Sei qui: Home > Leggi e banche dati > Resoconti consiliari > Archivio



Dettaglio seduta n.300 del 21/03/18 - Legislatura n. X - Sedute dal 25 maggio 2014 al 25 maggio 2019

Scarica PDF completo

Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MOTTA



(I lavori iniziano alle ore 14.38 con l'esame delle interrogazioni a risposta immediata, ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento interno del Consiglio regionale)


Argomento: Volontariato - Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 2024 presentata da Batzella inerente a "Autoambulanza dei Volontari del Soccorso Ceresole-Noasca (TO). Misure per salvaguardare l'idoneità sanitaria del mezzo e garantire la continuità dell'attività di soccorso"


PRESIDENTE

Iniziamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 2024.
La parola alla Consigliera Batzella per l'illustrazione.



BATZELLA Stefania

Grazie, Presidente.
Da 21 anni il gruppo dei volontari del soccorso di Ceresole-Noasca, che opera sul territorio dell'Alta Valle Orco, presta soccorso e assistenza sanitaria a una popolazione distribuita su un territorio ampio e di difficile percorribilità, in particolare per l'ardua conformazione geografica e anche per le condizioni meteorologiche, sovente sfavorevoli.
Il gruppo svolge la sua attività grazie al contributo di soli volontari che prestano gratuitamente la loro opera per garantire l'operatività del servizio, in qualunque momento, anche durante gli eventi e le manifestazioni organizzate in Valle e soprattutto durante la stagione estiva.
Nel 2003, per permettere di trasportare malati e infermi in modo efficace e sicuro, il gruppo ha ricevuto in dono dalla Fondazione CRT di Torino un'ambulanza FIAT Ducato. Da febbraio 2018 l'ambulanza non può più essere utilizzata per il trasporto sanitario poiché la deliberazione della Giunta regionale n. 45 dell'11 giugno 2007, nell'allegato A "Nuove disposizioni in materia di trasporto a mezzo ambulanza" ai sensi della legge regionale 42 del 1992, al paragrafo 5.12 "Utilizzo delle autoambulanze" stabilisce che per tale operazione, è consentito utilizzare un'autoambulanza al massimo per 15 anni dalla sua prima data di immatricolazione. Dato che l'autoambulanza risulta aver superato questo limite, l'ASL di competenza non può più rilasciare il certificato di idoneità sanitaria al mezzo nonostante lo stesso abbia finora percorso solo 38.412 chilometri.
Ragion per cui l'Associazione dei volontari ha scritto una lettera aperta a tutti gli amministratori dei Comuni, della Città metropolitana, della Regione Piemonte, alla popolazione dell'Alta Valle Orco, alle imprese del territorio e alle Fondazioni bancarie spiegando che, in seguito agli obblighi che sono imposti dalla DGR n. 45-2007, non potrà più utilizzare l'ambulanza, anche se ha pochi chilometri. Dunque non può prestare il proprio servizio alla popolazione interessata, come quando aveva due ambulanze.
Interrogo l'Assessore per sapere quali misure si intende adottare per salvaguardare l'idoneità sanitaria dell'ambulanza, tenendo in considerazione non solo il limite dei 15 anni dalla prima data di immatricolazione del mezzo, ma anche il conto del chilometraggio effettivo del mezzo, affinché i volontari dal soccorso possano garantire soccorso e assistenza sanitaria alla popolazione del territorio.
Grazie.



PRESIDENTE

In assenza dell'Assessore Saitta, impegnato a Roma, risponderà l'Assessore Balocco.
La parola all'Assessore Balocco per la risposta.



BALOCCO Francesco, Assessore regionale

La risposta presentata dall'Assessorato alla sanità conferma quanto lei dice. Si fa riferimento alla DGR n. 45, ma anche agli accordi regionali con le associazioni di volontariato che sono stati ulteriormente condivisi anche per il 2018 e che confermano il limite dei 15 anni.
Personalmente, posso dire che la questione del chilometraggio è un dato certamente oggettivo e da tenere in considerazione, ma per quanto riguarda la sicurezza del mezzo, quello che conta veramente è l'anzianità. La risposta non può che essere che questo limite, almeno allo stato attuale della norma, giustificato per questioni di sicurezza in modo così evidente non potrà essere superato.


Argomento: Trasporti su ferro

Interrogazione a risposta immediata n. 2025 presentata da Chiapello inerente a "Interventi di manutenzione alla stazione di Fossano"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
2025.
La parola alla Consigliera Chiapello per l'illustrazione.



CHIAPELLO Carla

Ho presentato questa'interrogazione per segnalare che servono interventi urgenti sulle pensiline che sono poste fra i binari della Stazione di Fossano. Nei giorni scorsi ho constatato personalmente che c'erano molte infiltrazioni d'acqua. Queste pensiline presentano delle crepe e della ruggine e, anziché offrire riparo, creano ulteriori problemi. Sono soprattutto i pendolari di Cuneo a patire questi disagi perché, a volte devono sostare a lungo tempo per le coincidenze del treno per Torino. Diamo atto che la stazione di Fossano è stata ben riqualificata, tuttavia servono ulteriori interventi. Andrebbero, ad esempio, installate delle panchine nuove e delle protezioni antivento per rendere più confortevole la sosta esterna.
Chiediamo semplicemente di intervenire con un po' di urgenza, affinch vengano effettuati almeno gli interventi più importanti di manutenzione.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Balocco per la risposta.



BALOCCO Francesco, Assessore ai trasporti

Grazie, Presidente.
I lavori di restyling della stazione di Fossano sono in corso, verranno completati entro il 2019 ed è stata data precedenza agli interventi che riguardano l'accessibilità della stazione stessa, cioè l'eliminazione di barriere architettoniche e la sopraelevazione dei marciapiedi in stazione.
Entro l'anno anche le pensiline saranno completate.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 2026 presentata da Ottria, inerente a "Quali sviluppi per la Casa della Salute di Valenza"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
2026.
La parola al Consigliere Ottria per l'illustrazione.



OTTRIA Domenico

Grazie, Presidente.
L'interrogazione riguarda la realizzazione della Casa della Salute di Valenza. A gennaio 2017 era stato convocato un tavolo tecnico a Valenza per definire nel 2018 il trasferimento del polo sanitario che, attualmente, è ospitato presso i locali dell'ex ospedale Mauriziano di Valenza. Locali che non sono di proprietà dell'ASL, ma della Fondazione Ordine del Mauriziano.
In quell'occasione, l'Assessore Saitta dichiarò che sarebbero stati messi a disposizione, nella futura Casa della Salute, altri spazi per circa 700 metri quadrati, in una palazzina di proprietà dell'ASL stessa, anche mantenendo, di fatto, tutti i servizi ora presenti.
Nel frattempo, la città di Valenza, oltre a interrogarsi sulla futura destinazione dell'ex ospedale, attualmente dispone di una struttura di più di 2.000 metri quadrati, abbastanza deteriorata dal punto di vista statico e manutentivo, e che richiederebbe importanti lavori di manutenzione ordinaria. Ma, purtroppo, come ho già detto, la proprietà non è dell'ASL.
Secondo fonti giornalistiche, l'ASL, dopo un sopralluogo effettuato insieme all'Assessore, avrebbe realizzato dei lavori di sistemazione presso una palazzina di Via Leonardo. Considerato, però, che la struttura della Casa della Salute dovrebbe ospitare comunque un insieme di servizi che coinvolgono direttamente i medici di base e non solo (anche figure specialistiche come quelle di cardiologi e neurologi), ci sarebbero da collocare anche i 20 posti di continuità assistenziale tuttora presenti presso il Mauriziano.
Su questa soluzione il Sindaco di Valenza, in una recentissima intervista ha dichiarato che dopo questo Tavolo tecnico e dopo i pronunciamenti che ci sono stati, di fatto non ha più avuto rispondenza con le azioni svolte, e sottolinea che i 700 metri tuttora oggetto di intervento non sarebbero comunque sufficienti per ospitare i servizi attualmente presenti a Valenza.
Nella stessa intervista afferma l'intenzione di chiedere alla Regione un altro incontro, un ulteriore tavolo di confronto, per programmare bene il futuro dei servizi ed evitare una polverizzazione degli stessi, che risulterebbe dannosa per l'utenza.
Per tutti questi motivi, si richiede all'Assessore quali siano i piani e le tempistiche previste dalla Regione in merito alla Casa dalla Salute di Valenza, la cui realizzazione appare oggi abbastanza incerta.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Balocco per la risposta.



BALOCCO Francesco, Assessore regionale

La risposta predisposta dall'Assessore Saitta è assolutamente tranquillizzante.
Intanto esiste un tavolo tecnico che verrà riconvocato nei prossimi giorni a cura dello stesso Assessore, che incontrerà, appunto, anche il Sindaco di Valenza e il Direttore dell'ASL a proposito di questa situazione per gli approfondimenti necessari.
Nel frattempo, conferma il fatto che si sta procedendo nella ristrutturazione dell'edificio di Via Raffaello, per un importo di 800.000 euro, risorse che trovano copertura in finanziamenti dedicati alla realizzazione della Casa della Salute. I tempi di realizzazione sono indicati in 12/15 mesi.
La struttura sarà in grado di ospitare, però, solo una parte dei servizi attualmente erogati dall'ex presidio ospedaliero Mauriziano, e per questa ragione l'ASL di Alessandria sta procedendo a individuare ulteriori spazi da adibire ad attività sanitarie nell'ambito del Comune di Valenza, in aggiunta a quelli individuati in Via Raffaello.
Per quanto riguarda i 20 posti letto di continuità assistenziale esistenti saranno confermati e garantiti all'interno delle strutture residenziali presenti a Valenza.
Nel frattempo, per tutto il prosieguo dell'operazione di riorganizzazione i servizi sanitari oggi erogati nell'ex presidio continueranno a essere garantiti senza alcuna interruzione.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Balocco.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Interrogazione a risposta immediata n. 2031 presentata da Bertola, inerente a "Grave situazione ambientale e di pericolo per la salute pubblica nella località di Carpice, comune di Moncalieri (TO)" (rinvio)


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
2031, cui risponderà l'Assessore Balocco, in assenza dell'Assessore competente Saitta.



BALOCCO Francesco, Assessore regionale

Chiedo scusa, leggo solo adesso che la risposta a questa interrogazione non c'è, nel senso che, visti i tempi estremamente ristretti, si richiede di spostare alla prossima settimana la risposta.



PRESIDENTE

Consigliere Bertola, possiamo procedere con l'illustrazione; l'Assessore le fornirà la risposta scritta che ha lasciato l'Assessore Saitta.
Prego, Consigliere Bertola; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Riconosco che il tema dell'interrogazione è complesso: anch'io avrei preferito presentarla come interrogazione indifferibile e urgente, ma non potevo permettermi di aspettare quattro o cinque mesi per ricevere una risposta a questa interrogazione, che solleva un problema grave di salute pubblica. Dunque, ho inteso utilizzare lo strumento del question time per ricevere una risposta in tempi accettabili - diciamo così.
Adesso ho sentito che l'Assessore Saitta ha chiesto di rinviare la risposta alla prossima settimana.
A questo punto, non occuperò ulteriore tempo illustrando un'interrogazione che oggi non avrà risposta. Ma chiedo, ovviamente, che tale question time la prossima settimana sia conteggiato al di fuori di quelli riservati al Gruppo, e che quindi il mio Gruppo abbia comunque tre spazi per il question time, e che questa risposta venga rilasciata a parte.
Visto che nel frattempo sarà trascorsa una settimana, spero che sia una risposta "vera" e non come altre che abbiamo sentito dall'Assessore Saitta.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Bertola.
La richiesta che avanzo come Ufficio di Presidenza è che ci sia la risposta e che non succeda come l'altra volta, che poi è stata trasformata in una risposta scritta, ma che si possa illustrare in aggiunta a quelle che saranno presentate la prossima settimana come question time. In tal senso mi farò garante con il Consigliere Bertola.



(Commenti dell'Assessore Balocco)



PRESIDENTE

È già capitato: naturalmente ne prendiamo atto e capiamo anche le ragioni della Giunta quando ci sono problematiche complesse.
Chiediamo soltanto che non venga trasformata in una risposta scritta, se ho interpretato bene la richiesta del collega.


Argomento: Trasporti su ferro

Interrogazione a risposta immediata n. 2032 presentata da Mighetti inerente a "Nuovo Frecciarossa Milano-Genova e conseguenze sulla Rete Regionale Piemontese"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
2032, presentata dal Consigliere Mighetti, che la illustra; ne ha facoltà.



MIGHETTI Paolo

Grazie, Presidente.
Nelle scorse settimane abbiamo appreso di questa novità, che ci offre Trenitalia, di un collegamento con Frecciarossa tra Genova, Milano e Venezia.
Niente da dire sulle scelte commerciali di Trenitalia, ma sì sulle incidenze che questo ha sul trasporto pubblico locale, soprattutto per quel che riguarda il collegamento tra Piemonte e Liguria. Questo collegamento con treni Frecciarossa consente sostanzialmente di raggiungere Milano da Genova con circa nove-dieci minuti di anticipo rispetto al collegamento intercity, a un prezzo di dieci euro in più.
È un bell'investimento per Trenitalia che, con un risparmio di dieci minuti, ha un guadagno ulteriore sulla bigliettazione di dieci euro, quindi un euro al chilometro. Ci sembra, dal punto di vista commerciale, una scelta ineccepibile. Dal punto di vista dei pendolari che frequentano queste linee e che sono pendolari liguri e piemontesi, invece, qualche eccezione la dobbiamo manifestare, perché fin da subito sono stati inseriti nell'orario degli aumenti dell'orario della tratta di alcuni treni (due o tre Intercity e un regionale veloce).
Inoltre, quello che ci preoccupa è anche l'incidenza, in generale, del problema dell'intasamento di un nodo ferroviario come quello di Genova, per cui c'è un intasamento già oggi sulle tratte. Effettivamente abbiamo ragione di pensare che, essendo il Frecciarossa un treno che ha precedenza su tutti gli altri convogli, vi possono essere delle ripercussioni con ritardi sugli altri treni che raggiungono il Piemonte o che raggiungono la Liguria.
Interroghiamo la Giunta regionale per sapere quali attività in merito a questa decisione, che ci sembra abbastanza arbitraria, intende mettere in atto per tutelare i pendolari piemontesi.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Balocco per la risposta.



BALOCCO Francesco, Assessore ai trasporti

La mobilità piemontese sta diffidando sia Trenitalia che RFI rispetto a questo peggioramento, che è relativamente limitato, nel senso che riguarda da quanto risulta a DAMP, un solo treno, il regionale veloce 2527, che subisce un ritardo importante tra Genova Principe e Genova Brignole, per questa scelta che non è mai stata comunicata all'Agenzia della mobilità piemontese da parte di Trenitalia e che viola l'accordo quadro con RFI stipulato alcuni mesi fa.
Quindi, chiaramente per quel che ci riguarda, l'Agenzia e l'Assessorato di conseguenza diffideranno RFI da questa variazione non autorizzata, tanto più che stiamo parlando di un'alta velocità finta, perché ovviamente agisce su una linea storica; quindi il treno ad alta velocità non fa altro che viaggiare sostanzialmente a una velocità simile a quella dei treni regionali o degli intercity, con l'unica differenza che, evitando due fermate, migliora di qualche minuto i tempi di percorrenza tra Genova e Milano. È un'operazione, direi, totalmente di facciata.


Argomento: Trasporti su ferro

Interrogazione a risposta immediata n. 2027 presentata da Conticelli inerente a "Interventi urgenti per migliorare le condizioni di sicurezza del passaggio a livello di Momo e ridurre i disagi dei cittadini"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
2027.
La parola alla Consigliera Conticelli per l'illustrazione.



CONTICELLI Nadia

Il tema di questo attraversamento che insiste nel centro della città, che è peraltro attraversato da molti treni nel corso della giornata, è un tema in primo luogo di sicurezza, oltre che di viabilità, nel senso che si formano spesso lunghe code e problemi alla circolazione.
Per quanto riguarda la sicurezza, RFI ha fatto, in effetti, degli interventi di sicurezza, come un sottopasso pedonale e un sistema di chiusura automatico del passaggio a livello con segnalazione di attenzione luminosa. Il tema è che questo impianto non sempre funziona al meglio.
Recentemente, c'è stato un episodio che fortunatamente non è stato grave però non è il primo, cioè quello in cui questo sistema di abbassamento della sbarra di segnalazione luminosa non ha funzionato in concomitanza col passaggio del treno. Questo può diventare potenzialmente pericoloso, quindi quello che chiediamo è come ci si possa muovere come Regione, come si possa muovere l'Assessorato in tempi molto rapidi, per poter interloquire con RFI e capire quali ulteriori interventi si possano attuare sia di manutenzione per la sicurezza, sia magari con progetti un po' più di lungo raggio e di lunga scadenza per mettere questa intersezione ferroviaria in sicurezza e a questo punto, affrontare anche il tema della viabilità.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Balocco per la risposta.



BALOCCO Francesco, Assessore ai trasporti

La questione è all'attenzione di questo Assessorato e, attraverso di noi di RFI da molto tempo, almeno dal 2014 di sicuro. Devo ricordare, però, che esisteva un accordo di programma già precedente (2008), che prevedeva una serie di interventi, ma che poi non venne sottoscritto da tutti gli Enti locali interessati.
La questione venne ripresa all'inizio del 2015 e RFI ha redatto una progettazione preliminare, che è stata presentata al Comune di Momo (non so in quale data, perché non mi viene segnalato in questa risposta). Il Comune di Momo palesò in quell'occasione l'esigenza di modificare il progetto presentato da RFI, comunicando che gli uffici tecnici comunali avrebbero proceduto con un aggiornamento della progettazione stessa. A oggi risulterebbe che (questo ci dice RFI) che non sia ancora arrivata questa documentazione da parte del Comune di Momo.
Ovviamente, per quel che mi riguarda cercherò di verificare questa ulteriore situazione, perché è chiaro che il problema di quel passaggio a livello è assolutamente importante da risolvere.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 2033 presentata da Graglia, inerente a "Emodinamica ospedale di Verduno"


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'interrogazione a risposta immediata n. 2033.
La parola al Consigliere Graglia per l'illustrazione.



GRAGLIA Franco

Grazie, Presidente.
Si tratta di un'interrogazione che si ricollega a quello della settimana scorsa, in cui si chiedevano chiarimenti sul mantenimento dell'emodinamica all'ospedale di Savigliano. Visto che vi è la stessa necessità e che pochi mesi fa erano state fatte delle promesse da parte dell'Assessore Saitta anche per quanto riguarda il reparto di emodinamica del nuovo ospedale di Verduno, che mi risulta essere di prossima apertura, vorremmo capire quali sono le intenzioni della Giunta. Una soluzione potrebbe essere quella di usare un'unica équipe dislocata su due ospedali, cioè Savigliano e Verduno.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Balocco per la risposta.



BALOCCO Francesco, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
Consigliere Graglia, forse lei non è a conoscenza delle dichiarazioni che ha fatto l'Assessore Saitta nei giorni scorsi, in cui conferma il fatto che le tre emodinamiche continueranno in provincia di Cuneo.


Argomento: Contratti ed appalti - Opere pubbliche

Interrogazione a risposta immediata n. 2034 presentata da Porchietto inerente a "Indagine ANCE congiuntura comparto edilizio - criticità evidenziate"


PRESIDENTE

Passiamo a trattare l'interrogazione a risposta immediata n. 2034.
La parola alla Consigliera Porchietto per l'illustrazione.



PORCHIETTO Claudia

Grazie, Presidente.
Assessore, mi fa piacere che sia presente anche l'Assessora De Santis perché credo che la mia possa anche essere considerata un'interrogazione a scavalco (diciamo così) di almeno due Assessorati.
Svolgo alcune riflessioni in merito alle dichiarazioni che arrivano comunque da una serie di indagini ufficiali che ANCE ha manifestato negli scorsi giorni e che ieri hanno avuto anche un ampio rilievo sui principali organi di stampa.
Sappiamo benissimo che la situazione del settore costruzioni è in estrema difficoltà, e questo lo manifestano non soltanto le rappresentanze, ma sono anche i numeri che lo dicono. L'elemento che ANCE ha evidenziato in una serie di documenti è proprio il fatto che le principali difficoltà loro le vedono legate anche al settore delle opere pubbliche, un grosso problema connesso chiaramente alla tematica della burocrazia. Infatti il Codice degli appalti - che tutte le forze politiche si sono impegnate a rivedere oggi produce degli effetti che sono sicuramente deleteri rispetto a un settore già in crisi.
Inoltre, l'enorme problema è che comunque in Piemonte i numeri sono quelli che leggiamo: nuovamente un meno tre per cento di imprese che hanno chiuso soltanto negli ultimi 12 mesi e una riduzione estrema di personale. Quel che noi riteniamo stia mancando è anche una strategia futura, che parta dalla Regione rispetto a un impiego di fondi europei e regionali che possano dare respiro a un settore che, comunque, deve in qualche modo rinnovarsi, e poi soprattutto una serie di misure che stentano ad arrivare da parte della Regione.
Allora, a questo punto interroghiamo la Giunta regionale - mi permetto di dire in modo estremamente collegiale, perché non si tocca sicuramente soltanto un ambito - per capire se per i prossimi 12 mesi esiste una strategia che possa coinvolgere un settore che chiede di essere preso in considerazione.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Balocco per la risposta.



BALOCCO Francesco, Assessore alle infrastrutture

Grazie, Presidente.
Mi soffermerò un attimo in più semplicemente per ribadire quello che abbiamo fatto in più occasioni come Regione Piemonte assieme alle altre Regioni, in sede di consultazioni relative in particolare all'iter del correttivo del Codice e in cui, appunto, si è cercato di semplificare l'iter realizzativo almeno per quanto riguarda gli affidamenti di importo non rilevante, ma i risultati sono stati quelli che sono stati, cioè non ci sono stati. Questo sostanzialmente per le posizioni molto nette prese in quelle situazioni dall'ANCE e anche per la necessità di rispettare i principi comunitari, tra cui la massima concorrenza, la rotazione e l'economicità.
Che poi questi criteri vengano realizzati attraverso l'attuale norma ovviamente è opinabile, ma per quel che ci riguarda abbiamo cercato in ogni modo di alleggerire gli aspetti procedurali oggi previsti dalla normativa.
L'altra possibile risposta che noi possiamo dare è quella di accelerare per quanto possibile, almeno la realizzabilità e la cantierabilità dei finanziamenti in questi ultimi due anni, ma in particolare in questi ultimi mesi. L'ultimo CIPE ha sostanzialmente chiuso la definizione delle risorse e delle progettualità a esse connesse relative alla distribuzione dei fondi FSC. Per quel che riguarda il Piemonte, stiamo parlando di cifre che superano il miliardo, assieme ovviamente a tutti gli interventi collegati ai contratti di programma ANAS, ai contratti di programma RFI e alle opere relative agli interventi sull'assetto idrogeologico.
Stiamo parlando di risorse assolutamente cospicue; la questione adesso è di arrivare in tempi brevi alla spendibilità di queste risorse. L'impegno del mio Assessorato e di tutta la Giunta è che questo avvenga nei tempi più brevi possibili; poi, è chiaro, gli impegni che noi abbiamo sono quelli di concludere nel più breve tempo possibile i progetti proprio perché le risorse siano utilizzabili e le opere siano cantierabili.
Per quanto riguarda gli iter di affidamento delle opere attraverso le ovvie procedure di gara d'appalto, ebbene, noi speriamo che il nuovo Governo si farà carico di una semplificazione.


Argomento: Ordine pubblico e sicurezza - Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 2030 presentata da Bono, inerente a "Infermiere del 118 convocato dalla Commissione disciplinare per aver richiesto l'intervento dei Carabinieri per sbloccare un'ambulanza ferma presso l'ospedale di Chivasso"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 2030.
La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Uno dei problemi principali della sanità piemontese, oltre a quello delle liste d'attesa per le visite e gli esami specialistici, è quello del sovraffollamento nei pronto soccorso dei nostri principali ospedali.
Sappiamo che questo sovraffollamento è epidemico, relativo ad alcune emergenze per patologie particolarmente legate alle stagioni (nella stagione invernale, quella dell'influenza), ma è altresì endemico, nel senso che è continuo. I picchi ci sono anche adesso nei nostri ospedali: a marzo, ad aprile, ci sono anche durante i mesi più caldi, ad esempio per l'emergenza caldo. Ci sono perché, sostanzialmente (questa è una nostra valutazione, un nostro giudizio abbastanza attendibile), nel corso degli anni si è passati a tagliare pesantemente i posti letto della nostra regione, ma non solo, di tutte le Regioni italiane.
In Piemonte, ad esempio, abbiamo tagliato oltre 2.200 posti letto.
Pertanto, avendo meno posti letto per il ricovero dal pronto soccorso verso i reparti di medicina interna, di geriatria, di chirurgia e quant'altro, si accumulano (diciamolo con un termine non molto felice) per ore in pronto soccorso i pazienti che sono in attesa di un ricovero.
Inoltre, manca personale. L'altro grosso problema è la carenza di personale infermieristico, per cui nei pronto soccorso non si riescono a fare gli esami necessari: ematochimici, esami del sangue e altri esami diagnostici oppure alcune terapie che permetterebbero la cura del sintomo, della patologia o la diagnosi e poi l'eventuale dimissione.
Questi sono i due principali motivi. Il terzo motivo, che non è ascrivibile a una questione di politica sanitaria nazionale, ma è ascrivibile a una carenza forse anche organizzativa e che trovo ben più grave, è la carenza di barelle. Infatti, quando le ambulanze trasportano un paziente dal proprio domicilio all'ospedale, entrano nella camera calda e lasciano al personale ospedaliero il paziente sulla barella. Il paziente arriva sulla barella, dove sta anche per 24-48 ore, pertanto non ci sono barelle per dotare della dotazione iniziale l'ambulanza, il mezzo di soccorso avanzato MSA o MSB. L'ambulanza deve stazionare (fa sorridere, ma sostanzialmente è grave) davanti al pronto soccorso, perché non può caricare il paziente nell'ambulanza senza la barella.
Pertanto, delle due l'una: dovete dirmi come possiamo risolvere il problema. La cosa più facile è quella di comprare più barelle, perch costano 1.000 euro l'una, mentre la cosa migliore sarebbe quella di dare una corretta dotazione di posti letto o, comunque, assumere personale nei pronto soccorso.
Cito tutto questo - e vado a chiudere - perché nel mese di dicembre è balzata agli onori della cronaca, purtroppo negativamente, la morte di un torinese che aveva atteso l'ambulanza a casa per alcune ore. Sembra che (adesso è aperta un'indagine in Procura) nei contatti tra ambulanza, casa e il Pronto soccorso sia filtrato che il problema fosse che diverse ambulanze erano in coda in pronto soccorso, in attesa di lasciare gli assistiti o di riprendere le barelle. Quindi, il tema è molto grave, tant'è che nei giorni successivi alcuni sindacati hanno rilasciato una lettera consigliando un comportamento deontologico - secondo me corretto - ai propri iscritti o comunque ai propri colleghi infermieri, cioè segnalare e chiamare i Carabinieri per far rilasciare prontamente le barelle, ridotare di dotazione organica iniziale l'ambulanza e permetterle di ripartire.
All'inizio di gennaio è successo questo: i Carabinieri sono intervenuti e la questione si è risolta prontamente, ma sappiamo tramite i giornali che l'infermiere che ha fatto questa segnalazione è stato richiamato per un'eventuale sanzione disciplinare.
Io non ne so di più, quindi vorrei capire se ha sbagliato l'infermiere dal punto di vista del protocollo interno o se ha fatto bene e forse c'è un errore, un eccesso di zelo, da parte del Direttore generale. Vorrei sapere come questa Giunta intende muoversi, cosa ne pensa e cosa consiglia di fare ai propri Direttori Generali e ai profili sanitari.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Bono.
La parola all'Assessore Balocco per la risposta.



BALOCCO Francesco, Assessore regionale

Le do semplicemente lettura della risposta redatta dalla Città della Salute, su richiesta dell'Assessore, in merito al caso che lei ha segnalato, che recita testualmente.
"Il comportamento per la corretta gestione del caso da parte dell'operatore sarebbe stato quello di comunicare l'evento al medico di Centrale, che contatta le Direzioni sanitarie dei DEA interessati per sollecitare l'operatività dei mezzi. In situazioni particolari (numero elevato di mezzi bloccati nello stesso DEA) il medico di Centrale informa il Direttore della Struttura Complessa Emergenza Territoriale 118, per gli ulteriori provvedimenti.
Nel caso specifico, il Direttore della Struttura Complessa Emergenza Territoriale aveva già contattato il Direttore dell'ASL TO4 per sbloccare la situazione in un frangente di effettiva e grande difficoltà e criticità dell'intera rete, urgenza-emergenza per il notevolissimo numero di chiamate al 118, con necessità di invio di ambulanze per il trasporto dei pazienti verso i pronto soccorso, in un'ottica di fattiva collaborazione tra i servizi.
L'infermiere del 118 ha, invece, richiesto direttamente, senza neanche informare il medico di Centrale o il Direttore dell'emergenza territoriale l'intervento delle Forze dell'Ordine. Peraltro, questa Direzione sanitaria in merito ai recenti blocchi ambulanze, ha più volte telefonato e scritto alle Direzioni sanitarie dei diversi ospedali interessati, per sensibilizzarli al problema, ottenendo sempre grande collaborazione.
In merito alla verifica della Commissione di disciplina aziendale, si comunica che è stata disposta l'archiviazione del procedimento".


Argomento: Nomine - Personale del servizio sanitario

Interrogazione a risposta immediata n. 2028 presentata da Vignale, inerente a "Nomina ASL Città di Torino"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 2028.
La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Devo dire che questo tema meriterebbe uno spazio maggiore, che è stato in qualche modo riservato agli organi di stampa e quindi lì ci fermiamo.
È successo un fatto che io ritengo un po' anomalo, nel senso che l'ASL Città di Torino ha ritenuto doverosamente di rinnovare dieci, chiamiamoli "Primariati tecnici", nel mese di gennaio. Le delibere di nomina sono avvenute il 18 gennaio; l'incarico è un incarico quinquennale e uno dei soggetti, che certamente aveva titoli per essere nominato, è un Direttore che, come da precedente lettera di richiesta di quiescenza, trasmessa dal Direttore stesso, sarebbe andato in pensione il 1° marzo, quindi l'ASL Città di Torino ha nominato un Direttore che dal 18 gennaio al 28 febbraio ha svolto quell'incarico per avere oggi una struttura che è nuovamente vacante, perché, peraltro, il concorso è senza graduatoria.
Allora, è evidente che non ci deve essere alcuna penalizzazione nei confronti di una persona che si sta avvicinando alla quiescenza; è altrettanto evidente che alcuni contratti, invece, inseriscono un limite per persone così vicine alla quiescenza o, in alcuni casi, una valutazione del Direttore generale, per evitare che una struttura appena nominata rimanga, come in questo momento, dal 1° marzo vacante.
Ciò che vogliamo chiedere all'Assessore è se si ritiene corretta, non da un punto di vista formale (da un punto di vista formale, la nomina è certamente corretta), ma da un punto di vista sostanziale, la nomina di una figura di vertice, che di fatto ha lasciato un'area, un mese dopo la sua nomina, assolutamente scoperta da venti giorni a questa parte, considerando che la nomina è avvenuta il 18 gennaio.
Ci pare che, da un punto di vista delle modalità di gestione concorsuale sia una modalità piuttosto anomala.



PRESIDENTE

Grazie, collega Vignale.
La parola l'Assessore Balocco per la risposta.



BALOCCO Francesco, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
La Commissione era composta dal Direttore amministrativo dell'ASL Città di Torino e da due membri esterni, entrambi Direttori amministrativi di Aziende Sanitarie piemontesi.
La stessa Commissione ha valutato la dottoressa Valente come candidata con i migliori titoli e la miglior performance al colloquio.
Pertanto, non sarebbe stato corretto non attribuirle l'incarico discriminandola nella considerazione di una possibile cessazione dal servizio. Infatti, bisogna tener conto del fatto che la cessazione dal servizio è avvenuta con recesso volontario, con possibilità di revoca fino alla data effettiva di recesso e conseguente permanenza in servizio fino all'obbligo di pensionamento e non per pensionamento di vecchiaia.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Balocco.


Argomento: Commercio ambulante

Interrogazione a risposta immediata n. 2029 presentata da Grimaldi inerente a "Aree del libero scambio e O.P.I."


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 2029.
La parola al Consigliere Grimaldi per l'illustrazione.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Come l'Assessora sa, alla fine dello scorso anno è stata approvata la legge 16 sul riordino dell'ordinamento regionale e ha modificato alcuni degli articoli della legge 28 del 1999. In particolare, il comma 2 all'articolo 11 bis definisce la vendita occasionale come la vendita esercitata nell'ambito della Regione, per un numero di volte all'anno non superiore a 18, di beni di modico valore rientranti nella propria sfera personale collezionati o frutto della propria creatività. Il comma definisce anche il bene di modico valore, cioè stabilisce che è ogni oggetto avente un prezzo di vendita non superiore a 150 euro.
L'articolo 46 tratta del tesserino per la vendita occasionale, da richiedere al Comune di residenza, e dell'elenco contenente l'indicazione dei beni suddivisi per categorie, enumerati singolarmente, che s'intende porre in vendita nel corso della manifestazione. L'Assessorato al commercio, da allora, dovrebbe, in qualche modo, produrre un regolamento attuativo e così dovrebbero essere adeguati i regolamenti di tutti i Comuni.
I mercatini in questione sono quelli che trattano appunto il collezionismo l'usato, l'antiquariato e l'oggettistica varia, però oltre ai mercatini dei cosiddetti hobbisti esistono delle aree diverse: parlo delle aree di libero scambio e soprattutto degli operatori del proprio ingegno, che non c'entrano con questa definizione.
Per intenderci, vorrei che soprattutto chi vive nelle grandi città metropolitane cogliesse quello che succede da più di 200 anni, e penso a un luogo storico di questa città, al Balon. In questo luogo migliaia di persone, che spesso non hanno una fissa dimora, che vivono ai margini della società, spesso con un reddito bassissimo, non svolgono certamente quel tipo di lavoro temporaneo per hobby, sono inseriti in un'associazione e pagano più di dieci euro al giorno per fare quel tipo di "piccolo lavoro".
Di fatto, come vivono? Invece di vivere di espedienti, spesso vendono materiale a meno di 50 centesimi, a un euro le scarpe; vendono tutto quello che spesso è lo scarto della nostra società.
Ecco, penso che inserire le aree di libero scambio (tra l'altro, la Città di Torino è stata la prima a regolamentare nella storia italiana, per intenderci nella gran parte della nostra Penisola), luoghi che sono ancora dominati dalla criminalità organizzata e spesso da forme di caporalato che in qualche modo, non c'entrano con la dimensione di emersione dell'illegalità, che noi vorremmo soprattutto per le fasce più marginali e già sfruttate, in questo regolamento li escluderebbe da altre attività di vendita occasionale al di fuori dei mercatini, perché hanno finalità ed esigenze diverse, quindi rischiano di essere spazzati via.
Allo stesso modo, gli operatori del proprio ingegno che, anche loro, sono regolamentati da alcuni regolamenti comunali, ovviamente, non svolgono quel tipo di attività sei o 18 volte all'anno, spesso vivono sotto i 3.000-4.000 euro; spesso sono semplicemente piccoli artigiani, anche per il loro fatturato, che per il loro tipo di attività non c'entrano con le regole standard del commercio. Oggettivamente, questo tipo di legislazione qualora fosse estesa anche a loro, li spazzerebbe via, alimentando cioè il numero di persone che si rivolgono ai nostri Centri per l'impiego per chiedere un reddito o un'alternativa al loro lavoro.
Allora, spero - perché non è detto che sia così - che queste due esigenze siano stralciate da quella che, invece, è una regolamentazione giustissima dei mercati degli hobbisti, cioè di chi ogni tanto vende antiquariato svuota le proprie cantine, lo fa come hobby e non come mestiere, che giustamente hanno altri tipi di finalità e vivono altri tipi di condizioni.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Grimaldi.
La parola all'Assessora De Santis per la risposta.
DE SANTIS Giuseppina, Assessora al commercio Grazie, Presidente, e grazie, Consigliere Grimaldi.
Ho chiesto una nota agli Uffici sulla questione da lei sollecitata.
Le do la risposta e poi farò alcune considerazioni a latere.
Prima questione: le aree di libero scambio.
La normativa regionale sui cosiddetti "mercatini degli hobbisti" non interviene in quanto, nelle aree di libero scambio, non si svolgono tendenzialmente operazioni di vendita; si tratta di operazioni per lo più di baratto.
Quanto alla questione dei cosiddetti "O.P.I.", questi sono esclusi, di nuovo in base a una norma statale (il decreto legislativo 144 del 1998) dalla legge regionale sul commercio. Sono regolati da una normativa statale ed è stabilito che disciplinare questo tema è competenza statale.
È chiaro che, da qui in avanti, si apre la questione del dire: chi sono esattamente gli O.P.I.? Quanti di quelli che frequentano i cosiddetti "mercatini degli hobbisti" possono poi invece rientrare nella caratterizzazione di O.P.I.? Con questo chiudo, per dirle poi un paio di cose.
Uno, non è un caso che il regolamento si stia dimostrando complesso. Non è che finora gli Uffici della Giunta non ci hanno lavorato, ma è che effettivamente, si va a normare una situazione che ha tanti aspetti diversi, dove, da un alto, c'è una preoccupazione, che è anche comprensibile e ha una sua ragione d'essere, espressa dalle categorie del commercio ambulante, che dicono che queste attività occasionali potrebbero invece nascondere, attraverso il fatto che il titolo per fare l'attività ce l'hanno diversi membri della stessa famiglia (quindi una volta ci va il padre, una volta ci va il figlio, una volta ci va la nuora, una volta ci va il cugino), attività di natura molto più professionale.
Dunque, la normativa, diciamo, hobbisti, in questo caso sarebbe troppo lasca.
Dall'altro lato, i casi che lei pone configurano il rischio opposto, cioè che la normativa hobbisti diventi una camicia di forza per un altro tipo di soggetti.
Quello che le posso dire, al di là della risposta tecnica (fra l'altro ieri ero anche fuori Torino, ero a Bruxelles, quindi non ho visto né il suo quesito né sono riuscita a fare nessun approfondimento personale sul punto), è che ho capito qual è il problema che lei pone; ce ne occuperemo e speriamo di fare una cosa che non sia squilibrata su nessun fronte e su nessun versante. Mi impegno personalmente a fare le verifiche del caso.
Grazie.


Argomento: Strutture ricettive (albergh., extra-albergh., campeggi e villaggi, classif., vincolo) e strutture e impianti turist. - Interventi per lo sviluppo dell" offerta

Interrogazione a risposta immediata n. 2023 presentata da Gancia, inerente a "Festival Collisioni" (risposta scritta)


PRESIDENTE

L'interrogazione a risposta immediata n. 2023 non può essere svolta per assenza dell'interrogante e verrà data risposta scritta.
Visto che l'Assessora Parigi ha già la risposta, ne fornirà copia al collega Graglia che l'ha richiesta - l'originale verrà consegnato alla Consigliera Gancia.



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata.
Vista la convocazione della I Commissione alle 15.30, se siamo tutti d'accordo, il Consiglio lo apriamo appena termina la Commissione stessa.



(Alle ore 15.31 la Presidente dichiara esaurita la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata)



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE BOETI



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo Allemano, Cerutti, Corgnati, Ferrero, Pentenero e Rossi.
Non è presente l'Assessore Saitta.


Argomento: Bilanci preventivi

Esame disegno di legge n. 286, inerente a "Bilancio di previsione finanziaria 2018-2020"


PRESIDENTE

Iniziamo i lavori pomeridiani con l'esame del disegno di legge n. 286 "Bilancio di previsione finanziaria 2018-2020", di cui al punto 4) all'o.d.g.
Nell'odierna seduta antimeridiana è iniziato l'esame del provvedimento.
Sono state svolte le relazioni di maggioranza e di minoranza. In sede di discussione generale sono intervenuti i Consiglieri Mighetti, Frediani Valetti, Bertola, Andrissi, Campo, Grimaldi e l'Assessore Reschigna. È stata convocata la I Commissione per un approfondimento sugli emendamenti presentati dalla Giunta regionale.
Comunico al Consiglio che l'articolo 1 e 2 sono sospesi.
Possiamo iniziare con la votazione dell'articolo 3.
ARTICOLO 3 Emendamento rubricato n. 222 presentato dalla Giunta regionale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola all'Assessore Reschigna per l'illustrazione.



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale

Per coerenza con l'impianto complessivo della legge di bilancio nel rapporto fra Giunta e Consiglio, come ho fatto su altri articoli, chiederei che venga aggiunto il seguente emendamento al comma 2: "È autorizzato, con provvedimento amministrativo della Giunta regionale, sentita la Commissione consiliare competente, il prelievo dal fondo di cui al comma 1 delle somme occorrenti per istituire appositi capitoli".
Abbiamo il fondo Accordo di programma che poi viene spalmato sui capitoli.
Questa operazione, che si è sempre fatta con atto amministrativo, si è sempre fatta nel corso degli anni previo un passaggio preventivo in Commissione consiliare competente. Presenterei un emendamento di questo genere.



PRESIDENTE

Ci sono Consiglieri che desiderano intervenire sull'emendamento test illustrato dal Vicepresidente della Giunta Reschigna? Se non ci sono Consiglieri che desiderano intervenire, mettiamo in votazione l'emendamento.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 222).
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 3, così come emendato.
Il Consiglio approva.
Gli articoli 4, 5, 5 bis, 5 ter e 5 quater sono sospesi.
ARTICOLO 6 Emendamento rubricato n. 221) presentato dalla Giunta regionale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola all'Assessore Reschigna per l'illustrazione.



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale

Si tratta delle capacità assunzionali in materia di personale addetto alla manutenzione idraulico forestale. L'emendamento precisa la quantificazione economica dell'articolo; non c'è bisogno di modifiche alle tabelle di bilancio in quanto le risorse stimate in euro 390 mila sono già collocate nella Missione e nel programma adeguato.



PRESIDENTE

Grazie, Vicepresidente Reschigna.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 221).
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 6, così come emendato.
Il Consiglio approva.
L'articolo 6 bis è sospeso.
ARTICOLO 7 Indìco la votazione palese sull'articolo 7.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 7 bis Emendamento rubricato n. 81) presentato da Berutti, Graglia, Pichetto Fratin, Ruffino, Sozzani.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Non vedo il Consigliere Berruti, Consigliere Graglia lo dà per illustrato? Qual è il parere della Giunta? Prego, Vicepresidente Reschigna.



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale

Il parere della Giunta è negativo, non tanto relativamente alla proposta contenuta all'interno dell'emendamento, quanto in relazione al fatto che questi interventi sono già attuati, di fatto, all'interno dell'organizzazione sanitaria della Regione Piemonte. E le risorse per questo tipo di percorsi di cura per pazienti oncologici sono già collocate all'interno del Fondo sanitario. Pertanto, non c'è necessità di questo articolo aggiuntivo.
Per queste ragioni, il parere è negativo.



PRESIDENTE

Se non vi sono ulteriori richieste di intervento, pongo in votazione l'emendamento rubricato n. 81).
Sospendiamo la votazione, perché ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
È corretto quanto diceva il Vicepresidente rispetto a ciò che avviene all'interno della rete sanitaria regionale.
Il Vicepresidente aveva avuto modo di leggere che il comma 3 prevede che la Regione eroghi contributi alle associazioni senza scopo di lucro e agli Enti locali che organizzano percorsi di cura.
Io non sono un presentatore dell'emendamento, ma ci tenevo solo a far presente come, a fronte della fondamentale rete oncologica piemontese, vi sia una rete associativa altrettanto indispensabile, che è presente in tutti i reparti di Oncologia del Piemonte.
Se questo emendamento è finalizzato, come io credo, a sostenere, in qualche modo, la rete delle associazioni (non certo, ovviamente, per attività di promozione delle azioni stesse, ma proprio per essere più incisivi su alcuni aspetti a cui, talvolta, non riesce a intervenire il sistema sanitario, che è eccellente da un punto di vista medico-sanitario, mentre altre volte, anche per mancanza di personale, ha più difficoltà dal punto di vista dell'assistenza successiva all'intervento e del sostegno psicologico), credo sia particolarmente utile.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Non sono intervenuto sull'articolo precedente, in quanto lo stanziamento di una serie di risorse per l'adeguamento dei parchi gioco alle esigenze dei bambini con disabilità all'interno dei Comuni era sicuramente un tema condivisibile. Peraltro, l'emendamento era stato fortemente voluto da tutto il Consiglio, sebbene mi sembri di ricordare che la prima firma fosse dei Consiglieri di maggioranza (in particolare dei colleghi dei Partito Democratico). Non vorrei solo che si usassero, poi, due pesi e due misure.
È il solito discorso che conosciamo a menadito: per quanto riguarda gli ambiti sanitari, sappiamo che gli stessi trovano copertura all'interno del Fondo Sanitario Regionale, che cuba oltre otto miliardi di euro; dunque essendo decisamente ampio, come fondo, non ha bisogno di stanziamenti aggiuntivi da parte della Regione Piemonte; mentre su altri temi, magari, è più facile presentare degli emendamenti che richiedano un incremento di spesa (ad esempio, sui capitoli relativi alle politiche sociali, oppure per interventi manutentivi ai sensi dell'articolo 7, quello che riguarda i parchi gioco per bambini disabili).
L'abbiamo detto poco fa nel corso della I Commissione, convocata prima dell'inizio del Consiglio: molti di questi emendamenti potrebbero essere in realtà, ordini del giorno, e potrebbero trovare copertura all'interno delle tabelle di bilancio.
Mi spiacerebbe - lo ripeto ancora una volta - che passassero proposte che trovano una sponda nella maggioranza e quelle dell'opposizione invece no.
Perché se no anche noi, ovviamente, avremmo presentato una ventina di emendamenti all'articolato, magari anche solo con richieste molto piccole di 50.000 o di 100.000 euro, che troverebbero copertura nelle tabelle di bilancio.
Quindi, delle due, l'una: o si accettano per tutti, o non si accettano per nessuno (al di là delle coperture di bilancio che si possono trovare).
Perché, francamente, risulterebbe difficile andare a vedere una legge di bilancio in cui ci sono fondi di accantonamento, debiti fuori bilancio fondi di copertura contenziosi, fondi vincolati, eccetera eccetera, e poi in mezzo, troviamo invece la spesa degli interventi sui parchi gioco per i bambini disabili (che, in questo caso, può essere condivisibilissima, anche se non si sul dire); altre volte troviamo il finanziamento del palazzetto del ghiaccio di Torre Pellice (che, tra l'altro, potrebbe ritornare molto in auge come discussione nelle prossime settimane o nei prossimi mesi).



(Commenti fuori microfono)



BONO Davide

No, no, ma ho detto "condivisibile". Però non è oggetto di un'analisi del bilancio, perlomeno dell'articolato. Semmai, può essere oggetto all'interno delle tabelle di bilancio.
Non l'ho detto prima, ma visto che adesso ci sono alcuni emendamenti anche delle opposizioni che non vedono magari il favore da parte della Giunta, mi premeva risottolineare questo aspetto.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bono.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 81), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
ARTICOLO 7 ter Emendamento rubricato n. 100) presentato da Porchietto, Pichetto Fratin Berutti e Graglia.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Graglia per l'illustrazione.



GRAGLIA Franco

Dopo l'articolo 7 chiediamo che sia aggiunto l'articolo 7 ter, relativo al bonus famiglia, che recita: "Art. 7 ter (Bonus famiglia) La Regione Piemonte sostiene le famiglie che si trovano in condizioni di vulnerabilità socio-economica con attenzione specifica alla gravidanza e al percorso di nascita, in particolare di donne sole e ragazze maggiorenni.
Per le finalità di cui all'articolo 1 sono erogati contribuiti mensili pari a 150,00 euro da sei mesi prima della nascita fino ai sei mesi successivi e per un importo massimo di 1.800,00 euro.
Il contributo di cui all'articolo 2 è erogato anche in caso di adozione per un importo mensile pari a euro 150,00 a decorre dall'ingresso del figlio in famiglia fino a sei mesi successivi e per un ammontare massimo di 900,00 euro.
I soggetti destinatari dei contributi di cui al presente articolo devono essere in possesso dei seguenti requisiti: a) residenza in Piemonte da almeno cinque anni continuativi b) indicatore ISEE uguale o inferiore a 40.000,00 euro.
5. La Giunta regionale, sentita la Commissione consiliare competente stabilisce le modalità di erogazione dei contributi di cui al presente articolo.
6. In una prima fase di applicazione del presente articolo, agli oneri di parte corrente, per ciascun anno del biennio 2018-2019, stimati in euro 2.000.000,00, in termini di competenza e iscritti nella Missione 12 Programma 05, si fa fronte con le risorse della missione 20 del Programma 01 del Bilancio di previsione finanziaria 2018-2020".
L'onere finanziario delle disposizione di cui al presente articolo è calcolato sulla base di una valutazione prudenziale rispetto ai potenziali destinatari dell'intervento. L'importo di quattro milioni di euro consente l'erogazione dei contributi a più di 2.000 famiglie, in linea con i dati rilevati dal Ministero e dal rapporto Caritas 2016.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Ovviamente qualsiasi proposta che vada nella direzione di sostenere la maternità e la famiglia viene accolta con favore. Abbiamo qualche perplessità rispetto alla cifra indicata nell'ISEE, perché si fa riferimento a "condizioni di vulnerabilità socio-economica, con attenzione specifica alla gravidanza e percorso nascita, in particolare di donne sole e minorenni". Poi c'è un indicatore ISEE di 40.000 euro, se non sbaglio che ci sembra che strida un po' con le premesse dell'emendamento.
È una misura che non mi sembra particolarmente indirizzata alle donne in difficoltà o in ristrettezze economiche. Quindi, ripeto, ben venga il sostegno alle famiglie, ma sapendo bene quale sia la condizione di disponibilità di risorse, mi sembra che sia un po' azzardata come politica forse un po' troppo.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Utilizzo questo emendamento per fare una riflessione sulla necessità di politiche a sostegno della natalità. Per molti anni ci siamo occupati di moltissime misure e penso al grande dibattito nato sul tema della cultura o delle attività in generale legate a settori non manifatturieri. Penso anche a quale attenzione si sia posta, anche se non sempre sufficiente, al mondo della terza età.
Credo che, in generale, la nostra nazione abbia dimenticato ormai da moltissimi anni che un tema prioritario, quale è quello della natalità, in particolar modo in una società fortemente cambiata e con molte meno certezze, sia un tema da finanziare. Lo dimostrano i numeri di chi ha ritenuto che fosse importante investire a livello statale e a livello anche locale sulla natalità; mi riferisco alla vicina Francia, ai Paesi nord europei, che erano quelli che avevano, peraltro, i tassi di natalità più bassi di tutta Europa, mentre oggi hanno tassi di natalità in alcuni casi anche doppi rispetto ai nostri. Però i concetti del quoziente familiare della tassazione per nucleo e non per singola persona sono diventati un patrimonio collettivo che, fra le altre cose, hanno anche creato servizi per le famiglie che, come tali, hanno creato centinaia di migliaia di posti di lavoro.
Credo che questo tema, a largo spettro e non solo quello legato al contributo, ma quello legato al costo di un asilo nido, quello legato a parametri che fanno sì che molti asili dell'infanzia siano ormai assolutamente insostenibili per gran parte delle famiglie piemontesi, sia uno dei temi su cui, certamente la prossima legislatura per una questione meramente temporale, anche questo Consiglio regionale magari già in questa legislatura potrebbe cominciare a fare una valutazione.
Se guardiamo nel patrimonio legislativo di questa Regione, troveremo leggi che sono intervenute su qualunque tema, ma non ne troverete una negli ultimi 15 anni che è intervenuta a favore della natalità, salvo una misura anche se fu una misura non sufficiente, che la precedente Amministrazione fece con il bonus bebè. Misura - lo dico io, pur avendo fatto parte di quell'Amministrazione - non sufficiente, perché credo che vada fatta un'azione più strutturale e più duratura nel tempo.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Ferrari per il parere della Giunta.



FERRARI Augusto, Assessore alle politiche sociali, della famiglie e della casa

Il parere della Giunta è negativo, per le ragioni che il Consigliere Vignale già diceva, nel senso che questa è una materia che ha bisogno di essere un livello essenziale, quindi un tipico caso di politica nazionale.
Non è un caso - scusate il bisticcio di parole - che negli ultimi due anni la politica nazionale qualche timido passo l'abbia fatto in questa direzione, perché il reddito di inclusione per una parte interviene sulle donne sole in stato di gravidanza, con un livello ISEE molto basso. Il bonus famiglia interviene sui livelli ISEE più alti e poi, certo mancherebbe il terzo tassello che è quello contenuto nel disegno di legge proposto dal Senatore Stefano Lepri, che riformerebbe il sistema degli assegni familiari, dando effettivamente una strutturalità a una politica a sostegno delle responsabilità familiari.
Mi sembra di poter dire che il ruolo della Regione che abbiamo sposato in questi quattro anni sia quello del potenziamento dei servizi. In questa direzione vanno le risorse regionali e, non a caso, abbiamo rifinanziato i centri, dando degli indirizzi ben precisi; abbiamo messo anche delle risorse finalizzate al rafforzamento dei servizi per l'infanzia.
Mi pare che vada inquadrata in questa logica, quindi non è un no perché non siamo d'accordo, ma perché le responsabilità istituzionali vanno differenziate e vanno distinte.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Ferrari.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 100), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
ARTICOLO 7 quater Emendamento rubricato n. 101) presentato da Porchietto, Pichetto Fratin Berutti e Graglia.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Graglia per l'illustrazione.



GRAGLIA Franco

Grazie, Presidente.
Con questo emendamento, noi proponiamo che, dopo l'articolo 7, sia aggiunto il seguente: "Articolo 7 quater (Contributi per assunzione dell'assistenza familiare/personale) 1. La Regione Piemonte eroga contributi per l'assunzione in regola dell'assistente familiare personale in base al CCNL della collaborazione domestica.
2. È ammessa, nel rispetto della normativa vigente in materia di lavoro subordinato, l'assunzione di parenti o affini entro il terzo grado nel ruolo di assistente familiare/personale, come previsto dal DPR 31/1971, n.
1403.
3. I contributi di cui al comma 1 sono erogati mensilmente per importo pari a euro 1.200.
4. I destinatari dei contributi di cui al presente articolo devono presentare un indicatore ISEE progressivo fino a euro 39.000,00.
5. La Giunta regionale, sentita la Commissione consiliare competente stabilisce le modalità di erogazione dei contributi di cui al presente articolo.
6. In una prima fase di applicazione del presente articolo, agli oneri di parte corrente, per ciascun anno del biennio 2018-2019, stimati in euro 450.000,00, in termini di competenza e iscritti nella Missione 12 Programma 05, si fa fronte con le risorse della Missione 20, Programma 01 del bilancio di previsione finanziario 2018-2020".
Ai fini dell'applicazione delle disposizioni di cui al presente articolo si propone uno stanziamento pari a 450.000 euro per ciascun anno del biennio 2018-2019, sulla base di una valutazione potenziale delle possibili assunzioni. L'importo di 900.000 euro consente un'erogazione di contributi di cui alla proposta legislativa, a 750 beneficiari in base alla stima dei dati estrapolati dalla contrattazione collettiva nazionale.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Come detto sull'emendamento precedente dalla collega Capogruppo Frediani anche su questo, in linea di massima, noi abbiamo una condivisione sul tema, fermo restando che esiste a tutt'oggi una legge regionale (la legge 10/2010) che purtroppo non è applicata. Tale legge non trova applicazione reale, perché servirebbero i regolamenti attuativi della stessa, che nei suoi primi articoli declina appunto l'istituzione dell'assegno di cura come sostegno alle persone che, nonostante la loro disabilità o difficoltà o fragilità, sono seguiti al domicilio.
Al domicilio tendenzialmente o c'è il caregiver familiare o vi è un assistente di tipo non professionista, il quale non è stato riconosciuto come figura svolgente una funzione socio-sanitaria, quindi non è riconosciuto neanche dalle sentenze di TAR e Consiglio di Stato come possibile integrazione della retta da parte della sanità.
La legge 10/2010, precorrendo i tempi, molto saggiamente andava a prevedere l'istituzione di questo assegno di cura. Peccato che non è finanziato o sostanzialmente, non è previsto un regolamento che lo sancisca per tutta la Regione e dunque non è finanziato su tutta la Regione: il finanziamento è a macchia di leopardo, molto sulla città di Torino, un poco sull'ASL TO3 e probabilmente quasi nulla su tutto il resto delle altre Aziende sanitarie.
Di conseguenza, condividiamo nettamente il senso, la proposta e il significato di questo emendamento, ma vorremmo che non si limitasse ad essere un emendamento spot in una legge di bilancio con 450.000 euro: vorremmo che diventasse una politica sanitaria e socio-sanitaria della Regione Piemonte con un suo capitolo di bilancio finanziato in maniera costante, magari progressivamente a crescere, e in forma costante in tutti i bilanci della Regione dei prossimi anni.
Tra l'altro, ricordo che queste risorse si otterrebbero sostanzialmente dal risparmio che si avrebbe sul bilancio sanitario, perché si tratta di pazienti che ricorrerebbero meno all'ospedalizzazione, sia all'ospedalizzazione tout court negli ospedali che all'istituzionalizzazione nelle RSA, che hanno un costo per la sanità dalle tre alle dieci volte superiore.
Francamente credo che si potrebbe, con un principio di vasi comunicanti iniziare a investire risorse in questo settore dalle politiche sociali e vedere che pian pianino la spesa della sanità si riequilibra.
Anche in questo caso, l'ISEE ci sembra obiettivamente troppo alto; magari potrebbe essere un po' più alto rispetto a quello dell'assistenza alla natalità, perché ci rendiamo conto che comunque una persona anziana ha delle problematiche e delle difficoltà ed è giusto che abbia anche un riconoscimento in questo senso, a prescindere dal censo e dai possedimenti patrimoniali, però si potrebbe forse ritoccare leggermente al ribasso.
A ogni modo, vorremmo che la norma fosse veramente una norma di rango regionale conseguente della legge 10/2010.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Ferrari per il parere della Giunta.



FERRARI Augusto, Assessore alle politiche sociali, della famiglia e della casa

Grazie, Presidente.
Questo è un emendamento che era già stato presentato lo scorso anno, forse anche due anni fa, e le motivazioni per le quali la Giunta aveva espresso parere negativo sono ancora le stesse, nel senso che qui corriamo il rischio di incrementare una spesa nella spesa corrente nell'ambito delle politiche sociali senza risolvere strutturalmente il problema.
Prima della legge 10 c'erano anche le DGR 39 e 56, che prevedevano che all'interno di questo intervento ci fosse comunque una parte del Fondo sanitario che prescindesse anche dai requisiti economici, mentre sulla parte su cui interveniva la quota sociale c'erano i requisiti economici.
Ora, il rischio è che non risolviamo il problema.
Quel procedimento si è interrotto perché nel 2013, in ragione del Piano di rientro, di fatto non si poté più attuare quel meccanismo. Ora, cosa ci siamo impegnati a fare? Direzione Sanità e Direzione Politiche sociali stanno provando a mettere in campo un meccanismo, che poi discuteremo, per fare in modo che il Fondo sanitario venga riportato, insieme al Fondo sociale, per costruire una filiera di cura sulla non autosufficienza che preveda anche un intervento multi-professionale, che va dal medico di base all'assistente familiare. Dentro questa logica credo che si possa affrontare il problema.
Incrementare la spesa in questo modo, a mio avviso non ha respiro, non regge, rischia anche di sprecare delle risorse.



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente Reschigna.



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale

Grazie, Presidente.
Al di là delle riflessioni che proponeva l'Assessore Ferrari, rispetto alle quali non ho nulla da eccepire, svolgo due riflessioni.
La prima: se si crede a certe politiche, bisogna destinare risorse consistenti - consistenti - facendo delle scelte. In questo caso, lo stanziamento che viene richiesto è di 450.000 euro all'anno, per un contributo massimo di 1.200 euro al mese per ciascun nucleo familiare, che moltiplicato per 12 fa 14.400 euro all'anno. Ora, 450.000 euro diviso 14.400 euro all'anno significa che sono 31,25 soggetti beneficiari in tutto il Piemonte; non 750, ma 31,25 soggetti beneficiari in tutto il Piemonte.
Allora, se si scrivono gli emendamenti tanto per dire che la Giunta cattiva non li accoglie perché arrivano dall'opposizione, e alla fine non ci sono le scelte di fondo che possono dire che questa è un'emergenza, per cui io al posto di mettere 60 milioni di euro sul fondo distinto ne metto 40 perché 20 li destino a questo tipo di intervento e si mettono stanziamenti che sono testimonianza, alla fine è comodo per un Gruppo di opposizione però non è produttivo rispetto ai bisogni di una comunità regionale.



PRESIDENTE

Grazie, Vicepresidente Reschigna.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 101), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
ARTICOLO 7 quinquies Emendamento rubricato n. 157) presentato da Frediani, Valetti, Bono Bertola, Andrissi, Mighetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Campo per l'illustrazione.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Torniamo al tema che porto all'attenzione della Giunta da un po' di tempo e su cui forse l'Assessore aveva dato qualche speranza ai tempi dell'assestamento di bilancio: la possibilità di andare finalmente a verificare la fattibilità di un intervento di ripristino della strada dell'Orrido di Elva. Una strada provinciale che ormai è chiusa da quattro anni; diciamo "ormai chiusa" un po' per finta, perché le barriere sono state spostate e i turisti la percorrono ugualmente.
Si tratta di una strada che ha anche un elevato valore paesaggistico tant'è che è stata elencata dal FAI tra gli elementi di valore paesaggistico della provincia di Cuneo, che avrebbe bisogno di una messa in sicurezza. Messa in sicurezza che è stata procrastinata fin dal lontano 2014 con l'idea, eventualmente, di rifarla quasi integralmente aggiungendo tutta una serie di gallerie.
Poiché è vero che le gallerie di recente vanno un po' di moda, ma non riusciamo più a completarne neanche una, forse sarebbe meglio considerare visto anche il valore paesaggistico della strada, di fare uno studio terzo che ci dica effettivamente cosa si può fare.
Essendo una strada che c'è da più di un secolo, per rimetterla all'onor del mondo, varrebbe la pena di riaprirla e permettere di utilizzarla, anche per accedere serenamente a un paesino che, per quanto abbia meno di 100 abitanti, è comunque un Comune della provincia di Cuneo.
Grazie.



PRESIDENTE

Il parere della Giunta sull'emendamento? Prego, Assessore Balocco.



BALOCCO Francesco, Assessore alle infrastrutture

La situazione, ovviamente, è alla nostra attenzione da parecchio tempo e gli studi relativamente alle possibilità di intervento e recupero della strada del Vallone sono stati fatti. Il problema sono le risorse necessarie per questo tipo di intervento, che - se ben ricordo - si avvicinano intorno ad almeno 15 milioni.



(Commenti del Consigliere Campo)



BALOCCO Francesco, Assessore alle infrastrutture

Il problema, caro Campo, è che i tecnici, per validare l'intervento, fanno ovviamente, una valutazione dei rischi. La valutazione dei rischi che è stata fatta in modo molto puntuale e approfondito dai tecnici, sia provinciali che regionali, e dal Settore geologico in particolare evidenziano che gli interventi cui lei fa riferimento, quindi addirittura forme di gallerie paravalanghe, in realtà parasassi, ecc., sono assolutamente necessari per raggiungere quel livello minimo di superamento del rischio consentibile. Pertanto, gli interventi richiedono questo genere di somme e di risorse.
Questo non esclude la possibilità che, tra le risorse che stanno arrivando attraverso gli FSC, si possano individuare almeno in parte le risorse per intervenire sulla strada, però dovremo intervenire con quel tipo di risorsa.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Balocco.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 157), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
ARTICOLO 7 sexies Emendamento rubricato n. 162) presentato da Vignale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
L'emendamento che abbiamo presentato interviene su un tema particolarmente delicato, che rischierà di aggravarsi nel corso dei prossimi anni. Mi riferisco alla trasformazione da servizio psichiatrico a socio assistenziale, che riguarderà una gran numero di pazienti psichiatrici, con la relativa impossibilità di compartecipazione alla spesa.
Provo a spiegare la situazione che per molti pazienti sta avvenendo, non solo per i pazienti tutelati, ma per i pazienti tutelati con un amministratore di sostegno e quant'altro. Come tutti gli altri cittadini la compartecipazione dei pazienti viene determinata, e con quale percentuale alla retta, individuando l'indicatore ISEE.
Com'è noto, l'ISEE è dato da una serie di fattori, uno fra i quali è quello di un deposito su un conto corrente. Misura che nei confronti di molti familiari di molti pazienti viene mantenuta proprio per cercare di garantire loro una vita o un periodo della loro vita il più possibile decoroso.
In molti casi, per esempio, avviene che al 15 gennaio 2017 una persona che risiede all'interno di una struttura ha un ISEE di un certo tipo, per cui deve pagare il 60 per cento della rata di questa struttura, che corrisponde in molti casi a più di 1.000 euro, perché aveva un certo deposito all'interno del suo conto corrente bancario; alla fine dell'anno, o anche prima di arrivare alla fine dell'anno, in realtà, quel deposto è esaurito e il suo ISEE sarebbe decisamente inferiore. Ma fino a quando non si dichiara un nuovo ISEE, verosimilmente quasi sempre l'anno successivo, di fatto questa persona non ha più la possibilità di pagare la retta per la struttura in cui è ospitato. Pertanto, si crea un debito nei confronti del soggetto dell'impresa, della cooperativa, del soggetto che in qualche modo dà ospitalità, tramite la Regione.
A tutti gli effetti, per un motivo che è equiparabile alla morosità incolpevole delle ATC, non è ascrivibile al paziente, cioè non è un paziente che ha delle risorse, ma che non vuole pagare la struttura; è un paziente che, pur potendo, non ha più le possibilità economiche per vedersi riconoscere questo contributo. Quindi, a un certo punto, noi mettiamo queste persone nella situazione grave in cui un loro diritto non è più riconosciuto.
Il nostro emendamento, come dice il comma 3, è destinato unicamente ai soggetti assistiti che, trovandosi nella condizione di essere incolpevolmente insolventi, non possono più sostenere la quota di compartecipazione, poi demandiamo un provvedimento della Giunta regionale: "La Giunta regionale, entro 90 giorni dall'approvazione della presente legge, disciplina, sentite le associazioni maggiormente rappresentative e la Commissione consiliare, tempi e modalità in cui fare intervenire il fondo e i criteri con cui individuare i beneficiari".
Il nostro interesse sarebbe ovviamente quello di vedere approvato l'emendamento, ma il nostro interesse, come lo è stato in sede di Commissione, è porre all'attenzione del Consiglio regionale un problema che, se una volta riguardava un numero esiguo di unità, oggi sta diventando invece un problema reale, che molti cittadini piemontesi vivono, perch vedono attribuire a loro carico quello che, alla fine, è una un copertura che dovrebbe garantire, invece, o il Consorzio socio-assistenziale o il Servizio sanitario.



PRESIDENTE

Grazie, collega Vignale.
La parola all'Assessore Ferrari per il parere della Giunta.



FERRRARI Augusto, Assessore alle politiche sociali, della famiglia e della casa

Grazie, Presidente.
Il parere non è positivo. Capisco bene il merito della questione, con tutto il dibattito che abbiamo fatto in sede di riforma della psichiatria, dove il nocciolo della questione era se porre la quota interamente a carico del Fondo sanitario o introdurre un livello di compartecipazione. A un certo punto, interveniva questo problema, e cioè che dentro una certa tipologia di servizio si poneva la questione d'introdurre una compartecipazione da parte del paziente.
Proprio per il fatto che ci rendevamo conto che questa cosa potesse creare problemi su una popolazione particolarmente fragile, nel capitolo di bilancio sulle fragilità sociali ci sono le risorse garantite per fare in modo che si possa intervenire, laddove c'è la compartecipazione da parte degli utenti.
Quindi, crediamo che, da questo punto di vista, il bilancio regionale, su una problematica molto, molto delicata e controversa, anche perché abbiamo avuto punti di vista anche dialettici su questo aspetto, l'impegno è stato di stare attenti a non gravare sulle spalle delle famiglie in primis e dei Comuni successivamente.
C'è un tema, che mi rendo conto essere un elemento su cui bisogna ancora definire e trovare una soluzione, l'ISEE specifico su questo tipo di popolazione. Questo è il punto.
L'impegno è quello di arrivare effettivamente a definire nell'ambito dell'applicazione dell'ISEE in Regione Piemonte anche questo punto.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Ferrari.
La parola al Consigliere Vignale per dichiarazione di voto.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Ovviamente, ridurre in un lasso di tempo così breve una tematica così complessa non è semplice, ma credo che una parte di questa problematica si risolverebbe se ci fosse un'indicazione, anche solo da parte dell'Assessorato, a fare una verifica trimestrale dell'ISEE.
Le vere problematiche sono nate da casi concreti, non è che di notte mi invento un problema che non esiste. Nascono dal fatto che io, in un momento in cui sono di poco sopra la quota, devo compartecipare alla spesa, ma se dopo pochi mesi mi venisse rifatto l'ISEE, non dovrei più compartecipare alla spesa, o non compartecipare in quel modo, e dovrebbe entrare il Comune o il consorzio a coprire la mia spesa.
Nel frattempo, però, io ho aperto un debito con un soggetto privato che alla fine me lo chiederà.
È questo il tema su cui credo vada fatta una riflessione. Noi la facciamo con largo anticipo perché temo - non voglio essere portatore di sventura ma provo a essere un po' realista - che l'applicazione puntuale della DGR 29 acuirà un po' di più questo aspetto, per un motivo molto banale.
Quando lo stesso soggetto, il consorzio, è il medesimo che organizza l'attività economica di un paziente, gli fa l'ISEE, ed è anche colui il quale, a seconda di quell'ISEE, mette zero o 50, è presumibile pensare che qualche volta sia rivolta un'attenzione al proprio bilancio, oltre che alla vita del paziente.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Vignale.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 162), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
ARTICOLO 7 septies Emendamento rubricato n. 200) presentato da Appiano e Gallo.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Gallo per l'illustrazione.



GALLO Raffaele

In quest'emendamento si parla di innovazione e di ricerca, in particolare con l'istituzione di un fondo e di un'iniziativa, anche sperimentale, a sostegno dei giovani ricercatori, soprattutto a sostegno della trasformazione dei risultati della ricerca pubblica in start up innovative e, quindi, nel facilitare e agevolare la possibilità che i brevetti e le opere dell'ingegno, frutto di ricerca pubblica, si trasformino effettivamente in start up innovative, attraverso l'agevolazione della prototipazione dell'oggetto di questi brevetti e di queste opere dell'ingegno (in inglese si chiamano proof of concept).
Tutto ciò a dimostrazione dell'applicabilità dei risultati della ricerca finalizzata alla creazione delle start up innovative.
Con quest'emendamento si istituisce un nuovo articolo e un fondo per il sostegno di questo un tipo di iniziative.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Appiano; ne ha facoltà.



APPIANO Andrea

Esaminando il testo dell'emendamento insieme agli Uffici, occorre apportare una piccola modifica, perché più che una collaborazione è un'intesa.



PRESIDENTE

Quindi la parola "collaborazione" viene sostituita dalla parola "intesa"?



APPIANO Andrea

Sarebbe il punto due, comma 2, perché ci sono dei precedenti di altre leggi, non di questa Regione, in cui una formulazione analoga a questa è stata oggetto di contestazione impugnativa.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Il sottoscritto, assieme ad altri colleghi, anzi, alla totalità dei colleghi del centrodestra, in particolar modo di Forza Italia, ha promosso unitamente a Gruppi di maggioranza, un articolo che sosteneva le start up innovative, che però poi venne cassato.
(Se non ricordo male, ma non ricordo male, quando Finpiemonte.) Non ho trovato il bilancio di Finpiemonte e quindi mi posso sbagliare, ma non credo. Diciamo così: non credo di sbagliarmi, ma nel bilancio di Finpiemonte, che ci venne presentato in sede di I Commissione, c'era una serie di milioni di euro - non chiedetemi quanto, perché invece quelli non li ricordo - che venivano destinati proprio per il finanziamento delle start up innovative.
Ora, che questo emendamento utilizzi Finpiemonte costituendo un fondo destinato a sostenere tali iniziative è facilmente intuibile che sia corretto, perché a quello dovrebbe pensare la società pubblica, ma mi permetto solo di sottolineare che, nello stesso ugual modo in cui ha fatto precedentemente il Vicepresidente Reschigna, che se dal comma 1 al comma 6 l'articolo ha un suo valore riconosciuto, che è quello del riconoscimento delle start up, quando uno vede lo stanziamento economico di cui al comma 7, c'è un po' il rischio di demolire tutto l'impianto precedente. Se uno mette questa enfasi nel dire che le start up sono importanti e poi stanzia per il 2018, 300 mila euro.
Adesso non ricordo quanto sia il fondo della Provincia di Trento sulle start up innovative, ma credo sia dieci volte superiore, così come quello di molte altre Regioni.
Va bene che ogni Gruppo consiliare provi legittimamente a mettere un punto nel bilancio regionale, tuttavia crediamo che, quando si parla di una cosa seria come quella delle start up innovative, se vi facessi la domanda che il Vicepresidente ha posto al collega Graglia (con 300 mila euro, quante imprese aiutiamo?), la risposta è due in un anno, forse.
Qui entrano in gioco le consulenze specialistiche, gli studi di fattibilità, l'utilizzo di attrezzature e spazi tecnologicamente avanzati quindi credo che con 300 mila faremmo ben poco. Meglio, avremo enunciato un concetto condivisibile, ma certamente non lo tradurremo in realtà.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire l'Assessora De Santis, ne ha facoltà.



PRESIDENTE

DE SANTIS Giuseppina, Assessora all'industria



PRESIDENTE

Grazie, Presidente.
Il parere della Giunta su questo emendamento è positivo. Capisco benissimo ciò che dice il Consigliere Vignale, ma vorrei provare a spiegare di che cosa si tratta in questo caso. Non è una misura sulle start up. Per quella come il Consigliere ricordava bene, ci sono fondi dedicati nel FESR, che saranno gestiti da Finpiemonte.
Aggiungo che sul tema delle start up in Italia - lo ha ricordato più volte il Ministro Calenda - non vi è, in questo momento, un problema di mancanza di risorse. Su tutto il Piano impresa 4.0 le uniche misure che, in realtà non hanno tirato o hanno tirato proprio poco, sono quelle relative alle start up.
Abbiamo un altro tipo di problema. Questa misura, che è stata un'idea del Consigliere Gallo, della quale abbiamo anche discusso, prova a fare un'operazione diversa. Diciamo che ha anche senso farla con 300 mila euro e non più - perché è un'operazione di tipo sperimentale. Proviamo a vedere se funziona. In questo ambito, in cui davvero tanti quattrini sono rimasti non spesi, si interviene in una fase precedente ancora alla costituzione dell'impresa, senza obbligare nessuno a costituire l'impresa, ma semplicemente per cercare di agevolare il passaggio dal brevetto a quelle verifiche successive che servono per capire se una proposta ha davvero una qualche - parliamo di tempi ben lontani dall'industrializzazione prospettiva di traduzione in pratica.
Sappiamo che è un momento complicato perché, dopo il brevetto, tutto si ferma. Passare dal brevetto alla costituzione della società è un passo estremamente impegnativo. Proviamo a vedere se questa cosa funziona. Se vediamo che funziona, che risponde veramente a una necessità reale e aiuta il passaggio alla costituzione della società, sapendo però anche, a quel punto, che ha un senso fare una società per una certa realizzazione, allora possiamo anche pensare, successivamente, di metterci più risorse.



PRESIDENTE

Nessun altro Consigliere vuole intervenire? Ha chiesto di intervenire il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Solo per esprimere il voto di presenza e non un voto favorevole, a differenza di quanto fatto ogni qual volta in cui si è parlato di start up.
Rammento soltanto che la nostra Regione può avere limiti su molti settori ma su questo tema, anche prima di altre se dotata di strumenti. Vi sono delle strutture dedicate alla fase che dal momento della ricerca passano alla fase neanche di industrializzazione o pre-industrializzazione. Ogni apporto che uno dà al miglioramento dello sviluppo all'interno di questa regione è positivo, ma allora dovremmo domandarci che cosa non funziona nelle altre società a cui noi partecipiamo.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Gallo; ne ha facoltà.



GALLO Raffaele

Dichiaro di votare a favore e l'Assessora De Santis ha già risposto in tutti i dettagli.
Dico solo che questo intervento vuole essere un intervento prima degli incubatori, ed è forse il tassello che manca oggi nella filiera università incubatore-start up. Come diceva l'Assessora De Santis, riguarda la dimostrabilità dei brevetti, in modo che i brevetti non rimangano lettera morta e non abbiano un seguito dopo la ricerca industriale, ma siano veramente applicati e possano creare la start up innovativa, che poi viene incubata all'interno del Politecnico e fatta crescere all'interno degli incubatori.
È un tassello antecedente che, in questa filiera, oggi manca. È una sperimentazione. Vediamo come funziona e ne traiamo le conseguenze.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Andrissi; ne ha facoltà.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
So che la Regione Puglia, in cooperazione con il CNR, ha creato un pre incubatore di start up, ma la proposta dovrebbe essere un po' più articolata. Nel senso che il pre-incubatore ha anche una funzione di formazione dei ricercatori, perché non tutte le ricerche, come dicevano l'Assessora e il Consigliere Gallo, hanno legame, ma non tutti i ricercatori hanno effettivamente la possibilità di trasformare le loro ricerche in un'attività industriale o artigianale che sia o, comunque, in un'attività di tipo economico. Magari spesso la loro aspirazione, vera e profonda, non è quella, ma è quella di continuare a fare ricerca.
Secondo me, si potrebbe arricchire questa proposta, che è sicuramente positiva, perché vuole dare uno sbocco economico a quella che è la ricerca pubblica, integrandola anche con aspetti che il CNR ha sviluppato grazie al fatto che le Regioni più meridionali hanno accesso a maggiori fondi europei, in modo particolare con delle esperienze che stanno dando grossi risultati di tipo imprenditoriale, particolarmente in Puglia, soprattutto sulle nanotecnologie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Andrissi.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 200), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 7 octies Emendamento rubricato n. 219) presentato da Vignale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Il concetto, di per sé, è semplice: si chiede di consentire ad associazioni che non svolgono alcuna funzione di vigilanza (che sia ben chiaro!), che è in carico agli Enti deputati, in particolare all'ASL - la possibilità di poter accedere all'interno delle strutture. Questo perché, purtroppo, nel corso degli ultimi anni abbiamo visto come, in molti casi, sono scattate delle denunce - certamente la più grave e la più significativa è quella di Borgo d'Ale - non a seguito di attività di vigilanza, ma per segnalazioni da parte di strutture associative o da parte di familiari.
L'emendamento stabilisce, al comma 1, che possono accedere all'interno delle strutture psichiatriche residenziali, in modo libero, i rappresentanti delle associazioni di tutela di familiari e pazienti.
Al comma 2, invece, si prevede che la Giunta regionale entro sessanta giorni istituisce un Albo dei soggetti aventi titolo a quanto previsto dal comma 1, in modo tale che siano associazioni che abbiano un certo rilievo e una certa rappresentanza di carattere regionale.
Mi spiego meglio: se io e il collega Graglia facessimo un'associazione siamo in due - e non rappresentassimo nulla, se non noi stessi, non avremmo titolo per entrare all'interno di una struttura.
Credo che sia uno strumento utile: peraltro, non danneggia nessuno che svolge il proprio ruolo in modo corretto.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Ferrari per il parere della Giunta regionale.



FERRARI Augusto, Assessore alle politiche sociali, della famiglia e della casa

Ricordo che questo è un argomento già affrontato forse in un omnibus quando abbiamo modificato alcuni articoli relativi alla legge n. 1 sul tema della vigilanza.
Su quest'emendamento la Giunta esprime parere positivo.
Abbiamo concordato la modifica (che poi ha preso corpo nel comma 2) perch da una parte, dobbiamo tenere ferma la distinzione tra la partecipazione di associazioni, diciamo così, e la funzione della vigilanza. Possiamo ribadire con chiarezza che qui non c'entra la funzione della vigilanza, che invece è in capo all'Ente pubblico, quindi all'ASL (o, qui a Torino, al Comune di Torino).
Inoltre, era indispensabile stabilire un criterio per cui ci fosse un dato oggettivo su queste associazioni, quindi l'Albo mi sembra uno strumento che possa dare corpo esattamente a questa esigenza.
Il parere della Giunta è positivo.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Ferrari.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 219), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Erano pervenute, da parte di alcuni Consiglieri, delle richieste di comunicazione del Presidente Chiamparino in merito alla questione relativa ai lavoratori di Italiaonline.
Se siete d'accordo, potremmo proseguire l'esame del disegno di legge n. 286 ancora per una decina di minuti, per poi procedere con le comunicazioni del Presidente Chiamparino.



(L'Assemblea, tacitamente, acconsente)



PRESIDENTE

Bene, siamo d'accordo. Possiamo andare ancora avanti con qualche emendamento e terminare alle ore 18, come si era ipotizzato.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Come? Era prevista per domani la comunicazione sui lavoratori di Italiaonline? No!



(Commenti della Consigliera Frediani)



PRESIDENTE

Quella sui vaccini? Non lo so.



(Commenti della Consigliera Frediani)



PRESIDENTE

ARTICOLO 7 novies Emendamento rubricato n. 223) presentato da Mighetti, Frediani, Valetti Bono, Bertola, Campo.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Mighetti per l'illustrazione.



MIGHETTI Paolo

Grazie, Presidente.
Questo è un emendamento per me quasi obbligatorio, nel senso che l'emendamento nasce da una serie di ordini del giorno approvati nei mesi scorsi e negli anni scorsi da questo Consiglio regionale.
Il primo ordine del giorno relativo alle Terme di Acqui è datato 2015, a nostra prima firma, e chiedeva l'utilizzo dei fondi della vendita per agevolare lo sviluppo del turismo termale nella Regione Piemonte.
Inoltre, lo scorso anno ci sono stati due diversi atti, uno del collega Vignale e l'altro del collega Ottria, che riguardavano un accordo di programma per lo sviluppo termale dell'Acquese. Successivamente sono stati approvati all'unanimità degli ordini del giorno sia in provincia di Alessandria sia dal Comune di Acqui Terme.
Pertanto, oggi con questa sessione di bilancio ci è sembrato naturale se non, come dicevo prima, quasi obbligatorio proporre un emendamento che stanziasse una cifra sia sul bilancio 2018 sia nel bilancio 2019 per sostenere questa politica che era stata avviata dagli atti di indirizzo del Consiglio regionale.
Dal punto di vista formale, siamo aperti a qualunque tipo di osservazione ma ci sembrava giusto dare forma scritta alla volontà del Consiglio espressa negli scorsi anni e negli scorsi mesi.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Intervengo per le stesse motivazioni che illustrava il collega Mighetti.
Noi ovviamente sosteniamo questo emendamento, che abbiamo presentato identico sull'articolo 2, perché riteniamo che, essendosi prima il Consiglio provinciale poi il Consiglio Comunale e, infine, il Consiglio regionale, espressi in modo chiaro rispetto a un indirizzo che è stato dato all'Amministrazione regionale, vada in qualche modo garantita la garanzia del rilancio del termalismo.
Inoltre, sull'articolo 2, noi abbiamo introdotto non soltanto l'accordo di programma, che era il fine degli ordini del giorno, ma anche - e lo vedremo quando vi arriveremo - il rilancio complessivo del sistema del termalismo piemontese.
Però crediamo che questo sia uno non dei tanti, ma uno dei punti su cui il Consiglio regionale ha impegnato la Giunta, e anche uno dei punti su cui c'è una condivisione assolutamente trasversale. Veniva già ricordato che in Provincia di Alessandria i presentatori dell'ordine del giorno sono stati i colleghi del centrosinistra; nel Consiglio comunale il Movimento 5 Stelle se non ricordo male.
No, ho sbagliato, anche lì di nuovo il Partito Democratico si è fatto portavoce. In Consiglio regionale, in realtà, c'è stata una condivisione di tutte le forze di maggioranza e di opposizione.
Quindi, anche considerando il fatto che la Regione da questo ha avuto un introito, credo che una parte di questo introito vada fatto ritornare sul territorio che quell'introito ha garantito.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Ottria; ne ha facoltà.



OTTRIA Domenico

Grazie, Presidente.
Anch'io, per le ragioni che hanno già espresso i colleghi, preannuncio il voto favorevole a questo emendamento, anche perché raccoglie una mozione che avevo presentato in occasione dell'assestamento del bilancio 2017 e che era stata votata all'unanimità, con la quale si chiedeva di prevedere uno stanziamento per andare incontro alle esigenze del rilancio del termalismo acquese.
Non sto a ripetere le ragioni già espresse, ma il mio voto sarà favorevole a quest'emendamento.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Reschigna per il parere della Giunta.



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale

Il parere della Giunta è la richiesta di ritiro dell'emendamento, con una proposta che la Giunta presenta, che è la seguente: noi all'interno della legge di bilancio non abbiamo inserito alcun articolo che riguarda accordi di programma.
Abbiamo un fondo accantonato sugli accordi di programma, la Missione 20 alzeremo il fondo investimenti di ulteriori 15 milioni di euro ed è il minimo sulla base dell'emendamento che sto presentando sulla tabella.
Dentro queste risorse, con provvedimento amministrativo e con una discussione aperta in Commissione consiliare, verrà definito sostanzialmente come si ripartiscono queste risorse.
Sia ben chiaro che, da parte della Giunta, non c'è nessuna preclusione a destinare anche parte delle risorse a un intervento che riguardi un'attività di promozione riferita al turismo termale e alla realtà dell'Acquese in modo particolare. Non c'è preclusione aprioristica.
È per questo che non do parere negativo, ma chiedo il ritiro dell'emendamento, altrimenti se passa il concetto che ogni accordo di programma lo definiamo in sede di legge di bilancio, mi aspetto che da oggi alla chiusura della discussione sulla legge di bilancio mi arrivino una quantità di emendamenti che riguardano la previsione, altrettanto legittima, di accordi di programma per investimenti o per promozioni di altre parti. Questo è il modo di ragionare.
Se, invece, si pensa che è attraverso interventi specifici che si possono ottenere dei risultati, il Consiglio regionale è libero di votare quello che ritiene. Però non ci possono essere delle questioni che stanno al di fuori di un modello di comportamento nella costruzione e nella gestione del bilancio che abbia questo tipo di caratteristiche.
Ripeto: senza nessun tipo di preclusione, perché altrimenti ci saremmo opposti all'atto di indirizzo che ha votato il Consiglio regionale, ci saremmo opposti alle sollecitazioni che sono arrivate in questa direzione con la consapevolezza che non possiamo chiedere a Finpiemonte di reinvestire degli utili derivanti dalla vendita della partecipazione alle Terme di Acqui, perché non sarebbe corretto e legittimo da parte della Regione, con la disponibilità ad affrontare questo tema nella gestione.
Non appena votata la legge di bilancio, entro il mese di aprile, per evitare di tirare e allungare il brodo, io sono perché venga in I Commissione e ragioniamo assieme rispetto alle proposte di costruzione e di definizione di accordi di programma.
All'interno di tutto ciò - lo ripeto, a scanso di equivoci - non c'è pregiudizialmente preclusione da parte della Giunta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ravetti.



RAVETTI Domenico

Grazie, Presidente.
Se può aiutare la discussione, io penso di poter dire questo, magari non soltanto a nome mio: che se si sposta il campo della discussione in Commissione come proposto dal Vicepresidente, il Partito Democratico darà la massima priorità a un intervento rispetto all'Acquese e in particolare al termalismo acquese.
In questo senso, chiedo al presentatore dell'emendamento di riflettere su questa opportunità, per essere concreti nella discussione successiva.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Mighetti.



MIGHETTI Paolo

Grazie, Presidente.
Poiché l'ora è tarda e siccome questo emendamento ha comunque raccolto il parere positivo anche di altri membri del Consiglio, suggerirei di riflettere fino a domani mattina sul da farsi e poi si vedrà.



PRESIDENTE

Allora, dato che sono le ore 17.40, direi che possiamo chiudere qui la discussione e darei la parola al Presidente Chiamparino o all'Assessora Pentenero sulla questione relativa a Italiaonline.
Come dice, Consigliera Frediani? Prego, prenda pure la parola.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Ovviamente ascolto volentieri l'Assessora Pentenero perché si tratta di un tema che interessa tutti noi; faccio solo presente che nella scorsa seduta e ancora stamattina, ho chiesto comunicazioni sui vaccini e mi avete detto.



(Commenti del Consigliere Appiano)



FREDIANI Francesca

Appiano, se vuoi darle tu.
Se sai tutto e hai tutto chiaro, dalle pure tu le comunicazioni!



PRESIDENTE

Consigliera Frediani, scusi se la interrompo. Non è possibile svolgere la comunicazione sui vaccini adesso perché non ci sono i dati per poter rispondere in maniera adeguata, e non c'è l'Assessore, per cui la spostiamo a domani.



FREDIANI Francesca

Siccome è tutto il giorno che aspetto una risposta.



PRESIDENTE

Gliela stiamo dando.



FREDIANI Francesca

Il Presidente Laus mi aveva detto che avrei avuto una risposta, ma l'ho avuta solo perché l'ho chiesta io. Faccio solo notare questo.
Se possibile, domani mattina.



PRESIDENTE

Domani troveremo il modo per rispondere alle sue esigenze. Adesso passiamo a Italiaonline.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Comunicazioni della Giunta regionale inerenti a "Vertenza Italiaonline"


PRESIDENTE

L'Assessora Pentenero è disponibile a rendere le comunicazioni della Giunta regionale in merito a "Vertenza Italiaonline".



PENTENERO Giovanna, Assessora al lavoro

Grazie, Presidente.
Abbiamo già affrontato la questione Italiaonline in termini generali e prendo la parola solo per aggiornare, come la Consigliera Frediani ha chiesto, rispetto a quanto è successo ieri durante il primo tavolo convocato presso il MISE. Primo tavolo convocato al MISE perché, come sapete, essendo un'azienda plurilocalizzata, nel momento in cui si siede al tavolo di crisi, si è a un tavolo nazionale insediato presso il Ministero dello Sviluppo Economico.
Durante tale incontro, il Ministro Calenda ha proposto - ed è stato accettato dall'azienda Italiaonline - di congelare il piano aziendale presentato presso Confindustria Assolombarda la scorsa settimana, nonché di congelare per tre settimane quanto era stato chiesto da Italiaonline che come sapete, prevedeva la chiusura totale del centro relativo alla città di Torino.
In queste tre settimane è stato avviato un percorso di approfondimento e di ulteriori valutazioni che sarà fatto con le singole parti (prima con la parte datoriale, successivamente con la parte sindacale), per poi arrivare a un nuovo tavolo convocato prima delle tre settimane con un puntuale aggiornamento rispetto alle evoluzioni dei lavori durante le tre settimane percorso che inizierà lunedì pomeriggio e che si completerà, appunto nell'arco di tre settimane.
Questo ci sembra un buon risultato e ci pare soprattutto l'apertura di uno spiraglio da parte di Italiaonline nel voler cercare di trovare una soluzione rispetto a una possibile revisione del piano che è stato presentato. È sicuramente un segnale positivo.
Che cosa faremo in queste tre settimane? Si cercherà - ovviamente il MISE e la Regione per quelle che sono le rispettive competenze rispetto agli strumenti che possono essere messi sul tavolo - di rivedere davvero quelle che sono le intenzioni dell'azienda e, per quello che riguarda in modo particolare il Piemonte, far sì che il centro della città di Torino resti aperto e non sia un'attività non facente più parte del piano aziendale.
Quindi mantenere il centro a Torino e mettere a disposizione tutti gli strumenti che permettano di trovare eventuali soluzioni per i lavoratori affinché possano essere coinvolti in qualsiasi tipo di piano alternativo.
Non c'è ovviamente nessuna decisione in merito e, come ho detto, sarà un lavoro in progress che faremo insieme al Ministero. Anche la Città di Torino ieri ha dato la sua disponibilità nel contestualizzare la situazione e nello svolgere insieme un'azione - anche qui per quelle che sono le proprie competenze - cercando davvero di fare tutti gli sforzi possibili affinché il piano aziendale possa essere modificato e si torni ad avere una prospettiva per un soggetto importante non solo per la città di Torino, ma mi permetto di dire per tutta la Regione Piemonte, per gli uomini e le donne che lavorano all'interno, ma anche come prospettiva futura di sviluppo di un settore.
Non dimentichiamoci che l'azienda SEAT è nata a Torino, ha avuto una sua evoluzione e oggi corre il rischio di svanire completamente. Noi crediamo invece che il piano sia assolutamente inaccettabile, quindi il percorso proposto ha come obiettivo la salvaguardia di posti lavoro, ma soprattutto la salvaguardia dell'identità dell'azienda all'interno del nostro territorio.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Grimaldi; ne ha facoltà



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Intanto, ovviamente, ringrazio la Giunta. L'ho già detto ieri: ritengo che la Città e la Regione abbiano fatto, ieri, tutto il possibile per tenere aperto uno spiraglio. Vorrei, però, suggerire al Presidente Chiamparino e all'Assessora al lavoro un piccolo dato e un piccolo strumento in più.
Leggo: "Distribuzione di parte delle riserve distribuibili, risultanti dal bilancio d'esercizio di Italiaonline SpA chiuso al 31 dicembre 2016 attraverso il pagamento agli azionisti di un dividendo straordinario complessivo di euro 79.419.475,38 euro, ossia pari al lordo euro 0,692 per ciascuna delle 114.761.225 azioni ordinarie, per ciascuna delle 6.803 azioni di risparmio".
Cosa ho appena letto? Ho appena letto un pezzo del bilancio di Italiaonline, che, mentre ci chiedeva e chiedeva al Ministero del lavoro la CIG a zero ore, dopo un accordo sottoscritto proprio in Regione Piemonte al fine di ristrutturare e fare investimenti (almeno, così era scritto in quell'accordo e così è stato avanzato), nel frattempo, con i 245 milioni di ricavi, più o meno raggiungeva 80 milioni di utili.
Pertanto, io chiedo solo - se è possibile - se la Giunta regionale e il Presidente possono farsi dare il mandato, un accesso agli atti di quello che è successo nell'anno e mezzo. Cioè, è possibile chiedere la CIG a zero ore? Certo, perché - come ci siamo detti con l'Assessora - quella dell'editoria è una normativa diversa. Però, attenzione: la causale era una e nel frattempo è cambiata.
Io voglio solo sapere: il Ministero del Lavoro era consapevole di tutto questo? Sì? È possibile ridistribuirsi gli utili e far percepire - di fatto la CIG a zero ore a carico dello Stato e, nel frattempo, stare zitti per poi licenziare 400 persone e chiudere tutto questo? Dico solo sommessamente, Presidente, che ci sono ben tre cause a livello nazionale in cui si è dimostrata la truffa ai danni dello Stato di chi chiedeva di ristrutturare, si è presa la CIG a zero ore, si è ridistribuito gli utili e poi, nel frattempo, ha chiuso l'azienda. Di quelle tre vertenze, due sono andate a buon fine, quindi proviamo intanto a dare un segnale ai tanti Embraco, alle tante Italiaonline, a tutti quelli che - in qualche modo - cambiano le carte in corso? Possiamo almeno provarci, perch se le Istituzioni non ci provano e l'unica cosa per cui possiamo gioire tutti insieme è un mese di sospensione, un altro spiraglio, per poi ridargli altri soldi e - alla fine - veder chiudere le nostre aziende, io ritengo sia sbagliato.
Vorrei che le Istituzioni iniziassero a difendere non solo gli interessi dei propri cittadini, ma anche delle proprie casse pubbliche, perch ripeto - ritengo illegittimo che si prendano i soldi dallo Stato, ci si divida gli utili e poi si chiudano le aziende. Penso che questo sia inaccettabile e se chiedete anche ai cittadini italiani, credo che starebbero dalla nostra parte.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Grimaldi.
La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Guardi, ovviamente si potrebbero fare molte considerazioni sulle situazioni che stanno scuotendo la nostra regione, da parte di multinazionali che insistono sul nostro territorio, non tutte simili. Da questo, si evidenzia almeno, a me pare evidente - l'assenza di una politica industriale all'interno di questo Paese e la non comprensione a livello europeo che oggi il limite dell'aiuto di Stato - quando abbiamo un piccolissimo Stato sovrano, cioè la seconda economia del mondo che ha qualche centinaia di miliardi di euro da investire nell'acquisizione delle aziende anche piemontesi - non regge.
Ha fatto molto notizia l'azienda che ha distribuito una parte del proprio maggior fatturato a tutti gli 80 dipendenti, ma va anche rammentato che quell'azienda ha il 40 per cento di capitale di proprietà dello Stato cinese, come moltissime altre aziende all'interno della nostra regione e dell'Italia.
Allora, è evidente che comprendere come possa coesistere la possibilità di acquisire, da parte di uno Stato straniero, con un fondo sovrano, dei capitali di un'impresa e quello di non poterlo fare con capitali pubblici per garantire la permanenza di un'impresa, è poco sensato. Ma, al di là di quello, al di là di terribili tentativi di entrata all'interno del capitale, com'è già stato fatto con alcune misure europee, ma con modalità decisamente più complesse, noi ci troviamo - e io sottoscrivo completamente quanto sosteneva il Consigliere Grimaldi - in una situazione diversa. Io 15 giorni fa, quando ci fu la manifestazione, chiesi (è il lavoro che pu fare un Consigliere di opposizione) che ci fosse un ritiro dei licenziamenti, per discutere. Cioè, noi ci troviamo di fronte a un'azienda che ha un contratto dell'editoria e che, quindi, avrebbe anche la possibilità, avendo un'età pensionabile più vicina rispetto alle altre, di applicare scivoli, insomma di applicare tutte quelle modalità che renderebbero meno drammatico il licenziamento. Ma questa è un'azienda che non intende discutere e che, com'è stato detto, ha, da una parte beneficiato delle risorse pubbliche, per spartirsi poi i dividendi.
Se chi, nella vita, ha fatto anche solo per pochi anni il piccolo imprenditore, pensasse di poter avere una provvidenza pubblica grazie alla quale spartirsi o fare, a fine anno, un po' di reddito, comprenderebbe che ci troviamo di fronte a una situazione che, invece, esiste solo per le multinazionali.
Da questo punto di vista, io credo che l'unica vera possibilità -esperite ovviamente, tutte quelle possibili e tradizionali - sia proprio quella dell'esposto in Procura. E, guardate, lo dice una persona che crede che la relazione nei confronti del mondo dell'impresa debba essere una relazione "amica", nel senso che una Regione che denuncia le imprese non è una Regione che attira le imprese. Credo però che una Regione che presenti un esposto in Procura nei confronti di chi si occupa o tratta in modo para delinquenziale il capitale pubblico e il capitale umano, faccia quasi un atto dovuto. Lo dico con la massima sobrietà del caso, perché se no l'alternativa è quella di "alzare le braccia", cioè noi troviamo un soggetto che ci chiede la cassa integrazione a zero ore, che gli viene accordata e che ne beneficia fino all'ultimo giorno; sei mesi prima ci comunica che se ne va e licenzia tutti e noi non possiamo fare altro che alzare le braccia.
Allora, credo che ci vada un'ipotesi B, perché se quella è la modalità, è evidente che rischieremmo d'incentivare coloro i quali verranno qua non a fare profitto producendo, ma a fare profitto approfittando di misure d'intervento sociale nei confronti dei lavoratori.



PRESIDENTE

Grazie, collega Vignale.
La parola alla Consigliera Frediani.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Intervengo molto brevemente, perché siamo a fine seduta e immagino che i colleghi siano sulla via del ritorno a casa.
Mi unisco all'appello del collega Vignale, perché credo che, di fronte a casi come questo, non resti altra via che cercare di fare un atto forte che tra l'altro.



(Scampanellìo del Presidente)



PRESIDENTE

Colleghi al fondo, lasciate parlare e intervenire la Consigliera Frediani.



FREDIANI Francesca

Dicevo, un atto che tra l'altro è stato richiesto anche dai lavoratori quando sono stati auditi la settimana scorsa in Consiglio.
Al di là delle azioni preventive, che possiamo fare, ricordo che c'è una proposta di legge del Movimento 5 Stelle, che aspetta di essere discussa proprio sul tema della delocalizzazione; una proposta di legge che abbiamo ripreso da una precedente proposta di legge della passata legislatura riadattata e rinnovata, che abbiamo depositato e che è attualmente in attesa di discussione. Quindi, sarebbe già un gesto quello di riuscire a discutere, perlomeno arricchire e, eventualmente, approvare questa proposta di legge sul contrasto alla delocalizzazione, che è uno dei grandi temi e dei grandi problemi, non solo della nostra Regione, ma di molte Regioni sul nostro territorio nazionale.
Tra l'altro, ricordo che avevamo portato all'attenzione dell'Assessora un altro caso di azienda che avrebbe meritato un giro in Procura. Il giro in Procura l'abbiamo fatto noi, come Gruppo consiliare, ma purtroppo non c'è stato esito; parlo di un'altra azienda, il cui caso abbiamo portato qui in Aula qualche tempo fa.
Rispetto all'azienda oggetto delle comunicazioni di oggi, credo che ci sia veramente materia e stiamo approfondendo anche noi come Gruppo. Anche in questo caso, se non sarà la Regione ad andare in Procura, sicuramente ci penseremo noi, perché credo sia ora di dare un segnale. Chiaramente, se lo diamo noi è un segnale molto più debole rispetto a quello che potrebbe dare la Regione.
Per questo motivo, chiedo alla Regione di farlo direttamente.



PRESIDENTE

Grazie, collega Frediani.
La parola all'Assessora Pentenero.



PENTENERO Giovanna, Assessora al lavoro

Grazie, Presidente.
Intervengo molto brevemente, semplicemente per sottolineare che quanto è stato riferito dal Consigliere Grimaldi riguarda elementi assolutamente noti non soltanto noi, ma anche al Governo e quindi ai Ministri coinvolti tant'è che è uno degli argomenti che ieri è stato affrontato.
È altrettanto evidente e, forse, questo non l'ho sottolineato abbastanza che l'iter che abbiamo determinato ieri, durante l'incontro, è un iter abbastanza anomalo, non è l'iter che normalmente viene affrontato per i tavoli di crisi che via via si presentano.
Questi due elementi sono per testimoniare il fatto che, intanto, c'è consapevolezza di una situazione molto delicata e molto particolare. Per la prima volta siamo riusciti ad avere un'interlocuzione con un'impresa che da un anno e mezzo, non avevamo mai potuto incontrare. Il percorso sarà un percorso che definiremo, durante queste tre settimane, quindi via via si verificheranno le cose che sarà necessario fare, gli interventi che sarà opportuno fare o non fare, sempre tenendo presente che ci troviamo di fronte a una situazione molto complicata.
Tuttavia, vorrei rassicurare i Consiglieri che gli elementi che sono stati posti all'interno di quest'Aula, oggi, sono elementi assolutamente noti, ma sono noti, come vi dicevo, non soltanto a noi; intanto, vorrei ricordare che il coinvolgimento non è solo della Regione Piemonte, ma anche di altre Regioni italiane. Gli elementi che sono stati detti oggi all'interno di quest'Aula sono noti a noi, sono noti al Governo e sono noti ai Ministri coinvolti.



PRESIDENTE

Grazie, Assessora Pentenero.
Concludiamo la seduta consiliare.
Ci vediamo domani mattina alle ore 9.30 con le interrogazioni e alle ore 10 per il Consiglio.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 18.00)



< torna indietro