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Dettaglio seduta n.276 del 05/12/17 - Legislatura n. X - Sedute dal 25 maggio 2014 al 25 maggio 2019

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Argomento:


MOTTA ANGELA



(I lavori iniziano alle ore 9.56 con l'esame del punto all'o.d.g. inerente a "Svolgimento interrogazioni e interpellanze")


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 1786 presentata da Vignale, inerente a "Stabilimento ILVA a Novi Ligure e Racconigi: la Giunta difenda i lavoratori e le produzioni piemontesi" (risposta scritta)


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 1786.
Il Consigliere interrogante non è presente in aula, quindi verrà data risposta scritta dall'Assessora Pentenero.
Dichiaro chiusa la trattazione del sindacato ispettivo.



(Alle ore 9.57 la Presidente dichiara esaurita la trattazione del punto all'o.d.g. inerente a "Svolgimento interrogazioni e interpellanze")



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAUS



(La seduta ha inizio alle ore 10.01)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Do atto che l'o.d.g. è stato comunicato con la convocazione.
Non essendovi proposte di modifica, l'o.d.g. è approvato, ai sensi dell'articolo 58 del Regolamento interno del Consiglio regionale.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo Accossato, Balocco, Campo, Caputo e Reschigna.
Non è presente l'Assessore Saitta.


Argomento:

b) Processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

Sono a disposizione e riproducibili, su richiesta, i processi verbali delle sedute del 28 novembre 2017


Argomento:

Approvazione processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Approvazione processi verbali precedenti sedute", comunico che sono stati approvati i processi verbali del 21 novembre 2017.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 10.02, riprende alle ore 10.06)



PRESIDENTE

La seduta riprende.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale (seguito)


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale (seguito)

Argomento:

c) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.



PRESIDENTE

Ricordo che alle ore 18 è convocata in Sala A la Conferenza dei Capigruppo.


Argomento:

Richieste di modifica dell'o.d.g.


PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Grimaldi; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Avevo alzato la mano, ma c'era un po' di brusìo.
Come lei sa, da Regolamento, la Giunta può, sempre, durante la giornata, rendere delle lcomunicazioni, se lo ritiene (come ricorda spesso il Presidente Chiamparino).
Visto che abbiamo poco tempo utile per decifrare e capire bene cosa succederà della vicenda Fondazione per il Libro e visto che, tra l'altro, a breve, avremmo anche delle audizioni, vorrei solo capire se è il caso, in giornata, di fornire delle comunicazioni su quest'oggetto.
Visto che c'è la questione della salvaguardia anche dei lavoratori della Fondazione, se è il caso, in qualche modo, che questa vicenda venga resa pubblica.



PRESIDENTE

Le farò sapere in giornata.
Ne parlerò con la Giunta.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi dell'Istituto Comprensivo "Don Evasio Ferraris" di Cigliano (VC)


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti dell'Istituto Comprensivo "Don Evasio Ferraris" di Cigliano in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Proseguimento esame disegno di legge n. 217, inerente a "Norme in materia di gestione dei rifiuti e servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame del disegno di legge n. 217, inerente a "Norme in materia di gestione dei rifiuti e servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani", di cui al punto 3) all'o.d.g.
Nella seduta pomeridiana del 28 novembre 2017 è iniziato l'esame del disegno di legge 217. Il Consigliere Ferrentino ha svolto la relazione di maggioranza e i Consiglieri Bertola e Sozzani quella di minoranza.
Chi chiede di intervenire sulla discussione generale relativamente al disegno di legge n. 217? Ha chiesto di intervenire il Consigliere Andrissi; ne ha facoltà.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Finalmente arriva in Aula consiliare questo testo di legge molto importante per chi si occupa di economia circolare e riciclo della materia.
Una legge che ha visto la nostra partecipazione attiva nella redazione la maggioranza ha recepito molti nostri emendamenti e altri ne abbiamo presentati, sempre di merito. Il nostro obiettivo è stato quello di migliorare il testo legislativo e quindi di partecipare, in modo proattivo alla redazione di quest'importante testo di legge.
Usciamo finalmente da una situazione imbarazzante a livello regionale dove la governance era lasciata un po' a sé stessa perché un testo di legge fatto dalla passata Amministrazione non aveva mai visto un pieno compimento.
Avevamo questo problema di governante, con i Consorzi numericamente diffusi sul territorio regionale che erano, in qualche modo, vincolati a una cessazione della loro attività, prevista dalla testo legislativo. Cosa che però non veniva mai compiuta.
La maggioranza ha fatto la scelta di semplificare molto la struttura dei Consorzi. Visti i risultati, lo dico con grande sincerità, il Piemonte nella gestione dei rifiuti, a parte qualche eccellenza comunale, a parte un Consorzio che ha dato risultati abbastanza significativi (il Consorzio Chierese), non ha purtroppo avuto grandi eccellenze a livello territoriale quindi se la maggioranza ha deciso di semplificare, sinceramente non dico che sposo questa soluzione, ma qualcosa bisognava fare.
Questa semplificazione verrà fatta, forse, probabilmente, sulla zona di Torino, anzi sicuramente, ma è un po' una forzatura, nel senso che il territorio richiedeva magari una maggiore presenza, rispetto alla semplificazione fatta, di strutture governative locali - chiamiamole così più diffuse, però a livello regionale sicuramente questo può dare un maggiore impulso e una maggiore semplificazione alla gestione del settore rifiuti.
Nel testo legislativo è passato un concetto importante: la tariffazione puntuale. Credo che questo, ormai, sia un patrimonio comune. Nazioni come la Francia l'hanno fatto diventare una patrimonio nazionale; la speranza è che lo diventi presto anche per tutta l'Italia, ovvero chi inquina paga, a partire dal cittadino.
Sarebbe bello che questo principio europeo arrivasse in alto, anche a tutte le attività che hanno inquinato il nostro territorio e che, poi, ci obbligano a intervenire con delle bonifiche.
Se applichiamo la tariffazione puntuale a livello del singolo cittadino, occorre fare un'operazione di responsabilizzazione dello stesso che vede finalmente riconosciuta la sua opera di differenziazione dei materiali, ma anche un riconoscimento economico. Questo è importante perché fin quando non si farà questo passaggio.



PRESIDENTE

Scusate, colleghi, vi chiedo gentilmente un po' di silenzio. È difficile, per il collega, parlare.
Prego.



ANDRISSI Gianpaolo

Lo dico anche ai giovani qui dietro: chi inquina, paga. È un principio fondamentale. Ma le famiglie che fanno la raccolta differenziata, che separano bene l'umido dalle altre frazioni, devono essere premiate anche economicamente.
Questo bisogna riconoscerlo, e noi, in questa legge, l'abbiamo riconosciuto con l'ecotassa. È anche questo un passaggio importante, che riconosco alla maggioranza. Finalmente viene penalizzato il fatto di portare i rifiuti in discarica.
Ovviamente, questo non è sufficiente - lo sappiamo - perché per sviluppare l'economia circolare bisogna sviluppare anche un processo industriale che consenta una compatibilità ambientale. Diversamente, ci ritroviamo sul territorio aziende che fanno il riciclo dell'alluminio come la Sacal, in Provincia di Vercelli - ma che emettono grandissime quantità di diossina, perché quando si ricicla si fonde l'alluminio, ma, se è presente della plastica clorurata, questa dà origine alla diossina.
Ma questo è un problema di ecodesign industriale.
Anche su questo fronte dobbiamo fare tantissimo, lavorare moltissimo.
Sarebbe importante fare maggiori passi avanti a livello nazionale, per sappiamo che il testo legislativo nazionale di iniziativa popolare per rifiuti zero è in qualche cassetto, nel Parlamento italiano.
Purtroppo, su questo fronte, a livello nazionale non si riesce ad andare oltre. Si punta sull'autocompostaggio, che è importante, ma anche per fare un buon autocompostaggio occorre una tariffazione puntuale altrimenti si perde la verifica puntuale del rispetto dell'iniziativa.
Si è visto, infatti, che, laddove non c'è una tariffazione puntuale con il microchip, l'autocompostaggio perde il suo controllo e le sue verifiche e, quindi, la possibilità di dare un riconoscimento alle famiglie.
Pertanto, bisogna stare molto attenti a queste iniziative, così come a tantissime altre, perché, nel momento in cui si entra in un percorso di virtuosità, si possono ridurre le giornate di conferimento e si possono effettivamente avere dei risparmi importantissimi per i cittadini.
Sappiamo che all'estero, in Paesi come la Germania, i cittadini non pagano la tassa sui rifiuti (visto che in questi giorni c'è stata una grande polemica), ma qui si aprirebbe il grande scontro esistente tra l'Associazione Comuni virtuosi e il CONAI, perché il contributo ambientale italiano CONAI è uno dei contributi più bassi in Europa e questo porta a delle carenze nella riduzione dei rifiuti.
Il vuoto a rendere è un oggetto sconosciuto in Italia, proprio perch il contributo ambientale CONAI è così basso da non consentire il vuoto a rendere.
I costi dei prodotti nei supermercati e nei negozi commerciali, in Italia, sono aumentati più che negli altri Paesi dove il contributo ambientale era più alto. Pertanto, non ci sono giustificazioni, su questo fronte.
Occorre fare dei passi avanti anche sulle frazioni.
Ci sono delle frazioni come i pannolini usa e getta (pannolini pannoloni, assorbenti usa e getta), che possono essere riciclati. Nel momento in cui sono frazioni che possono essere riciclate, bisogna prevedere, a livello regionale, impianti per il riciclo.
Questo è possibile nel momento in cui liberiamo risorse entrando in un percorso di virtuosità: possiamo ridurre le giornate di conferimento dei materiali e quindi aprire la strada a nuove frazioni.
Lo so che ci sono pannolini compostabili o pannolini lavabili, ma non tutte le famiglie aderiscono a queste iniziative, quindi occorre prospettare anche questo.
Bisogna pensare anche agli scarti degli impianti di selezione, quindi avere uno sguardo proiettato oltre.
Sappiamo che la Toscana ricicla le plastiche scartate dai RAEE sappiamo che la Toscana ricicla il cosiddetto plasmix, cioè lo scarto degli impianti di selezione delle piattaforme COREPLA, che vanno realizzate.
COREPLA, audito in Commissione, ha detto che, in Piemonte, occorrono quattro o cinque piattaforme per la selezione delle plastiche.
Sappiamo che a Cavaglià si sta realizzando una piattaforma che darà 70 posti di lavoro.
Dobbiamo spingere su questo fronte, per creare in Piemonte una filiera del riciclo importantissima. Possiamo creare migliaia di posti di lavoro in questo settore.
Non da ultimo, Presidente, per arrivare alle conclusioni e non farla troppo lunga: il problema delle false fideiussioni e delle bonifiche che non hanno copertura finanziaria.
Io spero che, con questa legge, ci sia la possibilità di avere una copertura, cioè di non permettere più che ci siano società che fanno false fideiussioni.
Tratteniamoli a monte i soldi e tratteniamo una piccola percentuale a copertura della fideiussione. Se, poi, c'è la fideiussione vera, va bene però non possiamo permetterci che a Ghemme, in provincia di Vercelli, in Valle Dora, ad Alessandria e a Cuneo siano state fatte fase fideiussioni e poi ci troviamo, come a Ghemme, a gestire la chiusura di una discarica che andrà a costare più di nove milioni di euro a carico dei cittadini, perch poi è sempre Pantalone che paga.
Questo non possiamo più permettercelo e allora preveniamo queste cose perché non è solo un problema della Regione Piemonte, è un problema nazionale e le società che fanno queste cose sono sempre le stesse.
Non da ultimo, spero che i Comuni che in tutte queste difficoltà hanno saputo lavorare in modo virtuoso, magari in contrasto anche con i loro consorzi che non si muovevano e che non agivano, nonostante gli esempi di riferimento europeo che abbiamo in Italia - pensiamo al Consorzio Pila, uno dei migliori consorzi europei, perché in Italia, quando facciamo le cose sappiamo farle molto bene e quindi questi esempi copiamoli, utilizziamoli poi ci possiamo mettere qualcosa in più, ma adesso possiamo copiarli e copiandoli completamente faremmo un salto di qualità a livello regionale notevolissimo - vengano premiati nella governance e abbiano più potere nel momento delle decisioni. Dobbiamo riconoscere a questi Comuni virtuosi più potere decisionale, perché questi amministratori - che non sono del Movimento 5 Stelle, ma sono cittadini illuminati su questo fronte, che hanno avuto la voglia di sacrificarsi, di impegnarsi e di mettersi in gioco politicamente - meritano il nostro premio.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Vicepresidente Ruffino, che interviene in qualità di Consigliera; ne ha facoltà.



RUFFINO Daniela

Grazie, Presidente.
Come Gruppo, abbiamo condotto anche in Commissione una ferma opposizione al disegno di legge 127, cercando di contestare sistematicamente una buona parte dei punti della proposta, perché riteniamo che ci siano dei profili che, a nostro parere, sono inaccettabili. Il primo è sicuramente quello che noi riteniamo il disconoscimento del ruolo dei Comuni per affidare l'intera gestione alle Province e alla Città metropolitana; questo senza riconoscere ai Sindaci alcuna possibilità di avere effettiva voce in capitolo, soprattutto per quanto riguarda i Sindaci dei piccoli Comuni.
Noi riteniamo che le Amministrazioni comunali vengano messe nella condizione di essere meri esecutori di quanto verrà deciso da quest'Aula e anche, ovviamente, dagli Enti di Area vasta; riteniamo altresì che i soggetti che ci metteranno la faccia saranno ancora una volta gli amministratori locali.
In questo periodo non ci sono state, se non per alcune realtà riduzioni dei costi in bolletta; la redazione del piano finanziario è stata sicuramente complessa e riteniamo lo sarà ancora di più. Il nostro intento è quello di dare un ruolo ai Comuni che annoverano sicuramente le funzioni fondamentali, tra le quali anche la gestione del ciclo dei rifiuti; invece come dicevo, in questo caso verranno ridotti a una funzione di sostanziale irrilevanza.
Ecco, penso che questo aspetto sia stato certamente ribadito in Commissione e lo abbiamo rilevato nei nostri incontri sui territori sentendo gli amministratori e rilevando la loro grande preoccupazione.
Sempre in Commissione, abbiamo chiesto una fase transitoria di attuazione che preveda un tempo più lungo (si era parlato di 18 mesi, abbiamo proposto 24 mesi) per cercare di lasciar sopravvivere un sistema che permetta un momento di organizzazione e senza causare un impatto forte.
Riteniamo inoltre fondamentale riuscire a ragionare sulle operazioni di fusione e razionalizzazione, ma certamente con un regime volontario e non obbligatorio. Ribadiamo anche in questa sede di formalizzare la nostra preferenza per un assetto normativo che non venga ritagliato in maniera vincolante sulle esigenze della realtà locali, ma che preveda ovviamente una discussione con gli amministratori, soprattutto in forza di quei Consorzi che funzionano bene, che hanno lavorato in questi anni e che sicuramente in molti casi hanno anche permesso di ragionare sul sistema dei rifiuti con dei risparmi, con delle realtà virtuose e innovative.
Ci preoccupa il regime differenziato per la sola Città di Torino riteniamo che il governo delle fasi complesse del circolo dei rifiuti pu essere fatto sicuramente su scala regionale o in ambito provinciale, per ricorrendo a modalità di convenzionamento e comunque a tutte quelle azioni che, in qualche modo, devono riuscire a dare uno spazio ai Comuni.
Come ho già detto tante volte, in questa sala sono presenti molti amministratori che hanno vissuto sulla loro pelle il cambio dei vari sistemi legati al ciclo dei rifiuti; sicuramente le grandi lamentele e forse anche la disaffezione, direi, nel procedere a sistemi di raccolta differenziata virtuosa soprattutto da parte dei commercianti, che una volta di più si vedono vessati, e noi riteniamo che soprattutto in questo sistema lo saranno ancora di più.
In questo contesto, abbiamo voluto raccogliere la voce degli Amministratori locali e sicuramente la riportiamo in buona parte nella fase della nostra discussione e con i nostri emendamenti.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Appiano.



APPIANO Andrea

Grazie, Presidente.
Finalmente affrontiamo in Aula la discussione su un tema e su un disegno di legge di assoluta importanza e centralità, proprio per la vita di quei Comuni che spesso vengono evocati, salvo poi non riuscire a "quagliare" per offrire ai Comuni uno strumento operativo, una governance operativa su un tema delicatissimo.
Veniva ricordato prima che in alcune parti del territorio piemontese in questi anni, sono stati fatti degli sforzi enormi e ci sono stati già dei risultati molto importanti in tema non solo di raccolta differenziata ma anche di riutilizzo effettivo; questo, forse, è il dato più significativo, in anni in cui le sanzioni, per il mancato raggiungimento degli obiettivi, che pur dal livello europeo in giù venivano date, non erano efficaci, anzi non venivano applicate. Quindi, da questo punto di vista, scontando anche una difficoltà per quelle Amministrazioni un po' più coraggiose e che interpretavano fino in fondo il proprio dovere a esercitarlo, parlando e ragionando con i propri concittadini.
Con orgoglio provengo da un territorio dove, negli anni, l'esperienza consortile ha portato ad attestarsi complessivamente di poco al di sotto del 65 per cento di raccolta differenziata, con punte in alcuni Comuni di oltre il 70 per cento e con un utilizzo effettivo nell'ordine del 90 per cento. Tuttavia, l'assenza di una governance forte e moderna, quale è quella che il disegno di legge attuale vuole dare, è un handicap cui bisogna dare una risposta con obiettivi ben precisi.
Il primo è quello dell'economia circolare, che veniva ricordato prima e che soprattutto si concretizza nel privilegiare il recupero della materia su qualunque altro tipo di recupero, ivi compreso quella dell'energia oltre a ritenere assolutamente residuale l'apporto in discarica.
Il secondo: puntare alla tariffazione puntuale, come strumento per fare quel salto di qualità che è ancora necessario.
Infine, porre un nuovo obiettivo, che è quello di monitoraggio della riduzione del tasso di produzione dei rifiuti indifferenziati pro capite perché non basta ragionare di percentuali, ma è assolutamente più importante ragionare di riduzione complessiva del rifiuto indifferenziato.
Ora, in un anno di attività in Commissione, il disegno di legge è radicalmente cambiato; forse, qualcuno non se n'è accorto, perch nell'intervento che mi ha preceduto, ho sentito dire che abbiamo deciso di attribuire a Province e Città metropolitane quelle che, invece, sono le funzioni e le competenze dei Comuni. Quello era il disegno di legge originario, dove si era scelto, anche dopo la legge di attuazione della Delrio, di attribuire la governance a Città metropolitane e Province, pur articolate, al loro interno, in aree territoriali omogenee. Invece, dopo un lungo e proficuo lavoro di Commissione, durato - ripeto - un anno, e ascoltando le diverse realtà amministrative e comunali, si è deciso che siano i Comuni a dover essere al centro del sistema di governo. Certo, non individualmente.
Cosa vuol dire riconoscere a livello volontario la possibilità di associarsi? È da anni che la governance dei rifiuti e il sistema di raccolta non viene esercitato a livello individuale dalle singole amministrazioni comunali e sarebbe assolutamente impossibile, improduttivo e peraltro anche non rispettoso della normativa superiore immaginare che un Comune possa fare da sé su questo tema.
Abbiamo cercato, allora, di trovare un equilibrio di razionalizzazione quindi superamento in termini di rilevanza verso l'esterno della grande frammentazione che porta oggi ad avere più di 20 Consorzi di bacino, ma allo stesso tempo, all'interno di Consorzi più ampi, mantenere un'articolazione che in prima battuta corrisponde agli attuali Consorzi di bacino interni di assemblea dei Sindaci, che sceglieranno poi se dotarsi o meno di una forma più o meno strutturata a supporto della loro attività politica.
Il CAL, i Comuni e l'ANCI ci hanno richiesto ulteriori supplementi di istruttoria. Come l'Assessore ha dato conto in Commissione, cercheremo di tradurre tutto questo in emendamenti e in voto in Aula in termini, per esempio, di compensazione ai Comuni sede di impianti di discarica immaginando di mutuare il modello Marche a livello regionale; in materia di maggiore efficacia delle sanzioni per il mancato raggiungimento degli obiettivi, fermo restando che, se è vero che la razionalizzazione porta ad avere Consorzi ampi, è altresì vero che l'applicazione della sanzione va a misurare il fatto che il singolo Comune abbia o non abbia contribuito al raggiungimento effettivo degli obiettivi e, quindi, nessun Comune viene scavalcato da una mega-organizzazione in cui tutto si annacqua e tutto si confonde.
Del resto, se andiamo a leggere con serietà l'articolo relativo alla fase di passaggio tra il vecchio e il nuovo sistema, si dice in modo molto chiaro che, prima di partecipare alla fusione per incorporazione, tutti i Comuni vedono fotografare o vanno a fotografare la propria posizione di partenza, in termini di rapporti attivi e passivi rispetto alla situazione organizzativa esistente, e restituiscono in condizione di equilibrio la propria posizione all'interno del nuovo Consorzio.
Questo è stato raccontato, strumentalmente, da qualcuno in giro nel senso che, al momento X, alla fine della fase transitoria, anzi prima, i Comuni dovranno erogare denari, saldare debiti, fare chissà che. Questo non è scritto nella norma. Come, oggi, ogni Comune ha posizioni attive e passive nei confronti dei Consorzi di bacino di appartenenza, le stesse identiche posizioni, con gli stessi identici oneri, in termini di tempi e modalità di rientro da quelle posizioni debitorie, resteranno nella nuova organizzazione, che sarà proprio organizzata per centri di costo, dove tutti portano in dote il proprio passato e tutti insieme cercano di costruire una prospettiva futura più utile per raggiungere gli obiettivi che ci siamo posti.
Con una clausola anche di salvaguardia: che eventuali sopravvenienze passive vengono ricondotte alla fotografia iniziale, proprio per venire incontro a quel rischio paventato da alcuni, per cui in un sistema con aggregazioni più ampie, tutto si confonde e le situazioni più virtuose vengono a pagare i debiti delle situazioni meno virtuose; a parte poi il fatto che dovremmo metterci d'accordo su che cosa significa essere virtuosi o no, perché in questo campo spesso e volentieri si fa confusione.
Chiudo, negli ultimi tre minuti di intervento, anche se in parte le argomentazioni le ho raccontate, dicendo che è evidente che ci sono due atteggiamenti diversi, anche rappresentati in questa prima parte di dibattito: l'atteggiamento di una parte di Gruppi di opposizione che pervicacemente, restando ancorati al merito della questione, hanno cercato in Commissione, e cercheranno anche qui in Aula, tutti i modi per migliorare un testo in cui, magari, nel complesso non si riconosceranno lo stesso, ma nel merito puntuale di singole questioni intendono partecipare con noi al miglioramento dei contenuti; e un'altra parte che invece, temo ogni tanto voglia utilizzare un argomento così delicato e sensibile per fare un po' di propaganda, anche a livello dei vari Comuni. È da luglio che i Comuni vengono inondati da proposte di mozione, anzi, una proposta di mozione che è uguale in tutti i Comuni, che nei due minuti che mi restano vorrei contribuire ad argomentare.
Nella mozione si dice che noi intendiamo portare a un accentramento regionale, che non lascerà più alcuna facoltà di gestione ai territori e alle Amministrazioni comunali.
È esattamente l'opposto di quanto il disegno di legge uscito dalla Commissione restituisce. Intanto perché la Regione, in quanto ente, non è coinvolta nella governance e neanche nella governance dell'impiantistica che ha un ambito regionale, ma è sottratta all'intervento della Regione come ente.
Fu proprio quella la scelta, cioè non andare verso Province e Città metropolitana, ma verso aggregazione di Comuni senza soluzione di continuità. In questo, il consorzio che subentra a un consorzio renderà molto più semplice, dal punto di vista procedimentale, il passaggio del personale, dei bilanci e dei rapporti, perché l'Ente tale era e tale resta.
Il fatto di aver scelto di fare una "ciambella" nell'area metropolitana torinese, da un lato, fotografa il Piano rifiuti, dove ci sono obiettivi temporalmente differenziati, ma che alla fine convergono al medesimo obiettivo e, dall'altro, va a rispondere a mozione analoga a quella che sto commentando, presentata un anno fa, in cui venivamo accusati, proprio nell'area torinese, di voler sanare i conti della città con l'intervento dell'Amministrazione della Provincia.
Pare che, invece, l'anno di lavoro che abbiamo fatto insieme sia un fantasma di cui nessuno ha traccia.
I Consorzi di bacino non vengono sciolti o posti in liquidazione, ma si fondono per incorporazione. Anche questo non è corretto. Certamente la legge 23 viene corretta, se passa questo disegno di legge, per rendere coerenti i due termini.
Insomma, noi crediamo che qualche passaggio migliorativo in Aula sia assolutamente necessario e ci lavoreremo nelle prossime sedute, per vorremmo anche che si dicessero parole di verità rispetto alle nostre Amministrazioni comunali.
Alla fine, per fortuna, la verità paga sempre.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Valetti; ne ha facoltà.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
È un disegno di legge sulla gestione dei rifiuti urbani del Piemonte a lungo atteso, che mancava in questa Regione e che ha visto tutte le forze politiche confrontarsi in modo proficuo in Commissione.
Il Movimento 5 Stelle, dal lato dell'opposizione, ha fatto la sua parte, partecipando ai tavoli tecnici e contribuendo in modo significativo a una legge che aveva evidentemente dei limiti, anche sul lato della governance, perché ricordiamo che la necessità di ottemperare e di adeguarsi alla normativa nazionale, in merito alla soppressione dei Consorzi con la definizione di ambiti di Area vasta, non ci ha sempre visto d'accordo, perché sussistono nella Regione, ma anche nella stessa Città metropolitana, realtà con risultati, sia in termini di virtuosità nel processo di raccolta e di gestione dei rifiuti sia in termini economici molto diversi tra loro.
Abbiamo avuto Consorzi con grandi difficoltà economiche e altri con risultati migliori; abbiamo avuto territori che sono molto indietro con la raccolta differenziata e con i processi di avvicinamento a quello che è il concetto di economia circolare, ma altri invece esattamente all'opposto.
Dobbiamo conciliare tutte queste realtà, rendendole, da un certo punto di vista, sempre più omogenee nei risultati, cercando di prendere gli esempi migliori e non quelli peggiori, perché noi dobbiamo replicare e studiare le realtà che hanno funzionato per esportare tale modello anche a quelle che non hanno funzionato Produciamo troppi rifiuti. Spesso, la raccolta differenziata usata come strumento di misura della bontà dei risultati non è un parametro sufficiente.
Questa legge cita obiettivi ben precisi di produzione di rifiuto indifferenziato pro capite; peccato che, come noi abbiamo sempre sostenuto e abbiamo tentato di modificare, ma non ci siamo riusciti, la misurazione del rifiuto indifferenziato nel processo di raccolta è un parametro che non la dice chiara su quanti rifiuti facciamo, perché non corrisponde ai rifiuti che effettivamente noi smaltiamo in inceneritori e in discarica, un po' per l'ambiguità che si vuole dare ancora oggi. Questa legge non è completamente esente, quindi dobbiamo fare molta attenzione, perché ancora si considera un lavoro ben fatto il rifiuto che viene portato in inceneritore, mentre non è affatto un lavoro ben fatto, non è una best practice, ma è un qualcosa che va ridotto il più possibile. Non lo riteniamo affatto un miglioramento rispetto alle discariche.
Abbiamo l'esempio dell'inceneritore di Torino, l'impianto del Gerbido un impianto assolutamente inefficiente dal punto di vista energetico; un impianto che, non solo brucia materia prima e rifiuto tale e quale, quindi con tutte le difficoltà che ci sono anche nel controllare i processi, ma dove addirittura aggiungiamo risorse di materie prime come il metano per dare una mano alla combustione dei rifiuti, il che è veramente allucinante se pensiamo che questi impianti erano definiti, spesso in modo improprio "termovalorizzatori", perché avrebbero dovuto "valorizzare" qualcosa o avrebbero dovuto contribuire al recupero energetico.
Oggi è sempre più evidente che il recupero energetico è una chimera assolutamente irrealizzabile, perché il rifiuto non è un materiale che conviene bruciare. Il rifiuto conviene dividerlo accuratamente e rimetterlo nella filiera del riciclo, nella filiera industriale. Converrebbe soprattutto, fare un grosso lavoro di studio per evitare, a monte, la produzione di rifiuti: è qui che si giudicano le azioni di un Paese moderno! Lo stesso collega Andrissi citava la Germania, ma non sono da meno numerosi Paesi del Nord Europa: ci spiace citare sempre gli stessi, ma evidentemente, in questo campo sono più virtuosi di noi, perché hanno stabilito tassazioni a monte sulla materia prima molto più alte di quelle dell'Italia. Cosa succede, in pratica? Che sono gli stessi consumatori a direzionarsi verso prodotti con minori imballaggi o verso prodotti con imballaggi riciclabili, insomma verso il disincentivo della plastica. La plastica - lo ricordo - è un materiale che deriva dalla filiera del petrolio; è un materiale che sta contaminando le nostre terre, i nostri mari, i nostri oceani. Al mondo, non vi è più un metro quadro di oceano privo di plastica! Sono stati fatti campionamenti anche nel mezzo degli oceani e la plastica è ovunque: è nella materia prima, è nel pesce che mangiamo.
Dobbiamo concentrare tutte le nostre risorse a livello legislativo regionale e nazionale, per disincentivare l'uso della plastica negli imballaggi, ma anche nei prodotti, perché, purtroppo, anche riciclando degli scarti ci saranno sempre. Poi la gente butta rifiuti ovunque e non riusciamo a controllare ogni singolo metro quadro del nostro territorio: è impossibile, le strade sono costellate e cosparse di rifiuti; i campi pure.
Ne vediamo ovunque, al punto che siamo quasi abituati alla loro vista: li vediamo nelle rotonde, ai margini delle città, non parliamo poi delle periferie! Nelle periferie, che sono i luoghi dove l'occhio cade meno perché spesso si è solo di passaggio, si concentrano maggiormente le discariche abusive, con rifiuti di ogni sorta. Bisogna invertire questa tendenza, ma non possiamo farlo da soli.
Questa legge regionale è comunque un inizio, sebbene definisca alcuni processi più virtuosi nella raccolta, ma non nella produzione e nella sensibilizzazione ai cittadini, negli aiuti all'impresa e al commercio per ridurre la produzione di rifiuto. Su questo, in effetti, siamo molto carenti: sarà un po' un fallimento dover lasciare in mano a quello che resta dei consorzi o delle aree vaste la politica di riduzione a monte dei rifiuti. È chiaramente una battaglia persa in partenza; una battaglia che non si può combattere da soli; una battaglia che richiede l'intervento governativo.
Torno a rammentare, come ha fatto giustamente il collega Andrissi, la proposta di legge popolare "Rifiuti zero", depositata in Parlamento, che giace in qualche ufficio, firmata da decine di migliaia di cittadini. È su questo che dobbiamo spostare la battaglia, sulle controparti politiche nazionali, affinché sblocchino questo iter. Evidentemente, non ci riuscirà questa legislatura, che sta finendo, ma lo farà la prossima. Però bisogna impegnarsi da subito in questi obiettivi; dobbiamo dircelo chiaramente.
Dobbiamo darci una tassazione del rifiuto a monte.
Infine, dicevamo sulla governance che dobbiamo stare attenti che le nostre piccole realtà che hanno funzionato vengano prese ad esempio.
Dobbiamo stare vicini ai Comuni, perché devono affrontare un problema enorme, che è quello di un'opinione pubblica che va cambiata, una sensibilità sul tema dei rifiuti che va modificata.
Dispiace sentir dire che nei Comuni dove la raccolta differenziata è fatta bene il servizio costa di più ai cittadini: è un dato falso, non costa di più. In ogni caso, non possiamo più permetterci di produrre rifiuti da depositare nelle discariche o da bruciare, perché la nostra aria è già sufficientemente inquinata. Personalmente, pagherei anche di più pur di non vedere più plastica ovunque, pur di non vedere più discariche maleodoranti e inquinanti - inquinano persino le nostre falde acquifere! che costituiscono un costo decisamente più alto della bolletta che paghiamo ogni mese per i rifiuti.
Un tema tecnico che abbiamo posto.
Chiedo scusa, Presidente, ma è difficile con questo brusio.



PRESIDENTE

Si fermi, perché se non c'è silenzio.
Devo sospendere il Consiglio? Lei parli solo quando c'è silenzio, io non le tolgo nemmeno un secondo al massimo le aggiungo qualche minuto, senza problemi. Si ripassi pure quello che deve dire.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Dicevo, vi è un aspetto tecnico molto sottovalutato che non siamo riusciti a far valere in questa legge, ma che è uno dei temi cardine della proposta normativa sull'economia circolare dell'Unione Europea: non dobbiamo più considerare gli obiettivi di raccolta differenziata, ma dobbiamo considerare il rifiuto effettivamente riciclato al termine del ciclo. Perché se noi ricicliamo al 90 per cento, ma di quello che mandiamo agli impianti del riciclo viene scartato la metà, noi non abbiamo fatto un 90 per cento, ma solo un 45 per cento. Oggi la maggior parte dei rifiuti che differenziamo non viene riciclata, dunque non è servita la raccolta differenziata: dobbiamo assicurarci che il ciclo vada a termine, ovvero che il rifiuto che il cittadino differenzia vada effettivamente riutilizzato.
Per fare questo ci sono due strade: la prima è il controllo sulla cittadinanza, che deve purtroppo adeguarsi e fare la propria parte, ossia differenziare accuratamente; la seconda è arrivare a togliere dal mercato del consumo tutti quei materiali che non riusciamo a gestire. Ci sono dei materiali che, purtroppo, non sono riciclabili in nessun modo, e qui sta l'intervento del legislatore, sta l'intervento sulla tassazione, che è a monte.
Quindi, necessariamente questa legge si dovrà confrontare con questi due aspetti che sono, purtroppo, di normativa nazionale, perché se fosse una normativa regionale avremmo insistito un po' di più e, forse, questa legge non l'avremmo fatta passare così. Capiamo i limiti dell'Ente che, in questa materia, non regola tutto, ma solo alcune cose.
Noi siamo moderatamente soddisfatti come Gruppo del Movimento 5 Stelle di avere migliorato un testo iniziale. Proveremo ancora a fare delle proposte migliorative sulla governance dei Consorzi, per permettere un passaggio senza traumi all'Area vasta che viene definita dentro questa legge. Ce lo chiedono gli stessi Enti territoriali; ce lo chiedono quelli che funzionano bene e non vogliono vedere il proprio lavoro di anni specialmente i più virtuosi, magari diluito o sprecato in un grande bacino che mette insieme un po' tutto, senza valorizzare l'efficienza.
Con questo concludo e ringrazio.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi dell'Istituto Comprensivo "G. Cena" di Torino


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti dell'Istituto Comprensivo "G. Cena" di Torino in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Proseguimento esame disegno di legge n. 217, inerente a "Norme in materia di gestione dei rifiuti e servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani" (seguito)


PRESIDENTE

Proseguiamo l'esame del disegno di legge n. 217, inerente a "Norme in materia di gestione dei rifiuti e servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani", di cui al punto 3) all'o.d.g.
Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Ricordavano anche altri colleghi che alcuni Gruppi di opposizione certamente anche il Movimento Nazionale, hanno fortemente contrastato il disegno di legge in sede di Commissione. Devo dire che l'ha fatto il Movimento Nazionale insieme ai colleghi del centrodestra, ma l'hanno fatto anche i Consorzi e molte decine di Amministrazioni comunali. Non credo che la quasi totalità dei Consorzi torinesi, la quasi totalità dei Comuni della Provincia di Novara e un gran numero dei Comuni della Provincia di Torino votino un ordine del giorno o, addirittura, deliberazioni contro la proposta di legge per partito preso o per schieramento politico.
Infatti, se uno andasse a vedere quali sono i Comuni che hanno votato alcune mozioni o i Consorzi che hanno espresso forti contrarietà rispetto alla legge, si renderebbe conto che c'è tutto fuorché una scelta di campo e una scelta di carattere politico. Se fosse questo, noi assisteremmo quasi settimanalmente a Consigli comunali che deliberano contro iniziative dell'Amministrazione regionale.
Invece, per le Amministrazioni che anche non condividono una proposta dell'Amministrazione regionale non è consuetudine deliberare. Quando lo fanno, è perché vi è un'impossibilità di avere una relazione che consenta di scrivere una norma che sia utile al Piemonte. Alcuni Consorzi scrivono che doveva essere definito un percorso condiviso, che tenesse conto delle caratteristiche e specificità dei territori e quant'altro.
Quindi, credo che vi sia una contrarietà rispetto a questo disegno di legge che non è né aprioristica né semplicemente di parte, ma è sui contenuti. Pertanto, proveremo ad individuare quali sono i contenuti sui quali crediamo che questo sia un provvedimento fortemente negativo, uno dei peggiori provvedimenti che questa Amministrazione ha assunto fino ad oggi.
E non è neanche casuale, certamente non per scelta dei Gruppi di opposizione, che da quando è stato licenziato (nel mese di luglio, se non ricordo male o i primi di settembre) arrivi solo oggi in Aula.
Rilevo che la quasi totalità delle associazioni rappresentanti gli Enti locali hanno lamentato l'approvazione di questa norma, tant'è che il Consiglio delle Autonomie Locali ha sospeso il suo giudizio, perché avrebbe espresso un voto negativo. Per cui noi non abbiamo un giudizio del CAL, che l'Assessore ha incontrato in modo informale successivamente ma non all'interno di quest'Aula, altrimenti il CAL avrebbe espresso un parere negativo.
Invece, quella sì, collega Appiano, è stata una scelta politica, cioè il CAL, che è governato oggi in maggioranza da esponenti di centrosinistra non ha voluto esprimere un parere negativo su uno dei provvedimenti più significativi (a detta della Giunta regionale) che la Giunta stessa ha fatto. Perché questo? Perché vi sono alcuni aspetti che sono assolutamente evidenti: inevitabilmente i Consorzi inefficienti scaricheranno sui Consorzi efficienti parte delle loro inefficienze.
Collega Appiano, lei viene da un Comune che avrà certamente un Consorzio che brillerà per la raccolta differenziata e per il riutilizzo del rifiuto riciclato, ma non brilla e non ha brillato nella sua storia per i bilanci, nel senso che è un Consorzio che per molti anni si è dovuto far anticipare dalle Amministrazioni comunali delle risorse, perché non era in grado di sostenere neppure i costi vivi. Ed è un consorzio che ha una spesa pro capite fra le più elevate del Torinese.
Non è casuale che quando alcuni Consorzi della Provincia di Torino ci scrivono, non ci siano tutti. Sono solo alcuni, cioè sono quelli che hanno una spesa pro-capite assolutamente più elevata: certamente il Covar 14 certamente il Consorzio di Chivasso, certamente la Città di Torino.
Quindi, è evidente che se vi è un cittadino che a Chivasso spende 220 euro di spesa pro capite per la raccolta del rifiuto e il conferimento in discarica, ve n'è un altro, in un'altra zona del Piemonte, che invece ne spende 98. È difficile pensare che, al di là di quanto si dice - perché poi vedremo anche cosa sarà l'applicazione della tariffa puntuale, quando e se arriverà - dal giorno in cui ci sarà il Consorzio unico chi paga 98 continuerà a pagare 98 e chi paga 220 continuerà a pagare 220.
Evidentemente non sarà così: chi pagherà 98 trasferirà una parte della sua efficienza al soggetto inefficiente. Come quando si uniscono due imprese una inefficiente con debiti e una efficiente con crediti - l'acquisizione da parte di un'impresa efficiente scarica una parte dell'efficienza sul soggetto inefficiente. E questo non vale solo in Provincia di Torino. Io chiedo scusa di usare questo esempio rispetto al suo intervento, ma ci vale in Provincia di Torino, in quella di Alessandria, in quella di Cuneo e in quella di Novara. Questo, quindi, è un tema.
Ve n'è un secondo. L'organizzazione oggi esistente nelle Province che hanno più soggetti consortili - faccio l'esempio della Provincia di Torino perché, oltre ad essere quella in cui abito, è quella che conosco meglio consente anche di avere una rappresentanza da parte degli Amministratori locali più facile; nel senso che il numero di Comuni è minore ma soprattutto che, a fronte di un grande Comune, ce ne sono tanti piccoli e medi che riescono in qualche modo a contemperare la presenza.
Cosa prevede la legge? Prevede che il nuovo Consiglio di Amministrazione sarà scelto dalle Amministrazioni comunali, con un peso per singola Amministrazione comunale in relazione al numero degli abitanti e con un Consiglio di Amministrazione composto da un numero limitato di soggetti, che saranno tutti Amministratori locali. E allora, sempre per far presente l'esempio della Provincia di Torino, voi pensate che nel futuro C.d.A. del "Consorzione", quello a "ciambella".



(Brusìo in aula)



PRESIDENTE

Colleghi! Scusi, collega.
Prego, continui, Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Grazie.
Voi pensate che nel futuro C.d.A. saranno presenti i Comuni che oggi esprimono anche l'esponente all'interno dell'attuale CdA (Comuni sotto i 5.000 abitanti), oppure non saranno piuttosto presenti Grugliasco, Rivoli Collegno, Ivrea, Pinerolo (i grandi Comuni della nostra Provincia)? È evidente che sarà così; poi, certo, si darà il diritto di cittadinanza a un singolo Comune medio-piccolo per far vedere che questa non è la legge dei grandi Comuni.
Quello sarà il C.d.A. dei grandi Comuni, che non potrà tenere in considerazione due aspetti: uno è quello della rappresentanza politica e l'altro è quello della rappresentanza territoriale. Voi spiegatemi infatti e faccio sempre l'esempio della Provincia di Torino, ma va benissimo per Cuneo, Alessandria o Novara - come si potrà fare una politica unitaria di raccolta del rifiuto, dal piccolo Comune montano che non fa la raccolta differenziata (e fa bene a non farla perché è impossibile, in alcune realtà, attuarla) fino, invece, al medio o al grande Comune di 40-50.000 abitanti: non sarà assolutamente possibile. Di nuovo, dunque, i grandi Comuni decideranno in nome e per conto dei piccoli. Non vi sarà la possibilità, quindi, di rappresentare i singoli territori e si sottrarranno competenze che né in legge né all'interno della Convenzione sono date ai Comuni medi e piccoli.
Ma soprattutto - e vado a concludere perché ho finito il tempo, ma ci sarà modo di significare molti altri aspetti - noi siamo contrari per un altro motivo: perché questa legge è evidentemente figlia di un accordo fra il centrosinistra e il Movimento 5 Stelle che - al di là della tariffa puntuale e dell'economia circolare - ha introdotto due aspetti che sono assolutamente anomali all'interno di questa Regione. Il primo, che in tanti anni non avevo mai visto, è che c'è una legge regionale che prevede che tutti la debbano rispettare, salvo un soggetto: perché un articolo di questa legge - l'articolo 2, se non ricordo male - prevede, al comma 3, che la Città di Torino dovrà ottenere gli obiettivi che la Regione dà a tutti i 1.200 Comuni piemontesi non entro la tal data del 2018 o del 2020, ma due anni dopo. Questo perché? Non si sa e non si è mai visto: non si è mai vista una norma che contempli un Comune in cui c'è un vantaggio.
E poi c'è il secondo aspetto, per cui ogni cosa ha un nome. Allora quella che viene definita la "tassa ecologica", cioè quella per evitare il conferimento in discarica, noi l'abbiamo definita con molta tranquillità e continueremo a definirla tale - la tassa "pro inceneritore". Infatti cosa fa la tassa ecologica? Fa sì che il conferimento in discarica diventi più oneroso rispetto al conferimento a TRM. Ma di chi è l'inceneritore di Torino? L'inceneritore di Torino è dell'IREN per l'80 per cento (ed è diventato tale perché quell'Azienda ha sgravato di una serie di debiti la Città) e per il 20 per cento del Comune di Torino. È una grande fonte di reddito.
Ma il paradosso è che noi inseriamo una tassa che affannerà una serie di Comuni sede di discarica, perché questi hanno previsto nei loro bilanci i proventi derivanti dalla presenza della discarica: Comuni che stanno investendo sull'ampliamento delle discariche. E lo facciamo a fronte di una legislazione nazionale che ci impedisce di aumentare la tassazione, tant'è che la stessa tassa - che abbiamo già inserito l'anno passato per poi non poterla applicare - ha prodotto comunque i suoi effetti, perché alcune Amministrazioni hanno smesso di conferire in discarica ma hanno conferito a TRM. E da questo trarrà solo un grande beneficio il soggetto che oggi gestisce l'inceneritore: IREN da una parte e Comune di Torino dall'altra.
Una legge che non viene fatta su principi, anche di leale collaborazione, ma viene fatta su un accordo politico, per cui si scorpora Torino dal resto della Provincia, si lascia a Torino un percorso facilitato rispetto all'attuazione e si dà alla Città di Torino, in qualche modo, una tassa che garantisce di avere proventi che derivano dall'inceneritore, è una legge che non può essere votata.
Noi faremo il possibile perché appaia che, al di là di quanto provate a fare rispetto alle dinamiche spicciole di tutti i giorni, sulle questioni che riguardano i piemontesi - perché stiamo parlando di tasse che aumenteranno per i cittadini piemontesi di alcune zone - alla fine si trovi un'intesa che, magari, per salvare il bilancio del Comune di Torino, mette assieme il centrosinistra e il Movimento 5 Stelle.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Accossato; ne ha facoltà.



ACCOSSATO Silvana

Grazie, Presidente.
Com'era da aspettarselo dopo i lunghi mesi di discussione in Commissione, anche in Consiglio il dibattito su questo provvedimento è intenso e vede anche posizioni contrapposte che non potevano probabilmente, risolversi soltanto nella lunghezza del confronto.
Qualcuno però l'ha già detto: questo disegno di legge è fortemente atteso. Credo che, innanzitutto, dobbiamo sentirci la responsabilità, come legislatori, di dare una risposta alle nostre amministrazioni comunali ma soprattutto, a un sistema che è anche un sistema economico, un sistema di relazioni. È un sistema che ha rilevanze ambientali, ovviamente, molto forti e che, da più di una decina d'anni, è in mezzo al guado dopo che la Giunta di centrodestra, con il Presidente Cota, scelse di approvare la legge n. 7, una legge fortemente accentratrice.
Onestamente è singolare che proprio dal centrodestra arrivino le accuse di riduzione del ruolo dei Comuni. La legge n. 7 è una legge fortemente accentratrice, che non è stata attuata perché - uno dei pochi casi - ha visto un ammutinamento da parte delle amministrazioni locali, dei Sindaci.
Io fui uno di quei Sindaci che si autodenunciarono dicendo che non c'erano le condizioni per dar corso a quelle condizioni che la legge prevedeva.
Peraltro, la situazione di incertezza cui faccio riferimento, e quindi il trovarsi in mezzo al guado, ha visto anche altri elementi di perturbazione come, per esempio, le norme nazionali di messa in discussione dei Consorzi di funzione e la norma della finanziaria 2010 sull'abolizione dei compensi per gli amministratori delle società partecipate, dei Consorzi, di questi enti.
Oggi, quindi, noi ci troviamo con un sistema che, nonostante tutto, sta reggendo; un sistema dei Consorzi che è anche riuscito a ottenere e a migliorare le proprie prestazioni nella gestione del sistema dei rifiuti ma che sicuramente si poggia, innanzitutto, sulla disponibilità e buona volontarietà di moltissimi rappresentanti di questi Consigli di amministrazione, o Giunte a seconda delle denominazioni che, in modo gratuito, volontario e precario (la loro esistenza in vita è protratta di anno in anno) stanno mantenendo in piedi questo sistema, senza poter fare programmazione di lungo periodo. Non ci sono le condizioni normative che consentano di prendere impegni o decisioni di lungo periodo.
Piccola notazione: mi sembra che per il CNEL e in finanziaria, si stia reintroducendo l'indennità e l'appannaggio per i componenti. Vorrei capire come mai questo, invece, non è previsto e consentito per quei tanti soggetti che, a livello locale, partecipano a consigli d'amministrazione con impegno e con responsabilità, probabilmente anche maggiore di quelli di cui sopra.
Qui viene di nuovo ripreso anche il tema del ruolo dei Comuni. Come ho già provato a dire prima, noi siamo con una legge vigente, ma non attuata che esautorava completamente il ruolo dei Comuni riducendo la partecipazione a una Conferenza d'Ambito dove - per esempio, nell'Ambito torinese 315, oggi sarebbe 316 - dovevano stare in 18. Peraltro, con la legge n. 24 del 2002, che già allora affermava con nettezza che la gestione e il sistema di gestione dei rifiuti è assegnato - la legge n. 24 finch non completeremo il nostro percorso è vigente - ai Comuni che obbligatoriamente, lo esercitano in forma associata. Non è corretto andare a dire a Sindaci che, magari, sono Sindaci da poco, che verranno esautorati dal DDL 217, perché dal 2002 la legge n. 24 ha definito queste condizioni.
Nel DDL n. 217 abbiamo ripreso, con forza, questa condizione e questo ruolo dei Comuni.
Voglio ancora sottolineare un'altra cosa: noi arriviamo a questo disegno di legge con le condizioni di cui dicevo prima e con un decennio di riflessione che vedeva, nell'ampliamento dell'ambito territoriale di riferimento per la gestione dei rifiuti, un elemento positivo, soprattutto per superare quelle differenze che anche qui sono state citate, quelle differenze a volte notevoli sui risultati, ma anche sui conti.
E allora, poiché - quando parliamo di gestione dei rifiuti - c'è un soggetto che magari è finale, ma che è anche il protagonista, che sono le cittadine e i cittadini con la loro tariffa che pagano annualmente, la questione è anche quella di portare maggiore uniformità a un sistema, per evitare che tra Borgata Parella di Torino e Borgata Paradiso di Collegno ci sia, per l'utente-cittadino, un costo dei rifiuti assolutamente diverso e assolutamente non equo.
In questa logica, negli anni c'è stato un dibattito politico-tecnico che ha visto in un maggiore accorpamento anche la possibilità di uniformare la qualità del servizio e, soprattutto, le prestazioni e i risultati per i cittadini.
Il provvedimento è stato presentato in questo senso, ma in questo anno di dibattito abbiamo anche voluto provare a mettere insieme, con realismo pragmatismo, capacità di ascolto reciproco, l'esigenza di una maggiore condivisione e di un panorama più ampio di riferimento geografico - diciamo così con, in ogni caso, la sottolineatura del ruolo dei Comuni.
Ecco perché il documento arriva in Aula, vede i Consorzi di Area vasta su base provinciale o Città metropolitana 2 - insomma, non sto a ripetere ma vede anche il ruolo delle cosiddette Aree territoriali omogenee, che in prima battuta sono sicuramente gli attuali Consorzi, e lo vede in modo imperativo.
Anche qui, non c'è possibilità di equivoco, perché nell'articolato si scrive che i Consorzi suddividono: indicativo presente, quindi non c'è nessuna possibilità di equivoco.
I Consorzi attuali avranno ancora un ruolo, meno gestionale, ma sicuramente di indirizzo politico forte, in questa prima fase. Questo proprio andando incontro alle preoccupazioni che i territori hanno nell'affrontare tale fase transitoria.
Ecco, questo nostro ragionamento, che è di governance, del chi fa che cosa, non può essere letto se non all'interno di un lavoro più ampio, che stiamo conducendo in questi anni - direi dopo anni di abbandono e di dimenticanza - sul tema dei rifiuti, con l'approvazione del Piano regionale dei rifiuti urbani e, a breve, il Piano dei rifiuti speciali, che arriverà in Consiglio.
Senza queste altre due gambe, la nostra legge sarebbe monca.
Ecco perché l'articolo 2 può permettersi di riprendere gli obiettivi del Piano dei rifiuti urbani e quindi certo porre l'economia circolare e la gerarchia di gestione dei rifiuti al centro di questa legge, superare il concetto di percentuale di differenziazione, ma riprendere i famosi (ne cito uno) 149 chilogrammi ad abitante come residuo ultimo nel 2010, su cui abbiamo molto ragionato.
In questo senso, considerando positivo il confronto che abbiamo avuto in Commissione e la disponibilità di alcuni Gruppi di opposizione a ragionare e verificare nel merito, sappiamo che siamo di fronte a un sistema fortemente influenzato dal mercato. Infatti, l'utilizzo delle materie riciclabili subisce gli andamenti del mercato, pertanto è necessario avere un sano pragmatismo e realismo e considerare le diverse forme di smaltimento e trasformazione importanti per ottenere gli obiettivi che ci siamo dati.
Vedo che sto esaurendo il mio tempo, quindi chiudo qui, considerando comunque buono e positivo il lavoro svolto in Commissione. Sicuramente quella che riusciremo a mettere a disposizione degli amministratori piemontesi sarà una buona legge.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Accossato.
Ha chiesto la parola la Consigliera Porchietto; ne ha facoltà.



PORCHIETTO Claudia

Grazie, Presidente.
Ho ascoltato con molta attenzione l'intervento della collega Accossato che ringrazio, perché è sicuramente un intervento svolto con competenza con attenzione, e che riporta la sua esperienza precedente, come Sindaco di un Comune grande come quello che lei ha amministrato.
Ammetto che la materia è una materia molto articolata e molto delicata.
Una materia che io, personalmente, non mastico appieno e che, quindi, mi ha portato, in questi mesi, ad ascoltare con particolare attenzione le motivazioni che hanno spinto la maggioranza a introdurre in Commissione una proposta di legge che è stata completamente modificata (questo lo ricordavano i colleghi).
Quindi, mi permetto di sottolineare che il testo presentato dall'Assessore probabilmente qualche problema lo aveva, altrimenti non avremmo passato mesi e mesi in Commissione, con uno stravolgimento, non soltanto in parti diciamo non determinanti, ma anche proprio nella sostanza, rispetto a quello che era entrato in Commissione.
Pertanto, io porto - per prima cosa - questa riflessione: in Commissione c'è stato qualcosa che non ha funzionato e, probabilmente, se non ci fosse stata questa strenua, non opposizione, ma proposta di modifica assolutamente costruttiva da parte nostra, sarebbe stato deliberato molto velocemente un testo che avrebbe portato conseguenze ulteriormente nefaste rispetto a quelle che potrebbe portare questo.
Dopodiché, e mi scuso se prendo sempre a riferimento la Consigliera Accossato, ma la ringrazio per una questione: lei ha la capacità di non salire mai in cattedra e voler insegnare qualcosa a qualcuno, cosa che non sempre avviene - mi scusi - da questa parte. Perché la cosa che infastidisce è quando non si vuole dare riscontro delle ovvietà che ha evidenziato precedentemente anche il collega Vignale, quando ha sottolineato una serie di passaggi.
Mi permetto di andare un po' indietro con il tempo. Quando, nel 2009 io diventai per la prima volta Consigliera provinciale, la cosa che mi colpì da commercialista era visionare i dati di bilancio dei Consorzi, che erano qualcosa come i libri da portare in tribunale, tra cui quello che precedentemente ha enunciato il collega Vignale.
Allora, prima di salire in cattedra e dare lezioni a qualcun altro signori, leggiamo i numeri. Perché si possono fare tante cose al mondo, si può sicuramente arrivare anche a una raccolta differenziata al 100 per 100 ma se dall'altra parte il carico delle inefficienze degli amministratori e risottolineo: inefficienze degli amministratori - ha portato negli anni a dover far ricadere sul territorio, non soltanto in alcune aree ma in molte aree della nostra provincia in particolare, le inefficienze imputabili a nomine anche di carattere politico, questo la dice lunga su come oggi una serie di amministrazioni locali, soprattutto della seconda cintura torinese e della restante parte.
Ricordo che c'è anche una proposta di legge presentata dai Comuni di un'altra Provincia che, devo dire, è stata affrontata in modo irriguardoso nei confronti di quegli amministratori: liquidata in cinque minuti, non considerata.
Allora io credo che, proprio perché alcuni di noi arrivano da esperienze di amministrazione di Comuni, ci debba essere anche un senso di responsabilità nei confronti di quelle decine di amministratori che hanno espresso perplessità e molta preoccupazione rispetto a questo testo legislativo. E mi diventa difficile, conoscendo la tradizione su questo territorio, vale a dire la grande capacità del centrosinistra di movimentare gli amministratori e la scarsa capacità del centrodestra di fare altrettanto, che si possano imputare a noi questi movimenti di Sindaci che sono molto preoccupati.
Guardate, ammetto anche quelle che sono le nostre lacune: l'incapacità mi scusi il termine, Presidente - di far casino come invece qualcun altro riesce a fare molto bene. Allora spero che questo sia oggetto di riflessione da parte della maggioranza, perché - e la liquido con una battuta - state facendo veramente di tutto per farci vincere nel 2019, ma io non lo vorrei fare a discapito dei cittadini piemontesi, perché diventa veramente difficile immaginare che tutte le amministrazioni che in questi mesi hanno sollecitato interventi specifici e a oggi sono estremamente preoccupate rispetto al contenuto di questa norma, si possa dire che sono state mosse soltanto da un volere politico: no, c'è un'attenzione che va posta dal punto di vista tecnico, perché i problemi ci sono e sono esistenti.
Avremo modo di vederlo anche nel dibattito sui vari emendamenti che sono stati presentati, ma mi chiedo anche il motivo per cui sistematicamente dobbiamo avere la Giunta che in altre occasioni, ad esempio in ANCI, fa presente che porterà delle modifiche al testo che abbiamo. Questo è un vizio che hanno gli Assessori, cioè parlare da un'altra parte di quello che bisognerebbe invece discutere in Commissione oppure in Aula. Prevedere una normativa che fa salvi i contributi ai Comuni, allungare i tempi di attuazione: signori, ne possiamo parlare qui dentro, anziché parlarne magari in ANCI? Sarebbe più opportuno, soprattutto nel caso in cui vi siano da apportare ulteriori modifiche in presenza di valutazioni fatte dalla Giunta non corrette, perché ormai ricordo che sono mesi che il testo viene preso in mano e si dice che è la miglior legge possibile, dopodiché diviene oggetto di sistematiche variazioni. L'abbiamo detto anche prima: da come è entrato a come uscito, è un testo di legge completamente diverso e stiamo continuando perché, nel momento in cui ci sono manifestazioni di preoccupazione da parte anche delle rappresentanze dei Comuni a livello regionale, la Giunta interviene dicendo: "Non vi preoccupate, porremo rimedio".
Ma allora qualche problema serio questa normativa (o l'introduzione di questa normativa) lo ha. A noi sembra veramente incosciente, e in certi casi irresponsabile, non cogliere le sistematiche sollecitazioni che soprattutto alcuni colleghi di centrodestra molto competenti hanno fatto con dovizia di dettagli e di esempi.
Allora, delle due, l'una: o abbiamo deciso che ci sono altri motivi per cui questa norma deve passare, e io mi auguro che non sia così, ma ci saranno momenti in cui vedremo che cosa succederà, ma siccome siamo una Regione che ha già notevoli problemi rispetto a quelle che sono le ricadute di politiche sbagliate - e mi permetto di sottolineare non solo del centrodestra, ma di tutti quelli che hanno governato, in particolare sulla provincia di Torino, che mi diventa difficile immaginare che sia in modo specifico di centrodestra e che stiamo ribaltando sui cittadini, quindi ricordiamoci cos'è accaduto proprio sul tema dei consorzi e sul tema dei servizi sulla raccolta dei rifiuti - forse un minimo di attenzione in più in quest'Aula su quelle che sono state e che saranno le proposte emendative da parte del centrodestra sarebbe opportuno attuarla.
Dopodiché, se vorremo continuare a immaginarci come degli ignorantelli che devono essere bacchettati dai saputelli, non credo che faremo un buon servizio ai cittadini.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Sozzani.



SOZZANI Diego

Grazie, Presidente.
Seguo il ragionamento che ha appena concluso la collega Porchietto e lo completerei rispetto al ragionamento fatto precedentemente dalla collega Accossato.
Innanzitutto, è bene ribadire il concetto sul fatto che mi ci trovo bene in minoranza, perché le differenze tra me e la Consigliera Accossato sono notevoli sull'interpretazione di questa legge. Avevo sentito quanto ha detto la collega Accossato e non voglio fare una difesa tout court della legge 7 esistente, ma vorrei segnalare dove stava una legge che accentrava a livello diciamo normativo, la legge 7 quando avevamo una pianificazione d'ambito e lasciando anche le possibilità, nell'ambito della legge 7, della pianificazione di sub-ambiti che avevano una propria autonomia organizzativa di smaltimento e anche economica dell'aver raggiunto un livello di costo pro capite di smaltimento, sicuramente interessante rispetto ad altre zone della Regione Piemonte, rispetto alla città di Torino e ad altre Province, dove addirittura i costi sono il doppio da una zona all'altra della nostra della nostra regione. Voi capite che se alcune zone pagano 200 euro a tonnellata e altre pagano 98-100 euro a tonnellata ci sarà qualcosa da analizzare rispetto a questo tipo di obiettivo.
Allora bastava - era questo l'elemento sul quale avevamo già strutturato la relazione di minoranza - semplicemente prendere la legge 7 ritoccarla relativamente alle attività di tipo amministrativo che la interessavano (non ultima la trasformazione delle Province in Enti da elettivi di primo grado a Enti elettivi di secondo grado) e guarda caso andando ad analizzare questo nell'ambito della pianificazione d'Ambito prevista dalla legge 7, vi era un'ulteriore autonomia dei Comuni.
Perché dico questo? Perché oggi le Province sono governate dai Sindaci che appartengono al territorio provinciale; ciò significa che non solo i Comuni avevano titolo a dire la loro sulla Conferenza d'Ambito, ma addirittura attraverso il fatto che le Province avevano qualcosa come il 50 per cento dei voti, e questo 50 per cento dei voti nei vari ambiti suddivisi della Regione Piemonte, fossero governati anche dai Sindaci dei Comuni di quella provincia, voi capite che non era assolutamente una legge che accentrava, ma era una legge che, rispetto anche alle variazioni normative intervenute, andava a sancire una programmazione territoriale sacrosanta. Allora, cominciamo a dire che alcune affermazioni fatte in quest'Aula sono vere.
Il fatto che questa pianificazione d'Ambito vada a definire, oggi nella nuova legge e con i nuovi Consorzi (ricordo che dalla pianificazione d'Ambito siamo passati ai Consorzi) e nell'analisi della Consigliera Porchietto, sulla preoccupazione da parte della Giunta di cambiare questa legge più volte nell'ambito della Commissione, è venuto fuori un testo diverso da quello presentato; sappiate che questa preoccupazione c'è fino all'ultimo, perché nel caso di voto negativo o parzialmente negativo da parte del CAL, quindi delle Autonomie locali (per le quali, secondo taluni stiamo facendo la miglior legge possibile, ma ricordo che questa legge è stata bocciata dalle stesse, dicendo che non va bene), c'è stata una preoccupazione da parte della Giunta e di taluni della Commissione nel correre ai ripari, chiedendo quali fossero le indicazioni del CAL, che abbiamo trovato nell'ultima seduta della V Commissione, in cui l'Assessore presenta non gli emendamenti, ma "un'idea di emendamento".
In quell'occasione, ho chiesto ai miei colleghi che hanno più esperienza di me in ambito della gestione della cosa pubblica in ambito regionale e questi mi hanno spiegato che è la prima volta che viene presentata un'idea di emendamento, senza leggere gli emendamenti che saranno presentati e che leggeremo in indiretta in quest'Aula. È clamoroso il fatto che si arrivi all'idea di emendamento e non agli emendamenti veri e propri che, invece, sono quelli che sovrintendono la legge. Quindi, è la prima volta che mi è capitato di vedere, come diceva Renzo Arbore, in passato, quando c'era il "Pensatore": "Indovina cosa sta pensando". Ebbene anche noi stiamo cercando di capire cosa sta pensando.



PRESIDENTE

È un ammiratore di Renzo Arbore.



SOZZANI Diego

Ricordo la popolare trasmissione. Penso che qui tutti hanno un'età che possono averla vista, ricordavo quell'indovinello del Pensatore. Quel giorno, quando la Commissione ha presentato quell'opzione, ho rivisto la trasmissione "Quelli della notte" dopo parecchi anni.
Su quest'indicazione e su cosa indovineremo, ma soprattutto leggeremo cosa sta pensando rispetto agli emendamenti che saranno presentati, ci sfugge l'elemento fondante di questa legge, che noi abbiamo interpretato in termini economici. Lasciamo stare sotto il profilo giuridico, perché dieci minuti non sono sufficienti, non lo erano i 15 la scorsa volta, non lo sono i dieci adesso, per raccontare e criticare una legge assai complessa e sicuramente assai criticabile, ma lo faremo, punto per punto, con gli emendamenti, che sono già intervenuti in modo pesante sotto il profilo sia della legge stessa, ma soprattutto anche della regolamentazione delle Aree vaste, che è un allegato integrante della legge stessa, per la quale sono state poste delle finalità.
Avendo letto con attenzione questo allegato, che è quasi altrettanto importante quanto la legge, ci siamo preoccupati di correggere tutta una serie di aspetti, anche solo nelle parole, perché vi erano delle incongruente e alcune di queste, per la verità, da parte della Giunta sono state accettate per fortuna, almeno per la correzioni degli errori. È chiaro che noi saremo assolutamente contrari rispetto alla forma e agli obiettivi finali di questa legge, che incide sotto un profilo organizzativo, creando - sappiatelo - una confusione assolutamente incredibile.
Vero è che questa confusione la verificheremo nel momento in cui questa legge diventerà operativa; vero è che ci saranno sicuramente delle osservazioni ancor più forti da parte degli Enti locali, quando dovranno applicare questa legge; vero è che i Comuni che pagano di meno - ritorno all'inizio della mia disquisizione - saranno coloro che pagheranno un po' di più rispetto a coloro che, invece, già pagano molto, cioè cosa succederà? Che i Comuni che pagano 200 euro a tonnellata, sicuramente immagino - non aumenteranno le loro cifre nel prossimo futuro, mentre i Comuni che ne pagheranno 98 sì, perché andremo a razionalizzare questo tipo di costo, facendo una media fra i Consorzi piemontesi, aumentando le tasse dei cittadini che negli anni si sono sacrificati in un'attività di raccolta differenziata dei rifiuti e di analisi delle frazioni valorizzabili dei rifiuti di cui, peraltro, leggiamo nella pianificazione approvata.
Sta qua l'incongruenza; un'incongruenza enorme rispetto a una pianificazione di economia circolare che prevede talune decisioni molto forti, sotto il profilo dell'impiantistica complessa, come viene citata in questa legge.
Questa complessa impiantistica ha solo un ambito di tipo regionale quindi sarà la Regione a determinare dove, come e che tipologie di impianti saranno disseminati sull'intero territorio. Determinerà dove e come i Comuni, che avranno la fortuna di avere impianti esistenti, continueranno a vivere.
Questo sarà oggetto di una mia interrogazione sull'ultima gara che ha fatto il Consorzio Basso Novarese, dove portiamo lo smaltimento da 100 a 114 euro, quindi vedremo dove andranno questi quattordici euro.
Quello che volevo segnalare, per concludere il mio intervento, è che da un punto di vista operativo, per i Comuni che hanno un'incidenza negativa, sul proprio territorio, di valutazione di impatto ambientale perché interviene l'impianto o la discarica che sovrintende lo smaltimento finale dei rifiuti, oggi c'è una tassa regionale che li beneficia. In futuro non ci sarà più, ma sarà all'interno del proprio Consorzio la definizione di quanti soldi della raccolta differenziata all'interno del singolo Consorzio verranno dati a questi Comuni, quindi con una libertà assolutamente differente fra Consorzio e Consorzio, fra Comune e Comune e fra zone diverse della nostra regione. Prima, invece, era una tassa di tipo regionale, quindi si sapeva che se c'era un impianto in quel Comune, quello era l'utile che si portava a casa alla fine dell'anno, per effetto dell'incameramento della tassa.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ravello; ne ha facoltà.



RAVELLO Roberto Sergio

Grazie, Presidente.
Nel corso del dibattito ci sarà certamente modo di entrare nel merito e nello specifico di alcune questioni che saranno trattate emendamento per emendamento, però io mi sento un po' tirato per la giacca, non perché sia come mia moglie mi rinfaccia sempre, molto permaloso nella vita, perch sarei un irresponsabile se trasferissi anche.



PRESIDENTE

Chiedo scusa, Consigliere Ravello.
Colleghi, mettete nelle condizioni il Consigliere Ravello di fare il suo intervento.



RAVELLO Roberto Sergio

O comunque nell'esercizio delle mie funzioni, se trasferissi questa brutta caratteristica, però credo che sia dovere di ognuno di noi, e quindi anche mio, non tanto difendere il prodotto di un lavoro (chiaramente mi riferisco alla legge 7), quanto difendere la verità.
Non voglio scivolare verso un crinale che mi porta alla sperticata difesa di una legge che ho portato avanti e che è stata approvata da questo Consiglio regionale nella scorsa legislatura, però non posso neanche tollerare che vengano negati alcuni aspetti che hanno rappresentato tappe significative in un percorso che ha prodotto un documento che, tra l'altro non è neanche stato attuato, ma questo per volere politico.
Su questo mi soffermerò dopo.
La legge 7, al contrario di ciò che ha affermato la collega Accossato e riaffermato in più di un'occasione il Consigliere Sozzani (tra l'altro ricordo, non essendo un fatto irrilevante, che ai tempi dell'approvazione della legge 7 il Consigliere Sozzani era Presidente di Provincia), che la legge 7 non era affatto tesa a un bieco e brutale accentramento dei poteri in capo alla Regione. La legge 7, al termine di un faticoso lavoro di confronto e di dialogo decisamente costruttivo, fu uno strumento normativo principalmente finalizzato, pensato, costruito, redatto e infine approvato per garantire un equilibrio istituzionale tra poteri presenti nella Regione.
Alla maggioranza e alla Giunta chiedo di rivolgersi a un loro illustre collega; in particolare, chiedo di rivolgersi all'allora capogruppo del Partito Democratico in Aula, oggi Vicepresidente della Giunta, Aldo Reschigna, quando presentò una proposta di legge alternativa a quella che divenne poi la legge 7, una volta approvata, che prevedeva un brutale, sì accentramento dei poteri esclusivamente in capo alle Province, calpestando in ogni modo, senza neanche citarli, il ruolo dei 1,200 e rotti Comuni di questa Regione.
Sempre per amore di verità, negare che fu la maggioranza di centrodestra, insieme alla Giunta Cota, citata dalla collega Accossato, a trovare una sintesi e a garantire il giusto riconoscimento del ruolo dei Comuni, restituendo a questi un doveroso "posto al sole" che gli veniva negato, io credo che sia un dovere; un dovere morale prima che politico.
E se su 1.206 Comuni di allora un Sindaco ha deciso di autodenunciarsi segnalo - ma sono certo che ciascuno di noi ci può arrivare da solo, senza il mio stimolo - l'assoluta irrilevanza statistica di un'azione di questo tipo. E aggiungo, ricordandolo alla Giunta, che la legge n. 7 prevedeva com'era normale che fosse, la possibilità che la Regione si sostituisse nei poteri qualora alcuni soggetti istituzionalmente chiamati a a esercitare delle funzioni previste dalla legge decidessero di non farlo.
Ho una brutta sensazione rispetto a quanto ho sentito questa mattina e a quanto, probabilmente, andrò a sentire più avanti. La mia sensazione è che la maggioranza, con questo giochetto del tentare di confondere e di agitare le acque, del tentare di gettare del fumo in faccia alla verità cerchi soltanto di nascondere quanto accaduto: innanzitutto, di nascondere quella che è stata, obiettivamente, una grave inadempienza della Regione quella di non aver garantito il rispetto di quanto previsto dall'allora legge n. 7, di non aver garantito che quanto approvato dal Consiglio regionale diventasse.



(Commenti dell'Assessore Valmaggia)



RAVELLO Roberto Sergio

Chiaramente, Assessore, so bene che una riforma di questa portata non è un interruttore della luce, lo diceva sempre il mio Direttore di allora: "Approvare una riforma non significa accendere la luce e stravolgere un sistema dalla sera alla mattina". È un percorso lungo, un percorso complesso, su cui la Regione, però, non ha esercitato i suoi poteri preferendo immaginare, nel corso di questi tre anni, una soluzione alternativa - è il secondo elemento che si tenta, evidentemente, di nascondere - che è stata, anche qui, brutalmente stravolta.
Sinceramente, sarei curioso di sentire che cosa ne pensa la Giunta del passaggio in cui la collega Accossato citava il "buon lavoro fatto in Commissione". Perché credo che la Giunta non possa vederla alla stessa maniera, non possa considerare un buon lavoro quello fatto dalla Commissione quando un testo entrato dalla Commissione ne è uscito completamente stravolto. Ma, in questi casi, l'effetto - nel dettaglio ne parleremo certamente più avanti - è che il risultato non può che essere confuso; il risultato non può che andare a determinare ulteriori stravolgimenti di un sistema già delicato, e compromettere quanto di buono è stato fatto fino ad oggi (poco o tanto che sia), mettendo ulteriormente in difficoltà i soggetti più deboli di questa Regione.
Non è certamente un caso - ma sono certo che anche questo aspetto non vi sfuggirà - che tutti i Comuni, tranne uno, sono pesantemente insoddisfatti di questa legge. E nel citare questo elemento vengo all'ultimo punto di estrema gravità: avete introdotto un precedente gravissimo.
Io credo che sia scandalosa la previsione di un trattamento completamente diverso per il Comune capoluogo di questa Regione rispetto a tutti gli altri Comuni. Io credo che se la maggioranza della scorsa legislatura si fosse permessa di portare in Aula una cosa simile, non ne sarebbe uscita viva! Io credo che sia davvero scandaloso che voi abbiate avuto il coraggio di arrivare spudoratamente a presentare a noi un accordo di questo tipo, che nega il diritto di tutti i Comuni di essere rappresentati alla stessa maniera e che, evidentemente, nasconde qualche sotterfugio di natura politica che non potrà che riflettersi sull'efficienza del sistema e sulla soddisfazione dei cittadini contribuenti.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Ferrentino; ne ha facoltà.



FERRENTINO Antonio

Intervengo perché, ovviamente, la complessità del lavoro che è stato svolto in Commissione non ha permesso, nel tempo a disposizione del relatore, di evidenziare una serie di aspetti che, invece, gli interventi del collega Appiano e della collega Accossato hanno in parte ribadito. Mi riferisco, in particolare, al ruolo dei Sindaci, tematica che non intendo più riprendere, riconoscendomi nella puntualizzazione che ha fatto il collega Appiano.
Questo disegno di legge mette tutto in capo ai Sindaci, a partire dal Sindaco del più piccolo Comune. Dunque, non corrisponde assolutamente al vero che in futuro il ruolo nei C.d.A. sarà solo appannaggio dei Sindaci delle grandi città. Non sarà assolutamente così. Perché la costruzione del processo decisionale, se lo si legge nella sua interezza, prevede che nell'Area Territoriale Omogenea, quella che coincide con il ruolo dell'attuale Consorzio, si parta dalla deliberazione del Consiglio comunale e si arrivi a individuare nell'Area Territoriale Omogenea quello che è il contributo da portare all'interno del C.d.A. di Area vasta. Mi sembra quindi, che dal mio Comune, che ha poco più di 4.000 abitanti, al Comune di Collegno, a quant'altro, ci sia la possibilità di ricoprire un ruolo propositivo, un ruolo importante.
Mi ha colpito anche l'intervento del Consigliere Ravello su qual è la sensazione della Giunta. A noi sembra che Commissione e Giunta abbiano lavorato in questi 14 mesi, da luglio 2016 ad oggi, con gli Uffici dell'Assessorato, per cercare di dare al sistema piemontese la migliore soluzione possibile.
A partire dal Piano rifiuti, la Giunta si era impegnata, proprio quando avevamo approvato il Piano rifiuti, a portare, entro un determinato lasso di tempo, una bozza di testo unico, ma questo lo ribadisco anche come Consigliere regionale. Tutti abbiamo portato il nostro contributo all'interno della Commissione, del gruppo di lavoro e nei tanti centri di ascolto; parlo di centri di ascolto, perché ognuno di noi ha ascoltato veramente tutti, dal Sindaco del piccolo Comune, all'azienda e al Consorzio. Poiché parlavamo di un testo unico, è stato un lavoro fatto insieme e non lo metterei, come ha fatto la collega Porchietto, in capo ad un Gruppo piuttosto che ad un altro.
Voglio dire che sia sul Piano rifiuti sia su questa bozza di disegno di legge n. 217, tutti i Gruppi, a partire dal Partito Democratico, hanno espresso delle riserve appena si è presa visione del testo della bozza.
Quindi, è stato importante il ruolo di tutti, dei Gruppi di maggioranza e del centrodestra, del Movimento 5 Stelle, che ha dato un apporto sicuramente significativo nel merito dei problemi.
Il lavoro della Commissione nella sua interezza consegna oggi al Consiglio regionale un testo diverso. L'abbiamo già ribadito, tenendo presente che la bozza era partita prima del referendum del 4 dicembre quando si prefigurava uno scenario istituzionale diverso da quello consegnato al Paese dopo il 4 dicembre. Non entro nel merito, ma ne prendo atto, perché non si va avanti a prescindere. Abbiamo preso atto della volontà degli elettori e tutti insieme abbiamo rivisto il ruolo.
Quando il collega Vignale citava i Consigli comunali, si è dimenticato quando, per quanto riguarda la legge regionale n. 11 sulle Comunità montane, abbiamo deliberato a centinaia contro quell'assurda legge che andava a smembrare la governance dei territori montani. Quindi, ce n'è per tutti! Così come hanno fatto la Presidente Accossato, l'Assessore e i vari colleghi, anch'io ho girato tutte le Province del Piemonte e ci sembra che adesso su questo testo non ci sia più la contrarietà che questa mattina invece, veniva rappresentata. È chiaro che è un testo diverso rispetto a quello in ingresso, ma questo è per le ragioni che dicevo prima.
Per quanto riguarda gli esempi virtuosi, devo dire che ero già andato a Treviso, a titolo personale come amministratore locale, a vedere il Consorzio Contarina. In alcune realtà del Piemonte si fanno esattamente le stesse cose che si fanno nei territori del Consorzio Contarina, né una cosa di più né una di meno. Quindi, abbiamo anche in Piemonte delle realtà che già lavorano, però mi permetto di aggiungere alcune considerazioni, perch è opportuno anche contestualizzare gli esempi. Abbiamo 540 mila abitanti che hanno una gestione unica e possono fare un piano di impresa, riversando alcuni investimenti su un bacino molto più grande di quello che oggi molti amministratori locali sono costretti a fare all'interno della frammentazione che vive il sistema dei rifiuti.
Alcune scelte sono portate dal fatto che siamo in un momento in cui pensare di aumentare la tariffazione per l'utente finale è estremamente difficile e si cerca sempre di fare in modo di non aumentare minimamente il livello di tassazione, su questo ruolo, per i cittadini e quindi per le varie Amministrazioni comunali.
Anche per quanto riguarda la composizione del C.d.A. abbiamo registrato molte perplessità da parte dei Sindaci, che dicono di avere già troppe incombenze per essere anche parte attiva nel C.d.A., che dovrà comunque gestire una partita estremamente complessa, soprattutto nella fase transitoria fino all'approvazione del testo unico. Su questo vi è una perplessità, ma siamo anche disponibili, nel corso del dibattito in Consiglio regionale, a verificare se c'è la possibilità di non prevedere in modo esclusivo la presenza dei Sindaci. Il motivo per cui abbiamo previsto la presenza dei Sindaci in modo esclusivo l'ha spiegato la collega Accossato; in quella che io reputo una follia dal punto di vista istituzionale, chiedere di occupare dei ruoli che hanno necessità di impegno e anche di assunzione di responsabilità non secondarie e che tutto questo sia fatto in modo assolutamente gratuito, sembra veramente demagogia.
In sede di Commissione e di gruppo di lavoro abbiamo discusso sulla difficoltà a coniugare una ricerca di professionalità sul mercato privato una ricerca di disponibilità di tempo in misura sicuramente massiccia per il fronte. Si diceva però che tutto questo deve essere svolto in modo assolutamente gratuito.
Questo è l'unico motivo che in sede di predisposizione di questo testo legislativo ci ha portato a prevedere soltanto la figura di Amministratore.
Ma se troviamo una formulazione, siamo disponibili, nel corso del dibattito in Consiglio regionale, anche ad allargare le maglie sulla composizione perché non c'è nessuna pregiudiziale rispetto alla presenza di professionalità all'interno del C.d.A.
Chiudo, perché appunto siamo nel limite del tempo, dicendo che è entrata all'esame della Commissione una bozza di disegno di legge, così com'era stato chiesto alla Giunta, e c'è stato un lavoro della Commissione motivo per cui ci sono le Commissioni regionali. Oggi è stato consegnato al Consiglio regionale un testo che ha raccolto i contributi dei vari Gruppi presenti in Commissione, degli Amministratori, delle associazione di categoria delle aziende e delle associazioni degli Enti locali.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei, collega Ferrentino.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi dell'Istituto "Don Evasio Ferraris" di Cigliano (VC)


PRESIDENTE

Salutiamo il nostro Consigliere Corgnati che gentilmente è andato ad accogliere i ragazzi della III A e della III C dell'Istituto "Don Evasio Ferraris" di Cigliano Buona giornata a tutti voi e ai vostri insegnanti.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Proseguimento esame disegno di legge n. 217, inerente a "Norme in materia di gestione dei rifiuti e servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani" (seguito)


PRESIDENTE

Proseguiamo l'esame del disegno di legge n. 217, inerente a "Norme in materia di gestione dei rifiuti e servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani", di cui al punto 3) all'o.d.g.
Ha chiesto la parola il Consigliere Berutti; ne ha facoltà.



BERUTTI Massimo

Grazie, Presidente.
I colleghi del mio Gruppo sono già entrati in modo puntuale su questa tematica. Io vorrei solo in qualche modo rafforzare alcuni elementi che obiettivamente mi suscitano estrema preoccupazione. E - diciamo così anche un po' per deformazione professionale, parto dall'obbligo di fusione dei Consorzi.
Credo che questo sia chiaramente un elemento che già può far pensare molto - o, meglio, può far preoccupare molto - perché abbiamo già visto che in questi anni c'è stato un orientamento forte verso questo tipo di politica; perché poi di politica si tratta. Pertanto, c'è una forte preoccupazione, perché sappiamo quanto faccia pensare, tra le altre cose diceva prima anche il collega Ferrentino del timore dei Sindaci in merito a tutta una serie di incombenze legate alle problematiche che ha ogni singola Amministrazione - il trovarsi a dover affrontare questo tipo di situazione tra l'altro, sappiamo benissimo la complessità e la difficoltà di competenze e l'articolazione in ordine a queste dinamiche e a queste tematiche. Naturalmente, poi, ci sono le questioni legate agli aspetti amministrativi, gestionali, finanziari, economici e tutto quello che ne deriva. Chiaramente, quindi, questo è uno dei tasselli nevralgici di questa legge e come tale non fa altro che alzare il livello di inquietudine.
Poi, ovviamente, ci sono altri elementi che sono legati all'estrema volontà di differenziare, quindi a un'ulteriore azione legata a questo concetto. Non è che io, personalmente, non condivida il principio, ma sono sempre di più orientato verso l'uso della tecnologia, che naturalmente pu togliere qualche posto di lavoro, ma dall'altra parte poi sicuramente fa guadagnare in termini di salute. Sappiamo infatti benissimo cosa questo vuol dire e se parliamo con chi opera in cooperative che vanno in orbita di differenziazione dentro a capannoni dove c'è veramente il rischio di rimetterci a livello di salute, certamente questo miglioramento pu avvenire.
Il rischio, dunque, è davvero anche quello che alla fine, per la ricerca di qualche miraggio in termini di posti lavoro, si metta invece a repentaglio la salute degli operatori, quando si potrebbe lavorare in altri contesti. Però anche questa è una scelta politica e anche questo è un orientamento politico, che naturalmente non ci vede assolutamente d'accordo.
E poi c'è un altro elemento, che chiaramente è legato alla tassa per i Comuni sede di discarica, che è stata reintrodotta o, meglio, è stata portata in un ambito di autogestione territoriale. Però anche qui credo che veramente si sarebbe potuto rimanere in una logica di partenza che, tutto sommato, forse avrebbe evitato di dover creare anche su questo punto discussioni sul territorio ed eventualmente innescare delle dinamiche politiche conflittuali in zone che probabilmente non ne hanno bisogno.
Ecco, questi sono tutti elementi che noi offriamo alla discussione. Poi sicuramente i colleghi hanno anche allargato la riflessione ad altri orizzonti e soprattutto anche ad altre ipotesi. Io non ho partecipato a fondo a questo lavoro, perché - diciamo così - più concentrato su altre Commissioni. Certamente, però, tutto questo orientamento verso chi è già strutturalmente dotato di tecnologie e di impianti non fa ben pensare, ma soprattutto non aiuta a stimolare questo tipo di percorso.
Forse sarebbe stato il caso, anche in termini di programmazione, di fare un piano strategico dove si poteva valutare un Piano regionale in termini di strutture e portare avanti un discorso che, in qualche modo potesse, in un business plan, in un piano economico ben strutturato e ben fatto, mettere anche i territori in condizione di non aver quell'equilibrio votato al rialzo.
È una decina di anni che vediamo le evoluzioni, le rivoluzioni, i miglioramenti o le nuove leggi, ma alla fine sempre un aumento dei costi per i cittadini.
Tutto questo, chiaramente, non fa ben sperare in funzione di questa legge, ma sicuramente il tempo, ancora una volta, ci darà ragione e poi vedremo le conseguenze.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Ho voluto intervenire nel dibattito generale di questo disegno di legge, a nome del Movimento 5 Stelle, anche se non sono più membro della V Commissione, la Commissione Ambiente. Vi partecipo saltuariamente visto che, anche per Regolamento interno, siamo iscritti a massimo quattro Commissioni consiliari, ma il tema della gestione dei rifiuti è un tema che mi tocca da vicino. Ho sempre seguito con molto interesse, attenzione e passione il tema anche all'origine della mia attività politica. I primi movimenti politici in cui ho svolto l'attività erano proprio relativi alla riduzione dei rifiuti e di contrarietà alla realizzazione dell'inceneritore del Gerbido di Torino. Non è che abbia ottenuto grandi risultati, ma a volte si fanno anche delle battaglie sapendo di perderle e sapendo di essere in minoranza.
Intervengo proprio per significare comunque che, in relazione ad alcune suggestioni da parte di alcune forze di opposizione rispetto all'attività del nostro Gruppo, il nostro Gruppo consiliare ha lavorato in V Commissione, come capita quasi sempre, al massimo delle sue possibilità e con l'obiettivo del bene. Il nostro Gruppo ha lavorato per cercare di migliorare una legge, prova ne è che anche alcuni colleghi di maggioranza lo hanno riconosciuto. Una legge che non ci vedeva completamente favorevoli, per cui abbiamo presentato una serie di emendamenti per modificare sia alcuni principi e finalità fondamentali della legge, sia alcuni istituti introdotti, o modificati quali, ad esempio, il limite della produzione dei rifiuti indifferenziati, il tributo speciale per il conferimento in discarica e la gestione comunale per quanto riguarda le aree vaste di ambito provinciale e le aree omogenee.
L'intervento del Gruppo consiliare Movimento 5 Stelle è stato sicuramente attivo, proficuo e teso veramente a portare un po' della legge verso le idee, le proposte e gli obiettivi del Movimento 5 Stelle. Siamo opposizione, questo lo sappiamo da un po' di anni, quindi sappiamo che alcune cose si possono ottenere e altre no. In alcune cose siamo bravi e riusciamo a convincere la maggioranza, in altre no.
Alcuni obiettivi, in tante finalità, sono inserite nel testo di legge e noi ne siamo contenti. Abbiamo visto introdurre, negli obiettivi di finalità, l'economia circolare e concetti quali l'autocompostaggio, il compostaggio di comunità, l'incentivo del riuso dello scambio e la cessione gratuita dei beni usati e il concetto della tariffazione puntuale. Un concetto fondamentale che può permettere a questa Regione di passare da una media di raccolta differenziata del 50-52-53-54 per cento agli obiettivi del 65-70-75 per cento e poi, come dicevano i colleghi, partire per andare verso l'obiettivo finale dei rifiuti zero.
È ovvio che una strategia a rifiuti zero ha bisogno di poggiare su gambe anche nazionali, se non europee. È ovvio che un obiettivo solo regionale si scontrerebbe poi con il mondo della produzione e della distribuzione. Tuttavia, noi dobbiamo tracciare delle linee, anche come Regione singola, delineare un obiettivo che può essere una strategia raggiungibile a medio termine, quella dei rifiuti zero. Lo diceva anche il collega Valetti.
Dobbiamo, da una parte, lavorare bene sul tema della gestione dei Comuni, quindi lavorare a stretto contatto con le esigenze e le difficoltà di amministratori comunali ma, dall'altra - non volevo rimanere sul piano della realtà - bassi e operosi sul tema anche della gestione condivisa e partecipata da parte delle amministrazioni comunali, dall'altra ancora cercare di volare un po' più alto, portando avanti degli obiettivi, delle finalità e dei principi di ampio respiro.
Il tema della riduzione delle plastiche è fondamentale, come il tema della riduzione e dell'eliminazione dell'usa e getta. Questo è uno dei temi fondamentali perché, ormai da almeno una decina d'anni, ho compreso l'assurdità di alcune delle nostre linee e modelli di produzione. A cosa serve un oggetto che si utilizza una sola volta? Il Consigliere Andrissi parlava dei pannoloni, ma penso anche a tutto il sistema sanitario delle nostre residenze per anziani e quant'altro. Magari ha un significato e un senso di facilitare anche la gestione sanitaria o, per quanto riguarda i pannolini, la gestione dei neonati.
Meno senso hanno tutti quegli altri prodotti di cui siamo circondati usa e getta, dal bicchieri di plastica, alla bottiglietta di plastica, alle posate. Sono cose che dovrebbero essere superate. In molti Paesi del Nord lo dicevano i colleghi, ci hanno anticipato e ci hanno superato: questi prodotti non esistono più, oppure, se esistono, sono comunque recuperabili riciclabili, quindi sono o in legno - come fa la Svezia - o in cellulosa o in carta. Quindi sono tutti materiali riciclabili, compostabili e quant'altro.
Si tratta di cambiare un po' ottica. L'ottica va cambiata nel rapporto con le Amministrazioni comunali, che ovviamente hanno delle evidenti difficoltà.
Qualcuno citava le difficoltà dei piccoli Comuni; qualcuno citava le difficoltà dei grandi Comuni, cioè del più grande Comune capoluogo di regione. Sono difficoltà oggettive, perché ci sono le grandi finalità e i grandi obiettivi, ma c'è anche il quotidiano, con le difficoltà amministrative.
Proprio da questo, nasce il concetto della "ciambella" che ha definito prima il collega Appiano: vedere, comunque, una differenza e una diversità del Comune di Torino, non perché oggi è amministrato dal Movimento 5 Stelle (ieri era amministrato dal Partito Democratico, magari domani sarà amministrato da un'altra forza politica), ma perché c'è una specificità evidente, su cui noi - tra l'altro - ci siamo scontrati tante volte, perch abbiamo sempre detto: "Beh, però il Comune di Torino è composto da Circoscrizioni, ogni Circoscrizione è composta da un quartiere, ogni quartiere è composto da strade e vie".
Quindi, esattamente come altre realtà, può e deve fare assolutamente su tutta la realtà comunale (e su questo l'Amministrazione comunale si è impegnata su tutto il territorio), il porta a porta.
È ovvio che la trasformazione del porta a porta deve essere finanziata e bisogna anche andare incontro a una serie di difficoltà.
Fortunatamente, a Torino, l'impianto romano e, successivamente, quello medievale sono stati superati durante le ricostruzioni dei vari periodi del Cinquecento, del Seicento ed anche del periodo napoleonico, quindi ci sono grandi viali, con vie parallele e perpendicolari fra di loro, e il centro storico è molto limitato, non ha i carrugi di Genova né i vicoli stretti e piccoli di Roma, quindi è più facile gestire un sistema di raccolta differenziata porta a porta, con tariffazione puntuale.
È ovvio che ci sono delle difficoltà intrinseche tra Cigliano e Torino tra Novara e un Comune più piccolo, però si può fare e si deve fare su tutto il territorio regionale.
Pertanto, buoni gli obiettivi a scendere (del 2018 e del 2020) per l'indifferenziato e buono tutto il sistema di premialità, introdotto dal Movimento 5 Stelle, sui Comuni che, non solo raggiungono quegli obiettivi ma li migliorano. Quindi, è un incentivo a stimolarsi.
Noi abbiamo un sistema italiano che, purtroppo, a tutti i livelli dalla Pubblica Amministrazione al mondo produttivo, non incentiva i comportamenti virtuosi, e questo è un errore enorme. Tendiamo più a sanzionare i comportamenti scorretti. È giusto sanzionare i comportamenti scorretti e illegittimi, però bisogna anche incentivare i comportamenti virtuosi, altrimenti si tende a livellarsi verso il minimo impegno, sia nella Pubblica Amministrazione sia, magari, nel mondo aziendale.
Bisogna incentivare i comportamenti virtuosi delle Amministrazioni comunali. Ci sono Amministrazioni comunali che raggiungono il 90 per cento che producono molto poco. È vero, magari sono Comuni che hanno la possibilità di fare compostaggio domestico, perché hanno grandi spazi verdi.
Io vivo in un condominio di nove piani, dove in un isolato ci sono circa mille abitanti (per far capire ai colleghi che abitano in qualche realtà più piccola), però anche in una realtà condominiale come quella si può fare compostaggio condominiale. Probabilmente il contenitore nel giardinetto non è sufficiente, perché potrebbe creare delle problematiche magari si deve comprare una compostiera industriale, che auto-rivolti il materiale e crei compost, però le soluzioni ci sono.
Con degli incentivi si può veramente stimolare la riduzione in maniera notevole: riduzione del conferimento in discarica e riduzione dell'incenerimento.
Se ne parlava anche riguardo al Piano dei rifiuti pericolosi: l'inserimento deve diventare veramente la scelta ultima, cioè solo per quei prodotti che non si possano davvero riutilizzare, come gli scarti (abbiamo affrontato il mondo sanitario, con i prodotti che, appunto, devono essere inceneriti per motivi di igiene).
Pertanto, si tratta di un provvedimento che ha ancora dei limiti, che noi proveremo a migliorare con la presentazione di alcuni emendamenti.
Come ogni disegno di legge, nasce dalla maggioranza: è ovvio che i Gruppi di opposizione facciano tutto quello che riescono, secondo le loro possibilità e competenze, per cercare di migliorare un provvedimento, ma chi tendenzialmente vota un provvedimento, tranne casi particolari, alla fine è la maggioranza, quindi delle criticità ci sono.
Io penso che il nostro Gruppo abbia svolto un ottimo lavoro in Commissione e proveremo a continuare questo lavoro anche in Aula.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Segretario Bertola in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Intervengo brevemente anche in discussione generale, dopo aver presentato una delle relazioni di minoranza, solo per smascherare delle fake news. Sono un assoluto sostenitore della libertà di ciascuno di dire ciò che vuole, però quando si dice qualcosa di falso, poi qualcuno immediatamente, verrà a smentire.
Non mi riferisco tanto alle accuse di accordo tra PD e Movimento 5 Stelle, perché quelle non sono neanche news (oltre a essere fake, non sono news): quelle semplicemente fanno sorridere, se si va a vedere le modalità di presentazione e discussione del disegno di legge.
Gli articoli riguardanti Torino sono stati scritti, insieme a tutto il disegno di legge, in un'epoca molto antecedente rispetto a quando è cambiata l'Amministrazione cittadina. Poi, possiamo chiederci se fossero stati scritti magari diversamente, se nel frattempo ci fosse già stata questa amministrazione a Torino, ma non possiamo saperlo.
In riferimento invece alla fake news a sostegno di questo accordo tra PD e Movimento 5 Stelle per favorire Torino, si cita il fatto che l'articolo 1, alla lettera d) del comma 1, dica: "La legge disciplina il tributo speciale per il deposito in discarica dei rifiuti, nonché per lo smaltimento dei rifiuti tal quali in impianti di incenerimento senza recupero di energia". Con questo si vuole dire che in realtà si mette la tassa per l'inceneritore di Torino: non è così, perché poi - ripeto ognuno può dire quello che vuole, però quando non si dice la verità, poi qualcuno lo sottolinea, è bene opporsi a un provvedimento di legge che non si condivide, ma bisogna anche andare ad approfondire, perché il riferimento che si fa è agli impianti di incenerimento senza recupero di energia. L'inceneritore del Gerbido è un impianto di incenerimento classificato come con recupero di energia, quindi non c'entra assolutamente nulla con questo tributo.
Ovviamente, vengono citati gli impianti di incenerimento senza recupero di energia anche se in Piemonte non ce ne sono solo perché la legge regionale fa un riferimento obbligatorio ad una legge nazionale, la legge 549 del 1995, che al comma 24 dell'articolo 3 parla delle discariche e cita anche quegli impianti. Quando si va a fare un riferimento alla legge nazionale, bisogna citare tutto l'articolo.
Quindi, tra tutti i difetti che ha la legge ENEA, non istituisce una tassa a favore dell'inceneritore di Torino, quindi la fake news è smascherata definitivamente.
Vedremo nel corso della discussione che il nostro lavoro di merito prosegue anche in Aula, poiché la legge non è assolutamente perfetta; non l'abbiamo votata, quindi abbiamo elaborato degli emendamenti di merito altri li abbiamo ancora in fase di elaborazione proprio per migliorare i contenuti di questo disegno di legge.



PRESIDENTE

Non vi sono altri interventi, per cui possiamo chiudere la discussione generale.
La parola all'Assessore Valmaggia.



VALMAGGIA Alberto, Assessore all'ambiente

Grazie, Presidente.
Svolgo qualche considerazione al termine della discussione generale e fornisco anche qualche risposta alle osservazioni fatte dei Consiglieri.
Vorrei portare all'attenzione del Consiglio due numeri e vorrei partire proprio da questi: il numero 15 e il numero 30. Quindici sono stati i mesi (dal 20 luglio 2016) dal giorno in cui questo testo è stato presentato in Commissione e per 15 mesi si sono fatti approfondimenti, si sono fatti incontri, si sono fatti tavoli tecnici all'interno della Commissione, ma anche all'esterno nei nostri territori. Trenta sono state le sedute di Commissione, quindi c'è stato un ampio confronto, un'ampia partecipazione e un ampio approfondimento delle tematiche che erano più problematiche proprio per arrivare a un testo il più possibile condiviso.
Rispetto alla legge 7, questa proposta di legge ha un punto nuovo - che mi pare sia stato condiviso e percepito da tutti fin dall'inizio - che è la costituzione di un Ambito Territoriale Ottimale (ATO) unico regionale che riguarda l'impiantistica e la gestione degli impianti. Questo è un aspetto innovativo rispetto alla gestione dei rifiuti e alle politiche precedentemente messe in atto nella nostra regione; nuovo perché supera il ciclo completo all'interno dei singoli ambiti e vede una dimensione impiantistica su scala regionale, dando anche una risposta a livello centrale, laddove il famoso articolo 35 della finanziaria poteva far presupporre delle scelte dal livello nazionale sulla collocazione degli inceneritori che bypassassero gli ambiti regionali e i territori locali.
Quindi, un ambito regionale unico per quanto riguarda l'impiantistica.
In seconda battuta gli ambiti di Area vasta, che inizialmente nel disegno di legge proposto erano incentrati sull'istituzione Provincia. Ha già ricordato il Consigliere Ferrentino che, nel corso della riflessione e dei dibattiti e anche a seguito del referendum di un anno fa (4 dicembre 2016) si è ripensato a questa governance nei confronti con i territori e con i Comuni, e si è ripreso con forza uno strumento che ha dato dei risultati positivi negli anni passati non soltanto sulla partita dei rifiuti - penso al tema del socio-assistenziale - che è lo strumento "Consorzio".
Il Consorzio, con il ruolo dei Comuni che lo compongono, centro della politica per quanto riguarda la gestione della raccolta e del trattamento dei rifiuti.
Questo ha determinato un cambio di percorso. C'erano anche altre criticità come il tema del personale, che hanno portato in Commissione (ringrazio la Presidente, ringrazio i Consiglieri che hanno partecipato anche attraverso gli emendamenti, molti dei quali sono stati fatti in Commissione) a questa evoluzione del testo. Devo dire - non c'è la Consigliera Porchietto - io non mi sento assolutamente, come rappresentante della Giunta, in una posizione di diminutio rispetto al Consiglio, penso sia stato invece un cammino migliorativo, positivo e condiviso anche dal sottoscritto e dalla Giunta, per un testo di legge che fa fare passi avanti al nostro sistema dell'impiantistica e permette di raggiungere quegli obiettivi, che avremmo forse già dovuto raggiungere qualche anno fa, per riportarci a livello, oltre che degli indirizzi e delle indicazioni che l'Europa ci dà, di una gestione ottimale del sistema dei rifiuti, nella logica - come esplicitato nella legge ai primi articoli - del principio dell'economia circolare. Una partecipazione dunque importante, una partecipazione significativa, un'evoluzione del testo in positivo.
Adesso siamo alle battute conclusive, al voto in Consiglio regionale e la proposta che viene fatta è una proposta che raccoglie, migliorandolo, un testo di partenza che dà risposte puntuali e anche di prospettiva ai territori, non soltanto guardando al domani o al dopodomani, ma di prospettiva. La vera novità di questa legge è una logica duale tra un ambito regionale per quanto riguarda la gestione di tutto il sistema impiantistico e l'ambito locale provinciale, con i Comuni, con i Consorzi come strumenti, per quanto riguarda la prima parte del ciclo (la raccolta differenziata) e i rapporti con i cittadini.
Per questo ritengo di ringraziare anche gli Uffici e i tecnici, sempre attenti e sempre puntuali.
Aggiungo solo questo aspetto: uno dei temi che è stato sollevato, anche da molti Comuni e anche dal CAL, è quello del contributo per i Comuni sede di discarica, è stato affrontato nel rispetto della normativa vigente, con le modalità e seguendo la strada che è già stata tracciata e seguita per esempio dalla Regione Marche. Per mantenere questo elemento che riteniamo importante e che condividiamo anche nella preoccupazione emersa dai territori e da questi Comuni sede d'impianto, abbiamo fatto proposte emendative per poter mantenere questa compensazione ambientale, per quanto riguarda il contributo in discarica.
Mi fermerei qui, perché adesso parte l'illustrazione e la discussione sugli emendamenti. Ritengo che il testo sia ancora perfettibile - nessuna legge è perfetta e nessuno di noi è perfetto - e migliorabile e che sia stato fatto un buon lavoro; penso che ci siano le condizioni soprattutto per potere mettere in atto questa norma, perché sovente le nostre leggi hanno obiettivi talmente ambiziosi o talmente complessi che restano ottime leggi, ma difficili di realizzare.
Abbiamo fatto, con un approccio anche pragmatico e concreto, una proposta di legge che diventi un percorso operativo che sia monitorato realizzato e raggiungibile nei suoi obiettivi e, quindi, che sia veramente uno strumento che faccia camminare la nostra Regione e i nostri territori verso politiche sempre più esemplari sulle tematiche ambientali in generale e nella gestione dei rifiuti in particolare.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE BOETI



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Valmaggia.
Non essendovi ulteriori richieste di intervento, procediamo con l'esame dell'articolato.
ARTICOLO 1 Emendamento rubricato n. 142) presentato da Vignale, Berutti, Graglia Pichetto Fratin, Porchietto, Ruffino, Sozzani.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
L'emendamento, come altri emendamenti, cerca di rappresentare quella che è la valutazione che abbiamo fatto in merito al disegno di legge.
Proprio per questo motivo, nel comma 1, alla lettera a), laddove si dice che la Regione Piemonte disciplina gli strumenti di pianificazione regionale, abbiamo voluto aggiungere le parole "a scapito dei Comuni e dei Consorzi efficienti". Devo dire che la discussione generale è stata lunga è stata approfondita e avremo anche modo, quando arriveremo agli articoli in oggetto, di spiegare come, per esempio, la tassa per l'inceneritore è tale, ma in questo caso, relativamente al tema dello scaricamento delle efficienze dei Comuni e dei Consorzi e più efficienti sui Consorzi e sui Comuni meno efficienti non c'è stata una risposta, da parte dei proponenti salvo il richiamare alcuni aspetti che saranno ben lontani dall'avvenire.
È evidente che, ancorché se previsti in legge (ma, lo ricordiamo, da molti anni è previsto da una normativa nazionale) se noi avessimo una tariffazione puntuale che consentisse il pagamento del rifiuto indifferenziato prodotto, allora potremmo fare valutazioni differenti.
Dopodiché, dobbiamo dire che la tariffazione puntuale, per essere effettuata, necessita di un aggravio non indifferente nei confronti dei cittadini, che in gran parte del nostro territorio è impossibile realizzare, salvo dare un compito e un'incombenza ai cittadini, che è quella di portare in un luogo in cui si registrano i differenti rifiuti stoccati, come avviene in altre realtà regionali. Questo, però, comporta un aumento consistente ad alcuni soggetti, in particolar modo ai cittadini aumentando i costi delle imprese.
Ripeto: su questo, che a noi pare un tema dirimente, cioè non intervenire in modo totalmente non sussidiario (e lo vedremo successivamente), ci pare si debba inserire in una norma che vuole rimanere tale e che, sotto certi punti di vista, è una norma incorreggibile. Alcune parole stanno a significare la nostra assoluta e netta contrarietà a questo disegno di legge.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Sozzani; ne ha facoltà.



SOZZANI Diego

Grazie, Presidente.
Anch'io utilizzo lo strumento degli emendamenti, sia per correggere il testo presentato sia per completare le informazioni all'Aula rispetto a ci che è stato detto nella relazione di minoranza e, soprattutto, nella discussione generale di questa mattina.
Il fatto che Comuni e Consorzi efficienti, che avevano già raggiunto un livello di raccolta differenziata di un certo tipo, peraltro prevista nella pianificazione di tipo regionale già approvata, non solo nel raggiungimento del livello stesso, ma a condizioni economiche assolutamente positive per la nostra Regione e per i cittadini di quella zona che il Consorzio sovraintende, è elemento fondamentale per dare un significato al lavoro pregresso, altrimenti sembra quasi che qui siamo - e lo dimostreremo con gli emendamenti successivi - all'anno zero dello smaltimento dei rifiuti quasi come se prima non ci fosse stato alcunché, mentre con questa legge vi è uno stravolgimento e una regolamentazione ai fini dell'efficienza della nostra Regione.
Dato che sicuramente in Italia, in tutti i settori che noi andiamo ad analizzare, vi saranno situazioni più efficienti delle nostre, sicuramente possiamo trovarne anche nel campo dei rifiuti (abbiamo visto il Consorzio Contarina, citato più volte nella nostra attività di Commissione).
In questo caso, introdurre questo tipo di parole ci consente di essere riconoscenti nei confronti di una storia dei rifiuti della nostra Regione.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Sozzani.
Emendamento rubricato n. 149) presentato da Vignale, Berutti, Graglia Pichetto Fratin, Porchietto, Ruffino, Sozzani.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
In questo caso, l'emendamento 149) intende cassare la parola "sussidiarietà", perché il concetto di sussidiarietà è un concetto che prevede, pur in un concetto verticale di rapporto fra le pubbliche amministrazione, un rapporto sussidiario fra le differenti Amministrazioni.
Nella discussione generale abbiamo visto, come anche nel singolo articolato (è sufficiente leggere l'articolo 7 per capire quanto sto dicendo) un concetto che questa legge pone, che è tutto fuorché sussidiario o, meglio, è sussidiario nei confronti di alcuni medio-grandi e grandi Comuni.
È certamente sussidiario nei confronti della Città di Torino, che ha un trattamento privilegiato particolare e unico (e quando dico unico intendo proprio unico, nel senso che non c'è nessun altro Comune che viene trattato allo stesso modo all'interno della norma).
Non può certo essere ritenuta una norma che si basa su un principio di sussidiarietà quella che in qualche modo impone, non soltanto ambiti geografici diversi, tutta una serie di politiche legate alla gestione dei rifiuti, siano essi in mano a un numero limitatissimo di Enti pubblici e di soggetti che inevitabilmente, essendo coloro i quali rappresentano un numero maggiore di cittadini, non rappresentano, per esempio, un numero maggiore di chilometri quadrati della nostra provincia, saranno quelli che avranno in mano la gestione dei rifiuti, che oggi - intanto lo vogliamo far presente - è una delle gestioni economicamente più floride.
La legge Ronchi, che ha previsto che tutto ciò che si spende debba essere pagato dei cittadini (quindi senza il contributo pubblico), è anche un meraviglioso strumento per far sì che qualunque inefficienza e qualunque gestione non corretta venga scaricata sui cittadini. Va rilevato che uno dei più grandi interventi di gestione della Cosa Pubblica, in termini di valore economico, è certamente la gestione dei rifiuti, per cui non ci stupisce che si voglia, anche sotto questo punto di vista, portare la gestione di milioni e milioni di euro di fatturato dei singoli cittadini piemontesi in capo a pochi.
Certamente, questo è tutto salvo che un principio di sussidiarietà.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Sozzani; ne ha facoltà.



SOZZANI Diego

Seguirei il ragionamento appena fatto dal collega per rimarcare una domanda, che pongo anche a me stesso: cosa significa "sussidiarietà" se si attribuisce un'interpretazione normativa differente alla Città metropolitana, quindi alla città di Torino, che si estrapola dal contesto provinciale, rispetto al resto delle città e delle Province della nostra Regione? Con il concetto di sussidiarietà, stante il significato della parola intendiamo una sorta di collaborazione, una sostituzione dei Consorzi e dei Comuni, ad esempio, da parte di altri enti sovraordinati, come la Regione o lo Stato. Se il principio di sussidiarietà, che è l'oggetto della legge che stiamo esaminando, sottintende una differenziazione temporale fra la Città di Torino e il resto del Piemonte, evidentemente questa sussidiarietà non esiste, non viene applicata nell'ambito della legge. Perché, evidentemente si tiene aprioristicamente conto di differenze sostanziali fra il capoluogo del Piemonte, Torino, rispetto al resto della nostra Regione. E non si comprende assolutamente quali siano i motivi.



PRESIDENTE

Grazie, collega Sozzani.
Emendamento rubricato n. 151) presentato da Vignale, Berutti, Graglia Pichetto Fratin, Porchietto, Ruffino, Sozzani.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Con l'emendamento 151) chiediamo di eliminare la parola "differenziazione", perché rientra all'interno di alcuni principi che abbiamo voluto cassare, perché non riteniamo che esistano all'interno della norma.
Un aspetto è quello della sussidiarietà, l'altro è quello della differenziazione. La norma, da un punto di vista del principio - lo vedremo in molti altri articoli, in particolar modo negli obiettivi e nelle finalità dell'articolo 2 - introduce una serie di concetti secondo i quali anche ai sensi della direttiva europea sull'economia circolare, la differenziazione del rifiuto rientrerebbe (così è, qualora avvenisse in modo compiuto) all'interno di questo presupposto.
Il problema è che la norma non interviene in alcun modo né con politiche di fiscalità di vantaggio né con politiche di fiscalità di svantaggio rispetto al rifiuto recuperato o rispetto ai prodotti non derivanti da rifiuto che vengono utilizzati. E senza questa leva, che si è ben guardato di utilizzare sia il governo regionale che il Governo nazionale.
In alcuni casi, i motivi sono facilmente comprensibili: noi abbiamo a capo della società che si occupa di rifiuti e di plastica (che, com'è ben noto, deriva al 100 per 100 da polimeri di petrolio) un petroliere. Per cui è facile scrivere all'interno di una norma che si vuole attuare il principio dell'economia circolare; ma se poi non vengono introdotti i principi che, in qualche modo, garantiscono la riduzione del costo, ma soprattutto l'utilizzo del materiale prodotto derivante dal rifiuto che deve, inevitabilmente, avere un costo inferiore (il materiale che si acquista derivante da prodotto riciclato) o un costo superiore (il materiale che si acquista derivante da prodotto non riciclato). Per essere molto pratici, noi la carta per i nostri uffici la compreremo sempre bianca, per un motivo molto banale: perché costa meno della carta riciclata. Questo è solo per fare un esempio quotidiano e di tutti i giorni.
Cosa hanno fatto gli Stati che hanno voluto davvero intervenire sull'economia circolare? Hanno defiscalizzato la spesa o l'IVA sulla vendita dei prodotti derivanti da economia circolare, oppure hanno aumentato la fiscalità (è il caso della Germania) per i prodotti derivanti da prodotto naturale e non da riciclo.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Sozzani; ne ha facoltà.



SOZZANI Diego

Ci tenevo a dare un'interpretazione a questo tipo di emendamento che è stato da me firmato, perché il concetto di differenziazione diventa fondamentale. È fondamentale perché, legandolo a quanto detto prima, cioè relativamente all'assenza di sussidiarietà che riteniamo non esserci in ambito regionale, soprattutto nell'applicazione di questa legge, vi è il problema della differenziazione sotto il profilo delle caratteristiche di smaltimento sempre della città e dell'hinterland di Torino.
Nel momento in cui si pone un forno, questo tipo di parola preclude un'assenza di produzione di energia come noi la conosciamo sotto il profilo del forno di incenerimento, anche perché ormai è una tecnologia vetusta e superata nell'ambito dello smaltimento dei rifiuti. Infatti, nelle città moderne si utilizzano altre tecnologie, perché la differenziazione spinta in un ambito di assenza di attività di incenerimento tout court è una filosofia politica che va perseguita.
Va perseguita nell'ambito di utilizzo della raccolta differenziata e quindi dell'umido o delle frazioni che possono essere putrescibili, e sapete cosa succede successivamente a questo tipo di indicazione.
Se approviamo un Piano precedente che prevede l'economia circolare e poi scriviamo la legge in questo modo, notiamo (e lo vedremo successivamente) una serie di incongruenze, in taluni casi anche clamorose rispetto alle due approvazioni fatte dalla stessa Aula.



PRESIDENTE

Grazie, collega Sozzani.
Emendamento rubricato n. 150) presentato da Vignale, Berutti, Graglia Pichetto Fratin, Porchietto, Ruffino, Sozzani.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Per essere coerenti con le dichiarazioni fatte non soltanto nella discussione generale, ma nella valutazione che abbiamo fatto in sede di Commissione, continuiamo con il voler cassare il termine "adeguatezza".
La norma prevede: "La Regione Piemonte disciplina l'organizzazione del servizio di gestione integrata dei rifiuti, secondo il principio di adeguatezza". È evidente a tutti, o perlomeno a tutti coloro i quali vogliono confrontarsi o provare a confrontarsi su un tema oggettivo, che non può essere considerata adeguata una norma che scarica le inefficienze di alcune comunità territoriali e di alcuni Consorzi soprattutto su altri.
Non è adeguata, perché evidentemente è inadeguata rispetto al carattere di gestione del rifiuto, ma della stessa disciplina normativa.
Non è adeguata una norma che prevede che vi sia, all'interno dei propri confini, la totalità dei Comuni piemontesi che devono attuare una norma relativamente alla riduzione del consumo di rifiuti entro un anno; invece un singolo Comune, il Comune capoluogo, che invece deve ottemperare agli obblighi e anche alle relative sanzioni che la norma prevede due anni dopo.
Non è adeguata una norma che interviene senza tener conto delle considerazioni di moltissime comunità locali e della quasi totalità dei Consorzi (ovviamente di quelli che funzionano) che, in qualche modo, hanno contestato la modalità stessa, di scrittura prima e di licenziamento poi articolo per articolo, della norma stessa.
Non è adeguata una norma che non tiene conto delle peculiarità territoriali dei singoli territori che, se la norma sarà approvata, saranno gestiti in maniera uniforme, tanto che essi siano in una realtà montana, in una realtà pedemontana, in una realtà di pianura, con chilometri quadrati in cui si eroga e gestisce il servizio e completamente diversi l'uno dall'altro.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Sozzani; ne ha facoltà.



SOZZANI Diego

Anch'io mi associo a ciò che ha detto un attimo fa il collega Vignale anche perché diventa fondamentale il passo successivo. Insomma, insieme alla parola "adeguatezza" vedete che il testo prosegue con "nonché l'ideale collaborazione tra gli Enti locali". Ma dove sta la leale collaborazione o dove è possibile che stia la leale collaborazione fra gli Enti locali nel momento in cui obblighiamo poi a fare i Consorzi unici? Abbiamo visto che ci sono delle differenze economiche sostanziali in ambito di Consorzi unici e vedremo che ci saranno criticità, come sono state manifestate durante tutto questo iter da parte del CAL e direttamente dai Sindaci che hanno letto con grande preoccupazione lo sviluppo della normativa oggetto della nostra disamina di questi giorni. Da questa lettura è nata una serie di richieste emendative, che poi in parte sono state fatte proprie direttamente dagli Enti e in parte sono oggetto delle azioni emendative che stiamo portando avanti in Aula a supporto, appunto, di moltissimi Comuni della nostra Regione. Molti dei nostri emendamenti infatti, sono stati voluti, discussi, concordati e analizzati nelle varie Province e nei vari Comuni della nostra Regione.
Ora capite che, se all'adeguatezza si aggiunge "nonché l'ideale collaborazione tra gli Enti locali" (rispetto a questo tipo di legislazione e di obblighi che la stessa prevede), non è possibile l'applicazione della norma.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Sozzani.
Emendamento rubricato n. 141) presentato da Vignale, Berutti, Graglia Pichetto Fratin, Porchietto, Ruffino, Sozzani.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Negli emendamenti precedenti abbiamo inteso cancellare una serie di concetti, sui quali teoricamente - a nostro avviso, ovviamente - la legge si basa: quello relativo all'adeguatezza, alla differenziazione e ai principi di sussidiarietà.
Ma se davvero vi è un aspetto, un inciso della lettera b) del comma 1 dell'articolo 1 che crediamo non possa riguardare quello che poi è individuato come oggetto della norma, questo è la "leale collaborazione tra gli Enti locali". Innanzitutto perché, come dicevo precedentemente, non si può prevedere una leale collaborazione tra soggetti che intanto non sono stati minimamente interpellati rispetto al DDL; in secondo luogo perché si tratta di soggetti che hanno manifestato e richiesto delle modifiche (peraltro di buonsenso) che non sono state accolte; in terzo luogo perch io credo che una leale collaborazione fra gli Enti locali non possa prevedere che esistano Comuni di "serie A" e Comuni di "serie B": come dicevo nella discussione generale, credo di non aver mai visto in questi anni di Consiglio regionale una norma che non riguardi tutti i 1.200 Comuni del Piemonte, ma che li riguardi tutti tranne uno.
Così come la stessa Costituzione dice che i cittadini sono tutti uguali davanti alla legge e come il nostro Statuto prevede che gli Enti locali abbiano un rapporto di collaborazione, o comunque siano trattati allo stesso modo dalla Regione Piemonte, è assolutamente evidente che questo valga anche per una norma che viene scritta. Per la verità, in quel momento l'accordo era fatto con un'Amministrazione comunale dello stesso colore politico, ma si è mantenuto anche successivamente. Un errore che è stato fatto nella precedente Amministrazione e mantenuto anche con questa non è due volte un errore, ma uno sbaglio che è stato compiuto quando il disegno di legge è stato discusso, quando è stato approvato in Giunta, quando è stato discusso in sede di Commissione e quando sono stati respinti gli emendamenti (presentati per esempio dal sottoscritto e da altri colleghi) che invece chiedevano che il Piemonte fosse tutto uguale e non ci fosse un singolo Comune che avesse meno doveri e più diritti rispetto agli altri.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Sozzani; ne ha facoltà.



SOZZANI Diego

Il mio intervento è pleonastico, lo faccio di default.
Completo il ragionamento che avevo fatto poco fa rispetto alla collaborazione tra gli Enti locali. Oltre a quanto dice il collega Vignale per cui entriamo in una disparità di trattamento che non ci sembra assolutamente corretto fra la Città metropolitana e il resto del Piemonte e lo ribadiremo più volte nell'ambito di quest'analisi testuale - è chiaro che la collaborazione tra gli Enti locali non ci convince, perché abbiamo esperienza in questo senso.
Lo vedete anche nell'ambito della fusione tra Comuni: molto spesso vi sono anche problemi di campanile - chiamiamoli in questo modo, per semplificare - per cui un Comune non vuole fondersi con l'altro per motivi storici. Non ci sono delle norme precise e applicabili in modo veloce congruo e omogeneo rispetto a tutta l'intera Regione. La legge n. 7, per la verità, con tutte le sue analisi, anche critiche, consentiva questo, salvo modifiche assolutamente banali che potevamo realizzare in tempi molto brevi. Anche a seguito della stessa approvazione della pianificazione dei rifiuti, quello sì era l'elemento con il quale dovevamo tenere ben presente, come barra, rispetto alla filosofia dell'ottenimento dello smaltimento corretto nella nostra regione.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Sozzani.
Emendamento rubricato n. 148) presentato da Vignale, Berutti, Graglia Pichetto Fratin, Porchietto, Ruffino, Sozzani.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Gli emendamenti precedenti erano certamente significativi, perch cercavano di dare coerenza alla posizione che abbiamo mantenuto in sede di discussione generale e prima in sede dei lavori di Commissione.
Quest'emendamento lo riteniamo particolarmente significativo, perch interviene rispetto alla disciplina dell'introduzione del tributo speciale per il deposito in discarica di rifiuti. Lo voglio dire, tanto lo ripeteremo in più di un'occasione, che è sufficiente leggere la norma perché si comprenda che non si tratta, come diceva il collega Bertola, di una fake news.
Il tributo speciale a chi viene applicato? Viene applicato per il deposito in discarica di rifiuti, nonché per lo smaltimento di rifiuti tal quali in impianti di incenerimento senza recupero di energia. L'impianto del Gerbido è un impianto che recupera energia e quindi non vede tassati la tonnellata di rifiuti che va nella discarica - scegliete voi quale - ma vede il tributo, di cui all'articolo 13, inserito. La tonnellata che va al termovalorizzatore non vede la stessa cosa.
Guardate, se noi avessimo una regione in cui fossero presenti cinque termovalorizzatori e quindi ci fosse anche una libera scelta fra le modalità di termovalorizzazione e recupero di energia da un lato e quelle invece, legate alla discarica dall'altro - ricordo, peraltro, che sono strumenti che, ai sensi anche della norma nazionale, non si possono più realizzare - e quindi in corso di conclusione ma, al tempo stesso precedentemente autorizzati, noi non porremmo questo problema. Noi lo poniamo per due motivi: uno perché, evidentemente, è una legge "ad aziendam", perché soltanto un'azienda all'interno della nostra Regione ne beneficia ma, soprattutto, è una legge che penalizza tutte quelle Amministrazioni comunali che, essendosi fatte carico di realizzare una discarica all'interno del loro Comune, hanno fatto una cosa indispensabile ma, al tempo stesso, l'amministratore locale che realizza la discarica in quel Comune, non diventa popolarissimo. I benefici che però ne traeva dalla presenza della discarica, erano benefici che, molto banalmente, venivano iscritti a bilancio e che, dal prossimo anno, non potranno più essere iscritti a bilancio, se non in qualche modo compensati dagli altri Comuni che, quindi, si faranno carico di intervenire nei confronti della perdita di quella singola Amministrazione, per una scelta che ha fatto la Regione.
In qualche modo vanno a subire doppiamente la scelta della Regione per i motivi che dicevo prima e perché dovranno far fronte, loro, con le loro risorse, cioè banalmente quelle dei cittadini piemontesi, all'attività di compensazione.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Sozzani; ne ha facoltà.



SOZZANI Diego

Relativamente a questo emendamento, sotto il profilo della tassa sul deposito in discarica, sappiano i colleghi dell'Aula che portare i rifiuti fuori Regione - per quanto riguarda la Provincia di Novara siamo lì, perch abbiamo alcune centri di smaltimento nella vicina Lombardia, in particolare nel Comune di Albanese, che confina con il primo Comune della Regione Piemonte - costa 20 euro a tonnellata.
Immettiamo un tributo speciale per il deposito rifiuti in discarica prima di una ridefinizione dello smaltimento complessivo dell'ambito della nostra Regione, andando ad incidere tout court, in modo retroattivo perché coloro che realizzano questo tipo di smaltimento non sapevano ovviamente di questa tipologia - e lo si applica subito.
Questo è l'elemento sul quale noi siamo estremamente contrari. Capisco che la legge n. 152, quindi la legge nazionale che sovrintende tutte le leggi regionali, prevede l'assoluta impossibilità di realizzare delle discariche; capisco se si voglia fare un'attività di questo genere per indurre i Consorzi a, quanto prima, chiudere le discariche esistenti e utilizzare impiantistiche che, peraltro, la Regione stessa, dovrà programmare, nell'ambito di questa incidenza di tipo regionale sulle scelte degli impianti di tipo complesso, su cui la Regione la sua la dirà evidentemente, perché non devono esserci sovrapposizioni.
Questo lo ritengo giusto, ma ciò diventa impossibile rispetto all'applicazione della norma.



PRESIDENTE

Ricordo a tutti che alle 14 vi sarà lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13.02)



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