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Dettaglio seduta n.269 del 09/11/17 - Legislatura n. X - Sedute dal 25 maggio 2014 al 25 maggio 2019

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Argomento:


MOTTA ANGELA



(I lavori iniziano alle ore 14.12 con l'esame delle interrogazioni a risposta immediata, ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento interno del Consiglio regionale)


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 1830 presentata da Ferrentino inerente a "Caso della bambina di Ciriè trasportata in emergenza con l'auto privata dall'Ospedale di Ciriè all'Infantile Regina Margherita"


PRESIDENTE

Iniziamo i lavori, esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
1830.
La parola al Consigliere Ferrentino per l'illustrazione.



FERRENTINO Antonio

Grazie, Presidente.
Si tratta di un argomento che è stato ampiamente dibattuto anche con delle integrazioni nel corso delle ore dopo successive alla presentazione di quest'interrogazione.
L'oggetto dell'interrogazione è ormai noto: questo signore aveva portato una bambina di sei anni in ospedale perché aveva inghiottito qualcosa (poi si è scoperto che cosa) e, nonostante fosse un caso abbastanza importante, il medico ha suggerito di andare al Regina Margherita di Torino da Ciriè; questo signore, tra l'altro, non cittadino italiano, viene invitato a recarsi in ospedale con il proprio mezzo.
Ecco, la cosa è partita adducendo che non c'era un'ambulanza disponibile per il trasporto. Ciò che mi ha colpito particolarmente è che in episodi del genere, non tener conto anche dell'aspetto sociale ed emotivo di un genitore che ha il proprio figlio in queste condizioni e quindi invitarlo da Ciriè ad andare al Regina Margherita è stato un atto veramente molto deprecabile, anche perché - come poi si è appreso dagli organi di informazione - il mezzo a disposizione c'era e dunque l'episodio è ancora più odioso, perché probabilmente ci si è approfittato del fatto che questo cittadino non fosse bene a conoscenza di tutti i propri diritti e prerogative.
È importante sapere dall'Assessore, di concerto con la Direzione del presidio ospedaliero, quali sono i provvedimenti che intende adottare ovviamente nei confronti di questo medico che si è comportato in questo modo, ma anche per evitare che possano succedere nuovamente episodi di questo genere.



PRESIDENTE

La parola all'Assessora De Santis per la risposta.
DE SANTIS Giuseppina, Assessora regionale Grazie, Presidente.
Consigliere Ferrentino, dovrà accontentarsi di me; le leggo la nota che ho ricevuto e posso dirle che questo episodio aveva a suo tempo colpito molto anche me.
A seguito dell'episodio avvenuto lo scorso 28 ottobre presso il Pronto Soccorso dell'ospedale di Ciriè e che ha coinvolto una bambina di sei anni la Direzione generale dell'ASL TO4 ha provveduto ad avviare un'indagine interna per appurare il reale svolgimento dei fatti.
La bimba è ancora ricoverata all'Ospedale Regina Margherita di Torino sta meglio e le sue condizioni sono monitorate costantemente.
Tornando all'accaduto, la bambina si era recata in Pronto Soccorso accompagnata dal padre; era stata immediatamente inviata in Radiologia per la localizzazione del corpo estraneo ingerito, che è stato poi effettivamente individuato a livello dell'esofago in seguito agli esami svolti. Ottenuto il referto, il chirurgo dell'Ospedale di Ciriè ha contattato il collega di guardia presso il Regina Margherita, accordandosi per il trasferimento della bambina che, anche in questo caso, cioè nel trasferimento al Regina Margherita, è stata accompagnata in ospedale dal padre.
Le prime verifiche effettuate hanno però portato ad accertare la disponibilità di un'ambulanza al momento del trasferimento della bambina.
Come conseguenza, il medico del Pronto Soccorso di Ciriè verrà deferito dall'ASL TO4 alla Commissione di disciplina per l'avvio di un procedimento nei suoi confronti, al termine del quale verranno adottati gli opportuni provvedimenti.
L'Assessore regionale alla sanità segue e seguirà con attenzione prosieguo e conclusione di questa vicenda; nel frattempo, l'ASL TO4 si è scusata con la famiglia.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 1834 presentata da Batzella inerente a "Quali sono i costi complessivi per lo spostamento dell'Ospedale Oftalmico presso la Città della Salute e il San Giovanni Bosco di Torino"


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'interrogazione a risposta immediata n. 1834.
La parola alla Consigliera Batzella per l'illustrazione.



BATZELLA Stefania

Grazie, Presidente.
Vorrei ricordare che la DGR n. 1-600 del 19 novembre 2014 e poi la DGR di integrazione, la n. 1-924 del 23 gennaio 2015, ha provveduto ad adeguare la rete ospedaliera in base agli standard stabiliti dalla legge n. 135/2012 e del Patto per la Salute 2014-2016.
L'Ospedale monospecialistico Oftalmico di Torino è stato edificato nel 1859 al fine di ospitare tutte le attività di oftalmologia. Attualmente è il centro di riferimento regionale dell'oculistica ed è uno dei maggiori centri in Italia per la prevenzione, la diagnostica e la terapia medico chirurgica delle patologie oftalmiche. Inoltre, vorrei ricordare che è sede della Clinica oculistica che si occupa, oltre che dell'attività clinica anche dell'insegnamento di oftalmologia per il corso di laurea in medicina e chirurgia e del corso di laura in oftalmologia e ortottica assistenti.
L'ospedale è anche sede della scuola di specializzazione di oftalmologia della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell'Università di Torino, ed è la cosiddetta "fucina degli oculisti".
L'attività chirurgica si svolge su cinque sale operatorie, di cui una è dedicata all'urgenza e una alla chirurgia ambulatoriale; le sedute operatorie svolte quotidianamente sono con inizio attività alle ore otto del mattino e terminano alle ore 19. Poi, c'è la chirurgia d'emergenza quindi si apre la sala operatoria in caso di emergenza.
Annualmente, vengono effettuati circa 15.000 interventi chirurgici, che aggiornati ai nuovi dati sono saliti a 18.000 interventi chirurgici, di cui oltre 8.000 intravitreali.
La DGR 1-600, come citato prima, non prevede più l'Ospedale Oftalmico nella rete ospedaliera, nonostante nel Piano Socio Sanitario ultimo vigente la chiusura dell'Oftalmico sia vincolata al contestuale spostamento nella nuova Città della Salute e della Scienza di Torino.
Sempre dalla DGR 1-600 e dalla DGR 1-924 d'integrazione, si evince che esisterà una struttura complessa di Oculistica presso l'attuale Città della Salute nei locali di Via Cherasco e un'altra presso l'Ospedale San Giovanni Bosco di Torino. Tra l'altro, l'Assessore Saitta, anche nelle ultime dichiarazioni, ha confermato questi spostamenti negli ospedali sopra citati.
Vorrei sapere dall'Assessore Saitta, che però oggi è assente, quali saranno i costi complessivi per l'attività di diagnostica (esami apparecchiature), per le attività chirurgiche, per l'allestimento delle singole sale operatorie e del personale, in seguito al trasferimento dell'Ospedale Oftalmico presso la Città della Salute e della Scienza di Torino, che troverà spazio nei locali di Via Cherasco e presso il San Giovanni Bosco.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Batzella.
La parola all'Assessora De Santis per la risposta.
DE SANTIS Giuseppina, Assessora regionale Grazie, Presidente.
Anche in questo caso, leggo la risposta.
Come ampiamente annunciato e nel rispetto di quanto previsto dal Piano di rientro dal debito sanitario, cui la Regione Piemonte è stata sottoposta dal 2010 al 2016, è in corso di avvio da parte dell'ASL Città di Torino e dell'Azienda Ospedaliera Universitaria Città della Salute, il riordino dell'attività di Oftalmologia presente nel territorio di Torino.
Entro la prima settimana di dicembre aprirà H24, presso il complesso della Città della Salute, il nuovo e attrezzato pronto soccorso oftalmico mentre presso l'Ospedale San Giovanni Bosco sarà avviata l'attività di chirurgia oculistica complessa.
Si precisa che presso l'Ospedale Oftalmico verrà comunque mantenuto una parte dell'offerta sanitaria odierna, e cioè quella di tipo ambulatoriale nell'ottica dell'attivazione di una nuova Casa della salute all'interno del presidio di Via Juvarra. L'obiettivo dell'intera operazione è di migliorare il livello delle prestazioni, la qualità dell'assistenza e la sicurezza per i pazienti e per gli operatori.
L'inserimento delle attività di oftalmologia all'interno di strutture ospedaliere complesse e dotate di più specialità garantirà. Infatti. ai pazienti tutte le attività di supporto diagnostico e terapeutico necessarie, senza l'esigenza di trasferire i malati, come avveniva in passato.
Per quanto riguarda i costi dell'operazione, proprio in questi giorni i vertici delle Aziende sanitarie torinesi coinvolte sono al lavoro per mettere a punto tutti gli aspetti di questo processo e la quantificazione.



PRESIDENTE

Grazie, Assessora De Santis.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione - Sanita': argomenti non sopra specificati

Interrogazione a risposta immediata n. 1835 presentata da Bono, inerente a "ASL a Torino 4 Eporediese - Dipendenti CM Service"

Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione - Sanita': argomenti non sopra specificati

Interrogazione a risposta immediata n. 1831 presentata da Grimaldi inerente a "Stato di agitazione del personale delle pulizie dell'ospedale di Ivrea"


PRESIDENTE

In attesa dell'arrivo dell'Assessore Balocco, esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 1835 del Consigliere Bono.
Sullo stesso tema, è stata presentata dal Consigliere Grimaldi l'interrogazione a risposta immediata n. 1831.
L'Assessora De Santis fornirà un'unica risposta predisposta dall'Assessore Saitta, che oggi è assente.
Prego, Consigliere Bono, può illustrare la sua interrogazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Abbiamo inteso presentare quest'interrogazione, che verte sull'annoso tema degli appalti delle pulizie negli ospedali.
È un tema che abbiamo già affrontato per quanto riguarda l'Azienda Ospedaliero-Universitaria Città della Salute di Torino, per le ex ASL TO1 e TO2, come per la ASL TO3; insomma, per diverse ASL che in questi anni hanno rinnovato i contratti dei servizi di pulizia.
Nel piano di efficientamento dell'Azienda Ospedaliero-Universitaria Città della Salute ben 4,6 milioni di euro di riduzione di spesa verrebbero dall'appalto dei servizi di pulizia.
Abbiamo visto un ulteriore bando di gara del 2014 dell'ASL TO4 riguardante, in particolar modo, l'Eporediese - quindi il territorio di Ivrea - assegnato ad un raggruppamento temporaneo di imprese composto da Eporlux, La Lucente, PDP, Barbara B SCS, con un ribasso di gara pari al 35 per cento.
È di questi giorni la notizia che i lavoratori sono in stato di mobilitazione generale, in quanto sono sostanzialmente stufi della tipologia oraria e, soprattutto, della modalità di esercizio stesso del lavoro richiesto dall'ASL per mantenere pulite le sedi ospedaliere. È del tutto evidente che se un raggruppamento di imprese (o un'azienda) taglia il costo di un appalto del 35 per cento come base di gara, può significare solo due cose: o chi ha partecipato alla gara ha sbagliato qualcosa, perch non è possibile pensare che un'Azienda Ospedaliera o un'Azienda Sanitaria Locale che cerca di risparmiare su tutte le sue gare faccia un appalto con un 35 per cento in più di quello che è il prezzo base, oppure l'azienda che vince attua un esercizio di concorrenza sleale verso le altre aziende perché applica un ribasso che non può sostenere (ben 35 per cento!); ci significa che va a tagliare sugli stipendi dei lavoratori. Ma come lo fa? Visto che, comunque, non è quasi più possibile, grazie alla nuova legge nazionale sui contratti pubblici, licenziare le persone per via delle clausole sociali (quando ci ricordiamo di inserirle), né utilizzare contratti meno di favore rispetto a quelli collettivi nazionali, cosa si fa? Si riduce il monte ore, chiedendo, però, le medesime prestazioni. Ma se riduce il monte ore chiedendo le stesse prestazioni, significa che le persone dovranno lavorare di più. Siamo quindi arrivati ad una sorta di "ultrafordismo", cioè alla catena di montaggio iperaccelerata: mi viene quasi in mente Charlie Chaplin, che avvitava bulloni su una catena di montaggio ad una velocità pazzesca! Se non si è adottata alcuna novità tecnologica nella pulizia delle sedi ospedaliere, come ho già avuto modo di dire, nel senso che non si adoperano robot, droni o altre modalità, non è pensabile ridurre del 35 per cento il costo del lavoro! Perché o si licenziano le persone, o le si fa lavorare al doppio della velocità.
Ma non possiamo certo chiedere alle persone di lavorare al doppio della velocità, perché o pensiamo che tutti gli operatori delle pulizie dei nostri ospedali prima non facevano niente - ma, allora, chi ha vigilato? Dov'è la vigilanza ospedaliera? - oppure qualcuno sta sfruttando questi lavoratori.
Non so neanche io quale risposta possa fornirmi l'Assessore o la Giunta. Però abbiamo approvato un protocollo e una delibera di applicazione del protocollo stesso, con gli obiettivi ai direttori generali; non saprei più cosa dovremmo fare ancora! Noi chiediamo una vigilanza sui servizi in essere nelle varie ASL: se non si rispettano i diritti dei lavoratori, si rescindano questi contratti! Abbiamo tutta la forza e il potere contrattuale per poterlo fare: è semplice! Io penso che sia veramente semplice; deve esserci solo la volontà politica.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Bono.
Consigliere Grimaldi, se desidera può illustrare l'interrogazione a risposta immediata n. 1831.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Ovviamente noi continueremo a presentare questo tipo di interrogazioni a risposta immediata finché non cesseranno queste iniziative. E continueremo a cercare tutte le sedi e i modi possibili per far vivere in maniera diversa queste storie.
Quello che ha appena descritto il Consigliere Bono, che è pure l'oggetto della nostra interrogazione a risposta immediata, racconta non solo del personale delle pulizie dell'ospedale di Ivrea e del poliambulatorio, ma è la storia - purtroppo - di troppi appalti. Io credo che la decisione maturata venerdì scorso, nel corso dell'assemblea con tutti i rappresentanti sindacali, di avviare una mobilitazione contro questa decisione e contro, di fatto, gli effetti di questo appalto, sia la misura "normale" che potevano mettere in campo. Il problema è tutto nostro.
Non solo il protocollo degli appalti dice che non potrebbero esistere in qualche modo, gare al massimo ribasso. I nostri dirigenti e direttori continueranno a dire che queste sono gare economicamente vantaggiose.
Se la partita economica pesasse meno del 30 per cento rispetto alla misura generale dei bandi, e quindi, di fatto, se la parte tecnica fosse prevalente (cioè oltre il 60 per cento o 70 per cento), questi casi non si verificherebbero.
Credo, inoltre, che ci sia poco da dire. Cioè quando si pensa di risparmiare 16 milioni di euro da un appalto come questo, è chiaro che tutte le ricadute non possono che essere sulle spalle dei lavoratori.
Io non so più come dirlo e sono imbarazzato nel continuare a fare questo tipo di atti, ma sono gli unici che, in qualche modo, possiamo mettere in campo.
Di fatto, non c'è innovazione tecnologica, non c'è un vero cambio di paradigma di come si fanno le pulizie; alla fine si chiede alle persone di fare lo stesso lavoro, spesso con metri quadri in più, ma con il 35 per cento delle ore in meno, che spesso vuol dire il 35 per cento del salario in meno. Mi chiedo come possiamo ancora convincere i nostri dirigenti a fare diversamente.
Dopo il protocollo, noi abbiamo provato a dire una cosa molto semplice nella delibera della scorsa settimana: i nostri cari dirigenti e direttore dell'ASL farebbero il loro lavoro con il 35 per cento del reddito in meno? Io credo di no. Lei lo farebbe Assessore? Io credo di no! L'arma che abbiamo davanti è uno strumento semplice: far sì che nel piano delle performance dei dirigenti di queste ASL, si spieghi che, a fine anno, perché non hanno rispettato un protocollo sottoscritto da voi Giunta regionale con i sindacati maggiormente rappresentativi, e perderanno tutto il premio di produzione. Non servirà? Credo che quando un dirigente capisce di aver sbagliato e perde 20.000 euro di premio di produzione, l'anno dopo ci pensa un attimo. Il vicino dell'ASL a fianco e il dirigente o il direttore di un'altra partecipata della Regione Piemonte ci penseranno due volte a scrivere un bando sbagliato. E' sbagliato a monte.
Quando si vogliono risparmiare 16 milioni di euro da un bando, vuol dire che quel bando è stato fatto male. Quando sono il 35 per cento delle ore a saltare, con gli stessi metri quadri, vuol dire che qualcosa è andato storto.
Mi dispiace che oggi sarà l'Assessora De Santis a rispondere e non l'Assessore Saitta. L'Assessore Saitta ci ha detto tante volte di fare un tavolo con quei dirigenti e quei direttori delle ASL per spiegare come si fanno questi.
L'Assessore Reschigna più volte ha detto che li chiamerà al tavolo, ma vorrei solo che li chiamaste per dire che quest'anno tutti i dirigenti che hanno fatto questo tipo di azione perderanno il premio di produttività.
L'errore c'è stato, ed è innegabile, perché non hanno rispettato quello che voi avete scritto.
Se il bando lede i diritti di quei lavoratori, come abbiamo detto tante volte, i bandi possono essere in qualche modo revocati, così come possono essere revocati gli appalti. Non utilizziamo la formula delle leggi nazionali. Ci mancherebbe altro che il dirigente ci dica che non ha rispettato le leggi nazionali. Le leggi nazionali saranno state rispettate sarà rispettato anche quello che dice l'ANAC, ma non è stato rispettato un atto di indirizzo politico e istituzionale della Giunta regionale e del Consiglio regionale del Piemonte. O i nostri dirigenti vengono richiamati all'ordine, oppure saremo costretti a muoverci in altri sedi, anche quelle dei Tribunali Amministrativi.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessora De Santis per la risposta.
DE SANTIS Giuseppina, Assessora regionale Grazie, Presidente, e grazie, Consiglieri.
Anche in questo caso, non è materia sulla quale ho delega politica quindi devo leggere una nota.
Capisco la rilevanza delle questioni poste e confermo che la Giunta su questo tema è attenta. Ne abbiamo discusso più volte, perché condividiamo le preoccupazioni che sono state espresse dai Consiglieri.
La gara d'appalto del servizio di pulizia cui fanno riferimento i testi delle due question time risale al 2013. Venne indetta dalla Federazione sovrazonale Torino 2 Nord e aggiudicata dall'ASL TO2, nel frattempo subentrata con determina del 10 ottobre 2014.
L'aggiudicazione riguarda presidi e sedi della ex ASL TO2 e dell'ASL TO4 per una durata contrattuale di 60 mesi, quindi cinque anni. Il capitolato della Federazione che detta le regole del contratto in essere prevedeva che, ai fini dell'aggiudicazione, il punteggio dei concorrenti venisse calcolato secondo la formula 40-60, ossia qualità 40 e prezzo 60 punti. Una formula differente da quella cui si è attenuti, e si attiene l'ASL TO4 in tutti i bandi di gara interessati e attivati successivamente alla DGR n. 13 del 30 maggio 2016, che prevede invece una suddivisione 70 30, valutando la qualità 70 e il prezzo 30 punti.
Il contratto tra l'ASL TO4 con la Eporlux, capogruppo del raggruppamento di imprese aggiudicatarie, alle quali poi è succeduta la CM Service, è stato sottoscritto l'8 maggio 2015 con decorrenza contrattuale e fissata al 1° aprile 2015. Pertanto, le prestazioni contrattuali regolate dal capitolato originario e dall'offerta Eporlux, alla quale CM Service è subentrata alle medesime condizioni, verranno a scadere il 31 marzo 2020.
L'aggiudicazione in questione è vincolante sia per l'appaltatore che per l'appaltante, non vi è alcuna possibilità di modificare le condizioni in corso di appalto.
Fino agli ultimi avvenimenti l'ASL TO4 non aveva mai avuto richieste di aperture di tavoli specifici con i lavoratori impiegati nell'appalto presso sedi e presidi dell'area di Ivrea né con i sindacati di categoria, in relazione a problematiche insorte con la ditta ECM Service. In ogni caso la direzione dell'ASL TO 4 provvede costantemente a richiedere all'appaltatore la certificazione di regolarità contributiva e metterà in atto i controlli relativi al mantenimento della tipologia di contratti applicati, ossia il Contratto Collettivo Nazionale del lavoro molti servizi.
Dal canto suo la ditta CM Service, a partire dall'estate 2017, ha richiesto una revisione dei prezzi rispetto a quelli di gara, motivandola con errori del capitolato iniziale, differenze di metrature, differenza di classificazione delle aree e diverse interpretazioni delle norme capitolari.
È stato così aperto un Tavolo tecnico fra l'ASL TO4 e l'operatore economico per effettuare una verifica puntuale della situazione. Solo al termine di questa verifica sarà possibile definire l'eventuale quantum dovuto dall'ASL TO4 alla CM Service, ovviamente soltanto qualora risultassero veritiere le richieste esposte. Tale verifica, attualmente in corso, si concluderà entro il mese di novembre.
In conclusione, la Direzione dell'ASL TO4 si è resa disponibile a incontrare le organizzazioni sindacali di categoria per valutare ogni iniziativa tesa al giusto trattamento dei lavoratori, ricordando però che non vi è possibilità di modificare le condizioni contrattuali in corso di appalto senza motivazioni oggettive.


Argomento: Comuni - Problemi energetici

Interrogazione a risposta immediata n. 1833 presentata da Graglia, inerente a "Bando riduzione dei consumi energetici e utilizzo di fonti rinnovabili nelle strutture pubbliche delle Province, della Città Metropolitana di Torino, dei Comuni ed Unioni di Comuni con popolazione superiore a 5 mila abitanti e sua riapertura dei termini" (risposta scritta)


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'interrogazione a risposta immediata n. 1833, alla quale il Consigliere interrogante richiede sia data risposta scritta.
Tale risposta sarà fornita dall'Assessora De Santis.


Argomento: Calamità naturali - Viabilità

Interrogazione a risposta immediata n. 1832 presentata da Conticelli inerente a "Lavori di ripristino del ponte Castiglione-Settimo T.se"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 1832, per l'illustrazione della quale ha la parola la Consigliera Conticelli.



CONTICELLI Nadia

Grazie, Presidente.
Allora, diciamo che il ponte tra Castiglione e Settimo Torinese insieme a quello tra San Mauro e Settimo, drena l'accesso veicolare dalla Val Cerrina verso la Città e nelle ore di punta rappresenta uno snodo molto importante per la circolazione.
Il ponte in questione - il primo che si trova, quello tra Castiglione e Settimo - è stato danneggiato dall'alluvione nel novembre 2016. Per un periodo ne è stata comunque mantenuta una corsia aperta e poi a fine anno (a fine 2016) il ponte è stato chiuso totalmente, creando, come si pu facilmente immaginare, problemi sul ponte successivo tra San Mauro e Settimo, soprattutto nelle ore di punta e in particolare al mattino, quindi anche, soprattutto in inverno, con un carico ambientale notevole.
In seguito a una serie di incontri con le Amministrazioni comunali locali c'è stato uno stanziamento da parte della Regione Piemonte e i lavori sono in appalto da parte di Città metropolitana.
Nell'ambito di un incontro pubblico era stato comunicato alla cittadinanza e agli Amministratori locali un crono programma, che avrebbe previsto una serie di lavori anche in alveo (oltre che di consolidamento della struttura stessa) e poi, a settembre, la riapertura del ponte in doppio senso di marcia. I lavori sono stati affidati ed eseguiti in parte con procedura d'urgenza - soprattutto per il pilone danneggiato - già tra giugno e luglio, cioè quest'estate; poi è stata appaltata la seconda fase dei lavori. Per questa seconda fase era stato dato un nuovo cronoprogramma che prevedeva la riapertura completa entro fine anno.
Ora, i lavori sono iniziati, ma per la verità un po' a rilento. Quello che si vuole sapere, quindi, riguarda sia l'entità economica lavori degli stessi - perché non è chiaro se ci siano, rispetto all'affidamento a base d'asta, dei fondi che potrebbero essere reinvestiti sempre nell'alveo o in altre opere sul territorio, come, per esempio, un tratto di pista ciclabile che lì manca - sia se il cronoprogramma sarà rispettato o meno. Infatti adesso siamo di nuovo alle soglie della stagione invernale, con tutti i problemi anche dal punto di vista ambientale che si possono immaginare, e le lunghe code sul ponte di San Mauro ovviamente non aiutano.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Conticelli.
Per la Giunta regionale, risponde l'Assessore Balocco.



BALOCCO Francesco, Assessore alle infrastrutture

Mi scuso per l'incomprensione: ero presente alle ore 14 e credevo che il question time iniziasse a quell'ora; sono stato presente finché è stato interrotto dal Presidente per l'assenza di alcuni Consiglieri interroganti.
La situazione evidenziata è compresa negli elenchi dei danni connessi all'evento alluvionale di novembre 2016. L'intervento è stato sollecitamente finanziato dalla Regione Piemonte con ordinanza commissariale del 23 marzo 2017. La rimozione degli elementi dissestati è stata compiuta da tempo. I lavori di ricostruzione sono stati recentemente consegnati all'impresa aggiudicatarie dalla Città metropolitana e ad oggi procedono secondo cronoprogramma. Il ribasso d'asta è stato recentemente richiesto dalla Città metropolitana per operare alcune migliorie atte a trasformare il ponte da seconda a prima categoria.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Dichiaro chiusa la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata.



(Alle ore 14.51 la Presidente dichiara esaurita la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata)



(La seduta ha inizio alle ore 14.54)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAUS



PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Do atto che l'o.d.g. è stato comunicato con la convocazione.
Non essendovi proposte di modifica, l'o.d.g. è approvato, ai sensi dell'articolo 58 del Regolamento interno del Consiglio regionale.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo Corgnati, Ferrentino, Mighetti, Ottria, Pentenero e Valmaggia.


Argomento: Assestamento di bilancio

Esame disegno di legge n. 272, inerente a "Assestamento del bilancio di previsione finanziario 2017-2019 e disposizioni finanziarie"


PRESIDENTE

Procediamo proseguendo l'esame del disegno di legge n. 272, di cui al punto 4) all'o.d.g. prosegue con la discussione dell'articolato e degli emendamenti ad esso riferiti.
Emendamento rubricato n. 225) presentato da Frediani, Andrissi, Bertola Bono, Campo, Mighetti, Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) È iniziato l'esame dell'emendamento rubricato n. 225).
Dopo l'illustrazione della Consigliera Frediani è intervenuto il Consigliere Valetti.
Sono ancora iscritti a parlare i Consiglieri Mighetti e Andrissi.
Poiché non sono presenti, la parola al Consigliere Bono.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Purtroppo, il tema dei volontari degli antincendi boschivi è forse il tema del mese, perché abbiamo visto i cospicui incendi che hanno mandato letteralmente in cenere migliaia di ettari di boschi della nostra regione evidenziando due questioni.
La prima: la profonda insensatezza e assurdità della riforma Madia, che ha distrutto il Corpo Forestale, che era il Corpo dedito alla prevenzione e allo spegnimento degli incendi dei boschi, lasciandoci in gravi difficoltà.
La seconda: una certa sottovalutazione politica del fenomeno degli incendi boschivi, da parte di questa Regione.
La Regione aveva già dichiarato, a inizio ottobre, il grado massimo di allerta nei boschi, ma non è stata in grado di spegnere i primi focolai, a inizio e metà mese, fino a trovarsi in una situazione quasi drammatica, con la necessità di richiedere più Canadair provenienti anche dalla Croazia.
Abbiamo poi letto anche dei simpatici dietro le quinte, poiché c'erano difficoltà di comunicazione con i piloti dei Canadair croati.
È stato anche chiesto l'aiuto dei volontari AIB di altre Regioni. Per fortuna, un po' il calare del vento un po' le piogge di questi giorni hanno contribuito a spegnere definitivamente sia i fuochi sia l'emergenza.
Resta, però, un problema, Vicepresidente Reschigna: noi non abbiamo ben compreso se sul tema, alla fine, ci saranno più risorse oppure no. Vogliamo solo sapere brevemente se sul tema, questa Giunta, questa maggioranza stanzierà più risorse, oppure no.
C'era un emendamento presentato dal Vicepresidente Reschigna sui rimborsi, se non sbaglio, però non abbiamo capito se è un'anticipazione riguardante fondi che arriveranno rispetto ai rimborsi, perché - tra l'altro - ci sono tanti capitoli che non abbiamo mai analizzato compiutamente in Commissione.
Chiedo solo un'anticipazione rispetto ai fondi che arriveranno all'inizio dell'anno dalla Protezione Civile nazionale, oppure se ci sarà un esborso in più dalla Regione Piemonte e, se sì, a quanto ammonta.
Avremmo bisogno di queste due risposte.
Noi chiediamo 500 mila euro in più, spalmati, come ha detto la collega Frediani: 100 mila subito, quest'anno, per immediate esigenze urgenti, e 400 mila euro nel prossimo anno.
Pertanto, subito per ripianare le esigenze immediate e 400 mila euro per fare una serie di investimenti: l'acquisto di DPI (Dispositivi di Protezione Individuale), che sono da migliorare, da rinnovellare, e anche qualcosa sulle per le macchine, i macchinari.
Sarebbe veramente interessante, e vi chiediamo questo, poter fare un punto - lei, o l'Assessore Valmaggia, insomma la parte finanziaria con la parte di Protezione Civile, AIB - in Commissione per capire, a breve. Mi rendo conto che gli incendi si sono spenti la settimana scorsa, per sarebbe importante fare una pre-ricognizione puntuale, per sapere quanto occorre che la Regione stanzi.
Noi riteniamo che 500 mila euro, spalmati su due anni, possano essere una buona cifra (magari è anche poco). Pertanto, chiediamo che questo dato sia preso attentamente in considerazione, vista la gravità dei fenomeni recentemente accaduti in Piemonte.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Segretario Bertola in qualità di Consigliere.
Ricordo che avete due minuti a disposizione; se sforate non è un problema, però, insomma...



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Mi atterrò scrupolosamente alle tempistiche previste dal Regolamento.
Proponiamo quest' intervento: un incremento di 500 mila euro, in totale (100 mila sul 2017 e 400 mila sul 2018), per venire incontro alle esigenze che si stanno manifestando in conseguenza dei gravi fatti legati agli incendi boschivi delle ultime settimane.
È chiaro che siamo a disposizione anche della Giunta regionale per valutare e discutere insieme le modalità più corrette di corresponsione di questi fondi. Su questo è già stato piuttosto chiaro il collega Bono.
Quello che ci tenevo a ribadire, senza rifare tutto il dibattito fatto in Aula sulla questione incendi e sulla gestione dell'emergenza incendi da parte di questa Amministrazione regionale, è che lo stesso giorno in cui venivamo accusati di fare del "bar dello sport", in realtà facevamo quello che fino a quel momento era stato l'unico vero gesto concreto, nel senso che annunciavamo di devolvere metà della nostra restituzione annuale quindi un importo pari a 100 mila euro, proprio per il contrasto degli incendi boschivi, con modalità che stiamo definendo.
È ovvio che, in coerenza con questo, chiediamo anche un intervento all'interno del bilancio regionale.



MOTTA ANGELA



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Andrissi; ne ha facoltà.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
La situazione della gestione degli incendi boschivi in Italia ha subito, negli ultimi anni, una notevole riduzione della capacità di intervento. Da una parte, si sono ridotti i mezzi Canadair di 15 unità (ho già polemizzato in Aula su questo), con un continuo aumento dei mezzi militari, mettendo sotto scacco, in questo Paese, i Canadair, l'antincendio e la Protezione Civile; dall'altra, è avvenuta la riforma del Corpo Forestale e solo 360 persone - c'è stata recentemente anche un'audizione in Parlamento dei sindacati - del Corpo Forestale, su 7.000mila componenti il Corpo nazionale, sono state dislocate ai Vigili del Fuoco.
Siamo passati da un presidio di 7.000 persone sulla gestione della sicurezza dei boschi a 360 persone che vengono dislocate ai Vigili del Fuoco per la protezione boschiva dagli incendi.
Negli anni, quindi, si è visto un cambiamento climatico, con lunghi e prolungati periodi di siccità, ma anche una riduzione della capacità della protezione dagli incendi boschivi su tutto il territorio nazionale.
E' importante che la Regione intervenga con i mezzi che le competono.
Intervenire sull'AIB, sulla sua formazione, sul finanziamento dei mezzi è fondamentale, perché il Governo nazionale ha deciso di disinvestire in un settore che invece, in un Paese geologicamente giovane, con boschi in aree montuose impervie e difficilmente raggiungibili, è assolutamente da presidiare. Purtroppo, è stata fatta questa scelta politica sbagliata.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Andrissi.
Emendamento rubricato n. 132) presentato da Ruffino, Berutti, Graglia Pichetto Fratin, Porchietto, Sozzani.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola alla Vicepresidente Ruffino, che interviene in qualità di Consigliera per l'illustrazione.



RUFFINO Daniela

Grazie, Presidente.
È un tema di cui si è parlato molto in quest'Aula nelle settimane passate, ma anche adesso con i vari emendamenti presentati. Questo spiega l'importanza delle associazioni che fanno parte del volontariato e della Protezione Civile piemontese.
La richiesta è di riuscire ad avere risorse per la formazione l'addestramento e la dotazione di mezzi che potrebbero garantire sicurezza alle associazioni, ma anche al territorio.
In questo periodo abbiamo visto le tante iniziative di raccolta fondi avviate sul territorio in Val di Susa (addirittura si è riusciti ad avvicinarsi all'acquisto di un mezzo) e questo sta a significare che c'è una grande sensibilità della popolazione che, come sempre, non si sottrae perché conosce bene l'alto compito svolto dai volontari. Tuttavia, c'è un passo che deve essere fatto da parte delle Istituzioni.
In genere, i Comuni mettono a disposizione piccoli spazi e sedi - e anche su questo occorrerebbe aprire un dibattito - però certamente il tema della formazione, in particolare per quanto riguarda i Vigili del Fuoco volontari, ossia le visite mediche, i certificati per incrementare il numero dei volontari che ormai da anni è fermo nei distaccamenti, è assolutamente fondamentale.
Molto importante è anche il tema dei mezzi.
Spesso succede che il distaccamento dei permanenti debba utilizzare mezzi dei volontari, rendendo quasi inattivi i distaccamenti dei volontari.
Le problematiche sono queste. Sono state ripetute più volte e auspico un passo come quello dell'anno precedente, con risorse in capo alle associazioni, però con risorse maggiori, perché credo che gli ultimi fatti ci abbiano permesso di toccare con mano che mezzi, informazione e assicurazione non sono sufficienti.



PRESIDENTE

Grazie, collega Ruffino.
Emendamento rubricato n. 131) presentato da Ruffino, Berutti, Graglia Pichetto Fratin, Porchietto, Sozzani.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola alla Vicepresidente Ruffino che interviene in qualità di Consigliera, per l'illustrazione.



RUFFINO Daniela

Arrivo, Presidente, ho l'i-pad che carica lentamente, mi scusi.
Posso darlo per illustrato, perché sicuramente riprende l'intervento che ho già fatto prima, Assessore.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Emendamento rubricato n. 133) presentato da Berutti, Graglia, Pichetto Fratin, Porchietto, Ruffino, Sozzani.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Berutti per l'illustrazione.



BERUTTI Massimo

Grazie, Presidente.
Qui chiediamo due milioni e mezzo per "Fondo a favore di imprese danneggiate, articolo 8, legge 38".
Credo che non ci sia molto da dire, se non - com'è stato ribadito in tutte le salse da parte di tutti - la necessità di investire sul riassetto idrogeologico, quindi alla fine un problema sicuramente annoso, che quest'anno ha comunque già visto degli interventi.
È una necessità ancora molto importante, perché purtroppo, è da parecchio tempo che non si è potuto investire e oggi, appunto, è ancora presente una forte necessità, quindi auspico veramente che già adesso sull'assestamento e poi chiaramente nella legge di bilancio ci possa essere la possibilità di investire pesantemente su questa legge.



PRESIDENTE

L'emendamento n. 184) del Consigliere Vignale è stato ritirato.
Emendamento rubricato n. 139) presentato da Graglia, Berutti, Pichetto Fratin, Porchietto, Ruffino, Sozzani.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 138) presentato da Graglia, Berutti, Pichetto Fratin, Porchietto, Ruffino, Sozzani.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Graglia per l'illustrazione.



GRAGLIA Franco

Grazie, Presidente.
L'emendamento n. 139) è collegato anche al n. 138), quindi brevemente li illustrerei tutti e due.
Si tratta di una richiesta di cinque milioni (n. 138) e di 10 milioni (n. 139) sulla legge regionale n. 18/1984. Sappiamo che c'è stato un impegno importante da parte della Regione l'anno scorso e che comunque sono previsti - mi sembra - un paio di milioni anche quest'anno. Siccome c'è una graduatoria a scorrimento, per soddisfare la quale servirebbero dieci milioni, la nostra proposta sarebbe quella di arrivare a cinque milioni quest'anno e a cinque milioni il prossimo anno per soddisfare tutti i Comuni di fronte a questa richiesta.



PRESIDENTE

Grazie, collega Graglia.
Emendamento rubricato n. 230) presentato da Vignale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
L'emendamento interviene sulla legge n. 6, cioè sulla norma ponte che abbiamo introdotto quest'anno, che consente, all'interno di un unico capitolo, di appostare tutte le risorse per interventi di opere pubbliche in più settori.
Perché i 10 milioni di euro, che capiamo essere una cifra rilevante? Intanto perché vanno nella logica che abbiamo provato a declinare del dare maggior importanza agli investimenti rispetto alla spesa corrente, ma soprattutto perché riteniamo che questa misura, che riconosciamo essere stata forse la più importante novità del bilancio del 2017, è estremamente significativa per una serie di motivi, ovviamente quelli che riguardano gli interventi da fare.
Per molti anni gli investimenti sono stati fortemente contratti all'interno della nostra Regione e quindi, in qualche modo, abbiamo una necessità, da parte delle Amministrazioni comunali, di svolgere alcuni di questi interventi. Certamente il Patto di stabilità non ha aiutato anche laddove le Amministrazioni comunali potevano intervenire con risorse in avanzo, ma che sono diventate inutilizzabili, per cui riteniamo che sia estremamente utile per le migliorie che in qualche modo queste opere possono erogare, ma soprattutto perché si configurano come tanti piccoli cantieri all'interno della nostra Regione.
Questo porta certamente un aspetto positivo, perché distribuisce le risorse sul territorio; distribuendo le risorse, garantisce a un numero significativo di piccole e medie imprese piemontesi di poter operare con investimenti o con lavori da 70, 80, 100 mila euro. Sono quasi sempre imprese non soltanto piemontesi, ma molto spesso hanno anche una rilevanza territoriale a svolgere a questo tipo di intervento.
Di conseguenza, riteniamo questo emendamento - poi ovviamente uno inserisce negli emendamenti che fa quello che è l'investimento che ritiene più adeguato - unitamente a quello sull'emergenza abitativa e unitamente a quello sulle spese correnti relative alla legge n. 2, come fra gli emendamenti più significativi che abbiamo presentato sull'assestamento di bilancio.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAUS



PRESIDENTE

Grazie, collega Vignale.
Emendamento rubricato n. 137) presentato da Berutti, Graglia, Pichetto Fratin, Porchietto, Ruffino, Sozzani.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Berutti per l'illustrazione.



BERUTTI Massimo

Grazie, Presidente.
Questi sono interventi urgenti a tutela dell'incolumità pubblica nonché contributi o indennità per fabbricati danneggiati o distrutti da calamità naturale naturali.
Naturalmente, mi ricollego anche a quella precedente ed esorto anche il Vicepresidente a finanziare, con la famosa legge, quella piccola "leggina" che facemmo qualche anno fa, in merito al finanziamento delle aziende colpite da calamità naturali.



PRESIDENTE

Grazie, collega Berutti.
Emendamento rubricato n. 224) presentato da Mighetti, Andrissi, Bertola Bono, Campo, Frediani, Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola alla Consigliera Frediani per l'illustrazione.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Illustro io, indegnamente, l'emendamento del collega Mighetti.
Con questo emendamento si chiede uno stanziamento per le annualità 2018 2019 di un milione, per ciascuna annualità, sul capitolo 229209, che fa riferimento all'articolo 2, lettere a), b) e d) della legge regionale 29 giugno 1978, n. 38; si tratta dei contributi o indennità per fabbricati danneggiati o distrutti da calamità naturali.
L'altro aspetto che abbiamo cercato di porre in evidenza, anche attraverso la nostra restituzione, come abbiamo annunciato, riguarderà per metà una devoluzione al gruppo A e B e l'altra metà, invece, sarà devoluta per l'appunto, a un capitolo che fa riferimento proprio ai danni da alluvione e calamità.
Quindi, come sempre, attraverso la nostra restituzione, cerchiamo di sollecitare dei temi, quindi di porre l'attenzione della Giunta, ma non solo anche dell'intero Consiglio, su delle tematiche che ci stanno particolarmente a cuore; in particolare, sul fatto che, a seguito di calamità naturali, purtroppo, sul nostro territorio, sempre più spesso si verificano dei danni ingenti che poi non riescono ad essere recuperati. Noi crediamo che sia importantissima l'attività di prevenzione, proprio per evitare di finanziare interventi successivi ai disastri che sicuramente sono più onerosi di quanto potrebbe essere un preventivo intervento.
È chiaro che, nel momento, in cui si verifica la calamità, bisogna agire tempestivamente sia per rimettere in sicurezza il territorio e anche per riparare tutti i danni.
Quindi l'emendamento del collega Mighetti va proprio in questa direzione ed è associabile e accostabile agli altri emendamenti che abbiamo proposto in merito alla tutela del territorio.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Frediani.
La parola al Consigliere Valetti.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Ci teniamo a rimarcare questo emendamento, perché riflette l'importanza che il nostro Gruppo dà sugli interventi correlati agli eventi calamitosi che hanno creato grossi danni ai cittadini piemontesi, sia ai privati che alle aziende e l'attività commerciali e industriali.
La conta dei danni è ancora in corso per i problemi che vi sono stati.
Per l'ultima alluvione, noi chiediamo di accantonare questo fondo di un milione di euro sul biennio 2018-2019, per tutelare sia i cittadini che hanno già avuto danni nelle alluvioni e negli eventi passati, sia per avere sempre un presidio stabile, all'interno del bilancio regionale, che consenta di ammortizzare eventuali danni e di venire incontro alle persone perché si tratta di cifre che, in sé, non sono altissime, ma se cofinanziano i danni subiti dai cittadini, magari, insieme a misure di altra fonte, anche governativa, riusciamo a dare un segnale che lo Stato è presente ed è vicino ai cittadini colpiti. La cosa è particolarmente importante quando si tratta di attività economiche e di interventi da cui dipende la sopravvivenza dell'attività stessa.
Allora, abbiamo fatto questa proposta di un milione di euro su ogni anno del biennio, pensando però un'ottica di farla diventare strutturale quindi come Gruppo intendiamo mantenere fisso questo presidio all'interno del bilancio, anche per gli anni successivi. Speriamo che sia una richiesta accoglibile e ampiamente condivisa dal Consiglio.



PRESIDENTE

Grazie, collega Valetti.
Emendamento rubricato n. 49) presentato da Bertola, Andrissi, Bono, Campo Frediani, Mighetti, Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Segretario Bertola, che interviene in qualità di Consigliere per l'illustrazione.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Con questo emendamento, proponiamo l'intervento al capitolo destinato ai contributi per il ripristino di opere pubbliche danneggiate e per il ristoro dei danni subiti dei privati e attività produttiva a seguito di eventi calamitosi. La legge di riferimento è la n. 388 del 2000.
Attualmente, vengono risarciti solo i danni per gli eventi classificati col tipo C. Per intenderci, parliamo di eventi di tipo alluvionale del novembre 2016; mentre, dal 2010 non vengono più riconosciuti, n indennizzati gli eventi classificati di tipo B.
Con i cambiamenti climatici in atto, purtroppo, questa tipologia di eventi, quelli di tipo B, è sempre più frequente: parliamo di grossi temporali, bombe d'acqua, eventi molto puntuali, che causano parecchi danni ai cittadini; danni che, magari, come importo totale non sono nemmeno così grandi, ma che poi vanno a incidere molto sulla singola abitazione e sulla singola famiglia. Per esempio, un grosso nubifragio, la scorsa estate, ha scoperchiato diversi tetti nella zona di La Loggia, Candiolo e Piobesi magari il danno, nel suo complessivo, non è altissimo, ma una famiglia che si ritrova a dover rifare il tetto di casa, insomma, va evidentemente in difficoltà.
Quindi, la presa d'atto dei cambiamenti climatici passa anche attraverso il fatto di riconoscere che, probabilmente, eventi che fino a qualche anno fa erano infrequenti, o comunque avevano una portata piuttosto ridotta, adesso potrebbero essere più frequenti, molto più molesti e minacciosi per il territorio piemontese.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Relativamente a questa Missione abbiamo presentato due emendamenti abbastanza simili (uno a prima firma del collega Mighetti, l'altro a prima firma del collega Bertola), che vogliono intervenire sul tema dei contributi per il ristoro di danni subiti anche da privati, oltre che per il ripristino di opere pubbliche, a seguito di eventi calamitosi, ai sensi della legge n. 388/2000.
È un tema annoso, su cui si dibatte ormai da diversi anni, ma che non ha mai trovato una risposta adeguata - né nelle risorse nazionali, né in quelle regionali - al ristoro di questi danni. Sulle opere pubbliche almeno si interviene, sia pure a distanza di anni, mentre sulle opere private (quindi case, capannoni e aree industriali) molto meno.
Sicuramente, la comunità politica piemontese deve assumersi precise responsabilità nel momento in cui emana i Piani regolatori, i Piani di bacino, i Piani di assetto idrogeologico (PAI), eccetera, ovvero quando localizza delle infrastrutture strategiche o delle aree industriali magari proprio all'interno delle aree esondabili o, addirittura, all'interno della stessa zona di espansione degli alvei fluviali.
È del tutto evidente, infatti, che una cattiva gestione del territorio oltre che una cattiva manutenzione del territorio - fa sì che gli eventi calamitosi (siano essi meteorici, relativi alla neve, ad incendi, a frane o a smottamenti) diventino sempre più consistenti.
Questo capitolo, come ha detto il collega Bertola, è a zero: noi chiediamo di ripristinare, soprattutto per il 2018 e per il 2019, una cifra minima di cinque milioni di euro, per far sì che si vada verso un ripristino puntuale, e, possibilmente, non con tempi biblici (vi ricordo che stiamo ancora ripianando i danni dell'alluvione del 1994!).
Francamente, un po' più di tempismo darebbe anche il segnale che la Regione è più presente, più attiva e più vicina ai cittadini.



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 50) presentato da Mighetti, Andrissi, Bertola Bono, Campo, Frediani, Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Valetti per l'illustrazione.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Continuiamo la nostra azione politica a supporto delle opere e degli interventi pubblici di competenza regionale. Ci riferiamo, ancora, a tutti quegli eventi calamitosi che hanno danneggiato le strutture private dei cittadini, anche di tipo industriale o commerciale. Questi interventi, a nostro avviso, renderebbero la Regione più vicina ai cittadini colpiti.
In questo caso, concentriamo tutta la competenza e l'intervento economico sull'annata del 2018, con 500.000 euro sul capitolo 240005, in riferimento alla legge regionale n. 18.
Purtroppo, alcuni interventi risultano essere ancora in sospeso, in attesa di finanziamento. Come ha ricordato prima la collega, ci sono ancora dei ponti, come quello di Castiglione, che attendono interventi di lungo periodo e sovente, purtroppo, la finanza pubblica non si fa trovare pronta e con risorse adeguate: a volte per questioni burocratiche, altre volte per questioni di bilancio.
Con quest'intervento, intendiamo mantenere questo capitolo popolato di risorse, affinché si possa predisporre ogni anno un accantonamento per poter rispondere velocemente agli interventi di natura calamitosa, che sono sempre improvvisi ed emergenziali. Non si può, ogni volta, dover pregare il Governo o il Ministro di turno per ottenere dei soldi su problemi che ormai sono sempre più frequenti; gli eventi calamitosi stanno diventando parte della nostra realtà quotidiana. Non possiamo più dire ogni anno che non ci sono soldi a bilancio.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Campo; ne ha facoltà.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Con quest'intervento emendativo chiediamo qualche risorsa in più su un tema ormai noto, che è quello delle opere pubbliche nei piccoli Comuni (e nei Comuni in generale) a seguito di eventi calamitosi, ben sapendo che si tratta, comunque, di un mare magnum che avrebbe bisogno di un intervento decisamente più strutturale o, come minimo, di un programma di interventi che individui chiaramente risorse significative da investire su un piano pluriennale che passi anche la programmazione triennale.
Questo perché, come già dall'emendamento precedente, purtroppo, anche rispetto al passato, quanto viene stanziato oggi per le opere pubbliche, ma non solo, non è che una minima parte di quello che sarebbe effettivamente necessario.
Lo vediamo, purtroppo, ormai su tutto, sono le nefaste conseguenze delle politiche del cosiddetto rigore, di austerity inaugurate nel lontano 2011 con un Governo tecnico a livello nazionale. Sono il risultato comunque, di anni di incuria del territorio in cui le opere pubbliche venivano più considerate elementi di monumento al proprio ego da parte di alcuni politici, piuttosto che interventi finalizzati a servire i cittadini.
Di casi ne abbiamo dal piccolo al grande; per fare un banalissimo esempio, il famoso ospedale di Alba e Bra costruito su una collina franosa giusto perché a Mondovì lo stavano realizzando su una collina con vista sulle Alpi.
Queste cose, oggi, andrebbero riviste con una programmazione molto più attenta e focalizzata alle effettive necessità che, nel frattempo, sono diventate immense, con un piano di risorse disponibili in un periodo di tempo e di ampio respiro.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Andrissi; ne ha facoltà.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Effettivamente, come diceva il Consigliere Campo, che ha una grande esperienza perché è molto presente sul suo territorio, vi sono un elenco e una graduatoria di opere che devono essere realizzate. Questo Ente regionale deve dare la certezza di un intervento che, ogni anno, dia la garanzia di ridurre questo elenco di opere che devono essere realizzate.
Altrimenti questa graduatoria diventa infinita e difficilmente gestibile.
Credo che questo sia importantissimo.
Sappiamo dei numerosi torrenti i cui argini si sono spostati o altri piccoli interventi, piccole frane, in tutti i Comuni c'è veramente una grossa necessità. La Regione, nonostante le difficoltà che stiamo vivendo in questi anni, farebbe bene a prevedere delle risorse per questo tipo di interventi perché sono fondamentali e, in qualche modo, le opere pubbliche possiamo inserirle nella definizione di manutenzione del territorio. Il Piemonte sicuramente necessita di una grande manutenzione sul territorio.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Segretario Bertola, che interviene in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
È una un capitolo di bilancio con una tematica, da noi mai trascurato possiamo dire ogni qualvolta si parla di bilancio e di risorse da assegnare. Penso che col passare degli anni e con gli eventi anche catastrofici che, purtroppo, hanno interessato la nostra regione, non ultimo anche quello alluvionale dello scorso anno, sia una tematica sempre più presente e importante.
Non sappiamo se il Piemonte potrà diventare come la Borgogna in tempi brevi o magari in tempi un po' più lunghi. Noi ci accontenteremmo anche di vedere il territorio piemontese sistemato un po' meglio, messo in sicurezza, possibilmente non abbandonato in molte sue aree marginali.
Da questo punto di vista, sono importanti gli interventi finanziabili con la legge regionale n. 18.



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 203) presentato dal Consigliere Vignale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) In accordo con il proponente, l'emendamento è ritirato.
Emendamento rubricato n. 136) presentato da Berutti, Graglia, Pichetto Fratin, Porchietto, Ruffino, Sozzani.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Berutti per l'illustrazione.



BERUTTI Massimo

Questo emendamento pone una questione non semplice e, obiettivamente non so neanche come sia affrontabile. Sostanzialmente abbiamo parecchie realtà territoriali, parecchie Amministrazioni che hanno problemi di cambio mezzi finalizzati alla pulizia dei fossi e delle sponde, che non è problema secondario.
Alla luce di questo, c'è una necessità. Noi chiediamo se si possa in qualche modo intervenire, mettere a bilancio un po' di risorse e provare a vedere se, come si fa con altri mezzi con finalità pubbliche, si pu stimolare questo tipo di opportunità e quindi dare questa opportunità alle amministrazioni, anche a livello di unioni.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Berutti.
Emendamento rubricato n. 134) presentato da Graglia, Berutti, Pichetto Fratin, Porchietto, Ruffino, Sozzani.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Graglia per l'illustrazione; ne ha facoltà.



GRAGLIA Franco

Brevemente perché ovviamente si ricollega all'emendamento che ha appena trattato il collega Berruti.
Nello specifico, noi chiediamo qualche risorsa - 500 mila euro - per quanto riguarda l'acquisto di mezzi sgombero neve. È una richiesta che arriva dai Comuni. Oltre tutto quest'anno ha nevicato in anticipo, quindi chiediamo una certa attenzione in questo settore.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Graglia.
Emendamento rubricato n. 140) presentato da Berutti, Graglia, Pichetto Fratin, Porchietto, Ruffino, Sozzani.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Berutti per l'illustrazione.



BERUTTI Massimo

Siamo sull'emergenza siccità e naturalmente è una questione già affrontata ed inserita, sotto tutte le forme, anche in altri emendamenti.
Sicuramente questa estate si è avuta una problematica non naturale e soprattutto, il problema si è posto, almeno nell'Alessandrino, in merito a grosse difficoltà a livello di rifornimento idrico e non irriguo, quindi potabile, in determinate zone, dove la gestione dell'acqua ha avuto dei problemi. Questo naturalmente pone la necessità di finanziare pesantemente questo tipo di interventi.
Recentemente in un incontro alla presenza dall'Assessore e di tutte le varie componenti territoriali si era parlato di una serie di impegni. Tra l'altro, mi dicevano ieri che non si è più saputo niente, quindi volevo capire qual era lo stato dell'arte.
Se mi consente, Presidente, vorrei fare una puntualizzazione, ma la faccio con la Giunta. C'è il tour dell'Assessore Valmaggia per il PPR e oggi ad Alessandria ci sono due Consiglieri, altri due sono in Consiglio e fanno il loro mestiere. Sarebbe buona cosa che situazioni di questo tipo non fossero sovrapposte alle questioni consiliari, altrimenti facciamo la "figura" di quelli che non sono presenti.
Qualcuno dice "l'ha fatto apposta", ma io penso che non ci sia malafede, però credo sia qualcosa importante nel rispetto del lavoro dei Consiglieri. Ieri era a Cuneo e su questo non c'è niente da dire, però su questioni eclatanti credo che sia molto importante.



PRESIDENTE

Probabilmente era programmato da tempo, ma non voglio giustificare e speriamo possa essere considerato da lei un caso isolato.



BERUTTI Massimo

Sì, però ieri era a Cuneo, oggi ad Alessandria, eccetera.
Capisco che non ci si possa dividere, però su alcune questioni.



PRESIDENTE

Grazie per l'osservazione.
Emendamento rubricato n. 141) presentato da Graglia, Berutti, Pichetto Fratin, Porchietto, Ruffino, Sozzani.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) In accordo con i proponenti, l'emendamento è ritirato.
Emendamento rubricato n. 142) presentato da Graglia, Berutti, Pichetto Fratin, Porchietto, Ruffino, Sozzani.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) In accordo con i proponenti, l'emendamento è ritirato.
Emendamento rubricato n. 51) presentato da Frediani, Andrissi, Bertola Bono, Campo, Mighetti, Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola alla Consigliera Frediani per l'illustrazione.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Con quest'emendamento portiamo all'attenzione del Consiglio e della Giunta un altro tema, che è quello dei servizi per la prima infanzia. E' un tema che abbiamo affrontato diverse volte in Aula e si sono approvati atti di indirizzo, si sono fatti e si faranno anche dei gesti che possiamo definire simbolici o poco più.
Io stessa, dopo gli annunci di marzo relativi all'inaugurazione del famoso "Baby Pit Stop" anche in Consiglio regionale, avevo sollecitato la Presidenza, perché sapevo della sua sensibilità sul tema dopo l'inaugurazione del "Baby Pit Stop" di Torino. Ho visto che, forse, domani c'è l'inaugurazione.
Quello che vorrei dire è che le famiglie hanno bisogno di interventi incisivi, di interventi pianificati e di una politica di ampio respiro quindi, va bene qualsiasi iniziativa che sia mirata a facilitare la vita dei bambini e delle famiglie, che possa richiamare l'attenzione su certi temi, però bisogna poi anche mettere le risorse adeguate per sostenere realmente le famiglie. E le risorse adeguate servono per i servizi necessari, che sono, ad esempio, gli asili nido. Asili nido che consentano alle famiglie di riuscire a conciliare meglio i tempi di vita e lavoro.
Purtroppo della nostra società è sempre più obbligatorio lavorare anche per le donne ed è anche una conquista sociale, nel senso che le donne hanno trovato il loro spazio, purtroppo non ancora alla pari con gli uomini, per speriamo di arrivare anche a quello. Le donne hanno trovato questo loro spazio, ma chiaramente è uno spazio che viene sottratto alla gestione della famiglia, quindi bisogna che tutta la famiglia riesca a conciliare questa nuova suddivisione dei tempi tra vita e lavoro.
Pertanto, noi chiediamo un impegno di 500 mila euro per il 2018-2019.
E' una cifra veramente bassa, perché ad esempio i Paesi esteri sulla famiglia fanno delle politiche molto più incisive, stanziando molte più risorse. Da noi è chiaro che siamo a livello di politica regionale, quindi servirebbe un intervento ovviamente anche a livello di Governo per far capire che nel nostro Paese crediamo ancora che sia necessario fare figli perché è un qualcosa a cui ormai, purtroppo, molte coppie devono rinunciare.
Sicuramente il gesto simbolico che possiamo fare aprendo una sala di Palazzo Lascaris alle donne e alle famiglie che vogliono fare una pausa con i loro bimbi, è un segnale e va benissimo, però sicuramente è un segnale molto più concreto e apprezzabile quello di mettere delle risorse, perch vi assicuro che una vera conquista sociale per una mamma sarebbe quella di poter allattare ovunque senza problemi.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Questa richiesta della collega Frediani nasce ovviamente già in Commissione da dati scientifici ed economici abbastanza inoppugnabili anche se ovviamente c'è sempre un "ma" - ovverosia il tema delle pensioni e della tenuta del sistema pensionistico e del welfare nazionale italiano, ma non solo: di quello di tutti i Paesi sviluppati, occidentali e non occidentali, che hanno visto una diminuzione del tasso di natalità, passato da tre a due e mezzo, a due, a uno e mezzo - e adesso, se non sbaglio siamo arrivati a 1,25 - figli per coppia.
Praticamente ormai in Italia, da circa due o tre anni, il tasso di sostituzione (cioè il rapporto tra la mortalità e la natalità) è diventato un saldo negativo: muoiono, cioè, più persone di quante ne nascano. Il saldo attivo, tra l'altro, era dato soprattutto dalle coppie di immigrati che nel corso di pochi anni (di una generazione) assumono anche le caratteristiche sociali del Paese che li ospita: quando, cioè, partono da un Paese magari non occidentale hanno una tendenza alla natalità molto più alta (intorno a tre figli, tre e mezzo), ma nell'arco di una generazione si adattano ai costumi e agli usi della società che li accoglie e quindi scendono anche loro a natalità molto più basse.
Dicevo quindi che il dato è abbastanza incontrovertibile, nel senso che in effetti mancano uno stimolo e un aiuto, anche pubblico, alle famiglie che fanno figli. Dall'altro lato c'è tutto il tema, invece, del consumo delle risorse, sul quale ci sono alcuni studi, fin dagli anni '70, sui limiti del pianeta, che ci dicono che sì, è vero, i Paesi occidentali fanno meno figli, ma ci sono anche Paesi come la Cina e l'India: se non sbaglio la Cina ha superato da poco, o se non altro ha raggiunto, il miliardo e 400 milioni di abitanti e l'India veleggia pure oltre a questi dati.
L'equilibrio, quindi, è mondiale e non bisognerebbe guardare a un solo Paese. Però è vero che, dal punto di vista della tenuta e della sostenibilità dei conti pensionistici, avete visto negli ultimi giorni tutti l'abbiamo visto - che la discussione è proprio lì: cioè l'età pensionabile a 67 anni; no, si deve riabbassare; no, si deve alzare; per non si riesce a tenere.
È resuscitata - intendo politicamente - pure l'ex Ministra Fornero.
Questo, quindi, è un dato su cui si deve discutere.
Chiudo dicendo che se la politica vuole trattare anche di questo, mi sembra che l'emendamento della collega Frediani vada nella giusta direzione. E poi analizzeremo tutte le conseguenti ricadute.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Valetti.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Questo è un emendamento che chiede di stanziare 500.000 euro sui due anni del biennio 2018-19 per la rete dei servizi di prima infanzia.
Ecco, sul perché noi proponiamo questo emendamento la risposta è molto semplice: il nostro modello di società attuale occidentale purtroppo costringe le famiglie a ricorrere a servizi pubblici per poter sostenere il proprio lavoro e la famiglia, in un contesto in cui malauguratamente chi lavora ha pochissimo tempo per occuparsi dei propri figli.
Io non dico che si condivida questo tipo di modello, però bisogna prendere atto che in un Paese come l'Italia, che vanta un grande numero di persone disoccupate e molte altre che lavorano a tempo pieno (anche facendo gli straordinari, nonostante abbiano magari dei figli piccoli da mantenere), la rete dei servizi è un qualcosa di molto importante, perch consente ai genitori di non perdere il lavoro e di continuare a mandare avanti l'economia familiare.
Meglio, molto meglio, sarebbe avere una migliore redistribuzione del lavoro e, dal mio punto di vista personale, meglio sarebbe poter avere del tempo per poter gestire la propria famiglia senza l'ausilio di ulteriori servizi. Purtroppo a oggi non è così: ci si trova di fronte al ricatto per cui o si lavora o si pensa alla famiglia.
Pertanto, se vogliamo invertire la tendenza della contrazione repentina del numero di persone occupate - anche in Italia, come in molti Paesi sviluppati - e riuscire ad avere un ritmo più gestibile e sostenibile anche dal punto di vista economico, in qualche modo dobbiamo supportare le famiglie.
È chiaro quindi che con 500.000 euro noi poniamo l'attenzione sul tema senza cambiare gli equilibri complessivi né del bilancio né dei servizi per la prima infanzia. Però si tratta di un segnale che vogliamo che la Giunta dia.



PRESIDENTE

Grazie.
Emendamento rubricato n. 52) presentato da Bono, Andrissi, Bertola, Campo Frediani, Mighetti, Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Iniziamo la serie degli emendamenti sulle politiche sociali - quello precedente della collega Frediani era, evidentemente, sulle politiche familiari - e quindi andiamo sulla l.r. 1/2004, che è la legge quadro degli interventi sui servizi sociali. Naturalmente, successivamente ci saranno anche emendamenti che intervengono sulla l.r. 10/2010.
Sul tema delle politiche sociali, facendo un discorso generale, c'è stata comunque fortunatamente anche da parte di questa Giunta una certa qual attenzione. Come abbiamo detto - in particolare, come abbiamo detto più volte con l'Assessore Ferrari e anche con il Presidente Chiamparino il tema nodale è quello della compartecipazione sanitaria e socio-sanitaria a delle prestazioni e l'individuazione di queste prestazioni come totalmente sanitarie, parzialmente sanitarie o parzialmente socio assistenziali, totalmente socio-assistenziali: questo è sostanzialmente il nodo.
E in questa discussione sta anche la complessità degli interventi della Regione Piemonte (e di diverse altre Regioni italiane) e anche delle sentenze dei tribunali, che tendono a circoscrivere la competenza sanitaria quindi la garanzia universalistica di interventi sanitari gratuiti - solo agli interventi di competenza professionale, quindi - parlo ovviamente di domiciliarità - a quelli laddove c'è la presenza di un infermiere o comunque, di una persona del comparto sanitario. Laddove, invece, ci sono interventi di altre persone - i cosiddetti caregiver, i familiari o le cosiddette badanti - quelle non vengono riconosciute come prestazioni totalmente sanitarie e quindi sono a compartecipazione mista: una parte sanitaria (e quindi garantita) e una parte che invece deve essere messa dalla famiglia, a seconda dell'ISEE, del reddito che essa ha, o eventualmente dai Comuni.
Pertanto, tutto il comparto delle politiche sociali vige sotto questa spada di Damocle, nel senso che noi continuiamo a rimanere col punto interrogativo, col cerino in mano, senza sapere quanto ogni singola ASL metta realmente sulla compartecipazione sanitaria. Anche sul tema generale delle politiche sociali, non sappiamo quanto ogni singolo consorzio vada a spendere per il suo singolo funzionamento, il suo mantenimento, e quanto invece riesca a erogare in prestazioni alle famiglie, direttamente, o ai servizi, indirettamente.
Il tema dei disabili è un tema molto sentito - fortunatamente - dalla nostra società: una società civile, una società impegnata, una società che riconosce la disabilità e diversità come un tema da sostenere collettivamente, con le tasse, quelle che vengono pagate non da tutti, ma quasi tutti (qui si potrebbe aprire un altro tema molto annoso).
Noi riteniamo che, al di là del mero mantenimento che il Vicepresidente Reschigna ha fatto, su mandato del Presidente Chiamparino, e - ovviamente con la regia dell'Assessore Ferrari, il mero mantenimento delle risorse non sia sufficiente. Pensiamo che si debba dare di più, perché sappiamo benissimo che i 12 milioni di euro presenti sul bilancio - e vado a chiudere - non sono sufficienti a erogare tutte le richieste di aiuti e di servizi alla disabilità.
Ne servono molti di più, quindi noi crediamo che inserire due milioni di euro in più in questo triennio possa comportare un rilancio della Regione sulle politiche sociali, in particolar modo sul tema della disabilità.



MOTTA ANGELA



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Bono.
La parola al Consigliere Andrissi.



ANDRISSI Gianpaolo

Con quest'emendamento, chiediamo un aiuto economico sul fronte della disabilità.
Noi consideriamo importantissimo intervenire su questo fronte, perché i cittadini disabili devono già affrontare una vita particolarmente difficile, quindi è importante che la Regione rimpingui questi fondi e intervenga con politiche sociali a favore di queste persone, che vivono quotidianamente delle difficoltà enormi. Pensiamo (ne abbiamo parlato ieri) alle barriere architettoniche o alle difficoltà che devono affrontare le famiglie per il trasporto di queste persone.
Pertanto, la Regione si deve sicuramente impegnare su questo fronte.
Pensiamo anche alle difficoltà dal punto di vista lavorativo all'inserimento lavorativo di queste persone, dove spesso la normativa nazionale viene disattesa.
A queste difficoltà non aggiungiamone altre. È importante che la Regione intervenga per aiutare queste persone, che incontrano sicuramente difficoltà quotidiane.



PRESIDENTE

Grazie, collega Andrissi.
Emendamento rubricato n. 96) presentato da Ruffino, Berutti, Graglia Pichetto Fratin, Porchietto, Sozzani.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Graglia per l'illustrazione.



GRAGLIA Franco

Grazie, Presidente.
Con quest'emendamento, il nostro Gruppo chiede due milioni di euro per la realizzazione di interventi a favore della disabilità.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Emendamento rubricato n. 171) presentato dal Consigliere Vignale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Quest'emendamento è sulla falsariga di un emendamento che abbiamo illustrato nella giornata di ieri, riguardante il capitolo dedicato alla montagna, quindi i servizi domiciliari per persone anziane non autosufficienti nelle aree montane.
Questa, in realtà, è la volontà di dare applicazione alla legge n. 10 anche sulla scorta di quanto detto dall'Assessore Ferraris, quando si è discusso l'emendamento presentato dalla collega Porchietto al testo del disegno di legge.
Noi non proponiamo un emendamento normativo, ma un emendamento riguardante le risorse.
Lo diciamo, perché così lo presentammo già nei primi anni. Nei primi anni, il nostro emendamento è stato presentato sottraendo, non aggiungendo spesa, come in questo caso, ma sottraendo una parte delle risorse del GSA cioè del Fondo sanitario gestito direttamente dall'Assessorato alla sanità per stanziarle sulle prestazioni riguardanti l'assistenza domiciliare.
Infatti, noi crediamo che questa non sia una maggiore spesa, anche se tale appare dall'emendamento, per una modalità di presentazione che in qualche modo è stata condivisa. Noi crediamo che, in realtà, queste risorse si trovino già nel capitolo della sanità.
Il tema vero, come ho avuto modo di dire nella giornata di ieri, è che gran parte della nostra spesa, non rispettando neanche la normativa nazionale, continua a essere spesa ospedaliera. Non rispettiamo di certo il cinque per cento sull'attività legata alla prevenzione, ma non rispettiamo neanche le percentuali legate alla presenza di sanità sul territorio. Sul territorio non è solo sanità domiciliare, ma è anche la presenza dei distretti e di tutte le attività ambulatoristiche che vengono erogate al di fuori dei presidi ospedalieri.
Noi crediamo, come abbiamo avuto modo di dire in molti casi, che coniugare la qualità della cura con un'efficienza di spesa, che non significa un risparmio, ma significare dare cure e assistenza a più persone con le stesse risorse, sia possibile.
Ci aspettiamo, come annunciato dall'Assessore Ferrari, che finalmente questa applicazione della legge 10, con il regolamento di cui all'articolo 5 della legge stessa, venga sottoposto all'esame della Commissione, come la legge prevede, e si possa finalmente dare vita a questa norma.
Noi, come negli anni precedenti, poiché non attiene ai Gruppi di opposizione fare un atto della Giunta regionale, ma solo di esprimere un parere, abbiamo presentato l'emendamento in coerenza con quanto più volte detto.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Vignale.
Emendamento rubricato n. 55) presentato da Bono, Andrissi, Bertola, Campo Frediani, Mighetti, Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Qui ci riferiamo al capitolo 152840.
Il tema dei servizi domiciliari, il fondo dei servizi generati - il "fondone" indistinto delle politiche sociali - e il fondo per i non autosufficienti, sono i tre grossi capitoli che compongono il bilancio delle politiche sociali.
Sul tema dei servizi domiciliari, siamo in attesa da sette anni dei regolamenti attuativi della legge 10 del 2010; una legge bellissima - non esagero: una legge molto bella - scritta bene, con contenuti politici di alto livello ed innovativi per il Paese, che però non ha visto un seguito.
È rimasta una legge morta, una lettera morta, come si suol dire.
Se non stanziamo risorse non possiamo erogare quello che è un principio fondamentale, un diritto fondamentale, ossia riconoscere una garanzia che l'anziano possa essere accudito al proprio domicilio; potremmo definirlo un servizio in economia - anche se non è bello da definire - perché sappiamo e l'abbiamo detto fino alla nausea, che il costo di un ricovero in medicina generale, passando dal pronto soccorso, può arrivare fino a 300 euro al giorno, il ricovero in una lunga degenza può essere tra i 150 e i 200 e in una RSA siamo sui 3.000 euro al mese (quindi 100 euro al giorno, di cui 50 per cento quota sanitaria, quindi 50 euro al giorno per la sanità).
Se noi invece andiamo ad erogare l'assegno di cura per i servizi domiciliari, andiamo a dare un massimo di 800/900 euro al mese, quindi 15 euro al giorno quota sanitaria (anche se fosse tutta sanitaria, sarebbero comunque 30 euro al giorno nell'importo massimo, se non anche di meno).
Sarebbe un risparmio per la sanità. Non possiamo pensare di abbandonare le persone sul groppone dalle famiglie. È vero che esiste un welfare familiare che in questo Paese è molto forte, perché sono rimasti molto stabili i legami familiari, però, purtroppo, la mancanza di lavoro per i giovani sta spezzando questo welfare familiare, lo sta rivoluzionando - non so dirvi se in senso positivo o negativo, ma sicuramente sta spezzando il modello del welfare - quindi noi creeremmo anche posti di lavoro.
Anche su questo non penso che debbano essere per forza appaltati - tra virgolette - solo a stranieri, senza fare nostre posizioni xenofobe o altro, però penso che si possano creare, anche tramite adeguati corsi di formazione, persone che abbiano competenze anche sanitaria, se andiamo a mantenere il tema dalla separazione tra competenze prettamente sanitarie e professionalità sanitarie e non sanitarie.
Sono convinto che ogni euro investito in sanità su questo tema permetta di risparmiare e di curare meglio i nostri anziani non autosufficienti.
Ne è convinto l'Assessore Ferrari, ne è convinto l'Assessore Saitta (forse su un po' perché deve far quadrare i conti dell'ASL 9); sono sicuro che ne sono convinti il Vicepresidente Reschigna, il Presidente Chiamparino e molti dei colleghi qui presenti.
Si tratta, quindi, di trovare risorse e di avere la volontà di metterle, in modo da risparmiare e da far chiudere i conti della sanità che nel prossimo anno saranno di nuovo in rosso (così dicono i tendenziali già due 2017), segno che la riforma della sanità, che ha solo tagliato i posti letto, non ha portato a grandi efficientamenti.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire in Consigliere Andrissi; ne ha facoltà.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
La domiciliarità e le cure domiciliari sono un tema annoso, che dibattiamo dall'inizio di questa legislatura.
Siamo convinti che questo sia un tema fondamentale se si vuole ridurre il disagio delle famiglie, ma anche ridurre i costi sanitari. Sappiamo che le famiglie, quando non ce la fanno più, aggirano tutto il percorso previsto di entrata nelle unità di valutazione Alzheimer, nelle unità di valutazione geriatriche; portano i loro parenti nei pronto soccorso e aggirano in qualche modo le graduatorie.
Se fino a poco tempo fa questo sovraccarico del sistema sanitario era vissuto in modo particolare nella provincia di Torino, oggi non è più solo un problema torinese, ma è un problema regionale. Questi settori sono in forte sofferenza. A nostro parere, bisognerebbe investire anche in specialisti del settore, soprattutto nel decadimento cognitivo, perché le liste d'attesa fanno paura; fanno paura e durante l'anno tre vengono chiuse tre, quattro volte per non superare tot mesi di attesa, con delle finestre.
In terapia farmacologica, si direbbe "finestre terapeutiche"; in questo caso, una lista d'attesa durante l'anno ha due-tre aperture, perch altrimenti si va a sovraccaricare la lista stessa per troppi mesi in lontananza.
Quindi la situazione è veramente di grande difficoltà e, secondo noi questo è un fronte che va affrontato - scusate il gioco di parole - con decisione, perché piano nazionale demenze, il piano cronicità (che fra poco discuteremo) ci mostrano dei dati che sono di grande difficoltà. Altre Regioni hanno scelto - lo voglio dire, in polemica con la Lombardia strade sicuramente sbagliate: quella di far ricorso e in qualche modo obbligare i medici a far ricorso ai privati.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Andrissi.
Emendamento rubricato n. 53) presentato da Bono, Andrissi, Bertola, Campo Frediani, Mighetti, Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 54) presentato da Bono, Andrissi, Bertola, Campo Frediani, Mighetti, Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione di entrambi gli emendamenti.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Sappiamo che in questi giorni l'Assessore Ferrari ha avuto un incontro con l'Assessore Saitta per discutere sulla possibilità di creare un fondino dire "fondone" sembrerebbe troppo ottimistico, diciamo un piccolo fondo con delle risorse di ogni singola ASL che siano vincolate all'erogazione degli assegni di cura, come normati dalla legge n. 10/2010.
Adesso non sappiamo, non abbiamo ancora avuto l'aggiornamento, quindi siamo qui che freniamo per saperne qualcosa di più; probabilmente non potremo discuterne già in seno alla prossima seduta di IV Commissione perché abbiamo già un ordine del giorno ben preciso e meno ricco, con un'audizione, il prosieguo degli interventi sul fascicolo sanitario elettronico e sulla situazione dell'assistenza pediatrica territoriale però dal prossimo lunedì (immagino) sarà interessante chiedere di avere un'informativa in questo senso da parte dei due Assessori congiuntamente per sapere se in pentola ci sono novità concrete che bollono.
Il tema di avere risorse certe da parte dell'ASL sarà veramente determinante per superare questo stallo; stallo che faceva sì che, quando eravamo in Piano di rientro, dovevamo scaricare tutto sulle politiche sociali; adesso che non siamo più in Piano di rientro, dovremo scaricare sulla sanità, tolti i cinque milioni che sono a bilancio.
Tuttavia, la sanità si muove su binari e tempistiche diverse.
Nonostante le ASL siano nate per essere Aziende sanitarie territoriali locali, in realtà sappiamo che tutto gira intorno all'ospedale, quindi anche da un punto di vista di revisione concettuale della sanità, bisognerà fare molto a livello nazionale, senza però andare a pensare che gli ospedali debbano essere chiusi, come tagliati e azzerati i posti letto perché andremmo nella situazione opposta.
Gli ospedali devono avere una funzione di riferimento per la cura delle malattie, per le acuzie e per le emergenze e poi ci deve essere il territorio, che deve essere più sviluppato.
Per quanto riguarda il territorio, non si deve pensare a tante Case di Salute, come avete pensato un po' di "venderla" a livello territoriale progetto che non ci ha mai convinto e non ci convince tutt'oggi, se non appunto con uno stanziamento cospicuo di risorse - ma il territorio pu essere veramente anche la casa di ogni anziano, con una presenza di infermieri, medici di famiglia, persone formate al servizio caregiver.
Ormai badanti è un termine che non ha nessun senso, non è una semplice badanza, ma è un'assistenza anche sanitaria, quindi caregiver forse è la parola inglese più bella, più corretta da utilizzare, anche se difficile da tradurre in italiano.
Da questo punto vista, ci sono tre emendamenti che presentano tre importi diversi, e io credo che almeno un segnale in questo senso lo si debba dare.
Mi rendo conto che otto milioni possono essere difficili da reperire magari anche cinque milioni; se andiamo però su una cifra e la concordiamo per dare un segnale e almeno nel 2017 mettiamo un milioncino in più su questo capitolo, più qualcosina anche sul tema delle povertà e dell'edilizia popolare, qualcosina su altri temi che hanno già illustrato prima i colleghi - mi riferisco ovviamente solo alle politiche sociali questo caso - sarebbe già un bel segnale che fa il paio con l'attenzione che questa Giunta ha voluto dedicare al tema; attenzione magari, se mi si permette una critica, un po' tardiva, nel senso che ci sono voluti tre anni per arrivare a questi interventi, però meglio tardi che mai, anche su continuo pungolo da parte dei Consiglieri di opposizione e di maggioranza.
Forse siamo arrivati ad un bivio; il bivio però richiede più risorse non solo nel perimetro sanità, ma anche nelle politiche sociali. Noi vorremmo avere l'Assessore Ferrari nostro alleato in questa battaglia per "scucire" - diciamo usiamo questo termine popolare - un po' di risorse sul tema all'Assessore Reschigna.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Andrissi; ne ha facoltà.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Effettivamente noi pensavamo che, con l'uscita dal Piano di rientro, in questo settore (assegno di cura), quindi la legge n. 10, come diceva appunto il Vicepresidente della Commissione sanità Davide Bono, si potessero vedere dei miglioramenti decisi. Ma quello che sta più a cuore è che le famiglie non vengano lasciate sole nel gestire la non autosufficienza.
Va bene, si vuole migliorare il presidio sul territorio e fare le Case della salute; inseriamo in questa Casa della salute la competenza dei pazienti non autosufficienti, non solo il paziente diabetico, il paziente scompensato, perché se no non andiamo oltre quelle che erano le competenze dei medici di medicina generale.
Allora, queste famiglie che devono gestire un paziente non autosufficiente devono essere convocati dal medico di medicina generale dallo psicologo, da una serie di operatori sanitari e sociali e, con loro fare un piano personalizzato per questi pazienti, perché magari sono pazienti che hanno decadimento cognitivo o fisico; magari, uno ha bisogno dell'intervento di un fisioterapista, un altro di uno psicologo per fare una ginnastica mentale, ma se noi non impostiamo questo tipo di lavoro lasciamo queste famiglie in balia degli operatori privati, proprio del vuoto assoluto, di una solitudine quasi incomprensibile: lo Stato non c'è la Regione non c'è, il sistema sanitario non c'è, questo problema non so come risolvono, devo chiamare il call center e ci sono 15 minuti di attesa perché non vengono applicate le penali sui call center e sulla qualità del servizio (anche questo è un tema importante) e la famiglia si ritrova da sola.
Non dobbiamo dare questo senso di abbandono, quindi rivolgo queste parole all'Assessore Ferrari, perché so che è particolarmente sensibile su questi temi.



PRESIDENTE

Grazie, collega Andrissi.
Emendamento rubricato n. 186) presentato da Vignale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
L'emendamento 186) interviene in modo anche sostanzioso per il valore economico e, come abbiamo avuto modo di dire in altre occasioni, proviamo a dare segnali su come vorremmo scrivere un bilancio regionale, rispetto al sostegno alla natalità verso i cittadini italiani. Nel senso che il tema della natalità è un tema centrale rispetto alle politiche che, purtroppo non affrontiamo e non soltanto noi, come Regione, principalmente noi come Stato, ed è invece un aspetto in cui si è dimostrato in modo evidente e la Francia ne è uno degli esempi più evidenti, come i Paesi nordici, cioè quelli che scontavano il minor tasso di natalità, che tutta una serie di misure, quelle economie innanzitutto, ma non solo, quelle legate ai servizi, quelle legate, per esempio, alla fiscalità familiare e non singola, sono strumenti indispensabili per aumentare la natalità.
L'aumento di natalità e, ovviamente, positivo per tutta una serie di aspetti, che altri colleghi ricordavano e mi permetto di dire, molto sommessamente, che l'aumento della natalità garantisce anche l'esistenza di un'identità di un popolo, perché pensare che, da un punto di vista economico, siano le pensioni, piuttosto che siano i posti di lavoro, uno debba pensare che le necessità dei cittadini italiani o dell'Italia venga garantita da chi fa figli al posto nostro, mi sembra un concetto di futuro della propria Nazione un po' miope: è sufficiente vedere che cos'è accaduto laddove il numero di nuovi nati non corrisponde all'identità di quella realtà, basta vedere il Belgio, la Francia, l'Inghilterra e quant'altro, le problematiche di carattere sociale - e mi fermo lì - che sono nate non sono certo di poco conto.
Noi non facciamo altro, e finisco, che riprendere una modalità, chi oggi già esiste in Alto Adige, che è quella dell'assegno mensile fino al sesto anno di vita.



PRESIDENTE

Grazie, collega Vignale.
Emendamento rubricato n. 60) presentato da Bono, Andrissi, Bertola, Campo Frediani, Mighetti, Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 56) presentato da Bono, Andrissi, Bertola, Campo Frediani, Mighetti, Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Siamo sempre nell'ambito dei temi delle politiche sociali, nel capitolo 157098, che riguarda interventi per le persone in condizioni di specifiche fragilità. Quindi il tema è sempre ai sensi della legge 1 del 2004 relativo a persone con specifiche fragilità sociali, su cui diciamo insiste il "fondone" (il questo caso è grosso) delle politiche sociali, che negli anni passati ha subito un po' di oscillazioni in merito ad alcuni spostamenti tra capitoli; nel 2015 era arrivato a 52 milioni, nel 2016 a 70 milioni, nell'assestamento era 39 e adesso non mi ricordo se i quattro milioni e mezzo in più che ha messo l'Assessore Reschigna sono su questo capitolo o su un altro.
Sono su un altro capitolo?



(Commenti fuori microfono)



BONO Davide

Non autosufficienza? Allora sono su un altro capitolo, per compensare il "non aumento" o la riduzione del fondo sulla non autosufficienza.
Questo capitolo oggi vede 39 milioni di euro: è del tutto evidente che sia il capitolo a cui si attinge per la maggior parte degli interventi sulle politiche sociali, ed è sostanzialmente insufficiente, per capienza per far fronte a tutte le richieste.
Noi chiediamo, con due emendamenti diversi, di incrementare l'importo attuale, che, come dicevo, è di 39 milioni di euro: nel primo avanziamo una richiesta di cinque milioni, giusto per arrivare a 44 milioni, che era la cifra più vicina al fabbisogno storico di questi interventi; nell'altro emendamento chiediamo un importo minore, almeno sul 2017, pari a un milione di euro, per arrivare alla cifra tonda di 40 milioni di euro, per poter dare un segnale che si intende intervenire anche su questo capitolo.
Si possono fare piccoli interventi, che cubano pochi milioni di euro: penso che tra il fondo di riserva e il fondo che si era creato dagli accantonamenti dei 34 milioni di euro (in parte già utilizzato anche per le politiche sociali) si possano trovare le risorse per dare quel segnale di rilancio, da parte della Regione, su temi importanti come quello delle politiche sociali. Ovviamente altri colleghi (sia del mio Gruppo sia degli altri) avanzeranno altre proposte, ma si chiede di dare un segnale forte in questo senso. Perché la Regione, in effetti, è uscita dal piano di rientro della sanità e sta spalmando l'onere del proprio debito su più anni; ormai stiamo spalmando qualunque debito in trent'anni! Probabilmente, nella prossima legislatura qualcuno deciderà di spalmarlo persino in cinquant'anni, per ridurre di molto gli oneri annuali, ma allungando e ingrandendo, ovviamente, il totale da restituire.
Stiamo liberando degli spazi finanziari, che credo debbano essere utilizzati sia per rilanciare alcuni capitoli chiave, e creare posti lavoro in Regione Piemonte, sia per stare vicini a una popolazione che invecchia che ha sempre più cronicità e che ha sempre più bisogno di assistenza territoriale e domiciliare, anche a fronte di un sistema sanitario che sebbene sia riconosciuto da alcuni studi nazionali (ogni studio, poi, ha un suo background, un suo valore, un suo significato) come tra i migliori sistemi sanitari regionali d'Italia, lamenta ovviamente delle liste d'attesa molto lunghe e delle problematiche, legate soprattutto alla carenza di personale, non indifferenti.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Andrissi; ne ha facoltà.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Interveniamo ancora sulle politiche sociali, chiedendo un rafforzamento di quelle che sono le competenze di questa partita.
Con gli emendamenti 56) e 60) proviamo a rafforzare l'intervento per le fragilità.
Dopo il 2008 e il 2011, i due acuti di crisi che questa Regione ha vissuto, si è avvertito un aumento delle fragilità sociali in tutta la Regione: i tassi di povertà, ovviamente, sono aumentati, così pure le difficoltà delle famiglie. Il Governo nazionale, che ha trasformato il SIA in reddito di inclusione, ha riconosciuto, nella propria agenda politica la necessità di intervenire anche sulle difficoltà di tipo economico delle famiglie, riconoscendo un tetto fino a 6.000 euro per l'ottenimento del reddito di inclusione.
Considerato che parte delle spese sociali dovrebbero essere incluse dopo l'uscita dal piano di rientro, nella spesa sanitaria, e considerato altresì, che, come diceva il Consigliere Bono, c'è stata una spalmatura sui trent'anni di un debito che prima doveva essere ripianato in dieci, noi crediamo che si possono trovare risorse per intervenire in modo deciso sulle fragilità sociali.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Andrissi.
Abbiamo terminato la discussione sull'emendamento n. 60) e sull'emendamento n. 56).
Emendamento rubricato n. 57) presentato da Bono, Andrissi, Bertola, Campo Frediani, Mighetti, Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
È tornata anche l'Assessora Cerutti, non so se sia casuale o voluto.
Su questo tema abbiamo approvato da poco una legge regionale (legge n.
4/2017), il cui articolo 15 prevede, appunto, "Interventi per la prevenzione del fenomeno della tratta e della riduzione in schiavitù" fenomeni, ovviamente, collegati tra di loro, che poi hanno come sbocco l'obbligo alla prostituzione. Purtroppo, è un fenomeno molto diffuso nella nostra Regione, nel nostro Paese e nel nostro continente; l'origine delle donne che subiscono queste violenze è mista, nel senso che varia dal continente africano ai Paesi dell'Est, e deriva, sostanzialmente, da condizioni di povertà, di scarso sviluppo e di bassa istruzione.
La legge che abbiamo deciso convintamente di votare è stata un buon risultato, per cui crediamo che debba avere gambe su cui correre (le "gambe", ovviamente, sono gambe economiche e finanziarie).
Abbiamo quindi bisogno di stanziare sul capitolo 147531 adeguate risorse. Ora, come abbiamo detto precedentemente, siamo a novembre, quindi non abbiamo possibilità di mettere tantissime risorse.
Se così non fosse, noi siamo disponibili a cambiare l'emendamento e a spostarlo sul 2018-2019 rendendoci conto che c'è la necessità di fare progetti, convenzioni e collaborazioni con associazioni che già lavorano nelle strade per contrastare questo fenomeno dilagante. Le risorse non dico che dovrebbero essere infinite, ma dovrebbero essere molte di più di quelle stanziate anche nella legge. Molte volte facciamo leggi che prevedono delle risorse e poi, nel corso dell'anno e negli anni successivi, vediamo che o non li stanziamo proprio oppure, se li stanziamo, non li impegniamo. Sono molto importanti le norme, le clausole di valutazione della qualità della normazione che ci diano anche indicazione di come vanno avanti le leggi.
All'inizio avevamo anche discusso sul fatto che farle ogni due anni fosse un po' riduttivo, perché quando parte una legge, forse, servirebbe fare un'analisi della qualità e di come funzionano le leggi a brevissimo tempo - a sei mesi, un anno - per capire se partono i progetti, se partono i fondi.
Su questo ci mettiamo al voto dell'Aula chiedendo più risorse su cifre limitate; infatti non parliamo di milioni ma di 50.000 euro, che penso siano alla portata del Consiglio regionale.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Andrissi; ne ha facoltà.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Recentemente ho sentito un intervento del Ministro Minniti proprio sulla tratta delle persone. Il Ministro ha spiegato come abbia potuto verificare come nei vari Paesi africani - mi ha colpito in particolare il Niger - vi siano dei "ristorantini" della tratta delle persone. I responsabili politici di questo Paese segnalavano il problema dei ristoranti della tratta delle persone. Persone che poi devono ripagare sappiamo le donne in che modo, il debito che contraggono. Si è creata tutta un'economia parallela, dalla Libia ad altri Paesi, di persone che vivono su questo fenomeno.
Sicuramente l'azione più immediata che darebbe dei benefici a questo fenomeno, oltre a reprimere questo tipo di attività, io credo sia quello di creare dei corridoi umanitari che consentano, legalmente, a chi ha diritto di superare il Mediterraneo. Se su questo fronte c'è riuscita la comunità dei Valdesi, non capisco come degli Stati nazionali abbiano delle difficoltà in questa direzione.
Noi abbiamo una legge regionale e su questo fronte è sicuramente importante investire e trovare risorse per far sì che queste persone vittime di questo comportamento disumano, in qualche modo, trovino conforto e soluzioni a situazioni veramente di complessa difficoltà sociale.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

L'emendamento del collega Bono pone l'attenzione su un tema molto attuale, purtroppo, che ha dimensioni veramente preoccupanti e forse non ancora del tutto note.
Noi, come diceva anche il collega Andrissi nell'illustrazione dell'emendamento, abbiamo una legge regionale recente e riteniamo che sia fondamentale, come diciamo ogni volta che elaboriamo un testo normativo, e necessario dare benzina, fare in modo che ci siano delle risorse per far funzionare la norma e non renderla soltanto un contenitore pieno di bei contenuti, ma senza la forza di poter agire realmente.
In particolare, il fenomeno della tratta viene affrontato in questa norma sottolineando quanto sia importante la collaborazione con gli Enti locali, la realizzazione dei programmi di protezione, assistenza e integrazione sociale per le vittime di questo fenomeno di sfruttamento. Si pone anche particolarmente attenzione alle vittime del fenomeno di minore età. Sappiamo che i dati sono particolarmente allarmanti, soprattutto per i soggetti più deboli e indifesi e, purtroppo, le vittime di minore età sono decisamente i soggetti più a rischio di essere coinvolti e diventare vittime di questo fenomeno.
Crediamo, quindi, necessario che la Regione dia un segnale forte e concreto che, ovviamente, viene sostenuto da questo nostro emendamento, e che si riesca a intervenire utilizzando adeguate professionalità sul territorio, quindi attraverso la giusta formazione, e anche interagendo con tutti i soggetti che possono aiutare anche a far emergere questo fenomeno che, purtroppo, crediamo non sia ancora noto nella sua interezza e gravità.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Frediani.
Emendamento rubricato n. 61) presentato da Frediani, Andrissi, Bertola Bono, Campo, Mighetti, Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola alla Consigliera Frediani per l'illustrazione.



FREDIANI Francesca

Questo è un altro emendamento che si riallaccia a emendamenti che abbiamo illustrato durante le precedenti sedute, e fa riferimento all'impiego di detenuti in semilibertà o ammessi al lavoro esterno per lavori socialmente utili a protezione dell'ambiente.
Chiediamo uno stanziamento di 50.000 euro per il 2017 e di 100 mila euro per le prossime due annualità, quindi 2018 e 2019,.
Abbiamo già sottolineato come sia importante coinvolgere in attività lavorative i detenuti. In questo caso, il capitolo in questione è quello proprio che fa riferimento ai detenuti in semilibertà o ammessi al lavoro esterno. Sono detenuti che vivono una condizione già particolare rispetto ai detenuti che non possono abbandonare l'istituto, perché magari hanno avviato un percorso o hanno già scontato una parte della pena, quindi iniziano pian piano ad essere reinseriti gradualmente nella società, che poi è l'obiettivo finale cui tutti dovremmo tendere, ovvero il reinserimento di un detenuto, in modo da evitare i rischi di recidiva e farlo diventare nuovamente un soggetto attivo nella società.
In questo caso, tra l'altro, si prevede di far fare ai detenuti sottoposti a questo particolare regime di detenzione dei lavori socialmente utili, per fare in modo che ci sia un duplice vantaggio: far sentire al detenuto la propria utilità nei confronti della società e favorire in questo modo il suo reinserimento, scoprendo questo aspetto nuovo nel suo rapporto con la società e il fatto di sentirsi utile nel dare un apporto al resto del mondo dei cittadini al di fuori dell'istituto; d'altra parte, far sì che le persone al di fuori vedano i detenuti impegnati in attività utili per la collettività.
È un vantaggio reciproco, che sicuramente può favorire un corretto rapporto e quindi il reinserimento di questi soggetti che, prima o poi saranno chiamati a ritornare nel mondo del lavoro e, in generale, nella società al di fuori degli istituti.



PRESIDENTE

Volevo solo chiederle se ritiene di illustrare anche l'emendamento n.
62) che è simile e riguarda "Attività di promozione per le persone detenute ed ex detenute" relativo all'articolo 51. Lo illustra dopo.
Ha chiesto la parola il Consigliere Andrissi; ne ha facoltà.



ANDRISSI Gianpaolo

Abbiamo partecipato l'altro giorno, nell'intervallo del Consiglio, a un bel convegno e i dati segnalano che i detenuti lavoranti non alle dipendenze dell'Amministrazione penitenziaria in Piemonte sono 199. È un numero veramente molto esiguo.
Sappiamo che i detenuti che riescono a ricostruirsi un percorso lavorativo, quindi a imparare un mestiere e a sperimentarlo durante il periodo detentivo, hanno delle recidive contenutissime, mentre i detenuti che nel periodo detentivo della pena, e che quindi vivono il periodo detentivo solo come una punizione ma non vivono anche la parte fondamentale della pena che è quella rieducativa, rimangono dei corpi estranei rispetto all'inserimento nella società, sicché quando ritornano a vivere nella propria società ripercorrono la vecchia strada sbagliata.
Crediamo che sia fondamentale investire, perché i dati forniti durante il convegno dimostrano che un euro investito in questo settore, cioè nella formazione e il lavoro per i detenuti, ha un ritorno economico sette volte superiore, nel senso di mancata spesa per la detenzione del detenuto che ritornerà a commettere il reato e tutto l'insieme di interventi che questo futuro detenuto dovrà subire, perché verrà reinserito in un percorso che sicuramente, allo stato attuale non si può definire rieducativo.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
L'emendamento n. 61) è sul capitolo 152384 "Contributi ad Enti locali per l'impiego di detenuti in semilibertà o ammessi al lavoro esterno per lavori socialmente utili a protezione dell'ambiente". Quindi, prendiamo sostanzialmente due piccioni con una fava, come si suol dire.
Diamo infatti dei contributi a persone detenute che hanno già iniziato a scontare un periodo della loro pena, sono già parzialmente riabilitati sono detenuti affidabili, quindi ammessi al lavoro esterno e li facciamo intervenire nei lavori a protezione dell'ambiente, ai sensi della legge regionale n. 45/95, modificata dalla legge n. 1/2004.
Sostanzialmente parliamo di pochi soldi, perché si tratta di contributi e non di un vero e proprio stipendio, anche se modelli di detenzione stranieri (Svezia e altri Paesi del Nord) fanno vedere che addirittura il detenuto compie una sua attività lavorativa vera e propria, riceve uno stipendio, del quale una parte la spende per il suo mantenimento all'interno della penitenziario e con l'altra parte può mantenere la famiglia all'esterno.
Sono modelli che hanno indici di recidiva bassissima (modello svedese modello danese, modello norvegese). Sono persone che vanno in un istituto di detenzione, di pena e detenzione e quando escono hanno un livello di recidiva bassissima, anche perché hanno imparato un mestiere e magari fuori dal penitenziario, trovano un posto di lavoro.
Francamente, su questo dovremmo investire di più, e per questo mi spiace che non ci sia grande attenzione da parte della Giunta e della maggioranza su questo tema. Mi rendo conto che tutti i capitoli sarebbero importanti e qualcuno potrebbe dire.



(Commenti del Consigliere Appiano)



BONO Davide

Dica, collega Appiano: vuole intervenire o sottoscrivere un emendamento? Noi saremmo lieti di ascoltarla, come sempre.
Dicevo che tanti capitoli sarebbero importanti, però qui stiamo parlando di 50.000 euro: non stiamo parlando di cinque milioni di euro sulle politiche sociali, cinque milioni di euro sui trasporti, ecc.
Io credo che questi siano piccoli segnali di attenzione, con cui l'Assessore Ferrari - perché penso che l'argomento rientri sempre sul tema delle politiche sociali - con un piccolo emendamento, anche di 50.000 euro renderebbe il senso all'esterno che si sta invertendo la rotta anche su questo.
Le nostre carceri sono state spesso oggetto di critiche e lamentele sia da parte dei detenuti - e per questo, e chiudo, abbiamo il Garante dei detenuti - sia da parte dei sindacati delle guardie carcerarie per le condizioni di lavoro non ottimali. Facciamo un piccolo intervento e diamo un grande segnale all'esterno.



PRESIDENTE

Vi ricordo che chi non è il primo firmatario ha solo due minuti per intervenire.
Ha chiesto la parola il Consigliere Campo; ne ha facoltà.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Devo dire che a prima lettura, quando l'ho visto, mi è venuta l'immagine della semilibertà e dei contributi agli Enti locali che servivano per comprare catene e palle di ferro, così portiamo i detenuti fuori dalle carceri a fare un po' di strade con pala e piccone: l'immagine classica - no? - dei film americani.
Ovviamente non è questo l'intento. Visto che le carceri ben poco hanno di rieducativo - dati l'affollamento e le condizioni abbastanza tristi dal punto di vista dell'interazione sociale e della capacità di attività e di utilizzo del tempo che ci si trova a disposizione - questo può essere un capitolo utile.
Così come lo facciamo con altre categorie di soggetti, che può essere vantaggioso fare in modo che non stiano con le mani in mano, per i detenuti si può offrire questa opportunità di contribuire a lavori socialmente utili a protezione dell'ambiente. Diciamo che il nostro ambiente ha un ampio bisogno di attività di manutenzione, di controllo e di ripristino, quindi ben venga se nell'attività di riabilitazione e recupero di detenuti che hanno già delle caratteristiche di questo tipo - perché, appunto teoricamente se una persona è in semilibertà è perché ha fatto un percorso di riabilitazione positivo, almeno così speriamo che sia - si può pensare a percorsi di inserimento lavorativo o, comunque, di qualificazione in lavori che oggi vedono una carenza di risorse umane.
Questo può dare spunto agli Enti pubblici per una maggiore sensibilità nei confronti delle possibilità di intervento sul territorio - e io questo non lo trascurerei - così come nel rendersi conto, sia per gli Enti pubblici che per i cittadini che li vedessero al lavoro, che anche i detenuti - così come i rifugiati - sono persone che possono essere dotate di buona volontà e positivamente reinseribili nella nostra società civile.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Campo.
Ha chiesto la parola il Consigliere Bertola; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Con quest'intervento, proponiamo di incrementare il capitolo riguardante i contributi a Enti locali per l'impiego di detenuti in semilibertà o messi al lavoro all'esterno, per lavori socialmente utili a protezione dell'ambiente.
Sappiamo come sempre più frequentemente i tagli dei trasferimenti agli Enti locali rendano molto difficili anche operazioni che dovrebbero essere alla base della manutenzione e del corretto modo di mantenere il territorio e di garantire parimenti una sicurezza di tipo ambientale. In questo senso può sicuramente risultare utile l'impiego di detenuti in semilibertà o ammessi al lavoro esterno.
Con ciò, oltretutto, potremmo anche contribuire ad attuare il dettato costituzionale (le prescrizioni della Costituzione italiana), che definisce giustamente il carattere rieducativo della pena. Quindi, accanto agli altri interventi che abbiamo proposto all'interno di questo assestamento che sono dedicati a finanziare anche la formazione e l'istruzione dei detenuti sicuramente ci sono anche queste misure che vogliono favorire un loro reinserimento nella società anche attraverso il lavoro.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto la parola il Consigliere Valetti; ne ha facoltà.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Questo emendamento è un emendamento che ha un alto valore politico perché dimostra un po' quella che è la posizione del Movimento 5 Stelle sul ruolo delle carceri e sul ruolo rieducativo della pena; anche perché, per citare un filosofo piuttosto famoso, pure Voltaire diceva che la civiltà di un popolo si misura dalle sue carceri. Noi, quindi, dobbiamo dimostrare con i fatti e con le azioni politiche che intendiamo rimettere le persone che hanno fatto degli errori anche gravi nella vita in grado di poter ancora contribuire al benessere della società e al proprio.
L'ottica deprimente di un carcere che punisce e basta non è sintomo di una civiltà evoluta: è sintomo di una civiltà che mira a una visione un po' manichea del bene e del male che, insomma, non è molto scientifica e non è molto sostenibile.
L'emendamento, dunque, chiede questo stanziamento di complessivi 250.000 euro sul triennio per sostenere le politiche di reinserimento delle persone dalle carceri nella vita quotidiana, per fare lavori socialmente utili e per fare opere che sono molto utili ai Comuni e alle Amministrazioni, in un momento in cui, purtroppo, non si riesce a dare un controvalore economico a questo tipo di operazioni. Lo si vede anche nel volontariato, come abbiamo detto quando abbiamo parlato di ambiente o di altri capitoli dove vi sono delle attività per la Pubblica Amministrazione non sempre di bassa manovalanza - a volte anche molto tecniche - che sono svolte da volontari.
Quindi, il volontariato è un'alta dimostrazione di senso civico, ma anche il coinvolgimento delle persone che scontano una pena è un qualcosa di alto valore civico.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Valetti.
Emendamento rubricato n. 62) presentato da Frediani, Andrissi, Bertola Bono, Campo, Mighetti, Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola alla Consigliera Frediani per l'illustrazione.



FREDIANI Francesca

Con quest'emendamento parliamo sempre di persone detenute. Parliamo anche di persone ex detenute, quindi facciamo riferimento all'articolo 51 della legge 1/2004.
Lo stanziamento richiesto è di 50.000 mila euro per la prima annualità e 100 mila per le due annualità successive.
Si fa riferimento a un articolo particolare, l'articolo 51, che parla proprio dell'attività di promozione regionale per persone detenute ed ex detenute.
È un articolo che va a definire esattamente il tipo di interventi che la legge prevede; interventi che possono essere attuati soltanto se si prevedono risorse adeguate.
Sull'utilità del reinserimento, quindi sulla necessità di intervenire attraverso attività formative e lavorative all'interno delle carceri, già molto abbiamo detto.
Il collega Andrissi ricordava un convegno cui abbiamo partecipato l'altro ieri (più che un convegno, era una conferenza stampa), organizzato dall'Onorevole Mellano proprio su questo tema, che ha portato dei casi eccellenti su questa tematica, riferiti a un'esperienza di Padova, se non sbaglio.
Si è parlato delle ricadute positive, che sono positive non soltanto per il soggetto detenuto o ex detenuto, ma anche per l'intera collettività con un risparmio di quei costi successivi che magari sono dovuti proprio alle ricadute, alle recidive degli ex detenuti. Questo, per la società costituisce sicuramente un vantaggio, pertanto è fondamentale dare le giuste risorse alle norme.
Tutti gli anni, noi ascoltiamo una relazione del Garante dei Detenuti ne prendiamo atto in Consiglio, c'è la discussione; dopodiché, se non seguono gesti concreti, è assolutamente utile trovare dei momenti di riflessione collettiva.
È necessario dare un segnale concreto, che potrebbe essere, ad esempio l'accoglimento di un emendamento, anche se mi pare di capire, dopo questa lunga discussione sull'assestamento, che ci siano ben poche speranze di trovare un accoglimento.
Non abbiamo trovato alcun interesse da parte della maggioranza, che è piuttosto latitante in aula, da diversi giorni, e anche quando è in aula non è particolarmente attenta alle nostre proposte. Nel momento in cui dovremmo ragionare sulle risorse da mettere a disposizione dei cittadini piemontesi, risorse che per lo più arrivano - ricordiamolo - dai loro soldi, perché sono risorse che non vengono stampate dalla Regione, ci troviamo a discutere nel nulla, senza la minima attenzione.
Mi chiedo se abbia ancora un senso parlare di bilancio e confrontarsi maggioranza e opposizione - in un'Aula che non ascolta minimamente.
Io vado avanti. Noi siamo stati molto collaborativi.



PRESIDENTE

Lei ha finito, perché i tre minuti sono terminati.



FREDIANI Francesca

Siamo stati molto propositivi, in queste giornate. Abbiamo ricevuto i complimenti del Vicepresidente Reschigna durante la Conferenza dei Capigruppo, abbiamo pianificato le prossime attività con estremo spirito di collaborazione, però rileviamo come questo atteggiamento nei confronti della minoranza sia una mancanza totale di rispetto.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bono.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Mi riallaccio all'intervento della nostra Capogruppo, proprio per segnalare una scarsa attenzione da parte della Giunta, più che dei colleghi.



PRESIDENTE

Sono tutti qui, in silenzio.



BONO Davide

Sì, insomma.
Adesso non so cosa stesse facendo vedere il Presidente Chiamparino, sul cellulare, al Vicepresidente Reschigna. Non so se erano gli articoli.



(Commenti del Presidente Chiamparino)



BONO Davide

Sì, sì, sicuramente sono cose importanti, assolutamente. Ma anche noi avremmo da chiudere tante trattative con i Comuni limitrofi.



(Commenti del Presidente Chiamparino)



BONO Davide

Non ho sentito. Poi, magari, vinciamo poi. Chi lo sa. Non lo so, detto così sa che porta un po' sfortuna a chi siede sulla poltrona più importante? Porta un po' sfiga, di solito.



(Commenti del Presidente Chiamparino)



BONO Davide

Non lo so: di solito a chi lo dice! No, lei ha detto che non si candida più, però non so se era convinto o meno, perché poi, sui giornali, ogni tanto cambia idea anche lei. Tutti cambiano idea, solo gli stupidi non cambiano mai idea. Noi non la riteniamo assolutamente stupido, quindi magari cambia idea.
Dicevo, un pelino di disattenzione, ma soprattutto - più che altro - il fatto di capire se ci sono delle risorse disponibili a un dialogo, a una contrattazione, anche se sembra brutto dire così a microfono. Una contrattazione sulle risorse sembra una spartizione. In realtà, è far sì che i nostri interventi e quelli dei colleghi delle altre opposizioni abbiano un senso e un significato per dire: "Sì, un capitolo o due non li avevamo considerati tra quelli strategici e prioritari, con il fondo di 34 milioni, con le manovre di svincolamento dall'onere del debito, ecc." quindi accogliere alcune delle proposte dei colleghi di opposizione.
Sappiamo che, detto questo, poi sta anche alla maggioranza dire: "Ma ci siamo anche noi, anche noi vorremmo". Però è ovvio che siamo portatori di sensibilità diverse, altrimenti saremmo tutti nello stesso Gruppo consiliare. So che sarebbe il sogno di qualcuno essere tutti insieme amorevolmente, a sostenere il Presidente Chiamparino, ma, purtroppo, la realtà non è così.
Siamo tre macrogruppi - un gruppo di centrosinistra, un gruppo Movimento 5 stelle e un gruppo di centrodestra - siamo portatori di sensibilità e di ragionamenti diversi e, quindi, anche di emendamenti diversi. In alcuni casi sono anche simili, però occorre capire se c'è questa esigenza di individuare dei temi. Sul tema dell'esenzione del bollo motoveicoli elettrici e auto ibride, ad esempio, c'è stata una sensibilità comune, in parte era una proposta della collega Porchietto e in parte diciamo due terzi, nostra, ed è stata accolta dalla Giunta con favore della maggioranza.
Si può lavorare e discutere nel tema, giusto per evitare le polemiche dei colleghi di maggioranza, che ci battono sul tempo e ci dicono: "Parlate, parlate e non concludiamo nulla". Ma non dipende da noi, dipende se c'è volontà di ascoltarci su alcuni punti e su alcuni temi, vedere se ci sono le risorse e se c'è la volontà di discutere per trovare veramente una quadra sulla questione, altrimenti andiamo avanti così all'infinito, non è un problema.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Segretario Bertola in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Siamo sempre sulle persone sottoposte a misure di restrizione della libertà personale; in questo caso parliamo di ex detenuti e di attività di promozione regionale.
Come dicevo prima, si tratta di un pacchetto di interventi che, oltre a permettere effetti positivi immediati, contribuisce anche all'attuazione del disegno costituzionale che prevede e definisce il carattere rieducativo e non punitivo o, non solo punitivo, della pena.
Ovviamente questi interventi possono far raggiungere l'obiettivo che nel nostro Paese sarebbe quanto mai importante, visto i dati che abbiamo (non solo sul Piemonte, ma complessivi) di ridurre la recidiva, quindi di ridurre il numero di persone che poi nella vita si trovano nuovamente a delinquere e, quindi, a essere nuovamente sottoposti a misura di restrizione della libertà personale.
Si tratta di qualcosa che, oltre a qualificare in modo migliore la società italiana, contribuirebbe anche a far risparmiare del denaro pubblico.
Abbiamo dei dati di altri Paesi europei, soprattutto e purtroppo nordeuropei, dove c'è una recidiva veramente bassa, perché, al di là del fatto che sicuramente non c'è il problema del sovrappopolamento, ci sono operazioni che permettono di limitare le recidive.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Valetti; ne ha facoltà.



VALETTI Federico

Mi riallaccio al concetto espresso dal collega Giorgio Bertola, sulla possibilità che una persona, che esce da un'esperienza carceraria e che ha un alto rischio di recidiva, possa limitare questa possibilità attraverso un reinserimento nella società, nell'attività della società. Spesso, il fatto di potersi sentire utili, essere di nuovo accettati dalla collettività e poter fare qualcosa di concreto per la gente, è un modo assai onorevole di scontare la propria pena, perché a quel punto non è neanche più pena, ma è un riaffermarsi dell'individuo.
Sono concetti che noi esprimiamo con questi emendamenti; come anche l'attività di promozione regionale per 250 mila euro di investimento complessivo, che mira ad attività che possono essere non solo strettamente lavorative di pubblica attività, ma anche attività di sviluppo individuale della persona (attività artistiche di vario genere), perché crediamo che anche questa forma di espressione sia una forma di accrescimento individuale.
Dando un segnale politico c'è poi anche da sbizzarrirsi, ma siamo sicuri che i costi alla collettività e i risparmi che si danno - vite umane riaffrancate, che non hanno un valore economico - non abbiano un prezzo e comunque, i soldi che noi mettiamo su questi capitoli sarebbero ampiamente ripagati.
Noi abbiamo messo 50.000 euro solo sul 2017, perché siamo a fine anno in assestamento, e 100 mila euro sui due anni successivi.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Campo; ne ha facoltà.



CAMPO Mauro

Sarà che dopo tre giorni di Consiglio con queste luci artificiali sono un po' allucinato, però l'immagine che mi viene, dalla promozione per persone detenute ed ex detenute, mi fa venire in mente la Legione straniera.
Al di là di questo, è importante tutto ciò che riguarda l'armonizzazione in una società civile, che vuol dire tradurre in proposte e in realizzazioni concrete lo spirito dei nostri principi giuridici e quindi, anche il principio che la nostra giustizia è una giustizia volta al recupero e al reinserimento delle persone che hanno sbagliato.
Di conseguenza, è un impegno importante, per i vari livelli politici favorire questo recupero e reinserimento sociale, perché, da un lato esprime la solidità sociale e la salute vera e propria di una società civile che è in grado di recuperare le persone; certo, magari qualcuno di meno, però diciamo che coloro che sono recuperabili e che sono interessati a essere recuperati devono averne l'opportunità e la possibilità. Riteniamo che purtroppo gli sforzi che vengono fatti, sia dal punto di vista delle infrastrutture carcerarie sia dal punto di vista di quello che a contorno di esse viene costruito, mostri più che altro invece la solita apparenza che poi sfocia nel sostanziale abbandono di queste persone in una reclusione senza prospettive o in benefici e sconti di pena, senza però un accompagnamento sociale corretto e delle vere opportunità di reinserimento e di recupero dalle stigmate sociali che sicuramente l'arresto e le condanne possono comportare.
Sotto questo profilo, dunque, mettere un po' di risorse destinate a questo tipo di obiettivi è sicuramente un'attività positiva da continuare e migliorare.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Andrissi.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Continuiamo su questo discorso che andrebbe approfondito e anche sviluppato perché, oltre al fatto di dare ai detenuti la possibilità di scontare non solo la parte punitiva della pena, ma anche la parte rieducativa, sarebbe importante sviluppare a priori delle sperimentazioni in quella che è stata definita la giustizia riparativa, cioè far sì che chi ha commesso il reato e chi ha subito il danno potessero trovare un accordo in modo tale da far scontare in modo alternativo la pena detentiva, che a volte può voler dire un'escalation nelle capacità di crimine. Quindi credo che la giustizia riparativa non vada sottovalutata.
Detto questo, è importantissimo agire anche sulla parte rieducativa delle persone nelle carceri. Su questo fronte, noi potremmo fare moltissimo, grazie anche all'articolo 112 del Codice degli appalti, che prevede proprio una quota per persone con disabilità o persone svantaggiate. L'esempio ci è stato fatto dalla cooperativa di Padova venuta a presentare il proprio caso: loro fanno un servizio di call center.
Ecco, in Regione abbiamo una serie di call center che non funzionano: prevedendo una cooperativa con ex detenuti o anche detenuti in permesso lavorativo, probabilmente riusciremmo a farli lavorare questi call center magari sarebbero anche più convincenti con l'utente che chiama (non lo so questa è una battuta).
Voglio dire: se non riusciamo a far funzionare i call center con le persone che non hanno avuto un'esperienza di detenzione, sperimentiamo altre forme di call center, perché almeno facciamo del bene agli ex detenuti o detenuti che siano.



PRESIDENTE

Grazie, collega Andrissi.
Emendamento rubricato n. 59) presentato da Bono, Andrissi, Bertola, Campo Frediani, Mighetti, Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Questo emendamento insiste di nuovo sulla legge n. 4/2016 - l'Assessora Cerutti adesso è sparita, forse tornerà - e sul capitolo in questione prevediamo un incremento di risorse di 50.000 euro l'anno, quindi non chiediamo una quantità di risorse pazzesche. Perché? Perché abbiamo visto che nei dati di bilancio, sul capitolo 153010, se nel 2016 abbiamo impegnato 208.440,31 euro, nel 2017 ce ne sono 170.459,47, quindi già solo per arrivare alla cifra dell'anno precedente servirebbero 38.000 euro; ne chiediamo 50 proprio per fare cifra tonda, quindi 12.000 euro in più, e arriveremmo così a 220 mila euro, ma non penso che possa succedere nulla di particolare.
In questo caso, stiamo parlando della parte su spesa corrente, perch la legge n. 4/2016, la norma finanziaria, all'articolo 28 prevede che siano stanziati ogni anno 500 mila euro in termini di competenza, di cui 300 mila per la spesa corrente e 200 mila per la spesa in conto capitale. Quindi siamo sotto pure a quello che dice la legge già noi, col nostro stesso emendamento.
Ebbene noi stessi, riconoscendo le difficoltà della Regione Piemonte non andiamo a chiedere di rispettare una legge della Regione Piemonte stessa, questa è la priorità a cui ci siamo addirittura piegati noi stessi ed è la solita logica illogica di questa Regione.
Se ci sono iscritti 300 mila euro di spesa corrente e 200 mila euro di investimenti, mettiamo 300 mila euro di spesa corrente e 200 mila d'investimenti, non di meno, perché altrimenti, quando facciamo la legge che era stato oggetto di aspro dibattito all'interno della Commissione proprio per le cifre da mettere - facciamo un emendamento in assestamento in cui diciamo che quest'anno le risorse della legge sono 170.459,47 euro oppure si può dire "minimo 150 mila euro", mettiamo una soglia minima e poi tutto quello che viene di più è grasso che cola. Altrimenti, se diciamo "300 mila euro precisi", dobbiamo mettere 300 mila euro.
Forse dovremmo veramente rivedere tutte le norme, anche finanziarie; i funzionari degli Uffici legislativi potrebbero inarcare un po' le sopracciglia, però almeno non andremmo più a disaccoppiare le norme di legge rispetto all'assestamento: non di dieci anni dopo, ma l'assestamento dell'anno dopo. Questo è il problema, perché passano dieci anni, una legge diventa vecchia, obsoleta, superata e magari possiamo disaccoppiare la norma dal finanziamento, ma passato un anno, se diciamo che sono 300 mila euro, mettiamo 300 mila euro; poi tanto l'Assessore ci insegna che si possono stanziare 300 mila euro e, purtroppo, non impegnarne 300 mila perché magari ci sono delle difficoltà di pagamento, ma almeno stanziamo quello che c'è scritto nella legge.
Parlo di 300 mila euro! Non so più come dirlo! Mi rendo conto che siamo noi stessi a scrivere le leggi e non possiamo già sapere prima, non possiamo essere nella testa del Vicepresidente Reschigna e nemmeno in quella degli Uffici dell'Assessorato al bilancio e sapere quante risorse realmente ci sono con le migliaia di capitoli che stiamo affrontando, per cerchiamo di dare un segnale preciso e chiaro, se no rivediamo - e inizieremo a fare emendamenti su questo - tutte le leggi, tutte le norme finanziare delle leggi, mettendo un tetto minimo dove il tetto minimo rappresenta il bilancio di assestamento del 2017.
Sulla prossima finanziaria presenteremo un migliaio di emendamenti di questo tipo.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bono.
La parola al Consigliere Segretario Bertola, che interviene in qualità di Consigliere.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
In realtà, con un emendamento come questo stiamo facendo qualcosa che non dovremmo fare come forza d'opposizione, perché stiamo dando alla Giunta regionale la possibilità di non essere più attaccata e strumentalizzata ogni qual volta propone una legge o fa approvare una legge, avendo larga maggioranza per farlo, che poi diventa solo uno spot o un comunicato stampa; in questo senso, invece, stiamo addirittura aiutando la Giunta regionale. Più di una volta abbiamo criticato le cosiddette leggi da 300 mila euro, che pare il minimo sindacale da mettere nella clausola finanziaria di una legge; abbiamo visto passare per le Commissioni e per l'Aula delle proposte di legge e dei disegni dei disegni totalmente condivisibili che poi, però, avevano alla clausola finanzia somme decisamente insufficienti.
Potrei farne un lungo elenco, ne citerei di già passate e già approvate e ne citerei altre che sono ancora in itinere in Commissione, oppure che devono approdare all'Aula. Quando, poi, invece nemmeno si rispetta il famoso taglio da 300 mila, ma si mette ancora meno, siamo veramente in una situazione che diventa paradossale perché, magari, come risultato di legislatura, addirittura, la Giunta regionale porta in dote l'approvazione di tutta una serie di leggi, come la 4 del 2016, che riguarda l'istituzione di centri antiviolenza e case rifugio, sicuramente importante, che all'atto concreto non ha prodotto nessun effetto positivo, perché è stata sottofinanziata.
Quindi, da questo punto di vista, ci sentiamo di dire basta!



PRESIDENTE

Grazie, collega Bertola.
La parola al Consigliere Andrissi.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Effettivamente, questo è un tema molto forte. Proporrò di inserire nella clausola valutativa anche una valutazione della norma finanziaria perché non possiamo perdere sedute di Commissione, sedute legislative sedute di ogni tipo per poi fare delle leggi che, scusate, diventano solo uno spot comunicativo.
Se si fa una legge perché si crede in un progetto, questo progetto come la mia esperienza di vita m'insegna, bisogna anche finanziarlo. Se non si vuole finanziarlo, se in qualche modo non si trovano i finanziamenti vuol dire che all'atto pratico non si crede effettivamente a questo progetto e, vorrei dire, anche dal punto di vista teorico.
Tuttavia, se nella clausola valutativa inseriamo anche un articoletto che valuta la norma finanziaria e, quindi, stigmatizza il comportamento di chi in quel momento amministra la Regione, questo potrebbe essere già un disincentivo a sottofinanziare normative appena approvate, come quella sui centri antiviolenza.
Quindi, ci prendiamo come sempre la responsabilità di riconoscere l'importanza di una normativa approvata a maggioranza da parte di questa Regione e, quindi, con questo emendamento chiediamo un finanziamento completo del centri antiviolenza con case rifugio.



PRESIDENTE

Grazie, collega Andrissi.
La parola al Consigliere Campo.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Non mi non mi resta che ribadire l'importanza di un corretto finanziamento delle leggi, anche perché se facciamo le leggi che prevedono un certo importo e poi lo riduciamo di quasi la metà, è evidente che abbiamo sbagliato i calcoli, visto che la legge l'abbiamo appena fatta oppure abbiamo deciso che stavamo scherzando, perché pensare di fare le stesse cose che si possono fare con 300 mila euro con 170, forse, non è proponibile.
Quindi, sotto questo profilo, è anche un aspetto di serietà verso le nostre controparti civili, i nostri elettori: se vogliamo portare avanti un argomento, facciamo tutto il lavoro che si fa in Commissione, di discussione sugli emendamenti, e di rifinitura di una legge, la portiamo in Consiglio. Signori, è tempo, è lavoro, sono soldi spesi per noi e per tutta l'infrastruttura di questo Ente, da parte dei nostri concittadini, quindi con la loro fiscalità. Di conseguenza, si spera che quello che produciamo sia, come piace dire a chi ci governa, efficiente ed efficace.
Con questo emendamento, non stiamo facendo altro che cercare di ridare dignità, che è dovuta, a una norma che abbiamo prodotto di recente e che è stata repentinamente sottofinanziata.



PRESIDENTE

Grazie, collega Campo.
La parola alla Consigliera Frediani.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Mi unisco al coro dei colleghi, che denunciano il fatto che continuiamo a sfornare delle leggi, e temo che ne sforneremo ancora in questa legislatura, che purtroppo rimangono lettera morta.
In questo caso, si tratta di un testo di legge molto importante, su un tema - esattamente come la tratta - decisamente attuale: parliamo della violenza sulle donne.
Dobbiamo trovare le risorse necessarie a sostenere le donne che hanno il coraggio di denunciare una situazione di violenza; donne che, molto spesso, trovano il coraggio di denunciare, ma che lo trovavano con molta fatica, perché sovente la denuncia le pone sotto un grande pericolo e fa mancare anche quel sostegno economico che, magari, le ha convinte a tacere per lungo tempo.
Il fatto di trovare il coraggio di denunciare, di esporsi e di ribellarsi a una condizione che per loro non è più tollerabile, è un gesto di estremo valore, che va assolutamente sostenuto attraverso un'accoglienza sicura e protetta, sia per loro che per i loro figli. Non dimentichiamo che spesso i soggetti vittime di violenza non sono solo le donne, ma anche i loro figli, che sovente sono testimoni di tali violenze; figli che si ritrovano a essere, magari, essi stessi vittime di violenza. Per cui è assolutamente necessario intervenire tempestivamente e far sentire queste persone sicure che, nel momento in cui denunciano, possano trovare un posto sicuro protetto, in cui poter stare in segretezza.
Il fatto di aver previsto, all'articolo 7 di questa legge, le "case rifugio" senza dare risorse adeguate per la realizzazione e la gestione di questi luoghi, è un qualcosa che svilisce totalmente la norma e la rende perfettamente inutile.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Valetti; ne ha facoltà.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente. È un tema molto importante.
Occorre invertire questa brutta abitudine di approvare le leggi approvare le relative norme finanziare e poi dimezzarne i fondi a sostegno.
Non è questo il modo corretto di normare. Anche perché si tratta di una legge approvata recentemente, non due o tre legislature fa, dove magari il contesto era decisamente diverso ed imprevedibile rispetto a quello attuale.
Sebbene ci siano problemi di bilancio della Regione e altrettante esigenze da dover concertare assieme, se una legge non può avere la relativa copertura finanziaria o la si abbassa, oppure non si approva la norma finanziaria - la soluzione è molto semplice - e la si rimanda al mittente.
La legge prevede 300.000 euro e ne sono stanziati 170.000: noi chiediamo che se ne stanzino 300.000. Tanto vale, altrimenti, abrogare la legge, senza lasciarla in agonia per chissà quanti anni. Perché visto che in generale, le norme vengono sottofinanziate o viene tolta la copertura dal bilancio dopo qualche anno, se il primo anno partiamo già con la metà delle risorse richieste, tanto vale cambiare la norma, perché vuol dire che abbiamo scherzato!



PRESIDENTE

Grazie, collega Valetti.
Emendamento rubricato n. 58) presentato da Bono, Andrissi, Bertola, Campo Frediani, Mighetti, Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Questo emendamento verte sempre sulla legge n. 4/2016, in merito alla quale vediamo, fortunatamente, il rispetto della norma finanziaria.
Al comma 2, dell'articolo 28, della legge 4/2016, la legge finanziaria si legge: "Gli oneri per l'attuazione del fondo di solidarietà per il patrocinio legale alle donne vittime di violenza e maltrattamenti, di cui l'articolo 22, sono quantificati nel biennio 2016 e 2017 in euro 150.000 per ciascun anno in termini di competenza".
Sul bilancio del 2017 vi sono, in effetti, 150.000 euro, così come sull'anno 2018.
Questo emendamento ha un significato diverso rispetto al precedente: se nell'altro si rimarcava il mancato rispetto della norma finanziaria prevista in legge, con motivazioni varie ed eventuali che magari ascolteremo, ma che non ci convincono già a priori, questo capitolo invece, è correttamente finanziato ai sensi della norma.
A nostro avviso, però, 150.000 euro di patrocinio legale per le cause di soggetti fragili (donne, bambini o individui) vittime di violenza ci sembrano pochi. Poi - è ovvio - dipende anche da quale avvocato si assume nel senso che se si sceglie un principe del foro, si possono spendere facilmente anche 10.000, 15.000 o 20.000 euro. Quindi è evidente che si coprirebbero solo sette, otto o dieci cause in un anno. Se invece si ha un avvocato meno di grido, nel senso positivo del termine, e magari una convenzione che abbatta un po' i costi, come fanno spesso per le proprie attività le aziende, le imprese o quant'altro, questi oneri si possono abbassare; quindi con 150.000 euro potremmo arrivare a patrocinare anche 20 o 25 cause. Purtroppo, sono comunque numeri molto ristretti a fronte di un fenomeno molto ampio. E molto spesso è proprio una carenza di soldi, oltre alla paura di ritorsioni della persona denunciata, che porta a non aderire a cause legali. Ricordo, invece, che la causa legale è l'unico strumento reale che possa porre fine a violenze seriali e ripetute da parte di soggetti potenzialmente (o così definiti) meno fragili verso quelli più fragili (mentre in realtà, probabilmente, è l'opposto, almeno dal punto di vista della fragilità psicologica).
Noi chiediamo 50.000 euro in più proprio per ribadire che, sebbene in legge ci siano già 150.000 euro, negli anni successivi andremo a incrementarlo (qualora ci saranno richieste, ovviamente, perché prevedere delle risorse in assenza di richieste non sarebbe neanche utile).



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Segretario Bertola, che interviene in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Siamo sulla stessa legge di prima, quindi la legge regionale n. 4 del 2016, una delle diverse leggi approvate in questa legislatura. In questo caso, proponiamo un incremento del capitolo riguardante il fondo volto a sostenere l'azione in sede giudiziaria nella fase prodromica all'avvio delle stesse, ivi compreso l'eventuale ricorso a consulenza in ambito civilistico o a consulenza tecnica di parte.
È chiaro che quando parliamo di una legge di interventi di contrasto alla violenza di genere e di istituzione di case rifugio, ovviamente parliamo di un ambito di applicazione che deve vedere un sostegno alle vittime, anche dal punto di vista legale. Queste persone non devono essere lasciate sole;, serve un sostegno in termini di luoghi di accoglienza, case rifugio, assistenza, ma anche un sostegno di tutta la parte legale che spesso è ciò che mette più in difficoltà le persone vittime di questi episodi e che, magari, non si possono permettere un avvocato o hanno dei timori anche a recarsi da una persona che le possa consigliare dal punto di vista della tutela legale.
Questo emendamento, abbinato a quello che vi ho illustrato prima rappresenta un intervento molto importante.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Andrissi; ne ha facoltà.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
In questo caso, chiediamo 50.000 euro. È importante, come dicevamo negli emendamenti passati, la casa rifugio per chi ha subito violenza, ma anche dare un supporto di tipo legale, prodromico all'avvio delle stesse ivi compreso l'eventuale ricorso a consulenze in ambito civilistico e la consulenza tecnica. Queste persone si ritrovano con un disagio psicologico e sociale immenso, si trovano con difficoltà familiari incredibili.
È ovvio che bisogna stare vicino in tutte le difficoltà che devono incontrare e, sicuramente, il fatto di poter usufruire di un'assistenza legale in un momento di difficoltà è fondamentale per far presente che gli enti pubblici conoscono i problemi e sanno come affrontarli. Nel momento in cui non diamo questo senso di vicinanza, è ovvio che le persone commettono degli errori, subiscono le violenze e queste violenze diventano sempre più gravi, fino a diventare addirittura violenze irreparabili. Invece credo sia fondamentale la vicinanza e il senso di partecipazione, per dare alla società un messaggio che possono uscire da questi momenti di difficoltà senza incorrere in conseguenze più gravi di quelle che vi sono già oggi.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Ha ragione il collega Rossi: siamo eroici e stoici, oserei dire, perch noi continuiamo imperterriti a illustrare i nostri emendamenti nel vuoto pneumatico di quest'Aula.
Questo sarebbe il momento in cui, insieme, dovremmo ragionare su quello che molte volte portiamo all'attenzione della maggioranza, soprattutto, ma un po' di tutto il Consiglio in generale e, in particolar modo, in Commissione, nel momento in cui iniziamo a discutere delle norme nuove. Noi diciamo che questo testo è stupendo sulla carta, ma poi, mi raccomando mettiamo le risorse adeguate. Questo è il momento in cui la maggioranza dovrebbe darci manforte e la Giunta dovrebbe accogliere i nostri emendamenti, proprio per dimostrare che abbiamo torto quando diciamo chi è inutile scrivere dei bei testi di legge e continuare a creare delle norme se poi non abbiamo gli strumenti per realizzarle. Questo è anche un po' un modo per illudere i cittadini.
Noi abbiamo creato questo testo, abbiamo detto alle donne, vittime di violenza, che potranno trovare la giusta assistenza, che potranno trovare le case rifugio, che potranno avere assistenza legale, ma tutto questo non è vero. Non è vero perché, di fatto, a bilancio, non ci sono le risorse adeguate. Verrebbe da dire che noi rischiamo di sentirci dire che abbiamo detto delle menzogne ai cittadini. Poiché noi questa cosa non la vogliamo sentire, veniamo in vostro aiuto, quindi facciamo notare alla Giunta che questa legge, senza adeguate risorse, è una legge totalmente inutile e che quindi siamo ancora in tempo e possiamo prevedere le risorse che consentiranno di dire ai cittadini piemontesi che abbiamo mantenuto le nostre promesse.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Valetti; ne ha facoltà.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Sono segnali importanti questi emendamenti per far sentire anche la vicinanza alle persone, vittime di violenza, che si sono trovate in difficoltà.
Sappiamo che si parla di una cifra di 50.000 euro su ogni anno, quindi è una cifra trascurabile, è un segnale politico, un segnale simbolico, ma è un segnale dell'Ente e della vicinanza alle persone. Credo che, in una fase in cui chi è vittima ha anche problemi di varia natura psicologica e sensi di colpa, si sente magari estraniata dalla società per quello che ha subito, sapere comunque che le Istituzioni le stanno al fianco, anche solo sostenendola con delle operazioni di questo tipo, è comunque un segnale.
Noi rinnoviamo la proposta ogni anno e proponiamo degli emendamenti che vanno a dare una mano alle persone delle fasce più deboli, alle vittime di violenza. In questo caso, ovviamente le consulenze in ambito civilistico e le consulenze tecniche sono definite dalla legge n. 4/2016, all'articolo 22, per cui è anche molto chiara la finalità di questi soldi, che non sono molti, ma se frammentati possono contribuire all'aiuto di molte persone.



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 181) presentato da Vignale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Come i colleghi probabilmente ricorderanno, perché è un intervento che presentiamo tutti gli anni, il Consiglio regionale nel 2009 ha approvato una buona legge, tra l'altro di iniziativa consiliare, sugli interventi a sostegno dei genitori separati e divorziati in situazione di difficoltà.
Come tutti i dati ci dicono, da quello statistico pubblico a quello della Caritas e quant'altro, i soggetti maggiormente in difficoltà sono proprio le famiglie separate, e questo riguarda tanto gli uomini quanto le donne, o meglio tanto il beneficiario di alimenti quanto il benefattore in qualche modo, perché è evidente che se chi dovrebbe pagare non ha i soldi chi dovrebbe riceverli non li riceve. Ma il dato oggettivo è questo, cioè quello di intervenire; noi su questo abbiamo fatto anche una legge e siamo stati l'unica Regione italiana, alla quale poi è seguita la Liguria e credo qualcun'altra.
È vero che quella norma, che era figlia di altri tempi, ha una serie di misure sulle quali neanche abbiamo chiesto l'intervento, ancorché siano misure di buonsenso, ma certamente su alcuni aspetti - e noi ne segnaliamo una su tutte, cioè l'emergenza abitativa - credo che si dovrebbero fare una serie di attività.
Vi sono altre esperienze come quelle che proponiamo con lo stanziamento di 500 mila euro, che sono semplicemente alloggi in cui chi si deve allontanare da casa e non ha un'altra abitazione può recarsi come ponte per trovare una sistemazione di carattere ovviamente economico, e poi anche abitativo. Crediamo che, avendo una legge, sarebbe opportuno da quel punto di vista fare alcuni progetti di carattere innovativo.
L'Assessorato ha bandito un bando dedicato ai Consorzi, ad esempio sei milioni 400 mila di fondi europei sulle sperimentazioni e innovazioni di welfare locale. Credo che questo sia un tema di cui, in qualche modo, ci si debba occupare.



PRESIDENTE

Grazie, collega Vignale.
Emendamento rubricato n. 199) presentato da Vignale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Tale emendamento è dato per illustrato dal proponente.
Emendamento rubricato n. 63) presentato da Bono, Andrissi, Bertola, Campo Frediani, Mighetti, Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

Siamo sul capitolo 179629, "Fondo a sostegno delle politiche per le famiglie", che è un altro dei capitoli che interviene sul tema delle politiche per le famiglie, ai sensi sempre della legge n. 1/2004, che è la nostra legge regionale quadro sul tema. In particolare, siamo agli articoli 14, 42 e 43, Titolo I, Capo I, Politiche per le famiglie della parte 2 della seconda parte della legge. È una legge molto complessa e molto complicata, che ha addirittura due parti: una prima parte è sulle politiche di sostegno, quindi politiche sociali, e una seconda parte di politiche di promozione regionale, di cui il Capo I riguarda le politiche per le famiglie.
Quindi, c'è un'attività di promozione regionale, della quale ci sono le finalità: "La Regione riconosce e sostiene la famiglia quale soggetto fondamentale per la formazione e la cura delle persone". Ci sono una serie di interventi con una politica organica: servizi e valorizzazione delle risorse di solidarietà della famiglia, sostegno alla formazione e allo sviluppo di nuove famiglie (quindi c'è la finalità alla lettera c) e promozione e sostegno dell'armonioso sviluppo delle relazioni familiari e le funzioni educative e della corresponsabilità dei genitori.
All'articolo 42 ci sono i centri per le famiglie, che dovrebbero sostenere le reciproche responsabilità dei componenti della famiglia quindi una crescita armoniosa del nucleo familiare.
Inoltre, c'è un articolo molto importante, le cui problematiche, a differenza mia, i colleghi che hanno dei figli conoscono bene, che riguarda i tempi di cura, i tempi di lavoro e i tempi delle città. Ovvero "promuove ed incentiva la costruzione delle Banche del tempo, permette di conciliare tempi di vita e tempi di lavoro, organizza iniziative volte ad armonizzare i tempi delle città - che sono frenetici con i tempi di cura della famiglia".
Come al solito, è una legge molto bella, molto ben scritta, ma che se poi non vede risorse impegnate sui capitoli trova poco significato.
Sul tema, devo dire che la Regione ha provato a mantenere uno stanziamento storico relativo all'ultimo anno: l'ultimo anno, cioè, c'erano 580.000 euro e quest'anno si mettono 580.000 euro. Poi non so dire se queste risorse saranno impegnate effettivamente tutte e quindi sostanzialmente fa il suo "compitino" - se mi posso permettere di usare questo termine, ma non voglio essere offensivo perché ovviamente ci sono delle difficoltà economiche - però mantiene la spesa dello scorso anno.
È del tutto evidente che sul tema della conciliazione dei tempi tra vita e lavoro, 500.000 euro nell'ambito di una Regione che ha quattro milioni abitanti vuol dire destinare 0,1 euro a persona. Poi, ovviamente dei quattro milioni non tutte le persone sono coppie con figli, però stiamo parlando comunque sempre di una frazione di euro (o poco più di un euro) a coppia, ed è ovvio che con questo si può fare ben poco.
È vero che c'è meno natalità; ma quindi o decidiamo, visto che c'è meno natalità - e magari la natalità riguarda maggiormente le coppie immigrate di non destinare risorse, oppure - come diceva anche il Consigliere Vignale decidiamo di incentivare la natalità soprattutto delle coppie autoctone per mantenere un senso e uno spirito di Nazione e di popolo con una sua identità storico-culturale (e non dico anche religiosa, perché è un tema che a me è estraneo), oppure non finanziamo e lasciamo così com'è.
Noi, quindi, chiediamo più risorse, sia nel 2017 sia, soprattutto, nel 2018 e nel 2019.



PRESIDENTE

Grazie.
Sono per il momento iscritti a parlare i colleghi Frediani, Campo e Bertola.
La parola alla Consigliera Frediani.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Ovviamente parliamo di famiglia, e non posso fare a meno di dire anche la mia a sostegno di questo emendamento, che chiede per l'appunto risorse sulle politiche per la famiglia.
Ricordiamo - lo ricordava anche il collega Bono - che questa legge, la n. 1/2004, contiene una serie di attività di promozione regionale proprio volte alle misure per le famiglie (quindi dedicate specificatamente alla famiglia) che hanno bisogno - ovviamente non ci stancheremo mai di ripeterlo - di risorse; altrimenti, come sempre, rimane tutto scritto solo sulla carta.
In particolare, si riconosce alla famiglia un ruolo di soggetto fondamentale per la formazione e la cura delle persone. Sicuramente va sottolineato e valorizzato il principio che la famiglia sia vista come un soggetto che ha una funzione sociale importantissima e che molto spesso per esempio, va a sopperire a carenze di servizi che purtroppo l'Ente pubblico non è più in grado di offrire. Basti pensare al fatto che sempre più spesso - e se ne parla per l'appunto anche in legge, all'articolo 41 lettera d) - si ricorre ai rapporti di solidarietà tra generazioni della famiglia: penso che chiunque ha dei figli abbia sperimentato questa solidarietà tra generazioni per il fatto che ormai purtroppo - dico purtroppo, ma anche un po' per fortuna, nel senso che c'è anche un valore aggiunto in questo elemento - l'assistenza e la cura dei figli molto spesso è affidata ai propri genitori, quindi ai nonni, che malauguratamente sono sempre più costretti a lavorare fino a età a dir poco avanzata; e quindi temiamo che prima o poi verrà a mancare anche questa forma di welfare all'interno della famiglia.
Ho richiamato tutto questo per dire che i principi bellissimi messi in questa legge e tutte le azioni che la Regione giustamente propone di svolgere non possono essere realizzate senza adeguata dotazione finanziaria, che per l'appunto noi andiamo ad indicare in questo emendamento.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Bertola.
BONO Davide (fuori microfono) È assente il Vicepresidente Reschigna!



PRESIDENTE

In ogni caso, c'è il Presidente della Giunta e credo sia sufficiente.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Consigliera Caputo, non abbiamo bisogno di suggerimenti: abbiamo tutta la Giunta schierata, compreso il Presidente.
Prego, Consigliere Bertola.



BERTOLA Giorgio

Abbiamo una parte della Giunta schierata: sicuramente un'ottima parte ma non tutta.
Opportunamente il collega Bono faceva riferimento all'Assessore Reschigna perché, se da una parte abbiamo espresso giusta soddisfazione per come le opposizioni stanno portando avanti l'illustrazione degli emendamenti sull'assestamento, dall'altra ovviamente diciamo che le pazienti (o non sempre pazienti) opposizioni magari si aspettano anche qualche segnale o notizia pure sul possibile esito finale di ciò che si è andati a proporre all'esame dell'Aula; magari, anche un po' prima della votazione, proprio perché fin qui si è andati abbastanza veloci.
La legge di riferimento per questo emendamento, appunto, è la l.r.
1/2004, che è la legge cardine della nostra Regione per quanto riguarda le politiche sociali. Siamo, in questo caso, sulla seconda parte della legge quella che prevede le politiche di promozione regionale, e in particolare all'articolo 41, "Attività di promozione regionale", dove si definiscono al comma 2 i principi per lo svolgimento dell'attività di promozione regionale e delle politiche familiari.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto la parola il Consigliere Campo; ne ha facoltà.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Io continuo un po' il discorso fatto dai colleghi, perché abbiamo questa bella e ricca legge che tratta gli argomenti relativi alle politiche sociali in maniera veramente estensiva; però tipicamente, dati i tempi dal 2004 a oggi il mondo è cambiato - l'attuazione di questa legge, e in questo caso della parte che riguarda le politiche per le famiglie, oramai langue: sia nel metodo, perché forse sarebbe il caso di analizzare le evoluzioni che riguardano le famiglie in questo quindicennio: l'evoluzione del tessuto sociale, le nuove tipologie di famiglia. Ne abbiamo parlato tante volte.
Quello che, purtroppo, fa un po' tristezza quando uno va a rileggersi queste normative su cui si è lavorato tanto, che recepiscono principi internazionali, trattati internazionali, che esprimono anche principi e ispirazioni molto importanti e di alto livello, è il fatto che, nella pratica concreta di tutti i giorni, di queste cose sui territori c'è ben poco.
C'è ben poco e, quello che c'è, in realtà, è sempre meno: va progressivamente deteriorandosi, o meglio va progressivamente deteriorandosi ciò che è sotto la diretta responsabilità della parte pubblica, che va restringendo progressivamente il proprio perimetro d'azione proprio in questi settori fondamentali.
Pertanto, nel cercare di rilanciare questo tipo di politiche, che sono fondamentali (lo diciamo sempre e lo leggiamo su tutti i giornali, facciamo la Giornata della famiglia, ma più per contrastare il discorso delle nuove tipologie di famiglie da parte di alcuni tipi di categorie politiche e sociali), quando poi si deve parlare di fatti concreti per conciliare i tempi di lavoro e quelli da dedicare alla famiglia, per conciliare il ruolo di genitori, che non sono più rigidamente divisi in madri che si occupano dei figli e padri che vanno al lavoro e spariscono tutto il giorno, per tornare a tarda sera stanchi, pensando ad altro, ma riguardano.



PRESIDENTE

Consigliere, chiuda.



CAMPO Mauro

Cavolacci, quando si presentano questi emendamenti non si riesce mai a esprimere un pensiero compiuto. Sono discorsi che andrebbero fatti e che non stiamo facendo.



PRESIDENTE

Però "cavolacci" è bella! È divertente, rende molto bene l'idea.
La parola al Consigliere Andrissi.



ANDRISSI Gianpaolo

Siamo all'emendamento n. 63) e chiediamo un intervento nelle politiche a favore delle famiglie.
Effettivamente - come diceva il collega Campo - sono proprio cavolacci perché le leggi, oltretutto, sono scritte bene. Sembrano un po' quasi (non vorrei essere cattivo) un libro dei sogni, perché effettivamente chissà quante sedute di Commissioni sono state impiegate per scrivere questi testi di legge: "I principi per lo svolgimento dell'attività di promozione regionale delle politiche familiari sono i seguenti: la predisposizione a politiche organiche integrate, volte a promuovere la famiglia nello svolgimento delle sue funzioni sociali".
In realtà, in Piemonte le difficoltà per le famiglie sono tantissime: la conciliazione dei tempi di lavoro con quelli da dedicare alla famiglia è veramente una difficoltà estrema e io non ho ancora compreso in che modo la Regione aiuti tale conciliazione, concretamente.
Sarebbe bello trovare una modalità di intervento su questo fronte e migliorare le possibilità. La Francia, ad esempio, è intervenuta concedendo un giorno lavorativo della settimana ad un componente della famiglia, da dedicare alla famiglia stessa.
Queste sono azioni che probabilmente vanno decise a livello nazionale però anche la Regione potrebbe alleviare i tempi, magari intervenendo su un tema forte quale il telelavoro, intervenendo in tutte quelle tipologie di lavoro che è possibile svolgere per almeno uno o due giorni da casa, in modo da dare un po' di respiro alla conciliazione tra tempi di lavoro e tempi da dedicare alla cura della famiglia.
Occorre qualche soldino, ma anche la volontà di intervenire su questo anche perché la situazione dei trasporti - ne abbiamo parlato qualche oretta fa - non è delle più concilianti con i tempi di lavoro. Se un componente della famiglia deve recarsi in un capoluogo di provincia provenendo da un altro Comune, i tempi di percorrenza sono spesso aggravati da ritardi dei mezzi pubblici, da treni che non ci sono. Se occorre usufruire del trasporto su gomma, nel caso in cui non si abbia un mezzo privato, raddoppiano i tempi di percorrenza; tra l'altro, portando anche un maggiore inquinamento dell'ambiente e andando a fare una contropolitica sull'Accordo padano.
Insomma, ci sono una serie di situazioni che portano sempre alle stesse conseguenze negative.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Andrissi.
Emendamento rubricato n. 64) presentato da Bono, Andrissi, Bertola, Campo Frediani, Mighetti, Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
In effetti, prima ho avuto un lapsus tra il capitolo del sostegno alle persone con fragilità e quelle non auto autosufficienti, e questo capitolo.
Questo, in effetti, è il fondo regionale, ai sensi dell'articolo 35. Un attimo di confusione tra.



(Commenti fuori microfono)



BONO Davide

Sì, sì, ha ragione. Invece questo è quello che va ai Consorzi.
Su questo capitolo - se dico bene e non sbaglio di nuovo - siamo intervenuti come Regione. Complessivamente, anche quelli sono fondi su cui quattro milioni vanno in diversi modi ai consorzi socio-assistenziali.
Sul tema abbiamo presentato un emendamento conservativo, in cui chiediamo un milione di euro in più, quindi non chiediamo la luna e non cinque o dieci milioni di euro.
Ci rendiamo conto che questo è il capitolo fondamentale che copre tutta una serie di partite, tra cui anche il tema della psichiatria, di cui abbiamo discusso lungamente, e che prevede la copertura delle rette della residenzialità psichiatrica, oggetto della riforma - la DGR 30 e DGR 29 tanto a lungo contestata. Su tale riforma la Regione Piemonte ha avuto un atteggiamento e una posizione un po' ambigua: da una parte, riforma della residenzialità psichiatrica, tagliando l'offerta di posti e trasferendo una serie di pazienti dall'area sanitaria all'area assistenziale; dall'altra si dice che però per tre anni garantiamo comunque le risorse ai Comuni.
C'è tutta una fase transitoria: per un periodo di tempo sono garantiti e poi per un periodo di tempo si fa una nuova analisi delle esigenze e dei fabbisogni; poi c'è una redistribuzione delle stesse risorse tra i vari CSM, e poi alla fine si taglieranno risorse.
In questo modo, non me ne vogliano i colleghi di maggioranza e la Giunta, guarda caso i tre anni arrivano a scadenza del mandato Chiamparino.
Come dire: noi abbiamo fatto (voi, perché noi non l'abbiamo votata) la riforma sulla psichiatria e poi le conseguenze le vedrà la prossima legislatura, e magari anche la prossima Giunta si impegnerà a trovare i fondi che servono per garantire la residenzialità psichiatrica, totalmente in quota sanitaria, nonostante abbiamo fatto tutta questa riforma.
Si poteva semplicemente autorizzare e accreditare le strutture, anche dei gruppi appartamento, magari mantenendo quella diversità, anche di prestazioni e di assistenza, che era storica e sedimentata nel tempo.
Sono scelte politiche di cui, ovviamente, assumerete le conseguenze positive e negative - che ci saranno nel tempo.
Su questo capitolo, quindi, almeno un milione di euro di nuovo. È una logica più di indirizzi incrementali di risorse. Si dice che comunque devono essere garantite le risorse storiche, non la legge 1 del 2004.



(La Presidente ricorda al Consigliere che il tempo a disposizione è terminato)



BONO Davide

Ormai abbiamo preso questa modalità molto fine e raffinata della Presidente di richiamarci all'ordine, quindi non posso andare avanti con il mio intervento, però il punto si è capito: un milione di euro in più su questo capitolo importante.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Campo; ne ha facoltà.



CAMPO Mauro

Su questo tema ritorniamo a un altro capitolo della legge 1, relativo alla parte dell'articolo 35, i consorzi socio-assistenziali.
Su questo occorrerebbe fare un bel discorso, e in realtà so che in parte l'Assessore lo sta già facendo, anche confrontandosi sui territori (ho partecipato, non più tardi di 15 giorni fa, a un evento a Cuneo di confronto con gli operatori per il nuovo Patto per il sociale), per sappiamo benissimo i grossi problemi che ci sono, intanto in relazione alle risorse disponibili, ma anche in relazione al discorso di prese in carico integrazione e relazione tra la parte di socio-assistenziale gestita - fra virgolette - attraverso i Comuni, i consorzi socio-assistenziali e il territorio, e l'integrazione con la parte sanitaria che, per molte prese in carico sulla disabilità e sulle non autosufficienze, ha comunque un ruolo molto importante, a partire da quello delle diagnosi e delle valutazioni di tipo medico.
Sotto questo profilo, di nuovo non possiamo che rimarcare come la sensazione generale sul territorio sia quella di un progressivo ritiro dal ruolo fondamentale, che è quello della Regione, che è proprio quello della programmazione, integrazione delle politiche e risorse disponibili, anche se in decrescita, quindi a maggior ragione in necessità di forte integrazione.
Con questo emendamento, che da un lato chiede un potenziamento delle risorse, non possiamo cogliere l'occasione per sottolineare l'importanza del forte lavoro di coordinamento, di programmazione e di intervento politico sui territori.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Segretario Bertola, che interviene in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Siamo sempre sulla legge 1 della 2004. Qui siamo all'articolo 35, che parla delle risorse finanziarie di parte corrente. Proprio a questo articolo 35, al comma 6, c'è una frase che introduce un principio fondamentale, nella distribuzione delle risorse, destinate alle politiche sociali nella nostra Regione. Al comma 6 dell'articolo 35 si dice: "Le risorse annuali regionali, di cui al comma 4, sono almeno pari a quelle dell'anno precedente, incrementate del tasso di inflazione programmato".
Con il comma 6, quindi, la Regione, nell'approvare la legge 1 del 2004 si è presa un impegno preciso a mantenere delle risorse adeguate al finanziamento di questi interventi. Quindi diciamo che ogni anno si ripropone questo tema in sede di bilancio e in qualche modo - giustamente le opposizioni fanno leva sul comma 6 dell'articolo 35.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Andrissi.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Siamo quindi ancora alla legge n. 1/2004 e con questo emendamento proponiamo di aggiungere un milione al finanziamento; finanziamento che è regolato proprio dal comma 4 dell'articolo 35 di questa legge, in cui si dice che la Regione concorre al finanziamento del sistema integrato di interventi e servizi sociali attraverso proprie specifiche risorse.
Al comma 7, come giustamente diceva il Consigliere Giorgio Bertola, è istituito il fondo regionale per la gestione del sistema integrato di interventi e servizi sociali, nel quale confluiscono le risorse proprio in ragione del comma 4, nel rispetto dell'inflazione programmata. È questo ci che noi sottolineiamo: che venga almeno rispettata l'inflazione programmata nel finanziare questo tipo di interventi, che i Consorzi socio assistenziali e gli Enti locali forniscono sul territorio; Consorzi che fanno un lavoro importantissimo.
Sappiamo che l'Assessore Ferrari sta cercando di riorganizzare gli ambiti territoriali di questi Consorzi in modo tale che ci sia una sinergia più forte con le Aziende Sanitarie locali e crediamo che, per svolgere appieno le loro iniziative, pur considerando che i fondi nazionali sono in aumento da quanto ci hanno detto in Commissione (grazie al REI, perché una parte del REI andrà direttamente agli ambiti territoriali), occorre che anche la Regione dimostri una sua capacità di finanziamento su questo settore, perché sicuramente è un settore che ne ha un forte bisogno.



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 65) presentato da Bono, Andrissi, Bertola, Campo Frediani, Mighetti, Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Campo per l'illustrazione.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Interveniamo su un nuovo argomento e in questo caso chiediamo di incrementare le risorse per l'ARPA Piemonte, una realtà che siamo andati a riorganizzare e riordinare, che - come al solito - anch'essa soffre di carenza di risorse, anche perché, pur nell'ottica di riordino, riduzione delle strutture, ecc., i compiti a essa affidati sono comunque molto importanti, spesso strettamente legati alla disponibilità di attrezzature e apparecchiature che vanno innovate seguendo le novità tecnologiche.
Qui sto parlando di tutto ciò che concerne la rete di monitoraggio delle varie forme di inquinamento, da quello atmosferico a quello delle acque, i laboratori di analisi, il monitoraggio delle scorie nucleari, la radioattività ambientale, l'applicazione delle nuove direttive europee, che ad esempio oggi vanno a impattare anche sulla radioattività presente nelle acque potabili, e una nuova direttiva che deve ancora essere recepita, che riguarda i livelli di radioattività ambientale non solo più negli ambienti di lavoro, ma anche nelle civili abitazioni, in relazione anche a controlli e a campagne di verifica della presenza di radon. Questo per citare uno degli argomenti che forse conosco un po' meglio, perché vivo in uno dei Comuni più radioattivi del Piemonte.
Quindi riteniamo importante che ARPA abbia una buona disponibilità di risorse per. IPLA? ARPA.



PRESIDENTE

Il Presidente Laus è arrivato e disturba...



CAMPO Mauro

Scusate, mi sembrava.
LAUS Mauro (fuori microfono) Diciamo che ho fatto la sintesi dei vostri interventi.



CAMPO Mauro

Okay.
BONO Davide (fuori microfono) Ci accoglie un emendamento sull'IPLA.



CAMPO Mauro

Va bene, quindi ho fatto un intervento nella speranza di poterla convincere che ARPA è importante almeno altrettanto quanto l'IPLA.
Sull'IPLA ovviamente speriamo che si giunga finalmente ad una soluzione dell'annoso problema della sua riforma e congiunzione col discorso gli operai forestali.
Comunque, sempre in relazione al discorso dell'ARPA, ricordo l'importanza che questa ha nel coordinamento della legge nazionale su quello che riguarda il controllo dell'ambiente e quindi anche i riferimenti e la necessità per gli operatori di questo Ente di mantenersi aggiornati di poter partecipare alle sedute internazionali di incontro e conoscenza per le migliori pratiche, per l'innovazione, per la capacità di affrontare anche a livello europeo le problematiche e gli obiettivi europei.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Andrissi.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Diciamo che in questi anni abbiamo vissuto la riforma di ARPA con l'accorpamento dei laboratori e avevamo avuto garanzia che questo accorpamento avrebbe potenziato le capacità di analisi di ARPA e il presidio ambientale di ARPA. Ciò non è avvenuto, e lo diciamo con grande rammarico, perché è stato smantellato un presidio fondamentale, che era un riferimento nazionale, quello vercellese dei fitofarmaci, che aveva messo a punto un metodo per rintracciare il glifosato, un metodo a basso costo.
Questo è un tema fondamentale, considerando che il 50 per cento del grano che importiamo dall'estero viene dal Canada ed è un grano che viene portato a maturazione grazie a un trattamento con glifosato. Poi, è stato riscontrato il glifosato nelle varie marche di pasta vendute al supermercato, nella grande distribuzione organizzata e non solo in quella.
Allora, avere un presidio di riferimento nazionale come quello vercellese, in questo momento, era fondamentale per la Regione, ma anche per l'intera Nazione e noi l'abbiamo smantellato, così non possiamo conoscere la presenza di glifosato nelle acque superficiali, perché non andiamo a verificare, cioè non andiamo a verificare la presenza del fitofarmaco più utilizzato in agricoltura! Ci rifiutiamo di fare queste misurazioni! Questa e una colpa che voi vi dovete assumere in toto completamente: è una colpa tutta vostra, Assessore.
Potete porre rimedio! Potete porre rimedio: noi vi diamo la possibilità di farlo, perché le persone che facevano quell'attività ora fanno le attività più disparate, ma non fanno quello per cui si sono formati, con anni di attività. Questo è un dato gravissimo, è un dato gravissimo, perch il glifosato è un probabile cancerogeno; è un probabile cancerogeno e il Piemonte non va a verificare la presenza di glifosato non solo nelle acque superficiali, ma neanche nei prodotti che si usano per l'agricoltura, che magari non anno in etichetta la presenza di glifosato, ma poi lo si ritrova. Questo centro consentiva anche quello e abbiamo rinunciato a questo tipo di analisi, e questa è una denuncia che faccio pubblicamente!



PRESIDENTE

Grazie, collega Andrissi.
La parola al Consigliere Segretario Bertola, che interviene in qualità di Consigliere.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Parliamo dell'ARPA, dell'Ente strumentale della Regione, che si occupa di protezione ambientale e della nostra proposta di incrementale i trasferimenti le erogazioni all'ARPA di un milione di euro rispettivamente per il 2018 e 2019.
Giustamente, il collega Andrissi ha fatto riferimento a una sostanza dannosa, che viene purtroppo utilizzata in agricoltura, il glifosato.
Rispetto al contrasto dell'utilizzo c'è un grosso impegno da parte della nostra forza politica non solo a livello regionale e nazionale, ma anche a livello di Parlamento europeo; in generale, parliamo di un nostro ente strumentale, l'ARPA, che svolge un'opera molto importante, che in questi anni ha visto un taglio di trasferimenti e un'attività di profonda riorganizzazione di parte delle sedi decentrate, rispetto a cui abbiamo diverse perplessità: è forte in noi l'impressione che si siano andate a penalizzare delle attività fondamentali per la protezione dell'ambiente in Piemonte.
Quindi su questo abbiamo sempre posto l'attenzione con interventi nell'ambito della discussione del bilancio di assestamento e previsionale ma anche con interrogazioni e atti di indirizzo che andavano a esaminare la riorganizzazione in corso o a proporre temi inerenti alla riorganizzazione di questo ente.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bertola.
La parola al Consigliere Valetti.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Con l'emendamento 65) vogliamo tenere alta l'attenzione sulle tematiche ambientali, su quello che noi reputiamo un corretto dimensionamento dell'azienda per il controllo dell'ambiente regionale dell'ARPA, che ha subito questa revisione che ha, secondo noi, accorpato in modo molto sommario le strutture esistenti, privando l'ARPA di capacità tecniche che sono indispensabili per garantire la salute dei piemontesi.
Dicevano bene i colleghi Andrissi e Bertola che su questo, specialmente sul tema della delle analisi di componenti chimici che sono reputati ormai certamente - anzi, bisognerebbe dire probabilmente cancerogeni - per la salute umana, perché questa è la terminologia corretta, noi non siamo in grado di fare le analisi che devono appurare questo.
Purtroppo, anche gran parte della salute dei cittadini dipende dalla corretta informazione, dalle corrette analisi dell'Ente per il controllo dell'ambiente, perché l'ambiente è tutto ciò che ci circonda e ha un impatto notevole sulle patologie che colpiscono la popolazione.
Quindi si previene per non dover curare, perché con quello che spendiamo di sanità, se lo raffrontiamo ai soldi spesi sui capitoli dell'ambiente, ricordiamo che la spesa storica regionale si è attestata su circa lo 0,5 per cento del bilancio sulle tematiche ambientali. Poi, la parte solo di controllo dell'ambiente destinata all'ARPA è ancora più contenuta rispetto a questa cifra: parliamo veramente di cifre esigue quindi ci dobbiamo porre una domanda se questi equilibri del bilancio regionale vanno ancora bene così o bisogna cominciare a ribilanciare un pochino il peso delle varie missioni.



PRESIDENTE

Grazie, collega Valetti.
La parola al Consigliere Bono.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Il capitolo dell'ARPA è il primo capitolo che insiste sulla missione 13, che riguarda le politiche sanitarie, ed è evidentemente un segnale molto chiaro che la tutela dell'ambiente e la vigilanza degli scarichi e delle immissioni delle attività anche industriali nell'ambiente hanno delle ricadute sanitarie. La questione è molto semplice.
Mi stupisce ancora pensare che esistano persone che giudicano la tutela dell'ambiente come un "orpello", persino un po' fastidioso e oneroso, in contrasto, soprattutto, con lo sviluppo economico e con la creazione di posti di lavoro.
Se abbiamo delle politiche sanitarie preponderanti nel nostro Paese che cubano 113 miliardi di euro ci sarà pure una ragione: è ovvio che non tutto sia riconducibile solo all'incidenza ambientale, perché incidono anche i determinanti sociali; ma secondo le analisi di patologia e di epidemiologia esistono anche i determinanti ambientali, oltre al nostro corredo genetico.
E visto che il corredo genetico sostanzialmente non si sceglie e a oggi non si può ancora modificare, anche se ci stiamo arrivando (non "noi" come Consiglio regionale o come Regione Piemonte, ma, a livello mondiale, i grandi colossi multinazionali del web, che stanno investendo miliardi di dollari nella modifica del DNA per la terapia genica, ma sembra che oggi sia ancora un po' distante), la tutela dell'ambiente, la vigilanza su quelli che sono i rapporti della sfera antropica dell'uomo, della produzione industriale e commerciale sull'ambiente, dovrebbero avere un peso preponderante.
Ha ragione il collega Andrissi a sostenere che è assurdo pensare di andare a risparmiare un milione di euro: cioè il grande piano di riequilibrio finanziario della Giunta Chiamparino - dovevano esserci risparmi per milioni e vagonate di euro - ha portato poi alla "formichina" cioè ad un milione di euro di risparmio sulle ATC, un milione di euro di risparmio sull'ARPA, penso zero sul personale (in questo caso senza particolare colpa della Giunta regionale, perché via dei dipendenti della Provincia), e zero sul trasporto pubblico locale. È veramente poco! Ma, poi, risparmiare un milione di euro sull'ARPA per cosa? Per andare a chiudere un laboratorio che rappresentava un'eccellenza sull'agricoltura e sui relativi inquinanti? Francamente, non mi è sembrata una grande scelta. Perché ogni milione di euro investito sulla tutela dell'ambiente comporta delle ricadute positive per la nostra Regione.
Abbiamo anche avuto modo di parlare con degli operatori che si occupano di vigilanza alle imprese: guardate che non è un lavoro facile! Perché si tratta, spesso, di andare anche contro le esigenze lavorative. Si pensi, ad esempio, per non parlare solo del Piemonte, all'ILVA di Taranto: non è certo un problema facile! È una questione, addirittura, di politica nazionale, se non internazionale.
E noi andiamo a togliere risorse su questo tema? No, io francamente non ci sto, non lo capisco, non lo accetto.
Noi chiediamo di invertire la rotta e di investire più risorse sull'ARPA.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bono.
Emendamento rubricato n. 66) presentato da Bono, Andrissi, Bertola, Campo Frediani, Mighetti, Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Bono, per l'illustrazione.



BONO Davide

Il capitolo 168049 finanzia l'IRES per le funzioni svolte per il Servizio Sanitario Regionale. Sostanzialmente, è il capitolo che va ad includere la soppressione dell'Agenzia Regionale dei Servizi Sanitari (ARESS) all'interno dell'IRES.



L'IRES - lo abbiamo visto anche nel corso di audizioni richieste dai

colleghi di maggioranza - ha una funzione fondamentale nella nostra Regione. Ho trovato piacevole il fatto che non sia solo più uno strumento di "guida" - tra virgolette, quando viene richiesto - delle scelte dell'attività della Giunta regionale, ma che sia uno strumento anche di analisi, di ricerca, di indirizzo e di controllo per il Consiglio regionale.
La Regione, con la precedente Amministrazione, ha deciso di sopprimere l'attività dell'AReSS e, quindi, di affidarsi sostanzialmente all'AGENAS (l'Agenzia nazionale che detta le linee guida e i regolamenti in attuazione della legge quadro nazionale), al Ministero dell'Economia e delle Finanze piuttosto che al Ministero della Salute. Noi siamo sostanzialmente deboli: lo dice qualunque esterno che abbia a che fare con l'Assessorato alla sanità (ritengo che lo pensi anche qualche interno, solo che non può dirlo per ovvi motivi). Cioè l'Assessorato alla sanità è debole; ma non perché i professionisti che vi lavorano non siano bravi: sono bravissimi, ma hanno un lavoro da fare per dieci. Non possiamo, quindi, pensare di far fare a uno il lavoro di dieci.
Andiamo quindi ad implementare le attività di ricerca dell'IRES: penso ad esempio, al tema dell'edilizia sanitaria.
Avete persino partecipato, Assessore Saitta, a un convegno con l'Unione Industriale, in cui c'erano numerosi professionisti, alcuni anche con parlantina un po' dubbia.
Noi facciamo delle bellissime analisi sul patrimonio di edilizia sanitaria nella nostra Regione, ma non partiamo dai dati che ci fornisce l'IRES: noi ci affidiamo a consulenti esterni (uno del Ministero e uno no) quando abbiamo a disposizione il nostro Istituto regionale di Ricerca Economica e Sociale, e non lo sfruttiamo appieno! La Giunta, soprattutto non lo sfrutta appieno, quando potrebbe veramente farlo lavorare su tutti i temi della ricerca in sanità.
Nell'emendamento ho citato quel tema, perché mi sono appassionato ultimamente all'Health Technology Assessment, perché nella scelta delle tecnologie sanitarie (soprattutto di quelle grandi) va una buona fetta degli otto miliardi di spesa (degli otto miliardi di spesa, 2,2 solo destinati il personale, in calo purtroppo negli ultimi anni, e una grossa altra fetta è rivolta all'acquisto delle grandi tecnologie sanitarie).
Peraltro, stiamo assistendo ad alcuni mutamenti: gli acquisti si stanno trasformando, più che altro, in leasing o in affitto di apparecchiature con movimenti strani di cui, tra l'altro, anche il Capogruppo del Partito Democratico, Gariglio, se n'è finalmente accorto, dopo che per mesi anche noi lo enunciavamo. Ci sono movimenti strani nei software informatici: il Presidente Gariglio ha fatto una richiesta di accesso agli atti per l'ASL di Alessandria, se non erro, e non solo (personalmente, ho seguito direttamente il tema della Provincia di Torino).
Ci sono grossi appetiti e grossi interessi sul sistema informatico. E lì si va di pari passo con il ruolo e gli obiettivi che anche noi vogliamo affidare al CSI. Dobbiamo stare attenti sulle partite degli acquisti delle tecnologie informatiche e sanitarie, perché si gioca grande parte del futuro della sanità piemontese, e non solo sull'edilizia, che è visibile perché sono mattoni su mattoni, quindi si tocca con mano e si vede. Ma le tecnologie sanitarie e le tecnologie informatiche faranno il futuro di questa Regione. Se non stiamo attenti e non investiamo risorse su questo non ci sarà un grande futuro per la sanità piemontese.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Andrissi; ne ha facoltà.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Ha fatto bene a introdurre questi temi il Consigliere Bono, perché sono temi fondamentali. Sono in gioco importanti risorse, il Fondo sanitario regionale arriva a circa otto miliardi, quindi è il capitolo più grosso di spesa della Regione Piemonte. È importantissimo che noi ci forniamo la conoscenza per avere una gestione dei dati informativi a livello regionale.
Per fare ciò, bisogna finanziare l'attività di quello che oggi è diventato IRES, ma una volta si occupava di sanità in un istituto separato; adesso è stato accorpato, ma deve recuperare le proprie competenze. Parliamo solo dell'edilizia sanitaria.
Io ne ho parlato in Commissione, ho chiesto una Commissione dedicata a questo argomento. Ora, la scelta del partenariato pubblico-privato per le due opere di edilizia sanitaria principale della Regione Piemonte comporta solo per quanto riguarda la Città della Salute di Novara, con il partenariato pubblico-privato, con un finanziamento pubblico al 30 per cento e, in questo caso, con il 70 per cento di finanziamento da gruppi finanziari nazionali e non solo, un aumento della spesa finanziaria di oltre 100 milioni per il sistema sanitario.
Noi vorremmo che ci venisse spiegata perché questa scelta. Per la Città della Salute, considerando il finanziamento pubblico, considerando i beni di cui dispone l'ospedale, considerando l'area su cui verrà realizzata una variante urbanistica dove attualmente l'ospedale è di oltre 90 mila metri quadri adiacente al centro storico di Novara, facendo tutta una serie considerazioni quest'opera può essere costruita e realizzata senza utilizzare il project financing? Noi crediamo di sì. Crediamo che questa cosa deve essere spiegata, deve essere valutata, ma con delle competenze nostre.
Non deve venire un professore della Bocconi o qualcun altro a spiegarci che cos'è il project financing, ma ci deve essere una competenza regionale che metta a confronto i dati e un ente pubblico che si formi un parere terzo, al di là di possibili interessi privati. Io credo che questo sia fondamentale. Lo stesso tipo di scelta del project financing sta prendendo piede anche in quella che è la technology assessment nelle grandi operazioni di macchinari biomedicali. Anche qui ci sono interessi enormi anche in questo caso si sta procedendo a livello di ASL della Provincia di Torino, ma si vuole espandere anche in tutto il territorio regionale questo tipo di appalti in project financing.
Noi vorremmo che ci venisse spiegata, nel dettaglio, questa cosa, ma per far sì che avvenga, bisogna finanziare l'IRES e la ricerca di tecnici da parte di ricercatori qualificati come quelli dell'IRES



PRESIDENTE

Posso ricordarvi sommessamente che avete due minuti, tranne il primo firmatario? Ha chiesto di intervenire il Consigliere Segretario Bertola, che interviene in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Sommessamente le comunico che rispetterò scrupolosamente le tempistiche previste dal Regolamento del Consiglio regionale.
Siamo all'emendamento che riguarda un intervento a favore dell'IRES, ai sensi dell'articolo 40 della legge regionale n. 8 del 2013, che non è una legge dedicata alle tematiche sanitarie, ma è la finanziaria del 2013.
L'articolo 40 titolava "Norme finali in merito all'AReSS" e al comma 1 diceva che la Giunta regionale, sentita la Commissione consiliare competente, individua entro 30 giorni dall'entrata in vigore della presente legge le funzioni tra quelle esercitate dall'AReSS, che sono trasferite all'Istituto di Ricerca Economico Sociale del Piemonte (IRES), il quale le esercita, secondo le modalità di cui alla legge regionale n. 43 del 1991 quella di riferimento dell'IRES.
Noi pensiamo che sia oggi quanto mai importante fare in modo che la sanità piemontese sia al passo coi tempi, quindi che non ci si riduca a parlare, giustamente, da una parte di mantenimento di servizi e di riorganizzazione della rete sanitaria ospedaliera e, dall'altra soprattutto in questa fase, con diversi annunci relativamente alla costruzione e alla progettazione di nuovi ospedali unici o quant'altro ma che, dal punto di vista della Health Technology Assessment, si tenga la nostra sanità al passo con i tempi e al passo con l'evoluzione tecnologica.
Altrimenti, mentre impieghiamo il nostro tempo a parlare di ospedali unici localizzazione, project financing, risorse nazionali e risorse regionali il tempo passa, qualcuno si aggiorna e ci passa davanti, ma la Regione Piemonte e i servizi sanitari della nostra Regione non lo fanno.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bertola.
La parola al Consigliere Bono.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Come ben sa, abbiamo seguito il tema dei borsisti universitari insieme all'attento Presidente di Sinistra Ecologia Libertà, Grimaldi che, a differenza nostra, aveva qualche informazione in più e riusciva a presenziare anche all'incontro con l'Assessore Saitta e con alcuni rappresentanti degli studenti specializzandi.
C'era stato tutto il problema dell'emanazione dei bandi e abbiamo segnalato più volte il tema e il documento delle sigle sindacali, che ha dimostrato come da oggi al 2028 ci sarà una carenza incredibile di medici specializzati, perché stanno andando tutti in pensione. L'età media dei medici ospedalieri è sopra i 54-55 anni, quindi nell'arco di cinque, sei o sette andranno in pensione migliaia di medici ospedalieri e non se ne formano abbastanza, perché le borse di studio universitarie sono contingentate e noi non avremo sufficienti medici. Quindi, arriveranno medici da altri Paesi, ai quali nulla da togliere, ma è assurdo. Non ho nulla contro i medici degli altri Paesi, se non un problema linguistico, di barriera linguistica soprattutto laddove si parla ancora il dialetto o non si parla inglese, quindi le persone più anziane.
È da rivedere il tema dei soldi che sprechiamo nel formare per vent'anni dei giovani professionisti e poi mandiamo i nostri all'estero.
C'è anche il tema delle borse di studio che finanzia la Regione per i medici di base; anche queste sono poche e se la carenza sarà - vado a memoria - sui 300 medici specializzati all'anno a partire dal 2020, per i medici di famiglia sarà addirittura più di 2.000, perché questi sono ancora più anziani e quindi andranno in pensione in numero maggiore.
Abbiamo assistito con favore all'intervento dell'Assessore Saitta, che su altri temi abbiamo visto un po' più restio e più lento a intervenire. In questo caso, è stato più rapido a intervenire, facendo delle proposte che erano già state oggetto di proposte in passato, ad esempio quella di assumere direttamente da parte della Regione i giovani medici specializzandi che sostanzialmente reggono i nostri ospedali, laddove c'è soprattutto un insegnamento universitario (quindi, penso a Torino e Novara in particolar modo, ma non solo) e che reggono le corsie ospedaliere, i laboratori di ricerca, le sale operatorie e gli ambulatori. Sono veramente la spina dorsale perché sono molti, ma non abbastanza per coprire quelli che andranno in pensione, quindi senza di loro avremmo veramente gravi problemi a mantenere i nostri ospedali.
In più, c'è tutto il tema delle borse di studio dei medici di base.
Quindi, abbiamo scritto questo emendamento per il capitolo dei diplomi universitari, magari non correttissimo, e dovremmo andare a inserire qualcosa sui diplomi della Regione e dei costi di formazione di medicina generale. Chiediamo di aggiungere 500 mila euro, il che non mi sembra tanto, perché copriamo con le borse di studio, ad esempio della formazione in medicina generale, una cinquantina di posti; sulle borse di studio universitarie ancora meno, perché lo stipendio è il doppio (quindi 25), ma è un segnale che stiamo andando nella direzione giusta.
Non solo parole, ma fatti: chiediamo questo. L'Assessore Saitta ha parlato, ora deve parlare il bilancio di assestamento 2017.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Andrissi; ne ha facoltà.



ANDRISSI Gianpaolo

Come diceva il Consigliere Bono, c'è un problema di formazione di nuovi medici. Vediamo nelle varie specialità che i medici che si formano non consentono di recuperare medici a sufficienza per coprire quelli che vanno in pensione. Quindi, si sta creando un problema importante, tant'è che la Regione Lombardia aveva annunciato un investimento su questo fronte e l'aveva annunciato anche l'Assessore Saitta.
Con questo emendamento, riconosciamo che vi è un problema strutturale di carenza di medici e si vuole, in qualche modo, risolverlo con risorse proprie, in modo tale da evitare che si arrivi al momento della ricerca dei medici e non si trovano.
Penso, ad esempio, ai neurologi e ai dermatologi, per i quali la formazione di medici specializzati è sempre più carente e limitata numericamente, quindi è importantissimo intervenire da parte della Regione su questo fronte.
Pensiamo che questa Regione possa mettere le risorse necessarie per programmare la formazione di un numero adeguato di medici.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Segretario Bertola in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Il tema, anche se parliamo di un capitolo diverso perché parliamo dell'erogazione di fondi alle ASL e alle ASO per il finanziamento dei diplomi universitari, è sempre lo stesso che introducevo con l'emendamento precedente, vale a dire come far sì che la nostra Regione non rimanga indietro.
Infatti, com'è già stato evidenziato, abbiamo un'età media dei medici nella nostra Regione che cresce; ci sono sempre più medici che vanno in pensione (buon per loro) e non c'è un'adeguata quota di sostituzione.
Quindi, nei prossimi anni, ci troveremo sicuramente con una carenza di medici per i servizi sanitari della nostra Regione.
Come diceva il collega Bono, da questo punto di vista abbiamo sentito parlare l'Assessore e gli impegni che ha preso. Ovviamente in questa fase quando si parla di risorse di bilancio, sia che si parli di assestamento sia che si parli di bilancio previsionale, alle parole è importante far seguire i fatti e, parlando di bilancio e di risorse, i fatti più concreti in assoluto sono gli stanziamenti di bilancio.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Questo emendamento punta l'attenzione sul problema che hanno denunciato prima di me i colleghi, che è proprio quello di garantire una copertura a questa professione importantissima per la salute di tutti i cittadini piemontesi, che è quella del medico.
Abbiamo purtroppo una carenza di medici ed è necessario sostenere tutti quegli studenti e quelle persone che decidono di investire la loro vita e la loro formazione impegnandosi nello studio per diventare professionisti in questo settore: un percorso sicuramente lungo, difficile e molto costoso, come sono costosi tutti i percorsi universitari sui quali la Giunta ha dato finora dimostrazione di avere particolare sensibilità.
Quindi crediamo, in questo caso, di sfondare una porta aperta, perch parliamo di professioni altamente specializzate e della necessità di un ricambio generazionale che inevitabilmente dovrà avvenire, perch altrimenti rischiamo veramente di lasciare un presidio sanitario su tutta la Regione e una presenza sul nostro territorio totalmente sguarnita di figure professionali adatte.
Sappiamo che c'è carenza di queste figure professionali e la cifra che noi chiediamo di impegnare per l'annualità 2018-2019 è una cifra di 500.000 euro per ogni anno. Abbiamo visto impegni ben più consistenti rispetto ad altri tipi di borse di studio che abbiamo esaminato insieme nella discussione in tutte le sedute relative al bilancio, quindi crediamo che questo sia un obiettivo assolutamente alla portata di questa Giunta.



PRESIDENTE

Grazie.
Non essendovi ulteriori richieste di intervento, chiudiamo l'esame della Missione 13.01.
C'era l'impegno di concludere la discussione sull'ordine del giorno n.
1227, "Fusione tra l'Azienda Sanitaria Ospedaliera di Alessandria (ASO) e l'Azienda Sanitaria Locale di Alessandria (ASL)". Pertanto, passiamo all'esame di questo atto.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Esame ordine del giorno n. 1227 presentato da Berutti e Pichetto Fratin inerente a "Fusione tra l'Azienda Sanitaria Ospedaliera di Alessandria (ASO) e l'Azienda Sanitaria Locale di Alessandria (ASL)"


PRESIDENTE

Procediamo dunque riprendendo l'esame dell'ordine del giorno n. 1227 di cui al punto 23) all'o.d.g.
Nella seduta di ieri è iniziato l'esame dell'ordine del giorno: l'atto è stato illustrato dal Consigliere Berutti e sono intervenuti i Consiglieri Allemano, Vignale e Ottria. Erano iscritti a parlare i Consiglieri Mighetti e Ruffino, che però non sono in aula.
Ha chiesto la parola il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Sussidio il collega Mighetti che è andato sul territorio a sentire l'intervento dell'Assessore Valmaggia sulla presentazione del Piano paesaggistico regionale nella Provincia di Alessandria.
Abbiamo riflettuto tra di noi e, come sanno anche i colleghi, abbiamo approfondito l'analisi della dispersione territoriale dei presidi ospedalieri presenti sulla Provincia di Alessandria. Riteniamo quindi in ogni caso interessante una progettualità di fusione tra le realtà dell'ASO e quelle dell'ASL.
Siamo ovviamente come sempre un po' prevenuti rispetto alle attività proposte dalla Giunta ma, in particolare, riteniamo condivisibile la parte dell'impegno dell'ordine del giorno a prima firma Berutti, laddove si dice che deve essere fatto - leggo testualmente, così non mi sbaglio - "un approfondimento in sede di Commissione consiliare competente delle complesse e articolate problematiche esposte nelle premesse".
Ci sentiamo però di porre una questione e di avanzare una richiesta al primo firmatario per poter votare questo ordine del giorno, ovverosia ci sembra che la parte della premessa dove si dice che "è pertanto difficile comprendere le motivazioni della proposta di fusione" sia un po' pregiudiziale al fatto che i Consiglieri (o i Commissari in Commissione) possano assumere un indirizzo, in un senso o in un altro. Questa parte iniziale delle premesse, cioè, ci pare faccia propendere la discussione più verso un "no" alla fusione che verso un "sì". Noi vorremmo mantenere una posizione neutra, con una lieve inclinazione in direzione del "sì" per la dispersione territoriale geografica.
Come ho detto nel mio precedente intervento, abbiamo anche noi delle perplessità sulle quote capitarie, sulle prestazioni dell'ASO, su quanto incidono in realtà gli esterni. Ad esempio, infatti, abbiamo dei dati non definitivi che ci dimostrano come la Provincia di Alessandria sia una delle Province che ha la maggiore mobilità passiva verso l'esterno, quindi questo vuol dire che probabilmente l'Azienda ospedaliera di Alessandra non riesce a fare da polo attrattore di queste richieste di ulteriori servizi sanitari. E, tra l'altro, non c'è neanche questa altissima mobilità attiva.
Vorremmo però avere dei dati chiari e certi dall'Assessorato prima di poter arrivare a una delibera, perché sappiamo che quando poi la Giunta ci presenta una delibera - chiedo scusa in anticipo alla maggioranza - la maggioranza (qualunque maggioranza) è tendenzialmente portata per definizione a dire "sì". Sarebbe opportuno, invece, che magari prima ci fosse un dialogo in Commissione con i dati, in cui ci dimostrate la mobilità passiva e quella attiva e che, per esempio, la Provincia di Alessandria non attira mobilità attiva da altre Regioni perché i Liguri vanno a Genova e i Lombardi vanno a Pavia o a Milano. Allora potremmo fare un altro tipo di analisi. Però, senza svolgere prima un'analisi in Commissione e in mancanza di dati, condivido che sia giusto non sbilanciarsi in un senso o nell'altro.
Questa premessa iniziale del collega Berutti, dunque, ci pone in difficoltà, nel momento in cui alcuni nostri colleghi del Gruppo avevano votato favorevolmente, mentre altri avevano dato una semplice presenza.
Tolta questa premessa, quindi, noi come Gruppo voteremmo anche favorevolmente su quest'atto di indirizzo, come abbiamo votato in parte favorevolmente anche sull'ordine del giorno del Consigliere Ravetti, così che possiamo unire entrambe le proposte e andare avanti su un percorso preliminare. Poi, ogni Gruppo prenderà le sue decisioni, però in maniera informata e consapevole e non solo - non che questo sia il caso del collega Ravetti, ma magari di chi non è di quella Provincia - per sentito dire o per esperienza indiretta.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Berutti; ne ha facoltà.
Consigliere Berutti, aveva chiesto la parola?



BERUTTI Massimo

Ci concede una breve sospensione?



PRESIDENTE

Vengono chiesti due minuti di sospensione.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 18.37 riprende alle ore 18.41)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
La parola al Consigliere Berutti.



BERUTTI Massimo

Grazie, Presidente.
Io potrei anche modificarla. Quindi, a differenza di "è pertanto difficile comprendere", scrivere "è necessario comprendere meglio le motivazioni della proposta".
Questo, per la carità, ci sta. Il fatto di discuterne e arrivare in Commissione ci può anche stare. Per me questo non è un problema assolutamente.
Intanto, la necessità è comunque di comprendere, di confrontarsi.
Quindi, la nostra posizione parte anche da questo, ponendo una serie di questioni che, comunque, in qualche modo il territorio deve metabolizzare.
Sono disposto anche a cambiarla, dopodiché non è un problema, tanto alla fine la linea è già tracciata. Di conseguenza, se vogliamo cambiare e modifichiamo, poi sottoscrivo.



PRESIDENTE

Se viene qui, può fare le modifiche.
Ci sono altri interventi, a seguito della disponibilità di modificare quest'ordine del giorno? Diversamente, lo metto in votazione.
Se ci sono colleghi ancora fuori dall'aula, possono rientrare.
Chiedo l'orientamento di maggioranza su questo ordine del giorno.
La parola al Consigliere Allemano.



ALLEMANO Paolo

C'eravamo già espressi per l'astensione in dichiarazione di voto fatta ieri sera, che confermiamo.



PRESIDENTE

Ha ragione.
Quindi, c'è una dichiarazione di astensione del Gruppo del PD.
Pertanto, si modifica il "rilevato", come è stato letto dal Consigliere Berruti.
Viene richiesta la votazione per appello nominale da parte del Consigliere Vignale e altri.
Indìco la votazione nominale sull'ordine del giorno n. 1227, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 32 Consiglieri votanti 31 Consiglieri hanno votato SÌ 11 Consiglieri si sono astenuti 20 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio non approva.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Batzella; ne ha facoltà.



BATZELLA Stefania

Grazie, Presidente.
Solo la conferma del mio voto a favore.



PRESIDENTE

Sì, Consigliera Batzella, è stato registrato il suo voto a favore.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 18.45)



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