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Dettaglio seduta n.291 del 23/01/18 - Legislatura n. X - Sedute dal 25 maggio 2014 al 25 maggio 2019

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Argomento:


MOTTA ANGELA


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi della scuola media "D. Alighieri" di Torino


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti della scuola media "D. Alighieri" di Torino in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.



(I lavori iniziano alle ore 9.49 con l'esame del punto all'o.d.g. inerente a "Svolgimento interrogazioni e interpellanze")


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta") - Diritto allo studio - Assistenza scolastica

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 1529 presentata da Valle e Baricco, inerente a "Dismissione uso scolastico ex "Casa del Sordomuto", via Arnaldo da Brescia 5, Torino"


PRESIDENTE

Iniziamo i lavori del sindacato ispettivo proponendo l'esame dell'interrogazione indifferibile e urgente n. 1529.
La parola al Consigliere Valle per l'illustrazione.



VALLE Daniele

Grazie, Presidente.
Con la nostra interrogazione vogliamo richiamare l'attenzione - e possibilmente avere notizie aggiornate - rispetto alla dismissione dall'uso scolastico della "Casa del Sordomuto" di via Arnaldo da Brescia.
È una struttura dove per anni si sono tenute lezioni e attività scolastiche dedicate alla comunità dei sordomuti. Questa necessità è poi venuta meno perché, un po' con le tecnologie e un po' con il progressivo cambio di impostazione, per cui gli studenti sono stati inseriti nelle scuole tradizionali, la struttura si è trasformata in convitto.
C'è però ancora una parte importante di questa struttura che, essendo stata originariamente assegnata all'uso scolastico, pur essendo di proprietà del Comune ha bisogno di essere dismessa dal MIUR dall'uso scolastico perché il Comune la possa riassegnare e trovarle una nuova funzione; peraltro, nuova funzione che spetta al Comune individuare, però ha già riscontrato un forte interesse da parte dell'Ente Nazionale Sordomuti, che in questo luogo, che per loro riveste sicuramente un significato storico e simbolico che richiama alle origini, avrebbe interesse a sviluppare attività legate proprio al convitto e alla loro attività associativa.
È per questo motivo che, insieme alla collega Baricco, intendevamo non solo richiamare l'attenzione su un pezzo della storia e del patrimonio immobiliare della città che in questo momento è inutilizzato, indicando anche una possibile prospettiva di riutilizzo, ma anche provare a velocizzare i tempi, perché tanto è sicuro che lì non tornerà mai una scuola, quindi il MIUR non ha alcun interesse a mantenere questa destinazione d'uso.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Valle.
La parola all'Assessora Pentenero per la risposta.



PENTENERO Giovanna, Assessora all'istruzione

Grazie, Presidente.
Comprendo il senso dell'interrogazione e a quanto a noi consta, e anche dalle informazioni che in questo arco di tempo abbiamo cercato di raccogliere dal Ministero (peraltro, anche l'Assessorato stesso è stato sollecitato in questa direzione), quello che attualmente siamo riusciti a ricostruire è che l'organico, come d'altronde deriva dal fatto che l'attività è stata sospesa, è stato assegnato, per l'ultima volta nell'anno scolastico 2014-2015 e a oggi l'attività risulta sospesa.
Il provvedimento di soppressione è di competenza diretta del Ministero e anche se sollecitato più volte, tra l'altro sollecitato anche dall'Ufficio Scolastico Regionale stesso (l'ultimo sollecito è stato fatto la scorsa settimana), attualmente non si è in grado di prevedere quali possano essere i tempi di dismissione.
Va però precisato un aspetto: la Prefettura di Torino ha richiesto l'edificio al Comune di Torino per ospitare i richiedenti protezione internazionale.
Questo è giusto metterlo in evidenza.
Conosco l'attenzione che l'Associazione dei sordomuti dedica alla struttura proprio per storia, quindi cercheremo di comprendere qual è la naturale evoluzione della situazione rispetto alla struttura.



PRESIDENTE

Grazie, Assessora.
Dichiaro chiusa la trattazione del sindacato ispettivo.



(Alle ore 9.52 il Presidente dichiara esaurita la trattazione del punto all'o.d.g. inerente a "Svolgimento interrogazioni e interpellanze")



(La seduta ha inizio alle ore 10.06)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAUS



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Richieste di modifica dell'o.d.g.


PRESIDENTE

Do atto che l'o.d.g. è stato comunicato con la convocazione.
Chiedo se vi siano proposte di modifica.
Ha chiesto la parola la Consigliera Porchietto; ne ha facoltà.



PORCHIETTO Claudia

Grazie, Presidente. La ringrazio per avermi dato la parola.
Voglio soltanto portare all'attenzione dell'Aula il fatto - a detta mia, a detta dei colleghi e, spero, soprattutto delle colleghe - increscioso relativo ai commenti fatti durante una trasmissione televisiva, su una figura femminile, a prescindere che fosse Claretta Petacci o meno. Stiamo parlando di una donna, di una donna che, comunque, ha avuto un ruolo all'interno della storia dell'Italia, nel bene o nel male. Sentire definire, da parte di un comico (io faccio fatica anche a definirlo tale) una donna, comunque equipararla a un maiale, ritengo sia la cosa peggiore che ci sia e che si possa fare.
Pertanto, chiedo gentilmente al Presidente del Consiglio regionale, quando oggi - spero - sarà presente l'Assessora che ha le competenze specifiche di poter dar voce all'Assessora per capire come intende muoversi, stante che, finora, ho sentito soltanto un clamoroso silenzio anche da parte della Giunta regionale.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie, collega. Io sono d'accordo con lei, anzi mi complimento per la sensibilità espressa. Quando arriverà l'Assessora ne parleremo e cercheremo di capire, intanto la posizione - chiaramente indubbia e indiscussa dell'Assessora in merito e, poi, se ci sono e quali possono essere gli spazi affinché tanto il Consiglio quanto la Giunta possano esprimere una posizione di condanna.
Ha chiesto la parola il Consigliere Rostagno; ne ha facoltà.



ROSTAGNO Elvio

Grazie, Presidente.
Chiedo che sia aggiunto all'o.d.g. il proseguimento dell'esame della mozione n. 1191, "Potenziamento dei servizi psichiatrici per l'adolescenza". Era già iniziata l'illustrazione, per cui chiedo di inserire il documento come punto all'o.d.g.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei, collega Rostagno.
La parola alla Consigliera Frediani.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Intanto, mi unisco all'appello della collega Porchietto, perché anch'io ho trovato veramente deprecabile quanto pronunciato in TV dal comico, che per inciso - non fa più ridere neanche me.
Poiché la data del 10 marzo si avvicina e sappiamo che è una data legata agli adempimenti vaccinali, l'ordine del giorno riguardante le vaccinazioni è già inserito all'o.d.g., però chiedo se è possibile discuterlo oggi quindi trovare il modo di anticipare la sua trattazione. Si tratta dell'ordine del giorno n. 1294, "Obblighi vaccinali e diritto all'istruzione".



PRESIDENTE

Scusate! Chiedo scusa, collega, un po' di silenzio!



FREDIANI Francesca

Poiché mi giunge notizia che in alcune scuole stanno arrivando comunicazioni in merito all'allontanamento dei bambini non vaccinati e sappiamo che questa è una cosa che non è prevista in legge, ritengo sia nostro preciso dovere fare chiarezza in merito alle procedure, attraverso la discussione e la votazione di questo atto di indirizzo, che è già previsto all'o.d.g. Chiedo, però, di anticiparne la trattazione, in modo da poterlo votare oggi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Nel condividere le richieste fatte dalla collega Porchietto e dalla collega Frediani, mi permetto di segnalare un aspetto al Consiglio regionale: la scorsa settimana, il sottoscritto ha ricevuto una lettera anonima relativamente a tre decessi che sono avvenuti negli ultimi mesi in tre strutture psichiatriche piemontesi. Tre decessi all'interno di strutture che ospitano 60 pazienti, quindi si tratta di un dato statistico oggettivamente significativo.
La lettera, di cui, se poi il Presidente richiede, darò copia.



PRESIDENTE

Chiedo scusa. Però, colleghi.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Dicevo, la lettera (se poi il Presidente la richiede, ovviamente ne fornir copia) ho provveduto a trasmetterla in Procura, semplicemente perché non era indirizzata alla Procura e, quindi - come la legge prevede - se una persona è a conoscenza di fatti che potrebbero essere (io non dico che vi siano) o che potrebbero avere delle fattispecie penali, è obbligo per un qualunque cittadino, non solo un Consigliere regionale, farlo presente alla Procura.
Faccio presente che le persone decedute sono persone giovani, cioè non parliamo di ultranovantenni che fisiologicamente vengono a mancare all'interno di una RSA, ma di persone sotto i sessant'anni di età, che secondo la segnalazione che è stata data, sono decedute, tutte e tre, per intossicazione da farmaci.
Ovviamente, da questo punto di vista non è compito del mio Gruppo consiliare svolgere un'attività di indagine, ma credo competa all'Assessorato alla sanità, perché non penso sia normale che tre persone vengano a mancare, nell'arco di pochi mesi, all'interno di tre strutture sulle quali la Regione ha un compito di vigilanza.
Pertanto, ritengo doveroso e opportuno mettere a conoscenza il Consiglio regionale su quanto è avvenuto. Io ho ricevuto la lettera in qualità di Consigliere regionale, ma credo sia mio compito informare l'Assemblea rispetto a quanto è avvenuto, dopodiché ovviamente sarà la Giunta piuttosto che l'Assemblea, a decidere cosa ritiene opportuno: all'interno della Commissione, piuttosto che all'interno dell'ASL, valutare qual è la situazione.
Io chiedo solo, non certo oggi.



PRESIDENTE

Ne parlerei alla Conferenza dei Capigruppo, perché secondo me quello è il luogo adatto per affrontare la questione.
Ha chiesto la parola la Consigliera Accossato; ne ha facoltà.



ACCOSSATO Silvana

Grazie, Presidente.
Non so se questo è il momento, ma devo chiedere l'attrazione di un ordine del giorno alla proposta di deliberazione n. 282. Devo farlo adesso?



PRESIDENTE

Già fatto. È a posto.



ACCOSSATO Silvana

Benissimo, grazie.



PRESIDENTE

L'o.d.g. è approvato, ai sensi dell'articolo 58 del Regolamento interno del Consiglio regionale.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo Ferraris e Gariglio.


Argomento:

b) Processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

Sono a disposizione e riproducibili, su richiesta, i processi verbali delle sedute del 16 gennaio 2018.


Argomento:

c) Non impugnativa


PRESIDENTE

Il Consiglio dei Ministri ha esaminato, in data 19 gennaio 2018, le seguenti leggi regionali e ha deliberato la non impugnativa: legge regionale 20 novembre 2017, n. 17, "Disposizioni in materia di sistemazioni provvisorie ai sensi della legge regionale 11 marzo 2015, n. 4, 'Misure straordinarie in favore dei Comuni, per fronteggiare l'emergenza abitativa e altre disposizioni in materia di edilizia sociale'"; legge regionale 22 novembre 2017, n. 19, "Modifiche alla legge regionale 1 dicembre 1998, n.
39, 'Norme sull'organizzazione degli Uffici di comunicazione e sull'ordinamento del personale assegnato'"; legge regionale 22 novembre 2017, n. 20, "Modifiche alla legge regionale 26 ottobre 2009, n. 25 'Interventi a sostegno dell'informazione e della comunicazione istituzionale via radio, televisione, cinema e informatica'".


Argomento:

Approvazione processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g. "Approvazione processi verbali precedenti sedute", comunico che sono stati approvati i processi verbali del 27 e del 28 dicembre 2017 e del 9 gennaio 2018.


Argomento: Nomine

Nomine (rinvio)


PRESIDENTE

La trattazione del punto 3) all'o.d.g., inerente a "Nomine", è posticipato alla seduta pomeridiana.



(L'Assemblea, tacitamente, acconsente)


Argomento: Problemi energetici

Esame proposta di deliberazione n. 282, inerente a "Partecipazione della Regione Piemonte all'avviso pubblico di ENEA per una selezione finalizzata alla scelta di un sito per l'insediamento dell'esperimento DDT (Divertor Tokamak Test), relativo alla fusione nucleare"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare la proposta di deliberazione n. 282, di cui al punto 4) all'o.d.g.
La parola all'Assessora De Santis per l'illustrazione.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 10.16 riprende alle ore 10.23)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
La parola all'Assessora De Santis per l'illustrazione della deliberazione.
DE SANTIS Giuseppina, Assessora all'energia Grazie, Presidente.
Illustro la proposta di delibera al Consiglio e, con l'occasione, illustro contestualmente anche due emendamenti che ho appena firmato per la Giunta e che tengono conto della deliberazione assunta ieri sera dal Comune di Casale Monferrato.
Molti Consiglieri erano presenti nella seduta congiunta delle Commissioni III e V, nella quale si è discusso del Progetto e ne sono stati ripresi e approfonditi gli aspetti tecnici, con il concorso degli specialisti competenti di Regione Piemonte. Di conseguenza, non riprenderò tanto questi aspetti; dirò semplicemente che, a fine novembre scorso (2017), ENEA ha presentato un avviso pubblico trasmettendolo a tutte le Regioni per avviare la procedura di individuazione di un sito dove collocare l'esperimento Divertor Tokamak Test Facility (DTT). Si tratta di un esperimento collegato al grande programma europeo e internazionale di ricerca sulla fusione nucleare; in particolare, questo esperimento si concentra su uno dei punti cruciali della ricerca nel sistema di fusione, ossia lo smaltimento del calore prodotto dal processo di fusione.
Il laboratorio costa, per le cifre che ENEA ha elaborato finora, circa 500 milioni di euro; questo costo verrebbe coperto in parte da contributi di MISE e MIUR a livello nazionale, in parte da un contributo di EUROfusion (il consorzio europeo che gestisce il programma di ricerca sul nucleare) in parte da collaborazioni con partner internazionali, in parte da un finanziamento da richiedersi sul Piano Juncker e, infine, viene richiesto un contributo minimo di 25 milioni alla Regione che venisse scelta per ospitare il Progetto.
In realtà, di quest'iniziativa si parla da più di un anno e il fatto che ENEA abbia pubblicato l'avviso alla fine di novembre con tempi molto stretti per la risposta è dovuto soprattutto al fatto che i cofinanziamenti nazionali si sono resi disponibili nell'autunno scorso.
Noi, come Regione Piemonte, da tempo avevamo ricevuto segnalazioni da parte del Comune di Casale Monferrato sull'interesse a ospitare questa struttura peraltro, nessun altro Comune, né prima né dopo l'avviso pubblico di ENEA si è candidato.
Consideriamo l'impatto assolutamente rilevante di questa infrastruttura sul nostro territorio, che darà lavoro a qualche centinaio di ricercatori e almeno a un migliaio di persone nell'indotto. Queste cifre non sono di fantasia, perché esistono; sono state rese pubbliche e disponibili da ENEA le cifre sull'esperimento JET (un progetto analogo che ha un analogo peso ed è un altro "pezzo" di ricerca sulla fusione che si svolge in Inghilterra) che mettono in evidenza l'impatto che ha avuto sul territorio.
Consideriamo che le nostre Università (il Politecnico e l'Università di Torino) sono fra i pochi atenei italiani che hanno mantenuto importanti specializzazioni di ricerca sulla fusione e ci sono molti ricercatori del Politecnico e dell'Università che, però, data la situazione, nella maggior parte dei casi, vanno a lavorare fuori dall'Italia.
Consideriamo, inoltre, che nel nostro tessuto produttivo piemontese vi sono tutte le capacità per supportare nella parte informatica, meccanica e di ricerca di nuovi materiali un progetto di ricerca come questo.
Consideriamo altresì che molte imprese piemontesi sono già fornitrici del Programma di ricerca sulla fusione e, in particolare, della costruzione di ITER a Cadarache, vicino Marsiglia.
Insomma, l'insieme di queste considerazioni ci ha portato a ritenere assolutamente una grande opportunità da cogliere quella di rispondere positivamente alla disponibilità del Comune di Casale Monferrato e, quindi candidare la Regione a ospitare questo sito di ricerca.
L'avviso scade il 31 gennaio e noi abbiamo illustrato la delibera nelle Commissioni Consiliari la settimana scorsa. In quel momento, avevamo soltanto una nota protocollo della Sindaca di Casale, in cui il Comune confermava l'intenzione di candidarsi a ospitare questo sito. Gli emendamenti, che ho presentato oggi per la Giunta, prendono atto del fatto che ieri sera il Comune di Casale ha formalmente adottato una deliberazione e, quindi, si aggiunge come penultimo dei "considerato" il rinvio all'atto di indirizzo adottato ieri dal Consiglio Comunale di Casale.
Aggiungo inoltre che il Comune ieri ha individuato due siti da proporre a candidatura (un'area pubblica destinata ad area industriale e un'area, in questo momento, di proprietà privata, che è un sito industriale dismesso) e lasciando la scelta a ENEA, prendiamo atto che entrambe le aree, da questo punto di vista, presentano dei vantaggi.
L'area pubblica non ha problemi di caratterizzazione ambientale né di altri approfondimenti necessari, mentre l'area privata avrebbe il vantaggio di non incrementare il consumo di suolo, essendo un sito industriale dismesso che, peraltro, per la sua particolare collocazione necessita di specifiche prescrizioni costruttive dal punto di vista idrogeologico (prescrizioni puntualmente formulate nella delibera del Comune di Casale).
Pertanto, oggi prendiamo atto della delibera del Comune di Casale e dei termini in cui il Comune di Casale ha presentato la propria candidatura quindi ci impegniamo a nostra volta (perché il soggetto formalmente responsabile della candidatura è Regione Piemonte) a candidare i siti del Comune di Casale entro il 31 gennaio presso ENEA.
La spesa massima, collegata a questa attività, è quantificata in 35 milioni di euro, dove 25 sono richiesti obbligatoriamente da ENEA, per partecipare alla call pubblica. Gli altri dieci sono risorse aggiuntive che copriranno se necessario, e sono spese in via di quantificazione, l'allacciamento alla linea a banda ultralarga GARR, la linea che collega i Centri di ricerca e le Università (di nuovo, un requisito del sito scelto), nonché il collegamento a una linea elettrica a elevata potenza necessaria per garantire l'effettuazione dell'esperimento.
Allora, queste cifre ovviamente non sono a oggi quantificabili, lo saranno nel momento in cui ENEA avrà scelto l'area e si faranno dei progetti: le indagini che abbiamo fatto finora ci danno degli ordini di grandezza. Gli interventi sull'area, eventualmente necessari, per la parte oneri di urbanizzazione, saranno a carico di chi l'area (intendo l'area che in questo momento è privata) la mette a disposizione del Comune; invece, per quanto riguarda l'area pubblica, alcune operazioni di urbanizzazione ancora necessarie - che non sono molte - saranno anche queste a carico del Comune.
La ragione per la quale la Giunta ha inteso condividere questa decisione con il Consiglio è fondamentalmente il fatto che questa decisione impatta su tempi che vanno ben al di là della durata di questa legislatura e di questa Giunta, dunque è utile ed è corretto che l'intero Consiglio partecipi a questa decisione e, anzi, la faccia propria.
L'ultimo tema che voglio sottolineare, di cui abbiamo parlato anche in Commissione, è che il Piemonte è la prima Regione italiana per spese in ricerca e sviluppo sul totale del PIL, però questa spesa è in maggior misura spesa privata, ed è lì che noi veramente costruiamo le nostre cifre importanti.
Diversamente, l'investimento dei grandi enti di ricerca nazionali sul Piemonte, storicamente, è stato sempre basso, meno che proporzionale rispetto al peso dell'economia piemontese, della ricerca e dell'innovazione nella nostra regione.
È chiaro che un'operazione di questo genere darebbe veramente il senso di un riequilibrio importante e di un riconoscimento delle capacità che, in questo ambito, il Piemonte esprime in termini di ricerca e di tecnologie industriali.
Grazie.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE BOETI



PRESIDENTE

È aperta la discussione generale.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Segretario Bertola in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Oggi arriviamo a discutere e, successivamente, a esprimere un voto sulla proposta di deliberazione che riguarda la candidatura di un Comune del Piemonte a ospitare una parte, una piccola parte, di un esperimento internazionale che, ovviamente, è molto più grande rispetto a ciò che potrebbe arrivare nella nostra regione.
Lo facciamo dopo che una settimana fa, solo una settimana fa, il Presidente Chiamparino, chiedendo al Presidente del Consiglio regionale, nel rispetto delle prerogative del Consiglio, di convocare una sedute della Conferenza dei Capigruppo diceva: "Voglio coinvolgere il Consiglio regionale in questa scelta perché, comunque noi, come Giunta regionale, abbiamo la facoltà per deliberare direttamente, ma vogliamo coinvolgere anche il Consiglio regionale". E, in qualche modo, ci veniva presentato come una scelta che doveva essere operata in tempi brevi - la deadline è il 31 gennaio qualcosa che era arrivato nelle mani della Giunta regionale in modo un po' improvviso poiché, ci hanno detto, il bando era del mese di novembre.
Effettivamente, come abbiamo potuto verificare, il bando è del mese di novembre, ma della questione DTT se ne parla da più di un anno e più di un anno fa eravamo stati noi a far parlare dell'argomento in Consiglio regionale. Cosa che non è poi avvenuta poiché, a seguito di dichiarazioni di stampa del Presidente Chiamparino e di altri soggetti, avevo presentato un'interrogazione a risposta immediata alla quale l'Assessora De Santis oggi presente e relatrice per la Giunta del provvedimento, aveva dato risposta nella seduta del 20 dicembre 2016, in cui si parlava dell'opportunità di ospitare in Italia una parte di questo esperimento internazionale.
Nell'interrogazione era citata, ed era lo proprio lo spunto per la nostra interrogazione, la dichiarazione del Presidente Chiamparino che diceva, più di un anno fa, a dicembre 2016, che il Piemonte poteva essere considerata la sede naturale per un progetto di questa portata per la presenza logistica di infrastrutture e centri di ricerca pubblici e privati di eccellenza. Inoltre, il Presidente diceva che c'era la possibilità di localizzarla nell'aria del Casalese, che eravamo pronti a fare la nostra parte e che iniziavamo da oggi una campagna di lobbying democratica affinché il progetto fosse sostenuto dal Governo e localizzato nella nostra regione.
Sia ben chiaro, la lobbying democratica è legittima. La lobbying territoriale fatta a Casale Monferrato è più che legittima, ma noi vogliamo anche chiederci cosa poteva essere fatto in quest'anno che non è stato fatto. In quest'anno si poteva coinvolgere il Consiglio regionale perch fino a prova contraria, qui dentro ci hanno mandato i cittadini del Piemonte che potevano essere coinvolti maggiormente, specie se, come ci è parso di capire e come è più che evidente, l'aria prescelta era già chiara.
Non veniteci a raccontare che convocare i cittadini e fare un Consiglio aperto una settimana prima della scadenza per il bando, non è coinvolgere i cittadini, è raccontare ai cittadini ciò che si è deciso di fare, che è qualcosa di diverso. Oltretutto, spesse volte, non è nemmeno far parlare i cittadini, ma una disintermediazione, che fa parlare altri politici o soggetti che, in qualche modo, rappresentano delle istanze dei cittadini. I cittadini non sono stati coinvolti.
Si poteva, forse, visto che la Regione già un anno fa diceva che voleva fare una lobbying democratica per ospitare questo esperimento, permettere anche ad altre aree di candidarsi. Sicuramente, ripeto, la lobbying territoriale su Casale è legittima, ma se parliamo dell'area di Casale Monferrato, è un'area che ha diversi problemi, ha un passato industriale che ha lasciato due grandi problemi, un vuoto occupazionale e una grave emergenza sanitaria e ambientale. Questo è chiaro. Com'è altresì chiaro che ci sono anche altre aree del Piemonte dove, per fortuna, non c'è un'eredità sanitaria ambientale così grave, ma sicuramente ci sono delle carenze dal punto di vista dell'occupazione.
Si poteva, in qualche modo, visto che la Regione si è fatta portavoce ad altri livelli della possibilità e dell'opportunità per il Piemonte di ospitare questo esperimento, ripeto, anche valutare altre aree, ma non è stato fatto. In qualche modo, con il solito meccanismo della pistola puntata alla tempia, c'è stato detto che dovevamo decidere entro una settimana, quindi o il Consiglio regionale partecipava oppure la Giunta avrebbe adottato la delibera.
Certamente il progetto - sui dettagli tecnici magari saranno anche più precisi alcuni miei colleghi - stride un po' con un'altra eredità del nostro Paese, con un'altra eredità della nostra Regione, che è l'eredità dell'energia nucleare. Dobbiamo ancora risolvere quel breve passato; breve passato, ma che ha lasciato alla nostra regione il 96 per cento di volume di rifiuti radioattivi, passato col quale comunque dobbiamo ancora fare i conti.
Ci piacerebbe poi anche sapere, visto che si parla certo di un esperimento di ricerca, ma si parla di energia e si parla di qualcosa che dovrebbe portare alla produzione di energia, vorremmo anche sapere quando c'è, da parte della Giunta regionale e da parte di chi amministra questa Regione l'intenzione di parlare seriamente di energia e della produzione dell'energia in Piemonte, di un piano energetico regionale, quindi non solo di un esperimento che poi, forse, un giorno, nel 2050, signori, potrà portare alla produzione di energia elettrica, ma di parlare di ciò che da oggi può portare il Piemonte a produrre energia elettrica in modo diffuso e in modo distribuito sul territorio.
Quello di cui si va a parlare è ancora di una forma accentrata di produzione dell'energia elettrica, ancora una forma di produzione di energia elettrica che si basa su megacentrali e su megainvestimenti.
Investimenti che, a oggi, non sappiamo dove ci possono portare, dove possono portare al 2050, quindi siamo comunque di fronte a qualcosa che non ha un ritorno nei tempi previsti dal Trattato di Parigi. Abbiamo degli obiettivi da rispettare a livello nazionale, anche a livello regionale e comunque, parliamo di qualcosa che è altro, oltre ad altre perplessità che abbiamo.
Visto tutto questo, c'è anche la necessità di provvedere, a livello regionale, a delle coperture finanziarie. L'investimento è grande, ci sono diversi soggetti, ma anche la Regione deve fare la sua parte. Si parla di 25 milioni di euro, siamo all'esame del bilancio, conosciamo la difficoltà che c'è tante volte a far aggiungere 500 mila euro o un milione di euro su alcuni capitoli del bilancio.
Quanto vogliamo aggiungere quest'anno? Quanto la Giunta regionale vuole aggiungere quest'anno ai capitoli di bilancio che riguardano la produzione di energia da fonti rinnovabili? Lo chiederemo presto, quando affronteremo l'esame del bilancio di previsione, visto che per quello si ritiene utile investire 25 milioni di euro.
Visto il contesto e vista l'accelerazione posta dalla Giunta regionale nell'ultima settimana, c'è un po' il timore che il tutto, alla fine, non si riveli altro che uno "spot elettorale" per qualcuno.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Ravello; ne ha facoltà.



RAVELLO Roberto Sergio

Grazie.
Prima di tutto voglio rivolgere all'Assessora De Santis le mie scuse perché la costringerò a riascoltare parte di concetti già espressi e da lei pazientemente ascoltati la scorsa settimana in Commissione. Ma è un po' un "obbligo d'ufficio".



(Commenti dell'Assessora De Santis)



RAVELLO Roberto Sergio

Ascoltare lei è sempre un piacere.
Prima di tutto una riflessione sul merito del progetto presentato, della delibera proposta: credo sia ragionevole partire facendo un passettino più indietro e condividendo una riflessione in merito a uno dei problemi strutturali più gravi di questo Paese, ovvero la dipendenza energetica.
Chiunque si occupi di economia in generale non può non riconoscere in questo problema uno dei limiti più grossi alla competitività e allo sviluppo del sistema Italia.
"Dipendenza energetica" significa dipendenza economica da altri sistemi produttivi ed economici; significa dipendenza politica da altri governi e da altri territori.
La dipendenza energetica, a detta non dell'ultimo arrivato come me, ma a detta di chi ne sa ben di più, dovrebbe essere, probabilmente, il primo punto nell'agenda di qualunque governante di questo Paese. Purtroppo abbiamo osservato anche negli ultimi anni che questa priorità non è stata condivisa; si è cercato di impostare un sistema economico - con riferimento alla produzione di energia - che delegasse il superamento della dipendenza energetica dell'Italia quasi esclusivamente all'uso di fonti rinnovabili per poi rendersi conto, progressivamente, che con il solo uso di fonti rinnovabili non si va molto lontano.
Credo che oggi, sebbene sia assolutamente favorevole alla presentazione della nostra candidatura e auspichi, soprattutto in ragione di quanto premesso, che alcuni sistemi sperimentali possano procedere e portare i benefici attesi al nostro territorio (in termini occupazionali, in termini economici e in termini di sviluppo sociale), non posso nascondere di provare un certo qual disagio; un disagio che si prova quando ci si trova di fronte ad atteggiamenti un po' ipocriti.
Mi diventa difficile non ricordare che nel non lontano 2011, l'Italia (non per la prima volta, ma per la seconda) si è espressa rispetto alla produzione di energia nucleare e lo ha fatto chiedendo l'abrogazione di tutte le norme che consentissero l'adozione di una strategia energetica nazionale che non escludesse espressamente la produzione di energia nucleare.
Quindi io - abbiate pazienza, ma ho dei limiti oggettivi; d'altronde, sto alla destra di questo emiciclo e non potrebbe che essere così, altrimenti sarei in maggioranza, così mi sono risposto da solo! - faccio fatica a comprendere con che faccia - perdonatemi se sono prosaico - si possa promuovere un progetto finalizzato allo sviluppo di sistemi per la produzione di energia elettrica da fonte nucleare quando contemporaneamente, si è contro (perché si è voluti essere contro) la produzione di energia elettrica da fonte nucleare. È un po' come il rapporto che c'è tra "tabacco" e "monopoli di Stato": è una di quelle tante ipocrisie più o meno grandi che, secondo me, rendono talvolta spiacevole confrontarsi su alcune tematiche.
Aggiungo che a partecipare economicamente al progetto saranno anche governi stranieri. Se non ricordo male, Assessora (mi corregga se sbaglio), la Repubblica popolare cinese parteciperà con una quota significativa alla realizzazione di questo progetto.
Quindi l'uomo della strada, come il sottoscritto, vede la Regione Piemonte che mette una quota sul tavolo; vede la Regione Piemonte che candida e che magari, se ci andrà bene, metterà a disposizione un territorio (o una porzione di comunità del suo territorio); vede la Repubblica popolare cinese, che non mi pare abbia detto "no" al nucleare, partecipare con l'evidente interesse, poi, di poter beneficiare dei risultati di una ricerca di cui il Piemonte e l'Italia non potranno mai beneficiare.
Quanto al metodo, sono stato anticipato dal collega Bertola: anche qui confesso di aver provato una certa qual sorpresa nell'osservare che all'ultimo minuto, proprio a un piede dal traguardo, la Giunta regionale si fosse ricordata di essere animata da un particolare spirito democratico.
Non ero abituato. Forse, distratto, non mi ero accorto che questo fosse uno degli elementi su cui la Giunta ha inteso basare il proprio lavoro. Tant'è ne prendo atto.
Ma ciò che più mi ha generato sorpresa è osservare come, solo all'ultimo minuto, dopo un percorso comunque iniziato (è stato detto, ed è stato confermato dall'Assessora più di un anno fa), la Giunta abbia deciso di assumere un ruolo più da protagonista, cosa che non ha fatto in questo anno.
Io osservo (e ho osservato) come la Giunta regionale sia andata a traino di scelte e di condizionamenti pervenuti dall'esterno; osservo, altresì, come la scelta del Comune di Casale Monferrato - apro una parentesi, Assessora: sono lieto di essere venuto a conoscenza che almeno uno dei grossi dubbi che sono stati avanzati in Commissione sia stato risolto, cioè il fatto che il Comune di Casale Monferrato abbia deliberato la messa a disposizione dell'area, cosa che fino a poche ore fa neanche era - a detta della Giunta ricade in quella località per diverse ragioni; in particolare, per ragioni legate alle necessità di sviluppo di un territorio particolarmente sofferente; necessità che non ho assolutamente intenzione di mettere in discussione, ma che non posso non paragonare alle necessità di altri territori.
Il Piemonte è grosso. Il Piemonte è una regione che, senza andare troppo lontano, secondo qualunque ricerca dell'IRES, ha delle sacche di sofferenza economica e sociale in ognuna delle sue province. La provincia di Alessandra è una delle altre province del Piemonte che ha queste sacche di sofferenza. Soprattutto, la provincia di Alessandria è una delle province del Piemonte nelle quali si possono trovare aree di crisi industriale non complessa, così come deliberato dalla Giunta regionale il non lontano 2 novembre 2016, cioè poco prima o più o meno contemporaneamente l'avvio del percorso per l'individuazione del sito per la presentazione della candidatura per il DTT.
Cosa sono le "aree di crisi industriale non complessa"? Sono aree che la Regione Piemonte ha indicato al Ministero per lo Sviluppo Economico, il quale, con decreto, ha recepito il fatto che in Regione Piemonte ci sono non il Comune di Casale Monferrato e qualche altro Comune, ma ben 317 Comuni che hanno le stesse caratteristiche, dal punto di vista della sofferenza industriale, economica e sociale, del Comune di Casale Monferrato.
Allora, quello che credo abbia profondamente stonato in questa sinfonia è il non aver inteso utilizzare tutti gli strumenti nelle mani della Giunta regionale, a cominciare dalla delibera del novembre 2016, per selezionare o, quantomeno, per offrire a tutte le aree, a pari condizioni, la possibilità di presentare una candidatura a un progetto la cui titolarità nella partecipazione non è dei Comuni, ma è della Regione. La Regione Piemonte si è svegliata, si è ricordata troppo tardi di dover essere protagonista in questo progetto e ha mancato in tutto il percorso di accompagnamento che, di fatto, esclude buona parte di tutte le aree che avrebbero potuto averne bisogno dalla possibilità di collocare sul proprio territorio uno straordinario strumento di rilancio.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Grimaldi; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
L'intervento che mi ha appena preceduto forse riconsegna a questo dibattito pubblico tante delle suggestioni per me negative che spesso confondono e alimentano alcune legittime paure del territorio. Ho sentito nello stesso intervento e nella discussione l'implicito riferimento a quello che è avvenuto in Italia pochi anni fa - come ricordava il Consigliere Ravello questo sì legittimamente - per la seconda volta nella storia del Paese cioè la messa finalmente alla berlina di una tecnologia inutile, dannosa e ancora pesante per l'eredità di questo Paese e del futuro dell'Europa, con quella che è la discussione che dovremmo tenere qui oggi.
Badate bene, non sto dicendo che le due cose non siano collegate, posto che è la ricerca e la scienza che hanno fatto sì che, anche negli stessi periodi, nell'umanità si sognassero queste due strategie energetiche. Dico però ancor di più che trovo legittime le preoccupazioni della comunità locale sul futuro della nostra Regione. Perché dico questo? Perché è bene non confondere i due progetti, ma è bene ricordare che questa ombra nucleare è sempre presente nella nostra Regione. Siamo noi amministratori che non dobbiamo mischiare i due piani e siamo noi amministratori - lo dico soprattutto al Presidente e agli Assessori della Giunta - che dobbiamo far sì che quelle ombre non siano più presenti nel nostro territorio.
Che cosa voglio dire? Quando i siti, i giornali e le testate locali di Casale e di quella provincia ci ricordano che quel luogo rischia di diventare un deposito come Trino e Saluggia, il problema non è tanto rassicurare solo su questo progetto, ma è ricordarci che alcune di queste vicende sono ancora legate al nostro passato.
La dico come l'abbiamo detta tante volte in Aula e l'Assessore Valmaggia lo sa bene, così come la Presidente della V Commissione: in un territorio che detiene ancora oggi, come abbiamo visto negli ultimi sopralluoghi, più del 90 per cento delle scorie nucleari di un'eredità che ha avuto pochissimi anni di vita, è legittimo - e, ripeto, è inutile banalizzare le proteste dei cittadini e ridicolizzare la coscienza ambientalista - porsi il dubbio sulle strategie energetiche di questa Regione e del Paese, ma in generale su come si gestiscono le eredità.
Chiudo questo inciso e ricordo che, ancora oggi, una mappa elaborata dall'ISPRA e dalla Sogin non è ancora stata ufficialmente presentata alle Regioni con le varie alternative per il sito di stoccaggio nucleare. E questo, unito alla ferita nella storia del Casalese e dell'Eternit alimenta ovviamente delle ombre. Qual è, però, il nostro compito? È tutt'altro, è separare le vicende, è evitare che in futuro succedano alcuni degli stessi errori.
Intanto c'è bisogno di fare una premessa sulla tecnologia. Anche ai più ambientalisti come noi, che pensiamo un mondo in cui le energie rinnovabili daranno la gran parte dell'energia necessaria, soprattutto per le attività domestiche e per le attività diurne e quotidiane, è chiaro il problema, lo diceva bene anche il collega Bertola del Gruppo Movimento 5 Stelle, che anch'esso ha la coscienza ambientalista nel segno della loro origine politica. C'è sempre un elemento ancora da chiarire, cioè il tema dei picchi e il tema industriale. Lo ricordavamo già in altre Commissioni, cioè il fatto che, ad esempio, le energie rinnovabili (almeno due delle più diffuse) non hanno ancora affrontato il tema dell'implementazione notturna.
Che cosa voglio dire? Che certamente il sogno dell'umanità è quello di trasformare una reazione, che nel sole è quotidiana, sulla Terra; alcuni dicono che il sogno di Prometeo è un sogno che, in qualche modo, dagli anni Cinquanta a oggi continua a essere nella carne vivida della scienza.
L'altro giorno il MIT ha dichiarato di voler arrivare a un progetto ancora diverso dal progetto ITER, che comprende tra l'altro un'enorme comunità internazionale, così come sta ovviamente proprio nelle difficoltà di questo progetto.
Vorrei che, se le paure degli ambientalisti vengono in qualche modo messe in sicurezza da una nostra discussione seria, anche noi dovremmo evitare assolutismi su questa discussione.
È chiaro che qualsiasi ricostruzione deve tenere conto del progetto faraonico francese, da cui parte tutto. Lo stesso ITER ha avuto dei tempi continui di dilazione dei termini di arrivo del regime naturale di quell'impianto, così come vi sono ancora tanti progetti di ricerca come quello che concorriamo a ospitare. Sappiamo di come il tema del divertore entrerà dentro una discussione che ci vedrà protagonisti, ma dico sommessamente una cosa: non si capisce bene quanto nel progetto saremo impegnati a ospitare un piccolo reattore anche da noi, perché non si capisce bene come le reazioni al calore possano essere ricostruite in assenza di reattore. Questo continua ad essere un dubbio.
Presidente, arrivo al punto. Proprio per evitare incomprensioni, noi di Sinistra Italiana, insieme al Gruppo MDP abbiamo presentato degli emendamenti, che illustreremo pian piano, volti a delimitare il tema e a provare a rassicurare il territorio che, negli scorsi giorni, ha chiesto più istanze.
Li riassumo velocemente, poi li presenteremo di volta in volta. Il primo è che nell'individuazione dell'area dovrà essere garantita l'idoneità dal punto di vista dei criteri di sicurezza ambientale e di minimizzazione dei rischi idrogeologici.
Il secondo è che, per quanto riguarda le spese quantificate fra i 25 e i 35 milioni di euro, vorremmo che si dicesse, per quanto riguarda gli oneri legati alle opere di urbanizzazione, l'interconnessione della rete GARR e l'estensione della linea elettrica si arrivi al limite massimo (ora con il Presidente abbiamo trovato la formula giusta) dei 35 milioni. Però basta capirci, cioè che il termine dei 35 milioni non sia, in qualche modo lasciato lì, ma che ci si impegni anche a individuare e definire gli ulteriori oneri. Ma sono importanti soprattutto gli altri due, e concludo: il primo è rispondere, come dicevano la Presidente di V Commissione Accossato e il Capogruppo Ottria, all'esigenza di avere da subito in campo un osservatorio, utile intanto a raccogliere tutte le istanze del territorio e della popolazione locale, ma che, in qualche modo, curi la realizzazione del progetto e, soprattutto, la realizzazione preliminare fino allo smantellamento e alla bonifica del sito.
A proposito della bonifica, vi chiediamo qualcosa di più con questi emendamenti. Chiediamo di estendere da subito questa discussione ai Ministeri competenti, perché, come avviene per le discariche, ci sia subito un iter del post mortem e, quindi, un protocollo d'intesa con i Ministeri competenti anche per definire tempi, oneri e modalità, che in qualche modo devono essere chiari al territorio sin da subito.
Con queste premesse e con i dubbi che abbiamo detto prima, perché - ripeto e mi rivolgo al Presidente - i dubbi più grandi sono proprio legati all'iter di questa vicenda. Se ci fosse stata una call for interest nostra e ci fossero state candidature di Enti locali con una discussione di un anno, forse non saremmo arrivati a mettere tutto insieme nell'ultima settimana.
È andata così. Non credo sia giusto negare a questo territorio la possibilità di ospitare un grande progetto di ricerca, ma è chiaro, e vale soprattutto per il tema delle scorie, che, seppur minori, sono diverse da quelle che vediamo a Saluggia e a quelle legate alla fissione, che è emblematica di una ferita del nostro territorio.
Anche per quanto riguarda il tema della loro localizzazione nel progetto e quindi, nell'idoneità del sito, devono essere registrate in un lavoro trasparente di costruzione di questo progetto, che va fatto dal giorno dopo questa candidatura.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Gallo; ne ha facoltà.



GALLO Raffaele

Grazie, Presidente.
Ho ascoltato con attenzione gli interventi dei colleghi che mi hanno preceduto e ovviamente la relazione dell'Assessora De Santis, che ringrazio.
A me non appassiona - l'ho già detto in Commissione e lo ripeto qui in Aula la discussione su tempi, modi e modalità con le quali oggi arriviamo a discutere e approvare una candidatura importante quale quella di Casale Monferrato per questo importante investimento e per questa importante attività di ricerca. Non mi appassiona, perché credo sia compito della Giunta costruire le migliori opportunità per il Piemonte di attrarre sul proprio territorio investimenti tecnologici e di attività di ricerca come questi; costruire dossier; individuare e percorrere strade possibili da mettere poi a disposizione del Consiglio regionale e delle sue Commissioni per la condivisione, eventuali modifiche e approvazione.
Personalmente credo che l'attività della Giunta sia stata corretta e abbia colto quella che è una grande opportunità, prima di tutto per l'Italia, ma in secondo luogo per il Piemonte, di riportare, o di portare sul nostro territorio, un importante investimento e un centro di ricerca importante su una di quelle tecnologie che sono la frontiera della ricerca, nell'ambito dell'energia, che quindi ricolloca il nostro Paese - se riusciremo ad aggiudicarci questa candidatura e se questo bando ricollocherà anche il Piemonte - sulla frontiera della più alta ricerca in questo ambito all'interno di un sistema globale e mondiale di ricerca che sta andando avanti da parecchi anni e sui quali tutti gli Stati mondiali stanno investendo risorse.
Un plauso, quindi, alla Giunta, ma una precisazione rispetto a quanto ho sentito.
La ricerca, per definizione, è un'attività rispetto alla quale si pongono degli obiettivi, quando si inizia il processo di ricerca, ma non si ha la certezza dei risultati, proprio perché la ricerca è, nella sua definizione un elemento di scoperta, di ricerca e di elaborazione di strade e di percorsi nuovi, rispetto ai quali ci si prefiggono degli obiettivi, ma che solo dopo si vedrà quali sono stati raggiunti.
Tuttavia, un percorso di ricerca, in qualsiasi campo, ma ancora di più in questo, nel corso degli anni può portare a ricadute diverse che oggi possiamo soltanto ipotizzare e non prevedere. Anche in Commissione, i tecnici ci indicavano la tecnologia dei materiali come uno di quei campi in cui si possono avere ricadute importanti, tipo il campo della robotica.
È un percorso di ricerca che tende alla fusione nucleare e all'obiettivo di ricerca che ci diamo, ma che nel suo percorso ci porterà delle ricadute sicuramente importanti in tanti altri ambiti e in tante altre tecnologie. È quindi un percorso da intraprendere e da portare avanti.
Sulla tecnologia del nucleare, come ho sentito ripetere prima, noi parliamo di tecnologia (non sono un tecnico e quindi non mi avventuro in questo ambito), non di fissione nucleare, ma di fusione nucleare, che è una nuova tipologia e una nuova tecnica che, peraltro, come ci indicano i nostri tecnici, con impatti ambientali molto bassi rispetto ai quali tutto il Consiglio regionale, e anche il Partito Democratico, chiede un'attenzione particolare in tutto il percorso di ricerca, qualora dovesse avvenire in Piemonte.
Per quanto riguarda l'ambito dell'energia, auspico che nelle prossime settimane e nei prossimi mesi si possa affrontare, nella Commissione che presiedo, un ampio dibattito sul tema dell'energia, delle tecnologie rinnovabili e su tutto quanto già conosciamo.
Ritengo che la risposta legata all'energia, come in tanti altri ambiti, non possa essere univoca e investire soltanto in tecnologie rinnovabili; deve essere una risposta composita e ampia, che vada dalla ricerca di nuove tecnologie dell'energia all'investimento legato alle energie rinnovabili in modo da dare una risposta completa e complessiva a questo ambito.
Ben venga, quindi, un investimento e una candidatura della Regione Piemonte e di Casale Monferrato a questa opportunità nazionale. Da quanto abbiamo approfondito in Commissione, ritengo che non sia una candidatura "di servizio", ma una candidatura con tutti i requisiti e le possibilità per concorrere veramente ad acquisire questo investimento in ricerca.
L'augurio del Partito Democratico e di tutta la maggioranza è che tra qualche mese si possa ritornare in Commissione congiunta III e V con un risultato positivo, per approfondire ancora di più gli aspetti legati a questo investimento che, ricordo, si tratta di un investimento di 500 milioni che potrebbe portare 1.600 posti di lavoro sul nostro territorio.
Il Partito Democratico, quindi, voterà convintamente questa proposta di delibera al Consiglio regionale, augurandoci di ottenere i risultati che tutti ci auguriamo.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Andrissi; ne ha facoltà.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Effettivamente oggi non dobbiamo decidere se questo esperimento verrà in Italia, dobbiamo solo decidere se la Regione Piemonte è in grado di partecipare a un bando dell'ENEA e se è in grado di parteciparvi nel migliore dei modi.
Dico subito, come ha affermato prima il collega Bertola, che a noi pare che la candidatura del Piemonte sia arrivata in modo tardivo e affrettato. Se la Regione Piemonte avesse voluto fare una partecipazione seria e concreta ovvero se avesse creduto alla possibilità di vincere questo bando, secondo noi avrebbe seguito un altro percorso, un percorso di coinvolgimento dei territori.



PRESIDENTE

Scusi, Consigliere Andrissi.
Vorrei che il Consigliere Andrissi avesse la possibilità di fare il suo intervento, se non ascoltato, almeno ascoltandosi, ma in questo momento non mi pare che abbia né una né l'altra possibilità.
Prego, Consigliere Andrissi.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente, gentilissimo.
Un percorso che avrebbe visto un coinvolgimento dei territori, un serio coinvolgimento dei territori; un dibattito pubblico sugli obiettivi di questa ricerca e anche sui possibili effetti collaterali di un progetto che, sebbene abbia obiettivi molto nobili, cioè riprodurre l'attività di una stella sulla terra (un po' il sogno del dell'Homo Sapiens del 2000) dall'altro è un progetto che concentra in un unico centro grandi masse di materiali, grandi impianti e sostanze radioattive che devono andare in fusione perché, attualmente, l'uomo più di questo non riesce a fare.
L'obiettivo è questo, o è anche un obiettivo che viene dietro questo disegno sperimentale, cioè quello di dare all'uomo la possibilità di consumare energie in modo infinito? Ma veramente abbiamo bisogno di poter consumare in modo infinito energie o non abbiamo la necessità - una necessità fortissima, secondo i dati sul cambiamento climatico che un'industrializzazione sviluppata, dalla metà dell'Ottocento, a partire dall'Inghilterra, ha determinato - di ridurre la nostra impronta ecologica su questo pianeta, quindi ripensare ai consumi a partire dal nostro piccolo, per arrivare anche ai consumi industriali e a una serie di cose che si possono rivedere e, comunque, contenere? Anche sulle produzioni agricole, per esempio, dove viene raccontata la barzelletta che la coltivazione convenzionale sfama il mondo, quando - in quel caso - il bilancio energetico è dieci volte sfavorevole rispetto alla produzione agricola? Allora, se dietro c'è un concetto di sviluppo e di crescita del nostro sistema economico, io ritengo che, in buona parte, sia sostanzialmente sbagliato. Detto ciò, però, riguardo a qualsiasi attività sperimentale sperimentale di base, non applicata, nel momento in cui mi si dice "creiamo una pianta geneticamente resistente a un fitofarmaco", io rispondo: "No questa non è ricerca che può dare degli effetti benefici". Però, si vuol fare una ricerca che può dare dei risultati in un periodo a lungo termine ben oltre quelle che sono le scadenze impellenti del cambiamento climatico? Va beh, abbiamo delle risorse, in Europa è stato deciso di investire delle risorse su questo fronte, si può pensare di incentivare anche questo ambito di sviluppo e di ricerca.
Detto ciò, io non credo che questa sia l'attività prioritaria, considerando che una Regione come il Piemonte non è stata ancora in grado di dotarsi di un Piano energetico ambientale regionale. Nel 2014 avevamo visto una bozza di questo Piano; oggi ci troviamo - all'ultimo secondo, al fotofinish - con la volontà di partecipare a questo progetto, ma in un modo affrettato all'ultimo momento. Addirittura, l'area indicata è un'area esondabile.
Ritengo che il Piemonte, in questo modo, non arriverà con le migliori carte da giocare per poter vincere questo bando. E, se il Piemonte non arriva con le migliori carte, è colpa di questa Amministrazione, perché non ha saputo creare, nell'anno di discussione che c'è stato sui mezzi di informazione e sui comunicati stampa emessi dall'Amministrazione stessa, un percorso che consentisse di arrivare con le carte in regola per poter dire: "Abbiamo delle probabilità per vincere questo bando".
Questo, purtroppo, è stato causato da una mancanza di fiducia nelle proprie capacità e, in questo progetto, da parte di questa Amministrazione. Il progetto verrà realizzato in Italia, ma credo non in Piemonte, poiché non è stato avviato un percorso che consentisse di arrivare ad avere effettivamente le carte giuste per giocare questa partita.
Detto ciò, anche l'impegno economico-finanziario non è chiaro: non è chiaro quanti saranno i soldi. Fa bene il Gruppo Liberi e Uguali a mettere dei paletti sul cofinanziamento regionale, perché effettivamente non è chiaro qual è il limite. La stessa cosa è stata detta alla Conferenza dei Capigruppo: attualmente saranno 35 milioni, però potrebbero essere di più i soldi che la Regione dovrà mettere in campo e, considerando che la Regione Piemonte ha una situazione di indebitamento molto forte, che è appena uscita da un Piano di rientro sanitario e ha tutto un Piano di rientro dell'indebitamento pregresso, che ha portato e porterà a sostenere dei grossi sacrifici, ritengo che questo sia un altro problema che dovremmo affrontare con grande serietà.
Pertanto, all'ultimo momento, nell'ultima settimana, questo dibattito non ci consente di esprimere un voto favorevole alla partecipazione. È una considerazione generale di posizione favorevole a questo progetto di ricerca, ma noi crediamo che la Regione Piemonte arrivi fortemente impreparata a questo bando.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
È evidente che, quando si deve dare il proprio voto ed esprimere il proprio parere su un intervento - comunque la si pensi - di alta complessità in termini di ricerca e su un investimento complessivo di 500 milioni di euro è un'opportunità che la nostra Regione deve - ritengo - cogliere, per una serie di motivi. Il primo è l'alta valenza in termini di ricerca.
Abbiamo visto che, laddove, anche in realtà periferiche della nostra regione, sono stati avviati dei progetti in cui la ricerca è stata ad alto valore, c'è stata una ricaduta, al di là di quella occupazionale, in termini generali, per quel territorio, positiva. Così come certamente positivo è l'aspetto legato alla ricaduta occupazionale. Ancora di più - e vale ovviamente per l'area del Casalese, la città di Casale, come potrebbe valere per altre aree del Piemonte - se questa si inserisce all'interno di aree che hanno pagato, in termini di comunità umane, un dazio significativo alle attività di produzione industriale significativo, come è avvenuto per la comunità di Casale e dei casalesi, con l'Eternit.
E questi sono, ovviamente, gli aspetti che non possiamo non rilevare come positivi all'interno della delibera. Credo, però, che non si possano non considerare altri aspetti significativi, che alcuni colleghi riconducevano correttamente al metodo, ma anche al merito con cui si arriva a questa scelta.
Io parto dal primo, che è quello dell'investimento: 500 milioni di euro. Lo dico perché il progetto ENEA non è l'unica opportunità che questa Regione ha e aveva in termini di progetti di ricerca ad alta complessità. Vi sono interi distretti europei che, sia su progetti di organismi come appunto ENEA sia su progetti derivanti da fondi europei o legati, in ogni caso, a mondi universitari e quant'altro, hanno investito risorse assolutamente consistenti che hanno garantito, in ogni caso, una grande capacità di ricerca e una grande ricaduta occupazionale.
Quindi, devo dire che il dato del bilancio è, per quanto ci riguarda, un dato essenziale, per un motivo molto banale: perché questo bando, ancorch sia uscito a novembre, non è il primo bando che esce su questo tema.
L'inizio della preparazione della candidatura della città di Casale risale a un anno fa, quindi quello delle risorse è un tema centrale, ed è centrale anche rispetto al bilancio che stiamo affrontando, non solo per la copertura che il bilancio, essendo un bilancio triennale, dovrà dare al bando qualora ovviamente la Regione Piemonte risulti poi vincente rispetto al bando ENEA, ma anche perché con questo bando abbiamo la dimostrazione che, a fronte di proposte di ricaduta in termini di ricerca e in termini occupazionali, la Regione Piemonte ha più di 25 milioni di euro l'anno da investire rispetto a questo tema.
Qualora la Regione Piemonte si candidasse per il progetto di fusione e vincesse un altro soggetto candidato, è evidente che, se quelle risorse c'erano, cioè se 500 milioni di euro c'erano per un progetto come questo 500 milioni di euro ci sono - o anche una cifra inferiore, o 25 milioni di euro l'anno, se volete - per altri tipi di progetti aventi la stessa finalità, perché sono risorse regionali, al netto delle risorse che mette lo Stato e quant'altro.
Questo è un dato indispensabile da sapere, perché in molti altri casi sono state avanzate proposte di investimenti in termini di potenziamento della ricerca e in termini di potenziamento delle ricadute occupazionali con risorse regionali, ma la risposta è sempre stata univoca: non ci sono le risorse per poter sostenere questo tipo di attività.
Potrei fare molti esempi; mi limito a farne uno rispetto a un'attività di attrazione di imprese che garantiscano una pari ricaduta occupazionale o garantiscano una pari capacità di altissima valenza, anche in termini di ricerca, ma su questo non si è mai potuto ragionare perché, appunto, non c'erano le risorse.
Un altro aspetto che non possiamo non considerare e che altri colleghi hanno rilevato è quello relativo al metodo. Ora, qualunque progetto che ha questo impatto dal punto di vista della temporalità e questo impatto dal punto di vista del valore economico dovrebbe essere un documento che, una volta ovviamente condiviso dalla Giunta come volontà di partecipazione al progetto stesso, viene innanzitutto condiviso col Consiglio regionale. Ma non viene condiviso a una settimana dalla scadenza del bando, a fronte del fatto che precedentemente, alla Conferenza dei Capigruppo, era già stato indetto un Consiglio aperto nella città di Casale che avrebbe discusso di questo, con il Presidente della Giunta che spiega alla Conferenza dei Capigruppo (in modo generale, ma com'è corretto che sia), qual è il progetto e poi una Commissione consiliare si riunisce di tutta fretta a seguito della comunicazione del Presidente per provare ad analizzare questo tema. È certamente un metodo che non funziona.
Questo è, verosimilmente, il più grande investimento che la Regione Piemonte intende fare nel campo della ricerca, anche per garantire ricadute occupazionali, ma il fatto che un argomento simile sia discusso negli ultimi sette giorni prima della presentazione del bando, oggettivamente è una cosa che non si è mai vista. Se fosse accaduto in modo opposto, dubito che - almeno le opposizioni che io ho conosciuto quando abbiamo governato la Regione Piemonte - avreste colto un'opportunità come questa con la stessa sobrietà che stiamo dimostrando noi.
E poi c'è un altro aspetto: quello della competizione territoriale. Anche se noi siamo lieti che sia nato dalla città di Casale, non si è mai visto che, su un tema così significativo, non vi sia stato un minimo di evidenza pubblica rispetto alle comunità territoriali di altre parti della nostra Regione. È evidente che Casale rappresentava e rappresenta una serie di vantaggi, ma è altrettanto evidente che noi siamo sempre la Regione Piemonte e quindi, da questo punto di vista, avremmo dovuto provare a condividere - se vi era la volontà - altre candidature; poi magari avremmo scelto comunque quella di Casale perché ci appariva la scelta migliore.
Devo dire che - ma questo proprio su un aspetto di merito - una perplessità che rimane è quella di indicare, all'interno del bando, uno dei due siti come un sito di proprietà di un soggetto privato col quale non vi è, a oggi, un'intesa. Se noi trovassimo un soggetto privato che in qualche modo per garantire una ricaduta occupazionale che rappresenta anche un interesse all'interno di quel territorio, fa un comodato gratuito trentennale del proprio bene, è un conto; inserire un bene che è di proprietà di un privato all'interno di un bando pubblico ci sembra anomalo, non voglio dire altro ma ci sembra almeno anomalo.
Quindi noi - lo diremo anche in sede di dichiarazione di voto - siamo favorevoli a tutto ciò che garantisce ricerca ad alta valenza e a tutto ci che garantisce ricaduta occupazionale all'interno della nostra Regione crediamo però che a questo si poteva arrivare con un metodo e con un coinvolgimento del Consiglio regionale e anche delle comunità locali piemontesi completamente differenti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Campo.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Questo argomento presenta due aspetti importanti, ma purtroppo contrastanti. Il primo - e inizio con la parte diciamo positiva - è appunto il merito del Progetto del laboratorio di ricerca sulla fusione nucleare che è parte di uno sforzo di livello mondiale nella ricerca sulla fusione nucleare a cui partecipa praticamente tutto il mondo e che vede laboratori importantissimi accentrati principalmente nell'Unione Europea. Questo avviene perché storicamente, a partire dagli anni Ottanta, sono state seguite diverse strategie e gli Stati Uniti, ad esempio, hanno puntato, e continuano tutt'oggi a puntare, su indicazioni tecnologiche diverse nella ricerca di un percorso verso la fusione nucleare.
Il discorso in Europa è cominciato negli anni Ottanta col primo grande laboratorio in Inghilterra, un laboratorio che ha prodotto importantissimi risultati dal punto di vista tecnologico nella ricerca fisica (ha visto impegnati centinaia di ricercatori da tutto il mondo, anche tanti italiani alcuni dei quali poi si sono anche fermati all'estero), che oggi si avvia nel percorso finale della sua vita verso il decommissioning.
Nel frattempo, il Progetto si è sviluppato nella sua parte principale quella che poi esplorerà anche il percorso di industrializzazione, ma parliamo comunque di tempi di ricerca a lungo termine, di un discorso che già negli anni Ottanta era proiettato sul cinquantennio proprio per le difficoltà, per la sfida non solo tecnologica ma anche scientifica dal punto di vista dell'esplorazione della fisica delle alte energie.
Sotto questo profilo, è un'opportunità che in Piemonte difficilmente capiterà un'altra volta, quindi è un elemento importantissimo di valorizzazione del nostro mondo accademico, dei ricercatori che operano all'interno delle mostre Università, che potranno aiutare e sostenere la ricerca su questo tema strategico nel nostro territorio. È un'opportunità che bisognerà vedere se si sarà in grado di cogliere con opportune politiche, anche dal punto di vista delle aziende, delle attività produttive, delle industrie anche per la partecipazione alla costruzione alla realizzazione e alla manutenzione della struttura del laboratorio stesso e alle forniture che a essa saranno necessarie nel corso di una vita che sarà comunque di qualche decennio.
Questi sono tutti aspetti positivi; poi possiamo quantificarli e dire che saranno 2.000 posti di lavoro o 1.600, 200 ricercatori, ma anche se fossero soltanto dieci, in un settore del genere, sarebbero dieci o 100 ricercatori, da un lato, e attività produttive ad alta specializzazione, a elevato profilo, cioè quello di cui abbiamo bisogno! Da questo punto di vista, è veramente un'iniziativa lodevole che si sarebbe dovuta perseguire con grande attenzione e con grande forza.
L'aspetto però che viene a screditare la proposta è il fatto che, come al solito (questa è una cosa di cui non possiamo che dolerci), ogni qual volta in Italia si propone un "treno" di questo genere, cioè la possibilità di partecipare a processi di grande innovazione, in Piemonte, purtroppo, come nel resto d'Italia, siamo specializzati nell'autodistruggerci su tematiche di innovazione e di ricerca. Ricordo quando abbiamo perso la ricerca sull'innovazione delle telecomunicazioni e dell'informatica, lasciando svanire e quasi dissolvere il laboratorio di ricerca Telecom, dopo la sventurata privatizzazione di Telecom Italia; oppure, quando abbiamo visto sfumare un altro aspetto importantissimo della ricerca energetica: la ricerca sulla piattaforma tecnologica dell'idrogeno cui l'intera Italia ha rinunciato a livello europeo.
Noi, in Piemonte, però ce lo siamo fatto sfilare verso la Lombardia (mi riferisco alle scorse due Giunte ), dicendo che, tutto sommato, siamo vicini, tanto la relazione tra Torino e Milano è stretta, ma alla fine in Piemonte nulla è rimasto di tutto ciò, considerando che in Piemonte abbiamo avuto i primi prototipi di auto a idrogeno, con le celle di combustibile grazie anche a investimenti lungimiranti fatti sul fondo rotativo per i prototipi sulle energie rinnovabili e sull'efficienza energetica, come ad esempio, a Settimo Torinese in una sede di una municipalizzata, che era alimentata elettricamente grazie a idrogeno e a celle di combustibile (mi pare che fosse l'AEM). Questo è uno degli aspetti deteriori, per cui mi delude e ci delude com'è stata condotta e com'è condotta tuttora quest'iniziativa.
Io mi sento profondamente coinvolto, perché parliamo di quello per cui avrei studiato, su cui mi sarebbe piaciuto lavorare, ma nessuno dei quattro laureati in ingegneria nucleare con specializzazione in strumentazione fisica della mia leva fa il lavoro per cui ha studiato, e questo è un altro indicatore bruttissimo su come si gestiscono queste cose.
Sicuramente, non voteremo contro, perché riteniamo che sia un'opportunità importante, ma un aspetto negativo, che ci impedirà di esprimerci in maniera fortemente favorevole, è proprio come si gestiscono queste opportunità.
Negli anni Ottanta, quando si pensava di realizzare il JET, il grande laboratorio (in ordine di grandezza, è più grande di quello che si realizzerebbe a Casale Monferrato), in Inghilterra si partì oltre un anno prima, quasi due anni prima, discutendone con le parti sociali e con le popolazioni, secondo una logica semplice di dibattito pubblico, e ciò è stato fatto su tante questioni. Io sono andato a visitarlo negli anni Novanta, quando ero ancora all'Università, così come andammo a visitare le centrali nucleari a fissione e, anche lì, già negli anni Ottanta erano stati fatti i dibattiti pubblici su cosa si volesse realizzare, sui rischi sulle possibilità, le potenzialità, le necessità e le opportunità spiegando e anche andando a dissipare quelle paure, a volte irragionevoli che si avevano nei confronti di tecnologie che, in effetti, possono essere pericolose, perché il nucleare è pericoloso e l'ha dimostrato in tante situazioni particolari: il nucleare da fissione è molto pericoloso.
Il nucleare da fusione, fortunatamente, non esiste come tipo industriale, e a oggi è sotto sperimentazione, una sperimentazione che però - anche questa va spiegata in tutte le sue componenti. Va spiegato che, facendo riferimento alla fissione, è come paragonare la centrale a carbone alla pala eolica: sono due cose diametralmente opposte! Ne va spiegata la strategicità, perché nelle strategie in cui investiamo soldi e nella transizione alle rinnovabili deve trovare spazio anche la ricerca traguardata sul lungo periodo, verso una fonte di energia pulita, perché è energia pulita, soprattutto nella versione che non è in sperimentazione oggi.
Ricordo che oggi sperimentiamo quella a più facile realizzazione, perch stiamo ancora cercando di scoprire come si fa a farla funzionare: a oggi, è l'unica risposta proponibile, se vogliamo mantenere una società industriale che abbia tipologie industriali ad alta intensità energetica.
Quindi, per fare un esempio banale, se vogliamo continuare ad avere il vetro o la metallurgia, in produzione industriale, serviranno fonti di energia ad alta intensità che le fonti rinnovabili non forniscono in maniera continuativa; dopodiché, si possono studiare altre strategie: sostituiamo il vetro con polimeri, sostituiamo il vetro con polimeri a origine biologica, per carità, però vorrebbe dire una rivoluzione industriale, da un'altra parte, un altro tipo di ricerca, anch'essa di base, di lungo periodo, sulla chimica e sulla biologia, anche questa non scevra da rischi.
Sono tante le questioni che vengono alla luce su queste tematiche: dove vogliamo andare come società umana, come compatibilità ambientale e come esigenze di benessere e di sviluppo? Sviluppo e non crescita; ricordatevi sempre che dovremmo parlare più di sviluppo che di crescita.
Voglio concludere, perché ho sforato i dieci minuti. La questione di fondo è che abbiamo avuto oltre un anno di tempo; sapevamo che questa proposta sarebbe arrivata, perché i primi comunicati su quest'idea risalgono all'anno scorso. È possibile che, finché non si arriva agli ultimi 15 giorni, non si possa fornire, non si possa dibattere, non si possa confrontarsi in maniera rilassata, pacata e con il tempo di farlo su una materia così importante, su cui comunque investiremo 35 milioni, che per una Regione come la nostra sono tanti soldi? Pertanto, è giusto spiegarlo a tutti, non solo in un Consiglio Comunale aperto a Casale Monferrato: va spiegato a tutti i piemontesi, perch riguarda il futuro di tutti noi, ed è questo il motivo per cui non possiamo votare a favore, perché non si può sempre pensare di arrivare con la deliberazione di Giunta, magari anche votata in Consiglio, quando tutte le informazioni non sono state fornite nemmeno ai Consiglieri e non è stato possibile confrontarsi con le persone tecnicamente preparate su tutte le diverse problematiche, da quelle specificamente tecniche, quindi, pro e contro (associazioni ambientalistiche e tecnici dell'ENEA), a quelle squisitamente economiche e organizzative, perché vorrà dire autorizzazioni vorrà dire tipologia di localizzazione ricercata.
Inoltre, una rosa di due località mi pare un po' pochino da valutare, vista la specificità dell'impianto, così come sulla gestione della parte finanziaria sappiamo bene che i progetti, quando arrivano in Italia, hanno quella strana tendenza a impantanarsi e a crescere nei costi.
Noi vorremmo sapere, molto chiaramente, come sono ripartiti tali costi, se la certezza dei finanziamenti che arrivano da fonti diverse, anche internazionali, sia effettivamente tale, e se non ci saranno impegni nascosti che ci ritroveremo a dover sostenere come Regione per una cosa sicuramente virtuosa, ma che poi scopriamo avere delle falle dal punto di vista economico finanziario come, purtroppo, è già successo tante volte.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Accossato; ne ha facoltà.



ACCOSSATO Silvana

Grazie, Presidente.
Nell'intervenire su questa proposta di delibera sento anch'io l'esigenza di mettere sul tappeto e di condividere, con il Consiglio, sia aspetti di metodo che di merito. Ritengo che la questione del coinvolgimento dell'informazione e della partecipazione ai percorsi decisionali sia elemento spesso faticoso e complicato. Anche nella mia esperienza di amministratrice so bene quanto, a volte, si abbia la sensazione che questo possa allungare i tempi, che possa rallentare. Tuttavia, credo sia imprescindibile.
Sempre dal basso della mia esperienza, ritengo che - questo è un ragionamento che metto a disposizione dell'Assessora De Santis e della Giunta - valga sempre la pena fare uno sforzo in più, fare un passaggio in più perché in questo c'è un ritorno anche in termini di condivisione.
In questo caso, peraltro, su un tema sicuramente non facile come quel quello di una progettazione scientifica sfidante di alto livello, in un Paese che vanta credo una dei più bassi livelli di cultura scientifica nel mondo - ahimè, un livello che si sta ulteriormente abbassando con l'attenzione ai pregiudizi e ai preconcetti - ecco che il coinvolgimento la spiegazione e il mettere le carte in tavola possono essere soltanto utili quando si è convinti di un progetto.
Anch'io, entrando nel merito, studiando e provando a capire un po' di più lo dico fin da subito - ho ravvisato la strategicità e l'importanza di questo progetto. È per questo motivo che, in un ordine del giorno che abbiamo attratto alla delibera e come emendamento alla delibera, noi proponiamo, comunque, anche se in questa fase, che passerà dall'individuazione del soggetto che avrà vinto la candidatura al percorso successivo, l'istituzione di un osservatorio che consenta e preveda una partecipazione ampia e condivisa.
Nel dibattito è stato richiamato il tema del dibattito pubblico che peraltro, è finalmente entrato in una legge dello Stato e che, credo in questi giorni, dovrebbe essere oggetto di un regolamento nazionale attuativo della legge - finalmente! - con un ritardo probabilmente trentennale, che deve andare nella logica di non aver paura di condividere gli elementi e le informazioni, nella logica della conoscenza e anche della capacità di estensione della condivisione e della partecipazione ai processi decisionali.
In questo senso, credo che sul metodo questa osservazione noi ci sentiamo di farla, in termini collaborativi, ma probabilmente anche un po' a futura memoria, perché oggi siamo chiamati a prendere una decisione in queste condizioni.
Certamente anche alcuni passaggi nel merito. Dicevo prima che anche per me personalmente, ma credo per molti Consiglieri, questa è stata l'occasione per entrare nel merito, per studiare e ripassare, perché non abbiamo nessuna volontà né disponibilità ad adesioni acritiche o adesioni a prescindere, perché qui non siamo all'interno di un richiamo di maggioranza programmatico a prescindere, ma siamo all'interno di una soluzione, di un'opportunità nuova che si è presentata e per la quale è giusto e necessario che ogni Consigliere faccia le sue valutazioni e si esprima con convinzione, magari non nascondendosi dietro soltanto alla questione dei tempi più ristretti o meno.
A volte, quando si hanno responsabilità di dover esprime il proprio voto lo si deve esprimere anche in condizioni di urgenza, ma è necessario farlo con la necessaria competenza, almeno poter approfondire e capire.
Le mie reminiscenze liceali fanno sì che io sia in grado di distinguere tra fissione e fusione nucleare e quindi, in qualche modo, avere l'approccio di disponibilità a capire cosa si sta proponendo. Qui è stato richiamato più volte il sogno di riprodurre sulla terra l'energia del sole che sta accompagnando l'uomo, almeno dagli anni Cinquanta in avanti. Fin qui c'eravamo, ma c'è stata la necessità di entrare maggiormente nel merito, di capire cosa voleva dire questa proposta di sperimentazione, di portare in Italia innanzitutto e, per noi, nella nostra richiesta, portare in Piemonte un progetto di sperimentazione scientifica di alto livello sull'energia che, comunque, è un'energia sicura e pulita.
Certo che qui entrano in gioco i temi di strategia energetica nazionale. È inutile tirarci indietro.
Tutti i Consiglieri hanno ricevuto lettere e sollecitazioni, io ho partecipato al Consiglio Comunale aperto di Casale. Ci sono i temi delle strategie energetiche nazionali che poi si riverberano anche sulla strategia energetica regionale di cui, peraltro, discuteremo in Commissione tra non molto. I critici dicono che questo tipo di ricerca, ossia la possibilità di produrre l'energia attraverso la fusione nucleare, sia un percorso troppo lento, che sono troppi anni che si studia e l'obiettivo del 2050 è troppo in là nel tempo e inutile per gli obiettivi di Parigi.
Sicuramente la produzione di energia richiede grandi investimenti concentrati, anche rischiosi per certi versi.
Credo, e crediamo nelle valutazioni e negli approfondimenti che abbiamo fatto, che sia indispensabile non rinunciare alla ricerca. Per me questo è un assunto che vale praticamente sempre: non bisogna mai rinunciare alla ricerca, la ricerca è ciò che muove il mondo e muove la nostra cultura di umani.
Non possiamo rinunciare a una cosa soltanto perché è a lungo termine. Noi siamo convinti e consapevoli del ruolo delle rinnovabili qui e ora e del fare il possibile per raggiungere la più grande e la più alta diffusione.
Questo non viene messo in discussione, anche là dove dovessimo arrivare a soddisfare il 100 per 100 delle nostre esigenze con le rinnovabili. Così come sappiamo dell'esigenza di avere e di mantenere attiva la ricerca su altre fonti di energia, della possibilità di saper affrontare i picchi qui veniva anche molto competentemente ricordato da qualcuno - ma anche eventuali elementi che mettano in discussione alcune fonti rinnovabili come già ora, a volte, succede.
Credo che una buona strategia debba contenere un mix di opportunità e di offerte perché abbiamo a lungo patito, e non ne siamo usciti, il rischio di essere legati solo alla produzione fossile e petrolifera e non possiamo, in futuro, correre il rischio di essere di nuovo mono-cultura e mono produzione nell'ambito dell'energia. Credo anche che la ricerca non vada fermata, ma vada invece incentivata e sostenuta, anche quando i ritorni sono a lungo termine perché, come sempre, la ricerca scientifica non si ferma mai nei risultati all'obiettivo principale.
Come ci insegnano altre esperienze in passato - pensiamo alla ricerca aerospaziale - accanto al nucleo forte dell'obiettivo per cui si sta ricercando, vi è sempre anche l'occasione di trovare altre opportunità che magari, sono persino più interessanti e sconvolgenti dal punto di vista dei risultati di quello che si stava ricercando. Così ci insegna il mondo.
Crediamo, entrando nel merito locale, che sia opportuno e utile provare ad accompagnare questa candidatura ma anche giusto, come dicevo prima, con il tema dell'osservatorio, guidare questa candidatura accompagnando i cittadini con la conoscenza, con un approccio di grande e piena trasparenza (ecco perché la proposta dell'osservatorio), così come bisogna essere ovviamente, precisi e determinati sugli impegni finanziari cui andremo incontro. Non possiamo pensare ad un Paese "straccione" che non preveda anche un impegno nazionale ben definito.
Dunque, l'impegno della nostra Regione, che è di start-up, forse, di avvio di garanzia di convinzione di un territorio rispetto a questo impegno, deve però essere definito. Non si può pensare di non avere un ambito oltre il quale, appunto, non sarebbe più un impegno della Regione, ma una voragine di cui non si può avere conoscenza.
A questo scopo, abbiamo presentato alcuni emendamenti e svilupperemo alcuni ragionamenti per offrire un utile contributo per il nostro territorio e per la ricerca.



PRESIDENTE

Grazie.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi dell'Istituto Superiore "E. Vittorini" di Grugliasco (TO)


PRESIDENTE

Prima di proseguire la nostra discussione, saluto la classe V Q dell'Istituto Superiore "Vittorini" di Grugliasco: sono ambasciatrici e ambasciatori del Consiglio regionale e stanno lavorando ad un progetto sul cyberbullismo, per cui erano interessati a seguire la discussione su questa materia, che, però, si terrà in aula oggi pomeriggio.
Dovrete quindi restare tutto il giorno insieme a noi, e ne siamo lieti. Vi auguriamo buona giornata e buona permanenza a Palazzo Lascaris.


Argomento: Problemi energetici

Esame proposta di deliberazione n. 282, inerente a "Partecipazione della Regione Piemonte all'avviso pubblico di ENEA per una selezione finalizzata alla scelta di un sito per l'insediamento dell'esperimento DTT (Divertor Tokamak Test) relativo alla fusione nucleare" (seguito)


PRESIDENTE

Proseguiamo i nostri lavori con la discussione della proposta di deliberazione n. 282, di cui al punto 4) all'o.d.g.
Ha chiesto la parola il Consigliere Monaco; ne ha facoltà.



MONACO Alfredo

Grazie, Presidente.
Vorrei fornire anch'io un contributo al dibattito e alla discussione sulla proposta di deliberazione n. 282.
Credo che in queste settimane il Consiglio abbia dato più di una prova di essere fortemente attento alle tematiche ambientali. Forse anche gli studenti che oggi ascoltano questo dibattito possono essere interessati alla materia, e vedere quanto, talvolta, le sfumature possano essere diverse rispetto a una tematica dove, addirittura, alcuni avocano a s stessi la "patente di ambientalisti" semplicemente perché c'è qualcosa che non bisogna fare, e questo ci rende implicitamente dei "salva pianeta".
È vero - è stato ricordato - che i cittadini italiani si sono più volte espressi contro la produzione sul nostro territorio dell'energia nucleare e credo che il Governo negli anni abbia ottemperato a questa esigenze e a questa sensibilità espressa dalla popolazione italiana. Nel caso di specie però, mi sembra che si debba fare un distinguo tra quella che è la produzione dell'energia nucleare sul nostro territorio - e quindi affrontare la tematica della denuclearizzazione - rispetto a quella che è parte di una ricerca che va inquadrata e inserita nel contesto più generale di partecipazione ad un'attività a livello internazionale. Dove? In un sito che viene identificato - e richiesto esplicitamente - nel Comune di Casale Monferrato.
Credo che il Comune di Casale sia una di quelle Amministrazioni che più delle altre abbia vissuto, nella propria storia, il danno di incidenti industriali e di sottostime rispetto ad alcuni valori e ad alcuni temi. Ed è proprio in virtù di questo aspetto che, forse, sono i più titolati a poter valutare le eventuali conseguenze dannose che potrebbero ricadere sul proprio territorio e, quindi, a essere in grado di tenerle lontane. Allo stesso tempo, ritengo anche che siano stati particolarmente virtuosi e capaci di riconvertire, in termini di pulizia e di bonifica ambientale quella che è stata e che è ancora una tragedia, i cui effetti altamente devastanti per la salute dei propri cittadini si vedranno ancora per anni.
Mi permetterei di avanzare, a questo scopo, una proposta che spero voglia essere raccolta dal Presidente della Giunta e dal Consiglio intero: immaginate Casale Monferrato quale "Capitale piemontese del recupero ambientale", e quindi delle energie sostenibili. Perché ne ha dato prova l'ha vissuto sulla sua pelle! Oggi Casale è riuscita a ripartire da quella che è stata (e lo è ancora) una tragedia.
Probabilmente qualcuno, su questa delibera, può avere sottolineato e stigmatizzato che i tempi sono stati molto corti e che forse sarebbe stato opportuno un maggior approfondimento scientifico da parte del Consiglio.
Credo, però, che il tema sia più spostato rispetto a quello che è l'approfondimento del test scientifico, dove è sufficiente pronunciare la parola "nucleare" per suscitare l'allarme in una serie di attori. Se si esamina il tipo di test scientifico, si parla di studio sui semiconduttori che lavorano con strutture ad altissime temperature, dove l'Italia e l'ENEA, in particolare, sono state sempre delle grandissime protagoniste in termini di ricerca. È dunque un bene che si faccia questa attività; è un'iniziativa importante, che ha un valore economico - lo abbiamo sentito dall'Assessore - e di investimento globale massiccio nel campo della ricerca (non questo singolo esperimento, ma tutto il progetto, mi sembra di capire), finalizzato, soprattutto, all'aspetto della sicurezza nel nucleare.
Potremmo anche dire, come Paese, che siamo fieri di esserci allontanati dal nucleare, perché non lo vogliamo sul nostro territorio o perché non ci piace. Ma disponiamo veramente di qualche strumento per controllare e vigilare affinché eventuali centrali nucleari limitrofe (nemmeno tanto lontane da noi, un paio di centinaia di chilometri) non ci causino problemi? Guardate che le radiazioni non hanno conoscenza dei confini territoriali! Si spostano secondo le dinamiche meteorologiche (quindi secondo i venti) e le vicinanze in termini chilometrici.
Potremmo dire che le centrali nucleari il Piemonte le ha praticamente quasi in casa, e su di esse non abbiamo nessun potere di vigilanza, per cui dobbiamo fidarci del lavoro di altri. Peraltro, siamo tenuti a comprare energia da queste fonti. Quindi esistono comunque dei paradossi di cui dobbiamo tenere conto e che abbiamo in pancia al nostro sistema: è innegabile, nessuno può contestare questa mia affermazione. Ben venga quindi, questa delibera, senza nemmeno tante modifiche.
Inoltre, non ho sentito parlare di forti investimenti da parte della Regione Piemonte, perché la stessa ENEA, se non vado errato, sostiene che il grosso degli investimenti o, meglio, che gli investimenti e che i finanziamenti per questo tipo di progetto, arriveranno dall'Unione Europea che finanzia tutto il progetto complessivamente. Per questa parte sperimentale ci sarà la compartecipazione del Governo italiano. Dunque, si parla di "Governo", non di "Governo regionale". Nulla osta, però, che la Regione si impegni in termini finanziari a dare una mano. Perché ritengo che sia un investimento e, in quanto tale, deve essere considerato.
A differenza di tanti servizi che le Regioni devono erogare e che pagano (sono ovviamente dei servizi in passività, quindi accolti negativamente sui territori), credo che questo possa rappresentare un investimento ad alto valore aggiunto, che contribuirà a portare dei grossi benefit, proprio per il valore della ricerca.
Dimentichiamo un attimo l'aspetto del nucleare e focalizziamoci su quella che è la capacità di portare energie nel plasma, di portarla ad alte temperature, sui semiconduttori che ci hanno dato la tecnologia che oggi abbiamo tutti sottomano e che vanno meglio controllati, tenuti in stoccaggio e in lavorazione.
Assessore, suggerirei perfino, se fosse possibile, l'ipotesi di proporre la nostra Casale - che credo abbia fatto tutte le valutazioni ambientali del caso - per la sensibilità insita nel suo DNA e per il vissuto sulla sua pelle, come "Capitale piemontese del recupero ambientale".
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Ferrentino; ne ha facoltà.



FERRENTINO Antonio

Grazie, Presidente.
Ovviamente questa discussione riprende tutti gli elementi che sono stati oggetto della Commissione congiunta della settimana scorsa, in cui, alla presenza anche dei tecnici regionali, c'è stata un'ampia discussione.
Parto dall'ITER. L'Assessore aveva spiegato quali erano stati i tempi per la presentazione delle proposte di candidatura; quindi, sembrava che la discussione fosse stata già abbastanza esauriente. Ovviamente è legittimo che, specialmente in occasione di un appuntamento elettorale importante, si possa eventualmente provare anche a strumentalizzare tutto.
Penso che sia stata importante la discussione fatta in Commissione, cosi come lo è quella che sta facendo oggi il Consiglio regionale su questa proposta di candidatura. Mi sembra che ci sia anche un apporto di elementi utili da parte di tutti i colleghi che si sono succeduti sull'argomento.
Per quanto riguarda i tempi, l'Assessora De Santis aveva chiarito il percorso che aveva fatto la Giunta e il Presidente Chiamparino per arrivare a questa proposta di candidatura. Per quanto riguarda l'idoneità del sito devo dire che ho sempre molto rispetto anche delle Autonomie locali.
Ieri sera a Casale Monferrato c'è stato prima un Consiglio comunale aperto a tutte le testimonianze del territorio. Ieri sera c'è stata la riunione formale, ufficiale ed istituzionale del Consiglio comunale che ha dato il proprio parere favorevole rispetto a questa proposta di candidatura che si appresta a presentare la Giunta regionale, ovviamente se il Consiglio regionale si riconosce su questa proposta.
Penso che questo progetto di ricerca sperimentale applicata sia quanto mai opportuno e che veda la Regione Piemonte mettere in campo, in modo autorevole, la proposta di candidare Casale Monferrato per questo insediamento. È un intervento di ricerca collaterale all'intervento ITER molto più importante, che viene insediato in Francia, ma che permette alla Regione Piemonte, all'Italia e quindi all'ENEA di candidare un sito che auspichiamo sia quello di Casale Monferrato, perché la Giunta riferiva anche di altre candidature.
Ho letto molto in questi giorni sui social e anche documenti che sono pervenuti a me, come a tutti i Consiglieri regionali, da parte di alcune associazioni ambientaliste, alle quali ovviamente si guarda con estrema attenzione e rispetto, anche per l'impegno profuso nel corso degli anni per invitare la politica e le istituzioni ad approfondire questi temi.
Penso che ognuno di noi abbia letto questi documenti e queste prese di posizione fortemente critiche rispetto a questa proposta. E credo che sono stati letti da ognuno di noi con estrema attenzione. Non penso che il tentativo di portare in Piemonte questo intervento di ricerca sperimentale sia contraddittorio con le politiche sulle energie rinnovabili che mirano a sostituire il prima possibile, se non totalmente almeno in modo molto forte, le fonti fossili.
Si dà molto affidamento agli Accordi di Parigi, ma dobbiamo anche essere realisti nel leggere e commentare come si pongono altri importanti Paesi.
Il Presidente degli Stati Uniti d'America dichiara di non riconoscersi negli Accordi di Parigi e che esce dall'Accordo di Parigi. Quindi accompagnare quello che si sta facendo, cercando di valorizzare e implementare quanto più possibile l'utilizzo di fonti rinnovabili non è assolutamente contraddittorio con la necessità di approfondire la ricerca sulla fusione nucleare. Per questo penso che sia importante che sia approvato, condiviso e licenziato dal Consiglio regionale.
Una ricerca sperimentale che avviene con fondi pubblici deve anche avere un controllo sociale, quindi ben vengano tutte le azioni di approfondimento anche quella fatta dal Consiglio comunale di Casale Monferrato, così come gli emendamenti presentati, che prevedono la necessità di accompagnare e monitorare tutta la fase decisionale, per cercare di coinvolgere quanto più possibile non solo le realtà istituzionali, ma anche quelle associative e i cittadini. Tutto questo con l'obiettivo di cercare di eliminare quanto più possibile tutti i dubbi, le incertezze e le perplessità che oggi sono state manifestate da parte di alcune associazioni ambientaliste, da singoli cittadini e anche da gruppi politici.
Nel momento in cui c'è un intervento pubblico, è importante considerare con estrema attenzione anche gli errori fatti nel passato e, nel rispetto del referendum del 1987, fare in modo che ci sia una partecipazione nella costruzione del processo decisionale su interventi come questi. Quindi, è assolutamente auspicabile, oltre che indispensabile, obbligare ognuno di noi a un sempre maggiore approfondimento, proprio perché stiamo parlando di un intervento importante.
Ovviamente vi sono anche le ricadute in termini occupazionali. I numeri variano, com'è logico che sia, ma che siano 500 come si era ipotizzato all'inizio, o 1.800 come, grazie all'indotto, oggi sembrano essere i posti di lavoro che accompagnerebbero questo intervento, sono comunque numeri come già diceva qualche collega, estremamente importanti, anche perché si parla di occupati ad alta specializzazione e ad alta qualificazione, che non possono che far bene al nostro Piemonte e al nostro Paese.
Per questo motivo, penso che sia importante che oggi il Consiglio regionale, dopo aver completato questo approfondimento, possa dare il proprio parere favorevole con l'ampiezza più larga possibile alla proposta della Giunta regionale di candidare il Piemonte e Casale Monferrato a ospitare questo centro di ricerca.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi dell'Istituto "G. Salvemini - Plesso Morante" di Torino


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti dell'Istituto "Salvemini - Plesso Morante" di Torino in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.


Argomento: Problemi energetici

Esame proposta di deliberazione n. 282, inerente a "Partecipazione della regione Piemonte all'avviso pubblico di ENEA per una selezione finalizzata alla scelta di un sito per l'insediamento dell'esperimento DTT (Divertor Tokamak Test) relativo alla fusione nucleare" (seguito)


PRESIDENTE

Riprendiamo l'esame della proposta di deliberazione n. 282, di cui al punto 4) all'o.d.g.
Ha chiesto la parola il Consigliere Berutti; ne ha facoltà.



BERUTTI Massimo

Grazie, Presidente.
Nucleare: io ho partecipato l'altra sera all'incontro fatto a Casale in merito a questa proposta di candidatura. Mi sono fatto un'idea, perch onestamente non ho la competenza in materia, e in merito alla questione del nucleare mi collego a quello che diceva prima il collega: il nucleare non conosce confini.
Di conseguenza, la nostra preoccupazione è più dettata da concetti ideologici, che non da quello che poi realmente ci troviamo ad affrontare ogni giorno.
L'altra sera ho percepito che parliamo di due mondi completamente diversi.
Non entro nel tecnico perché, ribadisco, sono ignorante in materia, per qui parliamo di un qualcosa che non ha un impatto che potrebbe avere una centrale nucleare.
Ho ascoltato con attenzione quanto detto dai colleghi in merito alla questione e, naturalmente, sulla questione metodologica mi trovo assolutamente d'accordo, però ora faccio una valutazione di carattere politico: oggi, a mio avviso, la classe politica deve prendere il coraggio a due mani e abbattere una serie di barriere ideologiche, altrimenti questo Paese si schianterà, ma si schianterà contro il nulla.
Parliamo di infrastrutture, di progetti importanti e di sfide che non si possono e non si devono, a mio avviso, tralasciare.
Alla luce di tutto questo, noi non vediamo negativamente questa iniziativa come non la vedono negativamente neanche i nostri Consiglieri di minoranza a Casale Monferrato (ci lascia perplesso il voto contrario di una parte dalla maggioranza a Casale, ma è una questione che a noi interessa ben poco).
Certo, sul metodo, come è stato detto, considerando che è vero che il bando è uscito il 30 novembre, cose come questa succedono anche per iniziative decisamente a livello di importanza. Il bando è uscito, ci siamo svegliati e in qualche modo siamo partiti.
È vero che poi è arrivato il periodo di Natale, con tutto quello che ne consegue, ma dovevamo essere attenti già prima, perché la bontà di un progetto e di una proposta rischia di essere inficiata o, meglio, l'insieme delle informazioni che non sono arrivate, o che sono arrivate all'ultimo momento, possono lasciare dei dubbi.
Si può avere una visione politica, si può averne un'altra, però se si hanno delle informazioni nel dettaglio, allora ci si può regolare di conseguenza.
Probabilmente un avvicinamento graduale, fatto di consultazioni, e ipotizzando il fatto che si sarebbe potuto partecipare a un'eventuale bando o a un'eventuale iniziativa, ci avrebbe permesso di approfondire e di fare un lavoro molto più di coinvolgimento e di informazione, che in qualche modo è avvenuto solo parzialmente.
Ieri sera a Casale ci saranno state cento persone, più i giornalisti, ma io, nel momento in cui ho ascoltato i tecnici, mi sono reso conto che l'operazione può veramente essere un'opportunità per il territorio casalese.
In base alle domande, sono stati fatti riferimenti ai rischi che questo investimento può comportare, però quello che ci lascia un po' amareggiati è che sono dieci giorni che si parla di un'opera che può cambiare le sorti di un territorio, di una provincia, di una regione, sicuramente con degli impatti e delle ricadute importanti.
Ancora una volta questo spiace, perché si è persa una buona occasione per andare su un confronto politico, su un qualcosa veramente di grande rilievo e non sulle solite "cose", che sicuramente possono avere la loro importanza, ma non pari a quella di questo progetto, attorno a cui, tra l'altro, può nascere un indotto come tante opportunità.
Sappiamo tutti che, quando si parla di ricerca, attorno a essa si percorre una strada che porta ad altre soluzioni, ad altre scoperte e alla fine il genere umano ne beneficia.
Il fatto di poterla avere o, quantomeno, di competere e poi cercare di vedere se si riesce a farla nostra, a livello di Regione Piemonte, è sicuramente un'opportunità da cui noi non ci sottraiamo.
L'auspicio, ma questo deve essere proprio quello che la politica deve fare in prospettiva, è che la nostra classe politica ci metta cuore e passione.
Quando si trattano argomenti di questo livello, credo che il confronto, la chiarezza, la trasparenza e l'evidenza mettano i cittadini in condizione di essere più sereni e più attenti e, probabilmente, invece di avere sempre qualche punto interrogativo, di condividere una proposta, che sia questa o un'altra, per portarci a guardare al futuro.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Giaccone; ne ha facoltà.



GIACCONE Mario

Grazie, Presidente.
Voglio fare una premessa rispetto a questo tema.
Non solo la civiltà del dibattito, ma anche il fatto che lo stesso sia stato già affrontato in Commissione, mi ha molto aiutato ad avere maggior consapevolezza in vista della decisione che dovrò prendere oggi. Questo tema ha a che fare con il modo con cui in Regione prendiamo le decisioni.
Secondo me, in Consiglio regionale le decisioni vanno prese, in queste occasioni, su basi molto pragmatiche.
Riassumo brevemente quali sono, secondo me, i temi fondamentali.
Primo, la questione della sicurezza. In questo caso, penso non ci siano dubbi, perché tutti sappiamo che non ci riferiamo più a meccanismi di fissione, quanto di fusione. Abbiamo la garanzia nucleare e, quindi abbiamo la garanzia che da quel punto di vista non ci sono rischi per il territorio né nel breve periodo né sul lungo periodo, per tutta la nostra regione.
C'è un secondo elemento sottolineato da più colleghi, direi in maniera bipartisan, che è quello legato all'opportunità che una scelta del genere ci porta e ci garantisce, cioè gli aspetti di natura economica, di natura occupazionale e anche di aiuto. Non vorrei usare la parola risarcimento, ma in qualche modo mi riferisco al riconoscimento di un territorio che ha avuto difficoltà e problemi in relazione agli stessi temi.
C'è poi un terzo tema, che riguarda la questione energetica. Sappiamo come le nostre necessità di approvvigionamento energetico dovranno essere affrontate nel futuro, visto che è stato detto da più parti che le energie rinnovabili non sono sufficienti, per ora e soprattutto in alcuni ambiti come in quelli dell'industria pesante, a coprire i nostri fabbisogni.
Ci sono altri aspetti che all'interno della Commissione sono stati illustrati e che mi hanno aiutato a comprendere meglio, e che voglio condividere con i colleghi e con i cittadini piemontesi (di questo devo ringraziare il collega Campo, perché essendo esperto sul tema, ce li ha illustrati).
Una scelta del genere ha ricadute sul mondo accademico, non solo sull'università e sui professori, ma anche sugli studenti. Dà opportunità di conoscenza e di stabilire reti, anche internazionali, contatti che sono senz'altro un capitale sociale e relazioni importanti per il nostro territorio.
C'è poi l'aspetto legato alle scorie. In questo caso, sono poche unità di metri cubi che vengono prodotte nel periodo in cui sarà attivo questo centro. Non si tratta di un impianto nucleare, cosa rassicurante anche da un altro punto di vista, anche se forse per molti l'ENEA non è autorizzata e non è neanche costituita per ricerche che abbiano ricadute in ambito militare. Questo era il dubbio che alcuni potevano anche avere.
Concludo facendo solo un cenno rispetto al metodo.
Non ho dubbi e non percepisco contraddizioni rispetto al modo in cui questo tema è stato portato e trattato. Il territorio è favorevole; in linea di massima tutto il Consiglio, anche se ci siamo trovati nell'urgenza e nella rapidità di decisione, è sostanzialmente d'accordo sui contenuti. È chiaro che scelte di questo genere risentono delle fatiche legate al percorso che le porta a conclusione, ma direi che, coi tempi che abbiamo, nei tempi in cui ci siamo trovati a decidere, con buonsenso e buona volontà, con l'approvazione del territorio, siamo tutti d'accordo ad arrivare a un voto favorevole comune, che approvi la partecipazione a questo progetto.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ravetti.



RAVETTI Domenico

Grazie, Presidente.
Questa è un'occasione per provare a dire una cosa: in tempo di promesse almeno da qui al 4 marzo, mi piacerebbe sentir dire che la promessa più importante per questo Paese è investire in ricerca e provare a risalire quella classifica che ci vede agli ultimi posti in Europa, negli investimenti sulla ricerca. Questa sarebbe qualcosa in più di una promessa: sarebbe la possibilità di agganciare lo sviluppo, perché dove si investe in ricerca, si crea sviluppo e si darebbe la possibilità al nostro Paese di tornare ad investire e riavere occupazione.
Si discute tanto del futuro dei nostri giovani, del fatto che i ricercatori soprattutto quelli delle nuove generazioni - vanno a cercare lavoro all'estero e all'estero lo trovano. Ecco, se ai giovani, in queste settimane, tutti quanti avessimo la forza di dire "rimanete qui, perch vogliamo investire in ricerca", faremmo una buona cosa da un punto di vista politico, perché noi partiamo in svantaggio rispetto al resto dei Paesi europei, anche se il Piemonte, rispetto agli investimenti non pubblici, è al primo posto in Italia. Questo è un dato estremamente positivo.
L'altra questione che voglio sollevare e che ho già sollevato durante il dibattito in III e V Commissione congiunta, è la necessità di avere l'autonomia della scienza: una scienza lontana da interessi, seppure legittimi, ma particolari interessi; una scienza in grado di avvicinare il più possibile il dibattito alla verità, una scienza autonoma.
Questa è una discussione molto complessa, che si perde nei secoli, per oggi, quando la corsa all'innovazione e alla ricerca scientifica è così importante, noi, come Istituzioni, dovremmo tornare su questo argomento e dovremmo creare le condizioni affinché non vi sia una relazione troppo stretta (la dico in questo modo, Presidente) tra scienza e mercato, tra scienza e profitto, ma una relazione molto più stretta tra scienza e benessere, nel senso etimologico del termine.
Creare le condizioni è un po' il nostro compito, oltre a investire in ricerca. Ho colto quest'occasione per sottolineare questo passaggio, che è un po' un pensiero - immagino - diffuso in quest'Aula, ma un'occasione è una contingenza utile.
Presidente, a proposito di autonomia, io mi fido dei tecnici che sono venuti in Commissione a fare con noi l'analisi, un po' perché sono abituato così. Negli Enti pubblici in cui mi è capitato di avere un ruolo, mi sono sempre fidato dei tecnici, ovviamente cercando anche la mia autonomia di pensiero. Loro ci hanno detto che, intanto, rispetto alla definizione, non è un impianto nucleare, ma un impianto radiogeno di categoria A, è un acceleratore di particelle. Le parole sono importanti. Ci hanno detto che lo scarto, da questa lavorazione, al termine, prima del decommissioning, è di poche unità di metri cubi.
Oltre a quelle definizioni che ho ascoltato in Commissione, vorrei citare perché sono state pubblicate da alcuni organi di informazione, due frasi di due tecnici che hanno partecipato ai lavori del Consiglio comunale aperto di Casale Monferrato. Una è del professor Zanin, del Politecnico di Torino: "Sviluppare il divertore come macchina è un fattore strategico per l'intero Paese; sarà una tecnologia che avrà un ruolo fondamentale per le future scelte di approvvigionamento energetico". L'altra è del dottor Vizio, che è un casalese, un ingegnere aerospaziale che lavora in una centrale francese.
Dice, e ha detto, l'altro giorno, in Consiglio comunale: "Zero è il numero degli incidenti legati alla fusione nucleare e non parliamo di materiali radioattivi, ma di materiali attivati. Perché vogliamo la fusione nucleare? La domanda, e la risposta è: perché nemmeno le fonti rinnovabili saranno sufficienti".
Inoltre, ci sono altri indicatori sui quali anche i colleghi che sono intervenuti prima sono d'accordo, e riguardano l'importante somma messa a disposizione per questo investimento, quindi la possibilità di attrarre risorse sul territorio piemontese. Anche il numero degli addetti è un numero altrettanto importante, tra l'altro in una zona - quella della provincia di Alessandria, in particolare quella del Casalese - che dimostra indici molto negativi rispetto all'occupazione giovanile. Le ricadute in termini di reddito prodotto sul territorio, dopo questo investimento, sono stimate pari a quattro volte l'investimento stesso: se sono 500 milioni parliamo di due miliardi di euro. E, qualora decidessimo di intraprendere questo percorso, sarebbero coinvolte anche altre industrie nel campo della meccanica di precisione, dell'elettronica di potenza, ma non solo.
Insomma, raccolte tutte queste informazioni - perché così si fa - la politica oggi è nelle condizioni di indicare un percorso. La ricerca, la sperimentazione, il campo della scienza, per la politica e per chi, come noi, deve sempre coltivare il dubbio, ci impongono la necessità di creare le condizioni per ulteriori controlli sempre, per mettere in discussione sempre quello che abbiamo deciso, quindi hanno fatto bene alcuni nostri colleghi a porre, ancora una volta, dei dubbi e a provare a costruire degli argini per riuscire, passo dopo passo, ad avere la consapevolezza di ci che sta accadendo.
E allora, se posso esprimere un parere, il mio parere è favorevole. Abbiamo sufficienti informazioni per dire che è bene proseguire.
Mi permetta, Presidente, di dire questo: Casale non merita una sorta di ristoro per ciò che è accaduto, un ristoro qualsiasi. Non c'è bisogno, per quello che è accaduto, per il prezzo in termini di salute che stanno pagando i casalesi, di fare qualcosa. C'è bisogno, a Casale, di fare qualcosa con l'aggiunta di un aggettivo: buono. Qualcosa di buono. Di avvicinarci il più possibile alla sicurezza che stiamo facendo qualcosa di buono.
E allora, per come è stato possibile, per il dibattito anche di questa mattina, per le attività parlamentari del territorio avviate ad aprile dell'anno scorso, in una discussione sulle attività produttive della Camera, per il voto di ieri sera in Consiglio comunale, per il dibattito in Commissione del Consiglio regionale e il dibattito d'Aula, mi sento di poter dire che stiamo facendo la cosa giusta nel votare "sì" a questa proposta.



PRESIDENTE

Non ci sono altri Consiglieri iscritti a parlare, per cui darei la parola all'Assessora De Santis per fare una riflessione rispetto alla discussione generale.
DE SANTIS Giuseppina, Assessora all'energia Grazie, Presidente.
Intanto vorrei ringraziare tutti i Consiglieri che sono intervenuti per la ricchezza, la profondità del dibattito che c'è stato oggi in Consiglio, la capacità di cogliere tutti i numerosi e complessi aspetti di questa iniziativa; aspetti complessi sia dal punto di vista del merito che dal punto di vista procedurale. Ringrazio davvero tutti.
Voglio soltanto riprendere molto rapidamente due o tre questioni che sono state sollevate, alcune di merito, altre di natura procedurale.
Per quanto riguarda il merito, io sono laureata in legge, ma ho già detto che non avrei parlato di aspetti scientifici né intendo farlo. Mi pare che il Consigliere Campo, da questo punto di vista, sappia tutto quel che c'è da sapere, però vorrei chiarire alcune delle perplessità che il Consigliere Ravello ha espresso dicendo: "È un'attività che è stata vietata dal referendum e dei cui benefici, dal punto di vista della ricerca, l'Italia e il Piemonte, quando si dovesse passare alla fase applicativa, non potranno godere".
Non è assolutamente così: il referendum ha vietato che si andasse avanti sulla fissione nucleare, non sulla ricerca e nemmeno sulla produzione dell'energia da fusione (e noi speriamo che ci si arrivi), tant'è che nei siti ENEA di Frascati e di Brasimone gli esperimenti collegati al Programma generale di ricerca sulla fusione nucleare sono tranquillamente andati avanti in questi anni.
Aggiungo che la macchina che verrà installata a Casale (o dove l'investimento di ENEA si faccia) non è un reattore: è ciò che tecnicamente si chiama una macchina radiogena di classe A, ossia un acceleratore di particelle simile a quelli sparsi in tutt'Italia, con i quali si fanno i liquidi di contrasto per le PET. Stiamo parlando di questo. Primo punto.
Secondo punto, sempre di merito, sollevato dal Consigliere Vignale. Dunque 25 milioni all'anno assolutamente no: sono 35 milioni in tutto, e la delibera sottoposta al Consiglio regionale lo dice con assoluta chiarezza.
Non si tratta di 25 milioni all'anno per "x" decine di anni, ma di un massimo di 35 milioni di euro una tantum.
Ancora una questione sul merito. Prima il Consigliere Ravetti ha ricordato che il sistema degli indicatori dice che la provincia di Alessandria è una di quelle che più hanno patito, anzi è la provincia piemontese che è stata colpita più duramente dalla crisi. Paragonabili, sotto certi aspetti, sono i dati della provincia di Torino, però la provincia di Torino è molto più variegata e quindi ha avuto momenti diciamo di crisi, ma anche momenti e situazioni molto migliori. Alessandra è un insieme di segni meno, quindi ha anche un senso che una cosa di questo genere, al di là della storia specifica di Casale, possa essere effettivamente collocata lì e non altrove.
Ultima questione di merito. Si sente dire: "Si investe su questa tecnologia e invece ci vorrebbe altro". Al di là del tema che le risorse pubbliche sono in una dimensione finita, e quelle della Regione Piemonte lo sono particolarmente, come voi ben sapete, e a parte le considerazioni che sono state espresse dal Consigliere Gallo, ma anche dal Consigliere Campo, sul fatto che non possiamo immaginare di puntare tutte le fiches su una cosa sola, ricordo che la Regione Piemonte ha investito un quinto del FESR (quindi il 20 per cento del FESR, ovvero 200 milioni di euro) su progetti di efficientamento energetico. Ha investito col FESR precedente - ma è stata una decisione di questa Giunta - sulla realizzazione dell'Energy Center a Torino, ma ha investito e prevede di investire anche in progetti di ricerca sulle energie rinnovabili sempre attraverso gli strumenti del FESR. Dunque non è che ci siamo dimenticati di tutto il tema delle rinnovabili: è che stiamo provando a fare - magari fossimo certi del risultato! - una cosa e l'altra.
Vi è stato poi un insieme di considerazioni, provenute abbastanza imparzialmente da componenti della maggioranza e componenti dell'opposizione, sulle vicende di tipo procedurale. Personalmente sono pienamente convinta del fatto che sia utile, opportuno e necessario coinvolgere gli stakeholder, i cittadini, le popolazioni e gli Enti pubblici rispetto a progetti di questa rilevanza, però purtroppo i tempi qui non siamo noi ad averli decisi, perché sarebbe stato del tutto improprio coinvolgere chicchessia prima di avere la certezza che ENEA avesse assunto effettivamente la decisione di attuare questo investimento.
Tale decisione è stata presa fra ottobre e novembre, subito prima dell'emissione del bando, perché sono le date in cui i nostri Ministeri hanno deciso di cofinanziare, ma soprattutto EUROfusion ha detto che si impegnava a mettere queste risorse nel prossimo programma quadro 2021-2026.
Io stessa avrei di gran lunga preferito che il bando ENEA indicasse una scadenza 31 maggio o almeno 30 aprile e non 31 gennaio, con di mezzo le feste di Natale, è ovvio. Tuttavia, ripeto, non siamo noi che abbiamo preso questa decisione, quindi la concitazione dei passaggi di questi giorni è un po'dovuta al fatto di cercare di fare il massimo in termini di informazione con i tempi oggettivamente scarsi a disposizione.
Di qui in avanti, evidentemente ci auguriamo che la candidatura del Piemonte risulti alla fine quella vincente. Se così dovesse essere, è chiaro che da parte della Giunta vi è la massima disponibilità nel fare tutte le operazioni che saranno necessarie, da un lato, per spiegare di che cosa stiamo parlando e quali possono essere le ricadute sul territorio e dall'altro lato, monitorare, controllare e valutare.
Ricordo soltanto una cosa (e questo i Consiglieri che hanno partecipato qualche giorno fa alle due Commissioni, III e V, sicuramente hanno potuto valutarlo direttamente): che sia i nostri Uffici tecnici regionali sia la parte di ARPA Piemonte che si è specializzata per tutto quel che riguarda la sorveglianza sul nucleare rappresentano un'eccellenza a livello nazionale. Qui, per fortuna, parliamo di materiali, scorie, impatti assolutamente non paragonabili né come intensità della radioattività e, men che meno, come tempi di durata della radioattività medesima; qui parliamo di materiali che decadono nel giro di qualche decennio (fra i 50 e i cent'anni) e che sono comunque molto meno radioattivi rispetto alle scorie della fusione nucleare.
Tuttavia, in ogni caso, siamo assolutamente convinti del fatto che vadano messi in piedi tutti gli opportuni strumenti di trasparenza, monitoraggio e controllo perché (ovviamente, nel caso che la candidatura della Regione Piemonte risultasse quella vincente), per evitare di ripetere esperienze che abbiamo già vissuto, bisogna fin da subito cominciare a pensare a che cosa fare al decommissioning dell'impianto, che comunque avverrebbe fra svariati decenni.
Ringrazio ancora tutti e spero di aver risposto alle questioni principali che sono state sollevate. Chiaramente, di qui in avanti o non ne parliamo più o avremo modo di parlarne in molto maggior dettaglio e approfondimento.
È chiaro che io mi auguro che il caso sia il secondo.



PRESIDENTE

A questo punto, dovremmo cominciare a discutere gli emendamenti presentati.
Emendamento rubricato n. 5) presentato dalla Giunta regionale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 6) presentato dalla Giunta regionale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Entrambi questi emendamenti sono già stati illustrati dall'Assessora De Santis.
Emendamento rubricato n. 1) presentato da Grimaldi, Ottria, Giaccone.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Grimaldi per l'illustrazione.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Velocemente, per spiegare ai colleghi che, in realtà, alla fine della del punto 1, aggiungiamo le parole "il quale dovrà garantire l'idoneità del sito di costruzione, relativamente al rispetto di criteri di sicurezza ambientale e alla minimizzazione dei rischi di natura idrogeologica".
Credo che l'illustrazione sia chiara.



PRESIDENTE

Grazie, collega Grimaldi.
Emendamento rubricato n. 2) presentato da Grimaldi, Ottria, Giaccone.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Questo emendamento è dato per illustrato.
Emendamento rubricato n. 3) presentato da Grimaldi, Ottria, Giaccone.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Grimaldi per l'illustrazione.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
L'ho già illustrato durante la relazione alla delibera.
Semplicemente, chiediamo di istituire, con un successivo atto, che speriamo venga presentato nelle Commissioni competenti, un osservatorio permanente di valutazione e controllo, al fine di monitorare le diverse fasi di realizzazione del progetto.



PRESIDENTE

Grazie, collega Grimaldi.
Emendamento rubricato n. 4) presentato da Grimaldi, Ottria, Giaccone.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Ottria per l'illustrazione.



OTTRIA Domenico

L'emendamento è relativo alla fase di dismissione dell'impianto e si prevede di predisporre un Protocollo d'intesa con i Ministeri competenti che definisca gli oneri e le modalità di dismissione e riconversione del sito alla fine della fase operativa, cioè dopo l'esperimento del DTT.
Tali oneri devono essere già definiti nella fase iniziale e devono essere certi e già previsti nel Piano finanziario dell'intero progetto.



PRESIDENTE

Grazie, collega Ottria.
Il parere della Giunta su questi emendamenti è favorevole.
Procediamo con la votazione degli emendamenti.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 5), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 6), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 1), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 2), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 3), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Indìc o la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 4), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Procediamo all'esame degli agli atti d'indirizzo collegati.
. Ordine del giorno n. 1308 "Candidatura della città di Casale Monferrato quale sito per l'insediamento dell'esperimento DTT (Divertor Tokamak Test)" presentato da Accossato, Giaccone, Grimaldi Ottria La parola alla Consigliera Accossato per l'illustrazione.



ACCOSSATO Silvana

Grazie Presidente.
Lo darei per illustrato, perché nel mio intervento ho già fatto riferimento all'ordine del giorno.
Ci sarebbe forse l'esigenza di un'integrazione o modifica del testo rispetto agli emendamenti che sono stati accolti con la votazione e che venivano richiamati come concetti nell'ordine del giorno? Però è anche vero che nell'ordine del giorno ci si dilunga un po' di più e si spiegano un po' meglio i temi.



PRESIDENTE

Il dottor Poppi si sta occupando di questo.



ACCOSSATO Silvana

Sì, infatti. Se possibile, si potrebbe eventualmente spostare la votazione a dopo per poterlo modificare affinché sia coerente con il percorso di approvazione.



PRESIDENTE

. Ordine del giorno n. 1309 "Ordine del giorno collegato alla proposta di deliberazione al Consiglio regionale n. 282. Indirizzi per la partecipazione del Piemonte all'insediamento dell'esperimento DTT (Divertor Tokamak Test)" presentato da Campo, Andrissi, Bono, Bertola Frediani, Mighetti, Valetti La parola al Consigliere Campo per l'illustrazione.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Brevemente, dati i tempi. Chiediamo un approfondimento di informazioni che vengano fornite in merito a questo tema, ma chiediamo anche la possibilità di istituire dibattiti pubblici da qui alla verifica delle candidature.
Tuttavia, ci hanno fatto notare e ci rendiamo conto che i dibattiti pubblici dovrebbero avvenire in pieno periodo elettorale e quindi diventerebbero, purtroppo, delle arene elettorali, per cui accettiamo le modifiche proposte dalla maggioranza e salviamo la parte in cui chiediamo degli approfondimenti informativi dal punto di vista della fornitura del combustibile, dei materiali di provenienza e così via.
Per il resto, lo diamo per illustrato. Accogliamo, vigileremo e non faremo sconti sul fatto che, da qui a quando venisse accettata la candidatura vengano poi fatti effettivamente degli incontri con le popolazione e con esperti che permettano di avere la più ampia divulgazione possibile e il più ampio dibattito possibile su una tematica importantissima.



PRESIDENTE

Poiché c'è il parere favorevole della Giunta rispetto anche a questo ordine del giorno, proporrei di mettere in votazione l'ordine del giorno del Movimento 5 Stelle, di mettere in votazione la delibera e di riprendere oggi pomeriggio con la votazione dell'ordine del giorno presentato dalla Consigliera Accossato.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

No? Allora votiamo entrambi gli ordini del giorno, con le modifiche concordate con la Giunta.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 1308, il cui testo come modificato, verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 1309, il cui testo come modificato, verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
Se vogliamo passare alle dichiarazioni di voto, bisogna rimandare a oggi pomeriggio l'approvazione della delibera. Oggi pomeriggio riprendiamo con le dichiarazioni di voto e l'approvazione della delibera.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13.01 )



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