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Dettaglio seduta n.277 del 05/12/17 - Legislatura n. X - Sedute dal 25 maggio 2014 al 25 maggio 2019

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Argomento:


MOTTA ANGELA



(I lavori iniziano alle ore 14.07 con l'esame delle interrogazioni a risposta immediata, ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento interno del Consiglio regionale)


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione - Personale del servizio sanitario

Interrogazione a risposta immediata n. 1887 presentata da Bono, inerente a "Tirocini extracurricolari infermieri professionali"


PRESIDENTE

Colleghi, iniziamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 1887.
La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Ho inteso presentare quest'interrogazione per ottenere una risposta da parte della Regione contro l'ennesimo attacco ai diritti dei lavoratori del comparto sanitario. In questo caso, parlo degli infermieri professionali.
Nei giorni scorsi, abbiamo letto - notizie di stampa affidabili e non smentite - come ci sia stata una convocazione indirizzata proprio ai laureati in scienze infermieristiche da parte di un centro per l'impiego in particolar modo quello di Moncalieri, ma sembra che ce ne siano anche altri - per l'inserimento in un'azienda (non ho capito se trattasi di azienda privata o azienda sanitaria pubblica, il che sarebbe molto peggio per cui spero proprio di no) con un periodo di tirocinio di sei mesi e l'inquadramento a tempo pieno - a tempo pieno - per 600 euro al mese.
Capite che siamo di fronte a un'assurdità. Non è solo l'ennesimo tentativo di dumping salariale verso dei lavoratori, per cui abbiamo visto come sostanzialmente, nell'arco di questi ultimi vent'anni, siamo passati dalla generazione da 1.300 euro al mese alla generazione da 1.000 euro e adesso alla generazione da 800 euro (forse andremo ancora a scendere verso generazioni diciamo di modello greco da 600 o 400 euro al mese), ma qui siamo anche in presenza di una violazione degli accordi tra Governo Regioni e Province autonome sulle linee guida in materia di tirocini.
Il tirocini, ad esempio, non può essere utilizzato per tipologie di attività lavorative per le quali non sia necessario un periodo formativo ed è evidente a tutti che le persone che lavorano nel comparto sanitario (gli infermieri e, ancora di più, i medici) hanno fatto un corso di studi universitario curricolare al cui all'interno è presente un periodo di tirocinio formativo, per cui, quando sono laureati e abilitati a esercitare la propria professione, non hanno bisogno di nessun tirocinio ulteriore possono e ovviamente devono fare, sempre ai sensi della legge, i crediti formativi che permettano loro di rimanere aggiornati sulle novità in ambito sanitario e scientifico a livello internazionale (penso sia i medici che gli infermieri), ma soprattutto non hanno bisogno di un tirocinio formativo da 600 euro al mese.
Questi tirocini extracurricolari sono dunque una novità, anche se forse se ne era già sentito parlare prima. Ribadisco che i tirocinanti non possono essere utilizzati neanche per sussidiare o sostituire personale in carica presso l'Azienda per periodi di malattia, maternità, ferie o quant'altro, quindi tutto quanto detto non risulta essere in linea con la normativa nazionale e regionale.
Non entro nel dettaglio di cosa consiste un tirocinio clinico-didattico di un infermiere professionale, perché penso che sia noto a tutti; c'è anche una parte, ovviamente preponderante, di pratica direttamente dentro le corsie ospedaliere, quindi sono professionisti che, una volta che si laureano, sono abilitati e sono in grado di svolgere al meglio le loro funzioni nell'attività del comparto sanitario per cui sono richiesti.
Anche il Collegio degli Infermieri di Torino ha stigmatizzato nuovamente questa situazione; addirittura già dal 2015 aveva chiesto al Ministro della Salute di esprimersi nel merito, quindi noi chiediamo alla Regione quantomeno di esprimersi e dirci che cosa intende porre in essere per tutelare le persone che, dopo un lungo corso di studi, si laureano e non è corretto che vengono assunte surrettiziamente tramite tirocini extracurricolari alla cifra da fame - ripeto, da fame - di 600 euro al mese.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Ferrero per la risposta.



FERRERO Giorgio, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
Consigliere Bono, le leggo la risposta che mi ha fornito la collega Pentenero. La prima parte dice che stanno lavorando a questa vicenda dei tirocini extracurricolari e poi leggo testualmente.
La Regione Piemonte ha quindi cercato di individuare una soluzione di mediazione promuovendo un incontro tra i rappresentanti dell'Ordine degli Infermieri e Farmacisti ed esponenti della Facoltà di Medicina, al termine del quale si è condivisa l'adozione, da parte della Regione Piemonte, di paletti che consentissero di restringere il campo di applicazione del tirocinio nelle professioni sanitarie, prevedendo anche ulteriori misure di salvaguardia. Nello stesso tempo, inoltre, si è promosso l'impegno, sia da parte della Regione sia degli ordini professionali coinvolti, di sensibilizzare sul problema i tavoli nazionali.
Il risultato a oggi è positivo, in quanto le nuove linee guida nazionali sui tirocini che la Regione è in via di recepimento escludono l'attivazione di tirocini per professionisti abilitati all'esercizio di professioni regolamentate per attività tipiche, ovvero riservate alla professione.
Nel caso di specie, riportato dagli organi di stampa e richiamato in premessa dall'interrogante, si precisa inoltre che il Centro per l'Impiego di Moncalieri non intendeva promuovere un tirocinio extracurricolare per la ricerca di una figura professionale di infermiere: la ricerca di tirocinante era infatti rivolta ad un'altra figura professionale, quella del product specialist, da inserire in un'Azienda del territorio attraverso il tirocinio di inserimento-reinserimento lavorativo finalizzato all'assunzione.
Per mero errore materiale, tuttavia, è stato inviato un sms a tutti gli iscritti al CPI in possesso dei requisiti richiesti (titolo di laurea triennale infermieristica o invio tecnologie), indicando Infermiere come figura professionale ricercata al posto di product specialist, ingenerando un equivoco che - tengo a sottolineare - il Centro per l'impiego di Moncalieri ha immediatamente chiarito, avendo agito in buona fede.
Aggiungo infine che la Regione Piemonte e i Centri per l'impiego piemontesi sono quotidianamente impegnati a promuovere un corretto utilizzo dei tirocini, che vanno intesi come strumento di politica attiva, volti a favorire l'inserimento occupazionale delle persone in cerca di lavoro.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Ferrero.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione a risposta immediata n. 1895 presentata da Frediani inerente a "Crisi occupazionale fallimento Rostan"


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'interrogazione a risposta immediata n. 1895.
Risponderà l'Assessore Ferrero al posto dell'Assessora Pentenero.
La parola alla Consigliera Frediani per l'illustrazione.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
L'interrogazione è piuttosto breve nelle sue premesse. Ci troviamo di fronte a un'ennesima crisi sul territorio piemontese, in particolare sul territorio di Rivoli.
Parliamo della Rostan di Cascine Vica, un'azienda che è presente sul territorio rivolese già da diversi anni, dal 1962; nel 2015 quest'azienda ha festeggiato i suoi settant'anni di attività. Un'azienda che purtroppo ha risentito della grave crisi economica che ha colpito tutto il nostro Paese e, in particolare, anche la nostra regione e che ha visto scendere il numero dei suoi lavoratori nell'arco degli ultimi dieci anni da 100 a 50.
È notizia di questi giorni che l'azienda, il 14 novembre, per l'appunto ha dichiarato fallimento. I lavoratori al momento sono 50 e resteranno tutti senza occupazione; presumibilmente, avranno diritto alla NASPI per il periodo di due anni, però quello che noi chiediamo attraverso quest'interrogazione è quale sarà il loro destino nel prossimo futuro. Nel senso che ci sarà, ovviamente, questo sostegno economico che consentirà la prosecuzione di una vita più o meno dignitosa e che, ovviamente, andrà a scalare nel corso del tempo, com'è previsto per l'appunto nel Regolamento della NASPI; dopodiché ci piacerebbe capire se sia prevista una qualche forma di accompagnamento al reinserimento lavorativo.
Sappiamo che normalmente, quando ci sono delle crisi occupazionali, si viene inseriti all'interno di vari percorsi, si viene presi in carico dai Centri per l'impiego e, ultimamente, anche da vari soggetti accreditati però ci piacerebbe capire se ci sia stato un interessamento da parte delle Regioni, in primis, e magari attraverso l'interazione con altri soggetti quali ad esempio il Comune, e se si siano valutate delle possibilità di reinserimento, magari in aziende vicine.
Quindi vorremmo capire se ci sia anche una qualche visione un po' concreta, per cercare di garantire un po' di serenità a questi lavoratori che, purtroppo, in questo periodo, si trovano a dover affrontare questa grave crisi, che sicuramente impatterà in modo determinante sulle loro vite.



PRESIDENTE

Grazie, collega Frediani.
La parola all'Assessore Ferrero per la risposta.



FERRERO Giorgio, Assessore regionale

Grazie, Presidente, anche per la disponibilità sull'orario.
Leggo la risposta della collega Pentenero.
La Rostand S.r.l. è stata dichiarata fallita con sentenza del Tribunale di Torino del 14 novembre 2017; il fallimento ha pertanto disposto la cessazione dell'attività, non essendo possibile proseguire l'esercizio d'impresa. La Rostan in fallimento, ai sensi e per gli effetti della procedura prevista dagli articoli 4 e 24 della legge 223 nel 1991, ha comunicato alla Regione Piemonte l'attivazione delle procedure di licenziamento collettivo, per complessivi 48 dipendenti, in data 23 novembre 2017.
Contemporaneamente, la stessa società, per tramite del Curatore fallimentare dottor Torchio, ha dato notizia che avvierà una procedura competitiva volta a esperire un tentativo per individuare eventuali soggetti interessati a rilevare il complesso aziendale. La conclusione della procedura competitiva è prevista per il mese di gennaio 2018.
I lavoratori in esubero sono attualmente sospesi, ai sensi dell'articolo 72 della legge fallimentare e gli organi della procedura fallimentare, per favorire le richieste poste dai lavoratori di essere licenziati nel più breve tempo possibile, sia per poter fruire in breve tempo della NASPI, sia per potersi ricollocare presso terzi, hanno comunicato l'intenzione di procedere nei confronti di detti dipendenti a licenziamenti per riduzione di personale.
In data 24 novembre 2017, è stato sottoscritto in sede sindacale un accordo per il licenziamento su base volontaria che sarà operativo sino al 23 gennaio 2018; dal giorno 24 gennaio 2018 è prevista la risoluzione dei rapporti di lavoro per i lavoratori ancora in carico al fallimento, in esito alla procedura competitiva attivata dal curatore.
L'Assessorato ha seguito e segue la vicenda e metterà a disposizione dei lavoratori le proprie linee d'intervento in essere al momento dell'eventuale licenziamento per favorirne la ricollocazione.
A tal fine, su richiesta dei Comuni dell'area ovest, parteciperà a un incontro organizzato dal Comune di Rivoli in data 12 dicembre 2017, per dare opportuna informazione ai lavoratori rispetto agli interventi di politiche attive, attualmente operativi.


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta")

Interrogazione a risposta immediata n. 1891 presentata da Motta, inerente a "Continuità dei Progetti di Vita indipendente"


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'interrogazione a risposta immediata n. 1891.
L'interrogazione viene data per illustrata dalla sottoscritta interrogante.
Risponde l'Assessore Ferrero al posto dell'Assessore Ferrari.



FERRERO Giorgio, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
I Progetti di Vita indipendente sono stati normati con la DGR 48 del 21 luglio 2008 e costituiscono una delle risposte alla disabilità grave.
Quali interventi di sostegno alle persone con disabilità, trovano copertura finanziaria al capitolo 153722.
Accanto ai finanziamenti regionali, dal 2013 il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha avviato una sperimentazione del modello di intervento in materia di Vita indipendente per la definizione di linee di indirizzo nazionali che fissino i criteri guida per la concessione di contributi, per la programmazione degli interventi e servizi e la redazione dei progetti individualizzati, individuando annualmente, per ciascuna Regione, il numero di ambiti territoriali che potevano essere ammessi alla sperimentazione.
La Regione Piemonte ha partecipato ai bandi annuali ministeriali proponendo gli ambiti territoriali che avevano presentato progetti ritenuti ammissibili.
A oggi, gli enti gestori ammessi per la sperimentazione risultano essere 16. Il Comune di Asti non risulta aver presentato in questi anni una proposta progettuale.
A favore delle persone con disabilità sono destinate ulteriori risorse che derivano dal Fondo Nazionale per la non autosufficienza, al quale si aggiungono, per l'anno 2017, risorse regionali pari a quattro milioni e 645 mila.
Si aggiungono, inoltre, le risorse del Fondo Nazionale per l'assistenza alle persone con disabilità grave prive di sostegno familiare, previsto dalla legge 112 del 2016 "Dopo di noi", che il Ministero ha assegnato alle Regioni nell'anno 2017, corrispondenti a due annualità, anno 2016 e anno 2017.
In ottemperanza alle disposizioni ministeriali relative al "Dopo di noi", per l'attuazione dei servizi alle persone con disabilità previsti con la DGR 47-5478 del 3 agosto 2017, sono stati assegnati, agli Enti gestori dei servizi socio-assistenziali, i seguenti finanziamenti: tre milioni e 750 per il 2016 e due milioni e 757.600 mila per il 2017.
Alla luce di quanto sopra, risultano garantite le risorse destinate agli interventi a sostegno delle persone con disabilità, tra i quali rientrano i progetti di Vita indipendente.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Ferrero.


Argomento: Enti Istituti Fondazioni Associazioni di rilevanza regionale

Interrogazione a risposta immediata n. 1890 presentata da Valle, inerente a "Situazione debitoria della Fondazione per il Libro, la Musica e la Cultura"


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'interrogazione a risposta immediata n. 1890.
La parola al Consigliere Valle per l'illustrazione.



VALLE Daniele

Grazie, Presidente.
Nelle settimane scorse, in VI Commissione abbiamo avuto modo di audire il Collegio dei Revisori dei Conti della Fondazione per il Libro, la Musica e la Cultura.
Fra le informazioni che ci hanno fornito, hanno ricostruito la situazione debitoria e creditoria della Fondazione, in particolare sottolineando come, pur a fonte di circa cinque milioni di euro di credito nei confronti dei soci e di alcuni finanziatori istituzionali, la Fondazione abbia ancora oltre sei milioni di euro di debiti, buona parte dei quali nei confronti del sistema dei fornitori del Salone del Libro, che è la principale attività che organizza la Fondazione.
Nella loro relazione, e comunque nel corso dell'audizione, i Revisori hanno detto che il motivo principale per cui al momento non è ancora stato dato nessun tipo di parere sul bilancio 2016, approvato così senza parere dei revisori, è la mancanza di chiarezza delle intenzioni, da parte dei soci, circa il futuro della Fondazione, in particolare se procedere alla liquidazione della stessa o procedere a una nuova dotazione finanziaria che consenta alla Fondazione di proseguire con la sua missione.
È evidente che, in caso di liquidazione, questi fornitori non troverebbero completamente soddisfatte le proprie ragioni, proprio per il delta che c'è fra situazioni debitorie e creditorie attuali, ed anche perché i costi di una procedura di liquidazione sono notoriamente molto elevati.
C'è una questione di tempi che si protrarrebbe decisamente più in là rispetto a un'ordinaria soddisfazione delle loro ragioni, con la sopravvivenza della Fondazione stessa.
Visto che tra le questioni che i soci stanno dibattendo c'è anche quella del futuro della Fondazione, qual è lo strumento migliore per andare avanti, per tenerla in piedi o sostituirla? Ci chiedevamo se c'era stata una valutazione attenta anche su questo preciso punto, cioè come, quanto e in che tempi verrebbero soddisfatti i creditori della Fondazione, in particolare i fornitori, che sono quelli che ci interessano più di tutti, perché una buona parte fanno parte del nostro sistema culturale e produttivo che esplicano la propria esistenza e la propria attività intorno al Salone.
Volevo sapere se questo è stato contemplato e in quale misura, e quali sono state le stime realizzate.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Valle.
Risponde l'Assessora Parigi; prego.



PARIGI Antonella, Assessora alla cultura

Grazie, Presidente.
Come lei rammenterà, Consigliere Valle, nell'ultima Assemblea dei soci i soci stessi, i fondatori, i massimi rappresentanti, insieme ovviamente ai rappresentanti della Fondazione, hanno deciso di prendersi un mese di tempo fino al 19 dicembre - per verificare tutte le possibilità in merito alla ricapitalizzazione dell'Ente stesso.
Dunque, solo il 19 dicembre, a fronte della presentazione di un'attenta disamina delle strade percorribili anche dal punto di vista della correttezza amministrativa, verrà presa una decisione in merito. Ci sembra quindi prematuro parlare di percentuali di liquidazione quando una decisione di liquidazione non è stata ancora assolutamente assunta dall'Assemblea dei soci.
Al momento - peraltro, come lei sa, avremo un'informativa più approfondita in sede di Commissione - si sta naturalmente provvedendo a terminare alcune liquidazioni relative agli anni precedenti, che permettano la liquidazione dei crediti vantati dalla Fondazione nei confronti, per esempio, della Regione Piemonte, che ancora deve liquidare il 2015. Su questo, ovviamente, stiamo lavorando.
L'altro aspetto sul quale stiamo lavorando è relativo all'organizzazione della trentunesima edizione del Salone del Libro attraverso una convenzione con due Fondazioni, una a partecipazione regionale (il Circolo dei Lettori), l'altra a partecipazione comunale (Fondazione per la Cultura Torino).
Per conoscere l'esito dell'indagine approfondita che sta facendo il nuovo Segretario generale insieme a noi consulenti giuridici, bisognerà attendere il 19 dicembre.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 1888 presentata da Grimaldi inerente a "Dati completi sulla mobilità passiva in Piemonte"


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'interrogazione a risposta immediata n. 1888 presentata dal Consigliere Grimaldi, che la illustra.
Le ricordo che ha tre minuti a disposizione per l'illustrazione.



GRIMALDI Marco

Repeat the point, si direbbe! Farò in fretta, a questo punto. Lo scorso anno, attraverso un'interpellanza, avevamo chiesto un aggiornamento sui dati relativi alla mobilità sanitaria passiva, che risalgono al 2013. La scorsa settimana abbiamo rinnovato la richiesta durante un question time, citando la vicenda di senologia. Ma, purtroppo, probabilmente per un fraintendimento, la risposta fornita era nuovamente sprovvista dei dati relativi al 2014 e al 2015, sebbene, a quanto pare, fossero disponibili.
Adesso - mi rivolgo alla Presidente - dispongo di quei dati, perch ieri sono stati forniti a tutti dall'Assessore Saitta.
Voglio solo fare alcune precisazioni (mi rendo conto, in effetti, che poiché mi risponderà l'Assessore Balocco, sarà difficile entrare nel merito della questione). È vero che la mobilità passiva è diminuita, perch parliamo di 250 milioni nel 2014 e di 256 nel 2015 (in leggero aumento), ma il punto, come chiedevamo all'Assessore, era il saldo, nel senso che è diminuita quella passiva, ma è diminuita anche quella attiva: parliamo cioè, di 210 milioni nel 2014 e di 208 milioni nel 2015. Per intenderci, il disallineamento nel 2014 è di 39 milioni di euro, mentre nel 2015 è di 48 milioni di euro. In pratica, perdiamo 48 milioni di euro rispetto a quelli che otteniamo.
Se entriamo ancora più nel dettaglio, rileviamo che le situazioni più preoccupanti sono assai semplici: mi riferisco all'ASL di Novara, che perde 31 milioni di euro l'anno rispetto a quanto ha di attivo, e all'ASL di Alessandria, che non fa molto meglio, perché perde 29 milioni di euro.
Cosa chiedevo, di fatto, sia nel 2016 che la scorsa settimana? Il mio obiettivo non era tanto il dato aggiornato, ma capire quali fossero le strategie. E arrivo al punto.
La Conferenza Stato-Regioni ricorda, in questo accordo, che mentre la produzione pubblica ha registrato un decremento complessivo del tre per cento, la produzione ascrivibile al privato accreditato mostra un incremento pari all'11 per cento, tant'è vero che, di fatto, di quelle cifre che vediamo c'è una sorta di clausola in cui non ci sia un aumento superiore al 50 per cento. Qual è il problema? Mi rivolgo all'Assessore che mi risponderà.
So che l'Assessore Saitta in una lettera ci dice: "Guardate che in Piemonte, tra il 2010 e il 2015, è diminuita l'attività sanitaria a causa del blocco delle assunzioni, determinato ovviamente dal Piano di rientro".
È vero.
Di sicuro, la vicenda dell'aumento delle liste d'attesa ha fatto sì che in Province come Alessandria e Novara fosse più comodo, tra virgolette recarsi in altri sistemi accreditati a poche decine di chilometri di distanza. Quello che però continuo a non capire, è come di una spesa così grande non ci sia la volontà di dare mandato all'IRES, all'AReSS, ma anche a una Commissione di indagine interna (non sto parlando, per forza, di quella consiliare), per capire come si possano abbattere questi numeri.
Perché c'è anche un risvolto buono: come vedete, il dato di Torino, che pur è negativo per le ASL, per la Città della Salute registra quasi 35 milioni di utile. Noi dovremmo essere una Regione più attrattiva.
Vogliamo dare mandato all'IRES o all'ex AReSS di fare un'indagine anche per il suo ruolo, dei privati accreditati? Se la Conferenza Stato-Regioni arriva a dire che è proliferata lì la spesa, è lì che c'è da capire quanto c'è un ruolo di dumping da parte di questi, quanto è un problema solo dei nostri primariati, quanto è un problema di liste d'attesa e quanto, ripeto, ci sia un problema di fatturazioni in altre Regioni limitrofe alla nostra.
Credo che tutto questo meriti un focus, anche perché, a prescindere dal fatto che abbiamo un disallineamento di più di 40 milioni di euro, noi dobbiamo indagare in generale tutti i 250 milioni di euro di spesa che ricordo, per lo più (lo dicono le tabelle) sono per ricoveri.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Balocco per la risposta.



BALOCCO Francesco, Assessore regionale

Il Consigliere Grimaldi ha già sottolineato tutti gli aspetti dell'interrogazione e non posso entrare nel merito, non avendone le competenze, quindi darò lettura di quanto mi è stato scritto. Però aggiungo due cose, cioè che dare un mandato all'ex AReSS è un po' complicato, visto che non è ex. All'IRES è un'altra questione, ma la risposta dell'Assessore Saitta entra anche nel merito di questi aspetti.
Non riprendo i dati che lei ha già citato e che vengono ripresi dalla risposta dell'Assessore Saitta, ma semplicemente leggo l'ultima parte. I dati confermano la tendenza già emersa negli anni precedenti, ovvero il saldo negativo tra mobilità attiva e mobilità passiva imputabile sostanzialmente al fatto che in Piemonte, tra il 2010 e il 2015, l'attività sanitaria è diminuita, a causa del blocco delle assunzioni determinato dal Piano di rientro.
La Regione Piemonte è uscita dal Piano soltanto a marzo 2017 e soltanto a partire dalla seconda metà del 2016 ha potuto riprendere ad assumere per sostituire personale andato in pensione. Quindi, c'è il tema del personale ma non solo.
In quest'ultimo periodo, inoltre, abbiamo potuto riprendere gli investimenti, in particolare per aumentare la specializzazione delle nostre strutture ospedaliere e per rinnovare il parco tecnologico spesso obsoleto.
Questa è la seconda parte della strategia che si sta attuando.
Gli effetti di queste misure si produrranno solo a partire dall'anno 2018, con particolare riferimento alle Aziende sanitarie di Alessandria e Novara che, nel 2017, hanno investito in tecnologia e qualità dei servizi per la cura delle patologie dove si registra la maggior mobilità.
Ricordo, inoltre, che negli accordi recenti fatti col privato accreditato piemontese viene riconosciuta una quota premiale per l'erogazione delle prestazioni a maggior fuga. I Direttori generali delle due ASL in questione hanno rilevato che, in questi ultimi mesi, c'è già stata una prima riduzione della mobilità passiva. Quindi, sostanzialmente personale e tecnologia.


Argomento: Viabilità

Interrogazione a risposta immediata n. 1889 presentata da Ottria, inerente a "Trasferimento di tratte di rete stradale dalle province piemontesi ad ANAS"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 1889.
La parola al Consigliere Ottria per l'illustrazione.



OTTRIA Domenico

Grazie, Presidente.
Il tema dell'interrogazione è quello dell'eventuale trasferimento di tratti di strade provinciali all'ANAS.
Il tema è già stato oggetto di incontri e di trattative tra Regione ANAS e i Presidenti delle Province. L'ultimo incontro da fonti di stampa è stato il 6 novembre scorso presso il Ministero delle Infrastrutture, in cui erano presenti anche i Presidenti delle Province.
Il tema è stato quello del passaggio dalle Province in capo all'ANAS di circa 1.100 chilometri di strade provinciali ed è stato previsto un Protocollo d'intesa, nel quale la Regione, tra l'altro, mette a disposizione 45 milioni di euro per incrementare il fondo previsto dall'ANAS per farsi carico di queste strade. È un fondo che mi risulta essere di circa 900 mila euro.
Questo accordo prevede, però, il passaggio di 1.100 chilometri di strade provinciali sul totale delle circa 12.000, che è la rete delle strade provinciali in Piemonte. Questo ha degli influssi diversi e delle conseguenze diverse da una Provincia all'altra; ad esempio, nella Provincia di Alessandria la rete è molto diffusa e parliamo di circa 2.160 chilometri, così come la Provincia di Cuneo che ne ha circa 3.000. Mentre in altre Province anche importanti, come ad esempio Novara, che ne ha solo 700, la ricaduta e l'impatto sarebbe diverso, anche perché alcune Province hanno tratti di strade che sono di interesse nazionale.
Inoltre, vi è il tema della manutenzione delle strade secondarie; ad esempio, in Provincia di Alessandria ci sono, come in altre Province, molte strade definite secondarie o strade che attraversano le vallate, di cui non si sa bene poi come le Province possono farsi carico per la manutenzione.
Oltre a questo aspetto, vi è anche il fatto lamentato da alcune Province su questo accordo, cioè che non si capisce bene la parte degli investimenti che le Province stesse hanno fatto sulle strade. Penso, ad esempio, a tutte le infrastrutture per la segnaletica e per le infrazioni stradali.
Questi problemi sono stati sollevati in maniera particolare dalla Provincia di Alessandra, la quale sostiene che questi aspetti devono essere meglio sviscerati. Ricordo che, per quanto riguarda la partita degli investimenti, anche la Regione ha fatto degli investimenti su queste tratte che passerebbero all'ANAS; penso, ad esempio, al completamento della circonvallazione di Alessandra.
Alla luce di tutto ciò, questa sicuramente è un'opportunità che pu contribuire alla manutenzione delle strade, però gli aspetti riguardanti le strade secondarie sono, secondo me, da capire meglio.
Sulla base di queste considerazioni, chiedo appunto all'Assessore quale sia la posizione regionale in merito, anche alla luce di queste difficoltà e in particolare di quelle segnalate per la Provincia di Alessandria.
Grazie.



PRESIDENTE

Per la Giunta regionale, risponde l'Assessore Balocco.



BALOCCO Francesco, Assessore alle infrastrutture

Grazie, Presidente Consigliere Ottria, la situazione è esattamente quella che dice lei nel senso che bisogna distinguere chiaramente dal resto la questione del passaggio di alcune strade provinciali alla rete ANAS, che è un aspetto che ha come obiettivo quello di ricostruire una rete stradale nazionale. Se lei oggi guarda la rete delle strade ANAS in Piemonte, vedrà che è una raggiera che non ha alcun collegamento al centro e che quindi non rappresenta appunto, una rete, ma una serie di strade che, indipendentemente l'una dall'altra, si avviano verso i confini di Stato.
L'obiettivo a livello nazionale e specialmente del Nord, quindi, è quello di ricostruire una rete nazionale che sia in qualche modo alternativa alla rete autostradale. Questo è un obiettivo che si pone il Governo - ovviamente non la Regione - e del quale ANAS naturalmente ha poi l'attribuzione di realizzare la gestione.
Per ora, il passaggio a livello governativo è stato quello della discussione in Conferenza Stato-Regioni, che ha visto l'adesione rispetto a questo progetto di 11 Regioni - stiamo parlando delle Regioni a Statuto ordinario - e invece ancora la non intesa da parte di altre quattro, che sono appunto Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna. Un po' tutte queste quattro Regioni stanno però attivando delle trattative col Governo (con il Ministero delle Infrastrutture) per addivenire a una soluzione che sia di reciproco vantaggio.
Allora, ripeto che l'obiettivo è quello del passaggio di gestione di un certo numero di strade. Per quanto riguarda il Piemonte stiamo parlando di 1.200 chilometri, a fronte dei 700 attualmente in capo ad ANAS e degli 11.000 che invece sono in capo alle Province. Come si sa, parecchi anni fa si scelse di non avere una rete regionale e quindi abbiamo solo esclusivamente una rete provinciale, con tutto lo spezzettamento e la frammentazione che questo comporta.
Su questa questione ovviamente la Regione svolge un'attività di supporto e fa da punto di riferimento nei confronti del Ministero, e solo indirettamente nei confronti di ANAS. Però in Piemonte sono le Province che hanno nel loro corpo e anche nel loro patrimonio demaniale queste strade quindi sono le Province che devono affrontare e risolvere la questione.
Noi abbiamo appoggiato le Province nelle loro rivendicazioni, che sono quelle inerenti alle modalità di gestione, all'acquisizione dei mutui in corso, al ristoro delle sanzioni che in alcune Province - quella di Alessandria in particolare e pure quella di Vercelli - reggono in buona parte anche i bilanci in parte corrente delle due Province stesse. C'è tutta una questione che, direi, a questo punto è stata affrontata e mi pare di poter dire che ha già raggiunto dei buoni livelli di soluzione.
Il tema che però mi sta più a cuore - ci sta più a cuore - oltre a questi aspetti di natura gestionale, è quello legato agli investimenti. È chiaro che la Regione - e tantomeno lo sono le Province - non è in grado di fare investimenti corposi su questa rete stradale. Ed è evidente che l'obiettivo che ci poniamo - e che ovviamente si pone anche il Ministero però bisogna vedere a che livelli arriviamo a trovare un accordo - è quello di far sì che questa rete nazionale, per quanto riguarda il Piemonte, si porti dietro una serie di investimenti significativi e importanti; non nel senso di realizzare nuove arterie stradali (non è questo l'obiettivo), ma di portare a compimento completamenti stradali che sono rimasti fermi negli anni proprio per carenza di risorse.
Da questo punto di vista, si è fatto un importante lavoro con le Province stesse e si è identificata una serie di interventi puntuali: alcuni più di natura gestionale-manutentiva e altri, invece, proprio specifici su opere che attendono da anni; faccio riferimento alla n. 460, a Calliano, a Carmagnola, a Tortona, ecc.
C'è quindi un elenco di interventi oggi fermi da sbloccare con questo passaggio; a condizione che, automaticamente col passaggio, ci sia l'impegno da parte del Ministero di inserire questi investimenti nell'aggiornamento del Contratto di programma ANAS che avverrà nei primi mesi del prossimo anno, a fronte di questi impegni che potrebbero ammontare anche a interventi fino a 600 milioni (correggo i numeri che lei aveva citato) e dei circa 300 che già sono definiti nell'attuale Contratto di programma sul Piemonte.
È ovvio che questa serie di interventi ha lo scopo di attivare e di realizzare opere di messa in sicurezza della rete più importante del Piemonte, ma anche - ed è l'obiettivo degli investimenti - quello di dare lavoro: su questo credo non ci piova. Questa trattativa è ancora in corso e non si è ancora conclusa, ma spero che si concluda, ovviamente nell'interesse di tutti. Questo è il primo tema, cioè quello degli obiettivi del passaggio di ricostruzione della rete nazionale ANAS specialmente nel Nord Italia.
Il secondo tema che lei invece ha affrontato, ma che bisogna separare è quello degli interventi manutentivi sulla rete delle altre strade, quelle provinciali e magari anche comunali. Da questo punto di vista, c'è un tesoretto che noi abbiamo ottenuto negli FSC che ammonta a 45 milioni e che sarà destinato; anzi, con le Province si sono già identificate le direttrici di natura particolarmente manutentiva su cui intervenire, ma è chiaro che 45 milioni non sono sufficienti. Bisogna che, a questi, si affianchino risorse che lo Stato deve attribuire direttamente alle Province.
Devo ricordare, però, che la finanziaria del 2015 applicò alle Province in tutta Italia, globalmente a livello nazionale - 100 milioni; nel 2017 170 milioni e con la finanziaria in corso di approvazione 300 milioni.
Spero che i 300 milioni non facciano la fine dei 100 e dei 170, perché 100 milioni del 2015 sono stati trasformati in spesa corrente, cioè in contributo per le spese correnti delle Province (è ovvio il problema che hanno le Province per sostenere i loro bilanci).
La stessa cosa è avvenuta nel 2017 con 170 milioni. Quindi tutte risorse che, partite e destinate alla manutenzione delle strade, sono poi finite a coprire i buchi di bilancio delle Province. Spero che i 300 milioni sul 2018, invece, vengano utilizzati per questi fini; per il Piemonte significherebbero 25-30 milioni che, aggiunti ai 45, e se poi si ripetessero negli anni, costituirebbero veramente una boccata d'ossigeno assolutamente significativa per i circa 10.000 chilometri di strade provinciali che devono essere manutenuti.


Argomento: Trasporti su gomma - Tutela dagli inquinamenti atmosferici ed acustici

Interrogazione a risposta immediata n. 1896 presentata da Bertola, inerente a "Legge regionale 18/2017 articolo 20 comma 2, modifica della l.r. articolo 5, comma 2 lettera g) - esenzione per cinque annualità dal pagamento del bollo auto per i veicoli elettrici/benzina fino a 100 kw"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 1896.
La parola al Consigliere Segretario Bertola, che interviene in qualità di Consigliere per l'illustrazione.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Parliamo di una legge recente, la legge regionale n. 18 del 22 novembre 2017, la legge di assestamento di bilancio. Legge che al comma 2 dell'articolo 20, ha introdotto, a seguito dall'approvazione di un emendamento del Movimento 5 Stelle a mia prima firma, una novità molto importante per tutti i cittadini piemontesi.
La modifica alla legge regionale 23/2003 ha affiancato ai veicoli alimentati a GPL e a metano anche le vetture ibride, quindi alimentate benzina ed elettrico, ai mezzi che godono di un'esenzione totale dal bollo per cinque anni dalla data di immatricolazione. Parliamo di una disposizione in vigore, poiché la legge di assestamento di bilancio conteneva la dichiarazione di urgenza e quindi diventava vigente dal giorno successivo alla pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte.
La legge è entrata in vigore il 23 novembre 2017. Si è diffusa l'informazione, l'abbiamo diffusa noi, poiché eravamo contenti che fosse stata approvata una nostra proposta in questo senso. Una proposta che è diventata di tutto il Consiglio regionale, perché è stata votata all'unanimità ed è una proposta che è diventata della Regione Piemonte.
Dal 23 novembre fino a fine mese, di tempo, secondo noi, ce n'è stato per avvisare gli Uffici e per prepararli all'entrata in vigore di una disposizione del genere, se non che abbiamo cominciato a ricevere una pioggia di segnalazioni di persone che chiamavano l'ACI e il numero verde della Regione Piemonte (800333444) e ricevevano un'informazione totalmente diversa. Abbiamo verificato e abbiamo visto che l'ACI un po' di tutto il Piemonte diceva che non c'era nessun tipo di esenzione sulle autovetture ibride.
Ci siamo infine rivolti al riferimento più importante, il numero verde della Regione Piemonte, e anche noi ci siamo sentiti dire che non c'era nessun esenzione, che non era passata nessuna legge, che forse c'era un testo in discussione che sarebbe passato da qui a cinque o sei mesi, ma che per ora non c'era assolutamente nulla.
Nel question time chiediamo alla Giunta regionale cosa sia stato fatto per informare i cittadini e per informare gli Uffici competenti, ma quello che mi dirà adesso l'Assessore - mi spiace che non ci sia Vicepresidente Reschigna - sarà quello che è stato fatto dopo il 30 novembre, perché a tutto il 30 novembre noi abbiamo le prove che non è stato fatto assolutamente nulla e i cittadini piemontesi sono stati disinformati.
Dovrei essere forse contento da Consigliere d'opposizione, perché posso attaccare la Giunta regionale, perché posso bacchettare la Giunta regionale. Invece sono arrabbiato. Qui si tratta dell'istituzione Regione Piemonte: quando un cittadino chiama, non chiama la Giunta regionale. Oggi ci siete voi, domani sperabilmente, ci sarà qualcun altro. Il danno è fatto all'istituzione Regione Piemonte, il danno l'avete fatto all'istituzione Regione Piemonte, perché il cittadino che chiama cosa pensa? Pensa che la Regione non conosca i provvedimenti che approva, che la Regione Piemonte non conosca le sue leggi. Questo è gravissimo, al di là della risposta che mi verrà data, che immagino sarà tranquillizzante.
Chiedo che la Giunta regionale faccia ammenda su questo, ammetta di aver sbagliato e dica, nei giorni che sono intercorsi, cosa non ha funzionato affinché non si ripeta più.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Balocco per la risposta.



BALOCCO Francesco, Assessore regionale

La risposta è stata preparata dal Vicepresidente Reschigna.
La legge regionale è in vigore dal 23/11/2017, ma l'esenzione è scattata dal 1° dicembre 2017, quindi c'è stata questa settimana che pu aver creato qualche disguido.
Infatti, il testo spiega in questo modo: seppure la legge regionale fosse già in vigore e producesse i suoi effetti, il periodo di fine novembre, in cui appaiono effettuate le telefonate di richiesta di informazioni cui si fa riferimento, andava a sovrapporsi alla scadenza di chi quel pagamento, ancorché avendo un'auto ibrida, lo doveva ancora effettuare, in quanto già scaduto al momento di entrata in vigore della legge.
Il numero verde fornisce attualmente un ampio spettro di informazioni e, anche soltanto limitandosi alla tassa automobilistica, le informazioni sono orientate al periodo di scadenza del pagamento.
Lo stesso ragionamento vale anche per i soggetti riscossori.
Una dettagliata informazione effettuata dagli operatori telefonici sulle modifiche alle esenzioni, peraltro non applicabili nei giorni in questione di quella settimana, riguardanti un piccolo ancorch simbolicamente significativo numero di autoveicoli, avrebbe avuto come risultato di allungare i tempi di risposta. Tempi che si sta ragionevolmente tentando di contenere e che in passato sono stati oggetto di interrogazioni.
Comunque, sono state date tempestive disposizioni ai riscossori di non effettuare operazioni di pagamento per i veicoli esenti. In attesa dei tempi tecnici per l'aggiornamento delle procedure e - ed è l'aspetto che mi pare più chiaro, almeno per quanto riesco a capirci io - qualora si effettui comunque un erroneo pagamento, si procederà ovviamente al rimborso.
Per venire incontro alle esigenze degli utenti, fornendo una completa informazione contemperata con un abbassamento dei tempi di risposta, il Settore Politiche Fiscali sta progettando con il CSI, per la fine 2018, un servizio di risposta automatizzata che fornirà, mediante messaggistica, una risposta alle più frequenti domande, facendo risparmiare chiamate al servizio di assistenza e conseguentemente consentendo ai call center di dare risposte più ampie e dettagliate.
È chiaro che, con tutte le scuse che possono essere fatte da parte della Giunta e degli Uffici, questa settimana, anzi, meno ancora, pochi giorni tra il 27 novembre e il 1° dicembre hanno creato inevitabilmente qualche problema.


Argomento: Sistema informativo regionale

Interrogazione a risposta immediata n. 1894 presentata da Graglia, inerente a "Disponibilità online sulla procedura di consultazione atti amministrativi, della DD n. 3914 del 23 novembre 2017"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 1894, presentata dal Consigliere Graglia, che ha la parola per l'illustrazione.



GRAGLIA Franco

Grazie, Presidente.
Richiamo l'articolo 19 dello Statuto della Regione Piemonte, che sancisce il diritto di ottenere dagli Uffici della Regione informazioni e documenti connessi all'attività della Regione stessa. Lo stesso diritto è ribadito anche dall'articolo 2 del Regolamento interno del Consiglio regionale del Piemonte.
Ricordo che è attivo il servizio con accesso a credenziali riservate per i Consiglieri e gli Assessori del Piemonte, per la consultazione online degli atti amministrativi della Giunta regionale e delle Direzioni. Tale servizio, inoltre, è certamente utile per conoscere meglio l'attività complessiva di dettaglio della Regione, attraverso la pubblicazione delle delibere della Giunta regionale e delle determine assunte dagli Uffici competenti.
Consideriamo anche la puntualità della pubblicazione delle informazioni, a parte alcuni casi in cui vengono pubblicate in ritardo, ma probabilmente per motivazioni tecniche.
Prendiamo atto del fatto che la pubblicazione del predetto servizio delle determinazioni dirigenziali è automatica e simultanea al momento in cui la Ragioneria decentrata delle singole Direzioni consolida l'atto amministrativo, senza alcuna possibilità di intervento che rinvia a pubblicazione online sul sistema di un atto già assunto.
Tuttavia, in occasione della ricerca di un recente atto specifico relativo alla formalizzazione delle graduatorie e assegnazione delle risorse 2017 per l'acquisto di scuolabus, ai sensi dell'articolo della legge 23/89, assunta con determina n. 3914 del 23 novembre 2017, lo stesso atto al 4 dicembre non risulta ancora disponibile online.
Riteniamo necessario evitare ritardi nella pubblicazione di determine e delibere sulla procedura di consultazione degli atti della Giunta regionale, al fine di garantire la necessaria trasparenza e immediatezza delle informazioni ai Consiglieri e, di conseguenza, ai cittadini piemontesi.
Pertanto, mi permetto di interrogare l'Assessore competente per sapere se sussistano problematiche tecniche per cui la predetta determinazione non risulta, ancora oggi, pubblicata online sul servizio di consultazione degli atti, pur essendo stata assunta il 23 novembre.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Graglia.
La parola all'Assessore Balocco per la risposta.



BALOCCO Francesco, Assessore regionale

La determina 3914 del 23 novembre è stata correttamente inserita nel sistema informatico regionale dagli Uffici del Settore.
Conclusa la procedura di inserimento, automaticamente viene attribuito all'atto il numero definitivo ed è immediata la possibilità di consultazione dell'atto medesimo, da parte degli utenti autorizzati (Consiglieri ed Assessori) attraverso la Intranet regionale, sezione Atti Amministrativi.
La mancata presenza dell'atto su tale sezione potrebbe essere derivante da un problema imputabile al soggetto responsabile del trattamento dei dati (CSI), che, interpellata nel merito, al momento non ha fornito alcuna delucidazione. E la cosa ci sorprende molto.
L'inserimento in procedura è obbligatorio ai fini della pubblicazione sul Bollettino Ufficiale, come lei ha detto, così come la sua pubblicazione sulla sezione Amministrazione Trasparente, consultabile sul sito web della Regione Piemonte, sul quale la determina è consultabile dai cittadini già dal 30 novembre.
I cittadini hanno vinto rispetto ai Consiglieri.
Grazie.


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta")

Interrogazione a risposta immediata n. 1893 presentata da Porchietto inerente a "Attività di supporto, accompagnamento e inserimento lavorativo di persone disabili"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 1893, presentata dalla Consigliera Porchietto.
Risponderà l'Assessora Pentenero.
La parola alla Consigliera Porchietto per l'illustrazione.



PORCHIETTO Claudia

Grazie, Presidente.
Ringrazio, tra l'altro, l'Assessora Pentenero, perché m'aspettavo l'Assessore Ferrero e invece è arrivata; sono ben contenta, anche perch probabilmente qualche informazione in più rispetto a una lettura - seppur puntuale, ci mancherebbe - da parte dell'Assessore Ferrero, credo che questa interrogazione la meriti.
Assessora, questa interrogazione nasce in realtà da un'altra mozione che ha preceduto questa regionale, che è stata fatta in Città metropolitana. Alcuni dei rappresentanti in Città metropolitana hanno ritenuto di chiedere anche a noi in Regione di intervenire in merito proprio perché, nel momento in cui si è affrontato questo tema nell'ultimo Consiglio dell'Area metropolitana, l'aula era ormai praticamente quasi deserta. pertanto, su un tema così delicato non è stata raccolta una grande sensibilità, se non dai Consiglieri di opposizione del centrodestra che erano ancora presenti e di una parte del Movimento 5 Stelle.
In funzione del fatto che, appunto, oggi le deleghe rispetto agli interventi che i Centri per l'impiego devono portare a compimento sono in capo alla Regione, noi abbiamo ritenuto di fare questa interrogazione alla Giunta regionale auspicando una cosa sola, e spero di anticipare anzi la risposta dell'Assessora Pentenero, vale a dire avere la disponibilità della copertura economico-finanziaria rispetto a questa spesa.
Ma torno a quanto è accaduto. Noi sappiamo che c'è una legge del 1999 che prevede la promozione dell'inserimento e l'integrazione lavorativa di persone che hanno disabilità psico-fisiche nel mondo del lavoro, attraverso non solo servizi di sostegno, ma anche attraverso servizi di collocamento mirato. Su questo tema hanno lavorato molto negli ultimi anni i Consorzi socio-assistenziali, tant'è che - prendendone sempre uno come esempio nell'ambito dell'area di Venaria i soggetti che sono stati seguiti e inseriti negli ultimi tempi sono stati 59 e non sono sicuramente un numero di poco conto, considerata l'attuale situazione in ambito di collocazione non facile per persone normodotate, sicuramente estremamente difficile per coloro i quali hanno una disabilità.
La legge regionale ha previsto che l'organizzazione e la gestione delle attività riguardanti le politiche attive del lavoro siano tra le funzioni principali del ricollocamento. Soprattutto, sappiamo che la Città metropolitana fino al 2016 ha contribuito economicamente a mantenere questi servizi, ma adesso, con il trasferimento delle competenze in capo alla Regione Piemonte, nel 2017 avremmo dovuto occuparci noi della copertura economico-finanziaria.
I Consorzi più volte e in più riprese, nell'anno 2017, hanno chiesto alla Direzione regionale del lavoro novità rispetto al fatto che non avevano ottenuto le risorse necessarie per portare avanti questa iniziativa . Il problema è che ancora a oggi non hanno avuto una risposta né positiva né negativa (auspichiamo positiva, ma proprio non è avvenuta) e lei sa quant'è difficile immaginare di portare a compimento un'azione così complicata e strutturata se non si ha certezza sia per il presente che per il futuro di quelli che sono i supporti di natura economico-finanziaria.
A questo punto, Assessora, la interroghiamo per sapere, come speriamo se ci saranno le risorse dedicate già per il 2017, quando verranno dedicate e soprattutto se si potrà immaginare che le risorse stanziate possano supportare anche nel futuro questo tipo di attività.



PRESIDENTE

La parola all'Assessora Pentenero per la risposta.



PENTENERO Giovanna, Assessora al lavoro

Grazie, Presidente.
Il tema è noto alla Direzione fin dal momento in cui si è avviata l'attività per la definizione dell'atto d'indirizzo che stanzia le risorse che derivano dalle sanzioni previste dalla legge 68, le quali sono a carico delle aziende che per motivi diversi non hanno ottemperato a quanto previsto dalla legge.
Il tema degli enti gestori è un tema che ha, all'interno della nostra Regione, un suo radicamento.
Nota personale: io mi sono occupata a lungo della formazione degli operatori dei servizi di inserimento lavorativo degli enti gestori. Questa ha due livelli di coinvolgimento: il primo è quello della presa in carico diretta dei soggetti previsti dalla legge 68 e quindi la presa in carico totale del progetto, e già questo oggi è possibile da parte degli enti gestori attraverso i meccanismi dell'accreditamento quali i servizi per il lavoro, un accreditamento snello e leggero che viene utilizzato a favore degli enti pubblici e che prevede, ad esempio, la possibilità di avere una sola sede di riferimento come servizio per il lavoro. Quindi già oggi gli enti gestori possono partecipare a questo tipo di attività.
Il secondo livello, invece, è l'attività di supporto ai Centri per l'impiego e quindi quell'attività di accompagnamento per la quale è necessario avere una figura specifica, che può essere una figura che risponde alle caratteristiche specifiche della singola persona, quindi possono essere soggetti che derivano dal mondo del sociale, per i quali è necessario una tipologia d'intervento, o possono essere anche soggetti che arrivano dai servizi sanitari, per i quali è necessaria un'altra tipologia di intervento.
Questo secondo livello l'abbiamo più volte esaminato e gli enti gestori hanno la consapevolezza del doppio livello di intervento: primo, come presa in carico complessiva del progetto; secondo, come supporto per i centri per l'impiego. Mentre sul primo abbiamo risolto la questione, il secondo livello lo abbiamo inserito all'interno del Piano di lavoro dell'Assessorato e tra poco sarà approvata una DGR che mette in evidenza le modalità con le quali le Agenzie per il lavoro mettono a disposizione un milione di euro a favore dei Consorzi, degli enti gestori che possono partecipare per vedere il riconoscimento dell'attività quale tutor a supporto dei Centri per l'impiego in ogni singolo territorio.
Le risorse che sono state stanziate sono circa tre milioni; non appena approvato l'atto d'indirizzo e trasferite le risorse all'APL, questa farà un bando relativo alla trasmissione dell'attività agli enti gestori per il supporto dell'attività di inserimento lavorativo dei soggetti disabili.
Questa è un'esperienza che nella Provincia di Torino - ora Città metropolitana - è stata utilizzata per molto tempo; non l'abbiamo inserita nel primo Atto di indirizzo, ma è stata inserita soltanto la prima parte questo perché ne rappresentava una complessità e, come sapete, il tema della riorganizzazione dei Centri per l'impiego è sicuramente un elemento che ha determinato una fase di ulteriore riflessione rispetto all'emanazione complessiva degli atti d'indirizzo necessari per l'inserimento lavorativo dei soggetti disabili.



PRESIDENTE

Grazie, Assessora Pentenero.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione a risposta immediata n. 1892 presentata da Conticelli inerente a "Caso di licenziamento di un autista di Ca.Nova S.p.A."


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 1892.
La parola alla Consigliera Conticelli per l'illustrazione.



CONTICELLI Nadia

Grazie, Presidente.
L'interrogazione riguarda un caso che oltre che, diciamo così, dalle cronache ci è stato segnalato come Commissione dai sindacati, che hanno chiesto un'audizione alla II Commissione (Commissione Trasporti) sia della Regione che del Comune.
Il caso riguarda il licenziamento di un lavoratore, over 50, che avrebbe dovuto, invece, avere un cambio di mansione per problemi e di patologia, una patologia che non lo rende inabile al lavoro.
Il caso ci è stato segnalato in quanto Ca.Nova S.p.A. è a maggioranza di partecipazione pubblica; GTT, e non solo, ha in appalto parte del servizio da parte dell'Agenzia Metropolitana e, nel piano industriale di rilancio di GTT è previsto il passaggio - anche se non ancora validato - di parte rilevante del servizio a Ca.Nova.
Naturalmente, il diritto del lavoro va rispettato in qualsiasi azienda trattandosi in più di azienda pubblica, in qualche modo collegata anche con il servizio regionale.
Per quanto riguarda l'audizione dei sindacati, valuteremo con la Commissione, ma intanto ho ritenuto opportuno presentare questa interrogazione.



PRESIDENTE

Grazie, collega Conticelli.
La parola all'Assessora Pentenero per la risposta.



PENTENERO Giovanna, Assessora al lavoro

Grazie, Presidente.
È evidente che il caso suscita degli interrogativi, data la natura delle aziende coinvolte, da un lato, e la particolarità della situazione.
Cercheremo di seguire, per quanto di competenza la situazione, al fine di scongiurare qualsiasi tipo di licenziamento.
Va detto, però, che la Regione Piemonte non ha competenze dirette rispetto alle procedure di licenziamento individuale e, pertanto, non possiamo adoperarci per una verifica diretta, per individuare eventuali responsabilità sulla questione.
Com'è noto, la normativa vigente mette in capo al singolo lavoratore la possibilità di avviare un contenzioso con l'azienda che ha effettuato il licenziamento attraverso una vertenza legale, con l'assistenza di un legale e/o di un'organizzazione sindacale.
Posto questo aspetto, è evidente che come Regione, da un punto di vista della questione nella sua complessità, come dire, da un punto di vista anche etico e comportamentale, faremo le nostre valutazioni e le nostre osservazioni.



PRESIDENTE

Grazie, Assessora Pentenero.
Dichiaro chiusa la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata.



(Alle ore 15.15 la Presidente dichiara esaurita la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata)



(La seduta ha inizio alle ore 15.20)



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE BOETI



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo Allemano, Baricco, Campo, Cerutti, Ferrari e Reschigna.
Non è presente l'Assessore Saitta.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Proseguimento esame disegno di legge n. 217, inerente a "Norme in materia di gestione dei rifiuti e servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani"


PRESIDENTE

Proseguiamo l'esame del disegno di legge n. 217, inerente a "Norme in materia di gestione dei rifiuti e servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani ", di cui al punto 3) all'o.d.g.
Nella seduta antimeridiana del 5 dicembre 2017 si è conclusa la discussione generale e sono stati illustrati gli emendamenti all'articolo 1. Occorre quindi ripartire con la votazione degli emendamenti all'articolo 1.
Diamo la parola all'Assessore Valmaggia per la replica, rispetto agli emendamenti sull'articolo 1, il quale darà anche indirizzo di voto.



VALMAGGIA Alberto, Assessore all'ambiente

Grazie, Presidente.
È evidente che gli emendamenti proposti, laddove chiedono di eliminare principi per noi importanti quale la sussidiarietà, la differenziazione l'adeguatezza, nonché la leale collaborazione tra gli Enti locali, in una logica di integrazione di questi principi, sono emendamenti che forse evidenziano la differenza, anche di approccio politico, sul tema, e non sono accoglibili da parte della Giunta.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Procediamo con le votazioni.
Ricordo a tutti che il numero legale è 23.
ARTICOLO 1 Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 142), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 149), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 152), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 151), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 150), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 141), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 148), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 1, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
Preciso per il verbale il voto contrario del Consigliere Vignale sull'articolo 1.
ARTICOLO 2 Emendamento rubricato n. 147) presentato da Vignale, Berutti, Graglia Pichetto Fratin, Porchietto, Ruffino, Sozzani.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
L'emendamento n. 147) interviene nella logica di alcuni degli emendamenti presentati relativamente all'articolo 1. Vi sono, cioè emendamenti che intervengono nel merito, cercando di proporre, come l'emendamento che voleva cassare la disciplina del tributo speciale, e ve ne sono altri, come questo, che possono apparire di forma, ma che in realtà sono di sostanza. Con questo emendamento si chiede di trasformare la parola "sostenibile" in "insostenibile", relativamente alle considerazioni che abbiamo fatto durante le tante Commissioni consiliari convocate.
Da questo punto di vista, volevo far presente che il fatto di aver lavorato per 15 mesi, come ha ricordato l'Assessore nella sua replica, in termini di tempo trascorso dal momento in cui la legge è stata licenziata dalla Giunta al momento in cui è stata licenziata dalla Commissione, e il fatto di aver convocato un numero rilevante di Commissioni testimonia solitamente (per carità, non sempre) una norma che non soltanto non è condivisa dall'opposizione, perché vi sono molte norme non condivise dall'opposizione, ma una norma sulla quale l'opposizione esprime un voto contrario all'interno dell'Aula, anche provando a modificarne lo spirito e alcuni passi. Ma laddove vi sono contrarietà così significative, è perch va rammentato che i Consiglieri di opposizione (almeno parlo per il sottoscritto) cercano di rappresentare non soltanto un'idea differente di governo della nostra Regione anche su una tematica così significativa quale quella della gestione integrata dei rifiuti, ma cercano anche di rappresentare quelle che sono le moltissime comunità locali e un numero significativo di Consorzi che, in tutta la nostra Regione, hanno espresso un parere di contrarietà. Ed è anche un po' l'attività che vogliamo fare all'interno di questa Assise.
È evidente che la maggioranza è legittimata a votare la legge che ha presentato la Giunta regionale, ma i compiti che noi vogliamo svolgere in questa discussione sono due: il primo è quello di presentare degli emendamenti di merito per cercare di migliorare una legge, seppur pessima un secondo aspetto è invece legato alla volontà di far rendere evidente quanto più possibile la nostra contrarietà rispetto al disegno di legge presentato dalla Giunta.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Porchietto; ne ha facoltà.



PORCHIETTO Claudia

Grazie, Presidente.
Il collega Vignale ha evidenziato come occorra guardare con particolare attenzione anche i termini indicati.
Assessore, le giustifico il motivo per cui abbiamo presentato quest'emendamento: dovrà armarsi di santa pazienza in queste settimane così come ha fatto nei precedenti 15 mesi. Il problema è che probabilmente, oltre alla santa pazienza, sarebbe servita anche un minimo di strategia insieme a noi per condividere dei percorsi che, come abbiamo già detto questa mattina all'interno della discussione generale, non nascono dalla volontà del centrodestra di fare un'opposizione tout court ma nascono comunque da delle esigenze che i territori hanno manifestato hanno manifestato a voi e hanno manifestato a noi - e che abbiamo cercato in tutti questi mesi, di condividere come percorso.
Abbiamo visto ancora questa mattina che, davanti all'evidenza comunque, le evidenze non vogliono - no "non possono" - essere prese in considerazione.
Questo è il motivo per cui, provocatoriamente, viene presentato un emendamento che chiede di sostituire le parole "di una gestione sostenibile" con "di una gestione insostenibile". C'è un motivo alla base: una gestione come questa sarà insostenibile da parte dei Comuni e lo stanno sottolineando sistematicamente a ogni incontro che viene organizzato. In cuor suo, Assessore, penso che lei lo sappia, perché molto spesso ha risposto anche a delle istanze che gli Amministratori comunali le hanno posto, in particolare quelli dei Comuni più piccoli o dei Comuni che sono anche sede di discariche. Ma mi pare che quelle lecite istanze avanzate da chi deve fare, poi, i conti con un bilancio che, molto spesso, è composto da poche centinaia di migliaia di euro, non abbiano trovato chiaramente una risposta.
Allora, l'emendamento che ha come primo firmatario il collega Vignale sottolinea proprio questo: sinceramente, immaginare che il comma 1 dell'articolo 2 possa promuovere una gestione sostenibile quando sappiamo benissimo che non lo sarà (intendo la gestione sostenibile), ci porta a presentare un emendamento che traccia un percorso della legge diverso, ma che dichiara quello che succederà, vale a dire che avremo una gestione non sostenibile.



PRESIDENTE

Grazie, collega Porchietto.
Emendamento rubricato n. 146) presentato da Vignale, Berutti, Graglia Pichetto Fratin, Porchietto, Ruffino, Sozzani.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Questo emendamento, così come quelli successivi, cerca di significare la contrarietà che il Movimento Nazionale esprime rispetto a questo disegno di legge. Perché il comma 1 dell'articolo 2 individua la volontà della Regione, appunto nelle sue finalità, di assumere il principio dell'economia circolare nella produzione di una gestione sostenibile dei rifiuti attraverso il recupero del ciclo produttivo degli stessi, consentendo il risparmio di nuove risorse.
Questo sarebbe vero se i dati che sono stati presentati quando è stata illustrata la norma ci avessero fatto presente che, all'interno della nostra Regione, che è una Regione virtuosa in termini di differenziazione del rifiuto, vi sia anche un utilizzo altrettanto virtuoso della percentuale di rifiuto che, una volta differenziato, viene utilizzato come tale.
In realtà, il primo documento che l'Assessore Valmaggia ha presentato in seno alla V Commissione portava una serie di dati relativi al numero di rifiuti differenziati che non entravano nel ciclo virtuoso, anche secondo noi, dell'economia circolare, ma che, in realtà, pur essendo stati differenziati dai cittadini piemontesi, andavano in discarica o venivano comunque utilizzati come se fossero rifiuti tal quali, non differenziati.
Pertanto, crediamo che questa norma, che rischia di essere soltanto una norma di principi e non interviene in modo puntuale rispetto al riutilizzo del rifiuto, non consentirà il risparmio di nuove risorse. Ovviamente il nostro emendamento che indica lo spreco di nuove risorse è non eccessivo ma è volto a provare a motivare una contrarietà non soltanto rispetto a una norma, ma rispetto a un principio che non trova applicazione nella legge stessa.
Però crediamo che, di fatto, sia così; fra i tanti limiti che questa norma ha, come dicevamo questa mattina, non ha misure che in qualche modo incentivino il riutilizzo del rifiuto differenziato, non soltanto l'aumento della percentuale della differenziazione del rifiuto. È evidente a tutti che se una volta che si è provveduto alla differenziazione del rifiuto, non si introduce il medesimo in un circuito virtuoso di riutilizzo, si è fatto a monte un lavoro inutile, che è costoso per i cittadini che lo devono fare ed è costoso per la Pubblica Amministrazione.



PRESIDENTE

Grazie, collega Vignale.
Emendamento rubricato n. 145) presentato da Vignale, Berutti, Graglia Pichetto Fratin, Porchietto, Ruffino, Sozzani.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
L'emendamento n. 145) prevede l'introduzione delle parole "la termovalorizzazione". La norma dice: "Le frazioni raccolte in maniera differenziata sono conferite ad impianti che ne favoriscono la massima valorizzazione in termini economici ed ambientali, in coerenza con il principio di prossimità".
Noi abbiamo inserito - però non è una volontà di manifestare una contrarietà - anche le parole "la termovalorizzazione", perché crediamo, ma in modo coerente e pratico, che questa legge, che inserisce all'interno della stessa l'ecotassa - quindi la legge che accresce il costo del rifiuto conferito in discarica - inevitabilmente porterà una parte di rifiuto anche differenziato, (come i dati, tra l'altro, ci dicono essere già avvenuto precedentemente) a essere termovalorizzato.
Infatti, è assolutamente evidente che riguarda certamente rifiuti della nostra Regione, ma riguarda anche i rifiuti di altre Regioni, che non dovrebbero avere questo ciclo, che è tutto fuorché un ciclo di economia circolare.
Così com'è fatta la legge, anche in termini temporali - perché è evidente la volontà di inserire la tassa sulle discariche con una tempestività repentina, dal 1° gennaio 2018, pur essendo stata la stessa legge impugnata nella precedente legge finanziaria che introdusse l'ecotassa dal 1° gennaio 2017, che dovremmo cancellare perché un provvedimento dello Stato impediva alle Regioni di aumentare la tassazione e, quindi, anche di introdurre un'ecotassa - dimostra come vi sia una volontà pervicace che ha preceduto la stessa legge sui rifiuti, anche nel momento in cui la legge era in Commissione. È la volontà di creare un percorso di facilitazione o, se volete, di disincentivazione economica per coloro i quali conferiscono ai Consorzi, che conferiscono in discarica portando gli stessi ad avere un prezzo più vantaggioso di conferimento nella termovalorizzazione, ma avendo complessivamente un prezzo più elevato rispetto al prezzo precedente. Ed è evidente a tutti che il prezzo più elevato lo pagheranno i cittadini.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Porchietto; ne ha facoltà.



PORCHIETTO Claudia

Grazie, Presidente.
Rispetto all'emendamento che chiede di introdurre il termine "termovalorizzazione", credo sia opportuno risottolineare quanto abbiamo già discusso questa mattina, quando si parlava, soprattutto nelle file della maggioranza, del percorso positivo fatto in questi anni, senza tenere, però, in considerazione che, molto spesso, i percorsi erano stati probabilmente sì positivi, ma dal punto di vista economico avevano avuto una ricaduta molto significativa sul territorio, in termini di ripartizione di costi per mancata gestione oculata. Questo vanificava comunque l'obiettivo principale che veniva mantenuto come tale, vale a dire quello di valorizzare sistematicamente la differenziazione del rifiuto.
È chiaro che in un contesto come questo, come già ricordava il collega Vignale, sarà sempre più facile immaginare che la scelta più difficile da fare per le Amministrazioni (forse anche dal punto di vista personale), ma che, dovendo guardare al portafoglio, verrà fatta (conferire anche quanto possibilmente differenziabile nel termovalorizzatore) deve essere presa in considerazione. E, soprattutto, la presa in considerazione va fatta anche nel momento in cui si esplicano le tabelle economiche rispetto a quello che sarà l'impatto.
Riteniamo che questo non sia stato fatto in modo accurato e questo è il motivo per cui viene presentato un emendamento, al fine che ci sia chiarezza anche all'interno di questa norma, che continuiamo a non condividere, ma che vogliamo quantomeno sia più chiara per quanti poi ne dovranno usufruire.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Sozzani.



SOZZANI Diego

Grazie, Presidente.
Con questo emendamento entriamo "a bomba" nell'attività che in un certo senso viene già disegnata da questa norma che andiamo ad approvare, dove risulterebbe pleonastico aggiungere anche queste due parole per il fatto che andiamo a chiarire l'intendimento filosofico della legge che stiamo facendo; anche perché - lo abbiamo sempre detto e non ci stancheremo mai di dirlo - rispetto all'ecotassa che prevedeva lo smaltimento in discarica questa ecotassa (una ecotassa che va quindi a ridefinire la prospettiva dello smaltimento dei rifiuti a livello regionale) viene anche rivolta agli impianti di termovalorizzazione senza recupero di energia.
È vero che non mi pare che ce ne siano molti di questo tipo nella nostra Regione, ma questa è la filosofia con cui viene scritta questa legge: si vede cioè che se vi è la termovalorizzazione con recupero di energia, andiamo a recuperare tutta una serie di risorse che in quel senso vengono gestite senza tasse particolari. E quindi si vede qual è la preferenza (la chiara, identica preferenza) della legge regionale e, di conseguenza, della filosofia di questa Giunta, sullo smaltimento dei rifiuti, diversa - checché se ne dica - rispetto a quella dell'approvazione fatta a suo tempo sulla pianificazione basata sulla green economy e l'economia circolare.



PRESIDENTE

Grazie, collega Sozzani.
Emendamento rubricato n. 144) presentato da Vignale, Berutti, Graglia Pichetto Fratin, Porchietto, Ruffino, Sozzani.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
L'emendamento n. 144) vuole cassare la parola "ambientale".
Come si può vedere, la frase prevede la massima valorizzazione in termini economici e ambientali. Non abbiamo cassato anche la parola "economici", perché in realtà una valorizzazione in termini economici anche rispetto alle considerazioni che abbiamo fatto sull'emendamento precedente, rischia di esserci.
Ovviamente, l'auspicio è che ci possa essere una massima valorizzazione anche in termini ambientali del conferimento del rifiuto agli impianti. Il rischio che noi paventiamo è che all'interno della legge, come abbiamo anche avuto modo di dire nella discussione di questa mattina, fatti salvi concetti di carattere generale, non vi siano in realtà veri benefici per la gestione e la valorizzazione in termini ambientali del rifiuto che, badate possono essere di molti tipi.
Per esempio, un altro aspetto su cui rileviamo essere mancante la legge è tutta l'attività legata alle sperimentazioni delle gestioni dei rifiuti.
Se infatti c'è un limite che ha questa norma - ma come ha la stessa legge dello Stato - è che noi siamo fermi a un modello di gestione del rifiuto che è un modello che nasce nel momento in cui non esisteva alcun tipo di possibilità di meccanizzazione o di gestione meccanizzata della differenziazione del rifiuto, del suo riutilizzo, della sua reale trasformazione in economia circolare (penso all'utilizzo delle plastiche nella ritrasformazione in idrocarburi biologici).
Mancando tutti questi aspetti, il timore vero è che la dichiarazione e l'enunciazione della valorizzazione in termini ambientali rischi di rimanere tale e di restare, cioè, solo un aspetto che inevitabilmente in una legge di gestione dei rifiuti urbani non si può non contemplare; per poi una buona legge solitamente riesce anche a declinare le finalità all'interno del testo, con degli articoli di attuazione.
E devo dire che, se noi dovessimo trovare un articolo che attua il principio di valorizzazione ambientale della gestione del rifiuto, in questa legge non sapremmo dove trovarlo.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Sozzani; ne ha facoltà.



SOZZANI Diego

Grazie, Presidente.
In aggiunta a quanto diceva il collega Vignale, la domanda che noi ci stavamo ponendo era proprio sotto il profilo del cosa significa valorizzazione in termini ambientali. Anche perché l'Aula sa che le frazioni raccolte in maniera differenziata, nella stragrande maggioranza dei casi, hanno un'organizzazione di smaltimento finale nei cosiddetti Consorzi nazionali obbligatori. Cosa sono i consorzi nazionali obbligatori? Sono il CONAI, il COBAT, cioè tutta una serie di consorzi che autorizzano e affiliano impianti a livello locale.
Questi impianti sono poi riconosciuti ai fini della valorizzazione secondo delle economie che sono già indicate dai Consorzi obbligatori a livello nazionale.
Qui si dice che le frazioni raccolte in materia differenziata sono conferite negli impianti che ne favoriscono la valorizzazione in termini economici e ambientali, ma non comprendiamo, ed è questo il motivo dell'emendamento, qual è il rapporto rispetto a queste due indicazioni di tipo legislativo rispetto a una procedura che è quella dei Consorzi obbligatori a livello nazionale.
Anche in questo caso i Consorzi obbligatori privilegiano già di per s il recupero di materia rispetto a quelli di energia, ma ci sembrava ridondante il fatto che lo scrivessimo, se non rispetto a una filosofia che stiamo cercando di dimostrare con gli emendamenti, e lo faremo ancora di più nelle prossime interpretazioni dell'attività emendativa, rispetto invece alla filosofia dello smaltimento con recupero di energia che sovrintende tutta la legge.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio al Consiglio Comunale dei ragazzi del Comune di Verrua Savoia (TO)


PRESIDENTE

Saluto i ragazzi del Consiglio Comunale dei ragazzi del Comune di Verrua Savoia in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Proseguimento esame disegno di legge n. 217, inerente a "Norme in materia di gestione dei rifiuti e servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani" (seguito)


PRESIDENTE

Proseguiamo con l'esame del disegno di legge n. 217.
Emendamento rubricato n. 143) presentato da Vignale, Berutti, Graglia Pichetto Fratin, Porchietto, Ruffino, Sozzani.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
L'emendamento n. 143) vuole cassare le parole "in coerenza con il principio di prossimità". L'aspetto che noi vediamo, anche vedendo la fase successiva che sarà oggetto di un altro emendamento ("privilegiando recupero di materia, quello di energia") farebbe sì che questo sia un principio che, unendo la prossimità al recupero di materia a quello di energia, sarebbe evidentemente da noi condiviso.
Qual è il rischio che noi vediamo all'interno della norma? È che, di fatto, l'ecotassa, o la tassa pro inceneritore, privilegia il recupero di energia rispetto al recupero di materia. Certamente rispetto ad alcune frazioni o rispetto anche, banalmente, a materiali più difficilmente differenziabili, è evidente che avendo il conferimento un costo inferiore all'interno del termovalorizzatore rispetto a quello di una discarica questa tassa rischia, in qualche modo, di fare venire meno anche un comportamento virtuoso, che dovrebbe essere quello che porta al recupero di materia, piuttosto che di energia.
Badate, non è soltanto questo, anche se questo è uno dei punti più significativi di contrarietà che noi manifestiamo nei confronti della norma. Non certo perché siamo contrari, in termini generali, al principio della termovalorizzazione, ma perché ci sembra un po' paradossale che chi ha fatto della contrarietà alla termovalorizzazione una battaglia politica per molti anni anche all'interno di questa città, e non solo, oggi condivida una legge che tassa ciò che va in discarica, tassa anche ciò che viene termovalorizzato senza recupero di energia e non tassa ciò che viene termovalorizzato con recupero di energia.
C'è un solo soggetto che fa recupero di energia dal rifiuto all'interno della nostra Regione. Noi crediamo che questo tema, unitamente al fatto che non vi siano incentivi rispetto al recupero di materia relativamente a quello di energia, inevitabilmente, farà sì che molte amministrazioni locali sceglieranno quello. Perché non hanno una vocazione ambientalista? No, perché, molto semplicemente, devono badare a quella che è la tassa che i cittadini pagano e, come sempre avviene per un'amministrazione locale, a concetti di carattere general-filosofico bisogna applicare un concetto che è molto più pratico, quello di cercare di rendere quantomeno possibile gravoso, in termini economici, un servizio per la cittadinanza.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Sozzani.



SOZZANI Diego

Grazie, Presidente.
In questo caso, dobbiamo leggere questo emendamento in funzione non solo della legge per la quale stiamo discutendo gli emendamenti relativi all'articolo 2, ma anche dello schema di convenzione e Statuto tipo del consorzio di Area vasta.
Tutte le attività che vengono indicate al punto b) del terzo comma dell'articolo 2 sono attività che devono essere indicate ai consorzi perché questi sovrintendono l'organizzazione dello smaltimento sul proprio territorio. Questo e anche perché - lo sapete - la legge che stiamo discutendo disciplina l'impiantistica, che è competenza regionale, ma l'organizzazione dello smaltimento dei rifiuti rimane a livello consortile quindi a livello locale.
Il concetto di prossimità diventa un elemento ridondante rispetto al fatto che questi consorzi non vanno a cercare impianti di differenziazione al di fuori delle proprie aree, altrimenti il costo di trasporto e di smaltimento finale darebbe poco senso alla realizzazione di questo tipo di impiantistica.
Per questo motivo, chiediamo la soppressione di quelle parole.
Non essendo questi impianti di tipo complesso e non rientrando, quindi nella politica della Regione, piuttosto che delle Province o dei Comuni che ne faranno parte, qual è la procedura con la quale vengono scelte queste tipologie di impianti?



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Porchietto.



PORCHIETTO Claudia

Grazie, Presidente.
Non mi faccio mancare l'emendamento.



PRESIDENTE

Saremmo dispiaciuti, se fosse il contrario.



PORCHIETTO Claudia

Presidente, per quanto riguarda la richiesta del collega Vignale in merito alla cancellazione del principio di prossimità, vorrei capire come (magari lo farò con la presentazione di un altro emendamento, nel caso in cui, come immagino, l'Assessore e la Giunta non accolgano gli emendamenti che abbiamo presentato), nelle logiche che portano a una valutazione dei risultati rispetto a quanto è stabilito, ad esempio, dall'articolo 2 rispetto agli obiettivi e rispetto alle finalità, noi immagineremo di andare a misurare questi obiettivi che potranno essere raggiunti, nel caso in cui non ci sia, come mi pare non esserci, la possibilità di misurare sia in termini di recupero di materia, rispetto a quelli di energia, sia sulla proporzionalità di uno rispetto all'altro.
Infatti, riguardo al privilegio di un recupero di materia rispetto a quello di energia, mi è difficile immaginare che un'Unione di Comuni, un ambito di Comuni, o comunque un'Area vasta possa andare a valutare matematicamente il recupero di materia.
Pertanto, penso sia veramente incoerente indicare, per principio di coerenza, il termine prossimità, perché è assolutamente un termine non solo ridondante, ma a parer mio anche un po' nocivo all'interno di questa norma perché nessuno lo terrà in considerazione, anche perché ci sarà un impatto economico tale per cui questo sarà l'ultimo dei principi che verrà considerato.



PRESIDENTE

Grazie, collega Porchietto.
Emendamento rubricato n. 140) presentato da Vignale, Berutti, Graglia Pichetto Fratin, Porchietto, Ruffino, Sozzani.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
È quanto dicevamo già nell'illustrazione dell'emendamento precedente in merito al rapporto fra il principio di prossimità al recupero di materia rispetto a quello di energia.
Anche in questo caso, per le motivazioni che abbiamo già detto precedentemente, il rischio vero è che, basandosi su un concetto che sarà attuato da molti amministratori locali, correttamente, quello di cercare di rendere meno costoso possibile il conferimento del rifiuto e rischiando, e dico rischiando, parlando di una cosa che in realtà è già avvenuta, perch la norma che ha introdotto dal 1° gennaio 2017 l'ecotassa sulle discariche ancorché noi l'abbiamo poi cambiata, ha fatto sì - come possiamo vedere rispetto ad alcuni dati che ci sono stati forniti - che, per esempio, dalla Liguria, così come da altri consorzi del Piemonte, una serie di conferimenti che avvenivano nelle discariche piemontesi siano avvenuti nel termovalorizzatore.
È evidente che questo ha non soltanto fatto venir meno il principio di prossimità, ma ha anche fatto venir meno il recupero di materia rispetto a quello di energia.
Inoltre, pone un altro tema: in una legge che parla certamente di gestione integrata di rifiuti, ma che non può non avere una ricaduta ambientale, credo sia difficile spiegare come, a fronte del fatto che viviamo in un momento in cui la creazione dei certificati bianchi, grigi verdi e quant'altro, cioè quelli che in qualche modo riducono l'emissione e l'utilizzo di idrocarburi nello spostamento, dovrebbe essere da un lato una politica ambientale oggi per eccellenza e dall'altro, in realtà, con una legge sui rifiuti che anch'essa dovrebbe avere una finalità di carattere ambientale, abbiamo sostanzialmente già aumentato nel 2017 il numero di chilometri percorsi per portare dei rifiuti, un numero di svariate migliaia e migliaia di chilometri.
Da questo punto di vista, è evidente che tanto il principio di prossimità quanto il privilegio sul recupero di materia rispetto a quello di energia rischiano di venire meno.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Sozzani.



SOZZANI Diego

Grazie, Presidente.
Volevo completare il ragionamento del collega Vignale dando l'indicazione che, per la verità, avevamo già ventilato nelle analisi fatte precedentemente, cioè che le parole "privilegiando il recupero di materia e quello di energia" sono eliminate. Evidentemente, se dal punto di vista della legge non vi fosse la filosofia dello smaltimento nel forno di incenerimento o nei forni di incenerimento.



(Commenti fuori microfono)



SOZZANI Diego

Sappiate che, dal punto di vista dei rifiuti di tipo speciale, ve n'è uno in Piemonte, che è quello del cementificio; invece, dal punto di vista dell'attività di recupero di energia, c'è soprattutto quello di Torino.
Il suggerimento di cancellare questo tipo di parole contenute nella legge evidentemente va a chiarire meglio o, perlomeno, va ad allontanare il sospetto che noi stiamo dando indicazioni in ogni emendamento. Riteniamo che questo tipo di cancellazione sia assolutamente fondamentale ai fini di allontanare questo tipo di sospetto, contenuto diciamo in ogni emendamento.



PRESIDENTE

Grazie, collega Sozzani.
Emendamento rubricato n. 139) presentato da Vignale, Berutti, Graglia Pichetto Fratin, Porchietto, Ruffino, Sozzani.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
La lettera b), del comma 3, dell'articolo 2, prevede che siano incentivati l'autocompostaggio e il compostaggio di comunità, a partire dalle utenze site in zone agricole a bassa densità abitativa, al fine di ingenerale il comportamento virtuoso della cittadinanza nel differenziare i rifiuti.
È comprensibile che vi possano essere - infatti non sono oggetto di emendamento - delle attività di incentivazione dell'autocompostaggio e del compostaggio di comunità, dopodiché bisognerebbe dotare i Consorzi non soltanto di principi da attuare, ma anche di risorse che consentano loro di intervenire con misure finalizzate all'aumento, per esempio, del compostaggio di comunità o anche quelle legate al compostaggio domestico in particolar modo in quelle zone agricole a bassa densità abitativa in cui questo tipo di attività è più semplice ed è anche più, diciamo così, nelle corde dei cittadini.
Tuttavia, noi crediamo che prevedere in norma l'incentivazione del comportamento virtuoso della cittadinanza nel differenziare i rifiuti debba, in qualche modo, avvenire non con un auspicio di buon comportamento di virtuosità del cittadino. Teniamo conto che abbiamo fatto della raccolta dei rifiuti uno dei tanti nuovi gravosi adempimenti che le famiglie non avevano, un adempimento peraltro più gravoso anche dal punto di vista della tassazione, che sarà certamente un aspetto positivo sotto il profilo ambientale, però diventa poi complesso comprendere come si possono comportare le amministrazioni pubbliche, che spesso, dal un punto di vista della virtuosità ambientale, sono poco propense ad attuare tutto quanto è previsto.
Il fatto che ci sia un incentivo rispetto a un comportamento virtuoso dovrebbe essere legato a un vantaggio che i cittadini hanno da questo tipo di attività, perché altrimenti ci troviamo solo di fronte a un auspicio di carattere generale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Sozzani.



SOZZANI Diego

Grazie, Presidente.
Non si comprende qual è il concetto di economia per il cittadino virtuoso, se non andiamo - in Italia è quasi sempre così - a identificare l'economia che il cittadino ha per effetto di un comportamento di questo genere.
Questo è l'aspetto su cui più volte avevo lanciato, anche in Commissione, una serie di appelli affinché ci possa essere, dal punto di vista operativo, una definizione sì dei costi di chi smaltisce impropriamente - come vuole la Giunta nell'ambito dello smaltimento in discarica, oppure nei forni di termovalorizzazione senza recupero di energia - ma, parimenti, una riduzione economica sulle spese dei cittadini che fanno questo tipo di attività; riduzione che invece non riscontriamo.
Cosa significa questo? Significa che, in un ambito di zone agricole a bassa densità abitativa, l'autocompostaggio e il compostaggio di comunità su cui però bisognerà capire qual è il regime autorizzativo, che mi manca sono difficili. L'autocompostaggio, lo sappiamo tutti, sono quei bidoni dove si mettono tutta una serie di rifiuti organici, che se non si controllano o non si tengono in modo adeguato, non funzionano; quindi, si trovano semplicemente rifiuti organici un po' putrefatti, dopo un po', ma assolutamente non trasformati in compost. Viceversa, il compostaggio di comunità vuol dire che, probabilmente, qualche famiglia o qualche industria di tipo agricolo si mette insieme per fare un compostaggio un po' più articolato, come immagino di comprendere e provo a interpretare.
Non capisco qual è il regime autorizzativo, che non riscontro nell'ambito né di questa legge né nell'ambito delle indicazioni dello schema-tipo di convenzione, perché possa essere perseguito questo tipo di obiettivo.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAUS



PRESIDENTE

Grazie, collega Sozzani.
La parola alla Consigliera Porchietto.



PORCHIETTO Claudia

Grazie, Presidente.
Anche a me lascia molto perplessa questo obiettivo esplicitato all'articolo 2, al comma 3, lettera b).
Come già precedentemente diceva il mio collega Sozzani, sul tema dell'autocompostaggio e del compostaggio abbiamo, comunque, esempi significativi di come sia difficile farli già quando stiamo parlando di strutture e di strumenti che sono messi a disposizione della comunità da parte, ad esempio, degli organi amministrativi, quindi, con un investimento significativo anche di natura economica. Immaginare che in zone agricole o a bassa densità abitativa, attraverso non so bene quale incentivo, una famiglia si prenda - passatemi il termine - il "mal di pancia" di fare un'operazione di autocompostaggio e di compostaggio o, comunque, una comunità limitata, rimane un obiettivo scritto sulla carta, ma di certo non un efficiente obiettivo o, meglio, non un obiettivo che si possa raggiungere con un'efficienza all'interno del sistema.
Allora, non riteniamo che questo sia un decalogo soltanto che va scritto per poter magari fare un comunicato stampa, ma dovrebbe essere una normativa che porti veramente a un reale intervento sul territorio rispetto anche a una formazione nelle aree, definiamole così, più remote o più a bassa densità della nostra Regione.
Pertanto, ci sembra che sia soltanto un decalogo di promesse, che poco ha a che vedere con una legge fatta bene, rispetto a quello che può essere veramente un obiettivo che si potrebbe raggiungere.



PRESIDENTE

Grazie, collega Porchietto.
Emendamento rubricato n. 138) presentato da Vignale, Berutti, Graglia Pichetto Fratin, Porchietto, Ruffino, Sozzani.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
L'emendamento 138) prevede, alla lettera d) del comma 3, di "mantenere la tariffazione puntuale, strumento fondamentale, da privilegiare per la responsabilizzazione della cittadinanza e le imprese, al fine della produzione dei rifiuti"; poi è indicato "di sostegno al miglioramento della qualità dei rifiuti in modo differenziato".
Anche in questo caso, abbiamo inteso cassare queste parole, perché - di nuovo - come quelle relative al comportamento virtuoso della cittadinanza credo che dobbiamo introdurre misure che garantiscano una responsabilizzazione della cittadinanza che passi, però, attraverso anche il sostegno al miglioramento della qualità dei rifiuti raccolti in modo differenziato.
Voglio dire, molti di noi fanno la differenziazione dei rifiuti o hanno iniziato a fare la differenziazione dei rifiuti, perché è diventato un obbligo; la cosa che difficilmente i cittadini comprendono, rispetto a quando non vi era l'obbligo, è quale sia il vantaggio anche a livello ambientale e, soprattutto, a livello economico. Nel senso che, se veniamo a vedere che una parte del lavoro che ogni singolo cittadino svolge all'interno della propria famiglia, non trova un ritorno in termini economici; nel senso che abbiamo prodotto più rifiuti differenziati e abbiamo prodotto un numero minore di rifiuto indifferenziato, quindi teoricamente abbiamo prodotto valore aggiunto, trasformando il rifiuto da rifiuto tal quale, non utilizzabile a uno strumento che recupera materia e quindi, valore economico, ma la nostra tassa rifiuti non solo non si è ridotta, ma è decisamente aumentata.
Allora, è evidente che diventa estremamente complesso affidarsi alla sensibilità ambientale. Una buona Amministrazione non soltanto regionale non si affida alla sensibilità ambientale (vi è anche un tema sulla fiscalità di vantaggio o di svantaggio, che il Governo nazionale non ha mai introdotto), ma ci deve essere un aspetto per cui differenziare il rifiuto o ridurre il numero dei chilogrammi di rifiuti prodotti ogni anno comporta un vantaggio, come, per esempio, non acquistare un intero spazzolino, ma solo la testina. Ma perché questo avvenga ci deve essere - la nostra legge non lo prevede e non lo prevede la legge dello Stato - un vantaggio per un percorso virtuoso rispetto a uno meno virtuoso.



PRESIDENTE

Grazie, collega Vignale.
La parola al Consigliere Sozzani.



SOZZANI Diego

Grazie, Presidente.
Quest'emendamento sovrintende un aspetto importante, che manca nella pianificazione di tipo regionale, cioè un giusto adeguamento del bilancio della Regione agli obiettivi che questa legge fissa.
Lo avevamo già detto in altre occasioni. La tariffazione puntuale è facile da scriversi, ma abbastanza complessa da realizzarsi. È chiaro che in città che hanno una predisposizione alla raccolta differenziata è più facile, mentre in altre diventa un po' più difficile, soprattutto perch occorre sapere, ai fini economici, cosa significa tariffazione puntuale.
La tariffazione puntuale prevede un'organizzazione all'interno del Consorzi di Area vasta tale per cui tutta una serie di atteggiamenti, a oggi consolidati, vengono modificati rispetto a questo tipo di attività.
È chiaro che in città ci saranno azioni di tipo sperimentale nei vari quartieri, per poi comprendere tutto il territorio cittadino.
La tariffazione puntuale è più facile da realizzarsi in località piccole, ma la resa maggiore si ha nelle città più grandi, ad esempio nella città di Torino, come pure Novara o Vercelli.
I nostri maggiori dubbi sono dovuti alla mancanza di un'enfatizzazione all'interno della legge rispetto a questo tipo di obiettivo, che poi ritroviamo nella pianificazione di smaltimento regionale.
Questo aspetto era già emerso la scorsa volta, quando abbiamo approvato la pianificazione regionale, perché l'attività di tariffazione puntuale indipendentemente dall'approvazione della legge, era già possibile. Non abbiamo mai riscontrato una fantasia amministrativa per cercare risorse che dessero indicazioni alle Amministrazioni di perseguire questo obiettivo.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Sozzani.
Emendamento rubricato n. 137) presentato da Vignale, Berutti, Graglia Pichetto Fratin, Porchietto, Ruffino, Sozzani.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
L'emendamento 137) entra nel merito e nel cuore di uno degli aspetti che crediamo sia maggiormente da contrastare all'interno di questa legge.
Il comma 4 prevede che, entro l'anno 2018, la produzione di un quantitativo annuo di rifiuto indifferenziato non sia superiore ai 190 chilogrammi per abitante. Noi riteniamo che in questo comma vi sia una serie di criticità da manifestare.
Primo, penso sia l'unica norma regionale che si applica a tutti i Comuni della Regione salvo uno, perché l'articolo 2, comma 5, fa salva la Città di Torino dall'applicazione della norma. Devo dire, a memoria, che in tanti anni non ho mai visto, da quando sono in Consiglio regionale ma anche prima, un'altra norma della Regione Piemonte che introduca un obbligo che possa non essere rispettato da una singola Amministrazione comunale.
Questo è, evidentemente, un errore.
Ve n'è un secondo, che è l'oggetto dell'emendamento 137).
Noi oggi siamo al 5 dicembre 2017. La legge prevede, come prevedeva 15 mesi fa, nel momento in cui è arrivata in Commissione, che il primo anno in cui si debba arrivare a una riduzione del rifiuto sia il 2018.
Credo che, per arrivare alla riduzione del rifiuto, non sia sufficiente scriverlo in legge, ma si debba fare in modo che le Amministrazioni comunali e i Consorzi abbiano il tempo per riorganizzare la loro attività per far sì che una percentuale di chilogrammi, che oggi è superiore ai 190 scenda Consorzio per Consorzio, Comune per Comune.
Non so quando verrà approvata la legge, ma se anche la legge venisse approvata oggi pomeriggio, è assolutamente evidente che noi metteremo in gravissima difficoltà tutti quei Comuni, salvo Torino, che dal prossimo anno dovranno ridurre a 190 chilogrammi per abitante il numero di rifiuti prodotti.
Vedremo poi negli altri emendamenti come il complesso dei commi 4 e 5 sia profondamente ingiusto, per la collettività in generale, perché pone un obbligo nei confronti di tutti, salvo una singola Amministrazione comunale.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Sozzani; ne ha facoltà.



SOZZANI Diego

Nella nostra regione, in effetti abbiamo già zone in cui questa produzione di rifiuto annuo urbano indifferenziato ha già raggiunto gli obiettivi indicati nella presente legge.
Questo è dovuto all'esistenza di una cultura della raccolta differenziata in loco, che ha portato alla definizione di questi obiettivi.
Il fatto che esistano altre zone della nostra regione che non hanno questo tipo di particolarità, soprattutto la città di Torino, è dovuto pesantemente dovuto, diciamo noi - ai tempi previsti per il raggiungimento degli obiettivi, così come definiti dalla legge.
Perché, quindi, differenziare una città che, paradossalmente, è più complessa ai fini del nucleo abitativo, ma è più semplice dal punto di vista della raccolta differenziata di tipo condominiale e quant'altro? Che differenze ci sono fra Torino, in termini di quartieri associati, e le altre città del Piemonte, che hanno già raggiunto questo tipo di obiettivi? La differenza è sotto il profilo dell'abitudine, del fatto che le altre Province della nostra Regione hanno dovuto adeguarsi, in tempi passati, a un sistema di smaltimento differente da quello di Torino. Noi chiediamo di riportare in modo paritetico gli obiettivi sull'intera Regione, senza differenziazione alcuna.



PRESIDENTE

Grazie, collega Sozzani.
Emendamento rubricato n. 136) presentato da Vignale, Berutti, Graglia Pichetto Fratin, Porchietto, Ruffino, Sozzani.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Sulla scorta di quanto abbiamo detto precedentemente, cioè sul fatto che abbiamo proposto, in termini di riduzione della produzione del quantitativo annuo, che l'anno 2018 si sposti al 2020, con l'emendamento 136) proponiamo che l'anno di entrata in vigore del quantitativo annuo massimo a 159 chilogrammi per abitante sia il 2022, e non il 2020. Questo per un motivo molto banale: come dicevo precedentemente, visto che a livello nazionale non abbiamo una legislazione che prevede una fiscalità di svantaggio rispetto a chi, per esempio, produce confezioni, per arrivare a una riduzione dei rifiuti prodotti noi crediamo che, nel rapporto di sussidiarietà fra la Regione Piemonte e le Amministrazioni comunali e i Consorzi, ci vada un po' più di tempo.
Gli obiettivi che la legge si pone sono certamente importanti, ma non crediamo che da qui al prossimo anno i Comuni piemontesi che superano i 190 chilogrammi (che sono la gran parte) possano arrivare a quest'obiettivo tanto meno che per l'anno 2020 l'obiettivo dei 159 chilogrammi possa essere raggiunto da tutti.
Considerato che l'articolo 18 introduce anche delle sanzioni per i Comuni che non raggiungono quest'obiettivo, non credo che si debba arrivare alla previsione di sanzione nei confronti di un'Amministrazione comunale quando una legge viene in qualche modo approvata (anche venisse approvata oggi!) a pochi giorni dal momento in cui si deve arrivare ad iniziare a ridurre il rifiuto, che dovrebbe essere, in realtà, dal 1° di gennaio al 31 dicembre del 2018.
Per questo motivo, crediamo che tanto gli emendamenti alla lettera a) che portano gli anni dal 2018 al 2020, quanto gli emendamenti alla lettera b), che portano gli anni dal 2020 al 2022, siano di buonsenso e non di contrarietà puntuale sulla norma, tant'è che non abbiamo voluto cassare i commi; abbiamo voluto solo dare un termine maggiore alle Amministrazioni comunali per portarlo rispettare.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Berutti; ne ha facoltà.



BERUTTI Massimo

Grazie, Presidente.
L'intervento che mi ha preceduto pone in risalto una questione: perch sostanzialmente, le Province devono allinearsi in un determinato tempo mentre la Città metropolitana, in qualche modo, deve allinearsi su un tempo differente? In pratica, si registra una differenza di due anni.
Ancora una volta ci domandiamo se questa legge l'abbia scritta sostanzialmente, l'area torinese, o se, invece, si stia pensando a una legge di carattere regionale. È una domanda che noi, comunque, ci poniamo.
Perché, obiettivamente, possono esserci delle combinazioni di carattere tecnico, però ci chiediamo perché qualcuno debba raggiungere degli obiettivi con determinati spazi temporali e qualcun altro debba raggiungerli con altri tempi.
Anche alla luce delle criticità evidenziate in mattinata nel corso della discussione generale, questo è un elemento che complica ulteriormente la possibilità di pensare che la legge possa avere una sua funzionalità.
Come tale, è una questione che riteniamo debba essere ulteriormente affrontata ed approfondita.



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 135) presentato da Vignale, Berutti, Graglia Pichetto Fratin, Porchietto, Ruffino, Sozzani.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) In accordo con i proponenti, l'emendamento è ritirato.
Emendamento rubricato n. 134) presentato da Vignale, Berutti, Graglia Pichetto Fratin, Porchietto, Ruffino, Sozzani.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
L'emendamento n. 134) cerca di evitare che ci sia una legge per tutti i Comuni del Piemonte e una legge per la Città di Torino, e quindi vuole cassare il comma 5, il quale dice che "per la Città di Torino l'obiettivo è fissato in un quantitativo annuo di rifiuto indifferenziato non superiore a 190 chilogrammi ad abitante entro l'anno 2020", e non 2018, "e non superiore a 159 kg/abitante entro l'anno 2022 e 2020".
Domando ai colleghi, anche se non possono rispondere neanche volendo perché non sono i firmatari dell'emendamento - e lo chiedo ai colleghi di tutti gli schieramenti, ovviamente anche del Movimento 5 Stelle, che rappresenta in qualche modo la forza che governa la Città di Torino - se vi sembra normale che una legge regionale distingua l'entrata in vigore e distingua i cittadini fra coloro i quali abitano in un luogo piuttosto che un altro. Perché se la motivazione è quella della complessità dell'organizzazione, non credo sia più complesso gestire il ciclo dei rifiuti in una grande città piuttosto che in un Comune che, per metri quadri, è grande come Torino, ha 80 frazioni con un numero di case di case sparse assolutamente rilevante.
Al tempo stesso, visto che è proprio una questione di principio, non credo che una legge regionale possa differenziare. Lo dice il nostro stesso Statuto: la legge non può essere differente fra cittadino e cittadino. È addirittura un principio costituzionale: la legislazione non pu differenziare, una norma non può differenziare cittadini e cittadini, in particolar modo rispetto ad aspetti legati alla fiscalità.
E questo riguarda anche la fiscalità, perché c'è una tassa, una multa una sanzione per chi non rispetta i chilogrammi di rifiuto. Quindi, mi sembra che sia oggettivamente sbagliato.
Ci auguriamo che, al di là della posizione di contrarietà che abbiamo sulla norma, che almeno gli ultimi tre emendamenti illustrati - che, da una parte, spostano di due anni l'entrata in vigore della norma relativamente alla riduzione dei rifiuti, poi se vuole essere di un anno non fa niente ma almeno si dia la possibilità alle Amministrazioni comunali e ai Consorzi di mettersi in regola, potendolo fare con tempo - e soprattutto l'emendamento 134), che evita che Torino sia un Comune che può rispettare la legge due anni dopo, venga meno all'interno di questa proposta di legge.
Se così fosse, avremmo già fatto un passo avanti significativo rispetto a fare una legge che, come sempre facciamo, valga per tutti i Comuni del Piemonte, per tutti i piemontesi e non soltanto per qualcuno.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Vicepresidente Ruffino in qualità di Consigliera; ne ha facoltà.



RUFFINO Daniela

Grazie, Presidente.
Mi è facile in questo momento riprendere il mio intervento di questa mattina quando parlavo della difficoltà per gli amministratori nell'accogliere e nell'accettare questa legge. È chiaro il punto in cui è scritto: "La Regione persegue l'obiettivo di raggiungere, entro l'anno 2018, la produzione di un quantitativo annuo di rifiuto urbano indifferenziato non superiore a 190 chilogrammi e non superiore, entro l'anno 2020, a 159 chilogrammi".
Com'è possibile dare una spiegazione agli amministratori di territori che sicuramente vivono grandi difficoltà e che faticosamente si sono costruiti quello che viene definito un ecocentro, che lo tengono aperto magari sette giorni su sette, per cercare di raggiungere importanti obiettivi che la Città di Torino non ha raggiunto fino a oggi, con buona pace di tutti, e che molto probabilmente non verranno neppure raggiunti nel futuro? A questi nostri interrogativi devo dire che non è stata data una risposta plausibile, perché se devo pensare di agevolare un territorio penso di agevolare un territorio piccolo, montano, ampio. Certamente tutti i colleghi sanno che ci sono territori particolari, ad esempio il Comune di Coazze, che ha un'ampiezza grande quanto quella della Città di Torino e quindi, con una dispersione di borgate non indifferente, con delle grandi difficoltà.
Bisogna cercare di capire che cosa l'Assessore e questa Giunta vogliono far passare come messaggio. A oggi, questo tema è incomprensibile, questa motivazione è incomprensibile non soltanto per noi, ma lo è per gli amministratori e anche per i cittadini. Infatti, è difficile immaginare di dover pagare una tassa senza comprenderne le motivazioni, ed è altrettanto difficile per noi vedere poca sensibilità nel non comprendere gli sforzi che fanno i Comuni, ma tutti i Comuni e non soltanto il Comune più grande capoluogo del Piemonte.
Con questo emendamento crediamo di aver posto un problema, esattamente come l'abbiamo già posto in Commissione, e speriamo e chiediamo che venga accolto, perché è evidente che lo sforzo deve essere fatto e deve essere fatto da tutti in maniera uguale.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Sozzani; ne ha facoltà.



SOZZANI Diego

Grazie, Presidente.
La preoccupazione che avevamo paventato già in Commissione è che con questa differenziazione temporale ci sia una possibilità di non adeguamento della legge che stiamo discutendo rispetto alla legge n. 152.
Cosa significa questo? Significa che vi sarà una possibilità concreta da parte di azioni governative per la revisione della legge, o per cassare parte della legge, che potranno adeguarla e riportare in modo congruo un equilibrio fra tutti i cittadini della nostra Regione. Altrimenti, per come viene scritta questa norma, non solo vi sarà un disequilibrio fra abitanti della Provincia di Torino (quindi della Città metropolitana, al netto della Città di Torino), ma temiamo che una volta approvata, generando già non pochi problemi nella sua applicazione nei singoli territori, avremmo poi una situazione assolutamente problematica aggiuntiva qualora il Governo intervenisse se, dal punto di vista della costituzionalità, andassimo a creare delle condizioni non corrette rispetto alla legislazione nazionale.
Questo ci preoccupa perché, alla fine della fiera, un'attività di questo genere condotta all'interno di quest'Aula porta a un'ulteriore confusione, oltre a quella che viene già prodotta dall'applicazione tout court della legge.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ravello; ne ha facoltà.



RAVELLO Roberto

Mi voglio associare all'indignazione già rappresentata da alcuni colleghi che mi hanno preceduto.
Credo che l'emendamento che abbiamo presentato ben vada a toccare un punto che rappresenta un pericolosissimo precedente. Si è infatti parlato di mancanza di sensibilità nei confronti delle specificità non di un territorio, ma di diversi territori: perché è doveroso che la Giunta regionale riconosca le specificità di un territorio, ma è sbagliato che lo faccia solo per uno a scapito di altri. La Regione Piemonte è molto complessa dal punto di vista geografico, logistico e infrastrutturale e credo che debba essere considerata sulla base delle sue differenze, con un'attenta ed equa analisi di tutte queste. Ma ciò non è stato fatto.
Temo però che non si tratti solo di mancanza di sensibilità. Ho paura alla luce del fatto che questo provvedimento su questo aspetto contiene, a nostro avviso, un errore macroscopico - che questo derivi molto probabilmente e più gravemente da una mancanza di conoscenza e di coscienza delle specificità di un territorio che voi avete l'onere di governare.
Ripeto: non credo si possa restare in silenzio di fronte a un passaggio che introduce una doppia velocità e che favorisce in maniera così spudorata un territorio, ma soprattutto che, nel farlo, danneggia altri territori senza riconoscere appunto quanto è già stato ricordato: l'estensione, la collocazione in aree montane, la difficoltà nella raggiungibilità e quant'altro.
Amministrare il Piemonte è possibile solo studiandolo e solo conoscendolo. Questo, evidentemente, è mancato nella redazione di questo provvedimento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Berutti.



BERUTTI Massimo

Grazie, Presidente.
Collegandomi a quello che già sostenevo prima e ricollegandomi a quello che diceva adesso il collega, è proprio evidente il fatto che non è calcolata - e soprattutto non è presa in considerazione - la situazione orografica della Regione Piemonte. Naturalmente, infatti, certe combinazioni devono comunque essere tenute in considerazione, non solo dal punto di vista delle tipologie orografiche, ma partendo dal presupposto che in situazioni e zone più impervie e di maggiore difficoltà la raccolta pu subire criticità e soprattutto non ha la stessa funzionalità, regolarità e possibilità di raggiungimento degli obiettivi che può avere in un'area importante, come può essere quella della Città metropolitana.
Questo, secondo me, deve farci riflettere, ma soprattutto deve portarci a un riesame di queste situazioni. Probabilmente, infatti, o non ci si confronta con i territori (oppure non se ne ha coscienza), o tutto ruota solo attorno a un obiettivo. E quindi questo, probabilmente, è ciò che sta facendo evitare di analizzare qualunque altra situazione.
Questo non è possibile e, nel momento in cui si forgia una legge, che dev'essere una legge di pianificazione per i prossimi anni e quindi, di conseguenza, strategica su un settore di un'importanza vitale (perch sappiamo benissimo l'importanza del mondo dei rifiuti all'interno di una Regione, ma anche a livello nazionale e locale), ciò dimostra ancora di più che - è vero che il provvedimento è stato molto tempo in Commissione probabilmente è mancata tutta una serie di analisi, cosa che porterà a uno scarso funzionamento di questa legge.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire l'Assessore Valmaggia; ne ha facoltà.



VALMAGGIA Alberto, Assessore all'ambiente

Grazie, Presidente.
Qualche rapida risposta agli emendamenti proposti.
Evidentemente gli emendamenti abrogativi, quelli che eliminano delle parti di testo come il 140) e il 143), non sono accoglibili perché vanno a inficiare un impianto complessivo che verrebbe sminuito da queste abrogazioni.
Gli emendamenti n. 147) e n. 146), laddove si sostituisce il termine "risparmio" con il termine "spreco" e il termine "sostenibile" con il termine "insostenibile", si commentano da soli. Nel senso che stravolgono all'opposto il senso della legge, quindi non possono essere accolti.
Mi fermo su due aspetti, a partire dall'emendamento n. 139) relativo al tema dell'autocompostaggio. Anche per informare il Consiglio, qualora ci si fosse distratti un attimo, che questo è un obiettivo contenuto nel Piano regionale dei rifiuti, ed è un obiettivo che abbiamo già messo in campo con un bando, sul quale sono stati assegnati oltre 800 mila euro: bando al quale hanno partecipato i Consorzi e i Comuni attraverso un percorso che serve anche a certificare l'impegno e la quantità di prodotto autocompostato, che ha il vantaggio di ridurre i rifiuti all'origine.
È chiaro che è un obiettivo più delle aree rurali ridurre il rifiuto all'origine, e anche di avere meno raccolta differenziata. È un bando che è stato accolto dai diversi Consorzi e che, nella fase di attuazione, come buona pratica, si sta già portando avanti rispetto proprio alle indicazioni del Piano dei rifiuti.
Altrettanto per gli obiettivi contenuti e richiamati nell'emendamento n. 134), 190 chili e 159 chili non sono obiettivi che indichiamo da raggiungere entro il 2018, ma erano già conosciuti e segnalati ai Consorzi e ai Comuni quando abbiamo approvato il Piano regionale dei rifiuti.
Da aprile 2016 i Comuni e i Consorzi avevano, come indicazione precisa il raggiungimento di questi livelli di raccolta differenziata anche perch dobbiamo dare delle risposte, oltre che all'Italia, anche all'Europa su questi punti.
Poiché abbiamo pianificato, soprattutto all'interno del Piano dei rifiuti, i cui contenuti sono stati recepiti in questo disegno di legge non ci sembra serio fare ulteriori proroghe, ragion per cui manterremo i tempi previsti. Riteniamo che anche questi emendamenti non siano accoglibili.
Sulla partita di Torino, forse qualcuno ha equivocato fra Città metropolitana e Città di Torino. Per la Città di Torino, ovvero per un'area urbana con delle specificità sue proprie e con un dato di partenza attuale di differenziata basso, che fa abbassare il dato complessivo della nostra Regione, si è ritenuto infatti necessario dare qualche tempo in più per raggiungere l'obiettivo, in una logica di serietà rispetto agli obiettivi che abbiamo deciso nell'aprile 2016 con il Piano dei rifiuti, ma anche con quel pragmatismo che vorremmo facesse seguire agli obiettivi dati il loro raggiungimento nei tempi previsti.
Pur avendo ascoltato con attenzione le riflessioni e i ragionamenti ritengo che gli emendamenti proposti non siano accoglibili.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire, per dichiarazione di voto, il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Avremmo votato negativamente sull'articolo 2, in particolar modo sull'articolo 2, perché è uno degli articoli che contestiamo maggiormente.
Ma lo facciamo con ancor più convincimento dopo le parole dell'Assessore.
Sostanzialmente l'Assessore - interpreto ovviamente ciò che ha detto non voglio mettere in bocca parole che non sono sue - ha detto che non sarebbe serio se noi tornassimo indietro rispetto un obiettivo che ci siamo dati nel Piano dei rifiuti. Questo è parzialmente vero. Perché è un atto amministrativo, non è una norma, ma diciamo che questo risposta pu corrispondere a verità, ma ci pare certamente poco serio dire ai Comuni piemontesi: "Guardate, gli obiettivi di raccolta differenziata sono previsti da legge nazionale da molti anni. C'è chi l'ha fatto e correttamente, non soltanto ha aumentato la raccolta porta a porta, la percentuale di riciclo del rifiuto, ma ha anche ridotto il numero di rifiuti prodotti, e c'è chi invece non l'ha fatto e quindi, visto che non è stato fatto, in particolar modo nel Comune di Torino, va detto non soltanto da questa Amministrazione, ma anche dall'Amministrazione precedente o principalmente, se volete, dall'Amministrazione precedente che, essendo stato il Comune di Torino uno fra i meno virtuosi del Piemonte, proprio perché non è stato virtuoso e non ha rispettato né le leggi dello Stato n il Piano rifiuti né la legge regionale vigente, gli diamo due anni in più".
Ecco, a noi questo sembra davvero un concetto poco serio, perché - come l'Assessore sa - vi è un aspetto che riguarda l'articolo 18, che sono le sanzioni. Le sanzioni potranno essere elevate o meno elevate: io ho fatto un po' di calcoli e non mi sembra che saranno sanzioni elevatissime per chi supera i chilogrammi per rifiuto, però lei capisce che se io abito a Collegno e supero i 190 chili, non pago una sanzione; se io abito nel quartiere Parella Aeronautica, che è al confine, invece la sanzione la pago.
Ogni qualvolta si fa una differenziazione fra Comune e Comune, o fra Provincia e Provincia, c'è sempre il rischio di trattare i piemontesi come cittadini di serie A e di serie B.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Sozzani.



SOZZANI Diego

Anch'io voglio completare il ragionamento, dando indicazioni che probabilmente enfatizzeremo nell'analisi dei prossimi articoli.
Ha ragione l'Assessore quando dice: "Non dobbiamo tornare indietro perché c'è una pianificazione già approvata". Ma il problema sta qua. Il problema è che, più volte, in Commissione, è stato detto che in questa Regione si è fatto un lavoro al contrario, cioè si è partiti dalla coda per arrivare alla testa. Si è fatta prima la pianificazione dei rifiuti, con degli obiettivi anche ragguardevoli rispetto agli obiettivi delle singole zone della nostra regione, ma poi si va a emendare una legge che deve organizzare lo smaltimento dei rifiuti rispetto a una pianificazione fatta precedentemente.
È un po' come se - lo abbiamo già detto la scorsa volta - uno incominciasse a presentare una concessione edilizia e poi si facesse il Piano regolatore.
È esattamente differente. Capite che il problema sta nel non andare a individuare delle modifiche assolutamente sacrosante, da parte di una legge (quella che stiamo discutendo). Perché? Perché esiste una pianificazione e diversamente, queste modifiche vanno a incidere sotto il profilo della pianificazione.
Come diceva giustamente il mio collega, dal punto di vista operativo la pianificazione dei rifiuti è successiva: è un atto amministrativo, non è un atto legislativo di quest'Aula, che sovrintende le norme per la quale viene fatta successivamente l'attività di smaltimento sui propri territori, e quindi la pianificazione relativa.
Questo è il concetto sul quale noi vogliamo incidere.
Dopodiché, ha ragione, cioè vi è la Città di Torino, che termina in modo contiguo con altri Comuni della cintura. Quei Comuni, che hanno l'assoluta identica situazione, dal punto di vista dell'insediamento abitativo, della Città di Torino, non ne beneficiano, per effetto di una norma che avrebbe un senso se avessimo definito che nelle concentrazioni urbane che hanno un certo numero di abitanti per metro quadrato viene applicata una certa norma. Va bene, si diffonderebbe questo tipo di indice rispetto al resto del Piemonte.
Ora, nel momento in cui si identifica la sola Città di Torino, pensiamo che sia una norma incomprensibile e, soprattutto, incostituzionale.



PRESIDENTE

Grazie, collega Sozzani.
Procediamo con le votazioni per appello nominale.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 147), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 41 Consiglieri votanti 38 Consiglieri hanno votato SÌ 8 Consiglieri hanno votato NO 30 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 3 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 146), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 40 Consiglieri votanti 38 Consiglieri hanno votato SÌ 7 Consiglieri hanno votato NO 31 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 145), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 40 Consiglieri votanti 38 Consiglieri hanno votato SÌ 7 Consiglieri hanno votato NO 31 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 144), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 41 Consiglieri votanti 39 Consiglieri hanno votato SÌ 8 Consiglieri hanno votato NO 31 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 143), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 39 Consiglieri votanti 36 Consiglieri hanno votato SÌ 7 Consiglieri hanno votato NO 29 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 3 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 140), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 41 Consiglieri votanti 39 Consiglieri hanno votato SÌ 8 Consiglieri hanno votato NO 31 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 139), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 38 Consiglieri votanti 36 Consiglieri hanno votato SÌ 7 Consiglieri hanno votato NO 29 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 138), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 40 Consiglieri votanti 38 Consiglieri hanno votato SÌ 8 Consiglieri hanno votato NO 30 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 137), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 39 Consiglieri votanti 37 Consiglieri hanno votato SÌ 8 Consiglieri hanno votato NO 29 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 136), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 42 Consiglieri votanti 40 Consiglieri hanno votato SÌ 8 Consiglieri hanno votato NO 32 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri Il Consiglio non approva.
L'emendamento n. 135) è ritirato.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 134), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 41 Consiglieri votanti 39 Consiglieri hanno votato SÌ 8 Consiglieri hanno votato NO 31 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 2, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 3 Emendamento rubricato n. 133) presentato da Vignale, Berutti, Graglia Pichetto Fratin, Porchietto, Ruffino, Sozzani.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
L'articolo 2 era, come lo è stato in sede di discussione in Commissione, come lo saranno alcuni degli articoli della legge (7, 9 e 26) uno degli articoli più significativi e sui quali abbiamo manifestato la nostra contrarietà tanto in Commissione, quanto in Aula.
Lo dico perché l'emendamento 133) prevede di cassare le parole "gestione sostenibile dei rifiuti". Riteniamo, anche in virtù degli emendamenti respinti e del testo di legge, che è stato licenziato (penso al comma 5 dell'articolo 2), il Piano regionale dei rifiuti è certamente in coerenza con la disciplina nazionale di settore e promuove la gestione noi scriviamo - dei rifiuti non sostenibile, perché è evidente che quando si fanno delle differenziazioni temporali rispetto all'attuazione di una norma, in questo caso, di uno strumento di pianificazione, com'è il Piano regionale di gestione, crediamo che questo tipo di intervento non possa indicarsi come sostenibile.
Quindi, evidentemente, in parte l'emendamento è un emendamento che riteniamo di merito, anche se di carattere lessicale, e poi l'emendamento è anche utile a significare e manifestare la nostra contrarietà.
Come i colleghi possono vedere, al di là di alcuni emendamenti che volutamente servivano per intervenire e per sottolineare la contrarietà alla norma, che manifestiamo, articolo per articolo (quelli come "spreco" "sostenibile" o "insostenibile" e quant'altro), però gran parte dei nostri emendamenti provano a intervenire su un testo di legge che, secondo noi così come viene licenziato, non ha né carattere di sostenibilità, n carattere di economicità, né carattere di sussidiarietà e altro. Però, al di là di manifestare questi aspetti, che sono fondamentali, abbiamo provato, come negli emendamenti ai commi 4 e 5 dell'articolo 2, a dare indicazioni chiare e puntuali su come intenderemmo modificare la norma.



PRESIDENTE

Grazie, collega Vignale.
La parola al Consigliere Sozzani.



SOZZANI Diego

Grazie, Presidente.
Leggo testualmente il comma 1 della legge che stiamo discutendo. Dice: "La pianificazione regionale fissa gli obiettivi, le misure e le azioni volte al conseguimento delle finalità della presente legge e costituisce il quadro di riferimento unitario di tutti i livelli di pianificazione".
Questo vuol dire che, attraverso una legge che viene approvata, vi è poi un strumento che è lo strumento di pianificazione. Quindi, non il contrario come la pianificazione per la quale la legge va a giustificare la pianificazione che abbiamo approvato precedentemente.
Qui sta l'inghippo su cui torneremo in sede di discussione dei prossimi emendamenti. Inoltre, sta qui il fatto che promuove la gestione sostenibile dei rifiuti, perché la pianificazione regionale, come abbiamo visto quando abbiamo analizzato il documento di pianificazione, sembrava in funzione di un'assenza di un secondo inceneritore. Ci sembrava che fosse scritto in una prima ipotesi un secondo inceneritore nella Regione Piemonte, tale per cui veniva meno nell'ambito della pianificazione a favore dell'enfatizzazione della raccolta differenziata. Il fatto che si vada a definire oggi una gestione sostenibile dei rifiuti non si comprende rispetto all'applicazione della legge.
Immaginiamo se fosse stata scritta la "gestione insostenibile" dei rifiuti, quindi al contrario, diventava un problema legislativo nel cambiare la parola, che ci sembra abbastanza pleonastica, sul fatto che la sostenibilità della gestione dei rifiuti debba essere assolutamente implicita in ogni azione amministrativa, sia essa della Regione, sia essa anche nella futura applicazione della stessa da parte dei singoli Consorzi previsti nella legge.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Sozzani.
La parola alla Vicepresidente Ruffino, che interviene in qualità di Consigliera.



RUFFINO Daniela

Grazie, Presidente.
Torno sull'ultimo emendamento di cui abbiamo parlato, sia sul rifiuto urbano indifferenziato, e ci torno dopo aver ascoltato la risposta dell'Assessore, che ha visto bocciato il nostro emendamento.
Riprendo per l'Aula e per chi ci ascolta le parole dell'Assessore che dice: "Obiettivo da aprile 2016. Avevamo dato indicazioni precise. Area urbana con una specificità propria". Come se ogni area non avesse una propria specificità. Notiamo questa diversità, questa disparità di un Piemonte o, perlomeno, di una città di Torino con l'area metropolitana a due velocità; si potrebbe concludere dicendo in qualche modo perché è così perché di fatto gli altri Comuni hanno raggiunto gli obiettivi che fino a oggi sono stati dati, e magari sono stati anche sanzionati.
È come dire: fai peggio e ti premio.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Ruffino.
Emendamento rubricato n. 132) presentato da Vignale, Berutti, Graglia Pichetto Fratin, Porchietto, Ruffino, Sozzani.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

L'emendamento 132) interviene per cassare le parole "protezione ambientale". Come dicevamo precedentemente, il Piano regionale dei rifiuti è elaborato secondo logiche di programmazione integrata, promozione ambientale, sicurezza ed economicità in base ai criteri di flessibilità del sistema di recupero e smaltimento.
È evidente che con la differenza che il comma 5 dell'articolo 2 introduce, ma anche con una serie di non vantaggi che la legge pone nel momento in cui si interviene nella volontà di riduzione del rifiuto o di aumento della raccolta differenziata, anche questo tema rischia di venir meno.
Noi crediamo sia corretto l'obiettivo di arrivare alla riduzione del rifiuto e agli interventi di protezione ambientale. Ci permettiamo solo di dire, non avendo minimamente toccato, anche rispetto a quanto diceva prima l'Assessore, le attività di autocompostaggio e di compostaggio di comunità che le risorse debbano essere ben più significative in termini generali per creare le possibilità per dotare i cittadini di attività di compostaggio e di autocompostaggio, perché non tutti, ovviamente, possono avere all'interno della loro abitazione, anche se in area rurale, una compostiera ed anche perché, in ogni caso, l'attività di compostaggio di comunità è certamente funzionale, ma deve avere strumenti facilmente raggiungibili dai cittadini.
Da questo punto di vista crediamo che, sotto tanti aspetti, si poteva operare meglio all'interno della norma, proprio in un'ottica di protezione ambientale.
Ho voluto sorvolare sull'aumento di tonnellate di rifiuti che verranno termovalorizzati, come è già avvenuto nel 2017, il che può dare alla norma e soprattutto al Piano regionale, molte logiche, ma certamente con maggiore difficoltà troviamo, all'interno della norma stessa, un principio di protezione ambientale.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Sozzani; ne ha facoltà.



SOZZANI Diego

Grazie, Presidente.
Su questo aspetto faccio esempi concreti per far capire quali sono i dubbi che stanno alla base di una nostra valutazione negativa della legge che stiamo discutendo.
Sotto il profilo della protezione ambientale, che il collega Vignale ha evidenziato nel suo emendamento, la Provincia di Novara, ad esempio, a breve avrà una discarica che andrà in esaurimento. Vi sono gare d'appalto per incaricare aziende di prendere questi rifiuti in tutta la Provincia e portarli altrove.
Non capiamo, dal punto di vista della programmazione, e quindi della pianificazione regionale che abbiamo discusso nell'emendamento precedente come tutto questo abbia a che fare con il concetto di protezione ambientale.
Se questi tipi di rifiuti fanno chilometri per andare fuori Regione viaggiando su camion carichi, per di più andando a finire in impianti di trattamento interregionali per poi essere riportati in discarica, si ha una situazione, anche di filosofia di trattamento delle attività di smaltimento, che non comprendiamo.
Comprendiamo le parole scritte, che sono anche di una certa enfasi, ma poi non vediamo quali sono gli elementi di programmazione in ambito regionale.
Da più di tre anni abbiamo una lacuna dell'attività regionale nei confronti delle Province, a causa delle incertezze dovute al referendum del dicembre dell'anno scorso, piuttosto che nelle attività condotte a livello locale, sapendo che, essendovi una revisione della legge regionale, erano tutte bloccate in attesa di comunicazioni della Regione.
Questo porta ad avere oggi delle emergenze, che sono incomprensibili rispetto alla protezione ambientale, citata all'articolo 3.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Sozzani.
Emendamento rubricato n. 131) presentato da Vignale, Berutti, Graglia Pichetto Fratin, Porchietto, Ruffino, Sozzani.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
L'emendamento chiede di cassare la parola "economicità".
Nel testo originario si prevede che il Piano debba essere elaborato secondo logiche di programmazione, protezione ambientale, sicurezza ed economicità, e in base a criteri di flessibilità del sistema di recupero e smaltimento.
Noi crediamo che questa legge, così come il Piano approvato nel 2016 sia relativamente alla riduzione così tempestiva del rifiuto, sia relativamente alle sanzioni che vengono introdotte, sia in merito a una mancanza di programmazione che garantisca incentivi reali per chi smaltisce più rifiuti, ma, soprattutto, per chi recupera più materiale piuttosto che energia (o comunque anche per chi recupera energia), non si basi su un principio di economicità per i cittadini piemontesi.
Noi crediamo che l'economicità debba essere intesa come il minor aggravio possibile a fronte di una pari protezione ambientale o di una buona gestione del ciclo dei rifiuti. È evidente, però, che alcuni di questi interventi non garantiranno questo aspetto. Perché, come provavo a spiegare prima e come ricordavano anche altri colleghi, il fatto di prevedere una gestione del rifiuto in particolar modo in consorzi unici e così ampi, tutto porterà fuorché un criterio di economicità. O, meglio potrà essere più vantaggioso rispetto ai tributi che vengono pagati per i consorzi che oggi hanno un costo pro capite più elevato, ma sarà certamente una legge diseconomica, che non attuerà né un principio di sussidiarietà né un principio di economicità nei confronti di quelle Amministrazioni comunali che hanno un costo pro capite decisamente più basso rispetto ad altre realtà.
Noi crediamo che lo stesso Piano, che poi è uno strumento di attuazione della norma, non interverrà con principi di economicità, ma interverrà inevitabilmente, con principi di diseconomicità, almeno per una parte consistente di cittadini piemontesi.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Sozzani; ne ha facoltà.



SOZZANI Diego

È sicuro che sarà così (mi riferisco a quanto dichiarava il Consigliere Vignale). Nei consorzi unici - ne abbiamo già discusso ampiamente in ambito di Commissione - quando andremo a definire la ripartizione dei debiti (non certo i crediti), la diseconomicità sarà evidente. Perché, chiaramente, i Comuni più virtuosi pagheranno anche per i Comuni che, negli anni passati non lo sono stati.
Allo stesso modo, perché Torino, che non ha compiuto tutta una serie di aspetti, deve beneficiare di due anni in più? È assolutamente incomprensibile.
Parlare di "sicurezza ed economicità" da questo punto di vista non è corretto. Non è corretto nella dicitura degli strumenti di pianificazione non è corretto negli obiettivi che la legge si propone; non è corretto nell'ambito della suddivisione dei criteri di pagamento o dei benefici economici dei Comuni che hanno un impianto nel proprio territorio, sia esso di discarica o di altro genere.
Su questi elementi troviamo parole sicuramente nobili all'interno della legge, nel caso specifico al Capo II, che sovrintende gli strumenti di pianificazione; ma se andiamo a vedere l'applicazione, assolutamente non risponde a questo tipo di procedura.



PRESIDENTE

Grazie, collega Sozzani.
Emendamento rubricato n. 130) presentato da Vignale, Berutti, Graglia Pichetto Fratin, Porchietto, Ruffino, Sozzani.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Crediamo che tutti gli emendamenti siano più o meno di merito, anche se non sfuggiamo alla considerazione che ha fatto l'Assessore, ossia che vi sono, evidentemente, alcuni emendamenti che, pur essendo di merito rientrano più in una critica generale nei confronti della legge, mentre altri entrano più nel merito di ciò che la legge prevede.
L'emendamento 130) è uno di questi, perché il comma 3 dice che il Piano regionale promuove l'innovazione tecnologica. All'interno del settore dei rifiuti, a nostro avviso, sarebbe una grandissima opportunità che la nostra Regione avrebbe, cioè che la nostra Nazione avrebbe. La nostra è una Nazione che continua a utilizzare il rifiuto, al di là di quanto si dica nelle finalità, negli obiettivi e quant'altro, più come un costo che non una risorsa.
Lo è certamente per i cittadini piemontesi, perché, come dicevo precedentemente, pur producendo un valore - rispetto a 15 anni fa, quando si iniziavano i percorsi di raccolta differenziata, con il recupero e lo smaltimento dei rifiuti hanno prodotto un valore, che dovrebbe avere un valore economico, perché è materia che si recupera e genera valore economico - hanno la loro tassa che è aumentata del 300 per cento .
Evidentemente c'è qualcosa che non va dal punto di vista proprio del sistema con cui è pensato il modello della raccolta differenziata.
Quindi, le attività di promozione tecnologica che già esistono in altri Stati (anche Stati che noi definiamo emergenti o addirittura del Terzo Mondo) in cui vi sono modalità di separazione del rifiuto per via meccanica, sono certamente possibili.
Questo però cosa comporta? Comporta che la semplice raccolta del rifiuto differenziato all'interno della nostra Regione vale alcune migliaia di posti di lavoro, che però non sempre sono posti di lavoro ad alto valore salariale; anzi vediamo, ad esempio nella città capoluogo, che l'attività di raccolta differenziata inizia con l'affidamento diretto a un soggetto che applica, qui come in altri casi, un salario bassissimo e condizioni contrattuali certamente non consone al lavoro che molti operatori svolgono.
Pertanto, anche da questo punto di vista, la promozione e l'innovazione tecnologica sarebbe estremamente importante per qualificare un lavoro che può diventare di grande valore economico e salariale, rispetto a un'attività che, invece, oggi rischia di essere troppo spesso legata attività di relazione fra Consorzi e mondo cooperativo, che non sempre vengono individuate con procedure perfettamente.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Sozzani; ne ha facoltà.



SOZZANI Diego

Nell'ambito della promozione dell'innovazione tecnologica - che va letta avendo la fortuna in questo caso, e non la sfortuna come ho detto in altre occasioni, di conoscere la pianificazione regionale, e quindi gli strumenti di pianificazione a noi già noti, per i quali il Capo II della legge fissa questo tipo di dicitura - ci sfugge dove vi possa essere l'applicazione di questa legge rispetto alla pianificazione esistente.
Abbiamo definito un'economia circolare, una green economy circolare, e l'avevo già data come indicazione precedente.
Però oggi andiamo a definire una pianificazione che persegue l'obiettivo della riduzione della quantità dei rifiuti prodotti. Questo è sacrosanto e l'abbiamo definito anche con obiettivi ambiziosi, ancorch separati tra la capitale del Piemonte e tutto il resto della Regione.
Dopodiché, dobbiamo definire qual è la promozione dell'innovazione tecnologica. Questo probabilmente andava specificato meglio sotto il profilo degli impianti a tecnologia complessa, nell'ambito dei quali si andava a identificare tutta una serie di attività di promozione, e anche di premio, nell'ambito della individuazione di impianti a innovazione tecnologica a basso impatto ambientale.
Immagino che voglia dire questo, perché c'è un punto successivo e non si capisce se è l'innovazione tecnologica che può essere vantaggiosa e se può portare a una valutazione di impatto ambientale maggiore rispetto a quelle di minore innovazione tecnologica.
Questa è la confusione sulla quale andiamo ad analizzare questa porzione della legge.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Berutti; ne ha facoltà.



BERUTTI Massimo

Nel momento in cui si dice "Il Piano persegue l'obiettivo della riduzione della quantità di rifiuti prodotti e l'effettivo recupero di materia ed energia e promuove l'innovazione tecnologica", viene da fare una riflessione.
Infatti, da una parte, l'impianto della legge porta verso un discorso di differenziata sul territorio e, dall'altra, promuove l'innovazione tecnologica; a me risulta che queste due cose non collimino, ma magari sfugge qualcosa al sottoscritto.
Alla fine sorgono comunque delle domande, perché, come dicevo stamattina, se da una parte ha una funzione legata a tutto quello che è un lavoro territoriale, dall'altra mi dovete spiegare qual è tutta la tecnologia che può essere promossa da iniziative come queste. Anche perch se tutto va verso un termovalorizzatore, obiettivamente non si riesce neanche a capire quale può essere.
A me risulta che ci sia la possibilità di lavorare direttamente nella separazione di tutte le varie componenti del rifiuto dal punto di vista tecnologico: quello, sicuramente. Però non sembra che l'impianto della legge porti verso questa strutturazione.
Qui, dunque, o si opera in un modo o lo si fa nell'altro: non si vede cioè, perché si debba impostare un certo tipo di legge e poi inserire certe diciture. Anche perché alla fine il rischio è che tutto sia stato messo in un grandissimo calderone sostanzialmente per dare tutta una serie di infarinature, ma che poi all'atto pratico tutto vada a risolversi nel termovalorizzatore di Torino.



PRESIDENTE

Grazie, collega Berutti.
Emendamento rubricato n. 129) presentato da Vignale, Berutti, Graglia Pichetto Fratin, Porchietto, Ruffino, Sozzani.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Il comma 4 dell'articolo relativo al Piano regionale sulla gestione dei rifiuti prevede che sia parte integrante del Piano il programma per la riduzione dei rifiuti biodegradabili da conferire in discarica.
Devo dire che capirei se il Piano intendesse contenere un programma di carattere generale (e anche particolare) che in qualche modo incentivi i Consorzi a terminare le loro attività di conferimento in discarica, anche e soprattutto tenendo conto di quando le discariche sono state realizzate e per quanto tempo. Io credo che l'intervento più corretto sarebbe stato quello di prevedere che al contenimento della realizzazione di nuove discariche e al loro disincentivo fosse affiancata la possibilità di un loro utilizzo, fintanto che le stesse sono state autorizzate, per il conferimento di rifiuti, perché quello rappresentava comunque un investimento che le comunità locali hanno fatto: si tratta infatti di investimenti pubblici.
Invece si sono predisposti un programma e un progetto di disincentivazione del conferimento in discarica semplicemente mettendo una tassa che poi, a tutti gli effetti, certamente sfavorisce il conferimento in discarica (che è l'obiettivo che la legge si pone), ma che inevitabilmente (che è il secondo obiettivo che la legge parimenti si pone) porterà una grande quota del rifiuto a essere termovalorizzato: in gran parte nella nostra Regione e in piccola parte in altre Regioni come la vicina Lombardia.
Noi, quindi, non crediamo che il Piano non dovesse contenere il programma di riduzione di rifiuti: noi vogliamo cassare questa frase per come in realtà la legge è scritta e per come si intende ottenere questo obiettivo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Sozzani.



SOZZANI Diego

Ho firmato volentieri questo emendamento del collega Vignale, perché su questo punto esiste poi un aspetto che più volte abbiamo sollecitato in Commissione e che riguarda il fatto che, dietro a un programma della riduzione dei rifiuti biodegradabili da collocare in discarica (e quindi da recuperare), ci sia anche, invece, una disposizione relativa ai piani per la bonifica delle aree inquinate.
Mentre vi è una citazione certo assolutamente condivisibile nella legge sulla pianificazione della bonifica delle aree inquinate, a latere noi non comprendiamo come mai poi nel bilancio, quando andiamo ad analizzare questa norma che viene tanto enfatizzata nel contesto dell'articolo 3 del disegno di legge che stiamo discutendo, non troviamo risorse che vadano a definire compiutamente un aspetto di questo genere, peraltro con una pianificazione da tempo fissata a livello regionale o, perlomeno, con una pianificazione che dovrebbe essere da tempo fissata a livello regionale.
Ora, rispetto al fatto che ci siano anche delle economie nell'ambito dello smaltimento dei rifiuti nella Regione, non si comprende quali economie possano essere gestite nel prossimo futuro a favore del disinquinamento di aree inquinate. Sappiamo infatti che molti degli impianti che hanno visto la luce nella nostra Regione sono stati realizzati con norme che risalivano addirittura a prima del "Decreto Ronchi" n. 152 e persino a prima del Decreto del Presidente della Repubblica n. 915/82, che è la prima norma che va a sovrintendere allo smaltimento dei rifiuti nel nostro Paese, quindi comportano un inquinamento terribile.



PRESIDENTE

Grazie, collega Sozzani.
Emendamento rubricato n. 178) presentato da Vignale, Berutti, Graglia Pichetto Fratin, Porchietto, Ruffino, Sozzani.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
L'emendamento prevede una temporalità rispetto all'entrata in vigore della legge stessa; poi, il provvedimento amministrativo che la Giunta regionale dovrà presentare al Consiglio regionale. Con il nostro emendamento diciamo entro 365 giorni dall'entrata in vigore della presente legge. Crediamo che, se la legge verrà approvata così come è, la priorità di cui, ahimè, i Consorzi e le amministrazioni comunali si dovranno occupare sarà quella dell'unificazione dei Consorzi stessi.
Crediamo che lo stesso Piano regionale di gestione dei rifiuti debba essere un documento successivo all'intervento di unificazione che noi contrastiamo, come poi vedremo nell'articolo 7 della norma e anche nello schema di convenzione.
Nonostante tutto, visto che di piano si parla all'articolo 3, riteniamo doveroso e opportuno prevedere una tempistica che consenta di non dare troppi adempimenti, tutti assieme, ai nuovi Consorzi, soprattutto alle amministrazioni locali, che dovranno occuparsi, nel momento in cui il disegno di legge diventerà legge regionale, di una serie di altri adempimenti, primo fra tutti quello dell'unificazione dei Consorzi stessi.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Sozzani; ne ha facoltà.



SOZZANI Diego

Qui introduciamo un aspetto che poi andremo a definire meglio, quando parleremo dei Consorzi.
Vi è una contrarietà dell'obbligo di unità, come è stato scritto in questa legge. Devo dire che questa contrarietà è sancita dal fatto che si vadano a non considerare delle zone omogenee nelle quali c'era stata un'esperienza virtuosa nel passato. Di conseguenza oggi, l'unione coercitiva - userei questo termine un po' forte, ma sicuramente positivo nella filosofia della legge che stiamo discutendo - comunque creerà dei tempi di discussione rispetto agli obiettivi che la legge si pone. Lo vedremo nel dettaglio.
Adesso stiamo discutendo gli emendamenti del collega Vignale, ma prima o poi arriveremo anche ai miei emendamenti, in cui andremo ad analizzare anche dal punto di vista tecnico, tutta una serie di elementi che non sono solamente di discussione generale, come quella che stiamo facendo adesso ma entreremo nell'ambito delle discussioni particolari, per cui penso che la Giunta potrà anche valutarli in termini positivi, perché correggono degli errori della legge.
L'aspetto su quale ci tenevo a intervenire in questo punto era che la considerazione positiva all'emendamento proposto dal collega Vignale dava una tempistica e una temporalità nell'applicazione di questa legge congrua rispetto ai tempi amministrativi della nostra Nazione, rispetto ai tempi di adeguamento previsti nella sistemazione amministrativa in applicazione a questa legge, che dovranno essere necessariamente protratti nel tempo.
Lasciare un tempo congruo affinché questa legge possa essere recepita uso un termine anche un po' forte - digerita e applicata, soprattutto concordata con tutta una serie di attori sul territorio che da tempo avevano consolidato la loro metodologia e lo smaltimento, ma che oggi, con questa approvazione, va sicuramente a incidere sotto il profilo della riorganizzazione.



MOTTA ANGELA



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Sozzani.
Emendamento rubricato n. 128) presentato da Vignale, Berutti, Graglia Pichetto Fratin, Porchietto, Ruffino, Sozzani.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
L'emendamento n. 128), al comma 7, introduce lo stesso principio dell'emendamento precedente, cioè prevede che il Piano regionale dei rifiuti entri in vigore 180 giorni dopo la pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte. Tanto in questo emendamento quanto nell'emendamento precedente, noi abbiamo voluto indicare dei giorni che siano utili a motivare un concetto, cioè quello di cercare di non sovraccaricare gli Enti locali e i Consorzi di tutta una serie di adempimenti.
Per il vecchio Piano da una parte - ricordiamolo, ancora da attuare non fosse altro nell'investimento economico che lo stesso piano prevede la nuova legge sui rifiuti dall'altra e il nuovo Piano discendente dalla norma da un'altra parte ancora, crediamo che si debba dare una temporalità tale per cui le amministrazioni comunali i Consorzi abbiano il tempo per fare una cosa alla volta.
Nel frattempo un Piano è vigente, ancorché figlio della legge n. 7, non della nuova legge regionale, ma un nuovo Piano scritto da questa Amministrazione e votato da questa maggioranza è ancora vigente. Per cui noi crediamo che sia utile fare in modo che vi sia un tempo congruo. Anche perché, avendo dato delle tempistiche relativamente, per esempio, alla produzione di rifiuti, credo che sia utile acquisire questi dati. Insomma alla fine del 2018 potremo renderci conto che più di 600 Comuni del Piemonte non sono stati in grado di assolvere a quanto abbiamo indicato.
Se così fosse, voi capite che anche l'obiettivo immediatamente successivo, che è quello dei 159 chilogrammi per il 2020, salvo ovviamente il Comune di Torino, diventerebbe difficilmente realizzabile.
Credo che, come in ogni buona norma (questa non è una buona norma) e in ogni buona modalità normativa, sia corretto - in particolar modo quando si rivede un impianto normativo - introdurre una nuova legislazione con i tempi che il buonsenso di un Ente come la Regione Piemonte dovrebbe avere.



PRESIDENTE

La parola alla Vicepresidente Ruffino, che interviene in qualità di Consigliera.



RUFFINO Daniela

Anche questo è un tema che ho toccato stamani: quello dei tempi. Il Piano regolare entra in vigore il giorno successivo alla pubblicazione, ma come sappiamo, e faccio un paragone con il PPR - c'è la necessità di farlo conoscere, di ripresentarlo agli amministratori, ma non soltanto.
Credo che questo Piano, come le leggi che ultimamente il Consiglio regionale ha approvato, debba essere presentato attraverso incontri dettagliati sui territori con gli amministratori, con una formazione perché certamente è un elemento complesso, come abbiamo cercato di dirvi, e sicuramente non accolto in modo festoso.
I problemi e le difficoltà da superare sono tanti, soprattutto se si continua a non accogliere nessun emendamento.
Poi, a cascata, c'è sicuramente, prima dell'entrata in vigore del Piano, la necessità di riuscire a condividerlo con la popolazione.
Ci sembra che i 180 giorni siano un tempo assolutamente accoglibile per riuscire a costruire questa fase di preparazione di entrata in vigore certamente importante.



PRESIDENTE

Grazie, collega Ruffino.
Emendamento rubricato n. 127) presentato da Vignale, Berutti, Graglia Pichetto Fratin, Porchietto, Ruffino, Sozzani.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
L'emendamento n. 127) interviene al comma 8 dell'articolo 3, laddove si dice che le disposizioni del Piano regionale di gestione dei rifiuti sono obiettivi minimi e sono vincolanti per i Comuni, per gli enti di Area vasta, la Conferenza d'ambito, ecc.
Abbiamo voluto cassare le parole "e sono vincolanti" per due motivi. Il primo, perché crediamo che - come è avvenuto anche in passato - l'aspetto legato all'indicazione di obiettivi minimi che un'Amministrazione regionale dà, quello di cercare di seguire un percorso davvero sussidiario con le Amministrazioni locali, sia uno strumento - in moltissimi casi - utile per raggiungere gli obiettivi che il Piano stesso si pone.
In secondo luogo, perché, come abbiamo detto in più di un'occasione pare un po' stonato un vincolo che viene posto nel momento.



PRESIDENTE

Colleghi, per favore! Colleghi del PD, il Consigliere Vignale sta illustrando il suo emendamento.



VIGNALE Gian Luca

Guardate che c'è la campagna elettorale.



PRESIDENTE

Prego, Consigliere.



VIGNALE Gian Luca

Grazie.
Dicevo che pare un po' stonato il fatto che si introduca un vincolo all'interno degli obiettivi, non soltanto minimi, ma dell'attuazione del Piano, quando la stessa norma è una norma derogatoria per un'Amministrazione comunale della nostra Regione.
Ripeto, noi crediamo che un percorso possa essere diverso, così come crediamo che un percorso diverso debba essere quello della collaborazione e presentazione dei provvedimenti. Lo diceva anche la collega Ruffino: io ho trovato un po' anomalo che (va bene tutto, anzi è stata un'iniziativa utile) una Giunta regionale presenti, per esempio, un documento significativo come il Piano paesaggistico dopo la sua approvazione.
Solitamente, cioè, le Amministrazioni regionali (io penso a quello che ho fatto quando rivestivo l'incarico di Assessore regionale), relativamente ad alcune proposte importanti per il Piemonte, prima.



PRESIDENTE

Chissà se dobbiamo chiudere il Consiglio in anticipo di cinque minuti visto che ormai siamo alla disattenzione più totale? Prego, Consigliere.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

No, la colpa è vostra perché non lo fate parlare.
Prego.



VIGNALE Gian Luca

Concludo dicendo (ovviamente ho sforato, ma è più il tempo che ho atteso che non quello che ho parlato) che è un po' sorprendente il fatto che anche su un documento come questo, così come è avvenuto per il Piano paesaggistico, non vi sia stata non dico una concertazione, che comunque non farebbe male fra livelli differenti degli Enti locali (non dico fra Gruppi consiliari), ma una presentazione dello stesso provvedimento se non all'interno di legittimi incontri che il Partito Democratico ha inteso fare.
Pertanto, devo dire che, da questo punto di vista, porre vincoli su scelte fatte da terzi e condivise con un numero minimo di Amministrazioni locali credo che sia un errore che è stato fatto non solo su questo disegno di legge, ma sul quale si persevera.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Porchietto, sempre sull'emendamento n. 127).



PORCHIETTO Claudia

Grazie, Presidente.
Utilizzerei i pochi minuti che ci dividono dalle fatidiche ore 18 - che mi pare siano auspicabili soprattutto dalla maggioranza, poiché non c'è più attenzione rispetto a questo - chiedendo soprattutto una cosa.
È vero che è faticoso presentare gli emendamenti ed è altrettanto faticoso ascoltarli, però credo che sia doveroso da parte di tutti noi farlo, anche perché fra qualche settimana, quando sui territori in campagna elettorale per le politiche gli Amministratori comunali si chiederanno i motivi per cui abbiamo - noi no - approvato una cosa di questo genere qualcuno poi non dica "io non c'ero, non ho sentito, non me ne sono occupato", perché mi pare che oggi in Aula non ci sia assolutamente attenzione rispetto a un tema delicatissimo.
È un tema di cui nelle prossime settimane gli Amministratori locali chiederanno conto perché, checché se ne dica, lo scontento ci sarà sicuramente, non perché ci sono soltanto obiettivi minimi e vincolanti per le Amministrazioni, ma perché abbiamo una ragionevole certezza che questi vincoli poi dovranno essere per forza disattesi poiché non si riuscirà a portarli a compimento.
Quello che, con l'emendamento sottoscritto dal collega Vignale e da tutti noi, si cerca di fare è quantomeno di mettere qualche toppa a una situazione assolutamente in alcuni casi anche inemendabile, ma alla quale si cerca in qualche modo di porre rimedio, perché un senso di responsabilità ci porta a pensare anche agli Amministratori comunali che si troveranno nella situazione di dover comunque adempiere a una normativa che fa tutto, fuorché agevolare le Amministrazioni. Pertanto, sia questo emendamento sia quelli successivi, come quelli precedenti, cercano di portare questa attenzione.
Credo che un'attenzione a quello che si sta dicendo sarebbe quantomeno doverosa anche da parte della maggioranza; se poi proprio non si può, nel momento in cui andremo a votare l'impianto finale, magari una votazione per appello nominale, per non ritrovarci poi sui territori qualcuno che dice che in realtà non c'era, sarà opportuna.



PRESIDENTE

Se non ci sono altri interventi, i lavori odierni terminano qua.
Ricordo ai Capigruppo di recarsi in Sala A.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 17.56)



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