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Dettaglio seduta n.278 del 12/12/17 - Legislatura n. X - Sedute dal 25 maggio 2014 al 25 maggio 2019

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAUS



(La seduta ha inizio alle ore 10.04)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo Balocco, Cerutti, Corgnati, Ferraris, Ravetti e Rossi.
Chiedo gentilmente ai colleghi Presidenti la disponibilità a sospendere per cinque o dieci minuti la seduta per convocare una Conferenza dei Capigruppo in Sala A.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 10.05 riprende alle ore 10.31)



PRESIDENTE

La seduta riprende.


Argomento:

Programmazione dei lavori


PRESIDENTE

Colleghi, fuori dal Palazzo è in atto una manifestazione abbastanza vivace che sta bloccando le vie, mettendo in difficoltà e creando disagi ai cittadini che abitano in zona.
Avevo fissato un'audizione alle ore 13 per ricevere la delegazione dei soggetti manifestanti contro la legge regionale 9/2016. Chiedo all'Aula se anziché alle ore 13, possiamo riceverli ora, con uno spazio circoscritto e limitato non oltre la mezz'ora; poi il sottoscritto creerà le condizioni per far recuperare il dibattito (o sforiamo dopo le 13, oppure recuperiamo il tempo perduto nel pomeriggio). Credo che sia anche una questione di responsabilità che possiamo esercitare tranquillamente.
Ha chiesto la parola la Consigliera Frediani; le do la parola, ma le suggerisco di non aprire un dibattito per non perdere ulteriore tempo sulla decisione.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Sarò brevissima.
Ripeto quanto ho già espresso in sede di Capigruppo, ma ci tengo che rimanga agli atti.
Noi esprimiamo contrarietà rispetto a questa proposta, in primis perch abbiamo richiesto un Consiglio straordinario su un tema particolarmente importante e stiamo sottraendo del tempo rispetto alle comunicazioni che abbiamo ricevuto dal Presidente Chiamparino, che erano piuttosto urgenti nella riunione appena conclusa.
Rispetto a questa richiesta, esprimiamo contrarietà anche perché ci sembra che stiamo cedendo a un ricatto assolutamente inaccettabile. Le forze dell'ordine hanno tutti gli strumenti e normalmente li usano - e lo posso testimoniare - per cercare di contenere i disordini o comunque per cercare di contenere i disagi che i manifestanti possono portare. Se fossero studenti, se fossero lavoratori, se fossero No TAV, li terremmo lì fuori fino alle 13; non vedo per quale motivo dobbiamo sottrarre del tempo a un Consiglio straordinario su un tema così importante.



PRESIDENTE

No, lei non sottrae del tempo, Consigliera Frediani, perché.



FREDIANI Francesca

Presidente, mi lasci finire, per cortesia! Dicevo, cedendo a un ricatto soltanto perché temiamo che ci siano dei disordini da parte di manifestanti che legittimamente protestano, ma non hanno nessun diritto maggiore rispetto ad altri manifestanti che abbiamo tenuto davanti al Consiglio al freddo fino alle 13, che è l'ora pattuita per riceverli.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Gariglio; ne ha facoltà.



GARIGLIO Davide

Grazie, Presidente.
A noi pare che la soluzione che lei ha prospettato sia di buonsenso. È ovvio che, se all'esterno c'è una situazione che può configurare anche un pregiudizio per l'ordine pubblico, questo Consiglio deve dare una mano quindi disponibilissimo a invertire le tempistiche.
I colleghi del Movimento 5 Stelle e delle minoranze hanno chiesto un Consiglio straordinario: è loro diritto averlo, e averlo con tempi adeguati a far valere le loro ragioni. Noi non abbiamo alcuna difficoltà a che il Consiglio prosegua, pur non essendo convocato, anche nella seduta pomeridiana per consentire di ricevere la delegazione. Mi permetto di dire che noi suggeriremmo di non farlo finire alle 13, se del caso, proprio per consentire a quelli che vogliono parlare di farlo nelle stesse condizioni di attenzione d'Aula e di media che garantite nel pomeriggio.
Quindi credo che si possa procedere come da lei indicato, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Gariglio.
La seduta è sospesa.



(La seduta è sospesa alle ore 10.35)


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e studenti della classe II L dell'Istituto "G. Colombatto" di Torino


PRESIDENTE

Assessore, mi scusi, ma la interrompo solo un minuto.
Saluto i docenti e gli studenti della classe II L dell'Istituto "G.
Colombatto" di Torino, ai quali auguro buona permanenza. Ci auguriamo che questa visita possa essere istruttiva.
Approfitto dell'occasione per formulare a voi e alle vostre famiglie i migliori auguri di buone feste.



(La seduta riprende alle ore 11.29)



PRESIDENTE

La seduta riprende.


Argomento: Edilizia sanitaria e ospedaliera

"Edilizia e programmazione sanitaria: individuazione fabbisogni localizzazione, dimensionamento, modalità di finanziamento riguardo la progettazione e costruzione di nuovi presidi ospedalieri sul territorio regionale" richiesta di sessione straordinaria ai sensi dell'articolo 50 del Regolamento interno del Consiglio regionale presentata da Bono Andrissi, Bertola, Berutti, Campo, Frediani, Mighetti, Porchietto, Valetti e Vignale


PRESIDENTE

La seduta di stamattina si svolge in sessione straordinaria, ai sensi dell'articolo 50, comma 1 del Regolamento interno del Consiglio regionale.
Do lettura della relativa richiesta, relativa al punto 2) all'o.d.g.: "I sottoscritti Consiglieri firmatari, ai sensi all'articolo 50 del Regolamento interno del Consiglio regionale, richiedono la convocazione straordinaria dello stesso al fine di trattare i temi afferenti a: edilizia e programmazione sanitaria: individuazione fabbisogni, localizzazione dimensionamento, modalità di finanziamento riguardo la progettazione e costruzione di nuovi presidi ospedalieri sul territorio regionale (es.
nuova Città della Salute di Torino, nuova Città della Salute di Novara Ospedale Unico ASL-VCO, Ospedale Unico Alba-Bra ASL-CN2, Ospedale Unico ASL TO5, ipotesi nuovo Ospedale Unico ASL-AL), interventi di ristrutturazione ordinaria e straordinaria del patrimonio immobiliare ospedaliero esistente con particolare approfondimento alla tipologia di contratto 'partnerariato pubblico-privato', individuazione fabbisogni, localizzazione dimensionamento, modalità di finanziamento riguardo la progettazione costruzione e gestione delle Case della Salute".
La parola al Consigliere Bono, primo firmatario della richiesta.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Iniziamo finalmente questo Consiglio straordinario richiesto dalla nostro Gruppo consiliare Movimento 5 Stelle, a mia prima firma, per parlare finalmente di edilizia sanitaria.
Presidente, ovviamente, parlerò solo quando ci sarà l'Assessore in Aula, per evidenti motivi: non mi sembra corretto iniziare una discussione di un Consiglio straordinario senza la presenza l'Assessore.
Quindi mi taccio fino a quando non arriverà l'Assessore.



PRESIDENTE

Sapete dov'è l'Assessore Saitta? Era qui.



MOTTA ANGELA



PRESIDENTE

Colleghi, l'Assessore è in aula.
Chiedo un po' di silenzio e le condizioni per iniziare questo Consiglio.
Sono le 11.30 passate e sappiamo il tempo che dobbiamo recuperare, per non perdiamone altro.
Consigliere Bono, vuole iniziare il suo intervento? L'Assessore è arrivato.
La parola al Consigliere Bono.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Dicevo che possiamo, finalmente, iniziare la seduta del Consiglio straordinario, richiesta dal Gruppo del Movimento Cinque Stelle, a mia prima firma, sull'edilizia sanitaria. Ovviamente abbiamo atteso la presenza dell'Assessore Saitta, che era già in Aula questa mattina alle 10, ma si era assentato un attimo, probabilmente, per l'audizione che si è tenuta prima.
Assessore Saitta, cari colleghi e Presidente del Consiglio, perch questo Consiglio straordinario? Perché abbiamo l'esigenza fondamentale di parlare in questo Consiglio regionale del futuro della sanità piemontese però con documenti e atti in cui il Consiglio regionale e la Commissione sanità possano incidere. Quindi non è più accettabile andare avanti con delibere di Giunta, con Accordi di Programma tra istituzioni, con protocolli che passano tutti sopra la testa dei Consiglieri regionali.
Assessore Saitta, il 24 gennaio abbiamo fatto un Consiglio dedicato al tema dell'edilizia sanitaria; oggi siamo al 12 dicembre e sono passati circa dieci mesi e mezzo. In quel Consiglio straordinario sono state approvati tre atti di indirizzo che impegnano la Giunta a delle cose molto chiare e ve li ricordo. Nella mozione n. 766 a prima firma Bono, Movimento 5 Stelle, in cui si chiedeva alla Giunta di presentare, in tempi ragionevoli (avevo scritto entro 90 giorni, ma mi era stato suggerito "tempi ragionevoli") alla Commissione competente una deliberazione consiliare regionale, contenente il Piano di edilizia sanitaria ospedaliera e territoriale a medio e lungo termine, che comprendesse tutti gli interventi di nuova costruzione, localizzati in funzione dell'ottimizzazione di bacini di utenza, tutti gli interventi di manutenzione e recupero degli immobili esistenti, il Piano di riqualificazione energetica del patrimonio edilizio sanitario, anche con i fondi europei, una previsione attendibile delle destinazioni urbanistiche per il riutilizzo delle strutture ospedaliere ospedalieri dismesse.
In questa mozione, la prima delle tre che citerò, c'è la locuzione "tempi ragionevoli". Ora, ovviamente non voglio fare battute che possono risultare antipatiche durante questo Consiglio straordinario. Siamo a dicembre 2017 e vuol dire che abbiamo ancora un anno, un anno e mezzo, ma negli ultimi quattro mesi di una legislatura difficilmente si riescono a fare cose concrete, perché sappiamo che inizierà la campagna elettorale regionale, quindi abbiamo un anno, massimo un anno e qualche mese per fare questa deliberazione, portarla in Consiglio, discuterla e votarla.
Possiamo prenderci l'impegno, con il nuovo anno, visto che adesso è Natale e siamo tutti più buoni (tra virgolette), di presentare questa deliberazione con quanto è stato richiesto? Perché credo che, passati 11 mesi, i "tempi ragionevoli" siano scaduti; noi abbiamo una pazienza, ma dopo un po', è ovvio che anche noi, nel nostro piccolo dell'opposizione, la pazienza la terminiamo e ci agitiamo un po'.
Seconda mozione, la n. 764, sempre a prima firma Bono, Momento 5 Stelle, che impegna la Giunta a prevedere, con una proposta organizzativa la creazione presso SCR di una struttura con il compito di coordinare le reti di competenza delle varie Aziende Sanitarie Regionali, in un'ottica di edilizia sanitaria. Noi, quindi, chiediamo che non vengano dilapidate le competenze acquisite dalle Aziende Sanitarie, che hanno già avuto esperienze precedenti di edilizia sanitaria (penso all'ASL Biella con l'ospedale nuovo e all'ASL di Cuneo 1 con l'ospedale di Mondovì), ma forse stiamo andando nella direzione contraria, nel senso che la Città della Salute di Torino sarà la stazione appaltante del suo ospedale probabilmente anche per quanto riguarda l'Azienda ospedaliera di Novara (anche se non mi è ben chiaro come); mentre per il VCO e Moncalieri l'Ospedale Unico del Verbano Cusio Ossola, l'Ospedale Unico dell'ASL TO5 di Moncalieri - non ho ben capito chi sarà la stazione appaltante, se sarò SCR o le ASL.
Cerchiamo di fare rete ed economie. Le competenze acquisite non si possono sprecare. Costruire un ospedale non è una cosa da tutti i giorni soprattutto un ospedale grande.
Questa mozione, quindi, chiede di organizzare una rete di competenze in SCR o non so dove (in Assessorato non lo vedevo come ipotesi fattibile) per riuscire a costruire quei contratti, di cui affronteremo il tema, di partenariato pubblico-privato, che sono contratti complessi in cui il contratto vincola, per 25 anni, le Aziende del nostro territorio a corrispondere un canone di disponibilità che potrà drenare risorse che servono invece ai servizi sanitari.
Costruire un ottimo contratto, quindi, perfetto ed eccellente, è fondamentale.
La terza mozione, giusto per non citare solo il gruppo Movimento 5 Stelle, è la mozione n. 786, a prima firma Ravetti, che, guarda caso, è anche Presidente della IV Commissione, oltre che autorevole esponente del partito principale di maggioranza, che chiede sostanzialmente le stesse cose: presentare un'analisi dettagliata dei costi di gestione delle strutture esistenti e presentare studi appropriati per la realizzazione di nuove strutture ospedaliere in sostituzione di quelle esistenti, motivando tutte le scelte assunte, ivi comprese quelle che prevedono il ricorso al partenariato pubblico-privato.
Sostanzialmente, quindi, si tratta di mozioni votate all'unanimità che chiedono cose ben precise all'Assessore Saitta.
Oggi, per discutere nel merito di tutte le vicende di edilizia sanitaria non mi basterebbero dieci minuti, me ne servirebbero molti di più, però lei sa che noi abbiamo delle perplessità consistenti sul partenariato pubblico-privato, perché, come è stato detto più volte, è una metodologia abbastanza recente, che in passato ha dato degli esiti molto negativi. Pensiamo a ospedali il cui costo nel tempo è lievitato da 200 milioni a più di un miliardo; o pensiamo agli ospedali della Toscana, in cui c'è l'ipotesi, da parte della società che ha costituito il veicolo finanziario previsto dal decreto legislativo 50/2016 del Codice degli Appalti, di vendere la Società veicolo e quindi - tra virgolette - la disponibilità dell'ospedale a fondi di investimento arabi.
Le società che hanno realizzato i quattro ospedali toscani (Astaldi Tecnimont e Pizzarotti) hanno detto: "Noi siamo costruttori, realizziamo gli ospedali e poi la gestione non ci interessa, cioè non facciamo quello come core business, ma facciamo altro".
Dentro i costi del partenariato pubblico-privato sono annegati costi ben evidenti, quando si fa semplicemente la moltiplicazione del canone di disponibilità per gli anni dello stesso. Ci sono i costi degli interessi del prestito bancario che la società finanziaria fa, ma c'è anche la remunerazione del privato, oltre che tutti i rischi.
Noi abbiamo fatto dei calcoli molto rapidi e molto veloci: abbiamo moltiplicato il canone della Città della Salute, che dovrebbe essere 28,37 milioni di euro, per 25 anni (non "ivato" e senza considerare i canoni di energia e calore) e abbiamo ottenuto una cifra di 780 milioni di euro, a fronte di un finanziamento privato di 306. Ben più del doppio! È vero che ci sarebbero, comunque, i costi del mutuo e li abbiamo stimati in 130/140 milioni, ma arriveremo comunque a 430 milioni.
Abbiamo messo dentro anche i costi di manutenzione, perché nel partenariato pubblico-privato sono annegati nel canone di disponibilità i costi di manutenzione, ma è evidente che i costi di manutenzione di una struttura nuova, non dico che sono pari a zero, ma auspicabilmente sono molto bassi: la struttura è nuova, quindi non dovrebbero cadere pezzi di muro e non ci dovrebbe essere grandi costi. Abbiamo esagerato: quattro milioni di euro all'anno di manutenzione per 25 anni fanno 100 milioni, e arriviamo a 530 milioni. Ci sono ancora 250 milioni di remunerazione del privato.
Mi sembra un po' tantino, nel senso che stiamo progettando quattro ospedali (Città della Salute di Torino, Città della Salute di Novara l'Ospedale Unico del VCO e l'Ospedale Unico di Moncalieri; forse potrebbe partire anche il quinto nella provincia di Alessandria) e andiamo a legare per 25 anni, mani e piedi alle nostre principali Aziende Sanitarie della Regione a dei privati che faranno, fortunatamente, solo attività non sanitarie, quindi sono l'attività di facility management, quale riscaldamento, energia e raffrescamento, però le vincoliamo per 25 anni a quel campo.
È una scelta difficile e complicata, e poi per cosa? Sostanzialmente per aggirare le norme sul limite dell'indebitamento pubblico, perché la norma del project financing del partenariato pubblico-privato nasce a livello anglosassone e viene portata in Italia per aggirare i limiti di indebitamento. Si dice che la Regione non può più fare debiti e che le ASL (sicuramente la Città della Salute di Torino no, perché è in piano di rientro) non possono fare debiti e quindi, pagando un canone, magicamente non compare più nella spesa per il debito, ma compare nella spesa corrente come se fosse un canone di affitto.
È evidente che è un aggirare le norme sull'indebitamento, ma è un debito, un debito più alto e per più lungo tempo, 25 anni.
Noi, quindi, delle perplessità ce l'abbiamo. Si parla anche di minori tempistiche, per quanto riguarda l'adozione del partenariato pubblico privato.
Purtroppo abbiamo l'esempio del grattacielo di Torino, che è lì immobile e non si sa dove andrà e dove finirà, quindi non è neanche vero che i tempi sono ridotti.
Si parla di strutture realizzate meglio perché si deve gestire poi la manutenzione, ma, come ho detto, c'è la possibilità, da parte della società veicolo finanziaria, di vendere il pacchetto ad altri, quindi non è detto che siano neanche così interessati a farlo proprio bene l'ospedale, perch dicono: "Io lo faccio, intasco subito perché vendo poi il pacchetto finanziario a un fondo di investitori privati e chi s'è visto s'è visto con una terza remunerazione".
Quindi, francamente noi delle perplessità le abbiamo e in un Consiglio straordinario, Assessore Saitta, è ovvio ed evidente che è difficile parlare in maniera compiuta di tutti i punti e di tutti i temi.
Bisognerebbe toccare tutti i singoli ospedali e credo che alcuni dei colleghi che interverranno parleranno delle singole realtà.
Noi presenteremo almeno tre ordini del giorno sul tema, per poter allargare un po' la discussione, ma è evidente che chiediamo questo a lei al Vicepresidente Reschigna e al Presidente Chiamparino: presentateci un documento, una deliberazione consiliare che preveda la programmazione edilizia sanitaria con il numero di posti letto, perché una cosa che non abbiamo capito è chi ha deciso che la Città della Salute di Torino debba avere la metà dei posti letto che aveva prima.
Novara manterrà i posti letto, Moncalieri non lo sappiamo perché non siamo riusciti a ottenere una bozza o uno straccio di documento per oggi nonostante l'avessimo chiesto all'Assessorato. Il Verbano Cusio Ossola addirittura aumenta i posti, da 265 a 330, e di questo siamo contenti. La Città della Salute di Torino passa da 2.330 a 1.040. Vorremmo sapere chi ha deciso questo taglio. Chi l'ha deciso? Non chiediamo la luna, ma solo di poterci confrontare in Commissione, perché anche lei può capire che richiedere ogni volta un Consiglio straordinario è utile per iniziare a trattare un tema, ma non è utile per arrivare a qualcosa di compiuto.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Bono.
La parola all'Assessore Saitta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Poiché è stato chiesto un Consiglio dedicato all'edilizia sanitaria interverrò puntualmente sulle questioni che sono state indicate e colgo quest'occasione anche per anticipare il contenuto di una deliberazione che sarà assunta dalla Giunta e poi presentata al Consiglio. Quindi, pensavo di utilizzare questa occasione per un'anticipazione del lavoro che stiamo concludendo in questi giorni.
Però, prima di entrare nel merito, volevo soffermarmi su un aspetto che il collega Bono nel suo intervento trascura: quando si vuole realizzare un'opera pubblica, bisogna tenere conto della situazione di fatto. A tutti piacerebbe avere la realizzazione di un'infrastruttura con le modalità classiche alle quali siamo abituati, ma il collega sa perfettamente, perch ha un forte legame anche con le vicende politiche nazionali, che è ormai da parecchi anni che non viene più rifinanziato l'articolo 20 della legge Donat Cattin. Sostanzialmente non ci sono più risorse sufficienti per rinnovare il parco, che ormai è vetusto, della sanità e degli ospedali.
Non essendoci risorse nella misura sufficiente per realizzare ospedali e non essendoci altre leggi che hanno queste finalità, è chiaro che bisogna immaginare - come hanno fatto altre Regioni con modalità diverse - di realizzare opere pubbliche con modalità innovative previste dal Codice degli appalti. Il partenariato pubblico-privato è una modalità prevista dal Codice degli appalti e, nel caso del Piemonte, parte dalla constatazione che non ci sono più le risorse per realizzare completamente un'opera pubblica a totale carico dello Stato.
Se non siamo d'accordo su questo, che è un dato di fatto, è chiaro che possiamo discutere di qualunque cosa; ognuno potrebbe esprimere un gradimento, ma il punto è questo. Si vuol fare un ospedale? L'unica modalità oggi è quella del partenariato pubblico-privato, a meno che il collega Bono mi faccia notare che abbiamo dimenticato qualche legge che finanzia l'edilizia sanitaria. Se è così, mi ricredo immediatamente, ma non credo che sia in grado di dare questa informazione, perché sarebbe obiettivamente.
BONO Davide (fuori microfono) A Roma ci siete voi!



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Sì, però il dato è questo. Uno può fare le battaglie politiche, ma il dato è questo. C'è una legge che finanzia nel modo classico gli ospedali? No. Non essendoci questo, come si fanno gli ospedali? Con le modalità che abbiamo indicato.
Vediamo le questioni puntuali che sono state poste e, in parte, anche oggetto di comunicazioni in quest'Aula per questioni singole.
Il primo investimento importante è quello del Parco della Salute, della Ricerca e dell'Innovazione di Torino. Tra l'altro, ieri (come sappiamo tutti) è stato approvato dal Consiglio comunale l'accordo programmatico cioè la variante al Piano Regolatore. E' un fatto sicuramente importante che accelererà le procedure per arrivare all'affidamento dei lavori.
Per la realizzazione del Parco della Salute è stata definita la seguente articolazione: su 193.073 metri quadri di superficie territoriale di proprietà della Regione Piemonte troveranno spazio le strutture di 4 poli, per una superficie di 176 mila metri quadri, e 15 mila metri quadri destinati ad attività commerciale e di servizio.
In più, su 124.277 metri quadri di superficie territoriale di proprietà delle Ferrovie dello Stato - più precisamente, di Società FS Sistemi Urbani troveranno spazio residenze universitarie, attività ricettive commerciali e di servizio per un totale di 62.139 metri quadri.
Questo è contenuto nell'accordo di programma approvato ieri e su questo non c'è nessuna novità, perché ormai è un atto anche del Consiglio comunale di Torino.
Il progetto prevede la realizzazione di quattro poli funzionali strettamente interconnessi: il polo della sanità e della formazione clinica, che ha una superficie di 127 mila metri quadri, di cui 5.000 dedicati alla formazione clinica, e una capienza complessiva di posti letto di 1.040 - poi dirò qualcosa sui posti letto - più 70 tecnici.
Il secondo polo è quello della ricerca, che ha una superficie di 10.000 metri quadri ed è dimensionato per un'utenza di circa mille persone fra personale docente, assistenti, dottorandi e personale ausiliario; il Polo della didattica, che ha una superficie di 31.000 metri quadri dedicati all'attività afferente ai corsi di laurea magistrale a ciclo unico, ai corsi di laurea triennali e ai corsi di laurea specialistici in medicina e delle professioni sanitarie, per un'utenza di 5.000 studenti; e il Polo della residenzialità d'ambito, che ha una superficie di 8.000 metri quadri per i servizi di foresteria e, per gli ospiti in permanenza temporanea, 190 posti alloggio.
La realizzazione del Parco della Salute è articolata in due lotti. Il primo lotto comprende il Polo della sanità, della formazione clinica e quello della ricerca; il secondo lotto è quello della didattica e della residenzialità.
Il nuovo ospedale conterrà tutte le specialità e le funzioni previste per gli ospedali hub come DEA di secondo livello, oltre a tutte le funzioni di altissima specializzazione da concentrarsi in quella sede, visti l'alto costo e la stretta relazione tra volumi ed esiti. Sostanzialmente, il Parco della Salute avrà le caratteristiche di un DEA di secondo livello, ma conterrà tutte le specialità ad alta complessità (così le abbiamo definite) Il costo complessivo del Parco della Salute, tra finanziamento pubblico e finanziamento privato, è parimenti noto ed è di 569.498.745, cifra composta da due voci: la parte della realizzazione degli edifici e della bonifica dell'area ammonta a 456 milioni, la parte di tecnologia e arredi a circa 113 milioni.
Il finanziamento è in parte dello Stato e in parte della Regione; il resto, com'è stato ricordato, è un finanziamento privato attraverso il partenariato. Di questi 569 milioni, 305 sono il finanziamento privato e il resto è un finanziamento tra Stato e Regione.
Noi partiamo immediatamente con il primo lotto, cioè la realizzazione degli edifici e della bonifica, che ha un valore di quasi 456 milioni.
L'intervento dello Stato è di 142.478.000 e quello della Regione, che abbiamo deliberato negli atti di bilancio, è di 7.500.000: il finanziamento pubblico, quindi, è di quasi 150 milioni e il finanziamento privato è di 306 milioni.
L'importo complessivo di questo primo lotto - edifici e bonifica dell'area - comprende la bonifica dell'area attraverso una procedura ordinaria di appalto: sarà la Regione che farà la bonifica in modo da evitare quello che è capitato in altri luoghi che lei citava, dove i siti non sono stati bonificati e iniziava un contenzioso con l'impresa. Noi vogliamo consegnare all'impresa che realizzerà l'opera un'area già bonificata e quindi la bonifica, che avrà un costo pari a 18.480.000 (costo contenuto nel quadro economico e quindi finanziato in parte dallo Stato e in parte dalla Regione), avverrà direttamente attraverso una procedura ordinaria della Regione Piemonte.
Il partenariato prevede appunto la realizzazione degli edifici, la manutenzione e la gestione del riscaldamento. Come dicevo prima, il finanziamento statale per questa parte qui (cioè la parte di questo lotto degli edifici e della bonifica) è di 125 milioni, quello regionale di 6.575.000 e quindi quello privato è di 306 milioni.
Sulla base dell'analisi di fattibilità che è stata fatta utilizzando le nostre società, e che è stata oggetto non soltanto di una valutazione interna ma anche, ormai, attraverso un lavoro che dura da qualche tempo esaminato positivamente dal Nucleo di valutazione (quindi dal Ministero della Salute e dal Ministero dell'Interno), il contributo pubblico in conto capitale ammonta a quanto vi ho detto. Il canone annuo è ipotizzato, come il collega Bono prima ricordava, per 28.370.000 e la durata della concessione è di 25 anni.
Io, però, vorrei anche dare qualche informazione dal punto di vista del percorso amministrativo. Il Parco della Salute, cioè, non nasce oggi: la discussione, come sapete, è una discussione antica. Ed era stato addirittura firmato un Accordo di Programma per i due ospedali, cioè per il Parco della Salute e per la Città della Salute e della Scienza di Novara attraverso un protocollo che poi nel tempo non era stato utilizzato - posso dire così? - perché la discussione si era concentrata prevalentemente sulle soluzioni da dare. Si erano susseguiti, quindi, tanti progetti, tanti studi, tanti master plan: la Regione è piena di questi studi, c'è un progetto del Comune di Torino e ce n'è un altro fatto dalla Città della Salute. Dopo tanti studi, di fatto non è capitato nulla e quei soldi sono rimasti in qualche maniera "congelati".
Quando siamo arrivati avevamo un timore, anche perché avevo fatto una domanda al Ministero della Salute sulla fine che avevano fatto quei soldi.
Voi sapete infatti che, quando i soldi non vengono utilizzati, la prima cosa che capita è che il Governo li utilizza per altro; cosa sacrosanta perché non si possono tenere dei soldi congelati per tanti anni. A ogni modo, siamo riusciti a riprendere, a "riacciuffare" quell'Accordo di Programma e quelle risorse che in tutti gli anni precedenti non erano state utilizzate, nel senso che non era mai stato presentato per il Parco della Salute di Torino uno studio di fattibilità, un progetto in grado di bloccare quelle risorse.
Abbiamo bloccato quelle risorse, il 26 marzo 2015, quando abbiamo sottoscritto un protocollo tra Regione Piemonte, Città di Torino Università degli Studi di Torino, Azienda ospedaliera universitaria e Sistemi Urbani di Ferrovie dello Stato, abbiamo iniziato e abbiamo continuato velocemente per dare corso al contenuto di quella intesa attraverso una Cabina di Regia che ha coinvolto tutti i soggetti interessati.
Il 2 novembre 2016 abbiamo approvato lo studio di fattibilità, che è stato immediatamente inviato al Ministero per le sue valutazioni.
Successivamente, abbiamo assunto altri atti coerenti con quello che era stato deciso in quell'Accordo di Programma e il 3 maggio 2017 il Nucleo di Valutazione del Ministero dalla Salute, verificato lo studio di fattibilità, il contenuto, l'organizzazione ospedaliera e la coerenza con gli atti della programmazione, ha espresso parere favorevole.
Il 24 luglio 2017, sulla base di quello che ha indicato il Nucleo di Valutazione, abbiamo rivisto quell'Accordo di Programma per renderlo coerente, perché c'erano indicazioni di incoerenze; l'abbiamo messo a posto e poi abbiamo avviato tutte le procedure per la variante urbanistica, che si è conclusa con la votazione di ieri, da parte del Consiglio.
Voi sapete che, nel frattempo, è avvenuta anche una modifica del Codice degli appalti e il Nucleo di Valutazione del Ministero della Salute, che si è riunito lunedì scorso, ha espresso un parere favorevole e definitivo.
Quanto prima, il parere del Nucleo di Valutazione, che è propedeutico alla firma dell'Accordo di Programma, sarà inviato alla Conferenza Stato Regioni, in modo che si possa, immediatamente dopo, firmare l'Accordo di Programma e quindi disporre concretamente delle risorse necessarie per il Parco della Salute di Torino. A quel punto, si potrà davvero procedere per la gara d'appalto, con le modalità indicate.
La situazione del Parco della Salute è questa. Variante approvata Nucleo di Valutazione parere positivo, invio alla Conferenza Stato-Regioni per la firma dell'Accordo di Programma con il Governo, e qui c'è la parte pubblica delle risorse, quindi si può mettere in moto il meccanismo del partenariato pubblico-privato.
Poi c'è la Città della Salute e della Scienza di Novara: 390 mila metri quadri di superficie territoriale, come sapete, 134 mila di proprietà della Regione Piemonte e 256 mila da espropriare. Di tali aree verranno edificati 163 mila metri quadri; i restanti 227 mila saranno destinate a verde e verranno realizzati i parcheggi necessari, che sono circa 1.700 posti.
Dal punto di vista dell'organizzazione della Città della Salute, sono previste cinque tipologie funzionali: la struttura ospedaliera con 711 posti letto; la struttura universitaria didattica e ricerca che ha una superficie di 9.871 metri quadri; la Casa della Donna e del Bambino con una superficie di 13.411 metri quadri (ospiterà le attività afferenti, le branche specialistiche di ostetricia e ginecologia, in più pediatria e terapia intensiva neonatale); un edificio per i servizi di 12.435 metri quadri e un incubatore di impresa con una superficie di 1.209 metri quadri.
Il costo di questa infrastruttura è di 320 milioni e 290 mila euro per la parte relativa agli edifici e la bonifica delle aree. Per la parte delle tecnologie, è di 33 milioni e 863 mila. Ripeto, per la parte degli edifici della bonifica, il costo complessivo è 320 milioni e 290 mila, per la parte delle tecnologie è di 33 milioni e 863.224 euro.
La modalità definita in passato è quella del partenariato pubblico privato. Qui è previsto un finanziamento, da parte dello Stato relativamente alla realizzazione dell'edificio e alla bonifica dell'aria di 93 milioni e 375 mila, cioè la parte relativa alla realizzazione dell'opera. La procedura è identica a quella che abbiamo seguito per il Parco della Salute; anzi, anticipo, ha subito un rallentamento perch essendo stata modificata dal Codice degli appalti, si è dovuto calibrare il peso dall'intervento pubblico e privato, in relazione a quello che prevede il Codice degli appalti.
Il contributo pubblico complessivo è di 93 milioni e 375 mila; quello della Regione è di cinque milioni e 274 mila. Dal punto di vista della procedura, abbiamo anche qui parlato diverse volte. Lunedì scorso il Nucleo di Valutazione ha espresso il giudizio definitivo favorevole e, anche per quanto riguarda questa importante opera, è stata inviata - mi pare nella giornata di oggi - alla Conferenza Stato-Regioni in modo che sia approvata perché l'approvazione è propedeutica alla firma dell'Accordo. Si pu firmare l'Accordo. Anche qui ci sarà la disponibilità concreta per avviare le procedure di gara d'appalto, e parlo evidentemente dell'edificio su quale siamo pronti.
Queste sono le situazioni. Potrei anche soffermarmi, ma non lo faccio sulla complessità del percorso per la Città della Salute e della Scienza di Novara nei rapporti anche con il Ministero e i diversi passaggi che sono stati fatti negli anni col Ministero della Salute, ma evito, l'importante è il risultato. Oggi le due opere sono allo stesso livello: Conferenza Stato Regioni e firma dell'Accordo di Programma e quindi avvio delle procedure di gara.
Nuovo ospedale unico dell'ASL TO 5.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi dell'Istituto Tecnico Industriale "G. C. Faccio" di Vercelli


PRESIDENTE

Assessore, mi scusi,ma la interrompo solo un minuto.
Saluto i docenti e gli studenti della classe II dell'Istituto Tecnico Industriale "G. C. Faccio" di Vercelli, ai quali auguro buona permanenza.
Ci auguriamo che questa visita possa essere istruttiva.
Approfitto dell'occasione per formulare a voi e alle vostre famiglie gli auguri di buone feste.


Argomento: Edilizia sanitaria e ospedaliera

"Edilizia e programmazione sanitaria: individuazione fabbisogni localizzazione, dimensionamento, modalità di finanziamento riguardo la progettazione e costruzione di nuovi presidi ospedalieri sul territorio regionale" richiesta di sessione straordinaria ai sensi dell'articolo 50 del Regolamento interno del Consiglio regionale presentata da Bono Andrissi, Bertola, Berutti, Campo, Frediani, Mighetti, Porchietto, Valetti e Vignale (seguito)


PRESIDENTE

Assessore, le chiedo scusa per l'interruzione.
Può proseguire nella sua relazione.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Nessun problema.
Eravamo rimasti all'Ospedale Unico dell'ASL-TO5. Innanzitutto, è nostra intenzione affidare l'incarico di stazione appaltante a SCR (è stata fatta una domanda). Peraltro, dell'Ospedale unico dell'ASL TO5 abbiamo discusso in diverse occasioni, per cui non è una novità. Sappiamo perfettamente perché è stato anche oggetto di un confronto molto approfondito - che sarà a cavallo tra il Comune di Moncalieri e quello di Trofarello, in una zona collocata a sud, lambita dalla ferrovia e dal Movicentro (non mi soffermer su questioni che sono arcinote).
La dimensione del sito oggetto di analisi è un'area totale di 120.000 metri quadri; tale area è superiore di molto alle dimensioni necessarie nella variante urbanistica (che farà, evidentemente, il Comune) occorrerà definire puntualmente la localizzazione del nuovo ospedale.
Il nuovo ospedale conterrà tutte le specialità e le funzioni previste dal DM n. 70 per gli ospedali spoke con DEA di primo livello. Il DM n. 70 per fortuna, ha risolto molte questioni inerenti alla progettazione di un ospedale, perché prevede, in modo obbligatorio, le specialità da includere.
Il nuovo ospedale servirà una popolazione di 310 mila abitanti e i posti letto saranno 406 per acuti, di cui 47 in degenza diurna e 28 di post acuzie, per un totale di 434, più 62 posti tecnici (culle, dialisi, OBI eccetera).
Questo è il quadro di dimensionamento che abbiamo fatto studiare non soltanto in termini numerici, ma anche in termini di organizzazione ospedaliera.
Siamo pronti, sostanzialmente, per approvare lo studio di fattibilità anche per Moncalieri. Abbiamo definito, innanzitutto, le grandezze di massima, finalizzate a verificare l'attuabilità urbanistica e la fattibilità economica.
Il quadro totale dei costi, per quanto riguarda l'ospedale unico, per opere edili, nodi tecnologici (non tecnologia) e parcheggi, comprese le somme a disposizione, che sono obbligatorie, di quasi 189 milioni tecnologia ed arredi per 36 milioni, è di quasi 225 milioni. Anche qui, la modalità che pensiamo di adottare è quella del partenariato pubblico privato; l'entità del finanziamento pubblico necessario per avviare il partenariato pubblico-privato è di 53.900.000.
Dal punto di vista del procedimento amministrativo, come voi sapete, a novembre 2014 abbiamo approvato l'accordo di programma con le Amministrazioni comunali interessate; il 23 novembre è stato siglato il protocollo d'intesa tra la Regione Piemonte. Abbiamo anche localizzato l'area con una delibera del 17/10/2016.
Per quanto concerne la parte del finanziamento pubblico, non essendo stato rifinanziato l'articolo 20 della cosiddetta "legge Donat Cattin" abbiamo affrontato l'altra questione, ossia: come finanziamo la parte pubblica, la quota pubblica? Abbiamo dunque fatto un lavoro all'interno dall'Amministrazione regionale, che si è configurato come segue: abbiamo fatto un esame attento dell'utilizzo dei fondi assegnati negli anni passati ai sensi dell'articolo 71 di una legge del 1998, quella dei fondi sanitari per le aree metropolitane proprio destinati alla riorganizzazione e riqualificazione dei grandi centri urbani. Attraverso questo esame (esame che abbraccia diversi anni, più di un decennio, se non erro), sono emerse consistenti economie negli interventi conclusi. È altresì emerso che non pochi interventi, pur essendo stati finanziati addirittura 15 anni fa, non sono stati realizzati e sono ormai superati a seguito delle diverse esigenze programmatiche.
Attraverso questo lavoro di analisi attenta delle economie non utilizzate ai sensi dell'articolo 71 della legge n. 448, abbiamo predisposto un piano di rimodulazione dei fondi dell'articolo 71, che presenteremo evidentemente al Consiglio e che consente di destinare le risorse che sono il risultato della rimodulazione all'Ospedale unico della TO5. La quota pubblica, quindi, viene garantita attraverso questa rimodulazione di finanziamento.
Passiamo all'Ospedale del VCO. Anche di questo ne abbiamo discusso in più occasioni; è un tema arcinoto. Ornavasso è il luogo dove verrà realizzato l'investimento. Ometterò, anche per questa struttura, di citare gli atti assunti con le Amministrazioni comunali. Non parlerò, quindi, del passato - del resto, l'abbiamo già fatto molte altre volte - perché non avrebbe molto senso.
Il presidio avrà una superficie complessiva di 47.000 metri quadri così ripartita: 16.500 metri quadri per la degenza, 14.000 per diagnosi e terapia, 1.000 per l'accoglienza, 4.600 per l'area di servizi di supporto logistico, 1.000 metri quadri per l'area di servizi di supporto amministrativo e dirigenziale, 9.900 metri quadri per il connettivo primario, centrali e sottocentrali tecnologiche.
Il nuovo ospedale conterrà tutte le specialità e le funzioni previste per gli ospedali spoke con DEA di primo livello, così come definiti - anche in questo caso - dal DM 70 del 23 gennaio 2015. Il nuovo ospedale servirà una popolazione di 171.400 abitanti; la dotazione complessiva dei posti letto è di 330, di cui 32 di day hospital e day surgery e 53 posti tecnici (20 culle, 25 per dialisi e otto per le osservazioni brevi intensive).
Il costo complessivo dell'Ospedale del VCO è di 178 milioni, fatto di due componenti: opere edili (149 milioni) e tecnologie (circa 30 milioni).
Il costo di investimento complessivo per la realizzazione di quest'opera lo abbiamo già annunciato - sarà quello del partenariato pubblico-privato.
Abbiamo già presentato parecchio tempo fa al Ministero lo studio di fattibilità per ottenere il finanziamento della quota pubblica del 30 per cento, perché anche qui non è stato rifinanziato (come nel caso precedente) l'articolo 20 della legge Donat Cattin. Anche in questo caso, noi abbiamo l'opinione - evidentemente la sottoporremo al Consiglio nella delibera che stiamo predisponendo - che, a causa di questo mancato rifinanziamento, la Regione intenda utilizzare, per coprire la parte pubblica (cioè per la parte che è di 43.120.000 euro), parte del Fondo per lo sviluppo e la coesione, oppure un apposito mutuo. Questo per il VCO.
Colgo però questa occasione per dare qualche informazione precisa, che sarà anche questa oggetto della deliberazione, perlomeno in termini di ricognizione, sull'Ospedale di Verduno, Alba e Bra. Anche qui non mi soffermo sul contenuto del dibattito e sulle opinioni che sono state espresse; parliamo di 220.000 metri quadri di superficie territoriale, le strutture avranno una superficie complessiva di 110.000 metri quadri. Qui vi racconto il tema che abbiamo affrontato e poi vi dico anche le questioni che bisogna ancora affrontare, perché le opere bisogna completarle, al di là delle opinioni che si possono esprimere.
Il Piano economico finanziario l'abbiamo dovuto rivedere negli ultimi anni, perché quando abbiamo iniziato a occuparci di questo tema non c'erano le risorse sufficienti per continuare l'opera, quindi in questo periodo che cosa abbiamo fatto? Abbiamo dovuto anticipare 25.822.000 euro di risorse sul valore degli immobili, perché il quadro economico conteneva la vendita delle due strutture, che verranno abbandonate. Era previsto questo; era una modalità sempre difficile da realizzare e quindi abbiamo dovuto fare anticipazioni per 25.822.000 euro.
Poi c'è stato un grande contenzioso con l'impresa, ci sono state parecchie varianti,come voi sapete; alla fine l'Amministrazione regionale per il completamento di questa struttura, oltre ai 25.822.000 euro, ha messo a disposizione ancora 9.642.550 euro e recentemente ancora due milioni, sempre per quanto riguarda le varianti.
Il Piano economico. Anche qui voi sapete come è stata realizzata l'opera. Il procedimento amministrativo è un procedimento vecchissimo: parte dal 2003. È chiaro che non ripercorro tutte le fasi che si sono susseguite; a ogni modo, tale procedura è stata molto travagliata. L'opera dal punto di vista edile e dei nodi tecnologici, è ormai completamente finanziata e quest'operazione di finanziamento è potuta avvenire esclusivamente perché abbiamo lavorato per economie, ma anche perch l'uscita dal Piano di rientro ha permesso di sbloccare delle risorse che venivano mantenute. Quindi, per quanto riguarda l'Ospedale di Verduno, la realizzazione dell'opera è completamente finanziata.
Vi è ancora una parte relativa alle tecnologie, perché le tecnologie nel quadro economico di allora, non erano state finanziate. La stima che ha fatto l'ASL Cuneo 2, stazione appaltante, è che le tecnologie hanno un valore di 25 milioni. È una stima di massima, ovviamente avrà un valore minore spostando altre tecnologie negli ospedali esistenti, però in ogni caso bisogna evidentemente avere delle risorse a disposizione per le nuove tecnologie.
Noi pensiamo di finanziare quello che è necessario per le tecnologie attraverso una serie di modalità: innanzitutto un contributo della Fondazione del Nuovo Ospedale; un contributo della Ferrero S.p.A.; una quota a carico dell'ASL Cuneo 2 con accensione di un mutuo; una quota con risorse del Fondo Sanitario Regionale. La quota relativa alla radioterapia per complessivi 3,5 milioni verrà finanziata attraverso uno specifico intervento in sinergia tra la Regione Piemonte, la Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo e la Fondazione Nuovo Ospedale.
Quindi, relativamente all'Ospedale di Verduno, completato il finanziamento della realizzazione dell'opera, per le tecnologie sono state indicate le modalità concrete di finanziamento per quanto riguarda le tecnologie, quindi oggi siamo praticamente nelle condizioni di poter dire che l'impegno che ci siamo assunti e che il Presidente ha ribadito in diverse occasioni - autunno 2018, completamento dell'opera - avverrà perch il finanziamento è completo.
Vi è poi un'altra grande questione, che è quella relativa all'Ospedale Valle Belbo. L'Ospedale della Valle Belbo nasce come struttura ospedaliera I cambiamenti che sono avvenuti nella programmazione, attraverso il DM 70, hanno portato a una rivisitazione del ruolo di questo presidio, cioè il presidio nella Valle Belbo perde la sua originaria valenza ospedaliera, in quanto l'unico ospedale previsto nella programmazione è l'ASL di Asti, cioè il Massaia; quindi, questa struttura avrà le caratteristiche, attraverso la riconversione (anche per questo abbiamo già assunto la delibera di Giunta ma arriveremo in Consiglio, con un'apposita deliberazione), e acquista caratteristiche diverse.
In sostanza, il nuovo presidio, che sarà un presidio territoriale, avrà un'attività dell'emergenza, cioè la nuova struttura diventerà il polo principale di risposta del Distretto per l'urgenza di bassa complessità (in qualche caso, anche per la media); per l'alta complessità, invece rimangono fermi gli attuali riferimenti dei DEA di primo e di secondo livello.
Sempre nell'aria di emergenza e per i casi di emergenza e urgenza verrebbe garantita la copertura h24 da parte della rete del 118 con un'ambulanza medicalizzata; nel nuovo presidio si concederebbe il PPI l'ambulanza medicalizzata e il polo di continuità assistenziale, quindi viene garantita una presenza continua, la presenza del medico di emergenza presso il PPI e il 118 permetterebbe anche una copertura medica festiva e notturna per i ricoverati dell'area residenziale.
Verrà anche realizzato l'elisuperficie; poi c'è l'area specialistica e sede distrettuale, Poliambulatorio specialistico, Radiologia con il mantenimento di tutta la diagnostica oggi presente presso l'Ospedale di Nizza, quindi TAC, ecografie, mammografie, screening, RRF, dialisi di assistenza limitato, Centro di salute mentale, servizi di front-office con il cittadino, attività di coordinamento della struttura; poi c'è la l'area residenziale territoriale al servizio di tutta l'area. Ciò significa l'hospice, il trasferimento dell'hospice e il potenziamento dell'hospice che è stato aperto recentemente nell'Ospedale di Nizza (con il passaggio da sei a otto posti), la continuità assistenziale, 40 posti letto di continuità assistenziale e l'ospedale di comunità, sempre all'interno di questa struttura di 10-12 posti letto.
Il procedimento amministrativo. Anche qui, semplifico il percorso, che è noto, e le opinioni che abbiamo espresso in diverse occasioni su quella scelta puntuali.
C'è però un elemento importante: sapete che i lavori sono stati interrotti, perché a un certo punto delle procedure, addirittura senza una delibera - non vorrei sbagliarmi, ma mi pare che sia così - con una semplice lettera, il quadro economico (parlo di chi mi ha preceduto, nel passato) fu modificato, non essendoci le risorse né il Piano di rientro, e venne comunicato dall'Assessore Monferino di sospendere, perché non c'erano più risorse. Di fatto questo ha determinato il blocco dell'opera, perch non c'erano risorse per poter andare avanti. Il contenzioso è stato aperto.
Che cosa abbiamo fatto nel frattempo e che cosa faremo? Abbiamo trovato le risorse e abbiamo messo a disposizione le risorse che la Giunta precedente aveva eliminato, per cui i lavori erano stati bloccati; parlo di 18 milioni, che sono stati già rimessi nel quadro economico, quindi già decisi, già deliberati. Ripeto, 18 milioni che non c'erano, cioè non c'era il finanziamento; l'opera era stata bloccata perch non c'era il finanziamento. Quindi abbiamo fatto quest'azione.
Inoltre, abbiamo autorizzato l'Azienda ad accendere un mutuo di dieci milioni, con questa operazione: 18 milioni del Fondo sanitario, attraverso l'economia che abbiamo realizzato; parliamo sempre di economia realizzata in questi anni. I 18 milioni più il mutuo consentono di coprire completamente il quadro economico che ha caratteristiche simili a quello precedente.
Quindi, oggi, l'Azienda Sanitaria è in grado di poter riprendere i lavori, di avviare le procedure per la scelta della nuova impresa e le risorse per poterlo completare ci sono, mentre prima non c'erano. Ci tengo a sottolinearlo, perché parliamo di risorse importanti.
Ultimo riferimento è a una struttura, il Presidio ospedaliero dell'ASL Cuneo 1; Piani Direttori dei presidi ospedalieri dell'Area Nord, mi riferisco alla zona di Fossano, di Saluzzo e di Savigliano. Ne parlo perch il Direttore dall'Azienda Sanitaria ha presentato un progetto che ha chiamato "Piani direttori dei tre presidi ospedalieri", finalizzato al potenziamento e all'integrazione dei tre ospedali, cioè l'ASL Cuneo 1.
Secondo le indicazioni che noi abbiamo dato, ha lavorato con questi Piani per riordino della rete locale, finalizzata affinché l'Ospedale di Fossano fosse adibito alla riabilitazione di secondo e terzo livello (lungodegenza procreazione assistita, radiologia e ambulatori), affinché l'Ospedale di Saluzzo fosse potenziato e integrato con quello di Savigliano; i due ospedali condividono già alcune funzioni sanitarie nella logica di ospedale unico. L'Ospedale di Savigliano, in qualità di ospedale cardine, verrebbe potenziato attraverso la ristrutturazione. Il costo di quest'operazione nel primo triennio, è 31.700 e di 22 milioni, nel secondo triennio.
In queste settimane, abbiamo assunto una scelta relativamente a un'idea avanzata nel passato sull'Ospedale unico di Lagnasco. Era stata presentata un'idea , mi pare nel 2013, forse, da parte di un privato e poi ripresa anche dall'Azienda Sanitaria. L'idea è di chiudere i tre ospedali per farne uno nuovo a Lagnasco. Mentre discutevamo di questi Piani direttori, è riemerso questo tema; abbiamo affidato all'IRES il compito di fare una valutazione attenta e precisa della costituzione di un nuovo ospedale, e abbiamo chiesto di fare un confronto tra la nuova struttura ospedaliera che si immaginava, che ha costi enormi (lo studio dell'IRES è a disposizione) e questo piano di potenziamento dei tre ospedali.
Per la verità, l'IRES ha anche fatto un ragionamento di fare l'opzione zero, cioè le condizioni minime per poter garantire la sicurezza.
Si è deciso, dopo questo confronto tra Piani direttori e Ospedale Unico di Lagnasco, di dire che si potenziava quello esistente. L'Azienda Sanitaria ha indicato anche un quadro economico e una buona parte delle risorse derivano dall'autofinanziamento e dalla vendita di immobili. Noi siamo dell'opinione di favorire questo Piano direttorio, che potenzia le strutture e, soprattutto, crea una rete importante per un territorio mettendo a disposizione fondi del servizio sanitario regionale di circa dieci milioni.
Queste sono le opere in corso.
Ho esclusivamente citato le opere sulle quali è possibile ragionare in termini di finanziamento. Su altre opere sicuramente si può discutere, ma non siamo in questa situazione, perché discuteremo di soldi che non esistono.
In ogni caso, credo sia utile citarlo, perché un Consiglio straordinario è l'occasione per farlo.
Si è parlato ripetutamente dell'ospedale nuovo di Cuneo, Ospedale Santa Croce e Carle di Cuneo, una discussione antica. Ultimamente gli organi di informazione si sono concentrati su questo tema; se ne parla qui dal 2003 e sono stati fatti diversi studi, ma, in ogni caso, ancora una scelta non è stata compiuta.
Le questioni che sono in campo, come voi sapete, riguardano il Santa Croce (il Carle è un'altra struttura). C'è un problema di diseconomie, di necessità di avere un'unica sede. C'è chi dice che bisogna ampliare la struttura del Santa Croce, chi vorrebbe spostare tutto al Carle e chi invece, in base a studi fatti, vorrebbe addirittura una struttura nuova al di fuori.
Credo che qui occorra fare ancora degli approfondimenti necessari, ma in ogni caso, bisogna trovare una soluzione in grado di compattare quella struttura.
È chiaro che dobbiamo aprire una discussione molto attenta con le Amministrazioni comunali, a partire dall'Amministrazione di Cuneo. È chiaro che, nel momento in cui, attraverso le Amministrazioni comunali, saremo in grado di definire un'ipotesi fattibile e sostenibile dal punto di vista economico, la Regione dovrà lavorare, anche per mettere a disposizione competenze per eventuali studi di fattibilità.
Ovviamente questo non farà parte della delibera che porterò, perché è ancora tutto indefinito.
L'altro tema ancora indefinito riguarda l'Ospedale di Alessandria. È stato presentato un emendamento dal Consigliere Ravetti, incaricando l'IRES di fare uno studio di fattibilità. Appena sarà fatto, faremo delle valutazioni, ma non farà parte di questa delibera complessiva che stiamo predisponendo, perché la delibera riguarda soltanto le strutture ospedaliere dove abbiamo le risorse da poter concretamente spendere.
Questo è il quadro.
A completamento - e concludo veramente - vorrei far notare che l'uscita dal Piano di rientro ci ha permesso di fare tutto quello che abbiamo detto per quanto riguarda l'ospedale di Verduno, in termini di risorse, e per quanto riguarda l'ospedale Valle Belbo.
Aggiungo che abbiamo fatto anche alcune operazioni, sempre all'interno del Fondo sanitario, come le sale operatorie dell'ospedale di Moncalieri.
Voi sapete che le sale operatorie erano state chiuse. Le risorse che aveva a disposizione l'Azienda Sanitaria non erano sufficienti e quindi anche qui, attraverso il Fondo sanitario, sono state aggiunte risorse, pari a quasi quattro milioni, per le sale operatorie.
Poi c'era il tema del pronto soccorso del San Luigi. Anche qui, le risorse non erano sufficienti. Abbiamo messo due milioni e mezzo; sarà inaugurato nel mese di gennaio e abbiamo fatto quest'investimento.
Un'altra operazione l'abbiamo fatta sulle sale operatorie sull'Ospedale di Alessandria, dove c'erano dei problemi, e abbiamo messo a disposizione quattro miliardi e 900 milioni.
Il Marco Antonetto, di cui diverse volte abbiamo parlato in Consiglio: due milioni e mezzo.
Si tratta di risorse che abbiamo realizzato attraverso l'economia.
Il quadro è praticamente questo.



(Commenti fuori microfono)



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

No, Venaria è in corso ed è finanziata. Sto parlando delle opere che hanno le caratteristiche che ho indicato.
Dal punto di vista operativo, stiamo completando alcune questioni che oggi ho anticipato. Stiamo preparando la deliberazione e c'è una parte di queste scelte che riguardano il Consiglio regionale.
Per queste scelte, ma per tutte le scelte complessive che faremo dopo questa anticipazione, presenteremo la deliberazione, e la Commissione prima e poi il Consiglio avranno modo di parlarne, spero quanto prima.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Ha chiesto la parola il Consigliere Segretario Bertola, che interviene in qualità di Consigliere.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Tra i progetti di realizzazione dell'Ospedale Unico c'è anche quello come è già stato richiamato, del territorio dell'ASL TO5, un ospedale unico che dovrebbe andare a sostituire le strutture di Moncalieri, Chieri e Carmagnola; tre ospedali che, seppur con vicissitudini, con storie e con peculiarità attuali diverse, sono attualmente in strutture che possiamo definire sicuramente vecchie e non più adatte alla realtà attuale e che, in alcuni casi, tranne il caso di Carmagnola, che ha visto forti investimenti negli ultimi anni, sono strutture che non possono crescere e che hanno un costo attuale per la manutenzione piuttosto alto. È il caso dell'Ospedale di Moncalieri, sul quale si sono resi necessari forti interventi di manutenzione non più differibili.
Anche sull'Ospedale Unico ASL TO5 valgono tutte le considerazioni che ha fatto il collega Bono in apertura: come verrà realizzato, quali sono le caratteristiche del partenariato pubblico-privato, come verranno reperite le risorse.
È tutto valido, però per quanto riguarda l'Ospedale Unico dell'ASL TO5 va fatto anche un passo indietro, perché siamo ancora a ragionare riguardo a quello che c'è prima, perché ci sono diversi passaggi poco chiari e molto discutibili, che meritano ulteriori riflessioni e, a nostro avviso, ancora una riconsiderazione.
Due anni fa, a novembre 2015, la Regione approvava lo schema di protocollo d'intesa con i Comuni del territorio dell'ASL TO5, e parliamo di un territorio di 300 mila abitanti, protocollo poi sottoscritto il 3 dicembre 2015.
Nel protocollo d'intesa, all'articolo 4 si diceva che la Regione avrebbe individuato l'area sulla quale realizzare il nuovo ospedale seguendo dei criteri che a noi sembravano assolutamente di buonsenso: la qualità del suolo, la baricentricità, la presenza di trasporto pubblico per raggiungere la struttura e la qualità dell'aria, in ordine ai vincoli di carattere idrogeologico.
Successivamente - e passava di nuovo quasi un altro anno, devo dire anche in ritardo rispetto ai tempi che invece erano stati annunciati prima con la DGR 40/84 del 17 ottobre 2016 veniva comunicata la scelta dell'area, ricadente nel Comune di Moncalieri e Trofarello, e cito la delibera alla lettera, perché l'Assessore Saitta ha detto che la questione è arcinota; sarà anche arcinota, ma a oggi non è chiara. Si tratta dell'area denominata Cenasco, ricadente al confine tra il Comune di Moncalieri e Trofarello.
La scelta dell'area presentava e presenta una serie di criticità.
Innanzitutto, l'area non è ben definita, l'ha detto anche l'Assessore: l'area che è stata indicata è molto più grande di quella necessaria per realizzare l'ospedale. È a cavallo tra due Comuni e, a oggi, non è ben definita.
Se però vogliamo fare dei ragionamenti - e sono quelli che faremo tra poco - ci riferiamo al cerchietto rosso che è stato disegnato dalla Giunta regionale e che prende spunto dal dossier di candidatura fatto dai Comuni di Moncalieri e Trofarello. E quel famoso cerchio rosso ricade totalmente all'interno del Comune di Moncalieri, ma su questo saremo più precisi dopo.
Altra criticità: le caratteristiche in ordine alla questione idrogeologica. Poco più di un anno fa, il 24-25 novembre 2016, purtroppo Moncalieri è stata colpita da una forte alluvione; migliaia di cittadini di Moncalieri sono rimasti momentaneamente o anche meno momentaneamente senza casa, hanno avuto grossi danni. Anche quell'area è stata colpita e in quei giorni c'è stata una polemica, con una foto circolata sui social network di un'area totalmente allagata.
L'Assessore ha parlato di faking news, ma a noi non interessa tanto capire se l'aria sulla quale la Giunta regionale vuole costruire l'Ospedale Unico dell'ASL TO5 era allagata oppure no. Mi limito a citare un fatto: quell'area non era raggiungibile, perché intorno era tutto allagato.
Quindi, se avessimo già avuto un ospedale lì, magari anche all'asciutto non sarebbe stato raggiungibile in quei giorni.
L'altra questione è relativa al consumo di suolo, perché anche la qualità del suolo veniva definita come uno dei parametri importanti. Se ci riferiamo all'area indicata, parliamo di suolo agricolo, mentre tra le aree che si erano candidate per ospitare l'Ospedale Unico dell'ASL TO5 c'erano anche aree industriali dismesse ed, in alcuni casi, aree già bonificate e disponibili e che quindi si sarebbero potute prendere in considerazione.
La scelta poi implica ovviamente delle decisioni e delle deliberazioni da prendere da parte dei Comuni, cioè delle varianti. In questo caso c'è una forte criticità sul Comune di Moncalieri poiché, parlando di suolo agricolo, ci devono essere le compensazioni. E le compensazioni che vengono annunciate dal Comune di Moncalieri, a nostro avviso, sono totalmente - mi scuso per il termine - farlocche, perché si riferiscono ad una variante collinare che non è stata creata ex novo, ma aveva già iniziato l'iter nel 2012.
È un'area sulla quale non si era mai costruito, più un'area che restituiva alla destinazione d'uso agricolo un'area che attualmente è già coltivata e che doveva, in passato, essere destinata a parcheggio, nel remoto caso in cui a Testona si fosse realizzata una stazione ferroviaria.
Cosa che non è mai stata né fatta né progettata.
Le due aree sommate comunque non vanno a coprire e a compensare totalmente il suolo agricolo che verrebbe consumato; e in ogni caso questa variante non è stata ancora, a tutt'oggi, approvata dal Comune di Moncalieri: non è stato fatto nulla. Non solo: questa variante non è stata approvata dal Comune di Moncalieri perché, com'è noto, la Città è tenuta in ostaggio da beghe di partito e di "betoniera" e dagli interessi di poche persone; quindi, nemmeno questa variante è stata adottata.
Passiamo poi ai criteri di scelta dell'area. Riguardo ai criteri di scelta è stata fatta una Commissione congiunta (II, IV e V), in cui doveva esserci un approfondimento. L'Assessore prometteva poi ai Commissari una ricca documentazione - diceva alla Commissione: "Produrrò il CD e lo consegnerò a tutti i Commissari" - e non abbiamo mai visto niente; ma questo è il pane quotidiano di questa legislatura, quando si parla di questioni sanitarie.
Abbiamo fatto poi un accesso agli atti (per il quale abbiamo aspettato tre mesi) per avere le considerazioni che erano state fatte per scegliere l'area. E c'è stato dato un documento di tre pagine, di cui una era occupata da una griglia di valutazione delle aree che avevano presentato la candidatura: una griglia che non conteneva nessuna valutazione oggettiva misurabile a fronte dei criteri stabiliti, nel senso che non c'era un punteggio assegnato a ciascun criterio.
Io non sono un architetto e non sono un urbanista. Un collega che è architetto più un insigne urbanista che conosco piuttosto bene mi hanno detto che quella non è un'analisi fatta bene. E io mi fido di loro. Ci sono tutta una serie di questioni anche poco chiare, al di là del fatto che mancano dei criteri oggettivi; per esempio, la disponibilità dell'area che si dice parzialmente pubblica, e non è vero, perché quel famoso cerchio rosso riguarda aree che sono totalmente particelle agricole private.
Abbiamo poi presentato un'interrogazione per approfondire la questione perché ci rifiutiamo di pensare che il tutto sia ridotto a una griglia fatta in excel, con quattro parole scritte senza dei criteri oggettivi scientifici che hanno portato a quella scelta. L'interrogazione, la n. 1603 del giugno 2017, giace da mesi e ancora aspettiamo risposta.
Per concludere, il progetto a oggi ai nostri occhi non è credibile e non è condivisibile. Ci sono diversi aspetti poco chiari, poca trasparenza diverse opacità e ancora parecchi aspetti da precisare. Perciò chiediamo maggiore chiarezza e trasparenza e, soprattutto, di ricondurre tutta la questione alle competenze e alle scelte del Consiglio regionale.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere.
Ha chiesto la parola il Consigliere Ravetti. Ho poi ancora iscritti a parlare i colleghi Sozzani, Allemano, Andrissi, Vignale, Batzella e Campo.
Prego, Consigliere Ravetti.



RAVETTI Domenico

Grazie, Presidente.
Questa è un'ulteriore occasione per ribadire la necessità di mantenere almeno inalterate le risorse per il Sistema Sanitario Nazionale, per il cosiddetto welfare che ha bisogno di rispondere alle esigenze sempre più evidenti di una popolazione purtroppo sempre più fragile. E questo sta a significare anche la dimensione della qualità della democrazia, in modo altrettanto evidente.
Ci sono segnali positivi e ci sono elementi di preoccupazione. Io credo che la dimensione della politica, nel presente e nel futuro, sarà proprio questa: riuscire a garantire diritti, anche attraverso un Sistema Sanitario Nazionale efficace ed efficiente.
Detto questo, l'edilizia sanitaria non è un capitolo a parte: è un capitolo che è dentro la questione. E credo che - anzi, ne sono convinto l'Assessore e la Giunta abbiano fatto bene, in questi primi anni, a muoversi lungo due binari.
Il primo è quello del completamento di progetti pensati ed avviati dalle precedenti Giunte e dai precedenti Consigli regionali. L'elenco l'ha già fatto l'Assessore e non ci torno sopra, però credo che vi sia molto buonsenso nel completare le opere immaginate e volute anche da altri. E quindi, ritengo che anche la scelta di destinare le risorse con un filo di continuità, purché gli interventi rappresentino una risposta alle esigenze e ai bisogni di salute dei cittadini, rappresenti l'idea di una buona amministrazione e di un buon modo di amministrare la cosa pubblica.
Il secondo binario è quello che riguarda il futuro. Rispetto al futuro non voglio enfatizzare. Guardate, però, che non lo dico io, ma lo dicono le società scientifiche nazionali ed internazionali e il Centro nazionale per l'edilizia e la tecnica ospedaliera (il Presidente alcune settimane fa ha rilasciato diverse interviste sul tema): nessuno pensi che il futuro della sanità potrà essere in qualche modo realizzato all'interno delle attuali strutture. È cambiata la società, sono cambiati i sistemi di risposte della sanità pubblica e privata, la tecnologia un tempo era un film fantascientifico del futuro e oggi invece è una realtà: la competizione tra i sistemi sanitari (non soltanto regionali) si gioca sulla ricerca e sulla tecnologia e le strutture e gli edifici ottocenteschi non sono in grado di ospitare innovazione tecnologica, ricerca scientifica e formazione personale a esse dedicato. Quindi anche l'utilizzo degli spazi, determina l'efficienza del sistema. Ripeto, l'utilizzo degli spazi determina l'efficienza del sistema.
Ci sono strutture che, a oggi, in Italia, appaiono avveniristiche. Ho avuto modo di visitare anche soltanto attraverso i canali di internet il Karolinska Institutet di Stoccolma, una struttura non del futuro, ma una struttura che dovrebbe inquietarci positivamente per riuscire a capire qual è l'orizzonte: efficientamento energetico. Si utilizzano risorse, non spese, per la manutenzione e per la gestione delle strutture e si utilizzano a favore dei cittadini e della loro salute, a partire dalla prevenzione. Si risparmia circa un quarto di quello che si spende in una struttura simile, se si utilizzano criteri di ingegneria e di architettura adeguati.
Penso che mettere in campo non soltanto un'idea, ma progetti con relative coperture finanziarie - questa è amministrazione - rappresenti un elemento qualificante che consenta al Piemonte e ai piemontesi di avere quegli elementi di rassicurazione rispetto al futuro. Purché, nella progettazione, si tenga conto non soltanto della copertura economica, ma di quei criteri di cui prima vi ho detto, mettendo al centro il bisogno del paziente, anche all'interno della struttura ospedaliera.
C'è una letteratura molto bella e dovremmo dedicare probabilmente qualche seduta di Commissione per riuscire a capire cosa fa la differenza nell'edilizia sanitaria per un paziente; cosa può significare una stanza con il bagno privato, piuttosto che stanzoni con tre quattro letti e un bagno in comune, proprio in termini di salute. E per capire quanto, nel futuro, si giochi la partita anche su queste vicende, anche su queste condizioni, e come la differenza tra i sistemi sanitari di una Regione sarà evidente, rispetto ad un'altra Regione, proprio anche sull'edilizia sanitaria.
Tra l'altro, abbiamo una sfida nella sfida che non è soltanto competere con le Regioni vicine, ma trovare ragioni per continuare insieme il percorso. Penso a ciò che avviene in Lombardia - il titolo è Human Technopole - come a quello che avverrà rispetto alla ricerca scientifica biomedica e l'innovazione tecnologica. Abbiamo bisogno di parlare lo stesso linguaggio con quegli operatori, non soltanto lo stesso linguaggio informatico. Provare a creare nel Nord-Ovest, nella connessione tra Lombardia e Piemonte, anche attraverso la programmazione in edilizia sanitaria del Piemonte, così come la stanno facendo in Lombardia, un polo che non è soltanto italiano, ma europeo, sfidante sulla necessità a essere leader in Europa e nel mondo della ricerca nel campo sanitario e biomedico.
Credo che rispetto a ciò che è stato deciso, in particolare a Novara e Torino - Torino su tutte - nelle connessioni con il mondo universitario per creare anche opportunità occupazionali per i nostri giovani - perché no rappresenti la strada giusta. La strada che, forse, avremmo dovuto intraprendere anni fa ma che, comunque, oggi, il Piemonte, con questa Giunta, ha deciso di percorrere.
Credo di non dover aggiungere nient'altro ma - non perché l'ho presentata io e i colleghi all'unanimità l'hanno votata - ci sono zone del Piemonte che meritano delle riflessioni, non delle opinioni. Della Provincia di Alessandria ha già detto l'Assessore, ma anche Cuneo. Possiamo anche decidere nei prossimi anni - decidete voi quanti - di non far nulla ma nel futuro - l'ho già detto in altre occasioni - immaginare che in Province da 440 mila abitanti possano insistere nove edifici pubblici, è ipocrisia o illusione - decidete voi - ma non sarà possibile. Tra l'altro in alcuni ambiti sono presenti anche edifici sanitari di natura privata per cui non esiste zona nell'Occidente, ma neanche al mondo, dove in dimensioni così piccole vi siano così tante strutture.
Superando le opinioni e cercando di compiere delle scelte attraverso elementi scientifici, abbiamo deciso insieme e spero di poterle attuare presto.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE BOETI



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Sozzani; ne ha facoltà.



SOZZANI Diego

Grazie, Presidente.
Intervengo, come ho già detto anche all'Assessore Saitta, sotto un profilo specifico per quanto riguarda la Città della Salute di Novara. Ne abbiamo parlato più volte in questi anni e, devo dire la verità, mi ero anche conservato le rendicontazioni delle varie mozioni, interrogazioni e interventi che erano stati presentati in Aula specificatamente sulla Città della Salute di Novara.
Innanzitutto, sotto il profilo delle promesse e delle attività, ce ne sono state diverse, Assessore, che lei ha fatto anche rispetto a Novara non ultimo quella che entro l'anno 2017 sarebbe partito l'appalto. Cosa che, invece, mi sembra essere ancora in itinere rispetto alla promessa che era stata fatta un anno e un mese fa presso l'Aula Magna dell'Ospedale Maggiore di Novara.
Ciò era dovuto anche al fatto che più volte abbiamo discusso in quest'Aula sia dei finanziamenti, sia delle cifre, rispetto alla scelta del sistema di finanziamento pubblico, che dovevano essere contemplate ai fini del quadro economico che sovrintendeva la realizzazione di quest'opera.
Questa discussione vale anche rispetto all'attività che sarà fatta a Torino.
Innanzitutto, che cos'è il partenariato pubblico-privato? Vorrei ricordate che avete bocciato un ordine del giorno con cui chiedevo quanto prima, con una legge diversa da quella attualmente in vigore, la procedura di realizzazione dell'ospedale con il cosiddetto project financing. Tale ordine del giorno è stato bocciato dalla maggioranza, adducendo, come causale, che non era la modalità corretta; si è quindi passati alla proposta del partenariato pubblico-privato.
Al riguardo, ci sono due leggi che, nel frattempo, sono cambiate. Più volte mi ero rivolto all'Assessore; lo stesso collega Bono aveva chiesto se esistevano finanziamenti diversi da quelli dello Stato, e l'Assessore aveva risposto: "No, non esistono finanziamenti specifici, per cui dobbiamo trovare delle risorse alternative rispetto ai finanziamenti diretti dello Stato". Ebbene, io vorrei dimostrare che, invece, possono esistere finanziamenti alternativi, contrariamente a quanto lei ha detto, e lo dico con la consapevolezza di avere una spada di Damocle sulla testa. Perché lei la volta scorsa disse: "Se l'ingegner Sozzani - o il Consigliere Sozzani intende attivare procedure diverse da quelle discusse o concordate con il Ministero, dobbiamo rifare tutto l'iter amministrativo e lo stesso Consigliere si assumerà la responsabilità di non portare a casa l'obiettivo della Città della Salute".
Dunque, se possiamo ridiscutere con il Ministero delle procedure, è perché, evidentemente, esistono altre procedure (che possono essere ridiscutibili o meno). Perché, in caso contrario, mi avrebbe risposto che vi è solo una procedura di finanziamento, che è quella del partenariato pubblico-privato, che, peraltro, è cambiata rispetto al project financing.
Dal vostro punto di vista - probabilmente da un punto di vista puramente dialettico - sembra quasi che ci sia una sorta di continuità tra il project financing e il partenariato pubblico-privato, ma in realtà non è così. Perché dal 136 (cioè dal vecchio Codice dei Lavori Pubblici) al Codice degli Appalti vi sono delle condizioni estremamente differenti rispetto al project financing. Quest'ultimo prevedeva che il privato potesse avere quote di minoranza rispetto al finanziamento complessivo; il partenariato pubblico-privato parla, invece, di quote di assoluta maggioranza del privato, con delle condizioni che, nel frattempo, sono cambiate. Siamo partiti dal 70-30 per cento (cioè la quota del privato rispetto al finanziamento che erogava, poteva essere maggiore o uguale al 70 per cento), mentre oggi il rapporto è 51-49 per cento. Nel frattempo quindi, sono subentrate anche delle variazioni legislative.
Lei, Assessore, mi disse che avevamo un finanziamento dallo Stato di 127 milioni (non me ne voglia, vado a memoria, milione più, milione meno) che spettavano alla Città della Salute di Novara; oggi mi dice che sono 93.



(Commenti dell'Assessore Saitta)



SOZZANI Diego

Ci sono ancora gli altri.



(Commenti dell'Assessore Saitta)



SOZZANI Diego

Arrivano fino a 127. Quindi il finanziamento complessivo da parte dello Stato è di 127 milioni, che rimangono, o che perlomeno.
Veniamo alla seconda considerazione. Tramite un articolo di giornale che riportava un suo intervento relativamente alla Città della Salute di Novara, ero venuto a conoscenza dell'esistenza di una lettera del Ministero a conferma di questi contributi.
Peraltro, ho richiesto l'accesso agli atti da oltre un mese, ma non mi è stata ancora fornita la suddetta lettera.
Dunque, la domanda che pongo è relativa alla procedura. Voi avete scelto un advisor, ma, a dir la verità, mi sfugge a che cosa serva, visto che il Nucleo di Valutazione del Ministero, sulla base di progettazioni presentate e di documentazione fornita dalla Città della Salute dell'ASO di Novara.
Noi spendiamo 1.250.000 euro di advisor: ma che cosa va a definire? L'advisor realizzerà anche il capitolato d'appalto di gara? A cosa serve l'advisor rispetto alle verifiche contabili che, probabilmente, il Nucleo di Valutazione del Ministero dovrebbe aver già fatto? Perché deve esserci un unico advisor per la Città della Salute di Novara e la Città della Salute di Torino? A me sembra che tutta questa procedura sia fatta con un unico obiettivo: quello, cioè, di portare a compimento il finanziamento unico. La domanda, quindi, è la seguente: esiste un finanziamento separato per le due Città della Salute, pur avendo un contributo unico, o esiste un contributo unico a livello nazionale e su quale deve essere rivale? E questa procedura è possibile distinguerla fin da subito e dichiarare che la Città della Salute di Novara e la Città della Salute di Torino avranno percorsi assolutamente autonomi? Bene, lo dichiareremo in questo senso.
Ma allora perché, se sono autonomi - vado alla domanda, poiché vi sono state tante affermazioni rispetto a una risposta dell'Assessore - visto che a Novara eravamo avanti e il Nucleo di Valutazione ci aveva già dato l'okay, non siamo andati nella Conferenza Stato-Regioni da tempo a portare l'ultimo atto per il fatto che potevamo già fare il bando in questo senso? E perché abbiamo dovuto aspettare una richiesta di Consiglio regionale straordinario per sapere tutti questi elementi, che in realtà dovevamo conoscere ben prima rispetto a un'istanza di questo genere? Ecco, questi sono gli elementi sui quali a noi sfugge il comprendere come mai passano i mesi e non riusciamo a concludere un iter amministrativo sacrosanto qual è questo degli ospedali - ovviamente, ho interesse per quanto riguarda Novara - rispetto a delle procedure che sono lì già dichiarate (iniziamo i lavori, iniziamo gli appalti, mandiamo gli appalti) ma poi manca sempre un documento che non viene mai prodotto o non viene mai portato a compimento; un iter amministrativo che secondo noi dovrebbe già essere concluso da tempo.



PRESIDENTE

Ci sono altre sei colleghi iscritti a parlare. Io credo che il programma di oggi pomeriggio possa essere questo: alle 14.30 si svolgeranno i question time (ce ne sono dieci), poi continueremo con la comunicazione del Presidente Chiamparino sulla questione affrontata stamattina dai Capigruppo, dopodiché proseguiremo la discussione sull'edilizia sanitaria quando avremo finito, riprenderemo con il programma.
Comunico ancora che ci sono cinque ordini del giorno che sono stati inseriti in linea.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13.02)



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