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Dettaglio seduta n.281 del 14/12/17 - Legislatura n. X - Sedute dal 25 maggio 2014 al 25 maggio 2019

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE BOETI

Alle ore 14.31 il Vicepresidente Boeti comunica che la seduta avrà inizio alle ore 15.00)



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RUFFINO



(La seduta ha inizio alle ore 15.37)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo Andrissi, Balocco, Cerutti, Chiamparino Conticelli, Corgnati e Ferraris.


Argomento:

b) Comunicazioni della Giunta regionale


PRESIDENTE

Informo che il Vicepresidente della Giunta regionale Reschigna è disponibile a fornire la comunicazione circa il "Piano di salvataggio del Gruppo Torinese Trasporti", come da richiesta del Capogruppo Gariglio verso le ore 18.


Argomento: Istituzione nuovi comuni - Mutamento denominazioni

Esame proposta di deliberazione del Consiglio regionale n. 278, inerente a "Recepimento ai sensi dell'articolo 3, commi 5 e 6, della legge regionale 2/12/1992, n. 51 relativa ai risultati dei referendum consultivi per l'incorporazione del Comune di Sabbia nel Comune di Varallo in Provincia di Vercelli"


PRESIDENTE

Passiamo a esaminare la proposta di deliberazione n. 278, di cui al punto 6) all'o.d.g.
Non essendovi richieste di intervento, indìco la votazione palese sulla proposta di deliberazione n. 278, il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Proseguimento esame disegno di legge n. 217, inerente a "Norme in materia di gestione dei rifiuti e servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani"


PRESIDENTE

L'esame del disegno di legge n. 217, inerente a "Norme in materia di gestione dei rifiuti e servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani" di cui al punto 3) all'o.d.g., prosegue con la discussione dell'articolato e degli emendamenti ad esso riferiti.
Ricordo che nella seduta antimeridiana del 14 dicembre 2017 sono stati votati gli articoli 3, 4 e 5.
ARTICOLO 6 All'articolo 6 sono stati illustrati gli emendamenti rubricati n. 161) e n.
162).
Riprenderemo con l'emendamento rubricato n. 199).
Emendamento rubricato n. 199) presentato dalla Giunta regionale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola all'Assessore Valmaggia per l'illustrazione.



VALMAGGIA Alberto, Assessore all'ambiente

Grazie, Presidente.
È semplicemente una riscrittura del punto c) del comma 3 di questo articolo, dove è scritto in modo più chiaro il principio per cui l'attivazione di sistemi di raccolta e tariffazione deve assicurare secondo la specificità di ogni territorio, e dopo aver privilegiato la riduzione dei rifiuti, la migliore qualità dei rifiuti raccolti in modo differenziato, secondo le migliori tecnologie disponibili.
È solo una riscrittura, in modo più preciso, del contenuto già prevista nel disegno di legge.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Emendamento rubricato n. 163) presentato da Vignale, Berutti, Graglia Pichetto Fratin, Porchietto, Ruffino, Sozzani.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
L'emendamento n. 163) interviene alla lettera f) del comma 3 dell'articolo 6 perché introduce una serie di misure per la gestione integrata dei rifiuti, dando una serie di priorità, una delle quali, anche se è la lettera d), prevede il recupero energetico.
È evidente che noi non siamo contrari al recupero energetico, ma è singolare che all'interno di una legge che introduce tutta una serie di misure finalizzate alla differenziazione del rifiuto e, soprattutto, al recupero totale della materia, si introduca, e noi crediamo veramente non casualmente...



PRESIDENTE

Scusi, Consigliere, ma non credo l'Aula sia in grado di seguire il suo intervento. I Consiglieri e gli Assessori che desiderano interloquire, lo devono fare a bassa voce.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
È un po' anomalo che, a fronte di una norma che all'interno delle sue finalità, all'interno delle previsioni di Piano e, soprattutto, rispetto a una discussione di carattere generale che e il centrosinistra e il Movimento 5 Stelle hanno voluto evidenziare rispetto alla bontà della norma stessa, siano indicate altre forme di recupero dei rifiuti. È evidente che andando in ordine di priorità a prevedere la prevenzione della produzione di rifiuti, la raccolta differenziata e il riciclaggio, vi siano altre forme di recupero di rifiuti.
Il fatto che sia stato inserito questo inciso, cioè il recupero energetico, ci fa in qualche modo pensare che non sia casuale. Quando diciamo una cosa che è sacrosanta, cioè che la tassa, di cui all'articolo 13, quella sull'introduzione di un aumento dell'ecotassa, in qualche modo favorirà la termovalorizzazione, trova il suo riscontro in una delle priorità che la Giunta regionale dà. Sarà pure la quarta in termini generale, ma certamente una delle priorità che il centrosinistra dà a questa norma è quella che riguarda il recupero energetico.
Ci teniamo a farlo presente perché questo evidenzia, in modo evidente e netto, la differenza fra ciò che si dice e ciò che poi si fa con una proposta di legge.



PRESIDENTE

Grazie, collega Vignale.
Emendamento rubricato n. 164) presentato da Vignale, Berutti, Graglia Pichetto Fratin, Porchietto, Ruffino, Sozzani.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
L'emendamento n. 164) riguarda non il comma 6 dell'articolo 6 perch non ce l'ha, ma introduce una prescrizione che è quella riguardante il parere della Commissione Consiliare competente. Relativamente ad attività quali quelle relative alle modalità di definizione di servizio e di gestione integrata dei rifiuti, si introduce un principio, che è quello della promozione dei centri di riuso.
A tal fine, dice il comma, la Giunta regionale adotta appositi atti di indirizzo e noi crediamo, così come espresso in altri articoli, alcuni dei quali già contengono nel testo uscito dalla Commissione il parere della Commissione laddove esista una delibera della Giunta regionale, che, anche in questo caso, debba essere previsto il parere della Commissione.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Porchietto; ne ha facoltà.



PORCHIETTO Claudia

Grazie, Presidente.
Con Quest'emendamento il collega Vignale, e noi l'abbiamo sottoscritto chiede di introdurre, come già è stato chiesto precedentemente e non approvato dalla Giunta, un ulteriore utilizzo dello strumento delle Commissioni consiliari.
Mi pare che anche l'audizione che si è tenuta precedentemente, di cui poi chiederemo anche atto all'Assessore Valmaggia rispetto alle riflessioni fatte insieme ai rappresentanti dei Consorzi e ai rappresentanti di un numero significativo di Sindaci della provincia di Torino, abbia evidenziato ancora una volta come sia importante, comunque, la pluralità di condivisione rispetto ad alcuni temi.
Il fatto di inserire al comma 6 dell'articolo 6 di sentire la Commissione preposta a questi temi, credo che sia comunque un elemento fondante che vada tenuto in considerazione.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Porchietto.
Con l'illustrazione dell'emendamento n. 164), sono terminati gli emendamenti relativi all'articolo 6.
Assessore, desidera esprimere il suo parere?



VALMAGGIA Alberto, Assessore all'ambiente

Grazie, Presidente.
Alcuni degli emendamenti proposti stravolgono il testo, laddove si vuole introdurre, come primo criterio, la massima economicità. Noi abbiamo introdotto il criterio dell'economicità, ma al primo posto poniamo la massima tutela dell'ambiente, per cui il parere non è favorevole.
A parte l'emendamento proposto dalla Giunta, vorrei fermarmi un attimo sul 164), laddove si introduce di sentire la Commissione consiliare competente. Abbiamo accolto l'emendamento presentato precedentemente, che era l'emendamento n. 153), laddove si trattava di strumenti di indicazione di indirizzo da parte del Consiglio; qui riteniamo che, per quanto riguarda i centri per il riuso, appositi atti di indirizzo sono strumenti più operativi, quindi pensiamo sia un appesantimento del testo e, quindi, non accogliamo quest'emendamento.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 161), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 162), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAUS



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 199).
Il Consiglio approva.
Per favore, venga riportato a verbale che su quest'emendamento vi è la presenza della Consigliera Frediani e dei Consiglieri Bono e Valetti.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 163), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 164), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 6, così come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 7 Emendamento rubricato n. 165) presentato da Vignale, Berutti, Graglia Pichetto Fratin, Porchietto, Ruffino, Sozzani.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) L'emendamento non è ricevibile.
Emendamento rubricato n. 166) presentato da Vignale, Berutti, Graglia Pichetto Fratin, Porchietto, Ruffino, Sozzani.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) L'emendamento non è ricevibile.
Ha chiesto la parola la Consigliere Porchietto; ne ha facoltà.



PORCHIETTO Claudia

Mi sono permessa di anticiparlo già nel commento all'emendamento precedente del collega Vignale, e mi permetto di portare questa istanza vale a dire di poter concordare insieme all'Assessore, alla Giunta e alla maggioranza una sospensione della discussione, a partire dall'articolo 7 per valutare con attenzione quello che precedentemente hanno fatto e hanno richiesto sia i rappresentanti dei Consorzi della provincia di Torino sia i rappresentanti dei Sindaci.
Ricordo che erano presenti due rappresentanze significative che insieme facevano metà della provincia di Torino, quindi credo che un minimo di considerazione e valutazione rispetto alle loro istanze vada comunque fatta.
Pertanto, chiederei - se è possibile - la sospensione del Consiglio per qualche minuto, per poter condividere insieme alla maggioranza quello che può essere un iter procedurale da qui alle prossime ore, rispetto alla discussione degli articoli che sono poi quelli di cui ci hanno chiesto chiaramente conto, precedentemente, nell'audizione, i rappresentanti delle Amministrazioni locali e dei Consorzi dei territori della provincia di Torino.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ferrentino.



FERRENTINO Antonio

Se il Presidente ritiene di sospendere qualche minuto la seduta, è nella sua responsabilità e facoltà.
Per quanto ci riguarda, sono stati sentiti alcuni Consorzi, non i Consorzi della provincia di Torino, non i Sindaci della provincia di Torino.
Voglio dire, il Consorzio di cui faccio parte, il CADOS, che è il più grande della provincia, ovviamente non ne sapeva nulla, quindi non è che la motivazione possa essere "perché abbiamo sentito alcuni Consorzi".
Poi, se il Presidente ritiene, ovviamente è nelle sue facoltà, ma noi non intendiamo minimamente sospendere l'esame di questo disegno di legge perché sono stati legittimamente e giustamente auditi alcuni Consorzi e alcuni Sindaci.
Parliamo di due o tre Consorzi su 40. Di questo stiamo parlando, quindi chiedo di tenerne conto : non erano convocati i Consorzi.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Ferrentino.
Non c'è la volontà da parte della maggioranza.
Chiedo all'opposizione se ha bisogno, comunque, di qualche minuto di sospensione.



(Commenti del Consigliere Vignale)



PRESIDENTE

Devo andare avanti con il lavoro per che cosa, Consigliere Vignale? Emendamento rubricato n. 200) presentato dalla Giunta regionale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola all'Assessore Valmaggia per l'illustrazione.



VALMAGGIA Alberto, Assessore all'ambiente

Rapidissimo: è solo la correzione di un refuso.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Valmaggia.
Emendamento rubricato n. 167) presentato da Vignale, Berutti, Graglia Pichetto Fratin, Porchietto, Ruffino, Sozzani.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Chiedo se è possibile concedere cinque minuti di sospensiva, non per tutti (la maggioranza non la vuole), ma per i Gruppi di opposizione relativamente.



PRESIDENTE

La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 15.26 riprende alle ore 16.09)



PRESIDENTE

La seduta riprende.


Argomento:

Richiesta di sospensiva da parte del Consigliere Ravello


PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ravello.



RAVELLO Roberto Sergio

Scusi, Presidente.
Uscirò dall'argomento specifico dell'emendamento di cui è primo firmatario il Consigliere Vignale, perché sento il bisogno di condividere con l'Aula un fatto. A volte capiterà a tutti, la sera, quando si cerca di prendere sonno, di leggere dei testi che magari facilitino questo; io lo faccio leggendo la finanziaria dello Stato.
Ieri sera mi è capitato di arrivare a una parte avanzata del testo, in particolare al comma 305 dell'articolo 1 - del testo così come è stato approvato dal Senato e trasmesso alla Camera, quindi attualmente in discussione e in queste ore in via di approvazione alla Camera - e mi sono imbattuto in un emendamento che credo debba essere analizzato dagli Uffici e dalla Giunta per i riflessi che - ripeto, approvato dal Senato - potrebbe avere, anzi inevitabilmente determinerà qualora il medesimo testo fosse approvato dalla Camera dei Deputati, sul disegno di legge 217 attualmente in discussione presso questo Consiglio regionale.
Ciò perché tale emendamento, che è andato a modificare il comma 305 dell'articolo 1 della finanziaria e il comma successivo (306), introduce un passaggio abbastanza rivoluzionario per il sistema di gestione del servizio idrico integrato a livello nazionale e per il servizio di gestione integrata dei rifiuti. Prima di tutto, cambia nome all'autorità di regolazione dell'energia elettrica, gas e sistema idrico, chiamandola leggo - "Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente". E fin qua vedo l'espressione dell'Assessore Valmaggia - nulla di grave.
Ma è sul comma precedente, cioè con il comma che definisce le competenze della nuova Authority, che credo ci si debba soffermare un attimo a fare una riflessione, perché questo comma stabilisce che la rinata Authority, alla quale sono attribuite anche funzioni di regolazione del servizio di gestione dei rifiuti - cito a caso alcuni passaggi - "vada a definire i livelli di qualità dei servizi, sentite le Regioni, i gestori e le Associazioni dei consumatori, ed eserciti vigilanza sulle modalità di erogazione dei servizi; definisca gli schemi tipo dei contratti di servizio; predisponga ed aggiorni il metodo tariffario per la determinazione dei corrispettivi per il servizio integrato dei rifiuti e dei singoli servizi che costituiscono attività di gestione; fissi i criteri per la definizione delle tariffe di accesso agli impianti di trattamento approvi le tariffe definite, ai sensi della legislazione vigente, dall'Ente di governo dell'ambito territoriale ottimale per il servizio integrato verifichi la corretta redazione dei Piani d'ambito esprimendo osservazioni e rilievi; formuli proposte relativamente alle attività comprese nel sistema integrato di gestione dei rifiuti, da assoggettare a regime di concessione e autorizzazione; formuli proposte di revisione della disciplina vigente".
Chiudo perché ho già sforato ampiamente, e la ringrazio per la sua disponibilità; chiudo rimandando da questo lato dell'Aula la palla, perch considererei quantomeno poco responsabile procedere con l'analisi del testo in via di discussione e in via di approvazione presso quest'Aula, alla luce della possibilità che questo stesso testo, per almeno tre quinti (per non dire di più), vada a perdere di valore una volta approvata la finanziaria da parte dello Stato.
Richiamo quindi la Presidenza e la Giunta a un'analisi attenta sui prossimi passi da fare, perché stiamo camminando su un terreno che è quantomeno sdrucciolevole.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Il collega Ravello, in realtà, ha già esposto il motivo per cui è stata chiesta la sospensiva, perché dovevamo solo verificare che l'emendamento fosse stato approvato dal Senato, ed è stato approvato.
Non entrerò nel merito dell'emendamento, ma è sufficiente leggere la lettera a) del comma 305 dell'articolo 1 della legge finanziaria, che prevede che si individuino direttive per la separazione contabile e amministrativa della gestione e della valutazione dei costi delle singole per prestazioni, anche ai fini della corretta disaggregazione per funzioni per aree geografiche e per categorie di utenze; definizione di indici di valutazione dell'efficienza e dell'economicità e altro.
Al di là di quello che uno può pensare della norma, evidentemente noi l'abbiamo licenziata nel mese di settembre, quando questo disegno di legge non era ancora stato approvato dal Senato; non è una legge dello Stato questo va detto, e perché diventi tale deve essere approvato dalla Camera dei Deputati. Per esempio, fra i tanti aspetti, introduce un principio di tutela dei diritti degli utenti tramite modalità di presentazione di istanze e reclami presentate da consumatori singoli o associati. Questo per dire cosa? Io credo che dovremmo attendere la giornata di martedì, momento in cui la Camera dei Deputati avrà licenziato la finanziaria dello Stato per capire se il disegno di legge che noi stiamo approvando ha ancora un senso oppure no.
È evidente che se l'emendamento 305) dovesse essere approvato, noi voteremmo una norma che dovrebbe tornare immediatamente in Commissione (un comma fa anche riferimento ai compiti delle Regioni) per modificare la legge.
Ma il tema non è questo, perché tutto ciò può accadere. I Consigli regionali fanno le leggi, lo Stato le modifica e i Consigli regionali sono obbligati a modificarle, ma il fatto è che noi non siamo di fronte a una legge approvata.
La mia domanda quindi - e la pongo alla Presidenza, agli Uffici e ovviamente, alla responsabilità dei colleghi - è se conviene ed è sensato che il Consiglio regionale legiferi e continui la sua attività normativa che si potrebbe anche concludere questa sera, su un testo che in questo momento, rispetto al testo del Senato è palesemente non illegittimo, ma non contenente alcune prescrizioni obbligatorie che una legge dello Stato dà.
Io non credo, perché altrimenti l'attività stessa che i Consiglieri regionali svolgono sarebbe inutile.
Visto che la nostra attività è costosa, perché ogni qual volta siamo all'interno di quest'Aula vi è un costo che, legittimamente, la collettività assume, non credo che dobbiamo impegnare del nostro tempo senza sapere qual è la correttezza normativa entro la quale ci stiamo muovendo.
Per questo motivo, credo sia utile rimandare a martedì, nel momento in cui potremo sapere se la Camera ha licenziato il testo così come l'ha licenziato il Senato, e avremo anche il tempo, che evidentemente in questo momento non possiamo avere, affinché gli Uffici legislativi facciano un confronto per comprendere come, in che modalità e se lo stesso testo, nella sua interezza, o comunque nei suoi principi fondamentali, rimane in piedi e, se può rimanere in piedi, dove deve essere modificato.
Mi sembra che questo sia un atteggiamento responsabile.
Dico anche che oggi pomeriggio è prevista una comunicazione del Vicepresidente su GTT, quindi non è che chiediamo un'interruzione sine die della discussione del disegno di legge, ma chiediamo, per senso di responsabilità di tutti i colleghi, un momento di riflessione rispetto a una legge votata dallo Stato.
Segnalo, come correttamente faceva presente il collega Ravello in apertura, che l'Agenzia Nazionale non si deve occupare solo più di reti e di energie, ma anche di ambiente, e che all'interno di quella parola vi sia il ciclo integrato dei rifiuti.
È un tema di cui la nostra norma ovviamente non può non tenere conto.



PRESIDENTE

La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 16.20 riprende alle ore 16.23)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Pichetto Fratin.



PICHETTO FRATIN Gilberto

Capisco che è stato necessario, da parte vostra, fare tutte le valutazioni.



PRESIDENTE

Non la sento bene. Scusate, chiedo un po' di silenzio.



PICHETTO FRATIN Gilberto

Capisco sia stato necessario, da parte della maggioranza e della Giunta, fare le valutazioni opportune rispetto alla comunicazione e all'intervento che ha svolto Roberto Ravello precedentemente, ma una risposta della Giunta all'Aula su questo tema credo che dovrebbe esserci non l'emendamento n. 384) o il numero che lei ha citato, anche perch comunque rischiamo di fare un lavoro inutile, al di là dell'essere favorevoli o contrari: inutilità e - non so chi l'ha citato - anche danno erariale.
È vero che mi si può rispondere che non è danno erariale perché questa non è ancora legge dello Stato, perché in questo momento il testo non è ancora stato approvato anche dalla Camera; però guardate che fra due giorni la Camera vota il provvedimento e procedere non mi sembra il massimo della serietà, salvo che si abbia certezza che alla Camera verrà espunta questa parte del provvedimento.
Se lei, Presidente, mi dice che ha certezza o buona convinzione che la Camera espungerà questa parte del provvedimento e che quindi, se lo rinvia al Senato per alcune modifiche, rimanda anche come modifica il fatto di avere espunto l'emendamento della Senatrice Zanoni emerso durante il dibattito al Senato, allora io mi fido di lei, Presidente. Perch altrimenti risulta essere un qualcosa quantomeno tutt'altro che ortodosso in quest'Aula, andare a continuare sull'emendamento facendo finta di niente.



PRESIDENTE

Ma si rivolge alla Presidenza o alla Giunta?



PICHETTO FRATIN Gilberto

Mi rivolgo a lei, Presidente, perché questo riguarda il Consiglio regionale. Pensavo che la Giunta desse una risposta per parte sua, ma non vedo risposte: qui ci sono il Vicepresidente e l'Assessore di merito, ma si vede che ritengono di fare così.
Ma il punto è che la regolarità giuridica - o, meglio, il percorso dell'ortodossia giuridica e non della regolarità, perché probabilmente ci siamo ancora, quanto alla regolarità - lo garantisce lei, signor Presidente; non la garantisce la Giunta: la Giunta potrà forzare.



PRESIDENTE

Va bene, il messaggio è chiaro.
La parola al Consigliere Grimaldi.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Intanto i colleghi di una parte dell'opposizione ci hanno chiesto una pausa di quattro minuti, che è diventata una pausa di un'ora; tra altro, se avevo inteso male io va benissimo, ma avevo capito che la collega Porchietto ci chiedesse un aggiornamento su quello che si era evinto da alcuni incontri con i Consorzi; dopodiché è uscito quest'elemento: benissimo.



(Commenti della Consigliera Porchietto)



GRIMALDI Marco

Benissimo.
Posto che, appunto, quell'ora poteva essere utile per confrontarci in una riunione di Capigruppo convocata "al volo", visto che quest'argomento poteva essere oggetto, a quel punto, di discussione con la Giunta.



(Commenti del Consigliere Vignale)



GRIMALDI Marco

Sì, va bene. Consigliere Vignale, mi faccia finire.
Io dico che se voi avete voglia di usare il nostro Regolamento interno a vostro piacimento, fatelo. Dopodiché c'è un articolo, che è il 71, sulla base del quale voi chiedete una sospensiva; e non è la Giunta a decidere se si dà, o no, la sospensiva: è quest'Aula. Giusto? Come dicevamo.



(Commenti fuori microfono)



GRIMALDI Marco

Benissimo: la si mette ai voti e si fa un intervento a favore e uno contrario; in quell'intervento, contrario, la maggioranza spiegherà, per esempio, che questa Authority non va a scalfire la nostra legge, che in qualche modo possiamo andare avanti e che ci assumiamo tutte le responsabilità.
Fatevelo dire da uno che, per esempio, ha goduto del fatto che dopo il 4 dicembre dello scorso anno le Regioni hanno continuato ad avere una buona potestà legislativa. E secondo me il miglior modo di scrivere il futuro è proprio quello di farlo oggi con questa legge.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Valetti.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Siccome abbiamo già sospeso il Consiglio per 45 minuti (quindi 45 minuti di tempo perso per la discussione in Aula), francamente se ci si deve esprimere su una sospensiva del provvedimento vorremmo almeno capire di cosa si sta parlando; perché l'Aula non può esprimersi, dal momento che gli interventi precedenti danno per scontate cose che noi non sappiamo.
Vogliamo quindi capire qual è il problema per il quale stiamo aspettando.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Valetti.
Allora, Consigliere Pichetto, non è certo la Giunta (come diceva lei) a esserlo e non è nemmeno il Presidente: è l'Aula a essere sovrana. Quindi vi metto nelle condizioni di esercitare la vostra sovranità.
In merito alla richiesta di sospensiva, quindi, vi invito a esprimere un intervento a favore e uno contrario; se possibile, su sollecitazione del collega Valetti, argomentando di nuovo le motivazioni del voto.
Chi interviene?



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

L'opposizione si è già espressa e ha già argomentato prima. Per la maggioranza chi prende la parola?



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Se nessuno chiede di intervenire, passiamo alla votazione.
Chiedo scusa, Consigliere Gariglio: se non avete bisogno di approfondimenti.
Io ho interpretato questo: che l'opposizione ha chiesto una sospensiva e la maggioranza - ha parlato il Consigliere Grimaldi - dice di "no".



(Commenti del Consigliere Valetti)



PRESIDENTE

E però doveva saperlo, perché siamo in Aula.
Che cosa mi sta chiedendo, scusi?



(Commenti del Consigliere Valetti)



PRESIDENTE

No, scusi, Consigliere Valetti: si sieda.
Il Consigliere Ravello ha chiesto di non mettere in discussione o comunque di congelare l'articolo 7, ma in modo un po' indiretto, nel senso che si modifica un po' l'impianto dell'intera legge, perché è stata approvata una norma al Senato sulla legge finanziaria e dopodomani dovrà essere approvata alla Camera dei Deputati. Dunque, si configura come probabile questione di illegittimità costituzionale per norma interposta.
Questo è il tema.
La maggioranza dice: "Sì, andiamo avanti. Quando verrà fuori il problema, lo affronteremo".
L'opposizione risponde: "No, fermatevi". Il Consigliere Pichetto, se ho capito bene, chiede: "Sospendete almeno per un paio di giorni, perché ci potrebbero essere eventuali altri rischi". Non ho ancora ascoltato la Giunta.
Il Presidente cosa può fare, in questo caso? Il Presidente si rimette all'Aula. L'Aula deciderà cosa fare, è chiaro? Su questo, però, non dobbiamo aprire nessun dibattito.
La Giunta vuole intervenire?



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Niente. Come la maggioranza. La stessa cosa.
Dobbiamo porre in votazione la sospensiva: se volete sospendere votate "sì", altrimenti.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Colleghi, scusate!



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

La gestione dell'Aula l'ho io, non l'avete voi!



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Si sieda, Consigliere Grimaldi!



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Ci sono gli atti a verbale. È stato brillantemente argomentato dal Consigliere Ravello. Ribadisco, brillantemente argomentato, quindi non c'è più niente da aggiungere.
Il Presidente ha già illustrato le motivazioni. Quindi, adesso, se volete sospendere, votate "sì"; se non volete sospendere, votate "no".
Deduco che quella parte dovrebbe votare "no" e questa parte dovrebbe votare "sì": ho interpretato i vostri orientamenti in base agli interventi svolti dal collega Grimaldi e dal collega Ravello.
Indìco la votazione palese sulla questione sospensiva richiesta dal Consigliere Ravello.
Il Consiglio non approva.
La sospensiva, quindi, è respinta.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Proseguimento esame disegno di legge n. 217, inerente a "Norme in materia di gestione dei rifiuti e servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani" (seguito)


PRESIDENTE

Consigliere Pichetto, dobbiamo passare all'emendamento rubricato n.
184).
Emendamento rubricato n. 184) presentato da Valetti, Andrissi, Bertola Bono, Frediani, Mighetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Valetti per l'illustrazione.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
È un emendamento che si riferisce alle competenze degli Ambiti Territoriali Ottimali, modificato in accordo con la Giunta. Dunque, lo ripresentiamo come modificato, aggiungendo il riferimento agli articoli 7 della presente legge, che normano, appunto, le competenze degli Ambiti Territoriali Ottimali.



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 191) presentato da Vignale, Sozzani.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) In accordo con i proponenti, l'emendamento è ritirato.
Emendamento rubricato n. 168) presentato da Vignale, Berutti, Graglia Pichetto Fratin, Porchietto, Ruffino, Sozzani.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Ho trascorso un po' di tempo all'interno di questo Consiglio regionale e devo rilevare che una sufficienza e un'irresponsabilità normativa come questa, sinceramente, non l'avevo mai vista.
Non capita spesso che ci si debba interrompere nella discussione di una legge perché ve n'è un'altra che rischia di travolgere la legge stessa.
Però in altri casi è avvenuto.
Voi capite che noi iniziamo l'esame di una norma partendo dall'esame che l'Ufficio Legislativo fa nei confronti della norma stessa. È evidente che questo non è un aspetto che attiene l'Ufficio Legislativo (né poteva attenervi, dal momento che è stata approvata solo due giorni fa). Ma certamente, non riesco a comprendere come un'iniziativa di questo tipo possa scambiare - credo che a volte questo avvenga, poi immagino che vi siano altri motivi, ma li esporremo successivamente - una mozione con una legge. Perché se ci trovassimo di fronte a una mozione a favore o contro lo ius soli, sarebbe un atto di indirizzo, un tema veramente politico, per cui potrei capire che di indirizzo è un tema meramente politico, e allora posso capire che la maggioranza non intende recedere da quella che è una propria legittima posizione.
Ma nel momento in cui stiamo discutendo una legge - peraltro, una legge che abbiamo discusso a lungo in sede di Commissione - e abbiamo al contempo una legge dello Stato che in qualche modo rischia di travolgere la norma stessa, la volontà di procedere è davvero incomprensibile.
Però ci sono motivazioni e argomentazioni, che peraltro stanno proprio all'interno dell'articolo 7, che secondo noi spiegano perché c'è una volontà così pervicace di continuare di fronte a tutto, cioè non interessa che due consorzi, 210 Comuni.



(Commenti del Consigliere Ferrentino)



VIGNALE Gian Luca

Se lo faccia dire dai Comuni a lei confinanti, collega Ferrentino: le assemblee di quattro Consorzi della Provincia di Torino, che contano 210 Comuni, hanno votato all'unanimità di tutti i Sindaci presenti, ed erano la quasi totalità, la contrarietà rispetto a questo disegno di legge.
Proprio sull'articolo 7 richiedono aspetti che anche gli emendamenti presentati, anche quello presentato dai colleghi dal Movimento 5 Stelle non recepiscono. Faccio presente che questa mattina uno dei problemi che veniva posto proprio sul mantenimento dell'unitarietà del Consorzio Unico in Provincia di Torino lo poneva il sindaco di Pinerolo in qualità di Sindaco e in qualità di Presidente del Consorzio.
Abbiamo davvero difficoltà a comprendere come mai non ci sia disponibilità di fronte a una richiesta così importante in termini di numeri e in termini di rappresentanze di forze politiche. Non è una battaglia che fa il centrodestra, perché la richiesta di distinzione dei Consorzi o la richiesta di potere alle aree omogenee è una cosa che riguarda esponenti ufficiali del centrodestra, esponenti ufficiali del centrosinistra, esponenti del Movimento 5 Stelle, centinaia di Sindaci di liste civiche che non hanno una coloritura politica evidente.
Allora, è difficile che un Consiglio regionale proceda su una scelta quando vi è una contrarietà così manifesta, salvo che non vi siano altri interessi.



PRESIDENTE

Grazie, collega Vignale.
Ha chiesto la parola la Consigliera Porchietto.



PORCHIETTO Claudia

Scusi, Presidente, le chiedo solo una gentilezza. Prima di passare da un emendamento all'altro, se dà un'occhiata all'Aula, vedrà che parecchi di noi vogliono intervenire, così non dobbiamo rincorrere il tempo.



PRESIDENTE

Se a lei, per sbaglio, qualche volta capitasse di vedere i secondi.



PORCHIETTO Claudia

Ma se lei, per sbaglio, alza anche gli occhi, vedrà che anche noi vogliamo intervenire.



PRESIDENTE

Ha visto che al collega Vignale ho dato tre minuti in più. Comunque prego, non vi ho tolto mai.



PORCHIETTO Claudia

Io sono di un altro Gruppo, Presidente.



PRESIDENTE

È sempre opposizione.



PORCHIETTO Claudia

Assolutamente sì, ma siamo due Gruppi diversi, quindi se permette porto la voce di Forza Italia.



PRESIDENTE

Prego, non vi tolgo mai minuti. Ma se da oggi alla fine della legislatura capiterà qualche volta che sentirà il bisogno psicologico di farmi dei complimenti, si lasci andare.



PORCHIETTO Claudia

Sempre, lo farò con grande piacere pubblicamente e privatamente.
La ringrazio, Presidente.
L'emendamento n. 168) ritorna a chiedere di evitare quello che è il distinguo tra quella che è l'Area metropolitana e la Città di Torino perché l'enorme problema che noi stiamo da sempre evidenziando e che è stato nuovamente evidenziato oggi, nel momento in cui abbiamo fatto l'audizione, è che ci sono due pesi e due misure rispetto a quello che è il ruolo della Città di Torino rispetto al resto della provincia di Torino. E quindi il ruolo che ha anche la prima cintura di Torino rispetto alla seconda cintura.
Con Quest'emendamento, infatti, il collega Vignale, d'intesa con noi ha ritenuto opportuno proporre di cassare al comma 1 alla lettera b) le parole che vanno da "coincidente" a "Città di Torino", vale a dire togliere questo distinguo rispetto al quale Torino viene considerata una cosa diversa rispetto alla complessiva area metropolitana.



PRESIDENTE

Grazie, collega Porchietto.
Emendamento rubricato n. 169) presentato da Vignale, Berutti, Graglia Pichetto Fratin, Porchietto, Ruffino, Sozzani.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Dovevo farlo prima, ma mi sono scordato e lo comunico a voce; poi vengo ad apportare la modifica presso la Presidenza.
L'emendamento n. 169) intende individuare un numero di Consorzi per la Città metropolitana di Torino - poi ce ne saranno altri per altre Province portando i Consorzi esterni alla città di Torino a due.
La richiesta dei due Consorzi è una richiesta che riguarda la gran parte degli amministratori comunali della nostra Provincia, ma non la maggioranza dei cittadini. E sta in questo il succo della proposta.
Quali sono i quattro Consorzi che hanno richiesto che in Provincia di Torino vi siano due Consorzi? Sono i quattro Consorzi più efficienti perché i Consorzi che, in qualche modo, non hanno avanzato problematiche rispetto alla nuova norma sono i Consorzi più inefficienti di questa Provincia, dove la spesa media è fra i 180 e 200 euro per abitante; sono quelli che hanno fatto indebitamenti tali per cui, per rimanere in piedi e pagare gli stipendi, hanno dovuto farsi anticipare i soldi dalle amministrazioni locali.
Oggi quale beneficio possono trarre? Possono trarre il beneficio che grazie alle efficienze dei quattro Consorzi che rappresenta sì il maggior numero di Comuni, ma non il maggior numero di cittadini, la somma fra i 120 euro dei Consorzi efficienti e 200 euro dei Consorzi inefficienti - visto che gli abitanti non sono pari - farà sì che nei Consorzi efficienti la tassa sulla raccolta rifiuti aumenterà di circa il 60 per cento e sui Consorzi inefficienti la tassa, invece, si ridurrà, in un logica di sussidiarietà interessante che la Giunta regionale e la maggioranza intende fare.
Non casualmente, la maggioranza e i colleghi di maggioranza che più hanno perorato questa norma sono quei Sindaci, come il collega Appiano e il collega Ferrentino, che arrivano da quei Consorzi in cui il costo pro capite è più alto, perché inevitabilmente trarranno un beneficio. I cittadini di Bruino pagheranno di meno se questa legge viene votata.
Perché, ovviamente, i dipendenti del Covar 14, le strutture del Covar 14 e altro verranno pagati da tutti quei soggetti; quelle amministrazioni comunali e quei Consorzi più efficienti, invece, vedranno la loro efficienza essere un vantaggio per i soggetti che invece hanno un'inefficienza.
Questo non vale solo per la Provincia di Torino, ma anche di Cuneo Alessandria e Novara.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Porchietto; ne ha facoltà.



PORCHIETTO Claudia

Grazie, Presidente.
Cogliamo l'istanza di modifica del collega Vignale sul tema dei Consorzi che, chiaramente, sottolineiamo e approviamo.
Anche perché - l'abbiamo detto a più riprese - è un'istanza che il territorio della provincia di Torino pone, Assessore. Va incontro a una parte di quello che viene chiesto, a gran voce, da parte del territorio motivando la richiesta di definire, comunque, due Consorzi per Ambiti Territoriali Omogenei. Ripeto, ci pare anche un modo di venire incontro a un territorio fortemente preoccupato, e oggi l'hanno nuovamente manifestato.
Se non bastava quanto noi abbiamo detto in Aula in tutti questi mesi credo che oggi ci sia stata l'ennesima riprova, perché non credo fosse la prima volta che la Giunta regionale incontrava le rappresentanze dei territori.
Ci tengo poi a sottolineare che, a parer nostro, tutti i territori sono importanti. Il collega Ferrentino non ci ha fatto neanche finire, ci dice che gli altri sono d'accordo, ma la Provincia di Torino non è fatta soltanto da Comuni che dicono sì. Ce n'è una grande parte che non è solo fortemente preoccupata, ma di più; che, oltre a essere preoccupata, avanza delle proposte, non dice di non votare il testo, ma chiede che il testo venga modificato.
Una buona parte degli emendamenti che noi abbiamo presentato sia in Commissione che in Aula vanno incontro alle proposte emendative che le amministrazioni territoriali e una parte dei Consorzi stanno chiedendo per rettificare così come abbiamo detto precedentemente.
Credo che sia anche un atto di lungimiranza territoriale prendere in considerazione quanto i territori stanno chiedendo. Non possiamo pensare sistematicamente che si consideri in Aula i territori di serie A o di serie B. Penso che sarebbe veramente un atto di serietà e di correttezza istituzionale prendere in considerazione le istanze che, in molti, e non solo l'opposizione, hanno posto al tavolo della Giunta regionale.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Pichetto Fratin; ne ha facoltà.



PICHETTO FRATIN Gilberto

Non ho seguito nel merito questo provvedimento, ma ho firmato l'emendamento. A seguito anche dell'incontro che c'è stato oggi con i rappresentati dei Consorzi, mi viene spontaneo fare un ragionamento. Noi abbiamo i Consorzi che coincidono con le Province. Le Province più grandi sono Alessandria e Cuneo, quindi mezzo milione di abitanti.
Per la Provincia di Torino non vogliamo quattro Consorzi - che sarebbero ancora sempre di circa 600 mila abitanti - ma ne vogliamo uno solo, da due milioni. Sovente ci lamentiamo del fatto che nel nostro Paese i vari ambiti istituzionali sono frutto di quello che è stato il percorso storico, quindi abbiamo la Provincia di Torino da due milioni e 300 mila abitanti, e la Provincia di Vercelli, o di Verbania, che ha 150 mila abitanti.
Questo vale anche per le Regioni. La Regione Piemonte ha quattro milioni e 400 mila abitanti e la Regione Lombardia ne ha dieci milioni, con più o meno la stessa estensione territoriale, ma poi abbiamo Regioni come il Molise che hanno, complessivamente, gli abitanti di un quartiere della città di Torino.
La valutazione dell'ampiezza, e quindi del diniego a Consorzi che abbiano un numero di abitanti e superficie equilibrato, ha una logica gestionale, di economia di scala, perché altrimenti dovevo accorpare in blocco il resto del Piemonte, fare due Consorzi sul Piemonte. Era ancora più grande quello da questa parte, due milioni e 300 mila abitanti, ma almeno c'era un po' di equilibrio.
Mi chiedo perché Cuneo è da 500 mila e Torino 600 mila - come mi dice il mio collega Graglia, è perché Cervere ha un peso specifico particolare se Torino è da due milioni e tre? La logica sfugge e sfugge naturalmente il diniego della Giunta a un'eventuale modifica.



PRESIDENTE

Grazie, collega Pichetto.
La parola al Consigliere Appiano.



APPIANO Andrea

Come discussione generale sugli emendamenti, terrei solo a precisare tre questioni.
La prima. Quando in un anno di lavoro in Commissione abbiamo individuato l'articolazione obbligatoria del Consorzio ampio in aree territoriali omogenee, con l'individuazione di Centri di costo appositi, è facoltà dei singoli territori di dotarsi o meno di strutture più o meno forti, assumendosene.
Presidente, però mi ascolti, in particolare, sulla parte finale.
Dicevo, è facoltà dei singoli territori di dotarsi o meno di strutture più o meno forti, in modo che ogni territorio fosse responsabile delle proprie scelte e si assumesse i costi delle proprie scelte. Quando abbiamo preteso che si scrivesse in modo molto chiaro che ciascuno entra nel nuovo contesto e nella nuova realtà in condizioni di equilibrio di bilancio e che anche eventuali sopravvenienze passive, dovute alle gestioni precedenti fossero addebitate ai Comuni e ai territori che li hanno determinati abbiamo provato a fare proprio una quota molto semplice: responsabilizzare tutti ed evitare che ci fossero i furbetti della situazione.
Un anno fa, i nostri Consigli comunali sono stati inondati da mozioni promosse, più o meno direttamente da Forza Italia o dal centrodestra, in cui venivamo accusati di voler scaricare i costi della Città di Torino sui territori periferici più virtuosi. Ora, gli stessi colleghi ci accusano di aver creato due Consorzi in provincia di Torino! A questo punto i "cattivi" non sono più i cittadini della città, ma sono alcuni cittadini della Provincia, ma ognuno può essere coerente come meglio crede.
La cosa che non accetto - e chiedo al Presidente di non permetterla più è che in un intervento così, nell'indifferenza generale, si osi mettere in discussione la serietà e la buona fede politica di un collega, in questo caso del sottoscritto, in quanto l'intervento del Consigliere Vignale aveva questa traduzione pratica: il Consigliere Appiano, non solo lui, ha citato in particolare il mio cognome, ci tiene tanto a questa legge per scaricare sui cittadini i Consorzi diversi da quelli in cui vive i costi del proprio territorio.
Poiché questa, dal punto di vista personale, mi interessa nulla, perch i rapporti personali ognuno se li sceglie, dal punto di vista politico, è una delle offese peggiori che si possano addebitare; non pretendo scuse che non mi interessano, ma chiedo alla Presidenza che d'ora innanzi si presti attenzione, affinché nessun collega si permetta diritti del genere.
Ognuno sostenga le proprie tesi e risponda delle proprie tesi.



PRESIDENTE

Grazie, collega Appiano.
La parola al Consigliere Grimaldi.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Anch'io prendo la parola solo per replicare alle critiche fatte da Vignale sul primo punto, cioè volevo solo far notare alle opposizioni, a partire ovviamente anche dal collega Ravello, che ha sollevato la questione che la AEGSI (Autorità per l'ente per l'energia elettrica, ma anche per i sistemi idrici) presto comprenderà, come dicevamo, anche le funzioni di Authority sui rifiuti urbani. Tuttavia, questa nuova funzione si integrerà come tra l'altro è già avvenuto per i sistemi idrici, con il sistema di governo esistente al momento dell'entrata in vigore della legge (faccio notare che da tre anni che si discute di questa estensione e di comprendere anche le funzioni di Authority nel campo delle dei rifiuti). E questa autorità verrà svolta quando ci sarà piena efficacia, diciamo, di questa autorità.
Come è avvenuto per l'acqua, possiamo fare i paragoni, ed è per questo che non abbiamo nessun timore ad andare avanti con la legge. Potrà svolgere queste funzioni sia in termini di convergenza, cioè provando a indirizzare com'è successo per l'acqua, sia sui prezzi piuttosto che sulle sanzioni e dall'altra, svolgerà funzione di controllo.
Per questo siamo tranquilli che non supererà le nostre funzioni.
Ripeto, l'avete capito dal nostro intervento precedente; per quanto siamo tutti preoccupati delle letture di Ravello, capiamo che l'abbia fatto anche per il bene del nostro Ente, dopodiché, andiamo avanti e continuiamo nelle nostre letture.



PRESIDENTE

Grazie, collega Grimaldi.
La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Non intendevo mancare di rispetto nei confronti di nessuno, quindi se il collega Appiano si è sentito offeso da ciò che ho detto gli chiedo scusa; in termini di "attacco non politico", era certamente un attacco politico. Ritengo che - ed è stato più semplice utilizzare il suo nome, non lo farò più, e neanche quello di altri colleghi - certamente è più semplice utilizzare una parte di realtà consortili che, nel tempo.
Ma non lo dico io, lo dicono le realtà, l'ha detto la stampa quotidiana, quando sono avvenuti alcuni aspetti; lo dicono i bilanci dell'Ente lo dice il costo pro capite che avviene su quei territori.
Ora, giusto per non far pensare che ognuno si inventa una contrarietà al momento - alla bisogna - rammento che la nostra posizione è sempre stata molto simile sia in Commissione sia, oggi, in Consiglio.
Noi abbiamo sempre creduto che questa norma avrebbe dovuto portare una riduzione dei Consorzi, ma una riduzione che tenesse conto delle omogeneità territoriali.
In quel momento c'erano anche i colleghi del Movimento 5 Stelle che chiedevano i tre o i quattro Consorzi in provincia di Torino, come i due nel Cuneese. Noi credevamo che la situazione esistente fosse anche un dato geografico: che la provincia di Torino (parlo della provincia di Torino perché la conosco meglio, ma potrei fare lo stesso esempio per la provincia alessandrina, quella di Cuneo o di Novara) abbia una sua singolarità perch ha un tessuto urbano, quindi l'area della Città di Torino ha una prima cintura che è fortemente conurbata con la città anche in termini di servizi e quant'altro, e poi ha una corona diciamo rurale-alpina, dal Pinerolese al Canavese, che necessita di servizi diversi, a costi diversi.
Non casualmente (lo rammento), il 16 luglio 2016, i quattro Consorzi (gli stessi che ci hanno scritto l'altra settimana) scrissero alla V Commissione e all'Assessore Valmaggia, sottolineando le stesse, uguali identiche preoccupazioni di oggi. Cioè che il "consorzione" non sarà in grado di garantire servizi adeguati per territori così differenti.
Gli esempi possono essere molti: se si fa una scelta verso la raccolta differenziata in alcuni Comuni montani che hanno 80 borgate, questo servizio è impossibile o troppo costoso, perché in alcuni territori che hanno 200 abitanti, ma un numero di chilometri quadrati pari a quello della città capoluogo, l'erogazione dei servizi è differente.
Per questi motivi, non casualmente i quattro Consorzi che ci scrivono nel tempo, ancorché fossero quattro Consorzi differenti, si sono organizzati per erogare in modo uniforme il servizio, proprio perché vi è un'omogeneità territoriale.
La cosa che noi stiamo chiedendo, pur contestando l'impianto complessivo della norma, è una cosa di buonsenso, una cosa che chiedono 210 Amministrazioni locali di qualunque colore politico: distinguere in tre parti (città, prima cintura e seconda e terza cintura) l'ambito territoriale all'interno della nostra provincia.
Non mi sembra un aspetto che scardina il principio della legge, però la sordità rispetto a questo tema evidentemente fa pensare che alcuni aspetti che ho richiamato precedentemente (non personalizzerò mai più, anzi non illustro un emendamento dopo), relativi al costo che i grandi o medi Comuni hanno, che è decisamente superiore rispetto a quello di altri, si scarichi inevitabilmente, perché è sufficiente leggere gli articoli successivi.
Chi stabilisce i piani tariffari? I piani tariffari li stabilisce il Consorzio d'Area vasta. Poi dice: "È colpa dei Comuni". Ma che parere danno? Se danno parere negativo, cosa avverrà? Avverrà che, invece, il piano tariffario cambia? È questo il tema.
Mentre oggi i piccoli e medi Comuni hanno una capacità di rappresentanza, non l'avranno più né in termini di rappresentanza né in termini di gestione del servizio. Ma, guardate - ripeto - questa mattina era presente il Vicepresidente Boeti: l'hanno detto il Sindaco di Pinerolo che se non ha cambiato partito è del Movimento 5 Stelle, come esponenti di Comuni di liste civiche, Direttori o Presidenti di Consorzi.
Quindi, non mi sembra che vi sia una falange del centrodestra che in modo ostruzionistico tenta di stravolgere questa norma: mi sembra che vi sia un numero consistente di Enti locali (non ho citato le province di Novara, di Cuneo e di Alessandria) che chiedono buonsenso, a questo consesso.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Accossato.



ACCOSSATO Silvana

Grazie, Presidente.
Mi rendo conto di fare un breve intervento che ripete alcune considerazioni, ma mi rendo anche conto di non essere l'unica qui - oggi a ripetere considerazioni che abbiamo già espresso più volte in quest'anno e mezzo di discussione e approfondimento, peraltro molto utile, in Commissione.
Mi sembra giusto portare a condivisione di tutto il Consiglio alcune considerazioni, in particolar modo rispetto a questo tema che viene ulteriormente sollevato in merito alla definizione dei nuovi Consorzi che riguarderebbero la Città metropolitana di Torino, l'ex Provincia di Torino e - relativamente a questo, cioè alla scelta che noi abbiamo assunto come maggioranza - dei due Consorzi a ciambella, l'opposizione e la contrarietà sono sostanzialmente sostenute dal fatto che la ciambella esterna metterà insieme territori molto diversi tra loro, città medio-grandi della prima cintura e Comuni molto piccoli dell'area alpina, zone di pianura molto urbanizzate con zone montane, cosa che sarebbe una novità assoluta e difficilmente praticabile.
Allora io, ancora una volta, porto qui l'esperienza di uno dei Consorzi già funzionanti da 12 anni, il Consorzio CADOS, che ha già oggi queste caratteristiche. È un Consorzio che parte dai confini di Torino e che comprende Comuni di 50.000 abitanti (Collegno, Grugliasco, Rivoli) fino a Moncenisio, che ha 42-48 abitanti secondo l'ultimo censimento, quindi è già un Consorzio che ha sperimentato e praticato per 12 anni l'attività; forse è l'unico, adesso mi rendo conto, di quelli esistenti ad aver messo davvero insieme queste diversità e complessità.
Credo che i risultati raggiunti, anche in termini di costi per servizio, siano un vanto. Ci vantiamo anche noi, perché lo fanno tutti dico anche noi perché faccio un gesto di appartenenza e di campanilismo come rappresentante di quel territorio. Anche noi ci vantiamo di avere un Consorzio efficiente, che spende pochissimo, che ha dei costi per i cittadini decisamente competitivi e più bassi di molti altri sul territorio regionale. Soprattutto, il Consorzio è riuscito a mettere insieme le esigenze dei Comuni montani con quelle caratteristiche di raccolta, con quelle caratteristiche e difficoltà di gestione, con le zone urbanizzate con i grandi condomini, in una situazione che è di ascolto e di condivisione reciproca.
Allora ecco perché sono tranquilla rispetto alla scelta che abbiamo fatto, perché credo che la disponibilità all'ascolto, la capacità politica di mediazione che si è trovata in questi 54 Comuni e in questi oltre 300 mila abitanti possa essere trovata anche nel Consorzio a ciambella più grande, dove forse l'insieme delle esperienze nuove potranno portare soltanto delle valutazioni positive.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 200).
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 167), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 184), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 168), sul quale la Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale (richiesta dal Consigliere Vignale ed altri) sull'emendamento rubricato n. 169), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 35 Consiglieri votanti 29 Consiglieri hanno votato SÌ 6 Consiglieri hanno votato NO 23 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 6 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 7, come emendato.
Il consiglio approva.


Argomento: Trasporti pubblici

Comunicazioni della Giunta regionale inerenti a "Piano salvataggio GTT"


PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente Reschigna in merito alle comunicazioni richieste su GTT.



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale

Grazie, Presidente.
Mi è richiesto di svolgere le comunicazioni sulla situazione di GTT e mi dispiace, innanzitutto, che il momento nel quale vengono svolte le odierne comunicazioni sia ancora un momento abbastanza indeterminato.
Voglio ricordare brevemente, senza occupare molto l'attenzione del Consiglio regionale, che GTT ha dichiarato una situazione finanziaria molto critica nei mesi scorsi e che da allora si è sviluppata tutta una serie di attività che hanno visto anche il coinvolgimento della Regione Piemonte e della Città di Torino, tese sostanzialmente a ricercare una possibile soluzione alla crisi finanziaria che sta attraversando da molto tempo la più importante società di trasporto pubblico locale del Piemonte.
Il fabbisogno finanziario che oggi è stato determinato con gli aggiornamenti richiesti all'advisor, da parte della Regione Piemonte, è fissato in 131 milioni di euro.
Questo è il fabbisogno finanziario necessario per garantire una continuità di attività da parte di GTT, ma, soprattutto, questo è il fabbisogno finanziario necessario a garantire che riprenda una politica di investimenti, assolutamente indispensabili, all'interno della società.
GTT, come molta parte del sistema del trasporto pubblico locale in Piemonte - e non solamente in Piemonte - ha problemi legati alla vetustà del parco circolante, a costi eccessivi e alla necessità, se vuole rappresentare ancora un punto di riferimento sulle politiche del trasporto pubblico locale, non solo nella città di Torino ma nell'area metropolitana nel suo complesso, di ritornare a essere una società che investe.
È bene precisare che a questo fabbisogno finanziario contribuiscono sia partite di contestazioni, o di disallineamenti contabili nei confronti della Città di Torino, sia partite di disallineamenti contabili nei confronti dell'Agenzia per la mobilità regionale. Tuttavia, né le une né le altre da sole rappresentano la totalità del fabbisogno finanziario.
Cerco di rappresentare quelle che sono state, in questi mesi di discussione con la Città di Torino, con Deloit, con GTT e con l'Agenzia sulla mobilità regionale i problemi che come Regione abbiamo posto e lo stato dell'arte di questi problemi.
La Regione Piemonte ha ritenuto fosse suo dovere cercare di contribuire alla soluzione di questa problematica, non solo - lo ripeto - per le conseguenze che la non soluzione di questo problema avrebbe determinato in termini patrimoniali sulla più importante azienda del trasporto pubblico locale piemontese, ma anche in relazione al destino di qualche migliaio di persone coinvolte all'interno dell'attività.
Ha dato la disponibilità ad addivenire, tramite l'Agenzia sulla mobilità regionale, alla costruzione di una transazione che affrontasse in modo tombale tutto il disallineamento tra le poste a credito iscritte sul bilancio di GTT, nei confronti dell'Agenzia sulla mobilità regionale, e le poste a debito iscritte sul bilancio dell'Agenzia sulla mobilità regionale.
Su questa ipotesi di costruzione della transazione si era attivato un tavolo di lavoro che vedeva coinvolti tecnici della Direzione Trasporti della Regione, dell'Agenzia sulla mobilità regionale, della Città di Torino e di GTT, che aveva incominciato a lavorare e poi quasi immediatamente ha interrotto il proprio lavoro, perché da parte di GTT veniva opposto un netto rifiuto a qualunque ipotesi transattiva.
Il lavoro svolto nelle ultime settimane ha contribuito a riaprire proprio ieri, il tavolo di confronto tecnico tra i quattro soggetti, perch la transazione non è un fatto che si stabilisce a forfait, ma deve essere oggetto di analisi attente, sotto il profilo tecnico, allo scopo di addivenire, nell'interesse reciproco di ciascuno dei soggetti contraenti alla chiara rappresentazione delle ragioni che portano a considerarsi conveniente, opportuno e necessario addivenire alla stessa.
Nei documenti che sono circolati, e di cui io lamento la veicolazione nei giorni scorsi, voglio ricordare a tutto il Consiglio regionale che quando una società è in difficoltà finanziaria, è una società debole; più se ne parla sui giornali, meno si praticano decisioni e la si espone maggiormente a rischi terribili, sotto il profilo delle conseguenze.
Nei documenti veicolati nei giorni scorsi, però, si parla di un importo a titolo transattivo di 25 milioni di euro. Considerando anche tutto il 2017, io oggi non sono in grado di confermare tale importo, perché la posizione che abbiamo assunto come Giunta è che questo venga fuori dal confronto tecnico, essendo i tecnici che devono, alla fine, definire valutate tutte le ragioni delle parti in campo - l'accettabilità di tale importo.
Credo che comunque il lavoro che si sta svolgendo, che, ripeto, proprio ieri è ricominciato con una serie di approfondimenti tecnici, sia un lavoro che potrà arrivare a definire questa parte.
Poi c'è una parte che riguarda l'attività transattiva tra GTT e Città di Torino e su cui non intendo soffermarmi. E poi, sulla base di un'iniziativa assunta dal Presidente della Regione e dalla Sindaca della Città di Torino, nel recente decreto legge convertito sulla manovra fiscale è stato inserito un articolo che prevede il trasferimento in capo alla Regione Piemonte di 40 milioni di euro di Fondi per lo sviluppo e la coesione, allo scopo di intervenire sul piano del risanamento della Società GTT.
Su questo punto mi permetto di fare una semplice, ma spero chiara precisazione. L'atteggiamento della Giunta regionale - visto che è la destinataria di queste risorse - è l'atteggiamento di chi dice che ciascuno dei soggetti deve definire con risorse proprie le dimensioni transattive e che i 40 milioni in nessun caso possono entrare a far parte in qualunque dei conteggi delle due transazioni Agenzia-GTT e Città di Torino-GTT.
Nessuno per salvare i conti di GTT può dire che la Regione copre i 75 (o 71) milioni di euro di disallineamento con 25 milioni - metto lì una cifra della transazione e con 40 degli FSC, perché la transazione deve avere una sua logica; e nessuno in Città di Torino può dire di poter utilizzare queste risorse per coprire la transazione tra GTT e Città di Torino. Questo deve essere molto chiaro.
Come avvenga o avverrà il trasferimento di risorse dalla Regione alla società GTT sarà oggetto di una definizione da parte della Giunta regionale, sulla quale la Giunta regionale è disponibile a un confronto anche all'interno della Commissione Consiliare competente.
Il secondo elemento su cui vorrei essere molto chiaro è che io non posso rivelare il contributo dell'ultimo aggiornamento del piano industriale che mi è stato consegnato ieri sera, perché in ogni pagina c'è scritto "non divulgabile a terzi, copia" mi hanno chiamato dottore - "per il dottor Reschigna"; e io credo che sia mio dovere non divulgare questo piano.
La cosa che però vorrei dire in termini molto chiari - e ho avuto modo anche di esprimerla ieri mattina in un incontro con l'Assessore Rolando e con l'Assessora Lapietra - è che in questo momento, all'interno del piano industriale e degli aggiornamenti che sono stati presentati, non c'è la copertura totale del fabbisogno finanziario. E questo è un fatto che deve essere affrontato dalla Città di Torino in modo assolutamente serio.
Io credo che la Regione Piemonte non debba versare - la transazione sicuramente sì - neanche un euro dei 40 milioni dell'FSC che verranno trasferiti, se non siamo di fronte a un piano finanziario che ha la copertura del suo fabbisogno totale, con strumenti diversi (che non sta alla Regione Piemonte definire) che garantiscano chiaramente tale copertura.
E questo mi consente di fare un'ulteriore precisazione. Quando a volte nei mesi scorsi o nelle settimane scorse, si è detto e si è raccontato che la Regione Piemonte spingeva verso una collocazione sul mercato di GTT o verso un aumento di capitale rivolto a terzi della società, non veniva rappresentata in modo corretto la posizione della Regione Piemonte. Alla Regione Piemonte questo non compete: non siamo azionisti e non siamo proprietari; siamo un'istituzione che sta lealmente lavorando con la Città di Torino per trovare una soluzione a questo problema complicato, ma non compete alla Regione Piemonte dire che GTT deve essere collocata sul mercato. A noi compete invece dire che denaro pubblico, anche regionale all'interno di GTT può essere versato, ma solamente di fronte a un piano che determina in modo chiaro e inequivocabile la totale copertura del fabbisogno finanziario.
Al di là dell'importo delle transazioni, al di là degli impegni che assume la Città di Torino, al di là di un ulteriore affidamento di GTT presso gli istituti di credito, al di là dei 40 milioni dell'FSC, infatti a oggi manca ancora un pezzo, che considero non irrilevante, di copertura del fabbisogno finanziario. E - lo ripeto - questo è il problema, che ancora ieri mattina abbiamo posto agli Assessori al bilancio e ai trasporti della Città di Torino.
Come questo debba avvenire non compete alla Regione Piemonte definirlo.
Quello che compete alla Regione Piemonte è dire, per cautela e per tutela che noi non possiamo mettere denaro pubblico in una società che non abbia un piano industriale coperto e credibile. Perché, altrimenti, domani mattina, sotto questo profilo, potremmo essere giustamente accusati di incauto modo di amministrare.
Questa, oggi, è la questione più importante che mi preoccupa, perch stiamo andando verso la fine dell'anno.
Soprattutto, stiamo andando verso la fine dell'anno in una società che ancora oggi, non ha approvato il bilancio del 2016 e che ha necessità di provvista di liquidità urgente (prima della fine dell'anno), rispetto alla quale è stata manifestata disponibilità sia da parte dell'Agenzia che dalla Regione a trasferimenti di liquidità (non in termini di anticipazione, ma di pagamento anticipato di fatture nei confronti di GTT).
Siamo di fronte a una società che, da qui alla fine dell'anno, ha un fabbisogno di cassa di 45 milioni di euro, che devono essere ancora oggi totalmente recuperati. Questi sono i problemi e questo è lo stato dell'arte.
Sono convinto che si possa trovare una soluzione compiuta a questo tema. Credo, però, che si stia entrando in una fase dell'anno nella quale non è più necessario continuare a parlare, ma occorre decidere - ciascuno poi, dovrà assumersi le responsabilità di tali decisioni - come si copre il fabbisogno finanziario mancante, che non è la parte più consistente dei 131 milioni di euro, per essere chiari, ma è una parte che va coperta. Perch non esiste piano industriale che abbia un punto interrogativo che riguardi un "pezzo" del proprio fabbisogno finanziario demandato a chissà che cosa.
Questo è il problema.
In questo frangente, la cosa che preoccupa - lo ripeto - è il passare del tempo.
Ritengo che si possa arrivare tranquillamente alla transazione motivata, motivabile e corretta.
Credo, altresì, che si possa arrivare velocemente all'assunzione degli impegni, come Regione.
Credo, però, che tutto questo possa avvenire solamente se si risponde a questo elemento. Questo è il punto reale.
Ravvisiamo un'altra esigenza e l'abbiamo rappresentata anche alla Città di Torino e alle organizzazioni sindacali del settore del trasporto, che hanno chiesto un incontro con il Presidente Chiamparino e con la Sindaca Appendino. Purtroppo, per un problema di "agenda", all'incontro ha partecipato solo il Presidente Chiamparino.
Su un piano industriale c'è bisogno di costruire consenso: consenso sociale e consenso politico. È evidente che un piano industriale che ha per sua inevitabile struttura, una riduzione dei costi (costi generali costi manutentivi, costi legati al personale), ha bisogno di costruire un consenso. E il consenso lo si costruisce anche in un confronto con le organizzazioni sindacali - perché è inevitabile che ci siano dei costi sociali che vanno ammortizzati e tutelati il più possibile - altrimenti rischiamo di avere un pezzetto "zoppo" rispetto alla situazione.
In questo momento - è l'ultima considerazione - siamo di fronte a una scelta importante (una delle tante) che ha compiuto questo Governo: quella di ritornare a investire in misura fortissima sull'ammodernamento del parco rotabile del trasporto pubblico locale. Complessivamente, come Paese - sono cifre importanti anche per il Piemonte e, soprattutto, per GTT - siamo di fronte a un'opportunità: quella di sostituire completamente il 50 per cento del parco circolante di GTT nei prossimi tre anni. Questo aspetto non è soltanto importante relativamente alle politiche sulla qualità dell'ambiente, dell'aria, eccetera eccetera. Avrà delle ricadute certamente significative, perché un parco circolante moderno avrà dei costi di manutenzione e di gestione nettamente diversi da un parco circolante vetusto di quindici anni (è la media, purtroppo, di quello attuale).
Dunque, in mezzo alle difficoltà che indubbiamente ci sono ancora oggi (spero che in questi giorni vengano superate), ci sono anche delle opportunità, che potrebbero aiutare la costruzione di questo Piano e potrebbero consentire a GTT, almeno così noi ci auguriamo, di uscire da una condizione di grandissima sofferenza e difficoltà.
Un'ultima considerazione: non compete a noi - lo ripeto - perché non siamo né azionisti, né proprietari (né vogliamo diventare azionisti o proprietari di GTT). Se fosse stato necessario, in una fase transitoria avevamo anche espresso questo tipo di disponibilità, ma oggi non è questo il problema per noi.
Nutriamo il massimo rispetto e il massimo riconoscimento delle professionalità esistenti all'interno della società, che vanno riconosciute e apprezzate, ma c'è un problema di rafforzamento della governance della società. È indubbio che esiste questo problema, ma non riguarda, come qualcuno può immediatamente immaginare, il Consiglio di Amministrazione e il Presidente (lo dico perché non mi compete fare questo tipo di ragionamento). Questa società ha bisogno anche di un rafforzamento della struttura interna, perché senza persone capaci di gestire un piano industriale complicato e difficile, un bellissimo piano industriale pu rimanere anche inattuato.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RUFFINO



PRESIDENTE

Grazie, Vicepresidente Reschigna.
Ha chiesto la parola il Consigliere Gariglio; ne ha facoltà.



GARIGLIO Davide

Grazie, Presidente.
Innanzitutto voglio ringraziare il Vicepresidente Reschigna, perché ha fatto una relazione puntuale, concisa e molto chiara, che ha permesso a tutti di avere informazioni dettagliate rispetto allo spezzatino di informazioni che si leggono qua e là molto spesso imprecise.
Voglio anche ringraziarlo per la pazienza e la determinazione con cui in questo periodo non certo felice e facile per le sue vicende familiari ha avuto il tempo e la dedizione per seguire questo dossier così caldo.
Sottoscrivo, anche come Gruppo, per intero gli intenti espressi dall'Amministrazione regionale. Colgo qualche considerazione tra quelle fatte dal Vicepresidente. Vedo con piacere che i tecnici di GTT e anche quelli della Città di Torino abbiano ripreso da ieri il tavolo tecnico per cercare una transazione. Non si può dire "vantiamo 70 milioni di euro di crediti contestati dall'Agenzia" e poi pretendere il pagamento in toto. È chiaro che se si vuole arrivare a una transazione, essendo denaro pubblico ed essendo una controparte pubblica, ciò non può avvenire se non attraverso una transazione, che non è costruita da politici, ma è costruita da tecnici, sulla base di quello che le leggi e i contratti sottoscritti permettono.
Quindi, mi spiace che si sia perso tanto tempo per lavorare a una transazione che è urgentissima per GTT.
Ho appreso che da ieri sera è nelle mani del Vicepresidente Reschigna il piano industriale. Pensavo che ci fosse già da tanto tempo, ma è chiaro che è l'aggiornamento ed è l'ultima release, perché quelli precedenti erano stati respinti.
Purtroppo apprendo con preoccupazione che anche quest'ultimo piano industriale non copre per intero il fabbisogno. Mutuando un'espressione del Presidente Chiamparino, anche se non faccio il medico come il mio amico Allemano, è chiaro che se per guarire una brutta infezione serve l'antibiotico, so anch'io che se mi prescrivono per cinque giorni gli antibiotici, li devo prendere per cinque giorni, perché se li prendo per tre non mi risolvono il problema. Ed è chiaro, quindi, che se i medici chiamati a prescrivere la cura, cioè i consulenti tecnici che hanno previsto e formulato il piano, prevedono un fabbisogno di 131 milioni di euro, il piano industriale deve contemplare la copertura totale di questi fabbisogni, altrimenti si tira avanti ancora per qualche mese, ma non si evita il rischio che qualche creditore ormai allo stremo chieda il fallimento della società.
Quindi, condividiamo assolutamente il fatto che la Regione tenga la posizione di dare sostegno al salvataggio di GTT, ma che lo si faccia solo quando si è certi che le risorse vengono impiegate con efficacia, anche per evitare ogni sorta di responsabilità contabile.
Noi non siamo appassionati di coloro che passano i giorni a leggere tra le righe dei giornali e a fare polemiche sulla vicenda "Chiappendino".
Riteniamo doveroso che l'ente Regione intervenga in un'opera di salvataggio di un'azienda pubblica, che è importante per la città e per coloro che ci lavorano, così com'è importante un'opera di leale collaborazione che consenta al Comune di Torino di salvare la sua azienda e di salvare anche i suoi conti e il suo bilancio consolidato.
Noi non siamo quelli che lavorano per il default del Comune di Torino.
Siamo convinti che, in un'opera di leale collaborazione, la Regione debba dare una mano, al di là delle divergenze politiche.
Vediamo con molta preoccupazione il fatto che lei, Vicepresidente Reschigna, ci ha detto che da oggi al 31 dicembre, quindi nel giro di due o tre settimane, vanno recuperati 45 milioni di euro. Chiaramente quelli più addentro all'azienda possono chiaramente capire che servono per pagare gli stipendi, i contributi, la tredicesima e le forniture indispensabili per dare continuità aziendale.
Condividiamo anche il fatto che questo piano deve essere calato dall'alto in mezzo ai cittadini. La Sindaca di Torino ha vinto in modo brillante ed apprezzabile le elezioni di Torino, promettendo concertazione condivisione e partecipazione. Assistiamo a un piano industriale che viene redatto in cenacoli professionali ristretti, come è giusto che sia, ma che finora non è stato condiviso con la base della città di Torino.
Può essere condiviso da tutti, era quanto aveva annunciato il Movimento 5 Stelle quando è partita quest'operazione. Non credo che questo si possa fare, ma credo che sia doveroso coinvolgere le parti sociali interessate in particolare i lavoratori che saranno chiamati a versare un po' di lacrime e un po' di sangue in questo progetto di salvataggio della loro azienda.
Condividiamo, infine, l'ultima affermazione: non spetta a noi dire al Comune di Torino cosa fare. È giusto che noi si dica "coprite per intero il piano e le esigenze del piano che ci avete presentato e noi faremo la nostra parte", ma la scelta ha da farsi serva e spetta all'Amministrazione comunale di Torino.
Non siamo noi i fautori di una privatizzazione, non siamo noi i fautori di un aumento di capitale; sono scelte che spettano all'Amministrazione comunale, ma se l'aumento di capitale non si vuol fare perché non si pu fare e se la privatizzazione non si può fare perché non si vuole fare allora non vedo molte altre strade che non ricorrere agli strumenti dell'amministrazione straordinaria previsti dalla legge Marzano, che consentano una continuità aziendale.
La legge Marzano consente una continuità aziendale, pur sapendo che tutto questo ha un costo sociale non secondario. Un costo sociale che viene pagato da centinaia di fornitori piccoli e grandi di GTT, che rischiano di essere pesantemente colpiti da questa vicenda.
Delle tre l'una: aumento di capitale, privatizzazione o legge Marzano.
Qualcosa si deve fare e spetta all'Amministrazione comunale scegliere la via. Credo che quello che è stato fatto dalla Regione, finora, vada nella logica della leale collaborazione. Ringrazio l'Amministrazione regionale per il lavoro svolto, in particolare il Vicepresidente regionale.
Assicuro il sostegno e la collaborazione, anche del nostro Gruppo consiliare, per eventuali passaggi in Aula che dovessero essere necessari per portare a compimento questa operazione.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Valetti; ne ha facoltà.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Ringraziamo anche l'Assessore Reschigna per il resoconto puntuale. Non vogliamo fare una questione di parte su un problema così delicato che riguarda non solo la Città di Torino, ma anche gran parte del TPL regionale essendo GTT destinataria di una grande parte dei fondi regionali.
Ragion per cui riconosciamo quando un'amministrazione lavora bene, a prescindere dal colore politico.
Siamo felici di sapere che l'Amministrazione attuale del Comune di Torino e l'Amministrazione regionale abbiano costantemente colloquiato, al fine di trovare una soluzione che, speriamo vivamente, si concretizzi in questo piano industriale.
È stata una volontà di entrambe le Amministrazioni arrivare a una soluzione condivisa per mantenere l'azienda pubblica. Questa è una volontà precisa della nostra parte politica dell'Amministrazione comunale, ed è una scelta, ovviamente, che comporta delle difficoltà e dei rischi. Tuttavia sono rischi che ci si è assunti perché c'è la convinzione che un servizio importante, come il servizio di trasporto pubblico di una grande metropoli sia un valore aggiunto per la Città e per il Comune di Torino, ma anche per la Regione. Questa è una credenza su cui noi vogliamo insistere.
Dopodiché, c'è stata anche molta bagarre politica su questo, che è venuta anche dalla stessa parte politica della Giunta che, attualmente governa in Regione. Questo ci stupisce. Non capiamo bene se il Partito Democratico sia completamente d'accordo e in linea sul fatto di volere salvare questa azienda. A volte, abbiamo un po' la sensazione che ci sia una tentazione di una parte di voler vedere scoppiare in mano la bomba all'Amministrazione comunale di Torino. Cito anche le parole del Consigliere Gariglio quando diceva che non si può sperare di curare un malato grave, con due o tre iniezione di antibiotico. Vorrei aggiungere che quando per anni si somministra veleno a un malato, forse poi è difficile in pochi giorni, curarlo con gli antibiotici. Tuttavia, si deve dare atto che arriva un medico che lo vuole curare.
Chi era questo personaggio che iniettava il veleno al nostro malato? Questo personaggio erano le Amministrazioni al governo della Città di Torino, dell'Agenzia della mobilità attraverso cui passavano tutti i debiti e crediti del TPL regionale (anzi, prima metropolitano poi regionale), ma per quanto riguarda GTT sicuramente la trasparenza dei conti di quello che succedeva, dei fondi versati dalla Regione in Agenzia e, a sua volta dall'Agenzia verso i gestori del trasporto pubblico. Noi siamo in grado di dirlo, esaminando anche i pagamenti che possiamo vedere fino al 2010, anche prima, quindi quando sicuramente in Città di Torino governava l'amministrazione PD con Fassino Sindaco e Lubatti Assessore ai trasporti e, contemporaneamente, Presidente dell'Agenzia della mobilità.
Un Presidente che era da una parte nell'Amministrazione che possedeva la società che vedeva crescere il suo debito dal 2010 almeno fino al 2015 (di questo abbiamo i dati e lo sappiamo); dopodiché, tornava a scendere grazie all'intervento della presente Amministrazione con l'Assessore Reschigna che si è impegnato, pian piano, a fare un piano di risanamento di quel debito, ma dal 2010 al 2015 quel debito cresceva sotto gli occhi di queste persone di cui ho detto e di quel partito che governava la città.
Ricordo che prima ancora la città era governata dal Presidente Chiamparino.
Poi abbiamo anche la parentesi delle gestione regionale Cota, su cui non siamo sicuramente più buoni e meno severi nel giudizio. Tuttavia, queste metafore del Presidente Gariglio ci lasciano molto stupefatti da questo punto di vista.
È importante che, per non ripetere gli errori del passato, si faccia luce su quello che è successo, al di là di come andrà, al di là della bontà del piano industriale che noi speriamo che consenta, grazie alla fiducia di tutti gli enti che hanno partecipato nel salvataggio dell'azienda, di infondere anche nel mercato, nei privati e nel circuito bancario altrettanta fiducia, perché le istituzioni sono concordi nella necessità di salvare questa azienda.
Azienda che è stata lungamente azzoppata e che, oltre al piano di risanamento dei crediti della Regione voluta dall'Assessore Reschigna e da questa Amministrazione, deve ringraziare un'Amministrazione comunale che finalmente, ha dato un segno di discontinuità rispetto al passato; ha chiesto che tutti i debiti e crediti emergessero, anche quelli aziendali, e che fosse fatta luce su questa questione, perché non si poteva più erogare il servizio di TPL non coperto da fondi regionali. Questo è successo in questi anni. Uscivano più soldi di quelli che entravano. GTT emetteva regolarmente fatture che non erano coperte da fondi regionali. Ci sono i numeri, il debito non si crea dal nulla. Il debito si crea così, spendendo di più di quello che entra e noi lo possiamo sapere.
Non ci vuole molto per accertare questi dati. Vorremmo che le responsabilità politiche, prima o poi, venissero alla luce, al di là di come finirà questa situazione, e che si abbia almeno l'onestà intellettuale di sapere chi ha fatto cosa, per cui un'altra battuta che mi ha suscitato ilarità è stato il fatto che, un momento prima, l'Assessore Reschigna citava la necessità di riservatezza dei dati del piano industriale (perch ovviamente si tratta di un momento molto delicato) e un momento dopo, il Presidente Gariglio lamentava la poca trasparenza dell'Amministrazione comunale rispetto al piano industriale. Io dico di mettervi d'accordo sul fatto se serve trasparenza oppure no.
Io sto dalla parte l'Assessore Reschigna e credo che ci andasse riservatezza, fino all'ultimo, per garantire tutti, perché è un momento delicato di una società con capitale. È una S.p.A. e va sul mercato, quindi ci vuole la riservatezza del caso.
Dopodiché, ognuno trarrà le sue conclusioni su chi ha lavorato per cercare di risolvere e chi ha lavorato per cercare di affossare, anche facendo un po' di becera speculazione politica.



PRESIDENTE

Grazie, collega Valetti.
La parola alla Consigliera Porchietto.



PORCHIETTO Claudia

Grazie, Presidente.
Volevo non solo ringraziare il Vicepresidente Reschigna, ma proporgli possibilmente, nel momento in cui il piano industriale sarà quantomeno condivisibile con la Commissione competente - di farlo, perché credo sia importante.
Dopodiché, credo che la posizione che la Giunta ha manifestato sia la posizione corretta, la migliore; spero che il piano industriale di cui lei ha parlato, Assessore, sia a medio-lungo termine, perché GTT ha bisogno di questo.
GTT da troppo tempo è in difficoltà, e non è un problema di difesa della bandiera, di chi c'era prima, di chi c'era dopo, di chi c'era durante, tanto ce n'è per tutti. Ha ripercorso alcune tappe il collega Valetti, che ha fatto bene a ricordare che, in questi anni, il tema GTT è ricomparso sia su tutte le Giunte regionali - mi permetto di sottolineare e anche tutte le Giunte comunali. C'è però un problema di base, senza dover spostare il cerino da uno all'altro: ormai da troppi anni il sistema delle infrastrutture e dei trasporti della Città di Torino ha dei problemi enormi, che per tutta una serie di motivi non abbiamo mai voluto affrontare. Probabilmente, abbiamo messo un po' troppa polvere sotto il tappeto e adesso, ahimè, che probabilmente non ci sono anche - va detto le coperture nazionali importanti, che si avevano prima, queste cose stanno venendo fuori.
È successo alla Regione, nel momento in cui (lo ricorderà, Assessore Reschigna, perché lei era il Capogruppo dell'opposizione) ci furono i tagli pesanti sui trasferimenti delle risorse al trasporto pubblico locale; sta capitando adesso, però - come giustamente lei ha detto - su un'azienda fragile, che in questi anni ha governato soltanto l'ordinario, che era diventato straordinario, perché non avevamo più flussi di cassa sufficienti a reggere delle politiche che sono state fatte in tutti questi anni.
L'enorme problema che io vedo oggi, non dando colpa - mi permetto di dire - a nessuno, perché è un tema difficile da affrontare, ma che va affrontato (allora sì che daremo le colpe a qualcuno, se non verrà affrontato), è che manca un piano strategico di investimenti, almeno fino al momento in cui non sapremo com'è composto il piano industriale, che ci faccia uscire non solo da questa impasse, ma che renda finalmente Torino e la Città metropolitana un'area adeguata e moderna rispetto a quello su cui noi vogliamo puntare, vale a dire un sistema che ha un basso impatto ambientale, un sistema efficiente e un sistema smart, cosa che non abbiamo fatto in tutti questi anni.
Credo che a tutti quanti noi sia capitato in questi mesi di vedere uscire, ormai, dai depositi della GTT pullman e tram che vorremmo non vedere più, se non come tram e pullman storici.
Fa sorridere che si fermino le auto in funzione dell'euro 4, dell'euro 5 o di che cosa, ma poi abbiamo in giro un sistema pubblico che inquina dieci volte di più, probabilmente, di quello che possono fare le auto.
Assessore, il tema è che la Giunta oggi non possa fare altro, oltre ad aver correttamente detto che i fondi non saranno destinati, se non ho capito male, alla fase transattiva, perché non sarebbe corretto (di questo non può che avere da parte nostra la massima disponibilità a sostenerlo) ma quello che chiediamo è un impegno, un minuto dopo che questo sarà fattibile, di sedersi a un tavolo e di ragionare sul piano strategico credo che sia dovuto sicuramente al Consiglio e alla Commissione, ma che sia dovuto ai cittadini piemontesi - mi permetto di dire - perché usufruire dei mezzi pubblici sul territorio metropolitano lo fanno tutti, non soltanto i cittadini di Torino e provincia, ma soprattutto la ricaduta che se ne ha sul bilancio della Regione Piemonte è significativa.
In conclusione, a me ha fatto piacere che la maggioranza abbia chiesto queste comunicazioni al Vicepresidente, però chiederei alla maggioranza (mi dispiace non ci sia più collega Gariglio) di andare cauti con i proclami perché quantomeno su un pezzo, vale dire su GTT, ci permettiamo di dire che non vogliamo assolutamente fare né i parassiti, né cavalcare l'onda, ma è un po' difficile star zitti nel momento in cui anche chi ha ricoperto ruoli importanti pontifichi in quest'Aula. Allora evitiamolo, perché facciamo un favore a GTT, per prima, ma facciamo soprattutto un favore a tutti quanti noi, perché evitiamo di rovinarci il fegato nel momento in cui sentiamo certe affermazioni, perché non andrebbero fatte, visti i precedenti.



PRESIDENTE

Grazie, collega Porchietto.
La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Mi permetto di fare alcune considerazioni, senza ripetere, se riesco ciò che i colleghi hanno già detto. Un aspetto che abbiamo vissuto almeno negli ultimi sei-sette anni, quando il Sindaco Fassino divenne Sindaco della Città e dovette affrontare un importante indebitamento che la Città di Torino aveva, per cui mise in campo una serie di alienazioni, molte delle quali avvennero (la SAGAT e molte altre, anche società importanti e strategiche per la città).
Un altro aspetto che si pose all'attenzione del Consiglio comunale di Torino fu quello della privatizzazione parziale di GTT, che poi non avvenne per una scelta politica, in particolar modo per la contrarietà di una parte del Consiglio comunale.
Su questo tema, va detto che una parte consistente dei problemi di bilancio attuali nascono da una conduzione che abbiamo visto anche all'interno di Enti locali o della stessa Regione, se volete, di una conduzione per cui non esisteva un piano industriale vero e proprio. O meglio, esisteva una conduzione del Gruppo Torinese Trasporti che aveva perdite ogni anno, necessità di intervento o semplicemente non il differimento di pagamenti, che a un certo punto (quello che abbiamo visto anche all'interno di quest'Ente, fintanto che non si è affrontata la situazione per la gravità che era) è emersa nella sua gravità.
È emersa anche da un punto di vista della discussione che spesso avviene sui media, perché è normale che questo sia, rispetto ai disallineamenti fra il bilancio di GTT e il bilancio del Consiglio comunale. È emersa rispetto ad atti che sono certamente importanti, perch è evidente che un Ente pubblico deve avere, ancor più con il DL 118, ma anche prima, dei bilanci che siano allineati fra il bilancio della società controllata e della società partecipata. Ma, prima di tutto, deve avere un'idea e un piano che - mi permetto di dire - non c'è in GTT o non vedo in GTT o vedo con difficoltà in GTT, così come ho difficoltà a vederlo nella gestione che è avvenuta nel rapporto con Ferrovie dello Stato.
Questo - lo dico con estrema sincerità - non vale solo per questa Giunta, vale per questa Giunta e vale anche per la Giunta precedente. Cioè il tentativo di cercare di gestire sempre una modalità che riguarda il trasporto pubblico, che - ricordiamo - è il secondo servizio anche per valore economico, oltre che per impatto sociale, che riguarda la Regione Piemonte, al netto del pagamento dei mutui, ma quello - ahimé - non è un servizio, ma una spesa che dobbiamo obbligatoriamente affrontare. Però, su questo, varrebbe davvero la pena di capire qual è la strategia e inevitabilmente - in alcuni casi - comprendere la necessità di ingresso governato del privato.
Chi mi conosce sa che io non sono certamente un turbo-liberale, ma neanche un liberale: io credo che la politica debba gestire, in particolar modo quando garantisce servizi collettivi per la popolazione, facendo anche tesoro del tempo in cui vive. C'era verosimilmente un tempo in cui era possibile garantire servizi anche di mobilità e di trasporti facendo capo alla gestione del pubblico; c'è un momento - come questo - in cui verosimilmente una gestione manageriale vera anche di una società pubblica o che ha una missione pubblica, rappresenta un vantaggio.
Un esempio in questa regione l'abbiamo avuto in modo evidente con l'aeroporto di Torino: la cessione di quote della maggioranza di quote dell'aeroporto di Torino ha rappresentato, per il nostro scalo, che è ancora ben lontano dall'essere uno scalo fra i più importanti a livello nazionale, un incremento superiore a quella che era la media nazionale mentre prima avevamo un dato in controtendenza.
E allora, questo diventa indispensabile perché così non parliamo soltanto più di salvataggi o, meglio, usiamo il momento di difficoltà per cercare di trasformarlo non solo nell'ennesimo salvataggio, ma anche per intravedere misure che consentano alla principale società di trasporti della nostra regione di erogare un servizio efficiente, perché nel momento in cui non c'è un piano industriale che sia sfidante, che sappia anche coinvolgere il privato, avviene quello che è avvenuto da molti anni in questa città: per risparmiare, si riducono i servizi, si riducono le corse.
Oggi, abbiamo alcune linee che ci si domanda ancora se sia utile che esistano, per il numero così limitato di vettori che passano; abbiamo alcuni aspetti che sono incomprensibili ovviamente per i cittadini. Cioè aver obbligato - in questo inverno e anche negli inverni passati - i cittadini che hanno autovetture vecchie, molto spesso perché non le possono cambiare e non perché siano contenti di andare in giro con un'auto di dieci o 15 anni, a dover usare il trasporto pubblico, per poi vedere che abbiamo una flotta di autobus che dovrebbero, ai sensi delle ordinanze, stare tutti o in gran parte all'interno dei depositi, evidentemente è un altro aspetto che non soltanto rende differenti le ordinanze a seconda di chi è il soggetto, se il soggetto è privato o se il soggetto è pubblico, ma avere anche un parco mezzi antico o vecchio - e vale tanto per GTT quanto per Trenitalia - rende anche un servizio scomodo nei confronti degli utenti.
Devo dire che questa situazione di difficoltà è anche vissuta in modo più sobrio, perché - in questo momento non c'è il Consigliere Gariglio - a parti inverse, certamente la posizione che il collega Gariglio avrebbe assunto rispetto alla difficoltà sarebbe stata diversa e distinta individuando chi erano i colpevoli. Ecco, a noi non interessa intravedere chi erano i colpevoli, anche perché mi sembra che siano facilmente intravedibili le responsabilità; a noi interessa pensare che ci possa essere un piano di salvataggio che rappresenti, finalmente, per una volta un piano di rilancio per un'azienda che garantisce un numero di servizi a più di un milione di cittadini piemontesi.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Grimaldi; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Sono stato Consigliere comunale diversi anni nella città di Torino e faccio parte, con orgoglio, di quella sinistra che ha impedito la cessione all'80 per cento più di cinque anni fa, ma faccio anche parte di quella sinistra che non aveva nessun timore, sia alla fine degli anni 2000 che in seguito, di pensare a delle cessioni di una parte delle partecipazioni pubbliche di GTT ad altri soggetti pubblici.
In pochissimi - parlo, per esempio, del Partito Democratico - erano convinti della possibilità della fusione con l'allora ATM di Milano; io invece, ero fra coloro che pensavano che un discorso di macroregioni e di fusione di due grandi aziende pubbliche, in qualche modo, avrebbe potuto salvare il destino di GTT. Questa posizione era minoritaria.
Così come anni dopo, quando di fatto c'è stato il via libera sulla cessione del 49 per cento a un azionariato pubblico industriale - è inutile girarci attorno - il tema era la possibilità dell'acquisto delle quote di GTT da Ferrovie dello Stato. Se vi ricordate, l'allora Giunta Fassino rifiutò l'offerta di circa 70 milioni di euro delle quote del 49 per cento messe a gara.
Perché ho fatto questo due narrazioni? Perché ricordo bene la discussione e ricordo anche gli interventi dei due Consiglieri 5 Stelle.
Ovviamente, vista la loro anima molto diversa, anche gli interventi in Aula dei due colleghi erano stati diversi: mentre la Consigliera Appendino era contraria alla dismissione dell'80 per cento, come noi, se vi ricordate il Capogruppo Bertola non solo era favorevole, ma sosteneva che forse l'arrivo di un privato vero avrebbe salvato il tutto. Lo ricordo perché le parti in gioco erano tante, così come sono tanti oggi che richiedono una vera riorganizzazione della rete e anche delle linee, ma che in altri momenti sono stati contrari.
Io, per esempio, da Presidente della Commissione ambiente, mi sono speso molto per una riforma, che poi è andata - come sapete - a schiantarsi, che era quella delle dieci linee forti, cioè di un'idea in cui i mezzi di cui parlava la Consigliera Porchietto - ovvero i mezzi su cui ho passato metà della mia vita e, per intenderci, erano quei tram arancioni e gialli che da più di quarant'anni viaggiano per la città, e io ne ho 37 dovevano in realtà fare la stessa fine della linea 4, cioè immaginatevi le linee 13, 15, il 3, il 16, il 18 come mezzi che possono viaggiare ogni quattro o cinque minuti e rendere diversa l'azione dei mezzi pubblici mentre, pensando sistema a raggiere, tutte le altre linee dovevano collegare gli altri punti.
Ecco, tale riforma non è stata fatta, quei 70 milioni di euro non sono stati accettati - secondo me, sbagliando - ma soprattutto non si sono utilizzati come grande progetto industriale l'immenso indebitamento che la Città ha fatto sul passante ferroviario. Pensateci bene: il passante ferroviario doveva essere, certo, un elemento di ricongiunzione di due città divise da una cicatrice (le cicatrici delle Ferrovie dello Stato per anni hanno diviso molte città capoluogo italiane), ma doveva essere anche l'idea di un innesto (come succede a Parigi, come succede a Berlino) di altre linee di metropolitana. Il sistema l'SFM conosciuto finora, però, non è esattamente né lo S-Bahn di Berlino né la RER parigina.
Tutto questo per dire che chi crede nel pubblico, come me, crede che in qualche modo possa essere anche un progetto industriale nuovo a rilanciare tutto questo. E allora io ringrazio ovviamente l'Assessore Reschigna per la dedizione che sta mettendo in campo; ringrazio il lavoro istituzionale che almeno io credo - mai ha voluto mettere in discussione l'autonomia della Città di Torino. Per questo avanzo però una proposta shock, che è questa: Assessore Reschigna, io credo che non solo abbia ragione sul fatto che l'utilizzo di quei 40 milioni per coprire i debiti sia non solo improprio inopportuno e forse anche illegittimo da un punto di vista meramente legislativo e finanziario, ma di sicuro invece quei 40 milioni potrebbero servire in qualche modo alla ricapitalizzazione.
Le spiego in che senso.
Se noi ci sostituissimo, andando indietro nel tempo, a quella offerta di Ferrovie dello Stato, cioè aggiungendo, ai 40 milioni di euro, 30 milioni della Regione Piemonte, secondo me la Regione potrebbe fare un'operazione doppia: prendersi quote pro tempore di GTT e fare acquisire quei 70 milioni alla Città di Torino, ma vincolandoli alla ricapitalizzazione di GTT stessa, non per ripianare i debiti della Città e del suo bilancio, ma per reinvestirli in GTT stessa.
Questa operazione ci permetterebbe, in primo luogo, una cessione pro tempore di quelle quote, mantenendo il 51 per cento pubblico in mano alla Città di Torino, e il 49 per cento potrebbe essere lasciato alla Regione Piemonte finché, insieme alla Città di Torino, non si trovi un partner industriale pubblico - ripeto - su scala macroregionale, per fare gli investimenti necessari al sistema pubblico e al sistema dei trasporti.
Questo potrebbe anche svelare il desiderio della Città.
Credo che quei 70 milioni dovrebbero essere subito reinvestiti in GTT con un patto chiaro. Questa operazione potrebbe salvare GTT, altrimenti il rischio che quei 40 milioni vengano ulteriormente buttati è abbastanza probabile, e anche gli interessi diversi che ci sono in questa partita rischierebbero di scontrarsi con la dura realtà dei progetti industriali.
Su questo, però, fareste bene tutti - lo dico perché ho avuto il privilegio di rappresentare la Città di Torino - a tenere conto di quei quattro Consigli comunali in cui già allora si è discusso del fatto che quell'indebitamento era legato anche a degli squilibri nazionali e disallineamenti nazionali.
Fassino contestava alla Regione Piemonte circa 300 milioni di euro in sede di Consiglio comunale, quindi immaginatevi che discussione c'era stata allora e qual era il periodo storico.
Chiedo a tutti lo sforzo di andare oltre e lo dico soprattutto al Gruppo che governa la maggioranza della Città di Torino: non esiste il buon vento per un marinaio che non sa dove andare. Credo, quindi, che prima di tutto la Regione debba fare il suo dovere, assumendosi ovviamente la sua responsabilità, anche se alcuni indebitamenti non sono stati fatti da questa Amministrazione.
Così deve fare la Giunta 5 Stelle: deve pensare cosa vuole per il destino di GTT, preservare ovviamente i grandi investimenti fatti ma soprattutto, rilanciare un progetto industriale vero, in particolare nella città più inquinata d'Europa.
Su questo credo che anche la cultura ambientalista del Movimento 5 Stelle potrebbe essere un valore aggiunto se dentro GTT si ha voglia di reinvestire. È per questo che quelle risorse devono essere rimesse subito in campo, per fare un progetto industriale nuovo, anche - anzi e soprattutto - con la dimensione pubblica dei propri partner.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Intervengo sia come membro dalla Commissione trasporti sia come cittadino di Torino.
Io, a differenza del collega Grimaldi, non ho fatto il Consigliere comunale di Torino, ma negli anni ho seguito il dibattito sulle privatizzazioni del Comune di Torino, delle varie partecipate del Comune di Torino, che purtroppo hanno coinvolto molti asset strategici della Città di Torino, così come hanno coinvolto molti asset strategici del nostro Paese con le conseguenze che stiamo iniziando a vedere e che presto sentiremo in maniera molto più consistente anche a livello nazionale.
C'è da dire che quando si parla di pubblico deve essere un pubblico efficiente. È facile far passare la vulgata molto semplice che il privato è molto efficace ed efficiente, mentre il pubblico è sprecone, spendaccione inefficace e inefficiente. Perché il pubblico non funziona spesso e invece il privato viene fatto funzionare? Uso proprio questo termine.
Il privato viene fatto funzionare molto semplicemente perché i lavoratori vengono compressa in modi, spero nella maggior parte dei casi legali e legittimi, ma vengono compressi i salari; a volte vengono compressi tramite tutto il mondo delle cooperative, che poi cooperative non sono, e dell' intermediazione, dal punto di vista anche dei diritti e delle tutele, mentre nel pubblico, per fortuna, a oggi ci sono ancora tutele e garanzie molto ben precise, sancite dalla nostra Costituzione e dalle leggi conseguenti.
Molto spesso, però, negli anni passati, nel pubblico la politica ha fatto una pesante ingerenza nelle nostre partecipate e nei nostri enti pubblici, spesso creando quei vincoli societari particolari tipici delle S.p.A., cioè vincoli privati a capitale interamente pubblico. In questo modo, aggirando le nomine del pubblico, si assumevano spesso persone non per capacità o per merito, ma per appartenenza politica.
Questo lo vogliamo dire oppure no? E non c'era il Movimento 5 Stelle in quegli anni, perché adesso è facile additare e sottolineare le responsabilità del Movimento 5 Stelle in un anno di governo di Roma e di Torino, ci mancherebbe, stiamo al gioco e siamo della partita anche noi nel nostro piccolo ancora.
Lo sapete meglio di noi, anche perché avete ereditato una Regione con una situazione di indebitamento che non è solo ascrivibile a tutto il centrodestra, ai soli quattro anni del centrodestra, ma anche a chi c'era prima, cioè la Bresso.
Tuttavia, la continuità amministrativa fa sì che non esista un'amministrazione che possa dirsi senza responsabilità o, comunque, con le mani libere per poter cambiare con la bacchetta magica, anche in cinque anni, del tutto una precedente situazione ereditata, molto pesante, come quella del Comune di Torino e della Regione.
Purtroppo, ci sono eredità e precise responsabilità politiche.
A me stupisce, come al collega Valetti, che il Consigliere Gariglio richieda queste comunicazioni quando ha molte, molte conoscenze, amicizie e simpatie e tanto consenso all'interno dell'azienda GTT, ovviamente anche per il ruolo precedente che avuto nell'Azienda. Quindi penso che abbia tutte le informazioni che abbiamo noi nel nostro piccolo, come realtà comunale, e che ha il Vicepresidente Reschigna, come Assessore che sta nella partita per quanto riguarda la parte finanziaria. Dunque mi stupisce un po' questa sua richiesta di comunicazioni: richiesta, fra l'altro interrotta a metà perché poi si è allontanato; avrà avuto ovviamente impegni politici non procrastinabili, però di solito quando si chiedono delle comunicazioni si sta fino alla fine ad ascoltare anche cosa dicono i colleghi, oltre a quello che dice il Vicepresidente Reschigna.
Non posso dire ovviamente che noi siamo "sereni", anche perché porta male; ma siamo comunque abbastanza confidenti nel fatto che l'Amministrazione di Torino, insieme a un corretto rapporto istituzionale da parte dell'Amministrazione regionale - come tra l'altro è stato su altre vicende su cui noi avevamo, come forza politica, posizioni magari diverse abbia la possibilità di tirare fuori dal pantano un'azienda pubblica - o meglio, privata a capitale interamente pubblico - che ha un ruolo fondamentale per quanto concerne la vita a Torino: vita che non riguarda tra l'altro, solo i torinesi, ma anche quelle altre decine di migliaia di persone (magari della provincia o di fuori provincia) che vengono con i mezzi pubblici, con il treno, e che poi - a meno che non si tratti dei treni di GTT, quindi la Canavesana o la Torino-Ceres - dopo il treno prendono i mezzi pubblici; si tratta quindi di più persone di quanti siano gli abitanti stessi di Torino.
È pertanto ovvio che un andamento non lineare nella gestione di GTT porterebbe a delle conseguenze molto negative: possiamo immaginare licenziamenti, aumenti dei biglietti del pullman, taglio delle corse e quindi più persone che poi prenderebbero i mezzi privati. È vero che adesso siamo stati invasi - faccio una battuta simpatica - di biciclette: queste biciclette che tutti vedete a tutti gli angoli; fra un po' saremo sommersi di bike sharing free floating, che è una cosa molto positiva, nel senso che i mezzi si possono prendere e lasciare dove pare, ma - insomma - qualcuna l'abbiamo vista anche dentro il Po (non so se avete mai scaricato l'app dove si vedono le biciclette che sono state buttate nel Po).
Al di là di questo, però, non penso che la possibile soluzione possa essere solo quella della bici, nel senso che, soprattutto quest'inverno questa rigidità climatica ci fa naturalmente capire come a Torino sia necessario un sistema di trasporto pubblico efficace ed efficiente.
Sappiamo che l'Assessora comunale sta lavorando (e ha lavorato) insieme a tutte le parti per cercare di ottenere e costruire un piano industriale efficace ed efficiente, che richiede anche la suddivisione delle linee in un'ottica moderna, perché sulle linee di trasporto di GTT siamo fermi da trent'anni: non è mai stata fatta una trasformazione importante e radicale che possa andare, anche con questa tesserina qua e con i "bip", a capire quante persone usano una determinata linea e a che ora. È evidente infatti, che alle 8 di mattina c'è il pieno e che c'è il pieno alle 13 e alle 17-18. Però servirebbe capire, se tutti veramente "bippassero" - si dice "bippare" quando si passa la tesserina elettronica sull'apparecchiatura apposita per verificare, appunto, l'ingresso dell'utente - quali linee hanno bisogno di potenziamento e quali linee no.
Mi sembra - questo ovviamente è anche un progetto della Regione Piemonte e non solo del Comune di Torino - che questi dati siano fondamentali per capire, ad esempio, quali sono le linee forti.
Mi pare che il collega Grimaldi, se non sbaglio, prenda il 15 e io prendo sempre il 4: abbiamo la fortuna di avere due linee molto forti.



(Commenti del Consigliere Grimaldi)



BONO Davide

Va beh, quella è un'altra cosa. Alle volte ci vediamo alla stessa fermata, perché saliamo e scendiamo alla stessa fermata, ma su due mezzi diversi; però sono due mezzi forti, nel senso che caricano molte persone e molto frequentemente. Ma è ovvio che va fatta una razionalizzazione e cioè non si può dire che tutte le linee sono uguali. Io so che sul piano industriale precedente e anche con l'attuale questi ragionamenti sono stati fatti. Diamo però comunque fiducia al rapporto tra le istituzioni (comunale e regionale) di trovare la soluzione giusta e corretta.
Poi, tanto, su tutti i giornali online e cartacei ormai è uscito di tutto e di più; e sarebbe interessante capire - senza fare la ricerca dei delatori - com'è che escono tutte queste informazioni: è una roba che fa riflettere, questa, però forse è anche il sale della democrazia che escano queste informazioni, senza però danneggiare le trattative in corso, che come sappiamo sono difficili, e la situazione delle aziende pubbliche.
Io dico dunque veramente che si può (e anche si deve) dal lato regionale - e chiudo dicendo questo - lavorare magari anche per ottenere delle risorse in più dal livello nazionale. Io infatti l'ho sempre detto sia all'Assessore Balocco che al Vicepresidente Reschigna: mi risulta che siamo l'unica città in Italia con una linea di metropolitana che non riceve un finanziamento in più aggiuntivo per la linea di metropolitana; ce l'ha Milano, ce l'ha Roma e ce l'hanno le altre città che hanno la metropolitana in Italia; noi abbiamo una linea di metropolitana, dovremmo prendere qualche milioncino in più e non lo prendiamo. Non ho mai capito perch queste trattative siano state fatte (ovviamente), ma non si sia mai portato nulla a casa. È colpa di tutti o di nessuno: non lo so.
Io penso che si arriverà quanto prima a una soluzione e naturalmente spero sia una soluzione che riesca essere win-win: a salvaguardare il servizio, con quelle modifiche che ho detto (cioè le linee forti si potenziano, le linee medie si mantengono e le linee deboli si possono magari anche sfoltire un po'), e soprattutto a mantenere il personale. Per occhio a non utilizzare le aziende pubbliche - e mi spiace che non ci sia la persona a cui faccio questo riferimento preciso - solo come uno strumento politico, come un serbatoio di voti, perché alle volte queste strategie possono tornare indietro ed essere molto, molto negative anche per l'efficacia e l'efficienza di un'azienda pubblica.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Bono.
Non avendo ulteriori richieste di intervento, se l'Aula acconsente possiamo chiudere qui la seduta pomeridiana del Consiglio.
Vedo qualche gesto di gioia! Buona serata a tutti.
La seduta è tolta.
(La seduta termina alle ore 18.22)



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