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Dettaglio seduta n.292 del 23/01/18 - Legislatura n. X - Sedute dal 25 maggio 2014 al 25 maggio 2019

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Argomento:


MOLINARI GABRIELE



(I lavori iniziano alle ore 14.35 con l'esame delle interrogazioni a risposta immediata, ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento interno del Consiglio regionale)


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 1958 presentata da Conticelli inerente a "Piena copertura territoriale del servizio pediatrico di medicina di base"


PRESIDENTE

Colleghi, per economia di tempi, essendo presente l'Assessore Saitta iniziamo la trattazione dell'interrogazione a risposta immediata n. 1958 presentata dalla Consigliera Conticelli, che la illustra.



CONTICELLI Nadia

Il tema riguarda il servizio sanitario territoriale, in particolare la pediatria e la medicina di base.
Nell'ASL Città di Torino, con l'ampliamento delle zone di pertinenza, in particolare dei medici di base, e col fatto che una serie di specialisti di medici di base stanno andando in pensione, si erano già verificate delle proteste da parte degli utenti, seguite da una richiesta di riorganizzazione del servizio, perché restavano scoperte alcune zone.
Adesso la situazione sta creando ulteriori disagi, soprattutto nelle aree della città più periferiche, quindi meno appetibili per uno specialista o per un medico di base che deve insediare in quella zona il proprio studio di servizio territoriale. Peraltro, quelle sono anche le zone dove si registra una popolazione di maggior fragilità economica e sociale, e dove spesso vi è una composizione soprattutto di famiglie.
È di questi giorni la notizia della protesta esplosa in particolare in zona Barca-Bertolla, in zona Vallette e in zona Lucento, ma è una situazione che riguarda, a macchia di leopardo, un po' tutta la città.
Penso che il problema sia in parte legato all'organizzazione - ascolteremo la risposta dell'Assessore Saitta - ma in parte, evidentemente, soprattutto per la pediatria, sia legato al numero degli specialisti, per l'effetto combinato del numero chiuso di accesso alla facoltà di medicina e poi alla specialistica.
Una delle soluzioni prospettate con l'ASL di Torino, che è stata sempre molto disponibile nell'interlocuzione, anche se il problema in realtà non si è risolto, era quella di prevedere per il medico di base (ma vale anche per il pediatra) due studi, cioè con uno o due giorni la settimana in questi quartieri un pochino più decentrati, ma molto popolosi, e viceversa.
Naturalmente, questo compete all'organizzazione territoriale dell'ASL, con il coinvolgimento delle associazioni di categoria, in particolare per la medicina di base.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Conticelli.
La parola all'Assessore Saitta per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

In merito al quesito in oggetto, ho raccolto le relative informazioni e ho ricostruito la vicenda. I dati che riporto sono quindi aggiornati.
L'ASL Città di Torino provvederà a breve all'attribuzione di incarichi definitivi a seguito delle dimissioni dei due pediatri avvenute nel mese di dicembre 2017.
In via preventiva, l'ASL aveva pubblicato sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte, in data 9 e 23 novembre 2017, gli avvisi per l'affidamento di incarichi provvisori. Nessun candidato presente nella graduatoria 2017 ha accettato gli incarichi provvisori.
Successivamente, in data 18 dicembre 2017, l'ASL Città di Torino ha posto in essere tutti i mezzi possibili per reperire i pediatri presenti nella graduatoria 2018. Sono stati singolarmente contattati (utilizzando mail messaggi telefonici, telegrammi, eccetera) e nessun pediatra, dei circa 400 presenti nella graduatoria, ha accettato l'incarico provvisorio.
Il ricorso all'attribuzione di incarichi provvisori è stato necessario, in quanto non risultavano raggiunti i parametri perché venisse decretata la carenza straordinaria sulla base degli ambiti territoriali vigenti nel dicembre 2017. La revisione degli ambiti è stata operata dalla Regione Piemonte con una delibera di venerdì scorso (quindi del 19 gennaio 2018) allo scopo di ottenere che i pediatri di libera scelta stabiliscano l'ambulatorio nelle zone in cui effettivamente è carente l'assistenza mentre con la precedente versione degli ambiti era possibile che si creasse una situazione di concentrazione dei pediatri di libera scelta in alcune zone a carenza di altre.
Si è così realizzata la condizione per la pubblicazione a breve delle carenze straordinarie e, quindi, per l'attribuzione di incarichi definitivi, che, verosimilmente, saranno accettati, diversamente da quelli provvisori.
Per quanto attiene ai medici di medicina generale, l'ASL sta procedendo a ultimare l'assegnazione dei 14 incarichi sulla base delle zone carenti definite al primo semestre 2017. Nella primavera 2018 verranno pubblicate 13 carenze definite nel secondo semestre 2017, per l'attribuzione di incarichi definitivi. Fin qui, dunque, la parte delle decisioni che sono state assunte per dare una risposta a un problema immediato.
Credo, però, che valga la pena non soltanto fare un'ulteriore considerazione, ma informare il Consiglio e la collega che ha sollevato questo tema che occorre affrontare la questione - cerchiamo di farlo all'interno delle norme possibili - in termini più generali. In Piemonte così come in altre Regioni, c'è una criticità legata alla programmazione dell'offerta formativa dei professionisti sanitari che è (ed è stata negli anni) inferiore al fabbisogno regionale. È un problema che sta determinando un rischio per la tenuta del sistema sanitario nel suo complesso a livello nazionale (l'offerta formativa è inferiore rispetto alla domanda).
Per questo motivo, la Regione Piemonte, nell'ambito del confronto avviato col Governo sulle materie sulle quali ottenere una competenza propria (quella che si chiama "autonomia"), ha chiesto di avere un ruolo maggiore in termini di programmazione dell'offerta formativa. Obiettivamente, c'è una situazione che non ha molto senso: tutte le Regioni sono chiamate, anno per anno, a definire qual è il fabbisogno di professionisti (tutti compresi gli specialisti). Questi dati vengono inviati al Ministero della Salute, che li raccoglie. Ma, di fatto, la definizione dell'offerta formativa è in capo al Ministero della Pubblica Istruzione e l'offerta formativa non è sufficiente a soddisfare le domande delle singole Regioni.
Non solo: l'offerta formativa programmata a livello di Ministero della Pubblica Istruzione è disomogenea, per cui in alcune Regioni (penso soprattutto, alla Regione Lazio, dove ci sono molte università) c'è un'offerta formativa superiore rispetto alle necessità.
Questo problema l'abbiamo posto, ma non siamo ancora riusciti a risolverlo anche se ultimamente con la Ministra Fedeli è stato avviato un percorso di modifica. In ogni caso, la Giunta regionale ha assunto la decisione di chiedere al Governo l'autonomia per l'offerta formativa: perché è la Regione che, definendo le necessità, è in grado anche di programmare chiedendo all'Università di Torino-Università del Piemonte orientale l'offerta necessaria per soddisfare la domanda. Questo è quello che abbiamo chiesto e mi pare che sia la soluzione definitiva dopo aver visto una serie di muri.
Nel frattempo, la Giunta ha provveduto a incrementare l'offerta formativa per quanto nelle proprie possibilità, nel corso dell'ultimo biennio, nel senso che abbiamo autonomamente aumentato le borse di studio per la medicina generale (anche se lì c'è un concorso da parte del Ministero). Con l'ultimo concorso svoltosi nei mesi scorsi (mi riferisco alla medicina generale), la Regione ha così ha ampliato la quota di borsisti, che è passata dagli 80 del 2015 ai 110 del 2016, ai 120 del 2017, quindi con un aumento consistente.
Considerando anche i medici iscritti al corso prima del 31 dicembre 1991 il totale degli iscritti per medicina generale è 138 (era di 80 nel 2015).
Da parte nostra, quindi, ci siamo assunti un forte impegno, anche di carattere organizzativo. L'organizzazione, infatti, essendo triennale e non universitaria, è tutta in capo alla Regione Piemonte (le aule, i docenti eccetera).
Inoltre, nel mese di dicembre 2017 la Giunta ha deliberato uno stanziamento straordinario di 1.254.000 euro destinato all'attivazione di dieci borse di studio universitarie. Quando noi abbiamo ricevuto l'elenco delle borse finanziate dal Ministero della Pubblica Istruzione, ci siamo resi conto che era necessario (e abbiamo impegnato un miliardo e 250 milioni) finanziare noi come Regione, anche se è una competenza dello Stato, alcune borse di studio, soprattutto per quelle specialità dove c'è una grande carenza.
Tra queste dieci borse di studio, che vuol dire che ai borsisti viene pagata un'indennità mese per mese per cinque anni, abbiamo individuato tre borse di studio aggiuntive per quanto riguarda i pediatri, di cui due all'Università degli Studi di Torino e una all'Università degli Studi del Piemonte Orientale. Però complessivamente queste dieci borse di studio riguardano anestesia, rianimazione e terapia intensiva al dolore, sulla quale c'è una grande carenza; malattie dell'apparato digerente, medicina d'urgenza, perché c'è una carenza ormai diffusa in tutta Italia; medicina interna e, come dicevo, tre posti per quanto riguarda pediatria.
In conclusione, oltre a queste considerazioni, che sono prospettiche, ma sulle quali siamo determinati, per quanto riguarda la soluzione immediata ho dato l'informazione e mi pare che il problema sia in una fase di soluzione anche in tempi ragionevoli.


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta")

Interrogazione a risposta immediata n. 1960 presentata da Ruffino, inerente a "Case di cura convenzionate e continuità terapeutica dei malati cronici non autosufficienti"

Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta")

Interrogazione a risposta immediata n. 1965 presentata da Accossato inerente a "Lettera di opposizione alle dimissioni di pazienti anziani malati cronici in condizioni di non autosufficienza da strutture sanitarie o socio-sanitarie"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando due interrogazioni a risposta immediata che afferiscono al medesimo argomento, la n. 1960 della Consigliera Ruffino e la n. 1965 della Consigliera Accossato.
Si contempla fin d'ora che per le due interrogazioni, che verranno illustrate separatamente dalle due firmatarie, l'Assessore Saitta darà un'unica risposta.
La parola alla Vicepresidente Ruffino in qualità di Consigliera per l'illustrazione dell'interrogazione n. 1960.



RUFFINO Daniela

Grazie, Presidente.
Quest'interrogazione riprende un'interrogazione che avevo già presentato la n. 1766, di cui si richiama integralmente il contenuto. Allora chiedevo alla Giunta regionale di sapere se le case di cura convenzionate fossero state richiamate al rispetto delle norme vigenti in materia, in base alle quali l'obbligo di garantire la continuità terapeutica di malati cronici non autosufficienti è in capo all'ASL di residenza del paziente e non dei suoi familiari. Purtroppo il tema è sempre questo, è legato alla famiglia ai vari problemi e alle necessità.
In risposta all'interrogazione, mi veniva detto: "La Direzione Sanità ha sottoposto un quesito al servizio legislativo per appurare la possibilità di riconoscere un compenso pari alle spese alberghiere alle case di cura che ricoverano il soggetto che fa opposizione alle dimissioni".
A oggi, Assessore, non risulterebbe reso alcun parere dagli Uffici legislativi e tanto meno la Giunta regionale ha adottato un provvedimento che consenta alle case di cura di imporre un costo a carico del paziente inserito dal Servizio sanitario in un percorso di continuità terapeutica.
Però, dall'altro lato, apprendo che alcune case di cura convenzionate emettono fatture con rette a totale carico dei pazienti; altre, invece, si riservano di richiedere il pagamento di una quota alberghiera pari a 35 euro, nel caso di proseguimento del ricovero oltre il periodo stabilito.
Questo comportamento adottato nei confronti dei malati che si avvalgono del diritto previsto dalla legge di opposizione alle dimissioni, con richiesta di continuità terapeutica, è stato confermato anche dal Difensore Civico.
Sicuramente nel percorso di malattia, dove già c'è molta sofferenza, le famiglie e il paziente vengono messi in difficoltà.
Chiedo, quindi, Assessore che su questo venga data una risposta molto chiara, legata sicuramente al rispetto delle norme vigenti in materia bloccando così ogni richiesta illegittima nei confronti dei malati cronici non autosufficienti e delle loro famiglie.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Accossato per l'illustrazione dell'interrogazione n. 1965.



ACCOSSATO Silvana

Grazie, Presidente.
Quando si presentano i quesiti, non si ha conoscenza del lavoro degli altri colleghi e l'ho visto a question time già presentato. Evidentemente il tema dell'opposizione alle dimissioni, il tema della fatica e delle difficoltà che hanno i pazienti e le persone non autosufficienti, e soprattutto le loro famiglie, è un tema fortemente presente nel nostro territorio che sta muovendo famiglie e associazioni che si interfacciano con noi Consiglieri ponendoci la questione.
Peraltro, proprio nel caso della procedura utilizzata dalla casa di cura citata, con il regolamento che prevede il pagamento della quota alberghiera di 35 euro, ho avuto occasione, personalmente per un mio congiunto, di entrare in possesso di questo regolamento, ma devo dire che forse l'avevo un po' sottovalutato. Non avevo capito bene cosa volessero dire quelle due righe nel regolamento che ci era stato consegnato, insieme al divieto di portare pasti dall'esterno piuttosto che altre questioni.
Ovviamente, sollecitata da persone più direttamente interessate, con pazienti non in condizioni di lasciare la struttura alla fine dei giorni previsti, ho capito meglio e pongo quindi anch'io all'Assessore, come ha fatto la collega, la domanda su quali misure l'Assessorato e la Giunta stiano prendendo su queste tematiche, quali direttive vengono date alle strutture convenzionate e come ci si intende muovere a breve su queste procedure che vengono utilizzate.
Inoltre, forse non potrà essere oggetto della risposta di oggi, ma di approfondimenti che avremo modo di fare in Commissione e in Consiglio chiediamo come venga presa in considerazione la strategia per affrontare le non autosufficienze, anche in termini di messa a disposizione di un numero maggiore di assegni di cura, visto che fa parte delle politiche e delle strategie dei piani dell'Assessorato.
Non entro nel dettaglio di quanto denunciato che, oltre a essere scritto nella mia interrogazione, è già stato presentato dalla collega nella sua.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Accossato.
La parola all'Assessore Saitta per la risposta congiunta a entrambe le interrogazioni.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Il percorso di continuità assistenziale dall'ospedale al territorio è garantito dalla Regione Piemonte come presa in carico socio-sanitaria anche in ipotesi di urgenza, in base a norme che hanno come obiettivo la persona e i suoi bisogni assistenziali, sempre in un sistema di equità.
Attualmente le norme che regolano la presa in carico della persona non autosufficiente sono la DGR del 2013 "Interventi per la revisione del percorso di presa in carico della persona anziana non autosufficiente", in ottemperanza all'ordinanza del TAR del 2013, la DGR del 2016, "Modulazione dell'offerta di interventi sanitari domiciliari a favore di anziani non autosufficienti", una determinazione del 30 giugno 2016 e una delibera di Giunta regionale del 2016, "Modulazione dell'offerta degli interventi sanitari domiciliari a favore degli anziani non autosufficienti con progetto residenziale e definizione del percorso di attivazione e valutazione dell'unità di valutazione geriatrica" Ho citato queste deliberazioni per dare delle risposte, ma soprattutto per contestualizzare e indicare quali sono le questioni che ancora necessitano di essere affrontate.
Devo dire che, oltre a queste norme, che risalgono al 2013 e sono state riviste nel 2016, c'è anche una normativa nazionale. Quindi, ci troviamo di fronte a un sistema complesso, perché quello che verifichiamo in Piemonte per quanto riguarda le questioni denunciate è una problematica che ricorre in tutte le Regioni.
Tuttavia, essendo questo il quadro ed essendo dell'opinione che bisogna dare delle risposte per evitare i problemi che sono stati segnalati, mi pare che in una precedente riunione avevo dato comunicazione che c'è un'unità di approfondimento dal punto di vista giuridico; però ci siamo anche resi conto che il problema non è soltanto giuridico, perché dal punto di vista giuridico, evidentemente ci sono esigenze sollevate dagli operatori. Sono questioni anche complesse, perché hanno un riflesso sulle liste d'attesa e ne pongono il problema di un riordino.
Noi abbiamo pensato, anche sulla base delle indicazioni date dal Difensore Civico nella sua ultima relazione presentata, in cui ha trattato questo tema, che più che indicazioni da dare ai Direttori, man mano che c'è qualche segnalazione noi ci informiamo e cerchiamo di capire.
Tuttavia, resta un problema irrisolto nel tempo, che è quello della presa in carico, nella sua totalità, del paziente cronico.
Dal punto di vista dell'organizzazione, la risposta sarà data nel Piano della cronicità, che noi pensiamo, come Giunta, di approvare non come delibera di Giunta, perché è una delibera di Consiglio, quindi pensiamo di licenziarlo entro metà febbraio, per presentarlo poi in Consiglio.
Lì si è cercato di dare una risposta più sistemica, anziché soltanto giuridica, dove mettiamo insieme queste questioni (c'è poi anche il problema del reddito e della famiglia). C'è una serie di questioni dov'è chiaro che noi dobbiamo adottare i principi di garantire la salute e la cura, ma anche l'equità, che è una condizione fondamentale per ampliare la base di quelli che necessitano di cure.
Oggi una risposta non sono in grado di darla, ma esclusivamente perché il Piano della cronicità è già stato oggetto di una serie di seminari con tutto il mondo interessato a questo settore, a partire dai medici di famiglia fino ai fisiatri, cioè tutti quelli che sono stati interessati per trovare una modalità diversa, che però non sta dando le soluzioni che noi noi e chi ci ha preceduto - avevamo immaginato con l'attuale impianto normativo.
Il Piano della cronicità diventerà una delibera del Consiglio evidentemente ha caratteristiche più importanti, e la sede della discussione sarà dopo le elezioni, quindi a marzo discuteremo di questo tema.


Argomento: Viabilità

Interrogazione a risposta immediata n. 1957 presentata da Chiapello inerente a "Continue chiusure a singhiozzo del Colle della Maddalena"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
1957.
La parola la Consigliera Chiapello per l'illustrazione.



CHIAPELLO Maria Carla

Grazie, Presidente.
Non stiamo parlando di una strada normale, stiamo parlando del valico internazionale del Colle della Maddalena.
La situazione è veramente al limite del paradosso, perché siamo a 2.000 metri, dove neve e gelo sono eventi atmosferici assolutamente normali per la stagione. Quello che non è normale è come viene gestita la situazione perché si assiste a un rimpallo vergognoso e offensivo di responsabilità fra i vari enti preposti.
Spesso e volentieri la rimozione della neve è tardiva; i mezzi lancia-neve o spartineve sono inadeguati o rotti; i pareri delle Commissioni tardano ad arrivare; le Commissioni non si riuniscono e potrei continuare.
Vorrei ricordare che i mezzi pesanti trasportano i prodotti delle nostre aziende che danno lavoro a centinaia di famiglie, e non solo in provincia di Cuneo. Gli autotrasportatori non chiedono null'altro che fare il proprio lavoro, che ormai è diventato veramente difficile fare, specialmente quest'ultimo anno, in provincia di Cuneo.
Mi chiedo se la Regione può intervenire, anche per dare un supporto di tipo organizzativo e di coordinamento.
Mi chiedo, facendo una sintesi, se la Regione se ne può occupare. Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Balocco per la risposta.



BALOCCO Francesco, Assessore ai trasporti

Grazie, Presidente.
Consigliera, la Regione se ne occupa dal 2014, dall'inverno 2014-2015, e poi per gli anni successivi, per quel che riguarda le proprie competenze.
La strada e il valico, come lei sa, sono di competenza ANAS sul versante italiano, e di competenza del Dipartimento francese sul versante francese.
Quest'anno c'è una complicazione rispetto al solito, in parte dovuta alle condizioni climatiche particolarmente difficili (la tormenta di ieri è stata molto dura e significativa, non se ne vedevano da tempo), ma anche dal fatto che i francesi, da quest'anno, non intervengono più per liberare la strada, e non solo su quel versante, dalla neve in orario notturno.
Ovviamente non possiamo farlo noi al loro posto.
Sono tre anni - questo è il quarto - che la Regione Piemonte agisce sul valico, avendo costituito un accordo con ANAS e finanziando con ANAS, e anche con interventi di alcune associazioni di autotrasportatori, con interventi di regolazione delle valanghe attraverso interventi a esplosione, regolati con un elicottero.
Questo, ripeto, lo stiamo facendo da tre anni.
Nel frattempo abbiamo costituito, con il Politecnico di Torino, uno studio più approfondito che ci permetterà - a questo punto, c'è anche un progetto che si sta concludendo - di fare degli interventi, non solo con questa modalità, che ovviamente è una modalità di emergenza, ma sistemando in modo fisso dei cannoni antineve, finalizzati a regolare il pericolo valanghe in modo governato. Spero che questo ulteriore intervento sia possibile già dal prossimo inverno.
Con ANAS abbiamo chiesto che nel prossimo contratto di programma sia inserita almeno una prima tranche dei paravalanghe necessari per la messa in sicurezza del valico.
Il problema, ripeto, non è tanto, almeno sul versante italiano, il fatto che nevichi (è chiaro che quando nevica in modo molto abbondante, è inevitabile che la chiusura del Colle avvenga, per ovvi motivi), ma ciò che è ancora più importante per la sicurezza di tutti coloro che viaggiano su quel colle, e in particolare i camionisti, è di governare, regolare e mettere in sicurezza dal fenomeno valanghino.


Argomento: Viabilità

Interrogazione a risposta immediata n. 1962 presentata da Campo, inerente a "Stato dell'iter di approvazione della variante Strada Statale 21 del Colle della Maddalena (CN) "


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
1962.
La parola al Consigliere Campo per l'illustrazione.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Ritorniamo sul tema appena trattato o, meglio, nello stesso luogo c'è un altro problema che si trascina da un po' di tempo, sul quale, non più tardi dello scorso dicembre, avevamo avuto qualche rassicurazione anche da parte dell'Assessore in merito al fatto che finalmente, visto che sono stati stanziati soldi dal Ministero per la famosa circonvallazione di Demonte, si sarebbe partiti con la progettazione definitiva e l'appaltabilità entro quest'anno.
Ricordo che Demonte è un paese della Valle Stura, sulla Strada Statale 21 del Colle della Maddalena, che a oggi attraversa tutti gli abitati della Valle e in particolare, attraversando alcuni di essi, si ritrova ad attraversare spazi angusti e sopporta il traffico pesante di un numero notevole, anche perché nella Valle ci sono gli stabilimenti dell'Acqua Sant'Anna, che stanno vedendo una crescita geometrica dei propri volumi di affari.
Parliamo, quindi, di decine di migliaia di transiti all'anno, con conseguenze che negli anni sono stati più che evidenti, sia sull'inquinamento ambientale nell'ambito urbano (sarebbe facile fare ironia sul fatto che, nell'abitato di Demonte, la Strada Statale 21 si chiama via Martiri, perché effettivamente causa problemi gravissimi), sia nell'attraversamento di Aisone, dove addirittura c'è una strettoia con un semaforo che rende molto difficile il traffico in questa importante vallata di confine con la Francia.
Di conseguenza, poiché ci era giunta voce che se non veniva assunta una decisione sul progetto definitivo entro gennaio di quest'anno o, meglio, se la Regione non si esprimeva su quanto depositato dall'ANAS presso la Regione a fine dell'anno scorso, entro la fine di questo mese, sarebbe stato molto difficile passare all'appalto entro quest'anno, quindi con un ulteriore prolungamento dell'ormai ventennale questione che, visto che i fondi ormai ci sono, forse meriterebbe una corsia preferenziale nella definizione di tutte le procedure per l'avvio del cantiere.
Ricordo che si tratta di una questione che permetterebbe anche interventi di significativo miglioramento nello scorrimento e nello snellimento del traffico su questa direttrice e che, quindi, eventualmente potrebbe permettere anche qualche intervento migliorativo sul tema che è stato trattato nel question time precedente.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Campo.
La parola all'Assessore Balocco.



BALOCCO Francesco, Assessore ai trasporti

Consigliere, la rassicuro immediatamente nel senso che è vero, è da vent'anni che questo progetto è fermo, l'abbiamo ripreso in Regione.
L'iniziativa è partita proprio da noi con ANAS ed è stata svolta in tempi direi abbastanza veloci tutta la fase di conferenze dei servizi autorizzativa, relativa al progetto preliminare.
In questo momento, anzi nei mesi successivi e nei mesi che ci precedono ANAS ha attivato la progettazione definitiva che verrà presentata il 5 febbraio prossimo a Demonte. Intanto, a latere, in parallelo con la progettazione definitiva, si è avviata la procedura relativa all'iter di rischio archeologico presso la Soprintendenza competente; appena il progetto definitivo sarà presentato, partirà la procedura di VIA presso il Ministero. Quindi, sarà una procedura romana, che verrà seguita a livello regionale dai nostri Settori, e subito dopo il progetto andrà al Provveditorato Interregionale delle Opere Pubbliche.
Pertanto, penso che l'iter, dopo anni di letargo, ormai sia a buon punto.


Argomento: Trasporti su ferro

Interrogazione a risposta immediata n. 1963 presentata da Valetti, inerente a "Blocco sulla Torino-Pinerolo del 16/01/2018"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 1963.
La parola al Consigliere Valetti per l'illustrazione.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Quest'interrogazione è stata presentata in seguito a un inverno piuttosto tumultuoso sulle linee ferroviarie. Specialmente il nodo metropolitano è stato interessato da numerosi blocchi della circolazione, dovuti al gelo al gelicidio, alle cadute di linee elettriche ferroviarie del nodo di Torino.
Pertanto, abbiamo avuto dei blocchi totali della circolazione ferroviaria qualche volta nella zona nord di Torino, a Chivasso, e un paio di volte nella zona di Torino Sud, presso il Lingotto. L'ultimo blocco ha avuto luogo il 16 gennaio, a causa della caduta di una linea elettrica che ha completamente paralizzato la circolazione per tutto un pomeriggio sulla linea ferroviaria SFM2 Torino-Pinerolo, causando grandi disagi anche alle linee regionali, specialmente la Torino-Savona, che hanno subito ritardi anche superiori alla mezz'ora.
Abbiamo avuto un Consiglio straordinario molto proficuo, dove tutte le forze politiche hanno concordato sulla necessità di stabilire un tavolo permanente tra la Regione e le Ferrovie, per avere trasparenza su quello che succede e capire anche quali sono le mancanze di un sistema che dimostra sempre più dei limiti.
Abbiamo vissuto un decennio di pesanti tagli alla spesa, agli investimenti nazionali sulle ferrovie e, probabilmente, la riflessione è che incominciamo a vederne i risultati con qualche anno di ritardo. È probabile che urgano investimenti nuovamente molto pesanti per recuperare tutto il terreno perso.
Nell'attesa, ci aspettiamo almeno la trasparenza su quello che succede anche per poter indirizzare meglio le azioni della Regione e di tutte le Istituzioni pubbliche sui disagi e sulle mancanze delle Ferrovie. Pertanto chiediamo una relazione puntuale sull'accaduto nella giornata oggetto dell'interrogazione, che purtroppo è stato l'ennesimo in un inverno molto difficile per i pendolari piemontesi.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Valetti.
La parola all'Assessore Balocco per la risposta.



BALOCCO Francesco, Assessore ai trasporti

Come ho già avuto modo di dire anche nel precedente Consiglio, sicuramente ci sono stati seri problemi sulle nostre linee ferroviarie, specialmente nella seconda settimana di dicembre e poi ancora, in qualche misura, ma particolarmente su questa linea, nella seconda settimana di gennaio, legati al gelo, dovuti a tutta una serie di cause.
Il 16 gennaio (martedì scorso) su quella linea si è scatenata veramente l'ira di Dio: c'è stata un'interruzione, che è perdurata dalle 14 alle 19.20. Ma i problemi su quella linea sono ancora precedenti. Stiamo parlando della Pinerolo-Chivasso, quindi del passaggio sul nodo di Torino dove ci sono stati problemi particolarmente seri in quei giorni: il 6 dicembre, guasto al deviatoio di Settimo; l'11 dicembre, guasto alla linea elettrica a Torino Lingotto; il l2 dicembre, guasto alla linea elettrica a Chivasso, dovuto al gelo; il 13 dicembre, guasto al deviatoio, sempre per presenza di ghiaccio, sulla Pinerolo; il 17 dicembre, ghiaccio sul deviatoio di Airasca.
Passando a gennaio, il 10 e 11 gennaio, guasto al passaggio a livello al chilometro 27 tra Piscina di Pinerolo e Airasca; il 16 gennaio il guasto cui abbiamo fatto riferimento precedentemente, sulla linea elettrica di alimentazione a Torino Lingotto.
Ora, si tratta di una linea con binario unico e con un'altissima frequenza di treni e questo, ovviamente, è già di per sé un problema. Negli ultimi due mesi c'è stato un calo di affidabilità causata soprattutto da avarie nel nodo Torino-Settimo. Problemi significativi nascono dalla gestione dei passaggi a livello, sia per quanto riguarda la gestione in capo a RFI sia per quanto riguarda interventi diciamo azzardati da parte di automobilisti: c'è stato il problema, appunto, di abbattimento del passaggio a livello.
A seguito delle problematiche alla linea di contatto cui facevo riferimento prima, quindi quello dei passaggi a livello è il problema che incide almeno per la metà delle inefficienze della linea; l'altro aspetto, per esempio si è evidenziato in quei giorni di particolare freddo (problematica di linea di contatto). Si stanno facendo interventi immediati manutentivi particolari, ma si sta anche facendo uno studio particolare sui Jazz perché il problema nasce particolarmente dai treni Jazz quando viaggiano con il doppio pantografo, e quando fa freddo, ovviamente si viaggia col doppio pantografo.
Si è intervenuto, ovviamente, in particolare sui deviatoi e sui meccanismi dei passaggi a livello con gli antigelo (vivaddio, lo si è capito). RFI mi dice che c'è un importante intervento di nuove assunzioni e, con le nuove assunzioni, si sono rafforzate le squadre di manutenzione.
Un aspetto molto importante che riguarda tutto il nodo di Torino e riguarda non solo la Pinerolo, ma buona parte delle linee che arrivano da est e da sud, oltre che da ovest del nodo, è il fatto che è in corso lo sviluppo tecnologico del nodo di Torino con l'estensione del sistema di comando e controllo del nodo che oggi arriva fino a Torino Lingotto, portandolo fino a Carmagnola. Questo significa aumentare di molto la gestione dei treni e ridurre il loro distanziamento.
Il rinnovo di tutti i sistemi tecnologici della linea Bivio Sangone Pinerolo è in atto con una prima attivazione a luglio nel tratto Pinerolo Piscina di Pinerolo e il completamento entro il 2019.
Ovviamente, le farò avere in modo più dettagliato questa prima relazione di RFI.


Argomento: Trasporti su ferro

Interrogazione a risposta immediata n. 1964 presentata da Mighetti inerente a "Misure di tutela per i pendolari della linea Asti-Acqui Terme"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 1964.
La parola al Consigliere Mighetti per l'illustrazione.



MIGHETTI Paolo

Grazie, Presidente.
È questione proprio degli ultimi giorni la notizia che purtroppo abbiamo appreso non da fonti ufficiali, bensì da un comunicato della AFP (Associazione Ferrovie Piemontesi) sulla chiusura di parte della linea ferroviaria Asti-Acqui Terme.



PRESIDENTE

Prego di fare silenzio, perché altrimenti il Consigliere Mighetti non riesce a proseguire nell'illustrazione dell'interrogazione.



MIGHETTI Paolo

Questa notizia, che purtroppo abbiamo appreso da una testata online e non da fonti ufficiali, ci dice che, sostanzialmente dal mese di aprile al mese di settembre, ci sarà una chiusura di parte della linea, con sostituzione su un tratto della linea ferroviaria con servizio sostitutivo autobus per lavori di consolidamento della galleria di Alice Bel Colle.
Ebbene, da un lato, c'è il rammarico di ricevere queste informazioni da un organismo che, peraltro, ha un ruolo importante nel portare istanze relative ai problemi del trasporto pubblico, però appunto non in forma ufficiale, e dall'altro.



PRESIDENTE

Direi che è tollerabile, però.



MIGHETTI Paolo

No.



PRESIDENTE

Abbiamo evidenti differenze di vedute, però credo che in queste condizioni sia possibile parlare: la ascoltiamo.



MIGHETTI Paolo

Io devo dire due cose. Devo dire che le barcacce non possono venire qui ad ascoltare i question time.



PRESIDENTE

Consigliere Mighetti, ho perfettamente chiaro quello che lei sta dicendo e cerco di rendermi parte diligente nel garantire le condizioni che le consentano di parlare all'Aula e di essere ascoltato. Ritengo però che le condizioni ci siano, per cui la inviterei a concludere l'illustrazione.
Grazie.



MIGHETTI Paolo

La questione è sostanzialmente questa: da un lato, chiediamo se ci sia la possibilità di sopperire a questo disservizio con delle agevolazioni tariffarie per i pendolari che dovranno sopportare tale disservizio per molti mesi in quest'anno. Dall'altro lato, poniamo un problema di natura prettamente tecnica: come già sollevato da AFP, l'interruzione della galleria di Alice Bel Colle permetterebbe l'arrivo del treno fino a Mombaruzzo e l'interscambio tra autobus e treno in questa stazione. La proposta arrivata è invece quella di fare l'interscambio a Nizza Monferrato.
Sinceramente non capiamo questa scelta, anche se dall'Associazione pendolari dalla Valle Belbo stamattina è giunta una comunicazione che riguarda proprio il fatto che i pendolari di Nizza non debbano fare l'interscambio, ma possano avere un solo mezzo di trasporto. Non la capiamo per un semplice fatto: perché, conti alla mano, facendo un rapido calcolo con i dati che arrivano dal sito di Trenitalia e da ViaMichelin (il famoso motore di ricerca), si ha una differenza sostanziale di dieci minuti nel tragitto, attraversando da un lato tutte queste bellissime colline con un autobus o, dall'altro, percorrendole in parte con un autobus e in parte con il treno.
Forse non si valuta il disagio che si ha nel percorrere questi tragitti con dei mezzi molto ingombranti e molto pesanti, che arrancano sulle colline e che sicuramente non generano un servizio dignitoso per i pendolari che viaggiano sull'intera linea.
Per questo chiediamo all'Assessore che siano valutati, da una parte, il lato economico-tariffario e, dall'altro, la proposta AFP sulla variazione dell'interscambio tra servizio sostitutivo e treno.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Balocco per la risposta.



BALOCCO Francesco, Assessore ai trasporti

Grazie, Presidente. Mi scuso con il Consigliere, perché ero stato un po' disattento all'inizio.
La tratta, per motivi di lavori importanti, verrà chiusa dal 1° aprile al 7 ottobre - la scelta della data di partenza mi pare un po' discutibile, ma tant'è - e ciò è dovuto alla realizzazione di importanti interventi di manutenzione straordinaria nella galleria di Alice Bel Colle, situata tra Nizza e Acqui. I lavori previsti rendono necessaria l'interruzione della circolazione dei treni nella galleria.
Nello stesso periodo, verranno eseguiti altri interventi complementari di manutenzione delle opere d'arte anche nella tratta Nizza-Mombaruzzo e la sistemazione dei marciapiedi della stazione di Mombaruzzo.
Per questo motivo, ma anche per permettere una migliore gestione del complesso cantiere della galleria di Alice Bel Colle, il servizio ferroviario sarà sostituito sulla tratta tra Nizza e Acqui, e non solo sulla tratta Mombaruzzo e Acqui. Questa è la spiegazione che mi viene data dall'Agenzia; mi pare chiara, poi ovviamente tutto può essere ulteriormente approfondito.
Per quanto riguarda la questione tariffaria, apprendo adesso che non sono previste riduzioni del costo del biglietto dell'abbonamento. Mi impegno a verificare la possibilità con Trenitalia che ci sia un qualche possibile intervento in questo senso. È pur vero che, per quel che so io, finora quando sono previsti interventi di lavori anche piuttosto lunghi come in questo caso e la sostituzione con il bus, che inevitabilmente significa tempi di percorrenza più lunghi, normalmente non vi sono state riduzioni tariffarie. Però tentar non nuoce e una prima volta può sempre esserci.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione a risposta immediata n. 1955 presentata da Grimaldi inerente a "Mussa e Graziano: la Regione si esponga contro le ritorsioni verso i lavoratori e chieda all'azienda e ritiro dei licenziamenti"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
1955.
La parola al Consigliere Grimaldi per l'illustrazione.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente. Quella che racconterò oggi è una storia, speriamo senza il finale drammatico che sto per esporre.
La Mussa e Graziano è una media impresa torinese, con circa una quarantina di dipendenti che da sempre trasformano e allestiscono veicoli speciali per conto, per esempio, di FIAT-Chrysler e IVECO. Di sicuro nel vostro immaginario, se non avete la percezione di che azienda è, è quella che per esempio trasforma i mitici overland, che conoscono tutti.
Ebbene, fino a poco fa in questa azienda non era presente un sindacato, per intenderci la FIOM-CGIL, finché due montatori - posso fare i nomi, ho chiesto loro di poterli fare - Alessandro e Domenico, hanno deciso di iscriversi, insieme a una decina di altri colleghi, e di candidarsi nelle liste del sindacato nelle imminenti elezioni RSU.
Che cosa stavano facendo questi operai? È una vecchia storia, una storia classica, però è una storia che in qualche modo fa parte non solo delle relazioni industriali, ma della vita quotidiana nelle fabbriche. Si stavano organizzando, con altri lavoratori, per cambiare le condizioni di lavoro all'interno della Mussa e Graziano. Da quanto raccontano - noi abbiamo letto la loro storia - i ritmi di lavoro erano molto alti, i livelli di sicurezza insufficienti, gli ambienti dove si svolgevano le mansioni disorganizzati, il locale dove si consumavano i pasti sporchissimi, i bagni anch'essi sporchi, con porte rotte e prive di carta igienica, i riscaldamenti spesso spenti o accesi per una sola ora al giorno. L'azienda ultimamente non forniva neanche il vestiario, costringendo i dipendenti a lavorare con l'abbigliamento personale.
Mettiamo in fila i fatti. Il 18 dicembre dello scorso anno i lavoratori si sono riuniti in un'assemblea; il 19 i due montatori, che erano riusciti a organizzare gli altri, hanno ricevuto due lettere di licenziamento. Alcuni colleghi mi chiedevano se avevano il contratto post Jobs Act. No, ma banalmente perché lavoravano in quell'azienda da oltre - rispettivamente 16 e 13 anni.
Successivamente, il tentativo di conciliazione, purtroppo, non ha ancora portato a nulla e venerdì scorso i dipendenti hanno scioperato con un presidio davanti alla Mussa &Graziano, per chiedere la revoca dei licenziamenti dei loro colleghi e dico colleghi, perché spero non siano ex colleghi.
Dal confronto della delegazione con la dirigenza, purtroppo, a oggi non è ancora emersa alcuna disponibilità a tornare indietro; ovviamente, le motivazioni dei licenziamenti, che a noi appaiono discriminatori, sono formalmente sempre giustificate dalla situazione economica, ma viste le tempistiche e la relazione fra l'assemblea sindacale e le lettere di licenziamento, soprattutto, inviate proprio a quelle due persone su 40 dipendenti, ci chiediamo se l'Assessore abbia intenzione di convocare l'azienda per chiedere il ritiro dei licenziamenti, perché non so che idea vi siete fatti voi, ma io penso che le Istituzioni debbano esporsi contro le ritorsioni nei confronti di lavoratori che sono purtroppo tante, troppe.



MOTTA ANGELA



PRESIDENTE

Grazie, collega Grimaldi.
La parola all'Assessora Pentenero per la risposta.



PENTENERO Giovanna, Assessora al lavoro

Grazie, Presidente.
La ringrazio, Consigliere Grimaldi, per aver raccontato questa storia presso l'Assessorato; un po' per assenza di competenza, perché, com'è già stato ricordato, il contenzioso sarà discusso presso la Direzione Territoriale del Lavoro e non presso la Regione Piemonte, la storia non è conosciuta agli Uffici.
La nostra intenzione è di convocare l'azienda, ma credo sia utile sottolineare un aspetto: l'Ente può e deve certamente esporsi, per cercare di comprendere meglio qual è la situazione e quindi per sensibilizzare l'azienda in merito alla questione. Tuttavia, soltanto per chiarezza e per trasparenza, anche nei confronti dei lavoratori, sicuramente noi ci esporremo, incontreremo l'azienda e cercheremo di capire quali sono le reali intenzioni, restando nel campo del voler cercare di trovare una soluzione, ma non certamente nel campo di una competenza da un punto di vista istruttoria e amministrativo.
La Regione non può incidere e quindi non può risolvere la vertenza che si è instaurata in questo modo, perché questa è una competenza della Direzione Territoriale del Lavoro, fermo restando la volontà di esporsi e di provare a comprendere quanto è successo.



PRESIDENTE

Grazie, Assessora Pentenero.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione a risposta immediata n. 1959 presentata da Berutti, inerente a "Fallimento azienda Borsalino"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 1959.
La parola al Consigliere Berutti per l'illustrazione.



BERUTTI Massimo

Grazie, Presidente.
Il 18 dicembre scorso il Tribunale di Alessandria ha dichiarato il fallimento della Società Borsalino Giuseppe &Fratello S.p.A., non essendo stata accolta la richiesta di concordato preventivo avanzata dalla società.
Considerato che la Borsalino, oltre a essere un'azienda con dei lavoratori è un marchio riconosciuto a livello internazionale tra i primi dieci marchi italiani, la preoccupazione sta nel fatto che tutto questo caos sta mettendo a forte rischio sia l'immagine dell'azienda, che già ha subito parecchie vicissitudine e, naturalmente, sta mettendo a serio rischio anche il futuro dei dipendenti.
Crediamo debba essere mantenuta la continuità aziendale, al fine di trovare una soluzione che possa ridare futuro, speranza e, soprattutto, una prospettiva a un'azienda veramente storica e importantissima.
Pertanto, chiediamo all'Assessore come si ritenga intervenire, alla luce del fatto che è passato un mese dal fallimento, e se ci sono anche degli elementi che possono far ben sperare, in prospettiva, per la posizione lavorativa dei dipendenti, se ci sono delle informazioni e se la Regione è entrata in questo tipo di criticità e di preoccupazione, compatibilmente con la questione legata al fallimento, che sappiamo che ha delle dinamiche particolari.



PRESIDENTE

Grazie, collega Berutti.
La parola all'Assessora Pentenero per la risposta.



PENTENERO Giovanna, Assessora al lavoro

Grazie, Presidente.
La Borsalino, storica azienda di cappelli, com'è stato ricordato, con provvedimento del 14 dicembre 2017 è stata dichiarata fallita dal Tribunale di Alessandria. Un primo tentativo di Concordato è stato respinto, com'è già stato detto anche un attimo fa, nel dicembre 2016, anno in cui la società italo-svizzera ha affidato, con prospettiva d'acquisto, l'azienda facendosi carico di provvedere al risanamento dei debiti, investendo in macchinari e promozione e acquistando il marchio dalle banche.
Allo stato attuale, Haeres Equita garantisce la continuità delle attività per ciò che riguarda la produzione, promozione e distribuzione delle collezioni Borsalino, mantenendo la manifattura e i dipendenti di Alessandria. Rispetto al quesito che è stato posto, si evidenzia che sia il curatore fallimentare, sia le organizzazioni sindacali non hanno mai manifestato l'esigenza di un intervento presso il nostro Assessorato.
Noi continueremo a seguire con attenzione la vicenda, così com'è stata seguita fino a oggi; metteremo in campo tutti gli strumenti necessari, ma a oggi non c'è nessuna richiesta, da un punto di vista occupazionale, di intervenire per poterne garantire i livelli stessi.



PRESIDENTE

Grazie, Assessora Pentenero.


Argomento: Sicurezza sul lavoro

Interrogazione a risposta immediata n. 1954 presentata da Batzella inerente a "Impianto idrico antincendio alla Certosa di Collegno (TO), sede centrale ASL TO3"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 1959.
La parola alla Consigliera Batzella per l'illustrazione.



BATZELLA Stefania

Grazie, Presidente.
Le rappresentanze sindacali del sindacato Federazione Sindacali Indipendenti, da mesi, segnalano alla Direzione Generale dell'ASL TO3, al Servizio Tecnico e al Servizio di Prevenzione e Sicurezza Ambienti di Lavoro forti preoccupazioni per la sicurezza dei lavoratori e dell'utenza nella sede centrale dell'ASL TO3, che ha sede Collegno, in via Martiri 30 Aprile, a causa di un possibile non funzionamento della stazione di pompaggio dell'impianto antincendio, posizionato sotto il padiglione uno della Certosa di Collegno, che serve l'intera rete antincendio, con esclusione del solo Poliambulatorio di Villa Rosa.
La segnalazione nasce dal fatto che l'allarme non è scattato e la stazione di pompaggio non si è attivata durante un'ingente perdita di acqua, che si è protratta per diversi giorni, avvenuta nel mese di ottobre 2017, sotto i locali del padiglione tre, proveniente dall'impianto antincendio che. Da qui, il sospetto del probabile non funzionamento dalla stazione di pompaggio e il timore che in caso di incendio non potrà essere utilizzata la stessa rete antincendio, mettendo così in serio pericolo lavoratori e utenti.
Dopo diverse segnalazioni e trascorsi alcuni mesi dalle stesse, risulta che l'Ufficio Tecnico dell'ASL TO3 abbia affidato apposito incarico a un professionista per le opportune valutazioni sull'appropriatezza dell'impianto antincendio della Certosa di Collegno; tale incarico pare sia stato affidato all'inizio del mese.
Lo scorso venerdì, il 19 gennaio 2018, Assessore, ho effettuato personalmente un sopralluogo, tra l'altro, documentato attraverso foto quindi ho scattato delle foto che possono testimoniare che quello che dico corrisponde a realtà. Dicevo che ho effettuato un sopralluogo per verificare le segnalazioni ricevute e ho constatato di persona che le manichette di un idrante a muro esterno (UNI 45 che, se non sbaglio, è l'idrante numero due della struttura posizionato nel corpo centrale della Certosa, vicino alla chiesa e di fronte alla sede sindacale della CISL) sono tagliate. Non solo, Assessore, ma sono sprovviste del raccordo in ottone che si collega al rubinetto, il raccordo che si collega alla lancia.
Inoltre, mi è stato fatto notare che aprendo il rubinetto dell'acqua - ero lì di fronte e ho visto l'acqua fuoriuscire dal rubinetto - l'acqua ha una scarsa pressione e, quando il rubinetto si apre, non scatta l'allarme e non entra in funzione la stazione di pompaggio.
Oltre a ciò, ho ancora verificato che la scarsa pressione dell'acqua è anche presente in un altro idrante. Non ho solo verificato quell'idrante ma ho aperto l'acqua anche di un altro idrante che si trova in un altro padiglione, precisamente nel padiglione numero tre. Il tutto è indice di una pressione dell'acqua probabilmente insufficiente in caso di incendio.
Interrogo lei, Assessore, per sapere se si intende, tempestivamente verificare - e chiedo veramente che venga ascoltata la mia richiesta e che si intervenga tempestivamente - a garanzia della sicurezza dei lavoratori dei pazienti e dell'ampio bacino d'utenza della struttura, la sicura funzionalità dell'impianto idrico antincendio della sede centrale dell'ASL TO3 alla Certosa di Collegno. Il tutto nel rispetto della normativa cogente.
In seguito, Assessore, le farò avere la documentazione fotografica.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Saitta per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

L'ASL TO3 ha affidato, in data 4 dicembre 2017, un incarico ad un professionista esperto per le opportune valutazioni sull'appropriatezza dell'impianto antincendio della Certosa di Collegno, in merito agli aspetti manutentivi e della rispondenza alla normativa (mi sembra logico affidarsi a tecnici che hanno competenza nelle valutazioni).
La valutazione del rischio incidenti sarà effettuata in tempi estremamente rapidi, anche in considerazione del fatto che le attività attualmente ospitate presso la Certosa di Collegno sono, in gran parte, di natura non sanitaria. Per questa ragione, è verosimile che l'impianto idrico, oggetto dell'interrogazione, non sia un dispositivo necessario alla struttura o che possa essere sostituito con mezzi adeguati (ad esempio estintori, come succede in tutti gli uffici e le attività non sanitarie).
Le attività sanitarie presenti nei padiglioni 11 e 19 sono gestite con appalto in concessione rispetto al quale l'ASL TO3 controlla e verifica la regolarità dell'esecuzione del contratto, compresi il rispetto dei termini della normativa.


Argomento: Nomadi

Interrogazione a risposta immediata n. 1956 presentata da Vignale, inerente a "Cosa fa la Regione per tutelare i cittadini residenti vicino al campo Rom di via Germagnano a Torino?"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
1956.
La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
L'interrogazione che presentiamo è relativa a un tema noto, di cui si è molto dibattuto, che è quello relativo al campo abusivo di via Germagnano.
La situazione è particolarmente delicata. Lo crediamo non tanto perché lo dice il Movimento Nazionale, ma perché in molte situazioni abbiamo assistito a campi abusivi, ma mai vi sono state prese di posizione tanto importanti quali quelle avvenute.
Nel 2016 la Procura di Torino firmava un decreto di sequestro preventivo del campo, mettendo anche sotto indagine i Rom residenti. In uno studio affidato, l'ARPA ha rilevato elevate concentrazioni di idrocarburi policiclici, di cui ormai è nota e scientificamente accertata la cancerogenicità. In più occasioni lavoratori che operano in quella realtà tanto i dipendenti AMIAT quanto le Forze dell'Ordine, hanno fatto presente come anche con un esposto alla Magistratura non fosse più possibile operare di fianco a un'area in cui, quasi quotidianamente, vengono appiccati incendi ai rifiuti, con conseguente dispersione nell'aria di fumi tossici per la salute, tant'è che il presidio fisso che rappresenta il personale delle Forze dell'Ordine è stato allontanato ed è stato attivato un servizio di sorveglianza a distanza per la pericolosità che lo stazionare vicino al campo comportava.
È evidente, però, che se in qualche modo si è cercato di trovare parziali soluzioni per alcuni lavoratori, non si è riusciti a ottenere alcun tipo di intervento e alcun tipo di rassicurazione rispetto a chi abita in quel quartiere che, ovviamente, non può trasferire la propria abitazione e non può fare a meno di respirare le esalazioni tossiche presenti nell'aria.
Come l'Assessore può verificare, all'interno dell'interrogazione non c'è alcun tipo di riferimento a ciò che noi crediamo si dovrebbe fare o non fare all'interno di un campo rom abusivo, perché noi poniamo un tema squisitamente sanitario. Noi crediamo sia una situazione di gravissima salute per i cittadini. La Regione Piemonte ha competenza esclusiva sui temi della sanità e della prevenzione sanitaria, così come il Comune di Torino ha una competenza, in capo al Sindaco, di primo soggetto a tutela della sanità dei cittadini torinesi.
Chiediamo quale azione intenda intraprendere La Regione, rispetto a quelle già intraprese, che a oggi non hanno portato ad alcuna soluzione per cercare di risolvere questa situazione.
Se noi ci trovassimo di fronte a un'azienda che emette gli stessi quantitativi di diossina, è evidente che quell'azienda sarebbe stata chiusa da molti mesi, se non da anni; che i gestori o gli imprenditori di quell'azienda sarebbero stati, correttamente, perseguiti e che si sarebbe in qualche modo, posto fine a un'emissione significativa di inquinanti all'interno dell'area.
Senza alcun tipo di considerazione sul tema campo rom abusivi, vogliamo chiedere quale azione la Regione intenda intraprendere per tutelare la salute dei cittadini. L'aspetto di pubblica sicurezza è un aspetto che certamente non riguarda l'Assessore Saitta.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Saitta per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

La Regione Piemonte è a conoscenza delle problematiche rappresentate dal Consigliere Vignale che, in buona parte, si riferiscono a fatti e interventi che hanno già interessato e coinvolto la Prefettura, le Forze dell'Ordine, la Magistratura, la Città di Torino, l'ASL di Torino e l'ARPA .
La sanità regionale, per il tramite dell'ASL Città di Torino, ha fornito il supporto richiesto per gli accertamenti sui lavoratori dell'AMIAT e sui vigili urbani che operano sulla parte del territorio interessato all'inquinamento.
I controlli su sangue e urine hanno dato un esito negativo, le misurazioni dell'ARPA hanno evidenziato la presenza di contaminanti ambientali che sono ragionevolmente riconducibili ad attività di combustione illecita di materiale nell'aria indagata.
Il confronto con altri rilievi ambientali e decidenti evidenzia, tuttavia una lieve, seppure non significativa, riduzione della contaminazione delle aree campionate.
Nelle ultime riunioni di coordinamento in Prefettura, il Comune di Torino ha assunto l'impegno di procedere allo smantellamento del campo abusivo, ma risulta che le operazioni non siano ancora iniziate.
L'Assessorato è in contatto, com'è ovvio, con i servizi del Dipartimento di prevenzione dell'ASL Città di Torino per assicurare lo svolgimento delle attività di controllo e monitoraggio di iniziativa o disposte dalle autorità territorialmente competenti.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.


Argomento: Edilizia sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 1961 presentata da Graglia, inerente a "Risorse per la realizzazione della nuova struttura ospedaliera riabilitativa di Fossano (CN)"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
1961, presentata dal Consigliere Graglia, che la illustra; ne ha facoltà.



GRAGLIA Francesco

Grazie, Presidente.
Secondo una prima stima documentale, il Piano FESR regionale 2016-2020 dispone di circa un miliardo di euro, di cui risorse europee per circa la metà, destinabili per 212 milioni all'asse 3 (settore sanità) e per 193 milioni all'asse 4 (energie sostenibili e qualità della vita).
Tali ingenti somme, sinora inutilizzate, rimandano inevitabilmente ai tanti progetti incompiuti o abbandonati, fra i quali si annovera quello relativo alla realizzazione del nuovo ospedale di Fossano, che l'Amministrazione regionale indicava nelle sue linee guida di programmazione della DGR n. 94 del 1° agosto 2008, in accordo con l'ASL CN1, confermando ulteriormente tale indirizzo nella DGR n. 96-12017 del 4 agosto 2009, prospettando anche la necessità di avviare un successivo accordo di programma.
Successivamente a tali precisi atti e conferme, sono stati stipulati e sottoscritti numerosi accordi e atti di impegno tra ASL CN1 e imprese del territorio, finalizzati ad acquisire immobili e terreni e a svolgere progettualità propedeutiche al progetto del nuovo ospedale di Fossano.
Quanto previsto non ha avuto, a tutt'oggi, alcun seguito operativo, poich la scelta di realizzare il nuovo polo riabilitativo fossanese è stata sospesa.
Alla luce di ciò, interrogo l'Assessore per sapere se, data la rilevanza delle somme disponibili sul piano FESR regionale relativamente all'asse 3 e all'asse 4, non si ritenga opportuno utilizzare tali risorse per la realizzazione del nuovo ospedale di Fossano.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Graglia.
La parola all'Assessora De Santis per la risposta.
DE SANTIS Giuseppina, Assessora alle attività produttive Grazie, Presidente e grazie, Consigliere Graglia.
Temo che la sua interrogazione nasca da un equivoco.
Il POR-FESR 2014-2020 di Regione Piemonte non può assolutamente essere utilizzato per finanziare strutture di competenza del Servizio Sanitario Nazionale (così come non ci si potrebbe costruire una scuola, o alcunch che appartenga alle funzioni proprie dello Stato nazionale), perché l'uso del FESR è basato sul cosiddetto "criterio dell'addizionalità": cioè fai cose che non ce la fai a fare con i quattrini di cui già disponi. Dunque la costruzione degli ospedali in una Regione europea sviluppata, com'è il Piemonte, è assolutamente impossibile.
Quello che noi stiamo facendo col FESR per il sistema sanitario nel suo complesso è la Piattaforma salute, cioè progetti di ricerca; una voce dell'Agenda digitale (fascicolo sanitario elettronico); un progetto di efficientamento energetico sul patrimonio pubblico per alcuni ospedali già esistenti sulle misure relative all'efficientamento energetico.
Devo altresì rilevare che non sono neanche tanto chiari i riferimenti che lei indica nell'interrogazione, perché l'asse 3 del FESR si chiama "competitività" ed è esclusivamente a beneficio del sistema delle PMI (dunque, quelle risorse possono andare solo a loro); l'asse 4, "energia", è quello sul quale finanzieremo esclusivamente alcuni progetti di efficientamento energetico di ospedali esistenti.
Grazie.



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata.



(Alle ore 15.51 la Presidente dichiara esaurita la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAUS



(La seduta ha inizio alle ore 15.59)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo Cerutti, Ferraris, Gariglio e Reschigna.


Argomento: Problemi energetici

Esame proposta di deliberazione n. 282, inerente a "Partecipazione della Regione Piemonte all'avviso pubblico di ENEA per una selezione finalizzata alla scelta di un sito per l'insediamento dell'esperimento DTT (Divertor Tokamak Test) relativo alla fusione nucleare"


PRESIDENTE

Proseguiamo nell'esame della proposta di deliberazione n. 282, di cui al punto 4) all'o.d.g.
Sono stati esaminati e votati due atti di indirizzo collegati.
Procediamo con le dichiarazioni di voto.
Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Il Gruppo che rappresento, il Movimento nazionale, voterà a favore di questa proposta di deliberazione, però ci tenevo a spiegare il sì, ed è il motivo per cui ho chiesto di poter fare la dichiarazione di voto. È un sì che nasce da un principio, che è quello che cerca di muovere, riuscendoci o meno, gran parte della nostra attività in Consiglio regionale, cioè quello di cercare di garantire sviluppo e, laddove possibile, buon sviluppo al Piemonte.
Quindi, crediamo che valga ovviamente in questo caso e che valga per ogni altro caso che si presenti, al di là che lo presenti la Giunta regionale un Gruppo di maggioranza o un Gruppo di opposizione che non sia il nostro.
Ogni qual volta si profila una situazione che prospetta, all'interno di un territorio piemontese, non soltanto occupazione, ma buona occupazione e di alta qualità, noi saremo sempre disponibili a votare questi provvedimenti.
Credo, infatti, che vi siano alcuni temi che dovrebbero essere patrimonio comune di tutta l'Assemblea, al di là di chi stia governando la Regione Piemonte.
Dopodiché, per gli stessi motivi illustrati questa mattina, non possiamo non sottolineare che avremmo preferito arrivare a una situazione come questa con un metodo e un merito diverso, perché quando si discute di una cifra di denaro così significativa sia nel suo complesso sia degli stanziamenti che fa la Regione Piemonte e si arriva a individuare un'area credo che, nel merito, il Consiglio regionale avrebbe dovuto condividere anche le perplessità, i timori e le parti positive con un tempo maggiore.
Quando c'è una grande opportunità per la nostra Regione, credo che questa vada data a tutte le realtà territoriali del Piemonte, per scegliere poi quella più adatta sotto ogni profilo. Questo ovviamente con un'attività discrezionale che fa la Giunta, perché stiamo comunque discutendo una proposta del Consiglio regionale, ma che è stata portata come tale dalla Giunta regionale, che quindi avrebbe potuto fare una valutazione discrezionale rispetto a differenti realtà che proponevano la loro candidatura.
Se avessimo fatto questo percorso sia di coinvolgimento del Consiglio sia delle realtà territoriali, avremmo fatto quello che è il nostro compito cioè dare non solo buona ed elevata occupazione alla nostra regione, ma anche cercare di mettere tutte le comunità locali sullo stesso piano.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Ottria; ne ha facoltà.



OTTRIA Domenico

Grazie, Presidente.
Indubbiamente la candidatura della Città di Casale per l'esperimento del DTT rappresenta un'importante opportunità per lo sviluppo e per le attività produttive, non solo di quella città, ma della provincia di Alessandria e dell'intera regione. Infatti, gli investimenti sono ingenti e avranno una ricaduta che moltiplica le risorse iniziali impiegate.
Su questo aspetto vorrei dire una cosa, che ho già sentito nell'ultimo intervento, riguardo alla scelta di Casale. Credo che intanto questa proposta arrivi da una manifestazione di interesse di un territorio e non dalla Giunta che ha pensato di lanciare un'idea. È stata una proposta legittima, secondo me, ed anche appropriata.
L'accettazione di questa candidatura (un altro aspetto che vorrei sottolineare) non rappresenta un risarcimento per una ferita del passato legata all'Eternit, anche perché mi viene da dire che nessun risarcimento può ripagare il danno ambientale e il numero di vittime che c'è stato a Casale, vittime tra l'altro che ci sono state e che, purtroppo, ci saranno negli anni futuri. Credo che semplicemente sia una legittima manifestazione di un territorio che ha fatto squadra per proporre una candidatura, visto che ci sono le condizioni per poterla portare avanti.
Detto questo, proprio perché l'operazione è così vasta e complicata e presenta comunque aspetti delicati, credo che debba essere trattata sotto tutti gli aspetti, sia per quanto riguarda il metodo e la sostanza degli aspetti di oggi e di quelli eventualmente futuri, dall'inizio alla fine dell'operazione e, oserei dire, anche oltre la fine, ovvero quando l'impianto sarà dismesso.
Tralascio per brevità altre considerazioni in merito all'utilizzo dell'insediamento come possibile mezzo futuro per la produzione di energia perché questa discussione meriterebbe altre occasioni, visti anche gli esiti ancora incerti. Di sicuro, però, vi è il fatto che si tratta di un processo legato al nucleare pulito e, a maggior ragione, credo che la sperimentazione in questo campo debba andare avanti, anche perché dalla sperimentazione potrebbero arrivare risultati positivi e collaterali alla stessa fusione nucleare.
Come già detto, accanto alle ricadute per l'area di Casale, per la provincia di Alessandria e per la regione, esistono aspetti di questa operazione che meritano tutta la nostra attenzione, e sono inerenti alla sicurezza dell'ambiente e dei cittadini.
Proprio per questo occorre che la proposta di una candidatura sia accompagnata da un successivo percorso trasparente e partecipato, che sia in grado di esaminare tutti gli aspetti tecnici, per poter garantire la sicurezza dell'ambiente e dei cittadini.
A questo proposito, come Gruppo, insieme al collega Grimaldi, abbiamo presentato emendamenti e un ordine del giorno che secondo noi va a migliorare la candidatura, a partire sia dalla fase di avvio dell'eventuale avvio, per quanto riguarda le fasi successive e anche la fase post mortem di questo impianto.
Le nostre proposte sono già state elencate questa mattina, tra cui l'istituzione di un osservatorio che possa monitorare tutte le fasi del progetto, dalla fase preliminare alla dismissione.
In questo senso, crediamo che venga data particolare attenzione alla definizione dei tempi e delle modalità di dismissione, o riconversione del sito, alla fine della fase operativa, con la garanzia che gli oneri finanziari siano certi e compresi già ora nel piano finanziario.
Con tutti questi elementi, che ho cercato di riassumere brevemente, il voto del nostro Gruppo sarà sicuramente favorevole a questo tipo di candidatura proposta dalla Giunta regionale.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ravello; ne ha facoltà.



RAVELLO Roberto Sergio

Grazie.
Come già annunciato in Commissione, la nostra posizione è assolutamente a favore e non credo ci si possa sottrarre a quello che consideriamo un dovere, anche in termini di coerenza e di responsabilità, nei confronti di un territorio e di tutta la comunità piemontese.
Quella che ci è stata presentata, e alla quale la Regione Piemonte si sta candidando, è un'opportunità straordinaria, probabilmente irripetibile, ed è anche oggettivamente, come anticipato dal Presidente Chiamparino la scorsa settimana, una battaglia molto difficile, su cui riteniamo che la massima condivisione, sempre nel rispetto delle reciproche prerogative possa essere un valore aggiunto.
Detto questo, però, io credo che non possano non essere messe in chiaro alcune perplessità, alle quali credo la Giunta non abbia dato risposta.
Sono abbastanza insoddisfatto, non della disponibilità ampiamente manifestata dall'Assessore De Santis, quanto delle risposte e delle repliche date ai quesiti posti questa mattina.
In particolare sono due i quesiti che, a mio avviso, non hanno trovato una risposta adeguata.
Il primo riguarda il metodo che la Giunta ha deciso di seguire. Credo che la versione data, quella legata alle strette tempistiche indicate dal bando, sia un po' debole.
La Giunta non è impegnata in questa attività da 40 giorni - o quanti sono indicati dal bando di ENEA, ma lo è da più di un anno. In questo anno si è limitata ad accogliere e a fare suoi alcuni suggerimenti provenienti da soggetti terzi.
Non ha assolto al proprio ruolo di guida e di ente programmatore delle politiche di un territorio e non ha colto l'occasione di offrire, a tutto il territorio, la stessa straordinaria e irripetibile opportunità offerta in questa occasione al Comune di Casale Monferrato.
Ripeto, ci sono altri 316 Comuni in Piemonte, secondo quanto dichiarato dalla Giunta regionale, che sono classificati come aree di crisi industriale non complessa. Che differenza ci sia tra il Comune di Casale Monferrato e gli altri 316 non lo so, ma, soprattutto, la Giunta non lo ha spiegato.
Il secondo aspetto riguarda un tema di livello più generale: il rapporto del Paese nei confronti delle politiche energetiche, con particolare riferimento all'energia prodotta da fonti nucleari.
Anche qui, io non sono così convinto.
Fermo restando che diamo tutti per scontato che i due referendum votati a maggioranza degli italiani non escludano e non abbiano mai previsto la possibilità di escludere iniziative di ricerca (in particolare, l'ultimo quesito referendario era molto chiaro: escludeva espressamente la possibilità, in Italia, di produrre energia elettrica nucleare; che fosse da fusione o da fissione nel quesito referendario non veniva citato), anche questa risposta io la trovo un po' deboluccia e, nel merito, onestamente non sufficiente a portarci a superare le perplessità.
Perplessità, ripeto, che però non sono così gravi e così insormontabili da portarci a una sottrazione di quello che considero un obbligo nei confronti di questo territorio e anche un'opportunità utile a smuovere un po' le coscienze delle comunità nei confronti di tematiche delicate e strategiche rispetto alle quali molto spesso decisioni sono state assunte a colpi di pancia più che di testa, quindi sulla base delle paure più che della ragione.
Grazie.



PRESIDENTE

Non essendoci altre richieste di intervento, procediamo con la votazione.
Indìco la votazione palese sulla proposta di deliberazione n. 282, il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento: Giovani

Testo unificato delle proposte di legge n. 240 e n. 269, inerente a "Disposizioni in materia di prevenzione e contrasto ai fenomeni del bullismo e del cyberbullismo"


PRESIDENTE

Procediamo con il testo unificato delle proposte di legge n. 240 e n. 269 inerente a "Disposizioni in materia di prevenzione e contrasto ai fenomeni del bullismo e del cyberbullismo" , di cui al punto 5) all'o.d.g.
Relatore è il Consigliere Rossi, che ha facoltà di intervenire.



ROSSI Domenico, relatore

Grazie, Presidente.
Innanzitutto, ringrazio anche la collega Frediani.
Oggi, signor Presidente, cominciamo la discussione di un provvedimento importantissimo, perché affronta un tema molto sentito dai nostri cittadini. Il testo che arriva oggi in Aula si occupa di bullismo e di cyberbullismo, ed è figlio di due provvedimenti: la proposta di legge n.
240, di cui mi onoro di essere il primo firmatario, e la proposta di legge n. 269, a prima firma Laus e poi dei componenti l'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale, che hanno adottato il progetto di legge predisposto dagli alunni della classe seconda G dell'istituto professionale "Meucci" di Bra, nel corso dell'iniziativa "Ragazzi in Aula".
Il testo ha visto al lavoro la IV e la VI Commissione in lavoro congiunto con la costituzione di un gruppo di lavoro che ha visto la partecipazione anche dei rappresentanti della Giunta. Colgo qui l'occasione per ringraziare tutto il personale del Consiglio regionale e della Giunta che ha collaborato alla redazione del testo.
Quando nel marzo del 2017 presentammo la proposta di legge regionale, il Parlamento non aveva ancora legiferato in materia, cosa che poi ha fatto nel luglio 2017, con l'importantissima legge n. 71/2017, che è la prima legge in Europa su questo tema, che sta già dando i suoi frutti e che fonda le sue radici in Piemonte e - lasciatemi dire con un certo orgoglio - nel Novarese, perché novarese è la senatrice Elena Ferrara, che ringrazio per essere anche qui presente oggi, prima firmataria del provvedimento nazionale, ma soprattutto perché a Novara abbiamo vissuto due tra le tragedie più gravi che in questi anni ci hanno svelato l'importanza dei temi che oggi qui trattiamo. Mi riferisco a due giovani vite scomparse proprio per gli effetti negativi che il mondo della rete ha portato nella nostra società e che non avevamo previsto o avevamo sottovalutato: Tommaso nel 2009 e Carolina, nel 2013.
Da entrambe queste tragedie, però, sono nati dei percorsi positivi con l'obiettivo di evitare altre tragedie simili, percorsi educativi nelle scuole, ma anche percorsi normativi come la legge nazionale, ma anche come questa legge, perché anche questa nostra legge regionale affonda le sue radici nella tragedia che vide la giovane Carolina Picchio, a soli 14 anni cinque anni fa, togliersi la vita perché non più in grado di reggere al peso di ciò che le stava accadendo, perché vittima - appunto - di cyberbullismo.
Carolina, però, non andò via in silenzio. Lasciò un lungo messaggio nel quale, a un certo punto, scrisse: "Le parole fanno più male delle botte perché le parole ci entrano dentro, continuano a parlarci rivolgendosi alla parte più intima e più fragile di noi stessi, perché nella rete le parole si moltiplicano, diventano un'eco infinita che può perseguitare".
Le parole di Carolina, però, si sono trasformate in un testimone, raccolto prima di tutto da suo papà Paolo, poi dalla Senatrice Ferrara e poi dai tanti, compreso questo nostro Consiglio regionale che già tante attività e tante campagne ha messo in campo, da tante scuole, dalla Giunta regionale.
La legge che discutiamo oggi e che spero approveremo è il coronamento di questo percorso. Purtroppo, i casi non si sono esauriti in questi anni: al contrario, vediamo molto spesso persone vittime di situazioni di violenza.
Molte di queste persone si portano dietro delle ferite e dei disturbi per lungo tempo. Anche la scienza sta certificando tutto questo. Un recente studio dell'American Journal of Psychiatry del 2014 ha condotto una ricerca dalla quale si evince che chi è stato vittima di bullismo ha un aumento per quanto riguarda la depressione, i disturbi d'ansia, ma anche i casi di suicidio. E lo studio ha anche evidenziato come i traumi subiti nell'infanzia e nell'adolescenza influiscano, poi, anche in quello che è lo sviluppo del.



PRESIDENTE

Chiedo scusa, Vicepresidente Boeti.



(Commenti del Vicepresidente Boeti)



PRESIDENTE

No, il Presidente Chiamparino non sbaglia mai.



ROSSI Domenico

Alcuni giovani e meno giovani non reggono tutto questo e arrivano anche a gesti estremi, come appunto il suicidio. Lo abbiamo visto in Italia in questi anni, ma ancora poche settimane fa abbiamo visto un adolescente in Australia, di cui hanno riferito anche i giornali.
Il fenomeno è in crescita; l'ISTAT, nel report che riguarda il 2015, ci dice che il 50 per cento dei ragazzi tra gli 11 e i 17 anni ha subito qualche episodio offensivo, il 20 per cento è vittima assidua di azioni tipiche di bullismo almeno una volta al mese, il dieci per cento almeno una volta alla settimana.
Per quanto riguarda il cyberbullismo, siamo di fronte alla prima generazione di adolescenti cresciuta in una società in cui l'essere connessi costituisce un'esperienza connaturata alla quotidianità. Oggi, ben l'83 per cento dei ragazzi tra gli 11 e i 17 anni utilizza la rete internet con un telefono cellulare. Il fenomeno antico, quello del bullismo, oggi assume degli aspetti inediti per le caratteristiche dell'epoca in cui viviamo: l'epoca di internet, dei social network, della connessione perenne.
Dobbiamo prenderci qualche minuto, Presidente, per approfondire le peculiarità di questa nostra epoca, altrimenti non comprenderemmo l'importanza del provvedimento in discussione oggi. Non dobbiamo credere a chi ci dice che è solo uno strumento, che dipende da come lo si usa. Mi consenta, Presidente, di dire che è una stupidaggine, magari detta in buonafede. La tecnologia è diventata così pervasiva che è diventata l'ambiente in cui viviamo: orienta i nostri pensieri, i nostri fini, cambia la percezione di noi stessi; non è un mezzo, è l'ambiente in cui viviamo.
Qualcosa di simile è avvenuto di fronte a ogni grande cambiamento tecnologico che è intervenuto a modificare l'esperienza del tempo e dello spazio, le due dimensioni fondamentali dell'esperienza umana.
Oggi, un filosofo italiano che insegna a Oxford, Luciano Floridi, parla della quarta rivoluzione, dopo quella di Copernico, di Darwin, di Freud sostenendo che gli sviluppi nel campo delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione stanno modificando le risposte alle domande fondamentali dell'esistenza umana. I confini tra vita on line e off line diventano sempre più labili: viviamo in una connessione perenne, senza soluzione di continuità, in un'unica infosfera globale.
Cito: "Le tecnologie dell'informazione e della comunicazione stanno producendo cambiamenti sul nostro senso del sé, sulla maniera in cui ci relazioniamo gli uni agli altri e sul come diamo forma al nostro mondo e interagiamo con esso".
I cambiamenti riguardano ogni livello dell'esperienza umana. Si pensi alle nuove patologie, all'Internet Addiction Disorder, alla dipendenza dalla luce bianca. Si pensi al fatto che oggi le guerre si vincono o si perdono anche in base alla capacità di attaccare o difendere i sistemi informativi che alle elezioni si è sempre più dipendenti da ciò che succede in rete.
Per comprendere tutto questo, abbiamo bisogno di un pensiero nuovo, di una nuova filosofia, di una nuova psicologia, di una nuova pedagogia, ma anche di nuove normative.
Se noi proviamo a inserire l'atto di bullismo nella cornice che ho appena provato a descrivere, ci rendiamo conto di come lo stesso avvenimento muta profondamente a pelle. Pensiamo alla dimensione del tempo: l'evento che prima era confinato a uno spazio temporale definito dall'uscita dalla scuola all'arrivo a casa, sul web questo evento si ripete all'infinito.
L'aspetto temporale si dilata in maniera perenne. Pensiamo allo spazio: quello che prima avveniva in un cortile o in una strada, in pochi click viene amplificato e viene visto in tutto il mondo e, quindi, da un luogo limitato diventa praticamente un luogo senza più confini. Pensiamo ai corpi: una cosa è insultare, vessare qualcuno che ho di fronte e che mi guarda negli occhi, un'altra cosa è farlo davanti a una tastiera.
Da questo punto di vista, mi ha colpito la citazione che nell'editoriale dell'ultimo numero di Notizie (il notiziario del Consiglio regionale) si fa della scrittrice britannica Zadie Smith (la riporto proprio perché è apparsa sul nostro notiziario): "L'anonimato del web trasforma anche i deboli in carnefici. È quello che succedeva nell'antica Roma, al Colosseo: una folla di persone anonime, frustrate, infieriscono su chi è in difficoltà. La rete sta diventando un Colosseo globale".
Tutto questo è all'interno di un contesto generazionale che vede confrontarsi, da un lato, una nuova generazione che per la prima volta vede appunto la connessione come perenne, come normale, quotidiana; dall'altro lato, una generazione fatta da genitori e insegnanti che spesso subiscono questa situazione e non sempre hanno gli strumenti per affrontare tutto questo.
Allora, che cosa può fare la Regione di fronte a un fenomeno di questo tipo? Può fare molto, signor Presidente: può aiutare gli adulti, prima di tutto, a comprendere meglio quanto sta accadendo, fornire loro degli strumenti per svolgere al meglio il loro compito educativo e formativo, pu aiutare i ragazzi ad aumentare la consapevolezza su quanto sta accadendo.
Per quanto riguarda bullismo e cyberbullismo, non dobbiamo dimenticarci che stiamo parlando di minori: sia le vittime sia gli autori degli atti di violenza hanno bisogno di un sostegno. I primi, per affrontare il dolore e la sofferenza, l'emarginazione; gli altri, per non essere condannati a diventare adulti che sbagliano, ma, al contrario, perché dall'errore possano apprendere il disvalore di alcune azioni e crescere avendo in mente modelli alternativi. E non dobbiamo dimenticarci degli spettatori: gli spettatori che assistono senza fare nulla, rendendosi responsabili. Anche loro hanno bisogno del nostro intervento.
Pensiamo poi ai sistemi di salute e di welfare: dobbiamo fare in modo che la nostra Regione sia in grado di farsi carico di queste nuove forme di sofferenza e anche di fornire agli operatori le nuove competenze e i luoghi idonei a curare tutto questo.
Bene, la legge che discutiamo oggi, signor Presidente, cerca di fare tutto questo. Lo dice bene nelle finalità, quando sottolinea che, anche in accordo con altri Enti - perché questi sono argomenti che la Regione non affronta in isolamento, sappiamo quanto la scuola si impegna in tutto questo, la Magistratura, le Aziende sanitarie, la Polizia e le Forze dell'Ordine in generale - vuole tutelare e valorizzare la crescita educativa, psicologica e sociale dei minori; vuole valorizzare il benessere tra pari; vuole prevenire i rischi nell'infanzia e nell'adolescenza e supportare i vari soggetti che, a vario titolo, ricoprono un ruolo educativo con i minori.
L'articolo 2 entra nel merito delle azioni concrete e prevede un Piano triennale di azioni di prevenzione e contrasto. Ciò significa che tutti gli interventi che oggi sono in campo saranno inseriti all'interno di una piattaforma progettuale più ampia, con valori e cornice di riferimento discussi anche in Consiglio regionale, cui spetta l'indirizzo dei criteri.
Il Piano triennale prevede molte tipologie di interventi: campagne di sensibilizzazione, sportelli di ascolto, corsi per insegnanti ed educatori percorsi di responsabilizzazione per vittime e autori, supporto alle famiglie, corsi di formazione per l'uso consapevole di internet e dei social network.
L'articolo 3 prova a dare risposta al tema delle nuove sofferenze e della necessità di nuovi percorsi terapeutici. Con esso la Regione dovrà dotarsi di centri specializzati sui disturbi derivanti da bullismo e cyberbullismo sulla scia di quanto sta già accadendo in altri luoghi d'Italia.
L'articolo 4 disciplina il bando annuale che dovrà regolare i finanziamenti necessari alle azioni previste nel Piano triennale, di cui all'articolo 2.
L'articolo 5 istituisce un tavolo tecnico di cui potrà avvalersi la Giunta per progettare azioni comunque molto complesse.
L'articolo 6 - che, come vedremo, signor Presidente, verrà modificato con una proposta emendativa - prevede che anche la Regione partecipi alle iniziative in occasione della Giornata nazionale contro il bullismo e il cyberbullismo.
C'è poi chiaramente nella legge la clausola valutativa e la norma finanziaria, che prevede lo stanziamento di 200 mila euro all'anno per il prossimo triennio, per un totale di 600 mila euro. Sono risorse - lo sottolineo - che vanno ad aggiungersi alle progettualità che sono già in campo e che servono anche a dare una cornice di coordinamento e di uniformità alle diverse iniziative.
Concludo, signor Presidente, ringraziando lei e anche la Conferenza dei Capigruppo per aver calendarizzato oggi questa norma, anche perch approvare questa legge oggi ci permette di tenere fede alla parola data a Paolo Picchio, papà di Carolina, di cui ho parlato all'inizio del mio intervento, al quale avevamo promesso che avremmo approvato la legge entro il 2017, al massimo i primi mesi del 2018.
Credo che sia il segnale di una politica credibile, soprattutto di un'istituzione che prende parte a quel testimone che ci vede tutti impegnati nella costruzione di una comunità dove ragazzi e ragazze sanno crescere insieme nel rispetto gli uni degli altri, con adulti attenti e preparati nel difficile compito educativo che ogni epoca storica porta con sé.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Frediani, relatrice di minoranza.



FREDIANI Francesca, relatrice

Grazie, Presidente.
Intervengo dopo il collega Rossi, che indubbiamente ha fatto un'illustrazione molto esaustiva di un testo che è suo e padroneggia con grande sicurezza e abilità, con parole molto motivate e cariche di passione e sentimento verso questa tematica che lo coinvolge sicuramente in prima persona.
Noi non possiamo nascondere che abbiamo sin dal principio espresso alcune perplessità in merito a questa norma, e sarebbe ipocrita negarlo oggi in Aula; tuttavia vorrei ripercorrere il percorso di questa proposta di legge.
Le nostre perplessità da dove nascevano? Lo ricorderanno i colleghi che erano presenti in Commissione proprio nel momento in cui è partito l'iter di questa legge, che - ricordiamo - è una legge che ha visto l'inizio della discussione da prima dell'estate, se non sbaglio, quindi parliamo già di molti mesi di confronto, proprio per arrivare a questo testo che oggi stiamo analizzando in Aula.
La prima perplessità era legata al fatto che sia stata emanata recentemente una norma a livello nazionale, una norma che, tra l'altro, ci rende primi in Europa su questo tema e che sicuramente sarà da apripista rispetto ad altri testi normativi che suppongo verranno poi emanati in altre Regioni tra l'altro, alcune Regioni hanno già legiferato in merito.
Il nostro dubbio era che noi non riuscissimo a portare nessun valore aggiunto rispetto alla norma nazionale, che non potessimo trovare nessun contenuto nuovo e che quindi questa nostra azione si riducesse a un ulteriore appesantimento di norme presenti nella nostra Regione, creando tra l'altro della confusione rispetto alle competenze regionali piuttosto che alle competenze nazionali. Questo è un dubbio che esprimiamo spesso anche relativamente ad altri testi normativi che vanno ad agire su competenze che non sono prettamente regionali.
L'altro timore è quello legato alla disponibilità delle risorse, e anche questo è un tema che più volte portiamo all'attenzione dell'Aula quando andiamo a emanare nuove norme, proprio per evitare di illudere i cittadini facendo promesse che poi non possiamo mantenere. Conosciamo tutti le situazioni del bilancio regionale e quindi ci chiediamo se riusciremo a tenere fede alle promesse, agli obiettivi, alle finalità che questa legge si propone. Ci chiediamo se abbia senso andare a prevedere delle azioni e dei progetti quando poi non riusciremo a mettere nel bilancio risorse adeguate, rischiando di avere una norma che va a morire con il passaggio degli anni e con il calo della tensione su questo tema; tema che invece adesso è molto sentito e di grande attualità, se vogliamo così definirlo ma direi più che altro di grave urgenza.
Erano queste le nostre perplessità: il fatto che ci fosse la norma nazionale appena approvata e il rischio di non avere risorse a disposizione per poter dare gambe a questa norma. Le nostre perplessità ovviamente sono state da subito oggetto di confronto con i colleghi, perché siamo tutti concordi sul fatto che questo tema vada affrontato e, in questo caso, il fatto di portare all'attenzione anche dell'Aula del Consiglio regionale il tema del bullismo e del cyberbullismo è sicuramente un valore aggiunto. È anche una nostra risposta a un'esigenza emersa durante la giornata dedicata ai Ragazzi in Aula, di cui parlerà più diffusamente il collega Bertola che ha presieduto a questa giornata.
Come ricordava anche il collega Rossi, i ragazzi hanno presentato una loro proposta di legge che verteva proprio su questo tema, quindi ci è sembrato importante dare una risposta anche agli studenti che hanno voluto portare alla nostra attenzione questa importante tematica e dare una risposta istituzionale, recependo le istanze contenute nel loro testo di legge.
Abbiamo ritenuto che questo appello non potesse rimanere inascoltato e che il fatto di elaborare un testo recependo anche le istanze degli studenti potesse essere un bell'esempio di ascolto da parte delle istituzioni per non rendere la giornata dei Ragazzi in Aula soltanto un esercizio pur sempre utile di democrazia, ma potesse tradursi in qualcosa di concreto.
Sappiamo che l'attuale generazione di studenti è la più immersa nelle tecnologie digitali della storia e non può essere lasciata sola nella gestione dei profondi cambiamenti offerti dalle tecnologie di informazione e comunicazione. Questo però non deve farci dimenticare che la rete è anche un'occasione educativa importante. Le tecnologie hanno sicuramente un impatto pesante sulla nostra vita da ogni punto di vista; hanno un impatto rilevante sulle Istituzioni, sulle organizzazioni, sulle norme sociali persino sui valori. È fondamentale, quindi, essere pienamente consapevoli che dietro a queste straordinarie potenzialità si celano profonde implicazioni sociali, culturali ed etiche.
Non dobbiamo demonizzare la tecnologia, ma dobbiamo imparare a riconoscere i rischi che questa tecnologia può comportare e cercare di dare ai nostri ragazzi, ma anche alle famiglie, alle scuole, a tutti i soggetti che vengono in contatto con i nostri ragazzi, gli strumenti adeguati per poter affrontare questi rischi.
Per questo motivo, abbiamo scelto di intervenire con qualche emendamento sul testo, un testo che è sicuramente ampiamente condivisibile, proprio perché arriva al termine di un lungo percorso, durato mesi, di confronto e di dibattito. I nostri emendamenti vogliono introdurre il concetto di "educazione civica digitale", un concetto sempre più presente nelle azioni del Ministero, il MIUR, quando si affronta il tema del bullismo e del cyber bullismo, e che ci sembra una descrizione concreta ed efficace di interventi possibili per cercare di arginare questi spiacevoli fenomeni.
Nella scuola dobbiamo creare cittadini consapevoli e aggiungiamo a questo concetto il fatto di creare anche dei cittadini digitali consapevoli quindi crediamo che a questo testo si possa aggiungere questo aspetto dotare i ragazzi degli strumenti necessari per padroneggiare le tecnologie prevedendo proprio questo profilo di curriculum di educazione civica digitale, che richiama un po' anche l'ordine del giorno del collega Rossi che però fa riferimento a un patentino, se non sbaglio, ma comunque lo affronteremo dopo, durante illustrazione degli atti di indirizzo.
Occorre implementare la capacità degli studenti di appropriarsi dei media digitali, quindi non devono rimanere consumatori passivi, ma devono essere consumatori critici e anche produttori responsabili di contenuti.
Responsabilità e consapevolezza sono due termini chiave che devono essere tenuti sempre presenti ogni volta che si fa un'azione rivolta ai giovani nel momento in cui si vuole insegnare come utilizzare questi strumenti.
Questi strumenti entreranno comunque a far parte della loro vita. Lo vedo anche con i miei figli, che sono molto piccoli, però non possono fare a meno di interfacciarsi con i loro coetanei, utilizzando questi strumenti ma molto spesso non hanno la maturità per farlo, proprio perché, per loro natura, questi strumenti non consentono il controllo delle conseguenze delle proprie azioni: fare un click, dare un invio, inviare un messaggio diffondere un contenuto in rete diventa un'azione compiuta molto spesso con leggerezza e superficialità, senza tenere conto delle conseguenze.
Quindi bisogna insegnare, bisogna far capire che i comportamenti attuati attraverso la rete; attraverso i social, molto spesso hanno un impatto devastante, come ricordava anche il collega Rossi, un impatto che in poco tempo si ripercuote su dimensioni enormi: la rete ha un'altissima velocità di diffusione dei messaggi e non consente molto spesso la rimozione dei messaggi in tempi brevi, quindi si rischia veramente di produrre, con il proprio click e con il proprio invio, un risultato che viene immediatamente amplificato in maniera enorme su tutta la rete. È necessario, quindi rendere i nostri ragazzi consapevoli delle conseguenze delle loro azioni.
Noi chiederemo anche, attraverso un nostro emendamento, di ricordare in Consiglio, ogni anno, l'importanza della giornata dedicata alle vittime del bullismo e del cyberbullismo e, quindi, attraverso un emendamento, che abbiamo appena depositato e che speriamo trovi il favore dalla maggioranza e della Giunta, chiederemo che ogni anno, in prossimità della data del 7 febbraio, ci sia un momento di commemorazione delle vittime in Consiglio.
Ovviamente, senza fare nomi per la tutela della privacy e anche perch molto spesso non è facile riconoscere le vittime di bullismo e cyberbullismo, ma per richiamare l'attenzione dell'Aula, ogni anno, su questo tema ed evitare che ci sia lentamente un abbandono, un calo di attenzione rispetto a questa grave emergenza.



PRESIDENTE

Grazie, collega Frediani.
La parola alla Consigliera Batzella, seconda relatrice di minoranza.



BATZELLA Stefania, relatrice

Grazie, Presidente.
Lo scorso 30 ottobre, il Tribunale di Torino ha condannato due ragazzi rispettivamente a otto mesi e sei mesi di reclusione; due ragazzi che nel 2013, quando erano appena diventati maggiorenni, avevano costretto un compagno di classe minorenne a subire sevizie che spaziavano dall'ingoiare escrementi di cane ad abusi sessuali perpetrati con un ombrello e a stalking.
Poco tempo prima alcuni studenti di Cuneo in gita scolastica avevano preso di mira un compagno di scuola e mentre si trovavano in albergo a Roma lo avevano spogliato, depilato e decorato con alcune caramelle, per poi riprendere tutto con il telefonino e postarlo su Whatsapp. Vorrei ricordare anche il giovane Tommaso di Novara, morto nel 2012, e una ragazzina di 14 anni, di Novara, che a una festa con gli amici bevve un po' troppo, non si sentì bene e andò in bagno. In cinque la seguirono, la circondarono, la molestarono e la filmarono. Il video finì in rete su Facebook e dopo qualche tempo la ragazza decise di farla finita lanciandosi dal terzo piano della casa in cui viveva con il padre e morendo sul colpo.
Sono soltanto alcuni dei moltissimi casi di bullismo e cyberbullismo che si sono verificati sul nostro territorio piemontese, perché sono venuti alla luce e alla ribalta attraverso la cronaca e abbiamo letto gli articoli sul giornale, ma ci sono tanti casi che non vengono denunciati e che noi non conosciamo. Casi che accadono con sempre maggiore frequenza e che possono incidere fortemente sulla psiche e sullo sviluppo della persona e dell'individuo.
Per questo motivo, anche se già esiste una legge nazionale contro il cyberbullismo, sono notevolmente a favore e sono orgogliosa di questa proposta di legge. Il testo di legge, elaborato in questi mesi in Commissione e che oggi viene illustrato in Aula di Consiglio, rappresenta un passo in più, un passo in avanti rispetto alla legge nazionale, perch questa legge regionale non si occupa solo di cyberbullismo, ma anche di bullismo - quindi, è una legge completa - e dimostra la volontà, da parte delle Istituzioni e da parte del Consiglio regionale del Piemonte, che si vuole trovare veramente una soluzione o si prova a dare una soluzione a un problema grave, diffuso e radicato anche sul nostro territorio.
I nuovi strumenti digitali e il mondo del web hanno ulteriormente aggravato il fenomeno del bullismo, un termine che viene utilizzato per indicare tutte quelle azioni di sistematica prevaricazione e sopruso messi in atto da parte di giovani o di gruppi di giovani nei confronti di altri giovani percepiti come più deboli.
Tra i rischi legati all'uso improprio del web, c'è infatti il cyberbullismo, ovvero, l'uso delle nuove tecnologie per intimorire molestare, mettere in imbarazzo, isolare, far sentire a disagio e escludere altre persone. Oggi, la tecnologia consente ai bulli d'infiltrarsi nelle case delle vittime e di materializzarsi in ogni momento della loro vita perseguitandole con messaggi, immagini, video offensivi inviati tramite smartphone o pubblicati sul web, tramite internet.
Ebbene, signori anche la sottoscritta è stata vittima di cyberbullismo per aver effettuato una scelta politica, ricevendo insulti sessisti e razzisti ho denunciato e querelato oltre 60 persone, che mi hanno insultato offendendo la mia dignità come donna, come individuo e come rappresentante delle Istituzioni. Quindi posso, in parte, immaginare come si possa sentire un giovane, un minore o una persona che viene insultata, molestata stalkerata, intimorita, esclusa, emarginata e punita perché ha fatto delle scelte.
Come il bullismo, anche il cyberbullismo è molto dannoso per il benessere e per la salute mentale dei ragazzi e può arrivare a innescare lo sviluppo di comportamenti antisociali e di problemi relazionali, di delinquenza, di uso di sostanze e di suicidio.
L'obiettivo di questa legge, Presidente, è quello di proteggere i giovani più indifesi e più fragili dalle minacce e dagli insulti educandoli alla cultura della legalità, al rispetto della dignità della persona, alla valorizzazione della diversità e al contrasto a ogni forma di discriminazione, anche attraverso un utilizzo consapevole delle tecnologie informatiche e del web specialmente in ambiente scolastico.
Per raggiungere questo ambizioso obiettivo, la legge prevede un piano triennale di interventi orientati in varie direzioni, che coinvolgono oltre la vittima e l'autore del caso di bullismo, anche gli osservatori dell'atto di bullismo, le famiglie, le scuole, le associazioni di genitori consulte comunali delle famiglie e operatori specializzati, eventualmente formati ad hoc.
Anche il Garante regionale per l'infanzia e l'adolescenza è chiamato, con questa legge, a dare il suo contributo, che è di notevole importanza, così come il CORECOM, che per ruolo istituzionale ha una visuale e una conoscenza privilegiata, rispettivamente dei problemi dei più giovani e dell'evoluzione tecnologica. È bene che noi ci affidiamo anche a questi garanti.
Il progetto di legge prevede, inoltre, l'istituzione di un osservatorio regionale sul bullismo e sul cyberbullismo come organismo di informazione e di consultazione della Giunta regionale. Anche l'istituzione della giornata regionale contro il bullismo e cyberbullismo chiude il cerchio e dovrebbe costituire un momento di armonizzazione e di conoscenza delle diverse iniziative, poste in essere nel territorio.
Ho presentato un emendamento, firmato anche dal collega Rossi, alla proposta di legge che oggi abbiamo in esame, chiedendo di integrare all'articolo 3 della legge, il comma 1 bis che recita: "I centri specializzati nella cura dei disturbi derivanti dal bullismo e dal cyberbullismo dovranno avvalersi di équipe multidisciplinari". Perch questo emendamento? Perché credo che il buon esempio debba partire dalle istituzioni ed è quindi nostro dovere fare tutto il possibile perché sia le vittime sia i bulli e i cyberbulli siano aiutati da professionisti a superare il trauma.
Pensando a questa équipe multidisciplinare, ho preso esempio dalla casa pediatrica del Fatebenefratelli di Milano, l'unica casa pediatrica in Italia che ha istituito un centro dedicato ai problemi giovanili, fra i quali anche il bullismo e cyberbullismo. Sono tantissimi i casi e c'è un'équipe multidisciplinare che si occupa di trattare ragazzi che hanno queste problematiche. Ecco perché l'istituzione di centri specializzati che siano dotati di una équipe multidisciplinare, in cui ci siano diverse figure mediche specialistiche che possano veramente prendere in carica il paziente, in questo caso il giovane, vittima, e anche il bullo.
Per traumi di questo genere non è sufficiente una semplice medicina, ma serve la sinergia tra diverse figure specialistiche e nei centri specialistici ci deve essere un'équipe che sia davvero in grado di aiutare questi ragazzi a contrastare e a prevenire un fenomeno che è sempre più diffuso, che è sintomo di un disagio che, se non viene affrontato con tempestività e, soprattutto, con professionalità, può degenerare sfociando in disturbi più gravi, dai quali poi è difficile uscire, come le dipendenza da alcool.
Leggevo di una ricerca che è stata effettuata e in cui si dice che ci sono tante dipendenze da alcool e da sostanze da gioco, e che ci sono disturbi alimentari perché poi queste persone si ripiegano e ricadono in patologie importanti, fino al'autolesionismo, ai tentati suicidi, alla morte.
No, signori, oggi dobbiamo dire no, dobbiamo contrastare questi fenomeni e oggi dobbiamo dare dignità e un minimo di giustizia a quelle persone che non ci sono più e a tutte quelle famiglie distrutte!



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Monaco, secondo relatore di maggioranza.



MONACO Alfredo, relatore

Grazie, Presidente.
Credo che sulla questione siano stati sviluppati gran parte dei temi di interesse di questo articolato di legge. Effettivamente è stato sottolineato e stigmatizzato molto bene come sia uno sviluppo ulteriore ma in qualche modo - nemmeno in modo vivace - è stato evidenziato come il bullismo e il cyberbullismo abbiano una somiglianza.
Credo che il bullismo sia uno strumento di violenza che partiva anche dalla goliardia, mi si passi questo termine. Non sempre sfumava nelle caratteristiche della violenza, che ha caratteristiche precise, dove la vittima e il bullo, in fondo, sono due facce della stessa medaglia. Nel caso del bullismo, fenomeno connaturato con la specie umana nell'antichità radicato perché appartiene a quelle che sono le dinamiche del gruppo e quindi, del branco; fenomeno che nel mondo della tecnologia odierna diventa un pericoloso strumento e una pericolosa patologia.
La collega Batzella ricordava come lei stessa sia stata vittima di cyberbullismo. Io credo perfino in modo estremistico, perché in genere il cyberbullismo cerca di mettere alla berlina un individuo ma, nel caso di specie, se non ricordo male, è stata fatta sparire da un'immagine, quindi è una forma addirittura nuova di cyberbullismo quella vissuta dalla Consigliera. Sparita. È un fenomeno diverso. Invece di essere vittima di un attacco violento e ripetuto - che è quello del cyberbullismo - giorno notte, incontrollabile soprattutto dagli adulti, nel caso di specie è stata fatta sparire da un'immagine (nessuno può dirle che le abbia fatto qualcosa qualcuno). È un pericoloso fenomeno da iscrivere forse nei testi di patologia, perché chissà che possa accadere altrove e in altre circostanze a persone meno strutturate di lei.
Credo che quella di oggi sia un giornata importante. Ringrazio il collega Rossi che ha recepito per primo questo fenomeno pensando di trasformarlo in un testo di legge, pensando di utilizzare quello strumento nazionale, che già era stato introdotto e proposto. Credo che al Consigliere vada oggettivamente il riconoscimento di tutti coloro che, in qualche maniera vogliono partecipare e partecipano a questa attività.
Da alcune indagini fatte dal CENSIS, sappiamo che il 52 per cento dei Dirigenti scolastici ha dovuto gestire fenomeni di bullismo digitale con degli adescamenti online su minori pari al 51 per cento dei casi. In pochissimi si sono rivolti alle Forze dell'Ordine, solo nel caso in cui siano stati i Dirigenti scolastici.
Il dato importante è che l'81 per cento delle famiglie, anche laddove sollecitate dalla scuola - per quanta tensione possa prestare, oggi ormai la scuola è chiamata a tutto; non si sa nemmeno se ha più un compito istituzionale vero, ma sembra effettivamente l'unica protagonista del fare tutto nella nostra società rispetto ai giovani - cerca di sottovalutare il problema.
È un tema che, ovviamente, sfugge a ogni tipologia di vigilanza e controllo da parte degli adulti perché, diciamo la verità, l'adulto oggi è impreparato allo strumento tecnologico; tutti giochiamo con gli strumenti informatici, ma credo che pochi abbiano la vera proprietà dello strumento e la capacità di vigilanza di quello che potrebbe essere opportuno.
È evidente che è ancora più vile del bullismo perché, è stato ricordato mentre nel bullismo classico, comunque, c'è necessità del contatto fisico nell'operazione di branco e, comunque, in un'area delimitata (persone precise e spazi precisi) e sappiamo benissimo che purtroppo il web comporta questa disponibilità di piattaforma "anonima", nel cyberbullismo c'è la viltà maggiore da parte di chi sottopone a violenza un soggetto, quella di nascondersi dietro uno schermo e poter agire indisturbato in una piattaforma oserei dire "planetaria", per certi versi, nel senso che sono incontrollabili i canali che può prendere lo strumento.
Ben venga, allora, questo strumento di cui si sta dotando la Regione Piemonte. Io ne sono particolarmente contento, anche se emergono già dei tentennamenti o delle perplessità rispetto ad alcuni temi. Come ho detto ne sono contento, ma, allo stesso tempo, credo che anche queste perplessità possano essere utili. Perché sono assolutamente certo che, al di là di quelli che possono apparire toni trionfalistici, credo che la parte del trionfalismo stia nel fatto che abbiamo preso coscienza per primi, come Regione, di questo problema importante, e per primi vogliamo dare una risposta.
È ovvio che non è una risposta definitiva a un fenomeno che, di fatto, non appartiene al mondo degli adulti, ma soprattutto al mondo giovanile. Come può la nostra società di adulti dare una risposta di chiarezza e di limitazione a un fenomeno che è connaturato con la specie proprio per quanto concerne l'effetto branco? Diventa complicato. È un tema di tecnologia che non conosciamo. È un tema connaturato alla natura dell'uomo.
Credo, però, che sia un primo segnale veramente importante di attenzione che le istituzioni - quindi il Consiglio - dimostrano, mettendo anche una componente economica di vigilanza, quindi un embrione importante di piano già articolato sul nostro territorio, per cercare di controllare e limitare il fenomeno.
Credo che sia un modo per accendere una luce, un faro o un riflettore su questo fenomeno. L'auspicio è che la luce possa essere migliorata e amplificata, al fine di portare chiarore in tutti gli angoli bui, perché è proprio negli angoli bui che si generano questi fenomeni del mondo del degrado sociale e culturale.
Le famiglie, non affiancandosi molto spesso alla scuola (si dà la colpa alla scuola, ma credo che il fenomeno principale coinvolga le famiglie) n ascoltando le istanze che provengono dal mondo giovanile, si trovano nelle condizioni di non saper affrontare delle tematiche che poi sfociano in drammi. Sono state ricordate alcune tragedie, ma credo che siano solo "punte di iceberg" o epifenomeni gravissimi e drammatici che ha vissuto la nostra collettività. Purtroppo, il fenomeno non è limitato a quelle circostanze drammatiche e terrificanti che sono state ricordate prima, ma è ampiamente diffuso - credo - in tutte le fasce di età giovanili (la collega Batzella è giovane, quindi anche lei è una vittima), al contrario di un fenomeno nuovo.
Ben venga questa legge. Auspichiamo di avere tutti la massima vigilanza sul tema e di avere successivamente la capacità di promuovere un migliore atto che possa essere adeguato anche all'evoluzione di questo fenomeno correlato a patologie importanti.
Grazie.



MOTTA ANGELA



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Monaco.
L'ultima relazione di minoranza è della Vicepresidente Ruffino, che interviene in qualità di Consigliera regionale; ne ha facoltà.



RUFFINO Daniela, relatrice

Grazie, Presidente.
Quando più forze politiche, indipendentemente dallo schieramento di appartenenza, raggiungono unitarietà di intenti nell'elaborazione di una legge, abbiamo la consapevolezza di aver realizzato qualcosa di utile per la comunità piemontese.
Ed è proprio dal confronto tra idee differenti che emergono proposte più complete e ragionate, nell'interesse di tutti, al di là delle colorazioni politiche.
Una linea comune deve essere raggiunta, a maggior ragione, quando i temi da affrontare, come nel nostro caso, sono la diffusione della cultura della legalità, la dignità della persona, la valorizzazione delle diversità e la lotta alla discriminazione mediante un utilizzo consapevole delle tecnologie informatiche di internet, soprattutto in ambiente scolastico.
Questo testo, che prende forma dall'unione di due progetti differenti viaggia in parallelo alla legge nazionale sulla prevenzione e sul contrasto al cyberbullismo e si pone come argine al bullismo tradizionale, con interventi sotto l'aspetto educativo.
È un provvedimento che si pone come una sorta di coronamento delle attività svolte dall'Assemblea a favore del mondo giovanile, con particolare riguardo proprio ai giovani, giovani a rischio per continue minacce insulti e discriminazioni del web.
Noi pensiamo che il Consiglio regionale abbia una grande responsabilità nei confronti dell'infanzia e dell'età adolescenziale. Attraverso accordi, con la partecipazione agli organismi e alle istituzioni, e un bando mirato a interventi e a progetti, quali l'istituzione di centri specializzati nel contrasto dei disturbi derivanti dal bullismo e dal cyberbullismo, la nostra Regione potrà dare un contributo concreto alla lotta di questa grave problematica sociale.
Il bullismo, in tutte le sue declinazioni, assume purtroppo dimensioni più ampie a causa proprio delle nuove tecnologie di comunicazione. Il Consiglio regionale - lo ribadiamo - ha quindi il dovere di vigilare e di prevenire.
E lo può fare proprio con questo strumento legislativo, che punta alla prevenzione di un fenomeno troppo diffuso e sicuramente preoccupante.
Ma quali azioni concrete possono essere utili? Intanto noi pensiamo che la scuola e la famiglia debbano cooperare. Devono essere aiutate ad avviare percorsi per una prevenzione che sia efficace e per migliorare la capacità di individuare (questo è un altro aspetto importantissimo) tempestivamente episodi e situazioni difficili, ma proprio sin dai primi comportamenti sospetti. In questo quadro di collaborazione devono inserirsi (in questo caso sapientemente) le istituzioni, mettendo a disposizione risorse economiche e umane in grado di supportare le famiglie.
La scuola deve essere punto di incontro, ma anche punto di riferimento dove, ad esempio, predisporre gli sportelli di ascolto, di orientamento e di supporto alle famiglie dei ragazzi protagonisti di episodi di bullismo e cyberbullismo, e dei ragazzi che li hanno subiti. Ma per questo servono risposte, e, ovviamente, per dare le risposte serve personale qualificato.
Mi sono sempre occupata di queste importanti tematiche e, ovviamente continuerò a farlo ancora, ascoltando le esigenze e le testimonianze dei cittadini e degli operatori che si occupano professionalmente del problema.
Però, per rispondere fattivamente a queste urgenti necessità, come Gruppo abbiamo presentato alcuni emendamenti, con l'intento di rendere questa norma ancora più efficace.
Un altro elemento importantissimo per il provvedimento che prende il via oggi è la formazione dei tanti soggetti (educatori, insegnanti e familiari degli studenti) che, a vario titolo, ricoprono questo importante ruolo educativo coi minori. Riteniamo fondamentale sensibilizzare al tema e soprattutto, prevenire l'insorgere di episodi di violenza, utilizzando tutti gli strumenti necessari per una tempestiva individuazione dei casi.
Sappiamo anche quanto le scuole oggi siano in difficoltà, per gli spazi per il poco personale e, talvolta, anche per complessità logistiche di vario genere. Ma questo non deve essere un alibi per non mettere in atto velocemente questa nostra legge e, soprattutto, per non cercare le risorse affinché si possa lavorare.
Non abbiamo timore ad evidenziare che per noi è importante la centralità della famiglia. È per questo che ribadiamo nuovamente che la famiglia deve essere coinvolta, perché ci sono famiglie che spesso subiscono con i loro figli questi episodi davvero violenti e non sono in grado di reggere e di reagire.
Ecco che, allora, la legge potrà costruire una consapevolezza della gravità del gesto e delle conseguenze che, se non gestite, possono diventare davvero dannose.
Pensiamo anche che troppo spesso, dopo un episodio di bullismo, assistiamo a uno sterile scarico di responsabilità che si instaura tra la famiglia e la scuola su chi debba prendersi l'esclusività della colpa. È ovvio che il danneggiato in questo caso è il ragazzo, però sappiamo che le istituzioni possono anche fare da collante tra queste due realtà.
Riteniamo che collaborare significhi unire le forze e unire le forze significa essere più efficaci nella prevenzione e nella ricerca della soluzione. Vogliamo lavorare per fare in modo che le scuole diventino un punto di riferimento anche per le famiglie, perché sappiamo che la scuola è la prima palestra di vita che i ragazzi affrontano fuori dal proprio nucleo. Per questo, la scuola, che non accoglie solo i ragazzi ma anche le famiglie, è un elemento assolutamente importante. Ribadiamo anche che le scuole paritarie debbono avere un ruolo per quanto riguarda la formazione e i servizi di cui ho parlato prima, con la stessa intensità delle altre scuole.
Una legge giusta è una legge che permette agli istituti paritari di offrire alle famiglie e ai ragazzi lo stesso affiancamento, lo stesso supporto e la stessa formazione, ma per noi non è soltanto la scuola lo spazio dove contrastare il bullismo e il cyberbullismo. Non dobbiamo dimenticare l'importanza che riveste nella nostra comunità la vita delle parrocchie e dell'oratorio; questo ovviamente soprattutto nei centri più piccoli. Per questo vogliamo che anche gli enti ecclesiastici civilmente riconosciuti e regolarmente iscritti nel registro delle persone giuridiche, istituito presso la Prefettura della Provincia in cui l'Ente ha la propria sede abbiano le risorse necessarie per offrire questo tipo di supporto formativo alle famiglie e ai volontari.
Quindi, è importante ribadire che ovunque ci sia una situazione in cui i nostri ragazzi si radunano, giocano, passano del tempo insieme ed insieme ad adulti, lì dobbiamo offrire gli strumenti necessari per contrastare questa situazione che ogni giorno ci rendiamo conto diventa più pressante ed anche più dolorosa. La nostra società muta in continuazione, i nostri ragazzi crescono e abbiamo il dovere di offrire loro sicurezza e tranquillità. Ovviamente dobbiamo anche pensare a reperire le risorse necessarie, non dobbiamo nasconderci che il percorso dovrà avere questo elemento importante, proprio perché - qui torno all'inizio del mio intervento, e mi rivolgo soprattutto al collega Rossi, con cui abbiamo dialogato di più ed in modo assolutamente costruttivo - questo iter possa diventare l'esempio di una legge che viene votata e che ovviamente è corredata di risorse adeguate.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Vicepresidente Ruffino.
Nella Conferenza dei Capigruppo avevamo deciso di sospendere il provvedimento intorno alle ore 17 per passare agli atti di indirizzo.
Quindi, chiudiamo la parte iniziale del testo unico avendo terminato le relazioni. Per il momento sono iscritti a parlare per la discussione generale i Consiglieri Appiano, Gancia e Bertola.


Argomento: Trasporti su gomma

Proseguimento esame mozione n. 1200 presentato da Conticelli, Appiano Corgnati, Ferrentino, Gariglio e Rostagno, inerente a "Revisione del sistema delle concessioni autostradali"; ordine del giorno n. 1036 presentato da Gancia, inerente a "Proroga concessioni autostradali in Piemonte"; mozione n. 1149 presentata da Accossato, Grimaldi e Ottria inerente a "Nuovi criteri per il rinnovo delle concessioni autostradali a tutela dei territori"; mozione n. 1204 presentata da Valetti, Andrissi Batzella, Bertola, Bono, Campo, Frediani e Mighetti, inerente a "Rinnovo delle concessioni autostradali e investimenti sulla viabilità provinciale" ordine del giorno n. 1249 presentato da Frediani, Bertola, Bono, Mighetti e Valetti, inerente a "Ridefinizione dei caselli autostradali sulla tangenziale di Torino - liberalizzazione del Casello di Bruere-Rivoli"


PRESIDENTE

Proseguiamo con l'esame della mozione n. 1200, di cui al punto 10) all'o.d.g.
La mozione era stata illustrata e posta in votazione. La votazione era stata successivamente sospesa.
Ha chiesto la parola la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Questa mattina ad inizio seduta avevo chiesto se fosse possibile votare l'ordine del giorno sui vaccini.



PRESIDENTE

Possiamo chiudere questa, che era una votazione sospesa, concludere il punto sulle autostrade e poi fare quello che lei ha richiesto.
L'ordine del giorno n. 1036, la mozione n. 1149 e la mozione n. 1204 sono tutti da illustrare.
Indìco la votazione palese sulla mozione n. 1200, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
La votazione non è valida per mancanza del numero legale per deliberare.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 17.14 riprende alle ore 17.45)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Procediamo con la ripetizione della votazione della mozione n. 1200.
Indìco la votazione palese sulla mozione n. 1200, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
Passiamo all'esame dell'ordine del giorno n. 1036 presentato da Gancia inerente a "Proroga concessioni autostradali in Piemonte".
La parola alla Consigliera Gancia per l'illustrazione.



GANCIA Gianna

Grazie, Presidente.
Premesso che a luglio 2017 è scaduta (qui è scritto "scadrà", perch l'ordine del giorno è stato presentato il 23 marzo 2017) la concessione dell'autostrada A21 che gestisce la tratta Torino-Piacenza.
Appurato che la concessione alla società ATIVA, che gestisce SATT (Sistema Autostradale Tangenziale Torinese) e l'autostrada Torino-Ivrea, ormai scaduta dalla scorsa estate, ed è attualmente gestita in proroga.
Evidenziato che la società SITAF gestisce l'autostrada Torino Bardonecchia, e vive ora la trasformazione da assetto azionario pubblico come da Statuto della stessa società, a privato in capo ad una cordata di costruttori.
Palesato che è ormai divenuta stucchevole e paradigmatica la vicenda del completamento della Asti-Cuneo, dove la parte pubblica dimostra una grave sudditanza nei confronti dei privati, che disattendono la pianificazione della realizzazione dell'opera, penalizza l'intero territorio del sud Piemonte, al fine di ottenere una modifica economica alla concessione con relativa proroga.
Atteso che la rete autostradale piemontese risulta essere tra le più esose tra quelle esistenti in Italia, creando un significativo onere impositivo aggiuntivo per gli automobilisti e per le ditte che sono ubicate in Piemonte.
Verificato che in alcune parti d'Italia non si pagano né tangenziali n autostrade, mentre in Piemonte vi fu un Presidente di Provincia, poi Presidente di Regione, che propose anche l'istituzione del pedaggiamento delle strade statali e il pedaggiamento della Torino-Caselle.
Constatato che non esiste in tutta Europa un sistema di pagamento dei tratti autostradali simile al sistema in vigore nello Stato Italiano.
Ricordando che la categoria degli automobilisti è una delle più tartassate fiscalmente.
Rammentando che i territori limitrofi alle barriere di pedaggiamento sono aggravati dalle pesanti ricadute causate dal traffico stradale che evita il pagamento del biglietto, causando notevoli disagi ai residenti.
Dato atto che nel corso dell'ultima seduta del Consiglio metropolitano della Città metropolitana di Torino è stata approvata all'unanimità una mozione che prevede la soppressione della barriera di Beinasco e impegna il Sindaco metropolitano ad attivare un tavolo di concertazione con i Comuni interessati (stiamo parlando sempre nel marzo 2017).
Ritenuto che una soppressione della barriera comporterebbe, per scelta aziendale di Ativa S.p.A., un suo possibile arretramento verso Pinerolo causando criticità sui territori dove le strade non sono attrezzate per sopportare un forte aumento del traffico veicolare.
Ritenuto, altresì, che la Regione debba farsi parte attiva, nell'istituendo tavolo tra i Comuni coinvolti dalle modificazioni prospettate dalla mozione e la Città Metropolitana di Torino.
Atteso, inoltre, che la situazione della barriera di pedaggiamento di Beinasco incontra solamente ora la contrarietà dei Sindaci dei Comuni dell'area sud-est, mentre simili contrarietà non vennero espresse al momento della costruzione del casello nell'anno 2005.
Rilevato che tale situazione è analoga ad altre realtà del territorio, come ad esempio i comuni dell'area sud-ovest interessati dalla barriera di Trofarello, oltretutto ripetitiva di quella di Villanova d'Asti, oppure per i territori interessati dalla barriera tangenziale di Bruere ripetitiva delle barriera di Avigliana.
Constatato che è di tutta evidenza di come queste barriere generano enormi profitti per le società autostradali, quindi restie a perdere questa situazione oligarchica di gestione della rete autostradale nazionale, a scapito delle indubbie enormi criticità per i Comuni coinvolti.
Si impegna la Giunta Regionale e l'Assessore competente a sollecitare il Ministero delle Infrastrutture affinché, all'interno dei bandi per l'assegnazione delle prossime concessioni interessanti il Piemonte inserisca i seguenti interventi: non procedere ad ulteriori proroghe delle concessioni in essere; completamento immediato della Asti-Cuneo; abolizione della barriera di Trofarello e liberalizzazione del casello di Sanda-Vado abolizione della barriera di Bruere; arretramento del casello di Beinasco e liberalizzazione del tratto tangenziale barriera di Falchera-svincolo di Settimo-San Mauro.
Ribadisco: ho illustrato l'ordine del giorno n. 1036, che però era stato presentato il 23 marzo 2017, quindi contiene alcune questioni che sono state superate.
Grazie.



PRESIDENTE

Ci sono interventi su questo ordine del giorno? No.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 1036, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio non approva.
Passiamo all'esame della mozione n. 1149 presentata da Accossato, Grimaldi e Ottria, inerente a "Nuovi criteri per il rinnovo delle concessioni autostradali a tutela dei territori" La parola alla Consigliera Accossato per l'illustrazione.



ACCOSSATO Silvana

Grazie, Presidente.
La mozione è molto vecchia nel tempo: depositata a luglio, affronta i temi che anche le colleghe e i colleghi hanno illustrato precedentemente nei loro documenti.
Il tema essenziale è quello di fare in modo che l'occasione del rinnovo delle concessioni sia innanzitutto un'occasione di ascolto del territorio di condivisione con i Sindaci e con i soggetti interessati di ciò che sarà oggetto del rapporto convenzionale, per fare in modo che i vantaggi e le opportunità in gioco siano soprattutto volti a una ritorno sui territori in termini di presa in considerazione, in particolar modo per quanto riguarda il sistema tangenziale torinese, del tema del pedaggiamento, che va superato e per il quale vanno trovate soluzioni diverse. Sicuramente va eliminata la disparità tra Comuni e Comuni, tra cittadini e cittadini nell'utilizzo della tangenziale e degli oneri a loro carico, anche per provare a intervenire sui carichi ambientali che un uso distorto, un pedaggiamento distorto e iniquo comporta sui territori della prima e seconda cintura torinese.
Accanto a questo, il tema di come, di nuovo, le risorse in gioco possano essere utili al servizio di tutto il sistema stradale e della rete stradale, non solo autostradale ma anche quella, diciamo, ex provinciale del nostro territorio, le cui condizioni di manutenzione sono fortemente messe in discussione dalla difficoltà e dalla mancanza di risorse, che sta diventando cronica, degli enti gestori.
Questa è - per non voler rubare troppo tempo - la sintesi della mozione che abbiamo presentato e che ha sicuramente dato la possibilità di discutere di intervenire e di ascoltare anche molti autorevoli pareri in proposito.
Crediamo, però, che sia opportuno arrivare a conclusione di questa fase ed anche avere, in un successivo momento, informazioni sullo stato dell'arte di questa trattativa Enti locali-Ministero, per la definizione dei bandi.
Bandi che - voglio ribadire - sono essenziali per garantire la massima trasparenza e il massimo vantaggio per il territorio.
Per la messa in votazione, in accordo con l'Assessore Balocco, propongo una modifica al primo capoverso dell'impegno e, in particolar modo, al fondo dopo la parola "atta", diventa "la previsione di una destinazione dei ricavi atta a ripartire sui territori interessati i vantaggi delle concessioni". Si cancella da "redistribuzione, gli utili", e così via.
Vengo a firmare le modifiche, così come le ho lette.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Accossato.
Ci sono interventi su questa mozione? La parola alla Consigliera Gancia.



GANCIA Gianna

Voglio solo ricordare che, con la vendita si è perduta la governance, e quando la Consigliera Accossato era Assessora in Provincia, vi fu proroga ATIVA il suo Partito, allora, non si oppose alla vendita delle azioni ATIVA del Comune di Torino.
Lo dico senza polemica, ma è giusto puntualizzare.



PRESIDENTE

Grazie, collega Gancia.
Indìco la votazione palese sulla mozione n. 1149, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
Esaminiamo ora la mozione n. 1204 presentata da Valetti, Andrissi Batzella, Bertola, Bono, Campo, Frediani e Mighetti, inerente a "Rinnovo delle concessioni autostradali e investimenti sulla viabilità provinciale".
La parola al Consigliere Valetti per l'illustrazione.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Questa mozione ricalca la posizione che il nostro Gruppo ha tenuto - come anche altri Gruppi politici, per la verità, non solo in quest'Aula, ma anche in altri consessi politici, come la Città metropolitana - i cui principi sono fondamentalmente l'adozione di un sistema di pedaggiamento autostradale equo. Quindi, non vogliamo abolire i pedaggiamenti, ma vogliamo che siano commisurati ai costi di reale manutenzione dell'infrastruttura stradale, perché riteniamo che i gestori privati e pubblico-privati che attualmente gestiscono le infrastrutture per concessione abbiano abbondantemente ammortizzato gli investimenti iniziali che - per la verità - sono già stati in gran parte pubblici, quindi non vi era neanche necessità di recuperare investimenti iniziali, ma solo gestire l'ordinaria manutenzione delle autostrade.
In questi anni, abbiamo visto lievitare i pedaggi di molto, specialmente su alcune arterie locali: sono testimone di quella che riguarda il mio territorio, che è il braccio della Torino-Pinerolo passando per il casello di Beinasco, che ha visto i pedaggi incrementarsi sempre di più, scatenando quella corsa a evitare i caselli che tanti problemi sta creando alla nostra viabilità locale.
Detto ciò, la seconda richiesta è che, qualora vi siano degli introiti dovuti al pedaggiamento delle autostrade, questi possano essere reinvestiti nella manutenzione della rete stradale locale, quindi la rete che attualmente è in carico alle Province e alla Città metropolitana. Questo perché, purtroppo, abbiamo una rete provinciale molto fitta, alimentata dalla tassazione generale che però si sta dimostrando inadeguata, specie per i sempre più ridotti introiti da parte delle Province e delle Città Metropolitane, quindi con l'incapacità economica di riuscire a effettuare le manutenzioni necessarie.
Effettuare una perequazione tra gli introiti da pedaggiamento autostradale anche affidati a privati con regolare gara, ma che possano ritornare nella mano pubblica per reinvestire dove ce n'è bisogno, ci sembra un principio di equità davvero minimo per poter garantire che, non solo le autostrade siano in buon stato, ma anche che tutte le strade provinciali e statali abbiano un livello decente di manutenzione. Su questo, ne va non solo del comfort di chi viaggia, ma specialmente della sicurezza, che molti problemi sta dando e sulla quale anche le recenti conferme di stanziamenti regionali e nazionali rivelano cifre assolutamente insufficienti a fronteggiare le necessità di manutenzione, che corrispondono a svariati milioni di euro solo per la Città metropolitana di Torino.
Il recente inverno ha messo a dura prova lo stato di una rete stradale già molto carente di manutenzione da diversi anni. pertanto, in linea con gli altri ordini del giorno presentati dai colleghi, proponiamo di riportare sotto la vigilanza pubblica il sistema di pedaggiamento autostradale.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Conticelli.



CONTICELLI Nadia

Grazie, Presidente.
Sul fatto che ci sia una ricaduta rispetto ai territori e che la gestione e la viabilità del sistema tangenziale e autostradale - diciamo così, il futuro - sia concordato con i territori, credo che vertano ampiamente i due documenti presentati dalla maggioranza. Peraltro, in questo documento si è fatto riferimento al documento di Città metropolitana, che però chiede che le concessioni siano spezzettate e dunque, al contrario, chiede che il sistema tangenziale di Torino non sia unito con la Piacenza, mentre qui viceversa, si fa riferimento a una gestione di tipo regionale, in modo da favorire gli investimenti, che tra l'altro è la direzione esatta in cui sta andando il Ministero.
Tuttavia riteniamo - per questo non concordiamo con il documento e il nostro non sarà un voto favorevole - che questo primo punto sia discordante rispetto al secondo punto, in cui si chiede che non ci sia una programmazione del servizio tangenziale e autostradale da parte degli Enti pubblici, ma una gestione interamente pubblica di tale servizio, cosa che consideriamo assolutamente non possibile, antistorica e - ripeto assolutamente in contraddizione anche con l'altro elemento che viene messo in evidenza dal documento.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Gancia.



GANCIA Gianna

Grazie, Presidente.
Voglio solo ricordare che il Movimento 5 Stelle governa la Città metropolitana e che possiede il 18 per cento delle azioni ATIVA, ma non ci risulta che stia facendo nulla a livello metropolitano per far rispettare le concessioni. Inoltre, le norme europee rendono incompatibile la presenza di barriere ravvicinate.
Sottolineerei che le società autostradali possono assegnare il 60 per cento dei lavori alle imprese che sono socie delle concessionarie. Questo per ribadire i concetti già espressi prima.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rostagno.



ROSTAGNO Elvio

Grazie, Presidente.
Non entro nel merito della mozione, ma faccio una dichiarazione di voto per il seguente motivo. Credo che tutti noi, poiché siamo stati eletti abbiamo il dovere di rappresentare chi ci ha eletto in questo consesso, e questo dovere l'abbiamo se siamo minoranza o se siamo maggioranza. Certo noi, come maggioranza, abbiamo il compito di portare a casa dei provvedimenti e dunque abbiamo il compito di garantirci una presenza in Aula. Trovo però che sia scorretto, da parte della minoranza, far venire meno i numeri in Aula, tanto più quando si tratta di mozioni e ordini del giorno. Lo trovo scorretto, io non l'ho mai fatto.
Ero nella convinzione di proporre ai miei colleghi di maggioranza di non partecipare al voto, ma per spirito istituzionale credo che sia più corretto partecipare con un voto di astensione. I provvedimenti hanno bisogno della maggioranza dei Consiglieri per essere eletti, anche quelli della minoranza; quando sono proposti dalla minoranza, hanno bisogno di una maggioranza degli eletti che sia presente in Aula. Quindi vengo meno alla proposta di uscire dall'Aula, però chiedo ai miei Consiglieri maggioranza di astenersi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Valetti.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Due osservazioni: una nel merito della proposta e un'altra per rispondere alle affermazioni del Consigliere Rostagno.
La prima è che non capisco dove si faccia menzione ad "affidamenti di gestione autostradale regionale", dal momento che il documento chiede solo un maggiore coinvolgimento degli Enti pubblici interessati nella gestione e negli affidamenti delle gestioni autostradali regionali, ma non specifica in alcun modo se queste gestioni debbano essere grandi o piccole o come debbano essere spezzettate. Dopodiché, se quello è il problema che turba la maggioranza, possiamo anche rimuovere la parte che crea delle preoccupazioni.
Sul secondo punto, chiediamo invece un coinvolgimento pubblico e una gestione pubblica delle autostrade che possa far ricadere i pedaggi ricevuti dalla gestione autostradale.
Mi rivolgo specialmente a chi mi ha fatto le osservazioni, evidentemente.
Chiediamo che la gestione pubblica autostradale riabbia i pedaggi, in modo da poterli reinvestire sulla rete autostradale e sulla rete stradale provinciale e locale. Queste sono le richieste e con ciò chiudo sul merito dopodiché apro una parentesi sulla questione della presenza in Aula.
Resto un po' stupefatto dalle dichiarazioni del Consigliere Rostagno perché la maggioranza è composta da 32 Consiglieri, tanti e abbondantemente sufficienti a garantire la presenza del numero in Aula. Noi in Aula ci siamo sempre, quindi ci aspetteremmo che almeno la maggioranza ci sia per votare i suoi stessi provvedimenti. Pretendere dalle opposizioni un appoggio per far passare i provvedimenti, ci sembra decisamente una pretesa un po' eccessiva; piuttosto, la maggioranza verifichi di avere i numeri per poter portare avanti le cose.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Porchietto.



PORCHIETTO Claudia

Grazie, Presidente.
Intervengo perché ho un grande rispetto del Vicecapogruppo del PD, ed è proprio per questo motivo che mi lascia esterrefatta il suo intervento.
Chiedo scusa al collega Rostagno, perché forse non riporto correttamente le esatte parole che il Vicepresidente Reschigna più di una volta, nella passata legislatura, interpretò in quest'Aula. Ricordo che, su provvedimenti molto più delicati - avevamo un contesto in cui si rischiava il commissariamento della Regione, c'erano delle decisioni pesanti da prendere, se lo rammenterà la collega Motta, che è una delle poche superstiti dell'allora legislatura anche in quelle che sono le file dell'attuale maggioranza - molto spesso il collega Reschigna rimarcava che il dovere di tenere in Aula la maggioranza era in capo alla maggioranza.
Quindi, permettetemi, colleghi: non "girateci" che siamo poco seri su questa cosa. È vostro dovere mantenere i numeri in Aula, non nostro. Ve lo posso garantire: non è nostro. Perché in questo momento la responsabilità del governo della Regione l'avete voi, non l'abbiamo noi. Quindi noi dobbiamo fare quello che dobbiamo fare: valutare e controllare ciò che fate, ma non di certo dover governare o mantenere le maggioranze per far passare i provvedimenti.
Quindi mi permetto di chiedervi di andare a leggere attentamente cosa correttamente in quel frangente il Vicepresidente attuale Reschigna diceva a noi su provvedimenti che potevano fare veramente la differenza sulla Regione Piemonte, ma in quel frangente nessuno di voi si assunse la responsabilità di rimanere in Aula per darci una mano per portare avanti la Regione Piemonte. E ha ragione il Movimento 5 Stelle: loro c'erano sempre poi magari decidevano di non votare, ma loro c'erano. Voi non c'eravate. Di conseguenza, non permetto a nessuno di dare lezioni a noi oggi, anche a un collega che rispetto molto come il Consigliere Rostagno.



PRESIDENTE

Prima di passare alle votazioni, ha chiesto di intervenire l'Assessore Balocco; ne ha facoltà.



BALOCCO Francesco, Assessore ai trasporti

Grazie, Presidente.
Entro in parte nel merito. Lo spirito degli ordini del giorno che sono stati presentati su questa questione, cioè sulla nuova concessione ATIVA sono in gran parte condivisibili, però entro un quadro di riferimento che da parte della Giunta, non vogliamo scardinare.
Il quadro di riferimento è quello impostato dal Ministero, ed è montato nel modo che conoscete tutti, cioè l'aggregazione della concessione ATIVA con la concessione Torino-Piacenza (A21), con scadenza 2030; la proroga della concessione Torino-Milano, in scadenza nel 2026, per quattro anni, quindi fino al 2030; la riduzione della concessione Asti-Cuneo al 2030 con il cross financing della A4, per il completamento dell'Asti-Cuneo stessa.
Questo è il quadro rispetto al sistema di affidamento delle concessioni (gara, proroga, completamento) all'interno di una visione che va appunto nel senso della scadenza comune di tutte queste concessioni al 2030. Questa posizione è frutto anche di una trattativa con l'Unione Europea e con la Commissione europea.
Come Giunta, riteniamo che quest'impostazione debba essere mantenuta e non scardinata. Questo non toglie che, all'interno di quest'impostazione, nella preparazione dei capitolati di gara, in particolare, si vada a definire aspetti che questi ordini del giorno toccano, che sono appunto il tema del pedaggiamento della tangenziale, che è sicuramente oggi un sistema di pedaggiamento iniquo, che non rispetta addirittura le regole che si stanno proponendo rispetto alle modalità di pedaggiamento del sistema autostradale. Da un lato, va nel senso di utilizzare al massimo le risorse che emergono da queste gestioni, non soltanto per la manutenzione, ma anche per investimenti significativi sul sistema autostradale, prima di tutto per quanto riguarda la messa in sicurezza di aspetti di natura idrogeologica, sismica e anche riguardo alla sicurezza rispetto all'incidentalità che queste tratte ancora hanno; dall'altro, investimenti che favoriscano sempre di più una funzione anche di intermodalità della tangenziale torinese e, quindi, il discorso dei parcheggi di attestamento della connessione col sistema del trasporto pubblico locale, da un lato, la metropolitana, il passante ferroviario, dall'altro. Questo è il quadro.
È chiaro che, per quanto riguarda in particolare le questioni del pedaggiamento, non è sensato che ci si soffermi sulla chiusura di quel casello oppure di quell'altro, ma che si vada, attraverso il capitolato della concessione stessa, a un riordino vero del sistema, individuando le modalità anche più innovative e più moderne che, addirittura, esistono già in Italia, ma anche nel mondo, per garantire un'equità, da un lato nell'uso della tangenziale stessa, ma dall'altro anche l'economicità per chi la usa, favorendo e incentivando anche l'integrazione dell'uso della tangenziale col mezzo privato - perché così è - con rendere maggiormente attrattiva la possibilità di utilizzare i mezzi del trasporto pubblico.
Questo è il quadro generale entro cui muoverci.
Quindi, Valetti, bisognerà chiarire, quando si dice di "realizzare una gestione interamente pubblica di parti della rete autostradale territoriale", che cosa significa, perché in un regime di concessione attraverso la gara, può anche essere che vada a finire in mano a una concessione interamente pubblica, nel caso ANAS partecipi alla gara, per esempio, e la vinca, oppure attraverso forme di società mista, se queste si ricreeranno come esistevano nel passato. Tuttavia, diventa difficile imporlo come obiettivo che, appunto, il regime di gara non può rendere certo, anche se magari è auspicabile.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Balocco.
La parola al consigliere Valetti.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Solo per precisare, in seguito all'intervento dell'Assessore, che comprendo nella ratio, e riportare la dimensione a quello che impegna quest'ordine del giorno, perché quest'ordine del giorno non chiede certamente di andare contro le Linee guida del Ministero, perché la Regione ha un certo limite di azione. Non per niente, nelle premesse delle richieste, diciamo: "Il Consiglio regionale impegna la Giunta affinché si faccia promotrice verso il Ministero competente". Quindi, si tratta di un indirizzo politico verso una gestione pubblica del sistema stradale e autostradale.
Ciò non può obbligare né la Regione, né il Ministero a effettuare una gestione pubblica domani, però è un atto politico che indica che vogliamo quel tipo di modello piuttosto che un altro, quindi che preferiamo un modello di gestione pubblica con gli introiti che ritornano nel pubblico piuttosto che un sistema, pur sempre con tutte le remore e i vantaggi del sistema di concorrenza con le gare effettuate in modo sano, pulito e regolare, a norma di legge. Quindi, è un indirizzo che indica che preferiamo un tipo di gestione pubblica, anziché un affidamento a gara, con concessionari privati.
Nessuno è obbligato a ottenere il risultato, approvando questo DG, per indichiamo cosa noi politicamente vediamo come ideale per tutelare la rete autostradale, dopodiché il voto è un voto politico, quindi, non è un voto d'impegno che obbliga ad andare contro il Ministero.
Presidente, aggiungo che chiederemo la votazione per appello nominale.



PRESIDENTE

Grazie, collega Valetti.
La parola al Consigliere Ravetti.



RAVETTI Domenico

Grazie, Presidente.
Soltanto per dire, Presidente, che il Gruppo del Partito Democratico anziché astenersi voterà convintamente contro.



PRESIDENTE

Grazie, collega Ravetti.
La parola alla Consigliera Gancia.



GANCIA Gianna

Grazie, Presidente.
In base a questa discussione, paradossalmente, sembra che i cittadini di Rivoli, Beinasco e Moncalieri si devono mettere il cuore in pace riguardo l'inquinamento causato dai caselli, dal momento che non parliamo più di interventi strutturali per il PM10.
Ricordo che anche il Comune di Torino, a suo tempo, con il PD aveva scelto la strada della privatizzazione, e questa è solo una puntualizzazione.



PRESIDENTE

Grazie, collega Gancia.
La parola al Consigliere Ottria.



OTTRIA Domenico

Grazie, Presidente.
Brevemente su due punti e per onestà intellettuale.
Sul primo punto, riguardo al numero legale, credo che, in generale, la presenza dovrebbero garantirla tutti i Consiglieri. In particolare, penso che rispetto agli ordini del giorno e alle mozioni sia un discorso reciproco, cioè le mozioni passano con i voti, in generale, di tutti, per cui a volte c'è un ordine del giorno della minoranza e a volte c'è un ordine del giorno dalla maggioranza. Su questo credo che, forse, andrebbe fatto uno sforzo maggiore. È chiaro che la maggioranza deve garantire in assoluto il numero legale. Onestamente, sulla proposta iniziale del Consigliere Rostagno di uscire all'aula, io lo dico in tutta onestà, non ero favorevole, per cui sarei comunque rimasto in aula, dando la mia presenza.
Nel merito di questa mozione sono, tendenzialmente, favorevole al principio di una gestione pubblica e che tenda, come dire, anche a gestire al meglio i pedaggiamenti e gli investimenti, visto che comunque il dato generale è quello che ogni anno i pedaggi aumentano, a fronte di investimenti sempre minori sulla rete; poi, c'è anche un problema di manutenzione delle strade diciamo, di secondo ordine.
Chiaramente, ci sono le problematiche espresse dall'Assessore Balocco, che sono, come dire, una parte di cui non si può non tener conto. Alla luce di tutti questi elementi che brevemente ho elencato, annuncio il mio voto di presenza rispetto a questa mozione.



PRESIDENTE

Grazie, collega Ottria.
Indìco la votazione nominale sulla mozione n.1204, il cui testo verrà allegato al processo verbale della seduta in corso.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 37 Consiglieri votanti 30 Consiglieri hanno votato SÌ 8 Consiglieri hanno votato NO 22 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 7 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 1249 presentato da Frediani, Bertola, Bono, Mighetti e Valetti, inerente a "Ridefinizione dei caselli autostradali sulla tangenziale di Torino. Liberalizzazione del casello di Bruere-Rivoli".
La parola alla Consigliera Frediani per l'illustrazione.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Il clima non è dei migliori per sottoporre un atto di indirizzo all'attenzione.
Attenti è una cosa, ben disposti è un'altra.
Quest'atto di indirizzo si focalizza sulla viabilità nel Comune di Rivoli.
Sappiamo che questo Comune vive quotidiane difficoltà proprio legate al fatto che è attraversato a est e a nord dall'infrastruttura autostradale della tangenziale di Torino e dal tratto iniziale della A 32 per Bardonecchia.
Queste tratte autostradali vengono percorse maggiormente da una tipologia di traffico a lunga percorrenza, mentre i pendolari che provengano dalle aree contermini evitano il pedaggio e, di conseguenza escono per rimettersi sulle strade di Rivoli, congestionando la viabilità interna.
Il traffico va quindi a congestionare tutto il centro di Rivoli, non solo anche le vie circostanti, e questo influisce pesantemente sulla qualità dell'aria. La tangenziale di Torino risulta in concessione ad ATIVA fino al 2016, ma ora è in fase di proroga per la ridefinizione della gara d'appalto, per l'affidamento della concessione autostradale.
Noi chiediamo, con quest'atto di indirizzo, di proporre, in fase di ridefinizione della concessione autostradale da tangenziale di Torino, la rimozione del pedaggio al casello di Bruere-Rivoli, o perlomeno una revisione di tale casello che possa consentire ai pendolari metropolitani dell'area di usufruire dell'infrastruttura tangenziale senza andare a congestionare la viabilità interna.
Con questo, raccogliamo le istanze dei cittadini di Rivoli, delle istanze che più volte si sono presentate e in più sedi, e chiediamo al Consiglio di approvare l'atto di indirizzo.
Chiedo la votazione nominale dell'atto.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Conticelli; ne ha facoltà.



CONTICELLI Nadia

Come già detto prima, sicuramente condividiamo il fatto che la zona di Rivoli sia interscambio non solo perché lì c'è il raccordo autostradale per Bardonecchia, ma perché, peraltro, lì arriverà, fino a Cascine Vica, la linea 1 della metropolitana, quindi è un interscambio importante per l'ingresso in città.
Questo vale anche per Orbassano e Beinasco, con le opere collaterali della linea ferroviaria Torino-Lione. Lì sarà costruito il Movicentro, ci sarà l'SFM5, e lo stesso vale per Settimo.
Noi ci asterremo su questo documento, perché riteniamo che abbia una visione del tutto parziale, e allora dovremmo fare un documento per ognuno di questi hub di trasporto che costellano la tangenziale.
Per questo motivo, abbiamo riunito tutto in un documento unico.



PRESIDENTE

Grazie, collega Conticelli.
Indìco la votazione per appello nominale sull'ordine del giorno n. 1249, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 32 Consiglieri votanti 29 Consiglieri hanno votato SÌ 11 Consiglieri si sono astenuti 18 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 3 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Esaminiamo l'ordine del giorno n. 968 presentato da Valetti, Andrissi Bertola, Bono, Frediani e Mighetti, inerente a "Sviluppo collegamento autostradale alla stazione di Moncalieri e relativo Movicentro per favorire l'uso del trasporto pubblico verso l'area metropolitana", e la mozione n.
555 presentata da Frediani, Bertola, Bono, Mighetti e Valetti, inerente a "Liberalizzazione tratte autostradali Scarmagno, Ivrea, Quincinetto Albiano di Ivrea".
La parola al Consigliere Valetti per l'illustrazione dell'ordine del giorno n. 968.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Questo è un ordine del giorno relativo allo sviluppo di un collegamento autostradale presso la stazione di Moncalieri, detto anche Movicentro.
Movicentro è sempre stato, nelle idee dei Comuni e della cintura, una modalità per regolarizzare l'intermodalità treno-gomma ed evitare un grande afflusso verso Torino di automobili presso una bretella che, ricordiamo interessa anche la famosa rotonda di Corso Maroncelli, dove abbiamo evidenti problemi di traffico.
L'idea, portata avanti dal Movimento 5 Stelle e dal Consigliere Giorgio Bertola, è di realizzare una bretella autostradale che consenta alle auto che provengono dall'anello autostradale di stazionare presso la stazione di Moncalieri e utilizzare il servizio ferroviario metropolitano per andare in centro città, invece di affollare le arterie stradali che portano verso il centro.
Sono già stati convocati dei tavoli che coinvolgevano i Comuni interessati di Torino e Moncalieri, come la Regione Piemonte e le ferrovie proprietarie dell'area su cui dovrebbe risiedere un parcheggio. A oggi, quest'area è stata lasciata al degrado, quindi, ovviamente, è di difficile accesso come pericolosità e il numero di posti è assai limitato, quindi non consiste in un vero Movicentro.
Quello che si vuole fare, con questo atto, è promuovere il dialogo tra le varie amministrazioni, affinché sia portata avanti un'opera importante non solo per il Comune di Moncalieri, ma per tutta l'area metropolitana, in quanto ridurrebbe notevolmente il traffico della zona.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Segretario Bertola in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Abbiamo inteso presentare questo atto di indirizzo anche dopo esserci confrontati con rappresentanti dei cittadini, anche ad altro livello, non solo del Movimento 5 Stelle, per risolvere o, meglio, per alleviare il problema, se non altro, con la congestione del traffico in una zona nevralgica come la famosa (o famigerata, per chi è costretto a passarci) rotonda Maroncelli.
Negli ultimi due o tre anni il dibattito si è concentrato soprattutto sulle opere che, eventualmente, potrebbero essere realizzate sulla rotonda Maroncelli, per favorire, in qualche modo, il deflusso delle automobili: mi riferisco al sottopasso, oppure al cosiddetto "sfiocco", quindi alla creazione di una corsia laterale per far defluire in modo più agevole chi deve proseguire verso Torino, anziché girare a sinistra verso Moncalieri.
Opere che, al momento, non sono di realizzazione certa, innanzitutto perch costano parecchio, soprattutto il sottopasso, e poi perché sono legate, in alcuni casi (come il sottopasso), a opere diverse, tipo l'eventuale ennesimo - centro commerciale al Palazzo del Lavoro (operazione che negli anni ha incontrato degli intoppi, con un netto "stop" determinato da sentenze dei Tribunali amministrativi. Da quel punto di vista, quindi, la questione è un po' ferma).
Ci piace ribadire che non sarebbero comunque una soluzione, perché se il numero delle auto che passano da quella zona è alto, farle defluire meglio in un punto non farebbe altro che creare un intasamento più avanti, perch più avanti ci sarebbero comunque dei "colli di bottiglia" o dei semafori.
Semplicemente, andremmo a spostare il problema.
Servirebbe, invece, un numero inferiore di auto che transitano da Moncalieri verso Torino, o un numero maggiore di persone che arrivano a Moncalieri magari col treno e che si recano a Torino con i mezzi pubblici oppure automobili che arrivano da fuori Torino, ma che possono sostare in un parcheggio sicuro e spazioso. Perché l'area del cosiddetto Movicentro oggi è per una parte inutilizzata e per larga parte oggetto di degrado visto che per lungo tempo è stata occupata da persone che erano lì con "abitazioni di fortuna" e che sono state successivamente spostate per il semplice fatto che, nel frattempo, un'alluvione aveva colpito Moncalieri per cui quell'area era stata allagata. Quindi anche in quel caso si è semplicemente spostato il problema, senza risolverlo.
Tuttavia, visto che l'area c'è, e che la Regione negli anni ha fatto anche degli investimenti (quindi non è un'area che scopriamo oggi), sarebbe importante poter realizzare un parcheggio di interscambio, perché andrebbe a vantaggio non solo di una città come Moncalieri, che ha 50.000 abitanti ma anche di tutta l'area metropolitana, anche in considerazione del futuro capolinea (speriamo un futuro non troppo lontano) della Linea 1 della metropolitana a Piazza Bengasi.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola l'Assessore Balocco; ne ha facoltà.



BALOCCO Francesco, Assessore ai trasporti

Il Consigliere Valetti, così come il Consigliere Bertola e la Consigliera Conticelli, credo che sappiano che ciò che viene auspicato con questo ordine del giorno è già avviato, nel senso che il Comune di Moncalieri ha provveduto a uno studio di massima su questa possibilità.
Questo studio è già anche stato inserito, assieme alle analisi di AIPO e di Autorità di bacino, tra le possibili opere da inserire nel capitolato di gara dell'ATIVA più Piacenza.
Ovviamente, è un pezzo - questo è il tema - assieme a quello della rivisitazione del pedaggiamento di cui abbiamo detto, che richiede quest'analisi generale che è stata espressa nel primo ordine del giorno approvato, e che necessita, anch'essa, di un approfondimento - il problema è la progettazione, ma in questo caso una progettazione di massima già esiste - della valorizzazione come parcheggi di attestamento (per esempio del San Luigi, per esempio di Collegno e di Cascine Vica, di Stura e quant'altro).
Di per sé, quindi, proprio perché questo ordine del giorno si riferisce ad una prospettiva già avviata (in particolare dal Comune di Moncalieri) credo che non sussistano problemi ad approvarlo. È già in ballo, insomma.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Conticelli; ne ha facoltà.



CONTICELLI Nadia

Dal momento che non conosciamo questo progetto - lo apprendiamo adesso potrebbe essere utile un approfondimento in Commissione, perché di opere lungo la tangenziale naturalmente se ne possono fare molte e ce ne sono già molte in previsioni da parte dei Comuni.
Quindi, nello spirito dei documenti approvati oggi (al di là del fatto che la concessione magari sia breve, che la competenza sia ministeriale e che tiene conto di una pluralità di elementi), se vogliamo trovare una convergenza sulle opere che, come Consiglio, vogliamo dar mandato alla Giunta di portare al Ministero, pensiamo che sia necessario un approfondimento.
Non so che cosa ne pensano i colleghi.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Gancia; ne ha facoltà.



GANCIA Gianna

Com'è già stato detto - vorrei sottolinearlo ulteriormente - la Regione aveva contribuito, a suo tempo, con un milione di euro, alla realizzazione del Movicentro, che, come ha ribadito il Consigliere Bertola, è poi stato occupato da un campo nomadi, e che solo per una casualità climatica l'alluvione, appunto - si è poi liberato, tra virgolette.
Nella convenzione con FS il Comune non ha realizzato una parte dei lavori pur avendo ricevuto il finanziamento. Ci preme sottolineare questo aspetto perché è mancato, da parte del Comune, il compimento della realizzazione quindi sarebbe opportuno fare un'analisi anche su tale mancanza.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Valetti; ne ha facoltà.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente. Vorrei fare alcune brevi considerazioni a seguito delle osservazioni mosse dalla collega Conticelli.
Questo ordine del giorno fa riferimento a un'idea: quella di avviare un percorso di progettazione per rendere accessibile il parcheggio di Moncalieri dalla rete autostradale.
Per la verità, non è esattamente una novità, perché vi è stato già un incontro preliminare con i Comuni interessati (tra l'altro, erano presenti il Sindaco di Moncalieri, l'Assessore ai trasporti di Torino, la Regione e le rappresentanze delle Ferrovie, proprietarie dell'area dove risiede il parcheggio attuale) e ho percepito, vista anche la presenza dell'Assessore Balocco, una certa unità di intenti nel trovare una soluzione progettuale per effettuare l'opera.
Quindi non si parla ancora di finanziamenti anche se si erano fatte delle ipotesi di finanziamento che potevano provenire da varie fonti, tra cui qualcosa di concordato tra Ferrovie e gestori autostradali e con un contributo dei Comuni, in particolar modo del Comune di Torino, che si era offerto di finanziare una parte dell'opera, a fronte di un vantaggio nell'immissione del traffico verso Torino. Insomma, bilanciandola con le opere della rotonda Maroncelli, sarebbe stato un po' un modo di risolvere a monte il problema del traffico di Maroncelli.
Non ho notizia di successivi incontri, quindi non so se poi ci sono stati affinamenti tra i Comuni, però, e chiedo conferma all'Assessore Balocco, mi pare che il percorso, almeno negli intenti, fosse abbastanza avviato.
Questo è un semplice atto che serve a dare forza a questo percorso intrapreso dalle varie Amministrazioni.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Gancia; ne ha facoltà.



GANCIA Gianna

Intervengo solo per precisare che lo svincolo stradale era già stato progettato ancora dalla Giunta Ghigo e credo che questo sia un pezzo da non perdere. Manca sicuramente il prolungamento di un sottopasso pedonale, ma lo svincolo era già stato progettato dalla Giunta Ghigo. Mi sembra una cosa di non poco conto.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Conticelli; ne ha facoltà.



CONTICELLI Nadia

Ho capito meglio, grazie al collega Valetti, non avendo seguito l'iter della questione.
L'incontro è stato rivolto ai Sindaci e all'Assessore, ed è giusto che ci fossero loro. Noi non abbiamo avuto contezza della cosa. Sempre per quel poco che ci compete, perché poi è una questione più politica e magari il Ministero fa altre valutazioni, siccome ci stiamo lavorando tutti da un anno e mezzo sulle eventuali opere da portare come istanza del territorio per inserirle in questo bando, abbiamo valutato - e l'abbiamo detto negli interventi precedenti - di non entrare nel merito di spostare un casello o l'altro, ma di dare un'esigenza viabilistica generale di libera circolazione sulla tangenziale e di accesso ai parcheggi di interscambio.
Ora, dobbiamo valutare un momento il punto 2, che dice che quest'opera viene inserita nel.



(Commenti fuori microfono)



CONTICELLI Nadia

Vi dico la verità, e spero di essermi spiegata bene, non è una contrarietà al fatto che l'abbiate presentato voi. Peraltro, il Sindaco di Moncalieri è del nostro partito, quindi non avremmo nessuna contrarietà nello specifico però non si tratta di fare lo spezzatino delle opere da inserire.
Possiamo chiedere un minuto di sospensione?



PRESIDENTE

La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 18.48 riprende alle ore 18.52)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Prima che vadano via tutti i Consiglieri, ne approfitto per dare una comunicazione importante. Con grande soddisfazione abbiamo appreso che la Corte Suprema di Teheran sta revisionando la sentenza con la quale era stata decisa la condanna a morte in Iran del medico Ahmadreza Djalali.
Ricordo che il Consiglio regionale si era espresso con tre ordini del giorno, chiedendo che il Governo si facesse parte attiva per la sua liberazione. Questa è veramente una buona notizia.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 18.53 riprende alle ore 18.56)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Per quanto riguarda l'ordine del giorno n. 968, viene modificato l'impegno della Giunta e il secondo punto viene così sostituito: "Si apra un tavolo tecnico di lavoro con la Commissione regionale competente, al fine di valutare opere che agevolino l'interscambio tra rete autostradale e Ferrovie TPL, nell'ambito degli affidamenti autostradali".
Con queste modifiche, metto in votazione il documento.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 968, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
Era attratto anche il n. 555, il cui esame viene rinviato alla prossima seduta di Consiglio.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 18.58)



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