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Dettaglio seduta n.31 del 02/12/14 - Legislatura n. X - Sedute dal 25 maggio 2014 al 25 maggio 2019

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE BOETI



(I lavori iniziano alle ore 14.34 con l'esame delle interrogazioni a risposta immediata, ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento interno del Consiglio regionale)


Argomento: Telecomunicazioni

Interrogazione a risposta immediata n. 194 presentata dalla Consigliera Caputo, inerente a "Crisi del Consorzio informatizzazione Canavese (CIC)"


PRESIDENTE

Iniziamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
194, presentata dalla Consigliera Caputo, che ha la parola per l'illustrazione.



CAPUTO Valentina

Grazie, Presidente.
L'interrogazione in oggetto riguarda la crisi del Consorzio informatizzazione Canavese, il CIC.
Per chi non lo conoscesse, nasce ad Ivrea nel 1985 con lo scopo di fornire in house, esclusivamente ai propri soci, soluzioni e sistemi in ambito di Information technology, raggiungendo significative economie di scale e di scopo. Nel tempo, si è esteso su scala Regionale e in Valle d'Aosta.
I soci del CIC sono Enti pubblici, Aziende sanitarie e Società a capitale interamente pubblico. Attualmente conta 48 Enti e i soci maggiormente rappresentativi sono il Comune di Ivrea, il CSI Piemonte (per citarne alcuni), l'ASL TO4 e la Provincia di Torino. Tra gli altri soci si annoverano anche alcuni comuni della Provincia di Torino, le ASL TO2 e TO3 l'ASL di Novara e quella della Valle d'Aosta.
Attualmente è organizzato in tre aree operative, che riguardano i servizi tecnici, la sanità e gli Enti locali.
Purtroppo, si considera il fatto che, a causa delle difficoltà della committenza - tutta pubblica e afflitta, a sua volta, da grosse difficoltà economiche - non sono state garantite delle commesse, unitamente anche alla mancata regolarità nei tempi di pagamento. Questo ha delineato la perdita di un milione e 400 mila euro, che, ovviamente, ha comportato l'apertura dello stato di crisi e il conseguente ricorso alla cassa integrazione dei dipendenti.
Sono stati presi, oltre alla cassa integrazione, anche altri provvedimenti che hanno riguardato i lavoratori: hanno dovuto rinunciare al 60% della tredicesima e quattordicesima (parliamo delle mensilità del 2013). Si è cercato di massimizzare comunque i ricavi e razionalizzare i costi, però, nonostante questi provvedimenti intrapresi dal CIC, si è approvato un bilancio di verifica, al 31 agosto 2014, accertando una perdita di esercizio, sui primi otto mesi, pari a 530 mila euro.
Si sottolinea, in particolare, che l'eventuale liquidazione del CIC avrebbe gravi ripercussioni, oltre che sugli attuali 136 lavoratori attualmente in forza al Consorzio anche sull'erogazione dei servizi, in particolare per quanto riguarda il settore della sanità (perché, come dicevo prima, riguarda soprattutto questo settore ed altri servizi degli Enti locali), ed anche ripercussioni negative sulla capacità operativa delle Aziende Sanitarie Ospedaliere, per le quali il consorzio stesso opera.
Si interroga quindi l'Assessore sulla opportunità di avviare un confronto urgente con le parti interessate, per addivenire ad un piano di rilancio industriale del consorzio, allo scopo di non disperdere le competenze e le professionalità e con la finalità di rilanciare soprattutto l'azione competitiva, creando un valore aggiunto e mantenendo gli attuali livelli occupazionali.
Grazie.



PRESIDENTE

Risponde l'Assessore De Santis; prego.
DE SANTIS Giuseppina, Assessore alle attività produttive Grazie, Presidente, e grazie, Consigliera.
In effetti, la questione del CIC la stiamo seguendo.
Il 24 novembre scorso vi è stato un incontro presso la sede della Regione Piemonte a cui hanno partecipato, oltre alla sottoscritta l'Assessore Saitta, l'Assessore Pentenero e il Vicepresidente Reschigna con la presenza dei maggiori soci del CIC, quindi il Comune di Ivrea, la Provincia di Torino, l'ASL TO4 e il CSI.
In questi giorni è in corso una serie di valutazioni che auspicabilmente, dovrebbero portare - uso il condizionale perché a questo punto non possiamo, ragionevolmente, esprimere certezze sul punto - alla possibilità di definire un piano industriale per il CIC, che consenta ai soci la ricapitalizzazione.
I lavori sono in corso. Qualora si concludessero positivamente l'ipotesi potrebbe essere un CdA di CIC prima di Natale e un'assemblea nelle prime settimane del 2015, per prendere atto dell'effettiva esistenza di un piano industriale.
Come ha ricordato anche la Consigliera, in questo momento ci sono una serie di problemi fondamentalmente legati alla capacità di spesa degli Enti pubblici, per cui impegni da prendersi sul futuro, in quanto riguardano direttamente la sorte di un certo numero di persone, vanno valutati con grande prudenza. E' quello che stiamo facendo, cercando di seguire la situazione con attenzione.
Grazie.


Argomento: Consulte, commissioni, comitati ed altri organi collegiali

Interrogazione a risposta immediata n. 201 presentata dal Consigliere Graglia, inerente a "Compenso Amministratore Unico di Sviluppo Piemonte Turismo srl."


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 201, presentata dal Consigliere Graglia, che ha la parola per l'illustrazione.



GRAGLIA Franco

Grazie, Presidente.
La Giunta, in data 15 luglio, ha nominato l'Amministratore Unico di SPT Sviluppo Piemonte Turismo s.r.l.
Ovviamente questa nomina è avvenuta perché è scaduto il precedente Amministratore.
Siccome prima, però, tale Amministratore era una figura interna della Direzione del Turismo ed era a costo zero, ottenendo così il contenimento dei costi, da una parte, e l'ottimizzazione dell'impiego delle professionalità interne dall'altro; poiché per il nuovo Amministratore sono previsti 50 mila euro annui, di cui 30% configurato come retribuzione incentivante legata alla riduzione dei costi operativi, che sono perlopiù costi fissi; siccome la Giunta ha più volte dichiarato di voler contenere i costi di gestione; sperando - dico io - che non sia una questione di professionalità, perché sarebbe veramente un'offesa nei confronti di chi ha svolto questo ruolo prima, ed essendo molto rammaricato dal fatto che, nel momento in cui parliamo di spending review e di tagli, noi stessi Consiglieri abbiamo fatto la nostra parte - come faranno anche gli altri riducendo i costi; chiedo al Presidente della Giunta regionale e all'Assessore competente di conoscere le motivazioni per cui, in discontinuità rispetto alla precedente amministrazione, si sia ritenuto di prevedere, per l'amministratore unico SPT S.r.l., un compenso di 50 mila euro, di cui, peraltro, il 30% legato alla riduzione dei costi operativi e pertanto, potenzialmente vincolato alla riduzioni degli stipendi del personale dipendente della società stessa.
Grazie.



PRESIDENTE

Risponde l'Assessore De Santis; prego.
DE SANTIS Giuseppina, Assessore alle attività produttive Grazie, Presidente, grazie, Consigliere.
Il bando per l'individuazione dell'Amministratore Unico della società Sviluppo Piemonte Turismo srl. era stato pubblicato su BUR il 6 marzo 2014 quindi vi era una selezione chiusa ed una serie di candidature.
La ragione per la quale non ha potuto essere confermato l'Amministratore precedente è che la sua nomina, a suo tempo assolutamente legittima, non avrebbe potuto comunque essere reiterata; il decreto legislativo 39/2013, all'articolo 12 - terzo comma, lettera c) - sancisce infatti l'incompatibilità fra il ruolo dirigenziale dentro all'Ente pubblico che ha il controllo di una società - in questo caso, la Regione che ha il controllo di Sviluppo Piemonte Turismo - e il ruolo di Presidente, Amministratore delegato o, a maggior ragione, Amministratore Unico della società medesima.
Non avremmo potuto, dunque, nominare un nostro dirigente.
Abbiamo valutato, sulle candidature presentate, quella che appariva maggiormente convincente, tenuto conto del fatto che l'Amministratore attuale conosce la società, essendone già stato amministratore in passato.
Il tema della riduzione dei costi è a sua volta perfettamente sensato perché quella società non ha soltanto costi del personale, ha circa 190 mila euro di costi vari, di collaborazioni e consulenze. Insomma, costi operativi, che non sono i costi del personale, sui quali è possibile immaginare un recupero.
Il compenso dell'Amministratore dovrà essere ridotto, sempre per disposizione di legge, nel 2015 e, generalmente, nel corso del 2015 nell'ambito della riorganizzazione complessiva delle partecipate regionali da un lato, e del settore turismo specificamente, dall'altro, sarà verosimilmente rivista anche la funzione della società in questione.
Grazie.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione a risposta immediata n. 195 presentata dal Consigliere Ferrentino, inerente a "Futuro dello stabilimento Vertek di Condove"


PRESIDENTE

Proseguiamo con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n.
195, presentata dal Consigliere Fermentino, che ha la parola per l'illustrazione.



FERRENTINO Antonio

Grazie, Presidente.
L'interrogazione verte sulle preoccupazioni circa il futuro dello stabilimento Vertek di Condove. Infatti, come riportato nell'interrogazione, lo stabilimento di Condove rappresenta un'importante realtà produttiva non solo per Condove ma per l'intera Val di Susa e ha rappresentato un po' la storia del tessuto industriale della valle, a cominciare dagli inizi del Novecento con la Società Anonima Bauchiero.
Lo stabilimento, che fa parte del gruppo Lucchini ed impiega 94 lavoratori, attraversa un periodo di grave incertezza ed è attualmente in regime di amministrazione straordinaria da parte del Ministero dello Sviluppo Economico.
Abbiamo appreso dai giornali che l'acciaieria Lucchini di Piombino, in base a quanto riportato dagli organi di informazione, sarebbe in procinto di essere rilevata dal gruppo algerino Cevital, come comunicato dal Commissario straordinario Piero Nardi che ha richiesto l'autorizzazione al Ministero dello Sviluppo per poter stipulare il contratto preliminare di cessione degli asset. In particolare, il Commissario avrebbe richiesto l'autorizzazione relativamente alla cessione di alcuni rami di azienda, tra i quali non figura lo stabilimento condovese.
Poiché è stata rilevata questa assenza e si rimarca che lo stabilimento condovese ha alcuni notevoli punti di forza essendo raggiunto da una linea di scalo ferroviario interna, oltre ad essere, almeno in parte indipendente dal punto di vista energetico, interroga gli Assessori competenti per sapere quali iniziative intendano assumere per salvaguardare lo stabilimento Vertek di Condove, al fine di tutelare i 94 lavoratori di questa importante realtà produttiva della nostra regione e della Val di Susa.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Pentenero per la risposta.



PENTENERO Giovanna, Assessore al lavoro

Grazie, Presidente.
Grazie, Consigliere.
Abbiamo appreso che il 25 novembre la società algerina Cevital si è aggiudicata il bando per gli asset della Lucchini di Piombino.
Il piano degli algerini è stato preferito a quello degli indiani di Jindal South West in quanto, ha spiegato il commissario straordinario Nardi, presentava condizioni più vantaggiose di quella concorrente, sia per quanto riguarda gli interessi dei creditori, sia per ciò che concerne le ricadute sociali del piano industriale, che rappresenta uno dei criteri contemplati dal disciplinare di gara.
La procedura dell'amministrazione straordinaria prevede che il commissario richieda ora al Ministero dello Sviluppo economico di essere autorizzato alla stipula di un contratto preliminare di cessione degli asset della Lucchini, che al momento effettivamente vedono un interesse solo per lo stabilimento di Piombino. Allora, la Regione Piemonte si è attivata presso il Ministero e lo stesso commissario straordinario per verificare la possibilità di ampliare il perimetro di interesse della Cevital.
In ogni caso, sarà nostra cura verificare insieme al commissario se all'interno delle manifestazioni di interesse che ci sono state durante la gara - poiché l'interesse sembrava complessivo su tutti gli asset dello stabilimento Vertek - possa esistere un interesse anche per lo stabilimento di Condove.


Argomento: Musei - Enti Istituti Fondazioni Associazioni di rilevanza regionale

Interrogazione a risposta immediata n. 200 presentata dalla Consigliera Ruffino, inerente a "Superfondazione Castello di Rivoli e GAM"


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'interrogazione a risposta immediata n. 200, presentata dalla Consigliera Ruffino.
La parola alla Vicepresidente Ruffino, che interviene in qualità di Consigliera per l'illustrazione.



RUFFINO Daniela

Grazie, Presidente.
La mia interrogazione è legata alla necessità di avere alcune informazioni sulla Superfondazione Castello di Rivoli e GAM.
Abbiamo appreso dagli organi di stampa che a giorni verrà pubblicato, o è stato pubblicato, il bando per la ricerca del nuovo direttore del Castello di Rivoli e della Galleria d'Arte Moderna.
Pare che questo bando possa prevedere diverse ipotesi contrattuali a seconda della fusione o meno dei due Enti. Ad oggi non è ancora stato realizzato l'annunciato progetto della "Superfondazione", che vedrebbe il Castello di Rivoli fondersi con la GAM per rientrare sotto la competenza della Fondazione Musei.
Il bando sembrerebbe non fare riferimento all'entità del compenso del nuovo direttore, né parrebbe indicare con precisione le competenze e i requisiti richiesti per l'incarico.
Quindi, riteniamo non sia ammissibile e contrario ai principi della trasparenza un bando, soprattutto nel caso specifico che riveste un carattere internazionale, fondato su dati non certi, poco specifico e condizionato all'avverarsi di eventuali eventi futuri.
Per questo chiediamo di conoscere la posizione della Giunta regionale rispetto alla "Superfondazione" e al Direttore unico, tenendo conto proprio della differenza tra i due enti, delle competenze e delle diverse peculiarità e missioni. Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Pentenero per la risposta.



PENTENERO Giovanna, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
In merito all'interrogazione presentata dalla Consigliera Ruffino, si precisa quanto segue.
Nella precedente legislatura, a fronte della pesante crisi finanziaria che ha tecnicamente interessato la gestione sia dell'Associazione Castello di Rivoli, sia della Fondazione Torino Musei, al fine di fornire un servizio pubblico di elevata qualità ma anche una razionalizzazione dei relativi costi, è stata avviata la costituzione della Fondazione Torino Piemonte Musei, nella quale avrebbe dovuto confluire il Castello medesimo.
Pertanto, con D.G.R. n. 49-5887 del 3.6.2013 sono state approvate le Linee di indirizzo per la costituzione della sopracitata Fondazione, con l'obiettivo di valorizzare un'ampia offerta culturale mediante un nuovo modello organizzativo che, in sinergia tra diversi soggetti pubblici mirasse alla programmazione di iniziative che ne favorissero il lavoro comune in una dinamica di raccordo, che permettesse, a sua volta, di interpretare le esigenze e le attese presenti nella comunità territoriale di riferimento.
Con tale atto è stato individuato dalle Parti interessate (Regione Piemonte e Comune di Torino) il quadro sintetico della metodologia operativa e della sequenza logico-cronologica delle tappe allo scopo necessarie.
Nella prima fase dell'iter amministrativo proposto è stato deciso di far confluire l'Associazione Castello di Rivoli e l'Associazione Torino Città Capitale Europea delle quali la Regione risulta, tra gli altri, socio fondatore in forza rispettivamente della deliberazione del Consiglio regionale n. 800 del 5.2.1985 e della deliberazione del Consiglio regionale n. 200-C.R.3362 del 28.2.1996, nella già esistente Fondazione Torino Musei per mezzo della procedura di fusione mediante incorporazione, come disciplinata dagli articoli 2501 e seguenti del Codice Civile.
Nello specifico, tale iter prevedeva inoltre: la redazione del Progetto di fusione l'approvazione del Progetto di fusione a cura di ciascuna "Parte" il deposito del Progetto di fusione presso gli Uffici regionali del Registro delle Persone Giuridiche l'approvazione della costituzione della Fondazione con deliberazione dei rispettivi Consigli l'avvio delle procedure sindacali relative alla gestione delle problematiche connesse agli inquadramenti contrattuali del personale prima della sottoscrizione dell'atto di fusione la sottoscrizione dell'Atto costitutivo della Fondazione.
Le medesime linee di indirizzo sono state anche oggetto di approvazione da parte del Consiglio Comunale con apposita deliberazione nel 2013, con la quale è stato modificato anche lo Statuto della "Fondazione Torino Musei" ai sensi dell'articolo 6, commi 2 e 5, della legge n. 122/2010, portando così il numero dei componenti del CdA a cinque.
Tutto questo è stato fatto a cura del notaio Andrea Ganelli ed è stata redatta, nella versione aggiornata alla data del 18.12.2013, la bozza dello Statuto della costituenda "Fondazione Torino Piemonte Musei", non ancora approvata in quanto dev'essere previamente sottoposta al vaglio analitico di tutte le Parti interessate.
Nel corso della seduta dei CdA congiunti del Castello di Rivoli e della Fondazione Torino Musei, sul finire del 2013, è stato approvato lo schema del Protocollo d'Intesa tra i suddetti Enti culturali, con il quale è stata concordata dalle parti l'individuazione di un unico direttore cui affidare la direzione artistica della GAM e del Castello di Rivoli, il quale conferisce, a sua volta, mandato alla predetta Fondazione di proporre la procedura che sarà individuata e approvata dai rispettivi organi gestionali delle Parti medesime.
La nomina del Direttore unico è finalizzata alla predisposizione di un nuovo modello gestionale volto alla promozione e valorizzazione dell'offerta museale stessa e che tenga conto del mutato contesto socio culturale e del nuovo assetto che si verrà a configurare anche in considerazione della nascita della Città Metropolitana.
Il relativo verbale è stato ratificato nella seduta del CdA del Castello il 31 gennaio 2014. Tale Protocollo d'Intesa è stato sottoscritto nella seduta del CdA del Castello in data 17 ottobre 2014. Poiché a tutt'oggi il Museo d'Arte Contemporanea di Rivoli e la Galleria d'Arte Moderna afferiscono a due distinti soggetti giuridici e considerato che esiste un'indicazione di procedere alla fusione per incorporazione nella Fondazione Torino Musei, in previsione anche della scadenza di dicembre 2014 del Direttore della GAM, Danilo Eccher, così come anche del Direttore del Museo di Rivoli, Beatrice Merz, i due CdA hanno deliberato di procedere all'emanazione di un unico bando per individuare un unico direttore. Tale direttore, nel caso si concluda la fusione, avrà l'incarico dalla nuova Fondazione. Nel caso che ciò non avvenisse rimarrà direttore dei due enti con eventualmente due rapporti di lavoro e, in questo caso, risponderà ai rispettivi CDA.
In data 5 novembre 2014, la Fondazione Torino Musei ha comunicato di aver individuato nella PRAXI S.p.A. di Torino il soggetto scelto al quale affidare l'incarico di consulenza e supporto nella procedura di selezione del nuovo direttore di GAM e del Castello di Rivoli.
A tale comunicazione veniva, inoltre, allegata la bozza del bando di selezione per la nomina del direttore delle due strutture, da cui si evincono le caratteristiche e il profilo richiesti al soggetto che sarà vincitore della selezione, il quale risponde alla seguente descrizione generale: conoscenza specialistica dell'arte moderna e contemporanea comprovata da esperienze di curatela di mostre ed esposizioni temporanee e/o da prestigiosi incarichi scientifici nel settore comprovata esperienza pluriennale nell'organizzazione e gestione di strutture culturali pubbliche o private, preferibilmente di carattere museale comprovata esperienza pluriennale nella gestione di relazioni istituzionali e nei rapporti internazionali in campo culturale comprovata esperienza di carattere manageriale, con particolare riguardo alla gestione organizzativa ed economico-finanziaria ed alla gestione delle risorse umane attitudine alle attività di fund raising ottima conoscenza delle lingue italiana e inglese.
La mancata esposizione nel bando dell'esatta quantificazione del trattamento economico spettante al Direttore unico non inficia, sotto il profilo della trasparenza, la validità dello stesso bando, in quanto altri bandi analoghi sono già stati formulati, prevedendo le medesime specifiche del bando di cui vi abbiamo parlato ora, che può pertanto valutarsi adeguato.
Al Direttore sarà riconosciuto un compenso economico e normativo adeguato alle esperienze professionali maturate e in linea con quanto applicato in ambito nazionale dagli enti pubblici e/o privati del settore culturale e museale aventi dimensioni, introiti, personale e strutture analoghi e sarà stimato in base alla qualificazione professionale del candidato prescelto. Grazie.



PRESIDENTE

Consigliera Ruffino, non può intervenire. Nel question time non c'è dibattito.
RUFFINO Daniela (fuori microfono) Volevo chiedere un passaggio in Commissione.



PRESIDENTE

Va bene. La Commissione cultura ha già discusso di questa questione, su una comunicazione dell'Assessore. Dopodiché si può parlare con l'Assessore naturalmente.
RUFFINO Daniela (fuori microfono) Grazie.


Argomento: Trasporti pubblici

Interrogazione a risposta immediata n. 196 presentata dal Consigliere Ottria, inerente a "Pesanti disagi sulla linea ferroviaria Acqui Terme Ovada: i pendolari valutano la class action contro Trenitalia"


PRESIDENTE

Esaminiamo infine l'interrogazione a risposta immediata n. 196 presentata dal Consigliere Ottria, che ha la parola per l'illustrazione.



OTTRIA Domenico

Grazie, Presidente.
L'interrogazione riguarda i pesanti disagi della linea ferroviaria Acqui-Genova. Questa linea ferroviaria è una delle peggiori d'Italia classificata anche recentemente da un rapporto di Legambiente. È una delle peggiori proprio a causa dei continui disservizi che si succedono su questa tratta.
Anche recentemente, durante il periodo dell'alluvione, ha subito pesanti disagi dovuti anche alle continue frane, ai movimenti franosi che si susseguono sulla linea.
Questa linea ha problemi strutturali storici che da anni si ripercuotono e i passeggeri che sono, ricordo, prevalentemente viaggiatori piemontesi, subiscono questi disagi da molti anni.
La linea ferroviaria è gestita dalla Regione Liguria e da Trenitalia Liguria. Attraverso un organo di stampa di questi giorni si è letto che alcuni viaggiatori voglio promuovere una class action per chiedere addirittura i danni e non pagare il biglietto ferroviario.
Quello che chiedo, attraverso questa interrogazione, è se l'Assessore Balocco non ritenga opportuno ed urgente avviare azioni di concerto con Trenitalia e Regione Liguria per garantire l'efficienza e la regolarità del servizio ferroviario su questa linea Acqui Terme-Ovada. Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Balocco per la risposta.



BALOCCO Francesco, Assessore ai trasporti

Grazie, Presidente.
Il settore servizio TPL della Regione ha inviato una richiesta di documentazione e di chiarimenti alla Regione Liguria, perché, come giustamente lei ricordava, questa tratta è di competenza della Regione Liguria.
Nello stesso tempo, stiamo chiedendo ad RFI di documentare la situazione strutturale della linea. Come lei giustamente dice, una buona parte dei problemi inerenti ai ritardi che si susseguono su quella linea sono forse imputabili alla situazione strutturale.
E' chiaro che nel periodo dei recenti fenomeni ed eventi calamitosi la linea ha subito interruzioni, ovviamente collegati a quella situazione però si tratta di verificare se, accanto agli eventi, ci sono appunto situazioni strutturali che devono essere assolutamente risolte.
Faremo questi approfondimenti, sia con RFI, sia con la Regione Liguria e Trenitalia, per quel che gli compete.
In un'auspicabile prossima rinegoziazione del contratto con Trenitalia potrebbe, in effetti, essere utile considerare la possibilità se sia sostenibile da un punto di vista economico e che la tratta diventi di competenza del Piemonte. Grazie.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 197 presentata dalla Consigliera Batzella, inerente a "DGR n. 1-600 del 19/11/2014 'Adeguamento della rete ospedaliera agli standard della legge 13572012 e del patto della salute 2014/2016 e linee di indirizzo per lo sviluppo della rete territoriale'. Riorganizzazione area Torino Nord: punto nascite di Cuorgné" (risposta scritta)


PRESIDENTE

L'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 197 è stata presentata dalla Consigliera Batzella, che non è presente. Di conseguenza le sarà inviata la risposta in forma scritta.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 198 presentata dal Consigliere Campo, inerente a "ASL CN1: affidamento 'sportello multifunzionale con funzioni di cassa' alla s.c.r.l. AMOS"


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'interrogazione a risposta immediata n. 198 presentata dal Consigliere Campo, che ha la parola per l'illustrazione.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Il problema della question time in oggetto è quello legato all'esternalizzazione dei servizi che, per quanto riguarda le ASL cuneesi è una pratica che risulta abbastanza generalizzata.
Si è già citato stamattina il fatto che sostanzialmente l'ASL CN1 nonostante un ricorso estremo all'esternalizzazione di tutti i servizi verso AMOS e anche altre cooperative, non riesce comunque a riportare il rapporto tra personale amministrativo e personale sanitario al di sotto dei limiti del 7% previsti dalla normativa nazionale.
Questa è una indicazione sostanziale, che poi andrò a trattare nell'intervento che farò nei confronti dell'Assessore Saitta, della mancanza di senso di alcune disposizioni della norma nazionale.
Al di là di ciò, il problema di fondo di questo tipo di assegnazioni è proprio il fatto che, in realtà, di personale per svolgere queste funzioni ce n'è, mentre io trovo, nelle note che vengono mandate alle associazioni sindacali rispetto a questo tipo di affidamenti, delle motivazioni correlate alla criticità relative al personale amministrativo (blocco assunzioni, trasferimenti, dimissioni, non idoneità alle mansioni, ecc.) che non ne consentirebbero la realizzazione.
Al di là del fatto che questo servizio già esiste, tant'è che si menziona la possibilità che il personale dipendente attualmente addetto alle mansioni in oggetto possa essere assegnato ad altri servizi che presentano criticità nell'ambito della medesima sede di appartenenza quello che emerge chiaramente da questo tipo di provvedimenti è che c'è un intento specifico nel voler a tutti i costi esternalizzare, anche quando pare che invece di personale proprio dell'ASL ce ne sia più che a sufficienza.
Ad ogni modo, noi riteniamo che questa cosa non si possa fare e che quindi lo sportello multifunzionale con funzioni di cassa sia a tutti gli effetti un'attività amministrativa da svolgere con il personale dipendente di cui l'ASL CN1 è già in possesso.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Saitta per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente.
Su quest'interrogazione, abbiamo chiesto informazioni al Direttore Bonelli dell'ASL CN1, il quale mi ha fatto avere una lettera contenente alcune precisazioni che leggerò, sulle quali evidentemente, in conclusione gli esprimerò qualche valutazione.
Voi sapete che le Aziende hanno autonomia di carattere aziendale, per ci sono alcune scelte, come questa, che richiedono un parere definitivo da parte della Regione.
Ad ogni modo, il Direttore Bonelli mi dice che, al fine di migliorare e facilitare ai cittadini l'accesso alle prestazioni sanitarie, intende attivare uno sportello multifunzionale, con orario 8-17, con funzioni di cassa, prenotazioni, accettazione poliambulatorio e sportello distrettuale presso le sedi di Cuneo, Savigliano, Mondovì, Ceva, Saluzzo e Fossano. I vantaggi di tale attivazione sono correlati alla possibilità di fruire di più prestazioni in un unico punto di erogazione (cassa, prenotazioni consegna referti, accettazione poliambulatori, scelta e revoca, esenzioni ticket, autorizzazioni per assistenza protesica integrativa, credenziali fascicolo sanitario, ecc.), con un orario standardizzato e ampliato dalle ore 8 alle 17 per tutte le sedi succitate e quindi con un notevole miglioramento della qualità dell'offerta all'utenza.
Per le sedi di Savigliano, Mondovì, Cuneo, Fossano e parzialmente Ceva previa autorizzazione da parte della Regione, si intende affidarne la gestione alla società AMOS, in quanto le criticità relative al personale amministrativo non ne consentirebbero la realizzazione.
Si segnala in particolare che, a seguito di pluriennale blocco assunzioni (DGR n. 14-1440 del 28 gennaio 2011 e successive proroghe) trasferimenti, dimissioni, inidoneità alla mansioni, ecc., nel periodo dal 1° gennaio 2011 ad oggi è derivata una riduzione complessiva del personale amministrativo del comparto pari a 31 unità.
Il personale dipendente attualmente addetto alle mansioni in oggetto potrà essere assegnato ad altri servizi che presentano criticità nell'ambito della medesima sede di appartenenza.
Si evidenzia al proposito che la scelta effettuata si inserisce nell'ambito di una valutazione economica di sostenibilità, basata sul raffronto tra i costi del personale amministrativo dipendente addetto all'attività in questione e i nuovi costi derivanti dall'affidamento del medesimo servizio alla società AMOS, la quale consente di affermare che da tale operazione derivi non soltanto un miglioramento del servizio per il cittadino, ma anche una riduzione dei costi complessivi in capo alla scrivente Azienda.
Si segnala, infine, che l'informativa alle organizzazioni sindacali aziendali è stata effettuata prima di presentare la richiesta di autorizzazione all'Assessorato in indirizzo - a termini della DGR n. 11 7089 del 10 febbraio 2014 - considerato che trattasi di atto a valenza generale concernente l'organizzazione di uffici, per il quale si ritiene opportuno acquisire il parere favorevole delle organizzazioni medesime.
A tale proposito, è stato fissato apposito incontro sindacale per il 4 dicembre p.v. Non appena acquisito tale parere, sarà formalizzata la richiesta di autorizzazione in questione (come si evince dalla stessa informativa di cui, ad ogni buon conto, si allega copia).
Questa è la risposta che mi ha dato il Direttore Bonelli. Dalla semplice lettura - d'altronde, il quesito mi è stato posto soltanto recentemente, o almeno l'ho visto soltanto recentemente, non so se è stato presentato prima - di questa lettera del 1° dicembre (ieri), non sono in grado di esprimere una valutazione e non posso che accogliere le indicazioni e anche le motivazioni fornite dal Direttore Bonelli, che mi sembra abbiano una certa coerenza, anche in relazione alla possibilità di offrire un servizio migliore, considerata la criticità per quanto riguarda il personale.
Tuttavia il giudizio finale, in qualche maniera, dipende dalla decisione che la Regione assumerà. Valuteremo con precisione queste indicazioni - non ho dubbio di credere diversamente - e valuteremo attentamente la questione, in modo da poter suggerire e dare indicazioni all'Azienda al fine di compiere le scelte più utili sul piano economico e sul piano dei servizi.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 199 presentata dal Consigliere Andrissi, inerente a "DGR n. 1-600 del 19/11/2014 'Adeguamento della rete ospedaliera agli standard della legge 13572012 e del patto della salute 2014/2016 e linee di indirizzo per lo sviluppo della rete territoriale'. Riorganizzazione area Nord Est: attribuzione funzioni Emodinamica"


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'interrogazione a risposta immediata n. 199 presentata dal Consigliere Andrissi, che ha la parola per l'illustrazione.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente L'interrogazione verte sull'attribuzione delle funzioni di emodinamica in particolar modo sull'Emodinamica della struttura ospedaliera di Vercelli. E' un'emodinamica che fa più di 500 angioplastiche all'anno quindi rientra negli standard internazionali di sicurezza; è un'emodinamica che il 75% degli interventi li fa entro il giorno dall'evento infarto miocardio; è un'emodinamica che, anche dal punto di vista degli interventi sull'elettrofisiologia, è a ottimi livelli.
Abbiamo individuato quello che è il percorso deliberativo: parte dalla delibera n. 25 del 30/12/2013, in cui si approvavano i programmi operativi 2013-2015; successivamente, sempre la delibera n. 25 del 30/12/2013, in particolare il programma 13, individuava le reti assistenziali per intensità di cure, con la riorganizzazione dei laboratori di emodinamica il rapporto tra operatore e popolazione pesata era di uno ogni 180 mila abitanti. Adesso, il nuovo rapporto indicato per popolazione pesata è di uno ogni 300 mila abitanti. Probabilmente è per questo che si prevedono tre emodinamiche nel quadrante di nord est.
Sempre le linee guida, in seguito all'approvazione del decreto legge Balduzzi, prevedono che vi sia un programma nazionale per la valutazione degli esiti degli interventi sanitari. Come dicevo prima, l'emodinamica di Vercelli questi esiti li prevede, essendo la seconda emodinamica del quadrante valutando gli esiti stessi. È indicato nel programma nazionale esiti la valutazione comparativa tra soggetti erogatori.
Chiedo, interrogo l'Assessore, per conoscere il criterio di assegnazione delle funzioni di emodinamiche presso le Aziende Sanitarie Regionali e, in particolare, per l'area del Piemonte del nord est.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Saitta per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Rispondo al collega con le stesse motivazioni, anzi, faccio riferimento alle motivazioni già date quando un altro collega, mi pare del Movimento 5 Stelle, ha sollevato un problema identico presentando un'interrogazione per quanto riguarda l'ospedale San Luigi la volta scorsa.
Tra l'altro dobbiamo organizzarci per le richieste di interrogazioni dare il tempo necessario per organizzarsi con il materiale, non è che il giorno successivo posso rispondere su tutto. Tuttavia il Presidente ha deciso così, quindi facciamo così, in termini molto sintetici.
La volta scorsa avevo avuto modo di rispondere relativamente all'Ospedale San Luigi. Può essere fatto riferimento a quella risposta puntuale che ho letto sul piano tecnico, oltre al tema della produzione per quanto riguarda le emodinamiche, ove ci sono altre tre o quattro parametri.
Mi ricordo che uno di questi è sicuramente la relazione e il rapporto con le strutture sanitarie, con le strutture ospedaliere e poi anche un problema di distanza.
Confesso che non ho dato una risposta esauriente, ma credo che i colleghi del Movimento 5 Stelle avranno modo di leggere la risposta puntuale che ho dato per il San Luigi, che è la stessa identica posizione.
E' chiaro che, come ho avuto modo di dire, qualora la scelta compiuta nella nostra deliberazione, per quanto riguarda il San Luigi come su altre questioni - come Vercelli - fosse basata su dati imprecisi o errati per quanto riguarda la produzione, oppure per quanto riguarda il tema della distanza e delle relazioni con altre strutture ospedaliere, se fosse veramente così, è chiaro che rivedremo la questione, per forza di cose.
Tuttavia, posso dire che le scelte compiute si mantengono a quei criteri che ho indicato nella risposta che ho fornito per quanto riguarda l'emodinamica del San Luigi.



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata.



(Alle ore 15.16 il Presidente dichiara esaurita la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAUS



(La seduta ha inizio alle ore 15.32)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

"Nuova rete ospedaliera", presentata dai Consiglieri Vignale, Bertola Bono, Andrissi, Campo, Mighetti, Frediani, Batzella, Berutti, Pichetto Fratin, Porchietto, Valetti e Ruffino (Atti d'indirizzo collegati: ordine del giorno n. 91; mozione n. 121; mozione n. 122; mozione n. 125; ordine del giorno n 127; ordine del giorno n. 126; ordine del giorno n. 128 ordine del giorno n. 129; mozione n. 130; mozione n. 131; ordine del giorno n. 132; ordine del giorno n. 133)


PRESIDENTE

Do atto che l'o.d.g. è stato comunicato con la convocazione.
Chiedo se vi sono ulteriori riposte di modifica.
Comunico che, così come deciso oggi in Conferenza dei Capigruppo mettiamo al primo punto dell'o.d.g. la continuazione del dibattito iniziato questa mattina in merito a"Nuova rete ospedaliera", di cui al punto 3) all'o.d.g.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bertola; ne ha facoltà



BERTOLA Giorgio

Chiedo il suo aiuto per ottenere una riduzione del brusio.



PRESIDENTE

Una delle tecniche per eliminare il brusio, è il suo silenzio.



BERTOLA Giorgio

Per ragioni storiche, non partecipiamo al gioco del rimpallo delle competenze, quindi delle colpe per la situazione nella quale ci troviamo.
Allo stesso modo, non dobbiamo scrivere libri della verità, non dobbiamo fare "operazioni verità" scritte con la penna rossa, piuttosto che con la penna blu. Ma, altrettanto facilmente, proprio perché non abbiamo avuto finora la responsabilità di governo perché la nostra è una forza politica giovane, nata da poco più di cinque anni, possiamo tranquillamente fare un'analisi del passato, senza avere remore e senza essere condizionati dalle esperienze individuali di governo, o la percezione di essere opposizione rispetto a quando si è governato prima. Quindi, possiamo tranquillamente dire che le colpe sono da ascrivere a tutta la classe politica che ha governato la Regione negli ultimi vent'anni: di una parte e dell'altra.
E' inutile, in questo momento, dire chi ha sprecato di più, chi ha fatto più primari, chi ha tagliato di più, chi ha tagliato di meno. E' chiara la responsabilità di una classe politica. Visto che momentaneamente, nuovamente, non siamo parte che governa, non siamo la parte che amministra perché i cittadini hanno deciso di far governare la Regione a qualcun altro, noi abbiamo il dovere di fare il lavoro che devono fare le opposizioni. Vale a dire: vigilare, controllare l'operato della maggioranza, ma anche essere parte costruttiva nel fare proposte che vadano a migliorare le proposte della maggioranza, o che vadano, in qualche modo a ridurre i possibili danni, i possibili effetti negativi delle decisioni prese da chi governa.
Se per il passato è facile dire che hanno sbagliato tutti, per il futuro noi vorremo dire che sarebbe anche ora che qualcuno pagasse per gli errori. Non possiamo più permetterci, non vogliamo più arrivare tra cinque dieci anni e sentire un Assessore alla sanità che magari ha, alle sue spalle, anche anni di amministrazione e di politica di governo e di opposizione, dire: "Hanno sbagliato tutte e due le parti". Prima o poi dovrebbe arrivare il momento in cui si paga per le responsabilità politiche e non solo a livello politico.
Volevo spostare un po' l'attenzione sui dati che riguardano anche gli sprechi e l'inappropriatezza, non perché sia un dato più importante rispetto alla rete ospedaliera territoriale, ma solo perché ne hanno già parlato i colleghi; altri colleghi ne parleranno ancora, quindi evitiamo di ripetere cose già dette.
Una delle voci maggiori di spesa, ma anche di spreco, ed è una delle voci per le quali non c'è stato adeguato controllo e non c'è stata una sanzione per chi ha sbagliato (cosa che invece vorremo fortemente che sia per il futuro) è l'inappropriatezza. L'inappropriatezza nella spesa farmaceutica, quindi inappropriatezza della prescrizione, e nella diagnostica. E qui ballano, per modo di dire, delle cifre importanti. Sulla farmaceutica territoriale il benchmark nazionale dice 76 euro pro capite (in Piemonte siamo a 185, con solo la Cuneo 1 che rispetta il benchmark nazionale).
C'è ancora un numero troppo alto di prescrizione di farmaci griffati rispetto agli equivalenti, e anche qui vorremo sapere chi controlla e se sono previste delle verifiche pure in futuro.
Allo stesso modo, anche il tetto della spesa farmaceutica ospedaliera fissato dalla legge n. 35/2012 è stato superato: nel 2013 era pari a 268.141,895 euro, mentre come risulta dal conto economico consuntivo si sono spesi 415.807 euro. Queste sono cifre importanti: quando parliamo dell'ordine di centinaia di milioni di euro, sappiamo che sono delle cifre importanti, se è vero - com'è vero - che per quest'anno, secondo quanto ci ha detto l'Assessore Saitta in Commissione, i conti della sanità piemontese sono rimasti in equilibrio perché si sono tenuti 150 milioni che dovevano essere destinati agli investimenti. E quindi parliamo di cifre che poi hanno un'influenza.
Dicevo poi anche dell'inappropriatezza nella diagnostica: siamo fuori dagli standard nazionali, parlando di prestazioni specialistiche ambulatoriali. Lo standard nazionale di riferimento è di 12 prestazioni; la nostra Regione è a 15,94, con punte di 19-20 nell'ASL TO2. Sono dati che fanno riflettere, se pensiamo alle prestazioni specialistiche ambulatoriali e ai laboratori di analisi, il cui standard nazionale è di nove prestazioni; e noi siamo a 11,5 con punte che superano i 13, sempre nell'ASL TO2.
Lo stesso Assessore ci ha detto in Commissione che, rientrando nei parametri nazionali, risparmieremmo 130 milioni di euro l'anno; e decisamente non è male. Lo stesso valga per le TAC e le risonanze.
Allora la domanda è: chi controlla che si rispettino i parametri e quali sanzioni ci sono per chi non lo fa? Chi paga per non aver rispettato i parametri? La domanda "chi paga?" ricorre, perché altrimenti alla fine a pagare sono sempre i cittadini con il taglio dei servizi. E poi facciamo le battaglie per i presidi territoriali, i Sindaci fanno le battaglie per i loro ospedali, giustamente.
Tra l'altro, abbiamo i dati del 2013. Anche andando a vedere il dato 2014 sulle prestazioni di laboratorio e analisi e sulle TAC e risonanze infatti, vediamo che l'obiettivo è stato comunque mancato, anche nel 2014.
Stando alle prestazioni di laboratorio e analisi eravamo all'11.5 nel 2013 il programmato 2014 era 10.25 e la proiezione che abbiamo ottenuto portando i dati attuali a fine anno è di 11; e c'è comunque una differenza tra proiezione e programmato di più di 4 milioni di euro. Lo stesso dicasi per le TAC e le risonanze, per le quali siamo fuori di 68.000 euro come spesa tra la proiezione e quanto programmato.
Allora la domanda è questa. Abbiamo poi sentito dire giusto ieri l'Assessore Saitta che gli obiettivi che non sono stati raggiunti nel 2014 si raggiungeranno nel 2015; perché nel 2014 c'era anche la pausa elettorale; come se magari si fosse portati a prescrivere più analisi perché si vota.
Ma allora ci vogliono degli strumenti per controllare permanentemente pausa elettorale o meno.
Abbiamo la certezza della sanzione per i dirigenti che non raggiungono gli obiettivi? Possiamo dire che devono essere rimossi i dirigenti che non lo fanno? Altrimenti, infatti, tra cinque o dieci anni saremo a fare gli stessi discorsi e non pagherà mai nessuno.
Allora, se per il passato sicuramente non possiamo mettere una pietra sopra, ma possiamo dire che ha sbagliato tutta la classe politica, per il futuro cominciamo a dire che non deve più andare così. Cominciamo a dire che chi ha sbagliato deve pagare.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega.
La parola al Consigliere Barazzotto.



BARAZZOTTO Vittorio

Questa mattina dicevo qui ai miei colleghi, nonché amici, che dopo le parole del Presidente Chiamparino il mio intervento potrebbe risultare pleonastico. Lo voglio però fare ugualmente per portare la testimonianza di quanto penso.
Vedo qui trattati sugli obiettivi che dobbiamo perseguire, che si intitolano "Patto della salute". Allora, io certamente sono nuovo di questa sede insieme a tanti altri, come si è detto; però non sono sicuramente nuovo della politica, perché ho qualche annetto di esperienza amministrativa. Arrivo in quest'Aula sapendo benissimo - e avendole vissute come Sindaco - tutte le problematiche della sanità.
E' vero - come dice il collega Bertola del Movimento 5 Stelle - "noi non abbiamo responsabilità, perché siamo una forza nuova". Ora, però, io ho vissuto questi decenni con il centrodestra, con il centrosinistra e con la Lega e anche voi avete un'appartenenza e qualche radice da qualche parte come tutti noi. Ho visto, ho assistito (e vi ho pure partecipato, lo ammetto) rivendicazioni meramente localistiche e territoriali, alcune delle quali giuste e altre invece fortemente campanilistiche.
Ed è ovvio che in questi anni nella sanità abbiamo assistito - e poi come ci ricordava stamattina qualche altro collega, i numeri sono numeri ad una sorta di costi crescenti, senza programmazione. Abbiamo visto costi e caste che hanno caratterizzato quest'esperienza sanitaria degli ultimi decenni e appalti molto onerosi.
Dopodiché, quando all'inizio sono andato a trovare l'appena nominato Assessore Saitta, gli Uffici della sanità sembravano veramente un po' un deserto; ma molto era delegato all'esterno. Se ben ricordo, quand'ero un po' più giovane c'era un giornalista famoso, Andrea Barbato, che aveva una rubrica fissa, il cui titolo un giorno fu "Chi paga?" Ecco, mi sembra di aver capito in quest'Aula che l'invito fosse a dire: "Beh, non stiamo a vedere le responsabilità perché, come dicevo prima, sono equamente distribuite da destra a sinistra." Questo embrassons-nous, questo far finta che nulla sia accaduto forse non è neppure giusto. Certamente sappiamo che la domanda di salute che si accompagna allo sviluppo dell'offerta di servizi sanitari determina una nuova frontiera, una nuova valutazione per quello che concerne lo stato di salute. Giusto per far sintesi, però, se vediamo qual è la situazione oggi o ci hanno raccontato delle storie - ma i numeri che ci sono stati presentati sono veritieri - oppure vediamo alcune cose che cerco di riassumere.
La prima è quasi una sorta di rinuncia ad esercitare la politica delegando all'esterno, ergo al privato, una specie di politica sanitaria.
La seconda è una spesa che è stata doppia rispetto alle altre Regioni.
Noi non possiamo prendere come parametro la Sardegna od altre Regioni, ma dobbiamo prendere come parametro la Toscana e l'Emilia Romagna che, guarda caso, ci sono avanti per tutta una serie di elementi.
La terza è una mobilità passiva per 50 milioni; avevamo sempre lo spettro della Lombardia, come esempio di virtù, e vediamo che anche la Lombardia alla fine fatica - qualcuno l'aveva previsto - perché anche quella Regione ha molta mobilità passiva.
Noi, comunque, andiamo a recuperare circa 50 milioni e questo vuol dire che probabilmente tutta questa efficienza non c'era. Infatti, abbiamo detto che chi deve farsi curare va a farsi curare laddove ritiene che il concetto di salute per lui sia il migliore; e, a quanto pare, non stiamo primeggiando. Quindi un problema c'è.
C'è o non c'è, in questa Regione, un piano di rientro? Questo, infatti sembra il gatto che si morde la coda: non assumiamo perché non ci fanno assumere; ma dobbiamo - sì o no? - rientrare di questi 200 milioni? E dobbiamo, ogni volta, andare a Roma, l'Assessore deve farsi umiliare - e credo quindi, insieme a lui, tutti noi, per un fatto di indistinta solidarietà - e dobbiamo essere gli ultimi della classe e farci dire "tu non hai fatto il compitino, tu non sei rientrato e quindi torna a casa e fai il tuo dovere per 200 milioni di euro"? Allora, credo che questi siano gli obiettivi che oggi il Presidente ha riassunto bene, perché li ho abbastanza chiari.
Lo ricordo per la seconda volta: non sapevo se andare o meno alla Corte dei Conti, ma l'essere andato mi ha creato sul momento una certa emotività che poi ho cercato di metabolizzare come coscienza: farsi dire che, anzich 360 milioni di debiti, sono due miliardi e sei...
E con i conti che sono stati ricordati ancora oggi dal Presidente, che ho ben chiari, significa fare il gioco della verità e dire ai cittadini che o usciamo da questa situazione oppure saremo commissariati, con il relativo fallimento.
Io vorrei (non farò altre citazioni, altrimenti sembra di cadere nell'ilarità, mentre l'argomento è molto serio) insieme a tutti voi, uscire da questa impasse e non portare la Regione al suo epilogo più triste, cioè il fallimento generale. Perché fallisce tutta la classe politica, tutta! Io credo, invece, che da questa situazione si debba uscire.
Guardate che al bar - continuo a ribadirlo - la cosiddetta "gente comune" mi sembra che abbia una sensibilità più alta di quella che talvolta si riscontra negli Amministratori, nei Sindaci e nei Dirigenti. Perch molti di loro, quando si parla di bilancio, di questi 2 miliardi e 6 di disavanzo, più gli altri 2 miliardi e mezzo, si limitano a dire: "Va beh ma a parte questo.". Mentre, secondo me, il primo punto che deve avere ben chiaro qualsiasi Amministratore che vada a gestore la bocciofila, l'asilo o l'azienda, è lo scenario in cui si trova: credo che questo sia il problema principale; o se ne esce, o si fallisce. Ma se si fallisce, a nessuno verrebbe in mente di dire: "Meno male, va bene", perché ne saremmo tutti coinvolti, anche il Movimento 5 Stelle, per quanto siano i più giovani, in termini di esperienza politica.
La prima responsabilità spetta a noi, ma abbiamo anche il compito di far comprendere la situazione a chi ha delle responsabilità a livello localistico, perché l'affermazione "a più denaro, corrisponde più salute" è una balla sacrosanta, perché non è affatto vero e gli sprechi sono stati enormi! Nessuno sceglierebbe di farsi operare da un chirurgo che fa cento interventi, anche se lavora nell'ospedale sotto casa, rispetto a quello che ne esegue mille! È vero che ci sono stati più primariati! È vero che alcuni ospedali sono pieni di amministrativi! È vero che molti infermieri e molti medici preferiscono, non si sa perché, andare a fare gli amministrativi! Certo che siamo arrivati ad un pareggio - per quando sia fuori tema vorrei rimanere in questo margine - ma è altrettanto vero che i 200 milioni da cui dobbiamo rientrare ci impediscono di fare assunzioni. Da questa gola stretta noi dobbiamo in qualche modo uscirne, se vogliamo fare il bene del cittadino/paziente.
Questa credo sia la responsabilità più grande a cui siamo chiamati, e ve lo dice uno che arriva da un ospedale nuovissimo: potrei anche fare il brillante e dire: "Ragazzi, venite qua, venite da noi, siamo il meglio, il non plus ultra, vi prego di venirlo a vedere!". Forse è anche troppo! Per questo è, questo abbiamo. E non credo che ne vedrò tanti altri in giro per il Piemonte.
L'invito che rivolgo, quindi, da sinistra a destra, è anche quello di capire che siamo nel superlusso. Io non ho la pretesa di chiedere una neurocardiochirurgia o una cardiochirurgia a Biella, ma sono convinto di essere in un potenziale superlusso in Piemonte rispetto ad altre Regioni (penso soprattutto a quelle del Sud). Perché se nell'arco di 40 chilometri ho tutto - probabilmente il meglio che potrei avere, nonostante vada recuperato ed efficientato - mi sento in una situazione estremamente privilegiata rispetto ad altri contesti italiani, europei e, se volete anche mondiali.
Però il sistema va riorganizzato, perché mi pare che qualcuno abbia mangiato troppo in questi anni! Perché quando si dice: "Facciamo una centrale unica per gli acquisti" e si scopre lo scandalo dei pannoloni, che fa sorridere ma che può comportare un risparmio del 50%, mi domando perch non si sia intervenuti prima. Ci viene risposto: "Questo non importa", ma invece importa, perché si traduce in decine di milioni di euro, se non erro.
È chiaro che questo Piano ha delle criticità: lo sappiamo tutti, perch ognuno riceve e rivendica delle pressioni sul territorio. Ognuno di noi ha mosso delle osservazioni più che legittime qui dentro, sia da destra che da sinistra, per cui l'opposizione fa bene a svolgere il proprio ruolo.
Osserviamo, monitoriamo, apportiamo tutte le critiche necessarie, ma poi chiudiamo e partiamo dal postulato che così non si poteva proseguire. Poi se volete, facciamo il gioco della verità e vediamo se la colpa è a destra o a sinistra.
Io non rinnego il mio passato, ma sicuramente non ne sono così orgoglioso, perché qualche errore è stato commesso. Ma chi non ha peccato lanci la prima pietra! Di lezioni non ne voglio dare, né sono nella posizione per poterne dare, ma neanche ne voglio ricevere. Perché se siamo qui, è per cambiare un qualcosa che non va assolutamente bene e che grida vendetta. Ciò non significa cedere alle urla di un Sindaco, di un Amministratore o di un altro, che forse non hanno neanche idea di quali siano le emergenze del momento, né conoscono la grave situazione in cui versa il Piemonte, né hanno ben chiaro cosa sia meglio per il cittadino (se non dare un primariato o un servizio pure scadente).
L'appello che rivolgo, dunque, non è solo di mero sostegno all'Assessore perché faccio parte del centrosinistra e, come tale, devo sostenere la mia maggioranza. A me non interessa: se devo muovere delle critiche, le faccio, magari anche più accese dell'opposizione. Ma, in questo caso, credo che vi sia un richiamo fortissimo alla responsabilità.
L'azione coraggiosa che il Presidente ma soprattutto l'Assessore stanno intraprendendo, credo che vada sostenuta. Sicuramente il Piano potrà essere rettificato e modificato, ma comunque va sostenuto, perché tutti noi, in Piemonte, siamo chiamati a fare da tramite sui territori, e non a gettare benzina sul fuoco, perché una politica di quel genere non gioverebbe a nessuno. Anzi, potrebbe solo nuocere a chi, invece, pretende da noi un servizio. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Gancia; ne ha facoltà.



GANCIA Gianna

Grazie, Presidente.
Noi vorremmo solo sollecitare l'Assessore Saitta, com'è già stato fatto da altri colleghi, a fornire i documenti necessari per studiare il Piano sanitario. Abbiamo visto la delibera, ma, ovviamente, per una valutazione più attenta e accurata, oltre che per formulare eventuali proposte, non possiamo prescindere da quei documenti e da quei dati.
Ci appelliamo anche a lei, Presidente, come tutela del Consiglio perché il fatto che siano i Consiglieri a dover chiamare i giornalisti, che talvolta sono più informati, non credo sia così corretto per il rispetto di quest'Aula. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Monaco; ne ha facoltà.



MONACO Alfredo

Grazie, Presidente.
Innanzitutto, vorrei sottolineare quello che ho già affermato in quest'Aula in altre circostanze, e cioè che bisogna riconoscere all'Assessore il coraggio di aver applicato una legge sulla quale anch'io esprimo delle riserve e delle perplessità molto forti. Ma, a differenza di quella che è una storia recente di applicazione sic et simpliciter sui territori, si è almeno tentato di sforzarsi di fare una programmazione futura della nostra sanità. È chiaro che questo è solo un primo passaggio.
Vorrei fare una sorta di analisi, peraltro ricorrendo a quelli che sono i partiti che non esistono più, almeno formalmente.
La sanità piemontese, ma anche quella nazionale, è stata concentrata su tre filoni: quello della "convenzionata", caro alla vecchia "Balena bianca"; i territori, cari a sinistra; quei santuari ospedalieri che si moltiplicavano uno dietro all'altro, sui quali il Partito Socialista ha mostrato massima attenzione.
Crollato quel sistema, non si è avuta la forza, la capacità - quindi richiamiamo gli ultimi venti o venticinque anni - di capire in che direzione dovesse orientarsi la moderna sanità.
Ci sono stati dei tentativi di rincorsa, ma ritengo che la vera colpa della politica piemontese negli ultimi anni sia stata quella - oso pensare delittuosamente - di averci costretti ai Piani di rientro, perché per cifre così basse, non si doveva in nessun caso finire sotto quel capestro! Ma da questo capestro, secondo me, l'Assessore ne sta uscendo con il coraggio di una programmazione.
Le apparenti reticenze dell'Assessore, evidenziate da molti interventi ai quali mi associo, rispetto ad una serie di documenti puntuali che tanti stanno invocando (anche se io, a titolo personale, non ho richiesto nessun documento dettagliato), dovremmo leggerle in un'altra visione: applicata la legge così come ci è stato chiesto dai piani di rientro e dal Patto della salute, andremo a valutare insieme puntuali dettagli di erogazione dei servizi sanitari, ma ritengo che questo sia solo un primo passaggio.
In merito alla delibera, ritengo opportuno fare una precisazione, o meglio, un'integrazione: rispetto al Patto per la salute, si parla soltanto delle terapie intensive, o meglio dei servizi di anestesia, e scompare la parola rianimazione. Questo espone al rischio che in futuro si possano non avere dei veri reparti di rianimazione e - peggio - visto che sono stati fatti dei riferimenti ai primariati, potremmo avere delle persone con titoli diversi dalla specialità di anestesia e rianimazione, a governarli.
Questo sarebbe un danno superiore a quello che si potrebbe anche solo ipotizzare oggi.
Questo è un primo passaggio, perché siamo solo all'inizio rispetto alle sacche di spreco che dobbiamo andare a scandagliare, analizzare e valutare nel Sistema Sanitario Nazionale e, in particolare, in quello regionale attraverso il riordino della rete ospedaliera. Pertanto, ben venga l'apparente reticenza dell'Assessore, ma ritengo sia un elemento di ulteriore approfondimento per quelle che sono le puntualità sui territori.
Le sacche di spreco sono presenti anche nell'apparato amministrativo, e io spero di non vedere più, in futuro - e lo dico con tutto il rispetto per i giornalisti - Aziende Sanitarie con l'addetto stampa o il servizio di comunicazione (non so cosa debba comunicare l'ASL all'esterno, se non la Carta dei Servizi), e poi affidarsi alle direttive degli Assessorati inserire delle strutture complesse, che significa, per chi non conosce esattamente la nomenclatura, un primariato.
Si inserisce un primariato giornalistico in un'ASL, però si tagliano i Primari, che riguardano i servizi.
In questo momento, a cascata, abbiamo centinaia di strutture complesse la cui funzione è assolutamente ridondante rispetto alla domanda dei servizi sanitari, cui sono certo si metterà mano. Su questo, caro Assessore, sappia che siamo totalmente disponibili a darle una mano nell'andarli a sviscerare.
Ritengo sia stata perfetta, ottima, l'iniziativa della Giunta di coniugare, insieme al quadro sanitario in senso lato e al riordino della rete, i flussi di cassa in sicurezza, quindi passare attraverso il nostro organismo finanziario, affidare lì i nostri soldi e, da lì, avere esattamente il controllo della spesa sanitaria, giorno per giorno.
In merito alle sacche di sprechi, nei prossimi giorni le manderò una relazione su uno studio che ho provato a fare sui rifiuti sanitari speciali.
Le nostre Aziende stipulano contratti variabili da 1,50 euro per kg di rifiuto sanitario speciale fino a oltre 5,50 euro al kg (andremmo a comprare quasi le orate e il caviale, a questo prezzo); c'è una variabilità che non si capisce da dove nasca, e sappiamo che sono rifiuti che devono essere inceneriti, quando all'inceneritore del Gerbido il prezzo è 0,114 euro al kg. C'è, pertanto, una sproporzione e, al di là dello scatolone giallo o del trasporto per mezzo di leggi speciali (i rifiuti vanno ovviamente controllati e supportati), occorre sapere perché si arriva a cifre così enormi rispetto a quello che dovrebbe essere un servizio a più basso costo.
Ritengo che anche in questo ambito potremmo portarle in regalo un risparmio di almeno cinque o sei milioni di euro, che di questi tempi non sono proprio una nullità.
Un ultimo elemento che vorrei sottoporre all'attenzione dell'Assessore è relativo ad alcune iniziative che sono state assunte dal Consiglio (ma l'Assessore mi ha assicurato che così non è), cioè di un organismo nato in seno alla sanità regionale, ma esiste anche a livello nazionale, senza alcun tipo di controllo reale, pagato molto spesso, con contratti decentrati, a rendicontazione.
Con la mozione n. 79 si era stabilito di procedere, in progressione con l'uscita degli infermieri verso una struttura che è un dipartimento ma, se è un dipartimento dell'ASL o dell'Assessorato, non si capisce perch debbano uscire. In ogni caso, fermo restando questa necessità, pare vi siano alcuni tentativi di presentazione di delibere e richieste di nullaosta, che dal 1° gennaio libererebbero tanti infermieri dai DEA aggravando ulteriormente l'onere di dover accelerare.
Io suggerirei di posticipare questo passaggio alle assunzioni che ci saranno grazie al Patto per la salute, "liberando", poi, questi infermieri.
Questo è anche un argomento di contrattazione che potremmo affrontare.
Un ultimo aspetto, che ritengo possa essere interessante per tutti noi.
Al di là della valorizzazione e tutela della risorsa umana, parlare dei primariati come ho sentito fare - se si opera poco, se c'è poca sicurezza ecc. (non voglio entrare in questo dettaglio, altrimenti rischiamo di farne una elaborazione scientifica, dove probabilmente non si addiviene, essendo questo un contesto politico, alla stessa soluzione) - voglio chiedere ai colleghi che ne hanno fatto riferimento da più parti: rispetto al senso di responsabilità, chi paga? Occorre mettersi tutti insieme a lavorare rispetto a questo senso di responsabilità, perché, al di là degli aspetti politici e delle assunzioni di responsabilità politica che ci stiamo assumendo (se l'assume l'Assessore, ma anche il Consiglio, chi più, chi meno, deve contribuire anche se con forti critiche, alla fuoriuscita dal piano di rientro) occorre il senso di responsabilità nell'identificare gli attori.
Oggi gli attori responsabili - li citeremo con il tempo - sono evidentissimi, sono pubblicati, sono nomi e cognomi e non sono necessariamente appartenenti alla classe politica. Trasversalmente, si sono appropriati - secondo me, per assenza di politica nazionale, nel senso che il politico e la politica si sono dimenticati di produrre politica sanitaria - di questo tema e hanno scritto quello che piaceva loro, come piaceva loro e a loro miglior grado possibile.
Pertanto - e concludo - l'argomento sul quale saremo molto attenti nel darle dei suggerimenti, Assessore, è la cosiddetta rete di emergenza territoriale, che ha, di per sé, un conflitto in termini, perché a volte pare politicamente scorretto, quando si sente la parola emergenza, dire che c'è qualcosa che non va bene. Se l'emergenza deve risolvere i codici bianchi e verdi, che nulla hanno a che vedere con la gravità di una patologia, ma servono semplicemente a stabilire quali sono i tempi necessari di attesa, non so perché dovremo pagare 240 mila euro l'anno su tabelle del 2009, per un'ambulanza con un autista volontario e con un barelliere volontario, quando l'ambulanza non è pagata da noi.
Ci sono strumenti diversi e modi diversi di approcciare il problema, ma una cosa è il territorio, su cui dobbiamo certamente porre grande attenzione, e una cosa è l'emergenza, che oggi insiste e temo insista anche fuori da alcune regole legislative. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Monaco.
La parola alla Consigliera Caputo.



CAPUTO Valentina

E' la prima volta che siedo in questi banchi del Consiglio regionale: quindi - come si era detto - sono tra i nuovi che si approcciano per la prima volta a questo nuovo Sistema Sanitario.
Come hanno detto molti colleghi, anch'io ritengo che l'Assessore si trovi in una situazione complicata, che è stata ereditata.
Considero, però, fondamentale costruire un Sistema Sanitario che ci consenta di far fronte sia alle esigenze attuali sia a quelle future. E' fondamentale attenerci al piano di rientro, poiché - l'abbiamo sottolineato più volte - rischiamo un commissariamento.
Quando si parla dei lavoratori negli ospedali, ritengo che la prima soluzione dovrebbe essere quella di iniziare ad assumere nuovamente; invece il turnover è stato bloccato proprio perché bisognava rispettare il piano di rientro e sono pertanto convinta che ci debba essere una prioritaria attenzione nel voler percorrere questa strada da parte dell'Assessore.
In passato, in quest'Aula, c'è stata molta incertezza sulla materia riguardante la Sanità: si sono susseguiti tre Assessori e questo ha portato ad una discontinuità metodologica, oltre che decisionale. Quando per il ruolo che ricoprivo avevo l'occasione di avere degli incontri con Direttori di distretto e di ospedali, mi veniva sovente detto: "non riusciamo a fare nulla, non possiamo prendere una decisione, non possiamo andare avanti perché siamo in attesa di vedere che cosa succede con le Federazioni".
Si domandavano come mai le Federazioni non fossero nei programmi attuativi e come mai si fosse deciso di costituire queste Federazioni, che sicuramente hanno comportato una maggiore incertezza metodologica e lavorativa.
Ho sentito alcuni colleghi parlare di extra LEA, e mi riferisco a quel DGR del 30 dicembre 2013 che poneva la non autosufficienza extra LEA a partire dal 1° gennaio 2014, andando a colpire ovviamente le categorie più deboli. Quindi, si è iniziato l'anno colpendo le categorie più disagiate.
Vi è altresì la deliberazione che poneva la salute mentale extra LEA, e mi riferisco al DGR del 21 maggio, giusto tre giorni prima delle elezioni.
E il porre extra LEA significa ovviamente andare a colpire innanzitutto le categorie più deboli, ma anche gli Enti locali, perché ovviamente non diventa più un diritto esigibile del paziente, ma si trasforma alla fine in una trattativa, soprattutto se continuano ad esserci sempre meno soldi sul capitolo del sociale.
Quindi, mi domando come si immaginava di poter far fronte a queste prestazioni extra LEA. Penso che in questo caso non si stia agendo cercando di voler togliere delle prestazioni, ma si stanno cercando di garantire comunque dei servizi, perché garantire dei servizi ai cittadini vuol dire non solo dare servizi, ma anche non gravare sulle tasche degli stessi.
Penso ai ticket che dal 5 agosto 2011 hanno avuto una tassa aggiuntiva che è andata aumentando negli anni e che ha portato ovviamente ad avere oggi un costo maggiore per i cittadini e che oggi stiamo mantenendo semplicemente per fare cassa.
Ricordo che nel passato ci sono state diverse deliberazioni di Giunta che hanno portato ad avere questo tipo di aumento che comportava alla fine dei problemi per i cittadini.
Un'altra cosa che ci tengo a sottolineare è che la Giunta Chiamparino ha bloccato un DGR che nella TO2 portava ad eliminare totalmente i posti riservati alla geriatria. Quindi, i 24 posti letto del Maria Vittoria - che in realtà si appoggiano sull'Amedeo di Savoia - e i 30 posti letto del San Giovanni Bosco venivano completamente azzerati. Venivano tolti tutti i 54 posti e ne venivano dati dieci in più al Martini e quindi alla TO1.
Non si è mai capito il motivo per cui si pensava di azzerare completamente un reparto dell'ASL TO2.
Io provengo soltanto da una Circoscrizione, ma quest'ultima si era mossa per chiedere all'Assessore Monferino prima e all'Assessore Cavallera poi di prendere una posizione, di essere aggiornati e informati su quello che stava accadendo relativamente all'ospedale Amedeo di Savoia, anche perché collocato all'interno della Circoscrizione di cui sono un amministratore, pur essendo un ospedale regionale.
Evidentemente non tutti i territori hanno pari dignità per poter essere ascoltati e, in definitiva, forse perchè trattasi solo di una circoscrizione.
Avevamo chiesto di capire il motivo della ricollocazione dell'Amedeo di Savoia.
Su questi programmi operativi oggi non si può più tornare indietro, ma forse le idee erano poco chiare anche prima, perché si era detto che si sarebbe dovuto ricollocare entro il 31 dicembre 2015.
Poi con un DGR del 14 marzo 2013 veniva detto che l'Amedeo di Savoia aveva trasferito delle attività presso la struttura adiacente l'ospedale Maria vittoria.
Peccato che nell'ottobre del 2013 è stata inaugurata una RSA e quindi i lavori non si sono mai fermati: si è portata avanti questa RSA ed è stata infatti inaugurata sei mesi dopo, senza che fosse più possibile poterla trasferire presso l'ospedale Amedeo di Savoia, perché il fatto stesso di riconvertire avrebbe provocato il fatto di potere investire altri 50 milioni di euro per la riconversione, anche perché un ascensore impiegato per una RSA non può esserlo per un ospedale.
Probabilmente sono cambiati tanti Assessori e quindi le idee erano poco chiare e confuse. Però ad oggi so che su questo sarà difficile tornare indietro; sicuramente mi porto dietro il fatto di non aver capito bene quello che si poteva fare e il fatto che non si sia cercato un confronto vero con il territorio.
L'Assessore ha esordito dicendo che si metterà a disposizione ed è una cosa che sono certa farà, cercando cioè di avere un confronto con tutti i territori per poter poi decidere insieme come procedere.
Questo è quanto ha detto l'Assessore ed io ci credo. Per questo avrà tutta la mia fiducia. Grazie.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE BOETI



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Allemano; ne ha facoltà.



ALLEMANO Paolo

Grazie, Presidente.
Rubo qualche minuto a quest'Assemblea, ma mi rivolgo già con lo sguardo alle dieci mozioni che seguiranno, in modo da portarci verso la conclusione di questo dibattito e per non ripetere cose già dette.
Faccio due brevissime premesse. La mia impressione è che tutte le volte che oggi siamo andati ad una revisione delle politiche della sanità del passato anche recente, abbiamo fatto un'operazione quanto meno intempestiva.
Non ce lo possiamo permettere, perché noi non siamo qui per analizzare il passato, ma per assumerci la responsabilità del futuro, che passa attraverso la riorganizzazione delle risorse di cui disponiamo, e anche darci la patente di assolverci o meno è quanto meno come fare i conti senza l'oste, perché non dobbiamo dimenticare che sulle politiche del passato si sono espressi gli elettori e si è espressa la Corte dei Conti.
Quindi, trovo veramente un impegno di tempo non opportuno questo excursus verso il passato.
C'è stata molta insistenza sui dati perché qualche collega ha detto "non ci fornite i dati". E' assolutamente indispensabile ragionare sulla base di dati oggettivi, ma se qualcuno pensa che noi abbiamo nel cassetto una carta con dei dati misteriosi che sono nascosti ai più, si sbaglia. Non c'è assolutamente nulla.
Io sono convinto che non ce l'abbia neanche l'Assessore, ma non perch non l'abbiano prodotta, ma perché siamo concentrati fino all'ultimo respiro a definire le linee guida delle politiche sanitarie, non il numero dei posti letto che andranno a Saluzzo piuttosto che a Chieri.
Peraltro, questo riflette una concezione della sanità assolutamente statica. Immagino che in molti qui si rendano conto di come è cambiato in dieci anni lo spettro delle malattie, sotto il profilo epidemiologico sotto il profilo degli atti medici.
La chirurgia in tutto il mondo fa la metà, forse anche un terzo, degli interventi che faceva in illo tempore.
Noi siamo ancora qui legati al numero di letti e al fatto che se non c'è il letto, non ti possono portare via lo stomaco. Lo stomaco non lo portano più via, perché le ulcere si curano con le medicine, perch l'endoscopia e la radiologia interventistica fa il 90% di quello che un tempo faceva il bisturi.
Proviamo a ragionare avendo di fronte un quadro dinamico e in evoluzione quale è quello della sanità che cambia in tutto il mondo e figuriamoci se non cambia da noi sotto la spinta dei mutamenti dello stato di salute della popolazione, di come invecchiamo e delle tecnologie sanitarie.
Quindi, questo accanimento sul numero dei posti letto - credetemi, lo dico da medico - è assolutamente un ancoraggio al passato.
Ciò detto, ne discuteremo, ma non credo che il Consiglio sia la sede più adatta perché ci sono le Commissioni e ci sono i territori. I Sindaci di stamattina si incontreranno e li incontreremo quando sarà il momento di definire effettivamente come allocare al meglio le risorse.
Sarà un processo. Noi non è che tagliamo un nastro e dopo di che c'è un prima e un dopo. Diamo semplicemente una cornice all'interno della quale si faranno le scelte più ragionevoli e le più utili possibili per produrre salute.
Vado a concludere. Degli atti di indirizzo che concluderanno questo dibattito voterò in maniera contraria a quelli che invitano la Giunta a rivedere la deliberazione che ha assunto di riordino della rete, perché la Giunta aveva facoltà di farlo e, secondo me, ha agito bene, perché non poteva certamente sottrarsi, nell'emergenza finanziaria in cui ci troviamo al governo della salute pubblica e doveva farlo, garantendo la certezza delle risorse, otto miliardi.
Doveva mettersi in linea con cose già fatte, perché qualsiasi passo indietro non è consentito. Oltre che non essere sensato, non è consentito perché non è detto che chi è venuto prima di noi non abbia tentato con la stessa passione di fare le cose buone, poi forse è mancata la fase attuativa ed il controllo.
La coerenza con il Patto della salute, in termini di bacini di utenza e di esiti, è fondamentale e imprescindibile; come anche la fidelizzazione degli utenti, quando parliamo di mobilità, perché l'utente non aspetta noi per capire dove deve andare: valuta gli esiti e poi si muove laddove ha più garanzie di ottenere le risposte migliori al suo problema di salute.
L'ultimo elemento riguarda le risorse che vanno spostate sul territorio, perché è lì che incrociamo sanità e salute. Il resto è business, ma non è necessariamente salute.
Darò sicuramente il mio voto favorevole alla mozione dei colleghi di Forza Italia, che impegna la Giunta a garantire l'accesso ai servizi in area montana, perché penso che questo sia il vero problema. La nostra popolazione - io provengo dal Cuneese, e Saluzzo è alla base di due valli non ci chiede l'ospedale sotto casa, ma un acceso ai servizi sanitari vicino.
Badate, l'eccesso di mortalità nei nostri territori è dovuto a patologie banali. La gente non è abituata ad andare dal medico per il primo mal di pancia, quindi succede che ci sia una mortalità eccessiva per l'ernia strozzata, per emorragie gastrointestinali e per patologie banali.
Le patologie banali non richiedono il chirurgo a cinque chilometri, ma una porta di accesso alla rete sanitaria vicina: la fidelizzazione, i medici di base, gli ambulatori.
E' veramente cruciale questo particolare: non l'ospedale sul territorio, ma la porta del sistema sanitario sul territorio.
Così come, quando l'Assessore avrà espresso il suo parere, penso sia accoglibile la mozione che impegna la Giunta a definire le competenze tra il Governo regionale e gli Enti gestori dell'assistenza per la gestione dei presidi socio assistenziali e centri diurni, per fare in modo che ci sia il massimo di chiarezza e di accessibilità da parte delle utenze a servizi perché, essendo zone borderline, spesso finiscono in determinatezza che ovviamente, andrebbero a creare, non salute, ma forti disagi.
Grazie.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi della Scuola Elementare "L. Da Vinci" di Envie (CN)


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti della Scuola Elementare "L. Da Vinci" di Envie in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

"Nuova rete ospedaliera", presentata dai Consiglieri Vignale, Bertola Bono, Andrissi, Campo, Mighetti, Frediani, Batzella, Berutti, Pichetto Porchietto, Valetti e Ruffino (Atti d'indirizzo collegati: ordine del giorno n. 91; mozione n. 121; mozione n. 122; mozione n. 125; ordine del giorno n 127; ordine del giorno n. 126; ordine del giorno n. 128; ordine del giorno n. 129; mozione n. 130; mozione n. 131; ordine del giorno n. 132; ordine del giorno n. 133) (seguito)


PRESIDENTE

Riprendiamo il dibattito in merito a "Nuova rete ospedaliera".
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Campo; ne ha facoltà.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Questa mattina abbiamo ascoltato gli ennesimi venti minuti/mezzora di fumo dell'Assessore Saitta, perché di questo si tratta. Abbiamo già fatto un Consiglio la settimana scorsa parlando di sanità e di questa riforma, e non abbiamo avuto neanche elementi aggiuntivi nelle Commissioni sanità che da allora si sono tenute.
Quello che secondo noi emerge chiaramente è che questa proposta di riforma non è altro che una barriera fumogena, lacunosa, tenderei anche a dire che si basa su dati per certi versi errati, che bisognerà verificare.
Quello che mi trova perplesso è il fatto che non si voglia, ancora oggi, affrontare le questioni centrali. Siamo andati a Roma a presentare un piano di risanamento della sanità regionale che affronta solo uno dei temi del piano della salute (l'ho già detto nello scorso Consiglio).
Troppo comodo: si interviene sui posti letto, sui bersagli facili della sanità regionale, su quelli che sostanzialmente vanno a compromettere il servizio per i cittadini, e lo si fa dimostrando di non conoscere la realtà regionale, perché quello che emerge è di non avere neanche un'idea di come rivedere la governance della sanità regionale. Questo è quello che ci ha detto la Corte dei Conti nella sua relazione di parifica, con un capitolo tutto dedicato alla sanità, dove si dice che manca trasparenza, che la Regione non è in grado di controllare i bilanci delle ASL - tant'è che siamo ancora qua in assenza del consolidato del 2013 - e che non è in grado neanche di fare una programmazione.
Ebbene, in questa delibera la programmazione non c'è. Non si dice quali strumenti si intendono adottare per far sì che i mali della sanità regionale, che non sono sicuramente il numero dei posti letto (essendo quella una conseguenza), perché la cattiva distribuzione delle risorse è la conseguenza dell'incapacità, dell'inettitudine di una classe politica (e mi fermo all'inettitudine, anche se abbiamo avuto Assessori indagati per malaffare), dell'ultimo decennio nel gestire la sanità.
Ad oggi, l'Assessore Saitta non ci ha detto in alcun modo come intende fare per controllare quello che faranno le aziende sanitarie e le aziende ospedaliere, per fare in modo che i bilanci non siano farlocchi, perché è questo che ci ha detto la Corte dei Conti.
Ciò che mi preoccupa, e lo ribadisco, è che in questa situazione di dissesto nessuno paga. I funzionari che presentano i bilanci farlocchi dovrebbero essere cacciati via o, almeno, sottoposti a qualche procedimento disciplinare. E invece nulla. Nulla. Né in Regione né nelle ASL. Tutti al loro posto come prima: guardiamo al futuro. Ma come pensate di cambiare il futuro, se non siete capaci di capire cosa è stato combinato nel passato e di sanzionare i comportamenti scorretti? Notizia di questi giorni: in Lombardia la Corte dei Conti ha detto: "Per la malversazioni dei politici, ne risponderanno in solido anche loro".
Sarebbe sperabile che qualcosa del genere avvenisse anche in Piemonte ma sarebbe bello che non fosse una Corte dei Conti a doverlo dire, ma che ci fosse una classe politica capace di intervenire sul sistema, perché è questo che ci chiedono i cittadini: legiferare e governare.
Qui potrei venire a mille dettagli, ma mi rifaccio al mio question time di un'ora fa. L'Assessore Saitta cade dalle nuvole quando gli chiedo conto del perché si volesse assegnare all'AMOS gli sportelli della provincia di Cuneo per prenotazioni, casse, eccetera. Mi legge la risposta del Direttore sanitario e dice: "Beh, ma io ho avuto solo un giorno".
Guardi che noi, Assessore Saitta, l'abbiamo depositato il 9 novembre per chiedere conto del perché si continui, da tempo, ad esternalizzare i servizi nella sanità cuneese, senza avere un'analisi economica e finanziaria dei vantaggi che da questo dovrebbe derivare, senza avere trasparenza sul fatto che si stanno aggirando le norme sul personale esternalizzando i servizi, e sul fatto che è troppo comodo avere una società di proprietà pubblica ma di contratto privato, una cooperativa.
Ormai il termine "cooperativa" fa agghiacciare, visti gli scandali recenti che fanno sì che le cooperative diventino strumenti per fare dumping salariale e non servizio sociale (questo sarebbe ancor più tremendo in sanità).
Di queste cose non c'è traccia: di analisi, di rapporti, di relazioni.
Noi le abbiamo chieste e abbiamo messo in copia pure la Procura della Repubblica e la Corte dei Conti. Ebbene, è passato un mese e risposte zero.
Non ci stupisce. Del resto, quando chiedevamo quanto sarebbe costato alla fine l'ospedale di Verduno - altro "scandalone" epico di nuovo in provincia di Cuneo - non ci è data risposta. Siamo dovuti andare in Assessorato a prendere i plichi degli incartamenti per scoprire che siamo 177 milioni, rispetto ai 126 iniziali. E' stato solo ai primi di novembre che l'Assessore Saitta ad Alba, incontrando la Fondazione per il nuovo ospedale (che "caccerà" 11 milioni per attrezzature che erano incluse nel budget iniziale di 126 milioni) ha finalmente detto: "Abbiamo tutto chiaro di quello che si deve fare".
Fa piacere. Siamo nel 2014 e l'ospedale avrebbe dovuto essere finito tre anni fa, per un costo che all'epoca era già lievitato a 144 milioni.
Questo è un esempio! Ma ve lo siete fatti un giro? Quando sento l'Assessore parlare di fumo, sostanzialmente, e quando non ci fornisce i dati, mi chiedo se ha fatto un giro per le strutture ospedaliere e per le ASL? Ha visto cosa c'è a Mondovì, dove ha messo un asterisco? Ha visto, invece, com'è messa Savigliano? E Alba? E Cuneo, dove i dati su una situazione tutta efficace ed efficiente contrastano? Noi ci siamo andati: i numeri dicono che non ci sono barelle nel corridoio del pronto soccorso; ebbene, ci siamo andati un giorno a caso e ne abbiamo verificato la presenza.
Allora, al di là dell'appropriatezza o meno, quanto si basano su dati reali? Quanto sono basati sulla verifica da parte di qualcuno che è andato a vedere come funzionano le cose e quanto, invece, derivano da rapporti da parte di coloro che hanno tutto l'interesse che questi rapporti siano giusti.
Lo ripeto: è inutile pensare ad un piano per la riforma della sanità regionale nascondendosi dietro alla riforma Balduzzi e al Piano nazionale quando di questa Balduzzi si ignorano tutte le altre cose. Mi riferisco in particolare al grimaldello per scardinare quei regni in cui si sono trasformate le ASL, che sono incomunicanti e attraverso cui non si riesce a passare, ossia un sistema informativo, l'agenda digitale della sanità nazionale e piemontese! Non è che in Piemonte manchino le proposte per queste cose semplicemente si sono volute ignorare. Già all'inizio degli anni 2000, nei piani di e-Gov abbiamo realizzato sistemi informativi per l'agricoltura e per il lavoro, ma non per la sanità. Strano, la principale voce di spesa di gestione e di complicazione, fonte anche di gravi problemi legali per la Regione, è quella su cui non c'è stato neanche un mezzo impegno a mettere in piedi un sistema informativo per capire come si muovono le Aziende Sanitarie in Regione.
Ancora quest'anno, settembre 2014, la Corte dei Conti ci ha detto che non c'è la trasparenza, che non c'è la perimetrazione! Non siamo capaci di sapere - non dico di governare - cosa stiamo spendendo per cosa, e vogliamo riorganizzare i posti letto? Pensate così di risolvere i problemi? Risolvete i problemi in ordine all'acquisto di macchinari inutili o sottoutilizzati per amici, perché in altre zone si lasciano i servizi a zero o si cancellano i punti nascita o i pronto soccorso! Che cavolo di riforma è? Tra l'altro, è una riforma finta, tanto lo avete già detto tra le righe, questo è solo un primo passo, poi arriveranno le pressioni dei vari cacicchi locali e si salverà tutto quanto serve per garantire il ritorno elettorale sul territorio, alla faccia del Servizio sanitario regionale.
Allora, noi del Movimento 5 Stelle in Aula chiediamo, per prima cosa di smetterla con queste danze in cui non si dice nulla - i Consigli regionali sono ore perse a chiacchierare - e che ci diate, finalmente, le informazioni che servono.
Chiederemo su questo una Commissione d'inchiesta, che individui quelle informazioni - che non potranno essere rifiutate ad una Commissione d'inchiesta - per comprendere il vero stato della sanità regionale. Poi sulla base di quello, questo Consiglio e questa Giunta dovranno varare una riforma che funzioni, legge nazionale o meno. Grazie.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAUS



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Campo.
Procediamo con l'ultimo intervento.
La parola al Consigliere Marrone.



MARRONE Maurizio

Grazie, Presidente.
Non farò perdere tempo ripetendo quanto hanno già detto i colleghi soprattutto del centrodestra, che condivido.
Sappiamo benissimo che questa riforma, sostanzialmente, si inserisce nel solco tracciato in precedenza, ma con un imbarbarimento, quello della riduzione dell'offerta sanitaria, quindi con tagli di struttura che, in realtà, con il precedente Governo non erano mai stati neanche ipotizzati.
Invece, adesso, vengono sostanzialmente calati con grande disinvoltura anzi, quasi con il fastidio di dover addirittura occuparsi di prevenire contestazioni e manifestazioni, senza arrivare alla protesta di piazza addirittura contro segnalazioni in ambito consiliare.
La prima critica che devo muovere al comportamento della Giunta ribadendo una critica già formulata in passato, riguarda il metodo.
Oggettivamente, abbiamo letto sui giornali e visto sui media un procedimento di confronto interno apertissimo, per carità, però solo ai membri del Partito Democratico nelle sedi del Partito Democratico.
Peraltro, è un confronto che ha lasciato solo dei punti interrogativi ovvero degli asterischi o quadratini che sono rimasti in sospeso circa operazioni che, evidentemente, non risultando indigeste per i piemontesi in generale, ma per i piemontesi eletti con la tessera del PD in tasca diventavano scomode da assumere tutte in una volta, allora è meglio diluirle.
Dall'altra parte, abbiamo visto un vostro confronto interno a porte chiuse, che è legittimo in qualsiasi Giunta e maggioranza.
Evidentemente, è mancato un confronto realmente aperto nelle Commissioni, infatti abbiamo già avuto un'estrema difficoltà nel recepire mi ricordo un sipario abbastanza curioso - dei dati, che non potevano essere distribuiti e andavano invece dettati, circa il riassetto e il riordino delle strutture sanitarie, degli hub, degli spoke e delle altre strutture di ordine inferiore.
Dall'altra parte, non c'è stato un reale coinvolgimento del territorio.
L'esercito di fasce tricolori che abbiamo visto affollare la parte destinata al pubblico è una scena che personalmente non ho mai visto, credo che ce la ricorderemo tutti, evidentemente dimostra una sofferenza pesante dei territori, che, giustamente, si sentono penalizzati. Qui voglio unirmi a quanto già detto da altri colleghi, in particolare del Movimento 5 Stelle: quelle aree che erano state ampiamente corteggiate in campagna elettorale, come la Val di Susa, evidentemente per paura che il voto No TAV vi danneggiasse politicamente come coalizione di centrosinistra, adesso vengono sostanzialmente punite con una desertificazione in ambito di offerta sanitaria.
Il vero problema che voglio porre riguarda la coerenza anche dal punto di vista formale di questa delibera, in quanto in particolare il collega Vignale e i colleghi di Forza Italia hanno sottolineato le incongruenze e i dati che non tornano rispetto all'assegnazione e al mantenimento dei posti letto.
Sinceramente, ho ricevuto altre segnalazioni su un altro tema, quello dei laboratori. Sapete che la normativa nazionale Balduzzi, peraltro farina del vostro sacco, prevede un laboratorio ogni 200 mila abitanti della Regione, ed è nella ratio della legge un criterio che va rispettato su base regionale anche rispetto alle divisioni di aree e quadranti. Sarebbe chiaramente privo di senso, dopo l'individuazione dei quadranti divisi per numero di abitanti e aree geografiche strategiche, riempire determinate aree di laboratori e desertificarne altre. Però, rilevo delle incongruità in particolare segnalo che al quadrante di Torino nord, sostanzialmente spetterebbero, in quota abitanti, quasi cinque laboratori (4,7 facendo una media matematica); in realtà, mantenendone due, sostanzialmente li priviamo come quadrante di popolazione di quasi tre laboratori in termini di diritto.
Dall'altra parte, togliamo un laboratorio che sarebbe diritto anche del quadrante Torino ovest, per cui ci ritroviamo con una Torino particolarmente penalizzata.
Invece, come per magia, vediamo fioccare laboratori in determinate province, quelle del nord-est, piuttosto che quelle del sud-ovest: Cuneo guarda caso, patria del dottor Moirano, dove i laboratori sono quasi in esubero, se guardiamo la media degli abitanti, di 2,5 o di 1,5.
Dovessi fare un'analisi - e non sono un tecnico - meramente politica di una scelta di questo tipo, dovrei concludere dicendo che il centrosinistra guidato dall'ex Sindaco di Torino, che evidentemente si sente elettoralmente piuttosto tranquillo sulla città metropolitana di Torino, ha cercato di vellicare le ambizioni di altri territori provinciali su cui evidentemente, il consenso elettorale è più claudicante, quindi va consolidato con qualche regalia.
Dall'altra parte - magari è una mia malignità, così la pongo sottolineo un dato di fatto: nel penalizzare Torino, in particolare Torino nord - smentitemi se non è così - si fa scomparire il laboratorio di virologia e microbiologia dell'Amedeo di Savoia, scelta un po' particolare se teniamo conto che è il riferimento regionale per le malattie infettive.
Quindi, credo che, come conseguenza, questa nostra sanità si dovrà a far viaggiare molto più sangue infetto rispetto a prima in giro per il territorio, e questo non credo sia una grande scelta razionale.
Il punto è che se c'è una maggioranza politica che si chiude a riccio nell'approfondimento di un documento così strategico, chiudendo i giochi all'interno del proprio partito e della Giunta, e andando invece a fornire un pacchetto prestabilito senza neanche farlo discutere - e questo è il gioco di questo organismo istituzionale - perché non è costretto dal voto del Consiglio regionale, è ovvio che per l'opposizione, qualora non ci sia una disponibilità a rivedere queste misure, l'unico passo che rimane rispetto a delle evidenti, se così saranno confermate, violazioni della legge Balduzzi rispetto alle quote e alla soglie che sono state stabilite per numero di abitanti, altro non sarà che ricorrere al TAR.
Ho sentito che anche i Sindaci dell'Alessandrino stanno facendo queste valutazioni di approfondire il tema in sede di impugnativa amministrativa.
Sono dell'idea che una dinamica sana tra Consiglio e Giunta non debba portare a questo punto. Per questo motivo, l'auspicio è che la Giunta non abbia chiuso ogni possibilità di confronto su questa deliberazione di Giunta e sia disposta a correggerla, altrimenti bisognerà approfondire presso il TAR quali siano le eventuali violazioni della legge nazionale.



PRESIDENTE

Grazie, collega Marrone.
Passiamo agli atti di indirizzo collegati al dibattito.
C'era un accordo con i Capigruppo per stare nei tempi, bisogna esaminare i seguenti 14 atti d'indirizzo: ordine del giorno n. 91 "Il futuro dell'Ospedale degli infermi di Biella" presentato dai Consiglieri Gancia, Benvenuto, Pichetto Fratin mozione n. 121 "Valutazione della fattibilità politica, tecnico ed economica della realizzazione del nuovo presidio ospedaliero unico in provincia di Verbania - area Piemonte nord-est" presentata dai Consiglieri Bono, Bertola, Frediani, Andrissi, Mighetti, Valetti mozione n. 123 "Istituzione di una Commissione di inchiesta per la verifica della gestione del Sistema Sanitario Regionale" presentata dai Consiglieri Bono, Bertola, Frediani, Andrissi, Mighetti, Valetti mozione n. 122 "Proposta di realizzazione nuovo presidio ospedaliero in provincia di Alessandria - area Piemonte sud-est" presentata dai Consiglieri Bono, Bertola, Frediani, Andrissi, Mighetti, Valetti mozione n. 125 "Continuità assistenziale" presentata dai Consiglieri Ruffino, Berutti, Pichetto Fratin, Graglia, Vignale, Porchietto mozione n. 124 "Definizione delle competenze delle aziende sanitarie nelle attività socio-assistenziali" presentata dai Consiglieri Ruffino Berutti, Pichetto Fratin, Graglia, Vignale, Porchietto, Sozzani ordine del giorno n. 127 "Presidio unificato Lanzo e Ciriè" presentato dai Consiglieri Vignale, Porchietto, Sozzani, Ruffino, Graglia, Pichetto Fratin, Berutti ordine del giorno n. 128 "Tutela dei presidi ospedalieri in area montana" presentato dai Consiglieri Vignale, Porchietto, Sozzani, Ruffino, Graglia Pichetto Fratin, Berutti ordine del giorno n. 129 "Declassamento Ospedale San Luigi di Orbassano e taglio dei posti letto ospedalieri" presentato dai Consiglieri Vignale Porchietto, Sozzani, Ruffino, Graglia, Pichetto Fratin, Berutti mozione n. 130 "Presidio ospedaliero di Cuorgnè: proseguimento delle attività di ostetricia e ginecologia ed osservazione dei volumi e degli esiti fino al 31 dicembre 2016" presentata dai Consiglieri Bono, Bertola Frediani, Andrissi, Mighetti, Campo mozione n. 131 "Classificazione DEA di II livello per l'Azienda Ospedaliera Universitaria San Luigi Gonzaga di Orbassano" presentata dai Consiglieri Bono, Bertola, Frediani, Andrissi, Mighetti, Valetti, Campo ordine del giorno n. 132 "Presidio ospedaliero di Susa: proseguimento delle attività di ostetricia e ginecologia ed osservazione dei volumi e degli esiti fino al 31 dicembre 2016" presentato dai Consiglieri Bono Bertola, Frediani, Andrissi, Mighetti, Valetti, Campo ordine del giorno n. 133 "Presidio ospedaliero di Acqui Terme: individuazione quale prioritario riferimento la sede di DEA di II livello Azienda Ospedaliera SS. Antonio e Biagio e Cesare Arrigo di Alessandria" presentato dai Consiglieri Mighetti, Bono, Bertola, Frediani, Andrissi Valetti, Campo ordine del giorno n. 126 "Susa rimanga ospedale di territorio" presentato dai Consiglieri Vignale, Sozzani, Porchietto, Ruffino, Pichetto Fratin Chi tra i proponenti vuole illustrare gli ordini del giorno, pu tranquillamente illustrarli. Chi invece ritiene non indispensabile illustrare l'ordine del giorno può ritenere di non illustrare l'ordine del giorno. Ci rimettiamo al vostro buon senso.
Il primo ordine del giorno è il n. 91, presentato dai Consiglieri Gancia Benvenuto e Pichetto Fratin, inerente a "Il futuro dell'Ospedale degli Infermi di Biella" Questo ordine del giorno è dato per illustrato. Grazie.
Mozione n. 121 presentata dai Consiglieri Bono, Bertola, Frediani Andrissi, Mighetti e Valetti, inerente a "Valutazione della fattibilità politica, tecnico ed economica della realizzazione del nuovo presidio ospedaliero unico in Provincia di Verbania - area Piemonte nord-est".
La parola al Consigliere Bono, per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Questa è una mozione che discende da una serie di valutazioni che abbiamo fatto in maniera coerente con gli interventi che abbiamo espletato sia in Commissione che in Consiglio e anche sul territorio laddove era presente, oltre all'Assessore Saitta, anche il Vicepresidente Reschigna quindi nei Consigli comunali aperti di Verbania e di Domodossola di due sabati fa, con l'intenzione di portare a compimento una logica che ci sembra di buonsenso.
Laddove una Provincia consta di circa 163 mila abitanti, quindi al limite del numero di abitanti per l'individuazione di un ospedale spoke cioè sede di DEA di primo livello e non di più, pensiamo che, laddove vi siano due ospedali e due aree, cioè che la Provincia sia suddivisa in due aree come la Provincia del Verbano-Cusio-Ossola, anzi per rispetto di chi appunto è residente sul Lago d'Orta, quindi il Cusio, sono tre aree sarebbe più semplice individuare un'area baricentrica che possa essere sede e realizzazione di un nuovo presidio ospedaliero unico, in modo da superare questo lo dico anche all'Assessore Saitta, che penso possa convergere su questa nostra proposta - le divisioni che ci sono tra i territori. Non dico divisioni di campanile, perché qui non si tratta di un Comune verso un altro, ma si tratta di aree che geograficamente rispondono e vertono su bacini differenti. Quindi l'Ossola magari è la parte più a nord della nostra Regione e quindi ha come riferimento ovviamente Domodossola, ma anche la Svizzera e, più che Torino, anche Milano.
Il Verbano, che può partire da Cannobio, è considerato praticamente Svizzera, perché è al confine con la Svizzera, quindi lì convergono sul capoluogo Verbania e poi magari verso Novara e Milano.
Il Cusio, ad esempio, oltre ad avere come centro di riferimento e ospedale di riferimento Omegna, pur avendo appunto Omegna un suo presidio ospedaliero con il Centro ortopedico di Quadrante (COQ), oggetto di sperimentazione pubblico e privato, converge soprattutto su Borgomanero come ospedale di riferimento.
Quindi, è una situazione ovviamente variegata. Se si arrivasse ad un accordo dei territori per l'individuazione di un'area, come ho già detto baricentrica tra le tre, che potrebbe essere da Gravellona Toce in su, si potrebbe arrivare veramente a un superamento di questi problemi.
Come ha visto l'Assessore Saitta, è stato chiesto di avere da parte del Collegio di rappresentanza dell'Assemblea dei Sindaci, cioè i cinque Sindaci della Provincia, un parere unanime, ma evidentemente essendoci presente il Sindaco del capoluogo di Verbania, non c'è stata unanimità: quattro Sindaci erano d'accordo su declassare Verbania e tenere Domodossola, sulla base di dati tecnici ed economici, mentre il Sindaco di Verbania ha preso una posizione completamente opposta, proponendo di tenere Verbania e declassare Domodossola.
Immagino sia difficile per un Sindaco che è eletto sul suo territorio dire di declassare il proprio ospedale. Esattamente non tanto diversamente da quello che fece l'Assessore Reschigna, che oggi purtroppo non c'è quando all'epoca era Sindaco di Verbania, che fece votare un referendum consultivo un po' particolare. Non so se l'Assessore Saitta ha i dati del referendum che forse si tenne nel 2001, ora non ricordo esattamente l'anno.
Un referendum che venne votato da 443 cittadini del Verbano-Cusio-Ossola che valore ha? Purtroppo in Italia per i referendum abrogativi chiediamo il quorum del 50%, ma un referendum consultivo...
Noi siamo per abolire il quorum, però un referendum in cui ci sono 443 cittadini e tutti sono di Verbania città che dicono di localizzare un'area unica per l'ospedale unico due domande me le farebbe sorgere.
Se vogliamo fare veramente un referendum nella Provincia, i seggi devono essere aperti in tutta la Provincia e coinvolgere tutti i cittadini.
Allora veramente non sentiamo solamente i cittadini di Verbania, solo i cittadini di Omegna o soltanto quelli di Domodossola, ma sentiamo i cittadini di tutti i Comuni magari intermedi che in una localizzazione unica, in un nuovo ospedale, in una nuova struttura che non sia appunto vetusta, nonostante gli investimenti fatti, come quelli di Domodossola o di Verbania, possano magari veramente trovare una risposta positiva. Da lì potremmo fare le votazioni.
E' vero, Assessore, la limitazione principale è quella delle risorse però oggi potremmo dare un parere favorevole almeno a un percorso politico cioè iniziare un percorso di valutazione, non prendiamo una decisione. Non voglio dirlo in politichese ma in modo molto chiaro: non è che si decide oggi di farlo, ma si decide oggi di iniziare un percorso per decidere, cioè dire che come Consiglio regionale rilanciamo la palla agli abitanti della Provincia e questi dicano cosa vogliono fare. Poi, un domani, se ci saranno le risorse la Regione, diventata virtuosa, avrà fondi propri, l'articolo 20 sarà rifinanziato e avremo soldi per fare l'ospedale; se ci sarà il pare positivo del territorio, si potrà costruire e avremo un ospedale spoke di eccellenza unico, a metà tra Domodossola, Verbania e Omegna, e potremmo veramente dire di aver risolto la questione almeno di una Provincia.
Questo è un nostro tentativo di aiuto e di contributo al dibattito come ci è stato chiesto più volte dall'Assessore Saitta, e speriamo che venga accolto positivamente. Grazie.



PRESIDENTE

Procediamo con l'esame della mozione n. 123 presentata dai Consiglieri Bono, Bertola, Frediani, Andrissi, Mighetti e Valetti, inerente a "Istituzione di una Commissione d'inchiesta per la verifica della gestione del Sistema Sanitario Regionale".
La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Abbiamo voluto presentare questa mozione per un dato molto semplice: l'esperienza fatta nella scorsa legislatura della Commissione d'inchiesta sulla sanità e sugli appalti di SCR (stazione appaltante di committenza regionale), che aveva indagato su tutte le proroghe degli appalti di cui parlava prima il collega Mighetti e aveva fatto anche una serie di valutazioni molto importanti, ex articolo 31 del Regolamento (ricordando la nascita di questo articolo e della modifica del Regolamento, questa avvenne proprio ad opera, tra gli altri, dell'attuale Assessore Saitta.) Lei ricorda sicuramente, Assessore, che nella VII Legislatura era stato Presidente della Commissione d'inchiesta sulla sanità ed era stato tra i colleghi che avevano apportato la modifica del Regolamento introducendo appunto, l'articolo 31, che permetteva l'introduzione di Commissioni speciali, cioè oltre alle sei Commissioni permanenti (Regolamento, Nomine Giunta per le elezioni, ecc.), l'introduzione di Commissioni speciali su richiesta. Ad esempio, nella scorsa legislatura c'era la Commissione antimafia, c'era la Commissione d'inchiesta su sanità e SCR, c'era la Commissione d'indagine sull'urbanistica.
Con questa mozione, noi pensiamo di chiedere l'introduzione - poi ovviamente, se ci sarà un voto favorevole, presenteremo una proposta di deliberazione consiliare in tal senso - di una Commissione d'inchiesta speciale sulla sanità. Per fare cosa? Per coadiuvare l'azione sia della IV Commissione che dell'Assessorato, quindi coadiuvare, controllare, vigilare e fare anche delle proposte sulla base di valutazioni.
Oggi noi siamo all'interno dei programmi operativi, come già citato contenuti nella delibera n. 25 del 30/12/2013, che nascono dal piano di rientro; questo piano ha delle linee d'intervento e poi delle sottolinee di azione; ogni azione viene monitorata, ovviamente, dall'AGENAS e dal Governo nazionale, nonché dal Ministero della Salute. Senza ovviamente pensare che una Commissione d'inchiesta regionale possa mettersi a fare lo stesso crediamo che però possa aiutare per vedere tutte quelle cose che il nostro Presidente diceva - mentre parlava, l'Assessore annuiva - cioè valutare anche che i Direttori generali, soprattutto, ma anche i sanitari e gli amministrativi, qualora non raggiungano gli obiettivi dati dalla Giunta vengano sia controllati sia, eventualmente, sanzionati con gli strumenti che la Giunta deciderà, ma il Consiglio potrà anche valutare questo e dare una mano in tal senso.
La scorsa legislatura la Commissione d'inchiesta ha portato alla luce molti problemi per quanto riguarda le proroghe; lo stesso fece nella VII Legislatura la Commissione d'inchiesta presieduta dall'Assessore Saitta (in quel periodo si parlava dello scandalo Odasso, lei lo ricorderà sicuramente meglio di me, che all'epoca leggevo i giornali, mentre lei era in Commissione).
Pensiamo veramente che possa avere un significato molto importante perché, insieme alla Commissione sanità, avere anche una Commissione che fa inchiesta su questi temi e che non ha i vincoli per quanto riguarda ad esempio il segreto istruttorio dei funzionari e dei dirigenti, può dare una marcia in più a questo Consiglio per essere parte determinante di quel processo di efficientamento della sanità che vogliamo tutti - magari con ricette un po' diverse, ma che sicuramente tutti vogliamo - per uscire dal piano di rientro e tornare ad essere una Regione che sta in piedi con le sue gambe e torna ad avere una delle migliori sanità in Italia.



PRESIDENTE

Procediamo con l'esame della mozione n. 122 presentata dai Consiglieri Bono, Bertola, Frediani, Andrissi, Mighetti e Valetti, inerente a "Proposta di realizzazione nuovo presidio ospedaliero in provincia di Alessandria area Piemonte sud-est".
La parola al Consigliere Mighetti per l'illustrazione.



MIGHETTI Paolo

Grazie, Presidente.
Con quella che è stata inaugurata dal Consigliere Bono, andiamo avanti sulla strada più propositiva. Se di revisione della rete ospedaliera si parla, si parla di futuri risparmi, come abbiamo già detto prima; futuri risparmi che, come ci ha ricordato l'Assessore, sarebbero stati impiegati per investimenti.
Chiaramente, in quest'ottica, noi abbiamo la situazione di Tortona e Novi Ligure, che attualmente si contendono il DEA tra i due ospedali. In realtà, una delle soluzioni possibili, già paventata negli scorsi anni, è comunque una struttura unica che accomuni i due ospedali, che attualmente comunque, al di là delle varie descrizioni date dai Sindaci, ecc., sono due ospedali che si trovano all'interno delle città e possono trovare collocazione in un ospedale unico all'esterno dei centri abitati, con la possibilità di avere una struttura nuova e plausibile di ampliamenti e concettualmente diversa da ospedali che sono nati sulla scorta di continui ampliamenti portati avanti negli anni e che si basano su edifici del secolo passato.
Questo proposito dovrebbe, oltre a garantire delle percorribilità più idonee sia agli utenti di Novi che agli utenti di Tortona, permettere un sostanziale risparmio in termini di gestione delle strutture. Infatti, sia l'ospedale di Tortona che quello di Novi, hanno dei corpi principali che sono corpi, come ho già detto, nati nel secolo scorso e chiaramente energivori, chiaramente soggetti ad essere strutturalmente non più idonei alla nuova normativa sismica e soprattutto con delle pecche per quanto riguarda l'adeguamento continuo che deve essere fatto agli impianti a servizio della struttura.
Con questa mozione, andiamo a mettere in campo un'ipotesi. Chiaramente possono essere portare alla luce collocazioni, possono essere portate all'attenzione della Giunta tutte le osservazioni fatte dalle comunità locali per andare nella direzione, appunto, di un'ottimizzazione del servizio.



PRESIDENTE

Consigliere Sozzani, lei prima era fuori dall'aula e aveva chiesto d'intervenire.
Prego, ne ha facoltà.



SOZZANI Diego

Grazie, Presidente.
Era solo un breve intervento relativamente all'ordine del giorno sugli ospedali di Verbania e di Domodossola, presentato dal Gruppo del Movimento 5 Stelle.
Su questo tema, devo dire che effettivamente, dal punto di vista politico, in tutta la zona del VCO vi è una sensibilità particolare.
L'Assessore, durante la sua visita, ha lasciato - lo abbiamo già detto questa mattina - la scelta al territorio, ma evidentemente in quella zona il problema diventa duplice: 1) perché è difficile che dei Sindaci si assumano la responsabilità; 2) perché è un territorio piuttosto particolare, in quanto non è mai diventato una vera provincia, nel senso che il VCO è il Verbano-Cusio-Ossola, ovvero tre aree completamente distinte.
Mi sembra che questa proposta possa essere l'elemento che va a sanare un dibattito rispetto a degli ospedali che, tra l'altro, hanno anche problemi di tipo tecnico; infatti ricordo che, pochi giorni or sono l'ospedale di Omegna è stato in parte allagato dalla recente inondazione causata dalla fuoriuscita del Lago d'Orta. Quindi vi sono dei problemi strategici che devono essere risolti rispetto alla salubrità dell'ospedale oltre che il funzionamento dello stesso.
Per quanto ci riguarda, non solo seguiremo con voto favorevole questo tipo di proposta, ma anche l'eventuale iter - qualora sarà approvata - di individuazione di quest'area intermedia fra tutte le zone del Verbano-Cusio Ossola, sperando che in questo senso i territori possano collaborare nella ricerca della zona medesima, visto il problema della grande rivalità che riscontriamo nell'ambito di una provincia così piccola.



PRESIDENTE

Procediamo con l'esame della mozione n. 125 presentata dai Consiglieri Ruffino, Berutti, Pichetto Fratin, Graglia, Vignale e Porchietto, inerente a "Continuità assistenziale".
La parola alla Vicepresidente Ruffino, che interviene, in qualità di Consigliera, per l'illustrazione.



RUFFINO Daniela

Grazie, Presidente.
La mozione è molto breve e chiara. E' quella di passare, dalla bassa intensità assistenziale, all'alta intensità nei reparti che sono stati aperti negli ospedali di Giaveno, Venaria, Pomaretto e Torre Pellice. Con questa richiesta, riteniamo di dare una risposta alla carenza di posti letto, soprattutto nei reparti di medicina. Oggi la bassa intensità corrisponde, all'incirca, ad un reparto di una casa di riposo. Sicuramente sarebbe anche una concreta risposta allo stazionamento delle barelle nel pronto soccorso perché ci sarebbe un circuito virtuoso di passaggio di letti e, sicuramente, anche la possibilità ai degenti di trascorrere un periodo in un ex ospedale vicino casa. La continuità assistenziale è stata creata negli ex ospedali, ora strutture sanitarie territoriali, così vengono chiamate (su questo vengo corretta).
Credo che un voto favorevole alla mozione sarebbe un'adeguate risposta ad un'esigenza che, io sono certa, è forte, chiara e reale.



PRESIDENTE

Procediamo con l'esame della mozione n. 124 presentata dai Consiglieri Ruffino, Berutti, Pichetto Fratin, Graglia, Vignale, Porchietto e Sozzani inerente a "Definizione delle competenze delle Aziende sanitarie nelle attività socio-assistenziali".
La parola alla Vicepresidente Ruffino, che interviene in qualità di Consigliera, per l'illustrazione.



RUFFINO Daniela

Ancora grazie.
La mozione è legata ai centri diurni frequentati da persone con handicap gravi, definiti come servizi semiresidenziali che, insieme a quelli domiciliari e a quelli residenziali, forniscono delle prestazioni che sono rientranti tra i LEA socio-sanitari e che, pertanto, devono obbligatoriamente operare in regime di accreditamento regionale, anche se a gestirli sono gli Enti socio assistenziali.
Riteniamo che siano esigibili tutte le prestazioni a carattere domiciliare, semiresidenziale e residenziale, sempre per persone con handicap.
Cerco di essere veloce nell'illustrazione, ma anche di dare una configurazione a questa mozione.
Riteniamo che nel contratto di accreditamento debbano essere inclusi tutti i costi nella retta giornaliera, comprese le voci di trasporto e di mensa. Riteniamo che questa chiarezza sia fondamentale e che la quantificazione della quota relativa a prestazioni socio-sanitarie di livello essenziale posta a carico dell'assistito, deve essere collegata alla disponibilità economica individuale della persona.
E' importante che alla persona rimangano i pochi spiccioli per i piccoli acquisti, come per le medicine.
Come si vede, è una mozione di assoluto buonsenso. Chiediamo un impegno al Presidente e alla Giunta regionale ad assumere le iniziative opportune per la definizione nell'ambito delle procedure di accreditamento delle competenze assegnate alle Aziende sanitarie, agli enti gestori delle attività socio-assistenziali, al fine di garantire agli aventi diritto, le informazioni necessarie per l'accesso alle prestazioni per il regolare svolgimento delle funzioni e il corretto finanziamento dei servizi.
Crediamo che questa azione di chiarimento, ma anche di vicinanza e di accoglienza delle piccole esigenze di chi fruisce di queste prestazioni sia assolutamente importante.



PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 127 presentato dai Consiglieri Vignale, Porchietto, Sozzani, Ruffino, Graglia, Pichetto Fratin e Berutti, inerente a "Presidio unificato Lanzo e Ciriè".
La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Utilizzo anche l'illustrazione dell'ordine del giorno per fare presente un aspetto, come in questo caso. Ognuno di noi può avere un proprio concetto di condivisione con i territori dei provvedimenti che la Giunta porta. Dopodiché, come è stato detto da qualche collega, è la Giunta che decide. Ricordiamo che è la Giunta che decide, perché oggi attua una norma nazionale. Va ricordato che quando presentammo la precedente rete ospedaliera, quella del Piano sanitario del 2012, la IV Commissione consiliare fece otto sedute, una per ogni capoluogo di provincia, andando a presentare la rete. Quindi è stata non dico condivisa, perché poi i territori hanno lamentato una parte delle scelte che vennero fatte, ma è stata certamente portata all'attenzione del territorio.
Dalla nostra valutazione, evidentemente, dire che un provvedimento si assume, e poi viene condiviso dal territorio, è un aspetto che almeno, nel valore dell'italiano, non significa "condividerlo". Significa mettere a conoscenza i territori di un provvedimento assunto, senza averne parlato con i medesimi. Questo è un esempio.
L'ospedale di Lanzo oggi ha 45 posti di medicina generale e 25 posti di lungodegenza. E' vero che nel 2012 venne classificato non più come ospedale di territorio, ma è altrettanto vero che, grazie all'azione di molti soggetti, soprattutto di quel territorio, con una modifica della rete ospedaliera, con una delibera del 2013, venne riclassificato come ospedale territoriale.
Noi crediamo che vada mantenuto quel presidio, semplicemente perché, in una semplice analisi dei flussi ospedalieri, sarebbe impossibile pensare che le attività di medicina generale e di lungodegenza che oggi vengono svolte all'interno di quel presidio, possano essere assorbite da un altro presidio. Lo vogliamo fare con una mozione che è lo stesso emendamento che abbiamo presentato in assestamento di bilancio, ed è la stessa richiesta che proviene dai territori, se fossero stati ascoltati. Creare un presidio unificato Lanzo-Ciriè, che oggi è la stessa dicitura che ognuno di voi pu trovare se si reca presso l'ospedale di Lanzo o di Ciriè. Vi è un cartello che dice: "Presidi unificati Lanzo e Ciriè".
In realtà, è un cartello che dice una cosa vera, nel senso che la gestione ospedaliera è unificata su due territori, anche se i due presidi sono ancora differenti tra loro: uno individuato come presidio di Lanzo l'altro come presidio di Ciriè. Questa mozione vuole portare una sorta di sperimentazione o anche efficienza nelle strutture sanitarie, cioè quella di fare in modo che due presidi molto vicini tra loro - in particolar modo avendo uno le caratteristiche dell'area montana e avendo tutte le caratteristiche previste dal Patto per la salute per l'area disagiata possano diventare un presidio unico all'interno del quale si possano svolgere in uno, quello di Ciriè, la media intensità e in un altro, quello di Lanzo, la bassa intensità, garantendo quindi un'efficienza anche rispetto all'erogazione dei servizi di cura e non badando se un'attività viene svolta all'interno di un presidio o di un altro, ma badando al tema complessivo dei servizi.
Noi, vedete, abbiamo appreso con favore il giudizio positivo sulla mozione che abbiamo presentato relativamente all'attenzione ai presidi ospedalieri - e non solo, ma anche all'assistenza domiciliare - in territori montani; almeno, il Consigliere Allemano, che - se non ricordo male - è il Capogruppo del Partito Democratico in Commissione sanità, ha espresso un parere favorevole.
Vorremmo solo evidenziare il fatto che, se non possiamo pensare che l'ospedale sia l'unico soggetto che dà risposta ad un territorio, in aree montane così complesse certamente è un presidio indispensabile per una parte dell'erogazione dei servizi sanitari. Se dicessimo che a questi non andiamo ad affiancare degli interventi di medicina territoriale, certamente daremmo una risposta parziale; ma sarebbe altrettanto parziale pensare che solo una struttura che si può configurare, rispetto a quanto prevede l'articolo 5 del Patto per la salute, come una struttura all'interno della quale possono operare i medici di medicina generale, possa essere quella che dà risposte alle esigenze ospedaliere. Lo dico da un punto di vista numerico e anche in questo senso sarà interessante vedere i dati, che oggi non abbiamo ma che conosciamo, rispetto al numero di passaggi che - in termini di medicina generale, di lungodegenza, di pronto soccorso, di hospice, ecc. - l'Ospedale di Lanzo eroga. Allora, questa ci pare una modalità interessante e innovativa per garantire i servizi sanitari, senza costi aggiuntivi per la sanità piemontese.
Vi è poi un tema che affrontiamo non ancora in modo puntuale, ma che certamente sarà da approfondire, semplicemente perché reca un punto interrogativo anche nella delibera sulla rete ospedaliera, che è quello dell'emodinamica di Ciriè. Cito anche questo aspetto, avendo alcuni di noi cercato anche in questo caso, da Consiglieri di maggioranza e da componenti la Giunta, di convincere la precedente Amministrazione del fatto che fosse un errore limitare una singola emodinamica su Ciriè e su Ivrea.
Infatti, come ha fatto poi rilevare una Commissione di esperti che è stata nominata, è semplicemente sufficiente vedere il numero di interventi che vengono fatti dall'emodinamica di Ciriè e da quella di Ivrea per rendersi conto che in realtà - essendo peraltro quelli due presidi le cui popolazioni non si muovono una verso l'altra, ma le cui popolazioni si muovono in particolar modo dalle Valli di Lanzo e dal Ciriacese verso Torino, perché non solo questo è molto più facile che non raggiungere Ivrea, ma è anche molto più pratico, sia con i mezzi pubblici sia con le auto - la modalità del mantenimento di quelle due emodinamiche oggi rappresenta, in realtà, un aspetto positivo.
C'è una differenza, di nuovo, che ci permettiamo di far notare rispetto ad alcuni discorsi di colleghi, che hanno in realtà fatto rilievi puntuali sugli interventi sulla rete ospedaliera approvata nel 2012, con gli effetti che sono stati conseguenti. Io rammento che, quando si modifica una delibera così com'è stato fatto e quando si sospendono 20 delibere per sostituirle con altre successive, tutta una serie di aspetti si possono modificare. Potrei dirlo nominalmente ad alcuni colleghi, che hanno ricordato come ci fosse una serie di cose che non ci sono più o come si sarebbe potuto organizzare diversamente: quando si è al governo si hanno delle possibilità.
Con la Consigliera Caputo abitiamo nella stessa zona e insistiamo sulla stessa ASL: visto che una serie di quegli interventi sono stati fatti, se lei ritiene che non siano positivi deve convincere la maggioranza di cui fa parte a reintervenire su una parte consistente di quegli interventi. Salvo la riconversione - lo condivido con lei -, tutto il resto è totalmente fattibile: si può tornare a quanto si è fatto prima. E a proposito della compartecipazione al ticket, non è che non si possano abbassare i ticket: i ticket si possono abbassare, dopodiché ci spiegate in termini di compatibilità come la spesa sanitaria sia sostenibile.
Questa mozione, allora, serve certamente per dare alla Giunta un indirizzo che noi riteniamo positivo, ma anche per fare quell'operazione verità che diceva il Presidente Chiamparino in chiusura. Il giorno in cui si farà l'operazione verità - noi siamo i primi a volerla, perché abbiamo fatto il grande errore nel 2010 di non farla - si vedrà anche in modo molto dettagliato e molto semplice - se qualcuno di voi ha tempo, scrive una e mail all'Assessorato al bilancio, si fa mandare l'andamento dell'indebitamento all'interno di questa Regione e lo vede - di chi sono più o meno, le responsabilità. Neanche noi, però, scendiamo da Giove e neanche noi siamo stati in orbita, in questo periodo - né nella IX n tanto meno, nella X Legislatura - e abbiamo visto bene - l'hanno scritto la Corte dei Conti e il Ministero della Salute - quando e in quali quantità si sono creati i deficit in questa Regione. Non c'è mai stato un quinquennio che ha prodotto tanto deficit quale quello dal 2005 al 2010: non c'è mai stato, in questa Regione, dal '70 ad oggi.
Se l'operazione verità si vuole fare, quindi, si faccia, in modo tale che ognuno si assuma le proprie responsabilità. Del resto, guardate, farlo è semplice perché - come dicevo - se volete condividiamo una e-mail con la quale abbiamo chiesto chiarimenti agli Uffici del bilancio, che ognuno di voi può leggere con estrema facilità. Si rileva che la precedente Giunta ha fatto del disavanzo; non è che non l'ha fatto: l'ha fatto perché ha ereditato una situazione complicata e magari non ha avuto il coraggio di intervenire ancora in modo più radicale sulla riduzione dei conti.
Quest'ordine del giorno, come altri, serve anche per individuare chi è coerente e chi no.
Nella precedente legislatura il sottoscritto, ma non solo, fu uno di quei Consiglieri che, grazie anche alle popolazioni locali e a tutto quello che si esprime su un territorio, fece cambiare idea alla Giunta sul presidio di Lanzo; noi chiediamo che la stessa coerenza sia praticata da chi quel presidio l'ha difeso o ha cercato di difenderlo, anche fino alla campagna elettorale.
In campagna elettorale la collega Cerutti ha realizzato un manifesto, a difesa del presidio di Lanzo; oggi la collega Cerutti esprimerà un voto per cui vedremo se, a sei mesi di distanza, quel manifesto era un cinico strumento di campagna elettorale oppure se era altro. Il collega Boeti ha passato un numero consistente di serate a partecipare ad iniziative indette dal Comitato sull'Ospedale di Lanzo. E si può andare ancora oggi sul sito del Partito Democratico, Sezione Val Ceronda, che cita testualmente: "Ci affidiamo al Consigliere Boeti per difendere l'Ospedale di Lanzo".
Quest'ordine del giorno serve anche a questo: serve anche a richiamare alla coerenza chi ha speso la propria faccia. Ricordo che il collega Boeti faceva il responsabile sanità del Partito Democratico, non è che andava alle iniziative perché non sapeva cosa fare la sera: per cui, quella era la posizione ufficiale del Partito Democratico, non la posizione di un Consigliere che "tutelava" le sue valli, non essendo neanche il Consigliere Boeti originario di quell'area.



(Commenti del Vicepresidente Boeti)



VIGNALE Gian Luca

Lo cito perché questo non sembri un aspetto personale: il fatto che lei andasse come responsabile della sanità del Partito democratico era il motivo per il quale lei era lì. Se il responsabile fosse stato un suo collega sarebbe andato il suo collega.
Allora, crediamo che prima di tutto questo testo sia un atto di coerenza nei nostri confronti. Oggi, infatti, l'Ospedale di Lanzo figura all'interno della rete ospedaliera della Regione Piemonte fino al 18 novembre. Crediamo, altresì, che serva per introdurre un principio di efficienza in sanità, quello secondo cui presidi ospedalieri vicini possano erogare servizi senza che uno di essi debba necessariamente essere cancellato dalla rete ospedaliera.



PRESIDENTE

Proseguiamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 128 presentato dai Consiglieri Vignale, Porchietto, Sozzani, Ruffino, Graglia, Pichetto Fratin e Berutti, inerente a "Tutela dei presidi ospedalieri in area montana".
La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Questo ordine del giorno nasce da un'esigenza: secondo uno studio che l'Istituto di Ricerche Scientifiche del Piemonte (IRES) ha condotto rispetto alle aree montane, emerge che le stesse oggi hanno una serie di parametri che sono simili, e in alcuni casi addirittura migliori, rispetto alle aree metropolitane e periurbane. Ve ne sono altre in cui è assolutamente evidente, invece, la differenza rispetto ad altre aree del Piemonte, in particolare rispetto ai servivi sanitari, con un'offerta di servizi sanitari e socio-assistenziali almeno del 20% inferiore rispetto al resto della nostra Regione.
Noi crediamo che quando si parla di "tutela delle realtà montane" - ci siamo permessi di ricordare nell'ordine del giorno che il Presidente Chiamparino ha usato, per la sua lista, la montagna simbolo del Piemonte il Monviso, volendo dare un'attenzione particolare al mondo della montagna (credo anche per la passione che lo lega ad essa, perché non credo che le idee nascano per caso) - questo concetto vada declinato negli atti di Governo.
Se si prende la revisione della rete ospedaliera, si vedrà come tutta una serie di realtà sono state declassate, alcune anche di area non montana: quando citiamo Tortona e Acqui, è evidente che parliamo di due presidi a cui afferiscono popolazioni che risiedono nella realtà appenniniche, quindi sono i primi ospedali di riferimento. Ma anche Ceva Lanzo, Susa, Domodossola e Borgosesia sono stati declassati.
Quasi tutti i declassamenti (o, come nel caso di Lanzo, si parla di trasformazione da presidio ospedaliero in poliambulatorio, o comunque in un soggetto che non si chiama più "ospedale") sono avvenuti all'interno delle realtà montane, che noi riteniamo, invece, vadano tutelate.
Nella precedente legislatura, anche con numeri decisamente più ampi rispetto alla semplice maggioranza, abbiamo convenuto che per garantire lo sviluppo economico nelle realtà montane bisogna garantire anche i servizi e la tutela del territorio, ancorché il trend demografico e scolare in montagna sia fortunatamente in ascesa, sia pure a macchia di leopardo.
Noi crediamo che questo ordine del giorno sia ovviamente di indirizzo ma che poi vada declinato in quella che sarà l'applicazione della rete ospedaliera e gli atti aziendali che da essa discenderanno, individuando due aspetti: il primo è il mantenimento dei presidi sanitari, il secondo è il potenziamento della medicina territoriale. Perché noi crediamo che l'intervento sulla medicina territoriale sia sostanziale per la compatibilità economica e l'erogazione dei servizi all'interno della nostra Regione. Io e altri colleghi Consiglieri abbiamo presentano una serie di leggi che, messe assieme, hanno dato origine alla legge n. 10 del 2010, che interviene sui servizi socio-sanitari domiciliari. Per cui è un tema che abbiamo a cuore.
Sappiamo - dobbiamo ammetterlo con serietà e con verità - che non sarà facilissimo riconvertire risorse economiche nel prossimo futuro da investire nella sanità territoriale. Questo sarà possibile nel momento in cui avverranno dei risparmi, com'è stato indicato dall'Assessore nella sua comunicazione resa il giorno in cui è stata approvata la delibera. Quindi rischia di esserci un momento in cui si riducono le prestazioni sanitarie ospedaliere, ma non si sono ancora potenziate le prestazioni territoriali.
Noi crediamo che l'una non debba andare a sottrazione dell'altra: non necessariamente la sanità territoriale deve andare a ridurre la sanità ospedaliera, e viceversa. Peraltro, fra prevenzione, sanità ospedaliera e sanità territoriale abbiamo delle percentuali ben definite anche nel nostro Piano sanitario e dalla norma nazionale, e a queste ci atteniamo.



PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'ordine del giorno n. 129 presentato dai Consiglieri Vignale, Porchietto, Sozzani, Ruffino, Graglia, Pichetto Fratin e Berutti inerente a "Declassamento Ospedale San Luigi di Orbassano e taglio dei posti letto ospedalieri".
La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Com'è noto, il San Luigi è uno dei presidi ospedalieri sui quali era rimasta in sospeso la scelta. Ancora in sede di Commissione, per qualche giorno l'Assessore Saitta ci disse che c'era un punto interrogativo (che poi è stato sciolto a favore del Mauriziano) se individuare il San Luigi piuttosto che il Mauriziano come hub.
Da questo punto di vista, credo che vi sia una serie di motivi per cui riteniamo che il declassamento del San Luigi sia negativo.
Innanzitutto perché, sempre nel rispetto di quella che è la legge nazionale, sappiamo bene che la trasformazione di un ospedale con un DEA da II a I livello, inevitabilmente, nel breve o nel medio periodo, comporterà la perdita di una serie di servizi che vengono erogati.
In secondo luogo, perché San Luigi è un'Azienda Ospedaliera universitaria: vi è una convenzione con l'università fino al 2017, quindi se non altro, tutti quegli interventi che sono oggetto di convenzione, fino al 2017 non potranno essere modificati. Ma soprattutto da un punto di vista degli investimenti.
Noi condividiamo che non si possano mettere gli investimenti davanti a quella che è la programmazione sanitaria. Ricordiamo sempre che quando parliamo di "investimenti da poco ultimati" significa che sono stati licenziati da questo Consiglio regionale molti anni fa. L'ultima delibera significativa di edilizia sanitaria questo Consiglio regionale l'ha votata nel 2007, tanto per dare l'idea. Perché poi i tempi, come il collega Sozzani ricordava, sono medio-lunghi.
Oggi è in corso di ultimazione la nuova sede del Pronto Soccorso di Medicina d'urgenza, con un numero di medici e di infermieri - oltre al resto del personale - che, anche qualitativamente lo qualifica come un Centro di estrema eccellenza, che dà risposta a tutta la zona ovest della provincia di Torino, che fa riferimento al Presidio di Rivoli e del San Luigi di Orbassano. Pertanto, il suo declassamento rischia di portare, non solo ad una minore erogazione di servizi in termini di urgenza, ma anche ad una minore erogazione di servizi in termini generali.
Ricordando, altresì, quello che veniva rammentato anche da altri colleghi, occorre fare attenzione che la distribuzione dei tagli avvenuti sulle acuzie e sulle lungodegenze sia, in qualche modo, equa tra i Presidi urbani ed i Presidi della provincia.
In merito al discorso dei bilanci, oggi abbiamo parlato molto spesso di compatibilità dei bilanci; ebbene, se ogni collega prende i consuntivi del 2012, i preconsuntivi del 2013 o i due trimestri del 2014, può rendersi conto che non tutte le ASL sono uguali. Noi oggi abbiamo un numero estremamente significativo di ASL che rispettano gli obiettivi loro attribuiti, che sono gli obiettivi per arrivare agli otto miliardi, anzi ai sette miliardi e nove, per cui obiettivi.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità (fuori microfono)

Ma che obiettivi hanno raggiunto...



PRESIDENTE

Prosegua, Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Io vado avanti, però.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità (fuori microfono)

Che questo Direttore abbia messo la sanità a posto poi me lo dimostrate, anzi lo dimostreremo noi....



PRESIDENTE

Assessore Saitta! Prego Consigliere Vignale, prosegua, è un intervento fuori microfono.



VIGNALE Gian Luca

E' un intervento fuori microfono, ma interrompo anch'io! Non perdo il filo, ma rammento che nel marzo di quest'anno sono stati individuati degli obiettivi quantitativi e degli obiettivi qualitativi attribuiti ai Direttori. Vi sono, si può vederlo, e lo vedremo anche nelle future scelte che farà l'Amministrazione, quali sono le Aziende che hanno rispettato i budget di spesa - visto che si è parlato molto di spesa - ed altre che, invece, non l'hanno rispettata.
Pertanto, anche da quel punto di vista ed anche rispetto ai tagli che avverranno, almeno nel numero dei posti letto, ma - secondo noi - anche in termini di produzione ospedaliera, di personale e quant'altro, vedremo quali Presidi saranno avvantaggiati e quali saranno penalizzati.
L'ordine del giorno impegna la Giunta a far sì che non avvenga il declassamento del San Luigi. Dopodiché, per chi fa opposizione, non pu esserci nulla di meglio che essere interrotto - e anche in modo poco educato - dall'Assessore.
Per riprendere le parole del Presidente, non è che prima di lei la sanità sia stata governata dai Primari, o - come ha detto il collega Barazzotto (mi piace l'abbinamento dei termini) - da costi e caste! In realtà, se ognuno di noi guarda i bilanci, fintanto che la sanità si pagava con i mutui (2001, legge Tremonti) l'aspetto della spesa era un po' meno considerato. Poi, però, ci sono stati dei momenti differenti, perché - ad esempio - i trasferimenti sanitari dell'VIII Legislatura sono di quasi 900 milioni di euro superiori a quelli che oggi sono complessivamente i trasferimenti alla Regione, una parte consistente dei quali vanno alla sanità.
Anche da quel punto di vista ci sono delle responsabilità, ma le responsabilità non ci sono solo quando si governa, ci sono anche quando si è all'opposizione.
Il Presidente Saitta (dico Presidente riferendomi a quando era Presidente della Provincia) non si è fatto mancare di votare un ordine del giorno, persino sul San Luigi, per il mantenimento dell'emodinamica mentre, dal giorno dopo essere stato nominato Assessore, nasce novello tecnico della sanità e viene ad insegnarci come si gestiscono i conti.
Da questo punto di vista, non abbiamo timori: non abbiamo timori rispetto a questa e ad altre partite.
Rammento alla collega Caputo che dal 21 maggio scorso sono presenti in Giunta regionale (non le potemmo assumere, perché eravamo in via d'urgenza) tre delibere che danno risposte al settore della psichiatria. Sono sei mesi che aspettiamo vengano assunte: prima o poi bisognerà assumerle, perch questo Consiglio ha votato, a larghissima maggioranza, una delibera d'indirizzo - non è altro che l'accordo Stato-Regioni - sugli interventi in psichiatria. Lo dica al suo Assessore, in modo che vada a leggere il Protocollo d'Intesa - il PDCR - che questo Consiglio regionale ha votato.
Le tre deliberazioni sono già state scritte e sono il frutto di un'intesa con tutto il mondo che compone la psichiatria piemontese, così le possiamo porre in votazione.
Noi possiamo accettare tutto, ma non accettiamo lezioni da parte di chi, per quattro anni, ha barato cinicamente sulla pelle dei cittadini piemontesi, andando a sfilare a favore di ogni singolo Presidio e andando a votare ogni singola mozione che servisse a creare consenso elettorale. Io non so se il centrosinistra avrebbe vinto comunque le elezioni; credo che le avrebbe vinte comunque, perché ci sono dei momenti di grande avanzata da una parte o dall'altra, e in questo caso credo che le avrebbe vinte comunque. So, però, che è stato fatto un intervento, in modo cinico e spietato, anche sulla tutela dell'ultimo posto letto, e adesso ci dite: "Guardate che siete a mille miglia da quello che è l'attuale sistema sanitario".
Beh, noi saremo a mille miglia, ma la rete che abbiamo creato è una rete che è costata molto meno. A mille miglia erano molti componenti, e soprattutto i partiti politici (i Consiglieri non importa) che, invece, si opponevano a quei tagli.
Pertanto, da questo punto di vista non prendiamo lezioni da nessuno perché, così come difendiamo ciò che abbiamo fatto in termini di sostenibilità, difendiamo anche la nostra coerenza.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Vignale.
Passiamo all'esame della mozione n. 130 presentata dai Consiglieri Bono Bertola, Frediani, Andrissi, Mighetti e Campo, inerente a "Presidio ospedaliero di Cuorgné: proseguimento delle attività di Ostetricia e Ginecologia ed osservazione dei volumi e degli esiti fino al 31 dicembre 2016".
La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Abbiamo analizzato con attenzione la delibera di revisione della rete ospedaliera - la delibera n. 1-600 del 19 novembre - e presentato delle interrogazioni, nei momenti dedicati al question time, e degli atti d'indirizzo relativi a questo Consiglio straordinario, puntuali e precisi su alcuni casi che ci risultano o ci sembrano problematici sul territorio rispetto ai quali vorremmo intervenire per chiedere delle modifiche in senso migliorativo, posto che il giudizio generale sulla delibera ci vede distanti.
Questo atto d'indirizzo riguarda il Presidio di Cuorgné, che ha una storia particolare per quanto riguarda i reparti di Ginecologia ed Ostetricia e il relativo Punto Nascita, in quanto, nella scorsa legislatura, la struttura di Ivrea è stata chiusa per una ristrutturazione complessiva. Il punto di riferimento per le nascite è diventato, pertanto l'Ospedale di Cuorgné.
Il dato delle nascite avvenute negli ultimi tre anni a Cuorgné è cresciuto in maniera abbastanza consistente, passando da circa 500 a circa 770 parti. Nell'ultimo anno è avvenuta una lieve flessione, dovuta alla crisi economica ed alla diminuzione della natalità, in generale.
Attualmente, i lavori riguardanti il Punto Nascita e gli altri reparti dell'Ospedale di Ivrea sono terminati e tali servizi dovrebbero riprendere il 15 dicembre. Pertanto, il 15 dicembre ci sarà la disattivazione del Punto Nascita e del reparto collegato, di Cuorgné, ed il trasferimento del servizio, in toto, ad Ivrea.
Noi ci poniamo una domanda: visto che i parti avvenuti nella struttura di Cuorgné durante la sospensione del servizio ad Ivrea non sono dati dalla sommatoria dei parti che avvenivano pre-sospensione dei due presidi, cioè Cuorgnè e Ivrea, ma da un numero inferiore, quindi vuol dire che un numero non indifferente di parti sono avvenuti probabilmente in presidi ospedalieri di Torino o in altre zone, volevamo chiedere una valutazione molto attenta da parte della Giunta per una sperimentazione al pari di quello che succede attualmente a Borgosesia.
Per spiegarci meglio, bisogna ricordare che Borgosesia è un presidio ospedaliero non sede di DEA, quindi che, da schema nazionale degli standard qualitativi e quantitativi della rete ospedaliera, non dovrebbe avere un punto nascita e un reparto di ginecologia e ostetricia, ma visto che ha superato il numero di 500 parti nell'ultima anno, grazie ad un efficace potenziamento degli ultimi due-tre anni, è sotto vaglio fino al 31 dicembre 2016. Cioè, viene aperto per valutare gli esiti e i volumi fino al 31 dicembre 2016.
Noi chiederemo per Cuorgné che, ad oggi, supera i 500 parti e nascite ma non è sede di DEA, lo stesso trattamento per un principio di equità sacrosanto e di buonsenso rispetto a Borgosesia. Perché se oggi chiudiamo Cuorgné, non è che domani tutte le donne partorienti o che dovranno partorire si spostano automaticamente a Ivrea. Purtroppo, o per fortuna non è un sistema di vasi comunicanti.
Ci sono delle abitudini, ci sono dei servizi, ci sono delle predisposizioni territoriali e conformazioni geografiche, che fanno sì che alcuni territori vadano su alcuni presidi. Quindi, se adesso in tre anni si è consolidato un rapporto fiduciario anche con alcuni medici nella struttura di Cuorgné, non è che se apriamo Ivrea, immediatamente tutte le partorienti si spostano a Ivrea. Ci sarà magari una fase di assestamento magari di due anni, in cui possiamo valutare i flussi, i volumi e gli esiti e da medico preferisco più gli esiti che solo i flussi economici - per valutare se tra i due è il caso di tenere aperto Cuorgnè o Ivrea.
Questa è una osservazione che mi sento di fare alla Giunta; visto che la realizzazione del piano richiederà tre anni, teniamoci una porta aperta in due anni per capire se il reparto di Cuorgnè ormai ha sussidiato e sostituito Ivrea, oppure se Ivrea potrà ritornare alle funzioni di prima.
Dal mio punto di vista è una posizione laica, perché non conosco le specificità di un ospedale rispetto all'altro, quindi dal mio punto di vista Cuorgnè e Ivrea potrebbero essere anche abbastanza similari.
Mi rendo conto che per il territorio non è così, però valutiamo laicamente, diamoci due anni di tempo per valutare quale dei due punti nascite disattivare. Grazie.



PRESIDENTE

Passiamo all'esame della mozione n. 131 presentata dai Consigliere Bono Bertola, Frediani, Andrissi, Mighetti, Valetti e Campo, inerente a "Classificazione DEA di II livello per l'Azienda Ospedaliera Universitaria San Luigi Gonzaga di Orbassano".
La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Vorremmo che anche questo atto di indirizzo fosse percepito come suggerimento per quanto riguarda la revisione della rete ospedaliera della Giunta.
Posto che la deliberazione è già stata approntata, noi pensiamo che si possano fare delle valutazioni in corso in questi anni che ci separano dalla piena applicazione della stessa, e magari valutare in corsa delle modifiche alla deliberazione stessa.
Una di queste, ad esempio, riguarda l'Ospedale San Luigi. Noi crediamo che la scelta fatta è stata una scelta affrettata. Non sappiamo esattamente le dinamiche e le logiche che sono state poste in essere. O, almeno immaginiamo che l'Assessore Saitta ci risponderà dicendo che sono stati valutati gli esiti, i volumi, il riempimento dei posti letto.
Quei dati ad oggi non li abbiamo e non abbiamo potuto fare una discussione complessiva, ma riteniamo che, al momento, i due ospedali si equivalgano abbastanza, per quanto riguarda le discipline presenti.
E' vero che nessuno dei due, ad oggi, ha i numeri di passaggi in DEA n ha tutte le discipline necessarie a definire un hub, cioè un ospedale di riferimento.
Difatti all'Ospedale San Luigi manca la cardiochirurgia, manca la neurochirurgia, manca la chirurgia maxillo-facciale, manca la chirurgia plastica. Però ha, ad esempio, la chirurgia toracica che il Mauriziano non ha; quindi, neanche il Mauriziano, a cui manca anche la neurochirurgia, è un ospedale completo come hub.
Per i passaggi in DEA ne ha 48 mila il San Luigi e 58 mila il Mauriziano. Quindi, nessuno dei due arriva - e probabilmente non arriverà ai 70 mila, che sono i numeri richiesti per un DEA di secondo livello.
Quindi, in questo caso è una scelta discrezionale, ma per discrezionale non intendo dal punto di vista politico negativo. E' una scelta discrezionale che la politica in questo caso fa senza rispettare le tabelle, i criteri e i vincoli di cui parlava l'Assessore Saitta in Commissione, relativi ai dati nazionali.
In questo caso ci sono due presidi ospedalieri che hanno entrambi delle eccellenze e hanno entrambi alcune mancanze. Quindi, scegliere quale tra i due presidi può essere convertito in DEA di secondo livello è una scelta politica discrezionale.
E su questo dibattito vorremmo inserirci per fare dei suggerimenti raccolti anche sul territorio. So che il territorio si sta già mobilitando anche per una semplice scelta logica geografica. Ovvero, il Mauriziano è un ospedale sito al centro di Torino - lo sa benissimo il Presidente Chiamparino che, come me, è di Torino - e si trova a due chilometri dalle Molinette, dalla Città della Salute. Quindi, è raggiungibile addirittura a piedi, magari non da un malato, ma una persona in salute può andarci tranquillamente a piedi.
L'Ospedale San Luigi di Orbassano è localizzato nel cuore dell'ASL TO3 quindi nella prima cintura, se non addirittura all'inizio della seconda cintura di Torino. Quindi, è facilmente raggiungibile sia dalle valli alpine (Val Chisone, Val Pellice e in parte anche dalla Val Susa, anche se per quest'ultima è più comodo Rivoli) e da tutta l'area metropolitana.
Quindi, è il punto ospedaliero di riferimento, se vogliamo utilizzare l'italiano e non l'inglese hub, per tutta l'ASL TO3, mentre il Mauriziano non lo è. Anche forzatamente, i pazienti di quell'area andranno comunque o al San Luigi di Orbassano o a Rivoli o a Pinerolo se sono nel Pinerolese.
Pertanto la scelta non mi sembra azzeccata, cioè non ci sarà un incremento e un efficientamento - visto che si parla di aumento di produzione con minori costi, quindi efficienza - che si auspica potenziando il Mauriziano e depotenziando il San Luigi.
L'Assessore Saitta continua a ripetere sia in Commissione sia in Aula che non si toccheranno alcune eccellenze e quant'altro, ma è ovvio che se al Mauriziano manca la chirurgia toracica e manca la neurochirurgia immagino - e se mi vorrà smentire ne sarò lieto - che la chirurgia toracica e la neurochirurgia dal San Luigi si sposteranno al Mauriziano per far diventare il Mauriziano un hub, perché per definizione deve essere un hub e magari il resto si terrà.
Quindi, parlando del Centro regionale di eccellenza della sclerosi multipla, del Centro della microcitemia, del Centro malattie rare per la fibrosi cistica e la fibrosi polmonare, magari quelli potrebbero rimanere al San Luigi. Questo non lo metto in discussione, perché se l'Assessore Saitta dice queste cose al microfono e rimangono a verbale, io penso che sia un uomo di parola e mi aspetto che sarà così, anche perché poi controlleremo e vigileremo che questo sarà.
Però alcuni reparti vanno spostati,e alcune strutture complesse verranno ridotte e alcuni posti letto verranno tagliati di più del Mauriziano.
Quindi, è una scelta, dal punto di vista meramente geografico oltre che di servizi, non oculata.
Ricordo ancora a maggior ragione - e sicuramente anche il Presidente Chiamparino se lo ricorderà benissimo - che, come compensazione all'inceneritore del Gerbido di Torino (che noi abbiamo contestato in tutte le forme e in tutti i modi) c'è la realizzazione della linea ferroviaria metropolitana per Orbassano, che, attenzione, non arriva ad Orbassano città, ma all'ospedale San Luigi di Orbassano. Quindi, è dedicata all'ospedale, a quell'utenza.
Se noi l'ospedale lo declassassimo e iniziamo a perdere utenze e personale, non dico che sia inutile la ferrovia, però è un investimento che perde di senso e di valore. Anche questa è una valutazione che dovremmo fare.
Posso ancora ricordare - ma lo sappiamo tutti, visto che ne abbiamo parlato nella scorsa legislatura - gli investimenti per oltre dieci milioni di euro, fatti non solo nell'emodinamica, emodinamica che viene contesa con Rivoli: l'ospedale San Luigi ha due sale di emodinamica, poste vicino a tutto il dipartimento di emergenza, mentre a Rivoli sono allocate in una situazione non congeniale.
Sono state fatte nuove le sale operatorie e un nuovo pronto soccorso (il DEA verrà inaugurato in primavera 2015).
Andiamo ad inaugurare un pronto soccorso che poi verrà declassato.
Queste non sono valutazioni politiche. Spero e prego che l'Assessore Saitta e il Presidente Chiamparino le colgano per quelle che sono: valutazioni tecniche ed economiche, non politiche.
Ovviamente parlo a nome del Gruppo, ma potrei dire, da torinese - come qualcuno ha detto da biellese quando è intervenuto - che abbiamo già gli ospedali, due hub (Giovanni Bosco e le Molinette), quindi il terzo è di troppo. Il Mauriziano, lo dico da torinese, avendo già il Giovanni Bosco e le Molinette, è di troppo. Diamo un hub alla parte della Provincia di Torino, che potrebbe veramente diventarne il centro di riferimento.
Anche a fronte di questo chiediamo che l'Assessorato faccia un'analisi.
Non diciamo di approvare la mozione e cambiare la delibera stasera, ma facciamo una valutazione con i territori, con gli operatori del settore con le Associazioni dei malati e quant'altro. Facciamola, perché sono convinto che arriveremo ad una sintesi che ci vedrà, in questo caso, su una posizione comune, cioè rivedere la classificazione degli ospedali dell'area Torino ovest e far sì che il San Luigi, non solo non sia declassato da DEA di secondo livello a DEA di primo livello, ma che venga anche potenziato per farlo diventare quel centro di riferimento di tutta la provincia di Torino sud ed ovest.
Grazie.



MOTTA ANGELA



PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 132 presentato dai Consiglieri Bono, Bertola, Frediani, Andrissi, Mighetti, Valetti e Campo inerente a "Presidio ospedaliero di Susa: proseguimento delle attività di Ostetricia e Ginecologia ed osservazione dei volumi e degli esiti fino al 31 dicembre 2016".
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Frediani per l'illustrazione ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Grazie.
Mi ricollego a quanto detto dal collega Bono in merito al presidio di Cuorgné. Anche in questo caso ci troviamo di fronte ad un punto nascite che viene chiuso e al presidio ospedaliero che diventa un pronto soccorso per area disagiata.
Dovremmo riflettere sul concetto di "area disagiata". Stiamo parlando della Val di Susa (evito qualsiasi tipo di discorso collaterale, anche se mi piacerebbe tanto farlo), considerando anche che questo presidio è stato considerato, nella scorsa legislatura, come una carta da giocarsi, come una compensazione.
Molti Consiglieri che adesso siedono dall'altra parte difendevano con i denti e con le unghie il presidio, perché ritenevano che fosse un delitto chiuderlo.
Facendo riferimento all'ospedale di Borgosesia, lì si è investito e si è arrivati al punto di credere in questo presidio, quindi gli si vuole dare una possibilità, mantenendo attivo il presidio fino a dicembre 2016. Stessa cosa vorremmo per il presidio di Susa. Considerando che ci troviamo in un'area fortemente disagiata, un'area tra l'altro per voi particolarmente difficile, sarebbe anche un consiglio: pensateci bene, perché è un territorio che è stato particolarmente torturato da parte vostra, quindi magari sarebbe meglio avere un occhio di riguardo in più.
Non parlo da operatrice, ma da utente: essendo una mamma che ha partito a Susa, vi posso garantire che, per una persona che vive in una borgata magari in alta Val di Susa, dalle parti di Bardonecchia o Sauze, partire e andare fino a Rivoli per partorire è un vero e proprio viaggio, una vera e propria odissea.
Non so quante persone abbiano provato l'ansia del parto e tutte le tensioni e le emozioni che nascono in quel momento, ma immaginatevi un viaggio iniziato in una borgata montana e terminato in un ospedale distante chilometri da casa e difficile da raggiungere.
Noi chiediamo, non di difendere a spada tratta o per localismi, come ho sentito dire da qualche Consigliere, questa struttura, ma di considerare che un territorio come la Val di Susa, che è un territorio montano già pesantemente penalizzato per altre scelte fatte, ha il diritto avere almeno il beneficio del dubbio.
La mia collega Batzella - oggi purtroppo è assente - ha dichiarato e dimostrato che c'è stato sì un calo di parti, ma anche per i protocolli restrittivi che sono stati applicati, quindi siamo passati, dal 2011, ad avere una media di 400 parti, che progressivamente si sono ridotti, ma perché le partorienti sono state dirottate su Rivoli.
Proviamo, quindi, a dare veramente una possibilità a questo presidio, a tenerlo aperto. Quindi, la stessa possibilità che diamo a Borgosesia diamola anche a Susa, dopodiché si potrà valutare.
Questo anche per evitare altre inutili tensioni sul territorio.
Penso, quindi, che possa essere un beneficio per tutti.
Grazie.



PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 133 presentato dai Consiglieri Mighetti, Bono, Bertola, Frediani, Andrissi, Valetti e Campo inerente a "Presidio ospedaliero di Acqui Terme: individuazione quale prioritario riferimento la sede di DEA di II livello - Azienda Ospedaliera SS. Antonio e Biagio e Cesare Arrigo di Alessandria".
La parola al Consigliere Mighetti per l'illustrazione.



MIGHETTI Paolo

Grazie, Presidente.
E' semplicemente per mettere un punto fermo sulla questione e dire: "Sì, la Giunta è indirizzata a far sì che Acqui Terme faccia riferimento all'ospedale di Alessandria e non a quello di Novi".
Mettere nero su bianco una volontà già manifestata dall'Assessore Saitta, di cui la cittadinanza ha bisogno.
Solo per spiegarvi il senso di questa richiesta, perché alcuni colleghi potrebbero non capire qual è la grossa preoccupazione degli acquesi.
Da decenni c'è la preoccupazione, da parte degli acquesi, di finire collegati a Novi.
Cosa vuol dire per gli acquesi finire collegati a Novi? Quindici anni fa, quando è stata soppressa l'USL di Acqui Terme, siamo stati accorpati a Novi e ad Ovada, comportando una serie di disagi, primo fra tutti il fatto che, essendo accorpati ad un altro ospedale, ad un'ASL con riferimento Novi, si erano presentati tutti i problemi di collegamento stradale che ci impedirono di essere due realtà sinergiche: la Val Bormida converge su Alessandria, Novi è tra lo Scrivia e l'Orba.
La geografia non mente: non siamo per niente collegabili a Novi Ligure.
Mettere, quindi, un punto fermo su questo collegamento con Alessandria tranquillizzerà di molto la popolazione acquese. Spero, quindi, che sia possibile un voto positivo da parte del Consiglio.
Grazie.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAUS



PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'ordine del giorno n. 126 presentato dai Consiglieri Vignale, Sozzani, Porchietto, Ruffino e Pichetto Fratin, inerente a "Susa rimanga ospedale di territorio".
La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Rispetto al presidio ospedaliero di Susa - ricordiamo che oggi è indicato come presidio ospedaliero di territorio o di base - credo che quegli imprescindibili rispetti normativi che l'Assessore Saitta ha indicato nelle prime slide che ha presentato alla Commissione contengano dei presupposti.
La Val di Susa consta di una popolazione di oltre 110 mila abitanti che da sola è sufficiente a garantire la presenza di un pronto soccorso.
Quindi, non è un ospedale da area disagiata, ma un ospedale di territorio soprattutto se all'alto numero di residenti si somma un numero assolutamente più ampio di popolazione, che si rivolge alla struttura, sia nel periodo invernale che in quello estivo, per casi di traumatologia assolutamente significativi derivanti sia dalle attività sportive che dagli impatti stradali, che giustificano l'esistenza di quell'ospedale. E' assolutamente comprensibile anche a chi non è un esperto di sanità che una valle così grande e così popolosa non può avere un servizio con 20 posti di medicina generale, così come è previsto per gli ospedali di area disagiata.
E' un po' quello che l'Assessore Saitta ha detto in alcuni casi, perch non riusciamo a capire come viene declinato all'interno della delibera.
Cioè, la prima volta che l'Assessore Saitta ha illustrato la delibera ha detto che il provvedimento non avrebbe contenuto solo ipotetiche riduzioni e declassamenti, ma che rispetto alle esigenze territoriali si sarebbe intervenuti nel potenziare alcuni presidi.
Questo era proprio il caso più emblematico: certamente è importante mantenere quello che oggi esiste, ma è altrettanto significativo pensare a questo come uno dei presidi su cui investire. Le motivazioni possono essere le più differenti, non solo quelle che ricordavamo; inevitabilmente, anche solo da un punto di vista numerico delle presenze, il cantiere dell'alta velocità e, successivamente, la stazione internazionale faranno di Susa e del suo presidio ospedaliero un punto estremamente significativo per unire le realtà della valle.
E' assolutamente evidente che trasformando la struttura di Susa in un presidio da area disagiata, con solo 20 posti letto di medicina generale tagliando non solo la neonatologia, ma la chirurgia e il pronto soccorso vi sarà necessariamente l'utilizzo dei servizi a valle, quindi Rivoli o Torino, insomma le mobilità che si determineranno.
Inoltre, non può non essere ricordato un aspetto. Quando, da qui a poco, in una situazione in cui la mobilità già esiste, interverrà verso ospedali di altre nazioni europee la stessa modalità di pagamento e di rimborso sulla mobilità passiva, andremo a curarci in Lombardia quanto in Francia.
Allora, è assolutamente evidente che con un presidio sanitario estremamente efficiente, quale quello di Briançon, che già oggi è un presidio sanitario utilizzato, noi non sposteremo i cittadini valsusini, in particolare quelli dell'Alta Valle di Susa, dalle valli verso Rivoli o Torino. Semplicemente, non appena potranno, da qui a non molto tempo, senza la richiesta dell'autorizzazione all'ASL competente, si rivolgeranno ad un presidio sanitario estero, cioè in Francia, ed è evidente che utilizzeranno il presidio di Briançon e non certo quello di Rivoli o i presidi ospedalieri torinesi. Davvero, questo lo riteniamo, da un punto di vista che si direbbe tecnico, poi, in realtà, tutte sono scelte di carattere politico, un aspetto estremamente significativo.
Dopodiché, non entro nel tema delle compensazioni. E' assolutamente evidente che penalizzare e prestare il fianco alle critiche inevitabili che verranno mosse da questo punto di vista relativamente ad un'area che comunque la si pensi, subisce e subirà un intervento importante - quello della costruzione dell'Alta Velocità - e, visto che abbiamo manifestato in più occasioni - cosa che stiamo attuando - degli interventi speciali per quanto riguarda la Val di Susa, ridurre le prestazioni sanitarie nel presidio ospedaliero di Susa per logistica e per numero di residenti complessivi è assolutamente un errore.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Vignale.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ravetti; ne ha facoltà.



RAVETTI Domenico

Per dichiarazione di voto.



PRESIDENTE

Non ci sono dichiarazioni di voto. Però, essendo lei il Presidente della IV Commissione, può intervenire su questo e se lo ritiene esprime un orientamento su tutti gli ordini del giorno.
La parola al Consigliere Ravetti.



RAVETTI Domenico

Grazie, Presidente.
Infatti, volevo esprimere l'orientamento del Gruppo del Partito Democratico rispetto agli ordini del giorno presentati oggi a margine della discussione sulla delibera inerente al riordino della rete ospedaliera.
Seguirò l'ordine di presentazione che vedo sulla pagina intranet, mi aiuterà poi lei.
In linea di massima, il criterio è il seguente. Per quanto riguarda gli ordini del giorno che mettono in discussione alcuni criteri della stessa delibera - per questa ragione - il voto del Gruppo del PD non sarà favorevole.
Relativamente alla mozione avente ad oggetto "Classificazione DEA di II livello per l'Azienda Ospedaliera Universitaria San Luigi Gonzaga di Orbassano", a prima firma del Consigliere Bono, il voto sarà non favorevole.
Per quanto concerne la mozione avente ad oggetto "Definizione delle competenze delle aziende sanitarie nelle attività socio-assistenziali", a prima firma della collega Ruffino, chiediamo cortesemente alla Vicepresidente se è dell'idea di ritirarlo e presentarlo nel gruppo di lavoro che stiamo costituendo in IV Commissione sulle non autosufficienze essendo un argomento utile proprio in quel gruppo di lavoro, che peraltro ci permetterà di affrontare con appropriatezza anche la discussione del prossimo Consiglio regionale aperto. Quindi, le chiediamo la cortesia di ritirarlo.



PRESIDENTE

Ce ne sono due. Quale?



RAVETTI Domenico

La mozione inerente a "Definizione delle competenze delle Aziende Sanitarie".
Invece, voteremo favorevolmente sulla mozione, sempre a prima firma della collega Ruffino, inerente a "Continuità assistenziale", perch rientra negli indirizzi generali adottati dalla delibera della Giunta.
Quindi, in questo senso siamo favorevoli essendoci una convergenza rispetto alle linee che hanno animato il testo della sua mozione.
Per quanto riguarda la mozione inerente a "Istituzione di una Commissione d'inchiesta per la verifica della gestione del Sistema Sanitario Regionale", proposta dal Movimento 5 Stelle e a prima firma del collega Bono, chiediamo il rinvio della discussione.
Non voteremo a favore della mozione inerente a "Presidio ospedaliero di Cuorgné", a prima firma del Consigliere Bono.



PRESIDENTE

Scusi, Consigliere Ravetti, avrei un suggerimento: probabilmente facciamo prima a capire qual è l'orientamento favorevole.



RAVETTI Domenico

Siccome per tutti gli altri voteremo in senso contrario, voteremo favorevolmente in merito all'ordine del giorno inerente a "Presidio ospedaliero di Acqui Terme", a prima firma Consigliere Mighetti, perch così come dichiarato dall'Assessore Saitta, c'è stato un errore di trascrizione. Quindi rientra nelle linee di indirizzo della deliberazione e di un ragionamento che abbiamo adottato anche noi sin dal principio, quindi Acqui con Alessandria.
Questo è quanto, Presidente. Grazie.



PRESIDENTE

Cercherò di ricordarlo io durante le votazioni.
La parola all'Assessore Saitta, per la replica.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente.
Non farò una replica completa, anche perché sono state poste tante questioni. Mi pare che, in parte, i temi della nostra discussione, sia da parte nostra che da parte del Consiglio, si ripetono, quindi ormai abbiamo una sufficiente conoscenza delle posizioni. Inoltre, sono state già date risposte nella passata seduta.
Tuttavia, c'è un tema che volevo riprendere.
Il collega Bono, quando ha parlato di Commissioni d'inchiesta, mi ha fatto ritornare indietro nel tempo. Ricordo che la Commissione d'inchiesta venne istituita quando fu arrestato Odasso, uomo di fiducia di chi allora governava, perché era stato ripreso mentre incassava la "mazzetta". In quegli stessi giorni capitò un'altra cosa: fu arrestato Di Summa cardiochirurgo che utilizzava le valvole difettose ed aveva preso delle tangenti. Nei giorni successivi, fu arrestato un gruppo consistente di dipendenti, anche di un certo valore, dell'Assessorato alla sanità. Questo per dire che parliamo di cose completamente diverse. Dopodich l'approfondimento sicuramente è necessario.
Parliamo di situazioni completamente diverse, ma questo mi permette di dire che la "storia" della sanità non comincia con Mercedes Bresso comincia anche prima, con fatti che non sono solo semplicemente legati ad Amministrazioni più o meno capaci, ma anche alla moralità e all'eticità di alcuni comportamenti di una certa gravità di un passato che ricordo perfettamente.
Venendo alle questioni che sono state richiamate, volevo dare una rassicurazione sul tema dei dati.
Vedo il lavoro che stiamo compiendo in Commissione e mi pare di essere giustamente, come è doveroso, presente anche per fornire i dati. Mi pare che molti colleghi, in modo particolare del Movimento 5 Stelle - mi riferisco per esempio all'intervento, molto puntuale, del Consigliere Bertola - riprendono giustamente alcune considerazioni che noi abbiamo svolto. Mi pare anche di notare una certa condivisione - penso alla spesa farmaceutica e anche alla diagnostica - utilizzando i dati che abbiamo fornito.
Continueremo questo lavoro, ma non c'è una negligenza nel fornire i dati.
Continuo a ripetere che, per la creazione dei dati per quanto riguarda la farmaceutica e la diagnostica, ahimè, come è stato ricordato, non c'era nessun elemento di controllo. Questa è una novità e alla domanda "come vi state attrezzando per poter garantire quei risultati?", rispondo che ci stiamo attrezzando con il controllo e quei dati sono il primo risultato.
Tra un po' vedremo anche un altro fatto: le indicazioni che sono state date puntualmente ai Direttori - in passato, tutti confermati dal centrodestra, tanto per essere molto chiari! - dunque le indicazioni che sono state date dalla stessa Giunta per quanto riguarda i programmi operativi (sia i programmi operativi 2010-2012, ma anche i programmi 2013 2015) sono state realizzate, solo che non c'era il controllo. Oggi abbiamo il controllo, abbiamo la misura e vi posso dire che l'azione di controllo finalmente viene esercitata non a posteriori, ma con un'azione puntuale e precisa che fa la Struttura sollecitando ripetutamente i Direttori e chiedendo lo notizie sulla spesa farmaceutica, sulle spese ospedaliere eccetera.
Quindi c'è un lavoro che fino ad ora non era mai stato fatto.
Per questo motivo abbiamo la convinzione di farcela, ma questo dipende sempre da come le cose si evolvono; abbiamo la convinzione che quegli obiettivi, per quanto riguarda i programmi operativi - lo ripeto, l'ho detto in Commissione - saranno raggiunti. Anche perché c'è un cambiamento che vogliamo attuare: ad aprile nomineremo i nuovi Direttori. Ai Direttori non saranno dati più compiti di contenimento puro e semplice della spesa perché porta ad una riduzione della produzione sanitaria. Cosa che è avvenuta in passato: la riduzione della produzione sanitaria e il dato della passività lo dimostrano.
Ai nuovi Direttori assegneremo obiettivi articolati. Anzitutto, ci prendiamo la responsabilità delle scelte politiche, perché la politica si deve prendere le sue responsabilità, non è che lascia gestire la politica ai Direttori e neppure mette i Direttori in pasto alle contestazioni. Noi ci assumiamo le nostre scelte e assegneremo obiettivi politici, quelli del piano (poi, vi dirò qualcosa sul piano), ma assegneremo obiettivi articolati ai Direttori. Gli obiettivi dei programmi operativi saranno obiettivi contenuti negli atti aziendali e saranno misurati su quello.
In passato è capitato quello che è capitato, ma, chiudendo l'intervento della seduta precedente, ho detto che spero che, con questa discussione, si guardi al futuro. La riunione di oggi ha ripreso, nuovamente, il confronto come se fossimo ancora nel vecchio Consiglio regionale: ripetiamo sempre le stesse cose, guardiamo un attimo al futuro.
Le responsabilità sono diffuse e vi posso dire che ad aprile i nuovi Direttori avranno obiettivi articolati, puntuali, precisi e misurabili. E la verifica del lavoro dei Direttori non avverrà con la nostra Struttura alla fine dell'anno, quando si registrano soltanto le passività, ma sarà fatto durante l'anno.
Cercheremo di costruire, anche se, rispetto a quest'opinione, c'è una sorta di atteggiamento del tipo "ma che stupidata è questa?". Beh cercheremo in qualche maniera, attraverso i contratti da stipulare, se è possibile, di predisporre qualche modalità che ci consenta, attraverso verifiche periodiche, di confermare o meno i Direttori, anche periodicamente. Perché il tema è questo. Cioè, ci assumiamo la responsabilità della politica.
Definiamo gli obiettivi, ma aggiungo - anche questo l'ho detto in Commissione, ma probabilmente bisogna ripetere le cose anche qui, lo faccio volentieri - che gli obiettivi dei Direttori non saranno soltanto gli obiettivi prima citati (economici, di salute e di organizzazione), ma saranno anche obiettivi di salute che concorderemo attraverso le assemblee dei Sindaci. Perlomeno, ci sarà un confronto con l'assemblea dei Sindaci per cercare di superare un vezzo antico, per cui il ruolo dei Sindaci è un ruolo non sempre molto attivo per quanto riguarda il governo della sanità.
Possiamo essere molto chiari? Che cos'è il ruolo dei Sindaci se non una relazione, un rapporto che si stabilisce con i Direttori e con i Sindaci e il Direttore ma, come dire, sempre motivato dal fatto di avere poi il consenso per la conferma. Possiamo dire che è andata così? La parte nobile è quella della definizione degli obiettivi. Allora vogliamo che gli obiettivi, ancora prima della nomina dei Direttori, siano definiti attraverso l'assemblea dei Sindaci. In questa operazione di definizione degli obiettivi di salute, dove noi articoleremo e presenteremo gli obiettivi articolati per il contenimento della spesa, vogliamo che questi obiettivi siano confrontati, evidentemente discussi, compatibilmente con le risorse economiche.
Questa è una novità. Stiamo tentando questa strada. Ce la faremo? Tentiamo. Ma c'è un grande cambio, una novità. C'è proprio un cambio di passo su questa vicenda.
Un'ultima considerazione, più di carattere generale. Non sto qui a ripetere le cose che abbiamo fatto, perché si può dire: "Avete fatto nulla". Certo, si può continuare così all'infinito, come se il tempo si fosse fermato al momento delle elezioni. Io dico: guardiamo al futuro.
I dati sulla produzione - mi sono messo d'accordo con il Presidente della Commissione - saranno forniti. Sono i dati della produzione del 2013.
Io immaginavo che questa grande forza, che viene oggi espressa qui fosse stata già utilizzata in passato per avere i dati del 2013. Siamo trasparenti, vi daremo i dati della produzione del 2013: non è un concessione, sono dati che dobbiamo per forza di cose dare.
Così come i dati del 2013, credevo per la verità che fossero noti dei posti letto. Credevo che fossero noti perché la Giunta, a maggio, aveva approvato una deliberazione, in cui erano indicati tutti i posti letto e anche il taglio dei posti letto.
Fornirò questa delibera che contiene dati aggiornati, in cui avrete anche modo di rendervi conto non soltanto dei posti letto, ma anche della manovra decisa alla vigilia delle elezioni che riguarderà tutto il sistema non soltanto della parte pubblica, ma anche di quella privata.
Ora, è chiaro che risentiamo, ancora una volta, di una difficoltà che registro. Piano piano, la nostra discussione sale di livello, nonostante le resistenze e la volontà di continuare a mantenere un clima come se gli ultimi anni fossero stati straordinari. Ci sta, e capisco la difficoltà e l'imbarazzo del collega Vignale, che si trova oggi a fare l'oppositore e non più l'Assessore. Capisco perfettamente tutto.
Il tema che volevo evidenziare è questo. E' vero, i dati aiutano sicuramente, le scelte politiche. La volta scorsa mi pare che qualcuno di voi avesse detto: l'Assessore Saitta ha fatto un intervento politico. Per me è motivo di orgoglio fare un intervento politico. La politica è qualcosa che ci appartiene, è qualcosa che deve avere una dimensione più alta, un sistema che è in grado di definire le coerenze di carattere generale. Non è così grave, non è che le scelte politiche possono essere disancorate a scelte di carattere tecnico, è fuori di dubbio. Quindi aiutano, questo è certo, ma non si può immaginare che tutte le scelte di carattere sanitario siano un fatto puramente asettico e tecnico.
Se noi oggi dovessimo utilizzare i dati, che cosa verrebbe fuori? Avremmo difeso e sentito oggi, che so, Pomaretto, Giaveno o Avigliana? Non so se siamo tutti così d'accordo sul fatto che bisogna compattare e ridurre la frammentazione per migliorare la sanità. Certe volte ritengo che alcuni pensino ancora il contrario.
Ovunque guardiamo, c'è una difficoltà. Capisco che non è compito della minoranza assumere delle scelte, me ne rendo conto: sono stato in minoranza, probabilmente è molto più semplice.
Si dice: Domodossola o Verbania? So che il Consigliere Bono ha un'opinione precisa, e anche quella può essere un'indicazione: pensiamo a costruire un nuovo ospedale. Posso anche interpretarla come non dare una risposta al problema di oggi. Come anche: Tortona o Novi? Facciamo un nuovo ospedale? Un giorno ne discuteremo, se ci saranno le risorse e se avremo questa capacità. Ma in questo momento non possiamo costruire il libro dei sogni.
Se avremo la capacità di stare all'interno della spesa e, all'interno della spesa, iniziare ad avere risorse per fare investimenti, si pu riaprire una stagione nuova per quanto riguarda l'edilizia. Può anche starci un nuovo ospedale tra Domodossola e Tortona, ma il tema oggi non è questo. Noi dobbiamo applicare quella norma e non va bene quello che dice il Consigliere Campo: "Che ce ne frega della norma?". Ce ne frega eccome: se non applichiamo quella norma, non usciremo più da questi vincoli. Questo è un tema banale.
In ogni caso, a parte questa considerazione di carattere generale, non posso che registrare che, tranne qualche intervento, mi pare che, piano piano, nella nostra discussione inizia ad esserci una maggiore convinzione della complessità del lavoro e, nonostante le opinioni diverse, mi pare che ci stiamo tutti, o quasi tutti, mettendo su una strada per garantire soprattutto salvare - la sanità pubblica. Compito difficile, ma questa è la sfida.



PRESIDENTE

Consigliere Bono, non può intervenire, ma se l'Aula acconsente, le do la parola.



BONO Davide

Brevissimamente, altrimenti avrei dovuto inventare un fatto personale che non c'era.
Nella nostra mozione noi non chiediamo di sospendere l'ospedale unico.
Voi, come Giunta e come maggioranza, vi assumete le responsabilità dei vostri atti. Prima o poi dovrete scegliere tra Domodossola e Verbania.
Iniziare, oggi, un processo, significa impiegarci, in media, sette-otto anni per realizzare un ospedale. Se iniziamo oggi, non è che facciamo un torto al territorio e lo illudiamo. Iniziamo oggi, magari il progetto arriva tra tre anni, l'inizio dei lavori tra cinque e la chiusura dell'ospedale tra dieci. Francamente non mi sembrava una cosa avventata.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Bono.
Procediamo con la votazione degli atti di indirizzo.
Indìco la votazione nominale sull'ordine del giorno n. 91, il cui testo verrà allegato nel processo verbale dell'adunanza in corso.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 40 Consiglieri votanti 33 Consiglieri hanno votato SÌ 7 Consiglieri hanno votato NO 26 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 7 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sulla mozione n. 121, il cui testo verrà allegato nel processo verbale dell'adunanza in corso.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 39 Consiglieri votanti 37 Consiglieri hanno votato SÌ 12 Consiglieri hanno votato NO 25 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri Il Consiglio non approva.
La votazione della mozione n. 123 non verrà effettuata, in quanto si è deciso di rinviarne l'esame.
Indìco la votazione nominale sulla mozione n. 122, il cui testo verrà allegato nel processo verbale dell'adunanza in corso.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 38 Consiglieri votanti 37 Consiglieri hanno votato SÌ 11 Consiglieri hanno votato NO 26 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sulla mozione n. 125, il cui testo verrà allegato nel processo verbale dell'adunanza in corso.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 38 Consiglieri votanti 37 Consiglieri hanno votato SÌ 37 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio approva.
La mozione n. 124, avente per oggetto "Definizione delle competenze delle Aziende sanitarie nelle attività socio-assistenziali", è stata ritirata dai proponenti.
Indìco la votazione nominale sull'ordine del giorno n. 127, il cui testo verrà allegato nel processo verbale dell'adunanza in corso.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 39 Consiglieri votanti 38 Consiglieri hanno votato SÌ 12 Consiglieri hanno votato NO 26 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'ordine del giorno n. 126, il cui testo verrà allegato nel processo verbale dell'adunanza in corso.
presenti 39 Consiglieri votanti 38 Consiglieri hanno votato SÌ 12 Consiglieri hanno votato NO 26 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'ordine del giorno n. 128, il cui testo verrà allegato nel processo verbale dell'adunanza in corso.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 40 Consiglieri votanti 38 Consiglieri hanno votato SÌ 12 Consiglieri hanno votato NO 26 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'ordine del giorno n. 129, il cui testo verrà allegato nel processo verbale dell'adunanza in corso e sul quale la Giunta ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 39 Consiglieri votanti 38 Consiglieri hanno votato SÌ 13 Consiglieri hanno votato NO 24 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sulla mozione n. 130, il cui testo verrà allegato nel processo verbale dell'adunanza in corso e sulla quale la Giunta ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 40 Consiglieri votanti 38 Consiglieri hanno votato SÌ 12 Consiglieri hanno votato NO 26 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sulla mozione n. 131, il cui testo verrà allegato nel processo verbale dell'adunanza in corso.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 40 Consiglieri votanti 38 Consiglieri hanno votato SÌ 12 Consiglieri hanno votato NO 24 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'ordine del giorno n. 132, il cui testo verrà allegato nel processo verbale dell'adunanza in corso.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 37 Consiglieri votanti 35 Consiglieri hanno votato SÌ 11 Consiglieri hanno votato NO 24 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'ordine del giorno n. 133, il cui testo verrà allegato nel processo verbale dell'adunanza in corso.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 39 Consiglieri votanti 37 Consiglieri hanno votato SÌ 37 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri Il Consiglio approva.


Argomento:

Programmazione dei lavori


PRESIDENTE

Colleghi, per quanto concerne i punti 4) e 5) all'o.d.g., recanti la proposta di legge n. 52, "Riduzione dell'assegno vitalizio", e la proposta di legge n. 55, "Ulteriori norme di riduzione dei costi della politica: abolizione dell'assegno vitalizio" ad essa collegata, dato che ci sono ancora alcuni approfondimenti che stanno facendo i colleghi firmatari della proposta di legge n. 52 e visto che, tra l'altro, non avremmo nemmeno più i tempi per la trattazione, verranno trattati nel corso della prossima seduta.
Dato che oggi abbiamo dedicato quasi tutta la giornata alle opposizioni, perché anche nel pomeriggio c'è stata la continuazione del dibattito oggetto del Consiglio straordinario, suggerirei - perché la prossima settimana, al mattino, abbiamo la seduta sull'assistenza e quindi la seduta del pomeriggio sarà dedicata all'esame di provvedimenti, ma non agli atti di indirizzo - di anticipare alcuni argomenti: se l'Aula acconsente, io posso dare facoltà alle opposizioni - se lo vogliono - di illustrare gli ordini del giorno e le mozioni, così ci portiamo avanti con il lavoro.
Se invece oggi siete particolarmente stanchi, vi do anche la possibilità di chiudere la seduta in questo momento: come volete voi.
Se però riuscissimo ad evadere un po' di atti di indirizzo, se vi organizzate bene ed interviene per l'illustrazione solo un Consigliere secondo me riusciamo a trattarne una buona parte.
Ha chiesto la parola il Consigliere Bertola; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Volevo solo un chiarimento in merito alla proposta di legge n. 52 sui vitalizi, che è collegata ad una nostra proposta: in realtà, non capisco bene quali siano queste "richieste di ulteriori approfondimenti". Perch l'unica proposta di legge rinviata che era in discussione in Commissione riguardante i vitalizi, era una nuova proposta di legge a sua prima firma che recava "Interpretazione autentica di una norma".
La proposta di legge n. 52 è stata licenziata con voto favorevole dalla Commissione. Non capisco, dunque, quale sia questa necessità di chiarimenti, a meno che non ci si riferisca - forse sono un po' malizioso alla lettera pervenuta dall'Associazione Consiglieri regionali, nella quale si contestano alcune norme approvate in Commissione. Se fosse così, sarebbe grave. Grazie.



PRESIDENTE

Pure io sono molto malizioso, difatti lo stesso dubbio è venuto anche al sottoscritto: ho posto loro la stessa domanda e mi hanno assicurato che assolutamente non era quella la ragione. Effettivamente, si stanno facendo ulteriori approfondimenti e valuteranno, se lo riterranno, di apporre delle modifiche.
Dato che è strettamente collegato alla vostra proposta.
BONO Davide (fuori microfono) Ma è la maggioranza che chiede gli approfondimenti?



PRESIDENTE

Sì, sì, la maggioranza, non voi. Voi siete perfetti! Sappiamo che su questo avete le idee chiare.
APPIANO Andrea (fuori microfono) Noi no?



PRESIDENTE

Voi dovete fare ancora degli approfondimenti, quindi dovete studiare! Per quanto riguarda gli atti di indirizzo, volete verificare se è possibile iniziare quantomeno l'illustrazione? Partirei dalla mozione n.
69, inerente a "Ripristino della Commissione regionale di promozione della cultura della legalità e del contrasto dei fenomeni mafiosi", presentata dai Consiglieri Frediani, Batzella, Bertola, Bono, Mighetti e Valetti, di cui al punto 7) all'o.d.g.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Potete eventualmente scegliere altri provvedimenti da illustrare, visto che abbiamo ancora venti minuti a disposizione.
Interrompiamo la seduta per qualche minuto.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 18.40, riprende alle ore 18.44)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
La seduta è terminata.



(La seduta ha termine alle ore 18.44)



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