Sei qui: Home > Leggi e banche dati > Resoconti consiliari > Archivio



Dettaglio seduta n.301 del 22/03/18 - Legislatura n. X - Sedute dal 25 maggio 2014 al 25 maggio 2019

Scarica PDF completo

Argomento:


MOTTA ANGELA



(I lavori iniziano alle ore 9.40 con l'esame del punto all'o.d.g. inerente a "Svolgimento interrogazioni e interpellanze")


Argomento: Bilanci preventivi

Interrogazione n. 1774 presentata da Bertola, Campo e Frediani inerente a "Area ex Fiat-Avio, sede del grattacielo della Regione, stato dell'arte delle bonifiche dei suoli e delle acque"


PRESIDENTE

Buongiorno, colleghi.
Iniziamo i lavori del sindacato ispettivo proponendo l'esame dell'interrogazione n. 1774.
La parola al Consigliere Segretario Bertola in qualità di Consigliere per l'illustrazione.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Ormai questo è uno degli appuntamenti fissi e periodici di questa legislatura: lo stato di avanzamento di tutto ciò che afferisce all'opera "Sede nuova della Regione Piemonte"; un'opera che ha attraversato e sta attraversando tutta una serie di problemi.
In questo caso, con quest'interrogazione, che è di cinque mesi e mezzo fa ci concentriamo su quella che è stata definita la dimensione orizzontale del cantiere, non verticale, del palazzo, con la questione delle bonifiche ambientali, giacché, anche su queste, negli anni ci sono stati diversi problemi.
Si parte ovviamente dal 2004, quando la Regione Piemonte acquisisce dalla società IP Investimenti S.r.l. l'area dell'ex FIAT Avio, nell'ambito denominato zona urbana di trasformazione 12.32 Avio Oval, sita nel Comune di Torino, in via Nizza 312.
Sappiamo cosa succede dopo: la Regione decide di costruire lì la sua nuova sede, il Palazzo della Regione. Poi nel 2016, nella stessa area, nella parte retrostante, si decide anche di edificare il nuovo Parco della Salute, della Ricerca e dell'Innovazione della Città di Torino.
C'è una questione con le bonifiche, sia delle acque sia dei suoli. Per quanto riguarda la bonifica delle acque, nell'ambito dell'area ex FIAT Avio, da novembre 2005 a maggio 2012 si è tenuto di porre un provvisorio rimedio alla propagazione di cromo esavalente in falda, attraverso una barriera idraulica; un'opera di messa in sicurezza d'emergenza.
Nel 2014 viene redatto il progetto operativo di bonifica della matrice acque del comprensorio 5; dal 2012, la messa in sicurezza di emergenza è stata sospesa e a oggi non c'è nulla che impedisca la propagazione del cromo esavalente in falda.
Inoltre, il piano operativo di bonifica non è mai stato appaltato.
Per questo e altri motivi risultava, al momento in cui abbiamo consegnato l'interrogazione, aperta un'indagine da parte della Corte dei Conti e dei NOE.
Per quanto riguarda la bonifica dei suoli, nell'ambito della stessa area nel 2012 veniva approvato il progetto operativo di bonifica della matrice suolo, i comprensori 1B e 3, poi appaltato nel 2014, insieme all'attività integrativa di caratterizzazione della matrice suolo nel comprensorio 5 propedeutica alla bonifica della matrice acqua, al Consorzio Cooperative e Costruzioni CCC, con impresa esecutrice Unirecuperi.
Arriviamo al 2016 quando, con la determinazione dirigenziale 82 del 20 giugno 2016, viene approvata una variante suppletiva all'esecuzione di maggiori e/o diverse lavorazioni riguardanti le opere di modifica viabile realizzazione dell'attività integrativa di caratterizzazione della matrice suolo nel comprensorio 5, propedeutica alla bonifica della matrice acque e realizzazione del progetto operativo di bonifica della matrice suolo comprensorio 1B e 3, nell'ambito della cosiddetta zona di trasformazione urbana ex FIAT Avio.
Questa variante viene giustificata da sopraggiunti ulteriori gravi problemi, quali ad esempio le operazioni in cantiere amianto, a causa del rinvenimento diffuso di materiali contenenti amianto nel comprensorio 3 e nel comprensorio 5, non rilevati dalle caratterizzazione seguite per il piano operativo di bonifica approvato e oggetto dell'appalto, e l'aumento dei volumi di scavo nei comprensori 3 e 5, per un maggiore importo contrattuale di complessivi due milioni 317 mila 793,12 euro, eccedente il quinto d'obbligo rispetto all'importo contrattuale.
A causa di diverse incertezza e criticità non valutati in precedenza, sia viabili sia ambientali, nella variante viene differito, per effetto dell'esecuzione delle opere previste in variante, il tempo di esecuzione di 155 giorni naturali e consecutivi per l'ultimazione dei lavori.
Per questi motivi, interroghiamo la Giunta regionale per conoscere lo stato di avanzamento della bonifica dei suoli nei comprensori 1B e 3, attraverso il programma esecutivo dei lavori, ovvero la percentuale di esecuzione l'avanzamento e il rispetto del cronoprogramma, anche a seguito della variante suppletiva.
Chiediamo se le ulteriori risorse approvate nella variante suppletiva siano sufficienti al completamento della bonifica dei suoli e chiediamo come farà la Regione Piemonte a garantire, in tempi celeri, la messa in sicurezza di emergenza e la bonifica operativa della matrice acqua nel comprensorio 5.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Bertola.
Le ho lasciato più tempo rispetto a quello regolamentare perché ci sono solo due interrogazioni, quindi credo che ci siano i tempi per poterle svolgerle senza alcun problema da questo punto di vista.
La parola al Vicepresidente Reschigna per la risposta.



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale

Grazie, Presidente.
Leggerò una lunga e dettagliata risposta tecnica che ho chiesto alla nuova responsabile della struttura temporanea per la gestione del progetto ZUT l'ingegnera Anna Maria Facipieri.
Mi permetto di anticipare la lettura di questa complessa relazione con, da un lato, un impegno, che è quello di organizzare un incontro all'interno della Commissione consiliare con il nuovo direttore dei lavori che è stato nominato sul progetto delle bonifiche, e con la responsabile della struttura temporanea, in modo tale che tutta una serie di problematiche che non risultassero chiare, a parte il fatto che consegnerò la relazione tecnica, possano essere oggetto di confronto all'interno della Commissione consiliare competente.
Dall'altro, mi permetto anche di anticipare una questione che non è oggetto della bonifica richiamata nell'interrogazione, ma che ritengo nell'atteggiamento che ho inteso assumere in questa faticosissima esperienza relativa alla costruzione del grattacielo, possa corrispondere alla necessità di avere e di fornire al Consiglio regionale il massimo degli elementi di trasparenza nella gestione di questa complicata vicenda.
Perché - ma lo si capirà anche nell'ascolto della relazione - al di là di tutta una serie di problemi tecnici e di qualche ritardo, che troverete modo di documentare nella lettura di quest'interrogazione, c'è un problema che intendo porre all'Avvocatura regionale: se vi è una possibilità, per la Regione Piemonte, di recuperare parte delle risorse aggiuntive (che sono molte) che sta spendendo nell'operazione di bonifica dell'area ex FIAT Avio.
Vorrei ricordare che il contratto originariamente sottoscritto dalla Regione Piemonte con il venditore prevedeva l'obbligo, da parte del venditore, di procedere alla bonifica del sito, con oneri a suo carico.
È poi intervenuto un accordo transattivo successivo, secondo il quale rispetto al prezzo pattuito di acquisto dell'area, la Regione si tratteneva cinque milioni di euro relativamente al fatto che questi cinque milioni di euro venissero corrisposti unicamente ad avvenuta certificazione dell'esecuzione delle bonifiche.
Con successivo accordo, di fronte anche a una condizione oggettiva (che era quella dei ritardi nell'esecuzione delle opere di bonifica da parte della società venditrice), si è addivenuti, sostanzialmente, alla conclusione che la Regione Piemonte incassava 6.900.000 euro dalla società venditrice, ma si assumeva l'onere dell'esecuzione delle bonifiche del sito.
Il punto che porrò nei prossimi giorni all'Avvocatura della Regione Piemonte è quello di verificare se ci sono (e a quali condizioni) delle possibilità per la Regione Piemonte, di fronte al fatto che, probabilmente c'era un progetto di bonifica inadeguato nelle sue complessità e nelle sue dimensioni economiche, di poter rientrare di parte delle risorse. Perch vorrei essere chiaro su questo - stiamo spendendo almeno tre volte tanto quello che è l'importo percepito dalla società venditrice. E ritengo che questo aspetto meriti adeguata attenzione da parte di tutti.
Detto questo, procedo alla lettura della risposta, che sarà un po' lunga.
Il punto 1) dell'interrogazione chiede di conoscere lo stato di avanzamento della bonifica dei suoli nei comprensori 1B e 3 attraverso il programma esecutivo dei lavori.
La bonifica della matrice suolo nel comprensorio 1B e nel comprensorio 3 (Poligono Tedesi), appaltata in ottemperanza al Piano Operativo di Bonifica approvato il 30 luglio 2012 dalla Città di Torino, prevedeva di conseguire la conformità delle concentrazioni soglia di rischio alla profondità di 3,5 metri, con uno scavo di 9.600 metri cubi circa.
Tuttavia, durante gli scavi è emersa la presenza di frammenti di materiale contenenti amianto, frammisti a rifiuti presenti sull'area, presenza non individuata né dalle indagini di caratterizzazione condotte da ARPA nel 2004 su richiesta di Regione Piemonte, né da Golder Associates contrattista di Regione Piemonte per la redazione del Piano Operativo di Bonifica della matrice suolo 2008-2013.
Lo scavo in regime di "Piano di lavoro amianto", la bonifica bellica con scavo assistito e le evidenze riscontrate hanno comportato un incremento sostanziale dei costi e dei tempi di lavorazione e dei volumi di scavo.
Per far fronte a questi imprevisti, si è resa necessaria la realizzazione di una perizia di variante, approvata con la sopracitata determinazione della struttura temporanea del progetto in data 20 giugno 2016.
In data 14 giugno 2016 il Direttore dei lavori ha avviato con ARPA una verifica di collaudabilità dello scavo e, a partire dal 17 dicembre 2016 ha sospeso totalmente i lavori in attesa dell'esito.
La verificata ARPA è iniziata con il sopralluogo del 21 dicembre 2016, in cui l'Ente ha deciso di procedere con il collaudo del fondo scavo a settori, mentre i lati scavo sono stati esclusi in attesa della realizzazione di ulteriori interventi.
In particolare, ARPA ha richiesto per i lati scavo est l'avanzamento del fronte di scavo sino alle trincee eseguite durante il sopralluogo, su cui sono in corso le analisi di conformità; sul lato sud l'esecuzione di tre sondaggi per verificare l'ubicazione del punto di conformità; sul lato ovest, ove è presente una struttura ipogea vuota, a base rettangolare, ARPA richiesto la demolizione della struttura.
Per evitare un'inutile demolizione, la Direzione lavori ha proposto, anche su questo fronte, l'esecuzione di tre sondaggi che oltrepassino la soletta di fondo, per chiarire la qualità e la natura dei materiali sottostanti prima di decidere se tale struttura possa o no essere lasciata in loco.
Non avendo raggiunto un accordo sull'ubicazione e sul numero dei sondaggi del lato ovest, in accordo con ARPA è stata richiesta la convocazione di un Tavolo tecnico della Conferenza dei servizi.
Sul lato nord, ARPA ha richiesto, altresì, la demolizione totale delle fondazioni lineari presenti; richiesta che è anch'essa oggetto del succitato Tavolo tecnico.
Inoltre, in fase di esecuzione, per ottemperare agli obblighi normativi in materia di "Messa in sicurezza e d'emergenza", e per completare la fase propedeutica alla bonifica della matrice acqua, il Direttore dei lavori ha riscontrato la necessità di predisporre un progetto di opera complementare.
L'intervento di bonifica (appalto principale) è in fase di conclusione: il volume dei rifiuti da rimuovere è risultato superiore ai 9.600 metri cubi previsti dal Piano Operativo di Bonifica approvato dalla Conferenza dei servizi; la presenza negli stessi rifiuti di amianto diffuso ha ulteriormente fatto levitare costi e tempi di bonifica.
Lo scavo di bonifica al momento è stato sospeso per condizioni di sicurezza. Per quanto riguarda l'amianto, avendo ottenuto la restituzione dell'area da parte dello SPRESAL ASL-TO1. Per i rifiuti ancora presenti procedendo all'aggiornamento dell'Analisi di rischio e alla progettazione di una messa in sicurezza operativa in accordo con ARPA Piemonte.
Aggiornamento dell'analisi di rischio - Componente suolo.
L'analisi di rischio costituisce, ai sensi del decreto legislativo 152/2006, lo strumento più avanzato di supporto alle decisioni nella gestione dei siti contaminati, in quanto consente di valutare in via quantitativa i rischi per la salute umana connessi alla presenza di inquinanti nelle matrici ambientali.
Il sito in oggetto è stato interessato da precedente Analisi di rischio approvata dagli Enti del luglio 2011.
A seguito dei prelievi effettuati in occasione delle fasi di collaudo delle opere di bonifica nei mesi di dicembre 2016 e febbraio 2017 (mediante il prelievo di 16 campioni di terreno dal fondo e dalle pareti dello scavo da sottoporre all'analisi di laboratorio, i cui esiti hanno evidenziato superamenti delle concentrazioni soglia di contaminazione) ed in contraddittorio con ARPA Piemonte, si è reso necessario l'aggiornamento della precedente Analisi di rischio.
A oggi, l'aggiornamento dell'Analisi di rischio è concluso, la consegna definitiva è avvenuta il 27 febbraio 2018 e, sulla base delle sue indicazioni, l'Ufficio Direzione lavori sta attualmente predisponendo il progetto della MISO. L'intera documentazione sarà tempestivamente trasmessa agli Enti competenti per la loro approvazione.
I punti salienti della nuova analisi di rischio sono i seguenti.
Esistenza di un potenziale rischio sanitario per i soli fruitori del sito nelle condizioni attuali (lavoratori delle imprese impiegate nelle attività di bonifica e di riqualificazione del sito), associato al contatto diretto con il terreno superficiale contaminato da arsenico e piombo e alla inalazione dei vapori solventi clorurati in ambiente outdoor.
Intervento di messa in sicurezza operativa del sito consistente nell'isolamento del fondo dello scavo tramite l'uso di telo HDPE dello spessore minimo di 1,5 millimetri risvoltato sulle pareti per un'altezza specificata nell'azione tecnica del progetto.
La posa del telo avverrà utilizzando materiali fini, poco permeabili, da acquisire all'esterno del cantiere, e materiali permeabili già disponibili in sito, conformi alla concentrazione/soglia di contaminazione, per uno spessore di circa un metro e successiva copertura con uno strato di terreno permeabile dello spessore di 30 centimetri. Alla base della copertura sarà posizionata una rete di allerta.
Monitoraggio all'effettiva esposizione del tricloro-etilene mediante campionamento dell'aria ambiente su fiala carboni attivi, utilizzando campionatori personali portatili, specificando che tale monitoraggio è stato individuato per rispondere alle condizioni di potenziale rischio, in base a quanto rilevato esclusivamente dal laboratorio ARPA Piemonte.
Cronoprogramma componente suolo: una volta definiti e condivisi gli interventi per la messa in sicurezza del sito da parte degli Enti competenti, si ordinerà da parte della Direzione lavori all'impresa di eseguirli con tempestività. Una volta collaudata la messa in sicurezza operativa, si determineranno le condizioni per la fine lavori.
La continuazione e la conclusione dell'attività di bonifica sono attualmente oggetto di ulteriori verifiche da parte dell'Amministrazione che sta valutando la possibilità che le stesse siano concluse nell'ambito dell'intervento per la realizzazione del Parco salute.
Punto 2: sapere se le ulteriori risorse approvate nella variante suppletiva sono sufficienti al completamento della bonifica dei suoli. Nel comprensorio 5 lo scavo eseguito per la rimozione della sorgente primaria di cromo-esavalente ha raggiunto la zona capillare sovrastante la falda acquifera. Le campagne di monitoraggio dell'acqua di falda eseguite hanno evidenziato una riduzione della concentrazione di cromo-esavalente di circa un ordine di grandezza.
Alla luce del risultato ottenuto e come citato nelle premesse, in accordo con la Conferenza dei Servizi, la stazione appaltante ha provveduto a progettare un'opera complementare per completare la messa in sicurezza della falda e per valutare l'effettiva efficacia dell'intervento di Bio Remediation prevista dal piano operativo di bonifica della matrice acqua sotterranea.
L'appalto principale (aggiudicataria Consorzio Integra ed impresa esecutrice Unirecuperi) ammonta a nove milioni 392 mila euro e rotti comprensivo della variante approvata con determina del 2016.
Come già detto al punto precedente, la continuazione e la conclusione dell'attività di bonifica sono oggetto di ulteriori verifiche da parte dell'Amministrazione circa la possibilità che le stesse siano concluse nell'ambito della realizzazione del Parco della salute. Attualmente si stima un costo aggiuntivo non inferiore agli otto milioni di euro.
Punto 3: come farà la Regione Piemonte a garantire in tempi celeri la MISE e la modifica operativa della matrice acqua nel comprensorio 5? Come già segnalato per ottemperare agli obblighi normativi in materia di messa in sicurezza ed emergenza e per completare l'attività propedeutica alla bonifica della matrice acqua del comprensorio 5, è stato ritenuto necessario predisporre il progetto di un'opera complementare per le seguenti motivazioni: la riattivazione della messa in sicurezza ed emergenza non era ulteriormente inderogabile; la stessa preesistente era stata valutata di scarsa efficacia in sede di operazione del programma operativo di bonifica della matrice acqua; lo scavo per l'eliminazione della sorgente di cromo-esavalente nel suo sviluppo verticale aveva raggiunto la conformità della concentrazione soglia di contaminazione contestualmente al raggiungimento della zona satura (-13,50), producendo un significativo calo delle concentrazioni di cromo-esavalente nelle acque di falda, come da relazione dell'ARPA Piemonte del settembre 2016.
L'attività propedeutica alla bonifica della falda (neutralizzazione da sorgenti di cromo-esavalente) doveva conseguentemente essere focalizzata sulla sperimentazione del sistema di riduzione del cromo mediante Bio Remediation, come indicato dalla succitata nota ARPA del settembre scorso.
L'opera complementare in corso è stata realizzata nell'interesse dell'Amministrazione, evitando sia i costi di esercizio della vecchia MISE sia quelli addizionali di pretrattamento delle acque previste dalla normativa vigente, e aggiornando contestualmente il modello concettuale alla base della futura attività di bonifica della falda, nello spirito del contratto principale consistente anche nell'attuazione dell'attività propedeutiche alla realizzazione del piano operativo di bonifica della falda.
Tale opera complementare, denominata attività addizionali propedeutiche alla bonifica della matrice acqua del comprensorio 5, del costo di 581.508,25 euro è stata affidata all'impresa appaltatrice del contratto principale. I lavori consegnati in data 30 ottobre 2017 sono attualmente in corso, tempo utile per compiere i lavori 395 giorni naturali consecutivi, e sono fondamentali per abbattere la diffusione del cromo-esavalente.
A oggi, si è realizzato il pozzo di approvvigionamento per l'impianto, il sistema di immissione e controllo, il collegamento tra pozzi, piezometri e impianto di trattamento delle acque di falda. Attualmente si sta provvedendo alla taratura dei flussi e alla messa in esercizio dell'intero sistema di bonifica della falda. È presumibile che tra la prima e la seconda settimana di aprile 2018 il Direttore lavori stabilisca l'avvio a regime dell'attività di bonifica dalla falda e, nel contempo, attui quanto previsto dal progetto per il monitoraggio periodico.
A seguito del completamento dell'impianto e della rete di immissioni in falda di miscele specifiche, inizierà la fase operativa che prevede: monitoraggi periodici delle acque sotterranee a caratterizzazione analitica di laboratorio; entro il sesto mese dall'inizio della fase operativa, la redazione di relazione preliminare sulla valutazione dei risultati dell'attività di iniezione di substrati organici in falda; entro il tredicesimo mese dall'inizio della fase operativa, la redazione di una relazione finale sulla valutazione dei risultati dall'attività di iniezione substrati organici in falda.
Si evidenzia che la lettura progressiva dei dati oggetto di specifica relazione tecnica consentirà alla Direzione lavori e agli Enti competenti di effettuare valutazioni quantitative e qualitative sull'effettivo andamento della bonifica. Dopo 13 mesi dall'avvio della fase operativa presumibilmente nella primavera del 2019, si potrà verificare l'effettiva risposta del sistema terreno falde. In caso di risposta positiva del sistema, quindi con l'abbattimento della presenza di cromo-esavalente e/o di altri componenti in quantità pari o inferiori alle concentrazioni rilevate nei piezometri ubicati, considerato il deflusso sotterraneo a monte dell'area oggetto di bonifica, si raggiungeranno gli obiettivi del Piano di bonifica.
In caso di risposta negativa del sistema, dovranno essere rimodulati i tempi delle attività di immissione in falda di miscela specifica. A tal proposito si specifica, come più volte ribadito in occasione dibattiti scientifici, che il disinquinamento a una falda è un'operazione molto complessa, in quanto si tratta di un sistema dinamico e quindi sono necessari in genere tempi lunghi.
Infatti, anche nel caso specifico la risposta del sistema è legata a numerosi fattori naturali e non controllabili dall'azione umana, tra cui l'andamento piezometrico e la presenza di ossigeno in profondità. Variando tali fattori, ad esempio la presenza di ossigeno, i tempi di riduzione del cromo-esavalente subiscono un naturale ampliamento.
Questo è quanto. Mi rendo conto che non è semplice ascoltare una relazione così tecnica, per cui gliela consegno.



PRESIDENTE

Grazie, Vicepresidente. Abbiamo sforato i tempi, ma ci rendiamo conto della complessità della risposta e dell'interrogazione.


Argomento: Patrimonio culturale regionale (linguistico, etnologico, folcloristico, storia locale)

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 1819 presentata da Frediani, inerente a "Una sede in Valle Susa per la collezione auto Bertone"


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 1819.
La parola alla Consigliera Frediani per l'illustrazione.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Quest'interrogazione è stata depositata qualche mese fa perché su un giornale online prettamente valsusino era uscita una notizia relativa alla collezione di auto Bertone.
La carrozzeria Bertone, com'è noto, aveva una sede a Caprie e all'interno di questo stabilimento erano custoditi alcuni modelli di auto di grande valore, non solo economico, ma anche culturale e storico, perch rappresentanti la testimonianza del grande successo che le auto Bertone hanno ottenuto negli anni e di tutto quello che questo marchio ha rappresentato.
Purtroppo sappiamo quali siano state le difficoltà che questa azienda storica piemontese ha dovuto affrontare nel corso del tempo; difficoltà che hanno portato alla chiusura dello stabilimento di Caprie e al contestuale licenziamento della forza lavoro che all'epoca era di circa cento dipendenti. Il fatto è avvenuto nel luglio 2014.
Nel 2015 l'Automotoclub Storico Italiano si è aggiudicato per 3,44 milioni di euro la storica collezione auto della carrozzeria Bertone, composta da 79 pezzi che includevano veicoli, telai e modelli del Museo Bertone.
Il 21 ottobre 2017 questa collezione è stata spostata ed esposta in Lombardia, nel Museo del Volo Volandia di Somma Lombardo, dove dovrebbe rimanere per due anni, quindi il fatto è avvenuto pochi mesi fa. Il 3 marzo 2018 avrebbe dovuto essere inaugurato un nuovo padiglione per accogliere questa collezione.
La nostra interrogazione era più che altro per capire se ci fosse la volontà e l'intenzione della Regione di interessarsi a questo tema e cercare di riportare questa collezione in Piemonte, preferibilmente in Val di Susa, dal momento che qui sono nati questi modelli e ci sembra giusto che questa collezione torni per l'appunto nel suo luogo di origine, che è la Val di Susa e in particolare Caprie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessora Parigi per la risposta.



PARIGI Antonella, Assessora alla cultura

Grazie, Presidente.
Attualmente la collezione è di proprietà dell'associazione Automotoclub Storico Italiano (ASI), che in varie circostanze ha interpellato la Città di Torino al fine di poter esporre la collezione Bertone.
Questo è un argomento molto più da Città che non da Regione; abbiamo parlato con la Città e sembrerebbe che i tempi siano maturi per verificare la fattibilità di collocare tale collezione nella sede del Museo dell'Automobile - di cui sono soci sia Città che Regione - che è un Museo nazionale finalizzato a valorizzare questo patrimonio.
La Regione intende operare in questa direzione, in collaborazione col Comune, e ha già avviato gli iniziali contatti con il Museo dell'Automobile al fine di favorire la valorizzazione di questa collezione, di cui però va anche detto che i pezzi più importanti sono già stati venduti.



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la trattazione del sindacato ispettivo.



(Alle ore 10.11 la Presidente dichiara esaurita la trattazione del punto all'o.d.g. inerente a "Svolgimento interrogazioni e interpellanze")



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE BOETI



(La seduta ha inizio alle ore 10.13)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Do atto che l'o.d.g. è stato approvato nella seduta del 21 marzo 2018.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo Baricco, Cerutti, Corgnati, Ferrari, Gancia Gariglio, Laus, Molinari e Pentenero.


Argomento: Bilanci preventivi

Esame disegno di legge n. 286, inerente a "Bilancio di previsione finanziaria 2018-2010"


PRESIDENTE

Riprendiamo l'esame del disegno di legge n. 286, di cui al punto 4) all'o.d.g.
Nella seduta antimeridiana del 21 marzo è iniziato l'esame del provvedimento. Sono state svolte le relazioni di maggioranza e di minoranza. In sede di discussione generale sono intervenuti i Consiglieri Mighetti, Frediani, Valetti, Bertola, Andrissi, Campo, Grimaldi e l'Assessore Reschigna.
È stata convocata la I Commissione per un approfondimento sugli emendamenti presentati dalla Giunta regionale.
Nella seduta pomeridiana del 21 marzo sono stati approvati gli articoli 3 6, 7, 7 bis, 7 ter, 7 quater, 7 quinquies, 7 sexies, 7 septies e 7 octies.
Sono stati sospesi gli articoli 1, 2, 4, 5, 5 bis, 5 ter, 5 quater, 6 bis e 7 novies.
ARTICOLO 7 novies Emendamento rubricato n. 223) presentato da Mighetti,Andrissi, Bertola Bono, Campo, Frediani, Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Ha chiesto la parola il Consigliere Mighetti; ne ha facoltà.



MIGHETTI Paolo

Presidente, c'era un emendamento in sospeso: quello relativo all'articolo 7) novies, il n. 223). Volevo solo comunicare che, visto il ragionamento fatto sia con l'Assessore sia con le altre forze di maggioranza, intendo ritirare l'emendamento.



PRESIDENTE

Benissimo. Quindi l'emendamento n. 223) è ritirato.
Ha chiesto la parola la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Vorrei solo sapere a che ora l'Assessore Saitta sarà disponibile per le comunicazioni che ho richiesto ieri.



PRESIDENTE

Siamo ancora in attesa di sapere.
Come d'accordo, l'Assessore ci sarà nel corso della giornata, ma non sappiamo ancora quando.
ARTICOLO 7 decies Emendamento rubricato n. 225) presentato dalla Giunta regionale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Possiamo procedere con l'illustrazione dell'emendamento n. 225).
La parola al Vicepresidente Reschigna.



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale

Posso rassicurare la Consigliera Frediani, che, avendo parlato ieri sera con l'Assessore Saitta, in giornata ci sarà. Vedremo di attrezzarci per farlo arrivare in mattinata, in cambio di un atteggiamento conciliante nella gestione dei lavori d'Aula.



(Commenti fuori microfono)



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale

Io mi adeguo al clima politico nazionale, che mi sembra molto mercantile in questo momento, insomma.
In merito all'emendamento, ricorderete che è stata approvata dal Consiglio regionale la legge sul cyberbullismo e che c'era una norma che determinava l'entrata in vigore della legge dopo giugno 2018, perché non c'era la copertura economica nel momento in cui la legge è stata approvata. Con quest'emendamento, noi diamo la copertura economica prevista dalla legge approvata dal Consiglio regionale e, quindi, a quel punto, la legge diventerà operativa.



PRESIDENTE

Grazie, Vicepresidente Reschigna.
Il numero legale è 22.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 225).
Il Consiglio approva (voto esteso al nuovo articolo).
ARTICOLO 8 Indìco la votazione palese sull'articolo 8.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 9 Indìco la votazione palese sull'articolo 9.
Il Consiglio approva.
La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Voglio richiamare l'attenzione, perché una volta ogni tanto va richiamata dell'Aula. Prima, com'è evidente - e non chiedo che venga ripetuta la votazione e quant'altro - 22 colleghi non c'erano e qualche altro collega ha votato in nome e per conto.



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale (fuori microfono)

Nessuno ha votato per loro!



VIGNALE Gian Luca

No, due colleghi non erano in aula.



PRESIDENTE

Va bene. Anch'io non ho avuto la sensazione che si votasse: erano fuori e basta.
ARTICOLO 10 Indìco la votazione palese sull'articolo 10.
Il Consiglio approva.
Invito anche gli Assessori a stare in aula se votano, altrimenti non possiamo continuare i lavori del Consiglio e possiamo sospendere.
ARTICOLO 11 Indìco la votazione palese sull'articolo 11.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 12 Emendamento rubricato n. 215) presentato dalla Giunta regionale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Vicepresidente Reschigna per l'illustrazione.



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale

È un errore sull'importo, perché al posto dell'importo di 11.031548, 72 è 11.031548,.68. Sono ben 0,4 centesimi in meno.



PRESIDENTE

Grazie, Vicepresidente Reschigna.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 215).
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 12, così come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 13 Emendamento rubricato n. 214) presentato dalla Giunta regionale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Vicepresidente Reschigna per l'illustrazione.



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale

È una riscrittura tecnica del comma 2.



PRESIDENTE

Grazie.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 214).
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 13, così come emendato.
Il Consiglio approva.
La Consigliera Frediani chiede che sia riportato a verbale che era presente.
ARTICOLO 14 Indìco la votazione palese sull'articolo 14.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 15 Emendamento rubricato n. 114) presentato da Bono, Andrissi, Bertola, Campo Frediani, Mighetti, Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Andrissi per l'illustrazione.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Con quest'emendamento, chiediamo che venga aggiunto un milione ai due milioni e mezzo che già la Giunta ha previsto di restituire dei canoni idrici del VCO. Sappiamo che l'intera cifra ammonta a 17 milioni e sappiamo anche che il VCO, il Verbano Cusio Ossola, provincia montana, ha delle grosse difficoltà. Tra l'altro, è una Provincia che ha visto un calo deciso del tasso di occupazione, dato pubblicato recentemente su La Stampa e, al di là di questo, la Provincia del VCO ha delle grosse difficoltà, riportate in una relazione del Presidente della Provincia, che addirittura annunciava una difficoltà a salare le strade in un inverno particolarmente rigido quale quello di quest'anno.
Pertanto, crediamo si possa intervenire con una cifra superiore considerando che l'ammontare complessivo è di 17 milioni. Chiediamo alla maggioranza un ulteriore sforzo, considerando anche che uno dei compiti più importanti cui la Provincia deve far fronte è la manutenzione delle strade e sappiamo che le strade del VCO sono particolarmente impegnative, perché è una provincia montana. Questo indica le difficoltà della Provincia a seguire la manutenzione, perché è una provincia esclusivamente montana, con strade molto tortuose, molto impegnativa, la cui manutenzione richiede ingenti somme.



PRESIDENTE

Grazie, collega Andrissi.
La parola al Consigliere Bono.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Siamo a presentare quest'emendamento, in quanto sappiamo che vi sono delle pesanti difficoltà per quanto riguarda la chiusura dei bilanci delle varie Province, inclusa anche la Città metropolitana. Tra l'altro, ultimamente, a livello nazionale, è stato fatto un riparto di fondi che ha dato un po' di ossigeno, ad esempio, ad alcune Città metropolitana e ad altre Province mentre ci risulta che ci siano ancora dei problemi nella chiusura del bilancio di alcune Province, tra cui quella del VCO e, se non sbaglio anche quella di Biella.
La Provincia del VCO è, tra l'altro, è la Provincia più a nord della nostra Regione, con una specificità montana anche riconosciuta dalle leggi regionali, ed è altresì oggetto di una campagna di promozione di un referendum per il distacco dalla nostra Regione in favore di un passaggio alla Regione Lombardia; forse, dal nostro punto di vista è una proposta un po' bizzarra, ma siamo comunque sempre favorevoli a dare la parola cittadini e, quindi, all'esecuzione di un referendum. Dicevo, forse un'attenzione maggiore da parte della Regione sul tema dei canoni idrici potrebbe dare anche un segnale politico importante.
La cifra riconosciuta con l'emendamento del Vicepresidente Reschigna è di due milioni e mezzo, ma credo che questo lasci ancora purtroppo aperte delle difficoltà finanziarie per quanto riguarda la chiusura nel bilancio dell'Ente. Poi, sono sicuro che il Vicepresidente Reschigna conosca molto bene la questione, non solo perché è residente in quella Provincia, ma anche perché avrà avuto sicuramente tutti i contatti possibili con il Presidente della Provincia, Stefano Costa, e il Sindaco di Baceno che, tra l'altro, è anche della sua stessa forza politica e quindi conosce bene la tematica.
Noi chiediamo se sia possibile incrementare di un "milioncino" la cifra per permettere di superare le difficoltà di cui parlava il collega Andrissi e per cercare di venire incontro a delle difficoltà finanziarie dei nostri Enti.
Infine, nel merito, vorremmo avere un pronunciamento da parte del Vicepresidente Reschigna, prima della votazione.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bono.
Vicepresidente Reschigna, il parere della Giunta su quest'emendamento? Un momento.
La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Al di là del merito della Città metropolitana di Torino e dell'annoso contenzioso dei canoni idrici del VCO, credo interessi a quest'Amministrazione fare, per il futuro, un ragionamento rispetto agli Enti Provincia. Nel senso che, dalla legge Delrio fino al referendum dell'anno passato, attendavamo in questa sorta di limbo in cui le Province sparendo dalla Costituzione, dovevano essere un soggetto superato e soltanto più di rappresentanza territoriale, di fatto, e non più di governo del territorio.
Oggi viviamo questa situazione paradossale rispetto alle Istituzioni, per cui sussiste il gettito nei confronti delle Amministrazioni provinciali anche se decisamente diminuito; sussistono i dipendenti, anche se in parte assorbiti dalla Regione; continuano a essere loro assegnate le funzioni grazie alla legge 23, ma rimangono come soggetto ibrido che, di fatto, non hanno una guida politica.
Inevitabilmente, la situazione peggiore si vive nella Città metropolitana di Torino, perché pensare che il Sindaco di Torino (di qualunque colore politico) svolga con puntigliosità quelle attività di cui si occupavano i Consiglieri provinciali e gli Assessori provinciali (dalla piccola strada in una valle montana, all'intervento in un'area rurale o all'intervento di natura ambientale), evidentemente è impossibile. Penso che quel corpo intermedio d'Amministrazione pubblica, in particolar modo, in una Regione che ha il numero di Comuni che ha il Piemonte, che sta fra i Comuni e la Regione, per la Regione Piemonte sia un corpo intermedio insostituibile.
Lo dico perché, come altri colleghi di quest'Aula, sono stato Consigliere provinciale, ma lo dico perché anche svolgendo la funzione di Consigliere regionale e di Assessore regionale ho visto quant'era utile la correlazione con i nostri colleghi dei Consigli provinciali. Perché, singolarmente presentavano aree omogenee di territorio, che erano estremamente utili.
Quindi chiedo a questa Giunta una valutazione (poi chi sarà al governo della Nazione farà le valutazioni del caso), di pensare a un ruolo per le Province, perché io credo che l'unica cosa che non possiamo fare è continuare a tenere un soggetto che ha competenze, denaro, anche se poco, e personale, ma non ha una guida politica. Credo che questa sia l'unica cosa assolutamente inutile per il nostro territorio perché, salvo che non ci raccontiamo cose differenti da quelle che io vedo, l'obiettivo che le Province si pongono, al netto di qualche situazione migliore o peggiore (ma questo poco conta), è la manutenzione e pulizia delle strade e la manutenzione e il riscaldamento delle scuole. Null'altro.
Non credo si possa mantenere una situazione simile a questa.



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente Reschigna.



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale

Su quest'emendamento e sugli interventi che si sono svolti non posso essere breve perché sono state sollevate, direi in modo corretto, questioni di grandissimo respiro.
Credo che uno degli errori più clamorosi compiuti nella precedente legislatura nazionale sia aver anticipato una riforma costituzionale con una legge ordinaria, prevedendo non l'abolizione delle Province, ma lo svuotamento di risorse umane, di risorse economiche e di capacità di intervento, prevedendo anche una riduzione degli spazi di gestione democratica dell'Ente.
Ha ragione chi dice che oggi in Provincia c'è un Consiglio provinciale con Consiglieri delegati che non hanno nessuna capacità di intervento, e un Presidente o un Sindaco della Città metropolitana che è l'unico soggetto politico che oggi interviene nella gestione delle Province.
Questo è un problema che deve essere sistemato.
Personalmente posso avere riflessioni diverse rispetto al mantenimento dello status quo, cioè come organizzazione territoriale di quegli Enti, ma ritengo che un soggetto di area vasta sia assolutamente indispensabile.
Quest'anno la situazione sembrava apparentemente migliorata.
Oggi molte Province non hanno più entrate proprie, perché le entrate che hanno sulle RC auto vengono prelevate direttamente dallo Stato, per norme che hanno svuotato di capacità economiche e finanziarie le Province.
Nella legge di bilancio di quest'anno dello Stato sono state assegnate risorse consistenti da ripartire tra le Province, in modo da garantire almeno l'esercizio delle funzioni fondamentali.
Purtroppo la gestione di queste risorse ha penalizzato fortemente alcune Province del Piemonte, del Lazio e della Puglia, per quanto riguarda la loro distribuzione.
Non credo che questo, trattandosi di risorse ad hoc stanziate, riguardi la Città metropolitana; coinvolge quasi tutte le Province piemontesi tranne Biella che ha, rispetto alle altre Province, sul piano dei trasferimenti statali, un piano di rientro dal dissesto finanziario con meccanismi autonomi.
Biella, forse, ha maggiori capacità, sia pure in modo abbastanza precario rispetto ad altre Province come Cuneo e in parte Novara. Tutte le altre Province sono state fortemente penalizzate dai criteri di riparto.
Considerate che la Provincia di Monza e Brianza da questo riparto ottiene 23 milioni e 800 mila euro in più; la Provincia di Prato 12 milioni di euro in più rispetto ai trasferimenti dell'anno scorso; le nostre Province variano tra un milione e cinque e due milioni e due di incremento di risorse rispetto all'anno scorso.
La Provincia di Prato per alcuni aspetti e la Provincia di Monza e Brianza per altri sono esemplificative di storture che ci sono state nei criteri di riparto di queste risorse.
Purtroppo, queste storture erano nella legge.
Purtroppo, lo dico qua anche rispetto a sollecitazioni pervenute dal CAL e dal Consigliere Pichetto Fratin (che oggi probabilmente transiterà verso altri lidi), noi non abbiamo potuto accogliere la richiesta di impugnativa della norma presentata alla Regione.
Non abbiamo potuto assumere la richiesta di impugnativa della norma davanti alla Corte Costituzionale perché quei criteri, contenuti nella legge di bilancio, non sono stati attuati.
La norma dice che se non c'è un accordo tra le Province sulla distribuzione delle risorse, valgono i criteri contenuti nella norma.
L'accordo c'è stato; c'è stato in conferenza tra Stato e Province, e questa ripartizione di risorse ha migliorato la condizione sulle Province piemontesi, ma non tale da soddisfare le esigenze.
Ho fatto questo tipo di ragionamento perché io credo - e sono d'accordo con la riflessione fatta del Consigliere Vignale - che la prossima legislatura nazionale debba affrontare questo tema. Non possiamo vivere una condizione di precarietà, soprattutto nel momento in cui, comunque per norma nazionale, due funzioni fondamentali importanti come quelli della viabilità e dell'istruzione secondaria superiore continuano a essere in capo alle Province.
Le difficoltà che costantemente percepisco e vivo nel rapporto con le Province nella gestione di queste funzioni fondamentali sono fortissime e c'è una condizione di difficoltà, da parte degli amministratori provinciali, che è palese ed evidente.
Apparentemente ho preso un po' alla larga questo tipo di situazione, ma l'emendamento illustrato dal Consigliere Andrissi mette a dura prova il mio cuore e la mia capacità di ragionamento. Lo dico molto francamente: non so se è un emendamento per cui improvvisamente il Consigliere Andrissi si è fatto carico di una condizione complicata nel VCO, lui che vive dalle parti di Novara, per tentare di mettermi in difficoltà, o perché vuole dare - ma io sono sempre positivo e quindi dico che non tenta di mettermi in difficoltà - una mano alla Provincia del VCO.
Nell'affrontare questo tema, però, io non posso non considerare la condizione complessiva delle Province. Lo dico onestamente: non posso non considerare la condizione complessiva delle Province, perché ci sono elementi di fortissima precarietà, più forti nel VCO rispetto ad altre Province. È una Provincia che dall'inizio è stata penalizzata nei criteri già storici di riparto che tenevano più conto della popolazione e meno delle caratteristiche del territorio.
È stata ricordata una Provincia montana, dove le strade provinciali sono tutte strade di montagna e quindi i criteri, al momento in cui c'è stata la scissione dalla Provincia di Novara, hanno favorito il mantenimento delle risorse in capo alla Provincia di Novara e hanno fortemente penalizzato la Provincia del VCO.
Non voglio tornare sul passato, perché cerco quotidianamente di far capire al Presidente della Provincia del VCO che c'è un problema che riguarda i rapporti tra la Provincia del VCO e la Regione Piemonte che è, dal mio punto di vista, difficilmente affrontabile, perché nel momento in cui la Provincia del VCO ha iscritto, annualmente, quattro milioni di euro nel proprio bilancio come "contributi e trasferimenti dalla Regione Piemonte" la Regione Piemonte non ha mai iscritto queste risorse nel suo bilancio.
Non le ha mai iscritte! Mi spiace che il Presidente uscente della Provincia del VCO solo due giorni prima di cessare il suo mandato si sia osato inviare una lettera al sottoscritto, nella quale chiedeva se è vero che ci sono o non ci sono le risorse come residui passivi nel bilancio della Regione Piemonte. Perch io, da Consigliere regionale, avevo parlato all'Assessore al bilancio Pichetto nell'ultima fase della precedente legislatura, e l'Assessore al bilancio Pichetto mi aveva risposto: "Io non ho trovato traccia di queste risorse sul bilancio della Regione". E gli avevo trasferito questo tipo di messaggio, essendo tacciato di essere quello che, essendo all'opposizione in Regione, voleva aizzare le tensioni.
La proposta che avanzo al Consigliere Andrissi e al Consiglio regionale nel suo complesso è la seguente: c'è un errore nella norma rispetto alle tabelle di bilancio (nel senso che abbiamo le tabelle di bilancio con 500.000 euro in più). Se l'emendamento fosse modificato non su un milione ma su 500.000 euro, io avrei la copertura. Altrimenti no.
Ma ci tengo a ribadire, in una discussione molto franca con il Consiglio regionale e col sistema delle Province, che assumiamo l'impegno, da qui all'assestamento di bilancio, di trovare meccanismi di riequilibrio nei trasferimenti tra Regione e il sistema delle Province.
Perché anche le altre hanno problemi e hanno dignità di essere ascoltate! E lo dice una persona che abita nel VCO e che è stata eletta nel Verbano Cusio Ossola.
Come ho detto, anche le altre vivono condizioni problematiche, hanno difficoltà enormi nella gestione della viabilità, nella gestione dell'istruzione secondaria superiore. Quindi il ragionamento non può essere collocato sul particolare, ma nella dimensione generale.
Io credo - ne sono convinto - che la Regione Piemonte abbia fatto la sua parte. Guardate che l'assorbimento del numero dei dipendenti provinciali da un lato ha attenuato gli oneri economici sul bilancio delle singole Province, ma dall'altro lato ha aperto un problema enorme: la stragrande maggioranza delle Province piemontesi non ha le dotazioni organiche per la gestione delle funzioni. Non le ha! E, soprattutto, sono di fronte a un impedimento di capacità assunzionale, per cui i dati che sono stati fotografati al 31/12/2015, che hanno portato a trasferire una paccata di dipendenti.
La mia Provincia aveva 252 dipendenti; oggi ne ha 82: come faccia a gestire le funzioni è un miracolo! Va dato atto, indipendentemente dalla parte politica.



(Commenti fuori microfono)



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale

La mia Provincia, quella del VCO. Ho fornito questo dato perché lo conosco ma è la condizione complessiva di tutte le Province! Perché in quella data noi abbiamo assorbito il personale, ma da quella data a oggi vale questo ragionamento (sulle Province come sui Centri per l'impiego): molto personale se n'è andato. Non può esistere una situazione per cui c'è il divieto non a fare nuove assunzioni, ma a reintegrare il personale che va in quiescenza o che ottiene la mobilità verso altri Enti.
Il ragionamento va fatto complessivamente e lo facciamo da qui all'assestamento di bilancio, nella consapevolezza che, come Regione riteniamo che ci siano dei nodi nella politica nazionale che devono essere affrontati su questo tema; e che il nostro può essere un intervento meramente surrogatorio, per cui non è in grado di sostenere le risorse. Ma nello stesso momento, abbiamo il dovere di aiutare il sistema della Pubblica Amministrazione piemontese a stare in piedi.
Circa la vicenda dei canoni idroelettrici, vorrei essere chiaro su un punto: non vi è la capacità e la possibilità economica di trasferire queste risorse alle Province. Non c'è, perché altrimenti andremmo in crisi noi come bilancio della Regione. È una cifra che in Piemonte pesa 69 milioni di euro! Non c'è questa capacità economica da parte nostra.
Chi riporta l'esempio di Sondrio, è invitato ad andare a scavare a fondo su quella vicenda. Perché lì, a fronte dei trasferimenti dei canoni idroelettrici dalla Regione Lombardia alla Provincia di Sondrio considerate il fatto che la Regione Lombardia sta molto meglio della Regione Piemonte - se succedesse un fenomeno di dissesto idrogeologico nella Provincia di Sondrio, mica interviene la Regione Lombardia! Con quelle risorse loro devono intervenire! Con quelle risorse! Quindi non so.
Ho posto questo esempio, ma ne potrei fare molti altri. Perché le deleghe che sono state date, sono deleghe forti, ma implicano anche assunzioni di responsabilità e messa a disposizione di risorse. Non so se, su questo piano, sarebbe conveniente per il sistema delle Province.



PRESIDENTE

Dopo l'esaustiva risposta del Vicepresidente Reschigna, ha chiesto la parola il Consigliere Andrissi; ne ha facoltà.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Accettiamo la proposta di modifica del Vicepresidente Reschigna, quindi modifico l'importo.
Grazie.



PRESIDENTE

Allora si può accomodare al banco della Presidenza per la modifica.
Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Intervengo per dichiarazione di voto, esprimendo il voto favorevole rispetto all'emendamento, e quindi, di fatto, all'articolo, anche in relazione a ciò che ha detto il Vicepresidente. Io credo che l'unico errore che potremmo commettere sarebbe quello di pensare che le Province in difficoltà siano la Città metropolitana e la Provincia del VCO.
La quasi totalità delle Province piemontesi oggi versa in una situazione di grande difficoltà, che peraltro ben ha spiegato il Vicepresidente, con l'anomalia assoluta che è avvenuta con il riparto nello scorso mese.
Il mio voto sarà favorevole, anche in virtù dell'impegno che il Vicepresidente ha preso a fare un ragionamento da qui all'assestamento che tenga conto di tutte le altre realtà provinciali.



PRESIDENTE

L'emendamento è stato modificato e la cifra passa da 3.500.000 euro a 3.000.000 di euro.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 114) come modificato.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 15, così come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 15 bis Emendamento rubricato n. 213) presentato dalla Giunta regionale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Vicepresidente Reschigna per l'illustrazione.



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale

Quest'emendamento l'ho già illustrato ieri in I Commissione, ma sinteticamente lo riprendo.
L'anno scorso abbiamo fatto il bando per i contributi sulle gestioni associate delle Unioni dei Comuni. A seguito delle domande presentate, sono risultati ammissibili molte Unioni dei Comuni, ma non tutte sono state finanziate, perché le risorse che c'erano sul bilancio 2017 erano inferiori alla sommatoria delle domande che sono state considerate ammissibili. Come abbiamo già fatto l'anno scorso, mancherebbero 300 mila euro e con questo articolo diciamo che stanziamo 300 mila euro sul bilancio 2018, andando a finanziare la totalità della graduatoria fatta nel 2017 sul bando per la gestione associata dei Comuni, quindi arrivando a finanziare tutte le Unioni dei Comuni che erano state dichiarate ammissibili a finanziamento.



PRESIDENTE

Grazie, Vicepresidente Reschigna.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 213).
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 15 ter Emendamento rubricato n. 202) presentato dalla Giunta regionale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Vicepresidente Reschigna per l'illustrazione.



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale

Questo è un emendamento che trasferisce un milione di euro alla Città di Torino come contributi sul sistema culturale e sul sistema economico nell'ambito di un'intesa, che è già stata definita con la Città di Torino in base alla quale la Città di Torino cede, senza richiesta di restituzione futura, 20 milioni di euro di spazi finanziari alla Regione Piemonte Regione Piemonte che li distribuirà a favore degli Enti locali.
Questo è un emendamento molto importante, perché con queste norme stiamo diventando un soggetto regolatore anche tra Comuni che hanno una capacità di spazi finanziari, che non sono in grado di poter utilizzare per le loro condizioni del bilancio, Comuni che hanno avanzi che non possono utilizzare, perché hanno la necessità di spazi finanziari. Quindi, c'è un depauperamento della capacità di investimento da parte degli Enti locali.
In questo modo, introitiamo 20 milioni di euro di capacità di spazi finanziari dalla Città di Torino e li distribuiremo ai Comuni piemontesi per politiche di investimento.



PRESIDENTE

Grazie, Vicepresidente Reschigna.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 202).
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 16 Indìco la votazione palese sull'articolo 16.
Il Consiglio approva.
Sia riportato a verbale il voto favorevole del Consigliere Bono.
ARTICOLO 17 Indìco la votazione palese sull'articolo 17.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 18 Indìco la votazione palese sull'articolo 18.
Il Consiglio approva.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai delle classi IV a e IV B della Scuola elementare Istituto comprensivo di Villanova Mondovì (CN), in visita a Palazzo Lascaris)


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti dell'Istituto Comprensivo di Villanova Mondovì in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.


Argomento: Bilanci preventivi

Esame disegno di legge n. 286, inerente a "Bilancio di previsione finanziaria 2018-2020" (seguito)


PRESIDENTE

Proseguiamo l'esame del disegno di legge n. 286, inerente a "Bilancio di previsione finanziaria 2018-2020", di cui al punto 4) all'o.d.g.
ARTICOLO 19 Indìco la votazione palese sull'articolo 19.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 20, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 20 bis Emendamento rubricato n. 30) presentato da Ravello.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Non vedo in aula il Consigliere Ravello, per cui lo diamo per illustrato.
Il parere della Giunta?



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale

Il parere è negativo, ma per un motivo molto semplice: mi sembra più un manifesto politico che un emendamento che operi. Perché? Vorrei leggere l'emendamento.
Siamo sull'articolo degli operai salariati - cioè degli operai forestali che è un servizio della Regione - i cui contratti di lavoro vengono fatti dalla Regione Piemonte. L'emendamento propone che, dopo le parole "finalizzati alla sistemazione temporanea di salariati agricoli stagionali con l'esclusione di salariati fissi", siano aggiunte le seguenti: "Ai fini della presente legge e per i contributi di cui al presente articolo, per salariati agricoli stagionali si intendono cittadini italiani comunitari ovvero con regolare permesso di soggiorno. In caso di accertamento della presenza di lavoratori senza regolare permesso di soggiorno, il contributo viene revocato ovvero la Regione ne richiederà la restituzione".
A parte che non stiamo parlando di contributi, ma di personale che viene assunto con contratto di lavoro dalla Direzione Agricoltura, noi non possiamo assumere persone che non siano in regola con il permesso di soggiorno, quindi non possiamo neanche revocare un contributo nei confronti di qualcuno che non sappiamo chi sia, visto che i contratti di lavoro li fa la Regione Piemonte con la Direzione Agricoltura.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
In realtà, la norma non riguarda esclusivamente gli operai forestali, ma la legga n. 56/77 riguarda in generale le assunzioni nell'ambito agricolo.
Chiunque conosca la condizione piemontese, sa che in alcuni momenti della raccolta vi sono situazioni (peraltro raccontate dalle manca cronache) che sono al limite della legalità, se non oltre la legalità.
La finalità dell'emendamento era esattamente quella di garantire che la Regione, in qualche modo, non investisse delle risorse, al di là degli operai forestali per i quali è evidente quello che diceva il Vicepresidente Reschigna: sono contratti che sigla la Regione Piemonte, quindi è evidente che il rispetto di norma debba essere dato.
Tuttavia, credo che una certa attenzione vada rivolta verso questo tema tema peraltro di cui questo Consiglio si è occupato, per esempio, con la norma relativa alla possibilità di utilizzo di fabbricati agricoli nei periodi della raccolta proprio per andare incontro a una situazione che in quel caso non era di illegalità relativamente al contratto di lavoro, ma era un po' di decoro e in parte anche di situazioni non sempre lecite rispetto alla definizione che la stessa nostra norma dà sui doveri che un cittadino ha nel dormire sotto un tetto e non in mezzo a una strada.
Di conseguenza, credo che l'emendamento (o una parte di esso) sia un elemento di cui tenere conto, perché altrimenti pensiamo di vivere in una realtà che è differente da quella in cui viviamo. Il collega Allemano potrebbe raccontarcele, ma è sufficiente andare in alcuni contesti del nostro Piemonte nei momenti della raccolta per rendersi conto che così, a vista, non sembrerebbe tutto proprio così in regola.



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente Reschigna.



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale

Chiedo scusa al Consiglio regionale - purtroppo ho bisogno anch'io di esser lasciato tranquillo quando c'è una discussione sugli emendamenti - ma ho preso un emendamento per un altro, quindi il mio intervento non ci azzeccava per niente.
Chiedo scusa: ho sbagliato, però ho bisogno di essere lasciato tranquillo quando c'è una discussione così serrata.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Mighetti; ne ha facoltà.



MIGHETTI Paolo

Grazie, Presidente.
L'emendamento ha un suo senso e fondamentalmente bisognerebbe capire se una scrittura del generale sia completamente corretta e se valga la pena di valutare che questo tipo di provvedimenti venga definito nei bandi di assegnazione dei contributi annuali per la creazione di sistemazioni temporanee per gli stagionali agricoli.
Il principio della legge (se non sbaglio, avevamo votato e contribuito in maniera attiva alla sua estensione) era quello di dare un ricovero decoroso ai braccianti agricoli che si occupano della raccolta. Effettivamente, se venissero individuati dei profili di irregolarità all'interno delle aziende agricole che hanno aderito a tali bandi per la sistemazione degli operai stagionali, è lapalissiano che questi contributi della Regione Piemonte dovrebbero essere revocati. E aggiungerei anche che, sostanzialmente queste revoche dovrebbero essere attuate allorquando quelle strutture vengano utilizzate per personale che non appartiene all'azienda agricola un po' come un ostello per i braccianti.
Pertanto, da una parte è giusto, quando vengono evidenziati degli illeciti che coinvolgono queste strutture, decurtare o provvedere a revocare il finanziamento, ma dall'altra parte ci sono diverse casistiche che forse vanno valutate nel merito, per non incappare in erogazioni che vadano in senso contrario allo spirito di questa norma.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bono.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Innanzitutto, sottolineo la difficoltà di discutere un emendamento di un primo firmatario che è assente, quindi già questo è un problema.



PRESIDENTE

L'argomento è importante; va bene lo stesso, possiamo discuterlo.



BONO Davide

L'argomento è importante e, in effetti, ne abbiamo parlato anche tra di noi, rapidamente, perché non avevamo visto l'emendamento. Mi sembra del tutto chiaro che, nel momento in cui un cittadino straniero sia assunto anche in forma stagionale, abbia in quel momento il permesso di soggiorno perché le due cose vanno di pari passo.
Nel momento in cui non ha il permesso di soggiorno, non può essere assunto quindi immagino che sia pagato in nero. Pertanto, oltre a un illecito dal punto di vista della presenza amministrativa (la presenza di un clandestino non avente titolo sul territorio italiano), c'è anche l'illecito dell'imprenditore agricolo che sta pagando un lavoratore in nero.
Quindi, come diceva giustamente il collega Mighetti, o si amplia la definizione, perché in presenza di illeciti riguardanti la somministrazione di lavoro da padre dell'imprenditore, o irregolarità, insomma, perché le due cose sono collegate. Non ci può essere l'una senza l'altra, quindi capiamo la motivazione (almeno, ci pare di capirla), ma c'è anche un po' di strumentalizzazione sul tema del permesso di soggiorno. Il problema reale secondo noi, è a monte: è l'assunzione in nero.
Poi, non so se abbiamo interpretato correttamente la norma: con una riscrittura, si potrebbe anche valutare insieme ai colleghi che hanno seguito maggiormente il provvedimento un eventuale voto; così, secondo noi risulta poco chiaro.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Allemano.



ALLEMANO Paolo

Grazie, Presidente.
Noi riteniamo che quest'emendamento sia ad abundantiam, perché la modifica della legge 56 aveva e ha come presupposto un intervento in condizioni di legalità sine qua non.
Ora, è di tutta evidenza che gli interventi che abbiamo sostenuto in prevalenza nei Comuni del Saluzzese (Saluzzo e Lagnasco) erano rivolti a braccianti agricoli assolutamente in regola. Questo non lo dico sulla base di una mia impressione: i controlli delle Forze dell'Ordine e dei Carabinieri sono stati e sono tuttora quotidiani, dunque non vi è la necessità di ribadire un concetto che è implicito nella legge 12, che andava a rivisitare la legge 56, per coinvolgere la Regione nell'assistenza ai salariati agricoli.
Ha ragione, poi, il Consigliere Bono quando dice che non possiamo non vedere il problema reale di chi approfitta di questa manodopera, perché è così volatile e così facile da reperire hic et nunc, da scavalcare qualsiasi approccio sistematico. Con la legge, interveniamo proprio nella sistematicità dell'accoglienza, in modo da renderla operativa nella legalità.
Aggiungo e concludo che, proprio perché i numeri continuano a essere molto significativi - se ne è parlato anche ieri, nella giornata dedicata alla lotta contro le mafie - quest'anno appoggeremo il Comune di Saluzzo in un intervento straordinario che coinvolge il mondo degli enti gestori e delle cooperative per andare a individuare all'interno di questa massa di braccianti agricoli quelli che sono in condizioni di fragilità anche dal punto di vista della situazione. Sappiamo benissimo che le maglie della rete di accoglienza (lo SPRAR e i CAS) a volte si aprono e, quindi, possono entrare in questa massa di aspiranti al lavoro agricolo delle figure che sono in una situazione ancora di non chiarezza, sotto il profilo della regolarità. Entrando nel novero degli aspiranti al lavoro stagionale magari perdono la condizione che deriva loro dall'essere ospitati in un CAS o in uno SPRAR.
Proprio per individuare queste persone, noi andremo a fare un lavoro di profilatura individuale molto forte, in modo da evitare che ci siano fenomeni di inquinamento e di precarizzazione sotto il profilo della legalità di queste persone che andiamo ad assistere.
Voteremo "no" a quest'emendamento, perché è, evidentemente, pleonastico: o agiamo nella legalità o non agiamo, e laddove vediamo dei margini di rischio, interveniamo con altri strumenti, quali appunto quelli che ci apprestiamo ad adottare, sostenendo anche finanziariamente un intervento che coinvolgerà, nella gestione degli hub dell'accoglienza, professionisti ed educatori, quindi figure che possono individuare chi, in questo gruppo di persone, è fragile o in condizioni più borderline.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Esprimo il mio voto favorevole. Ricordo soltanto ciò che recita l'articolo 25 bis, quello relativo agli interventi edilizi e per la sistemazione temporanea del salariati agricoli stagionali. Parlo, ovviamente, di salariati e quindi, in teoria, dovremmo trovarci di fronte a una situazione di garanzia, ma poi tutto il testo della legge, salvo l'enunciazione individua modalità di conformità delle norme igienico-sanitarie e regolamentari dei Comuni, sedi di insediamento, oppone delle distanze individua chi lo può svolgere o meno e individua un contributo massimo fino a 25.000 euro per coloro i quali devono svolgere questa attività.
S'inserisce un aspetto che, ovviamente, è un rispetto della norma, in una condizione particolare di una legge che noi abbiamo ritenuto utile fare.
Dire che, se all'interno di una struttura che è stata realizzata, anche grazie al contributo della Regione Piemonte, vi è un lavoratore senza regolare permesso di soggiorno, il contributo viene revocato, penso sia estremamente corretto e penso che, se la situazione è quella che indicava il collega Allemano, non metta in difficoltà nessuno dei soggetti che organizza l'attività di accoglienza.
Se, invece, si dice che è necessario, oltre al contributo regionale per l'organizzazione dell'ospitalità, spendere altre risorse pubbliche per trovare dei mediatori che individuino le situazione di fragilità per cui.



(Commenti fuori microfono)



VIGNALE Gian Luca

Stiamo parlando di lavoro nero. Di questo stiamo parlando.
Se non vediamo le cose come stanno, qui dentro siamo ipocriti. In quelle situazioni, come in altre, esiste il lavoro nero di chi non avrebbe neanche il titolo per operare. Molti soggetti derivanti dagli SPRAR o dai CAS non hanno il titolo per essere definiti lavoratori, quindi è evidente che siamo di fronte a un utilizzo inappropriato della manodopera.
Inserire un emendamento che, semplicemente, chiede il rispetto della legge e vede un voto contrario, devo dire che lo trovo singolare e molto, molto difensivo.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Campo; ne ha facoltà.



CAMPO Mauro

Anche apprezzando il ragionamento appena fatto, semmai l'emendamento dovrebbe riguardare il fatto di definire persone che siano titolari di un regolare contratto.
Nel momento in cui io stipulo un contratto per un lavoro stagionale, a quel punto è evidente che se il soggetto è uno straniero, esso deve essere titolare di una regolare residenza, che può essere il permesso di soggiorno o altro titolo se cittadino comunitario (magari anche solo la residenza).
Se è cittadino italiano, per non lavorare in nero, deve essere titolare di un regolare contratto. Tutto sommato, non va fatto un emendamento in cui c'è scritto che si definisce regolare permesso di soggiorno, ma semplicemente che i salariati agricoli devono essere regolari. Che, di per sé, dovrebbe essere abbastanza lapalissiano nel momento in cui nella norma parlo di salariato agricolo. Mi auguro che non possa essere scritta nessuna norma per salariati che lavorano in nero.



PRESIDENTE

Ci sono altri Consiglieri che desiderano intervenire? Ha chiesto di intervenire il Consigliere Allemano; ne ha facoltà.



ALLEMANO Paolo

Chiedo scusa, la discussione è interessante, ma ribadiamo il nostro no.
Voglio precisare che non è un no che si nasconde dietro alla difficoltà a gestire il fenomeno, ma quello che chiede il collega Vignale oggi avviene nella realtà. Tutti quelli che accedono alle strutture che noi finanziamo hanno un contratto di lavoro, altrimenti non se ne parla proprio. La criticità, eventuali profili di persone non in regola o ai margini di lavoro nero, sono a monte dell'ingresso in struttura che noi finanziamo.
In quella situazione, avendo noi 400/500 aspiranti al lavoro agricolo, ma non ancora contrattualizzati e neanche in contatto con il mondo agricolo dobbiamo intervenire per capire quali possono essere orientati al rapporto di lavoro perché ne hanno i requisiti, e quali sono lì proprio solo perch siamo tutti sotto lo stesso cielo.
La sua preoccupazione, collega Campo, non esiste, perché chi entra in una struttura finanziata ha un contratto di lavoro, altrimenti non se ne parla proprio.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Allemano.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 30), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
ARTICOLO 20 ter Emendamento rubricato n. 25) presentato da Ravello.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 26) presentato da Ravello.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 27) presentato da Ravello.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Ci sono interventi su questi emendamenti? No.
La parola al Vicepresidente Reschigna per il parere della Giunta.



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale

Grazie, Presidente.
Tutti questi tre emendamenti intervengono sulla legge regionale 28 del 1980, che, ricordo, è la legge che prevede concessioni di contributi annuali agli Istituti storici della Resistenza in Piemonte e all'Archivio Nazionale Cinematografico della Resistenza in Torino.
Sostanzialmente, con l'emendamento 25) si vuole che i contributi della Regione siano unicamente finalizzati ad attività scientifica e non a spese di funzionamento.
Con l'emendamento 27) si vogliono abrogare le parole "il Presidente della Giunta regionale è autorizzato ad apportare con proprio decreto le opportune variazioni di bilancio".
Infine, con l'emendamento 26) si vuole intervenire con un meccanismo di rendicontazione diverso da quello previsto dalla legge.
Su tutti questi tre emendamenti il parere della Giunta è negativo.



PRESIDENTE

Grazie, Vicepresidente Reschigna.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 25), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
La parola al Consigliere Bono.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
La premessa è quella di cui prima.
In assenza del primo firmatario, è un po' irrituale discutere gli emendamenti, ma all'interno di una legge di bilancio è difficile ipotizzare l'inserimento di alcune norme siffatte, anche se interessano delle parti di spesa, di contributi e quant'altro; forse, sarebbe più corretto inserirle all'interno di una norma finanziaria, oppure di un omnibus.
Discutevo con la con la collega Frediani, Vicepresidente della VI Commissione: in effetti, l'articolo 5, al comma 1 parla di "Relazione sulle spese effettuate"; in effetti; sarebbe più corretto chiedere una rendicontazione. Non abbiamo mai fatto caso che, in effetti, la relazione si fa sulle attività svolte e sulle spese sostenute, quindi in effetti sarebbe una rendicontazione, anche da un punto di vista del lessico di bilancio, più corretta.
Ripeto, in assenza del primo firmatario, anch'io sono in difficoltà a dire se si può modificare, si può accogliere o meno; magari, lo rivediamo poi nella finanziaria o nell'omnibus, però in effetti questo tema è corretto.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bono.
La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Penso che quest'emendamento sia estremamente corretto. Va detto che stiamo parlando di una legge molto vecchia e anche molto sintetica nel suo articolato.
Partiamo dal presupposto che è un soggetto che, in ogni caso, beneficia di due rate annuali, al di là dell'attività svolta, che presenta una relazione nel mese di ottobre, relativamente all'attività che svolgerà nell'anno successivo e, per questo motivo, viene finanziata, ma non presenta rendicontazione, ai sensi della norma. Che poi ci siano aspetti che invece hanno superato la norma nel rispetto della legge dello Stato, ma non penso che noi oggi possiamo mantenere (devo dire la verità, non me n'ero mai accorto) nel nostro corpus giuridico regionale una modalità di una legge che consenta a un soggetto, qualunque esso sia, di ottenere un contributo economico, senza che vi sia una corrispettiva rendicontazione, perch questa è una sorta di rendicontazione a forfait, con una relazione sull'attività che viene svolta sulle spese effettuate, ma è una relazione e non una rendicontazione.
Qualunque Ufficio regionale per rendicontare, per esempio, 1.000 euro su qualunque contributo, così come l'Ufficio di Presidenza con i piccoli contributi che eroga, ha una tabella, con tanto - correttamente, come la legge dello Stato prevede - di entrate e uscite, spese sostenute per pezze delle fattura, ove richieste o se in autocertificazione e, qualora vi sia un controllo, le pezze delle fatture.
Devo dire che sembra un regolamento di un ente privatistico che si dà una modalità di gestione interna, non rispettoso delle leggi dello Stato perché questa legge non è rispettosa delle leggi dello Stato.



PRESIDENTE

Grazie, collega Vignale.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 26), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 27), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
ARTICOLO 21



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bono.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Abbiamo discusso quest'emendamento in Commissione, che poi è diventato l'articolo 21.
Riguarda la composizione e la nomina del Collegio, rivisitazione dell'articolo 40 ter, in particolar modo la rivisitazione del 40 novies che è la durata della carica.
Abbiamo sostanzialmente introdotto un rinnovo di due anni: la possibilità di rinnovare il Collegio per due anni, anche perché il Collegio dei Revisori della Regione sarebbe in scadenza, quindi si andrebbe a fare una prorogatio di due anni, o almeno immagino che la motivazione sia questa.
Nulla contro il Collegio dei Revisori odierno, però rileviamo una problematicità: si va a prevedere una durata di sette anni, che è disallineata rispetto alla durata della legislatura. Noi siamo favorevoli al fatto che, non necessariamente, le nomine debbano coincidere con la durata della legislatura, soprattutto con l'inizio e la fine, anche per evitare un principio fin troppo evidente di spoil system (che, spesso, nel passato è stato adoperato anche al di là dei meriti e delle competenze delle persone nelle varie posizioni che ricoprivano, al di là del Collegio dei Revisori), però è ovvio che una durata di sette anni potrebbe essere un po' eccessiva.
Forse si poteva fare una modalità diversa di funzionamento, tipo una durata di tre anni eventualmente ripetibile, per arrivare a sei anni.
Questa eventuale estensione del rapporto con questo Collegio dei Revisori fino al 2020 stride un po' con la situazione temporale in cui siamo adesso.
Tendenzialmente, a fine legislatura, nell'ultimo anno bisognerebbe evitare di fare norme che vadano a incidere sulla legislatura successiva; un po' come, di norma, negli ultimi mesi non si dovrebbe fare una legge elettorale. Poi sappiamo che il Consiglio regionale avrebbe bisogno di una legge elettorale nuova, anche se non so se ci riuscirà mai a farla probabilmente no, anche perché neanche l'intera maggioranza ha un'idea precisa su dove andare, però passatemi questo paragone. Di norma, l'ultimo anno non si dovrebbero andare a toccare norme che potrebbero incidere sulla legislatura successiva, proprio per un principio di continuità amministrativa e, quindi, per non creare ricadute indesiderate sulla legislatura successiva.
Tutto qui. Noi non abbiamo presentato neanche emendamenti; magari, se ci fosse la volontà di rivederlo insieme, si potrebbe sospendere un momento il Consiglio e trovare un'alternativa che possa essere condivisa da tutti i Gruppi.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente Reschigna.



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale

Rispondo io, anche se mi ricordo che l'emendamento era stato depositato dall'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale e non dalla Giunta.
Voglio ricordare, dato che questo tema l'avevamo già affrontato in Commissione, che la norma prevede che possa esserci un rinnovo di due anni per un periodo non superiore a due anni, ma la nomina non è un fatto automatico, è un provvedimento dell'Ufficio di Presidenza.



PRESIDENTE

Scusi, Vicepresidente Reschigna, mi rivolgo al settore sinistro dell'emiciclo, mi pare che non si possa discutere in questo modo.
Prego, continui, Vicepresidente Reschigna.



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale

Presidente, se mi posso permettere, dovrebbe apprezzare, nella sua imparzialità, una certa vivacità a sinistra, che sarebbe quanto mai auspicabile di questi tempi.
Ricordo che la norma prevede una proroga non superiore a due anni. La durata della proroga è fissata con provvedimento dell'Ufficio di Presidenza del Consiglio, quindi abbiamo deciso, alla fine di una discussione, di mantenere questo tipo di impianto, anche perché consente di contemperare possibilità di proroghe per durate inferiori.



PRESIDENTE

Non essendoci altre richieste di intervento, procediamo con la votazione.
Indìco la votazione palese sull'articolo 21.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 21 bis Emendamento rubricato n. 64) presentato da Berutti, Graglia, Ruffino.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) L'emendamento è dato per illustrato.
Emendamento rubricato n. 160) presentato da Vignale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Tengo a sottolineare che l'emendamento n. 160), che riguarda la rateizzazione del bollo auto, nasce dalla trasposizione della delibera che la Giunta regionale ha emanato l'anno passato, consentendo, appunto, ai cittadini piemontesi di rateizzare il bollo. Però è in delibera, e non in norma.
Aspetto solo un attimo di attenzione del Vicepresidente, visto che non discutiamo solo di bilancio, ma è un tema che ha seguito.
I colleghi vedranno che i primi commi sono relativi alla modalità con cui può avvenire la caratterizzazione, che ho copiato pari pari dalla delibera di Giunta, salvo aver ridotto a 500 euro la parte minima legata alle organizzazioni, quindi anche alle società, che hanno titolo alla rateizzazione.
Il significato della presentazione dell'emendamento è quello di inserire in legge il principio della rateizzazione, perché - consentitemi di dirlo - ho personalmente provato a contattare i soggetti deputati, come da cartella SORIS, per ottenere la rateizzazione, e non è semplice! Lo dicevo anche ieri al Vicepresidente: non vuol dire che è impossibile, ma che alla quindicesima telefonata io non ci sono ancora riuscito! Ciò significa che comunque, non è una cosa semplice, mentre dovrebbe essere più agevole.
Pongo un altro esempio: nelle cartelle che i contribuenti ricevono c'è sempre (una mail, per esempio) una parte dedicata alla rateizzazione; nelle cartelle che SORIS invia per ottenere la riscossione del bollo non c'è nulla che consenta la possibilità di addivenire a questo.
Soprattutto, l'aspetto che riteniamo più qualificante è il comma 10 (gli altri commi sono quelli che rispetto la legge dello Stato: cioè se uno non paga il bollo, dopo 60 giorni dalla scadenza della rata non pagata si procede al fermo amministrativo della vettura o del mezzo del quale la tassa automobilistica è dovuta; insomma tutto quello che oggi avviene).
Con quest'emendamento, noi introdurremmo una novità, che è il comma 10, che prevede che il ravvedimento operoso al fermo amministrative è riferito solamente al veicolo per il quale il contribuente ha omesso il pagamento mente gli altri veicoli di proprietà dello stesso non vengono computati in predetti ravvedimenti e non possono essere soggetti a fermo amministrativo.
Mi spiego più semplicemente (è quello che avviene oggi in Regione Piemonte): se io non ho pagato 1.000 euro di bollo auto e possiedo tre automobili, ma non l'ho pagato soltanto su un'automobile, il fermo amministrativo mi viene fatto su tutte le autovetture. Per contro, se io non ho pagato il bollo su tutte le autovetture di mia proprietà (poniamo che ne abbia due, 1.000 euro per una e 1.500 euro per l'altra), anche nel caso in cui abbia pagato i primi 1.000 euro il fermo amministrativo non mi viene levato sulla prima autovettura su cui ho sanato il mio debito con la Regione Piemonte. Quindi fino al termine del pagamento anche del secondo non viene cancellato il fermo amministrativo.
Per una questione di correttezza nei confronti dei cittadini, che devono sì essere messi in condizione di pagare, ma di pagare più semplicemente (e la rateizzazione è certamente uno di questi strumenti), noi crediamo che non debbano neanche essere vessati oltre quello che è il limite di ciò che devono pagare per ogni singola autovettura (o motociclo o altro) sulla quale hanno omesso di pagare il bollo.
Ritengo che sia un provvedimento di buonsenso, che può, in qualche modo incrementare il numero di cittadini che concorrono al pagamento delle somme dovute all'Amministrazione regionale (perché stiamo parlando del bollo auto). Noi li mettiamo nelle condizioni di adempiere, con maggior facilità al pagamento di un loro debito.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Valetti; ne ha facoltà.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Chiedo scusa, solo il tempo di aprire il testo.
Nell'ottica delle politiche del bollo adottate da questa Amministrazione che - lo ricordiamo - hanno inserito anche alcune agevolazioni per i mezzi non inquinanti, purtroppo abbiamo anche dovuto constatare con amarezza alcuni problemi relativi alle riscossioni elettroniche del bollo, che hanno creato non pochi disagi all'accesso di utenti piemontesi (aspetti denunciati, peraltro, anche da alcuni colleghi del nostro Gruppo).
Facendo presente queste premesse, noi condividiamo l'impostazione di quest'emendamento, quindi il nostro Gruppo lo sosterrà.



PRESIDENTE

Vicepresidente Reschigna, desidera intervenire?



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Il Vicepresidente Reschigna chiede un attimo di tempo per leggere il testo dell'emendamento.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 11.49 riprende alle ore 11.51)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
La parola al Vicepresidente Reschigna per il parere della Giunta.



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale

Per quanto riguarda l'emendamento che ha come primo firmatario il Consigliere Graglia, il parere è negativo, perché sostanzialmente propone che ci sia un'esenzione del pagamento del bollo auto per i soggetti disabili, anche in presenza di veicolo non adattato.
Voglio ricordare che, anche in presenza di veicolo non adattato, come possa un disabile guidare o essere proprietario.



(Commenti fuori microfono)



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale

Il rischio è che apriamo un contenzioso infinito sul fatto che il disabile dichiara di essere accompagnato da un'altra persona e quest'altra persona che magari accompagna il disabile una volta, ottiene l'esenzione del bollo.
Per quanto riguarda, invece, l'emendamento presentato dal Consigliere Vignale, io sono d'accordo in linea di principio e anche di fatto, per essere chiaro. Il problema è che vengono inserite, all'interno di un intervento di norma legislativa, questioni che appartengono ad atti amministrativi. A parte il comma 10, che è l'elemento sostanziale di novità, che sul piano del merito condivido e sul quale non ho alcuna difficoltà a esprimere la condivisione, non vorrei però portare sul piano dalla norma di legge tutte le altre questioni che oggi sono appartenenti ad atti amministrativi legati al contenzioso e alle pendenze del ravvedimento operoso.
Le soluzioni potrebbero essere due.



PRESIDENTE

Non credo che si possa discutere in Aula, peraltro di fronte ai ragazzi delle scuole, mentre un gruppo di Consiglieri fa una riunione per conto suo. Ognuno riprenda il proprio posto, oppure sospendiamo i lavori del Consiglio.
Prego, Vicepresidente Reschigna, prosegua.



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale

Le soluzioni possono essere due. Una, che mi rendo conto essere meno gradevole al Consigliere Vignale, è che tutto questo diventi un ordine del giorno che impegna la Giunta.
La seconda questione, invece, è che io ometterei tutti i primi 9 commi, non modificherei l'articolo 13, ma lo modificherei aggiungendo quello che oggi è rappresentato nell'emendamento come comma decimo e che, invece, diventa comma settimo, di modifica dell'articolo 13.
Forse questa soluzione è quella che ci consente, da un lato, di accogliere un'istanza corretta e, nello stesso momento, di evitare di ritrasferire sul piano dell'intervento legislativo questioni che oggi sono normate da atti amministrativi.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Devo dire la verità, la novità normativa che abbiamo voluto introdurre è il comma 10, mentre i commi dall'1 al 9 non hanno fatto altro che prendere la delibera della Giunta regionale oggi già esistente e trasformarla in un articolo di legge, semplicemente per dare forma normativa a quello che è un atto amministrativo. Capisco anche però la valutazione opposta, cioè che ogni modifica di quella delibera dovrebbe ripassare in Aula.
Pertanto, fermo restando il mantenimento del comma 10, che è quello a cui noi teniamo, non abbia alcun problema a modificare in tal senso l'emendamento.



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente Reschigna.



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale

Il meccanismo è questo: tutti i 9 commi precedenti dell'emendamento del Presidente Vignale sono oggi coerenti con atti deliberativi della Giunta perché la materia è delegificata.
Siccome l'unico elemento sostanziale di novità è rappresentato dal comma 10, la proposta è che l'emendamento non diventi sostituzione dell'articolo 13 della legge n. 23/2003, ma diventi modifica all'articolo 13 della legge n. 23/2003, aggiungendo quello che diventa un settimo comma, che è il testo del decimo comma dell'emendamento.



PRESIDENTE

Grazie, Vicepresidente Reschigna.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 64), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi dell'Istituto Comprensivo "G. Salvemini" di Torino


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti della classe V A dell'Istituto Comprensivo "G. Salvemini" di Torino in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.


Argomento: Bilanci preventivi

Esame disegno di legge n. 286, inerente a "Bilancio di previsione finanziaria 2018-2020" (seguito)


PRESIDENTE

Ritorniamo all'esame del disegno di legge n. 286.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 160), come modificato, sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva (voto esteso al nuovo articolo) ARTICOLO 21 ter Emendamento rubricato n. 88) presentato da Ruffino, Berutti, Graglia Pichetto Fratin.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Rostagno.



ROSTAGNO Elvio

Mi scusi, Presidente. Avremmo l'esigenza, come maggioranza, di una sospensione di cinque minuti al massimo per chiarire alcuni elementi.



PRESIDENTE

D'accordo.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 11.58 riprende alle ore 12.30)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Invito i Consiglieri a riprendere posto e a non uscire dall'aula, perch stiamo per votare.
La parola alla Vicepresidente Ruffino, che interviene in qualità di Consigliera per l'illustrazione.



RUFFINO Daniela

Grazie Presidente.
Con quest'emendamento, "Norme per la tutela della salute e risanamento dell'ambiente, la bonifica e lo smaltimento dell'amianto", chiediamo una stima in un milione e mezzo di euro per ciascun anno del biennio 2018-2019.
L'argomento, per noi importante, riportato in Commissione e anche in Aula è legato a un percorso sulla bonifica da amianto degli edifici privati.
Porto l'esempio di un Comune che ha rimosso da poco tempo la copertura di una scuola dell'infanzia, ma che si ritrova ad avere un caseggiato importante a pochissimi metri, che ovviamente fatica a intervenire per i noti problemi.
Noi riteniamo che situazioni del genere potrebbero sicuramente creare forti miglioramenti ambientali, se per ogni anno ci fosse uno stanziamento certo quindi la possibilità per i privati di accedere e, sicuramente, dall'altro lato un incentivo maggiore per completare interventi che, a oggi, sono anche soltanto impensabili. Molto probabilmente, ci sarebbe anche un minor onere da parte di ARPA Piemonte, che è chiamata continuamente in causa, per situazioni come questa.
In passato, avevamo anche presentato, Assessore, ordini del giorno e speriamo che quest'emendamento di merito venga accolto, perché è attuale in ogni Comune del Piemonte.
Grazie.



PRESIDENTE

Ci sono altri Consiglieri che desiderano intervenire su questo? La Giunta? Prego, Vicepresidente Reschigna.



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale

Io facevo una riflessione di questo tipo: primo, che quest'emendamento è collocato male all'interno della legge su cui chiede di intervenire, perch l'articolo 12 è: "Contributi per le case di edilizia popolare".
Come sia possibile che in un articolo che riguarda i contributi per le case di edilizia popolare noi inseriamo un meccanismo che prevede l'istituzione di un fondo di garanzia non destinato ai beneficiari delle case popolari ma alla platea complessiva dei cittadini come fondo di anticipazione relativamente agli interventi di bonifica sull'amianto, è un problema che non è l'essenziale, ma è un problema reale, perché poi le leggi devono anche avere capacità di funzionare.
Seconda riflessione che pongo: oggi noi abbiamo già un grosso problema, che stiamo progressivamente affrontando anche con risorse regionali, anche se in parte abbiamo ottenuto anche risorse degli FSC, che è quello dell'eliminazione dell'amianto sugli edifici pubblici e sul patrimonio di edilizia residenziale pubblica. Voglio ricordare che l'anno scorso quasi tutte le spese di manutenzione delle Agenzie Territoriali per la Casa sono state destinate all'eliminazione dell'amianto sugli immobili di edilizia residenziale pubblica e ne abbiamo ancora in giro molto.
Terza questione: guardate, il meccanismo di un fondo di anticipazione è un meccanismo complicatissimo, perché si inserisce in una vicenda nella quale recuperare queste risorse nel corso degli anni è complicato e di difficile attuazione; con il rischio, sostanzialmente, che i funzionari che debbano applicare questa legge si trovino anche nelle condizioni di dover rendicontare perché non sono stati in grado di recuperare queste risorse.
Quarta osservazione: io mi rendo conto che ci possano anche essere situazioni episodiche tutte particolari, ma oggi l'intervento nazionale sul piano delle detrazioni fiscali è significativo. È significativo - voglio dire - che un privato possa fare questo tipo di intervento e portarlo in detrazione fiscale, relativamente alle sue dichiarazioni dei redditi.
Per queste ragioni, la Giunta dà parere negativo.



PRESIDENTE

Se non ci sono altri interventi, procediamo con la votazione dell'emendamento.
Ha chiesto la parola per dichiarazione di voto la Vicepresidente Ruffino che interviene in qualità di Consigliera.



RUFFINO Daniela

Grazie, Presidente.
Ero quasi certa della risposta, Assessore. Tutto questo era per riportare in Aula questa necessità. Purtroppo, il Fondo nazionale è assolutamente insufficiente nel dare le risposte ed è sufficiente vedere il sito sul Piano regionale dell'amianto. Molto probabilmente possono esserci delle possibilità: c'è, ovviamente, una questione di volontà dell'affrontare un problema. Io sono disponibilissima ad aprire il dialogo e anche a ritirare quest'emendamento se, dall'altro lato, c'è la disponibilità ad affrontare tale tema.



PRESIDENTE

Va bene.
Vuole ancora dire qualcosa, Vicepresidente Reschigna?



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale

Consigliera Ruffino, lei sa che il dialogo non è mai stato annullato nei comportamenti della Giunta nei confronti del Consiglio. Mi dispiace che lei non potrà più dialogare con noi, insomma.



PRESIDENTE

Con un ruolo diverso, questo potrà naturalmente essere.



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale

Per il resto, il parere è negativo. Sulla possibilità di discutere e di lavorarci, non c'è mai preclusione.



PRESIDENTE

Anzi, un ruolo diverso nel nuovo Governo: il nuovo Governo potrà finanziare adeguatamente le risorse.
Non lo ritira, allora, Vicepresidente Ruffino? Lo mettiamo in votazione?



(Commenti della Vicepresidente Ruffino)



PRESIDENTE

D'accordo.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 88), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.


Argomento:

Programmazione dei lavori


PRESIDENTE

Comunico che l'Assessora Pentenero non arriverà in tempo per svolgere la comunicazione richiesta. Ci ha comunicato che è disponibile nel pomeriggio nella sessione pomeridiana.
Intanto, propongo, prima che riprendano i lavori del Consiglio, alle 14.30 una Conferenza dei Capigruppo anche per capire come procediamo nei lavori non tanto di oggi pomeriggio, ma della prossima settimana.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Frediani; ne ha facoltà



FREDIANI Francesca

Solo per far notare che queste comunicazioni le chiedo non per mio divertimento ma, ovviamente, perché credo ci sia la necessità. Mi pare che ci sia un po' di confusione sia all'interno della Giunta che all'interno della maggioranza in generale, tra la Giunta regionale e il Ministero.
Noi continuiamo a leggere sui giornali dichiarazioni che vanno in direzioni non dico opposte, ma sicuramente non facilmente conciliabili, e questo sta creando grossi problemi alle famiglie.
Non ho grande interesse per i dati. Dal punto di vista dei dati l'Assessore Saitta ha detto che abbiamo raggiunto la copertura e quindi non ho interesse dal punto di vista medico, ma ho interesse da mamma. Voglio solo che sia detto chiaramente alle famiglie che cosa devono fare adesso.
Lo dico perché non c'è chiarezza, nemmeno tra di voi.
Sui giornali sono uscite dichiarazioni anche del Vicepresidente Boeti.
Condivisibili, peraltro, perché chiedeva di utilizzare il buonsenso, di non premere troppo sulle famiglie che sono nel panico perché si vedono recapitare lettere di espulsione. Anche i Dirigenti scolastici sono in confusione e sono in difficoltà perché rischiano di estromettere i bambini quando, magari, non devono farlo e non c'è più necessità. Chiediamo soltanto chiarezza e di non dover interpretare gli articoli di giornale delle indicazioni che dovrebbero essere, invece, il più possibile precise.
Oggi, mi sembra di capire, l'Assessore Saitta è sparito; ieri mi avete detto che non doveva rispondermi l'Assessora Pentenero, che era presente ma l'Assessore Saitta, che non era presente. Oggi mi dite che c'è l'Assessore Saitta, ma non c'è l'Assessora Pentenero e deve rispondermi lei. Anche su questo mi sembrate un po' confusi.



PRESIDENTE

L'Assessora Pentenero è disponibile oggi pomeriggio perché stamani era impegnata in un convegno.



FREDIANI Francesca

Oggi, pomeriggio, come ho anticipato questa mattina, io non sarò presente.
Ripeto, sono quasi due settimane che chiedo queste comunicazioni.



PRESIDENTE

Il vostro Gruppo è numeroso.



FREDIANI Francesca

Preferirei essere presente, mi sembra anche una forma di cortesia dal momento che sono diversi giorni che chiedo comunicazioni. Domani ci sarà una manifestazione, spero partecipata e spero che, almeno questo, serva a fare chiarezza. Dopodiché, rinnovo la mia richiesta, a questo punto, per la prossima seduta utile di Consiglio.
Mi auguro veramente che non ci si prenda in giro, perché siamo in discussione sul bilancio, stiamo procedendo in modo molto disteso e molto cordiale.



PRESIDENTE

L'Ufficio di Presidenza verificherà che alla prima seduta utile affronti questo argomento.
Possiamo andare avanti. Siamo d'accordo alle 14.30 riunione per la Conferenza dei Capigruppo.


Argomento: Bilanci preventivi

Esame disegno di legge n. 286, inerente a "Bilancio di previsione finanziaria 2018-2020" (seguito)


PRESIDENTE

Ritorniamo all'esame del disegno di legge n. 286.
L'articolo 21 quater è sospeso. Gli emendamenti all'articolo 21 quinquies e e all'articolo 21 sexies sono ritirati, come già annunciato dal Vicepresidente Reschigna.
ARTICOLO 22 Emendamento rubricato n. 201.1) presentato dalla Giunta regionale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 201) presentato dalla Giunta regionale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 201.2) presentato dalla Giunta regionale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Vicepresidente Reschigna per l'illustrazione.



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale

Riguarda la legge regionale sugli usi civici. Gli emendamenti li ho già illustrati ieri e nascono dalla necessità di precisare alcuni termini, in modo particolare sul tema delle conciliazioni stragiudiziali, senza che venga intaccato l'impianto dalla norma già licenziato dalla Commissione.



PRESIDENTE

L'emendamento 201) è diviso in tre per una questione di votazione dell'articolo 22.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Anche se l'articolo, in qualche modo, cerca di venire incontro alle esigenze presenti all'interno della collettività piemontese, da parte degli Enti locali e da parte di coloro i quali utilizzano terreni gravati da uso civico, io mi permetto solo di considerare - questo prevede ancora la nostra norma - che individuare all'interno dell'emendamento, in particolare modo nell'emendamento 201.2), l'Amministrazione comunale, inserirla in norma come soggetto beneficiario dell'uso civico è, di per sé stesso, un errore rispetto alla finalità dell'uso civico stesso.
Comprendo i motivi che hanno spinto questo - bilanci sempre più complicati ecc. ecc. - altrimenti non saremmo intervenuti né con questa modifica della legge né con la modifica fatta nell'anno passato e neppure con la stessa legge che licenziammo due legislature fa, ma credo che aver confuso quello che è un patrimonio collettivo e della collettività con il bene di una Pubblica Amministrazione sia, in qualche modo, un errore perché ingenera tutta una serie di fraintendimenti non da poco.
Ancora di più, credo che l'altro aspetto sia quello, rispetto alle determinazioni economiche, di lasciare un nesso così stretto fra l'Amministrazione comunale e il soggetto, qualunque esso sia, che utilizza quel bene, perché tanto più il soggetto, che determina e che vuole riscuotere, ovviamente, un compenso economico, è vicino alla realtà locale tanto più si complicano tutta un serie di situazioni che a macchia troviamo su tutto il territorio; peraltro, il Vicepresidente lo sa bene, perché la sua provincia è piena di usi civici.
Al di là del merito dell'emendamento e della stessa modifica già apportata in Commissione che, in qualche modo, cerca anche di distinguere la differenza di utilizzo dell'uso civico (anche se non come noi ci saremmo aspettati), come nella legge scritta l'anno scorso, che distingueva e dovrà continuare a distinguere, secondo me, chi utilizza un bene della collettività, per un utilizzo proprio e chi utilizza un bene della collettività per ridare alla collettività un ritorno economico o, comunque un bene di conservazione di un'area, quest'emendamento, come quello dell'anno passato, cerca di modificare la norma, ma credo non in modo sufficiente, perché si possa trovare una soluzione che dia davvero una risposta alle centinaia di situazioni pendenti che abbiamo sul territorio regionale.



PRESIDENTE

Non ci sono altri interventi.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 201.1).
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 201).
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 201.2).
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 22, così come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 22 bis Ci sono due emendamenti, entrambi di Ravello, che è assente.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Manca anche l'Assessore Ferraris.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Se siete d'accordo, sospendiamo l'articolo 22 bis e propongo di votare l'articolo 23, che non ha emendamenti, poi possiamo chiudere i lavori del Consiglio.
ARTICOLO 23 Non ci sono interventi.
Indìco la votazione palese sull'articolo 23.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 23 bis Emendamento rubricato n. 161) presentato da Vignale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
L'emendamento 161) interviene sulla legge 23 del 2016, quella sulle attività estrattive. L'articolo 26 della legge, quello sulle tariffe, aveva introdotto un concetto, non soltanto sul canone estrattivo, ma anche sul canone di imbottigliamento, ed era una concetto di buonsenso e cioè la possibilità che chiunque (ovviamente, un'impresa) dovesse pagare un canone avesse la possibilità di scomputare una parte del canone stesso, facendo opere e siglando una convenzione con le Amministrazioni.
In questo modo, vi era una facilità di esecuzione di alcuni interventi per le Amministrazioni comunali e per gli Enti parchi. Noi abbiamo gli Enti parchi del Po che in questi anni hanno avuto un contributo pressoché nullo dall'Amministrazione regionale, proprio perché beneficiano del canone estrattivo, essendo una quota parte del canone destinato alle aree protette, ma anche perché sono state siglate delle convenzioni.
Cosa accade oggi? Accade che, in realtà, il vecchio articolo della vecchia legge dice che le convenzioni valgono a far data dal 26 aprile, cioè fino al 26 aprile del 2007, mentre la nostra proposta è di aggiungere "o successivamente stipulati", cosa che impedirebbe alle Amministrazioni comunali di avere il beneficio che deriva dalla convenzione.
Oggi, se un imprenditore volesse pagare il proprio tributo svolgendo un'opera richiesta da un Comune, non lo può fare; deve versare il tributo all'Amministrazione comunale che, successivamente, dovrà utilizzare quel denaro nelle modalità previste.
È un po' la stessa semplificazione che si traduce negli oneri a scomputo in urbanistica, che sono strumenti di facilitazione per Amministrazioni comunali, al fine di ottenere tempistiche più accelerate che in questi anni hanno visto la realizzazione di molte nuove opere.
Ciò che appare evidente è che, rimanendo così la norma, non vi sarà più nessun soggetto privato che siglerà una convenzione. Qualunque soggetto privato pagherà esclusivamente l'onere, senza apportare più un bene alla collettività.
Guardate che, da questo punto di vista, c'è un ultimo passaggio che noi riteniamo importante, ed è il nesso positivo esistente fra il beneficio che un territorio su cui si effettuano estrazioni può avere e il beneficio, in termini di investimento, che un'impresa può ricavare dall'attività estrattiva.
Al di là del di tutti gli aspetti, c'è anche una sorta di legame territoriale fra la presenza di un'impresa e il ritorno economico che la stessa garantisce.
Se noi non modifichiamo questa legge, quelle che sono state buone pratiche che in questa Regione sono avvenute da sempre, anche dall'introduzione del canone estrattivo, oggi non potremmo più farle, perché molte delle convenzioni precedenti al 2007 sono scadute, quindi non si può aprire nessun'altra convenzione con le Amministrazioni comunali.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Vignale.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi dell'Istituto Tecnico Agrario "Giolitti Bellisario" di Mondovì (CN)


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti dell'Istituto Tecnico Agrario Superiore "Giolitti Bellisario" di Mondovì in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.


Argomento: Bilanci preventivi

Esame disegno di legge n. 286, inerente a "Bilancio di previsione finanziaria 2018-2020" (seguito)


PRESIDENTE

Ritorniamo all'esame del disegno di legge n. 286, inerente a "Bilancio di previsione finanziario 2018-2020", di cui al punto 4) all'o.d.g.
La parola all'Assessora De Santis per il parere della Giunta sull'emendamento n. 161).
DE SANTIS Giuseppina, Assessora alle attività estrattive Grazie, Presidente, e grazie, Consigliere Vignale, anche per la cortesia di avere accettato di discutere questo articolo prima della sospensione.
Il ragionamento che si era fatto, nell'approvazione della legge nella sua formulazione attuale, teneva conto anche del fatto che vi è stata una sentenza della Corte Costituzionale, in un caso che ha riguardato la Regione Marche, che ha specificato che questi oneri devono essere applicati in maniera uniforme su tutto il territorio della Regione e devono, per almeno il 50 per cento, essere dedicati a progetti di recupero e ripristino ambientale.
Per conseguenza, diventa complicato immaginare di tenere in piedi una situazione nella quale, alla fine, non è più chiaro all'imprenditore in che forma deve pagare e al Comune di quali risorse dispone per intervenire sul recupero e ripristino dei siti.
Per questo motivo, ripeto, il parere della Giunta è negativo.
Nel percorso di redazione del regolamento sugli oneri, delibera che viene approvata dalla Giunta previo parere della Commissione, su cui gli Uffici stanno lavorando, è peraltro previsto di salvaguardare le convenzioni pre 2007, ma anche di fare un tavolo specifico di approfondimento con ANCI, per capire se vi sono problemi particolari e come eventualmente affrontarli.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Assessora De Santis.
La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Intanto, una specificazione che l'Assessore non può non sapere: i Comuni non utilizzano queste risorse per fare riqualificazione ambientale. La riqualificazione ambientale di un sito estrattivo è un obbligo che la nostra legge dà all'impresa, per cui neanche un euro di questo denaro serve per fare riqualificazione ambientale. Le hanno suggerito male, Assessore.
Vi è, però, un altro aspetto, quindi noi continueremo a porre questo aspetto: i Comuni hanno contezza e certezza di ciò che incassano e il Comune non è obbligato alla stipula di una convenzione.
È un'opportunità che viene data all'Amministrazione comunale e noi stiamo agendo come se non ci fidassimo delle Amministrazioni comunali o degli imprenditori. È come se da domani cancellassimo gli oneri a scomputo negli oneri di urbanizzazione, quasi che pensassimo che ci fosse sotto qualcosa.
In realtà noi stiamo eliminando un'opportunità, ma visto che io credo che l'Assessore sia stato consigliato male, e permettendomi di dire che c'è, da parte degli Uffici, un'interpretazione, rispetto a questa norma, che ha un pregiudizio, ritiro l'emendamento, che ripresenterò all'interno del collegato, provando a dimostrare, con la realtà dei fatti e non con i pregiudizi, quante e quali azioni si sono realizzate grazie alle convenzioni. Perché l'Assessore Valmaggia potrebbe spiegare quante e quali attività sono state fatte negli Enti parco del Po in virtù delle convenzioni! Se eliminassimo questo strumento, che è stato estremamente utile per l'Ente Ragione e per le Amministrazioni comunali, noi leveremmo una possibilità, e non un obbligo. Perché se noi dicessimo in legge che "è fatto obbligo" alle Amministrazioni comunali di siglare una convenzione, allora avrebbe assolutamente ragione lei. Ma noi diciamo che "è fatta possibilità". E per far possibilità, bisogna esser disposti in due: l'Amministrazione comunale che la vuole siglare (altrimenti si fa dare i soldi, e coi soldi fa legittimamente tutto ciò che crede) e il mondo dell'impresa.
Per questo motivo, ritiro l'emendamento.



PRESIDENTE

L'emendamento è ritirato.
I lavori del Consiglio sono conclusi.
Ricordo che alle ore 14.30 è prevista la Conferenza dei Capigruppo.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13.03)



< torna indietro