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Dettaglio seduta n.326 del 22/05/18 - Legislatura n. X - Sedute dal 25 maggio 2014 al 25 maggio 2019

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Argomento:


MOLINARI GABRIELE



(I lavori iniziano alle ore 14.41 con l'esame delle interrogazioni a risposta immediata, ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento interno del Consiglio regionale)


Argomento: Personale socio - assistenziale

Interrogazione a risposta immediata n. 2120 presentata da Barazzotto inerente a "Operatore socio-sanitario (OSS). Carenza di corsi di formazione per il conseguimento della qualifica professionale"


PRESIDENTE

Iniziamo i lavori, esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
2120.
La parola al Consigliere Barazzotto per l'illustrazione.



BARAZZOTTO Vittorio

Questa è la prima di una serie d'interrogazioni che seguiranno per fare il punto e vedere quali sono le carenze. L'interrogazione riguarda gli operatori socio-sanitari e la carenza di corsi di formazione per il conseguimento della qualifica professionale.
L'operatore socio-sanitario è una figura professionale che è stata codificata con l'accordo Stato-Regioni del 22 febbraio 2001, quale soggetto facente parte del comparto socio-sanitario, di supporto infermieristico, la cui attività è volta al soddisfacimento dei bisogni primari della persona favorendone il benessere e l'autonomia (assistenza di base come l'aiuto dei pazienti parzialmente o totalmente non autosufficiente nelle attività di vita quotidiana, effettuazione di piccole medicazioni, prevenzione di ulcere da decubito, aiuto per la corretta assunzione di farmaci rilevazione dei parametri vitali, realizzazione attività semplici e supporto diagnostico e terapeutico, ecc.).
Sono un po' pedante, ma tanto non credo di annoiare nessuno, non essendo ascoltato.
All'articolo 3 del succitato accordo del 2001 è previsto che l'OSS svolga "la sua attività sia nel settore sociale che in quello sanitario, in servizi tipo socio-assistenziale e socio-sanitario, residenziali o semiresidenziali, in ambiente ospedaliero o a domicilio dell'utente".
L'operatore sanitario può operare con persone che vivono in condizioni di disagio sociale, fragili o malate; anziani con problemi sociali e sanitari bambini e ragazzi problematici; persone disabili, adulti in difficoltà o con problemi psichiatrici; degenti in ospedale, case di cura private residenze sanitarie, case di riposo, centri diurni o in ambito territoriale (domicilio del paziente).
L'articolo 2 del suddetto accordo prevede che la formazione - e qui arriviamo al punto - dall'operatore socio-sanitario sia di competenza delle Regioni, che provvedono all'organizzazione dei corsi e delle relative attività didattiche, nel rispetto delle disposizioni stabilite a livello nazionale. Le Regioni, sulla base del proprio fabbisogno annualmente determinato, accreditano le Aziende Sanitarie, nonché le istituzioni pubbliche e private rispondenti ai requisiti minimi specificati dal Ministero dalla Sanità, all'effettuazione dei corsi di formazione.
Per quanto concerne il Piemonte, con la DGR del 25 marzo 2002 è stato recepito l'accordo del 2001 in relazione al profilo dell'operatore socio sanitario e sono state approvate le linee di indirizzo per la formazione di base per il conseguimento della relativa qualifica.
Con la DGR 26-5882 del 22 aprile 2002, successivamente modificata, sono stati approvati i moduli integrativi.
Rilevato che nel sito ufficiale della Regione Piemonte, nella pagina Piemonte Sociale, nella sezioni dedicata alla Formazione, si legge, con riguardo all'autorizzazione e gestione dei corsi per operatori socio sanitari, che "i relativi corsi di formazione finanziati con il Fondo Sociale Europeo e con fondi regionali specifici..



PRESIDENTE

Consigliere Barazzotto, la invito a concludere, perché ha già superato il tempo a sua disposizione.



BARAZZOTTO Vittorio

Il problema riguarda queste categorie.
A me piacerebbe sapere, più che altro piacerebbe sapere molto alle persone interessate, come l'Assessore competente intende attivarsi per quanto di propria competenza, affinché sia garantito, su tutto il territorio piemontese, un numero adeguato di corsi di formazione per il conseguimento della qualifica professionale, al fine di rimediare alla grave situazione di carenza sopra descritta.



PRESIDENTE

La parola all'Assessora Pentenero per la risposta.



PENTENERO Giovanna, Assessora alla formazione professionale

Grazie, Presidente.
La questione della carenza di figure professionali con qualifica per operatori socio-sanitari è ben nota all'Assessorato. Vale la pena ricordare che siamo rimasti l'unica Regione italiana che effettua ancora corsi gratuiti per la formazione delle OSS perché, nelle altre Regioni, i percorsi per le OSS si incrociano rispetto alla domanda dei privati e l'offerta formativa viene garantita sempre attraverso i privati.
La Regione Piemonte ha fatto una scelta ben precisa di voler mantenere la formazione delle OSS a carattere pubblico e quindi rientra all'interno della programmazione dei percorsi finanziati con il Fondo Sociale Europeo perché riteniamo rappresenti un'opportunità, soprattutto per quello che riguarda le possibilità occupazionali delle donne presenti all'interno della nostra regione con profili professionali o con titoli di studi con basso valore.
L'operatore socio-sanitario rappresenta una delle figure professionali sulle quali noi investiamo maggiormente.
Nelle prossime settimane uscirà il nuovo bando emanato dalla Regione Piemonte nell'ambito della direttiva "Mercato del Lavoro", che finanzia i corsi di qualifica e di specializzazione per le persone non occupate e per i disoccupati a bassa scolarità.
All'interno di questo bando, compatibilmente con i vincoli di utilizzo delle risorse del Fondo Sociale Europeo e con i vincoli determinati dalle priorità che ogni Provincia richiede all'interno della direttiva mercato del lavoro, saranno assegnati i corsi nei diversi territori piemontesi.
Nel definire il budget della nuova direttiva, che stabilizzerà l'offerta dei corsi per i prossimi tre anni, si è cercato proprio di rafforzare i percorsi per operatore socio-sanitario, con priorità rispetto ad altre figure professionali.
Aggiungo che, a fianco dell'offerta finanziata con fondi pubblici (in questo caso è con Fondo Sociale Europeo, così come viene fatto in via prioritaria nelle altre Regioni italiane), esiste anche il canale dei corsi "riconosciuti", cioè corsi a pagamento, purché non a carico dell'utente secondo quello che è l'accordo Stato-Regione avvenuto tra il Ministero del Lavoro il Ministero della Sanità, ma a carico del datore di lavoro. O di fondi interprofessionali, che fanno parte dei contratti di riferimento o da fondi bancari, oppure altri fondi privati o pubblici che sono attivabili in qualunque momento e in base a esigenze specifiche.
Infine, abbiamo avviato un tavolo di lavoro tra il Settore Formazione e il Settore delle Politiche Sociali per valutare la possibilità di attivare corsi per OSS anche con modalità diverse da quelle precedentemente descritte.
Uno degli elementi che è stato evidenziato dall'interrogazione è la riduzione del numero dei corsi. I corsi non sono stati ridotti, ma sono stati rimodulati. Infatti prima erano presenti all'interno delle Province più unità modulari, che oggi sono stati ricompattati in corsi che hanno una durata maggiore rispetto alle unità modulari presenti all'interno di ogni singolo territorio della nostra regione.



PRESIDENTE

Grazie, Assessora Pentenero.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione a risposta immediata n. 2121 presentata da Conticelli inerente a "Salvaguardia dei lavoratori delle Società FedEx Express Italy e TNT Global Express Italy"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 2121.
La parola alla Consigliera Conticelli per l'illustrazione.



CONTICELLI Nadia

Grazie, Presidente.
Con i colleghi del Consiglio e l'Assessore Pentenero prima abbiamo audito una delegazione dei lavoratori. Il tema è la fusione, anzi l'acquisto di TNT da parte della FedEx, due colossi a livello internazionale dei trasporti e del delivery, con due modelli però organizzativi differenti.
TNT-Italia, da tempo, ha esternalizzato alcune funzioni, in particolare le funzioni della consegna, dopo essere passata nel 2013 da una serie di licenziamenti collettivi, poi ridimensionati grazie a una trattativa a livello nazionale. Adesso, con la fusione delle due società, di nuovo, a livello nazionale, sono state aperte quattro pratiche di licenziamenti collettivi e di trasferimenti, in particolare, da Torino verso la Lombardia, che in realtà si potranno facilmente tradurre in licenziamenti peraltro per mansioni che potrebbero tranquillamente essere svolte con il telelavoro.
TNT, in particolare nella zona nord e nell'area metropolitana nord di Torino rappresenta una delle realtà economicamente attive presenti sul territorio; nella sede in Corso Giulio Cesare ha all'interno oltre 400 lavoratori. Vediamo dunque con molta preoccupazione questo nuovo ed ennesimo spostamento della dirigenza di una società verso la Lombardia e verso Milano, in particolare, che impoverirebbe ulteriormente il nostro tessuto produttivo ed economico.
Per il 25 è stata fissata l'audizione al MISE; prima (il 23 e il 24) i sindacati con i lavoratori sono stati invitati dall'azienda, quindi la incontreranno; questa mattina ho chiesto e c'è stata disponibilità da parte dei colleghi ad approvare (oltre al question time che avevo già presentato) un ordine del giorno condiviso con i colleghi, alla luce dell'audizione che si è svolta poco fa, prima dell'incontro al MISE.



PRESIDENTE

Grazie, collega Conticelli.
La parola all'Assessora Pentenero per la risposta.



PENTENERO Giovanna, Assessora al lavoro

Grazie, Presidente.
In data 20 aprile 2018, com'è stato ricordato, la società TNT Global Express S.r.l. comunicava al Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali l'attivazione di una procedura di riduzione del personale, ai sensi degli articoli 4 e 24 della legge 223. Questa procedura è stata motivata dall'eccedenza di personale, ricollegando questa necessità al processo d'integrazione avviato dopo l'acquisizione di TNT Corporate da parte di FedEx Corporation a partire dall'anno 2016, finalizzato a incrementare l'efficienza e la competitività sul mercato internazionale, che da allora stava via via coinvolgendo le rispettive consociati in diversi Paesi del mondo, fra cui anche l'Italia. Quest'integrazione avrebbe visto, a partire dal mese di luglio 2018, l'avvio di una serie di azioni vertenti a razionalizzare il numero delle filiali, ridefinire l'organizzazione interna delle filiali stesse e l'esternalizzazione di alcune attività.
Questo riassetto organizzativo comporta un numero di 460 esuberi sul territorio nazionale, di cui due a Torino.
Parallelamente, nella stessa data, la stessa azienda inviava alle organizzazioni sindacali comunicazioni di trasferimento collettivo, ai sensi degli articoli 7 e 33 del contratto nazionale di logistica trasporto, merci e spedizione. Da questa comunicazione, sempre nella logica d'integrazione aziendale, risulta il trasferimento di 23 lavoratori dalla sede di Torino alla sede di Milano. Sempre in data 20 aprile, la società FedEx comunicava, per mezzo di Assolombarda, al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali l'attivazione di procedure di riduzione del personale, ai sensi l'articolo 4, sostanzialmente con le stesse motivazioni che sono state presentate da TNT e quindi da FedEx. In questo caso gli esuberi totali sono di 315 lavoratori, di cui 79 in Piemonte.
Anche la società FedEx, nella stessa data, comunicava l'intenzione di attivare una procedura di trasferimento collettivo per 23 lavoratori, di cui cinque piemontesi, che passavano dalle sedi attuali alle sedi esistenti del gruppo TNT, sempre nella stessa città.
Com'è stato ricordato, è stata proclamata una giornata di sciopero e questo ha fatto sì che si avviasse anche il tavolo presso il MISE. La competenza in merito della vertenza, com'è stato ricordato anche nell'incontro precedente, data la realtà di pluri-localizzazioni nelle varie regioni coinvolte dalle stesse aziende, è prerogativa dei Ministeri centrali nonostante l'Assessorato al lavoro del Piemonte stia seguendo la vicenda e sia in contatto con le organizzazioni sindacali e con il MISE stesso. Com'è stato già detto, il 25 maggio sarà convocato il primo tavolo e seguiremo con grande attenzione le evoluzioni, cercando di far sì, com'è successo per altre situazioni, che si possa rivedere e si possa riaffermare un piano aziendale che veda la presenza dell'attività sul territorio piemontese, in quanto i segnali che oggi stiamo cogliendo sono di un'attività che via via asseconderà quelle che sono le iniziative attualmente in essere all'interno del territorio torinese e non solo, quindi all'interno del territorio piemontese.



PRESIDENTE

Grazie, Assessora Pentenero, per la puntualità della sua risposta.


Argomento: Edilizia scolastica

Interrogazione a risposta immediata n. 2123 presentata da Fluttero inerente a "Programmazione triennale dei piani di edilizia scolastica 2018 19-20 e procedura EDISCO"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 2123.
La parola al Consigliere Fluttero per l'illustrazione.



FLUTTERO Andrea

Grazie, Presidente.
L'interrogazione verte sul tema che lei ha rappresentato, la programmazione triennale edilizia scolastica per gli anni 2018-19-20.
I fatti sono essenzialmente questi: il 4 maggio, con apposta DGR, sono stati stabiliti i criteri; il 9 maggio è stato approvato il bando; il 10 maggio la determina dirigenziale lo ha pubblicato sul BUR, con scadenza 11 giugno.
L'argomento è semplicemente questo: nel bando è previsto che, come criterio per poter partecipare all'eventuale assegnazione di fondi, per interventi di antisismica, si può partecipare soltanto per gli edifici regolarmente censiti all'EDISCO, l'anagrafe regionale scolastica, alla data di pubblicazione sul BUR, cioè il 10 maggio. Pertanto, quelli che riuscissero ad aggiornare la loro iscrizione all'EDISCO nel periodo che va tra il 10 maggio e l'11 giugno non potrebbero e non possono partecipare. Tanti sono purtroppo, gli edifici scolastici non censiti correttamente (per vari motivi) alla data del 10 maggio, pur trattandosi di un argomento estremamente delicato.
Peraltro, la non possibilità di partecipare al bando non riguarda solo quest'anno, ma una programmazione triennale, quindi esclude molti edifici presenti in molti Comuni del Piemonte anche dall'eventuale assegnazione nel 2019 e 2020.
Si chiede se non sia il caso che la Giunta provveda, se non spostando il termine dell'11 giugno, allungando il termine per l'adeguato aggiornamento dell'iscrizione all'EDISCO almeno all'8-9 giugno, in modo che un certo numero di Comuni possano ancora essere inseriti e possano partecipare al bando.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Fluttero, anche per la sintesi e il risparmio di 50 secondi, che sono una dote cospicua anche per il Consiglio! La parola all'Assessora Pentenero per la risposta.



PENTENERO Giovanna, Assessora all'istruzione

Grazie, Presidente.
In merito all'interrogazione, occorre fare una premessa piuttosto significativa. Intanto, l'Anagrafe dell'edilizia scolastica è uno strumento che permette di definire in modo chiaro la fotografia di tutti gli edifici scolastici ed è uno strumento che oggi diventa fondamentale per la programmazione delle risorse da assegnare ai singoli Comuni e alle Province della nostra regione.
L'obiettivo è fare sì che si arrivasse all'attivazione completa di questo strumento, che riteniamo importante anche per accelerare i tempi di assegnazione delle risorse. Il prerequisito dell'aggiornamento dell'Anagrafe dell'edilizia scolastica è stato oggetto di una deliberazione della Giunta regionale (la n. 97 del 3 agosto 2017), che avevamo attivato in vista della nuova programmazione annunciata dai decreti nazionali.
All'interno della delibera s'indicava che, entro il 30 ottobre di ogni anno, i Comuni avrebbero dovuto aggiornare l'Anagrafe, pena decadenza dai contributi o dalla partecipazione dei bandi stessi. Questa deliberazione è stata pubblicata sul BUR ed è stata data informativa a tutti i Sindaci e Presidenti delle Province piemontesi, con una nota inviata il 23 agosto.
Con una deliberazione successiva, poiché abbiamo constatato che non tutti i Comuni avevano provveduto ad adeguarsi all'Anagrafe EDISCO, in data 22 dicembre 2017 e, successivamente, con una comunicazione che è stata avviata a tutti i Comuni, è stata ribadita, con ulteriore delibera avente una nuova data, la necessità di iscrivere gli edifici delle scuole piemontesi all'Anagrafe dell'edilizia scolastica, pena esclusione dai bandi.
Questo è stato ribadito con una successiva nota dell'8 gennaio 2018; il bando è stato portato all'interno della Conferenza Regioni-Enti locali quindi è stato discusso in sede tecnica ed approvato in sede politica. I Comuni erano perfettamente a conoscenza dell'iter, che è partito nel mese di agosto 2017. Ciononostante, abbiamo constatato che i Comuni non si sono adeguati all'Anagrafe dell'edilizia scolastica. È stato emanato il bando approvato con delibera e con determina, in cui si cita il fatto che chi non è adeguato sarà escluso dalla possibilità di avere le risorse.
Il problema diventa, intanto, la tempistica necessaria per definire la programmazione triennale fissata entro il 30 agosto e per la quale è necessario fare un'istruttoria; inoltre, è necessario modificare la videata che permettere, all'interno della procedura EDISCO, che non è una procedura proprio semplice, di fare sì che i Comuni che non si sono iscritti si iscrivano all'Anagrafe, con annessi i rischi giuridici, perché è evidente che i Comuni che hanno rispettato le procedure identificate con due atti deliberativi e con un successivo atto deliberativo che identificava un'ulteriore finestra, potrebbero innescare un processo di contenzioso tra i Comuni stessi. È altrettanto evidente, se un numero importante di Comuni corre il rischio di rimanere fuori da una programmazione triennale, la necessità di poter adottare qualche strumento, in modo da consentire a questi Comuni di rientrare in una programmazione triennale.
Pertanto, fatta un'attenta analisi giuridica per evitare l'insorgere di ricorsi e di contenziosi che metterebbero in difficoltà tutti i Comuni stiamo valutando la possibilità d'identificare un'ipotesi di apertura di finestra per il 2019, anche per evitare che i Comuni che nel frattempo hanno avviato una procedura d'incarico per una progettazione esecutiva non riescano ad adempiere a una funzione per la quale hanno attivato e speso risorse.
Stiamo studiando con grande attenzione la situazione e spero di arrivare nel più breve tempo possibile a una soluzione che possa salvaguardare i Comuni esclusi, ma anche i Comuni che fino a oggi hanno rispettato le procedure evidenziate.



PRESIDENTE

Grazie, Assessora Pentenero.


Argomento: Professioni e imprese turistiche (agenzie, guide turistiche alpine speleologiche, accompagnatori, maestri di sci, ecc.

Interrogazione a risposta immediata n. 2122 presentata da Valle, inerente a "Rilascio di patentini per l'esercizio della professione di Guida Turistica da parte della Città Metropolitana di Torino" (risposta scritta)


PRESIDENTE

Diamo atto del fatto che il Consigliere Valle, in merito all'interrogazione immediata n. 2122, avente a oggetto "Rilascio patentini per l'esercizio dalla professione di Guida Turistica da parte della Città Metropolitana di Torino" ha fatto pervenire a questa Presidenza l'intenzione di ricevere risposta scritta.


Argomento: Enti Istituti Fondazioni Associazioni di rilevanza regionale

Interrogazione a risposta immediata n. 2126 presentata da Frediani inerente a "Azioni per prevenire il passivo nel bilancio 2017 del Teatro Regio di Torino"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 2126.
La parola alla Consigliera Frediani per l'illustrazione.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Parliamo del Teatro Regio, una delle più importanti istituzioni culturali italiane, nonché polo lirico regionale.
Abbiamo letto in questi giorni della grave situazione di bilancio: pare ci sia un rosso da due milioni e la Procura ha avviato un'inchiesta, ha aperto un cosiddetto "Fascicolo K", quindi senza indagati e senza ipotesi di reato. Abbiamo visto in questi giorni diverse dichiarazioni e abbiamo anche letto una lettera degli artisti del Teatro Regio, che chiedono aiuto e chiedono di parlare di musica, di tornare a parlare di arte. Purtroppo sappiamo che il ruolo dell'Ente pubblico ha poco a che fare, molto spesso con le discussioni sull'arte e molto di più con le discussioni sui numeri e sui bilanci.
Abbiamo letto qualche giorno fa una nota dell'Assessora Parigi pubblicata sul sito della Regione Piemonte dalla quale abbiamo appreso che, fin dal 2014, la Regione - che è appunto uno dei soci fondatori - ha evidenziato nelle sedi deputate (l'Assemblea e il Consiglio di indirizzo) una criticità nella gestione. La Regione avrebbe anche sottolineato più volte l'esigenza che venissero messe in campo azioni di contrasto al calo progressivo delle entrate. Viene poi elencata una serie di azioni che, sempre secondo quanto riportato dal comunicato, non sarebbero state messe in atto.
Siccome in questi giorni parliamo di campanelli d'allarme non ascoltati anche rispetto ad altre vicende altrettanto gravi, se non più gravi chiediamo se la Giunta abbia idea del perché questo campanello d'allarme sia rimasto inascoltato e per quale motivo il Sovrintendente (o chi per lui) non abbia scelto di dare seguito alle azioni che la Regione suggeriva di intraprendere.
Torniamo con questo all'appello degli artisti del Regio, che invocano una concertazione. Come nella musica, bisognerebbe concertare le azioni e quindi, se la Regione contribuisce con propri fondi a sostenere l'attività del Regio, noi ci aspettiamo che tutti i soggetti che operano nella stessa direzione concertino le azioni. In questo caso, direi che la concertazione non c'è stata e quindi vogliamo capire per quale motivo si è fallito.



PRESIDENTE

La parola all'Assessora Parigi per la risposta.



PARIGI Antonella, Assessora alla cultura

Grazie, Presidente.
Innanzitutto le affermazioni fatte nelle note che abbiamo diffuso sono ovviamente supportate da tutti i verbali.



PRESIDENTE

Prego i presenti in aula di fare meno rumore per consentire all'Assessora di essere ascoltata con chiarezza.



PARIGI Antonella, Assessora alla cultura

Dicevo, sono tutte affermazioni che trovano riscontro nei verbali sia di Consiglio d'amministrazione sia di Assemblea, nel senso che noi, fin dall'origine, come abbiamo affermato, avevamo evidenziato alcune criticità che abbiamo sempre messo in risalto attraverso il nostro rappresentante in Consiglio d'amministrazione e attraverso il delegato nell'Assemblea dei soci. Si trattava di criticità che si vedevano non così direttamente sui conti, ma nella prassi gestionale. Le ricordo anche che il rappresentante del Consiglio d'amministrazione risponde personalmente anche nelle sue funzioni di controllo.
Credo che noi abbiamo svolto abbastanza correttamente la nostra funzione di controllo, però va ricordato che l'organo amministrativo è un organo autonomo e che naturalmente prevale la maggioranza, e questo ovviamente in tutte le nostre fondazioni, per cui non è assolutamente ammissibile alcuna interferenza nell'organizzazione gestionale e contabile delle istituzioni partecipate da parte dell'Amministrazione regionale in quanto socio della stessa in controllo pubblico. Il rapporto fra l'ente controllato e l'amministrazione controllante è di assoluta autonomia, quindi noi possiamo dire delle cose e dare delle indicazioni, ma poi prevale la totalità dell'ente gestionale e le singole responsabilità.
Ci è sembrato utile dire questo anche per chiarezza rispetto a quella che è sempre stata la posizione della Regione Piemonte. Si voleva semplicemente dire: "Noi non solo siamo d'accordo a fare un piano industriale condiviso ma l'avremmo fatto anche prima". La sostanza dell'affermazione è questa.
In secondo luogo, siccome credo che anche lei abbia letto del problema finanziario, dobbiamo dire che noi abbiamo promosso anche degli strumenti che avrebbero alleggerito la posizione finanziaria del Teatro Regio, ma questi non sono stati utilizzati.
Infine, ci faceva anche piacere dire di un'operazione importante che stiamo facendo: dare in comodato d'uso a Conservatorio e Accademia un immobile.
Tale immobile, in realtà, è uno stabile che in questo momento è a patrimonio del Teatro Regio e, benché nel frattempo comunque si stia vendendo, credo che vendere un immobile che si libera fra pochi anni sia diverso che vendere un immobile completamente occupato, per cui credo che quello che semplicemente si voleva dire è che la Regione Piemonte è sempre stata in prima linea nel cercare di risolvere i problemi gestionali e finanziari dell'ente.


Argomento: Organi, strumenti e procedure della programmazione

Interrogazione a risposta immediata n. 2119 presentata da Ottria, inerente a "Punto della situazione sulla Strategia Nazionale Aree Interne riguardo alla Regione Piemonte"


PRESIDENTE

Passiamo a esaminare l'interrogazione a risposta immediata n. 2119.
La parola al Consigliere Ottria per l'illustrazione.



OTTRIA Domenico

Grazie, Presidente.
L'interrogazione riguarda le aree interne, che sono quelle aree che si trovano a notevole distanza dai principali centri metropolitani e che, pur disponendo di rilevanti risorse ambientali e culturali, sono contrassegnate da difficoltà che riguardano l'accesso ai servizi e conseguente spopolamento che in questi ultimi anni le ha caratterizzate.
A favore di queste aree, negli anni scorsi è stato stipulato un accordo di partenariato, dal 2014 al 2020, tra l'Italia e la Commissione Europea, che prevede l'impiego di fondi strutturali e di investimenti europei denominato Strategia Nazionale per lo Sviluppo delle Aree Interne del Paese.



PRESIDENTE

Chiedo scusa al Consigliere Ottria.
Rinnovo l'invito a mantenere un atteggiamento che consenta a questo Consiglio di lavorare.
Grazie.



OTTRIA Domenico

Grazie, Presidente.
Dicevo che questa combinazione di azioni, per favorire lo sviluppo locale e il rafforzamento di servizi essenziali in questi territori, dovrebbe essere attuato sia attraverso risorse ordinarie sia attraverso risorse che fanno capo alla programmazione 2014-2020 del POR FSE, del FES e del PSR.
Da questa programmazione si è sviluppato un iter complesso che è culminato con una definizione regionale, una DGR del 2015, la n. 21-1251 del 30 marzo 2015, in cui sono state individuate, da parte della Regione Piemonte l'area Val di Maira e Grana quale area interna pilota, e la Val d'Ossola quale area di seconda sperimentazione.
Le rimanenti aree regionali ritenute candidabili sono la Valle Bormida e la Valle di Lanzo. Per queste aree selezionate si prevedono interventi di sviluppo finanziati con i fondi europei.
Nelle scorse settimane, l'UNCEM ha segnalato che ci sono difficoltà nella definizione di questi progetti anche in altre parti d'Italia. La preoccupazione principale è legata alle tempistiche delle rendicontazioni di questi fondi stanziati, che dovranno rimanere all'interno della programmazione 2014-2020. Pertanto, si dovrà chiudere tutto il ciclo entro i prossimi due anni.
È un problema nazionale, ma interessa ovviamente la nostra Regione, perch appare incerto il percorso delle nostre aree interne.



PRESIDENTE

Mi trovo costretto a edulcorare meno il messaggio: c'è rumore e non si sente il Consigliere Ottria. Possiamo lasciar parlare chi interviene, in modo da poter essere ascoltato? Grazie.



PRESIDENTE

Cerco di concludere, nonostante le difficoltà.
I fondi per l'area dalla Valle Grana e Maira, la cosiddetta "area pilota" sono stati individuati con una delibera di Giunta dello scorso aprile. Per la Valle d'Ossola, le Valli di Lanzo e Bormida, invece, non sono ancora stati previsti questi finanziamenti.
Da quanto ho letto, però, per le ultime due sono già state individuate risorse statali e mancherebbero quelle regionali.
Per questi motivi, chiedo alla Giunta quali siano i piani e le tempistiche previste dalla Regione Piemonte per queste altre aree individuate dalla precedente deliberazione, cioè la Val d'Ossola, come area di sperimentazione, e le due altre rimanenti, che sono la Valle Bormida e le Valli di Lanzo.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Ottria e mi scuso con lei per il clima in cui ha dovuto intervenire.
Risponde l'Assessora De Santis; prego.
DE SANTIS Giuseppina, Assessora alle attività produttive Grazie, Presidente; grazie, Consigliere Ottria.
Intanto vorrei fugare una preoccupazione: la programmazione attuale, FESR 2014-2020 (così anche per il FES) ha, come termine di rendicontazione, il 31 dicembre 2022.
In realtà, quindi, ci sono ancora quattro anni di tempo. Questo non per dire che non bisogna lavorare, ma che sono quattro anni e mezzo e non due e mezzo.
Quanto allo stato della situazione attuale in Piemonte (poi le lascerò una nota completa elaborata dagli Uffici), le dico per sommi capi come siamo messi.
Sulle Valli Maira e Grana è stato sottoscritto l'accordo di programma quadro, che attualmente è alla firma dei Ministeri competenti. Nel frattempo, si è avviata la predisposizione del disciplinare e dello schema di convenzione, la cui formalizzazione è prevista entro settembre.
Sulla Val d'Ossola sono terminate le verifiche del CNAI (Comitato Nazionale Aree Interne) sulla documentazione prodotta. Ricordo che è un meccanismo abbastanza complesso, perché è un partenariato fatto, sì, di soggetti locali più la Regione Piemonte nelle sue varie articolazioni, ma poi ci sono anche componenti dell'Unione Europea e dei diversi Ministeri nazionali, dunque sono in tanti che si devono pronunciare.
Arriveremo entro quest'anno all'approvazione dell'APQ.
Per ciascuna delle due aree sono state assegnate le seguenti risorse: 3,74 milioni dalla legge di stabilità; quattro milioni sul POR-FESR, suddivisi fra Agenda digitale, competitività, energia sostenibile e tutela dell'ambiente; due milioni e mezzo sul FEASR, collegati alla misura 16.7 del PSR, creata appositamente; 500 mila euro del FSE sull'asse 1, sull'asse 2 e sull'asse 3.
Per quanto riguarda le altre due aree, Lanzo e Bormida, abbiamo avuto un paio di mesi fa (ma forse anche meno, diciamo questa primavera) la conferma della disponibilità delle risorse statali. Sono in corso verifiche sulla dotazione dei singoli programmi operativi: FESR, PSR e FSE.
In realtà, sul FESR le risorse erano state accantonate e per il FESR sarà necessaria una riprogrammazione nel comitato di sorveglianza, che si terrà in ottobre.
Inoltre, sono stati avviati contatti con le rappresentanze istituzionali delle due aree, ai quali toccherà contribuire in maniera determinante all'elaborazione della strategia.
Nel mese di giugno sarà convocato dal CNAI un incontro per l'avvio delle procedure, cui seguiranno immediatamente gli incontri del Tavolo tecnico interdirezionale per la Strategia Aree Interne, incontro delle nostre strutture con i territori.
In raccordo con il CNAI, l'obiettivo è la predisposizione di bozze di strategia entro quest'anno.
A lato trova una nota che dice le stesse cose con un maggior dettaglio, ma lo stato di avanzamento è questo. Noi naturalmente confidiamo, perché non c'è motivo di pensare che non staremo nei tempi della rendicontazione comunitaria. Inoltre, avendo fatto il percorso pilota con la Val Maira confidiamo che, andando avanti, una serie di passaggi procedurali si saranno ormai chiariti, quindi sulle altre si potrà andare più velocemente.
Grazie.


Argomento: Personale del servizio sanitario

Interrogazione a risposta immediata n. 2117 presentata da Batzella inerente a "Carenza di medici nel reparto di Medicina Generale dell'Ospedale di Susa (TO)"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
2117.
La parola alla Consigliera Batzella per l'illustrazione.



BATZELLA Stefania

Grazie, Presidente.
La DGR 1-600 del novembre 2014 e la DGR 1-924 del 23 gennaio 2015 d'integrazione hanno declassato l'Ospedale di Susa da ospedale di base a ospedale di area disagiata.
Il 30 novembre 2015 è stato chiuso il punto nascite e alcune strutture da complesse sono state trasformate in semplici.
I servizi attuali attivi sono: il pronto soccorso (attivo 24 ore su 24), la struttura semplice di anestesia (che prima era una struttura complessa), la struttura semplice di ortopedia (che prima era una struttura complessa), il servizio di chirurgia day surgery e week surgery (che prima era una struttura complessa, con un primario all'interno dalla struttura), un laboratorio analisi, il CAL (Centro di Assistenza Dialisi) e infine - è l'oggetto della mia interrogazione - il reparto di medicina generale, che tra l'altro, è l'unica struttura complessa dell'ospedale, con 24 posti letto.
La carenza di medici è nota da tempo, ma negli ultimi periodi si è ulteriormente aggravata, Assessore. Dallo scorso 1° aprile un medico è andato in pensione; attualmente, i medici in servizio presso la medicina generale sono tre, più il direttore di struttura, i quali devono garantire anche la reperibilità o la pronta disponibilità per le urgenze. Nei prossimi mesi è previsto un ulteriore pensionamento (andrà in pensione una dottoressa) e resterebbero quindi in servizio soltanto due medici, più il primario. Tutto questo determinerebbe, pertanto, gravi problematiche nel garantire la continuità del servizio, accentuate anche dall'avvicinarsi delle ferie estive (sappiamo tutti che le ferie estive iniziano il 1 giugno e terminano il 30 settembre).
I medici del reparto di medicina e il direttore di struttura da tempo sono sottoposti a turni pesanti e a continui sacrifici, per amore dalla professione e nel rispetto dei pazienti, che curano con il massimo impegno e dedizione, nonostante le mille difficoltà in cui operano.
Oggi vorrei sapere dall'Assessore quali sono i tempi previsti per l'assunzione dei medici nel reparto di medicina generale (che, lo ricordo ancora, è l'unica struttura complessa dell'ospedale di Susa), per colmare finalmente la grave carenza che si protrae da tempo. Grazie.



OTTRIA DOMENICO



PRESIDENTE

Risponde l'Assessore Saitta; ne ha facoltà.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

In merito all'interrogazione a risposta immediata presentata dalla Consigliera Batzella, si precisa che il prossimo 28 maggio verrà espletato il concorso per assunzione a tempo indeterminato per due posti di dirigente medico di medicina interna.
Come già comunicato al direttore della struttura complessa di medicina interna di Susa, dei due posti previsti uno è destinato alla struttura da lui diretta.
Si è ritenuto di precisare che, come già occorso in occasione di altre procedure concorsuali, la copertura del posto è subordinata all'accettazione, da parte dei candidati, della sede proposta.
In attesa dell'espletamento del concorso, la direzione ha garantito il supporto alla struttura complessa di medicina interna di Susa sia mediante la copertura dei turni di pronta disponibilità da parte della struttura complessa della medicina interna di Rivoli, sia assicurando la presenza per l'attività ordinaria, di un medico libero professionista.
Alla struttura complessa di medicina interna viene inoltre garantito il supporto da parte di altri servizi nell'attività di day hospital.
In attesa dell'espletamento del concorso, sono pertanto state messe in atto svariate azioni correttive volte a supportare la struttura.
In ogni caso, il 28 maggio verrà espletato il concorso.


Argomento: Sicurezza sul lavoro

Interrogazione a risposta immediata n. 2118 presentata da Grimaldi inerente a "Dati dei controlli sulla sicurezza del lavoro"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori, esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
2118, presentata dal Consigliere Grimaldi, che la illustra.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Dai titoli dei giornali si comprende bene il senso di questa interrogazione: "Nuovo record di morti sul lavoro", "Incubo lavoro".
Le morti e gli incidenti sul lavoro in Italia sono una piaga che, come sapete, sta aumentando. Il 2017 si è chiuso con 1.350 morti bianche e le 255 dell'inizio 2018 rappresentano già un record.
L'aumento delle morti bianche si è registrato, ovviamente, anche in Piemonte: nel primo trimestre sono state già 21.
Lo scorso anno, se vogliamo fare un paragone, dai dati che abbiamo raccolto erano 12. In totale, gli infortuni mortali sono stati 83. Dal 2016 al 2017 erano già saliti del 2,5 per cento.
Torino, con 31 persone che hanno perso la vita al lavoro in un anno, è stata la terza città italiana per incidenti mortali.
Sempre nel capoluogo piemontese, gli infortuni con conseguenze gravi (come invalidità permanenti) sono state 856. In totale, a livello regionale, gli incidenti sono stati 47.456.
I settori più coinvolti li conoscete: sono l'edilizia e i trasporti; 7.792 incidenti (più 0,6 per cento) si sono verificati nel tragitto tra casa e lavoro.
Inoltre, i casi di malattia professionale sono 1.948 nella regione: per il 47 per cento si tratta di malattie osteo-articolari, per il 16 per cento di tumori. La fascia di età più a rischio risulta quella tra i 50 e i 69 anni.
In tanti si sono interrogati su quali sono gli strumenti da mettere in campo. Noi nelle scorse settimane abbiamo denunciato ben tre casi di lavoratori espulsi dai loro luoghi di lavoro perché avevano osato, in qualche modo, sfidare l'azienda raccontando semplicemente l'insicurezza dentro i loro luoghi: sono stati espulsi. Grazie alla nostra pressione, uno è stato reintegrato nella stessa azienda.
La scorsa settimane è stata coinvolta l'Assessora Pentenero; questa volta invece, abbiamo voluto puntare l'attenzione sui controlli preventivi dello SPRESAL nelle aziende eseguiti nello scorso anno, per capire se anche all'inizio del 2018 abbiamo di dati, ma soprattutto qual è, in questo momento, l'intenzione della Giunta, in accordo con lo SPRESAL, ma anche con le altre istituzioni, perché ovviamente non c'è solo lo SPRESAL, per capire come arginare questi fenomeni e insieme agli Ispettorati del Lavoro capire effettivamente come aumentare i controlli, ma soprattutto dare anche la possibilità di denunciare, non so se in forma anonima o meno, ma di sicuro aumentare il tipo di istanze preventive per evitare questa tragedia.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Saitta per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Fornisco qualche dato, poi aggiungo qualche considerazione anche di carattere politico più generale.
La reportistica standard del sistema informativo che supporta le attività di controllo degli SPRESAL non mette attualmente a disposizione rilevazioni trimestrali, ma soltanto annuali, quindi fornisco il dato annuale e questo per un'organizzazione del sistema informatico che stiamo cercando di superare.
Per l'anno 2017 i dati sono stati questi: i cantieri ispezionati sono stati 2220, di cui non a norma al primo sopralluogo ben il 40,4 per cento pari a 896; il numero dei sopralluoghi complessivamente effettuati è stato di 8.187, di cui 3.664 nel comparto edilizia, ben 974 nel comparto agricoltura è un settore dove normalmente c'è un po' di disattenzione, ma sono parecchie le situazioni di controllo - e 3.549 in altri comparti. Il numero delle aziende con dipendenti e aziende con lavoratori autonomi controllati sono stati 10.042, di cui 5.640 nel comparto edilizio, 749 nel comparto agricoltura e 3.653 in altri comparti.
Il numero delle aziende oggetto di sopralluogo per l'espressione di pareri sono state 173, i piani di lavoro bonifica amianto, e quindi le notifiche successive, sono stati 6.765, mentre i verbali impartiti per riscontro di irregolarità 2.925, di cui 1.500 nel comparto edilizia, 317 nel comparto agricoltura e 1.108 in altri comparti. I dati del 2017 sono questi.
Colgo quest'occasione anche per fornire un'informazione, perché del tema della sicurezza e della situazione drammatica che si sta verificando in questi giorni abbiamo avuto modo di discutere con gli Assessori in tutta Italia.
Nelle ultime settimane c'è stato un confronto molto intenso con l'attuale Ministro Poletti per l'assunzione di un'iniziativa nazionale un po' più determinata per quanto riguarda il tema della sicurezza.
La prima questione riguarda il tema della formazione, sul quale c'è un'intesa complessiva da parte delle Regioni e anche del Governo - e spero anche da parte del prossimo Governo - per estendere e rendere un po' più efficace il sistema della formazione. Devo dire che tra gli Assessori è prevalsa, nell'ultima riunione di due settimane fa, una determinazione più forte per il potenziamento anche dell'attività preventiva attraverso gli SPRESAL.
Quest'operazione richiede evidentemente il personale sufficiente per poterla fare e l'intenzione attuale - avremo domani un incontro degli Assessori per preparare una sorta di piattaforma nei confronti del Governo è quella di chiedere, per quanto riguarda il potenziamento del servizio degli SPRESAL, una deroga agli attuali limiti per l'assunzione di personale.
Questa ci pare una modalità che non è soltanto di controllo, ma è chiaro che va accompagnata all'attività di formazione. Posso dire che c'è una buona determinazione per chiedere anche al Governo che si sta formando una maggiore attenzione e una maggiore dotazione di strumenti per consentire un'attività di prevenzione molto più consistente rispetto a quella attuale.
È chiaro che poi c'è il problema del coordinamento di cui abbiamo discusso con gli altri Enti ispettivi, e parlo dell'Ispettorato del lavoro.
È chiaro che se ci fosse un maggiore coordinamento di tutti gli enti ispettivi sarebbe utile, perché abbiamo tutti constatato che molto spesso c'è una sovrapposizione che non consente di allargare la base dell'attività preventiva. Parlo di Ispettorato del lavoro, ma non soltanto di questo. Si tratta di rivedere anche alcune modalità di intervento degli altri Enti, ma siamo in tre o quattro che lavoriamo sugli stessi temi. Un'attività, ma soprattutto un sistema e una base informatica comune, permetterebbe a ogni Regione e a ogni Ente di rendersi conto degli interventi di tutte le attività ispettive.
Stiamo ponendo questo problema, però mi sembra che, al di là delle questioni che saranno oggetto di confronto col prossimo Governo, è necessaria una deroga per l'assunzione del personale per gli SPRESAL per l'attività preventiva.


Argomento: Edilizia sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 2124 presentata da Rossi, inerente a "Progetto Casa della Salute nel Comune di Valenza"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
2124.
La parola al Consigliere Rossi per l'illustrazione.



ROSSI Luca Angelo

Grazie, Presidente; buongiorno, Assessore.
Spero di avere un po' di attenzione, anche se questo è un tema che non riguarda tutti quanti, ma è un tema squisitamente locale. Riguarda la ricollocazione dei servizi sanitari di Valenza che attualmente si trovano nell'edificio che è stato, fino a pochi anni fa, l'Ospedale di Valenza Ospedale prima Mauriziano poi passato alla Regione. Successivamente, dopo un lungo contenzioso giudiziario, la proprietà dell'immobile è stata assegnata alla Fondazione Ordine Mauriziano, con la quale mi pare che la Regione non ha avuto un buon rapporto per definire il mantenimento dei servizi in quella sede.
Nonostante nello scorso mese di novembre - non so se l'Assessore lo sa sia stata collocata una targa con scritto "Casa della Salute" proprio nell'Ospedale Mauriziano e dopo due giorni coperta - non sappiamo bene per ordine e per disposizione di chi - apprendiamo da organi di stampa che, in un incontro all'inizio di questo mese, ci sono state alcune trattative tra l'Amministrazione comunale di Valenza - premetto che io sono Consigliere comunale di minoranza a Valenza - e, credo, l'Assessorato per un probabile sopralluogo, suppongo nella giornata di dopodomani, per visitare un locale.
Tale locale è quello che era il mercato coperto di Valenza, un edificio di proprietà di Vival, che è una S.r.l. in liquidazione che ha il compito di valorizzare alcuni immobili che erano del Comune di Valenza, la cui proprietà poi è passata a questa società che adesso è messa in liquidazione.
Sentendo gli organi di stampa, c'è allo studio la possibilità di ricollocare i servizi, perlomeno una parte dei servizi, perché 20 posti letto di continuità assistenziale attualmente presenti in quello che io continuo a chiamare ospedale, anche se così non si può più chiamare, è difficile ricollocarli nell'ex mercato coperto.
In sostanza, il punto che su cui verte l'interrogazione, che non è una critica nei suoi confronti, è che più di un anno fa il Consiglio comunale di Valenza, con un voto unanime, aveva approvato un ordine del giorno in cui si chiedeva al Sindaco di attivarsi per mantenere i servizi all'interno dell'attuale struttura e, comunque, di convocare un Consiglio comunale aperto, cui lei sarebbe stato invitato. Lei ha fatto sapere di non partecipare ai Consigli comunali aperti; non giudico questa sua posizione il suo predecessore era venuto, ma ognuno è libero di fare come vuole. In questo Consiglio comunale s'intendeva informare la cittadinanza delle soluzioni scelte per risolvere il problema.
Il Consiglio Comunale aperto non si è tenuto né in sua presenza né in sua assenza, semplicemente non si è tenuto. Adesso leggiamo di queste trattative, a quanto pare, avanzate. Il riferimento al Consiglio comunale era semplicemente per introdurre l'argomento.
Quello che chiediamo, visto che dobbiamo limitarci a una domanda, è sapere quali sia lo stato delle trattative e se siano state anche quantificate dal punto di vista economico, visto che si tratta di acquisire un immobile.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Saitta per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore all'edilizia sanitaria

L'Assessorato e l'ASL di Alessandria sono a lavoro da tempo, insieme al Comune di Valenza, per individuare una soluzione che garantisca una collocazione idonea ai servizi sanitari e di supporto, attualmente erogati e ospitati nell'ex presidio Ospedaliero Mauriziano, in modo da realizzare a Valenza, il progetto della Casa della Salute, molto articolata di servizi diversi.
Nelle scorse settimane si è svolto un incontro nel mio ufficio con l'ASL e con il Comune. Fra gli obiettivi dell'incontro, c'è stata anche l'individuazione di una nuova sede, oltre alla palazzina di via Raffaello proprietà dell'ASL, per cui si sta procedendo con un progetto di ristrutturazione. Un nuova sede in grado di assicurare spazi sufficienti ad accogliere tutti i servizi esistenti.
Tra le ipotesi prese in considerazione, c'è quella dell'ex mercato coperto per cui sono stati effettuati alcuni sopralluoghi e alcuni studi relativamente agli spazi e alla logistica, sia da parte dell'ASL sia da parte del Comune. Il sottoscritto andrà a fare un sopralluogo nei prossimi giorni. Nel caso in cui questa soluzione venisse, effettivamente, ritenuta idonea dal punto vista degli spazi noi, Amministrazione regionale, saremmo d'accordo per la centralità della localizzazione e perché, da quello che mi dicono e verificherò personalmente, ci sarebbero gli spazi sufficienti per soddisfare tutte le esigenze che prima citavo.
Oltre a questa valutazione per questa soluzione, abbiamo anche incominciato a ragionare con l'ASL e con il Comune sui meccanismi e sulle modalità concrete per poi procedere ai lavori che è necessario fare. Abbiamo valutato l'ipotesi di acquisizione e l'ipotesi di locazione. Insomma stiamo valutando tutte le ipotesi che, evidentemente, devono essere coerenti con la normativa e le leggi esistenti.
È chiaro che bisogna procedere a una ristrutturazione. Ho anche avuto modo di dire al Sindaco, e colgo quest'occasione per dirlo pubblicamente, che trattandosi di una proprietà, di una società di cui non ricordo il nome non so quale sarà il meccanismo che stanno vedendo, ma noi saremmo anche disponibili ad acquisirla.
Preferiamo fare dei lavori all'interno di una struttura di proprietà dell'ASL e, da un primo esame che abbiamo fatto, l'ASL potrebbe avere le risorse necessarie per fare l'intervento di acquisizione, ma anche di ristrutturazione attraverso l'accensione di un mutuo che, in questo caso l'ASL di Alessandria potrebbe fare.
Siamo in una fase di verifica dell'operatività di quest'ipotesi e, una volta che c'è la verifica,di spazi, di modalità e di percorso per giungere alla disponibilità concreta del bene e delle modalità di interventi, come di chi può fare l'intervento (ho detto che noi siamo disponibili), è chiaro che procederemo.
Credo che nel giro di pochissime settimane dovremmo avere un quadro preciso e poi assumerlo in una visione definitiva. Personalmente, l'idea di localizzare questi servizi nell'ex mercato a noi pare una soluzione condivisibile.



PRESIDENTE

Consigliere, non è possibile interloquire.


Argomento: Assistenza farmaceutica (organizzazione, servizi ecc.

Interrogazione a risposta immediata n. 2125 presentata da Bono, inerente a "Modalità operative per la somministrazione della RU486"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori, esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
2125.
La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Abbiamo inteso presentare quest'interrogazione urgente all'Assessore Saitta sia perché, non casualmente, oggi è il 40° anniversario dall'approvazione della legge n. 194 (era 22 maggio 1978 in cui si depenalizzava l'aborto l'interruzione volontaria di gravidanza), sia perché proprio ieri abbiamo audito in IV Commissione la prima firmataria di una petizione che chiedeva un intervento della Giunta regionale, nel merito della facilitazione dell'accesso all'interruzione volontaria di gravidanza ma, soprattutto, per quanto riguarda l'utilizzo della pillola RU486 o mifepristone che dir si voglia.
Abbiamo colto l'occasione perché, in effetti, di prassi, la Giunta presente alle audizioni non dovrebbe intervenire, ma alcune volte interviene.
L'Assessore Saitta ieri è stato più corretto rispetto ad altri colleghi e non è intervenuto, ma volevamo conoscere la sua posizione, non quella personale, ma quella della Giunta, in merito alla possibilità di permettere di superare l'indicazione di prassi di un ricovero di tre giorni per quanto riguarda l'interruzione volontaria di gravidanza fatta appunto con la pillola RU486.
Tra l'altro, sappiamo che questa prassi è superata nei fatti, nel senso che le donne che ricorrono a questa pratica per l'interruzione volontaria di gravidanza si sottraggono al ricovero per tre giorni, in quanto, di norma la metodica sanitaria è una metodica senza grandi rischi e senza grandi conseguenze sia dal punto di vista di perdite emorragiche, sia per quanto riguarda l'espulsione del residuo dell'aborto, quindi firmano per fare un mini-ricovero, come se fosse un day hospital, un ricovero giornaliero dalla mattina al primo pomeriggio.
Quindi volevamo chiedere se l'Assessore - e quindi la Giunta - condivideva la richiesta fatta dal primo firmatario e da tutti i firmatari della petizione presentata ieri in Commissione sanità, in cui si richiedeva di adottare gli atti necessari e opportuni, al fine di lasciare al medico e all'autorità sanitaria, in accordo con la donna nel rapporto medico paziente, la decisione sulla modalità e sulla durata del ricovero per l'interruzione volontaria di gravidanza con RU486 più opportuna in ordine anche di tempistiche e modalità.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bono.
La parola all'Assessore Saitta per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente.
Le modalità di utilizzo del farmaco RU486, com'è stato ricordato, sono regolate dalle linee d'indirizzo sull'interruzione volontaria di gravidanza e approvate dal Ministero dalla Salute nel 2010.
Le indicazioni del Ministero, cui si sono attenute e si attengono la Regione Piemonte e altre Regioni, prevedono che l'aborto farmacologico sia consentito soltanto tramite ricovero ospedaliero ordinario di circa tre giorni, cose che abbiamo ascoltato ieri. Alcune Regioni, nel corso degli anni hanno stabilito di adottare modalità differenti, rimuovendo dunque l'obbligo del ricovero, ad esempio, con la somministrazione in day hospital e addirittura qualche volta in ambulatorio.
Come Assessorato alla sanità, c'impegniamo a effettuare, in tempi brevi, un approfondimento scientifico sulla materia utilizzando tutte le competenze professionali che sono di buona qualità in Piemonte e, nel contempo, a verificare, da un punto di vista organizzativo, le procedure adottate dalle altre Regioni e sulla base di questa verifica procederemo.
Quindi, sul piano scientifico e sul piano della procedura non c'è nessuna pregiudiziale a mantenere una situazione che, secondo quello che abbiamo sentito ieri, può sembrare superata. Mi pare che, al di là delle opinioni una prima valutazione di carattere scientifico delle nostre competenze diventa importante, come seguire contemporaneamente anche le modalità che sono state adottate da altre Regioni.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MOTTA



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Saitta.
Dichiaro chiusa la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata.



(Alle ore 15.48 il Presidente dichiara esaurita la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata)



(La seduta inizia alle ore 15.52)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo Accossato, Balocco, Campo, Ferraris e Pentenero.


Argomento:

Programmazione dei lavori


PRESIDENTE

Prima di iniziare con l'articolo 12, visto che nella mattinata eravamo arrivati alla votazione dell'articolo 11, comunico le risposte che ho avuto in base alle richieste che sono state formulate.
La Consigliera Chiapello aveva chiesto l'informativa sulla TAV, più l'ordine del giorno. L'Assessore Balocco ha dato una disponibilità, ma mi dicono che domani, nella Capigruppo, deciderete quando verrà definita l'informativa e anche la discussione dell'ordine del giorno.
Per quanto riguarda la richiesta della Consigliera Conticelli (che non vedo in aula) di interrompere verso le ore 18, per esaminare l'ordine del giorno sui lavoratori che avete incontrato oggi alle 12.30, vorrei sapere da voi se c'è un ordine del giorno condiviso, com'è successo martedì scorso datene comunicazione alla Presidenza e vediamo come regolarci, se interrompere un po' prima e discutere l'ordine del giorno sui lavoratori e se questo è condiviso.
Per quanto riguarda la richiesta della Presidente Batzella, che non vedo in aula, ma poi glielo diremo, l'Assessora Cerutti è disponibile a riferire in Commissione sulla questione del fondo di solidarietà per le donne vittime di violenza.


Argomento: Caccia

Proseguimento disegno di legge n. 182, inerente a "Tutela della fauna e gestione faunistico - venatoria in Piemonte"


PRESIDENTE

L'esame del disegno di legge n. 182, di cui al punto 4) all'o.d.g.
prosegue con la discussione dell'articolato e degli emendamenti ad esso riferiti.
ARTICOLO 12 Emendamento rubricato n. 106) presentato da Vignale, Bona, Fluttero Ravello, Rossi L., Tronzano (Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
L'emendamento n. 106) sostituisce l'articolo 12 della legge e va verso una direzione completamente opposta a quanto disciplinato dal precedente articolo 10, ma anche dall'articolo 12 stesso. Parte basandosi sull'indice che discende dalla legge nazionale: relativamente all'ammissibilità dei cacciatori negli ATC e nei CA, noi possiamo ospitare tanto quanto è la densità venatoria minima stabilita dal Ministero delle Risorse Agricole proprio richiamandosi alla norma, che è una disciplina nazionale.
Viene consentita, però, una deroga, che può prevedere anche il superamento di questi limiti che, in ogni caso, sono quasi impossibili da superare nella nostra regione, per il prelievo di determinate specie faunistiche stabilite dalla Giunta regionale.
Il comma 3 riguarda la disciplina del cacciatore foraneo e prevede l'obbligo di accompagnamento da parte di personale esperto che abbia seguito un corso formativo, secondo le disposizioni dettate dalla Giunta regionale. Autorizza, altresì, la Giunta regionale a esigere dai cacciatori una quota economica di partecipazione, da destinare al pagamento dei danni in agricoltura.
Noi crediamo che questo tipo di gestione dell'attività venatoria, legata a una modalità che viene praticata in gran parte delle regioni d'Italia consente due vantaggi: garantire un maggiore introito agli ATC e ai CA (ricordo che con quest'introito si paga la quasi totalità dei danni in agricoltura) e una presenza di cacciatori che portino una ricaduta economica positiva sui nostri territori.



PRESIDENTE

Grazie, collega Vignale.
Emendamento rubricato n. 233) presentato da Bertola, Andrissi, Bono, Campo Frediani, Mighetti, Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere segretario Bertola, che interviene in qualità di Consigliere per l'illustrazione.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Siamo all'articolo 12 del disegno di legge. Con l'emendamento n. 233) proponiamo di sostituire integralmente il comma 2 dell'articolo 12, che disciplina l'ammissione dell'esercizio venatorio anche temporaneo di altri cacciatori per il prelievo di determinate specie faunistiche stabilite dalla Giunta regionale.
Siamo al tema dei cacciatori foranei, che era stato trattato anche in un allegato a un disegno di legge omnibus. Proponiamo di sostituire così il comma: "La Giunta regionale disciplina l'ammissione all'esercizio venatorio temporaneo di altri cacciatori per il solo prelievo selettivo. I cacciatori residenti in altre Regioni o all'estero, ivi compresi i cacciatori temporanei, possono essere ammessi in misura non superiore al cinque per cento dei cacciatori ammissibili per ogni ATC o CA.
Tale percentuale può essere modificata negli ATC fino a un massimo del dieci per cento, su richiesta dei comitati di gestione, dalla Giunta regionale, sentita la Commissione consiliare competente".
C'è, quindi, una modifica sostanziale, poiché il disegno di legge della Giunta dice che viene disciplinata l'ammissione all'esercizio venatorio di altri cacciatori per il prelievo di determinate specie faunistiche stabilite dalla stessa Giunta regionale. Invece noi andiamo a dire: per il solo prelievo selettivo. Siamo, dunque, a circoscrivere fortemente l'ammissibilità e la presenza di cacciatori foranei all'interno dei nostri ATC e CA.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Andrissi.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Con quest'emendamento andiamo a disciplinare l'ammissione all'esercizio venatorio temporaneo di altri cacciatori per il solo prelievo selettivo.
Quindi, i cacciatori residenti in altre Regioni o all'estero, ivi compresi i cacciatori temporanei, possono essere ammessi in misura non superiore al cinque per cento dei cacciatori ammissibili per ogni ATC o CA. Tale percentuale può essere modificata negli ATC fino a un massimo del dieci per cento, su richiesta dei Comitati di gestione dalla Giunta regionale sentita la Commissione consiliare competente.
In pratica, si vuole limitare il turismo venatorio. Vogliamo fare questo perché riteniamo che la caccia sia un'attività che si tramanda di generazione in generazione nella maggior parte delle situazioni, sebbene abbia perso i riferimenti all'attività venatoria di una volta, intesa come un prelievo per il sostentamento.
Oggi la caccia è diventata un'attività spesso sportivo-turistica, dove si procede ad abbattimenti in grande quantità e poi si torna a casa con i bauli pieni di selvaggina. Noi riteniamo che questo tipo di attività debba essere molto ben regolata e crediamo che debba essere innanzitutto legata alla tradizione del territorio; invece, una migrazione di cacciatori spesso e volentieri, quando sono fuori dal proprio territorio, li vede assumere comportamenti un po' meno rispettosi degli usi e i dei costumi tradizionali del luogo, quindi noi pensiamo che, in qualche modo, bisogna limitare questo di tipo di attività.
Per questo motivo, abbiamo presentato l'emendamento n. 233).



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Mighetti.



MIGHETTI Paolo

Grazie, Presidente.
La questione dei foranei è stata già molto dibattuta. Ricordo, per esempio che la discussione dell'articolo in Commissione avveniva nel pomeriggio dopo una riunione presso la Provincia di Alessandra, tenutasi appunto sulla questione dei foranei e sui limiti di accesso dei foranei che erano già stati stabiliti in precedenza.
Bisogna dire una cosa: se da una parte ci sono ATC con la presenza di foranei che superano anche un terzo del totale della caccia di selezione questo fa sì che la situazione di contenimento di alcune specie (quelle soggette alla caccia di selezione) non sia attuata in modo da impedire danni all'agricoltura o da impedire un totale squilibrio di questo tipo di fauna selvatica. Da questo punto di vista, ci sentiamo abbastanza sicuri dell'emendamento proposto, del fatto appunto di ridurre le percentuali di foranei come già previsto in precedenza e di dedicarli solo alla caccia di selezione.
In caso contrario, si potrebbe realizzare un effetto opposto: un effetto secondo cui, nei momenti in cui c'è un effettivo bisogno di andare a fare dei piani di contenimento, questi piani non vengano attuati, non dico apposta, ma in maniera un po' approssimativa da parte degli iscritti agli ATC e ai CA.



PRESIDENTE

Altri colleghi chiedono d'intervenire? Prego, Consigliere Valetti.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Su questo articolo 12, comma 2, lasciamo invariate le percentuali di cacciatori provenienti da altri ATC, con il cinque per cento estendibile fino al dieci per cento, ma limitiamo l'accesso alle aree territoriali da parte dei cacciatori estranei a quelle aree solo per il prelievo della caccia di selezione. Siccome crediamo che sia una misura del tutto estemporanea, già poi estesa dalla Giunta, sentita la Commissione consiliare competente, dobbiamo caratterizzarla sempre di più come una misura straordinaria.
Anche per un criterio di prossimità e di territorialità, crediamo - e credo anche in prima persona - che sia bene che la caccia sia limitata sempre di più alle persone appartenenti a una determinata zona, anche per rendere un'attività sostenibile, perché purtroppo la caccia non è un'attività che possiamo pretendere di estendere o di allargare o di far praticare a una percentuale crescente di persone.
Le famose migrazioni dalla città con carovane che percorrono anche centinaia di chilometri per raggiungere delle aree di caccia, ecco, mi sembrano qualcosa di assolutamente antiecologico dal punto di vista della tutela della fauna, ma anche antiecologico da tutti gli altri punti di vista, perché crea un regime veramente insostenibile di movimentazione di cacciatori che francamente non ha senso. Infatti non possiamo pensare che questo tipo di attività sia praticabile da una fetta estesa di persone, se non nella misura che noi consentiamo per mantenere certi equilibri, ma questa misura deve essere molto contenuta.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Frediani.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Siamo all'articolo 12 e con quest'emendamento andiamo a proporre una modifica sul comma 2; una modifica finalizzata a disciplinare l'utilizzo di cacciatori foranei nella nostra regione. Come diceva il collega Mighetti come dice anche l'emendamento, del resto - l'utilizzo dei foranei deve essere limitato soltanto al prelievo selettivo, quindi in quest'emendamento noi andiamo a mantenere le percentuali indicate nel testo di legge, per circoscriviamo l'utilizzo da parte dei cacciatori che arrivano da fuori regione soltanto al prelievo selettivo.
Torniamo a ribadire che il nostro intervento emendativo su questo testo cerca di limitare i danni di questa legge, ma noi vorremmo delle limitazioni un pochino più decise, in particolare sui giorni in cui è possibile cacciare. Rispetto alla possibilità di entrare sul nostro territorio da altre regioni per praticare l'attività venatoria, io sarei per impedirlo del tutto, perché pensare che la nostra regione possa essere meta di turismo venatorio direi che non rientra nella visione che ho del territorio.
Abbiamo tante bellezze da visitare, un patrimonio culturale immenso, un patrimonio naturalistico meraviglioso. Venire nella nostra regione soltanto per tornare a casa, come diceva il collega Andrissi, con il baule pieno di selvaggina, direi che possiamo tranquillamente evitarlo.



PRESIDENTE

Ci sono altri colleghi che intendono intervenire? Prego, Consigliere Bono.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Come dicevano i colleghi, in questo senso si vuole andare a rafforzare un concetto già presente nel disegno di legge attuale, limitando fortemente l'ingresso di cacciatori foranei per il prelievo solo selettivo, quindi determinato a monte dai piani di controllo della Giunta regionale, invece di un più generico prelievo a determinate specie faunistiche stabilite dalla stessa Giunta regionale.
Secondo noi, quindi, ci dovrebbe essere un taglio molto più stringente perché, come ha detto anche la collega Frediani, è paradossale che ci sia questa migrazione venatoria, non delle specie ma dei cacciatori, che si spostano da una regione all'altra a seconda delle disponibilità di fauna e di liberalizzazione di norme da parte delle singole Regioni.
Ci sono tante altre attività all'aria aperta che sono più belle, più condivisibili, più comprensibile, più utili e meno dannose che si possono fare. La collega Capogruppo Frediani rappresentava le bellezze del patrimonio storico, paesaggistico, culturale e architettonico della nostra regione, così come di tutte le regioni italiane.
Valorizziamo la nostra regione, quindi, in altri modi.
Noi siamo assolutamente su questa linea.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Bono.
Emendamento rubricato n. 232) presentato da Bertola, Andrissi, Bono, Campo Frediani, Mighetti, Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Segretario Bertola, che interviene in qualità di Consigliere per l'illustrazione.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Anche quest'emendamento, alternativo a quello illustrato in precedenza rappresenta un tentativo di modifica, di sostituzione del comma 2, e ricalca in modo fedele l'articolo presente nel nostro disegno di legge riguardo alla questione dei foranei.
Del resto, avevamo già presentato lo stesso emendamento quando la Giunta regionale regolamentò la questione nel disegno di leggi omnibus dello scorso anno.
Quest'emendamento, più dell'altro, ricalca esattamente la nostra posizione: noi diciamo che i cacciatori residenti in altre Regioni o all'estero possono essere ammessi in percentuale non superiore all'uno per cento e a condizione che non esercitino l'attività venatoria altrove in Italia o all'estero.
È una misura che, in modo evidente, limita fortemente la presenza dei foranei all'interno dei nostri ATC e dei nostri CA.
Il disegno di legge della Giunta parla di un cinque per cento derogabile fino al dieci per cento, mentre noi parliamo soltanto di un uno per cento quindi una misura molto più radicale.
Come dicevo, è un articolo specifico del nostro disegno di legge.
Ovviamente questi articoli sono importanti, perché riguardano aspetti pregnanti della legge, come quelli che abbiamo illustrato prima riguardanti la natura, che secondo noi dovrebbe essere pubblica, di diritto pubblico e non di diritto privato, degli ATC e dei CIA. In questo caso, invece riteniamo di voler limitare fortemente la presenza di foranei, proprio per mantenere e rispettare un criterio di identificazione tra colui che pratica l'attività venatoria e il suo territorio di riferimento.
Siamo fortemente contrari al turismo venatorio. Abbiamo una bellissima regione, viviamo in una bellissima regione che ha uno splendido patrimonio artistico, culturale e naturalistico con le sue aree protette nazionali (il Parco del Gran Paradiso) e quelle regionali. Sono aree stupende che hanno una nuova legge che dovrebbe maggiormente valorizzarle.
Non abbiamo bisogno del turismo venatorio.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Questa è un'ulteriore proposta di riscrittura del comma 2 dell'articolo 12 un po' più restrittiva e più sintetica.
Qui il messaggio è decisamente più chiaro: i cacciatori residenti in altre Regioni o all'estero possono essere ammessi in percentuale non superiore all'uno per cento e a condizione che non esercitino l'attività venatoria altrove in Italia o all'estero. Tra l'altro, non superiore all'uno per cento potrebbe anche essere uno zero, quindi non poniamo limiti verso il basso.
Nella nostra proposta rientra anche questa opzione "zero".
Si tratta, comunque, di una proposta in linea con l'emendamento precedente.
Torniamo a ribadire che non vogliamo che la nostra regione sia meta di turisti attratti dalla possibilità praticare l'attività venatoria. Vorremmo che i turisti che vengono a visitare la nostra regione vengano per apprezzare la fauna e la flora delle nostre montagne e dei nostri parchi magari godendosi paesaggi seduti in una veranda in qualche trattoria dell'Albese, oppure visitare la splendida valle in cui vivo io, ma non vengano assolutamente con il fucile in mano.
Per questo motivo, abbiamo proposto quest'ulteriore versione dell'emendamento, che è decisamente più restrittiva rispetto alla precedente, però mi pare assolutamente di buonsenso.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Come detto dai colleghi che mi hanno preceduto, con quest'emendamento andiamo a rivedere al ribasso il numero di cacciatori residenti in altre Regioni che sono ammessi a cacciare in Piemonte.
Secondo noi dovrebbe essere un prelievo selettivo, mentre a oggi, per la Giunta, per una serie di specie stabilite appunto dalla Giunta regionale stessa.
La percentuale del cinque per cento ci sembra francamente eccessiva. Noi pensiamo di ridurre il limite all'uno per cento (quindi non superiore all'uno per cento, ma eventualmente inferiore all'uno per cento) e a condizione che non esercitino attività venatoria altrove in Italia (quindi in altre Regioni) o all'estero. Questo per evitare, sostanzialmente, che siano dei "pendolari" della caccia, cioè che si spostino da una Regione all'altra per soddisfare questa loro voglia di maneggiare armi (dal mio punto di vista poco comprensibile) al di fuori di un poligono di tiro oltretutto sugli animali, che non hanno neanche gli strumenti per difendersi.
Noi riteniamo che sia, di nuovo, una forma di mediazione che intendiamo proporre alla Giunta e alla maggioranza, perché comprendiamo le necessità normative costituzionali e nazionali, ma - lo ripetiamo - con una sensibilità che ormai penso sia largamente diffusa non tanto di contrarietà, ma di scarsa comprensione della caccia come attività ludico ricreativa (tanto quanto, invece, come metodo di selecontrollo e di tutela dell'agricoltura).
Mi sembra, di nuovo, che siano proposte condivisibili e comprensibili.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Andrissi; ne ha facoltà.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Con l'emendamento n. 232) vogliamo ulteriormente limitare la presenza sul territorio regionale di cacciatori provenienti da altre Regioni o dall'estero, abbassando la percentuale all'uno per cento.
Noi riteniamo che il cinque per cento, estendibile al dieci per cento, sia un valore troppo alto. Ovviamente, dietro a quest'emendamento c'è una concezione sull'attività venatoria differente rispetto a quella che, spesso e volentieri, viene praticata in quelle che un tempo venivano chiamate "riserve di caccia", con grandi quantità di animali a disposizione facilmente cacciabili: pagando determinate cifre, era possibile fare dei grossi prelievi di capi, con una battuta di caccia veloce.
Noi, invece, abbiamo un altro tipo di concezione della caccia: se proprio dev'esserci una caccia, che sia almeno legata al territorio, che sia basata su uno studio dell'andamento delle popolazioni selvatiche e non, invece, su un business economico ludico-creativo.
Non crediamo che la caccia debba basarsi su questo tipo di attività. Ci sono altre attività ludico-creative che si possono fare con gli animali: per esempio il birdwatching, che favorirebbe anche un ritorno occupazionale importante con le guide naturalistiche, che consentirebbero anche di poter sentire e vedere specie migratorie rare, e di fruire di un ambiente naturale che nella nostra Regione esiste in abbondanza.
Abbiamo un'altra concezione di questo tipo di attività e crediamo che quest'emendamento sposi proprio il nostro modo di vedere.



PRESIDENTE

Grazie, collega Andrissi.
Emendamento rubricato n. 298) presentato da Corgnati.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) L'emendamento è dato per illustrato.
Emendamento rubricato n. 234) presentato da Bertola, Andrissi, Bono, Campo Frediani, Mighetti, Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Segretario Bertola, che interviene in qualità di Consigliere per l'illustrazione.



BERTOLA Giorgio

Quest'emendamento lo ritiro, perché ho visto che c'è un piccolo errore.
Preferisco ritirarlo.



PRESIDENTE

L'emendamento rubricato n. 234) è ritirato.
Emendamento rubricato n. 4) presentato da Monaco.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) L'emendamento è dato per illustrato.
Emendamento rubricato n. 14) presentato da Monaco.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) L'emendamento è dato per illustrato.
Emendamento rubricato n. 20) presentato da Monaco.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) L'emendamento è dato per illustrato.
Emendamento rubricato n. 152) presentato da Vignale, Bona, Fluttero Ravello, Rossi L., Tronzano (Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale per l'illustrazione; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
L'emendamento n. 152) va a cassare il comma 6 dell'articolo 12 del disegno di legge in oggetto, che prevede che possano svolgere la caccia di selezione solo i cacciatori in possesso, al momento della consegna del tesserino regionale, di attestato di partecipazione a prova di tiro rilasciato da non più di sei mesi da una sezione di tiro a segno nazionale o poligono privato. La validità dell'attestato è annuale.
Noi comprendiamo il motivo per cui può essere stato inserito il comma 6 che è quello di dare garanzia della capacità di sparo (posto che questo dovrebbe essere esteso non soltanto all'attività di selezione), ma non ha alcuna attinenza relativamente alla singola arma che viene utilizzata.
È evidente che, svolgendola in un'area di tiro, può essere anche effettuata, paradossalmente, con una carabina non di proprietà. Una persona può svolgere quest'attività con altri fucili che non sono mai stati utilizzati per questo tipo di abilitazione. Ciò significa che si attesta l'abilità del cacciatore alla capacità di tiro, ma non si attesta la taratura del singolo fucile che viene utilizzato.
Di fatto, è una tassa aggiuntiva, nel senso che non ci sarà mai nessun cacciatore (tantomeno un cacciatore di selezione) che spara da alcune centinaia di metri e che svolge questo tipo di attività con un fucile che non è stato tarato all'interno di un campo di tiro. È, sostanzialmente, un emendamento non utile ai fini che credo voglia perseguire e, al tempo stesso, è un nuovo adempimento che si mette in capo a chi svolge l'attività di selezione, senza che questo sia in qualche modo utile, perché questo tipo di attività viene già svolta regolarmente da ogni cacciatore su ogni fucile che possiede, posto che ne possieda più di uno.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Vignale.
Emendamento rubricato n. 5) presentato da Monaco.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) L'emendamento è dato per illustrato dal proponente.
Emendamento rubricato n. 6) presentato da Monaco.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) L'emendamento è dato per illustrato dal proponente.
Emendamento rubricato n. 21) presentato da Monaco.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 15) presentato da Monaco.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Monaco per l'illustrazione.



MONACO Alfredo

Sarò brevissimo, soltanto per sottolineare come possa essere utile collegare il periodo del porto d'armi con una modifica di sicurezza, posto che annuale è forse troppo a distanza ravvicinata. Credo sia necessaria una verifica di sicurezza sul tiro e quindi allungare e portare a un tempo più lungo. Questa è la richiesta che viene fatta con l'emendamento.
Grazie.



PRESIDENTE

Sono stati illustrati tutti gli emendamenti all'articolo 12.
È aperta la discussione generale.
Ha chiesto la parola il Consigliere Segretario Bertola, in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
La presente per comunicare la nostra forte contrarietà sull'emendamento n.
298), perché farebbe parecchio aumentare la presenza di foranei e favorirebbe assai il turismo venatorio, che è quello che noi vogliamo in tutti i modi evitare.
Tra l'altro, sappiamo che siamo in un mondo che fa business, quindi l'eventualità di avere parecchi cacciatori foranei che pagano profumatamente della selvaggina fa sì che quando si possono fare gli abbattimenti, non vengono fatti, perché c'è l'interesse ad andare all'incasso dopo.
Allo stesso modo, esprimiamo un parere fortemente contrario all'emendamento n. 5), sempre presentato dalla maggioranza, che vorrebbe cancellare la frase "da non più di sei mesi" riguardo all'attestato di partecipazione alla prova di tiro. Così come all'emendamento n. 15) sempre presentato dalla maggioranza, che va a sostituire le parole "validità annuale" con "validità di cinque anni".
Riteniamo che su ciò che riguarda le prove di tiro non sia il caso di allargare così tanto le maglie, perché parliamo di qualcosa che va poi a garantire la sicurezza dei cacciatori stessi, in primis, ma soprattutto di tutti i cittadini piemontesi. Ci auguriamo fortemente che questi emendamenti non trovino accoglimento da parte della Giunta regionale poiché diversamente il nostro atteggiamento già non conciliante nei confronti del disegno di legge della Giunta regionale non potrebbe che peggiorare e diventare ancora meno conciliante.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Monaco; ne ha facoltà.



MONACO Alfredo

Solo per annunciare che ritiro gli emendamenti n. 6), n. 20) e n. 21).



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Ferrero per il parere della Giunta sugli emendamenti.



FERRERO Giorgio, Assessore all'agricoltura, caccia e pesca

Grazie, Presidente.
Devo dire che questi articoli sono un percorso difficile e avevamo detto prima della legge che volevamo riuscire ad arrivarci un po' in anticipo.
Mi permetto solo di farvi perdere un minuto per ricordare che cosa dice questo articolo. Noi veniamo da una deregulation, in cui molti ATC hanno oltre il 30-40 per cento di cacciatori che vengono da fuori e con questo hanno fatto cassa ma, come ho avuto occasione di dire loro, non sempre abbiamo risolto il problema della fauna selvatica. Questo è pacifico.
In quest'articolo abbiamo posto un limite ai foranei e abbiamo detto che non sono più del cinque per cento con esclusione degli ATC dove, sentita la Commissione, per coloro che ne fanno richiesta, la Giunta può portarli a dieci. Abbiamo rimesso un po' in ordine quella che è la possibilità dei cacciatori foranei all'interno di questi enti.
Nell'emendamento n. 298) abbiamo tolto semplicemente un alibi. Chi era presente ad alcune riunioni sa che l'alibi che viene utilizzato è quello di dire: "Grazie alle vostre restrizioni, non abbiamo più possibilità di completare i piani di contenimento sulla selezione al capriolo o di fare un'efficace caccia al cinghiale". Di conseguenza, abbiamo lasciato fuori dai limiti questi due blocchi, che sono il cinghiale e il completamento della selezione al capriolo. Stiamo parlando di capi già numerati e accertati, che se non li finiscono i cacciatori, bisogna che venga qualcuno a terminarne l'abbattimento già autorizzato.
Parere favorevole all'emendamento rubricato n. 298).
Per quanto riguarda le prove con la carabina che abbiamo istituito in questa legge, perché prima non erano presenti, il Consigliere Monaco chiede che vengano effettuate una volta ogni cinque anni, ma io direi almeno una prova di medio termine, ogni due anni e mezzo. È un'istituzione nuova, che non avevamo prima, che deve anche tenere conto del numero limitato di poligoni disponibili per fare questa prova.
Se il Consigliere è d'accordo e modifichiamo con 30 mesi, potremmo esprimere parere favorevole.
Per riassumere, parere favorevole agli emendamenti n. 298) e n. 15) corretto.



PRESIDENTE

Possiamo iniziare a votare.
Chiedo a tutti i Consiglieri di rientrare in aula.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 106), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 40 Consiglieri votanti 38 Consiglieri hanno votato SI' 6 Consiglieri hanno votato NO 32 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 5 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 233), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 40 Consiglieri votanti 36 Consiglieri hanno votato SI' 6 Consiglieri hanno votato NO 30 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 4 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 232), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 40 Consiglieri votanti 36 Consiglieri hanno votato SI' 6 Consiglieri hanno votato NO 30 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 4 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 298), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 40 Consiglieri votanti 38 Consiglieri hanno votato SI' 33 Consiglieri hanno votato NO 5 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri Il Consiglio approva.
Gli emendamenti rubricati n. 234) e n. 20) sono stati ritirati.
L'emendamento n. 4) è identico all'emendamento n. 14).
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 4), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 41 Consiglieri votanti 31 Consiglieri hanno votato SI' 25 Consiglieri hanno votato NO 6 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 10 Consiglieri Il Consiglio approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 152), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 40 Consiglieri votanti 38 Consiglieri hanno votato SI' 7 Consiglieri hanno votato NO 31 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 5), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 41 Consiglieri votanti 32 Consiglieri hanno votato SI' 26 Consiglieri hanno votato NO 6 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 9 Consiglieri Il Consiglio approva.
L'emendamento rubricato n. 6), uguale all'emendamento rubricato n. 21), è ritirato.
Consigliere Monaco, l'emendamento n. 15) lo modifica come su richiesta dell'Assessore? Sostituisce le parole "validità annuale" con "validità di 30 mesi"? Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 15), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 40 Consiglieri votanti 31 Consiglieri hanno votato SI' 25 Consiglieri hanno votato NO 6 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 9 Consiglieri Il Consiglio approva.
Indìco la votazione nominale sull'articolo 12, così come emendato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 41 Consiglieri votanti 39 Consiglieri hanno votato SI' 26 Consiglieri hanno votato NO 13 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri Il Consiglio non approva.
ARTICOLO 12 bis Emendamento rubricato n. 235) presentato da Bertola, Andrissi, Bono, Campo Frediani, Mighetti, Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Segretario Bertola, che interviene in qualità di Consigliere per l'illustrazione.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Intanto, mi complimento con la Giunta regionale, perché questo disegno di legge, che era già fortemente criticabile, sta peggiorando ulteriormente con l'esame in aula e con l'accettazione di alcuni emendamenti, in particolare quelli all'articolo precedente, anche con buona pace dei pochi componenti della maggioranza che, in Commissione, mostravano un atteggiamento un po' diverso. Nel senso che, superato il tema delle specie cacciabili, dove assolutamente nulla è cambiato, dal momento che non è stata recepita la richiesta di aggiungere almeno altre due specie della tipica fauna alpina, cioè quelle specie meritevoli di particolare e specifica protezione, per quanto riguarda i giorni della caccia, anche se non abbiamo ancora affrontato quel punto, ma sappiamo già che i rumors ci parlano di una maggioranza spaccata tra chi sull'ipotesi di limitare la caccia la domenica vuole fare poco e chi vuole fare ancora meno, nonostante ciò che era successo in Commissione.
Probabilmente, nel segreto della discussione e del voto in Commissione è più facile essere liberi, poi in Aula si va tutti compatti, ma tant'è, noi siamo qui e siamo ancora più determinati a portare avanti la discussione su questo disegno di legge.
Nello specifico, quest'emendamento, che è un emendamento all'articolo 13 vuole inserire un articolo prima dell'articolo 13, stabilisce tutte le misure riguardanti l'esercizio dell'attività venatoria e non fa altro che cercare di riportare all'interno di questo disegno legge il contenuto della nostra proposta di legge; quindi che l'attività venatoria si svolga in base a una concessione che lo Stato rilascia ai cittadini, ai sensi del legge 157 del 1992. Ci sono altre forme di divieti, come l'uso di falchi.
Inoltre: "L'attività venatoria può essere praticata nel territorio regionale in via esclusiva in una delle seguenti forme". Sono indicate le forme con le quali può essere praticata; la fauna selvatica abbattuta, nel rispetto delle disposizioni della presente legge, appartiene a colui che l'ha cacciata; il cacciatore durante l'attività venatoria è obbligato a indossare un giubbotto ad alta visibilità, sia anteriore che posteriore; in ultimo, è vietato l'uso di richiami vivi.
Come dicevo, riportiamo all'interno del disegno di legge alcune delle previsioni importanti contenute nella nostra proposta di legge.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bertola.
La parola al Consigliere Bono.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Con quest'emendamento, prima dell'articolo 13 o dopo l'articolo 12 vorremmo introdurre un articolo suppletivo numerato al momento come 12 bis, in cui si danno particolari definizioni e limitazioni all'esercizio dell'attività venatoria.
"L'attività venatoria si svolge in base a una concessione che lo Stato rilascia ai cittadini che la richiedono e che posseggono i requisiti previsti dalla 157 dalla legge regionale. Costituisce esercizio venatorio ogni atto diretto all'abbattimento e alla cattura di fauna selvatica secondo le modalità nel tempo e con l'impiego dei mezzi autorizzati e animali a ciò destinati.
È considerato altresì esercito venatorio il vagare o il soffermarsi con i mezzi destinati a tale scopo in attitudine di ricerca della fauna selvatica o di attesa la medesima per abbattere o catturarla. È evitato l'uso di falchi e di altri rapaci, sia diurni che notturni, nonché dell'arco e della balestra. Ogni modo di abbattimento di fauna selvatica non previsto dalla presente legge è vietato.
L'attività venatoria può essere praticata in esclusiva nelle seguenti forme: vagante nella zona delle Alpi, vagante in appostamento temporaneo nelle altre zone. La fauna selvatica abbattuta nel rispetto delle disposizioni della presente legge appartiene a chi l'ha cacciata".
Inoltre, il cacciatore durante l'attività venatoria è obbligato a indossare un giubbotto ad alta visibilità, sia anteriore che posteriore, ed è vietato l'uso di richiami vivi.
Si dettano tutta una serie di condizioni che vanno a limitare e regolamentare ulteriormente la caccia con delle definizioni che riteniamo fondamentali per il prosieguo della legge.
Se si riuscisse ad avere anche un po' meno di rumore, non dico di silenzio ma un po' meno di rumore potrebbe essere utile.



PRESIDENTE

Ha ragione, Consigliere Bono.
La parola al Consigliere Andrissi.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Con l'emendamento 235) inseriamo l'articolo 12 bis, che va a normare in modo dettagliato l'attività venatoria, quindi precisiamo che l'attività venatoria si svolge in base a una concessione che lo Stato rilascia ai cittadini; costituisce esercizio venatorio ogni atto diretto all'abbattimento; è considerato altresì esercizio venatorio il vagare o il soffermarsi con i mezzi destinati a tale scopo o in attitudine di ricerca della fauna selvatica o di attesa della medesima per abbatterla e, quindi ovviamente, quest'attività va svolta, come indichiamo nei commi successivi indossando giubbotti che consentano d'identificare il cacciatore e consentono al cacciatore di essere ben visibile da parte dei cittadini che transitano in zona.
Questo è un aspetto molto importante, perché in questo modo si potrebbero evitare molti incidenti. Se un cittadino è nelle vicinanze di un cacciatore, che è in un assetto minaccioso per la fauna selvatica (non per i cittadini, spero), ovviamente può, con qualche mezzo strumentale o utilizzando la voce, farsi identificare e correre meno pericoli per la propria incolumità.
Andiamo, poi, a ulteriori esemplificazioni, perché ogni modo di abbattimento di fauna selvatica non prevista dalla presente legge è vietato. L'attività venatoria può essere praticata nel territorio regionale in via esclusiva in una delle seguenti forme: vagante nella zona delle Alpi; vagante o in appostamento temporaneo nelle altre zone. La fauna selvatica abbattuta nel rispetto delle disposizioni della presente legge appartiene a colui che l'ha cacciata, cosa che va specificata.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Mighetti.



MIGHETTI Paolo

Grazie, Presidente.
Quest'emendamento, di natura più generica degli altri, mi dà l'occasione di fare ancora una riflessione sulla questione dei cacciatori foranei, andando a evidenziare alcune parole dell'Assessore, che sottolineava come in alcune zone i foranei siano una percentuale altissima; come in queste zone i foranei pratichino la caccia di selezione e che nelle stesse zone la caccia di selezione non dia i frutti sperati. Nel senso che lì, gli animali che producono danni all'agricoltura sono in sovrannumero.
Ricordo una riunione in provincia di Alessandria in cui si parlava di questo problema e da cui siamo usciti quasi con la convinzione che dare la possibilità ai foranei di far solo caccia di selezione potesse essere una soluzione. In una Commissione del pomeriggio seguente, qui in Consiglio regionale, ricordo bene un intervento del collega Corgnati, che saggiamente diceva: "I cacciatori vanno a fare selezione nelle zone in cui ci sono tanti caprioli, per esempio, perché sono invogliati ad andare in quei posti a caccia, essendoci tanta selvaggina".
Io non capisco l'atteggiamento della maggioranza quando prevede che si faccia appello ai foranei per fare la caccia di selezione. Vorrei capire se è solo uno strumento per dare un contentino a chi la pensa in questa maniera e andare, poi, a esercitare i poteri sostitutivi che il provvedimento prevede agli articoli 19 e 20: una sorta di articolo che funzionerà per i prossimi sei mesi-un anno e che poi verrà, via via abbandonato, perché la caccia di selezione viene effettuata dove c'è sovrannumero, con tanti foranei che vanno a cercare la zona con tanti caprioli, poi - laddove non si riesca a contenere i danni - arriva l'intervento sostitutivo degli articoli 19 e 20 e la situazione si ripiana.
I foranei non vengono più e siamo in una situazione in cui l'articolo precedente non ha più senso di esistere.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Frediani.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Con quest'emendamento chiediamo l'inserimento di un articolo nuovo: l'articolo 12 bis, che va a disciplinare l'esercizio dell'attività venatoria. È un articolo piuttosto lungo, complesso e dettagliato, che inserisce numerose indicazioni. Le principali sono sicuramente quelle che definiscono l'esercizio venatorio, quindi vanno a delimitare cosa si pu intendere con questa definizione. Si vieta, in particolare al comma 5 l'utilizzo di falchi e altri rapaci diurni e notturni, nonché dell'arco e della balestra. Noi diciamo che questa dovrebbe essere una cosa normale però evidentemente c'è la necessità di specificarlo in legge.
Qualsiasi forma di abbattimento della fauna selvatica non previsto dalla presente legge è vietato; in particolare, porterei l'attenzione sul comma 10, che specifica il divieto dei richiami vivi. È una pratica che, se ci consideriamo una popolazione civile, diciamo rispettosa delle forme di vita (io voglio sperare che lo siamo), dovrebbe essere sicuramente vietata.
Immaginate cosa significhi utilizzare un richiamo vivo: significa utilizzare, ovviamente contro la sua volontà, una creatura vivente per richiamare altri suoi simili e poterli uccidere. Ora, so che parliamo di animali, che non parlano, quindi non possono spiegarvi cosa si provi, per provate un attimo a mettervi in queste condizioni e immedesimarvi, se ci riuscite, ovviamente.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Valetti.



VALETTI Federico

Grazie Presidente.
Con quest'emendamento colmiamo quella che secondo noi è una lacuna di questo disegno di legge. In particolare, poniamo dei limiti dal punto di vista normativo e dell'aspetto essenzialmente etico su come la caccia si deve svolgere secondo il nostro Gruppo.
Pertanto, si pongono dei limiti non solo sull'uso di esche vive, ma anche di falchi e altri rapaci, per un aiuto alla caccia. Si disciplinano le modalità di caccia di battuta oppure ci si sofferma con i mezzi destinati a tale scopo, anche perché spesso siamo sempre molto al limite delle attività di bracconaggio, quindi intendiamo che i limiti e i criteri di quella che deve essere considerata attività venatoria siano specificati in modo molto preciso. A questo serve il nuovo articolo che proponiamo.
Vi sono anche alcune misure che servono a tutelare la sicurezza sia dei cacciatori sia delle persone che si muovono negli ambienti. Ad esempio citiamo almeno l'obbligo di indossare un giubbotto ad alta visibilità anteriore e posteriore, ovviamente anche per la tutela stesse persone che esercitano l'attività venatoria.



PRESIDENTE

Abbiamo dunque illustrato l'emendamento n. 235), quindi l'articolo 12 bis.
Se non ci sono interventi in discussione generale, chiedo all'Assessore Ferrero il parere sull'emendamento.



FERRERO Giorgio, Assessore all'agricoltura, caccia e pesca

Il parere non è favorevole, ma perché questo, come loro sanno, contiene già una serie di divieti, come i richiami vivi che sono presenti da altre parti, e di norme quali l'indossare giubbotti e bretelle che sono già presenti in altre parti della legge.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Ferrero.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 36 Consiglieri votanti 34 Consiglieri hanno votato SI' 6 Consiglieri hanno votato NO 28 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri Il Consiglio non approva.
ARTICOLO 13 Emendamento rubricato n. 236) presentato da Bertola, Andrissi, Bono, Campo Frediani, Mighetti, Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Segretario Bertola, che interviene in qualità di Consigliere per l'illustrazione.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
L'articolo 13 è il primo del Capo IV, che è quello relativo all'esercizio dell'attività venatoria, quindi un Capo molto importante del disegno di legge, così com'è molto importante l'articolo 13 che disciplina, nel disegno di legge della Giunta, il calendario venatorio regionale, dicendo: "La Giunta regionale, sentito l'ISPRA e la Commissione consultiva regionale di cui all'articolo 23, entro e non oltre il 15 giugno di ogni anno adotta con proprio provvedimento il calendario venatorio e le disposizioni relative alla stagione venatoria, nel rispetto dell'articolo 18 della legge 157 del 1992, dell'articolo 1 quaterdecies, comma 5, del decreto legge 203 del 2005". Poi ovviamente si parla di tutti gli aspetti: specie cacciabili giornate e orari di caccia, calmiere giornaliero e stagionale, e così via.
Con l'emendamento n. 236) andiamo ad abrogare l'articolo 13 e con gli emendamenti che seguiranno illustreremo le nostre proposte di modifica - in alcuni casi, direi quasi di riscrittura - dell'intero articolo 13, andando a riprendere il contenuto della proposta di legge che abbiamo presentato all'esame del Consiglio regionale e che purtroppo in Commissione ha ricevuto un voto negativo.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE BOETI



PRESIDENTE

Altri Consiglieri chiedono la parola? Prego, collega Mighetti.



MIGHETTI Paolo

Grazie, Presidente.
Come diceva poc'anzi il collega Bertola, quest'emendamento va ad abrogare l'articolo 13 del disegno di legge; articolo 13 titolato "Calendario venatorio regionale", primo articolo del Capo IV sull'esercizio dell'attività venatoria.
L'abrogazione è un'abrogazione votata a far sì che vengano sostituiti a quest'articolo 13 gli emendamenti che nella fase successiva andremo a spiegare e a illustrare; emendamenti che ripercorrono la proposta di legge regionale portata avanti dal collega Bertola (primo firmatario) e sottoscritta dal Movimento 5 Stelle.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Siamo passati all'articolo 13 che, al Capo IV, introduce l'esercizio dell'attività venatoria e andiamo proprio nel concreto della norma. Si parla appunto di calendario venatorio regionale e, come detto dal collega Bertola (primo firmatario), questo è un emendamento anche un po' provocatorio, nel senso che noi chiediamo l'eliminazione dell'articolo 13 ma sostanzialmente introduciamo un argomento con tutta una serie di limitazioni che vorremmo porre in essere e che vedremo con i successivi emendamenti.
Si parla di specie cacciabili e periodi di caccia, di giornate e ore di caccia (quindi il tema della domenica), del calmiere giornaliero e stagionale e del fatto che, con apposita deliberazione, la Giunta regionale disciplina il prelievo di ungulati, volpi, starne, pernici rosse galliformi alpini ed altre eventuali specie, tra l'altro senza neanche un passaggio di condivisione in Commissione.
Si tratta di avere almeno scritti in norma alcuni dettagli, alcune limitazioni proprio per non dare carta bianca completa nella scrittura del calendario venatorio a ogni Giunta che si sussegue, che magari poi modifica intensamente o radicalmente il calendario a seconda delle proprie sensibilità. Questo lo diciamo nell'interesse di avere una continuità amministrativa e legislativa, nell'ambito della caccia, che sia il più possibile ampia e forte.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Frediani.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Con quest'emendamento chiediamo di abrogare l'articolo 13 e riprendiamo un po' il discorso già fatto in precedenti discussioni: demandare troppe attività alla Giunta.
In questo caso, demandare l'intero calendario venatorio regionale alla Giunta è sicuramente un eccesso.
Lo diceva poco fa il collega Bono: non è la soluzione accettabile pensare che a ogni cambio di Governo regionale si possa avere un calendario venatorio legato alle decisioni di una Giunta che può, ogni volta, cambiare colore. Immaginate già solo se ci fosse un'alternanza tra le forze politiche presenti in Aula, potrebbe andare bene o potrebbe andare male, a seconda dei punti di vista dell'Assessore competente.
Tra l'altro, nell'articolo si vanno a definire anche altri temi rispetto ai quali la Giunta avrebbe ampio potere discrezionale: le specie cacciabili e i periodi di caccia, le giornate e gli orari di caccia (e qua ritorna il tema della caccia domenicale), il carniere giornaliero stagionale e altri dettagli.
È chiaro che se dovessimo immaginare un Giorgio Bertola Assessore quest'articolo sarebbe perfetto, però siccome siamo equi e vogliamo che ci sia garanzia di equità rispetto al volere dei cittadini piemontesi crediamo sia necessario mantenere o, perlomeno, evitare che ci sia eccessiva discrezionalità su alcune decisioni di vitale importanza come quelle contenute in quest'articolo.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Andrissi; ne ha facoltà.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Con l'emendamento 236) chiediamo l'abrogazione dell'articolo 13. Come ha detto perfettamente la mia Capogruppo Frediani (ha fatto un intervento più che eccellente), la pratica, da parte della Giunta regionale in questo disegno di legge, di demandare sempre a sé stessa, la riteniamo inopportuna.
Riteniamo, in modo particolare, che le specie cacciabili e i periodi di caccia non debbano essere rimandati a successivo provvedimento della Giunta, quindi DGR della Giunta, ma crediamo che la norma che approveremo non si sa più quando ma un giorno l'approveremo - debba contenere queste indicazioni per dare certezze sia al movimento venatorio sia al movimento anticaccia, prendendosi la responsabilità di fare delle scelte, in modo particolare sulle giornate e sugli orari di caccia.
Crediamo che questa sia una scelta fondamentale e importantissima, che non può essere rinviata a una successiva decisione di Giunta.
Lo stesso per quanto riguarda il carniere giornaliero e stagionale, perch sicuramente vanno date delle certezze.
Crediamo, quindi, che anche i commi successivi che rimandano a deliberazioni successive della Giunta vadano abrogati.
Stesso discorso per l'ultimo comma, il comma 4: "Durante l'esercizio venatorio, nonché nel corso dell'attività di contenimento di selvatici previsti dalla presente legge, è obbligatorio per tutti i cacciatori, al fine di svolgere l'attività in sicurezza".
In parte questo lo abbiamo già inserito in un altro comma, quindi riteniamo che vada abrogata.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Andrissi.
Emendamento rubricato n. 237) presentato da Bertola, Andrissi, Bono, Campo Frediani, Mighetti, Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Segretario Bertola, che interviene in qualità di Consigliere per l'illustrazione.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Mentre con l'emendamento precedente andavamo ad abrogare l'articolo 13, con l'emendamento 237) andiamo a riscriverlo, quindi andiamo a sostituire l'articolo 13 del DDL, inserendo il nostro articolo, l'articolo della nostra proposta di legge.
Prevediamo che la Giunta regionale, sentita l'ISPRA, entro e non oltre il 15 di giugno di ogni anno, pubblichi il calendario venatorio valido per l'intero territorio regionale e disposizioni relative alla stagione venatoria.
Il calendario venatorio relativo all'intera annata venatoria riguarda i seguenti oggetti: specie cacciabili e periodi di caccia, giornate e orari di caccia, carniere giornaliero e stagionale, ora legale di inizio e termine dalla giornata venatoria, periodi in modalità per l'addestramento dei cani da caccia e il loro impiego durante la stagione venatoria.
I provvedimenti della Giunta regionale, che approvano i piani di prelievo selettivi, sono trasmessi alle Province ed alla Città metropolitana, che provvederanno a darne adeguata pubblicità. Entro il 20 settembre di ogni anno, la Giunta regionale, sentito l'ISPRA, pubblica, sulla base dei risultati dei censimenti effettuati nella stagione riproduttiva in corso un piano di prelievo numerico per la specie cinghiale, stabilendo altresì le modalità con cui conteggiare giornalmente i capi abbattuti per ogni specie, al fine di chiudere tempestivamente la caccia a quelle specie il cui piano di prelievo sia stato completato.
Il calendario venatorio regionale, i piani di prelievo numerico, le comunicazioni e il completamento di detti piani, con i conseguenti divieti di caccia alle specie interessate devono essere resi pubblici mediante immediata affissione agli albi pretori di tutte le Amministrazioni interessate e le sedi di tutte le associazioni venatorie, mediante comunicazione agli organi di informazione, compresi quelli locali.
Deve, altresì, essere fornita una comunicazione immediata a tutti i soggetti responsabili della vigilanza venatoria.
Con il termine censimento s'intende ogni operazione volta al conteggio di individui appartenenti alla fauna selvatica presenti in un determinato territorio. L'esercizio dell'attività venatoria è consentito con i mezzi e nel rispetto delle disposizioni stabilite all'articolo 13 della legge 157/1992, a eccezione dell'arco.
Fatta salva la facoltà della Giunta regionale di regolamentare, in maniera più restrittiva, quanto previsto dalla citata norma durante l'esercizio venatorie, nonché nel corso dell'attività di contenimento di selvatici previsti dalla presente legge, è obbligatorio per tutti i cacciatori e operatori, al fine di svolgere l'attività in sicurezza, indossare giubbotti o bretelle retroriflettenti ad alta visibilità.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Mighetti; ne ha facoltà.



MIGHETTI Paolo

Quest'emendamento, come avevamo anticipato prima, è l'emendamento che andrebbe a sostituire l'articolo del DDL di Giunta con quello proveniente dalla nostra proposta di legge regionale sulla caccia.
In sostanza, si tratta di una revisione della normativa basata su un principio più salvaguardante anche nell'ambito della sicurezza degli stessi cacciatori che esercitano l'attività venatoria. Sappiamo bene, infatti, che maneggiare armi non è un'attività scevra da pericoli (anzi, nei comporta parecchi); pericoli non solo per gli stessi cacciatori, ma anche per chi sta loro intorno.
La nostra è una proposta che, ahimè, non vedrà la luce, ma è comunque più restrittiva per quanto riguarda tutte le questioni inerenti la sicurezza.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Andrissi; ne ha facoltà.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Con l'emendamento n. 237) proponiamo la riscrittura dell'articolo 13 come da nostra proposta di legge a prima firma Bertola.
Prevediamo, quindi, che il calendario venatorio relativo all'intera annata venatoria riguardi i seguenti oggetti: specie cacciabili e periodi di caccia, giornate ed orari di caccia, carniere giornaliero e stagionale, ora legale di inizio e termine della giornata venatoria, periodi e modalità per l'addestramento dei cani da caccia e loro impiego durante la stagione venatoria.
Ovviamente, il tutto rispettando il primo comma, ovvero che la Giunta regionale, sentito l'ISPRA, entro e non oltre il 15 giugno di ogni anno pubblica il calendario valido per l'intero territorio regionale e le disposizioni relative alla stagione venatoria.
Al comma 3 prevediamo che i provvedimenti dalla Giunta regionale che approvano i piani di prelievo selettivi siano trasmessi alle Province e alla Città metropolitana, che provvederanno a darne adeguata pubblicità.
Entro il 20 settembre di ogni anno la Giunta regionale, sentito l'ISPRA pubblica, sulla base dei risultati dei censimenti effettuati nella stagione riproduttiva in corso, un piano di prelievo numerico per la specie cinghiale, stabilendo altresì la modalità con cui conteggiare giornalmente i capi abbattuti per ogni specie.
Al comma 5 si prevede che il calendario venatorio regionale, i piani di prelievo numerico e le comunicazioni di completamento di detti piani con i conseguenti divieti di caccia alle specie interessate, devono essere resi pubblici mediante immediata affissione agli albi pretori di tutte le amministrazioni interessate, alle sedi di tutte le associazioni venatorie e mediante comunicazione agli organi di informazione, compresi quelli locali.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Valetti; ne ha facoltà.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
In questa riscrittura riprendiamo alcuni principi presi anche nel precedente articolo bis che abbiamo proposto; riscriviamo, però, in modo più puntuale, l'articolo 13.
Chiedo scusa, ma.



(Brusìo in aula)



PRESIDENTE

Invito i Consiglieri a consentire l'illustrazione degli emendamenti: questo richiamo vale per i Consiglieri in Aula, ma anche per le persone che lavorano all'interno dell'Aula.
Prego, collega Valetti.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Come dicevo, specifichiamo meglio alcuni principi già citati nell'esistente articolo 13. Riprendo da dove ha lasciato il collega Andrissi.
Specifichiamo che con il termine "censimento" si intende ogni operazione volta al conteggio di individui appartenenti alla fauna selvatica presenti in un determinato territorio.
Il comma 7 di questo nuovo articolo 13 specifica che l'attività venatoria viene consentita con i mezzi e nel rispetto delle disposizioni stabilite dall'articolo 13 della legge 157/1992 a eccezione dell'arco, fatta salva la facoltà della Giunta di regolamentare in maniera più restrittiva a quanto previsto dalla norma.
Questo risponde ai principi che abbiamo enunciato finora, che secondo noi devono essere previsti in legge e non demandati interamente a un provvedimento di Giunta.
Pertanto, anche per evitare delle "virate" che vadano contro i principi della stessa legge, in uno spirito di maggior permissività, viene specificato che la Giunta può regolamentare solo in maniera più restrittiva. In ogni caso, rispetto a questo testo di legge che pone dei paletti molto fissi, eventuali delibere di Giunta potranno solo restringerne i criteri.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Questa riscrittura dell'articolo 13 è sicuramente molto più precisa di quella contenuta attualmente nel testo del disegno di legge della Giunta, e lo si evince già dai primi commi, perché iniziamo a indicare delle date precise.
Il 15 giugno di ogni anno è la data entro e non oltre la quale la Giunta pubblica il calendario valido per l'intero territorio regionale e le disposizioni relative alla stagione venatoria. Vengono poi indicate anche le specie cacciabili e i periodi di caccia, le giornate e gli orari di caccia, il carniere giornaliero e stagionale, l'ora legale d'inizio e termine della giornata venatoria, i periodi e le modalità per l'addestramento dei cani da caccia e il loro impiego durante la stagione venatoria.
Si dà poi adeguato spazio alla pubblicità dei provvedimenti, quindi si prevede la trasmissione alle Province e alla Città metropolitana, che sono poi gli enti che dovranno dare, per l'appunto, adeguata visibilità a queste indicazioni della Giunta.
Inoltre, si specifica che entro il 20 settembre di ogni anno la Giunta regionale, sentito l'ISPRA, pubblica, sulla base dei risultati dei censimenti effettuati nella stagione riproduttiva in corso, un piano di prelievo numerico per la specie cinghiale, stabilendo altresì le modalità con cui conteggiare giornalmente i capi abbattuti per ogni specie, al fine di chiudere tempestivamente la caccia a quelle specie il cui piano di prelievo sia stato completato.
È una pianificazione precisa che si basa, comunque, su una censimento che viene effettuato entro una certa data.
Il calendario venatorio regionale, i piani di prelievo numerico e le comunicazioni di completamento di detti piani, con i conseguenti divieti di caccia alle specie interessate, devono essere resi pubblici mediante immediata affissione.



PRESIDENTE

Altri Consiglieri desiderano intervenire? La parola al Consigliere Bono.



BONO Davide

Siamo all'articolo 13, quindi vorremmo riscrivere il calendario venatorio regionale, inserendo dei paletti molto più chiari e stringenti rispetto a quanto posto nella proposta del disegno di legge della Giunta regionale, in quanto s'intende di nuovo rimandare a regolamenti di Giunta (in questo caso, un calendario venatorio) tutta una serie di scadenze, di vincoli come specie cacciabili, giornate, orari, carniere eccetera.
Noi vorremmo avere chiare innanzitutto le tempistiche; il 15 giugno è la deadline della presentazione del calendario; poi dentro ci devono essere anche le ore di inizio e termine della giornata venatoria, le modalità per l'addestramento dei cani da caccia e il loro impiego. Entro il 20 settembre di ogni anno, una cosa molto importante: "La Giunta regionale, sentita l'ISPRA, pubblica sulla base dei risultati dei censimenti effettuati a stagione riproduttiva in corso, un piano di prelievo numerico per la specie cinghiale, stabilendo altresì le modalità con cui conteggiare giornalmente i capi abbattuti per ogni specie, al fine di chiudere tempestivamente la caccia a quelle specie il cui piano di prelevo sia stato completato".
Inoltre: "I piani di prelievo selettivi vengono approvati sempre dalla Giunta regionale e sono trasmessi alle Province e alla Città metropolitana che ne daranno adeguata pubblicità".
Penso che una riscrittura almeno di alcuni punti di questo articolo possa essere utile.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bono.
Emendamento rubricato n. 55) presentato da Bertola, Andrissi, Bono, Campo Frediani, Mighetti, Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Tale emendamento è uguale all'emendamento n. 58).
La parola al Consigliere Segretario Bertola, che interviene in qualità di Consigliere per l'illustrazione.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Con l'emendamento n. 55) proponiamo di modificare la lettera b) del comma 1 dell'articolo 13, che attualmente regola le giornate ed orari di caccia.
Proponiamo una piccola modifica, che recita "giornate ed orari di caccia secondo quanto previsto dall'articolo 18 della legge 157/92", quindi facciamo un riferimento specifico alla legge nazionale che norma il silenzio venatorio nelle giornate di martedì e venerdì.
Inoltre, "secondo le disposizioni della legge nazionale il numero delle giornate di caccia settimanali non può essere superiore a tre".



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
S'intende modificare la lettera b) del comma 1 dell'articolo 13, che al momento parla solo di giornate e orari di caccia, in maniera abbastanza generica, mentre nella nostra proposta aggiungeremmo "secondo quanto previsto dall'articolo 18 della legge nazionale", quindi la n. 157 più volte citata.
Crediamo che, visto che l'articolo 18 della legge nazionale prevede il divieto di caccia e il silenzio venatorio nelle giornate di martedì e venerdì, dovremo riprenderlo, non essendo un automatismo nella norma regionale. Inoltre "il numero delle giornate di caccia settimanali non deve essere superiore a tre". Quindi, ci chiediamo se sia recepita in automatico la norma nazionale oppure no. In ogni caso, riteniamo che si debba richiamare nello specifico, anche per una corretta prassi legislativa, la norma gerarchicamente superiore, cioè la legge n. 157/92.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Quest'emendamento propone una modifica della lettera b) del comma 1 dell'articolo 13, riscrivendola in questo modo: "Giornate e orari di caccia, secondo quanto previsto dall'articolo 18 della legge 157/92".
Facciamo riferimento a una fonte normativa superiore per specificare quali siano le giornate e gli orari di caccia.
Nell'articolo 18 della legge nazionale viene normato il silenzio venatorio e, nello specifico, s'indicano le giornate di martedì e venerdì. Inoltre il numero delle giornate di caccia settimanali, secondo quanto definito in questo articolo, non può essere superiore a tre. Questa è una delle proposte che facciamo rispetto alla riscrittura dell'articolo 13, è una rimodulazione comma per comma, dopo aver proposto con un precedente emendamento l'abrogazione totale di quest'articolo e poi la sostituzione nella sua interezza.
Passiamo adesso a modifiche che vanno a incidere sui diversi commi, andando a proporre delle modifiche, che sicuramente potrebbero essere accolte dalla Giunta, perché sono assolutamente di buonsenso, come questa che fa riferimento a una norma nazionale.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Frediani.
Emendamento rubricato n. 16) presentato da Corgnati, Monaco.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Il proponente non è presente in aula, l'emendamento, quindi, è dato per illustrato.
Emendamento rubricato n. 283) presentato da Corgnati, Monaco.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Il proponente non è presente in aula, l'emendamento, quindi, è dato per illustrato.
Emendamento rubricato n. 11) presentato da Monaco.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Il proponente non è presente in aula, l'emendamento, quindi, è dato per illustrato.
Subemendamento rubricato n. 210) presentato da Vignale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
L'emendamento rubricato n. 210), in realtà, è un subemendamento all'emendamento rubricato n. 56), che prevede una riduzione rispetto ai giorni consentiti per l'attività venatoria.
L'articolo 18 della legge n. 157, legge dello Stato, individua alcuni paletti con cui svolgere l'attività venatoria. Indica i giorni, le aperture e le chiusure, anche relativamente ad alcune specie. Indica i periodi in cui può essere consentita l'attività venatoria per alcune specie. Demanda alle Regioni la stesura del calendario venatorio, con un atto amministrativo.
Ho sentito dire dai colleghi che il fatto che fosse un atto amministrativo è limitante perché possono cambiare le Giunte regionali e disporre di calendari venatori differenti. In realtà, non dovrebbe essere così se questa Regione rispettasse, come le altre Regioni italiane, la legge dello Stato. Un calendario venatorio si costruisce, come l'Assessore teoricamente sa, ma poi non viene declinato nella pratica, con la consistenza faunistica e anche le giornate sono quelle indicate dalla legge dello Stato, che indica un lasso temporale all'interno del quale svolgere l'attività che è dall'alba al tramonto. Infatti, in ogni tesserino regionale, è indicato per singoli periodi, qual è il momento in cui s'individua il minuto dell'alba e quello del tramonto proprio per dare certezza a chi svolge l'attività venatoria e a chi svolge l'attività di controllo di poter intervenire.
Non è semplicemente possibile prevedere la riduzione di una giornata prevista dalla norma. La norma dice chiaramente che chi svolge l'attività venatoria ha, nei cinque giorni disponibili, tre possibilità di esercizio dell'attività.
In teoria, questi sono emendamenti che, violando la legge dello Stato sarebbero dovuti essere ammessi con riserva, ma è evidente che, nel momento in cui la stessa legge della Giunta regionale viola la legge dello Stato uno può emendare anche chiedendo, come in questo caso, che la caccia sia limitata nel giorno della domenica, cosa che ovviamente non condividiamo perché, semplicemente, lo prevede una legge dello Stato, e non casualmente è infatti previsto in tutte le Regioni italiane.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MOTTA



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Vignale.
Emendamento rubricato n. 56) presentato da Bertola, Andrissi, Bono, Campo Frediani, Mighetti, Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Segretario Bertola, che interviene in qualità di Consigliere per l'illustrazione.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Con l'emendamento rubricato n. 56) iniziamo a parlare dei giorni nei quali è consentita l'attività venatoria. Lo facciamo nell'articolo 13 e poi andremo a farlo, nuovamente, all'articolo 21, quando si parlerà di divieti.
Tra i divieti noi abbiamo inserito anche quello di praticare l'attività venatoria alla domenica. Peraltro, se non ricordo male, c'è anche un emendamento uguale da parte di un Gruppo o più Consiglieri di maggioranza (non so se l'hanno già ritirato o se lo ritireranno in seguito, visto come sta andando la discussione sul tema).
In ogni caso, con l'emendamento n. 56) diciamo che l'attività venatoria è consentita esclusivamente nelle giornate di mercoledì, giovedì e sabato dal sorgere del sole fino al tramonto. L'esercizio venatorio è, in ogni caso, vietato in tutto il territorio regionale nelle giornate di lunedì martedì, venerdì e domenica.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Bertola.
La parola al Consigliere Andrissi per l'illustrazione.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Con l'emendamento n. 56) "l'attività venatoria è consentita esclusivamente nelle giornate di mercoledì, giovedì e sabato". Con quest'emendamento finalmente, si arriva a uno dei problemi centrali, cioè le giornate di caccia e con quest'emendamento eliminiamo, finalmente, l'attività venatoria alla domenica.
Sappiamo che la domenica è la giornata con più incidenti in quanto, oltre all'attività venatoria, vi è anche maggior fruizione da parte di cittadini piemontesi di boschi, prati e ambienti naturali.
È logica conseguenza un emendamento di questo tipo che, in qualche modo mette in sicurezza la fruizione delle nostre aree verdi e consente ai cittadini che vogliano andare a raccogliere funghi, che vogliono andare a raccogliere castagne o fare una corsa nelle aree verdi piemontesi, di poterlo fare alla domenica, senza dover rischiare la vita. Per questo motivo, noi presentiamo quest'emendamento.
Anche che la statistica ci conforta, nel senso che il maggior numero di incidenti avvengono proprio la domenica, quindi è importante limitare l'attività venatoria in quel giorno, in quanto è proprio la giornata in cui vi sono più incidenti e vi è il maggior numero di cacciatori nelle vicinanze di cittadini che fanno altri tipi di attività.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Mighetti; ne ha facoltà.



MIGHETTI Paolo

Grazie, Presidente.
Siamo arrivati all'emendamento centrale di tutta la discussione.
L'emendamento della domenica che hanno illustrato i colleghi e che, secondo quanto proposto dal nostro Gruppo, prevede che l'esercizio venatorio non sia effettuato di domenica. All'esercizio venatorio vengono dedicati tre giorni alla settimana (mercoledì, giovedì e sabato) e la domenica viene lasciata a persone che fanno altro tipo di attività nelle zone che sono "venabili", passatemi questo termine.
Pensiamo sia una soluzione che consenta ai cacciatori di praticare la caccia e alle altre persone di usufruire dell'ambiente naturale, nelle giornate di domenica, con una certa tranquillità e, soprattutto, mette al riparo entrambi da quegl'incidenti che, purtroppo, la scorsa stagione venatoria si sono verificati non solo tra cacciatori, ma incidenti che hanno coinvolto persone che stavano, per esempio, andando a raccogliere castagne nel bosco.
Non possiamo dimenticare che i boschi sono frequentati da queste persone sono frequentati da chi va per funghi, da chi va per castagne, da chi fa escursioni in mountain bike, da chi va a correre, da chi svolge attività nel proprio fondo, chi raccoglie la legna, chi fa qualsiasi attività di tipo agro-silvo-forestale, quindi è opportuno lasciare uno spazio libero anche a tutto un altro mondo che non sia quello venatorio.



PRESIDENTE

Grazie, collega Mighetti.
La parola alla Consigliera Frediani.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Quest'emendamento è riferito all'articolo 13 e dice che l'attività venatoria è consentita esclusivamente nelle giornate di mercoledì, giovedì e sabato, dal sorgere del sole fino al tramonto. L'esercizio venatorio è in ogni caso vietato in tutto il territorio regionale nelle giornate di lunedì, martedì, venerdì e domenica.
Su quest'ultimo giorno abbiamo concentrato la nostra attenzione nell'illustrazione di quest'emendamento; la giornata domenicale è la giornata che dovrebbe essere dedicata al tempo libero, alla famiglia, ai lavori che non si possono svolgere durante la settimana.
Io mi chiedo come si possano condividere gli spazi dell'ambiente naturale con persone che girano con un'arma in mano. Dovrebbe essere un pensiero che occupa la mente di tutti noi pensare che all'interno delle nostre aree naturali, quindi nei nostri boschi e sulle nostre montagne, convivano, un giorno alla settimana, un giorno particolarmente affollato, persone inermi e persone che girano, invece, armate e che magari si sbagliano e ti scambiano per un cinghiale e ti abbattono.
Detta così, sembra una battuta, ma in realtà sappiamo benissimo che purtroppo, questi episodi non sono così rari. Magari, la maggior parte delle volte riguardano episodi tra cacciatori e, quindi, un cacciatore spara a un suo compagno cacciatore non riconoscendolo, e questo è il motivo per cui abbiamo anche chiesto che si debba indossare abbigliamento ad alta visibilità.
Nel caso in cui si vada a colpire una persona inerme che vuole soltanto godersi il bosco, raccogliere castagne, far legna o fare tutte le attività che elencava il mio collega Mighetti, questo diventa veramente un caso che dovrebbe togliere il sonno a tutti noi che stiamo legiferando in materia.
Veramente, la caccia la domenica è un cosa che non possiamo assolutamente accettare sul nostro territorio.



PRESIDENTE

Grazie, collega Frediani.
La parola al Consigliere Bono.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Questo è forse uno degli emendamenti più importanti e cruciali per lo sviluppo del disegno di legge.
Non sappiamo più come dirlo; lo stiamo dicendo da diverse sedute, l'abbiamo detto in diverse sedute di Commissione e anche la scorsa legislatura quando ne abbiamo parlato relativamente alla vicenda ignobile della modifica della legge finalizzata alla cancellazione del referendum.
Noi riteniamo che il divieto della caccia la domenica sia un principio di civiltà. Poi da un punto di vista personale, alcuni di noi ritengono che addirittura eliminare la caccia, per ridurla soltanto al prelievo selettivo, per la tutela della corretta quantità di fauna selvatica e della corretta convivenza con le coltivazioni agricole sia un reale segnale di civiltà che nel XXI secolo dovremmo manifestare.
Tuttavia, oggi ci concentriamo sul possibile "qui e ora", quindi riteniamo che vietare la caccia la domenica e permetterla soltanto tre giorni alla settimana, come prevede l'articolo 18 della legge nazionale n. 157 del 1992, e abbiamo scelto le giornate di mercoledì, giovedì e sabato, sia accoglibile sia da questa maggioranza che dalla Giunta.
Pertanto, abbiamo inteso presentare quest'emendamento chiaro e semplice (basta leggerlo per comprenderlo) e speriamo veramente che possa venire accolto dalla maggioranza, che a più riprese ha dimostrato di avere una sensibilità in questo senso e, forse, magari, da parte di qualcuno una preoccupazione, secondo noi, non ragionevole, nel senso che non è suffragata da dati che, andando su questa linea, potremmo arrecare danni a una popolazione ristretta di cittadini piemontesi che sono cacciatori oppure alla limitazione dei danni alle colture agricole; pensiamo si possa fare l'uno e l'altro.
L'arte politica è proprio l'arte di saper costruire leggi che soddisfino principi, ma anche esigenze dei cittadini su entrambe le posizioni, che spesso ci sono.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bono.
Non ci sono altri iscritti a parlare.
Subemendamento rubricato n. 211) presentato da Vignale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Il subemendamento n. 211) vuole cassare l'emendamento 57), che è ancora peggiorativo rispetto all'emendamento precedente, perché non soltanto cassa la possibilità di esercizio dell'attività venatoria nella giornata della domenica, ma individua come possibilità di esercizio dell'attività venatoria esclusivamente le giornate di mercoledì e sabato; mentre la legge dello Stato dice chiaramente che il numero di giornate in cui è possibile svolge l'attività venatoria sono tre.
Però, guardate, vi è un tema che va affrontato ed è - noi lo diciamo dall'inizio - uno dei tanti temi assenti in questa legge.
Si vogliono far passare due concetti. Prima il collega Bono diceva che loro, ovviamente, vieterebbero la caccia, ma occorre coniugare l'intervento di selezione (credo intendesse l'intervento di controllo) rispetto al sovrannumero delle specie tenute in equilibrio dall'esercizio venatorio.
Il tema è esattamente questo: l'equilibrio faunistico all'interno della nostra regione, all'interno del nostro Stato, così come all'interno di altri Stati europei, non avviene per soppressione naturale delle specie che inevitabilmente diventano in sovrannumero, ma avviene esclusivamente perch c'è un intervento di riduzione delle specie stesse che avviene nei mesi di apertura dell'attività venatoria o, successivamente, nei mesi in cui si svolge il controllo.
L'ho rammentato la scorsa settimana, ma lo ripeto anche in questa: ricordo che il Governo provinciale, a guida del Movimento 5 Stelle, ha fatto prima, un regolamento di selezione e abbattimento (ahimè, dovrebbero saperlo) coi fucili delle nutrie e, molto recentemente, lo stesso Governo a guida Movimento 5 Stelle ha fatto un intervento di contenimento con l'uso dei cacciatori, che - ricordo - usano fucili, per il contenimento del cinghiale. È inevitabile il legame fra piani di abbattimento e utilizzo del mondo venatorio.
Non soltanto è innegabile, ma è l'unico strumento possibile, perché non credo che le 21 guardie provinciali siano in grado di svolgere questo ruolo e perché non credo che il Corpo forestale dello Stato, oggi diventato Arma dei Carabinieri, possa svolgere questo ruolo, tant'è che ha dovuto abdicare agli strumenti naturali che vengono utilizzati, per poi dover utilizzare quello che è sempre avvenuto, cioè la mano dell'uomo - in modo molto più regolamentato, ovviamente, rispetto a una volta - per ridurre le specie in sovrannumero.
Questa è una possibilità. La seconda possibilità è che, invece, si viva in un Eden felice dove gli animali hanno più diritti degli agricoltori, dove vi è un numero spropositato di specie che vagano incontrollate per i comuni, i campi, le montagne ed anche le città, senza che nessuno intervenga.



PRESIDENTE

Grazie, collega Vignale.
Emendamento rubricato n. 57) presentato da Bertola, Andrissi, Bertola Bono, Campo, Frediani, Mighetti, Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere segretario Bertola, che interviene in qualità di Consigliere per l'illustrazione.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
L'emendamento n. 57) disciplina i giorni nei quali è consentita l'attività venatoria e, a differenza di quello precedente, dice che è consentita esclusivamente nelle giornate di mercoledì e sabato, dal sorgere del sole fino al tramonto. Questo è il contenuto specifico della nostra proposta di legge e abbiamo voluto riproporlo anche nel disegno di legge in oggetto.
È chiaro che è implicito dire che la caccia è consentita solo nelle giornate di mercoledì e sabato, escludendola nel giorno della domenica. In parallelo a questa proposta, che è proprio organica nella nostra proposta di legge, abbiamo aggiunto, durante l'esame in Commissione e poi ovviamente, anche qui in Aula, in un articolo più avanti (l'articolo 21 che riguarda i divieti) il divieto specifico di caccia nel giorno della domenica.
Per noi rappresentava e rappresenterebbe un punto di mediazione vietarla se non altro la domenica, per le ragioni che abbiamo già espresso. Pensiamo che la totalità dei cittadini abbia più diritti dei cacciatori e quindi abbia il diritto di andare per i boschi la domenica, tranquillamente, senza il timore di essere colpita - involontariamente, ovviamente - da qualche cacciatore.
Del resto, non pensiamo che gli animali abbiano più diritti degli agricoltori: ci sono specie animali che interferiscono con le attività umane, ma, del resto, la cosa è resa ancora peggiore proprio dall'attività venatoria e dall'emissione massiccia di capi di cinghiale. Finora qualcuno ha pensato che, non tanto gli animali avessero più diritti degli agricoltori, ma che i cacciatori avessero più diritti degli agricoltori e che abbiano ancora più diritti degli agricoltori. Questa è la realtà dei fatti.
Noi penseremmo non di vivere in un Eden, ma di vivere in un mondo leggermente migliore, se non ci fosse il timore di venire colpiti in mezzo a un bosco. Se non ci fosse tanto piombo nel bosco, sarebbe più simile a un Eden anche senza esserlo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Andrissi.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Con l'emendamento n. 57) continuiamo la nostra attività emendativa sulle giornate di caccia. Precisiamo che la norma nazionale impone il silenzio venatorio nelle giornate di martedì e venerdì e, inoltre, il numero delle giornate di caccia settimanali non può essere superiore a tre. La nostra proposta è di limitarlo a due giornate; in particolar modo, con quest'emendamento proponiamo il mercoledì e il sabato.
Ovviamente, abbiamo numerose argomentazioni per limitare le giornate venatorie a due: innanzitutto, per evitare la domenica, che è una giornata infausta per la caccia, perché le statistiche dicono che il maggior numero d'incidenti per attività venatoria sul territorio regionale e non solo avviene proprio la domenica. Questo riguarda non solo i cacciatori nei confronti dei cittadini che svolgono attività ricreative nelle nostre aree verdi, ma anche i cacciatori stessi, tra loro.
Quindi, la domenica è una giornata da evitare, perché la statistica dice così. È un po' come la curva pericolosa di una determinata strada, dove bisogna mettere dei dissuasori della velocità, oppure degli autovelox in modo da limitare la velocità in quella parte di strada, e così è alla domenica: lì avviene il maggior numero di incidenti.
Proprio per questo motivo, poiché noi vogliamo evitare incidenti di caccia spesso mortali, è importantissimo che la domenica venga tolta dalle giornate in cui è possibile effettuare l'attività venatoria.
Vedo che anche il Consigliere Corgnati è d'accordo con me, per cui credo che quest'emendamento passerà a maggioranza.



PRESIDENTE

Sicuro.
Ci sono altri colleghi che intendono intervenire? Prego, collega Frediani.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Con quest'emendamento ribadiamo la nostra posizione rispetto alle giornate che dovrebbero essere escluse dalla possibilità di praticare l'attività venatoria e ritorniamo sul tema della caccia alla domenica.
Il collega Andrissi è molto fiducioso rispetto all'approvazione di quest'emendamento, perché sa che si basa su presupposti di assoluta ragionevolezza: se pensiamo a quanto accade nei nostri boschi sulle nostre montagne nelle giornate domenicali, non possiamo che arrivare alla conclusione che non si può lasciar condividere lo spazio tra persone armate che vanno in giro cercando di sparare a qualcosa e famiglie con bambini.
In questo senso, un abbonamento allo stadio la domenica può essere altrettanto soddisfacente, se vogliamo occupare il nostro tempo in un modo che non faccia del male ad altre creature viventi e, soprattutto, senza rischiare di sopprimere un essere umano. Veramente non capisco come si possa concepire la convivenza in uno spazio tra persone che desiderano godere della natura in tranquillità o che svolgono un'attività come pu essere banalmente la raccolta delle castagne.
Cito quest'attività, perché è un'attività che viene praticata ogni autunno.
CORGNATI Giovanni ( fuori microfono) Nel campo degli altri!



FREDIANI Francesca

Nel campo degli altri assolutamente no, perché ho la fortuna di avere acquisito, sposandomi, dei castagneti e vi assicuro che nelle domeniche di ottobre, quando con la famiglia andiamo a raccogliere le castagne, abbiamo sempre un sano timore ogni volta che ci addentriamo magari un po' più su nei boschi. Sono castagneti miei (o di mio marito, che dir si voglia), non vado assolutamente a rubare le castagne, o meglio, i marroni altrui.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
"Maroni" poi è un termine anche con sfumature politiche non indifferenti.
Bisogna stare attenti a non romperli, soprattutto, quando si raccolgono.
Al di là dei racconti idilliaci interrotti in malo modo dalla preoccupazione di trovarsi davanti un cacciatore magari con un'acuità visiva non altissima che possa scambiare una persona per un animale, a meno che la persona sia accovacciata come un animale e addirittura coperta di pelo, risulta comunque che spesso si siano verificati incidenti venatori perfino tra gli stessi cacciatori, quindi il quadro che è stato descritto non è così surreale o caricaturale.
È ovvio che la preoccupazione c'è, e personalmente continuo a pensare che la domenica, ma anche il sabato - aggiungerei infatti anche il sabato sono giornate in cui di norma le persone, poiché non lavorano, hanno più tempo libero per recarsi nei boschi, per cui l'attività venatoria si dovrebbe praticare durante la settimana, precludendo il sabato e la domenica.



(Commenti fuori microfono)



BONO Davide

Guarda, non so cosa dirti; avranno dei permessi anche loro, prenderanno dei permessi per andare a fare questa splendida attività ludico-ricreativa.
Quindi una riscrittura dell'emendamento in questo senso va dalle tre giornate alle due; ci saranno diverse formulazioni che prevedono comunque la nostra sicura e certa contrarietà alla domenica.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bono.
Emendamento rubricato n. 284) presentato da Corgnati, Monaco.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Corgnati per l'illustrazione.



CORGNATI Giovanni

Lo do per illustrato, Presidente.



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 153) presentato da Vignale, Bona, Fluttero Ravello, Rossi L., Tronzano (Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
L'articolo 13 introduce un comma 3 che è di nuovo in contrasto con quanto prevede la legge dello Stato. L'articolo 13 del disegno di legge prevede appunto al comma 3, la facoltà da parte della Giunta regionale di regolamentare in maniera più restrittiva quanto previsto dalla citata norma.
Lo stesso comma fa riferimento all'articolo 13 della legge dello Stato, che non fa assolutamente riferimento a quest'aspetto e quindi il nostro emendamento prova a disciplinare quelle che possono essere le modalità di riduzione, dicendo che "può vietare o ridurre per periodi prestabiliti la caccia a determinate specie di fauna selvatica di cui all'articolo 18, per importanti e motivate ragioni connesse alla consistenza faunistica o per sopravvenute particolari condizioni ambientali stagionali o climatiche o per malattie o altre calamità", che sono gli unici motivi per cui la Giunta regionale può intervenire in modo più restrittivo.
Possiamo fare degli esempi semplici, al di là di quello del divieto quando vi sono precipitazioni nevose, ma nel corso dell'anno passato, ovviamente quando vi furono gli incendi, la caccia venne ridotta; oppure due anni fa nel gennaio del 2017, in alcune realtà italiane, per il grande gelo, venne sospesa l'attività venatoria, ma devono essere sempre motivi che stanno all'interno dell'emendamento 153), che li comprende tutti.
Evidentemente, se c'è una malattia trasmissibile all'uomo che pone il divieto di abbattimento di un animale perché potrebbe trasmettere la malattia all'uomo, è chiaro che è un motivo corretto per sospendere o limitare l'attività, ma non può essere in modo così indeterminato.
Crediamo che la modalità con cui è stato scritto il comma 3 dell'articolo 13 non sia corretta.
Invitiamo l'Assessore e la maggioranza a valutare la modalità con cui è stato scritto l'emendamento 153), perché riprende tutte le possibilità che una Giunta ha di ridurre l'attività venatoria, ma tutte le possibilità previste dalla legge dello Stato ed anche - mi si permetta di dirlo - dal buonsenso.
È evidente che ci vuole una motivazione di buonsenso nell'andare a ridurre un'attività precedentemente regolamentata dalla stessa al Giunta regionale.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Vignale.
Emendamento rubricato n. 99) presentato da Vignale, Bona, Fluttero Ravello, Rossi L., Tronzano (Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) L'emendamento è identico al n. 217).
La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
L'emendamento 99) inserisce la facoltà della Giunta regionale di consentire l'uso dei cani in specifici casi e su particolari specie di ungulati. Vi sono situazioni in cui questo avviene già in altri Stati. Avviene in Francia e in altri Stati europei, in cui è possibile l'utilizzo di un cane per essere più efficace nell'attività venatoria, ma anche proprio nelle situazioni in cui si ritiene utile un intervento più significativo rispetto a una specie che è largamente in soprannumero, magari in una singola area della nostra regione.
Quest'emendamento introduce una facoltà, da parte della Giunta regionale che credo sia utile prevedere all'interno della legge.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Vignale.
Emendamento rubricato n. 154) presentato da Vignale, Bona, Fluttero Ravello, Rossi L., Tronzano (Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 155) presentato da Vignale, Bona, Fluttero Ravello, Rossi L., Tronzano (Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Gli emendamenti 154) e 155) intervengono relativamente all'obbligo che il disegno di legge presentato dalla Giunta regionale introduce, relativamente all'indossare bretelle o giubbotti retroreflettenti ad alta visibilità.
Se questo è, evidentemente, doveroso per motivi di sicurezza e per una stessa visibilità nei confronti di soggetti terzi che vi sono persone che stanno svolgendo l'attività venatoria, noi crediamo che andrebbe, intanto sostituita con "indumenti", perché non esistono solo giubbotti o bretelle retroreflettenti.
Faccio un esempio banale: se uno indossa uno zaino, lo stesso zaino deve contenere, laddove vi sia un obbligo di avere strumenti ad alta visibilità delle barre che siano retroreflettenti, per essere visibile, altrimenti soltanto una parte del corpo è visibile, pur indossando il giubbotto mentre la parte coperta dallo zaino non lo è più.
Al di là di questo, che è un aspetto tecnico che riguarda l'emendamento 154), l'emendamento 155) introduce un'eccezione, che è quella per la caccia di selezione da appostamento.
È evidente che sulla caccia di selezione svolta con un fucile ad alta precisione a distanze estremamente significative, non crea né un danno nei confronti di altre persone, nel senso che è una caccia che viene svolta con ottiche di alta precisione, quindi è sostanzialmente inutile, né tantomeno la caccia da appostamento quando si è in un luogo fisso. Penso, per esempio, a quando si è all'interno di un'altana, cioè una struttura realizzata per svolgere l'attività venatoria, ed è molto più visibile la struttura che non ovviamente il cacciatore.
Pertanto, sono aspetti che non hanno nulla di rivoluzionario all'interno della norma. Noi condividiamo il fatto che chi svolge l'attività venatoria debba essere facilmente riconoscibile, come già oggi avviene per la gran parte delle attività di caccia, ma introducendo delle eccezioni che sono eccezioni di buonsenso.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Vignale.
Abbiamo terminato l'illustrazione degli emendamenti.
Non essendoci richieste di intervento per la discussione generale, do la parola all'Assessore Ferrero per il parere della Giunta sugli emendamenti.



FERRERO Giorgio, Assessore all'agricoltura, caccia e pesca

Sull'articolo 13, il parere sarebbe favorevole sugli emendamenti 16), 283) e 284). Chiederei al Consigliere Monaco di ritirare, se lo ritiene l'emendamento 11).
Sull'emendamento 153) del Consigliere Vignale, chiederei, senza voler complicare la vita, se si potesse mettere una frase che non c'è, "che la Giunta, per motivate ragioni, può ridurre". Non mi piace elencare le cose perché se poi, nell'elenco, ne sfugge una, non è contemplata.
Se nel nostro articolo vogliamo far capire che la Giunta può ridurre non perché si è svegliata male una mattina, ma quando ci sono motivate ragioni questo lo possiamo aggiungere, se lo ritiene.



(Commenti del Consigliere Vignale)



FERRERO Giorgio, Assessore all'agricoltura, caccia e pesca

No?



PRESIDENTE

Quindi il parere è negativo?



FERRERO Giorgio, Assessore all'agricoltura, caccia e pesca

Esprimo giudizio favorevole sugli emendamenti n. 16), n. 283) e n. 284).



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Iniziamo le votazioni; chiedo a tutti i colleghi di rimanere in aula.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 236), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 39 Consiglieri votanti 36 Consiglieri hanno votato SI' 6 Consiglieri hanno votato NO 30 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 3 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 237), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 41 Consiglieri votanti 37 Consiglieri hanno votato SI' 5 Consiglieri hanno votato NO 31 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere non hanno partecipato alla votazione 4 Consiglieri Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 55), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 42 Consiglieri votanti 38 Consiglieri hanno votato SI' 6 Consiglieri hanno votato NO 32 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 4 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 58), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 42 Consiglieri votanti 38 Consiglieri hanno votato SI' 6 Consiglieri hanno votato NO 32 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 4 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 16), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 42 Consiglieri votanti 29 Consiglieri hanno votato SI' 23 Consiglieri hanno votato NO 6 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 13 Consiglieri Il Consiglio approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 283), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 40 Consiglieri votanti 30 Consiglieri hanno votato SI' 25 Consiglieri hanno votato NO 5 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 10 Consiglieri Il Consiglio approva.
L'emendamento rubricato n. 11) è ritirato.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 210), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 41 Consiglieri votanti 38 Consiglieri hanno votato SI' 8 Consiglieri hanno votato NO 30 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 3 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 56), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 43 Consiglieri votanti 41 Consiglieri hanno votato SI' 8 Consiglieri hanno votato NO 32 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 211), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 41 Consiglieri votanti 40 Consiglieri hanno votato SI' 8 Consiglieri hanno votato NO 32 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 57), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 42 Consiglieri votanti 39 Consiglieri hanno votato SI' 6 Consiglieri hanno votato NO 33 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 3 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 284), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 42 Consiglieri votanti 26 Consiglieri hanno votato SI' 26 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 16 Consiglieri Il Consiglio approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 153), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 42 Consiglieri votanti 40 Consiglieri hanno votato SI' 9 Consiglieri hanno votato NO 31 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 99), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 42 Consiglieri votanti 39 Consiglieri hanno votato SI' 8 Consiglieri hanno votato NO 31 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 3 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Tale emendamento è uguale all'emendamento rubricato n. 217).
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 154), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 42 Consiglieri votanti 40 Consiglieri hanno votato SI' 8 Consiglieri hanno votato NO 32 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 155), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 41 Consiglieri votanti 39 Consiglieri hanno votato SI' 9 Consiglieri hanno votato NO 30 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'articolo 13, così come emendato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 42 Consiglieri votanti 41 Consiglieri hanno votato SI' 26 Consiglieri hanno votato NO 15 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio approva.
ARTICOLO 13 bis Subemendamento rubricato n. 212) presentato da Vignale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Tale emendamento è ritirato dal proponente.
Subemendamento rubricato n. 213) presentato da Vignale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
L'emendamento è sostanzialmente legato a limitare quello che introduce l'emendamento n. 59), che è in qualche modo il cuore della proposta di legge dei colleghi del Movimento 5 Stelle, che prevede che le specie cacciabili in Piemonte siano soltanto tre (la lepre comune, il fagiano e il cinghiale), che si possono cacciare per soli due mesi l'anno, dal 1 ottobre al 30 novembre, e che il numero massimo sia di tre capi per specie.
Ovviamente non mi soffermo su quanto quest'emendamento renda di fatto inutile l'esistenza della legge n. 157, però l'ha fatto con il comma 5 dell'articolo 2 anche questa Giunta regionale e questa maggioranza. È evidente, però, come sia sostanzialmente inconciliabile presentare una legge che, di fatto, abolisce l'attività venatoria all'interno della nostra Regione con la tutela del territorio piemontese. È sufficiente che prendiamo l'indice delle delibere di Giunta che viene votato e si vedrà che non c'è seduta di Giunta in cui non vi sia un ricorso al Tribunale di pace ci difendiamo sempre, ma perdiamo sempre o quasi sempre - relativamente ai danni da fauna selvatica non solo sulle produzioni agricole, ma in molti casi quei ricorsi sono fatti per danni che vengono prodotti non alle attività agricole, ma con un incidente d'auto piuttosto che altro ricordando sempre che la fauna selvatica è un patrimonio dello Stato.
Quindi, se una parte del patrimonio dello Stato causa danni a privati è lo Stato stesso nelle sue articolazioni che deve in qualche modo pagarle.
Per questo motivo, crediamo che una buona norma che tenga conto delle differenti esigenze e che rispetti la legge dello Stato sia anche una buona legge per il territorio piemontese.



PRESIDENTE

Grazie, collega Vignale.
Emendamento rubricato n. 59) presentato da Bertola, Andrissi, Bono, Campo Frediani, Mighetti, Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Segretario Bertola che interviene in qualità di Consigliere per l'illustrazione.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
L'emendamento n. 59) inserisce un articolo che per noi sarebbe molto interessante, perché riguarda uno degli aspetti fondanti di una legge che riguarda l'attività venatoria, le specie cacciabili.
Proponiamo di introdurre un articolo, dopo l'articolo 13, che recita: "Ai fini dell'esercizio venatorio è consentito abbattere esemplari della fauna selvatica unicamente nel caso in cui accurati studi scientifici dimostrino che le specie oggetto di prelievo presentano, nell'ambito del territorio regionale, una diffusione reale paragonabile a quella potenziale e che le loro dinamiche di popolazione risultino non in diminuzione da un periodo di almeno tre anni.
Il prelievo è comunque limitato a esemplari appartenenti alle seguenti specie, esclusivamente nei periodi indicati: a) specie cacciabili dal 1 ottobre al 30 novembre: lepre comune (Lepus europaeus), fagiano (Phasianus colchicus); b) specie cacciabili dal 1°ottobre al 30 novembre, in base a piani di prelievo basati su censimenti qualitativi e quantitativi accertanti la densità e la composizione delle popolazioni, proposte degli ATC o da CA e approvati dalla Giunta regionale: cinghiale (Sus Scrofa).
La Giunta regionale, per motivate ragioni, nella predisposizione annuale del calendario venatorio può ridurre l'elenco delle specie cacciabili e i periodi dell'esercizio dell'attività venatoria.
La Giunta regionale, sentito l'ISPRA può, per determinate specie, in relazione alle situazioni ambientali delle diverse realtà territoriali modificare i periodi dell'esercizio venatorio compresi dal 1° ottobre e il 30 novembre, e comunque nel rispetto del limite dell'arco temporale massimo indicati nel comma 1".
Il nostro articolo introduce la possibilità di caccia solo per le specie lepre, fagiano e cinghiale con modalità, ovviamente, tra di loro differenti e solo a determinate condizioni.



PRESIDENTE

Il parere della Giunta è negativo su tutti gli emendamenti.
Indìco la votazione nominale sul subemendamento rubricato n. 213), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 39 Consiglieri votanti 38 Consiglieri hanno votato SI' 9 Consiglieri hanno votato NO 29 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 59), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 37 Consiglieri votanti 33 Consiglieri hanno votato SI' 5 Consiglieri hanno votato NO 28 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 4 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Terminiamo qui la discussione sul disegno di legge.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Esame ordine del giorno n. 1397 presentato da Conticelli, Gallo, Ravetti Ferrentino, Valle, Olivetti, Rostagno, Barazzotto, Appiano, Giaccone Cassiani, Gancia, Frediani, Valetti, Bertola, Vignale, Bona e Ottria inerente a "Salvaguardia dei lavoratori della Società FedEx Express Italy e TNT Global Express Italy"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 1397, di cui al punto 27) all'o.d.g.
Ha chiesto la parola la Consigliera Conticelli per l'illustrazione; ne ha facoltà.



CONTICELLI Nadia

Solo per dire che, a seguito dell'audizione di oggi, c'è stata una condivisione con tutti i Gruppi politici a presentare questo documento.
Se va bene per tutti, lo possiamo votare.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Batzella; ne ha facoltà.



BATZELLA Stefania

Grazie, Presidente.
Solo per precisare che la Consigliera Conticelli ha detto che c'è stato un accordo con tutte le forze politiche, ma io non ne sono a conoscenza. Tra l'altro, anche i colleghi di Fratelli d'Italia mi hanno detto di non essere stati coinvolti.
Solo per chiarire.



PRESIDENTE

Prego, Consigliera Conticelli.



CONTICELLI Nadia

Alcuni Gruppi erano presenti all'audizione e ne abbiamo parlato lì.
Chiedo scusa, è colpa mia.
Sono passata a chiedere di aggiungere la firma, ma in quel momento non era presente la Consigliera Batzella, la Consigliera Chiapello e, forse, anche il Consigliere Grimaldi; inoltre, scadeva anche il termine per presentarlo.
Chiedo scusa, è colpa mia.



PRESIDENTE

L'ordine del giorno impegna la Giunta a attivarsi, con urgenza, per quanto di propria competenza, nell'ambito del tavolo di crisi aperto dal MISE a tutela dei lavoratori delle società di cui dicevo prima, nonché a salvaguardia degli attuali livelli occupazionali affinché non si assista all'ennesimo trasferimento di un'importante realtà economica occupazionale verso la Regione Lombardia.
Naturalmente l'ordine del giorno è al banco dell'Ufficio di Presidenza per chi volesse aggiungere la propria firma.
Se non vi sono ulteriori richieste d'intervento, indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 1397, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
La seduta è tolta.



(La seduta termina alle ore 18.33)



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