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Dettaglio seduta n.286 del 27/12/17 - Legislatura n. X - Sedute dal 25 maggio 2014 al 25 maggio 2019

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE BOETI



(La seduta ha inizio alle ore 14.32)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Do atto che l'o.d.g. è stato comunicato con la convocazione.
Non essendovi proposte di modifica, l'o.d.g. è approvato, ai sensi dell'articolo 58 del Regolamento interno del Consiglio regionale.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo Allemano, Cerutti, Ferraris e Ferrero.


Argomento:

b) Processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

Sono a disposizione e riproducibili, su richiesta, i processi verbali delle sedute del 19 e 20 dicembre 2017.


Argomento:

c) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

d) Non impugnativa


PRESIDENTE

Il Consiglio dei Ministri ha esaminato, in data 22 dicembre 2017, la seguente legge regionale e ha deliberato la non impugnativa: Legge 31 ottobre 2017 n. 16, "Legge annuale di riordino dell'ordinamento regionale anno 2017"


Argomento:

Approvazione processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g. "Approvazione processi verbali precedenti sedute", comunico che sono stati approvati i processi verbali del 12 e 14 dicembre 2017.


Argomento: Organizzazione regionale: argomenti non sopra specificati

Richiesta, da parte del Consigliere Pichetto Fratin, di chiarimenti in merito alle dichiarazioni rese dal Presidente Laus durante la Conferenza stampa di fine anno


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Pichetto; ne ha facoltà.



PICHETTO FRATIN Gilberto

Non ho proposte di modifica, Presidente, ma una considerazione che.



PRESIDENTE

Per cortesia, però. I lavori del Consiglio sono cominciati: ognuno prenda il suo posto e ascoltiamo quello che dice il Consigliere Pichetto.
Prego.



PICHETTO FRATIN Gilberto

In realtà, avrei preferito che ci fosse il Presidente Laus.



PRESIDENTE

Lo sostituisco indegnamente, bisogna avere pazienza.



PICHETTO FRATIN Gilberto

No, no, in questo caso la sua risposta non è pertinente.
Il mio intervento nasce da questo: io non ero in questo Consiglio regionale nella passata legislatura e non ero presente nemmeno alla conferenza stampa di fine anno del Presidente Laus. Però, avendo letto sui vari organi di stampa le dichiarazioni del Presidente Laus, vorrei fare una considerazione, e la faccio adesso, dopo Natale, quindi ho lasciato passare anche il giorno di Natale, non ho fatto un comunicato stampa.
Il Presidente Laus ha affermato che è arrivato lui a dare dignità al Consiglio regionale del Piemonte.
Bene, qui ci sono persone che erano presenti nel passato Consiglio e non penso siano soggetti indegni. Vedo il Vicepresidente Reschigna, ma anche il Consigliere Gariglio. Anche dietro e vicino a me, ce ne sono altri.
Io non facevo parte del Consiglio, ma credo che il Consiglio regionale del Piemonte la dignità l'abbia sempre avuta.
Sono affermazioni dell'attuale Presidente del Consiglio regionale, in merito alle quali potrei fare alcune considerazioni per cui è "lì" perch delle sentenze di tribunale gli hanno permesso di rimanere "lì" altrimenti forse non sarebbe stato neanche eletto.
A questo punto, davvero, è un atto che non posso condividere e non posso che stigmatizzare in questa sede, perché il Presidente del Consiglio deve rappresentare il Consiglio. Semmai, se si è acquisito un maggior prestigio, l'ha acquisito tutto il Consiglio. E visto che c'è una maggioranza e un'opposizione, questo a partire dalla maggioranza certamente, ma non con un'autodichiarazione o un autoincensamento del Presidente pro tempore di questo Consiglio, che - vorrei ribadire - è tale per una sentenza del tribunale, al momento.



PRESIDENTE

Consigliere Pichetto, il Presidente Laus parteciperà ai lavori del Consiglio e noi, naturalmente, gli riferiremo queste sue riflessioni.
Non credo che volesse offendere nessuno. Quello che è successo nella scorsa legislatura ha coinvolto più o meno tutti e, in qualche modo, il fatto di cambiare passo ha portato probabilmente il Presidente.
Io credo che si scuserà, se ha offeso qualcuno o se qualcuno si è sentito offeso.


Argomento: Norme finanziarie, tributarie e di contabilita

Esame proposta di deliberazione n. 273, inerente a "Nota di aggiornamento al DEFR 2018-2020"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare la proposta di deliberazione n. 273, di cui al punto 3) all'o.d.g.
La parola all'Assessore Reschigna per l'illustrazione.



RESCHIGNA Aldo, Assessore alla programmazione economico-finanziaria

La nota di aggiornamento è stata licenziata dalla I Commissione.
Per la sua parte fondamentale, non fa altro che aggiornare dei dati che erano già contenuti all'interno all'interno del DEFR, in modo particolare per quanto riguarda la situazione del contesto internazionale e della congiuntura piemontese; un aggiornamento dei dati riguarda anche la capacità di produzione di ricchezza all'interno della nostra regione.
La nota di variazione si sofferma invece sul contesto che emergeva dalla legge di bilancio dello Stato relativamente alle ricadute sul bilancio della Regione. Questa parte, negli ultimi giorni, è stata lievemente modificata dalla Camera, in quanto la decurtazione dei trasferimenti statali non è più di 300 milioni di euro, ma è attorno a 100 milioni di euro. Ciò, da un lato, è un elemento positivo; rimane, per quanto riguarda la conseguenze della legge di bilancio sulla situazione del Piemonte, il fatto - di cui mi rammarico profondamente - che non è stata, ancora una volta, accolta l'istanza della Regione Piemonte di eliminazione della penalizzazione che grava sul bilancio circa il trattamento, ai fini degli equilibri di bilancio, degli importi relativi alle restituzioni delle anticipazioni sul decreto legge 35.
Questa è una forte e pesante penalizzazione. Nella fase iniziale delle prime due o tre bozze della legge di bilancio, prevedeva parziale ristoro di tale penalizzazione la concessione di spazi finanziari alla Regione Piemonte sul 2018 e sul 2019 per 50 milioni di euro. Ricordo che la partita complessiva vale, in termini di restituzione delle quote di conto capitale, 120 milioni di euro. Nelle stesure successive questo parziale ristoro è stato eliminato, per cui dovremmo far gravare anche sul 2018 l'onere relativo al fatto che per tutte le Regioni le quote capitale di restituzione del decreto legge 35 non entrano nei conteggi sugli equilibri di bilancio; per la Regione Piemonte, invece, continuano a essere considerate ai fini degli equilibri di bilancio.
Questo non è un problema di poco conto anche sul 2018, ma era stato uguale nel 2017, se consideriamo il fatto che sul Piemonte grava l'obiettivo di un avanzo di amministrazione, ai fini del contributo sul risanamento dalla finanza locale, pari a 183 milioni di euro nel 2018 rispetto ai 161 milioni di euro che era l'obiettivo invece del 2017. Quindi, questo è il quadro più preoccupante che viene fuori dalla legge di bilancio.
È stata invece approvata la norma di cui avevamo già avuto modo di ragionare in sede di assestamento di bilancio e anche nella Commissione consiliare competente; norma che consente di spalmare la copertura delle quote residue del disavanzo finanziario al 31/12/2017 dai residui sette anni a 20 anni complessivamente, quindi con un miglioramento di 13 anni.
Questo è essenziale per poter garantire, soprattutto sia in termini di predisposizione della legge di bilancio sul 2019 sia sulla futura legislatura regionale, di individuare un quadro che consenta, non dico la soluzione dei problemi, ma un alleggerimento del gravame sulle competenze di ciascun anno delle due quote di copertura del disavanzo al 31/12/2017 da ricognizione straordinaria.
Viene mantenuta sostanzialmente anche all'interno dalla legge di bilancio per il 2018 la norma che non consente alle Regioni di modificare la pressione fiscale e quindi di alzare aliquote o imposte, per cui anche l'introduzione dell'imposta sul traffico aereo non troverà applicazione all'interno dalla nostra Regione per quanto riguarda il 2018, ma questo in relazione alla discussione che abbiamo avuto in sede di assestamento di bilancio, dove vi è - se volete, ci sarà anche un'iniziativa della Giunta l'obiettivo di una riformulazione delle modalità di determinazione di tale imposta, cosa che mi sembra fosse emersa in termini abbastanza ampi all'interno della discussione avvenuta in Commissione consiliare.
Sostanzialmente, le altre entrate trovano allineamento per quanto riguarda le verifiche delle iscrizioni delle entrate tributarie, quindi questa nota di aggiornamento riguarda: i dati più aggiornati sulla situazione economica regionale, un aggiornamento relativamente alle previsioni contenute nella legge di bilancio dello Stato e una ricaduta per quanto riguarda le entrate sul bilancio della Regione.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Ringrazio il Vicepresidente Reschigna per la relazione sulla nota di aggiornamento al DEFR, in quanto ritengo che sia un documento importante che a fine anno ci permette di dare un aggiustamento, per quanto riguarda le previsioni economiche finanziarie iscritte nel documento di economia e di finanza regionale.
Per quanto riguarda la parte degli anni venturi, rimangono delle stime che si basano su un'analisi del contesto economico nello scenario europeo e internazionale.
È abbastanza evidente, dall'analisi del documento, come una contrazione molto forte dell'export, per quanto riguarda la nostra Regione, sia il dato su cui probabilmente ci sarà da concentrarsi di più nei prossimi anni; una contrazione dell'export pari al 2 per cento - vado a memoria con un importo di circa un miliardo di euro di contrazione della somma complessiva, dai 45 ai 44 miliardi di euro, e riguarda soprattutto il settore automotive, quindi l'export di autovetture.
Un contesto che vede luci, ma anche, come al solito, diverse ombre. Per cui, mentre cala l'export, sono aumentati i consumi finali delle famiglie ed è aumentato l'import. Non so quanto l'aumento dell'import, a fronte di una diminuzione dell'export, possa essere positivo nel bilancio commerciale di uno Stato (se dovessimo vedere anche quello di una Regione ovviamente una Regione ha un bilancio che è conseguenza del bilancio di uno Stato) e indica come, anche a livello europeo, volando un po' più in alto rispetto ai nostri angusti confini regionali, qualcosa vada rivisto nel senso di una Germania con una un surplus commerciale così ampio; per non parlare dei Paesi come la Cina, che ci invadono di prodotti aggirando anche i controlli alle dogane europee, non dico tanto quelle italiane, ma quelle europee sì.
È un discorso che deve essere rifatto in un ambito più alto.
Sono positive anche le dinamiche intraprese di discussione a livello di Regioni, Regioni singole o anche nell'ottica di macro Regioni o, comunque all'interno dell'Unione europea, ma è ovvio che dobbiamo poi provare a puntare a dei risultati.
Questo come scenario globale ed internazionale.
Sullo scenario locale si citano anche i dati dell'occupazione e della disoccupazione. A me e ai colleghi è balzato agli occhi soprattutto il dato del tasso di disoccupazione: se è vero che nel 2016 è sceso, passando dal 10,2 al 9,3 per cento, abbiamo notato che nel 2017 c'è stima una stima di rialzo del tasso della disoccupazione, quindi torneremmo al 9,8.
Sostanzialmente, quindi, una via di mezzo tra il 15 e il 16; il che forse deriva anche dall'esaurimento dei bonus all'occupazione, che sono stati propri del Governo che ormai tende a lasciarci in questi ultimi giorni, il Governo nazionale, quindi gli stimoli all'occupazione, relativi soprattutto all'IRAP.
Probabilmente questo dato va in esauririmento nel 2016 e nel 2017 fa già vedere un trend calante per quanto riguarda l'occupazione, fermo restando che non sappiamo quanto di questa occupazione sia a tempo pieno, quanto a tempo determinato o indeterminato, part time o lavori occasionali se non stagionali. Un dato che, ovviamente, andrebbe letto al netto di queste informazioni.
Sul tema delle entrate, si parla del 2017-2018: per il 2018 si pensa a un incremento del PIL nazionale più alto di quanto è stato nel 2016 e, a stima, nel 2017.
È ovvio che sono tutte stime, ma facciamo notare come il Piemonte comunque, sia la Regione del Nord Italia messa peggio per la crescita del prodotto interno lordo, posto che, come sapete, noi non siamo innamorati del PIL come indicatore per tutte le stagioni e per tutte le occasioni dello stato di salute di un'economia e di un Paese, in quanto andrebbero utilizzati altri indicatori complessivi (come sappiamo, anche gli incidenti stradali concorrono a far crescere il PIL). È ovvio che vorremmo tutti meno incidenti stradali e più economia che produca beni, beni utili e benessere, però è un indicatore che ancora viene utilizzato nel nostro Paese.
Ci sono alcuni timidi tentativi; sarebbe interessante che la Regione nei prossimi anni, magari nella prossima legislatura, con l'IRES iniziasse a valutare - so che ci stanno già lavorando - un indicatore alternativo di produzione, di produttività e di benessere, per quanto riguarda la propria Regione.
Vado velocemente alle stime delle entrate.
In relazione all'aumento complessivo del PIL nazionale, si stima un incremento del PIL regionale, quindi un incremento delle entrate; c'è un incremento netto sia dell'IRPEF nazionale sia dell'addizionale regionale dell'IRPEF e, di conseguenza, anche tutte le altre tasse vanno pure a crescere, così come l'IRAP. L'IRBA - imposta sulla benzina - tende a scendere, mentre cresce quella sul gas metano e abbiamo visto una crescita netta di nuovo sul bollo auto.
Non so se sarà così, ma considerando le manovre che ha fatto la Regione Piemonte sul bollo auto, si è visto un incremento del bollo sulle vetture con cilindrata maggiore (più che cilindrata potenza del motore), ma ha anche reintrodotto un mini bollo per le auto ecologiche, che cubano molto poco, tre o quattro milioni.
Ancora oggi pensiamo che l'indirizzo dell'acquisto del parco autovetture in Italia debba essere orientato - oggi ancora di più - verso autovetture piccole, sia di cilindrata sia di potenza, ed ecologiche, visti anche i continui blocchi del traffico che non fanno ipotizzare nulla di positivo sul medio-lungo termine.
Non so se queste stime di incremento notevole del bollo auto sono immagino che abbiano una loro ratio e un loro fondamento logico e matematico - magari vorrebbero essere stime un po' troppo ottimistiche rispetto alla modifica del parco automobilistico.
Sul resto, appunto, è già stato detto. Le addizionali IRPEF sono già al massimo per la Regione Piemonte e non ci sono grandi spazi di manovra per quanto riguarda le entrate. Si spera quindi, sostanzialmente, che le entrate siano stimate correttamente, che quello che lo Stato ci deve arrivi e che non ci siano ulteriori tagli con ulteriori manovre nazionali.
È infatti evidente che la situazione delle Regioni - in particolar modo noi conosciamo quella del Piemonte - è al limite, ed è già abbastanza ovvio che diverse politiche di ambito regionale non possono essere condotte perché mancano risorse. Abbiamo tante leggi che non sono più finanziate e si sono dovute fare delle scelte. Di questo discutiamo tutti gli anni nel bilancio, perché alcuni Gruppi vorrebbero finanziare determinate politiche regionali e altri Gruppi altre. Quindi è ovvio che in una situazione di criticità diventa difficile far quadrare i conti di bilancio, a fronte di quell'impatto molto notevole del debito regionale che dovremo andare a correggere con la delibera che riguarda i due disavanzi - anzi, i tre disavanzi - da rivedere con la spalmatura a vent'anni, di cui si diceva prima. E poi - ci auguriamo a inizio anno - va fatto un piano di riequilibro finanziario che possa tracciare la linea dei possibili indirizzi ulteriori di efficientamento della spesa da parte della macchina regionale, così da tracciare una linea - come ho detto questa mattina in I Commissione - con l'ultimo documento programmatico della Regione, ovviamente insieme al bilancio del 2018, che sarà il bilancio 2018-2020 e che, con quello per il 2019, chiuderà questo mandato.
Quello in discussione, quindi, è sostanzialmente un documento positivo dal punto di vista dell'aggiornamento dei dati; non ci ha convinto su tutte le stime, come succede spesso con i documenti di bilancio. Speriamo che la Giunta ci abbia visto giusto e che queste siano stime abbondanti che non comportino poi dei ribassi nel corso dell'anno, perché ovviamente questi porterebbero a delle conseguenze negative.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Bono.
La parola al Consigliere Berutti.



BERUTTI Massimo

Grazie, Presidente.
Ho dato un'occhiata al documento e sostanzialmente balza all'occhio qualcosa che obiettivamente ritengo ci debba far riflettere, anche valutando quello che sarà l'esercizio provvisorio, ma soprattutto il previsionale in fase futura.
Mi spiego meglio. Qui ci sono alcuni elementi che riguardano i dati e le prospettive legate al nostro bilancio e al DEFR. Quello pregnante e più importante riguarda l'aspetto legato al commercio estero e all'internazionalizzazione: quello che può essere un pezzo di futuro di questa Regione. Gli altri dati, infatti, sono abbastanza stagnanti, tutto sommato non offrono grande prospettiva, ma soprattutto danno un segnale di una situazione abbastanza ferma.
Alla luce di questo, se riprendo anche un pochino i dati dell'ultimo assestamento, dove si toglievano risorse all'internazionalizzazione, oggi forse mi pongo delle domande, e probabilmente c'è anche la possibilità di avere delle risposte. La domanda è: si sta facendo una politica legata a quella che può essere una prospettiva della Regione Piemonte su dinamiche orientate verso le opportunità che può dare il made in Piemonte? È vero infatti, che può esserci la giustificazione del fatto che questo è un momento in cui l'industria legata alla domotica è ferma, l'esportazione è in difficoltà, l'auto è in crisi, ecc.; ma non dimentichiamo che il Piemonte non è solo quello.
Quello che ci balza all'occhio, quindi, è l'incognita su quali possano essere le strategie. Vanno bene, infatti, l'analisi legata all'addizionale IRPEF o delle situazioni standard che si inseriscono in'un ottica di bilancio. Però poi ci sono anche delle strategie, che sono gli elementi primari legati, ancor prima che al bilancio previsionale o allo strumento di programmazione annuale, a ciò di cui si necessita veramente e a dove si vuole andare a parare. È questo l'aspetto che più di ogni altro mi lascia abbastanza perplesso.
Poi, mi balza all'occhio anche il fatto che ci sia una regressione - o meglio, una fase di stallo - legata anche a tutto quello che riguarda il settore agricolo. Non vorrei aver inteso male, però anche a questo proposito il Vicepresidente sicuramente mi illuminerà.
Ecco, queste sono tutte situazioni che però obiettivamente ci devono ulteriormente portare ad avere un quadro di prospettiva, ma soprattutto ad avere un piano strategico su cui possiamo tutti insieme lavorare per vedere di far sì che questa Regione, nei prossimi anni, possa dare quel cambio di passo di cui i cittadini piemontesi hanno bisogno.
Se quindi nel 2017 la crescita reale dell'economia italiana presenta un andamento più espansivo, obiettivamente se il Piemonte, una delle Regioni del Nord, che dovrebbe essere una delle Regioni trainanti, non è ancora al passo, dobbiamo fare veramente delle serie riflessioni.
Mi auguro che, in qualche modo, ci possano essere indicazioni da parte del Vicepresidente per quanto riguarda quello che tratteremo sia nell'esercizio provvisorio ma, soprattutto, nel bilancio previsionale.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Campo; ne ha facoltà.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Facendo qualche piccolo ragionamento in più a margine di quello che ha già esplicitato in maniera abbastanza chiara il Consigliere Bono, quello che emerge da questo documento è, dal mio punto di vista, una visione relativamente ottimistica del prossimo triennio. Che è quella che prevede una tendenza espansiva a livello internazionale e quindi la possibilità per il nostro Paese e, di conseguenza, per la nostra Regione, di andare a traino sulle tendenze macroeconomiche mondiali.
Si fa tutto un ragionamento sull'esaurirsi di quella spinta che è stata la svalutazione che ha, di fatto, avuto l'euro nell'ultimo paio d'anni nei confronti del dollaro e quindi un riacquisto di competitività, a livello internazionale che ha trainato un pochino le dinamiche dell'export, ma non si accenna, ad esempio, all'impatto che ha avuto la politica di quantitative easing della Banca Centrale Europea, che ha costruito uno scenario di tassi significativamente bassi, in relazione alle situazioni di credito-debito obbligazioni, titoli e anche dei debiti pubblici nazionali. Non si fa cenno al fatto che, in realtà, andiamo verso un periodo in cui questo tipo di stimoli dovrebbe, tendenzialmente, esaurirsi sia in maniera graduale nei termini di acquisti dei titoli pubblici, sia in maniera più netta al 2019-2020 per quanto riguarda il programma di quantitative easing nel suo complesso.
Questo è il periodo in cui ci stiamo avventurando con questo DEFR, quindi 2018-2020. Quali siano gli scenari che andranno a conseguire da questo cambiamento di politica monetaria, poi bisognerà vedere che cosa effettivamente succederà, ma forse dovremmo usare un minimo di prudenza in più. Vale la pena ricordare che, anche nella nostra capacità di rispondere al traino delle condizioni macroeconomiche a livello globale, l'Italia non risponde granché bene: laddove, a livello europeo, si cresce di oltre il due per cento l'Italia risponde con l'un per cento scarso.
Ricordo che noi, nella crisi, tra l'altro, abbiamo perso un quarto della nostra produzione di ricchezza nazionale. Non è che stiamo recuperando in maniera significativa, ma cresciamo meno di tutti gli altri partner europei (forse a eccezione di Grecia e Portogallo).
Sotto questo profilo, anche le previsioni per il Piemonte che, nel contesto generale ha, purtroppo, fornito, sotto vari punti di vista, delle performance inferiori a quelle delle altre Regioni consorelle del Nord Italia, dovrebbe spingerci a delle politiche un po' prudenziali dal punto di vista delle previsioni e, forse, un pochino più innovative dal punto di vista della programmazione negli interventi.
In questo DEFR diciamo che, comunque, anche la ripresa è, di fatto, una ripresa con poco impatto nel recupero della disoccupazione, al di là dei numeri che ci dicono che, in parte, la disoccupazione che sta venendo riassorbita si trasforma da lavoro a tempo indeterminato, vecchio stile in un lavoro che, tendenzialmente, è precario, con contratti a termine o in trasformazione in lavoro a tempo indeterminato, ma Jobs Act, come sappiamo bene, vuol dire che nei primi tre anni ti possono buttare fuori quando vogliono, con una piccola mancetta.
Bisognerebbe analizzare i dettagli di quello che c'è dietro alle parole.
Ad esempio, uno dei temi che mancava nella presentazione, anche se è durata un'ora, necessariamente sintetica di un "tomone" epico come quello del lavoro, dovrebbe dare lo spunto alle domande che ci dovremmo porre come programmatori politici nel mettere in atto le politiche di bilancio di investimento e di programmazione delle varie politiche settoriali sul prossimo triennio.
Ricordiamo la preoccupazione, che l'Assessore ha già più volte ricordato sul discorso non solo dell'indebitamento, ma anche degli strumenti finanziari derivati di cui, per adesso, non siamo ancora riusciti a liberarci.
Tutta questo mi fa dire che la parte analitica di contesto è relativamente ottimista. Di nuovo, continuiamo a puntare molto sul discorso di una ripresa dell'export grazie alla congiuntura internazionale. Ricordo nuovamente che la maggior parte delle aziende l'export non lo fa, perch lo fanno i lucky few, quelli che hanno la nicchia di mercato, quelli che hanno la capacità di aprirsi verso i mercati esteri e che possono trainare un pochino la tendenza. Ma questo, attenzione, ci espone molto di più anche agli eventuali ulteriori shock internazionali, quindi alle problematiche che possano nascere da condizioni geopolitiche, da problemi nei principali attori economici internazionali, che vanno dalla Cina agli Stati Uniti, ognuno dei quali sta perseguendo proprie politiche relative all'affrontare l'instabilità e la tendenza, non a una crescita, ma semmai - a una stabilizzazione di una crescita non troppo dinamica a livello internazionale.
In questa congiuntura, noi rischiamo - senza una particolare attenzione delle politiche anticicliche - di essere il classico vaso di coccio in mezzo ai vasi di ferro.
Pertanto, sotto questo profilo, ben venga un DEFR che non vuole essere pessimistico, perché bisogna sempre provare a guardare al futuro in senso migliorativo, ma io sarei stato più ottimista nel proporre magari delle politiche di stile diverso e un pochino più conservativo nella descrizione dello scenario.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rostagno.



ROSTAGNO Elvio

Grazie, Presidente.
Il nostro sistema economico si basa su quattro pilastri: gli investimenti privati, i consumi, gli investimenti pubblici e - checché se ne dica - il mondo dell'edilizia, l'immobiliare.
Il nostro Paese, di questi quattro pilastri, ne ha due bloccati: gli investimenti pubblici, per l'eccessivo indebitamento, e la parte immobiliare, per il quantitativo esagerato di volumetria inutilizzata e non venduta e, contemporaneamente, per una contrazione della possibilità di spesa, nonché - direi - della fiducia della gente.
Mi sembra sia chiaro che tutti i dati indicatori danno una prospettiva più rosea, anche se non entusiasmante, per il nostro Paese, raffigurando per il Piemonte con delle criticità maggiori.
Voglio ricordare che la nostra regione ha una forte percentuale del PIL legata al manifatturiero, ed è evidente che è quello il settore che ha subito maggiormente la crisi, sia sotto il profilo della produzione sia ovviamente, sotto il profilo occupazionale.
Pertanto, la nostra regione sarà tra quelle più lente nel rincorrere una ripresa, nella misura in cui ci sarà.
Credo che la nota di aggiornamento tenga conto di queste considerazioni ma tenga anche in considerazione il fatto che gli investimenti che deriveranno dall'utilizzo del FSC per circa un miliardo potranno dare dei risultati negli anni successivi, sicuramente non nel 2018.
Concludo dicendo che questa nota di aggiornamento è sicuramente prudenziale e io, anche se siamo nell'ultimo miglio di questa legislatura preferisco avere una nota di aggiornamento prudenziale, che ci consente di fare dei passi sicuri nel bilancio che sarà l'ultimo nostro bilancio piuttosto che ardire delle ipotesi che poi non si configurano come realtà.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente Reschigna.



RESCHIGNA Aldo, Assessore alla programmazione economico-finanziaria

Brevissime risposte agli interventi che ci sono stati sul punto.
La prima al Consigliere Bono, che giustamente metteva in evidenza come nelle tabelle sulle entrate dei prossimi anni ci sia un andamento, non forte, ma a crescere, sulla tassa automobilistica regionale (dai 486 milioni ai 502 milioni).
Voglio ricordare innanzitutto che questi 486 milioni di euro non sono solamente tassa ordinaria, ma è un importo che contiene dentro di sé anche il recupero dell'evasione sul bollo auto.
Il dato del 2017 è un dato che ci dice, già verso la fine dell'anno (mancano pochissimi giorni), che noi lo stiamo migliorando rispetto a quanto è contenuto qua.
Perché questa previsione di crescita? Non perché si creda molto al fatto che ci sarà un boom in termini di immatricolazione di vetture, anzi, i provvedimenti che sono stati assunti dal Consiglio regionale vanno teoricamente verso una diminuzione del gettito; non rilevantissima comunque è una diminuzione del gettito.
Però noi ogni anno scontiamo il fatto che trasferiamo, alla fine dell'anno di competenza del pagamento del bollo auto, l'equivalente di circa 90 milioni di euro di cartelle non pagate al recupero, attraverso i due sistemi. Il primo anno, attraverso il recupero bonario (le lettere che vengono mandate con la sollecitazione e l'applicazione di sanzioni limitate) e, successivamente, decorso questo anno di recupero bonario, il recupero coattivo, che prima veniva affidato a GEC, poi a Equitalia, da quest'anno è affidato a SORIS. E devo dire che SORIS sta lavorando molto bene.
Consideriamo che con il recupero coattivo, dove c'è ancora moltissima evasione che deve essere recuperata (non sarà recuperata totalmente, sia ben chiaro) e che, attraverso una costante azione sul recupero del bollo auto, vi è una maggiore fidelizzazione da parte del contribuente, cioè il contribuente a un certo punto capisce che non la fa franca ed è costretto a pagare, perché pagando in ritardo paga comunque delle sanzioni maggiori.
Pertanto, l'andamento a crescere del bollo auto ha sostanzialmente questo tipo di motivazione.
Sui dati sull'economia non mi soffermerei molto, se non per mettere in evidenza un aspetto. Io credo che ci siano segnali più significativi di ripresa del sistema economico piemontese che riguardano l'industria manifatturiera, ma soprattutto in questo 2017 credo che avremo dei dati molto forti sulla crescita del sistema dei servizi e, in modo particolare sull'incidenza del turismo. Questo probabilmente, alla fine, lo potremo considerare come un anno record, per tutta una serie di fattori che riguardano sostanzialmente il turismo.
L'elemento debole, l'elemento più fortemente debole all'interno del sistema economico è dato dal mondo delle imprese di costruzioni.
Normalmente, nella gestione delle vecchie crisi economiche, l'ultimo settore che andava in crisi era quello delle imprese di costruzioni e il primo che segnalava elementi di ripresa era quello del sistema delle costruzioni. Ma perché? Perché nelle crisi economiche che abbiamo visto e studiato dalla fine della Seconda guerra mondiale a oggi c'è stata, come elemento consistente teso alla riduzione degli effetti negativi su economia e su occupazione, una fortissima politica di investimenti da parte dello Stato e del sistema pubblico nel suo complesso, cosa che non abbiamo riscontrato in questa crisi economica, che si segnala per la sua drammaticità e per la sua ampiezza, ma anche per questa sua grande particolarità.
È la condizione strutturale del debito pubblico nel nostro Paese che ha portato inevitabilmente a ridurre la capacità di intervento da parte dello Stato a sostegno dell'economia. Oggi questo è il vero problema. È il crollo del mercato immobiliare, anche se sta riprendendo e sta segnalando degli elementi di ripresa non enormi, ma comunque confortanti e positivi.
È il sistema delle opere pubbliche, che è quello più frenato in questo momento. Quindi, sotto questo profilo, questo è il quadro che viene fuori.
Comunque queste sono due riflessioni alla luce degli interventi che sono stati fatti, ringraziando dei contributi.



PRESIDENTE

Grazie, Vicepresidente Reschigna.
Indìco la votazione palese sulla proposta di deliberazione n. 273, il cui testo verrà riportato nel processo verbale della seduta in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento: Esercizi provvisori

Esame disegno di legge n. 287, inerente a "Autorizzazione all'esercizio provvisorio del bilancio della Regione Piemonte per l'anno finanziario 2018"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame del disegno di legge n. 287, inerente a "Autorizzazione all'esercizio provvisorio del bilancio della Regione Piemonte per l'anno finanziario 2018", di cui al punto 4) all'o.d.g.
Il relatore di maggioranza è il Consigliere Appiano; i relatori di minoranza sono i Consiglieri Bono e Berutti.
La parola al Consigliere Appiano.



APPIANO Andrea, relatore

Grazie, Presidente.
Sarò molto breve, anche perché si tratta del disegno di legge licenziato a maggioranza nella seduta di Commissione di questa mattina, con cui si autorizza all'esercizio provvisorio, per un periodo massimo di quattro mesi, o comunque fintantoché non venga approvata dall'Aula la legge di bilancio per il 2018-2020.
È un passaggio formale, ma in parte anche di sostanza, nel senso che, se da un lato, in via generale, vengono autorizzati gli impegni in dodicesimi sui diversi capitoli di bilancio così come licenziati nel disegno di legge assunto dalla Giunta e di cui sono state fatte le prime determinazioni in Commissione questa mattina.
Vengono anche elencate, al comma 3 dell'articolo 1, tutte le materie in cui il limite dell'impegno in dodicesimi non esiste, quindi l'impegno pu riguardare la totalità delle poste iscritte a bilancio. In particolare, si parla delle spese obbligatorie e d'ordine, delle spese finanziate con la reiscrizione di residui perenti agli effetti amministrativi reclamati dai creditori, delle spese per garantire continuità del servizio fitosanitario regionale, delle spese per interventi collegati alle calamità naturali delle spese per la tutela dell'incolumità pubblica, delle spese relative alla copertura di contratti già stipulati, delle spese di trasferimenti necessari al settore della sanità, dei trasferimenti finanziari al Consiglio regionale, delle spese per il finanziamento della sanità, dei trasferimenti finanziari al Consiglio regionale, delle spese per il finanziamento di accordi di programma - questa è la novità rispetto all'analoga legge precedente - oltre che delle spese relative ai programmi cofinanziati dall'Unione Europea, la cui mancata tempestiva attuazione determinerebbe il mancato rispetto degli impegni assunti nei rispettivi comitati di sorveglianza.
Vi è poi, all'articolo 2, la dichiarazione d'urgenza, per cui la legge entra in vigore il giorno stesso della pubblicazione sul Bollettino Ufficiale.
È un atto certamente dovuto per non paralizzare la macchina regionale a far data dal 1° di gennaio.
Il fatto per cui la legge nazionale cambia le regole del gioco in materia finanziaria impone a Regioni e a Enti locali di arrivare, ogni anno, con un po' di ritardo rispetto alla scadenza canonica del 31 dicembre; ma è nostro preciso impegno, come anche ricordato questa mattina, partire con la massima celerità possibile, compatibilmente con il dibattito, per l'approvazione del bilancio 2018-2020.
Per l'8 gennaio è già calendarizzata la seduta della I Commissione, in cui si entrerà nel merito delle poste di competenza specifica, mentre le audizioni sono calendarizzate per un termine massimo che scadrà il 19 gennaio.
Sarà nostro impegno, quindi, lavorare con la massima attenzione e tempestività per approvare il bilancio definitivo il prima possibile.



PRESIDENTE

Prego, Consigliere Berutti.



BERUTTI Massimo, relatore

Grazie.
Effettivamente, per un esercizio provvisorio non ci sono elementi sostanziali che ci mettono nella condizione di andare su un'analisi dettagliata.
Detto questo, e facendo riferimento al fatto che il bilancio di previsione più che altro ragiona sugli auspici, il bilancio di previsione 2018, oltre ad avere elementi che possono anche avere un senso legato agli usi civici o a conciliazione stragiudiziali, quindi ad aspetti più formali e burocratici, dovrà dare uno scossone alla situazione di stallo della nostra Regione.
Questo, naturalmente, è legato a tutta una serie di aspetti non secondari come l'aspetto occupazionale, quindi investimenti e azioni che in qualche modo possono dare delle soluzioni e, soprattutto, stimoli al sistema economico piemontese.
L'esortazione nasce anche dal fatto che, sapendo che le condizioni economiche non sono brillanti - e, purtroppo, questo lo sappiamo da tempo l'auspicio è che si possa intervenire, anche dal punto di vista legislativo, su tutte quelle fasi di sburocratizzazione ulteriore e soprattutto, cercare soluzioni condivise, eventualmente anche con la minoranza, che possano lasciare un forte impatto sul sistema economico della Regione.
Questo è ciò che noi ci poniamo, perché sappiamo benissimo che un bilancio di previsione, tra l'altro un anno prima delle elezioni, non deve essere solo ed esclusivamente un bilancio che va a sistemare situazioni o a creare condizioni che possono avere solo ripercussioni di carattere particolare, ma deve poter cambiare le sorti di questa Regione.
Ribadisco: questo esercizio ci vedrà, entro il mese di aprile, nelle condizioni di analizzarlo e approfondirlo, per arrivare a tutte quelle analisi che servono per poter dare il nostro parere. A oggi, però, la condizione è una condizione di presa d'atto di questo documento.



PRESIDENTE

Prego, Consigliere Bono.



BONO Davide, relatore

Grazie, Presidente.
Io ero Consigliere regionale la scorsa legislatura, quindi ricordo l'ultimo bilancio di previsione approvato prima della scadenza dell'anno a cui si riferisce il bilancio di previsione, cioè dell'anno successivo.
Era il 30 dicembre 2010. L'ultimo bilancio di previsione approvato entro l'anno era il 2010: 30 dicembre 2010. I colleghi che erano presenti ricorderanno una seduta un po' turbolenta, ma per questioni legate agli emolumenti e agli stipendi dei Consigli regionali. Tuttavia, non è di quello che voglio parlarvi, ma era solo per stigmatizzare il fatto che dal 2010, questa Regione, in un modo o nell'altro, per colpa dello Stato per colpa dei ritardi del Governo delle manovre finanziaria, per colpa del debito accumulato e per le difficoltà finanziarie proprie, non è più riuscita ad approvare una legge di bilancio di previsione.
Questo è il senso. L'ho detto anche oggi in I Commissione al Vicepresidente Reschigna. Questa non è una legge di previsione: se l'approviamo ad aprile, è sostanzialmente quasi un assestamento; tant'è che tutte le volte che poi facciamo l'assestamento a novembre, di fatto quello non è più un assestamento, ma è una presa d'atto di quello che è stato il bilancio approvato ad aprile (o, sforando i termini massimi dell'esercizio provvisorio, addirittura a maggio), aggiornato appunto alle variazioni amministrative fatte con provvedimenti amministrativi dalla Giunta durante l'anno. Tant'è che i Consiglieri regionali - a settembre ottobre o novembre - nell'assestamento presentano gli emendamenti e l'Assessore di turno - che oggi si chiama Reschigna, ieri magari si chiamava Pichetto e domani chi lo sa - non li prende neanche in considerazione, perché tanto il quadro è già sostanzialmente blindato chiuso: se, cioè, siamo a dicembre a parlare di assestamento, il discorso è chiuso.
Siamo oggi al 27 di dicembre e presentiamo un esercizio provvisorio. Noi quindi abbiamo chiesto, quando torneremo in Aula dall'8 di gennaio, di discutere di bilancio; fermo restando che ho delle perplessità sulla possibilità di chiudere il bilancio della Regione Piemonte in breve tempo vista la complessità, la difficoltà e l'importanza dell'argomento. E quindi oggi avevo fatto una battuta, che mi è venuta spontanea in Commissione, quando ho detto "ci vediamo dopo il 4 marzo" - no? ipotizzando una data così a caso.
Risulta dunque difficile pensare che si possa approvare un bilancio così importante entro il mese di gennaio, o entro l'inizio di febbraio; dico così perché so che siamo tutte persone di una certa esperienza, ma questa è politica e quindi si capisce a cosa alludo. Tra l'altro, nel 2012 il bilancio è stato approvato il 23 maggio, nel 2013 il 7 maggio, nel 2014 probabilmente perché c'erano le elezioni, dico così perché sono un po' cattivo - il 5 febbraio, nel 2015 il 15 maggio, nel 2016 il 6 aprile, nel 2017 il 14 aprile. Quindi tendenzialmente, tolto il 2014, in cui ci furono le elezioni, si è stati tra aprile e maggio.
Dicevo di nuovo oggi in I Commissione che è stato saggio, dunque, il Vicepresidente Reschigna a non prevedere una scadenza, perché negli anni passati si diceva: il bilancio è autorizzato in via provvisoria in dodicesimi fino al 28 di febbraio. E poi si arrivava a febbraio e si diceva: non ce la facciamo, prendiamoci 30 giorni fino al 31 di marzo; si arrivava a fine marzo e si diceva: non ce la facciamo, andiamo fino al 30 di aprile; e si andava avanti così. Quindi, la dizione "per un tempo non superiore ai quattro mesi" - che tra l'altro è il limite di legge - forse è la dizione migliore, così evitiamo almeno di avere quelle scadenze che poi ogni mese devono essere prorogate di 30 giorni, per le quali facciamo tutti - dico tutti e non solo la Giunta, ma tutto il Consiglio - un po' brutta figura.
Non c'è altro da dire, dunque, su un bilancio provvisorio, perch ovviamente fa fede su un bilancio che noi però non abbiamo ancora iniziato ad analizzare: è ripartito in dodicesimi, ci sono una serie di possibilità di derogare i vincoli del bilancio, ci sono possibilità di intervenire con provvedimenti amministrativi e, come richiamato oggi in Commissione, c'è l'obbligo da parte della Giunta, ai sensi dell'ultimo bilancio previsionale del 2016, di fare una rendicontazione mensile (abbiamo inserito una rendicontazione mensile) delle variazioni fatte con provvedimenti amministrativi rispetto al bilancio approvato con legge passata in Consiglio.
Chiediamo pertanto al Vicepresidente Reschigna quanto prima - quindi a gennaio, se possibile alla prima seduta di inizio gennaio - di portarci un'analisi delle variazioni che sono state fatte con provvedimenti amministrativi: almeno possiamo avere contezza di quello che facciamo noi con documento di bilancio, che sappiamo che poi nel corso dell'anno verrà modificato in maniera anche sostanziale, proprio perché ci sono delle esigenze di bilancio che emergono; a maggior ragione quando siamo in esercizio provvisorio. Quindi, quando siamo in esercizio provvisorio (perché la Regione non ha votato un bilancio e il Consiglio nemmeno) e si possono autorizzare solo per dodicesimi alcune spese obbligatorie, voglia il Vicepresidente Reschigna - visto che l'abbiamo approvato tutti in una legge - rendere mensilmente una rendicontazione alla Commissione, finch non avremo approvato il nuovo bilancio; poi vedremo successivamente.
Oggi, in ogni caso, siamo nuovamente in esercizio provvisorio e aspettiamo con grande interesse a gennaio l'apertura della discussione vera e propria sul bilancio.



MOTTA ANGELA



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Bono.
Ha chiesto la parola, in sede di discussione generale, il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gianluca

Grazie, Presidente.
Ovviamente questo è un passaggio, come ricordavano altri colleghi, un po' di routine. Spiace che lo sia, pur comprendendo che vi sono difficoltà maggiori nel rispettare i tempi. Certamente, infatti, il giudizio di parifica è un aspetto dovuto, in quanto previsto dalla norma, ma sicuramente allunga i tempi con cui vengono discussi i documenti di bilancio; però fa anche venire meno un'attività di programmazione dell'ente.
Noi, cioè, in verità dovremmo avere un'idea, soprattutto con un utilizzo puntuale della legge 118 e quindi con una previsione triennale, di quelle che dovrebbero essere le priorità indicate nel DEFR, tradurre quelle priorità all'interno del nostro bilancio e votarlo entro il mese di dicembre o, al più tardi, nel mese di gennaio, avendo iniziato il lavoro precedentemente. In realtà ormai il Consiglio regionale dà per scontato sbagliando - che il bilancio si vota sostanzialmente fra i mesi di aprile e maggio; e dico sbagliando perché il Consiglio stesso perde una parte significativa della propria capacità di programmazione. Se voi leggete il comma 3 dell'articolo 1, in realtà, ci si rende conto che le deroghe che si danno all'attività della Giunta rispetto all'esercizio provvisorio dovrebbe essere contraddistinto dall'utilizzo in dodicesimi del bilancio quindi con una certa parsimonia, proprio per il fatto che il Consiglio regionale non ha ancora votato la sua legge di bilancio.
In realtà il comma 3 prevede tutta una possibilità di deroghe che non riguardano solo le spese obbligatorie, che sono già quelle che il Consiglio regionale ha ritenuto indispensabile inserire e che si paghino anche se il bilancio non è stato approvato, ma vengono inserite le reiscrizioni di residui perenti, le spese per garantire la continuità del servizio fitosanitario, le spese per interventi collegati alle calamità naturali e all'incolumità pubblica, la copertura dei contratti già stipulati, al settore della sanità, ai trasferimenti al Consiglio, il finanziamento agli Accordi di Programma, i programmi finanziati dall'Unione Europea.
Ci rendiamo conto che noi, in realtà, oggi, stiamo votando quello che sarà il bilancio che la Giunta utilizzerà da qui al mese di aprile, anche perché una volta, con la vecchia legge di bilancio, l'utilizzo delle risorse era complesso, perché una volta approvato il bilancio preventivo dalla Giunta, i dodicesimi si potevano utilizzare rispetto a quelle microscatole che contenevano le risorse che la Giunta aveva deciso di inserire.
Oggi con la nuova legge, in realtà, vi è la possibilità che viene indicata al comma 3, cioè quella di poter effettuare variazioni comunicandolo alla Commissione. Se uno mette insieme questi aspetti, cioè le deroghe all'utilizzo dei dodicesimi, alla possibilità di spostare, noi comprendiamo che da qui ad aprile la Giunta utilizza il bilancio regionale come crede, in quasi assoluto arbitrio. Nel senso che non c'è quasi il limite alla possibilità.
È evidente che quando si utilizzano termini così generici come incolumità pubblica, interventi collegati a contratti già stipulati e molte altre cose, la sanità, il fitosanitario, gli Accordi di Programma, qui dentro ci sta il 95 per cento delle spese della Regione: la sanità, il TPL, i contratti dei dipendenti; ovviamente i mutui. Già solo questo supera abbondantemente più del 90 per cento della spesa del bilancio.
Credo che, sempre di più, si dovrebbe fare ciò che avvenne solo nel 2010 quando si votò tanto il consuntivo quanto il bilancio preventivo in tempo ma questo dovrebbe consentire non solo un'attività di programmazione, ma anche far sì che il Consiglio non sia un ratificatore di scelte che la Giunta regionale ha già fatto. altrimenti i Consiglieri regionali diventano quei soggetti che, invece di comprendere le priorità dell'Ente da inserire nel bilancio, ratificano la chiusura del bilancio, che solitamente avviene con una riunione di maggioranza e con emendamenti collegati, dove si fa la somma delle mance. È quanto è accaduto nel 2017 votando il bilancio; è quanto è accaduto nel 2017 votando l'assestamento di bilancio.
La Giunta, con un po' di mance, ha soddisfatto le esigenze più particolari della maggioranza che, in qualche modo, lascia e appalta la legge più importante, che è quella di bilancio, all'attività del Vicepresidente.



PRESIDENTE

Se no ci sono altre richieste di intervento, passiamo all'esame dell'articolato.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAUS



PRESIDENTE

ARTICOLO 1 Indìco la votazione palese sull'articolo 1.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 2 Indìco la votazione palese sull'articolo 2.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione nominale sull'intero testo di legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 43 Consiglieri votanti 34 Consiglieri hanno votato SÌ 28 Consiglieri hanno votato NO 6 Consiglieri si sono astenuti 7 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri Il Consiglio approva.


Argomento: Istituzione nuovi comuni - Mutamento denominazioni

Esame disegno di legge n. 282, inerente a "Incorporazione del Comune di Sabbia nel Comune di Varallo in Provincia di Vercelli"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame del disegno di legge n. 282, inerente a "Incorporazione del Comune di Sabbia nel Comune di Varallo in provincia di Vercelli", di cui al punto 5) all'o.d.g.
Relatore di maggioranza è il Consigliere Corgnati, che ha facoltà di intervenire.



CORGNATI Giovanni, relatore

Il disegno di legge regionale 282 del 19 dicembre 2017 prevede e sancisce l'incorporazione del Comune di Sabbia nel Comune di Varallo, in Provincia di Vercelli.
Il presente disegno di legge prevede l'istituzione di un nuovo Comune a seguito di incorporazione del Comune di minori dimensioni, Sabbia (58 abitanti), nel Comune contiguo di maggiori dimensioni, Varallo (7.195 abitanti), attuando il secondo caso in Piemonte di fusione per incorporazione dopo quello di Pettinengo e Selve Marcone.
L'esame della documentazione trasmessa a supporto dell'istanza di fusione presentata alla Regione dai due Comuni evidenzia la fondatezza delle ragioni che sottendono a tale scelta, in particolare quelle avanzate dal Comune di Sabbia, che descrive, puntualmente e senza mezzi termini, le difficoltà oggettive di garantire livelli minimi di adeguatezza dei servizi ai cittadini.
A riguardo, tuttavia, occorre dare conto dell'esito del referendum consultivo comunale svolto nei due Comuni, quale passaggio imprescindibile previsto dalla legge, il cui esito è stato a favore del "sì" nel Comune di Varallo (con 1.120 voti), mentre i "no" hanno prevalso nel Comune di Sabbia, con 29 voti contrari e 18 a favore.
I Comuni hanno comunque ritenuto di procedere sulla via dall'incorporazione nonostante l'esito negativo del referendum nel Comune di minori dimensioni. Il Consiglio comunale di Sabbia, infatti, ha espresso la propria volontà di prescindere dell'esito negativo del referendum consultivo, con una maggioranza più ampia di quella stabilita dalla legge, in considerazione della prioritaria necessità di rimediare alla situazione critica del proprio Comune.
Gli esiti dei due referendum sono stati recepiti dal Consiglio regionale mediante l'approvazione di un'apposita deliberazione, nel rispetto delle procedure disciplinate dalla legge regionale n. 51 del 1992 sull'istituzione di nuovi Comuni e la modifica di Circoscrizioni comunali.
Le motivazioni addotte a sostegno della richiesta di fusione per incorporazione risultano essere fondate e accoglibili, in quanto da esse emerge una realtà, come già sopra anticipato, che descrive le conseguenze della carenza di risorse non solo economiche, ma anche organizzative e strutturali.
Detta realtà determina l'impossibilità per Sabbia di erogare i servizi essenziali inerenti all'ordinaria amministrazione, quali lo sgombero della neve, di avere il potere contrattuale, di onorare gli impegni assunti con le convenzioni sottoscritte, di effettuare una programmazione efficace per lo sviluppo del territorio caratterizzato da uno spopolamento che ha visto ridotti i residenti del 95 per cento negli ultimi cento anni.
Pertanto, si ritiene esistano i presupposti per dare attuazione alla richiesta di fusione per incorporazione, con approvazione del presente disegno di legge.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Corgnati.
La parola al Consigliere Andrissi, relatore di minoranza.



ANDRISSI Gianpaolo, relatore

Grazie, Presidente.
L'incorporazione del Comune di Sabbia col Comune di Varallo ha sollevato in Commissione, delle perplessità. Da un lato, perché il Comune di Sabbia organicamente fa parte della Val Mastallone, che vive prevalentemente di turismo; un turismo importante, basato sulla qualità delle acque che solcano questa vallata laterale della Valsesia, quindi un turismo basato sulla pesca sportiva.
Questa fusione per incorporazione è stata ostacolata da alcuni Consiglieri comunali, che hanno presentato ricorso al Presidente della Repubblica tant'è vero che vi è stato un voto negativo anche da parte dei cittadini di Sabbia.
Le tempistiche, però, sono molto strette. Pertanto, se da un lato vi è un'iniziativa dei Consiglieri di opposizione del Comune di Sabbia su una possibile futura unione dei Comuni della Val Mastallone, dall'altro - tra l'altro, mi è stato segnalato che un Comune avrebbe già deliberato in questa direzione, però non ho visto la delibera - abbiamo una scadenza che va deliberata da parte della Regione entro la fine dell'anno, se si vuol dare i benefici alla nuova unione del Comune di Varallo e di Sabbia entro il prossimo anno.
Di fronte all'ipotesi di un'unione dei Comuni della Val Mastellone, dal punto di vista degli intenti geografici ed economici, questa avrebbe sicuramente un senso, considerato anche che hanno una diatriba molto forte contro le derive per il mini idroelettrico che mettono in discussione il minimo deflusso vitale dei corsi d'acqua della Val Mastellone stessa e quindi anche la sopravvivenza di una fonte economica fondamentale per questa valle, che è il turismo basato sulla pesca sportiva. Mi verrebbe da dire che la cosa più semplice e razionale sarebbe quella di aspettare che il Presidente della Repubblica si pronunciasse e si esprimesse in merito a questa fusione.
D'altro canto, però, c'è una tempistica che è veramente molto stretta perché questa delibera è arrivata in Commissione poco prima di Natale e la Regione ovviamente non può fare altro che recepire quanto ci è arrivato.
Quindi, giocoforza, diremmo che quasi obtorto collo siamo in questa situazione.
Ciò, se non detto, pone un problema di interpretazione per il prossimo futuro. Nel momento in cui c'è un piccolo Comune che ha un'espressione negativa nei confronti di un'incorporazione, sebbene nel Comune maggiore vi sia stato un voto a favore, considerato anche i votanti, espresso con un basso numero di votanti, ciò non toglie che si pone il tema di che cosa dovrà fare la Regione: se intervenire in qualche modo su delle incorporazioni che non trovano il consenso da parte tutti i Comuni.
Quindi credo che noi esprimeremo un voto di astensione o, comunque, di sola presenza.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Gancia.



GANCIA Gianna

Grazie, Presidente.
Credo che il fatto che si possa oggi procedere - sperando nella votazione positiva - a una fusione tra due Comuni sia un fatto da salutare positivamente. Ritengo che sia compito nostro e di tutti quelli che fanno politica fare un'opera di persuasione soprattutto presso i cittadini dei piccoli Comuni, perché l'accorpamento è assolutamente necessario.
Noi siamo in un Paese in cui abbiamo troppi Comuni- in Piemonte soprattutto - e sappiamo benissimo che dove ci sono troppi Enti ormai è diventato difficile sia fare il bilancio sia mantenere un adeguato livello dei servizi. D'altronde, mi piace ricordare che, se noi avessimo avuto la forza e il coraggio - parlo come intero Paese - di accorpare le Province non ci troveremmo in questo caos istituzionale, dove abbiamo di fatto le Province che esistono ancora, ma sono azzoppate.
Quindi credo che il compito della politica - e so che quello che dico è impopolare - sia proprio quello di fare in modo di incentivare la cultura dell'accentramento dei piccolissimi Comuni.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Grimaldi; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Anche questa vicenda ci ha nuovamente portato dinnanzi a una delle contraddizioni che abbiamo perché, se da un lato è vero che cambiare modificare la legge in termini ancora più restrittivi - quindi con un automatismo di un voto contrario delle assemblee dei Comuni più piccoli rivolto a tutti i cittadini - potrebbe in qualche modo generare un potere di veto molto alto dei piccoli Comuni, dall'altro lato è vero che, come ci hanno chiesto di valutare attentamente anche i rappresentanti che abbiamo sentito, in alcune piccole assise in cui il Consiglio comunale è espressione ovviamente di pochi Consiglieri e spesso fatto senza ascoltare la cittadinanza, basta di fatto un accordo fra due forze politiche per inficiare in tutto il processo, cioè spesso, una volta ottenuto il via libera dal Consiglio comunale, l'esito del referendum è poco importante.
Per questo motivo, anche noi crediamo che sarebbe stato più interessante un discorso sull'intera vallata, che forse avrebbe anche rappresentato per la valle stessa un'idea di aggregazione più ampia.
Anche per questi motivi, sia il Gruppo di SEL che il Gruppo di MDP, come già annunciato in Commissione, parteciperanno semplicemente al voto e non approveranno questa delibera.



PRESIDENTE

Grazie, collega Grimaldi.
Passiamo all'esame dell'articolato.
ARTICOLO 1 Indìco la votazione palese sull'articolo 1.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 2 Indìco la votazione palese sull'articolo 2.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 3 Indìco la votazione palese sull'articolo 3.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 4 Indìco la votazione palese sull'articolo 4.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 4 Indìco la votazione palese sull'articolo 4.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 5 Indìco la votazione palese sull'articolo 5.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 6 Indìco la votazione palese sull'articolo 6.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 7 Indìco la votazione palese sull'articolo 7.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione nominale sull'intero testo di legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 43 Consiglieri votanti 32 Consiglieri hanno votato SÌ 31 Consiglieri ha votato NO 1 Consigliere si è astenuto 1 Consigliere non hanno partecipato alla votazione 10 Consiglieri Il Consiglio approva.


Argomento: Tossicodipendenza

Esame proposta di deliberazione n. 268, inerente a "Piano Integrato delle attività di contrasto, prevenzione, diagnosi, cura del Gioco d'Azzardo Patologico (GAP)"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare la proposta di deliberazione n. 268, di cui al punto 8) all'o.d.g.
La deliberazione viene data per illustrata.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Segretario Bertola, che interviene in qualità di Consigliere.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Siamo perplessi dall'atteggiamento di oggi della Giunta, che addirittura ritiene superfluo illustrare questo Piano, quasi fosse.



PRESIDENTE

No, mi scusi, per correttezza, l'Assessore ci tiene ad intervenire dopo.
Prego, Consigliere.



BERTOLA Giorgio

Apprezziamo che la Giunta intervenga dopo, ma di solito, essendo un provvedimento proposto dalla Giunta e votato nelle Commissioni consiliari congiunte, sarebbe procedura normale che la Giunta lo illustrasse, per non ho dubbi che dopo gli interventi dei Consiglieri arriverà un intervento, qualificato e competente, da parte della Giunta regionale.
Tuttavia, quello che succede oggi è un po' il seguito di quello che abbiamo visto. Sia chiaro, noi accogliamo positivamente l'arrivo di questo Piano, perché è un elemento fondamentale della legge regionale 9 del 2016 però non possiamo non sottolineare, anche alla luce di quello che stiamo vedendo oggi, che arriva in ritardo. Arriva con un anno di ritardo rispetto a quanto previsto dall'articolo 3 della nostra legge regionale.
Un colpevole ritardo, perché nel frattempo alcune delle importanti e prescrizioni della legge, ad esempio quella sugli orari, le ordinanze da parte di Comuni e recentemente, il 20 novembre, anche quella sulle distanze, sono entrate in vigore.
Ecco che allora, in questo momento, un Piano del genere è fondamentale così come le risorse previste da questo Piano che, lo ricordiamo, sono 6,8 milioni di euro, di cui 3,7 di fondi ministeriali e 3,1 milioni di fondi regionali.
Di questi 6,8 milioni, 2,1 sono destinati alla prevenzione e 4,7 alla cura.
Sono ovviamente cifre importanti e durante l'esame in Commissione abbiamo sottolineato quelle che, a nostro avviso, erano le parti migliorabili e quali erano invece alcune incongruenze, come il fatto che alcune poste messe sulle spese destinate alla comunicazione fossero un po' eccessive.
Questi, pur essendo importanti, sono dettagli rispetto a quella che noi riteniamo l'importanza generale del Piano.
Ma c'è un altro aspetto importante. Adesso l'Aula darà, immagino approvazione a questo Piano, che ci auguriamo cominci a portare i suoi effetti, ma c'è la legge, quindi ancora una volta dobbiamo parlare chiaro soprattutto due giorni prima rispetto all'entrata in vigore dell'importantissima norma sulle distanze che, lo ricordiamo, adesso vale solo per i locali pubblici che hanno degli apparecchi, quindi i bar piuttosto che le tabaccherie, ma in un futuro, secondo quanto previsto dalla norma transitoria dell'articolo 13 della legge, varrà anche per le sale slot. Ovviamente si sono dati tempi diversi - tre e cinque anni - a seconda di quando questi esercizi erano stati autorizzati.



PRESIDENTE

Mi scusi, Consigliere Bertola, ma c'è troppo brusìo e si fa veramente fatica a sentirla.
Prego, Consigliere, provi di nuovo.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Invece, ovviamente, per quello che riguarda le attività che hanno come finalità principale qualcos'altro - vale a dire il bar o la tabaccheria queste norme sono entrate in vigore prima. Però siamo in una fase in cui bisogna tenere viva l'attenzione e chi si è preso, come noi, la responsabilità di contribuire alla redazione di questo testo di legge, chi come noi ha dato un voto favorevole, chi come noi crede che questa legge sia importante per il contrasto ad una piaga sociale come il gioco d'azzardo patologico, deve tenere alta l'attenzione, perché abbiamo assistito nell'ultimo periodo (nell'ultimo mese, negli ultimi 40 giorni) a un tentativo di blitz.
Due giorni prima rispetto all'entrata in vigore dalla misura sulle distanze vi è stato il tentativo di farci modificare la legge; poi il Presidente Chiamparino in quest'Aula ha detto che voleva solo aiutarci a dire di no. Grazie, Presidente, ci ha aiutato a dire di no e noi abbiamo detto no; diversamente, probabilmente, voi non avreste avuto la forza di farlo come Giunta regionale, viste le pressioni che arrivavano e che arrivano ancora dal livello nazionale per tramite del Sottosegretario Baretta e di altri.
E allora dobbiamo dirlo chiaramente, perché ci sono pressioni e interessi a livello nazionale. È sotto gli occhi di tutti ed è chiaro: tra due mesi si vota, le campagne elettorali per qualcuno costano molto care e ci sono soggetti che storicamente finanziano le campagne elettorali; su questo c'è ampia documentazione sulla rete, e non solo, ma non è il caso di richiamarla adesso e di fare tutti gli esempi.
Allo stesso modo, così come a livello regionale abbiamo legiferato su una competenza esclusiva dalla Regione, che è quella della sanità - e lo abbiamo fatto per il nostro raggio di azione - è bene che lo stesso lo si faccia a livello nazionale: è a livello nazionale, infatti, che pu arrivare un vero contrasto a questa piaga sociale. Altrimenti rischiamo un po' di rimanere col cerino in mano, perché da una parte abbiamo sulle spalle tutto il costo sociale ed economico del problema legato al gioco d'azzardo patologico; dall'altra parte sembriamo l'unico Ente che ha legiferato e che si è concentrato - perché non poteva fare diversamente solo su certi raggi d'azione.
Abbiamo visto che da una parte scatta il benaltrismo, il dire sempre che i problemi sono ben altri: il "gratta e vinci", i casinò, ecc; mentre, come ripeto, se si facessero interventi a livello nazionale sulle competenze che ci sono a livello nazionale, potremmo veramente cambiare questa situazione e mettere finalmente la parola fine allo Stato biscazziere.
Infatti è da irresponsabili pensare che il gioco d'azzardo possa essere una molla di sviluppo per il Paese; è stato da irresponsabili pensarlo e su questo ci sono responsabilità sia del centrodestra che del centrosinistra. Ricordiamo com'è iniziato tutto, poco meno di vent'anni fa? Iniziò tutto col Bingo (e anche qui ci sono nomi dietro l'inizio delle autorizzazioni alle sale Bingo, che sono nomi noti alla politica nazionale e anche alla politica piemontese).
Quindi è bene che si continui, ciascuno per il proprio ambito di competenza - noi come Consiglieri regionali e speriamo anche a livello nazionale specie, probabilmente, con un Governo diverso da quello che c'è adesso, che di favori ai gestori delle slot ne ha fatti parecchi, a cominciare dal maxi sconto rispetto alla multa che dovevano pagare - a fare il proprio dovere per il contrasto a una vera piaga sociale.



PRESIDENTE

Grazie.
Chiedo un po' di silenzio. Invito i colleghi a sedersi o ad uscire.
Grazie.
La parola al Consigliere Appiano.



APPIANO Andrea

Grazie, Presidente.
Mi spiace che si voglia utilizzare il testo di una legge che è stata condivisa unanimemente da quest'Aula e su cui alcune azioni, proprio a seguito dell'approvazione di quella legge, sono già in corso, per voler a tutti i costi - in questo scorcio di fine anno e con l'approssimarsi della campagna elettorale - alzare i toni e iper-politicizzare (in senso deteriore, non in senso positivo) un argomento che invece ci ha visti uniti in quest'Aula.
È vero che alcune cose sono state richiamate, però nell'intervento che mi ha preceduto siamo addirittura arrivati a evocare il finanziamento della campagna elettorale - evidentemente non di chi parlava, ma degli altri che ascoltavano - da parte delle lobby che gravitano attorno a questo tema dimenticando che - ripeto - questa maggioranza e questi Gruppi consiliari hanno promosso la proposta di legge originaria, hanno sostenuto il disegno di legge della Giunta, lo hanno integrato, hanno lavorato - d'intesa anche, con gli altri Gruppi presenti in Consiglio - e hanno approvato alla fine una legge, votata all'unanimità.
Spero quindi che questo non sia il preambolo dei prossimi due mesi, dove ogni tema debba per forza essere strumentalizzato, alzando i toni in modo inverosimile in vista della campagna elettorale nazionale. Se noi facessimo così, infatti, non renderemmo - credo - un buon servizio a questa istituzione e alla comunità piemontese.
Detto ciò, la legge 9 si fonda su due pilastri. Uno è l'aspetto dei "paletti" rispetto alla presenza delle macchinette rispetto agli orari di utilizzo, quindi con l'obiettivo di allontanare da punti sensibili o di ridurre l'utilizzo delle macchinette sul territorio regionale. Il secondo pilastro è quello del piano di prevenzione che abbraccia diversi settori e diversi ambiti, dalla scuola, alla sanità, alle istituzioni tutte.
Nel primo anno e mezzo di presenza nel nostro territorio di questa legge qualche risultato già lo si è visto. Non tutti i Comuni hanno adottato le ordinanze sugli orari e, se poi andiamo a vedere quali sono stati i Comuni pionieri, scopriamo che, rispetto all'intervento precedente, non è proprio tutto così lineare il ragionamento, così come è stato rappresentato.
Abbiamo avuto addirittura Comuni pionieri che si sono mossi prima della legge regionale e Comuni che hanno rapidamente dato esecuzione in materia di orari alla legge regionale di cui stiamo ragionando, subito dopo la sua approvazione.
Per quanto non siano tutti, dal punto di vista numerico dei Comuni, e non siano neanche tanti, ma avendo quei Comuni che hanno adottato l'ordinanza una gran fetta della popolazione regionale piemontese, abbiamo già avuto nel primo anno e mezzo di vigenza di questa legge, una riduzione dell'offerta del gioco d'azzardo legale attraverso macchinette.
Probabilmente non è un caso che la nostra sia l'unica Regione o, forse non l'unica ma sicuramente fra le poche - mi pare di ricordare che sia l'unica - Regioni italiane in cui, rispetto all'ammontare totale delle giocate, nell'anno scorso si è registrato un piccolo decremento delle giocate complessive. Non credo che sia frutto del caso.
Sappiamo anche che, una parte dei ritardi della presentazione di questo piano rispetto ai termini indicati di legge - questo, ripeto, è il secondo pilastro - sono dovuti a una serie di contenziosi che si sono mossi anche a livello nazionale, per esempio quello in relazione alla distribuzione delle risorse nazionali sulla prevenzione del gioco d'azzardo patologico.
C'è stato anche un ricorso rispetto ai criteri di distribuzione delle risorse e abbiamo ritenuto che mettere insieme risorse nostre e risorse nazionali in un progetto più complessivo fosse un valore aggiunto per l'efficacia del Piano. Ma non è che in questo anno e mezzo tutti i comparti regionali non si sono mossi.
Cito un esempio per tutti. Nella mia ASL, che è una delle più grandi peraltro, dopo quella unica torinese, è la più grande di tutto il territorio piemontese - sono stati messi in atto una serie di interventi e penso a un progetto di peer education che è l'ultimo di cui ho avuto notizia qualche settimana fa, ma non è il solo, proprio in questo anno sulla spinta della legge, anche in assenza dell'approvazione formale del piano, con risorse del fondo sanitario, quindi con risorse regionali. Non a caso, l'ASL TO3 è una delle ASL in cui maggiori risultati, in termini di interventi preventivi e anche, ahimè, successivi quindi di presa in carico e di cura, ci sono a livello piemontese.
Se invece di abbandonarci a polemiche su un tema così delicato ci mettessimo attorno a un tavolo e lavorassimo anche in concreto, per azioni concrete, probabilmente sarebbe più facile raggiungere dei risultati.
In conclusione, noi riteniamo che sia assolutamente importante arrivare al licenziamento di questo provvedimento. Ci confronteremo, com'è doveroso che sia, anche con le nuove normative che sono state approvate da pochi giorni all'interno della legge di bilancio nazionale. Vedremo come coordinare i nostri interventi rispetto agli interventi nazionali, ma avendo ben chiara la barra, avendo ben chiara la direzione, che è quella di contrasto alla forma patologica di gioco d'azzardo e facendo il nostro dovere fino in fondo.
In questo momento, il nostro dovere è arrivare a licenziare e ad approvare il Piano in modo tale che, con l'inizio del 2018, le nuove azioni previste trovino concretezza, avendo risorse anche adeguate.
Come ho iniziato intendo concludere questo breve intervento ricordando che in questo anno e mezzo sono state portate avanti attività e azioni concrete nelle diverse parti del territorio regionale. Speriamo che con il 2018 anche tutti quei Comuni che non hanno dato attuazione agli aspetti di propria competenza contenuti nella legge regionale n. 9, portino a compimento regolamenti, ordinanze e quindi riduzione di orari, come al monitoraggio dell'attuazione delle disposizioni contenute nella nostra legge, in modo tale che gli obiettivi di riduzione della patologia e di prevenzione della medesima trovino una concreta misurabilità.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Batzella; ne ha facoltà.



BATZELLA Stefania

Grazie, Presidente.
Mi limito ad attendere il mio turno, in base alla prenotazione dei colleghi.
Per quanto riguarda la legge 9 del 2016, ne hanno già parlato i colleghi che mi hanno preceduto. È frutto di un lavoro di tutte le forze politiche di una collaborazione da parte di tutto il Consiglio regionale del Piemonte, e non è da poco, in considerazione del fatto che spesso si è in disaccordo su tante altre tematiche, altre proposte di legge e disegni di legge. Invece su questo si è lavorato tanto e si è trovato un accordo anche perché dobbiamo ricordarci che il gioco patologico - ripeto - viene chiamato erroneamente ludopatia, ma in realtà è una patologia vera e propria, pertanto il termine giusto è "gioco d'azzardo patologico".
Dovremmo usare questa terminologia e non il termine ludopatia.
Si tratta di una malattia sociale sotto tutti i punti di vista, perch coinvolge tante persone che cercano erroneamente la fortuna nel gioco d'azzardo - prevalentemente nelle slot machine e nelle videolottery illudendosi di poter guadagnare ingenti somme di denaro, mentre non è affatto così, perché avviene l'opposto.
La cosa più eclatante, che dovrebbe colpire maggiormente la sensibilità di tutti, è che queste persone spesso hanno grandi difficoltà economiche e vivono nell'indigenza, che si trasforma dalle vecchie forme di povertà alle nuove forme di povertà. È una problematica che è giusto affrontare pertanto oggi esprimerò un voto favorevole al Piano che la Regione si appresta ad approvare.
Voglio, però, chiedere alla Regione di tenere sempre alta l'attenzione perché, come qualcuno ha ricordato, purtroppo la stragrande maggioranza dei Comuni piemontesi non ha ancora adottato un'ordinanza riguardante orari più restrittivi.
Il collega Appiano ha citato il territorio dell'ASL TO3, che è anche il mio territorio. Abbiamo un'ASL che vanta un Dipartimento delle dipendenze di alto livello. Sono anni che questa Azienda Sanitaria Locale si occupa del gioco d'azzardo patologico: c'è un'alta percentuale di pazienti seguiti all'interno di questo distretto; un distretto di eccellenza, dove si lavora con molta serietà e professionalità, tra l'altro con tempi d'attesa veramente brevi, perché c'è un accesso diretto.
Mi spiace che non sia presente l'Assessore Saitta, perché ne avevamo parlato in Commissione e si era preso l'impegno di pubblicizzare sponsorizzare e informare la cittadinanza, soprattutto le persone affette da questa patologia e problematica che viene definita "piaga sociale".
Una maggiore informazione fa sì che ci sia una vicinanza e soprattutto che quelle persone si possano curare, perché il numero dei pazienti selezionati, se non erro, supera appena il mille, cioè sono appena mille le persone che vengono seguite nel territorio regionale. La maggior parte dei giocatori non sono a conoscenza di questi servizi e spesso non si rendono conto di essere affetti da una patologia e da un disturbo importante.
Pertanto, è giusto e opportuno dare un'informazione a tappeto, per far conoscere i servizi che sono attivi e, soprattutto, far sapere che c'è un'esenzione del ticket sanitario per le persone affette da questa patologia.
Inoltre, i tempi di attesa sono brevi; io faccio riferimento all'ASL TO3 dove i tempi di attesa sono di qualche giorno, al massimo una settimana, e il paziente viene preso in carico.
Vi è un grande lavoro di collaborazione tra i vari professionisti, perch c'è un'équipe multiprofessionale che si occupa di questi pazienti.
Pertanto, è importante che ci sia un'informazione a tappeto.
Inoltre, guardavo la fascia d'età che viene colpita e siamo nella fascia di età che va dai 18 agli ottant'anni, anche se sta aumentando il numero dei minori coinvolti. La cosa più sconcertante sono le nuove forme di povertà: le persone anziane e i pensionati, che cercano fortuna o cercano di incrementare il loro reddito mensile tentando la fortuna.
Per quanto riguarda i Comuni che dovrebbero rispettare l'ordinanza sempre tornando al Dipartimento dell'ASL TO3 - la maggior parte ha emesso un'ordinanza addirittura prima che - condivido l'intervento del Consigliere Appiano - venisse approvata la legge 9 del 2016, per contrastare e prevenire il gioco d'azzardo patologico.
Quindi, nel nostro territorio c'è un alto numero di Comuni che hanno emesso l'ordinanza e fanno rispettare gli orari, anche se - ahimè - la stragrande maggioranza dei Comuni piemontesi non rispetta l'ordinanza.
Parliamo anche di Comuni capoluogo di Provincia. Torino ha emesso l'ordinanza e quindi rispetta il testo di legge, ma ci sono altri Comuni capoluogo di Provincia, come Alessandria, Asti, Cuneo e Novara, che non lo fanno.
Tra l'altro, a Novara il Sindaco - già quest'estate ricordo di averlo letto, i giornali ne avevano parlato - aveva ridotto di qualche ora il numero delle ore dedicate al gioco d'azzardo, ma poi all'improvviso ha ritirato questa ordinanza e non c'è più un limite, per cui si continua a giocare perché magari non si vuole andare contro gli esercenti.
Io credo che la Regione Piemonte debba fare la sua parte cercando di stimolare il più possibile e di coinvolgere il più possibile i Comuni per prevenire e contrastare veramente il gioco d'azzardo patologico, perché è incredibile e inverosimile che in Piemonte, su 1.207 Comuni, soltanto l'85 per cento ha emesso l'ordinanza e rispetta la legge 9 del 2016. Quindi ritengo che ci debba essere da parte della Regione maggiore coinvolgimento verso tutti quei Comuni che ancora sono ottemperanti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossi.



ROSSI Domenico

Grazie, Presidente.
Il mio sarà un intervento breve, perché la maggior parte delle questioni sono già state affrontate dai colleghi che mi hanno preceduto. Direi che però questo intervento non può che cominciare con un avverbio, che è "finalmente".
Effettivamente non possiamo anche noi non ricordare all'Aula che di questo provvedimento avevamo bisogno; ne avevamo bisogno possibilmente anche un po' prima, ma è bene che sia arrivato oggi, perché alcune delle polemiche che ci sono state con il Sottosegretario Beretta, che ci ha accusato di aver fatto una legge proibizionista, sicuramente sarebbero state più sfumate qualora noi avessimo già avuto la possibilità di mettere in campo il Piano di prevenzione e cura.
Questo Piano che stiamo per approvare è, direi, la gamba fondamentale della legge: senza questo Piano, tutta la legge 9 del 2016 è monca, non può camminare. Quindi non stiamo parlando di uno degli elementi di cui potremmo anche fare a meno: questo è il cuore, il centro del provvedimento, senza questo la legge non sta in piedi.
Le distanze e le ordinanze sugli orari possono funzionare, possono avere un minimo di incidenza sul fenomeno solamente se accompagnate dalle azioni di prevenzione, dalle azioni di sensibilizzazione e dal potenziamento degli elementi di cura.
Sulla prevenzione è molto importante la parte che riguarda le scuole.
Chiunque di noi si occupa di queste questioni e affronta questi temi con i ragazzi si rende conto che la consapevolezza su questo tema non è ancora a un livello di sufficienza nel nostro Paese per troppi ragazzi e per troppi genitori. Voglio ricordare a quest'Aula anche una delle questioni che abbiamo affrontato in Commissione: vi sono dei genitori che portano i bambini a giocare alle ticket redemption quasi per allenarli per quando poi, da maggiorenni, potranno giocare alle macchinette, tant'è che uno degli elementi innovativi che noi abbiamo inserito nella legge regionale è il divieto assoluto delle ticket redemption in Piemonte, divieto che non è esteso a tutte le altre Regioni che hanno legiferato su questo tema.
Dicevo, quindi il lavoro che c'è da fare sul tema dell'aumento della consapevolezza della pericolosità dei rischi collegati al gioco d'azzardo patologico è ancora molto importante. Per fare questo, occorre chiaramente stanziare delle risorse, come si sta facendo con questo Piano, e cominciare a - direi così - contrastare la pervasività che il fenomeno ha raggiunto in questi anni con un'altrettanta azione pervasiva, che però va in una direzione contraria.
Come abbiamo reso pervasive le macchinette e l'invito a giocare in questi anni, così per tanti anni e con perseveranza dovremo essere pervasivi con gli interventi nelle scuole, con gli interventi di comunicazione sociale con operazioni di natura culturale per ricordare a tutti i cittadini, in particolare ai ragazzi, che ci sono dei rischi enormi, che ci si pu ammalare di gioco d'azzardo e che la cosa migliore non è tanto limitare gli orari o le distanze, ma semplicemente diminuire la domanda, cioè fare in modo che sempre meno persone sentano il bisogno e il desiderio di giocare.
E guardate che - questo lo hanno già ricordato molti dei miei colleghi se andiamo ad analizzare il quantitativo di denaro giocato in Italia vediamo che nel 2016 la raccolta ha raggiunto 96 miliardi di euro: vuol dire che le risorse che gli italiani pensano di investire in questo settore (perché chi lo fa, lo fa immaginando di trarne un beneficio) sarebbero sufficienti a migliorare di gran lunga qualsiasi altro tipo di servizio. Penso alla salute, penso alla scuola, alle infrastrutture, a qualsiasi cosa venga in mente: immaginate che cosa potremmo fare con 96 miliardi di euro all'anno! Ecco perché l'azione di prevenzione è fondamentale, come lo è in tutti i fenomeni. Faccio un esempio: pensate al fenomeno della tratta degli esseri umani ai fini della prostituzione. Ebbene, basterebbe che non ci fosse la domanda e il fenomeno si arresterebbe. Lo stesso avverrebbe in questo caso: basterebbe che le persone comprendessero che il gioco ha dei rischi e quindi si limitassero. Ma, ripeto, la pervasività di questi anni ha fatto crescere la raccolta, non ha fatto crescere gli introiti per lo Stato e ha creato un dramma sociale.
Sulla prevenzione, un altro aspetto fondamentale riguarda anche gli operatori. Gli operatori devono essere sempre più consapevoli - e prima non potevano esserlo, perché tale fenomeno è cresciuto in questi anni che tra i compiti che loro hanno c'è anche quello di essere attenti ai possibili giocatori che possono diventare dipendenti e cadere in quella che è una vera e propria patologia, tant'è che è stata finalmente inserita lo ricordo - nei LEA, con l'ultimo aggiornamento.
Un ultimo passaggio lo voglio fare sugli elementi di cura.
Sappiamo benissimo che ogni patologia ha bisogno di figure specifiche di operatori che abbiano una formazione e competenze specifiche sulla patologia; non ci si può improvvisare terapeuti del gioco d'azzardo patologico.
In questi anni, nei nostri servizi, alcune figure hanno dovuto fare di necessità virtù, hanno dovuto attrezzarsi per rispondere a quello che è stato un fenomeno prima molto meno presente. Oggi c'è stata l'esplosione di questo fenomeno, anche se, permettetemi di dirlo, come spesso accade in Italia, abbiamo messo gli occhiali giusti, perché finalmente vediamo ci che prima probabilmente c'era, ma non lo riconoscevamo. Non sarebbe la prima volta che accade una cosa del genere.
Bene fa il Piano, quindi, a prevedere, oltre a tutti gli aspetti di prevenzione, anche gli aspetti di potenziamento dei nostri servizi, con l'acquisizione di personale con competenze specifiche, perché di questo hanno bisogno i nostri servizi.
Chiudo ricordando che i problemi e le questioni non si possono risolvere con le leggi, con azioni normative. Di questo dobbiamo esserne consapevoli, soprattutto noi che oggi facciamo i legislatori pro tempore si risolvono e si attenuano soprattutto con operazioni di natura culturale e sociale, di cui sicuramente una buona legge costituisce uno strumento e una stampella, però occorre un progetto più ampio, che non può che non essere di natura culturale, e intervenire su modifiche di pensiero e di approccio alla salute e alla vita di tutti i giorni.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Sinceramente speravo che un documento così importante come il Piano integrato di contrasto regionale al gioco d'azzardo e alla ludopatia contrasto, prevenzione, diagnosi e cura, per essere ben corretti - venisse illustrato dall'Assessore o dagli Assessori competenti, quindi l'Assessora Pentenero e l'Assessore Saitta, in quanto parliamo di patologia, quindi non solo di disturbo sociale.
Il disturbo sociale è la parte correlata alla patologia chiamata ludopatia; non a caso, la stessa origine semantica dell'espressione è correlata al fenomeno dell'indebitamento, uno dei fenomeni correlati al gioco d'azzardo compulsivo e patologico, ovvero alla necessità, da parte dell'individuo, di continuare a trovare soldi, magari dopo aver esaurito il proprio stipendio o la propria pensione, per andare a spenderli nelle macchinette del gioco d'azzardo.
Dico speravo, perché finora non ho sentito parlare l'Assessora Pentenero (forse è arrivato Assessore Saitta e forse parlerà lui), ma visto l'importanza del tema, una relazione prima e una dopo andavano fatte.
Tuttavia siamo abituati anche a questo, ci siamo abituati in questi anni quindi noi continuiamo a intervenire per la nostra parte.
Mi spiace che il collega Appiano non sappia far altro che trincerarsi dietro una semplice battuta dal sapore elettoralistico, anche di basso livello, dicendo: "I colleghi dell'opposizione non sanno altro che fare strumentalizzare un tema". Tra l'altro, tema non smentito neanche dal collega Appiano, perché sa che è reale, ma a noi non interessano, almeno qui, le campagne elettorali nazionali.
Purtroppo è un dato di fatto che le principali forze politiche di questo Paese, e non solo di questo Paese (e sottolineo non solo di questo Paese) a oggi, escluso il Movimento 5 Stelle (e spero che magari anche i colleghi del DMDP siano estranei a questi finanziamenti), hanno ricevuto, ricevono hanno rapporti alla luce del sole o finanziamenti da aziende che fanno questa attività; attività che, francamente, non farei rientrare nel termine concetto positivo di PIL, concetto che qualcuno definirebbe keynesiano, ma in realtà ha un'origine ben precedente come BIL - benessere interno lordo - perché non creano benessere, creano, sì, qualche posto di lavoro, ma lo fanno sul malessere, sulla patologia, sulla sfortuna, sulla difficoltà e sulla fragilità di altre persone.
Francamente, in un Paese democratico e civile, pensare che ci siano aziende che vivano e lucrano sulla fragilità degli individui mi fa inorridire; ancora di più che ci siano forze politiche che ricevono finanziamenti da quelle aziende è proprio il paradosso dei paradossi perché noi siamo stati eletti per cercare di migliorare lo stato delle persone e l'insieme del Paese, quindi non solo guardare l'occhio al profitto, al PIL sganciato da ogni valore di merito e ai posti di lavoro come ci è stato detto in alcuni incontri avvenuti qui in Consiglio regionale.
Ci sono attività che fanno bene al Paese, ma ce ne sono altre che non fanno bene al Paese e noi dobbiamo fare delle scelte. Non è complicato, è abbastanza evidente. È ovvio, ci devono essere delle fasi di transizione non si può arrivare da un giorno all'altro e dire: bene, chiudiamo tutte le macchinette nei bar, che tra l'altro hanno una loro vita, un loro significato e un loro senso ben al di là delle macchinette mangia soldi perché danno un servizio che definirei pubblico, cioè fornire colazioni pasti, aperitivi, ecc. e non quello di far mangiare soldi ai cittadini. E così si potrebbe dire per molte altre attività economiche di questo Paese ma non è questo il punto, oggi.
Il punto - al netto di questa premessa che sono stato costretto a fare per via dell'intervento del collega Appiano - è che il Piano regionale è arrivato con un anno di ritardo: sì o no? Infatti, se nella legge regionale approvata a maggio 2016 si parlava di tre mesi di tempo giugno, luglio e agosto; in teoria avremmo dovuto discuterlo in quei mesi e poi approvarlo ad inizio settembre - siamo al 27 dicembre, e ben venga che siamo arrivati ad approvarlo entro fine dicembre, se no perdevamo i soldi; e arriviamo poi al tema soldi.
Innanzitutto, è stato accumulato un anno di ritardo. Eh, mi spiace: non è che a noi faccia piacere fare sempre il tiro al piattello con la Giunta.
Noi abbiamo chiesto in tutti i modi di poter avere il testo prima. Tra l'altro, mi permetto di dire che si tratta sicuramente di un lavoro importante fatto dagli Uffici dei due Assessorati ma che, considerando le grandissime e altissime competenze che ci sono negli Assessorati, forse non richiedeva un anno di tempo. È vero - dice l'Assessore Saitta - che dovevamo aspettare il piano nazionale, che ci indicava le risorse, In realtà, però, sappiamo bene che le risorse sono state stoppate. Quindi abbiamo aspettato un anno per fare il piano per avere risorse nazionali adesso l'approviamo e le risorse nazionali non ci sono più.
È vero che ogni tanto nella vita si è un po' sfortunati, ma ci sembra che ci sia un po' di accanimento della sfiga - come si suol dire - che a volte ci vede benissimo; e quindi quando una partita inizia male, finisce malissimo. In questo caso c'è stato il ricorso al TAR e sono stati stoppati tre milioni, ma noi dobbiamo comunque approvare il Piano per andare al riparto di risorse che forse non ci saranno, oppure ci saranno tra qualche mese. Va bene tutto; l'importante, insomma, è che si vada avanti.
Diceva il collega Bertola del mio Gruppo che la legge regionale l'abbiamo votata tutti e tutti abbiamo contribuito a migliorarla con diversi punti (anche quello contro ticket redemption , di cui parlava prima qualche collega). Però è evidente che oggi - infatti aspettiamo con molta ansia la clausola valutativa al termine dei due anni, ma se fosse anche un po' prima sarebbe meglio - vogliamo capire esattamente cosa stanno facendo i Comuni e magari intervenire; ma intervenire a dare un supporto, perch anche nel Piano c'è scritto che dovremmo dare un supporto legale e quant'altro.
Io non so voi, ma noi, che nel nostro piccolo abbiamo cinque Sindaci, già con cinque Sindaci abbiamo avuto difficoltà a dare supporto legale e supporto tecnico. Immagino che i colleghi del Partito Democratico, o comunque del centrosinistra a vario titolo, che "detengono" (non come proprietà, ovviamente, ma come appartenenza di colore politico) la quasi totalità dei Sindaci del Piemonte avranno fatto cento volte più fatica di noi ad andare a rispondere agli Amministratori preoccupati: "Ah, mi fanno ricorso", "Non ho misurato le distanze: le devo misurare io? Chi le deve misurare? Lo deve fare l'esercente?". Un po' di confusione, in effetti comunque c'è.
Il piano quindi, magari poteva essere - dico "poteva", perché ormai lo votiamo - anche uno strumento per andare a intervenire su questo: dare una parte delle risorse in termini di supporto tecnico, legale e amministrativo ai Sindaci - ai 1.199 Sindaci, a oggi, dopo che abbiamo operato la fusione di Sabbia e Varallo - per andare avanti sull'applicazione della legge. Poi viene anche il Piano e sul Piano, come abbiamo avuto modo di dire, siamo un po' dispiaciuti, perché nella ripartizione c'è molta più formazione, informazione e comunicazione e molta meno sanità e cura.
Dopodiché, all'interno del mare magnum delle risorse del Fondo Sanitario Nazionale, l'Assessore Saitta ci potrà dire che comunque ci sono delle risorse che le ASL destinano al contrasto alla ludopatia. Ma è evidente che è un po' stiracchiato - in un Fondo Sanitario Nazionale che non cresce più di tanto e che, se cresce, lo fa includendo nell'aumento il rinnovo dei contratti, i farmaci innovativi, i vaccini, i nuovi LEA, ecc. - dire che ci siano le risorse anche per il contrasto alla ludopatia. Tant'è che oggi abbiamo, ad esempio, pochissime realtà, tra cui quella già citata dell'ASL TO3 (la struttura residenziale "Lucignolo", oggetto, tra l'altro di diverse interviste televisive), che è una realtà d'eccellenza: talmente d'eccellenza che ci vengono i pazienti di tutte le altre ASL e non ci sono mai posti, perché mi sembra che il presidio, insieme a quelli per i soggetti dipendenti da sostanze, abbia una dozzina di posti (o forse meno) per i dipendenti da gioco d'azzardo.
Quindi servirebbero più strutture residenziali di questo tipo, nel senso che l'unico modo per curare la persona che ha la dipendenza non è darle il farmaco antidepressivo o l'antipsicotico: nell'immediato, è toglierlo dalla possibilità di entrare in contatto con la sostanza. È ovvio cosa sia la sostanza, nel caso delle dipendenze da farmaci o da stupefacenti: è la sostanza stessa; nel caso del gioco d'azzardo, è la macchinetta. Il soggetto dipendente, quindi, non può - passatemi il termine un po' forte circolare a piede libero - ovviamente si tratta di una scelta di cura e non di un arresto - perché ovunque nei bar - se questi non chiudono, in mancanza dell'applicazione della legge - ci sono le macchinette col gioco d'azzardo. E tra l'altro adesso assistiamo al fenomeno per il quale "fatta la legge, si trova l'inganno" e quindi rispuntano altre modalità di gioco d'azzardo, magari con dei portatili attaccati alla rete (dei laptop) che permettono poi di giocare in questo modo.
Bisogna dunque creare nuove strutture e nuovi posti in quest'ottica. E sul piano ci sono solo 600 mila euro: con 600 mila euro non facciamo nulla.
Noi quindi chiediamo - e vado a chiudere, Presidente - più risorse sul lato cura e sul lato sanità. Va bene la prevenzione, che possiamo aver iniziato a fare con la legge; adesso occorre la cura di chi sta male.
Chiudo dicendo che, nonostante ringraziamo gli Uffici di Comunicazione della Giunta regionale per essere venuti in Commissione a spiegarci il piano di informazione e comunicazione, questo non ci ha convinto.
Continuiamo infatti a ritenere che 40.000 euro per un logo, 40.000 euro per la stampa di un volantino (non di uno, ovviamente, ma per la creazione dell'immagine), 20.000 euro per i manifesti siano spese eccessive, che potremmo dirottare in parte verso la sanità.
Se, come crediamo, risparmierete quelle risorse - perché si risparmia anche dalla gestione dei social e del sito internet, 40.000 euro per un sito mi sembrano francamente troppi - almeno vi chiediamo quanto prima perché c'è stato detto che verranno fatti non dei bandi di gara, ma dei bandi di partecipazione aperti a tutti - di rendere conto alla Commissione e di investire quelle risorse nella cura di questa grave patologia.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Grimaldi; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Ci impiegherò pochissimo tempo, perché condivido tante cose dette dai Consiglieri, a partire dai Consiglieri Appiano e Rossi.
Mi preme sottolineare solo due cose, dette anche in Commissione. La prima è che fra il lavoro di comunicazione e prevenzione e il lavoro dei SERT c'è in mezzo un lavoro enorme. Faccio proprio in questa sede un appello all'Assessore Saitta e, ancor di più, all'Assessora Pentenero perch secondo me, sono sottovalutati da troppo tempo alcuni luoghi che erano presenti nella scuola tempo fa e che oggi sono venuti meno. Sono i cosiddetti centri d'ascolto. Torino ne aveva uno, il progetto si chiamava Aria, e si occupava di tante dipendenze, non solo quelle patologiche da gioco.
Credo che il lavoro degli psicologi, così come quello del recupero dei SERT, vada valorizzato. Soprattutto in relazione a una prima fase, quella più delicata dell'adolescenza e dei ragazzi che vanno alle superiori, vi chiedo di soffermarvi su quei progetti che erano sperimentali, che sono morti o si sono ridimensionati o sono cambiati nel momento in cui dovevano diventare strutturali.
Quei centri d'ascolto erano utilissimi, perché magari il ragazzo aveva difficoltà andare nei SERT autonomamente e ovviamente dichiararlo alla famiglia è la cosa più difficile.
Credo che, invece, l'aiuto di educatori e di psicologi nei contesti scolastici o in luoghi neutri - il progetto Aria era anche fuori dalle scuole - sia una delle cose più importanti da rimettere in campo.
Lo dico ai Consiglieri del Movimento 5 Stelle che, giustamente, spesso, in qualche modo, guardano con attenzione alcune spese sulla comunicazione. La polemica fra noi non è stata sul fatto che non si possa utilizzare l'intuizione e la creatività che viene dai luoghi della scuola ma, come sapete, noi che siamo molto impegnati nel campo della giusta retribuzione crediamo che anche il tema della comunicazione e della professionalità nel campo dell'informazione e della comunicazione sia importantissimo.
Eviterei di continuare la discussione per cui i loghi li possono fare le scuole e la campagna di comunicazione la possiamo far fare gratuitamente allo IED, allo IAD, all'Università.
Un conto è che le campagne di comunicazione vivano anche grazie agli input di soggetti che sono informazione, anche perché spesso è su di loro che ricadono alcune delle campagne, un altro conto è continuare a stigmatizzare i costi della comunicazione. Dietro alla comunicazione ci sono studi professionistici come tanti altri, come quelli di architettura come gli studi di avvocati che devono spesso gareggiare, tra l'altro gratuitamente, dentro i bandi e spesso lavorano anche gratuitamente in quel lasso di tempo. Credo che quelle spese siano più che giustificate.
Quello che non fa l'informazione, la comunicazione e la prevenzione e il lavoro nelle scuole lo fa, ovviamente, quella che è la proposta più forte lo diceva bene il Consigliere Rossi. Senza la riduzione degli orari, senza le distanze, tutta questa discussione non sarebbe possibile, perché è la premessa cultural-politica di tutto questo. Non è solo il fatto che riduciamo sensibilmente le macchinette, ma abbiamo detto che, con una legge sola, si può tornare indietro al Far West che abbiamo inventato.
Noi siamo un Paese un po' strano, in cui per vent'anni si è discusso se mettere uno o due casinò in più e poi si è passati a mettere un casin ogni 50 metri. Capite che anche la percezione è tutto. Un conto è che una persona vada dentro un centro scommesse, ed è una scelta, un altro è pensare che quella scelta, ogni due metri, è in un luogo diverso.
Credo che per quanti l'abbiano vissuta come uno shock, senza questo shock noi non avremmo potuto mandare un segnale forte e chiaro a tutta la nostra comunità che l'interesse per la loro salute viene prima dei possibili incassi che lo Stato, da anni, sta mettendo nelle sue tasche, anche perch poi i costi indotti sono altissimi e spesso non vengono menzionati.
Vi ringrazio e spero che continuerà, su questo punto, un impegno unanime di tutta l'Aula.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Saitta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Pochissime considerazioni.
Voglio solo far notare, come i colleghi sanno, che di questo Piano abbiamo già avuto modo di discutere ripetutamente e in modo approfondito anche in Commissione. Ci sono state una o due riunioni di Commissione, è stato esaminato dal CAL, è ritornato in Commissione, le posizioni politiche sono state registrate e, in qualche modo, sono state riprese anche in questa discussione. Mi riferisco in modo particolare all'intervento del Consigliere Bono, che ho sentito poco fa.
Voglio ringraziare i nostri professionisti, quelli della Regione e quelli delle ASL che hanno preparato questo Piano.
Io non sono tra quelli che ritengono che questo Piano sia un piano di carattere formale o sostanzialmente di poco valore. È un Piano costruito con grande pragmatismo, anche sulla base dell'esperienza che si è consolidata in questo periodo sul tema del gioco d'azzardo patologico, ed è anche il risultato del lavoro che è avvenuto in questi anni.
Poiché si parlava di questioni sanitarie, di scarsa attenzione e scarso approfondimento, io ritengo che, per quanto riguarda il gioco patologico più delle parole conti l'organizzazione attuale.
Sono presenti 38 punti ambulatoriali sul territorio piemontese per il trattamento del gioco patologico e sono circa 200 gli operatori dei servizi di patologia delle dipendenze coinvolti in gran parte su questo settore, oltre a 25 infermieri e 30 assistenti sociali. C'è un numero consistente di competenze professionali, che, tra l'altro, hanno dato un contributo utile per il dibattito nazionale.
Pertanto, comincio con l'esprimere un ringraziamento agli operatori, a questo gruppo di coordinamento che presidia il settore e che, molto spesso, come capita anche in altri settori, è fonte di proposte e suggerimenti per chi ha responsabilità di carattere politico. Infatti abbiamo accolto il lavoro e i suggerimenti indicati dai professionisti nei quali abbiamo fiducia.
Il Piano regionale è arrivato in ritardo: possiamo ripetere le osservazioni che abbiamo fatto in Commissione, a dimostrazione che il fatto è stato discusso.
Il Piano è arrivato in ritardo per i motivi noti: era importante avere la parte di finanziamento anche nazionale, i tre milioni e mezzo, quindi il percorso è stato anche determinato da quella scelta.
Dopodiché, il tema della comunicazione: anche questo è stato affrontato. È chiaro che il Piano non contiene soltanto il tema della comunicazione, ma il tema della formazione in tutte le articolazioni possibili, che è stato esaminato in Commissione con grande attenzione.
È chiaro che, rispetto a quanto è indicato nel Piano in termini di costi se per la parte della comunicazione si spende meno, come è stato detto dai nostri tecnici, la restante parte verrà utilizzata per la prevenzione o per l'ambito sanitario. Questo mi sembra logico.
In ogni caso, non è che vogliamo spendere senza criterio soldi che vengono destinati alla comunicazione (ripeto, i risultati li vedremo dopo), per abbiamo la convinzione che la comunicazione, in questo settore, sia importante. Deve essere una comunicazione mirata, una comunicazione che tiene conto dei nuovi strumenti di comunicazione e dei diversi segmenti potenzialmente coinvolti. Pertanto, è un lavoro molto complesso e molto articolato. Sicuramente non sarà una comunicazione fatta sui quotidiani per dire "non giocare", o cose di questo tipo. Non si tratta assolutamente di questo.
Il lavoro in Commissione è servito anche a calibrare meglio alcuni obiettivi che sono stati indicati nelle schede finali.
C'è poco di sanità, rispetto alle risorse: ci sono i tre milioni e mezzo che conosciamo, ma, detto questo, noi abbiamo i servizi delle dipendenze e continuo a ripetere che, sulla base delle richieste che ci verranno da parte dei professionisti che operano sul settore, che richiedono interventi in termini di personale, in termini di competenze più qualificate, in termini di servizi, cercheremo di dare risposte ai problemi posti da chi ha le competenze per poterlo fare. E noi - ripeto abbiamo delle ottime competenze.
Quindi, la parte sanitaria non è assolutamente una disattenzione, ma è un servizio abbastanza ben organizzato. Sarà potenziato sulla base delle proposte, evidentemente strada facendo.
In ogni caso, resta il fatto - ci tengo a sottolinearlo - che noi stiamo discutendo il Piano integrato delle attività di contrasto, prevenzione diagnosi e cura del gioco d'azzardo patologico, basato su una legge approvata dal Consiglio, che, in ogni caso - tutti lo abbiamo registrato dalla lettura dei giornali e non soltanto - è una legge che il Governo e il Sottosegretario hanno definito restrittiva, che abbiamo difeso in alcuni convegni e che è una legge che ha già provocato i suoi effetti, che molto spesso qui dimentichiamo.
I ricorsi al TAR presentati non hanno avuto successo, perché la legge finalmente - questo era l'obiettivo principale - dà alle Amministrazioni comunali uno strumento per poter assumere o, comunque, confermare alcune decisioni assunte.
Voglio ricordare che quando si è iniziato a discutere di gioco d'azzardo patologico, gli amministratori erano senza legge e sono stati degli eroi.
Sono stati degli eroi, perché si sono esposti, non soltanto sul piano amministrativo, ma anche sul piano personale, in termini di responsabilità economica individuale. Quando abbiamo fatto la legge, abbiamo dato un aiuto doveroso a resistere nei confronti delle lobby, che volevano difendere - e lo ritengo anche legittimo - le loro attività.
Pertanto, incominciamo col dare applicazione alla legge. La legge ha già provocato degli effetti, ma, per quanto riguarda il Piano integrato, sulla base delle osservazioni che ci verranno strada facendo e delle modalità di applicazione, credo che potremo anche introdurre delle modifiche finalizzate a colpire bene gli obiettivi che abbiamo fissato nella legge.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Saitta.
La parola all'Assessora Pentenero.



PENTENERO Giovanna, Assessora all'istruzione

Grazie, Presidente.
Qualche ulteriore considerazione, perché crediamo davvero molto nel lavoro che è stato svolto e ci sembra utile soffermarci su quegli elementi che possono contribuire a un'applicazione adeguata e a un miglioramento dei risultati ottenuti fino ad oggi.
Voglio aggiungere due considerazioni a quanto ha ricordato il collega Saitta.
La prima è che il lavoro portato avanti fino a oggi è frutto di un impegno dei diversi Assessorati coinvolti, che hanno trovato, all'interno del Gabinetto del Presidente, una sintesi davvero utile e proficua per l'Ente Regione. Inoltre, è frutto di un lavoro significativo e interessante con il Consiglio, ma senza l'approvazione del Piano che oggi viene sottoposto all'Aula, noi abbiamo comunque un lavoro monco.
Vale però la pena di ricordare che è attraverso i territori, attraverso le Aziende sanitarie, attraverso le scuole, attraverso i progetti che i Comuni in questi anni hanno portato avanti, progetti ovviamente volti soltanto a sensibilizzare e a creare forme di prevenzione, che oggi possiamo dire che il Piano è già stato in qualche modo sperimentato, è già in qualche modo frutto di esperienze che nascono dal basso, che nascono dal territorio e che hanno portato a risultati significativi.
Un'ultima considerazione, che credo sia utile all'Aula e utile anche nell'interlocuzione che abbiamo con i Comuni. In questo periodo di tempo abbiamo raccolto un numero davvero significativo di FAQ all'interno delle quali sono state fornite risposte puntuali e precise. Spesso le domande che i Comuni ci hanno fornito sono domande che ci hanno permesso di puntualizzare ancora meglio e andare a individuare quegli spazi di gestione amministrativa che ci consentono di aiutare i Comuni stessi. Non a caso, faremo uscire credo nel più breve tempo possibile - ci mancava ancora un'osservazione dalla Questura, ma sta per essere perfezionata anche quest'ultima - una circolare ulteriore aggiuntiva, che racchiude un po' tutte le osservazioni che sono state fatte dai Comuni in questo periodo di tempo e fornisce ulteriori approfondimenti proprio per cercare di accompagnare i Comuni in questo percorso sicuramente non facile, ma dove anche le sentenze del TAR in questo momento ci rafforzano nel lavoro che stiamo compiendo.
Quindi crediamo che questo sia un ulteriore elemento che possa in qualche modo accompagnare, ma soprattutto rassicurare rispetto all'azione amministrativa dei Comuni. Voglio ricordare - lo diceva prima il collega Antonio Saitta, ma voglio aggiungere un ulteriore elemento - che il disegno di legge presentato dalla Giunta era un disegno di legge che molti Comuni del Piemonte avevano chiesto che fosse approvato; Comuni che si sono anche misurati di fronte a una sperimentazione di scrittura di una legge che è stata la base di ragionamento intorno alla quale la Giunta ha approvato il proprio disegno di legge. Il resto della discussione credo sia noto all'Aula ed è inutile ripeterlo, ma solo per sottolineare quanto i Comuni abbiano chiesto di poter avere uno strumento legislativo.
Oggi il Piano ci permette di andare avanti ed è fondamentale poterlo avere a disposizione e poter avere le risorse, ma è importante anche concretizzare quanto è già stato fatto in questo periodo di tempo. Dicevo crediamo che la circolare sia uno strumento amministrativo molto utile che le Amministrazioni stanno attendendo e che riassume un po' tutte le domande che sono state fatte in questo periodo (arriviamo a 900 FAQ) domande significative che i Comuni ci hanno fatto, alle quali puntualmente è stata data una risposta e puntualmente si è cercato di fornire loro gli strumenti migliori affinché possano applicare una legge importante che questo Consiglio ha approvato.



PRESIDENTE

Grazie, Assessora Pentenero.
Indìco la votazione palese sulla proposta di deliberazione n. 268, il cui testo verrà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Proseguimento esame disegno di legge n. 217, inerente a "Norme in materia di gestione dei rifiuti e servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani"


PRESIDENTE

L'esame del disegno di legge n. 217, inerente a "Norme in materia di gestione dei rifiuti e servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani" di cui al punto 6) all'o.d.g., prosegue con la discussione dell'articolato e degli emendamenti ad esso riferiti.
Nella seduta pomeridiana del 20 dicembre sono stati votati gli articoli 9 10, 16, 17 e 18.
ARTICOLO 19 Emendamento rubricato n. 256) presentato da Vignale, Berutti, Graglia Ruffino, Sozzani.
Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Non sull'emendamento, era sull'ordine dei lavori, nel senso che - se non è cambiato qualcosa e, se così fosse, ne saremmo lieti - abbiamo concluso la scorsa seduta nel momento in cui la Giunta e la maggioranza hanno chiesto il contingentamento.



PRESIDENTE

Si, hanno chiesto il contingentamento. Alla fine siamo addivenuti alla conclusione di contingentare e abbiamo già i tempi stabiliti nella giornata di domani; nella giornata di oggi, dare lo spazio alle opposizioni per continuare il dibattito sui rifiuti. Se però le opposizioni, solo ed esclusivamente grazie a un Presidente molto super partes, chiedono un incontro - abbastanza veloce - alla Capigruppo sospendo i lavori, facciamo la Capigruppo e sicuramente potremmo addivenire ad altre conclusioni e/o accordi. Come volete voi.
Suggerirei di sospendere la seduta.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 17.04 riprende alle ore 17.26)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Colleghi, un po' di attenzione.
I lavori proseguiamo in questo modo: oggi, dalle ore 17.30 alle ore 19 domani dalle ore 10 alle 13 e dalle 14.30 alle 19 (se poi finiamo prima ben venga).
Totale nove ore, tempo necessario stimato per le votazioni di emendamenti articoli, atti di indirizzo collegati e intero testo; 141 emendamenti, 21 articoli, 2 atti di indirizzo e poi l'intero testo, per un totale di 165 votazioni, per le quali si stima un tempo di due ore e trenta minuti tempo residuo sei ore e 30, suddiviso per 42 Consiglieri.
Non sono stati conteggiati gli Assessori e il Presidente della Giunta.
Contingentamento: Gruppo Partito Democratico 180; Gruppo Articolo 1 Movimento Democratico e Progressista 20; Gruppo Movimento 5 Stelle 70 Gruppo Forza Italia 60; Gruppo Chiamparino per il Piemonte 10; Gruppo Scelta di Rete Civica 10; Gruppo Moderati 10; Gruppo Sinistra Ecologia e Libertà 10; Gruppo Lega Nord Piemonte ; Gruppo Fratelli d'Italia 10 Gruppo Misto Movimento Sovranità 10; Gruppo Misto Movimento Libero Indipendente 10. Se poi ci ottimizziamo, ben venga.
Procediamo con l'articolato.
ARTICOLO 19 Emendamento rubricato n. 256) presentato da Vignale, Berutti, Graglia Ruffino, Sozzani.
(Testo allegato al presente verbale) L'emendamento è dato per illustrato dai proponenti.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 256), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 19, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 20 Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 257), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 20, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 21 Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 258), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 260), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 261) sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 262) presentato da Vignale, Ruffino, Sozzani Graglia.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gianluca

Grazie, Presidente.
Penso che questo sarà uno dei pochi emendamenti di merito che illustreremo, perché ormai è evidente che la maggioranza - al di là di tutto ciò che c'è scritto all'interno della legge - ha scelto di non votare più una norma e di non decidere più per singolo articolo, ma di esprimere una sorta di voto di fiducia o di rafforzamento del ruolo della maggioranza stessa.
Lo dico perché l'articolo 21 sancisce un principio che è singolare parlando di rifiuti abbandonati: cioè dice che quando non sia possibile per un Vigile urbano, un organismo di Polizia locale, un Guardiaparco determinare il momento di conferimento in discarica non autorizzata o abusiva, oppure non sia possibile determinare il momento dell'abbandono l'atto dell'abbandono nasce dal momento in cui si rinviene il rifiuto.
Devo dire che, scritto in una legge della Regione, questo è un aspetto particolarmente singolare, soprattutto se lo raffrontiamo con un altro articolo, che dice che se vengono scaricati dei rifiuti in casa mia o su un terreno di mia proprietà, qualora non venga individuato un soggetto che materialmente ha scaricato il rifiuto, il responsabile sono io. Il combinato disposto di due articoli, quindi, che cosa consentirà? Consentirà a chiunque di scaricare un rifiuto a casa altrui e quel comportamento non sarà individuabile e sanzionabile. E determinerà che all'interno di un bosco - per esempio, dentro le Aree Parco, quindi in molte zone di sua proprietà e sua competenza - la Regione Piemonte sarà sempre responsabile del fatto che qualcuno scarica, fino al momento in cui non viene individuato colui il quale ha lasciato il rifiuto. E le stesse violazioni e gli stessi accertamenti avverranno nei confronti del proprietario del terreno, quindi vita natural durante: infatti, se dieci anni dopo viene rinvenuto il rifiuto, risulterà che è in quel momento che il rifiuto è stato depositato, non dieci anni prima.
La norma, quindi, ha una sua architettura di carattere generale, che contesteremo; e per questo non perderò altro tempo, perché ho solo dieci minuti (me ne rimangono sette, in realtà) per spiegare le contrarietà a questa legge. Ma il fatto che sia stata scritta così male e che sia così lesiva di ogni singolo cittadino che possiede un suo terreno la dice lunga su come non ci sia alcuna attenzione, salvo quella di dire che "la legge l'ha presentata la Giunta e la votiamo".
Questo vi farà sorridere, ma nell'anno nuovo mi recherò nel Parco di Stupinigi e l'Assessore Valmaggia o i responsabili del Parco saranno responsabili in quel momento, quando troveremo - come troviamo sempre chi scarica i rifiuti: sarà responsabile di quell'atto di scarico non chi l'ha compiuto, ma il proprietario del terreno che lo subisce. Questo avete scritto in questa legge!



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Vignale.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 262) sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 21, nel testo originario.
Il Consiglio approva.


Argomento: Organizzazione regionale: argomenti non sopra specificati

Comunicazioni della Presidenza del Consiglio regionale relativamente alle dichiarazioni rese dal Presidente Laus durante la Conferenza stampa di fine anno


PRESIDENTE

Prima di andare avanti con l'esame della legge, sottraggo del tempo ai colleghi, se mi è concesso.
All'inizio della seduta il Consigliere Pichetto ha sollevato un'argomentazione giusta, corretta, legittima, dal suo punto di vista interpretando un atteggiamento posto in essere dal Presidente del Consiglio, che deve essere super partes, ma secondo me c'è stato un fraintendimento. Non voglio rifare nuovamente una conferenza stampa tuttavia mi permetto di ricordare a me stesso e all'Aula che nell'altra legislatura io ero un Consigliere e così anche nella legislatura precedente (nella prima di maggioranza, nella seconda di minoranza).
Sono successi alcuni episodi, non faccio assolutamente riferimento a rimborsopoli, non mi permetto, non è quello il tema, ma i Consigli regionali d'Italia, per quanto riguarda emolumenti, spese, costi tracciabilità e trasparenza sono stati esposti a giudizi negativi, a dir poco unanimi sul piano nazionale.
Durante la conferenza stampa, salutando il Presidente Cattaneo, che ho ringraziato, e rispondendo alla domanda di un giornalista, ho detto sostanzialmente che non io - un Presidente non dà credibilità a un'Aula e a un'istituzione, ma è Ufficio di Presidenza tutto e nell'Ufficio di Presidenza sono rappresentate le forze politiche più rappresentative del territorio - ma tutta l'Aula, il Consiglio regionale, ha imboccato un percorso e l'ha reso così virtuoso da portarlo ai vertici della competitività rispetto agli altri Consigli regionali d'Italia, al punto di essere preso come modello.
Se le mie argomentazioni sono state interpretate in altro modo, invito gentilmente chi ha interpretato in modo diverso rispetto all'interpretazione autentica di venire sulla retta via. Su questa retta via, io sono sicuro che ritrovo anche il sentimento del Consigliere Pichetto. In quelle esternazioni io ho rappresentato anche il sentimento del Consigliere Pichetto, che rappresenta dignitosamente e legittimamente tutto il Gruppo di Forza Italia.
Con questo sentimento vi saluto, perché devo andare via, e non vi auguro un buon anno perché credo di tenervi compagnia ancora domani. Grazie gentilissimo Consigliere, io lo dico in modo scherzoso, ma il sentimento è veramente questo.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Proseguimento esame disegno di legge n. 217, inerente a "Norme in materia di gestione dei rifiuti e servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani" (seguito)


PRESIDENTE

Torniamo al proseguimento dell'esame del disegno di legge n. 217.
ARTICOLO 22 Emendamento rubricato n. 259) presentato da Vignale, Berutti, Graglia e Sozzani.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Ha chiesto di intervenire il Consigliere Sozzani per l'illustrazione; ne ha facoltà.



SOZZANI Diego

Grazie, Presidente.
Approfitterò della disponibilità per chiedere qualche minuto in più rispetto al contingentamento dei tempi che c'è stato assegnato, ai fini di un'indicazione un po' complessiva degli emendamenti che avevamo presentato nell'ambito degli articoli che più ci preoccupavano e, per la verità ancora ci preoccupano in questa legge. Utilizzerò questi minuti per dare una visione più complessiva e anche di tipo politico, più che di tipo specifico sui vari emendamenti.
Per un anno e mezzo abbiamo condotto una battaglia che ci sembrava sacrosanta, l'Assessore lo sa, e abbiamo cercato di portare tutta l'esperienza, oltre che la capacità amministrativa, dell'intero Gruppo di Forza Italia e del Consigliere Vignale. Abbiamo cercato di migliorare tutta una serie di aspetti emersi in questa legge uscita dagli Uffici e proposta dall'Assessore, una legge a nostro modo assolutamente sbagliata.
Lo è ancora profondamente sbagliata. Bastava, secondo noi, portare a compimento la legge n. 7, che aveva una serie di lacune anche in funzione dell'evoluzione normativa di tipo nazionale, ma che aveva, comunque, una serie di elementi di discussione positivi. Bastava andare in quella direzione perché, comunque, c'era stato un dibattito sui vari territori.
Si è voluto introdurre una serie di concetti che sono stati anche dirompenti rispetto alla situazione attuale. Questa attività ha portato anche a una protesta ridondante - usiamo pure questa parola - a livello territoriale. Io avevo seguito l'iter della legge fin dagli inizi, anche in ambito di convegni. Quando poi è arrivata la legge, ricordo di aver assistito a un atteggiamento diverso della maggioranza tra ciò che si diceva nei convegni e ciò che veniva contemplato nella legge.
Mi sembra che anche con il contributo dei Consiglieri di maggioranza molte delle posizioni previste inizialmente dalla legge siano state variate; in taluni casi c'è stata anche una profonda variazione fra la prima presentazione della legge rispetto a quella che è arrivata alla fine della Commissione. Ci sembra che con gli emendamenti proposti dalla Giunta perché i nostri sono stati bocciati, si va a migliorare e a ritoccare una serie di elementi che avevamo sollecitato. Questo vale sia per quanto riguarda il dispositivo legislativo, sia per quanto riguarda l'Allegato A che fa parte integrante del dispositivo legislativo, ma che, definendo nell'ambito della costituzione dei consorzi di Area vasta, uno statuto tipo, individua una serie di procedure e di finalità che sono fondamentali ai fini dell'applicazione della legge.
Quali sono gli elementi su cui abbiamo riflettuto? Uno è l'assenza della Giunta nel transitorio, cioè non si è preso atto di un transitorio in cui nel momento in cui si discutevano queste normative a livello regionale non si è intervenuto sulle esigenze a livello locale.
Mi riferisco anche al Quadrante delle Province novarese, biellese vercellese e del VCO, dove i cittadini, a breve (per quanto riguarda Novara, in modo immediato) avranno un aumento dei costi di smaltimento dei rifiuti.
Pertanto, il premio che noi, come Gruppo, avevamo richiesto durante questo lungo iter amministrativo per l'approvazione di questa legge, non è stato considerato, perché non viene considerato chi aveva raggiunto - come nel caso specifico di questo quartetto di Province - degli obiettivi sacrosanti e sicuramente invidiabili da tutto il resto del Piemonte.
Oggi, abbiamo delle tariffe che vanno dalla metà al doppio, nell'ambito del territorio piemontese, e noi volevamo che le tariffe inferiori fossero di riferimento per il resto del Piemonte, non quelle del doppio che invece, ci preoccupano e che saranno il punto di arrivo.
Inoltre, c'è sicuramente un connubio fra la Città di Torino e il movimento politico che sovrintende la Città di Torino e la Regione Piemonte rispetto ai privilegi che lo stesso territorio ha, mentre noi riteniamo che non sia possibile avere dei cittadini di serie A e dei cittadini di serie B.
Non è giusto che Torino abbia i due anni di proroga - chiamiamola così dell'applicazione legislativa rispetto al resto del Piemonte. Abbiamo visto qual è la tassa pro inceneritore. Lo abbiamo detto più volte sia il sottoscritto, sia il Consigliere Vignale, sia i colleghi che sono intervenuti in questo dibattito: chi smaltisce nelle discariche non sapeva di questa legge, quindi non gli diamo nemmeno il tempo di provvedere a una tipologia di smaltimento diverso, che sovrintende anche a un'organizzazione diversa.
Il motivo per cui corriamo è che si vuole applicare quella tassa dal 1 gennaio 2018: sappiano che i cittadini piemontesi avranno un'altra tassa in più rispetto a quelle già previste in altre leggi della Regione Piemonte.
Insomma, è lo stesso spirito con cui noi abbiamo affrontato la pianificazione territoriale urbanistica, quando avevo lanciato un grosso problema di applicazione di questa norma. Lo dico anche in questo caso: vedrete quale sarà l'enorme difficoltà di applicazione di questa norma sul territorio, che andrà a incidere - secondo me e secondo noi - con una protesta, che oggi era latente, ma diffusa, sotto il profilo della preoccupazione dei Sindaci, che sono l'Ente ultimo che dovrà stabilire come applicare questa norma, attraverso i Consorzi di Area vasta. Infatti le aree omogenee non serviranno quasi a nulla, serviranno ben poco nell'applicazione: i Consorzi di Area vasta avranno un peso specifico nell'ambito di questa legge.
In un'area come Novara magari si riuscirà a trovare una quadratura, ma in aree complesse come Torino, con un Consorzio unico di Area vasta, pensate quali difficoltà comporterà l'applicazione di questa legge. In questo caso, pensate come si trasformerà la protesta latente, che avevo data per scontata sotto il profilo dell'applicazione della legge.
Dovremo informare con attenzione i nostri cittadini rispetto al futuro che li attenderà, soprattutto dal punto di vista del costo spinale di uno smaltimento dei rifiuti di questo genere, senza avere ben chiari quali saranno le procedure che lo smaltimento stesso dovrà prevedere affinch l'applicazione di questa legge sia corretta, nell'ambito dell'intero territorio piemontese.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE BOETI



PRESIDENTE

Grazie, collega Sozzani.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 259), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 22, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 23 Emendamento rubricato n. 190) presentato da Rostagno e Ferrentino.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) L'emendamento è dato per illustrato dai proponenti.
Emendamento rubricato n. 118) presentato dalla Giunta regionale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) L'emendamento rubricato n. 118) è ritirato.
Emendamento rubricato n. 118.1) presentato dalla Giunta regionale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 269) presentato dalla Giunta regionale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 270) presentato dalla Giunta regionale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola all'Assessore Valmaggia per l'illustrazione.



VALMAGGIA Alberto, Assessore all'ambiente

Grazie, Presidente. Sarò brevissimo.
Intervengo solo per comunicare che abbiamo sostituito gli emendamenti n.
118) e n. 118.1) con due nuovi emendamenti, il n. 269) e il n. 270), che sono conseguenza della finanziaria che è stata approvata a livello nazionale due giorni fa I due nuovi emendamenti sono in sintonia con la finanziaria stessa e ne raccolgono le indicazioni.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
C'è un limite a tutto, cioè sono due settimane che diciamo che la legge è incompatibile rispetto al testo licenziato a Roma, l'Assessore per due volte è intervenuto dicendo che non c'era nessuna incompatibilità anche con la memoria degli Uffici e oggi presenta due emendamenti dicendo che il testo non è compatibile?



PRESIDENTE

Prego, Assessore Valmaggia.



VALMAGGIA Alberto, Assessore all'ambiente

Chiedo scusa, chiarisco meglio. Gli emendamenti non riguardano quel discorso che si è fatto sulla richiesta della verifica di costituzionalità del testo, ma riguardano semplicemente l'emendamento che è stato presentato nella finanziaria sul contributo per i Comuni sede di discarica, che non c'era nel testo prima e che è stato introdotto. Noi ci rapportiamo dicendo che i criteri richiamano quelli di cui all'articolo 3 comma 27, della legge 549 del 1995, ovvero quelli che sono stati richiamati nella finanziaria con un emendamento in Senato.
Quindi gli emendamenti non riguardano il tema che avete sollevato in Aula relativo al trasferimento all'Autorità dell'Energia Elettrica e del Gas anche della partita dei rifiuti, ma riguardano un altro tema che abbiamo discusso anche in Commissione, molto con i Comuni, con l'ANCI e con la Conferenza degli Enti locali: il mantenimento del contributo dei Comuni sede di discarica.
Ripeto, gli emendamenti si riferiscono a questo tema e non all'altro; gli emendamenti sono il n. 269) e il n. 270).



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Andrissi; ne ha facoltà.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Mi scusi, Assessore, volevo fare solo una domanda. Qui negli emendamenti si parla di rifiuti pericolosi. Poiché non ho capito, può darci un chiarimento ulteriore?



PRESIDENTE

Sono stati caricati, mi dicono gli Uffici, sull'articolo sbagliato (articolo 33); adesso li carichiamo nel posto giusto.
C'era qualcuno che nel frattempo desiderava intervenire? Prego, Assessore Valmaggia.



VALMAGGIA Alberto, Assessore all'ambiente

Grazie, Presidente.
Allora, il riferimento è il comma 531 dell'articolo 1 della finanziaria che è stata approvata, laddove si introduce il principio - quello richiesto dai Comuni, sul quale abbiamo discusso molto - relativo a una quota del gettito destinato ai Comuni ove sono ubicate le discariche o gli impianti di incenerimento senza recupero energetico e ai Comuni limitrofi effettivamente interessati dal disagio provocato dalla presenza della discarica o dell'impianto. Tale contributo serve per la realizzazione di interventi volti al miglioramento ambientale del territorio interessato alla tutela igienico sanitaria dei residenti, allo sviluppo dei sistemi di controllo.
Questo è l'articolo della finanziaria che viene richiamato con la presentazione di questi due emendamenti, che erano quelli concordati in sede di CAL con gli Enti locali per cercare - seguendo la strada della Regione Marche - di garantire il contributo ai Comuni sede di discarica.
Invece gli emendamenti di cui abbiamo discusso sono quelli ai commi precedenti, il 527, 528 e 529, ma non c'entrano nulla con la modifica proposta con questi due emendamenti.
Grazie.



PRESIDENTE

Gli emendamenti sono stati caricati.
Ha chiesto la parola la Consigliera Porchietto; ne ha facoltà.



PORCHIETTO Claudia

Grazie, Presidente .
Guardi, più che fare un intervento - le chiedo scusa, so che è un po' irrituale - mi viene da chiedere solo una cosa all'Assessore. Se non ricordo male, rispetto tutto quello che abbiamo presentato per modificare questo disegno di legge, questo tema era stato dibattuto e mi pare che lei l'avesse cassato come nostri emendamenti. Dopodiché non mi faccia la virgola - mi permetto, Assessore, senza dover in qualche modo non riconoscere un minimo di intelligenza anche da parte nostra - ma mi pare che nelle sedute precedenti in Commissione, ma anche in Aula, alcuni di questi emendamenti che riportavano, magari con un testo diverso ma con la stessa sostanza, i contenuti dei suoi emendamenti non sono stati comunque accolti.
Ci piacerebbe capire il motivo per cui, oltre al fatto di doversi adeguare tecnicamente, come mai adesso sono diventati così interessanti rispetto a quelli che erano stati presentati dalle opposizioni.



PRESIDENTE

Prego, Assessore Valmaggia.



VALMAGGIA Alberto, Assessore regionale

Grazie.
Fa fede il numero dell'emendamento. L'emendamento aveva il numero 118) e adesso siamo arrivati al 270).
I numeri 118) e 118.1) significano che sono stati presentati temporalmente molto addietro laddove, a seguito degli incontri, soprattutto del tavolo tecnico congiunto con il CAL, si era scelto, per questa tematica specifica, che era uno dei punti nodali del confronto con gli Enti locali e con il CAL, di seguire la strada tracciata e conosciuta come la strada della Regione Marche.
In quel momento, quindi, avevamo raccolto, in condivisione, questo tipo di emendamento, che a seguito della finanziaria recente è stato semplicemente aggiornato e modificato.
Oggi tutto ciò avviene per la finanziaria nazionale, ma il fatto che fosse un emendamento già presentato molto prima dell'avvio in Aula, lo prova il numero 118) e non 270), 250) o 220).
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
L'emendamento 118.1) è ritirato.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 190).
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 269).
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 270).
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 23, così come emendato.
Il Consiglio approva.
Adesso abbiamo una serie di articoli che non hanno emendamenti.
ARTICOLO 24 Indìco la votazione palese sull'articolo 24.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 25 Indìco la votazione nominale sull'articolo 25.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 39 Consiglieri votanti 29 Consiglieri hanno votato SÌ 24 Consiglieri hanno votato NO 5 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 10 Consiglieri Il Consiglio approva.
ARTICOLO 26 Indìco la votazione nominale sull'articolo 26.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 35 Consiglieri votanti 29 Consiglieri hanno votato SÌ 24 Consiglieri hanno votato NO 5 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 6 Consiglieri Il Consiglio approva.
ARTICOLO 27 Indìco la votazione nominale sull'articolo 27.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 38 Consiglieri votanti 29 Consiglieri hanno votato SÌ 24 Consiglieri hanno votato NO 5 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 11 Consiglieri Il Consiglio approva.
Do atto per il verbale che la Consigliera Porchietto e il Consigliere Berutti, che non sono riusciti a farlo, intendevano esprimere voto contrario.
ARTICOLO 28 Indìco la votazione nominale sull'articolo 28.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 39 Consiglieri votanti 30 Consiglieri hanno votato SÌ 24 Consiglieri hanno votato NO 6 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 9 Consiglieri Il Consiglio approva.
ARTICOLO 29 Indìco la votazione nominale sull'articolo 29.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 39 Consiglieri votanti 30 Consiglieri hanno votato SÌ 24 Consiglieri hanno votato NO 6 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 9 Consiglieri Il Consiglio approva.
ARTICOLO 30 Indìco la votazione nominale sull'articolo 30.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 37 Consiglieri votanti 29 Consiglieri hanno votato SÌ 25 Consiglieri hanno votato NO 6 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 8 Consiglieri Il Consiglio approva.
ARTICOLO 31 Indìco la votazione nominale sull'articolo 31.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 39 Consiglieri votanti 31 Consiglieri hanno votato SÌ 25 Consiglieri hanno votato NO 6 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 8 Consiglieri Il Consiglio approva.
ARTICOLO 32 Indìco la votazione nominale sull'articolo 32.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 38 Consiglieri votanti 31 Consiglieri hanno votato SÌ 25 Consiglieri hanno votato NO 6 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 7 Consiglieri Il Consiglio approva.
ARTICOLO 32 bis Emendamento rubricato n. 233) presentato da Sozzani, Berutti, Graglia Pichetto Fratin, Porchietto, Ruffino e Vignale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola alla Consigliera Porchietto per l'illustrazione.



PORCHIETTO Claudia

Grazie, Presidente.
Probabilmente alcuni colleghi riterranno superfluo presentare questo emendamento ma io auspico, a nome del Gruppo di Forza Italia, che comunque anche la maggioranza voglia dare un segnale rispetto a questa proposta che riteniamo sia opportuna e speriamo voglia essere votata.
Con questo emendamento, noi vorremmo che venisse chiaramente prevista l'incompatibilità per coloro che, come noi, hanno ricoperto degli incarichi (di Europarlamentare, di parlamentare, di Consigliere o di Assessore regionale) e che non potranno far parte del Consiglio di Amministrazione dei Consorzi di Area vasta nei due anni successivi alla loro decadenza dal ruolo politico che chiaramente hanno avuto.
Per molti altri incarichi questo è già previsto. Sappiamo benissimo, ad esempio, che la questione si è posta quando abbiamo valutato le candidature di soggetti che avevano ricoperto incarichi politici (ad esempio, nel momento in cui si doveva esprimere un Consigliere all'interno dei C.d.A. di Fondazioni bancarie o comunque del sistema finanziario), ma riteniamo che su questo tema, proprio perché non ci siano assolutamente equivoci rispetto alla battaglia fatta, quest'Aula debba comunque dare un segnale.
Auspico che la Giunta oggi non si nasconda dietro il fatto che, magari già a livello nazionale la normativa prevede questa incompatibilità, ma che voglia dare un segnale forte, questa volta proposto dalle opposizioni rispetto - scusateci, ogni tanto - a qualche dubbio amletico che viene anche a noi: essere o non essere, ma non soltanto; essere oggi qui e magari domani mattina da un'altra parte.
Speriamo quindi che questo emendamento voglia essere accolto dalla Giunta e dalla maggioranza.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire l'Assessore Valmaggia; ne ha facoltà.



VALMAGGIA Alberto, Assessore all'ambiente

Si tratta di una valutazione squisitamente tecnica, perché non c'è niente di discrezionale.
Quanto viene richiamato in questo emendamento, però, è già contenuto come ha detto la Consigliera Porchietto - in modo esplicito e chiaro in norme di rango superiore, che sono le norme statali. E quindi si ritiene questo non necessario (e comunque non è consentito): essendoci una norma superiore, si applica la legge statale che individua con precisione tutte le varie forme di incompatibilità.
La valutazione - ripeto - è quindi di tipo tecnico-giuridico; dico tecnico giuridico nel senso che gli Uffici giuridici dell'Assessorato hanno ritenuto non accoglibile questo emendamento.



PRESIDENTE

Quindi, se ho capito bene, il parere della Giunta è negativo.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gianluca

Grazie, Presidente.
Intervengo ovviamente sostenendo l'emendamento, che è una delle cose più politiche presentata dai Gruppi dell'opposizione, giusto per ricordare alcune persone che sono state nominate all'interno di alcune partecipate regionali e che non erano a due anni dalla carica da amministratori o altro.
L'approvazione di questo emendamento è semplice, perché non sono così certo che la legge Severino, visto che noi prevediamo che i consigli di amministrazione siano composti da Sindaci o loro delegati, in qualche modo, faccia venire meno un'incompatibilità che, in realtà, noi troviamo in un soggetto eletto all'interno di un Consiglio comunale. Secondo me non sono incompatibili, non saranno incompatibili un Consigliere regionale che si candida nel suo Comune a Sindaco o che nel suo Comune viene delegato dal Sindaco a entrare nel consiglio d'amministrazione.
L'approvazione di questo emendamento metterebbe una pietra tombale su chi pensa, come il sottoscritto, che nel creare i mega consorzi ci sia anche qualcuno che pensa di creare quattro poltrone in più rispetto a prima, da dovere occupare. Che magari non viene rieletto in Consiglio regionale e può andare a occupare uno scranno, che sarà gratuito, ma all'interno del quale vi sono risorse, assunzioni e denaro circolante che non è neanche lontanamente paragonabile a quanto avviene all'interno della nostra Regione.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire, per dichiarazione di voto, la Consigliera Porchietto; ne ha facoltà.



PORCHIETTO Claudia

Grazie, Presidente.
La mia dichiarazione di voto nasce dal fatto che io sento la Giunta non fare mai un intervento di natura politica, ma solo tecnica. Quest'Aula è anche un'Aula di rappresentanza politica, nascondersi dietro un testo di natura tecnica fa sorridere, Assessore.
Credo che oggi il Presidente Chiamparino, che è sempre stato molto attento a questi passaggi, potrebbe sollecitare la Giunta a dare un segnale forte cioè di non avere dubbi che, in realtà, quest'operazione è fatta, come diceva anche il collega Vignale, magari, forse, per trovare qualche posto un domani.
Poiché non è incompatibile la presenza di questo emendamento rispetto alle norme di carattere nazionale, invito la Giunta a ripensare a quello che ha detto. Sarebbe un segnale di attenzione non soltanto alle istanze del territorio, ma quello che la politica vorrebbe portare, vale a dire trasparenza in quest'Aula che in questo momento non c'è.



PRESIDENTE

Grazie, collega Porchietto.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento n. 233), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 33 Consiglieri votanti 29 Consiglieri hanno votato SÌ 13 Consiglieri hanno votato NO 16 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere non hanno partecipato alla votazione 3 Consiglieri Il Consiglio non approva.
ARTICOLO 33 Emendamento rubricato n. 176) presentato da Vignale, Graglia, Pichetto Fratin, Porchietto, Ravello, Ruffino, Sozzani.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Il Consigliere Vignale lo dà per illustrato.
Emendamento rubricato n. 119) presentato dalla Giunta regionale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) L'Assessore Valmaggia lo dà per illustrato.
Emendamento rubricato n. 115) presentato da Sozzani, Berutti, Graglia Pichetto Fratin, Porchietto, Ravello, Ruffino, Vignale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Il Consigliere Sozzani lo dà per illustrato.
L'emendamento rubricato n. 186) è ritirato.
Gli emendamenti rubricati n. 1), 2), 3), 4), 5), 6), 7) 8), 9), 10), 11) 12), 13), 14) ,15), 16), 17), 18), 19), 20), 21), 22), 23), 24), 25), 26) 27), 28), 29, 30) 31), 32), 33), 34), 35), 36), 37) 38), 39), 40), 41) 42), 43), 44), 45) presentati da Sozzani, Berutti, Graglia, Pichetto Fratin, Porchietto, Ruffino sono dati per illustrati.
(Testi allegati al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 198) presentato dalla Giunta regionale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) L'Assessore Valmaggia lo dà per illustrato.
La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Non avevo visto la novità (magari era già stata presentata durante lo scorso Consiglio) dell'emendamento 198), ma dopo aver ascoltato le rappresentanze degli Amministratori locali dei piccoli e dei medi Comuni che temevano di essere assorbiti, rispetto alle loro scelte, dai grandi Comuni, vediamo che la Giunta è andata proprio nel verso opposto.
Prima, cioè, vi era una formulazione della legge che diceva che i Comuni erano rappresentati, per il 50 per cento, per la popolazione residente e per il 50 per cento, per il territorio, e questa formulazione - ancorch fosse insufficiente - evidentemente tutelava un po' di più i medi e i piccoli Comuni, che hanno pochi abitanti ma una grande vastità territoriale.
È evidente, invece, che questo emendamento della Giunta, che emenda se stessa per rafforzare ancor di più il potere dei grandi Comuni, perché dà il 70 per cento della popolazione e il 30 per cento dei chilometri quadrati, è la prova provata che l'articolo 33, che non casualmente è preceduto dall'emendamento che abbiamo presentato prima, prevede l'attuazione di quella che è l'unica finalità per cui il Consiglio regionale è stato impiegato molti mesi a discutere: creare otto, per meglio dire quattro, grandi centri di potere all'interno dei quali poter gestire in modo significativo e molto politico. Perché da chi verranno gestiti i Consorzi)? Verranno gestiti dai Sindaci o dai loro delegati. E chi saranno i Sindaci o i loro delegati che avranno peso all'interno del Consorzio unico, per esempio, della Città di Torino? Forse i grandi Comuni della prima cintura o i grandi Comuni di altre aree che - guarda caso sono, a oggi, in gran parte a guida del centrosinistra? E non tutte, invece, quelle altre Amministrazioni comunali guidate da liste, non importa quale sia la parte, ma ufficialmente civiche, che badano molto di più all'interesse territoriale rispetto all'interesse di parte.
Questo è il vero e principale motivo: l'articolo 33. Per cui, noi siamo contrari a questa norma, perché è una norma che scaricherà le inefficienze, per esempio, dei grandi Consorzi della prima cintura di Torino sulle efficienze dei buoni Consorzi della seconda e terza cintura.
E perché si fa questo? Perché noi andremo, grazie al buon governo di chi ha reso la tassa raccolta rifiuti bassa, ad aumentare la tassa a un numero di cittadini, per riuscire, con un compendio che non fa uno a uno, a ridurla ad altri che sono nelle aree politicamente più omogenee.
Questi trucchi, poi, non funzionano mai, perché uno pensa di fare la legge ad hoc per le Amministrazioni che amministra, ma alla fine non funzionano mai.
È evidente che c'è una cosa che non si è potuta non notare (non casualmente, abbiamo chiesto più volte di poter svolgere le dichiarazioni di voto, che useremo da qui in poi). È assolutamente evidente come è una legge che ha penalizzato e penalizzerà le Amministrazioni comunali e i cittadini, che andranno a lamentarsi dai singoli Sindaci, perché non si lamenteranno con l'Assessore Valmaggia, e noi siamo lieti di averlo ripetuto per centinaia di volte in Commissione e in Aula, perché non si può dire che noi non l'abbiamo detto e che non abbiamo cercato di farvi cambiare idea quante più volte possibili.
La cosa che spiace è questo gioco di potere, perché di questo stiamo parlando: non stiamo parlando della migliore gestione del sistema dei rifiuti piemontese.
In questo gioco di potere non c'è solo il Partito Democratico e il centrosinistra, come è normale che sia nel tema dei rifiuti. Ma non c'è nessun Senatore o Onorevole delle formazioni politiche a cui io ho appartenuto che abbia fatto il Presidente di Consorzio raccolta rifiuti.
Non c'è nessun ex Sindaco delle formazioni politiche a cui ho appartenuto che abbia fatto il Presidente di Consorzi.
Questa è tutta roba che sta in casa del PD, oggi, e del PDS, prima, e ha nomi e cognomi ben precisi, che hanno fatto i Presidenti. Poi magari li hanno fatti benissimo, ma hanno ricoperto, prima, cariche di gestione dei rifiuti e, poi, cariche parlamentari, cariche di Consiglieri provinciali cariche politiche elettive.
Questo è il tema della legge e a me spiace che a questo gioco di potere perché di nient'altro stiamo parlando, ci sia stato anche il Movimento 5 Stelle, nella logica del favore fatto a Torino, fatto all'inceneritore e fatto a una Città che dovrà rispettare due anni dopo tutte le altre questa legge. È l'unica volta che è accaduto. In 13 anni, non ho mai visto una legge che entra in vigore due anni dopo in un solo Comune di tutta la regione Piemonte.
Per questo è una legge inemendabile, inaccettabile e non stupisce che ci sia voluto così tanto tempo, perché votare le leggi che hanno contro tutti (le Amministrazioni locali di qualunque colore, le parti di qualunque colore) significa soltanto una cosa: che non stiamo più parlando della buona gestione della nostra terra e dei cittadini piemontesi, ma stiamo parlando di aspetti differenti, che hanno molto più a che fare con la gestione del potere che non con la gestione della cosa pubblica.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ferrentino.



FERRENTINO Antonio

Grazie, Presidente.
Ovviamente rispetto l'intervento del Consigliere Vignale, ma è esattamente l'opposto dell'obiettivo che si pone questo emendamento. Posso rassicurare il Consigliere Vignale che in tutto il territorio piemontese i piccoli Comuni nella gestione dei rifiuti hanno contato e conteranno perché, al di là di tutti i tecnicismi, questo sistema sta in piedi se la politica prova a far funzionare questi processi.
L'aver indicato 70 e 30 (popolazione e territorio) è proprio un tentativo per tutelare i piccoli Comuni, perché è ovvio che si conta con questi indicatori, ma per quanto riguarda le spese generali di funzionamento del Consorzio si paga anche con questi indicatori e poiché molti piccolissimi Comuni che hanno territori molto estesi hanno anche bilanci molto esigui l'obiettivo.



(Commenti del Consigliere Vignale)



FERRENTINO Antonio

Vede, per quanto riguarda la maggioranza, non c'è nessun problema. Si trattava soltanto di trovare il giusto equilibrio tra i pochi abitanti di numerosi Comuni con un territorio molto esteso, spesse volte accompagnati da bilanci anche molto esigui.
Quindi la finalità di questo emendamento è esattamente l'opposto di quello che enunciava prima il Consigliere Vignale.
Io faccio parte di un Consorzio - l'ha già detto due o tre volte anche la collega Accossato - dove si va dai 30 abitanti di Moncenisio ai 50.000 di Collegno. Posso rassicurare il Consigliere Vignale che in questo Consorzio anche i Sindaci di piccolissimi Comuni hanno avuto ruoli di primo piano nella gestione del Consorzio stesso, sempre senza mai nessun problema evidenziato nella gestione. Diciamo che questa sembrava un'attenzione verso i piccoli Comuni, non una prevaricazione nei loro confronti.



PRESIDENTE

Consigliere Sozzani, vuole intervenire? Prego.



SOZZANI Diego

Grazie, Presidente.
Mi soffermo su alcuni elementi di tipo matematico e non di tipo politico perché mi sembra che ne stiamo discutendo. Quando si era proposto il 50 e 50, cioè 50 per cento in rappresentanza per abitanti e 50 per cento in rappresentanza per chilometri quadrati di Comune o superficie del Comune rappresentata, questa fu evidentemente una proposta del PD, non fu una proposta delle opposizioni.
Ora, il problema è che, al di là del cambiamento di rotta, ci sembra che comunque i piccoli Comuni, quando hanno definito la dimensione di rappresentatività, pagano anche in funzione della rappresentatività. Cosa succede? Succede che un piccolo Comune che ha 200 abitanti (invento la prima cifra che mi viene in mente) pagherà in proporzione anche dell'estensione territoriale, ma immaginate la difficoltà economica di questi Comuni nel pagare un'attività del genere! Attenzione, della variazione 70 e 30 di oggi ne prendiamo atto, con una rappresentanza però, a questo punto, dei grandi Comuni, perché alla fine della fiera.
In realtà, l'obiettivo era diverso: era far pagare i grandi Comuni, ma avere una minore rappresentanza sotto il profilo politico. Questo era l'obiettivo finale che noi avevamo con forza richiesto in più Commissioni e portato successivamente anche in Aula.
Questo era l'elemento sul quale noi ci tenevamo a dire la nostra, anche perché in futuro vedrete che questa disparità provocherà non pochi problemi economici.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Andrissi.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Ci tengo a sottolineare che in tutto il dibattito che ha preceduto l'arrivo in Aula di questo disegno di legge noi non abbiamo mai chiesto alcun privilegio per la Città di Torino in alcun modo, anzi abbiamo presentato degli emendamenti proprio in direzione opposta, cioè abbiamo presentato degli emendamenti affinché l'ecotassa venisse applicata anche allo smaltimento degli impianti di incenerimento con recupero energetico (però questo non è consentito dalla legge nazionale), ma abbiamo anche presentato emendamenti affinché i due anni di ritardo rispetto alla Città di Torino venissero in qualche modo ridotti.
Inoltre abbiamo chiesto - ulteriore emendamento che abbiamo presentato con l'intento di premiare i Comuni virtuosi - un maggior peso all'interno dei Consigli di Amministrazione per quei Comuni che avessero delle percentuali di quantitativi di produzione di rifiuto indifferenziato più contenute.
Sappiamo, da esperienza pluriennale, che questo non rappresenta un distinguo tra piccolo e grande Comune; penso, per esempio, alla Provincia di Novara: il Comune di Novara è storicamente un Comune che ha una produzione di rifiuto indifferenziato contenuta rispetto ai Comuni della provincia, ha una società in house che in qualche modo ha applicato un controllo sulla raccolta differenziata superiore ai Comuni della provincia, quindi ha una percentuale di produzione di rifiuto indifferenziato che viaggia tra i 120 e i 130 chili/abitante/anno. Andiamo a guardare invece Comuni molto più piccoli, anche dieci volte più piccoli penso al Comune, tanto per non fare nomi, di Castelletto: supera i 200 chili/abitante, ed è un Comune di 10.000 abitanti.
In sostanza, noi abbiamo cercato di proporre una modifica che andasse comunque nella direzione del "chi inquina paga" e quindi anche in questo caso di andare a premiare, come peso politico maggiore, quei Comuni che hanno investito tempo e risorse nel miglioramento della raccolta differenziata, che credo sia anche uno degli elementi che questa legge porterà avanti, perché l'ecotassa è volta proprio a favorire il reperimento di risorse per i Comuni virtuosi.
Con i nostri emendamenti, abbiamo voluto anche premiare, dal punto di vista politico, quei Comuni che erano più virtuosi.
Le accuse fatte nei nostri confronti, quindi, credo che cadano da sole.



PRESIDENTE

Se non ci sono altri interventi, la parola all'Assessore Valmaggia.



VALMAGGIA Alberto, Assessore all'ambiente

Grazie, Presidente.
Intervengo perché mi sembra un punto importante sul quale si è discusso molto, anche nell'audizione che abbiamo fatto con i Comuni, con i ragionamenti fatti con l'ANCI e con il CAL.
Restituisco al mittente, ovvero al Consigliere Vignale, le sue valutazioni, come anche nell'emendamento precedente, ossia che il motivo che ha ispirato queste modifiche e questi emendamenti sia pensare a delle poltrone, che sia un poltronificio futuro per qualcuno che dovrà essere sistemato o, addirittura, pensare che questa modifica sia un gioco di potere.
Ovviamente ogni Consigliere è libero di esprimersi e di fare le proprie valutazioni, ma mi spiace, perché non era questo l'intendimento e non ha capito il merito della questione, quella richiamata dal Consigliere Sozzani e dal Consigliere Ferrentino, laddove si dice che le quote di partecipazione degli enti consorziati sono così definite.
Nel testo iniziale, mutuando dall'esperienza delle Unioni montane e Comunità montane, 50 per cento popolazione e 50 per cento territorio, si era individuato questo criterio. Si è poi visto, facendo delle simulazioni ed entrando su questioni concrete, anche confrontandoci con Enti locali di piccole dimensioni, che era più opportuno, che non vuol dire dare più peso a chi è più grosso, ma vuol dire anche far pagare di più chi ha più quote.
Noi non possiamo avere due criteri diversi: un criterio per chi alza la manina nel Consiglio e un altro per chi tira fuori i soldi come Consorzio. Il criterio deve essere unico, quindi si è pensato di introdurre questa modifica - ripeto - ragionata e condivisa, con questa particolarità. "Almeno per il 70 per cento", lasciando con quell' "almeno" un margine di discrezionalità all'interno dei singoli Consorzi.
Mi sembra una proposta che va nella direzione richiamata anche dei Consiglieri precedentemente.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Gli emendamenti rubricati n. 46), 47), 48), presentati da Sozzani Berutti, Graglia, Pichetto Fratin, Porchietto, Ruffino sono dati per illustrati.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 99) presentato da Andrissi, Bertola, Bono, Campo Frediani,Mighetti, Valetti è dato per illustrato.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Gli eendamenti rubricati n. 49), 50), 51), 52), 53), 54), 55) 56), 57) 58), 59), 60), 61), 62), 63, 64), 65), 66), 67), 68), 69), 70), 71) 72),73), 74), 75), 76), 77), 78), 79), 80), 81), 82), 83), 84), Presentati da Sozzani, Berutti, Graglia, Pichetto Fratin, Porchietto, Ruffino sono dati per illustrati.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 264) presentato dalla Giunta regionale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) L'emendamento viene dato per illustrato.
Emendamento rubricato n. 263) presentato dalla Giunta regionale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) L'emendamento viene dato per illustrato.
Emendamento rubricato n. 268) presentato dalla Giunta regionale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) L'emendamento viene dato per illustrato.
Gli emendamenti rubricati n. 85), 86), 88), 90), 87), 91), 92) 93), 94) 95) pPresentati da Sozzani, Berutti, Graglia, Pichetto Fratin, Porchietto Ruffino sono dati per illustrati.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 177) presentato da Vignale, Graglia, Pichetto Fratin, Porchietto, Ravello, Ruffino, Sozzani .
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Al di là della contrarietà espressa, noi crediamo che vada fatta una riflessione sull'emendamento 176), cioè quello che porta a un anno l'attuazione dei nuovi Consorzi.
Pensare che entro luglio si possa fare tutto quanto è previsto all'articolo 33, cioè la ricognizione patrimoniale, quella del personale il risanamento di eventuali debiti esistenti e quant'altro, e costituire partendo dalla Provincia di Torino, dai sette della Provincia di Torino il Consorzio unico, o dai quattro della Provincia di Cuneo il Consorzio unico, o dai tre della Provincia Alessandra, ecc., ci sembra oggettivamente impossibile.
Noi crediamo che un anno sia il termine corretto anche perché, passati i 180 giorni, c'è la possibilità, per la Regione, di intervenire con il potere sostitutivo.
Prevedere un potere sostitutivo in un arco temporale per cui è impossibile gestire questa unificazione ci pare invece più sensato, quindi introdurre l'anno come l'emendamento 176) prevede.



PRESIDENTE

Grazie, collega Vignale.
L'emendamento rubricato n. 179) presentato da Vignale, Graglia, Pichetto Fratin, Porchietto, Ravello, Ruffino, Sozzani è dato per illustrato.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) L'emendamento rubricato n. 267) presentato dalla Giunta regionale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) L'emendamento rubricato n. 189) presentato da Valetti, Andrissi, Bertola Bono, Frediani, Mighetti è dato per illustrato.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) L'emendamento rubricato n. 266) presentato da Valmaggia e Valetti è dato per illustrato..
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Gli emendamenti rubricati n. 180), 182), 183) presentato da Vignale Graglia, Pichetto Fratin, Porchietto, Ravello, Ruffino, Sozzani sono dati per illustrati.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Gli emendamenti rubricati n. 109), 110), 111), 112), 113), 114) presentati da Sozzani, Berutti, Graglia, Pichetto Fratin, Porchietto, Ravello Ruffino Vignale sono dati per illustrati.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Gli emendamenti rubricati n. 120), 121), 122) presentati dalla Giunta regionale sono dati per illustrati.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) L'emendamento rubricato n. 109) presentato da Sozzani, Berutti, Graglia Pichetto Fratin, Porchietto, Ravello, Ruffino e Vignale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Cominciamo le votazioni sull'articolo 33 e dei relativi emendamenti che sono stati presentati.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 176), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 39 Consiglieri votanti 33 Consiglieri hanno votato SÌ 7 Consiglieri hanno votato NO 26 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 6 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 119).
L'esito della votazione è il seguente: presenti 37 Consiglieri votanti 32 Consiglieri hanno votato SÌ 27 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 10 Consiglieri Il Consiglio approva.
Si dà atto che sull'emendamento n. 119) il Consigliere Berutti intendeva esprimere voto di presenza.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 115), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 39 Consiglieri votanti 32 Consiglieri hanno votato SÌ 8 Consiglieri hanno votato NO 24 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 10 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Comunico che l'emendamento rubricato n. 186) è stato ritirato.
Indìco la votazione nominale sugli emendamenti all'articolo 33, comma 2 Allegato A, rubricati n. 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9, 10, 11. 12, 13, 14 15, 16, 17, 18, 19, 20, 21, 22, 23, 24, 25, 26, 28, 29, 30, presentati dal Consigliere Sozzani, sui quali la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 38 Consiglieri votanti 32 Consiglieri hanno votato SÌ 6 Consiglieri hanno votato NO 26 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 6 Consiglieri Il Consiglio non approva.
L'emendamento rubricato n. 27 è stato ritirato.
Indìco la votazione nominale sugli emendamenti dell'articolo 2, comma 2 Allegato 1 dell'Allegato A, rubricati n. 31, 32, 33, 34, 35, 36, 37, 38 39, 40, 41, 42 ,43, 44, 45, presentati dal Consigliere Sozzani, sui quali la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 38 Consiglieri votanti 31 Consiglieri hanno votato SÌ 5 Consiglieri hanno votato NO 26 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 7 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 198) presentato dalla Giunta regionale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 34 Consiglieri votanti 29 Consiglieri hanno votato SÌ 26 Consiglieri hanno votato NO 3 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 5 Consiglieri Il Consiglio approva.
Indìco la votazione nominale sugli emendamenti rubricati n. 46), 47), 48) sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 38 Consiglieri votanti 31 Consiglieri hanno votato SÌ 5 Consiglieri hanno votato NO 26 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 7 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 99), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 39 Consiglieri votanti 38 Consiglieri hanno votato SÌ 12 Consiglieri hanno votato NO 26 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sugli emendamenti rubricati n. 49, 50, 51 52 53 54, 55, 56, 57, 58, 59, 60, 61, 62, 63, 64, 65, 66, 67, 68, 70, 71 72, 73, 74, 75, 76, 77, 78, 79, 80, 81, 82, 83, 84, sui quali la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 36 Consiglieri votanti 29 Consiglieri hanno votato SÌ 5 Consiglieri hanno votato NO 24 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 7 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sugli emendamenti rubricati n. 264, 263, 268 sui quali la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 38 Consiglieri votanti 25 Consiglieri hanno votato SÌ 25 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 13 Consiglieri Il Consiglio non approva.
L'emendamento rubricato n. 69) è ritirato.
Indìco la votazione nominale sugli emendamenti rubricati n. 85, 86, 87 88, 89, 90, 91, 92, 93, 94, 95, sui quali la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 40 Consiglieri votanti 33 Consiglieri hanno votato SÌ 7 Consiglieri hanno votato NO 26 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 7 Consiglieri Il Consiglio non approva.
L'emendamento n. 177) è ritirato.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 179, sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 39 Consiglieri votanti 33 Consiglieri hanno votato SÌ 7 Consiglieri hanno votato NO 26 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 7 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 179, sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 31 Consiglieri votanti 26 Consiglieri hanno votato SÌ 26 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 5 Consiglieri Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

Chiedo all'Assessore Valmaggia e al Consigliere Valetti se possono avvicinarsi al banco della Presidenza per una questione su un emendamento.



(L'Assessore Valmaggia e il Consigliere Valetti si consultano presso il banco della Presidenza del Consiglio)



PRESIDENTE

Procediamo con le votazioni.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 98), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 39 Consiglieri votanti 32 Consiglieri hanno votato SÌ 6 Consiglieri hanno votato NO 26 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 7 Consiglieri Il Consiglio non approva.
L'emendamento rubricato n. 189) è ritirato.
Sull'emendamento n. 266) ha aggiunto la propria firma il Consigliere Valetti.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 266, sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 37 Consiglieri votanti 32 Consiglieri hanno votato SÌ 32 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 5 Consiglieri Il Consiglio approva.
Indìco la votazione nominale sugli emendamenti rubricati n. 114, 113, 112 111, sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 38 Consiglieri votanti 32 Consiglieri hanno votato SÌ 7 Consiglieri hanno votato NO 25 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 6 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 121), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 38 Consiglieri votanti 26 Consiglieri hanno votato SÌ 26 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 12 Consiglieri Il Consiglio approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 110), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 38 Consiglieri votanti 31 Consiglieri hanno votato SÌ 5 Consiglieri hanno votato NO 26 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 7 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 120), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 38 Consiglieri votanti 26 Consiglieri hanno votato SÌ 26 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 12 Consiglieri Il Consiglio approva.
Indìco la votazione nominale sugli emendamenti rubricati n. 180, 181, sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 37 Consiglieri votanti 30 Consiglieri hanno votato SÌ 5 Consiglieri hanno votato NO 25 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 7 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 122), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole L'esito della votazione è il seguente: presenti 37 Consiglieri votanti 30 Consiglieri hanno votato SÌ 25 Consiglieri hanno votato NO 5 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 7 Consiglieri Il Consiglio approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 109), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 38 Consiglieri votanti 29 Consiglieri hanno votato SÌ 5 Consiglieri hanno votato NO 24 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 9 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sugli emendamenti rubricati n. 182, 183, sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 37 Consiglieri votanti 30 Consiglieri hanno votato SÌ 5 Consiglieri hanno votato NO 25 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 7 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'articolo 33, così come emendato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 35 Consiglieri votanti 28 Consiglieri hanno votato SÌ 22 Consiglieri hanno votato NO 6 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 7 Consiglieri Il Consiglio approva.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 19.02)



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