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Dettaglio seduta n.309 del 17/04/18 - Legislatura n. X - Sedute dal 25 maggio 2014 al 25 maggio 2019

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE BOETI



(La seduta ha inizio alle ore 10.06)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Do atto che l'o.d.g. è stato comunicato con la convocazione.
Consiglieri, vi prego di prendere il vostro posto e di smettere di parlare l'uno con l'altro, altrimenti non possiamo cominciare.
Non essendovi proposte di modifica, l'o.d.g. è approvato.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi dell'Istituto "Engim Piemonte" di Pinerolo


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti della classe I Elettronici dell'Istituto "Engim Piemonte" di Pinerolo in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo Baricco e Batzella


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

c) Processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

Sono a disposizione e riproducibili, su richiesta, i processi verbali delle sedute del 10/04/2018.


Argomento: Gruppi consiliari

d) Adesione ai Gruppi dei Consiglieri neo proclamati


PRESIDENTE

Comunico che in data 12/04/2018 l'Ufficio di Presidenza ha assunto le seguenti deliberazioni di adesione ai Gruppi dei Consiglieri neo proclamati:



PRESIDENTE

Presa atto dell'adesione dei Consiglieri regionali Angelo Luca Bona, Andrea Fluttero, Luca Angelo Rossi e Andrea Tronzano del Gruppo consiliare Forza Italia



PRESIDENTE

Presa atto dell'adesione del Consigliere regionale Luca Cassiani e della Consigliera regionale Celestina Olivetti al Gruppo Consiliare Partito Democratico



PRESIDENTE

Presa atto dell'adesione del Consigliere regionale Benito Sinatora al Gruppo consiliare Lega Nord Piemonte



PRESIDENTE

Presa atto dell'adesione del Consigliere regionale Giuseppe Antonio Policaro al Gruppo consiliare Fratelli d'Italia - Alleanza Nazionale.



PRESIDENTE

Le adesioni ai Gruppi decorrono dal 10 aprile del corrente mese.


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni

e) Presa atto nuovi Presidenti Gruppi Consiliari


PRESIDENTE

L'Ufficio di Presidenza ha altresì preso atto che a decorrere dal 10 aprile c.m. il Consigliere Domenico Ravetti è il nuovo Presidente del Gruppo Partito Democratico e il Consigliere Andrea Fluttero è il nuovo Presidente del Gruppo Forza Italia.


Argomento:

Approvazione processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g. "Approvazione processi verbali precedenti sedute", comunico che sono stati approvati i processi verbali del 27 e 28/03/2018.


Argomento: Partecipazioni azionarie regionali - Enti strumentali

Mozione n. 1299 presentato da Frediani, Andrissi, Bertola, Bono, Campo Mighetti e Valetti inerente a "Commissione d'inchiesta su Finpiemonte" e ordine del giorno n. 1371 presentata da Fluttero, Bona, Graglia, Rossi e Tronzano, inerente a "Efficaci forme di controllo per la corretta gestione di denaro pubblico - caso Finpiemonte S.p.A."


PRESIDENTE

Approfitto per comunicare che il primo documento iscritto all'o.d.g.
presentato dalla Consigliera Frediani, sarà discusso alle ore 17.
Quindi, alle 17 il Consiglio regionale finirà e cominceremo i lavori in merito.
Ha chiesto la parola la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Mi sembrava che alla Conferenza dei Capigruppo si fosse deciso, o comunque concordato, di discutere come primo punto la mozione, anche per l'esigenza di convocare la I Commissione e poter avviare l'iter successivo.



PRESIDENTE

Un attimo, Consigliera Frediani.
Consigliera Frediani, discutiamo il documento in questo momento approfittando del fatto che - peraltro - non c'è l'Assessore Saitta.
Consigliera Frediani, presumo che desideri intervenire.
Prego.



FREDIANI Francesca

Grazie.
Riprendiamo un discorso affrontato più volte in quest'aula e arriviamo alla nostra proposta, che - tra l'altro - è già stata esaminata nell'ambito della Conferenza dei Capigruppo.
Alla luce dei fatti relativi a Finpiemonte e dell'indagine che si è aperta in seguito all'ammanco di 11 milioni dalla Finanziaria regionale, noi abbiamo chiesto - attraverso questo atto d'indirizzo - di avviare una Commissione d'inchiesta. Abbiamo scelto di chiedere l'utilizzo di questo strumento, perché ci sembra quello più idoneo: previsto dallo Statuto, è uno strumento che il Consiglio regionale riconosce come utile per affrontare alcune vicende; e la gravità di questa vicenda ci sembra richieda assolutamente l'utilizzo di questo strumento. È uno strumento che tra l'altro, consentirebbe di dare alle opposizioni un ruolo di garanzia: ruolo che spetta alle opposizioni, in alcuni casi. Pensiamo, ad esempio alla Presidenza della Commissione legalità, che è - appunto - affidata all'opposizione. Questo, proprio per garantire gli equilibri e fare in modo che l'attività della Commissione sia portata avanti nella massima trasparenza e in difesa della garanzia dei cittadini piemontesi. Tra l'altro, il fatto di utilizzare questo strumento avrebbe consentito l'accesso a dei documenti anche coperti dal segreto d'ufficio e la Presidenza, per l'appunto, sarebbe stata affidata a un membro dell'opposizione.
Io credo che non ci sia malafede in nessuno di noi, nel senso che tutti noi siamo intenzionati a chiarire quanto successo, soprattutto in un momento in cui si pensa di affidare a Finpiemonte delle attività che la rendono un qualcosa di sempre più simile a una banca, per non dire una banca vera e propria. L'ammanco di questi fondi avrà delle ripercussioni, perché sono fondi che erano destinati alle imprese piemontesi, quindi c'è anche un discorso di fiducia nei confronti della Regione e un discorso d'immagine della Regione, legato alla sua capacità di monitorare i processi che si svolgono all'interno delle sue partecipate.
Purtroppo, abbiamo dovuto prendere atto del fatto che la maggioranza non fosse d'accordo rispetto all'utilizzo di questo strumento e abbia dichiarato di preferire uno strumento diverso, secondo noi un po' più debole per come strutturato, differente dalla Commissione d'inchiesta.
Quindi, l'indagine si svolgerà all'interno di Commissioni già esistenti presiedute dalla maggioranza e non dalla minoranza, e l'iter di indagine conoscitiva si svolgerà all'interno di Commissioni ordinarie. Una Commissione d'inchiesta sarebbe stata un segnale molto forte anche verso l'esterno, verso i cittadini piemontesi, avrebbe dimostrato massima attenzione verso questo tema. Sicuramente un tema sentito anche al di fuori di questo Palazzo.
Il fatto che il centrodestra, quindi l'altra parte di opposizione, non sia stato dalla nostra parte nel sostenere questa richiesta, ci fa pensare che forse, non tutto il Consiglio sia così intenzionato a chiarire in modo deciso quanto successo. Può darsi che questo sia imputabile anche al fatto che nell'opposizione c'è stato un ricambio di Consiglieri, quindi ci sono molte persone nuove. Tra l'altro, vorrei sottolineare il fatto che noi del Movimento 5 Stelle siamo sempre tutti qui, perché abbiamo preso un impegno nel 2014, non abbiamo fatto salti di poltrona per un nostro Regolamento, ma c'è un perché. Il fatto che noi portiamo a termine il mandato è anche una garanzia per chi ci ha votato. Noi prendiamo un impegno e lo portiamo a termine. Questo ci consente anche di approfondire alcune questioni con maggiore attenzione e continuità.



PRESIDENTE

Un attimo solo, Consigliera, non si può intervenire in questo modo. Non do la parola alla Consigliera Frediani fin quando i Consiglieri non si sono seduti e hanno smesso di parlare tra loro. Compresi, ovviamente, i funzionari.



FREDIANI Francesca

Il fatto che ci sia stato un ricambio così imponente tra le file del centrodestra, forse, un po', ha influito su questa situazione. Ci troviamo quindi, con dei colleghi sicuramente dotati di grande esperienza magari in altre istituzioni, sicuramente dotati di grande volontà di approfondimento ma che, forse, non sono ancora così calati nella realtà del Consiglio regionale e nelle sue dinamiche e hanno scelto di non sostenerci in questa richiesta.
Dopo una Conferenza dei Capigruppo che è arrivata a una conclusione rispetto alla quale non c'è stata piena condivisione da parte nostra quindi non siamo arrivati ad un punto di condivisione rispetto all'utilizzo di uno strumento diverso dalla Commissione d'inchiesta, quindi non c'era concordia su questo aspetto, abbiamo chiesto di discutere il nostro atto di indirizzo. Atto di indirizzo che, probabilmente, salvo ripensamenti dell'ultimo minuto, verrà oggi bocciato dall'Aula e quindi si utilizzerà un iter differente per approfondire quanto successo in Finpiemonte.
Tuttavia abbiamo, comunque, scelto di illustrare l'atto di indirizzo per spiegare i motivi per cui abbiamo chiesto una Commissione di inchiesta e non un'indagine conoscitiva e per far sì che il dibattito sia pubblico, che tutti conoscano le diverse ragioni delle forze politiche presenti in quest'Aula e quindi le ragioni del sì e le ragioni del no rispetto all'avvio di una Commissione.
Per questo motivo abbiamo chiesto di porre, comunque, in votazione la nostra mozione per esprimere le motivazioni e consentire anche al resto dell'opposizione e alla maggioranza di esprimere le sue di motivazioni.
Grazie.



PRESIDENTE

Ci sono Consiglieri che desiderano intervenire? Ha chiesto di intervenire il Consigliere Fluttero; ne ha facoltà.



FLUTTERO Andrea

Come vedete anche dalla mia difficoltà di trovare subito i tasti da pigiare per avere la parola - ha ragione la Consigliera del Movimento 5 Stelle siamo appena arrivati e sicuramente abbiamo ancora molto da imparare.
Voglio confermare all'Aula un'impostazione che, la scorsa settimana abbiamo provato a sostenere sia in Aula sia in Conferenza dei Capigruppo che non vuole essere assolutamente un non interesse da parte nostra a verificare, fino in fondo, le responsabilità politiche di quanto è successo in Finpiemonte, ma di utilizzare, a nostro modo di vedere - magari sbagliando - convintamente, uno strumento che sia chiaramente diverso da quello che sta, invece, utilizzando la Magistratura per approfondire verificare e trovare i colpevoli in sede penale e in sede civile.
Riteniamo che la Commissione conoscitiva, fatta in maniera appropriata e in maniera convinta, con tutti gli strumenti che possiamo utilizzare in quella Commissione, possa essere uno strumento altrettanto utile di una Commissione di inchiesta, così come invece richiesto dai colleghi del Movimento 5 Stelle, per arrivare a chiarire, in tempi rapidi, le responsabilità politiche, gli errori eventuali in sede di costruzione dei regolamenti interni per potervi porre correzione e anche cominciare ad approfondire il grande tema dell'opportunità o meno di avere una banca in Finpiemonte. Questo a me pare un obiettivo politico. Il rischio che noi intravediamo in una Commissione d'inchiesta è di andare a sovrapporsi al lavoro che sta facendo la Magistratura.
Riteniamo che le due cose debbano essere sempre tenute separate e questo è il motivo per il quale ci ha portato, la volta precedente, a fare questa scelta. Vogliamo rassicurare i colleghi del Movimento 5 Stelle che questo non è un modo per nascondere la realtà, nascondere i fatti ai piemontese ma è semplicemente un modo diverso dal loro di cercare di arrivare allo stesso obiettivo. Fare chiarezza su una cosa che ha gettato discredito sulle istituzioni, sulla Regione e preoccupazione da parte dei cittadini.
Credo che superata questa fase dialettica di scelta dello strumento più adatto, tutti insieme dobbiamo lavorare o con una Commissione o con l'altra e arrivare rapidamente a capire che cosa è successo, quali sono gli elementi di criticità in questa vicenda e comunicarli ai cittadini.
Di conseguenza, ribadiamo la nostra preferenza per uno strumento rispetto all'altro, ma bene disponibile a lavorare con qualunque dei due strumenti l'Aula deciderà di procedere.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Vignale; ne ha facoltà



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Dopo tanti mesi in cui siamo a conoscenza dei contorni di quanto avvenuto in Finpiemonte, un'attività conoscitiva del Consiglio è indispensabile; e da un punto di vista pragmatico, supportato da un po' di esperienza all'interno di questo Consiglio, rilevo che non necessariamente uno strumento garantisce maggiore attività di indagine rispetto ad un altro.
Infatti, nella precedente legislatura per non andare tanto lontano, ho visto la Commissione d'indagine e d'inchiesta funzionare, una sola forse ed altre non funzionare per niente. Per cui non credo sia necessariamente uno strumento che garantisca un'attività piuttosto che un'altra. Però credo che vi sia un aspetto: la mozione presentata dai colleghi del Movimento 5 Stelle data 29 dicembre 2017.



PRESIDENTE

Scusi, Presidente Vignale. Ribadisco che così il Consiglio non pu continuare. Invito i Consiglieri a stare al loro posto, altrimenti non ascolto nemmeno io quello che dice il Presidente Vignale. Lo stesso discorso vale per le persone alla destra e alla sinistra della Presidenza.
Prego, Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Dicevo che è anche vero che la richiesta dell'istituzione di una Commissione d'inchiesta nasce il 29 dicembre 2017 e poco dopo siamo venuti a conoscenza dei fatti di Finpiemonte. Devo dire, essendo Vicepresidente della I Commissione o come membro della III Commissione le due Commissioni che avrebbero potuto approfondire il tema - che da dicembre ad oggi, salvo l'audizione fatta in sede di I e III Commissione congiunta, nulla di più è stato fatto. Quindi, non credo che una Commissione d'inchiesta sia uno strumento inutile, anzi è uno strumento utile ad un approfondimento in sede di I Commissione, ma evidentemente da un punto di vista istituzionale la costituzione di una Commissione ad hoc ha un valore politico differente. Ma una Commissione d'inchiesta non dovrebbe avere colore politico, ma essere di interesse collettivo.
Segnalo - e lo dico anche per chi ci ascolta non in quest'Aula - che chi presiede una Commissione d'inchiesta, ai sensi del nostro Statuto, non casualmente è un Consigliere di opposizione, proprio per garantire terzietà rispetto alle attività che si intendono svolgere.
Quindi, l'aspetto cui sono maggiormente interessato, e cui il Movimento Nazionale è maggiormente interessato, è che si svolga ciò che, fino ad oggi, non si è svolto, cioè che davvero si provi ad approfondire una serie di temi, anche quelli che. ad esempio. afferiscono ad aspetti che nulla riguardano con la Magistratura. La Commissione, soggetto che la Giunta regionale crea per il controllo delle società partecipate, è tema che ovviamente riguarda l'attività della Giunta regionale e l'attività di controllo di chi presiede quel soggetto di controllo analogo e nulla ha a che vedere con la Magistratura. Così come credo, come ho detto nello scorso Consiglio regionale, che alcuni dati non possano essere non noti al Consiglio regionale. Infatti, il Consiglio regionale, in particolare con la riforma della legge n. 241 del Ministro Madia, cioè quello dell'accesso civico, ha titolarità a vedere tutto. Vi sarà una serie di documenti o vi può essere una serie di documenti alcuni dei quali non possono essere nelle nostre mani, ed è evidente e lo capisco anch'io; altri che, invece, pur venendo nelle nostre mani, non possono essere resi noti.
Per cui invito i "colleghi" tutti - non dico di maggioranza e di opposizione - ad analizzare con molta terzietà e senza partigianeria il tema della Commissione d'indagine, a mio avviso, lo strumento principale.
Se mi posso permettere, dico solo alla collega Frediani, che sembrava quasi sperasse che non venisse approvata, che invece dobbiamo perorare il fatto che la Commissione d'indagine si faccia: non si porterà a casa un risultato politico immediato, ma una vera attività di indagine all'interno del Consiglio regionale. Risultato che ritengo più importante.
E' evidente che quando si mettono troppe bandiere su una proposta, si rischia di avere poi il limite delle parti: cioè se la tutela l'opposizione, vi è il rischio che la respinga la maggioranza e viceversa.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Grimaldi; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Come sapete, insieme ai Consiglieri di Liberi e Uguali e insieme a tutti i Gruppi di maggioranza, abbiamo fatto una proposta la scorsa settimana prima in Aula e poi nella Conferenza dei Capigruppo. Questa proposta sta nel nostro Regolamento ed è relativa all'articolo 32, a differenza della richiesta del Gruppo Movimento 5 Stelle che, invece, riguarda l'articolo 31 dello Statuto e non del Regolamento.
Perché faccio queste precisazioni? Perché se andiamo a vedere soprattutto il finale dell'articolo 32, questo recita che "Le Commissioni di indagine conoscitiva possono riferire al Consiglio, con apposito documento, le acquisizioni e le conclusioni delle indagini, avanzando se del caso le opportune proposte". Noi abbiamo provato anche a vincolare quest'oggetto: nella scorsa Conferenza dei Capigruppo abbiamo dato la disponibilità, da subito, a confrontarci in Commissione.
Ieri abbiamo rinviato l'appuntamento per aspettare, come giustamente chiedeva il Movimento 5 Stelle, il voto. Però, sostanzialmente, saremmo già pronti, nella seduta di domani della I Commissione, a stilare un primo calendario; lo stesso calendario che dovrà poi essere approvato dall'Ufficio di Presidenza.
Perché dico questo? Intanto perché bisogna chiarirsi su quali sono i termini di questa indagine conoscitiva. Per noi sono almeno due: una prima fase - lo dicevamo in Conferenza di Capigruppo - verterà sull'acquisizione di quella che per noi è una ricostruzione importantissima dei fatti avvenuti, ma anche di alcune vicende che sono rilevanti non tanto e non solo rispetto alla governance e alla conoscenza delle pratiche in Finpiemonte, ma anche nei rapporti di controllo e nei rapporti di tutto ci che rientra nella terzietà, per esempio nell'analisi dei bilanci.
Una delle prime proposte che avanzeremo non sarà solo quella di audire i revisori dei conti, ma anche la società esterna che, in qualche modo, ha espresso un parere; parere che, come dicevamo nella scorsa audizione, è stato oggetto di un primo mistero.
Non è detto - lo dico sinceramente - che tutte le cose che porteremo in questa prima parte di Commissione potranno, effettivamente, essere acquisite. Perché un conto è l'acquisizione di documenti secretati - qui sarà responsabilità dei Consiglieri non divulgarli - altro conto è che queste persone, magari sottoposte ad indagini o semplicemente all'interno di un'inchiesta che, di fatto, non è finita, si presentino davanti alle Commissioni.
Ma c'è anche un dato positivo, e lo dico rivolgendomi ai Consiglieri del Movimento 5 Stelle: sebbene i membri non saranno speciali, ma solo Consiglieri ordinari, le Commissioni saranno pubbliche, se noi vorremo che lo siano, in qualche modo. Certo, ogni Consigliere potrà chiederne la secretazione, e se parliamo di persone ovviamente le sedute saranno segrete. Però c'è anche un vantaggio in questa discussione.
Veniamo alla seconda parte della Commissione di indagine conoscitiva. Mi pare di capire che più che sostituirci alla Magistratura. in questo mi pare che il centrodestra (ma anche il Movimento 5 Stelle) rappresenti le stesse nostre preoccupazioni: non dobbiamo far finta, in qualche modo, di andare oltre quello che, giustamente, le autorità competenti stanno ancora svolgendo.
Mi pare che gli aspetti più importanti, soprattutto se guardiamo le conclusioni delle indagini e i documenti da proporre al Consiglio, siano le questioni che poneva il Vicepresidente Reschigna al termine del suo intervento: alla fine di questa indagine conoscitiva che cosa vogliamo dire rispetto alle funzioni appena conferite a Finpiemonte e rispetto al futuro di Finpiemonte? Mi pare - anche qui emerge un giudizio comune - che tutto si voglia fare tranne che interrompere quell'attività o far sì che quell'accesso al credito del sistema economico piemontese non ci sia più.
Qualora verificassimo che non ci sono né le competenze, né le possibilità o gli strumenti per dare queste funzioni a Finpiemonte (soprattutto di intermediazione finanziaria), siamo ancora in tempo per far sì che una vicenda non inquini il core business, chiamiamolo così, di Finpiemonte.
Tutto qui.
Io non precipiterei questa decisione con due Commissioni in cui la Giunta ci spiega i motivi di questa analisi interna (o i dirigenti). Credo invece, che in due o tre mesi di lavoro questo tipo di indagine conoscitiva possa darci gli strumenti per fare prima un documento di Consiglio e poi una delibera, che, a questo punto, credo debba partire dall'attività consigliare.
Se l'Aula è d'accordo e se il Presidente lo autorizzerà, sin da domani finito il Consiglio, nel corso della I Commissione consiliare che verrà convocata (come abbiamo fatto già in VI Commissione per l'altra Commissione di indagine conoscitiva), si potranno scrivere i punti salienti e l'Ufficio di Presidenza, a quel punto, vaglierà questo tipo di iter, decidendo anche i tempi di questa discussione. Grazie.



PRESIDENTE

Prima di dare la parola agli altri Consiglieri che si sono iscritti ad intervenire, volevo precisare che avevamo pensato, seguendo un po' il ragionamento che è stato sviluppato ieri in Commissione (io ero a Roma, ma con la Direttrice abbiamo seguito l'evolversi della discussione che si stava svolgendo), che oggi potremmo terminare il Consiglio un quarto d'ora prima e convocare la I Commissione per deliberare, diciamo così, il fatto che la stessa I Commissione si occupi di questa indagine conoscitiva.
Quindi il Consiglio finirebbe alle ore 17.45.
Propongo, altresì, una Conferenza dei Capigruppo alle ore 14.30. È vero che sono previste le interrogazioni a risposta immediata, ma.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

L'audizione è prevista per le ore 13.00 e, ipotizzando che duri un'ora alle ore 14.30 potremmo convocare la Conferenza dei Capigruppo. Le interrogazioni a risposta immediata dei Presidenti dei Gruppi saranno eventualmente trattate per ultime, così riusciamo a fare tutto stando all'interno dell'orario del Consiglio.
Si fidi, Presidente Frediani, vedrà che andrà tutto bene. Perlomeno vediamo come va: per adesso la indichiamo; se poi la discussione con i creditori si prolunga fino alle ore 15.00, valuteremo. Ma alle 14.30 inizia comunque il question time.
In ogni caso, alle ore 17.45 è convocata la I Commissione per concludere il percorso.
Ha chiesto la parola il Consigliere Appiano; ne ha facoltà.



APPIANO Andrea

Grazie, Presidente.
Non sarò molto originale rispetto a quanto ho detto ieri in Commissione.
A differenza del collega Fluttero, ho imparato dove sono i tasti dopo quattro anni di attività. Però, al pari del collega Fluttero, considero che dare o revocare patenti di superiorità, di competenza o di interesse rispetto ad un tema in base a scelte individuali che rientrano nel legittimo e nel lecito, sia abbastanza discutibile. Perché potrei rispondere che anche il nostro Gruppo, nella sua stragrande maggioranza era qui quattro anni fa, è qui quattro anni dopo e tutti i colleghi al primo mandato, in particolare, non hanno immaginato di avventurarsi verso nuove stagioni politiche.
Detto ciò, a mio avviso dobbiamo porre al centro dell'attenzione la finalità per cui stiamo discutendo di questo tema.
La finalità è fare la massima chiarezza possibile - prendendo spunto anche dalle parole del collega Vignale - senza partigianerie nella lettura dei dati e nella conoscenza dei fatti, nell'interesse della popolazione piemontese e della nostra istituzione.
Questi fatti, da cui trae spunto la discussione della mozione e, in generale, la discussione di queste settimane su Finpiemonte, da altri punti di vista sono sotto il vaglio della Magistratura. La Magistratura ha pieni poteri, è un organo terzo, arriverà fino in fondo all'attività d'indagine e all'attribuzione di eventuali responsabilità; in ogni caso, noi non avremmo poteri diversi o superiori rispetto alla Magistratura e quindi, da quel punto di vista, neanche volendo potremmo sostituirci a un potere terzo.
Qual è, invece, il nostro interesse? È quello, nel modo più snello semplice e veloce possibile, ma doverosamente approfondito, di conoscere tutto quanto vi è da conoscere rispetto alla dinamica accaduta e al funzionamento di Finpiemonte in generale, per trarne poi delle conclusioni anche operative in merito ad un'eventuale rimeditazione rispetto all'attuale organizzazione di Finpiemonte, rispetto alla sua mission rispetto al suo funzionamento ordinario.
Quindi, anche da questo punto di vista il fatto di non individuare un ulteriore organismo, una Commissione speciale che comunque, anche se volesse, non avrebbe i poteri delle Commissioni speciali nazionali e che si distingue essenzialmente dall'indagine conoscitiva per due questioni: la prima è certamente che, se fosse speciale, sarebbe presieduta da un Consigliere di minoranza, e questo in base al nostro al nostro Statuto; la seconda è il vincolo rispetto ai documenti coperti da segreto d'ufficio documenti che comunque alla Magistratura sono assolutamente disponibili per gli approfondimenti del caso che le competono (come sta scritto nell'articolo 31 dello Statuto).
Quindi, da questo punto di vista ci sentiamo di non condividere l'atto di indirizzo che è in discussione quest'oggi in Consiglio regionale e diamo la più ampia disponibilità per cui oggi stesso o domani, insomma nel più breve tempo possibile, la I Commissione avvii l'istanza all'Ufficio di Presidenza e dunque si inizi ad operare in tal senso. Da parte di tutti noi, vi è il massimo impegno per lavorare in sedute supplementari della I Commissione sedute supplementari, perché non possiamo immaginare che la stessa non tratti più la sua attività ordinaria e svolga solo più sedute di indagine conoscitiva. Quindi, vi è il massimo impegno in termini di presenza e di attenzione da parte del nostro Gruppo e della maggioranza tutta.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Gancia.



GANCIA Gianna

Grazie, Presidente.
Il nostro Gruppo si esprimerà non condividendo l'ordine del giorno presentato dal Movimento 5 Stelle semplicemente perché la Commissione d'inchiesta regionale, di fatto e nel concreto, non ha alcun potere, anzi è un sovrapporsi sminuente rispetto al lavoro che sta facendo la Magistratura.
Il compito politico è (o sarebbe) quello di istituire una Commissione conoscitiva che possa approfondire quanto accaduto, anche con i fatti rilevati dalla Magistratura e dai processi, e soprattutto delineare un iter per il futuro di Finpiemonte.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Giaccone.



GIACCONE Mario

Grazie, Presidente.
Capisco il senso politico dell'intervento della collega Frediani sulla necessità di mantenere il punto e l'attenzione sul tema. Siamo tutti d'accordo, però vorrei fugarle il dubbio sul fatto che la maggioranza non sia interessata a chiarire le cose nel minor tempo possibile: e questo è dimostrato anche dal fatto che la prima denuncia, le prime sollecitazioni rispetto a questo increscioso fenomeno vengano proprio dai vertici della Giunta regionale.
Io ho molto apprezzato l'equilibrio dell'intervento del collega Fluttero non solo quello di oggi, ma già il precedente intervento - perché alla fine è mirato non tanto a fare una guerra alle intenzioni quanto ad individuare i reali elementi critici e "fragili" del sistema Finpiemonte che hanno permesso una circostanza del genere.
Guardate, la preoccupazione per me non è tanto che un amministratore possa perdere la testa, ma che non ci sia un sistema con il quale impedire che il perdere la testa (che può capitare a chiunque di noi) provochi dei danni.
Perché qui il problema non è solo il danno legato agli importi bonificati laddove non dovevano esserlo, ma al fatto che Finpiemonte è stata ideata e costruita per sostenere il sistema delle imprese piemontesi.
Occorre al più presto un approfondimento che chiarisca e crei un sistema di controllo; la mia preoccupazione è poter ridare al sistema delle imprese piemontesi fiducia in questo strumento e fiducia nel fatto che la Regione sia un partner credibile e solido.
In sintesi, non stiamo "indicando la luna e guardando il dito": in realtà c'è volontà, da parte di tutti, di chiarire i meccanismi deboli da correggere per rimettere Finpiemonte nelle condizioni di essere una Partecipata al servizio della comunità piemontese. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bertola.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Col mio intervento vorrei cercare di portare un po' di ordine nella questione, anche dopo gli interventi di questa mattina.
La volta scorsa, abbiamo chiesto con forza l'istituzione di una Commissione speciale d'inchiesta, raccogliendo - e questo va ribadito, perché non è emerso nel dibattito di questa mattina - la disponibilità anche del Presidente Chiamparino. Si è fatta una seduta di Capigruppo nella quale si doveva approfondire la questione prima di arrivare al voto del nostro atto di indirizzo, ma è emersa una maggioranza trasversale - non si può chiamare diversamente - di non accoglimento della nostra proposta - non d'istituire una Commissione, Consigliera Gancia - e per decidere di fare un'indagine conoscitiva all'interno di una delle Commissioni permanenti del Consiglio regionale.
Ora, Consigliere Vignale, vorremmo che tutti votassero l'atto di indirizzo e le saremmo grati se anche lei votasse favorevolmente.
Abbiamo già visto che non sarà così, tant'è vero che il Presidente del Consiglio, a discussione non ancora terminata e a votazione ancora da fare dà già per scontato che ci sarà, alla fine della giornata, una I Commissione nella quale stabiliremo le modalità dell'indagine conoscitiva.
Quindi cosa ci stiamo a raccontare? Molti di noi sono qui al primo mandato -non hanno mai svolto funzioni da Sindaco - e, a differenza di altri, non pensiamo di essere grandi statisti ma non abbiamo nemmeno la sveglia al collo.
Tra l'altro, è simpatico il gioco per cui si chiede una Commissione d'inchiesta senza indagini in corso e poi si sostiene che non ha senso perché non ci sono indagini in corso, non ci sono reati, non c'è nessun indagato: e allora non si fa. E invece, laddove ci sono fatti gravissimi gravissimi! - nelle carenze dei controlli da parte della Regione, ci viene detto che c'è un'indagine in corso e non si può istituire la Commissione.
Delle due l'una.
Tra l'altro, è evidente la doppia morale del Partito Democratico: nella passata legislatura chiedeva di istituire Commissioni speciali di inchiesta ad ogni piè sospinto, adesso sostiene che non servono perché senza poteri.
Se non ha poteri una Commissione speciale d'inchiesta, come può avere poteri e come può servire a qualcosa un'indagine conoscitiva all'interno di una Commissione? Noi pensavamo e pensiamo che in questo momento - in questo momento - sia necessario un segnale forte, anche all'esterno, da parte della più alta Istituzione regionale, sull'intenzione di andare a fondo alla vicenda, e non che si intende solo convocare la I o la III Commissione una volta in più alla settimana. Perché alla fine, signori, è semplicemente questo: verrà convocata una volta in più la settimana la I o la III Commissione.
Ci meravigliamo veramente di questo atteggiamento.
Da parte nostra, la volta scorsa anche avremmo potuto venire qua e fare il tiro al piccione e dire - era facilissimo - "parliamo di un amministratore adesso sotto indagine, messo alla presidenza dal centrodestra e confermato dal centrosinistra"; centrosinistra nel quale, peraltro, è organico dalla nascita, da formazione e da educazione.
Potevamo fare il tiro al piccione. Non l'abbiamo fatto, abbiamo avuto un atteggiamento diverso. Abbiamo chiesto al Consiglio di approfondire la questione.
Mi sembra che le posizioni siano evidenti e ripeto quanto detto all'inizio: fa specie che anche il Presidente Chiamparino, la volta scorsa, abbia dato disponibilità alla Commissione d'inchiesta; perché tutto possiamo dire su di lui tranne che non sia un politico furbo e avveduto.



PRESIDENTE

Prima di dare la parola al Consigliere Mighetti voglio solo chiarire al Consigliere Bertola, per amor di chiarezza, che ho preso atto di quanto gli è stato comunicato ieri, ovvero che la Commissione aveva ipotizzato un percorso di questo tipo. Se il voto darà un responso diverso rispetto a quello che sembra essere l'orientamento di una maggioranza trasversale modificheremo l'impostazione del lavoro e metteremo in piedi le procedure necessarie per cambiare indirizzo.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi dell'Istituto Primario "D. Galimberti" di Bernezzo (CN)


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti dell'Istituto Primario "D. Galimberti" di Bernezzo (CN) in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.


Argomento: Partecipazioni azionarie regionali - Enti strumentali

Mozione n. 1299 presentato da Frediani, Andrissi, Bertola, Bono, Campo Mighetti e Valetti inerente a "Commissione d'inchiesta su Finpiemonte" e Ordine del giorno n. 1371 presentata da Fluttero, Bona, Graglia, Rossi e Tronzano, inerente a "Efficaci forme di controllo per la corretta gestione di denaro pubblico - caso Finpiemonte S.p.A." (seguito)


PRESIDENTE

Riprendiamo con la mozione n. 1299 e l'ordine del giorno n. 1371.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Mighetti; ne ha facoltà.



MIGHETTI Paolo

Grazie, Presidente.
Vede, io sono un Consigliere regionale di campagna, ma so bene che se i colleghi stanno zitti posso parlare - prima cosa - e so bene - seconda cosa che se devo curare una pianta ammalorata, non mi appresto a prendere la limetta da unghie per tagliare un ramo, ma uso un altro strumento.
Data la gravità della situazione, gravità che non può essere ignorata dalla Giunta e dal Consiglio regionale, occorre utilizzare uno strumento il più pesante possibile; uno strumento commisurato alla gravità dei fatti che piano piano, stanno emergendo ormai da mesi.
La questione che io ritengo inaccettabile è che, il più delle volte, le informazioni pervengono ai Consiglieri regionali dalla carta stampata dalla quale emergono novità e indiscrezioni, che sappiamo quanto siano affidabili, ma tutte le volte minano con maggior pesantezza la credibilità della Regione Piemonte e di Finpiemonte.
Se dobbiamo agire, dobbiamo farlo presto, con tutti gli strumenti disponibili al Consiglio regionale. Dobbiamo proporre delle misure preventive, e per misure preventive non intendo solo riorganizzazioni e sistemi di controllo. Questi sono elementi che dobbiamo, sì, valutare, ma di fatto dobbiamo anche valutare quanto sta dentro a Finpiemonte.
Stanti i fatti degli ultimi giorni, sappiamo che c'è un Presidente sotto inchiesta, ma c'è anche tutta una struttura, che dovremo analizzare per verificare le possibilità che questa sia - e lo dico con una metafora edilizia - ammalorata.
Dobbiamo porre subito dei rimedi, perché il danno che potrebbe verificarsi nella struttura di Finpiemonte, da qui alla chiusura dell'attività della Magistratura, potrebbe essere peggiore di quanto abbiamo visto finora Poi, dobbiamo trarre delle conclusioni politiche: da quanto è emerso negli ultimi giorni, su Finpiemonte c'erano segnali ben precisi che non potevano essere sottovalutati. I mitici punti di domanda dei Revisori dei Conti non dovevano essere ignorati e, soprattutto, dovevano essere sotto la lente d'ingrandimento dalla Giunta regionale. A me dispiace veramente che in tutto questo il grande assente dalla giornata e di molti di questi dibattiti sia l'Assessora competente, Giuseppina De Santis.
Infine, la Commissione d'inchiesta: serve, non serve? Come ho già detto prima occorre lo strumento più potente che abbiamo. Vorrei capire con che faccia il PD possa affermare che la nostra richiesta non ha senso, perch proprio l'Assessore Saitta è stato Presidente di una Commissione d'inchiesta che ha fatto un grosso lavoro per la Regione Piemonte, con un'indagine e con degli arresti.
Perché la Commissione serviva allora e oggi la Commissione non serve più? Questa è una grossa domanda che rivolgo sia alla maggioranza sia a parte dell'opposizione.



PRESIDENTE

Grazie, collega Mighetti.
La parola al Consigliere Bono.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Molto è già stato detto, quindi non so quanto riuscirò ad aggiungere al dibattito per provare a convincere, quantomeno i colleghi d'opposizione del centrodestra, e magari qualche collega di maggioranza, del centrosinistra oltre ovviamente al Presidente Chiamparino, che credo che, dopo quanto è stato detto in Conferenza dei Capigruppo, voterà favorevolmente all'istituzione della Commissione d'inchiesta.
Quindi, provare a convincere più persone a sostenere la nostra tesi, la nostra proposta; di norma, dovremmo fare questo in Consiglio: provare a convincere le persone più lontane da noi, per appartenenza politica o idee della bontà delle nostre proposte, così come gli Assessori fanno quotidianamente all'interno delle Commissioni consiliari.
Prima domanda che mi viene da porre a quest'Aula: perché? Perché mai il Consiglio regionale non dovrebbe votare l'istituzione di una Commissione d'inchiesta? Qualcuno ha sostenuto di voler fare tutto il possibile per portare in essere un'indagine conoscitiva all'interno di una Commissione consiliare. Beh, ci mancherebbe! La gravità dei fatti chiede quantomeno una risposta da parte del Consiglio regionale, se non da parte della Giunta regionale, da parte della Regione Piemonte tutta.
Si dice facciamo "comunque" un'indagine conoscitiva. Già il "comunque" non si comprende. La mozione che chiede l'istituzione di una Commissione d'inchiesta è datata 27 dicembre 2017: sono già passati quattro mesi Presidente Chiamparino! Ovvio, lei mi dirà che non vuole interferire con gli affari del Consiglio. Quindi, lo dico al Presidente del Consiglio Boeti: sono passati quattro mesi! E in quattro mesi avremmo già potuto istituire l'inchiesta, chiuderla, e avere un documento con un verbale che condiviso tra tutti, portasse a delle risultanze non tanto per quanto riguarda le indagini, come abbiamo già avuto modo di dire, penali contabili e quant'altro, che attengono ad altra sfera, ma per quanto riguarda le responsabilità politiche che gli Enti, Consiglio regionale e Giunta regionale si assumono.
Io non ho ancora capito e vorrei capire: com'è stato detto prima dal collega Mighetti, usiamo non dico la "limetta da unghie" ma, comunque, una "forbice da cucina" rispetto a uno strumento più adatto al compito che ci accingiamo ad affrontare. Non lo capisco! Abbiamo uno strumento da Statuto, come ha già detto nostra collega e Capogruppo Frediani, che all'articolo 31, prevede le Commissioni Speciali lettera a) - d'inchiesta e, alla lettera b), d'indagine; Commissioni che si costituiscono a parte con un Presidente che di norma è espressione della minoranza, delle opposizioni.
Quindi, il tema è che viene da pensare male; qualcuno dice che si tratta di un "processo alle intenzioni", ma un'opposizione un po' maliziosa potrebbe chiedersi se non è che per caso, i Consiglieri di maggioranza temono che un cattivo Consigliere del Movimento Cinque Stelle possa fare il Presidente dalla Commissione d'inchiesta? All'interno della Commissione d'inchiesta, c'è una maggioranza, c'è un Ufficio di Presidenza e ci sono degli iter ben precisi; ci sono gli Uffici del Consiglio che portano avanti questi temi, tant'è che nella scorsa Legislatura vennero costituite alcune Commissioni d'inchiesta con a capo un Consigliere d'opposizione - centrodestra - e a capo della Commissione d'inchiesta, ad esempio, c'era il Consigliere Buquicchio dell'Italia dei Valori.
Fra l'altro, su una Commissione d'inchiesta c'era stato da dire, perché il PD voleva la Presidenza - il Vicepresidente Reschigna si ricorderà - e poi invece, venne votato dall'allora maggioranza il Presidente Buquicchio. Tra l'altro, ci sono anche gli strumenti per scegliere come, peraltro, avete già fatto sulla Commissione Speciale antimafia, il Consigliere d'opposizione che più vi aggrada, anche se magari non è correttissimo da un punto di vista dei rapporti formali e politici.
Quindi io mi sentirei di escludere questo tema e vorrei capire se anche voi siete concordi sul fatto che non è questo il timore che vi attanaglia e vi impedisce di votare favorevolmente la mozione che chiede l'istituzione di una Commissione d'Inchiesta.
Secondo punto: le tempistiche.
È stato detto che per costituire la Commissione speciale d'inchiesta ci sono tempistiche lunghissime. Direi proprio di no; la mozione si vota oggi l'Ufficio di Presidenza prepara, in modo solerte com'è solito fare, una deliberazione d'istituzione della Commissione d'inchiesta, si può votare in tempi veramente brevi, se non addirittura già nel Consiglio di domani, e la Commissione Speciale si riunisce, si convoca, si vota l'Ufficio di Presidenza e si parte. Come tempistiche potranno servire uno/due giorni in più, ma visto che abbiamo perso quattro mesi dal giorno in cui è stata depositata la mozione.
Meglio non dire: "Evitiamo di perdere un giorno" quando abbiamo perso quattro mesi! Mi spiace, ma rischiamo di non essere credibili come Ente e non solo come parte politica. Abbiamo perso anche i sei mesi precedenti alla scoperta della sparizione di 6 milioni di euro rispetto a Finpiemonte: non credo che un giorno in più denoti una scarsa attenzione da parte della Regione Piemonte e del Consiglio regionale sul tema, tant'è che ne stiamo discutendo ormai da due settimane, tra Commissioni, Consiglio e quant'altro.
Pertanto, chiedo se potete confermare e confortare su queste mie visioni oppure darmi (darci) una motivazione diversa, che a noi non è arrivata in mente, chi ci possa illuminare e far dire: "No, hanno una motivazione ben precisa per non fare la Commissione d'inchiesta": lo strumento più forte cui - come già detto - non si può porre il vincolo del segreto d'Ufficio da padre degli Uffici regionali, sulla richiesta di documentazione, fatti salvi i documenti secretati per l'indagine in corso. Se qualcuno mi darà motivazioni diverse, lo ringrazierò vivamente.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ravello.



RAVELLO Roberto Sergio

Grazie, Presidente.
Pur apprezzando il suo tentativo di fare retromarcia, non posso non rimproverarla - così come ha fatto prima di me il collega Bertola rispetto a un'evidente caduta di stile, in un passaggio del dibattito di questa mattina. È parso evidente, non solo a me, che lei abbia dato per scontato l'esito di un voto, dimostrando innanzitutto assoluta coerenza rispetto alla sua presentazione, in occasione della sua elezione a quello scranno: ha dimostrato veramente di essere stato sincero quando si è presentato come "Presidente partigiano". Partigiano, io - onestamente - lo intendevo in altri termini, non in questi: mi aspettavo che, va bene la partigianeria, ma salito su quello scranno lei dismettesse il fazzoletto colorato, almeno nei minuti e nelle ore in cui presiede quest'Aula, in cui è chiamato a garantire in maniera trasversale i diritti e ad assicurarsi rispetto al mantenimento dei doveri e degli impegni di tutti i Consiglieri regionali. La retromarcia, la correzione in corsa è arrivata, quindi vogliamo anche dire che magari abbiamo frainteso - il collega Bertola ed io.



PRESIDENTE

Basta parlarne, Consigliere Ravello. Basta parlarne.



RAVELLO Roberto Sergio

Temo di essere in buona compagnia; temo che noi due siamo in buona compagnia. Magari dopo, fuori dalla sala, ci confronteremo a microfoni spenti con altri colleghi.
Nel merito, molto brevemente voglio consegnare un giudizio sulla proposta anticipando il nostro voto favorevole rispetto alla stessa (posizione peraltro, anticipata la settimana scorsa durante la Conferenza dei Capigruppo). Io credo che, rispetto a quello che ho sentito, ci sia un errore di valutazione a monte. L'errore di valutazione che io penso di aver osservato credo stia nel fatto che la maggioranza ritenga o abbia il timore ma in questo sbaglia - che la Commissione d'inchiesta sia uno strumento messo nelle mani della minoranza nell'esclusivo interesse della minoranza.
Ovviamente, interesse che - se così fosse - potrebbe anche essere strumentale. Sappiamo tutti che, invece, non è così. La Commissione d'inchiesta e alcuni casi del passato - ricordati dai colleghi che sono intervenuti prima di me - lo hanno anche ampiamente dimostrato: è uno strumento che lavora nell'unico interesse del Consiglio regionale del Piemonte, il quale è chiamato a fare gli interessi della comunità piemontese che è chiamato a rappresentare.
Sostenere la proposta dell'istituzione di una Commissione d'inchiesta non significa abbandonarsi a una cultura di giustizialismo sommario, dalla quale ci sentiamo profondamente distanti: significa semplicemente mettere nelle mani di questo Consiglio uno strumento utile a fare ciò che non è ancora stato fatto - cioè definitiva chiarezza - e riportare trasparenza in una situazione che è ancora fumosa, un po' per le tempistiche un po' dilatate con le quali ci si è confrontati e un po' perché non siamo ancora tutti in possesso delle informazioni necessarie per poterci assicurare che oggi il duplice meccanismo di controlli Regione-finanziaria della Regione Piemonte sia efficiente ed efficace. Soprattutto, occorre capire cosa non è stato fatto di giusto in passato per permettere che accadesse ciò che è accaduto. Occorre non commettete l'errore (mi appello alla maggioranza) di considerare che la posizione assunta dalle diverse minoranze che si sono espresse sull'argomento, riconosciuta da tutti, a cominciare dal Presidente della Giunta, come posizione di assoluta responsabilità nei confronti di un tema sul quale nessuno ha fatto azioni di bieco sciacallaggio, e cercare davvero di non approfittare del nostro senso di responsabilità e non costringerci a far sì che dal senso di responsabilità già ampiamente dimostrato si arrivi a girare la testa dall'altra parte, a turarsi il naso orecchie, occhi e bocca.
Questo non sarà, indipendentemente da quello che sarà deciso questa mattina rispetto alla Commissione d'inchiesta, perché mi pare che vi sia abbastanza chiaro (almeno, questo mi auguro) che non intendiamo mollare su questo argomento, Commissione d'inchiesta o non Commissione d'inchiesta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Valetti.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Finora il confronto tra parti politiche si è svolto in Commissione, dove l'opposizione del nostro Gruppo del Movimento 5 Stelle ha dimostrato di non voler strumentalizzare la questione a fini mediatici, ma cercare una soluzione il più possibile condivisa dalle parti politiche. In effetti, ci era parso che da più aree, sia della maggioranza sia della minoranza venissero dei segnali dell'intenzione di prendere in mano l'indagine a livello politico. Ci lamentiamo sempre che il Paese non deve lasciare che sia la Magistratura a dettare le sorti della politica, pertanto è giusto che la politica si assuma le responsabilità, finché è in tempo, e faccia le proprie indagini, che non sono a livello penale, per capire quali sono i processi che non hanno funzionato.
Le cose sono due: o ci sono metodi, processi e controlli che non funzionano, o è un problema di persone. Però, vedendo i numerosi problemi che ogni volta spuntano riguardo alle Partecipate, alla gestione regionale di alcune partite molto importanti che si attraversano negli anni, che arrivano da prima ancora della Giunta Chiamparino, trovandoci poi noi a risolvere, con epiloghi decisamente tristi, piuttosto che un problema di singole persone, sono portato a pensare che sia un problema di sistemi di controlli che mancano.
Certamente c'è responsabilità politica nel non avere chiesto i controlli nel non aver mai determinato dei controlli dell'Ente da parte di una delle sue società più importanti. E' una finanziaria sulla quale gravitano decine e centinaia di milioni di euro. Lì i controlli pesano. Poi pesano anche su altre cose, pesano sulla gestione degli appalti, come abbiamo visto sul grattacielo.
Il sistema della Regione Piemonte sta scricchiolando pesantemente e forse ha bisogno di una piccola revisione e questa revisione gliela possiamo dare solo se l'affrontiamo a livello politico. La Magistratura guarda le responsabilità dei singoli, non guarda le responsabilità politiche. Sono due strumenti completamente differenti.
Dopodiché veniva l'apertura del Presidente Chiamparino, che apprezziamo alla costituzione di una Commissione d'inchiesta ufficiale.
Meno comprensibile è il tentennamento dell'Aula. Fino adesso l'Aula non si è ancora espressa, ma può uscirne bene dimostrando di volere "prendere il toro per le corna" e approfondire fino in fondo, oppure può uscirne molto male, come politica, se prevalgono sentimenti che sembrano un po' trasversali. Vediamo sia nella maggioranza di centrosinistra sia nel centrodestra pareri molto diversi e linee politiche un po' trasversali sul fatto di indagare oppure no. Non mi sembra una peculiarità di una parte politica, mi sembra che nei Gruppi ci sia molta indecisione e divisione sul fatto di procedere o no su questo tipo di indagine. Dopodiché noi possiamo limitare i danni dimostrando che la politica, tutta, si prende carico di questo tipo di problema, oppure dare, in generale, una pessima immagine di politica. Purtroppo adesso si raccolgono i cocci, è capitato adesso, ma la gestione di Finpiemonte che ha creato questo problema, ha attraversato diverse epoche politiche. Ha attraversato Giunte di centrodestra e Giunte di centrosinistra. Forse, sarebbe il caso che ogni parte, per fugare ogni dubbio di responsabilità politica, sapesse mettersi in gioco e dimostrare che noi, invece, siamo interessati ad indagare. Dal punto di vista del Movimento 5 Stelle questa indagine è necessaria e siamo sicuri che possiamo solo guadagnarci.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ravetti; ne ha facoltà.



RAVETTI Domenico

Grazie, Presidente.
Noi vorremmo essere molto chiari, perché probabilmente non lo siamo stati abbastanza la scorsa settimana. Sulle questioni appena trattate dai colleghi, anche noi non molliamo. Sul tema della verità, di come deve emergere e con quali tempi, non ci sono differenze in quest'Aula. Noi siamo contenti dell'atteggiamento della Giunta dall'inizio di questa storia: ha aperto cassetti, finestre, porte. Se ci sono da buttar giù i muri, si buttino giù i muri. Guardate che la verità, l'ho già detto la scorsa settimana, fa bene a tutti, fa bene anche a coloro i quali, in questo momento, sono interessati dalle vicende giudiziarie. La verità è a tutela di tutti. Non abbiate dubbi: abbiamo bisogno della verità.
Quando abbiamo detto "massima fiducia nei confronti della Magistratura" è perché noi pensiamo che, attraverso quella istituzione, si possa raggiungere la verità in maniera più veloce e concreta, come è normale in uno Stato democratico.
Noi non abbiamo tentennamenti, non abbiamo paura: non c'è da avere paura.
Noi pensiamo, su questa vicenda, che sia utile, per ruoli e responsabilità l'indagine conoscitiva affidata alla I Commissione. L'hanno già detto altri colleghi. Questa è la nostra posizione. Non c'è altro. Che nessuno stenda veli opachi. Non c'è storia su questa vicenda, dopodiché abbasso i toni mi perdonerà il collega Ravello - ma sono certo che anche per lui la parola partigiano resti una bella parola.
C'è un'altra questione, Presidente, che secondo me merita altrettanta attenzione: gli strumenti che Regione Piemonte può mettere a disposizione dell'economia piemontese per permettere di diffondere benessere continuando il percorso avviato in questa legislatura, cercando, con un confronto altrettanto serio, con altrettanta passione, con altrettanta attenzione, il confronto con le opposizioni. Su questo tema noi siamo pronti a discutere con altrettanto vigore. Mi sembrava giusto sottolinearlo per evitare che nessuno possa fraintendere le nostre posizioni.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Campo; ne ha facoltà.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
La discussione comincia ad incagliarsi sulle definizioni. Si richiede la Commissione d'inchiesta poiché serve un luogo in cui si possano approfondire, in maniera seria e con tutte le potestà necessarie per accedere alle documentazioni, i meccanismi, le problematiche e la definizione di quali siano le questioni inerenti alla tematica che si sta proponendo per Commissione d'inchiesta. È evidente che ci sono livelli differenti di capacità di indagine, tra un'indagine conoscitiva e una Commissione d'inchiesta. Tant'è che le stesse problematiche si riscontrano anche in Parlamento: anche le Commissioni parlamentari possono fare indagini conoscitive. Molto più spesso, e tendenzialmente, sono più efficaci le Commissioni d'inchiesta perché hanno maggiore capacità di penetrazione nell'acquisizione di documentazione e nel dare un peso maggiore al livello delle audizioni eventuali delle persone coinvolte sulle questioni di indagine o di inchiesta.
Questo l'elemento centrale; non si sta cercando una strumentalizzazione proprio perché non è nella natura della Commissione d'inchiesta. Quanto si farà dei risultati di una Commissione d'inchiesta fatta bene e che faccia emergere tutte le questioni importanti, è oggetto di attività politica; ci mancherebbe non lo fosse! Mi viene in mente, nella scorsa legislatura parlamentare, la Commissione d'inchiesta sull'immigrazione, che ha portato ad evidenti risultati sul funzionamento, sui costi, sui meccanismi, su quanto si è fatto e su quanto non si è fatto. Poi ogni forza politica l'ha presa e ne ha fatto quello che riteneva necessario dal suo punto di vista: chi l'aveva promossa come attività governativa aveva sottolineato le parti funzionanti, mentre chi aveva fatto opposizione aveva evidenziato criticità, in maniera più o meno polemica o, magari, proposto alternative. Ma questo viene dopo.
A noi preme un fatto, già da qualche tempo. Ricordo che quando si parl della trasformazione di Finpiemonte in una finanziaria regionale - da una parte, con tutte le potenzialità positive dal punto di vista della snellezza, della libertà di azione, della capacità di intervento con modalità più moderne rispetto alla tradizionale gestione dei bandi pubblici per il finanziamento di impresa e fondi rotativi e, dall'altra parte, con la rischiosità di un'attività finanziaria che l'avrebbe portata potenzialmente ad interagire a livello più ampio, con situazioni di gestione di fondi, partecipazione a fondi, partecipazione a fondi che controllano imprese o di controllo di imprese direttamente e comunque in una gestione da società per azioni di livello finanziario - noi sottolineammo fin dall'inizio la rischiosità dal punto di vista dell'evoluzione. Questo avrebbe comportato la necessità di una revisione profonda dei meccanismi di controllo e di un'attenzione aumentata anche dalla parte politica che esercita un controllo sostanzialmente analogo su una società che è di proprietà pubblica. Questa cosa ha mostrato purtroppo, alla prova dei fatti, tutte le limitazioni della trasformazione.
L'abbiamo già detto nella scorsa seduta: non si tratta di un attacco politico, perché piangiamo anche noi quando una società pubblica incorre in una catastrofe di questo genere. Non è che Finpiemonte si sia impegolata in chissà quale complessa attività finanziaria:abbiamo aperto un conto corrente all'estero e abbiamo fatto dei bonifici. Siamo cascati su delle cose, tutto sommato, banali, proprio sull'"abc" della catena di controllo e delle modalità di allerta per le attività di un Ente controllato dalla Pubblica amministrazione.
Nella scorsa legislatura sono state costituite Commissioni d'inchiesta su SCR, sulla gestione degli appalti pubblici - e noi l'abbiamo chiesta anche per le questioni ospedaliere. Non capisco perché non si voglia creare un luogo in cui si possano approfondire tematiche dal punto di vista dei meccanismi di funzionamento.
Queste questioni, quando lavoriamo in Commissione su disegni di legge o su Piani o Regolamenti, non vengono fuori, perché la discussione è legata all'approvazione o all'indirizzo di atti e necessariamente si conclude in tempi relativamente brevi o comunque con meccanismi che non prevedono più di tanto interazioni varie e accesso alle documentazioni. In questi casi le audizioni si fanno magari una volta sola all'inizio della discussione e poi non se ne parla più, si richiedono le osservazioni all'inizio e poi non ci si confronta più.
Vi ricordo, visto che è un vostro piacere sottolineare sempre le discrasie e le dissonanze tra quello che fa il Movimento 5 Stelle in opposizione in Regione e quello che fa la Giunta comunale, che in Comune avete chiesto una Commissione d'inchiesta sui fatti di piazza San Carlo e non di fare un'indagine conoscitiva per vedere cosa sarebbe successo, e anche in quel caso c'era un'inchiesta giudiziaria in corso.
Guardiamoci un attimo in faccia: la questione di fondo è che dobbiamo dotarci - e ogni tanto è necessario - di strumenti e di attività che vadano al di là dell'attività ordinaria delle Commissioni, che deve poter andare avanti anche per i fatti propri, ma con modalità con le quali possiamo veramente effettuare delle inchieste, delle indagini e convocare chi è coinvolto con una certa autorità, oltre che autorevolezza, e di poter accedere in maniera un po' più ampia ed incisiva ad atti che possono essere utili a chiarire quanto è successo, come poterlo affrontare e poi redigere una relazione. Questo, ad esempio, non succede nell'attività ordinaria e legislativa di parere sui Regolamenti, perché alla fine non si fa una relazione con tutte le valutazioni del caso per poter eventualmente fare proposte ed osservazioni. Sarebbe un po' come avere un IRES che si occupa dei meccanismi della Pubblica Amministrazione e delle sue partecipazioni controllate, invece di svolgere indagini economiche e sociali e i su altri aspetti.
È un compito che spetta a noi, come politici, in un clima dialogo e di collaborazione; ricordo che ci sono anche organismi paritetici nella politica, dove si lavora nel merito delle questioni. Io faccio parte del Comitato per la valutazione delle politiche e la qualità della legislazione, organismo paritetico dove si lavora bene, se c'è la volontà di lavorare bene. Le Commissioni d'inchiesta possono produrre il nulla o possono produrre valutazioni, studi, dati ed informazioni importantissime per trarre conclusioni politiche dalle varie parti.
Quindi, servono a tutti e servono a voi, maggioranza, perché l'indagine della Magistratura non è volta a determinare meccanismi utili alla politica per valutazioni politiche di indirizzo e di controllo, ma è volta a determinare, appunto, le perversioni di quello che doveva essere il normale funzionamento. Dunque, è una cosa diversa.
È sacrosanto che ci sia un'indagine giudiziaria; ma quello che diciamo noi è che non basta la Magistratura per affrontare i problemi e le criticità che ci troviamo di fronte, come quelle che hanno riguardato Finpiemonte. Ci vuole un intervento della politica da un punto di vista conoscitivo.
Conoscitivo! È questo l'elemento centrale.
Non stiamo chiedendo di mettervi alla gogna (vi possiamo mettere alla gogna tutti i giorni, per queste cose!), vi stiamo chiedendo seriamente di voler capire che cosa è successo (come funziona, perché e per come) e cosa eventualmente, si potrebbe fare. Poi ciascuno avrà i propri indirizzi politici su come volerlo fare e su cosa proporre.
Questa, a mio avviso, è la questione. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Monaco; ne ha facoltà.



MONACO Alfredo

Grazie, Presidente. Ringrazio anche l'Assessore, che ci ha raggiunto nel corso di questo dibattito (lo dico perché prima era stata segnalata la sua assenza). Credo, comunque, che la presenza del Presidente Chiamparino (nonché del Vicepresidente della Giunta) garantisse ampiamente la "copertura" della Giunta regionale in questo dibattito.
Dopo tanti interventi, però, caro Presidente, rischia di sfuggirmi quello che è il vero obiettivo del dibattito di oggi. Perché è necessario comprendere che cos'è accaduto in Finpiemonte e quali strumenti si possono adottare successivamente per evitare che eventi drammatici per le casse della Regione Piemonte e per la credibilità di alcune istituzioni come Finpiemonte si ripetano, e che strumenti fondamentali per le attività produttive possano essere poi protetti da comportamenti che non sono legittimi. Per cui occorre fare qualcosa nell'indirizzo della conoscenza ("conoscitivo", come diceva il collega Campo), aspetto su cui mi sembra ci sia anche l'orientamento di altri Gruppi, ma che esprima anche un senso di rapidità nel voler capire che cosa è accaduto, per adottare strumenti di protezione del sistema, dove, evidentemente, sembrerebbe che qualcosa sia sfuggito.
Oppure - ma lo dico amichevolmente - sembrerebbe quasi voler "scimmiottare" un'istituzione di cui non siamo parte (né siamo competenti per farlo) e fare un'inchiesta, quando è partita già un'inchiesta da parte di chi la deve fare, e che la sta facendo.
Dopo che loro sono intervenuti, stanno intervenendo e hanno dei documenti che forse potrebbero essere interessanti per capire le cose (alcuni sarebbero secretati da indagini), noi facciamo una Commissione d'inchiesta speciale per sapere che cosa è successo? Se è per capire che cosa sia successo e per adottare un rapido strumento per proteggere il sistema, credo che sia compito della politica (anche per evidenziare eventuali responsabilità politiche, laddove dovessero essercene). Ma, allo stesso tempo, se dobbiamo mettere in piedi una Commissione d'inchiesta perché dobbiamo cercare un "colpevole" di tipo politico per potergli puntare il dito, credo che serva a poco.
Sappiamo bene quanto sia importante Finpiemonte e il dibattito di questa mattina credo che sia dovuto a tutte quelle istituzioni che si riferiscono a Finpiemonte e che gli chiedono aiuto, sostegno e collaborazione. Per allo stesso tempo, credo che il dibattito di oggi sia, per certi versi poco comprensibile ai non addetti ai lavori, a chi oggi avrebbe avuto una casa assegnata alle case popolari e se l'è trovata occupata da chi, per abitudini di famiglia, occupa le case popolari abusivamente, notizia che oggi arriva alla ribalta della stampa. Credo che la politica si debba occupare anche di quello, in modo serio e con altrettanta dignità; anzi, il tema che oggi è sulle cronache dei giornali forse riguarda più da vicino il cittadino, piuttosto che sapere se c'è qualche responsabilità occulta della politica, che al momento sembra non esserci.
Io credo che lo strumento debba essere il più rapido possibile, per fornire alla politica un'occasione di riflettere e di dare strumenti di protezione ad un sistema che credo sia importante e vitale per tutte le attività della Regione Piemonte. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Tronzano; ne ha facoltà.



TRONZANO Andrea

Grazie, Presidente.
Intervengo dopo il mio Capogruppo solo per specificare, ancora una volta che il nostro voto non sarà in funzione di trovare un capro espiatorio.
Cioè a noi interessa agire politicamente sulla questione e tornare allo spirito originario di Finpiemonte, la finanziaria della Regione del 1976 quando entrò in vigore, che è quello di aiutare la programmazione dell'attività economica della Regione. Questo è il nostro obiettivo.
Ed è per questo che, con tutto il rispetto per quanto proposto dai colleghi del Movimento 5 Stelle, crediamo sia più opportuno e più utile, per aiutare realmente le imprese (che sono poi le destinatarie dei fondi erogati dalla Finpiemonte), agire in modo conoscitivo, agire in modo politico e incidere veramente sulla realtà dei fatti, così come sono avvenuti, e poterli eventualmente cambiare (come crediamo di poter fare con questo strumento).
Per questo motivo, il nostro voto sarà in quel senso. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Presidente Gancia; ne ha facoltà.



GANCIA Gianna

Grazie, Presidente.
Volevo solo fare in modo.



PRESIDENTE

La Presidente Gancia è già intervenuta; le ho spiegato che si pu intervenire solo una volta, per cui la stessa chiede la parola per fatto personale. Prego.



GANCIA Gianna

Sì, per fatto personale, nel senso che io chiesi una Commissione d'inchiesta per i fatti gravissimi, molto più gravi di quelli di cui stiamo parlando oggi.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Io non posso sapere quello che pensa di dire la Presidente Gancia.
Questo vale per tutti.



GANCIA Gianna

Parliamo dei fatti del 3 giugno 2017, dove 30.000 persone.
Alle 15.00 del pomeriggio avevo già avvisato parecchie persone, perché per incapacità.



PRESIDENTE

Presidente Gancia, non mi costringa a fare cose che.



GANCIA Gianna

Vogliamo solo dire che quella Commissione di inchiesta fu negata, adducendo proprio dal Movimento 5 Stelle motivazioni che.



PRESIDENTE

Va bene.



GANCIA Gianna

Volevo dire che valgono due pesi e due misure.
Il dottor Gatti - secondo la Magistratura - è in carcere e quindi sta pagando. La Sindaca Appendino, con dei morti sulle spalle, per incapacità sta andando.



PRESIDENTE

Consigliera Gancia.



GANCIA Gianna

La Sindaca Appendino, con dei morti sulle spalle per incapacità, sta andando in giro con tutta la sua.



PRESIDENTE

Non mi costringa a toglierle la parola, collega Gancia, perché sarebbe offensivo.



GANCIA Gianna

Facciamo in modo che le Commissioni d'inchiesta servano e vengano messe in piedi per tutte le situazioni necessarie, e anche in base alla credibilità degli atti.



PRESIDENTE

Consigliera Gancia, va bene così.
Ad ogni modo, fatto personale vuol dire che c'è stata una questione personale diretta: lo spiego per tutti in maniera che sia chiaro.
Ha chiesto la parola il Consigliere Barazzotto; ne ha facoltà.



BARAZZOTTO Vittorio

Grazie, Presidente.
Io volevo dire.



(Commenti fuori microfono)



BARAZZOTTO Vittorio

Volevo dire che ieri in I Commissione - lo dico anche perché voglio riconoscere un aspetto che non va più tanto di moda e, anche se in politica è desueta, si tratta di una sorta di reciproca buona fede, cari Consiglieri mi sembra che sia stato più che corretto il fatto di poter rinviare a oggi qualsiasi decisione a fronte della presentazione dell'ordine del giorno oggetto della discussione che stiamo facendo. Quindi non mi sembrava corretto avviare un iter procedurale prima di questo.
Detto ciò, credo che alberghi in noi - a livello personale, ma credo in tutti - un senso di giustizia; io non mi sento affatto, dal punto di vista morale e dal punto di vista della giustizia, venire un briciolo meno rispetto a nessuno. Credo che questo senso sia altissimo per quello che mi hanno insegnato; non vado ad evocare i padri e tutte queste storie qui, ma avrei qualcosa da dire sotto questo aspetto.
Ma stando al tema, stiamo discutendo tra la richiesta. (Colleghi, vi prego solo di fare silenzio, perché riesco a concentrarmi a fatica su questo tema e avere la radio in sottofondo non è piacevole. Anch'io talvolta parlo disturbo, rompo le scatole, e di questo chiedo scusa per il passato e per il futuro, ma viceversa non riesco a svolgere l'intervento e perdo il filo dato che cerco di andare a braccio e sviluppare un qualcosa che si avvicini ad un ragionamento).
Detto questo, la differenza tra indagine conoscitiva e d'inchiesta mi pare molto labile, nel senso che, scorrendo anche a livello parlamentare sulle Commissioni d'indagine, ancora oggi la dottrina sta scrivendo e sta discutendo su quale sia la differenza, ecc. La differenza, dunque, già non è chiara a livello parlamentare, addirittura dove i poteri a volte si avvicinano a quelli della Magistratura, ma anche lì - vedi il caso Moro e alcune situazioni in cui sono state opposte alcune richieste - la dottrina si è ampliata, per il campo non è proprio così circoscritto. E stiamo parlando di Commissioni di livello parlamentare, dove i poteri sono decisamente diversi rispetto a quelli che oggi noi andiamo a discutere.
Per quanto riguarda il Regolamento, anche qui non è proprio chiarissima la differenza tra l'una e l'altra indagine. Tuttavia, come ho detto ieri, mi pare e ne sono convinto - non credo per ingenuità né per buona fede - che l'obiettivo, almeno sotto questo aspetto, sia lo stesso: cercare di capire cos'è successo. Questo è nostro preciso diritto e dovere, su un campo difficilissimo.
Ognuno di noi avrà parlato di finanza con qualche amico di banca per capire: "Ma secondo te, come è potuto succedere?". Io credo di averlo fatto almeno settanta volte ultimamente, se non cento. È una cosa che mi piace mi interessa, mi interessa anche per lavoro cercare di capire come certi episodi sono potuti avvenire, e questo credo ognuno abbia provato a farlo: anche voi avrete provato, tutti noi avremo provato a cercare di capire qualcosa.
Come dicevo, questo è nostro diritto e dovere, perché si tratta di un tema abbastanza complicato. E io credo che, attraverso l'indagine conoscitiva si riflettano e ci siano tutti i poteri per poter andare a verificare spero - che cosa sia successo.
Qual è la differenza fra le due indagini? Perché mi sono chiesto qual è la differenza. È il segreto d'ufficio: attraverso l'indagine d'inchiesta gli Uffici non possono appellarsi al segreto d'ufficio. Ma è un po' un problema di lana caprina, come si suol dire, perché è sufficiente che la Magistratura allarghi il perimetro di indagine che salta subito il segreto d'Ufficio: "No, su quello tu non vai a vedere perché io sto indagando".
Dopodiché in questo Paese - e l'abbiamo visto l'altra volta nell'interrogazione a proposito degli infermieri - c'è tutta deresponsabilità: non è l'Ispettorato del lavoro, non è la Regione, non è il Direttore. Non c'è mai uno che sia responsabile! Ora, se noi per una volta riuscissimo ad avere rispetto di quello che la Magistratura sta facendo, senza sostituirci al Magistrato tipo i Puffi (Puffo Magistrato, Puffo Consigliere, ecc.), e facessimo il nostro lavoro modesto o alto di Consiglieri regionali, cercando di approfondire il più possibile questo aspetto in base alle nostre poche o tante competenze credo che arriveremmo a un obiettivo; un obiettivo prima tecnico, perch qui cerchiamo di capire perché è successo, se ci riusciamo, ammesso che ci riusciamo e ammesso che, una volta che abbiamo tutti gli elementi per cercare di scoprirlo, poi ci sarà - e sarà tranchant - il giudizio politico e ognuno si esprimerà come vuole sotto questo aspetto.
È chiaro che tutti noi in quest'Aula si vuole scoprire la verità, questo è evidente. Se poi il giudizio finale, dato che non siamo proprio giovanissimi del Palazzo o della politica (qualcuno lo è), nell'epoca dei tweet, nell'epoca comunicazione (ed è per questo che stiamo parlando un'ora) è: "Il centrosinistra si oppone all'indagine inchiesta", allora punto, si è fatto titolo e quindi noi siamo i cattivi perché noi siamo contro la Commissione d'inchiesta.
Aspetta Bono, che ci arrivo, non sono proprio un kamikaze, spararmi sulle ginocchia è un esercizio che cerco di non fare. Allora dico: perché invece non si vuole dire che è stato proprio il centrosinistra - non solo il centrosinistra allargato - a volere l'indagine conoscitiva, a voler scoprire cosa sia avvenuto? Ma il centrosinistra è anche conscio di quelli che sono i propri limiti: infatti non ci sostituiamo ai Magistrati, perch faremmo malissimo e creeremmo ancora più confusione.
Ma che indagine d'inchiesta è, quando tutto quello che posso fare è andare a chiedere il segreto d'ufficio e il Magistrato dice: "Guarda, stai tranquillo perché sul segreto d'ufficio sto già indagando io. Tu chiedi fatti vedere i dati, i tabulati, ecc."? È diverso.
Grazie, capo, che me lo consigli, perché io non è che sono nato sul Monviso: sono nato a Biella e le pietre le ho lasciate sempre in montagna.
Quando sono sceso qui, ho capito la differenza.
Dico solo che secondo me è fortissimo il desiderio di capire ed è proprio per questo che ieri in I Commissione il documento non è stato votato. Non abbiamo nulla da nascondere e io per primo voglio che tutto sia trasparente, quindi è giusto che qui si dibatta su posizioni diverse, ma cerchiamo di capire cosa vuol dire uno e cosa vuol dire l'altra. Ma lezioni sulla moralità e sul finale.
Io voglio scoprire più cose è possibile; per quanto mi concerne, sono desideroso e speranzoso che la Magistratura dica al più presto come sono potuti avvenire questi fatti, perché sono fatti tecnicamente - mi par di capire - abbastanza complicati. Di conseguenza, da parte nostra il desiderio di comprensione è altissimo, nell'auspicio che la Magistratura svolga il suo lavoro sereno; non voglio sostituirmi, perché ha un'altra missione la Magistratura. Dobbiamo capire tecnicamente cosa è successo e poi arriverà il giudizio politico, però sia chiaro qual è lo scopo quale noi vogliamo attendere.
Banca o non banca, questa è una fase successiva della discussione.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Andrissi; ne ha facoltà.



ANDRISSI Gianpaolo

Guardi, Presidente, io rispetto le posizioni di ognuno, ma sinceramente certi toni accalorati mi sembrano un po' esagerati.
Noi abbiamo semplicemente chiesto una Commissione d'inchiesta e il Regolamento lo consente.
Noi crediamo che questo Consiglio regionale non si debba limitare nei mezzi di indagine che ha e lo debba fare nel migliore dei modi. Non si pu chiedere a una Commissione, che va sempre incontro a ritmi di lavoro pesantissimi come la Commissione bilancio, di fare un'indagine conoscitiva su una questione così delicata come Finpiemonte.
Noi crediamo, quindi, che una Commissione di inchiesta sarebbe la soluzione più ottimale, perché vorrebbe dire dare pieni poteri di indagine a questo Consiglio regionale.
Sinceramente faccio sempre fatica a capire quando si tengono due posizioni in due Aule istituzionali molto vicine fisicamente: in Consiglio comunale a Torino avete chiesto una Commissione d'inchiesta sui fatti di piazza San Carlo, e questa Commissione d'inchiesta vi è stata data dal Movimento Cinque Stelle, quindi non capisco tutta questa reticenza a riconoscere una richiesta che è più che legittima, è doverosa, come è stato riconosciuto in tutti gli interventi.
Si vuole fare piena luce, si vuole arrivare a capire e a comprendere, ma noi non vogliamo capire e comprendere se ci sono responsabilità penali perché questo non è il nostro compito.
Il nostro compito è comprendere come una società, che doveva aiutare il sistema economico piemontese. In Commissione bilancio si è fatto tutto un bel discorso: trasformiamo Finpiemonte in una banca, in modo tale che la leva finanziaria aumenti in modo deciso e potremo far ripartire il sistema economico piemontese.
Va verificato se questa operazione politica è stata fatta senza dare l'estrema sicurezza che necessita, ma per farlo è necessario una Commissione di inchiesta. Poi, se ci sono atti di rilevanza penale, a me e ai miei colleghi sinceramente non interessa comprenderlo, perché non è il nostro compito.
Io non faccio il Magistrato, ho un altro compito: operare con un'azione di indirizzo e controllo sull'attuale maggioranza, e voglio esercitare questo controllo fino in fondo. Per poterlo fare, non è sufficiente un'indagine conoscitiva - non è sufficiente - è necessaria una Commissione di indagine.
Un atto di una gravità come questa - l'ha riconosciuto anche il Presidente Chiamparino - necessità dell'indagine di una Commissione d'inchiesta.
Allora perché dobbiamo limitarci nella nostra azione politica e limitare uno dei ruoli fondamentali che è quello del controllo? Sinceramente non lo capisco e non capisco come si possa, a pochi metri da qui, chiedere una cosa e in quest'Aula ribaltare il discorso in un'altra direzione.
Come dicevano prima i miei colleghi, per comprendere dove c'è stata una falla nel controllo, addirittura il Vicepresidente Reschigna la volta scorsa ci ha detto che mancano delle figure professionali addette proprio al controllo (responsabile crediti e poi ha fatto altri nomi di altre figure professionali).
Questo è un aspetto fondamentale che noi dovremmo comprendere: come mai mancano figure professionali all'interno di quella che è una banca pubblica, in un'operazione audace, ma che avrebbe potuto dare al Piemonte un qualcosa in più, dal punto di vista economico, se questo era il fine? Come mai questa operazione ci ha portato a questa situazione, dove addirittura si possono fare bonifici e questi bonifici vanno a soggetti che non interagiscono con Finpiemonte? Questa è la gravità della situazione, al di là delle responsabilità penali che assolutamente non ci interessano.
Fino ad oggi, in quest'Aula abbiamo avuto le relazioni di Reschigna relazioni in cui addirittura a volte veniva detto: "Ho letto sugli organi di stampa".
Mi sembra che la nebbia sia molto fitta in quest'Aula e c'è bisogno di una bella schiarita.
Per fare questo, una Commissione d'inchiesta dedicata, che lavori bene fino in fondo su questi temi, è necessaria, con Consiglieri che svolgano e dedichino parecchio del loro tempo a questa attività, altrimenti non ci muoviamo.



PRESIDENTE

Erano stati depositati una mozione e un ordine del giorno.
La mozione, a firma Frediani, ovviamente verrà messa in votazione; mentre l'ordine del giorno a prima firma Fluttero? La parola al Consigliere Fluttero.



FLUTTERO Andrea

Sì, Presidente, dal dibattito in Aula direi che è emerso in maniera chiara che vogliamo tutti raggiungere lo stesso obiettivo: capire che cosa è successo, per poter intervenire, dal punto di vista politico, per eventuali correttivi.
Ci pare - l'abbiamo detto più volte - che la Commissione di indagine sia sufficiente, una Commissione conoscitiva sia sufficiente per raggiungere questo obiettivo, a patto e a condizione che ci siano tempi certi. Qualcuno in qualche intervento parlava di due/tre mesi. Noi vorremmo un tempo preciso, cioè dire che entro un mese/un mese e mezzo, questa Commissione chiuda con dei risultati, altrimenti diventa - ed ha ragione qualcun altro un espediente dilatorio.
Noi vogliamo raggiungere l'obiettivo di conoscere per modificare, avendo ben chiaro che invece la Magistratura indaga per punire. Sono due cose completamente diverse e in molti lo hanno detto, di diverse parti politiche.
Chiarito questo, per noi va benissimo anche una Commissione conoscitiva.
Peraltro, qualche collega diceva che non si può caricare la I Commissione di altro lavoro, perché ha già dei ritmi molto serrati. Segnalo solo che alla fine, che sia una Commissione d'inchiesta o che sia la I Commissione con un incarico particolare, i Consiglieri siamo sempre noi, siamo sempre gli stessi, quindi non è che se "cambi cappello" hai più tempo a disposizione.
Credo che il Consiglio debba impegnarsi per raggiungere gli obiettivi che tutti abbiamo ribadito questa mattina; se c'è quest'impegno da parte di tutti e anche dei Gruppi che hanno detto di preferire una Commissione conoscitiva, da parte nostra c'è la disponibilità a ritirare l'ordine del giorno.



PRESIDENTE

Quindi, l'ordine del giorno è ritirato.
La parola al Consigliere Ravello.



RAVELLO Roberto Sergio

Grazie, Presidente.
Non voglio abusare della sua incommensurabile disponibilità, però.



PRESIDENTE

Che lei conosce bene.



RAVELLO Roberto Sergio

Perché lei è un democratico, un partigiano democratico.
Mentre dibattevamo e si sviluppava questo confronto di idee, di posizioni di punti di vista, abbiamo ricevuto la convoca per la I Commissione di questo pomeriggio, che nelle intenzioni avrebbe dovuto riunirsi per definire il processo di sviluppo della Commissione conoscitiva. Però, ci avviene prima che il Consiglio regionale.



PRESIDENTE

Assolutamente.



RAVELLO Roberto Sergio

Solo una domanda. Si tratta di un eccesso di zelo? Zelo che peraltro non abbiamo riscontrato su altre richieste avanzate dalla minoranza, quali l'audizione del Segretario Generale o la grave mancanza di rispetto nei confronti, in particolare del Gruppo che ha presentato la mozione che si sta discutendo, ma credo nei confronti di tutta l'Aula - questo lo può dire serenamente.



PRESIDENTE

Lei ha ragione.
È stato un errore degli Uffici; ne ho chiesto la ragione: Era una pre-convocazione che però vi prego di non considerare fino al voto.
Prima di porre in votazione la mozione della Consigliera Frediani salutiamo gli studenti in visita a Palazzo Lascaris.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi dell'Istituto Superiore "Bellisario" di Mondovì


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti dell'Istituto Superiore "Marisa Bellisario" di Mondovì in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.


Argomento: Partecipazioni azionarie regionali - Enti strumentali

Mozione n. 1299 presentato da Frediani, Andrissi, Bertola, Bono, Campo Mighetti e Valetti inerente a "Commissione d'inchiesta su Finpiemonte" e Ordine del giorno n. 1371 presentata da Fluttero, Bona, Graglia, Rossi e Tronzano, inerente a "Efficaci forme di controllo per la corretta gestione di denaro pubblico - caso Finpiemonte S.p.A." (seguito)


PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Frediani.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
M'incuriosiva la pre-convocazione; non so se è una nuova modalità dovuta al cambio della guardia dell'Ufficio di Presidenza. Una nuova modalità: la pre convocazione.
Vorrei solo chiarire, perché mi sembra che nei vari interventi ci sia stata un po' di confusione - non vorrei chiamarla strumentalizzazione - sulla nostra posizione.
Noi abbiamo chiesto, a fronte di fatti di estrema gravità, che riguardano una nostra Partecipata (tra l'altro l'Assessora De Santis è in aula e ci piacerebbe magari avere qualche sua dichiarazione, visto che in questi giorni ha sempre taciuto) di utilizzare uno strumento previsto dallo Statuto: non ce lo siamo inventati noi perché siamo "cattivi" e vogliamo mettere in croce le altre forze politiche, ma perché ci sembra lo strumento più adeguato. Non vogliamo dare patentini di moralità a nessuno, non vogliamo dare lezioni a nessuno, non siamo saliti in cattedra, abbiamo soltanto chiesto di dimostrare ai cittadini piemontesi che questa vicenda interessa il Consiglio in modo deciso e che di fronte a fatti di gravità estrema, si è scelto di utilizzare lo strumento che, dal nostro punto di vista, è quello più adatto.
Quindi, non è una questione di volersi sostituire come i "puffi" (per me i puffi sono qualcos'altro, ma va beh) alla Magistratura. Quindi, non vogliamo sostituirci alla Magistratura, vogliamo semplicemente, nel nostro ruolo di Consiglieri regionali, affrontare una situazione utilizzando uno strumento previsto dallo Statuto della Regione.
A parte il fatto che alla fine non ho capito come voterà l'altra parte di opposizione che ha, addirittura, ritirato il suo atto d'indirizzo: siamo arrivati a situazioni surreali; comunque, vedremo alla prova del voto come si esprimerà l'Aula.



PRESIDENTE

Grazie, collega Frediani.
Invito i Consiglieri a prendere posto, perché siamo in fase di votazione.
Indìco la votazione palese sulla mozione n. 1299, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio non approva.


Argomento: Edilizia sanitaria e ospedaliera

Esame proposta di deliberazione n. 281, inerente a "Rete ospedaliera regionale. Programma d'interventi in edilizia sanitaria"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare la proposta di deliberazione n. 281, di cui al punto 4) all'o.d.g.
La parola al Consigliere Fluttero.



FLUTTERO Andrea

Grazie, Presidente.
Vorrei informare che, come Gruppo, abbiamo presentato una mozione relativa alla questione della nomina dei Direttori generali e avremmo piacere fosse calendarizzata e discussa il prima possibile: si sta svolgendo proprio in queste settimane l'iter per raggiungere l'obiettivo che la Giunta si è prefissata.



PRESIDENTE

Valuteremo.
La parola all'Assessore Saitta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente.
La proposta di deliberazione, presentata dalla Giunta e oggi all'esame del Consiglio, è stata oggetto di un attento esame da parte della IV Commissione.
La proposta della delibera è del 22 dicembre 2017 ed è stata esaminata per nella Commissione in ben sette sedute dalla Commissione stessa, quindi la IV Commissione ha dedicato, giustamente, il tempo necessario per un approfondimento che ha riguardato anche parecchi Gruppi consiliari, devo dire, anche qualche centinaio di interventi.
La proposta è stata licenziata dalla Commissione il 12 febbraio; io mi limito a qualche considerazione di tipo generale, anche perché su questo tema in occasione di una richiesta d'informativa sull'edilizia sanitaria avevo già avuto modo di anticipare alcune questioni contenute in questa delibera, sui programmi d'intervento.
Voglio anche ricordare che, sul tema dell'edilizia sanitaria, il 30 gennaio il Consiglio ha già approvato una proposta - sempre della Giunta - di adeguamento e ridimensionamento dei fondi dell'articolo 71 della legge 448/98. L'obiettivo comune di queste due delibere (quella già approvata il 30 gennaio e quella sottoposta oggi) è quello d'indicare opere di edilizia sanitaria concretamente finanziabili. Cioè, abbiamo adottato un percorso pragmatico: individuare opere per le quali è possibile avviare procedure per la gara d'appalto.
Pertanto, non è un Piano sulle esigenze complessive del sistema sanitario ospedaliero, che - come sappiamo - è un patrimonio molto antico, ma su quelle opere sulle quali era stata già avviata una discussione, che - in ogni caso - corrispondono anche a logiche di priorità per la vetustà degli interventi che abbiamo indicato nella delibera. Quindi, la delibera non è un Piano di edilizia sanitaria, ma è un programma d'interventi puntuali che hanno tutti un tratto comune: alcuni sono interventi oggetto di precedenti accordi tra il Ministero della Salute e la Regione Piemonte (mi riferisco al Parco della Salute di Torino e alla Città della Salute di Novara; questione antica affrontata dalle precedenti Amministrazioni) e le schede contenute nella delibera indicano anche la somma degli investimenti.
Per la Città della Salute di Novara parliamo di 354 milioni, mentre per quella di Torino parliamo di 569 milioni.
Abbiamo, poi, interventi conseguenti a recenti Accordi di programma con le Amministrazioni comunali e con le Aziende Sanitarie che riguardano il VCO l'ospedale unico del VCO (Verbania-Domodossola), per un importo di 178 milioni e l'ospedale unico dell'ASL TO5, per un importo di 225 milioni.
Anche queste due opere sono state oggetto, in passato, di studi e approfondimenti, ma anche dibattito (penso al dibattito di sette-otto anni fa sull'ospedale di Moncalieri, oppure sull'ospedale unico del Verbano Cusio-Ossola).
C'è, inoltre, un altro gruppo d'interventi di completamento finanziario di opere già in cantiere: l'ospedale di Verduno, che era necessario ed è necessario in completamento delle risorse, altrimenti sarebbe restato un cantiere. La stessa cosa per quanto riguarda la struttura di Valle Belbo che non era stata sufficientemente finanziata o, perlomeno, era stata finanziata, ma la precedente Amministrazione aveva interrotto i finanziamenti.
Questi sono i tratti degli interventi principali.
C'è un intervento aggiuntivo, che è l'intervento proposto dall'ASL CN1 definito "il Piano direttorio dei presidi ospedalieri dell'area Nord", che per due terzi è finanziato da risorse dell'Azienda Sanitaria e che consente un Piano di ammodernamento delle strutture esistenti.
Gli interventi sono questi. Vi ho detto che rispondono a delle logiche ben precise: non si tratta di grandi novità in termini di contenuto. Qui viene indicata la modalità concreta di finanziamento.
Come ho già avuto modo di dire nei numerosi interventi fatti qui in Aula e anche in Commissione, questa delibera viene proposta in un quadro profondamente mutato di risorse per il finanziamento dell'edilizia sanitaria. Il famoso programma straordinario degli investimenti di edilizia sanitaria, avviato con l'articolo 20 della legge finanziaria 67, la cosiddetta "legge Donat Cattin" ormai è un lontano ricordo per tutte le Amministrazioni regionali. Il programma si è esaurito e i Governi che si sono succeduti non hanno rifinanziato la legge 67, quindi le modalità classiche con le quale eravamo abituati (c'è da fare un ospedale, si ricorre all'articolo 20, ecc.), non esistono più, perché non c'è più nulla.
Sostanzialmente, non ci sono più risorse.
Per questa constatazione, che non è un'opinione - lo dico soprattutto a chi ritiene che è possibile fare diversamente - ma sono dati concreti, abbiamo lavorato in diverse direzioni, per quanto riguarda il finanziamento. La prima operazione che abbiamo fatto (è indicata puntualmente nella delibera) è quella di riacciuffare, recuperare le risorse dell'articolo 20 sul Piano della salute di Torino e di Novara, che erano state oggetto dell'Accordo di programma, ma per la verità neppure più prenotate. Era stato inviato l'Accordo di programma, ma - di fatto - non erano state utilizzate, perch non era mai stato presentato, sia per Torino che per Novara, alcun progetto o studio di fattibilità concretamente finanziabile, per prenotare le risorse. Quindi, la prima operazione che abbiamo fatto quando siamo arrivati è stata quella di recuperare i finanziamenti che erano stati indicati in precedenti Accordi di programma.
Per questo, abbiamo predisposto immediatamente (parlo del 2015) gli studi di fattibilità per utilizzare quelle risorse già oggetto dell'Accordo di programma (mi pare della Giunta Bresso e della Giunta Cota, sicuramente): progetto di fattibilità di tipo sanitario presentato al Ministero della Salute, Nucleo di Valutazione, giudizio positivo e poi tutti i passaggi che trovate. In ogni modo, c'è il giudizio favorevole da parte del Nucleo di Valutazione, che è fondamentale per quanto riguarda gli studi di fattibilità e per quanto riguarda l'edilizia sanitaria. Fino ad arrivare alla firma recente dell'Accordo di programma con il Governo, che mette finalmente a disposizione quelle risorse che era inimmaginabile, quando abbiamo iniziato, poter recuperare, perché non erano state neppure concretamente richieste.
Per quanto riguarda queste due opere (Novara e Torino) parliamo di risorse importanti, che sono indicate. Nella proposta della delibera ci sono gli interventi riguardanti la parte relativa alla realizzazione delle opere ed anche alla bonifica delle aree.
Per questo risultato positivo, cioè il recupero delle risorse, abbiamo lavorato, sia per la Città della Salute di Torino sia per quella di Novara per qualificare meglio la progettazione in modo da evidenziare che queste due opere non sono dei semplici ospedali: vale per Novara, ma anche per Torino. I colleghi sanno (anche questo l'abbiamo discusso diverse volte) che, per quanto riguarda il Parco della Salute di Torino, non è soltanto un ospedale, ma c'è l'intervento congiunto insieme all'Università di Torino per quanto riguarda la Facoltà di Medicina, c'è la parte relativa all'innovazione, c'è la parte relativa alla ricerca. Questo ci ha permesso evidentemente, di avere un forte elemento di consenso anche di carattere politico nazionale, per finanziare due Aziende universitarie: sia Torino che Novara.
Per quanto riguarda queste due opere, do un aggiornamento -ma anche qui i giornali hanno puntualmente riferito - oltre ad aver, a suo tempo, deciso quali erano le stazioni appaltanti, la Città della Salute ha affidato anche per conto dell'Azienda universitaria di Novara, un incarico per l'advisor. C'è stato un problema che è stato risolto, quindi sta partendo il lavoro, in modo di avere a disposizione, entro l'estate (il Presidente Chiamparino l'ha ricordato alla Città della Salute), tutta la documentazione per l'avvio delle gare di appalto.
Anche per l'ospedale dell'ASL Torino 5 si è deciso di ricorrere al partenariato pubblico-privato. Cosa che ho dimenticato di dirlo: anche per le altre due opere. Partenariato pubblico-privato perché risorse a disposizione sono quelle che trovate indicate, quindi non sufficienti a finanziare tutta l'opera.
Per l'ASL TO 5, anche qui lo stesso meccanismo partenariato pubblico privato. Per quanto riguarda la parte di finanziamento pubblico, abbiamo già deciso con la rimodulazione dell'articolo 71, quella delibera che ho citato all'inizio del mio intervento.
Per l'ospedale del VCO, con una fatica straordinaria da parte della Giunta siamo riusciti a ottenere delle risorse dal Fondo per lo Sviluppo e la Coesione Sociale (FSC) per sessanta milioni che garantiscono la quota pubblica necessaria per avviare il partenariato pubblico-privato. Mi pare che questa forma di utilizzo dei Fondi per lo Sviluppo e la Coesione Sociale sia unica in questo genere per quanto riguarda l'Italia.
Per il completamento della Valle Belbo, ospedale della Valle Belbo ospedale immaginato e sognato quando le esigenze erano diverse, viene rimodulata la finalità. Anche questo l'abbiamo detto in altre occasioni.
Diventa una struttura sanitaria, ma non ospedaliera, con le indicazioni puntuali che trovate nella delibera. Essendo un cantiere interrotto perch i finanziamenti erano stati interrotti per via delle questioni del piano di rientro ecc.ecc, si è deciso di finanziare il completamento con risorse regionali del Fondo Sanitario e con un mutuo da parte dell'Azienda Sanitaria. Viene indicato nella delibera il finanziamento per la ripresa dei lavori, perché altrimenti c'è un danno di carattere economico.
Per Verduno, anche qui trovate indicazioni puntuali. Un investimento importante di 258 milioni, ma un investimento per il quale erano necessarie delle risorse. Anche qui si è decisa la modalità per non interrompere i lavori, di utilizzare delle risorse regionali e di indicare anche una modalità di finanziamento che trovate nella delibera per quanto riguarda le tecnologie.
Per quanto riguarda l'ASL Cuneo 1, il Piano Direttorio, per velocizzare la realizzazione del piano in modo particolare su Savigliano, ma anche su Fossano e Saluzzo, ci sono a disposizione delle risorse regionali.
Per tutte queste opere c'è un piano finanziario, in parte pubblico e in parte privato, la parte pubblica e privata è verificata su quelle opere dove abbiamo deciso di utilizzare il meccanismo del partenariato pubblico privato.
Aggiungo un'ultima considerazione relativa al tema della Città della Salute e per quanto riguarda il tema dei posti letto, oggetto di discussione in Commissione. Il Parco della Salute di Torino è indicato che avrà 1070 posti letto. Ci sono state osservazioni, non soltanto in Commissione. Colgo questa occasione per dire che 1070 posti letto sono quelli del Parco della Salute dove verranno concentrate le complessità - stiamo parlando delle complessità - con un modello che ieri abbiamo constatato con l'inaugurazione del reparto del professor Rinaldi.
E' utile anche sapere che 400-500 posti letto saranno disponibili nel CTO.
Il CTO diventerà un DEA a tutti gli effetti, quindi non è che c'è una riduzione di mille posti letto. Ricapitolando: 1070 posti letto, 400-500 posti letto nel CTO che diventerà un DEA a tutti gli affetti e poi c'è l'altro elemento importante, contenuto anche questo nella delibera, che è l'ospedale unico dell'ASL TO 5.
Per quanto riguarda il dimensionamento dei posti letto dell'ASL TO 5 è stata fatta una somma, può sembrare una somma dei posti letto attualmente esistenti. E' chiaro che mettendo assieme strutture e ospedali diversi, ci sarà un recupero di posti letto che possono essere messi a disposizione anche per la Città della Salute. Al di là di questo aspetto, resta un problema che è stato anche richiamato recentemente dal Direttore dell'Azienda Sanitaria del Città della Salute: attualmente, l'utilizzo dei posti letto della Città della Salute, è un utilizzo non massimale. Rispetto alle potenzialità, i posti letto della Città della Salute sono del 75%.
Questo è un dato oggetto di un'analisi attenta da parte dell'Azienda.
Questo non vuol dire che non ci sono le necessità e non ci saranno le necessità. Il tema di un migliore utilizzo dei posti letto della Città della Salute, e di tutti gli ospedali, dipende dalla messa a disposizione del sistema sanitario e quello torinese dei posti letto di post-acuzie.
Questo è il grande tema che registriamo spesso.
Le ipotesi che sono formulate è che si può utilizzare meglio i posti letto se si riesce a dismettere i pazienti che hanno completato la fase acuta.
Difficoltà enorme, perché molto spesso non si sa come fare.
Le potenzialità sono: Valdese, dove verranno creati, nel frattempo, dei posti letto per le post-acuzie. Oftalmico. Anche qui la degenza verrà utilizzata per le post-acuzie, ma devo dire che c'è un altro elemento importante, oggetto anche di una riflessione che abbiamo fatto recentemente con il Vicesindaco di Torino, l'architetto Montanari, per quanto riguarda l'utilizzo dell'attuale Città della Salute, per lo meno per la parte aulica, Molinette in modo particolare. Ieri abbiamo visto concretamente che in questi anni sono stati fatti interventi anche di riqualificazione sicuramente di una parte - penso alla parte più quell'aulica - che non sarà evidentemente abbattuta per una decisione che è stata assunta in occasione della variante al Piano regolatore, può essere dedicata a un polo di carattere sanitario, in modo da dare delle risposte alle post-acuzie.
Il reparto che abbiamo inaugurato, quello della professor Rinaldi, è un reparto che è perfetto dal punto di vista funzionale. Cito quello, ma ce ne sono altri che abbiamo inaugurato in questi anni.
Viene indicata anche una modalità che consente un migliore utilizzo dei posti letto con, evidentemente le risposte sulla post-acuzie.
Poi c'è l'altro tema che credo bisogna aver presente quando si pensa alla realizzazione di un ospedale, per evitare quello che abbiamo visto a Verduno e anche a Biella, cioè ospedali che sono stati realizzati senza tenere conto dei cambiamenti sul piano tecnologico e delle modalità di cura.
Un recente studio della Bocconi (CERD) stima che la riduzione dei posti letto per acuzie nei sistemi sanitari continuerà ancora per i prossimi anni. C'è una stima del 2-3% all'anno di riduzione, nel senso che le cure avverranno con modalità diverse rispetto a quelle attuali. Ieri abbiamo visto alcune questioni relative, ad esempio, alla camera ibrida, che, se messa assieme all'emodinamica e alla sala chirurgica, consente di ridurre i giorni di degenza.
Ci sono quindi elementi per poter dire che, oltre ai 1070 posti letto e ai 450 posti letto aggiuntivi del CTO, c'è un'offerta per quanto riguarda la post-acuzie ed una prospettiva anche di riduzione della degenza che ci permette di dire che, in base alle indicazioni contenute, il Piano già oggetto di esame da parte del nucleo di valutazione, che ha valutato anche la coerenza con gli atti di programmazione, è un piano che ha un suo realismo.
Questo è il contenuto della deliberazione che vi sottoponiamo. E' chiaro che per alcune delle questioni che oggi ho indicato, in modo particolare a Torino e a Novara, Parco della Salute e Città della Salute di Novara essendo state oggetto, nella fase in cui eravamo in piano di rientro, di decisioni assunte attraverso accordi di programma ed attraverso impegni col Governo, si tratta di scelte già definite e compiute. Ribadisco, come ho già fatto in Commissione, che non sono immaginabili delle modalità diverse di finanziamento, perché questa è l'unica modalità concreta che esiste per poter realizzare delle opere che bisogna velocemente realizzare. Penso che possiamo fare tutto, ma non ritardare ulteriormente interventi di questa natura.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Saitta. E' aperta la discussione generale.
Ha chiesto la parola il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Siamo giunti all'analisi in Aula di questa deliberazione consiliare, che ha un'origine molto datata nel tempo, soprattutto nel dibattito di questa decima legislatura, dibattito che era stato compresso per via di una scelta politica insita nell'essere la Regione Piemonte una regione in piano di rientro e quindi sostanzialmente commissariata dal Ministero per via dell'eccessivo debito in sanità. Dicevo che è scelta politica, perché, al di là delle valutazioni ministeriali, nella scorsa legislatura - lo ricordo sempre - pur essendo in piano di rientro, discutemmo il piano socio sanitario della Regione Piemonte, cosa che, invece, in questa legislatura non abbiamo fatto.
Quindi, ad oggi la Regione Piemonte viola, tanto per dirlo un'altra volta una legge propria, che prescrive l'adozione di piani di programmazione e di pianificazione in sanità, almeno ogni tre anni, quindi con durata triennale. Non fanno più fede neanche i programmi operativi della gestione commissariale del piano di rientro e siamo in una sorta di vacatio. Per questo per mesi, se non per anni, abbiamo sollecitato la Giunta sia quando si discuteva della delibera n. 1-600/2014 modificata dalla delibera 1 924/2015 sul numero di posti letto e sulla rete ospedaliera. Abbiamo sollecitato per fare un dibattito in Commissione e in Aula e le risultanze sono state quasi sempre molto scarse, nel senso che si è andati avanti su scelte politiche in sanità, senza nessun coinvolgimento da parte del Consiglio regionale. Tant'è che anche gli stessi Consiglieri di maggioranza spesso si sono risentiti su questo, magari in maniera più privata che pubblica ma a volte anche pubblicamente sui territori, e anche gli stessi sindaci dei territori anche a guida del Partito Democratico e centrosinistra.
Per quanto riguarda l'edilizia sanitaria, il mio Gruppo consiliare, con due mozioni a mia prima firma del 2016 (la n. 764 e la n. 766) ha portato almeno il dibattito in Aula ed è riuscito, probabilmente anche in virtù dell'uscita dal piano di rientro del marzo 2017, ad ottenere quanto meno la presentazione in Commissione di un piano sull'edilizia sanitaria. Quindi non abbiamo il Piano socio-sanitario e pertanto non sappiamo come sarà la programmazione socio-sanitaria della Regione Piemonte; abbiamo, però, un documento sull'edilizia sanitaria, una parte del tutto. Quindi, già questo potrebbe far pensare che il fatto di concentrarci solo sull'edilizia sanitaria ad un anno dalle elezioni possa essere più una volontà politico elettorale piuttosto che una volontà politica programmatoria. Questo è un dato che mi sento di dire, anche a nome del Gruppo, senza timore di essere troppo smentito.
Ricordiamo tutti i cosiddetti "ospedali di carta" della Giunta Bresso: anche lei, nell'ultimo anno del suo mandato, propose 4-5-6-7 nuovi ospedali che, per fortuna, rimasero sulla carta; dico "per fortuna", perché i costi ovviamente erano esorbitanti.
Dicevo che abbiamo presentato due mozioni che sono state votate da questo Consiglio; la mozione n. 764 chiedeva la creazione presso la Società di committenza regionale SCR di una struttura con il compito di coordinare la rete di competenza delle varie aziende sanitarie regionali, monitorare e realizzare i contratti, interfacciare strutture tecnologiche delle aziende sanitarie regionali e coordinare e monitorare la concreta attuazione dei piani di attività straordinaria e realizzazione delle nuove strutture ospedaliere. È stata approvata anche una mozione del Partito Democratico che diceva sostanzialmente le stesse cose, ma di questa struttura in SCR non se n'è saputo nulla. Quindi andiamo oggi ad ipotizzare la realizzazione di 4 strutture ospedaliere, con almeno tre realtà diverse: due saranno le ASL che lo faranno, l'ASL TO5 e l'ASL VCO, mentre l'advisor dovrebbe essere unico per la Città della Salute di Torino e di Novara. Dico "dovrebbe" perché al momento c'è un ricorso pendente, c'è una sospensiva, e quindi non si sa esattamente come si andrà avanti.
Questa era la prima mozione, che però non ha avuto seguito, nel senso che comunque da un punto di vista dell'Ente regionale ad esempio abbiamo terminato di costruire l'ospedale di Biella con un po' di lungaggine, un po' di ritardi e con un sottodimensionamento notevole, però era un'esperienza che poteva e doveva essere valorizzata, cioè il fatto di tenere le competenze in seno alla Pubblica Amministrazione. A maggior ragione, nel momento in cui ci rivolgiamo a dei privati, era una cosa da fare, cioè valorizzare le competenze e tenerle nella Pubblica Amministrazione, magari in un'ottica condivisa dentro SCR.
La mozione n. 766 chiedeva una delibera consiliare con un Piano di edilizia sanitaria ospedaliera e territoriale complessiva, che partisse anche dalle risultanze del documento IRES sullo stato dell'edilizia sanitaria (con la classificazione degli ospedali in A, B e C) e ci dicesse le vie, le strade i percorsi e gli obiettivi prioritari da raggiungere (e ad impegnare risorse adeguate) per quanto riguarda l'edilizia sanitaria regionale complessiva.
Perché dico questo? Perché lo studio dell'IRES dello scorso anno diceva che solo i costi di adeguamento delle strutture sanitarie in Piemonte ammontavano di 1.6 miliardi di euro. Parliamo dei costi di adeguamento delle strutture sanitaria oggi esistenti! Prova ne è che, in effetti, si interviene a spizzichi e a bocconi: un po' su sulle Molinette, un po' sull'ospedale di Moncalieri, si è fatta l'ala nuova dell'ospedale di Chivasso e così via (i colleghi dei vari territori potrebbero citare decine e decine di esempi).
La scelta di costruire prioritariamente quattro strutture ospedaliere insieme può essere, di per sé, già opinabile: in alcuni casi si punta a sostituire delle strutture obsolete (alcune parti dell'ospedale di Novara alcune parti degli ospedali uniti dalla Città della Salute di Torino), in altri casi si cerca di risolvere dei problemi di politica sanitaria (come l'ospedale unico del VCO, che dovrebbe permettere di accorpare due realtà ospedaliere che, da sole, in una provincia di 160.000 abitanti, non riescono a mantenere i numeri in termini di efficacia ed efficienza nei risultati o negli outcome sanitari che prescrive il decreto Balduzzi (e tutti i regolamenti successivi). Anche il caso dell'ASL TO5 è più o meno simile, perché da tre ospedali se ne dovrebbe fare uno, però con dei risvolti diversi.
Quello che contestiamo, oltre ad aver messo un pochettino da parte il tema della manutenzione ordinaria e straordinaria e tutti gli interventi di efficientamento energetico di riscaldamento e di raffrescamento dei nostri ospedali. Peraltro, sarebbe interessante, su questo, disporre di dati e di studi, perché ad oggi, nel 2018, molti reparti sono senza raffrescamento! Lasciamo perdere i nostri operatori sanitari, che sono abituati a soffrire per la professione che svolgono, ma molti pazienti sono ricoverati in reparti dove d'estate non c'è aria condizionata, quindi sono a temperatura ambiente (parliamo di 35 o 36 gradi), aspetto che, ovviamente, non aiuta la convalescenza, come possiamo immaginare.
Ma si pensa un po' in grande; forse un po' troppo in grande! Il Presidente Chiamparino ci ha abituato, talvolta, a quella che potrebbe essere vista dai detrattori un po' come megalomania, invece dai suoi fautori è vista come una precisa capacità di coordinare le esigenze delle comunità che amministra pro-tempore.
Però, dicevo, quattro nuovi ospedali comportano una spesa che è al di fuori delle possibilità della Regione e dello Stato. Quindi, giocoforza, ci rivolgiamo al partenariato pubblico-privato, uno strumento previsto dalla normativa nazionale degli appalti pubblici, che ha previsto un allargamento del ricorso ai privati; ricorso ai privati che in Italia non ha mai dato grandi frutti positivi.
Se uno pensa al ricorso ai privati, pensa al project financing, e quindi pensa alle autostrade (oggetto, tra l'altro, di una puntata di una trasmissione della televisione nazionale proprio ieri). Ma non ne pensa bene in termini di ritorno di immagine, di tariffe che aumentano, e del fatto che le opere calde, come si suol dire in gergo tecnico, si ripagano da sole, mentre gli ospedali, essendo opere fredde, non si ripagano da soli (cioè con dei pedaggi, per dirla in maniera chiara e comprensibile). Quindi noi, con le nostre Aziende Sanitarie, dobbiamo garantire un canone di concessione per un tot di anni. In pratica, il privato realizza l'opera gestisce alcuni servizi di cui dirò dopo e noi paghiamo un canone di concessione per trent'anni.
Io quindi chiedo all'Assessore Saitta, al Presidente Chiamparino e ai colleghi del Consiglio regionale quale sia realmente la differenza rispetto ad un mutuo.
Mi si dirà che i mutui, per i vincoli di finanza pubblica, non si possono più accendere, bim, bum, bam, eccetera eccetera. Non lo può fare la Regione, non lo può fare lo Stato, non lo può fare.
Diciamoci la verità, almeno tra di noi: quando si vuole fare, in politica si fa tutto, o quasi (nel lecito). Prova ne è che ci siamo fatti anticipare oltre 5 miliardi di euro ai sensi del ddl n. 35 quando la Regione era in difficoltà con i pagamenti (nel 2012 era sostanzialmente fallita!).
Quindi dire che non si possa assolutamente fare. no. Ad oggi le condizioni sono molto difficili, però.



PRESIDENTE

Concluda, Consigliere Bono.



BONO Davide

Ho quindici minuti, Presidente, come relatore.



PRESIDENTE

È una proposta di deliberazione senza relatore, quindi il suo tempo è terminato.



BONO Davide

Allora mi accingo a concludere, oppure rubo due minuti ad un collega del Partito Democratico, che magari non parlerà! Dicevo, che differenza c'è rispetto ad un mutuo? Se ci fosse la volontà politica di poterne discutere, si troverebbero gli spazi di manovra per aumentare il finanziamento dell'articolo 20. Perché ci sarà presto un nuovo Governo e se noi ricorriamo comunque ai privati, il Governo sarà molto contento di dire "non do più soldi alla sanità per l'edilizia sanitaria" quindi, in questo senso, è anche un gioco politico.
Concludo velocemente con la Città della Salute (pensavo veramente di avere a disposizione quindici minuti, ma ho sbagliato io; a volte capita raramente, ma capita).
Sulla Città della Salute, Assessore, vorrei capire bene - ne parleremo nella presentazione degli emendamenti - come si fa a dire che noi, partendo da 2.319 posti letto, come risulta oggi nei dati aziendali, dovremmo averne 1.821 (da DGR 1-600 e 1-924). Quella riduzione di 500 posti letto non è stata fatta.
Noi, oggi, vorremmo ridurli ancora di 1.000, nell'ottica dei tempi di redazione (non so, ipotizzavo quattro o cinque anni), dicendo pure che, a livello mondiale, c'è un consenso internazionale sulla riduzioni dei posti letto.
Il fatto che ci sia un consenso internazionale è vero, ma che sia fattibile entro certi livelli no.
L'Assessore Saitta, facendo questo mestiere pro-tempore, sicuramente avrà letto, come tutti i colleghi della IV Commissione, il rapporto dell'OCSE sulla salute (Health at glance 2017), che indica la distribuzione degli Stati (a livello dei Paesi sviluppati) per numero di posti letto per 1.000 abitanti.
Tra l'estremo del Giappone, che ha 13.2 posti letto, e l'India, che ne ha 0.5, mi si permetta la battuta: l'Italia (non dico la Regione Piemonte, se no potrebbe sembrare offensivo) in che punto di questa distribuzione si vuole portare? Oggi siamo a 3.2, per cui siamo sotto la media dell'OCSE (quindi siamo verso l'India). Con un'ulteriore riduzione di 1.000 posti letto nella Città di Torino tutto il discorso della mobilità attiva (perché attraiamo pazienti anche dal sud Italia) andrà a farsi benedire, andrà a morire.
Quindi stiamo molto, molto attenti a compiere queste scelte. Tra l'altro mi sembrano anche abbastanza osteggiate dalla dirigenza medica, dalla dirigenza sanitaria delle varie strutture, perché preoccupano anche dal punto di vista del personale, nel senso che, se riduciamo di mille posti letto, sicuramente i costi di energia, costi di pulizia, i costi della mensa che avete messo nel canone si riducono (è ovvio, basta dimezzare i posti letto), ma si riducono anche le assunzioni e quindi di nuovo avremo medici, infermieri e OSS che probabilmente emigrano all'estero, continuando ad uccidere il settore pubblico, anche quello efficiente ed efficace come la nostra sanità.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Intanto credo opportuno sottolineare un aspetto. Mi permetto di dire che anche grazie un po' all'insistenza dell'opposizione e del sottoscritto, il Consiglio regionale oggi discute una delibera di edilizia sanitaria, e lo dico perché per moltissimi colleghi - certamente tutti quelli di questa legislatura - è la prima volta che ciò accade, pur essendo una competenza esclusiva del Consiglio regionale.
Il fatto che oggi l'Assemblea regionale possa discutere questa delibera senza che, com'è avvenuto in precedenza, la Giunta regionale in qualche modo si prendesse una competenza del Consiglio, è certamente positivo; una Giunta regionale che fino al 31/12/2016 lo poteva fare, perché alle Regioni in Piano di rientro il Patto della salute consentiva di attribuirle poteri legislativi e di pianificazione in capo al Consiglio.
Va detto che - e lo sottolineo non tanto e non solo all'Assessore, ma in particolar modo all'Ufficio di Presidenza -se una parte consistente dell'attività di pianificazione è all'interno della delibera, ve n'è un'altra altrettanto importante e significativa che manca in questa delibera. L'Assessore Saitta, ogni qualvolta si reca legittimamente sul territorio piemontese, promette Case della Salute in quasi ogni territorio.
Ebbene, è uno strumento utile, uno strumento che, qualora se poi qualcuno decidesse di dirci anche quale personale ci lavorerà all'interno, è certamente importante, ma è un uno strumento di programmazione.
È vero che la Giunta regionale - e lo segnalo alla Presidenza del Consiglio regionale - nel 2016, quando era ancora in Piano di rientro, fece una delibera che prevedeva la realizzazione, se non ricordo male, di settanta Città della Salute, ma è competenza di questo Consiglio regionale decidere dove le Case della Salute devono essere riallocate. Non solo - lo dico sperando che l'Ufficio di Presidenza presti attenzione, ma ovviamente anche l'Assessore - se noi facciamo una delibera di edilizia sanitaria e poi apprendiamo dai giornali locali del Canavese che il Direttore generale dell'ASL TO4 stanzia 2,5 milioni che non sono all'interno di questa delibera per un'attività di manutenzione straordinaria di un reparto, io mi domando con quale titolo lo possa fare. E è un altro grande ragionamento che abbiamo fatto in questi anni.
Ma no, non è competenza. È l'indicazione che viene data dalla Giunta. Noi facciamo una delibera di programmazione, ma una parte degli investimenti la fanno le ASL e non lo possono fare, salvo la piccola manutenzione indispensabile per gli interventi. Anche le delibere in urgenza possono essere assunte dalla Giunta regionale, giustificando il motivo, per poi essere ratificate dal Consiglio. Sembra un aspetto banale, nel senso che stiamo qui a dire: "Eh, ma l'ha fatto la Giunta, era di competenza del Consiglio". È un aspetto centrale, perché è come dire che noi affidiamo un potere di pianificazione alla Giunta senza che ne abbia alcun titolo.
Stiamo parlando di un aspetto - lo dico alla Presidente Motta - di rispetto delle leggi, dove credo che non ci possano essere fraintendimenti, cioè non è un tema che riguarda l'opposizione o la maggioranza: le leggi si rispettano, perché se non si rispettano le leggi all'interno di una Pubblica Amministrazione, non siamo neanche alla A dell'alfabeto istituzionale.
Detto questo, che è una parte noiosa ma indispensabile, vi è invece l'aspetto politico che ci riguarda. Guardate, questa delibera ha alcuni aspetti che non possono non essere tenuti in considerazione e che vanno in grandissima continuità con la scelta che l'Amministrazione regionale ha fatto con la delibera 924 di taglio dei posti letto all'interno degli ospedali. Perché, vedete, noi possiamo dire tutto ciò che vogliamo, nel senso che ogni Consigliere, ogni Assessore si può alzare all'interno di quest'Aula e può comunicare ciò che pensa in merito a politiche, ma non possiamo raccontare frottole rispetto ai dati e di nuovo rispetto alle leggi.
Lo dico non per i colleghi, ma per chi ci ascolta: il dato europeo rispetto ai posti letto è di 5,2 posti letto ogni mille abitanti. Ripeto: 5,2 due posti letto ogni mille abitanti, ed è il dato dei ventotto Paesi UE.
Ovviamente, all'interno dei ventotto Paesi UE, ve ne sono alcuni come la Germania che hanno 8,2 posti letto, ve ne sono altri come l'Austria (parlo dei Paesi confinanti) che ne hanno più di 7 e ve ne sono altri ancora (come la Francia) che ne hanno più di 6. Si tratta dei Paesi confinanti o dei Paesi diciamo locomotiva, diciamo quelli che hanno costituito l'Unione Europea, salvo i Paesi anglosassoni per un motivo evidente: perché, come nella sanità statunitense, la loro è una sanità molto più legata alle assicurazioni e al sistema privato; non è come la nostra, una sanità universalistica, cioè a portata di tutti, al di là del portafoglio. Ebbene in questi Paesi il dato è doppio o triplo rispetto al dato nazionale perché cosa impone la legge dello Stato, la legge Balduzzi? La legge Balduzzi dice che ogni Regione deve avere 3 posti letto ogni mille abitanti. La nostra Regione oggi ne ha 2,5; con l'introduzione di questa delibera, noi scendiamo ancora sotto il 2,5, perché sulla futura Città della Salute non recuperiamo neanche un posto letto dall'Ospedale Unico. Se si sommano i posti letto di Carmagnola, Chieri e di Moncalieri, si individua una cifra pari a quella del nuovo Ospedale Unico.
Tutto questo, a differenza del pregevole Piano del Direttore generale Uberti, ci dice che in quei tre presidi - Chieri, Moncalieri e Carmagnola in particolar modo rispetto a Carmagnola e Chieri - non ci sarà un solo posto letto, neanche in funzione riabilitativa, che consentirà a quei territori, non dico quei presidi in sé, ma a quei territori, di continuare a svolgere una funzione sanitaria, e soprattutto che perderemo, come minimo, 500 posti letto, non all'interno di questa Città, che potremmo dire che posti letto ne ha tanti (anche se poi non è vero), ma nel principale presidio sanitario della nostra Regione che, in termini di mobilità attiva e di funzione di presidio centrale per i cittadini piemontesi, è determinante.
Poi entreremo, sia pure con interventi meno lunghi, perché questa è una delibera, nel merito della delibera con alcuni emendamenti, ma questo è l'aspetto centrale.
Questa Giunta, nel 2014 taglia 2.000 posti letto ai cittadini piemontesi con questa delibera ne tagli altri 500, non rispettando la legge dello Stato. Cosa dice la legge dello Stato? La legge Balduzzi, che non ho votato né io né la mia parte politica, dice che in tutte le Regioni italiane ci devono essere tre posti letto ogni mille abitanti.
Quanti ne ha la Regione Piemonte, per scelta di questa Giunta e dell'Assessore Saitta? 2,6. Mancano 2.000 posti letto, a rispetto della legge dello Stato.
Io non so con quale docente della Bocconi lei abbia parlato, ma qualunque qualunque - esponente che vive la sanità (non che la studia in modo cattedratico) dice che mancano i posti letto. Cosa ha fatta l'Assessorato alla sanità quest'anno, quando c'è stato il picco dell'influenza? Ha consentito agli ospedali di avere più posti letto.
Oggi noi abbiamo un numero di posti letto dichiarati, ma non veri fortunatamente, perché solo in questa città, al Martini abbiamo più posti letto di quanti sono dichiarati; all'Amedeo di Savoia abbiamo più posti letto di quanti sono dichiarati.
Lo faceva il suo Direttore generale, che ci ha predisposto quella meravigliosa delibera, che però è della Giunta regionale, in cui ci diceva qual era la copertura dei posti letto.
Assessore, vada alle Molinette, al CTO, o ovunque creda in un posto della Città della Salute, e a chi le dice che c'è il 75% di copertura, ci vada un giorno che non sia il sabato e la domenica o il 1° maggio, quando non c'è chi opera, e quindi nel posto letto ci si sta solo per un'urgenza, vedrà se c'è qualche posto letto vuoto.
Non ci sono.
C'è un altro tema - e ho finito - il giorno in cui avremo un sistema che funziona, con le riabilitazioni e con le CARS, leviamo anche un po' di pazienti che stanno all'interno degli ospedali e dentro gli ospedali non ci dovrebbero stare, però sono quattro anni che attendiamo che facciate questo.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Tronzano; ne ha facoltà.



TRONZANO Andrea

Grazie, Presidente.
Non ho partecipato alle discussioni in Commissione, Assessore, quindi chiedo scusa se magari su alcune cose non sono preciso, ma sono semplicemente delle domande.
Io spero che la sua disponibilità all'ascolto, invece, ci sia, nonostante la delibera sia già approdata in Aula.
Parto da tre domande, su cui vorrei avere delle risposte prima di votare naturalmente se lei è in grado di fornirci delle risposte.
Vorrei l'attuale destinazione dei posti letto, divisi per specialità, in modo da capire con precisione da dove derivi il suo 75% di posti occupati perché, come diceva il collega Vignale.



(Commenti fuori microfono)



TRONZANO Andrea

E allora magari poi lo spiega meglio, chiedo scusa, io magari.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Assessore, non dialoghi.



TRONZANO Andrea

No, no, ho capito. Se abbiamo inteso male ce lo spiegherà.
Comunque, capire l'attuale distensione reale dei posti letto divisi per specialità.
La seconda domanda riguarda la futura destinazione; la terza è su quali attività in particolare, o su quale attività in particolare, ci sarà questa riduzione.
Questo ci consentirebbe, a meno che non sia già stato discusso in Commissione, di votare con più coscienza questa delibera e di capire meglio.
Rispetto alla delibera 1/600, argomento di cui me ne ero occupato in maniera approfondita quando ero in Consiglio comunale a Torino, un dato che non mi torna, oltre a quelli già citati dal Consigliere Vignale, che ovviamente sottoscrivo, cioè il fatto dei 2,5/2,6 posti letto per mille abitanti, quando, in realtà, la legge nazionale ne prevede tre, è perch lei dice che attendere la necessità sia soprattutto sul post-acuzie.
Dai dati in mio possesso, rispetto alla ricerca che avevo fatto a suo tempo, i posti letto mancanti per acuzie sono 250 circa (235), mentre i posti letto in esubero per il post-acuzie sono 1.509.
Allora non riesco a capire se i miei dati sono errati o se qualcuno - non noi - sta sbagliando i conti.
Un'altra cosa che volevo chiederle, prima di arrivare alle considerazioni politiche, è questo: sempre sulla delibera 1/600 avevo visto che i posti letto normalizzati erano stati fatti sulla domanda soddisfatta, ovvero sui ricoveri effettivamente effettuati e non sull'esigenza reale.
Questo, a mio giudizio, è un discrimine molto importante e vorrei capire se anche lei ha questo tipo di valutazione.
Sono domande puntuali e precise perché credo sia necessario e fondamentale per chi, come me, è in Aula per la seconda volta, e non avendo avuto la possibilità di discuterne in Commissione, avere da lei, naturalmente se li ha, questi dati, altrimenti li attendiamo, non credo si esaurisca oggi la discussione. Li attendiamo.
Arrivo alle considerazioni politiche.
La mia prima grande preoccupazione - lo dico ormai da anni rispetto al mio impegno istituzionale - è un depotenziamento del materno-infantile Assessore.
Questo sarebbe un grave danno, sia per la parte istituzionale sia soprattutto, per i cittadini.
Vorrei avere rassicurazioni, perché abbiamo l'OIRM Sant'Anna che invece - a mio giudizio, naturalmente, perché non so se siamo ancora in grado di decidere sulla collocazione - andrebbe diviso rispetto alla Città della Salute, dovrebbe rimanere com'è, dovrebbe diventare addirittura un polo specialistico (questo lo sosteniamo anche con l'Oftalmico, ma purtroppo non è andata così; lo sosteniamo e, per coerenza, lo diciamo) e a tendere dirittura a un IRC, Assessore.
La mia preoccupazione è che, con i conti che ho a mia disposizione, con 20 30 milioni, all'interno dell'OIRM Sant'Anna, riusciamo a mettere a norma e, quindi, a consentire di non buttare via i soldi che fino ad oggi sono stati spesi molto efficacemente in quell'Ospedale - i condizionamenti - mi dica se sbaglio, perché sto cercando di discutere in maniera costruttiva i bagni delle camere, la Sala operatoria del 1° Piano (piccoli interventi) la Terapia intensiva per le donne al Sant'Anna (parlo di 20-30 milioni Assessore e non miliardi) e ristruttureremmo il Pronto soccorso del Regina Margherita.
Se questo è vero - come credo, perché non ho fonti diverse per dubitare di quanto sto affermando - credo che una valutazione sua, della Giunta e del Presidente di mantenere il materno-infantile in queste condizioni, per dare la sensazione netta che si voglia potenziare e non rendere meno efficace.
Purtroppo circola già la voce fra le mamme - e sa benissimo essere questo un segnale, un campanello d'allarme importante - che il Regina Margherita naturalmente non per incapacità dei medici, cui va tutta la mia stima e credo di tutti noi, stia perdendo qualche colpo. E questo, Assessore, non lo dice una mamma, ma diverse.
Mi perdoni, Assessore, però qui facciamo politica: dobbiamo cercare di comprendere quanto succede nel mondo e non affidarsi soltanto a dati nudi e crudi del mondo sanitario, dove ormai sembra che contino più i soldi che la salute. So che lei questo non lo pensa, pertanto le do questo segnale: se inizia questo tipo di situazioni, credo che vada anche a nocumento dei grandi medici e delle grandi professionalità interne all'ospedale che proprio l'altro giorno, celebravano lo screening neonatale allargato - per il quale mi sono impegnato a fondo anche in Comune.
Naturalmente, non è merito mio se lei l'ha realizzato, però non basta questo segnale per dire che il Regina Margherita non sia in fase di depotenziamento. Io volevo rassicurazioni e anche una scelta politica che magari, deriva da questo tipo d'individuazione che le ho appena prospettato, cioè un polo materno-infantile e poi la giusta, giustissima ricollocazione delle Molinette che, tra l'altro, nasce come Ospedale generalista.
Abbiamo tre ospedali: il CTO, che nasce come Ortopedia, il Sant'Anna che nasce come materno-infantile - parlo storicamente - e le Molinette che nascono come Ospedale generalista. L'OIRM Sant'Anna e il CTO hanno saldi abbastanza positivi; il vero problema sono le Molinette.
Un particolare - non so, questo forse me lo confermerà lei - i costi di bonifica sono sottostimati e questo è un mio giudizio, eventualmente da verificare.
Un'ultima considerazione è sulla DGR 1-600/2014. Secondo me, lo dicevo allora e lo dico oggi, su quella deliberazione stiamo rischiando -, anzi siamo in fase di conclamata evidenza -l'aumento delle liste di attesa nei Pronto soccorso.
A mio parere, avremmo dovuto valutare con maggiore elasticità il rapporto pubblico-privato: il pubblico deve fare la sua parte sacrosanta, ma il privato può essere un supporto fondamentale. Proprio per arrivare ai dati che citava il Consigliere Vignale in precedenza, dati che ho anch'io a disposizione e che non capisco perché ancora oggi siano disattesi.
Aspettiamo una sua risposta.
Spero che queste domande trovino una sua autorevole risposta; per me sono fondamentali e credo che il Capogruppo approverà questo tipo d'indicazione peraltro discussa in precedenza.
Infine, vorrei firmare, se è possibile, l'ordine del giorno del Consigliere Vignale e della Consigliera Gancia, sui posti letto, presentato a seguito di questa deliberazione.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Tronzano.
La parola al Consigliere Allemano.



ALLEMANO Paolo

Grazie, Presidente.
Sicuramente, questa discussione in Consiglio si accompagna a molte domande ed anche alla grande aspettativa di riportare in questa sede i temi macro della sanità.
Senza voler disattendere queste aspettative, dobbiamo prendere atto che non stiamo parlando né di posti letto né di un atto con valenza programmatoria che afferisce a tutte le politiche della salute: stiamo parlando di edilizia ospedaliera. Non è poco, visto che da quindici anni si aprono e si interrompono cantieri, quasi sempre cartacei, e quelli che sono proseguiti sono andati avanti senza alcuna regìa regionale.
Voglio dire, in particolare al collega Tronzano, che ha appena posto una serie di problemi, che questa delibera né li affronta né li esaurisce perché avremo tutti i margini di manovra per l'operazione di riallocazione di posti letto, di specialità o di verificare se, in base ai posti previsti, quanto risulta dal panorama edilizio che verrà a valle di questa delibera, è sufficiente, è capiente o meno.
Con questa premessa stiamo facendo un'operazione comunque di grande importanza. Che sia opportuna è di tutta evidenza; se ci attardiamo a discutere del Piano sanitario regionale, cosa che ovviamente competerà all'inizio nella prossima legislatura, noi assisteremo al nascere di altre iniziative non condivise e senza una regìa unitaria, quindi l'opportunità è fuori discussione e il realismo lo è altrettanto. Possiamo discutere tutto l'anno che ci divide dalla fine della legislatura del partenariato pubblico privato (se sia opportuno o meno), dopodiché non abbiamo altre strade percorribili.
Non vedo Governi all'orizzonte, tantomeno Governi che abbiano nel programma un finanziamento sostanziale della sanità pubblica - mi pare siano altri i programmi di chi ha vinto le elezioni.
Ritengo si possa parlare di un atto meditato - appartengo anch'io all'area di campagna come il collega Mighetti -: si parla di Città della Salute a Torino da epoca immemorabile, non sarebbe ipotizzabile un ennesimo rinvio ingiustificabile dal punto di vista della credibilità politica. Aggiungo che è un atto flessibile, non è un format che si cala come una camicia di forza su tutte le realtà.
L'area che io vivo (quella della CN1) ha scelto, in modo sicuramente discutibile e con delle perplessità, di andare verso la manutenzione straordinaria del patrimonio esistente e non di costruire l'ospedale nuovo.
Sarà perché a Verduno è andata come sappiamo, sarà perché i tempi non ci consentono d'immaginare vacche grasse, però è anche vero che si è fatta un'operazione di calibratura e di confronto e si è scelto un modello che non è quello di altre aree del Piemonte. Pertanto, rivendico la flessibilità e l'intelligenza, nonché il dialogo col territorio che sta dietro queste scelte.
Aggiungo ancora un flash sui posti letto. Io, da medico, sono assolutamente convinto che il trend che ha esposto l'Assessore (quello di un calo del fabbisogno di posti letto) sia ancora sottostimato. È di tutta evidenza che nell'era della genomica, di un approccio alle malattie completamente nuovo con un crollo della chirurgia tradizionale almeno del 60% (non a caso si va ad inaugurare un laboratorio di emodinamica estremamente flessibile, che serve molti approcci di diversi specialisti), pensare di compartimentare i posti letto per specialità e attribuirli in base a un parametro nazionale è un'operazione di carattere ragionieristico che non si avvicina alla realtà e, tantomeno, al futuro.
Se c'è un problema che parte dal Pronto soccorso e arriva, poi all'intasamento degli ospedali, sta nella discontinuità esistente nel percorso di cura. Sappiamo tutti che dimettere il paziente è un'operazione a volte molto complessa: presuppone una visione di politiche sanitarie e di welfare integrate. In questo senso, si parla di Case della salute, si parla di un fondo socio-assistenziale, di extra LEA gestiti con il coinvolgimento del territorio e in modo intelligente. Dunque, se c'è un punto su cui la nostra attenzione dovrebbe spostarsi, non è tanto il numero dopo la virgola dei posti letto, ma la globalità nell'assistenza alla persona.
Concludo dicendo al collega Bono che - per carità - in linea teorica nell'ordine logico dovrebbe sussistere prima il Piano sanitario nazionale e poi, a discendere, tutto il resto. Dopodiché, lui è un politico più fine di me, sicuramente con più esperienza di livello regionale e comprende benissimo che, se iniziamo oggi una discussione sul Piano sanitario regionale, qualcuno ci chiede se ci siamo svegliati con un tasso alcolemico fuori norma. È evidente, cioè, che in questo contesto politico, a meno di un anno dalla fine della legislatura, iniziare un percorso di quel genere vuol dire non decidere nulla e lasciare che si vada avanti in ordine sparso.
Questa vacatio non è stata certamente un tempo vuoto e l'onestà intellettuale che riconosco al collega Bono ci deve dare per scontato che l'elenco delle cose fatte è piuttosto significativo. Certamente, uscire dal Piano di rientro non è stata una passeggiata: è vera la sine qua non per qualsiasi azione. Rivisitare la rete ospedaliera con la delibera 1-600 andare a vedere l'allocazione delle risorse e riequilibrarla tra parte amministrativa e parte sanitaria non è stata una cosa semplice. Piano prevenzione, Piano delle liste d'attesa, residenzialità psichiatrica: insomma, sono dei mattoncini. Nessun Piano sarebbe stato varato con il ritardo ulteriore di un cantiere del Piano sanitario regionale, che s'ha da fare - che s'ha da fare! Ritengo dignitoso e storico, per questa legislatura, aver affrontato questi problemi, aggiungendo il problema dell'edilizia ospedaliera, finora buco nero che ha alimentato aspettative frustrate oppure scelte non così calzanti sul territorio.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Allemano.
Abbiamo ancora dei Consiglieri iscritti, ma sono quasi le 13.00, pertanto chiudiamo in questo momento la discussione generale, che riprenderemo alla riapertura dei lavori del pomeriggio.
Ricordo che alle 13.00, in sala Viglione, i Presidenti dei Gruppi consiliari incontrano la delegazione dei fornitori del Salone del Libro.
Alle 14.30, invece, abbiamo la riunione dei Capigruppo, in Sala A, oltre al question time. I Capigruppo che hanno presentato dei question time li potranno illustrare in coda.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13.00)



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