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Dettaglio seduta n.274 del 28/11/17 - Legislatura n. X - Sedute dal 25 maggio 2014 al 25 maggio 2019

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Argomento:


MOTTA ANGELA



(I lavori iniziano alle ore 9.50 con l'esame del punto all'o.d.g. inerente a "Svolgimento interrogazioni e interpellanze")


Argomento: Distributori carburante

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 1761 presentata da Bono, inerente a "Attuazione del DM 11 settembre 2008 - Self-service distributori metano, comma 5 dell'allegato 1 e DM 31 marzo 2014"


PRESIDENTE

Buongiorno, colleghi.
Iniziamo i lavori del sindacato ispettivo proponendo l'esame dell'interrogazione indifferibile e urgente n. 1761 - peraltro l'unica oggi.
La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Ho inteso presentare quest'interrogazione su un tema molto sentito dai possessori di autovetture a metano, tra cui - lo dico senza timori - anche il sottoscritto, riguardante appunto la possibilità di avere dei distributori di metano self-service per autotrazione, quindi aperti anche negli orari di chiusura dei distributori stessi.
Oggi abbiamo una situazione molto complicata e difficile nel nostro Paese, fanalino di coda in Europa per quanto riguarda proprio la possibilità di rifornimento nell'orario notturno. Al di là dei pochi distributori di metano nei grandi impianti autostradali aperti anche in orari serali e, qualcuno (pochi), anche in orario notturno, chi si muove con un'autovettura a metano ha grandi difficoltà a fare rifornimento complice anche la scarsa autonomia di queste vetture derivante dalla logistica dell'installazione delle bombole a metano nel corpo vettura.
È evidente che si tratta di un grosso freno alla diffusione della vendita delle vetture alimentate con il combustibile fossile meno impattante di tutti, perché è noto che il metano è il carburante meno impattante, rispetto a GPL, benzina e gasolio, ovviamente in ordine di maggiore impatto ambientale.
Sappiamo che negli altri Paesi europei è cosa normale e diffusa avere la possibilità di fare rifornimento presso distributori self-service addirittura anche slegati dalla classica distribuzione di carburanti fossili e legati, invece, alla distribuzione del gas naturale, quello che utilizziamo tutti noi anche in casa per il riscaldamento e gli usi cucina.
Siamo andati a scartabellare nella documentazione nazionale, complice anche una puntata di un famoso format televisivo delle reti nazionali, e abbiamo scoperto che esistono due Decreti Ministeriali che autorizzano la presenza e diffusione di distributori self-service a metano, esattamente come negli altri Paesi d'Europa. Però c'è un però, come sempre, in Italia: si è messa di mezzo la burocrazia, in quanto il problema sostanziale della diffusione rispetto a questa distribuzione self-service è - ovviamente - la sicurezza.
Ma, così come esistono i distributori self-service di benzina e gasolio, non capiamo quali motivi di sicurezza in più occorrano rispetto a un rifornimento fatto dall'autista stesso, quindi non da un addetto alla pompa e alla distribuzione.
Il Decreto Ministeriale prevede che venga fatta - come requisito per l'autorizzazione - un'adeguata istruzione del proprietario del veicolo sulle modalità di rifornimento self-service e dei rischi connessi, nonch sulle avvertenze di limitazione, divieti e comportamento da tenere in caso di emergenza. Sostanzialmente, cioè, si dovrebbero fare dei corsi.
Ora (la esagero un po'), non so se dei corsi di formazione o comunque una spiegazione dell'adeguato funzionamento, con il rilascio di una tessera. Alcuni distributori in Trentino Alto Adige l'hanno fatto: si tratta dei primi distributori che rilasciano queste tessere ai soggetti che penso abbiano ricevuto un opuscolo informativo (non penso abbiano fatto realmente dei corsi di formazione ai singoli possessori di auto a metano).
Il problema è che - e vado a chiudere - ogni distributore potrebbe rilasciare una tessera diversa. Quindi è evidente che, o uno va sempre a fare rifornimento dallo stesso distributore, oppure potrebbe avere anche 50 tessere diverse, a seconda del distributore in cui va. Capite che questo francamente, è impossibile.
Chiediamo, pertanto, a che punto è l'applicazione del Decreto Ministeriale in Piemonte, se ci sono novità su questo, e se l'Assessora pu farsi parte diligente con il Presidente a livello di Conferenza Stato Regioni, per far sì che si abbia un'uniformità di interventi, cioè che si arrivi a un regolamento attuativo che dica come si può fare, in modo che tutti possano accedere a tutti i distributori di metano nazionali con un'unica modalità, per risolvere questa impasse solo italiana.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessora De Santis per la risposta.
DE SANTIS Giuseppina, Assessora al commercio Grazie, Presidente, e grazie, Consigliere Bono.
In effetti, il tema che lei solleva, Consigliere Bono, è legato non alla questione distributori di un tipo o di un altro, ma alle norme antincendio.
Leggo quello che mi hanno segnalato gli Uffici, ma il punto mi sembra abbastanza chiaro. Intanto, quello che abbiamo fatto noi: dal 2008, la Regione ha sancito per i nuovi impianti di distribuzione carburanti per autotrazione l'obbligo di dotarsi di almeno uno dei combustibili ecocompatibili, quali metano e GPL. Allo stato attuale, su 82 stazioni stradali e cinque autostradali di rifornimento di metano per autotrazione presenti sul territorio regionale (se le interessa, ho anche l'elenco di quali sono e dove sono), nessuna funziona in modalità self-service (quello che diceva lei), cioè senza la presenza di un addetto, perché, come stabilito nelle norme nazionali, viene ritenuto indispensabile, a fini di sicurezza, che tali rifornimenti siano presidiati.
Per cercare di limitare questa difficoltà, cioè il fatto che non ci siano impianti di distribuzione funzionanti in modalità self-service, dal 2009 la Regione ha previsto che l'attività di erogazione del metano non sia assoggettata ai limiti massimi di durata giornaliera e settimanale e che negli impianti multiprodotto possa protrarsi anche oltre l'orario di apertura.
Il tema dello sviluppo delle stazioni self-service non è, tuttavia, un tema che possa risolversi a livello regionale - nessuna Regione, per ora lo ha fatto autonomamente - ma deve essere affrontato a livello nazionale.
La questione del Trentino che lei pone, in realtà, è limitata al Comune di Bolzano, che ha potestà normativa anche sulle norme antincendio. Il problema è che le norme antincendio sono di livello nazionale e, fintanto che non viene modificata quella normativa, la questione dei distributori a metano self-service rimane bloccata.
Prossimamente porterò in Commissione (per l'espressione del parere) la delibera di Giunta regionale che fa propria la norma nazionale di recepimento della direttiva DAFI sui carburanti alternativi. In sostanza questa situazione non viene modificata: lì si conferma il fatto che quegli impianti possono rimanere aperti e non hanno, diciamo, vincoli di orario proprio per agevolare gli utenti; non è però prevista la modalità self service.
Grazie.



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la trattazione del sindacato ispettivo.



(Alle ore 9.59 il Presidente dichiara esaurita la trattazione del punto all'o.d.g. inerente a "Svolgimento interrogazioni e interpellanze")



(La seduta ha inizio alle ore 10.15)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAUS



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo Balocco, Chiamparino, Ferrari, Ferraris, Ottria Reschigna e Pentenero.
La seduta è sospesa.



(La seduta è sospesa alle ore 10.15)



PRESIDENTE

Abbiamo sospeso i lavori del Consiglio per dare spazio aD un'iniziativa di sensibilizzazione.
Il prossimo 3 dicembre si celebrerà la Giornata internazionale delle persone con disabilità 2017. La Giornata è un appuntamento che è stato istituito nel 1981, in occasione dell'Anno internazionale delle persone disabili, con lo scopo di promuovere una più diffusa e approfondita conoscenza sui temi della disabilità, sostenere la piena inclusione delle persone con disabilità in ogni ambito della vita e allontanare ogni forma di discriminazione e violenza.
Per l'occasione, su suggestione del Comitato per i diritti umani proietteremo adesso il video prodotto dal giornale online Fan Page, dal titolo "Le domande dei disabili ai cosiddetti normali".
Chiedo gentilmente un po' di silenzio; grazie.



(L'Aula assiste alla proiezione del filmato)



(La seduta riprende alle ore 10.22)



PRESIDENTE

La seduta riprende.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

"Chiusura del Pronto Soccorso del Presidio Oftalmico di Via Juvarra, 15, il relativo spostamento del medesimo in Via Cherasco e il progetto di riorganizzazione della rete oculistica torinese", richiesta convocazione straordinaria del Consiglio regionale presentata da Vignale, Batzella Benvenuto, Bertola, Bono, Gancia, Graglia, Pichetto Fratin, Porchietto Ravello e Ruffino (atti d'indirizzo collegati: n. 1279, n. 1280, n. 1281 n. 1282)


PRESIDENTE

È stata presentata una richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio regionale.
I sottoscritti Consiglieri, ai sensi dell'articolo 50 del Regolamento del Consiglio regionale, richiedono la convocazione straordinaria dello stesso al fine di trattare il tema afferente a "Chiusura del Pronto Soccorso del presidio Oftalmico di Via Juvarra, 15, il relativo spostamento del medesimo in Via Cherasco e il progetto di riorganizzazione della rete oculistica torinese", di cui al punto 2) all'o.d.g.
Il primo firmatario è Gian Luca Vignale. I colleghi richiedenti sono Claudia Porchietto, Davide Bono, Giorgio Bertola, Stefania Batzella Daniela Ruffino, Alessandro Benvenuto, Gianna Gancia, Gilberto Pichetto Fratin, Graglia Franco e Ravello Roberto.
Chi chiede di illustrare la richiesta del Consiglio straordinario? Ha chiesto di intervenire il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Non è la prima volta che il Consiglio regionale discute del trasferimento dell'Oftalmico. Tuttavia, mi permetto di fare una valutazione differente. In molte altre occasioni il Consiglio regionale, almeno una parte del Consiglio regionale, ha contestato, all'interno della delibera 1 600 e della delibera 1-924, relative al riordino della rete ospedaliera, il fatto che venisse cancellato il presidio di via Juvarra, prevedendone uno "spezzatino" in via Cherasco e al San Giovanni Bosco.
La contrarietà, com'è noto, è perché noi riteniamo che una struttura monodisciplinare sia un grande vantaggio per la nostra Regione. Se valesse il principio e il concetto che le strutture monodisciplinari sono superate come alcune volte è stato detto dalla Giunta regionale, allora sarebbero superati il Regina Margherita, il CTO e l'ospedale di Candiolo. È evidente che non è così, ce lo dice anche la scienza medica che chiunque svolga un numero significativo di interventi all'interno della stessa patologia, ha un riscontro in termini medici migliore rispetto ad altri. Infatti qualunque dato sia stato fornito da un punto di vista scientifico rispetto agli interventi che vengono svolti all'Ospedale Oftalmico, dimostra questo.
Non vi è solo questa contabilità più volte manifestata, ma vi è anche una contrarietà relativamente ai costi. Credo che, dalle ultime volte in cui abbiamo discusso di trasferimento dell'Ospedale Oftalmico, siano insorte delle novità.
La prima è che abbiamo appreso, ovviamente dagli organi di informazione e non dalla sede della IV Commissione, che una parte di attività ambulatoriale rimarrà all'interno del presidio di via Juvarra. Se questa è in qualche modo, una buona notizia o, almeno, una notizia meno peggiore delle altre, è semplicemente dovuta al fatto che chiunque si rechi fisicamente in via Cherasco e al Giovanni Bosco e altresì si rechi all'Ospedale Oftalmico, posto che qualcuno l'abbia fatto, si renderebbe conto che, anche solo da un punto di vista spaziale, è impossibile fare questo. È come dire che si vuole trasferire una famiglia di 12 persone in un bilocale e, vedendo il bilocale, ci si rende conto che è impossibile trasferire quella famiglia, per cui si dice che sei li lasciamo nella casa in cui abitano adesso e, degli altri sei, quattro li trasferiamo in via Cherasco, per continuare l'esempio, e due al San Giovanni Bosco. È solo una presa d'atto di un'impossibilità.
Vi è un altro aspetto significativo, ed è il motivo principale per cui noi abbiamo richiesto il Consiglio straordinario nella giornata di oggi. In più di un'occasione la Giunta regionale ha affermato, ancora quando è venuta poche settimane fa il Ministro Lorenzin in Piemonte, che il trasferimento dell'Oftalmico doveva avvenire entro il mese di dicembre.
Visto che al mese di dicembre non soltanto gli spazi sono quelli che dicevo precedentemente avendoli visitati, ma che il numero di personale medico che ha risposto al bando fatto dall'ASL Città della Salute di Torino non consente di garantire il benché minimo servizio all'interno del presidio di via Cherasco, la nostra preoccupazione è grande rispetto a ciò che pu avvenire.
Invito l'Assessore, che magari c'è stato, e il Presidente, che ha responsabilità primaria rispetto alla salute dei piemontese, come anche i colleghi, di recarsi nei locali di Via Cherasco 14.
Recatevi all'ospedale Oftalmico: guardate il numero di persone presenti all'interno dei locali di Via Juvarra e guardate il numero di persone che possono ospitare quelle poche stanze di Via Cherasco; comprenderete che è impossibile trasferire l'ospedale volendo garantire gli stessi servizi.
Il tema centrale è questo: o parliamo di una "chiusura mascherata", ed è quello che noi temiamo, ed è il motivo della richiesta di convocazione di una seduta straordinaria, oppure non parliamo d'altro. Perché è assolutamente impossibile pensare che 50.000 persone che utilizzano l'ospedale Oftalmico possano stare all'interno delle dieci stanze di Via Cherasco: è impossibile! È assolutamente impossibile! Non ci stanno! Non è una questione di presenza di medici: anche se oggi avessimo tutto il personale in Via Cherasco (personale medico e infermieristico anestesisti, OSS) non ci starebbero! C'è, inoltre, una questione di accesso: per accedere ai locali di Via Cherasco ci sono un numero significativo di gradini. Ma questo, ovviamente è l'aspetto minore. C'è, invece, un aspetto non minore che riguarda il rischio di infezione, perché Via Cherasco si trova all'interno di un gruppo di altre patologie che vengono seguite. Ma non è neanche questo il tema. Il tema è quello spaziale.
Per carità, un'Amministrazione può sbagliare. Chiunque abbia governato ha compiuto degli errori. Io credo, però, che sia compito di un'Amministrazione, nel momento in cui si rende conto di aver commesso uno sbaglio, non perseverare. È questo che noi chiediamo alla Giunta regionale ma, soprattutto, al Consiglio regionale: non perseveriamo in un errore, che è il più macroscopico errore che contiene la delibera 1-600.
Peraltro, alla delibera 1-600 sono già state apportate delle modifiche.
Il presidio di Lanzo, ad esempio, non è più un presidio ospedaliero, ma fortunatamente, grazie anche a un'attività del sottoscritto, di altri colleghi e dei Sindaci del territorio, continua a svolge la sua funzione di presidio ospedaliero.
Pongo un ulteriore esempio: la ex ASL 2 nella DGR 1-600 ha una struttura complessa di oculistica; altre sono state trasferite nella Città della Salute. È difficile pensare che quelle strutture complesse rimangano all'interno del presidio di Via Juvarra, che non necessita di un euro di nuovi interventi. Mentre necessita di risorse lo spostamento (alcune risorse sono già state spese, ne verranno spese molte altre). Tuttavia, al di là delle risorse, anche nel governo della macchina regionale pu accadere che si facciano buone scelte che costano più di quelle precedenti ma un maggior costo è giustificato da una migliore erogazione del servizio.
Qui non avviene così.
Sapete qual è il nostro timore? Che la scelta del trasferimento sia sbagliata, ma che non si voglia tornare indietro esclusivamente per una questione di pervicacia rispetto ad una scelta: cioè non si voglia ammettere di aver sbagliato. Questo sarebbe il dato peggiore, ma per i cittadini piemontesi, non per i Gruppi dell'opposizione, della maggioranza o quant'altro.
Recatevi in Via Cherasco e provate a immaginare 50.000 persone che passano all'interno di un pronto soccorso situato al pian terreno e poi vengono trasferite al secondo o al quarto piano, a seconda delle loro necessità. Perché non è un unicum: un pezzetto è al pian terreno, un pezzetto è al secondo piano, un altro pezzetto al quarto: crediate sia plausibile una simile gestione della sanità pubblica di un presidio che oggi vede 50.000 passaggi in pronto soccorso e più di 50.000 interventi ambulatoriali, non di natura chirurgica? A nostro avviso no, non è semplicemente accettabile.
Con pervicacia, ma con molto buonsenso, noi ci auguriamo che questa scelta sbagliata - semplicemente sbagliata - possa tornare indietro. Il motivo sarà anche ribadito nell'ordine del giorno che abbiamo presentato che illustreremo successivamente.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Giunta regionale.
Prego, Assessore Saitta; ne ha facoltà.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Ha ragione il collega Vignale quando afferma che ci siamo dedicati a questo tema in diverse occasioni, esprimendo opinioni spesso differenti.
Credo sia utile, però, per iniziare il dibattito, fare una breve ricostruzione della vicenda dell'Oftalmico.
Come il collega sa, avendo fatto parte della Giunta precedente, la chiusura dell'Oftalmico era stata una scelta compiuta dalla Giunta Cota.



(Commenti fuori microfono)



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

È così. È stata una scelta compiuta dalla Giunta precedente.



(Commenti provenienti dalla parte dell'emiciclo riservata al pubblico)



PRESIDENTE

Chiedo scusa, intervengo solo per la gestione dell'Aula.
Chiedo - e impongo - l'applicazione tassativa del Regolamento: l'Assessore e i colleghi che interverranno potranno dire tutto quello che riterranno opportuno, compatibilmente con l'atteggiamento consono del Consiglio. Nessuno interromperà nessuno, altrimenti sospenderò il Consiglio, e si dovrà poi riconvocare un'altra seduta straordinaria.
I signori che assistono ai lavori devono sapere che c'è un Regolamento che non si può applaudire e bisogna stare in silenzio e non si fanno fotografie.
Ve lo chiedo gentilmente, a titolo di cortesia. Grazie.
Prego, Assessore Saitta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Riprendo dicendo che la decisione sulla chiusura era stata assunta da chi ci ha preceduto. Nel momento in cui avevo iniziato ad affrontare questo tema sulla decisione assunta e presentata dalla Giunta precedente al Comitato di monitoraggio, in quanto in Piano di rientro, ci siamo dedicati a questo tema, evitando di compiere gli stessi errori commessi per il Valdese.
Per il Valdese è stata fatta una scelta di chiusura dall'oggi al domani, senza creare servizi alternativi. Questo era il timore che avevamo e abbiamo lavorato per evitare questo. Non per nulla, nella delibera n. 1 600 abbiamo previsto non la chiusura, ma la ricollocazione di alcune attività che prima non esistevano. Pertanto, abbiamo previsto la creazione di una struttura ospedaliero-oculistica all'interno del San Giovanni Bosco che non c'era; abbiamo previsto la creazione di una struttura oculistica alla Città della Salute, che non c'era.
Abbiamo sostanzialmente ricominciato a lavorare e abbiamo lavorato fissando nella delibera n. 1-600 delle modalità per poter garantire i servizi, trasferendoli in altre strutture ospedaliere.
L'altra scelta era quella di chiuderla, come è capitato per il Valdese ma questa non era l'impostazione della nostra Amministrazione. Cioè abbiamo colto l'occasione di una decisione assunta per fare una riflessione un po' più attenta. Certamente l'Ospedale Oftalmico ha ottimi risultati, in termini quantitativi e anche qualitativi, però anche per quanto riguarda questa attività abbiamo voluto fare una riflessione un po' più a rete.
In sostanza, a differenza del collega Vignale, ferma restando quella decisione che era stata assunta - e credo che il collega Vignale l'avrà fatta valere, a suo tempo, quando si parlava di ospedali monospecialistici o meno, ma credo con poco risultato - noi abbiamo in qualche maniera un'opinione diversa. Riteniamo che per l'attività oculistica sia utile e importante una collocazione in ospedali importanti, per poter garantire più sicurezza in caso di complicazioni. Sono opinioni diverse e le abbiamo espresse in diverse occasioni.
È chiaro che se c'è relazione tra attività oculistica, diabetologia e traumatologia, nel caso di complicazione c'è una struttura adeguata pronta ad intervenire.
Continuo a ripetere che l'attività oculistica viene fatta con questa modalità all'ospedale di Cuneo e viene fatta magnificamente. Cito Cuneo, ma potrei citare anche Novara.
In ogni caso, ferma restando quella scelta compiuta da chi ci ha preceduto, abbiamo fatto questo lavoro di redistribuzione dell'attività non in un posto qualunque, ma nei grandi ospedali torinesi: San Giovanni Bosco e Città della Salute.
Abbiamo anche colto questa occasione, ferma restando quella decisione presa in passato, per iniziare ad immaginare un riutilizzo immediato della struttura dell'Ospedale Oftalmico e abbiamo immaginato, deciso e dato indicazioni affinché quell'Ospedale, una volta liberato, potesse diventare uno dei punti forti di potenziamento dell'assistenza territoriale a Torino che oggi è scarsa, e per la quale stiamo cercando di rimediare a errori commessi nel passato.
Sulla base di questi impegni e con queste modalità - quindi, non la chiusura dell'Oftalmico, ma mantenimento dei servizi, trasferendoli - ci siamo presentati al Tavolo di monitoraggio romano con la delibera n. 1-600 e ci siamo impegnati a garantire la chiusura per uscire dal piano di rientro che, ricordo, la Commissione e il Comitato di monitoraggio continuano a monitorare per capire se gli impegni assunti (chiusura trasferimento e tutto quello che viene stabilito) vengono mantenuti.
Altrimenti, così come siamo usciti dal Piano di rientro, possiamo rientrarci nuovamente, perché vuol dire che abbiamo preso in giro chi ci controllava e questo mi sembra logico. Se qualcuno vuole assumersi questa responsabilità, può anche farlo o dirlo, ma è chiaro ed è noto che cosa significa, perché abbiamo visto per cinque anni che cosa significa Piano di rientro.
Non mi sfugge certo il confronto che c'è stato in passato e anche le posizioni, però devo dire che, rispetto al passato, c'è un elemento più forte che non è la chiusura ma il trasferimento (questa è la novità della nostra Giunta) in luoghi idonei. E non sfugge certamente a nessuno che qualora si dovesse assumere una decisione diversa, è chiaro che questo comporta dei problemi non secondari e non banali per quanto riguarda il rapporto col Governo. Penso all'uscita dal Piano di rientro.
Credo che in questa discussione - perché molto spesso nel dibattito politico lo dimentichiamo, anche quando le posizioni sono radicali - vale la pena e convenga anche rilevare come spesso l'Oftalmico è alla ribalta della cronaca per comportamenti di alcuni medici, per fortuna, che spesso spostano il confine tra attività pubblica e attività privata in funzione delle loro opinioni - posso dire così. E devo dire che non è un caso, non sono pochi casi.
Ricordo quando abbiamo iniziato a parlare del trasferimento. Allora, in Commissione disciplinare c'era il Direttore Soro - ho letto gli atti - poi il Giudice del lavoro, poi qualche mese di sospensione. A ogni modo, questo confine tra attività pubblica e privata non sempre.



(Commenti fuori microfono)



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

No, io so di.
No, no.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Non risponda ai colleghi e parli all'Aula, Assessore.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Ci sono state delle sospensioni, per comportamenti, eccetera.
Insomma, credo che questa frequenza, in qualche maniera, deve essere un elemento che ci possa aiutare anche a capire meglio i problemi e le questioni.
È chiaro che non è questo il tema centrale, ma in ogni caso credo che ci convenga, perché normalmente questo tema, a differenza di altri, in quest'Aula non viene mai rilevato, neppure quando viene emesso un provvedimento disciplinare, fermo restando che poi tutto deve essere giudicato; abbiamo avuto anche delle persone che sono state non soltanto totalmente assolte, ma hanno avuto provvedimenti disciplinari, però qualche provvedimento disciplinare è stato assunto.
C'è un tema che dovrebbe preoccupare noi che difendiamo, tutti quanti la sanità pubblica; questo è un tema che ci deve preoccupare e che questa frequenza avvenga all'Oftalmico è un elemento che ci deve preoccupare fortemente.
Venendo alla questione più specifica, il Direttore dell'Azienda sanitaria di Torino ha iniziato a lavorare su questo percorso delineato scritto nelle delibere, del trasferimento; è un percorso iniziato con le modalità che sono classiche della Pubblica Amministrazione; poi si possono esprimere opinioni e sarebbe forse più utile una legislazione diversa, ma ad ogni modo.
È iniziato il rapporto col sindacato, è iniziato il 25 maggio con la prima convocazione, poi altra riunione il 26 maggio, poi il 15 giugno e poi c'è stata la sospensione estiva, che è durata dal 15 giugno 2017 fino all'8 agosto, poi l'8 settembre, che si è conclusa, mi pare, il 22 settembre.
Avvisi pubblici, il personale, il trasferimento, eccetera. Quindi, le modalità classiche che fanno parte delle relazioni sindacali all'interno dalla Pubblica Amministrazione.
È stata anche definita la modalità dell'avviso pubblico, di cui abbiamo parlato anche in questa Sala; questo tema della prima scelta, della seconda scelta, il cambiamento successivo, la revoca e quant'altro. È chiaro che ha messo il Direttore dell'Azienda di Torino e anche della Città della Salute in una situazione di maggiore attenzione, per evitare di commettere qualche errore, perché su questo noi siamo stati molto chiari fin dall'inizio: il trasferimento deve avvenire senza creare problemi sui servizi. La semplifico così.
Quando si è determinata una situazione di difficoltà rispetto al percorso che abbiamo immaginato e che io stesso avevo annunciato non soltanto del trasferimento delle due strutture San Giovanni Bosco e Città della Salute, era stato anche immaginato il mantenimento di attività di tipo ambulatoriale anche nell'attuale Oftalmico.
È chiaro che quest'annuncio e questa decisione ha determinato un cambiamento di opinione da parte dei dipendenti che avevano compiuto una scelta; c'è stata una revoca, le questioni si sono complicate e devo dire che anche noi, come Regione Piemonte, abbiamo avuto forti preoccupazioni sui tempi e sulle modalità per il trasferimento.
I Direttori hanno assunto una convenzione in modo da utilizzare il personale dell'ASL Torino alla Città della Salute e questo, com'è noto, ha determinato forti reazioni di tipo sindacale e non soltanto sindacale. È certo che ci troviamo, forse per la prima volta nella Regione Piemonte, ad affrontare un tema di trasferimento di personale (trasferimento all'interno della stessa città, a poca distanza tra un ospedale e l'altro). Un tema complesso che, in base alle regole esistenti, è molto rigido, ma in ogni caso bisogna rispettare le norme. Non voglio esprimere opinioni e giudizi: le norme vanno rispettate.
Per questo motivo, abbiamo incontrato i due Direttori per una riflessione ulteriore sui tempi del trasferimento e, devo dire, su una maggiore precisazione del disegno complessivo.
Parto dal disegno complessivo che, in ogni caso, le scelte dei Direttori dovranno rispettare e che, sicuramente, rispetteranno. L'Ospedale Oftalmico, una volta liberato delle strutture, diventerà - anzi, non bisogna perdere tempo - nel momento in cui si trasferisce, alcune attività devono già entrare in funzione nella Casa della Salute. Nella Casa della Salute noi prevediamo - i Direttori hanno fatto un progetto, che condividiamo - il servizio di Cardiologia, la radiologia, la continuità assistenziale, consultori familiari e pediatrici, l'ambulatorio infermieristico, centro prelievi, farmacia territoriale, spazi per la medicina di gruppo, servizi di diabetologia, 20 posti letto di ospedale di comunità e 20 posti letto di CAP e Prevenzione Serena.
Questi sono gli elementi al di fuori dell'attività oculistica, poi abbiamo anche immaginato che alcune attività potrebbero - utilizzo il condizionale - restare in quella struttura (penso all'ortottica, il percorso per gli ipovedenti). Era stato anche immaginato un percorso di maculopatia e l'ambulatorio oculistico ad accesso diretto.
Devo dire che questa proposta l'abbiamo trovata interessante. Ad accesso diretto mi sembra sia una modalità che era già stata utilizzata in altre strutture e in altre situazioni, con un grande vantaggio per i pazienti.
Una volta deliberato, sarà una Casa dalla Salute che avrà queste attività e tutte quelle attività che, man mano che si andrà avanti, si riterrà utile collocare all'interno dalla Casa della Salute.
Questo è il futuro della struttura. Quei posti letto, quindi, saranno utilizzati per dare una risposta - anche una risposta - a questioni che molto spesso discutiamo dopo la fase acuta.
Capiterà prossimamente anche al Valdese e il Direttore sta già preparando il piano.
Abbiamo colto questa occasione per dare l'avvio all'assistenza territoriale in tutte le sue articolazioni, anche all'interno di una struttura importante e in buono stato, qual è quello dell'Ospedale Oftalmico.
Si dirà: questa operazione del trasferimento ha un costo? Il collega Vignale diceva una cosa condivisibile: se uno fa le cose bene, può anche esserci un costo maggiore.
Qui si tratta di utilizzare il meglio delle strutture esistenti e di liberare spazi che consentono di fare un'attività in più. Semplifico così.
In ogni caso, in termini di saldo, al di là delle questioni economiche aumentano le attività e, soprattutto, si aggiungono attività nuove che prima, nella Città di Torino, non esistevano.
In termini puntuali, per quanto riguarda le modalità del trasferimento gli atti che sono stati compiuti comportano che il presidio ospedaliero oftalmico viene trasformato in presidio territoriale.
È stata individuata una struttura complessa di oculistica a direzione universitaria presso l'Azienda Città della Salute e della Scienza, e una struttura complessa a direzione ospedaliera presso il San Giovanni Bosco.
Per il San Giovanni Bosco è stata fatta la procedura ed è stato individuato il primario.
Per quanto riguarda la Città della Salute, è stato individuato universitario, anche il primario. Il progetto complessivo - ci ritorno - di riorganizzare l'offerta, parte da alcuni presupposti: un'offerta a rete diffusa, evitando la concentrazione, anziché in un unico presidio; la garanzia di presenza di offerta oculistica nei due maggiori presidi ospedalieri dall'area torinese attualmente sprovvisti (non so se sono tanti gli ospedali, anche importati, sprovvisti di un reparto di oculistica) integrati fra di loro, fortemente integrati tra di loro; garanzia di assistenza generale ai pazienti trattati per problemi oculistici; aumento dell'offerta sia in termini quantitativi sia in termini qualitativi.
Nel tempo, per motivi diversi, anche per il cosiddetto piano di rientro, gli oculisti che lavoravano, che mi pare fossero 36 o 37, sono diventati 27. Qui c'è un impegno, cogliendo questa occasione, di un maggior numero (e i Direttori hanno già fatto le procedure concorsuali per poter assumere nuovi oculisti), per aumentare l'offerta, perché il tema delle liste d'attesa è un tema che conosciamo perfettamente.
Si coglie questa occasione, quindi, per creare la rete, ma anche per potenziare i servizi.
Aggiungo ancora qualcosa per quanto riguarda le caratteristiche che avrà il pronto soccorso alla Città della Salute: pronto soccorso come centro forte di riferimento regionale. Gli interventi di chirurgia complessa e, in particolare, vitrectomie, interventi sulla retina traumatologia e trapianti di cornea, saranno distribuiti sui tre presidi con possibilità di integrazione e di supporto reciproco, attraverso il trasferimento dei pazienti, ecc., e quindi anche delle risorse umane per poterlo fare.
In questa logica entra in gioco, nella rete, anche l'ospedale Maria Vittoria, che ha il reparto oculistico, con una specializzazione e un'attenzione più dedicata all'attività pediatrica, che entrerà nella rete per indirizzare meglio i pazienti e aumentare complessivamente l'offerta.
I Direttori hanno immaginato, com'è stato anche annunciato - e io qui lo confermo, tenendo conto dei problemi che prima ho indicato e che hanno creato qualche preoccupazione, non solo alla Giunta, ma a molti Consiglieri giustamente - un trasferimento graduale per ridurre al minimo i disagi. Si inizia con un trasferimento parziale, il 18 dicembre, mentre ulteriori trasferimenti, con l'obiettivo di garantire sempre il mantenimento dell'attività e di non creare disagio, avverranno nei mesi di gennaio febbraio e marzo 2018, per arrivare nel mese di aprile con il trasferimento completo, con le indicazioni che davo prima.
La Città della Salute, quindi, avrà attività ambulatoriale, interventi di chirurgia minore (cataratta) e chirurgia maggiore in elezione, degenza ordinaria a supporto degli interventi chirurgici di maggiore elezione.
Torino, San Giovanni Bosco, avrà funzione di pronto soccorso, interventi di chirurgia maggiore di elezione e di urgenza, insomma le questioni che sono state citate.
Pertanto, è stato immaginato, da parte dei Direttori, un percorso più graduale, che condividiamo e che permetterà di riaprire, anche in merito alle organizzazioni sindacali che hanno chiesto un punto preciso (mi sembra logico) rispetto ai cambiamenti avvenuti, un confronto che credo avverrà immediatamente.
È stato richiesto e avverrà immediatamente, perché immagino che questa precisazione e questa diversa graduazione del trasferimento con tali finalità comporterà, per forza di cose, anche la revoca della convenzione in merito al trasferimento del personale. Questo avverrà utilizzando le prime disponibilità che sono già avvenute attraverso le scelte presentate che consentirebbero di applicare quella gradualità che è stata indicata anche se per brevi cenni.
In sostanza, al prossimo tavolo di monitoraggio (ricordo che siamo sempre chiamati a Roma su tutto, anche sulle altre decisioni che abbiamo assunto) ci presenteremo con questo piano, con una gradualità. È importante che venga data questa indicazione, non soltanto cartacea, ma concreta riguardo al fatto che il trasferimento avviene e che c'è un disegno complessivo, che non solo siamo in grado di sostenere, ma che ha una sua logica di potenziamento dell'offerta nella Città di Torino.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Ho ascoltato con grande, grande attenzione l'Assessore Saitta e devo dire che è molto bravo. L'Assessore Saitta è molto bravo a cercare di trasformare quello che è un disastro annunciato in ambito sanitario da parte della Giunta Chiamparino, in un potenziamento della rete sanitaria cittadina.
Complimenti! A parole, complimenti, però, purtroppo, più che le parole nei prossimi mesi parleranno i fatti. E i fatti diranno quello che proviamo a dire - inascoltati - e a chiedere - inascoltati - da mesi, se non da anni: che lo smembramento dell'ospedale Oftalmico sarà la fine dell'eccellenza dell'oculistica e dell'oftalmologia nella nostra città e nella nostra regione.
E la precisa responsabilità sarà di questa Giunta e di questa maggioranza, quindi sua, Assessore Saitta, e sua, Presidente Chiamparino in particolar modo, come riferimenti.
Già il titolo del documento è bellissimo: "Protocollo di conversione con gradualità, per ridurre al minimo i disagi per l'utenza e per gli operatori".
Non capiamo se è un tentativo di fare marcia indietro rispetto a scelte scellerate (ripeto: rispetto a scelte scellerate), portate avanti senza un minimo fondamento scientifico.
Mi chiedo, però, se questo tentativo di marcia indietro avviene perch avete capito che state facendo un errore madornale, e mi rivolgo soprattutto alla maggioranza, che in queste ultime settimane ha dato segnali di vita. Una maggioranza che per anni sembrava un po' addormentata se non quasi morta, forse si sta svegliando.
Il tema, però, è: vi state svegliando, ma perché? Cosa succede a inizio 2018? Forse succede qualcosa di importante, a inizio 2018. Non so se qualche collega, o qualche giornalista, mi può aiutare: ci sono forse le elezioni politiche? Ci sono forse le elezioni politiche, e quindi qualche autorevole collega dell'Aula magari ha fatto qualche interessante valutazione sul suo futuro politico e sulla sua possibilità di candidarsi nei collegi della Camera o del Senato. Magari, dopo due o tre mandati in Consiglio regionale uno ha anche un po' voglia di cambiare aria, no? L'aria, dopo un po', sempre nello stesso posto è stantia, quindi c'è questa voglia di cambiare e c'è questa voglia, finalmente, di contrapporsi alle scelte monocratiche - mi si passi il termine - anche un po' dittatoriali dell'Assessore Saitta, che, in questi anni, si è celato dietro il paravento del livello nazionale.
Guardate, Assessore Saitta e Presidente Chiamparino, quel paravento oramai è caduto. È caduto, ma è caduto per due motivi: primo, perché a marzo è finito il Piano di rientro, quindi non siamo più nel Piano di rientro. Secondo, perché - lo ripeto ancora volta - la Lorenzin è ancora Ministra, ma è Ministra ancora per poco.
Non voglio portare sfortuna e fare previsioni fassiniane, però noi ci auguriamo che il prossimo Governo, qualunque colore abbia, a livello nazionale, non abbia più la Ministra Lorenzin, perché (non si parla male degli assenti, quindi cercherò di non parlarne troppo male) ha portato avanti delle scelte assolutamente incomprensibili. Potremmo narrare decine di gaffe anche comunicative, di scelte veramente insensate, di posizionamenti politico-elettorali anche su questa città.
L'ultima è, francamente, non dico la peggiore, perché ce ne sono state di peggio, ma la più incomprensibile e fastidiosa. E non so se è stato più l'Assessore Saitta a tirare la Ministra o la Lorenzin a tirare l'Assessore Saitta. Forse non lo sapremo mai, ma chiamare la Ministra Lorenzin a Torino, tra l'altro a ricevere un premio dalla dottoressa Siliquini (non andiamo nei dettagli di queste scelte diciamo politico-elettorali), e a dire: "L'Oftalmico non si deve toccare, non si può tornare indietro perch se si torna indietro, crolla tutta la sanità piemontese".
Ma di cosa stiamo parlando? Assessore Saitta, se lei è l'Assessore di questa Regione e sa il lavoro che tutta la Regione ha fatto - i suoi Uffici e anche lei, comunque, anche se non condividiamo le sue scelte, ha fatto un forte lavoro in questi anni - dovrebbe dire a un Ministro, poiché i rapporti col Governo sono rapporti politici (sono istituzionali, ma sono anche rapporti politici): "Ministra Lorenzin, cosa diavolo sta dicendo?".
Sono cavolate, e lei deve tutelare la nostra sanità.
No, Presidente Chiamparino, non è che, se l'Oftalmico rimane lì scoppiano i conti della sanità regionale. Lo sa benissimo meglio di me qual è l'Azienda sanitaria regionale che, purtroppo, ha i peggiori conti: la Città della Salute. E noi andiamo a chiudere un Ospedale che è in attivo e lo andiamo a mettere dentro l'Azienda peggiore della nostra regione! Francamente, dal punto di vista dei conti, mi sembra una scelta assurda.
Assurda! Questo alla Lorenzin andrebbe spiegato, perché penso che, se glielo spieghiamo, anche lei possa capirlo e possa quindi non prendere posizioni politiche: lei deve prendere posizioni da Ministra, deve prendere posizioni tecniche e dire che, se l'Oftalmico rimane così com'è, non succede nulla a livello regionale dei conti, semmai migliorano le prestazioni.
Ora vorrei ritornare al tema della divisione, Assessore. Adesso la divisione è praticamente in tre; ha citato anche il Maria Vittoria, poi non si capisce dove dovrebbe essere il pronto soccorso: ha detto Giovanni Bosco, ma in realtà è alle Molinette. Avrà modo ovviamente di ribattere però la divisione in tre vuol dire un'ulteriore complicazione. Ebbene, da qui alle elezioni politiche - non dico marzo, ma da qui alle elezioni politiche - ci può spiegare cosa succederà? Perché francamente sappiamo che il personale non si vuole spostare, quindi anche questo è un segnale di fallimento della sua scelta.
Se il personale non si vuole spostare e sapere che dovete ricorrere all'assunzione a tempo determinato - ho letto così sui giornali, poi non so se mi può smentire: assunzione a tempo determinato di personale dirigente e medico - che cosa vuol dire? Che li assumete fino alle elezioni politiche a marzo? Poi, finite le elezioni politiche, spostiamo l'Oftalmico licenziamo il personale dirigente e medico e prendiamo quelli che rimangono dell'Oftalmico.
Poi, dal punto di vista degli utenti, ci sarà tutta una serie di interventi che vengono fatti l'Oftalmico - che continuano a essere fatti all'Oftalmico, noi ne siamo contenti, ne siamo lieti - ma a questo punto se un intervento di cataratta viene fatto all'Oftalmico, nel caso in cui dovessero esserci delle complicanze, cosa facciamo? Spostiamo la persona dove si è spostato il pronto soccorso? C'è una situazione di stallo in questi mesi; capisco l'imbarazzo della maggioranza e - ripeto - sono contento che finalmente batta un colpo, dia un segnale di vita e ci aiuti in questa battaglia semplicemente a tutela della sanità piemontese, però bisogna spiegarci bene, perché dovreste spiegarmi dove e come pensiamo di gestirli 53.000 passaggi che si dovrebbero aggiungere ai 190.000 della Città della Salute. Dove e come pensiamo di gestirli? Guardate, io non ero favorevole neanche alla scelta del vecchio Piano Socio Sanitario regionale, perché penso che, fino a prove scientifiche diverse, gli ospedali monospecialistici, se funzionano bene, sono eccellenze, vanno bene così e possono andare avanti così: abbiamo esempi in tutto il mondo, il più citato è quello di Losanna.
Rispetto all'ultimo Piano Socio Sanitario regionale approvato nella scorsa legislatura, si diceva: l'Oftalmico chiude e si sposta quando e se avremo la nuova Città della Salute. Non ero particolarmente d'accordo, per mi sembrava una scelta ragionevole, nel senso che si potrebbe dire: alle Molinette serve un servizio di oculistica e oftalmologia? Sì, perché il principale ospedale della regione, nonostante sia anche quello più indebitato, non può non avere un servizio di oculistica e oftalmologia, ma un servizio, non c'è bisogno di trasferire tutto un ospedale, con pronto soccorso, con interventi, con la chirurgia, eccetera ecc., perché questi trasferimenti sono sempre un problema.
L'abbiamo visto col Valdese; ovviamente è una polemica politica tra parti, l'Assessore Saitta ha attaccato il centrodestra e probabilmente ha ragione: è stato fatto malissimo. In ogni caso, però, tutti i trasferimenti creano problemi, non esistono trasferimenti e chiusure senza problematiche a maggior ragione se si divide in due una realtà che funzionava bene insieme.
Abbiamo parlato per mesi e per anni di ospedali rete, di rete sanitaria ospedaliera: non capisco perché l'Ospedale Oftalmico non possa essere considerato un nodo della rete. Avete abusato di questa definizione informatica, di web, di nodi della rete, di hub, di spoke: l'Oftalmico è un nodo dalla rete, lavora in rete con gli altri. Poi va bene avere un servizio di oftalmologia alle Molinette, va bene avere un servizio di oftalmologia al San Giovanni Bosco, ma il nodo, il cardine della sanità anche per quanto riguarda il riferimento di quartiere (perch quell'ospedale è un riferimento di quartiere), deve rimanere aperto.
Quindi noi chiediamo sostanzialmente (ne parleremo dopo, nella discussione degli ordini del giorno) che si faccia veramente un ragionamento serio, attento. Noi siamo anche disponibili a sospendere la polemica politica per un momento, nell'attesa di prendere una decisione insieme; facciamo pure questo gesto di responsabilità, perché capisco che se le opposizioni attaccano pesantemente dal punto di vista politico, poi diventa più difficile fare delle scelte.
Noi siamo disponibili, responsabilmente, a fare un attimo di sospensione della polemica politica, se però prendiamo insieme una decisione che dia delle certezze agli operatori e agli utenti, cioè che non sia una marcia indietro, ma sia un segnale forte alla Lorenzin, a cui spieghiamo - a lei e agli Uffici del Ministero - cosa intendiamo fare sull'Oftalmico e come vogliamo farlo funzionare. Si può fare, però dobbiamo veramente avere la capacità di riconoscere - ha ragione il collega Vignale che ogni tanto si sbaglia in politica; sbagliamo anche noi dei 5 Stelle sbaglia il Partito Democratico, sbaglia il centrodestra. Si sbaglia, per l'importante è saper riconoscere gli errori e tornare indietro.
Grazie.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi dell'Istituto Comprensivo Statale "Buttigliera Alta - Rosta" (TO)


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti della classe III D dell'Istituto Comprensivo Statale "Buttigliera Alta - Rosta", in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

"Chiusura del Pronto Soccorso del Presidio Oftalmico di Via Juvarra, 15, il relativo spostamento del medesimo in Via Cherasco e il progetto di riorganizzazione della rete oculistica torinese", richiesta convocazione straordinaria del Consiglio regionale presentata da Vignale, Batzella Benvenuto, Bertola, Bono, Gancia, Graglia, Pichetto Fratin, Porchietto Ravello e Ruffino (atti d'indirizzo collegati: n. 1279, n. 1280, n. 1281 n. 1282) (seguito)


PRESIDENTE

Ritorniamo al dibattito sulle comunicazioni rese dall'Assessore Saitta.
La parola alla Consigliera Batzella.



BATZELLA Stefania

Grazie, Presidente.
Ho ascoltato con molta attenzione le parole dell'Assessore Saitta e devo dire, Assessore, che le sue parole sono paradossali quando afferma anzi, conferma - gli ottimi risultati, sia qualitativi che quantitativi dell'Ospedale Oftalmico di Torino. Però, nonostante i risultati qualitativi e quantitativi, gran parte delle attività verranno trasferite: una parte all'Ospedale San Giovanni Bosco e l'altra parte in Via Cherasco, nel vecchio Ospedale dermatologico San Lazzaro, presso il complesso delle Molinette. Quindi la situazione è un po' paradossale: si riconoscono le qualità del presidio però, nonostante le qualità, dobbiamo trasferire le attività.
Assessore, forse lei non ha avuto dialogo e confronto con gli operatori dalla sanità e sicuramente non ha potuto interloquire con tutti quei medici, infermieri e professionisti che ogni giorno lavorano all'interno di un ospedale di alta qualità: una vera e propria eccellenza, non solo piemontese, ma italiana e anche di livello internazionale. Non so se lei abbia potuto parlare e confrontarsi con gli operatori e spero che lei si sia recato personalmente - in questo caso mi vengono anche dei dubbi - a visitare i nuovi locali in Via Cherasco e al San Giovanni Bosco, perché un po' di dubbi mi sorgono. E, a proposito dei locali di Via Cherasco, io devo dirle, Assessore, che mercoledì scorso mi ci sono recata e ho effettuato un sopralluogo.
Nel corso di questa visita, emergono già delle incongruenze quando si arriva in Via Cherasco n. 23, che sarebbe l'ingresso principale che poi porta al pronto soccorso. Tra l'altro, questo Consiglio e questa Regione hanno portato avanti delle battaglie molto importanti per l'abbattimento delle barriere architettoniche, ma si arriva in quella struttura e la prima cosa che mi colpisce, Assessore, sono proprio le barriere architettoniche.
E le dirò di più: l'ingresso per i disabili è in Via Cherasco n. 21 ed è limitato fino alle ore 14. Dopodiché, dopo le ore 14, bisogna recarsi al n.
23 e suonare il campanello: c'è un cartello dove c'è scritto - quindi tutti quanti potete andare a visionare e a leggere - che dopo le ore 14 bisogna suonare il campanello. Ho chiesto al medico, un responsabile della Direzione aziendale che mi accompagnava durante il sopralluogo, ponendo la domanda: "Scusi, Dottore, dopo le ore 14 il disabile - o il diversamente abile, o semplicemente una donna con un passeggino - come fa ad entrare?".
Il medico mi ha risposto, dicendo: "La persona suona e verrà poi accompagnata in fondo alla strada, dove c'è un cancello; si entra all'interno di un cortile e da quel cortile si fa poi tutto un giro interno, fino ad arrivare al pronto soccorso".
Assessore, le faccio presente quest'aspetto, come peraltro ho già fatto. Avendo una grande sensibilità - e ricordo che, prima che iniziasse il Consiglio, abbiamo appena visto un video molto importante di sensibilizzazione, che ricorda appunto i diritti dei diversamente abili colgo quindi l'occasione per porre alla sua attenzione questa problematica.
Dopodiché, arriviamo alla struttura. Dall'inizio dell'anno ci sono stati dei cantieri - in particolare due - che hanno interessato i reparti del Dermatologico che, a causa di un incendio avvenuto anni addietro, erano da tempo inutilizzati.
Al piano terra troviamo il pronto soccorso: ci sono una sala d'aspetto due ambulatori (tra l'altro piccoli e molto bui) e poi una stanzetta di triage dove si recheranno i pazienti che, andando in pronto soccorso faranno prima il triage in seguito al quale verrà loro assegnato il codice in base all'urgenza; e poi ci sono dei servizi. Al primo piano abbiamo il day surgery, composto da sei stanze per un totale di 12-14 posti letto e otto poltrone. Tra l'altro, in quel primo piano, non c'è una sala per fare dei piccoli interventi, ma ci sarà ed è prevista una sala operatoria per interventi di chirurgia minore al primo piano del lato opposto, adiacente alla palazzina. Diciamo quindi che l'ubicazione non è molto comoda.
Dopodiché passiamo al secondo piano, dove abbiamo gli ambulatori, più il day hospital (c'è una camera dedicata al day hospital). Al terzo piano c'è un reparto di oncologia, quindi saltiamo il terzo piano. Arriviamo al quarto piano, dove ci sono le sale operatorie e dove è prevista una sala operatoria dedicata agli interventi di chirurgia maggiore di oculistica in elezione.
Ho posto il problema delle probabili criticità al Dirigente che mi accompagnava, perché tutti sappiamo che la chirurgia dell'occhio è una chirurgia molto particolare, le cui attività vanno svolte in maniera il più possibile asettica. Sinceramente, a fronte del fatto di dover entrare in un ambiente dove ci sono tre sale operatorie dedicate a interventi di chirurgia maggiore di oncologia e poi una sala dedicata alla chirurgia maggiore dell'occhio, ho posto il problema delle infezioni nosocomiali, che sappiamo benissimo essere molto frequenti e, per le patologie dell'occhio avere una forte incidenza se non si lavora in maniera asettica.
Ecco, tra l'altro gli orari vanno dalle 8 alle 20; oppure, mi diceva il dirigente, dalle 8 alle 19. E si è in attesa di strumentazioni.
Le date indicate inizialmente erano quella del 4 dicembre per l'apertura degli ambulatori e quella dell'11 dicembre per l'apertura del pronto soccorso e di tutto il resto. Però, il medico della Direzione sanitaria mi dice che per l'11, secondo quanto è stabilito, dal punto di vista edile, i locali dovrebbero essere pronti, ma non sapevano nemmeno loro quando, in realtà, sarebbero state trasferite le attività.
Arriviamo al dunque, Assessore. È emerso il caos, se così si pu chiamare, il problema del personale. A oggi non ci sono le condizioni per trasferire i servizi perché non abbiamo personale medico sufficiente, non abbiamo personale infermieristico sufficiente e, tantomeno, operatori socio sanitari. Le ricordo, Assessore, che non c'è solo il pronto soccorso, ma ci sono i reparti, gli ambulatori, i day hospital, i day surgery e le attività di sala operatoria. Abbiamo bisogno di almeno 12 medici che ruotino al giorno per poter veramente dare assistenza e garantire i servizi che vengono garantiti dall'Ospedale Oftalmico.
Lei sa benissimo, Assessore, che tante volte è stato interrogato, anche dalla sottoscritta, per avere maggiori informazioni, ma non abbiamo mai ricevuto delle risposte decisive. Siamo sempre venuti a conoscenza delle notizie tramite i giornali. Prima sono informati i giornalisti, dopo i Consiglieri regionali. L'ultima interrogazione che ho presentato all'Assessore corrisponde a due settimane fa, ma lei non era presente e ha risposto la sua collega.
La domanda specifica che ho rivolto all'Assessore erano quali saranno i costi del trasferimento di tutte le attività dall'Ospedale Oftalmico verso il San Giovanni Bosco e verso la Città della Salute e della Scienza. Quali saranno i costi delle attrezzature? Mi risulta che siano state comprate delle apparecchiature nuove che, tra l'altro, arriveranno verso il mese di febbraio o marzo. Ho sempre chiesto anche i costi del personale che, come ben sappiamo tutti, è molto ridotto. Lei non ha mai dato delle risposte, ha fatto la sua relazione, ha parlato di tante cose, ma non ha parlato di costi. Eppure è importante sapere quali saranno i costi di cui non ne siamo a conoscenza.
Quanti soldi sono stati spesi per la ristrutturazione dei locali in via Cherasco che erano stati distrutti da un incendio e che sono stati completamente ricostruiti? È stato fatto l'impianto di aerazione l'impianto elettrico e l'impianto idraulico; è stato fatto tutto, perch l'ho visionato con i miei occhi. Tutto ciò ha comportato dei costi e delle spese che gravano sul bilancio regionale e sulle tasche dei cittadini.
Ricordiamoci che noi stiamo buttando via dei soldi, perché abbiamo ristrutturato dei locali. Quella struttura è vecchia e obsoleta e sarà destinata ad essere comunque abbattuta. Non è possibile.
Non le dico, Assessore, lo stato d'animo che c'è negli altri reparti.
Avete ristrutturato tre reparti nuovi, ma tutti gli altri hanno i muri con le crepe, crollano quasi i soffitti. Ci sono veramente degli immobili in condizioni pietose, ma noi andiamo a spendere dei soldi per portare parte delle attività di un ospedale che ha sempre funzionato benissimo.
Tra l'altro, Assessore, ieri mattina ho preso nota che al pronto soccorso dell'Oftalmico c'erano 110 persone in attesa di essere visitate.
Nel pomeriggio ce n'erano 74, domenica quasi un centinaio. C'era anche una famiglia che proveniva da Bari, dalla Puglia, perché una figlia doveva subire un intervento per gravi problemi di distacco di retina. Ripeto dalla Puglia si sono recati all'Ospedale Oftalmico che noi vogliamo chiudere e trasferire.
Capisce, Assessore, che non possiamo sprecare dei soldi. Ascoltate quello che chiedono i cittadini: ci sono 90.000 firme, 90.000 cittadini che chiedono che vengano mantenute le attività in quella struttura. Vi chiedo di fare un passo indietro, vi chiedo di riflettere e di ascoltare le istanze dei cittadini e dei sanitari.
Ribadisco, a nome del Movimento Libero e Indipendente che è costituito dalla sottoscritta, la mia contrarietà alla chiusura del pronto soccorso e allo spezzatino che voi state mettendo in atto.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera.
Ha chiesto di intervenire la Vicepresidente Ruffino, in qualità di Consigliera; ne ha facoltà.



RUFFINO Daniela

Grazie, Presidente.
Ho ascoltato con attenzione l'intervento dell'Assessore Saitta e allora svolgo alcune considerazioni. Intanto non mi è stato chiaro, dal breve intervento che l'Assessore ieri sera ha fatto all'Unione Industriale e neppure da quello fatto questa mattina in Aula, come s'intende far fronte all'emergenza che deriverebbe dallo smantellamento di un ospedale che, dati alla mano, accoglie e supporta un numero così alto di pazienti.
Riflettiamo veramente su questi numeri. Nel 2014: 53.000 passaggi in pronto soccorso. Sono un numero importantissimo. L'altro aspetto importante, da rimarcare, sono i 44 minuti medi come tempo di attesa e di accesso diretto. Credo che questi siano tempi veramente difficili da mantenere se si pensa a una diversa collocazione.
L'Assessore ha parlato di ambulatori. Nel 2014, 28 ambulatori specialistici hanno prodotto 61.000 eventi-prestazioni. Noi avremo pazienti che gireranno per Torino alla ricerca del loro ambulatorio, magari pagandosi anche la zona blu e con qualche difficoltà di trasporto.
Abbiamo un andamento dell'attività di ricovero e dell'attività chirurgica che registra dei numeri importanti. Li ribadisco: 1.579 ricoveri per 6.280 giornate di degenza, ma anche 14.364 interventi chirurgici e questi interventi sono in aumento. Potrebbero già bastare questi pochi, ma significativi, dati. Utilizzo poco questo termine per evidenziare la scelleratezza politica di questa decisione.
Le problematiche, però, come ho evidenziato, non riguardano solo gli aspetti prettamente quantitativi e logistici: come ho detto prima, lo smistamento degli ospedali è sicuramente complicato. Però lo è altrettanto l'eccellenza della risposta terapeutica, medica e chirurgica alle patologie oftalmiche, rivolta non soltanto alla salvaguardia di una funzione visiva ottimale, ma anche alla prevenzione della cecità, è importante. E sino ad oggi l'Oftalmico ha dato risultati importanti.
Questo risultato può essere raggiunto solo in un ospedale pubblico specialistico, rivolto a un grande bacino di utenza. Questo permette di avere una massa critica basata sul numero e anche sulla qualità delle prestazioni eseguite, grazie anche - permettetemi di dirlo con grande orgoglio, visto che in Aula sono presenti dei medici - all'elevata preparazione del personale (oculisti, anestesisti e infermieri) e alle tecnologie all'avanguardia acquisite nel tempo.
Sappiamo come la patologia oftalmica presenti insidie peculiari che impediscono una gestione ottimale da parte dei medici non oculisti.
Sappiamo anche che la competenza non si può improvvisare; né si pu pretendere di trattare gli specialisti come delle "macchine" da spostare a piacimento, sempre per il dato che ho detto prima, ossia perch all'Oftalmico arrivano ogni anno 55.000 pazienti.
Però possiamo immaginare la variegata complessità di patologie che è presente in questa grande casistica, che comprende pazienti di ogni età razza e anche di ogni possibilità economica.
Gli operatori dell'ospedale (oculisti, anestesisti, infermieri, medici di laboratorio e radiologi) sostengono una quantità di lavoro non comune (ogni tanto, magari, hanno anche il vizio di "esprimersi", e questo talvolta, può non piacere). Mi chiedo, quindi, come sia possibile che gli ospedali polispecialistici, che dovrebbero prendere in consegna questi pazienti, se ne possano occupare con lo stesso grado di efficienza.
Certamente, l'obiettivo primario della sanità piemontese dovrebbe essere quello di assicurare una diagnosi e una terapia efficace, con competenze professionali ed elevatissima eccellenza, oltre che una tecnologia innovativa. Grazie a questi elementi, i casi più complessi possono essere affrontati anche in regime di gestione ordinaria. Però negli ospedali polispecialistici, anche laddove sia presente un piccolo reparto di oculistica, i pochi oculisti disponibili non possono in alcun modo supportare turni di pronto soccorso h 24, dovendosi limitare ad una reperibilità (questo, ovviamente, comporta una perdita di qualità importante). In tutti gli altri ospedali, non solo cittadini, ma anche provinciali, si affrontano casistiche più limitate, per cui un caso di emergenza va all'Oftalmico.
Aspetto il ritorno in aula dell'Assessore per affrontare la questione del San Luigi, perché è un tema che mi sta particolarmente a cuore.
Noi crediamo che chiudere questo ospedale significhi sicuramente allungare i tempi di attesa in tutta la Regione. Ecco perché riteniamo sconsiderata questa inopinata decisione della maggioranza.
Non è stata presa in considerazione in alcun modo la rete che esiste intorno all'Oftalmico; è un punto di riferimento che non potrà essere assolutamente sostituito. Penso che trascurare il regime virtuoso che si è creato in lunghi anni di attività presso l'Ospedale Oftalmico, che lo ha portato ad essere annoverato tra le prestigiose realtà oculistiche monospecialistiche europee e mondiali (Losanna e Miami sono due esempi) sia un altro aspetto che ci deve far riflettere; dobbiamo chiederci se domani, anche in questo caso, riusciremo a garantire quello che abbiamo oggi.
Veniamo al tema dei costi, che è stato affrontato prima dall'Assessore: come si giustificano i costi necessari a garantire lo stesso standard qualitativo nei due presidi che si andrebbero a creare dopo la chiusura dell'Oftalmico? Per quanto concerne le risorse spese nel passato, bene hanno fatto le Amministrazioni regionali che si sono susseguite ad aver investito sull'ospedale Oftalmico.
Questa maggioranza deve anche capire che l'ambizioso progetto della Città della Salute non deve essere considerato necessariamente alternativo alle realtà già esistenti sul territorio, soprattutto quando si tratta di reali eccellenze.
Noi pensiamo che compito delle istituzioni sia quello di garantire l'accesso al servizio sanitario e mantenere alti i livelli, e cambiare soltanto se il miglioramento è possibile e oggettivamente riscontrabile.
Non si possono adottare mere logiche aziendali quando si parla della salute dei cittadini! Avremmo voluto un Tavolo di confronto - sarebbe stato auspicabile e assolutamente necessario - ma non è stato avviato. Questa è stata sicuramente una grande lacuna.
Penso che la situazione sia fuori controllo: lo dimostra anche il fatto che il Presidente di questo Consiglio abbia dichiarato - era il 17 novembre che l'Assessore Saitta non dovrebbe prendere decisioni affrettate prendendo atto della decisione del personale dell'Oftalmico che pare non intenda accettare i trasferimenti verso la Città della Salute.
Allora, ecco che emergono all'interno della maggioranza - per fortuna dico io! - perplessità e divisioni, nonostante tutti i tentativi di sembrare uniti e concordi.
L'idea di mantenere un ambulatorio ad accesso diretto e rallentare la dismissione tradisce lo stato confusionale, le perplessità e le divisioni della maggioranza, oltre a peggiorare un quadro complessivo già deprimente.
Capisco che possa infastidire che magari qualche medico - l'ho detto prima - esprima un'opinione; infastidisce che magari i medici che sono in servizio all'Oftalmico non si vogliano spostare. Capisco anche che l'oftalmologia sia un grosso pasticcio per l'Assessore Saitta, e lo dimostra - lo dicevo prima e l'Assessore non è ancora rientrato - il comportamento adottato per l'oftalmologia del San Luigi: sono passati 18 mesi, è stato bloccato un servizio e i pazienti vengono mandati a Susa. Lo ribadisco nuovamente e lo ribadirò fino a quando quel servizio non verrà aperto. Ditemi come i pazienti possono spostarsi agevolmente dalla zona del San Luigi a Susa. Per chiudere un servizio che funziona! Certamente questo non è volere il bene dei pazienti piemontesi.
L'ortottica, la maculopatia, l'ambulatorio ad accesso diretto, la Casa della Salute: sentiremo svariate proposte che andranno a coprire, secondo me, questo vulnus incredibile sull'Oftalmico.
E poi la frase magica: aumento dell'offerta qualitativa e quantitativa.
Però, a oggi, abbiamo soltanto pazienti che non sanno cosa ne sarà del loro domani, soprattutto quelli che utilizzano la riabilitazione presso l'Ospedale Oftalmico.
Presenteremo un ordine del giorno, nel quale chiederemo che si stoppi questa riconversione, questo cambiamento, questa scellerata scelta che noi chiamiamo "lo spezzatino dell'Ospedale Oftalmico", chiedendo l'istituzione di un Tavolo di lavoro serio, che comprenda tutte le figure che gravitano intorno all'Oftalmico, dal personale ai sindacati, alla parte politica, ai comitati, che ringrazio per il lavoro che sino ad oggi hanno svolto.
Grazie.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi della Scuola Media "G. Jaquerio" di Buttigliera Alta (TO)


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti della Scuola Media "G. Jaquerio" di Buttigliera Alta in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

"Chiusura del Pronto Soccorso del Presidio Oftalmico di Via Juvarra, 15, il relativo spostamento del medesimo in Via Cherasco e il progetto di riorganizzazione della rete oculistica torinese", richiesta convocazione straordinaria del Consiglio regionale presentata da Vignale, Batzella Benvenuto, Bertola, Bono, Gancia, Graglia, Pichetto Fratin, Porchietto Ravello e Ruffino (atti d'indirizzo collegati: n. 1279, n. 1280, n. 1281 n. 1282) (seguito)


PRESIDENTE

Riprendiamo il dibattito sulle comunicazioni dell'Assessore Saitta.
Ha chiesto la parola il Consigliere Allemano; ne ha facoltà.



ALLEMANO Paolo

Grazie, Presidente.
Non mi avventuro in analisi politiche futurologiche; l'unica cosa che riesco a prevedere è una difficile governabilità di questo Paese.
Mi dà un po' fastidio quando si dipinge la maggioranza come un gregge che ogni tanto si sveglia dal sonno. Non è così, noi siamo normalmente connessi al cervello e abbiamo una certezza, vale a dire che sarebbe un passo indietro rientrare nel buco nero del Piano di rientro, oppure fornire servizi inadeguati ai pazienti.



(Brusìo in aula)



MOTTA ANGELA



PRESIDENTE

Abbiamo ascoltato tutti con grande attenzione. Credo che il Consigliere Allemano debba esserlo altrettanto.



ALLEMANO Paolo

Ribadisco che andare in Piano di rientro o ridurre l'offerta ai pazienti sarebbero dei passi indietro, che noi non vogliamo fare. Noi saremo ricordati come quelli che sono usciti dal Piano di rientro e hanno ridato dinamismo alla sanità.
Quello su cui abbiamo discusso e stiamo discutendo è una legittima discussione sul futuro degli ospedali monospecialistici rispetto agli ospedali generalisti. Su questo c'è una legittima discussione e il collega Vignale è un fautore dell'ospedale monospecialistico. Se andassimo alla ricerca di letteratura avremmo due pile di ricerche che sostengono l'una e l'altra ipotesi.
Io sono più favorevole a un approccio polispecialistico di qualsiasi tipo di patologia, perché ritengo che l'ospedale a silos abbia dei limiti evidentissimi. Li ha verso l'alto, perché più diventa complessa la patologia - qualunque patologia che sia oculistica, dermatologica oncologica - più ha bisogno di tante specialità. Ma è già così oggi, perch non possiamo pensare che tutta la patologia oculistica venga risolta all'Ospedale Oftalmico. È di tutta evidenza che si muovono gli specialisti o si muovono i pazienti, a fronte di casi ad alta complessità.
Questo vale anche verso il basso: più è diffusa la patologia oculistica, più assume dimensioni che non sono da pronto soccorso. Abbiamo parlato in questa sede di ortottica, di ipovisione, di maculopatia. È di tutta evidenza che questa massa di pazienti, che non suddivido per razze ma per pazienti, ha bisogno di servizi diffusi, a base larga. Di nuovo quindi, a mio avviso, non va bene l'ospedale a silos.
Aggiungo, infine, che abbiamo segnalato alcune anomalie che si sono create in quell'ambiente; forse il fatto che sia a porte chiuse e anche un po' a compartimenti stagni ha favorito certi comportamenti che noi politici non intendiamo certamente assecondare. Pertanto, non penso che siamo di fronte ad un buco nero.
È del tutto evidente che stiamo parlando di un trasferimento con tempi e modi assolutamente attenti ed equilibrati, ma secondo me abbiamo anche una dimensione che è quella del futuro della sanità che oggi ha ben altre frontiere che sono la genomica, i nuovi farmaci. Tutti pensano a queste frontiere, a una medicina sartoriale mentre sono, a mio avviso, in riduzione quelli che pensano a creare dei silos dove si affronta una patologia dalla A alla Z, cosa che non può avvenire.
Concludo, chiedendo all'Assessore di fare in modo che questo trasferimento, a mio avviso opportuno, sia oculato, perché apre a una rete di pazienti e scompone una casistica. A questo proposito, si usa il termine "spezzatino" ancora in modo molto dispregiativo; secondo me, non lo è perché i pazienti si suddividono in tanti contesti, che vanno affrontati anche con modalità e approcci differenti.
Dicevo, Assessore, facciamo in modo proprio che questo trasferimento diventi l'occasione per avere una rete di servizi oftalmologici, per ridurre le liste di attesa. Mi vede assolutamente favorevole questa dimensione della Casa della Salute, che vorrei si aprisse a quella che è anche la storia dell'Ospedale Oftalmico, dunque servizi e competenze acquisite nell'ambito dell'ortottica e dell'ipovisione, ma anche l'accompagnamento del paziente ipovedente, che ha bisogno di certificazione complessa e questa, se avviene in un luogo dove il paziente è seguito, è molto più facile che si completi con la documentazione necessaria.
Queste dimensioni di prossimità nei confronti di chi soffre di patologie oculari, secondo me, vanno portate in quella Casa della Salute che deve avere una chiara dimensione che si collochi nella storia dell'Ospedale Oftalmico.



PRESIDENTE

Grazie, collega Allemano.
La parola alla Consigliera Porchietto.



PORCHIETTO Claudia

Grazie, Presidente.
Assessore Saitta, mi permetterei di dare un suggerimento, se lei me lo permette, anche per stemperare un attimo la situazione. La prossima volta anziché invitare il Ministro Lorenzin, inviterei il Presidente della Camera, la dottoressa Boldrini, perché sulle fake news, secondo me ascoltando lei, avrebbe molto da imparare, perché in quattro anni ha già detto tutto e il contrario di tutto.
Ho ascoltato con attenzione e poiché il mestiere dell'Assessore l'ho fatto anch'io, la cosa più antipatica per un Consigliere, e la usavo anch'io da Assessore, è quella di dire delle cose che poi non si possono (tra virgolette) "controbattere", perché lei ha parlato per ultimo.
Fortunatamente, magari questa volta per ultimo parlerà il Presidente Chiamparino, così ci ritroveremo a caratteri cubitali sui giornali, com'è successo la scorsa settimana, l'affermazione esattamente contraria rispetto a quella che era stata l'attività di moral suasion fatta nei giorni precedenti; magari, questa volta capiterà lo stesso con l'Oftalmico.
Mi voglio permettere, però, dopo aver ascoltato non solo lei, con molta attenzione, ma tutti i colleghi, di maggioranza e di opposizione ringraziandoli per il lavoro esimio fatto, anche nel riportare dati oggettivi e numeri concreti, porle alcuni temi, alcune riflessioni in più e poi auspico anche e la richiamo, assolutamente in senso estremamente positivo e con grande propositività, che il Sindaco di Torino, a questo punto, si faccia sentire. Perché sarà importante anche lavorare insieme al Comune di Torino, perché non credo che in questo frangente il nostro Sindaco di Torino sia contento rispetto alle operazioni che si stanno facendo e, soprattutto, rispetto a un tema che la vede comunque chiamata in causa. È una variante che va posta.
Torno un attimo su quanto lei ha detto. Mi permetta, anzitutto: basta con la storia del Piano di rientro, perché l'Oftalmico è una cosa e il Piano di rientro è un'altra. Io ho una grande preoccupazione: seguendo con attenzione i dati e soprattutto le sollecitazioni che arrivano dalle ASL e dalle ASO, che il prossimo anno il "pacco" che state preparando per la prossima Giunta sia notevole in termini di scoprire, come avevamo scoperto nel 2010, che in realtà i conti della Sanità non sono proprio quelli che ci state facendo vedere.
È facile raschiare il barile non assumendo, facendo un'azione pesante sul tema del farmaco, ma sono azioni spot. Prima o poi - ed è arrivato il momento del prima e non più del poi - le azioni sinergiche che andranno fatte sulla spesa sanitaria ci faranno vedere ciò che stiamo già vedendo oggi dai conti, diciamo, informali, mentre invece su quelli, diciamo sostanziali comunicativamente intervenite in modo diverso, dicendo determinate cose. Ma vorrei ricordarle che già nel 2014, con lei avremmo una diatriba significativa per alcuni mesi, perché continuava a dire che non era vero che avevamo pareggiato i dati per poi, dopo mesi in cui lo spauracchio lo lanciava lei, venne fuori che in realtà noi avevamo lasciato un'eredità con avanzo di bilancio, sul tema della spesa sanitaria.
Allora, quello che ci stiamo chiedendo, Assessore, è se questo avanzo che parte dal 2014 e che, a detta sua, è stato incrementato, dove l'avete fatto finire? Perché se noi in questo momento dobbiamo fare un ragionamento, ed è stata la prima premessa che lei ha fatto precedentemente, con lo spauracchio di tornare in Piano di rientro, se si torna indietro su questo errore macroscopico, che stiamo facendo sull'Oftalmico, ci chiediamo: in questi tre anni e mezzo, che cosa è successo di questi avanzi di bilancio, di questi risparmi, stante che non abbiamo investito, se non questi cinque milioni di euro in capitalizzazione d'investimenti? Questo è il primo punto.
Secondo punto, Assessore, che mi permetto di sottolineare: noi sappiamo benissimo quanto è difficile reperire risorse economiche, ma trovare anche il personale che, con dedizione e affidabilità, può intervenire nell'ambito sanitario. Ma per quale motivo abbiamo già speso cinque milioni di euro per spacchettare, in modo non strategico, il tema dell'Oftalmico per aumentare le liste d'attesa, per creare comunque, anche nel personale, come ha già detto la collega Ruffino e la collega Batzella, che vive sempre questo sistematico stato d'ansia perché non sanno che cosa succede domani mattina? Ci faccia solo una cortesia: non riporti indietro la questione della precedente Giunta, perché gliel'abbiamo già sottolineato mille volte. Due ex Assessori della vecchia Giunta, quali siamo stati io e l'Assessore Vignale, con grande serenità possono ricordare, così come l'aveva detto l'allora Assessore Monferino, che avevano detto che era una sciocchezza, e ci siamo battuti in tutti i modi affinché non ci fosse una prosecuzione in quella che poteva essere l'operazione spostamento Oftalmico, e lo abbiamo fatto con serenità, mettendoci anche contro quella che era la visione di una Giunta di centrodestra.
Oggi, lo state facendo anche voi.
Abbiamo visto prima un filmato splendido - grazie, Presidente, per avercelo fatto vedere - che iniziava con un sordo che diceva: "Non urlate tanto non serve, perché se sono sordo non sento".
Ecco, mi sembra che in questo momento l'Assessore Saitta sia così: un sordo che, pur avendo mezza città di Torino, e non solo, che urla chiedendo alla politica di fare la cosa giusta, non voglia ascoltare.
Mi diventa difficile immaginare di riempire con altre parole i restanti minuti. Non lo faccio perché non mi interessa, ma credo che sia opportuno che, con grande senso di responsabilità, la Giunta regionale prenda atto di quello che, non solo la politica, ma i cittadini torinesi e piemontesi, e soprattutto gli addetti ai lavori, quelli che con grande rispetto dovremmo guardare, ci stanno chiedendo.
Assessore, io mi auguro che questo si possa fare.
Se noi fossimo persone incoscienti, li lasceremmo andare avanti. Questa è la miglior campagna elettorale per il 2019, ma noi ci teniamo al Piemonte, quindi continuiamo a dirvi che state facendo la cosa sbagliata.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAUS



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Porchietto.
È stato depositato un ordine del giorno a firma Consigliere Vignale.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Pichetto; ne ha facoltà.



PICHETTO FRATIN Gilberto

Grazie, Presidente.
Questo tema, com'è già stato sottolineato in diversi interventi, assume ancora di più oggi attualità. Lo spezzatino sta andando avanti! Se non fosse che non c'è da scherzare e non è certamente oggetto di scherzo, si potrebbe dire che, a fianco allo spezzatino, mettiamo il contorno, così abbiamo chiuso la partita Oftalmico.
In realtà, si è ripreso invece il tema dove si dice che si perde quella che è un'eccellenza riconosciuta a livello, non solo nazionale, ma internazionale. La World Association degli oftalmici riconosce quello che è stato e quello è che l'Oftalmico di Torino, non per titoli o autoreferenzialità, ma per la sostanza. I numeri e la qualità degli interventi indicati precedentemente dalla mia collega Ruffino danno il senso compiuto di quello che è stato ed è l'Oftalmico.
Oggi, la questione emersa è stata sollevata anche da attenzione e sensibilità della vostra maggioranza, quindi non è più solo patrimonio dall'opposizione, e quindi una questione dell'opposizione. È emerso immediatamente il disservizio; è emersa la confusione che si sta creando con questo spezzatino ed emerge quello che è il disagio di un'indeterminatezza. Anche le parole dell'Assessore non fanno che configurare i confini labili.
Non voglio ripetere tutto ciò che è già stato detto dai tanti interventi, e sarebbe anche molto comodo essere di parte, giocare sulle scelte della Giunta e compiacersi delle sue scelte, godendone da opposizione, ma - ahimè - per accusa della mia stessa parte politica, io sono sempre stato più di governo. Mi è sempre piaciuto più governare che fare l'opposizione, perché è sempre meglio dare ordini che prenderne, per ogni tanto capita che si vada anche all'opposizione, poco e in piccole cose.
Proprio perché sono di governo, non voglio assumere una posizione totalmente polemica; voglio solo ribadire quanto il danno rischi di essere irreversibile e che non si tratta di una questione di efficienza economica e tantomeno che riguarda il Piano di rientro. Potrebbe essere il microtassello di un Piano di rientro su quella che è l'entità degli otto miliardi e 200 milioni della quota del Fondo Sanitario Regionale assegnato alla Regione Piemonte, ma è non quella la questione, state tranquilli. Non è questo addendo, questa riga del volume che modifica e che ci fa ricadere in un Piano di rientro. Piuttosto è il quadro dei disavanzi che maturano le varie ASL, compresa probabilmente l'ASL che ha al proprio interno l'Oftalmico.
Personalmente apprezzo che Regione Piemonte e Città di Torino abbiano dato il via al ragionamento, alla parte progettuale, allo studio di fattibilità della Città della Salute, quindi di quello che dovrebbe essere il futuro sanitario di questa regione, non di Torino, perché dovrebbe essere il massimo dell'eccellenza universitaria piemontese, il massimo dell'eccellenza universitaria italiana e, quindi, un qualcosa che va molto al di là di ciò che possono essere le scelte urbanistiche della Città di Torino.
Ebbene, io credo che a questo punto, partendo proprio dalla valutazione sulla Città della Salute, della Ricerca e dell'Innovazione (o come si chiama, con tutti i nomi che sono stati dati), si possa ragionare nel trasferire all'interno, con le opportune modifiche, il corpo dell'Oftalmico.
Vorrei chiarire che il trasferimento dell'Oftalmico non è una questione di sede fisica in quel luogo. La sede fisica la possiamo portare da qualsiasi altra parte, anzi i 20.000 metri (se ricordo bene i numeri dei metri quadrati dell'Oftalmico) messi lì, li avevo valutati come Assessore al bilancio per venderli, quindi era anche un'operazione che poteva rendere sotto l'aspetto urbanistico del cementificatore (lo dico per il mio amico Bono, affinché senta anche lui), perché effettivamente è un'ottima posizione per una valutazione immobiliare.
Non è quello: la questione è quella di mantenere l'integrità l'unitarietà, l'offerta qualificata e l'efficienza di un sistema che, con lo spezzatino, non riusciremo a mantenere.
La risposta dell'Assessore rende palpabile tutto questo.
Io credo che un ragionamento serio rispetto alla Città della Salute potrebbe portarci non solo a un trasferimento dell'Oftalmico, ma a un trasferimento efficace.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Gariglio.



GARIGLIO Davide

Grazie, Presidente.
Io ascolto sempre con molto rispetto e attenzione i miei colleghi e gli ultimi due interventi dei colleghi del centrodestra mi hanno stimolato a fare delle puntualizzazioni che ritengo doverose.
La collega Porchietto, nello stile brillante che la contraddistingue ha parlato di "pacco". Teme che questa Amministrazione lasci, al termine di questa legislatura, un pacco sui conti.
Io potrei dire che all'inizio di questa legislatura abbiamo trovato non un pacco, ma uno scatolone gigante, che ci era stato lasciato, ma non voglio entrare su queste polemiche, perché penso che le persone che sono venute ad ascoltarci e che ci seguono in streaming siamo interessate ad altro.
Faccio solo notare che quando questa Amministrazione è entrata in carica e quando questa legislatura è iniziata, da quanto ricordo, gli ultimi bilanci approvati delle ASL erano quelli dell'anno di grazia 2011.
Nel corso di questa legislatura, parallelamente al ripiano dei conti sono stati approvati i bilanci di tutte le ASL piemontesi del 2012, del 2013, del 2014, del 2015 e mi pare anche del 2016. Cinque anni.
È chiaro perché è importante: perché tu puoi anche dire che chiudi i conti in ordine, ma se poi hai le ASL che chiudono i loro bilanci rivendicando, come crediti nei confronti della holding, cioè della Regione delle somme che poi non figurano come debiti nel bilancio della Regione stessa, è chiaro che, alla fine, si tratta di un artificio contabile.
Ecco, queste cose non sono più successe, pertanto io conto davvero che quanto ha detto la collega Porchietto non si realizzi e non si realizzerà perché stiamo procedendo approvando, anno per anno, i conti della sanità attraverso l'approvazione dei conti delle Aziende Sanitarie, cosa che prima non succedeva.
Così come ritengo molto importante lo stimolo che ci viene da tutti i colleghi della minoranza: lo stimolo a far bene e le punzecchiature servono. Servono, perché, se hai il fiato sul collo, lavori meglio. Per noi sappiamo quello che non vogliamo. Come Gruppo, abbiamo detto chiaro in questa sede che sosteniamo la linea della Giunta regionale, ma con un unico discrimine: non ripetiamo l'errore del Valdese.
Non ripetiamo l'errore della scorsa legislatura, dove abbiamo chiuso un'attività che, non so se era un'eccellenza internazionale o mondiale perché non faccio il medico, faccio l'avvocato, ma so che era un posto dove le donne piemontesi andavano se avevano un problema al seno, se avevano il follow up di un'operazione. A un certo punto - d'emblée - abbiamo chiuso per decreto, una struttura, l'abbiamo abbandonata, abbiamo messo un "chiuso" sulla porta senza dare orientamento alle persone.
Ecco, sull'Oftalmico noi abbiamo detto che siamo disposti a tutto, meno che a questo e che, se si deve andare in questa direzione, come si è deciso di andare, non è una chiusura come è successo col Valdese, ma è una riallocazione dei servizi. E abbiamo condiviso anche la scelta di portare questi servizi nei due poli, nei due hub, dentro il confine torinese: uno nell'area nord di Torino, che non è la barriera degli emarginati, dove non si trovano servizi, ma diventa una barriera dove, a fronte di un grande numero di popolazione residente e il pronto soccorso - come ricorda la collega Conticelli - più gettonato degli ospedali piemontesi si troverà un servizio oculistico, così come si troverà nella Città della Salute, anche nella configurazione attuale.
Faccio notare che in quell'Azienda Sanitaria, la Città della Salute, è presente il CTO e faccio notare tutti i problemi che ci sono riguardo ai traumatizzati che arrivano al CTO, che oggi si avvaleva di un servizio di oculistica fornito dall'Oftalmico, con medici che venivano portati in quell'ospedale per ogni emergenza.
Pertanto, noi non siamo per la chiusura dell'Oftalmico, e infatti non si può parlare di chiusura dell'Oftalmico: si parla di riallocazione dei servizi in due poli. Noi chiediamo che questo venga fatto, ovviamente garantendo la qualità dei servizi e che, quindi, le strutture siano perfettamente in grado di accogliere le persone e i macchinari siano tutti presenti; le strutture prontamente attrezzate e il personale medico paramedico e sanitario, in generale, perfettamente funzionante.
A queste condizioni, quello che viene detto ai cittadini è: "Guardate che quello che trovavate in piazza Statuto, oggi lo trovate dalle due parti di Torino".
Io credo che tutto il discorso dell'eccellenza sanitaria che verrebbe compromessa da questa operazione sia un'esagerazione a sfondo politico e non sia basata su nessuna razionalità, perché - avendo tutti gli occhi e quindi, problemi di vista - con gli oculisti parliamo tutti e io ho incontrato ancora ieri i medici di quell'ospedale e non ho avuto da loro la preoccupazione circa l'eccellenza che viene meno: ho avuto preoccupazioni concrete circa il funzionamento dei servizi, che ci sia il personale, che sia tutto a posto, ma non certo sull'efficienza che viene meno. Perché non è una struttura a dare l'eccellenza, non è nemmeno averne due: è la possibilità di far lavorare bene le persone, di fare le ricerche, di sperimentare nuove tecnologie, di avere la strumentazione all'avanguardia di avere i soldi per fare queste sperimentazioni.
Quindi non credo che si possa parlare di un'operazione che compromette l'eccellenza del nostro sistema sanitario. Se così fosse, ovviamente noi non la sosterremmo e la Giunta non la perseguirebbe. Dopodiché abbiamo chiesto che l'aspetto territoriale non venisse compromesso.
Nei due ospedali hub è giusto portare le attività importanti, anche le attività operatorie chirurgiche importanti, ma è giusto e consideriamo importante lasciare nel centro di Torino tutta un'attività ambulatoriale meglio se ad accesso diretto, in maniera tale che le persone possano presentarsi lì, perché inequivocabilmente quella struttura è considerata dai cittadini piemontesi come il punto di riferimento per le patologie anche spicciole, oculari. È anche giusto pensare che lì possa esserci un'attività sull'ortottica e sull'ipovisione, un'attività ordinaria di tante persone che hanno problemi di vista, anche purtroppo lunghi tutta un'intera vita, che non è necessario portare negli ospedali hub, che possono essere fatti bene in una struttura avente carattere territoriale.
Da questo punto di vista, mi permetto di rilevare come la Commissione provinciale ciechi civili, che ha sempre operato dall'Oftalmico, dal mese di agosto è stata spostata in Via Farinelli. Io credo che, con la riallocazione di tutti questi servizi, si possa tornare anche indietro perché questa nuova riallocazione, oltre a essere più scomoda dal punto di vista logistico, ha anche creato nella gestione delle complicazioni.
Infatti prima si poteva gestire tutta una serie di partite, ad esempio gli esami medici aggiuntivi, che sempre più spesso vengono prescritti ai pazienti dalla Commissione provinciale, per evitare frodi e per essere sicuri dei referti clinici. Ecco, prima questi accertamenti diagnostici venivano richiesti direttamente dalla Commissione, mentre oggi viene chiesto al soggetto che fa la domanda di attivarsi direttamente per avere l'impegnativa per questi esami, quindi il tempo per avere soddisfazione da parte dei pazienti è molto più lungo.
Credo che siano aspetti logistici che si possono risolvere ritornando su scelte che sono state fatte in passato e che non si sono rivelate così produttive, quindi oggi quegli spazi dell'Ospedale di Torino possono servire anche a questo, come credo che sia importante utilizzare quegli spazi nel cuore della città per un ospedale di comunità, cioè per consentire a persone che hanno patologie che non possono stare a casa, ma che non è giusto tenere negli ospedali, di poter stare vicino alle loro famiglie, di poter stare in una situazione di mezzo tra l'ospedale e, in qualche modo, una degenza a casa che sarebbe molto più difficile.
Così come credo che sia molto importante concentrare lì i medici di base della zona centrale, di San Donato e delle zone afferenti quel territorio, perché potrebbe essere un ennesimo esperimento di un punto in cui far concentrare i bisogni di salute dei cittadini, in una logica più moderna che non l'andare ciascuno nei presidi dei propri medici di base in orari spesso troppo ridotti rispetto alle esigenze di un'utenza che lavora e che ha bisogno di accedere con ampi spazi temporali negli uffici e negli studi dei propri medici di base.
In sintesi, noi chiediamo questo: che i cittadini vengano informati in maniera capillare, metodica, tempestiva e continua della nuova allocazione dei servizi, cioè che sappiano dove devono andare; che i servizi vengano assicurati attraverso uno spostamento, anche graduale, che garantisca per che, quando un'attività si sposta, questa attività sia perfettamente in grado di operare in un'altra sede e che quindi le liste d'attesa non aumentino, bensì vengano diminuite (su questo, in qualche modo giudicheremo ex post anche la bontà dell'operazione); che la struttura non venga abbandonata, e in questo abbiamo trovato eco nelle parole dell'Assessore Saitta, perché il Piano per il riutilizzo della struttura non dobbiamo averlo nel momento in cui le attività oculistiche si sposteranno, ma dobbiamo averlo già oggi, in tempo T con zero, cioè già oggi sapere esattamente quello che succede dopo.
Ritengo che, se riusciremo a fare questo come ci si è impegnati, come si è impegnata la Giunta regionale e come da indicazione di questa maggioranza, l'operazione potrà essere condotta non solo senza recare danno ai nostri cittadini ma, anzi, garantendo la qualità del servizio e migliorando il servizio, migliorando l'efficienza e - se mi consentite di dire - anche migliorando la capacità dei nostri oculisti di fare davvero eccellenza al servizio di questa comunità.
Grazie.



PRESIDENTE

Intanto è stato depositato un altro ordine del giorno a prima firma Bono.
La parola al Consigliere Andrissi.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Intervengo per ribadire la nostra posizione e per fare una richiesta all'Assessore e al Consiglio regionale. Noi ribadiamo la nostra posizione per cui crediamo sia fondamentale mantenere una struttura d'eccellenza come l'Oftalmico unita, una struttura che, dal punto di vista sia quantitativo che qualitativo (i numeri parlano da sé, sono stati elencati da più Consiglieri), impone a questo Consiglio regionale di rivalutare il mantenimento dell'unitarietà. Quindi noi chiediamo a questo Consiglio e all'Assessore di poter discutere in Consiglio la programmazione delle strutture ospedaliere, visto che siamo usciti dal Piano di rientro ed è competenza del Consiglio regionale la programmazione sanitaria. Quindi chiediamo di poter discutere una delibera di Consiglio regionale proprio sul trasferimento dell'Oftalmico.
Questa è la nostra richiesta. La ribadisco dopo l'intervento del Consigliere Bono, perché credo sia importante che la programmazione sanitaria ritorni a essere discussa, come in parte si sta facendo, con un aumento della frequenza delle sedute della Commissione sanità e un aumento dei Consigli regionali specificatamente dedicati alla sanità. Ovviamente non c'è bisogno di dirlo, però lo ribadisco - questo è fondamentale considerando che la politica sanitaria è il cuore delle competenze regionali.
Noi chiediamo questo all'Assessore perché crediamo sia importante, non solo per l'area del torinese e per la Città metropolitana di Torino, ma per una programmazione regionale, perché questa Regione soffre troppo la concorrenza, in modo principale da parte della Lombardia; lo posso dire bene io che vengo dalla Provincia più vicina alla Lombardia, che soffre maggiormente questa concorrenza. Noi abbiamo vissuto, nel territorio novarese, la vicenda della chiusura dell'ospedale di Arona, che fondamentalmente era un ospedale dedicato all'oculistica. Nel momento in cui si è chiuso quel presidio, l'oculistica è stata trasferita a Borgomanero, ma purtroppo lì i reparti per accedere alla sala operatoria devono fare i turni.
Contemporaneamente, la Lombardia ha fatto la contromossa di spostare l'oculistica a Somma Lombardo e i privati si sono mossi aprendo una sala operatoria oculistica a Gravellona Toce. Non solo: di fatto, anche i privati convenzionati presenti nel Novarese, pur pagati dal sistema pubblico in quanto convenzionati, organizzano i pullman dei pazienti che vanno a fare l'operazione di cataratta in Lombardia, essendo le liste d'attesa lunghissime.
Allora, noi abbiamo bisogno di poli attrattori dei nostri pazienti, per non perderli nei confronti della Lombardia; questo lo sappiamo. I dati sui pazienti oncologici dell'altro giorno la dicono lunga: abbiamo la Lombardia che ha centri polispecialistici in tutti i settori e che fa una politica molto aggressiva, prendendo anche specialisti riconosciuti per la loro capacità dal Piemonte e portandoli nelle proprie cliniche convenzionate.
Quindi, il mantenimento di queste strutture d'eccellenza, che abbiano un riconoscimento tra i pazienti per la loro capacità importanti, sono fondamentali per questa Regione.
Io credo poi che se dobbiamo parlare di medici che fanno un po' i furbetti, però dobbiamo anche smetterla di concedere continuamente l'intramoenia allargata. L'intramoenia prevede che ci siano medici che operano in esclusiva per il sistema pubblico, che però hanno l'autorizzazione a fare visite private. E l'intramoenia allargata è una particolarità, perché è una deroga della deroga, nel senso che è praticata in strutture private che ospitano questi specialisti.
Allora, noi abbiamo ormai strutture pubbliche spesso e volentieri vuote, come può essere il caso dell'Oftalmico. Questo non l'ha detto Assessore, però gli specialisti e gli oculisti che praticano la loro intramoenia hanno dei locali pubblici che possono essere adibiti anche per la loro attività privata, a favore del sistema pubblico; nel senso che i pazienti non dovranno pagare un obolo in più per i privati che accolgono questi medici in intramoenia. In questo modo, facciamo risparmiare ai pazienti un 20-30 per cento di obolo per il privato e abbiamo un maggior controllo di queste visite private, elemento fondamentale sebbene queste debbano essere messe in rete, come sappiamo. Credo però che questo aspetto sia importante, perché se si tratta di visite pubbliche di medici che lavorano per il pubblico in esclusiva, ritengo che il sistema pubblico debba avere la responsabilità di dare locali pubblici per questi medici.
Si è parlato di un regalo che verrà fatto da parte della sanità per la prossima maggioranza che gestirà la politica sanitaria. Se regalo ci sarà credo che questo regalo verrà dal partenariato pubblico-privato dall'edilizia sanitaria in primis, ma da un partenariato pubblico-privato che si sta diffondendo anche nella gestione. Abbiamo fatto un incontro venerdì sul like technologies assessment e quindi su tutti i grandi macchinari di diagnostica che ormai vengono dati in partenariato pubblico privato.
Questa è una metastasi che si sta diffondendo e che impegnerà sempre di più i bilanci delle nostre ASL e delle nostre ASO nei prossimi anni.
Purtroppo, è un modo di aggirare il finanziamento pubblico, in pratica per non far vedere - lasciatemelo dire - il livello di indebitamento, ma per "spalmarlo" lungo i prossimi 25-26 anni nei casi, appunto, dell'edilizia sanitaria. In questo modo, noi bloccheremo importanti risorse sanitarie e al momento attuale non abbiamo contezza precisa dell'indebitamento del sistema sanitario. Ma poi, di fatto, le risorse sanitarie saranno impegnate a pagare l'opera edilizia sanitaria che è necessaria, ma anche importanti interessi che erano evitabili per il sistema finanziario privato, che in questo modo si accaparra soldi che potevano servire per il sistema sanitario pubblico.
Io credo che questo sia il modo per indebolire, di fatto, il sistema sanitario pubblico. E questa sarà l'eredità più pesante che il sistema sanitario piemontese riceverà da questa maggioranza nei prossimi anni.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega.
Non essendovi ulteriori richieste di intervento in sede di dibattito chiedo se il Consigliere Vignale vuole intervenire per illustrare l'ordine del giorno n. 1279 presentato da Vignale, Batzella e Porchietto, inerente a "No al trasferimento del Pronto Soccorso dell'Ospedale Oftalmico".
Prego, Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Il Consiglio di oggi, rispetto anche agli atti di indirizzo che vota ha una differenza rispetto a quelli precedenti. Nei Consigli precedenti votammo ordini del giorno in un momento in cui la Regione era ancora nel Piano di rientro. Oggi non lo è più.
Questo comporta due sostanziali differenze. La prima è che l'attività di programmazione sanitaria in capo al Consiglio regionale, quindi evidentemente un atto di indirizzo, ha un valore diverso rispetto a quanto aveva precedentemente.
La seconda è che, al di là di quanto detto dall'Assessore Saitta, è evidente che, uscendo dal Piano di rientro, il Piemonte ha una libertà che prima non aveva, anche se parzialmente non aveva. Non voglio fare dietrologie, ma ricordo solo un pezzo di storia che immagino, per motivi evidenti, venga omessa: anche quando eravamo in Piano di rientro, sono state apportate delle modifiche alla rete dei servizi. Faccio un esempio quello relativo all'emodinamica (chi c'era nella precedente legislatura, lo sa).
Rammento per chi ci ascolta e per un minimo di coerenza intellettuale ovviamente non all'Assessore alla sanità, che ben lo sa, ma se ne guarda dal ricordarlo - quando nel 2012, in Piano di rientro, la precedente Amministrazione presentò il Piano Socio Sanitario avrebbe potuto fare una delibera, ma si facevano ancora quelle cose per cui il Piano Socio Sanitario lo votava il Consiglio, arrivò in Aula il Piano in cui era prevista la chiusura dell'oftalmico.
Il sottoscritto, con altri colleghi, sia di centrodestra, sia di centrosinistra, presentò un emendamento che venne votato non all'unanimità ma da una parte di colleghi di centrodestra e da un'altra parte di colleghi di centrosinistra (lo votarono i Consiglieri Gariglio, Laus e Boeti), che prevedeva che l'Oftalmico, ed è quello che è scritto nel Piano Socio Sanitario della nostra Regione, sarebbe stato trasferito nella nuova Città della Salute. Questo è tanto vero che se, non lo fosse, l'Assessore Saitta e il Presidente Chiamparino non avrebbero avuto bisogno, nella delibera 1 600, di azzerare le strutture complesse presenti all'interno della DGR.
L'Assessore Saitta può fare una cosa semplice: produce la DGR che elimina la cancellazione dell'Ospedale Oftalmico operata dalla precedente Giunta.
Allora ha ragione lui, altrimenti la smetta di raccontare balle. Primo.
Secondo. Sono passati tre anni e mezzo. Dopo tre anni e mezzo, se anche la precedente Giunta avesse sbagliato - e così non è, perché ci fu la volontà di tutto Consiglio regionale, centrodestra e centrosinistra, di esercitare un ruolo - lei produce sul sito della Regione Piemonte, del Consiglio regionale - credo che l'Ufficio di Presidenza ne darebbe completamente spazio - la delibera in cui si elimina la cancellazione dell'Ospedale Oftalmico contenuta nella DGR di razionalizzazione della rete ospedaliera della Giunta di centrodestra. La produca. Altrimenti non pu continuare a raccontare frottole ai piemontesi.
L'avete già scritto sul ricorso che poi avete anche vinto sulla psichiatria che, se non veniva applicata la riforma, si ritornava sul Piano di rientro. È come il lupo per i bambini. Non è che ci crediamo tutti alle favolette.
Il Piemonte esce dal Piano di rientro, il mantenimento dell'Oftalmico ha un costo aggiuntivo rispetto allo spezzatino? Addirittura ha un costo inferiore. A Roma, come l'Assessore sa, sono interessati al risparmio, non sono interessati all'erogazione dei servizi, alla polifunzionalità o meno.
Altrimenti la Regione Lazio, che ha fatto una scelta di chiusura di un ospedale oftalmico (Regione in Piano di rientro) e poi è tornata indietro perché ha capito di aver sbagliato, sarebbe dovuta essere nuovamente punita in tal senso. Invece non è stato. Non è stato qui e non è stato da altri parti.
Al di là delle frottole, oggi è importante una cosa. Che si votino gli atti di indirizzo. Noi abbiamo convocato questo Consiglio nelle modalità che il Regolamento consente, ma in termini comunicativi, abbiamo usato uno slogan: "No con il nostro silenzio". Nessuno di noi si aspettava, perch ormai purtroppo conosciamo la cocciutaggine dell'Assessore Saitta e del Presidente Chiamparino, purtroppo la non volontà di esercitare prerogative che sono proprie della maggioranza, che si distingue sul voto quando votiamo un provvedimento sull'attività venatoria, ma non si è mai distinta una sola volta sul voto ogni qual volta abbiamo limitato i diritti ai cittadini in termini di sanità. Mai! Non l'avete fatto - salvo il collega Grimaldi - sulla psichiatria, non l'avete fatto sulla delibera 1-900, non l'avete fatto sulla delibera 1-924, non l'avete fatto su qualunque ordine del giorno. Avete sempre votato in modo - usate l'aggettivo che preferite, non mi interessa - in modo puntuale - sì, signorsì - sempre; è avvenuto sempre, per cui non ci sono scuse.
Lo dico perché a partire dal Presidente, in termini di Consigliere fino ai singoli colleghi del PD, la logica delle due carte non funziona più e i cittadini l'hanno capito! Non potete dire che l'indebolimento dell'ospedale di Susa è stato un errore e poi votare a favore di ogni proposta che lo ha indebolito.
Non potete dire che il trasferimento dell'Oftalmico è un errore e poi accettare supinamente ogni scelta che compie la Giunta.
La programmazione sanitaria è una competenza esclusiva del Consiglio regionale, non della Giunta, ancor di più oggi, che siamo usciti dal Piano di rientro.
Perché oggi è importante votare questo ordine del giorno, pur essendo declinati in modo diverso rispetto al passato? Perché registra tutte le limitatezze, e chiede al Presidente e all'Assessore di sospendere, per l'evidente impossibilità di garantire i servizi oggi erogati in Via Juvarra, il trasferimento del pronto soccorso oftalmologico del presidio ospedaliero Oftalmico Sperino.
Come hanno ricordato altri colleghi, quello che cerchiamo di fare nei confronti dei cittadini piemontesi è un atto di grande responsabilità perché la campagna elettorale noi la faremo in Via Cherasco 14! Sarà sufficiente andare lì e rammentare, con questo ordine del giorno e con i relativi voti pubblicati su un cartello (perché, ovviamente, chieder l'appello nominale su questo giorno atto di indirizzo), chi ha consentito che dieci stanze vengano chiamate "pronto soccorso", perché quello è! Che cosa avverrà? Accadrà che la gente non avrà più un pronto soccorso oftalmologico, per cui dove andrà? Andrà al Maria Vittoria, andrà al Martini, andrà alle Molinette. Quello non è un pronto soccorso, e non è neanche un poliambulatorio: sono dieci stanze quasi impossibili da raggiungere! È questo che stiamo dicendo.
Nello stesso piano avevamo previsto il trasferimento intero dell'Oftalmico. Se aveste detto "costruiamo una nuova Città della Salute e facciamo un padiglione oftalmologico", per cui si chiudeva il presidio di Via Juvarra e si inseriva all'interno di una struttura plurispecialistica saremmo stati completamente d'accordo. Ma stiamo facendo una cosa differente.
Guardate che, per cocciutaggine e per non voler tornare indietro rispetto d un errore che avete compiuto, state facendo un danno significativo nei confronti dei cittadini piemontesi. Ma, come abbiamo scritto, non lo farete con il nostro silenzio: non saremo silenti nel Consiglio di oggi; non saremo silenti il 18 di dicembre; non saremo silenti durante il trasferimento e non saremo silenti nemmeno a ospedale trasferito! Un'ultima considerazione, che non rivolgo più al Presidente della Commissione perché, evidentemente, non ha la capacità di avere l'Assessore Saitta per discutere di questi temi, per cui mi indirizzo al Presidente del Consiglio: se non avessimo richiesto un Consiglio straordinario - almeno l'Assessore Saitta le buone maniere le mantiene sempre: non si comunica nulla al Consiglio, si comunica ai giornali; noi leggiamo i giornali, ne prendiamo atto e poi chiediamo le comunicazioni in IV Commissione, che non avvengono, così non cambiamo modus operandi e non abbiamo degli "scossoni" perché ci cambiano il modo di lavorare - quando pensavate di dirci che esiste un piano che un dipendente della Regione Piemonte (il Direttore generale) ha preparato e che i Consiglieri non conoscono? Presidente Ravetti, quando avremmo dovuto saperlo? Lo chiedo agli organi di stampa! La prossima volta scriverò a loro così lo sapremo prima!



(Commenti del Consigliere Ravetti)



VIGNALE Gian Luca

Io non so a chi chiederlo: è lei il Presidente della IV Commissione! Io non ce l'ho con lei. Lei, come me, è un tifoso del Toro, che è un pregio. Però, al di là di questo, a chi lo devo chiedere? Lo chiedo al Vicepresidente Bono, lo chiedo al Vicepresidente Rossi, lo chiedo anche a tutti voi. Però ci dovete dire - cosa che non fate! - che l'Assessore Saitta non è disponibile a venire in IV Commissione, perché questo è il tema che questo Consiglio regionale deve affrontare. Noi stiamo discutendo del trasferimento di uno dei più grandi presidi di questa città, in termini di attività, e lo dobbiamo apprendere, ancora una volta, dagli organi di stampa? Questo ordine del giorno serve solo ed esclusivamente - noi speravamo che qualcuno potesse accorgersi di aver compiuto un errore e, in qualche modo, volesse tornare indietro - per significare chi mette una scelta davanti ai servizi. Ma non lo farà - lo ripeto - col nostro silenzio.
Se poi avrete voglia, un giorno, di spiegarci in IV Commissione quale sarà il piano di trasferimento, ne saremo lieti; altrimenti, ne faremo a meno!



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Vignale.
Procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 1281 presentato da Pichetto Fratin, Benvenuto, Porchietto, Ruffino, Ravello e Vignale inerente a "Istituzione tavolo di confronto sul futuro dell'Ospedale Oftalmico di Torino".
Ha chiesto la parola la Vicepresidente Ruffino, in qualità di Consigliera, per l'illustrazione; ne ha facoltà.



RUFFINO Daniela

Grazie, Presidente.
Per tirare le fila di questa mattinata, abbiamo presentato un ordine del giorno per cercare di lanciare un messaggio alla maggioranza con l'istituzione di un tavolo di confronto sul futuro dell'ospedale Oftalmico ma anche per chiedere immediatamente il blocco del trasferimento delle attività e dei servizi offerti dall'ospedale Oftalmico di Torino.
Riteniamo l'intenzione di istituire di un Tavolo di confronto ovviamente con le varie figure che ne devono far parte (dai comitati ai sindacati, al personale, alla parte politica), un elemento fondamentale.
Nello spiegare l'ordine del giorno, chiedendone ovviamente la votazione nominale, utilizzo il testo che stamattina i Consiglieri hanno ricevuto all'ingresso, a firma del Comitato per la salvaguardia dell'Oftalmico.
Ovviamente continua la raccolta firme, quindi arriveremo a ben oltre le 90.000 firme di cittadini piemontesi che hanno sottoscritto la petizione perché l'Oftalmico non è soltanto una questione della Città metropolitana di Torino. L'Oftalmico è un problema che coinvolge tutta la Regione, perch chi lo utilizza arriva non soltanto dalla cintura, come quasi si volesse far intendere.
Questi 90.000 cittadini piemontesi che hanno sottoscritto la petizione sono fermamente contrari alla chiusura dell'Oftalmico e al piano di riorganizzazione dell'attività oculistica predisposto dalla Regione Piemonte, ritengono quindi che debbano essere migliorate le prestazioni e i servizi oculistici a favore dei cittadini; ritengono che lo "spezzatino" lo smantellamento dell'Oftalmico generi grande confusione, disservizi incertezza sui luoghi e sui tempi necessari per accedere alle prestazioni oculistiche urgenti o programmate.
Possiamo anche pensare che chi accede all'Oftalmico abbia problemi visivi non indifferenti. Lamentano la confusione, perché questo piano viene cambiato in continuazione, dimostrando incompetenza e improvvisazione da parte dei soggetti istituzionalmente deputati a portare a termine tale piano.
Inoltre, viene scritto che questa valutazione non è un punto di partenza per potenziare e migliorare le attività offerte dall'équipe multispecialistiche e dipartimentali dell'ospedale. Sono state ignorate dai funzionari regionali - scrivono - tutte le comunicazioni che sono pervenute, c'è stata improvvisazione.
In sintesi, c'è grande timore e grande preoccupazione.
Pertanto, riteniamo che l'ordine del giorno possa essere accolto e possa essere avviato quel dialogo sicuramente auspicato e a lungo atteso.
È entrato in Aula l'Assessore Saitta, che non era presente durante il mio intervento. Si è parlato prima di cocciutaggine dell'Assessore. Forse sì, perché sarebbe importante, Assessore, che l'Oftalmico non finisse come l'Oftalmologia del San Luigi, dove, per cocciutaggine, per 18 mesi si è interrotto un servizio importantissimo, ma non vogliamo che i torinesi che, spero mai, ma potrebbero essere obbligati a girare da un ospedale all'altro - facciano la fine dei pazienti afferenti l'area del San Luigi che ora per essere curati vanno a Susa.
È vero che il Piemonte è bello, che la Valle è bella, ma è anche vero che i pazienti potrebbero avere il diritto di curarsi con quei servizi che funzionano bene, anche con un grande attaccamento da parte dei medici che non si sono arresi e non hanno fatto domande di trasferimento.
Grazie.



PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'ordine del giorno n. 1280 presentato da Bono Andrissi, Bertola, Campo, Frediani, Mighetti e Valetti, inerente a "Mantenimento del Pronto Soccorso e degli interventi di chirurgia minore e maggiore presso l'Ospedale Oftalmico fino a completa realizzazione della nuova Città della Salute di Torino".
Ha chiesto la parola il Consigliere Bono per l'illustrazione; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Anch'io sinceramente sono parecchio perplesso sulle modalità di funzionamento del Consiglio in generale, non solo della IV Commissione, di cui sono, tra l'altro, Vicepresidente, ma, come ben sa il Presidente Vignale, l'essere Vicepresidente non dà delle funzioni in più rispetto ad un altro Consigliere, nel senso che tendenzialmente si condividono le richieste dei punti all'o.d.g. alla fine della IV Commissione.
Devo anche dire, ma non è una captatio benevolentiae, che, tra quelle che frequento assiduamente, la IV Commissione è quella che funziona meglio dal punto di vista della condivisione dei punti all'o.d.g. rispetto ad altre Commissioni, dove spesso discutiamo anche animosamente (l'ultima volta è capitato proprio ieri con il collega Barazzotto, ma sono cose che succedono).
È vero, la richiesta l'ha fatta anche il collega Andrissi prima a nome del Gruppo consiliare Movimento 5 Stelle. Noi vorremmo che la bozza di chiusura dell'Oftalmico e l'organizzazione dei servizi ospedalieri dell'Oftalmico fosse una delibera, se possibile, consiliare e che venisse discussa in Consiglio, perché - l'abbiamo già detto, Assessore Saitta, ed è una ripetizione magari poco utile, anaforica o altro - siamo usciti dal Piano di rientro. Lo ripeto nuovamente per noi, per ricordarcelo ancora meglio.
Quindi, possiamo lavorare insieme. Io penso che lei non abbia paura della sua maggioranza, credo si fidi della sua maggioranza, che ha dimostrato in questi anni di sopportare scelte anche molto difficili complicate e dolorose da spiegare sul territorio. E penso che, come ha dimostrato in questi anni, non abbia assolutamente timore reverenziale dei colleghi di opposizione. Pertanto penso che lei, la sua Giunta e i suoi Uffici abbiate gli strumenti politici, tecnici e umani per iniziare a presentare tutti quegli atti che riguardano la programmazione sanitaria del Piemonte - oggi parliamo dell'Oftalmico, ma domani potremmo parlare della fusione ASO-ASL di Alessandria o di altre realtà - con delle delibere consiliari, delle proposte di deliberazioni consiliari che riguardano la riorganizzazione della rete ospedaliera piemontese, che vanno al vaglio della IV Commissione.
Nella medesima Commissione si presentano e si discutono gli emendamenti; i Consiglieri di opposizione presentano gli emendamenti, i Consiglieri di maggioranza presentano gli emendamenti e probabilmente quelli di maggioranza verranno accolti mentre quelli dell'opposizione facendo una facile previsione, bocciati o magari modificati.
Ho chiesto addirittura di più: al Presidente del Consiglio Laus ho chiesto di potersi fare parte diligente e latore della nostra richiesta sulla presentazione, finalmente, del nuovo Piano Socio Sanitario regionale perché noi abbiamo la legge regionale n. 18 del 2007, che - lo ripeto e lo ripeterò fino alla fine della legislatura, fino alla fine dei miei mandati in Consiglio regionale - è una buona legge. È una buona legge - ogni tanto succede che anche il Consiglio regionale faccia delle buone leggi - che prevede tutta una serie di step di partecipazione, coinvolgimento degli operatori, coinvolgimento delle associazioni, coinvolgimento dei cittadini relazioni sullo stato di salute dei pazienti, creazione di profili dei Piani di salute.
È faticoso, è vero. Probabilmente, in questi anni la Regione Piemonte è stata più presa dall'esigenza di rendere sostenibili i bilanci delle ASL anziché fare reale programmazione, perché quella che abbiamo fatto non è stata granché programmazione, sono stati tagli. Qualcuno potrà dire non lineari, va bene, non tagli lineari, ma tagli, che hanno permesso - non abbiamo capito bene come, perché non ci è stato presentato neanche uno "straccio" di documento economico e di bilancio - di rientrare dal debito delle Aziende Sanitarie.
Sostanzialmente, si è fatto sulle spalle dei lavoratori, perché il grosso taglio è stato di 2.300 posti letto e di circa 3.000 lavoratori. È ovvio che se si riducono i posti letto, se si riduce l'offerta non si riduce la domanda, perché purtroppo la domanda di sanità è incomprimibile se non agiamo sui determinanti la salute, come prevenzione, quindi se riduco i posti letto, semplicemente, i pazienti emigrano in Lombardia o vanno nel sistema privato.
Sul personale invece sì, si è risparmiato: 3.000 lavoratori in meno che sono andati in pensione e non sono stati licenziati, però si sono fatte alcune esternalizzazioni sui servizi no core, quindi si sono risparmiate alcune decine di milioni sul personale e poco altro, quindi i risparmi sono sostanzialmente su quello.
Oggi, possiamo realmente tornare a occuparci di sanità, a parlare di sanità in maniera libera, partecipata e - mi si permetta - democratica, nel senso che almeno parlarne penso sia democratico, poi è lecito rimanere ognuno delle proprie idee, bocciare le proposte, andare avanti. Però io credo che in questo anno e mezzo di legislatura che ci rimane da fare visto che sembra sia stato scongiurato definitivamente il tema delle firme false, nel senso che un buon numero rimangono false, falsificate o false comunque, ma non sufficienti a far cadere il listino della provincia di Torino.
Dicevo che rimane un anno e mezzo di attività di legislatura; usiamola bene, perché continuare, come è stato detto.



(Commenti dell'Assessore Saitta)



BONO Davide

Assessore Saitta, mi rendo conto che ci sono anche le fughe di notizie: a volte, escono i documenti dai Tribunali, figuriamoci se non escono i documenti dagli Assessorati, quindi, magari, ci sono fughe di notizie. Noi apprendiamo le notizie dagli organi stampa; sarebbe bello che subito dopo o anche prima - sarebbe proprio il top - noi potessimo avere il documento per poi discuterlo, per provare a modificarlo.
Siamo convintissimi che i tecnici che lavorano in Assessorato alla sanità facciano del loro meglio, però noi siamo stati eletti ognuno con delle preferenze, ognuno per la propria parte politica, da migliaia di cittadini piemontesi e portiamo richieste anche di quelle parti. Quindi sicuramente, è una visione parziale, ma è sicuramente una visione politica altrimenti, mi dovete spiegare a che cosa serve la politica, cioè se i documenti li fanno solo i tecnici, l'ho già detto prima, chiudiamoli questi Consigli regionali, chiudiamo i Consigli comunali, chiudiamo anche la Camera e il Senato, tanto c'è una visione.



(Commenti fuori microfono)



BONO Davide

Ci hanno provato su una Camera.



PRESIDENTE

Volevamo chiudere il Senato e avete votato no.



BONO Davide

Lo so, infatti, ma la visione.



PRESIDENTE

Ci ha ripensato?



BONO Davide

La visione era un po' diversa, non era su quella finalità. Però, se vogliamo ritornarci, con queste chiusure, possiamo.



(Commenti fuori microfono)



BONO Davide

L'abbiamo fatto per lei, Presidente, per lasciarle una possibilità di fuga dal Consiglio regionale.
Cerchiamo di trovare veramente un percorso e una strada in quest'anno e mezzo, se no non ci resta altro che semplicemente andare verso lo scontro politico, che però non porta risultati per i cittadini, non porta risultati per i cittadini. Anzi, porta arroccamento sulle proprie posizioni, quindi la maggioranza si arrocca ancora di più sulle proprie posizioni, magari, a volte sbagliate; le opposizioni si arroccano di più sulle loro posizioni e magari, anche loro troppo eccessive o magari non realizzabili.
Quindi, dobbiamo riportare la sanità al centro del dibattito del Consiglio regionale, per questo ho chiesto più volte, come anche la nostra Capogruppo, di poter avere anche più sedute di IV Commissione; se è un problema di tempo, facciamo più sedute. Se volete approvare un Piano Socio Sanitario generale si fa in un anno e mezzo, si fa, si può votare.
Per questo chiediamo, con il nostro ordine del giorno, una sospensione dei termini degli interventi sull'Oftalmico. Tra l'altro, come hanno detto i colleghi delle altre opposizioni, fa comodo anche a voi, da un punto di vista politico-elettorale; nel senso che, dal nostro punto di vista potrebbe essere meglio chiudere e tagliare la testa all'Oftalmico e fare campagna contro, ma su questo tema, come sui temi che riguardano la sanità che sono temi veramente sensibili e delicati, non vogliamo cavalcare facilmente la protesta su questioni che comportano tagli di servizi e ricadute negative per i cittadini.
Quindi, se si vuole si può sospendere e far sì che, come ho detto prima, un servizio di oftalmologia vada alla Città della Salute, perché è vero, la Città della Salute, il principale ospedale piemontese, deve avere un servizio di oftalmologia; su questo siamo tutti d'accordo, perché se no si continuano a chiedere consulenze esterne. Però, lasciamo le restanti attività all'Oftalmico fino a che non sarà realizzata la nuova Città della Salute.
So che con questo si tocca anche una corda sensibile del Presidente Chiamparino, che sulla Città della salute sta impegnando tutto suo il suo mandato politico, in senso amplissimo. Quindi, visto che saremo così rapidi sulla Città della Salute, pensiamo che nel 2022 o 2023 si possa avere una Città della Salute (chiamata "Parco della salute", secondo me impropriamente), a quel punto si trasferirà tutto l'Oftalmico lì dentro.
Così saremo tutti felici e contenti; sembra un po' una lieta novella, quasi una favoletta, però io penso che alle volte la politica possa fare scelte sagge e intelligenti dialogando veramente con i cittadini, perché se le forze politiche sono contrarie, i cittadini sono contrari, gli operatori sono contrari e i sindacati sono contrari, forse un dubbio di aver sbagliato qualcosina può venire.
Io vi lascio con questo dubbio, sperando veramente di poter avere un ascolto da parte della Giunta e della maggioranza.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Bono.
La parola alla Consigliera Conticelli per l'illustrazione dell'ordine del giorno n. 1282 presentato da Allemano, Baricco, Barazzotto, Caputo Corgnati, Gariglio e Motta, inerente a "Riorganizzazione dei servizi di oftalmologia".



CONTICELLI Nadia

Grazie, Presidente.
Quando si riorganizza un'intera rete ospedaliera si ha a che fare con dei servizi che riguardano le persone. I piani previsti, quindi, che naturalmente vanno rispettati, devono anche essere, come è ben emerso dall'intervento dell'Assessore Saitta di questa mattina, coniugati in maniera responsabile con i tempi e le modalità che permettono effettivamente una riorganizzazione, che non vuol dire solo spostare persone e macchinari, ma vuol dire efficientare il servizio.
Abbiamo apprezzato l'intervento dell'Assessore, incentrato su un dato di realtà, cioè su che cosa realmente sta capitando e anche con una visione del servizio di ciò che capiterà domani e dopodomani, quando ci sarà la nuova Città della Salute.
Mantenere una rete diffusa del servizio di oculistica, soprattutto per l'accesso più a bassa soglia, il day surgery, sia al Giovanni Bosco sia in parte nella Casa della Salute, che troverà posto all'Oftalmico, sia alle Molinette sia con il servizio più specialistico di pediatria al Maria Vittoria, vuol dire, se tutto sarà ben coordinato, andare incontro anche alle esigenze dei cittadini e garantire una rete reale di servizi, perch non sempre il servizio accentrato è una buona risposta alle esigenze dei cittadini.
La nostra preoccupazione è che con la ricollocazione non si perda n qualità né efficienza del servizio, soprattutto rispetto alle liste di attesa, che in questo campo sono già notevoli, perché c'è un accesso molto diffuso.
Peraltro, lo spostamento da qui ad aprile, soprattutto per quanto riguarda i servizi un po' più delicati, quindi il servizio di urgenza e di emergenza, ci sembra risponda bene alla necessità di fare sia i percorsi che vanno fatti con il personale sia di trovare una locazione strutturale all'interno dell'attuale Città della Salute, cioè di Molinette, dei servizi che lì dovranno essere ricollocati.
La sperimentazione all'interno della Casa della Salute all'Oftalmico di un accesso a bassa soglia, che peraltro va nella direzione di abbattimento delle liste d'attesa e di semplificazione nell'accesso ai servizi da parte dei degli utenti, ci sembra possa essere una sperimentazione interessante.
Naturalmente - è pleonastico, ma lo dico, visto che siamo in una sede politica - lo spostamento non dovrà impattare neanche sull'accesso ai servizi, come hanno già detto altri colleghi, o sulle liste d'attesa di quei reparti, di quei padiglioni dove, alle Molinette, andrà spostato il servizio.
Nell'Ospedale Oftalmico, come ci ha annunciato l'Assessore, verranno mantenute alcune attività, come l'ortottica e l'ipovisione, che hanno avuto modo di affermarsi e di specializzarsi in quella sede in questi decenni.
L'ordine del giorno che noi presentiamo ci sembra utile per riprendere questi elementi, facendo il punto della situazione a oggi in maniera un po' più dettagliata (magari anche di quello che non è nella DGR generale) e per tracciare un percorso dei prossimi mesi che consentirà lo spostamento in serenità per i pazienti, per i lavoratori e anche per le strutture che dovranno ospitare la chirurgia e altre attività che oggi sono all'Oftalmico.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Conticelli.
Non essendovi altre richieste di interventi, procediamo con la votazione degli atti di indirizzo per appello nominale.
Indìco la votazione per appello nominale sull'ordine del giorno n. 1279, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 38 Consiglieri votanti 36 Consiglieri hanno votato SÌ 15 Consiglieri hanno votato NO 15 Consiglieri si sono astenuti 6 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione per appello nominale sull'ordine del giorno n. 1280, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 40 Consiglieri votanti 38 Consiglieri hanno votato SÌ 15 Consiglieri hanno votato NO 17 Consiglieri si sono astenuti 6 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione per appello nominale sull'ordine del giorno n. 1281, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 40 Consiglieri votanti 38 Consiglieri hanno votato SÌ 19 Consiglieri hanno votato NO 15 Consiglieri si sono astenuti 4 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione per appello nominale sull'ordine del giorno n. 1282, il cui testo verrà alle L'esito della votazione è il seguente: presenti 39 Consiglieri votanti 37 Consiglieri hanno votato SÌ 22 Consiglieri si sono astenuti 15 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri Il Consiglio approva.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 12.50)



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