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Dettaglio seduta n.308 del 10/04/18 - Legislatura n. X - Sedute dal 25 maggio 2014 al 25 maggio 2019

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MOTTA



(I lavori iniziano alle ore 14.45 con l'esame delle interrogazioni a risposta immediata, ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento interno del Consiglio regionale)


Argomento: Edilizia sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 2063 presentata da Campo, inerente a "Terreni di proprietà IRIS Srl, sul territorio del comune di Fossano, da destinare all'ASL CN1"


PRESIDENTE

Iniziamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 2063.
La parola al Consigliere Campo per l'illustrazione.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Riprendiamo un tema su cui ho già presentato un question time l'anno scorso. Allora la risposta fu interlocutoria, in quanto era pendente un ricorso dell'ASL in contesa con l'impresa che su questo tema avrebbe dovuto vendere i terreni all'ASL per realizzare, a Fossano, un polo riabilitativo con alcune ulteriori funzionalità di tipo sanitario, tipo chirurgico.
La storia l'avevo già riassunta l'anno scorso.
Brevemente. Comincia con un'azienda privata che fa una lottizzazione sulla quale, in parte, può realizzare una RSA. Arriva poi una proposta dall'ASL CN1 della Regione Piemonte di trasformare quella soluzione in un polo riabilitativo della sanità piemontese, proposta che viene accettata, quindi con la modifica di destinazione dell'intervento edilizio e l'acquisizione di un'ulteriore quota di terreni, oltre a quelli già in possesso dell'impresa che si occupava di edilizia.
Tuttavia, tra il 2008 e il 2009 succede che la Regione, stante anche studi fatti da AgeNaS e commissionati alla Bocconi che certificano la validità dell'iniziativa, commissiona o, meglio, delibera l'acquisto dei terreni alla realizzazione della struttura.
Vengono stanziati i fondi - tre milioni e 200 mila e rotti euro - per l'acquisto di terreni.
Succede, però, che la cosa si incastra a metà, perché mentre all'atto di rogito notarile viene scritto che oltre alla cessione di terreni viene posta come condizione il fatto che venga realizzato un accordo di programma che coinvolge anche l'impresa che opera sui terreni, poi cambia la Giunta (siamo in finale di legislatura della la Giunta Bresso) e la Giunta successiva di colore politico diverso viene a trovarsi a gestire una situazione economico-finanziaria complessa, che porterà a tutti i pasticci che sappiamo bene e di cui abbiamo già dibattuto tante volte sulle questioni di bilancio, ma, dal punto di vista di questo progetto, porterà alla sospensione - notate bene: non alla revoca, ma sospensione - della delibera che sancisce l'intervento di edilizia sanitaria.
Sospensione che è la causa di tutti questi problemi, perché siamo nel 2018 tale delibera è ancora sospesa e il Tribunale, avendo l'ASL già impegnato i fondi forniti dalla Regione per l'acquisto dei terreni, già nel 2016, alla prima causa per entrare in possesso dei terreni dell'impresa, aveva detto che tutta questa operazione risultava congelata, in quanto la delibera regionale che definiva l'intervento non era mai stata ritirata, ma risultava solo sospesa.
Sono dieci anni che la situazione è tale, quindi espone purtroppo la Regione e l'ASL, in particolare la CN1, alla possibilità di richiesta di danni da parte dell'impresa che rinunciò, a suo tempo, a un intervento di speculazione edilizia.
Quello che oggi veniamo a chiedere è che, visto che a febbraio scorso, il 28 febbraio è terminato il ricorso, quindi il secondo grado di merito sull'operazione, in cui l'ASL ha di nuovo perso in maniera anche pesante in quanto è stata anche condannata a pagare le spese giudiziarie, se finalmente siamo in grado di addivenire a una conclusione che non sia nociva per le casse pubbliche e, quindi, si possa trovare un'intesa con l'azienda coinvolta nella tematica e finalmente utilizzare, per il sistema sanitario, o comunque per fini correlati alle attività della dell'Azienda Sanitaria cuneese, quel terreno che abbiamo già pagato tanti anni fa.
Chiediamo, quindi, se verrà ritirata la delibera e quale percorso di possibile conciliazione è fattibile per arrivare finalmente a concludere questa lunga vicenda.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Campo.
La parola all'Assessore Saitta per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore all'edilizia sanitaria

Io parto dal 2011, perché è stato precisato, con dovizia di particolari, il percorso precedente al 2012.
Con delibera del 31/10/2012 della Giunta regionale sono stati sospesi, in tutta la Regione Piemonte, investimenti sanitari non ancora cantierabili era questa la definizione - tra i quali vi era quello relativo alla realizzazione del nuovo centro riabilitativo di Fossano.
Con riguardo a tale intervento, in particolare, la Regione Piemonte disponeva di non dare corso all'avvio del procedimento dell'accordo di programma tra la Regione Piemonte, il Comune di Fossa e l'ASL CN1.
Da allora, in conseguenza dei piani operativi per l'uscita della Regione Piemonte dal Piano di rientro, all'interno della revisione della rete ospedaliera e territoriale, le Aziende Sanitarie sono state stimolate a razionalizzare l'uso delle strutture sanitarie esistenti. In particolare l'ASL CN1, mantenendo l'attuale presidio di Fossano quale polo riabilitativo provinciale, sta attuando un Piano direttorio che ne prevede la riqualificazione e l'ammodernamento finanziario, anche tramite la prevista alienazione dello stabile in piazza Castello a Fossano, le cui funzioni sanitarie distrettuali sono già state razionalmente inserite nel presidio stesso, senza alcuna nuova costruzione.
Con proposta di deliberazione n. 281 (quella che discuteremo tra poco quindi del Consiglio) sulla rete ospedaliera regionale, il cui titolo è "Programma di interventi", è stato, com'è noto, ridefinito il programma di interventi di edilizia sanitaria e con un emendamento che abbiamo presentato nelle settimane scorse, immediatamente dopo che siamo stati informati della decisione dell'autorità giudiziaria, è stato proposto al Consiglio regionale la revoca dell'intervento previsto - quella che è oggetto dell'interrogazione - quindi della DGR 94 dell'1/8/2008 e la 96 del 4/8/2009. Viene revocato tutto, in modo che si possa procedere alla fase successiva.
È evidente che la revoca consentirà all'ASL CN1 di riavviare il processo per entrare definitivamente nel possesso del bene acquistato e, quindi, di poterlo valorizzare patrimonialmente, in accordo con il Comune e con le decisioni che saranno assunte. Per questo motivo, quindi, non sono in grado di dire qualcosa in termini di transizione. In ogni caso, incominciamo a fare la revoca, poi inizia il procedimento e sicuramente il nuovo Direttore, perché sono tutti in scadenza, prenderà in mano la questione per trovare una soluzione.
In ogni caso è depositata, quindi non appena la delibera che abbiamo all'esame sarà approvata, essa contiene anche la revoca e quindi si pu partire per dare una risposta alle sollecitazioni puntuali che vanno valutate anche a livello locale.


Argomento: Trasporti su ferro

Interrogazione a risposta immediata n. 2061 presentata da Mighetti inerente a "Tempi di riapertura del tratto Alessandria-Castagnole"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
2061.
La parola al Consigliere Mighetti per l'illustrazione.



MIGHETTI Paolo

Grazie, Presidente.
Molto brevemente, quest'interrogazione è stata presentata in relazione alle domande che arrivano ogni giorno dal territorio, perché questa linea è un tratto fondamentale per la riattivazione di tutto il complesso delle linee che fanno centro a Castagnole delle Lanze, cioè la linea Alessandria Castagnole e la Asti-Alba. Questo tratto è fondamentale per l'esercizio dell'intero complesso di linee ferroviarie, ma soprattutto è una linea che coinvolge tutta la Valle Belbo, da Santo Stefano Belbo fino all'Alessandrino.
Nei giorni scorsi gli abitanti di queste zone hanno potuto toccare con mano che alcuni lavori sono iniziati nel tratto tra Nizza e Castagnole; infatti c'è stata una pulizia dei binari, sono stati rimontati i passaggi a livello. Quindi, c'è la speranza che presto si riveda il treno passare su questa linea.
Dall'altra parte, tra Nizza Monferrato e Cantalupo, che è la prima stazione sull'incrocio delle altre linee che afferiscono ad Alessandria, invece i lavori non sono ancora stati iniziati. Chiaramente gli abitanti di questi luoghi hanno il timore che i lavori non siano completati contemporaneamente su entrambi i lati della linea.
Per questo motivo, chiediamo quali sono le tempistiche, perch effettivamente tante persone in queste zone utilizzavano il mezzo ferroviario con grande comodità, ma oggi sono costretti ad affrontare dei viaggi in bus che chiaramente non possono essere raffrontati a livello di comodità e di tempistiche con il mezzo ferroviario. Quindi, ci fanno continuamente delle domande e oggi siamo qui a porre la stessa domanda all'Assessore Balocco. Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Balocco per la risposta.



BALOCCO Francesco, Assessore ai trasporti

Grazie, Presidente.
Bisogna chiarire un aspetto: si sta lavorando per la riattivazione anche dal punto di vista del trasporto pubblico locale della linea Alba-Asti.
Questo è ritenuto significativo da un punto di vista trasportistico e da un punto di vista di bacino d'utenza, proprio perché collega due città importanti sia dal punto di vista demografico sia ovviamente economico e turistico.
Questa questione, però, vede la problematica della galleria Gherzi; entro giugno avremo il progetto definitivo appaltabile per l'intervento sulla galleria o, meglio, sul consolidamento del versante, che riguarda anche la galleria, ma non direttamente la stessa, per poi realizzare le opere necessarie per riattivare l'intera tratta Alba-Asti. Si prevede la necessità di un finanziamento per 15 milioni e ci sono già gli accordi tra la Regione e il Ministero per l'inserimento di queste risorse nel prossimo aggiornamento del contratto di programma di RFI.
Sulla questione dell'altra linea cui lei fa riferimento, in particolare la Asti-Nizza e la Nizza verso Alessandria, quella da ovest ad est, devo dire che, su una parte di queste, gli interventi sono già iniziati, come lei diceva, però, per adesso, vanno nel senso di una riattivazione per passaggi di natura turistica. Anzi, stiamo valutando l'opportunità di inserire questa linea, non la Asti-Cuneo ma la Nizza-Alessandria che completa il cerchio con la Asti-Castagnole - quindi, Asti-Castagnole, Castagnole-Nizza nella possibilità di aggiornamento dell'elenco delle linee turistiche; in Piemonte ora ne esiste solo una ed è la Ceva-Ormea. Questo proprio per attivare più velocemente le risorse necessarie per la rimessa in servizio di questa tratta della linea.
Quindi, il discorso è diversificato in questo modo, però intendiamo andare avanti su entrambe le possibilità. È chiaro che, una volta riattivata la linea Asti-Alba, diventerà probabilmente possibile riattivare anche la Castagnole-Nizza e chiudere il cerchio da un punto di vista di trasporto pubblico.
Altrimenti, potrà comunque rimanere come "circuito turistico" che peraltro, parrebbe piuttosto interessante anche solo per questa funzione (mi riferisco alla Asti-Castagnole-Nizza, con la chiusura del cerchio verso Alessandria).



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Balocco.


Argomento: Tutela del consumatore - Trasporti su ferro

Interrogazione a risposta immediata n. 2059 presentata da Rossi Domenico inerente a "Adeguamento dei convogli ferroviari sulla tratta Domodossola Borgomanero-Novara alle esigenze dell'utenza, in particolar modo dei pendolari"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
2059, presentata dal Consigliere Rossi Domenico, che la illustra.



ROSSI Domenico

Grazie, Presidente.
L'interrogazione è molto semplice e riguarda, come lei ha preannunciato, la tratta ferroviaria Domodossola-Borgomanero-Novara.
È una tratta utilizzata da pendolari appartenenti sia alla categoria dei lavoratori che alla categoria degli studenti.
I lavori che hanno interessato la linea da un punto di vista strutturale erano finalizzati a evitare i frequenti disservizi e ritardi; sebbene siano iniziati nel 2017, purtroppo non hanno eliminato tutti i disagi. Infatti il convoglio utilizzato è di dimensioni eccessivamente piccole, per cui il treno proveniente da Domodossola e diretto a Novara delle 8,15 alla stazione di Borgomanero si riempie ogni giorno in maniera eccessiva di pendolari. Ne consegue che, quotidianamente, decine e decine di persone sono costrette a viaggiare in piedi, con pesanti disagi ma anche con pericoli per la loro incolumità.
L'utenza subisce ulteriori disagi a causa della chiusura della biglietteria, del bar e dei servizi igienici della stazione di Borgomanero.
Diciamo, quindi, che l'insieme di questi disagi sta mettendo a dura prova il livello di sopportazione di una simile condizione. Non a caso, nelle precedenti settimane era partita una raccolta firme per denunciare questi problemi; raccolta firme che, nel giro di pochi giorni, ha superato le 400 sottoscrizioni! È chiaro che, come Regione, abbiamo il dovere di far sì che il servizio di trasporto pubblico locale sia erogato in condizioni di sicurezza e di agio per i cittadini.
Con quest'interrogazione vi chiedo, quindi, che cosa la Regione può ed è in grado di fare nei confronti delle Ferrovie dello Stato al fine di garantire un servizio adeguato per i pendolari.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Rossi.
Risponde l'Assessore Balocco; ne ha facoltà.



BALOCCO Francesco, Assessore ai trasporti

Grazie, Presidente.
Consigliere Rossi, come lei giustamente ricordava, i lavori in corso su questa linea hanno causato la momentanea soppressione (limitatamente al periodo dei lavori) del 10244, che è il treno che da Domodossola va verso Novara, e che è successivo a quello da lei citato, il 10245.
Siccome questo secondo treno è stato, per l'appunto, momentaneamente sospeso, è molto probabile che questo abbia causato un sovraffollamento del 10245 a cui lei fa riferimento. La ringrazio, quindi, per questa segnalazione, perché ho immediatamente segnalato all'Agenzia questo problema, in modo che, almeno finché non siano conclusi i lavori (peraltro non dovrebbero più durare troppo), sarà possibile rimettere in funzione il 10244 e separare, quindi, un po' il carico.
L'Agenzia farà un'immediata verifica. Nel caso - lei l'ha già sottolineato quindi sarà sicuramente così - chiederà a Trenitalia di rafforzare con materiale rotabile più adatto quella tratta in quell'orario. Oggi è servita da un Minuetto, che ha una capacità di carico di 300 posti; prima dell'interruzione del treno successivo, il 10245 aveva un carico medio attorno alle 190/200 persone (quindi c'era ancora spazio). Per evidentemente, con la soppressione del treno successivo, il carico è aumentato notevolmente.
La ringrazio ancora e vedremo di intervenire velocemente.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.


Argomento: Personale del servizio sanitario

Interrogazione a risposta immediata n. 2058 presentata da Barazzotto inerente a "Piena tutela della professionalità degli infermieri e degli operatori socio-sanitari che lavorano nella sanità piemontese"

Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 2062 presentata da Bono, inerente a "Verifiche da parte dell'Assessorato sui verbali della Commissione di vigilanza dell'ASL Biella per le strutture socio-sanitarie accreditate"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando le interrogazioni a risposta immediata n.
2058, presentata dal Consigliere Barazzotto, e n. 2062, presentata dal Consigliere Bono.
Trattandosi di interrogazioni simili, procederemo ad illustrarle separatamente, con un'unica risposta da parte dell'Assessore Saitta.
Inizierei con l'illustrazione dell'interrogazione a risposta immediata n.
2058 da parte del Consigliere Barazzotto.
Prego; ne ha facoltà.



BARAZZOTTO Vittorio

Grazie, Presidente.
Richiamavo l'attenzione anche del collega Rossi, visto che siamo nel quadrante.
Peraltro, potrei iniziare l'illustrazione di questa interrogazione dicendo "a volte tornano", anche se l'ironia dovremmo lasciarla perdere, perché qui c'è poco da sorridere. Sebbene il nome "Sereni Orizzonti" richiami immagini paradisiache e di situazioni gaudenti, purtroppo oggi non è di cose gaudenti che ci tocca discutere.
È solo di un anno fa l'indagine dei Carabinieri inerente alla Sereni Orizzonti; indagine che mi pare sia ancora in corso (il "mi pare" è d'obbligo, per non incorrere in sanzioni che non potrei mai sostenere!). In allora ci vennero offerti dei filmati in quel di Borgo d'Ale tutt'altro che gaudenti, che denunciavano il trattamento che veniva riservato agli anziani di quella casa di riposo. La situazione è risultata raccapricciante e molto triste.
Ma a volte tornano! Quest'anno il passo è stato ceduto alla Guardia di Finanza (trattasi sempre di organi ispettivi, ma non di Carabinieri), la cui indagine, durata mesi e mesi, avrebbe coinvolto 330 infermieri e operatori sociosanitari, i lavoratori degli ultimi tre anni.
Però, davvero, se c'è un po' di silenzio mi concentro, se no lascio perdere e l'Assessore sa cosa deve rispondere. Risponde lui e chi se ne frega! E va bene lo stesso.



PRESIDENTE

Consigliere.
Veramente.



BARAZZOTTO Vittorio

Stiamo parlando di operatori che vengono sfruttati; io mi chiedo Presidente, cosa interessa a quest'Aula? Perché stiamo parlando di lavoratori che sono sfruttati e pagati da Terzo Mondo!



PRESIDENTE

Lei ha perfettamente ragione. Scusate.



BARAZZOTTO Vittorio

E utenti che vengono trattati in modo non proprio.
Se interessa, io vado avanti. Se no.



PRESIDENTE

Consigliere, mi lasci fare il mio lavoro.
Chiedo agli Uffici di lasciare parlare il Consigliere, perché non si sente assolutamente nulla. Chiedo scusa anche ai colleghi nuovi, che forse ancora non sono abituati, di abbassare un po' il tono della voce.
Prego, Consigliere Barazzotto.



BARAZZOTTO Vittorio

La ringrazio molto per la sua cortesia.
Stavo parlando di questi 330 infermieri e operatori socio-sanitari e del fatto che, grazie alla Guardia di Finanza, è stato scoperto che sono stati inquadrati come semplici apprendisti, sebbene in possesso di tutti i requisiti necessari, compresa l'iscrizione nei rispettivi Albi professionali, per essere assunti con contratti regolari.
Ricordo sempre all'Assessore che un'associazione infermieri desidera essere convocata, perché quello che ha raccontato a me e al Presidente della IV Commissione Ravetti riguarda non il profondo Sud, il profondo Meridione, ma riguarda il profondo Piemonte, nella sua interezza. E dato che queste cose ci interessano, dobbiamo essere prima edotti e, secondo, intervenire.
Grazie a quest'operazione, nella quasi totalità dei casi, non sarebbe stata rispettato l'inquadramento contrattuale dei dipendenti e, quindi, ha consentito alla società succitata di pagare stipendi più bassi rispetto a quelli previsti. Si parla anche di cinque euro al giorno, a volte, quindi più le pensioni e le forme previdenziali, oltre alla quota IRPEF su quello che sarebbe dovuto essere il giusto reddito di 1.680.000 euro tra contributi assistenziali e previdenziali. Come avete compreso, siamo nel campo fiscale.
Il ricorso ai contratti regolari avrebbe permesso alla società di superare indenni i controlli da parte dell'ASL competente dal momento che, come si apprende dagli organi di stampa, gli infermieri e gli operatori risultavano essere in numero congruo - ci credo - a quello dei pazienti ricoverati e provvisti di tutti i requisiti necessari, per svolgere i compiti assegnati.
Ecco che veniamo alla "ciccia". Nel regolamento e linee guida "Attività di vigilanza sulle strutture socio-assistenziali, sanitarie ed educative" allegato alla deliberazione 613-2013 del Direttore Generale dell'ASL di Biella, articolo 11, è prevista la verifica del "trattamento normo giuridico del personale da parte di soggetti dell'attività autorizzate" con conseguente onere, in capo alle strutture, di dichiarare, attraverso apposita modulistica, le caratteristiche dei contratti applicati al personale presente in dotazione organica e operante presso il presidio nonché l'importo orario che viene corrisposto a ciascun operatore.
Interroghiamo, quindi - uso il plurale maiestatis - come ritenga opportuno agire nei confronti delle Aziende Sanitarie Locali, in quanto titolari delle attività autorizzate, affinché i controlli effettuati sul trattamento normo-giuridico del personale impiegato nelle strutture socio assistenziali, sanitarie ed educative siano puntuali ed efficaci. Non possiamo più lasciare la situazione così com'è, primo, perché c'è lo sfruttamento del lavoratore e, secondo, perché stiamo parlando di esseri umani, che non vengono trattati in modo adeguato! E non sono dei marziani dato che della Siria non ce ne frega nulla, sono parenti nostri, gente che noi conosciamo. Almeno quello dovrebbe toccarci. In modo che non si ripetano gravi episodi come quello sopra descritto a piena tutela della professionalità di queste persone, che fanno concorsi e che fanno sacrifici per poter arrivare e degli operatori che lavorano nella sanità piemontese.
Quindi, abbiamo due questioni: uno, salvare la dignità dei lavoratori (lo ripeto per la terza volta, non perché sono "arterio", non ancora da essere oggetto di attenzioni da parte di "Sereni Orizzonti", perlomeno); due, come possiamo intervenire nei pochi, o tanti, poteri che noi abbiamo e non girare la testa dall'altra parte, perché queste cose - ripeto - non s'hanno da ripetersi.



PRESIDENTE

Grazie, collega Barazzotto.
Noi di pazienza ne abbiamo molta e, soprattutto, capiamo anche con quale passione i Consiglieri fanno le loro battaglie.
La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione dell'interrogazione n.
2062.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Mi unisco all'appello del Consigliere Barazzotto ad avere il massimo silenzio e massima attenzione sul tema da parte dei Colleghi presenti in aula e, ovviamente, giocoforza anche da parte l'Assessore Saitta, che so che sul tema sarà sicuramente molto, molto preoccupato esattamente come noi.
La mia interrogazione verte sulla stessa - purtroppo - incresciosa tematica, ovverossia quella dei dati, che sono stati pubblicati da diversi giornali, nei giorni scorsi riguardo un'indagine da parte dei finanzieri di Biella, nell'ambito di un'attività di verifica e controllo di requisiti all'interno di una struttura socio-sanitaria del gruppo Sereni Orizzonti gruppo che era già stato all'attenzione delle cronache, in senso molto negativo, nei mesi passati (non parlo solo del Piemonte, ma anche in altre regioni) per quanto riguarda casi di violenza e percosse all'interno delle strutture nei riguardi di pazienti che dovrebbero essere lì assistiti ricoverati e curati. Quindi, purtroppo, devo dire un gruppo, che non si distingue certo per le cronache - diciamo così - positive sui media principali della nostra Regione e che è incappato di nuovo in una situazione molto, molto negativa, almeno a quello che si legge sui giornali.
Si parla di un'indagine che si è estesa ad altre strutture del gruppo, in cui si sarebbe verificato che gli infermieri professionali sarebbero stati assunti con contratto di apprendistato. Questa è una fattispecie che a me neanche era mai balenata come opzione, come possibilità nelle mie conoscenze anche in ambito sanitario e quant'altro. Ovviamente, se così fosse è un illecito, perché è un modo, anzitutto, per pagare di meno i lavoratori, perché il contratto di apprendistato è una forma che dovrebbe essere professionalizzante, cioè di formazione professionale a fianco del percorso di studi o, dopo il percorso di studi, professionalizzante e formativa per entrare a tempo indeterminato in una struttura. Ma non vige nel caso degli infermieri o nel caso, ad esempio, dei medici, nel caso di chi si occupa di ambiti sanitari, per cui il titolo di laurea è già abilitante di per sé. Nel caso dei medici, ad esempio, c'è anche un'abilitazione ulteriore e con iscrizione all'Albo, ma nel caso degli infermieri il titolo di laurea è abilitante esso stesso, quindi non si vede assolutamente la possibilità di un utilizzo legittimo dell'apprendistato se non quello di evadere tasse, contributi previdenziali e pagare di meno i lavoratori. Se siamo arrivati a questo, vuol dire che c'è un problema grosso, enorme in questo Paese, ma soprattutto in Piemonte.
Me lo lasci dire, Assessore Saitta, noi abbiamo provato in tutti i modi come membri della IV Commissione e come membri di questo Consiglio, in questi anni, a provare ad aiutarvi e ad aiutarla, istituendo una Commissione d'inchiesta sulla sanità.
Credo che una Commissione d'inchiesta sulla sanità andrebbe istituita in maniera permanente. Abbiamo già detto in tutti i modi che, con una seduta di Commissione sanità alla settimana, non riusciamo a controllare la materia più complicata e più onerosa, perché cubano oltre otto miliardi di euro solo per la Regione Piemonte. Non riusciamo. A malapena, di settimana in settimana, riusciamo a esaminare i provvedimenti che l'Assessorato ci propone.
Gli appalti, le strutture sanitarie, l'assunzione del personale sono totalmente fuori controllo. Mi spiace dirglielo, non è una sua precisa responsabilità, è una responsabilità della Giunta insieme, è una responsabilità del Consiglio. Noi abbiamo cercato di avanzare delle proposte che non fossero strumentalmente a uso di una forza di opposizione ma per cercare di migliorare la condizione della sanità in Piemonte, anche perché tra un anno ci sarà un'altra maggioranza, ci sarà un altro Consiglio e ritorneranno gli stessi problemi degli ultimi venti-trent'anni.
Noi chiediamo, e abbiamo chiesto formalmente con una un accesso agli atti al suo Assessorato, di avere i dati delle Commissioni di vigilanza in provincia di Biella, ma anche in tutte le altre Province, esclusa la Città di Torino, cui lo chiederemo direttamente, perché è il Comune che le esercita. I dati delle attività di vigilanza nelle strutture per anziani nelle strutture per disabili, nelle strutture per minori degli ultimi due anni, almeno per comprendere cosa fanno queste Commissioni di vigilanza.
L'errore o è nelle Commissioni di vigilanza, oppure nel controllo a valle delle Commissioni vigilanza.
Quando una Commissione di vigilanza presenta un verbale, deve esserci qualcuno che lo analizza e dice cosa bisogna fare. Noi vorremmo tanto sapere se, in questi verbali, è stato segnalato all'Assessorato che il personale non era a norma. Anche nelle mie interrogazioni viene riportato il regolamento della Commissione di vigilanza dell'ASL di Biella . Non lo leggo perché l'ha già letto il collega Barazzotto, ma in tutti gli articoli si chiede anche di verificare i requisiti di autorizzazione e accreditamento, mantenimento e requisiti del personale, verifica e controllo. O i verbali non sono stati fatti o, se sono stati fatti, erano sbagliati; oppure, se erano corretti, qualcuno in Assessorato non ha controllato e vigilato.
Chiediamo, per favore, su questo tema, che è veramente pesante e increscioso, di avere una risposta chiara e certa dell'Assessore e di aprire un tavolo di confronto con tutti i Consiglieri del Consiglio che possano dare una mano per migliorare la sanità piemontese, almeno per non farla andare, più o meno mensilmente, sulle peggiori pagine di cronaca giudiziaria piemontese.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Saitta per la risposta a entrambe le interrogazioni.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

La preoccupazione per quello che è capitato non può che essere anche una preoccupazione della Giunta e di tutto il Consiglio. Fornirò una risposta finalizzata ad affrontare le questioni e, soprattutto, che cosa è stato fatto.
Ci troviamo di fronte a una forma vera e propria di sfruttamento dei dipendenti se le cose sono come vengono riportate (penso di sì, perché ci che è stato riportato è anche abbastanza puntuale). Appena ho letto, come i colleghi, di quello che è capitato, oltre a coinvolgere e chiedere informazioni ai Direttori - su cui poi vi dirò - ho assunto anche un'altra decisione.
Qui ci troviamo di fronte a una situazione che, per la verità, non si era mai verificata, ha ragione il Consigliere Bono. Figure professionali che sono abilitate, che vengono assunte come apprendisti, ma per quanto riguarda il meccanismo - poi su questo eventualmente ci può dire l'Assessora Pentenero - della modalità di utilizzo degli apprendisti, c'è una procedura abbastanza precisa dal punto di vista normativo.
Intendo dire che un datore di lavoro, qualunque esso sia, nel momento in cui pensa di utilizzare lo strumento dell'apprendistato, deve darne comunicazione, innanzitutto, alla Commissione ispettiva del lavoro; deve dare comunicazione alla Direzione territoriale del Ministero del Lavoro qui a Torino che, per compiti propri istituzionali, ha il compito di verificare come questa tipologia contrattuale venga utilizzata anche in termini di relazioni e rapporti con il numero complessivo dei dipendenti.
A parte le figure professionali di cui anch'io sono stupito, attraverso la struttura dell'Assessora Pentenero abbiamo aperto una lavoro finalizzato ad avere informazioni e decisioni non banali, ma decisioni forti, da parte di chi, concretamente, ha la responsabilità di verificare come vengano utilizzati i contratti di apprendistato. Se le cose sono così, è chiaro che ci troviamo di fronte a un utilizzo non dico improprio, sarebbe persino troppo edulcorato, ma a una vera e forma propria di sfruttamento.
Gli uffici dell'Assessora Pentenero raccoglieranno tutti gli elementi per verificare come sia potuto avvenire perché, da quello che ci risulta, anche dal punto di vista normativo, si tratta di modalità di una certa dimensione, perché parliamo di numeri importanti, il che vuol dire che nessuno ha visto ma, soprattutto, non ha visto chi aveva la responsabilità di verificare.
C'è poi anche un altro problema. L'utilizzo della forma dell'apprendistato è da autorizzare, non è che chiunque può assumere un apprendista. È autorizzata da parte dei due organismi di cui dicevo. Anche noi siamo interessati a capire come a Sereni Orizzonti sia stata data questa autorizzazione. Questa è la prima cosa.
Quanto prima - lo dico anche a nome della collega Pentenero - avremo queste informazioni, che vi saranno evidentemente fornite, perché abbiamo interesse a conoscere come questo presunto abuso si sia verificato, con quale modalità, con quali effetti e anche con quali responsabilità soprattutto da parte di chi ha la responsabilità di verificare questo percorso.
La seconda considerazione è relativa al ruolo delle Commissioni di vigilanza. Verificando la situazione, il problema è chi doveva controllare questi fatti, perché c'è un problema di contributi, ma questo è stato fatto immediatamente.
Per quanto riguarda le Commissioni di vigilanza, vi riferisco che cosa è stato fatto, poi vi dico sul contenuto del lavoro delle Commissioni di vigilanza.
Per quanto riguarda Biella - per rispondere al quesito del Consigliere Bono, ma credo che il ragionamento sia complessivo anche per le questioni che il Consigliere Barazzotto ha posto - le strutture sono quattro: due strutture per disabili, due per anziani.
Gruppo appartamento "Tipo A" a Piedicavallo, Comissione di vigilanza: 9-11 2017. Gruppo appartamento "Tipo A" a Cavaglià, Commissione di vigilanza: 9 11-2017. Due strutture per anziani soggiorno e giardino a Ronco Biellese Commissione vigilanza: 23-03-2017. Casa Albert, Commissione di vigilanza: 28-09-2017.
L'attività ispettiva della Commissione di vigilanza viene fatta in base a una legge regionale del 2004 e a una delibera regionale del 1997. Entrambe definiscono i contenuti delle funzioni di vigilanza, consistenti nella verifica del controllo della rispondenza della normativa vigente e dei requisiti amministrativi strutturali, gestionali e organizzativi delle strutture residenziali e semiresidenziali.
In particolare, per quanto riguarda gli aspetti amministrativi, vengono verificate la natura giuridica e le generalità dell'ente gestore, la congruità del numero e delle qualifiche del personale necessario per lo svolgimento dell'intera attività assistenziale, la verifica dei titoli (non dei contratti) di abilitazione professionale delle varie figure impegnate nell'erogazione del servizio, le modalità organizzative e i turni del personale, i registi di presenze sia del personale che degli ospiti, con relativi livelli di intensità (tutti elementi necessari per la verifica degli standard assistenziali), nonché la presenza della Carta dei Servizi.
Pertanto, risulta evidente che gli ambiti di competenza della Commissione di vigilanza, così come definiti dal contesto normativo vigente e brevemente sintetizzato, sono finalizzati a consentire di verificare la corretta erogazione dei servizi di assistenza alla persona e non la verifica di eventuali irregolarità amministrative, soprattutto quando queste dipendono, come in questo caso, da verifiche che devono fare organismi come quello della Commissione Provinciale del Lavoro e quello della Direzione Territoriale del Lavoro, che è il Ministero del Lavoro.
Come voi sapete, anche gli stessi organi inquirenti, nel caso in questione non hanno riscontrato alcuna violazione riguardante le spese sanitarie o la prestazione assistenziale, dunque l'ASL non aveva - in questo caso e in altri, sui quali poi ritorneremo - le competenze né gli strumenti per individuare l'irregolarità, perché il compito è di altri due organismi.
In ogni caso, essendo un fatto grave quello capitato, dopo la verifica che avverrà con questi due organismi su come si è potuta verificare una situazione simile, quindi l'attività della Commissione Ispettiva del Lavoro e della Direzione Territoriale del Lavoro, ci riserviamo, qualora le questioni venissero confermate, di assumere tutte le decisioni utili a tutela dei lavoratori.
Questo è l'impegno che ci assumiamo e ci impegniamo ad assumere anche altre iniziative. Qualora fosse stata adottata una procedura che ha aggirato alcune norme regionali in tema di apprendistato, non staremo con le mani in mano, ma saremo determinati non soltanto perché non capiti più una situazione simile, ma anche perché è stata danneggiata l'immagine complessiva della Pubblica Amministrazione.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Saitta.


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta")

Interrogazione a risposta immediata n. 2055 presentata da Batzella inerente a "Presidio socio-sanitario 'La Quercia' in via della Consolata 44, Borgo d'Ale (VC) - Rinnovo della convenzione a 'Sereni Orizzonti SpA'"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 2055.
La parola alla Consigliera Batzella per l'illustrazione.



BATZELLA Stefania

Grazie, Presidente.
Assessore, da Biella passiamo a Vercelli. Il protagonista, l'oggetto di quest'interrogazione è sempre la società per azioni "Sereni Orizzonti".
Parliamo del Presidio socio-sanitario "La Quercia", in via della Consolata 44, a Borgo d'Ale. In particolare, parliamo del rinnovo della convenzione a "Sereni Orizzonti SpA".
Voglio ricordare che il Piemonte è una delle regioni con il più alto tasso di popolazione anziana. La risposta delle Istituzioni qual è? Dovrebbe essere la tutela degli anziani parzialmente o totalmente non autosufficienti, che richiedono prestazioni sanitarie o prestazioni socio sanitarie orientate il più possibile al mantenimento delle persone nel proprio contesto abitativo, familiare e sociale, tramite l'erogazione dei servizi alternativi al ricovero. Nelle situazioni, invece, nelle quali non c'è alternativa al ricovero in istituto o in una casa di riposo, il compito delle Istituzioni è quello di migliorare i livelli qualitativi delle prestazioni erogate all'interno delle strutture.
Medici, infermieri e operatori sanitari in servizio presso la struttura "La Consolata" di Borgo d'Ale, in Provincia di Vercelli, sono stati protagonisti in un passato molto recente di brutali episodi di violenza e maltrattamenti perpetrati a carico degli ospiti del presidio gestito combinazione, dalla "Sereni Orizzonti SpA". I crudeli maltrattamenti inflitti a soggetti deboli, impossibilitati a difendersi, le terribili sevizie e crudeltà inflitte dagli operatori della struttura sono documentati sia dalle cronache giornalistiche del periodo sia dagli atti della Procura della Repubblica di Vercelli, in seguito alla denuncia dei familiari di una paziente, che avevano riscontrato sul suo corpo lesioni.
Di conseguenza, è stata aperta un'inchiesta.
L'indagine ha messo in luce una situazione di estrema gravità all'interno della struttura, caratterizzata da continue e costanti violenze fisiche e talora anche efferate, commesse da numerosi operatori e infermieri nei confronti di più ricoverati portatori di gravissime disabilità fisiche e psichiche. Tutti gli imputati, nel corso del processo, hanno ammesso di essere stati gli autori delle condotte contestate e hanno altresì riferito come le aggressioni e le umiliazioni fisiche e morali fossero uno strumento impiegato in modo generalizzato nella struttura. Ogni operatore si sentiva libero di malmenare, di colpire, di insultare, di umiliare i degenti sapendo di restare impunito in quanto gli altri operatori adottavano analoghi comportamenti.
Per questi episodi, in data 8 settembre 2016 il Tribunale di Vercelli ha condannato tutti gli imputati con rito abbreviato (pene ridotte a un terzo della pena stabilita), con pene che variano da un massimo di quattro anni e otto mesi di reclusione a un minimo di due anni. Oltre alla "clinica degli orrori" (l'Assessore si ricorda, avevo portato il caso della "clinica degli orrori" qui in Consiglio regionale), la Procura di Vercelli ha avviato indagini che si sono concluse con il rinvio a giudizio di cinque persone con accusa di maltrattamenti anche all'interno della comunità terapeutica per minori "Domus Alba" di Alice Castello, combinazione anch'essa gestita da Sereni Orizzonti.
Nonostante dalle indagini della Magistratura sia emerso un quadro sconvolgente per la brutalità, la crudeltà e la mancanza di umanità con cui venivano trattati quotidianamente gli ospiti da parte del personale addetto, condannato con accuse che vanno da maltrattamenti a sequestro di persona, passando per lesioni personali, violenza privata e abbandono di incapace, cos'è successo? Che la struttura "La Consolata", Assessore, ora si chiama "La Quercia". Ha assunto la denominazione di Presidio Socio Sanitario ma, malgrado ciò, che cosa hanno fatto la Regione Piemonte e il Sistema Sanitario Regionale? Hanno rinnovato la convenzione alla società friulana "Sereni Orizzonti".
Questo è vergognoso. Mi permetto di dire che è vergognoso.
E allora io, Assessore, interrogo lei, che reputo una persona con un'alta sensibilità, per sapere se, nel riconoscere la denominazione di presidio socio-assistenziale alla struttura "La Quercia", che prima si chiamava "La Consolata", e nel rinnovare la convenzione con "Sereni Orizzonti", sono stati assunti o intendete assumere.



PRESIDENTE

La prego di concludere il suo intervento, Consigliera.



BATZELLA Stefania

Sto terminando, grazie.
O intendete assumere tempestivamente dei provvedimenti per garantire un'adeguata vigilanza del presidio, atta ad evitare che all'interno di quella struttura si ripetano episodi a danno dei più deboli.
Assessore, chiedo formalmente che venga revocata la convenzione con questa società per azioni che nella nostra regione ha fatto e sta ancora facendo soltanto danni, e ne abbiamo la prova con i contratti agli infermieri laureati assunti come apprendisti.



PRESIDENTE

Grazie Consigliera Batzella.
La parola all'Assessore Saitta per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Parliamo di una struttura che comprende tre diverse tipologie di strutture tre attività, tre diverse autorizzazioni: una RSA, che è una struttura per anziani, una NAT, struttura dedicata ai pazienti di Alzheimer e una RAF per disabili. Quest'ultima è la struttura all'interno della quale si sono verificati i reati riferiti.
Il complesso è oggetto di regolare attività di vigilanza da parte della specifica Commissione, alla quale compete di verificare l'osservanza delle norme regionali in tema di requisiti strutturali e di dotazione di personale.
Gli atti relativi alle risultanze dei sopralluoghi e dei controlli eseguiti vengono trasmessi ai competenti Uffici regionali. Negli scorsi anni, su sollecitazione dell'ASL, sono stati eseguiti importanti interventi di ristrutturazione e adeguamento ai requisiti previsti dalla normativa regionale.
A causa delle carenze riscontrate era stato adottato, da parte dell'ASL in data 4/12/2015, un provvedimento di sospensione dell'autorizzazione al funzionamento, con conseguenze e blocco di nuovi inserimenti di pazienti ospiti.
A conclusione degli interventi di cui sopra è stato poi revocato, in un primo momento, il 31 maggio 2016, il provvedimento di sospensione riguardante la RSA anziani, e in un secondo momento, il 24 luglio 2017 quello riguardante la RAF disabili.
La struttura è oggetto di almeno due sopralluoghi ispettivi all'anno. Nel corso del 2017 è stato eseguito un sopralluogo congiunto da parte della Commissione di vigilanza aziendale e dai NAS di Torino. Un ultimo sopralluogo ispettivo è stato condotto in data 6 aprile 2018, le cui risultanze saranno contenute nel verbale che verrà redatto dalla Commissione di vigilanza, programmata per il 12 aprile.
Sulla base del risultato di questa ispezione congiunta verranno assunte le decisioni necessarie.



(Commenti della Consigliera Batzella)



PRESIDENTE

Consigliera, l'Assessore ha già risposto.



(Commenti della Consigliera Batzella)


Argomento: Edilizia pubblica (convenzionata, sovvenzionata, agevolata)

Interrogazione a risposta immediata n. 2064 presentata da Vignale, inerente a "L'ATC di Torino continua a violare la legge regionale 17 del 2011?"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
2064.
La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Purtroppo è un tema che abbiamo discusso in più di un'occasione, ma credo sia doveroso fare un minimo di inquadramento della situazione.
Il Consiglio regionale, nel 2011, con la legge 17 ha approvato una norma regionale che, in realtà, dava attuazione a una legge regionale, per consentire l'alienazione, in termini assolutamente vantaggiosi (quelli che prevede la legge dello Stato, la 560/93), ai profughi italiani.
La legge prevede che sia alienata al 50 per cento del costo di costruzione dell'immobile.
La stessa ATC, nel novembre 2011, nella fattura mensile scrive ad alcuni di coloro che vivevano all'interno delle abitazioni, facendo presente che entro 12 mesi sarebbe stato possibile, come la legge peraltro prevedeva l'acquisto dell'immobile.
Oggi, a sette anni, ci troviamo con il Consiglio regionale che è intervenuto con un atto di indirizzo il 31 gennaio 2017, atto di indirizzo votato all'unanimità dal Consiglio regionale, per mettere in mora l'ATC che non garantiva che quanto previsto dalla legge venisse applicato.
In particolar modo due erano le criticità: uno era il ritardo nei tempi della possibilità di consentire, a chi ne aveva diritto, di acquistare l'immobile in cui viveva; secondo, aver completamente escluso un soggetto di beneficiari, cioè i familiari conviventi, purché legalmente residente all'interno di un immobile, avevano titolo, qualora un genitore o un familiare fosse deceduto, di beneficiare di quanto la legge prevedeva.
I familiari conviventi non sono mai stati interpellati dall'ATC, tant'è che l'atto di indirizzo del 31 gennaio 2017 prevedeva la riapertura dei termini della domanda di acquisto, anche ai familiari conviventi, purché legalmente residenti.
Cos'è accaduto in questo periodo, dal 31 gennaio a oggi? Sostanzialmente nulla, nel senso che non sono stati aperti i termini e non sono stati coinvolti i familiari conviventi, ma non solo: ATC ha trasmesso ad alcune decine di famiglie una proposta di acquisto del loro immobile e tale proposta di acquisto aveva scadenza 31 marzo 2018. Peccato che la proposta di acquisto che ATC faceva era anche di sette-otto volte superiore al valore di costruzione. Pertanto per alcuni immobili, il cui costo di costruzione è presente presso l'Archivio di Stato nel Settore Opere Pubbliche, quindi facilmente desumibile, ATC chiede una cifra otto volte superiore.
Per concludere, visto che l'Assessore è stato da questo punto di vista interpellato più volte, non solo con interrogazioni formali, ma anche con richieste informali, com'è normale che avvenga, e visto che il Consiglio Regionale non soltanto ha votato una legge, ma ha anche votato all'unanimità una delibera, chiediamo all'Assessore che cosa intenda fare per far sì che un Ente strumentale della Regione, non un privato cittadino rispetti le leggi che la Regione Piemonte ha fatto.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Ferrari per la risposta.



FERRARI Augusto, Assessore alle politiche sociali, della famiglia e della casa

Consigliere Vignale, lei sa che per almeno cinque anni, cioè dal 2011 al 2015-2016, la legge regionale che lei ha citato è rimasta lettera morta anche perché gravava, almeno teoricamente, il rischio che questa legge potesse essere impugnata davanti alla Corte Costituzionale, com'è successo in altre Regioni (ad esempio, la Toscana). Questo elemento ha, di fatto nel corso degli anni bloccato una legge che non è mai stata oggetto di impugnativa davanti alla Corte Costituzionale.
Noi, a partire dal 2015, quindi molto prima dell'ordine del giorno approvato nel gennaio 2017, ci siamo attivati innanzitutto per verificare se esistesse davvero il rischio che questa legge, una volta messa in atto potesse essere impugnata. Una volta fatta questa verifica, abbiamo scelto di darne applicazione. Abbiamo fatto più incontri, alcuni presso il mio ufficio, prima in via Lagrange dove eravamo all'inizio e poi in via Bertola, sia presso gli uffici dell'ATC, alla presenza anche delle associazioni dei profughi, con cui abbiamo concordato un cronoprogramma che, in buona parte, ha incominciato ad essere attuato. Quindi, nel corso del 2016 già buona parte delle pratiche che, fino a quel momento, erano rimaste ferme, hanno trovato soddisfazione.
Ci sono stati alcuni problemi che sono emersi nel corso del 2017 e che mettiamo in evidenza nella risposta scritta; faccio riferimento, nello specifico, a 50 alloggi assegnati a profughi e collocati nel quartiere di via Mercadante, via Mascagni, via Cilea e via Tartini a Torino, dove era presente un vincolo derivante dall'effettuazione di interventi edilizi di riqualificazione energetica con fondi POR, per i quali l'Unione Europea detta particolari limiti temporali alla cessione. Anche su questo punto abbiamo fatto una riunione presso gli uffici dell'ATC per tempo e con loro insieme alle associazioni, stiamo trovando possibili soluzioni, affinch anche questa procedure possa essere portato a completamento.
Dalla sua interrogazione emergono alcuni elementi che sono di nuovo presenti relativamente soprattutto al prezzo che, rispetto a quello che avrebbe dovuto essere in ragione della legge, è notevolmente superiore, da come è stato presentato. Siccome abbiamo dato come indirizzo politico all'ATC del Piemonte centrale di realizzare e di completare questo percorso, secondo quanto previsto dalla legge regionale, che richiama a sua volta una legge nazionale, noi, alla luce dei problemi che lei ha sollevato, ci faremo carico ancora una volta, nel rispetto della titolarità del procedimento che è in capo all'ATC, che è un Ente strumentale della Regione Piemonte, di intervenire affinché questo percorso venga completato secondo quanto era stato previsto da almeno due anni a questa parte.
Questo era l'impegno che ci eravamo presi, quindi quello che contesto è che non è vero che non si è fatto nulla; in realtà, quando abbiamo scelto di dare attuazione alla legge, una volta fatti tutti i rilievi di natura giuridica necessari, abbiamo comunque avviato un percorso che in buona parte ha trovato attuazione. Relativamente alle questioni che rimangono aperte, cercheremo di dare di nuovo sollecito affinché venga realizzato secondo quanto previsto.



(Commenti del Consigliere Vignale)



FERRARI Augusto, Assessore alle politiche sociali, della famiglia e della casa

Devo dire che quell'aspetto è stato oggetto di confronto nell'ufficio dell'ATC già più di un anno fa con le associazioni dei profughi e su quello abbiamo trovato anche un modo per una soluzione. Se questo risulta essere ancora un problema, certamente mi farò carico di attivare un ulteriore incontro, affinché venga definitivamente risolto.


Argomento: Sicurezza sul lavoro

Interrogazione a risposta immediata n. 2056 presentata da Ottria, inerente a "Incidente mortale sull'Autostrada A21"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
2056.
La parola al Consigliere Ottria per l'illustrazione.



OTTRIA Domenico

Grazie, Presidente.
Purtroppo quest'interrogazione riguarda un incidente mortale avvenuto sull'Autostrada A21 il 6 aprile (venerdì) nel tratto tra Felizzano ed Asti Est. Un'auto ha investito e travolto un operaio di 47 anni che stava segnalando un cantiere di lavori e cercava di proteggere i suoi colleghi per i lavori in corso e lo faceva agitando una bandierina di segnalazione.
Il settore edile, in particolare quello dei lavoratori delle autostrade, è un comparto molto problematico per quanto riguarda la sicurezza sul lavoro con un'incidenza di vittime molto alta. I sindacati, infatti, denunciano da tempo il gran numero di decessi di lavoratori in quel settore.
In questi giorni, sia sui giornali che in televisione, si è parlato purtroppo, dell'aumento delle vittime sul lavoro in Italia: dall'inizio dell'anno mi pare che siano stati registrati 180 decessi, di cui un buon numero anche in Piemonte.
Le organizzazioni sindacali hanno proclamato per domani, 11 aprile 2018 uno sciopero di quattro ore, prevedendo anche un presidio davanti alla Prefettura di Alessandra e ottenendo un incontro con il Prefetto stesso.
L'azienda in cui era assunto questo lavoratore si occupa, in Italia e nel mondo, di costruzioni di infrastrutture ed è, tra l'altro, uno dei più grandi gestori e concessionari di autostrade con pedaggio.
Personalmente, ritengo incredibile che nel 2018 un operaio, per segnalare un cantiere di lavoro e per proteggere i suoi colleghi, debba usare una "bandierina": vorrei sperare che ci siano modalità più sicure; perlomeno dovrebbero esserci, perché appare veramente incredibile che una persona possa perdere la vita in quel modo! Proprio per questi motivi, chiedo alla Giunta se c'è la possibilità di richiamare e sanzionare il concessionario di questo tratto autostradale e nello specifico, se possa essere richiesta una maggiore sicurezza sul lavoro, affinché nuovi standard di sicurezza siano eventualmente previsti nell'assegnazione delle prossime concessioni autostradali.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Ottria.
Risponde l'Assessore Balocco; ne ha facoltà.



BALOCCO Francesco, Assessore ai trasporti

Grazie, Presidente.
Innanzitutto pregherei il Consigliere Ottria, qualora voglia partecipare domani all'incontro in Prefettura, di portare la solidarietà mia e credo di tutta la Giunta, ai lavoratori di quell'azienda per questo gravissimo incidente, l'ennesimo sulle nostre strade.
È chiaro che adesso nel merito c'è un'inchiesta della Magistratura, per cui un nostro intervento potrebbe non essere così opportuno; tanto più che la Regione Piemonte, come lei ben sa, non ha competenze specifiche rispetto alle concessioni, tantomeno ne ha per applicare sanzioni (questo ovviamente, non ci è possibile e non ci è concesso).
Tuttavia, per quel che ci riguarda, alla ripresa del percorso oggi sospeso della preparazione del capitolato di appalto per la nuova concessione della Torino-Piacenza, saremo certamente tra quelli che insisteranno sulla necessità che non solo le norme siano rispettate - questo è ovvio - ma anche che siano eventualmente individuate forme più tutelanti nei confronti dei lavoratori stessi.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Balocco.


Argomento: Commercio ambulante

Interrogazione a risposta immediata n. 2053 presentata da Grimaldi inerente a "Ipotesi di trasferimento dell'area di libero scambio del Balon di Torino"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
2053, alla quale risponderà l'Assessore Balocco in assenza dell'Assessora De Santis.
La parola al Consigliere Grimaldi per l'illustrazione.



GRIMALDI Marco

Questa discussione si era aperta proprio con un altro question time. Nella seduta di due settimane fa avevamo chiesto precisazioni sulla legge regionale n. 16, inerente al riordino che abbiamo messo in campo dell'ordinamento regionale (approvato proprio lo scorso anno, nel 2017) e sull'applicazione sulle aree di libero scambio.
In quella sede, l'Assessora De Santis aveva appurato che la norma esclude dal riordino le aree di libero scambio, ovvero quei luoghi in cui gli operatori non professionali, senza una licenza commerciale, possono vendere e scambiare oggetti usati.
Perché dico questo? Perché nelle scorse settimane l'Amministrazione torinese, chiamando in causa proprio questo riordino del regolamento regionale, aveva anche avanzato l'ipotesi di trasferire a Mirafiori, al fondo di Via Plava, l'area di libero scambio storicamente situata al Balon il sabato, dov'è nata e cresciuta, divenendo parte integrante della storia della città.
Il Presidente Chiamparino ricorderà che proprio durante la sua Giunta, dal 2001 in poi, siamo stati fra le prime città italiane a sottrarci, come si dice, alla pura assenza di regole (in quel caso sì) e a costituire un regolamento. In altre parti d'Italia, ancora oggi, purtroppo, alcune di queste aree sono più seguite dalle organizzazioni criminali che dalle Pubbliche Amministrazioni.
Abbiamo scoperto che l'area individuata per il trasferimento era proprio quella di TNE - società che, come sapete, è partecipata dalla Regione Piemonte tramite Finpiemonte al 48,86 per cento - che, nei piani del Comune, avrebbe concesso proprio una parte dell'area per il libero scambio.
Come sapete, TNE è nata per tutt'altro: è nata da un accordo storico fra Città, Regione e l'allora Provincia, per diventare la Città della mobilità sostenibile; poi è diventata, in qualche modo, parte della Cittadella del Design del Politecnico; ovviamente, ha ospitato il trasferimento della parte di Ingegneria dell'Auto del Politecnico, ma anche una realtà molto complessa che doveva attrarre all'inizio parte dell'indotto dell'auto.
Ancora oggi è al centro di alcune operazioni come The Manufacturing Technology Centre (MTC), perlomeno è una delle possibilità.
A quanto risulta, l'Amministrazione cittadina ha formulato questa ipotesi senza aver consultato gli altri partner pubblici, tant'è vero che l'altra settimana l'Assessora De Santis, per la prima volta in un incontro informale con la Città, ha chiesto spiegazioni di questo progetto.
Noi pensiamo semplicemente che lo sradicamento dal cuore della città di un'esperienza consolidata di libero scambio nata più di cento anni fa sia insensata.
Vorrei ricordare che il Balon non nasce con gli antiquari, ma nasce proprio da questa parte del mondo, il cosiddetto "mercato degli stracci e delle pulci". Pensare che quella realtà possa essere sradicate e portata via da quella che è una dimensione straordinaria, è assurdo. Al sabato non solo c'è il mercato più grande d'Europa, ma il Balon è anche quell'area lì, è parte di quella storia.
Proprio per questo ci chiediamo se l'Amministrazione regionale ha già dato il proprio diniego, anche per la scarsa attinenza di TNE con questa vicenda, e anche per dare un punto di vista politico e culturale, perch pensiamo che non è spostando lontano dal centro e dal cuore della città quella che è la parte più povera della nostra società che si risolvono i problemi.
Non credo che l'Amministrazione abbia fatto proprio bene a fare tutto questo, senza neanche la consultazione della Regione Piemonte.



PRESIDENTE

Grazie, collega Grimaldi.
La parola all'assessore Balocco per la risposta.



BALOCCO Francesco, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
Darò lettura della risposta della Assessora Giuseppina De Santis, che conferma, prima di tutto, il fatto che la Giunta sia venuta a conoscenza di quest'intenzione da parte del Comune di Torino semplicemente dai giornali e si considera, quindi, quanto mai inusuale tale modo di procedere, visto che l'area in questione è di proprietà di una società, come lei diceva detenuta a quote paritarie tra Comune e Regione, per cui sarebbe stato doveroso, ancor prima che opportuno, che la Regione fosse stata coinvolta sin dall'inizio nella valutazione della proposta.
Questioni di metodo a parte, riteniamo comunque assolutamente non opportuno che il mercatino cosiddetto "Barattolo" venga ospitato in quell'area, dato che si sta lavorando per reinvestire nella zona e che per TNE, in particolare, è indispensabile dare esecuzione al Piano industriale fondato sulla vendita delle aree, in coerenza con lo scopo di re industrializzazione per cui la società è stata costituita. Una proposta come quella avanzata dal Comune risulterebbe contraddittoria rispetto a tale strategia, peraltro condivisa dal Comune stesso.
Al momento, tutto è circoscritto a comunicazioni informali e il tema non è stato affrontato dall'assemblea dei soci; se questo avverrà, sarà impegno della Giunta formalizzare nell'ambito delle opportune sedi i provvedimenti conseguenti, per evitare che il trasloco venga effettuato.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Balocco.


Argomento: Occupazione giovanile - Apprendistato

Interrogazione a risposta immediata n. 2054 presentata da Ravello, inerente a "Internalizzazione delle attività di pulizie e ausiliariato del personale ATA; sia garantita la continuità occupazionale" (risposta scritta)


PRESIDENTE

In assenza dell'interrogante, Consigliere Ravello, all'interrogazione a risposta immediata n. 2054 viene fornita risposta scritta.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Interrogazione a risposta immediata n. 2060 presentata da Graglia, inerente a "Istanza di autorizzazione di discarica per rifiuti speciali non pericolosi in territorio di Comune di Salmour (CN) - previsione nel Piano regionale dei rifiuti"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
2060.
La parola al Vicepresidente Graglia, che interviene in qualità di Consigliere per l'illustrazione.



GRAGLIA Franco

Grazie, Presidente.
Quest'interrogazione si ricollega a quella della settimana scorsa: è una seconda puntata, diciamo. Effettivamente, sappiamo che è stata presentata da un soggetto privato, istanza di autorizzazione relativa a discarica di rifiuti speciali non pericolosi a Salmour, la cui procedura istruttoria è in corso, con l'avvio della fase di pubblicazione, per la consultazione pubblica imposta dalla legge.
Considerato che la legge 36 del 2003, che ha disciplinato le modalità di autorizzazione delle discariche, annovera, tra le condizioni che necessariamente devono essere rispettate al fine del legittimo rilascio delle autorizzazioni richieste, che il progetto di discarica sia coerente con le previsioni di contenuti nel Piano regionale di gestione dei rifiuti di cui all'articolo 22 del decreto legislativo n. 22 del 1997 e successive modificazioni; atteso ancora che, com'è noto, il Consiglio regionale ha recentemente approvato il Piano previsto della norma citata, con questa interrogazione chiedo semplicemente di sapere se il progetto presentato e in corso d'istruttoria sia previsto da questo Piano regionale.



PRESIDENTE

Grazie, collega Graglia.
La parola all'Assessore Valmaggia.



VALMAGGIA Alberto, Assessore all'ambiente

Grazie, Presidente.
Qualche giorno fa, il 27 marzo, c'è già stata un'interrogazione e, a integrazione di quanto detto, confermo che l'integrazione alle richieste fatte dalla Provincia, da parte del proponente, esclude - come codici CER il codice 20, cioè i rifiuti urbani all'interno di quella discarica.
Quindi, non parliamo di rifiuti urbani, parliamo dei rifiuti speciali.
La richiesta di oggi riguarda, invece, il confronto con la pianificazione di Settore, relativo al Piano regionale di gestione dei rifiuti speciali che è stato approvato il 16 gennaio scorso; tale Piano, che fornisce un'analisi di massima dei fabbisogni impiantistici a livello regionale quelli soddisfatti e quelli da soddisfare, con riferimento alla produzione dei rifiuti speciali, suddiviso in base ai principali codici CER, non dà però delle indicazioni in merito all'ubicazione e alla realizzazione degli impianti, in quanto la loro realizzazione, oltre che essere di competenza di altro Ente (in questo caso, la Provincia) per la natura stessa dei rifiuti considerati non può essere governata dal sistema pubblico, ma dipende dall'iniziativa privata nell'ambito del libero mercato.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Valmaggia.


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta") - Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Interrogazione a risposta immediata n. 2057 presentata da Ravetti, inerente a "Contributo regionale relativo alla realizzazione dei campi-scuola per bambini e adolescenti affetti da diabete"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
2057.
La parola al Consigliere Ravetti per l'illustrazione.



RAVETTI Domenico

Grazie, Presidente.
Stiamo parlando di circa 20.000 bambini e adolescenti con diabete mellito di tipo 1; l'incidenza di questa patologia in Italia, quindi anche in Piemonte, è in aumento.
In particolare, quest'interrogazione ha come oggetto i campi scuola, che rappresentano uno strumento fondamentale e insostituibile nel processo di educazione sanitaria e sono momenti di aggiornamento e preparazione professionale, anche per gli operatori sanitari, oltre che una notevole opportunità per migliorare la capacità dei bambini d'integrazione sociale.
Qui in Piemonte, con una DGR del marzo del 2010 sono state adottate delle linee guida su questo argomento e, in particolare, le Aziende Sanitarie devono garantire un contributo, una quota forfettaria per giornata/campo scuola/bambino.
L'interrogazione all'Assessore è per sapere se siano state previste risorse specifiche nell'ambito del bilancio di previsione finanziaria 2018-2020 per consentire l'erogazione del contributo regionale relativo all'organizzazione dei campi scuola per bambini e adolescenti affetti da diabete di cui all'articolo 5 della legge regionale n. 34 del 2000.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Saitta per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Le contribuzioni regionali per l'organizzazione e l'espletamento dei campi scuola per i bambini diabetici rientrano oggi nelle quote del Fondo Sanitario Regionale trasferito annualmente alle Aziende Sanitarie (il cosiddetto fondo indistinto), proprio finalizzato per l'attivazione di progetti elaborati dalle Aziende Sanitarie, dei servizi di diabetologia e pediatria, in collaborazione con le associazioni rappresentative dei bambini diabetici.
I progetti vengono presentati dalle Aziende Sanitarie, validati a livello regionale e, successivamente, attuati a livello territoriale. In particolare, le Aziende Sanitarie regionali mettono a disposizione le risorse di personale per l'accompagnamento e per le attività educative dei campi scuola.
Gli ultimi campi scuola sono stati organizzati dal 18 al 25 giugno 2016 a Sampeyre (CN) dall'ASO di Alessandra in collaborazione con l'associazione di volontariato Giada. Responsabile del campo è stato il dottor Riccardo Olera, pediatra e diabetologo dell'ASO di Alessandria. L'ultimo è stato organizzato, sempre in provincia di Cuneo, dall'Azienda di Cuneo in collaborazione con l'ASL Cuneo 2 e responsabile del campo è stato il dottor Gianpaolo Magro, diabetologo di Cuneo.
Atre richieste non sono giunte all'Assessorato. tuttavia, considerata l'importanza che il Consigliere Ravetti, poco fa, ha indicato sull'importanza dei nuovi campi scuola, sarà cura dell'Assessorato sollecitare le Aziende Sanitarie a utilizzare questo strumento e i fondi che sono a disposizione.



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata.



(Alle ore 16.08 la Presidente dichiara esaurita la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE BOETI



(La seduta ha inizio alle ore 16.15)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Non ci sono Consiglieri in congedo.


Argomento: Enti strumentali

Comunicazioni della Giunta regionale relativamente a "Inchiesta giudiziaria su Finpiemonte"


PRESIDENTE

Su richiesta dei Consiglieri Ravello e Vignale, abbiamo concordato la comunicazione della Giunta in merito alla vicenda Finpiemonte. Colleghi, se non volete intervenire diamo la parola al Vicepresidente Reschigna; prego.



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale

Grazie, Presidente.
Prima di svolgere le presenti comunicazioni, vorrei dire, innanzitutto, che le svolgo in assenza e sostituzione dell'Assessora De Santis, che purtroppo oggi aveva una serie di appuntamenti importanti ai Ministeri a Roma e non è riuscita a spostarli; il contenuto delle presenti comunicazioni è stato preventivamente oggetto di confronto e di condivisione con il Presidente della.



(Brusìo in aula)



PRESIDENTE

Scusi, Vicepresidente Reschigna.
Per cortesia, invito i Consiglieri qui a sinistra a prendere il loro posto non si può chiacchierare, altrimenti non si capisce quello che il Vicepresidente Reschigna dice: la comunicazione è una comunicazione importante.
Prego.



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale

Come dicevo, l'oggetto delle presenti comunicazioni è stato preventivamente tema di confronto con il Presidente della Giunta regionale e con l'Assessora De Santis. Svolgerò le comunicazioni per pochi punti e mi auguro possano essere motivo di riflessione e di confronto all'interno del Consiglio regionale.
Prima questione. Vorrei ribadire l'atteggiamento che è stato assunto dal Presidente della Regione Piemonte nella gestione di tutta questa vicenda un atteggiamento di piena trasparenza e di assoluta tutela degli interessi patrimoniali della Regione Piemonte e della finanziaria regionale.
E vorrei partire da qui, ricordando sostanzialmente, in modo molto sintetico, i due punti fondamentali della comunicazione che, senza bisogno di alcun tipo di sollecitazione da parte del Consiglio regionale, il Presidente rese qualche mese fa in Aula, quando emerse sugli organi di comunicazione la presenza di una denuncia, fatta dal Presidente di Finpiemonte, presso la Procura della Repubblica di Torino, per un ammanco attorno a sei milioni e 500 mila euro da conti correnti trattenuti da Finpiemonte S.p.A. presso la banca svizzera Vontobel.
I due atteggiamenti che il Presidente rese quella mattina all'Aula del Consiglio regionale li riassumo in questo modo. Uno: la Regione Piemonte non appena informata dal Presidente di Finpiemonte circa il fatto che erano emerse a posteriori delle irregolarità nella gestione di un conto corrente e nell'utilizzo di soldi depositati sullo stesso a favore di beneficiari non riconducibili alla sfera di attività e di intervento da parte della finanziaria regionale, ha condiviso con il Presidente di Finpiemonte l'urgenza di una denuncia presso la Procura della Repubblica di Torino presso la Procura della Corte dei conti del Piemonte, nonché l'invio di una relazione alla Banca d'Italia. Questo è avvenuto prima con un colloquio chiesto e ottenuto dal Presidente di Finpiemonte, cui aveva partecipato anche l'Assessora De Santis con il Procuratore della Repubblica di Torino Spataro, tre giorni dopo la rappresentazione dei fatti da parte del Presidente Ambrosini, prima al Presidente, poi al sottoscritto e poi all'Assessora De Santis e, nella settimana successiva, attraverso la presentazione di una denuncia documentale circa quanto era emerso attraverso la ricostruzione dei fatti che, sinteticamente, vi rappresento in questo modo.
Da un conto aperto presso la banca di Zurigo Vontobel erano stati staccati tre bonifici bancari per un importo complessivo di sei milioni e 500 mila euro a favore di beneficiari non riconducibili all'attività da parte della finanziaria regionale. Quindi, sotto questo profilo, quell'elemento era stato rappresentato in quella comunicazione assieme al secondo elemento, su cui mi soffermerò un po' più a lungo in questa circostanza e in questa opportunità. E cioè che, al di là dei risvolti penali, nella lettura dei documenti e nella rappresentazione della vicenda, così come era stata fatta dal Presidente di Finpiemonte, emergeva un sistema lacunoso di controlli e di gestione all'interno della finanziaria regionale.
Sistema lacunoso di gestione e dei controlli, che emergeva sostanzialmente, e si esplicitava in una serie di fatti o in una serie di comportamenti che non testimoniavano sicuramente una corretta amministrazione: nel fatto che, pur in presenza di documenti - in parte falsi, in parte veri - erano presenti presso gli uffici di Finpiemonte le contabili di addebito dei bonifici staccati dalla banca di Zurigo Vontobel nel fatto che erano state assolutamente sottovalutate le difficoltà, sia sul piano delle comunicazioni sia sul piano della richiesta della documentazione sia sul piano dei ritardi nella tempistica di restituzione delle diverse tranche, al termine, del denaro depositato presso la banca svizzera sia sull'interruzione del servizio di home banking, che consente il collegamento diretto e in tempo reale tra gli uffici della finanziaria regionale e il rapporto intrattenuto presso questa banca svizzera.
Oggi, alla luce - purtroppo - di un'informazione che abbiamo appreso da un articolo apparso su un quotidiano nazionale sabato scorso, devo dire che a questo livello si aggiunge anche un altro elemento che, dal nostro punto di vista, è stato già oggetto della giornata di ieri mattina di richiesta di chiarimento, e riguarda le modalità attraverso le quali è avvenuta la certificazione del bilancio di Finpiemonte al 31/12/2016.
Ricordo che l'attività di revisione contabile è affidata da Finpiemonte a soggetto esterno, che ha reso una relazione di certificazione del bilancio al 31/12/2016 il 15/05/2017; successivamente al 17 maggio 2017 veniva resa la relazione al bilancio al 31/12/2016 da parte del Collegio dei Revisori.
Successivamente al 17 maggio 2017 emerge una corrispondenza tra il soggetto cui era affidata la revisione contabile del bilancio di Finpiemonte e il Collegio Sindacale, che richiedeva un successivo approfondimento tra i due soggetti, in relazione alla natura di quel rapporto intrattenuto presso la banca Vontobel; approfondimento tra i due soggetti che, allo stato attuale degli atti e delle carte, risulta mai esserci stato.
Quindi, una questione che riguardava la denuncia penale e la necessità comunque, di mettere mano al sistema dei controlli all'interno della Finanziaria regionale, perché questo è un dovere che, come Amministrazione regionale, avvertiamo.
Sotto questo profilo, però, vorrei essere assolutamente chiaro su un elemento che molte volte nelle nostre discussioni è vissuto in modo sufficientemente non chiaro, dal mio punto di vista.
Noi abbiamo un livello di controlli diretto tra la Regione Piemonte e la Finanziaria regionale, che riguarda tutte le attività affidate in regime di in house alla Finanziaria regionale, per la gestione delle leggi regionali e per la gestione di alcuni assi contenuti all'interno del DOCUP.
Abbiamo poi un ruolo, che è diverso dal controllo per gli affidamenti in regime di in house, che ci compete come azionista della società, ma è un ruolo nettamente separato e distaccato da quello che ho cercato di rappresentare poc'anzi.
Relativamente a questo tipo di situazione, vorrei innanzitutto ribadire che l'atteggiamento di massima trasparenza che il Presidente ha assunto nei confronti di questa vicenda, sin dall'inizio dei suoi elementi di diffusione presso gli organi di comunicazione, e soprattutto negli atti preliminari che non abbiamo ritenuto dovere nostro rendere pubblici perch avrebbero intralciato l'indagine della Procura della Repubblica di Torino è un atteggiamento che l'Amministrazione regionale intende continuare a manifestare nei rapporti con il Consiglio regionale e nei rapporti con la comunità piemontese, in tutti i passaggi successivi di questa vicenda.
Dal nostro punto di vista, riteniamo di non avere nessuna pregiudiziale, in linea meramente teorica, relativamente anche alle richieste presentate da alcuni Gruppi, o da un Gruppo Consiliare in Consiglio regionale, circa la costituzione di una Commissione di indagine sulla vicenda.
Vorremmo però - e questo è un tema che poniamo all'attenzione del Consiglio regionale - che fosse chiaro che il livello delle responsabilità, che certo sono più forti in capo alla Giunta, ma certamente coinvolgono anche il Consiglio regionale, debbono mettere in evidenza, nei diversi passaggi di gestione di questa situazione, ciò che proponiamo sul piano della comunicazione esterna, ciò che invece ha la capacità effettiva di poter intervenire in termini di controllo e di intervento sulla vicenda.
Una Commissione di indagine, che non può utilizzare nessun documento composto dal segreto di indagine e non può acquisire nessuna testimonianza perché le persone che possono rendere testimonianza sono doverosamente tenute al segreto d'ufficio fino a quando l'indagine non è conclusa da parte della Magistratura e della Procura della Repubblica, è una Commissione di indagine che rischia di dare una risposta sul piano dalla comunicazione esterna, ma di non essere in grado di produrre nessuna efficace attività e nessuna efficace operatività.
La seconda questione che voglio mettere in evidenza, anche in relazione ad alcuni - mi dispiace dirlo, e soprattutto dirlo in assenza di colleghi che proprio oggi hanno lasciato la loro attività di Consiglieri regionali per assumere ruoli e responsabilità diverse - è che, nella gestione di questa vicenda, la nostra preoccupazione più forte è rappresentata dal fatto di evitare interruzioni di attività, o inaccettabili vuoti di attività da parte della finanziaria regionale, circa il suo dovere fondamentale, che è quello di rendere un servizio, in termini di operazioni di investimenti e di produzioni di opportunità, circa il sistema economico piemontese.
Questa condizione, che è stata ripristinata in capo a Finpiemonte S.p.A., è stata la scelta più importante e coraggiosa che ha fatto questa Amministrazione regionale all'inizio del suo mandato, quando ha cancellato residui attivi sul bilancio della Regione per 450 milioni di euro iscritti nei precedenti bilanci della precedente legislatura regionale, nella precedente legislatura regionale.



(Commenti fuori microfono)



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale

Nella precedente legislatura regionale. Consigliera Gancia, quando parlo so che devo rendere conto di ogni parola che dico sul piano della responsabilità.
Per essere chiaro: la precedente Giunta regionale, presieduta dal Presidente Cota. I fondi rotativi che erano stati investiti da Finpiemonte e che man mano rientravano all'interno della Finanziaria regionale, e che secondo una logica dovevano essere reinvestiti a favore del sistema economico, venivano iscritti annualmente sul bilancio della Regione, a copertura degli equilibri di bilancio sulla spesa corrente e, quindi dirottati dalla loro vocazione originaria e della loro destinazione propria, per coprire invece le falle sul bilancio della Regione. Se non ci fosse stata l'operazione, che abbiamo compiuto in questa legislatura regionale, di cancellare quei 450 milioni di euro di residui attivi, oggi la Regione Piemonte e il sistema Regione Piemonte non avrebbe a disposizione o sotto forma di aumento di capitale di Finpiemonte - questo è il tema su cui è aperta la discussione - o sotto forma di altri strumenti a favore del sistema economico piemontese quelle risorse, perché quelle risorse erano state utilizzate per altri scopi e per altre attività.
Mi rendo perfettamente conto che ognuno gestisce le situazioni con le proprie possibilità, però proprio per queste ragioni forse alcuni livelli di attacco legittimo sul piano politico sono meno fondati, se rileggiamo queste vicende con questo tipo di atteggiamento e con questo tipo di storia.
Che cosa è avvenuto ulteriormente, in questi mesi, rispetto alla comunicazione resa su Finpiemonte da parte del Presidente Chiamparino e dopo l'audizione fatta dalle Commissioni consiliari competenti nei confronti del Presidente di Finpiemonte? Abbiamo posto il tema dell'implementazione del sistema di controllo interno relativamente alla gestione dei conti di tesoreria su Finpiemonte. Questa operazione si è completata, in quanto è diventato operativo il sistema di gestione integrata del monitoraggio in tempo reale dei rischi aziendali, del rendimento dei portafogli finanziari e dell'attività di tesoreria. A oggi per l'ambito tesoreria, sono operative le funzioni relative alle concentrazioni della liquidità e al monitoraggio della situazione stessa.
Per quanto riguarda il servizio di gestione e misurazione del rischio operativo, è stata effettuata la mappatura ex-ante di tutti i processi aziendali e sotto processi e relativi rischi ed impatti, al fine di individuare la rischiosità delle attività di Finpiemonte e la conseguente mitigazione volta alla riduzione sistematica dell'esposizione al rischio operativo, attraverso il presidio periodico dei controlli di primo livello di ciascuna area, oltre a quelli di secondo e terzo livello. In parole povere, significa che, con cadenza trimestrale, i responsabili dei diversi servizi e i responsabili superiori all'interno dell'organizzazione di Finpiemonte devono attestare che le operazioni e la gestione dei conti di liquidità di Finpiemonte è perfettamente e coerentemente corrispondente a quelli che sono i doveri di tutela del patrimonio da parte della finanziaria regionale.
La prima operazione è conclusa ed è stata effettuata nel mese di gennaio 2018 relativamente ai dati al 31/12/2017; la seconda verifica trimestrale è in corso e si concluderà entro il 15 aprile prossimo venturo.
La seconda questione. Si è avviato il processo relativo al riassetto organizzativo, perché oggi nessuno di noi è in grado di poter affermare che, all'interno dell'attuale organizzazione di Finpiemonte, esistono quelle figure professionali in grado di reggere operativamente la trasformazione di Finpiemonte in soggetto di intermediazione finanziaria.
Su questo la finanziaria regionale ha incontrato e sta incontrando non poche difficoltà, perché è difficile trovare sul mercato figure professionali, al valore delle retribuzioni che la finanziaria regionale è in grado di poter corrispondere, disposte a svolgere questo tipo di ruolo e di funzione. Le figure che si stanno ricercando - e che, se non verranno reindividuate nel giro di poco tempo, condizioneranno anche le scelte relativamente al mantenimento di questo ruolo da parte della finanziaria regionale come soggetto di intermediazione finanziaria - sono assolutamente indispensabili per poter svolgere questo tipo di funzione ed attività. Sono funzioni legate alla responsabilità dell'area crediti, al direttore finanziario, alla responsabilità della funzione di risk management e all'addetto alla funzione internal audit.
Questo è uno dei problemi più grossi che, in questo momento, incontriamo all'interno della gestione della finanziaria regionale e che va affrontato urgentemente, perché non è pensabile che, senza queste figure organizzative, la finanziaria regionale possa svolgere adeguatamente il suo ruolo e le sue funzioni.
Il terzo elemento riguarda le azioni messe in atto, non solo sotto il profilo della denuncia penale e della rivisitazione dei controlli interni ma al fine di recuperare i 51 milioni di euro che erano stati trasferiti dalla Finpiemonte S.p.A. sul conto intrattenuto presso la banca Vontobel.
Voglio ricordare che le due operazioni compiute in una seconda fase di quel deposito su quel conto corrente intrattenuto presso la banca Vontobel sono da un lato, l'emissione di tre bonifici bancari per un importo complessivo di sei milioni 500 mila euro a favore di soggetti non riconducibili all'attività di Finpiemonte; la seconda è quello dell'investimento successivo in investimento ad alto rischio presso JP Morgan che, in quel momento, aveva già prodotto una svalutazione del valore di mercato rispetto al valore di acquisto.
Finpiemonte, sotto questo profilo, ha aperto tutta una serie di attività in primis tesa alla cessione di quel prodotto alla JP Morgan, cercando di ridurre fortemente e di compensare anche in capo al soggetto che ha venduto questo prodotto finanziario a Finpiemonte S.p.A. e di rientrare delle svalutazioni che, in quel momento, si sono rivelate sul valore di mercato relativamente a quell'investimento.
La seconda operazione è nei confronti della banca Vontobel, perché è evidente che nei rapporti tra Finpiemonte e la banca Vontobel c'è un livello di documenti reali o di documenti falsi che non possono lasciare indenne da responsabilità, almeno sotto il profilo dei doveri patrimoniali nei confronti della finanziaria regionale, da parte della banca Vontobel relativamente al soggetto che movimentava le operazioni su quel conto corrente e relativamente allo spezzettamento di quel deposito unitario su quel conto corrente in più sottoconti e relativamente alla non corretta trasmissione di comunicazioni e di informazioni dalla banca Vontobel alla finanziaria regionale.
Quindi, il terzo elemento è che, per come si sta evolvendo la situazione riteniamo che vi siano alte probabilità (un margine elevato) di rientro di tutte le risorse che sono state depositate da Finpiemonte presso la banca svizzera.
Questa è un'operazione importante, anche se non risolve le altre due questioni. Ma va in questa direzione, attraverso iniziative nei confronti di persone indagate, nei confronti di persone che, in questo momento, hanno avuto una restrizione della loro libertà individuale e nei confronti di terzi soggetti che, pur non rientrando nella sfera dell'attività di indagine da parte della Procura della Repubblica, hanno responsabilità sul piano civilistico nei rapporti con Finpiemonte e nella gestione di quel conto corrente.
È una magra possibile consolazione, lo ripeto. Ma, sotto questo profilo, le azioni che sono state messe in atto rendono possibile il recupero dell'ammanco e il recupero della svalutazione di quel prodotto finanziario acquisito da Finpiemonte con modalità non corrette sul piano dei poteri, e con modalità non corrette relativamente al fatto che la finanziaria regionale sulle operazioni di investimento è tenuta al rispetto di una delibera della Giunta regionale che la impegna a non investire denaro in operazioni a rischiosità (quindi a fare investimenti con tassi di rischiosità assenti sotto questo profilo).
Vi è, poi, una quarta questione - con cui chiudo la presente comunicazione che riguarda il tema e la riflessione che dovremo portare avanti nelle prossime settimane.
A seguito delle denunce che sono state presentate e dopo la segnalazione che è stata fatta a Banca d'Italia, è stata avviata un'attività di ispezione da parte di Banca d'Italia - auspicabile e inevitabile - i cui esiti ad oggi non sono ancora noti né alla finanziaria regionale, né alla Regione Piemonte (per essere chiaro, le previsioni che ci vengono offerte è che la relazione di chiusura dell'ispezione condotta da Banca d'Italia sarà trasmessa tra il mese di aprile e il mese di maggio del corrente anno).
È chiaro, però, che in questo momento l'Amministrazione regionale non intende sottacere o nascondere al Consiglio regionale il fatto che stiamo riflettendo con la dovuta attenzione e con la dovuta serietà sulla questione - ritorno, anche su questo punto, alle comunicazioni rese dal Presidente Chiamparino qualche mese fa in Aula - perché, al di là della doverosa denuncia penale, al di là del doveroso atteggiamento di trasparenza da parte della Regione, al di là della doverosa tutela in sede civile circa il recupero delle risorse che erano state reinvestite, vi è un altro dovere che sentiamo forte come Amministrazione regionale: mi riferisco al dovere che tutto quello che è accaduto non crei alcuna interruzione nella capacità, da parte della finanziaria regionale, di svolgere quelle funzioni a favore del sistema economico piemontese. Questo è un obiettivo. Questo è un dovere che, come Amministrazione regionale sentiamo fortemente.
Su questo troveremo anche il modo di confrontarci con il Consiglio regionale nelle Commissioni consiliari competenti, perché se ci trovassimo di fronte a periodi di interruzione o di possibile sospensione dell'attività di Finpiemonte, questo richiederebbe da parte nostra l'assunzione di urgenti decisioni affinché quelle risorse che abbiamo recuperato come Amministrazione regionale non passino in una fase di limbo ma siano prontamente messe a disposizione del sistema economico piemontese anche con strumenti diversi.



PRESIDENTE

Grazie, Vicepresidente Reschigna.
Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Certamente l'illustrazione di ciò che è avvenuto da parte del Vicepresidente è stata lunga e il più articolata possibile.
Io, invece, proverò a fare un intervento semplice, come se fossimo azionisti di un soggetto privato.
La Regione Piemonte, come diceva correttamente il Vicepresidente Reschigna ha un intervento diretto laddove utilizza Finpiemonte come strumento, ma è soprattutto il principale azionista di Finpiemonte.
Al di là di quella che può essere la polemica politica, pensate se l'azionista di una qualsiasi società quotata in borsa avesse inanellato una serie di aspetti (alcuni dei quali proverò a riassumere). Ma, mi permetto di dire, non solo un azionista: voi mettetevi nei panni di una contabilità familiare, in cui c'è un azionista che è l'azionista all'interno di una famiglia. E all'interno di questa azienda, o all'interno di questa famiglia, accadono una serie di cose: l'azionista dice che non si possono fare investimenti a rischio. È sacrosanto, perché il nostro è capitale pubblico che ha una precisa vocazione, quella dello sviluppo del tessuto economico dell'impresa (non siamo una banca d'affari!). Però accade che si fa un investimento a rischio, ma non soltanto.
È importante rammentare le date. Una volta ogni tanto parliamo di un tema che io credo sia il più importante che investe questa Regione in termini di soggetto che l'ha interessato: cioè il più grande strumento di volano economico che questa Regione ha (assieme ai fondi europei) per lo sviluppo delle proprie imprese, in particolar modo nel momento in cui è stata trasformata da finanziaria a banca. Perché abbiamo mezzo miliardo di euro di risorse disponibili (questo diceva il piano industriale, che ancora il Presidente Gatti, assieme all'Assessora De Santis, ci hanno presentato in sede di I Commissione).
Ebbene, quell'azionista ha la possibilità che all'interno della propria impresa avvenga che si fa un investimento a rischio senza che l'azionista ne sia a conoscenza; ha una struttura di controllo interno, per cui non compaiono 50 milioni, ma il conto Home Banking è bloccato e quindi passano come afferma il Presidente Ambrosini, almeno alcune settimane prima che accada qualcosa. Ora, io ho "quattro" soldi in banca, ma se il mio conto Home Banking sparisse o, meglio, se non riesco più accedere ai quattro soldi che ho mi precipito all'interno dell'istituto bancario, perché il primo giorno posso credere che sia un problema di connessione, il secondo anche, ma dal terzo giorno in poi inizio a preoccuparmi.
Se quell'intervento riguarda 50 milioni euro di denaro pubblico, mi preoccupo molto, perché ciò che mi preoccupa è il problema dei controlli.
Non sta a noi decidere quali saranno le responsabilità personali, ci pensa fortunatamente un organo giudicante che è la Magistratura, ma io mi preoccupo, da Consigliere regionale, sulla modalità, perché io, come il Vicepresidente Reschigna e come il Presidente Chiamparino, non ho gestito ma ho dato politiche d'indirizzo facendo l'Assessore rispetto a molti milioni di euro di denaro pubblico.
Quand'ero Assessore al personale, uscivano dalle casse regionali circa 200 milioni di euro per il pagamento degli stipendi, ma io non potevo - neanche volendo e, fortunatamente, così è stato, non perché io sia disonesto, ma perché è un sistema di controllo che deve esistere - neanche accedere alla possibilità di fare un bonifico: non potevo farlo io, non lo poteva fare il Direttore e c'era una serie di controlli, grazie ai quali molte persone controllavano l'andamento della cassa e, quindi, era quasi impossibile che avvenisse ciò che oggi è avvenuto.
Però, attenzione, qual è l'aspetto grave, ed è grave non rispetto alle responsabilità giudiziarie - che, ripeto, non stanno in capo al Consiglio regionale - ma grave rispetto alle responsabilità politiche, che ascrivo anche a questa Giunta? Il fatto che non si possa pensare di trasformare una finanziaria regionale in una banca e non preoccuparsi che quella banca si è dotata di un sistema di controllo capillare, perché, vedete, se noi ripartendo dal discorso iniziale, fossimo gli azionisti principali di un'azienda e ci fossimo comportati in questo modo, quando saremmo andati all'assemblea dei soci i piccoli azionisti (per fare altri esempi più noti in questo Paese) ci avrebbero trattato male, perché non abbiamo tutelato il denaro dei piccoli azionisti, che in questo caso sono i piemontesi. Questo è il tema politico centrale.
Io e il collega Ravello (anzi, il collega Ravello e io, perché l'idea è stata sua) su questo aspetto abbiamo chiesto in I Commissione un intervento da parte del Segretario generale, perché la Giunta ha affidato al Segretario generale un compito di controllo analogo rispetto al sistema delle società partecipate. Sono passati quattro mesi: non esiste corrispondenza fra la Giunta regionale e Finpiemonte, in relazione alle responsabilità che la Giunta regionale ha istituito con il sistema di controllo, non abbiamo mai visto il Segretario regionale in sede di I Commissione.
Allora, ancorché la Giunta sia intervenuta con sollecitudine - mi permetto di dire: anche da questo punto di vista - io non so quale sia il grado di sollecitudine che ognuno di noi ha, ma quando il Presidente Ambrosini, il Presidente di Finpiemonte dice in sede di I Commissione: "Io sono arrivato a luglio, poi, come sapete, c'è agosto, quindi, si perde un po' di tempo, a fine novembre ho fatto l'esposto in Procura". Io voglio dire che il fatto che 50 milioni di euro siano investiti in fondi a rischio e che sei milioni e mezzo di euro siano scomparsi o, meglio, siano stati destinati per attività non riconducibili alle finalità dell'Ente, può giustificare il fatto che passino quattro mesi? Io credo di no. Lo dico molto sinceramente: io credo di no.
Credo che ci sia stato un lassismo da parte della Giunta, credo che ci sia stato un lassismo non colpevole, ma vi è stato. Credo che vi sia stato un sistema di controllo che non ha funzionato, credo che non vi sia stata una tempestività anche da parte del nuovo Presidente nell'intervento e credo che - e finisco - avremmo titolo, noi come Consiglieri regionali e i cittadini piemontesi, di avere documenti che comprovino ciò che è accaduto con tutto il dovere della riservatezza che noi abbiamo nell'utilizzare quei documenti: non possono diventare pubblici, è la magistratura che deve fare il suo dovere, ma io credo anche che, dopo quattro mesi, non possono essere soltanto le comunicazioni del Presidente o del Vicepresidente (non che non abbiano valore) a farci dire che cosa è accaduto oppure no. Perché nel sistema di controllo di Finpiemonte non è sufficiente la firma del Presidente per fare un bonifico, non è così, ce ne va più d'una. Allora non è l'unico soggetto, teoricamente.



(Commenti fuori microfono)



VIGNALE Gian Luca

Ripeto, la Magistratura individui le responsabilità personali. Credo che a noi interessi un po', invece, capire se un sistema di controllo funzioni.
In ultimo, e non riguarda questo aspetto, una nota che riguarda il tema più generale di Finpiemonte: il Vicepresidente di sicuro ricorda, perché era presente in Commissione, che, quando ci fu la trasformazione relativa alla banca, noi ponemmo il tema relativo alle competenze. La risposta che venne data - per la verità, dall'Assessora De Santis - era che tra i dipendenti presenti in Finpiemonte c'erano tutte le competenze per poter fare la banca. Perché avevamo qualche timore? Semplicemente, perché fare la finanziaria regionale è un conto, fare un istituto bancario è un altro.



PRESIDENTE

Grazie, collega Vignale.
La parola al Consigliere Ravello.



RAVELLO Roberto Sergio

Grazie, Presidente.
Ringrazio ancora una volta la Giunta per essersi prestata all'ennesimo confronto sulla cui utilità, onestamente, inizio anche a dubitare, nel senso che è evidente che si sia arrivati a un punto, oltre il quale probabilmente, manca l'interesse politico ad andare, ma cercherò di spiegarmi.
Sul piano esterno, siamo spettatori di un atteggiamento ormai ripetitivo con il quale la Giunta si pone nei confronti dell'opinione pubblica ricordando di essere stata lei a segnalare e a denunciare, appena venuta a conoscenza di alcuni fatti, qualche sospetta stortura agli organi competenti. Così come fu in occasione del primo dibattito, io su questo non posso farvi i complimenti. Non posso dirvi grazie. Non posso dirlo, perch sapete bene che non farlo, non denunciare, avrebbe rappresentato una chiara violazione di un articolo del Codice di Procedura Penale; si sarebbe trattato di un'evidente, palese e lampante omissione di pubblico ufficio.
Detto questo io credo, quindi, che questo atteggiamento denoti una certa faciloneria, nel senso che i problemi sono ben più gravi, i problemi sono ben più strutturali e continuo a non osservare - ma sarà un mio problema di miopia - la volontà di intervenire, in senso strutturale, per risolvere dei problemi ed evitare quindi che simili situazioni possano ripresentarsi.
Voi sapete molto meglio di me qual è il contesto normativo nel quale si muove un organo come Finpiemonte. Sapete molto meglio di me, poiché ne siete autori, che, in ragione della delicatezza e della strategicità di un organismo come Finpiemonte, avete ritenuto - e bene avete fatto - dotarvi nell'aprile 2016, di uno strumento regolamentare dal titolo "Linee guida relative al controllo analogo sugli organismi partecipati dalla Regione Piemonte operanti in regime strumentale", con il quale avete sostenuto molto correttamente, che il controllo analogo nell'in house si configurasse come un controllo strutturare al fine di presidiare la conformità dell'azione del controllato alle direttive poste dal controllante.
Avete anche ricordato, nella delibera con la quale avete accompagnato questo regolamento, alcuni passaggi fondamentali della giurisprudenza comunitaria, nella quale viene ricordato che in soggetti in house come, ad esempio, Finpiemonte, si intrinsechi un potere assoluto di direzione coordinamento e supervisione dell'attività del soggetto partecipato il ruolo del partecipante, quindi di Regione Piemonte. Avete evidenziato come un organismo in house non abbia e non possa avere una sostanziale separazione rispetto all'ente pubblico e che, quindi, l'organismo in house si configura come una sorta di longa manus dell'Ente regionale, e che quindi non può ritenersi terzo rispetto all'amministrazione controllante.
Queste erano solo le premesse della delibera, che già da sole sono sufficienti a dimostrare come ci sia una condivisione delle responsabilità e delle mancanze in quanto è accaduto. È troppo facile scaricare su mancati controlli interni a Finpiemonte quando voi, Giunta regionale, e bene avete fatto, vi siete dotati degli strumenti per prevenire ed evitare che si verificasse quanto accaduto. Insieme alla delibera voi avete approvato un Regolamento composto da 13 articoli, con il quale avete istituito - lo ricordo per l'ennesima volta - il comitato interno sul controllo analogo presieduto, come ha correttamente ricordato il collega Vignale, dal Segretario Generale, che non è un uomo voluto dal Gruppo di Fratelli d'Italia, e mi pare che non sia neanche un uomo voluto dal Gruppo presieduto dal collega Vignale. Tuttavia mi pare di ricordare, almeno così ho sentito dire, che fosse un uomo e una figura fortemente voluta dalla Presidenza della Giunta regionale.
Nell'articolo 6, il sesto articolo di questi 13, viene stabilito che sostanzialmente - tutti gli atti della società sottoposta a questo tipo di regime, quindi Finpiemonte, debbano essere sottoposti a controllo. Per atti si intende dal bilancio alla modifica della pianta organica; dagli atti relativi a incarichi individuali di collaborazione agli atti generali; dai contratti per servizi e forniture alle proposte di alienazioni di immobili dalle proposte di contrazioni di prestiti, alle proposte di emissione di obbligazioni e attenzione alle operazioni di finanza straordinaria.
Molto banalmente, da uomo della strada quale sono e non dimentico di essere, mi domando: se questo organismo istituito dalla Giunta regionale fosse stato nel pieno possesso delle proprie facoltà e dei propri poteri e se fosse stato effettivamente funzionante e operativo, ce ne saremmo accorti di quanto accaduto solo a novembre e, quasi per caso, di quanto accaduto? Avremmo avuto bisogno di scoprire, se non ho capito male, dagli organi di informazione, che il Collegio sindacale ha chiesto degli approfondimenti sul bilancio 2016 e che questo è avvenuto nella primavera del 2017 a distanza di un anno dall'istituzione? Magari su questo passaggio mi sono distratto, Vicepresidente, ma mi chiarirà. Avremmo dovuto aspettare un anno per venire a conoscenza del fatto che il Collegio sindacale ha chiesto degli approfondimenti sul bilancio 2016? Credo che un organismo istituito a questi scopi avrebbe dovuto tempestivamente, essere informato e altresì tempestivamente informare la Giunta e, di conseguenza, il Consiglio regionale, e metterlo a conoscenza di alcune storture, prima che queste diventassero macroscopiche.
Non posso non farlo, Vicepresidente, pur riconoscendo il garbo con il quale mi ha rappresentato il fatto che la mancata audizione del Segretario Generale sia dovuta a un disguido, a un problema di comunicazione di scambio tra uffici, tuttavia corre l'obbligo ricordare, poiché carta canta che questa audizione è stata richiesta quattro mesi fa alla Presidenza del Consiglio regionale e che da lì non si sa dove sia finita.
Mi corre anche l'obbligo di ricordare che, contestualmente a quella richiesta, questo Gruppo ha anche presentato una richiesta di accesso agli atti, su cui mi pare di aver capito dovrei avere una risposta combinazione - proprio nella giornata di oggi. Non le sfuggirà Vicepresidente, che per rendere un dibattito quantomeno un tantino più utile e più sensato, forse tutti gli strumenti che oggi, attualmente, non sono ancora nelle nostre mani, avrebbero potuto essere utili per evitare magari, uscite dal seminato o qualche incoerenza.
Concludo con uno sfogo legato a una brutta sensazione che non nascondo di aver provato in queste settimane rispetto all'atteggiamento con il quale una maggioranza politica si è affacciata alla vicenda. Ricordo atteggiamenti e prese di posizione da parte di alcuni degli attori presenti in questa epoca storica e in questa fase e, soprattutto, con casacche diverse in questo governo; ricordo alcune prese di posizione, decisamente più dure rispetto ad episodi molto meno gravi. Mi riferisco, in particolare, al suo atteggiamento da allora Capogruppo del Partito Democratico in quest'Aula, Vicepresidente Reschigna, che oggi indossa una grisaglia molto governativa, ma che allora assumeva quotidianamente un atteggiamento di ammirevole rigore morale rispetto a qualunque episodio potesse non risultare ai suoi occhi pieno della sufficiente trasparenza.
Io, invece, osservo in questa fase, da parte di questa maggioranza politica, una certa tendenza a superare la vicenda con il tentativo - tra l'altro nemmeno troppo riuscito - di scaricare su altri le responsabilità che invece devono essere condivise, come ho già avuto modo di spiegare, ma soprattutto con una certa superficialità e faciloneria. Io, questa doppia morale, alla quale peraltro una certa sinistra ci ha storicamente abituati sinceramente non ritengo - a 42 anni - di poterla sopportare ancora. Ma ancora di più, per rispondere ad alcuni dei punti da lei trattati, mi permetto di esprimere un punto di vista: lei giustamente dà una corretta priorità alla necessità che Finpiemonte ritorni a essere un soggetto pienamente credibile, ma soprattutto pienamente operativo, poiché nasce per essere uno strumento finalizzato a dare delle risposte a necessità del nostro territorio, del territorio che siamo chiamati - chi siete chiamati prima di me - ad amministrare e chi oggi evidentemente non è in possesso della necessaria serenità. Mi pare di aver compreso, tuttavia, che Finpiemonte qualche passo al suo interno, per correggere e migliorare gli strumenti di controllo (almeno, questo ci è stato raccontato dal Presidente Ambrosini) lo abbia fatto. Questo è più che apprezzabile.
Quello che continuo a non scorgere è lo stesso atteggiamento di doverosa responsabilità da parte della Giunta regionale rispetto alla necessità di affinare, migliorare, correggere o quantomeno far funzionare i propri strumenti di controllo. Io credo sia evidente che qualcuno abbia sbagliato anche all'interno degli uffici della Regione Piemonte (attenzione, non sto parlando di Finpiemonte). Se lo abbia fatto per colpa o per semplice sciatteria o superficialità, io - devo dire - di questo mi interesso ben poco: bado alla sostanza.
In queste situazioni ci sono alcuni che potrebbero chiedere che cada qualche testa, che sarebbe anche una richiesta comprensibile, accettabile e giustificabile. Non è quello che farò io: non chiedo, non pretendo di veder rotolare qualche testa, ma credo sia doveroso da parte vostra quantomeno rifare qualche acconciatura all'interno degli Uffici e dei soggetti chiamati ad assolvere determinate responsabilità, che mi pare evidente non lo abbiano fatto.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Ravello.
Prima di dare la parola alla Consigliera Frediani, il Vicepresidente mi ha chiesto un minuto. Abbia pazienza, Consigliera Frediani, poi tocca a lei.
Prego, Vicepresidente.



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale

Mi dispiace dirlo, ma il Consigliere Ravello non ha capito il mio intervento, su un passaggio che, però, o è chiaro oppure desta grossissimi equivoci.
Io ho detto che la Giunta regionale ritiene che sia doveroso ricostruire il quadro entro il quale è avvenuta la certificazione del bilancio al 31/12/2016 di Finpiemonte, il quadro entro il quale è avvenuta la certificazione da parte del soggetto che aveva la responsabilità del controllo contabile e da parte del Collegio sindacale. Perché - e ricostruisco le stesse date che ho detto prima - il 15 maggio 2017 il soggetto che ha la responsabilità del controllo contabile comunica al Collegio sindacale che l'operazione si è conclusa, e si è conclusa a seguito di alcuni ritardi nella trasmissione di documenti - guarda caso da parte di banca Vontobel.
Il 16 maggio 2017 il Collegio sindacale stende la relazione al proprio bilancio; il 17 maggio 2017 il soggetto che ha la responsabilità del controllo contabile scrive, non alla Regione, non al Presidente di Finpiemonte, ma al Presidente del Collegio sindacale dicendo che, in relazione alla natura del deposito fatto presso la banca svizzera - ok? deve essere oggetto di confronto tra il Collegio sindacale e il soggetto che ha il controllo contabile circa le modalità attraverso le quali contabilizzare l'operazione, avendo la stessa assunto natura di operazione a rischio.
Allora, se erano a conoscenza che c'era un'operazione a rischio, non era oggetto di loro comunicazione interna: questo è quello che voglio dire. Ed era doveroso loro rapportarlo agli organi amministrativi e all'assemblea dei soci.
RAVELLO Roberto (fuori microfono) E lei quando lo ha scoperto?



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale

Lunedì mattina! Lunedì mattina: ma le pare? Perché? Perché l'ho scoperto? Perché è venuto fuori in un articolo comparso sabato mattina ed è stato mio dovere chiedere conto al Presidente del Collegio sindacale di Finpiemonte.
Dopodiché, circa il fatto che un documento che è dentro un'indagine, non lo conosciamo noi - e può anche starci, visto che è dentro un'indagine - ma è conosciuto dagli organi di comunicazione, lascio a lei le valutazioni.
Lascio a lei le valutazioni.
Preciso, però, due ulteriori passaggi, a scanso di ogni equivoco. Guardi Consigliere Ravello, sulla mia moralità io rispondo personalmente; sul fatto che non cambio atteggiamento, non cambio facce e non cambio comportamento quando faccio l'opposizione o quando ho la responsabilità all'interno di una Giunta, lei può star tranquillo. Ok? Certo, non vengo qui, perché non posso permettermi di venire qui a dire le cose che lei dice, però è evidente che su questo tema il Presidente Chiamparino - per essere chiaro - non solo ha fatto quello che ha fatto, ma ha scritto anche una lettera molto ferma al Presidente di Finpiemonte, con la quale gli chiedeva conto relativamente agli interventi sui controlli interni operati dopo l'evidenziazione di questa situazione. Perché possiamo sbagliare ogni giorno, ma stia tranquillo che questa vicenda è fonte di insonnia, non è fonte di rassicurazione. Ok? Sappiamo distinguere quelle che sono le responsabilità personali da quelli che sono i doveri d'ufficio. E i doveri di ufficio di sentiamo fino in fondo.
Terza questione. Io non so qual è l'equivoco; pensavo di averlo chiarito questa mattina con lei. Visto che lei ne ha fatto cenno e ne ha fatto cenno anche il Consigliere Vignale, lo devo spiegare anche all'Aula. Quando ho visto, sulla sua richiesta di comunicazione alla seduta odierna, che veniva fatto riferimento al fatto che lei ha chiesto un'audizione del Segretario Generale quattro mesi fa e che la stessa non è avvenuta, io ho preso il telefono e ho chiesto al Segretario Generale perché si era comportato in quel modo lì. E la risposta del Segretario Generale è la stessa che ho detto a lei stamattina: il Segretario Generale della Giunta non ha mai ricevuto nessuna richiesta di audizione in Commissione consiliare altrimenti non sarebbe stato spiegabile il suo comportamento, visto che è un diritto, da parte delle Commissioni, audire Assessori, Direttori e Dirigenti, per Regolamento della Giunta.
Sotto questo profilo, quindi, mi dispiace quello che è successo, ma non è da annoverare assolutamente sul piano né del lavarsi le mani né di stare un po' lontani; mentre non è mia responsabilità, ma è mio dovere farlo, devo chiedere scusa a lei e al Consigliere Vignale per il ritardo con cui gli Uffici stanno evadendo alla vostra richiesta di accesso agli atti.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Noi ovviamente non entriamo in questo dibattito, che chiama in causa anche responsabilità morali e personali, perché abbiamo già evidenziato in precedenza il fatto che la nomina in Finpiemonte è una nomina che è toccata all'attuale maggioranza. In questo momento c'è un'indagine in corso e le responsabilità personali verranno accertate da questa indagine, ma è chiaro che, rispetto alla scelta delle persone, in qualità di membri dell'opposizione ci siamo già espressi e raccomandiamo massima attenzione nelle nomine che si faranno da adesso in poi.
Ovviamente non possiamo non nascondere una certa perplessità rispetto a quanto detto dal Vicepresidente Reschigna sul fatto che manchino delle competenze in Finpiemonte, a maggior ragione adesso che Finpiemonte ha cambiato la sua natura.
Abbiamo già esposto i timori rispetto ai sistemi di monitoraggio che sono diventati ancora più forti in questa evoluzione e che ha visto Finpiemonte diventare un soggetto bancario.
Questo aspetto sicuramente ci preoccupa, soprattutto il fatto che adesso Finpiemonte abbia dei compiti che sono più legati ad attività proprie di una banca e al fatto che oggi apprendiamo che manchino delle competenze in grado di portare avanti queste nuove attività.
Sicuramente questo timore rimane e invitiamo la Giunta, nei prossimi giorni e nel prossimo periodo in cui si andranno ad analizzare le competenze, a essere un soggetto presente e soprattutto attento.
Per quanto riguarda la nostra richiesta di una Commissione di inchiesta, le motivazioni sono chiare: dobbiamo capire bene che cosa non abbia funzionato nel monitoraggio. Non parliamo soltanto del monitoraggio interno a Finpiemonte che viene denunciato dall'articolo di giornale richiamato anche dall'assessore Reschigna, ma anche delle procedure di monitoraggio che avrebbero dovuto essere attuate dalla Giunta.
Proprio per il fatto che Finpiemonte gestisce fondi pubblici e fondi destinati alle aziende, è chiaro che la Giunta avrebbe dovuto monitorare con alcuni strumenti, strumenti che noi ci aspettavamo - su questo punto chiediamo chiarezza - e strumenti che prevedevano un certo automatismo.
Il fatto che l'Assessore Reschigna narri che questi meccanismi non abbiano in qualche modo funzionato, perché mi sembra che questo sia lampante altrimenti non ci troveremmo in questa situazione, ci induce a riflettere e a pensare che attraverso una Commissione d'inchiesta, che coinvolga tutte le parti del Consiglio regionale, si possa analizzare tutti insieme i documenti e le procedure, per capire che cosa non abbia funzionato.
Questo per arrivare soprattutto, non a identificare colpevoli, perché su quello lavora ovviamente la Magistratura, ma identificare cosa non abbia funzionato nelle procedure ed evitare che si ripetano gli errori.
Più volte, durante il processo di trasformazione di Finpiemonte, noi abbiamo posto il tema, anche all'Assessora De Santis, la quale ci aveva rassicurato, ma, in realtà, non siamo così certi che questo non si possa ripetere, cioè che quanto accaduto non si possa ripetere, a maggior ragione con questa nuova natura di Finpiemonte.
Abbiamo posto il tema più e più volte. Anche in Commissione, durante l'audizione dei vertici Finpiemonte, abbiamo fatto presente come sembrasse su un po' strano che una persona da sola potesse trasferire milioni senza che altre persone se ne accorgessero ed infatti la Magistratura adesso sta cercando altre persone coinvolte.
Quello che stupisce è proprio che il sistema di monitoraggio non abbia funzionato. Quindi bisogna capire in quale punto la Regione non ha potuto controllare, oppure abbia controllato ma non abbia avuto contezza del fatto che qualcosa non stesse più funzionando.
Per questo motivo, noi torniamo a richiederlo oggi in Aula.
Già a dicembre avevamo depositato un atto di indirizzo e oggi chiediamo di inserirlo nell'o.d.g. della seduta odierna, sperando che al termine di questa discussione si possa metterlo in votazione, perché riteniamo che il Consiglio regionale debba avere piena conoscenza dei fatti e dei documenti per fare in modo che si possano valutare anche le azioni future rispetto al sistema di monitoraggio di Finpiemonte; un sistema che sicuramente ha fallito e che sicuramente deve essere migliorato.
Noi crediamo che ci debba essere l'apporto di tutte le forze politiche presenti in Consiglio per far sì che si possa migliorare questo sistema.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Campo; ne ha facoltà.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Aggiungo solo un paio di considerazioni, perché ricordo tutti i passaggi che abbiamo fatto in Commissione sull'evoluzione di Finpiemonte verso lo status di società finanziaria, quindi non solo di banca, ma di società finanziaria che, tra l'altro, comportava una maggiore libertà di azione proprio sui mercati finanziari, in operazioni anche ad alto rischio.
Ricordo che più volte sollevai la questione inerente l'evoluzione dei controlli, perché le attività che sarebbe andata a fare Finpiemonte avrebbero potuto creare situazioni e opportunità di elevato rischio economico-finanziario per gli investimenti fatti con soldi pubblici.
Ricordo, in particolare, una seduta in cui era presente proprio Gatti, che con delle slide ci presentava le possibilità, le prime idee di attività finanziarie, rassicurandoci ampiamente sul fatto che sarebbero stati potenziati i controlli interni e ci disse anche "mi aspetto che ci sia una forte pressione, soprattutto nelle fasi iniziali, di controllo e di verifica che tutto vada bene, anche da parte della proprietà", quindi sostanzialmente dell'Ente Regione.
Se io traslo questa immagine a pochi mesi dopo e ci accorgiamo che il buco o la sparizione di fondi pubblici è avvenuta non per chissà quale incauta operazione finanziaria, ma attraverso la semplice creazione di un conto corrente all'estero e un paio di bonifici - semplifico un po' la situazione, poi vedremo tutti i dettagli solo effettivamente quando la Magistratura completerà la sua opera - mi sorge un pesante dubbio sulle modalità con cui sia stata approcciata questa trasformazione, anche posto che poi, magari, venga fuori che ci siano state delle responsabilità oggettive da parte del Presidente di Finpiemonte e che ci sia stato un problema proprio all'interno della struttura direttiva dell'Ente, di indirizzo e controllo dell'Ente.
Però mi sarei aspettato che una cosa del genere non fosse così banale tutto sommato, per quello che sembra oggi, e un pochino mi inquieta, ma mi rendo conto e simpatizzo col fatto che le cose producano insonnia per la situazione in cui ci si è venuti a trovare. E mi dispiace anche che sia il Vicepresidente a venire qua a difendere una situazione che, in parte, è responsabilità anche di un altro Assessore che oggi è assente e che, pur con altra magnitudine, ha già inciampato un paio di altre volte in operazioni di trasformazione di società partecipate o in house o strumentali della Regione Piemonte, e ha sostanzialmente fallito nel produrre un vero piano di come si voglia affrontare la questione delle società partecipate della Regione Piemonte.
Sotto questo profilo, non posso che rimarcare la necessità di un'operazione di responsabilità politica che il Vicepresidente oggi ha fatto con grande coraggio e anche con grande rettitudine, e ho sempre riconosciuto il modo diretto con cui il Vicepresidente ha affrontato tutte le spinose questioni del bilancio della Regione e la situazione economico-finanziaria della Regione che ha dovuto affrontare da quando ci siamo insediati.
Per carità, se non si sbaglia, non s'impara, ma a questo punto resta un grossissimo punto interrogativo, che purtroppo ci viene confermato dalle parole del Vicepresidente, sul fatto che la struttura di Finpiemonte, così come oggi è configurata, sia in grado di affrontare il ruolo che gli si voleva dare quando si è cominciata questa operazione. Avrei preferito che queste notti insonni le avessimo passate nel momento in cui si costruiva questo percorso; oggi, purtroppo, le dobbiamo fare, mettere una pezza e cercare di imparare dalla triste esperienza, forse fortunatamente recuperabile, che stiamo vivendo, con la possibilità però di dover fare un passo indietro, che rappresenterebbe una sconfitta e una dichiarazione purtroppo, anche un po' di incapacità. Ed è una cosa che io trovo un po' avvilente, proprio perché in questi anni, anche se l'abbiamo fatto dall'opposizione, abbiamo affrontato molte questioni veramente spinose.
Quindi, visto che il cammino è stato intrapreso e che le opportunità di azione di una finanziaria regionale noi le avevamo riconosciute in termini di snellezza e di possibilità sulle finalità anche sociali che ci si stava ponendo, ci piacerebbe che si ragionasse molto di più, e in maniera magari più condivisa con tutto il Consiglio, su quali siano le effettive problematiche anche in relazione alle competenze necessarie, affinché si possa affrontare questa questione anche nell'ottica di fare un ragionamento su tutto il discorso delle partecipate.
Infatti, il problema delle competenze e della capacità di avere delle classi dirigenti manageriali per quello che riguarda le società in house partecipate e strumentali (chiamiamole come vogliamo) è una questione importante. Non possiamo pensare oggi - almeno questo è un po' il punto di vista del Movimento 5 Stelle - che la mano pubblica riduca così fortemente il suo perimetro d'intervento per manifesta incompetenza, cioè per manifesta incapacità di trovare le competenze per gestire delle società pubbliche. Questa sarebbe una sconfitta pesantissima per il sistema.
Dal nostro punto di vista, una società pubblica o una società in house è la pietra di paragone e deve rispettare molte più condizioni di trasparenza anche di accountability (per usare un termine inglese) rispetto a un'equivalente società privata.
Faccio sempre l'esempio di una situazione che, per adesso, abbiamo più o meno salvato, che è l'Agenzia per le Adozioni Internazionali. È una realtà molto più piccola, che però ci è riconosciuta a livello internazionale; è veramente una realtà unica in Italia e una pietra di paragone in un mondo dove i privati su quell'argomento fanno "le peggio cose", per usare un termine in italiano poco corretto. Infatti, abbiamo avuto dei pesanti scandali, tant'è che si vuole cercare di portarla a livello nazionale.
Questo deve essere una società, un'agenzia o un'entità pubblica: la pietra di paragone che individua gli standard con i quali il privato deve confrontarsi. Questa è la sfida che avevamo di fronte e che noi avevamo cercato di segnalare come criticità, nel voler trasformare una società che gestiva dei bandi su dei fondi rotativi - che è già una cosa abbastanza complessa - in una società finanziaria che poteva potenzialmente diventare una Cassa Depositi e Prestiti in piccolo, quindi diventare proprietaria di fondi di investimento, di società e di partecipare all'azionariato di società anche private che operassero in diversi settori.
Sono queste le perplessità, per cui speriamo che da questa esperienza si tragga qualcosa di positivo. Però continuo a dire che c'è una responsabilità politica e un approccio superficiale in partenza, che va curato: lo abbiamo già visto nel caso dell'operazione del CSI e lo abbiamo visto anche nell'affrontare la tematica di Eurofidi.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Gancia; ne ha facoltà.



GANCIA Gianna

Grazie, Presidente.
È ovvio - ça va sans dire - che una banca, quindi una finanziaria regionale, debba avere dei controlli. Lo hanno ripetuto anche i colleghi che mi hanno preceduto.
Vorrei però elevare un attimino il dibattito e invitarvi - lo dico senza presunzione - a guardare il contesto in cui ci stiamo muovendo.
Non le nomino, perché conoscete tutti le banche che sono fallite; fallite no, perché poi c'è stato l'intervento dello Stato, ma che hanno mandato in malora decine e decine di cittadini. Parliamo, ad esempio, di Banca Marche di Banca Veneta, di Monte dei Paschi e di altre ancora: vi assicuro che avevano dei sistemi di controllo pazzeschi! Vorrei quindi contestualizzare l'epoca in cui viviamo, perché credo che vada riportata un po' di etica. È logico prevedere un sistema di controllo ma è altrettanto corretto contestualizzare il momento in cui si è perpetrato questo ammanco di 6 milioni, che, tra l'altro, mi sembra più il gesto di un uomo disperato - non per questo giustificabile - che non altro.
Presidente Chiamparino, pur tenendo molto alle casse pubbliche, le confesso che non mi preoccupano moltissimo questi sei milioni, perché sono una perdita circoscritta. Certo dispiace, però sappiamo quant'è il conto (la dico un po' alla piemontese!).
Sono molto più preoccupata, invece, del fatto che la mano pubblica - e quindi la Regione - sia così interventista, e continui a esserlo. Da lei Presidente, relativamente alle partecipate, mi sarei aspettata una "ritirata dello Stato", perché abbiamo già visto che tutto ciò che viene gestito come mano pubblica crea problemi; insomma, noi crediamo nello Stato minimo, ed è giusto che porti anche questa posizione. Quand'ero Presidente della Provincia di Cuneo abbiamo chiuso quasi tutte le partecipate, perch veramente, non avevano senso.
Sono molto preoccupata, per cui date un occhio alle partecipate, anche alla AMOS, per esempio. Qui stiamo parlando di sei milioni; non so quanti dipendenti abbia il CSI, ma la AMOS ne ha 1.400. Facciamo, quindi, un ragionamento totale sulle partecipate.
È logico che questo argomento sia molto appetibile dal punto di vista giornalistico e mediatico, perché scorre sangue! Però parliamo di sei milioni di euro: sono tanti e li rispetto, ma andiamo a vedere e a valutare tutto il resto.
Inoltre, l'incapacità in politica va valutata semplicemente come "incapacità", indipendentemente dal fatto che sia dolo o colpa (non solo in politica, anche dal punto di vista dei risultati).
Ribadisco, certo, la necessità di chiarire la situazione di Finpiemonte, ma anche di rivedere tutta la situazione delle società partecipate.
Non capisco, poi, come mai non sia stata riservata la stessa attenzione (badate che non sto sicuramente difendendo la situazione!) anche al miliardo e 800 milioni di euro di derivati che firmò la Giunta Bresso, che portò a perdite ben maggiori. Anzi, furono assolti dei dipendenti regionali (notizia di quattro righe su Il Corriere della Sera, neanche su La Stampa) perché chi firmò quei contratti non sapeva l'inglese: questa era stata la motivazione della sentenza. E ricordo che stiamo parlando di cifre ben diverse dai sei milioni di euro! È bella la demagogia. È bello il sangue che scorre. Abbiamo tutti gli elementi per poter scrivere, ma credo che qui si debba ampliare un pochino il dibattito.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Fluttero; ne ha facoltà.



FLUTTERO Andrea

Ringrazio il Vicepresidente Reschigna per averci fornito questa comunicazione.
Devo rilevare che, a fronte di un'informativa del Vicepresidente Reschigna mi sarei aspettato l'assenza del Presidente Chiamparino, francamente. Nel senso che quando ho saputo che interveniva il Vicepresidente Reschigna, ho pensato: "Si vede che il Presidente Chiamparino ha altri impegni". Perch mi pare che la situazione sia davvero grave. Ed è una situazione grave che riguarda tutti noi: non ne faccio una questione di parte politica.
Io credo, purtroppo, che abbiamo fatto "bingo" in questa situazione. Perch se in questi anni ci sono stati due soggetti che hanno perso credibilità mentre dovrebbero averne tanta, per poter concorrere positivamente allo sviluppo del nostro Paese! - sono proprio le banche e la politica.
Ebbene, noi abbiamo fatto "bingo", perché abbiamo centrato banca pubblica e politica insieme. Questo fatto non ci deve mica far contenti, come opposizione, nel senso di poter dire: "È colpa vostra". Semmai, ci deve preoccupare tutti, perché qui ne va di mezzo l'immagine di tutta la nostra Regione, del Consiglio, della maggioranza e dell'opposizione. Perché la gente non è che sta a fare tante distinzioni! Dice "è la Regione", "è la banca della Regione".
Già si diffida delle banche; già ci sono stati tanti italiani truffati dalle banche (ci sono anche casi recenti, cronache di questi ultimi mesi e di questi ultimi anni); già verso la politica c'è un discredito così alto.
Noi dobbiamo reagire come Regione e, quindi, come Presidente della Regione perché il Presidente è eletto direttamente dai cittadini della Regione Piemonte. Non sarà oggi - lo ha già fatto in passato, ma io credo che lo debba fare ancora di più adesso, alla luce dei fatti di questi ultimi giorni - ma dovrà parlare direttamente ai piemontesi e garantire loro di aver fatto il suo dovere da cittadino, oltre che da Presidente della Regione; mi riferisco a quello di fare l'esposto, di denunciare e di segnalare. Come veniva correttamente ricordato dai colleghi Vignale e Ravello, è un atto dovuto (si rischia il reato se non lo si fa).
Ma c'è un fatto di rapporto fiduciario con i cittadini piemontesi. E allora, io credo che prima di tutto, il Presidente debba parlare ai piemontesi, in quest'Aula o dove riterrà, per rassicurarli su tutta una serie di cose che devono essere messe in campo, a partire da un'analisi che non deve sconfinare rispetto al lavoro della Magistratura (che fa il suo lavoro per quanto riguarda i profili penali e civili), ma dev'essere un'analisi di tipo organizzativo, per capire che cosa non ha funzionato.
Non possiamo aspettare la fine del lavoro della Magistratura per cominciare a capire se c'era qualche meccanismo da controllare - mi pare che Reschigna lo abbia accennato - ma credo che la Giunta debba analizzare gli aspetti di sua competenza per capire e per spiegare al Consiglio le cose che non hanno funzionato, al di là della responsabilità dei singoli.
Il Consiglio stesso deve interrogarsi, ma non oggi, deve aprire un luogo di confronto. Magari in una Commissione specifica, o in I Commissione decidiamo insieme qual è il luogo più adatto, ma proviamoci per capire se e che cosa dobbiamo correggere sulla legge 17 del 2007, relativa alla riorganizzazione di Finpiemonte; capiamo dove ci sono delle cose che non hanno funzionato e capiamo cosa dobbiamo correggere, perché tocca anche a noi, come legislatori regionali, eventualmente, modificare quella norma.
Inoltre, c'è l'aspetto della scelta fatta a suo tempo. Su questo non posso dire, come hanno evidenziato alcuni dei miei colleghi in Commissione esponendo le loro preoccupazioni, perché non c'ero, ma magari in maniera un po' superficiale, se volete, e un po' banale, l'osservo adesso.
Mi chiedo se dobbiamo preoccuparci adesso di capire se avevamo abbastanza strumenti di controllo, quando si è deciso di aprire una banca con una forte partecipazione pubblica. Avete visto quanti danni ha fatto la politica che si è infilata nelle banche, nella scelta discrezionale dei soggetti da finanziare, spesso senza le garanzie necessarie, e come dopo arrivano le sofferenze. Beh, ci sono le sofferenze per la crisi, ma ci sono le sofferenze del sistema bancario e sono miliardi, che alla fine pagano tutti i contribuenti sia attraverso interventi dello Stato sia attraverso i fondi di garanzia delle banche; sono miliardi affidati in maniera incauta per pressioni politiche.
Figuratevi che cosa dice un cittadino che non solo immagina una banca privata con una presenza di politici che, in qualche maniera, svolgono un'azione di sensibilizzazione, vista l'autorevolezza del ruolo che ricopre, ma addirittura una banca con una fortissima partecipazione pubblica, come la nostra, con la decisione, presa a suo tempo, nei confronti di Finpiemonte.
Credo - però è una considerazione che lascio a un approfondimento successivo - che dovremmo rivalutare con grande attenzione l'opportunità di continuare a insistere ad avere una banca pubblica. È giusto avere un braccio operativo che gestisca in modo corretto i fondi strutturali. Ora da utilizzatore di banche, so che le banche private prestano i soldi solo a chi i soldi li ha e non a chi i soldi non li ha, e so che, per far crescere l'economia, c'è anche bisogno di capitali di rischio e di banche d'affari che rischino, ma una banca pubblica, per sua natura, non può rischiare "glielo diciamo nelle linee di indirizzo", ma allora cosa la fai a fare una banca se non può rischiare? Se non rischia quella privata, a maggior ragione non rischia nemmeno quella pubblica.
Io non capisco - da ignorante, perché non è il mio settore - da cittadino perché si fa una banca pubblica. Fai uno strumento com'era quello che era prima Finpiemonte, che serve a gestire in modo efficace i fondi strutturali, i bandi e quant'altro, ma fare una banca pubblica sapendo che come dicevo prima, le stesse banche private prestano soldi solo chi li ha che senso ha? C'è bisogno di banche d'affari, di banche ad alto rischio.
Fai una banca pubblica e, ovviamente, le dirai che non deve rischiare perché sono soldi di tutti. Ma allora cosa la fai a fare, se non, come dire, per un vezzo, perché è la moda del momento, perché per fare delle politiche industriali non abbiamo altre idee interessanti, quindi facciamo una banca e così creiamo lo sviluppo. Ma la banca non è mica una fabbrica di soldi! Ecco, credo che siano considerazioni che noi dobbiamo fare, come Consiglio.
Dobbiamo entrare nel merito, al di là delle polemiche di parte, perché ne va dell'immagine e della credibilità dell'istituzione Regione Piemonte, che è di tutti noi: della maggioranza e delle opposizioni. È di chi tra un anno o poco più andrà a continuare quest'azione di governo o a sostituire voi che state governando oggi.
Davvero, siamo finiti in una situazione molto pericolosa dal punto di vista della perdita di credibilità, perché abbiamo messo insieme in questa situazione le due questioni che maggiormente hanno colpito la sensibilità dei cittadini italiani, facendo perdere credibilità a due pilastri fondamentali della nostra società, politica e banca.
Per questo motivo, credo che dobbiamo reagire in modo responsabile e non strumentale, chiedendo al Presidente Chiamparino, al di là dell'ottima esposizione del Vicepresidente Reschigna, di assumere ancora di più una posizione chiara e trasparente, ma più che trasparente rassicurante nei confronti dei cittadini, che vada al di là del suo ottimo carattere e della sua ben conosciuta amabilità da "pacca sulle spalle", che è apprezzabile da tutti noi, ma che sia anche concreta nel fornire ai cittadini l'elenco degli strumenti che, in breve tempo, decide di mettere in campo come Presidente della Giunta, come Giunta e noi come Consiglio.
Insieme dobbiamo uscire da questa situazione; questa situazione non deve diventare uno strumento di campagna elettorale, ma è l'occasione attraverso la quale questo Consiglio regionale deve cercare di difendere la propria dignità, la propria immagine e la propria credibilità; ne va non tanto del nostro futuro come Consiglieri regionali, ma di un Ente che è indispensabile per lo sviluppo di questa regione, che ha bisogno davvero di un grande slancio di ripresa nei prossimi anni e nei prossimi mesi, per riuscire a risalire dalle posizioni di retroguardia in cui siamo stati relegati, per una serie di motivi, rispetto alle altre Regioni del Nord produttivo del nostro Paese.



PRESIDENTE

Grazie, collega Fluttero.
La parola al Consigliere Tronzano.



TRONZANO Andrea

Grazie, Presidente.
Esordio più difficile non poteva esserci, ma ci sono momenti in cui bisogna esserci, quindi in questo caso ci tengo a intervenire, iniziando con una battuta, Presidente, che so che di battute è esperto: "Custa si la rangiuma nen", quindi portiamo gli atti in Procura. Potrebbe essere anche letta così, per dire, per iniziare stemperando il tema.
Aggiungendo, Vicepresidente Reschigna, secondo me, una cosa importante: parlare della Giunta Cota oggi è come parlare di Peveraro e dei suoi 1,8 miliardi di euro di bond che ancora oggi paghiamo (77 milioni di euro a trimestre); quindi, questo è un po' il dato che emerge. Pregherei di attenerci alla situazione attuale, senza rivangare i fatti passati, perch chiaramente questo sarebbe sbagliato e potremmo innescare una serie di polemiche che oggi, forse, non sono adeguate.
Intervengo soprattutto per dire questo, perché voglio difendere l'operato dei Consiglieri del mio Gruppo che mi hanno preceduto in questa sede, in particolare la Consigliera Claudia Porchietto, oltre ad altri. Lo dicevamo già a giugno 2017, quando l'Assessora De Santis disse in Commissione una cosa chiara, che i controlli non erano laschi come quelli di Eurofidi.
Questa è stata la dichiarazione dall'Assessora a giugno 2017. Oggi ci chiediamo: è stata una battuta o siamo stati presi in giro? Questo è il dato che emerge.
Come dice sempre il Presidente Chiamparino, quando non si sa cosa dire, la buttiamo in politica e allora diciamo anche questo: mi pare che le nomine fatte su Eurofidi e su Finpiemonte siano oggettivamente di appartenenza a una parte politica, quindi credo che su questo si debba anche trarre delle conclusioni, perlomeno politiche.
Sempre un anno fa dicemmo che, probabilmente, la rivisitazione di Finpiemonte non era collocata al momento giusto, perché la struttura, il capitale umano disponibile in Finpiemonte, forse, non era pronto per digerire, per fronteggiare, per fare muro e scudo a fronte di un'organizzazione molto complicata.
Concludo ricordando ancora un dato che, secondo me, è importante. Allora utilizzammo, così mi pare di aver compreso dai precedenti colleghi, per l'aumento di capitale, anche fondi destinati alle piccole e medie imprese e, conseguentemente, la promessa era di maggiore efficienza rispetto a quella che allora veniva data. Purtroppo non è stato così, quindi questa è anche un'altra responsabilità di chi questi impegni se li prende.
Ultima cosa. Affiancandomi al mio Capogruppo, perché ritengo abbia già detto molte cose di assolutamente sensato, credo che sia utile anche valutare, signor Presidente Chiamparino, il ruolo dell'attuale Presidente che, anche se per un periodo di tempo molto breve, ha fatto da consulente per le difficoltà finanziarie e per le difficoltà delle aziende dell'attuale Presidente. Lui ha minimizzato, noi non entriamo in questo dato, ma chiediamo un'attenzione anche su questo tema, perché forse l'inopportunità politica all'interno del suo ruolo si potrebbe creare.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Grimaldi; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Anch'io credo che ci siano tutti gli estremi perché la Regione, nei prossimi mesi, continui nelle indagini e nelle analisi di cui dicevano sia il Vicepresidente Reschigna che tanti Consiglieri intervenuti.
Non so se, effettivamente, sia la Commissione in questo momento che può, in qualche modo, portare avanti la discussione. Lo dico perché mi pare la parte minore, l'hanno detto anche diversi Consiglieri, ma credo che oggi sia difficile convocare tutti i soggetti interessati e fare delle indagini e delle richieste che non siano coperte dal segreto istruttorio o semplicemente, non ci sia, davanti a quel tipo di relazioni, l'interesse alla segretezza rispetto a indagine ancora in corso.
Certo è che delle tante cose emerse sui giornali ci sono tanti scenari ancora da chiarire. Ne diceva uno il Vicepresidente Reschigna, che è quello che mi ha stupito di più. Anch'io da casa leggevo quella ricostruzione di un noto giornale nazionale, in cui si spiegava che il 15 maggio la Deloitte, di fatto, consultava il Collegio sindacale per dare il suo assenso a un parere, a una relazione che sarebbe stata siglata il giorno dopo, mi pare proprio il 16 maggio. L'idea che il 17 maggio, il giorno successivo, la stessa azienda comunichi solo al Presidente del Collegio sindacale come poi contabilizzare la vicenda del conto alla Vontobel Bank ci lascia esterrefatti, come se fosse una postilla, come se fosse una comunicazione fra due soggetti che, comunque, non informano né Finpiemonte né la Regione Piemonte di tutto questo.
Fatemi dire perché ho sentito tanta giusta indignazione su questi temi.
Nessuno ha posto più il tema generale del fatto se sia normale che una finanziaria regionale di una Regione come la nostra possa portare comunque, parte delle risorse dei piemontesi e di questo territorio in un conto, anche se fosse un conto deposito. Come sapete, per i meccanismi finanziari che in questo momento vi sono in Europa solo in Svizzera, dove non c'è il sistema di vigilanza BCE, se voi disponete di un conto deposito ovviamente quegli utili non si fanno e non ci sono quegli interessi.
Io credo, comunque, che anche quella fosse un'operazione assai strana e atipica, ma il fatto che una società che è chiamata a vigilare con il Collegio dei Revisori su quelle azioni l'abbia messa come una postilla del giorno dopo, non il giorno prima della firma su quei bilanci, a me non lascia solo stupefatto. Quando il Vicepresidente dice che ci sono tutti gli estremi per recuperare le ingenti risorse, penso che le responsabilità siano tante e non solo quelle che, magari, dopo il processo, potremmo anche chiedere ai diretti interessati e a chi ne uscirà con qualcosa di più degli avvisi di garanzia o degli arresti.
Intendo dire che non ci sono solo le società coinvolte, non ci sono solo le responsabilità degli amministratori coinvolti, perché mi pare che la vicenda inizi a prendere altre forme. Prima di tutto, anche quella della banca interessata. Non vorrei che anche in questa vicenda non ricordassimo che ci sono delle serie responsabilità di questa banca.
Fatemi dire un'altra cosa che a me inquieta e che voi avete lasciata ai limiti di Finpiemonte. Questi due personaggi, tra l'altro, sono interessati da altre vicende poco trasparenti, oltre ai processi che sono stati citati di alcuni scandali già legati proprio ai temi informatici. Per esempio alla Regione Lombardia, abbiano comprato con due lire - ripeto, due lire 2.500 euro, è scritto oggi in un periodico del Canavese - proprio il CIC: spostando il giorno prima al CSP (ex nostra partecipata e detenuta dal CSI) un software, dandoglielo, regalandoglielo e comprando - di fatto - per niente quell'azienda stessa.
Io vorrei, pian piano, senza allargare per forza il perimetro, capire le relazioni che il CSI ha fatto, perché il CSI è centrale, in qualche modo in quelle due dismissioni, sia delle quote del CIC che del CSP, così come ha fatto le verifiche, anche perché sono al centro di altre due indagini tra l'altro, una di queste è della Procura di Torino.
Ritengo che queste due cose vadano messe insieme e che non basterà semplicemente audire i Direttori e i Dirigenti, ma bisognerà capire anche tutto quello che stava dicendo giustamente e implicitamente il Vicepresidente. Cioè: abbiamo, oggi, gli strumenti presso Finpiemonte per capire se questa nostra finanziaria è pronta a fare da intermediatrice finanziaria? Questo è uno degli scenari sui quali, a prescindere da una Commissione d'inchiesta, la politica (ha ragione, anche lì, l'Assessore) si dovrà interrogare.
Credo che la nostra Commissione bilancio e la nostra Commissione delle partecipate abbiano, da subito, il pieno mandato per fare queste verifiche e ritengo che - come è avvenuto altre volte - questa vicenda c'entri ovviamente con quello che è appena emerso, ma vada anche oltre. Questo tipo di responsabilità dobbiamo metterla da parte per capire se effettivamente questa finanziaria ha l'operatività e gli strumenti per far sì che anche questo tipo d'inchiesta, non solo non travolga nei mesi successivi l'intero sistema produttivo, ma soprattutto non sia condizionata solo dalle relazioni che arriveranno anche dalla Banca d'Italia.
Io credo che nei prossimi mesi saremo chiamati a questo e penso che il Consiglio farebbe bene a individuare già subito i primi passaggi. Non so se ci risponderà il Collegio dei Revisori dei Conti, se vorremo chiamarli in causa, se lo farà la stessa Deloitte, non so se - ripeto - risponderanno i Dirigenti. Credo sia molto più importante, in questo momento, non solo recuperare le ingenti somme sottratte, ma evitare che altri disastri possano succedere, proprio per mancanza di quel tipo di competenze.
È assai difficile dare responsabilità agli organi politici solo nel campo dell'incompetenza. Qualcuno ha detto che questo è figlio dell'aver nominato persone incompetenti. È un po' dura spiegarla così, perché di tutto si pu dire di Gatti, meno che non avesse le competenze per dirigere una finanziaria regionale, così come non credo che i Dirigenti e i Direttori di Finpiemonte non abbiano le competenze per verificare. Certo è - e invece è incredibile - che, a fronte di alcuni bonifici che sono arrivati in Finpiemonte non ci sia stata, da subito, una ricostruzione del fatto; che una società che - ripeto - aveva le responsabilità di vigilare, le metta come una postilla, come se fosse una nota a margine di un parere favorevole.
Di queste e di tante altre vicende spero che nei prossimi mesi, non solo ci assumeremo la responsabilità di indagare, ma soprattutto di porre subito delle soluzioni utili per Finpiemonte e il nostro sistema economico.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei, Consigliere Grimaldi.
La parola al Consigliere Ravetti.



RAVETTI Domenico

Grazie, Presidente.
Mi perdoneranno i colleghi se lascerò che la prudenza mi anticipi in questo intervento. Per la dimensione del problema è bene pesare le parole, per non sia percepita come la solita frase retorica quella della fiducia nella Magistratura (oggi più che mai tutti noi dobbiamo averne), che possa lavorare nelle condizioni migliori per far emergere la verità.
La verità, peraltro, è a tutela di tutti i soggetti interessati in questa vicenda: tutti, nessuno escluso. Non dirò una parola rispetto ai fatti. Ho ascoltato l'intervento del Vicepresidente Reschigna e dico che il lavoro l'atteggiamento del Presidente e della Giunta, anche nelle relazioni con la Magistratura, sin dall'inizio è stato oggettivamente solerte, fondamentale e positivo. Uso questi aggettivi.
Rispetto al presente e al futuro, ho colto nelle dichiarazioni del Vicepresidente Reschigna alcuni passaggi che, in verità, sono stati ripresi in molti interventi e anche noi siamo d'accordo in questo senso. E cioè per esempio - valutare tutte le opzioni possibili per potenziare eventuali e ulteriori attività di controllo interno che restituiscano, anche attualmente, ancora più trasparenza.
C'è un altro punto che noi troviamo assolutamente significativo e che, per le nostre competenze e per le nostre responsabilità di natura politica deve essere al centro del nostro ragionamento e del confronto che avverrà da oggi in poi. E cioè, la funzione che Finpiemonte deve e dovrà avere ancor più nel futuro rispetto al sistema economico e produttivo di questa regione.
Guardate che la natura politica di questo confronto è fondamentale, oltre che utile: è il nostro compito, il nostro dovere. Io colgo l'invito del Capogruppo di Forza Italia, Fluttero, a dedicare tempo, con fatica, per affrontare questa vicenda. Nelle ripartenze dopo la crisi questi strumenti sono davvero importanti, pertanto il nostro ruolo, oggi ancor più di prima è fondamentale.
Voglio dire un'ultima cosa in merito all'invito fatto dal Movimento 5 Stelle: guardate, nel far emergere la verità c'è bisogno di tutto e di tutti. I luoghi di approfondimento che ci riguardano possono essere davvero parecchi. Io sono d'accordo con il Consigliere Grimaldi (non che non sia d'accordo con l'impegno che avete posto alla nostra attenzione nel vostro documento): dico che da subito, con le Commissioni competenti - la I e la III - noi possiamo, anche in forma congiunta, decidere insieme come procedere per ottenere lo stesso risultato che voi avete definito nell'impegno del vostro ordine del giorno.
In questo senso, siamo assolutamente a disposizione.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Ravetti.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Non interverrò lungamente sul tema delle responsabilità politiche individuali, morali, etiche e quant'altro, essendo già stato detto molto.
Vorrei provare a sospingere con le parole, se ci riuscirò, la nostra proposta di mozione per una Commissione d'inchiesta sul tema di Finpiemonte e poi fare alcuni rilievi ed eventuali domande al Vicepresidente Reschigna e al Presidente Chiamparino.
Mi ha molto stimolato l'ultimo intervento del Capogruppo del Partito Democratico nel merito con, senza offesa, l'ennesima promessa di un incremento delle attività nelle Commissioni consiliari ordinarie; promessa che già avevamo fatto quando l'attuale Capogruppo del Partito Democratico Ravetti, era Presidente della IV Commissione. Non per sua scarsa volontà ma per una difficoltà organizzativa e mancata disponibilità da parte dei vari Gruppi consiliari non siamo riusciti a individuare uno spazio, una finestra per una seduta settimanale in più della IV Commissione che ritengo, non solo perché ne sono Vicepresidente, ma per le questioni economiche e finanziarie che tratta, essere il tema forse più importante della Regione Piemonte.
Quindi vedo un po' difficile e complicato ipotizzare sedute straordinarie di Commissioni congiunte I e III, quindi bilancio, lavoro e fondi europei per approfondire il tema del funzionamento dei controlli interni della finanziaria regionale trasformata in organo di intermediazione finanziaria riconosciuta da Bankitalia.
Sono un po' pessimista, o forse sono realista, perché sono all'ottavo anno in Consiglio regionale e ho visto ridursi gli spazi di confronto e dibattito rispetto ad un possibile ed auspicabile ampliamento.
Noi, quindi, molto sommessamente chiediamo l'istituzione di una Commissione d'inchiesta, e lo dico anche forte dell'esperienza di questi anni, nel senso che nella scorsa legislatura furono istituite comunque, pur presente il "cattivo" Presidente della Giunta regionale di allora, Cota (dico "cattivo" tra virgolette ovviamente) due Commissioni d'inchiesta, mentre in questa legislatura.
Sì, le prime due e poi ce ne sono state altre due, mi corregge il Consigliere Vignale, mentre in questa legislatura, a oggi, zero.
Noi abbiamo chiesto, per esempio, una Commissione d'inchiesta sugli appalti in sanità, sull'attività sanitaria nelle strutture private, convenzionate e accreditate come le RSA, non per amor di numeri o perché si debba dire che una legislatura ha fatto tante Commissioni di inchieste e quindi è brava e l'altra non le fa (perché si potrebbe anche dire l'esatto opposto), ma perché continuano a succedere questioni, scandali, reati, indagini reali dubbi e perplessità su alcuni atteggiamenti.
Di norma ci viene detto "no" dalla maggioranza con una risposta: non facciamo la Commissione d'inchiesta sugli appalti in sanità perché non ci sono reati, non se ne sta occupando la Magistratura, non sono all'attenzione della cronaca giudiziaria in modo forte e rilevante e quindi non è necessaria istituire una Commissione d'inchiesta.
Oggi, che invece sul tema di Finpiemonte c'è un'inchiesta giudiziaria aperta, chiediamo una Commissione d'inchiesta e ci viene detto: no, perch una Commissione d'inchiesta su un tema su cui è aperta un'indagine si va a scontrare con il segreto istruttorio, con il sequestro degli atti per il procedimento giudiziario e quindi non si può fare.
Allora spiegateci bene, e di nuovo: o i nostri regolamenti sono scritti male, o non li sappiamo interpretare, oppure c'è una mancanza di volontà politica, perché se nella scorsa legislatura abbiamo fatto Commissione d'inchiesta sia in relazione a temi caldi che non avevano al loro interno indagini in corso, sia su temi caldi che avevano indagini in corso, su questa legislatura mi viene detto "niet" da una parte e "niet" dall'altra.
Io sono un po' limitato di comprendonio, quindi non ce la faccio a capire.
O mi aiuta qualche collega autorevole della maggioranza, o mi aiuta qualche collega autorevole della Giunta a capirlo, anche se è una questione interna al Consiglio regionale, perché dovremmo dire di no all'istituzione di una Commissione d'Inchiesta e come la giustifichiamo perché, come ha detto giustamente anche il Vicepresidente Reschigna, è una questione di comunicazione che va rendicontata all'esterno.
Dire "no" come Consiglio regionale, anche se lo dice la maggioranza all'esterno passa come un "no" del Consiglio regionale intero. Capiamoci su questo. All'esterno, anche con quello che diceva il collega Fluttero quando parliamo di banca pubblica andiamo a incrementare di più la già scarsa credibilità delle politiche, da una parte, e delle banche dall'altra.
Io starei molto attento a pensare di bocciare una Commissione d'inchiesta dicendo: però facciamo delle sedute suppletive di I e di III.
Piuttosto prendiamoci due o tre minuti di tempo, o anche di più, per discutere, modifichiamo magari le premesse, ceselliamo meglio gli impegni però arriviamo ad una sintesi perché si possa dare una risposta comunicativa all'esterno e una risposta concreta e fattuale all'interno dell'Ente, per andare a studiare i meccanismi di controllo.
Sono d'accordo con il Vicepresidente Reschigna e con i colleghi che hanno detto che non spetta a noi - per fortuna, diceva il collega Vignale andare ad accertare responsabilità penali ed erariali, e ci mancherebbe però un po' di valutazioni di cosa non ha funzionato, da un punto di vista dei controlli interni a Finpiemonte, e di cosa proponiamo per modificare dovremmo farle, anche perché, a livello nazionale, la relazione di inchiesta sulle banche presieduta dall'Onorevole Casini non ha portato a grandi documentazioni di denunce o quant'altro; ha portato a una serie di richieste di modifiche di leggi nazionali che poi, con il fatto che si è interrotta la legislatura non so quanto seguito avranno, ma possono costituire una base per modifiche leggi magari successive con questa legislatura.
Io andrei a pensare veramente di provare, piuttosto interrompendo cinque minuti il Consiglio e parlandoci tra di noi, per capire che direzione intraprendere, perché per tutto il resto - se n'è parlato ormai da due ore ci sono diverse zone grigie, ma non nel senso che c'è una responsabilità politica o mancanza di trasparenza voluta da parte di qualche parte o soggetto politico.
Se fuori di qui mi chiedessero come funziona effettivamente Finpiemonte e quali controlli abbiamo, io francamente avrei difficoltà a rispondere. Non so se i colleghi Consiglieri si troverebbero più agevolmente in grado di rispondere a una domanda siffatta, perché francamente avrei delle difficoltà concrete a dire "funziona così, funziona colà, abbiamo questi sistemi di controllo per cui non si può bypassare, eccetera".
Vi è di più, perché siamo andati in un percorso di incremento dell'attività della nostra finanziaria, cioè è diventata un soggetto di intermediazione finanziaria. Quindi, vengo alla domanda principale al Vicepresidente Reschigna e al Presidente Chiamparino, perché non ho ben capito. Quando si è parlato del tema delle competenze, si è detto che noi non abbiamo delle competenze elevate, non troviamo nessuno, anche in merito alla retribuzione offerta per quanto riguarda l'effettuazione di tutta una serie di ruoli apicali all'interno di Finpiemonte. Non ho capito se questa carenza sia ostativa al mantenimento del percorso della funzione di intermediazione finanziaria e quindi potrebbe essere una valutazione di possibile recesso.



(Commenti del Vicepresidente Reschigna)



BONO Davide

Quindi, è un tema su cui noi siamo "dispiaciuti" (tra virgolette) da un certo punto di vista, come dice il collega Campo, perché è un po' una sconfitta da parte di un Ente pubblico. Da un'altra parte, tutte le preoccupazioni e timori che avevamo sulla trasformazione in un soggetto di intermediazione finanziaria, si può riconoscere che avevano anche un fondamento.
Sappiamo delle difficoltà delle banche in generale, sappiamo delle difficoltà della politica in generale, sappiamo della difficoltà di mantenere un certo ruolo ed una certa credibilità all'esterno e all'interno; forse un po' di attenzione e di cautela non guasta.
Quindi, accogliamo positivamente questo freno a mano tirato da parte della Giunta, non dico tardivo, ma comunque discutiamone e parliamone. Noi abbiamo questa convinzione fin dall'inizio e non è mai bello dire che ve l'avevo detto, ma vediamo cosa succede e - come detto da tutti, il che non capita spesso, ma almeno su questo siamo d'accordo - cerchiamo di fare il bene della Regione Piemonte, dei cittadini e delle imprese piemontesi.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Ravetti; ne ha facoltà.



RAVETTI Domenico

Grazie, Presidente.
Solo perché probabilmente è necessario un chiarimento su un passaggio. L'ho detto prima e lo ribadisco: gli obiettivi sono gli stessi. Non c'è problema rispetto alla necessità di fare chiarezza per quelle che sono le nostre competenze e le nostre responsabilità, perché non ci sono problemi in questo senso e non vogliamo mandare messaggi differenti da questo pensiero.
Per questo mi permetto di avanzare una proposta, se il Presidente Boeti è d'accordo, cioè quella di una Conferenza dei Capigruppo di natura politica alla presenza anche del Presidente Chiamparino, per decidere insieme qual è la soluzione migliore per affrontare i prossimi passaggi.



PRESIDENTE

La parola al Presidente Chiamparino.



CHIAMPARINO Sergio, Presidente della Giunta regionale

Grazie.
Prima di tutto volevo ringraziare il Vicepresidente Reschigna, al quale ho chiesto, anche a nome della Giunta ovviamente, come lui ha detto, di fare questa comunicazione, non solo perché la sua proverbiale maggior competenza sulla materia specifica ha consentito al Consiglio di avere tutti gli elementi con i necessari dettagli per la discussione, ma anche perché a me sembrava doveroso, dal mio punto di vista, pormi in una condizione di ascolto, non tanto per replicare, ma per cercare di cogliere quali sono gli elementi di fondo che emergono dal Consiglio.
Da questo punto di vista, colgo subito l'appello (fra virgolette) fatto dal neo Presidente Fluttero, che saluto ancora, che è quello di cercare di cogliere - proprio nello spirito di parlare ai piemontesi, che non è un parlare solo mio ma di tutto il Consiglio - ciò che unisce questa discussione di fronte a una situazione obiettivamente assai critica e assai dannosa per l'immagine e non solo, per l'immagine e per la materia dell'attività della Regione Piemonte.
Da questo punto di vista, cioè il cercare di cogliere ciò che unisce - e mi scuso con altri Consiglieri, a cominciare dalla Presidente Gancia, se non coglierò alcuni spunti di temi più generali, che pure sarebbe interessante come il discorso sulle partecipate che mi porterebbero troppo distante dico subito che non ho difficoltà ad aderire alla proposta che adesso ha fatto il Presidente di Gruppo Ravetti.
Anzi, proprio perché il nostro spirito è mettere a disposizione del Consiglio tutto ciò che è a nostra conoscenza, senza nascondere nulla e senza alcun timore, ripeto che c'è piena facoltà: affrontiamolo in quella sede per vedere le modalità che, lo dico esplicitamente, consentano di costruire uno strumento che non sia inutile, cioè che non sia un'inutile tribuna che serve soltanto a replicare quello che già giustamente e legittimamente tutti noi facciamo attraverso i media e i vari strumenti d'informazione.
Quindi, se ho ben colto, credo che lo spirito della proposta non è quello di spostare il problema, ma di fare una riunione più definita che ci consenta di vedere se lo strumento è la Commissione d'inchiesta, oppure se lo strumento è una Commissione ad hoc, oppure se lo strumento è dare deleghe particolari alle Commissioni già esistenti. Noi siamo disponibili a prendere in esame e a far propria quella che sarà la decisione che il Consiglio riterrà più utile al fine di fare chiarezza per ciò che si pu fare chiarezza, ovviamente nell'ambito delle competenze del Consiglio.
Seconda questione. Uso una parola sola: noi abbiamo semplicemente fatto il nostro dovere, né più né meno, nel senso che - lo dico simpaticamente al Consigliere Tronzano, il quale mi riporta un po' alla gioventù delle nostre polemiche in Consiglio comunale - "l'oma mai cercà 'd rangè niente". Lo traduco: non abbiamo mai cercato di aggiustare niente, in tutta la mia e la nostra vita politica.
L'ho detto pubblicamente ai giornali e lo ripeto qui: siamo di fronte a fatti che, se saranno provati, sono gravissimi. Tuttavia, vale per tutto il principio garantista che è alla base dell'ordinamento giudiziario e della convivenza civile. Quindi, credo che tanto più quando ci sono persone in condizioni di restrizione delle proprie libertà, tanto meno sia opportuno fare polemiche che partono da questi dogmi.
Apprezzo in tutta sincerità il fatto che nessuno, ma proprio nessuno, salvo un breve accenno suo, Consigliere Tronzano, abbia fatto cenno al nesso fra appartenenze politiche della persona in questo caso coinvolta, cioè Fabrizio Gatti, e le sue eventuali responsabilità in sede penale. Anche perché all'epoca in cui fu nominato, come bene si ricorderà il Consigliere Tronzano, al mio posto sedeva Roberto Cota, e al posto del Vicepresidente Reschigna credo sedesse già Gilberto Pichetto. Sempre in questa Giunta sedeva anche la Consigliera Porchietto.
Dico questo non per rimpallare, ma semplicemente perché, all'epoca, era tale l'apprezzamento professionale da far diventare Fabrizio Gatti una figura degna di considerazione trasversale. Lo dico perché ce ne ricordiamo tutti.
Sulla questione dei controlli è già intervenuto il Vicepresidente Reschigna, per cui non aggiungo altro. Mi riallaccio solo a un tema che riguarda, però, l'inchiesta giudiziaria. Io credo che con le nostre (e le vostre) attività di approfondimento possiamo mettere in risalto, sia all'interno di Finpiemonte, sia, eventualmente, nei rapporti tra Uffici regionali e Finpiemonte, se c'è stata inadeguatezza, insufficienza e anche sciatteria, come qualcuno ha detto.
Attenzione, però (ciò che sto per dire vale esclusivamente per quel che riguarda l'interno di Finpiemonte): finché la Magistratura non farà chiarezza, non si può neanche escludere complicità. Lo dico con amarezza ma non si può escludere. D'altra parte, è già emerso. È per questo motivo che il crinale è stretto.
Tenete conto, però, che con le opportune distinzioni e con l'esigenza comunque, di approfondire ulteriormente, che non siamo stati con le mani in mano, perché le cose che ha detto Aldo Reschigna sono molto chiare e precise, e si stanno attuando.
Terza e ultima questione, che è quella che a me (e a noi) sta più a cuore: mi riferisco al ruolo futuro di Finpiemonte.
Come ha già precisato il Vicepresidente Reschigna, lì ci sono quasi mezzo milione di euro, anzi, quasi mezzo miliardo, disponibili per il territorio piemontese. Ci sono delle difficoltà obiettive nell'organizzare Finpiemonte come strumento di banca per la promozione dello sviluppo (non di banca commerciale, nessuno ne vuol fare una banca per avere gli sportelli al pubblico, ovviamente).
Un soggetto che favorisse l'accesso al credito di quelle aziende che hanno difficoltà a farlo con i normali canali creditizi era un'idea sulla quale mi pare non vi fosse una contrapposizione così netta fra maggioranza e opposizione. La differenza, piuttosto, era sui tempi di adeguamento di Finpiemonte.
Devo rilevare, da questo punto di vista, che indubbiamente Finpiemonte riconosce delle difficoltà per le ragioni che ha ricordato il Vicepresidente Reschigna. Questo vale anche sul discorso più generale delle partecipate, a cui faceva riferimento la Consigliera Gancia. Cioè quella difficoltà nel pubblico, per alcuni ruoli, di trovare figure professionali competitive con il privato, che siano in grado, quindi, di svolgere certe funzioni.



(Commenti fuori microfono)



CHIAMPARINO Sergio, Presidente della Giunta regionale

Bravo, anche per ragioni economiche e finanziarie. E che siano in grado di competere con i loro omologhi del campo privato.
Dato che, alla fine, le buone politiche viaggiano molto sulla professionalità delle persone, oltre che sulla loro onestà e professionalità, è del tutto evidente che le difficoltà che incontra l'Ente pubblico in questa direzione rischiano di pesare sulla possibilità di avere un'organizzazione adeguata alle sfide che ci si intende dare.
In ogni caso - vorrei dire una cosa spero precisa - non siamo in grado di prevedere che cosa dirà la relazione della Banca d'Italia, né quando lo dirà. Abbiamo alcune settimane - non molto tempo - e, da questo punto di vista, chiederei anche al Consiglio di vedere quale strumento utilizzare in questa direzione (di nuovo, la I Commissione oppure lo strumento che andremo a definire). Perché qui c'è un tema che ha una sua urgenza ribadito da Aldo Reschigna e da molti altri colleghi: quello di far sì che qualunque sia l'esito della relazione degli ispettori della Banca d'Italia.
Per essere chiaro, potrebbe essere un esito che impone delle prescrizioni molto rigorose per la continuazione dell'attività, alle quali bisognerà ottemperare; oppure potrebbe anche essere un esito che sospende quel tipo di funzione di Finpiemonte. In entrambi i casi (o in altri casi, che adesso non ho considerato ma che potrebbero essersi), noi dobbiamo essere pronti ad avere uno strumento o un cambiamento dello strumento tale da consentire di utilizzare, non solo nel tempo che resta da qui alla fine della legislatura, ma anche per il futuro, quella risorsa che abbiamo recuperato e che abbiamo messo a disposizione del Piemonte.
Io credo che questo lavoro lo possano fare le Commissioni esistenti.
Tuttavia, se nella sede in cui ci troveremo a ragionare si riterrà utile creare uno strumento ad hoc, siamo ampiamente disponibili.
Perché questa, sotto l'aspetto del "parlare ai piemontesi", come diceva il collega Fluttero, è la questione più importante: evitare, cioè, che lo strumento forse più importante che abbiamo (insieme ai fondi europei) per promuovere e sostenere crescita e sviluppo possa restare paralizzato per un tempo che può diventare letale per le sue stesse finalità.
Questo era quello che volevo dire. Ci tengo a ringraziare il Consiglio perché mi pare che, a fronte di una situazione drammatica, per certi aspetti, e molto critica (non voglio esprimere voti, sia ben chiaro), che poteva facilmente prestarsi a facili schermaglie di tipo polemico sul piano politico, abbia invece saputo dare un messaggio complessivo di capacità elevata di assumere gli interessi generali della nostra Regione.



PRESIDENTE

Grazie, Presidente Chiamparino.
Se il Consiglio è d'accordo, vorrei concludere questo argomento facendo riferimento alle due mozioni che sono state presentate.
Il Presidente di Gruppo Ravetti ha chiesto - naturalmente se il Consiglio è d'accordo - di convocare una Capigruppo politica con il Presidente e con il Vicepresidente, per affrontare l'argomento e decidere, se sarà il caso, di procedere con una Commissione di inchiesta.
Se siete quindi d'accordo, potremmo decidere un momento, magari anche nella prossima settimana.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Questa settimana?



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Sono le ore 18.25, e il Consiglio dovrebbe terminare alle ore 19. Se decidiamo di convocare la Conferenza dei Capigruppo, è chiaro che la seduta di Consiglio regionale finisce qui.
Devo dire che avevo anche una mezza idea di fare incardinare il provvedimento solo con la relazione di Saitta; questo ci avrebbe consentito di cominciare il provvedimento, poi è chiaro che continueremo anche con la discussione generale, la prossima volta.
Presidente Chiamparino, facciamo.
Prego, Grimaldi.
GRIMALDI Grazie, Presidente.
Insieme al Consigliere Ravetti, implicitamente l'abbiamo già detto e lo replicheremo, qualora fosse necessario, in una Capigruppo formale.
Implicito è, citando l'articolo 32 del nostro Regolamento: "Il Consiglio può demandare alle Commissioni lo svolgimento di indagini conoscitive, in ogni caso, spetta all'Ufficio di Presidenza definire le modalità per lo svolgimento delle indagini. Le Commissioni riferiscono al Consiglio, con apposito documento di acquisizione, le conclusioni delle indagini avanzando - se del caso - le opportune proposte.".
Questo non sta in capo alle Commissioni d'inchiesta, ma alle Commissioni consiliari competenti, addirittura la Conferenza dei Capigruppo. Che cosa vi stiamo dicendo? Che senza dover introdurre una Commissione d'indagine che oggi sarebbe inopportuna per l'inchiesta della Magistratura in corso potremmo dare questo mandato all'Ufficio di Presidenza, ai sensi dell'articolo 32, e riferire alla Conferenza dei Capigruppo le modalità con cui si vuole svolgere, in accordo con i Presidenti.
Questo è un po' il senso e si può fare anche adesso, volendo.



PRESIDENTE

Vorrei sapere cosa ne pensano i proponenti dell'ordine del giorno e della mozione, Movimento 5 Stelle e Forza Italia.
La parola al Consigliere Fluttero.



FLUTTERO Andrea

Grazie, Presidente.
A me pare che i ragionamenti fatti oggi in Aula, in modo pacato, sono stati apprezzati dal Presidente Chiamparino - e lo ringrazio - non devono, per far pensare a quest'Aula che siamo di fronte a un fatto banale, che pu essere affrontato con calma; credo che, proprio perché sollecitavo prima un'azione incisiva di tutti gli organi della Regione (Giunta, Presidenza e Consiglio) uscire da un dibattito costruttivo e serio, come quello di oggi pomeriggio, con un "poi ne parliamo" o con "demandiamo", eccetera, mi sembra che sia un messaggio poco incisivo: i media si sono interessati giustamente, a questa situazione e i cittadini sono preoccupati, quando non sono avviliti e rassegnati, ma spero siano ancora soltanto preoccupati e non rassegnati.
Credo che sarebbe incisivo, da parte nostra, finire questa giornata dicendo che ci troviamo come Capigruppo e decidiamo insieme qual è la risposta concreta da dare; che non è "faremo un approfondimento" o fare una relazione tipo modello Casini, per capirsi, che è stata "acqua fresca", noi abbiamo bisogno di dare una risposta molto chiara e molto semplice.
Non dobbiamo fare polemiche strumentali, l'abbiamo detto ed è stato apprezzato, ma è necessario capire quali sono i meccanismi, non le persone (a quello penserà la Magistratura), perché i meccanismi sono un dato di fatto: il modello organizzativo dei controlli di Finpiemonte Banca è solo un dato di fatto. Si saranno scritti da qualche parte, ci saranno dei protocolli di operatività dell'azienda? Quindi, ricontrollare questi protocolli, guardarli, magari farsi aiutare da qualche consulente delle nostre aree politiche che "mastichi" di materia bancaria, che ci aiuti a capire se il meccanismo e lo schema organizzativo è stato costruito in maniera corretta, quindi se ci sono delle lacune. Abbiamo il dovere di verificare se questo meccanismo può funzionare bene o se ha dei margini di miglioramento.
Credo che questa sia una risposta concreta, quindi - ripeto - saremmo contenti, come Gruppo, di poter, già stasera, definire in sede di Conferenza di Capigruppo "politica" la risposta da dare, una prima risposta concreta ai cittadini piemontesi, dimostrando così che non abbiamo passato il pomeriggio, com'è vero, a fare strumentali polemiche, ma a ragionare insieme su come affrontare questa cosa e dare una risposta ai piemontesi.
Credo il miglior coronamento, la cosa più concreta, chiara e incisiva che possiamo fare è chiudere adesso, tanto non è che se incardiniamo in questo momento la proposta di delibera di Giunta sull'edilizia sanitaria - non me ne vorrà l'Assessore Saitta - perché non sono questi 30 minuti che cambiano.



PRESIDENTE

Non cambia niente.



FLUTTERO Andrea

Non cambierà il percorso amministrativo di questa delibera di cui parleremo nei prossimi due Consigli regionali, ma diamoci una ventina di minuti per decidere insieme, in questo clima costruttivo, come affrontare nelle prossime settimane quest'argomento e come dare una risposta chiara incisiva e rassicurante ai cittadini piemontesi.



PRESIDENTE

Grazie, collega Fluttero.
Credo che si possa accogliere il suggerimento del Consigliere Fluttero cioè chiudere qui il Consiglio regionale, fare mezz'ora di riunione con i Capigruppo, in maniera da definire il percorso rispetto a questo problema.


Argomento: Diritti umani

Esame mozione n. 1313 presentata da Baricco, Appiano, Conticelli Ferrentino, Laus, Rossi e Valle, inerente a "Creazione di una zona umanitaria disarmata sotto protezione internazionale in territorio siriano"

Argomento: Diritti umani

Ordine del giorno n. 1370 presentato da Accossato, Allemano, Appiano Barazzotto, Baricco, Caputo, Conticelli, Corgnati, Gallo, Grimaldi, Ottria Ravetti, Rossi, Rostagno e Valle, inerente a "Solidarietà alla popolazione di Afrin e ai civili vittime di violenza"


PRESIDENTE

Poiché è stata presentata una mozione urgente, la n. 1313 presentata da Baricco, Appiano, Conticelli, Ferrentino, Laus, Rossi e Valle, "Creazione di una zona umanitaria disarmata sotto protezione internazionale in territorio siriano", e poi l'ordine del giorno n. 1370 di altri Consiglieri sullo stesso tema, di cui al punto 12) all'o.d.g., oltre all'altro ordine del giorno n. 1369 "Contrarietà all'arresto di Carles Puigdemont e degli altri membri della Generalitat Catalana", siete d'accordo di mettere in votazione questi atti di indirizzo che, per quello che sta succedendo nel mondo, sono considerati urgenti? Voteremmo solo, senza intervenire dopodiché andiamo a fare la Conferenza dei Capigruppo e affrontiamo questo capitolo, per vedere eventualmente come proseguirlo.
Se non ci sono obiezioni, metterei in votazione la prima mozione, a prima firma Baricco.
Indìco la votazione palese sulla mozione n. 1313, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
Procediamo con la votazione dell'ordine del giorno n. 1370 presentato da Accossato, Allemano, Appiano, Barazzotto, Baricco, Caputo, Conticelli Corgnati, Gallo, Grimaldi, Ottria, Ravetti, Rossi, Rostagno e Valle inerente a "Solidarietà alla popolazione di Afrin e ai civili vittime di violenza".
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 1370, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento: Questioni internazionali

Ordine del giorno n. 1369 presentato da Molinari, Appiano, Baricco Corgnati, Motta e Gancia, inerente a "Contrarietà all'arresto di Carles Puigdemont e degli altri membri della Generalitat Catalana e richiesta intervento istituzioni europee" (rinvio)


PRESIDENTE

Dovremmo mettere in votazione l'ordine del giorno n. 1369, di cui al punto 11) all'o.d.g.
C'è consenso su questo? Ovviamente ognuno può votare come vuole.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

È la contrarietà rispetto all'arresto di Carles Puigdemont.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Se continuate così, la finiamo qui.
Questo ordine del giorno non può essere votato per la contrarietà di vari Consiglieri.
Non ci sono le condizioni.
La seduta di Consiglio regionale termina qui. la Conferenza dei Capigruppo è convocata in Sala A.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 18.31)



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