Sei qui: Home > Leggi e banche dati > Resoconti consiliari > Archivio



Dettaglio seduta n.294 del 30/01/18 - Legislatura n. X - Sedute dal 25 maggio 2014 al 25 maggio 2019

Scarica PDF completo

Argomento:


BOETI ANTONINO



(I lavori iniziano alle ore 14.38 con l'esame delle interrogazioni a risposta immediata, ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento interno del Consiglio regionale)


Argomento: Personale del servizio sanitario

Interrogazione a risposta immediata n. 1974 presentata da Batzella inerente a "Stabilizzazione dei medici precari convenzionati del Sistema Emergenza-Urgenza territoriale 118 Piemonte"


PRESIDENTE

Iniziamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 1974.
La parola alla Consigliera Batzella per l'illustrazione.



BATZELLA Stefania

Grazie, Presidente.
La realizzazione del Servizio di Emergenza Sanitaria territoriale 118, che ha visto le modifiche del Numero Unico Europeo 112, ha preso il via con lo storico DPR del 27 marzo del lontano 1992. Il mondo del 118 è cresciuto con il tempo in modo straordinario, raggiungendo un'organizzazione ottimale efficiente ed efficace, un'eccellenza della quale dobbiamo essere orgogliosi.
La centrale operativa ha il compito di organizzare e gestire, nell'ambito territoriale di riferimento, le attività di emergenza sanitaria, di garantire il coordinamento di tutti gli interventi dal momento in cui accade l'evento fino alla collocazione del paziente nella destinazione definitiva e di attivare la risposta ospedaliera 24 ore su 24.
Le funzioni fondamentali della centrale operativa comprendono la ricezione delle richieste di soccorso, la valutazione del grado di complessità dell'intervento da attivare, l'attivazione e il coordinamento dell'intervento stesso. La centrale operativa provvede anche alla rilevazione in tempo reale dei posti letto nei reparti di emergenza degli ospedali della Regione Piemonte, consentendo la destinazione finale dei pazienti, a seconda della patologia e della gravità.
Detto questo, entriamo nel merito dell'interrogazione. Ad oggi, risulta che molti dei medici che lavorano nell'Emergenza Sanitaria sul territorio regionale siano convenzionati con un contratto a tempo determinato oggetto di rinnovo annuale. In molti casi la precarietà dei medici che lavorano nell'emergenza è dettata dal fatto che i requisiti richiesti per l'assunzione a tempo indeterminato, trattandosi di emergenza territoriale sono la Laurea in Medicina, il corso triennale di specializzazione in Medicina generale e il corso regionale.
In caso di fabbisogno di personale - e questo è sempre accaduto negli anni continua ad accadere e accadrà finché non si assumerà definitivamente possono prestare servizio anche altri medici che non hanno svolto il corso triennale di Medicina generale, ma sono specializzati in altre branche della medicina e che hanno effettuato il corso regionale. Ad esempio, ci lavorano medici specialisti in Medicina Legale, medici specialisti in Anestesia e Rianimazione, medici specialisti in Chirurgia d'urgenza. Molti dei medici che lavorano anche da sette anni hanno ancora i contratti convenzionati a tempo determinato.
Il servizio soffre della cronica mancanza di personale dedicato; fino al 2011 la Regione Piemonte è intervenuta a più riprese per la trasformazione dei contratti di convenzione a tempo determinato in contratti a tempo indeterminato. Vorrei ricordare la DGR n. 28 del 24 marzo 2006, la DGR n.
41 dell'1 agosto 2008, la DGR n. 78 del 30 dicembre 2009 e, infine, la DGR n. 3 del 13 giugno 2011.
Dal 2011 in poi la Regione Piemonte non ha più avviato alcuna pratica per la stabilizzazione del personale precario, che oggi è composto da 68 medici, quasi tutti in possesso dell'idoneità regionale allo svolgimento dell'emergenza territoriale. Il 22 giugno 2017 è entrato in vigore il decreto di riforma del lavoro pubblico, il decreto legislativo n. 75 del 25 maggio 2017 che, nel quadro della più ampia delega in materia di riorganizzazione delle Amministrazioni pubbliche (mi riferisco alla legge Madia, la legge n. 124/2015), punta all'obiettivo dichiarato di ridurre il precariato nella Pubblica Amministrazione.
Lo scorso 27 novembre è stata pubblicata la circolare n. 3 del 2017 del Dipartimento dalla Funzione Pubblica, che illustra come applicare il decreto legislativo 75/2017, uno dei decreti attuativi della riforma Madia per la stabilizzazione dei precari della Pubblica Amministrazione. Secondo le stime del Governo, il piano straordinario di stabilizzazione interesserà nel triennio 2018-2020 circa 50.000 precari, contribuendo a ridurre nel breve periodo i rischi di una nuova condanna in sede europea, a fronte di un eccessivo ricorso a forme di lavoro flessibile.
A tal fine, il legislatore ha tracciato due percorsi principali: la stabilizzazione dei dipendenti in possesso di almeno tre anni di anzianità di servizio, anche non continuativi, negli ultimi otto anni, e procedure concorsuali riservate, in misura non superiore al 50 per cento dei posti disponibili, ai precari della Pubblica Amministrazione. Il percorso di stabilizzazione, tra l'altro, non comporta aggravi di spesa, in quanto si tratta di personale che già lavora a contratto a tempo determinato.
Vorrei anche ricordare che in Toscana è recentemente giunto a buon fine il processo di stabilizzazione di numerosi medici del 118, che hanno visto il loro contratto trasformarsi da determinato a indeterminato. Quindi interrogo l'Assessore per sapere se intende mettere in atto un processo di stabilizzazione del personale medico precario di emergenza-urgenza, nel rispetto delle indicazioni della legge Madia e alla luce del modo in cui ha operato la Regione Toscana.
Presidente La parola all'Assessore Saitta per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Il vigente accordo di contratto nazionale per la Medicina Generale prevede che possono concorrere al conferimento degli incarichi a tempo indeterminato di Emergenza Sanitaria territoriale 118 i medici che sono inclusi nella graduatoria regionale di settore e, quindi, in possesso del Diploma di formazione specifica in Medicina Generale conseguito ai sensi del decreto legislativo 368/99.
Considerata la difficoltà a reperire personale in possesso dei requisiti previsti, nel corso degli anni le Aziende Sanitarie hanno conferito numerosi incarichi a tempo determinato, in applicazione dell'articolo 97 della norma transitoria 7 dell'accordo nazionale collettivo, a medici non in possesso del Diploma di formazione specifica in Medicina Generale perché si tratta di questo.
Alla luce del vigente Accordo nazionale, i medici reclutati con incarico a tempo determinato non possono essere stabilizzati, in quanto non inclusi nella graduatoria regionale per carenza di Diploma di formazione specifica in Medicina Generale, nonostante siano in possesso dell'attestato di idoneità all'esercizio dell'attività di emergenza sanitaria territoriale poiché gli stessi non hanno acquisito il titolo che consente la stabilizzazione del rapporto.
È un tema non soltanto della Regione Piemonte; noi, come tutte le altre Regioni, abbiamo iniziato un confronto con le organizzazioni sindacali a livello nazionale e siamo impegnati affinché il problema sia risolto nel prossimo (e dovrebbe essere imminente) accordo collettivo nazionale con i medici di Medicina Generale.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Saitta.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 1973 presentata da Valle, inerente a "Situazione presidio sanitario di Lanzo"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 1973 presentata dal Consigliere Valle, che ha la parola per l'illustrazione.
La parola al Consigliere Valle per l'illustrazione.



VALLE Daniele

Grazie, Presidente.
Con quest'interrogazione torniamo a occuparci del presidio sanitario di Lanzo, che ha avuto vicende travagliate ma che sta ritrovando, nella nuova programmazione sanitaria, un ruolo e anche, con soddisfazione della cittadinanza, diversi servizi in più che si stanno sviluppando.
Certo, fra le incertezze che già incombevano su questo presidio quando è incominciata questa legislatura, che ancora sono da risolvere, ci sono quelle legate al contenzioso con l'Ordine Mauriziano, legato ad affitti e lavori svolti nella struttura; inoltre, anche rispetto alla possibilità per la Regione di acquistare direttamente il Presidio, così da potergli dare maggiore stabilità per la programmazione sugli investimenti in futuro e anche per quello che riguarda gli interventi di ristrutturazione.
Poiché è passato un po' di tempo dall'ultima volta che abbiamo avuto modo di confrontarci in Aula su questo, volevamo fare nuovamente il punto sullo stato delle procedure relative all'acquisto del presidio, alle tempistiche e anche agli altri contenziosi con l'Ordine.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Valle.
La parola all'Assessore Saitta per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

L'interrogazione, anche se è stata illustrata in modo sintetico, ripercorre le vicende, ma anche il lavoro che è stato fatto per il potenziamento del presidio di Lanzo.
Oltre alle cose qui citate, ci tengo anche a sottolineare i grandi progressi che sono stati fatti in questo periodo, per quanto riguarda il reparto di Medicina interna, il reparto di lungodegenza, il blocco operativo day surgery, i servizi di screening, i servizi di Diagnostica, i 18 posti letto CAVS, l'hospice, il Centro per i disturbi dell'alimentazione (devo dire anche con una grande capacità di attrazione sul resto del territorio regionale), la dialisi, gli ambulatori e i servizi di front office, oltre alla prossima messa in funzione della Casa dalla Salute sempre all'interno dell'ospedale.
L'ASL TO4 ha effettuato e ha messo nel programma degli investimenti tutte le opere necessarie alla messa a norma dell'edificio, in particolare antincendio, facciate e centrale termica, la cui realizzazione, sulla base dell'urgenza di provvedere, è prevista nel prossimo biennio, mentre le opere di manutenzione straordinaria che si rendono comunque necessarie sono state programmate in un arco temporale più lungo.
Quindi, l'ASL ha già predisposto il piano e gli atti necessari alla manutenzione. Questo è un fatto positivo. È chiaro che - come ho già avuto modo di dire quando abbiamo discusso di questo tema anche qui - è tutto legato alla conclusione del contenzioso, che in parte è già avvenuto, e cioè affitti non pagati in passato, stima del valore degli interventi che sono stati fatti, diversi incontri con la Fondazione. Nell'interrogazione del Consigliere Valle vengono richiamati puntualmente.
Pertanto, attualmente siamo in una fase in cui una parte del contenzioso è esaurita, attraverso il riconoscimento e la quasi totale accettazione dei valori che sono stati destinati.
Noi abbiamo espresso nella delibera (mi pare dell'inizio 2017) una volontà molto precisa sull'acquisto della struttura. In preparazione di questa risposta (ma, per la verità, lo sapevo prima), ho colto l'occasione per chiedere alla struttura regionale che si occupa di edilizia sanitaria di accelerare il percorso per arrivare a fare una proposta per l'acquisizione.
Evidentemente non è semplice, perché è evidente e chiaro che l'offerta che sarà presentata (non sono ancora in grado di poterla indicare) deve essere un'offerta che tenga conto della realtà così com'è e dei problemi. Quindi probabilmente si aprirà ancora un po' di contenzioso.
Lavorerò e gli Uffici lavoreranno affinché entro la primavera, al massimo l'inizio dell'estate, si arrivi all'acquisizione dell'edificio, perché il programma degli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria ha caratteristiche diverse se viene fatto in una struttura di proprietà rispetto a una struttura di altri, per evitare quello che è capitato in questi anni, in cui il tema è stato accantonato.
In questo periodo è stata fatta una stima; già in passato era stata fatta una stima e adesso ce n'è un'altra. In ogni modo, ho dato indicazioni perché si concluda velocemente e si riapra la trattativa riguardante il valore dell'edificio. È chiaro, ed è stato un elemento di confronto che abbiamo avuto con la Fondazione, che l'edificio sicuramente ha un valore ma ha un valore per quello che era e non per quello che è stato aggiunto successivamente, con interventi da parte della Regione Piemonte.
In ogni caso, agli effetti della domanda posta, garantisco l'impegno della Regione Piemonte affinché si arrivi all'acquisizione in tempi ragionevoli perché è un impegno che ci siamo assunti. È chiaro che dobbiamo aprire una trattativa anche sul valore e bisogna essere attrezzati per poterla fare in modo che la Regione non si esponga più del necessario. La nostra idea è quella di dilazionare, anziché effettuare un pagamento sul valore completo cioè effettuare un pagamento di un valore uguale alla locazione che oggi viene pagata. Quindi, un acquisto con un esborso uguale al valore della locazione.
Questo è l'obiettivo: ci sembra un modo per poter finanziare l'operazione senza dover impegnare altre risorse, quindi con una certezza.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Saitta.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Interrogazione a risposta immediata n. 1979 presentata da Ottria, inerente a "Procedura di VIA 'postuma' per certificazione ambientale dell'ex ACNA"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 1979 presentata da Ottria, che ha la parola per l'illustrazione.



OTTRIA Domenico

Grazie, Presidente.
Quando si parla dell'ACNA di Cengio ho sempre il dubbio di quale dei tanti aspetti riguardanti questa vicenda si debba affrontare. Come molti sapranno, questo sito è inserito tra i cinque siti di interesse nazionale per le aree contaminate che riguardano la nostra regione. È un sito posto in Liguria, ma ai confini con la nostra regione, ma per circa cent'anni ha sversato le sue sostanze inquinanti nel fiume Bormida, che attraversa tutta (o quasi tutta) la provincia di Alessandria, per cui i danni di questi inquinanti hanno interessato buona parte del nostro territorio, di questa parte della nostra regione.
Su questa vicenda, solo dal punto di vista cronologico, le ultime tematiche in attesa di risoluzione sono sostanzialmente tre: la prima riguarda l'ultimazione della bonifica del sito di proprietà della Syndial, che fa parte del gruppo ENI, con le problematiche relative anche all'ultima alluvione e in particolare al sito dell'area Merlo, che è oggetto di discussione sull'effettiva messa in sicurezza.
Il secondo punto riguarda la definizione del danno ambientale e la quantificazione del risarcimento per i danni provocati dall'ACNA, alla cui determinazione sta lavorando dall'autunno 2013 un tavolo nazionale che - a questo punto auspico, ma non è la prima volta che lo dico - possa osservare attentamente l'orientamento delle direttive comunitarie, per le quali il risarcimento deve essere incentrato sulle misure di riparazione complementari e compensative che devono rappresentare il vero ristoro al danno subito dalla valle.
Tra questi due temi, si inserisce poi il terzo, del 2009, che è la procedura di infrazione avviata dall'Unione Europea per la mancata valutazione d'impatto ambientale sulla messa in sicurezza di una parte dell'ex area ACNA, i cosiddetti lagoon, ossia i bacini artificiali dove furono stoccati almeno due milioni di tonnellate di rifiuti considerati pericolosi.
Su quest'ultimo punto, lo scorso agosto il Ministero dell'Ambiente ha acquisito la disponibilità della società Syndial a presentare un'istanza volontaria di avvio presso il Ministero di procedimento facoltativo di valutazione d'impatto ambientale del progetto complessivo e della messa in sicurezza del sito nazionale.
A questo proposito, proprio in questi giorni ho appreso da alcuni giornali che nei giorni scorsi (il 25 gennaio) c'è stato un incontro con alcuni Amministratori dei Comuni dell'area del Cuneese, cioè dell'area a monte della Valle Bormida, a proposito di questi lavori di bonifica del sito pare che ci sarà un prossimo incontro il 2 febbraio, quando sarà convocata un'altra riunione in cui si dovrebbe discutere della procedura prevista.
Allora, prima di fare la domanda all'Assessore e alla Giunta, rivolgo un invito all'Assessore, perché credo sia utile che questi incontri siano maggiormente condivisi con tutti gli Amministratori dell'area della Valle Bormida e magari anche con i Consiglieri regionali della zona, poich certamente la Regione Piemonte deve essere protagonista per tutelare al meglio tutta la Valle Bormida.
A questo proposito, il quesito che pongo è se può essere maggiormente chiara anche a noi la posizione della Giunta regionale in merito a questa procedura, alla bonifica e successivamente al danno ambientale.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Valmaggia per la risposta.



VALMAGGIA Alberto, Assessore all'ambiente

Grazie, Presidente.
Come rammentato dal Consigliere interrogante, il Ministero dell'Ambiente ha inteso attivare una procedura di VIA sul complesso delle attività di bonifica avviate presso il sito al fine, tra l'altro, di superare la procedura di infrazione pendente verso la Commissione europea per l'ipotizzata violazione della direttiva in materia di VIA e discariche di rifiuti.
La società Syndial, accogliendo la richiesta del Ministero, lo scorso 29 novembre ha presentato, ai sensi dell'articolo 21 del decreto legislativo 152/2006, istanza di consultazione per la definizione dei contenuti dello studio di impatto ambientale. Conseguentemente il Ministero ha disposto l'avvio dell'istruttoria presso la Commissione tecnica di verifica dell'impatto ambientale VIA-VAS. Questo procedimento, formalmente avviato il 18 dicembre 2017, dovrà concludersi entro il 16 febbraio 2018, con la formulazione da parte del Ministero dell'Ambiente del parere sulla portata e sul livello di dettaglio delle informazioni da includere nello studio di impatto ambientale. In tale fase, le Regioni, in qualità di soggetti consultati, possono formulare proposte ed osservazioni.
È a questo proposito che lo scorso 25 gennaio 2018 è stata convocata una riunione di confronto presso il Comune di Monesiglio per raccogliere unitariamente le osservazioni dei territori interessati, anche al fine di coordinare i rispettivi contributi. Le osservazioni raccolte, unitamente alle valutazioni dell'organo tecnico regionale attivato presso la Direzione Ambiente, contribuiranno a rendere il parere della Regione nell'ambito del procedimento ministeriale.
Chiudo dicendo che io stesso non ho partecipato perché quel tavolo aveva finalità prettamente tecniche, ma sicuramente raccolgo la sollecitazione e il richiamo del Consigliere Ottria a essere coinvolti maggiormente nei momenti pubblici, quindi mi faro garante perché questo avvenga nel futuro.
Quell'incontro aveva una valenza squisitamente tecnica per raccogliere informazioni da inserire all'interno del parere regionale, quindi per portare il nostro contributo al Ministero dell'Ambiente per il completamento dell'istruttoria.


Argomento: Organizzazione turistica

Interrogazione a risposta immediata n. 1980 presentata da Accossato inerente a "Nuove autorizzazioni per la pratica dell'eliski nel Comune di Alagna"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 1980.
La parola alla Consigliera Accossato per l'illustrazione.



ACCOSSATO Silvana

Grazie, Presidente.
Assessore, voglio oggi portare l'attenzione sul tema della pratica dell'eliski, che è stato oggetto di numerosi approfondimenti in questo Consiglio regionale, con l'approvazione nel settembre del 2015 di una mozione a mia prima firma e che impegnava la Giunta a intervenire nella regolamentazione di questa pratica. Poi, finalmente, il risultato è stato raggiunto con l'approvazione della legge n. 1/2017, che all'articolo 26 regolamenta - in modo per me soddisfacente, visto che ho sostenuto e votato quella legge - la pratica del volo alpino a scopo ludico, per trasportare gli sciatori con alcuni paletti molto ben definiti, in particolar modo il divieto nelle aree protette e nelle aree di Rete Natura 2000.
Per quanto riguarda l'interrogazione di oggi, il tema verte sulla situazione del Comune di Alagna. Non mi sfugge (lo cito anche nell'interrogazione) che l'attività di eliski in questo Comune rientra nel comma 9 della legge 1/2017, quindi nella possibilità di deroga per quella pratica di eliski già autorizzata entro il 30 giugno 2016, sottoposte a nuove verifiche e, ovviamente, ciò rientra nell'ambito della norma.
Non mi sorprende che tali pratiche di rinnovo di autorizzazioni siano state avviate però, arrivando alla fine, sono rimasta colpita e sorpresa dall'entusiasmo con cui, sui giornali, il Sindaco di Alagna parla dell'aver recuperato la possibilità di volare quasi tutti i giorni del mese considerando che, prima le autorizzazioni parlavano solo di otto giornate complessive, oggi, sembrerebbe che, invece, sia stata possibile un'estensione delle attività in quelle aree protette, aree sottoposte a norma di legge vietata, sottoposte però a una forma di deroga per mantenere un'attività che si era già avviata.
Tuttavia, resta fermo, da parte mia, ma credo anche del legislatore, un giudizio comunque molto severo su questa pratica, in particolar modo, nelle aree delicate e fragili, come appunto le aree protette.
Quindi la questione è una richiesta all'Assessore e alla Giunta se, forse queste richieste di deroga non abbiano avuto un carattere troppo estensivo rispetto ai principi di tutela che la legge n. 1 dovrebbe invece garantire.



PRESIDENTE

Grazie, collega Accossato.
La parola l'Assessore Valmaggia per la risposta.



VALMAGGIA Alberto, Assessore alla programmazione territoriale e

paesaggistica Grazie, Presidente.
La risposta è più articolata e completa, quindi prendo solo alcuni passaggi che mi sembrano più significativi.
Nello specifico, il Comune di Alagna Valsesia è una di quelle realtà dove nel passato veniva già espletata l'attività di eliski prima del 30 giugno 2016. Questo è un tassello di partenza sul quale si è inserita una doppia richiesta e una doppia autorizzazione.
La prima richiesta, fatta dall'Unione montana dei Comuni della Valsesia che ha avviato l'iter, avendo già volato antecedentemente al 30 giugno 2016, per la validazione delle aree di sosta e delle aree di atterraggio.
Una seconda richiesta, legata chiaramente alla prima, è stata fatta alla Regione da parte del Corpo delle Guide Alpine di Alagna per l'ottenimento della valutazione di incidenza relativa all'attività di rischi. Quindi, da una parte, c'è il tema delle piazzole per gli atterraggi e per il decollo dall'altra, c'è il tema dell'autorizzazione all'eliski. Sono stati emessi due distinti provvedimenti consequenziali e di natura autorizzativa; uno, a beneficio dell'Unione e l'altro a beneficio delle Guide Alpine, con oggetto l'attività di eliski.
La ratio di entrambi i provvedimenti, nella corretta interpretazione della volontà del legislatore e in considerazione che trattasi di provvedimenti in deroga al divieto generale, di cui ai commi 1 e 5, nonché in considerazione di alcune carenze informative e documentali, è stata l'applicazione del principio di precauzione suggerito dalla normativa comunitaria.
Si è quindi operato nell'effettuazione della procedura della valutazione d'incidenza (di cui all'articolo 43 della legge regionale 19/2009, come previsto anche dal comma 9 del famoso articolo 28 bis, al quale si fa riferimento), con l'applicazione di un dispositivo prescrittivo, che ha portato a un contenimento dell'attività, rispetto a come richieste, e anche a un importante taglio delle piazzole proposte e del conseguente loro utilizzo.
Infatti, ai sensi della procedura sono state vietate, per motivazioni di tipo ambientale, l'individuazione e l'utilizzo della piazzola di decollo n.
2 e quella di atterraggio C "Punta Rizzetti", D "Colle del Turlo" e F "Il Giardino". A dimostrazione di queste limitazioni, il Settore regionale competente ha già ricevuto dalle Guide Alpine di Alagna un'istanza di revisione degli stessi attualmente all'attenzione degli Uffici competenti.
Un'analoga procedura si è resa necessaria per rivalutare le attività di rischio nel Comune di Macugnaga e Formazza.
Chiudo precisando - ripeto, la risposta è più articolata e completa - che tutti questi provvedimenti, che hanno passato una serie di vagli, anche in funzione delle normative comunitarie sulla Rete Natura 2000, sulle Direttive Habitat e Uccelli, sono funzionali all'esercizio dell'attività di eliski e hanno validità annuale e, quindi, per la sola stagione invernale in corso.
Si segnala che agli Uffici, al momento, non sono giunte altre istanze finalizzate all'espletamento dell'attività di eliski, per quanto di competenza. Si ritiene che l'attività istruttoria condotta e le sue risultanze amministrative e tecniche abbiano rispettato pienamente il dettato dell'articolo 28 bis della legge 2/2009, così come novellato dalla legge regionale n. 1 del 2017.
Poi, c'è tutta la trattazione di dettaglio, ma questa non è così importante.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Valmaggia.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 1975 presentata da Ruffino, inerente a "Riduzione delle sedute delle camere operatorie all'Ospedale San Luigi di Orbassano"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 1975.
La parola alla Vicepresidente Ruffino, che interviene in qualità di Consigliera per l'illustrazione.



RUFFINO Daniela

Grazie, Presidente.
Illustro brevemente i pensieri che mi hanno portato a presentare quest'interrogazione, partendo dalla progressiva chiusura e, quindi, dallo smantellamento dei posti letto effettivamente disponibili all'interno dell'Ospedale San Luigi Gonzaga di Orbassano. Ricordo che questa procedura è in corso dal 2016 ed è stata disposta con la DGR di riorganizzazione della rete ospedaliera, che ha determinato, tra i diversi effetti, proprio il sovraffollamento del pronto soccorso dell'Ospedale San Luigi.
La situazione di carenza dei posti letto era già conclamata con il vecchio pronto soccorso e ha ovviamente causato enormi disagi e sofferenze per i pazienti e i cittadini. Con l'apertura del nuovo Pronto soccorso, la Direzione dell'ospedale avrebbe deciso di ovviare a tale carenza destinando 14 posti letto all'interno della Week Surgery per i pazienti di competenza medica provenienti dal pronto soccorso. È ovvio che tale operazione avrebbe comportato l'apertura della Week Surgery non più su cinque giorni settimanali, bensì su sette giorni, con conseguente spostamento di personale infermieristico delle sale operatorie che avrebbe a sua volta, causato una sensibile riduzione dell'attività chirurgica e quindi, un allungamento delle relative liste d'attesa.
Così parrebbe che il nuovo pronto soccorso disponga di una carenza di organico di infermieri e di OS.
La situazione relativa al personale sanitario, già critica in passato sarebbe oggi amplificata data la capienza - lo abbiamo visto tutti, il nuovo pronto soccorso è molto ampio - della funzionalità della nuova struttura, che richiede un'adeguata e maggiore dotazione di personale infermieristico.
Attualmente, al pronto soccorso risultano in forza 38 infermieri professionali e 14 OS, per un funzionamento che non è certamente ottimale e che richiederebbe numeri ben più alti.
Devo ancora rimarcare che il progressivo smantellamento dei posti letto che avrebbe indotto il taglio dei posti letto di chirurgia per poterli così dedicare ai pazienti del nuovo pronto soccorso, come ancora il relativo trasferimento del personale infermieristico alle sale operatorie, avrebbe causato un drastico ridimensionamento delle sedute dell'attività operatoria. Prima, mi risulta funzionassero otto sale operatorie al mattino e una al pomeriggio; oggi la riduzione vedrebbe attive cinque sale al mattino e una al pomeriggio. Ciò, ovviamente, comporta anche una rilevante riduzione degli interventi.
Certamente l'Azienda non è rimasta inerme; ha infatti ovviato, pare, alla carenza di personale infermieristico attraverso una determinazione avente per oggetto, somministrazione di lavoro a tempo determinato per due OS e un collaboratore professionale sanitario infermiere, per il periodo dal 24 gennaio 2018 al 23 febbraio 2018.
Questo provvedimento si potrebbe rivelare una soluzione di facciata, vista la durata della prestazione lavorativa che ammonta a circa un mese, ma certamente non risolve il problema della continuità, dell'efficienza dei servizi e, soprattutto, delle sedute di camera operatoria con i numeri ingenti di personale.
In questo caso ritorno alla ripresa dell'attività di oftalmologia Assessore, quindi le chiedo se è vero che per sopperire alle carenze del personale del nuovo pronto soccorso sono state ridotte le sedute delle camere operatorie, a quanto ammonta l'entità della riduzione e - mi verrebbe ancora da aggiungere - per quanto tempo.
La ringrazio.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Saitta per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Presso l'azienda Ospedaliera S. Luigi di Orbassano, dal 2016 a oggi non sono state effettuate riduzioni strutturali di posti letto - questo per chiarire - ma sono avvenute delle trasformazioni e riconversioni all'interno delle aree omogenee, come risposta adeguata agli andamenti epidemiologici dei bisogni delle persone assistite e, contingentemente, ai flussi dei pazienti provenienti dal pronto soccorso.
Le criticità di affollamento al pronto soccorso, che si registrano nella stagione invernale, determinate da un maggior afflusso di pazienti, sono anche legate alle dimissioni di numero sempre più elevato di pazienti che necessitano di appropriati percorsi di continuità assistenziale, che sono da attivare con il territorio.
Al fine di disporre di un'organizzazione definita degli interventi di emergenza da attuare nel periodo di maggiore afflusso in pronto soccorso, a partire dal 1° dicembre 2017 è stato attivato il piano gestione sovraffollamento, il cui termine è previsto per il 30 aprile 2018.
In tale contesto, l'utilizzo di 14 posti letto del reparto di Week Surgery per i pazienti di competenza medica è stato previsto per un periodo limitato, circa un mese, in concomitanza dell'apertura del nuovo pronto soccorso, al fine di favorire le migliori condizioni possibili nella gestione dei pazienti nella fase di trasferimento e di stabilizzare in sicurezza i percorsi organizzativi nella rinnovata struttura.
Altresì, tale soluzione è stata attuata per salvaguardare l'attività chirurgica più critica (emergenza/urgenza, traumatologica, oncologia) che necessita di posti letto nei reparti di degenza ordinaria, in presenza di un evidente incremento di accessi e, dunque, di necessità internistiche per i pazienti provenienti dal pronto soccorso.
Peraltro, la riduzione dell'attività chirurgica riferita alla Week Surgery e dunque in generale meno critica, è da considerarsi transitoria ed è stata prevista per un periodo limitato. Risulta comunque secondaria al cospicuo efficientamento della sala operatoria, che ha comportato, nel corso del 2017, un incremento di oltre 150 sedute chirurgiche rispetto al 2016 (tanto per sfatare alcuni luoghi comuni), con il relativo impatto positivo, per quanto riguarda la risposta ai bisogni dei pazienti negli specifici setting di cura.
In tale ambito, alcune unità di personale delle sale operatorie sono state impiegate presso la Week Surgery, in considerazione della riduzione delle sedute di chirurgia, coerente con tale modello assistenziale, per i motivi in precedenza evidenziati e, comunque, per un tempo circoscritto.
La dotazione di personale del nuovo pronto soccorso (infermieri e OS) è stata prevista nelle fasi iniziali di funzionamento, secondo gli standard finora utilizzati per il calcolo del fabbisogno del personale. Con l'avvio a pieno regime della nuova struttura è da individuare una dotazione di personale anche in base al numero di accessi che si verificheranno nel corso del 2018, da sottoporre pertanto a stretta osservazione.
Faccio anche notare che l'atto aziendale, predisposto dal Direttore e approvato dalla Giunta, prevede anche una modifica della pianta organica nel momento in cui vengono registrate le necessità.
Il ricorso alla somministrazione di lavoro, per un mese, è stata finalizzata, in fase transitoria, all'utilizzo e funzionamento dei posti letto di Week Surgery. Il prossimo 16 febbraio i posti letto della Week Surgery saranno nuovamente destinati ai pazienti di competenza chirurgica e, quindi, verranno meno i presupposti per il ricorso al lavoro interinale.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.


Argomento: Assistenza farmaceutica (organizzazione, servizi ecc.

Interrogazione a risposta immediata n. 1978 presentata da Grimaldi inerente a "Produzione di cannabis terapeutica"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
1978.
La parola al Consigliere Grimaldi per l'illustrazione.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Come sapete, nelle scorse settimane abbiamo appreso e letto su diversi giornali che le scorte di cannabis terapeutica per i pazienti italiani sono finite.
Cosa dicevano le testate dei principali giornali? Anche se non ci sono dati precisi, negli ultimi tre anni è aumentato il fabbisogno nazionale, anche grazie a leggi come la nostra, che hanno ovviamente reso più comprensibile quello che, come dicevamo, è una possibilità per alcuni pazienti già dal 2007 ma che, non essendoci stata una vera legge organica nazionale, è stata resa più veloce e più facile anche grazie alle leggi come la nostra e all'accordo con lo stabilimento farmaceutico di Firenze, che produce la cosiddetta FM 2.
Il Governo ha destinato al laboratorio di Firenze circa un milione e 600 mila euro con l'obiettivo di aumentare la produzione, ma è un investimento che non pare adeguato a risolvere il problema. Nel frattempo, nelle scorse settimane, il Ministero della Difesa ha pubblicato un bando per acquistare 100 chilogrammi di cannabis all'estero per un importo di 600 mila euro.
Come sapete, in Regione è vigente una legge - che abbiamo votato a larga maggioranza e di cui ero il primo firmatario - che è stata discussa per diverso tempo e che ha avuto la sua votazione in Aula.
La Giunta regionale, ai fini della legge e per ridurre il costo della canapa e di principi attivi cannabinoidi, è autorizzata ad avviare azioni sperimentali specifici e progetti pilota con lo stabilimento chimico farmaceutico militare di Firenze o con altri soggetti autorizzati. Questa è una delle leggi italiane, tra l'altro, più avanzata perché, come sapete noi potremmo far iniziare in Piemonte l'azione prodromica alla produzione qualora autorizzata dai Ministeri competenti.
Come ci ricorda l'Assessore sono due, in particolare, i Ministeri: il Ministero dell'Interno, perché c'è, comunque, la vicenda di un farmaco, ma in realtà di un principio attivo che sta comunque nei tabellari delle sostanze stupefacenti, e il Ministero della Sanità.
Per le finalità che ho appena citato, la Giunta è altresì autorizzata ad avviare i progetti di ricerca e azioni sperimentali prodromiche alla produzione da parte di soggetti autorizzati secondo la normativa vigente.
Noi dicevamo, qualora ci fosse una legge successiva, che la Regione avrebbe potuto in qualche modo intervenire. Dai dati a noi disponibili appare evidente che a un aumento di fabbisogno, di fatto, c'è una incapacità di soddisfare la domanda. Tra l'altro, la legge regionale autorizzava ad avviare progetti di ricerca che, a oggi, non ci risultano autorizzati, pur avendo richiesto i dati aggiornati qualche mese fa all'Assessore. Purtroppo non abbiamo, anche se c'è una clausola valutativa della legge, i dati di fatto che ci dicono quanto abbiamo importato da Firenze, quanto importiamo dall'estero e quanto è aumentata la domanda.
La richiesta all'Assessore, intanto, è sapere se è intervenuto presso i Ministeri. Come sapete, le terapie non si possono interrompere, perch stiamo parlando di un medicinale a tutti gli effetti. Inoltre, vorremmo sapere se ha dati più aggiornati da comunicare in Aula nelle prossime settimane, magari anche in Commissione, cosa intende fare per il prosieguo e se ci saranno azioni sperimentali da proporre proprio in Piemonte.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Saitta per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Come sapete, a causa di un forte incremento dei consumi di cannabis a uso medico, il Ministero della Salute si è attivato per l'importazione di quote aggiuntive del prodotto sia dall'Olanda sia attraverso l'importazione diretta da parte dello stabilimento chimico farmaceutico di Firenze, al fine di ridurre il disagio per gli assistiti.
Noi, come Regione Piemonte, ci siamo attivati per queste scelte che era necessario compiere, ma non si è attivata soltanto la Regione Piemonte. Un po' tutte le Regioni si sono attivate, perché è un problema di carattere generale, ma in modo particolare la Regione Piemonte, attraverso il nostro Dirigente responsabile del Settore farmaceutico, che dispone di una sorta di osservatorio che segue in modo periodico il tema.
Il 30 novembre 2017 il Ministero della Salute ha comunicato che, a fronte delle carenze di cannabis per uso medico registratesi nei mesi scorsi, si è attivato per l'importazione di quote di cannabis da conferire all'Istituto Farmaceutico Militare di Firenze. L'Agenzia Industria e Difesa ha pubblicato il bando di gara per la fornitura di 100 chilogrammi di infiorescenze di cannabis a uso medico, di grado farmaceutico suddiviso in tre lotti: 75 chilogrammi ad alto contenuto,dieci a pari contenuto, 15 ad alto contenuto.
Occorre ricordare, peraltro, che proprio sulla cannabis a uso medico esiste un gruppo tecnico, composto anche da rappresentanti della Regione attraverso il quale il Ministero dalla Salute ha avviato una stretta collaborazione con l'Istituto di Firenze che, di fatto, ha portato nel giro di due anni all'attivazione della produzione di cannabis presso lo stesso stabilimento, nonché a calmierare il prezzo del prodotto.
Il Ministero ha quindi richiesto alle Regioni una stima del possibile fabbisogno dei prodotti sopra elencati; relativamente al trimestre dicembre 2017-febbraio 2018, in ottemperanza alla richiesta, la Regione Piemonte ha invitato immediatamente - quindi è una questione di questo periodo - le Aziende sanitarie a fare pervenire l'entità del proprio fabbisogno.
Il 25 gennaio 2018 lo stabilimento chimico farmaceutico di Firenze ha comunicato che era possibile procedere all'invio dei relativi ordini commerciali per ciascuna delle Aziende sanitarie interessate e della tipologia di cannabis di importazione richiesta. L'informativa è stata prontamente trasmessa a tutte le Aziende che procederanno agli ordini (quindi siamo nella fase di ordini che devono fare le Aziende).
Per quanto riguarda i dati dei pazienti trattati in Piemonte, nell'anno 2016 sono stati 239 i pazienti trattati per un totale di 483 prescrizioni.
Di queste, 187 risultano effettuati dai medici di medicina generale, cioè il 38,71 per cento, e 296 da medici specialisti.
Tra le patologie individuate come trattabili con prodotti a base di cura di cannabis, solo l'indicazione effetto ipotensivo del glaucoma resistente alle terapie convenzionali non ha trovato riscontro nell'utilizzo. Tra quelle che avevamo indicato, vi è soltanto questa.
La spesa totale registrata in Regione Piemonte per tali preparati per l'anno 2016 è stata pari a 93.249 euro. Nel giro di qualche giorno potremo anche disporre dei dati del 2017; sarà mia cura fornirli all'Aula.
Per quanto riguarda il tema più generale della sperimentazione, della produzione e della diffusione, che il collega Grimaldi citava nel suo intervento, la nostra norma è già molto precisa. Nel tempo quella è una norma che può essere esercitata all'interno di nuovi vincoli, soprattutto recenti.
Adesso non ricordo con esattezza, ma mi pare che nell'ultima legge di stabilità - o era nella legge di bilancio? - è prevista e si stava discutendo, in quel momento, della carenza di cannabis. La norma peraltro, è un aspetto già noto, ma c'è un elemento aggiuntivo - prevede che il Ministro della Salute possa autorizzare i soggetti interessati alla produzione.
C'è una norma aggiuntiva che precisa un po' meglio questi aspetti, nel senso che fa riferimento a un prossimo decreto del Ministero della Salute che dovrebbe indicare le modalità attraverso le quali la cannabis pu essere prodotta dai privati (oltre che, evidentemente, dall'istituto di Firenze), e dovrebbe immediatamente seguire una sorta di avviso pubblico in modo che il Ministero raccolga tutte le proposte.
Il tema della sperimentazione che abbiamo indicato.



PRESIDENTE

Assessore, le chiedo di terminare, perché abbiamo superato i cinque minuti.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Ripeto, c'è una norma successiva.
Grazie.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RUFFINO


Argomento: Beni culturali (tutela, valorizzazione, catalogazione monumenti e complessi monumentali, aree archeologiche)

Interrogazione a risposta immediata n. 1972 presentata da Ferrentino inerente a "Incendio alla Sacra di San Michele" (ritirata)


PRESIDENTE

Comunico che l'interrogazione a risposta immediata n. 1972 inerente a "Incendio alla Sacra di San Michele", presentata dal Consigliere Ferrentino, è stata ritirata.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione a risposta immediata n. 1976 presentata da Berutti, inerente a "Stato attuale della crisi finanziaria del Gruppo Mossi&Ghisolfi" (risposta scritta)


PRESIDENTE

Comunico che all'interrogazione a risposta immediata n. 1976 inerente a "Stato attuale della crisi finanziaria del Gruppo Mossi&Ghisolfi" presentata dal Consigliere Berutti, verrà fornita risposta scritta.


Argomento: Viabilità

Interrogazione a risposta immediata n. 1971 presentata da Chiapello inerente a "Uscita dalla A33 'Cuneo Centro' va sostituita perch ingannevole"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 1971.
La parola alla Consigliera Chiapello per l'illustrazione.



CHIAPELLO Maria Carla

Grazie, Presidente.
La questione della segnaletica sembra una cosa banale, ma non lo è, perch lo stato della viabilità a Cuneo è molto delicato e complesso e basta poco per aggravare la situazione.
Nella parte terminale della Cuneo-Asti, dopo il casello di Castelletto Stura, c'è un cartello che dà un'indicazione errata per chi vuole raggiungere la città capoluogo. Il cartello indica di proseguire per "Cuneo centro" anziché, come sarebbe giusto, a "Cuneo est". Chi segue questa segnaletica viene indotto in errore e si ritrova nella zona industriale di Cuneo.
Molti Consiglieri comunali di Cuneo sono già intervenuti e l'Assessore competente ha segnalato diverse volte la questione anche ai principali responsabili della Cuneo-Asti e anche al Ministero che è competente per rilasciare l'autorizzazione.
Poiché, però, non è ancora stato fatto nulla, mi chiedo se a questo punto possa anche intervenire la Regione.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Balocco per la risposta.



BALOCCO Francesco, Assessore ai trasporti

Prendo atto di questa segnalazione importante della Consigliera Chiapello e me ne farò carico immediatamente.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 1983 presentata da Andrissi inerente a "Proposte di partenariato pubblico privato per la gestione integrata delle apparecchiature biomedicali"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 1983.
La parola al Consigliere Andrissi per l'illustrazione.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Negli ultimi 18 mesi le Aziende Sanitarie dell'Ospedale Maggiore di Novara dell'ASL TO3 e dell'ASL di Alessandria hanno avviato, su proposta dello stesso operatore economico che attualmente fa capo ad Altea Group, dei partenariati pubblico-privati per l'esternalizzazione dei servizi e la fornitura di beni.
Faccio una piccola premessa. Il partenariato, che è normato dal decreto legislativo 50/2016, ha delle caratteristiche che sono: una durata relativamente lunga (in questo caso si parla di dieci anni), la modalità di finanziamento del progetto da parte del proponente, il ruolo importante dell'operatore economico che partecipa alla progettazione e, infine, la ripartizione dei rischi. Ovviamente è compito dei Dirigenti pubblici e della Pubblica Amministrazione valutare la convenienza e il rispetto del criterio di economicità e di rischio di questo tipo di appalti o, comunque di scelta di un operatore economico.
Noi abbiamo fatto un'analisi molto dettagliata e crediamo che con questa scelta di partenariato non venga rispettata la migliore scelta del rischio economico e dell'offerta economica, nel senso che vi sono delle criticità di carattere amministrativo procedurale nell'applicazione del partenariato pubblico-privato.
Una prima criticità è sicuramente dovuta all'aggregazione in un'unica procedura di lavori di beni e servizi molto differenti tra loro, perché in questo caso mettiamo insieme la fornitura di apparecchiature e i lavori di muratura. Quindi, si capisce che in questo modo gli operatori economici si selezionano già di per sé.
La parte di concessione vera e propria costituisce meno del 15 per cento e l'importo prevalente del partenariato, quindi, riguarda la fornitura di apparecchiature e software. Il rischio che abbiamo in essere in questi casi, parlando di apparecchiature software, è un possibile rischio di costruzione, ma il rischio di costruzione sta a chi costruisce il bene di cui l'Amministrazione pubblica vuole usufruire. Oppure vi è il rischio di continuità, ma anche questo rischio è superato da chi originariamente ha costruito il bene e la macchina che utilizziamo per fare degli esami all'interno della sanità pubblica. Oppure vi è il rischio di domanda, per a questo è anche banale rispondere.
Dalle relazioni dei Dirigenti incaricati non è emersa alcuna verifica circa l'applicabilità ai casi specifici dei contratti di partenariato. Insomma era la scelta economicamente più vantaggiosa? Entro proprio nel discorso dell'economicità, perché abbiamo rilevato delle criticità relative alla corretta quantificazione degli interventi e alla relativa economicità.
Faccio un esempio: solo per quanto riguarda la risonanza magnetica e le TAC, risulta un EBIT, un risultato operativo di circa 12 milioni durante l'attività prevista. Ma non solo: come dicevo, la scelta di accorpare ha fatto sì che, nell'assegnazione di accorpare diverse categorie merceologiche e diverse attività, gli operatori si siano già selezionati tant'è vero che alla gara vi è stato un solo partecipante.
Da un'analisi di analoghi acquisti dei sistemi RIS/PACS e dalla letteratura che è in rete emerge che i costi potevano essere assai inferiori. Se prendiamo il costo proposto per le attrezzature, questo risulta sicuramente e significativamente superiore a quanto riportato dalla letteratura degli appalti pubblici regionali, e non solo.
Il rischio comporta un costo dell'equity, cioè del capitale di rischio di cui ho già parlato prima. Quindi, se andiamo nel dettaglio, la convenienza economica risulta alcune volte superiore rispetto a quella che poteva essere.
Pertanto, chiedo all'Assessore quali provvedimenti intende adottare per risolvere queste incongruenze e di verificare che le modalità di gestione adottate siano conformi alle indicazioni regionali in materia di qualità del servizio e di efficientamento della spesa.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Andrissi.
La parola all'Assessore Saitta per la risposta, ma ricordo anche il rispetto dei tempi. Grazie.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Le questioni poste in quest'interrogazione esprimono una posizione piena di elementi. L'interrogazione, molto articolata e complessa, mi è giunta ieri pomeriggio e chiede delle opinioni precise. Ho già avuto modo di parlarne con il Presidente Laus: una risposta che sia in grado di riprendere puntualmente le questioni richiede, innanzitutto, un tempo per la richiesta della documentazione alle Aziende e, poi, per poter fare una valutazione come Regione.
Pertanto, mi riservo di fornire delle risposte puntuali appena avrò questi elementi (spero di fare al più presto), fermo restando che l'opinione della Regione Piemonte per entrambe le situazioni rimane quella di garantire l'efficientamento del sistema e sicuramente la qualità dei servizi.
Quindi, saranno date delle risposte puntuali. Credo sia più che comprensibile che diventa impossibile rispondere, come in questo caso, a otto question time presentati il giorno prima, con delle risposte che richiedono una valutazione attenta da parte degli Uffici.
In ogni caso, c'è l'impegno a fornire la risposta quanto prima.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Saitta.


Argomento: Interventi per calamita' naturali

Interrogazione a risposta immediata n. 1977 presentata da Graglia, inerente a "Lotta alla cimice asiatica. Strategie in campo"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 1977.
La parola al Consigliere Graglia per l'illustrazione.



GRAGLIA Franco

Grazie, Presidente.
Torno sull'argomento della cimice asiatica, su cui avevo già presentato un'interrogazione in passato.
Negli ultimi cinque anni (mi ripeterò in alcuni punti) in diverse zone del Piemonte si è diffusa in modo esponenziale la cimice asiatica, con un tasso di contagio molto elevato: il 47 per cento rispetto al due o tre per cento di altri organismi paragonabili. Ovviamente, dipende dalla zona del territorio, ma una percentuale che sta rendendo l'insetto una vera e propria piaga per molte aree coltivate nel Nord Italia e, in particolar modo, anche per la provincia di Cuneo.
Le soluzioni finora adottate, tra cui l'uso di specifici prodotti chimici e l'applicazione di reti anti-insetto, si sono rivelate inefficaci e anche le temperature invernali non garantiscono la riduzione degli insetti adulti svernanti.
Preso atto che l'Unione Europea ha recentemente dato il via libera all'importazione di un insetto antagonista della cimice asiatica, già testato in Oregon, dove ha ottenuto risultati positivi, che viene considerato un parassita buono, perché vive strettamente legato alla cimice e non produce danni diretti o collaterali all'ambiente.
Rilevato che in data 19 settembre 2017 l'Assessore, rispondendo a una mia interrogazione avente a oggetto "Azioni in agricoltura per emergenza da cimice asiatica", affermava "stiamo lavorando molto sulla possibilità di importare l'insetto antagonista" e ritenuto necessario, per l'approssimarsi della nuova fase vegetativa, avviare forme di lotta mirata a risolvere rapidamente la situazione, interrogo l'Assessore per conoscere quali iniziative e strategie si intendono adottare ai fini dell'introduzione anche in Piemonte dell'insetto antagonista o della ricerca di altri mezzi come le trappole feromoni o l'individuazione di prodotti chimici efficaci con un numero adatto di trattamenti.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Graglia.
La parola all'Assessore Ferrero per la risposta.



FERRERO Giorgio, Assessore all'agricoltura

Grazie, Presidente, e grazie, Consigliere Graglia.
Chiudiamo con le cimici! Le faccio solo una puntualizzazione sullo stato dell'arte e poi le dico brevemente, così non le leggo tutta la relazione.
Intanto, non c'è un'autorizzazione dell'Unione Europea a importare il parassita, cioè l'insetto che parassitizza (Trissolcus Halyomorphae) perché non si tratta di una competenza dell'Unione Europea. Quello che regolamenta l'introduzione di insetti provenienti da altre parti del mondo anche se antagonisti, è un Decreto Ministeriale. Questo ha una sua logica perché spesso l'insetto che introduciamo non è un antagonista specifico di un altro insetto, ma è un antagonista e un parassitoide di più specie di insetti. Pertanto, dobbiamo stare attenti ogni volta che si introduce qualcosa.
Abbiamo chiesto una modifica del Decreto del Presidente della Repubblica in cui vi è l'elenco degli insetti: se ne sono occupati alcuni parlamentari sia Deputati sia Senatori, ma a oggi non c'è una modifica.
Nonostante questo, stiamo lavorando con alcuni progetti: un progetto triennale finanziato dalla Regione Piemonte insieme al CREA-DP Firenze all'Università di Torino - sezione di Entomologia e alla Fondazione Agrion.
Sono 50.000 euro il primo anno e 80.000 euro i due anni successivi, quindi in un arco triennale.
Questo è un progetto specifico per testare tre specie diverse di insetti antagonisti. Abbiamo coinvolto anche il CREA di Firenze, perché loro hanno già un'esperienza e, soprattutto, stiamo facendo rete a livello nazionale ma a oggi i risultati delle prove non ci danno ancora l'identificazione di un insetto antagonista che sia risolutivo della specie.
Sempre con il CREA stiamo facendo altre prove su altri insetti antagonisti così come ne stiamo facendo alcune finanziate dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo, su alcune reti anti insetto, ma che contengono un principio attivo insetticida, pertanto l'efficacia è raddoppiata.
C'è un'ulteriore sperimentazione su un batterio che si chiama "batterio simbionte", un batterio utile per la schiusa delle uova, che è in una sostanza che ricopre le uova stesse. Anche su questo si sta cercando un principio attivo che possa intaccare tale sostanza, ma che, allo stesso tempo, sia compatibile con l'equilibrio dell'ambiente in cui vengono utilizzati.
Consigliere, le lascio la risposta scritta, che è più precisa ed esaustiva.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Ferrero.


Argomento: Trasporti su ferro

Interrogazione a risposta immediata n. 1981 presentata da Frediani inerente a "Programma di attuazione delle misure di accompagnamento compensative dell'impatto territoriale e sociale dell'opera Nuova Linea Torino-Lione"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 1981.
La parola alla Consigliera Frediani per l'illustrazione.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Nella nostra interrogazione facciamo riferimento ai principali documenti che definiscono le opere di accompagnamento per l'opera TAV Torino-Lione: uno è la delibera CIPE n. 29 del 31 maggio 2013, cui seguono la n. 19 del 20 febbraio 2015 e la n. 67 del 7 agosto 2017. Poi citiamo anche una nota congiunta del Commissario straordinario Foietta e del Presidente della Regione Piemonte del 21 luglio 2017.
Nelle varie premesse, citiamo i vari importi che vengono indicati in queste delibere. Quindi nel "premesso che" leggiamo che l'importo stimato per le opere e misure compensative a seguito delle citate delibere del CIPE è pari a 41,69 milioni di euro per le misure di priorità 1 e priorità 2 rispettivamente 9,56 milioni di euro e 32,13 milioni di euro. L'importo totale delle opere e misure compensative previste dall'ultima delibera CIPE n. 67 del 2017 è pari a 98,95 milioni di euro. Le somme necessarie per l'attuazione delle ulteriori misure di accompagnamento, al netto delle misure compensative che abbiamo definito prima priorità 1 e priorità 2 ammontano a 57,26 milioni di euro.
La nota congiunta del Commissario straordinario e del Presidente della Regione Piemonte, nel confermare che le opere e misure compensative saranno strettamente correlate alla funzionalità dell'opera, hanno altresì garantito l'impegno, per quanto riguarda l'individuazione delle misure di accompagnamento, a trasmettere il relativo programma non appena concluso il processo di condivisione con i soggetti partecipanti all'osservatorio nonché che tale programma sarà coerente e allineato al cronoprogramma dell'opera.
Le ulteriori somme, pari a 57,26 milioni di euro, non si renderanno immediatamente necessarie, ma potranno essere programmate per competenza e cassa negli anni a venire sulla base della suddetta pianificazione.
Le suddette opere e misure compensative potranno essere attuate nei seguenti Comuni: Bussoleno, Chiomonte, Giaglione, Gravere, Mattie, Meana Mompantero, Salbertrand, Susa, Venaus, Caprie, Torrazza Piemonte, San Didero, Chianocco, Buttigliera Alta, Cesana Torinese.
La nostra interrogazione è quindi mirata a sapere quale sia nel dettaglio il programma di attuazione delle misure di accompagnamento dell'opera relativamente all'importo di 57,26 milioni di euro previsti nella delibera CIPE n. 67 del 2017, che è stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale pochi giorni fa (24 gennaio 2018).



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Balocco per la risposta.



BALOCCO Francesco, Assessore ai trasporti

Grazie, Presidente.
Come la collega giustamente e correttamente dice, il 7 agosto 2017 il CIPE ha approvato lo stanziamento ulteriore di 57,26 milioni per le opere compensative per i territori interessati dai lavori della Torino-Lione, che si aggiungono ai 9,56 già approvati con la delibera n. 62 del 2016 e ai 32,13 già previsti nella delibera CIPE n. 19 del 2015. Quella dei 9,56 in realtà è una rimodulazione dei primi dieci milioni che erano stati approvati precedentemente (nel 2012, se non erro). Tali somme portano quindi a circa 100 milioni le risorse complessive stanziate per le misure compensative di accompagnamento.
Tali importi, destinati a precisi interventi in opere e misure, saranno resi disponibili agli stati di avanzamento del progetto definitivo dell'opera che, com'è noto, non è ancora partito ed è in corso di definizione nella sua cantierizzazione definitiva.
Alla Regione Piemonte è affidato il ruolo di assegnatario delle risorse (di tutte le risorse) delle opere di compensazione e alla Regione quindi competerà l'istruttoria formale dei progetti e la gestione dei rapporti, la loro rendicontazione con il CIPE e con i Ministeri competenti, lo sviluppo della progettazione necessario, il controllo e la verifica dell'esecuzione dei progetti.
Regione Piemonte, TELT e Commissario di Governo hanno proposto un protocollo di intesa chiamato Patto del Territorio, così com'è avvenuto recentemente in Maurienne, dando attuazione alla legge regionale n. 4/2011 "Cantieri sviluppo territorio" e alla gestione delle compensazioni connesse all'opera, in coerenza con quanto previsto dal progetto Smart Susa Valley da riprendere ovviamente.
Il Patto del Territorio prevede la realizzazione di opere di mitigazione previste e prescritte nel Progetto, quindi di competenza TELT, ma che riguardano anche attività infrastrutturali quali l'agroparco, opere di difese spondali ed eliminazione di elettrodotti RFI, ma anche tutta l'importante opera di accoglienza delle maestranze su cui si è già avviato un progetto piuttosto importante col Comune di Chiomonte.
L'altra parte del Patto del Territorio riguarda gli interventi di accompagnamento di cantiere, e questi sono quelli più specificamente previsti dalla legge n. 4; sono destinati a strutturare e formare l'offerta presente sul territorio per intercettare in sede locale le opportunità di lavoro e di sviluppo prodotte dai cantieri.
L'ultimo intervento riguarda invece le compensazioni ambientali territoriali e sociali, e sono azioni che riguardano anche le attività economiche della zona (agricole, commerciali, turistiche)



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata.



(Alle ore 15.57 la Presidente dichiara esaurita la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata)



(La seduta ha inizio alle ore 15.59)



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RUFFINO



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo Caputo, Cerutti, Chiamparino, Gariglio e Valmaggia.


Argomento:

Richieste di modifica dell'o.d.g


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Anche se so che non potrei intervenire sull'ordine dei lavori, chiedo una piccola deroga nel merito.
Ho saputo che ieri, in Consiglio Comunale di Torino, sono state sollevate delle perplessità in merito al punto che ci ha prestiamo ad affrontare, il n. 6), riguardante la delibera sulla rivisitazione dei Fondi dell'articolo 71 della legge 448, in merito all'edilizia sanitaria nella città di Torino.
Volevo sapere, anzitutto, se l'Assessore Saitta è in Aula o nei paraggi, e se potevamo chiedere un rinvio della discussione a giovedì, dal momento che abbiamo la fortuna di poter avere due Consigli uno di seguito all'altro quindi di non dover rinviare a dopo le elezioni, perché mi rendo conto che potrebbe essere difficile da sostenere. Vorrei sapere dalla viva voce dell'Assessore se ha avuto contatti con l'Assessora alle politiche sociali del Comune di Torino e con la Conferenza socio-sanitaria di Torino.
In Commissione ci è stato detto che erano stati presi contatti e si era discusso il Piano con l'Amministrazione Comunale, ma avendo sentito l'Amministrazione comunale di Torino, questo è stato categoricamente smentito. Ora, non so a chi credere. È ovvio che per, diciamo, vicinanza politica crederei di più all'Amministrazione comunale di Torino, ma vorrei liberarmi, diciamo, da questi pregiudizi e cercare di capire cosa è andato storto nel rapporto tra le due Amministrazioni, quindi se c'è stato un confronto o meno.
È ovvio che dal punto di vista dell'Amministrazione comunale si domandano sul perché delle scelte in merito allo spostamento di 25 milioni di euro rispetto, ad esempio, alla scelta l'Ospedale Unico dell'ASL TO5. Noi come amministratori regionali abbiamo uno sguardo un po' più ampio, ci mancherebbe, quindi vorrei soltanto sapere se c'è stato un fraintendimento se c'è stato un confronto che non è stato definito bene, se c'è stato un "non confronto". Insomma, vorrei capire cosa è successo.
Pertanto, in merito a questo, credo che, avendo la possibilità di trattare la delibera in Consiglio anche giovedì, se l'Assessore ha intenzione di parlare con l'Amministrazione comunale di Torino potremmo rinviarla a giovedì. Se l'Assessore non ha intenzione di parlare con l'Amministrazione comunale di Torino o ha già parlato, oppure non so quali motivazioni ci siano, possiamo anche andare avanti oggi, e valuteremo come votare.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bono.
La parola al Consigliere Rossi.



ROSSI Domenico

Grazie, Presidente.
Volevo solo sapere dell'ordine del giorno, di cui abbiamo chiesto l'iscrizione questa mattina, sulla situazione di Ahmadreza Djalali, e se è stata presa una decisione, perché avevamo chiesto, oltre che di inserirlo anche di poterlo discutere tra oggi e giovedì, vista la situazione di emergenza di fronte alla quale ci troviamo.



PRESIDENTE

Grazie, collega Rossi.
Avevamo detto che avremmo iniziato gli ordini del giorno verso le ore 17 quindi ne potremo sicuramente parlare.
La parola all'Assessore Saitta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente.
Rispetto a questa richiesta, esprimo un'opinione, anche se poi è il Consiglio che decide.
Siamo dell'opinione che in Commissione il tema è stato trattato con la dovuta attenzione e con la doverosa meticolosità, perciò credo che bisogna procedere all'esame in Consiglio.
Il collega Bono ha posto alcune questioni di merito sulle quali interverr durante il dibattito, per quanto riguarda il rapporto con il Comune di Torino, e lo farò volentieri. C'è una motivazione di procedere, perché è all'o.d.g., ma c'è anche un impegno che il Presidente Chiamparino e io abbiamo giovedì mattina, per cui credo utile e opportuno che, almeno per questa delibera, si chiudere il percorso e se avvii subito la discussione.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Saitta.
C'è stata una proposta da parte del Consigliere Bono.
La parola al Consigliere Ravetti.



RAVETTI Domenico

Grazie, Presidente.
Per le ragioni che ha appena presentato l'Assessore, siamo dell'idea di aprire la discussione su questo punto all'o.d.g. e, possibilmente chiuderla in giornata.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Metto ai voti la proposta del Consigliere Bono sul rinvio del punto n. 6) all'o.d.g.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Consigliera Conticelli, con calma, stavo dicendo che aprivo la votazione.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Prego. In realtà, le avevo già dato la parola, ma può proseguire.



RAVETTI Domenico

Grazie, molto gentile.
Chiedevo se ci sono le condizioni per sospendere, ma credo che tali condizioni non vi siano più e possiamo procedere al voto.



PRESIDENTE

È stato gentilissimo.
La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Credo che esistano le condizioni per sospendere la seduta e per questo chiedo che venga convocata la Conferenza dei Capigruppo in tal senso.
Questo tema si potrà affrontare nel Consiglio di giovedì e credo che su questa deliberazione, che riguarda un tema così importante e, peraltro, non divisivo. Ritengo che, rispetto al tema stesso, sia anche doveroso ripeto, stiamo parlando di due giorni - un necessario approfondimento con altre Istituzioni.
Dopodiché, è evidente che il sub-intervento, il post-intervento del collega Ravetti era un trucco, perché non c'era il numero legale, ma io mantengo la mia richiesta.



PRESIDENTE

Grazie, collega Vignale.
A me non rimane null'altro da fare che mettere ai voti la proposta del Consigliere Bono. Quindi, chiedo all'Aula di esprimersi in merito al rinvio del punto n. 6) a giovedì prossimo.
Il numero legale è 24.
Indìco la votazione palese sulla proposta di rinvio dell'esame della proposta di deliberazione n. 280.
Il Consiglio non approva.
Pertanto, la richiesta del Consigliere Bono è respinta.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Esame proposta di deliberazione n. 280, inerente a "Modifiche e integrazioni alla D.C.R. 10-20273 del 28.06.2005 e alla DCR 131-23049 del 09.06.2007-. Progetto finalizzato agli interventi di riqualificazione di assistenza sanitaria nella città di Torino ex articolo 71, legge 448/1998. Adeguamento e rideterminazione degli interventi in applicazione del Decreto del Ministero della Sanità 5 aprile 2001"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare la proposta di deliberazione n. 280, di cui al punto 6) all'o.d.g.
La parola all'Assessore Saitta per l'illustrazione



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

La mia illustrazione sarà molto sintetica partendo dal presupposto che la Commissione ha avuto modo di entrare nel merito, anche con una certa precisione, su questo percorso.
È una delibera di rimodulazione dei fondi dell'articolo 71, rimodulazione che i nostri Uffici hanno fatto passando in rassegna tutti i fondi dell'articolo 71 che riguardavano le aree metropolitane, le grandi aree metropolitane, che erano state destinate negli anni passati a diversi interventi.
Attraverso il lavoro di analisi che hanno compiuto gli Uffici è emerso un quadro abbastanza articolato. Partiamo da interventi programmati nel 2002 e nel 2003. L'articolazione deriva dal fatto che lo stato di attuazione degli interventi era molto diversificato.
Passando in rassegna esclusivamente - non stiamo parlando di tutte le opere interventi che erano stati programmati con l'articolo 71, è emerso un quadro di interventi conclusi, interventi in corso d'opera, interventi da avviare ed è stata fatta una selezione. Interventi conclusi per forza di cose, interventi in corso d'opera che si completavano, mentre per gli interventi da avviare è stata fatta una valutazione se avevano ancora la ragion d'essere in funzione del fatto che lo stato e il contesto era modificato rispetto a quando erano stati programmati.
Sostanzialmente è emersa una cosa molto strana: per motivi diversi - che non mi interessa approfondire - negli anni, non sono state avviate delle opere per le quali c'erano le risorse. Questo è il quadro. Obiettivamente in un momento di difficoltà per realizzare delle opere in edilizia, è chiaro che quelle risorse vanno immediatamente utilizzate. In ogni caso questa opera di censimento era necessaria farla perché l'articolo 71 della legge n. 448 del 1998 prevedeva una cosa molto semplice: un finanziamento nazionale e un finanziamento regionale, un cofinanziamento regionale.
Per motivi diversi - anche in questo caso non entro nel merito - alcune opere sono partite, ma negli anni non c'è stata una grande attenzione per quanto riguarda la quota di cofinanziamento regionale per cui, dovendo concludere quel programma e dovendo riferire, è emerso che quel 30 per cento, nel tempo, non era previsto, non era stato coperto completamente.
Dovendo fare il censimento, ma anche riferire di come l'articolo 71 sia stato utilizzato, per sbloccare le risorse non utilizzate era necessario finanziare il 30 per cento.
Pertanto, la delibera che viene proposta, e che abbiamo esaminato in Commissione, consente di utilizzare risorse non utilizzate per interventi che hanno ancora un valore, e consente di completare e di aggiungere le risorse che erano state emesse nel tempo, pari a 19 milioni circa. La cifra esatta non la ricordo bene, ma parliamo di quella cifra che noi abbiamo indicato.
La delibera è di rimodulazione, è una delibera che chiede al Ministero di vedere come sono state utilizzate le risorse, ma consente anche di dimostrare che quelle risorse utilizzate, pur non avendo ancora il 30 per cento, hanno ancora una loro legittimità perché post-utilizziamo risorse che prima non c'erano, che sono in quei 18-19 milioni. Il quadro è praticamente questo.
Per quanto riguarda le opere, in Commissione pare che il collega Vignale abbia posto una necessità di chiarezza perché c'erano dei dubbi. È stato fatto, come richiesto, un apposito allegato C, che individua puntualmente le opere sulle quali vanno le risorse non utilizzate, compresi i 18-19 milioni di cofinanziamento regionale. L'allegato C indica puntualmente ci che si è ritenuto di fare ed è abbastanza chiaro.
Per quanto riguarda le opere, noi parliamo di interventi che riguardano l'ASL Unica di Torino, che riguardano Città della Salute e che riguardano la nuova struttura ospedaliera dell'ASL TO5 di Moncalieri.
Esaminando, e qui c'è un problema di opinioni diverse, le opere dell'ASL Unica, sostanzialmente vengono riprese tutte le opere, a eccezione della struttura di Superga, perché l'Azienda Sanitaria non ritiene più che abbia quel senso che aveva in precedenza quando era stata finanziata. Viceversa c'era il finanziamento dell'altro intervento sul Marco Antonetto, per il quale è partita la gara d'appalto.
Tutti gli interventi vengono ripresi. In più, c'è da rilevare come per la Città della Salute di Torino vengono indicati tutti gli interventi che, in qualche maniera, hanno una caratteristica di urgenza. Cito la cabina elettrica, cito l'ascensore, cito interventi dalle camere chirurgiche quindi soltanto gli interventi di emergenza finalizzati a garantire sicurezza.
In conclusione, gli interventi da avviare sono: adeguamento strutturale della messa a norma del Poliambulatorio di corso Corsica e di via Monginevro; interventi di adeguamento per ambulatori e dialisi per il Martini; interventi di adeguamento del presidio di via Montanaro e di adeguamento a norma del dispensario sociale di Lungo Dora; delle Molinette vi ho detto.
In più, come è stato detto in occasione della discussione di questa delibera, ma anche dell'altra, quella più generale di cui abbiamo parlato anche in Consiglio, i finanziamenti recuperati e non utilizzati, ai quali vanno aggiunti i 19 milioni della Regione Piemonte, sono le risorse che come Giunta regionale, noi pensiamo di mettere a disposizione per partire per costruire il quadro economico necessario per quanto riguarda l'Ospedale Unico dell'ASL TO5 perché questa, forse, con un'altra aggiunta, diventa la quota necessaria per il partenariato pubblico-privato.
Questa deliberazione consente di completare quello che è stato avviato, di continuare lavori che erano stati avviati e che sono obiettivamente coerenti con i cambiamenti avvenuti. Ancora, consente di fare interventi d'urgenza alle Molinette e consente di fare questa grande e utile operazione dell'Ospedale Unico dell'ASL TO5.
La delibera è questa. Quando dico interventi coerenti è perché abbiamo fatto una valutazione, anche tenendo conto dei nuovi indirizzi che abbiamo preso attraverso deliberazioni assunte nei mesi scorsi per quanto riguarda l'assistenza territoriale. Per quanto riguarda il percorso delle Case della Salute, è stata fatta una valutazione molto attenta da parte del Direttore insieme all'Amministrazione regionale, e ci sembra che questo quadro sia coerente.
Durante la discussione è emersa una questione, che qui voglio riprendere relativa al Maria Adelaide, tema importante. Il Maria Adelaide, come i colleghi sanno, è di proprietà della Città della Salute. Noi abbiamo sempre immaginato che il Maria Adelaide, in qualche maniera, poteva e deve essere anche utilizzato per attività di tipo territoriale (tipo Casa della Salute). Dopo la discussione che abbiamo fatto in Commissione, avendo incontrato i due Direttori generali dell'ASL di Torino e Città della Salute, abbiamo concordato con una maggiore precisione quello che abbiamo detto durante la Commissione: come avviare un percorso, di carattere amministrativo, che consenta l'utilizzo, per alcune finalità, di carattere sanitario.
Il percorso è molto semplice: proprietà della Città della Salute. La Città della Salute, insieme alla Regione, definisce quali sono le attività di carattere sanitario - ho già un primo elenco che posso riprendere - di richieste da parte dei due Direttori, che consente di dare una risposta al grande problema del post-acuzie, ai problemi dell'utilizzo di quelle camere operatorie e di quello che esiste, ma anche di attività di tipo territoriale con la tipologia Casa della Salute.
A quel punto, avendo il quadro definito, che probabilmente bisogna precisare meglio, la Città della Salute avvierà il percorso attraverso una gara pubblica che indicherà quali sono le attività che alla Regione interessa siano mantenute all'interno del Maria Adelaide. Quel percorso è stato precisato.
In questa maniera non se ne parla nella delibera, ma poiché il tema è stato affrontato, ci tenevo a sottolineare che, in queste settimane, abbiamo definito meglio il percorso e il contenuto di quello che deve essere il Maria Adelaide. C'è già una proposta che è stata avanzata ma, al di là di quella proposta, come ho detto, non può che essere una gara pubblica a tutti gli effetti.
Veniamo al rapporto con la Città di Torino. Parliamo della Conferenza dove c'è l'Amministrazione comunale, dove ci sono anche le circoscrizioni.
Durante la costruzione dell'atto aziendale che ha impegnato tutti quanti compreso il Direttore, nella costruzione dell'atto aziendale, nei diversi incontri che si sono avuti con la Conferenza, il Direttore ha avuto modo..
BONO Davide( fuori microfono) Ma non avete parlato di questo!



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE BOETI



PRESIDENTE

Collega Bono, non interrompa l'Assessore!



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Il Direttore ha avuto modo di indicare - penso a Lungo Dora Savona, questo sicuramente è stato fatto, ma vorrei anche parlare dei poliambulatori quali erano gli interventi che era necessario fare nella Città della Salute. Sulla base di queste discussioni, è stato esaminato il tema della rimodulazione dell'articolo 71 ed è stata formalizzata, a tutti gli effetti, la Conferenza, dove il tema è stato discusso recentemente. Quindi cade un'eventuale preoccupazione che l'atto, o la consultazione, non era quella formale, ma era stato un incontro dedicato al tema dell'atto aziendale; si è tenuta anche la Conferenza, è stato oggetto di discussione per cui ci sentiamo di proporre a tutti gli effetti questo piano di rimodulazione che ha trovato anche conferma.
Io credo che qui ci sia un equivoco che deriva esclusivamente dal fatto che abbiamo mantenuto, per quanto riguarda la Città di Torino, e quindi l'ASL Città di Torino, che evidentemente è lo strumento operativo dalla Regione tutti gli interventi che sono stati indicati. Immaginare, come mi è stato riferito, che questa è un'occasione per finanziare altre cose, non ha senso. Sono quelle segnalate dall'ASL Città di Torino, con la quale vengono mantenuti, evidentemente, i rapporti.
Questo è il quadro, per cui mi pare che ci sia stato un sufficiente approfondimento per iniziare la nostra discussione.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Ringrazio l'Assessore per l'approfondita illustrazione della delibera che abbiamo affrontato in Commissione, sulla quale, come ho già avuto modo di dire, abbiamo sollevato delle perplessità. Ma più che sul contenuto e sul numero degli interventi - peraltro, ne avremmo anche su questi aspetti, ma attengono più alla sfera propria dell'ASL unica della Città di Torino nutriamo delle perplessità nel merito del coinvolgimento del Comune di Torino e nel merito della giusta interpretazione della legge n. 448/1998.
All'articolo 71, infatti, si spiega abbastanza chiaramente - quindi senza doverne fare un'esegesi del testo più ampia - che i finanziamenti di interventi e gli investimenti in edilizia sanitaria riguardano i grandi centri urbani. Quindi mi soffermerei, prima di tutto, sulla definizione di "grandi centri urbani". Da questo, quindi, in accordo con la Regione Piemonte (eravamo nel 1998, è seguito il 1999, il 2000 con le prime delibere, poi il 2001), si è individuata la Città di Torino.
Io non intendo fare il Consigliere comunale nel Consiglio Regionale del Piemonte, perché non mi è mai piaciuto questo comportamento, né mi è mai appartenuto (lo sanno tutti i colleghi; anzi, spesso sono il meno torinese dei torinesi qui presenti!), però vorrei chiarire l'interpretazione della norma.
In Commissione ci è stato detto che, comunque, la norma si estendeva anche all'area metropolitana di Torino. Allora ho detto ai miei colleghi: "Bene se si estende all'area metropolitana di Torino, la Città metropolitana di Torino".
Capiamoci, però: o è Città metropolitana o è area metropolitana, perch l'interpretazione diventa molto sottile.
L'area metropolitana di Torino per qualcuno può essere intesa come i Comuni confinanti con Torino (sappiamo, quindi, che c'è la prima cintura, la seconda cintura e la terza cintura). Oppure può essere intesa come Città metropolitana, ma allora arriviamo fino a Bardonecchia da una parte, fino a Villafranca Piemonte a sud e fino a Quincinetto a nord, per dire. Quindi rientra l'ospedale di Ivrea, rientra l'Ospedale di Susa, rientrano i vari poliambulatori presenti nella nostra Provincia.
Dunque, vorrei solo un'interpretazione chiara e netta a microfono, in Aula: qual è la corretta interpretazione della norma? Poi è ovvio che l'Assessorato, che lavora con e per l'Assessore, è composto da persone capaci, che si sono confrontate con il Ministero e che sanno esattamente cosa si può finanziare o meno. Cioè avranno avuto - immagino un "ok" su questa rimodulazione. Perché - questo non è stato detto, ma ci è stato fornito dagli Uffici dell'Assessorato e dall'Assessore - abbiamo delle scadenze neanche vicine, vicinissime! Talmente vicine da essere praticamente superate. Perché i fondi si dovrebbero utilizzare e spendere entro il 31 dicembre 2018.
Siamo di nuovo di fronte a una incapacità gestionale di fondi da parte della Regione Piemonte. L'abbiamo vista tante volte nella scorsa legislatura, alcune volte anche in questa. Ditemi se mi sbaglio oppure se sono nel giusto.
Siamo oramai a febbraio e il Governo tra qualche mese probabilmente ci sarà diceva qualcuno, forse il Vicepresidente Reschigna - o forse non ci sarà forse ci sarà un po' allargato; forse ci sarà un po' ristretto, non lo so ma dovrà prendere in carico una richiesta della Regione Piemonte che ha rimodulato colpevolmente e tardivamente i fondi dell'articolo 71 dal 2010 al 2018. Cioè l'ultima delibera, se non sbaglio, di rimodulazione di questi fondi è del 2010. Dal 2010 il vuoto. È vero che siamo stati in Piano di rientro; è vero che c'è stata una sorta di pre-commissariamento; è vero che dovevamo far quadrare i conti e quant'altro.
Per anni, sia nella scorsa legislatura che in questa, ci siamo detti che mancano i fondi per qualunque investimento, anche minimo (anche per l'antincendio, per gli ascensori, per le scale, eccetera): e poi scopriamo che avevamo fermi 50 milioni di euro non utilizzati? A sentirla raccontare mi suona un po' strana. Si potrebbero dare delle interpretazioni: visto che ci sono delle scadenze elettorali imminenti, si potrebbe pensare che il gioco più antico della politica sia quello di tenere i soldi fermi fino all'ultimo. Poi, sei mesi prima del voto, nei Comuni si fanno le rotonde si puliscono le aiuole, si taglia l'erba, si potano gli alberi che rischiano di cadere; in Regione, magari, si fanno un po' di investimenti in edilizia sanitaria o si inaugurano nuove aree di ospedali, come quella di Chivasso. Queste cose, appunto, vanno proprio a ridosso del voto regionale ma soprattutto del voto nazionale.
Non saremo certamente noi a presentare degli emendamenti (in questo caso perché, come sapete, su un'altra delibera ne abbiamo presentati) per opporci a una serie di investimenti che servono agli ospedali della nostra area metropolitana (o Città metropolitana, dobbiamo ancora capirlo). Per vogliamo far passare questo messaggio: il colpevole del ritardo che rischierà di farci perdere una parte di questi fondi non è ascrivibile a un Gruppo consiliare di opposizione, che magari presenta, giustamente, tre quattro, cinque o dieci emendamenti. Perché proporne tre, cinque o dieci sarebbe legittimo, altra cosa sarebbe farne 3.000; in tal caso, si configurerebbe come ostruzionismo.
Quindi il ritardo con cui rischiamo di perdere questi fondi è ascrivibile in toto alla Giunta (alla maggioranza magari no, perché o lo sapeva o non lo sapeva), che comunque è espressione della maggioranza che amministra questa Regione.
La perplessità numero due è dunque sul coinvolgimento della Città di Torino.
L'Assessore ha detto - mi spiace, non volevo interromperla, ma mi è venuto proprio spontaneo! - che durante l'analisi dell'atto aziendale sono stati illustrati gli interventi fatti. Sì, ma le ripeto che l'Amministrazione comunale (non parlo solo della Conferenza soci-osanitaria) non ha inteso che voi rimodulavate i fondi (25 milioni di euro) spettanti all'area metropolitana (io dico alla Città di Torino) per darli all'ospedale unico dell'ASL TO5. Poi, come le abbiamo detto, siamo contenti se si trovano risorse per ridurre quella che riteniamo essere una forma di finanziamento molto pericolosa, cioè il ricorso al partenariato pubblico-privato (quindi il ricorso ai privati) sulla realizzazione degli ospedali.
Dunque, tutto quello che arriva in più per la realizzazione di nuovi ospedali è positivo. Cerchiamo di comprendere, però, se si tratta di interventi su strutture esistenti che hanno bisogno di ammodernamenti e di ristrutturazioni, oppure se sono interventi che servono per costruire nuovi ospedali. Delle due cose, l'una.
Dunque - oltre alla questione di capire, appunto, se riguarda solo la Città di Torino oppure tutta l'area metropolitana - il coinvolgimento dell'Amministrazione comunale di Torino, mi spiace, non c'è stato.
Un conto è che il Direttore generale Alberti dica: "Noi abbiamo bisogno".
Tra l'altro, l'atto aziendale - l'Assessore Saitta lo sa meglio di me questo possiamo dircelo - riguarda l'organizzazione aziendale; non riguarda gli interventi sulle mura. Quindi riguarda la rivisitazione delle strutture complesse, delle strutture semplici, i dipartimenti; non riguarda se fare gli ascensori o meno. Lo dico, perché durante la discussione hanno anche parlato di un po' di interventi strutturali e questa cosa non è molto chiara.
Terzo punto, e concludo: la questione dell'ospedale di Moncalieri, che ho già citato marginalmente nella logica di includere la Città di Torino. A parte le contrarietà e le perplessità che condivido con il collega Bertola che lungamente ha cercato di spiegare quali sono le complessità e le problematicità della scelta di quell'area a Moncalieri, sia perché non è baricentrica sia perché è un'area le cui falde sono molto superficiali quindi tendono a risalire con le piogge sempre più intense e più concentrate che ci sono nel nostro Paese, siamo perplessi sullo spostamento di risorse. Infatti, se l'interpretazione è lecita per l'ospedale di Moncalieri, di conseguenza è lecita per tutta l'area metropolitana. E avremmo voluto questo, Assessore, quando le abbiamo detto di rivedere e rimodulare le risorse.
Se fosse stata solo una rimodulazione interna all'ASL della Città di Torino, rimanevano solo i primi due problemi, in particolar modo il problema del coinvolgimento della Città di Torino. È vero, le scelte sono dell'ASL e la politica tendenzialmente può fare suggerimenti e suggestioni ad esempio, il collega Boeti aveva sollevato in Commissione il tema del Maria Adelaide, tema che ci sentiamo di condividere come abbiamo già detto in Commissione.
Un conto sono le scelte di manutenzione ordinaria e un conto sono scelte che diventano poi scelte di politica sanitaria. Se quei 25 milioni li mettiamo per mettere gli ascensori e per fare le scale antincendio degli ospedali esistenti, sono scelte non di politica sanitaria. Sto dicendo delle banalità, ma le voglio ripetere per rafforzare il mio intervento.
Se, invece, diventano scelte di politica sanitaria, cioè la riapertura del Maria Adelaide o la costruzione dell'Ospedale Unico dell'ASL TO5, forse era opportuno un passaggio in più, non solo nella Città di Torino, ma anche nella IV Commissione regionale. Oltretutto, in Commissione noi abbiamo preso atto di questi documenti; ripeto, abbiamo solo preso atto di questi documenti, non abbiamo né potuto discutere nel merito né li abbiamo emendati. Abbiamo un po' parlato tra di noi (che è lo sport che facciamo quotidianamente nelle diverse Commissioni), ma l'intervento politico di dire "come scelta di politica sanitaria vorremmo proporre, o forse, se fuori piove e c'è una certa temperatura la vorremmo proporre così", almeno la suggestione politica penso che siamo tenuti a farla. Altrimenti continuo a dire: per cosa ci hanno votato migliaia di cittadini piemontesi? Che cosa ci hanno messi qui a fare? Ripeto, questa delibera ci lascia molto perplessi, non sappiamo ancora come la voteremo e cosa diremo, ma senza ulteriori spiegazioni continuo a chiedere una sospensione e un rinvio a giovedì per valutare ulteriormente e coinvolgere l'Amministrazione comunale di Torino.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Voglio fare presente un aspetto che ritengo certamente positivo, cioè che dopo molti anni, il Consiglio regionale si riappropria di una competenza.
Lo vedremo molto meno in questa delibera e certamente di più nella delibera che è in discussione in IV Commissione: torna al Consiglio regionale la competenza sull'edilizia ospedaliera, che è una competenza esclusiva di quest'ultimo, in particolar modo dopo che la Regione è uscita dal Piano di rientro, non avendo più la Giunta la facoltà, non l'obbligo, di deliberare con i poteri del Consiglio.
Questo è estremamente significativo e importante, perché nel corso di questi anni abbiamo visto una serie di interventi che, essendo solo in capo alla Giunta e non avendo coinvolto il Consiglio regionale, hanno visto scelte meno partecipate, perché inevitabilmente il Consiglio regionale, al di là del posizionamento di ognuno di noi in maggioranza o all'opposizione tende a rappresentare meglio di una Giunta quelle che sono le esigenze dei differenti territori.
Detto ciò, in realtà, questa delibera è sufficientemente vincolata, salvo l'aspetto relativo ai fondi sull'Ospedale dell'Azienda TO5. Infatti, gli interventi nell'allegato A e nell'allegato B sono interventi che sono in corso, che si stanno concludendo o che si sono conclusi o che sono in corso di attuazione. Vi sono poi gli interventi sui quali può intervenire il Consiglio, cioè quelli relativi all'allegato C, che sono una serie di interventi da avviare, che però erano stati indicati in molti casi precedentemente e che vengono, in alcuni casi, riattivati e, in altri casi parzialmente riattivati.
Infatti, se andiamo a vedere ciò che è stato sospeso, troviamo alcuni interventi (corso Corsica, via Monginevro ed altro) che non sono stati attivati, cioè sono stati sospesi precedentemente e sono stati attivati con questa delibera. Ve ne sono altri, invece, che erano previsti nel vecchio provvedimento e non sono stati indicati all'interno della delibera stessa.
Vi sono poi tutta una serie di provvedimenti - e lo faccio presente alla Presidenza del Consiglio anche se, come dicevo, accogliamo favorevolmente il fatto che oggi si discuta di questo - che sono stati successivi all'uscita dal Piano di rientro che ha votato o, meglio, sono stati provvedimenti scelti o dalle ASL con le disponibilità ovviamente della Giunta spesso del fondo del GSA o della stessa Giunta regionale senza che fosse coinvolto il Consiglio.
L'esempio più eclatante è quello delle Case della Salute, sulle quali il Consiglio regionale non ha espresso alcun parere, ma sono stati più provvedimenti fatti dalla Giunta regionale; oppure altri provvedimenti simili a quelli che stiamo discutendo oggi, che sono stati realizzati dalle ASL anche dopo l'uscita della Regione Piemonte dal Piano di rientro e che quindi non erano di competenza, né in un caso né nell'altro, né della Giunta regionale né delle ASL.
I temi più significativi che riguardano questa delibera sono due: il primo è relativo ai tempi, il secondo è relativo all'ospedale dell'ASL TO5.
Quella relativa ai tempi è una questione che afferisce all'Assessorato e alle Direzioni sanitarie. Ricordo che noi abbiamo votato una delibera nel 2010 che comportava una serie di impegni economici non irrilevanti; era preceduta da una delibera (quella più significativa) approvata durante la Presidenza di Mercedes Bresso e con Mercedes Bresso Assessore alla sanità poiché l'Assessore Valpreda non era ancora stato sostituito dall'Assessora Artesio. Venne approvata una delibera che è un po' figlia di una serie dei provvedimenti che stiamo vedendo ancora oggi. Alcuni di questi non vedranno mai la luce (il nuovo ospedale del Canavese, il nuovo ospedale di Borgomanero e quant'altro); su altri invece si sono spese molte risorse.
L'ospedale, che correttamente l'Assessore Saitta nella sua relazione ha chiamato - non so se per un lapsus - l'ospedale di Moncalieri e non l'ospedale della TO5, era già l'ospedale di Moncalieri, perché nella delibera di programmazione sanitaria della Giunta Bresso, presso la frazione di Carpice si doveva realizzare un ospedale sul quale sono state spese delle risorse per la progettualità e quant'altro.
Pertanto, sui tempi credo vi siano delle responsabilità, perché è evidente che, rispetto a una volta, quando ogni anno vi era un trasferimento dello Stato rispetto all'articolo 20, oggi ogni risorsa utile è da spendere in particolar modo rispetto a ciò che riguarda le attività di umanizzazione.
Anche da questo punto di vista (poi arrivo all'ultimo tema, che è quello politicamente più significativo), va fatta una valutazione rispetto alle politiche di gestione e di edilizia sanitaria relativamente agli ospedali unici - in particolar modo quelli della TO5 e dell'ASL di Verbania valutando se, con una necessità così significativa di umanizzazione di molti reparti ospedalieri della nostra regione, sia strategico investire su un presidio unico.
In questo caso, ritengo che questa delibera abbia un aspetto parzialmente irrisolto, poiché all'interno dell'atto noi abbiamo uno stanziamento significativo (sono tutte le economie che provengono da ciò che non è stato attivato, gran parte delle economie), per una cifra complessiva di 46 milioni, destinati al nuovo ospedale unico, che fanno parte dell'atto per la realizzazione dell'ospedale stesso, ma oggi vi è una contrarietà di gran parte del territorio rispetto non all'ospedale (neanche noi, ovviamente, la manifestiamo), ma alla sua localizzazione. Vi sono tutta una serie di problematicità rispetto all'individuazione del sito e, in ultimo, in nessun atto collegato a delibere di edilizia sanitaria c'è un'indicazione precisa rispetto a dove si realizzerà il sito, al di là delle candidature e quant'altro.
Io credo che questo sia un aspetto di non poco conto, perché noi siamo certamente favorevoli a un presidio unico che diventi un centro di eccellenza per la zona sud della provincia di Torino, ma vorremmo sapere intanto dove si fa e, in secondo luogo - aspetto che non è presente in alcuna delibera, ma neanche in atti ad essa collegati - che cosa rimarrà all'interno dei tre Comuni (Moncalieri, Chieri e Carmagnola), in particolar modo Chieri e Carmagnola, che sono quelli più distanti dall'ipotesi di nuovo presidio in termini di servizi sanitari. Perché se è vero che abbiamo superato la fase dell'ospedale sotto casa, è altrettanto vero che non dobbiamo necessariamente obbligare, per la gran parte delle attività di bassa intensità, che sono un numero assolutamente rilevante all'interno della produzione sanitaria, i cittadini a migrare rispetto alle esigenze di edilizia sanitaria. Questo, per un motivo molto banale: perché, comunque non avviene. Laddove, cioè, vi è stata una programmazione sanitaria sbagliata in termini ospedalieri, vediamo che quei presidi sono utilizzati percentualmente da un numero ridotto di cittadini di quei distretti che dovrebbero afferire a quegli ospedali.
Pertanto, credo vi sia, all'interno della delibera, un nodo che è condivisibile rispetto allo stanziamento, ma che ha alcuni nodi non irrilevanti da sciogliere rispetto al dove e al futuro di quell'area.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Allemano.



ALLEMANO Paolo

Grazie, Presidente.
Noi plaudiamo a questa delibera e daremo convintamente il nostro voto favorevole, intanto perché possiamo entrare nel merito, com'è stato detto dal Consigliere Vignale, di una competenza che è propria di quest'Aula.
Se non ci occupiamo dell'hardware della politica della salute evidentemente ci limitiamo a ordini del giorno che richiamano la necessità di umanizzare gli ospedali o di invertire i flussi della mobilità migliorando le strutture in modo da essere attrattivi. Occorre insomma un disegno coerente, in modo da evitare che sul campo si mettano in moto delle macchine che poi, evidentemente, non raggiungono l'obiettivo e che noi non controlliamo più. Quindi è giusto dire che questa è la sede per discutere di queste cose, e noi lo facciamo convintamente, perché vediamo coerenza con gli obiettivi che abbiamo posto in diverse occasioni.
Siamo a favore anche perché poniamo rimedio a un ritardo imbarazzante. Io non so come si faccia contestualmente a dire "siamo in ritardo" e a dire "per carità, fermiamoci e approfondiamo". Se qui parliamo di fondi del 1998, evidentemente significa che si è dormito un sonno molto profondo nei decenni scorsi. Noi non comprendiamo che senso abbia un ulteriore stop per non so bene quali garanzie: è di tutta evidenza che, se l'esecutivo ci propone un atto deliberativo di questo spessore, non esiste un problema di interpretazione delle norme, perché le verifiche saranno evidentemente a monte e non certamente a valle.
Noi non comprendiamo con quale serenità potremo dire ai nostri cittadini che sì, sono passati vent'anni però, tutto sommato, possiamo ancora prenderci qualche mese, perché in fondo le cose sono sempre andate così per ritrovarsi a porre mano a cose che non hanno rimedio.
Non penso che ci sia stata fretta, ne abbiamo discusso e ne discuteremo ancora in Commissione, per quella parte che compete a questa delibera, ma abbiamo la consapevolezza che, se non si affrontano le questioni, c'è un tempo al di là del quale, oltre che nell'imbarazzo, si finisce anche nel ridicolo.
Siamo poi sufficientemente convinti che questa delibera e quella che seguirà (la n. 281) creano una cornice regionale nella quale si può vedere una politica di attuazione dell'edilizia sanitaria non univoca, perch composta da opere di completamento, dalla trasformazione di opere che sono partite con una mission e poi sono giunte ad un'altra mission, poiché nel frattempo i bisogni sono cambiati, così come definito dagli atti di programmazione; a volte si va a ristrutturare il patrimonio esistente ritenendolo più conveniente della creazione di una "scatola" nuova. Poi ci sono naturalmente le importanti operazioni delle Città della Salute.
Per quanto ci riguarda, troviamo che questo sia un modo coerente e serio di affrontare la questione, avendo tutto il Piemonte nel campo visivo e adottando delle soluzioni flessibili, non univoche.
Non è una manovra elettorale e, se lo è, è iniziata a luglio del 2014 perché noi non potremmo neanche avvicinarci a questo argomento se non avessimo delle Aziende che rispondono all'Assessorato, che sono ben guidate, che hanno dei bilanci a posto e che sono in grado di rivisitare i cantieri incompiuti o che necessitano di essere aperti. Tutto questo risponde a una parola sola: efficienza. Quell'efficienza che noi non solo non abbiamo trovato, ma che abbiamo visto nella sua versione opposta: inefficienza. Quindi è una manovra elettorale iniziata due anni e mezzo fa non certamente in vista delle prossime elezioni.
Così come due anni e mezzo fa è ricominciata un'operazione di ristrutturazione dell'Assessorato, che ha bisogno di capitale umano e di risorse per fare queste operazioni; così come, sempre due anni e mezzo fa sono iniziate quelle operazioni di risanamento della sanità e di pianificazione fatte di atti funzionali, di indirizzo e di scelte pratiche che oggi vedono maturo il tempo per questo intervento.
Ma tutto questo è possibile perché c'è stata a monte un'azione forte dell'esecutivo e di questo Consiglio, di cui andiamo fieri, e che tutto è fuorché una "manovrina" elettorale. Può darsi che sia manovrina invece chiedere: "Per carità, fermiamoci, riflettiamo, pensiamo". Pensiamo a che cosa? Pensiamo al fatto che la politica perde ogni giorno credibilità salvo casi come questo.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Conticelli.



CONTICELLI Nadia

Grazie, Presidente.
Anch'io condivido con il collega il fatto che questo è un atto se vogliamo piccolo, ma molto importante, perché dà gambe (diciamo così) a quell'assunto, di cui più volte abbiamo parlato in quest'Aula, che è alla base di tutto il Piano Socio Sanitario della Regione Piemonte, che da un lato prevede una riorganizzazione dei presidi ospedalieri, ma dall'altro un rafforzamento delle presenze del servizio territoriale attraverso certo la rete della Casa della Salute, ma non solo. Non solo perché su Torino, se guardassimo unicamente alla rete della Casa della Salute, avremmo ampi territori scoperti, ma al riguardo abbiamo detto più volte, anche banalmente per una questione di edilizia sanitaria, che vi è una concentrazione dei presidi ospedalieri nella zona sud della città un po' a svantaggio della zona nord.
Intanto credo che sia una buona operazione di finanza pubblica, perch questi fondi vengono reindirizzati laddove sono necessari interventi strutturali importanti, che possono dare piena funzionalità ad alcuni presidi anche dove non siano specificamente previste le Case della Salute (penso a corso Corsica, a via Montanaro) e dove interventi si attendevano da tanto. Sono zone molto antropizzate, densamente abitate e questi grossi poliambulatori o presidi (come vogliamo chiamarli) svolgono una funzione molto rilevante sul territorio.
Naturalmente qui non compare, ad esempio, il Marco Antonetto, che ha un altro finanziamento, ma l'operazione si accompagna a questo intervento. E poi, insieme, vi è anche un'operazione di valorizzazione di altri presidi perché, soprattutto su Torino, i presidi abbandonati rischiano di diventare teatro di altri tipi di attività.
Infatti, nell'incontro con il Direttore Alberti, oltre ad altri temi, si è affrontato quello del Maria Adelaide, struttura che ha un po' la distonia ne abbiamo parlato a lungo anche in Commissione - di appartenere all'Azienda ospedaliera Città della Salute, ma di ricadere sul territorio di gestione dell'ASL di Torino, per la quale chiederei che - sarebbe davvero opportuno -venga messa in valorizzazione; oppure che nel frattempo come il dottor Alberti, congiuntamente col dottor Zanetta, ha ben spiegato la scorsa settimana in una Commissione consiliare della Circoscrizione VII aperta al pubblico, si possa pensare a un progetto misto pubblico-privato anche provvisorio, per evitare che il degrado su quella struttura prosegua ma anche per eludere la possibilità che qualcuno pensi prima o poi di entrarci dentro e di fare della parte non utilizzata del Maria Adelaide un uso non opportuno, cosa che vorremmo non vedere.
Il Piano è stato illustrato e di questo sono certa, ma l'Assessore potrà dare ulteriori spiegazioni in un'apposita riunione della Conferenza socio sanitaria dei Presidenti. Segnalo solo, ma davvero non per polemica politica, che, da parte del Consiglio Comunale di Torino, prosegue la sovrapposizione, la confusione - potrei dire - tra il ruolo della Conferenza socio-sanitaria, che è presieduta dall'Assessore ed è composta dai Presidenti di Circoscrizione, e il ruolo della Commissione Consiliare competente.
La Conferenza socio-sanitaria esprime pareri, ed è consultiva; su questi temi, cioè sulle delibere che non siano delibere del Comune di Torino, la Commissione ha valore consultivo, però informativo, cioè non vota i pareri: la Commissione può fare un documento politico, un ordine del giorno, perch chi vota è la Conferenza socio-sanitaria.
Quello che posso rilevare è che l'Assessore non ha proposto ai Presidenti un formale parere che, in questo caso, forse non era previsto, però è stato richiesto; hanno però espresso delle osservazioni e credo ci sia un verbale, che veramente non ho avuto neanch'io e, comunque, tutte le richieste delle Circoscrizioni di Torino rispetto ai Presidi territoriali sono state soddisfatte.
È stata espressa.



(Commenti fuori microfono)



CONTICELLI Nadia

No, su questo, su questa nostra delibera. Due settimane fa, mi pare, per l'Assessore dovrebbe avere il verbale.
Le osservazioni fatte più dall'Assessorato, che raccolgono anche una preoccupazione per il territorio, riguardano l'ex Superga, ma non rispetto alla parte sanitaria, ma sul fatto che l'ex Superga è stato restituito dall'ASL al Comune di Torino, perché lì non è più previsto il Poliambulatorio e il Comune di Torino, giustamente, deve pensare a un altro utilizzo, perché anche quella zona rischia di diventare una zona che va in degrado. Una preoccupazione che, peraltro, condividiamo e che condivide anche la Circoscrizione, ma che è indipendente da questa nostra delibera.
Inoltre, come dicevo, in alcune Circoscrizioni come per esempio la VII, con la disponibilità del Direttore dell'ASL, sono anche state fatte delle Commissioni aperte ai cittadini e ai Consiglieri, per presentare questi interventi.
Rispetto allo spostamento - diciamo così - e al riutilizzo dei fondi per la parte di Città metropolitana sull'Ospedale Unico, riprendo quanto diceva il collega Vignale.
È vero che le perplessità da parte di alcuni riguardano la localizzazione ma è anche vero (io ho partecipato a qualche assemblea pubblica, come altri in quest'Aula) che la necessità di un ospedale unico che dia una maggiore modernità e specializzazione in alcuni reparti, lasciando quelli che ci sono (come i presidi, o Case della Salute, chiamateli come volete) è individuata da tutti i territori.
La seconda necessità che nelle assemblee pubbliche e nei vari territori è venuta fuori è la preoccupazione che ci siano i soldi, che si inizino i lavori e che si finiscano, quindi che anche da parte della Regione, oltre al contributo statale, ci sia un contributo fattivo. In questo senso, la scelta di reindirizzare parte dei fondi, che non servono per l'edilizia di Torino, su questo progetto di area metropolitana ritengo sia una scelta opportuna, quantomeno nella direzione di dare anche lì gambe a un progetto che non resti solo sulla carta.



PRESIDENTE

Grazie, collega Conticelli.
La parola al Consigliere Segretario Bertola, che interviene in qualità di Consigliere.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Intervengo per meglio precisare alcune questioni che abbiamo posto durante questa discussione, perché posso comprendere che, in alcuni momenti l'ascolto può essere impegnativo, può diventare difficile, o si pu percepire addirittura (questo ci è successo diverse volte) come un fastidio il fatto che qualcuno si permetta non dico di contestare, ma di portare delle osservazioni rispetto ai documenti proposti dalla Giunta regionale.
Tuttavia, faccio notare che da parte nostra, da parte del Consigliere Bono non si è chiesto un rinvio di due mesi, ma di due giorni, che è un periodo un po' diverso dai due mesi. Ovviamente, questa era una proposta, che è stata messa ai voti e siamo in democrazia. Volevo solo dire questo, proprio per evitare che si strumentalizzino delle posizioni. Ognuno è libero di dire ciò che vuole, ci mancherebbe altro, però volevo ricondurre la questione a binari di verità e onestà intellettuale.
Visto che è stato fatto un accenno anche all'Ospedale Unico dell'ASL TO5 e visto che, correttamente, la Consigliera Conticelli ha fatto riferimento a assemblee pubbliche, faccio notare che la scorsa settimana io, la Consigliera Conticelli e il Consigliere Vignale eravamo a un'assemblea pubblica, un Consiglio comunale aperto, al quale l'Assessore Saitta ha deciso di non partecipare, perché - a suo dire - non si rapporta con i Consigli comunali aperti, con i quattro milioni e 420 mila cittadini piemontesi, ma solo eventualmente con le Assemblee dei Sindaci. Questa è una sua una sua prassi, una sua linea di condotta assolutamente legittima.
Faccio però notare che, proprio quella sera, indubbiamente il dissenso rispetto all'area prescelta per l'Ospedale Unico dell'ASL TO5 era assolutamente trasversale.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Bertola.
La parola al Consigliere Monaco.



MONACO Alfredo

Grazie, Presidente.
Andiamo investire del denaro, finalmente, o per l'ennesima volta, secondo la storia di questa Regione, in quella che è anche una riqualificazione del nostro patrimonio immobiliare in tema di edilizia sanitaria per andare a erogare dei servizi che abbiano un senso di logicità umana rispetto a quello che si vede, purtroppo, calato sul territorio.
Volevo fare un intervento brevissimo, che può essere una nota e spero vivamente l'Assessore possa tenerne conto. Sarebbe opportuno - è opportuno che si faccia anche una rapida ricognizione della quantità - le assicuro che è enorme - di metri cubi che abbiamo nel patrimonio dell'edilizia sanitaria, che sono letteralmente abbandonati o destinati a discariche chiuse, sui quali paghiamo le tasse e che a volte sono ancora riscaldate perché obsolete e dimenticate.
Sarebbe perfino opportuno, prima di dare inizio a nuova edilizia sanitaria che, quantomeno in parallelo, ci sia un'accurata ricognizione di quello che c'è, almeno in termini di quello che si paga di tasse, per capire quanti metri cubi di edilizia sanitaria possono essere restituiti alla sanità.
Le dico questo, Assessore e caro Presidente, perché ho provato a fare questo viaggio nei meandri nascosti dei nostri ospedali: ci sono più metri cubi abbandonati che metri cubi operativi. Su quelli, però, noi paghiamo: paga lei come cittadino, Assessore, pago io.
Molte volte, negli accorpamenti e nella storia di questa Regione abbiamo visto grandi investimenti, ma più che investimenti abbiamo visto spendere tanti soldi per ingrandire cose di cui si sapeva già che sarebbero state destinate a morire; che non venivano completate; che il nuovo sarebbe rimasto semi incompleto e il vecchio obsoleto, nonché abbandonato, e che si vanno a fare opere di recupero e di consolidamento.
Caro Assessore, sono tutti soldi che stiamo distraendo alla sanità, alla cura e all'erogazione di servizi ai cittadini.
Mi rendo conto del grosso sforzo fatto in questi anni per cercare innanzitutto, di rientrare nel Piano di rientro e per dare dei servizi che abbiano un senso, rispetto alle indicazioni nazionali, ma che non fosse solo un'operazione di consenso immediato per avere una simpatia territoriale piuttosto che un'altra.
Mi rendo conto che questi sono argomenti che sembrano marginali e che restano indietro - mi sono accorto che non tutti sono contenti che io faccia queste passeggiate nei meandri nascosti dei nostri ospedali - ma purtroppo è così.
Non solo. Attenzione anche alle comunicazioni che ci danno e che a volte ci fanno credere che le cose stiano funzionando perfettamente. In ordine alle emergenze del piano di emergenza sanitaria ci hanno fatto credere - ed è così - di un'eccellente risposta, perché è stato fatto tutto benissimo.
Le dico, Assessore, che è stato fatto tutto benissimo perché si è ricorso ai "cannoni di Mussolini". Si faceva credere che ci fosse un'implementazione di personale laddove non c'è stata implementazione di personale qualificato e qualificante per i nostri servizi. Che ha poi risposto bene perché, come al solito, è capace di assorbire la domanda e di dare delle risposte, però, in realtà, abbiamo amplificato il numero di posti letto e abbiamo messo tutto a disposizione dell'emergenza sanitaria sulla quale stamattina ci siamo confrontati.
Credo ci sia stato anche un problema di scarsa vaccinazione, di fronte a un virus praticamente cattivo che ha dato tante complicanze in soggetti a rischio, che sono poi quelli che di più si devono vaccinare, ma abbiamo visto anche un abbassamento dell'età di chi si ammala.
In realtà, era un personale implementato come numeri, ma poi erano dei part time, non avevano la specializzazione, non avevano una serie di qualifiche quindi non era un personale realmente implementato.
Pertanto, in ordine a quella che è la costruzione di un'edilizia e di un piano che, coraggiosamente, si sta cercando in qualche maniera di portare avanti (non entro nel dettaglio di specie, ma parlo di coraggio a fare le cose e non nel giudizio di merito specifico), ci deve essere affianco una rapida e seria ricognizione dell'esistente e di riqualificazione, quanto meno di pulizia dell'esistente.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Non ci sono altri Consiglieri che intendono intervenire.
La parola all'Assessore Saitta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Vorrei fare qualche riflessione, relativamente e soprattutto al tema sollevato dal collega Bono, sulla norma.
A conferma della motivazione della nostra delibera, così ho detto in Commissione, ma evidentemente dobbiamo ripeterlo, come credo sia logico e normale, perché questa non è la Commissione ma è il Consiglio, i fondi dell'articolo 71 erano stati assegnati anche all'ASL TO3 ed erano stati approvati dal Ministero.
Come lei sa perfettamente, una certa pratica ce l'ho, quindi, quando parliamo di area metropolitana, ci riferiamo più a un territorio, mentre Città metropolitana è un ente che supera la dimensione della pura e semplice aree metropolitana.
Siamo all'interno di quella modalità di riparto e in ogni caso, come lei ha riferito, ho avuto modo di verificare che questa è una modalità che sarà ancora confermata dal Ministero.
Un'ultima riflessione è relativa al tema del perché adesso, tema sollevato dai colleghi Allemano e Conticelli.
Questo lavoro di rimodulazione l'abbiamo completato lo scorso anno. Per fare una rimodulazione completa, che voleva dire censimento e disponibilità dei 19 milioni - quasi 20 - era necessario avere delle risorse a disposizione, ma noi, per i motivi noti, fino all'anno scorso non ne avevamo.
Se leggete la delibera, vedrete che si assicura la copertura finanziaria di 21 milioni, perché c'è anche la parte della progettazione, con 13 milioni nel bilancio regionale 2017-2019, per gli esercizi puntualmente indicati, e poi sette milioni e 508 mila, che sono risorse accantonate nel GSA per l'azione che abbiamo fatto in questi anni. L'azione al Piano di rientro vuol dire che abbiamo accumulato qualche tesoretto che stiamo utilizzando.
Soltanto adesso siamo riusciti ad avere questa disponibilità e, quindi, a partire con questo atto di rimodulazione.
A tutti noi è chiaro ed evidente, a maggior ragione alla Giunta, conoscendo puntualmente quali sono le esigenze dell'edilizia sanitaria del nostro territorio, che questo è una parte importante, ma, evidentemente, è una piccola parte, perché il nostro patrimonio ha bisogno di interventi di una certa dimensione, anche se bisogna fare questo lavoro sulle questioni.
È certo che le modalità classiche di intervento, per quanto riguarda l'edilizia sanitaria, non hanno prodotto, nel tempo, i risultati sperati per chi ha assunto delle decisioni. Mi riferisco agli anni passati. Non voglio dare lezioni a nessuno, ma ricordo che nel lontano 1998, quando ero Sindaco a Rivoli - il Vicepresidente Boeti era mio Assessore - all'inizio del nostro mandato era in corso la costruzione dell'ospedale di Rivoli, mi pare, da 15-16 anni.
Se, come Amministrazione, non avessi assunto la scelta drastica di chiudere il vecchio ospedale per motivi sanitari, perché c'era il nuovo ospedale da completare e da sistemare, c'erano le varianti, c'era il vecchio ospedale che era decaduto, quella situazione non sarebbe terminata neppure oggi perché chissà quante varianti si sarebbero fatte.
Avremo comunque modo di ritornarci nella discussione generale sull'altra deliberazione, ma credo che, al di là delle risorse, dobbiamo preoccuparci dei tempi di realizzazione delle opere, perché potremmo anche aggiungere opere che sono state realizzate ultimamente e che non corrispondono più alle esigenze della programmazione sanitaria.
So perfettamente, e credo che tutti noi abbiamo il senso del limite, di una piccola operazione; poi c'è un'altra delibera che riguarda un territorio molto più vasto, ma volevo anche far notare che l'uscita dal Piano di rientro ci ha consentito - credo che ogni tanto vada ripetuto - 25 milioni per l'ospedale di Verduno, che non era finanziato, e via di questo passo.
Avremo modo poi di discutere di altre cose quando torneremo in Consiglio dopo il lavoro dalla Commissione.
In ogni caso, credo che per le opere che abbiamo indicato - parlo dell'ASL TO1, parlo anche della Città dalla Salute - si tratta di interventi che erano già studiati, progettati, quindi sicuramente bisogna partire velocemente secondo le indicazioni che daremo. Così anche sulla base di quello che viene deciso per quanto riguarda il nuovo ospedale dell'ASL TO5.
Questo è un elemento fondamentale per costruire il quadro economico, che vuol dire l'approvazione dello studio di fattibilità che sarà completato con l'altra deliberazione.



BERTOLA GIORGIO



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Saitta.
Indìco la votazione palese sulla proposta di deliberazione n. 280, il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti atmosferici ed acustici

Esame disegno di legge n. 71, inerente a "Modifiche alla legge regionale 24 marzo 2000, n. 31 (Disposizioni per la prevenzione e lotta all'inquinamento luminoso e per il corretto impiego delle risorse energetiche)"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame del disegno di legge n. 71, di cui al punto 7) all'o.d.g.
Visto che c'era la richiesta di passare alla trattazione degli atti di indirizzo tra le ore 17 e le 18, faccio questa proposta. Si possano fare le due relazione, di maggioranze e di minoranza, della proposta di legge 71 in modo da poterla incardinare e poi passiamo, senza fare discussione generale, alla trattazione degli atti di indirizzo.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Mi era apparso di capire che l'interruzione per gli atti di indirizzo sarebbe stata alle ore 17. Ho capito male?



PRESIDENTE

Mi dicono fra le 17 e le 18. Non era stato definito l'orario, facciamo le due relazioni e poi proseguiamo con gli atti di indirizzo.
La parola al Vicepresidente Boeti, che interviene in qualità di Consigliere relatore.



BOETI Antonino, relatore

Grazie, Presidente Saranno relazioni veloci, quindi non prenderemo tempo agli ordini del giorno.
La presente proposta di legge mira a perfezionare la normativa regionale vigente, in materia di prevenzione e lotta all'inquinamento luminoso, a vantaggio di un corretto impiego delle risorse energetiche.
L'inquinamento luminoso è un'alterazione dei livelli di luce, naturalmente presenti nell'ambiente notturno e in grado di provocare danni di diversa natura: ambientali, culturali ed economici. Tra i danni ambientali si possono ricordare: difficoltà o perdere orientamento negli animali, uccelli migratori, falene notturne; alterazione del fotoperiodo in alcune piante.
Si annoverano, invece, tra i danni culturali, quelli legati ad alcuni ambiti delle scienze umane tra cui, in particolare, l'astronomia sia amatoriale che professionale. Un cielo troppo luminoso, infatti, limita fortemente l'efficienza e i telescopi ottici, sempre più spesso, devono essere posizionati lontani da questa forma di inquinamento.
L'inquinamento luminoso, infine, ha ricadute dannose anche sotto il profilo economico determinando un considerevole spreco di energia elettrica.
Nell'ottica di contrastare tale fonti di inquinamento e migliorare l'impiego delle risorse energetiche, la Regione Piemonte ha approvato nel 2000 la legge regionale n. 31 "Disposizioni per la prevenzione e la lotta all'inquinamento luminoso e per il corretto impiego delle risorse energetiche", che si pone gli obiettivi di ridurre l'inquinamento luminoso e ottico nel contesto di una o più generale razionalizzazione del servizio di illuminazione pubblica, salvaguardare i bioritmi naturali delle aree naturali protette, ridurre i fenomeni di abbagliamento e affaticamento visivo, provocati da inquinamento ottico per migliorare la sicurezza della circolazione stradale, tutelare sia gli osservatori astronomici professionali e non professionali di rilevanza regionale o provinciale e infine, migliorare la qualità della vita e delle condizioni di fruizione dei centri urbani e dei bene ambientali, monumentali e architettonici.
Aggiungo soltanto che ho presentato sei emendamenti. Due sono tecnici, ma gli altri sono figli dell'incontro che gli Uffici, che hanno seguito l'iter della legge, hanno realizzato con l'associazione di categoria che devono realizzare gli impianti. Dal confronto ci siamo trovati d'accordo per presentare questi emendamenti.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE BOETI



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Segretario Bertola, che interviene in qualità di Consigliere relatore.
Sembriamo dello stesso partito.



BERTOLA Giorgio, relatore

Grazie, Presidente.
Possiamo sembrarlo per alcuni istanti, ma non lo siamo.
Lo rivendico.



PRESIDENTE

Così è. Sono d'accordo con lei!



BERTOLA Giorgio

Certamente.
Questa proposta di legge nasce con un intento che condividiamo totalmente: nasce con un focus sull'efficienza energetica e sulla prevenzione dall'inquinamento luminoso, due questioni e due attenzioni molto importanti.
Per fortuna, l'evoluzione tecnologica consente una sempre maggior efficienza energetica, al punto che la cresciuta coscienza ambientale ha fatto sì che non si parlasse solo di inquinamento dannoso per la salute per intenderci, quello di cui sentiamo parlare tutti i giorni l'inquinamento della qualità dell'aria, del suolo e dell'acqua - ma anche di inquinamento luminoso, che è diventato, oramai, un fenomeno riconosciuto (ci sono delle foto molto suggestive del pianeta Terra prese dall'alto dove si vedono delle aree che di notte sono completamente illuminate!).
Tuttavia, all'interno di questa proposta di legge mancava una parte che, in qualche modo, tutelasse dall'inquinamento luminoso anche le altre specie viventi. Infatti, oltre alle questioni di efficienza energetica che già abbiamo evidenziato, oltre alla tutela del paesaggio dall'inquinamento luminoso, c'era e c'è tuttora una questione legata anche alle altre specie viventi.
Per rimediare a tale mancanza, abbiamo proposto in Commissione degli emendamenti - emendamenti che poi sono stati approvati - che andavano proprio a toccare quell'aspetto.
I nostri emendamenti - rientrati, poi, nell'articolo 8 - hanno quindi modificato le parti della legge regionale n. 31/2000 che riguardavano le aree a più elevata sensibilità, per cui sono state inserite le aree naturali protette, le aree della Rete Natura 2000 e altri ambiti compresi nella Rete ecologica regionale, altre aree e siti sensibili importanti per il rifugio, la riproduzione, lo svernamento, l'alimentazione e gli spostamenti di specie di particolare interesse conservazionistico, e le oasi di protezione della fauna di cui all'articolo 10, comma 8, lettera a) della legge 11 febbraio 1992, n. 157 ("Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio"). Questo perch ovviamente, c'è un inquinamento luminoso che va a danneggiare anche delle specie viventi che hanno, come risorsa, il buio per proteggersi, per alimentarsi o per riprodursi.
Da questo punto di vista, quindi, esprimiamo grande soddisfazione per l'accoglimento dei nostri emendamenti, cioè per aver integrato questa proposta di legge con la parte relativa alla tutela degli animali.
Sennonché - parlando appunto di luce, mi si passi la battuta - ora in Aula arrivano luci ed ombre.
È stato fatto un grosso lavoro in Commissione, perché si andava a toccare un qualcosa di molto complesso. Perché al di là delle finalità della legge ci si andava poi a confrontare con degli standard tecnici, con il rischio di licenziare, magari, una legge poco utile o, peggio, di mettere in difficoltà gli operatori del settore (cioè chi lavora con l'illuminazione) o, peggio ancora, di interferire con norme comunitarie.
Ci si è presi tutto il tempo di cui c'era bisogno per fare questi approfondimenti, sia con esperti del settore, sia con gli Uffici della Regione Piemonte. Sembrava, quindi, che si fosse arrivati ad una soluzione accettabile.
Purtroppo dobbiamo rilevare - è qui che parlavo, appunto, di luci ed ombre! che gli emendamenti presentati all'Aula (uno in particolare) rischiano di depotenziare parecchio questa legge, soprattutto relativamente a ciò che ho evidenziato prima, ossia alla parte in cui si fa riferimento alla tutela degli animali. Infatti, con un emendamento all'articolo 14 viene abrogato il comma 2 di quell'articolo, cioè quello che prevede l'aggiornamento delle aree del territorio regionale che presentano caratteristiche di più elevata sensibilità all'inquinamento luminoso.
Se manca questo aggiornamento, diventano abbastanza sterili e poco applicabili le norme che abbiamo fatto inserire all'articolo 8 (poich anche con una legge nuova, da quel punto di vista si rimane allo status quo ante). Questo, ovviamente, va a depotenziare di molto la proposta di legge.
Capisco bene, secondo quanto è emerso, che se non ci sono da parte degli Uffici della Regione le forze necessarie, in termini di personale e di risorse economiche, per andare a effettuare quell'aggiornamento, ci saremmo trovati di fronte una norma che non poteva più avere una neutralità finanziaria, ma che doveva prevedere degli stanziamenti. Però, alla fine siamo sempre a parlare delle stesse cose! Se si ritiene di dover intervenire sulla questione dell'inquinamento luminoso, se si ritiene - e lo si è fatto - di poter approvare una legge migliore, probabilmente si deve anche andare a ragionare su quelle che possono essere le risorse necessarie affinché questa nuova legge che si va ad approvare (e rispetto alla quale abbiamo tutta la condivisione possibile) sia poi utile. Altrimenti, rischiamo anche qui di aver fatto solo un esercizio di stile, che ha coinvolto la Commissione consiliare degli esperti esterni e gli uffici della Regione per parecchi mesi.
Da questo punto di vista, quindi, se il nostro atteggiamento complessivo non è cambiato, facciamo notare che, invece, quella parte della legge che a noi sembrava molto importante risulta parecchio depotenziata.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Graglia, secondo relatore di minoranza.



GRAGLIA Franco, relatore

Grazie, Presidente.
La norma in questione mira a perfezionare le disposizioni di cui, con la legge n. 31/2000 e successive, la Regione si è voluta dotare per condurre a condizione di sostenibilità ambientale la presenza di fonti luminose impattanti. La normativa era stata pensata in sede di prima elaborazione essenzialmente come provvedimento volto a limitare l'inquinamento acustico nelle zone urbane.
Questo provvedimento estende l'attenzione anche ad ambiti di pregio naturalistico, come le zone della Rete Natura, oppure monumenti naturali o ambiti riconosciuti, elemento importante per la riproduzione, o quali habitat di specie animali protette, nonché paesaggistiche, come i Belvedere di recente riconosciuti dal PPR. È il segno di una maggiore sensibilità e attenzione a un effetto della presenza antropica che, nelle ore notturne può avere un particolare impatto.
Sotto il profilo delle finalità, è un provvedimento che risponde a un sentire comune di maggiore attenzione alle ricadute ambientali. Sulle modalità attuative, però, riteniamo si debba indicare l'esigenza di condurre un monitoraggio in merito ad alcune specifiche disposizioni. In particolare, in primo luogo, merita qualche considerazione la previsione contenuta all'articolo 4, che introduce il comma 2 bis all'originario articolo 4 della legge n. 31: "La Regione, attraverso l'ARPA, esercita il controllo sul corretto utilizzo delle fonti di illuminazione da parte degli Enti locali territoriali". L'espressione "esercita il controllo" configura una funzione che contrasta con le recenti innovazioni regolamentari in materia di procedure ambientali, con le quali si è chiarito che l'Agenzia è il soggetto tecnico di supporto scientifico all'operato della Pubblica Amministrazione e che, come tale, non dà pareri propri.
In questo caso, si parla di un'attività di controllo per conto della Regione, un concetto che di per sé sembrerebbe una facoltà di incidere sull'operato di Enti pubblici autonomi. Se il concetto va inteso nel senso di fornire alla Regione il supporto tecnico per l'attività di controllo da parte di questa, occorrerebbe precisare con quali modalità tale controllo debba essere esercitato e con quali facoltà di intervento sulle determinazioni di enti autonomi.
In tal senso, sembra assai più coerente la previsione di cui al successivo articolo 6, laddove si prevede che "ARPA svolge attività di supporto nell'applicazione della legge agli Enti locali".
Rispetto a tale facoltà, riteniamo opportuno esplicitare che l'esercizio di tale funzione debba essere disciplinato in termini conformi alle competenze degli Enti locali, monitorando nella prassi se la stessa possa determinare inconvenienza nei rapporti con le autonomie locali, con l'impegno a intervenire per dettare disposizioni esplicative conformi a correttezza istituzionale, specie con l'attenzione a mantenere il ruolo di ARPA nell'ambito di una mera azione di supporto tecnico.
Altra questione che meriterà attenzioni applicative è quanto dispone l'articolo 8 bis introdotto dalla legge n. 31. Si prevede l'istituzione di un sistema informativo destinato a raccogliere i dati relativi agli impianti di illuminazione pubblici installati all'aperto. Occorre che la DGR che ne disciplinerà il funzionamento abbia cura di esplicare le finalità di tale strumento conoscitivo, in particolare regolamentando con prudenza la sanzione prevista dal terzo comma, con la quale si dispone l'esclusione dei Comuni che non forniranno a tale sistema le informazioni richieste dai finanziamenti regionali in materia ambientale ed energetica.
Si tratta, infatti, di una sanzione assai pesante che dovrà avere applicazione non retroattiva. La norma di salvaguardia, infatti, esclude semplicemente dall'obbligo di rispettare i canoni tecnici previsti dalla legge impianti di illuminazione già deliberati anche se non ancora realizzati, ma qui potrebbero essere in gioco anche i finanziamenti chiesti su bandi emessi prima dell'approvazione della legge, procedure che dovranno essere salvaguardate. La gravità di questa disposizione è confermata dal fatto che il quinto comma dell'articolo 9 relativo alle sanzioni, per cui "gli Enti pubblici che, nella realizzazione di impianti di illuminazione non rispettino la legge", dispone in più semplicemente l'esclusione dai finanziamenti anche di provenienza europea o nazionale.
Punire chi non rispetta nel merito la legge è motivato; punire chi semplicemente non ha mandato dei dati potrebbe essere eccessivo. Su tale questione chiediamo alla Giunta di assumere l'impegno a considerare in sede applicativa e gestionale le esigenze in questa sede espresse. Forniremo nella prossima sessione alcuni emendamenti in merito.
Grazie.



PRESIDENTE

L'Assessora De Santis, che è l'Assessore competente, ha chiesto la parola per una breve riflessione.
DE SANTIS Giuseppina, Assessora all'energia Grazie, Presidente.
Avendo verificato la questione con l'Assessore Reschigna, Assessore al bilancio, quello che posso dire relativamente alla questione posta in precedenza, ossia della mancanza di risorse per un aggiornamento sulla questione delle zone sensibili (mi pare si chiamino così), è che, a oggi effettivamente queste risorse non ci sono in bilancio e, per di più, siamo in esercizio provvisorio.
La Giunta si impegna a integrare un capitolo che prevede già queste tipologie di spese con risorse sufficienti a effettuare l'aggiornamento delle zone sensibili. In questo momento non posso dire altro, nel senso che bisognerà vedere. Integreremo il capitolo in bilancio e poi capiremo dove mettere la norma per fare l'aggiornamento oppure lo facciamo direttamente.
Da questo punto di vista, non sono in grado di dire tecnicamente come procederemo, ma certamente metteremo a disposizione le risorse per fare questa operazione.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Assessora. Mi sembra una buona proposta che valuteremo nel prosieguo.
Credo che a questo punto si possa interrompere il Consiglio deliberativo.


Argomento: Diritti umani

Esame ordine del giorno n. 1310 presentato da Rossi, Accossato, Andrissi Appiano, Baricco, Batzella, Bertola, Boeti, Caputo, Frediani, Grimaldi Ravetti, e inerente a "Adesione della regione Piemonte al'iniziativa #SAVEHAMAD"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 1310, di cui al punto 27) all'o.d.g.
. Ordine del giorno n. 1310 presentato da Rossi, Accossato, Andrissi Appiano, Baricco, Batzella, Bertola, Boeti, Caputo, Frediani Grimaldi, Ravetti, e inerente a "Adesione della Regione Piemonte al'iniziativa .
SAVEHAMAD" Ha chiesto la parola la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Nella scorsa seduta avevo chiesto e rinnovato la richiesta per questa seduta di mettere in votazione anche l'atto di indirizzo sugli obblighi vaccinali e quello sul diritto all'istruzione. Non so se sia prima o dopo l'atto del collega Rossi, basta che si voti entro la serata.



PRESIDENTE

Possiamo cominciare a porre in votazione l'ordine del giorno n. 1310.
Ha chiesto la parola il Consigliere Rossi; ne ha facoltà.



ROSSI Domenico

Grazie, Presidente.
In realtà, ci tenevo a intervenire anche per spiegare come mai chiediamo che il Consiglio si esprima nuovamente su questo caso, dopo averlo fatto in almeno altre due occasioni.
La vicenda del dottor Ahmadreza Djalali è nota a quest'Aula. Purtroppo, si tratta di una storia che sta diventando sempre più tragica: è un ricercatore di origine iraniana che lavorava a livello internazionale e che ha collaborato per diversi anni anche con l'Università del Piemonte Orientale, con la Facoltà di Medicina che ha sede a Novara, in particolare con il CRIMEDIM, il centro per la medicina dei disastri.
Purtroppo, nel 2016, tornando in Iran è stato arrestato con l'accusa di spionaggio e sottoposto a un processo che è stato dichiarato da più istituzioni internazionali privo del rispetto dei diritti fondamentali. La moglie ha anche affermato che il dottor Ahmadreza Djalali è stato costretto a leggere una dichiarazione di colpevolezza, cosa che ultimamente il dottore stesso ha ritrattato, dicendo che è stato obbligato e che lui mai ha collaborato con servizi di altre nazioni.
Perché stiamo tornando in Aula a discutere di questo caso? Perché, per fortuna, nelle settimane scorse, dopo alcune notizie negative che vedevano purtroppo la condanna a morte del dottor Ahmadreza Djalali, pare ci sia la possibilità che un secondo livello di giudizio in Iran riveda la posizione sulla condanna e sulle modalità con cui è stato portato avanti il processo.
Da questo punto di vista, quindi, è molto importante tenere viva la campagna pubblica a livello internazionale che ha interessato diversi enti (Amnesty International, colleghi, l'Università) e ha visto anche al lavoro Governi quali l'Italia e la Svezia per tenere alta questa campagna di attenzione dell'opinione pubblica internazionale, affinché questo spiraglio di apertura e di revisione della condanna a morte possa essere sostenuto e trasformato in qualcosa di concreto.
Da questo punto di vista, è partita l'iniziativa dal Comune di Meina, che ha appeso uno striscione sul balcone del Municipio, simile a quello che abbiamo visto in diverse Istituzioni relativamente al caso di Giulio Regeni, recante la seguente scritta: "L'Amministrazione comunale aderisce alla campagna save Ahmadreza".
Ci sembrava un gesto importante, in linea con quanto già deciso da questo Consiglio nelle sedute precedenti, che anche il Consiglio e la Giunta aderissero a questa campagna, per essere di esempio anche ad altri Comuni e Istituzioni, non soltanto del nostro territorio regionale, per dare una mano a questa campagna internazionale, sperando che l'esito sia meno tragico di quello che è stato il caso di Giulio Regeni, ma che ci sia una conclusione positiva per il destino di Ahmadreza Djalali, di modo che possa tornare alla sua famiglia, a sua moglie e ai suoi bambini.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Solo per una valutazione, nel senso che questo Consiglio regionale si è già espresso in merito alla situazione del docente che ha anche insegnato all'Università del Piemonte Orientale.
Questo nuovo ordine del giorno vuole la stesura e l'esposizione di uno striscione all'esterno del Palazzo. Ovviamente, non ho nulla contro questo: vorrei solo che diventasse una modalità che vale per tutti.
Incidentalmente, in questi anni sono stati sequestrati molti religiosi alcuni dei quali hanno anche trovato la morte, e sono stati sequestrati dei "semplici" lavoratori, ma non ho mai visto nessuna Istituzione, tantomeno quella regionale, occuparsene, ricordandoli con uno striscione.
Ritengo che i casi di mancanza di diritti debbano valere per tutti altrimenti il rischio è che (io sono favorevole, ci mancherebbe, credo che non serva a niente, ma sono favorevole) dietro a queste attività ci sia più un'attività di carattere comunicativo per chi la promuove, rispetto a una reale utilità.
Quindi, striscioni per tutti.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Batzella.



BATZELLA Stefania

Grazie, Presidente.
Voglio sottolineare che la sottoscritta ha firmato l'ordine del giorno così come tutti gli altri documenti quando si è trattato di esprimere solidarietà a dei condannati ingiustamente, come nel caso del medico iraniano, il dottor Ahmadreza Djalali. Tra l'altro, la settimana scorsa abbiamo appreso la notizia della sospensione della sua condanna a morte quindi credo che questo ordine del giorno abbia una priorità, nonostante il Consiglio regionale del Piemonte abbia dimostrato sempre grande sensibilità verso questo medico ricercatore che ha lavorato nel Piemonte orientale e che è un grande esperto della medicina dei disastri.
Credo sia doveroso che il Consiglio regionale faccia tutto il possibile per esprimere sensibilità e solidarietà nei confronti del medico iraniano, il dottor Ahmadreza Djalali, così come concordo con il collega Vignale: credo che la solidarietà debba essere dimostrata sempre, verso chiunque, proprio per garantire pari dignità, pari opportunità e debellare ogni forma di discriminazione nei confronti di ogni essere umano.
Il mio voto naturalmente è favorevole. Voglio ricordare ancora che, tra l'altro, fuori dal nostro Palazzo abbiamo un altro striscione ("Verità per Giulio Regeni"), quindi non è il primo caso di solidarietà o di striscione che il Consiglio regionale del Piemonte espone, ma questo sarà il secondo striscione, con l'auspicio di non avere mai l'esigenza (o di averne il meno possibile) di esporre degli striscioni di solidarietà verso persone che ne hanno bisogno. Tuttavia, qualora ve ne fosse la necessità, credo che sia doveroso esprimere solidarietà e vicinanza a tutte le persone che ne hanno bisogno.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Rossi; ne ha facoltà.



ROSSI Domenico

Chiedo scusa, Presidente, se le chiedo di re intervenire di nuovo, ma lo faccio solo per rassicurare il collega Vignale e l'Aula, visto che si è fatto riferimento a un'eventuale convenienza per chi presenta questi ordini del giorno.
Non so se in altri casi qualcuno presenta questi ordini del giorno per delle convenienze personali, ma nel caso specifico, visto che il primo firmatario sono io, ci tengo a rassicurare l'Aula e lei, Presidente, che non v'è alcuna convenienza nel presentare un ordine del giorno di questo tipo.
C'è una campagna internazionale, c'è un'istituzione che ha lanciato una nuova iniziativa a fronte di uno spiraglio che si è aperto; questo Consiglio si era già espresso su questo caso e ho ritenuto utile - non per il sottoscritto, ma per il dottor Ahmadreza Djalali - che un ulteriore, per quanto piccolo, passo avanti potesse essere fatto da quest'Aula con questo ordine del giorno aggiuntivo, ma davvero non c'è alcuna utilità personale.
C'è una richiesta di alcuni colleghi che hanno lavorato con il dottore e che si stanno facendo carico di questa campagna; ci sono altre istituzioni che hanno dato via a questa nuova iniziativa. Credo - e spero che l'Aula sia d'accordo con me - che il documento presentato sia opportuno, senza alcuna convenienza personale di alcun tipo.



PRESIDENTE

Ci sono altri Consiglieri che desiderano intervenire? No, dunque possiamo passare alla votazione.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 1310, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento:

Programmazione dei lavori


PRESIDENTE

La Consigliera Frediani mi aveva fatto una richiesta: discutere in maniera anticipata l'ordine del giorno che è stato presentato sui vaccini.
Ho parlato col Capogruppo del Partito Democratico; l'Assessora Pentenero che segue questo argomento, in questo momento non c'è, per cui la questione sarà seguita dall'Assessore Ferrari: diamogli solo il tempo di occuparsene.
La mia proposta è di mettere il documento al primo punto tra gli ordini del giorno che verranno discussi giovedì prossimo, in maniera da consentire all'Assessore di poter conoscere tutti gli elementi. L'Assessore Ferrari è un uomo competente e preparato, quindi è in grado di discutere di tutto però diciamo che qualche nota in più potrebbe anche essergli utile, quindi per cui io direi che è meglio fare in questo modo.
Andiamo avanti con gli ordini del giorno così come sono stati programmati.


Argomento: Trasporti su gomma

Esame mozione n. 555 presentata da Bono, Batzella, Bertola, Frediani e Valetti, inerente a "Liberalizzazione tratti autostradali Scarmagno - Ivrea - Quincinetto - Albiano di Ivrea"


PRESIDENTE

Esaminiamo ora la mozione n. 555, presentata da Bono, Batzella, Bertola Frediani e Valetti, inerente a "Liberalizzazione tratti autostradali Scarmagno - Ivrea - Quincinetto - Albiano di Ivrea", di cui al punto 11) all'o.d.g.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Batzella; ne ha facoltà.



BATZELLA Stefania

Grazie, Presidente.
Chiedo se possiamo andare avanti e poi, quando rientrerà il collega ritornare sul punto, così non fermiamo le attività. Chiedo solo questo.



PRESIDENTE

Da parte del Movimento 5 Stelle non ricevo nessuna indicazione, per cui andiamo avanti. Tratteremo la mozione successivamente.
Consigliere Bono, non c'è problema, desidera intervenire? Ha una sindrome influenzale, Consigliere Bono? No, va bene, non c'è problema, presenti pure la mozione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Sono lieto di poter trattare questo documento che ha alle spalle una lunga gestazione, nel senso che deriva addirittura dalla scorsa legislatura quando, insieme ai cittadini della città di Ivrea, avevamo analizzato il problema del traffico automobilistico di quella città. A Ivrea infatti come sappiamo, il traffico automobilistico è molto intenso anche perch purtroppo, l'autostrada (soprattutto il tratto Ivrea-Aosta) ha dei costi notevoli che nel corso degli anni sono stati incrementati sempre più.
La città di Ivrea è sostanzialmente circondata da una specie di tangenziale o, meglio, vi è un tratto autostradale che la circonda, composto da una porzione della A5 (Ivrea-Aosta) nel tratto della bretella che collega la A5 con la A4 verso Vercelli e Santhià e con il tratto Albiano-Ivrea.
Dovremmo riuscire a trovare una modalità che permettesse di rendere gratuito l'attraversamento di questi caselli ai residenti nell'area, così come succede per il tratto da Torino a Rondissone. È infatti noto a tutti o forse dirò una cosa non nota - che se si entra in un qualunque casello dell'autostrada Torino-Milano e si esce a Torino si ha un costo, ma se si esce a Rondissone o poco prima di Rondissone (ad esempio, Borgo d'Ale) si risparmiano sostanzialmente cinque euro, quindi la gratuità dell'autostrada è sostanzialmente solo per chi abita a Torino, perché chi da Milano arriva a Torino paga tutto il tratto, anche quello da Torino-Rondissone.
Questi modelli esistono già, non sono delle cose campate in aria; se c'è la volontà, si può fare, quindi si potrebbe liberalizzare il tratto che circonda Ivrea, costruendo una sorta di tangenziale gratuita per i residenti, cioè per coloro i quali entrano nei caselli di Ivrea, di Albiano d'Ivrea, di Scarmagno, eccetera, mentre per tutti coloro i quali passano da Torino ad Aosta per lavoro o per andare in Valle d'Aosta per turismo o altro o vanno verso Milano pagherebbero comunque il pedaggio normale.
Abbiamo chiesto più volte all'Assessore Balocco, con l'interrogazione n.
307 del 28 aprile, di avere una valutazione dei costi, cioè quanto avrebbe perso ATIVA (il gestore dell'autostrada) che, tra l'altro, è anche nell'ottica di rinnovo della concessione.
Mi rendo conto che il momento è delicato e, forse, non è uno dei migliori per una proposta del genere, anche perché appunto c'è il tema del rinnovo della concessione, con l'intervento sulla realizzazione del nodo idraulico di Ivrea, il tratto in cui c'è un forte abbassamento altimetrico dell'autostrada e il territorio dell'autostrada, in periodi abbastanza ampi, rischia di avere una piena della Dora tale per cui possa esondare e allagare anche il tratto autostradale. Diciamo che il ritorno di una piena di tale portata è di circa un secolo, centocinquant'anni, quindi non è frequentissimo, per fortuna.
C'è tutta una serie di difficoltà e perplessità, però penso che potrebbe essere un risultato veramente importante istituire un tavolo di concertazione per reperire, analizzare e sviluppare i dati relativi al traffico veicolare sui caselli di Ivrea, Scarmagno, Quincinetto, Albiano d'Ivrea in entrati e in uscita, instaurare un dialogo con l'ATIVA o comunque chi ci sarà successivamente, tramite anche una Conferenza di servizi, avviare uno studio di fattibilità, esaminando i flussi di traffico nella viabilità interna a Ivrea, con le possibili ricadute, con la creazione di una possibile tangenziale eporediese.
Chiedo almeno la possibilità di fare uno studio di fattibilità sul tema che ritengo sia un'occasione da non perdere, anche in questo momento, come dicevo, delicato, in cui c'è in discussione il rinnovo della concessione autostradale di ATIVA.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bono.
La parola alla Consigliera Conticelli.



CONTICELLI Nadia

Grazie, Presidente.
Il documento riprende il tema che abbiamo ampiamente trattato nell'ultimo Consiglio, che è quello della necessità di un riordino del pedaggiamento su tutto il tratto della tangenziale di Quincinetto e anche dell'autostrada (o non autostrada, come vogliamo chiamarla) per Pinerolo; ricordo che in un documento comune abbiamo dato mandato alla Giunta di chiedere l'inserimento di minima, nel nuovo bando, di uno studio trasportistico che non solo riordini il pedaggiamento, ma favorisca anche l'interscambio.
Sul fatto di chiedere la liberalizzazione, naturalmente anche qui si tratta di avere un'ottica un po' più ampia e non limitata, sebbene non sia una nostra competenza stretta, come ci siamo ampiamente detti la settimana scorsa, quella della liberalizzazione dei caselli. La settimana scorsa abbiamo anche detto che non erano opportuni i documenti che trattassero di piccoli pezzetti del nodo autostradale tangenziale di Torino, perch riteniamo più appropriato trattare la questione nel suo complesso e non una mozione su un singolo aspetto, perché allora l'altra settimana bisognava farne una sul nodo di Orbassano o quant'altro.
Abbiamo dato all'argomento un respiro più ampio.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Conticelli.
La parola al Consigliere Bono.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Diciamo che, in questi anni, abbiamo ormai maturato un po' di esperienza d'Aula e, quindi, capiamo tra le righe quando non si vuole votare un documento, pur ritenendolo condivisibile.
Diciamo che se gli Uffici ci danno la possibilità di fare una deroga chiedo l'attenzione degli Uffici - retroattiva, modificando un ordine del giorno che abbiamo votato sette giorni fa (ovviamente, è lievemente ironico) noi siamo favorevoli a ritirare il documento e a modificare l'ordine del giorno che abbiamo votato la settimana scorsa. Quindi chiedo veramente un aiuto, in qualche modo, "a casa" o "dal pubblico", non so.
Rendiamoci conto dell'impossibilità in cui ci troviamo in questo momento: la collega Conticelli ha detto che il documento è condivisibile, però non ne vogliamo votare uno singolo, ma vorremmo fare un piano complessivo della rivisitazione del.



(Commenti fuori microfono)



BONO Davide

Sì, infatti.
Quindi mi trovo nella difficoltà di sentirmi dire che il nostro atto è condivisibile, però viene bocciato, perché abbiamo votato un ordine del giorno la settimana scorsa.
Dico solo questo: o tutti gli atti venivano considerati insieme, se no diventa assurdo, allucinante e anche svilente che l'atto di un collega purché dell'opposizione, antipatico e quant'altro vogliate aggiungere, non abbia neanche la possibilità di essere analizzato nel merito un provvedimento. Non so, valutate voi.



(Commenti fuori microfono)



BONO Davide

Non lo so, sembrava che.
Se me lo votate, non intervengo neanche.



PRESIDENTE

C'è una mozione, che mettiamo in votazione.
Indìco la votazione palese sulla mozione n. 555, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio non approva.


Argomento: Trasporti su ferro

Esame ordine del giorno n. 665 presentato da Valetti, Bertola, Campo Frediani e Mighetti, inerente a "Riattivazione delle importanti linee Asti - Alba - Alessandria - Alba e ripristino del servizio ferroviario nei territori dell'Unesco"


PRESIDENTE

Ordine del giorno n. 1144 "Riattivazione dell'importante linea Asti-Alba e inserimento nel lotto di affinamento ferroviario B1" presentato da Valetti Andrissi, Batzella, Bertola, Bono, Campo, Frediani e Mighetti



PRESIDENTE

Mozione n. 1276 presentata da Motta, Allemano, Appiano, Baricco Conticelli, Corgnati, Ferrentino, Gallo, Ottria e Ravetti, inerente a "Ripristino linea ferroviaria Asti-Alba"



PRESIDENTE

. Ordine del giorno n. 665 presentato da Valetti, Bertola, Campo Frediani e Mighetti, inerente a "Riattivazione delle importanti linee Asti - Alba - Alessandria - Alba e ripristino del servizio ferroviario nei territori dell'Unesco" . Ordine del giorno n. 1144 "Riattivazione dell'importante linea Asti Alba e inserimento nel lotto di affinamento ferroviario B1" presentato da Valetti, Andrissi, Batzella, Bertola, Bono, Campo, Frediani e Mighetti . Mozione n. 1276 presentata da Motta, Allemano, Appiano, Baricco Conticelli, Corgnati, Ferrentino, Gallo, Ottria e Ravetti, inerente a "Ripristino linea ferroviaria Asti-Alba" Ha chiesto di intervenire il Consigliere Valetti; ne ha facoltà.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Dato che i due ordini del giorno sono simili, ritiro il n. 665 e illustro il secondo, come abbiamo fatto anche la volta scorsa in accordo con l'Assessore.



PRESIDENTE

Va bene.



VALETTI Federico

Grazie.
L'ordine del giorno richiede un atto fondamentale, che non è più solo simbolico dopo le intenzioni manifestate da tutto il territorio delle Langhe in un incontro che ha coinvolto i Sindaci e anche forze politiche di tutte le parti, in particolar modo con la collega Motta del PD, che ho sottoscritto nell'impegno.
Onestamente, Presidente, non ci sono le condizioni.



PRESIDENTE

Il Consigliere Valetti ha ragione.
Invito i colleghi a permettere ai Consiglieri che devono intervenire di poterlo fare.
Prego, Consigliere Valetti.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Come dicevo, questo atto, insieme a un altro atto a firma della Consigliera Motta e condiviso con la maggioranza, rappresenta le posizioni dei Sindaci delle Langhe, che hanno chiesto, con gran forza, la riattivazione della linea ferroviaria Asti-Alba, dal momento che dal 2012 le Langhe sono rimaste sprovviste di una qualunque linea ferroviaria e si sono viste sostituite.



PRESIDENTE

Consiglieri, non so se è stato chiaro quello che ho detto prima: bisogna consentire ai Consiglieri di presentare il loro ordine del giorno. Non fatemi interrompere la seduta, manca un'ora alla fine e tra l'altro c'è interessa a discutere gli ordine del giorno, quindi discutiamone in maniera seria.
Prego, Consigliere Valetti.



VALETTI Federico

Grazie.
Come dicevo, le Langhe si sono viste privare della propria rete ferroviaria sin dal 2012, con il rimpiazzo di miseri servizi autobus sostitutivi, che ovviamente non hanno la stessa portata di una ferrovia, sia dal punto di vista del trasporto dei pendolari sia dal punto di vista turistico.
Le ferrovie, in un'area così importante e patrimonio dell'UNESCO rappresentano un'opportunità anche di sviluppo economico.
Tutti hanno concordato che la riapertura di quella ferrovia è un atto prioritario da fare in questa Amministrazione.
Noi, quindi, abbiamo formulato la richiesta di inserire tale linea all'interno delle linee che verranno affidate prioritariamente nel lotto principale di affidamento ferroviario regionale, quindi lotto B1, che comprende anche le principali linee ferroviarie veloci.
Dal momento che il percorso è ben avviato, abbiamo ritenuto sigillarlo e dargli maggiore forza con un atto che rappresenta tutto il Consiglio regionale. Ho già sottoscritto e concordato l'approvazione dell'atto formulato e portato in Consiglio dalla Consigliera Motta, perché entrambi rappresentano i voleri del territorio.
Questo è molto importante e, tra l'altro, è propedeutico ad alcune azioni fondamentali che si stanno facendo, tra cui la riapertura della famosa galleria Ghersi, ubicata nei presso del Comune di Neive, che è stata il pretesto della chiusura della ferrovia e della non possibilità, per lunghi anni, di ripristinare subito questa ferrovia.
Abbiamo capito che era un pretesto perché poi, andando ad analizzare i progetti con maggiore dettaglio, si è verificato che i costi non erano così alti come sembravano e che le opere di assetto idrogeologico non erano così cospicue come invece qualcuno ventilava (diciamo le stesse ferrovie).
C'è stato poi un lungo periodo di interlocuzione. Questo ci fa ben sperare che anche le altre ferrovie regionali richiedano questa specie di braccio di ferro politico anche con le ferrovie, perché quando vi è un grande sostegno delle amministrazioni comunali e dei territori, si intravedono strade più facili per la riapertura delle ferrovie. Spesso, quindi, i problemi tecnici sono un po' messi a pretesto per evitare riaperture ferroviarie.
Dispiace un po', perché forse questo è sintomo di una politica nazionale e di un pochino di inerzia rispetto ai disinvestimenti degli anni scorsi, che cercano ancora di contenere le spese sul ripristino e sull'esercizio delle nostre ferrovie.
E' stato un piacere, invece, scoprire che tutte le parti politiche hanno fatto un buon lavoro sul territorio in Consiglio regionale, compreso l'Assessorato, per portare al risultato e convincere le ferrovie a fornire un progetto valido.
La premessa a questo ordine del giorno è che i lavori possano continuare al più presto e si possano vedere i risultati prima della chiusura di questa Amministrazione, per capire se gli impegni presi sono concreti o sono stati solo annunci.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Valetti.
Ha chiesto di intervenire la Consigliere Segretaria Motta in qualità di Consigliera; ne ha facoltà.



MOTTA Angela

Grazie, Presidente.
Mi sembrava giusto intervenire prima dell'Assessore Balocco, visto che l'ordine del giorno presentato dal collega Valetti e la mozione 1276, che hanno lo stesso oggetto, erano da illustrare insieme, poi chiederei di confermare l'impegno alla Giunta.
Il collega Valetti ha già illustrato in modo molto preciso una storia che ormai stiamo trattando e seguendo da alcuni anni. Con grande soddisfazione stiamo vedendo la possibilità di una risposta positiva a un territorio che negli ultimi tempi, in modo molto coordinato, con un tavolo tecnico che si è costituito con le associazioni ambientaliste e con tutti i Sindaci, ha visto siglare a ottobre a Neive, alla presenza dell'Assessore Balocco e quindi della Regione Piemonte, un importante protocollo d'intesa per stabilire tutta una serie di impegni con i Sindaci del territorio toccato dalla linea ferroviaria Asti-Alba.
Impegni che sono importanti e che vorrei sottolineare, perché credo che la risposta della Regione sia quella che il territorio sta aspettando: tempistiche e modalità per il progetto preliminare e definitivo per la realizzazione delle opere di recupero delle gallerie; il Contratto di Programma necessario per sapere quali sono le azioni di trasferimento dallo Stato al gestore dell'infrastruttura delle risorse per la realizzazione delle opere di cui ci aspettiamo la conclusione; la definizione corretta del lotto di gara di competenza della tratta Asti-Alba; la realizzazione degli interventi di ripristino dell'infrastruttura; inoltre l'individuazione dei soggetti e del percorso di costante monitoraggio delle fasi di recupero e di ripristino del servizio.
Noi abbiamo scritto che il tutto avvenga entro il 2018, perché crediamo sia corretto dare dei tempi certi ai Sindaci e al territorio per la riapertura di questa tratta.
Questo, in sintesi, l'impegno della mozione.
Su quanto diceva il collega Valetti sull'ordine del giorno 1144, chiediamo se è possibile sostituire: "inserire la linea viste le caratteristiche" con "valutare di inserire la linea". Chiediamo all'Assessore se pensa che questa formulazione possa essere più consona.
Naturalmente gli impegni continuano, così come gli incontri e il tavolo tecnico che è costantemente convocato. Si aspetta, oltre tempi certi, anche delle risposte credibili.



PRESIDENTE

Se non ci sono altre richieste di intervento, la parola all'Assessore Balocco.



BALOCCO Francesco, Assessore ai trasporti

Com'è stato ricordato, il percorso, ormai avviato, per il ripristino della linea Asti-Bra esiste, con un'ampia condivisione da parte del territorio.
Come si sa, anche nel territorio, tra le diverse amministrazioni comunali c'erano posizioni non proprio in sintonia, ma questa situazione nell'ultimo periodo si è poi armonizzata con qualche eccezione. Direi che il territorio si è espresso in modo molto forte e praticamente unanime, in particolare le due città capofila, Alba da un lato e Asti dall'altra.
Ovviamente, da parte mia e della Giunta, vi è la piena approvazione dei due ordini del giorno, ma con una richiesta, se è possibile. Rispetto all'ordine del giorno n. 1144, al secondo capoverso "il Consiglio regionale impegna la Giunta", dove si scrive "a inserire la linea basti Alba-Asti viste le caratteristiche nell'ambito ferroviario B1 stralciando dall'ambito B3", mi parrebbe opportuno, anche per rispetto al lavoro tecnico che sta alle spalle di queste indicazioni, che si modifichi con una frase tipo "si valuti la possibilità di inserire" o "si valuti tecnicamente la possibilità di inserire". Dopodiché questo percorso, come ho detto, è avviato in questo senso. Chiederei però di fare questa modifica.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Valetti.



VALETTI Federico

Abbiamo accolto la modifica richiesta.
Il punto 2 è mutato nell'incipit da "inserire nel" a "valutare l'inserimento del".



PRESIDENTE

Se non ci sono altri interventi possiamo mettere in votazione l'ordine del giorno come modificato, d'accordo con la Giunta.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 1144, il cui testo come modificato, verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sulla mozione n. 1276, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento: Trasporti pubblici

Esame mozione n. 1147 presentata da Ferrentino, Accossato, Corgnati, Gallo e Rostagno, inerente "Individuare, di concerto con l'Agenzia per la Mobilità piemontese e i gestori dei servizi, le modalità atte a consentire l'utilizzo del biglietto GTT anche per la linee ferroviaria SFM nell'ambito territoriale dei Comuni della prima cintura di Torino"; ordine del giorno n. 2 presentato da Valetti, Bertola e Bono, inerente a "Uniformazione del sistema di bigliettazione elettronica e dismissione progressiva degli abbonamenti cartacei validi in area metropolitana"


PRESIDENTE

. Mozione n. 1147 presentata da Ferrentino, Accossato, Corgnati, Gallo e Rostagno, inerente "Individuare, di concerto con l'Agenzia per la Mobilità piemontese e i gestori dei servizi, le modalità atte a consentire l'utilizzo del biglietto GTT anche per la linee ferroviaria SFM nell'ambito territoriale dei Comuni della prima cintura di Torino" . Ordine del giorno n. 2 presentato da Valetti, Bertola e Bono, inerente a "Uniformazione del sistema di bigliettazione elettronica e dismissione progressiva degli abbonamenti cartacei validi in area metropolitana Esaminiamo la mozione n. 1147 e l'ordine del giorno n. 2, di cui al punto 13) all'o.d.g.
Ha chiesto la parola il Consigliere Ferrentino, per l'illustrazione della mozione n. 1147; ne ha facoltà.



FERRENTINO Antonio

La mozione è stata presentata proprio per ribadire quanto sia importante nei territori dell'area metropolitana, diversificare e rendere sempre più avvicinabile l'accesso al servizio di trasporto pubblico e considerare la mobilità sostenibile sempre più un valore aggiunto.
Con il Servizio Ferroviario Metropolitano gli orari cadenzati dei mezzi nelle ore di punta si attestano sui 30 minuti (60 minuti nel resto della giornata), e vanno a interagire con il servizio di trasporto in superficie in particolare con il servizio della linea 1 della metropolitana.
Per quanto riguarda, in particolare, le utenze di Collegno e di Grugliasco si fa presente che le due stazioni ferroviarie si trovano a poche centinaia di metri dalla linea metropolitana, con una diversificazione, però, del costo del biglietto. La tratta fino a Torino ha un costo di 1,90 euro mentre il servizio metropolitano, come sappiamo, costa 1,50 euro.
L'utilizzo di queste linee di trasporto è reso sempre più interscambiabile per cui nell'ottica di favorire l'accesso al servizio del trasporto pubblico da parte dell'utenza, si dovrebbe puntare a unificare il costo del servizio e consentire l'utilizzo sia del servizio ferroviario (quindi l'SFM), sia del servizio metropolitano, con un unico biglietto e ovviamente, con un'unica tariffazione. Questo offrirebbe all'utenza parliamo di migliaia di cittadini! - la possibilità di sfruttare al meglio il servizio di trasporto pubblico locale, perché disporrebbe di due possibilità, ossia del servizio ferroviario metropolitano e della linea 1 della metropolitana.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Ferrentino.
Procediamo con l'illustrazione dell'ordine del giorno n. 2, il cui primo firmatario è il Consigliere Valetti. In sua assenza, lo possiamo considerare illustrato.
Ci sono altri Consiglieri che desiderano intervenire? Non vedo nemmeno l'Assessore Balocco.
Direi che potremmo sospendere un momento la trattazione di questo punto e passare a quello successivo.


Argomento: Ordine pubblico e sicurezza - Trasporti pubblici

Esame ordine del giorno n. 534 presentato da Gancia e Benvenuto, inerente a "Vigilanza e trasporto pubblico locale"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 534, di cui al punto 14) all'o.d.g.
Ha chiesto la parola la Consigliera Gancia per l'illustrazione; ne ha facoltà.



GANCIA Gianna

Premesso che è sempre più avvertita la mancanza di effettiva sicurezza sui mezzi pubblici, e i recenti fatti di cronaca regionale e nazionale dimostrano la fondatezza di tale sensazione.
Osservato che l'articolo 133 del regio decreto del 18 giugno 1931, n. 773 recita: "Gli enti pubblici, gli altri enti collettivi e i privati possono destinare guardie particolari alla vigilanza o custodia delle loro proprietà mobiliari od immobiliari. Possono anche, con l'autorizzazione del Prefetto, associarsi per la nomina di tale guardie da destinare alla vigilanza o custodia in Comune delle proprie stesse".
Osservato che il Consiglio di Stato, interrogato sul tema nella Sezione I il 14 luglio 2004, evidenze e chiarisce che "un'attività di controllo sull'identità delle persone può essere svolta dalle guardie particolari alla vigilanza e custodia allorché la stessa sia strettamente e funzionalmente collegata all'attività di vigilanza e custodia su beni immobili e mobili ad esse affidate e si risolve, nella sostanza nell'esercizio stesso delle funzioni istituzionali di vigilanza e custodia di tali immobili".
Considerato che occorre tutelare la sicurezza e la tranquillità di tutte quelle persone che per esigenze si trovano a dover usare i mezzi pubblici con una certa frequenza anche per recarsi presso i posti di lavoro, si chiede al Presidente e alla Giunta regionale di impegnarsi ad attivarsi per predisporre una legge regionale che permetta di perfezionare un servizio di sicurezza sul mezzi di trasporto pubblico locale anche avvalendosi dell'opera di guardie giurate particolari.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Conticelli; ne ha facoltà.



CONTICELLI Nadia

Il tema della vigilanza è un tema sicuramente degno di attenzione. Rispetto al documento, però, rileviamo due elementi che ci rendono un po' difficile la condivisione. Il primo è perché riteniamo che il Consiglio non è che possa tanto impegnare la Giunta ad attivarsi a predisporre una legge regionale. Noi possiamo fare delle proposte di legge d'iniziativa consiliare, posto che poi abbiamo appena approvato il Piano triennale dei trasporti e c'è una legge sui trasporti. Quindi, al limite, credo che potrebbe essere quello il luogo più idoneo.
In secondo luogo, bisogna fare attenzione, perché qui si parla di "guardie giurate particolari" e c'è tutto il tema delle funzioni di polizia e delle forze dell'ordine, che già in Italia è un tema complicato, perché abbiamo due corpi più la polizia municipale.
Condividiamo il tema di fondo della sorveglianza sui treni e sui mezzi pubblici e anche del TPL, ma non possiamo condividere nei termini questo documento.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Balocco.



BALOCCO Francesco, Assessore ai trasporti

Sono d'accordo con l'intervento della Consigliera Conticelli e devo dire che, in particolare in questi ultimi due anni, c'è stato sicuramente da parte della Polizia ferroviaria un rafforzamento della presenza e della vigilanza sui treni e nelle stazioni. Di questo dobbiamo essere grati al Comando regionale, che si è attivato in modo molto forte negli ultimi anni magari non in modo sufficiente, ma questo può essere ammesso anche per carenza di organici.
È altrettanto vero che la stessa RFI ha una struttura di sicurezza interna che agisce, in particolare, nelle stazioni, e anche questa ultimamente è stata rafforzata, anzi è uno dei miei impegni più forti quello di chiedere a RFI di farsi carico di un rafforzamento ulteriore della sua struttura di vigilanza.
Il creare ronde o cose di questo genere personalmente non mi vede troppo d'accordo, ma se questa è l'intenzione della Consigliera proponente, è suo diritto e suo compito eventualmente di farsi portatrice nel disegno di legge in questo senso.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Balocco.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 534, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio non approva.


Argomento: Norme generali sui trasporti - Trasporti pubblici

Esame mozione n. 1147 presentata da Ferrentino, Accossato, Corgnati, Gallo e Rostagno, inerente a "Individuare, di concerto con l'Agenzia per la Mobilità piemontese e i gestori dei servizi, le modalità atte a consentire l'utilizzo del biglietto GTT anche per la linee ferroviaria SFM nell'ambito territoriale dei Comuni della prima cintura di Torino"


PRESIDENTE

ordine del giorno n. 2 presentato da Valetti, Bertola e Bono, inerente a "Uniformazione del sistema di bigliettazione elettronica e dismissione progressiva degli abbonamenti cartacei validi in area metropolitana" (seguito)



PRESIDENTE

Riprendiamo l'esame della mozione n. 1147 e dell'ordine del giorno n. 2, di cui al punto 12) all'o.d.g.
La parola al Consigliere Valetti per l'illustrazione dell'ordine del giorno n. 2.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente. Mi scuso con l'Aula per il piccolo contrattempo.
Questo ordine del giorno lo definirei primordiale, perché è il secondo di questa legislatura. Quindi, ci avevamo visto un po' lungo sulla necessità di passare gradualmente a un sistema di bigliettazione omogeneo ed elettronico che non interessasse solo la città di Torino, ma tutta l'Area Metropolitana e, in prospettiva futura, speriamo prima possibile, tutto il Piemonte.
In particolare, questo va un po' di pari passo con i recenti tavoli che vogliono cercare di trovare una soluzione di bigliettazione che non permetta solo più di avere i classici biglietti urbani e suburbani separatamente delle varie compagnie, ma prima di tutto di avere un tipo di bigliettazione unica per tutte le società di gestione di gomma e di treno che erogano servizi contribuiti dalla Regione Piemonte. Dopodiché avere un sistema di bigliettazione cosiddetto "a borsellino elettronico", per cui chi più spende, meno paga. Quindi, il costo chilometrico, che deve essere omogeneo in tutta l'area, diminuisce all'aumentare dei servizi acquistati con la possibilità di estendere dei servizi inclusi in cosiddetti "pacchetti di mobilità", che non si limitano solo più ai classici autobus e treni, ma ai vari servizi di trasporto pubblico; quindi, anche il car sharing, il bike sharing e i taxi nei casi di necessità maggiore.
Al di là dei tecnicismi che l'ordine del giorno propone, le richieste principali sono l'estensione di un titolo di viaggio integrato che permetta di utilizzare sia i mezzi pubblici della Città di Torino sia il Servizio Ferroviario Metropolitano. Ovviamente le distinzioni a questo punto non hanno più dei perimetri precisi e si va verso un'uniformazione sempre più estesa di Torino con la sua area conurbata, mentre per il resto qualunque mezzo operi e qualunque sia il tipo d'infrastruttura, all'interno del bacino metropolitano, ha tariffe chilometriche e viene gestito il più possibile con la bigliettazione elettronica.
Questo non significa che elimineremo i biglietti cartacei da un giorno all'altro, anche perché alcuni tipi restano validi sotto forme un po' più evolute, come i classici biglietti Chip on Paper, che sono biglietti e anche carnet che stanno su schede elettroniche. Tuttavia, utenti occasionali e turisti, in modo però sempre più disincentivato, potranno ancora usare per un certo periodo i biglietti cartacei.
Altri aspetti che sono conseguenza di questo tipo di ragionamento sono innanzitutto il monitoraggio dell'utilizzo dei mezzi pubblici, per riuscire a effettuare una riprogrammazione più efficace ed efficiente della rete di trasporto urbano, extraurbano e anche ferroviaria, perché questo sottintende a un'altra nostra iniziativa che vogliamo presentare, che richiederà l'applicazione del sistema di controllo BIP su tutti i treni almeno del Servizio Ferroviario Metropolitano per permettere un corretto monitoraggio dei flussi e capire effettivamente quanti utenti usano il nostro servizio ferroviario. Questo serve sia a regolare i rapporti economici della Regione con le compagnie affidatarie dei servizi, sia a capire se abbiamo bisogno di più posti sui treni nelle ore di punta oppure meno, se ci sono delle corse cui si può rinunciare oppure delle corse che hanno bisogno di maggiore capienza.
L'ordine del giorno ha quasi quattro anni, quindi vanta alcune peculiarità che probabilmente sono sorpassate, ma se l'intento è condiviso, noi cerchiamo anche di venire incontro e adattarlo alla situazione che nel frattempo si è evoluta, con il lavoro dell'Assessorato, dell'Agenzia della mobilità e con le compagnie di trasporto pubblico.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Balocco.



BALOCCO Francesco, Assessore ai trasporti

In effetti, si tratta di un ordine del giorno un po' datato, però mi pare si stia lavorando in questa direzione. Anche il Piano dei trasporti recentemente approvato da questo Consiglio va in questa direzione, anzi ne fa uno dei suoi punti salienti.
Pertanto, per quello che riguarda la Giunta, entrambi gli atti di indirizzo sono condivisibili.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Balocco.
Indìco la votazione palese sulla mozione n. 1147, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 2, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
Sia riportato a verbale che il Consigliere Andrissi ha espresso voto favorevole sull'ordine del giorno n. 2.


Argomento: Trasporti su ferro

Esame ordine del giorno n. 1007 presentato da Conticelli, Accossato Appiano, Barazzotto, Corgnati, Ferrentino e Valle, inerente a "Trasporto ferroviario ad Alta Velocità sulla tratta Torino-Milano"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 1007, di cui al punto 15) all'o.d.g.
La parola alla Consigliera Conticelli per l'illustrazione.



CONTICELLI Nadia

Il documento è lì da un po' di tempo. Nel frattempo, alcune cose sono state fatte, però - purtroppo - sia per il fatto che i treni ad Alta Velocità non rispettano l'orario come dovrebbero, sia per il fatto che bisognerebbe intervenire soprattutto per i lavoratori pendolari, calmierando il costo degli abbonamenti, il tema resta attuale.
Il Ministero dei Trasporti aveva avviato un tavolo di confronto, pertanto credo che, votando oggi il documento, potremo consegnare questa partita che mi pare anche abbastanza condivisa, al prossimo Governo.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Conticelli.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 1007, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento: Trasporti pubblici

Esame mozione n. 907 presentata da Ferrentino, Accostato, Appiano Barazzotto e Gallo, inerente a "Progetti di riorganizzazione della rete dei trasporti pubblici torinesi"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 907, di cui al punto 16) all'o.d.g.
La parola al Consigliere Ferrentino per l'illustrazione.



FERRENTINO Antonio

Grazie, Presidente.
Nel solco di quanto si è discusso con gli ordini del giorno precedenti anche questo mira a richiamare l'attenzione sulla possibilità di diversificare quanto più possibile il trasporto pubblico locale nella Città metropolitana di Torino.
Abbiamo sempre più richieste riguardanti gli spostamenti sistematici che ognuno di noi programma e mette in azione tutti i giorni, ma anche l'utilizzo occasionale serale e notturno, per partecipare alle tante occasioni che vedono ogni cittadino torinese impegnato quotidianamente.
Mentre in città come Milano è stato messo in campo un sistema di 15 linee che vengono utilizzate ed estese anche in orario notturno, così come nelle grandi capitali europee (a Londra e Berlino), dove al venerdì e al sabato l'estensione del servizio metropolitano alle ore notturne copre sostanzialmente l'intero arco del giorno e della notte, negli anni passati abbiamo assistito a qualche primo timido tentativo di estendere la linea 1 della metropolitana fino alle prime ore della notte (fino all'una e mezza il venerdì e sabato, all'una la domenica e a mezzanotte e mezza dal martedì al giovedì).
Abbiamo appreso alcune settimane addietro della volontà della Città di Torino di ridurre le corse e distanziare sempre di più le fermate, per velocizzare - secondo gli intendimenti - il servizio di trasporto. A me sembra che tutto questo non faccia altro che rendere più difficile l'accesso al servizio di trasporto pubblico e rendere l'accesso più problematico vuol dire spingere sempre più verso l'utilizzo del mezzo privato, andando in controtendenza con le politiche che decliniamo ogni giorno nel cercare di favorire l'offerta del servizio di trasporto pubblico e rendere meno praticabile il ricorso all'utilizzo del mezzo privato.
Pertanto, chiedo alla Giunta e all'Assessore di capire quali sono le azioni che possono essere messe in campo, ovviamente insieme alla Città di Torino a alla Città metropolitana, per fare in modo che anche a Torino ci sia un'offerta di trasporto pubblico che vada ben oltre l'orario canonico al quale siamo abituati.



PRESIDENTE

Altri Consiglieri desiderano intervenire? Prego, Consigliere Valetti.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Ribadendo comunque l'assoluta bontà dei principi contenuti nell'ordine del giorno, rimarchiamo solo due aspetti.
Innanzitutto chiediamo, a questo punto, se saranno eventualmente a disposizione delle risorse aggiuntive da parte dell'Assessorato per erogare servizi notturni di trasporto pubblico, sia che si tratti di autobus che di treni, perché con l'impostazione attuale dei contratti di servizio purtroppo, a meno di non riprogettare tutta la rete dei servizi secondo criteri di servizio minimi di utenza effettiva, ciò significa togliere servizi da un'altra parte, appunto per rafforzare i servizi notturni.
Dopodiché preferiamo l'approccio sistematico del valutare le domande potenziali di trasporto, quindi bisogna mettere più servizi notturni dove servono, più servizi alle aree disagiate dove servono, più servizi a domanda puntuale dove servono. In sostanza, preferiremmo un approccio più tecnico, per cui non voteremo a favore di questo ordine del giorno.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Sono assolutamente in linea con quanto detto dal collega Valetti, a meno che l'Assessore Balocco ci dica che sia pronto qualche milione (o qualche decina di milioni) in più per incentivare il trasporto pubblico serale e notturno. Noi ne saremmo contentissimi, perché è ovvio che c'è una situazione generale per cui il Piemonte, anche a livello nazionale, è tagliato fuori da un sistema trasportistico moderno e al passo con i tempi soprattutto dal punto di vista degli orari.
Faccio solo qualche esempio. Un esempio non riguarda - lo so - la tematica di competenza regionale, però riguarda la fragilità e la debolezza politica del Piemonte. Se uno è a Roma alla sera e vuole tornare a casa con il treno, deve prendere il treno che va a Milano almeno due ore prima perch gli ultimi Frecciarossa fermano a Milano. Perché fermano a Milano? Perch sostanzialmente a Torino non esiste la stazione di rimessaggio dei treni ad alta velocità, per cui si fermano a Milano. Quindi uno deve partire due ore prima da Roma per arrivare a Torino, altrimenti deve fermarsi a Milano aspettare 45 minuti, prendere il regionale veloce di cui, tra l'altro, è stata soppressa la corsa di mezzanotte - ma prendere il regionale veloce di Milano a mezzanotte o alle 23 è sempre un'esperienza interessante di vita sociale! - e praticamente ci mette tre ore da Roma a Milano e tre ore da Milano a Torino.
Di Alessandra non ne parliamo neanche, perché in Alessandra e nelle altre Province è ancora peggio. Non parliamo neppure di Biella. I colleghi mi dicono di non lamentarmi, però è ovvio che la mozione di Ferrentino essendo della mia provincia, penso si riferisse soprattutto alla provincia di Torino e ai collegamenti ferroviari dell'SFM, ai collegamenti dei night bus e alla metropolitana.
È vero: all'estero molte metropolitane sono attive tutta la notte con corse ridotte, mentre qui in Italia - in Italia, non solo Torino - si è sempre un po' parlato di questioni di sicurezza. In effetti, non ho mai capito perch all'estero le metropolitane possono restare aperte di notte ma in Italia dove forse abbiamo meno problemi di sicurezza rispetto all'estero, non lo permettiamo.
Quindi bisognerebbe valutarlo, ma senza risorse mi sembra solo un ordine del giorno di buone intenzioni. Certo, so che, se l'avessimo scritto noi ci sarebbe stato detto "compatibilmente alle risorse finanziare", e ce l'avrebbe detto Reschigna. Di conseguenza, chiediamo ovviamente un parere in questo senso da parte dell'Assessore.



PRESIDENTE

Assessore Balocco, vuole dire qualcosa?



BALOCCO Francesco, Assessore ai trasporti

Sì, Presidente.
È chiaro che il tema della compatibilità con le risorse è ovvio e sottinteso in ogni caso, però vorrei sottolineare che la questione della riorganizzazione del sistema del trasporto pubblico in generale, e in particolare sull'area urbana metropolitana torinese, è un problema che non riguarda esclusivamente e specificamente la questione delle risorse, ma riguarda prima di tutto la questione della riorganizzazione del sistema in una visione ampia, che veda tutte le possibilità di mobilità fra loro integrate.
Questo è un aspetto che rimarchiamo tutti, nessuno ne è il padre; si tratta di questioni su cui si discute da tempo, sono ampiamente condivise e bisogna realizzarle. Ora, è chiaro che il problema dell'area metropolitana torinese è il problema di affrontare in modo ampio e totale il sistema della mobilità, che riguarda ovviamente il sistema del trasporto pubblico ma riguarda il sistema dei parcheggi di attestamento e la rete della ciclabilità in Torino, purtroppo molto carente, pur essendo la città urbanisticamente organizzata in un modo da consentirla ampiamente.
Non è colpa dell'attuale Amministrazione, ma quello di una visione globale è un problema che finora non è stato affrontato, se non a spizzichi e bocconi, qualche volta anche con interventi estremamente preziosi e utili.
Tutto il discorso si è realizzato negli anni passati con il sistema torinese dei passanti ferroviari e sicuramente è una grandissima opportunità, che però deve essere sfruttata e portata a valere in modo più forte e totale.
Allora il tema delle risorse esiste, ovviamente. Tuttavia, come spesso mi tocca ricordare, le risorse si individuano non solo attraverso il contributo pubblico, ma anche creando una rete che sia attrattiva, perch l'altra fonte di alimentazione delle risorse per il trasporto pubblico è l'uso del trasporto pubblico da parte dei cittadini. Quindi ci vogliono delle politiche concordate, di cui la Regione ha competenza limitata.
Un'altra competenza importante è evidentemente quella degli Enti locali: bisogna trovare un modo di coordinare gli interventi e le politiche che, da un lato, incentivi l'uso del trasporto pubblico e, dall'altro, disincentivi l'uso del mezzo privato. Su queste affermazioni siamo tutti d'accordo dopodiché bisogna però realizzarle ognuno per le proprie competenze.
Dal mio punto di vista, come auspicio, questo ordine del giorno è condivisibile, ma proprio in quest'ottica, cioè che ci si riesca di concerto. La Regione, gli Enti locali, ANCI, i vari organismi, gli stakeholder che agiscono su questi temi (GTT, in particolare, sull'ambito strettamente torinese e dell'area metropolitana torinese) devono andare avanti su una concertazione che veramente realizzi una politica direi olistica del sistema.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Balocco.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 907, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento: Organizzazione degli uffici - Regolamento del personale

Esame ordine del giorno n. 1295 presentato da Accossato, Grimaldi e Ottria inerente a "Ricollocazione dipendenti del CPI negli organici della Regione"


PRESIDENTE

Esame ordine del giorno n. 1296, presentato da Porchietto, Berutti Graglia, Pichetto Fratin, Sozzani e Ruffino, inerente a "Consiglio regionale straordinario 'Politiche attive del lavoro'"



PRESIDENTE

. Ordine del giorno n. 1295 presentato da Accossato, Grimaldi e Ottria inerente a "Ricollocazione dipendenti del CPI negli organici della Regione" . Ordine del giorno n. 1296, presentato da Porchietto, Berutti, Graglia Pichetto Fratin, Sozzani e Ruffino, inerente a "Consiglio regionale straordinario 'Politiche attive del lavoro'" Procediamo con l'esame degli ordini del giorno n. 1295 e n. 1296, di cui al punto 17) all'o.d.g.
La parola alla Consigliera Accossato per l'illustrazione dell'ordine del giorno n. 1295.



ACCOSSATO Silvana

Grazie, Presidente.
Molto sinteticamente, quest'ordine del giorno riprendeva questioni più volte trattate in questo Consiglio e una mozione già votata a larga maggioranza nel mese di ottobre, richiamando in causa gli impegni presi per il mantenimento, anche in questa fase (che non è ancora conclusa); quindi il tema rimane all'attenzione, anche se alcuni aspetti sono già stati definiti, ma altri hanno bisogno ancora di attenzione da parte della Giunta e di tutto il Consiglio.



PRESIDENTE

Grazie, collega Accossato.
Il secondo ordine del giorno, il n. 1296 avente come primo firmatario il Consigliere Pichetto, lo rimandiamo a dopo le elezioni.
Possiamo però votare l'ordine del giorno n. 1295.



(Commenti della Consigliera Frediani)



PRESIDENTE

Frediani, mi scusi lei. Prego, dica.



(Commenti della Consigliera Frediani)



PRESIDENTE

Stiamo votando; è un problema.
Non l'ho vista, non ce ne siamo accorti.
Interrompiamo la votazione.
La parola alla Consigliera Frediani.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Volevo solo far notare che non si è votato un atto di indirizzo sui vaccini, anzi sulla continuità scolastica, perché mancava l'Assessore competente, ma votiamo un atto sulla stabilizzazione del personale precario dei Centri per l'impiego, che è un problema annoso, che ci stiamo trascinando da anni, sul quale peraltro saremmo anche d'accordo, ma in assenza dell'Assessore.



PRESIDENTE

Sono d'accordo con lei.
Se la Consigliera Accossato è d'accordo, possiamo ripresentarlo quando sarà possibile discuterlo con l'Assessore al lavoro, o con l'Assessore che eventualmente avrà la delega.


Argomento:

Programmazione dei lavori


PRESIDENTE

È pervenuta dalla Segreteria del sindacato ORSA Ferrovie una richiesta d'incontro in merito alla situazione del personale ferroviario, con particolare riferimento al tema delle condizioni di sicurezza degli operatori.
Se il Consiglio vuole, si può organizzare l'incontro giovedì 1° febbraio alle ore 13.
Inoltre, è pervenuta ancora dal Coordinamento Associazione Alzheimer Piemontesi la richiesta di un incontro, in merito all'applicazione e attuazione della deliberazione della Giunta regionale 37-4207 del 14 novembre, a oggetto "Recepimento dell'accordo con il Governo, la Regione e le Province, sul Piano nazionale demenze". Anche questo possiamo rimandarlo, ma bisogna fissare allo stesso tempo l'incontro. Assessore Ferrari, lo spostiamo a dopo le elezioni, per non procedere di fretta.
Per quanto riguarda ORSA Ferrovie, siamo d'accordo per incontrarli giovedì 1° febbraio? Probabilmente in merito anche a quanto è successo.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Possiamo fare una Conferenza dei Capigruppo prima dell'inizio. Va bene.
Chiudiamo il Consiglio, perché mi pare non ci siano le condizioni per procedere oltre.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 18.54)



< torna indietro