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Dettaglio seduta n.311 del 18/04/18 - Legislatura n. X - Sedute dal 25 maggio 2014 al 25 maggio 2019

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE BOETI



(La seduta ha inizio alle ore 10.04)


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo Balocco, Barazzotto, Cerutti, Ferrari, Giaccone Pentenero e Valle.


Argomento:

Nomine - Proclamazione degli eletti


PRESIDENTE

Relativamente al punto 3) all'o.d.g., che reca "Nomine", in base allo scrutinio effettuato, possiamo procedere alla proclamazione degli eletti delle seguenti nomine: . Proposta di deliberazione n. 288 "Enoteca Regionale del Barolo" (Art 6, Statuto dell'Ente) Consiglio di amministrazione - Nomina di un rappresentante Nomino, quale rappresentante, in seno al Consiglio di Amministrazione dell'"Enoteca regionale del Barolo", il signor Fausto Fogliati.
. Proposta di deliberazione n. 289 "Associazione Enoteca Colline del Moscato" (Art. 14, Statuto dell'Ente) - Consiglio Direttivo Consiglio Direttivo - Designazione di un rappresentante Designo, quale rappresentante, in seno al Consiglio Direttivo dell'"Associazione Enoteca Regionale Colline del Moscato" la signora Lorenza Balbo.
. Proposta di deliberazione n. 297 "Fondazione Centro per la Conservazione ed il Restauro dei Beni Culturali "'La Venaria Reale'" (Art. 14, Statuto dell'Ente) - Collegio dei Revisori dei Conti designazione di 1 membro con funzioni di Presidente Designo, quale membro con funzioni di Presidente del Collegio dei Revisori dei Conti, della "Fondazione Centro per la Conservazione ed il Restauro dei Beni Culturali "'La Venaria Reale", la signora Lombardi Marinella.
. Proposta di deliberazione n. 292 "Agenzia Regionale Piemontese per le Erogazioni in Agricoltura (ARPEA)" - Collegio dei Revisori dei Conti nomina di 3 membri effettivi e di 1 membro supplente, di cui 1 con funzioni di Presidente Nomino, in seno al Collegio dei revisori dei conti, dell'"Agenzia Regionale Piemontese per le Erogazioni in Agricoltura - ARPEA", quali membri effettivi la signora Nadia Valsania (Presidente) e i signori Marziano Marzano e Gabriele Mello Rella, quest'ultimo in rappresentanza delle minoranze consiliari, e quale membro supplente la signora Marina Foriero.
. Proposta di deliberazione n. 290 "Azienda Speciale della CCIAA di Torino - 'Torino Incontra'" (Art. 9, Statuto dell'Ente) - Collegio dei Revisori dei Conti - Nomina di 1 membro effettivo e di un membro supplente Nomino, quali membri del Collegio dei Revisori dei Conti dell'"Azienda Speciale della CCIAA di Torino - "Torino Incontra", il signor Stornello Gianni Maria quale membro effettivo, e il signor Margara Fabio come membro supplente.
. Proposta di deliberazione n. 295 "ASPERIA - Azienda Speciale della Camera di Commercio di Alessandria per la Promozione Economica" (art.
8, Statuto dell'Ente) - Collegio dei Revisori dei Conti - Nomina di 1 membro effettivo e di 1 membro supplente La votazione non è valida per mancato raggiungimento del numero legale previsto dall'articolo 79 del Regolamento interno del Consiglio Regionale.


Argomento: Edilizia sanitaria e ospedaliera

Esame proposta di deliberazione n. 281, inerente a "Rete Ospedaliera Regionale, Programma di interventi in edilizia sanitaria"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare la proposta di deliberazione n. 281, di cui al punto 4) all'o.d.g.
Nella seduta antimeridiana del 17 aprile 2018 è iniziato l'esame del provvedimento.
Dopo l'illustrazione dell'Assessore Saitta sono intervenuti, in sede di discussione generale, i Consiglieri Bono, Vignale, Tronzano e Allemano.
Nella seduta pomeridiana è terminata la discussione generale.
ALLEGATO 1 Emendamento rubricato n. 44) presentato da Bono, Andrissi, Bertola, Campo Frediani, Mighetti, Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Ringrazio anche per l'attesa dei colleghi, visto il tempo occorso per recuperare la documentazione riguardante la delibera della Giunta regionale trasformata in delibera consiliare.
Iniziamo, quindi, una serie di emendamenti che avrebbero l'intento di modificare e migliorare un Piano di edilizia ospedaliera che assolutamente non ci vede d'accordo, anzi, fortemente contrari.
E' ovvio, però, che nel momento in cui la maggioranza decide di andare avanti, ostinatamente, su un percorso che le opposizioni, o una parte di esse, ritengono non positivo, compito delle opposizioni è anche quello di provare a modificare e migliorare il testo.
Ci sarà, quindi, una serie di emendamenti che vanno proprio in questo senso, cioè provare a modificare sia la parte economico-finanziaria delle varie schede riguardanti i singoli ospedali sia nel contenuto, come posti letto e strutture all'interno della previsione di realizzazione edilizia.
Alcuni di questi emendamenti sono già stati presentati in Commissione e sono stati bocciati, forse anche senza particolare attenzione - se mi si permette - della maggioranza, dovuta forse anche a seguito di una serie di sedute consiliari che possono essere risultate pesanti.
Chiedo - ipotesi - di poter vagliare con molta attenzione gli emendamenti sapendo distinguere quelli che vanno a incidere in direzione contraria rispetto alla volontà della maggioranza, rispetto a quelli che, invece portano delle migliorie senza stravolgere l'impianto normativo, economico e finanziario di questa deliberazione, che mi sembra riscuota il consenso della maggioranza, nonostante l'appello di ieri del collega Andrissi a fare, comunque, un passaggio al DIPE (Dipartimento di programmazione finanziaria nazionale) prima di esprimere, a cuor leggero, un parere su un impegno di spesa di oltre un miliardo di euro per i prossimi trent'anni.
Queste, però, sono scelte che una maggioranza consapevolmente fa.
Col primo emendamento - lascerò poi la parola ai colleghi - si richiede la realizzazione di un'area dedicata alle attività esterne dell'asilo nido aziendale.
Ipotizziamo, quindi, la realizzazione di un asilo nido aziendale. In effetti, si rilevano grandi carenze in tutte le aziende private - e spesso anche nelle aziende pubbliche.
Per questo motivo, chiediamo che l'ASL, che è un'azienda pubblica riconosca la necessità di avere un nido aziendale e, poi, anche uno spazio esterno (un'area verde, in questo caso) fruibile per le attività esterne dell'asilo nido aziendale.
Visto che in futuro si tornerà ad assumere medici ed infermieri, (forse più in là, anche amministrativi), e poiché, oramai, una parte preponderante di queste figure professionali è costituita da donne. Un tempo la professione del medico era fortemente connotata in senso maschile, adesso più del 50% sono donne; non parliamo degli infermieri, lavoro svolto al 75 da donne. Si spera, quindi, in futuro, nel miglioramento delle condizioni socio-economiche del Paese (welfare), e in una maggiore natalità - giusto per bilanciare il tema delle pensioni - per cui si ipotizza la necessità di un servizio di questo genere in una grande realtà aziendale come quella della Città della Salute di Novara.



PRESIDENTE

Ci sono altri Consiglieri che desiderano intervenire? Ricordo a tutti i colleghi che gli interventi sono di tre minuti.
È chiaro che, avendo tanti emendamenti, se uno volesse presentarne tre o quattro assieme, può farlo (però qualcosa detraiamo).
Ha chiesto la parola il Consigliere Segretario Bertola, che interviene in qualità di Consigliere regionale; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Penso che illustrerò un emendamento alla volta, attenendomi scrupolosamente alle tempistiche previste dal Regolamento.
Inizia l'esame in aula di questa delibera sull'edilizia sanitaria; inizia oggi e proseguirà tra due settimane, poiché la prossima settimana, vista anche l'assenza dell'Assessore Saitta, discuteremo di un articolo della nuova legge sulla caccia.
Il primo allegato riguarda la Città della Salute e della Scienza di Novara.
Il testo contiene un riferimento ad un'area da destinare al verde: "L'opera occuperà un'area di superficie territoriale di circa 390.000 metri quadri dei quali 134.000 di proprietà della Regione e 256.000 da espropriare.
Di tale area verranno edificati 163.000 metri quadri, mentre i restanti 227.000 verranno destinati a verde".
Il fatto è assai apprezzabile, al punto che noi proponiamo di aggiungere la seguente frase: ".con la realizzazione di un'area appositamente recintata ed attrezzata, dedicata esclusivamente ad attività esterne dell'asilo nido aziendale".
Quest'area del nuovo ospedale da destinare al verde la troviamo particolarmente adatta ad attività esterne del nido aziendale. Ovviamente pensando a strutture sanitarie nuove, pensiamo a strutture moderne, quindi riteniamo si debbano anche recepire tutte le migliorie, non solo dal punto di vista costruttivo, ma anche dal punto di vista della vivibilità, che si sono fatte in questi anni.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Andrissi; ne ha facoltà.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Parliamo della Città della Salute e della Scienza di Novara, che si estenderà su un'area di 390.000 metri quadri, dei quali 134.000 di proprietà della Regione Piemonte (aree demaniali che dovranno essere bonificate).
Presto la proprietà passerà dalla Regione Piemonte all'Azienda Ospedaliera e dovrà iniziare la bonifica, essendo stato un deposito militare. La bonifica, dunque, oltre a riguardare le superfici di copertura di questi edifici militari (eternit), riguarderà anche i terreni.
Noi crediamo che sia importante, per i numerosi operatori sanitari della futura Città della Salute, conciliare tempo e lavoro, per cui riteniamo utile realizzare anche un asilo nido aziendale con annessa un'area verde per una possibile fruizione da parte dei bambini presenti in questo asilo nido.
Ritorno, comunque, su un discorso aperto ieri. Nei numerosi documenti dell'Azienda Ospedaliera Sanitaria di Novara non abbiamo potuto riscontrare una relazione del DIPE nazionale (Dipartimento per la programmazione economica), che è il maggior esperto nazionale nel campo dei partenariati pubblici-privati.
Credo che questa mancanza non consenta di poter esprimere una valutazione tecnica di quello che ci appropinquiamo ad approvare: parliamo di una relazione tecnica di un organismo statale del Ministero dell'economia, che è l'organo più competente a livello nazionale. Credo che questa mancanza sia importante, e non consenta ai Consiglieri regionali di fare una piena valutazione tecnica di quanto ci accingiamo ad approvare.



PRESIDENTE

Ricordo ai Consiglieri che non sono primi firmatari che il tempo a disposizione per l'illustrazione è di due minuti. Non me lo fate ripetere sempre, cercate di rispettare i tempi.
Ha chiesto la parola la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Con questo emendamento interveniamo sulla scheda relativa alla Città della Salute e della Scienza di Novara e cerchiamo di richiamare la vostra attenzione su quello che è uno dei nostri chiodi fissi: mi riferisco all'asilo nido aziendale.
Avevamo già cercato di inserire questa proposta nel progetto del grattacielo unico della Regione; proposta che, tra l'altro, prevedeva anche il coinvolgimento della comunità circostante. Purtroppo, , non siamo riusciti a far approvare la nostra proposta, ma crediamo , assolutamente doveroso portare l'attenzione su questo tema e riproporre la questione ogni volta che si affronta il tema di un edificio pubblico in progettazione.
Quindi, chiediamo di prevedere la realizzazione di un'area verde appositamente recintata ed attrezzata, dedicata esclusivamente alle attività esterne dell'asilo nido aziendale. Questo presuppone che la struttura abbia un asilo nido aziendale e questo sarà ovviamente oggetto di un altro nostro emendamento. Riteniamo, infatti, che l'asilo nido aziendale sia una struttura assolutamente necessaria, soprattutto in un ambiente in cui sicuramente lavoreranno molte donne e magari su turni - e il fatto di avere un asilo nido a disposizione in vicinanza del luogo di lavoro è sicuramente un aiuto nella gestione degli orari di lavoro e del tempo dedicato alla famiglia. Oltre alla presenza dell'asilo nido chiediamo che all'interno di quest'area verde..
All'Assessore o non piace il mio emendamento oppure. partiamo già male oggi, qualcosa mi dice che le nostre proposte saranno.



(Commenti fuori microfono)



FREDIANI Francesca

Dice "valutate con attenzione", ma esce mentre le illustro. Diciamo che la giornata parte male.



PRESIDENTE

La giornata parte male, anche per il fatto che ci sono 30 persone che parlano tra loro.
Se vogliamo incominciare questa discussione in maniera serena, com'è auspicabile, invito i Consiglieri a consentire ai colleghi che presentano degli emendamenti di poterlo fare.
Ha chiesto la parola il Consigliere Mighetti; ne ha facoltà.



MIGHETTI Paolo

Grazie, Presidente.
Questo emendamento semplicemente si collega ad un'altra proposta emendativa relativa ai nidi aziendali ed intende inserire quello che sostanzialmente è anche un obbligo di legge relativo alle dotazioni di aree verdi dedicate all'attività didattica all'interno di questo nido aziendale. Sappiamo bene quanto sia importante inserire queste aree aperte all'interno delle strutture per l'infanzia; aree verdi che vengono utilizzate nei mesi più favorevoli dell'anno per l'attività ludico-motoria dei bambini.
È importante inserire questa modalità di intervento nel progetto generale per dare, da un lato, il giusto servizio a chi lavora all'interno della Città della Salute e della Scienza di Novara e, dall'altro, per garantire gli standard che sono ormai di legge da tanti anni all'interno di una struttura del genere.



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 45) presentato da Bono, Andrissi, Bertola, Campo Frediani, Mighetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Proseguiamo negli emendamenti che riguardano la necessità di creare delle aree verdi ad uso e consumo dei pazienti più fragili, in particolar modo i bambini e le mamme, soprattutto per quanto riguarda le aree specialistiche di Ostetricia, Ginecologia, Pediatria e Terapia Intensiva Neonatale. È prevista una superficie di 13.411 metri quadrati ospitante queste tre branche specialistiche, però riteniamo che il tema della umanizzazione degli ospedali e delle realtà ospedaliere sia un tema fondamentale, che non si esplichi solamente con l'apertura delle porte dei reparti per permettere un contatto continuo con i parenti dei pazienti - cosa che, a volte, tra l'altro, complica anche un po' la vita degli operatori sanitari che operano all'interno della struttura perché vedono un via vai continuo di persone di parenti e quant'altro che, molto spesso, aiutano ma a volte non aiutano un giorno mi piacerebbe tornare su questo tema insieme ai colleghi della IV Commissione e all'Assessore Saetta.
L'umanizzazione si ottiene non solo all'interno delle strutture, ma anche con la previsione di spazi esterni fruibili o in caso di convalescenza o comunque da parte di bambini che hanno patologie gravi. Per cui non basta solo dare un bel colore alle pareti delle corsie dei reparti ospedalieri attaccare due o tre immagini colorate e divertenti (cosa che aiuta) ed avere una stanza giochi e chiamare ogni tanto qualche volontario di qualche associazione a farli sorridere, così come i progetti di pet-therapy e quant'altro, ma sarebbe anche importante avere degli spazi verdi esterni fruibili tendenzialmente nella bella stagione ma possibilmente compatibilmente con le condizioni meteorologiche, anche nella cattiva stagione.
È dimostrato da studi scientifici, infatti, che l'interazione e non solo la distrazione, quindi il potersi rilassare rispetto ad una situazione di stress che il bambino vive rispetto alla condizione di malattia - cosa difficile da spiegare da un punto di vista tecnico, educativo e scientifico ad un bambino molto piccolo - l'aiuto di un setting più rilassante, più piacevole e comprensivo di uno spazio verde aiuta a migliorare la prognosi e/o a ridurre la degenza ospedaliera. Sono interventi che hanno un loro significato clinico, scientifico ed assistenziale e pertanto chiediamo di poterli prendere in considerazione.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Bertola; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Accennavamo già prima della nostra proposta di sfruttare al meglio l'area verde all'interno del perimetro della nuova Città della Salute e della Scienza di Novara. Con questo emendamento aggiungiamo questa frase "verrà predisposta un'area verde dedicata alla Casa della donna e del bambino dedicata esclusivamente ai pazienti pediatrici".
Pare a noi essere una buona idea quella di sfruttare al massimo delle sue possibilità quest'area verde e di permetterne la fruibilità da parte dei pazienti pediatrici e, ovviamente, dei loro familiari. Sappiamo bene come poter stare all'aria aperta, per i pazienti che hanno condizioni di salute che lo permettano, possa migliorare lo stato dell'umore e anche, di conseguenza, le condizioni di salute. È un dato assodato, scientifico, che nelle strutture sanitarie dove ci sono delle iniziative che favoriscono il mantenimento di un buon tono dell'umore, ad esempio dando la possibilità di vedere il proprio animale domestico all'interno della struttura ospedaliera, migliora anche le condizioni di salute. Inoltre, è facile prevederlo, in quanto stiamo studiando una struttura nuova, mentre quando ci inseriamo in realtà già esistenti spesso non c'è lo spazio o la possibilità di realizzarlo. Invece, quando andiamo a studiare delle strutture nuove, è bene fin da subito prevedere queste aree, che sono assolutamente adeguate allo scopo.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Frediani.



FREDIANI Francesca

Rimaniamo sul tema dell'area verde e chiediamo la predisposizione di un'area dedicata alla Casa della Donna e del Bambino, quindi dedicata ai pazienti pediatrici.
Come anticipavano i colleghi, la degenza - nel caso in cui si parli di bambini - è particolarmente difficile, perché i bambini sono abituati ad avere il loro mondo, le loro abitudini, la vicinanza dei genitori. Quando si trovano a dover affrontare un ricovero che può anche prolungarsi nel tempo, è necessario mettere in atto tutte le azioni possibili per cercare di ricreare un ambiente il più possibile piacevole e familiare. Pertanto questa nostra proposta va, come l'emendamento precedente, nella direzione di agevolare le famiglie. Parliamo, in questo caso, delle famiglie dei piccoli ricoverati e chiediamo che all'interno di questo progetto sia previsto uno spazio dove le famiglie possano ricreare un loro mondo e questo possa consentire di superare con più serenità il periodo di ricovero.
Sono tanti piccoli accorgimenti (piccoli neanche tanto), insomma sono tante attenzioni che, messe tutte insieme, possono far sì che anche l'ospedale diventi un ambiente, non dico piacevole, ma se non altro sereno, dove si possa aiutare a superare dei momenti di difficoltà sia i pazienti che i loro familiari.
Il collega Bertola ricordava indirettamente la nostra proposta - accettata tra l'altro - di trovare degli spazi all'interno delle strutture sanitarie per consentire di incontrare gli animali domestici; siamo ancora in attesa del Regolamento d'attuazione. Ho saputo direttamente dall'Assessore Saitta che il Regolamento è in fase di redazione, quindi aspettiamo che venga approvato al più presto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Andrissi.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
L'emendamento 45) è un emendamento che noi riteniamo di buonsenso e pensiamo che possa essere approvato da quest'Aula consiliare. È un emendamento migliorativo, che chiede di predisporre un'area verde dedicata alla Casa della Donna e del Bambino, dedicata esclusivamente ai pazienti pediatrici. Parliamo di bambini che possono essere ricoverati nei reparti pediatrici dei nostri ospedali: rendere un'area verde fruibile ai bambini ricoverati potrebbe essere un aiuto sicuramente dal punto di vista psicologico ed anche per il superamento di quei momenti di difficoltà che hanno portato al ricovero.
Come sosteneva la Consigliera Frediani, oltre a questo abbiamo avanzato una proposta sulla pet therapy, cioè la possibilità di portare animali domestici negli ospedali, cosa già prevista per il trattamento di pazienti cronici (pensiamo al decadimento cognitivo o pazienti con l'Alzheimer. C'è addirittura tutta una teoria sull'utilizzo di parchi pubblici e l'attrezzatura di parchi pubblici per questo tipo di pazienti, perch l'interazione con l'ambiente naturale porta benefici addirittura di tipo organico. Ci sono architetti specializzati in questo tipo di giardini per i pazienti con patologie croniche, pertanto ritengo che si possano realizzare questo tipo di strutture per pazienti pediatrici e, in questo modo, dare benefici fisiologici ai pazienti stessi.



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 89) presentato da Bono, Andrissi, Bertola, Campo Frediani, Mighetti, Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Questo è più un emendamento da Mighetti che da Bono, nel senso che tratta di efficientamento energetico e di riduzione dei costi del riscaldamento dell'edificio e, in particolar modo, chiede di prevedere la realizzazione di un impianto solare termico di potenza superiore almeno del 10% dei rispetto ai limiti imposti dalla normativa per edifici pubblici.
Vi è già una serie di vincoli per quanto riguarda la realizzazione con tecniche di efficienza e di risparmio energetico, quali appunto i pannelli solari e fotovoltaici che producono energia elettrica, che servirà soprattutto per i consumi estivi (i consumi estivi per il raffrescamento crescono molto per via dell'utilizzo dell'energia elettrica); in questo caso parliamo invece di un impianto solare termico per la produzione di acqua calda. È un impianto importante per ridurre, anche in questo caso, i consumi o di metano o energetici elettrici per gli usi dell'ospedale e noi speriamo che - ci sono già dei vincoli di legge che poi i colleghi più esperti di me in materia potranno illustrare - ci sia un di più, cioè non si faccia il minimo indispensabile e che quindi, nel momento in cui si dovesse andare avanti su questi progetti, nel bando sia previsto un punteggio maggiore per coloro i quali introducono ulteriori forme di efficientamento e di risparmio energetico.
È vero che noi avremo - e questo è uno dei problemi del partenariato pubblico-privato - un costo fisso per quanto riguarda i canoni di riscaldamento ed energia, ma questa è una delle storture che cerchiamo di sollevare e sollecitare in tutti i modi, nel senso che, se un domani dovessimo trovare una fonte di energia a costo zero (o quasi), saremo comunque vincolati a pagare un canone di energia e di riscaldamento fisso al concessionario costruttore che ci concede l'utilizzo della struttura realizzata per trent'anni.
Uno potrebbe anche dire: "Chi se ne frega del miglioramento energetico e del risparmio energetico?". Tuttavia, dal punto di vista delle emissioni di anidride carbonica, dell'inquinamento e quindi della salute, non possiamo esimerci dal chiedere dei risultati anche sfidanti rispetto a quelli che saranno i partecipanti al bando e poi ai costruttori. Nonostante questa grave pregiudiziale che ho detto prima, ovvero di avere un canone fisso annuale per trent'anni, chiediamo che i costruttori si impegnino veramente nelle logiche del risparmio e dell'efficienza energetica.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bertola.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Ritengo questo emendamento molto importante, parlando di una struttura che deve essere il più possibile moderna. Infatti, dopo la frase in cui si parla dei parcheggi e si dice che "verranno inoltre realizzati parcheggi in parte esterni ed in parte interni per una superficie di 43.000 metri quadrati, per una capienza di 1.700 posti", proponiamo di inserire questa frase: "Nel progetto sarà prevista la realizzazione di un impianto solare termico di potenza superiore almeno del 10% dei limiti imposti dalla normativa per gli edifici pubblici".
È bene che una struttura così nuova sia il più possibile moderna, sia il più possibile efficiente dal punto di vista energetico, sia anche il più possibile autonoma dal punto di vista energetico. Poi è vero quello che ha detto il collega Bono: qui si va anche a vedere un po' il contrasto tra la volontà di realizzare delle strutture che non siano solo moderne il giorno in cui si posa la prima pietra o il giorno in cui si taglia il nastro per l'inaugurazione, ma anche per un certo numero di anni, quindi non bisogna attenersi solo alle previsioni di legge, ma occorre cercare di andare un po' oltre.
Dicevo che vi è un contrasto. Nel canone ci sono già dei costi fissi per riscaldamento e raffrescamento, quindi i costi energetici sono già fissati prima, e questo è un po' un controsenso (certamente non solo perché si pagano diversamente). Ad ogni modo, l'auspicio è che comunque si possa o si debba realizzare una struttura che, dal punto di vista energetico, sia nel XXI secolo e non nel XX.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MOTTA



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Mighetti.



MIGHETTI Paolo

Grazie, Presidente.
Veramente questo è un emendamento "più da Bono che da Mighetti", perché io lo vedrei più come un impianto solare senza il termico. Il succo dell'emendamento non è tanto la descrizione dell'impianto che intendiamo definire, quanto la sostenibilità energetica degli edifici che andiamo a realizzare per la Città della Salute e della Scienza di Novara. Il concetto è creare un qualcosa che sia più virtuoso degli obblighi di legge attuali poi chiaramente quale sia il sistema di riscaldamento e raffrescamento lo si dovrà vedere in un progetto concreto sul campo.
Una raccomandazione che mi sento di fare a microfono, visto che siamo nel tema di risparmio energetico e di costi di riscaldamento e raffrescamento è quella relativa allo star bene attenti alle accise sui carburanti. In altri casi, con l'ipotesi di utilizzo del teleriscaldamento, si stava per compiere un grosso passo falso, in quanto le strutture ospedaliere non sono soggette al pagamento delle accise sui carburanti, e questo non va sottovalutato nelle logiche di andare a quantificare quelli che sono di gli impianti più idonei per il risparmio energetico in queste strutture.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Andrissi.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Il tema forte è che, effettivamente, per la remunerazione della società veicolo, è prevista la gestione degli impianti di fornitura di energia ma nel momento in cui noi prevediamo che il partenariato, in parte, si ripaghi con il consumo energetico, comprendete che siamo in una situazione di impasse pesante. Se noi realizziamo un progetto dal punto di vista ambientale fortemente innovativo, abbattiamo i consumi energetici e, di conseguenza, abbattiamo la remunerazione della società-veicolo.
Se a ciò aggiungiamo che non è previsto un concorso pubblico per il progetto, ma sarà la società vincente della gara di partenariato poi decidere il progetto, ci troviamo in una situazione di ancora maggiore difficoltà. E' chiaro che nel momento in cui facciamo un concorso pubblico per il progetto, possiamo, in qualche modo, intervenire a monte. Nel momento in cui scegliamo un sistema di finanziamento che è il partenariato pubblico-privato, sarà la società-veicolo che deciderà il progetto che poi porterà la realizzazione della Città della Salute di Novara. Questo ci impedisce, in qualche modo, di intervenire con un progetto che abbia dei requisiti funzionali al sistema pubblico e al possibile risparmio energetico.
Il progetto è realizzato dalla società-veicolo del partenariato ed è parte del canone di disponibilità, proveniente dal costo dell'energia: siamo in un conflitto di interesse pesantissimo e che potrebbe inficiare la possibilità di realizzare opere, con un ridottissimo impatto ambientale.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi dell'Istituto Comprensivo di Frazione Tedeschi di Leinì


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti dell'Istituto Comprensivo di Frazione Tedeschi Leinì in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.


Argomento: Edilizia sanitaria e ospedaliera

Esame proposta di deliberazione n. 281, inerente a "Rete ospedaliera regionale. Programma di interventi in edilizia sanitaria" (seguito)


PRESIDENTE

Riprendiamo l'esame della deliberazione n. 281.
Siamo all'emendamento rubricato n. 89 Ha chiesto di intervenire il Consigliere Valetti; ne ha facoltà.



VALETTI Federico

Al di là di dei costi di realizzazione di un'opera in partenariato, una cosa molto importante è incidere sui costi gestionali dell'edificio. E' questa la ratio dell'emendamento che chiede sia prevista l'installazione di impianti solari. In questo caso si tratta del servizio di acqua calda sanitaria e di riscaldamento, ma pensiamo anche all'importante contributo del fotovoltaico nell'abbattimento delle spese di gestione elettriche che in un impianto che è comunque operativo h24, ha delle incidenze piuttosto importanti.
Crediamo di seguire semplicemente delle linee guida molto semplici e molto operative anche sull'abbattimento della spesa di gestione e sull'impatto energetico di edifici pubblici. Abbiamo l'occasione, potendo progettare delle strutture interamente da zero, di avere anche un abbattimento dei costi. Se l'edificio è progettato in maniera da integrare nelle fonti rinnovabili l'abbassamento dell'energia richiesta dall'edificio, i costi sono assai inferiori piuttosto che adattare edifici esistenti per l'installazione di impianti di pannelli solari termici e fotovoltaici.
Questo è il senso di questo emendamento.
Ovviamente non è che si escluda che non possa succedere lo stesso, ma specificarlo crea anche dei vincoli progettuali sin dall'inizio e permette alle aziende, che progettano gli edifici, di tenerne conto sin dall'inizio anche nella conformazione degli edifici.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Dopo le precedenti proposte che riguardavano l'asilo nido e la disponibilità di un'area verde dove i pazienti pediatrici potessero godere di area aperta, facciamo delle proposte che intervengono, invece, sulla struttura vera e propria e, in particolare, sulla gestione dell'energia.
Proponiamo la realizzazione di un impianto solare termico, di potenza superiore almeno al 10% dei limiti imposti dalla normativa per edifici pubblici. È una proposta che va nella direzione del risparmio energetico anche dell'utilizzo di fonti rinnovabili, come diceva anche il collega Valetti. ovviamente, la struttura ospedaliera avrà bisogno di molta energia rispetto alla quale dovremmo studiare forme più opportune per consentire sia il risparmio energetico sia il raggiungimento di condizioni ottimali all'interno dell'edificio. Questo nostro emendamento va nella direzione di realizzare degli impianti che siano anche poco impattanti o per nulla impattanti dal punto di vista ambientale.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera.
Emendamento rubricato n. 95) presentato da Bono, Andrissi, Bertola, Campo Frediani, Mighetti, Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Proseguiamo in una serie di emendamenti che riguardano l'efficientamento e il risparmio energetico della struttura della Città della Salute e della Scienza di Novara. Se prima parlavamo di impianto solare termico per la realizzazione di acqua calda ai fini sanitari, in senso più ampio, in questo caso parliamo di realizzazione di un impianto fotovoltaico tagliato di potenza sufficiente a coprire la maggior parte di fabbisogno di energia elettrica degli edifici. E' ovvio che dipenderà molto dalla tipologia di realizzazione della copertura del tetto, quindi dell'esposizione (su questa parte c'è chi ne sa molto di più del sottoscritto). È evidente che anche la valutazione dei progetti che parteciperanno al bando, dovrà valutare questi punti. Fermo restando che, ripeto, il cannone di riscaldamento ed energia sarà costante e quindi indirettamente l'ASL e/o la Regione non avrà un beneficio evidente, ma è altresì evidente che è una misura che serve per dettare una linea. Gli edifici pubblici, anche se per trent'anni saranno comunque di proprietà dei privati in gestione al pubblico, previo pagamento di un canone oneroso multimilionario, devono tracciare una linea di edifici sostenibili. Edifici ad energia quasi zero, come si suol dire, se non zero pur essendo gli ospedali, molto più energivori rispetto a una casa. È evidente che tenere una struttura ospedaliera molto grande con tutti i suoi spazi intermedi (aree comuni, corsie, corridoi, eccetera) ha un costo energetico notevole sia di riscaldamento, in inverno, sia di raffrescamento, - soprattutto di raffrescamento - in estate. È evidente che una buona realizzazione, un buon involucro, un buon isolamento, delle buone tecniche di riscaldamento e di raffrescamento possono permettere di abbattere significativamente i costi.
Quindi chiediamo che, poiché abbiamo visto in passato alcune strutture nuove come l'Ospedale di Biella, per il quale era previsto il tetto coperto da pannelli fotovoltaici che, alla fine, a causa di mancanza di fondi per la realizzazione nella parte conclusiva dell'ospedale, non sono stati posti sul tetto.
Chiediamo una particolare attenzione su questo tema, anche perché dopo il termine della concessione, cioè dopo trent'anni (arrotondo a 30, perché in un caso sono 26 e nell'altro 28, quindi 30 per semplificare) è ovvio che la struttura resta a noi e a quel punto avremmo un vantaggio diretto rispetto ai costi.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bono.
La parola al Consigliere Mighetti.



MIGHETTI Paolo

Grazie, Presidente.
Quest'emendamento a livello tecnico, forse, è migliore del precedente, in quanto sappiamo bene quanto si sia avviato negli ultimi anni, specialmente negli edifici che utilizzano in maniera preponderante energia elettrica anche per la parte relativa al raffrescamento, e agli edifici come gli ospedali che necessitano non solo di climatizzazione, ma di ricambi d'aria continui, spesso commisurati anche ad obblighi di legge ben precisi, come per le sale operatorie. Per questi edifici, appunto, è oltremodo necessario un approvvigionamento energetico elettrico che è integrato con un impianto di climatizzazione. Per questo motivo è necessario avere una fonte di energia, come il fotovoltaico, che sia da serbatoio per i consumi dell'edificio stesso.
Ci sono anche molti altri accorgimenti che possono creare un organismo completamente indipendente dal punto di vista energetico; tra questi, il geotermico, le sonde geotermiche e poi tutta una serie di caratteristiche intrinseche alla costruzione dell'edificio, che lo rendano meno vulnerabile dal punto di vista delle dispersioni e più virtuoso dal punto di vista della captazione di quelli che sono gli apporti gratuiti solari, attraverso l'involucro dell'edificio. Non da meno, sono da valutare tutte le questioni relative all'illuminazione e all'illuminazione naturale all'interno dell'edificio stesso.



PRESIDENTE

Grazie, collega Mighetti La parola al Consigliere Segretario Bertola, che interviene in qualità di Consigliere.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Siamo ancora sulla parte relativa all'efficienza energetica che vorremmo avesse la nuova Città della Salute e della Scienza di Novara.
Con l'emendamento n. 95) proponiamo di ".prevedere la realizzazione di un impianto fotovoltaico di potenza sufficiente a coprire la quasi totalità dei fabbisogni di energia elettrica degli edifici". È qualcosa che, ad esempio, è già stato previsto per quella che sarà, semmai un giorno verrà terminata la nuova Casa della Regione Piemonte, il grattacielo dalla Regione che se non altro, dal punto di vista energetico, è una struttura molto moderna; ripeto, forse, un giorno la vedremo terminata e quindi potremmo appurare di persona i benefici che possono consegnare quelle soluzioni.
È perfettamente logico che, pensando a una struttura punto di riferimento per l'area di Novara, per un certo numero di decenni, poiché abbiamo ospedali vecchi di secoli, dobbiamo pensare a qualcosa che sia, come dicevo prima, il più possibile moderno. Quindi, prevedere una totale autosufficienza dal punto di vista energetico con pannelli fotovoltaici ridarebbe la prova di quanto si voglia ragionare in termini di modernità di risparmio nell'utilizzo di fonti fossili e, quindi, anche di benefici per l'ambiente.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bertola.
La parola al Consigliere Andrissi.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
In questo caso, prevediamo l'utilizzo di energia fotovoltaica; un'energia che a livello mondiale ha un costo sempre più basso ed è sempre più efficiente. L'utilizzo dei pannelli fotovoltaici è efficace come ritorno energetico, con minori costi: oramai è competitiva con qualsiasi forma di produzione di energia elettrica.
Nel partenariato pubblico-privato, la società-veicolo, come dicevo prima, è in conflitto d'interesse pesantissimo, nel momento in cui parte del ritorno economico per la società-veicolo è dovuto alla fornitura di energia e di calore. Nel momento in cui ho previsto per 26 anni - 26 anni! - il periodo in cui pagheremo, come gestori pubblici, un canone di disponibilità, e parte del canone è data dalla gestione di servizi e in questi servizi ci sono la fornitura di energia e di calore, comprendete, cari Consiglieri che non è possibile prevedere un ospedale moderno, con una sostenibilità ambientale elevata. L'utilizzo dell'energia fotovoltaica, l'utilizzo della geotermia, l'utilizzo di tutte le fonti rinnovabili viene messa in forte dubbio dal meccanismo del partenariato pubblico-privato; in questo meccanismo è insito un conflitto d'interesse pesantissimo, non avendo neanche un concorso pubblico per il progetto, perché il concorso lo farà la società veicolo, al suo interno. Noi, come ha chiesto l'ordine degli architetti, non avremmo nessun concorso pubblico, né a Torino né a Novara.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Valetti; ne ha facoltà.



VALETTI Federico

Grazie.
Nell'emendamento 95) chiediamo che dopo le parole "1700 posti" sia inserita la seguente frase: "Nel progetto sia prevista la realizzazione di un impianto fotovoltaico per la potenza sufficiente a coprire la quasi totalità del fabbisogno energetico".
Questo è molto importante perché, dal momento in cui verranno affidati i progetti, noi non avremo più nessuna possibilità di incidere sui criteri di costruzione di questi edifici.
E' vero che sono inseriti i principi, anche in normative europee e nazionali, sul consumo elettrico e, in generale, sull'apporto energetico degli edifici pubblici, ma non sono comunque abbastanza stringenti da garantirci che questo tipo di opere verranno fatte.
La parte energetica elettrica è altrettanto importante come quella termica a volte anche di più, perché si tratta di un apporto costante durante tutto l'anno e in tutte le stagioni, anzi, durante le stagioni estive questo tipo di impiantistica può contribuire anche alla reazione e al raffrescamento dell'edificio sanitario.
Di solito, nelle stagioni calde si preferisce un impianto ad alimentazione elettrica, perché vi è una maggiore produzione di energia elettrica e quindi, si può usare per coprire anche i fabbisogni di climatizzazione interna degli edifici.
Abbiamo scritto "la quasi totalità" perché sappiamo che oggi è possibile specialmente su grandi strutture, ammortizzare il costo di applicazione degli impianti e degli accumuli energetici interni.
L'edificio, quindi, può davvero raggiungere la quasi autosufficienza energetica.
Ovviamente non vi è solo questo. Anche la conformazione, la classe energetica e l'energia che richiede l'edificio contribuiscono a questa autosufficienza, però lo vedremo più avanti, perché abbiamo numerosi emendamenti che provano a inserire dei paletti ben precisi sui criteri di costruzione.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Valetti.
Emendamento rubricato n. 104) presentato da Bono, Andrissi, Bertola, Campo Frediani, Mighetti, Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
L'emendamento 104) è il terzo di una serie di emendamenti che vanno a incidere sull'efficientamento energetico e sul risparmio energetico, sempre sulla scheda della Città della Salute e la Scienza di Novara.
Dopo aver presentato la richiesta di inserimento di un'adeguata copertura di solare fotovoltaico per la produzione di energia elettrica e di solare termico per la produzione di acqua calda, chiediamo anche la realizzazione ed integrazione con altre fonti, di produzione di energia termica di un impianto per lo sfruttamento dell'energia geotermica o, comunque, del calore presente nel sottosuolo, non necessariamente a livelli di impianti produttivi in zone con una forte geotermia come ad esempio la Toscana, ma comunque tramite lo sfruttamento di calore che c'è nel sottosuolo, rispetto a temperature più rigide che ci sono all'esterno.
Inoltre, la possibilità di valutare pompe di calore o altri meccanismi che permettano di ridurre gli oneri della bolletta termica e della bolletta energetica.
Come detto prima - e mi ripeto ancora volta, ma è importante, come concetto, che rimanga agli atti - per ventisei anni saremo comunque tenuti a pagare lo stesso canone energetico e termico.
E' un tema importante da sottolineare. Al termine dei ventisei anni, dal ventisettesimo anno potremmo avere dei benefici anche noi per quanto riguarda le bollette.
Quindi, se l'utilizzo del partenariato privato-pubblico, o pubblico privato, serve per garantire la realizzazione in tempi rapidi di una struttura di qualunque tipo, in questo caso ospedaliera, e per fa sì che venga realizzata bene (almeno queste sono le speranze e le aspettative di tutti, posto che abbiamo avuto già esempi, come il Grattacielo di Torino che hanno dimostrato un esito totalmente diverso), vogliamo che sia fatto bene in tutti i sensi, non solo come qualità costruttiva e antisismica, ma anche dal punto di vista energetico.
Questi interventi, quindi, vanno in questa direzione.
Noi riteniamo che sia possibile accogliere questi emendamenti anche nei testi delle schede, non prevedendo modifiche sostanziali nell'iter economico-finanziario che la Giunta e l'Assessore ci dicono essere stato concordato con il Governo, con il MEF, ma senza, per quello che noi sappiamo, un passaggio definitivo al DIPE.
Sono emendamenti che non vanno a stravolgere il documento e quindi possono essere approvati.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Mighetti; ne ha facoltà.



MIGHETTI Paolo

Grazie, Presidente.
Un approfondimento sull'emendamento.
La geotermia, al contrario di quanto si pensi, non sfrutta solo il calore del sottosuolo, ma sfrutta anche l'ambiente termico, cioè la capacità del sottosuolo di mantenere una temperatura più costante nei vari mesi dell'anno: una temperatura più alta in inverno e più bassa d'estate.
Per questo motivo viene utilizzata sia nel ciclo di raffrescamento sia nel ciclo di riscaldamento di un impianto costituito da una pompa di calore per esemplificare molto il sistema.
Non è un impianto che se serve solo alla parte di riscaldamento dell'edificio; serve per tutto l'anno per varie parti dell'impianto che funziona in maniera diversa.
Da questo punto di vista, e dal punto di vista generale delle questioni relative al contratto e alle forniture energetiche per la nuova Città della Salute e la Scienza di Novara, ribadisco il concetto che ho provato a esporre prima, relativamente al fatto che gli ospedali non sono soggetti alle accise sui carburanti.
È necessario, quindi, non commettere errori: le forniture di calore devono essere al netto delle accise, essendo, di fatto, destinate a pubblico interesse per lo svolgimento dell'attività di cure sanitarie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Segretario Bertola, che interviene in qualità di Consigliere regionale; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Nel bouquet di proposte del Movimento 5 Stelle riguardanti l'efficienza energetica - anzi, potremmo dire l'autosufficienza energetica - della nuova Città della Salute e della Scienza di Novara abbiamo inserito anche l'energia geotermica.
Infatti, con l'emendamento rubricato n. 104) proponiamo di prevedere nel complesso ospedaliero un impianto per lo sfruttamento dell'energia geotermica. Da questo punto di vista, ci sono diversi esempi, a livello nazionale, di come si possa sfruttare con efficacia questa fonte energetica, con una spesa iniziale che porterebbe a benefici nel tempo.
Ovviamente, bisogna anche verificare se in quell'area ci sono le condizioni per un impianto geotermico. Però, a nostro avviso, varrebbe la pena fare quest'approfondimento, perché questa misura, eventualmente insieme alle altre che abbiamo proposto, potrebbe veramente fare di questa nuova struttura un esempio anche per i futuri edifici, una sorta di "struttura di eccellenza" a livello nazionale anche da questo punto di vista.
Il messaggio è sempre quello di cogliere queste occasioni, trasformando questi momenti di criticità (siamo anche critici rispetto ad alcuni aspetti legati alla gestione e ai progetti per queste nuove strutture) in opportunità, per far sì che diventino un qualcosa all'avanguardia.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Andrissi; ne ha facoltà.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Con quest'emendamento chiediamo l'utilizzo dell'energia geotermica, altro capitolo importantissimo.
Numerosi grattacieli moderni trovano la copertura energetica con lo sfruttamento di questa energia, già a disposizione dei nuovi edifici più sostenibili. Addirittura, si potrebbe ottenere una copertura quasi totale! Ho personalmente visitato l'importante realizzazione eseguita a Novara dalla Caritas, sostenuta dalla Fondazione De Agostini, che gode di copertura energetica totale grazie alla geotermia.
Ma torniamo al discorso che abbiamo già avviato nei precedenti interventi: nel momento in cui il Piano economico e finanziario del 2016 prevede parte del canone di disponibilità coperto con la fornitura di energia e calore ci troviamo in un conflitto di interesse pesantissimo; questo porterà praticamente all'impossibilità di intervenire con le migliori tecnologie per il miglioramento della sostenibilità ambientale della Città della Salute di Novara.
È senz'altro un tema importante, che l'attuale maggioranza e questo Consiglio nel suo insieme dovranno in qualche modo affrontare.
Colleghi, esaminate il Piano economico e finanziario. Se non credete a quanto dico, sul Piano economico e finanziario potrete evincere la cifra prevista come remunerazione alla società-veicolo. Ed è prevista anche la fornitura: parliamo di una quota fissa per ventisei anni! Consiglieri di maggioranza, volete sinceramente approvare questo documento?



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Valetti; ne ha facoltà.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Quest'emendamento definisce la progettazione di un impianto di sfruttamento di energia geotermica al servizio del complesso ospedaliero. Questo emendamento, insieme agli altri da noi proposti, potrebbe essere la premessa di un complesso ospedaliero praticamente "passivo", quindi autosufficiente dal punto di vista energetico.
Ricordiamo che il geotermico è molto efficace sin dalle nostre latitudini e permette un'efficace fornitura di energia senza lo sfruttamento di fonti fossili (perché, sostanzialmente, nel riscaldamento dei nostri edifici, in Piemonte ma in generale nel nord Italia, la parte del leone la fanno ovviamente, il metano e le biomasse, quindi legno, pellet, eccetera).
Questo tipo di approccio ci consentirebbe, probabilmente, di disporre di un edificio interamente passivo. Dunque, il mix dato da fonti rinnovabili ad energia elettrica, acqua calda e geotermico, permetterà, effettivamente, di avvicinarsi a quello che può essere considerato un edificio "passivo".
Ovviamente, nelle fasi di progettazione degli spazi e delle esposizioni se ne dovrà tener conto, per non lasciare l'apporto solare naturale. Infatti questo tipo di edifici ha particolari conformazioni di spazi vetrati e di ulteriori esposizioni per ottenere il miglior apporto solare (in genere, si prevedono ampie superfici vetrate trasparenti a sud e maggiori isolamenti sul lato nord). Questi accorgimenti permetterebbero di avere un complesso che potrebbe davvero diventare un fiore all'occhiello, perché, che io sappia, sarebbe la prima volta in Italia (sicuramente nel nord Italia) che un edificio pubblico è progettato da zero con questi criteri.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Proseguiamo con le nostre proposte.
Anche questa, come la precedente, va nella direzione di cercare di rendere la struttura prevista a Novara un complesso autosufficiente dal punto di vista energetico.
A tal riguardo, chiediamo di fornire la struttura di un impianto per lo sfruttamento dell'energia geotermica.
È un tipo di energia che, come dicevano i colleghi che mi hanno preceduto consente di avere una copertura energetica ottimale, che potrebbe completare un piano energetico efficiente per l'intera struttura. Piano energetico che si potrebbe anche avvalere degli impianti fotovoltaici e solari che abbiamo proposto con altri emendamenti. Si va quindi nell'ottica del risparmio dal punto di vista economico, dal punto di vista dell'efficienza energetica e anche del minore impatto ambientale possibile considerando che stiamo parlando di una struttura molto estesa che andrà fortemente ad impattare sull'area vicina alla città di Novara.



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 3) presentato da Bono, Andrissi, Bertola, Campo Frediani, Mighetti, Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Questo emendamento presenta la richiesta di inserimento di un nido aziendale, quindi vedete riscritto tutto il secondo capoverso.
Sostanzialmente, non ci sono modifiche nella metratura, nella suddivisione degli spazi, nella ripartizione in 5 tipologie funzionali, cioè la parte di struttura ospedaliera con il numero di posti letto, la parte di strutturale universitaria di didattica e di ricerca, la Casa della donna e del bambino con le tre branche specialistiche di Ostetricia, Ginecologia, Pediatria e Terapia Intensiva Neonatale, l'edificio dei servizi con le strutture amministrative tecniche dell'azienda ospedaliera universitaria e l'incubatore di impresa. L'unica modifica è l'inserimento di un nido aziendale.
Ci sono 711 posti letto, quindi centinaia di lavoratori e, come ho detto prima, con le auspicabili assunzioni sempre più a breve - per un turnover fisiologico di età dovuto ad un'età media soprattutto della classe medica ma anche degli operatori del comparto sanitario molto elevata nel nostro Paese - ci saranno le sostituzioni ed entreranno persone giovani (in percentuale preponderante di sesso femminile), le quali speriamo che, in un'ottica di miglioramento delle condizioni socio-economiche del Paese ed incentivi alla famiglia a livello nazionale - e, perché no, anche a livello regionale - sempre in un'ottica di tenuta del welfare e del sistema pensionistico, avranno dei figli. Pertanto è auspicabile una struttura che li possa accogliere, per permettere la conciliazione dei tempi di vita familiare e lavoro nel miglior modo possibile, garantendo da una parte il mantenimento delle conquiste sociali degli ultimi decenni, per quanto riguarda il diritto al riposo per maternità, e dall'altra anche il possibile rientro all'attività lavorativa senza perdere troppo tempo. È l'ansia spesso dei professionisti di perdere competenza, di doversi riaggiornare oppure addirittura di non essere assunti se giovani donne in età fertile, magari non avendo avuto ancora figli oppure con il timore in futuro di contratti non a tempo indeterminato. Li abbiamo già visti anche nel comparto sanità di tutti i tipi e quindi vi è il timore magari di licenziamenti o di condizioni di trattamento salariale non eque.
Penso che sia un tema importante ed una conquista importante che si possa inserire in queste nuove strutture ospedaliere.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Come anticipato nell'illustrazione degli emendamenti precedenti, con questo emendamento andiamo a proporre la creazione di un nido aziendale all'interno della Città della Salute e della Scienza di Novara. È una soluzione che, secondo noi, può avere numerosi vantaggi da più punti di vista. Innanzitutto sappiamo che, per quanto viviamo in una società moderna, la cura dei bambini è affidata ancora prioritariamente alle madri madri che molto spesso sono costrette a rinunciare al lavoro, proprio perché non riescono a conciliare i tempi di vita e di lavoro. Il fatto di poter disporre di una struttura all'interno del luogo di lavoro porta numerosi benefici. Ne cito solo alcuni: innanzitutto il costo e il fatto che le strutture pubbliche e le strutture che accolgono i bimbi in età 0-3 sono purtroppo ancora rare sul nostro territorio e hanno lunghe liste d'attesa. Quindi, molto spesso occorre rivolgersi al privato oppure fare affidamento sulla disponibilità di nonni o altri parenti; pertanto avere una struttura all'interno del luogo di lavoro è sicuramente una convenienza dal punto di vista dei costi e dell'indipendenza della famiglia.
Inoltre, vi è il fatto di potersi affidare a personale qualificato, ma soprattutto nel caso di una struttura come questa, che è una struttura ospedaliera con orari sicuramente flessibili, anche il fatto di poter disporre di una struttura con orario flessibile, evitando alle madri e ai padri di correre avanti e indietro per recuperare i bambini sparsi chissà dove, per cercare di gestire il loro tempo. Si eviterebbe in tal modo anche l'assenteismo, che è un altro problema dei luoghi di lavoro, perché molto spesso le mamme, quando non riescono a gestire correttamente i loro bambini, sono costrette ad assentarsi dal lavoro, con gravi conseguenze ovviamente anche nel rapporto con i colleghi.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Andrissi; ne ha facoltà.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Questo tema è molto importante, perché riguarda la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro. Voglio fare un subemendamento all'emendamento, perch nella spiegazione c'è scritto solo "lavoratrici". Rivendico il fatto di essere stato un padre che portava i figli alla scuola materna e all'asilo nido - ho usato il tempo verbale al passato, visto che adesso sono più grandicelli e si arrangiano. Ma è un momento di difficoltà estrema per una famiglia, se non supportata dai santi nonni - soprattutto nel momento in cui, ad esempio mia moglie, non ha avuto la possibilità di aderire al telelavoro e, quindi, si doveva recare tutti i giorni a Milano: abito al confine con la Lombardia, in provincia di Novara.
Pertanto, per i lavoratori e le lavoratrici avere la possibilità di usufruire di un asilo nido aziendale sarebbe un passaggio importantissimo migliorerebbe la qualità della vita degli operatori sanitari di un ospedale Hub, con 700 posti letto (711 se non erro), quindi una struttura imponente riferimento per quattro province e, quindi, con numerosi lavoratori che si recano quotidianamente presso la struttura stessa. Un asilo nido aziendale sarebbe un salto di qualità, un miglioramento della qualità della vita e di conciliazione dei tempi di vita e di lavoro per questi lavoratori.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bertola.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
C'è una parte dell'allegato che prevede la descrizione generale della struttura, quindi la superficie della struttura ospedaliera, quella della struttura universitaria, della Casa della Donna e del Bambino, l'edificio dei servizi che saranno destinati ad ospitare le strutture amministrative e tecniche dell'Azienda ospedaliera universitaria, l'incubatore d'impresa. A tutto questo, noi abbiamo proposto d'inserire anche il nido aziendale: ci auguriamo che non venga fatto l'errore di progettare una struttura del genere senza un nido aziendale. Saremmo non nel XX, ma nel IX secolo giacché ormai tutte le moderne strutture lo prevedono. Del resto, ci siamo battuti affinché sia previsto nella futura, futuribile sede della Regione Piemonte - il futuribile grattacielo della Regione Piemonte - per migliorare la qualità della vita delle lavoratrici e, giustamente - come ha ricordato il collega Andrissi - anche dei lavoratori.
Pertanto, una struttura moderna sotto tutti i punti di vista, considerato che lo spazio per prevedere un servizio del genere - un nido aziendale c'è e riteniamo fondamentale prevederlo già in fase di progettazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Valetti.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Come giustamente annotato dai colleghi (mi rivolgo, in particolare, alla giusta osservazione del collega Andrissi, in merito alla parità dei generi), ci sono delle situazioni in cui i padri, quando si recano al lavoro, devono portare il proprio figlio al nido. È chiaro che se il nido è sul luogo di lavoro, si semplificano i tempi e, in più, si genera un esempio virtuoso di Pubblica Amministrazione, che cerca di ottimizzare l'efficienza del proprio sistema: sia la qualità della vita dei dipendenti sia un beneficio dal punto di vista dell'ambiente e della mobilità, perch questo consente ai lavoratori che si recano sul lavoro di non fare tragitti in più e perdere tempo e risorse nel portare i bambini all'asilo.
Attualmente, il nostro sistema sociale regge molto sul contributo dei pensionati, degli anziani, spesso nonni di famiglia che supportano i lavoratori e le lavoratrici italiane; ma purtroppo questo non è sempre possibile.
Quindi, almeno quando si fanno dei progetti di edilizia pubblica partendo da zero, bisogna pensare di mettere tutti gli accorgimenti che rispondono a tutte le linee guida nei termini di miglioramento delle qualità del lavoro: un lavoro più umano e più vicino alle famiglie, per permettere alle persone di scegliere liberamente se avere o non avere figli e non essere costretti dalle condizioni economiche e del mercato del lavoro odierno a fare delle scelte molto importanti.
Allo stesso tempo, dal punto di vista ambientale facciamo sicuramente un favore anche relativamente alla razionalizzazione dei trasporti e della mobilità delle persone lavoratrici.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Mighetti.



MIGHETTI Paolo

Grazie, Presidente.
Chiaramente, le strutture in oggetto hanno un'importanza anche dal punto di vista logistico e funzionale. Avere dei dipendenti che usufruiscono del servizio di nido aziendale garantisce agli stessi una sorta di ammortizzatore, anche perché si tratta di personale che spesso lavora sull'emergenza. Non è facile comprendere, per esempio, le problematiche di un operatore del servizio sanitario da parte di operatori di altri nidi privati o pubblici, che non hanno a che fare con persone che svolgono questo tipo di attività professionale. Avere all'interno dell'Azienda sanitaria e del luogo di lavoro in senso lato un nido aziendale permetterebbe a queste persone di avere una flessibilità maggiore nel gestire i propri tempi, sia di lavoro sia di vita privata. Questo non è poco, sia dal punto di vista psicologico per i singoli lavoratori sia dal punto di vista di gestione di un qualsiasi reparto di una struttura sanitaria importante come questa.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi della Scuola Media statale "Dante Alighieri" di Torino


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti della classe II E, della Scuola Media statale "Dante Alighieri" di Torino in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.


Argomento: Edilizia sanitaria e ospedaliera

Esame proposta di deliberazione n. 281, inerente a "Rete Ospedaliera Regionale. Programma di interventi in edilizia sanitaria" (seguito)


PRESIDENTE

Riprendiamo l'esame della proposta di deliberazione n. 281.
Emendamento rubricato n. 74) presentato da Bono, Andrissi, Bertola, Campo Frediani, Mighetti, Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Un altro tema che riteniamo molto importante. Non vedo l'Assessore Saitta.



PRESIDENTE

Chiamate l'Assessore Saitta.



BONO Davide

C'è il Presidente Chiamparino. Presidente Motta, se mi autorizza vado avanti, visto che c'è il Presidente Chiamparino.



PRESIDENTE

Assolutamente sì, la Giunta è altamente rappresentata.



BONO Davide

Prima non l'avevo vista, Presidente Chiamparino, quindi riporterà all'Assessore Saitta che sta analizzando attentamente il nostri emendamenti.
Questo è un altro tema che riteniamo molto importante da un punto di vista prettamente scientifico: realizzare un servizio mensa con cucine in loco. È una cosa di cui abbiamo parlato all'interno delle Commissioni consiliari e che penso condividiamo tutti.
Il solito problema, dicevo all'Assessore Saitta, sono i costi. Da un punto di vista scientifico, si è visto che la possibilità di cucinare i pasti in loco e possibilmente utilizzare prodotti freschi - non dico biologici, non dico a chilometri zero perché sarebbe troppo - migliora la degenza in maniera statisticamente significativa, sia in qualità sia in durata.
A mio parere, potremmo provare a prevedere, sempre nell'ottica di emendamenti un'analisi dei costi-benefici.
Mi sembra che il servizio mensa sia anch'esso all'interno del contratto di partenariato pubblico-privato, quindi valutiamo. Come dite? No? Okay. Ecco avevo questo dubbio.
Non è all'interno del partenariato pubblico-privato quindi, nel momento in cui ci dovessero fornire lo spazio per cucinare all'interno, a quel punto potremmo anche avere un servizio esternalizzato come personale, ma interno alla struttura, ricavandone un grande beneficio.
Io so che in quasi tutte le realtà ospedaliere - che ho frequentato da studente universitario, un po' da tirocinante, successivamente da medico e ancora dopo da Consigliere regionale - quella dei pasti è un'esperienza molto formativa: diciamo che spesso non invoglia né come odore né come sapore. È un dato su cui dovremmo riflettere e anche in questo caso potremmo veramente inserire un punto qualificante in questa proposta.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Frediani.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Di solito, sul cibo in ospedale si sprecano le battute perché è un classico in riferimento alla qualità di quello che viene fornito e anche un po' al tipo di alimentazione che viene proposta quando si è ricoverati. Lo stesso discorso vale anche per il personale, che molto spesso condivide il menù servito ai pazienti.
Questo nostro emendamento chiede di prevedere un servizio mensa con cucina in loco adibita alla preparazione dei pasti sia per i pazienti sia per il personale, e io aggiungerei, visto che l'abbiamo proposto, anche per i bambini che frequentano l'asilo nido, perché il fatto di avere una cucina consente anche di utilizzarla per i piccoli che frequentano l'asilo nido aziendale (è una proposta che abbiamo portato negli emendamenti precedenti e che speriamo trovi accoglimento).
Tutto questo comporterebbe ovviamente dei vantaggi dal punto di vista della qualità dei prodotti, con conseguenze anche rispetto alla salute, perch sappiamo che, quando si mangia bene, si sta anche meglio e questo discorso vale ancor di più se parliamo di una struttura ospedaliera. Tra l'altro, il fatto di avere una cucina in loco apre anche ad altri scenari che potrebbero magari prevedere il coinvolgimento di strutture scolastiche vicine, perché no? Il fatto di avere un centro cottura con adeguati spazi e personale dedicato potrebbe anche portare il territorio a prevedere delle forme di collaborazione per utilizzare questi spazi, anziché affidarsi alle solite cooperative che portano i pasti precotti all'interno delle strutture scolastiche.



PRESIDENTE

Ci sono altri interventi? Prego, Consigliere Bertola.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Con l'emendamento n. 74), proponiamo di inserire, nella parte relativa alla descrizione generale, al quarto punto del secondo capoverso, le seguenti frasi: ". compreso il servizio mensa con cucina in loco adibita alla preparazione dei pasti per pazienti e personale". Noi riteniamo questa una questione fondamentale.
È già stato detto dai colleghi come il poter consumare un cibo fresco, un cibo cucinato in loco, un cibo sicuramente di migliore qualità proprio con riferimento alla qualità della materia prima e sperabilmente con la possibilità di vincolare a dei cibi il più possibile di filiera corta, il più possibile provenienti da agricoltura biologica, vada poi a migliorare le condizioni di salute in primis dei degenti, andando quindi ad accorciare i tempi di degenza (questo è stato anche dimostrato), e nondimeno delle persone che lavorano nella struttura, giacché è bene pensare anche alla tutela della salute e della qualità della vita dei lavoratori.
Poi mi si permetta una battuta, essendo felicemente sposato con una donna che lavora nella sanità da più di venticinque anni, conosco bene il problema e mia moglie si sarebbe arrabbiata molto se in qualche modo non avessimo presentato un emendamento del genere. Scherzi a parte, è veramente qualcosa di importante - ripeto - non solo per la salute dei degenti, ma anche per quella dei lavoratori.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Andrissi.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Sicuramente il tema della dieta dei pazienti e della fornitura di un cibo cotto all'interno dalla struttura, è un tema molto importante. Sappiamo che le teorie nutrizionistiche parlano di cibi proinfiammatori e cibi non proinfiammatori. In particolar modo riferito all'equilibrio degli acidi grassi.
Sappiamo che gli acidi grassi saturi hanno un'azione proinfiammatoria e quindi, in un paziente che già vive una situazione di patologia, è importante fornire una dieta, in qualche modo, che consenta di abbassare il livello di infiammazione.
Questo è riconosciuto dalle teorie più moderne nutrizionisti. Realizzare una mensa in sito nella nuova Città della Salute potrebbe essere anche una struttura che potrebbe fornire cibo a scuole o altre strutture pubbliche presenti in zona e quindi potrebbe tornare utile. Non solo. Sta nascendo un progetto molto importante di agricoltura biologica creata dalla Onlus Emmaus. Uno spaccio di prodotti a chilometro zero proprio vicino a dove verrà realizzata la nuova Città della Salute e sappiamo che questa struttura, una cooperativa di tipo B che utilizza lavoratori in difficoltà sociale, potrà fornire prodotti agroalimentari biologici, a chilometro zero, della provincia di Novara. Si vuole creare uno spaccio, in accordo con l'Associazione Bio Novara, degli agricoltori biologici dalla provincia di Novara. Si tratta di un'Associazione storica che raccoglie più di trenta agricoltori. Diciamo che c'è la possibilità di creare un qualcosa di veramente ottimo, se l'emendamento sarà accettato.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere.
Emendamento rubricato n. 79) presentato da Bono, Andrissi, Bertola, Campo Frediani, Mighetti, Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Come dicevo prima, non sapevo se aggiungere "prodotti biologici per pazienti e personale". L'emendamento successivo chiede: "costruzione e localizzazione nella struttura ospedaliera delle cucine adibite come portata e dimensioni per produrre pasti adeguati al numero di pazienti potenzialmente ricoverati o ricoverabili", quindi per il numero dei posti letto presenti in ospedale e, perché no, anche per il personale se ovviamente, è una cucina di qualità. Possibilmente con prodotti freschi e con questo emendamento, aggiungiamo con prodotti biologici. Siamo in una struttura sanitaria ed è scientificamente dimostrato, qui il collega Andrissi potrebbe dire molte di più, che i prodotti biologici sono più sicuri per la salute delle persone. Magari si dirà, in alcuni casi, non con un effetto immediato, ma con un effetto di prevenzione. Negli ospedali non facciamo solo terapia, possiamo anche fare educazione sanitaria e dovremo anche fare prevenzione. Insegnare a mangiare prodotti più genuini e più naturali, freschi, biologici, che non hanno subito l'inquinamento dei prodotti dell'industria agrochimica pesantemente impattanti sul ciclo delle acque e anche sulla salute degli esseri umani, è un segnale assolutamente condivisibile. Costerà di più? Probabilmente sì.
E' stato fatto anche un esperimento in questo senso, uno studio nell'ospedale di Asti in cui si è visto che la riduzione delle giornate di degenza e miglioramento dell'outcome dei pazienti, aumentava sia con la cucina in loco e aumentava ancora di più se si utilizzavano prodotti biologici. Sono studi dimostrati, sono evidenze scientifiche, anche a fronte di un costo maggiore sul pasto. Purtroppo, la logica odierna è l'esatto opposto. Questi costi si possono sostenere, e si devono sostenere a fronte di un ritorno economico nel medio e lungo termine. E non andare invece, nella logica di chi mi fa il costo del pasto più basso. Non è condivisibile, è sempre cibo, ma di qualità organolettiche e nutrizionali non elevate. Visto che siamo quello che mangiamo, come qualcuno diceva, è ovvio che nella sanità dobbiamo pensare a prestare attenzione a queste cose.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Come diceva il collega Bono, non ci fermiamo con le prime proposte. Ci piace sognare un po' rispetto ai nostri progetti e quindi, oltre a proporre una mensa con cucina in loco, oltre a prospettare la possibilità di estendere un servizio mensa anche al nido aziendale, di cui prevediamo l'introduzione, e oltre a pensare a un'interazione con il territorio per consentire, anche a chi non è dentro l'ospedale, di accedere e di utilizzare il cibo prodotto da questa mensa, facciamo anche attenzione alla qualità dei prodotti utilizzati nelle mense.
Chiediamo che si preveda l'utilizzo di prodotti biologici perché dovrebbe garantirci la qualità del prodotto. Dico dovrebbe perché non è sempre così scontato. Volendo ancora sognare di più, potremmo prevedere anche il coinvolgimento di produttori locali. Questo sarebbe anche. sono forse un po' veggente, vediamo, proseguendo l'illustrazione degli emendamenti, se spunta anche un emendamento sul coinvolgimento dei produttori locali.
Crediamo che questo possa essere anche un motore per l'economia locale. E' un modo che potrebbe migliorare un po' l'impatto di questa struttura sul territorio e portare delle conseguenze positive. Oltre, ovviamente, alla possibilità di usufruire di una struttura adeguata del servizio sanitario.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Segretario Bertola, che interviene in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Siamo sempre sulla qualità e la tipologia del cibo servito presso la futura Città della Salute e della Scienza di Novara.
Con questo emendamento proponiamo di aggiungere la seguente frase: "compreso il servizio mensa con cucina in loco adibita alla preparazione dei pasti con prodotti biologici per pazienti e per il personale". Si diceva, si dirà che certo sarebbe bello, ma quanto costa? Parliamone.
Sicuramente è un costo superiore al fatto di cucinare cibi non biologici o anche e, soprattutto, al non avere cucine interne con la preparazione di piatti freschi sul momento, però se vogliamo chiederci quanto costa avere la cucina in loco con i cibi biologici, chiediamo anche quanto costa un giorno di ricovero per dieci pazienti, per cento pazienti e quanto magari si può risparmiare, se è vero, come è vero, che una qualità migliore del cibo migliora anche la salute dei pazienti e, quindi, come conseguenza diretta abbiamo l'accorciamento dei tempi di degenza. Probabilmente, ci accorgeremmo che ciò che si spende magari in più con l'aggiunta della possibilità, tra l'altro, di poter coinvolgere anche soggetti deboli come quelli di cui ha parlato prima con il collega Andrissi, in realtà, poi non si riveli un risparmio, invece, ancora più forte in termini di spesa sanitaria e quindi di spesa per le DRG, per i ricoveri.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bertola.
La parola al Consigliere Andrissi.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
In effetti, quello che diceva il Consigliere Bertola è importante, perch nel momento in cui scegliamo un prodotto biologico, oltre al fatto di dare a un degente un prodotto senza residui chimici, facciamo anche la cosiddetta politica con il portafoglio. Nel senso che scegliamo di comprare dei prodotti per la cui produzione non è stato necessario utilizzare concimi chimici e prodotti chimici che, da una parte, vanno a creare un cambiamento climatico, perché sappiamo che l'agricoltura convenzionale ha un impatto sul cambiamento climatico (il 40 per cento delle emissioni climalteranti è dovuto all'agricoltura convenzionale), inoltre non abbiamo un impatto sulle falde acquifere. Due settimane fa abbiamo avuto un incontro con l'ARPA, dove si è detto che le falde acquifere superficiali hanno una qualità pessima e si stanno anche intaccando le falde acquifere profonde, da cui preleviamo l'acqua potabile. Quindi, comprendete che questo è un aspetto fondamentale; di fatto, andiamo a intaccare quel rapporto che c'è tra stato dell'ambiente e salute con una scelta che se andiamo a guardare effettivamente nell'ambito del costo di gestione di un paziente ospedalizzato è una scelta che percentualmente contribuisce in modo quasi infinitesimale, ma questo consentirebbe di attivare un percorso virtuoso di ridotto impatto ambientale e di miglioramento delle condizioni di salute della popolazione in generale.



PRESIDENTE

Grazie, collega Andrissi.
La parola al Consigliere Valetti.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Anche con questo emendamento la proposta del Movimento Cinque Stelle punta a rendere un'edilizia pubblica, ma anche una gestione pubblica in generale dei propri servizi che sia d'esempio per tutto il Paese; quindi, se parliamo della mensa biologica, i colleghi hanno già citato gli studi che hanno dimostrato l'impatto positivo dell'alimentazione sana sui pazienti d'ospedale, anche con diminuzione dei tempi di ricovero, ma non c'era bisogno di quest'analisi per capire che dobbiamo andare lì perch incentiviamo anche un certo tipo di filiera, un certo tipo di settore agricolo d'eccellenza di cui il Piemonte è sicuramente punto di riferimento.
Inoltre, abbiamo grossi problemi ambientali dal punto di vista della gestione agricola dei nostri territori e dei nostri terreni; è chiaro che cominciare a dare degli esempi così grandi all'interno di un polo sanitario è anche dare un esempio a tutti i cittadini che magari ancora stentano un pochino a fare questo passaggio, anche culturale del fare più attenzione a ciò che si mangia, anche per tutelare la propria salute.
Quindi è vero che, anche per una certa complessità normativa, questi tipi di prodotti hanno sul mercato da oggi un costo leggermente maggiore, ma riteniamo che questo costo sia ampiamente compensato dai benefici che si hanno sulla salute e sui costi a lungo termine sia della sanità, sia dell'impatto sulla vita delle famiglie e su alcuni problemi di gestione ambientale che gravano sul territorio e sulle future generazioni.
Quindi è molto importante, anzi è eccezionalmente simbolico che un presidio sanitario adotti questo tipo di direttive sin dalla sua fondazione.



PRESIDENTE

Grazie, collega Valetti.
Emendamento rubricato n. 84) presentato da Bono, Andrissi, Bertola, Campo Frediani, Mighetti, Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Bono, per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Come anticipato un po' dai colleghi, questo è l'ultimo emendamento sul tema dell'inserimento di servizi di cucina in loco all'interno della Città della Salute e della Scienza di Novara. Emendamenti che abbiamo replicato in maniera uguale per le altre realizzazioni ospedaliere, in particolar modo per la Città della Salute di Torino.
Riteniamo quindi che sia possibile con una logica win-win, unire il basso costo con magari l'esternalizzazione del personale, con il massimo risultato dal punto di vista della qualità nutrizionale e organolettica del cibo presentato ai pazienti e la possibilità di avere un ritorno sanitario sia in prevenzione sia in durata della degenza e out come dei ricoveri e delle prestazioni sanitarie.
Ci crediamo, perché siamo corroborati in questa nostra fiducia da alcuni studi di evidenze scientifiche e quindi pensiamo, alla fine, che si debba innanzitutto prevedere delle cucine all'interno delle nuove realizzazioni ospedaliere e poi spingere per fa sì che, pian pianino, si cucini lì con alti standard e poi si provvedano prodotti freschi, poi prodotti a chilometri zero e poi prodotti biologici, quindi andando a salire.
E' ovvio che il primo e fondamentale vincolo è di avere la struttura altrimenti continueremo a rifornirci da grandi/medie aziende che producono in serie cibo di qualità - non voglio dirlo, ma tanto non faremo nomi - non eccelsa, confezionato in contenitori di plastica che vengono trasportati (dovremmo poi anche discutere dei rifiuti prodotti e del fatto che poi, è vero che sono plastiche fatte apposta per il contatto con alimenti e quindi non dovrebbero rilasciare sostanze pericolose, però se posso evitare di mangiare cibo che viene messo bollente all'interno di plastica lo faccio come penso anche i colleghi, perché non sento di fidarmi al 100%) e poi portati nei reparti.
Oggigiorno, rispetto a diete ipercaloriche, ipocaloriche e iperproteiche già si fa nelle strutture ospedaliere, ma con qualche difficoltà in più rispetto ad avere le cucine in loco.
Purtroppo è un processo che è andato nella direzione esattamente opposta.
Si è esternalizzato tutto e non abbiamo capito il perché. E' facile pensare che sia per una questione economica, però non puntiamo, in sanità, sempre e solo tutto sull'economia, perché, attenzione, economia in sanità non vuol dire sempre salute, anzi, spesso vuole dire proprio il contrario.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliere Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Mi ricollego a quanto sosteneva il collega Bono: non c'è sempre e solo il risparmio economico, bisogna fare attenzione anche alla qualità. In questo caso, però, direi che le due cose potrebbero anche coincidere, perch l'alimentazione fa parte dello stile di vita e questo ha forte impatto anche sulla salute.
Il fatto di prevedere, all'interno della struttura ospedaliera, la cucina in loco, quindi il fatto di poter disporre di cibo fresco e preparato in loco, quindi cibi non precotti, se, in più, questo cibo viene preparato con prodotti biologici e questi prodotti sono anche a chilometro zero, tutto questo messo insieme può contribuire a far sì che sia il personale sia i pazienti possano consumare cibo di buona qualità con conseguenze anche sulla salute e anche con un ritorno economico, perché sappiamo che se riusciamo a garantire la salute dei cittadini abbiamo anche un risparmio per la sanità.
Questo emendamento, quindi, va a completare la nostra proposta sull'organizzazione dei pasti all'interno della Città della Salute e della Scienza. Prevediamo di utilizzare prodotti biologici a chilometro zero.
Questa è la proposta aggiuntiva rispetto agli emendamenti precedenti.
Il chilometro zero prevede il coinvolgimento di produttori locali e quindi, anche la possibilità di garantire ai produttori locali di avere un mercato sicuro, quindi produttori che vivono in zona che creano dei prodotti con massima attenzione - e questo dovrebbe essere garantito dal fatto che sono prodotti biologici - potrebbero diventare piccoli componenti di questo meccanismo creato all'interno dell'ospedale.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Segretario Bertola in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Con l'emendamento precedente parlavamo di prodotti biologici; qui aggiungiamo la possibilità di prevedere una preparazione di pasti con prodotti biologici a chilometri zero per pazienti e personale.
Proviamo, proseguendo il discorso che avevo iniziato prima, a pensare a tutti i vantaggi che possiamo avere con la scelta di prodotti biologici a chilometri zero da somministrare a pazienti e dipendenti, contrapponendoli al possibile maggior costo.
Da una parte, sicuramente c'è un risparmio, una diminuzione dei tempi di degenza e, dall'altra, una miglior qualità della vita anche dei dipendenti e, quindi, un minor assenteismo.
L'utilizzo di cibi a chilometri zero ha indubbi vantaggi anche per il territorio, quindi alla creazione di una vera comunità territoriale giacché anche un luogo di cura è comunque una parte fondamentale di una comunità, senza pensare ai vantaggi che possiamo avere anche in termini di riduzione degli imballaggi, con cibi che arrivano da più vicino e cucinati sul posto, e riduzione dei rifiuti, non solo rifiuti derivanti da imballaggio, ma anche rifiuti organici, che sono i peggiori da gestire derivanti dall'avanzo, dallo spreco alimentare.
Tanto più un cibo è fresco, tanto più un cibo è di qualità, tanto meno ci sarà del cibo che avanza e che quindi verrà buttato via.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Andrissi; ne ha facoltà.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Il concetto che vogliamo cercare di portare avanti è di creare un volano economico, partendo da uno spazio mensa con cucina all'interno di una struttura importante quale la nuova Città della Salute.
In regione Piemonte abbiamo un grosso problema per una storica carenza di produzione di prodotti biologici. Il Piemonte importa il 90% dei prodotti biologici che consuma; li importa da fuori regione o da fuori i confini dello Stato Italiano.
Crediamo importantissimo, quindi, sfruttare tutte le occasioni per creare questo volano economico, e, rispetto ai produttori biologici, spesso piccoli produttori che faticano a trovare spazi commerciali adeguati (perché la grande distribuzione che gestisce in grande misura il mercato dei prodotti agroalimentari non li considera nemmeno), creare un mercato per questi produttori che stanno nascendo in modo diffuso nelle province piemontesi.
Quindi, un servizio mensa adibita alla preparazione dei pasti con prodotti biologici a chilometro zero è un'occasione importantissima per un'economia che sta cercando di nascere in Piemonte, e che sappiamo non essere supportata dal PSR regionale (infatti solo l'1.5% del PSR è destinato all'agricoltura biologica).



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Mighetti; ne ha facoltà.



MIGHETTI Paolo

Grazie, Presidente.
Chiaramente, c'è anche un discorso di ritorno economico sul territorio.
Tutte le volte che parliamo di agricoltura, soprattutto in riferimento alle nostre produzioni, inneggiamo alla grande qualità che il Piemonte vanta in campo agroalimentare.
Quando siamo chiamati a dover decidere su questioni di questo genere quindi su che fornitura debbano avere le mense dei grandi complessi pubblici, come la Città della Salute - dobbiamo essere assolutamente coerenti e privilegiare quelle che sono le nostre produzioni di qualità soprattutto quelle a chilometro zero. Va da sé il risvolto di tipo ambientale sui trasporti delle derrate alimentari; risvolto che, da un lato, potrebbe sembrare banale, ma se si facesse un piccolo calcolo sulle spese di trasporto di queste derrate alimentari per un periodo anche limitato (ad esempio per un anno), emergerebbe l'effettivo consumo di risorse non solo economiche, ma anche energetiche che si verrebbe a creare per queste operazioni.
Per questo motivo, ci sembra logico perseguire questo intento. L'obiettivo è quello di garantire un prodotto il più sano e il più idoneo possibile ai pazienti ricoverati.



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 4) presentato da Bono, Andrissi, Bertola, Campo Frediani, Mighetti, Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Bono, per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Abbiamo terminato gli emendamenti sulla prima parte della scheda della Città della Salute e della Scienza di Novara, che riguardava la descrizione generale, con alcune ipotesi di rivisitazione degli spazi: abbiamo annunciato l'ipotesi di inserimento di un nido aziendale, di una cucina con mensa e con produzione in loco del cibo per i pazienti ed eventualmente per i lavoratori; è seguita una serie di emendamenti sull'efficientamento energetico e sul risparmio energetico delle strutture.
Passiamo, quindi, alla parte della descrizione della nuova struttura ospedaliera, annessa al quadro dei costi e dei finanziamenti. Interveniamo quindi, con il primo quesito importante su cui svilupperemo una parte del nostro dibattito (mi riferisco all'emendamento n. 4). Introduciamo, quindi il tema del costi e del fidanzamento.
Sappiamo bene che la Giunta regionale ha dovuto, come succede spesso seguire i cambiamenti repentini, improvvisi e continui delle politiche e dei testi di legge nazionali.
Avevamo un quadro di partenariato pubblico-privato che prevedeva il finanziamento pubblico al massimo al 50% (quindi in una prima bozza di documentazione eravamo al 50%!).
Successivamente, un emendamento alla legge finanziaria ha abbassato questo limite al 30%, forse anche in maniera corretta e condivisibile: perché se ricorriamo al privato, il finanziamento del pubblico dovrebbe essere residuale! È ovvio, però, che se si abbassa il finanziamento pubblico, aumenta il canone. E aumenta, ovviamente, anche la remunerazione del privato, che come abbiamo già avuto modo di dire, viene remunerato due volte: una volta per gli interessi che finiscono alla banca che fa il prestito secondariamente per il privato che costituisce il veicolo finanziario e che vuole avere una sua remunerazione rispetto al rischio di impresa.
Senza considerare, però, una possibile terza remunerazione, che è quella della cessione della società veicolo. In Toscana abbiamo visto la realizzazione di quattro ospedali col partenariato pubblico-privato. Si è costituita la società veicolo e, una volta realizzato l'ospedale, la società, che era sostanzialmente quella del costruttore, ha detto: "A me non interessa gestire il riscaldamento, gestire l'energia o gestire la manutenzione e guadagnare rispetto al veicolo finanziario", per cui l'hanno ceduta (o, in altri casi, stanno cercando di cederla) ad investitori privati, magari anche internazionali, che hanno tutto l'interesse ad ottenere il massimo profitto.
Quindi facciamo attenzione in questo senso. Chiudo, perché sono arrivato ai tre minuti.
Noi chiediamo, con questo emendamento, di andare verso l'ultima formulazione nazionale, cioè il 49% massimo. Si può fare: si dovrebbe modificare il Piano, ma se vogliamo ridurre già oggi l'importo del cannone di concessione al privato, possiamo e dobbiamo modificare questo dato in tutte le schede.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Segretario Bertola, che interviene in qualità di Consigliere regionale; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Arriviamo a quella parte di emendamenti relativi alla scheda della Città della Salute e dalla Scienza di Novara sicuramente molto importante, ma decisamente meno appassionante della parte precedente.
Prima abbiamo parlato di un tema che ci appassiona molto: l'alimentazione la sostenibilità e la riduzione dei rifiuti. Ora introduciamo un tema molto più terra terra: le risorse finanziarie.
In questo, però, troviamo il nocciolo della questione, almeno per noi.
Perché la questione principale su cui poniamo l'attenzione nell'esame di questo provvedimento riguarda indubitabilmente il partenariato pubblico privato.
Abbiamo già espresso, in fase di discussione generale, tutte le nostre perplessità, rimaste anche dopo aver approfondito ulteriormente l'argomento del partenariato pubblico-privato. Perplessità che quindi ci hanno portato a rinnovare e a ripresentare in Aula gli emendamenti già presentati in Commissione.
Questo primo emendamento riguarda la ridefinizione, la ridistribuzione delle risorse tra stanziamenti pubblici e stanziamenti privati, in modo da limitare il contributo del privato al 49%. E' una soglia sicuramente anche psicologica ed ideologica, poiché lo teniamo al 49% quindi al di sotto della maggioranza dello stanziamento totale. Questo per noi sicuramente sarebbe un primo passo fondamentale.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto la parola il Consigliere Andrissi; ne ha facoltà.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Questo è un tema che riteniamo molto importante. Diciamo subito che il piano economico finanziario della nuova Città della Salute di Novara nel 2013 prevedeva un finanziamento pubblico al 76%, senza considerare le aree dell'attuale Ospedale Maggiore di Novara e dell'ospedale San Giuliano di Novara.
Sappiamo che lo Studio Gregotti ha valutato queste aree con un valore di circa 40 milioni e comprendete che effettivamente i numeri ci dicono che l'ospedale di Novara può essere realizzato completamente con una copertura pubblica, con soldi pubblici. Però è stata scelta un'altra strada, cioè la strada del partenariato pubblico-privato e ci si è adeguati nel 2016 a quello che prevedeva il decreto Madia e il nuovo Codice degli Appalti ovvero la possibilità di finanziare, nel caso del partenariato pubblico privato, con soldi pubblici solo fino al 30%.
Poi la legge Madia è stata aggiornata il 18 aprile 2017 alla normativa europea, che prevede la possibilità di finanziare con soldi pubblici al 49%, però il piano economico finanziario non è stato aggiornato. Dobbiamo dirci le cose chiaramente: se vogliamo prevedere che la nuova Città della Salute di Novara sia fatta con il massimo della sostenibilità ambientale in ogni caso dobbiamo andare a modificare il piano economico-finanziario.
Quindi, se questo emendamento verrà approvato, consentirà anche di andare a fare un'azione importante, togliendo la remunerazione dalla fornitura di energia e calore nel momento in cui l'energia e calore sarà prodotta da energie rinnovabili.



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 10) presentato da Bono, Andrissi, Bertola, Campo Frediani, Mighetti, Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, presidente.
Il primo emendamento di rivisitazione del quadro dei costi dei finanziamenti è forse quello più sostenibile da parte della maggioranza. Mi rendo conto che una maggioranza che ha deciso in maniera unanime di andare avanti su questo percorso, forse potrebbe accettare l'emendamento n. 4. Poi sono l'Assessore Saitta e il Presidente Chiamparino che ci devono dire, in tutta onestà e sincerità, quali problematiche e tempistiche potrebbero portare a modificare in questo senso il documento. È una possibilità il fatto di aumentare la compartecipazione del pubblico al 49%, non è un obbligo, e ci sono dei pro e dei contro. I pro sono evidentemente la riduzione del canone di concessione mentre i contro sono ovviamente aumentare un po' la quota del rischio in capo al pubblico, perché se il pubblico aumenta le risorse nella realizzazione dell'ospedale è come se partecipasse un po' di più al rischio di impresa, anche se dal Testo Unico degli appalti pubblici il rischio d'impresa nel partenariato pubblico privato dovrebbe essere tutto in capo al privato.
Negli emendamenti successivi andiamo invece a proporre una serie di modifiche più sostanziali, nel senso che si propone, ad esempio, con l'emendamento n. 10 di aumentare la compartecipazione della Regione. Il dato è: se vogliamo arrivare al 49% di compartecipazione pubblica, il pubblico può essere o lo Stato o la Regione o l'azienda ospedaliera universitaria, in questo caso e quindi potremmo anche pensare di dividerci un terzo, un terzo ed un terzo le quote. L'azienda ospedaliera, tra l'altro, ha tutto il tema delle cascine, che non è stato esplorato fino in fondo. Hanno un valore di circa un centinaio di milioni di euro, perché non si è messa in moto la vendita, perché se avessimo la quasi certezza di avere 100 milioni di euro subito, cash, con una parte di finanziamento dello Stato, che è di 95 milioni, noi saremmo a 200 milioni di euro. A quel punto veramente il passaggio per arrivare al 100% del finanziamento all'opera sarebbe veramente pochissimo.
Su questo tema, tra l'altro, c'è la nostra prima proposta presentata dal collega Andrissi e so che anche Forza Italia, con il collega Sozzani, aveva portato avanti questa proposta e l'Assessore Saitta non l'aveva presa bene ma non ho capito perché. Si diceva "rischiamo di mettere tutto in dubbio".
Però, come ho detto tante volte e concludo, la politica è sempre uno spazio del possibile, cioè se si vuole e se c'è la volontà, le cose si possono fare a tutti i livelli.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Con questi emendamenti, così come col precedente, andiamo ad intervenire proprio sulla struttura, sul contributo da parte regionale in questo partenariato pubblico-privato. Chiediamo di aumentare il contributo da parte regionale alla cifra di 56.762.400 euro, proponendo di lasciare invariato il contributo statale. Come diceva il collega Bono, questo prevede che si aumenti il contributo regionale, il che comporta effetti positivi ed effetti negativi: ridurre il canone di concessione, ma dall'altra parte - assunzione da parte della Regione di un rischio d'impresa.
Noi abbiamo più volte evidenziato i rischi e le conseguenze negative di questa forma di partenariato - coinvolgere soggetti privati nel finanziamento delle Case della Salute - e con questi emendamenti cerchiamo di ridurre l'impatto sui fondi pubblici. I soggetti pubblici - come diceva il collega Bono - possono essere lo Stato, la Regione o l'Azienda ospedaliera universitaria e, attraverso una rimodulazione degli interventi di questi tre soggetti cerchiamo di intervenire per ridurre la partecipazione del privato in quello che dovrebbe essere un investimento del pubblico.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Andrissi.



ANDRISSI Paolo

Grazie, Presidente.
I calcoli finanziari sono sotto gli occhi di tutti e sono (possiamo dire) calcoli anche aritmetici. La possibilità di vendere le tenute dell'Azienda ospedaliera di Novara è solo una questione di volontà. La valutazione di 105 milioni è una valutazione che tutti conoscono, perché è una valutazione ufficiale. Anche la valutazione dei 40 milioni delle aree attualmente sede dell'Ospedale Maggiore e dell'Ospedale San Giuliano si conoscono da anni.
Pertanto, se voi sommate al finanziamento pubblico questi oltre 140 milioni, capite che l'opera può essere realizzata completamente con un finanziamento pubblico. Non ci sono dubbi: è solo una questione di volontà politica, è solo la volontà di andare a imboccare una strada diversa, che porterebbe a un concorso pubblico per la realizzazione del progetto definitivo riguardante questo ospedale. Progetto che dovrà prevedere un ospedale con un minore impatto sull'ambiente, quindi energie rinnovabili cosa che non è possibile con il partenariato pubblico-privato, in quanto il Piano economico-finanziario con collegato all'approvazione di questa delibera, già approvato dall'Azienda ospedaliera di Novara, prevede una remunerazione per la fornitura di calore e energia e se non interveniamo sul Piano economico-finanziario rifacendone un altro, non possiamo toccare questo Piano economico-finanziario.
Lo stesso, non possiamo andare ad agire con un maggiore finanziamento pubblico, che consentirebbe anche di portare a ridotte entrate per la società veicolo, dalla fornitura di energia e calore. Il problema è cambiare il Piano economico-finanziario, perché qui siamo bloccati.



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 14) presentato da Bono, Andrissi, Bertola, Campo Frediani, Mighetti, Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Questa è un'esemplificazione, magari un po' semplicistica, delle possibilità di costruzione di Piani economici finanziari alternativi. Come detto prima, ci sono 95 milioni di euro dello Stato (l'articolo 20), c'è un obbligo di cofinanziamento al 5%, quindi 5 milioni della Regione, e ci sono 105 milioni di euro potenziali stimati di alienazione dei terreni e delle cascine dell'Azienda ospedaliera universitaria. Già così, siamo arrivati a 205 milioni.
Il costo complessivo della struttura ospedaliera dovrebbe essere di 320 milioni, al lordo - però - dello strumento di partenariato pubblico privato. Quindi, è abbastanza evidente, è possibile ipotizzare una riduzione al di sotto dei 300 milioni di euro riducendo i costi finanziari di un'operazione, ricorrendo all'appalto tradizionale dei lavori. La cifra che ci separa dal poter fare tutto con risorse pubbliche non è lontana. Tra l'altro, all'intero degli articoli che introducono il partenariato pubblico privato c'è anche la possibilità di dare al privato in cessione, in cambio in controparte, rispetto al canone di concessione, degli immobili.
Quindi, non solo e non tanto la struttura dell'ospedale di Novara, molto vecchia in alcune parti e, pertanto di difficile riutilizzo; ma alcune parti che possono essere poi sostituite, oppure le stesse cascine o altre proprietà, gli immobili dell'Azienda sanitaria o altri immobili anche della Regione o del Comune di Novara, potrebbero essere messi nel piatto e nel peso della bilancia per cercare di fare quest'intervento al minor costo possibile per le casse della sanità regionale.
Questo è quanto ci interessa, perché né noi né - penso - la maggioranza siamo innamorati di uno strumento o dell'altro. Non sono gli strumenti che ci dividono, la valutazione sugli strumenti: sono la valutazione sui timori e sulle ripercussioni, sulle ricadute finanziarie. Una Regione che ha finanziarizzato un debito di 8 miliardi di euro, che adesso va riducendo con quote annuali intorno ai 218 milioni di euro, francamente pensare che ci sia una sua parte, cioè la parte preponderante con la sanità che si va a indebitare per un altro miliardo, senza considerare il secondo lotto della Città della Salute di Torino, ci preoccupa.
Quindi, stiamo facendo - e chiudo, Presidente - tutto questo per provare a ragionare insieme (cosa che purtroppo non si è potuta fare, perché in Commissione la firma abbiamo presentato gli emendamenti e si è andati avanti dritti su questa direzione di bocciarli e non c'è stata una vera discussione), quindi il tentativo è solo e sempre questo.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Frediani.



FREDIANI Francesca

Con l'emendamento 14) continuiamo con le nostre proposte per cercare di riformulare un po' i rapporti all'interno del partenariato pubblico privato. In particolare, con quest'emendamento chiediamo che l'opera sia realizzata interamente con fondi pubblici.
Abbiamo spiegato più volte, in particolare i colleghi che fanno parte da più tempo della Commissione sanità, quali siano i nostri timori, le nostre perplessità rispetto a questa forma di partenariato, e questi emendamenti sono tutti volti a cercare di correggere l'utilizzo di questo strumento.
Parliamo di edilizia sanitaria, un'edilizia che secondo noi dovrebbe essere in carico al pubblico, senza andare ad aggravare le casse pubbliche con un costo di canoni di concessione che a lungo andare inciderebbero in modo molto pesante.
Sono queste le opere su cui chiediamo investimenti di fondi pubblici; opere che tra l'altro, come abbiamo visto discutendo gli altri emendamenti potrebbero portare dei benefici al territorio anche dal punto di vista economico, coinvolgendo - come si è suggerito prima, quando abbiamo proposto la creazione di mense interne, di luoghi di cottura, di produzione del cibo - i piccoli e medi produttori locali.
La nostra idea è quella di creare delle strutture sanitarie con uso di fondi pubblici, investire quindi i fondi pubblici in queste opere e non in altre inutili, creando per l'appunto un piccolo indotto nelle zone in cui vengono realizzate le strutture sanitarie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Andrissi.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Questo emendamento prospetta quella che è la nostra soluzione. La soluzione è un'opera pubblica finanziata con soldi pubblici, con la possibilità di recuperare le cifre mancanti con dei mutui pubblici a interessi bassissimi (1,5% o 2%, come ci dice sempre il Vicepresidente Reschigna, che sfrutta ogni occasione per rinegoziare i mutui che ha in capo la Regione e abbassare i costi degli interessi).
Sinceramente io non riesco a capire qual è la strategia dall'attuale maggioranza perché, nel momento in cui possiamo accedere a finanziamenti pubblici a interessi bassissimi, ci infiliamo in un miliardo e mezzo di opere pubbliche finanziate al 70% da operatori privati, con interessi che superano il 10% (se andate a fare il calcolo proprio del rischio del finanziamento e di tutti i servizi che vengono dati all'operatore privato).
Io credo che questo non sia accettabile, stante la situazione d'indebitamento della Regione. Se però la scelta è indebitare per i prossimi 26 anni le nostre strutture sanitarie, allora lo si dica ai cittadini piemontesi e si spieghi ai cittadini piemontesi che questi ospedali non saranno loro, ma saranno di un soggetto privato che li avrà in disponibilità per i prossimi trent'anni, perché non saranno pubblici fin quando noi non finiremo di pagare il canone di disponibilità.
Questo deve essere chiaro ai cittadini piemontesi e io invito gli organi di stampa a spiegare effettivamente, in modo imparziale, come stanno realmente le cose: questi ospedali non saranno pubblici fin quando non verranno pagati. Per i prossimi 26 anni noi pagheremo l'affitto a questi signori, a questa società-veicolo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Valetti.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Quest'emendamento ha un alto valore simbolico, che è quello dello Stato che torna a investire nelle infrastrutture e nei servizi essenziali del proprio Paese. Per cui, secondo noi, il sogno dell'investimento privato che dovrebbe sgravare di costi la gestione dei servizi pubblici essenziali (parliamo della sanità, dei trasporti, della scuola, ecc.) è in realtà una pia illusione anche dal punto di vista economico perché, come dicevano giustamente i colleghi, solo la questione dei tassi di interesse pagati dal pubblico sugli investitori privati aumenta considerevolmente la spesa complessiva per l'investimento sanitario e quindi aumenta anche il costo di ritorno dell'investimento, con la possibilità di gravare maggiormente sulle casse dell'ente pubblico e maggiormente sul costo dei servizi sanitari che vengono erogati ai cittadini.
Quindi sono due le cose: o aumentano gli oneri a carico del pubblico con ulteriore aggravio della spesa pubblica, oppure semplicemente si scaricano questi costi sui cittadini che si troveranno in qualche modo a pagare un domani prestazioni sanitarie più di quanto non le pagano oggi. La coperta è comunque corta. Il problema di uno Stato che non ha più la sovranità e la potenzialità di fare grandi investimenti a tassi di interesse bassi dimostra che la politica, anche quella regionale, come a tutti i livelli dell'Italia e di chi l'ha governata negli ultimi 20-30 anni, sottostà alla finanziarizzazione anche degli investimenti pubblici, quindi subordina lo Stato a delle logiche finanziarie e bancarie che sono del tutto privatistiche e hanno interesse al ritorno di investimento dei privati investitori non al ritorno in servizi e benefici per tutta la collettività.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Mighetti.



MIGHETTI Paolo

Grazie, Presidente.
Sulla questione del finanziamento della Città della Salute e della Scienza di Novara vorrei andare un po' sul concreto e questo emendamento mi dà l'occasione di parlare, appunto, delle questioni totale finanziamento pubblico, partenariato, ecc.
Si è parlato molto della questione inerente all'alienazione delle cascine intese come terreni agricoli irrigui che hanno un valore di mercato molto stabile e comunque molto alto rispetto ad altri tipi di terreni. Mi preme sottolineare un fatto: se non si è fatta una valutazione in merito a quello che può essere un giudizio di convenienza rispetto alla rendita che forniscono questi terreni ogni anno e invece il costo dell'operazione finanziaria che andiamo a sostenere nel futuro con la costruzione della Città della Salute con l'intervento del privato, si è commesso un grave errore, perché comunque è necessario garantire un sostanziale beneficio per le casse pubbliche.
Se non è stato fatto questo calcolo, se non si è verificato che la scelta di non alienare le cascine sia un bene o un male per le casse della Regione Piemonte, delle ASL e dello Stato, ribadisco che è stato fatto un grosso errore e lo ripagheremo con gli interessi e, in questo caso, "interessi" è il termine giusto.



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 15) presentato da Bono, Andrissi, Bertola, Campo Frediani, Mighetti, Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Questo emendamento va letto come conseguente all'approvazione dell'emendamento precedente. Nel momento in cui il quadro dei costi e finanziamenti venisse modificato, come proposto dall'emendamento n. 14 quindi con totale finanziamento pubblico dell'opera, andrebbe approvato anche l'emendamento n.15 che riguarda le note, a pagina 1, in cui si parla di una cifra complessiva di 320 milioni al netto dei costi di partenariato.
Mentre il costo totale, a lordo degli oneri finanziari e relativa IVA, è pari a 340 milioni di euro. Si prevede un delta di circa 20 milioni di euro solo per i costi del partenariato pubblico-privato.
In realtà, questo emendamento, ha un piccolo errore che modificheremo prima del voto, in quanto, escludendo i costi del partenariato pubblico-privato il costo complessivo scenderebbe a 320 milioni di euro, quindi un risparmio netto di 20 milioni di euro che, in momenti di difficoltà finanziaria sia della sanità che di tutta la Regione Piemonte e di altri settori e in generale nel nostro Paese, non è poca cosa 20 milioni in meno.
Riteniamo, comunque, percorribile la strada del totale finanziamento pubblico, anche in un'opera grossa e importante come quella di un nuovo ospedale, pari a 320 milioni di euro. Ricordiamo che, ad esempio, un'opera che noi riteniamo inutile - come il tunnel ferroviario di corso Grosseto a Torino dal costo di 180 milioni di euro, sarà finanziata - c'è un'ipotesi di finanziamento - con risorse totalmente pubbliche. Questo, a dimostrazione che quando c'è la volontà politica su un'opera, le strade ci sono. È vero che, in quel caso, sarebbe stato difficile trovare un modo di remunerare il capitale, nel senso che non ci sarà un pedaggio né sul tunnel viario né sul tunnel ferroviario - anche se formule particolari si potevano trovare anche in quel senso per un ricorso ad un partenariato pubblico privato - ma abbiamo scelto di investire 140 milioni di euro di Fondi di Sviluppo e Coesione su un tunnel ferroviario in corso Grosseto a Torino che darà un sacco di problemi alla viabilità. Ricordiamo anche che è un doppione del percorso ferroviario che già esiste, con l'arrivo alla Stazione Dora della linea Torino-Ceres. Qui, invece, non troviamo 100 milioni totale di fondi FSC per realizzare l'opera totalmente pubblica.
Sono scelte. Ripeto, sono scelte politiche e, come tali, noi ci sentiamo in dovere di rappresentarle qui in Aula per spiegarlo, dirlo e lasciarlo a memoria a tutti piemontesi quando e mai ci dovessero essere problemi nei prossimi step.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Andrissi; ne ha facoltà.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Effettivamente nella delibera di Consiglio regionale emerge una cifra già maggiorata per la realizzazione dell'opera, come diceva il Consigliere Bono, di 20 milioni. Questo è il costo finanziario, il costo per fare il partenariato pubblico-privato, quindi abbiamo una cifra di 340 milioni, e non di 320, un dato altamente significativo che ci allarma alquanto. A dimostrazione che, effettivamente, quanto stiamo riportando e affermando in quest'Aula, è confortato nero su bianco dai testi portati all'approvazione del Consiglio regionale da parte dell'attuale Assessorato alla Sanità.
Noi, ancora una volta e di più, affermiamo che è solo una questione di volontà politica, ma la possibilità di realizzare la Città della Salute e della Scienza di Novara con fondi pubblici sta già nelle cose, perché già il piano economico finanziario del 2013 prevedeva un finanziamento pubblico al 76%, senza considerare il valore delle aree urbane occupate dall'Ospedale Maggiore di Novara e dall'ospedale San Giuliano.
Sinceramente faccio fatica a comprendere perché si è voluto percorrere una strada irta di difficoltà, senza avere il conforto di pareri tecnici importantissimi, quali quelli del Dipartimento per la Programmazione Economico - Istituto Dipartimento Pubblico - massimo competente in tema di partenariati pubblici-privati. In tutte le delibere dell'azienda ospedaliera di Novara, non vi è un parere tecnico del DIPE



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Qui ribadiamo il concetto che stiamo ripetendo nelle sedute di Commissione cioè l'opera deve essere realizzata tutta con fondi pubblici. Il collega Bono citava opere realizzate interamente con fondi pubblici, io potrei citarne altre, non ne cito una macroscopica di cui parlo molto frequentemente in tutte le sedi, in particolare in Consiglio, però mi chiedo per quale motivo, un privato, abbia interesse a investire sull'edilizia sanitaria e non abbia interesse a investire in altre opere e grandi opere. Un perché ci sarà. Probabilmente perché il privato sa che qui si guadagna, mentre in altre opere sa che non si guadagna.
La domanda successiva è: perché l'Ente pubblico va a investire fondi su certe opere e non su altre? Sappiamo che la grande opera inutile, cui faccio sempre riferimento è un'opera.lo so, collega Appiano, la fa tanto sedere sorridere questa cosa, però dovrebbe essere lei sensibile su questo tema, perché entra in tutto. Noi lo diciamo sempre. Ogni euro messo sulla TAV è un euro sottratto ad altre opere, ad esempio sottratto all'edilizia sanitaria.
Perché la TAV può essere realizzata interamente con fondi pubblici e un ospedale no?? Questa è una domanda che qualsiasi persona intelligente dovrebbe farsi. Per questo motivo mi chiedo perché il collega Appiano, che reputo persona molto intelligente, non si faccia questa domanda. Perch finanziamo interamente con fondi pubblici il TAV e non finanziamo interamente con fondi pubblici gli ospedali? Se qualcuno sa dare risposta a questa domanda è ben accetta.



PRESIDENTE

Grazie, collega Frediani.
La parola al Consigliere Segretario Bertola, che interviene in qualità di Consigliere.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Nell'esprimerci contro l'ipotesi di partenariato pubblico-privato, abbiamo modulato i nostri emendamenti con diverse percentuali di partecipazioni del privato. Questo emendamento, il n. 15), rappresenta proprio quello che vorremmo veramente, quello che sarebbe per noi l'obiettivo massimo, il nostro vero obiettivo: vale a dire che l'opera sia realizzata tutta con fondi pubblici, quindi, senza il partenariato pubblico-privato.
già stato richiamato dai colleghi come in realtà per certe opere, tra l'altro opere in molti casi poco utili, oppure inutili, oppure inutili e dannose, alla fine i fondi pubblici si trovino e, invece, per opere importanti e fondamentali per una comunità come un nuovo ospedale, una nuova Casa della Salute, al contrario, i fondi non ci siano e si debba ricorrere all'aiuto dei privati, si debbano fare entrare i privati attraverso il partenariato pubblico-privato nella sanità piemontese. Questo è qualcosa su cui riflettere, al di là delle diverse posizioni, al di là dell'opinione specifica che si possa avere sulla gestione dell'edilizia sanitaria. È qualcosa di più ampio su cui riflettere ed è ovviamente una riflessione che proponiamo anche nell'esame di questo provvedimento.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bertola.
La parola al Consigliere Valetti.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
I miei colleghi hanno detto quasi tutto su questo tema, ma la questione dell'investimento pubblico-privato l'ho trovata piuttosto appassionante quindi la riflessione che facciamo è la seguente: poniamo per assurdo che l'investitore privato ci veda lungo e non metta i soldi laddove non ritenga di avere una certezza di ritorno d'investimento. Questo pone domande sui grandi investimenti, come certe grandi opere fatte interamente a carico del pubblico e su questa sanità che si avvia verso una cooperazione tra pubblico e privato.
Se poniamo quest'assunto come vero, come ipotesi di verità, questo significa che la sanità gestita in modo misto pubblico-privato o privato riporterà profitti per gli investitori privati che hanno investito, ma questo comporta che, essendo tale opera gestita come ritorno d'investimento, abbiamo un margine di profitto che è un costo in più per le prestazioni sanitarie, evidentemente. Quindi questo costo non può che incidere sulle tasche dei cittadini che si rivolgono al servizio sanitario nazionale, perché altri modi non ci sono, altrimenti vorrebbe dire che lo Stato deve comunque fornire ulteriori entrate da qualche voce del bilancio oppure la Regione dovrà fornire entrate addizionali per garantire il profitto degli investitori. Pertanto, da qualunque punto di vista la vogliamo vedere, l'ingresso del privato pone problemi di gestione e di costo della sanità.
Diciamo che i Paesi che hanno intrapreso questa strada o che l'hanno sempre seguita, in generale, non rappresentano grandi esempi di sanità eccellente se la sanità italiana è restata a quel livello di eccellenze, accessibilità e diffusione da tutti i cittadini italiani è anche il merito di una gestione interamente pubblica che, per quanto vituperata, si è dimostrata migliore di qualunque altro tipo di gestione applicata in Paesi industrializzati e sviluppati altrettanto come l'Italia, ma con cui non farei sinceramente il cambio per andarmi a curare.



PRESIDENTE

Grazie, collega Valetti.
Emendamento rubricato n. 11) presentato da Bono, Andrissi, Bertola, Campo Frediani, Mighetti, Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Bono, per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Poiché sono le 12.50, illustrerò questo emendamento soltanto io , così chiudiamo il Consiglio cinque minuti prima, se la Presidenza vuole e se i colleghi sono d'accordo, anche perché è abbastanza facile da illustrare.
Si tratta di inserire nelle note una riduzione dell'investimento privato al lordo degli oneri finanziari e relativa IVA che non è più di 240 milioni ma di 183, da nostri calcoli, qualora il finanziamento pubblico e privato andasse ai limiti previsti dalla nuova normativa, cioè 49 per cento pubblico e 51 per cento privato e non più 30/70, quindi è un ricalcolo abbastanza semplice ed è abbastanza evidente che permetterebbe di ridurre il carico negli anni per ripagare il privato e aumentare un po' di più il finanziamento immediato del pubblico, che potrebbe avere anche un maggiore controllo.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bono.
Con l'emendamento 11) chiudiamo la seduta della mattinata.
Ricordo a tutti che nel pomeriggio non è previsto il question time, quindi inizierà alle 14.30.
La seduta è tolta.



(La seduta termina alle ore 12.51)



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