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Dettaglio seduta n.325 del 22/05/18 - Legislatura n. X - Sedute dal 25 maggio 2014 al 25 maggio 2019

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MOTTA



(I lavori iniziano alle ore 9.33 con l'esame del punto all'o.d.g. inerente a "Svolgimento interrogazioni e interpellanze")


Argomento: Istituzione nuovi comuni - Mutamento denominazioni

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 1995 presentata da Accossato, inerente a "Regolarizzazione oneri fiscali e burocratici per cittadini e imprese del Comune di Mappano" (risposta scritta)


PRESIDENTE

Buongiorno, colleghi.
Iniziamo i lavori del sindacato ispettivo proponendo l'esame dell'interrogazione indifferibile e urgente n. 1995.
Poiché avrebbe dovuto rispondere il Vicepresidente Reschigna, assente, la risposta all'interrogante verrà data in forma scritta.
Dichiaro chiusa la trattazione del sindacato ispettivo.



(Alle ore 9.34 la Presidente dichiara esaurita la trattazione del punto all'o.d.g. inerente a "Svolgimento interrogazioni e interpellanze")



(La seduta inizia alle ore 10.01)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Richieste di modifica dell'o.d.g.


PRESIDENTE

Do atto che l'o.d.g. è stato comunicato con la convocazione.
Chiedo se vi siano proposte di modifica.
Ha chiesto la parola la Consigliera Chiapello; ne ha facoltà.



CHIAPELLO Carla

Grazie, Presidente.
Riterrei opportuna una comunicazione da parte del Presidente o dell'Assessore, in merito al ventilato stop della TAV, come si apprende dai giornali e dagli organi di comunicazione. Chiedo anche che venga aggiunto all'o.d.g. odierno l'ordine del giorno che ho appena presentato, sempre sulla TAV.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Conticelli.



CONTICELLI Nadia

Poiché a mezzogiorno e mezzo abbiamo l'audizione dei lavoratori FedEx e TNT, chiedo se mezz'ora prima della conclusione dei lavori del Consiglio di oggi pomeriggio è possibile lasciare uno spazio, in modo da valutare se approvare - come abbiamo fatto in altri casi - un ordine del giorno da parte del Consiglio, visto che i lavoratori saranno ricevuti al MISE venerdì e quindi la data giusta sarebbe quella odierna.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Batzella.



BATZELLA Stefania

Grazie, Presidente.
Non vedo in aula l'Assessora Cerutti né il Presidente Chiamparino e il Vicepresidente.



PRESIDENTE

Il Presidente Chiamparino, come sapete tutti, è in convalescenza.



BATZELLA Stefania

Capisco bene.
Ho letto un articolo (penso che tutti l'abbiano letto), questa mattina, su un quotidiano di Torino, riguardante una notizia veramente grave e incresciosa: una denuncia da parte di un'avvocatessa che fa parte degli avvocati che difendono le donne vittime di violenza e tutelano i loro figli, riguardo al fatto che la Regione Piemonte non finanzia più il fondo di solidarietà per il patrocinio legale alle donne vittime di violenza.
È un fondo gestito da Finpiemonte, quindi considero la questione gravissima. Chiedo che la Giunta finanzi immediatamente questo fondo di solidarietà, perché non possiamo lasciare sole le vittime di violenza e i loro figli, se veramente vogliamo contrastare questo fenomeno grave e allarmante. Ogni giorno ci sono donne che muoiono, ci sono donne che vengono violentate.



PRESIDENTE

Consigliera Batzella, scusi.



BATZELLA Stefania

Io chiedo che venga data urgentemente l'informativa oggi, in Aula.
Grazie.



PRESIDENTE

Va bene.
Consigliera Conticelli, non c'è un ordine del giorno riguardante i lavoratori FedEx e TNT. Verrà presentato? Perché al momento non ne abbiamo in Presidenza.



CONTICELLI Nadia

Sì, al momento è depositato, dalla scorsa settimana, un'interrogazione a risposta immediata; valuteremo anche con gli altri Gruppi se presentare un ordine del giorno.



PRESIDENTE

Va bene. Abbiamo preso nota e, nel corso della seduta, daremo le risposte che sono state richieste.
L'o.d.g. è approvato, ai sensi dell'articolo 58 del Regolamento interno del Consiglio regionale.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo Accossato, Campo, Cerutti, Ferraris e Pentenero.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

c) Processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

Sono a disposizione e riproducibili, su richiesta, i processi verbali delle sedute del 15 e del 16 maggio 2018.


Argomento:

d) Informativa in VI Commissione della Giunta regionale in merito al Salone del Libro


PRESIDENTE

In merito alla richiesta d'informativa della Consigliera Frediani riguardante il ruolo della Regione nell'organizzazione del Salone del Libro di Torino, l'Assessora Parigi ha dato la disponibilità a svolgere la comunicazione in sede di Commissione.


Argomento:

e) Comunicazioni della Giunta regionale in merito a Finpiemonte


PRESIDENTE

Nel corso della seduta antimeridiana odierna, intorno alle ore 11, la Giunta regionale svolgerà la comunicazione in merito a Finpiemonte.


Argomento:

f) Ricevimento delegazioni lavoratori di FedEx e TNT


PRESIDENTE

Alle ore 12.30, presso la Sala delle Bandiere, piano terra, verrà ricevuta una delegazione che ha chiesto di essere audita in merito alle quattro procedure avviate da FedEx e TNT di licenziamenti collettivi e di trasferimenti collettivi.


Argomento:

g) Incontro dell'Ufficio di Presidenza con i rappresentanti della Camera del Lavoro di Alessandria


PRESIDENTE

Ricordo, inoltre, che alle ore 13, presso la Sala Viglione, l'Ufficio di Presidenza incontrerà i rappresentanti della Camera del lavoro di Alessandria per la presentazione del Progetto "??Lavorando Borsalino".


Argomento:

Approvazione processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Approvazione processi verbali precedenti sedute", comunico che sono stati approvati i processi verbali dell'8 e del 9 maggio 2018.


Argomento: Caccia

Proseguimento esame disegno di legge n. 182, inerente a "Tutela della fauna e gestione faunistico - venatoria in Piemonte"


PRESIDENTE

Riprendiamo l'esame del disegno di legge n. 182, inerente a "Tutela della fauna e gestione faunistico - venatoria in Piemonte", di cui al punto 4) all'o.d.g.
Nella seduta di martedì 16 maggio 2018 sono stati approvati gli articoli 9 e 10.
ARTICOLO 11 Emendamento rubricato n. 105) presentato da Vignale, Bona, Fluttero Ravello, Rossi L., Tronzano (Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
L'emendamento n. 105) sostituisce integralmente l'articolo 11, che norma i comitati di gestione degli ATC e dei CA. L'articolo ha tutta una serie di.



PRESIDENTE

Scusi, Consigliere Vignale.
Se i colleghi non hanno ancora capito, abbiamo iniziato il Consiglio e stiamo incominciando l'illustrazione degli emendamenti. Il Consigliere Vignale sta illustrando l'emendamento 105) e sarebbe gradito un po' di silenzio in aula.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Dicevo, l'emendamento all'articolo 11 modifica integralmente l'articolo del provvedimento, in particolar modo intervenendo in.



PRESIDENTE

Scusi, Consigliere Vignale. Non ricominci finché non c'è silenzio in quest'aula.
Sembra che adesso le condizioni ci siano. Prego, Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Perfetto, grazie.
Dicevo che l'articolo 11 sostituisce integralmente l'articolo 11 presentato dalla Giunta regionale; ha, per verità, alcuni commi che sono sostanzialmente identici, ma altri invece differiscono in modo sostanziale.
Che cosa contestiamo dell'articolo 11 vigente, che di fatto riprende portandole in legge, quelle che sono state le scelte amministrative della Giunta regionale? Contestiamo alcuni aspetti, uno dei quali è stato peraltro superato già da una sentenza del TAR rispetto alla rappresentanza e altri che sono davanti al Consiglio di Stato. Ma al di là degli aspetti legati al rispetto della giustizia amministrativa non superandola con norme, noi crediamo ve ne siano alcuni: uno in particolare è quello della libertà di rappresentanza.
La legge 157 stabilisce come deve essere costituito un ambito territoriale da quali differenti soggetti, quindi dalle associazioni venatorie, dalle associazioni agricole, dalle associazioni ambientali e dagli Enti locali.
La Giunta regionale, con una propria delibera, ha previsto che sia vietato essere nominato all'interno di un ATC se si ha una doppia veste, cioè se uno è un agricoltore ma è anche un cacciatore, se uno è un Sindaco ma è anche un agricoltore, se uno rappresenta un'associazione di promozione ambientale ma è anche un amministratore locale piuttosto che un agricoltore piuttosto che un cacciatore.
Che cosa prevede la legge? Prevede che siano le Province a nominare i componenti dei CA e degli ATC, su designazione delle associazioni. Allora noi crediamo che non sia corretto, perché non avviene in nessun altro atto amministrativo o legge della Regione, limitare la libertà di nomina da parte di un soggetto. Se un Comune ritiene opportuno nominare un agricoltore all'interno di un CA o di un ATC, che contestualmente è anche Sindaco, Assessore o Consigliere comunale, non capiamo per quale motivo si debba limitare, tant'è che il nostro comma 2 dice: "Il funzionamento dei Comitati è disciplinato dallo Statuto e dai criteri fissati dalla Giunta regionale che, non potendo in alcun modo limitare la libertà di associazione di ognuno, non tiene conto di eventuali altre nomine in enti associazioni o organismi dei candidati".
Vi è un concetto che l'articolo esprime relativamente al dovere di conformità rispetto alle leggi, alla potestà di avvalersi di collaboratori titolati e quant'altro, ma anche rispetto al fatto che i CA e gli ATC possono svolgere un ruolo più centrale rispetto alla gestione dell'attività venatoria senza che essa sia troppo "sfilacciata" farà enti e soggetti diversi.



PRESIDENTE

Grazie, collega Vignale.
Emendamento rubricato n. 230) presentato da Andrissi, Bertola, Bono, Campo Frediani, Mighetti, Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Segretario Bertola in qualità di Consigliere per l'illustrazione.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Riprendiamo l'esame di questo disegno di legge ripartendo dall'articolo 11 con il nostro emendamento, che è breve nella sua scrittura, ma in realtà è importante per noi, poiché è uno degli elementi portanti della nostra proposta di legge. Infatti, al comma 1 dell'articolo 11, dove si parla dei Comitati di gestione degli ATC e dei CA, andiamo a dire che sono organismi tecnico-operativi di diritto pubblico e non di diritto privato. È semplice cambiare una parola, ma sappiamo bene che, dietro al cambiamento di una sola parola del genere, c'è un mondo.
Come dicevo, questo è uno degli elementi importanti della nostra proposta di legge, anche fortemente in contrasto sia col disegno di legge presentato dalla Giunta sia, ovviamente, con la proposta di legge presentata dal centrodestra.
Resta poi ovviamente in sospeso, ma la riprenderemo più avanti in giornata o più facilmente in una seduta successiva, la questione di cui abbiamo già dibattuto anche fuori microfono, nel senso che in Aula a microfono non se ne è ancora potuto discutere più di tanto nel merito, poiché non siamo ancora arrivati all'articolo che riguarda quell'aspetto relativo ai giorni per la caccia. Sappiamo che c'è un dibattito aperto - si era già aperto in Commissione - riguardante l'eventualità di chiudere la caccia alla domenica, semplicemente per venire incontro alla stragrande maggioranza dei cittadini piemontesi che la domenica pensano o suppongono di avere il diritto di andare in giro per i boschi senza il timore di prendersi una fucilata, giacché purtroppo a volte degli incidenti in questo senso accadono, sono accaduti e temo che potranno nuovamente accadere in futuro.
In questo senso, la nostra proposta di legge era ed è chiara, quindi caccia solo al mercoledì e al sabato. Ovviamente ci siamo resi disponibili anche ad accettare una chiusura limitata ai giorni della domenica. Su questo avevamo, come dire, intravisto anche la disponibilità di una parte della maggioranza; disponibilità che, però, vorremmo riscontrare anche in Aula perché finora non l'abbiamo vista.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Bertola.
Ci sono altri colleghi che desiderano intervenire sull'emendamento n. 230)? Ha chiesto la parola il Consigliere Andrissi; ne ha facoltà.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Noi crediamo che questo sia un emendamento molto importante, perché anche nella caccia riteniamo che il controllo pubblico debba essere prioritario dal momento che andiamo a toccare attività molto sensibili, che hanno un'azione importante sul territorio. È giusto che gli Enti che interagiscono con la caccia siano a controllo pubblico e, conseguentemente di diritto pubblico.
È una prerogativa che la Regione deve mantenere: non possiamo accettare che questi Enti diventino di diritto privato.
Anche perché quando bisogna decidere determinati aspetti, come i rimborsi sui danni all'agricoltura e quant'altro, è giusto che la Pubblica Amministrazione possa averne il pieno controllo. E per garantire tale controllo devono essere inserite le parole "di diritto pubblico". Questo è il senso dell'emendamento che abbiamo presentato, che noi riteniamo importante.
Invitiamo i Consiglieri della maggioranza a prestare molta attenzione a quest'emendamento e a valutarlo; lo stesso vale per l'Assessore Ferrero perché questi Enti e ATC devono essere sotto il controllo pubblico. Non possiamo accettare che diventino di diritto privato.
È un aspetto molto delicato e ne abbiamo discusso più volte in questo Consiglio regionale (abbiamo anche affrontato altri temi simili): perlomeno, manteniamo il controllo. Anche perché, a voler essere precisi un Ente di diritto pubblico ha un obbligo nella pubblicità dei propri atti che è ben diverso rispetto a un ente di diritto privato. Anche questo è un aspetto fondamentale.
Essendo una Pubblica Amministrazione, manteniamo questi enti di diritto pubblico.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Andiamo a illustrare il primo emendamento della giornata, nonché il primo di una lunga serie, perché le nostre proposte sono ancora molte e, come anticipava il collega Bertola, si arriverà prima o poi al momento clou, che è quello della discussione in merito alle giornate in cui, a nostro avviso dovrebbe essere vietato cacciare.
Il tema oggetto di quest'emendamento è quello illustrato all'articolo 11 comma 1, e fa riferimento ai Comitati di gestione degli ATC e CA, che sono organismi tecnico-operativi di diritto privato.
La nostra proposta emendativa chiede di trasformare questi enti in enti di diritto pubblico. Le motivazioni, peraltro già illustrate dai colleghi sono quelle che garantiscono che tali enti siano tenuti a rispettare alcune regole in merito alla pubblicazione degli atti, nonché alla trasparenza che consideriamo assolutamente fondamentali per garantire una corretta gestione. Abbiamo visto in questi giorni, anche grazie a interventi al di fuori dell'emiciclo, quanto sia caldo un dibattito rispetto al tema "caccia". Sappiamo che è anche prevista una manifestazione un venerdì manifestazione che, quindi, ha scelto di svolgersi forse un po' in sordina (saranno rumorosi, ma non so quanto saranno ascoltati!).
Sicuramente, il dibattito fuori da quest'Aula è molto vivo e molto acceso su entrambi i fronti.
Noi abbiamo scelto di stare sul fronte che tutela il diritto: sia il diritto degli animali di poter vivere, che mi sembra un diritto piuttosto fondamentale e di base, sia quello dei cittadini e delle persone di poter godere delle passeggiate nei boschi, senza il timore di incrociare qualche cacciatore che potrebbe scambiarli per un cinghiale o un capriolo.
Questo sarà sicuramente il tema rispetto al quale interverremo in modo più ampio e deciso in Consiglio.



PRESIDENTE

Grazie, collega Frediani.
Ha chiesto la parola il Consigliere Mighetti; ne ha facoltà.



MIGHETTI Paolo

Grazie, Presidente.
Effettivamente, quest'emendamento trae spunto da quello che è il nostro concetto di partenza, secondo il quale un ente di diritto privato non pu governare il territorio.
Un ente che governa il territorio dev'essere un organismo di diritto pubblico e, come tale, si deve comportare, sia nella pubblicità degli atti sia nel suo operato, che nei suoi meccanismi di nomina.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Non aggiungerò moltissimo rispetto a quanto hanno già detto i colleghi che mi hanno preceduto.
Noi riteniamo che l'articolo 11, avente come titolo "Comitati di gestione degli ATC e dei CA. Natura e organi", vada rivisto, soprattutto nella parte in cui si definiscono i Comitati di gestione come organismi tecnico operativi di diritto privato.
Noi riteniamo che debbano essere di diritto pubblico, quindi controllati dal pubblico, a garanzia, appunto, delle loro funzioni, chiaramente importanti, ma anche a garanzia del corretto svolgimento delle norme che gli sono state attribuite dall'articolo 11.
Infatti, subito dopo si dice: "In considerazione delle finalità di interesse pubblico perseguite, sono soggette all'applicazione di una serie di norme"; ci riferiamo alla norma sull'antimafia, agli obblighi di pubblicità e quant'altro.
Non capiamo perché debbano rimanere di diritto privato: vista l'importanza della funzione che svolgono, devono sottoporsi a norme del diritto pubblico.
Si prevede uno statuto, fissato con dei paletti e dei criteri stabiliti dalla Giunta regionale, e si precisa che possono stipulare convenzioni e allargarsi anche ad altri ATC e CA.
Devono produrre, ovviamente, documentazione fiscale idonea e congrua atta a comprovare l'utilizzo dei fondi per gli scopi preposti e possono elargire contributi economici da altri enti e associazioni che collaborano alla gestione faunistico-venatoria.
Leggendo nel complesso l'articolo 11, anche poi il comma 3 con tutta la parte degli obblighi, il comma 4 e i successivi fino al 14, penso che si debba rivedere tutta la normativa, andando verso un organismo di diritto pubblico.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Valetti; ne ha facoltà.



VALETTI Federico

Come dicevano i colleghi, andiamo a modificare il comma 1 dell'articolo 11 che recita: "I Comitati di gestione degli ATC e dei CA sono organismi tecnico-operativi di diritto privato". Poi continua dicendo: "In considerazione delle finalità d'interesse pubblico perseguite sono soggetti all'applicazione della legge 13 agosto 2010, n. 136 (Piano straordinario contro le mafie, nonché delega al Governo in materia di normativa antimafia)".
Questo ci va bene, ma ci sembrava più consono, anche per tutta una serie di ulteriori controlli che non sono elencati in legge e a cui non si fa presente, che gli enti di diritto pubblico hanno. Sentiamo maggiormente tutelata la funzione di organismi di caccia, se mantengono l'istituzione di diritto pubblico. Anche perché non capiamo per quale ratio dovrebbero essere di diritto privato. Infatti, si tratta comunque di emanazioni dell'ente regionale che regola un'attività interamente o quasi interamente gestita tramite normativa e tramite la Direzione della Giunta regionale.
Ci sembra corretto che qualunque emanazione che debba poi vigilare sulle norme scritte nel nostro ordinamento legislativo regionale mantenga tutte le prerogative di un ente pubblico, così come lo è la Regione Piemonte.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Valetti.
Emendamento rubricato n. 96) presentato da Vignale, Bona, Fluttero Ravello, Rossi L., Tronzano.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 150) presentato da Vignale, Bona, Fluttero Ravello, Rossi L., Tronzano.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Questi sono gli emendamenti che riprendono le parti più significative o che differenziano maggiormente dall'articolo 11 presentato dalla Giunta regionale.
L'emendamento n. 96) riprende quanto dicevo precedentemente relativamente al comma 2 dell'articolo 11, dove vengono aggiunte le parole "che non potendo in alcun modo limitare la libertà di associazione di ognuno, non tiene conto di eventuali altre nomine in enti, associazioni, organismi dei candidati".
Lo ripeto, perché prima il tempo stava scadendo e quindi l'ho illustrato velocemente. La Regione Piemonte o la Giunta regionale o soggetti partecipati o le Province, quindi il sistema pubblico in molte occasioni chiede a soggetti terzi di designare all'interno delle consulte dei soggetti che si occupano di specifiche materie (penso alla Consulta sull'artigianato o alle tematiche legate al commercio, all'impresa e quant'altro). Noi spesso chiediamo su leggi di settore che singole realtà associative - che ovviamente sono regolamentate da Statuto e hanno una loro rappresentanza regionale - designino alla Regione delle persone, che vengono poi nominate dalla Regione o, in questo caso, dalla Provincia.
In questo caso - di nuovo un caso unico nella legislazione regionale - noi diamo questa facoltà, prevedendo però quel che è scritto al comma 8. Recita il comma 8: "Per garantire il rispetto delle disposizioni della legge 157" laddove prevede la ripartizione puntuale in percentuale fra agricoltori mondo venatorio, soggetti di promozione ambientale ed Enti locali - "e mantenere l'equilibrio di rappresentanza, i componenti di cui ai commi 6 e 7" - e qui c'è la novità introdotta prima dalle delibere poi da questa legge - "non possono esercitare attività ricadenti in altre categorie.
L'incompatibilità si estende a tutto il territorio regionale". È come se noi su una qualunque altra legge ponessimo in qualche modo un veto, non su una doppia rappresentanza, ma sul fatto che un agricoltore sia anche un sindaco.
Illustro anche l'emendamento n. 150).
Se noi all'associazione degli agricoltori, piuttosto che alle associazioni venatorie piuttosto che agli Enti locali o ai soggetti di promozione ambientale, chiediamo di nominare una persona che entra all'interno di un CA o di un ATC, è evidente che, in molti casi, questi soggetti scelgono persone che hanno competenze o di carattere agricolo o di carattere ambientale o di carattere venatorio, affinché all'interno di un comparto piuttosto che all'interno di un ambito vi sia una persona che, oltre a rappresentare il Comune "x" o l'Unione dei Comuni "y", abbia anche competenze che riguardano o la gestione venatoria o la gestione agricola e l'attenzione sul pagamento dei danni o un'attenzione relativamente alla rappresentanza degli Enti locali o un'attenzione di carattere ambientale.
Se uno ha la sfortuna di essere all'interno di un'associazione, ma essere anche ad esempio un eletto all'interno di un'Amministrazione, oppure se un agricoltore ha la sventura massima di essere anche un cacciatore o viceversa, non può essere nominato dall'associazione di cui fa parte che intende designare. Questo concetto delle designazioni limitate non pu avvenire soltanto per una norma, perché di nuovo, al di là degli aspetti che si sono raccontati durante la discussione in Commissione e poi in Aula è una norma antivenatoria. Il timore che alcuni colleghi hanno manifestato è stato: viene nominato un agricoltore, ma è anche un cacciatore. La competenza della nomina sarà dell'associazione agricola. Se l'associazione agricola vuole nominare un soggetto, che è anche un cacciatore, sarà un interesse dell'associazione agricola farsi rappresentare da quella persona piuttosto che da un'altra. Non vi è nessun altro articolo di legge o delibera della Regione Piemonte che limiti la liberta di designazione.
Esiste solo ed esclusivamente, ancora una volta, relativamente a questa norma.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Vignale.
Emendamento rubricato n. 148) presentato da Vignale, Bona, Fluttero Ravello, Rossi L., Tronzano.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 149) presentato da Vignale, Bona, Fluttero Ravello, Rossi L., Tronzano.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
L'emendamento rubricato n. 148) fa sì che la legge, anche solo in due articoli uno successivo all'altro, sia omogenea. Nella scorsa seduta noi abbiamo votato un emendamento presentato dalla Giunta regionale che prevedeva che i cacciatori non possano optare per più di due ATC o CA.
Questo è stato allegato alla relazione che il mondo venatorio deve avere con il proprio territorio.
Si è detto, nell'articolo 10, proprio al fine di legare il mondo venatorio al territorio in cui svolge la propria attività, "favorendo l'impegno ambientale e venatorio anche al fine di realizzare uno stretto legame nei cacciatori con il territorio, favorendone l'impegno ambientale e venatorio determina un numero limitato di scelta di ATC o di CA". Si sancisce un principio che, peraltro, noi condividiamo.
Con l'articolo 11 e con l'emendamento rubricato n. 148) si dà la possibilità alla Giunta regionale di affidare la gestione di più ATC o CA di più aree omogenee a un unico Comitato di gestione. È evidente che avere un singolo Comitato di gestione, com'è la situazione attuale, di 165-160 mila ettari che gestisce alcune ATC o CA differenti, non può né realizzare una vicinanza fra mondo venatorio-agricolo e attività venatoria e nemmeno garantire un rapporto con il comitato di gestione.
Vi è stata un'unica area della nostra regione in cui, fortunatamente, ci non è avvenuto. La Giunta regionale ha provveduto a unire, meglio, a prevedere la gestione unitaria di più ATC e CA, salvo che nella Provincia di Verbania che, paradossalmente, da un punto di vista degli ettari venabili, è fra quelle più piccole per i tre CA che ha, ma che sono giustamente rimasti.
Bisogna, da questo punto di vista, comprendere come si muove una dinamica.
Se la dinamica è che c'è chi, legittimamente, difende il proprio territorio, quindi è un territorio, da un punto di vista faunistico venatorio e ambientale meglio gestito perché c'è chi lo presiede e, invece degli altri se ne fa a meno, allora non credo che sia una buona modalità di gestione. Anche perché la legge dello Stato prevede che ci debba essere un numero minimo di ettari, così come la legge regionale prevede, in cui un ATC o un CA è composto.
Ridisegnate, se credete, gli ATC e i CA, ma non prevedete forme di accorpamento che, di fatto, disegnano un unico ATC e CA gigantesco che mantiene, però, le tasse pagate per due o tre volte, ma che crea una distanza siderale fra quello che è il mondo agricolo, venatoria e ambientale degli Enti locali e il suo comitato di gestione.



PRESIDENTE

Grazie, collega Vignale.
Emendamento rubricato n. 8) presentato da Monaco, Corgnati.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) L'emendamento è dato per illustrato.
Emendamento rubricato n. 297) presentato da Corgnati, Monaco.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) L'emendamento è dato per illustrato.
Emendamento rubricato n. 231) presentato da Bertola, Andrissi, Bono, Campo Frediani, Mighetti, Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Segretario Bertola, che interviene in qualità di Consigliere per l'illustrazione.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
L'emendamento rubricato n. 231) propone di aggiungere un comma dopo il comma 8 dell'articolo 11 del disegno di legge. Comma 8 che riguarda l'equilibrio della rappresentanza rispetto agli ATC e i CA.
Noi proponiamo di aggiungere il comma 8 bis: "Il Comitato di gestione pu eleggere nel suo seno un comitato esecutivo. La composizione del comitato esecutivo rispetta i termini proporzionali di cui al comma 6".
Il comma 6 definisce i criteri di rappresentanza all'interno di questi organismi, quindi tre rappresentanti designati dalle organizzazioni professionali agricole; rappresentanti di organizzazioni professionali associazioni venatorie, anche se poi la nostra proposta di legge è diversa dal disegno di legge; rappresentanti designati dalle associazioni di protezione ambientale, rappresentanti designati congiuntamente dall'associazione degli Enti locali, compresi negli ATC o nei CA. Quindi pensiamo sia opportuno, così come previsto dalla nostra proposta di legge dare la possibilità di eleggere in seno al Comitato di gestione anche un Comitato esecutivo.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bertola.
La parola al Consigliere Mighetti.



MIGHETTI Paolo

Grazie, Presidente.
Quest'emendamento inserisce il comma 8 bis: "Il Comitato di gestione pu eleggere nel suo seno un Comitato esecutivo. La composizione del Comitato esecutivo rispetta i termini proporzionali, di cui al comma 6".
Questi Comitati hanno una composizione piuttosto allargata e ampia effettivamente, lavorare con un Comitato di queste dimensioni (il Comitato di gestione nella sua totalità) potrebbe essere difficoltoso, però abbiamo voluto inserire il Comitato esecutivo che rispetta nelle proporzioni il Comitato di gestione generale, ma con una composizione più snella, tale da poter essere più pratico nella sua gestione.



PRESIDENTE

Grazie, collega Mighetti.
La parola alla Consigliera Frediani.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Siamo sull'articolo 11, dopo il comma 8 e chiediamo l'inserimento di un comma 8 bis, che così recita: "Il Comitato di gestione può eleggere nel suo seno un Comitato esecutivo. La composizione del Comitato esecutivo rispetta i termini proporzionali di cui al comma 6".
Andiamo quindi a creare all'interno dei Comitati di gestione, definiti nel comma 6, istituiti dalle Province e dalla Città metropolitana, e composti da dieci membri, fra cui il Presidente, nominati secondo criteri stabiliti dalla Giunta regionale. Questi criteri noi li richiamiamo nelle nuovo comma che chiediamo di inserire.
Andiamo a inserire all'interno di questi Comitati una struttura più snella che consenta di gestire meglio le decisioni e di portarle avanti in maniera più lineare e veloce, ma sempre rispettando i criteri definiti per la creazione dei Comitati di gestione; si tratta di una struttura ridotta, più snella all'interno del Comitato di gestione, che però ne rispetti sempre gli equilibri e la composizione.



PRESIDENTE

Grazie, collega Frediani.
La parola al Consigliere Bono.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Siamo sempre nel articolo 11, che è molto complesso, in cui si dice che sono organi direttivi degli ATC il Presidente e il Comitato di gestione.
Noi aggiungeremmo all'interno del Comitato di gestione un Comitato esecutivo. Il Comitato di gestione è istituito dalla Provincia o da Città metropolitana, secondo le modalità previste dall'articolo 3 della legge 23 del 2015, ed è composto da dieci membri, fra cui il Presidente, nominati secondo criteri stabiliti dalla Giunta regionale, così ripartiti: tre rappresentanti designati dalle organizzazioni agricole individuate tra i proprietari o conduttori, titolari o coadiuvanti di fondi ricompresi negli ATC o nei CA; tre rappresentanti designati da associazioni venatorie, di nuovo aventi residenza venatoria negli ATC o nei CA; due rappresentanti designati da associazioni di protezione ambientale, riconosciute ai sensi della normativa vigente ed effettivamente operanti nel territorio della provincia; due rappresentanti designati congiuntamente dall'associazione degli Enti locali, compresi negli ATC e nei CA.
Crediamo che la possibile nomina di un Comitato esecutivo ristretto rispetto al Comitato di gestione potrebbe avere una sua utilità; mi sembra la trasformazione, con una normativa di diritto pubblico, permetterebbe di concentrare quelle che sono le scelte più esecutive all'interno del Comitato di gestione.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bono.
La parola al Consigliere Valetti.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Chiediamo che vi sia la possibilità, per il Comitato di gestione, di inserire al suo interno un Comitato esecutivo, per rendere più veloci e snelle le decisioni all'interno degli organismi descritti all'articolo 11.
Quest'emendamento è più un suggerimento, perché dal momento che non vi è l'obbligatorietà di eleggere questo tipo di organismo, i Comitati possono scegliere se avvalersi o no di questa possibilità, ma riteniamo che specialmente per i Comitati più grandi come dimensione e territorio di rappresentanza, possano essere un sistema utile per rendere più veloci ed esecutive le operazioni decisionali al suo interno, quindi anche le operazioni di controllo e i rapporti con la rappresentanza territoriale.
Essendo tutti Comitati che devono interagire e interfacciarsi con l'Ente Regione e con gli altri enti pubblici territoriali, riteniamo che una versione più snella dell'organismo, in alcuni casi, possa aiutare il processo decisionale e d'interazione tra i vari enti pubblici, a maggior ragione dal momento che si lavora tutti seguendo gli stessi principi avendo anche proposto, al comma e all'emendamento precedenti, il cambiamento in enti di diritto pubblico.



PRESIDENTE

Grazie, collega Valetti.
La parola al Consigliere Andrissi.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Con l'emendamento 231) dopo il comma 8 dell'articolo 11, proponiamo di inserire il comma 8 bis: "Il Comitato di gestione può elegge nel suo seno un Comitato esecutivo. La composizione del Comitato esecutivo rispetta i termini proporzionali di cui al comma 6".
Ne hanno già parlato diffusamente i miei colleghi. L'obiettivo di quest'emendamento è rendere più veloce il processo decisionale e, quindi pur rispettando la proporzionalità e gli equilibri democratici di elezione vogliamo creare un Comitato esecutivo che consenta uno snellimento del processo decisionale e consenta una miglior collegamento con le problematiche del territorio.
Per questo motivo, la riteniamo una proposta di buonsenso, che consentirà di accelerare il processo decisionale e di arrivare a delle buone pratiche che creeranno un miglior collegamento con le esigenze del territorio e le problematiche create dall'attività venatoria.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Andrissi.
Gli emendamenti rubricati n. 12) e 13) sono ritirati.
Emendamento rubricato n. 151) presentato da Vignale, Bona, Fluttero Ravello, Rossi L.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
L'articolo 11, comma 13, recita: "Il controllo amministrativo contabile sull'attività degli ATC è affidato a un Collegio dei revisori dei conti nominati dal Consiglio regionale, formato da cinque componenti iscritti all'albo ufficiale dei Revisori, di cui uno con funzioni di Presidente. La durata del Collegio è quinquennale".
Dice ancora: "La Giunta regionale ne fissa i criteri e riceve dallo stesso al termine di ogni verifica, una dettagliata relazione".
Con l'emendamento 151) vogliamo cassare le parole "ne fissa i criteri" perché il controllo amministrativo contabile di ATC e CA è svolto da un Collegio dei revisori, che come tale svolge un'attività di Sindaci ma soprattutto, di revisione contabile, all'interno della quale è la legge dello Stato che individua le modalità con cui i Revisori dei Conti svolgono le loro mansioni.
Il controllo amministrativo contabile non può essere dettato da criteri fissati dalla Giunta regionale perché, molto semplicemente, potrebbe anche indicare criteri non rispondenti a leggi dello Stato, mentre è corretto che la Giunta riceva una dettagliata relazione al termine di ogni verifica.
Tuttavia, come dicevo prima, proprio da un punto di vista del rispetto delle norme e anche del buonsenso a dispetto di chi svolge una funzione, un conto è la funzione legata al consiglio direttivo, che essendo un ente strumentale della Giunta regionale o, comunque, un soggetto dipendente dalla Giunta regionale, può ricevere, per esempio con le linee guida indicazioni su come svolgere alcune funzioni, mentre noi crediamo che nel modo più assoluto - lo diciamo anche alla Presidenza - una legge regionale possa determinare i criteri di svolgimento dell'attività di controllo all'interno di un soggetto che, a oggi, è ancora di diritto privato, ma che si muove come un soggetto di diritto pubblico.
Da questo punto di vista, chiediamo che le parole "ne fissa i criteri" siano cassate.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Vignale.
L'emendamento rubricato n. 274) presentato da Corgnati, Monaco.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Tale emendamento è dato per illustrato dal proponente.
Qualche Consigliere vuole intervenire in discussione generale? Ha chiesto di intervenire il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Solo per un aspetto che è difficilmente comprensibile.
L'emendamento 297), non illustrato dal collega Corgnati, sposta la percentuale di rappresentanza al 55 per cento.
Questa non è, come l'Assessore ben sa, una scelta politica, ma è semplicemente il rispetto di una sentenza del Tribunale Amministrativo, che ancora una volta ha visto sconfitta l'Amministrazione regionale, perch aveva messo una percentuale assolutamente non rispondente a banali norme di democrazia, cioè uno doveva avere il 67 per cento per avere due membri all'interno di un comitato di gestione, mentre un altro soggetto, con il 15 per cento, aveva un componente.
Il 16 marzo di quest'anno, nel rispetto della deliberazione del TAR, la Giunta regionale ha votato una modifica della precedente deliberazione impugnata dai ricorrenti, che sono stati vittoriosi davanti al Tribunale Amministrativo, dove correttamente si pone la percentuale del 51 per cento.
Per un motivo banale: noi facciamo le elezioni e sappiamo bene che se un soggetto ha più del 50 per cento, non può non avere il doppio della rappresentanza di un soggetto che ha il 17.
L'emendamento che i colleghi propongono sposta di nuovo la percentuale al 55 per cento. Sembra una banalità, perché appare il quattro per cento di rappresentanza, ma non lo è, perché giustamente il Tribunale Amministrativo ha fatto presente come non vi possa non essere un tema di rappresentanza strettamente legato al numero di persone che si designano all'interno di un ente.
Io lo dico a difesa dell'Assessore Ferrero - fa sorridere - ma se la Giunta regionale il 16 marzo ha approvato una delibera che individua nel 51 per cento la soglia di rappresentanza, appare singolare che noi oggi si voti o voi votiate - una norma che, invece, introduce il 55 per cento come limite di rappresentanza per ottenere una rappresentanza doppia all'interno di un'ATC o di una CA.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Vignale.
La parola all'Assessore Ferrero per il parere della Giunta sugli emendamenti.



FERRERO Giorgio, Assessore all'agricoltura, caccia e pesca

Grazie, Presidente.
Ne approfitto brevissimamente per dare due risposte su questioni che mi sembrano importanti (non l'ho fatto nei precedenti articoli, ma su questo ne vale la pena).
Una riguarda il pubblico-privato degli enti: noi manteniamo gli enti di diritto privato con funzioni pubbliche, avendo il controllo pubblico su tali enti. Ricordo che abbiamo fatto una riforma sulle tipologie di controllo, cioè prima avevamo 38 enti con 38 revisori; questo Consiglio regionale ha nominato, nella quota che compete al Consiglio, quindi tra maggioranza e opposizioni, i cinque revisori che fanno parte del Collegio unico che va a verificare i conti di questi enti in tutta la regione.
Ritengo che questo sia un tema da tenere presente, perché far diventare pubblici questi enti vuol dire che, poi, il personale è pubblico, pertanto bisogna capire qual è l'ente che se ne fa carico.
L'altro tema cui tengo, e mi riferisco al Consigliere Vignale: noi avevamo posto la stessa percentuale nelle nomine che era richiesta nella precedente delibera, cioè il 68 per cento, per avere i quattro sesti, cioè i due terzi del Consiglio. Quindi, diminuendo da sei a tre i nominati, perché abbiamo dimezzato il numero dei componenti, abbiamo tenuto, nella delibera originale poi impugnata, i due terzi. Insomma, per avere i due terzi serviva il 68 per cento; non è che ci siamo inventati in quel momento delle dinamiche diverse.



(Commenti del Consigliere Vignale)



FERRERO Giorgio, Assessore alla caccia e pesca

Sì, mancava solo la vicenda della metà: essendo tre un numero dispari, non era compreso. Dopodiché, abbiamo preso atto che la sentenza del TAR ha stabilito che il 68 per cento per avere i due terzi era troppo e quindi abbiamo adeguato, mi sembra, il 55 per cento.
È una cifra giusta, perché consente a chi ha poco più del 50 per cento di avere la maggioranza assoluta; in questo caso i due terzi, altrimenti, col 51 per cento, si avrebbero sempre i due terzi della rappresentanza.
Questo è lo spirito che considero di buonsenso, per cui mi sento di accogliere quest'emendamento, insieme agli emendamenti n. 274), 297) e 8).



PRESIDENTE

Il numero legale è 24.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 105), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 40 Consiglieri votanti 38 Consiglieri hanno votato SÌ 6 Consiglieri hanno votato NO 32 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 230), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 40 Consiglieri votanti 38 Consiglieri hanno votato SÌ 6 Consiglieri hanno votato NO 32 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 96), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 39 Consiglieri votanti 37 Consiglieri hanno votato SÌ 5 Consiglieri hanno votato NO 32 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 148), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 40 Consiglieri votanti 38 Consiglieri hanno votato SÌ 6 Consiglieri hanno votato NO 32 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 149), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 37 Consiglieri votanti 36 Consiglieri hanno votato SÌ 5 Consiglieri hanno votato NO 31 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 8), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 39 Consiglieri votanti 26 Consiglieri hanno votato SÌ 26 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 13 Consiglieri Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 297), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 37 Consiglieri votanti 30 Consiglieri hanno votato SÌ 25 Consiglieri hanno votato NO 5 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 7 Consiglieri Il Consiglio approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 150), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 39 Consiglieri votanti 38 Consiglieri hanno votato SÌ 6 Consiglieri hanno votato NO 32 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 231), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 38 Consiglieri votanti 37 Consiglieri hanno votato SÌ 6 Consiglieri hanno votato NO 31 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 151), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 37 Consiglieri votanti 36 Consiglieri hanno votato SÌ 5 Consiglieri hanno votato NO 31 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 274), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 39 Consiglieri votanti 32 Consiglieri hanno votato SÌ 26 Consiglieri hanno votato NO 6 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 7 Consiglieri Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 11, così come emendato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 39 Consiglieri votanti 38 Consiglieri hanno votato SÌ 26 Consiglieri hanno votato NO 12 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio approva.
Colleghi, interrompiamo qui la discussione sul disegno di legge e, come abbiamo anticipato, passiamo allo svolgimento della comunicazione da parte del Vicepresidente Reschigna.


Argomento: Partecipazioni azionarie regionali

Comunicazione del Vicepresidente della Giunta regionale, Reschigna, in merito a "Finpiemonte S.p.A."


PRESIDENTE

Il Vicepresidente Reschigna è disponibile a rendere una comunicazione in merito a Finpiemonte.
Prego, Vicepresidente.



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale

Grazie, Presidente.
Svolgo la presente comunicazione su incarico del Presidente della Giunta regionale, che si rammarica di non poter partecipare all'odierna seduta del Consiglio regionale a causa del suo periodo di convalescenza, ma abbiamo condiviso con il Presidente la necessità di svolgere nella seduta di oggi la comunicazione sulla vicenda Finpiemonte soprattutto perché, sin dall'inizio di questa complessa situazione, abbiamo sempre ritenuto importante per la Giunta regionale avere un rapporto di massima trasparenza con il Consiglio regionale. Allora cerco di ricapitolare non tanto le vicende note, ma la situazione attuale che attraversa la finanziaria regionale per rappresentare al Consiglio regionale il percorso che la Giunta regionale intende portare avanti nei prossimi giorni e nelle prossime settimane.
La denuncia fatta alla Procura della Repubblica di Torino e alla Procura della Corte dei Conti e la relazione trasmessa alla Banca d'Italia stanno determinando, di fatto, una condizione di fermo delle attività di Finpiemonte SpA. La vicenda, in particolare, ha determinato un'attività ispettiva da parte di Banca d'Italia fortemente anticipata nei tempi rispetto a quelli praticati per i nuovi soggetti che agiscono sotto la disciplina di vigilanza della stessa, e ha inevitabilmente messo in evidenza l'incompiutezza del progetto organizzativo finalizzato all'esercizio del nuovo ruolo che richiedeva ulteriore tempo per il suo effettivo dispiegamento.
Nondimeno, appare evidente che l'immagine danneggiata di Finpiemonte SpA la rende in questo momento meno attrattiva nella ricerca delle professionalità necessarie allo svolgimento del ruolo che è stata chiamata ad assumere.
Oggi noi non siamo ancora in presenza della relazione da parte di Banca d'Italia, che non è stata ancora trasmessa agli organi amministrativi di Finpiemonte, ma avvertiamo la responsabilità di evitare il protrarsi di una situazione d'incertezza che determina inevitabilmente un blocco e una stasi delle attività.
Avvertiamo con forza il dovere di aggredire la situazione perché, dopo gli sforzi importanti che questa'Amministrazione ha fatto per rifinalizzare risorse al sistema economico che irresponsabilmente erano state dedicate in passato a coprire spesa corrente, non possiamo pensare che la mancanza di decisione porti a un immobilizzo di importanti risorse che, invece, devono essere destinate al sostegno del sistema economico.
Gli scenari che potrebbero realisticamente aprirsi dopo la relazione di Banca d'Italia sono due: la revoca dell'autorizzazione, ovvero la sospensione della stessa. Entrambi gli scenari non sono capaci di sbloccare la condizione d'immobilizzo e di fermo delle attività che appartiene a questi momenti e a questi tempi.
Nella seduta del 14 marzo scorso, il Consiglio di Amministrazione di Finpiemonte ha assunto una delibera che convoca l'assemblea ordinaria dei soci e sottopone alla stessa la proposta di fuoriuscita volontaria di Finpiemonte dal regime di vigilanza.
Per le ragioni che ho rappresentato in precedenza, la Giunta regionale intende aderire a tale proposta, affinché, senza indugio e con molta celerità, si apra una nuova fase per la finanziaria regionale. È evidente che ciò non è sufficiente, ma dev'essere accompagnata da decisioni tempestive e veloci che consentano la pronta messa a disposizione delle risorse a sostegno del sistema economico.
Per raggiungere tale obiettivo, che per noi rappresenta la priorità (prima di ogni altra cosa!), oggi vogliamo rappresentare (in anticipo) al Consiglio regionale non solo quest'orientamento, ma le tappe del lavoro dei prossimi due mesi, con la massima disponibilità al confronto, in questa sede e nelle Commissioni consiliari competenti.
Le tappe essenziali sono le seguenti: individuazione degli assi del piano strategico di Finpiemonte che possano pur non essendo più soggetto sottoposto a vigilanza, essere finanziati con il capitale sociale; individuazione della massa delle risorse necessarie conseguente riduzione del capitale sociale, iscrivendo in entrata sul bilancio e, contemporaneamente, iscrivendo in spesa, tutte le risorse e attraverso la ridefinizione dell'utilizzo delle stesse, la messa a disposizione del sistema economico individuazione degli assi strategici prioritari che verrebbero finanziati non con il capitale sociale, ma con l'utilizzo di quelle risorse a questo punto messe a disposizione dal bilancio della Regione, e di intervento legislativo (se necessario) di modifica delle leggi regionali, al fine di rendere compatibili con l'impianto legislativo gli assi prioritari d'intervento, nonché alla luce, soprattutto, delle mutate condizioni economiche della comunità piemontese.
Con questo tipo di percorso, ci poniamo l'obiettivo che a partire dall'autunno di quest'anno possano essere emessi, da parte di Finpiemonte i primi bandi di sostegno e d'intervento a favore del sistema economico.
Nella costruzione e nella gestione di tale percorso, noi diamo la massima disponibilità al confronto con il Consiglio regionale e con le associazioni economiche piemontesi, con le quali avvieremo, nei prossimi giorni, momenti intensi di confronto.
Ribadisco, al termine della presente comunicazione, la consapevolezza della necessità di decisioni urgenti e tempestive, e la responsabilità - che auspichiamo sia ampia - nel ritenere prioritario l'utilizzo delle risorse che abbiamo faticosamente recuperato a sostegno del sistema economico piemontese.
A partire - ci auspichiamo - dalla Commissione, che sarebbe a questo punto necessario riconvocare giovedì di questa settimana, la Giunta regionale si presenterà al confronto con il Consiglio regionale e con le Commissioni consiliari competenti riempiendo di contenuti i punti che ho rappresentato.



PRESIDENTE

Grazie, Vicepresidente Reschigna.
Credo che l'Aula voglia aprire un dibattito su queste comunicazioni.
Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Senza alcuna volontà di dire cose che siano superiori a quelle che penso credo che questa sia la più grande sconfitta di questa maggioranza.
È brutto dire che era un rischio e una sconfitta annunciata, però chiunque fosse stato presente anche solo in III Commissione, quando non il Presidente Gatti, ma l'Assessora De Santis (quindi la Giunta regionale) venne a illustrare il progetto di realizzazione della banca, io e alcuni colleghi significammo almeno due problemi, che nulla avevano a che fare con quello che è accaduto nei termini di ciò di cui si sta occupando la Magistratura.
Ricordo che significai due aspetti: il primo è che, a fronte di un sistema economico che aveva sempre maggiore difficoltà ad accedere al credito trasformare la finanziaria regionale in uno strumento bancario, che avrebbe avuto gli stessi vincoli, le stesse ristrettezze, le stesse richieste di documentazione di una banca, rischiava di essere un grave errore.
Il secondo - lo dico perché assieme alla collega Porchietto avevamo fatto presente questo tema - è che temevamo che all'interno di Finpiemonte non vi fossero le professionalità adatte per svolgere il ruolo di banca. Non perché Finpiemonte non abbia alte professionalità: le ha, ma noi ben capivamo la differenza che esiste fra esercitare un'attività di finanziaria regionale e costruire, invece, una piccola banca (perché poi di questo stavamo parlando).
È stato commesso un gravissimo errore, che si riverbera direttamente sul sistema economico.
Il Vicepresidente Reschigna è stato molto corretto e molto schietto, ma ha esordito dicendo: "Siamo in una fase di stasi, per cui non ci possiamo più permettere neppure l'attesa della revisione di Banca d'Italia". Perché in questo momento, salvo le cinque misure che fortunatamente sono rimaste internamente all'Assessorato, e che neanche dovevano rimanere internamente all'Assessorato, non viene più erogato un quattrino. E il primo bando sarà in autunno. Ciò significa che noi, per almeno sei mesi - perché questo non accade da oggi, ahimè, ma accade da alcuni mesi - abbiamo bloccato il più grande strumento di sostegno economico delle imprese piemontesi per un errore di megalomania politica.
Vi è un secondo aspetto. Bisognerà fare estrema attenzione al punto 3 che ricordava il Vicepresidente; noi incamereremo una parte di queste risorse all'interno del bilancio regionale sulla voce delle entrate e li vincoleremo sulla voce delle uscite. Bisogna fare molta attenzione - lo dico con la massima serenità e senza nessun retropensiero - che queste voci siano direttamente vincolate a capitoli di sostegno alle imprese, perch lo dico essendo stato in Giunta in momenti di difficoltà economica - è altissimo il rischio che venga scambiato un tesoretto che arriva da Finpiemonte per spesa, che è anche d'investimento e di tutto quello che vogliamo, ma non è finalizzato ai motivi per cui stava dentro Finpiemonte.
Aggiungo anche - consentitemelo, visto che sono un Consigliere di opposizione e che fra 12 mesi si vota, ma lo direi anche se le elezioni fossero fra cinque anni - che quando entra in un ente pubblico, come in una famiglia e come in un'impresa, tanto denaro liquido - parliamo almeno di decine di milioni, se non di centinaia di milioni - l'attenzione e il rigore, in questo caso sì sabaudo, nel valutare che queste risorse continuassero a essere dedicate al mondo dell'impresa doveva essere assoluto.
Ovviamente non posso che rammaricarmi di quanto è accaduto, perché chi ci rimette sono le imprese piemontesi. Non possiamo però non sottolineare che questo - che non potrà mai essere derubricato, qualunque cosa avvenga, a un errore esclusivamente legato all'aspetto del conto Vontobel e quant'altro perché stiamo parlando là dentro di 50 milioni di euro di liquidità investita a fronte di 764 - è un buco di 11 milioni, sul quale è giusto intervenire e sul quale molto abbiamo detto.
Ci sono gli altri 750 di cui stiamo parlando, e se anche li avessimo persi sarebbe più grave la situazione di mobilità cui oggi abbiamo condotto la finanziaria regionale rispetto a ciò di cui molto si è parlato correttamente perché fa notizia, visto che gli aspetti legati al mondo della Magistratura sono più appetibili anche dai cittadini rispetto alla quotidiana erogazione di denaro e di ossigeno alle imprese piemontesi.
Tuttavia, ciò di cui ci dobbiamo occupare sono quei 764 milioni, che non sono transitati nel conto Vontobel, ma che oggi sono bloccati e che non aiutano nessuna impresa piemontese.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Diciamo che non ci potevamo aspettare nulla di diverso, arrivati a questo punto. Però non possiamo non far presente, come ha fatto poco fa il collega Vignale, che anche noi nel nostro ruolo di opposizione abbiamo manifestato da subito tutti i nostri dubbi nel passaggio di Finpiemonte a questa sua nuova natura e abbiamo, in particolare, lavorato sugli aspetti relativi al controllo e al monitoraggio, che sarebbero diventati sicuramente centrali e fondamentali in questo delicato passaggio. E il fatto che siano poi emersi questi gravi fatti non fa che confermare che i nostri dubbi in qualche modo avessero un fondamento.
Abbiamo cercato di proporre, nel momento in cui si andava a elaborare questo progetto, delle migliorie attraverso degli emendamenti, che sono stati puntualmente respinti. Ci siamo sentiti dire: "Va tutto bene, non dovete preoccuparvi, il monitoraggio di Finpiemonte è sicuro, è una struttura che è in grado di gestire questo cambiamento". Poi in realtà all'interno della Commissione - che non è la Commissione d'inchiesta che abbiamo chiesto, ma è un surrogato - abbiamo appreso che, ad esempio, una semplice mail che richiamava l'attenzione su un grave problema non è stata nemmeno letta. E non solo non è stata letta, ma sono passati moltissimi mesi prima che si ponesse attenzione su un allarme che pure era stato lanciato, tra l'altro, in una forma evidentemente non proprio idonea.
Se il sistema di comunicazione e monitoraggio in Finpiemonte era quello direi che il fatto che siano successi questi gravi fatti, forse, ha impedito che ne potessero succedere di peggiori, e a questo punto dobbiamo necessariamente fermare tutta questa trasformazione e ripensare a tutto l'impianto di Finpiemonte. Credo che la Giunta dovrebbe chiedere scusa non a noi, ma alle imprese, perché avete procurato un danno enorme al sistema economico piemontese, in un momento in cui non è ammissibile fare errori visto che le imprese sono in grande difficoltà e hanno bisogno di strumenti efficaci. Finpiemonte può essere uno strumento efficace, ma deve essere uno strumento trasparente, lineare, controllato e in questo momento ovviamente non lo è. Non lo sarebbe diventato con quella trasformazione che, in realtà, non sarebbe stata utile al sistema economico piemontese, perché il sistema economico piemontese non ha bisogno di una nuova banca come le altre, ma aveva bisogno di un organismo pubblico che potesse sostenere l'economia in modo trasparente, attraverso bandi e dando anche possibilità a quei soggetti che il sistema bancario respinge, perché definiti soggetti non bancabili.
Questo deve fare un ente economico della Regione Piemonte, non giocare a fare la banca come le altre, perché poi i rischi sono proprio questi: che non riusciamo a gestire il meccanismo e, alla fine, ci ritroviamo con un danno all'economia veramente incommensurabile. Se pensiamo che adesso tutto il sistema sarà fermo fino a ottobre, mi chiedo con quale volto vi presenterete davanti ai cittadini e davanti alle imprese piemontesi per fare nuove promesse. Come facciamo a essere credibili? Ed uso il plurale perché alla fine Finpiemonte è un qualcosa che appartiene a tutti noi, è uno strumento della Regione. Se non siamo stati in grado di farlo funzionare al meglio, l'unica via che rimane è quella di cercare di ripensare a questo soggetto, in modo da rimetterlo, al più presto, in piena operatività, in modo da non sprecare fondi, in modo da far ripartire subito il sostegno alle imprese.
L'unico aspetto positivo che cogliamo nelle comunicazioni dell'Assessore Reschigna è l'invito a collaborare, ma che sia una collaborazione vera. Noi ci abbiamo provato a collaborare. Vi ricorderete che ci abbiamo provato. Mi ricordo in Commissione, mi ricordo qui in Aula. I nostri emendamenti, a volte, sono stati vissuti anche con un po' di fastidio, a volte respinti come se fossero delle proposte superflue, come se andassimo a scoprire l'acqua calda. In realtà, collaborazione significa che bisogna anche ascoltare certi campanelli d'allarme, soprattutto se provengono dalle opposizioni.
Il nostro ruolo è questo: cercare di far suonare quei campanelli d'allarme prima che sia troppo tardi.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ravello; ne ha facoltà.



RAVELLO Roberto Sergio

Grazie, Presidente.
Prima di tutto un ringraziamento alla Giunta per aver voluto mantenere aperto un canale di comunicazione nei confronti del Consiglio. Canale necessario, vista la delicatezza della vicenda. Tuttavia, mi fermo qui nei complimenti nei confronti della Giunta. La comunicazione rispetto alla decisione assunta, la fuoriuscita volontaria dal regime di vigilanza, era una decisione attesa e non ci sorprende minimamente. Questo semplicemente perché, a nostro avviso, era chiaro che fosse consapevolezza di tutti ma soprattutto, della Giunta.
Quale sarà l'esito dell'ispezione di Banca d'Italia e quali saranno i contenuti delle relazioni di Banca d'Italia, che saranno devastanti dal punto di vista dell'immagine di Finpiemonte e della Giunta regionale, è ben facili immaginarlo. Considero la decisione comunicata oggi una decisione puramente tattica, finalizzata ad anticipare i tempi e abbatterli rispetto a quello che emergerà quando Banca d'Italia renderà pubblici gli esiti del suo lavoro.
Quest'atteggiamento mi ricorda quello che fanno i miei figli quando fanno una marachella e me la confessano appena arrivo a casa, perché sanno che se me ne accorgessi da solo, la punizione nei loro confronti sarebbe molto più severa. Questo è un caso molto simile. Voi sapete benissimo che, senza una decisione di questo tipo, un esito negativo della relazione di Banca d'Italia sarebbe un pesantissimo danno d'immagine che andrebbe ad aggravare quanto già state pagando in relazione alla vicenda.
Non è possibile, alla luce di tutto questo, non dare ragione a chi vi aveva messo in guardia prima di cercare di far fare il gran salto di qualità a Finpiemonte. Non è possibile non dare ragione a chi, oggi, rivendica di aver anticipato dei rischi e dei pericoli che poi si sono manifestati in tutta la loro serietà e in tutta la loro gravità.
Finpiemonte non aveva, e non ha tuttora, gli anticorpi per tenere lontani comportamenti illeciti; aveva quindi ragione chi riteneva che Finpiemonte non avesse le caratteristiche necessarie per trasformarsi in qualcosa di altro, in qualcosa di più grande, in qualcosa di più complesso, e solo in potenza, ma non in atto, di più utile per il territorio.
Abbiamo osservato le mancanze strutturali di Finpiemonte audendo il Segretario regionale, il Presidente del Comitato per il controllo analogo audendo il Collegio dei Sindaci, non potendo udire l'organo di revisione.
Abbiamo osservato quanto su cui eravate stati messi in guardia prima di intraprendere questo percorso e oggi pagate, ed è giusto che sia così, una pesantissima responsabilità politica.
Credo che ci si trovi di fronte a una situazione veramente paradossale.
Oggi non dobbiamo ringraziare chi si è accorto di quanto è accaduto, si è accorto della sottrazione di risorse. Noi, paradossalmente, dobbiamo ringraziare chi, chiunque sia stato, quelle risorse le ha distratte, perch ci ha permesso di fermarci prima di cadere nel burrone. Ci ha permesso di tornare indietro rispetto a una decisione assolutamente leggera e potenzialmente irresponsabile.
È paradossale che noi i, che la comunità e il Consiglio regionale, debbano oggi rendere grazie a chi ha commesso un atto gravissimo, perché ci ha permesso di aprire gli occhi su una situazione che voi non avete mai voluto vedere. È pesantissima la vostra responsabilità politica.
Chiudo condividendo una sensazione profondamente spiacevole. Non ricordo simili fallimenti politici da parte di nessuna Giunta che abbia governato la Regione Piemonte. Questa vicenda è l'unica per la quale questo governo regionale sarà ricordato, ed è talmente grave da non solo mettere in ombra ma cancellare dalla memoria della comunità piemontese qualunque cosa positiva, volontariamente o per caso, siate mai riusciti a fare.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Fluttero; ne ha facoltà.



FLUTTERO Andrea

Grazie, Presidente.
Colleghi, noi siamo particolarmente contenti di aver insistito o, comunque di aver condiviso la scelta di perseguire un'attività d'indagine all'interno delle Commissioni già esistenti, anziché una Commissione d'inchiesta, che avrebbe avuto, come obiettivo, quello d'indagare maggiormente su colpe di tipo giudiziario.
Abbiamo ritenuto e sostenuto in quella sede che quello è un compito della Magistratura. A noi compete trovare eventuali colpe politiche. Quanto sta succedendo questa mattina dimostra che le colpe politiche ci sono, sono molto pesanti e la scelta di trasparenza fatta dalla Giunta questa mattina e di coinvolgimento del Consiglio serve, come diceva il collega Ravello, in qualche maniera, ad anticipare un disastro, che è quello che arriverà con la relazione di Banca d'Italia, ma che è anche quello che appare ai nostri occhi nel corso delle audizioni cui abbiamo assistito nelle Commissioni per il lavoro d'indagine conoscitiva che stiamo portando avanti.
Provo a sintetizzare tre critiche politiche che, ai nostri occhi stanno emergendo in maniera chiara nel lavoro di audizione.
La prima critica politica riguarda (riprendo un attimo le date) la DGR 28 57, con cui, il 1° gennaio 2016, viene dato mandato a Finpiemonte sostanzialmente di diventare banca; inoltre, il 6 aprile 2016, con la legge di bilancio, si stabilisce che per consolidare il patrimonio e per aumentare il capitale, Finpiemonte si dovrà dotare fino a un massimo di 600 milioni di euro di capitale sociale. Tanto per capire, io ho una certa età e a me fa anche un certo effetto, sono 1.200 miliardi delle vecchie lire magari 600 milioni lo fanno meno, ma a me 1.200 miliardi fanno un grande effetto.
Dicevo, la prima critica politica è che, all'inizio del 2016, si fa questa scelta, giusta o sbagliata che sia (in Commissione, dobbiamo ancora entrare nel merito, c'eravamo dati questo obiettivo di capire se aveva un senso o meno avere questo strumento). Qual è la critica politica? Signori, è che il risk manager si assume un anno dopo; cioè, si danno 600 milioni di capitale sociale, disposti dal patrimonio della Regione Piemonte, al patrimonio di Finpiemonte, e dopo un anno si assume il risk manager.
Francamente, trovo che questa sia un'enorme disattenzione da parte della Giunta, un'enorme colpa politica da parte della Giunta. Non è un reato, ma è un'incapacità politica totale, perché è vero che sono stati approvati tutti i regolamenti, perché i regolamenti ci sono tutti, sì, ma mancano le persone. Questo lo affermano nelle audizioni o sui giornali (che più o meno è la stessa cosa, anzi spesso sono anche più puntuali delle dichiarazioni in audizione), in maniera molto chiara, il Presidente del Collegio dei Revisori dei Conti, il quale afferma in audizione che "la società è sotto staff per la funzione banca", mentre Esposito dice sui giornali, perché non abbiamo avuto il piacere di audirlo, che "Finpiemonte non era strutturata per la funzione di banca, per l'inadeguatezza delle persone e degli strumenti informatici".
È passato un anno e assumiamo il risk manager. Mi pare una grande colpa politica, che noi intendiamo attribuire all'insipienza e alla disattenzione della Giunta Chiamparino e del Presidente Chiamparino in primis.
Una seconda responsabilità è quella del Presidente Chiamparino di aver scelto, in maniera inopportuna.
Ah, scusate, dimenticavo: in quel lasso di tempo, fra gennaio 2016 e febbraio 2017, quando viene assunto il risk manager, due bonifici, uno da due milioni e l'altro di 1.450.000, a giugno 2016 escono e nessuno apparentemente, se ne accorge. Una banca, un sistema che si appresta a diventare banca, opportunamente strutturato, magari non avrebbe impedito la truffa o il reato, ma se ne sarebbe accorta dopo 15 giorni, dopo un mese e non l'anno dopo! Tant'è che, non contenti dei due bonifici truffaldini del giugno 2017, nel 2017 se ne fa pure un terzo, per arrivare ai sei milioni di cui si parla ovunque.
Questa è la prima pesantissima critica che riguarda la politica l'incapacità della Giunta e l'incapacità palese e manifesta del Presidente Chiamparino di gestire questa vicenda.
La seconda critica è quella dell'inopportunità della scelta che il Presidente Chiamparino ha fatto, nell'estate del 2017, ben sapendo - come sapevano tutti piemontesi, perché era uscito su articoli di giornale nel gennaio e febbraio di quell'anno - dell'impegno del Presidente Ambrosini come responsabile, come avvocato, come studio e a supporto di tutte le pratiche e della gestione del Tribunale del Concordato per la società del Presidente Gatti, di sostituire il Presidente Gatti con il Presidente Ambrosini.
Sul profilo professionale di Ambrosini, nulla da dire, ma c'è molto da dire sulla totale inopportunità di tale scelta; non c'è solo Ambrosini sul mercato dei profili professionali in grado di ricoprire quel ruolo! Quindi, seconda critica politica: nulla di illegale, ma totale inopportunità politica, perché la situazione, nella quale si stava dibattendo il povero Presidente Gatti, conosciuta a tutti e maggiormente al Presidente Chiamparino e all'entourage di Gatti, di Chiamparino e dello stesso Ambrosini, era delicata e complicata.
Quindi, totale inopportunità politica. Scusate, questa che cos'è se non una critica politica? Una persona con il curriculum politico del Presidente Chiamparino può cadere in un errore di questo genere? Questo lo fa un neofita, ma da una persona con l'esperienza del Presidente Chiamparino una cosa del genere, francamente, non te lo aspetti.
Un'ultima critica politica, che parte da un'affermazione che ho letto anche qui, nei resoconti delle audizioni e sui giornali, ma che traspare in molti altri passaggi. Il risk manager ha affermato: "Gatti era il padrone di Finpiemonte, decideva tutto lui con l'appoggio dell'Ufficio legale".
Ora, è evidente che il clima che c'era in quei mesi in Finpiemonte era un clima di tipo familiare, dove il proprietario aveva scelto il suo Presidente, il quale godeva di un potere esorbitante rispetto a quanto era prescritto nelle sue prerogative e nelle sue facoltà. Non eravamo in un sistema di tipo bancario, con pesi, contrappesi, equilibri, sistemi di controllo, incrocio di verifiche, ma c'era un "padre padrone" e perché era padre-padrone? Perché tutti sapevano che beneficiava e godeva della totale fiducia personale del Presidente della Regione.
Non eravamo in una situazione tipica di banca neutra, con una proprietà neutra, perché i soldi non erano del Presidente Chiamparino e della Giunta ma dei piemontesi. Allora, chi temporaneamente rappresenta i piemontesi perché è eletto democraticamente e ricopre i ruoli di Giunta, deve avere un ruolo neutro e non si deve comportare come fosse la sua banca di famiglia! Questa è l'altra critica politica. Perché Gatti si comportava così, ed esorbitava dai suoi ruoli? Perché aveva una copertura politica totale, che non è una cosa accettabile in una banca o in chi vuole diventare banca.
Queste sono le tre critiche che noi ci permettiamo di fare e sono critiche politiche, che sono emerse dal lavoro di ascolto in audizione, dalla lettura dei resoconti stenografici e dalla lettura dei giornali. Non siamo entrati nel merito delle questioni che toccano alla Magistratura, che farà il suo corso, ma siamo entrati esclusivamente su una valutazione di tipo politico.
Pertanto, come la concludiamo una riflessione di questo genere? Benissimo: lavoriamo in Commissione per cercare di capire che cosa si può fare per salvare il salvabile, ma il danno alle imprese c'è, il danno all'immagine del Piemonte c'è, la manifesta incapacità di quest'Amministrazione c'è, ma a questo punto che cosa potremmo chiedere? Se fossimo a due anni dalle elezioni, potremmo chiedere le dimissioni del Presidente Chiamparino, ma se le chiedessimo ci direbbero: "Scusate, tanto si vota l'anno prossimo, non serve".
E allora chiediamo solo una cosa: chiediamo al Presidente Chiamparino (che speriamo torni il prima possibile tra di noi e possa completare il suo percorso di riabilitazione dopo il piccolo intervento che ha subito) di dichiarare solennemente ai piemontesi che l'anno prossimo non si ricandiderà alla guida di questa Regione.
Io credo che questo sia il minimo che possa fare dopo la dimostrazione di un fallimento così clamoroso.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Segretario Bertola in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
All'interno di questa vicenda non è facile, anche per noi, riuscire a tenere separati il ruolo da opposizione in Consiglio regionale, quindi da soggetto che deve controllare (e quando del caso anche criticare fortemente) l'operato della Giunta regionale, dal ruolo di rappresentante dei cittadini nelle Istituzioni, quindi di soggetti che si sentono corresponsabili e vogliono partecipare al bene del Piemonte.
Se da un lato anche noi siamo costretti a dire che questa è una sconfitta ampiamente annunciata, perché a suo tempi avevamo sottolineato tutte le nostre perplessità, dall'altro non riusciamo a gioire di una sconfitta del genere, di un tale insuccesso e di un tale fallimento della Giunta Chiamparino.
Il motivo è semplice. Da una parte, ci sono di mezzo i soldi dei cittadini piemontesi, non di qualche banca o di qualche soggetto estraneo, ma dei cittadini piemontesi (11 milioni come minimo); dall'altra, c'è l'eventualità, anzi, nel concreto ci troviamo di fronte al blocco dei finanziamenti del sostegno per le imprese piemontesi fino all'autunno del 2018.
È un qualcosa di veramente grave in una situazione del genere, in un momento dove, forse, invece che grandi ambizioni serviva una grande concretezza e una grande compostezza.
Nell'ambito di questa vicenda, da quando il Presidente Chiamparino l'ha annunciata con una comunicazione (che poi è diventata anche una bomba mediatica), noi avevamo chiesto una Commissione d'inchiesta.
Lo voglio ripetere, perché non abbiamo mai detto di volerci sostituire all'indagine della Magistratura - ci mancherebbe - ma ritenevamo che una Commissione d'inchiesta fosse uno strumento con il quale il Consiglio regionale, quindi non una forza politica piuttosto che un'altra, ne sarebbe uscito in modo forte e deciso.
Lo ricordo: una maggioranza trasversale o, meglio, un'opposizione trasversale alla nostra richiesta - centrodestra e Forza Italia - ha fatto sì che invece s'istituisse solo un'indagine conoscitiva all'interno delle Commissioni consiliari permanenti con la Giunta della Commissione speciale per la promozione della legalità.
Che cosa vuol dire? Vuol dire che, nell'ambito del nostro tentativo di approfondire tutto l'accaduto, al fine di, punto primo, accertare in modo chiaro le responsabilità politiche e, punto secondo, porre in essere le condizioni perché ciò non accadesse più in futuro, il Consiglio regionale con lo strumento di una semplice indagine conoscitiva, si è posto all'esterno in modo debole.
Lo prova il fatto che un soggetto importante all'interno di questa vicenda la società di revisione dei conti - si è sentita nel diritto di dire: "Sapete che c'è? Io in Commissione non ci vengo, io non ci vengo in Consiglio regionale a rispondere alle vostre domande, anzi, vi mando pure una lettera dove vi spiego" - spiego a voi legislatori regionali Consiglieri regionali, Assessori regionali, Presidente del Consiglio regionale e Presidente della Regione - "cosa dice il vostro Statuto e il vostro Regolamento interno. Sono io che ve lo spiego".
Volevano spiegarlo a noi, per fortuna che noi abbiamo risposto rispiegando come funziona.
Sono anche riusciti a fare questo e non si sono presentati. È stato un peccato, perché con tutto quello che avevamo sentito, domande da fare ne avevamo parecchie, perché sono emerse gravi responsabilità, gravi carenze e gravi negligenze da parte degli organismi di controllo.
Ma io dico: volevate fare una banca con Finpiemonte? Ma dove volevamo andare messi così? Dove volevate andare combinati in questa maniera? Quando arriva una mail viene comunicata per telefono a un soggetto che dice: "È arrivata la mail dei Revisori", "Ah sì, deve essere quella roba lì, la certificazione dei bilanci". Punto. Riattacca.
Invece non era quello, era una mail dove si diceva che forse era il caso di riflettere un attimo sulla natura di un certo investimento.
Nessuno di noi - questo lo sa anche chi non è Consigliere regionale, ma ha responsabilità amministrative come i funzionari - può liberarsi dicendo che le mail vengono lette da un collaboratore.
Non ci liberiamo così. Non ci si libera così di una responsabilità.
Se la questione era così importante, è strano che poi nessuno abbia detto: "Quella mail l'avete letta?" Oppure, in una riunione fisica, nessun ha alzato la manina per dire: "Vogliamo parlare o no di quella questione?".
Tutto è andato avanti così.
Per le responsabilità penali e contabili ci sono gli organi preposti ad accertarle (noi speriamo che facciano al meglio il loro lavoro, e sono sicuro che lo faranno al meglio), ma le responsabilità politiche, signori sono piuttosto evidenti. Questo è un fallimento totale della Giunta Chiamparino. Della Giunta Chiamparino, perché quando si sbaglia bisogna anche prendersi le responsabilità.
Sinceramente non chiedo né al Presidente Chiamparino né alla Giunta regionale gesti per un futuro che riguarda l'anno prossimo, perché ognuno è libero di candidarsi o non candidarsi nel ruolo che vuole, però chiedo loro la presa di coscienza di ciò che è successo presente. Qualcuno, signori deve andare a casa, perché c'era un Presidente di Finpiemonte, che adesso è indagato - tra l'altro, è stato scarcerato - che certo era uomo assolutamente di centrosinistra, dei salotti buoni del centrosinistra proprio come storia politica e culturale, ma che, comunque, è stato messo lì dal centrodestra quando il Presidente che lo precedeva, per altre vicende, si era messo da parte. È stato, poi, confermato da questa Giunta regionale.
Poi, è arrivato Ambrosini ed era palese che una nomina del genere fosse inopportuna per i rapporti esistenti. Ci sono questioni certamente legate alla legittimità e all'illegittimità: nulla di illegittimo! Certamente fortemente inopportuno e adesso la questione torna fortemente sul tavolo.
Dicevo che qualcuno deve assumersi le responsabilità e andare a casa, a partire da Ambrosini fino alla Giunta regionale. Secondo noi, chi della Giunta regionale ci ha messo maggiormente la faccia deve alzare la mano e dire: "Scusate, do le dimissioni". Questo è un consiglio che darei anche a un amico; gli consiglierei di dare le dimissioni.
Cito il Presidente Chiamparino (tra l'altro, gli auguro una buona e pronta guarigione, visto che in questo momento è in convalescenza), che si è caratterizzato con un'espressione piemontese: "Esageruma nen". Questa volta mi sa che avete veramente esagerato: volevate esagerare e avete fallito miseramente!



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Bertola.
La parola al Consigliere Mighetti.



MIGHETTI Paolo

Grazie, Presidente.
Noi facciamo una riflessione un po' più ampia, su questi temi: non stiamo parlando di una folata di vento che ha fatto cadere una tegola dal tetto di casa nostra; stiamo parlando, probabilmente, dell'ultima tegola che era rimasta sul tetto a coprire la nostra casa. Per quanto riguarda la politica generale sull'impresa e sullo sviluppo dell'impresa piemontese, non ne abbiamo centrata nemmeno una! Questo è il dato drammatico. È il dato che ci spinge a pensare che non abbiamo bisogno di Superman, ma abbiamo bisogno di persone che vedano la realtà dei fatti. La realtà dei fatti e la realtà della nostra economia, delle nostre imprese, dei nostri artigiani; la realtà della gente che lavora tutti i giorni nel nostro Piemonte. La realtà di chi lavora come consulente per queste imprese, di chi lavora a stretto contatto sia con la Regione sia con le aziende stesse. Loro hanno il metro della situazione.
Già anni fa paventavano dei problemi nel nostro assetto, nell'assetto dei fondi europei, nell'assetto generale delle somme stanziate dalla Regione con le varie leggi. Noi abbiamo bellamente ignorato tutti questi segnali e il progetto di Finpiemonte, che oggi traccia la sua linea di fallimento, di non riuscita, di retromarcia, è solo l'ultimo atto; l'ultimo atto che è partito con un sostanziale fermo delle risorse. Fermo delle risorse dei fondi rotativi che avevano funzionato bene in Piemonte, che servivano non solo alle imprese, ma anche a generare politiche virtuose, come il risparmio energetico.
Occorre, poi, parlare del Piano Operativo Regionale, nato vecchio, nato sulle ceneri di quello precedente, che non ha portato alcun dato innovativo. Noi avevamo lanciato degli allarmi sia riguardo al fatto del diventare banca da parte di Finpiemonte sia sul Piano Operativo Regionale allarmi che non sono stati raccolti, ma allarmi provenienti da parte di persone che hanno lavorato fino al giorno prima di entrare in questo consesso, persone che avevano capito che i finanziamenti erogati attraverso il POR non potevano più funzionare in quella maniera.
Non potevano funzionare finanziamenti che dovevano competere con finanziamenti bancari che avevano oneri di predisposizione delle pratiche molto minori, oneri aggiuntivi molto minori: il fallimento delle politiche del conto interessi non bilanciate da piccoli interventi a fondo perduto e da fondi di garanzia che danno la possibilità di accedere veramente a questi crediti da parte delle aziende.
Non abbiamo sostenuto doverosamente il turismo. Dopo anni di pioggia di milioni di euro da parte della Regione Piemonte sul turismo, si sono chiusi i rubinetti in maniera drastica e questo settore, che è un settore trainante per tutta l'Italia, non ha più risorse da investire. Noi continuiamo su questa strada e i risultati sono evidenti. Noi, quando ancora era presente la collega del centrodestra, ex Assessora Porchietto avevamo evidenziato in Commissione come lo stato d'avanzamento del POR fosse veramente impalpabile e impalpabili fossero i risultati sull'impresa.
Non siamo ancora capaci di fare dei monitoraggi ex ante, non siamo capaci di fare dei monitoraggi come facevano vent'anni fa a livello ministeriale sulla legge 488. E cosa vogliamo fare con quest'impresa? Cosa vogliamo fare con i soldi che spendiamo ogni anno? In questa maniera, sprecheremmo soltanto risorse e non daremo un aiuto concreto ai nostri imprenditori e al nostro tessuto economico.
Finiamo, poi, con le altre questioni, le questioni rimanenti: le partecipate. Cosa abbiamo fatto per le partecipate? Abbiamo venduto le Terme di Acqui. Le Terme di Acqui sono state vendute e il risultato purtroppo, è sotto gli occhi degli acquesi.
E poi, il CSI: altra retromarcia della Regione Piemonte.
Questo è il panorama completo sul tessuto economico e sulle azioni di questa Giunta regionale sul tessuto economico. Obiettivamente, bisognerebbe fare una riflessione e capire quello che è mancato, quelli che sono stati gli errori e trarne le dovute scelte e conseguenze.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Gallo.



GALLO Raffaele

Grazie, Presidente.
Ho ascoltato con attenzione le comunicazioni della Giunta e la ringrazio perché tiene costantemente informato il Consiglio regionale e le Commissioni competenti rispetto a questo tema, così com'è stato fatto anche allorquando è stata decisa la trasformazione di Finpiemonte nel 2016 secondo un percorso condiviso con l'Aula e con le Commissioni competenti.
Parto però da qualche mese prima, e voglio ricordare due aspetti importanti che ha richiamato anche il Vicepresidente Reschigna nella sua comunicazione. Siamo stati noi, è stata la Giunta a guida Chiamparino a recuperare 450 milioni di euro per le imprese; è stata quest'Amministrazione e questa maggioranza che nel 2016, nella ricognizione straordinaria dei crediti, degli attivi e dei passivi del bilancio, in un momento difficilissimo per il bilancio della Regione Piemonte - lo ricordiamo tutti - ha recuperato 450 milioni di euro. Si trattava di poste iscritte a bilancio della Regione Piemonte, diciamo che erano trasferimenti dal bilancio Finpiemonte al bilancio della Regione Piemonte negli anni passati, quindi un'azione che aveva sottratto risorse a Finpiemonte e al sistema delle imprese e riportate nel bilancio regionale, e noi le abbiamo restituite a Finpiemonte, le abbiamo restituite al sistema delle imprese.
Poi abbiamo avviato un processo di politica industriale, una politica industriale per ottimizzare l'utilizzo di queste risorse che, senza l'azione di questa Giunta, non sarebbero a disposizione delle piccole e medie imprese.
Questo è bene ricordarlo, perché sono 450 milioni che vanno a impattare sul sistema economico piemontese, ed era uno degli aspetti principali quando discutevamo della riforma di Finpiemonte. E l'abbiamo fatto noi, l'ha fatto la Giunta Chiamparino. Queste risorse oggi sono parzialmente all'interno del capitale sociale di Finpiemonte, perché in questi anni si è avviato il processo di ricapitalizzazione, così come previsto con l'approvazione della legge del 2016, che in parte non era ancora avvenuto, ma è nostro preciso dovere e obiettivo - e l'abbiamo fatto in tutti i momenti più difficili della nostra Amministrazione in questi quattro anni - affrontare i problemi.
Noi abbiamo affrontato problemi enormi sul tema del bilancio; oggi affrontiamo questo problema che nessuno di noi poteva pensare di dover affrontare, ma che - anche qui responsabilmente, e ringrazio la Giunta e devo dire tutta la maggioranza - affronta oggi in modo responsabile dicendo: "Guardate, è inutile che ci giriamo attorno, abbiamo delle risorse che abbiamo recuperato noi, le vogliamo mettere a fattor comune per il sistema delle imprese. In questo momento Finpiemonte è oggettivamente ferma e, adesso come adesso, non possiamo permetterci che il sistema economico non abbia strumenti a supporto, quindi dobbiamo assumere delle decisioni veloci e tempestive perché il nostro unico obiettivo è utilizzare al meglio quelle risorse che abbiamo recuperato e metterle al servizio delle imprese". Certo, è una decisione che va presa con responsabilità, con tempestività, con assunzione di responsabilità e con progettualità, e devo dire che nella sua comunicazione la Giunta ha già individuato gli assi di sviluppo, gli assi d'intervento per la nostra economia su questi fondi.
Voglio dire anche al sistema delle imprese che ci ascolta che il lato Finpiemonte banca oggi è fermo, ma il sistema economico e comunque il sistema di Finpiemonte continua nella gestione e nell'erogazione dei fondi europei che sono a disposizione di Finpiemonte.
Il sistema economico non è senza alcuno strumento di supporto, perch l'erogazione dei fondi europei continua il POR-FESR; poi possiamo essere d'accordo su quale misura abbiamo attivato, quali misure non abbiamo attivato, cosa potevamo fare (contributo in conto interessi, finanziamento a tasso zero, fondi di garanzia), ma sono fondi a disposizione del sistema economico. Uscirà a breve - è già aperto e c'è già l'avviso sul sito di Finpiemonte - una nuova misura sulla quale la Giunta ha lavorato tanto e che metterà a disposizione delle imprese, insieme alle banche, ulteriori risorse in un'ottica di addizionalità rispetto alle risorse messe a garanzia dalla Regione Piemonte.
E poi c'è la sfida che dobbiamo affrontare. Noi, come maggioranza l'affrontiamo insieme alla Giunta, perché c'è la sfida di capire verso che direzione far andare Finpiemonte nelle prossime settimane e quali misure attivare, quali strumenti mettere a disposizione delle imprese, discutendo insieme alle imprese, non discutendo tra di noi e poi offrendo le decisioni assunte, ma decidendo insieme a loro quali sono le misure più utili per il sistema economico piemontese.
Noi questa sfida la cogliamo, ovviamente; come maggioranza, siamo pronti a fare nostre proposte in Commissione, in Consiglio e nelle sedi opportune quando ne discuteremo assieme. Credo che uno degli strumenti che dovremmo mettere in campo sia quello del contributo in conto interessi, quindi abbattere il costo dei finanziamenti per le imprese, e anche di fondi di garanzia che permettano l'accesso al credito delle imprese, in un'ottica di complementarietà con tutti gli strumenti messi in campo dal Governo nell'ambito del Progetto Impresa 4.0, in un'ottica di addizionalità e di complementarietà. Ma su queste cose discuteremo sicuramente in Commissione.
Noi vogliamo entrare nel merito e accettare la sfida perché il nostro obiettivo è di mettere a disposizione delle imprese degli strumenti nuovi per sostenere il sistema economico.
Guardate, quando abbiamo pensato alla nuova Finpiemonte pensavamo a questo: pensavamo a uno strumento nuovo, al raddoppio delle risorse per le imprese pensavamo a uno strumento efficace in questo momento economico e storico.
Alle opposizioni dico: possiamo discutere sul tema insieme, decidere e confrontarci con posizioni diverse, con punti di vista diversi su quali possono essere gli strumenti migliori, oppure possiamo fischiare i falli e continuare in questa dialettica. Io spero che anche le minoranze e l'opposizione contribuiscano a questa discussione nell'interesse della comunità e del nostro sistema economico.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE BOETI



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tronzano.



TRONZANO Andrea

Grazie, Presidente.
Mi faccia iniziare l'intervento facendo i complimenti al mio Capogruppo per come ha espresso concetti fondamentali che noi riteniamo di aver compreso in queste audizioni. Conseguentemente al suo intervento, non ci sarebbe molto da aggiungere, però alcune puntualizzazioni le voglio fare; le voglio fare all'Assessore Reschigna, innanzitutto, perché continua a insistere chiedo scusa, Assessore, se le mancherò, magari, di rispetto istituzionale in questo senso - sull'aspetto della spesa corrente coperta dalla Giunta di centrodestra.
Io le ricordo che questa prassi l'ha iniziata l'Assessore Peveraro nella Giunta Bresso. Quindi la pregherei, su queste cose, di avere onestà intellettuale. Perché questo fa la somma con quello che sto per dirle.
Sapete perché è fallito questo progetto? Perché voi avete le vostre filiere di potere e utilizzate soltanto quelle. E nel momento in cui le utilizzate dimenticate il resto del mondo. Conseguentemente, il fatto di avere un'ulteriore banca - un'ulteriore banca fallita - è determinato proprio da questo vostro persistere nel pervicace comportamento di tutelare soltanto una parte della società.
Lei fa bene a fare appello, dicendo: "Discuteremo con le categorie". Per purtroppo, arriva sempre tardi questo appello, Assessore. Perché prima cercate di risolvere le vostre cose attraverso le vostre filiere dopodiché, se queste falliscono, allora coinvolgete la società nel suo complesso.
Ma questo, purtroppo, non funziona più, e credo che i risultati elettorali siano abbastanza evidenti in questo senso.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Lasciate continuare il Consigliere Tronzano!



TRONZANO Andrea

Siamo sempre messi meglio di voi, sicuramente! Abbiamo la fortuna di non aver fatto errori così clamorosi, su questo state tranquilli! Ha ragione il collega Ravello: un errore così, cari signori del PD, vi costringerebbe, se fossimo in un mondo normale, a rassegnare le dimissioni immediate! Le dimissioni immediate! Perché un errore così è un errore strategico, fondamentale, che penalizza le aziende piemontesi! BARAZZOTTO Vittorio (fuori microfono) E il sistema banche?



PRESIDENTE

Per cortesia!



TRONZANO Andrea

No, il sistema banche è sempre il vostro! Il sistema banche! Se andiamo.



PRESIDENTE

Collega Barazzotto, lasci parlare! Se qualcuno vuole intervenire, intervenga dopo!



TRONZANO Andrea

Andiamo a guardare quante banche sono fallite e hanno penalizzato i piccoli risparmiatori!



PRESIDENTE

Collega Tronzano!



TRONZANO Andrea

Sono sempre attinenti al vostro potere, non al potere dell'Italia!



(Commenti del Consigliere Barazzotto)



PRESIDENTE

Collega Tronzano!



TRONZANO Andrea

No, no, io rispondo, Presidente!



PRESIDENTE

Lei, però, deve parlare all'Aula e non rispondere al Consigliere.
Il Consigliere non la deve interrompere.



TRONZANO Andrea

È ora che la finiscano di avere sempre due pesi e due misure!



PRESIDENTE

Lei ha il diritto di dire quello che pensa.



TRONZANO Andrea

Spesa corrente: quindi l'Assessore Reschigna è pregato di ricordare da dove ha iniziato.
Secondo: a nostro giudizio, l'aspetto della filiera di potere è fondamentale anche per il fallimento di quest'opera.
Terzo: ribadire il fatto di come noi abbiamo voluto una Commissione d'indagine e non una Commissione d'inchiesta. Perché le inchieste le deve fare la Magistratura, è quello che deve fare lei! Noi dobbiamo cercare di capire i danni che sono stati fatti, da dove derivano questi danni dopodiché intervenire.
In ultimo, una nota personale rispetto all'assenza del Presidente, cui auguro, naturalmente, una pronta guarigione. Io avevo esordito, la volta scorsa, dicendo: "Presidente, qu'sta la rangiuma nen, quindi portiamo gli atti in Procura" ("la rangiuma nen" significa "non l'aggiustiamo"). Lui naturalmente, ha smentito. Ma da quello che sta uscendo dalle audizioni o da quello che sta emergendo sui giornali, penso che, tutto sommato, non siamo andati tanto lontani. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Vicepresidente della Giunta regionale, Aldo Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale

Grazie, Presidente.
Ho chiesto di intervenire perché mi sento di fare tre o quattro riflessioni rispetto agli interventi che ho ascoltato.
La prima: vorrei essere chiaro sul fatto che la disponibilità al confronto che la Giunta regionale ha manifestato questa mattina su un passaggio delicato, che è la trasformazione della finanziaria regionale, è una disponibilità che appartiene allo stile e al modo con cui il Presidente Chiamparino e quest'Amministrazione regionale intendono gestire ogni problema della comunità piemontese.
Non confondete la "disponibilità" con il "venire con il piattino in mano": ve lo dico onestamente, perché per noi il confronto è la regola della democrazia. Ma non c'è nessuno che viene con il piattino in mano o con il capo chino ad affrontare questo genere di situazioni.
Seconda questione: Consigliere Tronzano, io sono onesto intellettualmente.
E chi mi ha ascoltato in quest'aula all'inizio della legislatura regionale mi avrà sentito rappresentare e riflettere sulle ragioni della grave crisi economica della Regione Piemonte, e su come questa grave crisi economica non sia il prodotto di un'unica legislatura.
Però, attenzione: su questa vicenda ve le prendete anche voi le responsabilità! Perché è tutta della precedente legislatura regionale la politica di utilizzare i fondi rotativi di Finpiemonte a copertura della spesa corrente! Non l'ha fatto nessun altro! Almeno, la rivendicazione di aver salvato 450 milioni di euro e di averli rimessi in gioco - poi si possono fare degli errori sul sistema economico non ce la toglie nessuno! Perché per me valgono le carte e sono molto prudente nel venire in Consiglio regionale a dire cavolate se non sono in grado di poterle provare. Perché oggi possiamo discutere su com'è meglio spendere 450 milioni, ma all'inizio di questa legislatura discutevamo su dov'erano andati questi 450 milioni di euro! Dov'erano andati!



(Commenti fuori microfono)



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale

No, no, sono i fatti! Se vuole, sono disposto a qualunque confronto anche di fronte al grand jury, perché non accetto che siano messe in discussione le mie parole quando sono fondate sui fatti. E lo sanno benissimo tutti i suoi precedenti componenti del Gruppo consiliare; lo sa benissimo il Consigliere Ravello che faceva parte di quella Giunta regionale; lo sa benissimo il Consigliere Vignale, che faceva anche lui parte di quella Giunta regionale.
Di che cosa stiamo parlando, in questo momento? Perché io ho sentito riportare le cifre più astruse sotto questo profilo.
Non stiamo parlando di 750 milioni di euro. L'aumento di capitale che era stato a suo tempo concesso e deliberato, era fino a 600 milioni di euro. A oggi, l'aumento di capitale riguarda un importo di 250 milioni di euro avvenuto nel corso del 2016 e del 2017. Gli altri importi erano parte di un aumento di capitale scindibile nel tempo, che riguardava un arco temporale sino al 2020.
Stiamo parlando di 250 milioni di euro: è un importo importante orgogliosamente importante! Ed è orgogliosamente importante, questo importo, per le ragioni che ho detto.
Rispetto a quest'importo nei prossimi giorni definiremo una proposta al Consiglio regionale tesa a dire quante sono le risorse che devono rimanere nel capitale sociale di Finpiemonte per consentire lo sviluppo di quegli assi compatibili con questo nuovo ruolo di Finpiemonte, e quali sono le risorse che rientreranno nel bilancio regionale. E tutte, fino all'ultimo centesimo, saranno immediatamente messe a disposizione del sistema economico piemontese. Su questo il Consigliere Vignale ha fatto bene a richiamare l'attenzione, ma in questo momento - l'ho detto e lo ribadisco per noi è imprescindibile la stretta correlazione.
Terza questione. È fallito il progetto? Oggi sì, ma questo è il problema che dovrebbe agitare i sonni delle persone che hanno costruito un'operazione che ha sottratto del denaro pubblico. Oggi è fallito questo progetto, perché a questo progetto è stato tagliato sotto i piedi il tempo per poter essere sviluppato. Perché se l'ispezione di Banca d'Italia fosse collocata nell'arco temporale prefissato, a quel momento quell'organizzazione ci sarebbe stata, ma certamente quando tutto ciò, per effetto di comportamenti malavitosi, è stato drasticamente e drammaticamente anticipato, è evidente che si è interrotto lo sforzo per dotare Finpiemonte di un'organizzazione confacente a quel ruolo. E non era il ruolo di chi ambiva ad avere una banca o di chi ritiene che le politiche economiche si fanno unicamente con quello strumento, ma era il ruolo che era stato individuato, ragionato, discusso, rappresentato al Consiglio regionale e al sistema economico di una Finpiemonte capace di determinare effetti moltiplicatori sulle risorse, un superamento delle tradizionali politiche di contributi a fondo perso o di fondi rotativi. Questa era la scommessa. Certo, il tempo è mancato e il tempo ha fatto precipitare questo tipo di situazione.
Ultima considerazione. Guardate, io credo che il Presidente Chiamparino non abbia bisogno di nessun tipo di difesa, men che meno della mia; sono una persona che vive dell'orgoglio di essere stata difesa in tempi difficili dal Presidente Chiamparino, che sotto questo profilo è un autentico galantuomo. Ma attenzione a confondere le vittime con i carnefici! Attenzione a confondere le vittime con i carnefici, perché su questa vicenda il Presidente Chiamparino (e quest'Amministrazione) è vittima, non è carnefice, e su questa vicenda il Presidente Chiamparino, anche consapevole degli eventuali prezzi politici, non ha nascosto nulla e ha usato fino in fondo lo strumento della trasparenza e dell'immediato coinvolgimento del Consiglio regionale.



PRESIDENTE

Va bene, consideriamo conclusa questa discussione.
Comunico che alle ore 12.30, presso la Sala delle Bandiere, al piano terra verrà ricevuta una delegazione che ha chiesto di essere audita in merito alle quattro procedure avviate da FedEx e TNT di licenziamenti collettivi e di trasferimenti collettivi.
Ricordo inoltre che alle ore 13, presso la Sala Viglione, l'Ufficio di Presidenza incontrerà i rappresentanti della Camera del Lavoro di Alessandria per la presentazione del progetto "??Lavorando Borsalino".
È chiaro che tutti i Consiglieri che desiderano partecipare a questo incontro sono ben accetti.
Il Consiglio regionale finisce qui.
La seduta è tolta.



(La seduta termina alle ore 12.21)



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