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Dettaglio seduta n.290 del 16/01/18 - Legislatura n. X - Sedute dal 25 maggio 2014 al 25 maggio 2019

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Argomento:


MOTTA ANGELA



(I lavori iniziano alle ore 14.40 con l'esame delle interrogazioni a risposta immediata, ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento interno del Consiglio regionale)


Argomento: Trasporti su gomma

Interrogazione a risposta immediata n. 1943 presentata da Ottria, inerente a "Tagli alle corse del trasporto locale extraurbano in provincia di Alessandria"


PRESIDENTE

Iniziamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 1943.
La parola al Consigliere Ottria per l'illustrazione.



OTTRIA Domenico

Grazie, Presidente.
L'interrogazione riguarda i tagli che sono stati fatti nella settimana precedente al Natale, nel dicembre scorso, alle corse degli autobus nella provincia di Alessandria; corse di trasporto pubblico effettuate dall'azienda ARFEA. Queste corse vanno a penalizzare un territorio come l'Alessandrino, un territorio molto vasto, composto da 190 Comuni, molti piccoli, in aree poco abitate e con una popolazione notoriamente in età avanzata.
Tra l'altro, questi tagli si ripetono da alcuni anni. Dal 2013, quando avevamo circa 7,2 milioni di chilometri di trasporto su gomma, siamo passati nel 2019 a cinque milioni e 700 mila circa. Queste penalizzazioni gravano su un territorio in cui oltretutto erano già state tolte alcune linee ferroviarie o ridotte, sulle linee ancora in esercizio, alcune corse.
Pertanto, da una situazione di trasporto pubblico abbastanza efficiente si è passati a una situazione che crea un po' di problemi soprattutto alla popolazione anziana.
Come ho evidenziato, nel prospetto delle corse che sono state tagliate, in molti casi sono state ridotte e sostituite. Ad esempio, c'erano tre corse magari nell'arco di un pomeriggio, che sono state sostituite con un'unica corsa, cambiando in più il percorso e lasciando alcuni paesi del tutto privi di collegamenti in alcune fasce orarie. Queste corse riguardano anche orari in cui c'è una buona affluenza; in alcuni casi, addirittura riguardano gli studenti che vanno a scuola.
Un'altra criticità che mi è stata segnalata è la soppressione di una corsa di un collegamento diretto di autobus da Acqui Terme a Torino: Acqui Terme Nizza-Asti-Torino, con una corsa al mattino da Acqui a Torino e un ritorno serale da Torino verso Acqui. Era un servizio che riguardava prevalentemente gli anziani che si recavano a fare delle visite specialistiche presso gli ospedali torinesi. È una penalizzazione che dà un ulteriore handicap a un territorio già gravato da notevoli difficoltà.
Aggiungo, ancora, delle difficoltà rispetto ai presidi sanitari, perch spesso gli anziani acquesi devono raggiungere delle zone come Casale Tortona e Valenza, per la continuità assistenziale.
Alla luce di tutti questi elementi, chiedo alla Giunta quali provvedimenti e atti intende mettere in campo per cercare di rimediare ed eventualmente tenere in vita un collegamento su gomma, il più efficiente possibile.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Balocco per la risposta.



BALOCCO Francesco, Assessore ai trasporti

Grazie, Presidente, e grazie, Consigliere Ottria.
Ovviamente, riprendo una risposta che è stata preparata dall'Agenzia cui compete l'organizzazione, dall'anno scorso, e la gestione dei servizi.
Mi si fa notare che il complesso delle modifiche adottate nella determina del novembre scorso, cui lei fa riferimento (la determina 652), ha comportato una produzione incrementale di 50.000 chilometri. Tuttavia, è necessario precisare che ARFEA ha esercitato, dal 2015 al 2017, alcuni servizi che la Provincia di Alessandria (nel 2015 era ancora una sua competenza definire i servizi) aveva già stralciato. Pertanto, con la verifica della corrispondenza tra PEAR, autorizzato, e i servizi effettivamente erogati, l'azienda ha interrotto l'esercizio.
Detto questo, però, l'Agenzia precisa che queste modifiche sono state condivise con le Amministrazioni locali e anche con il Consorzio concessionario. Le modifiche sono venute fuori, così come descritte nella determinazione citata, con l'obiettivo di adeguare all'offerta di servizio la reale domanda rilevata. Non facciamo girare i pullman vuoti, o perlomeno tentiamo di non farlo, ecco. Riduzione delle sovrapposizioni non cooperative, corrispondenza - come già dicevo - tra PEAR autorizzati e servizi effettivamente erogati e coerenza tra il valore della produzione erogata e le risorse disponibili.
La proposta è stata fatta dall'Agenzia il 4 luglio 2017, è stata integrata durante l'incontro svoltosi quel giorno e, quindi, sono state integrate diverse proposte provenienti dalla Provincia di Alessandria. Tale determinazione è stata inviata alle varie Amministrazioni, con la richiesta di svolgere delle osservazioni entro la metà del mese di settembre. Le osservazioni sono pervenute da parte della Provincia di Alessandria, del Comune di Casale, del Comune di Castellazzo Bormida, del Comune di Casal Cermelli.
Tali istanze sono state approfondite congiuntamente con il Consorzio e le Amministrazioni richiedenti e soddisfatte con le variazioni autorizzate successivamente con la determinazione del 6 novembre.
Per quanto riguarda le segnalazioni che lei ha proposto con la sua interrogazione, l'Agenzia e il Direttore dell'Agenzia si riservano di rispondere in modo più puntuale e comunque, ovviamente, dando la massima disponibilità affinché queste situazioni che possono creare disagio vengano recuperate da parte dell'Agenzia stessa.
Rispetto ai tagli previsti precedentemente con determina della Provincia ripeto, c'è stato un incremento; piccolo, ma è un incremento.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Balocco.


Argomento: Trasporti su ferro

Interrogazione a risposta immediata n. 1951 presentata da Frediani inerente a "Disservizi linea ferroviaria SFM3"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 1951.
La parola alla Consigliera Frediani per l'illustrazione.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente, e buongiorno, Assessore.
Torniamo a parlare della linea SFM3, dopo il Consiglio straordinario.
Questa volta, perché - proprio dopo il Consiglio - c'è stato un intensificarsi degli episodi legati ai disservizi. Parliamo della linea che serve la Val di Susa, collegando Torino Porta Nuova con Susa e Torino Porta Nuova con Bardonecchia, con un cadenzamento ogni 30 minuti soltanto su una tratta della linea, perché sappiamo che in un intervallo tra le stazioni di Avigliana e Bussoleno il cadenzamento è un po' più elevato.
La linea viene gestita da Trenitalia sulla base del contratto di servizio per il trasporto pubblico ferroviario di interesse regionale e locale stipulato nel 2011 e, in scadenza, nel 2016, prorogato con il contratto ponte fino a nuovo affidamento.
Abbiamo richiamato l'attenzione in particolare su due giornate, anche se in realtà ci risultano delle segnalazioni, anche per coinvolgimento personale perché sono utente di questa linea, che dimostrano che i disservizi ultimamente si ripetono frequentemente. In particolare, nell'interrogazione parliamo delle giornate del 10 e 11 gennaio, quando si sono verificati dei disagi decisamente più importanti, dovuti probabilmente (ma di questo chiediamo conferma all'Assessore) a un treno rotto, fermo nella stazione di Bussoleno.
Come ho appreso da una foto che mi è stata inviata e che ho potuto visionare, accanto c'era anche un locomotore fermo, che per l'appunto rendeva inutilizzabili sia il binario uno che il binario due, quindi da una parte c'era il treno guasto e, sul binario accanto, il locomotore che probabilmente avrebbe dovuto intervenire per risolvere il problema.
Di conseguenza, in quelle due giornate si è susseguita tutta una serie di ritardi e i pendolari, ovviamente, erano piuttosto arrabbiati, anche perch non c'è stata un'informazione particolarmente chiara in merito a quanto stesse succedendo, tant'è che nella serata dell'11 (se non sbaglio) è purtroppo arrivata nientemeno che la notizia del decesso di un ferroviere dovuto a un malore nella stazione di Bardonecchia, decesso di cui non possiamo né vogliamo attribuire nessuna responsabilità rispetto ai disservizi verificatisi.
Attraverso questa nostra interrogazione, chiediamo dunque come si intenda agire sulle cause che hanno creato dei malfunzionamenti, in particolare in quelle due giornate, ma ci sono state delle disfunzioni anche in altre giornate da diverso tempo. Vogliamo sapere come la Regione intende agire per impedire che si verifichino nuovi disagi a carico dei viaggiatori e questo proprio per evitare che ci sia un progressivo abbandono del servizio da parte dei pendolari, che invece sono ben contenti di poterne usufruire.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Balocco per la risposta.



BALOCCO Francesco, Assessore ai trasporti

Grazie Presidente; grazie, Consigliera Frediani.
Lei non ci crederà, oppure ci crederà e mi dirà: "Pensa un po' le altre!" In realtà, questa è una delle linee meno massacrate.
Effettivamente, lo scorso 11 gennaio ci sono stati gravissimi disservizi su quella linea. Direi che due sono le cause: 1) purtroppo un grave malore che ha colpito un macchinista - ovviamente vanno le condoglianze alla sua famiglia e ai suoi colleghi - e c'è stato anche uno sciopero successivo a quell'avvenimento; 2) l'episodio decisamente riprovevole del locomotore che è stato fermo praticamente due giorni sul principale binario della stazione di Bussoleno.
Appena appreso dei disagi che si stavano verificando sulla linea, ho sentito Trenitalia, che mi ha illustrato la situazione attribuendo la responsabilità a RFI. Ho interpellato RFI, ma a sua volta ha scaricato la colpa su Mercitalia (terza società del gruppo): in effetti, il locomotore non era un locomotore passeggeri, ma un locomotore di Mercitalia, cioè di merci.
I tempi di rimozione di quel locomotore sono stati veramente inaccettabili e ho protestato direttamente con RFI, che di fatto deve assumersene la responsabilità, cioè se la linea è occupata, questa deve essere liberata e se non la libera in tempi brevi il soggetto gestore del servizio, deve farlo assolutamente RFI.
Vorrei sottolineare che ho preso spunto da questo episodio e da questo rimpallo di responsabilità, in attuazione dell'ordine del giorno approvato in Consiglio il 10 gennaio scorso, per scrivere all'Autorità di regolazione dei trasporti, individuando tre filoni d'intervento sui quali approfondire i ragionamenti in vista della definizione del nuovo contratto con i soggetti affidatari che verranno fuori dai confronti competitivi in atto.
Sostanzialmente: miglior chiarezza tra le responsabilità del gestore del servizio e del gestore dell'infrastruttura, anche attraverso l'applicazione diretta di penali a quest'ultimo, che oggi non sono previste direttamente sui nostri contratti; più efficace sistema di premialità nei confronti delle strutture chiamate a rispondere alle performance del servizio, cioè la responsabilità di chi dirige le strutture; maggior tutela dell'utente attraverso meccanismi di rimborso o risarcimento in casi di disservizio.
Abbiamo interpellato l'ART proprio perché è l'Autorità che su queste cose può e deve dare delle indicazioni anche in riferimento alla definizione dei prossimi contratti.
In sostanza, l'impressione è che, mentre su Trenitalia riscontriamo che le penali che applichiamo creano un minimo di disturbo alla dirigenza di Trenitalia stessa, questo non avviene nei confronti degli altri gestori specialmente del gestore dell'infrastruttura, per cui sembra che, quando succedono questi disservizi - per carità, non è che stiano con le mani in mano, ci mancherebbe - non ci sia questa prontezza di riflessi, cosa che in qualche modo, darebbe attuazione a penali che vanno a colpire la responsabilità individuale di chi dirige tali settori.


Argomento: Trasporti su ferro

Interrogazione a risposta immediata n. 1947 presentata da Barazzotto inerente a "Azioni urgenti nei confronti di Trenitalia e RFI al fine di porre rimedio ai gravi disagi subiti dai viaggiatori del Biellese"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
1947.
La parola al Consigliere Barazzotto per l'illustrazione.



BARAZZOTTO Vittorio

Grazie, Presidente.
Stavo riguardando non gli appunti, bensì i tempi di record delle maratone sui vari chilometri. E perché guardavo le maratone? Per poterle confrontare con i ritardi di Biella, dato che l'ultimo record si è verificato proprio a Biella.
Il caso è il treno in partenza da Biella San Paolo alle ore 7.48 del 13 dicembre, che ha impiegato circa tre ore per raggiungere Torino. Diciamo che un buon maratoneta riuscirebbe a superare il tempo che il treno percorre abitualmente da Biella per Torino o per Milano.
Questa è l'ennesima interrogazione che presentiamo e non so neanche più se chiamarla protesta o grido d'allarme, fate vobis. A ogni modo, sono circa 3.000 i viaggiatori che quotidianamente prendono il treno dalla stazione ferroviaria di Biella San Paolo diretti, come dicevo, a Torino o a Milano costretti a pesanti disagi, con ore di ritardo accumulate, coincidenze perdute, svariati altri motivi.
Vi è poi un'altra cosa curiosa di collodiana memoria: Trenitalia diffuse i dati relativi alla puntualità dei convogli su base regionale annunciando il rispetto del 90,4 per cento dei casi e un indice di regolarità del 99,2 per cento. Tali dati ovviamente, come ho premesso, non trovano assolutamente riscontro per quanto riguarda le linee ferroviarie del Biellese. Io non so chi li vada a rilevare e con quale indice, con quali parametri; sicuramente non corrispondono a quelli nostri e mi sembra anche di qualche altro collega.
Tutto ciò fa sì che vi sia veramente un servizio molto inaffidabile creando - come dicevo - disagi che si evidenziano in maniera sempre più forte. Allora, dato che c'è un diritto costituzionale alla piena mobilità che risulta gravemente leso e anche le notevoli potenzialità del Biellese quale polmone residenziale viene vieppiù danneggiato, pur nella piena consapevolezza dalla gravità della situazione, il sottoscritto ha intensificato un lavoro di mediazione, apprezzando lo sforzo da parte della Giunta nel corso degli anni con riunioni coi vertici, con l'Agenzia Mobilità, con incontri con RFI e Trenitalia, nonché con un tavolo operativo svoltosi in ottobre presso l'Unione Industriale di Biella, dove abbiamo presentato tutti questi aspetti e le risposte sono che questi parametri non corrispondono alla situazione reale (sono dati falsi, quelli del 99 per cento, e non capisco perché).
La domanda che ho posto l'altra volta è: a cosa serve la politica? O la politica deve continuamente arrendersi di fronte a questo sistema di monopolio assoluto e anche a questa arroganza da parte chi dovrebbe gestire e mettersi al servizio dei pendolari, cioè utenti cittadini/contribuenti? A mio parere, occorre un'azione energica, forte, robusta, chiamatela come volete. Io non intendo arrivare ad occupare i binari - altrimenti interviene la DIGOS, com'è già successo una volta - non voglio mettermi a fare queste robe alla mia età, ma non sono più come richiamare l'attenzione sotto questo aspetto.
Poiché l'altra volta l'Assessore Balocco, in seguito a un ordine del giorno, ha concluso affermando che occorre un'azione robusta, dico solo che ora è il caso, che i tempi sono maturi per esercitare quest'azione da parte della Regione. Se non lo facciamo noi, c'è da chiedersi chi lo deve fare perché tutto questo va a minare un territorio, oltre che prendere in giro persone che pagano il biglietto e che saltano il lavoro, e non esistendo una spiegazione col datore di lavoro per i disservizi, sono in fortissima difficoltà.
Chiedo all'Assessore se non ritenga opportuno consultare continuamente i pendolari, le associazioni e proporre azioni urgenti nei confronti di Trenitalia e RFI, anche sulla base delle previsioni contenute nel contratto ponte. Io so solo che, quando parliamo con questi signori, ci sentiamo dire: "Beh, cercheremo di fare del nostro meglio". No: è obbligatorio Presidente, fare del proprio meglio! È obbligatorio, perché la gente è stufa e noi la rappresentiamo.
Vado alla conclusione.
Sono stufo, voglio dire, anche di lamentarmi e di continuare a protestare ma è necessaria, fondamentale, caro Assessore, un'azione energica nei confronti di questi signori, altrimenti, il passo successivo è che ci arrendiamo e allora si faccia quello che si vuole, ma è inutile parlare di "sviluppo territoriale" e di tante altre cose, se non riusciamo a raddrizzare questa situazione grave, urgente, che ormai ha superato i limiti della sopportazione e della pazienza!



PRESIDENTE

Grazie, collega Barazzotto.
Ci sono 14 interpellanze. Se non rispettiamo i tempi, sarà difficile iniziare il Consiglio.
La parola all'Assessore Balocco per la risposta.



BALOCCO Francesco, Assessore ai trasporti

Grazie, Presidente.
Consigliere Barazzotto, non solo capisco, ma apprezzo moltissimo la veemenza con cui lei affronta questi temi, e non solo questi temi, in difesa del suo territorio; non solo l'apprezzo, ma li condivido in pieno.
Veniamo all'episodio in sé. L'episodio del 13 dicembre, che lei segnala in particolare, non è stato un problema sulla Biella-Santhià, ma è stato un problema sulla Torino-Milano, tant'è che appunto arrivati a Santhià, i viaggiatori in partenza da Biella hanno subito fortissimi disagi, perch non hanno trovato le due coincidenze previste, quindi hanno subito un ritardo veramente insopportabile: un treno è stato soppresso a Novara, con provenienza Milano e un secondo, per una rottura del Pantografo, è arrivato a Santhià altrettanto con un fortissimo ritardo. Questo è un fatto ovviamente, assolutamente, grave e anche qui le responsabilità, in qualche misura, la si rimpallano tra Trenitalia e RFI; non riprendo quanto già detto, rispondendo alla precedente interrogazione sull'azione che stiamo intraprendendo rispetto sia a Trenitalia che a RFI.
Per quanto riguarda la Linea Santià-Biella-Santhià, in realtà i dati della Biella-Santhià che mi danno non Trenitalia, né RFI, ma che mi dà l'Agenzia sono effettivamente piuttosto buoni, ovviamente sull'arco di un mese e sull'arco di un anno: siamo a una puntualità che si aggirano sul 97 per cento, sulla Santhià-Biella, e sulla Biella-Novara attorno al 92 per cento quindi sostanzialmente con una media decisamente più alta della media nazionale, che come lei sa è inferiore al 90 per cento, è all'89 per cento.
Detto questo, non è certo questa una soddisfazione, una consolazione apprezzabile, perché il problema è che oggi la Biella-Santhià è una navetta che va su e giù.
I disagi, come quello avvenuto il 13 dicembre, sono collegati alla coincidenza - che poi spesso diventa una coincidenza - con l'esercizio della Torino-Milano. Se abbiamo portato avanti e stiamo portando avanti con forte determinazione e su questo anche individuando le risorse da parte di RFI per l'intervento dell'elettrificazione della Biella-Santhià, il motivo è esattamente questo, cioè quello di avere la possibilità - allora e finalmente - di avere un esercizio diretto Biella-Torino.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Balocco.


Argomento: Opere pubbliche

Interrogazione a risposta immediata n. 1939 presentata da Gancia, inerente a "Distacco materiale dal ponte della S.S. 21 ubicato presso il Comune di Gaiola (CN)"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 1939.
La parola alla Consigliera Gancia per l'illustrazione.



GANCIA Gianna

Grazie, Presidente.
Premesso che . nei giorni scorsi, si è verificato il distacco di elementi laterizi di medie dimensioni dall'intradosso del ponte della Statale 21 del Colle della Maddalena, ubicato presso il Comune di Gaiola . il Sindaco pro tempore ha provveduto a segnalare quanto riscontrato all'ANAS.
Dato, altresì, che . il manufatto presenta fessurazioni di recente apertura localizzate in corrispondenza dello spigolo del primo arco a est sulla stessa fiancata nord del ponte.
Ritenuto opportuno che . la Regione, in stretta sinergia con ANAS e del Comune di Gaiola, debba optare per una rapida verifica della situazione strutturale del manufatto in oggetto, con lo scopo primario di garantire la sicurezza dei cittadini e impedire il verificarsi di eventi simili a quanto verificatosi nell'aprile 2017, a Fossano si interroga l'Assessore regionale competente . per sapere se vi siano ipotesi d'intervento sul ponte in oggetto, allo scopo di salvaguardare la salute e l'incolumità dei cittadini.



PRESIDENTE

Grazie, collega Gancia.
La parola all'Assessore Balocco per la risposta.



BALOCCO Francesco, Assessore ai trasporti

Grazie, Presidente.
Consigliera Gancia, quando sono stato informato dal Sindaco di Gaiola di questo problema, sono intervenuto subito nei confronti di ANAS e poi, anche in seguito alla sua interrogazione, ho ricevuto una risposta dal dirigente dell'ANAS-Compartimento di Torino, l'ingegner Gemelli, che recita quanto segue.
Fermo restando che allo stato dai dati sopralluoghi effettuati dal capocentro si sono rilevate deficienze tali da compromettere il mantenimento in esercizio dell'opera, come fatto per casi analoghi, si è comunque ritenuto opportuno interessare apposito consulente esperto in materia di ponti ad arco in muratura, onde procedere all'ottimale definizione degli interventi di manutenzione necessarie.
A breve, verrà fissata la data per l'esecuzione di sopralluogo da parte del predetto consulente; indicativamente, dovrebbe avvenire entro la prossima settimana.
Questo lo scriveva la settimana scorsa, quindi durante questa e lo verificheremo quanto prima. Non solo, però si sono attivati, ovviamente anche le nostre strutture decentrate, l'ex Genio Civile, che hanno immediatamente provveduto a un sopralluogo in proprio e poi, con i tecnici dell'ANAS. Nella sua relazione, il dottor Pulzoni del Settore decentrato di Cuneo ricorda però, e lo ha trasmesso anche ad ANAS, che gli interventi manutentivi sono di competenza ANAS, in quanto la Regione è competente degli aspetti idraulici, ma non del manufatto, quando appunto il manufatto non è di sua pertinenza.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Balocco.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 1948 presentata da Ruffino, inerente a "Ospedale Venaria Reale"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 1948.
La parola alla Vicepresidente Ruffino, che interviene in qualità di Consigliera, per l'illustrazione.



RUFFINO Daniela

Grazie, Presidente.
Avevo già chiesto all'Assessore in merito all'ospedale di Venaria Reale e ripropongo quest'interrogazione in forza del vissuto sul territorio.
In particolare, a Venaria ci sono stati dei banchetti in questo periodo e si parla del progetto dell'ospedale, delle tempistiche e c'è molta attesa ma anche molta preoccupazione, da parte dei cittadini, ma anche da parte dei Consiglieri Comunali dei vari Gruppi, che non comprendono il percorso che in ogni modo deve essere condiviso e deve ovviamente viaggiare in parallelo tra Assessorato e Comune.
Sappiamo che il termine operativo per la costruzione dell'opera deve essere gennaio 2019; conosciamo bene il bacino di utenza molto ampio. Ho letto la documentazione di SCR, però quello che non si comprende è come quest'opera completata e realizzata, potrà usufruire di tutta la parte dell'urbanizzazione prevista e in questo caso in capo al Comune.
Ci sono interventi ingenti, c'è sicuramente un investimento molto forte che è previsto e deve essere avviato dalle Casse comunali del Comune di Venaria, ma a oggi non si intravvedono queste risorse, che magari sono comprese nel Piano triennale, però ammetto che ricercate non sono state trovate. Quindi, chiedo all'Assessore Saitta di sapere come si intenda proseguire, per giungere alla data prevista, che spero venga rispettata con tutta la parte esterna dell'ospedale, urbanizzata, quindi con i parcheggi e tutto quanto può essere previsto per la piena funzionalità della struttura, perché, se mancassero delle parti, certamente non per cattiva volontà, ma magari per carenza di risorse, occorrerebbe prendere delle decisioni.
Penso che la sua risposta sarà importante, perché permetterà, ovviamente a cascata, di poter ai cittadini quanto oggi dirà in Aula. Per questo la ringrazio.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Saitta per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Nel rispondere a questa interrogazione, confermo sostanzialmente quanto detto poche settimane fa in occasione di un quesito analogo posto da un altro Consigliere. I lavori del nuovo polo sanitario di Venaria procedono regolarmente; non si rilevano modifiche rispetto al progetto approvato e nemmeno rispetto alla spesa complessiva prevista dal quadro economico. A oggi, sono state ultimate le strutture edili e sono in fase di realizzazione le opere impiantistiche, i serramenti esterni e le compartimentazioni interne verticali.
Anche sulla tempistica di realizzazione confermo quello che ho avuto modo di dire. È stato registrato un ritardo, che mi dicono sarà recuperato quindi, la scadenza indicata del primo trimestre 2019 dovrebbe essere mantenuta. Dico dovrebbe perché, come sappiamo, nelle opere pubbliche ci sono sempre aree di incertezza. In ogni caso, tutto sta procedendo nei tempi previsti.
Ha ragione la collega: il tutto procede, fatte salve le opere di urbanizzazione a carico del Comune di Venaria, che sono evidentemente irrinunciabili per l'apertura e il funzionamento della struttura.
Attenendomi alle dichiarazioni pubbliche che ha fatto il Sindaco De Maria (e mi riferisco a quelle), mi pare che l'Amministrazione di Venaria stia lavorando per rispettare i tempi, la coincidenza tra il completamento della struttura e anche le realizzazioni delle urbanizzazioni necessarie per il funzionamento.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 1945 presentata da Caputo, inerente a "Ripresa dell'attività chirurgica di Oftalmologia presso l'Azienda Ospedaliera Universitaria San Luigi di Orbassano"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
1945.
La parola alla Consigliera Caputo per l'illustrazione.



CAPUTO Valentina

Grazie, Presidente.
Quest'interrogazione nasce proprio a seguito di una comunicazione appresa venerdì quando, in occasione dell'inaugurazione del Pronto Soccorso dell'Ospedale San Luigi Gonzaga di Orbassano, è stata annunciata la riapertura del servizio di Oftalmologia dell'ospedale.
Naturalmente, abbiamo appreso con positività questa notizia: personalmente non ero presente all'inaugurazione, ma ho letto la notizia sugli organi di stampa e devo dire che è stata una questione che abbiamo seguito con molta attenzione. Come Gruppo consiliare, infatti, ad aprile dello scorso anno avevamo presentato l'ordine del giorno n. 1072 e il tema più volte è stato oggetto di comunicazioni da parte della Giunta in Aula.
Avevamo incontrato con il collega Appiano le associazioni di pazienti e famiglie, dalle quali era emerso come fosse una necessità sorta dal basso: pertanto, era stata anche oggetto di dialogo con il Commissario.
Dobbiamo dire che la Giunta, anche da quanto dichiarato a luglio dello scorso anno, si è sempre detta propositiva nel riaprire questo servizio una volta valutati naturalmente i volumi di quella che poteva essere una nuova attività. Nel caso di riapertura, l'obiettivo era soprattutto quello di poter dare la giusta risposta con dei servizi di buona qualità. Su questo non possiamo che essere soddisfatti, anche perché abbiamo delle professionalità che meritano di essere nuovamente ricollocate ed essere valorizzate.
Si interroga, però, l'Assessore per riuscire a capire quali siano le modalità previste per la ripresa dell'attività chirurgica di Oftalmologia presso l'Ospedale San Luigi di Orbassano.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Caputo.
La parola all'Assessore Saitta per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Come la Consigliera Caputo sa e come ricordato poco fa, proprio venerdì abbiamo inaugurato il nuovo modernissimo Pronto Soccorso del San Luigi di Orbassano. Nella stessa giornata di inaugurazione del Pronto Soccorso, la Giunta regionale (io ero presente all'inaugurazione) ha approvato la delibera relativa all'atto aziendale dell'Azienda Ospedaliera San Luigi di Orbassano. È un atto amministrativo importante, che era stato approvato dal Direttore dell'Azienda il 13 novembre. Devo dire che erano modifiche successive, dove sono state trattate una serie di questioni, compreso il tema dell'Oculistica, che abbiamo seguito nel tempo, sempre all'interno della programmazione.
All'articolo 7 del Titolo I, su richiesta del Direttore Ripa, c'è un'azione riguardante in modo preciso l'Oculistica. Noi l'abbiamo approvata, anche perché per noi non era una novità, come potete immaginare, in quanto era stata oggetto di discussione e di confronto, ma anche di una volontà che ho espresso. Posso essere sembrato, allora, un po' timido, ma dipendeva tutto dal fatto che bisognava procedere all'atto aziendale.
L'atto aziendale è stato assunto dal Direttore e noi l'abbiamo approvato.
Tale atto prevede al Titolo I, articolo 7, "l'avvio di un'analisi tecnica per stabilire la ripresa dell'attività chirurgica oculistica nel contesto dell'intera rete che afferisce alla macroarea omogenea Torino Ovest coinvolgendo pertanto anche l'ASL Torino 3 nell'esame della domanda di offerta presente". A questo punto, il Direttore, essendo indicato nell'atto aziendale, ha il compito di predisporre questo progetto, secondo le indicazioni contenute nell'atto aziendale e poi si potrà procedere.
Non sono in grado di indicare i tempi, ma è chiaro che abbiamo sollecitato il Direttore a dare attuazione a questa indicazione che era stata richiesta, quindi esprime una volontà non soltanto della Regione, ma una volontà emersa in Consiglio e fatta propria dal Direttore.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 1941 presentata da Batzella inerente a "Garantire nel fine settimana con copertura più ampia del servizio medico dedicato ai codici a bassa intensità nel Pronto Soccorso dell'Ospedale di Susa"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
1941.
La parola alla Consigliera Batzella per l'illustrazione.



BATZELLA Stefania

Grazie, Presidente.
Nel 2014 l'ASL TO3 ha istituito un progetto che prevedeva un pool di medici con un contratto in convenzione a tempo determinato per i casi di minor gravità in pronto soccorso, con l'obiettivo di ridurre il sovraffollamento ottimizzare i percorsi e diminuire i tempi di attesa. Si tratta di medici di famiglia, di medici di ex guardia medica, di medici appena specializzati nell'emergenza o, comunque, che presentano formazione ed esperienze in merito e che si occupano dei codici di bassa intensità.
Come negli altri ospedali, anche nel Pronto Soccorso dell'Ospedale di Susa oltre al medico strutturato di guardia, c'è il medico che si occupa di visitare i pazienti con codici di minore criticità, per decongestionare gli accessi alle strutture dedicate all'emergenza. Questo servizio dal lunedì al venerdì osserva l'orario dalle 8 alle 23, il sabato e la domenica l'orario è ridotto dalle 9 alle 17. Quello di Susa è l'ospedale di riferimento per la media e l'alta Val di Susa; inoltre, è vicino ai più importanti impianti sciistici del territorio ed è una valle che non soltanto d'inverno, ma anche d'estate, richiama sul territorio molti turisti.
Il giorno di Capodanno in pronto soccorso non è stata garantita la copertura del servizio medico dedicato ai codici di bassa intensità. La mancanza di questo servizio è stata particolarmente sentita sia dagli operatori sanitari, che hanno dovuto affrontare un carico di lavoro ben superiore rispetto alle aspettative, sia dall'utenza, che si è ritrovata a dover affrontare attese lunghe ed estenuanti.
Vorrei ricordare, Assessore, che l'Ospedale di Susa negli ultimi anni è già stato fortemente depotenziato dalla DGR n. 1-600 e da quella di integrazione (la n. 1-924). Sono stati chiusi i reparti di Ostetricia e Ginecologia e il reparto di Neonatologia. Alcune strutture da complesse sono state declassate in semplici e sono, inoltre, cessate le attività di pronto soccorso ostetrico, ginecologico e pediatrico.
Interrogo l'Assessore che non mi sta ascoltando, perché distratto dall'Assessora De Santis. Assessore, ho appena citato l'Ospedale di Susa che, come lei ben sa, negli ultimi anni è stato fortemente depotenziato dalla DGR n. 1-600 e da quella integrazione (la n.1-924).
Vorrei ricordarle, anche se lo sa meglio di me, che sono stati chiusi i reparti di Ostetricia, Ginecologia e Neonatologia. Inoltre, Assessore alcune strutture da "complesse" sono state declassate in "semplici" e sono cessate le attività di pronto soccorso ostetrico, ginecologico e pediatrico.
La mia interrogazione è volta a sapere se si intende garantire il servizio medico dedicato ai codici di minore criticità anche durante il sabato e la domenica, osservando lo stesso orario dei giorni feriali, in considerazione del fatto che proprio nel fine settimana nel territorio si registra un'alta presenza di turisti.
La richiesta che avanzo è quella di garantire lo stesso orario anche il sabato e la domenica, così come avviene durante i giorni dalla settimana.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Batzella.
La parola all'Assessore Saitta per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Fin dal 2014 era stato attivato, presso l'ospedale di Susa, un pool di medici dedicato ai codici a bassa intensità, che, in alcuni periodi dell'anno (periodo influenzale e afflusso estivo, in particolare) garantivano il supporto di medici strutturati in pronto soccorso.
Dal mese di dicembre 2015, anche per poter garantire una maggiore e migliore presa in carico dei pazienti diretti al Pronto Soccorso di Susa quel pool è stato quasi raddoppiato, per consentire, in particolare nei fine settimana, ove per molti mesi dell'anno risultava scoperta, una presenza sistematica e costante. Tale continuità ha permesso di poter contare, oltre che sui medici in organico, anche sulla presenza di medici dedicati ai codici a bassa intensità dal lunedì al venerdì, dalle 8 alle 23, e il sabato, la domenica e i giorni festivi dalle 9 alle 17.
È una strategia che, oltre ad aver ridotto notevolmente i tempi della presa in carico dei pazienti di oltre la metà, ha garantito una migliore governance, con la possibilità di accedere ai successivi setting assistenziali in modo più rapido e appropriato.
La programmazione degli orari è stata definita non solo con il responsabile del Pronto Soccorso di Susa, ma sulla base di dati di attività storici che relativamente ai weekend invernali (presenza di turisti per attività di montagna), vede una netta e maggiore concentrazione di accessi tra la tarda mattina e il primo pomeriggio.
La Direzione dell'ASL TO3 - mi comunicano - avrà comunque cura di rivalutare, anche alla luce degli ultimi dati, se sia necessaria l'estensione della presenza del pool dei medici il sabato, la domenica e i giorni festivi.
Relativamente al giorno di Capodanno, si segnala che sono intercorse due criticità (ma avremo modo di discuterne in altre occasioni): l'influenza che ha interessato il 25 per cento del personale medico e il periodo di ferie, che, di fatto, ha limitato la sostituzione di ulteriori figure da affiancare al medico di servizio al Pronto Soccorso.
Per quanto riguarda la questione specifica, l'ASL TO3 sta valutando la possibilità di estensione del servizio.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 1950 presentata da Bono, inerente a "ASL BI - reparto di Urologia dell'ospedale di Ponderano sottoposto ad indagine da parte della Procura"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
1950, presentata dal Consigliere Bono, che la illustra; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Relativamente a quest'interrogazione non citerò, come da Regolamento, i nomi delle persone che sono sottoposte a indagine, sebbene la notizia sia stata diffusa su tutti i principali giornali del Biellese, quindi ha avuto comunque un'eco regionale, se non addirittura nazionale.
Si parla di cinque indagati del reparto suddetto dell'ospedale di Biella con ipotesi di falso ideologico e duplice omicidio colposo. Non dico che siamo garantisti, ma riconosciamo semplicemente le leggi dello Stato e le rispettiamo, quindi è ovvio che fino alla sentenza non si emetteranno giudizi di alcun tipo, né politici né di altro genere. Anzi, noi ci auguriamo che gli addebiti mossi a questi operatori e ai colleghi del sistema sanitario possano essere non veri.
Il tema di queste lettere anonime inviate all'interno dell'ospedale di Biella che hanno sollevato queste denunce, e quindi questi processi, deve avere una risposta anche politica, nel senso di comprendere se la situazione dell'ospedale di Biella è amministrata e seguita e se ha un capo e una coda, sia rispetto al Direttore generale dell'Azienda, sia soprattutto, rispetto all'Assessorato regionale guidato da Saitta.
Vorremmo quindi capire se ci sono dei provvedimenti da prendere; non intendo "provvedimenti disciplinari", perché questi spettano al Direttore generale - tra l'altro, mi risulta che il primario sarebbe stato sospeso dal suo incarico - ma se l'Assessore Saitta, dal punto di vista politico intende fare una verifica più generale anche a livello di diverse Aziende Sanitarie Locali, per comprendere se le attività che vengono poste in essere nelle varie Aziende Sanitarie Locali corrispondono ai criteri e agli standard operativi e se non ci sono casi, invece, che possono sfuggire (o che sono già sfuggiti) di mano rispetto ai controlli che l'Assessorato attraverso i Direttori generali, può porre in essere.
Mi rendo conto che si tratta di un'interrogazione difficile e complicata sia nel porla, sia nel ricevere una risposta, ma il tema è importante perché ogni giorno è all'attenzione dei media del Biellese, ma anche di quelli regionali. Io credo che sia stato corretto sollevare questo tema e confidiamo di ricevere comunque una risposta da parte l'Assessore Saitta.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Bono.
La parola all'Assessore Saitta per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

All'ASL di Biella e all'Assessorato alla sanità non risulta siano in atto inchieste da parte della magistratura sul reparto di Urologia dell'ospedale di Ponderano. Per quanto a conoscenza, l'inchiesta in corso al momento riguarda i medici del reparto ed è volta ad accertare eventuali responsabilità personali. Non riguarda, dunque, l'operato dell'ospedale di Ponderano, né tantomeno quello dell'ASL di Biella e della sanità biellese nel suo complesso.
A oggi, non è stato notificato all'ASL di Biella alcun provvedimento cautelare nei confronti dei dirigenti medici in relazione ai fatti citati.
Allo stesso tempo, occorre precisare come non sia mai stata rinviata alcuna Conferenza dei Sindaci, non essendo stata fissata in precedenza alcuna data di convocazione.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.


Argomento: Personale del servizio sanitario

Interrogazione a risposta immediata n. 1942 presentata da Vignale, inerente a "I dati di bilancio 2018-2020 permettono il rinnovo del contratto del personale sanitario?"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
1942, presentata dal Consigliere Vignale, che la illustra; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca.

Grazie, Presidente.
L'interrogazione nasce dalla lettura del disegno di legge n. 286, inerente al bilancio di previsione triennale 2018-2020, in cui si registra una spesa del personale non molto differente (con piccolissime scostamenti) rispetto a quella degli anni passati.
Considerato che nel 2018 si dovrebbe provvedere al rinnovo del contratto di tutto il comparto sanità, e che il rinnovo riguarda un numero di persone non simile a quello della Regione, l'Assessore e Vicepresidente Reschigna ha fatto presente che con le risorse a disposizione sarebbe stato comunque possibile provvedere al rinnovo del contratto dei dipendenti della Regione e del Consiglio regionale.
Evidentemente, essendo più di 50.000 i dipendenti del comparto sanità, e considerato anche che il Governo, nella legge di stabilità, non ha stanziato risorse aggiuntive per il rinnovo del contratto, com'era invece accaduto in altri casi (nell'ultimo rinnovo contrattuale le Regioni avevano stanziato una parte di risorse, mentre un'altra parte più consistente era giunta da trasferimenti aggiuntivi che aveva previsto la finanziaria dello Stato), ci domandiamo se le risorse a bilancio siano sufficienti per sostenere il rinnovo e, ancorché sia irrituale porre due domande, qualora non siano sufficienti, con quali modalità si intende procedere al rinnovo.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Saitta per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Innanzitutto, non è la Regione che provvede al rinnovo del contratto.
Parliamo di un contratto nazionale e la posizione non soltanto della Regione Piemonte, ma di tutte le Regioni, è stata sicuramente quella di lavorare attraverso SISAC, per quanto riguarda i medici convenzionati e poi l'altro comparto che è seguito da ARAN.
Noi, come Regioni, abbiamo sostenuto, e continuiamo a sostenere con i prossimi Governi, la necessità di un finanziamento dedicato, come è venuto negli altri comparti come quando si rinnova il contratto del comparto sanitario.
I dati sono all'incirca questi, in termini complessivi, nazionali (poi basta fare le percentuali). Il rinnovo del contratto del comparto sanitario ha un valore complessivo, in tutto il nostro Paese, intorno al miliardo e 400 milioni. Di questo miliardo e 400 milioni le Regioni hanno accantonato cosa che prevede la norma, delle risorse che ammontano nazionalmente intorno ai 500 milioni. Nei nostri bilanci, e nei bilanci delle ASL, c'è un accantonamento che ha questo valore che coprirà una parte del rinnovo e che ancora bisognerà anche definire il contenuto e l'entità (ancora si tratta di stime). Qualcuno ha provato a fare, pur essendoci il trasferimento dell'aumento degli statali.
In ogni modo, è ancora da definire nel contenuto normativo e le Regioni hanno a disposizione 500 milioni.
Chiaramente, nel momento in cui il contratto sarà sottoscritto da parte di ARAN e da parte di SISAC, la precondizione per la sottoscrizione è avere a disposizione le risorse. Per quanto riguarda le Regioni, l'abbiamo detto e lo ripeteremo, hanno soltanto quelle risorse e l'aumento del fondo sanitario, nella parte che ci sarà, serve soltanto a coprire.
È un aumento vincolato ad alcune finalità.
Il Governo, nella legge di bilancio, non era nelle condizioni - così ci è stato detto - di mettere delle risorse aggiuntive, ma è chiaro che questo tema nel 2018 si pone, perché che diventa un elemento fondamentale. Ho verificato, per quanto riguarda la nostra parte, le risorse sono accantonate; riguarda soltanto la parte che nazionalmente è di 500 milioni e abbiamo percentualmente quel sette-otto per cento.



PRESIDENTE

L'interrogazione n. 1952 della Consigliera Accossato viene ritirata e presentata in un altro momento.


Argomento: Partecipazioni azionarie regionali - Enti strumentali

Interrogazione a risposta immediata n. 1940 presentata da Ravello, inerente a "Società Pracatinat: di chi sono le responsabilità del buco di bilancio?"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
1940.
La parola al Consigliere Ravello per l'illustrazione.



RAVELLO Roberto Sergio

Grazie, Presidente.
Non credo che sia il caso di ricordare che cos'abbia rappresentato Pracatinat per il territorio - un territorio che, tra l'altro, va ben al di là della Provincia di Torino - e per le migliaia di ragazzi che hanno potuto fruire dei servizi che, nella sua storia, ha offerto.
Credo, invece, che sia necessario interrogarsi sulle ragioni che hanno portato a un epilogo così triste e che oggi rappresenta quella realtà, come una parte di un patrimonio storico della Regione Piemonte. Alla luce di alcune informazioni di cui sono venuto a conoscenza a mezzo stampa, ritengo altresì necessario che si faccia chiarezza sulle reali responsabilità degli enti soci di Pracatinat e del peso di ogni singola responsabilità.
In particolare, mi riferisco ad alcuni passaggi di articoli di giornale che ho avuto modo di leggere e di alcune dichiarazioni del suo storico Presidente Celeste Martina, che assegnano a uno degli Enti soci - mi riferisco alla Città metropolitana in particolare - il peso principale cioè la responsabilità che ha fatto sì che si dovesse arrivare a mettere una pietra sopra questa esperienza, in ragione del fatto che la Città metropolitana di Torino pare non aver onorato il proprio debito, in termini di riconoscimento e di quote di risorse rispetto alla propria partecipazione.



PRESIDENTE

Chiedo scusa, Consigliere, ma chiedo ai colleghi di fare silenzio perch non è possibile fare intervenire i Consiglieri in modo adeguato.



RAVELLO Roberto Sergio

Credo, dicevo, che questa sia un'azione doverosa nei confronti del territorio ma, soprattutto, nei confronti degli Enti locali più prossimi a Pracatinat e che, grazie Pracatinat, hanno anche avuto modo di sviluppare un'economia e di dare particolare soddisfazione alle proprie comunità.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessora De Santis per la risposta.
DE SANTIS Giuseppina, Assessora rapporti con società a partecipazione regionale Grazie, Presidente, e grazie, Consigliere Ravello.
Rispondo ai quesiti indicati nell'interrogazione, che chiedono quale sia l'attuale situazione della messa in liquidazione, in realtà il fallimento della società Pracatinat, con particolare riferimento alla mancata corresponsione delle quote di spettanza di ciascun socio e i due immobili.
Dirò anche qualcosa sul pregresso.
La questione è stata seguita da me personalmente e in numerose occasioni in Consiglio regionale prima che il Consigliere Ravello tornasse a farne parte. A oggi, per quanto attiene la parte di contribuzione societaria tuttora di spettanza degli enti soci, sono ancora in corso di redazione i conteggi da parte del curatore fallimentare, avente a oggetto la corresponsione delle somme richieste agli Enti pubblici soci.
Devo tornare al passato. Comune e Regione avevano accantonato e versato, in fase di liquidazione, direttamente alla società, il dieci per cento dell'importo indicato e il restante 90 per cento era stato depositato, come richiesto dal liquidatore, presso un soggetto fiduciario, sul presupposto che la procedura di liquidazione si concludesse in bonis. Questo, in realtà, non è accaduto e, peraltro, restano in vigore tutti i vincoli che noi ben conosciamo delle norme tanto in materia societaria quanto in materia di contabilità pubblica.
Il curatore ha chiesto al Comune e Regione di elencare quali delle voci ricomprese nelle somme richieste ai soci e costituenti il deposito presso il fiduciario siano attinenti ai costi societarie di gestione relativi al 2016 e al primo semestre 2017. Su questo si attende un riscontro a breve.
La Regione, invece, ha provveduto a erogare i corrispettivi derivanti dall'espletamento dei servizi offerti dalla società Pracatinat.
Per quanto riguarda gli immobili, il curatore ha messo in vendita l'intero compendio pubblicando su un sito - poi fornirò la nota scritta - l'invito ad offrire con scadenza al 30 gennaio alle ore 12.
Per quanto riguarda il personale della società, una parte è stato ricollocato mediante assunzione presso l'attuale gestore del ramo alberghiero, due persone sono state riassorbite e ricollocate mediante mobilità, una presso i soci pubblici, una dalla Regione e una dal Comune di Torino. Altri hanno scelto una procedura di dimissioni volontarie e due sole persone sono state effettivamente licenziate dal curatore fallimentare.
La ragione per la quale Comune e Regione hanno riassorbito solo due effettivi è che solo quelle due persone avevano le condizioni, nel senso che erano state assunte in Pracatinat con procedura da ente pubblico quindi potevano essere ricollocate direttamente all'interno degli enti pubblici.
Ad altre due sono state offerte, per esempio, un colloquio con la società SORIS, che in quel momento assumeva, ma non ci risulta che abbiano effettivamente trovato collocazione.
Come Regione, abbiamo cercato di garantire le condizioni per una continuità della società, in particolare la continuità del ramo educativo, che era quello che ci toccava direttamente dopo che, con una procedura a evidenza pubblica, il ramo alberghiero era stato dato in gestione a un soggetto privato.
Il mantenimento dell'operatività della società era legato a un piano di risanamento votato in Assemblea, ovviamente insieme ai bilanci, da tutti i soci che sono, come lei saprà, per percentuali: intorno al 30 per cento Comune, Regione e Città metropolitana e, per la parte residua, una serie di piccoli Comuni del territorio.
Purtroppo, al momento in cui si è trattato di concretizzare questo impegno Città metropolitana ha ritenuto di non aderire all'impegno assunto e quindi, di non versare la propria quota di contributo e di non fare la propria parte di sostegno alla società.
Noi abbiamo dovuto tenere conto di norme generali di contabilità pubblica nonché di pronunce specifiche che, nella sostanza, vietano ai soci pubblici, in casi di questo genere, di farsi carico anche della quota spettante ad altri soci pubblici.
Su questo, all'inizio abbiamo lavorato molto da soli, ma poi, da un certo momento in avanti, anche con il Comune. Tuttavia, l'assoluta indisponibilità di Città metropolitana ad accompagnare la costruzione di condizioni per cui la società potesse continuare a esistere, ha fatto sì che si sia dovuti arrivare al fallimento.
Grazie.


Argomento: Trasporti su ferro

Interrogazione a risposta immediata n. 1949 presentata da Berutti, inerente a "Copertura finanziaria per la riattivazione delle tratte ferroviarie Casale Monferrato-Mortara e Casale Monferrato-Vercelli"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 1949.
La parola al Consigliere Berutti per l'illustrazione.



BERUTTI Massimo

In merito a notizie apparse nei giorni scorsi sull'apertura delle nuove linee Casale-Vercelli e Casale-Mortara, pur accogliendo in modo positivo la notizia, quello che ha destato un po' di perplessità è il fatto che c'è stata una presa di posizione, da parte delle amministrazioni vercellesi, e che qualche considerazione è stata fatta in merito all'integrità totale del progetto.
L'elemento che lascia un po' perplessi, considerato che si tratta di un investimento di circa 13 milioni di euro (dove dovrebbe esserci l'elettrificazione delle linee), è che si parla di un'azione promozionale che dovrebbe sostenere l'intervento, che, se non dovesse andare a buon fine, rischierebbe di lasciare queste due tratte in una condizione non incompiuta, ma con dei costi che poi non potrebbero essere ammortizzati e quindi, non potrebbero dare utilità.
L'interrogazione è per sapere come si intende rassicurare il territorio circa la copertura finanziaria dell'opera e il rispetto dei tempi per la stesura dei progetti.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Balocco per la risposta.



BALOCCO Francesco, Assessore ai trasporti

Grazie, Presidente.
Devo dire che già il Presidente della Provincia di Vercelli, Vercellotti nell'incontro avvenuto a Casale la settimana scorsa, dove si è firmato questo protocollo, aveva espresso delle perplessità che sono state seduta stante affrontate e, direi, risolte.
La prima questione riguardava la possibilità, da parte delle Province, di collaborare al finanziamento delle azioni di promozione della riattivazione delle due linee. È stato modificato seduta stante il protocollo, indicando la partecipazione delle Province attraverso non denaro contante, ma collaborazione attuata dai propri Uffici.
Con questa modifica, infatti, il protocollo è stato approvato con entusiasmo dalla Provincia di Alessandria, dalla Provincia di Pavia e da tutti i Comuni lì presenti, compreso il Comune di Mortara, e non solo il Comune di Mortara, che rappresentava le amministrazioni locali lombarde interessate alla riattivazione.
Per quanto riguarda la questione del finanziamento della riattivazione quindi gli interventi di natura infrastrutturale, questi sono in carico a RFI e sono stati da RFI definiti: 7,3 milioni sulla Casale-Mortara e sei milioni sulla Casale-Vercelli.
RFI ha precisato che non poteva firmare il protocollo, in quanto le relazioni che RFI stessa deve mantenere con le istituzioni locali devono passare attraverso l'accordo quadro che la stessa aggiorna di volta in volta con Regione Piemonte. Non solo, la quantificazione degli interventi ma anche la definizione delle scadenze temporali, che permetteranno la riattivazione delle due linee (l'una a fine 2018, l'altra, se non erro, a fine 2019), sono appunto legate non tanto al finanziamento, quanto ai tempi di realizzazione degli interventi.
Su questo aspetto e sulla copertura degli interventi infrastrutturali quindi, non c'è nessun dubbio o problema.
L'accordo quadro verrà formalmente aggiornato già nei prossimi giorni, ma RFI, che ha partecipato ai tavoli di preparazione della stesura del protocollo stesso, ha già dato ampia disponibilità in merito.
Sinceramente non capisco la posizione del solo Presidente della Provincia di Vercelli, mentre tutti gli altri enti locali (Province, Comuni e Regione Lombardia, che non ha ancora firmato semplicemente perché è in attesa dalla formalizzazione della delibera che avverrà nei prossimi giorni da parte della Giunta lombarda) lo approveranno.
Tuttavia credo che, conoscendo bene il Presidente, dopo aver approfondito ulteriormente la questione, sarà uno dei promotori di questa iniziativa.


Argomento: Personale socio - assistenziale

Interrogazione a risposta immediata n. 1944 presentata da Grimaldi inerente a "Grave situazione delle OSS della casa di riposo Il Porto"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
1944.
La parola al Consigliere Grimaldi per l'illustrazione.



GRIMALDI Marco

Grazie.
Assessore, le sto per raccontare una brutta storia.
Domenica 14 gennaio, da mezzogiorno in poi, le operatrice e gli operatori socio sanitari della casa di riposo Il Porto, gestita dalla cooperativa Punto Service, che è anche proprietaria della struttura, hanno chiesto alla cittadinanza di portare loro la solidarietà per lo sciopero che era in corso.
Di che cosa si lamentano questi operatori? Dicono che il personale in turno non è mai sufficiente, soprattutto di notte, con la conseguenza di un carico di lavoro insostenibile e di un servizio insufficiente, che non riesce a garantire sicurezza e il diritto alla salute né per il personale né per gli ospiti. Che cosa dicono? Dicono che il carico di lavoro supera non solo il tempo a disposizione, ma i limiti fisici, in particolare per le donne. Di che cosa si lamentano per la precisione? Chiedono di poter lavorare in coppia, non solo ovviamente per alleggerire il carico, ma anche per maggiore tutela, perché allo stato attuale la cooperativa Il Porto ha di notte, più o meno 180 anziani.
Ci dicono che spesso, per queste 180 persone, presta servizio un solo infermiere e quattro operatori socio sanitari. In alcuni casi, durante il giorno è presente un infermiere ogni 120 ospiti spesso non autosufficienti.
Inoltre, le OSS denunciano di non essere pagate secondo il contratto, dal momento che l'azienda stabilisce unilateralmente le ore di lavoro e non paga lo stipendio pieno. Inoltre, le lavoratrici e i lavoratori chiedono turni regolari. Di che cosa? Di otto ore. La paga - con i giusti riposi sarebbe il corrispondente di 165 ore al mese per il tempo pieno e 65 per il part time.
Nonostante tutto ciò, la Punto Service sostiene di essere una delle migliori aziende del settore.
Nella giornata di sciopero, nella quale la cooperativa avrebbe dovuto impiegare 40 OSS, ne sono state precettate 45, al di fuori della previsione di legge, ossia in assenza di un accordo sindacale che autorizza la precettazione in caso di sciopero. In merito all'illegittimità della precettazione c'è stato un incontro in Prefettura e, in quel caso, la Punto Service non si è presentata. Ha, invece, erogato almeno dieci lettere di contestazione alle operatrici in stato di agitazione, con un atteggiamento un po' antisindacale, se possiamo dire così.
Arrivo al punto: come sa, c'è una deliberazione della Giunta del 30 luglio 2012, che ha fissato il modello integrato di assistenza residenziale.
Vengono individuate le fasce assistenziali in cui si articola l'intensità della prestazione e ogni fascia assistenziale individua e rappresenta degli standard. Spesso, la Commissione di vigilanza verifica, in sede di sopralluogo, la corrispondenza dei minutaggi di tutte le professionalità e la cosiddetta regola dei minutaggi così sancita rischia - come sembra dimostrare la vicenda sopra riportata - di essere utilizzata per limitare il servizio, anziché garantirlo.
Per questo, per sapere se l'Assessore ha l'interesse di convocare anche questa azienda e capire se si voglia arrivare a una vera apertura e a una trattativa, ci chiediamo anche se intenda provvedere a regolamentare in particolare il lavoro notturno delle OSS nelle case di riposo, modificando la DGR del 2012, anche per evitare che in altre situazioni succedano gli stessi episodi.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Grimaldi.
La parola all'Assessore Ferrari per la risposta.



FERRARI Augusto, Assessore alle politiche sociali, della famiglia e della casa

Intanto, grazie, Consigliere Grimaldi, perché è sempre opportuno accendere la luce su situazioni di questo genere, che mettono in difficoltà e mettono a repentaglio i diritti di coloro che lavorano in un comparto particolarmente delicato, dove sono altrettanto in gioco i diritti di cura rispetto a persone che si trovano in condizioni di particolare fragilità e patologie.
Quindi, da una parte c'è la necessità di esercitare una piena vigilanza rispetto a come le società, i gestori delle strutture, abbiano un piano organizzativo che sia coerente rispetto alla tutela di questi diritti perché la stessa DGR 45 prevede un impianto organizzativo che garantisca la piena assistenza tutelare alle persone, senza soluzione di continuità, in modo tale da dare centralità prima di tutto ai bisogni della persona.
Quindi, da una parte certamente c'è la necessità di fare una verifica sul punto e su questo ci faremo carico, in ragione dell'interrogazione che lei ha presentato, in modo tale che si facciano tutte le verifiche del caso specifico.
Altro punto è se, per evitare e prevenire situazioni di questo genere diventa o meno indispensabile provare a fare un intervento di riforma della DGR 45. Io ho seguito la lunga gestazione di quella DGR da un altro punto di osservazione, perché facevo l'Assessore in Comune, in quel momento, e ricordo perfettamente quanto tempo fu richiesto per raggiungere un equilibrio che fosse positivo e che permettesse di riformare il sistema di cura socio-sanitario, mettendo a fuoco un principio: dobbiamo fare in modo che i piani assistenziali siano adattabili e quindi flessibili alla centralità dei bisogni della persona che ha bisogno di essere curata.
Quel modello organizzativo ha visto come sua naturale conseguenza un'altra DGR, circa un anno dopo (nel 2013), relativa all'impegno tariffario. Cioè quel modello organizzativo fa poi riferimento a un impegno tariffario per fare in modo che non si creino dentro questo sistema delle discrepanze o eccessive differenze rispetto alle tariffe che devono sostenere e finanziariamente tutto il sistema. Quindi si pone anche la necessità della compartecipazione perché lì era necessario immaginare un sistema che garantisse l'omogeneità del sistema tariffario di compartecipazione rispetto al modello organizzativo di cure.
Io la metterei in questo modo, per inquadrare la questione: c'è la necessità di rimettere a fuoco quel tema, perché il meccanismo dei minutaggi è stato comunque un meccanismo tecnico che ha come suo obiettivo quello di garantire la qualità di un certo tipo di cura e di un certo tipo di assistenza.
Se, alla luce dei dati e dei fatti, verifichiamo che ci sono delle storture dentro quest'operazione, possiamo certamente intervenire, ma soltanto a condizione che si faccia un'operazione complessiva di revisione del sistema organizzativo socio-sanitario, che è quello che stiamo facendo insieme alla Direzione della sanità.
Quindi, all'interno di questa revisione complessiva che stiamo facendo, che terrà conto anche del budget vincolato in questa direzione, certamente possiamo immaginare anche di provare a ragionare in termini di riforma della DGR 45. Questo è un po' il senso dell'operazione, che non toglie per il dovere di fare vigilanza rispetto al tema puntuale che è stato sottolineato.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Ferrari.


Argomento: Organizzazione scolastica

Interrogazione a risposta immediata n. 1946 presentata da Rostagno inerente a "Caso della dirigente scolastica incaricata dell'Istituto comprensivo 4 di Pinerolo"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 1946, presentata dal Consigliere Rostagno.
La parola al Consigliere Rostagno per l'illustrazione.



ROSTAGNO Elvio

Grazie, Presidente.
Sta arrivando agli onori della cronaca la situazione di una Dirigente scolastica che, insediatasi ai primi di settembre, ha promosso con lunghissimi ritardi le riunioni necessarie con gli insegnanti. A seguito di suoi comportamenti, è nato un comitato e ci sono proteste che mi risulta siano state inviate all'Ufficio Scolastico Regionale, rispetto a un comportamento che non è degno di buona condotta. Tra l'altro, risulta che questa dirigenza abbia già avuto analoghe vicissitudini in altri istituti.
Allora volevo sapere se la cosa è nota all'Assessorato e come si intende analizzare il fenomeno, ovviamente in collaborazione con gli Enti competenti.



PRESIDENTE

La parola all'Assessora Pentenero per la risposta.



PENTENERO Giovanna, Assessora all'istruzione

Grazie, Presidente.
Ringrazio anche il Consigliere Rostagno, perché l'attenzione che più livelli istituzionali possono dare su temi come quelli che sono stati proposti è fondamentale, in quanto permette di far confluire una serie di informazioni all'Ufficio Scolastico Regionale, che è il soggetto competente rispetto alla valutazione, gestione e organizzazione dei Dirigenti scolastici.
La situazione della Preside, peraltro citata anche su articoli di giornali che sono comparsi tempo fa, è una circostanza nota agli Uffici regionali e nota anche all'Assessorato. È risaputo che i Dirigenti scolastici non dipendono dalla Regione; non si tratta dunque di una dipendenza diretta, ma esiste un rapporto di collaborazione per quanto riguarda gli elementi che caratterizzano la programmazione dell'attività scolastica tra la Regione e l'Ufficio scolastico. In questa dinamica e in questo spazio, riproporremo la questione della Preside e dell'Istituto comprensivo citato nell'interrogazione.
Credo che i documenti prodotti dal corpo docente recentemente possano essere assolutamente di aiuto per cercare di ricostruire una fotografia reale della situazione che si è presentata all'interno dell'Istituto comprensivo. Per quanto ci riguarda, siamo consapevoli della situazione e lavoreremo affinché si possa migliorare innanzitutto il clima complessivo della scuola in oggetto, al di là di quelle che sono le azioni specifiche.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 1952 presentata da Accossato inerente a "Misure volte al miglioramento dell'accesso ai Pronto Soccorso durante i picchi influenzali"


PRESIDENTE

C'è una mia errata valutazione sulle intenzioni della Consigliera Accossato, che non ritira l'interrogazione n. 1952, ma fa una comunicazione all'Assessore Saitta, che è appena arrivato.
Prego, Consigliera Accossato, prenda pure la parola.



ACCOSSATO Silvana

Grazie, Presidente.
Ritengo utile lasciare traccia di questa attenzione e interesse che sicuramente condivido con tutto il Consiglio regionale, tant'è che sono stata informata anche di una, credo opportuna, comunicazione dell'Assessore in proposito.
Il tema è quello che l'Assessorato stesso ha definito emergenziale della situazione dei Pronto Soccorso piemontesi. Io parlo anche per esperienza diretta, in particolar modo dei Pronto Soccorso del Torinese; ovviamente non è una questione personale, però ho avuto modo di sperimentare in quei giorni la situazione a Rivoli e di parlarne con l'Assessore. Credo che su questa questione sia necessario fare un ragionamento.
Faccio solo la seguente valutazione nella presentazione. Mi sembra che, dal punto di vista dell'analisi e delle soluzioni in campo, ci sia una forte condivisione sugli interventi volti a ridurre l'accesso al Pronto Soccorso.
Proprio stamattina, con l'Assessore, ho potuto vedere la presentazione di una Casa della Salute già operante e in fase di sviluppo: mi sembra che davvero queste siano risposte che vanno in quel senso, così come il tema dei posti di continuità assistenziale e delle altre soluzioni.
Detto ciò, è opportuno che ci confrontiamo sul tema e che l'Assessore sia nelle condizioni di fornirci le sue valutazioni e le sue proposte, perch comunque, in una situazione certamente di emergenza con numeri fuori dall'ordinario, le soluzioni presenti non stanno ancora funzionando dando i risultati sperati. Credo che, rispetto a questo, ci debba essere l'impegno per fare in modo che non si ripetano situazioni come quelle vissute nei nostri Pronto Soccorso, ma che forse si stanno protraendo ancora in questi giorni perché, ahimè, l'epidemia di influenza non è ancora cessata.
Accanto a questo - tengo anche qui a metterlo a verbale - nonostante un grande prodigarsi del personale medico e paramedico e anche una riorganizzazione che è visibile, cioè di un impianto organizzativo di costruzioni di filiera di intervento che, anche rispetto ad anni passati sempre per la mia esperienza, si vede in campo e si vede operativa evidentemente tutto ciò non è sufficiente.
Allora, rispetto a questo, ho ritenuto opportuno porre la questione con quest'interrogazione, ma vorrei dire solo all'Assessore che per me va benissimo rimandare la risposta alla comunicazione che l'Assessore farà a tutti i Consiglieri e, anzi, sarà sicuramente anche più dettagliata e ampia di quella che si poteva fare per una risposta veloce come quella prevista in Consiglio con i question time.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Saitta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente.
Ne abbiamo parlato e credo che sia opportuno affrontare questa discussione nell'apposita comunicazione che farò all'Aula, perché evidentemente riguarda una serie di problematiche. È stato assunto un impegno dai Capigruppo a partecipare tutti a questa discussione, quindi rinvio la valutazione al momento della comunicazione.



PRESIDENTE

Con questa risposta, chiudiamo lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.
Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente. Vorrei solo avanzare una richiesta.
Nella seduta di questa mattina, il Presidente Chiamparino s'è dato disponibile a una comunicazione relativamente al tema.



PRESIDENTE

Mi scusi, Consigliere: la seduta non è aperta.



VIGNALE Gian Luca

È solo una richiesta, Presidente.



PRESIDENTE

Glielo dico perché poi non va a verbale del Consiglio.
Le chiedo scusa, ma le interrogazioni e la seduta sono due atti separati.
Colleghi, come dicevo, dichiaro chiusa la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata.



(Alle ore 16.06 la Presidente dichiara esaurita la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAUS



(La seduta ha inizio alle ore 16.09)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo Baricco e Conticelli.


Argomento:

Richieste di modifica dell'o.d.g.


PRESIDENTE

Prima di affrontare il punto relativo alle Nomine, do la parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Questa mattina il Presidente Chiamparino aveva dato disponibilità a una comunicazione sul tema dell'autonomia, ciò a significare che vi era la disponibilità del Consiglio regionale a utilizzare una parte del tempo su un tema importante.
Correttamente è stato fatto presente che oggi vi sarebbe una priorità - e io intervengo per questo motivo - cioè avere in sede d'Aula una comunicazione rispetto al tema che trattava pochi secondi fa la collega Accossato, perché credo che sia davanti agli occhi di tutti, senza fare alcuna valutazione, che il tema del picco emergenziale, avvenuto all'interno dei pronto soccorso piemontesi, sia un aspetto d'interesse Consiliare, per due motivi: il primo perché in Consiglio la discussione è ascoltabile da chiunque la voglia ascoltare, ma ciò non è possibile in sede di Commissione; in secondo luogo, perché - come i colleghi sanno - in sede di IV Commissione sono presenti solo i colleghi iscritti alla IV Commissione; certo può partecipare chiunque, ma è evidente che un tema che ha riguardato decine di migliaia di piemontesi debba avere un'attenzione come questo.
Dopodiché, l'Assessore faccia come crede e la Presidenza e la Giunta facciano come credono, ma mi sembra che, se parliamo di emergenza.



PRESIDENTE

Mi permetta, scusi se la interrompo.
Non è tanto una questione temporale; visto che la Giunta mette a disposizione o, comunque, l'Aula mette a disposizione uno spazio temporale per le comunicazioni, non c'è la comunicazione relativa all'articolo 116 della Costituzione e apriamo la comunicazione, perché c'è la disponibilità temporale per le comunicazioni relative all'affluenza ai pronto soccorso per l'influenza.
L'Assessore si è organizzato, anche con i dati, da un punto di vista tecnico, per fare questa comunicazione in Commissione. Questa è la risposta.


Argomento:

Nomine


PRESIDENTE

Colleghi, possiamo passare all'esame del punto 3) all'o.d.g., inerente a "Nomine".
Si proceda alla distribuzione delle schede per le seguenti nomine:


Argomento: Nomine

Proposta di deliberazione n. 274 "Azienda Sanitaria Locale CN1" - Collegio Sindacale - Individuazione di un componente con funzione di Presidente

Argomento: Nomine

Proposta di deliberazione n. 222 "Fondazione Centro per lo studio e la documentazione delle Società di Mutuo Soccorso - Onlus" Consiglio di Amministrazione - Nomina di un rappresentante


PRESIDENTE

Rammento di fare silenzio e inoltre che, ai sensi del comma 4 dell'articolo 79 del Regolamento interno del Consiglio regionale, nel caso si debba procede alla nomina di non più di due persone, saranno considerati eletti i candidati che hanno raggiunto la maggioranza assoluta dei votanti.
Se tale maggioranza non è raggiunta alla prima votazione, in seconda votazione, sono eletti i candidati che hanno riportato il maggior numero dei voti.
Nomino scrutatori i Consiglieri Bertola e Molinari.
Prego la Consigliera Segretaria Motta di procedere all'appello nominale.



(La Consigliera Segretaria Motta effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione è terminata.
Sono stati effettuati due appelli nominale.
Si proceda allo spoglio delle schede.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Esame proposta di deliberazione n. 235, inerente a "Decreto Legislativo 3 aprile 2006, n. 152, articolo 199. Adozione del Progetto di Piano Regionale dei Rifiuti Speciali, del Rapporto Ambientale e relativa Sintesi non tecnica, del Piano di monitoraggio ambientale e della Dichiarazione di sintesi"


PRESIDENTE

Proseguiamo l'esame della proposta di deliberazione n. 235, di cui al punto 4) all'o.d.g.
Nella seduta antimeridiana odierna, dopo l'intervento dell'Assessore Valmaggia è iniziata la discussione generale. Sono intervenuti i Consiglieri Andrissi, Bertola, Ferrentino, Valetti, Ottria e Monaco. È iniziato l'esame degli emendamenti ad essa riferiti.
Riprendiamo la discussione sull'emendamento rubricato n. 7).
Emendamento rubricato n. 7) presentato dai Consiglieri Andrissi, Bertola Bono, Campo, Frediani, Mighetti, Ottria, Valetti, Vignale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Andrissi per l'illustrazione.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
È un emendamento che ritengo importante, perché riguarda la vicenda dei rifiuti contenenti amianto. Chiediamo la modifica di un capoverso. Nella terza colonna della tabella 76.3, l'azione specifica "Promuovere studi atti ad individuare aree interessate da attività estrattive non più attive adatte allo smaltimento dei RCA" doveva essere già superata. Chiediamo quindi un intervento più celere aggiungendo "nell'individuare entro il 2019 una serie di siti idonei per lo smaltimento dei rifiuti contenenti amianto con volumetrie disponibili tali da soddisfare il fabbisogno regionale di smaltimento".
Sappiamo che i tre quarti - così ha stimato ARPA - dei materiali contenenti amianto sono ancora presenti sul territorio e dovranno essere smaltiti.
Quindi, riteniamo sia importante questa operazione, anche perché sul territorio si stanno facendo avanti degli operatori che propongono ancora discariche di superficie. Questo lo riteniamo il peggior modo per smaltire materiali contenenti amianto.
Pertanto, terminiamo il capoverso con "avviare con le Amministrazioni interessate, i cittadini e le associazioni un dialogo per verificare l'effettiva fattibilità tecnica a garantire la sicurezza per la salute dei cittadini". Chiediamo di superare la DGR n. 25-4693 che individuava 600 ex cave e sette ex miniere dismesse quali potenziali siti e di fare il passo successivo. Chiediamo un forte intervento da parte dell'Assessorato.
Grazie.



PRESIDENTE

Non vi sono altri interventi sull'emendamento rubricato n. 7).
Emendamento rubricato n. 8) presentato dai Consiglieri Andrissi, Bertola Bono, Campo, Frediani, Mighetti, Ottria, Valetti, Vignale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Andrissi per l'illustrazione.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Parliamo dei rifiuti RAEE. Sappiamo che questi rifiuti producono una grande quantità di plastiche, oltre che materiali nobili che possono essere recuperati. C'è una problematica dovuta al fatto che paghiamo una quota per lo smaltimento di questi materiali e non si comprende come vengano gestiti questi fondi a livello nazionale.
Detto ciò, chiediamo anche per questo settore l'attivazione di un cronoprogramma preciso e la possibilità di attivare un sistema per predisporre un sistema informativo e accordi che consentano di creare effettivamente un cronoprogramma, entro cui la Regione possa elaborare azioni propedeutiche al raggiungimento degli obiettivi di pianificazione.
Questo è quello che chiediamo con l'emendamento.
Gli obiettivi sui RAEE non sono così esigenti a livello nazionale e quindi anche regionale, quindi credo che possano essere raggiunti. Però, come ho già detto stamattina, sappiamo che altre Regioni hanno fatto dei decisi passi in avanti, avendo attivato impianti di riciclo per le plastiche provenienti dalla raccolta differenziata dei RAEE e del plasmix, ovvero le cosiddette plastiche miste provenienti dalla raccolta e dalla separazione delle plastiche nelle piattaforme COREPLA.



PRESIDENTE

Grazie, collega Andrissi.
Emendamento rubricato n. 9) presentato da Andrissi, Bono, Bertola, Campo Frediani, Mighetti, Valetti, Vignale e Ottria.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Andrissi per l'illustrazione.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
In questo emendamento parliamo di accumulatori e di pile. Al di là dell'importante rivoluzione tecnologica che sembra possa avvenire in questo settore, stimolata dall'arrivo di auto elettriche con accumulatori di potenzialità superiori a quelle attuali, crediamo che sia importante intervenire, anche in questo caso, con un cronoprogramma preciso, che consenta di elaborare azioni propedeutiche al raggiungimento degli obiettivi di pianificazione, così come per il Piano dei rifiuti urbani.
Anche in questo emendamento, quindi, chiediamo azioni specifiche volte a fornire dei riferimenti precisi ai cittadini e agli operatori del settore al fine di raggiungere obiettivi virtuosi anche in questo campo. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Valetti; ne ha facoltà.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Questo emendamento fa riferimento alla filiera di rifiuti speciali che riguarda gli accumulatori e le batterie. È un settore molto trascurato spesso otteniamo degli ottimi risultati come raccolta differenziata, ma solo una piccola parte di questo materiale viene riciclata. Parlando con i territori abbiamo scoperto che, in realtà, questa percentuale è quasi vicina allo zero, perché non vi è la convenienza, non essendovi una specifica filiera, a recuperare tutti quei materiali (sia metallici che plastici) che compongono gli attuali accumulatori.
Come diceva il collega Andrissi, per quanto vicini a una "rivoluzione" in questo campo, oggi disponiamo ancora di tecnologie che hanno un deperimento piuttosto rapido e, quindi, che necessitano di un ricambio frequente. Il problema dello smaltimento delle batterie è altrettanto grave, perché non si tratta neppure di componenti inerti, ma di componenti potenzialmente pericolosi, per cui vengono gestiti con raccolte dedicate: ciò non faccia credere ai cittadini, però, che vengano effettivamente riciclati.
Il problema della differenziazione è una questione di sicurezza, perché si tratta di materiale pericoloso se smaltito insieme agli altri. Di fatto però, l'attuale filiera piemontese (probabilmente è così anche nelle altre Regioni d'Italia) non è per niente pronta al trattamento di questi materiali.
Bisogna, anche in questo caso, fare un lavoro istituzionale per cominciare ad attrarre investimenti oppure ad attivare progetti pilota intorno al recupero della filiera anche degli accumulatori.



PRESIDENTE

Grazie, collega Valetti.
Emendamento rubricato n. 10) presentato da Andrissi, Bono, Bertola, Campo Frediani, Mighetti, Valetti, Vignale e Ottria.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Andrissi per l'illustrazione.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
In questo emendamento parliamo di imballaggi. Purtroppo negli anni il quantitativo di imballaggi prodotti in Italia e in Europa è in continuo aumento. Spesso e volentieri non si pensa a come riutilizzare questi materiali, né a come riciclarli, per cui si innescano delle problematiche di gestione.
Sappiamo - giusto per fornire un dato - che in un chilometro quadrato del lago Maggiore sono presenti 123 mila particelle di nanoplastiche.
Intervenire sul settore degli imballaggi è fondamentale, al fine di poter riciclare questo materiale e al fine di poterne anche ridurre l'utilizzo.
Anche in questo campo c'è molto da fare. Ovviamente, più si interviene cioè più si fa sentire la presenza della Regione anche in questo settore, e più si può creare una filiera virtuosa, che consenta, da un lato, di agire a monte con un ecodesign che miri alla riduzione degli imballaggi e quindi a una riduzione della potenziale produzione di rifiuti, e, dall'altro lato di migliorare il riciclo e il riutilizzo di questi materiali.
Chiediamo delle iniziative specifiche anche in questo settore.



PRESIDENTE

Grazie, collega Andrissi Emendamento rubricato n. 11) presentato da Andrissi, Bono, Bertola, Campo Frediani, Mighetti, Valetti, Vignale e Ottria.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Andrissi per l'illustrazione.



ANDRISSI Gianpaolo

In questo emendamento parliamo di policlorobifenili, quindi di sostanze pericolose. Entriamo in un settore molto delicato, nel quale bisognerebbe fare una valutazione e prendere in considerazione la possibilità di intervenire sui cicli produttivi, al fine di ridurre la produzione di queste sostanze, che possono avere un impatto sulla salute decisamente importante.
Anche in questo caso, come negli emendamenti precedentemente presentati crediamo che il Piano dei rifiuti speciali debba dettare un cronoprogramma partendo ovviamente da una fotografia di quella che è la realtà e dalla valutazione della possibilità di intervenire con cicli produttivi alternativi a quelli inquinanti.
Il primo obiettivo è quello di ridurre le sostanze pericolose, al fine di limitare anche i costi di smaltimento e, conseguentemente, rendere più competitivi i settori produttivi piemontesi. Perché è evidente che penalizzando i cicli produttivi più inquinanti si determina quasi una "selezione naturale", come quella descritta da Charles Darwin: qualora si interviene su questi settori, favorendo quelli a minor impatto ambientale tutto il settore produttivo e industriale.



(Brusìo in aula)



PRESIDENTE

Scusate colleghi! Il collega Andrissi è da mezz'ora che sta disturbando l'Aula! Meno male che lei è un signore, proprio un signore! Presidente Grimaldi, lei che è l'animatore del gruppo, può accomodarsi gentilmente, a titolo di cortesia? Non vuole essere assolutamente un comando! Grazie.
Prego, collega Andrissi; ne ha facoltà.



ANDRISSI Gianpaolo

"Modestamente lo nacqui", come diceva il compianto Totò.
Stavo dicendo che intervenendo su questo settore, che ha un impatto negativo sull'ambiente e sulla salute, perché si producono sostanze pericolose, si ha un beneficio per tutto il sistema industriale, perché si stimola un cambio produttivo innovativo che consente a queste aziende di diventare molto più competitive e di imporsi sul mercato internazionale e nazionale.
Ritengo importante, quindi, agire anche in questo settore.
Grazie.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE BOETI



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola l'Assessore Valmaggia; ne ha facoltà.



VALMAGGIA Alberto, Assessore all'ambiente

Grazie, Presidente.
Intervengo rapidamente per dare una risposta agli emendamenti proposti, che sono tutti molto simili, perché chiedono che gli obiettivi specifici del Piano dei rifiuti speciali siano definiti entro il 2020. Alcuni possono essere raggiunti entro il 2020, altri sono di ambito più ampio, per cui mi sembra non corretto accogliere questo ampliamento in senso generale.
Abbiamo condiviso con i Consiglieri proponenti l'opportunità di lavorare sugli ordini del giorno presentati rispetto a questo testo; pertanto l'indicazione, pur essendoci una durata pluriennale del Piano che, in base alla legge, viene rivisto ogni sei anni, e pur essendo il tema del monitoraggio ambientale con scadenza annuale all'interno della relazione sullo stato dell'ambiente e, soprattutto, con cadenza triennale con un rapporto di monitoraggio specifico, ritengo utile approvare gli emendamenti e gli ordini del giorno con gli obiettivi specifici, anche temporali indicati, ma non modificare il testo, così come è stato presentato rispetto alle proposte di emendamento presentate.
Avremo modo, nella valutazione del monitoraggio, già nel corso di quest'anno, di approfondire e definire eventuali obiettivi con un cronoprogramma più preciso, ma la proposta degli emendamenti non viene accolta.
Apro ancora una parentesi rispetto al tema delle terre e rocce da scavo ovvero ai rifiuti speciali da demolizione e da costruzione. Ricordo che in Commissione sono state avanzate richieste emendative che sono state viste e modificate, anche con obiettivi da raggiungere, e sono state accolte le indicazioni arrivate dalle audizioni dal momento partecipativo, soprattutto da parte delle organizzazioni di categoria, in modo da rendere operativo ma anche collaborativo, il percorso dell'attuazione che il Piano dei rifiuti speciali prevede.
Grazie.



PRESIDENTE

Invito i Consiglieri a prendere posto perché stiamo per mettere in votazione gli emendamenti.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 1), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 2), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 3), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 4), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 5), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 6), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 7), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 8), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 9), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 10), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 11), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Passiamo all'esame degli atti d'indirizzo collegati al provvedimento . Ordine del giorno n. 1305 "Criticità nella gestione dei rifiuti sanitari" presentato da Rostagno, Appiano, Barazzotto, Caputo Conticelli, Ferrentino, Gariglio, Monaco, Rossi, Valle.
Il documento viene dato per illustrato dal proponente.
. Ordine del giorno n. 1302 "Abbattimento dei costi del servizio di raccolta, trasporto, recupero e smaltimento dei RSP-I (CER 180103) prodotti dal Piemonte" presentato da Monaco.
La parola al Consigliere Monaco per l'illustrazione.



MONACO Alfredo

Grazie, Presidente.
Sarò velocissimo nella presentazione.
L'ordine del giorno presentato a prima firma dal collega Rostagno e il mio hanno una sorta di finalità che si intreccia; sono simili sia nel percorso sia nelle richieste di impegno alla Giunta.
Sintetizzo rapidamente.
Il percorso che abbiamo studiato per i rifiuti sanitari speciali, con il mio gruppo di lavoro in questi anni, è piuttosto complesso. L'ho detto stamattina: il Piano prevede già degli interventi per il futuro di particolare impegno e, forse, nella direzione di una maggiore modernità, ma resta il problema dell'oggi.
A oggi noi abbiamo una produzione stimata intorno alle 9.000 tonnellate che devono essere incenerite. Il percorso di incenerimento è particolarmente lungo e laborioso, perché immaginiamo una media di 120 chilometri per la raccolta - media regionale - e il conferimento a un centro torinese. Da lì poi partono queste 9.000 tonnellate per oltre un migliaio di viaggi (grossomodo 2.000 viaggi all'anno, perché ogni viaggio porta cinque tonnellate). Devono andare a Forlì e poi tornare indietro.
Se immaginiamo che un camion di quella forza fa tre chilometri con un litro di gasolio, immaginiamo l'impatto ambientale. Tutti stiamo a concentrarci su quanti danni possa fare l'incenerimento e su quanti ne possa fare un'azione piuttosto che un'altra, senza immaginare il danno ambientale che si determina andando a fuori Regioni queste 9.000 tonnellate.
Nell'ordine del giorno del collega, che personalmente condivido e ho sottoscritto, c'è una nota importante, che oggettivamente riguarda lo strumento più sicuro per la raccolta: uno scatolotto di PVC nero erogato e somministrato presso le strutture sanitarie, che ha un costo di quattro euro l'uno e che, peraltro, ha un microchip.
Vi è un processo di lavorazione complicato: fatto lo svuotamento, lo scatolotto viene lavato, il microchip legge il lavaggio, ne fa al top 12 e non di più, dopodiché deve essere distrutto.
Viene distrutto, viene messo sul mercato e viene consegnato un nuovo strumento di questo tipo; uno strumento di questo tipo che ha indubbi vantaggi, soprattutto la sicurezza che non esca un oggetto o uno strumento che possa pungere.
Allo stesso tempo, il vecchio scatolotto di cartone, anche se da un lato questo prodotto di PVC non viene contemplato nelle nostre gare d'appalto e non è inserito nel costo a carico della struttura, è come il sacchetto biodegradabile che recentemente il Governo ha introdotto nei supermercati dicendo "signori, guardate, pagatelo", suscitando una protesta da parte di tutti.
Immagino che se l'avesse semplicemente stabilito per imposizione ambientale alle aziende, avremmo avuto parimenti un costo caricato al consumatore e quindi nella gara.
Il vecchio cartone in litri giallo che avevamo prima esponeva qualche teorico rischio in più, rispetto al PVC, perché essendo cartone, qualche oggetto pungente poteva recare qualche danno. Oggettivamente credo più per cattivi comportamenti, perché i taglienti e i pungenti devono essere messi in apposito contenitore di PVC e poi conferiti nello scatolotto; si dovrebbe esercitare una forte pressione dall'esterno per rompere quel cartone e fare in modo che un ago esca e punga.
Il costo di un cartone è decisamente più basso, quindi suggerirei di valutare, certamente la sicurezza, ma tenere conto - e spero che la Giunta lo faccia - del miglior rapporto sicurezza-prezzo.
Anche il PVC non ci garantirà mai l'assoluta sicurezza, a fronte di altissimi costi, quindi credo che il costo-beneficio vada contemperato in termini di sicurezza.
Certamente occorrerà intervenire - è l'impegno che chiedo alla Giunta com'è scritto già nel Piano, perché quello mi sembra l'indirizzo corretto per andare incontro a un'istanza, cioè fare in maniera che sia conferito in siti più vicini a noi.
Non bisogna allontanarci troppo, perché abbiamo visto che ci sono costi e svantaggi indubbi: ricadono tutti nelle gare d'appalto, ricadono tutti sulla collettività e secondo me ricadono tutti su una collettività particolare, non me ne voglia nessuno, perché tutti i bilanci e tutti i soldi sono sacri, ma quelli della sanità un po' di più.
Siamo in un periodo di grande difficoltà e di grandi ristrettezze. Le abbiamo vissute e continuiamo a viverle in sanità: ogni soldo che risparmiamo da quel bilancio, per funzioni diverse, strettamente e squisitamente sanitarie, è benedetto e va restituito a quel bilancio per le attività proprie di competenza.
Ben venga che si faccia un lavoro - e quella è la richiesta - di vedere il miglior costo-beneficio in termini di sicurezza-costo, per quanto riguarda la filiera di raccolta, ma occorre soprattutto una formazione e una vigilanza continua sulla filiera di produzione, con una particolare attenzione, Assessore, al momento del conferimento.
È un punto su cui si possono fare tutte le declaratorie che si vuole, ma è un anello di assoluta debolezza del sistema.
Oggi, per incenerire un prodotto si parla di 1.500 euro a tonnellata. In questo momento, per comportamenti del mercato, questo prezzo potrebbe anche essere più basso, ma il timore è che possa diventare decisamente più alto.
Rispetto ai 113 euro a tonnellata per bruciare un rifiuto solido urbano, è qualcosa che merita attenzione, perché, di fatto, l'unica vera differenza al di là dei meccanismi di raccordo e di trasporto sicuro per incenerire l'uno o l'altro, è che ci deve essere una linea dedicata di imbocco alla fornace.
Che si passi da 113 a 1.500, per una linea dedicata, diventa un prezzo difficilmente spiegabile al mondo che ci osserva e al quale oggi chiediamo sacrifici.
L'intento è di percorrere una strada con uno studio di fattibilità e di portare a termovalorizzare questi prodotti, auspicando che si faccia anche la sterilizzazione ma, il più rapidamente possibile, un percorso positivo in vista di un prezzo decisamente contenuto e che possa favorire anche meccanismi virtuosi ed essere, non solo per una volta, perché la Regione Piemonte lo è stata anche in altre circostanze, esempio per altre Regioni.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Monaco.
. Ordine del giorno n. 1307 "Collegato alla proposta di deliberazione n.
235. Impegni attuativi" presentato da Andrissi, Accossato, Bertola Bono, Campo, Chiapello, Ferrentino, Frediani, Mighetti, Monaco Ottria, Ravetti, Valetti La parola al Consigliere Andrissi per l'illustrazione.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Noi impegniamo la Giunta su più fronti e su più argomenti che riguardano rifiuti speciali, come abbiamo detto in tutta la giornata.
Noi vogliamo agire su quei cicli produttivi che producono rifiuti pericolosi, immaginando un intervento importante, da parte della Regione volto a identificare la possibilità di favorire i cicli alternativi, che non hanno produzione di sostanze pericolose e che consentono anche un miglioramento, dal punto di vista competitivo, delle aziende che producono i cui processi produttivi comportano l'emissione o lo smaltimento di sostanze pericolose.
Inoltre, sui rifiuti sanitari anche noi chiediamo un'analisi approfondita degli studi esistenti, perché crediamo che ci sia la possibilità di ridurre decisamente i rifiuti pericolosi sanitari potenzialmente infettivi.
Ovviamente, per fare ciò, bisogna intervenire all'interno degli ospedali con un'analisi certosina dei modi in cui si producono questi rifiuti perché sappiamo che solo agendo in questo modo - a monte - si possono ridurre; a valle, invece, su questi materiali, come testé detto dal collega Monaco e come abbiamo visto anche in Commissione, si può ridurre il costo di smaltimento in modo deciso, provvedendo a una sterilizzazione in sito.
Sul CER 19, invece, per quanto riguarda i fanghi, chiediamo come impegno in accordo con gli Enti competenti, un'analisi biennale quali-quantitativa dei fanghi prodotti, della composizione dei fanghi prodotti.
Per quanto riguarda i RAEE, chiediamo di promuovere un tavolo nazionale di confronto, al fine di monitorare la tracciabilità della tassa sui RAEE, non dei RAEE, ma della tassa sui RAEE, perché effettivamente siamo in difficoltà a comprendere dove vengano utilizzati questi soldi, quindi ci terremmo che venga fatta trasparenza su questo fronte.
Infine, per quanto riguarda il CER 17, quindi i rifiuti da costruzione e demolizione, crediamo si possano fare grandi passi in avanti anche in questo settore, al fine di migliorare tutto il settore produttivo dei materiali riciclati per l'edilizia provenienti da materiale di demolizione.
Chiediamo di promuovere a livello regionale la trasformazione di impianti esistenti in impianti di riciclo e recupero, secondo le migliori tecniche e tecnologie disponibili. Inoltre, mettere in campo ogni azione necessaria a incentivare l'utilizzo di prodotti provenienti da impianti di riciclo, da impiegare in diversi settori a seconda delle caratteristiche tecniche.
Infine, a presentare entro 180 giorni alla competente Commissione consiliare un prospetto degli strumenti fiscali possibili, al fine di disincentivare lo smaltimento in discarica.
Grazie.



PRESIDENTE

Invito i Consiglieri a prendere posto.
Stiamo per procedere con la votazione degli ordini del giorno.
La Giunta ha espresso parere favorevole sugli atti d'indirizzo.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 1305, il cui testo come modificato, verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 1302, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 1307, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso. La Giunta ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sulla proposta di deliberazione n. 235, il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento: Nomine

Nomine - proclamazione degli eletti


PRESIDENTE

Relativamente al punto 3) all'o.d.g., che reca "Nomine", in base allo scrutinio effettuato, possiamo procedere alla proclamazione degli eletti delle seguenti nomine: Proposta di deliberazione n. 274 "Azienda Sanitaria Locale CN1" - Collegio Sindacale - Individuazione di un componente con funzione di Presidente Proclamo individuato quale componente con funzioni di Presidente del Collegio Sindacale dell'Azienda Sanitaria Locale CN1 il signor Brignolo Gianpaolo.
Proposta di deliberazione n. 222 "Fondazione Centro per lo studio e la documentazione delle Società di Mutuo Soccorso - Onlus" Consiglio di Amministrazione - Nomina di un rappresentante" Proclamo nominato quale rappresentante del Consiglio di Amministrazione della Fondazione Centro per lo Studio e la Documentazione delle Società di Mutuo Soccorso Onlus il signor Dolo Adriano.


Argomento: Norme generali sui trasporti

Esame proposta di deliberazione n. 231 inerente a "Piano regionale della mobilità dei trasporti" - Adozione degli elaborati definitivi ai sensi della legge regionale 1/200


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare la proposta di deliberazione n. 231, di cui al punto 5) all'o.d.g.
La parola, per la relazione illustrativa, all'Assessore Balocco.



BALOCCO Francesco, Assessore ai trasporti

Grazie, Presidente.
Un breve intervento, intanto per illustrare un po' il percorso e le procedure che sono state seguite per l'adozione di questo importante documento.
La Giunta regionale ha delineato gli orientamenti per lo sviluppo del trasporto in Piemonte in un'ottica di sostenibilità e in coerenza con gli indirizzi nazionali e comunitari (dotarsi di questo Piano è "un obbligo" che ci deriva anche dall'Unione Europea). Il Piano regionale della mobilità dei trasporti è soggetto alle procedure di approvazione previste dalla legge regionale in materia di mobilità (la legge 1/2000) e la legge regionale sulla valutazione ambientale del 1998.
Si tratta di un Piano strategico a lungo termine, che trova attuazione in successivi specifici Piani di settore (questo è importante, perché gli aspetti più cogenti e più normativi verranno fuori da questi ulteriori interventi) e prevede le modalità di realizzazione in politiche integrate.
La sua redazione ha seguito un percorso partecipato che si è sviluppato attraverso un confronto interno all'Amministrazione, con gli altri Settori e altre Direzioni regionali che hanno competenza su questi aspetti. C'è stato un profondo e ampio confronto esterno col mondo scientifico l'Università di Torino e del Piemonte Orientale, il Politecnico e i portatori di interesse collettivo, enti, istituzioni e associazioni di categoria e rappresentanze della società civile. Infine, vi è stato il confronto con la competente Commissione consiliare, in più sedute.
Il Piano è stato adottato dalla Giunta regionale il 29 dicembre del 2016. È seguita, poi, la procedura di VAS. Gli elaborati definiti dal Piano integrati dalle osservazioni pervenute a seguito della VAS, sono stati adottati il 15 maggio 2017 e proposti al Consiglio regionale per l'approvazione.
La conclusione dell'iter approvativo del Piano regionale della mobilità e dei trasporti permetterà di dotare la Regione di un nuovo strumento per indirizzare lo sviluppo della mobilità sostenibile ad ogni livello istituzionale e colmare un vuoto di indirizzo che risale al 1979.
È altrettanto importante ricordare che soltanto a seguito della sua approvazione da parte del Consiglio sarà possibile avviare la redazione dei Piani di settore che, in sinergia con il Piano della qualità dell'aria e il Piano energetico ambientale, contribuiranno a meglio definire le azioni che il Settore deve mettere in campo per la riduzione delle emissioni climalteranti e per una migliore efficienza energetica.
Infine, soltanto a seguito della sua entrata in vigore, il Piano potrà essere applicato e divenire efficace come strumento di riferimento a scala locale per la redazione dei Piani urbani della mobilità sostenibile.
Per quanto riguarda i contenuti, in Commissione c'è stato modo di approfondirne i temi in più occasioni. Ricordo ancora, com'è già stato detto, che si tratta di un documento di pianificazione e non di programmazione, quindi ha un'impostazione flessibile, che rimanda appunto ai Piani di settore per applicazioni più cogenti; l'approccio è integrato e multidisciplinare e, si spera, volto ovviamente a uno sviluppo sostenibile.
È stato redatto - ripeto - in forma partecipata, ma non solo: il suo contenuto va nel senso di un suo sviluppo ulteriore, sempre nel segno di un'ampia partecipazione.
Si sofferma particolarmente su aspetti di governo dei processi che vengono svolti con una concezione sostanzialmente di sussidiarietà, che in qualche modo richiama anche il tipo di organizzazione dell'Agenzia della mobilità piemontese, che vede al suo interno tutte le rappresentanze degli Enti locali istituzionali che hanno un ruolo nella programmazione del trasporto pubblico locale.
Ovviamente il Piano non guarda solo il trasporto pubblico locale, ma la mobilità in generale, con particolare attenzione al trasporto delle merci e alle forme di mobilità che, in qualche modo, siano da incentivare per uno sviluppo della mobilità che sia accessibile a tutti, che sia efficiente che abbia un basso impatto ambientale (quindi l'aspetto energetico relativo alle emissioni), che veda anche un forte sostegno alle imprese, non solo alle imprese che svolgono il ruolo di trasporto pubblico locale o comunque di trasporto delle merci, ma anche al sistema economico piemontese complessivo, sviluppando una logistica che, appunto nel segno della sostenibilità, vada a migliorare anche la qualità economica del trasporto delle merci e della loro produzione.
Si tratta, dunque, in generale di uno strumento che guarda a un miglioramento profondo della qualità della vita dei nostri concittadini.



PRESIDENTE

Bene, possiamo cominciare con la discussione generale.
Ci sono Consiglieri che desiderano intervenire? Prego, Consigliere Valetti.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Chi ha avuto modo di seguire anche in Commissione la discussione del Piano regionale dei trasporti non vedrà come una novità la nostra posizione.
Ricordando che dal 1979 manca un Piano dei trasporti aggiornato per la Regione Piemonte, sono passati ben 38 anni prima di vedere alla luce un Piano trasporti che, purtroppo, nasce un po' monco, ma senz'altro è meglio questo documento che niente.
Secondo noi, è un peccato il fatto che manchino quegli elementi di sostanza che consentono di dare attuazione alle politiche che si annunciano. Ci riferiamo in particolare ai Piani di settore di prossima stesura che sono stati annunciati, senza però indicare una data definitiva dei Piani che devono definire quali azioni si effettuano in ogni settore dei trasporti (trasporto persone, trasporto merci, infrastrutture).
Se vogliamo dire "aumentiamo la mobilità sostenibile, diminuiamo il trasporto privato, miglioriamo la qualità dell'ambiente", poi bisogna anche dire come si fanno queste cose. E questo Piano, appunto, non entra nel merito di come si faranno queste cose, quindi ci dobbiamo fidare e sperare che questi Piani di settore arriveranno entro questa legislatura.
Non vediamo dove sono specificati gli investimenti e una programmazione degli interventi sulle infrastrutture, sia stradali che ferroviarie. Il programma arriva comunque in ritardo (abbiamo due anni di ritardo) ed è stato stralciato di alcune parti fondamentali, su cui siamo tornati più volte, in particolare la definizione dei servizi minimi di trasporto pubblico.
Su questo ci dobbiamo ripetere: "Non siamo stati capaci di pianificare finora". Questo ha comportato una spesa mal distribuita sul territorio e fondata su criteri storici. Criteri storici vuol dire grosso modo "io ti ho sempre dato questo e continuo a darti questo", con una suddivisione più o meno proporzionale tra le Province, la Città metropolitana e i vari centri urbani del Piemonte. Alcune volte sono troppi, alcune volte sono troppo pochi, alcune volte sono spesi male perché non si controlla specificatamente se le linee che noi paghiamo alle ferrovie, ai gestori degli autobus sono conformi e appropriate al servizio che viene erogato e se sono veramente utili ai cittadini. Tutto questo, mancando una definizione di ciò che deve essere servizio minimo, non lo si riesce ancora a fare.
Abbiamo avuto un buon esempio di pianificazione dalla Lombardia, che nel 2014 ha approvato un Piano dei trasporti ricchissimo di obiettivi e di dettagli. Quindi non serve neanche andare molto lontano, basta andare in Lombardia, in un Piano molto dettagliato sulle cose che si devono fare, gli investimenti e la pianificazione sul lungo periodo: c'è scritto cosa e c'è scritto come.
È vero che la Lombardia versa in una situazione di bilancio un pochino più favorevole del Piemonte, ma ciò non toglie che comunque noi si debba dire che cosa vogliamo fare, quali risorse chiedere e come pensiamo di ottenerle o come vorremmo ottenerle, perché non tutto quello che si vuole fare alla fine lo si riesce a fare, specialmente dovendo dipendere da risorse statali o da meccanismi che esulano un po' dall'ambito decisionale della Regione.
Di certo, però, l'alternativa non è non dire nulla.
Gli aspetti ambientali. Abbiamo delle criticità sui target ambientali quindi secondo noi, malgrado tutto, occorreva rapportare gli obiettivi sui target legalmente riconosciuti per la diminuzione delle emissioni inquinanti. Parliamo di PM10 e degli ossidi di azoto, che - ricordiamo sono al centro dello scandalo "dieselgate". Attualmente i programmi della Regione si basano sui dati falsificati dalle compagnie automobilistiche quindi non tengono conto di quanto è realmente accaduto.
In sostanza, stiamo basando i nostri calcoli su dati falsi, su dati dichiarati palesemente falsi e denunciati falsi; invece dovremmo basarci su dati un pochino più realistici, oppure tenere comunque conto del fatto che i dati su cui abbiamo basato dei ragionamenti non sono affidabili. Questo toglie la stessa validità agli obiettivi del Piano, perché non potremo rispettare degli obiettivi ambientali basati su emissioni dichiarate false dagli stessi costruttori automobilistici.
Sulla pianificazione, due osservazioni. Per quanto riguarda i monitoraggi non abbiamo dei target obiettivi, quindi la questione monitoraggio è lasciata un po', di caso in caso, ai vari contratti e ai vari affidamenti con i gestori del trasporto pubblico; non vi è però un disegno complessivo di cosa e come intendiamo controllare, di come vogliamo monitorare le persone che si spostano.
Per fare un esempio abbastanza attuale, ultimamente è balzato alla cronaca poiché è stato un periodo molto difficile, per la realizzazione e la progettazione della metropolitana 2 di Torino; ecco che questi progetti che sono nei cassetti da tanto tempo, si basano tutti su dati vecchi di parecchi anni, quindi in questo momento, nella nostra regione nessuna Amministrazione pubblica possiede dati aggiornati sulla mobilità dei cittadini. Questo comporta che le scelte che si fanno sono già vecchie quando partono. Tra l'altro, alcune di esse si basano su ipotesi di crescita di popolazione e di nuovi insediamenti urbanistici che a oggi sono completamente cassati e completamente fuori dalla storia.
Negli ultimi giorni è balzato alle cronache dei giornali che, addirittura le associazioni immobiliari di vendita e di affitti denunciano una sovrabbondanza del dieci per cento di alloggi vuoti a Torino e un crollo degli affitti e delle vendite di immobili; il settore immobiliare denuncia che si è costruito troppo e che la città, in questo momento, registra un picco negativo di popolazione e noi, in questo momento, progettiamo linee di trasporto su ipotesi di nuovi quartieri che dovrebbero esistere, cioè non su quartieri già esistenti, ma su quartieri che probabilmente dovrebbero uscire, ma che non usciranno, un po' perché l'Amministrazione attuale ha preso chiaramente atto di questo calo demografico e del calo della domanda di nuovi insediamenti urbani, un po' perché le tendenze sono chiare: la città in questo momento, salvo bruschi inversioni di tendenza, è in costante declino da molti anni.
Quindi, questo è per far rilevare come una pianificazione dei trasporti incida male anche sull'urbanistica delle città, se non si tiene conto di dati aggiornati. Noi ci aspettavamo che nel Piano questi fenomeni fossero almeno enunciati, una modalità nuova per potere essere costantemente aggiornati sulla situazione attuale negli spostamenti delle persone e nei movimenti di persone.
Insomma, poco è meglio che niente, però abbiamo solo un anno di tempo: siamo prudenti, ma non troppo fiduciosi che si riescano ad avere enunciate tutte le azioni che concretizzano le volontà politiche di questo Piano, che sono molto buone, però di enunciazioni ne abbiamo sentite per molti anni e adesso vorremmo vedere come si intendono attuare e questo con qualunque Governo sia in carica dalla prossima primavera. Dobbiamo stabilire quali risorse servono alla Regione Piemonte, quali investimenti, quali opere così vedremo, insomma scopriamo le carte e cerchiamo anche di capire quale modello di mobilità e di sviluppo è politicamente sostenuto da questa Giunta.
Quindi, se vediamo arrivare investimenti sulla rete convenzionale regionale ferroviaria, capiamo che c'è un passo indietro rispetto a certe tendenze che hanno visto l'impoverimento della rete locale; allo stesso modo, ci aspettiamo una diminuzione degli investimenti su nuove infrastrutture stradali, perché abbiamo passato gli anni Ottanta, abbiamo passato gli anni Novanta e abbiamo passato la crescita industriale.
Ora non siamo in crescita industriale e circolano meno auto rispetto agli anni Ottanta e Novanta, quindi da questo punto di vista ci aspettiamo uno spostamento verso forme di mobilità molto diverse e questi investimenti si devono concretizzare con risorse vere, che siano regionali, che siano state statali o che siano europee, ma nero su bianco e non solo enunciazioni di principio.



PRESIDENTE

Grazie, collega Valetti.
La parola al Consigliere Ferrentino.



FERRENTINO Antonio

Grazie, Presidente.
Il Piano per alla Mobilità e dei Trasporti è un documento assolutamente importante; è intersettoriale, perché va a intersecare tutte le azioni di più Assessorati.
Il lavoro svolto dall'Assessorato e dalla Commissione mirava proprio a cercare di cogliere tutte le potenzialità, quindi le nuove tecnologie l'aumentata sensibilità ambientale e, ovviamente, anche gli interventi infrastrutturali previsti nella nostra Regione: parlo della Torino-Lione e del Terzo Valico, due interventi estremamente importanti che, se inseriti in un contesto di scelte strategiche, possono rappresentare un elemento di sviluppo e anche una capacità attrattiva per nuovi insediamenti produttivi ma anche per spostamenti da e per la regione e anche interventi importanti per quanto riguarda la valorizzazione turistica.
È chiaro che ci sono alcuni elementi che dobbiamo cercare di aggredire; la quantità di merci che oggi vengono spostate con la ferrovia è praticamente ridotta ai minimi termini, quindi sicuramente un impegno in questo campo è assolutamente importante, come anche la lettura che più volte viene fatta del trasporto ad alta velocità per i passeggeri.
Il trasporto ad alta velocità per i passeggeri deve essere un servizio a disposizione di tutti, quindi ricordiamo anche tutti gli impegni che abbiamo assunto, anche in Aula, per cercare di perorare le giuste richieste dei pendolari sulla Torino-Milano, perché non si può assistere a un impegno importante di tipo finanziario, economico e di utilizzo di risorse e poi anche essere d'accordo sul fatto che la residenzialità può essere favorita anche dalla facilità di spostamento tra una città e l'altra del nostro Piemonte o, addirittura, fuori dal nostro Piemonte, per poi non prendere in esame che, a fronte di questa sbandierata possibilità, non si può non accompagnare il modello tariffario anche per quanto riguarda l'utilizzo del sistema alta velocità da parte dei pendolari.
Ritengo sia assolutamente fondamentale che, dopo gli investimenti molto importanti che sono stati fatti e che si faranno sull'alta velocità, deve essere parimenti messa in campo un'azione importante anche per quanto riguarda il trasporto pubblico locale e le varie linee di servizio ferroviario, perché in quest'Aula più volte, sia da parte di colleghi della maggioranza che delle opposizioni, abbiamo segnalato con forza quanto molte volte dai gestori ci sia scarsa attenzione rispetto ai problemi che i pendolari rappresentano quotidianamente. Deve esserci, sempre più, una responsabilizzazione che un qualificato servizio di trasporto pubblico accompagni la vita di centinaia di migliaia di pendolari tutti i giorni.
Pertanto, fatti salvi gli interventi fisiologici in questo campo, molte volte su molte linee, a fronte di un servizio che sulla carta è sicuramente buono, si assiste a soppressione di treni e a ritardi che mettono in discussione la stessa bontà del servizio di trasporto.
D'altronde, la richiesta di mobilità diventa sempre maggiore, anche nelle città. Noi abbiamo rappresentato più volte, e lo faremo anche con un altro ordine del giorno, che deve aumentare anche all'interno delle città, sulla scorta di quello che sta succedendo in alcune città italiane, come Milano e città europee, come Norimberga, Francoforte, Londra, dove anche interventi pilota di estensione del servizio di trasporto pubblico nelle fasce notturne o nelle fasce serali, permette una fruizione del servizio stesso anche a fasce di cittadini. Penso ai giovani, che devono avere la possibilità di spostarsi all'interno delle nostre città, ovviamente, con un orario di trasporto pubblico che permetta loro spostamenti, lasciando per quanto possibile l'auto privata a un utilizzo minore.
Sappiamo tutto questo che cosa comporta, quindi la facilità di spostarsi con un servizio di trasporto pubblico integrato sul territorio è anche una fonte di attrazione, un elemento attrattivo molto forte per i nostri territori, per gli effetti legati al turismo e alla valorizzazione territoriale. Un Piano della mobilità non può essere visto come un intervento dell'Assessorato ai trasporti e, in effetti, questo Piano non ha questa visione, perché va a interessare e a incrociare le aspettative da parte di più Assessorati e più Settori della Regione Piemonte.
Sicuramente non è un Piano esaustivo e il Consiglio regionale, la Commissione e i Consiglieri dovranno accompagnare quanto più possibile questo Piano - lo faremo con alcuni ordini del giorno - verso un'implementazione dei servizi di trasporto.
Per quanto riguarda il servizio metropolitano a Torino, proprio in questi giorni alcuni di noi hanno partecipato alla presentazione di un'estensione del servizio metropolitano, che va a interessare centinaia di migliaia di persone. Tutti sappiamo che cosa significa, in termini di fruizione del territorio, in termini di mobilità e in termini ambientali, la possibilità di avere servizi di trasporto veloci e ambientalmente compatibili e che mettano i cittadini nelle condizioni di potersi spostare all'interno di un'area metropolitana o per raggiungere i tantissimi Comuni del Piemonte usufruendo di un servizio di trasporto pubblico integrato tra le diverse potenzialità.
Quindi, leggiamo con attenzione tutto questo e riteniamo che ovviamente vada fatto un monitoraggio delle azioni strategiche che questo Piano individua. È compito del Consiglio e della Commissione segnalare, con l'apporto di audizioni di associazioni di categoria, di professionisti e di associazioni ambientaliste, le azioni che possono meglio accompagnare il monitoraggio di questo Piano.



PRESIDENTE

Non essendoci altri interventi, passiamo all'esame degli emendamenti.
Emendamento rubricato n. 3) presentato dai Consiglieri Valetti,Andrissi Bertola, Bono, Campo, Frediani, Mighetti, Ravello, Vignale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Valetti per l'illustrazione.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
L'emendamento in questione ha un obiettivo molto preciso: andare ad agire su una serie di indicatori, anche successivamente, per portare il livello che si chiama split, del trasporto pubblico allo stesso livello di quello privato. Significa che cerchiamo di dare obiettivi più ambiziosi per quanto riguarda lo spostamento delle persone dai mezzi privati al sistema di trasporto pubblico.
Questo non significa che mettiamo tutti i cittadini, dalla città sino alle ultime vallate alpine o ai paesini di campagna, su un autobus o su un treno. Significa portarli verso un sistema integrato di trasporto pubblico che può comprendere i vari tipi di car sharing, ma anche car pooling comunque mobilità condivisa e pubblica. Si tratta, a volte, anche di mobilità puntuale, perché se riusciamo a strutturare un sistema simile possiamo comunque far rinunciare una grossa fetta di cittadini piemontesi all'auto privata.
Il parametro che prendiamo come riferimento della domanda non è il mezzo privato, ma è quanta più domanda di trasporto pubblico viene coperta e trasportata in modo efficiente. Questo è il parametro, secondo la modifica di questo emendamento.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Andrissi; ne ha facoltà.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Crediamo che l'obiettivo prioritario di questo Piano trasporti sia quello di portare il trasporto pubblico a livelli prestazionali tali da rispondere appieno alla domanda di trasporto, ovvero deve diventare un trasporto pubblico che sia competitivo con il trasporto privato. Per fare ci bisogna diventare competitivi soprattutto negli orari di punta, quando il trasporto privato può essere svantaggiato dal fatto che la presenza di traffico sulle arterie principali rallenta il trasporto.
Per questo è fondamentale dare la certezza della presenza di un trasporto pubblico negli orari in cui i lavoratori e gli studenti sono più soggetti a spostamenti.
Ovviamente bisogna fare degli studi di settore e, in qualche modo, renderlo competitivo. Infatti, diciamoci la verità, se guardiamo i tempi di percorrenza del trasporto su ferro, questo è molto più rapido rispetto al trasporto su gomma sia delle auto private, e tanto più degli autobus che fanno un numero di fermate decisamente superiore. Questo renderebbe possibile il trasferimento da parte dei lavoratori, anche se penso che la cosa migliore sarebbe intervenire a monte sul telelavoro. Detto ci possiamo ridurre almeno della metà i tempi di spostamento con il trasporto su ferro. Ovviamente, però, bisogna dare la certezza a questi lavoratori che, una volta effettuata l'andata del viaggio, compatibilmente con le loro esigenze lavorative, possono trovare anche un treno per il ritorno.
Se non forniamo un numero sufficiente di viaggi, è chiaro che un lavoratore che ha dei tempi variabili di uscita dal posto di lavoro, alla fine è costretto a utilizzare il mezzo privato, e quest'ultimo dobbiamo renderlo non più competitivo, a partire dagli studenti. Stiamo abituando gli studenti a prendere dei mezzi pubblici che però sono un massacro, nel senso che rappresentano una perdita di tempo, che potrebbe essere dedicato allo studio o, una volta terminato lo studio, al divertimento.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Campo; ne ha facoltà.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Con questo emendamento interveniamo alla pagina 35, paragrafo 3.4, dove si va a cercare di "definire risultati attesi con la finalità di superare gli aspetti di indeterminatezza di strategie ed obiettivi".
Si parla di cose da fare entro il 2050 e forse sarebbe stato più interessante dare degli obiettivi un po' più scalati nel tempo. Comunque alla lettera b) l'obiettivo, a nostro parere, relativamente sfidante era quello di portare il trasporto pubblico allo stesso livello di prestazione dello spostamento con mezzo privato.
Quello che si fa notare in trasportistica è che, laddove col mezzo privato io riesca in maniera più conveniente a viaggiare per almeno metà del percorso o abbia la necessità di utilizzare il mezzo privato per coprire almeno metà del percorso verso la mia destinazione, la mia scelta va comunque al mezzo privato, indipendentemente dal fatto che possa essere persino più conveniente quello pubblico. Sotto questo punto di vista, la nostra riformulazione è proiettata verso un discorso di competitività rispondendo appieno alla domanda di trasporto e divenendo un'alternativa valida al mezzo privato.
Che cosa vuol dire questo? Vuol dire che il trasporto pubblico deve diventare prioritario, anche perché in realtà, soprattutto per chi abita lontano (io abito a 105 chilometri da qua), spesso si tratta di utilizzare una combinazione di mezzi pubblici (se possibile, peraltro), quindi trasporto pubblico su gomma unito a quello su ferro.
Ebbene, per rispondere appieno alle necessità del trasporto di un utente la convenienza deve essere sia sui tempi, sia sui costi. Purtroppo attualmente - forse scaturisce da questo aspetto l'obiettivo relativamente sfidante di cercare di portarlo almeno al livello del mezzo privato sebbene vorremmo che rispondesse appieno alla domanda di trasporto - né nei tempi, né nei costi, il trasporto pubblico risponde a tali esigenze. Anche perché, a meno che non si abiti in prossimità di un terminal di trasporto pubblico che serva direttamente la destinazione richiesta, si deve comunque far ricorso alla combinazione del proprio mezzo privato con una o più modalità di trasporto pubblico, spesso malamente integrate.
Sotto questo profilo, una rideterminazione degli obiettivi dal nostro punto di vista è importante.



PRESIDENTE

Grazie, collega Campo.
Emendamento rubricato n. 4) presentato da Valetti, Andrissi, Bertola, Bono Campo, Mighetti, Frediani, Vignale e Ravello.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Valetti per l'illustrazione.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Con questo emendamento si chiede di sostituire a pagina 35, paragrafo 3.4 il periodo della lettera c) come segue: "Sviluppare un trasporto pubblico che possa sopperire integralmente alla domanda potenziale di spostamenti sistematici (casa-lavoro e casa-studio)".
Questo emendamento ricalca un po' quella che è la definizione dei servizi minimi, perché garantire i servizi minimi è un obiettivo. Dopodiché, come dicevo prima, si può non avere le risorse o si può non riuscire a svilupparlo in un certo periodo, l'importante è stabilire quali sono gli obiettivi che intendiamo attuare. Successivamente, si cercherà di reperire le risorse, come per qualunque processo politico.
Ci sembra che un piano debba definire innanzitutto le intenzioni in maniera chiara. Per noi, garantire ai cittadini piemontesi i servizi minimi di trasporto casa-lavoro e casa-scuola è il minimo che possiamo fare, anzi che dobbiamo fare. Tutto il resto è in più.
Con questo emendamento, si intende sostituire una "tendenza" con "un efficace sviluppo del TPL che possa così coprire, entro il 2050, tutta la domanda potenziale di trasporto, almeno per quanto riguarda le fasce di trasporto di servizio minimo".



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Campo; ne ha facoltà.



CAMPO Mauro

Interveniamo nuovamente sul discorso degli obiettivi, andando a sostituire un'altra lettera di questo paragrafo relativo alla definizione più precisa degli obiettivi al 2050, chiedendo di sviluppare un trasporto pubblico che possa sopperire integralmente alla domanda potenziale di spostamenti sistematici, a differenza di quanto si dice nel testo attuale, che è in forma più generica (nel teso originario è scritto "che serva tutta la domanda potenziale di spostamenti sistematici").
È evidente che l'obiettivo è sempre quello di riuscire a costruire un sistema di trasporto pubblico in grado di rispondere, in maniera completa e adeguata, alle varie esigenze (qui parliamo degli spostamenti sistematici quindi di situazioni che sono monitorabili, verificabili e, anche nell'ottica di un piano e di una comunicazione rivolta ai cittadini progressivamente nel tempo, anche prevedibili e progettabili).
Da questo punto di vista, ci stiamo dando un obiettivo che, volendo, si pu sviluppare nel tempo ad incrementi costanti, potenziando il servizio e rendendolo sempre più confacente, tenuto conto anche di tutti i discorsi relativi alle nuove tecnologie che permettono la personalizzazione del servizio (lo vedremo poi), con un trasporto pubblico adeguato, o, meglio perfettamente adeguato e quindi integralmente sostituibile alle esigenze del trasporto privato anche occasionale.



PRESIDENTE

Grazie, collega Campo.
Emendamento rubricato n. 5) presentato da Valetti, Andrissi, Bertola, Bono Campo, Mighetti, Frediani, Vignale e Ravello.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Valetti per l'illustrazione.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Sempre nello stesso paragrafo andiamo a modificare lettera e) sostituendola con "incrementare in modo efficace (con valori che raggiungano i 2 individui per auto) il numero medio di persone che utilizzano la stessa auto per gli spostamenti sistematici (casa-lavoro e casa-studio)".
Ovviamente, questo è un obiettivo che non coinvolge necessariamente il trasporto pubblico, ma riguarda un'ottimizzazione del carico dei veicoli che entrano specialmente nelle grandi città. Sappiamo che un numero preponderante di spostamenti casa-lavoro e casa-scuola vertono, alla fine sui grandi centri urbani, quindi non dovrebbe essere difficile incrementare notevolmente il "carico medio" dei veicoli che circolano nelle città.
Questo si potrebbe ottenere col car pooling, ma anche col car sharing condiviso.
Ovviamente, ridurre comunque a monte il numero di veicoli privati che circolano aiuterebbe a raggiungere questo numero obiettivo (per intenderci quelli che restano potrebbero avere un carico medio più elevato).
L'emendamento vuole sottolineare come le politiche di mobility management spesso siano maggiormente efficaci per migliorare, a partire dagli Enti pubblici, le abitudini di trasporto, aumentando il fattore di riempimento.
Questo significa non spendere in infrastrutture, non spendere in programmazioni molto complesse e molto onerose per la Regione, ma comunicare, informare, migliorare l'utilizzo degli strumenti informatici e grazie ai nuovi sistemi informativi regionali dei trasporti, riuscire a utilizzare bene i dati e fornire sempre di più un servizio integrato di infomobilità, che è molto importante per integrare le varie offerte di operatori indipendenti esistenti, che mirano, appunto, a questo maggior sfruttamento dei sistemi di trasporto condivisi anche privati, quindi non solo pubblici.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Campo; ne ha facoltà.



CAMPO Mauro

Diciamo che, dal mio punto di vista, quando ho letto questa lettera mi è venuto un pochino da sorridere, nel senso che se vogliamo svilupparla in modo virtuoso, immagino lo si debba fare tramite il progressivo miglioramento del servizio di trasporto pubblico; affinché siano sempre meno le auto private circolanti per i trasporti sistematici (quindi concentrare il numero di cittadini che utilizzano il mezzo privato, o meglio, le automobili per gli spostamenti sistematici, fino a tendere all'unica auto che gira con due persone, perché proprio non si sa in che altro modo fare, o perché sono appassionati nel girare in automobile), il servizio pubblico dovrà essere perfettamente funzionale.
Vorrebbe dire una società organizzata in modo diverso, non solo dal punto di vista dell'organizzazione del trasporto pubblico, ma anche dal punto di vista della localizzazione e della logistica vera e propria del lavoro e dello studio.
Mi vengono in mente le suburban degli Stati Uniti dell'Ottocento, che si svilupparono in primis in quelle aree di molte grandi città statunitensi che erano servite dalle linee di tram. Dopodiché, la cosa perse un pochino di significato con l'avvento della motorizzazione privata, per cui oggi, la maggior parte delle periferie urbane americane (e non solo) è raggiungibili quasi esclusivamente col mezzo privato.
È evidente che dovrebbero evolvere i processi urbanistici, dovrebbero evolvere le situazioni di sviluppo delle localizzazioni produttive artigianali e industriali, affinché tutto sia meglio organizzabile anche dal punto di vista della mobilità pubblica, riducendo l'esigenza della mobilità privata veramente a casi particolari.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Campo.
Emendamento rubricato n. 6) presentato da Valetti, Andrissi, Bertola, Bono Campo, Mighetti, Frediani, Vignale e Ravello.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Valetti per l'illustrazione.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Questo emendamento verte sugli attuali valori di rapporto di accessibilità al TPL e auto. Nel 2020 puntavamo allo 0,65, nel 2030 allo 0,80. Noi li cambiamo rispettivamente a 0,70 e 0,90, perché ci risultano poco efficaci se non si prevedono, nel breve-medio termine, politiche che possano aumentare, sostanzialmente, questi valori.
L'emendamento vuole incrementarli per dare un obiettivo che sproni l'Amministrazione a ottenere qualcosa di più e poi a specificare, per ogni piano di settore, delle strategie precise. Se poniamo degli obiettivi troppo bassi, ci poniamo in una situazione in cui la semplice inerzia della buona volontà dei cittadini - che poi sul lungo periodo c'è - consente di raggiungere gli obiettivi semplicemente senza fare nulla. Permette di raggiungere quegli obiettivi senza avere specificato delle azioni ben precise perché, comunque, aumenta la coscienza ambientale, aumenta la coscienza di spostarsi in modo più sostenibile. Questo è un processo più o meno naturale, molto lento, quindi se poniamo degli obiettivi poco ambiziosi, probabilmente ci piace vincere facile. Questo è il concetto.
Vogliamo che gli enti pubblici facciano veramente la propria parte nel velocizzare questo processo, anche perché, oltre a problemi ambientali molto locali e strettamente specifici della nostra pianura, vi sono problemi un po' superiori, quelli del riscaldamento climatico che ci impongono azioni sulla mobilità molto incisive.
Non basta, semplicemente, accontentarsi di obiettivi raggiungibili per inerzia.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Campo; ne ha facoltà.



CAMPO Mauro

Qui giochiamo un po' sui numeri.
È un discorso che abbiamo già fatto sugli obiettivi quando si parlava di Piano rifiuti, quando si parlava, ad esempio, della riduzione del ricorso alla produzione di combustibile secondario (CSS). Se non ci diamo l'obiettivo di tipo assintotico, di tendere al 100 per cento del rapporto di accessibilità TPL e auto, cioè la possibilità di raggiungere qualsiasi luogo di lavoro o di studio entro il 2050, sembra evidente che uno sforzo che sarà via via crescente servirà per raggiungere questo obiettivo.
La cosa importante è quello che faremo proprio nei primi anni, quindi da qui al 2020 e poi al 2030, cioè gli obiettivi intermedi sono quelli che daranno il passo, sono quelli che determineranno lo slancio che permetterà il superamento di quell'ultimo decimale che farà tendere la disponibilità a quella completezza che è l'obiettivo finale.
Da questo punto di vista, perché non puntare allo 0,7 per il 2020 - che è dopodomani - e poi alla vera sfida, che è quella dello 0,9, veramente a un passo dall'obiettivo finale, per il 2030? Tutto questo considerando anche un allineamento, per certi versi, con certe politiche riguardanti la fuoriuscita.
La cosa da accogliere nell'organizzazione del trasporto pubblico è anche la strategia di uscita, ad esempio, dai motori a combustione interna e dal discorso della dipendenza dai combustibili fossili per la mobilità. Questa è un'opportunità per la trasformazione della mobilità privata in mobilità con propulsori a emissioni zero, ma anche una riduzione, comunque, della mobilità privata in favore del trasporto pubblico a emissioni zero, che vuol dire una migliore organizzazione anche della vita e del lavoro.
Ricordate che le società e le collettività funzionano meglio quando funzionano come collettività e non come individui che si muovono in maniera disordinata e arbitraria. Questo, comunque, renderà, in ogni caso, caotico il sistema e quindi meno prestante rispetto a un sistema organizzato che si basa sul trasporto collettivo.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Andrissi; ne ha facoltà.



ANDRISSI Gianpaolo

Con questo emendamento, vogliamo migliorare il rapporto di accessibilità TPL e auto e quindi chiediamo una modifica degli obiettivi al 2020 e al 2030.
Sono obiettivi importanti per una Regione che ha, comunque, una rete ferroviaria che è tra le più estese all'interno delle Regioni italiane quindi crediamo che in Piemonte si possa programmare un miglioramento deciso degli attuali rapporti di accessibilità. Chiediamo che, in pratica al 2020 , si arrivi a uno 0,70 e al 2030 a uno 0,90, ovvero si arrivi in ambiti di virtuosità che, sicuramente, consentirebbero un salto di qualità per questa Regione nel trasporto pubblico locale.
Per fare ciò, dobbiamo partire al più presto con una programmazione che consenta una riattivazione delle linee dismesse e consenta di fornire un servizio sulle linee che attualmente sono poco servite, ma che hanno delle potenzialità enormi.
Quello che noi chiediamo è di ripensare in modo più ambizioso agli obiettivi del Piano trasporto regionale, in modo tale da spronare politiche che possano potenziare maggiormente il sistema di trasporto pubblico locale e che diano di conseguenza un quadro più chiaro dell'evoluzione del sistema di trasporto regionale.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Andrissi.
Emendamento rubricato n. 7) presentato da Valetti, Andrissi, Bertola, Bono Campo, Mighetti, Frediani, Vignale e Ravello.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Valetti per l'illustrazione.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
In questo emendamento modifichiamo nel valore 2020-2030 dell'indicatore rapporto domanda servita con TPL e domanda potenziale, quindi passiamo dai valori originali (0,30 al 2020 e 0,50 al 2030), ai nuovi (0,40 al 2020 e 0,60 al 2030), altrimenti vale lo stesso discorso di prima, quindi obiettivi poco ambiziosi non consistono in interventi ben definiti, sembra un alibi per non intervenire in modo efficace. Anche perché un obiettivo di 0,40 al 2020 di rapporto dell'indicatore di domanda servita con TPL, ma specialmente di 0,60 nel 2030, significa che abbiamo la bellezza di 13 anni per raggiungere dei livelli che, comunque, molte regioni industriali sviluppate hanno già raggiunto in Europa, oppure sono prossime a raggiungerlo.
Non si tratta di obiettivi fuori dal mondo, perché è vero che il Piemonte è una regione con molte zone alpine, ma abbiamo un'ampia zona di pianura già ben collegata, con una base infrastrutturale valida, quindi abbiamo una buona rete stradale, autostradale e ferroviaria, abbiamo mezzi di trasporto, abbiamo un TPL molto sviluppato, non ci vuole molto per incrementarlo.
Cerchiamo di definire obiettivi e strategie ben precise.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Campo; ne ha facoltà.



CAMPO Mauro

Si sta appunto ragionando su queste indicazioni al 2020, 2030 e 2050 degli obiettivi di sviluppo del trasporto pubblico in relazione alle esigenze quindi alle destinazioni e alla domanda potenziale di servizio.
Quello che veramente è importante è provare a immaginare un mondo diverso un sistema diverso, in cui le persone si muoveranno utilizzando un trasporto pubblico che sia sempre più capillare e sempre meglio organizzato.
Non stiamo parlando di cose da futuro lontano e da film di fantascienza, ma di situazioni che, come ha detto il collega Valetti, si sono già concretizzate in alcuni casi come in certe aree metropolitane o in Giappone. Sono obiettivi che a livello piemontese, con la dotazione esistente e partendo da una base di fatto disorganizzata, probabilmente possono essere raggiunti nei tempi che ci stiamo dando.
Questo vuol dire un lavoro serio nell'organizzazione del trasporto pubblico; vuol dire risorse - e qui sarà la parte dolente di tutti i ragionamenti dei prossimi anni e dell'attuazione - e vuol dire improntare le politiche sotto tutti i punti di vista. Citavo prima il discorso del lavoro e dell'istruzione, quindi le modalità in cui le persone andranno a lavorare e i luoghi in cui andranno.
Queste sono situazioni che possono essere influenzate dalla politica e che vedranno dei cambiamenti nei decenni a venire.
Se pensiamo anche solo a quella che sarà la riduzione della necessità di trasporto, dovremmo coglieremo l'opportunità di offerte, ad esempio, tipo la banda ultralarga, per fare degli effettivi telelavori o per l'effettivo decentramento di attività produttive, ad esempio con il digital making quindi con l'industrializzazione artigiana - tra virgolette - che pu essere decentrata in qualsiasi territorio, grazie appunto al discorso delle stampanti 3D e ai template trasferibili attraverso la banda ultralarga.
Anche da questo punto di vista, la mobilità potrebbe diventare sempre più locale e favorire un'organizzazione più puntuale e più ordinata del trasporto pubblico locale, magari con una migliore strutturazione di quelle che saranno le direttrici principali di spostamento per i trasporti a più lunga distanza per altre finalità.
Sono tutte opportunità da cogliere, che richiedono un concerto di politiche su diversi settori. La speranza è che nel piano che vuole traguardare questo futuro, ci siano obiettivi un po' sfidanti.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Andrissi; ne ha facoltà.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Sul rapporto domanda servita con TPL e domanda potenziale chiediamo un miglioramento. In questo caso, parliamo di una domanda potenziale che il sistema di trasporto pubblico non riesce a soddisfare.
Noi crediamo che su questo fronte debba essere fatto uno sforzo importantissimo. Certo, è anche pensabile di agire sul telelavoro e la possibilità di delocalizzare a livello più locale molte attività produttive, ma occorre agire con un trasporto locale capillare che consenta di fornire un servizio adeguato.
Il Consigliere Campo diceva "sempre più locale". Effettivamente è un piano di sviluppo che, fino a oggi, la politica dei trasporti nazionali ha sempre disincentivato, perché, da un lato ha puntato a grandi infrastrutture (pensiamo alla linea ad alta velocità) e, dall'altra parte, ha abbandonato quell'80 per cento dei fruitori delle linee locali ad alta e a bassa velocità.
Ci troviamo, quindi, in una situazione di difficoltà, soprattutto in Piemonte, che ha il record nazionale di 14 linee sospese. Vedremo poi la destinazione delle linee Casale-Mortara e Casale-Vercelli, perché so che il Presidente della Provincia di Vercelli attualmente non ha firmato il protocollo, però ci fa piacere, considerato che a Mortara arriveranno i treni direttamente dalla Cina, bypassando il famoso arrivo sulla linea Genova-Rotterdam, per cui si sta pensando a un potenziamento e il raddoppio di linee ferroviarie. Si aprirebbe quindi un nuovo scenario, che sicuramente il Piemonte dovrà cogliere al volo.
Se c'è una domanda potenziale, questa va raccolta, anche con un marketing importante, fornendo un servizio che sia all'altezza della situazione.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Volevo solo chiedere, rispetto alla richiesta di questa mattina, di poter votare l'atto di indirizzo condiviso relativo alle insegnanti. A che ora pensiamo di sospendere? Avevo capito alle 18.



PRESIDENTE

Il Consiglio è convocato fino alle 19, quindi direi di andare avanti perch siamo nelle condizione di poter procedere ancora un po' con il documento di cui stiamo discutendo, poi verso le 18.30 potremmo occuparci degli atti di indirizzo.
Emendamento rubricato n. 2) presentato da Valetti, Andrissi, Bertola, Bono Campo, Mighetti, Frediani, Vignale e Ravello.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Valetti per l'illustrazione.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Vediamo quanto impiega la discussione e la votazione di questi emendamenti perché, per riprendere quanto detto dalla Consigliera Frediani, se ci avviciniamo alle 18.30, anche se non è ultimata la discussione, si potrebbe sospendere brevemente questo punto. È un suggerimento.
Tornando all'emendamento n. 2), andiamo di nuovo a modificare l'indicatore che quel coefficiente di occupazione auto, citato in paragrafo 3.4, a pagina 36, prevedendo, dal 2030, un indicatore di 1,50 il tasso medio occupazione auto e, al 2050, un tasso maggiore o uguale di due passeggeri per auto.
Questo è in linea con gli obiettivi proposti da due emendamenti precedenti sempre sul miglioramento del tasso di occupazione auto e, quindi, puntare di più sulle politiche del mobility management, sia pubblico sia privato.
Sostanzialmente, si tratta di campagne di sensibilizzazione, comunicazioni aziendali e organizzazioni, anche in senso di infomobilità, del trasporto pubblico, utilizzando le numerose soluzioni già proposte da operatori privati nel campo dell'infomobilità.



PRESIDENTE

Grazie, collega Valetti.
Emendamento rubricato n. 1) presentato da Valetti, Andrissi, Bertola, Bono Campo, Mighetti, Frediani, Vignale e Ravello.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Valetti per l'illustrazione.



VALETTI Federico

Nell'emendamento 1) andiamo a ritoccare l'indicatore sulle emissioni inquinanti. Abbiamo dei dati originali che citavano: meno tre per cento nel 2020, rispetto al 2010; meno 20 per cento rispetto al 2008; - meno 60 per cento nel 2050 rispetto al 1990.
Noi lo modifichiamo in questo modo: meno cinque per cento al 2020 rispetto al 1990 e meno 27 per cento nel 2030. In questo modo cerchiamo di accelerare quel processo di decarbonizzazione della nostra regione, che è un piano che sta avvenendo conformemente a quanto enunciato nelle varie COP che si sono tenute negli ultimi anni e per le quali si denuncia un certo lassismo dei paesi europei nell'adeguarsi agli obiettivi necessari a salvaguardare il problema del cambiamento climatico, che stiamo vivendo e abbiamo vissuto anche quest'inverno con un'ondata di vento caldo e precipitazioni assolutamente fuori norma, che non si vedevano da moltissimi anni.
Queste sono quelle piccole indicazioni che ci ricordano che dobbiamo fare in fretta ed essere decisamente pragmatici anche quando andiamo a toccare il settore dei trasporti, che è uno dei settori maggiormente responsabili insieme ad agricoltura ed industria - delle emissioni di gas serra.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Andrissi.



ANDRISSI Gianpaolo

Questo è un tema importantissimo: sono gli obiettivi che dobbiamo assolutamente imporci. La riduzione dell'emissione dei gas serra va perseguita in tutti i settori che hanno un'emissione, dall'agricoltura all'industria, ai trasporti. Quindi, credo che questi obiettivi debbano essere sicuramente più ambiziosi, perché è fondamentale poter ridurre le emissioni.
Sappiamo che l'aumento delle parti per milione della presenza di CO2 in atmosfera è, purtroppo, oltre le valutazioni fatte a livello internazionale, quindi il cambiamento climatico impone un impegno che deve essere assiduo e perfezionato in tutti i settori.
In questo Piano dei trasporti crediamo che gli obiettivi siano poco virtuosi, pertanto proponiamo di migliorarli al 2020 e al 2030, portando il 2030 a meno 20 e il 2050 a un meo 60 per cento di emissioni di CO2 rispetto al 1990 (i calcoli vanno riferiti al 1990).
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Campo.



CAMPO Mauro

L'idea di questo emendamento è quella di dare dei parametri più facilmente leggibili, anche perché i precedenti sono riferiti a periodi estremamente diversi dal punto di vista delle emissioni, quindi facendo riferimento al 1990 - un tempo abbastanza lontano - quando le emissioni erano certamente consistenti, ma ancora in crescita, per passare al 2008, inizio della crisi economica che ha dato una mano bella violenta all'Italia nel rientrare negli obiettivi di emissioni, grazie alla distruzione di posti di lavoro e di capacità produttiva industriale, e quindi anche delle necessità di spostamento conseguenti alla successiva povertà: spostamenti di tipo sistematico e come viaggi di piacere.
Sotto questo profilo, questa disomogeneità rende questi obiettivi meno chiari, perché ricordo che il Piano proposto non è solo una mera formulazione per tecnici, ma è anche una proposta di visione. Quindi dovrebbe dare la possibilità (almeno, questo è un po' quello che ci ho visto io) di immaginarsi un futuro diverso, un futuro verso il quale vogliamo andare e quindi chiaramente visibile. E una delle cose che semplifica la visione è quella di fare riferimento a dei dati univoci, che diano l'idea chiara della progressività e dei risultati che si vogliono ottenere.
Quindi, sia obiettivi più sfidanti sia il riferimento a un periodo molto chiaro e preciso che è già stato di riferimento anche per altre politiche in materia.



PRESIDENTE

Grazie, collega Campo.
Emendamento rubricato n. 8) presentato da Valetti, Andrissi, Bertola, Bono Campo, Mighetti, Frediani, Vignale e Ravello.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Valetti per l'illustrazione.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
È un emendamento che va a modificare gli indicatori che riferiscono le sostanze inquinanti, quindi andiamo a modificare le emissioni di particolati di ossidi di azoto che sono - come si sa - dovute in maniera preponderante al trasporto su strada.
Modifichiamo questi valori rispettivamente a meno sette, meno 34 e meno 67 per il PM2.5; sempre 2020, 2030 e 2050, scendiamo a meno dieci per cento meno 50 e meno 90 per il PM10 e arriviamo, per gli ossidi di azoto fino a meno 77 e per i COVNM fino a meno 95 per cento. Quindi cambiano tutti i valori di riferimento che sono elencati all'interno delle tabelle dei vari allegati del Piano.
Ricordiamo che originariamente il testo non prevedeva un valore obiettivo per il PM10, che è l'attuale valore di legge, per cui, laddove abbiamo sistemi di rilevazione del PM2.5, avere dei risultati comparabili è possibile. Questo però non avviene in tutta la regione, ma avviene solo in alcune centraline della rete regionale dell'ARPA. In altri casi è dedotta comunque non vi è sempre una correlazione stabile tra i due indicatori, per cui non è sempre possibile dedurre il PM10 dal PM2.5, ma non è realistico impostare sul Piano trasporti un valore che non è riferito dalla legge attuale e che, pertanto, non si è neppure tenuti a misurare a livello territoriale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Campo.



CAMPO Mauro

Di nuovo, è un discorso che riguarda la visibilità, la chiarezza degli obiettivi che ci si vuole dare. Oggi, a torto o a ragione, se misurassimo anche i due e mezzo, visto che si fa riferimento ai due e mezzo anche in tante altre misurazioni a livello internazionale, potrebbe starci, ma noi abbiamo basato tutto il ragionamento - compresi studi epidemiologici sugli effetti di questi inquinanti - sul discorso dei PM10.
È evidente che appare abbastanza strano il fatto che non ci si dia degli obiettivi, se non indiretti, quindi indipendenti dal calcolo dedotto dai due e mezzo, in relazione a quelle che sono le polveri sottili oggi misurate, a cui oggi si fa riferimento in tutte le normative e in tutti i provvedimenti e piani che riguardano l'inquinamento dell'aria.
Pertanto, l'introduzione di obiettivi per quello che riguarda il PM10 ci sembra un importante completamento del Piano, anche nell'ottica di un'eventuale transizione del sistema di misurazione o completamento o allargamento e potenziamento del sistema di misurazione della qualità dell'aria, con un allargamento delle tipologie di inquinanti misurati.
Una chiarezza che è importantissima nella determinazione di obiettivi di medio e lungo periodo e che permetterà anche di verificare tutte quelle correlazioni tra le tipologie di inquinanti che sono tendenzialmente proposte dalla scienza.
Ricordo che si tratta, in ogni caso, di situazioni ancora soggette a verifica empirica e che valgono, come i modelli matematici che vengono utilizzati per determinare l'inquinamento atmosferico, per le aree ma che non fotografano spesso - e questo sarebbe poi un'evoluzione importante da valutare - le situazioni specifiche o soggette a particolari condizioni di tipo climatico, di tipo morfologico e quindi che sfuggono a modelli matematici e a una rete di sensorizzazione che è a maglie sensibilmente larghe.
Quindi, incominciamo a introdurre qualche elemento in più, facendo riferimento a quello che già misuriamo. Misuriamo anche il resto e poi magari, miglioriamo anche la rete, tenendo conto non solo dello spalmamento, della tendenza a regime della diffusione degli inquinanti, ma anche delle situazioni locali che possano dare criticità significative e che quindi dovranno essere obiettivo di piani e regolazioni mirate alla soluzione di questi problemi a tutti i livelli locali e generali.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Andrissi.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Sappiamo che la Pianura Padana è una delle zone più inquinate al mondo sappiamo anche che rischiamo un'infrazione di decine di milioni come Regione Piemonte, quindi crediamo che il Piano trasporti si debba dotare di obiettivi certi per quanto riguarda le micropolveri. In aggiunta alle micropolveri, abbiamo inserito anche gli ossidi di azoto che, oltre a creare dei danni alla salute, hanno un'azione catalizzatrice nel formare le polveri secondarie, che hanno un ruolo particolarmente importante soprattutto in ambito urbano.
L'evoluzione dei trasporti che ci sarà nei prossimi anni dovrebbe vedere azioni importanti; dico dovrebbe, perché purtroppo nell'Europa del Sud questo non sta avvenendo, diversamente da quanto sta accadendo nell'Europa del Nord: i motori a combustione diesel nell'Europa del Sud non stanno calando, mentre nell'Europa del Nord lo scandalo cosiddetto "dieselgate" ha portato a una forte riduzione della vendita di auto a combustione diesel.
Penso poi alla città di Parigi e all'Olanda, che hanno inserito nei loro obiettivi proprio quello di vietare la vendita di auto a combustione diesel.
Vi è, inoltre, l'annuncio di case automobilistiche che nel prossimo futuro abbandoneranno la produzione di macchine a combustione diesel. Tutto ci dovrebbe, dal punto di vista ambientale, portare a un deciso miglioramento perché sappiamo che gli ossidi di azoto sono prodotti in grande quantità proprio dalle auto a combustione diesel.
Detto ciò, crediamo però che sia importantissimo agire sulle micropolveri perché queste hanno un impatto sulla salute che è decisamente troppo elevato nella Pianura Padana. Infatti, le stime di aumento della mortalità sono notevolissime (si parla di decine di migliaia di persone), quindi qualsiasi passo in avanti in questo settore è fondamentale per migliorare anche l'impatto sulla salute.



PRESIDENTE

Grazie, collega Andrissi.
Emendamento rubricato n. 9) presentato da Valetti, Andrissi, Bertola, Bono Campo, Mighetti, Frediani, Vignale e Ravello.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Valetti per l'illustrazione.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Andiamo a incidere sui parametri che regolano lo split modale.
Lo split modale definisce come si suddivide il trasporto di persone in termini percentuali tra le varie modalità di trasporto, quindi noi abbiamo impostato un livello che è minore del 60 per cento nel 2020 del trasporto dal privato (sostanzialmente auto e moto) e maggiore del 25 per cento di TPL, maggiore dell'otto per cento in bici, maggiore del 14 per cento a piedi e via via con obiettivi incrementali fino al 2050, dove arriviamo fino a un rapporto minore o uguale al 31 per cento auto più moto, maggiore del 100 per 100 a emissioni zero e maggiore del 45 per cento sul TPL, e via dicendo su bici e a piedi.
Questo obiettivo è il risultato conclusivo delle politiche che abbiamo definito prima con finalità specifiche rispettivamente sul TPL, sul migliore tasso di occupazione delle auto, sull'incremento della mobilità sostenibile e delle politiche di mobility management. Con tutte queste operazioni, noi andiamo a definire il quadro complessivo, quindi traduciamo in numeri quelle che sono le linee che vogliamo raggiungere.
Questo split modale incrementa i valori che erano inseriti nel Piano perch ci sembra che questi obiettivi siano raggiungibili, se confermate anche le risorse e gli intenti annunciati non solo dalla Regione Piemonte, ma anche dall'ultimo Governo, che ci ha deliziato con delle cifre molto importanti sugli investimenti infrastrutturali per la mobilità sostenibile.
Prendiamo per buono che vengano confermate anche dai prossimi Governi perché più o meno questa è la linea che seguono tutti i Paesi sviluppati.
Questa è la linea che segue l'Unione Europea sulle politiche di riduzione dell'impatto della mobilità, quindi noi inseriamo in numeri quello che crediamo sia fattibile per ottemperare agli obblighi di legge, ma anche agli obiettivi politici che ci si è dati e di cui spesso vantiamo una larga identità di vedute anche in quest'Aula.



PRESIDENTE

Possiamo passare alla votazione degli emendamenti.
Il parere dell'Assessore?



BALOCCO Francesco, Assessore ai trasporti

Voglio velocemente spiegare la posizione della Giunta rispetto agli emendamenti.
Ho seguito con molta attenzione gli interventi che sono stati fatti rispetto questi nove emendamenti e mi pare di poter dire che è stato colto pienamente - e non può quindi che essere da me condiviso - lo spirito del Piano regionale della mobilità e dei trasporti, ovviamente con sollecitazioni che vanno oltre quanto previsto dal Piano stesso e questo non può che essere uno stimolo a migliorarci.
Detto questo, spiego perché il parere della Giunta è comunque negativo rispetto a tutti e nove gli emendamenti proposti.
Sostanzialmente per questo motivo: perché una parte degli emendamenti riprende obiettivi e intenzioni che il Piano ha ben presenti, come ad esempio portare il trasporto pubblico a livelli prestazionali tali da rispondere appieno alla domanda di trasporto, divenendo un'alternativa valida al mezzo privato, oppure che possa sopperire integralmente alla domanda potenziale di spostamenti sistematici o altri aspetti di questo genere. Si tratta di elementi che ovviamente sono all'interno degli obiettivi proposti dal Piano, magari non nella riga indicata, ma nel suo contesto generale sono molto evidenti.
Un'altra parte degli emendamenti, invece, fa riferimento a dati, a numeri a soglie e, da questo punto di vista, la motivazione per cui non sono accettati è molto semplice: in parte perché i dati che vengono messi in discussione sono dati previsti dal Libro bianco dell'Unione Europea, quindi sono i dati che ovviamente dobbiamo tenere come punti di riferimento in quanto ci consentono di fare anche i confronti necessari con gli altri Paesi e con le altre situazioni; in altri casi, sono dati che possono essere colti come stimoli a migliorare ulteriormente, ma che rischiano di non essere verosimili o raggiungibili.
Faccio notare che i dati proposti dal Piano non sono frutto di elaborazioni improvvisate, ma sono frutto di consultazioni molto approfondite col mondo scientifico e tecnologico del Piemonte (e non solo del Piemonte).
Sono dunque sostanzialmente queste le motivazioni per cui il parere della Giunta è contrario agli emendamenti, cogliendone però lo spirito.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Balocco.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 3), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 4), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 5), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 6), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 7), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 2), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 1), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 8), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 9), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sulla proposta di deliberazione n. 231, il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione - Organizzazione scolastica

Ordine del giorno n. 1306 "Licenziamento ed esclusione da GAE dei Diplomati Magistrali" presentato da Frediani, Andrissi, Appiano, Benvenuto, Bertola Bono, Campo, Grimaldi, Mighetti, Ottria, Valetti, Valle


PRESIDENTE

Ordine del giorno n. 1304 "Graduatorie a esaurimento" presentato da Ruffino, Batzella, Benvenuto, Gancia, Graglia, Pichetto Fratin, Ravello Vignale



PRESIDENTE

Procediamo con l'esame degli ordini del giorno n. 1306 e n. 1304, di cui al punto X) all'o.d.g.
Procediamo con la votazione dei due ordini del giorno che ci siamo impegnati a votare nell'incontro di quest'oggi con gli insegnanti.
Volete illustrarli? Mi pareva che si fossimo d'accordo che l'avremmo messi in votazione senza discussione. Peraltro, la Vicepresidente Ruffino non c'è e non potrebbe illustrare quello di cui è firmataria.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 1306, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 1304, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento:

Programmazione dei lavori


PRESIDENTE

Si era ipotizzato di mettere in discussione, oppure di approvare immediatamente gli ordini del giorno sui trasporti (n. 665, 1147, 534 1007, 907 e 1036), di cui al punto 10 all'o.d.g., giusto per concludere il discorso che era stato cominciato. Pare che l'avesse deciso la Capigruppo perché sarebbe il seguito del Consiglio straordinario sui trasporti dopodiché, quello che l'Aula decide facciamo. Mi pare ci siano perplessità sull'ipotesi di discutere questi ordini del giorno; peraltro, il Partito Democratico ha un ordine del giorno da discutere, ma la Consigliera Conticelli non sta bene. Se siete d'accordo, possiamo concludere qui i lavori del Consiglio.
La seduta è tolta.
(La seduta termina alle ore 18.39) (La seduta termina alle ore 18.39)



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