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Dettaglio seduta n.317 del 08/05/18 - Legislatura n. X - Sedute dal 25 maggio 2014 al 25 maggio 2019

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE BOETI



(La seduta ha inizio alle ore 14.34)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo Andrissi, Balocco, Baricco, Cerutti, Chiapello Corgnati, Gancia, Pentenero e Rossi.


Argomento: Edilizia sanitaria e ospedaliera

Proseguimento esame proposta di deliberazione n. 281, inerente a "Rete Ospedaliera Regionale. Programma di interventi in edilizia sanitaria"


PRESIDENTE

Riprendiamo l'esame della proposta di deliberazione n. 281, di cui al punto 4) all'o.d.g.
Nella seduta antimeridiana odierna si è conclusa l'illustrazione degli emendamenti ed è iniziata la votazione degli stessi.
Riprendiamo con la votazione dell'emendamento rubricato n. 78) dell'Allegato 5.
ALLEGATO 5 Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 78), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 88), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 83), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 94), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 100), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Gli emendamenti rubricati n. 53), 54), 55) e 56) sono ritirati.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 41), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 48), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 99), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 93), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
ALLEGATO 7 Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 59), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 57), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Gli emendamenti rubricati n. 42), 49), 43) sono stati ritirati.
ALLEGATO 8 Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 110).
Sospendiamo la votazione perché ha chiesto di intervenire l'Assessore Saitta.



SAITTA Antonio, Assessore all'edilizia sanitaria

Per quanto riguarda gli emendamenti illustrati dal Consigliere Vignale molti si riferiscono non tanto a interventi di edilizia sanitaria, quanto ad interventi di acquisizione di apparecchiature con caratteristiche diverse - quindi non è tema del piano dell'edilizia sanitaria.
La motivazione per cui vengono respinti è sostanzialmente questa, dato che parliamo del piano dell'edilizia sanitaria.
Tra gli emendamenti ce n'è uno riguardante l'edilizia sanitaria, ma è un problema in fase di soluzione - anzi risolto - per il quale è inopportuno che sia inserito nel documento.
Ci riferiamo in modo particolare all'hospice di Casale Monferrato. Come i Consiglieri sanno, l'hospice costruito negli anni passati è stato costruito malamente. E' stato trasferito all'interno dell'ospedale, quindi è stata abbandonata la sede da sempre collegata all'ospedale, ma con un ingresso che ha una certa autonomia, fattore importante per l'hospice.
Si tratta, quindi, di rifare i lavori di sistemazione dell'hospice di Casale. Ne abbiamo parlato diverse volte, anche qui in Consiglio con un ordine del giorno, affinché si proceda alla realizzazione della struttura attraverso opere di ristrutturazione.
Dopo la presentazione dell'emendamento del collega Vignale ho chiesto al Direttore dell'Azienda sanitaria una relazione e una stima dei valori necessari per la ristrutturazione.
La situazione è praticamente questa: il progetto esecutivo sarà completato entro il 30 giugno ed entro il 31 gennaio sarà completata la procedura per individuare il soggetto che realizzerà l'opera; i lavori saranno completati entro il 31/12/2019.
Il valore dell'opera è di 450 mila euro. Di questi 450 mila euro l'azienda ha accantonato, nelle risorse 2018, 200 mila euro; 50 mila euro sono state raccolte da un'associazione importante di Casale Monferrato per questa finalità, perché il tema - come sapete - è molto sentito.
L'Azienda sanitaria, quindi, con una lettera che ho ricevuto ieri sera chiede la copertura complessiva del finanziamento (richiesta accolta) in modo che nei fondi del 2019, cioè durante l'esecuzione, vi sia copertura finanziaria. Ciò non avverrà in questo piano di edilizia sanitaria, ma con fondi diversi derivanti dagli utili di esercizio.
In ogni caso, noi garantiamo la copertura - e faremo la lettera nei prossimi giorni all'Azienda - in modo da poter procedere alla gara d'appalto.
C'è, quindi, un giudizio favorevole all'emendamento, e una sollecitazione ad agire. Ne ho parlato oggi - ma non c'è il collega Vignale, quindi non so come si può fare. Il collega Vignale concordava, ma mi sembrava questa un'informazione utile, perché il problema è in via di soluzione.



PRESIDENTE

Quindi rispetto agli emendamenti?



SAITTA Antonio, Assessore all'edilizia sanitaria

Parere contrario.



PRESIDENTE

Va bene.



RAVELLO Roberto Sergio

Chiedo due minuti di attesa, perché il collega sta proprio entrando nel Palazzo adesso, così almeno partecipa anche lui.
Grazie.



PRESIDENTE

Va bene, aspettiamo il Consigliere Vignale.



RAVETTI Domenico

Intervengo soltanto perché ho firmato quell'emendamento.
E' evidente che se il collega Vignale lo ritira, dopo l'intervento dell'Assessore, ha tutto un significato e un senso diverso.



PRESIDENTE

Va bene, allora teniamoli in sospeso e procediamo con i lavori.
Il Consigliere Vignale, arrivato in questo istante, ha chiesto di intervenire; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Noi abbiamo presentato l'emendamento 112) che chiede un intervento sull'hospice Zaccheo dell'ospedale di Casale.
Da parte dell'Assessore Saitta è stata manifestata la garanzia (lo dico perché il Consiglio aveva già votato in tal senso una mozione d'indirizzo) del finanziamento dell'opera. Pertanto, avendo raggiunto l'obiettivo, e non volendo soltanto attribuircie una battaglia (anche se questa battaglia ci ha fatto piacere averla condotta), ritiriamo l'emendamento.



PRESIDENTE

L'emendamento rubricato n. 112) è ritirato.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 110), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 111), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
L'emendamento rubricato n. 112) è stato ritirato.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 113), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
ALLEGATO 9 Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 114), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 115), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
ALLEGATO 10 Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 116), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere negativo.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento n. 107), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 30 Consiglieri votanti 29 Consiglieri hanno votato SÌ 23 Consiglieri hanno votato NO 6 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento n. 108), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 32 Consiglieri votanti 31 Consiglieri hanno votato SÌ 23 Consiglieri hanno votato NO 8 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento n. 109) sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 31 Consiglieri votanti 30 Consiglieri hanno votato SÌ 22 Consiglieri hanno votato NO 8 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio approva.
Procediamo con la votazione dell'emendamento n. 1, primo firmatario Consigliere Bono, con parere contrario della Giunta. O no?



(Commenti fuori microfono del Consigliere Bono)



PRESIDENTE

Sospendo momentaneamente la seduta.



(La seduta, sospesa alle ore 14.56 riprende alle ore 14.57)



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 1), come modificato, sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 105), sul quale la Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.



PRESIDENTE

L'emendamento rubricato n. 2) è ritirato.



PRESIDENTE

Sono aperte le dichiarazioni di voto.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Primo annuncio la modalità e poi lo spiego.
Il voto del Movimento Nazionale sarà di astensione, permettendo un aspetto. Noi, ovviamente, siamo lieti di due cose. La prima che la Regione Piemonte, anche se con modalità che non abbiamo condiviso, abbia ripreso a investire sull'edilizia sanitaria. La seconda è che il Consiglio regionale si sia appropriato di una propria competenza. Questi sono i due aspetti positivi relativamente alla lunga discussione che vi è stata in Consiglio regionale.
Gli aspetti negativi sono differenti. Uno su tutti non lo dico da chi vive all'interno della provincia di Torino, ma lo dico in generale per la nostra regione. Prevedere una delibera che, sostanzialmente, modifichi la rete ospedaliera perché taglia, anche al netto delle dichiarazioni dell'Assessore, almeno 600 posti letto all'interno della nostra regione non della provincia di Torino - credo non sia sopportabile. Per due motivi.
Il primo per un motivo pratico: oggi siamo in carenza di posti letto ma lo siamo rispetto a una legge dello Stato. Una legge dello Stato che prevede che i posti letto per acuti, ogni 1000 abitanti, dovrebbero essere tre, invece la nostra Regione ne ha 2,6. Levare altri 600 posti letto peraltro in un Presidio di altissima complessità come il Presidio della Città della Salute, il futuro ospedale della Città della Salute, ci pare un errore. Ancor più perché questo non è avvenuto con una discussione sulla rete ospedaliera. Il vero paradosso è che le due delibere, la D.G.R. n. 1 600 del 19.11.2014 e la D.G.R n. 1-924. 23 gennaio 2015, riguardano la rete ospedaliera del Piemonte e, per contro, con una delibera di edilizia sanitaria, di fatto, modifichiamo e vincoliamo le future scelte delle future Amministrazioni regionali, alla scelta che noi oggi stiamo assumendo.
Il voto non è contrario per il fatto che si investono delle risorse in edilizia sanitaria, aspetto di cui la nostra Regione ha maledettamente bisogno, anche in modo maggiore rispetto a quanto oggi si è investito. Ma non ci è piaciuto l'aspetto dei tagli, non ci sono piaciute le modalità con cui si è ritenuto di investire: le aziende, in particolar modo le Città della Salute di Torino e Novara, avranno un peso gravosissimo da sopportare nei trent'anni in cui dovranno garantire il pagamento di servizi al soggetto privato che anticipa il capitale - quando poteva essere fatto almeno in quota maggiore, con mutui da parte e della nostra regione e delle ASL.
Per questo motivo il nostro voto, fra la somma delle cose positive e quelle negative, sarà di astensione.



BERTOLA GIORGIO



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Ero già intervenuto lungamente nella discussione generale sugli emendamenti, quindi cercherò di essere breve e di rispettare i tempi della dichiarazione di voto rispetto tutto il provvedimento.
Il nostro voto, come penso avranno capito i colleghi d'Aula, sarà negativo, sarà contro questo provvedimento per i molti motivi che abbiamo già illustrato e per quelli che proverò ancora a spiegare sinteticamente in questi due minuti che mi avanzano.
Innanzitutto per una questione procedurale e secondariamente per una questione di contenuti effettivi. La questione procedurale è la solita sostanzialmente, che ci portiamo dietro dal 2014, da quando si è insediata questa Giunta con il Presidente Chiamparino: spazi di discussione rispetto al Consiglio regionale molto compressi. Dico subito, prima che si sollevino obiezioni dai colleghi della maggioranza, non tanto relativi ai tempi; ci hanno fatto parlare parecchio, ma sono rimaste lettera morta proposte che possono realmente modificare il contenuto delle delibere. In effetti, dal punto vista procedurale, noi non abbiamo compreso perché ci siamo trovati a discutere una delibera consiliare sull'edilizia sanitaria quando i piani economici finanziari degli ospedali erano già stati portati a Roma, già approvati dal Nucleo di Valutazione (Nuval) e già validati. Tant'è che ogni qual volta abbiamo provato ad apportare delle modifiche sostanziali e sostanziose alle schede allegate e riguardanti i singoli ospedali, da parte dell'Assessore Saitta c'è stato detto, allargando le braccia, che non si poteva fare perché, comunque, avrebbe significato far ripartire l'iter da zero. Dal dialogo zero ad inizio legislatura, siamo arrivati al dialogo apparente di fine legislatura. Nel senso che se c'è stato un dialogo l'Assessore Saitta è stato anche molto disponibile, anche in questi giorni ci siamo sentiti: abbiamo portato alcuni emendamenti che hanno inserito l'efficientamento energetico e l'umanizzazione negli ospedali, che sono conquiste oramai condivise da qualunque costruzione ospedaliera di nuova concezione e quindi ci siamo sempre trovati in questo dibattito al limite del surreale, costretti tra il dire: "Ah, ma abbiamo già portato al Ministero i documenti, non possiamo modificarli" e la volontà di provare a modificare i piani, ad esempio il piano economico-finanziario.
Negli ultimi trenta secondi vengo ai contenuti. I documenti che ci consegnano mani e piedi ai privati per i prossimi trent'anni a noi preoccupano molto, perché è vero che anche un mutuo comporta un legame con un sistema creditizio bancario per tot anni (per trent'anni), ma qui, oltre ad essere legati al sistema finanziario creditizio, siamo legati due volte con costi doppi, poiché la società veicolo ha dei costi di remunerazione di se stessa e dell'intervento che viene fatto. In ultimo vi è il rischio, la possibilità che la società veicolo, una volta conclusa la realizzazione degli ospedali (saranno quattro società diverse), venda il pacchetto finanziario a degli investitori magari stranieri e quindi noi ci troveremo legati non più a società veicolo che conoscevamo (che comunque potrebbe essere una multinazionale oppure un'azienda italiana), ma addirittura a degli investitori internazionali, che ovviamente chiederanno conto dei nostri soldi, forse anche in momenti di difficoltà finanziaria.
Quindi francamente oggi non ci sentiamo di essere ottimisti, di essere positivi, anzi siamo molto negativi e molto cupi; speriamo di poterci sbagliare - alle volte si sbaglia anche in politica - e speriamo di non dover essere costretti, tra qualche anno, a dover dire: "Ve l'avevamo detto, questa scelta non si doveva prendere, bisognava essere più attenti aspettare un po' di tempo, non partire subito con quattro ospedali, magari partire con uno e valutare come andavano i progetti e successivamente fare i passi non più lunghi della gamba".



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ravetti; ne ha facoltà.



RAVETTI Domenico

Grazie. Presidente, la mia è una dichiarazione di voto: un voto assolutamente favorevole, convintamente favorevole. E vorrei motivarlo nel modo seguente.
Questa è una discussione che la Regione Piemonte avrebbe dovuto svolgere qualche decennio fa (esagero) perché altre Regioni, certamente non quelle costrette nel Piano di rientro, hanno adeguato il sistema di risposte alle esigenze dei cittadini, ai bisogni di salute dei cittadini per tempo. In questa Regione, nel decennio scorso il tempo è stato impegnato diversamente (uso questa definizione), però in questa legislatura l'Assessore e la Giunta hanno avuto il coraggio di affrontare un passaggio molto complicato, quello di definire il futuro dei contenitori; contenitori che dovranno essere in grado di ospitare - lo diciamo spesso - quelle risposte ai bisogni di salute che sono le sfide del futuro: la ricerca, il personale, la formazione in connessione con il sistema universitario (non c'è dubbio), ma anche l'innovazione tecnologica e quindi le relazioni con il mondo imprenditoriale in grado di investire in ricerca sull'innovazione tecnologica. Sono grandi sfide e il Piemonte si predispone per affrontare al meglio anche, a proposito di sfida, le frontiere su cui siamo impegnati non soltanto con le Regioni a noi vicine (in particolare la Lombardia, con quello che accadrà a Rho e che in parte sta già accadendo rispetto allo Human Technopole).
Noi abbiamo raccolto non soltanto le indicazioni maturate nei lavori della Commissione: abbiamo anche raccolto le indicazioni dei tanti territori del Piemonte. Alcuni territori (penso alla provincia da cui provengo) avrebbero dovuto o potuto sviluppare per tempo questa discussione negli anni passati, ma anche lì, impegnati su altri argomenti, oggi i protagonisti di allora ci dicono cosa avremmo dovuto fare. Nell'ultima Commissione sanità è stato richiesto anche lo studio di IRES rispetto all'ipotesi di una nuova struttura anche nella provincia da cui provengo: vedremo l'esito di quella ricerca .
Capisco, capiamo le preoccupazioni del collega Bono negli ultimi trenta secondi che mi rimangono, Presidente. Se si potesse, nel migliore dei mondi possibili, ci si impegnerebbe per costruirli; nel frattempo, ci sono i bisogni di salute e quindi con sano realismo bisogna fare ciò che è possibile, non semplicemente ciò che vorremmo. Ciò che è possibile, tra l'altro, corrisponde alla necessità - con sano realismo, dicevo - di mettere in pratica le risposte che i cittadini piemontesi ci chiedono.
Comprendo il significato delle questioni che avete posto. In questo senso ribadisco, Presidente, il nostro voto favorevole.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ravello, al quale do la parola.



RAVELLO Roberto Sergio

Grazie, Presidente.
Di fronte a quello che molto probabilmente è l'atto più significativo l'atto più pesante dell'intera legislatura, ritengo che non ci si possa arroccare scivolando in logiche di stretta, ma talvolta sterile contrapposizione maggioranza/ opposizione. Credo quindi che, tra l'altro seguendo passi già fatti da altri colleghi della stessa parte dell'emiciclo, sia molto più corretto nei confronti della comunità piemontese approcciarsi al provvedimento nel modo più responsabile possibile, e il modo più responsabile possibile di fronte all'interesse della comunità non è certamente quello di limitarsi a un'opposizione bieca sterile e a un voto contrario.
Dobbiamo fare di necessità virtù e quindi dobbiamo cercare di mettere su tutti i piatti della bilancia i benefici e le negatività che sono emerse dal lungo dibattito, dalla Commissione all'Aula, del provvedimento. Da un lato, è certamente positivo che si facciano dei passi avanti e che si assumano delle scelte, cosa che viene da più parti chiesta a chi è chiamato a governare; dall'altro, non si può slegare il provvedimento da altri atti già assunti da questa Giunta regionale che evidenziano alcune contrapposizioni che ci preoccupano rispetto alle conseguenze in termini di qualità di servizio.
Credo sia facile intuire che il riferimento che faccio è alla ormai famigerata delibera 1-600 e alla conseguente diminuzione di circa 800 posti letto, al di là dei conteggi che l'Assessore Saitta ci ha fatto più volte e che ancora non ci hanno convinto, applicando un coefficiente posti letto/abitanti tra i più bassi tra quelli utilizzati dalle principali Regioni italiane. Questo è un evidente riferimento al Parco della Salute di Torino.
Dall'altro lato, l'altro progetto su cui non posso non fare un accenno anche per un dovere nei confronti del collega Policaro che rappresenta quel territorio, è il Parco della Salute di Novara. Stesso ragionamento a monte: ben venga, finalmente, una decisione; ben venga, finalmente, l'avvio di un progetto. Questo, però, al netto di alcuni (non pochi) rammarichi legati ai ritardi che si sono accumulati; di alcune perplessità legate al ritardo con il quale ci si è resi conto di alcune necessità (vedi, ad esempio, gli espropri che, inevitabilmente, determineranno ulteriori complessità e probabilmente, ulteriori ritardi); al netto, sempre, di pesanti incertezze e preoccupazioni sui tempi e sulle conseguenze finanziarie della procedura che si è scelto.
Detto questo, il Gruppo Fratelli d'Italia si asterrà di fronte a questo provvedimento, manifestando alla Giunta e alla maggioranza - una maggioranza che, evidentemente, ha superato tutte le perplessità che aveva manifestato sul taglio dei posti letto del Parco della Salute di Torino durante la Commissione, senza che però siano cambiati i numeri; ma siamo lieti per loro - un senso di responsabilità, auspicando una pronta manifestazione di reciprocità, da parte della Giunta e della maggioranza nei confronti delle minoranze.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Presidente Fluttero; ne ha facoltà.



FLUTTERO Andrea

Grazie, Presidente.
Come si usa dire, "piuttosto che niente, è meglio piuttosto".
Il senso di responsabilità verso la comunità piemontese a cui faceva riferimento il collega Ravello pone anche il Gruppo di Forza Italia nella condizione di esprimere una votazione di astensione su questo provvedimento.
Questo, però, non ci esime dal criticarlo; dal criticarlo in maniera seria e concreta, e non strumentale.
Criticare il fatto che in questi anni in cui non c'era l'obbligo di portare questi argomenti in Consiglio, perché eravamo in Piano di rientro non c'era nemmeno il divieto di discuterne con la Commissione e di costruire magari un programma, che fosse davvero un programma e non un elenco di opere disomogenee tra di loro, come quello che c'è stato presentato.
In quattro anni ci saremmo aspettati che in Aula arrivasse un vero e proprio programma completo. Invece, leggendo le schede, si evidenzia chiaramente che siamo di fronte ad un elenco, ad una somma di esigenze in qualche modo raccolte sul territorio - concordate alle volte sì e alle volte no sul territorio - che si caratterizzano per l'estrema disomogeneità. Solo alcune di queste schede hanno il parere della Conferenza Stato-Regioni o il parere del Nucleo di Valutazione; altre non ce l'hanno; in altre, addirittura, nella scheda stessa è scritto dagli estensori che si tratta di scelte ancora provvisorie, che dovranno essere vagliate dal punto di vista addirittura urbanistico; altre sono schede che si riferiscono ad interventi già in essere, bloccati magari per motivi vari nel corso degli anni; altre ancora mancano proprio, perché chi, come tutti noi e come tutti voi, conosce parti del territorio della nostra Regione, sa benissimo che leggendo i titoli di queste sette schede non troverà una serie di schede di interventi che ben sappiamo essere necessari in altre parti del territorio, la cui assenza dimostra che non siamo di fronte ad un programma omogeneo o ad un programma articolato, ma siamo di fronte ad un elenco più o meno raffazzonato.
Se dovessimo inserire questo punto all'ordine del giorno di un qualsiasi Consiglio Direttivo o di Amministrazione, io lo metterei tra le "varie ed eventuali", non certamente tra l'elenco delle cose che hanno una loro completezza e una loro concretezza tale da poter essere valutato dalla nostra Assemblea.
Ma, come dicevo all'inizio, siamo di fronte ad una scelta che comunque, segnala un ritorno di questi argomenti all'ordine del giorno del Consiglio regionale, com'era ampiamente auspicabile.
Siamo di fronte ad una decisione che, pure tra le molte perplessità che abbiamo cercato di evidenziare nell'ordine del giorno che illustreremo successivamente nel corso della seduta, esprime comunque - finalmente - una scelta di azione e di concreta possibilità di dotare il nostro territorio regionale di qualche struttura importante in più, seppure con le perplessità che dicevamo prima e che avremo modo di illustrare successivamente, tra le quali la preoccupazione per la gestione delle complesse procedure delle partnership pubblico-privato, in carenza di una robusta struttura tecnico-amministrativa regionale, che, invece, noi auspichiamo possa essere rapidamente costruita per evitare che il governo di queste procedure venga esclusivamente basato su consulenze e competenze esterne. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Presidente Batzella; ne ha facoltà.



BATZELLA Stefania

Grazie, Presidente.
Il Gruppo Movimento libero indipendente si asterrà nella votazione relativa a questa delibera.
Premetto che dopo tanti anni finalmente si è ritornati a parlare di edilizia sanitaria, dopo che diverse forze politiche, soprattutto di opposizione, hanno chiesto e sottolineato l'importanza dell'edilizia sanitaria nella nostra Regione.
A distanza di anni, quindi, è finalmente approdata una nuova delibera sull'edilizia sanitaria, anche se, Assessore, non ne condivido il contenuto, e per questo motivo mi asterrò.
Mi accingo a spiegare le ragioni per cui non condivido questa delibera.
Ne hanno parlato anche i colleghi nel corso dell'illustrazione dei diversi emendamenti che sono stati presentati in Aula. Io vorrei concentrarmi, però, sulla nuova Città della Salute e della Scienza di Torino, quindi sul nuovo Parco della Salute della nostra città; poi toccherò in minima parte anche gli altri ospedali.
Tengo a ricordare che la parte critica di questa nuova Città della Salute e della Scienza di Torino riguarda la riduzione dei posti letto l'Assessore ne è a conoscenza, perché l'abbiamo ribadito più volte - a fronte degli attuali 2.320 posti, che poi sono stati tra l'altro tagliati dalla nuova delibera di Giunta regionale, la n. 1/600 e la n. 1/924, a 1830 posti letto. Attualmente sono previsti, invece, per il nuovo Parco della Salute 1040 posti letto. Con questo vorrei ricordare le eccellenze della nostra sanità e voglio sottolineare quali sono le nostre eccellenze e faccio riferimento al Dipartimento Materno Infantile della nostra città e della nostra Regione, quindi all'Ospedale mono specialistico Pediatrico Regina Margherita e anche all'Ospedale Ostetrico Ginecologico di grande eccellenza e di rilevanza non solo nazionale, ma internazionale, cioè l'Ospedale Sant'Anna di Torino, quindi tutta l'Azienda OIRM-Sant'Anna.
Attualmente nell'area materno-infantile ci sono 600 posti letto.
Considerando che il nuovo Parco della Salute prevede 1040 posti letto, si ipotizza un dimezzamento dei posti letto; se non un dimezzamento, perlomeno una grande riduzione dei posti letto.
Continuo ogni giorno a leggere sui giornali notizie e dichiarazioni da parte dell'Assessore Saitta che non corrispondono assolutamente a verità.
Si parla di potenziamento e ricordo che ero presente quando, Assessore.
(L'Assessore è al telefono e non ascolta neanche l'intervento.
Vicepresidente, mi fa piacere rivolgermi a lei, però mi farebbe piacere che anche l'Assessore competente ascoltasse.) Dicevo, Assessore, per quanto riguarda l'area materno-infantile attualmente i posti letto sono 600. Se pensiamo ai 600 posti letto attualmente riservati esclusivamente all'area materno-infantile, a fronte dei 1040 posti letto previsti per la nuova Città della Salute e della Scienza di Torino, è facile presumere che ci sarà una forte riduzione dei posti letto, se non un dimezzamento, perlomeno una grande riduzione.
Ricordo, Assessore, che ero presente (ed era presente anche lei) in occasione del "Ventennale del parto a domicilio" al Sant'Anna e lei ha tanto decantato l'operato dei medici, delle ostetriche e di tutto il personale sanitario che lavora al Sant'Anna; stessa cosa dicasi per il Regina Margherita.
Se parliamo di potenziamento di questi servizi, stiamo ancora una volta discriminando le donne e i bambini, perché il taglio dei posti letto sarà veramente legato fondamentalmente all'area materno-infantile. Pare che questa Giunta abbia poca sensibilità verso l'area materno-infantile e ne abbiamo avuto la prova anche con la chiusura dei punti nascita, quei pochi punti nascita che sono stati chiusi. Mi riferisco, in particolare all'Ospedale di Susa, perché il territorio della Valle di Susa è stato privato completamente dei servizi dedicati all'area materno-infantile.
Detto questo il taglio dei posti letto interesserà anche altre specialità dell'attuale Città della Salute e della Scienza di Torino, anche se consideriamo i 400 posti letto del Centro Traumatologico Ortopedico che però, diventerà un ospedale territoriale. Io non sono d'accordo sui tagli dei posti letto, ormai è risaputo, non è una novità. Ancora una volta si tende a concentrarsi sulla riduzione dei posti letto ospedalieri quando, a livello territoriale, non abbiamo una rete, un servizio forte territoriale che compensi la carenza dei posti letto che avete tagliato e intendete tagliare.
Credo che gli errori del passato non si debbano ripetere. Questa frase "Gli errori del passato non si devono ripetere" l'ho sentita dire da un Magistrato quando c'è stato l'incontro per l'apertura del nuovo anno giudiziario e mi ha colpito perché ha fatto un riferimento proprio agli ospedali che dovranno essere costruiti. Quello che ho capito, che sento mio e ho voglia di condividere e di esprimere in quest'Aula è che noi abbiamo avuto l'esempio di ospedali che sono stati costruiti in zone dove non dovevano essere costruiti; abbiamo degli ospedali che ancora non sono stati terminati, abbiamo degli ospedali che hanno bisogno d'interventi di ristrutturazione e di manutenzione, interventi mai fatti. Abbiamo l'esempio dell'Ospedale Molinette di Torino che è un polo di eccellenza, ma le strutture sono tutte vecchie; inoltre, dobbiamo pagare tutti i debiti legati alle spese di riscaldamento e tutte le utenze varie nella struttura.
Assessore, lei ha già definito la chiusura dell'Ospedale Oftalmico anche se in realtà tale ospedale esiste ancora, visto che al suo interno c'è ancora un pronto soccorso attivo 24h, si opera ancora, ci sono ancora degli ambulatori e dei reparti, ma, ahimè, l'Ospedale Oftalmico non viene più chiamato Ospedale, ma viene chiamato Casa della Salute. È vero che lei Assessore, la vostra Giunta e il Partito Democratico avete trasformato quell'ospedale in una futura Casa della Salute. Anche su questo vorrei esporre le mie obiezioni e la mia contrarietà: avete ristrutturato interi reparti dell'edificio delle Molinette in via Cherasco, avete investito dei soldi, del denaro pubblico pur sapendo che questa struttura in futuro verrà abbattuta, perché comunque il suo destino è quello di essere dismessa.
Ancora una volta i soldi dei citi piemontesi vengono utilizzati in maniera errata.
Volevo sottolineare, inoltre, che sono d'accordo con chi afferma e sostiene che la sanità deve essere pubblica; io ho sempre sostenuto, lo sostengo con tutte le mie forze e con tutta me stessa che la sanità deve essere pubblica, deve essere meritocratica, deve essere trasparente e tutti devono poter usufruire dei servizi pubblici. Sono estremamente contraria alla privatizzazione della sanità, Assessore.
Credo che in un'opera grande come la Città della Salute e della Scienza di Torino, quella di Novara e anche la costruzione dell'Ospedale Unico dell'ASL TO5, il nuovo Ospedale Unico nel Verbano Cusio Ossola, per tutti gli interventi che voi avete messo in atto (intendete mettere in atto) Assessore, non possiamo usufruire maggiormente delle risorse dei privati.
Non sono d'accordo con il partenariato pubblico-privato, perché ritengo spetti allo Stato e alla Regione Piemonte (e mi accingo a concludere Presidente) investire risorse pubbliche. Diversamente - Assessore - i servizi pubblici verranno esternalizzati: sono sicura, perché ne abbiamo la prova tutti i giorni, che i servizi pubblici, i servizi sanitari, verranno esternalizzati ai privati. La sanità pubblica deve rimanere pubblica Assessore! Lei ha fatto delle battaglie anni addietro per una sanità pubblica: adesso che è Assessore non dimentichi che la sanità deve rimanere pubblica. Non dobbiamo darla in mano ai privati.
Grazie.



PRESIDENTE

Ricordo a tutti i colleghi che il tempo d'intervento per le dichiarazioni di voto sull'intero provvedimento è di 10 minuti.
La parola al Consigliere Grimaldi.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente. Proverò a utilizzare meno minuti.
Un fatto che abbiamo in parte salutato con un benvenuto negli investimenti dello scorso anno, già nella nostra legge finanziaria, ci porta ancora un po' più avanti. Non era scontato che in questo Consiglio con una delibera tanto discussa, si ritornasse a parlare di investimenti nella sanità pubblica.
Ritengo che il buon dibattito generale ed anche i toni e l'astensione di alcuni Gruppi della minoranza abbiano dato atto che anche rispetto alla sanità si possono fare discussioni in Consiglio che hanno al centro il merito anche della politica.
Credo che il contesto sia chiaro a tutti noi: spesso i cittadini sono richiamati in un mondo promiscuo, dove il privato offre strutture meno fatiscenti rispetto al pubblico, soprattutto dal punto di vista degli investimenti. C'è spesso una concorrenza sleale (questo noi lo diciamo da tempo) anche da parte di altre regioni italiane: soprattutto ai confini del nostro territorio (bisogna ricordarlo) ci sono strutture che non presentano il nostro stato di invecchiamento e ci sono privati che spesso, con più forza rispetto al pubblico, provano a intercettare i cosiddetti solventi cioè coloro che cercano una sanità che abbia tempi più rapidi, mettendo ovviamente qualche soldo, che si possono permettere.
Noi, questo modello - così com'è - non possiamo accettarlo e ritengo che la Città della Salute di Torino e di Novara raccontino un modello pubblico che prova a non cedere verso altri modelli ed anche verso altri Stati, perché un certo tipo di sanità di frontiera verrà sempre di più giocata all'interno dell'Unione Europea.
Per noi bisognerebbe anche uscire dalla discussione della torre chirurgica o delle punte di eccellenza. Io credo che la sanità pubblica venga difesa da ogni cittadino quando incontra la complessità; la complessità di interventi incredibili che in altri sistemi sanitari vorrebbero dire un indebitamento a vita. Trova la riconoscenza di tantissimi cittadini che vedono nei nostri operatori l'avanguardia di quello che è il modo migliore di spendere le proprie tasse. Dall'altra però, troviamo spesso luoghi inospitali, luoghi dove spesso l'umanizzazione (di questo abbiamo parlato proprio la scorsa settimana) è un valore che non è presente nella nostra cultura.
Anche se il design italiano ha avuto un grande avanzamento negli anni passati, oggi spesso non è di presente in alcun racconto pubblico rispetto a come le persone vengono accolte e a quanto sia difficile reggere - per esempio - le ore di attesa. Raccontavo informalmente all'Assessore che neanche un mese fa ho trascorso con mia mamma un'intera notte al Giovanni Bosco e, a questo proposito, parlo dell'accoglienza, del fatto di dover ospitare per 10-12 ore delle persone spesso in condizioni disastrose, di come fare in modo che in quelle 12 ore di attesa un codice bianco non diventi verde e un codice verde non peggiori.
Credo che questo tema debba essere al centro di una grande discussione pubblica. Ad un primo approccio, la partita edilizia non c'entra nulla, ma io ritengo - invece - che c'entri tantissimo: i cittadini devono conoscere il contorno, prima di partire da casa; così come vale per le ambulanze vale anche per il singolo cittadino che arriva al Pronto soccorso o chiede una visita specialistica. Spesso nelle province questo è più evidente, cioè si conosce il proprio ospedale di riferimento, mentre nelle grandi città questa percezione è un po' sparita.
Credo che il lavoro che stiamo svolgendo debba ridisegnare un po' il ruolo dei grandi attori, ma anche degli ospedali non di primo livello.
Fatemi entrare un attimo in una discussione sulla partnership pubblica privata. Mi si permetta di dividere il blocco degli interventi in due, in due posizioni contrapposte: da un lato, i sostenitori ritengono che esso permetta di realizzare opere pubbliche anche in assenza di un'adeguata disponibilità di finanziamenti pubblici in conto capitale e senza creare indebitamento diretto, consenta la realizzazione di opere in tempi più certi e rapidi, sia capace di portare efficienza e qualità nella gestione.
Dall'altro, le posizioni più prudenti - come la nostra - o addirittura avverse - come quella che ho appena sentito - ritengono che la partnership pubblica-privata generi un aumento significativo, per molti anni, di costi di gestione, sottragga risorse pubbliche, metta a rischio il bilancio delle aziende e favorisca posizioni monopolistiche soprattutto del mercato dei servizi "no core" (la dico così).
Con la Consigliera Accossato e il Consigliere Ottria ci siamo permessi di dirvi una cosa più semplice, come afferma un'ex senatrice che credo sia un valore pubblico per tutti (Nerina Dirindin): "Stiamo attenti soprattutto a un tema: quello dell'asimmetria delle informazioni, dell'asimmetria della qualificazione della nostra stazione appaltante pubblica", cioè l'asimmetria della conoscenza delle partnership, sia in termini finanziari sia in termini di bandi. Personalmente credo che tutta la concentrazione andrà posta lì.
Quando noi vi diciamo che tanto Finpiemonte quanto alcune nostre stazioni appaltanti devono diventare quello che non è stato; che non è più la Cassa Depositi e Prestiti; che non c'è più un sostituto di un luogo così importante per gli investimenti pubblici con così tante conoscenze: ecco quei luoghi dobbiamo dotarli di tutto il meglio del pubblico.
Se noi non concentriamo, nella sanità pubblica e in luoghi come Finpiemonte, la qualità del nostro progetto, rischiamo veramente di demandare ai privati molta di questa discussione.
Fatemi dire che ci sono tantissimi eccessi di fiducia.
Concludo, Assessore, chiedendole una cosa.
Mi pare di capire che ci sia disponibilità, da parte della Giunta (lo diceva Reschigna la scorsa settimana) di aumentare quanto possibile la nostra forza e di ridurre il coinvolgimento di privati in alcune operazioni.
Faccio un appello a Reschigna, all'Assessora De Santis, oggi non presente in Aula, e ad Antonio Saitta.
Se guardiamo la stagione dei fondi strutturali europei (e lei ha già detto che nella prossima stagione non c'è, e la prendo per buona Presidente), io credo che i fondi strutturali.



(Commenti fuori microfono)



GRIMALDI Marco

Sì, ma loro ci saranno con gran forza, glielo auguro.
Dicevo, guardiamo lo stato attuale di gestione dei fondi strutturali europei. Noi, come sapete, come Liberi e Uguali, MdP e Sinistra Italiana vi chiediamo da tempo di fare un punto su quanti ne abbiamo spesi, soprattutto nel campo della casa e della sanità. Tra l'altro, a me risulta che avevamo messo quasi 200 milioni di euro sulla parte energetica.
Io credo che i fondi strutturali, in un momento in cui ci sono pochissime risorse pubbliche, non possano essere dispersi, soprattutto per il non coinvolgimento di tutte le ASL e di tutte le ATC. Per questo le chiederemo, già nelle prossime settimane, un punto, uno stato avanzamento lavori di quello che si poteva fare e che si potrà fare ancora nella nuova stagione dei fondi strutturali europei.
Grazie.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE BOETI



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire l'Assessore Saitta.



SAITTA Antonio, Assessore all'edilizia sanitaria

Non intervengo per aggiungere elementi nuovi rispetto all'intervento introduttivo, ma per constatare, come hanno fatto anche altri colleghi, il clima positivo di questa discussione. Una discussione sicuramente complessa che ci ha impegnato molto, ma che ha permesso, strada facendo, di definire e individuare le questioni principali di ogni gruppo politico e tentare il più possibile di unirle.
Questo fa parte della politica.
Un apprezzamento per questa discussione, in modo particolare su alcune questioni, che possono sembrare, non a questo Consiglio, irrilevanti, come il tema relativo al risparmio energetico, all'efficienza e all'utilizzo di energie alternative.
Mi pare che, alla fine, il testo contenga indicazioni precise per le stazioni appaltanti. Così per quanto riguarda anche l'umanizzazione.
Tuttavia devo dire c'è un aspetto - e mi richiamo all'ultimo intervento del collega Grimaldi - che forse non è stato valutato attentamente nell'emendamento proposto dopo la discussione, da parte del Movimento 5 Stelle, dove il tema del partenariato pubblico-privato è stato affrontato anche qui con una certa razionalità. Si parte con quello schema di partenariato pubblico-privato, ma c'è un impegno, che ci assumiamo con la delibera che approveremo con posizioni diverse, dove è chiaro che - lo rileggo - "al fine di aumentare il livello di sostenibilità dell'operazione, qualora si rendono disponibili ulteriori finanziamenti statali o regionali o legati alla valorizzazione del patrimonio immobiliare che viene liberato, questo valore serve per ridurre il rapporto tra partenariato pubblico-privato, oppure il canone, oppure il tempo".
Secondo me, questo non è un fatto irrilevante. Ci tengo a sottolinearlo perché l'abbiamo indicato come obiettivo che interessa la Giunta e la maggioranza.
Quando abbiamo iniziato questa discussione, ho avuto modo di dire che questa proposta è una proposta che indica - e credo che tutti quanti in qualche maniera abbiamo notato questo aspetto e siamo intervenuti - opere di edilizia sanitaria concretamente finanziabili. Non è un elenco, lo dico a Fluttero che riferiva che era un elenco, ma probabilmente perché è arrivato dopo.
Quando c'è questo riferimento di schede si fa riferimento ad un'azione delle precedenti amministrazioni. Si va lontano nel tempo, per quanto riguarda il Parco dalla Salute di Torino e di Novara, addirittura molto indietro, per studi di fattibilità. In ogni caso, dopo questo lavoro fatto in passato, per ognuna di queste opere (è chiaro che nella scheda non c'è l'indicazione) c'è un riferimento agli studi di fattibilità di carattere sanitario ed economico.
Questa elaborazione è avvenuta ed è frutto di una elaborazione avvenuta in questi anni.
Ci tengo a sottolinearlo perché non è un'intenzione: alla fine abbiamo ripreso anche idee del passato, tante idee del passato. L'idea di completare Verduno non è un'idea nuova; l'idea di completare Valle Belbo non è un'idea nuova; l'idea del Parco della Salute di Torino non è un'idea nuova; l'idea di Novara non è un'idea nuova.
Erano idee che non avevano trovato il completamento e la realizzazione.
Abbiamo fatto questa operazione, che non è poco nella Pubblica Amministrazione.
Credo valga la pena considerare un aspetto che i colleghi hanno anche rilevato, che è il riferimento nazionale. Noi abbiamo un quadro complesso dell'edilizia ospedaliera, dei nostri ospedali. E' un quadro complesso a livello nazionale.
Tra un po' vi dirò cosa occorrerebbe, come risorse, per rendere i nostri ospedali coerenti con i cambiamenti avvenuti dal punto di vista tecnologico e dei criteri. Tuttavia, se moltiplichiamo per le Regioni e teniamo conto che noi siamo meno peggio degli altri - e non lo dico per giustificarmi - è chiaro il prossimo Governo dovrà fare delle azioni nel tempo, in modo pluriennale, per rifinanziare l'articolo 20; questo è il tema principale.
Rispondo alla collega Batzella: io sono per la sanità pubblica. Lo ero quand'ero all'opposizione e lo sono ancora adesso, anche se cambia l'atteggiamento, nel senso che ora ho responsabilità di governo. Mi è perfettamente chiaro e credo di dire cose abbastanza condivise: occorre intervenire nelle strutture ospedaliere per renderle efficienti, moderne e innovative, altrimenti se non c'è una risposta adeguata, cosa che sta già avvenendo, il rischio è lo slittamento verso il privato. Il fatto di assumersi una responsabilità - partenariato pubblico-privato - risponde al criterio di difendere la sanità pubblica. Questo è il tema.
La sanità pubblica, a differenza di una dichiarazione del passato quando c'erano delle risorse, significa oggi assumersi qualche responsabilità, perché il sistema sia in grado di rispondere alla domanda di salute, facendo concorrenza anche al privato, altrimenti il privato è in grado di fare quella concorrenza e vuol dire che il sistema sanitario non è più pubblico, ma slitta verso il privato. Questa è la responsabilità che deriva dal fatto di entrare nel merito delle questioni.
Noi abbiamo un patrimonio consistente, con una percentuale media della qualità strutturale regionale del 74,4 per cento e l'obsolescenza è pari al 70,4 per cento, considerando che al 100 per cento significa chiudere, in sostanza, abbiamo ospedali vecchissimi. Per dare risposte a queste questioni, che tra un po' di anni diventeranno questioni che non porremmo soltanto noi, ma anche le autorità di controllo, vuol dire avere a disposizione dei prossimi anni risorse necessarie per mettere a posto gli ospedali, per rispondere ai requisiti, pari a 1 miliardo e 700 milioni: sono cifre enormi.
È chiaro che l'operazione che stiamo facendo su questi ospedali, che è contenuta qui, permette (perché l'ho chiesto di poterlo calcolare) di fare un'operazione: con la realizzazione del nuovo ospedale il livello di qualità strutturale medio regionale aumenta dal 74,4 all'83 per cento e l'obsolescenza passa da 70,4 al 52,1. Quindi nel problema di carattere generale è un contributo al miglioramento dalla qualità strutturale e alla riduzione dell'obsolescenza.
Questa delibera è un'operazione di grande rilievo e devo dire che ha una caratteristica che è concreta, nel senso che sappiamo che dopo la decisione di oggi si mettono in moto i meccanismi per procedere all'individuazione dei soggetti per poter realizzare i progetti.
Un'altra considerazione è una preoccupazione che bisogna avere quando si vuole difendere la sanità pubblica: credo che tutti noi (parlo per me e credo anche a nome dalla Giunta) è chiaro che abbiamo visto Biella, vedremo Verduno, vedremo a un certo punto Valle Belbo, ma quell'esperienza non è un'esperienza straordinaria. E quando sono stati progettati quegli ospedali sono stati progettati non tenendo conto dell'andamento delle cure della sanità, per cui abbiamo ospedali sovradimensionati.



(Commenti fuori microfono)



SAITTA Antonio

Vedrete, Verduno è anche quello.
C'è anche il tema della localizzazione e sono perfettamente d'accordo ma c'è anche il tema delle dimensioni. guardate che avremo questo tema. Non è un problema di centrosinistra o centrodestra, ma è un tema di carattere generale, sono state fatti non tenendo conto dell'evoluzione; alla fine, va beh, non vi dico dei maggiori costi di Biella, non vi dico delle dimensioni, eccetera, non è questo il caso, ma è chiaro che nel momento in cui si programma, cioè si tiene conto che l'ospedale sarà realizzato noi speriamo in quattro o cinque anni, bisogna tener conto che avverranno dei cambiamenti.
In ogni caso, resta un elemento che io volevo citare. Quando parliamo del Parco della Salute di Torino e di Novara (mi avvio alla conclusione) ci riferiamo a due importanti strutture - parliamo di Aziende ospedaliere Universitarie, Torino Polo didattico, ricerca, incubatore, cioè parliamo di complessità di questa voce, cioè mettiamo assieme le complessità e voglio ricordare, perché molto spesso si cade nella semplificazione, che l'obiettivo che assegniamo al Parco della Salute di Torino, insieme all'Università, insieme alla Ricerca è di un polo attrattivo a scala regionale, nazionale e internazionale, con elevate capacità operative organizzative, di comunicazioni e interazione con la rete d'eccedenza.
Cioè, se mettiamo assieme il Parco della Salute di Torino, se mettiamo assieme la Città della Salute di Novara, vuol dire che noi ci stiamo attrezzando per un'operazione di eccellenza, non dico per concorrere perché non ha molto senso, ma per misurarsi e al limite collaborare con quello che succederà in Lombardia attraverso Human Technopole. Stiamo parlando di questa cosa. Ci dotiamo, cioè, di strumenti che ci permettono di dialogare con la Lombardia. Parliamo di queste cose; altrimenti, la nostra discussione potrebbe diventare banale. Possiamo sì lamentarci sulla mobilità, eccetera, ma se abbiamo strumenti per poterci confrontare e, al limite, trovare delle intese mi pare che siamo in una situazione.
Per cui è vero che se facciamo il ragionamento sul Sant'Anna, eccetera e mi pare che Tronzano parlasse di queste cose, io posso garantire che la parte relativa a Sant'Anna mantiene la sua unitarietà all'interno della struttura con questa novità, che è già applicata, che è di mettere assieme discipline diverse, perché la multidisciplinarità e ciò che permette di elevare la qualità dell'offerta sanitaria.
Non mi soffermo su altre cose, però tenevo a sottolineare che la deliberazione che oggi noi assumiamo è una delibera importante, concreta realistica; viene consegnato a chi verrà dopo un patrimonio amministrativo di scelte compiute in funzione di garantire una domanda più adeguata e per salvare, per quanto possibile, per quanto possiamo noi, la sanità pubblica.
Tema che riguarda non soltanto me personalmente, ma tutta la maggioranza altrimenti non avrei questo compito di Assessore nella Giunta Chiamparino.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Sanità.
Possiamo cominciare con gli ordini del giorno collegati alla deliberazione Propongo di procedere in questo modo. Cominciamo con il primo ordine del giorno, naturalmente ognuno interviene come e quando vuole, e poi continuiamo con gli altri, e li votiamo tutti alla fine.
L'altra ipotesi è esaminare un ordine del giorno per volta e votarlo subito. Secondo me è meglio votarli tutti alla fine.
. Ordine del giorno n. 1325 presentato da Ravello, Gancia, Vignale inerente a "Garantire i posti letto necessari al Parco della Salute di Torino - atto di indirizzo collegato alla PDCR n. 281 "Rete ospedaliera regionale. Programma di interventi in edilizia sanitaria" La parola al Consigliere Ravello per l'illustrazione dell'ordine del giorno n. 1325



RAVELLO Roberto Sergio

Per quanto ci riguarda, Presidente, l'argomento è già stato oggetto di dibattito, anzi non di dibattito perché le repliche, da parte della maggioranza, non le ho sentite, ma temo non siano arrivate.
Il tema resta sempre quello del taglio di posti letto al Parco della Salute di Torino e la richiesta, contenuta nell'ordine del giorno depositato, altro non riprende che un emendamento depositato e respinto dalla maggioranza.
La richiesta è non intervenire, perché non avrebbe molto senso, con una modifica di un provvedimento in approvazione, quanto con l'attivazione di un percorso di approfondimento che rassereni tutte le parti interessate a questo tema.
Noi vorremmo un approfondimento tecnico che ci consentisse di arrivare ad effettuare le necessarie e ulteriori valutazioni sulle esigenze del bacino d'utenza afferente al futuro Parco della Salute, per comprendere se il numero di posti letto previsto con la delibera sull'edilizia sanitaria sia un numero di posti letto effettivamente rispondente alle esigenze e ai fabbisogni del territorio, ovvero se invece, come temiamo, non lo sia.
Credo che questo possa esserci concesso in una logica di dibattito democratico, nell'esclusivo interesse delle utenze e della comunità interessata dalle modifiche introdotte e dalle incoerenze rilevate tra i fabbisogni indicati nella delibera sull'edilizia sanitaria, più volte citata, la n. 1-600.
. Ordine del giorno n. 1384 presentato da Rossi Domenico, Appiano Allemano, Conticelli, Corgnati, Ferrentino, Gallo, Olivetti, Ravetti Rostagno, Valle, inerente a "Promozione dell'utilizzo di materiali aggregati riciclati per gli interventi di edilizia sanitaria della rete ospedaliera regionale". Collegato alla PDCR n. 281 "Rete ospedaliera regionale. Programma di interventi in edilizia sanitaria"



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Gallo per l'illustrazione.



GALLO Raffaele

Grazie, Presidente.
Il collega Rossi non è presente, ma lo illustro io per sommi capi e con piacere.
Quest'ordine del giorno ha come oggetto la promozione dell'utilizzo di materiali aggregati riciclati per gli interventi di edilizia sanitaria di cui abbiamo trattato fino ad ora e parte da un percorso normativo legislativo europeo, statale e regionale ben preciso.
In particolare, la direttiva del 2008 della Comunità Europea, ha sottolineato l'importanza di adottare tecniche di gestione, riutilizzo e riciclaggio dei rifiuti, al fine di ridurre le pressioni sulle risorse naturali e migliorare il loro uso. In particolare, questa direttiva introduce per l'anno 2020 - poi aggiornato - il raggiungimento dell'obiettivo del 70% del riciclo dei rifiuti da costruzione e demolizione.
Lo stesso Parlamento europeo il 18 aprile 2018 ha approvato ulteriori direttive sui rifiuti nell'ambito del cosiddetto "Pacchetto Circular Economy" prevedendo nuovi obiettivi vincolanti per tutti i Paesi membri da conseguire entro il 2025-2030-2035.
Anche a livello di Parlamento italiano sono state, ovviamente, recepite le norme europee e introdotti importanti decreti da parte del Ministero dell'Ambiente, in particolare nel 2015, che ha reso obbligatorio il conseguimento degli obiettivi ambientali, negli appalti pubblici per le forniture e gli affidamenti di servizi, attraverso l'applicazione dei Criteri Ambientali Minimi. Il collegato ambientale, sempre del 2015, ha introdotto l'obbligo degli acquisti verdi, la cosiddetta Green Public Procurement, per le stazioni appaltanti.
Ho fatto questo breve excursus normativo e legislativo per dire che anche la Regione Piemonte ha introdotto due norme importanti in quest'ambito. Una nell'ambito della legge in materia "Disciplina delle attività estrattive: disposizioni in materia di cave" del 17 novembre 2016 in cui l'articolo 13 prevede che l'attuatore dell'opera pubblica deve tener conto, in via prioritaria, dell'utilizzo degli sfridi derivanti dall'attività estrattiva, dei materiali derivanti dallo scavo delle gallerie e da altre opere e del materiale di riciclo. L'altra,a gennaio di quest'anno, nell'ambito della gestione dei rifiuti speciali, si è introdotto uno specifico obiettivo in questo senso.
Il riciclo e recupero dei materiali, nell'ambito delle nuove costruzioni, è stato introdotto da normative europee statali e regionali.
Cito brevemente i benefici che questo comporta sia in termini di tutela dell'ambiente - che non ci sfuggono - sia in termini di sostegno alla green economy e quindi sostegno all'aumento dell'occupazione in questo settore e alla nascita di filiere specializzate in questo ambito.
Colleghiamo questo ordine del giorno a questa importante delibera per chiedere un impegno alla Giunta regionale del Piemonte a dare indicazioni alle stazioni appaltanti, affinché venga previsto, l'inserimento nei bandi di gara, finalizzati agli interventi di edilizia sanitaria, elementi incentivanti l'utilizzo di materiali aggreganti provenienti dal riciclo.
Vorrei fosse messo anche a verbale che, non essendoci il primo firmatario, non si può modificare l'ordine del giorno - a meno che non siamo tutti d'accordo - ma che nell'ambito del testo si cita il Green Public Procurement equivalente al 17% del PIL nazionale, in realtà è il Pubblic Procurement, quindi l'ambito complessivo di acquisto della Pubblica Amministrazione che vale il 17% del PIL nazionale.
. Esame ordine del giorno n. 1386 presentato da Graglia, Bona, Fluttero Rossi Luca Angelo, Tronzano, inerente a "Edilizia sanitaria piemontese" - atto d'indirizzo collegato alla PDCR 281 'Rete ospedaliera regionale. Programma di interventi di edilizia sanitaria'"



PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'ordine del giorno presentato dal Consigliere Fluttero, avente ad oggetto: "Nuovo ospedale di Fossano".
La parola al Consigliere Fluttero per l'illustrazione.



FLUTTERO Andrea

Grazie, Presidente.
Come abbiamo avuto modo di illustrare nell'intervento di dichiarazione di voto sulla delibera, la nostra valutazione - ancorché l'Assessore Saitta abbia voluto precisare tutta una serie di aspetti che magari a noi, che siamo qui da poche settimane, possono essere sfuggiti - e la nostra opinione complessiva continuano ad essere che ci troviamo di fronte, più che a un programma vero e proprio, a un elenco di opere. Allora, in questo ordine del giorno abbiamo provato a chiedere alla Giunta di operare in questo modo: mandare avanti esclusivamente le schede degli interventi e quindi gli interventi che sono dotati di parere del Nucleo di Valutazione e di Accordo Stato-Regione, perché non tutti sono dotati di questi due provvedimenti indispensabili.
Detto questo, che cosa chiediamo? Chiediamo che tutte le altre schede vengano assoggettate a un lavoro di razionalizzazione ed omogeneizzazione dotando tutti gli interventi dei pareri di cui parlavamo prima. Quindi chiediamo di estrapolare gli interventi che non sono dotati di questi pareri e di questa documentazione, completandoli e facendo gli approfondimenti necessari, a questo punto implementando questo elenco in modo che possa diventare davvero un programma.
Inoltre, sempre nell'ordine del giorno chiediamo che vengano affrontate in questa sede di ottimizzazione ed omogeneizzazione degli interventi anche gli evidenti conflitti di programmazione, le disomogeneità di programmazione. Come è semplice evidenziare dalla lettura di queste schede vedete che in alcuni casi ci troviamo come nel caso dell'ASL TO5, che ha un intervento previsto come Ospedale nuovo unico baricentrico e quindi ospedale hub rispetto agli ospedali spoke che resterebbero distribuiti sul territorio; invece, come nel caso della scheda dell'ASL Cuneo1, ci troviamo di fronte a un piano direttorio che nasce apparentemente più dalla raccolta delle richieste della base del territorio piuttosto che da una pianificazione omogenea regionale, peraltro in quel caso recependo queste richieste e sostenendo un finanziamento che va a potenziare un ospedale e a sistemare gli altri due, ma di fatto non realizzando quel modello che viene teorizzato nelle premesse della delibera di cui abbiamo discusso prima ovvero di realizzare ovunque, in territori di dimensioni omogenee, un ospedale spoke baricentrico e fuori dai centri urbani spesso congestionati e degli ospedali spoke sul territorio. Quindi chiediamo di analizzare questi evidenti casi di conflitto rispetto a una pianificazione omogenea risolvendoli in un modo o nell'altro.
Prima, nell'intervento ho fatto cenno anche all'esigenza che la Regione si strutturi al proprio interno con personale qualificato, in grado di gestire questa enorme mole di interventi in partenariato pubblico-privato come è ipotizzato, a meno che non ci troviamo di fronte a un elenco che ha principalmente scopi elettoralistici. Vogliamo credere che invece siamo di fronte a un elenco di opere che si vogliono concretamente realizzare, e allora siamo molto perplessi rispetto al fatto che si affronti questo tipo di operazioni esclusivamente basandosi su competenze esterne alla Regione e quindi un'altra cosa che chiediamo in questo ordine del giorno è che la Giunta lavori, magari partendo da SCR, per costruire e rinforzare una robusta struttura tecnico-amministrativa in grado di seguire tutte queste procedure garantendo il massimo della capacità di controllo da parte della Regione stessa.
Un'altra cosa che chiediamo di fare alla Giunta in questo ordine del giorno è di chiarire la provenienza delle fonti di finanziamento di parte pubblica per l'ospedale previsto all'ASL TO5; l'avevamo già detto nei giorni scorsi in qualche intervento: si fa cenno nella scheda a una serie di risorse che si sarebbero evidenziate dai risparmi, ma anche dalla non realizzazione di opere che erano in precedenza state finanziate, di opere evidentemente di edilizia sanitaria che erano in precedenza state finanziate da una legge che finanziava interventi nelle grandi città. Di conseguenza, credo che sia necessario non solo che questo Consiglio, ma anche i cittadini, conoscano dove non sono state realizzate queste opere per quale motivo si è deciso di non realizzale e di dirottare i fondi. Per carità, va benissimo che si realizzi l'Ospedale dell'ASL TO5, ma bisogna capire a discapito di chi, e questa è un'altra cosa che chiediamo in una rivisitazione della delibera che avete precedentemente approvato.
Infine, crediamo che questa avrebbe potuto essere - e forse lo potrebbe essere ancora, anche perché noi non crediamo che domani mattina possano partire i lavori di realizzazione, le progettazioni e quant'altro un'occasione nella quale cercare di evitare che qualche presunta archistar si sfoghi a progettare opere faraoniche con spazi scarsamente efficienti disseminati sul territorio della regione, ma si provi su tutte quelle opere che non sono oggi ancora cantierabili a commissionare uno studio di moduli di edilizia sanitaria efficienti che ci consentano di contenere i costi e di avere una modularità in grado di dare flessibilità in futuro, ma anche facilità di manutenzione ed efficienza nella gestione.
Ecco, questi sono tutti aspetti che abbiamo inserito nel nostro ordine del giorno; ce ne sono altri che illustreranno i colleghi che interverranno dopo di me e che sono maggiormente puntuali rispetto a esigenze specifiche dei territori, che i colleghi conoscono. È un invito ad andare avanti, ma solo con quegli interventi che oggi sono davvero pronti per essere cantierati, appaltati o finalizzati nella progettazione di ultimo livello per andare in appalto, evitando di fare un calderone di opere che hanno ancora tempo per essere migliorate e affinate, rispetto alle quali chiediamo alla Giunta particolare attenzione. Grazie.



PRESIDENTE

In sede di discussione generale ha chiesto la parola il Consigliere Rossi Luca Angelo, sull'ordine del giorno n. 1325; ne ha facoltà.



ROSSI Luca Angelo

Grazie, Presidente.
Intervengo semplicemente per ricollegarmi a quella che è stata la conclusione del nostro Capogruppo. Sostanzialmente, quest'ordine del giorno invita ad una riflessione su quello che è il provvedimento complessivo che andremo poi a licenziare (mi riferisco alla proposta di deliberazione n.
281).
Diceva prima il Capogruppo Fluttero che ci sono dei territori che non compaiono assolutamente nel provvedimento generale: uno di questi è la Provincia di Alessandria.
In questo ordine del giorno non abbiamo inserito un riferimento specifico in tal senso, perché siamo in attesa di conoscere lo studio dell'IRES citato in precedenza dal Presidente Ravetti sia ieri in Commissione sanità, che oggi in Aula.
Il nostri predecessori - in particolare il collega Berutti - nel mese di marzo avevano avanzato una richiesta in tal senso, e credo che la Commissione abbia portato avanti l'istanza, per cui siamo in attesa di conoscerne gli esiti.
Dunque, prima di inserire in questo ordine del giorno uno specifico riferimento all'ospedale di Alessandria, che ci sembra comunque una carenza del provvedimento n. 281 (mi riferisco al fatto di non aver previsto interventi di edilizia sanitaria in Provincia di Alessandria), attendiamo di conoscere gli studi dell'IRES.
Avremo modo, nelle prossime settimane e nei prossimi mesi, di ritornare a parlare di sanità in Provincia di Alessandria, per cui avremo occasione di ragionare di questo aspetto in maniera più completa.
Prima di concludere l'intervento, a sostegno di quanto diceva prima il Presidente di Gruppo Fluttero, ragioniamo bene su quelli che sono gli interventi che si andranno a fare. Perché ho avuto modo di sentir dire dall'Assessore Saitta in più circostanze (non solo qui in Aula, ma anche in occasione di sue recenti visite ad Alessandria, presso l'Azienda Ospedaliera SS. Antonio e Biagio, ma anche in un'altra circostanza) che alcuni di questi interventi nasceranno già sovradimensionati. Mi corregga se sbaglio.
Aveva detto che in passato già l'ospedale di Biella era stato realizzato sovradimensionato.
Il rischio, quindi, è quello di fare delle opere che vadano oltre quella che è la programmazione. Dunque, ragioniamo bene su ciò che si farà.
Se da una parte richiamiamo l'attenzione sulla necessità di guardare ai posti letto che verranno previsti per la Città della Salute, dall'altra parte l'attenzione è quella di non sbilanciarsi.
Io avevo colto queste indicazioni in alcuni suoi passaggi: evidentemente, se vorrà precisarli meglio.
Aveva fatto alcuni riferimenti, se non erro, anche all'ospedale dell'ASL CN2, che rischia, a suo avviso, di nascere già sovradimensionato.
Io mi auguro di aver capito male le sue parole pronunciate in quella circostanza. Comunque, la cosa più importante, al di là di quella che pu essere la dialettica tra me e lei, è che effettivamente i lavori che partiranno siano realmente commisurati a quelle che sono le esigenze, cioè non siano sottodimensionati, ma nemmeno sovradimensionati. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Tronzano sull'ordine del giorno n.
1386; ne ha facoltà.



TRONZANO Andrea

Grazie, Presidente.
Assessore, inizierei da alcune sue considerazioni per cercare di valutare insieme che cosa si può migliorare nell'ambito del nostro voto di astensione. Partirei proprio dalla competizione con la Lombardia, che è una delle frasi che più mi ha colpito, perché, provenendo da un esponente del centrosinistra, oggettivamente fa ben sperare.
Tuttavia, la mia opinione in questo senso è che in Piemonte manchi la mentalità. Io credo che il substrato culturale torinese abbia condizionato in maniera negativa anche il resto del Piemonte sullo sviluppo della sanità. E anche il centrodestra, Assessore, ne è stato condizionato (non lo nego).
Per questo motivo, se vogliamo realmente entrare in competizione con i territori lombardi, credo che ci sia da fare una valutazione molto precisa e puntuale - anche culturale - sulla collaborazione fra pubblico e privato.
Perché se è vero, come è vero, che la sanità pubblica deve fornire le cornici, le infrastrutture, eccetera, non bisogna penalizzare il privato com'è avvenuto ad esempio - a mio giudizio, naturalmente, che magari da lei non è condiviso - con la delibera 1-600.
Ci sono delle situazioni che io credo debbano migliorare. L'Oftalmico è un altro esempio: spacchettare l'Oftalmico, da quello che ho potuto vedere sicuramente non agevola l'aspetto logistico degli spostamenti nella sanità da parte degli utenti. Quindi la collaborazione piena fra politica tecnocrazia (quindi medici) e cittadino deve avvenire proprio per cercare di arrivare ad una collaborazione importante fra pubblico e privato, per contrastare lo strapotere lombardo nella sanità e, quindi, la nostra forte evidente mobilità passiva, dove noi, oggettivamente, siamo perdenti. Quindi il primo dato che le sottolineo è questo.
Il secondo dato è il fatto che lei dice che siano state date indicazioni precise per le stazioni appaltanti. Su questo vado incontro a quanto diceva il mio Capogruppo: a mio avviso - proprio perché noi apprezziamo l'intervento del privato all'interno dalla partnership pubblico privato di questo progetto - manca, da parte del pubblico, una forte cornice di controllo che consenta di evitare determinati errori.
Questa sua affermazione - precise indicazioni per le stazioni appaltanti - non la vedo troppo, però saprà lei! Insomma, sarà questione di dibattito.
Un'altra considerazione che volevo sottoporre alla sua attenzione perché secondo me è importante, è che nello smantellamento dei posti letto la pregherei di riflettere sulle professionalità acquisite in questi anni da parte dei medici di certe strutture che lei (o voi) andrete a diminuire come posti letto. Perché quello, secondo me, è un plus che la sanità pubblica piemontese ha. Io sono preoccupato, da questo intervento sui posti letto, che alcune professionalità vengono smantellate.
Quindi se su questo aspetto riuscisse - nel tempo, naturalmente - a tranquillizzarci, sarebbe importante.
Un altro dato che volevo sottolinearle è la bonifica dell'area. Se è vero, come penso, che sarà la Fiat Avio la sede, credo che lì sopra cuberanno circa 250 mila metri cubi di macerie più o meno, se scaviamo quattro metri. Io non so che cosa troveremo lì sotto, perché è una zona industriale e conseguentemente credo che ci sia di tutto e di più. Lo dico anche al Capogruppo Ravetti, perché credo che questo tipo di atto d'indirizzo, questa delibera della Giunta sottovaluti la bonifica. Vi pregherei di verificare con più attenzione, perché è realmente un tema scottante che ci potrebbe poi far trovare di fronte a situazioni non favorevoli e bloccare addirittura il Progetto.
Vado rapidamente alla conclusione. Non vedo la modularità necessaria, e questo lo citava anche il mio Capogruppo prima. Gli ospedali oggi invecchiano rapidamente, Assessore: durano 20-30 anni e ci sono da ridisegnare, da ripensare, da ricostruire, da abbattere e ricostruire. In questa delibera non vedo fino in fondo il tentativo di pensare ai prossimi 20-30 anni e vedo una costruzione un po' all'antica maniera, ovvero un blocco costruito, immodificabile e, soprattutto, ineludibile. Credo che su questo qualche riflessione in più possa esserci.
Non so dove sia la camera di compensazione, Presidente del Consiglio Boeti, e lo chiedo a lei. Rispetto a valutazioni di indirizzo, ci sono alcune riflessioni che stiamo facendo come Consiglieri che necessiterebbero di una camera di compensazione all'interno della quale continuare a discutere e a ragionare sul tema della PDCR n. 281, sempre se possibile naturalmente dal punto di vista tecnico. Se volessimo pensarla, sarebbe una buona cosa, non so se esiste, non so se sia tecnicamente fattibile.



PRESIDENTE

La Commissione sanità può discutere di tutte le questioni che riguardano il sistema socio-sanitario. Se si ritiene, si parla con il Presidente della Commissione e si mette all'o.d.g.



TRONZANO Andrea

Si può fare. Perfetto! La ringrazio.
Poi vi è un'ultima cosa che, secondo me, è importantissima. Correggo il mio intervento dell'ultima volta, perché aveva ragione lei per quanto riguarda Torino; sulla Regione Piemonte avevo ragione io, nel senso che i post-acuzie sono sufficienti. Torino invece sul post-acuzie è molto lacunosa, ha grandissime difficoltà. In questo atto di pianificazione non vedo oggettivamente un pensiero sul fatto che le malattie croniche prevalgano su quelle acute, oggi, nel nostro momento storico, nella nostra capacità di salute che abbiamo dato ai nostri cittadini. Quello è un dato che vorrei che lei tenesse conto, perché le croniche oggi sono molto superiori rispetto alle acute, e soprattutto Torino ha bisogno di post acuzie e su questo dovremo riflettere a fondo. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale sull'ordine del giorno 1325; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Ho sottoscritto un ordine del giorno e, visto che la discussione è complessiva sugli atti di indirizzo, credo sia utile un intervento, in particolar modo sull'ordine del giorno n. 1325, relativamente ai posti letto all'interno della Città della Salute. Faccio una serie di considerazioni legate alle norme, ad una valutazione generale sulla situazione della nostra Regione, anche relativamente ai posti letto e anche a quella che è una programmazione passata e futura.
Si diceva che noi, in passato, abbiamo costruito ospedali recenti sovradimensionati. In realtà, al di là degli aspetti localizzativi, se uno pensa all'Ospedale di Biella e all'Ospedale di Asti, deve considerare che sono stati progettati più di dieci anni fa, e in quel momento soddisfacevano le esigenze del numero di posti letto che, pure in riduzione, esistevano all'interno della nostra Regione.
Noi ogni tanto pensiamo che la riduzione dei posti letto cui abbiamo assistito (più di dieci mila negli ultimi anni) sia un dato inevitabile legato alle tecnologie, legato al miglioramento delle prestazioni sanitarie e che questo sia, in qualche modo, un dato che ci accomuna alla gran parte dei Paesi europei.
Lo ricordavo già in altri interventi e continuo ovviamente a farlo: se uno prende il dato dei 28 Paesi dell'Unione Europea e dei Paesi fondatori dell'Unione Europea, abbiamo a livello nazionale poco più di 3 posti letto ogni mille abitanti, mentre la Francia supera il 4,5 e la Germania ha 6 posti letto. Tutti hanno un numero di posti letto assolutamente più rilevante rispetto a quelli del Piemonte e rispetto a quelli italiani.
Però va anche ricordato come arriviamo ai posti letto, perché la legge Balduzzi del 2012 mette un punto fermo su quella che era una grande differenza che esisteva, e che esiste ancora, all'interno del nostro Stato fra Regioni e Regioni. Avevamo Regioni (come il Piemonte) che avevano 2,9 posti letto e anche prima della riforma del centrodestra eravamo poco superiori ai 3 posti letto ogni mille abitanti, e c'erano Regioni che ne avevano quasi 4 e che ancora oggi sono sopra i 3 posti letto ogni mille abitanti. Quindi, la legge dello Stato, peraltro nel suo pensiero ben articolata, parte dall'emergenza per la classificazione dei Presidi e anche per l'individuazione delle singole strutture complesse che devono essere presenti all'interno di un Presidio e, di conseguenza, dei posti letto. Per cui la legge dello Stato prevede che debbano esistere 3 posti letto per acuti ogni mille abitanti e, come è noto, la nostra Regione con la DGR 1 600 e con la DGR 1-924 riduce i posti letto - già insufficienti perch eravamo a 2.9 - di circa 2.000 posti, complessivamente.
Per carità, ognuno di noi, quando è a microfono, dice le cose che deve può e vuole dire, ma con gran parte dei colleghi - in buona fede - non si può non sottolineare che la nostra regione patisce e ha patito fortemente una riduzione di posti letto che oggi rendono, in molti servizi, in particolar modo quelli legati all'emergenza, ma non solo, un'insufficienza di numeri di posti letto, perché noi siamo la regione italiana ed una delle regioni europee che ha meno posti letto.
Questo non è un dato acritico, un dato che pone un Consigliere di opposizione e a questo - attenzione - s'inserisce una valutazione (lo dico soprattutto ai colleghi del centrosinistra): la DGR 1-600 - come dice l'acronimo stesso - è una delibera della Giunta regionale che non è stata condivisa né votata dal Consiglio (si poteva fare) e non è stata condivisa neppure con i Gruppi di maggioranza (almeno, questo è quanto è apparso quando è uscita), tant'è che si arrivò a una correzione immediatamente dopo e il Consiglio - in ogni caso - non poté decidere.
Oggi abbiamo fatto una scelta diversa, cioè oggi i Consiglieri di maggioranza che hanno votato la delibera hanno scelto di tagliare qualche altra centinaia di posti letto all'interno della nostra regione, peraltro facendo una scelta che bada più alla scatola che alla prospettiva.
L'Assessore Saitta ha detto: "Noi, in alcuni momenti, abbiamo ragionato sul contenitore senza una programmazione" e a me sembra che qui stiamo facendo esattamente la stessa cosa. Cioè, abbiamo individuato, su "un'intuizione" dell'Amministrazione Fassino, la possibilità di utilizzare lo spazio libero vicino al Palazzo della Regione, non sulle necessità di salute dei piemontesi e degli italiani e non sulle necessità della nuova Città della Salute che, come più volte è stato ricordato, non è soltanto un ospedale, ma anche un luogo in cui si fa ricerca, innovazione e quant'altro. Occorreva definire come costruirlo e poi definire il dove; noi invece - abbiamo prima scelto il dove, perché avevamo 50 e rotti mila metri quadrati liberi che facevano comodo, e poi abbiamo scelto il come.
Ma, inevitabilmente, rispetto a uno spazio, chiunque di voi guarda, il rendering di presentazione della nuova Città della Salute era vincolato allo spazio che c'era.
Pertanto, avendo scelto prima il dove rispetto al come e al cosa ci doveva essere, perché il cosa ci deve essere ad oggi non lo sappiamo, noi abbiamo badato a costruire una scatola che non piaceva molto all'Università, ma piaceva molto al Politecnico e piaceva molto al Partito Democratico, di cui si è fatto interprete l'allora Assessore Lo Russo e la Giunta Fassino. Così è nato il progetto della nuova Città della Salute e così è stato presentato. Questa Giunta l'ha assunto, voluto, ecc., ma è totalmente insufficiente. È totalmente insufficiente, perché è evidente che se in termini di spazio e di posti letto noi ragioniamo su una riduzione così cospicua, dovendo lasciare anche una parte dell'attuale Città della Salute - cioè il CTO - là dov'è, significa che è una scelta sbagliata. Ma soprattutto, al di là che sia una scelta sbagliata, noi non condividiamo alcun tipo di taglio e sosteniamo una cosa diversa, cioè che dobbiamo aumentare i posti letto all'interno della nostra regione.
Guardi, Presidente, è quello che dice la legge: la legge dice che devono essere tre posti letto ogni 1.000 abitanti. Nessuna regione d'Italia ne ha pochi come il Piemonte e un motivo credo ci sia. E il problema vero è che noi vincoliamo, con la scelta che i Consiglieri di centrosinistra hanno fatto, le scelte future rispetto a una scatola troppo piccola, ma soprattutto rispetto anche alla scatola che ci consente di fare il maggior numero di mobilità attiva all'interno della nostra regione rispetto alla struttura che garantisce la maggiore complicanza in termini di eccellenza sanitaria.
Pertanto, è evidente che è una scelta sbagliata. È una scelta condivisibile, ma c'è una sola distinzione rispetto alla DGR 1-600: oggi non c'è nessun Consigliere e soprattutto nessuna forza politica che pu dire, come è stato troppo comodo, nel gioco fra - per esempio - Partito Democratico e Assessore, quando si sbagliava che era colpa dell'Assessorato e quando si risolveva qualcosa che era merito del Gruppo consiliare. Oggi non c'è più nessuno che ha un alibi, nel senso che il voto relativamente al taglio dei posti letto e alla Città della Salute non è avvenuto da parte della Giunta regionale, ma è avvenuto su una competenza esclusiva del Consiglio regionale che il centrosinistra ha voluto votare. Ovviamente, si assume e si assumerà le responsabilità rispetto a una scelta errata sbagliata, non soltanto in termini sanitari, ma anche in termini di ricerca.
Per questo motivo, il nostro voto sarà convintamente a favore ovviamente, dell'ordine del giorno e solo per i motivi che abbiamo detto precedentemente la stessa posizione non l'abbiamo tenuta anche sulla delibera.
. Esame ordine del giorno n. 1385 presentato da Graglia, Bona, Fluttero Rossi Luca Angelo, Tronzano, inerente a "Ospedale di Fossano" - atto d'indirizzo collegato alla PDCR 281 'Rete ospedaliera regionale.
Programma di interventi di edilizia sanitaria'"



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Graglia per l'illustrazione.



GRAGLIA Franco

Grazie, Presidente.
Su quest'ordine del giorno, riguardante l'ospedale di Fossano, c'è stata una convergenza con la maggioranza su alcune modifiche che abbiamo accettato di apportare. Pertanto, brevemente, poiché è stato ridotto, ma nell'essenza sono soddisfatto in quanto è un'apertura rispetto ad un Tavolo di concertazione, approfitto e lo leggo: "Visto il nuovo programma di edilizia ospedaliera all'esame del Consiglio regionale; avuto riguardo alla controversia legale in corso relativa alla mancata realizzazione del nuovo ospedale di Fossano; considerato che nelle sentenze finora pronunciate da società private è stata riconosciuta legittimata a tenersi le aree dalla stessa acquisite da terzi, al fine di cederle a sua volta all'ASL, bench il privato in questione abbia ricevuto la somma prevista dall'UTE, quale valore di acquisizione del lotto necessario per la nuova sede ospedaliera il Consiglio regionale impegna la Giunta regionale ad assumere tutte le iniziative necessarie al fine di evitare che la Regione o l'ASL vengano condannate, in particolare attivando, nelle forme possibili ed opportune la verifica della possibilità di transare la vertenza in sede stragiudiziale".
Grazie.



PRESIDENTE

Va bene.
. Ordine del giorno n. 1388 presentato da Bono, Bertola, Campo, Frediani Mighetti, Valetti, inerente a "Rete Ospedaliera Regionale. Programma di interventi di edilizia sanitaria" Realizzazione di cucine presso le strutture ospedaliere previste agli allegati A, B, C, D alla PDCR n.
281".
La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Non abbiamo inteso presentare un ordine del giorno a questo provvedimento, perché quanto dovevamo fare l'abbiamo già fatto nella seduta del Consiglio straordinario, da noi richiesta, in data 12 dicembre 2017 (per essere precisi, la seduta del Consiglio n. 278 della presente legislatura).
In quel Consiglio straordinario avevamo presentato quattro ordini del giorno - tre a mia prima firma e uno del collega Campo - in cui chiedevamo di rivedere, con una delibera consiliare, la rete ospedaliera della Regione Piemonte; tema toccato anche da altri colleghi: numero di posti letto, del numero di ospedali, strutture ospedaliere, quali ospedali venivano chiusi disattivati, superati e trasformati in Case della Salute e quali nuovi Presidi ospedalieri venivano realizzati a parziale superamento di uno/due/tre o quattro Presidi ospedalieri.
Quell'ordine del giorno venne bocciato, per cui, a parte che da un punto di vista regolamentare non si potrebbero presentare atti di indirizzo aventi il medesimo significato e tenore nei sei mesi successivi, mi sembrava poco utile ripresentare un medesimo ordine del giorno.
Avevamo anche presentato un ordine del giorno in cui chiedevamo lo scorporo, dal canone di concessione, del canone di riscaldamento raffrescamento ed energia, fornitura di energia agli edifici sanitari.
Abbiamo spiegato lungamente il perché, nel senso che ritenevamo come fosse difficile prevedere, da qui a trent'anni, l'andamento del mercato dell'energia e del riscaldamento, anche con quel problema di accise di cui ha parlato il collega Mighetti nella scorsa seduta, e anche per invogliare il costruttore, quindi la società veicolo, a fare investimenti importanti per quanto riguarda l'efficientamento energetico e a provare a costruire un cannone che non fosse troppo di parte, troppo favorevole al costruttore stesso. E' ovvio che, con un canone molto ampio, a fronte di costi energetici che si possono abbassare nel tempo, il guadagno per un costruttore sarebbe notevole.
Avevamo chiesto anche di inserire la valorizzazione dei beni immobiliari delle ASL all'interno del partenariato pubblico-privato, anche con un'ipotesi prevista dal Codice degli Appalti Pubblici, di scambio di proprietà. Il nuovo Codice degli Appalti Pubblici prevede la possibilità di effettuare il pagamento dell'opera che viene costruita, sia con una parte di risorse cash proprie, in disponibilità dell'ente o tramite mutuo, sia tramite lo scambio di terreni, strutture, opere o beni immobiliari da valorizzare.
Anche questo è stato bocciato.
Tuttavia, con un emendamento siamo riusciti a inserire all'interno della delibera il discorso della possibile riduzione del canone fino al concorrere del limite del tetto del 49%, come previsto oggi dal Codice degli Appalti, tramite nuove risorse pubbliche che si materializzassero nei prossimi anni tramite i bilanci della Regione, il bilancio dello Stato e i bilanci delle ASL.
Questo ordine del giorno, quindi, in parte è stato superato da questo emendamento.
Noi volevamo elaborare una tesi massimalista, nel senso di eliminare il partenariato pubblico-privato, superandolo con un ricorso a queste forme di valorizzazione di beni immobiliari, e non di ridurlo solo un po'. Alle volte, però, soprattutto quando si è minoranza, bisogna accontentarsi dei risultati, anche minimi.
Queste mozioni rappresentavano l'indirizzo, le proposte e le idee del Gruppo Consiliare regionale del Movimento 5 Stelle, in merito al partenariato pubblico-privato.
Per quanto riguarda la seduta odierna, invece, oltre a quei tre emendamenti approvati, quindi oltre a quello già citato c'è anche quello sull'umanizzazione e sull'efficientamento energetico, ci siamo concentrati sul tema delle cucine in ospedale.
Può sembrare un tema marginale, invece noi lo riteniamo centrale. Cosa intendo? Ultimamente le aziende sanitarie tendono sempre più a esternalizzare i servizi non core, non centrali (a volte purtroppo anche quelli sanitari, quindi centrali), affidando non solo i servizi a personale non dipendente dell'azienda, ma anche alla produzione stessa delle merci in questo caso il cibo, in una struttura esterna rispetto all'ospedale.
Il cibo, quindi, viene cucinato in luoghi esterni, poi viene impacchettato e trasportato all'interno delle strutture ospedaliere.
Il cibo fa parte delle cure all'interno di un ospedale. Se ci sono i Presidi sanitari ci sono i farmaci e il cibo ha anche una funzione fondamentale. Il dietologo, infatti, è uno dei ruoli più importanti all'interno della struttura ospedaliera, se pensano ai pazienti ricoverati magari per problemi di obesità, diabete, sovrappeso, patologie renali che hanno bisogno di una dieta con un corretto equilibro proteico, pazienti allergici, pazienti intolleranti al glutine.
E' quindi molto importante la corretta alimentazione, soprattutto quando si è malati: una corretta dieta è un dato fondamentale.
Ovviamente, un dato fondamentale è anche la qualità del cibo che si va a consumare; la logica degli appalti al massimo ribasso, anche sul servizio di mensa e ristorazione, mi sembra un errore colossale.
In passato, abbiamo già contestato gli appalti al massimo ribasso sul servizio delle pulizie; molto spesso si è detto che le pulizie possono essere una spesa comprimibile: in realtà, essendo ad alta intensità di manodopera, comprimere i costi di un appalto delle pulizie, significa tagliare i costi del personale, dimenticando che senza una corretta igiene aumentano malattie nosocomiali e infezioni ospedaliere. A maggior ragione si fa l'errore sul servizio mensa e ristorazione. Nel senso che si pensa sia un servizio secondario, non centrale, non-core e quindi si pu esternalizzare non dico al primo che passa, però comunque al massimo ribasso. Tant'è che ci sono continue problematiche e difficoltà segnalate nelle varie strutture, anche a volte nelle strutture che hanno le cucine in sito, proprio perché non vengono adeguatamente controllate.
Anche a seguito di alcuni studi, ad esempio, l'esperienza pilota dell'ASL di Asti che ha fatto una sperimentazione con l'utilizzo di cibi freschi e genuini a chilometro zero o, come si dice adesso, a "chilometro verde", cioè tendenti al biologico o comunque alla coltivazione naturale pare ci sia stato un miglioramento nella qualità del risultato, cioè nell'outcome e nella durata della degenza. Sembra paradossale, ma, come ho avuto già modo di dire, senza arrivare all'estremo della definizione "siamo quello che mangiamo", sicuramente ha un impatto molto, molto forte, anche su chi si alimentava con junk food (cibo spazzatura) tutto il giorno senza citare una famosa catena di cibo fast food su cui era incentrato questo movie, questo film, -: passare al cibo di migliore qualità, ha ricadute sulla salute notevoli.
Crediamo che si dovrebbero inserire all'interno delle strutture ospedaliere spazi adeguati per la produzione del cibo in loco e poi per gli spazi mensa, ovviamente; quindi anche per il personale, per i parenti dei degenti e - perché no? - anche per i cittadini esterni, come succede a esempio, nell'Ospedale San Luigi. per permettere di rientrare nelle spese.
Quindi, non sempre cercare di risparmiare il singolo centesimo su ogni singola persona porta a risultati positivi, anzi in questo caso porta a risultati negativi.
Evidentemente, però se nelle strutture non ci saranno gli spazi per le cucine e per le mense della ristorazione sarà difficile inserirle a forza dopo; quindi, o li inseriamo nei progetti fin dall'inizio, altrimenti, se non ci sono, sarà difficile metterli e saremo costretti a procedere con l'appalto esterno.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bono.
Non ci sono altri interventi; prima di mettere in votazione, darei la parola all'Assessore per un intervento breve.
La parola all'Assessore Saitta.



SAITTA Antonio, Assessore all'edilizia sanitaria

Grazie, Presidente.
Le questioni poste in quest'ordine del giorno, poco fa illustrato dal collega Bono, sicuramente sono di grande interesse, per quanto riguarda il cibo.
Le questioni sono due. La prima è relativa ai problemi strutturali com'è stato ricordato, e l'altra ai problemi gestionali: gare al massimo ribasso, eccetera.
La nostra situazione è molto articolata; è chiaro che l'obiettivo di avere cibo migliore è un obiettivo condivisibile e possibilmente anche le cucine interne.
Io mi riprometto - però, poi lascio alla valutazione del Gruppo del Movimento Cinque Stelle - di fare una valutazione complessiva, quanto prima, velocemente, sulla base dell'esperienza di Asti e, mi pare, anche sulla base di qualche altra esperienza di qualche Azienda dell'ASL CN 1 per vedere concretamente come si può introdurre questa modalità. Il tema sicuramente ha una sua complessità, anche per la sostenibilità economica perché cambiando le quantità. Però c'è un problema di qualità che deve poter prevalere.
Se il Gruppo ritiene di metterlo in votazione adesso, però oggi non abbiamo elementi sufficienti per poter dare un'opinione precisa; tuttavia questo è un tema che può essere approfondito e in ogni caso ci riserviamo di portare elementi anche per un approfondimento, come Assessorato e come Regione Piemonte.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Saitta.
Invito i Consiglieri ad entrare in Aula, perché procediamo con la votazione degli ordini del giorno.
Ricordo che il numero legale è 22.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 1325, con parere contrario della Giunta regionale, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 1386, con parere contrario della Giunta regionale, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 1385, con parere favorevole della Giunta, il cui testo, come modificato, sarà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso,.
Il Consiglio approva.
Il Consigliere Vignale esprime voto favorevole all'ordine del giorno n.
1325.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 1384, con parere favorevole della Giunta, il cui testo, come modificato, verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 1388), con parere contrario della Giunta regionale, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sulla proposta di deliberazione n. 281, il cui testo, come emendato, verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento: Partecipazioni azionarie regionali

Esame proposta di deliberazione n. 299, inerente a "I.P.L.A. S.p.A Proposta di modifica statutaria e rinuncia all'esercizio della prelazione per l'acquisto quote"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare la proposta di deliberazione n. 299, di cui al punto 5) all'o.d.g.
La parola all'Assessora De Santis per l'illustrazione.
DE SANTIS Giuseppina, Assessora rapporti con società a partecipazione regionale Grazie, Presidente.
L'oggetto di questa delibera è una modifica dello Statuto della società pubblica IPLA. Le modifiche introdotte sono due. Una precisa che IPLA, in quanto società in house, può effettuare non oltre il 20% del proprio fatturato a favore di soggetti non soci. L'altra è l'eliminazione del limite dei due mandati per l'amministratore unico. Grazie.



PRESIDENTE

Ci sono richieste di intervento? Ha chiesto di intervenire il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
L'illustrazione è stata puntuale. Non credo sia una modifica banale perché immagino, per esempio, che non sia dettato da norma porre il limite dei due mandati, ma ci sia una scelta politica che noi possiamo leggere nella delibera, ma vorremmo comprenderne il motivo. Credo, invece, che vi sia un aspetto estremamente interessante e importante, che discende, per carità, dalla stessa legge su cui ci siamo confrontati con Finpiemonte o quella sul controllo analogo. L'aspetto che le società in house possano comunque, svolgere un 20% di lavoro esternamente o essere anche autorizzate a superare questa soglia, se questo rientra in criteri di economicità, e poi efficienza, che possono garantire minori spese per l'Ente stesso.
Parliamo di IPLA, un soggetto che, prima della riforma Bersani - che in realtà, obbligò IPLA a non poter più operare esternamente - aveva una percentuale di "fatturato" derivante da soggetti privati. All'interno di IPLA abbiamo competenze che, se non uniche all'interno della nostra Regione, sono competenze assolutamente significative e importanti.
Consideriamo anche che l'Assessora ricorda come, in due assestamenti di bilancio prima e leggi finanziarie dopo, il Consiglio votò due articoli si trattava, in realtà, dello stesso articolo, si posticipava solo la data che, in realtà, prevedevano la costituzione di una società che, partendo da IPLA, si sarebbe dovuta occupare di temi ambientali. La Giunta, come diceva l'articolo della legge regionale, avrebbe dovuto presentare un disegno di legge per una sorta di società della green economy piemontese entro, se non ricordo male, il 30 giugno 2016.
Peraltro, per quello che conta, un pezzo di opposizione l'aveva anche votata favorevolmente, perché aveva un senso. Si parlava, come i colleghi ricorderanno, anche della gestione delle risorse forestali: mettere insieme quei tanti pezzi che stanno dentro Assessorati diversi o società diverse come hanno fatto altre Regioni italiane (il Trentino Alto Adige, la Calabria) per lo sviluppo dell'economia verde della nostra Regione.
Ovviamente si tratta di aziende pubbliche, che devono erogare servizi per i consorziati e per la Regione Piemonte e, avendo un minimo di possibilità di operare per il privato, sono strumento importante per la nostra Regione. Posto che di quell'operazione di creazione di una società dell'economia verde piemontese che partiva da IPLA non vi è stata più traccia. Tuttavia, io credo che un ragionamento - non dico che si debba fare in questo momento di modifica di Statuto - sulla valenza che IPLA ha all'interno della nostra Regione sarebbe utile.
L'unica domanda che pongo - se l'Assessore lo ritiene, mi risponde - è il motivo del vincolo dei due mandati. Mentre l'altra parte è un adempimento di norma - anche se, come sempre, gli adempimenti di norma possono essere formali o su di essi si possono anche creare politiche di ricerca e di sviluppo) sull'aspetto dei due mandati (mi sembra, lo chiedo) pare non vi sia un obbligo di norma pone, ma di una scelta della Giunta regionale.



PRESIDENTE

Altri Consiglieri desiderano intervenire? Prego, collega Policaro.



POLICARO Giuseppe

Grazie, Presidente.
Vorrei semplicemente capire come mai la modifica dello Statuto in ottemperanza alla legge Madia - che prevede che gli Statuti vengano modificati indicando che l'attività per il socio pubblico non superi l'80 avviene soltanto adesso, perché se non erro il periodo entro il quale andava fatta la modifica era il 31 dicembre del 2016. Non era un termine perentorio, però mi sembra di percepire che sia passato molto tempo dalla scadenza.



PRESIDENTE

Non ci sono altri interventi, per cui do la parola all'Assessora De Santis.
DE SANTIS Giuseppina, Assessora ai rapporti con società a partecipazione regionale Grazie, Presidente.
Rispondo prima alla seconda domanda del Consigliere Policaro. La modifica di Statuto di IPLA in osservanza alla legge Madia è stata fatta in data utile, quindi entro la fine dell'anno scorso. Questa prescrizione specifica (limite del 20%) non era stata inserita in Statuto e, siccome in realtà l'operazione di modifica statutaria è preliminare all'iscrizione nell'elenco ANAC delle società in house, è sembrato opportuno precisare questa cosa. Peraltro - lo diceva prima il Consigliere Vignale - a latere ogni valutazione sul fatto che, in presenza di una norma che consente di effettuare il 20% del fatturato per i non soci, per IPLA si aprono possibilità di lavoro. Comunque, rispetto all'iscrizione nell'elenco ANAC che si è aperta con estremo ritardo rispetto ai tempi previsti, anche se le modifiche le abbiamo attuate entro il 31 dicembre e l'apertura dell'elenco è avvenuta almeno un paio di mesi dopo (adesso non ricordo la data precisa) è parso opportuno riprendere in maniera esplicita tale prescrizione di legge. Invece, sulla questione dell'eliminazione del vincolo tassativo dei due mandati, in verità si tratta di una norma che, per ragioni misteriose in alcuni Statuti c'è e in altri no. In ogni caso, la nomina dei Consiglieri d'amministrazione (in questo caso dell'Amministratore unico) avviene con una procedura pubblica di selezione e di bando, ed è sembrato opportuno farlo in questo caso. Grazie.



PRESIDENTE

Consigliere Ravello, vuole intervenire? Può farlo.



RAVELLO Roberto Sergio

Se posso, Presidente, la ringrazio.
In relazione alla risposta dell'Assessora De Santis sull'ultima questione, quello che mi sfugge, alla luce di quanto lei stessa ha detto cioè che la situazione è un po' a macchia di leopardo (in alcune società c'è il limite dei mandati e in altre no), comprenderei di più una riforma organica, magari in occasione dell'omnibus se fosse tecnicamente possibile per riportare in un senso o nell'altro omogeneità in tutti gli enti nei quali la Regione Piemonte ha delle partecipazioni significative.
Diversamente, senza presentare un atto ispettivo formalmente, le chiedo nella prima occasione utile in Commissione, quando le verrà comodo, di trasferirci un'analisi rispetto allo stato dell'arte di quelle che sono le società nelle quali è previsto il limite dei due mandati e di quelle per cui non è previsto, per comprendere quali siano gli assetti e gli equilibri.
La necessità che manifesto, ovverosia quella di una revisione organica è che, così facendo, si rischia di lasciare il sospetto poco piacevole che si operi attraverso scelte mirate ente su ente, ma soprattutto persona su persona, cosa che si renderà ben conto non avrebbe gran senso e soprattutto non sarebbe una gran prova di correttezza e trasparenza.



PRESIDENTE

Altri consiglieri desiderano intervenire? Se non ci sono altri interventi, do ancora la parola all'Assessora.
DE SANTIS Giuseppina, Assessora ai rapporti con società a partecipazione regionale Grazie, Presidente.
Sicuramente fornisco al Consigliere Ravello i dati che mi ha chiesto.
Vado a memoria: direi che sicuramente non c'è un limite di legge, perch altrimenti non si potrebbe cambiare lo Statuto, questo mi pare ovvio, ma direi anche che tendenzialmente non c'è nei nostri Statuti questo limite.
Grazie.



PRESIDENTE

Non ci sono altri interventi, per cui possiamo mettere in votazione la proposta di deliberazione n. 299 "IPLA SpA - Proposta di modifica statutaria e rinuncia all'esercizio della prelazione per l'acquisto quote".
Indìco la votazione palese sulla proposta di deliberazione n. 299. il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento: Nomine - Personale del servizio sanitario

Esame mozione n. 1378 presentato da Fluttero, Bona, Graglia, Rossi Luca e Tronzano, inerente a "Nuove nomine dei Direttori generali delle AA.SS.RR."


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame della mozione n. 1378. di cui al punto 9) all'o.d.g.
La parola al Consigliere Fluttero, per l'illustrazione.



FLUTTERO Andrea

Grazie, Presidente.
Intendo rappresentare ai colleghi del Consiglio regionale questa nostra proposta di mozione. Sapete che sono in scadenza i Direttori generali delle Aziende Sanitarie regionali, per legge, che durano tre anni.
Siamo però a un anno dal termine del mandato di quest'Amministrazione regionale;e a noi pare francamente poco opportuno e poco efficace provvedere a queste sostituzioni a poco meno di un anno dal termine della legislatura regionale. Riterremmo, invece, più opportuno che la Giunta trovasse uno strumento giuridico più appropriato. Se questo non è possibile, si potrebbe pensare ad una proroga o ad un commissariamento, per fare in modo che un rinnovo non comporti una perdita di efficienza, per parecchi mesi, nella gestione delle nostre Aziende sanitarie regionali.
Com'è di tutta evidenza, un'Azienda Sanitaria regionale è un organismo, è una macchina complessa e un Direttore generale nuovo, per quanto possa essere bravo e avere esperienza, impiega parecchi mesi prima di avere contezza di tutta la situazione nelle sue articolazioni e nelle sue complessità.
Avremmo, quindi, con una sostituzione operata nelle prossime settimane nei prossimi mesi, per un po' di tempo una perdita di efficienza nella gestione ordinaria di queste nostre importanti strutture e, in più creeremmo una situazione per la quale la nuova Amministrazione regionale che tra circa un anno siederà su questi banchi, si troverà per due anni i vertici delle Aziende sanitarie non nominati da se stessa. Situazione abbastanza inopportuna, non dico scorretta, ma certamente non è il massimo della correttezza.
Segnalo ai tanti colleghi che sono stati Sindaci che quando un Sindaco entra in possesso del suo ruolo, nella carica di Sindaco, ha la possibilità di scegliere se mantenere il Segretario generale o se sostituirlo, proprio perché anche il legislatore nazionale, in quelle situazioni, individua come opportuno il fatto che il vertice della struttura con cui il Sindaco dovrà interfacciarsi possa essere in linea con il nuovo mandato popolare della figura apicale del Comune. Questo è un altro elemento che dovrebbe consigliare alla Giunta di soprassedere su quanto, con una certa frenesia ha messo in campo, tant'è che ha dovuto credo, se ricordo bene, prorogare proprio nei giorni scorsi l'incarico a questi Direttori generali per poter completare l'iter di audizione dei 135 curricula presentati.
Questi i due aspetti che abbiamo evidenziato nella proposta di mozione e che sottoponiamo alla riflessione del Consiglio regionale, affinché possa valutare se dare o meno - noi auspichiamo di sì - un indirizzo alla Giunta che vada nella direzione di sospendere questa procedura e utilizzare lo strumento giuridico più appropriato per fare in modo che ci sia una coincidenza tra il mandato ai Direttori generali e il mandato politico elettorale di quest'Amministrazione.
Aggiungo, in coda, che in questi ultimi giorni cominciano a circolare con una certa insistenza illazioni - vogliamo chiamarle così - che ci preoccupano, riguardanti il fatto che pur essendo iniziata l'audizione dei candidati in ordine alfabetico, partendo da una lettera estratta, pare che non tutti siano stati ascoltati in tale ordine, ma che siano state saltate delle audizioni. Sarebbe interessante capire perché.
Inoltre, altre voci non controllate sostengono addirittura che saltate alcune audizioni di alcuni Direttori generali provenienti da altre Regioni a prima vista, dovrebbero avere tutti i requisiti per poter essere ascoltati, ma pare non lo siano stati, saltando la lettera dell'alfabeto.
Ora queste sono solo come dire informazioni che circolano e che ci preoccupano. Le condividiamo con il Consiglio, affinché sia un ulteriore elemento di riflessione, perché se così fosse, se anche la Giunta dovesse arrivare all'individuazione dei nuovi Direttori, certamente quelli che dovessero essere stati oggetto di questo tipo di trattamento diverso potrebbero fare ricorsi e bloccare tutte le procedure, creando ulteriore nocumento alle strutture che, invece, noi abbiamo tutto l'interesse a far sì che siano governate nel modo più stabile e più efficace possibile.



PRESIDENTE

Grazie, collega Fluttero.
Siamo alle dichiarazioni di voto.
La parola al Consigliere Ravetti.



RAVETTI Domenico

Intervengo per dichiarazione di voto sulla mozione appena presentata dal collega.
Mi domando se a parti invertite, cioè con Fluttero Capogruppo di maggioranza, avrebbe risposto in maniera differente da come risponderò io non lo so.
Capisco che in politica, in consessi come questo, c'è il gioco delle parti; proverò a esprimere le ragioni del nostro voto ricercando la coerenza, con una premessa: noi non sappiamo nulla delle questioni che ha posto il collega alla fine del suo intervento, rispetto a convocazioni o ordini alfabetici, anche perché la competenza non è la nostra e non ci vengono a cercare per dirci che dopo la a), c'è la b) o la c).
L'altra premessa è che quando Forza Italia ha depositato quest'ordine del giorno, rilasciando una dichiarazione ad un giornalista, mi ero permesso di anticipare la posizione del Gruppo. Adesso non voglio farla molto lunga, ma quel giornalista, nella sua rubrica settimanale, dedicata a dare le pagelle a chi fa politica nella mia zona, mi aveva assegnato un bruttissimo voto.
Ricordo di aver risposto semplicemente "no" all'ordine del giorno, e il voto fu così basso perché avevo risposto con due lettere e non le avevo motivate.
La motivazione è molto semplice. È nelle facoltà della Giunta procedere secondo legge per individuare i nuovi Direttori generali, attivando le procedure che, correttamente, la Giunta ha attivato e scegliendo in base a criteri oggettivi, che la Commissione, così come ricordato dal collega Fluttero, ha utilizzato, o sta utilizzando, nei colloqui di questi giorni.
Non si capirebbe il contrario.
Se vogliamo discutere del decreto nazionale, del D.lgs che tratta di pubbliche amministrazioni, in particolare del ruolo dei Direttori generali nelle aziende sanitarie regionali, laddove si dice da tre a cinque anni avrebbero potuto definire meglio quella condizione, cioè che coincidano con l'inizio e la fine di una legislatura, avete più parlamentari voi di noi.
Non è con noi che dovete parlare, ma con i vostri parlamentari. Dopodich non è questo il luogo della discussione, ma speriamo che presto l'Italia possa avere un Governo che tratti anche questa vicenda. Con estrema coerenza di diciamo no perché non c'è nessuna ragione per dirvi di sì.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Tronzano; ne ha facoltà.



TRONZANO Andrea

Grazie, Presidente.
Aggiungo solo una cosa anche in replica al Consigliere Ravetti. Ne facciamo una questione di coerenza perché durante le Giunte del Presidente Ghigo, 1995-2005, quindi periodi virtuosi per la politica precrisi e conseguentemente, con meno astio, c'è stato un atteggiamento istituzionale molto forte - Assessore Saitta lei era presente in quel periodo - in cui la Giunta regionale di centrodestra si esimeva dall'esprimere nomine che andavano oltre il proprio mandato.
Aggiungo in relazione e come informazione a quanto diceva il Capogruppo Ravetti, anche la questione del CSI. Che è praticamente la stessa cosa. Il CSI sta nominando il nuovo Direttore generale, quando si sa con precisione che scadrà, come dice lo Statuto stesso, con la scadenza del Consiglio regionale.
Chiederei all'Assessore di agire con i poteri che ha: o con commissariamento o qualche altro tecnicismo, si eviti d'impegnare - così come si farà sul CSI - le Giunte future che potrebbero essere ancora di centrosinistra, ma potrebbero anche cambiare colore (come speriamo noi, dal nostro punto di vista). Una nomina, oggi, le impegnerebbe oggettivamente per il prossimo futuro.
In rispetto a quanto noi stessi abbiamo fatto negli anni passati quando eravamo al Governo, si potrebbe attuare lo stesso principio.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
A volte, oltre alla mera interpretazione delle norme, andrebbe anche un po' di buonsenso. È ovvio che dietro ci possa essere anche un po' di interesse di parte - questo possiamo dirlo - tuttavia mi sembra che la richiesta dei colleghi del centrodestra abbia un po' di buonsenso alla base.
Siamo una legislatura in scadenza. Voi sapete che noi non siamo granch interessati alle tecniche e modalità dello spoil system, cioè la prassi per cui un'Amministrazione che entra cerca di far fuori tutte le nomine fatte dalla precedente, per inserire persone più vicine a sè. È ovvio che qui torniamo all'errore primigenio, nel senso che le nomine dei "manager della sanità", forse, non dovrebbero essere fatte dalla politica o, comunque, non direttamente dalla politica regionale. Magari da terzi. Risolveremo così un sacco di problemi, primo per chi amministra, le giuste lamentele e rimostranze dei Consiglieri di opposizione e di maggioranza che ascrivono le responsabilità delle scelte, sia nelle scelte delle persone sia nella nomina delle persone stesse, alla maggioranza.
Dall'altra parte, c'è una certa facilità con cui si cerca di scaricare sui manager le scelte compiute, come a dire: "Noi non c'entriamo nulla siamo qua - esagero un po' - solo di passaggio, tutti i Direttori generali sono indipendenti e fanno le loro scelte in maniera autonoma". Giochino cui noi, spesso, abbiamo sottolineato non starci. Nel senso che non possiamo sentire dire dall'Assessore Saitta, ma potrebbe essere chiunque continuamente: "Non c'entro, non è la mia responsabilità, non ho autonomia non ho spazio di azione per l'autonomia dei manager, finanziaria sanitaria, amministrativa e quant'altro.
Dovremmo superare un po' questa dicotomia. Diceva il Consigliere Ravetti che è competenza nazionale. È vero, è competenza nazionale. Tra l'altro, abbiamo piccoli problemi a livello romano - tutte le forze politiche - un problema nazionale, non so se ce n'eravamo accorti. Come poter, quindi, risolvere questa impasse che, speriamo, sia contingente e limitata solo ad un anno. Si citava la norma di legge, non così chiara: dice "non meno di tre anni, e non più di cinque anni". La norma lo prevede.
È vero che al momento le nomine sono durano tre anni e forse non si pu passare a cinque, ma, come ho avuto modo di dire tante volte, la politica è l'arte del possibile - senza citare forze politiche che hanno scelto determinati nomi. Si possono fare tante cose; quindi io credo possibile la scelta di trasformarli in commissari di se stessi o, comunque, di prolungare ancora per il ponte fino alle elezioni regionali.
Non siamo assolutamente per lo spoil system, però non comprendiamo il motivo per cui un'Amministrazione a fine mandato debba impegnarsi in una pratica così impegnativa - impegnativa dal punto di vista dei tempi e delle di risorse - di responsabilità politiche che poi vincola comunque per i due anni successivi l'Amministrazione che verrà.
Poi io sono convinto, o meglio, spero - speriamo tutti - che i manager nella rosa degli scelti dall'Agenas di livello nazionale siano tutti bravissimi, tutti probabilmente con delle preferenze politiche, da non far trasparire nella loro azione di gestione di una singola Azienda. È ovvio però che sorgano e delle perplessità.
Credo che la norma nazionale si possa sicuramente rivedere, ma per quest'Amministrazione - complice anche il fatto che la scorsa legislatura durò un anno in meno - avendo da espletare solo più dieci mesi di mandato il bilancio che si chiude è molto provvisorio per il prossimo anno d'altronde, non ci sono grandi cose da fare, quindi sostanzialmente a dicembre dell'anno prima del voto si chiudono un po' le attività (nemmeno un anno: sei mesi).
Noi, ripeto, anche se magari abbiamo a idee diverse rispetto a quelle che possono essere le modalità di scelta, vorremmo una sanità indipendente dalla politica regionale. Forse un'utopia avere una sanità che possa funzionare bene e in forma indipendente dalla politica.
"Ai posteri l'ardua sentenza", come si suol dire. Noi, comunque voteremo quest'atto.
Aspettiamo dall'Assessore Saitta o anche dal Presidente Chiamparino una risposta nel merito della fattibilità di questa richiesta.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Saitta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente.
Entro fine maggio la Giunta procederà alla nomina dei Direttori generali. La Commissione esaminatrice è al lavoro e completerà i colloqui entro il 15 maggio. Come già avvenuto tre anni fa, le decisioni assunte in quest'occasione saranno esclusivamente sulla base delle competenze professionali dei candidati idonei. Mi pare che sia stato dimostrato che questa è una garanzia per tutti i Consiglieri regionali; è già avvenuto in passato e c'è l'impegno perché questa modalità venga mantenuta anche successivamente.
Il sistema sanitario ha bisogno di certezze, le Aziende sanitarie hanno bisogno di guide definite. Avere un periodo di incertezza, soprattutto in un momento di tensione dal punto di vista politico, non è utile per il sistema sanitario. Le proroghe sicuramente determinerebbero un rallentamento nell'attività; abbiamo bisogno invece di evitare pause incertezze e di continuare per il raggiungimento degli obiettivi che ci siamo dati anche in questo Consiglio regionale.
Si tratta di mettere al centro gli interessi complessivi della comunità e possiamo garantire anche questa volta - mi pare ampiamente dimostrato che al centro ci saranno le competenze. Non ci interessano - non l'abbiamo mai fatto, mi riferisco sicuramente alla sanità- operazioni di spoil system: non sono utili al sistema sanitario, non sono utili all'Amministrazione Pubblica.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sulla mozione n. 1378.
Il Consiglio non approva.
La parola al Consigliere Valetti.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Domando scusa per l'irritualità di questo intervento finale, per volevo far notare alla Presidenza che ho chiesto comunicazioni sull'incidente sulla Torino-Savona per la seconda volta e capisco l'assenza dell'Assessore, ma francamente non comprendo il fatto di lasciare ripetutamente cadere nel vuoto delle richieste di un Consigliere senza spiegare o almeno avere un impegno rispetto a quando saranno esaudite altrimenti è inutile chiedere.



PRESIDENTE

Mi dice il Presidente che nella riunione dei Capigruppo è stato stabilito il giorno e l'ora in cui verrà fatta questa comunicazione.



VALETTI Federico

Mi dispiace, ma ci risulta diversamente. Ci risulta diversamente Presidente.



PRESIDENTE

Alla riunione dei Capigruppo io non c'ero, quindi non so dirvi.
Domani, Consigliere Valetti, mi assumo la responsabilità della risposta.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 18.55)



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