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Dettaglio seduta n.288 del 09/01/18 - Legislatura n. X - Sedute dal 25 maggio 2014 al 25 maggio 2019

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAUS



(La seduta ha inizio alle ore 10.02)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Invito i colleghi a prendere posto.
Ricordo che, trattandosi di Consiglio straordinario, ai sensi dell'articolo 50 del Regolamento interno del Consiglio regionale, non c'è necessità del numero legale.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo Cerutti, Ferrari, Gallo, Gariglio, Pentenero e Reschigna.
Non è presente l'Assessore Saitta.


Argomento: Trasporti su ferro

"Trasporto pubblico locale su ferro: manutenzione ordinaria e straordinaria della rete" presentata dai Consiglieri Valetti, Andrissi, Benvenuto Bertola, Bono, Campo, Frediani, Mighetti, Pichetto Fratin, Ruffino, Sozzani e Vignale


(Atti d'indirizzo collegati: ordine del giorno n. 1031; ordine del giorno n. 1300)



PRESIDENTE

Iniziamo il Consiglio straordinario, ai sensi dell'articolo 50 del Regolamento interno del Consiglio regionale, con l'esame del punto 2) all'o.d.g. inerente a "Trasporto pubblico locale su ferro: manutenzione ordinaria e straordinaria della rete".
La parola al Consigliere Valetti per l'illustrazione.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
È un tema assai importante, che ha visto coinvolte decine di migliaia di pendolari piemontesi che subiscono, ogni anno, disagi dovuti a una circolazione non ottimale del servizio ferroviario regionale.
Il problema è stato particolarmente sentito nell'ultimo inverno a causa delle annunciate condizioni meteo (abbiamo avuto anche il gelicidio), che hanno causato due blocchi molto importanti della circolazione ferroviaria sul nodo di Torino. Quindi, abbiamo visto una paralisi della circolazione ferroviaria nelle stazioni di Torino o perimetrali.
Questo è maggiormente importante, perché Torino è un grande nodo dell'infrastruttura ferroviaria piemontese, ma anche del Nord Italia. Se si paralizzano più volte dei nodi così importanti e questo succede spesso, in modo sistematico, con la brutta e con la buona stagione, noi ci chiediamo se si tratti solo di piccoli problemi temporanei o se ci sia un problema più generale sullo stato di manutenzione della rete ferroviaria, sugli investimenti che vengono fatti per il suo funzionamento. Questo, anche relativamente ai numerosi nuovi servizi che sono stati inseriti, perché si è puntato molto (stando alle dichiarazioni) sulle ferrovie, sul trasporto su ferro anche per motivi ambientali, per motivi di congestionamento cittadino, per motivi che ci vengono chiesti anche da organi superiori come l'Unione Europea, che ci chiede di aumentare il trasporto di passeggeri e di merci sulla rete ferroviaria (giustamente, diciamo noi).
Pertanto, per non avere trattazioni sporadiche, presentando una mozione o un ordine del giorno, chiediamo al Consiglio di approfondire questa tematica e speriamo che anche la Giunta abbia degli elementi provenienti dalle società che si occupano di questo tipo di gestione, per chiarire dove sono i problemi e provare a risolverli insieme, perché non tutte le competenze riguardanti la rete ferroviaria regionale sono della Regione: alcune sono del Governo centrale. Questo, per dovere di cronaca, dobbiamo ricordarlo, perché la Regione Piemonte gestisce il servizio di trasporto passeggeri, mentre la rete ferroviaria regionale non è gestita direttamente da una compagnia statale che è alle dipendenze del Ministero.
Pertanto, in questa partita ci sono più interlocutori: spesso è difficile parlarsi e rendere partecipi il Consiglio regionale e i cittadini di quali sono i meccanismi che sottintendono a questo sistema molto complesso, che è la rete ferroviaria regionale.
Il Consiglio odierno, dunque, è un momento di approfondimento sul funzionamento di questi meccanismi (chi gestisce cosa), per poi arrivare pian piano alle responsabilità, non per fare un'operazione di propaganda politica o per tagliare delle teste, ma per capire dove poter migliorare questo sistema, che francamente non funziona e comunque non è all'altezza di una regione come il Piemonte, che vuole essere una regione altamente industrializzata, sviluppata, che guarda anche al Nord Europa come obiettivo di standard di trasporto pubblico, mentre ci si trova, ogni anno con problemi che sono poco da paese sviluppato e industrializzato.
Se vogliamo puntare sulle ferrovie, se diciamo questo, se il Governo dice questo e tutte le forze politiche sono d'accordo su questo, allora bisogna darsi degli strumenti.
Vogliamo capire se, anche a livello di priorità di investimento nazionale probabilmente non si sia trascurato un po' questo aspetto, perché quando dei banali (dico banali) problemi di gelo o gelicidio invernale paralizzano più volte un intero nodo ferroviario come quello torinese, viene da pensare che ci sia qualcosa in più dei casi sporadici: c'è una difficoltà delle società nazionali a garantire un servizio.
Probabilmente la politica non ha dato abbastanza né dal punto di vista dei messaggi né dal punto di vista delle risorse per creare quel sistema efficiente che noi tutti speriamo di poter vedere. Quindi questo momento serve ad approfondire tali aspetti e ad avere eventuali riscontri.
Chiederemo all'Assessore Balocco se vi sono state interlocuzioni un po' più approfondite anche con Rete Ferroviaria rispetto a quanto era avvenuto con un'interrogazione, sempre a mia prima firma, che chiedeva da cosa fossero causati questi problemi. Ci aspettiamo un'analisi, un approfondimento un pochino più integrale che non sia una semplice risposta sui motivi che hanno provocato dei casi puntuali, perché una serie di casi puntuali poi fanno un disegno un po' diverso, che noi vogliamo approfondire in Aula.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il collega Mighetti; ne ha facoltà.



MIGHETTI Paolo

Grazie, Presidente.
Riprendendo le parole del collega Valetti, abbiamo veramente una situazione a dir poco sconcertante, una situazione che ci colpisce anche direttamente poiché noi stessi Consiglieri siamo anche pendolari e viviamo i disagi dei problemi sulla rete ferroviaria tutti i giorni e tutti i giorni veniamo comunque interpellati dai nostri altri colleghi (i nostri colleghi pendolari), che ci dicono: "Voi siete Consiglieri regionali. Non potete fare qualcosa?". Ecco, questo è un po' il succo e la sintesi di quanto portiamo qui oggi: una situazione in cui siamo completamente disarmati nei confronti di una condizione di disagio a livello dei trasporti che colpisce noi stessi e colpisce i cittadini piemontesi.
Vi racconto solo un episodio esemplificativo della situazione. Ieri sera volevo tornare a casa con il treno e a Nizza Monferrato, dopo un'ora e mezzo che attendevo invano in stazione, ho dovuto chiamare un mio familiare per venire a prendermi. Io abito in un paese vicino ad Acqui Terme e il viaggio tra Nizza e Acqui Terme non è proprio un viaggio brevissimo. La cosa sconcertante è che non c'erano neanche notizie sulla quantità di ritardo che si stava accumulando, c'erano solo delle vaghe interpretazioni del controllore. La cosa ancora più agghiacciante è questa: il guasto di ieri sera era dovuto a un treno che si era rotto nei pressi di una stazione dove c'è il binario unico, per cui il convoglio in mezzo fermava tutta la linea.
Io viaggio sui treni dal 1993 e allora, quando un treno si fermava, c'era un locomotore di quelli a gasolio, vecchi, un po' datati, che partiva da una delle stazioni principali, si recava sul luogo del guasto, recuperava il treno e lo portava quantomeno in un posto dove si potesse incrociare con un altro treno. Facendo quest'operazione basilare, ieri sera la linea Asti Acqui sarebbe potuta tornare in funzione penso nel giro di mezz'ora o tre quarti d'ora, anche perché il guasto si era verificato a circa 15 minuti di distanza dalla stazione di Acqui Terme, che è la stazione principale.
Di conseguenza, mi domando se effettivamente stiamo tornando indietro rispetto a un periodo già vissuto, e se negli anni Ottanta e Novanta cose di questo tipo erano plausibili, non lo sono più nel 2018. Ciò nonostante oggi i treni non viaggiano quando c'è il gelo, non viaggiano quando c'è la neve e obbligano i pendolari piemontesi a viaggiare con le proprie auto in periodi dell'anno che sono completamente sfavorevoli all'uso dell'automezzo, in giornate particolarmente pericolose per l'uso del veicolo privato.
Se avessi un po' di silenzio.



PRESIDENTE

Scusate, colleghi! Il collega Mighetti ha ragione: è necessario un po' di silenzio.



MIGHETTI Paolo

Anche perché stiamo parlando di problemi che colpiscono i cittadini piemontesi e che non vedono soluzione alcuna.
Parlando poi di stazioni, ovvero i punti di arrivo dei pendolari per usufruire del mezzo ferroviario, ci sono altre questioni aperte. Sappiamo che negli scorsi anni c'è stata una razionalizzazione e tutte le stazioni minori sono state, per così dire, ridimensionate; molte sono state chiuse molte addirittura sono state donate ai Comuni su cui insistevano gli stessi fabbricati. D'altro canto, negli ultimi tempi si è visto qualche lavoro nelle stazioni più grandi, qualche inserimento di servizi, qualche miglioramento delle indicazioni, della fruibilità ad esempio da parte dei portatori di handicap. Tuttavia, c'è ancora parecchio da fare su questo tema e l'accessibilità di tante stazioni principali è ancora molto limitata, specialmente per i portatori di handicap.
C'è da dire che, dal punto di vista della vivibilità, negli ultimi anni si è pensato di abolire le sale d'aspetto, quelle che una volta accoglievano i pendolari che aspettavano un treno in ritardo, e che consentivano quantomeno di mantenersi al caldo nei mesi invernali. Oggi le sale d'aspetto non ci sono più; all'interno degli androni delle stazioni ci sono dei set di sedute in metallo, che nei mesi invernali raggiungono temperature veramente ragguardevoli, in aree completamente non riscaldate o addirittura aperte.
I servizi igienici sono migliorati, peccato però che sono diventati a pagamento: se qualcuno ha una necessità alla stazione di Porta Nuova, deve pagare un euro per utilizzare i servizi igienici. Inoltre, tutte le aree commerciali presenti nella stazione di Torino Porta Nuova, ahimè, non hanno i servizi perché i servizi sono già in stazione. Quindi, una serie di innovazioni che, probabilmente, non danno nessun servizio in più, anzi qualche servizio in meno agli utenti.
Tornando al filo del discorso, effettivamente, ci sono una serie di disagi posti all'utenza che con il tempo sono diventati maggiori. Devo dire che appunto, la nostra posizione di Consiglieri regionali è alienante: abbiamo competenze in materia di trasporto, attraverso la Regione, ma non riusciamo a far valere i diritti dei cittadini piemontesi.
Quindi siamo qui a chiedere come ci si possa muovere, come si è mossa la Regione Piemonte nei confronti di RFI o nei confronti di Ferrovie dello Stato, per migliorare questo servizio, che negli ultimi tempi si è rivelato molto deficitario per i pendolari piemontesi. Per questo chiediamo alla Giunta regionale di darci notizie su quanto è stato fatto e delle risposte date da RFI rispetto a queste manchevolezze nel servizio erogato.



PRESIDENTE

Grazie, collega Mighetti.
La parola al Consigliere Campo.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Speriamo che non sia un monologo, ma che ci sia anche una partecipazione a uno dei temi fondamentali che riguarda i diritti dei nostri cittadini e la possibilità dei cittadini piemontese di condurre un'esistenza dignitosa legata al trasporto, alla possibilità di muoversi per le proprie esigenze siano esse personali, familiari o di lavoro.
Come il collega Mighetti, abitando in una città di provincia, sono un pendolare da quando ho cominciato l'università, quindi dal 1987; sono trent'anni che mi muovo in giro per la provincia di Cuneo e tra Cuneo e Torino, in quanto ho lavorato per lungo tempo in aziende torinesi. Devo dire che la situazione è drasticamente peggiorata. Se faccio il confronto con le esperienze degli anni Ottanta, quando c'era la linea Cuneo-Torino, e parliamo sia di servizi che di infrastrutture (il Consiglio è sulle manutenzioni, ma è collegato il tema sulle linee che, se non sono a posto si degradano e fanno scadere il servizio), il servizio oggi è pesantemente degradato.
Al di là delle riorganizzazioni "idiote" degli anni passati per risparmiare, che vedono un capoluogo di Provincia (unico in Piemonte), come Cuneo, che non ha un servizio cadenzato a orario, perché pare che la Provincia di Cuneo, per la precedente Giunta, finisse a Fossano e a Bra sulle quali è stato istituito il servizio ferroviario metropolitano quindi, per arrivare a Cuneo - ormai, in due casi su tre - bisogna cambiare treno e prendere il Fossano-Cuneo oppure il Fossano-Limone. Sottolineo inoltre che è finita nel nulla tutta la questione sul raddoppio della linea ferroviaria fino a Cuneo, e questo riguarda la parte infrastrutturale che se non essenziale o obbligatoria, favorirebbe in maniera significativa la possibilità di migliorare il servizio, in quanto (come purtroppo succede spesso, sia in estate che in inverno) se si rompe un treno nel tratto Centallo-Cuneo, il servizio si ferma, perché c'è un solo binario.
Allora, vorremmo sapere quando, visto che se ne parla da trent'anni, si deciderà di finire quel pezzo di opera infrastrutturale, perché la Provincia di Cuneo è la seconda del Piemonte per dimensioni e popolazione ma anche per numero di comuni. Era una Provincia che aveva una sua rete ferroviaria e ricordo che da Cuneo c'erano otto collegamenti. Oggi ce n'è uno, un po' "azzoppato", verso il capoluogo di Regione, e il Cuneo Ventimiglia-Nizza è stato a sua volta "ammazzato" sostanzialmente dall'incuria - anche qui parliamo di infrastrutture - perché lo Stato nel 2012, visto che la linea attraversa la Francia e c'era un accordo internazionale che prevedeva che le spese di manutenzione fossero a carico dello Stato italiano (ricordo che queste sono anche conseguenze belliche) ha deciso unilateralmente di non pagare più le manutenzioni.
L'allora Amministratore, Moretti, decise che tanto quello era un ramo secco e quindi si potevano comodamente tagliare le dieci corse giornaliere e ridurle a due, uccidendo, sostanzialmente, una linea che serviva per raggiungere la Liguria e il mare, ma che serviva anche come tratta internazionale con un grande valore paesaggistico, in quanto attraversa la Val Roja su infrastrutture storiche di grande valore architettonico e paesaggistico, e che aveva grandissime opportunità anche di sviluppo.
Tutto questo perché? Ricordo ancora che negli anni Settanta, quando venne riaperta dopo i danni della guerra e tutta la ricostruzione necessaria c'era anche il servizio navetta per il trasporto delle macchine tra la stazione di Limone e quella di Tenda.
Oggi, invece, che cos'è successo? Non solo non abbiamo più tutto questo, ma stiamo anche facendo dei lavori disastrosi, dal punto di vista di infrastruttura stradale, per cui il cosiddetto raddoppio del tunnel di Tenda, che diventerà un tunnel a due canne per collegare due strade a singola carreggiata, di cui una particolarmente angusta dal lato francese ha visto il sequestro del cantiere e poi, a cinque mesi dal dissequestro del cantiere, dopo essere già arrivato in ritardo di due anni, i lavori sono ancora fermi; per cui abbiamo un tunnel stradale a senso unico alternato con un semaforo e con una sosta di 20 o 40 minuti, quando non è chiuso per esigenze di lavori.
Si tratta, quindi, di una situazione catastrofica.
E parliamo anche della linea Cuneo-Mondovì, un'altra linea ferroviaria comodissima, perché permetteva di raggiungere Mondovì in 20 minuti. È stata ritenuta un ramo secco, e con la solita strategia del cambio orari il servizio non è più comodo. Adesso ci si mette, spesso nelle ore di punta più di un'ora in automobile, perché non c'è più il treno.
Anche lì, abbiamo un'infrastruttura "linea sospesa", che vuol dire che è tenuta in funzione, ma in obsolescenza rapida, per cui, se la si volesse riattivare, necessiterebbe di ulteriori lavori.
Ricordo che poco prima di chiudere quella linea era stato rifatto il ponte caduto a seguito di un'alluvione, di collegamento con Cuneo.
Questo è un altro pezzo.
Ci sono poi altre questioni, come la stazione di Cuneo.
La stazione di Cuneo è in una situazione vergognosa: si è ridata una mano di bianco quando è cambiata la Giunta regionale nel 2014, e c'era un Assessore cuneese ai trasporti, ma a distanza di tre anni e mezzo invito ad andare a vedere come le infiltrazioni d'acqua non sono state risolte, per cui abbiamo una stazione, che è monumentale, con dei muri che marciscono e piove sotto le pensiline (ma questo in tutte le stazioni).
Oggi ho preso il treno a Fossano, perché ormai per arrivare a ore decenti bisogna andare a Fossano, perché almeno lì passano i treni da Savona o ci sono gli SFM, quindi non si dipende più solo da un treno per Cuneo, e sotto la pensilina, con tutti i pendolari accatastati, pioveva, ma non pioggia a goccioline, veniva proprio giù il fiume nei punti dove passa l'acqua.
Anche lì, cosa vogliamo fare? Queste sono manutenzioni ordinarie e straordinarie neglette.
Parliamo della questione di quest'inverno: il gelicidio.
Vorremmo sapere - perché non è dato sapere e chiediamo se la Giunta ha delle informazioni in tal senso - la questione dei sistemi di disgelo degli scambi, perché sappiamo che c'è un sistema automatico che, all'abbassarsi delle temperature sul punto di congelamento, attiva delle resistenze che devono mantenere in efficienza gli scambi.
Nel caso non funzioni, questa cosa viene segnalata automaticamente alla stazione più vicina? C'è l'intervento manuale? Non ci pare, perché, come hanno già detto i miei colleghi, basta che vada sotto zero e si pianta qualcosa, con ritardi anche epici: l'ultima nevicata ha visto ritardi di un'ora e mezza o anche più.
Tutto questo, nel 1987 non succedeva; nell'87-'90 e '95 si faceva Cuneo Torino in un'ora e dieci e il treno faceva persino più fermate, perch fermava a Genola e alla stazione di Piovani.
Vorrei sapere dove stiamo andando: siamo nel 2017 e i treni d'inverno non viaggiano. Ma non è che non viaggiano solo d'inverno. Quest'estate faceva troppo caldo e i treni si piantavano lo stesso, a volte perché bruciavano gli sterpi a margine della massicciata.
Ma chi è che cura queste cose? Secondo voi non andrebbero ripulite le massicciate da cespugli secchi in estate, magari in un'estate che ha visto fin da giugno una carenza di precipitazioni e un rischio incendi significativo, che peraltro si è trascurato anche in montagna, con le conseguenze che abbiamo visto poi a ottobre? Vorrei sapere, da parte di RFI, della parte infrastrutturale, visto che con il contratto ponte si è sgravato Trenitalia delle multe relative ai malfunzionamenti infrastrutturali, se si è pensato di rivedere la convenzione con RFI.
Si è pensato a come fare in modo di verificare che le manutenzioni ordinarie e straordinarie, previste o meno da RFI, vengano effettivamente realizzate? Si è verificato che queste manutenzioni siano adeguate a garantire il livello di servizio? Altrimenti, signori, come al solito in Italia, non è mai colpa di nessuno: Trenitalia è in ritardo, ma è colpa di RFI; RFI dice "no, il materiale ferroviario di Trenitalia fa schifo".
Questo non sarebbe neanche sbagliato, perché fatevi un giro e vedrete.
Sarebbe bello ogni tanto fare un Consiglio regionale in un capoluogo di provincia leggermente decentrato; lo facciamo a Cuneo, venite tutti in treno per una settimana e così vi renderete conto che quando il treno arriva puntuale è un episodio straordinario! È vero che spesso si tratta di cinque o dieci minuti, per cui chi se ne frega! Ma "chi se ne frega" neanche tanto, perché - a volte lo si dice come battuta - come afferma Trenitalia, le coincidenze non esistono. Perché veramente non esistono più le coincidenze. I treni non aspettano: se io arrivo a Fossano col treno per Savona in ritardo di dieci minuti, il treno per Limone non mi aspetta! Mi riferisco a quello che mi porta a Centallo, dove talvolta parcheggio la macchina, quando non a Cuneo.
A Cuneo, peraltro, manca anche l'infrastruttura di parcheggio per supportare i pendolari. Io vado a Centallo perché lì c'è un bel parcheggio comodo vicino alla stazione, gratuito, e tutto sommato i treni sono gli stessi che passano da Cuneo. Oppure vado a Fossano, dove parcheggio l'auto in una viuzza a dieci minuti dalla stazione, ma almeno ho più servizi di treni.
Vorrei che si affrontasse la questione del trasporto su ferro in maniera un po' più sensata. Mi rendo conto che in questo Consiglio regionale la maggioranza è composta da torinesi, per cui, tutto sommato, si preoccupa più di GTT. Però vi dovreste anche capacitare del fatto che esistono altri capoluoghi di provincia che sono pessimamente serviti dal servizio pubblico su ferro.
Bisognerebbe poi convocare un altro Consiglio straordinario sul trasporto pubblico su gomma, perché il trasporto pubblico su ferro arriva solo in certi punti e, parlando di Provincia Granda, ci sono almeno altre sei città fra le cosiddette "sette sorelle" (ma anche tutti i centri minori) che sono sempre peggio servite dal punto di vista del trasporto su gomma.
Le domande che poniamo all'Assessore.



PRESIDENTE

Consigliere, le ricordo che ha dieci minuti a disposizione per l'intervento.



CAMPO Mauro

Mi scusi. Riassumo e concludo con la questione fondamentale.
Assessore, lei è di Fossano, per cui le problematiche relative alla Provincia di Cuneo le conosce. Conosce benissimo anche le tante proposte che abbiamo avanzato (non solo noi) a livello di infrastrutture.
Ci chiediamo quale controllo, quali dati e quali informazioni disponga l'Assessorato per poter gestire in maniera corretta il rapporto con RFI.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Ovviamente, i colleghi che mi hanno preceduto hanno illustrato le problematiche relative alle loro zone e al loro territorio, per cui io far altrettanto.
Ogni collega ha dichiarato da quanto tempo è pendolare: ebbene, io sono pendolare dal lontano 1987, da quando ho iniziato a viaggiare per raggiungere la scuola di Susa. Nel corso degli anni ho visto com'è peggiorata la linea e com'è peggiorato, principalmente, il servizio per gli studenti; studenti che hanno visto la soppressione del servizio di navetta su treno nella tratta tra Bussoleno a Susa, sostituita da un servizio di pullman (già si paventava questa ipotesi quando andavo a scuola io) studenti che hanno visto l'eliminazione degli sconti - e quindi dell'abbonamento ferroviario ridotto per studenti - che è un problema che non ha attinenza col discorso della manutenzione, però è una questione che riportiamo puntualmente all'attenzione dell'Assessore perché ci risulta a tutt'oggi non ancora risolto. Mi riferisco al fatto che ci siano studenti diretti verso l'Alta Valle (non parliamo nello specifico di Susa), per lo più verso le scuole di Oulx, che non hanno diritto alle riduzioni sull'abbonamento per i trasporti. È un problema che stiamo sottoponendo all'attenzione dell'Assessorato praticamente dai primi mesi di insediamento e che, a tutt'oggi, purtroppo, non è ancora riuscito a trovare soluzione per cui ci sono famiglie che stanno ancora aspettando che questo avvenga.
Veniamo alla tratta che va da Torino a Modane: posso dire "Modane" anche se, in realtà, il servizio che collega Bardonecchia a Modane si svolge attualmente in modo saltuario e soltanto nel fine settimana. È un servizio che ha prevalentemente finalità turistica e non tanto di agevolazione dei trasporti per i pendolari. Un tempo la tratta era Torino-Modane, adesso è Torino-Bardonecchia e, per l'appunto, solo saltuariamente arriva fino a Modane, con delle problematiche che, come si vede in questi giorni, sono legate soprattutto alle condizioni meteo.
Si sono fatti degli investimenti notevoli per cercare di adeguare il tunnel del Frejus; investimenti che, a oggi, secondo alcune dichiarazioni che leggiamo periodicamente sui quotidiani, non sono stati pienamente sfruttati, tant'è che, come tutti sappiamo, si vorrebbe realizzare questo nuovo tunnel - il tunnel di base - che dovrebbe costituire un nuovo collegamento verso la Francia. A proposito di quest'opera, di cui non possiamo ovviamente non parlare a proposito del.
Vedo che il collega Appiano sorride, del resto lo vediamo sempre sorridere quando parliamo di TAV. In realtà, oggi vorrei evidenziare l'influenza che ha quest'opera sul trasporto pubblico locale.
La popolazione valsusina privilegia lo spostamento in treno, tant'è che il traffico passeggeri è piuttosto elevato: abbiamo treni a cadenza di mezz'ora nella tratta tra Torino-Avigliana, dopodiché c'è una zona un po' di "ombra" nella tratta tra Avigliana e Bussoleno, dove la frequenza è soltanto di un'ora (tranne un treno che nella fascia pomeridiana si ferma ancora in tutte le stazioni). Parliamo, quindi, di un servizio che, nel corso degli anni, è stato potenziato in alcune fasce orarie e per alcune aree, ma che potrebbe sicuramente essere migliorato, per offrire maggior efficienza anche alle persone che arrivano da più lontano, in particolare dall'Alta Valle e dalla zona di Susa, che, per l'appunto, in alcune fasce orarie non può usufruire del trasporto su ferro e deve utilizzare dei pullman sostitutivi.
Abbiamo visto che nel nuovo progetto della parte nazionale della TAV si prevede l'utilizzo della linea storica fino ad Avigliana-Buttigliera.
Inoltre, in quel punto, sempre secondo il progetto, i treni dovrebbero immettersi in una galleria; quindi, una galleria che andrà a perforare la collina morenica e sbucherà a Orbassano per poi ricollegarsi a SITO sfruttando il fascio di binari per dirottare i treni merci sulla direttrice Lingotto-Alessandria-Tortona, che è in aggiornamento di sagoma. I treni veloci, invece, verranno immessi prima nel passante e poi sotto Corso Marche per connettersi poi con la Torino-Milano. In questo nuovo progetto in cui, ripeto, ci sarà una nuova galleria che sbucherà dalle parti di Rivalta e andrà verso Orbassano, si prevedono degli interventi soltanto su alcune tratte della linea storica.
Non c'è ancora chiarezza sul modo in cui verranno realizzati i lavori e non si sa ancora - o almeno sono informazioni che a oggi noi non abbiamo, ma magari l'Assessore le possiede già e potrà raccontarci qualcosa di più come verranno organizzati questi cantieri. Questa cosa ci preoccupa un po' innanzitutto perché questo procedere soltanto su alcune parti di linea e non sull'intera linea ci sembra un intervento unicamente finalizzato e propedeutico alla realizzazione della linea Alta Velocità, mentre noi riteniamo che i pendolari provenienti dalla Valle di Susa abbiano tutto il diritto di avere un occhio di attenzione proprio su quella che è la loro quotidianità, ovvero lo spostamento dalle loro abitazioni al luogo di lavoro o di studio. Per questo vorremmo capire se si intenda o meno intervenire sull'intera linea, per consentire un miglioramento del servizio o se si procederà soltanto in alcune zone e in che modo, proprio perché si ha sempre e soltanto in mente il fatto di ammodernare la linea per renderla utilizzabile all'interno del progetto tarato.
Noi - per "noi" intendo ovviamente le persone che non sono mai state favorevoli a quest'opera - abbiamo sempre sostenuto l'esigenza, la necessità e anche l'opportunità ed il vantaggio per tutti i cittadini di utilizzare la via storica, andando a intervenire su quella ed evitando di spendere soldi per una linea nuova. Per questo motivo, riteniamo che sarebbe ora di fare il punto per capire bene quali siano gli interventi previsti sulla linea e se si abbia idea di come gestire i cantieri soprattutto per evitare che, nella fase di allestimento dei cantieri ed esecuzione dei lavori, ci siano degli ulteriori disagi per i pendolari cosa che potrebbe spostare sulla strada il traffico pendolare che oggi predilige il ferro.
Infatti, è chiaro che, nel momento in cui il servizio utilizzato tutti i giorni peggiora perché sono presenti dei cantieri lungo la linea - cantieri che, tra l'altro, non porteranno beneficio ai pendolari, ma sono visti dall'interno di un contesto di una grande opera inutile - andiamo a fare un danno alla collettività, perché spingiamo dei cittadini che hanno finora fatto una scelta sostenibile a farne una assolutamente meno sostenibile cioè ricorrere all'auto privata, andando, di conseguenza, a incidere anche sul traffico delle autostrade e della tangenziale di Torino, che già sappiamo essere piuttosto carica.
Un altro aspetto su cui vorremmo porre l'attenzione dell'Assessore e su cui vorremmo qualche informazione in più è relativo alla nuova fermata FM3 di Ferriera. Sappiamo che questa fermata si trova a un livello di progettazione abbastanza definito; non sappiamo fino a che punto, perch abbiamo visto qualche comunicazione da parte dell'Amministrazione comunale di Buttigliera, ma nulla di più preciso. Quindi, vorremmo capire in che modo si pensa di risolvere (e di chi sarà la competenza di tale risoluzione) l'impatto che questa nuova fermata avrà sulla viabilità circostante, in particolare sulla zona di Avigliana. Sappiamo che ci sono dei problemi, soprattutto intorno alla rotonda di ingresso al Comune di Avigliana, che sicuramente verranno acuiti dall'aumento del traffico di persone che potrebbero dirigersi verso il parcheggio che si è previsto di realizzare insieme alla fermata di Ferriera.
Ci sono tanti aspetti che ci interessano. È vero che ogni volta che si parla di Val di Susa, ogni volta che si parla di collegamento Torino-Modane viene subito da pensare alla linea TAV e sono io la prima a farlo, ma questo proprio perché vorremmo, per una volta, riportare l'attenzione sul fatto che in Val di Susa ci sono dei cittadini che utilizzano il treno come precisa scelta sostenibile, cittadini che sono quindi già abituati a utilizzare questo mezzo, ma sarebbe un gran peccato perdere questo bacino di utilizzatori del servizio soltanto perché si fanno degli interventi "casuali" sulla linea finalizzati a una grande opera, di cui potremmo tranquillamente fare a meno.


Argomento: Giunta, organizzazione e funzioni

Richiesta, da parte del Consigliere Pichetto Fratin, di comunicazioni della Giunta regionale relativamente a indagini giudiziarie riguardanti l'Assessora Parigi


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Pichetto Fratin; ne ha facoltà.



PICHETTO FRATIN Gilberto

Grazie, Presidente.
Intervengo sull'ordine dei lavori solo per una richiesta, anche a seguito delle.



PRESIDENTE

Chiedo scusa un momento. Prego.



PICHETTO FRATIN Gilberto

A seguito delle notizie che gli organi di stampa ieri hanno comunicato relativamente a un'indagine che coinvolge l'Assessore Parigi, chiedo se c'è la disponibilità, da parte del Presidente, di comunicare se ci sono state azioni da parte del Presidente stesso che ha concesso la delega all'Assessore Parigi, poiché le indagini riguardano atti specifici della Regione.
Personalmente ho chiesto un passo indietro e non perché sono tra coloro che chiedono le immediate dimissioni, ancorché sia stato tradotto in una dimissione, ma credo che la questione sia stata trattata dal Presidente della Giunta e che il Consiglio possa avere informazioni.



PRESIDENTE

Oggi il Consiglio è convocato in seduta straordinaria, quindi non ci possono essere comunicazioni in merito. Affronteremo la questione oggi nella Conferenza dei Capigruppo. Nel contempo, parlo con la Giunta e vediamo quando eventualmente fare le comunicazioni.
Ricordo che la Conferenza dei Capigruppo è convocata alle ore 13. Se la seduta di Consiglio termina prima, la anticiperemo.


Argomento: Trasporti su ferro

"Trasporto pubblico locale su ferro: manutenzione ordinaria e straordinaria della rete" presentata dai Consiglieri Valetti, Andrissi, Benvenuto Bertola, Bono, Campo, Frediani, Mighetti, Pichetto Fratin, Ruffino, Sozzani e Vignale


(Atti d'indirizzo collegati: ordine del giorno n. 1031; ordine del giorno n. 1300)



PRESIDENTE

Torniamo al dibattito relativo alla sessione straordinaria del Consiglio odierno.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ferrentino; ne ha facoltà.



FERRENTINO Antonio

Grazie, Presidente.
Il tema di oggi sul trasporto pubblico locale, sicuramente, è un tema che interessa molto tutti i territori. Una buona residenzialità è determinata anche da una facilità di utilizzo di accesso al trasporto pubblico locale.
Qualsiasi discussione in merito è quanto mai opportuna. Aspettiamo che l'Assessore illustri anche le considerazioni rispetto alle richieste avanzate.
Intervengo, in particolare, per quanto attiene un'area molto utilizzata dal trasporto pubblico locale, quale la Torino-Lione e la Torino-Bardonecchia Modane, su cui devo ringraziare l'Assessorato per aver condiviso la necessità di restituire a questo collegamento internazionale un servizio regionale molto importante (ho avuto modo di utilizzarlo proprio ieri).
Ripristinare un collegamento che, prima dei lavori di adeguamento della galleria anni fa era assolutamente normale, è stato particolarmente utile e importante. Si è cominciato soltanto con un giorno alla settimana, adesso sono due a fine settimana, ma nel triennale dell'Assessorato c'è l'impegno all'estensione giornaliera di questo servizio. Non posso che ringraziare l'Assessore per la sensibilità su questo tema.
Una linea, tra l'altro, che sarà oggetto nei prossimi anni di investimenti e di interventi significativi perché, ovviamente, su quest'area si concentrano interessi molto importanti come la realizzazione - ormai non si parla più di progetto, ma di realizzazione - della tratta internazionale della Torino-Lione. Un'opera che sta portando una serie di elementi di positività sul territorio.
L'attestamento del servizio ferroviario a Buttigliera - tra l'altro, con una modifica che è stata conseguenza di un atto di rinuncia di un'altra Amministrazione comunale - non può che portare nell'area di Ferriera un vantaggio considerevole, tant'è vero che l'Amministrazione comunale l'ha fortemente sottolineato, addirittura predisponendo un numero unico di informazione ai cittadini su tutti i vantaggi di questo attestamento del servizio metropolitano. Un servizio che renderà quell'area, dal punto di vista residenziale, anche molto appetibile, e che migliorerà sicuramente la residenzialità per quei cittadini, un po' per tutta la bassa Valle di Susa la Valmessa e la Valle Sangone, che useranno quel sito come un luogo di apprestamento del servizio metropolitano.
Penso, per quanto riguarda le problematicità che potrebbero derivare dalla estensione del cantiere della Torino-Lione - oggi circoscritto soltanto a Chiomonte - che potrebbe essere utile - e lo farò volentieri - chiedere alla Presidenza della II Commissione di calendarizzare un incontro con il Presidente dell'Osservatorio, l'architetto Foietta, oltre all'Assessore, in modo che, anche nella sua qualità di Presidente in carica della CIG, possa informare la II Commissione, quindi il Consiglio regionale, sugli aspetti legati alle progettualità di questo cantiere.
La linea storica, per documentazione di Rete Ferroviaria Italiana ovviamente nota a tutti, ha una potenzialità su quella tratta di 221 tracce al giorno. Poiché attualmente le tracce che utilizzano quella linea non superano le 75 unità giornaliere, nel corso degli ultimi vent'anni almeno tutte le varie Amministrazioni comunali della Val di Susa e anche sovracomunali hanno prodotto decine di documenti, chiedendo che quella tratta fosse utilizzata per il collegamento ferroviario ad Alta Velocità e Alta Capacità Torino-Lione, senza realizzare alcun'altra infrastruttura.
Questa richiesta, che era unanime da parte del territorio, è stata condivisa, quindi ritengo sia stata una scelta importante, nel senso che in un intervento realizzato per fasi, si verifica prima la necessità di realizzare una nuova linea e, quando questa non dovesse avere le caratteristiche per ospitare i treni ad Alta Capacità e ad Alta Velocità si possono tranquillamente utilizzare sull'attuale linea, che ha dei margini enormi di utilizzo.
Per questo motivo, considero importante calendarizzare un incontro in Commissione, dove mi farò premura di fare una richiesta alla Presidenza in modo da mettere al corrente tutti noi sugli aspetti legati a questa fase di cantiere, e quindi l'interferenza eventuale con il collegamento regionale Torino-Modane, sia su quelli che potrebbero essere gli aspetti futuri legati alla tratta internazionale e nazionale, che vede nel nodo di interscambio di Buttigliera un elemento fortemente importante per tutto il sistema di collegamento della Val Sangone, dalla Val Messa e dell'alta e bassa Val di Susa.
Pertanto, data l'importanza dell'argomento, considero utile un approfondimento in II Commissione.



PRESIDENTE

La parola alla Vicepresidente Ruffino, che interviene in qualità di Consigliera.



RUFFINO Daniela

Grazie, Presidente. Un saluto all'Aula e un augurio di buon anno, perch questa è la prima volta in cui ci ritroviamo tutti riuniti.
Devo dire che, volendo partire positivamente, se dovessimo attenerci ai buoni propositi della Giunta regionale, il 2018 dovrebbe essere un buon anno per le ferrovie del Piemonte. Perché? Perché ci sono innovativi interventi tecnologici e infrastrutturali, proprio per potenziare il trasporto merci su ferro e per l'intermodalità in Piemonte, Lombardia e Liguria. Infatti, ci sono interventi legati al Protocollo d'Intesa firmato di recente tra Regione e Rete Ferroviaria Italiana.
Noi, Consiglieri di opposizione, ci auguriamo sicuramente che tale accordo dia buoni frutti e che non resti soltanto sulla carta, come troppo spesso avviene dopo annunci importanti che poi rimangono tali. Perché? Perch riteniamo che le infrastrutture di trasporto rappresentino l'asse portante per una Regione competitiva, perché per noi significano lavoro, turismo e ovviamente anche logistica.
Mi permetto di accreditare i Governi regionali guidati dal centrodestra in Piemonte negli anni Novanta, quali artefici di azioni concrete per la realizzazione delle grandi infrastrutture, dei trasporti e delle vie di comunicazione, per consentire alla nostra Regione l'opportunità di non essere tagliata fuori dalle grandi direttrici internazionali.
Penso che, grazie alle politiche di allora, il collegamento ferroviario TAV Torino-Lione, senza scordare naturalmente la linea di Alta Velocità Torino Milano, che ha rivoluzionato i rapporti tra le due città, stia diventando realtà. E questo, per quanto riguarda le grandi opere.
Ma analoga importanza, anzi forse anche superiore, va riconosciuta alla rete ferroviaria regionale, perché è quella che rappresenta la quotidianità, la storia, la vita dei pendolari e il percorso delle merci su scala territoriale.
Il tema dell'efficienza è importantissimo e così, accanto alle strategie di cui ho parlato, anche la dimensione umana del trasporto ferroviario di merci e persone necessita di attenzione grande da parte delle Istituzioni.
Ogni mattina, sono decine di migliaia i lavoratori che si trasformano in pendolari e sono, purtroppo, alle prese con una miriade di piccole e grandi questioni: le carrozze sporche e obsolete, diversi convogli sono sovraffollati, i treni Far West, in particolare sulla Torino-Milano, dove le aggressioni ai controllori sono purtroppo numerose. Poi, gli aumenti delle tariffe, i guasti tecnici e i ritardi.
Durante lo scorso novembre, i treni regionali che percorrono l'importantissima tratta Torino-Milano viaggiavano con alcune carrozze chiuse, solitamente tre su 11. Sono tante, hanno creato dei disagi inaccettabili, soprattutto ai pendolari che sono spesso costretti a viaggiare in piedi lungo tutta la tratta.
È evidente, Assessore, che questa situazione deve essere monitorata costantemente per garantire un servizio pienamente efficiente lungo una tratta molto importante. Oggi, ad esempio, non ci sono chiare le motivazioni di un simile disagio e anche eventualmente le risposte che le sono state date da Trenitalia, che - immagino - abbia interpellato.
C'è, poi, ancora un tema, quello di questi giorni: la neve.
La neve, purtroppo, è ancora un problema per la nostra rete ferroviaria.
Molti treni sono stati soppressi; quattro treni sono stati cancellati sulla linea Ivrea-Aosta, tre in direzione di Ivrea e uno in direzione di Aosta.
Sulla tratta Torino-Bardonecchia, a causa dell'accumulo della neve sui binari, sei treni regionali hanno fatto capolinea a Bussoleno e sono stati sostituiti da bus tra Bardonecchia e Bussoleno, e purtroppo drammaticamente il gelicidio, ovvero la pioggia che gela i cavi elettrici e i binari rappresenta ancora un'amara realtà che, in qualche modo, deve essere affrontata, ma debbo dire anche assolutamente risolta.
Da circa otto anni, i treni di collegamento fra Alba e Alessandria via Nizza Monferrato e quelli per Asti sono soppressi. In primavera dovremmo avere un progetto preliminare sui lavori della galleria Ghersi di Neive, ma questo non è l'unico punto da affrontare. Esistono ancora chilometri di tratta senza linea elettrica - sono andata a vedere le varie realtà - e ovviamente questo comporterebbe problemi seri per tutti quei treni provenienti da Torino che dovessero cambiare locomotore per passare a uno diesel, ad esempio le linee Chivasso-Asti, Chivasso-Ivrea, Asti-Casale e molte altre (mi posso sbagliare sul chilometraggio, mi sono appuntata 552 di chilometri di rete non elettrificata e sembrerebbero davvero troppi).
Altro aspetto fondamentale da affrontare riguarda l'età media delle vetture in servizio nelle tratte regionali e interregionali. Le vetture circolanti in totale non sono tante, sono 200, meno della metà rispetto alla Lombardia che, è vero, ha una maggiore utenza, però il 36 per cento e anche qualcosa in più di queste vetture supera i 15 anni.
Un primo modo per potenziare il servizio, oltre ai soliti e sinceramente mal digeriti tentativi di razionalizzazione delle tratte già esistenti, è sicuramente quello di rinnovare il parco autovetture. Proprio per questo ricordo un altro episodio, sempre per andare nel concreto, uno tra i tanti vicinissimo, avenuto l'11 dicembre sul nodo di Torino, dove però in questo caso non è stata la neve a creare disagi, bensì un treno partito alle 8.16 da Torino Stura e diretto ad Asti che si è guastato prima della stazione Lingotto: ci è voluta un'ora per trascinare il convoglio all'interno della stazione. Ma che cosa è successo? Questo stop ha creato dei ritardi a catena sulla linea per Asti e sulle altre che attraversano il passante di Torino e purtroppo la situazione è tornata normale soltanto nel primo pomeriggio. È ovvio che le lamentele da parte dei pendolari sono tante anche perché chi deve andare al lavoro deve poi giustificare un ritardo.
Ricordo ancora - ma l'Assessore lo sa bene - che le vetture vecchie comportano costi manutentivi più alti e ovviamente anche rischi di guasti bloccanti maggiori, quindi conseguenze legate a cancellazione di corse e a ritardi a catena. Allora occorre certamente mettere in atto un forte impegno per accedere a risorse economiche che permettano via via un costante ricambio di vetture con l'obiettivo di ridurre i disagi.
Immaginiamo che il dialogo tra Regione e Ferrovie sia continuo probabilmente potrebbe anche essere maggiormente incisivo, quindi chiedo un impegno a tutto il Consiglio regionale, ma certamente di più e in maggior misura alla maggioranza, sulla questione della qualità del servizio, che ribadisco - troppo spesso si trasforma in disservizio, e nel dibattito di oggi, nei vari interventi sono stati identificati alcuni elementi importanti. Non ci dimentichiamo che nel campo dei trasporti c'è il tema della burocrazia, che è pesantissimo: ad esempio, i tempi lunghissimi per le merci rispetto alla lunghezza dei controlli doganali.
L'altro tema che mi preme sempre ricordare è il dialogo con i territori dove sono in fase di realizzazione le grandi opere, facendo emergere gli indiscutibili vantaggi e le ricadute positive per le comunità locali.
Allora, per essere competitiva a livello nazionale, la politica industriale del trasporto deve puntare sull'interconnessione delle vie di comunicazione dei porti e degli interporti (per la nostra regione, penso al Terzo Valico); tutto questo, partendo dalla valorizzazione delle linee regionali quelle quotidiane vissute dai cittadini, che rappresentano ovviamente il biglietto da visita della rete ferroviaria regionale.
Un inciso velocissimo, Assessore, sulle linee dismesse. Forse occorre fare una riconsiderazione per valutare i territori in cui queste tratte si trovano e soprattutto, nel caso si decidesse di mantenerle tali, ossia di mantenerle dismesse, capire come valorizzarle, poiché sono una parte importante della nostra storia: ad esempio, le riconversioni delle stazioni in strutture atte all'accoglienza, musei, ostelli, centri di attività, il valore storico dei ponti, dei viadotti e delle gallerie. Le linee dismesse sono qui, è un elenco lunghissimo e non lo ricordo a tutti, perché immagino lo abbiamo ben chiaro.
Concludendo il mio intervento, credo che occorra potenziare tutti gli assett, i porti, gli scali aeroportuali, l'integrazione con le reti ferroviarie europee, perché abbiamo bisogno di accrescere i volumi del traffico merci in transito nel nostro Paese. Sicuramente c'è una grande responsabilità - lo ribadisco - da parte della Regione di dimostrare quell'autorevolezza che ci permetta di fare un ulteriore salto.
Con alcuni colleghi presenti in Aula, ho partecipato ad alcune riunioni con i pendolari di treni e bus. Ho certamente compreso quanto sia importante riuscire a costruire una connessione tra loro. Questo aspetto lo riporto sul Pinerolese, una zona che ha bisogno di una grande attenzione da parte della Giunta che amministra la Regione Piemonte.
Inoltre, e concludo, Presidente, con 1.987 chilometri, per 165 mila passaggi giornalieri in media e 200 vetture a disposizione - ribadisco questo dato - forse occorre riuscire a costruire un progetto diverso.
Infine, io vivo a Giaveno e so che il bus che parte da Giaveno arriva a Torino dopo un'ora e un quarto; non si tratta di treni, ma di autobus con ritardi pazzeschi. Oggi, purtroppo, chi va a scuola e chi va al lavoro questi ritardi, per tantissimi motivi che credo siano noti a tutti, non se li può permettere.



PRESIDENTE

Grazie, collega Ruffino.
La parola alla Consigliera Conticelli.



CONTICELLI Nadia

Grazie, Presidente.
Parto dall'ultima suggestione, riprendendo la proposta di cui parlavamo con il collega Ferrentino, lanciata dalla collega Frediani, di un'audizione del Commissario di Governo in Commissione, sulla tratta ferroviaria Torino Lione, anche perché poco prima di Natale, il 22 dicembre, il CIPE ha varato il Progetto della tratta nazionale, quindi penso sia anche utile per noi avere un aggiornamento, perché, a proposito di nodi ferroviari - non per fare una gara con il collega cuneese, anzi, la sperimentazione sulla bigliettazione e sulle formule per gli studenti, di cui parlava anche la collega, è partita su Cuneo, ma su Torino non siamo riusciti - il tema del trasporto ferroviario è molto legato al nodo ferroviario metropolitano perché qui confluiscono i treni di cui si parlava, i treni dei pendolari ma anche i treni ad alta velocità; questo sarà uno degli argomenti critici e importanti nei prossimi anni.
Poiché siamo più interessati a individuare le soluzioni, anziché le responsabilità, credo che come Regione (Giunta e Consiglio regionale) dovremmo mirare a tenere insieme lo sviluppo del sistema di trasporto su ferro piemontese, per i prossimi anni, ma insieme alla quotidianità perché, mentre andiamo in appalto con la gara, che dovrebbe concludersi entro fine anno, per il nodo ferroviario metropolitano, quindi anche l'SFM che oggi soffre (tra l'altro, segnalo all'Assessore, ma lo saprà, che stamattina sono state di nuovo cancellate delle tratte sull'SFM1, sulla Canavesana) i ritardi e, diciamo così, la cancellazione quotidiana di alcune corse è ormai insostenibile per i pendolari.
Dicevo che, mentre questo problema sarà affrontato con il sistema della gara, che dovrebbe dare uniformità all'appalto e quindi alla gestione del sistema SFM, che oggi è un po' spezzettato tra ferrovie e GTT, in realtà bisogna anche affrontare la quotidianità vissuta dagli utenti. Questo vale sia per il sistema ferroviario metropolitano, sia per i treni regionali veloci. Mi unisco a quanto già chiesto dai colleghi: anche su questo credo che potremmo utilmente avere un aggiornamento in Commissione.
Rispetto al contratto ponte, che la Regione ha siglato con RFI, si era detto che per l'inizio del 2018 si sarebbe dovuto concordare con RFI una sorta di riorganizzazione, soprattutto per le linee minori. La politica nazionale di RFI va verso un trasporto molto concentrato su alcuni poli e sulla semplificazioni delle linee; abbiamo affrontato il problema, ad esempio.



PRESIDENTE

Scusate, un po' di silenzio. Poco, non eccessivo.
Potete continuare a parlare.



CONTICELLI Nadia

Abbiamo affrontato in Piemonte il tema della cancellazione dei Frecciabianca sulla stessa tratta dei Frecciarossa; il Piemonte però (credo che la Giunta abbia lavorato in questa direzione, in questi anni) è anche un territorio molto rarefatto, quindi, insieme alle grandi linee di adduzione nazionale, bisogna tenere conto delle necessità degli spostamenti quotidiani.
È stato detto che servono risorse. Credo che nessun Governo come questo abbia investito sul ferro; tra gli ultimi finanziamenti, due miliardi per l'upgrading, cioè per rendere più agevole l'accessibilità dei nodi urbani e, di questi, 104 milioni sono per il nodo urbano di Torino. Ricordiamo che è solo di pochissimi giorni fa il decreto, firmato dal Ministro Delrio, di 1,4 miliardi che si vanno ad aggiungere ai 665 milioni della delibera CIPE di fine dicembre: due miliardi in totale.
Il Governo fino a oggi ha erogato oltre sei miliardi per i nodi e i servizi ferroviari metropolitani; il grosso è andato nelle grandi città come Roma Milano, ma anche a Torino. Però siamo in una sede politica, perché i dati facilmente possono snocciolarceli anche i tecnici e li troviamo nei bilanci: Torino paga una pericolosa e colpevole battuta d'arresto su questo terreno; sull'ultimo finanziamento sul ferro, sulle linee metropolitane, a Torino nell'area metropolitana è stato finanziato il prolungamento della Linea 1 fino a Cascine Vica e siamo in ritardo di oltre un anno sulla programmazione della Linea 2. La pianificazione pluriennale delle risorse e questi stanziamenti del Governo consentono finalmente alle città di programmare e di pianificare.
Nell'area metropolitana di Torino noi dovremmo già guardare oltre, dovremmo guardare alla metro 3, perché ormai la metro 2, se arriviamo a una progettazione, potrebbe anche fruire della terza fase di finanziamenti 2018. Sono 3,5 miliardi ed è un fondo specifico, messo dal Governo nel bilancio di previsione 2018, proprio per le nuove linee o per il prolungamento delle linee esistenti.
Certo, non bisogna sbandierare, da un lato, un ambientalismo di facciata e di comodo sul trasporto pubblico e, dall'altro, scagliarsi contro le grandi opere, perché se dobbiamo muoverci su ferro con i trasporti pubblici devono esserci i treni, devono esserci le metropolitane, devono esserci dei cantieri e bisogna scavare per forza.
Se non vogliamo continuare ad andare all'aeroporto di Caselle con il bus o con la macchina, dobbiamo fare il collegamento veloce da Corso Grosseto fino all'aeroporto, altrimenti le due cose non stanno insieme e ci prendiamo in giro da soli e, soprattutto, prendiamo in giro i piemontesi.
Bisognerebbe guardare già alla metro 3, al collegamento con la zona est di Torino, prolungamento della metro 2, e bisognerebbe guardare - riprendo il discorso iniziale - al nodo ferroviario di Torino, che ad oggi presenta elementi di possibile saturazione.
C'è lo snodo alternativo. Qualcuno prima parlava del problema del passaggio tra Porta Susa e Porta Nuova. Su questo, il passante già oggi è saturo e anche l'SFM5 confluirà a Porta Susa.
Ci sono delle opere da completare; forse potremmo parlarne anche nell'audizione rispetto alla tratta torinese del collegamento ferroviario Torino-Lione.
Le nuove linee esistenti devono collegare, quindi, una rete integrata - di questo poi credo parlerà l'Assessore - ferro-gomma, in modo da poter raggiungere tutto il nostro territorio regionale, ma anche guardare agli snodi importanti come lo snodo di Torino.
Potremmo fare il punto in Commissione nei prossimi mesi.
Io penso che sia con il sistema delle gare della Regione sia con i forti investimenti sul sistema ferro da parte dello Stato, si sia impostata quella visione di medio-lungo periodo che potrebbe davvero essere una svolta nel trasporto per la nostra Regione.
Naturalmente ognuno dovrà fare la propria parte, perché i treni e le gallerie non si costruiscono con gli slogan, ma con i progetti.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Barazzotto; ne ha facoltà.



BARAZZOTTO Vittorio

Grazie, Presidente.
È un argomento molto caldo ed io, prendendo spunto dall'ordine del giorno pur non vedendo citata la Provincia di Biella (ma possiamo sempre integrarlo), rinnovo la mia frustrazione vissuta da Assessore e da Sindaco ma devo dire anche da Consigliere, anche se riconosco che c'è stata una spinta determinante per cercare di risolvere i problemi - chiedo scusa se li focalizzo un po' - per quanto riguarda la provincia. Tuttavia, questa è una delle rare occasioni che ho per evidenziare alcuni aspetti locali ed anche nazionali.
Dopo qualche decennio, si possono tirare delle conclusioni e non sono sicuramente molto rosee, dal punto di vista dall'organizzazione.
Sicuramente questa spinta c'è stata, da parte della Giunta regionale e in primis, esercitando tutta la sua autorevolezza, da parte del Presidente Chiamparino e poi dell'Assessore Balocco, per cercare di migliorare la situazione.
Proprio in questo periodo più recente ho cercato di coinvolgere più volte nel Biellese tutti i vari attori: abbiamo intensificato il lavoro di mediazione, sono state fatte varie interrogazioni al Consiglio regionale sono stati organizzati vertici con l'Agenzia di Mobilità regionale e incontri con la rete italiana RFI e Trenitalia.
In tutti questi documenti e incontri, oltre al lavoro sul lungo periodo come la convenzione tra gli Enti locali, devo dire che il Biellese si è rimboccato le maniche, ha cercato di finanziare la progettazione, anche se ovviamente, senza l'intervento della Regione tutto cadrebbe nel nulla, per rafforzare questa rete, perché noi siamo l'ultimo avamposto dell'impero tra virgolette - proprio tipo Far West! Al di là delle battute, i pendolari non hanno neanche più tanta voglia di scherzare, perché quotidianamente, o quando va bene settimanalmente, sono sottoposti a dei viaggi che hanno dell'incredibile.
Io ho terminato le risposte, non so più che cosa dire, se non esprimere la totale insoddisfazione nei confronti di questi mostri che ci stanno gestendo.
Dobbiamo cercare di fare qualcosa, oltre a denunciare questa situazione perché venga garantito un minimo di politica che mantenga alta l'attenzione nei confronti di quelli che ogni giorno, come chi mi ha preceduto viaggiano abitualmente e dalle nostre città si muovono verso Torino e verso Milano.
Da mesi siamo in costante contatto con un gruppo nutrito di questi soggetti, i quali non sanno più dove andare; adesso cercheranno di andare ancora in Provincia per gettare la loro frustrazione, ma noi qualche risposta gliela dobbiamo dare, fino ad arrivare a una pianificazione.
Ancora a ottobre ci siamo incontrati nella sede dell'Unione Industriale dove c'erano tutti i massimi vertici. I propositi erano tutti molto buoni ma i risultati sono stati sideralmente lontani rispetto ai propositi sottolineati in quella sede.
Lo ripeto per la terza volta: è frustrante avere l'impressione di essere sempre al punto di partenza. Un muro di gomma alzato e un rimpallarsi di responsabilità nascoste da vizi tecnici incomprensibili e inaccettabili, è stato più forte delle nostre proteste.
Io credo, cari colleghi, che se la politica conta in questo Paese, e se non è subordinata all'economia, come per anni abbiamo studiato nei libri di scuola e all'università, dobbiamo dare un sussulto forte.
Le responsabilità non hanno un colore politico; siamo tutti abbastanza anziani (qualcuno, come me, è anche ingrigito nei capelli) per capire che a differenza di quello che ci hanno insegnato sui banchi universitari cioè che la politica non deve essere subordinata all'economia - in questo Paese l'economia detta le regole, almeno per quanto riguarda le autostrade e le ferrovie.
Per quanto concerne la liberalizzazione, sono convinto che sia sempre stata un fake, un falso; perché, alla fine, chi ha veramente tentato di liberalizzare si è trovato nuovamente in una situazione di monopolio, e a farne le spese sono stati sempre gli utenti pendolari. Questo vale anche per le autostrade, dove qualche signore detta le regole del gioco.
In questo Paese ci si lamenta e si fa fatica ad accettare i "sacchetti a pagamento", mentre sui rincari delle autostrade - proprio come un Paese in chiave "italiota", come usò dire Brera - si sta tutti zitti e muti. Non siamo neanche in grado di fare una class action per dire che siamo stufi di essere subordinati al potere economico delle aziende autostradali e delle ferrovie.
La Regione, quindi, che è la massima espressione politica, un sussulto lo deve dare: abbiamo uomini ed espressioni tali in grado di farlo.
Qui, però, ci deve essere un accordo di interforze politiche - voglio essere chiaro su questo - perché non si può dire che siccome oggi governa il centrosinistra, è l'unico ad avere delle responsabilità; del resto, non mi pare che negli ultimi decenni questa Regione abbia dato delle grandissime risposte a questo problema; anzi, siamo sempre rimasti a novanta gradi su tutte le scelte dalle Ferrovie e delle Autostrade! La Torino-Milano continua ad aumentare e ad applicare dei rincari, e noi continuiamo a tacere sotto questo aspetto. Leggevo che l'Ativa è una delle più care d'Italia. Silenzio assoluto anche negli anni passati (lo dico subito, per evitare di far pensare che questa Giunta abbia più responsabilità). Per me questa Giunta ha fatto di più, ma è servito? Molto poco.
Sarebbero da condannare quei manager, altro che assicurare loro quegli stipendi! Dovrebbero vergognarsi per gli stipendi che hanno percepito, e non sono sicuramente comunista o marxista, anche se qui si celebra il fallimento di un capitalismo falso e bieco! Qui sì che lo Stato dovrebbe intervenire e garantire unitarietà nei trasporti per calmierare e per controllare questa situazione, e giudicare all'americana i risultati prodotti dai manager. E, vivaddio, i risultati devono riguardare l'efficienza delle Ferrovie, la puntualità. Invece ci sono dei contratti capestro dove la puntualità viene addirittura non premiata (anzi, viene premiato il ritardo!).
Ci rendiamo conto che chi ha fatto questi contratti dovrebbe essere messo come nella politica francese della rivoluzione, alla ghigliottina? Altro che stipendi da manager! Io cerco di riportare l'espressione dei pendolari, che sono stufi e arcistufi di una burocrazia che ci sta affossando e ammazzando. E se non lo diciamo qui, in questa sede, non saprei veramente dove andarlo a dire! Nel 2012, Luigi Zingales nel "Manifesto capitalista" sosteneva che in America per arricchirsi bisognava avere una buona idea e svilupparla mentre in Europa bisognava riuscire a ottenere una concessione governativa in un certo settore. A quanto pare, in Italia non basta neppure la concessione governativa, perché lo Stato non permette una vera concorrenza nei vecchi monopoli. Questa è la situazione: questa è la fotografia di questo Paese.
Cosa può fare la Regione? Credo molto poco, ci dirà. Io non credo che l'Assessore Balocco abbia la forza, anche se vorrei tanto, perché sono il suo primo tifoso. Ma, allora, cosa fare? Come possiamo cambiare questi contratti? Come possiamo cambiare questi appalti? Queste sono le domande che ci dobbiamo porre. Però ci dobbiamo porre anche un punto finale: basta con questa situazione! Non me ne frega un tubo, oggi, di aver fatto questo discorso, o di aver usato questa sede come sfogatoio! Non me ne frega nulla di usarla come sfogatoio, però dobbiamo.



PRESIDENTE

Occhio al linguaggio!



BARAZZOTTO Vittorio

Ho detto "non me ne frega nulla", ma potrei dire "non mi interessa".
Guardi che sono moderatismo e sto usando degli eufemismi rispetto alla rabbia di tutte queste persone, che oggi, dopo questa discussione aspettano delle risposte! Questa situazione ha veramente dell'incredibile: abbiamo fatto un incontro con tutte le forze che ho detto prima e con tutte le istituzioni. Da Milano si registrano ritardi continui, i treni si fermano; abbiamo chiesto quattro minuti, ci hanno risposto che non si può cambiare l'orario da Milano né da Novara, per cui ogni volta ci sono disagi continui. I titoli sui giornali sono a caratteri cubitali.
Di questo passo non so dove andremo. È chiaro che c'è qualcosa che può fare la Regione, e molto potrebbe fare il Governo, ma mi sembra che la "campagna di saldi" offerta in questa fase di campagna elettorale abbia una distanza siderale rispetto a quelle che sono le istanze e i bisogni dei cittadini.
Qui tocchiamo la carne viva, perché percepiamo il disagio che quotidianamente i pendolari patiscono dal mattino alla sera, una rabbia che monta.
Noi su questo dobbiamo dare delle risposte. Oggi c'è una Giunta di centrosinistra, che molto ha fatto sotto questo aspetto, ma senza un accordo interpartitico non approderemo a nulla, e saremo al soldo (tra virgolette, Presidente, lo dico metaforicamente) dei grandi signori delle Autostrade.
Presidente, io non ho speso la mia vita politica al servizio dei grandi signori delle Autostrade, tantomeno di quelli delle Ferrovie, e negli ultimi anni che mi dedico alla politica vorrei poter sovvertire questa tendenza, in modo pacifico, in modo sereno e in modo costruttivo, potendo dare delle risposte costruttive e non tutte le volte alzare le spalline e dire "va beh". Questo è il momento di alzare la voce, ma anche di agire Presidente, se vogliamo dare un senso alla nostra presenza, perché la rabbia ormai ha prevaricato tutti gli aspetti.



PRESIDENTE

Grazie, collega Barazzotto.
Ha chiesto di intervenire il collega Andrissi; ne ha facoltà.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Noto spesso in quest'aula un certo strabismo sulla Città di Torino, che viene sempre presa come esempio negativo a sproposito. Ma, detto ciò, non è il tema di questa giornata, quindi voglio soffermarmi sugli aspetti centrali dell'ordine del giorno.
Bisogna subito dire che il Piemonte è un caso nazionale, perché ha visto la sospensione - così si dice tecnicamente, anche se sarebbe più corretto dire "chiusura" - di 14 linee, un vero record nazionale, che ha portato a una riduzione dell'utilizzo del sistema ferroviario da parte dei pendolari piemontesi e, tra l'altro, contemporaneamente un aumento deciso delle tariffe. Questi sono i dati ufficiali dal 2010 al 2015: ultima linea sospesa la Novara-Varallo, proprio nella provincia da dove vengo io, ma non solo perché abbraccia anche la provincia di Vercelli.
È una situazione che, anche a livello regionale, rispecchia quelle che sono le linee politiche a livello nazionale, dove si è speso una marea di soldi pubblici per fare una linea ad alta velocità. Il marketing delle Ferrovie dello Stato punta tutto sull'alta velocità e le linee regionali frequentate dall'80 per cento dei pendolari sono dimenticate. Purtroppo lo viviamo in Piemonte, dove addirittura il servizio di linea dei frecciabianca, che serviva le città di Vercelli e di Novara per il collegamento con Torino, è stato portato sulla linea ad alta velocità. In questo modo il Piemonte ha perso anche questo tipo di servizio, in aggiunta agli altri, perché - non ultimo - ha perso anche il servizio pendolari sulla linea Oleggio-Luino. Su questa linea la situazione è interessante, perché sono stati già fatti i primi interventi per rendere adeguata la linea al trasporto di container di una certa stazza; sono i P80, credo che tecnicamente si chiamino così.
Vi sono i primi lavori sulla linea del corridoio Genova-Rotterdam e spero che questi lavori, che avranno come punto di empasse l'attraversamento della città di Novara, non significhino solo un trasporto merci, perch sarebbe insopportabile per il nostro territorio, ma vogliano dire anche un miglioramento del servizio locale. Attualmente la linea Novara-Arona non ha un servizio ferroviario, sono pochissimi i treni (due-tre all'andata e due tre al ritorno) che non consentono l'utilizzo da parte dei pendolari.
Quindi, gli studenti si sono travasati tutti sulle linee su gomma e questo ha portato delle grosse problematiche, perché spesso questi pullman sono stracolmi e lasciano gli studenti sul marciapiede.
Oltre a questo, abbiamo anche un problema, oltre alle 14 linee sospese; da una parte, finalmente arrivano i treni dalla Cina e la Lombardia è stata più veloce di noi, arriveranno su Mortara, però Mortara non ha il collegamento con Casale, perché anche questa linea è stata sospesa. E la stessa Casale ha delle difficoltà di collegamento a causa delle linee sospese. Tra l'altro, c'è una bellissima proposta fatta dall'Associazione Ferrovie Piemonte.
La Regione Piemonte ha un sistema di linee ferroviaria molto esteso che ha avuto una decisa riduzione della propria funzionalità. Si può pensare di andarla a recuperare, non pensando di rimettere i servizi esistenti prima di queste chiusure. Paghiamo poi come Regione anche l'assenza di un collegamento con uno Stato estero quale la Svizzera; abbiamo una parte del Piemonte praticamente isolata, ma collegata da servizi regionali con la Lombardia e da qui nasce forse quella richiesta di referendum. Però è intollerabile che Torino, che ha speso molto per il turismo, non pensi a un collegamento ferroviario con la Svizzera quando la linea Arona-Santhià che è stata sospesa, o meglio è stata chiusa - se modernizzata ed elettrificata, consentirebbe un collegamento veloce con la Svizzera. Per sembra che a Torino della Svizzera ne possiamo fare a meno, perché abbiamo altri problemi di cui occuparci, quindi perdiamo questa grande opportunità.
Purtroppo la situazione è questa. Io ho utilizzato la linea SFM che va fino a Bardonecchia e abbiamo i treni con una cadenza di mezz'ora fino ad Avigliana e ogni ora fino a Bardonecchia. Li avessimo noi i treni ogni ora! Per me sarebbe un servizio eccezionale, considerato poi il collegamento possibile con un aeroporto internazionale quale Malpensa. Anche su questo abbiamo fatto una proposta, utilizzando il baffo che collega la linea Novara nord, baffo che potrebbe essere utilizzato anche per inserire i treni veloci che vanno verso Milano per fare una fermata anche a Novara.
Le proposte sono molte, noi speriamo che con il contratto ponte vengano considerate e ci sia la possibilità di riaprire una politica nazionale che questa Regione ha subito più di tutte, perché più di altre Regioni è arrivata impreparata al momento della crisi del 2008 ed ha pagato pesantemente sia sul piano sanitario sia su quello dei trasporti pubblici.
Il problema è che stiamo abituando le nuove generazioni a non utilizzare i mezzi pubblici, perché le nuove generazioni vedono i mezzi pubblici come trasporto su gomma. Noi in Piemonte diamo più soldi al trasporto su gomma che a quello su ferro e questo credo sia assurdo, perché va contro tutte le indicazioni di miglioramento del trasporto e di riduzione dell'impatto ambientale del trasporto. Quindi, questa Regione fa esattamente l'opposto di quello che dovrebbe fare. È arrivata impreparata, si è buttata sulla gomma, ha sospeso le linee e ha lasciato un po' l'andazzo di altre linee che sono rimaste aperte, ma solo di facciata.
Uscire da questa situazione richiederebbe sicuramente grande intelligenza nella politica dei trasporti regionali e una riorganizzazione complessiva.
Frequento la Torino-Milano e, leggendo i dati, adesso la Milano-Novara Vercelli è una delle linee più frequentate d'Italia ma, purtroppo, ha subito disagi incredibili con pochi centimetri di neve. Io stesso, per venire a Torino, ho dovuto abbandonare il treno e prendere la macchina che avevo parcheggiato poco prima perché c'era la linea ferroviaria sospesa per un problema di gelo sui fili che portano elettricità. Un filo d'acqua gelata ha creato un disagio estremo.
Andrebbe ripensata completamente la politica dei trasporti regionali; anche per quanto riguarda il trasporto merci est-ovest, si fa fatica a vedere merci che viaggiano sulle rotaie. Io stesso circa un anno e mezzo fa ho chiesto a un dirigente del CIM quanti treni passavano sulla linea est-ovest e lui mi rispose "zero". Ma mi disse anche che l'anno prossimo probabilmente ci sarà un treno sulla linea est-ovest. Spero, quindi, che quest'anno ci sia un treno merci sulla linea est-ovest perché almeno abbiamo un miglioramento, è un treno in più, quindi statisticamente è un dato significativo. Questa è la situazione regionale.
Credo, Assessore, che lei abbia la possibilità di migliorare decisamente la realtà, perché è una realtà in una condizione di forte difficoltà.
Sinceramente sono un po' stufo di questo accapigliarsi su Torino. Pu essere migliorato il sistema ferroviario torinese, ma qui avete SFM, mentre da altre parti si sono chiuse le linee, che è un passaggio un po' più drastico. Si sono aumentati i biglietti, si sono chiuse le linee e si sono dirottati tutti gli utenti sui pullman che vanno a intasare le strade statali.
Credo che vada riconsiderato complessivamente tutto il sistema ferroviario regionale, sia merci che trasporto passeggeri.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ottria; ne ha facoltà.



OTTRIA Domenico

Grazie, Presidente.
Molti colleghi sono già intervenuti, ma volevo portare anch'io la mia testimonianza di pendolare. Faccio il pendolare dal 1975, prima per andare a scuola ad Alessandria, e dal 1984 per venire a lavorare a Torino. Ho un po' di esperienza in questo campo.
Sostanzialmente credo che il modello di trasporto pubblico e di mobilità che c'era allora - a parte l'area metropolitana di Torino, come diceva il collega Andrissi prima - sia rimasto uguale. Nel 1984 impiegavo un'ora da Alessandria a Torino e impiego un'ora oggi, con la differenza che l'offerta ferroviaria è più limitata e anche le condizioni di viaggio sono, forse peggiorate.
Credo che fare il pendolare oggi sia veramente complicato. Con il collega Mighetti condivido il viaggio tutti i giorni, noi siamo comunque privilegiati perché non abbiamo l'obbligo di timbrare, ma vi assicuro che viaggiare tutte le mattine sul treno che parte da Alessandria alle 8.30 e arriva a Torino, se va bene, alle 9.30 è veramente complicato. Non solo e non tanto per gli orari e per la puntualità, ma soprattutto per il sovraffollamento, per le condizioni di viaggio e per la pulizia, a volte veramente scarsa.
Anche il trasporto su gomma rispetto alla mia epoca, remota ormai, è rimasto sostanzialmente lo stesso; anzi, nell'offerta è diminuito. Proprio in questi giorni - credo che la prossima settimana presenter un'interrogazione su questo tema - il numero delle corse degli autobus sulla linea, ad esempio, Alessandria-Acqui è notevolmente diminuito. Alcuni paesi si trovano a non avere più il passaggio di pullman per studenti e lavoratori.
Possiamo dire che le scelte di questi ultimi vent'anni, che sono state fatte a partire anche dalla scelta di liberalizzare le ferrovie e il trasporto pubblico, forse non hanno portato grossi benefici, come ha già detto prima il Consigliere Barazzotto. In realtà, il ragionamento che andrebbe fatto dovrebbe essere complessivo, che è quello del modello di mobilità e di trasporto pubblico che noi dobbiamo saper offrire ai nostri cittadini. Mi allaccio anche un po' alla mobilità che riguarda non solo i treni, ma anche le autostrade e il sistema delle strade provinciali. Anche questo dobbiamo guardare.
Scusate se mi aggancio sempre a problematiche locali, ma sono significative in un quadro generale.
In questi giorni, per esempio, la Provincia di Alessandria chiuderà un viadotto che collega la Valle Bormida ad Acqui Terme, perché sta letteralmente crollando. Credo che ci sia un problema generale, ci sono stati casi nel Cuneese in cui un viadotto è davvero crollato. C'è il tema treni, il trasporto su rotaia, il trasporto su gomma; la manutenzione non solo della rete ferroviaria, tema posto dai colleghi del Movimento 5 Stelle, ma la manutenzione generale delle strutture pubbliche.
Certamente c'è anche il tema delle grandi opere. Io non sono pregiudizialmente contrario alle grandi opere, tuttavia credo che ci siano delle priorità che devono essere date intanto alla manutenzione e al miglioramento delle strutture essenziali e quelle che raggiungono anche le sedi periferiche.
Come ho detto prima, vent'anni fa ci mettevo un'ora per venire a Torino e da Alessandria, per andare a Roma, ci si metteva sei ore quando c'erano i vecchi espressi. Ora, da Alessandria per andare a Roma ci si mette sempre sei ore, con la differenza che bisogna raggiungere Milano, senza avere un collegamento diretto, quasi mai, su Milano.
Pertanto, credo che il tema vada affrontato complessivamente: treni trasporto su gomma e autostrade, e qua mi aggancio anche a quanto diceva il collega Barazzotto. Il tema delle risorse che devono essere impiegate nella manutenzione, intanto delle strade ordinarie, e qui le Province; il tema dell'ANAS, che è un tema ch in Consiglio regionale non abbiamo ancora affrontato, ma mi risulta che RFI stia facendo una società insieme all'ANAS. Questo potrebbe essere un'opportunità, però mi chiedo, ad esempio, con quali risorse le strade che rimarranno in capo alle Province avranno la manutenzione di cui hanno bisogno.
Pertanto, il tema - ripeto - è molto, molto vasto. E in un campo in cui sulle autostrade . appunto, Barazzotto l'ha già citato - assistiamo in questi giorni ad aumenti mediamente del quattro per cento circa (3,7 per cento, mi pare), a fronte di una redditività che invece è notevolmente superiore e a fronte di un aumento del costo della vita: l'inflazione è del 0,6 per cento, ma abbiamo rincari invece del 3,7 per cento.
Assistiamo a questo, accanto al fatto che, mi pare dal 2008, gli investimenti sulle stesse autostrade sono diminuiti notevolmente: prima erano intorno ai 2,8-tre miliardi all'anno; nel 2017 mi pare siano stati solo un miliardo. A parte il fatto che gli investimenti non dovrebbero essere retribuiti direttamente e non solo dalle tariffe e dagli aumenti delle tariffe, soprattutto; per cui questo tema credo che sia un tema generale.
Tornando al tema di oggi e alla manutenzione, certamente la manutenzione nel trasporto ferroviario è importantissima in un sistema che è molto complesso e nel quale un guasto in linea locale provoca disagi sull'intero sistema ferroviario. Credo che su questo RFI debba assolutamente fare investimenti e spero e mi auguro che venga da tutta l'Aula un invito, una richiesta fatta al Governo, fatta a RFI di investire sulla manutenzione e sulle strutture ferroviarie.
Credo che questo sia un tema assolutamente centrale, che noi tutti dobbiamo porre all'attenzione.
Il tema delle linee chiuse, perché dobbiamo anche ricordare che molte linee periferiche - appunto, come dicevo prima - non esistono più; penso sempre alla mia zona, All'Acqui-Ovada, all'Alessandria-Castagnole Lanze, alle linee su Casale, Casale- Vercelli e la Casale-Mortara, che sono state chiuse, mi pare, nel 2011. Su questo, la Giunta sta lavorando; mi risulta che proprio domani ci sia un incontro a Casale per la riapertura della Casale-Mortara, in collaborazione con la Trenord. Ebbene, io credo questa Giunta stia lavorando bene su questo tema; credo che noi tutti, come Consiglio regionale, dobbiamo accompagnare l'azione della Giunta, chiedendo risorse adeguate per la manutenzione e per l'efficientamento di tutto il trasporto, non solo ferroviario ma di tutti i trasporti, di tutta la mobilità, perché chi viaggia quotidianamente sui treni, sulle auto e sui pullman credo che ne abbia fortemente bisogno.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Sozzani.



SOZZANI Diego

Grazie, Presidente.
Svolgo solo alcune considerazioni rispetto al Consiglio straordinario di oggi. Avevo letto con attenzione anche l'ordine del giorno collegato alla richiesta del Consiglio e mi sembra che, dal dibattito effettuato finora sono emerse alcune considerazioni.
Le prime: mi sembra che si stia facendo un po' di confusione, mettendo all'interno di un dibattito sull'analisi dello stato delle Ferrovie in Piemonte, più interlocutori che in ambito della stessa famiglia delle Ferrovie hanno compiti diversi.
Parliamo di Alta Velocità, che è un tema autonomo, che non è Alta Capacità (non si è ancora trasformata in Alta Capacità, perché l'Alta Velocità è solamente di tipo passeggeri), mentre l'Alta Capacità probabilmente ci sarà perché le Ferrovie hanno realizzato una società nuova, che si chiama Mercitalia, con l'amministratore, l'ingegner Grosso, che dovrà affrontare il problema dell'Alta Capacità o comunque del trasporto merci su rete ferroviaria.
Abbiamo le reti locali, che sono le reti dei pendolari e che sono già state sviscerate da altri colleghi questa mattina; abbiamo le reti su linee principali, come la Torino-Milano, nella quale, oltre ai frecciarossa avevamo delle altre frecce, i frecciabianca, che sono diminuite.
È chiaro che, dal dibattito che ho sentito questa mattina, di trasporto locale su gomma associato al trasporto ferroviario, questo forma il complesso della politica dei trasporti. Politica dei trasporti che, come mi sembra di comprendere dalle indicazioni che ho sentito anche dai banchi della maggioranza questa mattina, è completamente assente da tre anni a questa parte.
Qual è il motivo per cui c'è questo Consiglio straordinario? Anche la Consigliera Conticelli ha fatto un bellissimo discorso, ma in questi tre anni mi sarei aspettato di sentire qualcosa di più dall'Assessore, dopo aver anche firmato un Accordo di Programma fra le Regioni, quindi fra il Piemonte, la Liguria e la Lombardia, mentre la Lombardia ha fatto una serie di investimenti, e sappiamo quali sono: ad esempio, non ultimo, un accordo addirittura con l'Emilia-Romagna sulla "città del ferro" di Piacenza mentre la Liguria, rispetto all'Accordo di Programma, ha portato a casa una serie di investimenti sui porti liguri.
Manca assolutamente - devo dire che manca, e io ce l'ho nelle varie interrogazioni con le risposte che l'Assessore ha dato in questi tre anni e mezzo - la previsione degli investimenti che la Regione Piemonte doveva fare nell'ambito dell'Accordo di Programma. Probabilmente dovevamo enfatizzare gli interporti, e qui andiamo su un discorso di interportualità che è un altro tipo di argomento, sinonimo anche di un rilancio economico non solo della nostra regione, ma dell'intera nazione; andiamo a parlare di un accordo ponte che è stato analizzato dal nostro Gruppo rispetto a una gara che doveva essere fatta da questa Regione e che non è stata effettuata, per cui siamo andati nelle more di una scadenza del contratto con le Ferrovie dello Stato e in quelle more entravamo nell'accordo ponte.
Qual è la differenza sostanziale? Lo vediamo con un esempio lampante della Regione Lombardia, la nostra vicina. È che là c'è Trenord, una concorrente delle Ferrovie dello Stato. Il collega Barazzotto diceva che la concorrenza non fa bene; invece fa bene, perché Trenord, che si è messa in concorrenza con le Ferrovie dello Stato.
BARAZZOTTO Vittorio (fuori microfono) Non sono contro la concorrenza, ci mancherebbe!



SOZZANI Diego

Allora meglio così, avevo capito male.
È un'ottima cosa la Trenord, che è una concorrente delle Ferrovie dello Stato: nella Regione Lombardia ha prodotto una volontà di migliorare da parte delle Ferrovie dello Stato, tant'è vero che qual è la richiesta che ha fatto il Presidente delle Ferrovie dello Stato, Renato Mazzoncini? L'acquisto di Trenord, perché le Ferrovie dello Stato vogliono acquistare Trenord.
Allora noi continuiamo ad andare avanti in un'assenza assoluta di politica dei trasporti della Regione, poiché ci siamo seduti tre anni e mezzo fa quando avevamo una certa situazione e non abbiamo prodotto miglioramenti.
Non abbiamo la possibilità di incidere sotto il profilo dei rapporti con le Ferrovie dello Stato perché l'interlocutore è unico; essendo un interlocutore unico, ovviamente fa i suoi interessi, perché il mercato - e riprendo anche alcune considerazioni fatte da altri - è quello che domina e le Ferrovie dello Stato devono portare un utile alla fine dell'anno. Non si tratta più solo un discorso sociale di trasporto dei pendolari, ma per le Ferrovie dello Stato le linee hanno una valenza di un certo tipo rispetto a una valenza di un altro tipo qualora alla fine dell'anno generino o meno degli utili.
Questa è la politica dei trasporti che la Regione Piemonte doveva fare in questi anni, oltretutto con una grande fortuna dal punto di vista amministrativo: il Ministro dei trasporti era sempre dello stesso partito dell'Assessore dei trasporti, quindi avrebbe dovuto esserci un dialogo sotto il profilo degli investimenti che le Ferrovie dello Stato facevano nell'ambito della Regione Piemonte, riportando un gap che è noto; noto perché se andiamo nell'est Italia, quindi nella zona del Veneto, e vediamo quali sono gli elementi che incidono sotto il profilo del trasporto sia dei passeggeri che delle merci nella Regione Veneto e nella Regione Lombardia evidentemente questi mancano nella Regione Piemonte. Infatti il Sempione è assolutamente indietro.
Oggi cosa succederà? Che con la realizzazione del Terzo Valico probabilmente da Novi Ligure se ne andrà a Mortara e poi a Milano per andare sul Gottardo e sul Ceneri, che invece sono già finiti rispetto al Sempione. Di conseguenza, il Piemonte rischia, dal punto di vista economico e dal punto di vista trasportistico, per l'assenza di una delega assolutamente importante come è la politica dei trasporti. Questa è la realtà.
Quindi, addirittura, rispetto a un Accordo di Programma, il Piemonte è in assoluto la Regione più indietro negli investimenti dell'Accordo di Programma medesimo.
Per quanto riguarda la soluzione, ormai siamo in ritardo e non è più possibile programmare in questo senso; probabilmente questa Giunta lascerà al prossimo Governo il compito di trovare le soluzioni anche per il Piemonte. A ogni modo, è chiaro - lo dimostrano tutte le interrogazioni che in questi anni sono state da me presentate, ma soprattutto lo dimostra il dibattito di oggi in Aula anche con le critiche - anche dall'analisi che è stata fatta dalla maggioranza, che vi è una sostanziale sfiducia nel lavoro fatto in questi anni dalla Giunta (tutte le analisi fatte dai Consiglieri di maggioranza danno un'indicazione negativa sul lavoro fatto dalla Giunta di quest'anno). Ciò porta a compimento un quadro assolutamente negativo per la politica dei trasporti e un quadro assolutamente negativo per lo sviluppo economico della nostra regione.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi dell'Istituto Tecnico Industriale "C. Grassi" di Torino


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti dell'Istituto Tecnico Industriale "Carlo Grassi" di Torino in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.


Argomento: Trasporti su ferro

"Trasporto pubblico locale su ferro: manutenzione ordinaria e straordinaria della rete" presentata dai Consiglieri Valetti, Andrissi, Benvenuto Bertola, Bono, Campo, Frediani, Mighetti, Pichetto Fratin, Ruffino, Sozzani e Vignale


(Atti d'indirizzo collegati: ordine del giorno n. 1031; ordine del giorno n. 1300)



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Rostagno; ne ha facoltà.



ROSTAGNO Elvio

Grazie Presidente.
Ho seguito con particolare attenzione gli interventi di tutti i colleghi tra l'altro gran parte degli interventi sono assolutamente condivisibili.
Certo dobbiamo tutti richiamare un po' alla memoria che siamo un Paese che ha investito, non per anni ma per decenni, soprattutto sul sistema infrastrutturale e sul sistema autostradale. Sono questi i grandi investimenti che sono stati fatti nel nostro Paese, lasciando un po' indietro gli investimenti sulla mobilità sostenibile.
Adesso siamo tutti d'accordo - ce lo chiede anche l'Europa - che il futuro va in quella direzione rispetto alla mobilità sostenibile. Ciò richiede sì un'attenzione da parte del nostro Ente, ma si tratta di strategie che dipendono dal livello nazionale. Come ricordava prima la collega Conticelli, c'è un problema di pianificazione pluriennale delle risorse che è stata fatta, c'è un gap, una mancanza di investimenti, ma direi anche di mancanza di idee politiche in passato, e sento il dovere anche di rivendicarlo, per la politica che si è fatta in questi anni a livello nazionale.
Allora, penso sia un po' sciocco pensare di alimentare il dibattito fra i problemi della grande città e quelli della provincia: la nostra regione ha una sua particolare conformazione che vede la "co-necessità" di infrastrutturare meglio il sistema metropolitano della città, che vede un gap nella tempistica rispetto all'infrastrutturazione della metropolitana che è notevole (Torino è partita dopo le altre grandi città), per cui è giusto chiedersi cosa vogliamo fare con la Linea 3. Questo è l'orientamento per recuperare il tempo perduto in passato. Contemporaneamente, per abbiamo dei cittadini che impiegano un'ora e mezza per andare in ospedale per andare a scuola o per andare al lavoro.
Non vorrei far ridere tutti, però mi piace ricondurre tutto sempre a qualche esempio che aiuta a capire meglio i fenomeni. Mi sembra che questo "paziente" sia ammalato da tempo, e non si è ammalato con questa Amministrazione o con questa Legislatura, perché è ammalato da tempo. Mi sembra che questo "paziente", un po' sanguinante e dolorante, abbia la concorrenza di tanti che gli passano vicino, dicendogli: "Vedi come stai male? Guarda che stai sanguinando! Io ti curerei". Tutte operazioni scontate, ma inutili, perché in questo momento mi sembra che il paziente lo si stia curando a livello regionale, direi con almeno tre livelli di attenzione: anzitutto con il Piano regionale dei trasporti, poi con la costituzione dell'Agenzia della mobilità piemontese e, infine, con l'attenzione sugli investimenti dell'FSC, che è il reperimento delle risorse.
Condivido l'enfasi di tutti, soprattutto condivido quello che ha detto il mio collega di Gruppo Barazzotto, perché compito del politica è non essere disattenti rispetto ai fenomeni che stanno veramente condizionando i portafogli dei piemontesi, ma credo che una Regione protagonista lo possa fare se agisce in tre direzioni: sul tema di una pianificazione, che non è pianificazione solo regionale; rispetto alla continua richiesta di risorse ma possiamo chiedere risorse se abbiamo idee progettuali in mente; infine sulla tutela dei consumatori.
Fra un mese e mezzo ci sono le elezioni e non sappiamo chi vincerà ovviamente, tutte le nostre forze politiche sono in buona concorrenza e ognuno spera che vinca la propria, ma questa è una partita che coinvolgerà la prossima Legislatura, ed è una partita che potrà vedere il forte protagonismo delle Regioni; chiunque vinca vedrà delle Regioni che possono andare al tavolo e chiedere queste cose.
Sono convinto che per l'anno che ci aspetta, fino alla fine, quest'azione noi la possiamo fare e noi la faremo.



PRESIDENTE

Grazie, collega Rostagno.
La parola al Consigliere Monaco.



MONACO Alfredo

Grazie, Presidente.
Credo che sull'argomento siano stati fatti interventi corposi, spessi, e credo che sia anche difficilissimo trovare delle soluzioni adeguate, anche perché si tratta di discutere su soggetti che hanno la caratteristica di essere società e, quindi, è una trattativa che si apre, mentre un tempo erano organismi sui quali intervenivano più fortemente, in modo più palese le Autorità e le Istituzioni pubbliche; oggi, si parla in termini di "clienti", per certi versi, e si deve commissionare l'iniziativa.
Il mio sarà un intervento molto breve, ma puntuale su un argomento che abbiamo già discusso, che è quello sulla "scontistica" per gli studenti e per le classi disagiate, per quelli più in difficoltà. L'Assessore ricorderà bene che, nel giugno del 2015, in Aula votammo all'unanimità un ordine del giorno sul quale so per certo.



PRESIDENTE

Scusate, colleghi.
Consigliere Monaco, non deve disturbare quando parla; deve farlo in silenzio: ci parliamo noi telepaticamente. Facciamo un gioco a tre: io, lei e l'Assessore Balocco.
Prego.



MONACO Alfredo

In quell'ordine del giorno, il n. 390, si parlava dell'abbonamento dei mezzi pubblici agli studenti. So per certo che l'Assessorato ha lavorato molto intensamente e attivamente a quell'iniziativa e a quell'ordine del giorno, con delle proposte che all'inizio sembravano poco accoglibili da parte di Ferrovie dello Stato. Nel senso che si proponeva allo studente come l'Assessore ricorderà bene, uno sconto del dieci per cento sull'abbonamento annuale, ma credo che la scuola non duri 365 giorni! Quindi, la Regione avrebbe dovuto mettere dei soldi per sostenere quello sconto, perché non era un regalo che ci facevano le Ferrovie di Stato, ma pagava la Regione Piemonte; ebbene vedevamo che di fatto guadagnavano due volte, perché avrebbero viaggiato su un abbonamento con treni vuoti.
Allora è stata fatta - credo - quella che si chiama una "Smart Card", che ha funzionato fino al 31 dicembre del 2017. Assessore, so che per certo abbiamo stabilito - e la Giunta l'ha stanziato e il Consiglio l'ha votato stanziamenti specifici che l'Assessorato ha potuto utilizzare per quella trattativa.
Tuttavia, alla fine, non fu uno sconto straordinario ed eccezionale quello che hanno avuto, ma è stato un segnale di andare incontro alle famiglie. Si trattava di un dieci per cento di sconto totale; però, attenzione l'abbonamento doveva essere mensile.
Anche in questo caso, quindi, si andava poco incontro agli studenti, se pensiamo al periodo delle festività natalizia, per cui c'era un guadagno da parte del soggetto che eroga il servizio, rispetto anche a quanto gli andavamo a consegnare, in termini di soldi. Il tutto è durato fino al 31 dicembre 2017.
Le posso dire, dagli abbonamenti del 1° gennaio 2018, che per la tratta Torino-Sestriere, chiamiamola così, per una tratta di 76 chilometri, quindi nelle aree più disagiate e nelle valli olimpiche dove avevamo segnalato una discrepanza in termini di soldi, è aumentato da 97 euro - biglietti alla mano - a 107 euro.
Si tratta, per una famiglia con due o tre figli, di un incremento di 20/30 euro al mese per dieci mesi, grossomodo periodo dell'anno scolastico perché non vale per quello settimanale o per 15 giorni, ma deve essere mensile.
Quindi, per dieci mesi, queste famiglie si troveranno a sborsare, per ogni figlio, 300 euro all'anno in più. Non sono cifre irrisorie e lo vorrei segnalare.
Capita quasi a fagiolo, perché essendo il 9 gennaio, evidentemente gli studenti l'hanno fatto da qualche giorno e mi è arrivata la segnalazione solo da poche ore, come credo forse ad altri colleghi Consiglieri, però mi sembrava quasi capitasse a fagiolo una sorta di interrogazione e interpellanza.
Molto spesso, le interpellanze vengono registrate come un atto di contrapposizione fra il Consiglio e la Giunta; io invece credo che sia proprio il campanello d'allarme per il lavoro che avete svolto, per la quantità e la qualità di risultato che in qualche maniera è andata incontro alle famiglie, che però oggi si vedono vanificare.
Chiederei di verificare che cosa è accaduto, perché evaporare quello che è stato lo sforzo della Regione, a vantaggio semplicemente di quello che è il soggetto erogatore del servizio, cioè Ferrovie dello Stato, scontentando le nostre casse, nonché le famiglie, mi sembra un insulto all'intelligenza della Giunta, del Consiglio e dei cittadini.



PRESIDENTE

L'ultimo intervento è del Consigliere Berutti, poi interverrà l'Assessore Balocco, ci sono quattro atti di indirizzo e infine, se i Presidenti dei Gruppi acconsentono, procederemo a una Conferenza dei Capigruppo.
Prego, Consigliere Berutti.



BERUTTI Massimo

Grazie, Presidente.
La tematica dei trasporti e del TPL è una tematica di cui da anni, in questa legislatura, parliamo, e se ne sente parlare nei termini più variegati.
Ritengo inutile guardare indietro e pensare chi ha fatto meglio o peggio credo che a questo punto, anche alla luce delle gare che si stanno costruendo, l'Assessore dovrebbe velocizzare il tutto, trattandosi di un elemento essenziale.
Alla luce di questo, credo che il trasporto pubblico locale, che sia di persone o sia legato al sistema merci, è la cinghia di trasmissione di una Regione, se non dell'intero Paese.
Tutto questo, ovviamente, va visto in un'ottica legata a quello che è il vero funzionamento e non semplicemente a un sistema basato sulle criticità legate alle risorse.
Se partiamo solo da questo, non possiamo che vedere continui tagli e ripristini legati a quelle che sono le pressioni di un territorio piuttosto che di un Sindaco piuttosto che di un altro, e il risultato è di non avere un sistema soddisfacente.
Proprio alla luce di quanto dicevo prima, cioè al fatto che ci deve essere un sistema che deve legare un sistema di servizi, di territorio, di criticità e un complemento o un sistema su gomma rispetto a un sistema su ferro, quindi tutta una serie di situazioni integrate, non dico di costruire delle gare in sinergia con il sistema degli Enti locali, perch diventa abbastanza complicato, ma serve, come ho già detto anche in Commissione, un percorso di confronto con i vari stakeholder locali, alla luce delle necessità dei territori e, soprattutto, alle debolezze dei territori.
Avete fatto una riforma sanitaria e ospedaliera che ha chiaramente ha delle debolezze; ha creato delle debolezze; ha creato delle situazioni di criticità in determinati territori. Probabilmente andava fatto anche un piano integrato in funzione di quello. Ci sono territori che hanno più difficoltà, a livello di popolazione e di ripopolamento, quindi su quelli vanno fatte riflessioni.
C'è poi tutta una serie di elementi che devono essere contemplati. Veniva citato prima Trenord.
A livello locale leggiamo delle necessità legate a dei collegamenti con le città più importanti, ma il trasporto pubblico locale non può avere confini politici.
Servono riflessioni di carattere strategico, perché ci sono territori più vicini alla Lombardia e a Milano e altri più vicini a realtà come la Liguria, perché comunque abbiamo una conformazione territoriale, a livello di posizione, che ci danneggia in ambiti strategici. Questo aspetto chiaramente, deve essere comunque affrontato.
Dunque, oltre alle slide che ci vengono mostrate in Commissione (per carità, non discuto sul lavoro dell'Agenzia o dei tecnici), credo che ci debba essere una maggior interconnessione con i territori. E qui entrano in gioco anche le grandi infrastrutture, come la TAV e il Terzo Valico. Più volte l'Assessore, insieme ai tecnici, è venuto a relazionare in Commissione; però, anche qui, credo che si debba dare una svolta anche in termini di prospettiva (mi riferisco, in particolare, al Terzo Valico).
Il Commissario, ad esempio, aveva suggerito di ragionare anche sul trasporto di persone e non solo sul trasporto di merci: è una realtà? Non lo è? È un percorso? È una prospettiva? Non si tratta solo ed esclusivamente del raggiungimento di un obiettivo, quello di aver portato a casa 60 milioni dal CIPE; peraltro, ci si potrebbe riallacciare ad un altro discorso, ma non c'entra niente col TPL (o potrebbe avere un senso in questi termini, perché potrebbe esserci un ragionamento più strategico a livello territoriale che non buttarli dalla finestra; quindi, a parte quelli che vanno ai singoli Comuni, si potrebbe fare un ragionamento più integrato su qualche progetto strategico territoriale).
Io la vedo in questi termini: è inutile attaccarci a chi ha fatto meglio o a chi ha fatto peggio; a mio avviso, la prospettiva del TPL deve essere un lavoro fatto a più mani, a più componenti politiche; non possiamo più arrenderci di fronte alle criticità di quello che è l'unico elemento che veramente, potrebbe creare interconnessione tra i sistemi e i servizi piemontesi.
L'esortazione che rivolgo all'Assessore è sostanzialmente questa: lavoriamo tutti insieme; lavoriamo in modo organico; lavoriamo sulle gare in prospettiva, e creiamo, da lì, quello che, a mio avviso, è uno dei pochi strumenti che legano il sistema della Regione Piemonte. Soltanto così potremo cambiare le prospettive dei territori a livello turistico, a livello economico e a livello sociale. Perché tutto gira attorno a questo.
Questo è ciò che mi sento di esortare.
Ci sono dinamiche che possono essere settoriali, e questa le comprende tutte.
Anche alla luce di quello che purtroppo è successo in queste settimane sul sistema autostradale (mi riferisco alle disgrazie a cui abbiamo assistito) e sul trasporto su gomma, che sicuramente è un'economia, ma è anche inquinamento e tutta una serie di situazioni collaterali a livello di rischi e di sicurezza, gli investimenti sulla situazione ferroviaria non sono certo da sottovalutare.
Dunque, anche il fatto di proseguire con le grandi infrastrutture credo sia, comunque, un aspetto da tenere in seria considerazione, e vada visto in prospettiva, in termini di benefici.
È chiaro che questo deve essere fatto, a mio avviso, su un confronto molto più ampio a livello politico, che noi auspichiamo possa avvenire nei prossimi mesi.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola l'Assessore Balocco; ne ha facoltà.



BALOCCO Francesco, Assessore ai trasporti

Non posso che essere soddisfatto - addirittura onorato - che si sia svolto questo dibattito non su tutto il tema (molto vasto, ovviamente) della mobilità del trasporto pubblico locale o del trasporto pubblico locale, ma di una parte comunque estremamente importante, che riguarda, appunto l'efficienza del trasporto pubblico locale su ferro, cioè quella legata alla manutenzione sia ordinaria che straordinaria, e al livello di investimenti sulle strutture ferroviarie in Piemonte.
È un aspetto assolutamente importante e non posso che ringraziare il Consiglio per aver svolto questo incontro e questo dibattito con interventi appassionati, direi anche molto concreti e aperti a collaborazioni forti con tutte le forze politiche.
Prima ancora del Consiglio, devo ringraziare, ovviamente, il Presidente, la Giunta e, in particolare, il Vicepresidente, che è il "padrone della borsa", perché i bilanci degli scorsi anni hanno visto un impegno finanziario costante della Regione man mano sempre più forte. Tenete conto che nel 2017 c'è stato un taglio di 14 milioni del Fondo Nazionale Trasporti, che è stato coperto dalle risorse regionali, oltre a quelle già messe a disposizione (i 50 milioni storici) che, dal 2014, vengono cofinanziati con le risorse regionali sul Fondo nazionale.
Su questi aspetti, sul mantenimento e sul rafforzamento di queste risorse mi pare di aver sempre constatato una trasversalità importante in questo Consiglio, e di questo non posso che essere riconoscente anche a nome di tutti gli utenti del trasporto pubblico locale.
In particolare - mi riferisco all'intervento del Consigliere Monaco - lo scorso anno c'è stato un forte intervento che ha riguardato, appunto, il bonus per i minori di 26 anni, il bonus pendolari e anche il bonus ferro merci, che credo e spero verranno confermati anche nel prossimo bilancio preventivo. Mi impegno a chiedere, comunque, in attesa dell'approvazione del bilancio, che Trenitalia mantenga gli impegni per quanto riguarda il bonus per i minori di 26 anni.
Credo che l'oggetto di questo Consiglio sia stato richiesto, in particolare, anche a fronte di una serie di disservizi, anche piuttosto pesanti, avvenuti all'inizio di dicembre, e che sono stati ricordati in molti interventi, che hanno creato veramente problemi significativi alla rete piemontese, in particolare al nodo che è il punto di arrivo e di partenza di gran parte del sistema ferroviario piemontese. Questo ha creato un disagio che si è riverberato su tutta la regione.
Come sottolineato già dalla Vicepresidente Ruffino, questo è dovuto non tanto ad un guasto del treno, ovvero è un guasto del treno, però frutto di un problema di rete, in particolare su un pantografo di un treno che si è rotto proprio a causa della situazione di rete dovuta al freddo, che ha creato un disallineamento geometrico del contatto del pantografo con il filo alimentatore.
Questo aspetti, che in quel giorno hanno influito sul nodo in modo molto pesante, bloccandolo per oltre due ore, così come il grosso problema che si è verificato sulla linea di Pinerolo col deviatoio di Pinerolo nella mattina successiva, e anche i problemi verificatisi su parecchi passaggi a livello dovuti al malfunzionamento del pedale che attiva il passaggio dello stesso, devono essere sicuramente sottoposti a fortissima attenzione da parte di RFI, affinché siano previsti e prevenuti. Su questo ovviamente ho ottenuto degli impegni, che spero verranno mantenuti da RFI stessa. Per questi sono aspetti puntuali che devono essere inseriti in un discorso molto più ampio.
Bisogna anche sottolineare però che, negli ultimi quattro anni, la situazione, per quanto riguarda la puntualità e l'affidabilità, cioè le non soppressioni o le soppressioni dei treni, è decisamente migliorata. Per quanto riguarda la puntualità, dal 2014 al 2016 la situazione è migliorata di ben cinque punti, cioè da un livello di puntualità che toccava l'84 per cento si è arrivati a superare l'89 per cento. Non è un risultato soddisfacente, però è un risultato che segna un recupero di cinque punti, e un miglioramento della puntualità del cinque per cento non è certamente un aspetto così scarso.
Nel 2017 la situazione però non è migliorata, cioè si è sostanzialmente mantenuto il livello del 2016 e questo richiede evidentemente degli interventi. Sono interventi che devono essere preventivati e programmati a più livelli.
Quali sono, in effetti, i problemi di efficienza delle linee ferroviarie? Da che cosa derivano i problemi di efficienza di una linea ferroviaria? Derivano sostanzialmente da tre cause, di cui due di natura strutturale e una più organizzativa. Una è sicuramente la qualità del materiale rotabile.
Da questo punto di vista, credo che si sia riusciti a raggiungere, con finanziamenti di natura statale, con gli FSC e con il contratto ponte con RFI, la possibilità di un intervento molto significativo e forte sul rinnovo del materiale rotabile. Avere materiale rotabile moderno ed efficiente ha evidentemente come conseguenza anche il miglioramento dell'efficienza del servizio ferroviario.
Le cifre le conoscete tutti; si tratta di 65 milioni dello Stato, di 42 milioni di FSC regionali e di 42 milioni di cosiddetto cofinanziamento che provengono dal contratto ponte stipulato con Trenitalia a metà 2017, dopo la conclusione del contratto che scadeva nel 2016.
Quindi, abbiamo una possibilità di inserire in tempi brevi risorse assolutamente significative, in attesa del completamento delle procedure di gara sia sul nodo ferroviario che sul resto del sistema regionale, che evidentemente porteranno ulteriori investimenti collegati a questi nuovi contratti.
L'altro aspetto è quello strutturale ed è stato toccato in particolare dalla richiesta di convocazione di questo Consiglio. Su questo bisogna distinguere l'aspetto degli investimenti dall'aspetto degli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria. Per quanto riguarda gli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria, dobbiamo constatare che in RFI il clima è cambiato rispetto a qualche anno fa. Nel 2017 sugli aspetti di natura manutentiva si sono spesi in Piemonte circa 200 milioni, ed è stato approvato un piano 2018-2021 che prevede circa 600 milioni di interventi a vari livelli sulla rete ferroviaria attuale. Stiamo parlando di interventi di natura manutentiva sugli apparati, sulle stazioni e sui sistemi informatici.
Sull'aspetto infrastrutturale, invece, le risorse che si stanno muovendo sul Piemonte sono assolutamente importanti. Nascono dal contratto di programma RFI nei suoi vari aggiornamenti in questi ultimi due anni, da FSC, ed hanno visto ormai degli impegni di spesa molto precisi anche da parte del CIPE. Stiamo parlando di un budget per i prossimi cinque anni per gli investimenti infrastrutturali sulla rete ferroviaria che si aggira intorno ai sei miliardi, depurati ovviamente degli investimenti riferiti alle cosiddette grandi opere, cioè la Torino-Lione e il Terzo Valico.
È evidente che, da questo punto di vista, la cosiddetta cura del ferro in Piemonte ha un effetto assolutamente significativo e importante. Credo che questo sia veramente frutto di un cambio di rotta che si è voluto dare, a livello governativo, agli interventi sulle strutture ferroviarie - la cosiddetta cura del ferro - che il Ministro Graziano Delrio ha voluto con grande forza e che, ovviamente, darà i suoi risultati nei prossimi anni man mano che le risorse verranno investite.
Il terzo aspetto che riguarda l'efficienza è quello, invece, collegato ad aspetti organizzativi e contrattuali.
Aspetti organizzativi. Da questo punto di vista, qualche segno di cambiamento di rotta RFI lo sta andando. Nel 2017 in Piemonte sono stati assunti 100 dipendenti addetti alla manutenzione; ovviamente buona parte di questi stanno ancora seguendo i corsi formativi, ma nel 2018 saranno pienamente operativi.
Dal punto di vista di Trenitalia, ci sono aspetti organizzativi che devono essere migliorati. Ho già detto della questione del materiale rotabile.
Sulla questione del materiale rotabile, abbiamo individuato con Trenitalia quali sono i mezzi più propri per migliorare la situazione in Piemonte sostanzialmente, i cosiddetti POP. In particolare, stiamo trattando con Trenitalia e con la ditta che li produce affinché si intervenga su aspetti molto tecnici e molto particolari che devono essere tenuti in considerazione per treni che viaggiano in Piemonte e non in Sicilia, che avranno delle problematiche che non si individuano da altre parti, in particolare quelle del freddo, del gelo e della neve.
Tenete conto che in Piemonte sono proprio i treni più recenti che hanno avuto problemi legati al ferro, proprio perché l'elettronica non è stata sufficientemente schermata, direi così, da evitare le influenze negative del freddo e della neve.
Sugli aspetti organizzativi e contrattuali c'è poi l'aspetto più meramente contrattuale. Credo che anche dal dibattito emerso oggi ci siano effettivamente, delle iniziative forti da prendere da parte nostra.
L'attuale protocollo ponte, l'attuale contratto ponte, non modifica sostanzialmente le misure di penalizzazione delle inefficienze previste dal precedente contratto. È un contratto che riguarda Regione Piemonte e Trenitalia; il soggetto RFI non è presente, perché noi non abbiamo un contratto con RFI, ma con Trenitalia. Le penali vengono poi pagate da Trenitalia che, a sua volta, in qualche misura, si rivale su RFI. Credo che su questo noi dovremmo muoverci con forza, anche chiedendo l'intervento di



ART - ne abbiamo parlato anche con alcuni Consiglieri nelle settimane

scorse - affinché ART, in qualche modo, normi la questione, cioè come le responsabilità di RFI siano non solo, in qualche modo, coperte dalle penali che deve pagare il soggetto che gestisce l'esercizio, ma debbano essere individuate e capite e, in qualche modo, rapportate al fatto che RFI incassa, come sapete, dei pedaggi. Pedaggi che, sempre più, vengono contrattati dal committente.
È assolutamente necessario che il committente regionale abbia contezza delle inefficienze prodotte dai disservizi, dalla cattiva manutenzione o comunque, da disservizi strutturali provocati da RFI. Su questo credo sia molto importante e interessante aprire un confronto con RFI, Trenitalia, il Governo e con ART che possa essere seguito dal Consiglio regionale attraverso la sua Commissione, se lo riterrà opportuno.
Concluderei riprendendo alcuni aspetti puntuali e specifici che sono stati toccati. La chiusura delle linee. La chiusura delle linee risale al 2012 come tutti sanno, e bisogna pur dire che la chiusura delle linee era, in qualche modo, collegata e propedeutica all'inaugurazione di SFM. SFM è stata un'ottima iniziativa, la chiusura delle linee non così tanto, anzi.
In quest'ottica, come sapete, nei prossimi bandi è prevista le riapertura di alcune linee, tuttavia bisogna tener conto che la riapertura di linee e in alcuni casi, anche la gestione di alcune delle linee più decentrate e attuali, ha bisogno di modalità di gestione diverse da quelle oggi normalmente gestite da Trenitalia.
Per questo motivo, insistiamo con forza, ed è previsto, nelle prossime forme già comunicate alla Commissione europea, nelle prossime gare di bacino, sulla possibilità di gestire in modo unitario alcuni servizi ferroviari con il servizio gomma. Il sistema di gestione di queste linee che deve essere comunque cadenzato, perché il cadenzamento dà una certezza all'utenza, deve però essere cadenzato in modo da prevedere anche modalità di gestione diversificate in base alle esigenze dell'utenza stessa.
Per quanto riguarda altri aspetti sottolineati in particolare dalla Consigliera Frediani, sulla questione riferita anche al completamento della tratta nazionale della Torino-Lione, credo sia opportuno seguire la proposta emersa dal Presidente della II Commissione, cioè di affrontarla in sede di Commissione magari con la presenza del Commissario di Governo.
Sulla Cuneo-Ventimiglia, citata dal Consigliere Campo, che in questo momento non c'è, ricordo semplicemente che si sta facendo un investimento con fondi nazionali di 29 milioni, cui si aggiungono i 15 milioni di parte francese.
Quindi, in conclusione, mi pare che ci siano le premesse affinché il sistema ferroviario in Piemonte possa migliorare in modo molto significativo, dal punto di vista strutturale e anche dal punto di vista manutentivo. Occorre un ulteriore sforzo anche da parte governativa e da parte di ART , perché ci sia un controllo forte sulle inadempienze da parte del gestore delle strutture.
Credo anche che, però, tutto ciò necessiti di avere la consapevolezza che come è stato detto da qualcuno - noi siamo un cliente: abbiamo uno degli interlocutori con cui trattiamo o attraverso un contratto (Trenitalia o altri gestori, nella misura in cui verranno fuori dalle procedure di gara in atto) e con un sistema, che è il sistema RFI, con cui abbiamo un rapporto mediato dal Governo.
La situazione è un po' diversa rispetto ad altre gestioni che sono avviate direttamente dalla Regione (per esempio, il sistema sanitario). Noi qui siamo regolati da contratti che ci vincolano e la cui evoluzione è sempre naturalmente complessa, ma di cui mi pare si stiano vedendo i primi risultati.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Ha chiesto la parola la Consigliera Gancia; ne ha facoltà.



GANCIA Gianna

Grazie, Presidente.
È una questione che interessa tutti e non è di partito. Sarebbe interessante.



PRESIDENTE

Ma è sull'oggetto di discussione?



GANCIA Gianna

Certo.



PRESIDENTE

Prego.



GANCIA Gianna

Sarebbe interessante che l'Assessore Balocco, e quindi la Regione e il Presidente Chiamparino mettessero in atto anche una campagna di senso civico dei cittadini, perché è vero che si dà sempre colpa alla politica di tutto, ma io prendo spesso il treno e - soprattutto sulle linee regionali ci sono delle persone che non sono persone, ma animali. Quindi, occorre intensificare i controlli e fare una campagna di senso civico, perché non è colpa dei cittadini o dell'Assessore Balocco o dall'ex Giunta Cota se a volte troviamo i treni come li troviamo. Questo è fondamentale.
Chiediamo, pertanto, una campagna di sensibilizzazione, perché occorre ripartire da una rivoluzione culturale e dal senso civico. Non è solo colpa della politica. Bisogna ritornare a puntare sul senso di responsabilità dell'individuo.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie a lei, Consigliera Gancia.
Abbiamo cinque atti di indirizzo. Una curiosità, ma mera curiosità: ci sono quattro atti di indirizzo del Movimento 5 Stelle; non si poteva presentarne solo uno? Fare un accordo Forza Italia e Movimento 5 Stelle, quindi presentare un unico atto di indirizzo, no? Sospendo brevemente i lavori.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 12.32 riprende alle ore 12.42)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Prego, collega Conticelli.



CONTICELLI Nadia

Grazie, Presidente.
Ci sono due ordini del giorno presentati questa mattina dai colleghi del Movimento 5 Stelle, inerenti propriamente al tema in oggetto; peraltro, su uno (lo dirà ora il primo firmatario, il collega Valetti) abbiamo concordato anche con le altre forze politiche sulle modifiche e ringraziamo il Movimento 5 Stelle per la disponibilità. Il documento, che è stato un po' una sintesi della discussione della mattinata, è stato firmato da tutti.



PRESIDENTE

Sta parlando di quello modificato a firma Valetti?



CONTICELLI Nadia

Esatto. Un documento firmato da tutte le forze politiche e, ripeto ringraziamo il Consigliere Valetti per la disponibilità, perché c'è una sintesi della discussione di questa mattina, che è stata proficua.
Inoltre, ce n'è un altro su SFM 3, ma su questo diremo. Poi, sono stati presentati altri due ordini del giorno, in particolare uno sulla riattivazione della linea Asti-Alba e un altro che riguarda le concessioni autostradali.
Su questi ordini del giorno, poiché ci sono nostri documenti e mozioni (per "nostri" intendo del Partito Democratico, ma anche dei colleghi di Articolo 1 e, credo, anche di altri colleghi del centrodestra) che sono fermi da mesi: noi proponiamo che questi due documenti, insieme agli altri sullo stesso tema, siano esaminati nella prossima seduta di Consiglio. Se ciò non fosse possibile, chiediamo che i nostri siano attratti oggi, perché sono stati presentati mesi fa.
Segnatamente, i nostri sono: un ordine del giorno avente come prima firmataria la collega Motta, sempre sulla Asti-Alessandria, il n. 1276, e sulle concessioni autostradali il n. 1149 avente come prima firmataria la collega Accossato, infine il n. 1200 a prima firma mia e del Consigliere Gariglio.
La nostra proposta è la seguente: esaminare i due documenti presentati oggi.



PRESIDENTE

Da parte mia, la proposta è accolta. Può andare bene se nel prossimo Consiglio facciamo tutti gli atti di indirizzo, anche quegli attratti del Gruppo del PD, altrimenti dovrei sospendere per capire quali sono tutti gli atti di indirizzo del gruppo del PD o, eventualmente, anche di altri Gruppi.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Sì, sì. Poi ci possono essere anche altri Gruppi.
Quindi, la proposta è di metterne in votazione e di approvarne due. Giusto? Se per l'Aula va bene, i proponenti dei due atti di indirizzo li possono illustrare.
. Ordine del giorno n. 1301 "Verifica e monitoraggio manutenzione ordinaria e straordinaria infrastruttura ferroviaria" presentato da Valetti, Bertola, Campo, Frediani, Mighetti, Conticelli Ferrentino,Giaccone, Grimaldi, Monaco, Rostagno, Berutti, Graglia Pichetto Fratin, Porchietto, Sozzani, Vignale.
La parola al Consigliere Valetti per l'illustrazione.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Quest'ordine del giorno voleva essere un po' la sintesi per portare a compimento questo Consiglio regionale straordinario, come ricordato dalla collega del PD Conticelli, quindi ringrazio anche le forze politiche che hanno deciso di sottoscrivere l'impegno con delle modifiche, sia di maggioranza che di opposizione.
È un ordine del giorno che chiede innanzitutto più trasparenza sul modo in cui vengono rendicontati, tra i gestori ferroviari e i gestori d'infrastruttura, i problemi dell'infrastruttura. Questo ci serve per avere un'idea di quanto pagano le società, in termini di sanzioni, per i disguidi dovuti a mancate manutenzioni della rete; quindi, non problemi di Trenitalia, non problemi di GTT, ma problemi dell'infrastruttura. In questo modo raggiungiamo due risultati: ovviamente, si chiede alla Giunta di interloquire col Ministero e con l'Autorità dei Trasporti per ottenere questi dati e per far sì che la normativa, se già non lo prevede, preveda che le Regioni abbiano piena consapevolezza e conoscenza di queste sanzioni che vengono erogate, che dovrebbero tradursi in mancati canoni pagati sul pedaggio dell'infrastruttura. Ciò significa che poiché, in genere, un treno paga dei pedaggi per percorrere una certa linea ferroviaria, se questa linea dà dei problemi, i canoni devono essere scalati. Pertanto, a catena questo dovrebbe comportare delle sanzioni che poi si riverberano su un minor costo del servizio da parte della Regione Piemonte e, magari, su dei risarcimenti ai pendolari.
Il nostro intento è arrivare sul fatto che chi sbaglia deve pagare affinché sia conveniente fare le manutenzioni e mantenere il sistema efficiente. Se non conviene perché le sanzioni sono inefficaci, allora è chiaro che converrà mantenere una ferrovia che funziona qualche volta sì e qualche volta no, perché tanto poi le sanzioni sono minime. Però, in questo momento, noi non le conosciamo su questa parte di infrastrutture, quindi la tematica va regolamentata. Questo, però, la Regione non lo può fare e deve chiedere di farlo a chi è competente, e questo è uno degli impegni di quest'ordine del giorno, che ha trovato grande condivisione.
Ringrazio ancora l'Aula per questo momento di approfondimento, che speriamo possa essere un segnale, anche verso il Ministero competente di qualunque Governo ci sarà l'anno prossimo e verso i gestori delle infrastrutture, a cercare di lavorare sempre meglio e riportare un po' di attenzione sulle ferrovie regionali, perché negli ultimi anni, al di là di quello che si dica sulla ripartizione dei bilanci nazionali, molta attenzione è stata data all'Alta Velocità e poca attenzione alle nostre ferrovie locali.



PRESIDENTE

Grazie, collega Valetti.
. Ordine del giorno n. 1300 "Gestione unica per il rinnovamento dell'infrastruttura SFM3" presentato da Frediani, Andrissi, Bertola Bono, Campo, Mighetti, Valetti.
La parola alla Consigliera Frediani per l'illustrazione.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Mi collego all'ultima parte del discorso del collega Valetti sul fatto che purtroppo, si è data troppa attenzione al tema Alta Velocità e poca al tema del trasporto pendolari.
L'ordine del giorno che ho depositato e che sottopongo alla votazione dell'Aula richiama proprio l'attenzione su questo aspetto e chiede che nell'ambito dei lavori che interverranno sulla linea Torino-Modane (che sappiamo tutti non essere proprio più Torino.Modane, ma è sempre più Torino Bardonecchia), si sostenga una gestione unitaria dell'infrastruttura coordinata con il servizio.
Chiediamo quindi che il servizio per i pendolari rimanga al centro dell'attenzione anche nel periodo in cui si svolgeranno i lavori sulla linea; lavori che, sempre secondo l'impegno contenuto nell'ordine del giorno, devono riguardare tutta la linea e non soltanto alcuni lotti.
Quindi, che gli interventi siano sull'intera linea, per garantire un'alta qualità del servizio per i pendolari e non per preparare la linea a future opere relative al TAV, ma sia un servizio dedicato ai pendolari, che si garantisca l'efficienza e che si programmino i lavori, in modo da evitare rotture di carico, blocchi del servizio e, in generale, disservizi ai pendolari.
Questo chiede l'impegno: Attenzione ai pendolari anche sulla SFM3 e che quella tratta non sia vista soltanto in riferimento a futuri lavori per il TAV, ma siano interventi realmente utili per i pendolari.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ferrentino per dichiarazione di voto; ne ha facoltà.



FERRENTINO Antonio

Il primo documento è condiviso, quindi siamo d'accordo.
Sul secondo, l'indicazione è quella di un voto contrario, per una motivazione molto semplice: la realizzazione della Torino-Lione non è minimamente in contrapposizione con la gestione del servizio ferroviario metropolitano SFM3, dove ci sono tutti gli spazi e tutte le possibilità per potenziare il servizio ferroviario in un'ottica di integrazione che non è certamente messa in discussione.
In questo senso, penso sia utile la richiesta di audire il Commissario Foietta nell'ambito della Commissione, con il tempo e la possibilità di approfondire il tema, fornendo ulteriori argomenti.
Riteniamo, quindi, di esprimere un voto contrario sul secondo ordine del giorno.



PRESIDENTE

Scusate colleghi, prima di mettere in votazione gli atti di indirizzo avevo chiesto se eravate d'accordo a programmare, in coda al Consiglio, una Conferenza dei Capigruppo.
Il Consigliere Grimaldi e qualche altro collega hanno dei dubbi, per fatemi capire la vostra decisione. Se non la facciamo adesso, vi do la disponibilità a farla oggi pomeriggio alle 15.
Va bene adesso? Allora, mettiamo in votazione l'atto di indirizzo illustrato dal collega Valetti, quello modificato, con il giudizio unanime anche da parte della maggioranza.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 1301, come modificato il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
È formalmente convocata la Conferenza dei Capigruppo.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 1300, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio non approva.
Comunico per il verbale la non partecipazione al voto della Vicepresidente Ruffino.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Disegno di legge n. 217, inerente a "Norme in materia di gestione dei rifiuti e servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani e modifiche alle leggi regionali 26 aprile 2000, n. 44 e 24 maggio 2012, n. 7" (modifiche di coordinamento)


PRESIDENTE

Do lettura delle modifiche di coordinamento e delle correzioni formali apportate al DDL 217.
A seguito dell'approvazione della deliberazione dell'Ufficio di Presidenza n. 1 del 9 gennaio 2018, comunico, ai sensi dell'articolo 90 del Regolamento interno del Consiglio regionale, le modifiche di coordinamento e correzioni formali apportate al DDL 217 "Norme in materia di gestione dei rifiuti e servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani e modifiche alle leggi regionali 26 aprile 2000 n. 44 e 24 maggio 2012 n. 7", approvato dal Consiglio regionale il 28 dicembre 2017.
Le modifiche sono state messe sul supporto informatico "Sedute d'Aula".
1) A seguito dell'approvazione dell'emendamento all'articolo 4, comma 1 dell'allegato 1 "Schema di statuto tipo, di cui all'art.33 del ddl 217": a) all'articolo 5, comma 2 dell'allegato 1 le parole "per il 50 per cento alle popolazioni residenti e per il restante 50 per cento alle superfici dei rispettivi territori." sono sostituite dalle seguenti "per almeno il 70 per cento alle popolazioni residenti e per la parte restante alle superfici dei rispettivi territori." all'articolo 29, comma 1 dell'allegato 1, le parole "per il 50 per cento sulla base della popolazione residente per il restante 50 per cento sulla base dell'estensione del territorio comunale." sono sostituite dalle seguenti: "per almeno il 70 per cento sulla base della popolazione residente e per la parte restante sulla base dell'estensione del territorio comunale" 2. A seguito dell'approvazione dell'articolo 10, comma 1, lettere a) e d) e degli emendamenti relativi alle lettere b) e c) del medesimo articolo: a) alle lettere b) e c) dopo le parole "in sua vece" sono aggiunte le seguenti ",in via permanente o per la singola seduta,".
Le lettere b) e c) risultano così riscritte: "b) dalla Sindaca o dal Sindaco della Città di Torino, che pu delegare in sua vece, in via permanente o per la singola seduta, un membro della giunta presieduta;" "c) dalla Sindaca o dal Sindaco della Città metropolitana di Torino che può delegare in sua vece, in via permanente o per la seduta, un membro del Consiglio metropolitano;".
3. A seguito dell'approvazione dall'articolo 27: a) all'articolo 37, comma 1, lettera j), prima delle parole "gli articoli 14 e 16)" sono inserite le seguenti "gli articoli 4, 5, 6," .
La lettera j) risulta così riscritta: "j) gli articoli 4, 5, 6, 14 e il comma 2 dell'articolo 16 della l.r.
7/2012;".
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 12.57)



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