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Dettaglio seduta n.289 del 16/01/18 - Legislatura n. X - Sedute dal 25 maggio 2014 al 25 maggio 2019

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MOTTA



(I lavori iniziano alle ore 9.42 con l'esame del punto all'o.d.g. inerente a "Svolgimento interrogazioni e interpellanze")


Argomento: Cave e torbiere

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 1838 presentata da Rossi, inerente a "Stato di attuazione della legge regionale 17 novembre 2016, n. 23"


PRESIDENTE

Buongiorno, colleghi.
Iniziamo i lavori del sindacato ispettivo proponendo l'esame dell'interrogazione indifferibile e urgente n. 1838.
La parola al Consigliere Rossi per l'illustrazione.



ROSSI Domenico

Grazie, Presidente.
L'interrogazione, come già da lei annunciato, riguarda la legge n. 23 approvata nel novembre 2016, ed è stata presentata a un anno dall'approvazione di suddetta legge proprio per venire a conoscenza, tra le tante questioni che la legge prevede, di tre aspetti fondamentali, per capire a che punto è lo stato di attuazione.
In particolare, l'interrogazione chiede qual è lo stato di attuazione relativamente all'approvazione del Regolamento per il riempimento dei vuoti di cava, importantissimo per quanto riguarda tutte le attività di ripristino ambientale; inoltre chiede di conoscere i dati relativi alle sanzioni comminate dalle Province e dalla Regione, anche perché sul lato sanzionatorio la legge è intervenuta in maniera importante, modificando molti aspetti della norma precedente.
Dunque l'interrogazione chiede quante e quali sanzioni sono state fatte dalle Province e dalla Regione e, se possibile, sapere a quali voci di bilancio sono stati indirizzati gli introiti derivati dalle sanzioni.
Il terzo aspetto che chiede di approfondire l'interrogazione è quello relativo all'istituzione dei servizi di vigilanza; servizi che erano previsti per ogni Ambito territoriale ottimale, ma adesso, con le ultime revisioni normative, la questione dell'Ambito è diventata facoltativa (diciamo così), anche se resta comunque un obbligo in capo alle Province e alla Regione.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessora De Santis per la risposta.
DE SANTIS Giuseppina, Assessora alle attività produttive Grazie, Presidente; grazie, Consigliere Rossi.
Per effettuare una ricognizione sullo stato di attuazione di quanto previsto dalla legge, il Settore cave, in data 30/10/2017, ha richiesto a Province e Città metropolitana se gli Enti avessero o meno istituito il servizio di vigilanza, e questo in vista della programmazione annuale dell'attività ispettiva.
In seguito, è stata compiuta un'ulteriore ricognizione informale, di cui riassumo gli esiti (poi le darò la nota scritta), fornendo anche i dati relativi alle sanzioni. Alessandria ha istituito e nominato i componenti le sanzioni sono state tre per un importo di 85.000 euro; Asti ha istituito e nominato i componenti, due sanzioni con importo in via di definizione Biella, una sanzione con importo in via di definizione, non ha ancora istituito il servizio di vigilanza, ma verrà fatto a breve; Cuneo, tre sanzioni per un importo di 14.000 euro, i componenti del servizio sono stati istituiti e nominati; Novara, sette sanzioni per un importo di circa 1.749.000 euro, il servizio non è stato ancora istituito in quanto è in corso il tentativo di istituirlo a livello coordinato con Biella e Verbania; Torino, cinque sanzioni per un importo di 30.000 euro, i componenti sono stati istituiti e nominati; Verbania, sette sanzioni per un importo di circa 24.000 euro e, dalle prime indicazioni, parrebbe che Verbania intenda non aderire alla richiesta di Novara di fare un servizio unico, bensì avvalersi della vigilanza regionale; Vercelli non ha irrogato sanzioni e non ha istituito il servizio, motivandolo col fatto che in Provincia non sussisterebbero i requisiti organizzativi per procedere e si avvarrà della vigilanza regionale.
Nel mese corrente verranno convocate le Province che non hanno ancora istituito il servizio, al fine di accertare la possibilità di accordi fra di loro, ovvero l'esercizio del potere sostitutivo previsto dall'articolo 36, comma 4, della legge. Al momento, Province e Città metropolitana non hanno uno specifico obbligo di comunicazione delle sanzioni comminate. La legge n. 23, peraltro, all'articolo 9, prevede che le eventuali sanzioni siano riportate all'interno della banca dati delle attività estrattive.
Poiché a oggi le schede della banca dati non identificano i campi destinati a tale fine, verrà effettuato un aggiornamento strutturale della banca dati, unitamente all'emanazione di una delibera di Giunta che ne definisca il funzionamento e la gestione dei flussi informativi.
Invece, per quanto riguarda l'azione di vigilanza sulle attività estrattive di competenza regionale, questa ha comportato l'accertamento di un'unica sanzione per un'attività estrattiva in provincia di Alessandria. Per quanto concerne le competenze esclusive in capo alla Regione, cioè quelle di polizia mineraria, su un campione rappresentativo di oltre il 99 per cento delle attività estrattive con autorizzazione in corso di validità al 28 aprile 2017, sono state accertate violazioni in numero di 30 (c'è anche una distribuzione percentuale per provincia).
Il regolamento per la definizione degli indirizzi regionali per il riempimento di vuoti di cave in fase di studio verrà presentato nel corso di quest'anno. In questo momento il tema del riempimento dei vuoti di cava viene trattato dalle Province, in osservanza alla normativa nazionale.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 1886 presentata da Frediani, inerente a "Situazione dell'ex cava Palli del Comune di Meana di Susa e Gravere"


PRESIDENTE

Passiamo a trattare l'interrogazione indifferibile e urgente n. 1886.
La parola alla Consigliera Frediani per l'illustrazione.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Parliamo dell'ex cava Palli, sita nel Comune di Meana di Susa e Gravere. In data 10 luglio 2017, TELT ha presentato al Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare istanza di avvio della procedura di VIA di competenza statale, comprensiva di valutazione di incidenza e autorizzazione integrata ambientale in merito al progetto di variante, in ottemperanza alla prescrizione 235 della delibera CIPE 19/2015, della nuova linea ferroviaria Torino-Lione, sezione internazionale.
Il 14 luglio 2017 è partito l'endoprocedimento di competenza regionale, che ha portato alla redazione della richiesta di una serie di integrazioni progettuali. In particolare, l'ottemperanza della prescrizione 235 ha comportato la revisione generale del Piano di utilizzo delle terre e rocce da scavo. Sappiamo che questa revisione prevede, in sintesi, la valorizzazione delle terre e rocce da scavo presso il Comune di Salbertrand e il successivo deposito dello smarino presso i Comuni di Caprie e Torrazza.
In Conferenza dei servizi del procedimento ministeriale, il Comune di Meana ha fatto richiesta formale di accogliere lo smarino nell'ex cava Palli, che insiste - come dicevamo prima - in parte sul territorio del Comune di Meana e in parte sul Comune di Gravere, quindi un'alternativa al deposito nei Comuni di Caprie e Torrazza. Tra l'altro, ricordiamo che, nel 2007, le Amministrazioni di Gravere e Meana espressero parere negativo in merito alla possibilità di conferire nell'ex Cava Palli lo smarino del Traforo del Fréjus.
Recuperiamo brevemente la storia di questa cava. Dal 1991 al 2001 la Palli Calce S.r.l. viene autorizzata alla coltivazione della cava, nel 1996 l'autorizzazione passa alla Palli Calce e Derivati S.r.l. e, nel 2000 viene autorizzato il sub-ingresso di coltivazione alla Italcoge S.r.l. Nel 2001, viene autorizzata la variante al Piano di recupero ambientale relativamente allo stoccaggio di materiale da scavi esterni sul piazzale a quota 633 metri e vengono confermate le scadenze e le prescrizioni dell'autorizzazione. Dal 2001 al 2010, non risulta né una richiesta di proroga alla coltivazione né l'esecuzione del recupero ambientale da parte della Italcoge. Dal 28 agosto 2010 al 28 settembre 2015, viene autorizzata la ditta Italcoge a eseguire il progetto di recupero ambientale della cava dismessa, senza coltivazione del giacimento, con presentazione delle relative garanzie fideiussorie per il valore di 691 mila euro. Nel 2011 Italcoge viene dichiarata fallita, come sappiamo, con richiesta respinta della ditta Iminveste S.r.l. di subentro (quest'ultima è la proprietaria dei terreni).
Dal 1° giugno 2012 al 28 settembre 2015, viene autorizzata al sub-ingresso la ditta Italcostruzioni; il 26 novembre 2015, il Comune di Meana trasmetteva la comunicazione dell'avvenuta scadenza dei tempi previsti per il recupero ambientale, ma non viene fatta richiesta di escussione delle fideiussioni da parte delle Amministrazioni competenti e, allo stesso modo in data 19 dicembre 2015, il Corpo Forestale ha accertato che sul sito della cava dismessa, in località Cantalupo, non è stato realizzato il recupero ambientale comunicandolo a Comune, Città Metropolitana e Regione.
In data 17 dicembre 2015 viene comunicato il fallimento della Italcostruzioni e soltanto il 30 dicembre 2015, il Comune di Meana ha richiesto l'escussione delle fideiussioni, ma anche Confidi Italia risulta ormai fallita.
La validità delle polizze fideiussorie era dal 7 marzo 2012 al 28 settembre 2015 e l'Amministrazione Comunale ha deliberato l'escussione delle fideiussioni solo il 30 dicembre 2015; inoltre, la decisione di escussione arriva solo dopo il fallimento dalle Italcostruzioni e dopo il sollecito della Città metropolitana.
L'Amministrazione comunale di Meana, per inefficienza, si ritrova a non avere i soldi per eseguire il recupero ambientale e, quindi, vede in TELT attraverso questa proposta di depositi di smarino, la soluzione per un problema che essa stessa ha contribuito ad aggravare.
Il problema delle fideiussioni non solide non è una novità e abbiamo già visto in diversi esempi della nostra Regione; nelle premesse dell'interrogazione vengono citate anche le recenti normative che hanno prodotto cambiamenti in merito all'attività estrattiva e non sto a ricordarli, anche per mancanza di tempo.
Arrivo alla domanda. Vorrei conoscere lo stato di attuazione del servizio di vigilanza sulle attività estrattive per ogni ATO e sapere se durante la redazione del Piano regionale delle attività estrattive la Giunta terrà conto delle problematiche legate alla solidità delle fideiussioni (siamo oltre il tempo), per sapere come intenda esprimersi in merito alla disponibilità del Comune di Meana di ricevere le terre e rocce da scavo del tunnel principale della linea ferroviaria Torino-Lione, viste le vicende pregresse.



PRESIDENTE

Vista la complessità dell'argomento, Consigliera, le abbiamo lasciato il tempo, ma lei sa che sono molto meno i minuti che avete a disposizione.
La parola all'Assessora De Santis per la risposta.
DE SANTIS Giuseppina, Assessora alle attività produttive Grazie, Presidente; grazie, Consigliera Frediani.
Non ripeto e le darò per iscritto la risposta, che coincide ovviamente con quella che ho dato al Consigliere Rossi, sullo stato di attuazione del servizio di vigilanza nelle diverse ATO, Province e Città metropolitana.
Nella sua interrogazione si chiede se durante la redazione del PRAE si terrà conto delle problematiche legate alla solidità delle fideiussioni, ma posso dirle che gli Uffici hanno già affrontato le problematiche legate ai requisiti che devono possedere le società operanti in tale settore, con la deliberazione della Giunta regionale del 15 maggio 2017, n. 135041, che detta gli indirizzi regionali in merito alla durata, alle specifiche e ai contenuti delle garanzie fideiussorie e prevede che tali garanzie possano essere rilasciate solo nella forma di fideiussioni bancarie o assicurative escludendo pertanto gli intermediari finanziari.
Successivamente, con il regolamento regionale, previsto dall'articolo 39 della legge 23 del 2016, sono stati ribaditi i requisiti specifici minimi che devono essere riportati negli atti fideiussori. È evidente che queste regole valgono da qui in avanti.
L'ultimo quesito è su come si intenda esprimersi in merito alla disponibilità del Comune di Meana di ricevere le terre e rocce da scavo eccetera. Il tema non è riconducibile esclusivamente alla questione delle attività estrattive, perché si tratta di un'operazione che coinvolge complessivamente una grande opera pubblica di rilevanza strategica nazionale. Ad ogni modo, il giudizio di merito sui siti di destinazione delle terre e rocce da scavo per un'opera pubblica viene rilasciato esclusivamente sui siti proposti dal soggetto attuatore dell'opera medesima che, nel caso in questione, non contemplano l'ex Cava Palli sita nel territorio del Comune di Meana, di Susa e Gravere, cioè non vi è stata la richiesta di utilizzare quel sito di cava da parte del soggetto attuatore.
A questo riguardo, gli Uffici, nel parere fornito in sede di Conferenza dei Servizi, hanno ribadito le prescrizioni già trasmesse in relazione ai siti di conferimento e riportate nella delibera CIPE 19-2015 del 26 febbraio 2015, che fa riferimento ai siti di Caprie e Torrazza.



PRESIDENTE

Grazie, Assessora De Santis.


Argomento: Fiere, mostre e mercati

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 1899, presentata da Bertola e Mighetti, inerente a "Venditori occasionali. Tempistiche delle disposizioni di attuazione degli artt. 45-46 e 47 l.r. 16/2017"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 1899.
La parola al Consigliere Segretario Bertola, che interviene in qualità di Consigliere per l'illustrazione.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
L'interrogazione riguarda una parte, alcuni articoli della legge regionale 16/2017, la cosiddetta "legge omnibus", che in una parte è andata a regolamentare, anche direi con un intento condivisibile, l'attività dei cosiddetti "hobbysti", venditori occasionali, per intenderci quelli che fanno i mercatini. In particolare, c'è il contenuto di due articoli, il 46 e il 47, che rispettivamente, parlano degli obblighi per i venditori occasionali, che devono predisporre un minuzioso elenco dei beni esposti alla vendita, con l'articolo 47 che definisce quali sono gli adempimenti comunali, quindi rilascio del tesserino, eccetera.
Abbiamo ricevuto anche diverse segnalazioni e richieste di chiarimenti relative al contenuto dei due articoli; ci hanno fatto notare che spesso gli oggetti esposti dai venditori occasionali sono di dimensioni molto piccole e, dovendo essere catalogati per categoria e numerati uno a uno secondo la legge regionale, comportano un'attività piuttosto complessa che forse non si sposa molto bene con il carattere occasionale e sporadico quindi non professionale, della loro attività, più una serie di altre questioni, che non elenco per brevità.
L'articolo 45 della legge regionale 16/2017 richiede disposizioni di attuazione degli articoli che ho citato, che devono essere individuate e approvate dalla Giunta regionale, evitando che la normativa stessa produca effetti indesiderati di distorsioni della concorrenza; prevede, inoltre strumenti idonei informatici per garantire questi controlli.
Con la nostra interrogazione chiediamo le tempistiche con cui verranno provate e rese operative le disposizioni degli articoli 45, 46 e 47 della legge regionale 16 del 2007; quali strumenti verranno individuati per garantire i previsti controlli e come si intende operare durante questo lasso di tempo in cui le disposizioni non sono ancora operative, poich proprio per questo motivo si crea anche un po' di incertezza tra gli operatori.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Bertola.
La parola all'Assessora De Santis per la risposta.
DE SANTIS Giuseppina, Assessora alle attività produttive Grazie, Presidente; grazie, Consigliere Bertola.
Ho qui una lunga risposta molto tecnica che le darò, però intanto cerco di sintetizzare.
La prima questione riguarda il fatto di cosa succederà oggi, prima che ci sia il regolamento. Poiché la legge, per essere attuata, prevede esplicitamente che vi sia il regolamento, è chiaro che, in assenza del regolamento, si applicano le normative in vigore fino a oggi.
Sulla tempistica di emanazione del regolamento medesimo, invece, gli Uffici stanno lavorando e prevedono di arrivare alla conclusione dell'operazione nel giro di due-tre mesi.
La questione in sé è piuttosto complessa e, soprattutto, interessa una pluralità di stakeholder che, se vogliamo un'operazione fatta bene, in questa fase devono essere sentiti in modo da individuare, sulle singole questioni concrete, soluzioni praticabili.
I temi che vanno sciolti in fase di stesura del regolamento sono numerosi a cominciare - li elenco molto rapidamente - da come vanno esattamente definiti e quali sono le caratteristiche che definiscono questi mercati. Vi è l'aspetto soggettivo, cioè la definizione dei soggetti partecipanti mentre un aspetto oggettivo è relativo alla tipologia di merci e posta in vendita e occorre fornire qualche indicazione in più rispetto all'indicazione generica prevista dalla legge.
A latere c'è un tema sul quale stiamo interloquendo con l'Agenzia delle Entrate, che ha a che fare con l'obbligo fiscale, tipo, per esempio l'applicazione o meno del bollo sul tesserino, la necessità o meno di dichiarazione del reddito percepito e la cumulabilità del reddito con altre fonti di reddito del partecipante al mercatino.
Più nel dettaglio vanno definiti gli adempimenti cui sono tenuti i Comuni nonché che cosa esattamente debba fare la Regione, ivi compresa la creazione di uno strumento informatico per il monitoraggio.
A oggi, dagli Uffici è stata organizzata una serie di incontri: uno con le associazioni di categoria degli operatori professionali del commercio su area pubblica, che sono i contro-interessati a questo regolamento e che hanno sollecitato un incontro; uno con le Pro Loco e le associazioni rappresentanti i cosiddetti hobbysti; infine, un incontro più tecnico con una serie di Amministrazioni comunali.
Da tutte le parti è venuta la sollecitazione affinché la delibera risponda chiarisca e sciolga le diverse problematiche emerse.
Sul punto relativo agli strumenti per garantire i controlli, in parte è già stato risposto: saranno operazioni da definirsi in fase di scrittura del regolamento, ma è chiaro che c'è un tema di adeguamento dei siti, in modo da fornire uno strumento informatico che consenta l'iscrizione alle manifestazioni, il rilascio del tesserino e il controllo sui partecipanti.
È una parte fondamentale.
Il controllo sul rispetto delle norme di legge regionale compete agli organi di Polizia Locale. Il controllo fiscale naturalmente compete all'Agenzia delle Entrate. Per quanto riguarda gli adempimenti dei Comuni confidiamo sul fatto che, immaginando di lavorare con loro nella definizione del regolamento, vi sia poi una condivisione dell'attività da svolgersi e si faccia senza bisogno di ricorrere a forzature di sorta, ma in maniera collaborativa.
Grazie.


Argomento: Giovani - Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 1817 presentata da Bono e Bertola, inerente a "ASL TO-4 - Situazione consultorio adolescenti di Settimo"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 1817.
La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
È un'interrogazione che riguarda la situazione del consultorio adolescenti di Settimo, che ha subito una serie di modifiche sia di organico sia di orari.
È un consultorio per adolescenti tuttora vigente, molto attivo sin dagli anni '90, che copriva non solo con il Comune di Settimo, ma anche i Comuni del concentrico, quindi Volpiano, Leinì e San Benigno, per un giorno alla settimana per tre ore e mezzo, con la compresenza di un ginecologo e uno psicologo, e con educatori di territorio che si dedicavano anche a interventi scolastici e di prevenzione per quattro ore settimanali.
Questa attività era molto apprezzata per un fenomeno di sensibilizzazione e di prevenzione direttamente nelle scuole, per il disagio giovanile, per per le malattie trasmesse sessualmente e per l'interruzione volontaria di gravidanza (fenomeni che, da dati in possesso dell'ASL, sono stati, a partire dagli anni '90, in netta diminuzione, anche più consistente rispetto a quella di altre aree dell'ASL o di altre ASL torinesi).
Ci risulta che ci sia stato un pensionamento e che non sia stato sostituita con pari numero di ore la ginecologa andata in quiescenza, ma che sono cambiate anche le modalità operative per quanto riguarda gli interventi presso le scuole.
Tra l'altro, si segnala che il consultorio è stato spostato all'interno dello nuova struttura della Casa dalla Salute, inaugurata dall'Assessore Saitta a metà dicembre, e questo porrebbe anche delle difficoltà.
È ovvio che un consultorio per adolescenti avrebbe bisogno di uno spazio dedicato, perché è del tutto evidente che un adolescente che ha un problema, magari con una gravidanza indesiderata, o il rischio di una malattia sessualmente trasmessa o un problema di dipendenza da sostanze difficilmente va all'interno di un - passatemi il termine - mini ospedale cioè una Casa della Salute in cui magari rischia di trovare il vicino di casa, i genitori, lo zio o l'amico dei parenti. Si viene quindi a perdere la segretezza e la riservatezza che permetteva di utilizzare questo strumento importante per adolescenti che, spesso, non si rivolgono ai medici anche proprio per un problema di riservatezza, in particolar modo il medico di famiglia, che è appunto di famiglia, anche se è tenuto al segreto professionale.
Volevamo quindi conoscere la reale situazione dello stato dell'arte del consultorio di Settimo, per capire se andranno avanti gli interventi dedicati, e se si potrà trovare una ricollocazione per quanto riguarda l'attuale sede.
Grazie.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi dell'Istituto Turistico "Bosso-Monti" di Torino


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti dell'Istituto Turistico "Bosso-Monti" di Torino in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.


Argomento: Giovani - Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 1817 presentata da Bono e Bertola, inerente a "ASL TO-4 - Situazione consultorio adolescenti di Settimo" (seguito)


PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Bono.
La parola all'Assessore Balocco per la risposta.



BALOCCO Francesco, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
Mi accingo a leggervi la risposta predisposta dall'Assessore Saitta.
L'attività del Consultorio Giovani di Settimo è stata rimodulata in accordo con le recenti direttive regionali, che consigliano la multiprofessionalità nell'approccio ai giovani. Questo anche in previsione del trasferimento dei locali presso la Casa della Salute di Settimo, che avverrà il 1° febbraio.
Pertanto, diversamente da quanto avveniva in passato, la realtà distrettuale di Settimo si è ora strutturata attraverso la cooperazione tra ostetriche, assistenti sanitari, educatori SERT, psicologici e ginecologi.
L'accesso al consultorio è libero, senza prenotazioni, tutti i giovedì dalle 14 alle 17. Nella stessa sede è attivo, dal lunedì al venerdì, anche il Consultorio Familiare con servizio di assistenza rivolto anche ai giovani. Tutte le informazioni sono pubblicate sul sito dell'ASL TO4.
Il progetto Consultorio Giovani è ora strutturato in ambito aziendale. La presa in carico è affidata a personale con capacità ed esperienza in merito. A riprova ne sono l'incremento dei flussi di prestazioni erogate negli ultimi sei mesi rispetto al passato e la soddisfazione espressa dagli utenti. Nella sola giornata dell'11 gennaio, ad esempio, sono stati registrati 18 accessi, ognuno valutato e considerato dall'équipe multidisciplinare.
Dal 1° giugno 2017 sono stati registrati 130 passaggi, un numero in aumento rispetto ai semestri precedenti. Il trend di crescita comporterà la possibile estensione delle ore di attività assistenziali dedicate.
Per quanto riguarda l'attività di prevenzione nelle scuole per facilitare l'accesso ai servizi consultoriali, l'ASL TO4 ha poi istituito il progetto "Adolescenti e sessualità", rivolto agli studenti delle scuole secondarie di secondo grado e delle scuole professionali, e il progetto "Il consultorio incontra le scuole", rivolto agli studenti delle scuole secondarie di primo grado. In entrambi i progetti è previsto un incontro in aula, della durata di due ore, da parte degli operatori sanitari competenti.
Nell'anno scolastico in corso, per quanto riguarda il distretto di Settimo questi progetti si svolgono negli istituti secondari di secondo grado Istituto Superiore 8 Marzo e Istituto Superiore Galileo Ferraris di Settimo e negli istituti secondari di primo grado Settimo I e Settimo III, Istituto Calvino, Istituto Nicoli di Settimo Torinese. Sono in corso accordi operativi con l'Istituto Tecnico Commerciale di Leinì, di Volpiano e di San Benigno.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.


Argomento: Edilizia sanitaria e ospedaliera

Interrogazione n. 1706 presentata da Vignale, inerente a "Ex ospedale psichiatrico Racconigi -CN"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'interrogazione n. 1706, presentata dal Consigliere Vignale, a cui fornirà risposta sempre l'Assessore Balocco, in rappresentanza dell'Assessore Saitta.
Consigliere Vignale, trattandosi di interrogazione ordinaria a risposta orale, avrà diritto di replica.
La parola all'Assessore Balocco per la risposta.



BALOCCO Francesco, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
Anche in questo caso, darò lettura della risposta predisposta dall'Assessore Saitta.
Il 21 dicembre 2017, come ultimo atto approvato in ordine di tempo in relazione all'ex ospedale psichiatrico di Racconigi, l'ASL CN1 ha chiesto al Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo l'autorizzazione all'abbattimento dell'immobile denominato "Chiarugi", in considerazione dello stato in cui versa l'edificio e dell'imprescindibilità della tutela della pubblica incolumità e dell'impossibilità di intervenire efficacemente nella conservazione del bene.
L'ex Chiarugi è da tempo sotto osservazione in relazione ai vistosi fenomeni fessurativi che ne hanno accentuato il dissesto strutturale. Nel 2014, in seguito a un dibattito - che ha visto il coinvolgimento dell'ASL del Comune, della Regione e della Soprintendenza - sulla fattibilità del recupero dell'edificio, anche in vista di una destinazione d'uso non sanitaria, la stessa ASL ha proceduto all'attuazione di un progetto di stabilizzazione.
In seguito al crollo di un'intera parte del lato sud (lato interno al parco, fortunatamente), avvenuto nel giugno 2016, la Direzione dell'ASL ha immediatamente affidato uno studio sull'edificio al Dipartimento di Ingegneria Strutturale e Sismica del Politecnico di Torino. Dalla relazione conclusiva del Politecnico è emerso che l'ex Chiarugi "presenta un elevato grado di vulnerabilità sismica ed è affetto da una vulnerabilità intrinseca dovuta, principalmente, alla sua conformazione strutturale. La situazione si è aggravata a seguito di interventi che nel tempo hanno previsto l'aggiunta di masse a livello degli impalcati, in particolare di solai in laterocemento. Infine, il quadro fessurativo, tuttora in evoluzione determina un progressivo deterioramento degli indici di vulnerabilità sismica".
L'ASL CN1 ha percorso ripetutamente anche la strada della procedura pubblica di ricerca di manifestazioni di interesse per l'alienazione, ma senza esiti (nessun ente ha manifestato interesse ad acquisire l'immobile nemmeno a titolo gratuito). Di qui, la richiesta di autorizzazione all'abbattimento.
Per quanto riguarda, infine, l'utilizzo del parco dell'ex ospedale, ogni considerazione in merito verrà fatta una volta risolta la situazione dell'edificio.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale, per la replica; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Almeno a seguito della presentazione dell'interrogazione vi è una novità quella - appunto - della richiesta di abbattimento. Devo rilevare che sotto certi punti di vista, potrebbe rappresentare una soluzione. Ma non potendo, ovviamente, essere in chi dovrà esprimere una valutazione, temo che con difficoltà questo potrà avvenire se verrà richiesto un abbattimento in toto. Perché non soltanto è un ex ospedale psichiatrico, ma soprattutto è un manufatto del 1600 o del 1700 (almeno una sua parte), per cui, con molta difficoltà ciò potrà accadere; lo abbiamo visto anche per altri presidi manicomiali piemontesi, che costituivano siti e manufatti di quel periodo (mi riferisco, ad esempio, alla Certosa di Collegno).
In realtà, si è proceduto a un rifacimento che mettesse in condizione di garantire tanto l'incolumità pubblica - perché oggi è una proprietà dell'ASL, e quindi, di fatto, della Regione Piemonte - quanto la viabilità perché, come l'Assessore Balocco sa bene, la struttura divide la città di Racconigi sostanzialmente in due, e non essendo più percorribile l'unica via che consentiva di attraversare l'area ex manicomiale, si pongono queste condizioni. Vi è, quindi, una condizione di difficoltà e problemi di sicurezza.
In attesa, ovviamente, che arrivi la risposta da parte del Ministero bisognerà poi pensare a un'ipotesi mediana, cioè del mantenimento di quelle strutture, che sono, oggettivamente, da tutelare e da ripristinare (per altre strutture più recenti, invece, un'attività di abbattimento o di riqualificazione può essere fatta).
Sottolineo soltanto che ci troviamo di fronte a una delle più grandi potenziali aree verdi della città e, complessivamente, l'area dista poche centinaia di metri dalla Reggia. Per questo credo che non sia solo una questione di sicurezza o un problema di transito veicolare, ma anche di mantenere, con la minor spesa possibile e nel miglior modo possibile, una struttura di assoluto pregio, quale quella dell'ex manicomio.


Argomento: Viabilità

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 1404 presentata da Gancia e Benvenuto, inerente a "Casello di Beinasco sull'Autostrada Torino Pinerolo A55"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 1404.
La parola alla Consigliera Gancia per l'illustrazione.



GANCIA Gianna

L'autostrada A55, che collega Torino a Pinerolo, in gestione alla Società Partecipata Ativa S.p.A. consta di un casello pedaggio all'altezza del Comune di Beinasco; dall'anno 2006 dopo le Olimpiadi Invernali, il pedaggio è aumentato di 0,60 euro, quindi da un euro a 1,60 euro.
Dato atto, nel corso dell'ultima seduta del Consiglio metropolitano della Città metropolitana di Torino, che è stata approvata all'unanimità una mozione che prevede la soppressione della barriera di Beinasco e impegna il Sindaco metropolitano ad attivare un Tavolo di concertazione con i Comuni interessati.
Ritenuto che una soppressione della barriera comporterebbe, per scelte aziendali di Ativa S.p.A., un suo possibile arretramento verso Pinerolo causando criticità sui territori dove le strade non sono attrezzate per sopportare un forte aumento di traffico veicolare.
Ritenuto altresì che la Regione debba farsi parte attiva nell'istituendo Tavolo tra Comuni coinvolti dalle modificazioni prospettate dalla mozione della Città Metropolitana di Torino.
Atteso che la situazione della barriera di pedaggiamento di Beinasco incontra solamente ora la contrarietà dei Sindaci dei Comuni dell'area sud est, mentre simili azioni non vennero intraprese al momento della costruzione del casello nell'anno 2005 (sotto la Presidenza della Presidente di allora, Mercedes Bresso); rilevato che tale situazione analoga ad altre realtà del territorio, come ad esempio i Comuni dell'area sud-ovest interessati dalla barriera di Trofarello, oltretutto ripetitiva di quella di Villanova d'Asti.



PRESIDENTE

Scusi, chiedo un po' di silenzio in aula, perché non si sente assolutamente cosa sta dicendo la Presidente Gancia.



GANCIA Gianna

Constatato che è di tutta evidenza come queste barriere generano enormi profitti per le società autostradali, ma soprattutto criticità per i Comuni coinvolti, in termini di incremento del traffico di attraversamento e di conseguente inquinamento atmosferico, i sottoscritti Consiglieri regionali interrogano la Giunta e l'Assessore competente per sapere se la Giunta regionale intenda farsi attiva e partecipare all'istituendo Tavolo di lavoro per salvaguardare gli interessi e contemperare le istanze dei diversi attori e dei Comuni, verso i quali sembrerebbe più probabile un eventuale spostamento del casello, ed inoltre esaminare complessivamente le criticità, non abdicando il ruolo pianificatorio dell'infrastruttura viaria del territorio.



PRESIDENTE

Chiedendo ancora un po' di silenzio, do la parola all'Assessore Balocco per la risposta.



BALOCCO Francesco, Assessore alle infrastrutture

Grazie, Presidente.
La questione è stata ampiamente dibattuta ormai da molti mesi. Siamo a conoscenza dell'ordine del giorno approvato dal Consiglio della Città metropolitana e ovviamente, nel momento in cui la stessa vorrà promuovere questo Tavolo di lavoro, la Regione parteciperà con il dovuto impegno.
In realtà, il Tavolo di lavoro esiste già, nel senso che quando il Ministero ha avviato il percorso per la definizione di un capitolato di gara per il rinnovo della concessione cosiddetta Ativa, fuso insieme alla concessione altrettanto scaduta della Torino-Piacenza, in queste consultazioni la Regione Piemonte ha svolto un ruolo di coordinamento anche con la Città Metropolitana, l'Autorità di bacino e anche la Provincia di Alessandria.
In queste fasi, per quanto riguarda il tema specifico, abbiamo richiesto al Ministero che venga inserito nel capitolato di gara una proposta di studio sull'organizzazione del sistema del pedaggiamento della tangenziale torinese, che veda la soluzione di evidenti storture che oggi questo sistema ha, legate al sistema del casello di Beinasco e di Trofarello, ma anche al succedersi di caselli nella parte nord di Torino.
Su questi aspetti, da quello che ci risulta, il Ministero è in una situazione non conclusiva, quindi stiamo ovviamente seguendo con molta attenzione la situazione, con un obiettivo molto chiaro, cioè che i flussi sulla tangenziale siano favorevoli, ovvero aiutino il decongestionamento di parti urbane specialmente della cintura torinese (Beinasco e non solo), ma altrettanto servano a creare le condizioni affinché i flussi sulla tangenziale stessa costituiscano, in qualche modo, la possibilità di far barriera rispetto ai flussi verso l'area più strettamente metropolitana ed urbana. Questo può avvenire collegando sempre alla creazione del capitolato di gara per la concessione autostradale la costruzione di parcheggi di attestamento, che favoriscano il collegamento tra l'uso del mezzo privato e l'uso dei mezzi pubblici, dal passante ferroviario alla metropolitana al sistema urbano di trasporto pubblico.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Dichiaro chiusa la trattazione del sindacato ispettivo.



(Alle ore 10.30 la Presidente dichiara esaurita la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAUS



(La seduta ha inizio alle ore 10.33)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Richieste di modifica dell'o.d.g.


PRESIDENTE

Do atto che l'o.d.g. è stato comunicato con la convocazione. Chiedo se vi sono ulteriori proposte di modifica.
Comunico che nella seduta odierna il Presidente della Giunta regionale è disponibile a svolgere una comunicazione in merito alle iniziative regionali per l'acquisizione di ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia, ai sensi dell'articolo 116 della Costituzione.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Siamo un po' stupiti della volontà di dare comunicazione non richiesta, ma su questo interverrà il Consigliere Bono che, invece, aveva richiesto comunicazioni che sono state rimandato in Commissione. Tuttavia non è questo l'oggetto della mia richiesta di intervento.



PRESIDENTE

Chiedo scusa, ho detto che il Presidente ha dato la propria disponibilità qualora l'Aula volesse comunicazioni in merito.



FREDIANI Francesca

Poiché alle 13, dopo l'Ufficio di Presidenza, incontreremo i docenti diplomati magistrali - ho visto arrivare una comunicazione ieri - ho preparato un ordine del giorno insieme ai colleghi. Ordine del giorno che è stato sottoscritto anche da numerosi colleghi delle altre forze politiche.
Ripeto, perché ho l'impressione di non essere stata ascoltata. Poiché alle 13, se non sbaglio, incontreremo i docenti per parlare della situazione dei diplomati magistrali che sappiamo essere piuttosto critica, abbiamo preparato un ordine del giorno che ho sottoposto anche alla firma dei colleghi - tra l'altro, se qualcuno volesse puà ancora aggiungere la propria - che vorrei iscrivere e magari che fosse approvato dopo l'incontro, in modo che se ci fosse qualche modifica o miglioria da apportare nel pomeriggio la possiamo fare.



PRESIDENTE

Credo proprio di sì, per quello che mi riguarda, ma sicuramente anche l'Aula è d'accordo.
Ha chiesto di intervenire la Vicepresidente Ruffino, che interviene in qualità di Consigliera; ne ha facoltà.



RUFFINO Daniela

Grazie, Presidente.
Era per la motivazione analoga a quella rappresentata dalla collega Frediani. Stiamo predisponendo un ordine del giorno, rispetto alle graduatorie a esaurimento e chiediamo che venga posto in votazione.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Rostagno; ne ha facoltà.



ROSTAGNO Elvio

Grazie, Presidente.
In merito alle comunicazioni che farà il Presidente sulla richiesta di maggiore autonomia ai sensi dell'articolo 116 della Costituzione - che tra l'altro ci fanno molto piacere - c'è un ordine del giorno che è stato depositato e ci farebbe piacere che fosse messo in discussione subito dopo.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Gancia; ne ha facoltà.



GANCIA Gianna

Meglio tardi, che mai. Anche se in una forma diversa da quella da noi auspicata da oltre un trentennio.
Ringraziamo il Presidente perché stamattina si rende disponibile a dare delle delucidazioni su una delibera di Giunta, su un argomento così delicato che avrebbe dovuto sicuramente, per correttezza istituzionale e non politica, sconvolgere il Consiglio. Ricordo che c'è una proposta di legge giacente per autorizzare e indire un referendum.
Crediamo che, oltre alle comunicazioni, su un argomento così delicato, che potrebbe portare al federalismo, che potrebbe cambiare gli equilibri di un'intera comunità e, soprattutto, di quella che è definita la Padania, si debba aprire una discussione importante, coinvolgendo tutte le forze politiche, con il consenso ovviamente, del popolo, com'è avvenuto in Lombardia e in Veneto. Soprattutto, ricordiamo che solo pochi mesi fa il Presidente Chiamparino aveva detto che non era possibile un percorso di autonomia.
Ci sembra questo un discorso importante, ma ci sembra anche una mossa preelettorale che riguarda non solo la nostra Regione, ma anche altre Regioni che vanno al voto come istituzione Regione (penso alla Lombardia di Gori).
La richiesta che formuleremo, anche informalmente e che ora anticipo verbalmente, è di un Consiglio regionale dedicato su questo argomento.
Responsabilmente dico di più. Si può anche pensare poi a una Conferenza dei Capigruppo dedicata, ma ribadisco il fatto di essere accusata.



PRESIDENTE

Chiedo scusa, Consigliera, ma chiedo di fare un po' di silenzio perché è proprio difficile lavorare. Eppure io sono tollerante.



GANCIA Gianna

Ci sembra un atto un po' particolare quello preso dalla Giunta, senza coinvolgere il Consiglio, quindi chiediamo una Conferenza dei Capigruppo e poi un Consiglio regionale dedicato, perché è un argomento importante.
Ci sembra una mossa preelettorale, un atto istituzionalmente e profondamente scorretto, soprattutto anche per le persone che da trent'anni si battono per questa forma di governo che porterebbe all'autonomia e di conseguenza al federalismo.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Ovviamente non per richiedere un'aggiunta all'o.d.g. già presentata dalla nostra Capogruppo Frediani, ma solo per risottolineare quanto successo nell'ultima settimana.
Lunedì, al rientro dalla pausa, ho inviato una richiesta, dopo averla formalizzata in IV Commissione, di comunicazioni in merito alla situazione ospedaliera dei pronto soccorso in merito al picco influenzale. Mi sono sentito anche con l'Assessore Saitta che, gentilmente, mi aveva chiesto di non porla in discussione martedì scorso (tra l'altro sostanzialmente impossibile, perché il Consiglio era convocato solo la mattina per una seduta di Consiglio straordinario), quindi avevamo concordato di discuterla oggi.
Il Vicepresidente Reschigna, da quanto mi ha riportato la Consigliera Frediani, e non ho motivo di credere diversamente, ha posto un diniego alle comunicazioni oggi, in quanto ci sarebbero diversi provvedimenti urgenti da discutere. L'urgenza, ovviamente, è a giudizio della maggioranza, è quindi del tutto legittima ed è solo valutabile da un punto di vista meramente politico.
Pertanto, delle due l'una.



PRESIDENTE

Si era deciso, però, se non ricordo male, in Commissione.



BONO Davide

Non è che si era deciso.



PRESIDENTE

No, alla Conferenza dei Capigruppo si era deciso.



BONO Davide

Obtorto collo. Se ci dite "no alle comunicazioni in Aula" e ci dite "volete, però, averle in Commissione?", non è che possiamo dire "no, non le vogliamo", Presidente. Quindi, o ci sono dei provvedimenti urgenti e non si fanno comunicazioni (posto che anche noi potremmo essere interessati a sentire il tema della maggiore autonomia della Regione Piemonte), oppure si va in ordine di richiesta e di presentazione.



PRESIDENTE

Grazie, è chiaro.
Ha chiesto la parola il Consigliere Grimaldi; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Per ragioni d'urgenza, poiché a breve - probabilmente - anche questo tipo di comunicazioni non potranno più essere svolte per motivi elettorali e poiché c'è di sicuro la vicenda che sta a cuore a tutto il Consiglio, a prescindere dalle parti, chiedo se l'Assessora Pentenero, che in queste ore si è prodigata per tenere aperto il tavolo Embraco, vuole fare a beneficio di tutti delle comunicazioni, senza aprire la discussione.
Ritengo che la vicenda di quegli oltre 490 lavoratori sia importantissima per tutti noi.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Grimaldi.
Mi è difficile, però, impedire le discussioni dopo le comunicazioni diversamente, non ne usciamo più e non apriamo il Consiglio. Non si apre un dibattito sulle comunicazioni.
Tutte le richieste sono chiare. Pertanto, sulla disponibilità che ha dato il Presidente della Giunta regionale a comunicare in merito all'articolo 116 della Costituzione, non ci saranno comunicazioni, ascoltando le interpretazioni dell'Aula.
Per quanto riguarda la questione dell'Assessore Saitta, collega Bono adesso parliamo con l'Assessore. Comunque, l'accordo era - perch "costretti", come diceva lei - se non c'erano le comunicazioni sull'influenza in Aula, a svolgerle in Commissione.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Ha chiesto congedo Accossato.
Non è presente Saitta.


Argomento:

b) Processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

Sono a disposizione e riproducibili, su richiesta, i processi verbali delle sedute del 27 e del 28 dicembre 2017 e del 9 gennaio 2018.


Argomento:

c) Variazione componenti Commissioni e Gruppi consiliari


PRESIDENTE

Comunico che, con atto n. 76 del 10 gennaio 2018, si è dato atto che il Consigliere Paolo Domenico Mighetti non è più componente della IV Commissione permanente.


Argomento:

d) Incontro con delegazione Coordinamento Nazionale Diploma Magistrale


PRESIDENTE

Informo che oggi, alle ore 13, in Sala Viglione è previsto l'incontro con una delegazione del Coordinamento Nazionale Diploma Magistrale, sulla questione "docenti con diploma magistrale ante 2001-2002".


Argomento:

e) Convocazione Conferenza dei Presidenti dei Gruppi consiliari


PRESIDENTE

Comunico che la Giunta mi ha chiesto di convocare una riunione dei Capigruppo alle ore 12.30, quindi in coda alla seduta, in merito all'avviso pubblico di ENEA per la realizzazione dei progetti - come avete già avuto modo di leggere sui giornali ed ascoltare al TG3 - DTT.
Per chi ci ascolta, l'Agenzia Nazionale per le Nuove Tecnologie, l'Energia e lo Sviluppo Economico Sostenibile (ENEA) ha pubblicato sul proprio sito un avviso pubblico per la selezione finalizzata alla scelta di un sito per la realizzazione del progetto DTT, ossia un innovativo laboratorio scientifico tra i più grandi d'Europa per l'attivazione di progetti di ricerca europei nel settore della produzione di energia da fusione nucleare. Il progetto prevede investimenti pubblici previsti per 500 milioni di euro e l'impiego di oltre 1.500 persone altamente specializzate direttamente e nell'indotto, oggetto della Conferenza dei Capigruppo alle ore 12.30.


Argomento:

Nomine (rinvio)


PRESIDENTE

Colleghi, l'esame del punto 3) all'o.d.g., inerente a "Nomine", lo posticipiamo alla seduta pomeridiana.



(L'Assemblea, tacitamente, acconsente)


Argomento:

Approvazione processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g. "Approvazione processi verbali precedenti sedute", comunico che sono stati approvati i processi verbali del 19 e del 20 dicembre 2018.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Esame proposta di deliberazione n. 235, inerente a "Decreto Legislativo 3 aprile 2006, n. 152, articolo 199. Adozione del Progetto di Piano Regionale dei Rifiuti Speciali, del Rapporto Ambientale e relativa Sintesi non tecnica, del Piano di monitoraggio ambientale e della Dichiarazione di sintesi"


PRESIDENTE

Passiamo a esaminare la proposta di deliberazione n. 235, di cui al punto 4) all'o.d.g.
La parola all'Assessore Valmaggia per l'illustrazione.



VALMAGGIA Alberto, Assessore all'ambiente

Grazie, Presidente.
Il Piano dei rifiuti speciali, posto all'attenzione del Consiglio in data odierna, completa la programmazione che si è sviluppata negli ultimi anni in materia di rifiuti, a partire dal Piano amianto, approvato il 1° marzo 2016, al Piano dei rifiuti urbani, approvato il 19 aprile 2016.
Oggi, infatti, col Piano dei rifiuti speciali, unitamente alla legge regionale approvata il 28 dicembre scorso, si completa un percorso di programmazione regionale importante, che è in sintonia con le indicazioni provenienti dall'Unione Europea, dal programma di azione comunitaria in materia ambientale dell'Unione Europea del 2013. Esso è impostato sui tre principi cardine di precauzione, azione preventiva e riduzione dell'inquinamento alla fonte; l'importante principio, poi recepito anche dalla normativa italiana, del "chi inquina paga"; le indicazioni dell'Unione Europea e la comunicazione del 2014 verso un'economia circolare; il programma per un'Europa a rifiuti zero, che è un Piano che dà degli obiettivi europei al 2020, 2025 e al 2030 che sono stati raccolti dalla nostra Regione sia nel Piano dei rifiuti urbani sia nella legge regionale dei rifiuti.
Quest'indicazione europea si sta traducendo in modifiche di direttive specifiche e il Piano che noi andiamo a presentare è anche in sintonia con le indicazioni che recentissimamente l'Unione Europea ha varato nel cosiddetto "pacchetto rifiuti", validato lo scorso dicembre dal Parlamento e dal Consiglio e in attesa di approvazione definitiva da parte della Commissione.
Questo, pertanto, è un atto che si inserisce in una pianificazione più ampia: a livello europeo e poi a livello nazionale, laddove il legislatore nazionale, col decreto legislativo n. 205/2010, è andato a modificare la 152 per quanto riguarda la quarta parte di questo decreto legislativo.
Si tratta, dunque, di un documento importante, che manda anche in pensione la vecchia programmazione regionale in materia di rifiuti; programmazione che è datata 1997 e che ci permette di superare la procedura d'infrazione che è in corso verso l'Italia per la non approvazione del Piano dei rifiuti speciali. Ancora qualche giorno fa (nel mese di novembre), il Ministro Galletti richiamava, con una nota al Presidente della nostra Regione, la necessità di approvare rapidamente il Piano regionale dei rifiuti speciali per superare la procedura di infrazione in corso.
Nel merito, questo Piano riguarda quantitativamente cifre importanti. Sono dieci milioni di tonnellate all'anno di rifiuti speciali, suddivisi nelle due grandi famiglie: quella dei rifiuti pericolosi e quella dei rifiuti non pericolosi (91 per cento sono i rifiuti non pericolosi e nove per cento quelli pericolosi), e le diverse tipologie di rifiuti prodotti suddivisi nei vari codici CER relativi. Ricordo che il Piano dei rifiuti urbani che abbiamo approvato nel 2016 interessava due milioni di rifiuti all'anno in Piemonte, mentre qui parliamo di dieci milioni. Parliamo, però, anche di rifiuti per la maggior parte non pericolosi e che, per il 72 per cento sono recuperati, mentre un cento per cento viene portato in discarica e un 17,5 per cento riguarda altre tipologie di smaltimento.
Parliamo anche dei rifiuti che derivano dall'attività produttiva, che interessano 40.000 imprese piemontesi tra produttori, trasportatori gestione dei rifiuti, e che annualmente presentano un modello unico di dichiarazione ambientale, sul quale poi si ricavano i dati di produzione relativi alle diverse filiere.
Questo Piano riguarda particolari categorie di rifiuti: quella più quantitativamente significativa è il codice CER 17, relativo ai rifiuti da costruzione e demolizione, con un 44 per cento di rifiuto prodotto; vi è poi il codice CER 19, relativo ai rifiuti da impianti di trattamento rifiuti e impianti di trattamento acque reflue, che interessa il 28 per cento. Tutti gli altri codici e tutte le altre tipologie assommano totalmente al 28 per cento, ma nelle altre tipologie ci sono produzioni di rifiuti speciali particolari e importanti, quindi qui non è tanto rilevante il dato quantitativo, ma in certi casi la pericolosità di questi prodotti anche se la quantità è ridotta. Parliamo dei veicoli fuori uso, dei pneumatici fuori uso, degli oli minerali, dei policlorobifenili, della parte dell'amianto, dei rifiuti da apparecchiature elettriche e elettroniche, del tema dei rifiuti sanitari, del codice che riguarda le pile e gli accumulatori; tutte categorie sulle quali ci si è fermati con attenzione in V Commissione per approfondire le specifiche di questi tipi di rifiuti, che hanno dei percorsi diversi e particolari dedicati per quanto riguarda il loro trattamento.
Il Piano che viene oggi proposto all'attenzione del Consiglio prevede sei grandi obiettivi generali, che poi vengono declinati attraverso obiettivi più specifici, trasversali e le azioni conseguenti.
I sei obiettivi generali riguardano la riduzione della produzione e della pericolosità, quindi non solo la diminuzione della quantità, ma anche della pericolosità dei rifiuti speciali; il favorire il riciclaggio, ossia il recupero di materia; il prevedere il ricorso al recupero energetico solo ove non sia possibile il recupero di materia; la minimizzazione del ricorso alla discarica, in linea con la gerarchia dei rifiuti; il favorire la realizzazione di un sistema impiantistico territoriale che consenta di ottemperare al principio di prossimità, garantendo la sostenibilità ambientale ed economica del ciclo dei rifiuti.
L'ultimo dei grandi obiettivi trasversale, che interessa anche altri settori e altri ambiti, è quello di promuovere, per quanto di competenza lo sviluppo di una green economy di tipo regionale.
Ci sono poi obiettivi più specifici, più puntuali, che verranno analizzati nel breve periodo anche a seguito delle osservazioni che sono giunte nella fase di pubblicazione da parte di Enti pubblici e da parte di associazioni di categoria. Questi obiettivi più specifici riguardano un lavoro che dovremmo fare rapidamente per individuare delle linee guida per la demolizione selettiva e la conseguente integrazione nel prezziario regionale delle opere pubbliche delle voci relative a questi aggregati e relative caratteristiche prestazionali. Ciò per far sì che i prodotti soprattutto i prodotti della costruzione e demolizione (conosciuti anche a volte col nome di terre e rocce da scavo) possano essere trasformati da un rifiuto a un prodotto che può essere riutilizzato.
Dobbiamo lavorare sulla redazione del Piano della green public procurement in modo che gli Enti pubblici diano il buon esempio nell'utilizzare prodotti che arrivino dalla filiera del riciclo; lavorare sull'economia circolare per quanto riguarda gli strumenti regionali con i POR (Programmi Operativi Regionali) e favorire anche la piattaforma informatica e informativa che mette in comunicazione le aziende tra di loro, in modo che quello che per un'azienda può essere uno scarto o un sottoprodotto, possa diventare interessante come materia prima, quindi il tema di una piattaforma informatica per la simbiosi industriale.
Insieme a ciò, una parte importante del Piano riguarda la valutazione ambientale e poi la valutazione ambientale strategica, ma anche il tema del monitoraggio, perché è un Piano che deve essere costantemente monitorato.
Quindi è un documento che ha seguito un po' tutto l'iter dalle Commissioni alla pubblicazione, in un percorso previsto anche dalla normativa nazionale e europea, che ci permette, insieme agli altri strumenti di pianificazione che ho richiamato precedentemente, di affrontare la tematica della gestione dei rifiuti a 360 gradi in modo organico e completo per la nostra regione.
Chiudo l'intervento ringraziando i Commissari per tutto il lavoro che è stato fatto in Commissione, ma anche per il lavoro che si fa in Consiglio.
Ringrazio sicuramente i tecnici del Settore che hanno supportato tutto questo lavoro e che adesso possono passare - possiamo passare - alla fase operativa e dare attuazione a quegli obiettivi che più in generale sono racchiusi nel tema dell'economia circolare, cioè nella logica che un prodotto non nasce per poi finire, ma può essere riciclato e può essere riutilizzato, quindi in una visione circolare dell'intera produzione e dunque inserire la filiera dei rifiuti in quest'ambito.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Andrissi.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Siamo arrivati in Aula con il Piano rifiuti speciali, un Piano che credo sia importante perché riguarda un quantitativo di materiali che, come ha testé detto l'Assessore, ammonta a dieci milioni di tonnellate. È quindi fondamentale per una società industriale avanzata come quella piemontese intervenire su questo settore, in modo da ridurre l'impatto e migliorare la sostenibilità di tutte le attività produttive che producono rifiuti speciali.
Credo che questa Regione debba fare grandi passi in avanti in questo settore, ma devo subito dire che questo Piano rifiuti speciali ci mostra una fotografia a tratti sfocata, nel senso che alcune cose non sono state chiarite bene, sebbene abbiamo fatto un tavolo di lavoro che è durato qualche mese; infatti, per alcuni aspetti, come ad esempio i fanghi da trattamento delle acque reflue di attività produttive, la composizione è ancora ignota. Dico questo e lo dico subito perché sappiamo che il Presidente uscente della Lombardia, Roberto Maroni, ha aumentato la tollerabilità della presenza di idrocarburi nei terreni agricoli di parecchie decine di volte, proprio per il riciclo dei fanghi che si fa sul terreno agricolo, e sappiamo che i fanghi piemontesi vanno in Lombardia, in particolar modo nella zona del Pavese.
Personalmente credo di non essere mai stato affetto da una malattia endemica dei cittadini in generale, che è "mai nel mio giardino", però mi dà fastidio quando si fanno le cose nel giardino degli altri. Allora su questo aspetto, Assessore, ritengo che la V Commissione dovrà fare dei ragionamenti seri per ridurre l'impatto che il Piemonte crea in un'altra regione, perché giammai vorrei che il Piemonte creasse queste problematiche.
Detto ciò, l'altra problematica che noi evidenziamo in questo Piano rifiuti speciali è che non esiste un cronoprogramma. Allora, se gli intenti sono positivi, se si parla di economia circolare, bisogna dare delle scadenze e delle certezze temporali, ovvero entro quest'anno, il 2019, o entro il 2020 bisogna fare questi interventi, utilizzare questi fondi europei strutturali, proporre delle tecnologie innovative con questi fondi e in questo settore.
Se parliamo di rifiuti sanitari, abbiamo un problema, perché il costo di smaltimento è elevatissimo: non abbiamo in regione impianti per lo smaltimento dei rifiuti sanitari, il costo è un euro e mezzo al chilo, ma è possibile ridurre il costo di smaltimento dei rifiuti sanitari? Sì, è possibile, sviluppando una tecnologia che consente la sterilizzazione di questi rifiuti in sito. Allora, che cosa possiamo mettere in campo? Quali energie la Regione vuole mettere in campo? Non dico che io ho la soluzione nel taschino, però vorrei che la Regione ci desse dei riferimenti certi, un cronoprogramma, ma questo non avviene con questo Piano rifiuti speciali! Per questo motivo, presenteremo un ordine del giorno e su questo chiederemo di dare delle date, delle certezze sui fondi che si vogliono utilizzare quanti soldi si metteranno, perché, alla fine dei conti, quando si mettono dei fondi, si dimostra di crederci: se si dice che si è per l'economia circolare, ma poi l'economia circolare non la si sostiene, eh, scusate: i fatti contano, possiamo dirci le più belle cose, però se non metto dei fondi strutturali, vuol dire che non ho avuto la forza politica né la capacità.
Alla fine, io dirò, dall'opposizione, che questa maggioranza non crede nell'economia circolare, che ci crede solo a parole, perché di fatto non viene sostenuta.
Grandissimi passi in avanti dobbiamo fare sul CER 17, materiali da demolizione e costruzione. Ringrazio l'Assessore, perché in questo Piano rifiuti speciali è stato riconosciuto un aspetto che è la demolizione selettiva, cioè quando si demolisce si separano i materiali in modo da migliorare il possibile riciclo di questi materiali, però grandissimi passi in avanti dobbiamo farli ancora sugli impianti di recupero di questi materiali. La Regione deve prendersi la responsabilità sul monitoraggio di questi impianti, nella classificazione di questi impianti e nella tracciabilità dei materiali che vengono riconosciuti. Noi dobbiamo assolutamente migliorare la qualità dei materiali prodotti e far sì che questi materiali possano essere riutilizzati nel settore edilizio con grande sicurezza, il che è possibile se c'è una tracciabilità che la Regione mette in campo e che dà sicurezza sulla qualità di questi materiali.
Un esempio forte ci viene dal Trentino e ne abbiamo parlato in Commissione secondo me, seguendo questo esempio, possiamo fare grandi passi in avanti però dobbiamo sapere che quell'impianto di recupero può produrre quel tipo di materiali o che quell'altro impianto di recupero è più evoluto perché è dotato di macchinari più sofisticati e consente la produzione di un altro materiale, che può essere utile per l'edilizia. Se non facciamo questo salto di qualità, avremo grandi quantitativi di materiali che non vengono riutilizzati, come avviene purtroppo attualmente, tant'è vero che, come dice addirittura il Piano rifiuti speciali, il dato sul recupero potrebbe essere un artefatto, nel senso che i materiali stoccati vengono già considerati come recuperati.
Sull'altro fronte, quello degli pneumatici utilizzati, Ecopneus ha fatto un gran lavoro. Attualmente, speriamo che nel prossimo futuro arrivino gli pneumatici biodegradabili, che hanno un minore impatto, però bisogna sempre leggere la realtà e trovare la soluzione migliore e la realtà è quella attuale, dove praticamente saltano fuori proposte assurde, qua e là: in Piemonte c'è il pirogassificatore che risolve ogni soluzione, ma in realtà il pirogassificatore crea un grandissimo inquinamento con un recupero energetico bassissimo; c'è stata la moda, e spero che finisca, della pirogassificazione anche per i pneumatici. I nostri pneumatici in gran parte vengono bruciati in Marocco e in zone del Nord Africa. Noi crediamo che si possano riciclare.
Anche su questo Ecopneus ha fatto grandi lavori e so che sono state fatte delle realizzazioni in Piemonte, quindi su questo fronte bisogna fare grandi passi in avanti. Chiaramente, non è facile, però è importante inserire nei capitolati anche questa possibilità di utilizzo dei materiali.
Un altro fronte è quello dei RAE. Anche sui RAEE si possono fare grandi passi in avanti sul riciclo; sappiamo che in Regione Toscana il plastix cioè le plastiche miste scartate dalle piattaforme COREPLA di riciclo delle plastiche per il loro riciclo e le plastiche proveniente da RAE, viene riciclato; tra l'altro, c'è una richiesta dal mercato di queste materiali che vengono prodotti. Essendo una strada che è già stata percorsa da altre Regioni noi, in qualche modo, possiamo percorrerla per trovare un utilizzo positivo per i RAEE.
Ci rivolgiamo all'Assessore: abbiamo presentato una decina di emendamenti che cercano di dare concretezza a questo Piano rifiuti speciali. Chiediamo all'Assessore impegni certi, al fine di migliorare un inizio di un'economia circolare che sicuramente può trovare grandi sviluppi in Piemonte.



PRESIDENTE

Grazie, collega Andrissi.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi della Scuola Primaria "T. Ricardi di Netro" di Torino


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti della Scuola Primaria "T. Ricardi di Netro" di Torino in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Esame proposta di deliberazione n. 235, inerente a "Decreto Legislativo 3 aprile 2006, n. 152, articolo 199. Adozione del Progetto di Piano Regionale dei Rifiuti Speciali, del Rapporto Ambientale e relativa Sintesi non tecnica, del Piano di monitoraggio ambientale e della Dichiarazione di sintesi" (seguito)


PRESIDENTE

Tornando all'esame della proposta di deliberazione n. 235, la parola al Consigliere Segretario Bertola, che interviene in qualità di Consigliere.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
La questione dei rifiuti speciali è spesso un po' trascurata rispetto ai rifiuti urbani, specialmente nel dialogo tra persone comuni, perché siamo abituati a parlare spesso della gestione, tante volte problematica, dei rifiuti urbani, perché riguarda qualcosa che è più vicino al nostro stile di vita. Invece, in realtà, i rifiuti speciali sono la parte preponderante rispetto alla produzione generale di rifiuti, perché i rifiuti urbani sono soltanto il 17 per cento del totale.
Su questo, sul Piano rifiuti speciali, così come precedentemente sul Piano di gestione dei rifiuti urbani, siamo in ritardo e scontiamo un "non fare" un immobilismo che è durato diversi anni e che, in particolare, poi si è concretato maggiormente nella legislatura passata. Quindi, anche su questo per evitare ovviamente di andare sotto sanzione, si è dovuto predisporre un Piano regionale di gestione.
Se andiamo sui dati nazionali (parlando di livello nazionale, abbiamo dati a disposizione che sono del 2015), abbiamo una produzione totale di più di 132 milioni di tonnellate, nel 2015, che fanno registrare un incremento del 2,4 per cento rispetto all'anno precedente; nello stesso anno, il PIL è cresciuto solamente di un terzo, dello 0,8 per cento. Questa è una situazione un po' paradossale, perché spesse volte, quando parliamo di gestione dei rifiuti urbani, soprattutto noi, citiamo la necessità di disaccoppiare il dato della crescita economica dal dato della produzione dei rifiuti, perché si continua a dire che migliora l'economia, aumenta il PIL, quindi si producono più rifiuti e, invece, come sappiamo, i Paesi europei che hanno raggiunto risultati migliori sono quelli che hanno un po' disaccoppiato le due questioni.
Quindi, indipendentemente dalla crescita economica, che si spera ci sia, la produzione di rifiuti non deve crescere; qui invece succede il contrario e per quello dicevo che c'è un paradosso: il PIL cresce dello 0,8 per cento e la produzione dei rifiuti industriali aumenta del 2,4 per cento, quindi c'è qualcosa che non funziona. Sicuramente c'è una gestione, a livello nazionale - e non solo regionale - che è carente.
Anche da questo punto di vista, quindi, se non altro dalla nostra visione e dalla nostra competenza regionale, è importante prendere opportuni provvedimenti.
Il collega Andrissi è già stato molto preciso riguardo tutti gli aspetti relativi alle nostre perplessità, e anche riguardo al lavoro che abbiamo cercato di fare in Commissione, addirittura prima che il Piano venisse presentato all'esame della Commissione, perché già prima abbiamo cercato di operare approfondimenti con gli Uffici.
Anche noi abbiamo cercato di capirne di più, perché la gestione dei rifiuti industriali è molto più complessa di quella dei rifiuti urbani, perch parlando di rifiuti urbani siamo in una gestione delegata ai vari livelli di amministrazione, fino ad arrivare al Comune, in quanto sui rifiuti urbani c'è la privativa; mentre per i rifiuti industriali parliamo di un qualcosa che è nel mercato, di un qualcosa che è il risultato di una produzione industriale, ma che poi, a sua volta, è nel mercato, così proprio come i prodotti industriali e quindi si va.
Chiedo solo un pochino di silenzio, ho quasi finito, però magari le riunioni si possono fare da altre parti.



PRESIDENTE

Ha ragione, Consigliere.
Un po' di silenzio, colleghi.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Dicevo gestione molto più complessa perché, se parliamo di rifiuti urbani solo i rifiuti già trattati possono essere commerciati, mentre invece parlando di rifiuti industriali, siamo in un qualcosa che riguarda completamente il mercato.
Nel Piano noi ravvisiamo già un po' la mancanza di una fotografia chiara della situazione esistente; una fotografia chiara che, oltre a definire degli obiettivi, possa anche dialogare con i soggetti che poi possono favorire l'attuazione di questi obiettivi.
In generale, riguardo a questo, c'è una carenza anche sul monitoraggio degli impianti esistenti di trattamento dei rifiuti speciali per le varie tipologie.
Per l'Aula, quindi, abbiamo deciso di operare come segue: abbiamo una decina di emendamenti di merito, che a nostro avviso vanno a definire meglio gli obiettivi del Piano, e successivamente abbiamo degli atti di indirizzo che in qualche modo dovrebbero favorire una migliore attuazione del Piano o, comunque, poter verificare meglio i vari stati di attuazione del Piano.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Bertola.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ferrentino; ne ha facoltà.



FERRENTINO Antonio

Grazie, Presidente.
Continua l'impegno dell'Assessorato e di questa Amministrazione di cercare di recuperare un ritardo sull'intero ciclo rifiuti, come evidenziato anche da questo Piano dei rifiuti speciali.
Sicuramente ogni proposizione per cercare di arrivare a un cronoprogramma futuro certo ci vede d'accordo, ma a me sembrerebbe utile rimarcare che l'impegno di questo Assessorato e di questa Amministrazione è indirizzata a recuperare molto del tempo che è intercorso da quando erano state predisposte ed approvate le ultime decisioni, sia per quanto riguarda il Piano rifiuti sia per quanto riguarda il Piano rifiuti speciali.
Effettivamente sembra di minor interesse, rispetto al Piano dei rifiuti urbani, ma, come vedremo poi anche dai numeri, è molto importante la predisposizione e l'approvazione del Piano regionale per i rifiuti speciali.
Questo Piano rappresenta il completamento del lavoro fatto con il Piano rifiuti approvato nel 2016 e con il Testo Unico sui rifiuti approvato gli ultimi giorni del 2017. Oggi, quindi, dopo il passaggio in Commissione e l'adozione da parte della Giunta, discutiamo del Piano di rifiuti speciali.
È un elemento di forte impulso che può dare oggi al settore - mi auguro l'approvazione del Piano rifiuti.
Noi parliamo di due tipologie di rifiuti speciali: quelli cosiddetti pericolosi e quelli non pericolosi. Parliamo del fabbisogno di trattamento di come oggi vengono trattati, di quali sono gli indirizzi ai quali noi chiediamo debba uniformarsi il trattamento di questi rifiuti e qual è la disamina dei flussi dei rifiuti, sia in ingresso sia in uscita dal territorio regionale, perché ci sono rifiuti speciali che accogliamo in Piemonte e altri che escono dal Piemonte per essere trattati in altre regioni.
Il Piano ha una previsione al 2020 e prevede approfondimenti su molte categorie e su molti temi. Si tratta di rifiuti ampiamente approfonditi anche in V Commissione: rifiuti da demolizione; rifiuti di veicoli ormai dismessi; rifiuti da pneumatici; rifiuti a contenuto di amianto, come i rifiuti elettrici ed elettronici, e rifiuti sanitari. C'è, quindi, tutta una serie di categorie di rifiuti approfonditi in V Commissione.
C'è poi una serie di azioni che caratterizzano il Piano rifiuti speciali che sono il principio della precauzione, specialmente quando parliamo di rifiuti pericolosi, e quello di mettere in campo azioni preventive per cercare di limitare la produzione e l'accumulo di rifiuti.
Anche qui occorre ribadire con forza, com'è stato fatto per i rifiuti urbani, che il maggior costo deve essere addebitato a chi inquina e a chi produce rifiuti.
Nel programma di azione ambientale sono indicate molte azioni, poi ribadite, riprese e approfondite da questo Piano rifiuti, allora disciplinato dalla legge 24 del 2002.
Se noi proviamo a vedere i numeri, ci rendiamo conto di quanto sia importante questo Piano dei rifiuti: parliamo di 9,5 milioni di tonnellate di rifiuti speciali, che è una cifra abnorme se rapportiamo questa entità regionale a quelli che sono gli abitanti del Piemonte, quindi una quota pro capite veramente significativa.
Di questi circa 9,5 milioni di tonnellate di rifiuti speciali, il 91 per cento sono rifiuti non pericolosi, al cui interno, il 50 per cento sono rifiuti da materiale di costruzione.
Su circa nove milioni e mezzo di tonnellate, circa otto milioni e 670 mila sono rifiuti speciali non pericolosi; mentre 822 mila sono le tonnellate di rifiuti speciali, i cosiddetti pericolosi.
Per quanto riguarda questa enorme mole di rifiuti, se proviamo a individuare come vengono oggi trattati, il 72,5 per cento di questi 9,5 milioni di tonnellate vengono avviati a recupero; circa il dieci per cento in discarica; il 17 per cento vengono trattati con lo smaltimento e con modalità diverse e solo lo 0,7 per cento viene avviato a un recupero energetico.
È chiaro, quindi, che il lavoro e l'impegno che si possono mettere in campo, per cercare di fare in modo che sempre di più ci sia minore produzione di rifiuti, è quello di lavorare moltissimo sull'imballaggio sui rifiuti sanitari, sulle tipologie di costruzione e sulle modalità con cui vengono trattati i materiali da costruzione.
Tuttavia, è anche importante che ci sia sempre una maggiore azione di recupero di questi rifiuti che, spesso, incidono pesantemente anche in termini di costo.
Il Piano viene accompagnato da una serie di allegati, tra cui il Rapporto ambientale, che fa un monitoraggio preciso di quella che è la tutela ambientale che viene messa in campo, e di un piano di monitoraggio per individuare azioni eventualmente correttive da avviare qualora se ne dovesse ravvisare la necessità.
Il Piano è corredato di una Valutazione Ambientale Strategica, che esamina alternative possibili in modo da perseguire il miglior risultato possibile a livello regionale; informa sulle consultazioni; fa in modo che la partecipazione alla predisposizione del piano stesso sia la più elevata possibile; infine, rende ovviamente conto di come si è tenuto in considerazione il Piano ambientale all'interno del Piano rifiuti.
Si tratta, dunque, di un lavoro sicuramente complesso, che è stato accompagnato da incontri e da audizioni, e che ha visto il coinvolgimento di tutti i soggetti che potevano portare un contributo importante.
Ci sembra di poter dire, quindi, che è stato fatto un lavoro notevole.
Ho esaminato anche gli emendamenti dei colleghi del Movimento 5 Stelle che, sulla scia dell'intervento del collega Andrissi, mirano per lo più a chiedere impegni precisi per la stesura di un cronoprogramma che individui dei tempi certi. Noi non possiamo che essere concordi a valutare con l'Assessore tale richiesta, perché condividiamo anche noi la necessità di indicare, compatibilmente con la complessità del tema, degli impegni temporali che possiamo assumere per garantire il raggiungimento degli obiettivi e il monitoraggio di questo complesso lavoro che l'Assessorato insieme alla Commissione competente, ha messo in atto e che oggi viene portato all'attenzione del Consiglio regionale.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Valetti; ne ha facoltà.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Intervengo ugualmente, anche se il concetto è stato esposto in modo molto chiaro dai colleghi che mi hanno preceduto, in particolare dal collega Andrissi, che risulta essere il primo firmatario di alcuni emendamenti del Gruppo del Movimento 5 Stelle, che mirano a calare su azioni più concrete.
Mi scusi, Presidente, ma c'è un brusio di fondo che mi rende impossibile proseguire.



PRESIDENTE

Colleghi, devo sospendere il Consiglio? Perché è da questa mattina che c'è brusio. Però, poi, me la prendo con Tizio, mentre Tizio sta zitto, poi Tizio fa quello che faceva Caio, e non voglio tirare in ballo Sempronio perché se no non ne usciamo più!



VALETTI Federico

Diciamo che è un atteggiamento generalizzato.



PRESIDENTE

Secondo lei per quale motivo? Perché c'è un clima un po' pre-elettorale oppure perché non interessa il tema?



VALETTI Federico

Forse entrambe le cose.



PRESIDENTE

Assessora Pentenero! Come vede, ho rimproverato una delle mie colleghe. Prego.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Come dicevo, alcuni di questi emendamenti a prima firma del collega Andrissi cercano di calare in azioni concrete quelli che sono gli intenti di un Piano di rifiuti speciali; rifiuti che molti cittadini non considerano.
Immagino che chi non ha partecipato attivamente alle sedute di V Commissione ambiente non sappia che i rifiuti speciali in Piemonte sono circa quantitativamente il doppio dei rifiuti urbani: registriamo oltre quattro milioni di tonnellate di rifiuti prodotti dai cittadini e dagli esercizi commerciali, e dieci milioni di tonnellate di rifiuti speciali quindi tutto ciò che concerne le industrie e che non deriva dalle civili abitazioni.
Il quantitativo di questi rifiuti non è sotto l'occhio dei riflettori pertanto, ci riteniamo virtuosi se facciamo una buona raccolta differenziata in casa e nelle nostre città. Del resto, abbiamo dei buoni obiettivi, che abbiamo descritto ampiamente in fase di discussione della legge regionale relativa al Piano rifiuti urbani; invece, sul Piano rifiuti speciali non è ben chiaro a che punto siamo.
Nelle sedute di Commissione è emerso che abbiamo delle movimentazioni di rifiuti molto grandi della nostra industria, compresi, come diceva il collega Andrissi, i rifiuti dei fanghi di depurazione delle nostre acque e delle nostre reti fognarie, che vengono esportati anche in Lombardia per diventare "concimanti" per terreni agricoli. Questa pratica, sebbene possa apparire come esempio di economia circolare virtuosa, non lo è del tutto perché purtroppo questi rifiuti non sono proprio come un concime di prima mano, nel senso che qualche problemino, in termini di inquinanti, esiste.
Perché, comunque, è un sistema che va riformato molto pesantemente prima di adeguarsi ai precetti dell'economia circolare così come descritti anche dall'Unione Europea.
Un altro capitolo molto importante riguarda i rifiuti come i pneumatici stradali. In Piemonte produciamo svariate migliaia di tonnellate di scarti di pneumatici stradali e, non essendovi una filiera organizzata vicina (non solo vicina al Piemonte, ma neanche in Italia e, a volte, neanche in Europa), questi rifiuti prendano la strada dell'Asia e finiscono nientemeno che negli inceneritori della Corea. Voi capite, quindi, che vi è un problema radicale.
Per questo motivo, le proposte del nostro Gruppo vanno, appunto, nella direzione di formare accordi anche con gli operatori industriali, quelli del settore del riciclo e della raccolta, per creare delle nuove filiere finalizzate a recuperare il più possibile sul nostro territorio i rifiuti che adesso prendono le strade di altri Paesi, di altre Regioni e addirittura, di altri continenti. Si tratta di trovare azioni congiunte.
Una parte di queste azioni mira proprio a garantire uno sbocco commerciale e di filiera al riuso di questi rifiuti: in pratica, quello che le industrie potevano fare da sole, già lo hanno fatto. Le industrie, infatti sono spesso più attente al capitolo dei costi: dunque, se un prodotto pu essere riutilizzato, viene già riutilizzato. Più difficili sono le azioni non economicamente convenienti: lì ci vuole una mano pubblica, non dico economica, ma almeno come aiuto a trovare soluzioni, a semplificare le normative, a cercare di evitare la migrazione di rifiuti.
L'altro aspetto, in realtà, tocca solo in parte i nostri ambiti di azione regionale, ma tocca molto l'ambito nazionale: parliamo, infatti, di riformare il sistema industriale, quindi di cercare nuove strategie di produzione che abbiano minori scarti, che abbiano minore utilizzo di materiali sconvenienti da riciclare o da migrare. Da questo punto di vista dobbiamo pensare alle innovazioni che l'industria si accinge a compiere, ad esempio con il passaggio dall'industria dello stampaggio dei materiali (stampaggio inteso come pressofusione di materiali, ossia ciò che ha creato l'industria del Novecento, il bisogno di avere grandi volumi di produzione per riuscire ad abbassare i costi) all'industria moderna dello stampaggio elettronico, quindi con piccole stampanti elettroniche in grado di creare oggetti che hanno scarti bassissimi.
Sarebbe anche interessante fare un discorso con l'industria locale, magari con incentivi, attingendo a risorse statali ed europee, per avviare progetti moderni per invogliare anche le aziende che si vogliono installare in Piemonte a produrre con tecnologie moderne che generano meno scarti, la gran parte dei rifiuti cui fa riferimento il Piano rifiuti speciali della Regione proviene dall'industria. Quindi dobbiamo andare a innovare le industrie.
È importante dare segnali concreti e non scrivere un piano solo perché lo dobbiamo fare. Altrimenti, avremo fatto solo un "compitino", così come abbiamo fatto per quello dei rifiuti urbani, ma poi, concretamente, che cosa cambia nei processi industriali di consumo e di produzione della Regione Piemonte? Pertanto, noi cerchiamo di individuare anche azioni specifiche per realizzare sistemi di impiantistica che incrementino la ricerca e la predisposizione di un sistema informativo, perché spesso non abbiamo contezza di quanti rifiuti entrano e quanti escono dalla regione. Quando parliamo di rifiuti speciali, dobbiamo pensare che molti degli oggetti che i piemontesi acquistano chiaramente non sono prodotti in Piemonte ma saltando completamente la filiera della distribuzione tradizionale dei negozi e dei rivenditori, arrivano direttamente via internet. Quindi spesso compriamo elettrodomestici direttamente da negozi che magari sono in Inghilterra o chissà dove e produciamo dei RAEE che vengono immessi sul mercato. Per questo motivo, non è possibile tracciare completamente il numero di futuri rifiuti che entrano nel nostro territorio e, di conseguenza, se non possiamo sapere quali prodotti entrano, non possiamo neanche sapere quanto bene abbiamo lavorato nel recuperarli, perché non sappiamo qual è l'input. È impossibile dire se siamo stati bravi in percentuale a riciclare dei prodotti.
Questo discorso va senz'altro portato a un livello nazionale e sovranazionale, perlomeno nell'Unione Europea, in modo che vi sia un costante confronto dei dati dei materiali prodotti ed immessi nell'Unione Europea, da cui ricavare ciò che il Piemonte effettivamente importa e smaltisce. È difficile fare una battaglia di questo tipo da soli. È vero che l'Europa ci ha messo delle regole di base, ma noi dobbiamo costantemente confrontarci con i dati messi a disposizione dagli Enti superiori, e se non ci sono li dobbiamo chiedere.
Quindi, la gestione dei rifiuti speciali riguarda un ambito puramente regionale, ma ciò che sta a monte non lo è, per cui per raggiungere i nostri obiettivi serve un confronto costante con lo Stato nazionale e con l'Unione Europea, per avere tutto ciò di cui abbiamo bisogno.
Il sollecito è pertanto di essere più incisivi, di porsi degli obiettivi più alti che ci mettano anche in linea con i principi comunitari. Da quel momento lì, visto che gli intenti politici nel Piano sono calati, gli obiettivi ce li diamo, ma per raggiungerli bisogna lavorare costantemente tutti assieme con altre istituzioni.
Nel corso della seduta entreremo nel merito dell'articolato e faremo un'illustrazione puntuale delle proposte del Gruppo del Movimento 5 Stelle.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ottria.



OTTRIA Domenico

Grazie, Presidente.
Intervengo molto brevemente, intanto per ringraziare l'Assessore, gli Uffici dell'Assessorato e i colleghi della Commissione per il lavoro di stesura e di analisi di questo Piano regionale dei rifiuti speciali. È già stato citato da altri colleghi l'impatto sia in termini di quantità - che in regione Piemonte sono ben superiori al quantitativo dei rifiuti solidi in un rapporto da quattro a dieci milioni di tonnellate - sia in termini di qualità di questi rifiuti, che hanno un impatto ambientale molto pesante soprattutto nella circolazione, nella gestione e nello smaltimento.
Di conseguenza, da una parte assistiamo in Piemonte a una non autosufficienza nello smaltimento di alcuni tipi di rifiuti: penso ai rifiuti di tipo sanitario, che vengono quasi del tutto portati a smaltire da altre parti. Questo sicuramente è un problema, perché crea condizioni di non equilibrio, oltre che di costi rilevanti per la comunità. Su questo bisognerebbe agire fortemente.
Dall'altra parte, assistiamo, invece, a tipi di attività che addirittura importano rifiuti speciali non solo da altre Regioni, ma anche da altri Paesi, diciamo pure dal mondo intero. Si tratta di rifiuti che vengono portati per essere smaltiti, attività di smaltimento molto redditizia fatta anche in maniera legale, ma sappiamo bene che spesso si presta anche ad attività illegali, che sono di difficile controllo. In più, l'insediamento di alcuni impianti, che sono quasi sempre di tipo privato, crea anche forti contraddizioni sui territori e forti resistenze. Anche questi sono di difficile gestione da un punto di vista urbanistico e dell'impatto che hanno sulle popolazioni.
Per queste ragioni ed altre - sulle quali non mi dilungo, visto che sono già state ricordate da altri colleghi - credo che questo Piano debba avere il massimo dell'efficacia. Occorre conoscere i flussi, occorre conoscere le quantità e la qualità dei rifiuti, per cui la tracciabilità di questi materiali deve essere il più possibile efficace. Occorre, soprattutto, fare una seria e attenta analisi della tracciabilità e una programmazione degli impianti necessari per lo smaltimento.
Per questa ragione, credo che sia necessaria una programmazione attenta ai tempi, per avere tempi certi di realizzazione. In questo senso, ho firmato alcuni degli emendamenti che i colleghi hanno presentato, che pongono il raggiungimento di questi obiettivi al 2020.
Li ho firmati convintamente e per rendere più efficace il Piano credo sia compito della Giunta recepire questi obiettivi legati ai tempi certi di attuazione.
Grazie.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi dell'Istituto di Istruzione Secondaria Statale "P. Calamandrei" di Torino


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti dell'Istituto di Istruzione Secondaria Statale "P. Calamandrei" di Torino in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Esame proposta di deliberazione n. 235, inerente a "Decreto Legislativo 3 aprile 2006, n. 152, articolo 199. Adozione del Progetto di Piano Regionale dei Rifiuti Speciali, del Rapporto Ambientale e relativa Sintesi non tecnica, del Piano di monitoraggio ambientale e della Dichiarazione di sintesi" (seguito)


PRESIDENTE

Tornando all'esame della proposta di deliberazione n. 235, ha chiesto la parola il Consigliere Monaco; ne ha facoltà.



MONACO Alfredo

Grazie, Presidente.
Volevo ringraziare l'Assessorato e i suoi collaboratori per l'enorme lavoro svolto. Se andiamo ad analizzare in dettaglio, effettivamente il lavoro è stato enorme, puntuale e peraltro doveroso in un momento di difficoltà.
Ricordiamo anche che il Piano era atteso e stiamo incappando in una procedura di infrazione europea.
Il documento è estremamente corposo e l'attività estremamente complessa perché, com'è stato ricordato in altri interventi, è purtroppo uno di quei settori che facilmente evoca appetiti non sempre corretti. Nella storia dei rifiuti in assoluto è sempre stato così ed ogni tanto si scopre che qualcuno non si è ben comportato.
Credo che, invece, sia emerso, anche da una parte del dibattito dell'Aula che tutto sommato, anche laddove ci sono dei distinguo e delle critiche allo stesso tempo si premia lo sforzo fin qui eseguito sia dagli Uffici sia dalla Commissione.
Il mio è un piccolo contributo che volevo dare su un settore quasi di nicchia, ma nel Piano non tanto di nicchia, che è quello dei sanitari speciali. È stato ricordato da qualcuno che in Commissione è stato presentato un prezzo di 1,5 euro al chilogrammo per lo smaltimento, che significa 1.500 euro a tonnellata. È un dato flessibile che sta variando negli anni, ma ricordiamo che per incenerire un altro tipo di rifiuto il costo è di 113 euro a tonnellata. Quindi, da 113 euro si passa a 1.500 euro a tonnellata.
Probabilmente è insito nel meccanismo della legge il fatto che le procedure di smaltimento e di distruzione di questo tipo di rifiuti debbano essere assegnate a soggetti privati e, quindi, al mercato libero per certi versi.
D'altra parte, è necessario mettere in pratica tutte le procedure che rendono lo smaltimento di un prodotto da incenerire non così distante da un altro prodotto da incenerire. Ci sono dei problemi tecnici che affronteremo poi nel corso della discussione, e spero che la Giunta e l'Assessore possano recepire alcune osservazioni che faremo in un ordine del giorno.
Sono contento che il tema sia stato sollevato da altri colleghi e da altri Gruppi. È un tema particolare, che ci costa tanto, proprio in ordine alle cifre che abbiamo esposto prima, ma credo che necessiti di un'azione complessiva su tutta la filiera di produzione, di distinzione al suo interno del prodotto e quindi sulla raccolta attenta e puntuale, dove si può fare tanto recupero e tanto risparmio sul sanitario pericoloso rispetto a un rifiuto normale che, il più delle volte, finisce impropriamente nel bidone nero (prima era giallo di cartone, adesso è nero di PVC), ma che finisce in un processo di lavorazione inidoneo. Quindi genera già un costo improprio per la collettività.
Ricordo che quei soldi sono, di fatto, della collettività, ma di una collettività particolare: li prendiamo di pari passo dal bilancio della sanità. Ricordiamoci che ogni centesimo che risparmiamo sullo smaltimento del rifiuto sanitario speciale, può essere reinvestito, rimane nelle casse del bilancio sanitario e quindi permettere altri investimenti, altre spese e altri servizi nel mondo sanitario. Questo credo che sia una cosa da stigmatizzare in modo importante.
Come prima parte della filiera, credo che sia abbastanza chiara. La seconda parte della filiera, invece, è dove vanno smaltiti i rifiuti. Poich abbiamo visto che esistono dei costi che sono fluttuanti ma, in genere nella storia, sempre crescenti, credo che l'operatore pubblico e il legislatore abbiano anche il dovere di mettere in pratica tutte quelle azioni che possono garantire il carattere di prossimità. L'Assessore l'ha ricordato, ma lo ricorda il Piano e lo riprende uno dei suoi principi ispiratori, ma credo che la prossimità, fino a oggi, è stato un argomento disatteso, non tanto per volontà, ma certamente per mancanza strutturale.
Una volta che si è chiuso l'inceneritore di Vercelli non abbiamo più uno strumento idoneo.
Nel Piano sono indicate, secondo me, in modo corretto, anche una serie di azioni cui si tenderà. È evidente che la sterilizzazione, la distruzione la modifica di un prodotto che oggi è pericoloso e rischioso, domani potrebbe essere un prodotto assimilabile all'urbano ordinario. Ci sono già e mi sembra che, in questo, si sia risposto anche a qualche intervento ma è scritto nel piano che andiamo ad approvare - degli indirizzi importanti.
È evidente che questi costi alti li sosteniamo oggi, nell'attesa di avere un processo che sia il più vicino all'ideale. Com'è stato anche sottolineato da altri in interventi, mi sembra che quello accadrà. Spero che reggano l'infinito futuro, però mentre si realizza oggi spendiamo una barcata di soldi distraendoli dal bilancio sanitario.
Mi sembra di capire che nel Piano c'è già una disponibilità ad andare incontro alle istanze più innovative per il futuro, ma anche quella di mettere in campo delle azioni che possano avvalersi del principio di prossimità, quindi darci dei vantaggi immediati sia nella produzione e quindi, nella filiera di produzione, sia nello smaltimento e distruzione.
A questo proposito, questa mattina ho presentato un ordine del giorno che può essere uno strumento - laddove l'Assessorato e la Giunta lo riterrà opportuno, possono essere anche ulteriori suggerimenti di favore - di sussidio e di supporto che vanno nella direzione del piano.
Indispensabile è il documento e credo che prima lo approviamo, meglio facciamo alla comunità piemontese, anche in termini, ricordiamolo, di sanzioni che ci arrivano da Bruxelles.
Grazie.



PRESIDENTE

Non essendoci altre richieste di intervento, passiamo all'esame degli emendamenti.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 11.47 riprende alle ore 11.49)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Emendamento rubricato n. 1) presentato dai Consiglieri Andrissi, Bertola Bono, Campo, Frediani, Mighetti, Ottria, Valetti, Vignale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Andrissi per l'illustrazione.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Parliamo del codice CER 17, rifiuti da demolizione e costruzione. È la quota maggioritaria dei rifiuti speciali. Crediamo quindi che sia importante intervenire, come hanno già fatto altre Regioni, su questo fronte.
Quello che noi proponiamo in questo emendamento sono delle linee guida regionali, quindi la possibilità di trovare anche degli strumenti fiscali e il coinvolgimento delle associazioni. Le associazioni di settore sono venute in audizione e hanno evidenziato alcune problematiche che ostacolano l'utilizzo di materiali da demolizione riciclati. Noi crediamo che, con queste linee guida regionali, si possa intervenire e migliorare decisamente il settore di recupero. Questo è un aspetto fondamentale. Se noi miglioriamo la capacità di produrre materiali per l'edilizia riciclati riduciamo la necessità di estrarre materiali dalle numerosi cave presenti sul territorio.
Credo che sia un'azione che consente di ridurre, da un lato, l'attività estrattiva e, dall'altro, di creare numerosi posti di lavoro nel riciclo dei materiali, riducendo l'impatto decisamente sul territorio. Credo che tutte le azioni che possono portare al raggiungimento di questo obiettivo debbano essere perseguite. Noi crediamo che si possano fare dei passi in avanti decisi, ma bisogna migliorare dando delle linee di indirizzo e delle linee guida, perché ce lo chiede addirittura il settore produttivo.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Valmaggia.



VALMAGGIA Alberto, Assessore all'ambiente

Grazie, Presidente.
Due ordini di riflessioni..



PRESIDENTE

Scusi, Assessore, non ho visto il collega Valetti. Aveva chiesto di intervenire sull'emendamento. Facciamo intervenire prima il collega. Va bene, Assessore? Prego, Consigliere Valetti.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Con questo emendamento ci andiamo a occupare della parte dei rifiuti da demolizione degli edifici. È uno dei settori che occupa lo spazio più grande dal punto di vista del volume movimentato, in tutti i rifiuti speciali del Piemonte. Il nostro intento è quello di avere dei meccanismi di tracciatura e di facilitazione per il riutilizzo di questi materiali che non vadano a pesare sulle piccole aziende artigiane piemontesi, perch in questa partita il problema da coniugare è sempre quello di non mettere in difficoltà le aziende, ma riuscire a creare delle azioni che facilitino l'uso di questi materiali.
I rifiuti da demolizione di costruzioni sono coperti da diverse azioni specifiche, tra cui delle linee guida regionali e strumenti fiscali anche per l'incentivo e il recupero ambientale. Deve convenire riutilizzare quel materiale in altro modo. Spesso parliamo di rifiuti inerti, che talvolta vengono lasciati anche sul posto, perché non conviene movimentare rifiuti da scarto da costruzione: il gioco non vale la candela in termini di costi.
Pertanto, occorre capire se può essere ragionevole individuare degli strumenti di incentivi che non vadano a falsificare completamente il valore dei materiali. Ricordiamoci, però, che il valore ambientale di questo processo è un valore che noi vogliamo monetizzare, perché - purtroppo tutto il sistema economico si misura su valori economici. Quindi, spesso trascuriamo ciò che non ne ha, che è quello ambientale. Dobbiamo dagli un valore noi, come politica.



PRESIDENTE

Grazie, collega Valetti.
Emendamento rubricato n. 2) presentato dai Consiglieri Andrissi, Bertola Bono, Campo, Frediani, Mighetti, Ottria, Valetti, Vignale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Andrissi per l'illustrazione.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
In questo caso, parliamo dei rifiuti di veicoli fuori uso. Anche in questo caso, quello che chiediamo alla Giunta e all'Assessore è uno sforzo per dare concretezza alle azioni. Pertanto, chiediamo di individuare azioni specifiche, tra cui promuovere azioni che incentivino accordi e intese, al fine di incrementare ricerche che consentano di favorire una rete impiantistica adeguata.
Consideriamo fondamentale che anche in questo settore si proceda con il massimo della celerità possibile, per migliorare il settore stesso e garantire la possibilità di recuperare materiali anche da questo importante settore che in Piemonte ha (perlomeno, aveva) un ruolo produttivo decisamente importante.
Pertanto, pensare anche prima che questi materiali entrino nella filiera del possibile riciclo, cioè pensare a un modo per produrre macchinari veicoli, che abbiano un impatto sull'ambiente ridotto, progettando veicoli che siano in qualche modo riciclabili in impianti disposti sul territorio regionale.
Questa è una cosa fondamentale e se non ragioniamo in questo modo, diventa tutto molto più difficile.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Valetti.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
L'emendamento n. 2) si riferisce alla tabella 7.2.2., sulle azioni specifiche, che viene modificato specificando le azioni specifiche al 2020.
Pertanto, nella gestione dei rifiuti VFU vengono individuate diverse azioni specifiche, tra cui accordi e intese per favorire una rete impiantistica adeguata.
Torniamo, dunque, al discorso che abbiamo affrontato in discussione generale: fornire al Piemonte gli impianti necessari a trattare la filiera dei rifiuti. Dobbiamo cercare di disporre l'impiantistica almeno per cominciare a processare alcune filiere dei rifiuti prodotti in Piemonte.
Ciò non toglie che, se siamo abbastanza bravi e abbastanza intelligenti e cerchiamo di analizzare qual è il contesto di impiantistica del Nord Italia, ma anche dell'Europa, possiamo riuscire ad avere un'economia di scala trattando filiere che magari giungono dai territori limitrofi.
Purtroppo, in una logica di mercato, gli impianti devono avere certe dimensioni per poter essere profittevoli, e quindi generare ricchezza.
Oltre alla questione ambientale, vogliamo anche generare lavoro e generare industria da una filiera del riciclo che ha numeri potenziali molto importanti. Quindi, analizzare nel contesto europeo se ci sono delle filiere che, ad esempio, esportiamo fuori Europa. Probabilmente, il Piemonte potrebbe essere pioniere in questo tipo di filiera, analizzando degli impianti specifici, laddove non ce ne sono, dove non ne abbiamo di vicini, magari in Lombardia.
Incominciamo da quelli che non ci sono nel nostro territorio; questo spingerà anche le industrie ad adeguare i propri cicli produttivi e probabilmente a ridurre i costi, perché lo smaltimento in paesi stranieri per quanto possa costare poco lo smaltimento in loco, il trasporto e la logistica hanno un prezzo che incide sulle nostre aziende che devono smaltire quanto producono.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Segretario Bertola in qualità di Consigliere.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Come anticipavo nella discussione generale, i nostri emendamenti hanno l'intenzione di chiarire e definire meglio gli obiettivi del Piano e, nello specifico, dare loro una cadenza temporale.
L'emendamento n. 2) va a modificare il titolo di una colonna, che reca "Azioni specifiche", in "Azioni specifiche al 2020". In particolare, quella tabella riguarda i veicoli fuori uso per i quali vengono individuate diverse azioni specifiche, tra cui promozioni, accordi e intese, incremento delle ricerche, il favorire una rete impiantistica adeguata l'individuazione di strumenti fiscali, il monitoraggio impiantistico e quant'altro.
Come si diceva prima, sicuramente scontiamo anni di ritardo. Sappiamo che è difficile recuperare in poco tempo un ritardo accumulato in diversi anni ma pensiamo che un Piano importante come questo debba avere degli obiettivi temporali specifici.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bono.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
I colleghi già hanno detto a sufficienza sul tema. Il Piano di gestione dei rifiuti speciali riguarda una serie di tematiche importanti. In discussione generale si è parlato dei pneumatici esausti o fuori uso, i PFU; adesso si parla dei veicoli fuori uso, quindi i VFU.
Penso che questo Piano debba darsi anche un cronoprogramma, una pianificazione a medio-lungo termine, per poter dire se - in concerto con il mondo delle case automobilistiche e, quindi, della produzione - si riescono a fare dei ragionamenti che vadano a incidere veramente sul tema.
Sappiamo che molte case automobilistiche stanno già progettando e realizzando veicoli composti in buona parte da materie riciclabili soprattutto per gli interni (penso ai rivestimenti dei sedili, ovviamente o del cruscotto), comunque più facilmente smontabili e sostituibili, perch è veramente un tema molto importante nella riduzione della produzione di rifiuti e, ovviamente, nella prevenzione della produzione di rifiuti e della produzione delle merci.
Se andiamo verso una logica di questo tipo, tra l'altro, c'è anche un vantaggio competitivo per quanto riguarda l'economia circolare, la cosiddetta blue economy. Sono noti i diversi casi di aziende che hanno ottenuto un vantaggio economico competitivo proprio perché riciclavano i materiali prodotti e quindi avevano un minor costo della materia prima (la seconda è appunto la materia riciclata) con cui rifare gli stessi prodotti.
Altro esempio è quello dei pneumatici ricostruiti: è noto a tutti che seguendo ovviamente determinati standard, i pneumatici consumati possono essere ricostituiti, cioè ricoperti con nuova gomma vulcanizzata almeno una seconda volta, abbattendo così i costi sia del mercato sia della produzione sia del prezzo di vendita.
Di conseguenza, chiediamo che questi emendamenti vengano accolti perché ci sembrano di buonsenso.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bono.
Emendamento rubricato n. 3) presentato dai Consiglieri Andrissi, Bertola Bono, Campo, Frediani, Mighetti, Ottria, Valetti, Vignale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Andrissi per l'illustrazione.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Parliamo, in questo caso, di pneumatici fuori uso: è un settore in cui si possono fare grandi passi in avanti - l'ha appena detto il collega Bono per quanto riguarda i pneumatici ricostruiti, ma anche relativamente all'utilizzo del polverino da pneumatici per fare l'asfalto delle strade.
Sappiamo che questo tipo di asfalto consente di ridurre il consumo delle automobili, riduce il rumore prodotto dalle automobili, migliora le capacità di frenata. Ci sono studi che dimostrano queste cose; ci nonostante, l'utilizzo di questa tecnologia non riesce a decollare.
Infatti, se andate a vedere tutte le opere pubbliche, la stragrande maggioranza di esse, a parte laddove c'è stata una sperimentazione e quindi è stato utilizzato il polverino da pneumatico, non si è fatto ricorso a questo tipo di materiale.
Noi crediamo che questo Piano rifiuti speciali debba percorrere una strada che consenta il recupero di questi materiali. Se è effettivamente una strada praticabile e si decide di percorrerla, in qualche modo deve essere favorita e bisogna anche individuare una modalità che consenta agli Enti pubblici, perlomeno quando fanno le gare d'appalto, di utilizzare questo tipo di materiale che riduce l'impatto sull'ambiente generato dai grandi quantitativi di pneumatici che si accumulano nei depositi e che spesso vengono bruciati in Paesi al di là del Mediterraneo.
Credo che questa soluzione non sia la più ottimale, poiché ha un grosso impatto ambientale; infatti, non c'è bisogno di dirlo, la gomma è vulcanizzata e quindi contiene un grande quantitativo di zolfo. Lo zolfo come sappiamo, produce come conseguenza l'acidificazione delle acque; oltre a sciogliere i monumenti in marmo, l'acqua acida ha anche un impatto notevole sulla vegetazione. Quindi, se non vogliamo avere di nuovo esempi come la Foresta Nera, che andava incontro a una deforestazione, dobbiamo procedere su questo fronte.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Segretario Bertola in qualità di Consigliere.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Ovviamente la ratio dell'emendamento n. 3) è la stessa che sta alla base di quello precedente, quindi riguarda la medesima intenzione di dare un obiettivo alle azioni specifiche che sia un obiettivo temporale e quindi al 2020. In questo caso, parliamo della gestione dei pneumatici fuori uso, che è una gestione che può portare a risultati piuttosto interessanti, perch c'è un mercato dei pneumatici ricostruiti che sicuramente ha ancora delle potenzialità inespresse, poiché negli anni la ricerca anche di aziende del territorio piemontese ha portato ad avere dei prodotti che possono competere bene sul mercato; inoltre, il polverino da pneumatico è un materiale che si è rivelato di buona qualità per creare il sottofondo stradale e l'asfalto.
In generale, la questione relativa ad alcuni materiali, in particolare quella concernente le plastiche, se è una questione che abbiamo sottolineato nel Piano di gestione dei rifiuti urbani relativamente alla necessità di avviare una filiera di recupero delle plastiche non solo da imballaggio è, a maggior ragione, un'argomentazione valida quando parliamo di Piano rifiuti speciali, poiché lì c'è tutta una serie di componenti, nei rifiuti industriali derivati da materie plastiche, che possono essere utilizzati diversamente ed essere reimmesse sul mercato, evitando il consumo di nuove materie prime. In particolare, la questione dei pneumatici fuori uso nei prossimi anni può essere affrontata in modo molto più efficace.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Come il collega Andrissi ha appena detto, la gomma dei pneumatici, come molta altra gomma, è vulcanizzata e quindi è legata, tramite riscaldamento allo zolfo, per cui produce tutta una serie di conseguenze inquinanti molto note nelle nostre città.
Sappiamo che i pneumatici delle autovetture e dei camion (pensiamo anche ai camion) sono una tra le principali fonti di produzione di rifiuti al mondo.
Sappiamo che l'utilizzo dei pneumatici ricostruiti ha numericamente un'incidenza molto maggiore sui camion. Questo possiamo dirlo, nel senso che se facessimo un'indagine di mercato su chi tra di noi ha messo sulle proprie autovetture dei pneumatici ricostruiti, probabilmente non risulterebbe nessuno, mentre sui camion si ha un utilizzo molto maggiore.
Cosa vuol dire questo? Vuol dire semplicemente che i pneumatici a fine vita, che comunque non riportano danni sulla superficie (tolta ovviamente la parte di gomma che è a reale contatto con la strada), vengono ricoperti sostanzialmente una seconda volta, cioè vengono ricoperti con un nuovo strato di gomma vulcanizzata e quindi questo riduce sostanzialmente del 50 per cento (evidentemente se arrivassimo a farlo tutti) la produzione di nuova gomma e di nuovi rifiuti.
La cosa strana - e lo dico all'Assessore Valmaggia - è che una legge dello Stato, la finanziaria del 2002 (legge 448/2001), diceva che il 20 per cento delle autovetture delle Amministrazioni pubbliche doveva essere dotato di pneumatici ricostruiti. Se si rammenta, l'Assessore (Valmaggia o Balocco adesso non ricordo esattamente chi) venne interrogato dal sottoscritto per chiedere se noi ottemperavamo a questa richiesta e la risposta fu che, ad esempio le auto blu di servizio degli Assessori sono auto a noleggio rispondono a un un'azienda privata e dunque non rientrano nella categoria delle auto pubbliche.
Non è però dato sapere - e mi avvio alla conclusione - quante delle auto invece in dotazione alle Amministrazioni pubbliche (penso alle Aziende sanitarie, penso ad altri corpi regionali) non ottemperano a questa norma e quanto è comunque diffuso il fenomeno. È un fenomeno importante, oltre a quello dell'utilizzo del polverino: inseriamolo bene dentro il Piano rifiuti.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Valetti; ne ha facoltà.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
L'emendamento riguarda la gestione dei pneumatici fuori uso. Come dicevo prima, è un'azione che va a chiedere un'analisi per la realizzazione dei sistemi impiantistici, ma comporta anche delle riflessioni sul nostro sistema di mobilità su gomma.
Quando diciamo che la mobilità su ferro è migliore di quella su gomma, non possiamo certo sostituire con un trenino o con un tram tutte le auto circolanti, questo chiaramente è irrealizzabile, però dobbiamo comunque fare delle riflessioni su un sistema di mobilità più leggera, perché il numero di pneumatici che ogni giorno viene consegnato come fuori uso da mezzi pesanti, automobili, moto e quant'altro è un numero assai notevole un numero importante che si può ridurre anche con la politica dei trasporti.
Come abbiamo visto, se i pneumatici fuori uso sono una delle prime frazioni della gestione dei rifiuti speciali in Piemonte (ma non solo: in tutto il mondo industrializzato), significa che, gravando sul sistema dei trasporti si incide sulla riduzione, a monte, del quantitativo di rifiuti. Quindi vanno bene queste azioni che noi chiediamo con questo emendamento, per il trattamento di quanto è prodotto, ma noi poniamo anche il problema di quanto viene prodotto, quanto viene immesso nel mercato dei rifiuti speciali e quanto viene immesso nel mercato come prodotto di materia prima.
Il processo di fabbricazione va dall'utilizzo del petrolio sino al deperimento e al conferimento in discarica, il più delle volte, di pneumatici. Abbiamo in mente immagini di discariche che magari stanno tra le colline, in una ex cava, dove i pneumatici vengono ammassati o, peggio vengono inceneriti, come succede, appunto dei Paesi dove esportiamo, per fare energia ma, forse non è il modo migliore di rivalutare questa materia prima.



PRESIDENTE

Grazie, collega Mighetti.
Emendamento rubricato n. 4) presentato dai Consiglieri Andrissi, Bertola Bono, Campo, Frediani, Mighetti, Ottria, Valetti, Vignale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Andrissi per l'illustrazione.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
In questo caso, parliamo di oli usati. In Piemonte, vengono prodotte circa 43.000 tonnellate di oli usati; purtroppo, nella nostra regione non abbiamo impianti che consentano una rigenerazione, quindi vengono portati fuori regione. Ovviamente, sappiamo che la rigenerazione degli oli usati è la soluzione migliore, perché consente una riduzione della produzione di CO2 fino al 40 per cento e consente appunto di utilizzare un materiale utile per vari macchinari - è importante - con ridotto impatto sull'ambiente.
Quello che noi chiediamo è, anche in questo caso, in pratica di sviluppare un'azione di monitoraggio dei rifiuti e degli impianti, al fine di valorizzare gli impianti già presenti, considerando che la maggior parte degli oli prodotti in Piemonte vanno fuori regione per un loro possibile riciclo o, nel caso in cui non si può rigenerare un olio, questo viene incenerito, producendo un impatto sull'ambiente, ma credo anche dell'energia, così spero, non solo un incenerimento fine a sé stesso.
Il primo dato sarebbe quello di avere un monitoraggio attento degli impianti, così da avere le basi per comprendere la necessità impiantistica nel territorio piemontese.



PRESIDENTE

Grazie, collega Andrissi.
La parola al Consigliere Valetti.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Citava giustamente il collega Andrissi la possibilità di recuperare parte di questi oli usati per i processi di incenerimento e produzione di energia. Diciamo, però, che l'incenerimento o, comunque, la combustione di oli combustibili di vario tipo non ha una grande fama dal punto di vista ambientale, quindi se fosse un mezzo sensato per produrre energia probabilmente, continueremo a produrre energia elettrica dalle centrali ad olio combustibile, mentre invece si sta cercando di farlo uscire gradatamente dal nostro mix energetico. Quindi il trattamento degli oli usati in questo modo, per noi, non è un trattamento accettabile.
Dobbiamo cercare di migliorare - anche qui, a monte - la situazione ma purtroppo, anche per una certa impostazione iniziale che si è data, e anche per i limiti di gestione di questa parte del ciclo dei rifiuti che stanno in capo alla Regione, non ci è possibile inserire tutto quello che vorremmo all'interno del Piano dei rifiuti speciali.
Quindi, anche qui non possiamo fare altro, in questa sede emendativa, se non creare le condizioni per avere l'impiantistica adeguata, il più possibile ambientalmente sostenibile, per andarsi a inserire in un quadro di bacino padano, di bacino del Nord Italia, in cui il Piemonte possa fornire servizi, eventualmente anche ad altre Regioni, per questioni di economia di scala.



PRESIDENTE

Grazie, collega Valetti.
Emendamento rubricato n. 5) presentato dai Consiglieri Andrissi, Bertola Bono, Campo, Frediani, Mighetti, Ottria, Valetti, Vignale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Andrissi per l'illustrazione.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Parliamo, in questo caso, di rifiuti sanitari. Sappiamo che i costi di smaltimento dei rifiuti sanitari sono elevatissimi (si parla di 1.500 euro per tonnellata) e che questi costi possono essere ridotti con due azioni fondamentali: da una parte, bisogna procedere a una separazione dei rifiuti sanitari potenzialmente infetti da quelli che non lo sono, e qui bisogna fare un'azione forte a livello ospedaliero. Quest'azione è stata fatta e io ho avuto modo di seguire una relazione del Consorzio Priula, in particolar modo della società in house Contarina, che aveva raggiunto risultati veramente eccellenti nella raccolta differenziata a livello ospedaliero.
L'altra azione importante che si può fare è la sterilizzazione dei rifiuti ospedalieri. Sappiamo che sono in corso progetti, però la sterilizzazione consentirebbe di trattare questi rifiuti sanitari come, diciamo, un combustibile da rifiuto, per poi essere incenerito, perché i rifiuti sanitari vanno comunque inceneriti; questo prevede la normativa attualmente.
Detto questo, bisogna - anche in questo caso - darsi un cronoprogramma e delle scadenze certe, cioè prevedere interventi di tipo economico, al fine di comprendere entro quando possiamo arrivare ad azioni concrete che possano consentire alle nostre Aziende ospedaliere o alle nostre ASL, che gestiscono gli ospedali, di ridurre la gestione dei costi di questi materiali, ma anche ridurre l'impatto sull'ambiente, procedendo a una raccolta differenziata a monte, che consenta di separare bene quei materiali.



PRESIDENTE

Grazie, collega Andrissi.
La parola al Consigliere Segretario Bertola, che interviene in qualità di Consigliere.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
I rifiuti sanitari sono sicuramente un comparto interessante, su cui c'è un margine di miglioramento grandissimo, un miglioramento nell'efficienza della gestione che può portare, oltre a delle condotte più sostenibili anche a un grande risparmio: i rifiuti sanitari ci costano veramente tanto.
Basta chiederlo a qualsiasi operatore della sanità: sicuramente, ci sono piccoli comportamenti e procedure che andrebbero seguite, che potrebbero essere seguite in modo molto semplice e che, se non altro, contribuirebbero a togliere già buona parte dei rifiuti che potrebbero essere differenziati rifiuti che non sono problematici e sono assimilabili ai rifiuti urbani che possono essere trattati in modo decisamente diverso, quindi diminuendo già così la quantità dei rifiuti sanitari.
Per quanto riguarda gli altri, oggi abbiamo delle norme, dei vincoli normativi molto forti, però si può arrivare a smaltirli sostenendo un costo pari a quello di tutti gli altri rifiuti, quindi non un costo speciale, un costo molto più alto: a parità di materiale smaltito, incenerire per incenerire, lo faremmo a un costo sicuramente molto inferiore.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bertola.
La parola al Consigliere Bono.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Come hanno già detto i colleghi, è un tema che riguarda direttamente anche l'ambito sanitario e non solo l'ambito dell'Assessorato all'ambiente quindi una corretta informazione sulla corretta separazione dei rifiuti all'intero dell'ospedale è una conditio sine qua non, una condizione fondamentale, nel senso che, purtroppo, molto spesso, non si presta la necessaria attenzione - questo lo possiamo dire - un po' per fretta, un po' per incuria, un po' per diverse motivazioni.
Un conto è il piccolo contenitore dei taglienti, che difficilmente viene utilizzato per inserire materiali più ingombranti, ma i bidoni di rifiuti sanitari (quelli gialli, per intenderci, da non confondersi con Cartesio) a volte ricevono di tutto un po': la carta, magari la carta dei lettini su cui vengono fatte le visite o altri materiali che potrebbero essere facilmente recuperati e riciclati.
Bisognerebbe che l'Assessorato all'Ambiente, insieme all'Assessorato alla Sanità, facesse un'adeguata campagna informativa e di valutazione dei risultati ottenuti, magari con una premialità dei risultati migliori raggiunti nelle varie strutture ospedaliere, quindi senza punizioni o valutazioni negative, ma con premialità, che è lo strumento che di solito funziona meglio, come ci hanno insegnato la medicina e la scienza, da Pavlov in avanti.
Potrebbe essere un tema molto importante da inserire con un'adeguata programmazione e con obiettivi da raggiungere.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bono.
Emendamento rubricato n. 6) presentato dai Consiglieri Andrissi, Bertola Bono, Campo, Frediani, Mighetti, Ottria, Valetti, Vignale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Andrissi per l'illustrazione.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
In questo caso, parliamo di materiali contenenti amianto.
Sappiamo che abbiamo approvato un Piano amianto; sappiamo che successivamente l'Assessore aveva individuato con una delibera 600 ex cave e sette miniere dismesse; dopodiché ci siamo un po' persi, crediamo che forse l'Assessore si sia spaventato della reazione dei territori.
In questo caso, con questo emendamento chiediamo l'attivazione di impianti sperimentali o, comunque, la valutazione di tecniche innovative. Per esempio, pensiamo alla possibilità di rimineralizzare il polverino di amianto utilizzando il calore.
Sappiamo che in altre nazioni europee questa tecnica è già stata utilizzata; sappiamo tutti che l'amianto, di per sé, è un silicato.



PRESIDENTE

Scusate, colleghi, un po' di silenzio.



ANDRISSI Gianpaolo

Quindi è possibile fonderlo e farlo diventare un altro minerale cristallizzandolo sotto altra forma minerale perché, cambiando la pressione, cambia anche il tipo di minerale.
Produrre, quindi, minerali che siano completamente inerti e che non abbiano un impatto sulla salute.
Sono strade percorribili. Anche il landfill mining sulle discariche esistenti e il monitoraggio degli impianti sono operazioni che si possono prevedere, però, per farle, va indicata una scala di priorità di intervento ed un cronoprogramma che ci piacerebbe avere dall'Assessore.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Andrissi.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Valetti; ne ha facoltà.



VALETTI Federico

Grazie.
In questo emendamento, il n. 6), il problema rifiuti speciali interseca il problema ambientale molto grave che abbiamo vissuto anche noi in Piemonte riguardante tutti i rifiuti contenenti amianto ancora presenti su numerose zone industriali, ex industriali e, purtroppo, su numerose coperture di edifici pubblici e privati e, talvolta, anche all'interno delle case.
Si pone, quindi, un problema anche di costi grandi enormi per lo smaltimento. Questi stessi costi rappresentano un problema ambientale perché spesso impediscono il corretto trattamento dei rifiuti contenenti amianto, che vengono smaltiti in modo non sicuro, con procedimenti magari molto raffazzonati per contenere i costi e gettati un po' dove capita.
È molto importante, quindi, studiare anche i modi che la tecnologia ci permette, a oggi, per stoccare o riconvertire questi oggetti in materiali che non abbiano alcun rischio per la salute umana e per l'ambientale.
L'amianto è un materiale dannoso solo in forma aeririforme, cioè quando si sfibra e viene respirato. Ci sono dei modi, quindi, per poterlo stoccare in modo adeguato e per poterlo riutilizzare in modo sicuro.
Il nostro obiettivo è di rendere economicamente sostenibile questi processi, anche per diminuire il costo dello smaltimento, perché se si pongono dei vincoli troppo alti, si pongono tutte le tutele del caso, ma poi nessuno le applicherà perché non conviene.
Quindi, non potendo monitorare cosa succede in ogni singolo cantiere e in ogni singola casa, alla fine la legge non si pone il risultato che sperava di ottenere, ossia una tutela della salute.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Segretario Bertola, che interviene in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Ora parliamo di rifiuti contenenti amianto.
Su questo punto creiamo una sovrapposizione rispetto a un altro Piano perché sulla questione amianto abbiamo già un Piano approvato, sul quale abbiamo lavorato in maniera costruttiva, vedendo anche l'approvazione di diversi nostri emendamenti, che ovviamente cercano di portare una risoluzione al problema dei manufatti contenenti amianto nella nostra regione, a partire dai due siti di interesse nazionale, quello di Casale Monferrato e l'ex amiantifera di Balangero e Corio, per poi allargarsi a tutta una situazione di manufatti contenenti amianto presenti in tutta la regione, poiché si stima una quantità di coperture in amianto tra i 50 e i 70 milioni di metri quadrati in Piemonte.
Come già detto quando parlavamo di Piano amianto, anche sullo smaltimento dell'amianto si dovrebbe cogliere l'opportunità di sperimentare metodi alternativi per il trattamento e definire bene i siti dove stoccarlo. Si parlava delle miniere e delle cave, ma, da questo punto di vista, il Piano e il Piano rifiuti speciali hanno delle parti che andrebbero migliorate.
Parimenti ad altri, questo emendamento va a fissare al 2020 le azioni specifiche.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Bertola.
La Conferenza dei Capigruppo è convocata in sala A.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 12.30)



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