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Dettaglio seduta n.322 del 15/05/18 - Legislatura n. X - Sedute dal 25 maggio 2014 al 25 maggio 2019

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MOTTA



(Alle ore 14.30 la Vicepresidente Motta comunica che la seduta inizierà alle ore 15.00)



(La seduta inizia alle ore 15.00)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo Balocco, Cerutti, Chiamparino, Ferraris, Pentenero Reschigna e Valmaggia.


Argomento: Caccia

Proseguimento esame disegno di legge n. 182, inerente a "Tutela della fauna e della gestione faunistico venatoria in Piemonte"


PRESIDENTE

L'esame del disegno di legge n. 182, di cui al punto 4) all'o.d.g. prosegue con la discussione dell'articolato e degli emendamenti ad esso riferiti.
Nella seduta antimeridiana sono stati approvati gli articoli 4), 4 bis), 4 ter) e 4 quater).
È iniziato l'esame degli emendamenti relativi all'articolo 5.
ARTICOLO 5 Emendamento rubricato n. 74) presentato da Bertola, Andrissi, Bono, Campo Frediani, Mighetti, Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Ha chiesto di intervenire il Consigliere Mighetti per l'illustrazione; ne ha facoltà.



MIGHETTI Paolo

Grazie, Presidente.
L'emendamento n. 74) è una proposta di emendamento all'articolo 5, Capo I in cui chiediamo l'abrogazione della lettera e). Quest'emendamento abrogativo corre di nuovo sulla linea dei precedenti, andando a eliminare tutta una serie di deleghe che questa legge dà alla Giunta regionale per andare a compimento di quella che è la normazione in ambito venatorio.
Come abbiamo precedentemente espresso, questa tipologia di approccio alla legge sulla caccia non ci lascia soddisfatti; non ci lascia soddisfatti il dover delegare troppi atti di Giunte, atti regolamentari, quindi noi chiediamo l'abrogazione della lettera e) dell'articolo 5.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Andiamo avanti nella presentazione di emendamenti che insistono sull'articolo 5, quindi siamo nella parte iniziale del provvedimento che consta di diverse decine di articoli e prevediamo, comunque, ancora un po' di impegno sull'analisi del provvedimento nelle prossime sedute di Consiglio.
Il nostro Gruppo consiliare ha presentato una sua proposta di legge che recepiva, come abbiamo detto più volte, le istanze del Comitato referendario degli anni Ottanta, che ha portato avanti il progetto di limitare la caccia, di regolamentarla ulteriormente, a partire dal 1987 in avanti, senza poter vedere mai celebrato il referendum su cui erano state raccolte le firme e che era stato accolto anche dalle istituzioni.
Stiamo cercando di reintrodurre e modellare questo disegno di legge della Giunta, quindi espressione della maggioranza, con l'esigenza del Comitato referendario e le nostre sensibilità, contemperando anche l'esigenza del mondo agricolo, che deve vedere limitato, il più possibile, i danni alle coltivazioni da parte delle specie che possono arrecare questi nocumenti.
Riteniamo che la caccia non sia lo strumento fondamentale o, meglio, non l'unico strumento, se non neanche il migliore, come si è detto prima. A volte, la caccia può portare addirittura a ulteriori risultati negativi rispetto alle attività agricole.
Con quest'emendamento chiediamo di eliminare la lettera e), che riguarda l'attività di cattura e inanellamento a scopo scientifico, di tassidermia e detenzione di trofei. Soprattutto la detenzione di trofei, perché un conto è la tassidermia, un altro l'inanellamento a scopo scientifico, ma la detenzione di trofei ci sembra una cosa che mai si può superare e si possa riprodurre con altre forme senza utilizzare animali morti.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Mi cimenterò anch'io nella pronuncia della parola inanellamento e nel descrivere quest'emendamento, che prosegue nella logica di ridefinizione dell'articolo 5, nella misura in cui delega alla Giunta alcune decisioni importanti.
Noi vorremmo che questo testo, che è sentito dai cittadini piemontesi più di quanto forse noi possiamo immaginare in quest'Aula, fosse il più possibile condivisibile e condiviso. Ed è per questo motivo che stiamo cercando di aumentare le possibilità di discussione e di confronto attraverso la nostra attività emendativa.
I colleghi hanno ricordato nei loro interventi precedenti tutti i passaggi prima di arrivare a questo punto di discussione del testo in Aula. Restano ancora alcuni nodi da sciogliere, alcuni aspetti rispetto ai quali non c'è assolutamente concordia dal nostro Gruppo. In particolare, è stata più volte sottolineata l'esigenza di modificare il punto relativo alla caccia nelle giornate domenicali. Questo, sicuramente, è uno dei punti e dei nodi che dovranno essere sciolti per consentire di approvare un testo che possa risultare non dico condiviso al 100 per cento, ma condiviso in linea di massima. Un testo condiviso al 100 per cento per noi dovrebbe essere molto ma molto più restrittivo di questo, tant'è che il collega Bertola ha presentato un emendamento che prevede la caccia soltanto nelle giornate di mercoledì e sabato.
Tornando all'emendamento in oggetto, si chiede di abrogare la lettera e) dell'articolo 5, relativa alla delega alla Giunta sul regolamento rispetto all'attività di cattura e inanellamento a scopo scientifico di tassidermia e detenzioni di trofei.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Andrissi; ne ha facoltà.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Andiamo avanti con la nostra attività emendativa. In questo caso, chiediamo l'abrogazione della lettera e), quindi le attività di cattura e inanellamento a scopo scientifico, di tassidermia e detenzione dei trofei.
In particolar modo, crediamo che le ultime due attività non siano più da perseguire ai giorni nostri.
Detto ciò, so che - per esempio - nel principale corridoio ecologico nord sud, ovvero il Parco del Ticino, patrimonio dell'UNESCO, vi è un centro di inanellamento. È sicuramente un'attività molto importante, perché si possono valutare gli spostamenti di specie importanti che fanno migrazioni a livello europeo, ma si può anche valutare se alcune specie migratorie cambiando abitudini, poiché il cambiamento climatico consente a specie che in diversi periodi dell'anno devono spostarsi in zone climaticamente più favorevoli, riescono a sopravvivere anche alle nostre latitudini.
Pensiamo al cormorano, che spesso e volentieri viene accusato dai cacciatori di sterminare le specie ittiche, essendo un cacciatore veramente molto capace. Si tratta di una specie, da un lato, protetta dall'Unione Europea, perché si è rischiata l'estinzione con l'uso del DDT; dall'altro però, è diventata anche stanziale e questo ha provocato ulteriori problemi per le specie ittiche.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Andrissi.
Nel sollecitare un po' più di silenzio in aula, chiedo ai colleghi se ci sono altri interventi.
La parola al Consigliere Campo.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Con quest'emendamento chiediamo di eliminare un punto, tra le tante cose che vengono delegate da quest'articolo alla Giunta, dal punto di vista dell'attività di regolamento.
Soprattutto per tematiche così specifiche, si ritiene non possa essere una delega in bianco, con un parere della Commissione competente, perch parlando anche di tassidermia, di identificazione, cattura e inanellamento si tratta di tematiche abbastanza particolari e anche di una certa delicatezza. A nostro parere, risulta decisamente più utile un passaggio di valutazione in Commissione, magari anche con l'audizione di tecnici che siano in grado di configurare in maniera chiara quest'attività.
Pertanto, occorre una valutazione molto più attenta in relazione alla regolamentazione puntuale di quest'attività che, se lasciata a un esecutivo, io continuo a pensare che il ruolo dell'esecutivo sia quello di dare attuazione, non nella maniera meno arbitraria possibile, a una norma che deve essere chiara, limpida, e anche il più possibile condivisa o almeno figlia di un confronto tra tutte le parti politiche interessate alla tematica.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Valetti.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Anche con quest'emendamento ci concentriamo sulle abrogazioni dei punti del comma 1, articolo 5.
Siamo arrivati all'attività di cattura e inanellamento a scopo scientifico tassidermia e detenzione dei trofei. Sono tematiche che fanno parte integrante della normativa sulla caccia regionale e, così come per i punti precedenti, ci sembra logico poterle definire un po' meglio nell'articolato. Pertanto, non demandare completamente a una delibera di Giunta, perché, anche se sono un pochino parallele all'attività venatoria di per sé, si tratta comunque di attività che hanno una loro importanza come impatto sulla fauna locale.
Sia che si tratti di uno studio sia che lo scopo sia semplicemente quello della detenzione di trofei o altre attività parallele che si basano sullo sfruttamento e l'interazione con la nostra fauna locale, è importante che i principi e alcuni limiti di tale attività siano inseriti nel testo di legge.



PRESIDENTE

Grazie, collega Valetti.
Emendamento rubricato n. 75) presentato da Bertola, Andrissi, Bono, Campo Frediani, Mighetti, Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Segretario Bertola in qualità di Consigliere per l'illustrazione.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Riprendiamo l'esame del disegno di legge. Siamo al punto in cui avevamo terminato questa mattina, vale a dire l'esame dell'articolo 5. Tale articolo porta con sé una tematica importante, non solo per lo specifico della legge sulla caccia, ma, in generale, riguardo al tipo d'impostazione che si vuole dare all'attività di governo della Regione. In questo caso noi esprimiamo il nostro disaccordo nei confronti dell'impostazione della legge, in quanto lascia troppa delega alla Giunta regionale.
È interessante anche la lettera f), che parla del risarcimento dei danni prodotti dalla fauna selvatica e dall'attività venatoria alla produzione agricola, nonché degli interventi e iniziative per la prevenzione dei danni stessi. Anche questo è demandato a provvedimenti di Giunta e non viene inserito nella legge. Abbiamo già avuto modo di svolgere le nostre considerazioni e commenti relativamente ai danni. Si dice: "Gli animali dannosi: come si fa? I danni in agricoltura: ci vuole la caccia, bisogna cacciare questi animali!".
Noi abbiamo il massimo rispetto delle persone che svolgono un'attività agricola e subiscono dei danni da specie animali che interferiscono con le attività umane. Questo è un punto fermo anche per noi: occorre trovare adeguate misure di ristoro. Certo è che non sono i cacciatori a potersi proporre come i salvatori della patria, perché - tanto per fare un esempio se abbiamo avuto un incremento esponenziale del numero dei capi di cinghiali in questi anni, è proprio per via delle massicce introduzioni di questa specie.
Quindi, è un po' assurdo che chi ha creato il danno poi si proponga come il salvatore della patria. Questo è uno degli aspetti sui quali c'eravamo già espressi, poi ovviamente siamo per trovare adeguate misure di ristoro rispetto ai danni subiti, ma anche adeguate misure per la prevenzione dei danni stessi, che nel caso dei cinghiali sono delle recinzioni che sappiamo essere costose e spesse volte difficili da gestire.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Mighetti.



MIGHETTI Paolo

Grazie, Presidente.
Proprio su questo tema pensiamo invece che sia fondamentale agire in legge perché la questione dei danni all'agricoltura è molto controversa e riguarda la collaborazione tra Regione e ATC e CA, che poi sono gli enti che provvedono a erogare i contributi sui danni alle colture.
In questi anni è stata fatta una sorta di braccio di ferro tra le due istituzioni e ci sembra che chi ha pagato lo scotto di questo malfunzionamento degli apparati dello Stato sia proprio l'agricoltura l'agricoltura con i suoi imprenditori che lavorano sul territorio, che investono dei soldi, che investono delle ore di lavoro su colture che sono ampiamente predate dagli animali selvatici.
Ci sembra un po' debole l'approccio di andare a normare con una delibera questo tipo di rapporto con gli ATC e la modalità di erogazione dei danni.
Più forte sarebbe stato invece l'inserimento in legge di modalità ben precise, che avrebbero consentito poche scappatoie alle eventuali rimostranze dall'una e dall'altra parte.



PRESIDENTE

Scusate, faccio fatica a sentire i colleghi.
La parola alla Consigliera Frediani.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
È bello vedere che nemmeno si accorgono che stiamo parlando di loro, perch ormai hanno creato un piccolo circolo di partito, una piccola sezione del PD negli ultimi banchi.



(Commenti fuori microfono)



FREDIANI Francesca

Se vuoi venire da questa parte, di qua ci sono quelli che lavorano sulla caccia.



PRESIDENTE

Tutto il Consiglio sta lavorando, nessuno escluso.



FREDIANI Francesca

I comunicati sono libera di farli come credo, non ho bisogno dell'approvazione del Consigliere Cassiani, se Dio vuole!



PRESIDENTE

Consigliera, parli dell'emendamento.



FREDIANI Francesca

Con quest'emendamento chiediamo l'abrogazione della lettera f), che fa riferimento al risarcimento dei danni prodotti dalla fauna selvatica e dall'attività venatoria alla produzione agricola, nonché gli interventi e le iniziative per la prevenzione dei danni stessi.
Come anticipavano i colleghi, noi siamo ovviamente vicini agli agricoltori che svolgono un'attività importantissima per il nostro territorio un'attività che sicuramente va sostenuta.



(Scampanellìo del Presidente)



FREDIANI Francesca

È veramente una mancanza di rispetto incredibile! Mi rifiuto di intervenire in queste condizioni e chiedo anche ai miei compagni di Gruppo di non intervenire finché non si riuscirà a lavorare in aula.



PRESIDENTE

Collega, ha ragione: faccio fatica io a sentirla, quindi immagino anche l'Assessore.
Consigliere Vignale, le chiedo la cortesia di sedersi, oppure di parlare fuori dall'Aula: vediamo se riusciamo a ripristinare un po' di silenzio.
Collega Frediani, lei ha terminato. Ci sono altre richieste d'intervento sull'emendamento n. 75)? Prego, Consigliere Bono.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Con quest'emendamento chiediamo l'abrogazione della lettera f), del comma 1, dell'articolo 5. Ciò non perché non sia importante, come hanno già detto il collega Mighetti e il primo firmatario Bertola, nonché la Capogruppo Frediani. Il risarcimento dei danni prodotti dalla fauna selvatica e dall'attività venatoria (quindi entrambi, secondo un riconoscimento giusto frutto anche della nostra spinta propulsiva emendativa in questo senso) alla produzione agricola, nonché gli interventi e le iniziative per la prevenzione danni stessi, non è che per noi non debbano comparire nel testo di legge. Di più: per noi non devono comparire in un articolo che rimanda e demanda a un regolamento di Giunta questa partita molto importante e delicata.
Per noi questa parte deve essere scritta e votata dal Consiglio tutto e non delegata alla Giunta perché, come ho già avuto modo di dire - pensiamoci e pensateci su questo - oggi c'è questa maggioranza e questa Giunta, domani (tra 12 mesi) c'è un'altra maggioranza e un'altra Giunta che può essere di centrosinistra, di centrodestra o di altri colori, quindi significa dare comunque in mano alla Giunta, qualunque essa sia, il potere di modificare con un atto di Giunta regolamentare in fretta e furia le modalità di risarcimento danni all'agricoltura.
Le opposte sensibilità del Consiglio potrebbero avere l'interesse affinch si trovi una sintesi su questo importante tema in Aula in legge e non in regolamento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Campo.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Tra, l'altro, di per sé non si spiega che, vista la discussione estensiva che stiamo comunque facendo sul testo di legge, perché non abbiamo predisposto un allegato, magari più tecnico, magari ulteriormente discutibile, fatto con un tavolo di lavoro separato e di confronto con tutte le parti coinvolte e con i portatori d'interesse, che definisse tutte queste 13 tematiche o quante sono - arriva fino alla lettera o) - che si vogliono delegare a un successivo regolamento.
Ho sempre trovato alquanto sconcertante il fatto che, in tante norme che veniamo a scrivere, che sono anche norme quadro, che riordinano alcuni settori, noi deleghiamo la definizione dell'attuazione puntuale delle norme stesse a dei regolamenti in un momento successivo, senza dire, in realtà dove vogliamo andare su questi punti, che vengono definiti successivamente da parte della Giunta ed, eventualmente, portare in Commissione un pomeriggio e, "saluti e baci": lo approviamo o eventualmente se ne discute ma con minore intensità rispetto a un provvedimento che, magari non è scritto nell'articolato, ma è allegato al testo di legge e comunque dibattuto, in sede di Commissione o in un tavolo tecnico apposito, a margine della Commissione, e poi più ampiamente in sede di Consiglio regionale.
A me sembrerebbe che, quando si vanno a riordinare tematiche dove, come in questo caso, c'è stata una lunga vacatio legis e quindi è un settore che necessita di un riordino dal punto di vista del complesso delle norme che stiamo cercando di fare, per recuperare un pochino il ritardo pesante che c'è nella tutela del nostro ambiente, in generale.



PRESIDENTE

Grazie, collega Campo.
La parola al Consigliere Andrissi.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Con quest'emendamento, andiamo toccare una delle note più dolenti a livello territoriale, ovvero quello dei rimborsi da danni prodotti alla produzione agricola dalla fauna selvatica e dall'attività venatoria.
Da un lato, sulla fauna selvatica, negli anni, si è perseguita la strada dei selecontrollori, che da sentenza non possono essere cacciatori, ma devono essere guardiaparco e questo cambierebbe molto lo scenario, di fatto si è perseguita questa strada, lasciando via libera ai ripopolamenti dall'altra parte, si è cercato però di abbattere capi, spesso creando danni maggiori rispetto al controllo della popolazione, per esempio, dei cinghiali, con abbattimenti errati che provocavano un aumento di fatto della popolazione, per esempio, dei cinghiali.
Detto ciò, sicuramente bisogna proteggere le attività agricole che non arrivano a raccolto nel momento in cui si apre la caccia, non da ultima la risicoltura, perché l'agricoltore aspetta il momento giusto per raccogliere il riso cercando l'equilibrio tra maturazione della spiga nella sua interezza, quindi è ovvio che quando si raggiunge quel punto di maturazione, basta un leggero colpo per far cadere una buona quota dei chicchi arrivati a maturazione, che l'agricoltore aspetta di raccogliere nel momento giusto. In questo modo, si creano danni importanti all'attività agricola.



PRESIDENTE

Grazie, collega Andrissi.
La parola al Consigliere Valetti.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Abbiamo chiesto lo scorporo dei punti precedenti dalle deliberazioni di Giunta, per includerle nel testo di legge, a maggior ragione, il punto f) che parla di risarcimento dei danni, che è uno dei problemi che, in particolare, questa legge si propone di risolvere.
Ricordiamo che uno dei grossi player (parti coinvolte) nella questione caccia e nella questione della gestione della fauna sono proprio i cittadini piemontesi, gli agricoltori e le persone con aziende che si sentono colpite o subiscono dei danni, appunto, dalla fauna selvatica.
Secondo noi questi principi, di nuovo, sarebbe meglio che cominciassimo a definirli, in particolare, all'interno del testo di legge.
Relativamente al punto f), che cita a malapena la problematica, senza approfondirla, senza definirne i contorni sui risarcimenti dei danni secondo noi si porrebbe il caso di costituire un articolo un po' più approfondito di quanto non sia attualmente stilato nel presente testo di legge.
In questo modo, potremmo anche chiarire alcune delle problematiche, ma anche dei pregiudizi che vi sono sull'attività venatoria e l'impatto della fauna selvatica sulle attività agricole e sulle persone che presidiano il territorio, mantenendo delle attività economiche importanti. Probabilmente sarebbe anche occasione di sfatare alcuni miti che hanno visto spesso accreditare la caccia come possibile risolutrice di questi problemi.



PRESIDENTE

Grazie, collega Valetti.
Emendamento rubricato n. 130) presentato da Vignale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
L'articolo 5, relativo ai regolamenti d'attuazione, prevede anche che la Giunta regionale disciplini il risarcimento dei danni prodotti alla produzione agricola sia dalla fauna selvatica che dall'attività venatoria nonché gli interventi e le iniziative per la prevenzione dei danni stessi introducendo due differenti fattispecie di regolamentazione: una parte è relativa al risarcimento dei danni, su cui si possono regolamentare le modalità di perizia, al quantum, la tempistica del risarcimento e quant'altro; un secondo aspetto, che a noi pare altrettanto interessante, è quello legato agli interventi e alle iniziative per la prevenzione dai danni stessi. È evidente, e veniva segnalato anche da altri colleghi nel corso della discussione, che tanto più carenti sono l'attività e le iniziative di prevenzione e controllo, tanto maggiori sono i danni. Questo è anche testimoniato dalla presenza di danni nei singoli territori. Se confrontassimo territori pressoché omogenei, emergerebbe una differenza di danni assolutamente significativa: quasi sempre quest'aspetto è legato all'intervento di controllo e di prevenzione svolto precedentemente, che quindi, garantisce un numero minore di danni.
Per questo motivo, il nostro emendamento, relativamente al tema degli interventi e delle iniziative per la prevenzione dei danni stessi, chiede di inserire le parole "di concerto con ATC e CA". Perché, fatti salvi quelli che sono gli strumenti che non entrano all'interno di questa norma (sono quelli legati alla legge dello Stato, quindi in particolar modo all'attività di controllo e di prevenzione con strumenti ambientali e quant'altro), immediatamente dopo la legge dello Stato, lo stesso piano di prevenzione o il piano di intervento a caccia chiusa, quindi attività finalizzate al controllo che recentemente la Città metropolitana ha approvato, ovviamente prevedono anche l'utilizzo dei cacciatori.
Provare ad attribuire un ruolo ad ATC e CA non soltanto nella gestione dell'iscrizione dei cacciatori agli Ambiti, nella regolamentazione del periodo venatorio, ma anche nell'attività preventiva che va svolta su tutto il periodo dell'anno, a noi pare un'iniziativa di buonsenso.



PRESIDENTE

Grazie, collega Vignale.
Emendamento rubricato n. 76) presentato da Bertola, Bono, Frediani Andrissi, Campo, Mighetti e Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Ha chiesto la parola il Consigliere Segretario Bertola, che interviene in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Dopo la lettera f) viene la lettera g): quest'emendamento va, quindi, ad abrogare la lettera g) dell'articolo 5.
Ci riferiamo ancora alla parte in cui, praticamente, vengono demandati alla Giunta regionale provvedimenti che a nostro avviso dovrebbero, per la gran parte, essere contenuti all'interno della legge.
In questo caso, si demandano alla Giunta regionale le disposizioni integrative, attuative e gestionali relative all'esercizio venatorio all'organizzazione territoriale agro-silvo-pastorale, alla caccia programmata.
All'interno della nostra proposta di legge, invece, sullo stesso tema ci sono alcune previsioni (nella trattazione di questo disegno di legge, oltre ad andare a modificare il disegno di legge stesso, abbiamo anche cercato di inserire parti della nostra proposta di legge).
Come dicevo prima, i macrotemi sono sostanzialmente tre (poi ce ne sono altri più piccoli): quello dell'eccessiva delega, quello delle specie cacciabili (su questo ci siamo già confrontati) e quello delle giornate nelle quali la caccia è permessa (tema che affronteremo più avanti, se non ricordo male all'articolo 21, che è quello che va a definire e a elencare una serie di divieti, tra i quali vorremmo inserire anche il divieto di caccia tutte le domeniche della stagione).
C'è sicuramente una rivendicazione da parte di chi pratica l'attività venatoria, che ha dei regolari permessi (attività che noi non condividiamo ma che è permessa oggi da una legge nazionale). C'è, però, anche il diritto per qualsiasi cittadino di andare per i boschi la domenica.
Stiamo quindi parlando del diritto di un'intera collettività a fruire di un bene comune contro un interesse legittimo (non un diritto, ma un interesse legittimo!) di altre persone, certamente una minoranza: magari una minoranza motivata, magari una minoranza rumorosa, ma pur sempre una minoranza.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bertola.
Ha chiesto la parola il Consigliere Campo; ne ha facoltà.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Continuiamo questo discorso con l'abrogazione dell'ulteriore lettera g).
Il fatto che questi provvedimenti vengano delegati a un regolamento successivo andrebbe chiarito direttamente in questa sede, magari specificando meglio in questo elenco "al fine di che cosa" per ogni punto: cioè al fine di rimborsare completamente i danni? Al fine di minimizzare i danni? Al fine di porre in opera attività a maggior tutela dell'avifauna piemontese, eccetera eccetera? Questo per definire, anche sui dettagli attuativi, quali siano i compiti che stiamo assegnando all'esecutivo che dovrà dare attuazione alla norma; attuazione - attenzione! - non arbitraria, secondo intendimenti generici che la legge prescrive, ma secondo intendimenti limpidi e puntuali che questa legge dovrebbe dare, che indichino una precisa direzione politica. Questo perché è la politica che fa le leggi. Ovviamente, le leggi sono spesso espressione di una maggioranza; maggioranza che dovrebbe essere, in questo caso, consiliare, e non espressione della Giunta (Giunta che, poi, si fa votare il provvedimento dalla propria maggioranza).
È un qualcosa di leggermente diverso, un po' come quello che fa il Governo a livello nazionale: le leggi d'iniziativa governativa negli ultimi periodi sono diventate prevaricanti rispetto a quelle di iniziativa parlamentare.
Non è quello che vorremmo fare con questa legge, che è attesa da lungo tempo ed è molto discussa. Vorremmo che ne venisse fuori una legge espressione di un'accurata discussione consiliare, anche relativamente ai provvedimenti attuativi.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Mighetti; ne ha facoltà.



MIGHETTI Paolo

Grazie, Presidente.
Un po' a giustificazione del dibattito che abbiamo affrontato con i precedenti emendamenti, l'abrogazione del punto g) la fa un po' da esemplificazione, nel senso che il punto g) recita: "Le disposizioni integrative, attuative e gestionali relative all'esercizio venatorio all'organizzazione del territorio agro-silvo-pastorale, alla caccia programmata".
In questa lettera troviamo evidentemente una descrizione molto allargata di quello che verrà demandato alla Giunta regionale; una descrizione piuttosto vaga di molti elementi che saranno demandati alla Giunta. E non c'è peggior arma legislativa della vaghezza, specialmente in Italia, dove abbiamo un linguaggio talmente forbito ed esteso che è aperto a mille interpretazioni.
Siamo di nuovo qui a chiedere l'abrogazione del punto, ma con un interesse anche puntuale sul punto stesso, perché evidentemente, rispetto alle altre puntualizzazioni dell'articolo 5, questo è forse il punto più vago e meno possibile da determinare a livello di azione della Giunta regionale.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Valetti; ne ha facoltà.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
In questo punto del comma 1 stiamo in un territorio abbastanza vago, che ci piacerebbe perlomeno esplicitare meglio. Come alternativa all'abrogazione potrebbe anche esserci una migliore spiegazione di che cosa s'intenda per "le disposizioni integrative, attuative e gestionali relative all'esercizio venatorio, all'organizzazione del territorio agro-silvo-pastorale, alla caccia programmata", perché qui dentro potenzialmente ci sta tutto ciò che concerne la programmazione dell'attività venatoria e tutte le possibili interazioni con il mondo agricolo.
Vedendo queste parole tutte citate, ci dà l'idea di qualcosa d'importante e significativo, che però non viene messo in legge. Quindi, a maggior ragione, chiediamo di ripensarci, sottraendo questo punto alla dettagliazione dentro a una DGR per riportarlo dentro il testo di legge.
L'abrogazione di questo punto del comma 1 dell'articolo 5 è propedeutica a una ridiscussione e a una rideterminazione di queste disposizioni integrative, di cui non conosciamo bene l'intenzione da parte del proponente, per riportarlo in modo trasparente e condiviso all'interno della presente legge.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Andrissi; ne ha facoltà.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Condivido quanto ha appena detto il Consigliere Valetti e credo che questa legge rischia di diventare una Carta degli intenti, nel senso che scriviamo delle cose molto vaghe e non diamo delle tempistiche e delle definizioni certe e lasciamo a una Giunta - quale sarà la Giunta poi lo vedremo - il potere di definire quali sono le giornate di caccia e le giornate di riposo. Su questo c'è il tema importante della domenica, se mantenere la giornata di caccia nella domenica, che è il giorno in cui, purtroppo accade il maggior numero degli incidenti.
Questo punto che vorremmo cancellare non è tanto per cancellare quelli che sono gli intenti da lasciare a futura memoria per la Giunta che ci sarà, ma perché vorremmo prenderci la responsabilità, insieme agli altri Consiglieri di maggioranza, di dire quando si può cacciare, con quali accordi con le attività agro-silvo-pastorali, cioè dare delle indicazioni certe e fare delle scelte che siano chiare per tutti e prendersene la responsabilità.
Noi optiamo per un testo legislativo forte, che dia delle indicazioni chiare per tutti. Crediamo che questa maggioranza abbia dei numeri impressionanti - guardando gli equilibri all'interno del Consiglio regionale, avete una maggioranza notevole - per poter approvare un testo legislativo forte che si prenda le proprie responsabilità nelle decisioni.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Proseguiamo nelle nostre proposte di modifica dell'articolo 5 e siamo arrivati alla lettera g), all'interno della quale si vanno a demandare alla Giunta i regolamenti relativi alle "disposizioni integrative, attuative e gestionali relative all'esercizio venatorio, all'organizzazione del territorio agro-silvo-pastorale, alla caccia programmata". Anche questi sono aspetti importantissimi, che dovrebbero essere definiti per lo meno a livello d'inquadramento più generale all'interno della legge e non demandati nella loro interezza alla Giunta regionale.
Come ricordava il collega Bertola, il punto principale, rispetto al quale chiediamo che ci sia possibilità di confrontarsi ulteriormente, è relativo alla caccia domenicale. È assolutamente inaccettabile che i cittadini che non praticano attività venatorie e desiderano semplicemente passeggiare nei boschi e nelle nostre montagne non possano farlo in serenità, perché in concomitanza potrebbe svolgersi un'attività venatoria con gravissimo rischio per loro. Tra l'altro, mi chiedo: se dovessero verificarsi degli incidenti, a chi dovrebbe esserne imputata la responsabilità? Credo che dovremmo fermarci un attimo a ragionare su questi aspetti. Più di una volta abbiamo detto che la natura e il mondo non appartengono solo all'uomo, quindi a maggior ragione quegli uomini e quelle persone che vogliono godersi in pace, in tranquillità e in sicurezza la natura, devono poterlo fare senza correre il rischio di imbattersi in un cacciatore che magari per sbaglio, scambiandoli per qualche animale selvatico, potrebbe ferirli, se non addirittura ucciderli.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Siamo arrivati con rapidità e celerità all'abrogazione della lettera g) del comma I, dell'articolo 5, quindi rapidamente ci appropinquiamo a estinguere gli emendamenti dell'articolo 5.
In questo caso parliamo delle disposizioni integrative, attuative e gestionali relative all'esercizio venatorio, dell'organizzazione del territorio agro-silvo-pastorale, della caccia programmata. Ci preoccupano maggiormente, come diceva il collega Valetti, non tanto le norme gestionali e attuative che, di norma, sono di competenza dalla Giunta regionale, ma le disposizioni integrative, nel senso che non comprendiamo bene di quale norma si tratti. Se sono norme legislative, va da sé che dovrebbero essere in norma. Sembra quasi un po' come dire: se ci siamo dimenticati qualcosa lo inseriamo in un regolamento. Non funziona così.
Ripeto, le norme attuative vanno bene sui regolamenti; per le norme gestionali, per quanto riguarda la gestione non di rango legislativo, va bene di nuovo regolamento, ma per le disposizioni integrative, Assessore ci deve spiegare esattamente di cosa trattasi. Non siamo la maggioranza abbiamo grandissima stima e fiducia nell'operato di questa Giunta e dell'Assessore. Va bene una cambiale in bianco, ma non esageriamo, perch vorremmo capire di cosa si tratta prima di votare questo provvedimento.
Vorremmo capire meglio.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Bono.
Emendamento rubricato n. 77) presentato da Bertola, Andrissi, Bono, Campo Frediani, Mighetti, Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Segretario Bertola, che interviene in qualità di Consigliere per l'illustrazione.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
La lettera h) dell'articolo riguarda la destinazione della fauna selvatica legittimamente abbattuta. Su questo, ci sono varie posizioni, anche relativamente alla commerciabilità della stessa da parte di chi abbatte la fauna.
Nel nostro disegno di legge, conseguentemente nei nostri emendamenti, ci sono disposizioni abbastanza precise anche su questo. La nostra proposta di legge non demanda la questione a provvedimenti di Giunta, ma va proprio sul piano della formazione.
Questo è l'ultimo articolo del Capo I. Con il Capo II si passerà poi alla pianificazione faunistico-venatoria. Anche qui, sicuramente, ci saranno questioni interessanti di cui discutere.
Fin qui la discussione su questo disegno di legge è stata decisamente lunga sia per gli emendamenti presentati dal nostro Gruppo sia per quelli presentati dal Consigliere Vignale. Poi, per una pura questione numerica, a parità di emendamenti, essendo la nostra illustrazione effettuata da sei Consiglieri, si va più per le lunghe. Tuttavia, ci siamo strettamente attenuti a questioni di merito.
Del resto, non era difficile trovare delle questioni di merito sulle quali proporre degli emendamenti su un disegno di legge del genere così complesso e così lungo ma anche, purtroppo, così denso di questioni che non rispondono alla visione che abbiamo e non rispondono sicuramente a ciò che noi avevamo proposto con il nostro disegno di legge.
Ci saranno poi altre considerazioni che non voglio anticipare e che magari, non saranno totalmente negative, ma fin qui abbiamo visto bene quali sono le posizioni.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Mighetti; ne ha facoltà.



MIGHETTI Paolo

Grazie, Presidente.
Il punto h) definisce la destinazione della fauna selvatica legittimamente abbattuta. Questa delega inserita nell'articolo 5 è, tra l'altro parzialmente una delega, in quanto negli articoli successivi (ricordo per esempio gli articoli 19 e 20, per le attività di controllo) vengono definite le destinazione dalla fauna selvatica abbattuta durante l'attività di controllo. Destinazione che, in quel caso, non riteniamo opportuna, in quanto viene definita una destinazione verso ATC e CA, che poi opereranno allo smaltimento delle carcasse oppure alla vendita a titolo oneroso.
In questo senso, siamo contrari a questa tipologia di destinazione, in quanto quelle attività di controllo di tipo emergenziale come definito nell'articolo 20, sono attività che presuppongono, di fatto, un malfunzionamento dell'attività ordinaria di caccia di selezione e normale caccia sul territorio degli ATC e CA.
Il fatto che un'attività emergenziale, che sia anche costata, in termini economici e di personale, alla Provincia e alla Città metropolitana tante risorse, ci pare assurdo che sia poi a vantaggio di ATC e CA che, in realtà, non hanno operato bene nelle stagioni venatorie precedenti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Campo.



CAMPO Mauro

Passiamo al punto h), meno interessante probabilmente del punto g), ma comunque non meno significativo dal punto di vista della problematica che questa legge si propone di andare ad affrontare.
Uno dei temi spinosi che a tutt'oggi sono gestiti sempre meno dagli ATC e dai CA, è proprio la destinazione della fauna selvatica legittimamente abbattuta. È evidente che, nel generale dissesto del sistema che è seguito non solo all'abrogazione della legge, nella scorsa legislatura, ma a tutto il dissesto economico che ha causato ritardi anche nel pagamento dei fondi per il funzionamento degli ATC e dei CA, si è creato un sistema leggermente sommerso, per cui alcune parti della cacciagione abbattuta tende a sparire dai radar del sistema che dovrebbe tenere sotto controllo la situazione.
Ci chiediamo nuovamente come si possa mettere nella norma un titolo delegandolo - così, in bianco - alla Giunta, senza provare almeno a indicare quale direzione vorremmo dargli nell'attività regolatoria che seguirà. Il problema è sempre lo stesso e non possiamo che ribadire che ci aspetteremmo o una maggiore precisazione della finalità della delega alla Giunta, verso quale finalità per ogni punto, oppure un allegato alla norma che specificasse chiaramente, invece del regolamento, da dare come compitino alla Giunta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Valetti.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Al punto h) stabiliamo la destinazione della fauna selvatica legittimamente abbattuta. Secondo noi, sarebbe il caso di specificare nel testo della legge almeno alcuni criteri per la destinazione della fauna abbattuta.
Insomma, stimoliamo la Giunta e l'Aula a cercare una soluzione di proposta legislativa, per definire alcuni criteri nel testo di legge. Si tratta di una legge regionale, pertanto vigono sempre i principi di programmazione di enunciazione dei principi.
Senza andare troppo nel dettaglio, riteniamo che demandare a una DGR sia un esercizio abbastanza facile, che però non è molto rispettoso dei poteri di legiferazione che quest'Aula ha e che, quindi, dovremmo potere almeno discutere su alcuni temi, senza limitarci ad approvare un articolo che, di fatto, non dice praticamente nulla di quello che si vorrà fare in merito a questo punto.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Frediani.



FREDIANI Francesca

Siamo all'emendamento n. 77) e chiediamo l'abrogazione della lettera h) relativa alla destinazione della fauna selvatica legittimamente abbattuta.
È un altro tema che viene demandato alla Giunta regionale, quindi ai regolamenti che dovranno essere elaborati dalla Giunta.
Anche su questi aspetti ci piacerebbe che fosse presente, già nella norma approvata dall'Aula, una definizione un pochino più precisa o che si definisca l'utilizzo dei capi legittimamente abbattuti già in norma.
Pertanto, cercare di limitare o, comunque, regolamentare in legge l'utilizzo che si può fare di questi capi.
Tra l'altro, già la parola "legittimamente" mi suona male, perché pensare agli animali che vengono legittimamente abbattuti è un qualcosa che mi disturba, ma questo si rifà al mio discorso introduttivo alla discussione della legge. So che il collega Appiano sta già pensando all'utilizzo che potrebbe fare della selvaggina legittimamente abbattuta, forse per propormi delle ricette, non sapendo che io sono vegetariana e quindi.
APPIANO Andrea (fuori microfono) Le hai proprio tutte!



FREDIANI Francesca

Le ho tutte! Tutti i difetti e questo non è neanche il peggiore!



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bono.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Procediamo con l'illustrazione degli emendamenti abrogativi delle lettere dell'articolo 5, comma 1, anche perché è l'unico comma, fortunatamente come forse dirà qualcuno,dell'articolo.
Ognuno di questi emendamenti rappresenta una volontà di riappropriarsi di spazi legislativi e normativi da parte dei Consiglieri regionali, quindi da parte del Consiglio tutto. Non voglio che i colleghi della maggioranza ci ringrazino, ma questa nostra attività è a favore di tutto il Consiglio, non solo di questa legislatura, ma anche della prossima, ed è tesa a cercare di difendere gli spazi legislativi del Consiglio da un attacco in corso non solo da parte di questa Giunta, ma anche delle precedenti.
La Giunta regionale tende a limitare sempre di più l'attività legislativa dei Consiglieri, proprio un po' nella volontà di limitare lo spazio legislativo e far sì che tutto ricada sempre più nella sfera delle proprie competenze. Vi è un impeto a fare un'intrusione continua nelle competenze legislative del Consiglio, rispetto le competenze esecutive della Giunta.
Pertanto, anche questa separazione di poteri è ormai un miraggio, perché si sta sempre più perdendo, nel senso che l'esecutivo svolge il ruolo guida anche legislativo. Tra l'altro, molti Assessori (complice anche la nostra legge elettorale) sono anche Consiglieri, quindi hanno questo doppio ruolo: propongono le leggi come disegni di legge, le votano e poi le eseguono.
A me sembra sia un po' un paradosso, a livello italiano. Non ce l'ho particolarmente con questa Giunta, ma a livello italiano - competenze regionali, ma anche competenze nazionali - forse bisognerebbe rivedere un po' alcuni concetti e alcune competenze.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Andrissi.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Con quest'emendamento chiediamo l'abrogazione del punto h): "Destinazione della fauna selvatica legittimamente abbattuta". È un tema delicato, in realtà.
So che nei parchi nazionali, per esempio, la fauna abbattuta non può essere consumata da parte dei guardiaparco in nessun caso, quindi si potrebbero creare dei conflitti d'interesse e credo che la legge dovrebbe valutare attentamente questi aspetti. Al di là dei parchi nazionali, abbiamo dei parchi regionali, quindi questi aspetti vanno normati con grande attenzione anche nei confronti dei controllori, perché potrebbero creare dei conflitti d'interesse, chiamiamoli così, anche se è una parola un po' vuota considerando che la legge sul conflitto d'interessi a livello nazionale è molto ben più importante e non ha mai avuto riscontri nell'attività parlamentare.
Tuttavia, ciò non toglie che sicuramente rimane un tema delicato, che secondo noi meriterebbe spazio all'interno del testo legislativo. Crediamo che anche quest'argomento non debba essere rimandato a un successivo regolamento di Giunta.



PRESIDENTE

Grazie, collega Andrissi.
Emendamento rubricato n. 78) presentato da Bertola, Andrissi, Bono, Campo Frediani, Mighetti, Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) L'Emendamento è uguale all'emendamento rubricato n. 131) del Consigliere Vignale.
La parola al Consigliere Segretario Bertola in qualità di Consigliere per l'illustrazione.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Quest'emendamento propone l'abrogazione della lettera i) del primo comma dell'articolo 5, quello con il quale si demanderebbero alla Giunta i criteri e le modalità d'immissione, cattura e destinazione della fauna selvatica a scopo di ripopolamento da parte di ATC e CA, delle aziende faunistico-venatorie e delle aziende agrituristico-venatorie.
È chiaro che, per assurdo, qui gli estremi - noi da una parte e il centrodestra dall'altra - si vadano poi a conciliare, perché ovviamente ciascuno, partendo dalla propria posizione, chiede l'abrogazione di questa lettera. Probabilmente entrambi gli schieramenti vorrebbero poter normare la questione con legge, sebbene in modo radicalmente diverso.
La questione è relativa all'immissione e alla cattura della fauna selvatica a scopo di ripopolamento. Ovviamente è un'altra questione delicata e anche divisiva rispetto alle varie visioni esistenti sull'attività venatoria, ed è anche una questione che può variare molto se demandata a un provvedimento di Giunta.
C'è un principio che, di solito, viene fatto valere nel diritto amministrativo e nella Pubblica Amministrazione, che è un principio di continuità amministrativa, e diciamo che fa sì che comunque i provvedimenti presi da Amministrazioni precedenti, ove generino determinati effetti debbano poi essere in qualche modo conservati. Per questo motivo, riteniamo sia meglio demandare la questione alla legge, di modo che, se cambia il verso di un'Amministrazione regionale, si vada a cambiare la legge e non semplicemente una delibera.
Ho concluso l'illustrazione di quest'emendamento, però sono d'accordo con lei che la questione non è sostenibile.



PRESIDENTE

Siamo stati bravi fino a qualche minuto fa.
Altri interventi sull'emendamento n. 78)? Prego, Consigliere Valetti.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Su questo punto, siccome abbiamo già parlato dell'introduzione di fauna selvatica dall'estero nel punto d), a maggior ragione vogliamo tornare su criteri e modalità di immissione, cattura e destinazione della fauna selvatica a scopo di ripopolamento da parte degli ATC e CA, delle aziende faunistico-venatorie e delle aziende agrituristico-venatorie.
Poiché in questo punto risiedono molti dei malintesi che spesso portano la caccia a essere ventilata come possibile soluzione per i problemi d'interazione con le attività agricole e, in generale, con le attività agro pastorali, ci sembra importante che vengano definiti meglio i criteri all'interno della legge, appunto perché ormai (anche per la letteratura scientifica) sappiamo con certezza che i ripopolamenti a volte non sempre.



PRESIDENTE

Chiedo scusa, Consigliere Valetti. Ci riproviamo.



VALETTI Federico

Sì. Grazie, Presidente.
I ripopolamenti, a volte anche un po' ai limiti della legalità rappresentano in maggior misura parte del problema anche dell'interazione tra la fauna selvatica e le attività umane imprenditoriali agricole.
Poiché non riteniamo opportuno limitarsi a definire che questi criteri vengono individuati con una delibera di Giunta regionale senza neppure citare almeno i principi secondo cui questi criteri devono essere espletati, nel rispetto di tutte le altre attività umane e non umane e nel rispetto degli equilibri ambientali e faunistici del nostro territorio, noi chiediamo che si riporti in legge e specificando meglio che cosa s'intende per questi criteri.



PRESIDENTE

Grazie, collega Valetti.
La parola al Consigliere Campo.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
È interessante anche il tema relativo alla lettera i). Di per sé, le varie lettere dell'articolo 5 definiscono i titoli da trattare, tendenzialmente nei capi successivi e in parte in essi trattati, perché se vado a scorrere tutti gli articoli successivi, trovo un'interessante elaborazione.
In effetti, questa legge è elaborata e complessa e approfondisce le tematiche; il problema di fondo, riassunto in quest'articolo, è sempre la presenza di un comma che va a dire che la Giunta regionale definirà i provvedimenti per realizzare le varie tematiche.
È evidente che il tema qui oggi trattato è quello su quale sia il grado di libertà che la Giunta regionale deve avere sull'attuazione della legge quale sia il grado di libertà che la Giunta regionale deve avere nel variare i processi fondamentali che articolano l'attività faunistico venatoria sul territorio regionale.
Quello che a noi sembra è che in questa legge, per quanto elaborata complessa e dettagliata con tanti articoli e capi belli lunghi e complicati, purtroppo manca l'obiettivo di definire chiaramente quali siano le linee di evoluzione dell'attuazione. Perché una cosa è dire la Giunta "nei limiti", e in qualche parte questo lo mettiamo "nei limiti di quanto previsto dalla presente norma definisce i provvedimenti attuativi", ma purtroppo nella maggior parte degli articoli la Giunta regionale si dedica esplicitamente a definire come si fanno le cose e questo non va bene perché riterremmo meglio che venisse definito in legge o nell'allegato tecnico alla legge.



PRESIDENTE

Grazie, collega Campo.
La parola al Consigliere Mighetti.



MIGHETTI Paolo

Grazie, Presidente.
Quest'emendamento, secondo noi, andrebbe accolto dall'Assessore, anche perché mi pare che abbia in serbo delle proposte in merito. Al di là del punto i), che dà mandato alla delibera di Giunta per definire le modalità di immissione, cattura e destinazione dalla fauna selvatica a scopo di ripopolamento, vi sono alcuni punti fermi che potranno essere inseriti nella normativa.
Detto questo, il problema delle immissioni è un problema abbastanza serio secondo il mio modesto punto di vista, perché le immissioni non sono immissioni che rigenerano un complesso venatorio stanziale sul territorio in realtà, le immissioni avvengono e gli ATC e CA spendono molti soldi buona parte del loro bilancio, per queste immissioni, dopodiché gli animali che vengono immessi vengono presi nella stagione venatoria a pochi mesi di distanza. Di fatto, non si ha una caccia vera e propria, nemmeno un tiro al piccione, ma un tiro alla gallina, che in questo caso ha le sembianze un po' più eleganti di un fagiano.
Per questo motivo, ci sentiamo di pensare che vada inserito qualcosa di più in legge, per evitare questo tipo di fenomeni che appaiono alquanto singolari.



PRESIDENTE

Grazie, collega Mighetti.
La parola al Consigliere Bono.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Come detto dei colleghi, quest'emendamento insiste sulla lettera i), che chiede di demandare a un regolamento della Giunta - leggo testualmente - "i criteri e le modalità di immissione e cattura e la destinazione della fauna selvatica a scopo di ripopolamento da parte degli ATC e CA delle aziende faunistico-venatorie (AFV) e delle AATV", cioè le aziende agrituristico venatorie. Quindi, abbiamo delle precise perplessità su questa lettera.
Come ho detto prima, alcune lettere, secondo me, sono da espungere totalmente dal testo, altre sono da trasformare, quindi ri-legiferando qualche cosa che si voleva delegiferare. In questo senso, non comprendiamo se non ai fini, appunto, della lettera d), cioè ai fini di ripopolamento le motivazioni per le quali dovremmo definire criteri e modalità per l'immissione, a fini turistico-venatori.
Un conto è fare della caccia uno strumento per la tutela dell'agricoltura e delle coltivazioni, e su questo noi siamo d'accordo, nel senso che deve essere uno strumento per far sì che ci sia il mantenimento della giusta quota di popolazione di fauna selvatica. D'altra parte, a trasformare quest'attività, che io non definisco uno sport, perché gli sport sono altri, secondo me, almeno, in una sorta di "gioco della domenica" noi non ci stiamo e lo stiamo dimostrando in Aula. Pensiamo che si debba avere anche il coraggio di fare scelte che, magari, scontentano, come diceva il collega Bertola, una piccola minoranza, magari rumorosa, ma che guardano al futuro, perché il futuro è sicuramente una direzione verso cui noi ci rivolgiamo e non dietro alle nostre spalle, nel senso di quello che si faceva un tempo.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bono.
La parola al Consigliere Andrissi.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Con quest'emendamento andiamo ad abrogare i criteri e le modalità di immissione, cattura e destinazione della fauna selvatica a scopo di ripopolamento da parte di ATC, dei CA, delle aziende faunistico-venatorie e delle aziende agro-turistico-venatorie. Sono quelle che una volta si chiamavano "riserve", aree che, più di tutte, richiamano il cosiddetto "turismo dei cacciatori", diventando quasi zone off limits, pur essendo territori non recintati.
Effettivamente, sono le zone più pericolose per i comuni cittadini che vogliono andare a funghi o a fare una passeggiata nel periodo di caccia.
Bisognerebbe mettere dei cartelli con scritto "Fate attenzione a queste zone", perché proprio in quelle aree nei periodi di caccia avvengono dei ripopolamenti mirati, per cui vi è una grande concentrazione di cacciatori.
Regolare meglio i ripopolamenti potrebbe ridurre l'intensità dell'attività sebbene vi sia tutto un business che si basa, appunto, sui ripopolamenti e sul richiamo dei cacciatori proprio in queste zone.
Se si mantenesse la possibilità di immettere grandi quantità di capi nei periodi di caccia, bisognerebbe, in qualche modo, trovare anche una cartellonistica che segnali ai comuni cittadini di porre grande attenzione in queste aziende faunistico-venatorie, AFA o AATV. Grazie.



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 131) presentato da Vignale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 132) presentato da Vignale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale per l'illustrazione; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Intervengo anche per illustrare il motivo della presentazione dell'emendamento n. 78), come dell'emendamento 79): entrambi vanno ad abrogare due lettere dell'articolo 5.
Il motivo è molto semplice: la nostra proposta di legge (PDL n. 32) in un articolo che adesso non ricordo, che abbiamo inserito come articolo aggiuntivo, prevede una modalità di organizzazione dei criteri di immissione, cattura e destinazione della fauna selvatica a scopo di ripopolamento degli ATC e CA all'interno delle aziende faunistiche.
Ricordo come le attività di ripopolamento non sono strettamente ed esclusivamente correlate a fini venatori. Certo, lo sono maggiormente all'interno delle aziende, ma non solo. Anche laddove questo esiste nel territorio libero.
Ricordo che questa stessa legge prevede delle modalità, come le Zone di Ripopolamento e Cattura (ZRC), aree in cui allevare della selvaggina, in particolar modo quella più delicata e quella meno presente sul nostro territorio, per garantire un ripopolamento faunistico.
Questo è ciò che avviene nell'attività venatoria per alcune specie stanziali (la lepre, i fagiani, le starne, le quaglie, le pernici e quant'altro), ma è quello che avviene, molto banalmente, anche nel settore ittico.
Molte di queste attività vengono regolamentate da legge regionali e con risorse previste da leggi regionali. La stessa legge che stiamo discutendo ancorché non sia da noi condivisa, all'articolo 8, "Istituti di conservazione e riproduzione della fauna selvatica", regolamenta proprio le modalità con cui istituire all'interno del territorio piemontese alcune aree. Quindi è una delle finalità che la legge si pone, per un motivo molto banale: il ripopolamento è necessario proprio per salvaguardare quelle specie, in particolar modo quelle stanziali e quelle più delicate (non a rischio, ma che hanno una minor presenza sul nostro territorio). È quello che avviene - lo ripeto - nell'attività venatoria con modalità pubbliche o grazie a fauna allevata con attività di pre-ambientamento.
Noi abbiamo presentato un emendamento legato alla possibilità di realizzare zone di pre-ambientamento, per evitare che la fauna allevata non sia sufficientemente selvatica per poter essere pari, e avere gli strumenti tali per difendersi non soltanto dall'uomo.
Ricordo che i predatori naturali sono uno strumento di limitazione della presenza di fauna selvatica certamente superiore a quello dell'uomo. Ma sono strumenti indispensabili.
Per questo motivo, crediamo che ci vada un articolo che, in modo più puntuale, ricada su questo.
Non possiamo dire - e ho concluso - che quest'articolo non soddisfi le necessità legate alle attività di immissione, cattura, destinazione e allevamento della fauna. Semplicemente, è solo un titolo. Quindi il regolamento di attuazione di cui all'articolo 5 potrebbe soddisfare completamente, oppure potrebbe essere assolutamente insufficiente o carente rispetto a quanto riteniamo sia utile per l'incremento del ripopolamento della fauna selvatica all'interno della nostra regione.



PRESIDENTE

Grazie, collega Vignale.
Emendamento rubricato n. 79) presentato da Bertola, Andrissi, Bono, Campo Frediani, Mighetti, Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Segretario Bertola in qualità di Consigliere per l'illustrazione.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Con l'emendamento n. 79) siamo alla lettera l) dell'articolo 5, lettera che demanda a provvedimenti della Giunta regionale "le competenze, la composizione di termini di operatività e funzionamento della Commissione Consultiva Regionale per il coordinamento dell'attività venatoria e per la tutela della fauna selvatica".
Quando si parla di un disegno di legge del genere, accanto ai requisiti fondamentali che deve avere una legge, in armonia (e non potrebbe essere diversamente) con la legge nazionale e sfruttando gli spazi eventualmente lasciati liberi da questa (il numero, la quantità e la qualità di specie cacciabili, i giorni riservati alla caccia e quant'altro), c'è anche un aspetto molto complesso, che riguarda la distribuzione delle competenze tra i vari livelli territoriali di governo.
Durante gli anni si sono susseguite ovviamente delle modifiche normative relativamente alla storia della legge sulla disciplina dell'attività venatoria in Piemonte dal punto di vista del quadro normativo sugli Enti territoriali, che è cambiato negli ultimi anni dopo la riforma Delrio. Nel predisporre un nuovo provvedimento di legge sia la Giunta regionale sia il Consiglio regionale, nella persona degli estensori delle proposte di legge consiliari sulla materia, ovviamente si sono uniformati al nuovo quadro normativo.
In particolare, questa lettera demanda totalmente, invece, le competenze e i termini di operatività e di funzionamento della Commissione consultiva regionale a un provvedimento di Giunta.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Proseguiamo con la nostra richiesta di abrogazione delle lettere relative al comma 1 dell'articolo 5 relativo ai regolamenti di attuazione. Anche in questa lettera l) si parla di un tema importante, che è quello relativo alla Commissione consultiva regionale per il coordinamento dell'attività venatoria e per la tutela della fauna selvatica.
Esattamente come abbiamo già detto per tutti gli altri aspetti trattati nell'articolo 5, riteniamo che le competenze, la composizione e i termini di operatività e funzionamento di questa Commissione non possano essere demandati unicamente e interamente a un regolamento di Giunta. Si tratta di temi importanti, che andrebbero condivisi nelle sedi consiliari esattamente come gli altri temi che sono oggetto di quest'articolo.
Quindi, proponiamo l'abrogazione di questa lettera.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Valetti; ne ha facoltà.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Proponiamo l'abrogazione del punto l), che non è comunque un argomento da sottovalutare, che propone "le competenze, la composizione e i termini dell'operatività e del funzionamento della Commissione Consultiva Regionale per il coordinamento delle attività venatorie e per la tutela della fauna selvatica".
Siccome si tratta di una Commissione che poi proseguirà la sua attività oltre questa legislatura e quest'Amministrazione, ci terremmo che, nella definizione del suo funzionamento, vi fosse un ruolo un pochino più incisivo e significativo del Consiglio regionale e della sua competenza legislativa. Senza ovviamente togliere la fiducia nell'Assessorato e nei suoi Uffici, vorremmo che vi fosse una definizione politica di questa Commissione da discutere in Aula e che non fosse demandata a una DGR, che magari verrà pubblicata quando i poteri di questo Consiglio non saranno più effettivi.
Il rischio è una discrasia tra gli intenti che il legislatore, che siamo noi come Aula e come Consiglio con l'attuale composizione e l'attuale Giunta, intendeva nella proposta di legge e quella che sarà la sua applicazione nella delibera di Giunta, che, a seconda dei tempi in cui viene pubblicata, potrebbe differire anche in modo notevole dagli intenti iniziali, creando di fatto delle contraddizioni almeno sugli intenti politici.
Secondo noi, questa non è sicuramente materia che va supervisionata dai tecnici e dai tecnici competenti, ma deve avere un'iniziativa essenzialmente politica.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Campo; ne ha facoltà.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Diciamo che questa lettera veramente grida vendetta, perché l'articolo relativo alla Commissione consultiva regionale per il coordinamento dell'attività venatoria per la tutela della fauna selvatica ha il titolo più lungo dell'articolo. Se notate bene, sono tre commi: "È istituita la Commissione consultiva regionale." con il nome lunghissimo; "La Commissione esprime parere in materia di gestione faunistico-venatoria" e difatti è una Commissione consultiva; "La Giunta regionale con Regolamento di cui all'articolo 5, comma 1, lettera g) definisce la composizione e i termini di operatività e funzionamento della predetta Commissione".
Colleghi, così non andiamo da nessuna parte! Costruiamo un oggetto che è la prima realtà del Capo VIII "Strutture amministrative" e praticamente diciamo che poi sarà la Giunta a decidere a che cosa servirà quest' oggetto. In questo modo, la legge viene raramente svuotata di significato.
Io mi aspetterei che la Giunta definisca alcuni particolari di modalità di funzionamento, ma il ruolo, la composizione e le modalità di scelta dei membri preferirei che fossero più democraticamente scelti attraverso una discussione in ambito politico proprio perché - continuo a dire - se noi scriviamo leggi che sono delle deleghe, non stiamo facendo un bel servizio.
Trasferiamo di nuovo una delega in bianco all'esecutivo, il cui ruolo non è quello di supplire alla pigrizia legislativa dell'Assemblea legislativa.
Oppure, viceversa, non deve esserci un'iniziativa legislativa esasperata da chi deve occuparsi, invece, del potere esecutivo.
Anche e soprattutto, questa lettera è particolarmente esemplificativa di un approccio sbagliato a questa norma.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Andrissi; ne ha facoltà.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Con quest'emendamento abroghiamo il punto l) dell'articolo 5, quindi le competenze e la composizione in termini di operatività e funzionamento della Commissione consultiva regionale per il coordinamento delle attività venatorie e per la tutela della fauna selvatica. Sarà una Commissione consultiva, ma effettivamente questa Commissione ha dei ruoli decisamente importanti. Quello che chiediamo è che le competenze e la composizione dei termini di operatività, non siano delegati, perché risulterebbe una rinuncia a decidere quali sono le importanti competenze e qual è la composizione.
Noi crediamo che quest'Assemblea legislativa debba fare delle scelte.
Effettivamente, anche dal punto di vista pratico, non è che questa non scelta stia dando dei risultati dal punto di vista politico, considerando che non so da quante sedute siamo in Aula a discutere del testo legislativo.
Crediamo che, effettivamente, la maggioranza avrebbe potuto fare un testo legislativo che rimandasse meno a competenze regolamentatorie della Giunta e avesse avuto il coraggio di inserire, nel testo legislativo, delle indicazioni più chiare e precise. Credo che le competenze e la composizione in termini di operatività siano delle questioni veramente importanti, che debbano essere indicate nel testo legislativo. Altrimenti rischiamo di delegare tutto al di fuori di quest'Aula.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Siamo arrivati alla lettera l), con cui la Giunta chiede di demandare al regolamento la determinazione delle competenze, la composizione in termini di operatività e di funzionamento della Commissione consultiva regionale per il coordinamento delle attività venatoria per la tutela della fauna selvatica.
A parte che ci aggiungeremmo anche la tutela delle coltivazioni, crediamo che le competenze e le composizioni in termini di operatività e di funzionamento siano una precisa competenza del Consiglio regionale. Non pretendiamo di decidere la composizione facendo nomi e cognomi, ovviamente ma determinare quali sono le competenze, quali sono i titoli, quali sono i titoli di studio e i titoli acquisiti sul campo, quanti sono numericamente di che organi sono rappresentativi o di che associazioni, quindi in che modo sono operativi e come funziona la Commissione consultiva regionale per il coordinamento dell'attività venatoria e per la tutela dalla fauna selvatica.
Mi sembra che sia il minimo, perché dare una delega in bianco alla Giunta che deve decidere tutte queste competenze e tutte queste modalità di funzionamento di un organo importante come questa Commissione di coordinamento, mi sembra veramente ridurre e sminuire il ruolo del Consiglio regionale. Mi spiace e m'intristisce che i colleghi di maggioranza anche su questo, in Commissione, non si siano fatti sentire per dire la loro e dire che, comunque, almeno su questo punto, su una precisa competenza legislativa del Consiglio regionale sono con noi e non siano invece, con la Giunta, che tende a centrare tutte le scelte e tutto il potere su di sé.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Bono.
Emendamento rubricato n. 80) presentato da Bertola, Andrissi, Bono, Campo Frediani, Mighetti, Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Segretario Bertola, che interviene in qualità di Consigliere per l'illustrazione.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Con l'emendamento n. 80) siamo alla lettera m) dell'articolo 5, quello che tratta dell'allevamento di fauna selvatica, demandando i criteri e tutte le previsioni normative a un provvedimento della Giunta.
Noi siamo contrari a questa pratica. Nel nostro disegno di legge c'è un preciso riferimento al divieto di allevamento di questo tipo di fauna.
Chiaramente è qualcosa che noi cerchiamo di escludere rispetto alla possibilità di andarlo a normare con dei provvedimenti di Giunta. Anzi, noi speriamo che su questo si possa tornare indietro e, magari, presentare anche da parte dalla Giunta regionale, qualcosa che, all'interno del disegno di legge, vada se non altro a indicare dei paletti un po' più stringenti sulla questione.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Campo; ne ha facoltà.



CAMPO Mauro

Giungiamo alle ultime tre lettere. Qui parliamo della questione dell'allevamento della fauna selvatica, che già di per sé è una contraddizione in termini: se la fauna è selvatica non è allevata e, nel momento in cui l'allevo per poi liberarla e cacciarla, siamo veramente un po' all'assurdo.
Anche questo è uno di quei temi che non vengono trattati nell'articolato successivo, quindi ci sembra completamente assurdo che non vengano specificati meglio gli indirizzi che vogliamo dare in legge a questo tipo di attività. Dal nostro punto di vista, non ha ragione di esistere, se non eventualmente per quanto riguarda il ripopolamento di specie a rischio di estinzione. Non vedo perché debba essere, invece, praticata a scopo ricreativo: a questo punto, incominciamo a sparare a mucche, maiali e polli! È la stessa cosa!



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Mighetti.



MIGHETTI Paolo

Sulla scorta di quanto diceva poc'anzi il collega Campo, è effettivamente abbastanza assurdo pensare che si allevino specie selvatiche che poi vengono destinate alla caccia. Se, cioè, ci sono delle aree di ripopolamento e cattura, facciamole funzionare e facciamo sì che l'attività venatoria non sia un'attività che, in ogni stagione, azzera la fauna selvatica, per poi procedere al ripopolamento l'anno successivo. È abbastanza assurdo, come sistema.
Se questi animali (faccio sempre riferimento ai fagiani e alle lepri) riescono a riprodursi in natura e si trovano in abbondanza in alcune aree dove i cacciatori vogliono andare a cacciarli, da quanto noi scriviamo in legge è un loro diritto, ma ripopolare tutti gli anni delle aree con pochi esemplari, che non riescono a riprodursi da una stagione all'altra, mi sembra abbastanza assurdo.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Frediani.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Proseguiamo con gli emendamenti abrogativi. Siamo alla lettera n), che demanda al regolamento della Giunta, quindi alla discrezionalità della Giunta, la definizione dell'allevamento di fauna selvatica, che è già un po' una contraddizione in termini. Nel momento in cui parliamo di fauna selvatica, dovremmo fare riferimento a popolazioni animali che vivono vita libera. Ora, il fatto di definire un allevamento di fauna selvatica è già un qualcosa che ha un problema di fondo.
In ogni caso, come dicevano anche i colleghi, purtroppo viene praticata: molto spesso vengono immessi nell'ambiente degli esemplari soltanto con la finalità di poterli cacciare, per cui vediamo fagiani più simili a galline nel loro comportamento che ad animali selvatici, che attraversano la strada molto lentamente e un po' spaesati, proprio perché magari sono stati allevati in recinti o gabbie.
Quest'attività - purtroppo esistente - va normata, va regolata. Noi riteniamo che debba essere normata in modo molto preciso e definito all'interno della legge che verrà condivisa, o perlomeno votata dal Consiglio, e non demandata, nella sua definizione, al regolamento scritto unicamente dalla Giunta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bono.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Credo non ci sia granché da dire su quest'emendamento, quindi potrei stare in silenzio un minuto e 52 secondi, come si faceva col vecchio Regolamento.
Purtroppo, con la modifica del Regolamento - grazie al "compianto" Consigliere Gariglio e ad altri colleghi, passati "a miglior vita" in senso politico, ovviamente, quindi a Roma - questa possibilità non c'è più.
Come si fa a presentare un testo di legge in cui la Giunta fa un regolamento per regolamentare (scusate la ripetizione) l'allevamento dalla fauna selvatica? Potremmo impegnarci, nei prossimi dieci minuti, ad approvare degli ossimori (non so se esiste anche un sito Internet degli ossimori), li riproduciamo e cerchiamo delle associazioni! Magari possiamo anche fare delle opere d'arte, non so: scrivere dei testi poetici con dei contrasti in termini al loro interno, per cercare di andare nella scia della proposta dell'Assessore Ferrero! Noi sappiamo benissimo che è una prassi che è stata molto diffusa in passato e che è diffusa ancora adesso, però non inseriamola in legge altrimenti ci facciamo ridere dietro (spero che nessuno si offenda) anche dai bambini delle elementari! Modifichiamo questo testo di legge! Accogliamo, ogni tanto, qualche suggestione delle opposizioni, anche se sono noiose, pedanti e quant'altro perché alcune cose non si possono proprio leggere. Questa è una delle cose che non si possono leggere! Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Bono.
Emendamento rubricato n. 81) presentato da Bertola, Andrissi, Bono, Campo Frediani, Mighetti, Valetti.
La parola al Consigliere Segretario Bertola in qualità di Consigliere per l'illustrazione.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Con l'emendamento n. 81) siamo alla penultima delle lettere previste dal comma 1 dell'articolo 5, precisamente la lettera n), che ci proponiamo di abrogare. Riguarda l'immissione, la cattura e la destinazione di fauna selvatica a scopo di ripopolamento.
Anche su questo vorremmo trovare qualcosa di specifico nella legge e non solo demandare tutto a provvedimenti di Giunta, quindi è chiaro che il ripopolamento è da vedere a seconda della tipologia di specie. Certo, se è un ripopolamento legato al reintegrare il numero dei capi che in qualche modo non ci sono più per effetto di attività di pressioni antropiche diverse dalla caccia, quindi legate ad altre attività umane o a cambiamenti climatici o ambientali o ad altro, è qualcosa che può essere anche apprezzabile; ovviamente, se il ripopolamento ha il solo scopo di alimentare l'attività venatoria, noi non siamo d'accordo, perché insomma andiamo di nuovo sui discorsi fatti più volte. Proprio per questo motivo noi vorremmo che questo fosse normato meglio.



PRESIDENTE

Consigliere Bertola, le chiedo scusa.
Per favore, Consigliere Grimaldi e Consigliera Conticelli: o fuori o dentro.



BERTOLA Giorgio

Presidente, so che la Giunta vuole contingentare il disegno di legge, per lo faccia subito, così almeno ci togliamo il pensiero, perché se il clima dell'Aula è questo.



PRESIDENTE

La Giunta non so che cosa vuol fare. Io chiedo all'Aula di fare silenzio.



BERTOLA Giorgio

Non è che suggerisco, però bisogna stare.
Non è che noi ci stiamo divertendo: stiamo portando avanti delle rivendicazioni su un disegno di legge. Se c'è un minimo di rispetto da parte dell'Aula, bene; altrimenti non lo so. Tanto noi stiamo continuando a portarne di emendamenti, quindi non è che la risolviamo facendo ognuno i fatti propri. Se riusciamo andare avanti in modo decente, magari è meglio.



PRESIDENTE

Non do la parola finché non sento silenzio in aula.
Bene, possiamo riprendere o devo sospendere? Avete bisogno di un minuto di sospensione, oppure possiamo continuare? Il Consiglio è sospeso.



(La seduta, sospesa alle ore 16.55 riprende alle ore 17.01)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
È stato illustrato l'emendamento n. 81) dal Consigliere Bertola. Siamo alla lettera n), come Napoli.
Ci sono altri colleghi su quest'emendamento? La parola al Consigliere Bono.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Passiamo dall'ossimorica lettera m) sulla fauna selvatica, alla n) sull'immissione, la cattura e destinazione di fauna selvatica a scopo di ripopolamento.
Anche qui, ci sono delle perplessità: ci chiediamo se si tratta di un ripopolamento finalizzato a scopi venatori o se finalizzato al mantenimento di specie che sono a rischio estinzione, magari, sul nostro territorio.
Questa è solo una prima domanda.
Poi, ovviamente, immissione, cattura e destinazione, anche da un punto di vista temporale, mi suonano non corrette. Magari sarà la mia non corretta conoscenza scientifica della materia, ma prima si cattura, a meno che siano allevati, di nuovo, quindi si ritornerà nel caso della lettera precedente e poi le specie sono immesse nel territorio, se no prima di norma si catturano e poi si reimmettono nel territorio ai fini di ripopolamento.
Non mi è molto chiara la definizione di questo comma, così come dei commi precedenti, quando si parla di ripopolamento e di re-introduzione di specie probabilmente non più presenti sul nostro territorio. Vorremmo avere un conforto maggiore su questi temi e poter scrivere un testo di legge con dei paletti, chiari e precisi definiti dal Consiglio, poi allora sì che si pu demandare alla Giunta un regolamento attuativo. Ma almeno mettere dei paletti su quelle che sono le comuni sensibilità delineate, magari a maggioranza, che può essere una maggioranza semplice, cioè la maggioranza espressa dal voto del maggio del 2014, oppure può essere una maggioranza più o meno allargata, se no così è veramente una cambiale in bianco alla Giunta; a questa Giunta che, tra l'altro, ricordo che è in scadenza.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bono.
La parola al Consigliere Campo.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Di nuovo, un punto che va a scavalco di alcuni articoli successivi. Anche in questo troviamo contraddizioni nell'organicità del testo di legge perché al di là dell'usuale critica sul fatto che non vorremmo tanto che ci fossero queste deleghe all'esecutivo, sarebbe utile che, in questa elencazione di tematiche, da regolare poi meglio, si facesse almeno riferimento all'articolato seguente, che magari le tratta e prova a definirle.
Ad esempio, su questo tema, come anche sulla lettera m) precedente incide l'articolo 8, dove di nuovo abbiamo poco più che un'elencazione di quello che dovrebbero essere i centri di allevamento, pubblici e privati, a scopo di ripopolamento e, di nuovo, con il comma finale che dice che sarà poi la Giunta a definire in che modo e con quali limiti essi andranno a operare.
Di nuovo, una questione di legge "polverone", nel senso che facciamo quest'elenco, in cui ci sono definizioni delle modalità e delle operatività da definire, che a nostro parere, dal punto di vista esecutivo andrebbero eventualmente definite per le modalità amministrative, punto e basta.
Invece, per quello che riguarda composizioni, obiettivi, scopi, finalità elencazioni di chi può fare e che cosa, eccetera, è un argomento tipicamente da definire in legge o in allegato alla legge. Del resto abbiamo allegate delle tabelle e non capiamo perché non ci possa essere l'analogo consiliare del regolamento che qui invece si vuole affidare alla Giunta.



PRESIDENTE

Grazie, collega Campo.
La parola al Consigliere Andrissi.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Con quest'emendamento andiamo a cancellare dall'articolo 5 il punto n) relativo all'immissione, alla cattura e alla destinazione di fauna selvatica a scopo di ripopolamento.
Anche questo è un tema che riteniamo centrale dell'attività venatoria considerato anche che ormai l'ambiente, in particolar modo l'ambiente di pianura, consente la sopravvivenza di fauna selvatica in modo fortemente limitato. Basta girare per le nostre campagne per comprendere che gli habitat e le cosiddette "nicchie ecologiche" che consentono il riparo della fauna selvatica, sono ormai così rare e poco presenti sul territorio, che effettivamente senza un'immissione di fauna selvatica l'attività venatoria in quella che viene definita la nostra pianura alluvionale, la Pianura Padana, è praticamente impossibile.
Si spiegano così anche i costi dell'attività venatoria, perch effettivamente il cacciatore paga costi salati per avere lanci di ripopolamento della fauna selvatica che poi, ovviamente, nel periodo di caccia abbatte in modo copioso, anche perché questa fauna, essendo poco selvatica, in realtà è poco abituata a evitare il pericolo e a difendersi dal cacciatore. Insomma, una situazione paradossale. Di fatto, però la caccia vive di queste contraddizioni che costano parecchi soldi ai cacciatori e che mantengono in vita un'attività che ha un valore più che altro ricreativo, ma che nulla ha a che fare con quella che era la sua azione originaria.



PRESIDENTE

Grazie, collega Andrissi.
Ha chiesto la parola la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Stiamo analizzando tutti i punti relativi all'articolo 5: siamo arrivati alla lettera n).
L'elenco si riferisce alle attività che vengono demandate alla Giunta tramite i regolamenti che dovranno essere emanati successivamente all'approvazione della legge; attività rispetto alle quali vorremmo che il Consiglio mantenesse il controllo.
Parliamo, in questo caso, dell'attività di immissione, cattura e destinazione di fauna selvatica a scopo di ripopolamento. Detta così farebbe sorridere, se non fosse una cosa che personalmente giudico terrificante: mi riferisco al fatto che si debbano immettere dei capi che poi vengono catturati e si decide cosa farne: è veramente un'attività che si potrebbe tranquillamente evitare! O, perlomeno, fa capire che la caccia in realtà, non è un'attività che fa bene all'ambiente, ma è un'attività che da molti viene vista soltanto come un passatempo, un'attività divertente che dà una qualche soddisfazione che, sinceramente, non riesco a capire. E la capisco ancora meno nel momento in cui si va a immettere l'animale che poi si andrà a cacciare.
Tuttavia, al di là del fatto che non comprendo questo tipo di attività crediamo che questi aspetti, in particolare, debbano essere normati e meglio definiti all'interno della legge (da parte mia si potrebbero tranquillamente rimuovere totalmente!).



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Valetti; ne ha facoltà.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Siamo all'emendamento relativo al punto n) del comma 1, riguardante l'immissione, la cattura e la destinazione di fauna selvatica a scopo di ripopolamento.
Abbiamo, ovviamente, diversi tipi ripopolamento: ci sono ripopolamenti finalizzati a mantenere gli equilibri faunistici e ambientali del nostro territorio, e ci sono ripopolamenti essenzialmente destinati a creare quel circolo vizioso del mantenimento dell'attività venatoria. È dunque importante distinguere queste due tipologie, per cui riteniamo che questo punto, inserito e demandato alla DGR come regolamento, sia troppo vago, e necessiti, perlomeno, dell'inserimento di alcune prerogative che differenzino i tipi di ripopolamento e che limitino, ovviamente, quelli fatti a scopo venatorio, rispetto a quelli fatti a scopo di riequilibrio.
Il problema è che se non poniamo un limite che tuteli l'equilibrio ambientale e faunistico dall'attività venatoria, diventa anche difficile fare questo tipo di distinzione.
Non ci tranquillizza il fatto che questa decisione sia demandata alla Giunta dopo l'approvazione di questa legge. Noi chiediamo che anche sulla questione del ripopolamento si possa aprire un dibattito e definire meglio direttamente nel testo di legge.



PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'ultimo emendamento che insiste sull'articolo 5.
Emendamento rubricato n. 82) presentato da Bertola, Andrissi, Bono, Campo Frediani, Mighetti, Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Ha chiesto la parola il Consigliere Segretario Bertola, che interviene in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Per la gioia di qualcuno - e anche nostra - si conclude l'esame dell'articolo 5 con l'emendamento abrogativo alla lettera o), quella che riguarda la tabellazione di zone speciali e luoghi di divieto (anche questa inserita in questo lungo elenco di cui all'articolo 5 tra le questioni da regolamentare a cura della Giunta Regionale con dei provvedimenti ad hoc).
Anche riguardo alle zone speciali e ai luoghi di divieto ci sarebbe molto da dire. Nella nostra proposte di legge si trovano anche dei riferimenti alla questione.
Certamente, per proseguire il discorso di prima, noi avevamo e abbiamo ancora una posizione molto chiara sull'attività venatoria in generale, in particolare su questo disegno di legge.
Abbiamo mostrato grande disponibilità, sia in Commissione che in Aula, a discutere di quelli che potevano essere i punti di convergenza. Da una parte, devo riconoscere che abbiamo trovato su alcuni aspetti una certa attenzione da parte della Giunta regionale, che, sebbene non volesse e non potesse recepire delle questioni portanti della nostra proposta di legge ha accolto alcune proposte che anche per noi andranno a migliorare il disegno di legge (in alcuni casi è già all'esame della Commissione, in altri è all'esame del provvedimento in Aula).
Dall'altra parte, abbiamo visto una parte della maggioranza che sembrava convergere su alcuni dei temi che abbiamo proposto, in particolare sulla protezione specifica alle due specie della fauna alpina che ancora non trovavano protezione in legge, e - soprattutto in Commissione - sulla questione della caccia di domenica.
Mi rendo conto che certe tematiche forse la maggioranza riesce a portarle meglio avanti in Commissione di quanto poi non voglia o non possa fare in Aula. Perché, da quel punto di vista, vedo che stanno marciando compatti ed è dimostrato nei fatti anche dalla votazione di alcuni emendamenti sull'articolo 2.
Da questo punto di vista, c'è ancora qualcosa da dire sul disegno di legge e spero che lo si possa fare nella giornata di oggi o in quella di domani.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bertola.
Ha chiesto la parola il Consigliere Mighetti; ne ha facoltà.



MIGHETTI Paolo

Siamo alla lettera o), che si riferisce alla tabellazione di zone speciali e luoghi di divieto.
Chiudiamo gli emendamenti sull'articolo 5 con l'ultima questione, relativa appunto, alla tabellazione delle zone speciali dove si pratica attività venatoria o dove viene vietata.
È con quest'emendamento che chiudiamo la serie di emendamenti che riguardavano, appunto, tutte le deleghe alla Giunta regionale rispetto al tema della caccia.
Terminiamo questo discorso, dicendo che ci aspettavamo un più massiccio intervento in legge con definizione di questi temi e che siamo rammaricati del fatto che questi elementi introdotti nell'elenco dell'articolo 5 vengano trattati solo in parte all'interno del testo di legge.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE BOETI



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Campo; ne ha facoltà.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Arriviamo all'ultima lettera, in cui si parla di tabellazione di zone speciali e luoghi di divieto. Anche in questo caso andiamo a toccare un tema che, da lungo tempo, è leggermente trascurato e anche un pochino preda di una certa mano libera da parte delle Amministrazioni provinciali.
Ci saremmo aspettati una discussione un po' più ampia su quella che è l'effettiva mappatura delle zone speciali di divieto e come queste vanno anche a sovrapporsi, a confondersi e, a volte, a intersecarsi con le altre tipologie di vincoli che abbiamo sul territorio a vario titolo, da quelli di natura idrogeologica a quelli di tutela dell'ambiente e della biodiversità. Mi riferisco alle zone SIC, oppure anche a quelle di particolare valore paesaggistico o sportivo e turistico.
Sotto questo profilo, non possiamo che rimarcare nuovamente una mancanza grave in questa legge, che è quella di definire chiaramente che cosa vogliamo fare sull'argomento. Il fatto di demandarlo a un regolamento successivo, di cui nulla sappiamo al momento, non è sicuramente rassicurante, in quanto già adesso stiamo vedendo attività di cosiddetta perequazione rispetto, ad esempio, alle questioni legate alla non cacciabilità sui terreni e sulle aree dove hanno imperversato gli incendi boschivi l'anno scorso, che vedono spostate le zone cacciabili in aree magari dove la caccia era vietata da decenni.
Sono problemi seri e ci piacerebbe che questa faccenda fosse dibattuta nel contesto del disegno di legge e non dietro un semplice parere o un regolamento magari fra qualche mese.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Valetti; ne ha facoltà.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Pensiamo che quello che si cita al punto o) ovvero "la tabellazione di zone speciali e luoghi di divieto" sia un qualcosa che, alla fine, definisca potenzialmente tutto il perimetro dell'attività venatoria sulla Regione Piemonte. Siamo di fronte a una domanda del Consiglio regionale, di cui ci facciamo portavoce, di poter incidere maggiormente sulla definizione di queste aree, anche perché è un elemento che va incontro a una grande mutevolezza, a seconda della Giunta e dell'Amministrazione che si insedia in Regione.
Come sappiamo, modificare un testo di legge è molto più difficile, quindi vorremmo che fossero almeno garantite delle percentuali di territorio o delle zone franche che non possono venire cambiate facilmente. Questa è ovviamente una tutela dalla possibile variazione che può stravolgere completamente l'intento di questa legge che, anche se non la condividiamo in molte parti, deve essere il più possibile tutelante degli equilibri faunistico-venatori e degli equilibri della popolazione faunistica del Piemonte e delle sue aree.
Crediamo che, almeno una definizione di massima, una tabellazione su macroaree e sulle percentuali di territorio da dedicare all'attività venatoria debba essere inclusa nella legge per porre perlomeno un limite che non consenta di fare qualunque cosa, tramite un semplice atto di deliberazione che non deve neppure essere approvato dall'Aula, ma che viene solo condiviso con un parere consultivo.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Siamo sull'ultima lettera, quindi sull'ultimo emendamento relativo all'articolo 5. Facciamo la stessa proposta, cioè di abrogare la lettera o), quindi la stessa proposta che abbiamo fatto rispetto alle altre lettere indicate nel comma 1 dell'articolo 5. Quindi, abrogare la lettera o) che attribuisce alla Giunta la facoltà di emettere un regolamento relativo alla tabellazione di zone speciali e luoghi di divieto. Anche questo è un tema estremamente delicato, che andrebbe meglio dettagliato, meglio specificato e affrontato direttamente in legge.
Dal momento che siamo sull'ultimo emendamento relativo a quest'articolo ripetiamo qual è la ratio che ha portato a proporre questa serie di emendamenti abrogativi, cioè il fatto che all'interno dell'articolo 5 si vadano ad attribuire alla Giunta ampi poteri di definizione su molti temi quindi all'interno dei regolamenti di attuazione. È un qualcosa che capita molto spesso quando si vanno ad approvare delle norme in Consiglio e poi si demanda ai regolamenti successivi la definizione di alcuni aspetti, ma in realtà fra questi aspetti definiti nell'articolo 5 ce ne sono alcuni che meritano veramente maggiore attenzione e maggiore condivisione.
Possibilmente, quindi, devono essere inseriti all'interno della norma e meglio specificati.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Andrissi; ne ha facoltà.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Questa è l'ultima lettera dell'articolo 5 ed è un tema molto importante.
Ci saremmo aspettati di avere effettivamente una cartina che indicasse in modo dettagliato i luoghi di divieto e le zone speciali, in modo tale da potersi rendere conto in quali aree venivano vietate l'attività venatoria e in quali no. Ciò purtroppo viene, anche in questo caso, rimandato a un successivo atto della Giunta, ma noi siamo contrari a questo modo di procedere e di legiferare.
Riteniamo che sarebbe stato molto più trasparente e chiaro, nei confronti dei cittadini piemontesi, che queste aree di divieto fossero indicate, con una scala che rendesse queste aree riconoscibili sulla cartina e con una tabella allegata al testo legislativo. Così non è. Tuttavia, ciò non toglie che la nostra attività emendativa è volta proprio a modificare questo modo di legiferare, che rimanda sempre a una successiva attività di Giunta che riteniamo impropria.
Effettivamente, crediamo che quest'Assemblea debba prendersi le responsabilità nei confronti dei territori piemontesi che, da anni aspettano una legge che regoli la caccia e, di conseguenza, è giusto che anche questi aspetti vengano indicati in modo trasparente in questo testo legislativo.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Siamo arrivati alla fine dell'articolo 5, e siamo quindi a chiedere l'annullamento dell'ultima lettera, in cui si demanda alla Giunta la tabellazione di zone speciali e luoghi di divieto.
È una norma di dettaglio abbastanza puntuale, ma vorremmo almeno poter vedere iscritti in legge i criteri alla base di questa scelta. Ripeto, oggi c'è una Giunta, domani ce ne sarà un'altra, tra cinque anni o sei anni ce ne sarà un'altra ancora. Non si può cambiare ogni volta, modificare ogni volta le zone di divieto, le zone speciali a seconda delle sensibilità di una Giunta. Già ogni Regione e Provincia autonoma d'Italia hanno norme diverse sulla caccia e ciò crea non poca confusione, in più andiamo a prevedere una norma regolamentare tra una Giunta e l'altra. Ci preoccupa non poco.
Il tema di iscrivere in legge alcune norme di dettaglio serve anche per tutelare una continuità amministrativa all'interno di una Regione. Nel senso che, se si vuole modificare la norma, c'è sempre la possibilità di scrivere una nuova proposta di legge, un disegno di legge, andare in Commissione, andare in Consiglio e modificare la norma. Ci vuole più tempo? Sì, però è una garanzia di maggiore continuità amministrativa, ed è un maggiore interesse, anche forse di Consiglieri che scrivono la norma, di scriverla bene, attentamente, di modo che non sia solo frutto di una parte ma rappresenti, comunque, un comune sentire ampiamente maggioritario non solo all'interno del Consiglio, ma anche al di fuori del Consiglio. Quindi questa è una prassi che cerchiamo di ostacolare in ogni modo legittimo.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Ferrero per il parere della Giunta.



FERRERO Giorgio, Assessore all'agricoltura, caccia e pesca

Grazie, Presidente.
Volevo dirvi che si potrebbero accettare gli emendamenti del Consigliere Vignale, il n. 129) e il n. 130), se viene modificato "sentiti" invece che "di concerto" . Così anche per l'emendamento rubricato n. 73), a prima firma del Consigliere Bertola.



PRESIDENTE

Possiamo cominciare con la votazione degli emendamenti.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 70), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 38 Consiglieri votanti 34 Consiglieri hanno votato SI' 5 Consiglieri hanno votato NO 29 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 129), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 38 Consiglieri votanti 31 Consiglieri hanno votato SI' 30 Consiglieri hanno votato NO 1 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 7 Consiglieri Il Consiglio approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 71), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 38 Consiglieri votanti 37 Consiglieri hanno votato SI' 8 Consiglieri hanno votato NO 29 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 72), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 38 Consiglieri votanti 35 Consiglieri hanno votato SI' 6 Consiglieri hanno votato NO 29 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 3 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 73), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 38 Consiglieri votanti 35 Consiglieri hanno votato SI' 30 Consiglieri hanno votato NO 4 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere non hanno partecipato alla votazione 3 Consiglieri Il Consiglio approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 74), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 39 Consiglieri votanti 35 Consiglieri hanno votato SI' 7 Consiglieri hanno votato NO 28 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 4 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 75), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 39 Consiglieri votanti 35 Consiglieri hanno votato SI' 7 Consiglieri hanno votato NO 28 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 4 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 130), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 42 Consiglieri votanti 32 Consiglieri hanno votato SI' 32 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 10 Consiglieri Il Consiglio approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 76), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 43 Consiglieri votanti 40 Consiglieri hanno votato SI' 7 Consiglieri hanno votato NO 33 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 3 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 77), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 43 Consiglieri votanti 40 Consiglieri hanno votato SI' 7 Consiglieri hanno votato NO 33 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 3 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 78), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 43 Consiglieri votanti 42 Consiglieri hanno votato SI' 16 Consiglieri hanno votato NO 26 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 131), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 43 Consiglieri votanti 42 Consiglieri hanno votato SI' 16 Consiglieri hanno votato NO 26 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 79), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 42 Consiglieri votanti 41 Consiglieri hanno votato SI' 16 Consiglieri hanno votato NO 25 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 132), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 42 Consiglieri votanti 41 Consiglieri hanno votato SI' 16 Consiglieri hanno votato NO 25 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 80), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 41 Consiglieri votanti 38 Consiglieri hanno votato SI' 7 Consiglieri hanno votato NO 31 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 3 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 81), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 41 Consiglieri votanti 39 Consiglieri hanno votato SI' 6 Consiglieri hanno votato NO 33 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 3 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 82), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 38 Consiglieri votanti 35 Consiglieri hanno votato SI' 7 Consiglieri hanno votato NO 28 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 3 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'articolo 5, così come modificato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 43 Consiglieri votanti 42 Consiglieri hanno votato SI' 16 Consiglieri hanno votato NO 26 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio approva.
ARTICOLO 5 bis Emendamento rubricato n. 84) presentato da Bertola, Andrissi, Bono, Campo Frediani, Mighetti, Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Segretario Bertola in qualità di Consigliere per l'illustrazione.



BERTOLA Giorgio

L'emendamento n. 84) introduce un articolo aggiuntivo che viene inserito dopo l'articolo 5 come articolo 5 bis e si parla del tesserino regionale. È un articolo che era presente nella nostra proposta di legge e prevede che chiunque intende esercitare la caccia nell'ambito della Regione Piemonte cacciatori foranei compresi, deve essere in possesso del relativo tesserino predisposto dalla Regione.
Al comma 2 si parla delle caratteristiche alle quali è subordinato il rilascio del tesserino, quindi versamento delle tasse, stipula del contratto d'assicurazione, restituzione di quello usato nell'ultima annata venatoria, possesso ovviamente di valida licenza di porto di fucile per uso di caccia rilasciata dalle autorità.
Al comma 3 si dice che il tesserino è valido per un'annata venatoria e s'intende automaticamente sospeso o revocato in caso di sospensione o revoca della licenza di porto di fucile per uso di caccia.
Al comma 4 si dice che, in caso di smarrimento, di sostituzione o di sottrazione del tesserino, il titolare, al fine di ottenere il duplicato deve dimostrare di avere provveduto a denunciare il fatto all'autorità di pubblica sicurezza e deve esibire l'attestazione del versamento delle tasse di concessione regionale relative all'abilitazione venatoria.
Al comma 5 si dice che il tesserino deve avere il timbro indelebile attestante l'ATC o il CA in cui è autorizzato ad esercitare l'attività venatoria. Su di esso viene annotato, mediante perforazione negli appositi spazi, il giorno di caccia prescelto all'atto dell'inizio dell'esercizio venatorio e i capi di fauna selvatica a battuta prima di raccoglierli.
Al comma 6 si dice che il cacciatore residente in altre regioni è tenuto all'osservanza delle norme contenute nella legge nazionale e nella legge regionale.
Ovviamente la nostra proposta di legge limiterebbe fortemente la presenza di foranei negli ATC e CA piemontesi ma, visto che il disegno di legge in qualche modo in piccola misura li prevede, vogliamo uniformare i foranei alle previsioni alle quali devono sottostare anche i cacciatori non foranei.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MOTTA



PRESIDENTE

Ci sono altri interventi sull'emendamento n. 84)? Prego, Consigliera Frediani.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Con quest'emendamento proponiamo l'inserimento di un articolo nuovo l'articolo 5 bis, che prevede la creazione di un tesserino regionale tesserino regionale che chiunque intenda esercitare la caccia nell'ambito della Regione Piemonte deve possedere.
Questo tesserino è subordinato a diverse condizioni che vengono elencate all'interno del comma 2, nelle quattro lettere successive, che fanno riferimento al possesso di valida licenza di porto di fucile per uso di caccia, all'avvenuto versamento delle tasse prescritte, all'avere stipulato il contratto di assicurazione, alla restituzione di quello usato nell'ultima annata venatoria che, in caso di mancata richiesta, deve avvenire entro il 30 settembre.
Ci sono poi nel comma successivo le condizioni secondo le quali viene automaticamente sospeso o revocato; in particolare, in caso di sospensione o revoca della licenza di porto di fucile per uso di caccia e in caso di smarrimento o sottrazione del tesserino, il titolare può ottenere il duplicato, ma deve dimostrare di aver provveduto a denunciare il fatto all'autorità di pubblica sicurezza e deve anche esibire l'attestazione del versamento delle tasse di concessione regionale relative all'abilitazione venatoria.
Questo tesserino deve essere ovviamente timbrato con timbro indelebile attestante l'ATC o il CA in cui è autorizzato a esercitare l'attività venatoria e nello stesso verrà annotato, mediante perforazione, il giorno di caccia prescelto all'atto dell'inizio dell'esercizio venatorio e i capi di fauna selvatica a battuta prima di raccoglierli.
Nell'ultimo comma si dice invece che il cacciatore residente in altre regioni è tenuto all'osservanza delle norme contenute nella legge nazionale e nella legge regionale.



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 84), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 35 Consiglieri votanti 30 Consiglieri hanno votato SI' 7 Consiglieri hanno votato NO 23 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 5 Consiglieri Il Consiglio non approva.
ARTICOLO 6 Emendamento rubricato n. 49) presentato da Bertola, Andrissi, Bono, Campo Frediani, Mighetti, Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Segretario Bertola in qualità di Consigliere per l'illustrazione.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Siamo all'articolo 6 del disegno di legge; in questo caso proponiamo di fare una piccola sostituzione al comma 1 dell'articolo 6. Chiediamo di sostituire le parole "il territorio agro-silvo-pastorale che ricopre l'intera superficie regionale" con le parole "quota parte del territorio agro-silvo-pastorale regionale e quota parte del territorio delle Alpi".
Ci pare che questa dicitura e questa versione sia più in linea con quanto previsto dalla legge nazionale di riferimento, che è la legge 157 del 1992 quindi riteniamo la nostra versione proposta più assonante rispetto alla legge nazionale.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bertola.
Emendamento rubricato n. 50) presentato da Bertola, Andrissi, Bono, Campo Frediani, Mighetti, Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Segretario Bertola, che interviene in qualità di Consigliere per l'illustrazione.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
In questo caso, con l'emendamento n. 50) siamo sempre a proporre qualcosa che, a nostro avviso, è più condivisibile e anche più in assonanza rispetto alla legge nazionale e qui siamo a definire delle percentuali su queste quote parte.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bertola.
Emendamento rubricato n. 88) presentato da Bertola, Andrissi, Bono, Campo Frediani, Mighetti, Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Segretario Bertola, che interviene in qualità di Consigliere per l'illustrazione.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Siamo al comma 2 dell'articolo 6. Su questo proponiamo una riscrittura del comma 2.
Nel disegno di legge il comma 2 recita così: "La Giunta regionale, ai sensi dell'articolo 10 della legge 157 del 1992, realizza il coordinamento dei Piani provinciali, garantendone l'omogeneità e la congruenza". Nella nostra proposta di riscrittura, invece, proponiamo: "Il Piano faunistico-venatorio regionale, ai sensi dell'articolo 10 della legge 157 del 1992, realizza il coordinamento di Piani provinciali ed è predisposto dalla Giunta regionale sulla base dei criteri per il per ISPRA garantisce l'omogeneità e la congruenza".
È una riscrittura che proponiamo, citando anche i criteri previsti dall'ISPRA.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bertola.
Emendamento rubricato n. 133) presentato da Vignale, Bona, Fluttero Ravello, Rossi L.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Poiché il Consigliere Vignale non è presente, darei per illustrato quest'emendamento.
Emendamento rubricato n. 89) presentato da Bertola, Andrissi, Bono, Campo Frediani, Mighetti, Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Segretario Bertola, che interviene in qualità di Consigliere per l'illustrazione.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
L'emendamento n. 89) riguarda il comma 3 e ne propone una riscrittura sostanziale, poiché il comma 3 del disegno di legge dice che la pianificazione faunistica regionale, definita dalla Regione entro un anno dall'entrata in vigore della presente legge, con durata quinquennale, pu essere aggiornata, mentre noi diciamo che il Piano faunistico-venatorio regionale è approvato dal Consiglio regionale entro sei mesi dall'entrata in vigore della presente legge, ha durata quinquennale e può essere aggiornato.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bertola.
Emendamento rubricato n. 90) presentato da Bertola, Andrissi, Bono, Campo Frediani, Mighetti, Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Segretario Bertola, che interviene in qualità di Consigliere per l'illustrazione.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Aggiungiamo, in questo caso, un comma poiché il disegno di legge della Giunta non prevedeva quest'ipotesi e chiediamo che, in mancanza di un Piano faunistico venatorio regionale, approvato dal Consiglio regionale l'attività venatoria non possa avere luogo. Quindi, diamo in qualche modo una prescrizione precisa, un obbligo, un qualcosa di molto prescrittivo e irrinunciabile da parte della Regione per approvare un piano faunistico venatorio, in assenza del quale non si può praticare l'attività venatoria.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bertola.
Poiché il Consigliere Vignale non è presente, darei per illustrati i seguenti emendamenti.
Emendamento rubricato n. 134) presentato da Vignale, Bona, Fluttero Ravello, Rossi L., Tronzano (Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 136) presentato da Vignale, Bona, Fluttero Ravello, Rossi L., Tronzano (Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 135) presentato da Vignale, Bona, Fluttero Ravello, Rossi L., Tronzano (Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Abbiamo concluso gli emendamenti all'articolo 6.
Se non ci sono richieste d'intervento in discussione generale, do la parola all'Assessore Ferrero per il parere della Giunta.



FERRERO Giorgio, Assessore all'agricoltura, caccia e pesca

Grazie, Presidente.
Il parere è favorevole sugli emendamenti rubricati n. 49) e 88) a prima firma Bertola; negativo su tutti gli altri.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Ferrero.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 49), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 37 Consiglieri votanti 29 Consiglieri hanno votato SI' 29 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 8 Consiglieri Il Consiglio approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 50), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 40 Consiglieri votanti 30 Consiglieri hanno votato SI' 7 Consiglieri hanno votato NO 27 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 3 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 88), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 39 Consiglieri votanti 31 Consiglieri hanno votato SI' 31 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 8 Consiglieri Il Consiglio approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 133), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 43 Consiglieri votanti 40 Consiglieri hanno votato SI' 9 Consiglieri hanno votato NO 31 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 3 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 89), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 41 Consiglieri votanti 38 Consiglieri hanno votato SI' 7 Consiglieri hanno votato NO 31 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 3 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 90), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 42 Consiglieri votanti 38 Consiglieri hanno votato SI' 7 Consiglieri hanno votato NO 30 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere non hanno partecipato alla votazione 4 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 134), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 42 Consiglieri votanti 40 Consiglieri hanno votato SI' 8 Consiglieri hanno votato NO 32 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 136), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 42 Consiglieri votanti 41 Consiglieri hanno votato SI' 9 Consiglieri hanno votato NO 32 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 135), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 42 Consiglieri votanti 41 Consiglieri hanno votato SI' 9 Consiglieri hanno votato NO 32 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'articolo 6, così come emendato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 42 Consiglieri votanti 34 Consiglieri hanno votato SI' 8 Consiglieri hanno votato NO 26 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 8 Consiglieri Il Consiglio approva.
Interrompiamo qui la discussione del disegno di legge n. 182 e passiamo alla trattazione dell'ordine del giorno sull'emergenza occupazionale nella sede di Ivrea di Comdata.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Esame ordine del giorno n. 1389 presentato da Frediani, Campo, Andrissi Bertola, Bono, Mighetti e Valetti, inerente a "Emergenza occupazionale nella sede di Ivrea di Comdata"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 1389, inerente a "Emergenza occupazionale nella sede di Ivrea di Comdata", di cui al punto 26) all'o.d.g.
Ha chiesto la parola la Consigliera Frediani per l'illustrazione; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Sarò breve, anche perché alcuni colleghi hanno assistito all'incontro che si è svolto nella pausa del Consiglio.
Parliamo della situazione di Comdata, un'azienda che ha diverse sedi in tutta Italia, tra cui Ivrea, Torino e Asti.
I problemi che ci sono stati rappresentati oggi sono relativi alla sede di Ivrea, nella quale operano diversi lavoratori che ci hanno descritto una situazione un po' paradossale.
L'azienda non presenta particolari problemi dal punto di vista economico anzi, ha conosciuto una rapida espansione nel corso degli anni e si è ingrandita fino ad arrivare ad aprire nuove sedi anche al di fuori del territorio nazionale.
Il problema nasce o, meglio, diventa particolarmente evidente quando il 1 febbraio 2018 vengono interrotti 170 contratti di somministrazione, cioè interinali, ai quali se ne aggiungono altri 60 nelle settimane successive.
Questo problema viene attribuito a un calo delle attività della commessa TIM, perché quello che non ho specificato è che in Comdata si svolgono attività di call center, per essere sbrigativi nella definizione soprattutto di assistenza ai clienti, quindi si lavora su commessa. Pare che il calo della commessa TIM abbia determinato questo calo di attività lavorativa.
Il passo successivo è stata la richiesta aziendale ai dipendenti di smaltire le ferie fino all'annuncio dell'apertura della procedura FIS, che è un ammortizzatore sociale riservato a chi non ha la cassa integrazione.
Questa procedura riguarda 363 persone e avrà una durata di 13 settimane. Ad aprile un dipendente su tre ha usufruito al 50 per cento della FIS e a maggio del 75 per cento e, di conseguenza, perde la stessa percentuale di TFR e di assegni familiari.
Tra l'altro, parliamo di contratti che non hanno importi particolarmente elevati. Credo che nel corso dell'audizione di oggi sia emersa soltanto una parte dei problemi di quest'azienda, perché parliamo, tra l'altro, di contratti con un numero di ore di lavoro piuttosto ridotto, parliamo di orari spezzati che portano anche a problemi di conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, a un lavoro particolarmente stressante e usurante.
Inoltre, credo che sarebbe il caso di audire in Commissione i vertici aziendali, se possibile, quindi cercare anche di fare chiarezza sul modo in cui si svolgono le attività lavorative all'interno di quest'azienda.
So che si tratta di un'azienda privata, però il Comune di Torino è riuscito ad audire i vertici, proprio anche rispetto alla situazione lavorativa, e credo che sia anche nostro dovere farlo. Tra l'altro, credo che siamo rimasti tutti un po' colpiti dall'affermazione di una lavoratrice che oggi facendo riferimento alla chiusura delle sedi di Pozzuoli e Padova, che pare derivi dallo spostamento dell'attività proprio sulla sede di Ivrea, ha dichiarato: "A me non interessa mantenere il mio posto di lavoro, se so che altri lavoratori perdono il loro posto in altre zone d'Italia". Questo è un qualcosa che dovrebbe far riflettere un po' tutti, ma dovrebbe far riflettere, in primis, l'azienda, perché i lavoratori molto spesso sono disposti a fare sacrifici, ma non a "cannibalizzare" altri lavoratori che rischiano di rimanere senza occupazione.
Noi con quest'atto d'indirizzo chiediamo alla Giunta di avere attenzione nei confronti di questa situazione, soprattutto in riferimento al fatto che, quando scadranno queste 13 settimane di FIS, c'è il rischio che 363 lavoratori perdano il posto di lavoro. Questo, per il territorio del Canavese sarebbe veramente un colpo mortale. È un territorio che è già stato colpito da numerose crisi; un territorio che, nel corso degli anni ha visto chiudere numerose aziende.
Comdata, tra l'altro, è una delle aziende più grandi del territorio. Come dicevano oggi i lavoratori, molti ragazzi sostengono il colloquio di lavoro, perché il territorio purtroppo non offre molto altro.
Aspettando un rilancio del territorio del Canavese, che speriamo arrivi presto anche in considerazione della candidatura UNESCO, che è proprio finalizzata a un rilancio di questo territorio anche dal punto di vista del recupero del patrimonio industriale e culturale, chiediamo alla Giunta di intervenire e di sostenere questi lavoratori e anche magari di fare un'azione un po' più decisa nei confronti dei vertici aziendali, magari attraverso una loro convocazione.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Gallo; ne ha facoltà.



GALLO Raffaele

Grazie, Presidente.
Brevemente soltanto per dire che abbiamo udito, insieme ai colleghi del Movimento 5 Stelle e di Liberi e Uguali, la rappresentanza dei lavoratori.
Noi ovviamente condividiamo l'ordine del giorno e quindi voteremo a favore chiedendo soltanto una modifica sull'impegno scritto dalla collega Frediani e a modificarlo in questo senso, cioè "impegna la Giunta ad adottare tutti gli strumenti in capo alla Regione e ad attivarsi con il Ministero".
Se la prima firmataria Frediani è d'accordo nel modificare l'impegno, noi voteremo a favore, sperando che questa crisi aziendale possa rientrare nel più breve tempo possibile. E la seguiremo ovviamente da vicino come tutte le altre.
In merito all'audizione in Commissione, valuteremo insieme, sapendo che, di norma, non andiamo ad audire i vertici delle singole aziende, per valuteremo in sede di Commissione.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Grimaldi; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Fatemi dire che oggi è una giornata strana per il mondo del lavoro, nel senso che abbiamo assistito a tre vicende diverse. Per la prima volta, in realtà, qualche dato positivo c'è e, forse, hanno tutte e tre delle notizie in parte positive. Parlo della vicenda Embraco, che ovviamente è rimbalzata su tutti i nostri telefonini e nei media nazionali, che apre lo spiraglio alla ricollocazione e soprattutto alla non perdita né del salario né dei diritti precedenti dei lavoratori.
C'è la vicenda, seppur piccola, di un operaio che è diventata, secondo me anche il testimonial piemontese di una vicenda. Alex Villarboito è stato reintegrato nell'azienda che l'aveva allontanato dopo che lui aveva denunciato le condizioni di scarsa sicurezza dell'azienda.
Se volete, è una storia incredibile anche quella della Comdata, e ovviamente ci uniamo come Consiglio regionale alla solidarietà verso le lavoratrici e i lavoratori, soprattutto delle sedi di Padova e Pozzuoli di Comdata che verranno chiuse. La cosa interessante, secondo me - e lo diceva anche in parte la Consigliera Frediani - è che i lavoratori di Ivrea oggi sono venuti qua a solidarizzare con due sedi che vengono chiuse, dicendo che in qualche modo andranno a sostenere la cassa integrazione e i flussi di lavoro proprio dei lavoratori di Ivrea. È vero che quella frase si sente poco nelle stanze della politica e ogni tanto anche sindacali.
Credo che quella di Comdata sia una scelta che guarda purtroppo solo al profitto e che non tiene conto della responsabilità sociale dell'impresa che scarica spesso solo sui lavoratori il costo di scelte ingiuste alimentando la competizione al ribasso e al dumping sociale.
Per questo voteremo insieme al Partito Democratico il documento della Consigliera Frediani. Tuttavia, in questo le Regioni dovrebbero avere più solidarietà fra loro; la stessa solidarietà che oggi i lavoratori hanno testimoniato dovrebbe evitare un dumping che, prima di tutto, le Regioni italiane non devono alimentare. Per questo spero che il tavolo serva soprattutto a questo obiettivo e a far sì che si comprenda che la vicenda non dipende da un calo di commesse o da un calo di fatturato, ma dalla scelta di spostare il lavoro dove costa meno.
Questa vicenda, in realtà, riguarda poco il Piemonte, ma altre scelte, in altri Paesi dell'Unione Europea.



PRESIDENTE

Grazie, collega Grimaldi.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 1389, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
Il Consiglio regionale si conclude qui. Ci rivediamo domani mattina alle ore 10.
Vi ricordo che non ci sono interrogazioni per cui - mi rivolgo soprattutto alla maggioranza - vi chiedo di essere puntuali.
Buona serata a tutti.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 18.15)



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