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Dettaglio seduta n.298 del 13/03/18 - Legislatura n. X - Sedute dal 25 maggio 2014 al 25 maggio 2019

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Argomento:


MOTTA ANGELA



(I lavori iniziano alle ore 14.35 con l'esame delle interrogazioni a risposta immediata, ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento interno del Consiglio regionale)


Argomento: Strutture ricettive (albergh., extra-albergh., campeggi e villaggi, classif., vincolo) e strutture e impianti turist.

Interrogazione a risposta immediata n. 2008 presentata da Frediani inerente a "Aggiornamenti in merito alla proposta di costruzione di una nuova struttura ricettiva nel Comune di Cesana gestita dalla Azienda ClubMed"


PRESIDENTE

Iniziamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 2008.
La parola alla Consigliera Frediani per l'illustrazione.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Propongo un'interrogazione che, in realtà, è già stata posta all'attenzione dell'Assessore questa mattina, anche se non era chiarissimo di quale località si stesse parlando, perché si faceva riferimento a Pragelato e alla pista da bob, mentre in realtà la pista da bob sorge su un terreno di Cesana.
È un tema che abbiamo già affrontato diverse volte in questi anni. Ho già presentato diverse interrogazioni e una, in particolare, rispetto a un dettaglio che si è dimenticato, che è quello del sito archeologico che è stato coperto dal parcheggio che era in uso alla pista da bob, quindi un altro tema che è stato un po' accantonato. Tuttavia ci piace, comunque riportarlo all'attenzione della Giunta.
Questo impianto era sorto già tra mille controversie in occasione delle Olimpiadi del 2006 e già allora c'era un forte dibattito sul fatto di poter usufruire di un impianto esistente in territorio francese o doversi dotare di un nuovo impianto. I timori rispetto alla creazione di un nuovo impianto sono stati poi confermati dal fatto che questa pista poi, di fatto, non è stata praticamente più utilizzata, se non in un paio di occasioni successive alla fine delle Olimpiadi. Tra l'altro i costi, com'è stato anche denunciato in un articolo di qualche tempo fa dall'allora Sindaco di Cesana, sono anche lievitati durante la costruzione, come spesso capita quando si parla di impianti e si arriva poi a un costo consuntivo che è molto più alto rispetto a quello preventivato.
Il grosso problema è adesso la gestione di questo impianto, quindi impianto non più utilizzato, impianto che è stato svuotato del liquido necessario a refrigerarlo (ammoniaca); impianto che è stato depredato di tutto il rame che conteneva e impianto che è stato decisamente abbandonato.
Qualche tempo fa sono andata a fare un sopralluogo per visionare dal vivo lo stato della struttura, ed è una struttura che sicuramente non potrebbe essere riutilizzata con un investimento esiguo. Non so se si sia già quantificato quanto possa costare la rimessa in pista, per usare un termine sportivo, dell'impianto, ma ora come ora tutto sembra, tranne che un impianto già pronto per gare a livello olimpico.
Si è poi parlato del progetto del Club Med. Un investitore privato era disponibile a attuare un progetto di insediamento di un villaggio turistico, ma in quel caso il nodo era chi si sarebbe accollato i costi di smantellamento della pista. Pare che in quel caso Club Med non fosse particolarmente disponibile a farsi carico di questi costi.
Fatto sta che fino al 2016 abbiamo visto titoli di giornali, anche risposte a varie interrogazioni che abbiamo presentato sia in Aula che in Commissione, che annunciavano il progetto e lo salutavano come la soluzione a tutti i problemi derivanti dalla presenza di questo relitto post-olimpico sulle nostre montagne, dopodiché è calato il silenzio.
Non sappiamo più quale sia l'intenzione della Giunta, dell'investitore della Fondazione 20 Marzo; non abbiamo più avuto aggiornamenti e questo succede già da un po' di tempo. Tendiamo a escludere il fatto che questo progetto arenato sia collegato a quello che è il tema del dibattito di questi giorni, cioè il riproporre le Olimpiadi sul nostro territorio.
Pensiamo che ci sia stato un accantonamento del progetto o per volontà dell'investitore privato o per qualche problema di cui non siamo a conoscenza.
Per questo motivo, abbiamo deciso di interrogare la Giunta per sapere quale sia lo stato dell'arte rispetto alla realizzazione del progetto del complesso turistico di lusso nella località di Cesana.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera.
Visto che ci sono 13 interrogazioni, vi chiedo di rispettare i tempi.
La parola al Vicepresidente Reschigna per la risposta.



RESCHIGNA Aldo, Assessore alle opere post-olimpiche

Grazie, Presidente.
La Consigliera Frediani ha ascoltato questa mattina la mia risposta all'interrogazione del Consigliere Pichetto. Ribadisco sinteticamente alcuni concetti che ho detto questa mattina.
Del tema me ne sto occupando da pochissimo tempo come delega alla Fondazione 20 Marzo, quindi alla gestione del post-olimpico. In questo momento la Fondazione 20 Marzo, che aveva all'ordine del giorno come consiglio l'approvazione del bando per la ricerca attraverso una procedura a evidenza pubblica di un operatore interessato a svolgere l'investimento all'interno del Comune di Cesana, ha ritenuto di sospendere il tutto in attesa delle determinazioni circa l'eventualità della candidatura di Torino e delle valli olimpiche per le Olimpiadi 2026. Questo è lo stato dell'arte.
Nel frattempo, mi permetto di aggiungere due questioni che ho già esposto questa mattina e spero di essere un po' più chiaro.
Primo, non si può parlare di protocollo di intesa con Club Med, perché la procedura attraverso la quale viene assegnato un bene pubblico - perché il bene è di proprietà di Città Metropolitana - concesso in diritto di superficie alla Fondazione 20 Marzo e sul quale la Città metropolitana ha già dato la disponibilità a un ampliamento della durata di superficie, non può essere ceduto a un privato o concesso a un privato attraverso una procedura, se non una procedura negoziale. Occorrerà fare una procedura a evidenza pubblica tesa a ricercare, sostanzialmente, se ci sono sul mercato operatori interessati a svolgere questo tipo di intervento.
Non nascondo - e ho già avuto modo di esprimere questo concetto anche questa mattina - che mi sembra sia stato fatto un ottimo lavoro per quanto riguarda la soluzione urbanistica e meta-progettuale anche nell'azione al recupero del parco archeologico all'interno del sito.
Tuttavia, mi sembra che non ci sia stata adeguata attenzione circa il tema della compatibilità del piano economico finanziario relativo all'intervento. Questa è una valutazione che espongo al Consiglio regionale, perché non necessariamente la ricerca di un operatore privato teso a fare l'investimento potrebbe dare quegli esiti a cui tutti auspichiamo.
Un rafforzamento degli insediamenti turistici ricettivi all'interno di quest'area è visto in termini assolutamente positivi da parte della Giunta regionale.



PRESIDENTE

Grazie, Vicepresidente.


Argomento: Trasporti su ferro

Interrogazione a risposta immediata n. 2007 presentata da Valetti, inerente a "Emergenza maltempo in Piemonte - riprogrammazione servizi ferroviari con soppressione su tutte le linee ferroviarie"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
2007, alla quale, in assenza dell'Assessore Balocco, risponderà l'Assessore Valmaggia.
La parola al Consigliere Valetti per l'illustrazione.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Questa interrogazione nasce a seguito dell'ennesimo episodio di gravi disagi avvertiti sulla rete ferroviaria regionale (e non solo, anche italiana).
Ciò che contraddistingue questo episodio rispetto a quelli precedenti è che quest'ultimo è stato preannunciato da una comunicazione interna delle Ferrovie, che ripianificava le corse di tutto il Piemonte fino a dimezzare in modo preventivo la relativa programmazione: si oscillava da una soppressione del 20 per cento o 30 per cento delle corse riprogrammate (la data era quella del 28 febbraio per il 1° marzo) fino al 50 per cento delle corse soppresse in anticipo.
L'aspetto che colpisce è che queste comunicazioni erano assai dettagliate nelle circolari interne, ma del tutto insufficienti nei confronti del pubblico, cioè verso i pendolari, che si sono necessariamente trovati a riprogrammare il viaggio in modo del tutto incerto, dal momento che non si sapeva fino al giorno stesso - anzi, fino all'ora stessa! - quali treni partivano e quali no.
È una situazione che colpisce duramente anche il rapporto che i cittadini piemontesi hanno con i servizi regionali e col trasporto pubblico.
Noi riteniamo che questo tipo di comportamento, oltre a rappresentare una presa d'atto che probabilmente la Rete Ferroviaria Italiana è in condizioni di insufficiente manutenzione - pertanto, anche i famosi gelicidi continuano a non ricevere azioni di prevenzione, ma si rincorre continuamente l'emergenza - sottolinei lo scarso rispetto verso i cittadini che utilizzano i vettori, che, ancora una volta, non si è ritenuto necessario informare preventivamente per consentire loro una maggior organizzazione.
Con quest'interrogazione vogliamo chiedere quali azioni intenda intraprendere la Regione per evitare che il prossimo inverno si riverifichino le stesse problematiche.
Questa interrogazione fa seguito ad un ordine del giorno nel quale avevamo chiesto un Tavolo permanente di lavoro tra Regione e Ferrovie relativamente allo stato delle infrastrutture.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Valmaggia per la risposta.



VALMAGGIA Alberto, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
La risposta è composta da due parti: la prima verte sull'emergenza dell'1 e del 2 marzo.
Nel pomeriggio del 28 febbraio RFI annunciava l'attivazione per il giorno successivo del Piano di emergenza neve (neve grave) su molte Regioni del Nord e del Centro Italia, tra cui il Piemonte.
Questo Piano prevedeva una riduzione significativa dei servizi regionali a lunga percorrenza e alta velocità.
Per quanto riguarda il trasporto in Piemonte, era prevista una riduzione del 50 per cento.
A seguito della riprogrammazione dei servizi nel corso della notte tra il 28 febbraio e il 1° marzo, è stato pubblicato sul sito di Trenitalia l'elenco dei treni garantiti dal Piano. Nel corso della giornata del 1 marzo, date le condizioni meteo non così avverse (in miglioramento su molte linee), è stato progressivamente riprogrammato il servizio, effettuando nel pomeriggio un numero di corse maggiori di quante inizialmente previste.
Sono rimasti limitati gli orari delle linee del Piemonte sud nelle zone maggiormente colpite dal maltempo (Torino-Cuneo, Torino-Savona e Alessandria-San Giuseppe di Cairo).
Sulle linee del sud Piemonte anche il 2 marzo è stata attuata una riduzione programmata del servizio, con un'offerta prevista dell'80 per cento del programmato. Anche per questo, il dettaglio delle corse garantite è stato pubblicato sul sito di Trenitalia nella sera del 1° marzo.
Durante la giornata del 2 marzo, sempre a causa delle precipitazioni nevose, sono state interrotte per alcune ore le linee Cuneo-Limone e Alessandria-Genova.
In totale, il 1° marzo sono stati soppressi 362 treni su 776, pari al 46,6 per cento. Il 2 marzo sono stati soppressi totalmente o in parte 78 treni su 776 (circa il dieci per cento). Questa è la prima parte della risposta sull'emergenza dei due giorni.
In relazione, invece, alle criticità emerse sull'insufficiente manutenzione della rete ferroviaria, si evidenzia che con comunicazione del 5 febbraio sono stati resi noti alla Direzione territoriale di RFI del Piemonte i contenuti dell'ordine del giorno n. 1301 del Consiglio regionale, avente a oggetto "Verifica e monitoraggio manutenzione ordinaria e straordinaria infrastruttura regionale".
Con tale ordine del giorno si è impegnata la Giunta affinché istituisca un Tavolo di lavoro permanente tra Regione Piemonte e RFI, per analizzare le criticità della rete piemontese, identificando le azioni da intraprendere per risolverle, con la produzione di una relazione annuale sullo stato di affidabilità dell'infrastruttura ferroviaria regionale. Lo stesso ordine del giorno prevedeva anche di sviluppare un sistema di controllo da parte della Regione Piemonte.
Si ritiene che l'attuazione di quanto sopra, concorrendo a recuperare e a instaurare di nuovo quel clima di fiducia nei confronti del vettore ferroviario, non può che passare attraverso uno spirito di collaborazione tra i soggetti interessati. Pertanto, si è richiesta la partecipazione di RFI al fine di valutare le modalità con cui tradurre e dar corso a quanto richiesto dal Consiglio regionale piemontese.
Al momento, non avendo ricevuto ancora riscontro la sopracitata nota, si è in predicato di convocare una riunione con la partecipazione di RFI, al fine di un confronto costruttivo per valutare le modalità operative per l'attuazione dell'ordine del giorno sopracitato.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Valmaggia.


Argomento: Tutela dell'ambiente - Inquinamenti: argomenti non sopra specificati

Interrogazione a risposta immediata n. 2012 presentata da Ottria, inerente a "Quale tutela per i cittadini piemontesi in merito al biodigestore previsto in località Camposaragna (GE)"


PRESIDENTE

Esaminando ora l'interrogazione a risposta immediata n. 2012, presentata dal Consigliere Ottria, che la illustra; ne ha facoltà.



OTTRIA Domenico

Grazie, Presidente.
Questa vicenda riguarda un progetto di biodigestore da costruirsi in località Camposaragna, nel Comune di Isola del Cantone, che è in Provincia di Genova, a ridosso del confine con il Piemonte.
È una storia che va avanti dal 2015 nell'iter di approvazione del progetto ma si tratta dell'ennesima storia che riguarda il difficile rapporto tra i confini piemontesi e liguri, con impianti produttivi - cito l'ACNA come esempio più eclatante - che sono situati in Liguria, ma i cui eventuali danni provocati all'ambiente si ripercuotono sul nostro territorio piemontese e, in particolare, alessandrino.
Avevo già trattato questa vicenda nel 2016 con un ordine del giorno, con il quale si impegnava la Giunta a essere protagonista nel processo istruttorio e autorizzativo dell'impianto nella Regione Liguria e proponendo delle valutazioni che tenessero nella massima considerazione il rapporto rischio beneficio, secondo il principio di precauzione. Si sta parlando, infatti di un progetto che attiene agli scarichi che questo impianto potrebbe conferire nel torrente Scrivia, che lambisce l'impianto a circa 70 metri di distanza, ma che poi scorre prevalentemente in territorio piemontese e interessa ben 13 Comuni nella provincia di Alessandra. Questi 13 Comuni attingono prevalentemente le loro acque potabili dal torrente Scrivia e credo di non dover ricordare il rapporto difficile che abbiamo in provincia di Alessandria con le acque potabili e con l'approvvigionamento idrico.
Il documento che avevo presentato era stato approvato in Consiglio regionale e l'Assessore Valmaggia si era impegnato a approfondire e a sostenere le ragioni di cautela rispetto a questo progetto, nel corso della procedura di autorizzazione unica. Poi vi sono degli aspetti che ho appurato in questi anni e anche delle forzature; ad esempio, la valutazione di impatto ambientale prevedeva il vincolo ai progettisti di apporre una barriera lungo il torrente per preservare la qualità ed evitare la penetrazione di eventuali sostanze nel torrente. La firma di un funzionario della Regione Liguria ha tolto anche questo vincolo, per cui i comitati e i Comuni, che da anni stanno lottando per impedire questa costruzione, sono molto perplessi rispetto a tale forzatura.
Aggiungo che è ancora pendente un ricorso al TAR, il cui pronunciamento è previsto per il prossimo mese di aprile, in quanto i proponenti dell'impianto, al momento della presentazione del progetto non avevano neanche la proprietà dei terreni su cui questo impianto dovrebbe sorgere.
In ultimo, ricordo, anche se l'ho già detto, che c'è una forte contrarietà dei Comuni piemontesi che hanno non solo fatto ricorso al TAR, ma hanno presentato innumerevoli atti di contrarietà a questo impianto.
Per tutti questi motivi, con l'interrogazione chiedo di sapere se la Regione Piemonte abbia intenzione di ribadire la sua contrarietà all'opera in tutte le sedi opportune, al fine di tutelare la qualità delle acque del torrente Scrivia e la salute dei cittadini piemontesi interessati.
Grazie.



PRESIDENTE

Nel ricordare di rispettare i tempi, perché le interrogazioni sono tante do la parola all'Assessore Valmaggia per la risposta.



VALMAGGIA Alberto, Assessore all'ambiente

Grazie, Presidente.
Come ha richiamato il Consigliere Ottria, per questo tipo di impianto l'autorità competente per gli adempimenti di VIA è la Provincia di Alessandria territorialmente interessata, alla quale i vari Enti locali hanno dato il proprio contributo, così come ha dato il proprio contributo la Regione Piemonte. La Regione Piemonte ha partecipato alla procedura di VIA di competenza della Regione Liguria come soggetto istituzionale interessato, ma il contributo è transitato, come ho detto prima, attraverso la Provincia di Alessandria.
Le lascio in allegato come risposta sia la scheda relativa all'ordine del giorno che è stato approvato dal Consiglio, sia il parere congiunto regionale della Provincia di Alessandria, che contiene in allegato anche il parere della Direzione Regionale Ambiente Tutela e Governo del territorio per dare informazione dello stato dell'arte.
Alla Conferenza dei Servizi citata anche nell'interrogazione, convocata per il prossimo 20 marzo per il rilascio dell'autorizzazione unica da parte della Città metropolitana di Genova, risulta convocata anche la Provincia di Alessandria quale soggetto istituzionale interessato. Quindi, noi transitiamo tutto tramite la Provincia di Alessandria, perché questo lo prevede la nostra normativa.
Grazie.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione a risposta immediata n. 2006 presentata da Grimaldi inerente a "Chiusura dello stabilimento di Italiaonline a Torino"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
2006.
La parola al Consigliere Grimaldi per l'illustrazione.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Di questa durissima e gravissima vicenda ci siamo occupati purtroppo anche negli scorsi anni. Ricordo ancora (ho qui gli appunti) quando nel 2016, a seguito di alcune lettere sulla cassa integrazione di 300 addetti, già alcune attività che potevano fare anche la differenza sarebbero state o erano state da poco esternalizzate e delocalizzate in Olanda.
Già allora dicevamo che ci sarebbe piaciuto - se l'Assessore Pentenero lo ricorda - scoprire il disegno industriale di quella che, in qualche modo, è la storia di una delle più grandi aziende di questo territorio, l'ex SEAT Pagine Gialle. Dicevamo che allora le istituzioni si sarebbero dovute confrontare e il Governo si sarebbe dovuto confrontare sul piano industriale.
Come abbiamo ascoltato stamattina nella ricostruzione dell'incontro con i sindacati del 6 marzo, i lavoratori ci hanno ricordato che i dirigenti di Italiaonline (nata dalla fusione del 2015 di SEAT-Pagine Gialle con la vecchia Italia online) hanno annunciato 400 esuberi, di cui 248 nella sede di Torino, che a quanto pare non ha futuro per questo nuovo piano. Altri 241 verranno trasferiti a Milano, ad Assago, e sono inoltre previsti ulteriori 150 esuberi nelle sedi italiane.
Si tratta ovviamente di una situazione incredibile, se ci pensate. Basta considerare che ancora fino alla fine dello scorso anno i sindacati chiedevano un confronto con l'azienda, la quale ha ben tenuto a non informare nessuno, non solo le istituzioni e i lavoratori. Bennet è stata ligia a una sola regola: aumentare i profitti e fare quello che in Italia ormai sembra possibile. Pensateci bene: è normale chiedere allo Stato finanziamenti pubblici e aiuti, come sono di fatto anche le casse integrazione a zero ore, fino all'ultimo minuto e nello stesso tempo mettersi nelle tasche più di 80 milioni di euro di utili? È possibile? A oggi, possiamo dire che non solo è possibile: è avvenuto così.
L'operazione appare nei fatti una delocalizzazione interna; si è discusso molto nelle scorse settimane di una Embraco in salsa italiana, cioè stiamo parlando di una sede che si sposta in qualche modo o che almeno concentra parte delle attività proprio al confine del nostro territorio. Ma non c'è solo questa questione indubbia, sgradevole di concorrenza delle Regioni che, come sapete, in qualche modo hanno sostenuto parte di questo disegno anche in quel caso: la cosa ancora più macro assurda di tutta questa vicenda è che l'azienda, quotata in borsa, continua a generare utili: 249 milioni di ricavi solo in nove mesi nel 2017.
Tuttavia, Italiaonline giustifica la chiusura della cosiddetta filiale torinese con una mossa necessaria ad accelerare la trasformazione digitale dell'azienda per competere con colossi come Facebook e Google. Ricordavo prima che già la vicenda olandese ci dimostra che questo piano di andare dove non si pagano tasse, dove gli utili di fatto sono poco tassati, è parte di questa strategia.
Arrivo al punto, Presidente. Io credo che abbiano fatto bene la Sindaca di Torino e il Presidente di questa Regione a essere presenti, come tutte le autorità civili e morali: abbiamo visto la solidarietà trasversale di tanto mondo politico, ma anche di tanto mondo civile. Però, Assessore, cosa ne è di quell'accordo firmato presso il MISE, che prevede fino a giugno 2018 un massiccio utilizzo di cassa integrazione a rotazione a zero ore, nonché di sostanziali investimenti? Cosa ne è di quell'accordo? Soprattutto le istituzioni sono in grado di chiedere spiegazioni al MISE e all'azienda e se non le otterranno, di presentarsi.



(La Presidente ricorda al Consigliere che il tempo a disposizione è terminato)



GRIMALDI Marco

Mi scusi, Presidente, ma è troppo grave per non dirlo.



PRESIDENTE

Tutte le interrogazioni sono importanti e devono avere lo stesso tempo.



GRIMALDI Marco

Ci sono 400 lavoratori che stanno rischiando il posto di lavoro. Mi faccia finire la frase.



PRESIDENTE

La finisca.



GRIMALDI Marco

Sto dicendo che, se non ci saranno adeguate delucidazioni, è bene che il Presidente della Regione e l'Assessora Gianna Pentenero si presentino alla Procura della Repubblica per chiedere spiegazioni di un'azienda che prende cassa integrazione per delle ristrutturazioni, si mette 80 milioni in tasca e pensa di chiudere gli stabilimenti.
Spero ovviamente che l'Assessora farà di tutto per evitare questa chiusura ma soprattutto che tutte le istituzioni del Paese fermino questa spirale che vede solo i profitti al centro degli interessi.



PRESIDENTE

La parola all'Assessora Pentenero per la risposta.



PENTENERO Giovanna, Assessora al lavoro

Grazie, Presidente.
È evidente che il tema è particolarmente delicato e altrettanto particolarmente complicato. Questa mattina abbiamo audito i lavoratori e le loro rappresentanze sindacali e, come sapete, per il giorno 20 della prossima settimana è convocato presso il MISE un tavolo; un tavolo che non è soltanto un tavolo formale dovuto quando si avvia una procedura, ma è un tavolo volto a cercare di capire che cosa è successo in quest'ultima fase fermo restando che la Regione Piemonte ha più volte tentato di comprendere come, dopo la presentazione del piano (avvenuta nel 2016), l'azienda intendesse continuare e, soprattutto, quali fossero le intenzioni rispetto agli investimenti all'interno della nostra Regione.
In seguito a un incontro che si è avuto con il Presidente e con la collega De Santis, dopo aver avuto tutte le rassicurazioni rispetto alla bontà del piano industriale presentato - e, come è stato ricordato anche qui questa mattina, già in sede ministeriale abbiamo manifestato le nostre preoccupazioni; preoccupazioni che sono state riconfermate in sede regionale - non abbiamo più avuto modo di esprimere e di comprendere quali fossero le intenzioni del gruppo Italiaonline.
Oggi continuiamo ad avere, come dire, una sensazione di confusione e di poca chiarezza rispetto a quali sono gli intendimenti dell'azienda; quello che è chiaro è che l'intenzione è di chiudere qualsiasi attività, qualsiasi ramo di azienda, e credo che l'azienda vada vista nei suoi molteplici aspetti e nelle sue molteplici configurazioni. Non abbiamo nessuna rassicurazione, ma quello che comprendiamo è che l'intenzione è di abbandonare il territorio piemontese.
Rispetto agli ammortizzatori sociali che sono stati utilizzati e quindi rispetto a quella che potrebbe essere un'apparente o, come dire verificabile situazione tale per cui si chiede l'intervento dello Stato e si chiede l'intervento delle istituzioni senza poi in qualche modo esprimere quali sono le conseguenze rispetto agli interventi che le istituzioni metterebbero in campo, va ricordato che noi qui siamo in un settore per il quale esistono provvedimenti specifici che hanno un impatto diverso e che hanno una procedura diversa.
Infatti, sono ammesse in cassa integrazione straordinaria per cessazione attività che non sarebbero ammesse, perché parliamo di un settore che è definito come settore in crisi all'interno delle norme nazionali. Quindi prima gli ammortizzatori sono stati dati ai sensi del 461 e oggi sono dati ai sensi del 69, che prevede - non parliamo di cassa in deroga - delle deroghe rispetto all'utilizzo normale degli ammortizzatori, e questo sicuramente non ci aiuta in un'analisi complessiva del processo in atto rispetto ad Italiaonline.
È certo che, nel momento in cui ci siederemo al tavolo del MISE aspettiamo davvero con grande ansia l'incontro della prossima settimana il primo aspetto da verificare sarà proprio quello legato al piano industriale che è stato presentato in più occasioni, come vi dicevo, a Roma e a Torino, per il quale abbiamo dato la stessa disponibilità rappresentata da altre Regioni (in questo caso mi riferisco alla Lombardia).
Abbiamo dato la stessa disponibilità e la stessa attenzione che le altre Regioni italiane hanno manifestato nei confronti del Gruppo Italiaonline ma non sono mai pervenute richieste e neanche proposte che facessero presumere un'intenzionalità di sviluppo rispetto a quel che è il gruppo di Italiaonline all'interno del nostro territorio. Quindi, dicevo, attendiamo con ansia l'incontro della prossima settimana.
È evidente che all'interno di questo quadro emergono anche quelli che possono essere alcuni elementi di contraddizione sia rispetto alle norme sia rispetto a come complessivamente alcune aziende si comportano, in modo particolare le aziende quotate in borsa.
Ricordo che il Gruppo Italiaonline è quotato in borsa e risponde anche a procedure e attività che sono molto, molto evidenti e che rientrano in una dinamica complessiva molto complicata, ed è sempre stato un po' l'elemento all'interno del quale si è manifestata ogni intenzionalità dell'azienda, ma mai su piani istituzionali, ulteriore elemento che noi dobbiamo sottolineare. Quindi, come dicevo, attendiamo l'incontro della prossima settimana, per cercare di comprendere qualcosa rispetto a cosa sta succedendo.
Ricordo che, fino a oggi, la trattativa si è svolta in Assolombarda, quindi noi al momento non abbiamo procedure formali istituite, ma saranno probabilmente presso il Ministero; quindi, noi non abbiamo nessuna procedura, perché la procedura, trattandosi di un'azienda plurilocalizzata è avvenuta in un altro contesto territoriale, cioè quello della Regione Lombardia.



PRESIDENTE

Grazie, Assessora Pentenero.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione a risposta immediata n. 2010 presentata da Porchietto inerente a "Situazione Embraco e dichiarazioni Ministro Calenda"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 2010.
La parola alla Consigliera Porchietto, per l'illustrazione.



PORCHIETTO Claudia

Grazie, Presidente.
Assessora, le chiedo soltanto una cortesia rispetto a questa vicenda, che conosciamo tutti quanti, che continua giustamente a destare l'attenzione di tutti: vale a dire, se è possibile, avere una risposta chiara all'interrogazione, perché tutti conosciamo i retroscena, quindi li lascerei perdere, però c'è un tema che, secondo me, nell'ultima settimana è diventato dirimente.
La scorsa settimana, il Ministro Calenda si è presentato in modo, devo dire anche abbastanza irrituale, a un'assemblea in Embraco. Prima di presentare quest'interrogazione, non solo ho valutato attentamente quello che gli organi di stampa avevano riportato e che condividevano tutti, ma mi sono anche permessa di consultarmi con le rappresentanze sindacali. Leggere infatti sui principali organi di stampa che il Ministro Calenda garantisce che, qualora il processo di reindustrializzazione di Embraco non fosse stato portato a compimento per enne motivi.
Lasciamo stare il fatto che a fianco di Calenda c'era l'amministratore delegato di Invitalia, Arcuri, che battendogli su una spalla gli avrebbe detto: "Sarete tutti dipendenti suoi". Dicevo, vada per la battuta, per credo che per più di 500 lavoratori questa battuta non sia stata molto felice.
Il tema che a me personalmente preoccupa è che, in realtà, ci sono state delle affermazioni successive per cui ci sarebbe un ragionamento ministeriale di questo tipo: qualora il processo di reindustrializzazione non si completasse attraverso fondi che fanno riferimento direttamente a Invitalia o attraverso Invitalia direttamente, ci potrebbe essere l'acquisizione di una partecipazione in Embraco o addirittura, a questo punto, l'assorbimento del personale in esubero.
Allora, sono andata a rileggermi tutte le carte e c'è una serie di riflessioni che vanno fatte, quantomeno sui due protocolli d'intesa chiusi devo dire che uno lo chiusi io, quindi lo conosco abbastanza bene - nel 2014, in cui comunque si chiedeva una serie di attenzioni alla Regione e io questo lo voglio sottolineare, perché comunque chiedo fortemente anche all'Assessora presente che la famosa Cabina di verifica delle crisi venga ripristinata, perché quello era per noi un osservatorio importantissimo.
Tant'è vero che nel vecchio protocollo che si concluse nel 2004, che tra l'altro chiuse Gilberto Pichetto, si diceva che Embraco non avrebbe garantito nessuna procedura di mobilità unilaterale fino al 31 gennaio 2011 e io posso confermare che quando divenni Assessora al lavoro, nel 2010 questo diciamo "badò" mi venne chiaramente assegnato e il monitoraggio iniziò. Iniziò, perché sapevamo che rischiavamo di vedere una società andare da un'altra parte.
Allora, innanzitutto credo che - ma credo che questo l'Assessora l'abbia ben compreso - il monitoraggio di queste situazioni delicate vada fatto e non solo dall'Assessorato al lavoro, ma anche dall'Assessorato alle politiche industriali, la famosa unità di crisi che avevamo creato. Perch è fondamentale, altrimenti questi signori, come Italiaonline, scappano perché se non li hai sempre e costantemente sotto tiro, scappano. Allora invito la Giunta a fare un'attenta valutazione su questo aspetto. Ma non è questo il tema, perché il tema è un altro.
Il tema è che sappiamo molto bene, perché in questi giorni forse si è anche un po' equivocato, non da parte della Regione ma, ribadisco, da parte di chi ha comunicato che non è detto che ci sia un dumping fiscale e che pertanto, servano tutte le operazioni che si stanno facendo con manifestazioni significative, anche a livello europeo, perché probabilmente la produzione di Riva di Chieri andrà in Brasile e in Vietnam e neanche nell'Europa dell'Est.
Questo, quindi, è un tema dirimente, così com'è un tema dirimente capire quando il Ministro Calenda, che ha dichiarato che a breve ci sarà.
Vedo che il collega Appiano annuisce, perché ne abbiamo già dibattuto fuori da questa sede. Quando il Ministro Calenda parla sia del fondo CIPE di 200 milioni, sia dei cosiddetti 850 milioni per i contratti di sviluppo fa comunque un ragionamento in cui non c'è la parte Embraco che dice se lo vuole fare o meno. E questo è un altro tema.



PRESIDENTE

Consigliera Porchietto, faccia la domanda.



PORCHIETTO Claudia

Certamente.
Noi possiamo farci tutti i film che vogliamo, ma se Embraco non è disponibile, mi chiedo come si possa fare.
Arrivo alla domanda. Assessori, secondo voi, secondo la Regione Piemonte le due strade che il Ministro Calenda ha individuato, vale a dire che, se non completiamo la reindustrializzazione, o Invitalia assorbe il personale dipendente o Invitalia partecipa al capitale di Embraco, sono percorribili o no? Non voglio metterla in imbarazzo, Assessora, però credo necessario eliminare gli equivoci, perché abbiamo un problema di chiusura e di firma di accordi, dove adesso abbiamo un sindacato che è in ambasce su questa cosa, perché logicamente un qualsiasi lavoratore che può scegliere tra entrare in un'azienda privata ed essere assunto da Invitalia non ha dubbi su quale strada percorrere. Quindi, credo che questo sia dovuto.



PRESIDENTE

Grazie, collega Porchietto.
Ci sono ancora sette interrogazioni.
Vi chiedo veramente di rispettare i tempi da Regolamento.
La parola all'Assessora Pentenero per la risposta.



PENTENERO Giovanna, Assessora al lavoro

Grazie, Presidente.
Intanto, solo una premessa. Rispetto al monitoraggio di quanto succede nei diversi tavoli di crisi aziendale, al di là del fatto di chi coordini questo - se l'Assessorato alla coesione o l'Assessorato alle attività produttive - posso garantire che ciò è avvenuto, sia su Italiaonline sia su Embraco. Possiamo produrvi le relazioni che sono state fornite dall'Embraco sullo stato d'avanzamento dei progetti approvati dal 2014 in poi; su Italiaonline posso produrvi le diverse convocazioni, che non sono mai state rispettate dai soggetti: il CEO, in modo particolare, ma dall'Italiaonline.
Pertanto, da questo punto di vista, al di là del metodo (credo ci sia assoluto rispetto delle modalità con le quali monitorare i tavoli di crisi) le posso assicurare che in questi anni è stato fatto un monitoraggio del tavolo di crisi con grande attenzione.
Nel merito, posso attenermi soltanto ai documenti, quindi agli atti fondamentali che sono stati prodotti fino a oggi, alle indicazioni e a quanto noi stiamo facendo rispetto alla vicenda Embraco.
Com'è sicuramente noto, il 2 marzo 2018, presso il MISE, è stato sottoscritto un verbale di incontro che conteneva gli impegni delle parti che indicativamente ci permettono di arrivare a una soluzione della questione Embraco. A quell'incontro hanno partecipato le parti firmatarie e quindi i soggetti che hanno firmato un accordo: l'azienda, le due organizzazioni sindacali e i due Ministeri, nonché - ovviamente - la Regione, su un'ipotesi di percorso.
L'accordo identifica un percorso possibile, volto a salvaguardare sia le aziende sia le garanzie occupazionali dei lavoratori che sono stati coinvolti all'interno della vicenda Embraco. La situazione, com'è già stato evidenziato e come sta scritto all'interno del verbale, è una situazione molto complessa, che ha bisogno dell'intervento di tutti i soggetti per cercare di chiudere in modo positivo la vertenza stessa. A tale proposito il MISE, attraverso Invitalia, sta valutando le possibili opportunità per procedere al processo di reindustrializzazione del sito. Come asserito dal Ministro Calenda, entro il mese corrente verrà data evidenza alle parti del lavoro che è stato svolto.
Pertanto, anche il decreto di attuazione, che sembra avere ancora la necessità della cosiddetta bollinatura da parte del Ministero delle Finanze, sarà reso noto e quindi ne comprenderemo tutti i contenuti.
L'azienda Embraco ha assunto, tra gli impegni citati nel verbale, quello di sostenere anche con il supporto del MISE uno o più progetti di reindustrializzazione, confermando la propria volontà espressa in tutti gli incontri, sia attraverso mezzo stampa sia attraverso i responsabili aziendali, a voler favorire la reindustrializzazione del sito di Riva presso Chieri, anche con propri strumenti, evidenziati attraverso Invitalia. Ne stiamo attendendo il contenuto attraverso il decreto attuativo.
Si tratta di un percorso lungo e complesso, che avrà sicuramente la necessita di essere seguito passo a passo. A questo scopo, la Regione rispetto agli impegni che ci siamo presi all'interno dell'accordo, sta lavorando con ANPAL per far sì che l'assegno di ricollocazione, così come previsto dalle norme della legge di stabilità 2017, possa avere attuazione e questo possa trovare sinergica rispetto a quello che sarà il piano di Invitalia.
Pertanto, riteniamo che la soluzione del problema, in un percorso che è stato tracciato, che trova conferma e che dovrà trovare ancora conferma negli atti successivi che dovranno essere approvati, possa avvenire con la collaborazione di tutti e con la condivisione di tutte le parti, per arrivare a una soluzione positiva della situazione. Al momento attuale attendiamo gli atti che derivano dall'istituzione di Invitalia e, quindi dei passi successivi che dovremo fare noi.
Come ho detto, stiamo lavorando con l'ANPAL nazionale per arrivare all'attuazione dell'assegno di ricollocazione, così come previsto dalla norma di stabilità 2017. Lo dico perché questo sarà sicuramente oggetto di attenzione: la prima azienda con la quale proveremo un modello sicuramente diverso, perché si tratta di lavoratori che hanno caratteristiche diverse lo attueremo con i lavoratori della Burgo, della provincia di Cuneo, dove compare, per la prima volta, l'accordo con l'utilizzo dell'assegno di ricollocazione all'interno della nostra regione.



PRESIDENTE

Grazie, Assessora Pentenero.


Argomento: Edilizia pubblica (convenzionata, sovvenzionata, agevolata)

Interrogazione a risposta immediata n. 2005 presentata da Valle, inerente a "Affidamenti società in house ATC-Piemonte Centrale da parte delle ATC Piemonte Nord e Sud per l'anno 2017"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 2005.
La parola al Consigliere Valle per l'illustrazione.



VALLE Daniele

Grazie, Presidente.
Con la legge regionale n. 11 del 2014, abbiamo disposto la fusione di alcune ATC, in particolare articolando il sistema delle ATC territoriali del Piemonte in tre: quella di Torino e le altre due, quella del Nord e quella del Sud.
Contestualmente, abbiamo avviato un processo di razionalizzazione delle partecipate che fanno riferimento all'ATC del Piemonte 1 di Torino, che nel corso del 2016-2017 è arrivato a compimento.
In questo quadro, una delle questioni affrontate era quella di rendere gli strumenti alle società partecipate, ora razionalizzate e ridotte soltanto a due attraverso alcune unificazioni e la trasformazione di Exegesi in S.p.A., in enti strumentali anche per le altre ATC che potessero, quindi fornire alcuni dei servizi che queste attualmente reperivamo o all'interno o attraverso il mercato libero.
Sarebbe interessante sapere, per l'anno 2017 (l'unico anno completo da quando la razionalizzazione e la fusione delle partecipate ha avuto luogo) quanti affidamenti e quanti lavori le altre due ATC hanno commissionato alle partecipate che fanno capo all'ATC di Torino.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Valle.
La parola all'Assessore Ferrari per la risposta.



FERRARI Augusto, Assessore alle politiche sociali, della famiglia e della casa

Grazie, Presidente.
La situazione è in divenire. È ovvio che da un po' di tempo a questa parte noi stiamo cercando di promuovere l'obiettivo che possa far diventare effettivamente una delle società partecipate del Piemonte Centrale una società a servizio del sistema delle tre ATC.
A oggi, alcuni servizi gestiti dalle partecipate del Piemonte Centrale non possono essere affidati direttamente a questa società dalle ATC del Piemonte Nord e del Piemonte Sud, ma possono essere affidate tramite convenzione con ATC del Piemonte Centrale, ed è quello che è effettivamente accaduto dal 2015 in poi. Pertanto, ho allegato anche le delibere, che possono essere visionate.
Nel dettaglio, noi abbiamo l'affidamento della gestione dei servizi informatici dell'ATC del Piemonte Nord per il periodo 1° luglio 2015-30 giugno 2018; abbiamo l'affidamento della gestione dei servizi informatici di ATC del Piemonte Sud, per il periodo 1° luglio 2015-20 giugno 2018. La convenzione è stata ancora integrata nel corso del 2016.
Inoltre, abbiamo l'affidamento per il rinnovo della convenzione e per il processo delle segnalazioni al numero verde, degli interventi di manutenzione ordinaria ATC del Piemonte Nord, per gli anni '16, '17 e '18.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Ferrari.


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta") - Urbanistica (piani territoriali, piani di recupero, centri storici

Interrogazione a risposta immediata n. 2011 presentata da Ruffino, inerente a "Rimozione barriere architettoniche"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
2011.
La parola alla Vicepresidente Ruffino in qualità di Consigliera per l'illustrazione.



RUFFINO Daniela

Grazie, Presidente.
Cercherò di sintetizzarla e di sintetizzare anche lo stato d'animo con cui ho presentato quest'interrogazione, frutto delle tante richieste e sollecitazioni che arrivano sia dagli amministratori locali sia dai cittadini, rispetto alla rimozione delle barriere architettoniche.
È abitudine, credo per molti di noi, partecipare ai vari incontri di sensibilizzazione sul superamento delle barriere architettoniche e occuparci di disabilità, ma poi lasciare da parte il tema degli interventi legati a tale superamento. Abbiamo concittadini piemontesi che non riescono a uscire dalle loro abitazioni; abbiamo risorse che vanno ai Comuni per integrare gli interventi fatti dai nostri concittadini con delle liste d'attesa che sono davvero lunghe.
Molto probabilmente l'Assessore ci dirà, nella sua risposta, a che anno siamo arrivati per erogare le misere somme stanziate. Teniamo conto che i nostri concittadini per presentare queste pratiche spendono soldi, e che gli Uffici occupano tempo e risorse per istruire le pratiche. Sicuramente ci sono delle false aspettative che rimangono lì per anni, perché poi buona parte di queste pratiche non vedono alcun tipo di risposta.
Provocatoriamente, dico che forse è meglio evitare di promuovere questo tipo di bandi, perché sino a che sono stata Sindaco nel mio Comune, molto probabilmente una o due pratiche hanno ricevuto parziale risposta.
Molti dei nostri concittadini che richiedono questi interventi sono persone anziane, ragazzi disabili, giovani disabili e famiglie che spesso vivono delle difficoltà. Allora anche in questo bilancio ho presentato, come negli anni passati e credo non soltanto io, un emendamento per chiedere risorse continuative e costanti su questo tema.
È perfettamente inutile parlare di civiltà e di attenzione alle disabilità se poi, proprio su un tema come questo, non riusciamo a dare risposte consistenti.
È per questo che chiedo all'Assessore se non ritenga opportuno - lo sintetizzo in questo modo - disporre interventi atti a reperire tutte le risorse necessarie per dare delle risposte, perché dall'altro lato - e mi rivolgo a tutta l'Aula e a tutti i colleghi - che senso ha continuare su questa linea, se poi le risposte che diamo sono poche, tardive e insufficienti? Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Vicepresidente Ruffino.
La parola all'Assessore Ferrari per la risposta.



FERRARI Augusto, Assessore alle politiche sociali

Grazie.
Rispondendo a questa interrogazione, ribadisco quanto ho già avuto modo di dire sia qui in Aula, rispondendo a un'altra interrogazione analoga, sia non più tardi di un mese fa, prima della pausa elettorale, direttamente in Commissione.
Se noi facciamo riferimento agli interventi sulle barriere architettoniche nell'ambito degli edifici del mercato privato, quindi tutti quegli interventi che fanno riferimento alla legge 13 del 1989, sappiamo che lo Stato ha finanziato questa legge fino al 2004, e dal 2005 - e per qualche anno - gli interventi sono stati finanziati con risorse del bilancio regionale.
Dal 2010 questi finanziamenti si sono interrotti e l'ultima graduatoria fatta dalla Regione sul fabbisogno complessivo delle domande è del 2012, in riferimento alle domande presentate presso i Comuni nel 2011.
Tutto quello che è avvenuto dopo sono state le raccolte, da parte dei singoli Comuni, delle domande, ma non c'è stato alcun atto, da parte della Regione Piemonte fino a oggi, che definiva il fabbisogno complessivo.
Perché? Perché mancavano le risorse, quindi non si sono create ulteriori illusioni.
Quello che abbiamo fatto in cosa consiste? Nel 2017 e nel 2018 abbiamo messo in campo risorse complessivamente pari a più di tre milioni di euro nei due anni, per esaurire in maniera definitiva le domande dell'ultima graduatoria.
Ho già illustrato in Commissione che c'è stata una delibera della Giunta regionale sulle risorse del 2017, che definisce i criteri con cui queste risorse verranno e vengono ripartite tra i singoli Comuni per ottenere questo obiettivo.
Non solo. In Commissione ho anche detto che da un anno e mezzo a questa parte abbiamo lavorato presso il Ministero delle Infrastrutture (e la Regione è stata in prima fila in questo senso) perché si rifinanziasse in maniera strutturale la legge 13. Il Ministro Delrio ha accettato l'ipotesi delle Regioni, che poi è passata a maggioranza in Conferenza Stato-Regioni per cui noi abbiamo complessivamente, sul piano nazionale, un finanziamento 2018-2020 pari a 180 milioni di euro, che significa, per il Piemonte, 25,7 milioni.
Questo ci consentirà di intervenire anche sulle domande presentate ai Comuni successivamente al 2022 e, quindi, a fare nuove graduatorie sul fabbisogno.
Altra cosa sono gli interventi sulle barriere architettoniche negli edifici di edilizia sociale, per i quali sono i finanziamenti relativi alla legge 80, articolo 4, sulla linea A e sulla linea B, che permettono di fare interventi di questo tipo. La linea A è stata totalmente finanziata e completata; la linea B è in fase di completamento.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Ferrari.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 2001 presentata da Graglia, inerente a "Mantenimento e complementarietà dei servizi erogati dall'ospedale di Savigliano e dall'ospedale di Saluzzo"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
2001.
La parola al Consigliere Graglia per l'illustrazione.



GRAGLIA Franco

Grazie, Presidente.
Ovviamente parliamo, come ha già accennato lei, degli ospedali di Savigliano e di Saluzzo, partendo dal presupposto che è ovvio che necessaria un'importante sinergia per soddisfare l'esigenza di sanità e di salute di un bacino di utenza prossimo alle 200 mila persone. Parliamo appunto del territorio saviglianese e saluzzese. Considerando il fatto che le vallate alpine che guardano Saluzzo, come la pianura che circonda il Saviglianese, non sono territori marginali rispetto alle aree metropolitane, ma sono entità capaci di dare risposte concrete alla città diffusa della popolazione.
Inoltre, il territorio saviglianese è caratterizzato, come sappiamo, da zone alpine che necessitano della presenza di una sanità diffusa attraverso ambulatori e una rete di servizi, anche sociali, ma tangibili, in grado di sostenere le richieste dei servizi sanitari da parte dei cittadini.
Sono anche molto preoccupato della DGR 1-600 del 19-11-2014, che ha previsto lo spostamento del reparto di emodinamica da Savigliano a Verduno che ritengo un grave errore. Spero che non sia ancora una soluzione decisiva, ma che venga ripensata.
Ne approfitto per interrogare il Presidente della Giunta e l'Assessore per sapere come si intenda assicurare il mantenimento e la complementarietà dei servizi attualmente erogati dall'ospedale di Savigliano e da quello di Saluzzo, con garanzia delle risorse umane e delle strutture al fine della continuità delle offerte sanitarie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Saitta per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

La riorganizzazione della rete ospedaliera prevede che l'ospedale di Savigliano e quello territoriale di Saluzzo siano complementari. L'ASL Cuneo 1 ha lavorato, e sta lavorato, ancora in questa direzione differenziando, ad esempio, gli interventi dell'area chirurgica tra quelli a basso rischio e altri più complessi. I primi sono perlopiù concentrati a Saluzzo con interventi minori di chirurgia generale, oculistica otorinolaringoiatria e, da ultimo, urologia.
La presenza di emodinamica a Savigliano, in considerazione dell'ampio territorio di riferimento, soprattutto quello delle vallate del Saluzzese è importante. In questo senso, la IV Commissione del Consiglio regionale ha approvato un emendamento del Consigliere Allemano alla delibera sull'edilizia sanitaria, nel quale si chiede di trovare una soluzione attraverso l'integrazione della cardiologia di Savigliano con la cardiologia interventistica dell'ospedale hub di Santa Croce di Cuneo, e noi siamo di questa opinione. Stiamo facendo gli approfondimenti, ma credo che questa sarà la soluzione.
In una sanità che evolve per rispondere ai bisogni di salute sempre nuovi l'ASL-Cuneo 1 ha organizzato un'efficiente rete territoriale di ambulatori che dovrà essere costantemente ampliata, con l'attivazione del modello funzionale della Casa della Salute aprendo sul territorio di Barge, Paesana e, ovviamente Saluzzo, ambulatori per la cronicità che esaltano la funzione della figura dell'infermiere e consentono, a una popolazione anziana con pluripatologie croniche, di essere seguita adeguatamente nella terapia.
Lo stesso vale per la rete degli ambulatori di diabetologia; la prossima attivazione del progetto per la diagnosi della retinopatia diabetica; la presenza di 20 letti di CAVS di continuità assistenziale e aderenza sanitaria, gestiti dal distretto; l'attività di ventiloterapia domiciliare che garantiscono una presenza reale e importante di una sanità diffusa sul territorio.


Argomento: Edilizia sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 2002 presentata da Gancia, inerente a "Parco della Salute e monito della Corte dei Conti" (risposta scritta)


PRESIDENTE

In assenza dell'interrogante, la Consigliera Gancia, all'interrogazione n.
2200 viene fornita risposta scritta.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Interrogazione a risposta immediata n. 2003 presentata da Ravello, inerente a "Decreto legge vaccini: qual è la situazione negli istituti scolastici piemontesi?"

Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Interrogazione a risposta immediata n. 2004 presentata da Vignale, inerente a "Obbligo vaccini: come monitora la Regione?"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando congiuntamente le interrogazioni a risposta immediata n. 2003 e n. 2004.
La parola al Consigliere Ravello per l'illustrazione dell'interrogazione n.
2003.



RAVELLO Roberto Sergio

Grazie, Presidente.
Al netto delle informazioni che ho avuto modo di leggere poco fa su alcuni organi di stampa online rispetto ad alcune dichiarazioni fatte dall'Assessore Saitta, a margine del Consiglio regionale di questa mattina che, evidentemente, riporta un aggiornamento dei dati richiamati nella nostra interrogazione, lo scopo di questo atto è molto semplice, Assessore.
Alla luce della norma con la quale è stato introdotto l'obbligo vaccinale per i minori di età compresa tra zero e sedici anni, molto semplicemente vogliamo sapere ciò che ne sarà e ciò che si pensa debba essere dei minori che ricadono in quanto stabilito dalla norma e, soprattutto, in quanto stabilito dalla circolare dei Ministeri dell'Istruzione e della Salute rispetto alla mancata presentazione della documentazione attestante l'adempimento degli obblighi vaccinali, con allontanamento dai servizi scolastici.
Il tema è, a oggi, in questa situazione, non potendo divagare e non potendo ampliare l'oggetto del dibattito: qual è la situazione in Piemonte? Quanti sono i minori che rischiano di ricadere in quanto previsto dalle norme e che, quindi, rischiano di subire oggettivamente un trauma, cioè l'allontanamento dalla scuola? I dati in nostro possesso parlavano di circa 40.000 minori senza che avessero ottemperato agli obblighi vaccinali e di circa 1.200 bambini a rischio allontanamento dalle scuole.
Contemporaneamente, credo che non si possa perdere l'occasione per avviare una riflessione rispetto a due tematiche connesse. Prima di tutto perch non ci si è comportati com'è stato fatto in altre Regioni, almeno civilizzate quante noi, rispetto all'entrata in vigore dei termini consentendo di far partire la nuova normativa, non ad anno scolastico in corso, ma prima dell'inizio del nuovo anno scolastico. Mi pare sia stata la Regione Veneto a prevedere una proroga e a consentire, quindi, un maggior lasso di tempo per l'adeguamento.
Il secondo tema, che è certamente più complesso e richiede, a mio avviso degli approfondimenti anche di natura tecnico-scientifica, riguarda gli esami prevaccinali e anticorpali.
Mi risulta che esistano delle possibilità di verificare a monte eventuali riflessi negativi, in particolare allergie, o effetti causati da controindicazioni specifiche, sul singolo individuo oggetto della pratica vaccinale.
Io credo che quest'Aula - legittimamente - possa chiedere alla Giunta un approfondimento rispetto alla veridicità di queste informazioni e all'effettività delle capacità di analisi delle pratiche pre-vaccinali, in maniera tale da rassicurare innanzitutto la popolazione, rispondendo concretamente e materialmente (e non solo a parole) a timori ampiamente diffusi, ma soprattutto per scongiurare ogni possibile rischio potenziale di conseguenze sul singolo individuo destinatario del dato vaccino piuttosto che dell'altro.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Ravello.
La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione dell'interrogazione n.
2004.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Noi abbiamo atteso la giornata di ieri non soltanto perché questo prevede il Regolamento, ma anche per capire se era utile o meno presentare un'interrogazione a risposta immediata.
Rispetto a una data così contingente, com'era quella del 10 marzo, ed essendovi stata anche la volontà di questo Consiglio di non prorogare i termini e di far concludere serenamente l'anno scolastico, ci saremmo aspettati una comunicazione al Consiglio - anche senza discussione - da parte dell'Assessorato alla sanità, anche solo sotto forma di comunicazione scritta.
Ovviamente, lo abbiamo appreso dagli organi di informazione; adesso, per con questa modalità - quella dell'interrogazione a risposta immediata poniamo un quesito all'Assessore. Noi chiediamo come la Giunta intenda monitorare l'applicazione dei provvedimenti previsti dalla normativa vigente in caso di inadempienza. Perché io credo che il diritto all'istruzione - rammento che la scuola dell'infanzia rientra nel ciclo dell'istruzione, a differenza dei nidi - debba, in qualche modo, essere garantito, ancora più - ma è una riflessione che mi auguro il futuro Governo voglia fare, qualunque esso sia - nei casi in cui si raggiunge la copertura vaccinale.
Perché se è vero che avevamo la necessità di raggiungere, relativamente a una serie di patologie (per la verità non tutte), quel famoso 95 per cento e superarlo, perché era quello che garantiva la copertura e il cosiddetto "effetto gregge", credo che essendo stata raggiunta questa percentuale almeno così leggiamo dagli organi di stampa - vada fatta una valutazione.
Soprattutto - questo è il contingente - noi chiediamo all'Assessore che si dia conto, magari unitamente agli Uffici dell'Assessora Pentenero, di quanti bambini al di sotto dei sei anni (qualora ve ne siano stati) non sono stati più accolti all'interno dei nidi o del ciclo scolastico della scuola dell'infanzia; oppure il numero di minori i cui genitori sono soggetti a sanzione. Perché credo che questo sia un dato importante da conoscere.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Vignale.
L'Assessore Saitta risponderà a entrambe le interrogazioni; ne ha facoltà.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

È chiaro che alcune questioni che i due colleghi hanno posto si rifanno un po' al dibattito che ha seguito l'emanazione della legge sull'obbligatorietà, in sostanza, relativamente al rapporto tra il diritto allo studio e il diritto alla salute. Quindi pongono delle questioni che sono state già oggetto di una discussione molto ampia non soltanto a livello regionale, ma anche a livello nazionale. In ogni caso, è stata assunta questa scelta e mi pare che la legge sia chiara.
Tuttavia, ci tengo a sottolineare che la Regione Piemonte (complessivamente, se ne era parlato qui e a livello nazionale quando si era concordato con il Governo il Piano vaccinale) nel 2016 aveva una copertura intorno al 93 per cento, e una copertura molto bassa per quanto riguarda il morbillo, che era dell'88 per cento. Quando si discusse del Piano vaccinale la situazione era quella.
La legge nazionale sull'obbligatorietà ha permesso di fare un grande salto in avanti, in modo particolare per il morbillo, la parotite e la rosolia dove - appunto - la percentuale era molto bassa, ed era un dato obiettivamente preoccupante agli effetti della sicurezza dei bambini.
Oggi il dato è del 94,72 per cento per quanto riguarda la prima dose, e ancora più alto per quanto riguarda la seconda. Siamo dunque al 95 per cento, per cui l'obiettivo è stato raggiunto grazie all'obbligatorietà della vaccinazione.
Si è registrata anche una crescita (già lo scorso anno) rispetto all'anno precedente per quanto riguarda tutti gli altri vaccini (poliomelite difterite, tetano, pertosse, epatite B ed haemophilus), superando abbondantemente il 95 per cento.
Il 95 per cento è un dato medio e, ovviamente, è distribuito in modo diverso tra le varie Aziende: a CN1, ad esempio, si è raggiunto il 96,34 per cento, mentre Aziende come Alessandria si attestano al 95,38 per cento per quanto riguarda la poliomelite. Si tratta, dunque, di un dato distribuito in modo diverso, ma mediamente supera il 95 per cento.
Dal punto di vista delle modalità con le quali i servizi vaccinali si sono posti nei confronti dell'utenza, mi risulta - ma possiamo fare volentieri un approfondimento in tal senso - che abbiano adottato una modalità di grande attenzione anche nei confronti delle preoccupazioni delle famiglie nel senso che sono state fornite delle informazioni, è stata definita la data indicata attraverso le lettere inviate a casa. Non sempre, al momento della prenotazione, i genitori hanno voluto o hanno chiesto informazioni.
Le informazioni sono state date, ma è chiaro che ci sono state delle opposizioni e delle nette contrarietà, quindi il dialogo era sostanzialmente impossibile. In ogni caso, i servizi hanno dato le informazioni richieste. Sono convinto, e li ringrazio, che i servizi vaccinali abbiano fatto un ottimo lavoro, anche con la giusta e doverosa prudenza che è necessaria su un tema di questo tipo.
È chiaro che si tratta di monitorare la concreta applicazione nella fase successiva, cioè la fase dell'allontanamento per quanto riguarda la fascia zero-sei anni e anche della parte sanzionatoria. Per dare un dato certo, a Torino gli inadempienti (parlo della fascia zero-sei) con il rischio di allontanamento sono 600.
Abbiamo chiesto ai Direttori, ma per la verità si erano già mossi in questa direzione in modo autonomo, e di questo oggi ho avuto la conferma, che le famiglie che non si sono presentate alla prenotazione della vaccinazione fissata dall'ASL o che hanno espresso rifiuto possano recarsi senza prenotazione presso l'ASL dove c'è uno sportello libero e chiedere la vaccinazione dei propri figli. Quindi, c'è questa indicazione.
Per fare quest'operazione, abbiamo usufruito di un'interpretazione dell'ultima circolare; noi abbiamo utilizzato questa circolare e siamo stati richiamati anche dal Ministero, perché l'interpretazione è molto più riduttiva. In ogni modo, abbiamo usufruito di questa cosa, in modo da poter consentire nei prossimi giorni la possibilità alle famiglie di vaccinare i propri figli, qualora la ritengano una scelta utile.
Avremo il quadro strada facendo, nel senso che avremo dati precisi. È chiaro che la vaccinazione obbligatoria è una grande novità, ed è evidente che il numero degli adempimenti - abbiamo recuperato il 43,8 per cento cioè 38.138 bambini per le vaccinazioni - è un dato complessivo che per deve essere depurato e sul quale bisognerà lavorare, nel senso che erano partite 87.000 lettere. Di questi molti non erano più residenti, oppure ancora con la residenza in essere ma spostati.
Poi c'è l'altro dato sul quale bisogna depurare, perché quando parliamo di inadempienza, ci riferiamo all'inadempienza della scuola; poi ci sono quelli della fascia da zero a sei anni che non sono a scuola, anche per i quali bisogna avviare la procedura sanzionatoria, perché è previsto.
Quindi, credo che, nei prossimi giorni, anche attraverso un incontro con gli Uffici Scolastici Regionali, saremo in grado di avere un quadro più preciso, anche per poter decidere il modo di monitorarlo, soprattutto perché è vero che è stato raggiunto un risultato importante, ma sono convinto che bisogna poi mantenerlo e probabilmente incrementarlo.
L'indicazione del 95 per cento è una raccomandazione dell'OMS, ma sappiamo che, più aumenta la copertura, meglio è, dal punto di vista della salute, e parlo evidentemente per questo obiettivo.
Questo è il quadro, quindi rinvio un'informazione di dettaglio dopo i dati precisi che le singole scuole ci faranno avere.
Oggi è avvenuta una cosa molto semplice: le scuole hanno mandato gli elenchi alle ASL, le ASL hanno fatto l'incrocio e li hanno rimandati alle scuole; le scuole devono procedere e in questa fase probabilmente qualcuno si aggiungerà ai vaccinati, ma credo che avremo un quadro di dettaglio, che volentieri sarà fornito al Consiglio o alla Commissione secondo come sarà deciso.


Argomento: Sanita': argomenti non sopra specificati

Interrogazione a risposta immediata n. 2009 presentata da Bono, inerente a "Ennesima aggressione ad un medico di continuità assistenziale"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori, esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
2009.
La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Abbiamo letto lunedì mattina sui giornali che, in quest'ultimo weekend sarebbe avvenuta l'ennesima aggressione nei confronti di un medico del servizio di continuità assistenziale, quindi l'ex guardia medica, nella nostra regione. Avevamo assistito nelle scorse settimane e mesi ad aggressioni anche a sfondo sessuale, ma non solo, in altre regioni. Questa volta, purtroppo, l'aggressione ha colpito la nostra regione.
Dalla ricostruzione giornalistica e dalle successive denunce anche con l'attivazione dell'Ordine dei Medici della provincia di Novara, pare che il medico sia stato oggetto di un'aggressione, nella sua sede della guardia medica, da alcuni giovani di origine sudamericana, perché avrebbe rifiutato la prescrizione di un farmaco.
Non sappiamo che tipo di farmaco fosse, cosa è successo e perché, ma è del tutto evidente che la sicurezza del personale sanitario che opera nel servizio di continuità assistenziale, sia di coloro che operano in sede ambulatoriale, sia soprattutto di coloro che operano in visita domiciliare in ore diurne e, ancora di più, nelle ore notturne, è un problema di rilevanza nazionale, non solo regionale, e sottolineo nazionale.
Avevamo incontrato qualche settimana fa i rappresentanti di un'organizzazione sindacale di medici del territorio che avevano chiesto al Consiglio - era presente, se non sbaglio, anche l'Assessore Saitta - degli interventi nel merito per poter rendere più sicuro il servizio di continuità assistenziale.
Ad esempio, avevano valutato di proporre uno studio di fattibilità per spostare le sedi ambulatoriali da location appartate in location situate all'interno di strutture ospedaliere o sanitarie o dove vi sia comunque un flusso di persone, magari delle guardie giurate o qualcuno che possa controllare. Oppure anche l'installazione di telecamere che riprendano comunque le ore di attività, quindi con le visite, con tutti i crismi del rispetto della privacy e della legge nazionale, quindi con la cancellazione successiva del materiale registrato entro le 24 ore, ed eventualmente pure la proposta di avere l'estensione del servizio d'autista anche al di fuori della città di Torino, quindi per tutta la provincia di Torino e per tutta la regione.
È del tutto evidente che un servizio d'autista, oltre a rappresentare un servizio rispetto all'attività del professionista che deve andare a svolgere delle visite domiciliari sul territorio, rappresenta anche un servizio di sicurezza, richiesto soprattutto dalle operatrici del settore sanitario di sesso femminile, quindi può rappresentare una garanzia anche rispetto ad aggressioni di vario tipo all'interno del domicilio del paziente che viene visitato.
Dunque era una serie proposte; mi ricordo che c'eravamo lasciati con un'unità più o meno di intenti almeno per verificare la fattibilità, quindi cogliamo purtroppo l'occasione di questo ennesimo evento negativo per chiedere all'Assessore Saitta se, nel frattempo, all'interno dell'Assessorato qualcosa si sia mosso, se si stia lavorando su qualcosa di concreto, che magari può essere proposto in IV Commissione o comunque in Aula con un atto di indirizzo, in modo che possa essere coinvolto anche tutto il Consiglio regionale.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Saitta per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente.
L'episodio che è stato richiamato dal Consigliere Bono è avvenuto presso il servizio di Viale Roma, dove abitualmente lavorano quattro medici dalle 8 alle 20, con turni di notte dalle 20 alle 8. Quella struttura è dotata di telecamere che videoregistrano gli accessi di servizio e di vigilanza con guardia giurata che sorveglia l'intero plesso e piantona in servizio nella fascia 22-8, quindi è una struttura già sorvegliata.
È chiaro che questo ci fa interrogare se le misure siano sufficienti - pare di no - a livello di sorveglianza, anche se rappresentano sicuramente un deterrente.
A ogni modo, per quanto riguarda Novara, la dinamica dell'evento è al vaglio delle forze dell'ordine, che hanno acquisito le immagini delle telecamere. L'ASL di Novara ha recepito già dal 2011 le raccomandazioni ministeriali per prevenire gli atti di violenza a danno di operatori sanitari, lavora costantemente per identificare i fattori di rischio per la sicurezza ed è impegnata a porre in essere misure di prevenzione e controllo più adeguate.
Come Regione Piemonte, siamo intervenuti su qualche campagna contro questo tipo di azioni: penso a quella dell'ASL Torino 4. È chiaro che ci troviamo di fronte a un problema complesso; problema che richiede di essere affrontato con una certa articolazione, perché ci sono diversi elementi che contribuiscono a determinare situazioni come quella ultima di Novara.
Ne abbiamo parlato in diverse occasioni e anche recentemente con le altre Regioni, perché è un tema diffuso in tutta Italia (il Consigliere lo diceva, è un dato nazionale): proprio questa mattina - io ero impegnato qui in Consiglio e non ho potuto partecipare - è stato insediato l'Osservatorio nazionale del Ministero della Salute per la prevenzione delle violenze e danni ai medici (e infermieri, evidentemente); è stato insediato e sarà quella l'occasione, al di là delle decisioni immediate che bisogna prendere, per riuscire a garantire più sicurezza, ma è chiaro che il tema come dicevo prima, ha una sua complessità.
Il lavoro a livello nazionale da parte dell'Osservatorio, che vuol dire la somma delle esperienze delle diverse Regioni, dovrebbe concludersi con delle linee guida da applicare in tutte le Regioni, quindi l'intervento per quanto ci riguarda come Assessorato è innanzitutto volto a presidiare quella modalità a livello nazionale per scambiarsi informazioni e per definire alcune linee vincolanti di quelle decisioni.
Nel frattempo, è chiara l'adesione ad alcune campagne delle Aziende sanitarie (questo mi sembra un dato scontato), ma in qualche maniera incominciano a delinearsi anche altre iniziative più puntuali in accordo con le Aziende sanitarie.
Posso garantire che siamo evidentemente interessati alla soluzione del problema, o perlomeno a contrastare questo problema, che obiettivamente è serio, perché parliamo di personale che svolge il proprio lavoro e che per farlo viene picchiato e malmenato. Garantisco un impegno di carattere nazionale, ma anche un impegno puntuale per quanto riguarda le nostre Aziende sanitarie.


Argomento: Personale del servizio sanitario

Interrogazione a risposta immediata n. 2013 presentata da Accossato inerente a "Mancate assunzioni presso l'ASL Torino 3"


PRESIDENTE

Passiamo all'ultima interrogazione a risposta immediata, la n. 2013.
La parola alla Consigliera Accossato per l'illustrazione.



ACCOSSATO Silvana

Grazie, Presidente.
Assessore Saitta, mi rivolgo a lei con quest'interrogazione, perché nei giorni scorsi sono stata informata dello stato di agitazione indetto da alcune rappresentanze sindacali nell'ASL Torino 3 su una serie di questioni che riguardano il rapporto dei lavoratori con l'azienda, che sono numerose.
Nello specifico, mi ha colpito uno dei temi oggetto di questa protesta e trattativa, che è legato alla mancata assunzione nell'ultimo anno (2017) da parte dell'ASL stessa di una serie di figure professionali nel campo medico, in particolar modo infermieri, OSS e figure di questo tipo nonostante il forte turnover a cui anche l'ASL Torino 3 è stata sottoposta negli ultimi anni e nonostante - ed è questo il motivo per cui ho pensato opportuno interrogarla e avere la sua valutazione - l'uscita dal Piano di rientro della Regione Piemonte, quindi la possibilità di tornare alle assunzioni per tutto il comparto sanitario, sia stata anche più volte oggetto di approfondimenti, di confronti sia in questa sede del Consiglio che in Commissione.
Peraltro, molto spesso nelle nostre interlocuzioni con gli operatori e con i cittadini, in questi anni abbiamo dapprima rimandato alla fase di risanamento e di uscita dal Piano di rientro e, poi, guardato con soddisfazione, anche grazie al lavoro fatto dall'Assessorato, la nuova prospettiva per dare risposte non soltanto in termini occupazionali, ma soprattutto in termini di servizi.
Infatti sappiamo che, nonostante il lavoro fatto in termini di organizzazione, c'è una carenza di personale, soprattutto dal punto di vista sanitario; carenza che ovviamente abbiamo avuto modo di vedere nei pronto soccorso nelle fasi più emergenziali, ma anche nell'attività ordinaria di prestazioni di cura. Quindi, mi ha un po' stupito, peraltro la notizia, che sembra essere stata confermata in un tavolo di conciliazione tra dirigenza dell'ASL e rappresentanze sindacali.
Allora, la domanda è la seguente: perché non sono state avviate queste assunzioni, quali sono state le motivazioni e, appunto, è vero che si è effettuato un risparmio? Forse - dico, forse - l'opportunità migliore sarebbe quella di ripristinare le posizioni sanitarie perse e quindi ripristinare un buon livello di servizio per i cittadini?



PRESIDENTE

Grazie, collega Accossato.
La parola all'Assessore Saitta per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente.
Ho verificato con la Direzione dell'ASL TO3, che mi ha ribadito quanto già esplicitato in sede d'incontro con le organizzazioni sindacali.
I valori citati per la spesa del personale non includono gli oneri riflessi IRAP, pari al 33 per cento che, invece, vanno iscritti a bilancio sotto la voce "Spesa per il personale". In merito ai budget degli anni 2015, 2016 e 2017, il tetto di spesa del personale costituisce il tetto massimo di spesa e l'Azienda ha anche il vincolo del pareggio di bilancio.
Faccio notare e forse ne abbiamo parlato in qualche occasione, che noi abbiamo la possibilità di assunzioni innanzitutto per il turnover e poi all'interno del tetto complessivo, di assunzioni aggiuntive. Il tetto complessivo è un vincolo di carattere nazionale; ricordo che la norma prevede che il tetto complessivo, Regione per Regione, deve essere meno 1,4 per cento rispetto al dato del 2004. Non per nulla, tra l'altro, nelle richieste che la Regione Piemonte ha fatto per avere competenze proprie è stato proposto di superare la suddivisione della spesa sanitaria tra fondo distinto e indistinto, in modo da far saltare questo vincolo e poter decidere.
Ma all'interno di questi tetti volevo aggiungere qualche informazione più precisa. Il report di monitoraggio del rispetto del tetto di spesa, che viene periodicamente trasmesso al Collegio sindacale, fa emergere che nel 2015 la spesa sostenuta era in linea col tetto di spesa.
Nel 2016 si è effettivamente registrata, relativamente al personale dipendente e interinale, una flessione di circa tre milioni di euro, di cui indico i dettagli.
Euro 1.113.000 relativa a personale dirigente medico e sanitario non medico, determinata in gran parte dalla riorganizzazione attuata a seguito dell'approvazione dell'atto aziendale che ha previsto, su indicazione regionale, la riduzione delle strutture complesse sanitarie. Abbiamo ridotto i primariati, quindi questa riduzione è determinata da quella scelta.
Euro 991 mila relativa a personale amministrativo e tecnico conseguente al blocco del turnover del personale amministrativo, dove non era proprio possibile sostituirlo, perché noi siamo usciti dal Piano di rientro nel 2017.
Euro 1.060.000 relativa al personale del comparto sanitario, derivante prevalentemente dalla difficoltà di sostituzione tempestiva del turnover (nel 2016 è stato espletato il concorso per infermieri professionali e la graduatoria a cui attingere è stata disponibile solo a metà anno, i tempi dei concorsi), ma anche da una riduzione del fabbisogno di infermieri nell'area pinerolese, a seguito dell'affidamento in concessione della RSA Girasole di Bibiana dal mese di giugno 2016 con conseguente recupero di personale che è stato ricollocato in altri servizi aziendale a copertura di carenze, e dalla chiusura temporanea di almeno 20 posti letto nel presidio ospedaliero di Pinerolo, a causa della realizzazione dei lavori di ristrutturazione ex articolo 20.
Nel 2017 (quindi, veniamo a oggi) la spesa complessiva si mantiene ai valori del 2016, ma si registra un incremento di circa 900 mila euro della spesa per il personale di comparto sanitario a fronte di un'ulteriore riduzione sia della spesa dei dirigenti medici sanitari, non medici, sia della spesa del personale non sanitario amministrativo. Quindi, sono 900 mila euro per personale sanitario, su cui permaneva il blocco del turnover.
Circa le assunzioni effettuate, lo sforzo dell'Azienda si commenta con i seguenti numeri.
Il dato relativo alle procedure concorsuali effettuate (37 bandi di reclutamento con successivo concorso e selezione; 49 procedure di scorrimento e graduatorie aziendali ed extra-aziendali) evidenzia l'impegno dell'ASL TO3 per la copertura di tutte le assunzioni previste nel piano aziendale di assunzione.
Le scoperture rilevate a livello sindacale ricomprendono anche personale del ruolo amministrativo o tecnico, non assumibile.
Infine, ricordo le difficoltà nel reperire personale infermieristico nonostante la presenza di graduatoria aziendale; infatti, la concomitanza di analoghe graduatorie sulla città di Torino comporta la possibilità di non essere scelti come sede e/o dimettersi per chiamata presso altra Azienda della città.
Sono state anche espletate diverse procedure di mobilità, tra cui quelle per la figura di ostetriche, tecnici della prevenzione e tecnici di radiologia. È stato anche attuato lo scorrimento di graduatoria di altra Azienda per pervenire rapidamente alla copertura dei posti di OSS sostituendo gradualmente il personale con contratto di somministrazione.
Questa era la prima necessità.
La Direzione aziendale ha ribadito più volte l'impegno per assumere tutto il personale di cui vi era necessità, che riconfermo; i piani assunzione sono stati redatti per soddisfare le esigenze manifestate dalle Direzioni delle strutture e per garantire il rispetto della normativa in materia di orari di lavoro, nonché per nuove progettualità.
Queste sono le informazioni che mi ha fornito il Direttore dell'Azienda.
Credo che all'interno di queste indicazioni, per quanto riguarda il 2018 ci saranno obiettivamente più possibilità rispetto al passato per questioni che ho indicato, ma che al Consiglio erano note.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Dichiaro chiusa la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata.



(Alle ore 16.11 la Presidente dichiara esaurita la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata)



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE BOETI



(La seduta ha inizio alle ore 16.14)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo Balocco, Batzella, Corgnati, Ferraris e Gariglio.


Argomento: Norme finanziarie, tributarie e di contabilita

Esame proposta di deliberazione n. 287 inerente a "Modifiche della deliberazione del Consiglio regionale n. 162-29636 del 13 settembre 2016 inerente ai piani di rientro dal disavanzo finanziario al 31 dicembre 2014 e dal maggiore disavanzo al 1 gennaio 2015 a seguito dell'attuazione del riaccertamento straordinario dei residui"


PRESIDENTE

Procediamo riprendendo l'esame della proposta di deliberazione n. 287, di cui al punto 4) all'o.d.g.
Nella seduta antimeridiana l'Assessore Reschigna ha illustrato la proposta di deliberazione. È terminata la discussione generale e l'Assessore Reschigna dovrebbe prendere la parola, dopo l'intervento dei Consiglieri.
Prego, Assessore Reschigna. Invito, però, i Consiglieri a prendere posto: c'è troppa gente che parla uno con l'altro e una con l'altra.
Bene, Assessore Reschigna, possiamo ascoltare quello che dice.



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale

Grazie, Presidente.
Credo di non dover occupare molto del tempo e dell'attenzione del Consiglio regionale, anche perché - come correttamente ha rilevato il Consigliere Appiano nel suo intervento - in alcuni interventi si è più anticipata una discussione che dovremo fare sulla legge di bilancio, piuttosto che l'oggetto della deliberazione che stiamo esaminando in questo momento.
Vorrei partire proprio da questo: quali sono i contenuti della delibera? Uno, molto semplicemente, è quello di utilizzare la norma contenuta nella legge di bilancio dello Stato, che consente alle Regioni di ripianare la residua parte del disavanzo finanziario al 31/12/2014 residuata dopo le coperture così come emerge al 1° gennaio 2018, anziché in sette anni, in vent'anni. Questo è il contenuto della delibera, null'altro di più.
È un modo attraverso il quale si spalma su più legislature l'onere della copertura del disavanzo? Certamente, è un modo che però rende credibile tutto questo soprattutto per la futura legislatura regionale, perché voglio ricordare che questa legislatura regionale ha assolto fino in fondo il proprio obbligo di dover coprire 202 milioni di euro all'anno di disavanzo ogni anno. Che poi, dal 2019, quindi dalla futura legislatura regionale questi 202 milioni di euro diventino 112 milioni di euro, mi sembra un modo attraverso il quale noi guardiamo non solamente nel breve periodo, ma guardiamo anche a creare le condizioni affinché la prossima legislatura regionale non si trovi di fronte a un moloch difficile e insostenibile per chiunque.
Qui ritorno su una delle questioni che proprio domani affronteremo in un seminario a livello romano tra Regioni, Corte dei Conti nazionale e Ministero dell'Economia e delle Finanze: l'interpretazione rigida per cui una Regione in disavanzo non può avere un avanzo da destinare alla copertura del disavanzo è un'interpretazione che rende difficilmente gestibile questo tema in futuro, cosa che invece è avvenuta in questi anni dove progressivi avanzi di gestione ci hanno consentito di mantenere un equilibrio tra il nostro dovere di coprire il disavanzo e il nostro dovere di non mandare in difficoltà la comunità piemontese. Pertanto, vorrei essere molto chiaro su questo punto.
Seconda questione: l'ipotesi di copertura. L'ipotesi di copertura è stata rappresentata in termini più realistici possibili. Non è un atto vincolante, perché dal 2019, se saremo o saranno bravi gli amministratori regionali che verranno eletti nel corso delle elezioni regionali dell'anno prossimo, può benissimo succedere che questi amministratori regionali abbiano una capacità di razionalizzazione della spesa della Regione più ampia di quello che abbiamo avuto modo di dimostrare in questi anni e per cui sono in grado di tagliare 112 milioni di euro di spesa regionale senza creare problemi alla comunità piemontese.
Faccio fatica a credere a questo scenario e penso che, se fosse questo lo scenario, sarebbe veramente una legislatura regionale improduttiva, perch unicamente impegnata in un'operazione di risanamento dei conti e di politiche di rigore, senza la capacità di intervenire positivamente su fattori di crescita, sul tema della coesione sociale, su come si creano le condizioni per produrre sviluppo in questa regione e su come si creano le condizioni per dare un futuro alla comunità piemontese.
Questo - lo dico da subito - è lo scenario che io considero più dannoso perché stare fermi in questa direzione significa creare un forte pregiudizio. Noi non vogliamo questo, e anche se magari la prossima legislatura regionale non ci riguarderà, come responsabilità, direttamente avvertiamo il dovere di creare tutte le condizioni possibili perché la prossima attività della Regione Piemonte non parta con condizioni difficilmente gestibili e difficilmente compatibili.
Consigliere Andrissi, in questa fase mi preoccuperei poco relativamente ai tanti ragionamenti se i dati sul possibile incremento delle entrate nascono da una visione conservativa e non evolutiva dell'economia. Mi preoccupo perché sono un amministratore pubblico e ci mancherebbe altro che non prestassi attenzione a questi fatti.
A fronte di analisi fatte da IRES, che consentirebbero tranquillamente l'iscrizione, o la giustificazione sotto il profilo tecnico, di incrementi delle entrate, a parità di pressione fiscale più consistente, ritengo realistico che la quota parte delle entrate copra un quarto di questo fabbisogno e che vada ricercata senza intervenire su fattori rilevanti delle politiche regionali, come coprire, attraverso operazioni di contenimento della spesa, la restante parte. Noi ne abbiamo individuate alcune.
Ripeto, non ho nessuna difficoltà, a parte e oltre le stime personali, a dire che noi non abbiamo avuto attenzione da questo Governo nella misura corrispondente alla necessità.
Faccio quest'osservazione al di là di un provvedimento, che è quello sui criteri di contabilizzazione delle anticipazioni sul DL 35, e al di là del provvedimento rivendicato dalla Regione Piemonte, e anche da altre Regioni perché, relativamente a una maggiore spalmatura negli anni del disavanzo finanziario al 31/12/2014, non siamo solo noi in queste condizioni.
Noi, sul tema centrale che da solo sarebbe in grado di risolvere quasi tutti i problemi della copertura delle quote annuali di disavanzo, cioè riportare la contabilizzazione delle restituzioni sulle anticipazioni del DL 35 alla condizione che hanno tutte le altre Regioni, quindi non a una condizione di privilegio, non siamo riusciti in questa operazione.
Devo riconoscerlo. Avrei tanto desiderato, non per gratificazione personale, ma per il bene della Regione Piemonte, raggiungere questo tipo di obiettivo. So che, qualunque sarà il Governo insediato dopo le elezioni politiche di pochi giorni fa, noi ritorneremo alla carica, perché non stiamo rivendicando un privilegio, ma una condizione che ci consenta di continuare a dire, sia pur con minore capacità di spesa, che l'Istituzione Regione è un'Istituzione utile alla comunità piemontese.
Noi, quindi, lavoriamo sotto questo profilo; così come lavoreremo per cercare di capire se sono fattibili operazioni di ristrutturazione e di razionalizzazione del debito e se sono fattibili, come richiedono la Regione Lazio e altre Regioni, operazioni che riportano i tassi, che noi paghiamo sulle anticipazione del DL 35, a condizioni più similari rispetto ai tassi che oggi pratichiamo o che vengono praticati sul mercato finanziario.
Questi sarebbero gli scenari che consentirebbero di poter affrontare il futuro, non in termini unicamente di rigore, ma in termini di continuare una politica di equilibrio tra fare i conti con le nostre responsabilità e con la nostra condizione, e nello stesso momento non mortificare le politiche, perché sarebbe veramente sciagurato e dannoso.
Terza questione.
Il piano di razionalizzazione della spesa che avevamo presentato a inizio legislatura è un piano che ha avuto obiettivi raggiunti; obiettivi parzialmente raggiunti e qualche difficoltà di raggiungimento. Io credo che il lavoro che abbiamo fatto sulla razionalizzazione della spesa sia comunque un lavoro importante. Lo rivendico. E se posso aggiungere un particolare, in questi quattro anni non mi sono arrivati dal Consiglio regionale, tranne due temi su cui torno, affermazioni del tipo che noi non stiamo razionalizzando la spesa inutile su questi ambiti.
Con tutto il rispetto, poiché fra poco inizieremo la discussione sulla legge di bilancio, mi aspetto emendamenti che mi chiedano più spesa, non meno spesa. Più spessa, non minor spesa.
Quali sono le due questioni emerse nel dibattito, soprattutto negli interventi dei Consiglieri Vignale, Ravello e altri? Il tema dell'alienazione del patrimonio immobiliare e il tema della razionalizzazione delle società partecipate.
Parto dal secondo.
Sul tema della razionalizzazione delle partecipazioni della Regione, vorrei essere chiaro. Il lavoro è stato fatto e continua a essere fatto.
Noi qui siamo di fronte a un bivio, perché vi sono delle partecipazioni che hanno una loro opportunità di collocamento sul mercato.
Se io guardo alle partecipazioni sul tema dell'energia, e guardo le partecipazioni sul tema dei rifiuti tossici e speciali, quelle sono partecipazioni che immediatamente troverebbero una loro collocazione sul mercato.
Quale sarebbe il beneficio, per il bilancio della Regione, vendere partecipazioni che oggi non costano e che annualmente producono dividenti con cui Finpiemonte Partecipazioni S.p.A. si paga le sue spese di gestione senza che la Regione Piemonte trasferisca un euro al bilancio di Finpiemonte Partecipazioni? Il primo è evidente: se si vendono solamente le partecipazioni che hanno bilanci a posto e che annualmente producono dividendi, e che conseguentemente producono entrate su Finpiemonte Partecipazioni, noi avremmo delle entrate straordinarie che non influenzerebbero per niente il bilancio della Regione, ma avremmo, a partire dall'anno successivo problemi di tenuta della finanziaria regionale. A quel punto, la finanziaria regionale non avrebbe più la capacità di mantenere i bilanci in equilibrio.
Seconda questione.
Tutto l'altro sistema delle partecipazioni, che con politiche difficili e complicate sotto il profilo sociale si sta progressivamente e fortemente riducendo, è un sistema che vede la messa in liquidazione - non è tanto il problema di trovare soggetti a cui vendere - di società, oppure di provvedimenti con tentativi di concordato in continuità. L'ultima vicenda è quella di TNE, per essere chiari.
Il nostro obiettivo è che questa razionalizzazione avvenga senza trainare ulteriori trasferimenti dal bilancio della Regione al bilancio delle due finanziarie regionali. Così sta avvenendo.
Voglio ricordare che da alcuni anni a questa parte noi abbiamo un fondo sulle perdite delle partecipazioni, che ammonta a 13 milioni di euro all'anno, ma che non abbiamo mai ridimensionato, perché non ne abbiamo avuto la necessità. Per completare questo sistema di razionalizzazione, non abbiamo mai avuto la necessità, sostanziale, di dovervi attingere.
Vorrei richiamare l'attenzione su una caratteristica che ha avuto, nel bene o nel male, la politica del bilancio della Regione in questa legislatura.
Occhio a immaginare risultati positivi immediati che pregiudicano entrate o capacità di equilibrio nei prossimi anni.
Io avrei fatto una bellissima figura - soprattutto l'Assessora De Santis che poi è l'Assessora che segue il tema delle partecipazioni - vendendo Barricalla, vendendo la partecipazione in alcune società. Avremmo fatto introitare a Finpiemonte Partecipazioni qualche milione di euro, ma poi avremmo creato le condizioni per cui, dagli anni successivi, Finpiemonte Partecipazioni non sarebbe stata più in piedi e avremmo dovuto, ogni anno caricare sul bilancio della Regione trasferimenti per consentire a quella finanziaria di stare in piedi.
Seconda questione, quella delle alienazioni immobiliari. È evidente che le vicende legate al Palazzo unico hanno creato un rallentamento sulle politiche di alienazioni patrimoniali. Che io vedo, e continuo a vedere positivamente, sia ben chiaro. Non tanto per il beneficio che possono portare sul bilancio perché, voglio ricordare, i proventi delle politiche di alienazioni immobiliari possono essere unicamente destinate a ridurre il debito.
In una logica, correttissima, di traguardare se anche si riduce di alcune decine di milioni di euro il debito, si hanno delle ricadute positive negli esercizi perché diminuisce, sostanzialmente, la rata. Il rallentamento che c'è stato è un rallentamento unicamente ed esclusivamente dovuto alla situazione legata ai tempi di realizzazione del palazzo. Non abbiamo molto altro patrimonio immobiliare cedibile.
È vero che abbiamo una consistenza di patrimonio immobiliare rilevante, con vincoli culturali e con vincoli paesaggistici, perché se ci mettessimo in testa di vendere Borgo Castello, quale sarebbe la conseguenza? Abbiamo un patrimonio immobiliare che stiamo ristrutturando e le operazioni che abbiamo fatto sulle FSC e sui FESR portano investimenti rilevanti sul sistema del patrimonio culturale della nostra Regione, che non è cedibile perché sarebbe una sciagura per le future generazioni, ammesso che ce lo consentissero di fare, se noi decidessimo di mettere in vendita parti del patrimonio immobiliare di questo genere.
Poi c'è il terzo tema, che è quello del patrimonio delle ASL, che non è disponibile sul bilancio della Regione ma - Consigliere Vignale, arrivo seguendo questo tipo di percorso - potrebbe essere utilizzato per operazioni legate a reinvestimenti in ambito di sanità. È quello che si sta facendo a Novara. Ricordo che gran parte del piano economico-finanziario legato alla costruzione della Città della Salute di Novara nasce dalla vendita delle cascine delle aziende risicole, che è la proprietà.
BONO Davide (fuori microfono) Poi cambiano idea.



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale

Anche questo, in parte.
Ricordo che le poche volte che qualcuno ha immaginato che questo patrimonio immobiliare, in capo alle singole ASL, potesse essere oggetto di una gestione complessiva da parte non dell'Assessore al bilancio, ma dell'Assessorato alla sanità, creando risorse da reinvestire, nella precedente legislatura si è scatenata in Aula - mi ricordo - una presa di posizione ferocissima da parte dell'egregio Capogruppo di Forza Italia Pedrale, quando l'allora Assessore Monferino immaginava di vendere il patrimonio immobiliare dell'ASL di Vercelli per destinarlo a investimenti da altre parti. C'è stata una rivolta sotto questo profilo. A seconda di dove uno si colloca, è anche umanamente comprensibile. Credo che, con dignità, si svolgano ruoli assolutamente diversi.
Queste sono politiche che io non banalizzo, sia ben chiaro, e che fanno parte di quel mix di interventi che sono nelle condizioni di rendere meno salato il conto e più gestibile la situazione.
Quarta questione. Il tema del bilancio consolidato.
Sul bilancio consolidato, l'anno scorso abbiamo mosso i primi passi, con l'individuazione di un gruppo Piemonte che andava oltre quella che era l'applicazione della norma di legge nella individuazione.
Sono emersi già una serie di problemi legati alla riconciliazione dei bilanci tra il bilancio della Regione e il bilancio delle Aziende e delle Agenzie. Questa riconciliazione trova già una sua sistemazione nella delibera sul preconsuntivo del 2017 dove, ricordo, incominciamo a riconciliare i dati in modo corretto con AIPO, con IPLA, con un pezzo delle



ATC - ritorno su questo tema - e con altri soggetti.

Credo molto che lavorare progressivamente sul bilancio consolidato sia importante, perché è l'unico strumento in grado, sostanzialmente, di rassicurarci tutti quanti delle conseguenze patrimoniali complessive che gravano sul bilancio della Regione.
Se io continuo ad avere poste all'interno del mio bilancio non riconciliate con altri soggetti i quali hanno, invece, residui passivi o crediti nei confronti della Regione, è chiaro che il livello di complessiva trasparenza del bilancio della Regione non è un livello adeguato. Quest'anno, che vuol dire il consolidamento che viene fatto a consuntivo sul 2017, noi siamo impegnati ad ampliare l'ambito del consolidamento perché, progressivamente dobbiamo arrivare ad avere una situazione a posto.
Sulle ATC è chiaro che io mi aspetto che questo sia il problema più importante. Con altri soggetti, invece, siamo perfettamente allineati con i dati di bilancio. Credo che in questo momento nessuno sia in grado di poter rappresentare - questo è un limite - in termini di certezza, quali sono i dati non riconciliati tra i bilanci.
Le ATC sono passate alle norme del decreto legislativo n. 118 solamente nel corso di quest'anno e perché è il lavoro che dobbiamo fare. C'è ancora un margine di incertezza, un margine che dobbiamo completare all'interno di questa legislatura e dobbiamo fare attenzione, come abbiamo fatto nella delibera sul preconsuntivo, di garantire risorse all'occorrenza utilizzabili relativamente a questo tipo di operazione. È un'operazione che va fatta, perché è l'unica in grado di garantire correttezza e trasparenza nella rappresentazione dei dati e nella gestione dei problemi.
Vorrei aggiungere, inoltre, che nella logica di una politica prudenziale sulla delibera relativa al preconsuntivo del 2017 mi tengo 76 milioni di euro di Fondo crediti di dubbia esigibilità, che è una cifra di gran lunga superiore a quelle che sono non solo le necessità, ma anche gli obblighi di avere un fondo che ho istituito anche per il 2018. Perché è meglio avere dei fondi accantonati - e utilizzabili, all'occorrenza, per operazioni di questo tipo - piuttosto che dover improvvisamente trovare coperture che risultano difficili da reperire.
Due ulteriori questioni, che affronterò rapidamente (vi chiedo scusa, ma credo che su tutto il resto avremo bisogno di parlarne anche all'interno della discussione sul bilancio).
La prima: sulla nostra capacità di incremento della spesa di investimenti nel 2018 rispetto al 2017 non ho dubbi. Prossimamente, presenterò un emendamento in Aula sulla legge di bilancio dove accantonerò ulteriori risorse al Fondo investimenti, perché credo che si debba ridurre la spesa corrente, ove possibile (o, al massimo, mantenerla nei limiti compatibili) ma alzare la spesa per investimenti all'interno della nostra Regione.
Ma sul rispetto dell'incremento che ci è stato chiesto dalla norma contenuta nella legge di bilancio sono molto tranquillo (non userò mai più la parola "sereno", privilegerò il termine "tranquillo" sotto questo aspetto!).



(Commenti fuori microfono)



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale

No, presenterò un emendamento, che ho già anticipato in sede di Commissione, col quale accantoneremo ulteriori risorse al Fondo investimenti.
Devo anche rilevare - peraltro, è un elemento importante e positivo - che stiamo chiudendo un accordo con la Città di Torino. Nel bilancio del 2018 trasferiremo alla Città di Torino un milione di euro, ma otterremo dalla Città di Torino - senza doverli restituire! - 20 milioni di euro di spazi finanziari che cederemo al sistema degli Enti locali piemontesi per alimentare politiche di investimento.
Guardate che si tratta di un'operazione rilevantissima, perché la Regione diventa un soggetto che consente operazioni di riequilibrio tra chi gli avanzi non li può usare e chi gli avanzi li vorrebbe usare per fare investimenti ma non ha gli spazi finanziari per sostenerli (parliamo di molti Comuni piemontesi!). La Regione diventa, quindi, un soggetto che gestisce queste operazioni.
Sotto questo profilo, questa semplice operazione consentirà di trasferire spazi finanziari a Enti locali del Piemonte per alimentare 20 milioni di euro di investimenti attraverso l'utilizzo di avanzi nei bilanci di quei Comuni che non sono oggi utilizzabili senza questo tipo di operazione.
Relativamente a SCR, credo molto nel futuro di quella società, sebbene riconosco che vi siano dei problemi, che comunque si stanno affrontando. In modo particolare, considerato che nell'ultima assemblea è stata immaginata una governance che consenta deleghe operative agli amministratori, credo che si acceleri molto il processo decisionale all'interno della società.
Comprendo molto bene le gestioni collegiali, ma quando tutto deve passare da un Consiglio di Amministrazione - anche le cose più banali! - questo aspetto diventa un fattore di rallentamento.
Credo che SCR abbia bisogno di crescere ulteriormente, perché la domanda è molto forte, e la possibilità di svolgimento di un ruolo sotto questo profilo, al servizio di tutta la comunità piemontese, è indiscutibilmente elevato.
Se posso permettermi, in questo momento vedo due società pubbliche - SCR e



SORIS - che devono rispettivamente uscire dalla dimensione regionale e

dalla dimensione della Città di Torino, per diventare, nell'ambito della riscossione e nell'ambito della società di committenza, strumenti al servizio del sistema pubblico piemontese.
Se analizziamo comunque il livello di soddisfacimento, in termini economici, sulle gare portate avanti da SCR in questa legislatura solo relativamente alla sanità - sia pur con i ritardi che devono essere affrontati e risolti - viene da confermare, sostanzialmente, che sotto questo profilo c'è margine per incrementare efficienza e per ridurre capacità di spesa su alcuni ambiti, per destinare risorse ad altro tipo di politiche. Questo è quanto.
Come diceva il Consigliere Bono, è vero che questa è la quarta versione, ma se in questa legislatura abbiamo portato quattro delibere diverse rispetto alla copertura del fabbisogno finanziario - laddove ogni delibera migliorava la condizione della delibera precedente - vuol dire che, tutto sommato, il lavoro che si sta facendo non è così disprezzabile.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAUS



PRESIDENTE

Grazie, Vicepresidente Reschigna.
Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale, per dichiarazione di voto; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Intendo, più che altro, motivarla: non posso non rilevare - peraltro, non soltanto in questa situazione - come vi sia stato un atto di buon lavoro e mi permetto di dire anche di responsabilità del Vicepresidente, quindi della Giunta (ma lo riconosco al Vicepresidente).
Si sarebbe potuto evitare di pensare agli anni a venire; invece devo rilevare che è un aspetto positivo che riscontriamo all'interno di questa misura.
Il mio voto non sarà però favorevole, perché vi sono alcuni aspetti - sono quelli che abbiamo cercato di illustrare all'interno della discussione generale - che non fanno esprimere al Movimento Nazionale un voto favorevole.
Il nostro sarà quindi un voto di astensione, che è una media fra l'apprezzamento e la disapprovazione, non è che ci sia una terza possibilità! O uno fa finta di essere presente e basta, oppure non abbiamo un'altra possibilità per esprimere apprezzamento, ma non condivisione complessiva su un tema. Non siamo neanche in maggioranza e finché siamo all'opposizione abbiamo ancora la possibilità di votare contro ciò che non condividiamo totalmente.
Visto che altre volte mi è toccato almeno votare anche ciò che non condividevo completamente, utilizzo ancora questa facoltà di libertà.



PRESIDENTE

Grazie, collega Vignale.
Non essendovi altre richieste di intervento, indìco la votazione palese sulla proposta di deliberazione n. 287, il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento: Rapporti Regioni - Enti pubblici nazionali - Programmazione sportiva (impianti e attivita")

Esame mozione n. 1316 presentata da Valle, Appiano, Boeti, Conticelli Corgnati, Caputo, Ferrentino e Monaco, inerente a "Istituzione di un tavolo di confronto con il Sindaco di Torino per la candidatura di Torino ai Giochi Olimpici Invernali del 2026"; ordine del giorno n. 1327 presentato da Ruffino, Berutti, Graglia, Pichetto Fratin, Porchietto e Vignale inerente a "Candidatura Torino per i Giochi Olimpici Invernali 2026"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame degli atti di indirizzo riguardanti la candidatura di Torino ai Giochi Olimpici 2026, di cui al punto 9) bis all'o.d.g.
Ha chiesto la parola il Consigliere Valle per l'illustrazione della mozione n. 1316; ne ha facoltà.



VALLE Daniele

Innanzitutto, vorrei sgombrare il campo dal possibile pregiudizio o dall'idea che la discussione di oggi arrivi sulla scorta di quello che è capitato ieri in Consiglio comunale, perché questa mozione è stata depositata in un momento assolutamente antecedente.
Anzi, addirittura leggerete le modifiche che abbiamo predisposto con il collega Rostagno, proprio per adattarla alla contingenza di oggi, perch l'abbiamo elaborata e abbiamo pensato di presentarla quando ancora non si poteva scorgere, intorno all'idea di presentare un dossier di candidatura olimpica della Città di Torino, tutto il consenso che si ritrova adesso.
Al di là dell'incidente di percorso capitato ieri in Consiglio comunale infatti, mi pare chiaro che le tre principali forze politiche, i tre poli su cui si articola oggi il sistema politico italiano e anche nostrano, sono tutto sommato concordi sull'opportunità di presentare una candidatura della Città di Torino. Però devo dire che già in allora, elaborando questo testo avevamo colto, invece, un aspetto che continuo a giudicare importante, a maggior.



PRESIDENTE

Chiedo scusa, deve riprendere di nuovo il ragionamento perché non ho ascoltato.
Potete sedervi gentilmente? E lei, collega Valle, dovrebbe alzare, a titolo di cortesia, il timbro della voce, se è convinto nelle scelte.
Prego, prosegua.



VALLE Daniele

Dicevo, gentile Presidente, che non vorrei che la discussione intorno a questo testo venisse viziata rispetto a quello che è capitato ieri in Consiglio comunale, perché l'idea di presentare questo testo - ma si vede anche dalla data in cui l'abbiamo presentato - è assolutamente risalente nel tempo. Anzi, addirittura avremo modo e avrete modo di vedere, perch tutti i Capigruppo l'hanno ricevuto via mail, alcune modifiche che abbiamo pensato sul testo per renderlo più congruente con quello che è capitato negli ultimi dieci giorni.
Negli ultimi dieci giorni, con la presentazione del dossier da parte della Camera di Commercio, mi pare sufficientemente chiaro che i tre poli intorno ai quali si organizza la vita pubblica e politica del nostro Stato ma anche nella nostra Regione, siano tutti più o meno concordi con l'idea che sia opportuna la candidatura della Città di Torino ad ospitare i Giochi Olimpici Invernali del 2026, pur con delle differenze e magari con delle evidenti perplessità di parte di alcuni membri. Però, tutto sommato, mi pare chiaro ormai che il Sindaco di Torino, il Presidente della Regione Piemonte e altrettanto il centrodestra siano tutti quanti allineati intorno a questa proposta.
Tuttavia, proprio quello che è capitato in questi giorni, come anche la discussione avvenuta questa mattina, mi rinfranca invece sul fatto che sia importante richiamare la responsabilità di tutto il nostro sistema territoriale intorno alla possibilità di avanzare questa proposta.
Quando questa mattina abbiamo richiesto l'iscrizione di questo documento sono state sollevate delle perplessità circa la necessità di coinvolgere la Regione in questo percorso.
Effettivamente, uno dei limiti del dibattito, che ho potuto seguire in questi giorni sui giornali come un qualunque altro cittadino, l'ho ravvisato proprio nel fatto che fosse un dibattito che si apriva e si concludeva tutto all'interno delle stanze del Comune di Torino, anzi, a dire la verità, in buona parte all'interno di un solo Gruppo politico all'interno del Comune, mentre se non altro l'esperienza del 2006 ci insegna che un percorso di successo, non solo dal punto di vista dell'ottenimento della candidatura, ma anche di successo dal punto di vista gestionale, sia stato possibile raggiungerlo solo mettendo intorno al tavolo tutti gli attori del sistema che devono compartecipare a un evento complesso qual è quello dell'ospitalità dei Giochi Olimpici.
Parlo ovviamente del Comune di Torino, ma parlo in allora della Provincia adesso della Città metropolitana; parlo dei Comuni montani che ospiteranno e dovranno ospitare parte delle gare, suddividendosi per coprire una porzione del territorio più ampia possibile; parlo ovviamente della Regione nel suo ruolo di regista, anzi addirittura devo dire nella nostra mozione noi chiediamo al Sindaco della città capofila (Torino) di aprire un tavolo di concertazione con tutti questi enti, ma forse a dirla tutta è un impegno che potevamo chiedere al Presidente della Regione stesso nella sua veste di regista, individuando in Torino il primo player della nostra squadra e negli altri Comuni che potranno ospitare vari momenti di questo evento i comprimari della squadra.
Io penso sinceramente che questo sia importante e che sia stato un segno distintivo dell'edizione del 2006, che sia stata una delle qualità che il nostro territorio ha dimostrato in quell'occasione e in altre (penso, tanto per dirne un'altra, al Salone del Libro e a tanti altri appuntamenti).
Quando ha saputo distinguersi sul piano della dialettica nazionale, il Piemonte è riuscito a farlo perché ha saputo mettere in fila tutto il sistema istituzionale, indifferentemente dal colore politico e indifferentemente dai livelli, intorno a dei progetti che venivano giudicati strategici per il nostro territorio.
Le Olimpiadi sono un'opportunità straordinaria per il territorio piemontese e, dopo l'esperienza del 2006, non penso sia necessario entrare più di tanto nel merito, perché i vantaggi per il nostro territorio dal punto di vista economico, turistico e culturale non hanno bisogno di essere rappresentati.
Penso che invece possa essere interessante fare un piccolo focus su quelle che potrebbero essere le novità che rappresenta un appuntamento del genere rispetto a quello che abbiamo avuto già nel 2006, perché se nel 2006 abbiamo presentato l'immagine di una città e di un comparto alpino che nel mondo erano pressoché sconosciuti, oggi non dobbiamo più muoverci di lì, ma dobbiamo approfittare di questa occasione per completare un'offerta, in particolare turistica, che è ancora molto carente da questo punto di vista.
La nostra capacità ricettiva e la vastità dei nostri comprensori possono trovare in un appuntamento come questo l'occasione per uno sviluppo che ancora non hanno avuto. Immaginate che un posto alberghiero nelle località di montagna, in termini di indotto per il sistema commerciale, ricettivo e per gli impiantisti, vale mediamente come 15 posti nelle seconde case.
Oggi questa peculiarità del nostro sistema montano la viviamo con particolare difficoltà, perché il sistema montano (specialmente valsusino) si è sviluppato molto sul turismo che da Torino e dalla provincia si spostava su per le valli, aspetto che ci rende del tutto inadatti a intercettare flussi turistici importanti, perché invece i turisti vengono e hanno bisogno di strutture alberghiere per poter fare le settimane in montagna (argomento che abbiamo già affrontato diverse volte quando abbiamo parlato, per esempio, del famoso ponte del martedì grasso). È evidente che se noi non sfruttiamo questa occasione per implementare e completare l'offerta strutturale turistica del nostro territorio, avremo sempre delle grandi difficoltà.
Le Olimpiadi possono essere il momento in cui catalizzare questo sforzo.
Guardate che l'ora, se non è buia, è comunque preoccupante; i giornali che avete letto, le relazioni che avete potuto visionare in questi giorni vi dicono che altre parti d'Italia stanno coltivando delle candidature in maniera forte, convinta, autorevole (parlo principalmente della Lombardia ma sappiamo che sono scese in campo anche il Veneto e il Trentino).
Non è la città capofila che decide di candidarsi, ma è il CONI e lo Stato la città capofila è solo uno dei tre attori che può presentare un dossier di candidatura e da questo punto di vista dobbiamo vincere competizioni interne molto forti di sistemi che si stanno muovendo con grande convinzione intorno a questo obiettivo.
Se noi non riusciamo a mettere in fila tutti gli attori e dimostrare che tutto il nostro sistema politico, indifferentemente dal colore, è fortemente convinto di questa opportunità, partiremo sicuramente zoppi.
Perdere questa opportunità sarebbe un grave danno per il nostro sistema territorio.
Grazie.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE BOETI



PRESIDENTE

La parola alla Vicepresidente Ruffino in qualità di Consigliere per l'illustrazione dell'ordine del giorno n. 1327.



RUFFINO Daniela

Grazie, Presidente.
Intanto nel nostro ordine del giorno chiediamo un impegno preciso al Consiglio regionale ma, prima di arrivare a questo, svolgo alcune considerazioni. In breve, alcune di queste le ho riportate stamattina, a partire dagli investimenti del 2006, perché nasce con forza da lì il nostro ordine del giorno; investimenti davvero per svariati miliardi, molti dei quali allora garantiti dal Governo.
Vi è poi un tema importantissimo: il numero importante di posti di lavoro a cui le Olimpiadi del 2006 ha dato vita, con una ricaduta di 5.000 miliardi sul prodotto interno lordo del Piemonte. Non dobbiamo poi trascurare il patrimonio immateriale, sicuramente importante, e ancora, nel triennio successivo, i luoghi dove si sono svolte le gare, che hanno registrato un aumento straordinario di frequentazione, anche in questo caso con evidenti ricadute in termini economici per tutte le attività correlate. E ancora i 200 milioni di telespettatori collegati da tutto il mondo, la promozione importante della città, ma direi assolutamente di tutta la Regione.
Questo trend positivo si è registrato in tutte le strutture del territorio olimpico e questi segni sono ancora riscontrabili oggi, quindi possiamo dire di essere assolutamente favorevoli a questo nuovo progetto, che deve toccare tutta la nostra Regione, perché riteniamo che questa sia un'iniziativa che porta lavoro, benessere, sviluppo e prestigio per le nostre valli, non soltanto ovviamente le valli olimpiche.
Riteniamo anche che le opportunità che potranno essere coperte sono occasioni straordinarie per il lavoro, per i giovani, per le strutture alberghiere e turistiche e soprattutto per il sistema della neve che, già rilanciato nel 2006, riceverebbe sicuramente un nuovo impulso.
Da non tralasciare l'aspetto del commercio, altro elemento importante.
Credo che il lavoro portato avanti con i Sindaci in questo periodo ci racconti più che mai quanta necessità c'è di operazioni di rilancio, ad esempio, del commercio. Abbiamo parlato più volte in Aula del tema della desertificazione commerciale e, quindi, certamente pensiamo a strategie che portino ricadute importanti sul territorio e che coinvolgano anche i piccoli Comuni, per intenderci, della Val Chisone, piuttosto che Germanasca, piuttosto che la bassa Val di Susa.
Pensiamo che Torino abbia acquisito una capacità organizzativa importante nel 2006. L'esistenza degli impianti sportivi, di strade, di infrastrutture realizzate per i Giochi, proprio 12 anni fa, rappresenta una garanzia importante dal punto di vista funzionale e anche per l'impatto ambientale.
Quindi, tutto sommato, certamente si dovranno costruire infrastrutture, ma larga parte di queste sono già state realizzate.
Abbiamo acquisito una grande professionalità, rappresentiamo ancora l'aspetto importante legato alle Olimpiadi, ma anche alle Paralimpiadi, che a nostro parere si debbono svolgere in Piemonte nel 2026.
Sottolineiamo l'importanza della riqualificazione degli impianti esistenti anche attraverso un efficientamento energetico e di sostenibilità, ma poniamo una condizione essenziale: che la candidatura preveda quale elemento prioritario gli interventi volti a migliorare la sostenibilità ambientale ed economica degli impianti olimpici esistenti, orientata soprattutto a costruire poi un legame con le future generazioni, la necessaria riqualificazione di tutte le strutture ricettive esistenti, in linea con gli standard internazionali e poi, ovviamente, ribadendo che il 2026 sia una evento qualitativo di mobilità sostenibile.
Pensiamo che la Sindaca di Torino debba ascoltare i territori, che si sono mossi molto in questo periodo, presentando anche proposte operative; uno dei motivi per cui è stato richiesto il Consiglio regionale aperto è proprio quello di portare in questa Sala certamente la Sindaca di Torino e della Città metropolitana, ma anche i Sindaci dei territori, che credo abbiano molto da dirci, anche in termini di proposte.
Una decisione della sola Città di Torino sarebbe sicuramente inopportuna e creerebbe una difficoltà non indifferente a tutto il territorio piemontese che riteniamo sia in grado di gestire le Olimpiadi come precedentemente ha fatto. Riteniamo che ci siano regole che possano mettere al sicuro da qualsivoglia elemento negativo e che gli eventi non bisogna avere paura ma che, anzi, debbano essere vissuti come una grande opportunità.



PRESIDENTE

Grazie, collega Ruffino.
La prima Consigliera iscritta a parlare nella discussione generale è la Consigliera Porchietto; prego.



PORCHIETTO Claudia

Grazie, Presidente.
Auspico che entrambe gli atti di indirizzo possano vedere una condivisione piena da parte dell'Aula, perché sarebbe sicuramente un elemento rafforzativo rispetto a un messaggio che vogliamo dare in modo univoco perché credo che la cosa più importante, visto che - mi permetto di "rubare" le parole del Presidente Chiamparino di qualche giorno fa - stiamo manifestando eventualmente un interesse, non abbiamo ancora portato a casa le Olimpiadi, però credo importante, in un frangente come questo, far vedere che ci sono le Istituzioni e, mi permetto, anche l'economia privata perché altrimenti ci dimentichiamo di coinvolgere anche quelli che sono gli attori privati del territorio, che saranno una parte significativa e attiva.
Tra l'altro, un comunicato stampa delle ore 14 afferma che Bolzano dice no alla candidatura delle Dolomiti e lo motiva anche: la proposta che aveva fatto il Presidente Zaia poche ore prima, perché dice che "allo stato attuale sono impossibili i Giochi a impatto zero". Questa è la nostra grande valenza territoriale. Noi possiamo vincere una scommessa, quella di fare realmente un'operazione. Le chiedo scusa, Consigliere Campo, ma parlare con lei che mi fa sempre il commentatore dietro diventa difficile poi avrà anche lei modo di parlare.
Io credo che oggi noi si possa veramente giocare una partita importante che è quella in primis di dare significato a quello che è il tema di Giochi a impatto zero. Abbiamo la possibilità e l'opportunità non soltanto di riutilizzare impianti importanti, ma di farlo innovandoli, e questo sarebbe anche un tema significativo del post-olimpico: non ci dimentichiamo che abbiamo la necessità di guardare oltre gli errori che si sono fatti da parte di tutti nel 2006, ma erano le prime Olimpiadi che si organizzavano.
Oggi avremmo l'opportunità di imparare da quelli che sono stati gli errori fatti in quel momento; probabilmente non aver valutato attentamente il post olimpico.
Ogni tanto faccio la battuta e dico che il 2026 potrebbe essere seriamente il post-olimpico del 2006, quindi ripercorrere dopo vent'anni una significativa esperienza darebbe, però, un segnale di come anche elementi strutturali innovativi nel basso impatto ambientale potrebbero essere utilizzati.
Provo a immaginare: abbiamo il grosso problema dell'impianto di bob a Cesana, sappiamo che con le nuove tecniche non si dovrebbe neanche più utilizzare l'ammoniaca, quindi anche questo sarebbe comunque un titolo di merito per il nostro territorio.
Credo che comunque l'appello debba essere lanciato e che lo abbiamo lanciato tutti quanti, perché non è la prima volta che forse non nell'Aula del Consiglio, ma attraverso comunicati stampa, tutti quanti e non soltanto in campagna elettorale, abbiamo chiesto alla Città di Torino di dare un segnale forte a prescindere, come diceva prima la collega Valle, dalla rappresentanza partitica.
Stiamo giocando una partita di territorio e io credo che, per una questione di serietà, non servano i referendum (scusate, ma ho visto dei comunicati stampa in cui alcune parti politiche chiedevano un referendum sulle Olimpiadi). Lasciamo perdere, l'ha già fatto Innsbruck, ma non mi pare sia il giusto percorso. Occorre assumersi delle responsabilità. Io credo che la Città di Torino debba scegliere se è sì o se è no, senza tante storie. C'è stata una votazione democratica, c'è una rappresentanza di una forza politica al Governo: che si assuma la responsabilità di prendere delle decisioni.
Ormai è un mese e mezzo che c'è un tira e molla; addirittura abbiamo dovuto vedere che la parte privata di questa iniziativa in capo alla Camera di Commercio ha presentato un dossier. Non c'era nessuno che lo faceva e l'hanno fatto loro. Tre minuti dopo si è detto: "Disconosco questo dossier". Ci mancherebbe altro, ma allora dite qualcosa! E - ahimè - siamo ormai a neanche 20 giorni, 15 giorni dal momento in cui qualcosa dovrà essere detto e continuiamo ad avere un depotenziamento dell'eventuale candidatura delle nostre vallate e della Città di Torino, perché non si sceglie.
Io credo che questo appello sia un appello accorato, fuori da una campagna elettorale, con l'attenzione che occorre avere a un territorio: per cortesia, che la Sindaca di Torino dica o sì o no, poi eventualmente valuteremo quali saranno le iniziative da prendere.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAUS



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Frediani.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Come ho detto questa mattina, speravo che non occupassimo il tempo del Consiglio regionale in una discussione su un tema che, tutto sommato, non ci riguarda così da vicino, però ovviamente la forza dei numeri ha portato all'inserimento di questo atto d'indirizzo, cui se ne è aggiunto un altro tra l'altro con priorità, passato davanti ad altri atti di indirizzo come quelli relativi alla situazione di Italiaonline. Anche questo, insomma, dà un po' il segnale rispetto a quelle che sono, forse, purtroppo, le priorità di quest'Assemblea.
Per quanto riguarda il tema, gli atti di indirizzo presentati oggi (quello della collega Ruffino l'ho visto solo velocemente adesso), chiedono un impegno alla Giunta rispetto a un'azione che dovrebbe essere portata avanti dalla Sindaca di Torino e dell'Area metropolitana, che in realtà è un qualcosa che già rientra nelle funzioni della Sindaca. Quindi, ritengo che siamo qui a votare un atto di indirizzo sostanzialmente inutile, perché la Sindaca, nell'esercizio delle sue funzioni e nelle sedi che competono alle sue funzioni, sta già portando avanti e ha portato avanti un confronto con le Amministrazioni anche rispetto a questo tema. Sappiamo, tra l'altro, che è prevista una votazione domani in sede di Città metropolitana proprio su questo tema.
Pertanto, da questo punto di vista credo ci sia soltanto un interesse dell'Ente Regione, che vedremo manifestarsi attraverso il voto della sua maggioranza e non solo - da quanto ho capito - rispetto a un ruolo all'interno di questa procedura che dovrebbe portare, poi, alla redazione di un dossier. Ricordo, come penso tutti sappiano, che non stiamo parlando di una candidatura (cosa che vedo, invece, già definita nell'atto di indirizzo della collega Ruffino), ma soltanto della manifestazione di interesse. Di candidatura si parlerà più avanti.
Noi, ovviamente, quando parliamo del tema Olimpiadi ci portiamo dietro tutta l'esperienza che ha fatto seguito alle Olimpiadi del 2006 e la connotazione un po' negativa che abbiamo dell'evento olimpico (parlo ovviamente per la mia parte politica) è anche legata a quell'esperienza perché dopo le Olimpiadi del 2006 noi abbiamo visto le ricadute negative.
Io non so dove abbia estratto i dati la collega Ruffino, non so se sia anche imprecisa nel citarli, perché a un certo punto ha detto una cifra astronomica che non so se corrisponde: 5.000 miliardi, se abbiamo capito bene.



(Commenti della Consigliera Ruffino)



FREDIANI Francesca

Il sito della Regione riporta 5.000 miliardi: va beh, andremo a verificare.
Quello che noi vediamo, in realtà, quello che abbiamo visto dopo lo svolgimento delle Olimpiadi è che i costi sono quadruplicati rispetto alle previsioni. Abbiamo visto che, dopo le Olimpiadi, numerosi impianti non sono più stati utilizzati. Qualcuno ha detto: "Va beh, adesso li rigeneriamo e poi li riutilizziamo". Ma cosa cambia? Cioè cosa cambierebbe rispetto all'esperienza passata? Se questi impianti non sono stati usati fino adesso, cosa potrebbe spingere ad usarli dopo il 2026? Evidentemente oppure non evidentemente, però - ipotizziamo - forse sulle nostre montagne non c'è una tradizione tale di attività sportiva legata a quegli impianti da giustificarne la presenza.
Se la pista da Bob è rimasta inutilizzata fino ad oggi, se a Cesana ha chiuso il biathlon, se a Sauze si progetta di fare dei campi di calcio sulla pista del freestyle, forse un motivo c'è. Probabilmente, le nostre montagne sono più orientate all'utilizzo estivo, oltre a quello invernale anche perché - non dimentichiamolo - non siamo il Canada, siamo una regione dove un anno, come questo, magari nevica tantissimo e un altro anno magari c'è una siccità prolungata e dobbiamo anche sostenere,- tra l'altro, le stazioni sciistiche con ingenti finanziamenti per consentire l'innevamento delle piste.
Pertanto, prima ancora di discutere "Olimpiadi sì, Olimpiadi no", dovremmo forse decidere cosa fare, su cosa investire, quale dovrà essere il futuro dal punto di vista degli sport invernali della nostra regione. Tra l'altro (leggevo tempo fa un articolo pubblicato su un giornale locale), non abbiamo neanche sfornato grandi campioni dopo le Olimpiadi 2006 nella nostra regione: risulta un solo campione che abita nelle zone dell'Alta Val di Susa. Inoltre, non dimentichiamo la Valpe di Torre Pellice, che è stata letteralmente sommersa dai debiti e purtroppo ha dovuto rinunciare alle serie superiori.
Pertanto, adesso stiamo ragionando, siamo fortunatamente ancora a un passo indietro, quindi ragioniamo sulla possibilità di manifestare interesse e non parliamo ancora della candidatura alle Olimpiadi, per fortuna, e comunque non parleremo in quest'Aula di questo tema, però tutti noi ci portiamo dietro le impressioni, i dati, le risultanze, tutto quello che è successo dopo il 2006.
Quindi, non prendiamoci troppo in giro: i dati sono sotto gli occhi di tutti, più o meno realistici, più o meno corretti (non so adesso se abbiamo tutti le stesse fonti), però credo che nessuno di noi possa negare che le ricadute delle Olimpiadi del 2006 non siano state poi così diffuse, così evidenti e così durevoli.
Rimanendo al tema dell'atto di indirizzo depositato dalla maggioranza ritengo che chieda un qualcosa che la Sindaca sta già facendo e non ci sia alcun bisogno di andare a chiedere ulteriormente, rafforzando, di fare un qualcosa che compete - per l'appunto - alle sue prerogative.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Accossato; ne ha facoltà.



ACCOSSATO Silvana

Grazie, Presidente.
L'ipotesi di una nuova candidatura di Torino alle Olimpiadi del 2026 è sicuramente una bellissima suggestione.
Io la considero, innanzitutto, una suggestione, ma è il frutto di un'esperienza molto positiva delle Olimpiadi del 2006; un'esperienza che secondo me ha lasciato una forte eredità, certo in termini di infrastrutture (poi magari ci torno), ma soprattutto in termini di eredità immateriale, cioè l'entusiasmo, l'attaccamento e la condivisione che una buona parte dei cittadini torinesi e piemontesi hanno manifestato per quell'evento.
Pensiamo al progetto dei volontari, ancora oggi riuniti in associazioni, o al progetto "Ragazzi 2006", che Città di Torino e Provincia di Torino misero in piedi per i giovani, dai 18 anni in avanti, formandoli e insegnando loro a fare accoglienza e a organizzare eventi. Molti di loro oggi sono impiegati in giro per l'Italia e per il mondo in attività collegate alla gestione di eventi e a eventi sportivi.
È soprattutto questa grande eredità che, secondo me, va presa in considerazione, ed è quella che poi riscontriamo nei sondaggi e nelle analisi che importanti dipartimenti universitari hanno condotto in tutti questi anni.
C'è poi anche l'eredità infrastrutturale, sicuramente del sistema turistico sportivo, di alcune grandi opere.
Voglio ricordare che probabilmente questo territorio non sarebbe stato nelle condizioni di realizzare né la variante di Porte né la variante di Avigliana, opere attese da anni da circa 120 milioni, così come la riconversione e la sistemazione della statale 23 e altre opere infrastrutturali.
Allora mi viene da fare una piccola precisazione rispetto alla vulgata che alcuni soggetti continuano a fare sulle Olimpiadi, come evento che ha prodotto debiti.
Il Presidente Chiamparino l'ha detto; l'ha detto l'altro giorno il Presidente Castellani. Forse in questi anni siamo stati troppo silenziosi sulla questione, se persone, anche intelligenti e che hanno a cuore il loro territorio, continuano a dire, scrivere e parlare di "miliardate" di debiti delle Olimpiadi.
È falso. Il TOROC ha chiuso il suo bilancio in utile e ha lasciato alla Città di Torino - credo - una decina di milioni di euro. I soldi del Governo, con la legge 285, hanno prodotto, anche grazie ai contenziosi (e in questo caso la Regione se n'è occupata e se ne sta ancora occupando) degli utili; il famoso "tesoretto olimpico", che anche grazie a una legge degli ultimi cinque anni della passata legislatura è ancora utilizzabile sugli impianti.
Questa è la realtà. Certamente c'è stata una serie di investimenti che vanno oltre il progetto olimpico e che non erano indispensabili per fare le Olimpiadi, ma hanno prodotto un qualcosa che io non chiamo indebitamento ma investimento forte per la Città di Torino, in primo luogo, e poi del sistema pubblico.
Credo sia opportuno dirlo, altrimenti si parte da un punto di vista sbagliato.
Detto questo, rispetto alla bella suggestione che viene prodotta, non possiamo chiamare "dossier" quello che è stato presentato venerdì mattina.
Io ho partecipato a quella presentazione, e gli stessi estensori hanno dichiarato che è uno studio di prefattibilità, perché per fare un dossier ci va molto più lavoro, ci vanno dati più accurati e ci va, soprattutto, la partecipazione di tutti i soggetti in causa, a partire da quella concordia istituzionale che non sto vedendo in questi giorni e in queste settimane.
Ci vanno tutti i soggetti in causa, che sono certamente gli Enti locali; ci va una città che fa la candidatura; ci va il soggetto di area vasta (quindi la Città metropolitana, che tiene le fila e che anche oggi ha responsabilità di sviluppo economico); ci va una Regione che svolga il suo ruolo di promotrice e di condivisione, anche garantendo pari opportunità a tutti i soggetti interessati e ci va il sistema privato. La Camera di Commercio ha fatto la sua parte, ma ci deve essere anche disponibilità a partecipare attivamente.
Servono poi altri soggetti, come un Governo, che a un certo punto fa la dichiarazione di garanzia economica. Certamente non siamo nel momento migliore per farlo, però i territori possono chiedere, sollecitare e cominciare a dire che sono coesi e che vogliono questo evento.
Questo non dimentichiamolo, perché senza questa partita non si non ci si può candidare.
Serve il mondo sportivo. Il CONI è il soggetto che farà materialmente la candidatura al CIO e il mondo sportivo deve essere più chiaro, più trasparente e non tirarsi indietro all'ultimo momento o, comunque, avere atteggiamenti ondivaghi.
Tornando sulla questione del 2006, ovviamente non voglio né banalizzare n trascurare le questioni che non sono andate. Prima ho parlato, con enfasi e con passione, degli aspetti positivi, ma certamente ci sono state alcune questioni che non hanno funzionato, in particolar modo il tema del bob.
Personalmente credo che, più ancora dei trampolini, che sono impianti facilmente sostenibili anche economicamente, c'è il tema del bob.
Credo di poter dire con tranquillità che, nel progetto di sostenibilità economica post-olimpica del bob, è mancato il soggetto mondo sportivo. Sono mancati il CONI e le Federazioni internazionali, che avevano garantito l'utilizzo di fare qui in Piemonte la sede nazionale del bob e di portare in Piemonte un circuito di gare internazionali di questo tipo.
È chiaro che se viene meno questo impegno anche in futuro, sicuramente l'impianto potrà essere recuperato anche in termini di sostenibilità ambientale, ma - ripeto - nell'incertezza, fidarsi è bene, ma a volte non fidarsi, vista l'esperienza, è meglio.
Forse, se si va avanti nel dossier, varrebbe la pena ripristinare anche la pista di bob per i giochi, ma mettendo qualche risorsa in più, affinché a fine giochi ci sia una rinaturalizzazione completa di quell'area e si riporti quel pezzo di territorio alla sua vocazione originaria, che era quella ambientale.
Alla fine, è meglio investire 10-15 milioni in più e fare questo, piuttosto che ripetere, magari in questo Consiglio tra vent'anni, i ragionamenti che facciamo oggi sull'attuale impianto per le condizioni in cui è e per la difficoltà oggettiva di un suo utilizzo.
Detto questo, credo siano, in qualche modo, sostenibili le mozioni presentate. Anch'io credo che il tavolo di lavoro, questa condivisione istituzionale, possa e potrebbe anche essere condotta in primis dalla Regione, dal Presidente Chiamparino e dai suoi Assessori, ma è opportuno che anche i soggetti maggiormente coinvolti - Comuni, in particolar modo la Città di Torino - svolgano il loro ruolo e la loro funzione. Che assumano le loro responsabilità in questi giorni e in questi mesi per verificare se davvero, ci sono le condizioni, di cui dicevo, di condivisione e di capacità di costruire un dossier che utilizzi le tante competenze che ci sono sul territorio, chi ha lavorato nell'edizione precedente e chi ancora ha lavorato alla gestione.
C'è anche il ruolo di Parcolimpico, che non può essere sottaciuto in questa fase e allora, probabilmente, si può mettere a questo punto il CONI di fronte a una scelta basata su dati concreti e non soltanto sulla suggestione che, per me, rimane una bella suggestione.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Leggo un estratto dalla Carta Olimpica del CIO in inglese, perché mi viene meglio rispetto al francese e poi la traduco in italiano: "The election of the host city takes place in a country having no candidate cities for the organization of the Olympic Games".
Vuol dire sostanzialmente: "L'elezione della città ospite prende luogo in un Paese che non ha città candidate per l'organizzazione dei giochi olimpici". Questo è il punto base di partenza, che è stato oggetto anche di un comunicato fatto da me e dalla collega Frediani, che dice una cosa abbastanza semplice.
Stiamo parlando di un desiderio, qualcuno ha detto un sogno, magari condivisibile, magari non condivisibile, da parte di forze politiche, da parte della Camera di Commercio, operatori privati e quant'altro.
Ovviamente si parla di una possibile ricaduta sul territorio dei famosi 950 milioni di dollari del CIO, che sarebbero circa 800-850 milioni di euro, e poi la restante parte pubblica, su cui poi tornerò.
Si tratta di un desiderio, ipotetico. Oggi anche il Presidente del CONI Malagò, ha detto che da settembre in avanti è una possibilità, ma bisogna cambiare prima la Carta Olimpica. Come primo dato iniziale, mi sembra un po' uno spirito anti-olimpico voler cambiare la Carta Olimpica per ottenere, in Italia - non parlo di Torino, ma di Milano o le Dolomiti sembra che Bolzano si sia tirata indietro - quando la sede decidente sarà a settembre 2019 a Milano. Pensate l'imbarazzo del Comitato Olimpico che a Milano dovrà decidere se assegnarle a Milano o, eventualmente, a Torino. Mi sembra che già questo metta un po' in imbarazzo.
Il Presidente del CONI, Malagò, deve riuscire a spostare la sede della decisione, quindi a settembre 2019, visto che c'è Milano candidata e forse anche Torino e forse anche Bolzano, dovrà dire che l'assegnazione la facciamo a Berlino, a Parigi o a Basilea.
Forse ci si è fatti prendere un po' troppo dai propri sogni, dai proprio desideri e dalle proprie passioni. Visto che parliamo di Olimpiadi bisognerebbe essere sportivi proprio per definizione, nel senso di competere magari quando le regole lo permettono in maniera chiara ed evidente.
Questa è una prima premessa di merito, che mi sembra molto sostanziale e sostanziosa. Noi aspettiamo ancora una risposta dal CONI in questo senso ma soprattutto dal CIO. Si dirà: voi fate la manifestazione di interesse e poi vedremo. Si può anche fare, però mi sembra il metodo classico italiano nel senso non proprio bello, da piazzista della Fontana di Trevi che si prova, comunque, a partecipare quando magari poi neanche potremmo. Vorrei evitare una figuraccia in questo senso. Chi ha ruoli istituzionali più alti e importanti di noi semplici e umili Consiglieri regionali, magari ha avuto dei contatti più precisi con il CONI, può darci delle risposte forse più precise, ma oggi la risposta certa, definitiva e puntuale non ce l'abbiamo.
Il CIO vedrà le manifestazioni di interesse, si aprirà il dialogo stage, la fase di dialogo, si guarderanno i criteri. Allora si arriverà ai criteri della mozione di Valle e compagni di partito in cui si parla di Agenda 2020. È vero, Agenda 2020, firmata nel tardo 2014, dice finalmente che le Olimpiadi dovranno essere un evento sostenibile, finalmente.
Non so se avete notato, ma negli ultimi anni è stato tutto un fuggi fuggi.
Dopo i casi delle precedenti Olimpiadi, senza considerare che nella Corea del Sud e del Nord ci sono stati anche dei problemi di orari delle gare e problemi di metodo, gli investimenti in Russia che hanno sfondato qualunque cifra, le ricadute negative di Alberville, di Grenoble e di altre edizioni hanno fatto sì che, sostanzialmente, la gente non gradisca le Olimpiadi estive o invernali che siano. Fanno i referendum, ai referendum vanno i cittadini a votare e dicono no. Tutta questa passione tra la gente - con due g, oggi maiuscola - non la si vede in giro per il mondo. Magari noi abbiamo qualche visione diversa. Diciamo che anche i referendum cambiano.
Ricordo l'esperienza di Los Angeles dei primi anni Ottanta, in cui si fecero due referendum. Un primo referendum poneva il quesito: siete disponibili a ospitare le Olimpiadi? La popolazione disse sì. In un secondo referendum, in cui si chiedeva se, per ospitare le Olimpiadi, vi era disponibilità a un aumento di tasse, la gente disse no.
Il tema è chiaro, mi sembra, almeno per noi. Quanto siamo disponibili a sostenere, con risorse pubbliche, nuove Olimpiadi nel 2026? La collega Accossato ha detto che, ed è patrimonio comune, non è una falsità, che il TOROC ha finito con un avanzo di bilancio, ma i soldi chi li ha messi? Li ha messi, in grande parte, il pubblico. Tant'è che il debito della Città di Torino è passato, da 150 milioni di euro a fine anni Novanta, a quattro miliardi e mezzo degli anni 2009-2010, poi è rimasto sostanzialmente stabile. Che poi sia stato il passante ferroviario, che sia stata la metropolitana, che siano state le opere olimpiche, tutto fa! Tutto fa! Sicuramente il Presidente Chiamparino è ancora un abile conoscitore del bilancio della Città, anche se sono trascorsi alcuni anni, per cui potremmo andare a verificare - carta alle mani - a quanto ammonta la parte di questo debito che è stato prodotto.
Il secondo tema fondamentale è quanto lo Stato (anche se qua siamo in Regione, infatti mi sembra un po' surreale parlarne) e, quindi, la Regione sono disponibili a spendere di tasca propria per le Olimpiadi. Perché non esistono Olimpiadi a costo zero! Lo preciso giusto perché ho sentito già parlare di "costo ambientale energetico pari a zero": sorrido un po' perché si parte sempre con le migliori intenzioni, ma è impossibile che il costo ambientale energetico sia pari a zero.
Lo stesso dicasi per il "costo economico-finanziario pari a zero": non esiste! Con 850 milioni di euro non si porta a termine la ristrutturazione di strutture che sono cadute a pezzi (mi riferisco alla pista di bob, ai trampolini, alle strutture dei villaggi olimpici!). Mi sono recato nelle palazzine del MOI qualche anno fa e ho appurato di persona che cadono a pezzi! Ma non perché sono occupate da gente che prende a martellate i muri: cadono a pezzi perché sono state fatte male (qui c'è un architetto che rispetto al sottoscritto, potrebbe dirci molto di più!), sono state costruite in malo modo (in una situazione normale, se ci costruissero una casa così ci sarebbero degli esposti, delle denunce!).
Ci sono tutta una serie di problematiche e di eredità che noi stiamo ancora gestendo. Ben venga, poi, il tesoretto olimpico di 30 milioni di euro (o qualcosa di più) per gestire il posto-olimpico. Ma abbiamo delle eredità pesantissime: stiamo ancora pagando adesso il palazzetto di Torre Pellice nel senso che abbiamo ancora le quote annuali perché non riusciamo a eliminare le infiltrazioni d'acqua, per cui ogni volta che piove o che nevica, entra acqua dal tetto! Anche il tema dei pannelli fotovoltaici, che originariamente dovevano garantire la produzione del ghiaccio a costo zero, non è stato ancora affrontato.
Capisco il sano lobbismo, da parte della politica, di dire "portiamo soldi sul territorio": ci mancherebbe, facciamo politica anche noi e i soldi sul territorio sono un aspetto importante e fondamentale. Ma valutiamo anche le finalità! A noi non piace tanto quest'idea che, per avere i soldi dallo Stato, prendi la medicina amara - quindi fai i buchi nelle montagne - e poi, dall'altra parte, ricevi le compensazioni! O fai magari un mese di Olimpiadi, con una serie di ricadute negative, e in cambio ottieni dei soldi per mettere a posto la città di Torino. E con ciò si ritorna nuovamente sulla domanda posta in precedenza: perché solo Torino? Noi siamo amministratori regionali, per cui i soldi dovrebbero ricadere su tutte le aree montane interessate dalle Olimpiadi. Perché non dovrebbero ricadere su tutto il Piemonte? Giustamente, gli amministratori delle altre province ci chiedono: "Perché la valle più finanziata e sostenuta dalla Regione è sempre e solo la Val di Susa?". Badate che lo dico da torinese che spesso va in Val di Susa! Perché non anche il Cuneese? Perché non il Vercellese? Perché non il Biellese? Perché non il Verbano Cusio Ossola?



(Commenti del Consigliere Ravetti)



BONO Davide

Anche l'Alessandrino, mi dicono i colleghi, visto che le ho citate tutte! L'Astigiano no, perché giustamente non ha montagne.
Ci sono tanti temi che ci rendono perplessi. Concludo, perché il tempo è scarso.
Anch'io sottolineo, come ha fatto la collega Frediani, che la mozione del Partito Democratico è buona, ma forse è un po' deboluccia, nel senso che sarebbe come dire al Presidente Chiamparino: "Fai un Tavolo in cui coinvolgi tutte le realtà del territorio regionale". Se lo facessi probabilmente, il Presidente Chiamparino mi risponderebbe: "Non sono nato ieri! Lo faccio quotidianamente con i miei Assessori!".
Quindi non ci sentiamo di votare questo atto di indirizzo, perché ci sembra un atto di sfiducia nei confronti della Sindaca della Città di Torino, che accidentalmente - guarda caso - è anche la rappresentante del nostro Movimento.
Per quanto riguarda la mozione del centrodestra (Forza Italia), anche questa contiene delle criticità che non ci sentiamo di votare, anche perch si parla già di "candidatura", mentre adesso siamo ancora in fase di "manifestazione di interesse".
Ho apprezzato molto l'intervento della Capogruppo Frediani relativamente al tema della sostenibilità ambientale in relazione al cambiamento climatico: andiamo avanti su questo tema, però cerchiamo di fare politica anche per destagionalizzare la fruizione della montagna! Abbiamo detto molte volte che la montagna non deve essere considerata un "museo": rendiamola viva anche in primavera e in autunno, perché in quelle stagioni sembra di vivere in un film western, dove rotolano le balle di fieno e regna il deserto! Ogni tanto, magari, è anche piacevole avere una montagna silente, ma se vogliamo essere veramente attori e protagonisti del rilancio montano bisogna pensarci non solo per 15 giorni ogni vent'anni (adesso mi verrebbe da chiedere quando sarà la prossima: nel 2046?) ma tutto l'anno e tutti gli anni.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Ferrentino; ne ha facoltà.



FERRENTINO Antonio

Grazie, Presidente.
Intanto faccio miei i contenuti degli interventi del collega Valle e della collega Accossato, per cui non ripeterò i medesimi concetti, dato che mi riconosco nelle loro affermazioni.
Farei, però, un'ulteriore considerazione. Io ho vissuto dall'inizio l'esperienza di "Torino 2006" - ero Presidente della Comunità montana - e la considero estremamente importante.
Come diceva la collega Accossato, quando si parla di debiti so soltanto che, rispetto al budget che era stato messo a disposizione, sono stati risparmiati (cioè non impegnati) circa 140 milioni. Ciascuno, poi, potrà dire ciò che riterrà opportuno.
Faccio ancora una considerazione preliminare. Io non considero assolutamente negativo il fatto che il Governo nazionale impegni sul territorio delle risorse se tali risorse rappresentano per quel territorio un valore aggiunto.
Provo solo a immaginare che cosa ne sarebbe stato di Torino se, a seguito della crisi del manifatturiero, non ci fosse stata una straordinaria risposta in termini di città culturale, grandi eventi o enogastronomia! Sicuramente, "Torino 2006" ha dato un input straordinario a tutto questo quindi è stato un investimento che il Governo nazionale ha fatto su questo territorio.
Peraltro, in quel periodo i vertici istituzionali erano guidati da forze politiche diverse, e hanno lavorato benissimo in sintonia: in Regione Piemonte c'era il Presidente Ghigo, espressione di Forza Italia, sapete qual era la collocazione di Chiamparino, e in Provincia di Torino c'era l'allora Presidente Saitta. Tutti noi, che partecipammo a quei Tavoli, la ricordiamo come una "stagione straordinaria": il livello dei rapporti relazionali tra le varie istituzioni hanno permesso (insieme, ovviamente ad altri fattori) di raggiungere questo straordinario risultato. Pensate solo a cosa sarebbe stata la Val di Susa senza il rifacimento complessivo delle infrastrutture e degli impianti sciistici! Oggi vivremmo una crisi del settore che sarebbe drammatica per quanto riguarda le decine di migliaia di addetti che lavorano su quel territorio.
Sono stati fatti degli errori? Sicuramente sì, perché qualche impianto forse, poteva essere fatto in modo diverso. Basterebbe vedere anche le cronache di quel tempo quando qualcuno, rispetto a qualche impianto, una voce contraria l'aveva anche manifestata. Però complessivamente ancora oggi i dirigenti che allora hanno fatto parte del TOROC vengono chiamati all'estero per raccontare l'esperienza di Torino 2006, perché è stata un'esperienza importante.
Noi oggi potremmo far tesoro anche delle esperienze negative e mi sembra che la mozione che il collega Valle ha presentato a nome della maggioranza rappresentasse bene, anche in termini di sostenibilità degli interventi l'esigenza di una ridottissima compromissione di suolo. In ogni caso potremmo utilizzare per la stragrande maggioranza impianti già presenti.
Anche per quanto riguarda la dimora degli atleti e dei giornalisti, abbiamo milioni di metri cubi vuoti sia in città sia nelle valli, che potrebbero essere tranquillamente riadattati e messi a disposizione, senza necessariamente fare interventi che compromettano altro suolo pubblico.
A me sembrerebbe naturale che la Città di Torino, la Città metropolitana la Regione Piemonte e i Sindaci delle valli, per fortuna, anche al di là del colore politico, appoggiassero la proposta. E abbiamo accolto con favore il fatto che il Sindaco di Pinerolo, che è uno tra quelli che hanno candidato con forza questa suggestione, appartenga al Movimento 5 Stelle.
Quindi, si realizza nel sistema istituzionale locale quello che mi auguro sia anche patrimonio del sistema istituzionale della Città di Torino. Al di là della schermaglia di ieri o dinamiche interne ad una forza politica, mi auguro che ci sia la possibilità di riprendere il filo istituzionale che aveva condotto a "Torino 2006", che si possa presentare un dossier che abbia la possibilità di essere esaminato con meritevole attenzione da parte del CONI e che si possa legittimamente avanzare la candidatura di Torino e delle sue Valli per questa grande suggestione di Torino 2026.
Voglio ricordare lo spirito di "Torino 2006", con le migliaia di volontari che si sono messi a disposizione, e l'aria internazionale che si respirava qui a Torino. Lo dico perché in un intervento del genere non si possono soltanto citare quali sono stati gli investimenti pubblici; proviamo a capire anche quali sono stati i ritorni, qual è stata la possibilità per le strutture ricettive di approfittare di questa occasione, ma non solo a Torino, anche nelle Valli. La legge n. 285 ha permesso a molti piccoli Comuni montani di attrezzare strutture ricettive da mettere a disposizione per l'evento olimpico; strutture che, ancora oggi, vengono utilizzate come elemento di sviluppo di quei territori.
In questo vedo una straordinaria suggestione che, al di là dell'appartenenza politica, dovremmo fare in modo di riprendere, ovviamente senza ripetere gli errori commessi, perché è stata una straordinaria esperienza positiva, per fare in modo che Torino, il Piemonte e le sue valli possano candidare per il 2026 una proposta forte meritevole di essere esaminata, o almeno provarci.
Ovviamente le dinamiche sono tante, ma anche per l'evento del 2006, negli anni precedenti non è che si desse per scontato che l'organizzazione delle Olimpiadi fosse appannaggio di Torino. Fu uno straordinario sistema di squadra, che mise insieme anche importanti industriali che si erano messi a disposizione di questo progetto. Quindi, penso che oggi, seppure con qualche incidente di percorso, possiamo provare a mettere insieme quel sistema che aveva funzionato nel 2006 e che può funzionare per il 2026, per dare respiro alle aspettative proprie dei territori.
Ho letto in questi giorni frasi del tipo "i fondi potrebbero essere impegnati per gli ospedali e per le scuole", ma vorrei far presente che proprio dallo sviluppo di un territorio, investendo su una grossa possibilità come questa, il riverbero sarebbe nuova occupazione e nuove possibilità anche per infrastrutture di servizio alla vita quotidiana di ognuno di noi.
Pertanto, spero che ci possa essere in questo Consiglio un'ampia condivisione sulla proposta avanzata dal collega Valle e che si possa recuperare lo spirito di qualche decennio fa.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Credo che la discussione di questo tema, e non lo dico solo per replicare un'affermazione, sia più importante della discussione del bilancio, perch vorrei tornare indietro - e l'allora Assessore Accossato e il Presidente Chiamparino lo ricordano bene - alla candidatura di Torino per il 2006. Non fu una candidatura che partì dal territorio, fu una candidatura voluta sostanzialmente da Giovanni Agnelli, da cui nacque ovviamente un coinvolgimento del territorio.



(Commenti fuori microfono)



VIGNALE Gian Luca

Sì, diciamo che non fu una candidatura popolare, che non nacque dal basso diciamo così.
Credo che in questa fattispecie, in cui si presenta un'opportunità, è un fatto estremamente positivo che molti altri soggetti, ovvero i Comuni delle valli olimpiche e post-olimpiche, non solo valsusine ma anche pinerolesi come ad esempio l'Amministrazione comunale di Pinerolo, la Camera di Commercio e altri, si siano in qualche modo mossi per fare in modo che Torino possa riavere nel 2026 le Olimpiadi. E devo dare atto che il Sindaco Salvai è stato rispettoso dell'indicazione che il Consiglio comunale gli ha dato.
Dico che è importante almeno tanto quanto un bilancio regionale, se non di più, perché le Olimpiadi sono state e, qualora avvengano, saranno un motivo di beneficio per tutta la Regione sotto tutti i punti di vista.
Le opere connesse e le opere d'accompagnamento furono ideate esattamente per fare in modo che non ci fossero valli escluse dai benefici olimpici.
Ognuno di noi può andare a vedere sull'Osservatorio sul turismo quali furono le ricadute positive su tutta la Regione Piemonte a partire dal 2007, e non solo sulla città di Torino, dopo che per 20 giorni Torino e Piemonte furono fra le dieci parole più cliccate su Google, e rendersi conto di quale beneficio economico stiamo parlando.
Di conseguenza, ovviamente non ho alcun dubbio a pensare e a esprimermi credo con la responsabilità che tocca a chi riveste un incarico per il quale è andato a chiedere il consenso agli elettori, al di là delle preferenze. Ritengo che, con altrettanta correttezza, se un'organizzazione politica è contraria all'evento olimpico, debba dimostrare la propria contrarietà.
Collega Bono, io non mi pongo il problema che sia Milano, perché è assolutamente evidente che, se la candidatura che esprimerà il CONI - ed è una a livello nazionale - sarà Torino o Milano, penso che il CIO, con molta semplicità, sposterà la sede. Non avverrà? Almeno ci abbiamo provato.
Io non mi trincero nel dire "è possibile che non ce la facciamo", perch non ho mai visto vincere nessuna sfida partendo dal presupposto che non è possibile affrontarla. Ho visto che questa Regione è riuscita a primeggiare rispetto ad altre quando ha percorso delle strade che parevano impervie e non raggiungibili.
Allora, devo dire che anche da piemontesi, in quei casi abbiamo dimostrato che perfino le vie più ardue - forse perché siamo abituati, almeno per tradizione, ad andare in montagna - sono possibili e si possono percorrere.
E con molta semplicità, credo che sarebbe possibile spiegarlo a un cittadino torinese che ha beneficiato non soltanto dello spirito olimpico ma diciamo anche di qualche centinaia di milioni di euro di investimenti che per molti anni in questa città hanno dato lavoro a migliaia di famiglie. Anche perché è assolutamente evidente che, se non ci fossero state le Olimpiadi, la metropolitana non sarebbe stata inaugurata nel febbraio del 2006, oppure che un pezzo di passante ferroviario sarebbe andato un po' più a rilento. Allora diciamo che, in un momento come questo le Olimpiadi sono uno strumento non soltanto di promozione territoriale anticiclico e positivo.
Concludo con un'ultima considerazione. Errori, guardate, ne sono stati fatti all'interno dell'Agenzia e soprattutto, io credo, in TOROC, ma non è questo il momento: le Olimpiadi le abbiamo vissute. Possiamo però dire una cosa: che anche dagli errori compiuti possiamo imparare, per esempio, a progettare una serie di opere che da subito immaginiamo nel loro riutilizzo. Infatti non è avvenuto per tutto così - e credo che chi era all'interno o del TOROC o degli Enti locali lo ricorda ricordi - e anche quelle che da case degli atleti sono diventate o locali universitari o case di edilizia sociale, non è che immediatamente dall'inizio siano state concepite così, per cui in alcuni casi il riutilizzo è stato ovviamente un po' forzato.
Oggi sappiamo che questa può essere un'Olimpiade a basso costo, ma soprattutto che - cosa accaduta raramente in altre città - avendo vicino l'esperienza olimpica di chi quell'esperienza l'ha vissuta, abbiamo l'opportunità di pensarla da subito con strutture che possano essere riutilizzate il giorno dopo in modo concreto. E credo che davvero questo sia un ulteriore valore aggiunto.
Quindi assolutamente sì a provarci e a provarci con tutte le nostre forze perché credo che, da qui ai prossimi anni, questa sia la sfida più grande che questo territorio deve compiere.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Grimaldi.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
È strano che parte della discussione che dovrebbe essere di fatto rivolta verso il futuro sia tutta rivolta verso il passato.
Sul passato dirò solo una cosa, a questo punto. Diciamo che personalmente ho avuto la fortuna di vivere la parte migliore della riconversione olimpica: all'epoca ero un rappresentante degli studenti all'EDISU e quella battaglia l'abbiamo vinta prima della fine delle Olimpiadi. Ricordo che quella è stata forse la parte migliore della riconversione e diciamo che i tre Media Village sono diventati oggi il punto di attenzione del fenomeno nazionale che stiamo ancora vivendo: come sapete, siamo una delle poche città che aumenta gli immatricolati e grazie anche alla Regione Piemonte abbiamo attratto in questi anni tantissimi studenti fuori sede.
Ecco, io non so se nelle parole della Sindaca Appendino ci sia tutto, cioè il fatto che delle Olimpiadi ci rimane solo quel sogno di festa (almeno così leggo ). Ci sono tanti errori che vediamo, ma che sono legati anche a quello che è successo subito dopo. Lo ricordo: spesso si parla di indebitamento senza rammentare quanto è successo nel 2008, non citando mai il Patto di stabilità e quello che è successo alle finanze pubbliche generali. Eppure ci sono degli errori, nel senso che Torino Esposizioni ha ancora il riscaldamento in aria che vincola la sua riconversione e Palazzo Vela, come sapete, non è esattamente così utilizzato per quello che è.
Tuttavia - lo dico sia a questa maggioranza che ai banchi dell'opposizione non credo che sia questo il punto da cui ripartire. Togliamo i bigodini di Neve e Gliz; poi ditemi dov'è finito Aster, perché non ho capito bene se sia finito in una comunità di recupero o se l'abbiano tolto da questo scenario di gioia.
Ecco, togliamoci quest'idea qua, togliamocela nel senso che credo sia giusto che intanto la Città di Torino sia convinta nel farlo perché, se non è convinta, ci mancherebbe altro che depositiamo anche solo un pre-disegno e una pre-candidatura. E se le ragioni di Bono fossero vere, lo dica la Sindaca e chiami Malagò.
Se stiamo facendo, come dice lei, tutto questo casino per niente, visto che comunque è uno dei rappresentanti più autorevoli del Movimento - anzi no più autorevole non si dice, siete tutti uguali, dunque è autorevole come tutti gli altri - glielo dica Malagò, se stiamo dicendo "cazzate", scusate il termine, e chiudiamo qui la partita. Se ha ragione lei, e potrebbe aver ragione lei, perché do sempre il beneficio del dubbio, togliamo dallo scenario questo discorso.
Dico però un'altra cosa. A me piacerebbe che questa richiamata esigenza di una comunità coesa su alcuni investimenti ci fosse su tante altre vicende.
Lo dico perché la situazione dei trasporti pubblici al Nord è una delle peggiori d'Italia. Lo dico perché questa vicenda si lega necessariamente all'abbandono di alcune terre alte di cui spesso noi discutiamo, quindi credo che questo dossier serva proprio anche a questo, cioè a ridiscutere dello stato infrastrutturale dei nostri territori e, guardate, un po' quello ciò che è successo in quegli anni.
Lo diceva anche Vignale poco fa: stava dentro un ridisegno delle ambizioni di un territorio; stava dentro proprio al passante, all'idea di un interramento del passante ferroviario; stava dentro una riconversione di spazi industriali.
Certo, candidatura in chiave nuova; in chiave nuova, perché oggi ancora di più non ci possiamo permettere sprechi di suolo perché, ancora di più di allora, non ci possiamo permettere di scegliere un campo di gioco se sta esattamente nel perimetro della candidatura. Io avrei in qualche modo scelto alcuni campi di gara, perché apprezzati anche oltralpe, se ci fosse stata la disponibilità dalla comunità internazionale. Dico questo: sono passati anni e alcuni errori fatti anche dalla comunità internazionale oggi si possono non ricommettere.
Poi, si pensa legittimamente che la stagione delle Olimpiadi abbia portato un "eventificio" continuo? Io sono fra quelli che pensa che non ha aiutato l'ipertrofia o, meglio, il sovradimensionamento comunque di un evento. La rincorsa a Italia 150 è stato, in qualche modo, quello.
Guardate che quello può essere un modo anche per parlare di un piano strategico più ampio, ma stiamo attenti a non confondere i fini con i mezzi, e chiariamo le finalità di una grande manifestazione sportiva.
Con questo, non so a cosa serve esattamente questo dibattito, lo dico sinceramente. Spero che voteremo il dispositivo della mozione, che mi pare molto corretto. Spero che lo voteranno tutti, anche il Movimento 5 Stelle che ho capito che muove più critiche; soprattutto, toglierei - lo dico perché l' ho capito bene dall'e-mail che ci è arrivata - tutti i motivi di distanza.
La penso così sulle grandi opere, la penso così sulla TAV: non si possono fare grandi infrastrutture e grandi progetti contro le comunità. Se c'è una parte di questa comunità che non vuole fare le Olimpiadi, ebbene, che non si facciano; se addirittura è il Comune di Torino, è proprio meglio non iniziare.
Di solito non amo discussioni come queste, perché non credo che il Consiglio regionale debba sostituirsi a nessuno, soprattutto alla città capoluogo, ma se ha permesso di sciogliere dei nodi e di capire meglio di che cosa stiamo parlando, allora spero a questo punto in un voto unanime dopo questa lunga discussione.



PRESIDENTE

Grazie, collega Grimaldi.
Chiedo gentilmente un po' di sintesi, se lo ritenete, perché sarebbe opportuno oggi votare anche l'atto di indirizzo su Italiaonline.
Il Consiglio è convocato fino alle ore 19. La Conferenza dei Capigruppo è convocata intorno alle ore 18.15, però vedo tante iscrizioni a parlare.
Vedete voi.
Se l'Aula ha acconsentito alla discussione di quest'atto di indirizzo chiedo gentilmente che venga votato l'atto di indirizzo. Il Consiglio è fino alle 19 e potrei anche convocare la Conferenza dei Capigruppo, non è quello il tema; però, per adesso la Capigruppo è convocata.
Lo dico anche per rispetto dei lavoratori che sono venuti oggi e che abbiamo udito.
La parola al Consigliere Monaco.



MONACO Alfredo

Grazie, Presidente.
Sarò molto breve nel mio intervento.
Avevo deciso soltanto di votare il documento proposto dal collega Valle poi sono stato convinto dalle parole del collega Bono di sottoscriverlo perché nel suo intervento ha detto che il dispositivo che vede come primo firmatario il collega Valle è buono, va bene. Poi ha fatto una serie di critiche, in termini economici, come se dicesse che abbiamo fatto la spesa e, quindi, abbiamo speso un sacco di soldi.
Allora, caro Presidente, Senatore Laus, mi sembra di capire una cosa: lei ha perso tempo in questi anni, quando ha convocato gli Stati generali dello Sport, quando ha spinto molto sul tema del benessere collegato allo sport e alle abitudini di vita, perché se poi tutto questo è un costo, che la collettività non deve sopportare e non può sopportare, allora qualcosa non funziona, anche nelle scelte che ha operato il Consiglio attraverso la sua azione di questi anni.
Credo che invece un investimento di questo tipo va considerato esattamente così come detto: "investimento", quindi sapere quanto ci serve per mettere su un'azione, verificare quali e quante ricadute ci possono essere.
Senza voler scomodare la storia, ma bisogna scomodarla, perché ci ha dato dei risultati e non solo la storia di Torino, tutti gli eventi olimpici hanno dimostrato che c'è una possibilità. Tutti hanno sottolineato l'aspetto economico e le ricadute territoriali, ma possiamo ricordare semplicemente.



PRESIDENTE

Un po' di silenzio, per cortesia.
Grazie.



MONACO Alfredo

Ricordiamo la fiducia che si era generata sui territori e sulla città di Torino? Tutti focalizziamo su Torino, ma credo che sia l'evento olimpico sia in Piemonte; non credo che la Regione, cioè come dire le valli Olimpiche, siano Torino. Torino è certamente una protagonista, ma credo che ci sia bisogno di un coordinamento dei territori, per fare degli investimenti.
Allora, credo che vedere l'investimento esclusivamente in termini di spesa o di costo sia estremamente riduttivo e alimenti quella sfiducia nel quale il Paese da troppo tempo rischia di essersi impantanato. Credo che bisogna invertire la tendenza e ritornare su un piano di fiducia.
È stata ricordata la quantità di investimenti, anche dei volontari, ma ricordo anche quello che è stato - l'ho vissuto personalmente l'investimento fatto in termini di sanità per ospitare l'evento olimpico anche in termini di formazione. Credo che si sia data una risposta molto importante, legata a quella formazione.
Che cosa ci è rimasto? Al di là della formazione di un know how che certamente non si butta via, ciò che è rimasto ancora oggi sono tutti quei dispositivi, tutte quelle attività legate al controllo del doping e alla prevenzione delle cattive abitudini di persone che guidano sotto l'effetto di stupefacenti e di alcol. Tutte quelle strutture che furono attivate in quella circostanza sono in piedi. Ancora oggi nessuno ricorda che quello è un investimento derivato dall'azione della prevenzione e dalla necessità di attivare il sistema olimpico sanitario.
L'investimento è stato enorme, ma quello che va ricordato e sottolineato e credo che vada rafforzato - è quel clima di entusiasmo. Posso dire che probabilmente anche quel clima di entusiasmo e l'azione sinergica forte dove tutti hanno manifestato il loro volere quelle Olimpiadi, forse potrebbero aver contribuito - me lo dicano gli esperti, i sociologi, gli economisti - a trasformare Torino, nonostante la crisi industriale, in quella città ospitale che oggi è da un punto di vista turistico, a riconvertire una città su un piano che probabilmente, senza quell'evento olimpico, non avremmo avuto l'occasione di avere.
Qualcuno ha ricordato le strutture abbandonate. Certamente. Allora, se bisogna porre il focus su quella che può essere la cattiva gestione legata a degli eventi, io credo che quell'evento che c'è stato nella storia del Piemonte e di Torino in particolare, abbia dato dei risultati positivi, con degli effetti e degli errori che tutti hanno ricordato a volo d'angelo, ma senza soffermarsi sui singoli dettagli, ma dai quali nel complesso si pu imparare per trovare soluzioni in futuro.
Vorrei ricordare che per le ultime Olimpiadi invernali furono fatti investimenti enormi e che un'ora dopo lo Stadio olimpico venne demolito: appena hanno chiuso le Olimpiadi hanno demolito tutto. Credo che quella sia la peggiore gestione che si possa immaginare: noi non possiamo più permetterci di demolire un'ora dopo ciò che è servito esclusivamente per la finalità olimpica.
Ho chiesto di sottoscrivere questo documento con piacere. Al di là di quelle che sono storicamente aree limitrofe di eccellenti commercianti che sono sempre stati bravi a vendere prodotti nelle regioni limitrofe alle nostre, il Piemonte ha questa sua genialità, però silenziosa, laboriosa, ma poco propensa a vendere un prodotto. Spero che invece, per una volta e per una seconda volta meglio della prima, il prodotto Piemonte possa essere posto sotto i riflettori internazionali come elemento innanzitutto di fiducia rispetto a sé stessi, ma anche come attrattiva, non solo per il bene dello stesso Piemonte, ma anche per il bene dell'intero Paese.
È evidente che, se ci sono forze che la pensano diversamente, credo che vadano rassicurate; anzi, credo che abbiano la responsabilità loro di rassicurare noi che, probabilmente, contribuiranno a una buona gestione degli eventi e dei soldi che arriveranno per la gestione dell'evento.
Per quanto riguarda la messa in opera di risorse che sono investimenti credo che questo Consiglio in questi quattro anni abbia vissuto quotidianamente richieste di spesa, e allo stesso tempo i richiedenti non ci hanno mai detto che erano investimenti, ma molto spesso hanno detto che erano spese che era giusto fare. Per una volta, invece, che diventa un investimento, ne fanno vedere la spesa in termini negativi, ma credo che questo non sia giusto rispetto a un evento che, viceversa, potrebbe dare molto beneficio al territorio.
Ultimo elemento, Presidente. Visto che il 2006 è stato un evento fortunoso come alcuni qualche volta hanno definito, bene, sarà così, ma mi viene da ricordare che senza fortuna non si fa nulla.
Visto che proponiamo il 2026, chi nel 2006 è stato un protagonista probabilmente ci può dare dei suggerimenti al fine di condurre questa nave nel porto del 2026. Quindi, caro Presidente Chiamparino, credo che si debba fare due conti e le toccherà fino al 2006.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Monaco.
Visto che l'ha citato, la parola al Presidente Chiamparino.



CHIAMPARINO Sergio, Presidente della Giunta regionale

Grazie, Presidente.
Molto rapidamente, ho già avuto modo di dire scherzosamente che chiedere a me delle Olimpiadi è come chiedere all'oste se il vino è buono. Fuori dalla battuta, credo che sia stato molto opportuno presentare quest'atto di indirizzo oggi, perché qui dobbiamo prendere un orientamento preciso.
Io penso che - lo dico esplicitamente, poi vengo all'obiezione che faceva il collega Bono, perché è giusto tenerne conto debitamente - per tutta una serie di circostanze su cui poi mi soffermerò rapidissimamente, il 2026 pu tornare a rappresentare per la nostra città e per la nostra comunità regionale una straordinaria opportunità, prima di tutto e prima di ogni altra cosa, per una questione immateriale: perché può tornare ad essere un obiettivo mobilitante e sfidante della nostra comunità, che è esattamente ciò che nel 1996 (subito dopo i campionati 1996-97, subito dopo i campionati mondiali di sci che furono fatti al Sestriere) scatenò, diciamo un'energia positiva nella comunità. Questa è la prima questione fondamentale.
Allora io mi permetto subito, per stare al tema, di suggerirvi (se possibile) un emendamento al dispositivo della mozione dove si impegna la Giunta (io direi più che non a richiedere), oltre a concordare con la Città metropolitana un tavolo che è giustissimo, ma direi proprio di impegnare la Giunta a sostenere la manifestazione di interesse per la candidatura ai Giochi invernali olimpici e paralimpici, in maniera che sia esplicita la volontà del Consiglio regionale.
Vengo all'obiezione del Consigliere Bono, che peraltro era nota anche a chi come me non padroneggia l'inglese in questo modo, perché è apparsa tradotta, diciamo così, in molti giornali.
Amici, compagni e colleghi, bisogna prendere una decisione, cioè cerchiamo delle scuse per non fare nulla, oppure vogliamo provare a mettere in campo quelle energie di cui parlavo prima? Perché se noi proviamo la prima strada, intanto esprimiamo una volontà della nostra comunità, discuteremo col mondo dello sport, perché non credo sia scontato, cioè non è che se decidiamo noi poi ci danno le Olimpiadi: dobbiamo discutere col mondo dello sport italiano e andare avanti, però l'importante è partire esprimendo come diceva benissimo il Consigliere Vignale - la nostra volontà, la volontà della nostra comunità, che è quella - io credo - di sostenere il raggiungimento di questo obiettivo.
Quindi la prima cosa che chiedo è questa.
Secondo. Non voglio fare la storia però, se noi vogliamo avere delle chance voglio essere molto chiaro, l'ho detto in un'intervista e lo ripeto qui non possiamo dire che l'edizione del 2006 è stata un'edizione poco trasparente. Primo perché non è vero, cioè non si può dire.



(Commenti del Consigliere Campo)



CHIAMPARINO Sergio, Presidente della Giunta regionale

Mi spiace, Consigliere Campo, perché non si può dire che non è stata trasparente, non si può dire che è stata un'edizione di spreco, perché i dati parlano chiaro. Allora, li ha già detti la Consigliera Accossato e io non aggiungo niente. Il TOROC ha avuto un avanzo di gestione e l'Agenzia 2006, su un miliardo e mezzo circa di budget di investimenti, sta risparmiando parecchie decine di milioni, sapendo che poi quei soldi non sono stati sprecati, ma hanno costruito degli impianti, hanno costruito dei villaggi che, in ampia parte, sono riutilizzati.
Mai nessuno lo ricorda, si parla sempre delle tre palazzine del MOI, ma nessuno parla delle 500 famiglie e delle persone che erano in lista per l'ATC e che hanno trovato la casa popolare. Nessuno parla delle migliaia di studenti che hanno trovato una residenza universitaria! Perché non vengono fuori questi dati? Solo per dare qualche dato.
Quindi, se non partiamo di qui, cioè se non partiamo dal fatto che quella è stata persino in termini sportivi - e, ripeto, persino in termini sportivi un'edizione dei Giochi Olimpici che, non per merito mio, ci mancherebbe altro, ma per merito di tutti, il CONI e il CIO ricordano come esemplari nella storia recente delle Olimpiadi invernali, le nostre possibilità di avere l'interesse del mondo sportivo italiano e internazionale rispetto a questa candidatura, e quindi anche di cambiare quella clausola, nel senso di spostare la sede decisionale, difficilmente la otterremo. Questo per essere molto chiaro.
Vorrei anche dire che concordo con il fatto delle edizioni low cost, che non vuol dire "zero cost". È chiaro che, anziché un miliardo e mezzo avendo già molti degli impianti, ne basterà un terzo; adesso dico per dire non sono in grado di fare previsioni e non mi azzardo.
Impatto ambientale zero non è possibile, ma è chiaro che, avendo già tutti gli impianti, non ci sarà bisogno di abbattere altre foreste per costruire il bob, anzi semmai - devo dire che l'ho sempre detto - era meglio fin dall'inizio prevedere 20 milioni per il reambientamento. Comunque, questo fa parte di quelle lezioni ed esperienze di chi fa, perché solo se si fa si può apprendere e si possono utilizzare per il futuro.
Quindi, vorrei che sia chiaro: possiamo avere l'ambizione della candidatura, perché nel 2006 abbiamo fatto un'edizione, ripeto, ricordata come esemplare; abbiamo, tutto sommato, un insieme di impiantistica che con interventi relativamente modesti, possono essere rimessi in grado di ospitare dei Giochi e molto semplicemente adattati al livello delle tecniche sportive che ci saranno nel 2026.
Infine, terza cosa e ho finito: auguro, spero e auspico che domani il Consiglio metropolitano di Torino tutto, tutto, sostenga la volontà della Sindaca Chiara Appendino di portare avanti la sua manifestazione di interesse.
Lo dico molto esplicitamente, e mi auguro che anche il Consiglio comunale di Torino rimedi a quella lacerazione che non ha fatto bene alla credibilità complessiva della Città, ma che si può rimediare, perché è fondamentale, come dicevo all'inizio, il gioco di squadra. Anzi, ho detto "gioco di squadra" e mi scuso, perché è un termine un po' abusato, che ormai sta diventando anche un po' fastidioso alcune volte, me ne rendo conto. Però è indispensabile dare il segnale che la nostra comunità è tutta impegnata, che ha la consapevolezza di quello che dicevo all'inizio, cioè che questo può essere un obiettivo che fa scaturire energie vitali, che ci sono e che hanno bisogno di ritrovare una sfida per se stesse.
Sinceramente quindi spero che il documento che ci apprestiamo ad approvare possa aiutare la Città di Torino, tutta, a sentirsi più forte nel fare questa scelta; ripeto, nel sentirsi più forte nel fare questa scelta.
Finisco con un augurio; non faccio nomi, perché non voglio danneggiare nessuno, ma l'augurio che mi sento di fare è a chi sarà il Sindaco nel 2022 di poter andare a Pechino e provare le stesse emozioni che ho provato io a Salt Lake City, sbandierando la bandiera olimpica ed atterrando con la bandiera olimpica che, nel rullaggio dopo il decollo, svettava dalla cabina di pilotaggio dell'aereo dell'Air France che ci riportava da Parigi.



PRESIDENTE

Farei il Sindaco solo per andare a Pechino, Presidente! Consigliere Valle, è disponibile a modificare l'atto di indirizzo? Si avvicini al banco della Presidenza.
La parola al Consigliere Valetti.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Credo che la questione non sia tanto nell'essere contrario o favorevole alle Olimpiadi e agli eventi olimpionici in sé, ma quello che stupisce un po' è tutta l'euforia e l'emozione che ci mette la parte politica che le Olimpiadi del 2006 a Torino le ha organizzate, gestite e si è vista protagonista dei risultati economici che sappiamo.
Non capiamo questa euforia, perché i numeri del debito sono chiari, e noi li enunciamo, perché contiamo, rispetto ai 500 milioni previsti per le Olimpiadi del 2006, una spesa finale di 3,5 miliardi, di cui 1,5 in organizzazione e due miliardi di spese di infrastrutture.
Il debito era così ripartito: 1,4 a carico dello Stato, 200 milioni a carico del Comune, 300 milioni da privati, 150 milioni da altri enti.
Questi numeri noi li citiamo e probabilmente il ritorno economico in Piemonte e in Italia è stato anche maggiore, però siccome la parte politica che sostiene il successo delle Olimpiadi non cita questi numeri, noi poniamo perlomeno un dubbio che questa crescita economica ci sia stata e che questi investimenti abbiano portato un effettivo beneficio, perché non troviamo delle analisi che concretizzino questo beneficio in soldi.
Quindi, permetteteci almeno di avere questo dubbio, come parte del Movimento 5 Stelle. Crediamo che anche il dialogo all'interno della nostra parte politica rifletta questo dubbio, perché prima di generare questi debiti, è meglio avere qualche dubbio. Quindi, qualche lite in Consiglio è molto meglio di 1,5 miliardi di debito pubblico.
Detto ciò, perché ci stupisce tanto? Ci si stupisce che scandalizzino i dibattiti anche accesi all'interno del Movimento 5 Stelle, perché i nostri Sindaci si sono semplicemente fatti portavoce di un territorio che chiedeva delle valutazioni, territori che a volte la pensano diversamente da noi nel fare delle valutazioni economiche, che è una cosa che dei buoni amministratori fanno generalmente, prima di buttarsi in avventure economiche di dubbio risultato.
I problemi all'interno del Movimento 5 Stelle sono risibili rispetto a quelli che ha avuto il PD dopo le Olimpiadi. Basta ricordare le dichiarazioni emerse da un esponente PD del Comune di Torino, Lorusso, che citava come la crescita esponenziale del debito del Comune e delle amministrazioni nasceva proprio durante il periodo delle Olimpiadi, durante l'amministrazione Chiamparino. Mi sembra che i problemi all'interno del PD siano un po' più grandi dei problemi del Movimento 5 Stelle, che non ha generato neanche una lira di debito pubblico.
Bisogna fare attenzione ad avere troppa euforia, perché o sosteniamo che le Olimpiadi sono buone in sé, ma l'amministrazione Chiamparino e il PD sono stati incapaci di gestire la spesa pubblica, oppure le Olimpiade sono un problema in sé. Non so quale delle due tesi preferite. Forse preferisco quella delle Olimpiadi che potrebbero essere fatte bene, se sono gestite da amministratori competenti e con rispetto della finanza pubblica e dei soldi pubblici.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Campo; ne ha facoltà.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Sono contento, anzi direi che, almeno dal punto di vista sportivo, le Olimpiadi del 2006 siano state un grande successo. Direi che l'elemento fondamentale delle Olimpiadi dovrebbe essere la parte sportiva. Sotto questo profilo, meno male.
Parlo da un punto di vista leggermente diverso da chi è torinese che magari, è più coinvolto. Il grosso del discorso olimpico si tenne qui, ma da rappresentante di aree che sono state, da allora a oggi, fortemente marginalizzate e penalizzate, non posso che esprimere alcune perplessità.
Posso rispettare la scelta della nostra Sindaca che, tra l'altro, anche perché ha smentito la proposta della Camera di Commercio, ha posto dei paletti molto seri, anche solo per la manifestazione di interesse nei confronti di quello che dovranno essere vincoli fortissimi per un'eventuale ed effettiva proposta di partecipazione ai Giochi olimpici.
I numeri del 2006, cari signori, ci dicono che quelle Olimpiadi sono state la fiera del buco di bilancio. Seicento milioni e poi due miliardi e mezzo oltre tre miliardi, a seconda di cosa contiamo e cosa non contiamo! Anche di questo, com'è già stato detto, non c'è stato un vero bilancio.
Alla fine non sappiamo che cosa hanno portato; sappiamo che hanno portato sicuramente nuovo debito per gli enti pubblici e che sia, signori, debito dell'Italia, della Regione o del Comune sono sempre soldi che, alla fine paghiamo noi, e direi che li stiamo pagando fin troppo! Di debiti ne abbiamo fatti per qualunque cosa, giustificandoli con "questo è fondamentale", "questo è necessario", "questo dà slancio", "questo è meraviglioso". Vorrei un po' meno di meraviglia e un po' più di serietà nell'affrontare le cose.
Poiché parliamo di Olimpiadi sostenibili, di eventi "fighissimi" che avranno impatto zero dal punto di vista ecologico o quasi zero perch parliamo di edifici a consumo quasi zero o parliamo di impatto quasi nullo sulla finanza pubblica, faccio notare che in tutto ciò il Movimento 5 Stelle, a oggi, non ha fatto nulla, ma dimostra che non si è fatto praticamente niente in questo senso fino ad oggi.
Torino è una delle città più inquinate d'Italia e faccio notare che quando la nostra Sindaca ha preso un provvedimento a cinque stelle per cercare di mitigare l'inquinamento da traffico, è stata contestata da tutti quanti compreso il Consiglio regionale.
A me preoccupa quando coloro che sono all'opposizione in Comune, di colpo si fanno paladini di un evento che, tendenzialmente, porta gloria alla maggioranza nascondendosi dietro il fatto che è bellissimo, che ha ricadute sul territorio e cose del genere. Sembra più che si voglia cercare - con nuovi investimenti, nuove spese e responsabilità a qualcun'altro - di coprire le magagne che fino a ieri erano tali, signori.
I problemi dell'eredità olimpica, fino a ieri, erano magagne; oggi, di colpo, sono tutte opportunità perché bisogna spenderci un sacco di altri soldi, ma fino a ieri era: "Cosa facciamo per risolvere i problemi di questo o quell'impianto? Cosa facciamo per risolvere questo o quell'altro?".
È evidente che sui miliardi spesi qualcosa di buono sarà anche uscito qualche struttura siamo riusciti utilizzarla, ma grazie al cielo! Grazie al cielo che abbiamo fatto qualche residenza universitaria e abbiamo dato qualche casa popolare! Ma i problemi dell'eredità olimpica ci sono e io sono preoccupato dal fatto che, quando si dovrà realizzare il progetto, non venga fuori che quelle strutture che si dice vogliamo riutilizzare non le si debba demolire e ricostruire, o che non si debba dire: il posto ormai è inadatto, bisogna fare qualcosa di nuovo.
La dinamica del 2006 fu quella. Ammiro il coraggio della nostra Sindaca che ha questo sogno, che credo abbiamo anche tutti noi, di poter dire magari "noi lo faremo in modo diverso".
Sono preoccupato dal fatto che mentre governiamo il Comune, non governiamo la Regione e la Città metropolitana. Nella Città metropolitana dipendiamo da altri anche per poter fare le cose. Questa concordia istituzionale mi preoccupa parecchio. Quello che vogliamo dire è che, magari, qualche momento di riflessione in più ci può stare ed è positivo.
Guardate che nel Movimento 5 Stelle la cosa bella, quando tutti ci dicono che siamo teleguidati o che ci piovono cose dall'alto, è che si discute.
Gli argomenti si sviscerano! Questo è il concetto.
Vogliamo fare tavoli? Guarda caso, quando c'è da fare un tavolo su qualche altro momento, lo spazio non c'è (memore la recente proposta di legge sull'integrazione degli stranieri residenti in Piemonte). Per queste cose si trova il tempo. Bisogna fare un tavolo? Deve metterci lo zampino anche la Regione perché e per come.
Faccio notare che questa Regione, per la mia Provincia, ha fatto un "beato tubo" negli ultimi anni! Una Provincia che ha un'autostrada interrotta, che ha il raddoppio del Tenda bis che si è piantato, che ha una ferrovia internazionale verso Nizza, che dovrebbe essere una linea internazionale Torino-Cuneo-Nizza, che non va da nessuna parte e a cui, anche in questo bilancio, andremo a togliere dei soldi destinati per le manutenzioni (5 milioni).
Mi chiedo, quindi, di cosa stiamo parlando. Ragioniamoci bene prima di avere questi slanci emotivi bellissimi, "dobbiamo stimolare"! Ragazzi, ma se non siamo capaci.
Io vorrei vivere in un Paese normale, dove organizziamo le Olimpiadi perch abbiamo la casa in ordine, perché vantiamo un sistema che funziona e che possiamo mettere a disposizione! Non perché abbiamo un sistema da ristrutturare grazie agli investimenti per le Olimpiadi! Lo capite? C'è una differenza colossale tra il nostro approccio, che è quello di mettere le cose a posto e poi fare anche queste cose meravigliose, e il vostro approccio per cui, poiché abbiamo dei disastri, è un'opportunità per mettergli una pezza! È questo che mi scandalizza di questi approcci e di queste discussioni! Anche perché, sotto sotto, c'è un lieve fine - magari politico - di cercare di far vedere che il Movimento è spaccato. Ma il Movimento non è spaccato: il Movimento su queste tematiche discute, anche animatamente, e poi arriva a delle conclusioni.
La nostra Sindaca farà la manifestazione di interesse, ma ha già detto che le condizioni saranno ferree: e quando si dovrà arrivare alla candidatura vera e propria, non pensate di cavarvela con qualche "polemicuzza" in Consiglio, perché conteranno i numeri, e su quello non transigerà nessuno che sia in ruolo di governo o che sia in ruolo di opposizione!



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Campo.
Ha chiesto la parola il Consigliere Segretario Bertola, che interviene in qualità di Consigliere ; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Trovo che la discussione sia molto interessante, quindi non voglio far scendere la tensione solo dicendo che, in realtà, siamo già più avanti: perché, comunque, la Sindaca Appendino ha già detto che invierà la lettera dopo il Consiglio metropolitano, dove peraltro si svolgerà la discussione quindi saranno coinvolte le Amministrazioni della Città metropolitana perché sono rappresentate all'interno del Consiglio metropolitano. Dunque riceviamo e discutiamo di questi atti di indirizzo ma, in realtà, si è già oltre.
Al di là di questo aspetto, visto che comunque la discussione è interessante, vorrei portare degli elementi utili, o perlomeno continuare a portare la posizione del nostro Gruppo consiliare.
Qualcuno ha detto: "Non capisco perché si continui a parlare del passato".
Per un motivo semplicissimo: il passato è sotto gli occhi di tutti. In genere, si dice che la storia dovrebbe essere maestra di vita; dovrebbe cioè, aiutare a non ripetere certi errori. Però ci vorrebbe anche la disponibilità, da parte di chi ha commesso quegli errori, di ammetterlo ovvero di dire, una volta tanto, mea culpa, ho sbagliato.
Perché l'oste Chiamparino dice che il vino è buonissimo, però ci sono parecchie damigiane che sono andate in aceto: ce ne sono parecchie! Qui c'è un filo rosso che lega tutte le polemiche e i dibattiti politici degli ultimi mesi proprio sui fatti e sugli atti del Comune di Torino e dell'Amministrazione di Torino.
Sembrerà strano, ma parlando di Olimpiadi si va addirittura a parlare di GTT, perché nella pesante eredità che ha ricevuto l'Amministrazione 5 Stelle di Torino, in termini di bilancio, c'è anche la questione relativa a GTT e ai vari disallineamenti di bilancio. Ma attenzione, perché qui non sono i Grillini o il Movimento 5 Stelle a fare certe affermazioni, ma sono invece autorevoli esponenti del Partito Democratico, che lo hanno fatto pensando di non essere ascoltati, giacché quando uno parla al telefono non pensa che qualcuno, dall'altra parte, stia ascoltando. Una volta si diceva "saluta il maresciallo" quando si parlava al telefono, perché lì c'era il maresciallo che ascoltava.
Qualcuno ha detto, in piena libertà, che certi problemi nei conti di Torino erano nati con le Olimpiadi e che poi qualcuno aveva cercato, in qualche modo, con l'arte dell'"arrangiuma", di nascondere le cose. Quindi c'è qualcosa, c'è questa eredità! Perché oggi, oltre a dire "mettiamo insieme le energie, facciamo squadra mettiamo insieme l'entusiasmo", forse si dovrebbe anche dire che qualcuno ha sbagliato, che non proprio tutto il vino era buono: un po' era buono, un po' lo era meno, diciamo.
Se oggi dobbiamo immaginare di fare delle Olimpiadi per porre rimedio, per mettere una pezza o per continuare a riusare delle strutture togliendone altre dall'incuria, vuol dire che qualcuno ha sbagliato! Vuol dire che qualcuno dal 2006 al 2026 ha sbagliato! Parliamo di vent'anni! Siamo i primi, di solito, a parlare di "riuso" o di "riutilizzo", perch sono concetti radicati nella nostra filosofia di economia circolare, quindi ben vengano. Ma se per riusare e riutilizzare c'è bisogno di fare un bis delle Olimpiadi - nella storia non è che ce ne siano tanti di bis olimpici a distanza di vent'anni! - è perché qualcuno ha sbagliato. E questo qualcuno non è chi adesso sta cercando di prendere in mano la situazione ascoltando i territori, ascoltando anche le varie sensibilità che ci possono essere all'interno, ma è chi le ha organizzate prima.
Quindi da voi, sotto questo punto di vista, non accettiamo nessuna lezione né di amministrazione, né di coesione, né di entusiasmo! Non lo accettiamo da voi.
Io ho piena fiducia nella Sindaca Appendino, piena fiducia. E rispetto anche la sua volontà di mandare questa manifestazione di interesse, di andare a vedere quali sono le condizioni per vedere se si riescono a fare delle Olimpiadi a "zero debito per gli enti territoriali", con riuso e sostenibilità per l'esistente, per la tutela e il ripristino del paesaggio dell'ambiente, per la promozione del turismo. Io ho fiducia in lei: è in voi che non ho fiducia! Siete voi che mi preoccupate. Il contesto è questo.
Nutrire qualche preoccupazione è più che legittimo. Ma se c'è una cosa sicura, è che non accettiamo nessuna lezione da voi!



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Ravello; ne ha facoltà.



RAVELLO Roberto Sergio

Questo pomeriggio non ho avuto la pretesa di considerare un mio intervento utile a smuovere qualche coscienza o a indirizzare qualche posizione, tanto che avrei pensato di starmene serenamente da parte e di osservare lo svolgersi del dibattito; dibattito che, però, mi aspettavo trasmettesse qualcosa di più.
Avevo qualche aspettativa rispetto a ciò che ritenevo dovesse emergere dal confronto di questo pomeriggio, perché ritenevo che il confronto di oggi potesse essere anche la prova di maturazione di un Movimento che dalle piazze è arrivato a guidare il nostro capoluogo e ambisce addirittura a guidare una nazione. Ma ho sentito argomentazioni talmente deboli, da portarmi non solo a considerare questo dibattito tendente all'inutilità, ma persino da portarmi a dare ragione al Presidente Chiamparino, con il quale abbiamo avuto confronti notturni, diurni sulla trasparenza dei bilanci del TOROC, sulla buona o cattiva gestione dell'evento del 2006 e al quale mi permetto di dire che non sia corretto rimuovere gli errori, che pure ci sono stati, cancellarli dalla memoria collettiva, ma nemmeno dalla sua memoria individuale (credo lo debba a se stesso), ma allo stesso modo credo che sia profondamente scorretto ricordare solo quelli e, tra l'altro, nel farlo, negare che Torino abbia superato una crisi post-industriale anche grazie all'evento del 2006.
Credo che, in realtà, non solo sia strumentale, ma soprattutto nasconda la paura di mettersi alla prova e di dimostrare al resto del mondo di essere capaci di fare meglio di chi c'è stato prima di noi.
Allora, se è questo il motivo per cui si usano motivazioni strumentali per sostenere una tesi, devo dire che abbiamo perso in partenza e che, dalla mia ridotta opposizione, credo di potermi permettere di consigliare a tutti di lasciar perdere, perché se queste sono le premesse, ciò che ci aspetta non potrà che essere decisamente peggio.
Dirò di più: se queste premesse si basano su alcune argomentazioni che ho avuto il dispiacere di sentire, che hanno portato addirittura a misurare le ricadute delle Olimpiadi dal numero di campioni, e quindi di medaglie ottenute dalla nazionale italiana nei momenti successivi, mi cadono le braccia, perché sarebbe come misurare le ricadute e il successo del Festival di Sanremo sulla base del numero dei dischi venduti dai cantautori liguri.
Gli elementi su cui basarsi per una decisione dovrebbero auspicabilmente essere altri, dovrebbero basarsi su elementi oggettivi, dovrebbero basarsi su una serena analisi di ciò che è stato fatto male. Sono stati citati alcuni casi e alcune realizzazioni e ne posso citare altre, perché sono diverse: non solo il trampolino di Pragelato, la pista di bob di Cesana, ma anche più in piccolo. Esperienze che hanno comunque violato parti dei territori; penso al freestyle di Sauze o al biathlon di San Sicario.
Insomma, esperienze; esperienze, però, di cui una forza di governo capace di raggiungere la necessaria maturazione per portare a termine un compito che le è stato affidato dagli elettori e da tutta la comunità, dovrebbe fare tesoro.
È evidente che se le ultime Olimpiadi sono state capaci di avvicinare le due Coree, non saranno le prossime in grado di avvicinare le diverse anime del Movimento 5 Stelle.
Ho fatto una battuta che mi è piaciuta talmente tanto che ho perso il filo del discorso; avrei voluto dire un'altra cosa altrettanto carina, ma purtroppo me la sono scordata. Me la terrò per il prossimo dibattito magari nella prossima legislatura.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Conticelli; ne ha facoltà.



CONTICELLI Nadia

Vorrei fare solo alcune considerazioni, visto che molto è già stato detto anche dai colleghi su cui naturalmente concordo.
Uno spazio brevissimo lo dedico a quello che, invece, è stato l'argomento principale da parte di altri colleghi, perché se vogliamo fotografare l'esito delle Olimpiadi 2006 solo come deficit pubblico, dato che ci richiamiamo tanto alle analisi, dimentichiamo che quello è stato un investimento per un'ampia parte della Città metropolitana e della Città.
Al di là delle analisi e dei dati a cui ci aggrappiamo sempre come fossero delle zattere, la politica deve anche avere la capacità di vedere accompagnare e saper prevenire le trasformazioni. Ampia parte di questa città è stata infrastrutturata, grazie a quell'evento che ha portato Torino su un palcoscenico internazionale.
Certo, dopo il 2006 è venuto il 2008, c'è stata la crisi, c'è stato il taglio drastico dei trasferimenti agli Enti locali e questo naturalmente ha gravato sul bilancio, in particolare del capoluogo, ma non vedere oggi gli effetti positivi di quegli investimenti su parte della città e su gran parte dell'area metropolitana è miopia. Dedico poco spazio a questo, perch credo che se la politica continua a guardare avanti con la nuca invece che con gli occhi, faremo sempre come i gamberi.
Voglio, invece, parlare di questa opportunità che l'area metropolitana di Torino ha, quella del 2026. Leggiamo dalle cronache che Milano ha già pronta la candidatura. Credo che Torino dovrebbe guardare con interesse e con sinergia a Milano e credo, da quello che ho potuto leggere sui giornali perché documenti ufficiali non ne abbiamo - che anche nella proposta di candidatura che la Sindaca Appendino e i suoi uffici hanno approntato, c'è questa visione di puntare in particolare sull'area nord.
L'area metropolitana di Torino ha le montagne, ha grossi impianti che possono tornare a essere utilizzati per lo scopo per cui erano stati costruiti; inoltre, ha un'ampia parte della città, la zona nord, da infrastrutturare, che potrebbe questa volta costituire un po' la chiave di volta, così come nella passata Olimpiade fu la zona sud.
Non a caso, questi ampi spazi, che potrebbero ospitare anche alcune delle strutture temporanee, nella candidatura di Torino sono concentrati lì. E l'area nord naturalmente guarda a Milano, quindi piuttosto che una corsa tardiva rispetto a Milano - tardiva perché noi siamo ancora qua che discutiamo sull'Olimpiade del 2006 invece di ragionare su quella del 2026 bisognerebbe fare una sinergia, come peraltro suggerisce e chiede di esperire anche il documento presentato dai Consiglieri della città di Torino.
Opportunità vuol dire progettualità, perché altrimenti continuiamo a fotografare una situazione che c'è di difficoltà (di manutenzione, di problematiche infrastrutturali), ma non siamo capaci di vedere le possibilità di sviluppo che da lì possono garantire nei prossimi anni un volto diverso a quei territori, anche per tornare a investire sul turismo come la Regione ha fatto, senza dimenticare il capoluogo. Viceversa condanniamo le varie misure che abbiamo fatto a restare misure tampone piccole, senza mai avere una visione complessiva.
Credo che il documento faccia bene a individuare la strada della concertazione di un tavolo, perché questo fanno le istituzioni. Nessuno pu dire chi ci sarà nel 2026 né qui né al Comune di Torino, neanche quei Sindaci dell'area metropolitana che stanno spingendo perché si vada in quella direzione.
Tuttavia la politica, se guarda alla progettualità, deve anche pensare di mettere il suo pezzettino, al di là dell'ultimo della fila che taglierà il nastro o che sventolerà la bandiera. E credo che in coscienza ciascuno di noi debba fare il suo pezzettino: non è una questione di colore politico ma di saper guardare e immaginare il territorio con occhi diversi.



PRESIDENTE

Mettiamo dunque in votazione i due atti di indirizzo; il primo, quello del collega Valle ed altri, così come modificato, e precisamente: "Impegna la Giunta regionale del Piemonte a sostenere la manifestazione di interesse della Città metropolitana e della città di Torino a ospitare i Giochi olimpici invernali 2026 e concordare con le Amministrazioni di Torino e della Città metropolitana l'apertura di un tavolo"; poi, dopo "Giochi olimpici 2026", abbiamo cancellato "per valutare l'opportunità di una" quindi sulla candidatura della città di Torino.
Si tratta dunque di un documento molto più incisivo.
Indìco la votazione palese sulla mozione n. 1316, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
L'altro documento è l'ordine del giorno della collega Ruffino.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 1327, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Esame ordine del giorno n. 1320 presentato da Caputo, Allemano, Appiano Barazzotto, Baricco, Boeti, Conticelli, Gallo, Monaco, Ravetti, Rostagno e Valle, inerente a "Grave situazione Italiaonline S.p.A.. Attivarsi con urgenza affinché venga aperto un tavolo regionale di confronto con tutti i soggetti coinvolti"; ordine del giorno n. 1326 presentato da Frediani Andrissi, Bertola, Bono, Campo, Mighetti e Valetti, inerente a "Emergenza chiusura sede torinese di Italiaonline, richiesta di intervento Giunta"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 1320 e dell'ordine del giorno n. 1326, di cui al punto 11) all'o.d.g.
Sono gli atti di indirizzo relativi alla vicenda di Italiaonline.
La parola alla collega Caputo per l'illustrazione dell'ordine del giorno n.
1320.



CAPUTO Valentina

Grazie, Presidente.
La questione di Italiaonline ormai è nota alle cronache da diverso tempo e oggi abbiamo avuto modo di audire i sindacati e i lavoratori che erano qui fuori dal Palazzo e manifestavano come in uno dei tanti presidi che ultimamente si stanno susseguendo. Ero presente con loro anche allo sciopero del 7 marzo al presidio davanti alla loro azienda.
È una situazione sconvolgente, anche perché la società è nata dalla fusione per incorporazione di Italiaonline S.p.A. e SEAT Pagine Gialle S.p.A., la quale - dobbiamo ricordare - è nata nel 1925 e quindi fa parte della storia di Torino, della nostra città.
Cosa succede? Con la IOL, dal 30 agosto 2016, la società ha avanzato la richiesta di cassa integrazione per riorganizzazione aziendale. Attualmente con il MISE è ancora in corso un accordo siglato per la cassa integrazione esattamente per 104 lavoratori, che fino al 18 giugno saranno in cassa integrazione straordinaria a zero ore.
Il 6 marzo in Assolombarda si è tenuto un altro tavolo e anche qui è stato illustrato un piano di riorganizzazione che pare non fosse assolutamente chiaro. Ma quello che è più sconvolgente - come ci hanno detto oggi i sindacati - è che pare che Torino sia stata definita non un problema.
Viceversa Torino è "il" problema in questo momento, perché i numeri parlano chiaro: 489 lavoratori attuali nella sede di Torino, 248 esuberi su Torino 152 in tutto il resto d'Italia e soprattutto 241 trasferimenti (così definiti).
Ecco, speriamo ovviamente che i trasferimenti non evolvano in un epilogo peggiore traducendosi in licenziamenti, cosa che sembra abbastanza ovvia proprio perché la sede è stata trasferita nel Milanese, esattamente ad Assago.
Infatti non è facile per i lavoratori pensare di fare i pendolari, perch sappiamo che i costi sono comunque molto importanti: soltanto per parlare di abbonamenti treno Frecciarossa, se dovessero prendere il treno veloce siamo sui 380 euro circa per un abbonamento settimanale dal lunedì al venerdì. Ma non basta, perché bisogna prendere la metropolitana (altra mezz'ora di strada) per raggiungere Assago e anche qui aggiungere altri costi; costi mensili intorno ai 37,50-40 euro, quindi una somma importante da dover sostenere a livello personale per un lavoratore. Tutto ci naturalmente fa pensare che molti dovranno fare una scelta assolutamente difficile e, magari, doversi licenziare.
Abbiamo inoltre appreso che la maggior parte del personale è composta da donne e questa è un'altra nota dolente, proprio perché ovviamente si tratta di donne che hanno un carico familiare pesante, che può riguardare figli o anziani o figli e anziani; un sovraccarico familiare con cui devono combattere ogni giorno, quindi diventa più difficile pensare a una vita da pendolari.
Oltretutto, ricordiamo anche che i mezzi di trasporto, i treni, non sempre sono puntuali e facilmente comodi per poter permettere, a lungo termine, di fare una scelta del genere per una famiglia.
Inoltre, quando oggi parliamo di occupazione femminile, parliamo di inserire maggiormente le donne nel mondo del lavoro. L'anno scorso si è toccato il record e secondo i dati dell'ISTAT siamo intorno al 48,8 per cento rispetto al 66,9 degli uomini. Quindi, obiettivamente diventa complicato poter pensare di avere una prospettiva simile in un momento in cui occorre agevolare l'occupazione femminile, ma soprattutto i servizi che gravitano attorno al fatto che una donna possa essere occupata.
Quindi, questo è sicuramente uno dei fattori importanti, su cui noi dobbiamo soffermarci e con i quali dobbiamo sostenere i lavoratori.
Il nostro partito è sempre stato attento anche a questa situazione: ci sono stati dei question time nei mesi precedenti. La Regione - dobbiamo dirlo è sempre stata presente ai tavoli di trattativa, mentre dall'altra parte l'azienda si dimostrava essere talvolta sorda o addirittura invisibile.
Questo è un dato drammatico, perché in una società in cui anche oggi si cerca di investire su formule alternative di rinnovamento del mondo del lavoro, come lo smart working, per esempio, che è stato molto finanziato anche dal Governo. Il telelavoro era una modalità di lavoro che la SEAT Pagine Gialle aveva, ma che Italiaonline invece ha tolto. E oggi non sembra neanche aver reinvestito in modalità innovative, per poter pensare di dare delle nuove prospettive a questi lavoratori che, ricordo, lavorano da tantissimi anni in quest'azienda, con professionalità che sono cresciute e che sarebbero oggi da valorizzare, invece che penalizzare in questa direzione. Parliamo di lavoratori che hanno un'età media intorno ai 45-47 anni, difficili da ricollocare nel mondo del lavoro.
Allora, è proprio in questa direzione che noi chiediamo, con l'ordine del giorno, di aprire un tavolo di trattativa al quale possano prendere parte tutti i soggetti che sono interessati da questa drammatica situazione e auspichiamo che il prossimo 20 marzo (il tavolo era convocato al MISE il 16, ma è stato posticipato al 20) questa società possa in realtà essere presente e magari cercare di trattare su un piano di riorganizzazione aziendale che possa essere chiaro, dettagliato e, ovviamente, ovviamente oggetto di discussione con la Regione, che ricordo ha sempre fatto la sua parte: l'Assessore competente e il Presidente Chiamparino hanno sempre partecipato ai tavoli, ma spesso trovandosi un muro dall'altra parte.
Per noi la situazione è drammatica; non possiamo permetterci che il tessuto socio-economico della nostra Torino e anche del Piemonte possa vivere quest'altra situazione drammatica.
Quindi, cerchiamo di avviare un tavolo ed esprimiamo, ovviamente, la nostra vicinanza ai lavoratori, ma soprattutto la contrarietà al fatto che ci possa essere una ristrutturazione aziendale che determini dei licenziamenti e quindi una perdita di posti di lavoro. Tali professionalità devono essere valorizzate e non possiamo penalizzare chi, invece, ha sempre lavorato in maniera onesta per questa azienda.



PRESIDENTE

Grazie, collega Caputo.
La parola alla Consigliera Frediani per l'illustrazione dell'ordine del giorno n. 1326.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Un po' per rispetto dei colleghi che arrivano da lontano e hanno sicuramente un treno da prendere, non per sminuire l'importanza di questo tema, perché come ho detto questa mattina in apertura di seduta, avrei preferito dedicare maggior tempo alla discussione di questi atti di indirizzo, anche se abbiamo ascoltato i lavoratori e dedicato anche loro il giusto tempo, sarò breve.
Nell'impegno chiedo semplicemente alla Regione di essere presente durante tutte le occasioni in cui sarà possibile essere presenti, sostenendo i lavoratori e cercando anche d'interagire con le altre Regioni coinvolte per dare maggiore forza alla lotta che stanno portando avanti questi lavoratori contro la chiusura della sede di Torino e contro i licenziamenti che sospettiamo siano una forma di licenziamento mascherato.



PRESIDENTE

Grazie, collega Frediani.
La ringrazio anche a nome di tutti i colleghi.
Prego, Assessore. No, non ci sono interventi. La collega Frediani non ha presentato l'atto di indirizzo, perché i colleghi giustamente devono andar via, quindi ha rinunciato.
Chiedo a lei (anche se il tema è importante; l'abbiamo conosciuto, lo conosciamo bene, oggi tutti quanti abbiamo assistito) una brillante capacità di sintesi.
La parola all'Assessora Pentenero.



PENTENERO Giovanna, Assessora al lavoro

Grazie, Presidente.
Rispetto ai due ordini del giorno che sono stati presentati, credo che non si possa che essere d'accordo su tutte le cose che sono state evidenziate.
Vorrei rimarcare ancora una volta che in quest'anno e mezzo-due anni, da quando è iniziata la vertenza, la Regione Piemonte ha più volte ribadito la propria disponibilità per cercare di comprendere quale tipo di piano aziendale fossero intenzionati a mettere in atto all'interno della nostra regione. Tuttavia, dopo numerosi solleciti, dopo numerose richieste d'incontro, non è stato possibile precisare nulla.
Chiederei soltanto (quindi, la Giunta non può che esprimere parere favorevole in merito a quanto è stato sottolineato e a quanto è stato evidenziato), per quello che riguarda l'ordine del giorno presentato dalla Consigliera Frediani, di modificare due questioni rispetto all'impegno che si chiede alla Giunta.
Non è tanto il nostro compito quello di assistere i lavoratori l'assistenza ai lavoratori è una competenza del Sindacato, quanto quello di partecipare ai tavoli di contrattazione previsti da qui alla chiusura della procedura, qualora ce ne fosse una aperta; lo voglio sottolineare, perch oggi non risulta essere aperta nessuna procedura, quantomeno sul piano regionale, ma anche sul piano nazionale ho qualche dubbio.
Inoltre, creare i presupposti per accompagnare i lavoratori al prossimo pensionamento non è una competenza che noi possiamo attuare, non è una competenza regionale, ma è una competenza che il Parlamento dovrebbe poi cercare di portare avanti, per individuare gli strumenti.
Quindi, chiederei se fosse possibile modificare questi due aspetti contenuti all'interno del dispositivo previsto dall'ordine del giorno. Se siamo d'accordo, possiamo condividere quanto scritto all'interno dell'ordine del giorno.



PRESIDENTE

Consigliera Frediani, modifica l'ordine del giorno? Prego, venga al banco della Presidenza.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 1320, il cui testo come modificato, verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
Comunico che la Conferenza dei Capigruppo è convocata per giovedì, alle ore 12.30.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 1326, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 19.01)



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