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Dettaglio seduta n.320 del 09/05/18 - Legislatura n. X - Sedute dal 25 maggio 2014 al 25 maggio 2019

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MOTTA



(I lavori iniziano alle ore 14.18 con l'esame delle interrogazioni a risposta immediata ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento interno del Consiglio regionale)


Argomento: Edilizia e norme tecnico-costruttive

Interrogazione a risposta immediata n. 2096 presentata da Sinatora inerente a "Sorveglianza urbanistica"


PRESIDENTE

Iniziamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 2096.
La parola al Consigliere Sinatora per l'illustrazione.



SINATORA Benito

Grazie, Presidente.
Volevo fare un'interpellanza sulla sorveglianza urbanistica. Nella formazione dei Piani regolatori comunali si dovrebbe recepire il combinato disposto del Decreto Ministeriale 1/4/1968, n. 1404, che prevede l'inedificabilità totale delle fasce di rispetto delle infrastrutture stradali. Tali fasce rimangono salvaguardate anche dall'articolo 33 della legge 47/85 sul condono edilizio.
Le Regioni ricomprendono nelle loro competenze, oltre all'approvazione dei Piani regolatori comunali, anche quella di vigilanza urbanistica, attività giuridico-legislative in materia di governo del territorio, processo istruttorio, verifica di esami di conformità urbanistica, procedure per l'approvazione degli strumenti urbanistici, nella fattispecie Piano edilizia convenzionata lottizzazioni.
Nel Comune di Nichelino, entro la fascia di rispetto dell'autostrada e più precisamente sulla tangenziale in direzione Trofarello, tra l'area di servizio denominata "Nichelino Sud" e l'uscita per La Loggia, esiste un'intera lottizzazione con complesso di edifici di recente costruzione destinati ad abitazione e ricovero camper. La scarsa distanza degli edifici dalle corsie di transito stradale genera un alto rischio in caso di uscita di strada di mezzi pesanti in un eventuale malaugurato caso d'incidente stradale.
Dico questo, perché sono anche Presidente dell'Automobile Club Padania quindi so cosa vuol dire quando si guida in certe condizioni e in certe strade e con certe situazioni anomale.
Limitrofo e confinato all'insediamento, esiste un complesso impianto di riduzione della pressione della rete del metanodotto ad adduzione alla centrale. Tale impianto riveste un potenziale elemento di pericolosità analogo al nastro autostradale della tangenziale.
L'interrogazione nasce da una richiesta di equità di approccio per tutti i cittadini. Ci troviamo in questo caso di fronte a una diversa interpretazione del decreto ministeriale 1° aprile 1968, n. 1404, che stabilisce l'inedificabilità nella fascia dei 50 metri dal nastro autostradale.
A Nichelino, come dicevo prima, grazie ad un'inerzia colpevole dell'Amministrazione comunale, è stata eseguita una lottizzazione senza autorizzazione. Se un qualsiasi comune cittadino avesse realizzato una lottizzazione analoga, avrebbe avuto grane a non finire.
Chiederei qual è la posizione della Regione, poiché mi avete convocato e faccio parte anch'io di questo gruppo.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Valmaggia per la risposta.



VALMAGGIA Alberto, Assessore all'urbanistica

Grazie, Presidente.
Rispondo volentieri al Consigliere Sinatora, premettendo che la vigilanza sull'attività edilizia è esercitata dal Dirigente o Responsabile dell'ufficio comunale, come previsto dall'articolo 27, comma 1 del DPR 380/2001. A questo Dirigente o Responsabile compete la rispondenza alle norme di legge e di regolamento, alle prescrizioni degli strumenti urbanistici, alle modalità esecutive fissate nei titoli abilitativi. I dati riguardanti gli immobili e alle opere realizzate abusivamente sono trasmessi mensilmente dal Segretario comunale all'autorità giudiziaria all'Ufficio territoriale del Governo e alla Regione.
Alla data odierna, non risultano agli Uffici regionali atti riferiti all'area del Comune di Nichelino, come descritto nell'interrogazione.
Pertanto, si prende atto di questa segnalazione e si provvederà per quanto compete all'Amministrazione regionale, ai sensi del DPR 380/2001 e della LR 56/77, a richiedere al Comune di Nichelino di fornire con sollecitudine notizie e controdeduzioni in merito. Poi le faremo sapere.
Grazie.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione - Personale del servizio sanitario

Interrogazione a risposta immediata n. 2095 presentata da Batzella inerente a "ASL TO4 - A causa delle assunzioni di Operatori Socio Sanitari tramite agenzie interinali, lasciata scadere il 31/12/2017 graduatoria di un concorso a tempo indeterminato del 2011 con ancora 109 operatori in attesa"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
2095.
La parola alla Consigliera Batzella per l'illustrazione.
In assenza dell'Assessore Saitta, risponderà l'Assessore Valmaggia.



BATZELLA Stefania

Grazie, Presidente.
Nel 2010 l'ASL TO4 aveva bandito un concorso per titoli ed esami per la copertura a tempo indeterminato di numero dieci posti da operatore socio sanitario. Al bando avevano partecipato circa 3.000 persone ed era stata stilata una graduatoria di 288 operatori, approvata con deliberazione n. 43 del 18/2/2011. Trattandosi di una graduatoria senza scadenza, oltre i primi dieci posti, nel tempo sono stati assorbiti in totale 179 lavoratori. Dopo sei anni, la graduatoria è scaduta il 31/12/2017 e i restanti lavoratori (109) non sono mai stati assunti.
Considerato che la sanità piemontese è finalmente uscita dal Piano di rientro siglato il 29/07/2010 con l'obiettivo di riportare, entro il 2012 la spesa del servizio sanitario regionale sotto controllo, attraverso tutta una serie di provvedimenti strutturali e di razionalizzazione e riqualificazione, il 21/03/2017 è arrivato l'atto formale che ha sancito la fine del pre-commissariamento in sanità.
"Finalmente" - aveva dichiarato in quell'occasione l'Assessore alla sanità Saitta - "la Regione Piemonte può approvare il piano di assunzioni per il 2017, che consentirà agli ospedali piemontesi di non subire più la carenza di personale cui sono stati sottoposti fin dal 2010". Il superamento del piano di rientro avrebbe dovuto quindi consentire di portare a termine le graduatorie dei concorsi svolti in precedenza, ma non ancora esaurite.
Invece l'ASL TO4 che cosa ha fatto? Ha continuato ugualmente a ricorrere a contratti di somministrazione di lavoro a tempo determinato, come negli anni in cui la sanità regionale era sottoposta a piano di rientro.
Già lo scorso 27 novembre 2017, con un'interrogazione a risposta immediata avevo sollevato all'Assessore alla sanità il problema del continuo ricorso alle agenzie interinali per coprire le carenze strutturali. Mi era stato risposto che il ricorso alle agenzie interinali da parte delle ASL avveniva soltanto per la sostituzione di personale in malattia o in maternità.
Niente di più falso. La deliberazione n. 1308 del Direttore Generale dell'ASL TO4 del 21/12/2017 ha, infatti, come oggetto la proroga di 150 contratti a tempo determinato, oltre a otto nuovi contratti, con una proroga di n. 39 OSS (operatori socio sanitari), nonostante fosse ancora attiva la graduatoria con 109 persone in attesa di ricevere la chiamata da parte dell'Azienda.
Ancora, la deliberazione n. 99 del Direttore Generale, del 21 gennaio 2018 ha come oggetto l'affidamento del servizio di somministrazione di lavoro a tempo determinato di personale occorrente alle Aziende Sanitarie (ASL Città della Salute, ASL TO3, ASL TO4, ASL TO5), per un periodo di 36 mesi più eventuale opzione di ulteriore rinnovo biennale.
Lo scorso 5 marzo 2018 sono scaduti i termini per partecipare al bando di concorso pubblico per titoli ed esami per la copertura a tempo indeterminato di n. 20 operatori sanitari, indetto in forma associata tra l'ASL Città Unica di Torino, la Città della Scienza e della Salute di Torino, l'Azienda Ospedaliera Ordine Mauriziano di Torino, l'Azienda Ospedaliera Universitaria San Luigi di Orbassano, l'ASL TO5 Chieri e ASL TO4 Chivasso.
Interrogo l'Assessore - mi spiace che non sia qui presente, però avrò la risposta da parte dall'Assessore Valmaggia - per sapere come mai l'ASL TO4 ha continuato a stipulare negli anni contratti di servizio di somministrazione di lavoro a tempo determinato attraverso le Agenzie interinali, nonostante ci fossero ancora 109 operatori socio-sanitari nella graduatoria, valida fino al 31 dicembre 2017, relativamente a un concorso che si è svolto nel 2011.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Batzella.
La parola all'Assessore Valmaggia per la risposta.



VALMAGGIA Alberto, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
Impresto la voce e non mi prendo la responsabilità sulla soddisfazione o meno dalla Consigliera.
Con riferimento all'interrogazione, l'ASL TO4 precisa quanto segue: nel corso del 2017 sono cessati dal servizio 15 OSS. Le assunzioni di personale OSS a tempo indeterminato dello stesso anno, cioè 2017, sono state 34. Di queste, 28 assunzioni sono state di personale inserito nella graduatoria e sono comprensive delle 12 disposte con deliberazione n. 1302 del 21/12/2017, le cui procedure di immissione in ruolo si sono concluse ad aprile 2018.
Le rimanenti sei unità a tempo indeterminato sono state acquisite per mobilità, ai sensi dell'articolo 34 bis del decreto legislativo 165 del 2001.
Si conferma che le unità di OSS, di personale interinale del 2017 sono state assunte a fronte di assenze per malattie lunghe o aspettative e assenze a diverso titolo (maternità, ecc.), ovvero per sopperire a esigenze di carattere eccezionale e temporaneo quali, ad esempio, sostituzioni nelle more dell'immissione in servizio del personale a tempo indeterminato o iperafflusso.
Infatti, a dicembre 2017, a fronte di un numero di assenze prolungate pari a 32 unità erano presenti 39 interinali, che sono diventati 46, sempre nel corso del mese di dicembre, per fronteggiare l'emergenza dell'iperafflusso ai pronto soccorso dovuti alle influenze.
Grazie.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 2098 presentata da Frediani inerente a "Tempistiche per l'emanazione del regolamento sull'accesso di animali da affezione nelle strutture sanitarie"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 2098 presentata dalla Consigliera Frediani.
Risponderà l'Assessore Valmaggia.
La parola alla Consigliera Frediani per l'illustrazione.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente; grazie, Assessore.
Con quest'interrogazione cerchiamo di capire a che punto sia l'iter per l'approvazione del regolamento relativo all'accesso per gli animali d'affezione nelle strutture sanitarie pubbliche e private regionali accreditate nella regione.
L'Assessore ricorderà, o forse no (non essendo sua materia, forse non avrà fatto caso alla questione) che era stato approvato un mio emendamento nel corso della discussione della legge 16 del 31 ottobre 2017, relativa al riordinato dell'ordinamento regionale, ed era stata approvata una modifica con l'inserimento dell'articolo 9 bis alla legge 34 del 1993. In questa modifica si citava - per l'appunto - il fatto che la Giunta regionale sentita la competente Commissione consiliare, emana apposita disciplina per consentire l'accesso di animali al seguito del proprietario o detentore nelle strutture ospedaliere pubbliche e private regionali accreditate, del Servizio Sanitario Regionale.
Questa modifica aveva suscitato delle aspettative: avevo ricevuto parecchi messaggi dopo l'approvazione, perché era evidentemente un tema piuttosto sentito, anche se forse può sembrare piccola cosa. Dopodiché, non abbiamo più avuto notizie rispetto all'iter del regolamento. Ho poi provato a chiedere direttamente all'Assessore Saitta quale fosse lo stato della prosecuzione della redazione del regolamento e l'Assessore Saitta, in data 9 febbraio, mi ha risposto dicendomi che era ancora in fase di redazione e che presumibilmente sarebbe stato pronto per l'invio alle Commissioni per metà marzo.
Adesso siamo quasi a metà maggio, quindi vorremmo solo capire quali sono i tempi di approvazione. Chiaramente, ci rendiamo conto che l'Assessorato alla sanità è piuttosto impegnato e che ci sono sicuramente altre priorità ma è giusto per saper rispondere alle persone che nutrono forti aspettative rispetto a questo cambiamento, che potrebbe portare sollievo e almeno strappare un sorriso alle persone che vivono una situazione di ricovero.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Frediani.
La parola all'Assessore Valmaggia per la risposta.



VALMAGGIA Alberto, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
Come ho detto prima alla collega, "ambasciator non porta pena"! Io leggo cosa c'è scritto.
Preciso che gli Uffici dell'Assessorato sono in fase di revisione del documento che sarà emanato a breve, tenendo conto delle priorità e delle urgenze che caratterizzano l'attività di questo periodo. La valutazione degli Uffici è incentrata su alcuni aspetti non secondari, che sono da considerare per evitare problemi nell'applicazione del provvedimento da parte delle Aziende Sanitarie regionali.
Si deve essere consapevoli che l'emanazione di queste indicazioni potrebbe creare problemi di non poco conto alle nostre strutture ospedaliere, che spesso non dispongono di una logistica idonea e che si vedrebbero caricate di oneri aggiuntivi in tema di compiti di verifica e autorizzazioni da affidare al personale sanitario, perché sono compiti che esulano dalle funzioni assistenziali. Ovviamente, queste considerazioni non attengono a quanto già in essere e implementabile in tema di pet therapy, che è un'altra cosa, materia che rientra in specifici progetti di cura.
In sostanza, permangono aspetti che sono ancora oggetto di approfondimento e valutazione, anche sulla base delle esperienze di quelle Regioni, come la Lombardia e il Veneto, che hanno adottato provvedimenti analoghi a quelli che il Consiglio regionale ha demandato alla Giunta regionale, con l'approvazione dell'articolo 9 bis della legge 16 del 2017.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Valmaggia.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione a risposta immediata n. 2094 presentata da Grimaldi inerente a "Licenziamento di un sindacalista della Sacal Alluminio di Carisio"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 2094.
Risponderà, al posto dell'Assessore al lavoro, l'Assessore Valmaggia.
La parola al Consigliere Grimaldi per l'illustrazione.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Abbiamo appreso dagli organi di stampa del licenziamento di un sindacalista della Sacal Alluminio di Carisio, nel Vercellese. Abbiamo incontrato nei giorni scorsi, proprio qui a Torino, il sindacalista, che ci ha spiegato un po' cosa gli è successo.
Lui è il rappresentante, di fatto, della sicurezza in azienda e poche settimane fa aveva rilasciato dichiarazioni alla stampa sull'incidente che aveva coinvolto un operaio in fonderia. In seguito, il sindacalista, con le organizzazioni sindacali, aveva indetto uno sciopero per sensibilizzare tutti i lavoratori e l'azienda a intervenire sulle condizioni della sicurezza nello stabilimento.
Che cosa succede? Succede che il sindacalista è stato allontanato e pare a tutti noi che il licenziamento appaia una conseguenza dei fatti, appunto citati. Tutto ciò appare paradossale, anche perché, anziché ringraziare e collaborare con i sindacati sulla messa in sicurezza del luogo e, quindi mettere l'azienda in condizioni di sicurezza, in realtà, l'azienda per l'ennesima volta, decide di procedere con il licenziamento.
Perché dico per l'ennesima volta, Assessore? Non è la prima volta che chiediamo un'opera di moral suasion da parte della Regione Piemonte. Noi vorremmo che l'Assessore al lavoro, in primis, ma anche il Presidente chiedano all'azienda il ritiro di quello che per noi è un licenziamento discriminatorio e illegittimo, perché troppi casi di questo tipo stanno avvenendo in Piemonte; basta dire che la scorsa settimana alla Framiva Metalli di Beura per lo stesso motivo, cioè per la richiesta di alcuni lavoratori di non lavorare al freddo, quei lavoratori sono stati allontanati dal luogo di lavoro e anch'essi licenziati.
Io credo che, davanti all'ennesimo atto ritorsivo verso chi semplicemente chiede condizioni di lavoro dignitoso, le Istituzioni devono prendere una parola definitiva su queste vicende, anche perché continueremo a denunciarle una a una, continueremo a chiedere il ritiro di licenziamenti e la cancellazione anche di quelle norme che hanno reso sempre più diffusa questa pratica Inoltre, in generale, credo che la Regione Piemonte, davanti a dei casi che possono essere più o meno di frontiera, come quelli di cui abbiamo parlato poche settimane fa (lo stesso tema dello "sloggare" o licenziare un soggetto della new gig economy, piuttosto che una vicenda come quella appena descritta, che racconta di una classica vicenda industriale) debba dare un chiaro segnale a tutte le imprese piemontesi che i lavoratori che denunciano condizioni non dignitose e di non sicurezza, non solo non dovrebbero essere allontanati licenziati, ma dovrebbero essere aiutati proprio, soprattutto dopo una settimana dal 1° Maggio, in cui tutte le forze politiche e tutte le forze sindacali hanno ricordato quanti sono ancora oggi i tanti infortuni e le tante morti sul lavoro.



PRESIDENTE

Grazie, collega Grimaldi.
La parola all'Assessore Valmaggia per la risposta.



VALMAGGIA Alberto, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
L'Assessorato regionale al lavoro ribadisce che l'episodio denunciato dalla FIOM-CGIL di Vercelli Valsesia, ovvero la decisione della Sacal Alluminio di Carisio di procedere al licenziamento di un lavoratore, che avrebbe messo in guardia sulle condizioni di sicurezza all'interno dello stabilimento, se confermata, sarebbe senza dubbio grave e non condivisibile.
L'Assessorato ha quindi fissato un incontro, già in programma per la prossima settimana, con i vertici dell'azienda, per comprendere cosa sia realmente accaduto rispetto alla vicenda riportata dagli organi d'informazione e cui si fa riferimento nell'interrogazione.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Valmaggia.


Argomento: Partecipazioni azionarie regionali - Trasporti pubblici

Interrogazione a risposta immediata n. 2097 presentata da Valetti, inerente a "Acquisto delle quote 5T da parte della Regione Piemonte"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 2097.
La parola al Consigliere Valetti per l'illustrazione.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
L'interrogazione in questione nasce dall'aver appreso voci, di cui appunto si chiede conferma l'Assessorato. Vediamo che è assente l'Assessore Balocco, ma sentiremo la risposta per bocca del Vicepresidente Reschigna.
La voce che gira dice che vi è l'interesse della Regione ad acquisire quote della società 5T in possesso della società holding GTT e l'operazione avverrebbe, sempre secondo le versioni che provengono dall'Assessorato, per un potenziale conflitto d'interessi di una società che dev'essere super partes, che invece è posseduta da una dei potenziali contendenti dei servizi di trasporto su gomma e su ferro.
Di per sé è un'idea comprensibile, ma - sempre all'interno di voci dell'Assessorato - si ventilava l'ipotesi che parte dei soldi destinati al risanamento e agli investimenti sul trasporto pubblico, in particolare della società GTT, potessero essere utilizzati, invece, per effettuare uno scambio azionario sulla società 5T. Quindi, parte dei soldi destinati a risanare GTT sarebbero stati destinati a un acquisto di quote di 5T in possesso a GTT. Peccato che un conto è dare soldi a una società, con tutti i criteri del caso, che rispettino i criteri dei finanziamenti pubblici, ma un altro è fare uno scambio di un bene con un altro, scambiare dei fondi con un altro bene, che sono azioni di una società e che, comunque consistono in un patrimonio di una società.
Vogliamo capire se questa voce corrisponde al vero all'interno dell'Assessorato, oppure quale sarà la fonte di finanziamento per quest'operazione che la Giunta intende perseguire.



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente Reschigna per la risposta.



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale

Le ragioni di quest'operazione sono state rammentate dal Consigliere Valetti nel suo intervento e quindi non ci torno. Torno invece sulle modalità, perché mi sembra che questo sia l'elemento che vada esplicitato.
Non sono voci, Consigliere Valetti, nel senso che nel verbale d'intesa sottoscritto tra Regione Piemonte, Città di Torino, Agenzia della Città metropolitana, GTT e InfraTo, che affronta complessivamente tutte le poste in oggetto, a partire dai rapporti tra i diversi soggetti relativamente al piano industriale, è compresa anche la scelta, da parte della Regione, di acquistare la quota di partecipazione detenuta da GTT in 5T attraverso l'utilizzo di parte dei 40 milioni - stiamo parlando di circa 800 mila euro degli FSC.
Per la verità, la proposta che la Regione ha presentato, e che continua a essere valida - dai rapporti con la Città di Torino non è esclusa l'ipotesi che si possa realizzare, anche in tempi diversi dagli attuali - è che il 35 per cento di 5T posseduto da GTT fosse acquisito per il 50 per cento dalla Regione Piemonte e per il 50 per cento dalla Città di Torino. Non vi è un interesse, in assoluto, da parte della Regione Piemonte, a diventare azionista maggioritario all'interno di 5T Quest'ipotesi, nella Città di Torino, ha avuto vicende diverse. Nel senso che alcuni Assessorati e alcuni Assessori erano disponibili a ragionare in tal senso; altri invece, non hanno ritenuto che questo rientrasse negli obiettivi prioritari per cui, nello schema sottoscritto dalle parti compresa la Città di Torino, relativo a intese reciproche al fine di dare attuazione al piano industriale di GTT, compare come acquisizione oggi totalmente in capo alla Regione Piemonte. Le ragioni sono le stesse.
D'altra parte, i 40 milioni di euro degli FSC vengono messi a disposizione della Regione Piemonte per contribuire al risanamento economico e finanziario di GTT.
Voglio ricordare che una delle operazioni, dal mio punto di vista, che poteva anche essere accentuata in termini più forti e che, invece, è minimamente prevista all'interno del piano industriale - ma questo potrebbe anche considerarsi positivo, perché può diventare una valvola di sfogo relativamente a difficoltà di raggiungimento degli obiettivi su alcuni assi d'intervento - ossia una delle ipotesi tradizionali attraverso le quali si persegue il risanamento economico-finanziario di una società, è anche quella di ridurre il peso delle immobilizzazioni rappresentate da partecipazioni non strategiche. In questo, è assolutamente coerente anche con le finalità della legge.
Voglio, infine, aggiungere che nella costruzione di quest'intesa è stata prestata particolare attenzione, da parte la Regione e degli Uffici della Regione Piemonte, a evitare che quest'operazione potesse incappare nei rilievi circa aiuti di Stato a favore di un'azienda che, anche se è pubblica, è comunque un'azienda privata, indipendentemente dalla proprietà degli azionisti della stessa.
Il quadro è quello che vi ho rappresentato.


Argomento: Beni culturali (tutela, valorizzazione, catalogazione monumenti e complessi monumentali, aree archeologiche)

Interrogazione a risposta immediata n. 2099 presentata da Graglia, inerente a "Biblioteca del Comune di Marmora"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
2099.
La parola al Vicepresidente Graglia, che interviene in qualità di Consigliere per l'illustrazione.



GRAGLIA Franco

Grazie, Presidente.
Sappiamo che il Monastero in Borgata Chiesa del Comune Marmora, situato in Val Maira, ospita la biblioteca più alta d'Europa, posta a circa 1.600 metri, e oggi raccoglie più di 80.000 libri.
La biblioteca è opera di Padre Sergio De Piccoli, monaco benedettino che alla fine degli anni '70, si stabilì a Marmora decidendo di ristrutturare la chiesa parrocchiale di San Massimo per edificare il suo monastero nei cui sotterranei collocò la raccolta di volumi.
Padre Sergio, un paio di anni prima della sua scomparsa, onorò il Comune di Marmora del prezioso patrimonio, con l'accordo di rendere disponibile al pubblico e di ampliare l'imponente collezione di libri che aveva richiesto quasi quarant'anni di minuzioso lavoro di raccolta. Studiosi intellettuali, fedeli, amanti della lettura e scrittori vari si sono recati in Val Maira per rivisitare la biblioteca e trovare fonti di ispirazione in un contesto unico, offerto dal fascino dei sotterranei del monastero e della natura pura e incontaminata, in cui lo stesso si trova.
La raccolta di volumi e lo spettacolo regalato dalle Alpi sono un forte richiamo turistico e culturale per tutto il territorio circostante, tant'è che è stato registrato un lungometraggio sulla storia di Padre Sergio proiettato di recente nelle sale cinematografiche piemontesi.
Appreso anche della mancanza di fondi e della presenza di alcuni problemi burocratici, unitamente allo sfratto che la Diocesi di Saluzzo avrebbe inviato al successore di Padre Sergio, che non permetterebbero al Comune di Marmora di mantenere gli impegni assunti con il fondatore della biblioteca che rischierebbe, così, di scomparire, interroghiamo l'Assessore per sapere se non ritenga di intervenire per quanto di competenza della Regione, al fine di evitare la dispersione dell'importante e pregiato patrimonio culturale che appartiene a tutto il Piemonte. Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessora Parigi per la risposta.



PARIGI Antonella, Assessora alla cultura

Grazie, Presidente.
La vicenda della biblioteca del monastero benedettino sito nella Borgata Chiesa del Comune di Marmora sono seguite dagli Uffici regionali dell'Assessorato alla cultura da molti anni, sia per gli aspetti relativi alla possibilità di erigere una nuova biblioteca, sia per assicurarne la conservazione e tutela.
In relazione a quanto lei mi richiede, la informo che la sottoscritta ha incontrato il Sindaco di Marmora e il Presidente della Comunità Montana Val Maira presso gli Uffici dell'Assessorato - ancora prima degli articoli usciti sul giornale - in data 18 aprile. Nel corso di tale incontro peraltro, avevo già incontrato tutta un'altra serie di persone che mi erano venute a parlare - il Sindaco ha esposto la situazione della complessa problematica giuridico-amministrativa connessa alla contraddizione esistente tra l'atto di donazione, datato 2007, con cui padre De Piccoli ha donato la sua biblioteca al Comune di Marmora, e il testamento olografo datato luglio 2014 e depositato dopo la morte di padre Sergio, che lascia la biblioteca in eredità al signor Daniele Gangi, già badante di padre De Piccoli.
Il ripensamento di Padre De Piccoli trova motivazione, così come indicato nel testamento, nel fatto che il Comune non avrebbe rispettato i termini della donazione, non avendo provveduto a ristrutturare e allestire la biblioteca per aprirla al pubblico.
Il Comune imputa tale ritardo, oltre che alle oggettive mancanze di risorse, alla complessità dell'intervento richiesto dal punto di vista strutturale in funzione dell'adeguamento alle condizioni previste dalla normativa per la sicurezza delle raccolte librarie. Il Comune, con fondi europei, ha provveduto in anni passati ad acquistare il terreno confinante con la casa parrocchiale e ha eretto i muri perimetrali dell'edificio da destinarsi a biblioteca, ma i lavori sono ora fermi per mancanza di risorse.
Inoltre, la casa parrocchiale ove è collocata la raccolta libraria è di proprietà della Diocesi di Saluzzo e ogni intervento di ristrutturazione è subordinato alla definizione del titolo d'uso dell'edificio medesimo.
Veniamo al dunque.
Il problema è che ci sono due testamenti: uno, quello che legittima il Comune di Marmora e uno, successivo, che indica come erede Daniele Gangi.
La prima cosa che mi sono permessa di dire è che prima bisogna stabilire qual è la proprietà, quindi ho mandato i due testamenti al Presidente dell'Ordine dei Notai di Torino per chiedere la sua opinione. Al momento quindi, l'opinione del notaio Biino è che, se non s'intenta una causa per riconoscere nullo il testamento che indica come erede Daniele Gangi, la proprietà è di Daniele Gangi, perché il testamento è successivo. Se lo si vuole annullare, bisogna intentare una causa.
Questo che le sto dicendo l'ho riferito anche al Sindaco e ho messo in contatto il Sindaco con il notaio Biino.
A questo punto, credo che la problematica sia abbastanza complessa, nel senso che c'è un signore, Daniele Gangi, che sta in una parrocchia di cui non ha titolo e ha la proprietà di una raccolta. Insomma, è una situazione abbastanza complicata, anche da un punto di vista giuridico.
Che cosa s'intende fare? Io credo che nel prossimo futuro occorrerà incontrare la Diocesi, naturalmente anche con il Sindaco di Marmora, e capire tutti insieme quali possono e vogliono essere le strade successive.
Naturalmente occorrerà poi capire la situazione anche alla luce della legalità giuridico-amministrativa, ma personalmente credo che sarebbe un peccato togliere quella raccolta di libri dal luogo in cui è situata perché in altro luogo perderebbe quella specialità e sarebbe nient'altro che una delle tante raccolte di libri che il Piemonte ha.
L'obiettivo dell'Assessorato, quindi, è trovare una composizione di questa intricata storia, che sappia valorizzare quello che è un'unicità del territorio.


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta")

Interrogazione a risposta immediata n. 2100 presentata da Bono, inerente a "Contratti di ospitalità nelle RSA"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
2100.
La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Non c'è né l'Assessore Saitta né l'Assessore Ferrari, però ha la risposta scritta l'Assessore Ferrero, con delega all'agricoltura.
Al di là di questo, è un tema di cui si discute da molto tempo: la sottoscrizione di contratti di ospitalità o di ingresso da parte di RSA (residenze socio-assistenziali) per il ricovero di anziani.
Noi sappiamo che la normativa nazionale non prevede il divieto di sottoscrizione di contratti d'ingresso e di ospitalità, come invece ci sono, ad esempio, per i ricoveri presso ospedali privati, in quanto sono state soppresse da due delibere della Giunta regionale, una del 2009 e una del 2010.
A oggi, ai sensi dei nuovi livelli essenziali di assistenza, quelli che hanno rinovellato da poco il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 2001, la permanenza all'interno di una RSA viene coperta, per almeno il 50 per cento del suo costo, dal sistema sanitario. L'altro 50 per cento spetta al Comune, o al Comune tramite il Consorzio dei servizi socio assistenziali, quindi a fondi in parte regionali dati dall'Assessorato alle Politiche sociali, oppure direttamente al malato, all'anziano o, comunque alla famiglia dell'anziano, in caso di un livello di ISEE sopra una soglia determinata dalle delibere regionali.
Ogni RSA dispone di un regolamento per il funzionamento, che deve essere obbligatoriamente consegnato, illustrato e dato per presa visione all'anziano ricoverando e ai suoi congiunti, con netta precisazione e separazione delle prestazioni comprese nelle tariffe delle RSA e le attività alberghiere extra, o di servizio extra aggiuntivo alla persona quindi non incluso nella tariffa base, che sono a carico dell'utente, in modo che sia chiaro che sono spese ulteriori rispetto a quelle riconosciute dall'accordo che le RSA hanno con la Regione Piemonte.
Infatti solo il Comune può autorizzare per iscritto l'ospite, i congiunti il tutore o l'amministrazione di sostegno a provvedere a versare direttamente l'importo alla struttura convenzionata, nel caso della quota che spetta alla persona, in caso di superamento dell'ISEE.
Solo le prestazioni aggiuntive possono essere invece di competenza contrattuale tra il privato cittadino che viene ricoverato e la struttura.
Le diverse segnalazioni giunte a noi, ma anche alla IV Commissione, ai Consiglieri e all'Assessorato, ci indicano come, in realtà, queste norme sembrerebbero essere state violate, cioè sembrerebbe che siano stati firmati dei contratti di ospitalità e d'ingresso, senza dare adeguata evidenza di cosa è compreso nella tariffa base e cosa no, senza i quali non si darebbe accesso all'anziano.
Vogliamo chiedere innanzitutto se l'Assessorato è a conoscenza di questa pratica, che sembrerebbe alquanto diffusa nella nostra regione, e come intende procedere, a seguito di verifiche, se si dovesse riscontrare realmente questa fattispecie di violazione di norme regionali nelle RSA piemontesi.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Ferrero per la risposta.



FERRERO Giorgio, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
Consigliere Bono, le leggo la breve relazione che poi credo di poterle consegnare; va per punti, due in particolare.
Il primo punto: "Le DGR 44/2009 e 64/2010 non hanno soppresso i contratti di ospitalità".
Il secondo: "Il Comune non versa la quota alberghiera al 50 per cento della retta di ricovero, ma integra tale quota solo nei casi d'insufficiente reddito dell'ospite, sulla base del regolamento locale di attuazione delle disposizioni ISEE".
Per quanto attiene specificamente al contratto di ospitalità, la Direzione Coesione sociale, con note del 23 marzo 2016 al Difensore civico e del 17 novembre 2016 alle associazioni delle strutture e alle ASL, ha già specificato che il contratto di ospitalità può essere utilizzato dalle strutture RSA per quanto attiene al rapporto di regime privato e per gli ospiti contrattualizzati dal Servizio Sanitario Regionale, solo per "richiamare l'utente o chi lo rappresenta in modo che ne abbia piena conoscenza, l'insieme dei suoi diritti e doveri nei riguardi della struttura ospitante, ivi compresi quelli derivanti dal contratto che la struttura stessa stipula con soggetti pubblici. Ovviamente il contratto di ospitalità non può essere usato per modificare, contraddire o eludere le norme che regolano il contratto di servizio in convenzione. Pertanto si conferma che l'uso del contratto di ospitalità non appare illegittimo purché avvenga nel rispetto della disciplina regionale".



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Ferrero.
Dichiaro chiusa la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata.



(Alle ore 15.00 il Presidente dichiara esaurita la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata)



(La seduta ha inizio alle ore 15.01)



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE BOETI



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo Andrissi, Balocco, Cassiani, Chiamparino, Chiapello Cerutti, Ferrari, Ferraris, Gancia, Pentenero e Rossi.
Non è presente l'Assessore Saitta.


Argomento: Caccia

Proseguimento esame disegno di legge n. 182, inerente a "Tutela della fauna e gestione faunistico - venatoria in Piemonte"


PRESIDENTE

Riprendiamo l'esame della proposta di legge n. 32, di cui al punto 6) all'o.d.g.
Nella seduta antimeridiana del 9 maggio 2018, si è giunti alla trattazione dell'articolo 2. Proseguiamo con l'esame dell'emendamento rubricato n. 38) all'articolo 3.
Emendamento rubricato n. 38) presentato da Bertola, Andrissi, Bono, Campo Frediani, Mighetti, Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Segretario Bertola in qualità di Consigliere per l'illustrazione.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Siamo passati all'articolo 3 dell'esame di questa proposta di legge e ne proponiamo una piccola modifica al comma 1. Qui troviamo il seguente periodo: "La Regione, avvalendosi della collaborazione dell'Università, dei Musei naturalistici, degli Enti di gestione delle Aree protette, delle Organizzazioni sociali, di Associazioni agricole e ambientaliste, nonché di Associazioni culturali, promuove la conoscenza del patrimonio faunistico e dei modi per la sua tutela". Proponiamo di aggiungere "previo accordo" all'interno della frase.
Vorrei però tornare anche a quanto è accaduto stamattina, poiché noi chiedevamo il voto a scrutinio segreto, e ciò non tanto per una tutela nostra, ma per due motivi: per una tutela di Consiglieri di maggioranza che avevano intenzione di esprimersi in maniera diversa, ma soprattutto perch alcuni fatti del mattino hanno dimostrato che non c'era un clima sereno per esprimere in modo e tranquillo la propria opinione, in quanto c'erano delle pressioni esterne visibili che hanno anche portato a insulti alla mia persona.
Quindi non c'era il clima adatto per esprimere un voto palese, ma tant'è: l'Aula ha scelto, l'Aula è sovrana e non si è votato in modo segreto, anzi quelle votazioni sono avvenute per appello nominale. E devo dire che è assai meglio così, perché con l'appello nominale si vede come hanno votato i singoli Consiglieri. Andremo quindi a vedere la differenza che c'è, per alcuni Consiglieri di maggioranza, tra le parole che si dicono con soggetti esterni e i fatti in Aula. Perché i pulsantini schiacciati qua e le luci che si colorano su quello schermo rappresentano dei fatti: qualcuno ha votato secondo ciò che ha sempre sostenuto in Commissione (ma anche con soggetti esterni), qualcuno no. Almeno tutti saranno informati delle scelte che ciascuno ha preso, e rispetto alle quali si è assunto le proprie responsabilità.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Bertola.
Ha chiesto la parola la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Con quest'emendamento andiamo a inserire, dopo la parola "avvalendosi", al comma 1 dell'articolo 3, le parole "previo accordo".
La motivazione è che vogliamo prevedere un accordo all'interno delle decisioni che vengono prese tra l'Università, i musei naturalistici, gli enti di gestione delle aree protette, le organizzazioni sociali, le associazioni agricole e ambientaliste e le associazioni culturali, ai fini della promozione del patrimonio faunistico e dei modi per la sua tutela.
Questa, chiaramente, è un'azione d'informazione, di promozione e di conoscenza del patrimonio faunistico.
Più di una volta questa mattina il Consigliere Vignale ha bacchettato diciamo così, alcuni colleghi dell'opposizione rispetto alla scarsa conoscenza di alcune specie. A maggior ragione, chiediamo che ci sia un'azione di promozione della conoscenza del patrimonio faunistico, perch solo conoscendolo si possono tutelare le specie presenti sul nostro territorio.
Colgo l'occasione per ribadire la posizione del collega Bertola e per censurare quanto accaduto questa mattina: è veramente inaccettabile che si debbano subire insulti da parte del pubblico nel momento in cui si va a discutere un provvedimento in Aula. Dovremmo consentire che la discussione avvenga in un clima il più possibile sereno.
Peraltro, non ho neanche apprezzato qualche commento pervenuto dalla maggioranza rispetto al fatto che avevamo chiesto di sospendere la seduta alle ore 13, ovvero secondo l'orario, visto che questa mattina è stato rispettato il Regolamento in modo molto preciso (giustamente, perché noi siamo i primi che difendono il Regolamento del Consiglio!). Però, nel momento in cui si va a chiedere di chiudere la seduta rispettando gli orari, non si fa, perché non si ha voglia di lavorare, come ha detto qualche collega di maggioranza. Questa è un'affermazione veramente poco rispettosa.



PRESIDENTE

Prima di dare la parola al prossimo oratore, ci tengo a precisare che mi dispiace per quanto è successo questa mattina rispetto al Consigliere Bertola, che è un uomo che stimo, che fa parte dell'Ufficio di Presidenza e che fa bene il suo lavoro.
Ero su a lavorare, quindi non ho potuto fare nulla. Quando mi è stato comunicato sono subito sceso, ma era già tutto finito. Mi auguro davvero che non succedano più cose simili: se capiterà ancora, farò espellere immediatamente l'autore dell'offesa.
Ha chiesto la parola il Consigliere Mighetti; ne ha facoltà.



MIGHETTI Paolo

Anche quest'emendamento mi offre l'occasione di continuare questa discussione, che sta assumendo un carattere un po' strano. Oggi ci troviamo a discutere di un disegno di legge, ma in realtà c'è una sorta di querelle colloquio tra il Movimento 5 Stelle e il Movimento Nazionale del Consigliere Vignale.
Chiaramente, non si possono prendere per oro colato alcune dichiarazioni ad esempio, quando si parla di ATC, che sono organi che hanno una maggioranza, un controllo o comunque un indirizzo molto aderente al mondo venatorio, e il Presidente Vignale parla di "sei rappresentanti del mondo venatorio", devo rilevare che ha ragione.
Ha ragione nella forma; di fatto, l'orientamento di questi 20 membri non lo possiamo sapere, ma possiamo intuire che molte di queste 20 persone nominate anche da altri organismi, siano indirizzate verso il mondo venatorio. Così come non possiamo pensare che alcuni emendamenti di tipo ostruzionistico possano essere colti alla lettera.
Potremmo, quindi, puntare su elementi più precisi e rendere questo dibattito un po' più costruttivo per il prosieguo della discussione. Posso dire, per esempio, ciò che condivido del pensiero del collega Vignale: non stupisca il collega che anche noi pensiamo che questa legge non sia adatta a risolvere i problemi dei danni all'agricoltura. Ma avrò modo di approfondire questo tema negli emendamenti successivi.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Valetti; ne ha facoltà.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
In quest'emendamento dopo la parola "avvalendosi" inseriamo le parole "previo accordo".
Quest'emendamento rappresenta un po' l'intento del nostro Gruppo: quello di riconoscere un coinvolgimento di tutte le parti esperte in tema ambientale e faunistico; coinvolgimento che non sia solo rappresentativo e consuntivo ma che abbia un impatto reale sulle decisioni che vengono prese dalla Regione.
La collaborazione dell'università, dei musei naturalistici, degli enti di gestione, delle aree protette e delle associazioni e organizzazioni sociali e ambientaliste rappresenta un patrimonio importante per il nostro territorio; un patrimonio che, sebbene segua tutte le tematiche ambientali talvolta rimane un po' inascoltato. Spesso si consultano tutti per dire che si è democratici e che un parere non si nega mai a nessuno, però poi, di fatto, le decisioni vengono spesso prese in grande contrasto con il mondo ambientalista.
Crediamo inoltre che la responsabilità di una certa carenza di attenzione al tema ambientale, da parte della politica e nel sentire comune, sia anche addebitabile alle amministrazioni, che fanno poco per invertire questa tendenza, perché l'ambiente comprende tutte le condizioni in cui gli uomini vivono, oggi e nel futuro; un futuro che, in questo momento, non è molto roseo ed è minacciato da tante problematiche, molte delle quali sono originate dalla stessa attività dell'uomo. Forse sarebbe meglio dare un po' più ascolto a chi questi temi li ha difesi da tempo, in modo del tutto lodevole.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bono.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Riprendiamo l'attività emendativa sul disegno di legge n. 182. Mi si permetterà una parentesi poco felice di conduzione dell'Aula di questa mattina; non ho apprezzato per nulla la gestione della votazione e, come ha già detto la nostra Capogruppo Frediani, anche l'atteggiamento di alcuni colleghi di maggioranza, quando abbiamo voluto andare oltre quelle che sono le regole, non tanto l'orario di lavoro perché, com'è noto, chi fa politica non ha orario in cui inizia o termina di fare attività politica e non a giorni.
Chiedevamo un voto segreto, anche per permettere di dare veramente libertà di voto, secondo scienza e coscienza, ai Consiglieri, ma ciò non è stato anche per una questione formale. Abbiamo imparato tante volte in questi anni che le questioni formali, se c'è la volontà politica, si superano.
Detto questo, sicuramente sarà di buon auspicio per la modifica del Regolamento nelle prossime settimane o mesi.
Non ho tanto altro tempo per dire qualcosa sull'emendamento n. 38). Mi sembra condivisibile che si aggiungano le due parole "previo accordo" per coinvolgere soprattutto l'Università. Ovviamente ci deve essere un accordo anche con un valore economico oppure a titolo gratuito, così come per altri Enti citati. È sicuramente un tema importante, però senza una corretta definizione, penso che venga meno anche il senso dell'emendamento stesso.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Campo.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Con quest'emendamento chiediamo che venga data una struttura al contesto scientifico che si vuole costruire intorno al fatto di far valutare le tematiche anche all'Università. La questione delle collaborazioni con l'Università, i Musei naturalistici, gli Enti di gestione delle aree protette, secondo noi, va costruita in una maniera leggermente più strutturata.
Al di là di questo, è proprio il concetto di base che è fondamentale, cioè il fatto che va affidato il tema non solo a un confronto generico e generale tra le parti sociali interessate, ma va affidato a un contesto un pochino più analitico, che permetta di definire quali siano le condizioni sotto le quali alcune determinate attività possano essere condotte.
Qui rientriamo in un più ampio contesto, in parte già citato anche dal collega Mighetti, che coinvolge la parte agricola, ma coinvolge anche tematiche che riguardano la tutela della salute e il fatto che gli equilibri ambientali, che sono sempre più compromessi, vanno a compromettere anche la salute umana. Questo è uno degli aspetti che tendenzialmente non viene considerato, perché la fauna selvatica è la prima indicatrice degli squilibri che si stanno creando nel nostro ambiente. Il mutare delle popolazioni, così come la comparsa di malattie e d'infestazioni, è un importante segnale di modifica dello stato del nostro ambiente.



PRESIDENTE

Grazie, collega Campo.
Emendamento rubricato n. 102) presentato da Vignale, Bona, Fluttero Graglia, Ravello, Rossi L., Tronzano.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
L'articolo 3, sul quale insiste l'emendamento 102), se i colleghi o chi ci ascolta fanno mente locale su quanto abbiamo avuto modo di dire nella discussione di questa mattina, dimostra come sia necessario quanto lo stesso articolo prevede. L'articolo 3, che è un articolo che se fosse inserito in una norma non piena di pregiudizi antivenatori, è un articolo certamente condivisibile.
Se i colleghi vedono, individua tutta una serie di possibilità, tanto del Consiglio regionale (di cui al comma 1) quanto della Giunta regionale per studiare o divulgare dati tecnico-scientifici concernenti la tutela, la gestione e l'esercizio venatorio, la promozione d'iniziative, l'attuazione d'interventi tendenti a valorizzare il patrimonio faunistico, eccetera.
Di fatto, ritroviamo nell'articolo 3 le considerazioni che abbiamo fatto nell'articolo 2, cioè che senso ha inserire dei provvedimenti di divieto quando, in realtà, vogliamo valorizzare e promuovere le risorse faunistiche territoriali con dati scientifici? È evidente che vi è, sotto questo punto di vista, un aspetto che a noi pare non condivisibile, che è l'aspetto più limitativo dell'articolo 3, cioè, tanto nel comma 1 quanto nei commi successivi, noi prevediamo una collaborazione con tutto il mondo che, in qualche modo, ha a che fare con la vita ambientale non solo della nostra Regione, salvo che con le associazioni venatorie.
Il comma 1 prevede che ci si avvalga dei musei naturalistici, degli enti di gestione delle aree protette, di organizzazioni sociali, di associazioni agricole ambientali, culturali e quant'altro, ma è un po' anomalo che una legge che parla di caccia, anche di esercizio dell'attività venatoria, non preveda anche il mondo venatorio nei soggetti da consultare.
Noi abbiamo voluto inserire - e concludo - con l'emendamento n. 102) almeno le associazioni cinofile, perché il mondo della cinofilia all'interno di questo settore è un mondo estremamente importante, proprio per la conoscenza del territorio e delle specie presenti all'interno dello stesso.



PRESIDENTE

Grazie, collega Vignale.
Emendamento rubricato n. 39) presentato da Bertola, Andrissi, Bono, Campo Frediani, Mighetti, Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Segretari Bertola in qualità di Consigliere per l'illustrazione.



BERTOLA Giorgio

L'emendamento n. 39) è una correzione formale rispetto al testo, per armonizzarlo maggiormente.
In generale, voglio ribadire quanto hanno già detto i colleghi. Non torner sulla questione relativa al voto segreto di questa mattina; al limite ne riparleremo in occasione di altre questioni importanti che riguardano questo disegno di legge. Certo è che è stato un po' singolare sentirsi dire, a fine mattinata, che noi non si voleva lavorare, quando in realtà alla fine, questa mattina gli unici che hanno lavorato sono i Consiglieri che hanno illustrato gli emendamenti.
Buona parte della maggioranza ha fatto legittimamente i fatti propri per quasi tutta la mattinata, salvo poi venirci a dire che noi si voleva rispettare gli orari solo per non lavorare. Siamo abituati a certi atteggiamenti, che però non favoriscono certamente un dialogo costruttivo che si risolva in tempi brevi, su un disegno di legge come questo, perch siamo solamente all'articolo 3. Si tratta di un disegno di legge complesso con diversi articoli: ci sarà ancora occasione di illustrare qualche altra decina di emendamenti, quindi avremo tutti l'occasione di lavorare parecchio (chi vorrà lavorare). Abbiamo visto l'effetto che hanno avuto certe distrazioni quando è stata fatta una votazione.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Frediani.



FREDIANI Francesca

Con quest'emendamento proponiamo una modifica formale, che in realtà potrebbe avere delle ripercussioni sull'interpretazione del testo. Nel primo capoverso del comma 2 dell'articolo 3 del provvedimento chiediamo di modificare l'attuale testo che prevede l'indicazione della Regione con l'indicazione della Giunta.
Infatti, nel comma 1 si fa riferimento alla Regione, mentre nel comma 2 si dice: "La Giunta regionale provvede altresì.". Pertanto, crediamo sia necessario definire bene qual è il soggetto che deve essere incaricato di svolgere le attività indicate all'interno del comma, soprattutto perché c'è quel "altresì". Da una parte si dice "la Regione"; dall'altra parte si dice "la Giunta regionale provvede altresì", dando per scontato che l'attività deve essere demandata allo stesso soggetto indicato in entrambi i commi.
Pertanto, chiediamo di modificare il testo, indicando con precisione il soggetto, cioè la Giunta regionale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Mighetti.



MIGHETTI Paolo

L'emendamento mi dà la possibilità di tornare, ancora una volta, sul tema generale del provvedimento. Vado a chiudere il discorso iniziato prima sulle questioni che, in realtà, legano l'attività sia di questa opposizione che dell'altra opposizione: pensare al provvedimento della Giunta.
Sembra antitetico unire le due cose, perché noi partiamo da due proposte di legge veramente antitetiche; quella della Giunta, in realtà, è una mediazione delle due, ma effettivamente anche noi pensiamo, come il Consigliere Vignale, che oltre a non dare una grossa mano nel risolvere il problema dei danni da fauna selvatica, questa legge non risolva nemmeno il problema delle troppe competenze sul tema caccia. Troppe competenze che partono dal livello statale e arrivano al livello regionale e, poi, a quello provinciale. Non bastavano questi tre livelli: si è voluto inserire anche gli ATC e i CA, per concludere l'opera.
Quest'ultima parte del sistema voluto nel 1992 è forse il più critico perché è quello direttamente connesso al territorio. Effettivamente, come dicevamo in discussione generale, il nostro territorio, ma quello dell'intera Italia, è cambiato molto dal 1992 ad oggi, pertanto sarebbe necessario prenderne atto e capire con quali strumenti normativi andare ad agire.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Valetti.



VALETTI Federico

Questo è un emendamento formale, non di meno importante perché cerca di rendere coerenti e omogenei i riferimenti che variano dalla Giunta regionale alla Regione, in particolare nel comma 2 dell'articolo 3 del presente DDL.
Per il resto, non posso che ribadire quanto sostenuto dai colleghi, in primis il primo firmatario, il collega Bertola: speriamo che il dibattito prosegua nel modo più sereno possibile e che ognuno possa prendersi, nella votazione di questo emendamento e di quelli successivi, la propria responsabilità e il coraggio delle proprie posizioni che ha sempre sostenuto in Commissione e così in Aula.
Direi che su quest'aspetto, come Gruppo del Movimento 5 Stelle, con i miei colleghi, siamo piuttosto tranquilli, perché ciò che è stato sostenuto sin dall'inizio, sin dalle discussioni in Commissione, è qui tradotto in emendamenti in Aula, per cercare di modificare una legge che non ci piace.
A qualcuno non piace in un altro senso, ma a noi non piace perché la tutela del nostro patrimonio faunistico tipico piemontese non può essere subordinata all'attività venatoria; questo non significa che non ci possa esser uno spazio per la caccia, però non si possono omologare due situazioni d'importanza ben diverse e, francamente, non accettiamo la retorica di chi vende la caccia come una soluzione ad alcuni problemi, come quelli della tutela dell'agricoltura e delle attività antropiche, che nulla hanno a che vedere, dal momento che il più delle volte il proliferare di specie di selvaggina dedicata alla caccia avviene proprio per soddisfare esigenze sempre crescenti di questo sport che, invece, sport non è.



PRESIDENTE

Grazie, collega Valetti.
La parola al Consigliere Campo.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Questo è un emendamento un po' tecnico e ci dà lo spunto per approfondire ulteriormente il discorso sulle questioni di contesto; cioè, il fatto che si renda necessario costruire un quadro che permetta di provvedere con degli interventi veramente mirati.
Negli ultimi anni, abbiamo lasciato andare a rotoli tutto quello che era il mondo della gestione faunistica-venatoria: dalla scarsa dotazione di personale delle aree protette, ai pesanti ritardi su pagamenti alle ATC e CA per quello che riguardava il riconoscimento dei danni, ma anche il loro stesso funzionamento, rendendoli dipendenti dal tesseramento dei cacciatori. Si è così, di fatto, lasciato degenerare un sistema che si trovava già in un vuoto normativo a seguito della stolta cancellazione della nostra legge regionale sulla caccia, per evitare di consultare la popolazione su un argomento di questo rilievo per quello che riguarda la tutela del nostro ambiente e del nostro territorio.
È evidente che nel dover ricostruire l'intero sistema quasi dalle fondamenta, siamo partiti da un discorso di aree protette, che comprende anche tutta la questione delle aree contigue che dobbiamo ancora concludere e che poi vede nella legge sulla caccia un completamento per quello che riguarda la tutela della fauna; la tutela, purtroppo, non solo della fauna ma anche il controllo faunistico, per garantire gli equilibri ambientali naturalistici e anche la biodiversità dal punto di vista animale.



PRESIDENTE

Grazie, collega Campo.
La parola al Consigliere Bono.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Con questi emendamenti cerchiamo di portare la nostra visione e la nostra sensibilità, come penso che sia legittimo fare da parte dei vari Gruppi consiliari presenti all'interno del Consiglio regionale, e cercare di portare alla scrittura della migliore legge possibile sul tema della caccia, fermo restando che, dal nostro punto di vista, sarebbe molto più auspicabile un serio controllo fatto da personale specifico dedicato e mettendo fine a un'attività che è un'attività che si crea da sola le giustificazioni per la sua esistenza.
Il ripopolamento di alcune specie cacciabili, come i cinghiali, ma non solo, è una pratica vietata, ma molto diffusa, quindi non ha nessuna giustificazione da questo punto di vista. né agricola, né storica, n scientifica, né di altro tipo. Un'altra cosa sarebbe il serio controllo per venire incontro ai danni che vengono prodotti all'agricoltura dalle specie selvatiche esistenti sul territorio, autoctone e non allevate e poi reimmesse e cacciate magari lo stesso giorno a 50 metri dall'azienda agrituristica venatoria da dove vengono rilasciati.
Sono due visioni, mi rendo conto, opposte. Purtroppo sembra, perché a questo punto non possiamo più parlare neanche di gruppi, c'è evidentemente una spaccatura in questo senso - ben venga, tra l'altro - che alcuni singoli individui preferiscono, sia per loro passione sia per loro interesse, sostenere pressioni lobbistiche di parte che non hanno probabilmente nessuna giustificazione d'essere nel 2018 in Piemonte.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bono.
Emendamento rubricato n. 124) presentato da Vignale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 125) presentato da Vignale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
L'emendamento n. 124), così come il n. 125) intervengono su due aspetti che peraltro sono ripresi successivamente, anche da questo disegno di legge, in modo più puntuale. Noi facciamo riferimento al PDL n. 32, che è la proposta di legge che abbiamo presentato come centrodestra sul riordino della gestione della fauna e del patrimonio faunistico piemontese, che riguarda due temi: un tema è quello dell'attività venatoria e dell'integrazione che la stessa "AE" può avere con il turismo, l'altro è il tema relativo alla commercializzazione della fauna selvatica.
Peraltro, su questo torneremo in un altro articolo, che abbiamo presentato ma ovviamente qui siamo negli articoli iniziali, quelli relativi all'inquadramento generale della norma. All'interno della nostra regione ogni anno si lega all'attività di gestione del territorio, a un'attività di presenza di persone che svolgono l'attività venatoria al di fuori dei territori in cui vivono, comportando anche una ricaduta positiva sulle comunità locali.
Altresì, vi è un aspetto legato alla commercializzazione della carne derivante da fauna selvatica che è estremamente interessante sotto due profili. Il primo di renderla sempre più tracciata e sempre più sicura da parte del consumatore. Il secondo è legato alla bontà, in termini di prodotto, che la carne derivante da fauna selvatica ha.
Vi sono alcune realtà, non soltanto del centro Europa, ma anche italiane penso alla provincia di Trento e di Bolzano - dove all'interno delle mense scolastiche è inserita una percentuale non irrilevante di carne derivante da fauna selvatica perché ha dei principi non soltanto nutritivi, ma anche minore presenza di colesterolo e quant'altro assolutamente utili.
Credo che tutti questi aspetti siano, anche da un punto di vista scientifico, interessanti da conoscere per sapere lo spettro interno dell'attività di gestione del territorio e dell'attività venatoria all'interno della nostra regione.
L'articolo che riguarda la promozione e valorizzazione delle risorse faunistico territoriali, noi crediamo che questi due temi vadano inseriti.
Il turismo legato alla presenza di cacciatori che svolgono la loro attività al di fuori della residenza in cui abitano che, peraltro, accade in alcuni casi questo perché, com'è noto, gli ATC e i CA non sono necessariamente legati alla residenza di un cacciatore, ma sono a scelta del cacciatore stesso, con l'unica distinzione fra la pianura e la montagna.
Ripeto, noi crediamo che proprio l'articolo sulla promozione e valorizzazione delle risorse faunistiche e territoriale, andrebbero inseriti. È evidente che questi sarebbero, anche qualora gli emendamenti venissero accolti, esclusivamente due richiami per disciplinare, come facciamo con alcuni emendamenti che abbiamo presentato, due fattispecie all'interno della norma.



PRESIDENTE

Gli emendamenti rubricati n. 10) e 9) sono stati ritirati.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 38), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 30 Consiglieri votanti 27 Consiglieri hanno votato SÌ 26 Consiglieri ha votato NO 1 Consigliere non hanno partecipato alla votazione 3 Consiglieri Il Consiglio approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 102), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 31 Consiglieri votanti 28 Consiglieri hanno votato SÌ 27 Consiglieri ha votato NO 1 Consigliere non hanno partecipato alla votazione 3 Consiglieri Il Consiglio approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 39), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 28 Consiglieri votanti 25 Consiglieri hanno votato SÌ 5 Consiglieri hanno votato NO 20 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 3 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 124), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 27 Consiglieri votanti 25 Consiglieri hanno votato NO 25 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 125), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 33 Consiglieri votanti 22 Consiglieri hanno votato SÌ 6 Consiglieri hanno votato NO 26 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'articolo 3, come emendato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 34 Consiglieri votanti 28 Consiglieri hanno votato SÌ 21 Consiglieri hanno votato NO 7 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 6 Consiglieri Il Consiglio non approva.
ARTICOLO 4 Emendamento rubricato n. 126) presentato da Vignale, Bona, Fluttero Graglia, Ravello, Rossi L., Tronzano.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
L'emendamento 126) interviene sul comma 1 dell'articolo 4.
Intanto va detto che l'articolo 4 ha una serie di funzioni che nella vecchia legge 70 erano previste all'interno della legge regionale, e che vengono completamente assegnate alla Giunta regionale.
Pertanto, all'interno dei confini che l'articolo 4 detta, sarà poi competenza della Giunta fare le linee-guida, i criteri e i regolamenti per dare attuazione alle funzioni amministrative di cui all'articolo 4.
Vi è un tema, però, che iniziamo ad affrontare sull'articolo 4 - lo affronteremo successivamente - relativo all'attività di controllo, e non soltanto. Riguarda la gestione gerarchica delle attività di controllo e di svolgimento dell'attuazione della norma, prevedendo le Province, gli Enti parco, le ATC e i CA.
Noi vogliamo cassare le parole: "In particolare alle Province e alla Città metropolitana spettano le funzioni amministrative in attuazione delle norme relative alla gestione della fauna e alla tutela di tutte le specie di fauna selvatica in conformità all'articolo 1, comma 3, della legge 157" prevedendo "volendo cassare anche il fatto che la Città metropolitana e le Province provvedono attraverso adeguati servizi tecnico-ispettivi".
Non perché siamo contrari al principio che il comma 1 dell'articolo 4 individua, ma perché credo che, molto realisticamente, si debba tener conto dei mutati assetti istituzionali.
Nella proposta di legge n. 32 che noi abbiamo presentato, si attribuisce a Città metropolitane e Province una serie di funzioni.
Oggi, in modo molto serio, ci si deve domandare se una gestione dell'attività venatoria e del controllo sulle specie nocive che tenga insieme, con competenze distinte, da una parte la Regione che fa la legge e le linee guida, dall'altra parte le otto Province, dall'altra parte ancora le singole ATC e i singoli CA, avendo ognuna competenze differenti e distinte, è realmente funzionale a una buona gestione delle attività.
Noi crediamo di no, anche in considerazione delle difficoltà che vivono le Province piemontese e la Città metropolitana di Torino.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Vignale.
Emendamento rubricato n. 127) presentato da Vignale, Bona, Fluttero Graglia, Ravello, Rossi L., Tronzano.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
L'emendamento 127), al comma 2 dell'articolo 4, dopo le parole "in forza delle disposizioni della presente normativa", si chiede di aggiungere "e delle risorse annualmente assegnate".
È un tema che affronteremo anche durante la discussione della legge, in particolar modo su tutta una serie di emendamenti puntuali che abbiamo presentato, e poi sulle disposizioni finanziarie, perché è evidente che non si può fare una legge che non abbia risorse disponibili.
Badate, all'interno del mondo venatorio tutto abbiamo salvo che un problema di assenza di risorse, nel senso che se sommiamo quella che a tutti gli effetti è una tassa di scopo, che è la tassa regionale, ai proventi che ATC e CA hanno dalla quota d'ammissione, abbiamo una quota di risorse economiche che supera i cinque milioni di euro a disposizione.
È un mondo che, in teoria, con le tasse di scopo che paga si autosostiene non ha necessità; per ciò che riguarda l'esercizio venatorio e tutto ci che comporta ai fini istituzionali, ha una gestione a 360 gradi del territorio e ha le risorse per poterlo fare.
Il comma 2 recita: "Per il perseguimento delle specifiche finalità istitutive di cui all'articolo 10, le funzioni inerenti alla gestione dell'attività venatoria sono esercitate dagli Ambiti territoriali di Caccia e dai Comprensori Alpini, in forza delle disposizioni della presente normativa". Senza risorse, Ambiti Territoriali e Comprensori alpini non possono svolgere le loro funzioni, prima fra tutte quella del pagamento dei danni alle produzioni agricole. Noi abbiamo alcuni ATC del Piemonte che sono anni che non pagano i danni alle aziende agricole, nonostante che con il de minimis i danni siano decisamente inferiori.
Di conseguenza, il tema delle risorse, non soltanto su quest'articolo, ma in termini più generali, sarà un tema centrale della discussione di questa legge. Perché, come dicevo precedentemente, è sufficiente che tutte le risorse che provengono dal mondo venatorio rimangano al mondo venatorio.



PRESIDENTE

Grazie, collega Vignale.
Emendamento rubricato n. 40) presentato da Bertola, Andrissi, Bono, Campo Frediani, Mighetti, Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Segretario Bertola in qualità di Consigliere per l'illustrazione.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
L'emendamento n. 40) ha un po' il senso di quello già presentato all'articolo 3, poiché andiamo a modificare il comma 4 dell'articolo 4 della proposta di legge, aggiungendo le parole "si avvalgono, previo accordo".
Nella nostra riscrittura, il comma 4 diventa il seguente: "La Giunta regionale, le Province e la Città metropolitana, nell'esercizio delle rispettive funzioni in materia, si avvalgono, previo accordo, quale organo consultivo di livello scientifico e tecnico, dell'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale".
Ovviamente il soggetto in questo caso è l'ISPRA, d'altronde è chiaro: è il soggetto deputato a questo tipo di funzioni consultive di livello tecnico e scientifico. Recentemente (due anni fa), tra l'altro, è stata rivista la normativa nazionale che riguarda l'ISPRA e ovviamente, per ricaduta, anche le varie ARPA regionali che da ISPRA prendono spunto e hanno le loro linee d'azione.
Quelli riguardanti le funzioni amministrative e magari successivamente i regolamenti di attuazione sono articoli ai quali non togliamo nessuna importanza, per carità. È chiaro che siamo in una parte dove c'è meno tensione rispetto a quello che riguarda le specie cacciabili dell'articolo 2 o a quelle che vedremo più avanti, quando parleremo di pianificazione e anche poi soprattutto di giorni nei quali è possibile praticare la caccia.
Penso che finora si sia andati su interventi abbastanza puntuali; poi - lo vedremo nel prossimo emendamento - andiamo a toccare anche aspetti che sono stati oggetto di sentenze della Corte costituzionale, giacché questa mattina più volte, per fare un esempio, ma anche nel corso della seduta precedente è stato fatto riferimento a ordinanze del TAR (ordinanze e non sentenze, come giustamente è stato richiamato) che in qualche modo ponevano delle questioni che erano di rilievo costituzionale.
Ci sono invece proprio delle sentenze della Corte costituzionale, ad esempio la 139 del 2017, della quale alcuni contenuti sono stati accolti attraverso il nostro emendamento nella discussione in Commissione, e altri li porremo tra poco.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Mighetti; ne ha facoltà.



MIGHETTI Paolo

Grazie, Presidente.
Qui siamo sull'articolo 4, un articolo che incomincia a delineare quelle che sono varie funzioni amministrative rispetto all'argomento caccia in Regione Piemonte. Su questa parte effettivamente si possono iniziare a fare dei ragionamenti più concreti su quelle che sono le problematiche di utilizzo di una normativa che però vede tantissimi passaggi dal punto di vista amministrativo, tantissimi passaggi dal punto di vista delle competenze e, oltretutto, il passaggio tra due leggi (dalla legge nazionale alla legge regionale).
Su questo fronte, è attestato anche l'inizio dello svolgimento della proposta della Giunta regionale in merito ai proventi delle tasse di concessione che vengono dedicate poi alle politiche faunistico-venatorie.
Su quest'argomento penso che parleremo più approfonditamente dopo, vi sono alcuni nostri emendamenti. Tuttavia, come diceva prima il collega Vignale su quest'argomento ci sono dei ragionamenti da fare, perché effettivamente i danni all'agricoltura ci sono, ma nel disegno di legge quello che viene messo a disposizione dal punto di vista dello stanziamento per il funzionamento di tutti gli organismi che regolano la caccia è di molto inferiore rispetto alle entrate derivanti dalle tasse di concessione.
Al riguardo, un ragionamento lo faremo in seguito.



PRESIDENTE

Direi di completare la discussione sull'emendamento n. 40) e quindi terminare i lavori odierni; però, se nessuno interviene, abbiamo finito.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 16.01)



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