, ed è per questo il motivo per cui non mettiamo a disposizione i dieci milioni di cui vi ho parlato, sulla linea Torino-Pinerolo, che anch'essa è una linea secondaria secondo le classificazioni RFI, stiamo seguendo una linea di finanziamento diversa.
Per essere ordinato, il protocollo dovrebbe essere chiuso entro giugno, mi dicono che si tratta di definire i finanziamenti. In questo caso, come anche su altre linee, il finanziamento dovrà essere tutto in carico a RFI perché gli interventi sui passaggi a livello saranno considerati come interventi in anticipazione del raddoppio.
Come sapete, il raddoppio della Torino-Pinerolo ha un progetto molto molto oneroso (stiamo parlando di oltre 300 milioni), quindi ha qualche difficoltà a essere inserito totalmente nel contratto di programma.
Gli interventi sui passaggi a livello verranno considerati come anticipazioni di questa programmazione. Teniamo anche conto che uno dei punti più nevralgici, più importanti e più complessi è il passaggio a livello di Nichelino, su cui si è recentemente trovato un accordo anche con il Comune sulla modalità di passaggio. Però ci sono ancora ulteriori approfondimenti da parte di RFI.
Le modalità di finanziamento permettono, comunque, di andare avanti e sono già finanziati anche altri interventi importanti e complessi su altre linee del resto del Piemonte. Cito, semplicemente, come esempio, sulla Torino Milano a Chivasso (l'ho citato stamattina), sulla Torino-Modane a Oulx sulla Fossano-Cuneo a Centallo, sulla Novara-Domodossola a Borgomanero.
Altri interventi sono previsti, per esempio, sui passaggi a livello di Vercelli inclusi nel protocollo che recentemente è stato firmato, teso alla riattivazione della Casale-Mortara e Casale-Vercelli.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.


Argomento: Commercio

Interrogazione a risposta immediata n. 2133 presentata da Valle, inerente a "Aiuti rivolti ai commercianti area cantiere C.so Grosseto/ C.so Potenza"

Argomento: Commercio al dettaglio

Interrogazione a risposta immediata n. 2138 presentata da Bertola, inerente a "Stato di attuazione ordine del giorno n. 1129 (X legislatura) a prima firma Giorgio Bertola"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori, esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
2133, presentata dal Consigliere Valle, che la illustra; ne ha facoltà.



VALLE Daniele

Grazie, Presidente.
Sappiamo tutti che sono finalmente partiti i lavori per il collegamento sotterraneo e il sovrapassaggio di Corso Grosseto; sappiamo, altresì l'impatto che questo avrà per la viabilità e per il commercio, in particolare di quella porzione della città di Torino.
Guardando altri cantieri di questo tipo (penso, in particolare, a quello di Corso Inghilterra, penso a quelli della metropolitana), è verosimile stimare una perdita tra il 30 per cento e il 50 per cento del fatturato di questi esercizi.
Non è un caso che le associazioni di categoria e le associazioni di via della zona abbiano richiesto la possibilità di ricevere contributi e sgravi fiscali per mitigare l'effetto negativo di questi cantieri sulle loro attività.
È quindi nostro interesse sapere quali iniziative, su questo preciso aspetto, ha preso la Giunta regionale.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessora De Santis per la risposta.
DE SANTIS Giuseppina, Assessora al commercio Grazie, Presidente.



(Commenti del Consigliere Bertola)



PRESIDENTE

DE SANTIS Giuseppina, Assessora al commercio



PRESIDENTE

Posso rispondere insieme dopo.



PRESIDENTE

Scusi, non avevo visto la sua richiesta di parola.
In effetti, se l'ordine del giorno verte sullo stesso argomento, possiamo trattare insieme le interrogazioni e procedere a un'unica risposta.
Può procedere all'illustrazione dell'interrogazione a risposta immediata n.
2138, Consigliere Bertola.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Mi sono permesso di interromperla perché, visto che l'argomento è lo stesso, non volevo far ripetere la risposta due volte all'Assessora o avere, peggio ancora, una risposta parziale.
Perché ho citato l'ordine del giorno n. 1129 a mia prima firma, approvato il 20 giugno 2017? Perché riguardava il sostegno a esercizi commerciali che subiscono cantieri di lunga durata.
Al tempo, avevamo (e abbiamo ancora, giacché i lavori slittano e sono in ritardo) il cantiere del prolungamento della metropolitana dal Lingotto fino a Piazza Bengasi. È un cantiere consistente quello di Piazza Bengasi che ha comportato lo spostamento del mercato della piazza su via Onorato Vigliani; ha comportato un disagio abbastanza grande nel punto di Via Nizza dove dovrebbe sorgere la stazione intermedia tra Lingotto e Piazza Bengasi proprio di fronte al futuro probabile grattacielo della Regione Piemonte ha comportato disagi molto accentuati per i cittadini.
Era stato approvato questo nostro atto di indirizzo, che impegnava la Giunta a predisporre nuove misure di sostegno per gli esercizi commerciali urbani di quartiere che subiscono la presenza di cantieri, valutandone anche in termini di sgravi fiscali sulle imposte regionali, in coerenza con le disponibilità del bilancio regionale.
Nel frattempo, è arrivato anche il cantiere di Corso Grosseto.
Il disagio che c'era - e che c'è tuttora - nelle zone di Via Nizza e di Piazza Bengasi si sta ripetendo, per ovvi motivi, anche in Corso Grosseto.
Tanto per citare un esempio, il Comune di Torino, in data 17 aprile 2018 ha deliberato uno sgravio del 50 per cento della COSAP per la zona Bengasi e per la zona di Corso Grosseto.
Visto che l'atto di indirizzo che richiamavo è stato approvato all'unanimità, volevo chiedere cosa stava facendo in questo senso la Regione Piemonte, cioè se si sta dando attuazione a quest'atto di indirizzo e, quindi, se sono allo studio degli sgravi per i commercianti colpiti dai disagi legati ai cantieri.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Bertola.
La parola all'Assessora De Santis per la risposta alle due interrogazioni.
DE SANTIS Giuseppina, Assessora al commercio Grazie, Presidente.
Rispondo ai Consiglieri Valle e Bertola ricordando, in sostanza, che nella legge di bilancio approvata dalla Regione il 4 aprile 2018, all'articolo 24, è autorizzata per l'esercizio finanziario 2018 una spesa di euro un milione a favore della Città di Torino, diretta a promuovere e incentivare iniziative di sviluppo economico.
Nella sostanza, poiché, com'è noto, la questione del risarcimento per i commercianti che abbiano problemi di cantiere è normalmente una questione di cui si occupa il Comune in cui i cantieri si tengono, La Regione Piemonte ha assegnato al Comune di Torino una cifra consistente, proprio in risposta alla richiesta del Comune di essere in qualche modo accompagnato nella gestione di questa emergenza.
Di tale questione sono naturalmente informate anche le associazioni di categoria; lo sono state da noi e presumo lo siano state anche dal Comune di Torino. Immagino che quando il Comune avrà approvato il suo bilancio potrà mettere in atto le iniziative che dovesse ritenere adeguate.
Grazie.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti idrici - Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Interrogazione a risposta immediata n. 2137 presentata da Andrissi inerente a "Forti perplessità circa le operazioni di messa in sicurezza nelle aree dell'ex inceneritore di Vercelli"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori, esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
2137.
La parola al Consigliere Andrissi per l'illustrazione.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Già nella primavera del 2017 presentai a mia prima firma un esposto alla Procura della Repubblica di Torino in merito alla gestione poco trasparente da parte di istituzioni regionali degli studi epidemiologici riguardanti l'inceneritore di Vercelli.
Si tratta di studi epidemiologici che evidenziavano una situazione molto grave per quanto riguarda l'incidenza dei tumori e la mortalità. Studi che andavano in qualche modo approfonditi; ciò richiedevano gli studiosi che hanno redatto questi lavori epidemiologici, confortati ulteriormente dall'ulteriore studio presentato successivamente dal professor Palin e dal dottor Christian Salerno, "Analisi epidemiologica e spaziale nella città di Vercelli".
Di fatto non è avvenuto più nulla, nel senso che l'Assessore alla sanità Saitta, ha convocato un tavolo tecnico, che doveva approfondire, ma in realtà ha redatto una relazione che, nei fatti, clamorosamente riportava solo dati già noti nella comunità scientifica e che non apportavano alcunché di nuovo nell'ambito delle conoscenze scientifiche per quanto riguardo l'impatto ambientale e sanitario dell'inceneritore di Vercelli.
Per questo motivo, porteremo questa documentazione prossimamente in Procura della Repubblica.
Ciò detto, la scorsa settimana, da parte dell'associazione di Vercelli Società Futura, è stata presentata un'interrogazione al Comune di Vercelli riguardante i movimenti nel Lotto A (definito Boschetto) di rifiuti speciali (materiali vari, metallici, vetro e plastiche) con documentazioni anche fotografiche che hanno creato grande sospetto.
Chiediamo all'Assessore di avere conoscenza nel dettaglio in merito allo stato di messa in sicurezza e bonifica delle aree adiacenti all'inceneritore di Vercelli. Tale inceneritore è stato anche oggetto di interrogazioni parlamentari, perché è stato definito una piccola ILVA nel Nord Italia. Per quanto riguarda l'inquinamento aereo e per quanto riguarda il deposito di ceneri, dal punto di vista ambientale e sanitario sicuramente non è un esempio da portare in giro in Italia e di cui vantarsi.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Valmaggia per la risposta.



VALMAGGIA Alberto, Assessore all'ambiente

Grazie, Presidente.
Sul sito in oggetto risulta essere stato approvato, ai sensi dell'articolo 242 del decreto legislativo 152/2006, un Progetto operativo di messa in sicurezza permanente su incarico del Comune di Vercelli, soggetto competente all'approvazione e all'autorizzazione degli interventi di bonifica, ai sensi del combinato disposto di cui alla l.r. 42/2000 e all'articolo 43 della l.r. 9/2007.
Da recenti informazioni acquisite presso la Provincia di Vercelli, risulta che il Comune di Vercelli ha provveduto all'aggiudicazione dei lavori di messa in sicurezza permanente con determinazione dirigenziale del 25/9/2017 e risultano avviati i lavori di approntamento del Lotto A per la realizzazione del cupping. Risultano effettuate le attività di disboscamento e di pulizia dell'area ed è in corso di ultimazione il rimodellamento morfologico, al fine di raggiungere le quote topografiche per la base del cupping.
La pulizia condotta nell'area, a seguito del disboscamento, ha permesso di allontanare rifiuti non coerenti con le scorie, principalmente ingombranti e RAE, che sono stati depositati in cassoni scarrabili ai fini del loro corretto smaltimento. L'impresa aggiudicataria, inoltre, ha condotto la campagna di monitoraggio delle acque sotterranee ante operam, i cui esiti al momento non sono pervenuti alla Provincia.
Si precisa che la Direzione regionale Ambiente ha chiesto ulteriori elementi di dettaglio al Comune, alla Provincia e ad ARPA, soggetti competenti rispettivamente il Comune all'approvazione dei progetti, la Provincia alla certificazione di avvenuta bonifica e ARPA per i controlli sulle operazioni di bonifica dei siti contaminati.
A seguito dell'acquisizione di detti elementi, sarà cura di quest'Assessorato proporre un'informativa eventualmente in sede di Commissione.


Argomento: Personale del servizio sanitario

Interrogazione a risposta immediata n. 2131 presentata da Batzella inerente a "Gravi carenze di infermieri e OSS nell'ASL TO4 - Ospedali di Ciriè, Chivasso, Ivrea e Cuorgné"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori, esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
2131.
La parola alla Consigliera Batzella per l'illustrazione.



BATZELLA Stefania

Grazie, Presidente.
Da diversi anni il Nursind, che è il sindacato delle professioni infermieristiche, denuncia l'insostenibile carenza di personale nell'ASL TO4, cosa di cui peraltro l'Assessore è a conoscenza. Io stessa ho già denunciato in molteplici occasioni, attraverso interrogazioni - l'ultima due mesi fa - atti di indirizzo e diversi comunicati stampa.
Da quanto ho appreso negli ultimi giorni, la situazione sarebbe peggiorata al punto che quest'anno gli infermieri rischiano di non vedersi neppure garantito il periodo di ferie estive. Infatti, in diversi servizi, a pochi giorni dal 1° giugno (oggi è il 29 maggio), non c'è ancora un piano di ferie per il personale infermieristico, dato che da contratto si prevede che le ferie estive abbiano inizio dal 1° giugno e terminino il 30 settembre.
A oggi non è stato definitivamente approvato il piano delle ferie del personale, non solo quello infermieristico, ma di tutto il personale di comparto e di supporto.
A confermare la preoccupazione del Nursind, tra l'altro, è anche una lettera dell'ASL TO4, inviata ai coordinatori dei reparti dell'ospedale di Ivrea, nella quale viene esposta la criticità della situazione e si chiede niente di meno - di responsabilizzare il personale nella richiesta delle ferie estive. Questo riporta la lettera inviata ai coordinatori.
Una situazione che sicuramente potrebbe degenerare ulteriormente, anche a causa della scadenza dei contratti interinali, che attualmente sono attivi e di numerose cessazioni da lavoro previste proprio nel periodo estivo mettendo a rischio i servizi.
Sempre dai dati richiesti all'ASL da parte del Nursind, risulterebbe che nel 2016 (io, tra l'altro, ho visto questi dati e li ho, quindi si possono tranquillamente andare a valutare, l'Assessore può farlo) l'ASL TO4 ha speso, in personale, cinque milioni di euro in meno rispetto a quanto stanziato dalla Regione Piemonte. Da un tetto di spesa del personale attribuito di 240 milioni di euro, il tetto di spesa utilizzato per il personale è stato di 235 mila euro.
Nel 2017, invece, che cosa ha pensato la Regione Piemonte? Diamo un budget inferiore, tanto l'ASL TO4 non utilizza tutti i soldi per pagare il personale. Che cosa ha fatto? La Regione Piemonte ha attribuito 237 milioni invece che 240 milioni, quindi tre milioni in meno rispetto al 2016.
Nel 2018, quindi nell'anno in corso, il tetto di spesa del personale attribuito è ritornato ai 240 milioni. Vediamo quanto spenderà il Direttore generale, l'Azienda per pagare il personale.
Lo sblocco del turnover avrebbe dovuto consentire di colmare la grave mancanza di personale e anche la stabilizzazione dei precari, come tanto annunciato dall'Assessore Saitta e dalla Giunta Chiamparino. Invece, fino a oggi, solo il grande senso di responsabilità del personale ha consentito di sostenere i bisogni dei malati, nonostante le difficoltà e spesso rinunciando anche ai diritti contrattuali, come ad esempio il salto dei riposi, le ferie e accettando di coprire numerose ore di straordinario a costo zero non retribuite.
Il concorso infermieri indetto dall'ASL TO4, di cui tanto si è parlato, è ancora in corso e non si conosce ancora una tempistica certa sull'utilizzo della graduatoria, quindi dobbiamo ancora aspettare per questo concorso mentre il concorso OSS.



PRESIDENTE

Consigliera Batzella, le ricordo che ha tre minuti di tempo.



BATZELLA Stefania

Mi avvio a concludere. È importante e chiedo scusa.



PRESIDENTE

Sono tutte importanti.



BATZELLA Stefania

Invece, il concorso OSS con la Città della Salute, l'ASL di Torino e le altre ASL è soltanto all'inizio.
A tal proposito, Assessore, qualche settimana fa avevo presentato un'interrogazione proprio sull'ASL TO4. Che cosa ha fatto l'ASL TO4? Ha lasciato scadere una graduatoria di operatori socio-sanitari di un concorso pubblico del 2011, con ancora 109 lavoratori che sono rimasti a casa.
Interrogo l'Assessore per sapere come intende affrontare questa situazione dell'ASL TO4, che è una situazione urgente e grave, per colmare finalmente la grave carenza di infermieri e di OSS in pianta organica e garantire, al tempo stesso, ai lavoratori il rispetto contrattuale del diritto delle ferie estive.
Grazie e scusi, Presidente.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Saitta per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

In relazione all'interrogazione a risposta immediata, si precisa che il concorso per infermieri professionali è stato bandito e sono in corso le procedure di esame, che si concluderanno il 31 maggio. Sono stati circa 3.700 i partecipanti effettivi al concorso, su 5.301 candidati che hanno presentato domanda.
Il lavoro dalla Commissione è stato molto impegnativo, ma ha rispettato la programmazione che si era data l'Azienda.
Successivamente alla delibera di approvazione della graduatoria, saranno immessi in servizio gli aventi diritto, sia a tempo indeterminato che determinato, secondo l'ordine di graduatoria. Peraltro, fino al 31 maggio e sin dallo sblocco del turnover, sono sempre state garantite le sostituzioni di personale in assenza prolungata, attraverso contratti di lavoro interinali, nonché con l'esaurimento della graduatoria di un precedente concorso pubblico.
Il potenziamento degli uffici di gestione del personale e la copertura di un posto di dirigente delle professioni del comparto hanno consentito estrema rapidità nella copertura dei posti.
Lo stesso può dirsi per il personale OSS.
In relazione alla graduatoria del concorso del 2011, si precisa che l'ASL TO4 fa parte del gruppo di Aziende sanitarie dell'area metropolitana di Torino, che si sono associate per l'espletamento di un concorso comune.
Considerata l'anzianità di questa graduatoria, l'ASL TO4 la utilizzerà laddove è possibile, per la copertura di tempi indeterminati, in caso di cessazioni di servizio, sino all'approvazione della graduatoria del concorso comune.
Per i tempi determinati, l'ASL TO4 ha provveduto attraverso contratti di lavoro interinale. Successivamente all'approvazione del concorso comune cesserà di utilizzare la graduatoria del concorso 2011 e, sia per i tempi indeterminati che per i tempi determinati, sarà utilizzata la nuova graduatoria, con superamento dell'utilizzo del lavoro interinale, così come per gli infermieri.
Da un'analisi effettuata con la collaborazione della Direzione infermieristica, al momento non risultano fenomeni di necessità di non concessione delle ferie estive di carattere programmato. Nel caso si presentassero situazioni imprevedibili, saranno affrontate con l'obiettivo di risolverle prontamente, nell'interesse del servizio e dei diritti contrattuali dei collaboratori.
I temi evidenziati costituiscono, sia formalmente sia informalmente argomento di confronto e di dialogo con le organizzazioni sindacali responsabili delle strutture e coordinatori dei reparti.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione - Personale del servizio sanitario

Interrogazione a risposta immediata n. 2134 presentata da Grimaldi inerente a "Esternalizzazione di servizi medici presso cooperative private"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori, esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
2134, alla quale risponderà l'Assessore Saitta.
La parola al Consigliere Grimaldi per l'illustrazione.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Assessore, abbiamo appreso, da alcuni medici neolaureati piemontesi, che hanno recentemente ricevuto una comunicazione da parte della cooperativa Nova Medica, la quale informa di essere in procinto di selezionare medici da inserire presso l'Istituto Maugeri di Veruno, in Provincia di Novara. La documentazione richiesta include il certificato di laurea ed eventuale specialità, l'iscrizione all'Albo dei medici, la polizza assicurativa in corso di validità, il certificato BLSD in corso di validità. La cooperativa offre un compenso orario lordo di 16 euro all'ora per turni diurni e notturni di dodici ore ciascuno.
Nova Medica, che è una cooperativa sociale, è una società di servizi sanitari e assistenziali affiliati a Legacoop, con sede a Bologna, che sulle proprie pagine di Internet dichiara di selezionare specialisti per incarichi di libero professionale presso strutture ospedaliere, pubbliche e private in Piemonte, Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna.
Al momento, risultano aperte le selezioni per medicina d'urgenza, medici non specialisti con esperienza di pronto soccorso e 118 e relative certificazioni: pediatria, ginecologia, pneumologia, fisiatria, geriatria medicina fisica e riabilitativa. La cooperativa dichiara, inoltre, di cercare medici di guardia per RSA situate in Piemonte, Lombardia ed Emilia Romagna e medici di guardia per strutture termali.
Recentemente, gli organi di stampa hanno riportato altri casi di cooperative private nel campo della salute che offrirebbero prestazioni esterne alle stesse ASL. Si tratterebbe di un fenomeno nato al Nord, in cui proprio la Nuova Medica di Bologna sarebbe l'esperienza capostipite.
In carenza di medici presso le ASL e in assenza di concorsi, le cooperative suddette coprono addirittura i turni di pronto soccorso. Si tratta tuttavia di forme di lavoro precarie, che per quanto possano essere remunerate quanto quelle analoghe strutturate, non godono delle stesse tutele anche qualora i servizi delle suddette cooperative non fossero utilizzati nella sanità pubblica, poiché molti privati agiscono in regime di convenzione con essa, ai fini di quella che è una delibera che abbiamo scritto insieme (DGR 13-3370 del 2016, "Linee guida sulla giusta retribuzione"), occorre verificare che in quel caso il compenso offerto sia effettivamente rispondente a tali criteri.
Noi, però, la interroghiamo soprattutto per sapere se le ASL piemontesi si servono dei servizi di questo genere di cooperative, piuttosto che avviare pratiche di assunzione e stabilizzazione del personale medico, come più volte - anche da lei, tra l'altro - annunciato in Aula.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Grimaldi.
La parola all'Assessore Saitta per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente.
Con la delibera del 22-12-2017 della Giunta regionale sono state date disposizioni alle Aziende Sanitarie Regionali in materia di assunzione di personale per l'anno 2018, essendo venuto meno il limite delle assunzioni e del turnover posto dal Piano di rientro.
A seguito di tale provvedimento, le Aziende Sanitarie procedono alle assunzioni di personale, secondo le ordinarie procedure previste dall'ordinamento (concorsi, avvisi pubblici, mobilità).
Questa è l'indicazione che è stata data.
Con la medesima deliberazione del dicembre 2017, proprio in virtù delle possibilità assuntive relative all'anno 2018, è stata data disposizione alle Aziende Sanitarie piemontesi di operare in modo da ridurre, per l'assunzione di personale, il ricorso a forme contrattuali atipiche, tra le quali rientra il ricorso a cooperative.
Risulta peraltro che, al fine di garantire comunque il servizio ai cittadini, nel solo caso in cui il ricorso alle forme ordinarie di assunzione non abbia consentito l'acquisizione del personale necessario cioè non è stata completata la procedura per le assunzioni, sporadicamente talune Aziende Sanitarie hanno posto in essere affidamenti a cooperative per reclutamento dei medici specialistici.
In ogni caso, anche sulla base di questa segnalazione, provvederò a sollecitare le Aziende Sanitarie a non perdere tempo per quanto riguarda la riduzione delle forme atipiche: questa è stata l'indicazione. Suppongo che laddove vi si ricorra, è perché sono in corso procedure concorsuali, che per forza di cose devono rispettare i tempi.
In ogni caso, stiamo attenti a verificare nelle Aziende Sanitarie l'andamento del percorso che è stato indicato nella delibera del 22-12-2017 sulle forme atipiche.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Saitta.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 2136 presentata da Tronzano inerente a "Futuro dell'Ospedale di Ciriè"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 2136.
La parola al Consigliere Tronzano per l'illustrazione.



TRONZANO Andrea

Grazie, Presidente.
Assessore, siamo sostanzialmente obbligati a fare quest'interrogazione senza però volerne fare una questione di campanile.
Mettiamo in evidenza che manca un piano sanitario e il fatto che il piano cronicità, che stiamo discutendo ormai da mesi in Commissione, è senza un numero. Con l'assenza di questi due elementi di programmazione, è chiaro che, quando sull'ospedale di Ciriè si manifestano determinate situazioni ci si chiede che cosa succederà a quell'ospedale.
Siamo però ben lungi dal voler fare questioni di campanile, ma chiedendo che cosa avverrà. Ad esempio, la Risonanza Magnetica promessa non è ancora arrivata; la Vicedirezione del Dipartimento chirurgico è stata spostata a Chivasso e già lì abbiamo la Direzione; l'Otorinolaringoiatria sta subendo un depotenziamento e sta lavorando in emergenza anche nei periodi festivi con i relativi disagi agli utenti e anche ai lavoratori; non c'è stata la sostituzione del dirigente medico, ci sono una serie di assenze e di concorsi per i coordinatori infermieristici; anche il servizio dei trasporti con ambulanza medicalizzata appaltato all'ASL, anziché essere a Ciriè, è andato a Castellamonte; oltretutto, anche il pronto soccorso pare sia gestito da una cooperativa con sede a Roma, che invierebbe medici neolaureati, con conseguente rallentamento delle procedure a causa della poca esperienza.
Insomma, una serie di situazioni che si stanno riverberando in maniera negativa e che stanno destando preoccupazioni enormi nella cittadinanza, ma anche credo nella stessa Amministrazione, anche se la vedo un po' impalpabile, un po' ferma nella difesa dell'ospedale della propria Città.
Volevamo chiedere a lei, Assessore, che cosa succederà e se è vero che Chivasso sta acquisendo molti servizi; non vorrei fare dietrologia, dicendo che in Giunta c'è un Assessore che fa riferimento alla zona di Chivasso però mi perdoni, nella polemica e nella dialettica politica magari ci sta anche questo, poi, il mio Capogruppo è anche della zona.
Assessore, se ci può dare un quadro preciso e chiaro anche eventualmente con qualche importante novità che possa dare rassicurazioni.



PRESIDENTE

Grazie, collega Tronzano.
La parola l'Assessore Saitta, per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente.
L'Ospedale di Ciriè, nella nostra programmazione sanitaria, è un DEA quindi è come Ivrea e Chivasso. In termini di programmazione, per quanto riguarda l'Ospedale di Ciriè, il riferimento a che cosa deve avere e che cosa ha quell'ospedale è stato definito attraverso una deliberazione quando eravamo nel Piano di rientro.
L'Ospedale di Ciriè è e resterà un presidio sanitario fondamentale per la Regione Piemonte e per l'attività dell'ASL TO4. Come Assessore regionale alla sanità sono costantemente in contatto con i vertici dell'Azienda Sanitaria, ma anche col Sindaco di Ciriè, e posso assicurare che il presidio di tale città è assolutamente al centro delle strategie dell'ASL TO4 per lo sviluppo di una rete di servizi di qualità, unitamente a tutti i Presidi esistenti nel territorio dell'ASL.
Un esempio di quest' attenzione riguarda proprio le segnalazioni oggetto dell'interrogazione del Consigliere. Confermo, infatti, come l'ASL TO4 sta valutando in questo periodo la possibilità di dotare l'Ospedale di una risonanza magnetica. In questo momento l'Azienda Sanitaria sta esaminando la documentazione tecnica della gara CONSIP per comprendere le caratteristiche delle attrezzature e i tempi di aggiudicazione. A questa valutazione è chiamato a collaborare il Direttore della Radiologia di Ciriè, unitamente ad altre figure aziendali.
Inoltre, l'ASL sta procedendo in questi giorni alla sostituzione del chirurgo assegnato alla Chirurgia di Ciriè - la data di presa di servizio è in via di definizione - e sta procedendo all'effettuazione delle selezioni per gli incarichi di coordinamento infermieristico per le sale operatorie ai consultori. Per la struttura semplice di Pronto Soccorso è già stato aperto il bando; non sono ancora scaduti i termini per la presentazione delle domande, per cui al momento non è dato conoscere quante saranno le istanze di partecipazione.
Per quanto riguarda poi il servizio di ambulanza attrezzato per trasporti secondari, l'ASL sta valutando la possibilità di posizionare il mezzo presso il presidio di Ciriè.
Ho voluto richiamare le questioni più importanti per confermare l'importanza che questo presidio ha in quell'Azienda sanitaria. Le altre questioni importanti, ma di rilievo minore, molto spesso sono frutto di un problema di relazioni sindacali, quindi lasciamo fare questo lavoro al sindacato e non lo facciamo noi.


Argomento: Psichiatria

Interrogazione a risposta immediata n. 2140 presentata da Vignale, inerente a "Numero di pazienti delle strutture psichiatriche residenziali piemontesi"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
2140.
La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
In realtà, noi avevamo già presentato un'interrogazione a risposta immediata circa un mese fa, che chiedeva due dati; il primo era quello relativo al numero di pazienti psichiatrici oggi presenti nelle strutture residenziali piemontesi, distinti per ASL e per tipologia di residenza. Il secondo dato che chiedemmo era quello relativo al fabbisogno comunicato dalle ASL.
L'Assessore Saitta disse che avrebbe comunicato questi dati alla Commissione competente. Nel frattempo, avevo chiesto questi dati ai Direttori generali responsabili dei Dipartimenti, i quali, salvo un'ASL hanno tutti risposto. Però tanto nei dati forniti dall'Assessore Saitta in Commissione quanto nella risposta fornita dalle ASL vi è la comunicazione rispetto al fabbisogno, quindi tanti posti che dall'analisi risultano essere necessari. È stato inserito anche il numero di domande, invece, di accreditamento che sono state fatte e che, come l'Assessore sa bene possono anche essere oggetto in queste settimane di modifica per un ulteriore lasso di tempo dato.
Ma il dato che non è mai stato comunicato, salvo da due ASL, è il numero di pazienti oggi presenti all'interno delle strutture. Ed è evidente che questo è un dato ovviamente conosciuto dalla Giunta e dalle ASL, perch quel numero di pazienti pagano mensilmente una retta, ma è un dato assolutamente significativo per capire da quale situazione partiamo a quale situazione, invece, arriviamo rispetto ai fabbisogni.
Pertanto, l'interrogazione chiede una cosa estremamente banale, ma importante per le nostre valutazioni, cioè il numero di pazienti psichiatrici oggi presenti all'interno delle strutture residenziali suddivisi per ASL e classificati in SRP1, SRP2 e SRP3, sia pazienti piemontesi sia pazienti fuori regione. Questo perché, anche su questo secondo dato, sono stati forniti nel corso del tempo numeri differenti così come numeri differenti sono stati scritti in delibera rispetto a quelli che sono poi stati indicati nei fabbisogni.
Questo dato, che ci pare banalissimo e che è il primo dato da cui partire cioè a quante persone oggi ci rivolgiamo rispetto alla DGR n. 29, è un dato di cui né il sottoscritto né tutta la IV Commissione né il Consiglio regionale è a conoscenza.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Saitta per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Spero di non sbagliare, al limite poi cercheremo di capire meglio la richiesta. Però sulla base delle interrogazioni e del lavoro che abbiamo fatto in Commissione, i dati richiesti - almeno io ho questa impressione sono stati già forniti alla IV Commissione pochi giorni fa, nel corso della discussione della modifica della DGR n. 29, poi approvata dalla Giunta regionale il 18 maggio scorso.
I dati sono stati rilevati dalle ASL tramite i relativi Dipartimenti di salute mentale e validati alla data del 5 marzo. Il numero dei pazienti inseriti nelle strutture di residenzialità psichiatrica è risultante nella tabella 1 (quella allegata alla delibera) nella colonna "domanda", che corrispondeva a quel numero complessivo di 2.257.
Tale dato evidenzia la lettura dell'attuale bisogno dei posti letto delle ASL piemontesi, con riferimento a ciascuna tipologia di struttura sanitaria e socio-sanitaria, come prevista dal nuovo modello previsto dalla riforma della residenzialità, ferma restando la possibilità per i gestori di contrattualizzare i posti letto supplementari a livello extraregionale, in modo da tutelare la continuità delle cure per i pazienti che arrivino da altre Regioni. Quindi, c'è questa tabella Azienda per Azienda, che immaginavo fosse in qualche maniera la risposta ad alcuni quesiti, per la verità non recenti, posti dal collega Vignale.
Tuttavia, qualora fosse necessario, siamo in grado anche di precisare meglio, attraverso un comunicato o al limite sentendo i nostri Uffici, qual era la richiesta e mettere a disposizione tutto quello che abbiamo.
Mi dicono che, sulla base di questa richiesta, la tabella che è stata fornita (tabella 1) dovrebbe essere in grado di rispondere in maniera puntuale, fermo restando che, se occorre qualcosa di più, lo mettiamo a disposizione.
Io ho girato la richiesta e mi hanno detto: "Veramente l'abbiamo già data".
Se però il collega Vignale mi dice qualcosa con più precisione, incontriamo i tecnici e cerchiamo di capire.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione - Enti Istituti Fondazioni Associazioni di rilevanza regionale

Interrogazione a risposta immediata n. 2132 presentata da Cassiani inerente a "Futuro occupazionale dei lavoratori della Fondazione per il Libro, la Musica e la Cultura"


PRESIDENTE

Passiamo all'ultima interrogazione a risposta immediata, la n. 2132 presentata dal Consigliere Cassiani, cui risponderà l'Assessora Parigi.
La parola al Consigliere Cassiani per l'illustrazione.



CASSIANI Luca

Grazie, Presidente.
Quest'interrogazione a risposta immediata nasce da un ragionamento che stiamo facendo e conducendo - di cui ringrazio l'Assessore - anche in Commissione e riguarda tutta la vicenda del Salone del Libro e il suo futuro, sia per quanto riguarda la Fondazione in liquidazione sia ovviamente e soprattutto, in questo momento, i suoi dipendenti.
Voglio riconoscere qui pubblicamente e formalmente la grande professionalità che ha contraddistinto questi lavoratori, soprattutto in un momento così particolare. Nonostante non avessero ricevuto per alcuni mesi lo stipendio, hanno lavorato in modo serio e impegnato alla costruzione dell'evento di maggio, quindi dell'ultimo Salone, che ha avuto il successo che tutti quanti abbiamo potuto apprezzare. A loro va il mio personale, ma credo anche da parte di molti altri colleghi, ringraziamento per l'impegno e la non scontata dedizione all'attività lavorativa che li ha contraddistinti.
Aggiungo anche che il loro futuro non era e non è così certo e soprattutto, così sicuro, anche alla luce del fatto che sappiamo tutti che il 30 giugno scadrà il periodo nel quale loro erano stati distaccati, di fatto, al lavoro non più alle dipendenze della Fondazione, che è in liquidazione, ma di chi ha organizzato il Salone del Libro in quest'ultimo anno.
Aggiungo inoltre che, da quello che ho appreso - ma su questo ovviamente chiedo lumi all'Assessora - non sarebbe ancora stato convocato un incontro chiesto di recente dai sindacati sia al Comune di Torino sia alla Regione per capire qual è il futuro professionale delle figure che in qualche modo in questi anni, a vario titolo, hanno lavorato all'interno della Fondazione per il Libro, la Musica e la cultura.
Termino dicendo che ho a cuore il futuro occupazionale, ma soprattutto la salvaguardia delle grandi professionalità che sono all'interno della Fondazione, perché credo - su questo ritengo che tutti quanti siamo d'accordo - che senza le professionalità interne sarebbe stato difficile (e sarà difficile nei prossimi anni) organizzare un evento di quella portata e di quelle dimensioni.
Nel chiedere quale sarà il futuro occupazionale di queste persone, mi auguro che si voglia tener conto delle loro specificità, del loro impegno del loro lavoro e della qualità professionale che hanno dimostrato, e che in qualche modo li si possa reimpiegare in un'attività che sarà, secondo me, la riorganizzazione del prossimo Salone, ma anche tutte le attività a esso collegate, in particolare Portici di Carta, Salone Off 365 e ovviamente tutto ciò che vive attorno alla filiera del libro a Torino e in Piemonte.



PRESIDENTE

La parola all'Assessora Parigi per la risposta.



PARIGI Antonella, Assessora alla cultura

Grazie, Presidente.
Consigliere, mi permetta di cominciare con una battuta, nel senso che le domande le fate solo a me. Comunque.



(Commenti del Consigliere Cassiani)



PARIGI Antonella, Assessora alla cultura

Comunque, mi permetta di cominciare con questa battuta.
Abbiamo già parlato del Salone del Libro in Commissione l'altro giovedì, se non sbaglio, con un'informativa in cui è stato spiegato qual è il profilo che s'intende dare al futuro del Salone e di come questo profilo sia anche dettato da un obbligo fondamentale, che è l'obbligo della discontinuità rispetto al passato. È quindi evidente - soprattutto a lei, che è avvocato che non possiamo ripetere la stessa organizzazione che era quella che attuava il Salone del Libro fino a quest'anno. Anche perché, se tutti siamo assolutamente concordi nel mettere in risalto gli obiettivi culturali e i successi della manifestazione da un punto di vista prettamente culturale dobbiamo altresì essere onesti nel dire che, da dieci anni a questa parte il Salone del Libro ha riportato risultati economici non certamente brillanti.
Naturalmente parliamo di dieci anni fino al 2017 perché, come ho già detto nel 2018 il risultato di gestione è stato ampiamente positivo. Ora, il fatto che per dieci anni ci sia stato questo scollamento tra risultati culturali e risultati economici ci pone di fronte alla necessità di non ripetere gli stessi errori, perché sarebbe veramente grave (errare humanum est, perseverare diabolicum), per cui naturalmente la scelta è quella della discontinuità.
Che cosa s'intende fare? L'abbiamo già spiegato in Commissione: riservare alla gestione pubblica la parte culturale e individuare un partner per la gestione organizzativa, commerciale e di ampliamento dell'ambito di azione.
Si è individuato, fino a oggi, l'ente che dovrebbe gestire questa parte culturale che, in base a un business plan che sta costruendo, ci dovrà dire quanta parte dei dipendenti e con che modalità vorrà operare.
La rappresentanza sindacale ha chiesto di aprire un tavolo di crisi, quindi non ha chiesto un incontro. Ho già parlato con l'Assessora Pentenero e sarà nostra cura aprire questo tavolo di crisi. Quindi, posto che stiamo costruendo, anzi, stanno costruendo, l'impianto della Fondazione per la cultura, abbiamo sempre detto che l'eventuale personale in esubero sarà riassorbito con due modalità.
La prima modalità, che stiamo studiando con il Circolo dei Lettori, che ci farà da advisor nel costruire il capitolato, consiste in una sorta di premialità per chi riassorbirà personale sulla gara che andremo a fare.
La seconda è che, comunque, come abbiamo sempre detto in tantissime occasioni, anche in Consiglio regionale, il restante personale sarà riassorbito da partecipate comunali.



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata.



(Alle ore 15.48 la Presidente dichiara esaurita la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE BOETI



(La seduta ha inizio alle ore 15.52)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo Baricco, Cerutti, Ferraris, Giaccone e Pentenero.


Argomento: Trasporti su ferro

Comunicazioni della Giunta regionale inerenti a "Incidente sulla linea ferroviaria Torino Caluso"


PRESIDENTE

Nella seduta antimeridiana odierna l'Assessore Balocco ha iniziato a svolgere una comunicazione in merito all'incidente ferroviario di Caluso avvenuto il 23 maggio scorso. Assessore Balocco, per la nostra discussione pensa di aggiungere ancora qualcosa o è sufficiente quello che ha detto questa mattina? Se è sufficiente apriamo la discussione.
La parola all'Assessore Balocco.



BALOCCO Francesco, Assessore ai trasporti

Non ho nulla da aggiungere nel senso che durante il question time ho avuto ancora modo di precisare alcune questioni relativamente ai protocolli quello sulla Chivasso-Ivrea-Quincinetto. Ho semplicemente precisato che i finanziamenti in attuazione dello stesso saranno cofinanziati dalla Regione con le risorse di cui ho già detto (dieci milioni) e si prevedono ulteriori investimenti da parte invece di RFI e di ANAS, in particolare sulla Borgofranco, ovviamente andando già avanti gli interventi su Caluso di cui abbiamo detto.
Per quanto riguarda la linea Torino-Pinerolo, di cui non avevo detto stamattina, è in conclusione la definizione del protocollo con gli Enti locali, che dovrebbe essere concluso entro il mese di giugno. Qui i finanziamenti saranno totalmente a carico di RFI in quanto prodromici al raddoppio dalla stessa linea, così come sta avvenendo su altri interventi in Piemonte che ho citato prima e che riguardano il Comune di Chivasso di cui ho detto: il Comune di Oulx sulla linea Torino-Modane; Centallo sulla linea Fossano-Cuneo e Borgomanero sulla Novara-Domodossola, ma altre ancora.



PRESIDENTE

Prima di cominciare la discussione chiedo, se i Capigruppo sono d'accordo alle ore 18, di convocare una Conferenza dei Capigruppo per decidere i lavori della prossima settimana. Potremmo fare mezz'ora, naturalmente ne parleremo con i Capigruppo quando andremo in Sala A, di discussione tecnica su come si svolgeranno i lavori la settimana prossima, e anche, come aveva chiesto il Consigliere Grimaldi, una discussione politica rispetto alla questione che riguarda la legge elettorale.
Alle ore 18 è convocata la Conferenza dei Capigruppo.
Ci sono Consiglieri che desidero intervenire sulla comunicazione che ha fatto l'Assessore Balocco? Se non ci sono interventi, ringraziamo l'Assessore Balocco e andiamo avanti con i lavori del Consiglio.


Argomento: Caccia

Proseguimento esame disegno di legge n. 182, inerente a "Tutela della fauna e gestione faunistico - venatoria in Piemonte"


PRESIDENTE

L''esame del disegno di legge n. 182, inerente a "Tutela della fauna e gestione faunistico-venatoria in Piemonte", di cui al punto 4) all'o.d.g.
prosegue con la discussione dell'articolato e degli emendamenti ad esso riferiti.
Nella seduta del 22 maggio sono stati approvati gli articoli 12 e 13.
ARTICOLO 13 ter Emendamento rubricato n. 83) presentato da Bertola, Andrissi, Bono, Campo Frediani, Mighetti, Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Consigliera Frediani, vuole dire qualcosa?



FREDIANI Francesca

Non era una richiesta mia, però è solo una curiosità: mi sembrava che la collega Chiapello avesse chiesto comunicazioni sul TAV e discussione contestuale di un suo.



PRESIDENTE

Non vedo la Consigliera Chiapello, ma dato che la discussione sul TAV.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

In nessun posto. La Consigliera Chiapello è autonoma e decide da sé quello che vuole.
La discussione sul TAV sarà una discussione che i Consigli regionali futuri potranno affrontare nel momento che riterranno più opportuno.
Come facciamo a cominciare una discussione senza la proponente? Potremo riprendere l'argomento, se sarà necessario e se la Consigliera Chiapello lo richiederà, anche in un altro momento (per esempio la settimana prossima oppure in un'altra occasione).
Intanto siamo qui per proseguire la trattazione del disegno di legge n.
182, posto che siamo un'Assemblea legislativa che fa leggi, oltre che discutere, naturalmente, di questioni importanti.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Le garantisco che gode di ottima salute! Ha chiesto la parola il Consigliere Segretario Bertola, che interviene in qualità di Consigliere per l'illustrazione dell'emendamento n. 83); ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Siccome siamo stati ragazzi negli anni Ottanta, mi è venuta in mente la trasmissione "Drive in", dove c'era quel personaggio che diceva "Apparizioni! Sparizioni!", nel senso che ci sono argomenti e persone che appaiono e scompaiono secondo la comodità politica del momento. Ma ci siamo abituati, voglio dire!



PRESIDENTE

Se posso interromperla, collega Bertola, credo che la Consigliera Chiapello pensasse che, rispetto alle comunicazioni dell'Assessore, ci fosse un po' di discussione e quindi prevedeva, probabilmente, di intervenire dopo.
Invece non c'è stata discussione, contrariamente a quanto tutti pensavamo quindi.
Vada pure avanti, Consigliere Bertola.



BERTOLA Giorgio

Peraltro, la Consigliera Chiapello mi è anche simpatica! Riprendiamo la trattazione del disegno di legge n. 182 e ripartiamo proprio dalla discussione sul disegno di legge stesso. Perché, come ha detto il Presidente, è un'Assemblea legislativa, per cui si fanno leggi, e le leggi si discutono. Lo preciso giusto perché questa mattina ho sentito delle voci dai banchi di centrosinistra che dicevano: "Invece di stare qua a fare melina".
No, non è "fare melina", è discutere di un provvedimento di legge. Se poi pensate che qualcuno stia facendo melina, chiedo ai componenti della maggioranza, soprattutto del Partito Democratico, di farsi insegnare dal Vicepresidente Reschigna, vecchio Capogruppo, come si fa melina in Aula perché ricordo bene ciò che accadeva nella passata legislatura! Diciamo quindi, che è una ruota che gira. Anzi, forse i colleghi del centrosinistra.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Non è un fatto personale, vada pure avanti! Il Vicepresidente Reschigna se l'è dimenticato!



BERTOLA Giorgio

Lo dicevo per elogiarla, Vicepresidente Reschigna!



(Commenti del Vicepresidente Reschigna)



BERTOLA Giorgio

No! "vecchio" nel senso.
Anch'io sono un vecchio Capogruppo, nel senso che sono stato Capogruppo e ora non lo sono più.
Era soltanto per elogiarla, come sempre! Anzi, consiglierei anche di impratichirsi un po', perché poi, essendo una ruota che gira, stavolta tocca a noi, ma il prossimo giro toccherà magari al Partito Democratico! Tra l'altro, siamo un po' perplessi, perché la discussione dei disegni di legge segue un iter ben preciso, stabilito anche dal Regolamento del Consiglio; iter che, peraltro, condividiamo: c'è la presentazione l'assegnazione alle Commissioni, c'è il tempo per le consultazioni, che possono essere online o fisiche (vengono consultate e audite le parti in causa, che presentano delle osservazioni ai vari provvedimenti di legge) segue la discussione in Commissione, infine la trattazione in Aula. Qui rilevo la prima anomalia, poiché oggi si è deciso di audire dei portatori di interessi - interessi legittimi - nell'ambito della discussione in Aula.
A nostro avviso, non era opportuno, poiché la fase delle consultazioni era già passata.
Ancora, visto che si è audita una parte, a nostro avviso poteva essere audita anche un'altra parte, giacché era pervenuta anche la richiesta delle associazioni ambientaliste.
Era possibile, visto che l'argomento è lo stesso, audirle entrambe. Se una veniva a parlare di attività venatoria e l'altra di trasporti, sentirle insieme magari poteva suonare un po' strano e anche poco produttivo essendo, invece, lo stesso argomento, probabilmente sarebbe stata più utile sia la discussione in quel momento, sia - visto che si è deciso di fare discussioni in corso d'opera, durante la trattazione in Aula - audirle insieme. Invece è stata spostata alla prossima settimana.
Questo, sinceramente, non è, a nostro avviso, un segnale distensivo. Al contrario, aumenta la nostra tensione negativa verso questo disegno di legge.
Con l'articolo 13 ter, che intendiamo inserire con l'emendamento n. 83) andiamo ad aggiungere un articolo al disegno di legge che riporta il contenuto di un articolo della nostra proposta di legge, che tratta delle opzioni sulla forma di caccia prescelta, che va fatta in via esclusiva, ha durata quinquennale e si intende rinnovata entro il 31 marzo precedente alla scadenza del quinquennio se il cacciatore non fa pervenire alla Provincia o alla Città metropolitana richiesta di modifica.
Il cacciatore che abbia conseguito l'abilitazione all'esercizio venatorio dopo l'entrata in vigore della presente legge deve comunicare la propria opzione alla Provincia di residenza entro 30 giorni dalla data di detto conseguimento. Le Province e la Città metropolitana trasmettono alla Giunta regionale i dati relativi all'opzione di cui al comma 1.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Andrissi; ne ha facoltà.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Andiamo avanti con l'analisi degli emendamenti al disegno di legge n. 182).
Con quest'emendamento proponiamo di inserire l'articolo 13 ter, che recita: "1. L'opzione sulla forma di caccia prescelta in via esclusiva, a norma dell'articolo 12, comma 5, della legge 157/1992, ha durata quinquennale e si intende rinnovata se entro il 31 marzo precedente alla scadenza del quinquennio il cacciatore non fa pervenire alla Provincia o alla Città metropolitana richiesta di modifica dell'opzione contenuta nel tesserino regionale".
Quindi noi indichiamo un'opzione di caccia che deve aver validità quinquennale.
"2. Il cacciatore che abbia conseguito l'abilitazione all'esercizio venatorio dopo l'entrata in vigore della presente legge deve comunicare la propria opzione alla Provincia di residenza entro 30 giorni dalla data di detto conseguimento.
3. Le Province e la Città metropolitana trasmettono alla Giunta regionale i dati relativi alle opzioni fatte dai cacciatori presenti sul territorio regionale".
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Riprendiamo l'analisi del disegno di legge n. 182, riguardante la normazione nella nostra regione dell'attività della caccia dopo anni di vuoto legislativo prodotto da uno spregiudicato emendamento che, durante la scorsa legislatura, cancellò interamente la legge regionale allora esistente sulla caccia, obbligando sostanzialmente la Regione Piemonte ad appoggiarsi alla normativa nazionale.
È ovvio che la normativa nazionale viene richiamata in tutto il nuovo testo legislativo, ma anche nei nostri emendamenti, quali l'articolo 13 ter, in cui si parla di "opzione di caccia prescelta in via esclusiva". Questo fa riferimento all'articolo 12, comma 5, della legge 157/92, in cui si parla di "caccia in forma vagante, in zona Alpi, da appostamento fisso o da un insieme di altre forme di attività venatoria consentita"; quindi, le prime due citate, più l'appostamento per gli ungulati specifico oppure appostamento ai colombacci.
Si ritiene corretto obbligare le persone interessate a svolgere quest'attività, oltre ad avere un'abilitazione all'esercizio venatorio, a prescegliere in forma esclusiva una delle modalità di caccia citate dalla legge nazionale.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Intanto vedo con piacere che la collega Chiapello sta bene ed è tornata tra noi, perché abbiamo avuto qualche timore rispetto alla sua assenza.



(Commenti della Consigliera Chiapello)



FREDIANI Francesca

Proprio per questo ci siamo stupiti del fatto che nel momento in cui si sarebbe dovuta tenere una discussione richiesta da lei, fosse stata trattenuta. Comunque l'importante è che ci abbia raggiunto e vedremo adesso se desidera rinnovare la sua richiesta o se la discussione sarà rinviata in altro momento.
Riprendiamo quindi la discussione di questo testo di legge, discussione che continua nel totale disinteresse della maggioranza. Noi continuiamo la nostra attività emendativa e quest'emendamento, in particolare, chiede l'inserimento di un articolo, il 13 ter, che è previsto nella proposta a prima firma del collega Bertola.
Quest'emendamento si riferisce alle opzioni sulla forma di caccia prescelta e si compone di tre commi. Nel primo comma si definisce: "L'opzione sulla forma di caccia prescelta in via esclusiva" - e si fa riferimento a una norma nazionale, cioè l'articolo 12, comma 5, della legge n. 157/92 - "ha durata quinquennale e s'intende rinnovata se, entro il 31 marzo precedente la scadenza del quinquennio, il cacciatore non fa pervenire alla Provincia o alla Città metropolitana richiesta di modifica dell'opzione contenuta nel tesserino regionale".
Nel comma 2 si dice: "Il cacciatore che abbia conseguito l'abilitazione all'esercizio venatorio dopo l'entrata in vigore della presente legge deve comunicare la propria opzione alla Provincia di residenza entro 30 giorni dalla data di detto conseguimento".
Infine, nel comma 3 si dice: "Le Province e la Città metropolitana trasmettono alla Giunta regionale i dati relativi alle opzioni di cui al comma 1".



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Valetti; ne ha facoltà.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Quest'articolo 13 ter che viene inserito nell'articolato mira a normare meglio la questione della caccia prescelta in via esclusiva, che è già presente nel testo di legge, ma secondo noi meritava una migliore precisazione. Infatti, a norma dell'articolo 12, comma 5, della legge 157/92, ha durata quinquennale. Lo precisiamo nel presente testo, che intende un po' coordinare le iniziative legislative a scopo di normativa sulla questione venatoria regionale, e s'intende rinnovata se, entro il 31 marzo precedente alla scadenza del quinquennio, il cacciatore non fa pervenire alla Provincia o Città Metropolitana. Questo serve a semplificare le procedure e renderle più chiare, affinché non ci siano sempre problemi di rinnovo sull'opzione di caccia prescelta.
Il comma 2 continua dicendo: "Il cacciatore che abbia conseguito l'abilitazione all'esercizio venatorio deve comunicare la propria opzione alla Provincia di residenza entro 30 giorni dalla data di detto conseguimento". Questo per quanto riguarda il periodo successivo all'entrata in vigore di questa legge.
I compiti della Provincia e della Città metropolitana sono semplicemente di trasmissione dei dati relativi alle opzioni scelte dai praticanti, di cui al comma 1, alla Giunta regionale.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Campo; ne ha facoltà.



CAMPO Mauro

Riprendiamo quest'interessantissima materia, che riteniamo necessiti in questo disegno di legge di una migliore precisazione. Come abbiamo già detto in relazione a emendamenti precedenti, spostare in un regolamento successivo una serie di definizioni è inadeguato o, meglio, rende meno chiara e inequivocabile la disposizione della norma.
Con quest'emendamento andiamo a inserire un nuovo articolo, che va a precisare con estrema chiarezza la gestione delle opzioni sulla forma di caccia prescelta. Ricordiamo che attualmente è già previsto il fatto che il cacciatore scelga in via esclusiva una tipologia di caccia (l'appostamento la forma vagante e altre varie tipologie di appostamento). Quello che scriviamo, sempre secondo la legge nazionale, è il fatto che questo tipo di scelta ha durata quinquennale e viene automaticamente rinnovata.
Ribadiamo la necessità che un Ente locale di area vasta, in questo caso la Provincia o la Città metropolitana, sia il trait d'union che permetta una comunicazione sul territorio della scelta del praticante l'attività venatoria e poi sia l'ente amministrativo che fa pervenire al coordinamento centrale, alla funzione programmatoria, il risultato, in modo da avere un quadro a livello regionale delle tipologie, opzioni e modalità di caccia scelte e predilette eventualmente da chi pratica l'attività venatoria.



PRESIDENTE

Non essendoci altre richieste di intervento, mettiamo in votazione l'emendamento.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 83), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 39 Consiglieri votanti 34 Consiglieri hanno votato SI' 8 Consiglieri hanno votato NO 26 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 5 Consiglieri Il Consiglio non approva.
ARTICOLO 13 quater Emendamento rubricato n. 239) presentato da Bertola, Andrissi, Bono, Campo Frediani, Mighetti, Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Segretario Bertola, che interviene in qualità di Consigliere per l'illustrazione.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Mentre lo spread continua a salire - succede - e mentre il Commissario europeo al bilancio, Oettinger, dice che mercati insegneranno agli italiani come votare (poi parliamo di democrazia); mentre sentiamo queste perle che è bene riportare all'attenzione di tutti, l'emendamento n. 239) propone di inserire un altro articolo, dopo l'articolo 13.
Ovviamente, siamo sempre a inserire parti della nostra proposta di legge che, oltre a contenere disposizioni diverse su tutta una serie di aspetti ha anche un'impostazione molto diversa dal punto di vista della tecnica legislativa.
A differenza del disegno di legge della Giunta, che è molto, diciamo leggero, perché demanda parecchie questioni a provvedimenti successivi da adottare da parte della Giunta regionale, questo è più analitico, più specifico e quindi, conseguentemente, è più ricco di articoli.
Quest'emendamento, che diventerebbe un articolo aggiuntivo, riguarda i mezzi per l'esercizio dell'attività venatoria. Al comma 1 si stabiliscono le modalità con le quali è consentito l'uso del fucile per l'attività venatoria con canna ad anima liscia o canna ad anima rigata. Al comma 2 la tipologia di armi consentite. Il comma 3 riguarda disposizioni relative alla zona faunistica delle Alpi che hanno delle disposizioni diverse rispetto al tipo di arma utilizzabile. Al comma 5 vietiamo l'uso di falchi e di altre specie di rapaci. Al comma 6 diciamo che il titolare della licenza di porto di fucile per uso di caccia è autorizzato durante l'esercizio venatorio a portare, oltre alle armi consentite, utensili da punta e da taglio atti alle esigenze venatorie. Al comma 7 si vietano tutte le altre armi, non esplicitamente ammesse nell'articolo e citate nell'articolo e al comma 8 diciamo che i bossoli delle cartucce devono essere recuperati dal cacciatore e non lasciati sul luogo di caccia giacché questa è una problematica che viene spesse volte riscontrata.
Presidente, io sono molto corretto e ho finito di illustrare l'emendamento ma segnalo che il tempo non era partito.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

È vero che lei ha ricordato che è un'Assemblea legislativa, ma ci piacerebbe che questa funzione venisse svolta con un po' di serietà e attenzione da parte dell'Aula. Mi sembra che qui ci sia la presenza soltanto quando si tratta di votare per avere il numero, se dovessimo mai avere dei cittadini che seguono.
Su un tema così importante poi ci dichiariamo disponibili ad ascoltare i cacciatori nella pausa pranzo, ma non prestiamo la minima attenzione agli emendamenti che vengono proposti dalle opposizioni.
Con l'emendamento n. 239) chiediamo l'introduzione dell'articolo 13 quater "Mezzi per l'esercizio dell'attività venatoria". Parto dal presupposto che dal mio punto di vista, le armi non dovrebbero neanche esistere, penso neanche dal punto di vista del collega Bertola, quindi qua cerchiamo di proporre un emendamento che sia migliore di quello previsto nel testo di legge che stiamo discutendo.
Nel comma 1 si definisce che l'attività venatoria è consentita con l'uso del fucile e poi vengono elencati i tipi di fucile ammessi nell'esercizio dell'attività venatoria. Nel comma 2 si definisce che viene, altresì consentito l'uso del fucile a due o tre canne (combinato), di cui due ad anima liscia di calibro non superiore al 12 e una o due a canna rigata di calibro non inferiore a millimetri 5,6 con bossolo a vuoto di altezza non inferiore a millimetri 40.
Nel comma 3 si specifica che nella zona faunistica delle Alpi, è vietato l'uso del fucile con canna ad anima liscia a ripetizione semiautomatica e automatica.
Nel comma 4 un altro tipo di fucile, l'uso del fucile con canna ad anima rigata è consentito esclusivamente per la caccia di selezione agli ungulati nell'ambito dei piani di prelievo selettivo.
Nel comma 5, l'ultimo che vado a illustrare per mancanza di tempo, si definisce che non è consentito l'uso di falchi, né di altre specie di rapaci sia diurne sia notturne.



PRESIDENTE

Grazie, collega Frediani.
La parola al Consigliere Andrissi.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Con l'emendamento 239) inseriamo l'articolo 13 quater, "Mezzi per l'esercizio dell'attività venatoria". È un emendamento molto tecnico e poiché io sono un tecnico delle armi, andrò a descrivere nel dettaglio: "L'attività venatoria è consentita con l'uso del fucile: a) con canna ad anima liscia, fino a due colpi a ripetizione e semiautomatico con colpo in canna e caricatore che consente di contenere non più di due cartucce di calibro non superiore al 12; b) con canna ad anima rigata a caricamento singolo manuale o a ripetizione semiautomatica di calibro non inferiore a millimetri 5,6 con bossolo a vuoto di altezza non inferiore a millimetri 40".
Al comma 2: "È consentito altresì l'uso del fucile a due o tre canne (combinato), di cui una o due ad anima liscia di calibro non superiore al 12 e una o due a canna rigata di calibro non inferiore ai millimetri 5,6 con bossolo a vuoto di altezza non inferiore a millimetri 40".
Al comma 3: "Nella zona faunistica delle Alpi" - mi sembra più che giusto "è vietato l'uso del fucile con canna ad anima liscia a ripetizione semiautomatica e automatica, salvo che il caricatore sia adattato in modo da non contenere, oltre il colpo in canna, più di un colpo".
Al comma 4: "L'uso del fucile con canna ad anima rigata è consentito esclusivamente per la caccia di selezione agli ungulati".
Al comma 5: "Non è consentito l'uso di falchi, né di altre specie di rapaci, sia diurne che notturne".



PRESIDENTE

Grazie, collega Andrissi.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MOTTA



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Mighetti.



MIGHETTI Paolo

Grazie, Presidente.
Questo è un emendamento che chiarisce quali siano gli strumenti utilizzati per la caccia e rimarca quelli che sono i contenuti della proposta di legge del Movimento 5 Stelle.
In quest'articolo sono evidenziate tutte quelle che sono possibili armi utilizzabili, i limiti dell'utilizzo delle stesse e vengono specificate alcune questioni, come appunto il divieto di caccia utilizzando i rapaci.
Altra questione, la possibilità di utilizzo di armi da taglio che vengono utilizzate contemporaneamente con l'esercizio dell'attività venatoria e, in ultimo, al comma 8, si segnala una questione abbastanza di buonsenso quella relativa alla raccolta dei bossoli e delle cartucce che devono essere recuperati dal cacciatore e non lasciati sul luogo di caccia.



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 239), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 35 Consiglieri votanti 32 Consiglieri hanno votato SI' 7 Consiglieri hanno votato NO 25 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 3 Consiglieri Il Consiglio non approva ARTICOLO 13 quinquies Emendamento rubricato n. 241) presentato da Bertola, Andrissi, Bono, Campo Frediani, Mighetti, Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Segretario Bertola, che interviene in qualità di Consigliere per l'illustrazione.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Quest'emendamento, il 241), propone l'inserimento di un articolo aggiuntivo che riguarda una questione importantissima, una delle principali sul tavolo della discussione, quella relativa alle giornate nelle quali è possibile praticare l'attività venatoria.
Rispetto alla collocazione di un altro degli emendamenti che presentiamo anch'esso molto importante, che parla di divieti, quello all'articolo 21 con il quale s'intende vietare, in quel caso, la caccia nel giorno della domenica, è in una collocazione più consona, perché riguarda espressamente i giorni dedicabili all'attività venatoria.
Qui riportiamo il contenuto della nostra proposta di legge che prevede che il cacciatore possa esercitare l'attività venatoria esclusivamente nelle giornate di mercoledì e sabato, dal sorgere del sole al tramonto; al comma 3 diciamo che l'esercizio venatorio è in ogni caso vietato in tutto il territorio regionale nelle giornate di lunedì, martedì, giovedì, venerdì e domenica.
Questa era ed è la nostra proposta principale sulle giornate della caccia.
Inoltre, all'interno della Commissione è già iniziata la discussione riguardo all'opportunità di iniziare a vietare la caccia nella giornata della domenica, prendendo anche atto dei diversi incidenti che ci sono stati nell'autunno per venire, se non altro, incontro alle necessità dei cittadini piemontesi - tutti - che sono un numero sicuramente maggiore rispetto a quelli che vogliono andare per i boschi col fucile a cacciare dando loro la possibilità di passeggiare tranquilli, senza pensare al rischio di trovare qualcuno con un fucile che, sbagliando, magari li possa colpire. Lo avevamo fatto sia con un nostro emendamento, ma era stato presentato anche un emendamento, se non ricordo male, da alcuni Consiglieri di maggioranza. Al momento di votare (la prima volta) era caduto addirittura il numero legale.
La discussione si ripropone, ovviamente, ancora più forte in Aula: se all'inizio c'era qualche segnale vagamente positivo proveniente da una parte della maggioranza, in Aula vediamo che la maggioranza sta ben coperta e c'è all'orizzonte una soluzione di compromesso che per noi non è accettabile, poiché limiterebbe la caccia solo in alcune domeniche dell'anno.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Bertola.
La parola al Consigliere Andrissi.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Con quest'emendamento cerchiamo una soluzione a uno dei temi centrali di questo testo legislativo, il disegno di legge 182.
Noi proponiamo e chiediamo alla maggioranza di togliere la possibilità di cacciare la domenica. Lo facciamo perché è la giornata che presenta il maggior numero d'incidenti, sia tra i fruitori degli spazi verdi dove viene praticata l'attività venatoria sul nostro territorio regionale, sia tra i cacciatori stessi. Crediamo che togliendo la possibilità di cacciare in questo giorno si possa ridurre in modo altamente significativo il rischio d'incidenti: nel migliore dei casi si parla di ferimenti, ma nel peggiore si parla di casi mortali.
La domenica è la giornata del tempo libero per tutti i cittadini e la maggior parte dei cittadini utilizza la domenica per fruire degli spazi verdi dei nostri boschi e dei nostri prati, per cercare funghi o castagne e il periodo dell'attività venatoria è autunnale. Il nostro emendamento consentirebbe alle persone di svolgere le loro attività in sicurezza sapendo di non incorrere nella possibilità di trovare un cacciatore alla ricerca di una sua preda e, quindi, possibilmente, fruire di quegli spazi con la propria famiglia e con la sicurezza di non intercettare qualche cacciatore che rincorre le sue prede sul nostro territorio.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Mighetti.



MIGHETTI Paolo

Grazie, Presidente.
Questo è uno degli emendamenti in cui esprimiamo la questione della limitazione della caccia, che, secondo il nostro Gruppo consiliare, non dovrebbe essere più possibile nella giornata della domenica. È una tra le varie proposte che individuiamo rispetto alla possibilità di cacciare, ma sempre non la domenica.
La motivazione è molto semplice: cacciare la domenica rappresenta un problema nella convivenza tra chi si reca in campagna per i più svariati motivi e chi pratica la caccia. È una convivenza difficile, testimoniatami qualche giorno fa da alcuni amanti della mountain bike che percorrono alcuni sentieri dalla Val Bormida e che spesso devono convivere con le battute di caccia.
Sono questioni difficili da dirimere tra il diritto a cacciare e il diritto a godere del paesaggio e di percorsi ciclabili, come in questo caso.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Valetti.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Con l'emendamento n. 241) aggiungiamo l'articolo 13 quinquies, che ribadisce la stesura del calendario di caccia secondo la proposta del Movimento 5 Stelle. Pertanto, esplicitiamo che il cacciatore possa esercitare l'attività venatoria esclusivamente nelle giornate di mercoledì e sabato, vincolandola a quanto indicato dal calendario venatorio, dal sorgere del sole fino al tramonto, per ovvie ragioni di sicurezza.
Il principio della sicurezza è alla base della nostra proposta, che mira a tutelare le persone che usufruiscono del territorio piemontese boschivo sia montano sia collinare sia di pianura, durante i giorni festivi. La domenica è il giorno in cui vi è più possibilità d'incrocio tra battute di caccia di persone dedite all'attività venatoria e persone che godono del nostro patrimonio forestale per svago, nel tempo libero, che ovviamente è preponderante durante la domenica.
In questo modo, non ci sembra di fare un torto ai cacciatori, perch rimangono le giornate di mercoledì e sabato, che sono storicamente abilitate alla caccia e che permettono anche a chi lavora in settimana di avere almeno un giorno settimanale a disposizione per svolgere l'attività venatoria.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Frediani.



FREDIANI Francesca

L'emendamento n. 241) è uno dei più importanti, tra tutti quelli che il Gruppo ha presentato e fa riferimento alle giornate in cui è possibile esercitare l'attività venatoria. Nel comma uno chiediamo che l'attività venatoria possa essere esercitata esclusivamente nelle giornate di mercoledì e sabato; in particolare, quello che c'interessa rilevare è che l'esercizio venatorio deve essere vietato in tutto il territorio regionale nelle giornate di lunedì, martedì, giovedì, venerdì e soprattutto la domenica.
Oggi, nella pausa pranzo, qualche Consigliere ha incontrato i cacciatori.
Purtroppo, non è stato concesso il medesimo incontro alle associazioni animaliste e ambientaliste - o meglio, è stato concesso, ma a distanza di una settimana - ed è un peccato, perché magari avremmo avuto qualche elemento in più per decidere in merito alla votazione di quest'emendamento.
Avremmo avuto, intanto, una raccolta firme, raccolte in pochissimi giorni di oltre 3.000 cittadini che chiedono di non consentire l'esercizio dell'attività venatoria la domenica. Inoltre, avremmo avuto anche un dossier riferito alle vittime della caccia, che per l'appunto dimostra che la domenica si verifica la maggior parte degli incidenti.
Questa per noi rappresenta una grossa responsabilità, perché abbiamo modo adesso, attraverso la votazione di quest'emendamento, di evitare che possano avvenire ulteriori incidenti sul nostro territorio. Dovremmo sentire tale responsabilità in modo molto pesante perché, se dovessimo approvare un testo di legge che consente la caccia la domenica, ogni incidente che si verificherà e che vedrà il coinvolgimento di vittime innocenti, di famiglie e di bambini dovrà pesare come un macigno sulle nostre coscienze.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Campo.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Con quest'emendamento l'intento è di porre un limite abbastanza severo - ce ne rendiamo conto - ma importante, ai giorni di attività venatoria. Ci perché riteniamo che comunque l'attività venatoria praticata sul territorio.
Di questo abbiamo già parlato. Un territorio che dal punto di vista ambientalistico è compromesso, anche dal punto di vista dell'equilibrio faunistico è compromesso dai danni che vengono causati all'ambiente dalle pratiche umane, e purtroppo è compromesso da una disattenzione pluriennale legata al progressivo calo delle risorse per la tutela dell'ambiente progressivo calo delle risorse e anche crisi della Pubblica Amministrazione, che ha visto nelle realtà da essa controllate vincoli di bilancio che hanno posto un severo limite al completamento degli organici.
Qui parliamo di aree protette, parliamo di Guardia forestale e parliamo di tutto ciò che è inerente alla tutela del territorio, del patrimonio vegetale e di quello faunistico. Di conseguenza, parliamo di un sistema che oggi è debole e, nel non voler vietare tout court la caccia - che, secondo me, sarebbe una cosa che andrebbe fatta, nel senso che la caccia oggi dovrebbe essere solo uno strumento di controllo degli equilibri faunistici chiediamo però che questa sia severamente limitata creando dei tempi di rispetto; tempi di rispetto di altre attività umane di fruizione dell'ambiente più pacifiche, meno invasive, magari più rispettose sia della fauna sia della flora e anche del rumore.
A tal proposito, ricordo che noi ci peritiamo di fare leggi sull'inquinamento acustico, sull'inquinamento luminoso e su quello elettromagnetico, però non è che, ad esempio, imponiamo ai cacciatori di andare in giro col silenziatore. Come? Lo fanno i bracconieri.
Questo era per dire che la caccia ha un impatto significativo sull'ambiente circostante, quindi chiediamo di distanziare in maniera il più possibile significativa i due giorni di attività venatoria, il mercoledì e il sabato.



PRESIDENTE

Ci sono altri interventi? Prego, Consigliere Bono.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Intervengo anch'io su quest'emendamento, il n. 241), che ritorna ancora una volta sul tema delle giornate di caccia.
Lo vogliamo ribadire: chiediamo all'Aula consiliare di vietare la caccia la domenica. L'abbiamo già detto più volte e ne abbiamo spiegato le motivazioni: riteniamo che sia impossibile, non consigliabile e pericoloso far convivere nello stesso territorio e lo stesso giorno persone che vanno nei boschi della nostra regione per attività meramente ricreative e ludiche, oppure per raccolta funghi o altro, rispetto a persone che esercitano un'attività comunque pericolosa qual è quella caccia, dove si maneggiano armi che comportano spesso - è già successo nella nostra regione e non solo - incidenti tra cacciatori, incidenti tra cacciatori e altri frequentatori delle zone di caccia. Si tratta delle aree di montagna e delle aree boschive, dove soprattutto nelle giornate di domenica, com'è stato detto, vi è l'affluenza maggiore, per cui mi sembra un emendamento di buonsenso.
Sappiamo che sta per essere partorita, con un travaglio lungo e doloroso una proposta di mediazione tra le opposte anime all'intero del centrosinistra e della maggioranza; non ne conosciamo in maniera compiuta e definita i contenuti, ma crediamo che non si possa scendere a compromessi almeno su questo, cioè la domenica no caccia.



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 241), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 25 Consiglieri votanti 22 Consiglieri hanno votato NO 19 Consiglieri si sono astenuti 3 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 3 Consiglieri Il Consiglio non approva ARTICOLO 13 sexies Emendamento rubricato n. 242) presentato da Bertola, Andrissi, Bertola Bono, Campo, Frediani, Mighetti, Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Segretario Bertola, che interviene in qualità di Consigliere per l'illustrazione.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
L'articolo 13 sexies che verrebbe inserito con l'emendamento n. 242) riguarda un altro aspetto ovviamente fondamentale dell'attività venatoria ovvero le quantità. Riguarda il carniere giornaliero e stagionale.
Al comma 1 diciamo che per ogni giornate di caccia al cacciatore è consentito l'abbattimento massimo di un capo di fauna selvatica. Durante l'intera stagione venatoria ogni cacciatore può abbattere complessivamente, un numero massimo di capi di fauna selvatica, così stabiliti: cinghiale cinque capi annuali; lepre comune due capi annuali fagiano tre capi annuali.
Il calendario venatorio annuale può prevedere limitazioni di carniere giornaliero e stagionale, tenuto conto delle fluttuazioni e delle tendenze delle popolazioni oggetto di caccia.
A fianco della previsione della legge c'è ovviamente la possibilità della Giunta regionale di applicare delle misure diverse, in senso più restrittivo, a seguito del monitoraggio delle popolazioni in essere rispetto alle specie che possono essere oggetto di attività venatoria.
Questo, ovviamente, è un elemento caratterizzante della nostra proposta di legge rispetto alla proposta di legge del centrodestra, ma anche nei confronti del disegno di legge della Giunta regionale. È un elemento molto distintivo.
In parallelo, abbiamo anche cercato di proteggere alcune specie, e ci siamo anche riusciti negli anni: due delle quattro specie della fauna alpina, più l'allodola e il merlo. Durante l'esame prima in Commissione e poi in Aula abbiamo proposto anche l'estensione alle altre specie della tipica fauna alpina, quindi la coturnice e il fagiano di monte ma, a parte, se non ricordo male, un paio di voti in più rispetto al nostro Gruppo, dai Consiglieri di maggioranza non abbiamo avuto approvazione, nemmeno da parte di Consiglieri di maggioranza che in Commissione avevano avuto un atteggiamento diverso e, a parole, dicevano qualcosa di diverso.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Campo; ne ha facoltà.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Definiamo un po' meglio anche la questione del carniere giornaliero e stagionale. Con quest'emendamento, noi proponiamo di inserire un nuovo articolo che specifica in modo chiaro anche i limiti al carniere, alla questione delle prede abbattute dicendo che la predazione sull'ambiente che si esercita con l'attività venatoria, laddove essa non è volta a un serio controllo faunistico, deve essere limitata al massimo.
Per ogni giornata di caccia, al cacciatore è consentito l'abbattimento massimo di un capo di fauna selvatica. Poniamo anche i limiti sull'intera stagione venatoria. In questo caso parliamo anche delle specie più invadenti, come il cinghiale o la lepre comune, e mettiamo anche un limite specifico per i fagiani, andando a specificare i numeri in maniera assoluta, prevedendo poi al comma 3 il fatto che, eventualmente, la Giunta regionale, nel calendario venatorio annuale, può prevedere ulteriori limitazioni, tenendo conto delle fluttuazioni e delle tendenze delle popolazioni oggetto di caccia. È evidente che si tratta di una proposta emendativa in senso conservativo.
La riteniamo necessaria proprio perché oggi, in uno stato di vacatio legis in uno stato anche di disordine nella gestione delle aree di caccia, delle aree di ripopolamento e di tutto quello che in questa legge stiamo cercando di inquadrare rimandandolo poi a un successivo regolamento, in realtà si perpetrano delle distorsioni. Distorsioni di un sistema squilibrato.
Reintrodurre equilibri rigidi può essere un limite anche all'efficacia, ma è necessario porre prima dei paletti, per poi valutare eventualmente le conseguenze da una situazione di maggior tutela - questo è proprio un principio di maggior tutela - che viene sancito con gli emendamenti che andiamo a proporre.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Con quest'emendamento chiediamo l'inserimento di un articolo aggiuntivo dopo l'articolo 13, riguardante il carniere giornaliero e stagionale.
Come ha detto il collega Campo, cerchiamo di limitare, comunque, l'attività di abbattimento e di prelievo di fauna selvatica, a meno di diverse risultanze da quelle che sono le analisi dell'istituto preposto. Cinghiale cinque capi annuali; lepre comune, due capi annuali; fagiano, tre capi annuali. Ci possono essere limitazioni aggiuntive nel calendario venatorio annuale, tenuto conto delle valutazioni scientifiche, delle fluttuazioni di specie e delle tendenze delle popolazioni oggetto di caccia.
Un provvedimento importante che va ulteriormente nel senso di permettere l'attività venatoria che, come sappiamo, non è probabilmente limitabile da un punto di vista della normativa nazionale e quindi del conflitto tra norme di competenze tra Regione e Stato, ma può essere limitata facendo sì che si mantenga un'attività e sia anche utile per limitare i danni all'agricoltura e alle coltivazioni, ma che non diventi un'attività ludico ricreativa che danneggia ulteriormente il nostro territorio, la nostra regione con altri gravi pericoli e conseguenze per coloro i quali, come ho detto, frequentano, per altre attività, le nostre montagne e i nostri boschi.



PRESIDENTE

Ci sono altri colleghi che desiderano intervenire? Ha chiesto la parola il Consigliere Andrissi; ne ha facoltà.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Con l'emendamento n. 242) chiediamo l'inserimento dell'articolo 13 sexies che prevede un carniere giornaliero e stagionale, quindi una limitazione all'attività venatoria nel senso di abbattimento di numero di capi.
L'emendamento recita: "1. Per ogni giornata di caccia al cacciatore è consentito l'abbattimento massimo di un capo di fauna selvatica".
Questo sarebbe già un bel passo in avanti! "2. Durante l'intera stagione venatoria ogni cacciatore può abbattere complessivamente un numero massimo di capi di fauna selvatica così stabiliti: cinghiale: cinque capi annuali lepre comune: due capi annuali fagiano; tre capi annuali 3. La Giunta regionale nel calendario venatorio annuale può prevedere limitazioni di carniere giornaliero e stagionale tenuto conto delle fluttuazioni e delle tendenze delle popolazioni oggetto di caccia".
Quello che proponiamo con questo comma 3 è uno studio continuo dell'andamento delle popolazioni selvatiche oggetto di attività venatoria in modo tale da programmare un'attività venatoria che non vada a diminuire in maniera significativa il numero di capi di ogni popolazione.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie a lei, Consigliere.
Ha chiesto la parola la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Con quest'emendamento andiamo a illustrare le nostre proposte relative al carniere giornaliero e stagionale. Le illustro nuovamente, anche se il collega Andrissi è stato molto esaustivo e preciso.
"1. Per ogni giornata di caccia al cacciatore è consentito l'abbattimento massimo di un capo di fauna selvatica".
Anche meno, volendo, nel senso che si può anche tornare a casa a mani vuote!



(Commenti fuori microfono)



FREDIANI Francesca

Anche i colleghi lo illustreranno in modo preciso.
"2. Durante l'intera stagione venatoria ogni cacciatore può abbattere complessivamente un numero massimo di capi di fauna selvatica così stabiliti: cinghiale: cinque capi annuali lepre comune: due capi annuali fagiano: tre capi annuali;".
Vale sempre l'opzione "anche meno", nel senso che se anche si torna a casa a mani vuote, senza uccidere nessuno, va bene lo stesso! "3. La Giunta regionale del calendario venatorio annuale può prevedere limitazioni di carniere giornaliero e stagionale tenuto conto delle fluttuazioni e delle tendenze delle popolazioni oggetto di caccia".
Dunque, sempre con uno sguardo a quelle che sono le consistenze numeriche degli esemplari presenti sul nostro territorio, prevediamo per la Giunta la possibilità di stabilire delle limitazioni al carniere.



PRESIDENTE

Grazie, collega Frediani.
Ha chiesto la parola il Consigliere Valetti; ne ha facoltà.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Con l'introduzione dell'articolo 13 sexies prevediamo per il cacciatore dei limiti di abbattimento massimo per ogni giornata di caccia. Quest'aspetto non è definito in quest'articolo, ma stabiliamo, invece, il numero complessivo di capi abbattibili durante la stagione venatoria: cinque capi per il cinghiale, due capi per la lepre, tre capi per il fagiano.
Inoltre, la Giunta regionale nel calendario venatorio può prevedere limitazioni di carniere giornaliero e stagionale tenuto conto delle fluttuazioni.
Quest'ultima ci sembrava una considerazione di buonsenso da demandare a provvedimento di Giunta, perché si tratta di variazioni e oscillazioni naturali delle popolazioni di selvaggina che possono mutare da un anno all'altro, o durante la stessa stagione venatoria.
I limiti che abbiamo proposto si possono ritenere più che soddisfacenti per una stagione venatoria di un singolo praticante: se parliamo di cinghiali ad esempio, prevediamo, comunque, cinque capi a persona! Se uno caccia per usufruire di quanto cacciato, e non per la vendita o per altro tipo di attività, cosa che renderebbe insostenibile la pratica diffusa della caccia, è comunque un numero più che considerevole, che può soddisfare oltremodo le esigenze di ogni singolo praticante dell'attività.



PRESIDENTE

Non ho altri iscritti a intervenire; se non vi sono dichiarazioni di voto o interventi in discussione generale, chiedo il parere dell'Assessore Ferrero.



PRESIDENTE

La Giunta regionale esprime parere negativo sull'emendamento test illustrato.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 242), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 39 Consiglieri votanti 34 Consiglieri hanno votato SI' 7 Consiglieri hanno votato NO 27 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 5 Consiglieri Il Consiglio non approva ARTICOLO 13 septies Emendamento rubricato n. 243) presentato da Bertola, Andrissi, Bono, Campo Frediani, Mighetti, Valetti. .
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) L'emendamento è ritirato.
ARTICOLO 14 Emendamento rubricato n. 97) presentato da Vignale, Bona, Fluttero Ravello, Rossi L., Tronzano (Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Con l'emendamento n. 97) si chiede di sostituire l'articolo 14 del disegno di legge n. 182 con un articolo che, peraltro, è presente nel PDL n. 32 da noi presentato, relativamente all'addestramento.
Introduce, intanto, una gestione condivisa e delle deroghe sulle scadenze previste dal Piano faunistico-venatorio allorquando ad ATC e CA e ad associazioni venatorie o cinofile riconosciute o agricoltori si concede l'autorizzazione per l'istituzione di zone in cui sono permessi l'addestramento, l'allenamento e le prove dei cani da ferma e da seguita sia con facoltà di sparo che con divieto di sparo.
Queste zone sono estremamente importanti e utili, perché ovviamente possono essere zone in cui si sviluppa l'attività di addestramento dei cani. Vi sono altre parti simili a quanto previsto nell'articolo 14, cioè una serie di limitazioni: non possono incidere con le attività agricole, una limitazione rispetto al periodo di sparo; possono essere affidate in gestione, secondo le disposizioni date dalla Giunta regionale.
Crediamo, insomma, che l'articolo scritto in questo modo e con questo tipo di attività sia migliorativo rispetto all'articolo presentato dalla Giunta regionale.



PRESIDENTE

Grazie, collega Vignale.
Emendamento rubricato n. 156) presentato da Vignale, Bona, Fluttero Ravello, Rossi L., Tronzano.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
L'emendamento n. 156) interviene sull'articolo 14 presentato dalla Giunta per un motivo direi banale. L'articolo 14 ha un passo che riguarda le attività di addestramento nei confronti dei cani e al comma 5, lettera b) ove si dice "individua le zone di sparo in cui sono permessi l'addestramento, l'allenamento e le prove dei cani da tana con divieto di sparo".
Relativamente al periodo successivo, la lettera b) dice: "I criteri e le modalità di addestramento, allenamento e prove con i falchi, anche in periodo di caccia chiusa, senza predazione di fauna selvatica".
Stiamo parlando di falconeria, attività permessa dalla legge dello Stato e consentita da questa norma e dire, pur nell'attività di addestramento a un falco che per legge si addestra, ma senza che vi sia la possibilità di predazione della fauna selvatica, è complesso. Evidentemente se parlassimo di un uomo sarebbe molto semplice e anche nei confronti di un animale perché sono animali che si addestrano per quest'attività.
Però è evidente che, anche per le motivazioni dette in molti casi da colleghi che avversano l'attività, nei confronti di un animale selvatico prevedere che quest'animale non possa intervenire nei confronti di terzi mi sembra un po' complesso. È come se nei confronti di altri predatori qualunque predatore voi riteniate, ad esempio la lince, la volpe o il lupo scegliete voi quello che credete - scrivessimo una norma in cui dicessimo che per costoro è vietata l'attività di predazione. Ovviamente va posta una regolamentazione, ma questa va posta al limite all'interno degli aspetti regolamentari delle delibere della Giunta, ma crediamo che non si possa inserire all'interno della legge.
Inoltre, proprio rispetto a quella che è una facoltà della Giunta regionale, l'intero articolo 14 prevede che tutta una serie di aspetti siano aspetti previsti dalla Giunta regionale, perché il comma 1 inizia proprio con "La Giunta regionale con propria deliberazione definisce.".
Definisce anche queste modalità, quindi devo dire che l'inserimento di questo divieto può essere previsto al limite in un atto amministrativo con modalità differenti, ma non certo all'interno di una norma.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Vignale.
Emendamento rubricato n. 157) presentato da Vignale, Bona, Fluttero Ravello, Rossi L., Tronzano (Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) L'emendamento è uguale all'emendamento rubricato n. 285) presentato dai colleghi Corgnati e Monaco.
La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

È un emendamento di buonsenso e sono lieto che altri colleghi l'abbiano presentato. Noi nella norma diciamo che sono vietati l'uso e la detenzione di collari elettrici. I collari elettrici nell'attività venatoria per il 99 per cento dei casi servono per attività d'individuazione e richiamo degli animali, che siano biper, cioè strumenti che con un certo volume fanno riconoscere la posizione e anche l'attività del cane, o semplici palmari con cui è possibile individuare il cane.
Scritta in questo modo, sembra che questo tipo di attività sia vietata e rilevo che è l'unico strumento utilizzabile rimarrebbe il campanello. C'è chi usa ancora largamente il campanello per alcune attività, come la caccia al cinghiale .
Tuttavia, ci pare che non si possa inserire quest'aspetto, tantomeno quello legato alla detenzione. È evidente che se anche noi decidessimo di vietare non sarebbe il caso, comunque, di estendere la loro detenzione. Crediamo che nel suo complesso vada riportato a realtà e cassata l'intera lettera e).



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Vignale.
Emendamento rubricato n. 285) presentato da Corgnati, Monaco.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Consigliere Corgnati, vuole aggiungere qualcosa sull'emendamento n. 285)?



CORGNATI Giovanni

Grazie, Presidente.
Il comma che ha appena illustrato il collega Vignale noi lo andiamo a cassare, perché è inserito in un punto impropria. Sarà ripreso e meglio spiegato nella parte relativa ai divieti, dove specifichiamo chi può fare che cosa e cosa possono fare i cacciatori per avere delle segnalazioni sugli ausiliari.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Corgnati.
Emendamento rubricato n. 17) presentato da Monaco.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) In assenza del Consigliere Monaco, l'emendamento viene dato per illustrato.
Emendamento rubricato n. 286) presentato da Corgnati, Monaco.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Il Consigliere Corgnati dà per illustrato l'emendamento.
Emendamento rubricato n. 245) presentato da Bertola, Andrissi, Bono, Campo Frediani, Mighetti, Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Segretario Bertola, che interviene in qualità di Consigliere per l'illustrazione.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Siamo passati all'articolo 14. Con l'emendamento n. 245) proponiamo di aggiungere un comma, dopo il comma 2. Il comma che proponiamo di aggiungere recita così: "La Giunta regionale promuove, in termini di benessere animale, l'adozione di protezioni per cani da caccia, come pettorine tecniche, giacche o giubbotti, in particolare per la caccia agli ungulati incentivandone il loro utilizzo".
Tra l'altro, ci esprimeremo anche nella discussione generale sugli emendamenti riguardanti l'articolo, esprimendo in modo un po' più specifico la nostra contrarietà non solo rispetto agli emendamenti del centrodestra ma anche sugli emendamenti proposti dalla Giunta regionale. In particolare quello che va a cassare la lettera e) del comma 5 dell'articolo 14, poich peggiora ulteriormente il disegno di legge.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Sia mai che mi dimentico di illustrare un emendamento anch'io! Siamo sull'articolo 14 e proponiamo, dopo il comma 2, il comma 3: "La Giunta regionale promuove, in termini di benessere animale", un concetto importantissimo. Tra l'altro, abbiamo anche un testo di legge che presenteremo a breve, che cerca di migliorare la normativa rispetto al benessere animale nella regione Piemonte. L'emendamento continua, con "l'adozione di protezione per cani da caccia, come pettorine tecniche giacche o giubbotti, in particolare per la caccia agli ungulati incentivandone il loro utilizzo".
Non dobbiamo dimenticare, nella discussione di questo testo di legge, anche i cani che, purtroppo, loro malgrado, si trovano ad accompagnare i cacciatori nell'attività venatoria e che spesso finiscono anche loro vittime di incidenti di caccia. Cani che, tra l'altro, quando arrivano all'età della pensione, molto spesso sono abbandonati perché non sono più utili all'attività venatoria.
Quest'emendamento si riferisce al modo in cui dovrebbero essere aiutati.
Intanto essere visti all'interno dei boschi, dell'ambiente naturale, per non essere confusi con la fauna che i cacciatori vanno cercando.
L'emendamento definisce quali dovrebbero essere le dotazioni per i cani che accompagnano i cacciatori.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Andrissi; ne ha facoltà.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Con l'emendamento n. 245) chiediamo di modificare l'articolo 14, al capo 4.
Dopo il comma 2 dell'articolo 14 è aggiunto il comma 3: "La Giunta regionale promuove, in termini di benessere animale, l'adozione di protezioni per cani da caccia, come pettorine tecniche, giacche e giubbotti, in particolare per la caccia agli ungulati, incentivandone il loro utilizzo".
In questo caso, ovviamente, cerchiamo di limitare gli incidenti che possono capitare ai compagni del cacciatore, cioè l'animale più fedele, il cane che, storicamente, ha sempre accompagnato l'uomo nella sua attività venatoria. Homo Sapiens, uomo di Neanderthal, Homo Erectus che hanno, a quanto pare dagli ultimi studi antropologici, vissuto per lunghi periodi contemporaneamente. Quello che possiamo dire è che anche il cane merita, in questo testo legislativo, di vedere le protezioni maggiori.
Purtroppo la maggioranza non è venuta incontro alla nostra proposta e ha bocciato la nostra proposta di vietare la caccia la domenica, che è il giorno più pericoloso. Spero che l'Assessore tenga al benessere animale del cane, da sempre a fianco all'uomo e, quindi, preveda per quest'aiutante infaticabile, sempre fedele, perlomeno l'adozione di pettorine tecniche o giubbotti che limitano incidenti sul percorso di caccia.



PRESIDENTE

Grazie, collega Andrissi.
La parola al Consigliere Bono.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Si parla di benessere animale, quindi abbiamo a cuore anche i cani da caccia che devono essere utilizzati in maniera congrua e consona. Pertanto chiediamo l'adozione di pettorine tecniche e giacco-giubbotti per la caccia agli ungulati, in modo che non siano essi stessi vittime dei loro padroni che, magari, rischiano di colpire con le proprie carabine i loro cani da caccia.
Penso che sia un emendamento importante, che è sempre in linea nell'ottica di miglioramento del provvedimento e di mitigazione dell'impatto e le conseguenze negative di quest'attività, che riteniamo un'attività ormai abbastanza antistorica, al di là di quelle che sono le necessità del mantenimento e dell'osservazione delle coltivazioni agricole.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bono.
La parola al Consigliere Campo.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Con quest'emendamento ci riferiamo all'adozione di protezioni per i cani da caccia.
Viene da fare una battuta: trasformiamo la caccia in un bel gioco di splash contact, forniamo anche gli ungulati di pettorine tecniche, gli spariamo proiettili di vernice e dopo ce ne andiamo a casa tutti felici per aver giocato, però diciamo che questo forse è un po' estremo. Sicuramente sarebbe più interessante fare altre cose rispetto ad ammazzare un animale brutalmente con un'arma da fuoco.
Cerchiamo almeno di evitare che gli animali (fra virgolette) "di servizio" quelli che sono anche i migliori amici dell'uomo, per definizione generale siano relativamente più protetti rispetto, a volte, alle scariche di fucileria che si generano nelle aree più battute dai cacciatori. Capita abbastanza spesso che un animale possa rimanere ferito, soprattutto quando si parla di caccia agli ungulati, che avviene in boscaglia, quindi in aree dove la scarsa visibilità spesso può causare incidenti anche tra gli stessi cacciatori, quindi è giusto provare a mettere in atto le salvaguardie possibili per proteggere gli animali che accompagnano i cacciatori stessi.



PRESIDENTE

Grazie, collega Campo.
Il Consigliere Bertola propone di iniziare, trattandosi dell'ultimo emendamento, la discussione generale anche sugli altri emendamenti.
La parola al Consigliere Segretario Bertola, che interviene in qualità di Consigliere.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Volevo entrare nello specifico dell'articolo poiché, a differenza di altri articoli che vedono solo i nostri emendamenti, in quanto articoli aggiuntivi o emendamenti nostri e delle altre forze d'opposizione quest'articolo ha anche emendamenti da parte di Consiglieri di maggioranza quindi riteniamo che debbano avere un'attenzione particolare.
Siamo in particolare contrari agli emendamenti che riguardano la lettera e) del comma 1 dell'articolo 14, che in un caso vanno a cancellare le parole "e la detenzione"; la lettera e) dice che "Sono sono vietati l'uso e la detenzione di collari elettrici", in un altro caso addirittura a cassare tutta la lettera, quindi cassare la parte in cui si dice che sono vietati l'uso e la detenzione di collari elettrici.
Siamo fortemente contrari a questi due emendamenti e speriamo che non vengano approvati, perché, come dicevo, questo andrebbe a peggiorare ulteriormente il contenuto di questo disegno di legge.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bertola.
Ci sono altri interventi in discussione generale o dichiarazione di voto? Nessuno.
La parola all'Assessore Ferrero per il parere della Giunta.



FERRERO Giorgio, Assessore all'agricoltura, caccia e pesca

Grazie, Presidente.
Vi faccio perdere un minuto per spiegare perché vi proporrei di accogliere un paio di emendamenti; ci tengo a intervenire per essere chiaro.
Noi siamo a favore dell'abolizione dell'utilizzo e della detenzione dei collari elettrici durante operazioni di caccia o di allenamento dei cani semplicemente, la lettera e) è posta nell'articolo sbagliato e quindi noi andremo a inserirla nella lettera d) dell'articolo 21, andando a completarlo: l'uso di collari elettrici per l'addestramento degli ausiliari e la detenzione anche durante l'attività sia di addestramento cani sia dell'attività venatoria.
Vi propongo di accettare gli emendamenti abrogativi solo perché questa lettera verrà spostata nell'articolo di competenza.
Allo stesso tempo, sì agli emendamenti 157) e 285), che vanno ad abrogare questa lettera, perché la inseriamo nell'articolo di sua competenza. Sì anche all'emendamento 286), perché dice che, pur essendo vietati i collari elettrici, sono autorizzati quelli a GPS, che sono utili per recuperare il cane al fine delle battute, e quelli che hanno un semplice richiamo sonoro mantenendo il divieto durante l'allenamento e gli ausiliari dei collari elettrici.
Spero di essere stato chiaro: non è un ritrattare il contenuto, ma è un riallocarlo nell'articolo che gli compete.
Pertanto, per riassumere per la Presidenza, la proposta della Giunta è: sì all'emendamento n. 157), che è uguale al 285), e sì all'emendamento 286).
Parere contrario sugli altri emendamenti.
Per quanto riguarda l'articolo sul giubbino tecnico ai cani, qualora il proprietario lo ritenga utile, naturalmente lo può utilizzare. Ci sembra non troppo coerente con il benessere degli animali imporlo a tutti, perch in alcune condizioni potrebbe essere una pratica che non fa del bene all'animale, magari per il caldo, per la corsa e per una serie di altre motivazioni. Io credo che i proprietari dei cani abbiano cura delle loro bestie, anche perché sono animali di valore e, qualora lo ritengano, lo possono utilizzare volontariamente.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Ferrero.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 97), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 40 Consiglieri votanti 38 Consiglieri hanno votato SI' 6 Consiglieri hanno votato NO 32 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 156), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 39 Consiglieri votanti 37 Consiglieri hanno votato SI' 6 Consiglieri hanno votato NO 31 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 157), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 39 Consiglieri votanti 38 Consiglieri hanno votato SI' 30 Consiglieri hanno votato NO 7 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio approva.
L'emendamento rubricato n. 17) è decaduto.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 286), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 39 Consiglieri votanti 38 Consiglieri hanno votato SI' 25 Consiglieri hanno votato NO 13 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 245), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 36 Consiglieri votanti 35 Consiglieri hanno votato SI' 7 Consiglieri hanno votato NO 28 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'articolo 14, così come emendato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 41 Consiglieri votanti 39 Consiglieri hanno votato SI' 26 Consiglieri hanno votato NO 13 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri Il Consiglio approva.
ARTICOLO 14 bis Emendamento rubricato n. 244) presentato da Bertola, Andrissi, Bono, Campo Frediani, Mighetti, Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Segretario Bertola, che interviene in qualità di Consigliere per l'illustrazione.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
L'emendamento n. 244) propone di sostituire il contenuto dell'articolo 14 anche se, nella distribuzione che è stata fatta degli emendamenti, diventa un articolo aggiuntivo.
In realtà, ricalca alcune delle previsioni dell'articolo 14 del disegno di legge della Giunta con disposizioni diverse: parla di uso e custodia dei cani, zona per addestramento, allenamento e gare dei cani da caccia.
L'articolo aggiuntivo è piuttosto lungo: si compone di 13 commi. Per fare un esempio, vietiamo anche noi, al comma 4, l'utilizzo e la detenzione di collari elettrici, senza demandarlo all'articolo 21, poiché secondo noi era più corretta anche questa collocazione.
Ci sono, ovviamente, delle disposizioni specifiche anche per la zona delle Alpi, dove diciamo: "Nella zona delle Alpi il cacciatore può esercitare l'addestramento e l'allenamento di cani da caccia nel CA di ammissione dal 30 settembre fino al quarto giorno antecedente la data in cui è permesso l'esercizio venatorio, tutti i giorni esclusi il martedì, il venerdì e la domenica, nei terreni individuati al comma 1. Chiunque detenga anche temporaneamente cani qualsiasi razza deve provvedere all'iscrizione all'anagrafe canina a norma della vigente legislazione e deve adoperarsi affinché i cani stessi non arrechino danno alla fauna selvatica.
L'istituzione, il rinnovo, la revoca, i periodi in cui sono consentiti l'addestramento, l'allenamento e le prove dei cani da caccia, e la gestione delle zone di cui al comma 6 e sono disciplinati da apposito regolamento provinciale approvato, sentita la Giunta regionale".
Più avanti ci sono altre disposizioni: "Le Province o la Città metropolitana, su richiesta di associazioni venatorie e cinofile riconosciute, possono autorizzare, su fauna selvatica appartenente a specie cacciabili, gare di caccia pratica per cani senza facoltà di sparo, a carattere regionale, nazionale e internazionale nelle zone di cui al comma 5".
Come dicevo, questa era un po' una nostra ridefinizione del contenuto dell'articolo 14.



PRESIDENTE

Ci sono altri interventi? Prego, Consigliere Andrissi.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Proponiamo di sostituire l'articolo 14 del disegno di legge 182 con l'articolo 14 bis, "Uso e custodia dei cani. Zone per addestramento allenamento, gare dei cani da caccia". Al comma 1 dell'articolo 14 bis prevediamo: "Il cacciatore può esercitare l'addestramento e l'allenamento dei cani da caccia nell'ATC di ammissione dal 1 settembre fino al quarto giorno antecedente la data in cui è permesso l'esercizio venatorio".
Comma 2: "Nella zona delle Alpi il cacciatore può esercitare l'addestramento e l'allenamento di cani da caccia nel CA di ammissione dal 30 settembre fino al quarto giorno antecedente la data in cui è permesso l'esercizio venatorio, tutti i giorni esclusi il martedì, il venerdì e la domenica, nei terreni individuati al comma 1".
Comma 3: "Chiunque detenga anche temporaneamente cani qualsiasi razza deve provvedere all'iscrizione all'anagrafe canina a norma della vigente legislazione e deve adoperarsi affinché i cani stessi non arrechino danno alla fauna selvatica". Anche noi prevediamo, con il comma 4, i collari elettrici, sia l'uso che la detenzione.
Comma 5: "I cani trovati incustoditi in ogni tempo e luogo sono oggetto di cattura da parte degli agenti di vigilanza". Questo dei cani randagi è un problema molto serio, soprattutto nelle zone alpine.
Mi fermo qui. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Riprendo brevemente il discorso relativo all'ultimo emendamento da noi illustrato sui cani, perché ho visto il collega Vignale che mi guardava un po' male quando ho detto che i cani molto spesso sono vittime di incidenti di caccia e che a volte vengono anche abbandonati alla fine della loro attività. In realtà, è risaputo che i cacciatori.
Per carità, ho letto anche un'intervista in cui un cacciatore diceva che molto spesso i cacciatori amano il loro cane più della moglie e mi chiedo cosa facciano allora alla moglie quando cucina male, ad esempio! È noto il fenomeno dei cani cosiddetti obiettori, cioè i cani che non vengano ritenuti idonei all'attività venatoria e quindi, dopo un po' di prove, vengono abbandonati. Inoltre, è risaputo che negli allevamenti soprattutto quelli rivolti all'attività venatoria, le condizioni nelle quali vengono allevati i cani non sono delle migliori e comunque non sono cose che dico io, nel senso che esistono numerosi rapporti; addirittura tempo fa è stato lanciato un allarme nella provincia di Brescia proprio perché i rifugi erano pieni di cani che venivano utilizzati durante l'attività venatoria e poi abbandonati. Credo che siano cose che chiunque cercando su Google, può verificare, non me lo sto inventando io in questo momento.
Di conseguenza, credo questo sia un tema che merita assolutamente la nostra attenzione mentre andiamo a discutere una legge che si propone di disciplinare l'attività venatoria, con tutto quello che l'attività venatoria comporta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Campo.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Di nuovo, un emendamento che introduce un articolo sostitutivo e riguarda il complesso delle prescrizioni per definire le zone di addestramento e allenamento e la questione delle gare per i cani da caccia.
Noi proponiamo la sostituzione dell'articolo 14 con un articolo che, a nostro parere, dettaglia in modo molto più preciso e stringente quello che è consentito e non consentito rispetto all'addestramento dei cani da caccia, sia nel contesto dell'ATC e del CA di ammissione del cacciatore sia nel contesto delle zone messe a disposizione per l'addestramento da parte di Province e Città metropolitane anche in seguito all'assenso da parte dei proprietari e conduttori di fondi privati.
È evidente che il nostro intento è quello di rendere, per quanto non meno efficaci, ma meno cruenti possibili, l'allenamento e le gare dei cani; gare in termini di attività venatoria dei cani da ferma e dei cani da seguito.
Per tutte queste vige il divieto di sparo.
Stabiliamo inoltre in maniera anche chiara le condizioni relative ai periodi in cui sono consentiti addestramento, allenamento e prove, nonch il rinnovo e la revoca di queste attività, il tutto disciplinato da apposito regolamento provinciale, approvato sentita la Giunta regionale.
I commi sono 13, quindi si tratta di un articolo decisamente elaborato.
Spieghiamo anche in maniera abbastanza chiara che, nella caccia di selezione agli ungulati è consentito l'uso dei cani da traccia riconosciuti dalla società Amatori cani da traccia, purché abilitati.
Si tratta, anche qui, di un'identificazione chiara di quali possano essere gli animali da utilizzare e della definizione di alcune disposizioni che devono disciplinare la modalità per il rilascio dell'abilitazione ai conduttori di cani da caccia.
Le operazioni devono, comunque, essere effettuate all'interno del contesto di zone, orari e periodi previsti per la caccia e non nelle giornate di silenzio venatorio previste per il territorio.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Mighetti; ne ha facoltà.



MIGHETTI Paolo

Quest'emendamento specifica alcune questioni relative all'utilizzo dei cani nell'ambito venatorio e, dal nostro punto di vista, non si fa altro che specificare in legge, con maggior dettaglio, quello che noi abbiamo proposto nella proposta di legge del Movimento 5 Stelle e che nel disegno di legge della Giunta non troviamo con egual dettaglio.
L'impostazione del provvedimento di Giunta, come più volte ricordato demanda molto di più a regolamenti attuativi emanati dalla Giunta regionale.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Valetti; ne ha facoltà.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Con l'introduzione dell'articolo 14 bis normiamo l'uso e custodia dei cani quello che si è visto in anticipazione sull'emendamento precedente, ma viene normato in modo più preciso. Il divieto di collari elettrici, i tempi e i modi di custodia dei cani, anche ciò che concerne il ritrovamento di cani lasciati incustoditi per un certo tempo e segnalamento alle forze di polizia o, comunque, alle forze dell'ordine competenti.
Definiamo anche tutti gli aspetti che regolano i rapporti tra le istituzioni e l'attività venatoria: Le Province e la Città metropolitana, i loro rapporti con le agenzie territoriali per la caccia nelle associazioni venatorie cinofile, con l'autorizzazione dell'istituzione di zone per l'addestramento e l'allenamento dei cani da fermo, con divieto di sparo l'istituzione e il rinnovo della revoca dei periodi di addestramento e le deliberazioni provinciali contenenti l'individuazione delle zone di cui al comma 6, trasmesso ai Comuni interessati.
Quest'emendamento tratta tutti gli aspetti di tutela dell'animale per quanto riguarda l'allevamento e il mantenimento dei cani da caccia, anche considerando i vari tipi di attività come caccia agli ungulati o caccia ad altre specie di selvaggina.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Un articolo aggiuntivo sull'uso e custodia di cani. Un emendamento sul tema della salvaguardia dei cani.
È un tema che ci sta a cuore e così si parla di addestramento e allenamento dei cani da caccia nell'Ambito Territoriale di Caccia di ammissione del singolo cacciatore, dal 1° settembre fino al quarto giorno antecedente la data in cui è permesso l'esercizio venatorio, tutti i giorni esclusi il martedì, il venerdì e la domenica (quindi lunedì, mercoledì, giovedì e sabato), nei terreni destinati all'esercizio dell'attività venatoria quindi escludendo la domenica come giornata anche di esercitazione.
Idem dicasi per i Comprensori Alpini.
Devono essere iscritti tutti all'anagrafe canina a norma della vigente legislazione. Non si possono detenere e utilizzare collari elettrici e i cani incustoditi saranno oggetto di cattura da parte degli agenti di vigilanza.
Una serie di norme al piano faunistico-venatorio provinciale, con le varie autorizzazioni che permetterebbero, secondo noi, di gestire meglio la caccia come attività legittimata dalla norma nazionale, ma con delle limitazioni in modo che non ci siano delle conseguenze negative, come ho avuto modo di dire prima.



PRESIDENTE

Non ci sono altre richieste di intervento.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 244), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 39 Consiglieri votanti 33 Consiglieri hanno votato SI' 7 Consiglieri hanno votato NO 26 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 6 Consiglieri Il Consiglio non approva.
ARTICOLO 15 Emendamento rubricato n. 158) presentato da Vignale, Bona, Fluttero Ravello, Rossi L., Tronzano (Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 159) presentato da Vignale, Bona, Fluttero Ravello, Rossi L., Tronzano Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Con l'emendamento n. 158) si chiede di cassare il comma 2 dell'articolo 15.
Il comma 2 prevede che la Giunta regionale, con propria deliberazione definisca i criteri per la realizzazione degli appostamenti temporanei per il prelievo venatorio degli ungulati da appostamento, quali le altane.
In realtà, la modalità con cui vengono realizzate le altane non è soggetta a criteri o.



(Brusìo in aula)



VIGNALE Gian Luca

Le chiedo scusa, ma non è uno degli emendamenti.
Non dico che potrebbe essere accolto, ma diciamo che ha una ragione di merito che va oltre gli aspetti di differenziazione rispetto alla norma.
Dicevo, il comma 2 prevede che la Giunta regionale, con propria deliberazione, definisca i criteri per la realizzazione degli appostamenti temporanei, quali le altane.
Le altane sono strumenti molto utili per l'attività in termini di sicurezza, perché essendo a una altezza elevata, lo sparo, poiché avviene in selezione, parlando di ungulati, è esploso con un'arma ad anima rigata che ha una lunga gittata. Dunque, l'altezza è proprio uno strumento di sicurezza, perché consente che il colpo si fermi a terra e non viaggi per alcuni chilometri, come consentirebbe la forza di un bossolo che esce da una canna ad anima rigata.
Perché noi crediamo che non sia utile scriverlo? Perché, in realtà quest'aspetto è già normato dalle leggi oggi vigenti. Nel senso che intanto, è un appostamento temporaneo, come dice, peraltro, il comma stesso; e spesso è fatto con una semplice comunicazione all'Amministrazione comunale, dopo avere ottenuto, ovviamente, la disponibilità del terreno.
Noi non crediamo che sia utile una deliberazione della Giunta, perch riteniamo che non abbia assolutamente nulla da aggiungere rispetto a quanto è già previsto nelle leggi oggi in vigore.
Ne approfitto per illustrare anche l'emendamento successivo, così non mi siedo e mi rialzo in continuo, se posso.



PRESIDENTE

Sì, illustri pure anche l'emendamento n. 159).



VIGNALE Gian Luca

Grazie.
L'emendamento n. 159) interviene sempre sugli appostamenti temporanei di cui all'articolo 15. Il comma 7 recita: "A ciascun appostamento temporaneo compete una zona di rispetto di 150 metri"; contempla anche tutte le tipologie di appostamenti temporanei.
Con "appostamenti temporanei" possono essere intese le altane - che sono appostamenti fissi, ancorché temporanei - dove potrebbe essere corretto prevedere una certa distanza di sicurezza. Ma le stesse Amministrazioni comunali non consentirebbero la realizzazione di due altane molto vicine l'una all'altra (poi dipende anche dov'è diretto lo sparo).
Inoltre, si va anche a normare gli "appostamenti temporanei" che si fanno nell'arco di una giornata, cioè il capanno che si monta al mattino, quasi sempre al buio, per cui diventerebbe impossibile prevedere una distanza.
Una distanza di 150 metri potrebbe essere assolutamente non pericolosa oppure, se posta nella stessa direzione di sparo, potrebbe essere ugualmente pericolosa.
Per questo motivo, non crediamo che sia corretto. Peraltro, sarebbe anche di difficile attuazione: cioè se due squadre di cacciatori arrivano da due luoghi differenti, al buio, e montano due capanni che smonteranno da lì a qualche ora a 140 metri di distanza, chi si sposta? Chi viene sanzionato? Bisogna affidarsi, come per molte altre attività (non solo quella venatoria) al buonsenso. Nessuno metterebbe due capanni molto vicini se la direzione di sparo fosse una verso l'altra.
Mentre potrebbero esserci due capanni che hanno la stessa direzione di sparo, uno di fianco all'altro, ad esempio: questo non comporterebbe alcun problema in termini di sicurezza.
Capisco che la finalità per cui è stato inserito sia legata alla sicurezza ma visto che riguarda tutto l'articolo, se parliamo di altane non attiene ovviamente, alla sicurezza, perché 150 metri sono assolutamente irrilevanti; se parliamo, invece, di appostamenti che si montano e si smontano in giornata, 150 metri potrebbero essere assolutamente inutili.
Non vi è mai stata in norma - peraltro, neanche in delibera - una regolamentazione in tal senso, per cui crediamo che tanto il comma 2 perché riguarda una regolamentazione che è già prevista dalla normativa o dai regolamenti comunali, quanto il comma 7 siano da cassare, perché non aggiungono nulla rispetto a quanto oggi non sia già previsto, oppure perch non portano al presupposto che, in qualche modo, si sono prefissati, che è quello legato alla sicurezza.



PRESIDENTE

Grazie, collega Vignale.
Emendamento rubricato n. 292) presentato da Accossato, Grimaldi, Ottria.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola alla Consigliera Accossato per l'illustrazione.



ACCOSSATO Silvana

Grazie, Presidente.
L'emendamento è aggiuntivo e propone soltanto una distanza minima di sicurezza rispetto alla collocazione delle altane.



PRESIDENTE

Ci sono richieste d'intervento in discussione generale o per dichiarazione di voto? La parola all'Assessore Ferrero per il parere della Giunta.



FERRERO Giorgio, Assessore all'agricoltura, caccia e pesca

Grazie, Presidente.
Gli emendamenti proposti dal Capogruppo Vignale hanno un senso. Per siccome non abbiamo un'alternativa alla necessità di dire che abbiamo bisogno di un'area di rispetto - altrimenti si dovrebbe delegare alla Giunta, per l'ennesima volta, un regolamento in tal senso - 150 metri sono una distanza che avevamo trovato per dire che comunque serve un rispetto da una postazione all'altra.
Poi, detto proprio chiaramente, il buonsenso è quello che vige ed io immagino che nessuno andrà a misurare se saranno 140. Quindi, non mi sentirei di riceverli, perché non abbiamo comunque un'alternativa su come agire e lasciarlo così, senza mettere un riferimento di distanza, mi sembra poco.
L'emendamento della Consigliera Accossato lo accolgo, perché, di fatto, va a dare una distanza dalle altane e dalle aree come i parchi o altri, dove comunque una distanza minima mi sembra ragionevole.
Per riassumere, il parere positivo è sull'emendamento rubricato n. 292) a prima firma Accossato.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Evidentemente c'era una soluzione di mezzo, che era quella di non irrigidire così tanto, anche relativamente all'emendamento presentato dalla collega Accossato, ma demandare tutto, se proprio si voleva, a un regolamento di Giunta.
Faccio un esempio anche rispetto all'emendamento che comprendo nella logica, ma che poi in realtà nei fatti non ha sempre una sua valenza.
Vi è un parco, dopo il parco c'è un'area boscata in cui non si svolge attività venatoria e successivamente vi è un'area prativa in cui si svolge un'attività di appostamento temporaneo, perché ci deve essere sempre una grande visibilità rispetto a questo. Il fatto che io sia a 300 metri da un parco, se il parco è esattamente alle mie spalle e l'area di sparo è esattamente opposta al parco, non ha alcun senso.
Pur comprendendo le motivazioni della collega Accossato, piuttosto si utilizzi esclusivamente il comma 2 e dentro il comma 2 poi la Giunta regionale stabilirà modalità differenti.
Lo dico per un motivo che è tecnico, nel senso che se uno lo fa all'interno di un regolamento ha la possibilità di prevedere una distanza dai parchi qualora il tiro sia verso il parco. E allora questo è comprensibile, perch vi è il rischio che, sparando da un'area in cui non è vietata la caccia, si ferisca o uccida un animale che è all'interno di un'area protetta.
Rammento, però, che questa è una sanzione, cioè a oggi l'attività venatoria è consentita fino al metro precedente dall'area di parco, ma se un cacciatore da quella realtà spara all'interno del parco è soggetto ovviamente a un'altra sanzione, perché ha abbattuto un animale all'interno di un'area protetta.
Pertanto, il consiglio che mi permetto di dare all'Assessore, ma anche alla collega è questo: rimettiamo a un atto più complessivo, che consenta di specificare le differenti situazioni, perché scritte così davvero non ottengono neppure il risultato che si propongono di ottenere.



PRESIDENTE

Grazie, collega Vignale.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento n. 158), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 42 Consiglieri votanti 39 Consiglieri hanno votato SI' 8 Consiglieri hanno votato NO 31 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 3 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento n. 292), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 39 Consiglieri votanti 38 Consiglieri hanno votato SI' 30 Consiglieri hanno votato NO 8 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio approva.
Sia riportato a verbale che la Consigliera Frediani esprime voto favorevole sull'emendamento n. 292).
Indìco la votazione nominale sull'emendamento n. 159), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 42 Consiglieri votanti 39 Consiglieri hanno votato SI' 8 Consiglieri hanno votato NO 31 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 3 Consiglieri Indìco la votazione nominale sull'articolo 15, così come emendato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 42 Consiglieri votanti 41 Consiglieri hanno votato SI' 26 Consiglieri hanno votato NO 15 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio approva.
Vi ricordo la Conferenza dei Capigruppo in Sala A.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 18.04)



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