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Dettaglio seduta n.297 del 13/03/18 - Legislatura n. X - Sedute dal 25 maggio 2014 al 25 maggio 2019

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE BOETI



(I lavori iniziano alle ore 9.34 con l'esame del punto all'o.d.g. inerente a "Svolgimento interrogazioni e interpellanze")


Argomento: Beni demaniali e patrimoniali

Interrogazione n. 1912 presentata da Bertola, inerente a "Problema edificio abbandonato con la presenza di amianto tra Strada Debouchet e Via Vinovo del Comune di Nichelino (TO"


PRESIDENTE

Buon giorno, colleghi.
Iniziamo i lavori del sindacato ispettivo proponendo l'esame dell'interrogazione n. 1912.
Consigliere Bertola, trattandosi di un'interrogazione ordinaria, non è prevista l'illustrazione: c'è solo la risposta della Giunta regionale, cui può poi replicare.
La parola al Vicepresidente Reschigna per la risposta.



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale

Grazie, Presidente.
In merito all'interrogazione presentata dal Gruppo consiliare del Movimento 5 Stelle, voglio precisare quanto segue (poi consegnerò un testo scritto molto dovizioso anche di particolari tecnici).
L'edificio abbandonato con la presenza di amianto tra Strada Debouchet e Via Vinovo nel Comune di Nichelino è un fabbricato di proprietà della Regione Piemonte. Su questo edificio il Settore Patrimonio è intervenuto con una determinazione dirigenziale del 20 dicembre 2017, con la quale sono state avviate, tramite procedura MEPA, le procedure per l'affidamento dei lavori per l'eliminazione dell'amianto all'interno della costruzione nonché per il campionamento di terreni limitrofi al fabbricato denominato ex Galoppatoio di Stupinigi.
Sono scaduti i termini per la presentazione delle offerte e sono dunque in corso le procedure. Da parte della Direzione Patrimonio mi viene comunicato che si ritiene che entro il mese di marzo possa essere chiusa la procedura di gara e quindi affidati i lavori.
Si prevede sostanzialmente che i lavori possano incominciare entro il mese di maggio 2018; il tempo presunto per la conclusione dei lavori è previsto in 75 giorni naturali consecutivi, quindi le previsioni indicano che la fine dei lavori dovrebbe configurarsi temporalmente entro il mese di settembre 2018.
Risparmio tutta una serie di particolari e di aspetti tecnici che non ho nessuna difficoltà a consegnare al Consigliere Bertola. Mi permetto solo di fare una considerazione finale.
Nonostante la Direzione Patrimonio abbia utilizzato, tramite le procedure MEPA, tutte le procedure più celeri, data anche la necessità di poter eliminare al più presto la presenza di amianto all'interno dell'edificio e dell'area circostante, a dispetto dell'urgenza dei lavori, ipotizzare dal mese di dicembre che la procedura si concluda entro il mese di maggio significa veramente che noi siamo di fronte a un Paese con procedure burocratiche che di per sé non garantiscono trasparenza e legittimità, ma che a volte stridono rispetto alla necessità e all'urgenza di poter intervenire.



PRESIDENTE

Se vuole, può replicare, Consigliere Bertola.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Ringrazio il Vicepresidente Reschigna per la risposta e non posso che concordare con l'amara riflessione da lui portata relativamente a certe procedure esistenti nel nostro Paese; un'amara riflessione che si va ad aggiungere a un'altra amara riflessione, che è quella che avevo fatto io e che avevano fatto alcuni cittadini del territorio quando constatavano che ancora a settembre 2017 c'era questo problema con l'amianto.
L'amara considerazione era questa: è stato edificato un mastodontico gigantesco centro commerciale che sta portando alla fame molti commercianti di Nichelino e Vinovo e tutto questo non è bastato nemmeno a far rimuovere un po' di amianto da un vecchio edificio.
Io spero, anzi sono sicuro che, anche grazie alla mobilitazione di questi cittadini che avevano fatto una segnalazione al Comune di Vinovo, alla Polizia municipale di Nichelino e all'ASL, si sia partiti con la procedura descritta dall'Assessore Reschigna, che adesso monitoreremo anche noi per verificare che, nel rispetto dei tempi burocratici, il tutto si risolva per il meglio.


Argomento: Strutture ricettive (albergh., extra-albergh., campeggi e villaggi, classif., vincolo) e strutture e impianti turist.

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 1938 presentata da Pichetto, inerente a "Realizzazione del Resort ClubMed di Pragelato"


PRESIDENTE

Bene, entriamo adesso nel cuore della discussione di questa mattina dando la parola al Consigliere Pichetto per l'illustrazione dell'interrogazione n. 1938.



PICHETTO FRATIN Gilberto

Grazie, Presidente.
Innanzitutto devo ringraziare il Vicepresidente Reschigna per la gentilezza di rispondere all'interrogazione a mia prima firma, sapendo che sono ormai agli ultimi Consigli.
L'interrogazione ha un tema. Sui giornali di qualche tempo fa è uscita la notizia che in Francia il Club Méditerranée ha inaugurato l'opera finita che è identica (gemella) a quella del Resort ClubMed di Pragelato, quindi stesso tipo di progetto e pressappoco stesso tipo di investimento, partita contemporaneamente nel 2016 come procedura. L'interrogazione vuole sapere a che punto sono le procedure nel nostro Paese, solo questo.



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente Reschigna per la risposta.



RESCHIGNA Aldo, Assessore alle opere post-olimpiche

Grazie, Presidente.
Rispondo come Assessore con la delega al post-olimpico e quindi come rappresentante della Regione nell'assemblea della Fondazione 20 Marzo, non senza precisare che il sottoscritto si sta occupando di questa vicenda solamente da alcuni mesi a questa parte, perché prima questo tema - e ancora oggi - è seguito da altri colleghi all'interno della Giunta regionale.
Vorrei cercare innanzitutto di ricostruire alcuni elementi, perché quanto l'interrogante chiede, in termini molto semplici, richiede però la consapevolezza di alcuni elementi di scenario.
Primo punto. È corretto, perché così è stata rappresentata la situazione che sull'ipotesi della trasformazione dell'impianto di bob delle Olimpiadi di Torino del 2006, questa trasformazione fosse collegata, in chiave turistica, a un'ipotesi di insediamento da parte di Club Med. È corretto sotto il profilo giornalistico e sotto il profilo della comunicazione.
Vorrei precisare che, trattandosi di un'area pubblica di proprietà della Città metropolitana, su cui c'era e c'è una concessione di diritto di superficie molto lunga a favore di Fondazione 20 Marzo, le eventuali procedure di riutilizzo dell'area non possono che passare attraverso procedure a evidenza pubblica. Non è pensabile che su un tema di questo tipo ci possa essere un rapporto diretto tra Fondazione 20 Marzo e Città metropolitana (perché poi il soggetto proprietario è Città metropolitana mentre Fondazione 20 Marzo è il soggetto che in questo momento ha la titolarità dell'area). È una struttura e una società importante sotto il profilo turistico, perché è notorio a tutti, all'interrogante come a tutti noi, che qualunque operazione immobiliare di questo tipo non può non passare attraverso l'individuazione e una procedura a evidenza pubblica di un soggetto disposto sostanzialmente a realizzare, non solo sotto il profilo edilizio, ma anche sotto il profilo della provvista economica, e quindi dell'investimento finanziario, la trasformazione degli impianti di bob in struttura turistico-ricettiva.
Sotto questo profilo, il tempo trascorso è stato dedicato alla condivisione, rispetto a un'ipotesi urbanistica e progettuale relativamente all'insediamento sull'area. Questo è stato un lavoro certamente prezioso perché ha consentito, in anticipo, di condividere una soluzione di insediamento territoriale di questo investimento, sia con la Sovrintendenza che con la Città metropolitana e con le Direzioni regionali competenti, ed è stato dedicato a chiedere e a ottenere, da parte di Fondazione 20 Marzo un prolungamento della durata della concessione di diritto di superficie per il periodo residuo, perché quella concessione non era considerata idonea a sostenere, sotto il profilo economico, l'intervento.
In questo momento, Fondazione 20 Marzo sta avviando le procedure per l'indizione di una procedura a evidenza pubblica con l'individuazione di un soggetto interessato alla realizzazione e al finanziamento dell'intervento procedure che si sono momentaneamente sospese in relazione alla ipotetica possibile e auspicabile candidatura di Torino per le Olimpiadi invernali del 2026, perché apparirebbe abbastanza stridente, in un momento nel quale vi è un dibattito pubblico che coinvolge le istituzioni, la Città di Torino e la Città metropolitana (e mi auguro anche il Consiglio regionale del Piemonte) attorno a quest'ipotesi, che nello stesso momento si vada ad avviare una procedura di smobilizzo dell'impianto del bob esistente in Comune di Cesana.
Pertanto, recentemente, Fondazione 20 Marzo ha sottoposto alla valutazione dell'Assemblea dei soci fondatori la proposta di sospensione delle procedure, di non avvio momentaneo delle procedure ad evidenza pubblica per l'individuazione di un soggetto, tesa allo scopo di verificare innanzitutto, se ci sarà o meno una candidatura di Torino e delle valli olimpiche per le Olimpiadi invernali del 2026.
Questo è lo stato dell'arte.
Nello stesso momento, avendo modo, a partire dal mese di gennaio, per essere chiaro, di dover proseguire anche le valutazioni e l'iter attorno alla proposta di riconversione del ruolo dell'area, non nascondo all'interrogante e al Consiglio regionale intero il fatto che, sia pur con il prolungamento della durata della concessione di diritto di superficie del suolo, dove oggi c'è l'impianto di bob a Cesana, non vi sia così sicurezza attorno alla sostenibilità di un piano economico e finanziario.
Di conseguenza, che non ci sia così certezza attorno all'ipotesi che si possa concretamente individuare un operatore capace di eseguire, sopportare o trovare un punto di equilibrio economico relativamente a un investimento che, voglio ribadire, sarebbe un investimento totalmente a carico di un soggetto privato su un'area concessa in diritto di superficie.
Questo è lo stato dell'arte. È evidente che, a fronte o meno della presentazione del dossier di candidatura, da parte di Fondazione 20 Marzo e dei soci fondatori, dovrà essere assunta una valutazione, a questo punto definitiva; però - ripeto - qualora si andasse verso una riconversione del sito dell'impianto di bob di Cesana, questa valutazione non può prescindere dal passaggio attraverso una procedura a evidenza pubblica.
Questo è lo stato dell'arte.



(Commenti del Consigliere Pichetto Fratin)



PRESIDENTE

Teoricamente non potrebbe replicare, ma se vuole dire ancora una parola non succede niente, nella prospettiva di abbandonare poi.



PICHETTO FRATIN Gilberto

No, no, Presidente, volevo solo ringraziare per la risposta.
****


Argomento: Edilizia pubblica (convenzionata, sovvenzionata, agevolata)

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 1933 presentata da Valle, inerente a "Affidamenti società in house ATC Piemonte Centrale da parte delle ATC Piemonte Nord e Sud per l'anno 2017" (risposta scritta)


PRESIDENTE

Per l'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 1933 è stata concordata la risposta scritta.
Dichiaro chiusa la trattazione del sindacato ispettivo.



(Alle ore 9.50 il Presidente dichiara esaurita la trattazione del punto all'o.d.g. inerente a "Svolgimento interrogazioni e interpellanze")



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAUS



(La seduta ha inizio alle ore 10.05)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Proposte di modifica dell'o.d.g.


PRESIDENTE

Do atto che l'o.d.g. è stato comunicato con la convocazione.
Chiedo se vi siano proposte di modifica.
Prima di dare la parola al Consigliere Rostagno, comunico che fuori dal Palazzo c'è un presidio dei lavoratori di Italiaonline. Propongo di incontrare la delegazione tra un quarto d'ora/venti minuti. Loro hanno una mezza giornata per poter essere uditi; dopodiché credo debbano tornare a lavorare.
Nell'emergenza, quindi, propongo questo all'Aula.



(L'Assemblea, tacitamente, acconsente)



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Rostagno; ne ha facoltà.



ROSTAGNO Elvio

Grazie, Presidente.
Chiedo che la mozione 1316, "Istituzione di un tavolo di confronto con il Sindaco di Torino per la candidatura di Torino ai Giochi Olimpici Invernali del 2026" vista l'attualità del dibattito e le dinamiche che si sono innescate in favore di altre Regioni, venga messa all'o.d.g. odierno, in posizione antistante rispetto ad altre mozioni.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Chiederei se è possibile avere nell'arco della giornata, non essendo ancora presenti l'Assessore Saitta e l'Assessore Pentenero, una rapida informativa in merito alla situazione dei vaccini.
Essendo superata la famosa data del 10 marzo, avendo visto recentemente un'ulteriore circolare ed essendo a conoscenza di vari problemi in vari istituti e di una situazione ancora più di incertezza, chiederei se fosse possibile avere chiarezza su quest'ultimo periodo, perché ci sono famiglie in difficoltà.



PRESIDENTE

Ci sono due question time al riguardo, uno presentato dal collega Ravello e uno del collega Vignale.
Ha chiesto di intervenire la Vicepresidente Ruffino, in qualità di Consigliera; ne ha facoltà.



RUFFINO Daniela

Grazie, Presidente.
Con il mio Gruppo avevo chiesto la convocazione di un Consiglio regionale aperto per sostenere la candidatura di Torino e delle Valli per i Giochi Olimpici Invernali del 2026. L'argomento è stato portato in Conferenza dei Capigruppo e poi all'Ufficio di Presidenza.



PRESIDENTE

Chiedo scusa, Vicepresidente, vorrei un po' di silenzio, perché mi è difficile gestire l'Aula.
Prego, Vicepresidente Ruffino.



RUFFINO Daniela

Grazie, Presidente.
Ne abbiamo parlato alla Conferenza dei Capigruppo, abbiamo poi affrontato l'argomento in Ufficio di Presidenza e molto probabilmente verrà riportato nuovamente oggi alla Conferenza dei Capigruppo. La richiesta è la calendarizzazione per la prossima settimana. Pensiamo che l'argomento sia assolutamente interessante e che il Consiglio regionale non si debba sottrarre a questa trattazione, valutandola come un'opportunità, anche a fronte degli investimenti del 2006: mi riferisco ai due milioni e 500 miliardi, alle 23.000 persone occupate e alle ricadute per 5.000 miliardi sul prodotto interno lordo del Piemonte.
Ci sarebbe molto altro da dire, ma spero lo si possa fare nel contesto del Consiglio regionale aperto.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Vicepresidente Ruffino.
Oggi affronteremo nuovamente la questione nella Conferenza dei Capigruppo.
Se l'Aula acconsente, per quanto riguarda gli atti di indirizzo, oggi pomeriggio, verso le 17-17.30 affronteremo, come primo atto di indirizzo iscritto, quello relativo alle Olimpiadi e proposto dal Consigliere Rostagno.
L'Aula acconsente? Allora lo mettiamo ai voti. Invito i colleghi a prendere posto. Stiamo mettendo ai voti la richiesta del Consigliere Rostagno.
Chi interviene contro? La parola alla Consigliera Frediani.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
In sede di Conferenza dei Capigruppo avevamo individuato un ordine di priorità di alcuni atti, e infatti ci sono documenti molto importanti che dovremmo discutere oggi in Aula, alcuni riguardanti la sanità e poi il bilancio.
È stato chiesto ai Gruppi di inviare una serie di atti di indirizzo da discutere in Aula. Anche in questo caso ci sono atti di indirizzo richiesti da opposizione e maggioranza.
Sinceramente noi non vediamo l'urgenza e l'utilità di andare a discutere di un tema che, peraltro, non coinvolge in modo così diretto il Consiglio regionale. Ci sembra di sottrarre del tempo prezioso ai cittadini piemontesi che ben altro si aspettano da noi. Poi non so, guardo anche l'Assessore Reschigna, che più volte ha fatto appello al senso di responsabilità delle opposizioni e fatto presente che stiamo marciando tutti nella stessa direzione.



RESCHIGNA ALDO, Vicepresidente della Giunta regionale (fuori microfono)

Non nominare il nome di Reschigna invano!



FREDIANI Francesca

Allora all'Assessore al bilancio, che più volte ha richiamato alla responsabilità, soprattutto dell'opposizione, nel cercare di rispettare le tempistiche.
Guardando e pensando al bene dei cittadini piemontesi, ci chiediamo che senso abbia aprire oggi un dibattito su un qualcosa che non riguarda direttamente la Regione, considerando che ci sono ben altre emergenze e ben altre priorità, come ci ricordano i lavoratori di Italiaonline, che stanno presidiando qui fuori.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Frediani.
Vuole riprendere la parola, collega Rostagno? Prego.



ROSTAGNO Elvio

Grazie, Presidente Per precisare. Intanto riguarda, eccome, la Regione questo dibattito. Non è un'iniziativa possibile che coinvolge una piccola parte del territorio, è un'iniziativa possibile che coinvolge una parte consistente del territorio a valenza italiana e internazionale. Mi sembra che la Regione, sotto questo aspetto, debba dire la sua.
Secondo. La mozione presentata non è assolutamente divisiva. È una mozione che invita a istituire un tavolo che, ovviamente, vede partecipe la Regione in una dinamica nella quale non dobbiamo lasciare soli i Comuni del territorio che sono Comuni piccoli, anche se hanno una forte valenza sotto il profilo turistico o sportivo, e Torino, che noi rispettiamo per la sua peculiarità e per l'individualità che deve avere in questa iniziativa, ma che non deve essere lasciata da sola.
Mi sembra che l'urgenza ci sia, perché se leggiamo i giornali sappiamo tutti che è un dibattito che corre in questi giorni.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Porchietto; ne ha facoltà.



PORCHIETTO Claudia

Condivido appieno quanto ha detto il collega Rostagno, ma vorrei solo ricordare ai colleghi che le crisi si combattono con propositività.
Pertanto, non è che continuare a dire no a qualsiasi cosa risolve le crisi aziendali del Piemonte. Credo che sia importante, come Regione, parlarne e condividere un percorso.
Due settimane fa abbiamo lanciato un appello alle forze politiche affinch si convenisse tutti insieme, si convergesse su una linea che rafforzasse il sistema Piemonte e il sistema Torino, quindi ritengo che si debba andare avanti, ragion per cui appoggiamo sicuramente l'iniziativa.



PRESIDENTE

Ho il difetto di essere democratico; comprendo che la democrazia.
FREDIANI Francesca (fuori microfono) Nessuno di noi ha visto la mozione!



PRESIDENTE

Posso anche sospendere un attimo la seduta, ma se state in silenzio, forse riusciamo a capire qualcosa.
Il Consigliere Rostagno, a nome della maggioranza, non solo del Gruppo del Partito Democratico, ha chiesto l'iscrizione e la discussione nel pomeriggio, quando inizieremo a trattare gli atti di indirizzo, su una mozione relativa alla questione Olimpiadi.
La Consigliera Frediani non è d'accordo. Ho dato la parola alla Consigliera Porchietto, stavo dando la parola al Consigliere Vignale, però mi è stato detto che il Regolamento permette un intervento a favore e uno contro, per cui mi sono fermato. Tuttavia, ho il difetto di essere democratico tanto per una parte dell'emiciclo quanto per l'altra. Dopodiché si è interrotta la discussione, non ho dato più la parola al Consigliere Vignale e adesso mettiamo in votazione.
Chi vota sì vota a favore dell'iscrizione dell'atto di indirizzo e della discussione dell'atto di indirizzo al primo punto.
BONO Davide (fuori microfono) Ci può leggere l'atto di indirizzo?



PRESIDENTE

Non è necessario. Dobbiamo andare avanti con il Consiglio.
Indìco la votazione palese sulla richiesta discussione e di iscrizione e all'o.d.g. presentata dal Consigliere Rostagno. Della mozione n. 1316 Il Consiglio approva.
L'o.d.g. è approvato, così come modificato, ai sensi dell'articolo 58 del Regolamento interno del Consiglio regionale.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo Corgnati, Batzella, Ferrero e Gariglio.


Argomento:

b) Processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

Sono a disposizione e riproducibili, su richiesta, il processo verbale della seduta del 31 gennaio 2018.


Argomento:

c) Modifica assegnazione e funzioni componenti della Giunta regionale


PRESIDENTE

Con decreto 21 del 5 marzo 2018, il Presidente la Giunta regionale decreta che a far data 5 marzo 2018 all'Assessore Balocco e all'Assessora Pentenero sono riassegnate le funzioni, a suo tempo temporaneamente rimesse in conseguenza alla loro candidatura per l'elezione alla Camera dei Deputati.


Argomento:

d) Non impugnativa


PRESIDENTE

Il Consiglio dei Ministri ha esaminato in data 8 febbraio le seguenti leggi regionali: legge 6 dicembre 2017 n. 22 "Istituzione del Comune di Alluvioni Piovera mediante fusione dei Comuni di Alluvioni Cambiò e di Piovera in Provincia di Alessandra"; legge 6 dicembre 2017 n. 23 "Istituzione del Comune di Cellio con Breia mediante fusione dei Comuni di Cellio e di Breia in Provincia di Vercelli" e ha deliberato la non impugnativa.
Il Consiglio dei Ministri ha altresì esaminato in data 22 febbraio 2018 le seguenti leggi regionali: legge 18 dicembre 2017, n. 24 "Autorizzazione dell'esercizio provvisorio del bilancio della Regione Piemonte per l'anno 2018 e disposizioni finanziare finanziarie"; legge 28 dicembre 2017 n. 25 "Incorporazione del Comune di Sabbia nel Comune di Varallo in Provincia di Vercelli" e ha deliberato la non impugnativa.


Argomento:

e) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

f) Ricevimento delegazione Coordinamento associazioni Alzheimer piemontesi


PRESIDENTE

Ricordo che alle ore 13 in Sala Viglione sarà ricevuta una delegazione del Coordinamento associazioni Alzheimer piemontesi in merito all'applicazione della deliberazione della Giunta regionale 37 4207, 14 novembre 2017, a oggetto "Recepimento dell'accordo con il Governo, le Regioni e le Province autonome sul piano nazionale demenze - Strategie per la promozione e il miglioramento della qualità e dell'appropriatezza degli interventi assistenziali nel settore delle demenze".


Argomento:

Approvazione processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g. "Approvazione processi verbali precedenti sedute", comunico che è stato approvato il processo verbale del 23 gennaio 2018.
Sospendiamo la seduta per accogliere, in Sala Viglione, la delegazione dei lavoratori di Italiaonline.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 10.21, riprende alle ore 11.32)



PRESIDENTE

La seduta riprende.


Argomento: Norme finanziarie, tributarie e di contabilita

Esame proposta di deliberazione n. 287, inerente a "Modifiche della deliberazione del Consiglio regionale n. 162-29636 del 13 settembre 2016 inerente i piani di rientro dal disavanzo finanziario al 31 dicembre 2014 e dal maggiore disavanzo al 1 gennaio 2015 a seguito dell'attuazione del riaccertamento straordinario dei residui"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame della proposta di deliberazione n. 287, di cui al punto 4) all'o.d.g.
La parola all'Assessore Reschigna per l'illustrazione.



RESCHIGNA Aldo, Assessore al bilancio

Grazie, Presidente.
La proposta, di fatto, interviene unicamente sulla modifica del piano di rientro del disavanzo finanziario al 31 dicembre 2014, mentre non determina alcuna modifica sull'altro disavanzo, quello da riaccertamento straordinario dei residui.
Voglio ricordare la nostra situazione e il contenuto di questa delibera. I due disavanzi della Regione erano pari a un miliardo e 371 milioni di euro relativo al disavanzo finanziario al 31-12-2014 e le norme a cui ci siamo attenuti prevedevano sostanzialmente la possibilità di coprire questo disavanzo in dieci anni con un'incidenza annuale di 137.199.328,63. L'altro disavanzo era quello da riaccertamento straordinario dei residui e al 1 gennaio 2015 ammontava a 2.077.328.000.
Alla fine del 2017, i tre anni di copertura hanno determinato sostanzialmente come conseguenza il fatto che per il miliardo 371 milioni 993 mila (disavanzo finanziario al 31-12-2014) le tre annualità hanno portato a un disavanzo residuo da coprire pari a 960.395.000 euro, mentre il disavanzo da riaccertamento straordinario è passato da due miliardi e 77 milioni a un miliardo e 750 milioni.
La legge di bilancio per il 2018, approvata dal Parlamento, ai commi 779 e 782 consente alle Regioni, sia pur prevedendo un incremento della capacità di spesa per investimenti, di ripianare la residua parte di disavanzo finanziario, così come accertato alla fine dell'esercizio 2017, non in sette anni (che sarebbe stato il percorso ante questa norma), ma in vent'anni.
Questo, ed è il contenuto vero della delibera che stiamo esaminando oggi in Consiglio regionale, ha un beneficio molto forte sui prossimi esercizi, a partire dal 2018, perché la quota annuale del disavanzo finanziario scenderebbe da 137.199.328,63 a 48.019.765,01. Questo è il cuore della delibera, cioè accogliere l'opportunità che ci è concessa dalla norma introdotta con la legge di bilancio dello Stato per il 2017-2018 e spalmare il residuo importo da coprire del disavanzo finanziario in vent'anni e non in sette anni. A questo punto, noi passeremmo da un'incidenza annuale delle quote di disavanzo di 202.018.000 e rotti a una copertura, a partire dal 2018, di 112 milioni.
Questo è il senso della delibera: accogliere la norma nazionale e dire che come Regione, intendiamo utilizzare il massimo delle annualità consentito dalla legge per coprire il disavanzo finanziario.
È chiaro che questa situazione determina comunque la necessità di affrontare, a partire dal 2019 - perché sul 2018, tranne quattro milioni e rotti di euro, abbiamo già coperto con l'avanzo vincolato le quote annuali l'attivazione di una serie di politiche, perché passare da 202 milioni a 112 milioni è un forte beneficio, ma rimangono comunque da destinare sul bilancio della Regione 112 milioni di euro di quote annuali di disavanzo.
La discussione che abbiamo fatto in I Commissione attorno alla proposta di delibera ha individuato alcune possibili strade, dentro le quali c'è un lavoro che dovremo fare nel corso di questo 2018, sia pure in una condizione politica nazionale molto incerta e ancora dai contorni tutti da definire dal mio punto di vista. Questo è un problema, perché queste piste di lavoro richiedono in gran parte anche l'esistenza di un Governo e la necessità di intervenire su norme nazionali che affrontino questo tema.
Però credo che abbiamo queste piste di lavoro su cui lavorare.
Le piste sono sostanzialmente tre. In questi anni abbiamo operato tagli su costi strutturali di funzionamento della Regione ed è ancora possibile lavorare in questa direzione, però il grosso del lavoro ritengo sia stato fatto. A questo punto, rimangono sostanzialmente tre piste significative su cui poter lavorare.
Una è un'ipotesi di previsione di maggiori entrate, a partire dal 2019 senza incremento della pressione fiscale, ma contando, sulla base di elaborazioni fatte dall'IRES Piemonte (Istituto di Ricerche Economiche Sociali), sul fatto che, se si mantiene questo trend di crescita del PIL nazionale e piemontese - voglio ricordare che l'incremento del PIL in Piemonte è allineato alla media nazionale - dal 2019 dovremmo attenderci sostanzialmente un ritorno, un incremento delle entrate tributarie - ripeto senza nessun tipo di inasprimento della pressione fiscale.
La seconda pista che noi quantifichiamo è rispetto a uno studio di IRES che immagina che questo possa avere le dimensioni anche attorno ai 45-48 milioni di euro. Ebbene, noi prudenzialmente riteniamo che, sotto questo profilo, sia realistico immaginare un incremento delle entrate attorno ai 28 milioni di euro.
Le altre due piste sono un lavoro sul debito della Regione. Finito l'esame e - mi auguro - l'approvazione di questa deliberazione, cominceremo la discussione sulla legge di bilancio. Non intendo anticipare le questioni che affronteremo compiutamente in più sedute del Consiglio regionale, per all'interno del disegno di legge del bilancio della Regione ci sono due politiche che vogliamo tentare di perseguire nel corso di questo 2018.
La prima è la rinegoziazione di quattro mutui che sono ancora mutui con tassi di interesse sopra la media attuale del mercato e anche sopra la media dei tassi medi che abbiamo sull'indebitamento della Regione (altro tema di grande rilievo), e questo può portare qualche beneficio già a partire dal 2018-2019.
La seconda operazione è quella di sfruttare un avanzo vincolato che, come pre-consuntivo, avremmo destinato attorno ai 125 milioni di euro per tentare un'operazione di riacquisto dello swap relativamente almeno a un terzo delle operazioni fatte a suo tempo dalla Regione di emissioni di obbligazioni con sottostante interswap. La somma di questi due interventi potrebbe portare a un minor costo, in termini di restituzione del debito sul bilancio della Regione, già a partire dal 2018-2019, intorno ai 22-25 milioni di euro.
Sono due piste di lavoro che chiaramente in questo momento non rappresentano due certezze, ma sono due piste di lavoro che, avendo introdotto nel disegno di legge di bilancio le necessarie richieste di autorizzazione al Consiglio nei confronti della Giunta, riteniamo di voler perseguire nel corso di questo esercizio.
Il terzo elemento su cui lavorare, credo non solo come Giunta regionale, ma anche su questo con un impegno collegiale, più che del Consiglio regionale delle forze politiche che sono all'interno del Consiglio regionale, è quello relativo sempre all'eliminazione o alla riduzione della penalizzazione che ha la Regione Piemonte rispetto alle altre Regioni d'Italia sui criteri di contabilizzazione delle restituzioni di contributi che annualmente noi versiamo alla gestione commissariale; restituzioni che per quanto riguarda la Regione Piemonte, entrano nei conteggi sugli equilibri di bilancio, mentre ciò non avviene per tutte le altre Regioni d'Italia.
Noi intravvediamo questi tre ambiti su cui lavorare nel corso di questo 2018 per consolidare strutturalmente la condizione del bilancio della Regione Piemonte e soprattutto per dare il nostro contributo ulteriore oltre a quello che è già stato dato nel corso di questa legislatura, alla soluzione dei gravi problemi che opprimono la situazione del bilancio della Regione.



PRESIDENTE

Annuncio che il parere dei Revisori dei Conti è arrivato ed è stato caricato. La proposta di deliberazione era stata licenziata nelle more dell'acquisizione del parere del Collegio dei Revisori dei Conti, che è stato acquisito prima dell'approvazione definitiva da parte dell'Aula quindi lo trovate caricato.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Stavo infatti guardando al volo il parere dei Revisori dei Conti - mi sarebbe piaciuta anche un un'illustrazione da parte del Vicepresidente Reschigna sul parere stesso - che leggo essere positivo, sottolineando la difficoltà interpretativa in merito alla decorrenza del nuovo Piano di rientro in vent'anni: se il conteggio doveva essere fatto partire dal 2015 oppure dal 2018. L'interpretazione del Vicepresidente Reschigna e della Giunta è di partire dal 2018, quindi avere sostanzialmente 23 anni di spalmatura del rientro dal disavanzo dal 1° gennaio 2014, sostenendo di adottare senza indugi, qualora venisse eccepita un'interpretazione diversa dal Governo (speriamo di no), i dovuti provvedimenti correttivi.
Si segnala poi l'invito all'Ente a incrementare i pagamenti complessivi per investimenti e a trasmettere al MEF la relativa certificazione, così come disposto dalla finanziaria del 2017 citata dal Vicepresidente Reschigna (quindi il solito tema degli investimenti).
Io farei una valutazione complessiva sulla delibera che, come al solito, è molto complicata e molto complessa perché ricca di numeri.
Siamo alla quarta modifica della delibera di ripiano del disavanzo - sia del disavanzo dell'Ente che della ricognizione straordinaria dei residui e sostanzialmente possiamo certificare una grande difficoltà non solo dell'Ente, ma anche di questa Amministrazione; Amministrazione che ha avuto sì a che fare con dei conti nettamente in rosso e in grandissima difficoltà anche per quanto riguarda una scarsa trasparenza dei conti delle precedenti legislature (forse più si va indietro, più si trova scarsissima trasparenza), che però si è cimentata con una proposta di piano di rientro nel 2014 forse fin troppo ottimistica, ma in che senso? Nel senso che vi era una serie di riduzioni di spese che cubavano per diverse decine di milioni di euro e riduzioni di spese che alla fine si sono rivelate non perseguibili, perché sostanzialmente - vado alla tabella di sintesi - più del 50 per cento delle riduzioni di spese è dovuto alla chiusura di un mutuo.
Quindi è vero che è una riduzione di spesa, ma non è un efficientamento della spesa da parte dell'Amministrazione regionale: è semplicemente la chiusura di un mutuo; cioè, la Regione non paga più un mutuo di 83 milioni di euro acceso diversi anni fa per far fronte a un problema di cassa, se non ricordo male, della sanità.
Sul trasporto pubblico locale ci dovrà essere un efficientamento e non un taglio di 15 milioni di euro, dovuto al passaggio dei contratti complessivamente ad Agenzia della mobilità metropolitana, quindi la riduzione dell'IVA; non è stato ottenuto neanche questo risultato - è in corso, è in itinere - quindi dei 15 milioni di risparmio abbiamo centrato un risparmio di tre milioni.
Per quanto riguarda il resto, sulle locazioni passive è stato attuato, sia da parte del Consiglio che da parte della Giunta, un risparmio, un efficientamento, ma il grosso efficientamento doveva venire, come sappiamo dal trasferimento degli uffici all'interno del Palazzo unico della Regione il grattacielo; non vogliamo portare ulteriore sfortuna, perché la sfortuna si è già accanita parecchio su questa Regione, forse anche perché, a volte la sfortuna la si va anche un po' a cercare, così come la fortuna.
Voglio dire che forse il progetto di molti anni fa era un po' troppo faraonico e di questi tempi si sa che, purtroppo, molte aziende falliscono ci sono problemi nei lavori, eccetera. Tuttavia, ormai la scelta era stata fatta, si è andati avanti nella scorsa legislatura e questa ha avuto ovviamente i residuati negativi, ritardi, su ritardi, su ritardi che probabilmente, non porteranno al trasloco neanche entro la fine di questa legislatura. Forse, si inizierà, ci auguriamo, con la prossima e questo dovrebbe portare a una riduzione di spese grazie alla riduzione degli affitti.
Sottolineo la cosa simpatica, che ho avuto già modo di dire, più volte in Aula, ma anche in Commissione: nella ricerca disperata di efficientamenti della spesa, questa Amministrazione ha inserito come risparmio addirittura, la "non spesa" per quanto riguarda l'acquisto di apparecchiature informatiche e arredi per gli uffici del Palazzo unico della Regione.
Mi spiego meglio: sono spese che sono state fatte l'anno precedente, anzi ancora prima del 2017 e nel 2017-2018 e 2019 queste spese non ci saranno evidentemente, perché è una spesa una tantum; acquistare gli arredi e le apparecchiature informatiche per la sede unica della Regione si fa una volta soltanto e non tutti gli anni. Contesto ogni anno questa cifra inserita nel piano di efficientamento, ma ovviamente il Vicepresidente Reschigna non recepisce questa critica, così rimane all'interno del documento come un efficientamento di spesa, ma una spesa che si fa una tantum non è un risparmio negli anni successivi; su questo non ci siamo assolutamente.
Rimangono gli efficientamenti sull'ATC dovuti alla fusione delle Aziende Territoriali per la Casa, ma non è soltanto quella l'iniziativa che si deve fare. Sono un po' pessimista, ma spero che prima della fine di questa legislatura veda la luce un piano di revisione della legge 3 del 2010, con l'Assessore Ferrari, e anche della macchina organizzativa e burocratica delle Agenzie Territoriali per la Casa, che possa portare a una vera efficienza e a un vero risparmio.
Per quanto riguarda il Consiglio regionale, forse questo è stato uno dei temi su cui si è riusciti più collegialmente a incidere e a risparmiare forse uno dei pochi, grazie anche alle nostre iniziative sia della scorsa che di questa legislatura, per ridurre due volte gli stipendi dei Consiglieri regionali, ridurre di una piccola parte, con due leggi diverse gli stipendi dei Consiglieri regionali, attuando così efficientamento.
Scarso, devo dire, è l'efficientamento sulle società partecipate. La proposta di revisione delle partecipazioni della Regione Piemonte si è sostanzialmente arenata, nel senso che ci è stato presentato un documento che bisognerebbe analizzare ogni sei mesi, però soltanto quando c'è un po' di spazio e di tempo - mi rendo anche conto che il bilancio prende tantissimo tempo - si riesce a tornare sul tema delle partecipazioni, che forse è il tema dei temi, nel senso che molte partecipate hanno ancora delle perdite. Non abbiamo fatto delle particolari vendite, tranne, come ricorda sempre il collega Mighetti, non molto soddisfatto - forse a ragione la vendita delle Terme di Acqui, perché in quell'occasione non siamo stati in grado di valorizzare un patrimonio della Regione che doveva essere valorizzato diversamente.
Sul tema della riduzione delle spese rimaniamo, come ha detto il Vicepresidente Reschigna, in maniera molto corretta e trasparente laconicamente ancorati alla riduzione della spesa dovuta alla riconversione dei mutui. Il che ci sta, ci mancherebbe! Noi siamo contenti che si vadano a rivedere i mutui, lo avevamo già suggerito da sempre, anche perché non è che ci vada grande intelligenza: spesso è l'unica strada per cercare di - è vero - aumentare la spesa complessiva, purtroppo per l'Ente, ma diluirla nel tempo e quindi poter risparmiare qualcosa sull'anno singolo. Forse possiamo permetterci di dire che si poteva fare prima. Nel senso che anche l'operazione su questi eventuali quattro ultimi mutui, se portano a questo risparmio di spesa di 20 milioni, si poteva fare prima, potevamo già farla negli anni precedenti.
Sull'incremento delle entrate, che dire? Non possiamo essere, come dire "anti-italiani"; speriamo che ci sia una crescita, ma che sia - mi si permetta - una crescita però intelligente, sostenibile e inclusiva e non una crescita tout court, cioè dovuta a iniziative che lasciano un po' il tempo che trovano dal punto vista della qualità della vita, del benessere sociale e del ritorno economico a lungo termine nel nostro Paese.
Quindi la stima dell'IRES non posso contestarla, perché è il nostro Ente di riferimento per quanto riguarda lo sviluppo economico e sociale, per quando leggo nel documento del Vicepresidente Reschigna, dove si parla di 160 milioni in più dal 2017 al 2020, francamente sono contento che l'Assessore sia stato un po' più prudente e abbia messo 28 milioni, perch 160 milioni di euro di entrate in più, mi sembra un po' fantascienza.
Va bene l'incremento del PIL, va bene l'incremento dell'addizionale IRPEF va bene l'incremento dell'IRAP, posto che, come ho già detto forse in Commissione, delle due forze politiche che hanno "vinto-non vinto" le elezioni, una ha in programma un taglio molto forte dalla tassazione l'altra ha un'ipotesi di lavoro su una riduzione possibile della tassazione. Forse magari queste stime la prossima Giunta o già quest'anno con il nuovo Governo, se ci sarà, dovranno essere viste a ribasso, quindi in effetti, è prudente indicare una cifra bassa e forse anche 28 milioni è già tanto come stima di incremento.
Ho terminato il mio tempo. Volevo dire ancora sull'annullamento del peso del DL 35 sull'equilibrio di bilancio.
Mi si permetta un'osservazione. Vicepresidente Reschigna - più che altro direi Presidente Chiamparino, che però non c'è - se la Regione Piemonte non è riuscita a ottenere una rivisitazione di questo parametro che grava solo sulla Regione Piemonte, come tante volte lei ci dice, con un Governo di centrosinistra, non voglio portare sfortuna, di nuovo, però la vedo più difficile ipotizzarla con un Governo, magari, di altro colore. Non sto dicendo che se ci fosse un Governo del Movimento 5 Stelle noi non saremmo parte diligente per cercare di aiutare il Piemonte. Lo faremmo certamente però come mai in quattro anni non siete riusciti a ottenere questa rivisitazione da un Governo amico? Forse la domanda rimarrà ai posteri.
Ultimo - e termino - anche il recupero dell'evasione fiscale penso sia giusto e sacrosanto farlo, però dateci qualche dettaglio in più.
In generale, quindi, la valutazione su questa ennesima rivisitazione del piano di rientro è ovviamente negativa, nel senso che l'impegno c'è; la capacità, l'onestà e la trasparenza del Vicepresidente Reschigna vengono totalmente riconosciute, però è abbastanza deludente, dopo quattro anni ritornare al punto di partenza e non aver raggiunto neanche la metà degli obiettivi che ci eravamo dati.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Io ovviamente, anche se il Vicepresidente ha fatto qualche incursione sull'illustrazione del bilancio, mi atterrò a quella che è la tabella di sintesi, la delibera di cui stiamo discutendo.
È evidentemente utile provare a sapere, così come abbiamo fatto negli anni precedenti, quali possono essere le possibilità di efficienza della spesa non sempre legata alla riduzione di spesa. Secondo noi emerge in modo chiaro che la tabella presentata, la prima tabella presentata dal Vicepresidente, non ha avuto, rispetto ad alcuni temi che adesso andremo a ricordare, quelle riduzioni di spesa che ci si aspettava.
Se dovessimo aggiungere la voce che non c'è all'interno di questa tabella potremmo dire che le maggiori efficienze di spesa l'Amministrazione regionale le ha fatte non spendendo ciò che il Consiglio regionale aveva deliberato.
Questo è il dato reale. È il dato di una serie di efficienze apportate in questi anni o, se volete, di tagli apportati in questi anni, che nascono sostanzialmente da due voci: la prima riguarda una riduzione complessiva delle voci su molti settori; la seconda è di non spendere quanto il Consiglio regionale vota con propria legge di bilancio.
Quindi noi - ma lo vedremo meglio nella discussione successiva - ogni anno abbiamo votato bilanci all'interno dei quali si sono risparmiati 250-300 milioni di euro ogni anno che, non essendo stati assegnati agli Assessorati, non sono stati spesi. Lo dico perché risulta un po' suggestivo discutere di una tabella che ha, teoricamente, 156 milioni di euro di riduzioni di spesa, quando poi, in realtà, la voce maggiore è quella che noi non vediamo in nessun documento, salvo vederla poi ovviamente nel consuntivo.
Provo ad articolare il mio intervento relativamente al documento estremamente utile che l'Assessore ci ha consegnato, cioè la nota illustrativa sulle modalità di copertura del disavanzo, partendo dal primo dato.
Certamente il dato relativo all'incameramento di gettito, e quindi all'aumento delle entrate, è un dato che rileviamo come positivo ed è un dato su cui lavorare. Troppo spesso abbiamo lavorato sulle uscite, o sulla riduzione delle uscite.
Ritengo che il tema relativo alle entrate, con un lavoro meritorio fatto da questa Amministrazione sul contrasto all'evasione (se posso dire, come ho detto in altri casi, si è fermato a quella del bollo auto, non aggredendo per esempio, quella sulla sanità, su cui ci sarebbe da fare un ragionamento più complesso) è stato certamente un lavoro corretto.
Nel bilancio poi vedremo come andrebbe anche agevolato il pagamento di chi ha ritardato la propria spesa.
Il contenimento della spesa sanitaria è una riduzione che vede otto milioni di euro di minor spesa complessiva, ma che vede - ed è la cosa che ci preoccupa maggiormente - nel 2018 e nel 2019 un trasferimento di 24 milioni di euro dalla spesa sanitaria alle politiche sociali.
Ci preoccupa per un motivo evidente: la spesa sanitaria è una spesa universale all'interno di quei 24 milioni trasferiti fino al 2016 (perch lo stesso trasferimento è avvenuto nel 2017), di cui beneficiavano tutti i cittadini piemontesi al di là del loro reddito. Ricordiamo che in molti casi la cifra riguarda interventi che, essendo extra LEA, hanno comunque una grande affinità o vicinanza con il settore delle politiche sanitarie.
Sarebbe utile mantenerne una gran parte nella spesa sanitaria, non trovandoci più in piano di rientro.
È evidente che prima era obbligatorio spostare queste spese dalla sanità alle politiche sociali, perché così ci veniva chiesto, ma oggi questo non è più un obbligo. È vero - ahimè, credo che lo vedremo già a partire da quest'anno sul tema della psichiatria - che chi prima beneficiava di un servizio completamente gratuito, perché era un servizio sanitario, già a partire da quest'anno, se sarà un cittadino con un reddito medio, lui o la sua famiglia dovrà pagare una parte consistente della retta, o se non avrà questa possibilità la dovrà pagare, posto che vi riesca, l'Amministrazione comunale.
L'intervento relativo alla rinegoziazione degli strumenti finanziari è evidentemente, uno strumento utile, in particolar modo quello relativo a provare a estinguere 600 milioni di euro su 1.800 di derivati. Mi permetto di far presente al Consiglio regionale e a tutti i colleghi, anche quelli che in punta non soltanto di diritto, ma di penna ci ricordano i danni che sono stati fatti e di quale lavoro ha dovuto fare questa Amministrazione regionale per risanare i conti della Regione. Per chiudere un terzo del debito in derivati fatti durante la Giunta Bresso, noi quest'anno spenderemo, ed è corretto farlo, 130 milioni di euro. Ciò significa che la chiusura di quel mutuo, che io non ho votato ma non tutti possono dire lo stesso, ci costerà circa 400 milioni di euro. Questo è il costo per pagare la svalutazione di chi ha scelto di acquisire uno strumento finanziario in derivati, non uno strumento finanziario tradizionale. Ogni tanto ricordiamocelo, quando ci rammentiamo i disavanzi fatti.
Vi sono alcuni aspetti che credo non si possano - lo diceva già il collega Bono - indicare come minori spese, cioè quelle relativamente agli acquisti fatti per apparecchiature informatiche o arredi nel Palazzo unico.
Evidentemente non è una riduzione. Se il prossimo mese la mia famiglia spende 2.000 euro in più, non è che dal mese di giugno risparmia 2.000 euro, perché la Regione ha semplicemente fatto una spesa straordinaria di 17 milioni di euro per l'acquisto di arredi e apparecchiature informatiche quindi non può essere individuato come un beneficio.
Vado a chiudere relativamente agli interventi sugli enti strumentali e le società partecipate. Ricordo che nel dato positivo di due milioni e 917 mila che viene assegnato relativamente alla razionalizzazione degli enti strumentali non c'è il passivo delle ATC. Se ci fosse il passivo delle ATC noi vedremmo che questo dato sarebbe ampiamente non raggiunto ma, anzi avremmo un deficit. Soprattutto, e finisco, la cosa in cui noi crediamo, e ve lo diciamo dall'inizio della legislatura, di più in questo documento di efficienza, è l'aumento delle entrate derivanti da alienazioni dell'immenso patrimonio pubblico regionale, dell'immenso patrimonio pubblico soprattutto sanitario, che avrebbe potuto garantire una parte di quelle risorse regionali che abbiamo messo, o che metteremo, per votare la delibera che l'Assessore Saitta ha portato in Aula e anche quella successiva della vendita delle società partecipate.
Noi crediamo che dall'alienazione delle società di quote di partecipazione nelle società partecipate e dall'alienazione, così come si riesce a fare del patrimonio regionale e sanitario, possano derivare entrate assolutamente significative. La scusa che non è il momento per vendere non regge, perché molte altre Amministrazioni pubbliche hanno fatto questo tipo di attività - è evidente che dal 2008 in poi non sarebbe mai stato il momento per vendere - e sono riuscite a incassare molte risorse e a usare queste risorse per un beneficio della collettività.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi dell'Istituto Comprensivo "Vinovo" di Vinovo (TO)


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti dell'Istituto Comprensivo "Vinovo" di Vinovo in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.


Argomento: Norme finanziarie, tributarie e di contabilita

Esame proposta di deliberazione n. 287, inerente a "Modifiche della deliberazione del Consiglio regionale n. 162-29636 del 13 dicembre 2016 inerente i piani di rientro dal disavanzo finanziario al 31 dicembre 2014 e dal maggiore disavanzo al 1 gennaio 2015 a seguito dell'attuazione del riaccertamento straordinario dei residui" (seguito)


PRESIDENTE

Riprendiamo il dibattito sulla proposta di deliberazione n. 287.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Pichetto Fratin; ne ha facoltà.



PICHETTO FRATIN Gilberto

Grazie, Presidente.
Mi atterrò strettamente alla parte di delibera, quindi alla rimodulazione di quello che è il piano di rientro o, comunque, alla spalmatura dei disavanzi al 31 dicembre 2014, che valuto positivamente.
Meglio, una valutazione positiva andava già espressa sul provvedimento della legge finanziaria, facendo una presa d'atto di situazioni che riguardavano la nostra Regione, e anche una maturazione del Ministero dell'Economia, che si è reso conto già dalla semplice applicazione del decreto legislativo 118 che in questo Paese bisognava, in qualche modo dare gli spazi e i meccanismi agli Enti locali che, ingabbiati da più anni in un sistema anche contabile molto rigido, avevano accumulato dati non corretti per quanto riguarda il fronte residui.
Nella nostra realtà il problema era aggravato, ed è aggravato ancora. Di fatto, comunque, la spalmatura non fa venire meno l'incidenza del debito complessivo gravato dalla situazione gravissima in cui versava la Regione Piemonte qualche anni or sono e che, con un percorso di accompagnamento dovuto anche a norme nazionali, compreso quest'ultimo, ci permette oggi di fare una presa d'atto di questa spalmatura sul ventennio.
Riprendo una serie di considerazioni che i colleghi hanno svolto, sia il collega Bono precedentemente che il collega Vignale, sul fronte sia della spesa sia delle entrate, perché questo è il tema che poi verrà affrontato più propriamente nella fase di bilancio.
Diciamo che questa delibera è propedeutica a una serie di valutazioni che peraltro, il Vicepresidente Reschigna ha già fatto nel suo intervento, ma che dovranno essere approfondite in sede di bilancio e che riguardano, a questo punto, il corretto meccanismo di spesa e, naturalmente, i corretti i meccanismi di entrata e di, chiamiamola così, oculata gestione del bilancio della Regione. È chiaro che tutto ciò implica tutto un fronte che è di ordine politico, quello delle scelte politiche.
Le scelte sulle spese che, in quel caso, si possono trovare divise nel momento in cui dico che personalmente sono d'accordo e voterò a favore non ne ho parlato con il Gruppo, che potrebbe sfiduciarmi se non votano a favore - perché potrebbe essere questa l'occasione, perché lo considero uno strumento importante per dare spazio a questa Amministrazione, che si accinge, poi, a gestire il 2018 (e che manderemo a casa sicuramente nel 2019), ma servirà, in virtù di un ragionamento più lungo, anche alle prossime Amministrazioni, per avere degli spazi di gestione di questa Regione che, in sede di bilancio, andremo a valutare.
Ci tengo solo a ribadire un punto: credo che questa Regione, creando anche questi spazi (o creando questi minimi spazi), che possono determinare il disavanzo allungato, alcuni debiti chiusi, la partita dei derivati, che va chiusa, in qualche modo, nella parte grossa.
Credo che un qualche meccanismo nazionale debba ancora intervenire, perch il problema dei derivati, che per noi rappresenta una cifra di un miliardo e otto, riguarda anche altre situazioni nazionali, compresa la Repubblica Italiana.
Vorrei ricordare che la moda dei derivati colpì la Regione Piemonte, ma colpì anche la Repubblica Italiana per una cifra molto ingente.
Sarà un lavoro da svolgere ancora negli anni successivi, ma per ora credo che l'impegno di questo Consiglio - naturalmente, ciascuno per le proprie posizioni politiche - debba essere centrato sul fronte della spesa, sul fronte della valutazione oculata della stessa e sul fronte dell'ammodernamento della nostra struttura legislativa.
Noi abbiamo una struttura legislativa regolamentare e burocratica vecchia.
E a ribadirlo sono proprio io, che ho votato il 70 per cento delle norme attualmente in vigore! È troppo vecchia e va rivista in moltissimi settori. E questo lo deve fare il Consiglio regionale, indipendentemente dalle posizioni che assumerà la Giunta.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Pichetto.
Ha chiesto la parola il Consigliere Ravello; ne ha facoltà.



RAVELLO Roberto Sergio

Grazie, Presidente.
Credo di non poter cominciare senza un riconoscimento al Vicepresidente Reschigna per l'onestà intellettuale e il senso di responsabilità con il quale si è presentato a quest'Aula e con il quale ha lavorato dietro a questo atto. Mi limito solo a questo, perché ci sono alcuni elementi e alcuni spunti di riflessione e di valutazione che sono chiaramente ispirati da questo documento e che, in assenza di chiarimenti, non mi mettono ancora in condizione di seguire l'indirizzo di voto del Presidente Pichetto.
Comincerò da una prima riflessione, che ritengo abbia un peso significativo e una sua dimensione strutturale. Si è già discusso - mi spiace, in più passaggi mi dovrò ripetere - della parte delle entrate e non si può, anche qui, non apprezzare il fatto che i 160 milioni di euro di aggiornamento di entrate attese non sia previsto che derivino da un aumento dell'imposizione fiscale, ma - così viene dichiarato - siano nient'altro che l'effetto del ciclo economico in miglioramento. Su questo, credo sia necessario un chiarimento da parte della Giunta.
Tuttavia, bisogna evidenziare quanto rischino di essere sbagliate le premesse di questa valutazione, poiché affermare che si preveda per l'economia piemontese un tasso di crescita allineato, sostanzialmente, alla dinamica nazionale - quindi pari all'1,5 per cento per il 2018 e all'1,2 per il 2019 - non è coerente con quanto lo stesso DEFR ha previsto rivedendo al ribasso tutti gli indicatori in questo senso, con un PIL regionale che passava dallo 0,8 allo 0,6, quindi ben al di sotto della media nazionale.
Credo che su questo aspetto ci si debba, se non fermare, almeno rallentare per rendere coerenti tra loro i due dati richiamati.
Un altro elemento apprezzabile è la volontà di rinegoziazione degli strumenti finanziari derivati.
Chi le parla, Vicepresidente, ha subito un trauma giovanile quando, allora Consigliere di opposizione e Capogruppo per il mio partito in Consiglio comunale, con il Sindaco Sergio Chiamparino ebbe diverse accese discussioni su questo tema e sull'uso degli strumenti di finanza derivati. Se non fosse stato per quello, probabilmente oggi non sarei alto poco più di un metro e 60: mi ha bloccato la crescita quel trauma! Dunque, se da un lato è apprezzabile, è contemporaneamente curioso che la Giunta che porta lo stesso nome oggi arrivi a manifestare una chiara e netta volontà di liberazione - perché più che un'uscita è una liberazione da strumenti che hanno dimostrato, in maniera palese, la loro pericolosità.
Venendo alle questioni di maggior dettaglio e di maggior concretezza, ho meno di una decina di elementi che cercherò di snocciolare in maniera rapida.
Prima di tutto, una delle azioni previste dalla delibera - cioè la rideterminazione del ripiano del disavanzo in vent'anni - ha, come presupposto, il fatto che alle Regioni possa essere concessa questa possibilità attraverso il progressivo incremento degli investimenti. Il documento di bilancio che ci apprestiamo a discutere indica, però, che su un totale di 19 miliardi di euro di uscite, solo 573 milioni siano iscritti in conto capitale. Sul volume complessivo è evidente - non serve una laurea in matematica - come la quota destinata a investimenti abbia una proporzione decisamente minima: ci auguriamo che questa sia sufficiente per rispettare gli equilibri richiesti.
Rispetto alla riduzione dei costi del personale, sicuramente le norme sui pensionamenti hanno consentito significative riduzioni di spesa. Ma bisogna ricordare anche che la riduzione del numero delle Direzioni, elemento citato di cui si è fatto vanto più di una volta, oltre ad aver determinato delle inefficienze in una macchina regionale già sufficientemente oliata, a parer nostro non è così certo che abbia determinato questa significativa riduzione della spesa, anzi temiamo che paradossalmente si sia verificato l'esatto contrario.
Prima di tutto è stata creata una nuova Direzione con il Segretariato Generale e non possiamo non evidenziare che, come per ogni macro Direzione per ogni nuova Direzione accorpata, siano state create due se non tre vice Direzioni, con conseguenti aumenti dei costi.
Vi è poi un altro elemento anche questo già richiamato, quindi mi limito semplicemente a evocarlo, considerando quantomeno originale che si valuti come riduzione il fatto che non siano più previste a bilancio risorse per l'acquisto di nuovi arredi per il Palazzo unico. Legato a questo c'è il tema della riduzione delle locazioni passive.
Siamo particolarmente preoccupati - e non siamo i soli - per i ritardi e i continui intoppi, che apprendiamo continuamente dagli organi d'informazione, rispetto all'avanzamento dei lavori del Palazzo unico. Dopo le vetrate, si sono rotte pure le piastrelle, ma al di là di questo il Vicepresidente sa molto meglio di me quanto il progetto del Palazzo unico fosse legato indissolubilmente a una progressiva riduzione del numero di contratti e dei costi per le locazioni passive. Abbiamo bisogno di rassicurazioni anche rispetto - mi scusi il gioco di parole - al rispetto del piano previsto in termini di superamento dei contratti di locazione passiva.
Altro elemento riguarda una questione che spesso è stata trattata in Aula almeno dal nostro Gruppo, e che consideriamo un'occasione mancata, cioè una grande opportunità ancora non colta, e credo che i tempi non vi siano più sul tema delle alienazioni societarie. In alcune realtà societarie la Regione Piemonte ha già ampiamente esaurito il suo ruolo di start-up quindi sono già decisamente venute meno le motivazioni che hanno portato la Regione Piemonte a partecipare ad alcune situazioni.
Così come va ricordato che il piano operativo predisposto dalla Giunta, in un'ottica di spending review, prevedeva l'eliminazione delle società e delle partecipazioni societarie non indispensabili al raggiungimento delle finalità istituzionali.
Al netto del disimpegno da alcune realtà, comunque l'obiettivo di una riduzione pari a otto milioni di euro, aggiornato poi a quattro in questa tabella, non si può dire che sia stato raggiunto, poiché mi pare che ci si attesti sui due milioni 900 mila euro. Accanto a questo, restano aperte questioni legate alle principali società partecipate della Regione Piemonte; parlo prima di tutto di Finpiemonte e di SCR.
Su Finpiemonte non ho assolutamente intenzione di entrare nel merito di questioni che ormai sono spostate su altri tavoli, però ricordo alla Giunta che siamo in attesa ormai da mesi di un confronto con il Segretario regionale, perché venga a relazionare sulle attività dell'organismo da lui presieduto, rispetto alla verifica su Finpiemonte e su altre società soggette a un regime di controllo analogo.
Su SCR, invece, credo che, prima o poi, debba giungere il momento in cui si capisca, ci si interroghi ma soprattutto ci si dia delle risposte rispetto alla domanda: SCR è uno strumento funzionale agli interessi, ai bisogni e alle necessità della Regione Piemonte o no? Faccio solo un esempio, perch l'altro esempio lo farò in un altro momento e riguarda la Città della Salute e della Scienza.
Qui mi limito semplicemente a ricordare come sul famoso tesoretto post olimpico ancora non si sia stati in grado di spendere tutte le risorse risparmiate, accantonate e rimesse a disposizione dei territori, a causa principalmente di una serie di questioni amministrative e per la lentezza con cui SCR svolge la propria funzione di stazione appaltante.
Ora, io non credo che questi elementi siano sufficienti a mettere in discussione l'utilità di SCR per la Regione Piemonte, però da parte di chi detiene l'onere e l'onore di poter dare un indirizzo politico alle proprie società partecipate, credo che si debba dare un colpo sull'acceleratore con riferimento alle possibilità e alle potenzialità, non assolutamente ancora valorizzate adeguatamente, di SCR.
Ho colto il suo sguardo, Presidente, quindi mi avvio alla conclusione.
Faccio un'ultima riflessione rispetto al bilancio consolidato. Da un lato dobbiamo dare atto alla Giunta di essersi adoperata per ampliare il perimetro del gruppo, ma sostenere che, dal punto di vista del bilancio consolidato, le cose siano a posto e che funzionino, credo sia un'affermazione un po' troppo sbilanciata, poiché i dati alla base di questo documento sono ancora decisamente scarsi e poiché temiamo che quando verrà definita la partita crediti-debiti con gli ATC, probabilmente sarà necessario rivedere pesantemente questa affermazione.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Campo; ne ha facoltà.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Le principali tematiche sono già state analizzate, quindi aggiungerò alcune considerazioni, in parte di carattere generale, sulla questione della crescita prevista delle entrate dovute al miglioramento delle condizioni economiche generali, che ritengo quanto meno dubbia viste le prospettive a livello nazionale ed internazionale.
Avevo già segnalato in Commissione che sarebbe interessante avere delle analisi un pochino più ampie da questo punto di vista perché, visto che le previsioni vanno a toccare un piano pluriennale di rientro dal disavanzo sarebbe meglio avere delle valutazioni che facciano riferimento non solo ad uno status quo che parte da una situazione che ha visto un miglioramento in un singolo anno di gestione - che ancora non può essere considerata una tendenza, ma potrebbe essere addirittura un'anomalia statistica - e soprattutto da condizioni nazionali e internazionali in forte evoluzione.
È di questi giorni l'evidenza di una possibile revisione della cosiddetta forward guidance, insomma delle prospettive di gestione di quello che è stato il quantitative easing da parte della Banca Centrale Europea, quindi con una progressiva uscita dall'acquisto dei titoli nazionali e con una prospettiva di medio-lungo periodo di un possibile aumento dei tassi a livello europeo.
È chiaro che su un sistema economico come quello italiano, che al più riesce ad andare in maniera debole al traino di una situazione di crescita economica di livello europeo, l'impatto derivante da una riduzione degli stimoli legati al semi-inesistente costo del denaro di livello europeo avrebbe un effetto fortemente frenante.
Inoltre, permangono tutte quelle debolezze e criticità che sono la caratteristica del sistema italiano e che non sono state affrontate in questi anni.
Di conseguenza, noi riterremmo molto più prudenziali - visto che si vuole parlare di previsioni legate a quanto successo negli anni precedenti delle stime che al più avessero tenuto conto di una crescita come quella passata, quindi non in ulteriore aumento, anche perché ricordo che arriviamo da un lungo periodo di crescita zero o crescita dello "zero virgola", quindi fare ipotesi superiori all'uno per cento mi pare quanto mai audace.
Dopodiché tutto questo, ai fini di un documento un po' di previsione e un po' di rassicurazione di fine mandato, può anche starci, però teniamo ben presente che, dal punto di vista pratico, quelli che ci aspettano sono anni probabilmente più difficili a livello macroeconomico rispetto a quelli passati. Perché? Perché il sistema Paese e anche il sistema Regione, che pure emerge da una situazione difficile con alcuni significativi miglioramenti nella gestione della finanza pubblica, è comunque fortemente indebolito; fortemente indebolito dalla distruzione di quasi un quarto della sua capacità produttiva, da un PIL che negli anni della crisi ha subito una contrazione pesante e che non è che se riparte, essendo di nuovo in crescita di quasi l'uno per cento o poco più dell'uno per cento, io mi ritrovo a una situazione che era quella dei primi anni 2000: mi ritrovo a ripartire da una situazione dopo una contrazione significativa, quindi quell'un per cento vale molto meno dell'un per cento del 2005 o del 2006.
Ne deriva che siamo anche più esposti a possibili nuovi choc di livello internazionale, che purtroppo temo possano essere all'orizzonte, date le politiche un po' più originali che paiono cominciare a profilarsi soprattutto oltre Atlantico.
Queste sono le considerazioni di carattere generale, per cui sarei stato un po' più prudente dal punto di vista delle previsioni di maggiori entrate relative allo sviluppo del nostro sistema economico.
Invece, su alcuni degli elementi più specifici delle manovre di risparmio quello che viene da chiedersi è quanto in effetti siano costate, non solo in termini di risparmio, ma sul funzionamento; anche perché abbiamo sentito sempre dire la parola "efficientamento", ma mi chiedo, ad esempio, che incidenza abbia avuto sull'efficacia e l'efficienza dell'azione regionale che le Direzioni regionali devono svolgere l'effetto della contrazione sostanziale del personale della Regione Piemonte, legato appunto alla parte dei risparmi, ai pensionamenti e alla riduzione delle Direzioni.
In sostanza, la nostra Regione in realtà funziona meglio o funziona peggio rispetto a come funzionava prima? Alcuni indicatori sembrerebbero dire che c'è stato un rallentamento nell'efficacia dell'azione regionale (pensiamo ai fondi strutturali o al PSR); certamente su questa ha avuto un impatto anche la questione del riordino delle funzioni delle Province e la necessità di riassorbimento ma, di nuovo, anche qui si tratta di una questione di personale ancora da risolvere, che potrà avere delle conseguenze dal punto di vista dei costi.
Quindi è di nuovo una visione in chiaroscuro quella che si dipinge a seguito degli interventi, pur necessari, e degli obiettivi che ci siamo dati per rientrare dal disavanzo finanziario e tecnico della Regione Piemonte negli ultimi anni.
Un'ultima questione che vado a sfiorare - e non voglio rubare troppo tempo è quella dell'eredità pesante che ci è stata consegnata con i derivati dall'epoca Bresso: parliamo di quel miliardo e 800 milioni in tre prestiti obbligazionari, con allegata scommessa di derivati sui tassi.
Sarebbe meglio che la politica non giocasse sui mercati finanziari e lasciasse fare quelle cose alle banche (comunque anche loro ci si rompono le ossa), perché ci è stata consegnata una situazione in cui quello strumento di finanza creativa, che avrebbe dovuto essere un'ulteriore fonte di entrate a tutela di un investimento obbligazionario per fare maggiore spesa (ricordo che in quel modo si aggirarono i limiti alla capacità di indebitamento della Regione, già portata al massimo), in questi ultimi anni ci è costato almeno ulteriori 300 milioni per la scommessa sbagliata sui tassi euribor.
Purtroppo i conti sono sempre difficili da fare in maniera esatta perch mentre nel 2014 e nel 2015 ci venivano date delle relazioni con delle tabelline precise sui costi degli strumenti, negli ultimi anni le cose sono andate annacquandosi un po' di più.
Sarebbe interessante avere un prospetto un po' più chiaro di quella che è stata l'evoluzione dei costi di quel famoso swap nel corso del tempo e avere di nuovo quello che ci venne dato il primo anno, ovvero la proiezione a situazione corrente nei prossimi anni, che è ciò che ci spinge a considerare positiva la proposta di provare a rientrare di almeno uno dei tre derivati, visto che si parla di questo, con un investimento di oltre 125 milioni di euro per cercare, appunto, di toglierci un terzo di questo problema che probabilmente andrà a crescere nei prossimi.
Dico che ci conviene perché, se dovessimo invece ragionare strettamente da un punto di vista dei conti, in una situazione in cui la scommessa fosse stata fatta in maniera un pochino più oculata, senza toccare gli estremi al momento della realizzazione, eliminare uno strumento che, tutto sommato comportava delle entrate alla Regione Piemonte sulla base dell'intero montante per l'intero periodo, mentre la Regione pagava alle banche sulla base di quello che "andava a dovere" progressivamente, quindi su una situazione in calo, di per sé sarebbe stata una cosa positiva. Uscirne prima, in realtà, significava uscire nel momento in cui l'incidenza di quanto si avrebbe dovuto pagare doveva essere minore rispetto a quanto avrebbe dovuto essere pagato alla Regione Piemonte.
Purtroppo, da quello che si evince, lo squilibrio profondo tra la scommessa fatta e l'effettiva realtà dei fatti fa sì che questa situazione andrebbe a verificarsi probabilmente molto in là, arrivando invece in pochi anni a un punto di difficile sostenibilità per le disastrate finanze regionali.
Quindi, anche sotto questo punto di vista, vorremmo che ci venisse fornita un'analisi per permettere di valutare le strategie certamente non di questi pochi anni, ma in prospettiva, per capire quali possano essere anche i margini di negoziazione e le richieste o le proposte di soluzioni alternative da discutere con i livelli nazionali e anche con le istituzioni finanziarie, con cui quei contratti vennero fatti.



PRESIDENTE

Grazie, collega Campo.
La parola al Consigliere Appiano.



APPIANO Andrea

Grazie, Presidente.
Devo dire che se gli interventi che mi hanno preceduto fossero stati del tenore di quello di Gilberto Pichetto, avrei volentieri fatto a meno d'intervenire su questo punto, mentre avrei fatto una serie di considerazioni relativamente alla legge di bilancio, di cui sono relatore per la maggioranza. Non tanto perché ha detto che voterà a favore rispetto a questo punto all'o.d.g., ma perché nell'intervento si è attenuto ai contenuti del punto all'o.d.g. Poi si può essere favorevoli o contrari, non è quello il tema.
La gran parte degli interventi, invece, hanno esteso l'ambito di attenzione all'universo mondo delle politiche di bilancio della Regione, e allora qualche puntualizzazione o qualche osservazione, ovviamente, dal nostro punto di vista, intendo farle.
Anzitutto, rifuggendo dalla logica dei "Governi amici" e dei "Governi nemici", perché ritengo che, se fossimo in un contesto non istituzionale ci starebbe tutto, ma in un contesto istituzionale, per me e per noi esiste un Governo del Paese che prescinde dal colore politico e dalla maggioranza che in quel momento particolare lo esprime.
In questo momento, non abbiamo neanche la certezza di questo aspetto e quindi, sarebbe ancora più curioso dividere in amici o nemici i governi del Paese. Questo perché sembra quasi che le difficoltà operative dell'Assessorato al bilancio e di tutta quest'Amministrazione regionale siano state positivamente condizionate da favori di un Governo amico in carica in parallelo a questa legislatura.
Le norme sulla gestione del disavanzo derivante dal disavanzo finanziario dell'Ente o dal riaccertamento straordinario sono uguali per tutte le Regioni. I trent'anni e i dieci anni originari non sono stati frutto di una concessione benevola alla Regione Piemonte, ma sono stati un arco temporale ritenuto necessario e opportuno per tutto il Paese per poter gestire soprattutto il passaggio alla nuova contabilità; così come la modifica da dieci a vent'anni, che è l'oggetto specifico e direi unico di questo punto all'o.d.g., anche in questo caso non è una concessione data alla Regione Piemonte, ma è una valutazione legislativa fatta per tutto il Paese.
Semmai la Regione Piemonte, come veniva ricordato prima e ribadiremo anche nella legge di bilancio, è colta da una norma a sfavore che differentemente da tutte le altre Regioni, tratta le restituzioni e i pagamenti al Commissario straordinario con una spesa finale che incide sugli equilibri di bilancio e che ci impone un sacrificio ulteriore rispetto a quello che tutte le altre Regioni fanno. Quindi, altro che "Governo amico" o "Governo nemico"! In questo momento, la Regione Piemonte è l'unica Regione che ha un trattamento di sfavore nei confronti del tema degli equilibri di finanza pubblica. Mi auguro, come credo tutti quanti noi, al netto delle battutine che possono essere fatte, che si voglia lavorare perché quantomeno si sia trattati allo stesso modo rispetto a tutti gli altri.
Dopodiché, la Regione Piemonte, quest'Amministrazione regionale - sarà l'incipit della relazione alla legge di bilancio, che è analogo a quello sull'assestamento di bilancio, perché sono tutti tasselli di un medesimo percorso - ha ereditato una situazione finanziaria disastrosa, non tanto per i conti in quanto tali, che già basterebbe, ma anche per le modalità di gestione di parecchie poste di bilancio.
Infatti, qual era il vecchio modo per quadrare i bilanci della Regione cioè il modo per occultare il vero disavanzo dell'Ente? Il mantenimento di crediti di non dubbia esigibilità, ma di sicura inesigibilità, che quindi gonfiavano l'attivo e confondevano la situazione finanziaria finale; il continuo ricorrere a iscrizione di poste di introito da dismissioni immobiliari.
È un po' come avveniva con i carri armati di vecchia memoria: venivano promessi in vendita tutti gli anni, ma la vendita non avveniva mai, per ogni anno avevamo l'introito delle alienazioni degli stessi immobili mentre ora veniamo rimproverati per non iscrivere a bilancio proventi di vendite che verranno iscritti solo a vendite effettivamente eseguite, com'è giusto che sia, perché un'iscrizione di entrata che viene confermata si traduce in spesa, ma se non si ha un'entrata effettiva, quella spesa diventa disavanzo.
Dopodiché, come se non bastasse, ogni tanto, un po' di residui passivi venivano cancellati dal bilancio con il sistema della perenzione; peccato che c'erano le spese e gli impegni e, quindi, i debiti verso il mondo esterno. Anche in questa legge di bilancio scopriremo come sono stati fatti emergere ulteriori debiti fuori bilancio, non certo imputabili a quest'Amministrazione regionale, ma a gestioni precedenti.
Si è ironizzato sul fatto che un pezzo significativo della riduzione di spesa sia stato il non dover più pagare un mutuo in sanità di oltre 80 milioni. E questa è un'ironia. Tuttavia, il nocciolo della questione non è tanto il non dover più pagare un mutuo, le cui rate sono scadute, ma aver fatto interventi strutturali che impediscano, da qui al futuro, che ciò che aveva originato quel mutuo si ridetermini.
Anche qui si ironizza sui derivati, si discute, ma se poi andiamo a vedere ad esempio in sanità, chi ha determinato la gran parte del problema constatiamo che sono state date risposte non soddisfacenti al cento per cento e in alcuni casi non soddisfacenti del tutto.
Se si consulta il sito del Ministero della Salute nella sezione "Piani di rientro", da cui siamo usciti grazie al lavoro di questa Amministrazione regionale, è indicata una data ben precisa dove l'origine del problema è stata fotografata: 31 dicembre 2004, quando la situazione debitoria, da cui poi non si è mai rientrati, era di 676 milioni di euro.
Leggo testualmente e non invento. Ho abbastanza memoria, ma sono andato a controllare per non dire un'inesattezza: al 31 dicembre 2004 eravamo a valle di due legislature rette da una maggioranza di colore politico ben diverso da quella che attualmente regge questa Amministrazione regionale.
Allora forse la lettura della storia del passato andrebbe fatta con un po' più di onestà intellettuale; cosa che purtroppo in politica non è sempre un bene così condiviso.
Chiudo dicendo che il bilancio dà contezza di alcuni sforzi fatti di aggressione della spesa e di riconduzione della spesa a una situazione di normalità, da un lato, e di riduzione dall'altra. Certo, senza fare miracoli con bacchette magiche, perché in un bilancio, che per l'80 per cento è appannaggio della sanità, dove si è evitato il protrarsi nel tempo di disavanzi che aggravavano la situazione della Regione, e la restante parte riguarda tutte le altre politiche regionali, una soluzione molto semplice sarebbe stata eliminare servizi di rilevanza pubblica: tagliare sulle politiche sociali, sull'istruzione e sul trasporto pubblico locale.
Certo, questo sarebbe stato facilissimo da rappresentare in tabella: spendo 100 milioni in meno per servizi pubblici, ho un risparmio strutturale di 100 milioni.
Era questa la strada che si poteva anche solo immaginare di percorrere? Certamente no. E allora, lo sforzo per non percorrere quella strada è certamente più complesso, ma la riorganizzazione delle partecipate è iniziato.
Anche la riorganizzazione della struttura regionale, pur con tutte le difficoltà e gli eventuali correttivi da porre in termini di Direzioni e di Settori, è avvenuta ed è avvenuta in anni in cui, parallelamente, ci siamo dovuti far carico di un'altra scelta, giusta o sbagliata che sia, che noi abbiamo dovuto registrare come punto di partenza per poi fare delle azioni conseguenti, cioè la riorganizzazione delle competenze delle Province e della Città metropolitana, che hanno portato in capo alla Regione del personale che prima non era in carico.
I dati, quindi, vanno letti al netto di questa operazione e non certo al lordo: operazioni sui costi della politica e sulla rivisitazione delle entrate.
Ultimissima osservazione, poi per il resto la legge di bilancio sarà la sede apposita per discutere.
Questa Amministrazione regionale si avvia all'ultimo anno di attività, ma continuo a ribadirlo - il 20 per cento dell'attività di un'Amministrazione regionale è ancora da svolgere, quindi per me non siamo a fine corsa dobbiamo percorrere un pezzo significativo di strada, perché se raccontassimo che quello che ci resta è ormai un periodo elettorale, il mondo esterno ci guarderebbe come dei folli.
Se questa Amministrazione avesse ragionato in termini utilitaristici poteva riservare ben poca attenzione a questa delibera. Per quest'anno l'avanzo vincolato per poter coprire il disavanzo c'era e, senza troppe discussioni, si sarebbe potuto arrivare a fine legislatura. Invece il Vicepresidente in particolare ha iniziato a parlare di rinegoziazione di mutui, di affrontare il tema dei derivati, a futura memoria, non a memoria utilitaristica di questa Amministrazione.
È proprio per questa serietà di approccio che il nostro Gruppo vota, non come atto formale, ma come atto di adesione sostanziale e forte, questo documento, come farà con la legge di bilancio.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Andrissi; ne ha facoltà.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Mi hanno già preceduto numerosi colleghi, quindi mi soffermerò su alcuni punti della delibera di rientro.
Sicuramente questa delibera parte con un'analisi ottimistica sull'andamento economico.
Se posso permettermi di fare una leggera critica, sembra che da qui in poi l'economia andrà avanti com'è andata negli ultimi anni, cioè con gli stessi beni di consumo, con lo stesso consumo di gas, insomma con un meccanismo economico secondo cui il nostro piano energetico regionale e nazionale, con la riduzione dell'impatto ambientale e con il miglioramento dell'efficienza del riscaldamento delle case, non avrà poi comunque un impatto sulle entrate da addizionali, accise e quant'altro.
Personalmente non credo che le macchine a benzina seguiranno lo stesso andamento di vendita nei prossimi anni o, almeno, se continueranno così forse stiamo sbagliando qualcosa.
Credo che, come per le auto diesel, com'è stato indicato da molte case automobilistiche, vi sarà anche una riduzione delle auto a benzina. Almeno spero che ci sia una rivoluzione nell'autotrazione privata (e spererei non solo in quella privata), perché i tagli nel trasporto pubblico sono un taglio sulle entrate dell'IVA - va bene - però spererei che nel trasporto pubblico, sia nazionale sia regionale, ci fosse un cambio di rotta deciso che porti a una riduzione dell'autotrasporto privato, quindi a una riduzione dei consumi di benzina, come a una riduzione dei consumi di gas con il miglioramento energetico che dovremmo affrontare a livello regionale.
Tuttavia, se in qualche modo le previsioni contabilizzano questo cambiamento epocale, noi stiamo sbagliando qualcosa.
Assessore, mi permetto di dirlo in punta di piedi, però l'IRES e altri Enti così importanti e così attenti dovrebbero dare una visione, sì, di business come oggi, ma anche - tra virgolette - di economia con un leggero cambiamento, altrimenti questo cambiamento mai avverrà.
Noi abbiamo una sfida epocale da affrontare, che è quella dei cambiamenti ambientali, che vediamo con le bombe d'acqua, con le estati insopportabili e con la siccità che porta alla richiesta di costruzione di invasi e quindi altri soldi pubblici. Questa, però, è una crisi che vive il sud del Piemonte, non il nord, per fortuna, anche perché ha dei bacini lacustri immensi e quindi riserve d'acqua notevoli.
Certo, è paradossale che da una parte abbiamo, come diceva prima il Consigliere Campo, quel quantitative easing che ha portato a una forte riduzione dell'euribor, che è negativo a oggi, che era la scommessa su cui si basavano i derivati. L'euribor negativo consente una rinegoziazione dei mutui e l'Assessore Reschigna l'ha indicato come uno degli interventi maggiori, ancora e giustamente.
Assessore, apprezzo molto questa grande attenzione sui tassi dei mutui e quindi la rinegoziazione che può portare a dei benefici, perché andiamo a pagare meno oneri finanziari ma, dall'altra parte, questa scommessa sui derivati, proprio sull'Euribor che è sceso troppo rispetto alla scommessa ci porta un danno finanziario veramente ingente. Leggevo sui giornali che il Giappone - primo per debito pubblico, noi siamo il terzo rispetto al PIL sta utilizzando il quantitative easing per abbattere il debito pubblico.
Da quanto ho letto, abbatteranno il 60 per cento utilizzando proprio il quantitative easing stampando moneta direttamente loro.
A noi, invece, sta giocando da una parte la possibilità di rinegoziare i mutui, e ben venga, dall'altra però sta giocando un brutto scherzo che forse ci costerà di più della rinegoziazione (per fortuna, abbiamo la rinegoziazione). Tuttavia devo dire, e qui apro una nota polemica, che certamente rinegoziamo i debiti, ma dall'altra apriamo una pagina di edilizia ospedaliera in partenariato pubblico-privato dove c'è un capitale di rischio, il cosiddetto equity, che è remunerato con interessi elevatissimi.
Investiamo un miliardo in edilizia ospedaliera, 700 milioni sono il finanziamento privato, quindi mi aspetterei da lei, Assessore, una grande attenzione su questo aspetto. Lì i tassi non sono quelli che andiamo a rinegoziare, sono altri tassi. L'equity porta i tassi sopra il dieci per cento, poi si fa la media con la parte pubblica, ma non ho ancora capito bene a quanto arriviamo di tasso medio, perché si parla di tassi decisamente superiori a quelli che noi riusciamo a ottenere in una situazione con l'euribor a meno 0,28.
Mi chiedo, Assessore: è proprio la strada giusta questa? Quella di intraprendere il partenariato pubblico-privato che, addirittura, le Aziende sanitarie stanno utilizzando - me lo permetta - in modo improprio anche per la gestione di servizi? Lì non abbiamo rischi, ma anche nella gestione dei servizi il partenariato pubblico-privato porta una finanziarizzazione anche in quell'ambito. Anche in questo caso, abbiamo tassi che sono superiori quindi costi superiori, e questo andrà a gravare sul sistema sanitario per i prossimi 26 anni. I partenariati dell'edilizia ospedaliera durano, con il canone di disponibilità, per ulteriori 26 anni.
Se, da un lato, riusciamo a negoziare i mutui, apriamo una stagione non di mutui, ma di finanziarizzazione privata che come tassi costerà, a questa Regione, tantissimi soldi che graveranno sulle Aziende sanitarie distribuite sul territorio.
Mi avvio alla conclusione, visto che gli interventi che mi hanno preceduto sono stati molto esaurienti. Ho seguito molto il discorso dell'ARPA, ma stride con il fatto che non c'è stato nessun risparmio. La capacità di analisi dell'ARPA si è ridotta, sono stati chiusi dei centri come il centro di fitofarmaci di Vercelli e sono stati accorpati lavoratori. Tuttavia vedo che, per quanto riguarda l'ARPA, non è stato raggiunto l'obiettivo di riduzione dei costi.
Sull'ARPA, sinceramente, si poteva evitare un'operazione che, comunque, non ha portato a dei benefici.
Anche sull'ATC, a livello locale, stiamo vivendo una situazione di grosso impatto sociale con la gestione dei piani di rientro che, spesso e volentieri, vengono comminati a cittadini morosi e incolpevoli, con reddito zero.
Spero che quel debito di cui ha parlato il Consigliere Vignale, che non è riportato, ossia quei 23 milioni per l'ATC Nord, non debba essere fatto pagare, in qualche modo, ai soggetti più fragili che già accedono all'edilizia pubblica. Spererei che su questo si possa trovare una mediazione.
Per quanto riguarda la sanità, a me fa piacere che i pazienti non autosufficienti vengano messi al centro dell'azione politica - in questo caso sì, parliamo di azione sociale - ma è comunque un azione sanitaria nel momento in cui questi sono pazienti con una patologia cronica quale la demenza senile o l'Alzheimer. Sono patologie croniche spesso gestite a livello domiciliare.
Secondo me, dovremmo migliorare molto l'intercettazione di questi pazienti e trovare delle vie intermedie di azione che consentano una riduzione dell'impatto sociale sulle famiglie che hanno la gestione di queste patologie che, purtroppo, com'è previsto nei prossimi anni, avranno sempre una maggiore crescita.



PRESIDENTE

Ci sono altri interventi? Possiamo chiudere la discussione generale? Riapriamo nel pomeriggio con la replica del Vicepresidente Reschigna.
Vi ricordo che in sala Viglione c'è l'audizione del coordinamento delle associazioni Alzheimer piemontesi. Chi è interessato può recarsi in Sala Viglione per l'incontro con la delegazione.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 12.59)



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