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Dettaglio seduta n.295 del 01/02/18 - Legislatura n. X - Sedute dal 25 maggio 2014 al 25 maggio 2019

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Argomento:


MOLINARI GABRIELE



(I lavori iniziano alle ore 9.49 con l'esame del punto all'o.d.g. inerente a "Svolgimento interrogazioni e interpellanze")


Argomento: Opere pubbliche

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 1953 presentata da Molinari e Corgnati, inerente a "Lavori di adeguamento del ponte Sant'Anna sulla Dora Baltea"


PRESIDENTE

Buongiorno, colleghi.
Iniziamo i lavori del sindacato ispettivo proponendo l'esame delle interrogazioni indifferibili e urgenti. Ne abbiamo solamente una, che peraltro è a firma del sottoscritto, Consigliere Molinari, ed è la n.
1953. Personalmente la do per illustrata. Risponda pure, Assessore Valmaggia, grazie.



VALMAGGIA Alberto, Assessore regionale

Grazie, Presidente. Rispondo a nome del collega Assessore Balocco sul tema: "Lavori di adeguamento del ponte Sant'Anna sulla Dora Baltea".
La Regione Piemonte, con la delibera del Consiglio regionale del 27/11/2002, ha approvato il Piano degli investimenti e degli interventi sulla rete stradale trasferita, demandando la sua attuazione alle Province per gli interventi ricadenti sulle strade di demanio provinciale. Nel Piano investimenti sono compresi i lavori sulla strada provinciale 31 bis per la costruzione del ponte sulla Dora Baltea a Borgo Revel, finanziati dalla Regione Piemonte per inizialmente complessivi 6,2 milioni di euro.
L'intervento di cui sopra prevede la realizzazione di un nuovo ponte in affiancamento a quello esistente al chilometro 9.750, nonché interventi di messa in sicurezza e restauro del ponte promiscuo esistente stradale e ferroviario.
Con nota del 10 settembre 2012, la Provincia di Torino, ribadendo la strategicità della costruzione del ponte sulla Dora Baltea a Borgo Revel facente parte del suddetto Piano, ha chiesto alla Regione di provvedere alla sua realizzazione direttamente o attraverso le forme ritenute più congrue. Con DGR del 14/11/2012, la Giunta regionale, aderendo alla citata richiesta, ha affidato alla società SCR S.p.A. il ruolo di stazione appaltante per la costruzione del nuovo ponte sulla Dora Baltea a Borgo Revel.



PRESIDENTE

Per cortesia, chiedo ai colleghi di lasciar parlare l'Assessore.
Grazie.



VALMAGGIA Alberto, Assessore regionale

E preso atto del nuovo importo presunto per le opere, pari ad euro 9,2 milioni di euro, ha ridefinito il finanziamento, rinviando a specifica convenzione la disciplina degli aspetti attuativi dell'intervento.
Inoltre, con delibera di Giunta dell'8 settembre 2014, la Regione ha aderito al progetto elaborato dal Politecnico di Milano, denominato Vento una ciclostrada di 679 chilometri che da Torino porta a Venezia seguendo il tracciato del fiume Po - impegnandosi a mettere in campo tutte le azioni necessarie per la sua realizzazione.
La ciclovia Vento interessa il ponte sulla Dora Baltea sulla ex statale 31 bis, pertanto nel progetto in questione sono stati inseriti il tratto a monte e a valle del ponte per rendere funzionale, adeguato e sicuro l'intero tratto di pista ciclabile.
Per migliorare la sicurezza stradale della provinciale 31 bis nel tratto in oggetto, il progetto è stato integrato dalla Provincia di Torino con l'allargamento dei tratti a monte a valle del ponte, per una lunghezza complessiva di circa un chilometro e mezzo, e con la realizzazione di una rotatoria al chilometro 8.700, in prossimità dello svincolo per il centro abitato di Borgo Revel. Il nuovo importo complessivo dell'intervento risulta di euro 13,368 milioni di euro. Per l'intervento vi è anche un contributo di RFI pari a un milione di euro.
Con DGR del 20 luglio 2015, è stata approvata la rimodulazione e aggiornamento del Piano degli investimenti e degli interventi sulla rete stradale statale trasferita, nella quale viene prevista la totale copertura finanziaria dell'intervento al netto del contributo di RFI S.p.A.
Nell'aprile 2017, è stato stipulato il secondo atto aggiuntivo alla convenzione tra Regione e SCR per l'attuazione degli interventi di viabilità assegnati alla società. Con DGR 29 maggio 2017, si è provveduto ad integrare il quadro economico dell'intervento di ulteriori 300 mila euro, così come segnalato dalla scrivente SCR. In data 20/12/2017, SCR ha trasmesso il quadro economico per l'importo complessivo di 13,668 milioni di euro e il cronoprogramma aggiornato.
Nei prossimi giorni si prevede di stipulare la convenzione tra Regione Piemonte, Città Metropolitana ed SCR per l'attuazione dell'intervento consentendo un aggiornamento, da parte della Città Metropolitana, del progetto definitivo ed acquisizione da parte della stessa delle autorizzazioni scadute sul progetto.



PRESIDENTE

Non vi sono altre interrogazioni, per cui dichiaro chiusa la trattazione del sindacato ispettivo.



(Alle ore 9.54 il Presidente dichiara esaurita la trattazione del punto all'o.d.g. inerente a "Svolgimento interrogazioni e interpellanze")



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAUS



(La seduta inizia alle ore10.05)


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo Accostato, Balocco, Barazzotto, Ferrari, Ferraris e Chiamparino. Non è presente l'Assessore Saitta.


Argomento:

b) Processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

Sono a disposizione e riproducibili, su richiesta, i processi verbali delle sedute del 23 gennaio 2018.


Argomento:

Approvazione processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g. "Approvazione processi verbali precedenti sedute", comunico che sono stati approvati i processi verbali del 16 gennaio 2018..
Ricordo che alle ore 13.00, in Sala Viglione, ci sarà l'incontro con i rappresentanti delle Organizzazioni sindacali Autonomi di Base o RSA Settore ferroviario Piemonte e Valle d'Aosta.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti atmosferici ed acustici

Esame disegno di legge n. 71, inerente a "Modifiche alla legge regionale 24 marzo 2000, n. 31 (Disposizioni per la prevenzione e lotta all'inquinamento luminoso e per il corretto impiego delle risorse energetiche)"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame del disegno di legge n. 71, inerente a "Modifiche alla legge regionale 24 marzo 2000, n. 31 (Disposizioni per la prevenzione e lotta all'inquinamento luminoso e per il corretto impiego delle risorse energetiche)" di cui al punto 7) all'o.d.g.
Nella seduta pomeridiana del 30 gennaio è iniziata la trattazione della proposta di legge n. 71; il Consigliere Boetti ha svolto la relazione di maggioranza e i Consiglieri Bertola e Graglia hanno svolto quella di minoranza.
È aperta la discussione generale.
La parola al Consigliere Mighetti.



MIGHETTI Paolo

Grazie, Presidente.
Ha saltato la parte sulle modifiche dell'o.d.g.



PRESIDENTE

No, è un'unica seduta. Quindi, quella parte non c'è; però se ha un'esigenza.



MIGHETTI Paolo

Provo lo stesso a chiedere una cortesia. Poiché ci sarà una lunga pausa per motivi elettorali, chiederei di discutere, nella giornata odierna, una mozione in merito alla questione bonifica Acna di Cengio, di cui ho parlato con i colleghi Consiglieri delle varie forze politiche, sottoscritta da vari Gruppi consiliari e di cui ho accennato prima all'Assessore.



PRESIDENTE

Per l'iscrizione.



MIGHETTI Paolo

Poiché la mozione verte su problematiche che devono essere discusse entro il 14 febbraio (data entro cui bisogna spedire al Ministero le osservazioni della Regione), sarebbe il caso che il Consiglio prendesse una posizione e che agevolasse questo percorso.



PRESIDENTE

Grazie, collega Mighetti.
Se tutti i Capigruppo acconsentono, non ci sono problemi. Nel pomeriggio, sarà convocata una Capigruppo: in quella sede la Presidente Frediani ce lo può ricordare e, quindi, troveremo sicuramente una soluzione.
Procediamo con la discussione generale, sull'inquinamento luminoso.
La parola al Consigliere Sozzani.



SOZZANI Diego

Grazie, Presidente.
Vorrei dare alcune indicazioni sull'impianto complessivo della legge.
Il fatto che normiamo un'attività che va a incidere sulle autorizzazioni di tipo territoriale, le più disparate, sia in ambito turistico sia in ambito commerciale o di altro genere, la nostra opinione è che vi sia un'assenza di una, chiamiamola "regia", di un testo unico. "Alla fine della fiera", se andiamo ad esaminare la legislazione ambientale complessiva della Regione Piemonte, rileviamo una miriade di leggi che sovrintendono le varie problematiche ambientali, alle quali aggiungoanche l'inquinamento luminoso che vanno a incidere singolarmente sulle attività specifiche di competenza sul territorio della Regione Piemonte. Si introducono continuamente una serie di vincoli; anche se, di per sé, in taluni casi, possono essere anche accettati, validi e sicuramente meritevoli viene meno però una regia complessiva della legislazione ambientale della Regione Piemonte.
Colgo l'occasione di questa discussione generale per dare indicazioni assolutamente generiche, ma che generano sensibilità da parte della Giunta nel concepire l'ambiente come un oggetto complesso dal punto di vista della normativa; l'ambiente è da tutelare, ma secondo forme che possono essere generate, in termini legislativi, in modo semplice, in modo da essere comprese da chi deve applicarle successivamente - e, soprattutto, non devono essere ridondanti o sovrapporsi.
Sarebbe opportuno da parte dell'Assessorato competente produrre un Testo unico ambientale, perché in questo modo si rilevano le influenze legislative.



PRESIDENTE

Chiedo scusa.
Scusate, il collega Sozzani ha qualche difficoltà, perché sta intervenendo.
Prego, collega Sozzani.



SOZZANI Diego

Dicevo che è bene creare un Testo unico in materia ambientale della Regione in cui si analizzino le norme che man mano vengono approvate e introdotte nella normativa regionale per verificare la ridondanza, come dicevo prima, delle norme stesse. Pertanto, per chi apre un'attività o chi ha già un'attività che dev'essere rivista alla luce di tutte le norme approvate, sarebbe opportuna della semplicità nell'analizzare le norme esistenti e le competenze rispetto all'attività sulla quale le norme vanno incidere e, di conseguenza, la possibilità o meno di realizzare un'opera di realizzare elementi che possano essere complementari, oppure fondamentali all'opera stessa.
Questo cosa significa? Faccio degli esempi.
Facendo una con il collega Vignale ed altri colleghi del mio Gruppo abbiamo visto che queste norme possono incidere pesantemente sulle attività turistiche, tipo le piste da sci utilizzate in ore notturne, oppure altre iniziative dalla valenza turistica, ma che non vanno a incidere sotto il profilo ambientale: se per quella notte c'è un po' di inquinamento luminoso, non sarà a cambiare il mondo o la natura della zona interessata diverso è se tutto ciò ha carattere permanente.
Lanciamo, quindi, questo appello del Testo unico ambientale, entro il quale tutta una serie di norme possano essere inserite, viste e analizzate per due motivi.
Primo. Finalmente si potrebbe razionalizzare una miriade di leggi e leggine, a livello ambientale, che generano difficoltà in chi le deve interpretare. Secondo. Questa metodologia rende cosciente sia il legislatore sia la Giunta sull'impianto delle norme oggi esistenti. Come vedrete, a volte, questo comparto e questo impianto sono assolutamente incompatibili per le attività economiche.
La Regione Piemonte, che può essere, come tutti gli altri territori a livello nazionale, una delle regioni più importanti dal punto di vista economico e sociale dell'intera Nazione, potrebbe non ricavare benefici dalle leggi che genera, rispetto alle concorrenze territoriali. Già sta avvenendo così: la vicina Liguria, piuttosto che la vicina Lombardia, non hanno tutta una serie di elementi o norme che incidono pesantemente sulle attività economiche.
Il rischio è che finanziamenti e investimenti preferiscano queste Regioni rispetto al Piemonte, generando un problema, dal punto di vista legislativo di interpretazione delle norme stesse, che si conclude con un problema di tipo economico, con investimenti non realizzati nella nostra Regione e allocati in Regioni vicine.
Vi è, quindi, una concorrenza territoriale che spesso soffriamo. Non sappiamo quantificare quanto incida questa perdita di competitività.
Sicuramente in un momento di crisi, in un momento in cui una Nazione come la nostra ha bisogno di investimenti, non potremo che aggravare la crisi che è già sotto i nostri occhi e che soprattutto le nostre imprese e i nostri investitori vivono quotidianamente.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi dell'Istituto Superiore "D. Alighieri" di Torino


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti dell'Istituto Superiore "D. Alighieri" di Torino in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti atmosferici ed acustici

Esame proposta di legge n. 71, inerente a "Modifiche alla legge regionale 24 marzo 2000, n. 31 (Disposizioni per la prevenzione e lotta all'inquinamento luminoso e per il corretto impiego delle risorse energetiche" (seguito)


PRESIDENTE

Riprendiamo l'esame della proposta di legge n. 71, di cui al punto 7) all'o.d.g.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Rostagno; ne ha facoltà.



ROSTAGNO Elvio

Grazie, Presidente.
Diciotto anni fa, il Consiglio regionale piemontese approvò la legge n.
31, era il 24 marzo del 2000.
Sono passati 18 anni e credo da allora siano cambiate le sensibilità le esigenze e la consapevolezza che se c'è un concetto che deve rientrare nel nostro ordine del giorno è racchiuso nelle parole "no allo spreco".
"No allo spreco" per questioni economiche, "no allo spreco" per quei valori che tutti noi possiamo percepire e di cui possiamo beneficiare, che sono anche un aspetto economico del nostro territorio.
Direi che modificare questa legge dopo 18 anni è un percorso assolutamente necessario. Per questo credo sia opportuno ringraziare soprattutto il Consigliere Boeti, che ci ha creduto e che da diversi anni con i collaboratori tecnici, si è dedicato alla modifica di questa norma.
Dovremmo ringraziare anche gli Uffici che si sono dedicati al tema e hanno collaborato un con gruppo di lavoro, in forma trasversale, cercando di produrre una norma che cogliesse le diverse sensibilità e le difficoltà sotto il profilo tecnico.
Condivido le preoccupazioni emerse già nel gruppo di lavoro, espresse anche dal collega Sozzani, rispetto al fatto che noi abbiamo sempre questa difficoltà di riuscire a mettere in relazione la necessità di una pianificazione, la necessità di normare aspetti e la necessità di andare verso un percorso di semplificazione.
Tutte le volte che noi pianifichiamo, programmiamo ed individuiamo una norma che è più stringente rispetto all'uso, in questo caso dell'illuminazione, di fatto imponiamo un po' di procedure.
E' chiaro che il processo di semplificazione sta nell'applicazione della norma. Io sono tendenzialmente ottimista, quindi sono assolutamente convinto che nella parte applicativa si potranno trovare le forme per rendere poco oneroso questo impegno.
Condivido anche la proposta segnalata da chi mi ha preceduto, in merito alla necessità di lavorare per un testo unico ambientale, perch rappresenterebbe una bella occasione per andare verso un processo di semplificazione e, contemporaneamente, mettere in luce tutti gli aspetti peculiari della difesa e della promozione ambientale.
Sono stati sottolineati alcuni aspetti, che nelle pieghe della norma trovano però delle soluzioni, per cui invito a non essere sempre così timorosi e preoccupati per le norme che emettiamo. Sono assolutamente convinto che nel processo che seguirà la loro applicazione, troveremo le forme per renderle poco onerose ma, soprattutto, efficaci.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Questo Consiglio regionale all'inizio della legislatura, fra il 2014 e il 2015, volle, tramite la legge di semplificazione, provare a sancire un concetto, cioè quello che la macchina regionale - di conseguenza, visto che noi legifichiamo, con compiti anche a Province, Città Metropolitane e Comuni - iniziasse un processo di delegificazione o semplificazione legislativa tradotto con un disegno di legge approvato a larga maggioranza dal Consiglio.
Discutendo quel progetto di delegificazione o, meglio, semplificazione amministrativa, noi sostenemmo che questo era un punto essenziale, o sarebbe dovuto essere un punto essenziale, di questa legislatura. In quella discussione facemmo anche presente come non sia solo necessario e sufficiente modificare le leggi, ma gran parte di quella che è la burocrazia regionale - che, di per sé, non è negativa allorquando non sia ridondante o troppo vincolistica - sta proprio all'interno degli atti amministrativi.
Successivamente a quelle buone intenzioni che si tradussero con l'approvazione della legge n. 3 del 2015 il Consiglio regionale, in realtà, produsse tutta un'altra serie di attività normative che, in gran parte, provenivano dall'ambiente, in altra, come in questo caso, da iniziative di carattere consiliare che, in realtà, hanno via via aumentato le disposizioni burocratiche che i singoli enti devono produrre. Pensiamo al piano dei rifiuti, pensiamo alla legge sui rifiuti e pensiamo soprattutto, al piano paesaggistico, a molte altre norme, alla modifica della legge 20, a tutta un'altra serie di norme che il Consiglio regionale ha votato e che hanno introdotto maggiori adempimenti.
Gli adempimenti non sono di per sé negativi, cioè noi crediamo che la tutela del patrimonio ambientale e la tutela dell'ambiente sia un aspetto in particolar modo per una regione come il Piemonte, che merita un grande rispetto perché può essere essa stessa uno strumento non soltanto di tutela ambientale, ma anche di sviluppo economico garantendo quelle grandi potenzialità che la nostra regione ha.
Tuttavia credo che in molte normative non si sia trovato un equilibrio fra la necessaria tutela dell'ambiente con le attività quotidiane che un'amministrazione pubblica, piuttosto che un cittadino - le due cose molto spesso sono strettamente correlate - devono svolgere.
Questa legge nasce da un principio corretto, nel senso di evitare che l'inquinamento luminoso sia tale ma, soprattutto, che vi sia una miglior utilizzo degli impianti luminosi - anche perché non possiamo non tener conto delle innovazioni, anche in termini di produzione di energie di inquinamento, che nel frattempo vi sono state - ma non crediamo che questo aspetto sia puntualmente previsto all'interno della norma. Crediamo che, da una parte, l'aspetto della riduzione di emissioni luminose - che corrispondono anche, in molti casi, a una riduzione dei costi per la pubblica amministrazione - sia doveroso. Tuttavia devo dire che moltissime pubbliche amministrazioni, senza che noi facessimo una legge regionale hanno provveduto a questo per un motivo molto banale perché, a fronte della sostituzione di vecchi strumenti di illuminazione con nuovi strumenti (penso, per esempio, alle lampade a led, ma non solo) si sono ridotti i consumi, anche oltre il 50%. Moltissime amministrazioni comunali hanno provveduto in tal senso pare proprio per ridurre la loro bolletta energetica.
Se questa legge si fosse limitata a incentivare, in qualche modo, le amministrazioni comunali a una riduzione dei consumi che però non facesse venire meno un altro aspetto determinante che è quella dell'importanza che le città e i Comuni siano illuminati non soltanto per fare rilevare un patrimonio importante che c'è all'interno delle singole amministrazioni, ma proprio per un aspetto anche di sicurezza, il tema legato all'illuminazione è un tema assolutamente significativo rispetto alla percezione, e non soltanto alla percezione, ma alla sicurezza stessa. Noi crediamo che invece, questa norma in alcuni articoli - e poi vedremo quali - abbia introdotto una serie di obblighi che sono intanto costosi e sono nuovi adempimenti burocratici.
Parto da alcuni che riguardano le amministrazioni comunali. L'articolo 3 prevede che sia necessario un progetto illuminotecnico per tutte le amministrazioni comunali che prevedono la sostituzione. "Gli impianti" dice l'articolo 3 - sono realizzati sulla base di un progetto illuminotecnico redatto e sottoscritto da professionista abilitato." eccetera È evidente che un progetto illuminotecnico ha un costo cui si somma questo costo aggiuntivo nonché una pratica aggiuntiva che, in qualche modo oggi non era presente e che aggiungiamo.
Così come l'articolo 5 che prevede "I Comuni con popolazione superiore ai 30 mila abitanti e facoltativamente quelli con popolazione inferiore ai 30 mila approvino piani dell'illuminazione che, in relazione alle loro specificità territoriali, siano finalizzati a ridurre l'inquinamento luminoso, ottico e a migliorare l'efficienza luminosa degli impianti". È un nuovo adempimento che, se condivisibile rispetto al miglioramento dell'efficienza luminosa degli impianti, lo è molto meno se legato alla riduzione dell'inquinamento luminoso.
Inoltre, la legge introduce, ad esempio, aspetti di tutela della fauna relativamente all'inquinamento luminoso, prevedendo che non avvenga laddove esiste una presenza di fauna nei periodi di svernamento e nei periodi di riproduzione, di alimentazione e quant'altro. Questi periodi, però, non durano 365 giorni l'anno, ma sono ben definiti e durano un tempo limitato mentre il nostro vincolo e il nostro obbligo è per tutto l'anno. La stessa legge del 2000 prevedeva delle limitazioni, ad esempio per i Parchi naturali, le aree naturali e i parchi. Ora noi estendiamo questa limitazione a tutta la Rete Natura 2000 della nostra Regione che, lo ricordo, supera il 15% del territorio regionale.
Vi sono poi alcuni ulteriori adempimenti: la comunicazione ogni due anni, prevista dall'articolo 9, rispetto ai dati che i Comuni devono avanzare il 30 aprile di ogni anno.
Ma soprattutto vi è l'introduzione di una norma, che noi assolutamente non condividiamo, secondo la quale i Comuni inadempienti saranno esclusi dai benefici economici regionali in materia energetica ambientale fino alla fornitura dei dati. Non c'è mai stata una norma regionale - ne abbiamo già discusso in una legge precedente - che abbia imposto il rispetto della legge relativa ad una potenziale penalizzazione di carattere economico. È evidente che se noi legiferiamo nei confronti dei Comuni, ma i Comuni devono rispettare questa norma senza che vi sia un vincolo che comporti l'esclusione da benefici economici.
Quindi, sostanzialmente, e concludo, nella volontà di apportare aspetti che sono condivisi, come la riduzione dei consumi, si è andati ad intervenire su altri aspetti legati alla riduzione della produzione luminosa e a tutta una serie di nuovi adempimenti che varranno in particolar modo per la Pubblica amministrazione, ma anche per i cittadini che compongono a tutti gli effetti nuova burocrazia.



PRESIDENTE

Comunico che il numero legale è 23.
Indìco la votazione palese sull'articolo 1.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 2.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 3 Emendamento rubricato n. 1) presentato da Boeti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Boeti per l'illustrazione.



BOETI Antonino

Questo emendamento è figlio di uno dei tanti incontri che relativamente a questa legge, sono stati fatti. Nell'incontro che abbiamo avuto con la CNA e quindi con gli operatori del settore, cioè con quelli che poi devono fare gli impianti, è emersa questa precisazione che è figlia di una disposizione nazionale che deve essere rispettata.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 1).
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 3, così come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 4 Indìco la votazione palese sull'articolo 4.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 5 Indìco la votazione palese sull'articolo 5.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 6 Indìco la votazione palese sull'articolo 6.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 7 Emendamento rubricato n. 2) presentato da Boeti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Vicepresidente Boeti, che interviene in qualità di Consigliere, per l'illustrazione.



BOETI Antonino

Anche questo emendamento è figlio dell'incontro con gli operatori del settore, che hanno ritenuto più corretto il termine "apparecchiature" trattandosi di apparecchiature mobili, rispetto alla parola "impianti".
Siamo stati d'accordo e l'abbiamo modificato.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 2).
Il Consiglio approva.
Emendamento rubricato n. 2.1) presentato da Boeti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Vicepresidente Boeti, che interviene in qualità di Consigliere, per l'illustrazione.



BOETI Antonino

Solo un attimo, Presidente, perché l'emendamento è arrivato adesso e io non lo avevo visto.



PRESIDENTE

Vicepresidente Boeti, se vuole posso sospendere la seduta per cinque minuti.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 10.42 riprende alle ore 10.48)



PRESIDENTE

Vicepresidente Boeti, se è pronto, le do la parola per l'illustrazione dell'emendamento rubricato n. 2.1).



BOETI Antonino

Dell'emendamento n. 9.1) all'articolo 9.



PRESIDENTE

Siamo all'articolo 7, emendamento n. 2.1).



BOETI Antonino

Questo però io l'ho già illustrato, Presidente. Emendamento all'articolo 7 (Sostituzione dell'articolo 7 della legge regionale n.
31/2000): al comma 1, sono soppresse le parole "in generale" e alla lettera e) del comma 1 sono soppresse le parole "o mobili". Ho già presentato l'emendamento.



PRESIDENTE

Vicepresidente Boeti, mi permetto di dirle che lei ha presentato l'emendamento n. 2) e questo è l'emendamento n. 2.1).



BOETI Antonino

Alla lettera e) del comma 1, le parole "o mobili" sono sostituite dalle parole seguenti: "e le apparecchiature mobili". È un invito da parte della CNA che abbiamo accolto.
Comunque va bene così. Lo metta in votazione, Presidente.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 2.1).
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 7, così come emendato.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 8.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 9 Emendamento rubricato n. 3) presentato da Boeti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Boeti per l'illustrazione.



BOETI Antonino

Grazie, Presidente.
La ragione per la quale con il Consigliere Vignale non ci capivamo rispetto a questo emendamento è che l'emendamento è all'articolo 8 bis perché l'articolo 9 è stato sostituito dall'articolo 8 bis.
Dopo l'articolo 8 della legge regionale n. 31, è inserito il seguente articolo 8 bis: "I Comuni forniscono alla Regione i dati relativi agli impianti di pubblica illuminazione esterna secondo le modalità stabilite dalla Giunta regionale con deliberazione e le aggiornano con cadenza almeno biennale entro il 30 aprile". Quindi l'articolo 9 viene sostituito da un 8 bis che prevede, al comma 1, quello che io sto dicendo.
Comma 2: "I Comuni inadempienti sono esclusi dai benefici economici regionali in materia energetica e ambientale fino alla fornitura dei dati".
Su questo insiste un emendamento - anche questo è stato presentato adesso da parte del Consigliere Vignale, che personalmente mi sento di approvare perché non ricordo un provvedimento di legge che prevedesse l'impossibilità, per i Comuni, di accedere ai finanziamenti . La Regione fa le leggi, i Comuni la rispettano, ci sono le multe per quelli che non rispettano gli impianti, ma questo mi sembra effettivamente eccessivo anche rispetto ai bandi che la Regione emanerà.
Quindi al comma 2, su richiesta del Consigliere Vignale - credo che lui poi debba presentare l'emendamento quando avrà data la parola - esprimo già adesso un parere



PRESIDENTE

Sospendo per due minuti la seduta, perché ci sono degli approfondimenti da fare sull'articolato.



(La seduta, sospesa alle ore 10.53 riprende alle ore 10.55)



PRESIDENTE

Subemendamento rubricato n. 8) presentato da Vignale, Sozzani.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
L'emendamento n. 8, come ha comunicato prima il Vicepresidente Boeti sostanzialmente, vuole evitare l'impossibilità da parte dei Comuni di poter partecipare ai bandi relativi ai benefici economici in materia energetica ambientale. Questo per due motivi; il primo, perché ci sembra eccessiva una penalizzazione in tal senso nei confronti delle Amministrazioni comunali non eccessiva perché sia esagerata, ma perché nella modalità con cui il Consiglio regionale legifera nei confronti di Comuni, Province, Città metropolitane e quant'altro vi è il dovere di rispetto, ovviamente, di un Ente legislativo sovraordinato, come la Regione Piemonte e in subordine vi sono le sanzioni. Non credo sia corretto, perché se introdurremo un principio per cui ogni qualvolta legiferiamo nei confronti di Enti locali dovremmo inserire una misura che penalizza gli Enti locali stessi, qualora non rispettino le norme regionali e non credo sia corretto, neanche in termini di sussidiarietà e di rispetto fra Enti locali e Regione Piemonte.



PRESIDENTE

Grazie, collega Vignale.
Indìco la votazione palese sul subemendamento rubricato n. 8).
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 3).
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 9, così come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 10 Emendamento rubricato n. 4) presentato da Boeti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Vicepresidente Boeti, che interviene in qualità di Consigliere, per l'illustrazione.



BOETI Antonino

Grazie, Presidente.
Abbiamo previsto, in un altro articolo, delle multe, anche elevate, per una progettazione non corrispondente alla legge. Multiamo, invece, con una multa, ovviamente minore che va da 90 a 150 euro, le modalità difformi da quelle previste dalla legge; per esempio, un mancato rispetto degli orari d'illuminazione notturna.
Abbiamo deciso di inserire anche questo elemento per provare a far rispettare meglio questo disegno di legge.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi dell'Istituto "Don Milani" di Torino


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti dell'Istituto "Don Milani" di Torino in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti atmosferici ed acustici

Esame disegno di legge n. 71, inerente a "Modifiche alla legge regionale 24 marzo 2000, n. 31 (Disposizioni per la prevenzione e lotta all'inquinamento luminoso e per il corretto impiego delle risorse energetiche)" (segue)


PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Devo dire la verità, non avendo seguito questa norma in sede Commissione, non mi sono accorto quanto prevede il comma 5 dell'articolo 9 che per certi versi è peggiorativo rispetto addirittura al comma che abbiamo cassato precedentemente. Tuttavia, prevedere di nuovo un divieto di accesso ai finanziamenti per i Comuni e, in generale, gli Enti pubblici che non realizzano impianti conformemente ai criteri tecnici dell'allegato A credo sia estremamente grave per un motivo molto banale: anzitutto, per quanto dicevo precedentemente, in secondo luogo, perché non tutti i Comuni hanno le risorse per adeguarsi, in particolar modo, in tempi brevi rispetto a quanto previsto dall'articolo 10 nel comma 9 dell'articolo 5 della legge 31 del 2000. Quindi, mi sembra profondamente sbagliato che un articolo preveda un'impossibilità d'accesso ai finanziamenti, come prevede il comma 5 dell'articolo 9, contenuto nella modifica prevista all'articolo 10 della norma.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 4).
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 10, così come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 11 Non essendovi richieste di intervento, indìco la votazione palese sull'articolo 11, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 12 Indìco la votazione palese sull'articolo 12.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 13 Emendamento rubricato n. 5) presentato da Boeti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Vicepresidente Boeti per l'illustrazione.



BOETI Antonino

E' solo la correzione di un errore materiale.
Alla lettera a) del comma 1 le parole "dell'articolo 6" sono soppresse si trattava, invece, dell'articolo 5.



PRESIDENTE

Procediamo alle votazioni.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 5).
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 13, così come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 14 Emendamento rubricato n. 6) presentato da Boeti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Vicepresidente Boeti per l'illustrazione.



BOETI Antonino

All'articolo 14, il comma 1 dice: "La legge non si applica agli impianti autorizzati ma non ancora realizzati e a quelli in corso di realizzazione". Abbiamo previsto di sopprimere, per il tema affrontato anche durante la discussione generale, il comma 2 della legge che diceva: "La Giunta regionale aggiorna, entro dodici mesi dall'entrata in vigore della presente legge, l'individuazione delle aree del territorio regionale che presentano caratteristiche per elevata sensibilità all'inquinamento luminoso".
Essendo questa una legge a invarianza di spesa e non essendo gli uffici, da quanto gli uffici ci hanno riferito, in grado di realizzare questo lavoro, avremmo dovuto affidare un incarico al Politecnico perch questo si realizzasse.
La legge non prevede; non ha un conto economico, non ha risorse finanziarie disponibili e questo, quindi, non sarebbe stato possibile.
L'Assessore Reschigna si è impegnato, assieme all'Assessore De Santis nel bilancio che discuteremo dopo le elezioni, a prevedere, all'interno di un capitolo che può essere utilizzato, il finanziamento necessario per realizzare questo studio.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
L'impegno ovviamente riguarderà la legge di bilancio; non riesco però a capire la correlazione esistente o, meglio, la possibilità di applicazione della norma cassando questo comma.
L'articolo 8 individua alcune aree che sono inevitabilmente quelle cioè le aree naturali protette e le aree della Rete Natura 2000, ma poi estende questi vincoli ad altri ambiti compresi nella rete ecologica di cui all'articolo 2 della legge 19, ed eventuali altre aree e siti sensibili importanti per il rifugio, la riproduzione, lo svernamento, l'alimentazione e quant'altro.
Se non c'è una delibera di Giunta che individua quali sono le aree di cui all'articolo 8, comma 1, come il comma 2 prevedeva, mi domando come sia rispettabile l'articolo 8 al comma 1, perché diventa assolutamente impossibile sapere quali sono queste "altre aree".
Non è un problema di risorse, è un problema di legge: con il comma 2 viene salvaguardato - che uno lo condivida o meno - il comma 1 dell'articolo 8; senza il comma 2 è impossibile, secondo me, mantenere il comma 1 dell'articolo 8, perché è impossibile sapere quali sono queste altre aree.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Vignale.
Procediamo alle votazioni.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 6).
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 14, così come emendato.
Il Consiglio approva.
Emendamento rubricato n. 7) presentato da Boeti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) L'emendamento viene dato per illustrato dal proponente.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 7).
Il Consiglio approva.
Dichiaro chiusa la votazione Ci sono richieste di intervento per dichiarazione di voto sull'intero testo? Ha chiesto di intervenire il Vicepresidente Boeti, che interviene in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



BOETI Antonino

Voglio brevemente prendere la parola soltanto per ringraziare il lavoro svolto e che, non nascondo, ha agevolato anche il mio.
Questa idea è cominciata quando Piero Bianucci, Direttore di "TuttoScienze" de "La Stampa" per tanti anni e Presidente dell'Osservatorio Astronomico di Pino Torinese, mi ha chiesto come mai, a differenza delle altre Regioni, il Piemonte non si fosse adeguato non soltanto alle innovazioni tecnologiche, ma anche al modo con il quale le altre Regioni italiane, a partire dalla Lombardia, avevano predisposto approvando leggi regionali prima di noi e simili a quella che noi approveremo.
E' stato un lavoro condiviso dal tavolo tecnico e votato all'unanimità da parte del CAL. Condiviso - anche questo era indispensabile - con gli operatori tecnici del settore, cioè con quelli che poi dovevano realizzare gli impianti. Ho fatto un po' di fatica a seguire, in questo periodo quello che c'è scritto nel disegno di legge, non faccio l'elettricista come tutti sanno, e ho faticato un po' a capire cos'era il lumin e il retrofitting, ma era in qualche modo indispensabile per seguire un disegno di legge che per le questioni che ho appena detto mi sembrava importante che la Regione adottasse.
Consigliere Vignale è una legge che complica? Credo di no sinceramente. È una legge, peraltro, che sostituisce una legge precedente anche le modifiche che, a partire dal 2000, la Regione ha adottato. La legge del 2000 non è più quella e quante modifiche sono state fatte nel frattempo. E' una legge nuova che, ovviamente, dovremo cercare, in qualche modo, di fare rispettare, ma una legge nuova che non complica le cose che c'erano prima.
Chiediamo ai Comuni sopra i 30 mila abitanti - sono 20 su una regione che ha quasi 1200 Comuni - di adottarsi di un progetto di illuminazione complessivo. Credo che chiedere ad un Comune che ha più di 20 mila abitanti un'ipotesi di questo tipo, sia una richiesta assolutamente normale. Non obblighiamo i piccoli Comuni che non hanno le risorse: è facoltativo, se vogliono, possono adottarlo. Credo che questa sia la ragione per la quale il CAL, all'unanimità, abbia approvato questa legge.
La legge non è retroattiva, non si applica agli impianti che sono in corso e, in qualche modo, mi sembra che possa anche incontrare il consenso degli operatori e anche delle città. Buona parte dei Comuni stanno lavorando in questo settore sostituendo gli impianti, qualche volta lo fanno in maniera disordinata, ma credo che anche i Comuni potranno, senza grandi problemi, predisporsi a rispettarla.
Le città non saranno più buie. Pensiamo, con questo disegno di legge di impedire che la luce vada verso il cielo e quindi impedirci di vedere le stelle, ma che vada ad illuminare i marciapiedi, gli angoli bui delle nostre città risparmiando, nello stesso tempo, risorse energetiche che nei Comuni sono di fondamentale importanza.
Finisco ringraziando il Consiglio per il lavoro che ha svolto. Se c'è qualcosa che non va nella legge avremo la possibilità, con i nostri Uffici di rivederla.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere.
Indìco la votazione per appello nominale sull'intero testo di legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 34 Consiglieri votanti 31 Consiglieri hanno votato SÌ 30 Consiglieri si è sono astenuto 1 Consigliere non hanno partecipato alla votazione 3 Consiglieri Il Consiglio approva.
Sospendo la seduta per la Conferenza dei Capigruppo in Sala A.



(La seduta è sospesa alle ore 11.16)


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi dell'Istituto Comprensivo "Mazzucchelli" di Chivasso


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti dell'Istituto Comprensivo "Mazzucchelli" di Chivasso in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.
Siete arrivati in un momento di sospensione del Consiglio regionale per una Conferenza dei Capigruppo per decidere come proseguire i lavori del Consiglio regionale. È per questo che in questo momento vedete un'aula spoglia e silente.



(La seduta riprende alle ore 12.04)



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE BOETI


Argomento: Caccia

Esame disegno di legge n. 182, inerente a "Tutela della fauna e gestione faunistico-venatoria in Piemonte"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame del disegno di legge n. 182, inerente a "Tutela della fauna e gestione faunistico-venatoria in Piemonte", di cui al punto 8) all'o.d.g.
Sono relatori di maggioranza i Consiglieri Corgnati, Monaco e Grimaldi relatori di minoranza i Consiglieri Bertola e Vignale.
La parola al relatore di maggioranza, Consigliere Corgnati.



CORGNATI Giovanni, relatore

Grazie, Presidente.
Sarò molto breve in questa relazione, per tentare di recuperare tutti gli anni in cui abbiamo parcheggiato questo provvedimento in Commissione.
La legge che è arrivata in Aula va a riempire un vuoto normativo legato all'abrogazione della legge 70/1996, avvenuta nella scorsa legislatura, per evitare un referendum. Pertanto, questo provvedimento, che ha iniziato il suo percorso in III Commissione, è stato oggetto di un'ampia consultazione e condivisione dei punti di vista di molti soggetti: associazioni animaliste, venatorie, ambientalisti, enti no profit ed Enti locali funzionari e addetti ai lavori, Consiglieri regionali di maggioranza e di minoranza, in modo particolare l'Assessore Giorgio Ferrero e il suo staff.
A questa legge sono stati presentati 170 emendamenti (anche di più) e subemendamenti, che sono stati oggetto di lavoro dal marzo 2015 ad oggi. Vi sintetizzo alcune importanti proposte che sono approdate.
L'aumento della superficie minima: si sono ridotti gli ATC e i CA eravamo attorno a 38 e siamo arrivati a 20. Questa è la prima modifica molto importante. Inoltre, una riduzione del 50% della governance. La modifica dei componenti dei Comitati di gestione, al fine di garantire una rappresentanza di tutte le parti: agricoltori, cacciatori, ambientalisti ed Enti pubblici, dove - in alcuni posti - succedeva che alcuni componenti usassero la doppia giacca: uno entrava come agricoltore e poi era anche cacciatore, e così via. In questo non c'era un equilibrio perfetto.
Inoltre, l'introduzione del limite dei due mandati per la carica di Presidente nell'ambito territoriale, nell'ambito degli ATC e dei CA, e l'introduzione di una nuova prova di tiro obbligatoria, per la caccia, e selezione per il rilascio di un attestato a validità semestrale. Questo è un pezzo in più.
Ancora, l'ampliamento delle tipologie delle zone per l'addestramento dei cani ausiliari e l'introduzione della possibilità di addestramento per i rapaci, per la caccia. La possibilità di commercializzare la fauna selvatica abbattuta, il divieto di introdurre starna e fagiano sopra i 1.000 metri, a tutela della fauna tipica alpina.
Inoltre, il riconoscimento dei Centri di recupero degli animali selvatici che già operano sul territorio, proprio per dare una valenza maggiore. La possibilità di controllo da parte degli ATC e dei CA che abbiano al loro interno guardie giurate particolari, per la previsione di misure straordinarie di controllo per la fauna selvatica e per interesse pubblico e tutela dell'esercizio dell'attività agricola e delle attività economiche. Questo, per evitare anche tutta una serie di danni che provocano gli animali selvatici alle colture agricole.
In buona sostanza, questa legge opera nel rispetto dei principi della legge 11 febbraio n. 157 e in conformità con le Direttive Comunitarie e le Convenzioni internazionali, in materia di tutela della fauna, dell'ambiente e del territorio, garantendo la salvaguardia delle colture agricole e delle biodiversità.
In conclusione, mi auguro che il percorso che sarà fatto in quest'Aula sia più breve di quello fatto in Commissione.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Monaco, relatore di maggioranza.



MONACO Alfredo, relatore

Grazie, Presidente.
Devo relazionare quale relatore di maggioranza su un provvedimento di particolare importanza - ritengo - per il futuro della nostra regione.
Innanzitutto, la valenza di avere avuto la forza, il coraggio, la pazienza e la determinazione di fare una lunghissima maratona, in condizioni oserei dire, parlando in termini sportivi - climatiche non favorevoli.
Comincia oggi l'ultimo miglio di quella maratona, che evidentemente, a fronte di quanto è accaduto e del percorso ad ostacoli che abbiamo avuto per quanto riguarda il tema in Commissione, non mi aspetto proprio facilissimo.
Sono assolutamente convinto che, allo stesso tempo, questo disegno di legge ha superato quelli che erano gli auspici di alcuni - favorevoli a mettere nell'ambito della legge quadro 157, la legge nazionale, un tema apparentemente non condiviso e non gradito, per certi versi - che rimanessimo ancora nell'alveo della legge nazionale e che quindi lasciassimo la Regione Piemonte senza lo strumento adeguato.
È una legge che ha, al suo interno e per quello che è l'oggetto della discussione sensibilità diverse che si vanno a incontrare; ma al di là del fatto che si può semplificare dicendo che si tratta della legge della caccia, in realtà si tratta di una legge che va a tutelare territori di biodiversità ed un diritto sancito per legge dello Stato, cioè la legge 157 "Esercizio dell'attività venatoria".
Perché se è vero, come è vero, che vi è una forte sensibilità ambientalista, a volte questa sensibilità può essere confusa con il lasciare che la natura operi in assoluta autonomia. Ciò sarebbe vero se non ci fosse la presenza dell'uomo. In qualunque contesto ci sia un'antropizzazione, gli ambienti subiscono delle forzature, quindi sono deviati rispetto al loro corso naturale ed è allora l'uomo, a quel punto che deve porre un rimedio e in qualche maniera tentare di riportare nell'alveo dei cicli naturali le biodiversità il più possibile vicino alla naturalità. Deve essere l'uomo a intervenire.
Negli anni, abbiamo visto che le sensibilità che entrano nel confronto di questo disegno di legge sono quelle delle istanze agricole, un mondo a cui si è prestata massima attenzione e di cui c'è massima sensibilità per le attività di base della Regione Piemonte. Ci sono poi da considerare tutte le sensibilità del mondo ambientalista, delle Associazioni che hanno forza e titolo di dire la propria opinione e di essere ascoltate, cosa che è accaduta per tutte le componenti in campo. Ma la testi è anche quella dei cacciatori, perché alla fine i cacciatori molto spesso li chiamiamo a svolgere un ruolo di aiuto o supporto rispetto a delle specie che ormai hanno qualcosa di poco naturale, perché qualcuna è stata reimmessa qui in passato, qualcuna è stata ibridata, qualcuna è scappata al controllo (ce n'è di tutto e di più) e sovente ci rivolgiamo a loro per aiutarci anche a limitare dei danni al mondo agricolo e comunque al nostro territorio.
Aggiungerei che sarebbe altresì opportuno ricordare che questo mondo di cui molto spesso mal si parla, è fatto di persone che sono dotate di un porto d'armi. Se andiamo tutti a vedere per quali motivazioni e a chi pu essere dato il porto d'armi, c'è una linea orizzontale e verticale di assoluta trasparenza in termini di leggi e in termini di Codice Penale affinché il porto d'armi possa essere non solo concesso, ma anche mantenuto. Traduco: molto spesso basta anche una denuncia subita per motivi di lite col vicino, e che quindi apre un possibile procedimento penale, che il porto d'armi viene sospeso a titolo cautelativo e i Carabinieri vanno a portar via le armi a questi signori.
Di conseguenza, credo che quei pochi cacciatori che sono rimasti ad erogare un servizio a volte da noi richiesto abbiano certamente la patente per essere considerate persone perbene, che alimentano una passione. E su questa passione, vorrei ricordare una cosa. Chi ha avuto modo di incontrarli, di confrontarsi, di ascoltarli e di vedere i loro comportamenti, bene, queste sono persone che, per quei due o tre mesi di attività che vanno a fare alimentando un'atavica passione dell'uomo in fondo, sono quelli che per gli altri mesi dell'anno aiutano andando a censire gli animali sui territori, andando a guardare quali sono gli eccessi, andando a sostenere in qualche modo anche le attività dei parchi e dei territori.
Inoltre, in un'epoca in cui siamo tutti molto attenti, anche da un punto di vista sociale, a quello che è l'elemento che io chiamo "solitudine", perché adesso siamo tutti connessi in rete e parliamo su una piazza mediatica, ma pochissime volte ci si incontra realmente, quindi c'è il tema della solitudine dell'individuo circondato da milioni di persone ebbene, questa è una delle pochissime attività dove ci si riunisce per generazioni trasversali lunghe, dal nonno che riunisce la famiglia con i figli, con i nipotini, ecc. per andare a fare dei pranzi, per stare insieme, legati da un elemento di passione.
I cacciatori danno altri servizi sociali importanti, e proprio da un punto di vista di socializzazione, quali per esempio il sostegno, l'aiuto e la collaborazione nell'andare a pulire le strade di montagna, andare a pulire i rii, a sistemare degli alvei, ad aiutare i contadini nella rimessa in ordine di alcuni fondi, molto spesso a raccogliere dei fondi. Abbiamo delle realtà che - chi ha avuto modo di vedere, esistono, non sono chiacchiere quelle che dico - raccolgono dei fondi per aiutare l'asilo della propria scuola comprando dalla carta igienica alla carta per le fotocopie, piccole quantità, ma sostengono le loro scuole.
Quindi, rispetto alla parte negativa di questo mondo, io invece dico che i cacciatori hanno un valore sociale che altre categorie hanno dimenticato e di cui anche il mondo politico molto spesso si interroga dicendo: che cosa si può fare affinché ci siano elementi di socializzazione? Allora in questa legge, che alcuni vogliono definire buona e altri cattiva - probabilmente non li si accontenta tutti e quindi forse è una buona legge - in realtà non si sentono, non si percepiscono umori di conflitto aspro rispetto: vuol dire che in qualche modo il percorso, questa lunga maratona ha avuto un senso importante.
Voglio riconoscere innanzitutto a tutti coloro che hanno lavorato rispetto a questo tema, sia in veste di Consiglieri che di collaboratori di avere ben operato, ma riconosco all'Assessore la grande pazienza che ha avuto di ascoltare tutti sempre di più, e in questa legge lo trovo comunque un elemento di equilibrio. Sicuramente ci sono ancora alcuni aspetti che vanno sfumati, guardati e condivisi, ma sono certo che ci siano le condizioni per fare il lavoro dell'ultimo miglio.
Vado a chiudere l'intervento, Presidente, rimarcando che l'elemento di forte novità che ha questa legge è il riordino di un sistema che ne aveva fortemente bisogno, al quale in questi anni si è cercato - la Giunta ha cercato - di porre un rimedio non ancora perfettamente efficace, perch comunque abbiamo ancora recrudescenze dove la Giunta non ha potuto esprimere al massimo la propria forza, che credo invece possa avere con questa legge Dico questo perché ritengo che il mondo dell'attività venatoria sia un mondo diviso in due gruppi: il grande gruppo, quello delle persone animate da quella passione sociale, da quella passione venatoria, sportiva o chiamiamola come ci pare e anche ambientalista, perché non credo esista qualcuno che possa avere la patente di "ambientalista" e poi darla agli altri, sono quelli che vanno veramente a curare l'ambiente che ci circonda ma credo che l'alternativa a questo è quel piccolo gruppo che, invece, ha guardato con molta attenzione e per molti anni a quella che forse è una gestione nascosta in un mondo non perfettamente trasparente, che non sempre offriva chiarezza che, invece, credo vada riservata a tutto quel mondo dove circola del danaro e anche del denaro che torna sui territori.
Ricordo anche che questa è un'attività che muove interessi, anche di tipo economico, forse marginali, ma ci sono delle attività che possono essere non solo sostenute e sono sostenute da questo mondo, ma collateralmente ci possono arrivare.
Quindi, buona gestione e credo che l'Assessore e la Giunta abbiano lavorato in quella direzione, che è quella della gestione, per dare anche qualche "soldino" in più sui territori, per la gestione del territorio.
Attenzione e chiudo veramente, Presidente: uno dei temi che viene riportato ma guardate nei comprensori e negli ATC si parla di caccia. No, si parla di territorio! È una gestione di un territorio, nel quale c'è quest'aspetto non irrilevante, che è quello della caccia. Sostenuto finanziariamente e prioritariamente in modo maggioritario dalla quota dei cacciatori, che poi si riversa sui territori. Credo che quello sia uno spazio e questa legge forse lo farà, per la prima volta, con una trasparenza importante, in una dimensione che è attesa, auspicata ed è auspicata dal mondo dei cacciatori che vi assicuro quello è un mondo che sta chiedendo regole.



PRESIDENTE

Grazie, collega Monaco.
La parola al Consigliere Segretario Bertola, che interviene in qualità di Consigliere.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Il disegno di legge che andiamo a discutere, insieme alle proposte di legge sullo stesso argomento, quindi la nostra proposta di legge, la n.
182, a mia prima firma e la proposta di legge del centrodestra, a prima a firma del Consigliere Vignale, andranno a colmare un vuoto normativo, che perdura da diversi anni e che è stato creato dall'abrogazione della legge regionale 70 del 1996.
Ricordo che questa legge venne abrogata per impedire - ripeto, impedire ai cittadini piemontesi di esprimersi; cittadini piemontesi, che avevano raccolto le firme da più di due decenni per un referendum abrogativo, che andava a cancellare una parte della vigente legge sulla caccia. Questo ha creato un vuoto, nel quale si sono inseriti diversi provvedimenti e faccio un breve excursus su quelli più recenti: in questa legislatura, grazie all'approvazione di nostri emendamenti a provvedimenti omnibus, è stata inserita la protezione di due specie della tipica fauna alpina, quali la lepre variabile e la pernice bianca; successivamente, anche la protezione del merlo e dell'allodola e poi, con un provvedimento della Giunta, anche la protezione divieto di caccia di altre specie, tuttavia, manca ancora un provvedimento complessivo.
Allora, il nostro lavoro è stato rivolto a preparare una proposta di legge, confrontandoci anche con le Associazioni ambientaliste, che in buona sostanza riprende il contenuto dalla legge regionale 70 del 1996 inserendovi il contenuto dei quesiti referendari, il recepimento di quelli che erano i quesiti referendari, rispetto ai quali il centrodestra, la Giunta Cota aveva paura che i cittadini si potessero esprimere.
La nostra proposta di legge vuole permettere la caccia solo alla lepre al fagiano e al cinghiale, soltanto se la diffusione della specie copre tutto il territorio e se sono stati accertati danni alle attività umane.
Vorrei fare un'osservazione: non esistono per noi animali dannosi, specie dannose, ma esistono specie che interferiscono con le attività umane.
"Dannoso", invece, è stato - ed è - chi ha una certa concezione, perché, se oggi abbiamo un proliferare di alcune specie come il cinghiale o il capriolo, che creano danni all'agricoltura è solo perché in questi anni ci sono state delle introduzioni di massa di queste specie. Se andiamo a rivederci quali erano i numeri per il prelievo venatorio di una specie come il cinghiale 25 o 30 anni fa, c'erano delle cifre molto più basse, perch c'erano molti meno capi nella nostra regione.
Quindi, il danno l'ha commesso chi ha permesso che si introducessero parecchi di questi animali, che guarda caso sono le stesse persone che oggi si propongono come i "salvatori della Patria", che si propongono per risolvere il problema. Chi sono? I cacciatori! Che oggi dicono che ci sono troppi cinghiali, fateci sparare! Se, forse, se ne fossero introdotti meno non avremmo avuto questo problema.
Quindi, non so cosa vuol dire "fare operare la natura in modo autonomo"; penso che stiamo interferendo fin troppo con l'ecosistema stiamo interferendo fin troppo con le attività e con l'ecosistema; di certo, sappiamo i danni causati da chi ha voluto, invece, interferire con l'ecosistema, permettendo il proliferare di queste specie. Questo sì, è un danno e non è un danno dell'ecosistema, ma è un danno creato da persone per il sollazzo e il divertimento di pochi e per l'arricchimento e l'interesse economico di pochi altri. Questi sono fatti.
Sempre per parlare della nostra proposta di legge, che prevede 2 mesi all'anno di stagione venatoria, salvo eccessiva densità di una specie che crea problemi in attività umane; caccia vietata la domenica; sottolineo: caccia vietata la domenica e su questo tornerò tra poco, perché la nostra proposta di legge consentirebbe la caccia solo il mercoledì e il sabato.
Caccia vietata sulla neve ed eliminazione delle aziende faunistico venatorie; caccia sospesa, se non c'è il Piano faunistico-venatorio divieto legale di cani da caccia con facoltà di sparo; comitati di gestione degli ATC e dei CA che diventano soggetti di diritto pubblico; vietati i ripopolamenti a scopo venatorio; eliminata la possibilità di allevare cinghiali.
Qual è stato il nostro lavoro in Commissione? Abbiamo cercato di partecipare ai lavori della Commissione con un patteggiamento il più possibile costruttivo, e abbiamo cercato di migliorare il provvedimento inserendo, all'interno del disegno di legge della Giunta, il contenuto della nostra proposta di legge.
Sono stati approvati diversi nostri emendamenti e grazie ai nostri emendamenti i piani di controllo faunistico possono essere attuati solo con guardie venatorie, con proprietari o conduttori dei fondi, e non anche dei cacciatori. Questo anche in ossequio a una sentenza della Corte Costituzionale.
Cosa ci aspettiamo dall'esame di questo provvedimento in Aula? Noi siamo ancora intenzionati e vogliamo continuare a lavorare per migliorare questo provvedimento; un provvedimento rispetto al quale abbiamo dato un voto contrario in Commissione.
Durante l'esame del disegno di legge in Commissione si era creata, non dico una maggioranza trasversale, ma un certo consenso trasversale per arrivare al divieto di caccia alla domenica. Questo anche sull'onda degli incidenti mortali - incidenti mortali - verificatesi lo scorso autunno.
C'era stato anche un piccolo incidente all'interno della maggioranza: ci sono persone, Consiglieri di maggioranza, del Partito Democratico e non solo, che sull'attività venatoria hanno un'opinione diversa rispetto a quella espressa dal disegno di legge regionale.
Noi ci auguriamo che le istanze di alcuni componenti di maggioranza vengano portate anche all'esame dell'Aula, e che quindi non rimangano solo parole, poiché noi siamo fermi rispetto a questo.
Dall'esame di questo provvedimento in Aula noi vogliamo, ovviamente migliorarlo il più possibile, ma soprattutto il divieto di caccia la domenica.
Non a caso, proprio l'esame dell'articolato avverrà in un periodo successivo alle elezioni, periodo nel quale forse la composizione di questo Consiglio regionale sarà anche diversa, perché un quinto di questo Consiglio regionale si è candidato alle elezioni politiche, con l'intenzione di interrompere un mandato che i cittadini gli hanno dato per cinque anni. Noi del Movimento Cinque Stelle saremo ancora qui tutti. Siamo intenzionati a presentare altri emendamenti; abbiamo voluto iniziare con l'emendamento che introduce il divieto di caccia la domenica.
Abbiamo voluto presentarlo il prima possibile perché volevamo fosse proprio l'emendamento numero uno. Questo è il nostro obiettivo minimo. Il nostro obiettivo minimo! Questo significa che, per proteggere, difendere e far approvare l'emendamento numero uno, dovremmo lavorare su parecchi emendamenti che permettano un'ampia discussione di questo provvedimento in Aula.



PRESIDENTE

Prima di dare la parola al Consigliere Grimaldi, ricordo ai Consiglieri che si sono iscritti a parlare che la riunione dei Capigruppo ha previsto soltanto la presentazione delle relazioni e non la discussione generale.
Oggi pomeriggio abbiamo deciso di discutere gli ordini del giorno; per cui la discussione generale riprenderà dopo l'approvazione del bilancio.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Grimaldi; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Vorrei tenere assieme le due relazioni che mi hanno preceduto, perch credo che il giusto equilibrio di questa legge stia nel dato che ricordavamo con l'Assessore Ferrero lo scorso anno.
L'anno scorso, dopo quarant'anni, si è potuto abbattere un grande numero - sto parlando del 2017 - di specie; non avevamo un Piano Faunistico e tutti noi dicevamo che occorreva approvare una legge per regolamentare l'attività venatoria e redigere un Piano Faunistico Venatorio Regionale.
Dovevamo limitare le specie.
Come sapete, abbiamo fatto alcuni passaggi dentro alcune leggi straordinarie.
Il Consiglio, per via di alcune opposizioni, secondo me per motivi anche strumentali, hanno voluto togliere da quella discussione alcune specie, rimandando la discussione al settembre successivo. Noi abbiamo continuato con il nostro disegno e abbiamo detto che presto avremmo riconsiderato, nel nella legge generale, alcuni paletti.
Da una parte c'era questa esigenza - e credo che il lungo lavoro fatto in Commissione abbia portato a un testo di base condiviso dalla gran parte delle forze politiche di quest'Aula - dall'altra, però, c'è quello che diceva il Consigliere Bertola: ricordiamoci che l'assenza di questa legge è legata a una furberia, a una furbizia che non ha permesso ai piemontesi di esprimersi su un tema così delicato.
Vorrei ricordare questo punto perché è il punto che ci distingue dalle forze politiche in campo: vale per Sinistra Italiana, per SEL, ma anche per M. D. P.
Il punto è che questo sport viene praticato da una minoranza; è una minoranza che ha, come per tante altre attività - vale per gli sport come per la cultura e per altre pratiche - tanta passione e tanto rispetto per l'ambiente in cui si trova, però ci sono dei casi che non sono così.
Lo ricordo solo perché i dati denunciati dalle Procure della Repubblica, dei Carabinieri e dalle ex guardie forestali ci ricordano che negli ultimi sette anni, ogni cinque giorni è stata registrata un'infrazione contro la fauna selvatica; ogni otto giorni viene denunciata una persona e ogni nove giorni viene effettuato un sequestro.
Cuneo, Alessandria e Torino sono le Province dove si sono registrate più infrazioni e, per quanto riguarda i reati di bracconaggio (articolo 30 della legge 92), nei quattro anni precedenti, ogni mese è stato avviato un procedimento contro noti ed indagata una persona ogni 26 giorni.
Voi mi direte: succede così in tutte le attività umane.
Beh, insomma, trovatemi un altro sport in cui ci siano dati come questi, senza considerare il danno ai patrimoni e alle persone, perch anche lì, guardate, nessuno di noi ha scritto un comunicato stampa dopo un colpo partito male, dopo un ferito, dopo un morto.
Sommessamente, colleghi, possiamo dare i dati? A fine gennaio si chiude la stagione e i dati nazionali - se guardate anche le varie Federazioni non solo quelle ambientaliste - sono i seguenti: civili non cacciatori 34, di cui 24 feriti e 10 morti. Cacciatori: 80 di cui 60 feriti e 20 morti. Totale: 84 feriti e 30 morti. Tre minori rimaste vittime di cui feriti e un morto.
I colleghi, giustamente, che magari hanno anche una passione e non sono solo esponenti di alcuni associazioni di caccia, ci dicono l'importante è la promiscuità, i boschi sono di tutti, le montagne sono di tutti. Per carità, capisco il loro punto di vista, ma ci chiediamo perché la gran parte di questi incidenti avviene in un giorno particolare della settimana? Perché succede questo? Qualcuno ci ha detto: siete fissati con la domenica.
Possiamo dirci che la gran parte dei cittadini ancora ritrova nella domenica l'unico vero giorno di pausa? Posso dirvi, da persona che va spesso dai suoi genitori e dai suoi nonni in campagna, nelle terre natie della famiglia, che andare in giro la domenica mentre magari la vegetazione è ancora fitta ed è aperta la caccia non è che proprio mi entusiasma? Possiamo trovare un punto di mediazione? Noi abbiamo aperta discussione sapendo che ci sarà un confronto. Due volte l'Assessore ha detto: troviamo uno punto sensato. Noi siamo d'accordo: troviamo un punto di senso, basta che non ci dite che lo facciamo per un pezzo di ore al giorno, basta che non ci dite che lo facciamo una domenica sì e una domenica no. Noi vogliamo mettere in sicurezza un pezzo di questa discussione. Altrimenti c'è la l'idea del Movimento 5 Stelle che dicono, al contrario, facciamolo due giorni in settimana. Troviamo una mediazione.
Lo dico anche lasciando aperta la discussione sulla fauna alpina.
Adesso mi dite perché ce l'avete tanto con il gallo? A parte che il Presidente ha condotto una grande battaglia e una grande discussione e lo ringraziamo, e quindi non possiamo permetterci di non tutelarlo fino in fondo, ma cosa vi avrà mai fatto il gallo forcella e la coturnice? Che tra l'altro, la gran parte di voi credo non abbia mai mangiato nella sua vita? Perché pensiamo di allargare queste specie? Qualcuno ci accusa e dice: volete rovinare l'ultimo avamposto della cultura, della caccia e della fauna alpina. Posto che ci saranno anche le lepri in alta montagna, non capisco più di che cosa parliamo. Anche la vostra retorica, veramente non la capisco più. Ci dite che, di fatto, la caccia serve soprattutto ad aiutare la promiscuità dell'uomo e la natura regolando, in parte, l'apporto di alcune specie dentro le attività antropiche della civiltà e di solito si parla di cinghiali. Che, tra l'altro, ricordo sommessamente, qualcuno ha portato e fatto proliferare nelle nostre terre, non sono arrivati ai numeri di oggi per caso. Mettiamoci d'accordo o ci diciamo che l'attività venatorie è un fenomeno in qualche modo ridotto, culturalmente accettato e integrato nella nostra società che però va limitato anche e soprattutto ad alcune attività di controllo della fauna, ma non mi venite a dire che il gallo forcella e la coturnice rientrano in queste tipologie. Non possiamo neanche registrarle solo nella parte divertissement.
Se il tema sono i pallini, se capisco bene Consigliere Vignale, non so se vuole spiegarci qual è il punto, se il fatto che si toglie l'ultimo tipo di caccia. non lo so qual è il punto per cui sembra che la difesa di queste due specie stravolga di fatto l'attività venatoria. Crediamo che con queste due specie, si riduca ulteriormente una parte delle specie che sono, comunque, a rischio, che non sono in gran numero nella nostra fauna alpina e, soprattutto, che sia minoritaria anche nei numeri della caccia.
Di sicuro con la Consigliera Accossato e il Consigliere Ottria abbiamo più volte presentato questo provvedimento, una volta anche l'Assessore era stato favorevole, poi l'abbiamo dovuto stralciare perché rischiava di essere strumentalizzato dentro l'altro provvedimento, quello che registrava le specie tolte dai ricorsi al TAR. Adesso noi proveremo a ripresentare anche questo emendamento e speriamo che l'Aula, tutta, magari anche lasciando la libertà di coscienza di ognuno di noi perché su questo tema mi pare che ci siano opinioni diverse, possa anche prevedere un'ulteriore estensione delle specie protette in questo disegno. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Che una legge sulla caccia sia, in qualche modo, importante all'interno della nostra Regione è un dato di fatto tant'è che il sottoscritto, assieme ad altri colleghi del centrodestra, pochi mesi dopo l'inizio di questa legislatura, ha presentato un disegno di legge in tal senso e non due anni dopo.
Che sia importante avere una legge è un dato di fatto, ma vale per la caccia come vale per qualunque altra attività. Serve una buona legge. Serve una legge equilibrata, serve una legge che porti la nostra Regione a situazioni che siano equiparabili a qualunque altra Regione italiana.
Scegliete voi quale: vi sono Regioni italiane che hanno una legislazione oggettivamente più di favore rispetto all'attività venatoria e politicamente trasversali (la Toscana, l'Umbria, l'Emilia, la Lombardia, il Veneto) con gestioni e con colori politici assolutamente differenti.
Una buona legge serve in questa Regione e scegliete voi quale Regione prendere come esempio. Non sarebbe una cattiva legge, perché vorrei che s'inquadrasse quella che è l'attività venatoria, e non soltanto per il sottoscritto, ma vorrei che si inquadrasse quella che è l'attività venatoria che la legge dello Stato prevede. L'attività venatoria non è un'attività finalizzata alla riduzione dei danni in agricoltura; anche, ma non è quello. Non nasce da quello come passione atavica, non nasce come tradizione del mondo rurale della nostra regione. Serve certamente anche a quello relativamente ad alcune specie dannose, che sono dannose in termini di danni che producono ai terreni agricoli, non è che sono dannose perch uno gli affibbia un termine. Viene ricordato spesso il cinghiale certamente va ricordato il capriolo, che è pure molto grazioso, ma che in molte realtà del Piemonte è l'animale che crea più danni. Certamente vanno ricordati i corvidi, che in altrettante realtà del Piemonte, ad esempio della pianura del torinese, sono quelli che comportano più danni in assoluto.
La caccia è un'attività finalizzata alla riduzione dei danni? No, la caccia è una passione, è una passione antica, non è uno sport. Certamente lo individua come sport chi non conosce la caccia e chi non ha la più pallida idea di quale differenza ci sia e quale compito svolga questo tipo di attività. È un'attività di presenza territoriale. Difatti un cacciatore di qualunque zona del Piemonte avrà non soltanto una conoscenza del territorio, che può essere certamente pari a quella di chi frequenta le aree alpine, le aree di pianura e di campagna, ma una conoscenza della fauna di quel territorio che pochi altri hanno.
Allora, non stiamo discutendo la legge sulla caccia, perché anche la n.
157 non è la legge sulla caccia, è la legge della gestione della fauna selvatica. La gestione della fauna selvatica, in alcune realtà e in alcuni aspetti, è in difficoltà, ma non è in difficoltà perché esistono meno di 30 mila cacciatori all'interno della nostra regione. È in difficoltà per una serie significativa di motivi; uno di questi motivi è l'antropizzazione di alcuni territori, un altro di questi motivi è l'agricoltura estensiva presente all'interno dei nostri territori. Per alcune specie l'assenza di brughiera, di territori non coltivati significa non avere più il loro habitat naturale, in cui essere presenti; in particolar modo, per alcune specie stanziali, ma anche per alcune specie migratorie.
Quindi, credo che la legge licenziata dalla Commissione con voto favorevole - non certo la PdL n. 32 che porta la prima firma del sottoscritto - non sia una buona legge sotto tanti punti di vista. Il primo perché è una legge che con gli emendamenti avvenuti in Commissione ha evidentemente un carattere ideologico. Quando è stata licenziata dalla Commissione, quando all'interno di quest'Aula si sono fatte le audizioni con tutto il mondo venatorio, ambientale, agricolo e quant'altro, noi abbiamo presentato una legge che era certamente discutibile, certamente migliorabile, ma che non rappresentava tutti quei limiti che invece hanno le modifiche intervenute precedentemente e in sede di Commissione.
Vi faccio un esempio, che è quello più evidente. La legge dello Stato disciplina quali sono le specie particolarmente protette, quali sono le specie non cacciabili e quelle cacciabili. La legge dello Stato disciplina quali sono i periodi, quali sono i giorni in cui si può svolgere l'attività venatoria, anche distinguendo tra la fauna stanziale e quella migratoria.
Ed è una norma che vale per tutte le Regioni d'Italia. Noi siamo l'unica Regione italiana - l'unica, non ce n'è un'altra e questo dovrebbe già dare un senso - che ha introdotto un divieto di caccia su 15 specie cacciabili ma questo non lo dice il Movimento Nazionale o Gianluca Vignale. Perché è sbagliato il nostro intervento di divieto di specie, in violazione della legge dello Stato? Perché la legge dello Stato consente la limitazione rispetto alle specie ed una parte delle specie introdotte nella legge n.
157 non sono neanche presenti nella nostra regione, per cui non ci sarebbe neanche il problema di prevedere o meno la possibilità di cacciarle.
Inoltre, perché la legge affida al calendario venatorio, cioè ad un atto amministrativo, l'inserimento di queste specie, motivato.
Vi faccio un esempio che ha interessato questo Consiglio regionale.
L'Assessore Ferrero, poco dopo essersi insediato, ha previsto nel calendario venatorio - quindi in un atto amministrativo - il divieto di attività faunistica sulla pernice bianca, ma la legge dello Stato prevede che, all'interno della nostra regione, come del resto di tutte le regioni italiane, l'attività venatoria possa avvenire per consistenza faunistica.
Cioè, laddove esiste consistenza faunistica di una singola specie, quella specie è oggetto di prelievo, magari anche molto limitato, ma è oggetto di prelievo; laddove non esiste consistenza faunistica, non è oggetto di prelievo. Bene, quel calendario è stato impugnato e il TAR ha dato ragione a coloro i quali hanno ricorso, perché non c'erano motivazioni per limitare quel tipo di specie.
Allora, il Consiglio regionale, l'unico in Italia, cosa ha fatto? Ha trovato una scorciatoia, cioè noi abbiamo vietato, sostituendoci allo Stato, la caccia a circa 15 specie. Cosa dice il TAR nel merito? Difatti da quando abbiamo discusso e licenziato la legge in Commissione ad oggi, il Tribunale Amministrativo si è espresso su alcuni ricorsi presentati, in particolar modo rispetto alle specie cacciabili. Ce n'è poi un altro sugli ATC e i CA, ma questo è un tema più specifico sul quale entreremo discutendo la legge.
Il TAR dice "prevedere il divieto assoluto per la specie pernice bianca, allodole e lepre variabile discenderebbe da una norma di legge incostituzionale, in relazione all'articolo 117". Ovviamente usa il condizionale, perché il TAR non può sostituirsi alla Corte Costituzionale ma dice anche - quello stesso Tribunale Amministrativo che aveva imposto alla Regione Piemonte di introdurre 11 specie cacciabili che non erano inserite nel calendario venatorio - che la violazione dell'articolo 18 della legge regionale 5/2012 individua un eccesso di potere per difetto di istruttoria. La Regione avrebbe illegittimamente omesso di inserire nell'elenco delle specie cacciabili il Fischione, la Canapiglia, il Mestolone, il Codone, la Marzaiola, ecc.
Pertanto - di fatto - stiamo discutendo una legge ideologica; non è una legge di buona gestione del territorio, perché - per esempio - su tutto ci che riguarda gli Anatidi, mentre tutte le regioni italiane hanno più specie cacciabili (come aveva anche il Piemonte), noi ne abbiamo una sola. E quindi è evidente che, nei confronti del Germano (l'unica specie cacciabile), vi sarà una pressione venatoria esagerata rispetto a quello che avviene nelle altre regioni, e questa è una questione di conoscenza di ciò che avviene nell'ambito dell'attività venatoria, perché noi possiamo abbattere un numero consistente di Germani reali, ma non possiamo abbattere una Canapiglia o un Mestolone che viaggia e che vola nello stesso luogo che non è della stessa specie, ma è un animale simile.
Pertanto, ritengo che dovremmo provare a scrivere una norma che rispetti quella che è una tradizione, piaccia o non piaccia. Guardate, è singolare che il Consiglio regionale, il centrosinistra, il Movimento 5 Stelle, ogni giorno trovino una minoranza da tutelare. Noi tuteliamo le minoranze più disparate, all'interno del nostro Stato e della nostra regione, anche correttamente, mentre l'unica minoranza che deve essere vessata è quella di chi esercita l'attività venatoria esercitando un'attività lecita, peraltro rispettando una serie di compiti che nessun'altro di voi rispetta.
Io e il collega Corgnati, cioè (poi anche lui voterà questa legge e il buon Dio sa come farà a farlo), che abbiamo un porto d'armi per l'attività venatoria, dobbiamo sottostare a una serie di verifiche per mantenere il porto d'armi a cui nessun altro di voi deve sottostare, perché se io minaccio una persona, il giorno - correttamente - mi vengono ritirati il porto d'armi e le armi. Se io guido in stato di ebbrezza, mi vengono ritirati il porto d'armi e le armi, correttamente. E allora, stiamo parlando di una categoria molto controllata e di una categoria molto rispettosa delle norme.
I dati che citava il collega Grimaldi sono esemplificativi: una denuncia di bracconaggio al mese. Significa che c'è la percentuale di un cacciatore su 30.000 o su 27.000 che, pur avendo il fucile in spalla, pur avendo la possibilità o facendo l'errore, perché qualche volta si fanno anche errori di tiro, una volta al mese riceve una denuncia. Se questo lo paragoniamo a qualunque altro tipo di violazione - faccio l'esempio ambientale, rispetto all'edilizia, rispetto ai rifiuti - allora dovremmo fare delle leggi che impongano restrizioni tali quali quelle che abbiamo imposto sulla caccia. È evidente che c'è qualcuno che viola le norme, ma come in ogni attività - non è che, poiché c'è una percentuale irrisoria di persone che violano le norme all'interno di una categoria, noi possiamo vessare tutta quella categoria. Sarebbe come dire che, poiché c'è un'infiltrazione della criminalità organizzata nell'edilizia, vessiamo tutto il mondo dell'edilizia o perché ci sono infiltrazioni mafiose nel mondo dei rifiuti, vessiamo tutto il mondo dei rifiuti.
Io ritengo che questo sia il grande limite. E poi ve n'è un ultimo perché vado a conclusione. Un altro limite di questa legge è un punto fondamentale della legge stessa: l'attività venatoria rappresenta una grande attività e una grande possibilità di sviluppo economico per i territori marginali, e non parlo solo dell'enorme bacino economico che ruota intorno al mondo largamente inteso delle armi (non sono solo quelle per l'attività venatoria, sono quelle per chi spara al poligono o per l'attività meramente sportiva), che è assolutamente significativo, ma tutto ciò che rappresenta quel mondo in termini di ricaduta economica per territori rurali e montani, che fanno della presenza di attività venatoria e di cacciatori, nei momenti peggiori dell'anno (da ottobre a gennaio, da ottobre a dicembre) una possibilità di sviluppo economico.
Allora, se voi guardate cosa fa la Regione Emilia Romagna o la Regione Toscana - per fare due esempi politicamente a voi affini - potete vedere che hanno inserito tutta una serie di attività, di presenza di attività venatoria che garantisce tanto una gestione del territorio quanto una ricaduta economica, per far sì che le due cose si sposino insieme e possano garantire anche uno sviluppo territoriale.
Pertanto, credo che sarà interessante la discussione che faremo alla riapertura, dopo la pausa elettorale, ben sapendo che noi oggi stiamo discutendo un disegno di legge che, da un punto di vista delle limitazioni da un punto di vista dei profili di incostituzionalità, da un punto di vista dei pregiudizi ideologici, non ha pari in Italia.
Alcuni colleghi, di questo, si vantano: devo dire che in moltissimi casi sono anche colleghi provenienti da città che credo non abbiano la più pallida idea della differenza esistente fra i tanti animali che hanno vietato, neppure di quale specie o quale tipo o quale sia la propria attività nel corso di un anno; se è fauna stanziale, se è fauna migratoria ecc. Questo - guardate - conta, perché discutere di attività venatoria o discutere di territorio senza sapere di cosa si parla (vado a finire) non è irrilevante: è come se io discutessi di opere pubbliche o di trasporti senza sapere della differenza che passa tra una linea dei pendolari e una linea ad Alta Velocità.
E allora, anche da questo punto di vista, la competenza e non l'improvvisazione ideologica credo che dovrebbe essere un tratto distintivo che dovrebbe caratterizzare chi fa delle buone leggi.



PRESIDENTE

Il Presidente della Commissione mi ha chiesto un brevissimo intervento.
Non c'è discussione, pertanto sentiamo cosa ha da dire e poi chiudiamo il Consiglio.



GALLO Raffaele

Ci sarà modo di discutere sulla legge, ma ci tenevo solo a dire che noi abbiamo fatto un lavoro meticoloso e approfondito. Non entro negli aspetti giuridici, che non mi competono, ma abbiamo fatto un lavoro meticoloso e approfondito; non entro negli aspetti giuridici che non mi competono, ma noi, come Commissione, abbiamo licenziato una legge anche sulla base di un parere degli uffici che ci segnalano comunque il fatto che non sia illegittimo inserire in legge regionale elenchi di specie cacciabili che nell'ambito delle specie nazionali, vadano a tutelare ulteriori specie.
Volevo solo specificare questo.



PRESIDENTE

D'accordo.
Il Consiglio finisce qui, buon appetito a tutti.



(La seduta termina alle ore 13.01)



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