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Dettaglio seduta n.265 del 07/11/17 - Legislatura n. X - Sedute dal 25 maggio 2014 al 25 maggio 2019

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Argomento:


MOTTA ANGELA



(I lavori iniziano alle ore 14.10 con l'esame delle interrogazioni a risposta immediata, ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento interno del Consiglio regionale)


Argomento: Tutela dagli inquinamenti atmosferici ed acustici

Interrogazione a risposta immediata n. 1827 presentata da Andrissi inerente a "Problemi di adeguatezza delle misure temporanee omogenee relative alla qualità dell'aria nelle altre province piemontesi"


PRESIDENTE

Iniziamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
1827.
La parola al Consigliere Andrissi per l'illustrazione.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Il 26 ottobre 2017 è stata pubblicata sul Bollettino Ufficiale n. 43 la delibera di Giunta Regionale di recepimento di quello che è stato battezzato come l'"Accordo padano" per le misure antinquinamento coordinate delle province della Pianura padana.
Per quanto riguarda il Piemonte, c'è stato il riconoscimento di quelle realtà urbane con popolazione superiore a 20.000 abitanti e dell'agglomerato urbano della città di Torino.
Quello che chiediamo con quest'interrogazione a risposta immediata è che vengano riconosciute anche quelle conurbazioni, quindi quelle continuità di consumo di suolo tra due città differenti, tra le quali non vi è più soluzione di continuità, considerando anche il fatto che negli anni precedenti, come prevede la delibera, queste realtà hanno registrato sforamenti del limite dei 50 mg al metro cubo di PM10 innumerevoli volte.
Chiediamo quindi all'Assessore se si può integrare quella delibera con un riconoscimento di realtà urbanistiche più vaste di quanto la cartina riconosca, anche se effettivamente, dal punto di vista del conteggio numerico, sono sotto le 20.000 unità. Basterebbe una foto per evidenziare numerose aree dove si superano i 20.000 abitanti, ma sommando due o più Comuni.
Arrivo alla domanda. Come intende la Giunta rendere adeguata l'azione delle misure temporanee omogenee anche nelle altre province piemontesi riconoscendo solo l'agglomerato urbano torinese si rischia di perdere un pezzo importante del Piemonte.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Valmaggia per la risposta.



VALMAGGIA Alberto, Assessore all'ambiente

A seguito della DGR del 5 giugno con la quale abbiamo approvato lo schema di programma sulle azioni da mettere in campo per il miglioramento della qualità dell'aria nel bacino padano ed anche a seguito della conseguente DGR del 20 ottobre, la Giunta regionale ha approvato le prime misure di attuazione dell'Accordo di Programma.
Abbiamo optato per un'applicazione più ampia di quanto previsto dall'Accordo stesso, estendendo i provvedimenti a tutte le aree dei Comuni facenti parte dell'agglomerato di Torino e alle aree urbane dei Comuni con popolazione superiore ai 20 mila abitanti, alla data del 31 dicembre 2016 nei quali risulta superato uno o più dei valori limite del PM10, per almeno tre anni.
Questo ha permesso di coinvolgere ben 44 Comuni e non 14 se fosse stata applicata la norma, condivisa con le altre Regioni, del limite ai 30 mila abitanti.
Quindi c'è già stata una prima estensione rispetto all'Accordo che abbiamo sottoscritto con le altre Regioni.
Queste misure, con l'inizio del mese di novembre, sono andate a regime su tutte e quattro le Regioni coinvolte e resteranno attive fino alla fine di marzo 2018.
È un anno - questo - di sperimentazione; questi mesi sono di sperimentazione. Terminato questo periodo, sarà possibile un primo bilancio sugli effetti derivati dall'applicazione delle suddette misure e successivamente, verrà effettuata una revisione del meccanismo delle misure temporanee per renderle possibilmente ancora più efficaci per la stagione successiva e soprattutto adattarle ai provvedimenti strutturali previsti dall'Accordo stesso, per il 2018.
Sarà in quel momento, in quell'occasione, che si potranno fare nuovi ragionamenti che contemplino anche gli agglomerati urbani dei Comuni contermini, che insieme siano superiori ai 20 mila abitanti, verificando se del caso - di modificare il provvedimento regionale che ne ha disposto l'attuazione.
In sintesi, per il momento andiamo avanti così e poi - a fine primavera faremo il punto e prenderemo in considerazione anche la sollecitazione del Consigliere interrogante, che ha comunque dei fondamenti. Cambiare in avvio di attività crea un po' di problemi; fatta la verifica, ci riaggiorniamo al termine di quest'inverno, cioè dopo marzo.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Valmaggia.


Argomento: Calamità naturali - Protezione civile

Interrogazione a risposta immediata n. 1821 presentata da Batzella inerente a "Esenzione dal pagamento del pedaggio autostradale per le associazioni di volontariato della Protezione Civile, in caso di emergenza"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 1821, presentata dalla Consigliera Batzella, che ha la parola per l'illustrazione.



BATZELLA Stefania

Grazie, Presidente.
Nella giornata di domenica 29 ottobre, i volontari della AIB (Corpo Volontari Antincendi Boschivi) di Rubiana, provincia di Torino, si sono recati - come tante altre squadre provenienti dalla Valle di Susa, da altre località del Piemonte e da altre regioni - con urgenza a Mompantero, per il devastante incendio che ha colpito la Valle di Susa.
I volontari, partiti velocemente da Rubiana, nonostante fossero a bordo del mezzo di servizio con i lampeggianti accesi, sono stati fermati al casello di Avigliana-Torino, per il pagamento del pedaggio. Sapendo di dover operare in una situazione di assoluta emergenza tra le fiamme, non si erano portati di certo dietro il portafoglio, come è loro prassi, ed è stata fatta loro la segnalazione di mancato pagamento.
A fine giornata, terminate le operazioni di soccorso, rientrando a Rubiana, sono nuovamente passati al casello di Avigliana e nuovamente è stato loro chiesto di pagare il pedaggio. Non disponendo di denaro, hanno dovuto fornire un documento di identità per la sanzione del mancato pagamento.
L'indomani, la società SITAF (Società Italiana Traforo Autostradale del Frejus), una Società per azioni, ha eliminato le segnalazioni di mancato pagamento spiegando che non è previsto un protocollo che consenta agli AIB di transitare dalla corsia di emergenza senza sbarra. Solitamente è utilizzata dagli altri Corpi (le Forze dell'Ordine, la Croce Rossa, i Vigili del Fuoco) per non pagare il pedaggio e soprattutto per non perdere tempo alla sbarra.
Il casellante, pertanto, pur essendo a conoscenza del carattere di urgenza della situazione, non poteva trasgredire ad una direttiva aziendale.
La circolare del Ministero delle Infrastrutture e Trasporti, n. 378 del 18 settembre 2014, prevede l'esenzione del pedaggio per le associazioni di volontariato che operano per attività di trasporto e soccorso in emergenza esclusivamente di tipo sanitario e solamente se il veicolo è in possesso di un apposito contrassegno, oppure di un particolare strumento (Telepass) fornito sulla base di determinate caratteristiche.
La gestione dell'emergenza che la nostra regione ha vissuto negli ultimi quindici giorni dello scorso ottobre è stata garantita grazie al tempestivo intervento e alla professionalità di associazioni quali gli AIB che hanno operato in stretta sinergia con i Vigili del Fuoco e la Croce Rossa, per salvaguardare il territorio in fiamme e aiutare tutte quelle persone che si trovavano in difficoltà.
Pertanto, questa interrogazione è per chiedere all'Assessore e, quindi sapere se l'Assessore e questa Giunta intendono attivarsi per la stipula di una convenzione tra Regione Piemonte e società autostradali, che preveda l'esenzione del pagamento del pedaggio autostradale a tutte quelle organizzazioni di volontariato che svolgono servizio di Protezione Civile in emergenza, in tutto il territorio regionale.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Batzella.
La parola all'Assessore Valmaggia per la risposta.



VALMAGGIA Alberto, Assessore alla Protezione civile

Il tema del riconoscimento delle autovetture di Protezione Civile in emergenza è già stato sottoposto più volte al Dipartimento Nazionale di Protezione Civile, in quanto non si tratta di un'esigenza locale o regionale, perché quando un automezzo si sposta sul territorio in un'altra regione (pensiamo alla colonna mobile che si è portata in Umbria dopo il terremoto) si ripropone la medesima questione.
A livello nazionale non è ancora stata fornita una soluzione univoca in quanto per concordare una modalità che sia la medesima su tutto il territorio, occorrerebbe convocare tutte le società autostradali italiane e proporre un'unica convenzione. Attualmente la normativa, che ha già richiamato la collega interpellante, la n. 378 del Ministero delle Infrastrutture, prevede l'esenzione solo per le attività di tipo sanitario e se il veicolo è in possesso di un apposito contrassegno oppure di un particolare apparato Telepass fornito sulla base di determinate caratteristiche. In assenza di tale contrassegno e Telepass, il veicolo passa e viene attuata la corretta procedura del mancato pagamento.
Successivamente, trattandosi di transito per ragioni di emergenza comprovabili, l'associazione ne chiede l'annullamento, presentando l'autocertificazione. Ed è quello che è successo nel caso del passaggio sulla Torino-Bardonecchia. E' stata applicata anche questa volta, come in passato, proprio questa procedura; infatti, nulla sarà pagato da parte dell'associazione corpo volontario AIB Piemonte.
La Regione Piemonte si sta adoperando da tempo affinché agli automezzi antincendi boschivi vengano riconosciute le medesime caratteristiche di urgenza dei veicoli di soccorso sanitario. Concordiamo con le osservazioni fatte con quest'interrogazione. Questo tema verrà portato nuovamente all'attenzione del prossimo debriefing nazionale sulla campagna antincendi boschivi estiva-autunnale.
Quindi, ci faremo carico di far presente a livello nazionale, perché la proposta fatta ci sembra ragionevole e condivisibile. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Valmaggia.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione a risposta immediata n. 1820 presentata da Benvenuto inerente a "Aggravamento della situazione occupazionale all'Embraco di Riva di Chieri"


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'interrogazione a risposta immediata n. 1820.
La parola al Consigliere Benvenuto per l'illustrazione.



BENVENUTO Alessandro

Grazie, Presidente.
Questa è la seconda questione time sull'azienda Embraco di Riva presso Chieri. Su questo caso abbiamo seguito nell'ultima settimana e venerdì l'incontro che ha fatto la Giunta regionale con i lavoratori, quindi aspettiamo le comunicazioni dell'Assessora in Commissione come comunicato questa mattina.
Quello che ci premeva capire, rispetto a un tema come quello dell'Embraco con moltissimi dipendenti coinvolti, era se da parte della Giunta regionale ci sia la volontà di attivarsi col Governo per poter cambiare, cioè spronare il Governo sulla normativa job-act. Rispetto a questo, chiaramente sugli ammortizzatori sociali c'è un problema politico un problema di una legge nazionale che sta creando un forte problema, in questo caso all'Embraco, ma anche in altre situazioni.
Quindi, attendiamo le comunicazioni dell'Assessora su come sta andando la situazione con i dipendenti, ma questo questione time tocca anche un altro tema. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Benvenuto.
La parola all'Assessora Pentenero.



PENTENERO Giovanna, Assessora al lavoro

Grazie, Presidente.
Due parole per inquadrare il tema dell'Embraco. E' un'azienda che ha varie sedi nel mondo e che produce compressori, con una capacità produttiva di oltre 37 milioni di compressori all'anno. Complessivamente il gruppo, a livello mondiale, occupa 9600 persone, di cui 540 nello stabilimento italiano situato a Riva presso Chieri.
Il 26 ottobre si è tenuto un primo incontro all'Amma, durante il quale l'azienda ha annunciato che l'attuale volume produttivo non consente il rinnovo del contratto di solidarietà - quindi, loro hanno a disposizione un contratto di solidarietà - e che la capogruppo non intende investire sullo stabilimento italiano sino al 2020, così come era stato previsto dagli accordi precedenti.
Questa situazione e ciò che ne consegue a livello di riduzione della produzione e dei possibili problemi rispetto a livello occupazionale ha indotto preoccupazione nelle maestranze rispetto al destino dell'unità produttiva.
Le organizzazioni sindacali hanno chiesto alla Regione di attivare immediatamente il Tavolo in sede istituzionale, per affrontare il tema della salvaguardia delle produzioni e dell'occupazione.
L'Assessorato al lavoro si è prontamente attivato ed ha convocato il Tavolo tra le parti, che si è svolto il giorno 3 novembre, alla presenza di numerosi amministratori locali. In questo Tavolo sono state esaminate le problematiche emerse da parte dei proprietari dell'azienda del Gruppo Embraco e si è cercato di definire quale potrebbe essere il quadro che si profila all'orizzonte.
L'azienda ha tenuto a precisare che non ha avviato alcuna procedura di licenziamento, e questo potrebbe essere letto come un aspetto positivo. Va precisato, in ogni caso, che per ricorrere all'utilizzo degli ammortizzatori sociali occorre vi sia una prospettiva per l'azienda. Le nuove norme oggi prevedono che si possano utilizzare altri ammortizzatori sociali, qualora ci sia un piano aziendale sostenibile e che possa prevedere l'utilizzo degli ammortizzatori sociali.
Le nuove modalità con le quali oggi possiamo erogare gli ammortizzatori sociali, com'è stato ricordato dal Consigliere, sono state previste dal Job Act nazionale. Nell'applicazione in altre situazioni ci siamo resi conto che, ad esempio, strumenti come la deroga potevano essere più utili per la definizione dei piani di intervento necessari ad ogni singola azienda.
E' un'istanza che è già stata richiesta in sede di Conferenza Stato Regioni e che potrà essere ripresa alla luce di quelle che sono le esperienze sulle singole aziende.



PRESIDENTE

Grazie, Assessora Pentenero.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione a risposta immediata n. 1829 presentata da Grimaldi inerente a "Grave situazione dei lavoratori della Hydrochem di Pieve Vergonte"


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'interrogazione a risposta immediata n. 1829.
La parola al Consigliere Grimaldi per l'illustrazione.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Dall'11 dicembre partirà il blocco di una parte della produzione nello stabilimento chimico Hydrochem (società del Gruppo International Chemical Investors con sede in Lussemburgo e attività in tanti altri Paesi) di Pieve Vergonte nel VCO.
Il Ministero dell'Ambiente non ha concesso una nuova proroga per l'impianto a celle di mercurio per la produzione di cloro, a seguito di una diffida preventiva giunta dalla direzione ambiente dell'Unione europea. La sostanza, infatti, è ormai vietata a livello europeo.
La Direzione dell'azienda ha definito la situazione "temporanea" tuttavia essa potrebbe durare fino a due anni. Sono circa una quarantina i lavoratori del reparto che resteranno senza mansioni. Tuttavia sono 110 i dipendenti il cui futuro è a rischio, poiché non vi è certezza che la multinazionale investa per rinnovare i macchinari e riprendere la produzione.
Venerdì 20 ottobre molti di loro hanno manifestato davanti al Municipio di Pieve Vergonte, durante la riunione a porte chiuse con la proprietà alla presenza della Sindaca, del Presidente della Provincia e dei Sindacati.
Il 31 ottobre è stato presentato il piano di cassa integrazione per i 40 lavoratori, mentre il 6 ottobre sono state indette le prime 24 ore di sciopero da parte dei lavoratori.
Per risolvere questo problema è necessario che la Hydrochem Italia trovi finanziamenti, realizzi e faccia partire il nuovo impianto con tecnologia meno inquinante.
È previsto il secondo incontro tra i dirigenti di Hydrochem e i sindacati che chiedono la garanzia della realizzazione dell'impianto sostitutivo, ma anche l'apertura della procedura per la cassa integrazione.
Noi chiediamo se la Giunta intende sollecitare la società e a disporre il prima possibile l'incontro, garantendo l'intenzione di proseguire con gli impegni presi.
Si tratta di un tema delicato che mette l'Italia spesso in conflitto con le giuste restrizioni per la tutela della salute e dell'ambiente che vengono dall'Unione europea, ma spesso anche dalle nostre istituzioni locali (SL, SPRESAL da chi è competente in questa materia) e legittime preoccupazioni di lavoratori che tra, l'altro, si troveranno, nei prossimi mesi, davanti ad uno scenario molto buio.
Vorrei sapere se l'Assessora ha, in qualche modo, già interloquito con i soggetti e se, in qualche modo, stiamo sollecitando l'incontro per aprire un tavolo, soprattutto sugli investimenti e sul piano industriale degli stessi. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere.
La parola all'Assessora Pentenero per la risposta.



PENTENERO Giovanna, Assessora al lavoro

La società in oggetto è stata seguita da più Assessorati della nostra Regione (Attività Produttive, Ambiente e Lavoro) con una serie di incontri che sono stati effettuati in sede regionale e anche in sede ministeriale presso il MISE (l'ultimo incontro è avvenuto il 7 marzo 2017).
A fronte della disponibilità delle strutture regionali a supportare eventuali piani di intervento volti alla soluzione delle varie problematiche esistenti per la continuazione dell'attività aziendale, non sono state presentate, a tutt'oggi, da parte delle aziende, interventi o iniziative sulla cui misura il finanziamento alle imprese previsto possa essere attuato da parte della Regione.
La Regione Piemonte si è impegnata, a fronte di una situazione complessa, a fare tutti gli approfondimenti necessari per salvaguardare il sito produttivo e l'occupazione, anche con funzioni di facilitazione per la convocazione delle Conferenze di servizi necessarie.
Ad oggi non è pervenuta, da parte sindacale, alcuna richiesta di incontro, ma ciononostante l'Assessorato al lavoro, in contatto con le parti sociali, ai fin di seguirne l'evoluzione e di attivare, per quanto possibile nelle misure delle proprie competenze, gli strumenti idonei a far fronte al problema occupazionale, contatterà a breve anche l'azienda per approfondire il quadro della situazione.


Argomento: Trasporti su ferro

Interrogazione a risposta immediata n. 1824 presentata da Conticelli inerente a "Cronoprogramma dei lavori di adeguamento e messa in sicurezza del Servizio ferroviario nelle tratte canavesana e Torino-Ceres"


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'interrogazione a risposta immediata n. 1824.
La parola alla Consigliera Conticelli per l'illustrazione



CONTICELLI Nadia

Grazie, Presidente.
Questo è un tema di cui abbiamo già avuto modo di parlare con l'Assessore, anche in Commissione oltre che nel corso del question time. Si continuano a registrare disservizi, soprattutto ritardi, legati sia a problemi sul tracciato sia a problemi rispetto alla manutenzione dei mezzi su due linee in particolare: la SFM1, (Canavesana) e SFMA (Torino-Ceres).
Su queste due linee sono previste dei lavori di messa in sicurezza della tratta, ma anche dei lavori sulla Canavesana, come è stato detto più volte, per risolvere la questione legata ai passaggi a livello, oltre che l'utilizzo di nuovi mezzi.
In Commissione era stato dato un cronoprogramma di massima che dovrebbe essere l'inizio dell'anno prossimo, ma i lavori sulla linea non sono partiti, volevo fare un po' il punto della situazione alla luce anche dei ritardi e di alcune cancellazioni di linee che continuano a ripetersi. A che punto siamo rispetto ai lavori e quale sia il cronoprogramma aggiornato degli interventi. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera.
La parola all'Assessore Balocco per la risposta.



BALOCCO Francesco, Assessore ai trasporti

Stiamo parlando di due diverse tratte che sono regolate in modo diverso. Una, la Canavesana, è una linea regionale interconnessa alla rete nazionale, gestita da Rfi; l'altra, la Torino-Ceres, come si sa, non è interconnessa, quindi viene sviluppata in modo diverso, anche per quanto riguarda i finanziamenti che il Governo ha messo disposizione per le linee regionali.
Nel primo caso (la tratta Canavesana), il Governo ha messo a disposizione 11.892.000 euro per la messa in sicurezza della tratta stessa il che significa, sostanzialmente, l'attrezzaggio con gli impianti SCMT e tutta la tratta.
In realtà, esisteva già un finanziamento regionale (2.800.000 euro) che, a questo punto, deve essere dirottato su altri progetti, proprio perché era già destinato a un primo intervento di messa in sicurezza.
Stiamo, quindi, prevedendo la possibilità di utilizzare questi 2.800.000 euro, che potrebbero essere anche di più con altre economie, per affrontare il tema dell'elettrificazione e della Rivarolo-Pont e/o della soppressione di alcuni passaggi a livello della linea stessa. Su questi temi ovviamente, stiamo mantenendo rapporti, anche con il territorio.
Direi che per ora non ci sono ritardi previsti, almeno all'interno previsto delle previsioni, perché per quanto riguarda l'utilizzazione di 11.892.000 euro, che sono divisi in due lotti (il primo, 7.189.943 e, il secondo, 4.702.057 euro), per quanto riguarda la prima tranche, questa prevede l'avvio della fase di appalto all'inizio del 2018.
Direi che, da questo punto di vista, la progettazione è già avanzata proprio perché, in parte, era stata coperta dal finanziamento di 2.800.000 di cui dicevo e di cui si è fatto carico GTT.
Per quanto riguarda, invece, la Torino-Ceres, l'intervento del Passante tra Rebaudengo e Grosseto già prevede la messa in sicurezza con gli apparati SCMT e quant'altro, previsti sulla rete nazionale e comunque l'Assessorato ha già trasmesso al Ministero il fabbisogno generale per la messa in sicurezza di tutta la linea e siamo in attesa dei finanziamenti in questo caso, destinati alle linee non connesse, su cui però c'è ormai una fondata certezza che siano previsti finanziamenti ad hoc.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Balocco.


Argomento: Urbanistica (piani territoriali, piani di recupero, centri storici - Tutela dell'ambiente - Inquinamenti: argomenti non sopra specificati

Interrogazione a risposta immediata n. 1828 presentata da Mighetti inerente a "Regolamento tipo sulla manutenzione del territorio in attuazione della legge regionale n. 22/2016"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 1828.
La parola al Consigliere Mighetti, per l'illustrazione.



MIGHETTI Paolo

Grazie, Presidente.
Molto semplicemente, questo Regolamento, in base all'articolo 3 e della legge 22 del 2016, legge sulla manutenzione del territorio, sarebbe stato il tassello mancante per l'applicazione di questa legge.
Nelle previsioni della normativa si era basato l'adempimento di questo passaggio in 90 giorni dal novembre del 2016.
Capiamo benissimo i problemi giunti in Assessorato dal novembre 2016 a seguire; sappiamo benissimo che gli stessi funzionari, che dovrebbero mettere mano a questo Regolamento, in quei giorni hanno dovuto mettere mano a problemi ben più gravi della Regione Piemonte, come l'alluvione.
Detto questo, essendo passato un anno dalla promulgazione del testo di legge e 9 mesi dalla scadenza del termine per Regolamento, chiediamo quando sia possibile avere questo Regolamento in Commissione per poterne parlare e per poterne discutere, anche per poter dare il nostro contributo all'estensione e all'eventuale modifica e miglioramento di questo Regolamento.
Devo far notare che questa legge è nata da un lavoro di un tavolo a livello di II Commissione, cui hanno partecipato attivamente molti Consiglieri, sia di maggioranza che di minoranza e non escludiamo che questo lavoro, che dovrebbe venire, solamente in teoria dall'Assessorato possa essere coadiuvato dagli stessi Consiglieri e dagli stessi Gruppi consiliari che possono, secondo me, dare una mano non soltanto all'estensione, ma apportare idee e istanze del territorio all'interno di questo Regolamento.
Quindi, da una parte, chiediamo quale siano le tempistiche e dall'altra, offriamo chiaramente una mano all'Assessorato per andare in questa direzione.



PRESIDENTE

Grazie, collega Mighetti.
La parola all'Assessore Balocco, per la risposta.



BALOCCO Francesco, Assessore alla difesa del suolo

Grazie, Presidente.
Vorrei scusarmi con lei e con il Consiglio per questa inadempienza grave; la ringrazio per aver riconosciuto, anche in parte, le motivazioni di questo ritardo, ma quando parliamo di un ritardo di un anno rispetto al tempo previsto di 90 giorni, stiamo parlando di un ritardo non giustificato, non giustificabile.
Mi riprometto, quindi, quanto prima, di portare il testo in Commissione, che mi dicono essere a buon punto - ci mancherebbe - di elaborazione; manca ancora il confronto con, credo, la Direzione agricoltura, per alcuni aspetti più specifici e poi, in Commissione, o prima ancora, con i Consiglieri che hanno seguito l'iter di questa di questa modifica legislativa credo che sia quanto mai opportuno.
Questo è uno strumento importante che daremo ai Comuni per implementare il loro Regolamento di Polizia rurale. È evidente che non ha attinenza diretta con le situazioni di emergenza, avendo i Comuni, evidentemente altri strumenti quali le ordinanze, che vengono usate quando è necessario per intervenire per motivi d'urgenza.
Grazie comunque e mi scuso ancora.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Balocco.


Argomento: Innovazione tecnologica

Interrogazione a risposta immediata n. 1826 presentata da Frediani inerente a "Bando INFRA-P Sostegno per la realizzazione, il rafforzamento e l'ampliamento di IR pubbliche nell'ambito del POR FESR 2014-2020 Azione I.1a.5.1 Sostegno alle infrastrutture della ricerca considerate critiche/cruciali per i sistemi regionali"


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'interrogazione a risposta immediata n. 1826.
La parola alla Consigliera Frediani per l'illustrazione.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Mi scuso per il titolo un po' lungo e contorto, ma era funzionale a riportare fedelmente ciò che fa riferimento, per l'appunto, alla misura di cui stiamo per parlare.
Per dirla in modo più semplice, il 12 aprile 2017 è stato approvato a mia prima firma un ordine del giorno collegato al disegno di legge n. 237 del 9 febbraio 2017 "Bilancio di previsione finanziario 2017-2019". Cosa chiedeva quest'ordine del giorno? Chiedeva di dimostrare una certa sensibilità da parte della Regione nei confronti dei metodi di ricerca che non prevedessero sperimentazione animale. Questo atto di indirizzo è stato accolto dalla maggioranza del Consiglio e anche dalla Giunta e questo ovviamente ci ha riempiti di soddisfazione, perché è un qualcosa su cui noi stiamo concentrando la nostra attenzione anche attraverso un testo di legge, già partito nel suo iter in Commissione: credo si siano concluse qualche tempo fa le consultazioni e spero che al più presto riparta la discussione.
Noi abbiamo anche organizzato un convegno tempo fa: abbiamo invitato delle personalità, abbiamo ascoltato degli esperti e più volte abbiamo portato all'attenzione dell'Aula il fatto che, qualora noi riuscissimo a spostare le risorse, riusciremmo anche a catturare l'attenzione dei ricercatori e magari coinvolgerli un po' di più in questa nostra battaglia per cercare di superare un tipo di ricerca che, a detta di molti - e ovviamente noi concordiamo in questo -, risulta ormai superato, non più al passo con i tempi e anche, in alcuni casi, inefficace.
Ho premesso tutto questo per dire che abbiamo avuto modo di vedere un bando - il bando, per l'appunto, citato nel titolo dell'interrogazione, che non sto a rileggere - che in sintesi dà sostegno alle infrastrutture della ricerca considerate critiche/cruciali per i sistemi regionali. Noi abbiamo visto che in questo bando - che, se non erro, si è chiuso il 3 di novembre fra i vari criteri non sono indicati dei parametri che siano coerenti con le intenzioni dell'ordine del giorno approvato. In pratica, cioè, non esiste e non è prevista alcuna premialità rispetto agli enti che utilizzano ricerca senza sperimentazione animale.
Ora, noi vorremmo capire semplicemente se il problema è riferito soltanto al fatto che non si può prevedere.



(Scampanellìo del Presidente)



FREDIANI Francesca

Eh, lo so, Assessore: faccio fatica anch'io. Vorrei parlare più piano ma vorrei pure che anche gli altri parlassero più piano, perché in teoria io in questo momento avrei diritto di parlare e gli altri no. Dico questo non per essere antidemocratica.



PRESIDENTE

Sì, stavo cercando di capire da dove arriva il brusìo.



FREDIANI Francesca

Beh, il Consigliere Gariglio ci sta mettendo del suo; poi mi offre i cioccolatini, però.



PRESIDENTE

Prego, continui, Consigliera Frediani.



FREDIANI Francesca

Grazie, adesso c'è un silenzio fantastico! Questa nostra interrogazione, quindi, è finalizzata a sapere se c'è una qualche forma di impedimento che non consente di definire all'interno del bando un criterio di questo tipo; o se semplicemente saranno successivamente previsti altri bandi all'interno dei quali ci sarà poi la definizione di questo tipo di premialità.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Frediani.
Per la Giunta regionale, risponde l'Assessora De Santis.
DE SANTIS Giuseppina, Assessora alla ricerca Grazie Presidente, e grazie, Consigliera Frediani.
Il bando a cui lei si è riferita, è stato pubblicato con una determina dirigenziale n. 402 del 22 agosto 2017 "POR-FESR 2014-2020 - Azione: I.1a.5.1 - Misura: INFRA-P Sostegno a progetti per la realizzazione, il rafforzamento e l'ampliamento di IR pubbliche - Approvazione Bando Dotazione finanziaria di euro 19.500.000,00" stabilisce regole e criteri per finanziare la realizzazione di infrastrutture di ricerca (macchinari strumenti, attrezzature, impianti,..), ma non le attività di ricerca in esse condotte. Le infrastrutture ammissibili sono state altresì esplicitamente assoggettate alle caratteristiche definite dall'ESFRI (European Strategy Forum on Research Infrastructures), dal PNIR (Programma Nazionale per le Infrastrutture di Ricerca), di cui al DM del MIUR del 18 luglio 2016, e dal Piano Regionale per le infrastrutture e per la ricerca sopra citato.
Gli eventuali beneficiari - la Consigliera giustamente ricordava che il bando si è chiuso il 3 di novembre e poi vi è una procedura di valutazione da parte di esperti tecnici dei progetti presentati per cui io non ho ovviamente, alcuna informazione sul loro contenuto - sono tenuti al rispetto degli obblighi dei contratti di lavoro - è ovvio - quindi tutte le norme in materia di prevenzione degli infortuni, salute e sicurezza inserimento disabili, pari opportunità, eccetera eccetera. Non possono essere agevolati, ovviamente, per un principio generale, progetti non conformi alla legislazione vigente. In particolare, conformemente al fatto che non possiamo approvare progetti che siano anche solo vagamente in contrasto con la legislazione vigente, non possono essere finanziati progetti caratterizzati dall'uso di primati, cani, gatti ed esemplari di specie in via di estinzione, sulla base di una Direttiva dell'Unione Europea sulla protezione degli animali utilizzati a fini scientifici.
L'eventuale utilizzo di altri animali potrà essere ammesso solo in assenza di metodi alternativi e, in ogni caso, dietro la dimostrazione di applicazione dei protocolli previsti a protezione dei modelli in vivo.
In altre parole, chi dovesse presentare su questa infrastruttura un progetto che preveda la sperimentazione con animali, dovrà attenersi ovviamente - ai criteri di legge per quanto riguarda le specie con le quali si possono fare sperimentazioni; in più, dovrà fornire esplicita dimostrazione del fatto che quella procedura è l'unica possibile.



PRESIDENTE

Grazie, Assessora.


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta")

Interrogazione a risposta immediata n. 1823 presentata da Ruffino, inerente a "Revisione e riordino degli interventi di assistenza socio-sanitaria"


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'interrogazione a risposta immediata n. 1823 presentata dalla Vicepresidente Ruffino, che la illustra in qualità di Consigliera regionale.



RUFFINO Daniela

Grazie, Presidente.
Nell'illustrare questa interrogazione, partirei da alcune premesse.
Negli ultimi anni la crisi economica ha sicuramente ridotto le risorse destinate ai servizi sanitari e sociosanitari; dall'altro lato, per risultano incrementati i bisogni delle persone, in particolare di quelle anziane. L'invecchiamento della popolazione produce un numero crescente di persone fragili, sia per le condizioni di salute sia per le condizioni sociali. Come dicevo, si generano nuove forme di povertà e, ovviamente anche la rete di sostegno familiare e sociale ne risulta impoverita.
Dunque, se la programmazione regionale nel settore dei servizi sociosanitari non viene costantemente aggiornata, risulterà non più adeguata a queste nuove esigenze.
In alcuni settori, poi, come quello delle disabilità, le disposizioni regionali sono ferme da parecchio tempo (da circa vent'anni, se non erro).
I problemi e i bisogni sono quindi mutati nel corso degli anni, per cui molto probabilmente, si avverte anche l'esigenza di residenze adeguate, se pensiamo, in particolare, ai disabili che invecchiano molto di più rispetto al passato.
Lo stesso discorso vale per il settore della non autosufficienza, la cui risposta è ancora concentrata sull'offerta delle residenze (RSA), ma con risorse in grado di far fronte solo ai segmenti più gravi della domanda (di fatto è così): i posti convenzionati oramai sono soltanto riservati ai soggetti più gravi. Ne consegue il formarsi di lunghe liste di attesa.
A tutte queste considerazioni aggiungo anche quella della ineguale distribuzione dell'offerta residenziale nei vari territori piemontesi: sono convinta che se ciascuno di noi pensasse alla locazione delle strutture o verificasse l'ubicazione reale dei bisogni, si renderebbe conto della loro grande disomogeneità.
I criteri di programmazione del fabbisogno di RSA del 2010 hanno fotografato una situazioni già allora disomogenea. Oggi, a sette anni di distanza, la presenza di aree di offerta è insufficiente rispetto alla domanda sempre più crescente.
Debbo anche aggiungere che la rigidità dei parametri e dei confini distrettuali ha penalizzato lo sviluppo del sistema dell'offerta.
Ovviamente, anche la concorrenza dei soggetti erogatori ha avuto conseguenze negative sulla qualità dei servizi prodotti.
Dunque, partendo dalla necessità di maggiori risorse, dai molti adeguamenti ai mutati bisogni che possono essere realizzati solo se si interviene sui meccanismi di regolazione, aggiornando i procedimenti amministrativi e i regolamenti, chiedo all'Assessore se non intenda porre in atto un'azione generale di revisione e di riordino degli interventi di assistenza sociosanitaria.
Ho percepito questo bisogno dalle informazioni ma anche dai vissuti del territorio. Da qui, la necessità di rimodulare l'attuale offerta con servizi per potenziare soprattutto le azioni di sostegno precoce alla domiciliarità e prevenire - questo, ovviamente, è un aspetto importantissimo - l'istituzionalizzazione dei pazienti.
Credo che la mia interrogazione possa dare avvio - lo spero - ad un percorso di revisione di questo sistema, che è sicuramente delicato, ma anche molto importante. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Vicepresidente Ruffino.
Visto che abbiamo ancora alcune interrogazioni da espletare, vi chiederei, gentilmente, di rispettare i tempi previsti per le relative illustrazioni.
Risponde l'Assessore Ferrari; ne ha facoltà.



FERRARI Augusto, Assessore alle politiche sociali, della famiglia e della casa

Grazie, Presidente.
Ho già avuto modo, recentemente, in due Commissioni, di parlare di questo argomento, illustrando, anche attraverso il documento del DEFR quali sono le intenzioni della Giunta rispetto a questo ambito particolarmente delicato e su cui - non ho nessuna remora a dirlo - abbiamo segnato un po' il passo per ragioni anche oggettive che ci hanno impedito di affrontare in maniera strutturale alcune questioni.
Allora ribadisco alcuni concetti. È una problematica da affrontare congiuntamente tra le due Direzioni e i due assessorati: Direzione coesione sociale, quindi Assessorato al welfare; Direzione sanità e Assessorato alla programmazione sanitaria. Chiaramente la condizione che noi attendevamo da tempo per poter avere dei margini di manovra su questo punto e per poter rimettere in circolo anche delle risorse proprie del fondo sanitario in questa direzione era il superamento del Piano di rientro della spesa sanitaria, condizione che si è realizzata; non ci fa venir meno, anzi rafforza il dovere di un utilizzo rigoroso delle risorse, ma ci consente nello stesso tempo di avere maggiori margini di programmazione nell'area socio-sanitaria, che vede appunto coinvolte le tue Direzioni congiuntamente.
Le tappe, quali possono essere? Già nella legge di bilancio del 2017 abbiamo dato l'indicazione molto precisa che alcune risorse che prima erano totalmente in capo alle politiche sociali devono ritornare sulla disponibilità del fondo sanitario, in modo tale che sia chiaro che questi tipi di servizi hanno la necessità della condivisione da parte delle risorse sia sociali sia sanitarie.
È in corso un lavoro tra le Due direzioni, che al più presto porteremo all'attenzione della Commissione e quindi del Consiglio, finalizzato a una nuova programmazione di tutta l'area socio-sanitaria, con particolare attenzione a tutto quello che riguarda la complessa questione dei servizi e delle cure domiciliari, quindi l'accompagnamento delle persone non autosufficienti o comunque disabili che devono essere seguite nella cura il più possibile a lungo dentro il proprio contesto familiare e dentro il proprio contesto sociale.
In quest'ottica, ci sono due elementi cruciali su cui dobbiamo lavorare e su cui dovremo trovare anche lo strumento per normarli in maniera adeguata: da una parte, la definizione di risorse vincolate, in modo tale che sia chiaro che annualmente ci sono risorse sociali e sanitarie vincolate a determinati servizi, e su questo dobbiamo avere la possibilità di una effettiva e rigorosa rendicontazione dell'utilizzo di quelle risorse stabilite; dall'altra parte, vi è la necessità di lavorare - già il cammino è avviato, ma dobbiamo portarlo a compimento crediamo abbastanza rapidamente - affinché anche a livello istituzionale ci sia una maggiore integrazione tra gli enti gestori delle politiche sociali e le Aziende sanitarie. L'obiettivo nostro, come lei sa, è quello di arrivare a far sì che gli ambiti di lavoro delle politiche sociali e l'ambito dei servizi sanitari arrivino progressivamente a coincidere e a un distretto sanitario corrisponda un ente gestore delle politiche sociali, in modo tale che soprattutto su quei servizi che richiedono una responsabilità congiunta e una gestione congiunta, ci sia un'effettiva integrazione molto forte anche tra i responsabili che devono gestire i servizi.
Certamente ci sono già elementi che vanno in questa direzione in altri gli ambiti: penso, per esempio, alla gestione del SIA; penso, per esempio alla scelta che stiamo facendo relativamente alla gestione dal 2018 del reddito di inclusione, dove proprio il decreto ministeriale ci porta a fare quest'operazione, che noi intendiamo sviluppare e portare a compimento anche e soprattutto nell'ambito socio sanitario, che è un ambito particolarmente delicato proprio in questo momento per le ragioni che diceva lei.
Questo è un po' il quadro del nostro lavoro. Ieri abbiamo fatto già una riunione puntuale tra le due Direzioni proprio su questo; avremo modo di discutere in Commissione su una proposta precisa e concreta nelle prossime settimane.


Argomento: Personale del servizio sanitario

Interrogazione a risposta immediata n. 1822 presentata da Vignale, inerente a "Assunzioni sanità biennnio 2016-2017"


PRESIDENTE

Proseguiamo con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n.
1822.
La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Molto semplicemente, quest'interrogazione è per conoscere i dati relativi alle assunzioni in sanità nel 2016 e 2017. In realtà, sappiamo che nel 2017 si attende un piano che le singole Direzioni generali devono presentare, però crediamo che almeno una serie di sostituzioni siano avvenute anche nel 2017. Questo perché è evidente che, rispetto agli obiettivi che l'Assessorato ha più volte detto di porsi, cioè non soltanto di garantire il completo ricambio turn over rispetto alle quiescenze o dimissioni, ma anche di riuscire a potenziare, in particolar modo in alcuni settori, quelle che sono mancanze in alcuni reparti piuttosto che distretti piuttosto che potenziamento per la riduzione delle liste d'attesa.
Credo che i numeri siano estremamente importanti per comprendere in che direzione si sta andando.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Saitta per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

In totale, nei due anni indicati dal Consigliere Vignale - 2016/2017 evidentemente fino al mese di settembre - la sanità piemontese ha proceduto a 3564 assunzioni.
Nel dettaglio, nell'anno 2016 le assunzioni sono state di 1410 unità a tempo indeterminato e di 486 a tempo determinato. Nel 2017, al mese di settembre, le assunzioni sono state di 1267 unità a tempo indeterminato e di 401 a tempo determinato.
Operatori socio-sanitari e personale infermieristico sono il dato maggiormente presente nelle assunzioni a tempo indeterminato, sia dello scorso anno sia della prima parte dell'anno in corso.
Gli OSS assunti nei due anni a tempo indeterminato sono già 459 e gli infermieri 1017.
Come tutti sapete, il concorso per infermieri, realizzato dalla Città della Salute, è stato faticosamente portato a compimento e consente già le prime assunzioni a tempo indeterminato e quello per OSS è in dirittura d'arrivo.
Nel frattempo, centinaia di OSS sono stati assunti a tempo indeterminato grazie alla graduatoria ancora aperta ai capienti. Il comparto sanitario col quale abbiamo siglato l'intesa conosce perfettamente, perché abbiamo definito il percorso anche per quanto riguarda il tema della stabilizzazione dei precari, il problema del quale ho avuto modo di parlare in Commissione, ma anche in Consiglio.
Le modalità di stabilizzazione dei precari e le modalità complessive sono all'interno di quel quadro che abbiamo definito con le organizzazioni sindacali del comparto che hanno sottoscritto l'intesa.


Argomento: Personale del servizio sanitario

Interrogazione a risposta immediata n. 1825 presentata da Appiano, inerente a "Aggiornamento degli elenchi dei candidati idonei alla nomina del Direttore Generale di Azienda Sanitaria Regionale"


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'interrogazione a risposta immediata n. 1825.
La parola al Consigliere Appiano per l'illustrazione.



APPIANO Andrea

Grazie, Presidente.
Effettivamente, di questo tema ho già avuto occasione di parlare in modo informale con l'Assessore prima della scadenza del termine di questo bando, però, vista anche una serie di notazioni giornalistiche, credo che occorra e sia utile fare chiarezza.
Si tratta dei requisiti per poter partecipare al bando per la nomina dei Direttori Generali delle nostre strutture sanitarie, con la premessa che in Piemonte l'ultimo aggiornamento dell'elenco dei candidati idonei alla nomina a Direttore Generale di azienda sanitaria è stato disposto nel 2014.
In data 3 ottobre 2017 è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il decreto del Ministero della salute sull'avviso pubblico per la formazione dell'elenco di idonea alla nomina di Direttore Generale, alla luce di un decreto legislativo del 2016.
Il termine di presentazione delle domande inizialmente era fissato al 18 ottobre e poi è stato prorogato al 31 ottobre.
Considerando che lo scorso luglio si è concluso il master in direzione strategica delle aziende sanitarie, organizzato dall'Università di Torino e patrocinato dalla nostra Regione, un corso complessivo della durata di 1500 ore finalizzato proprio all'inserimento nell'elenco degli idonei al conferimento dell'incarico di Direttore Generale, concorrendo all'acquisizione di titoli di studio utile ai fini della valutazione del curriculum formativo, e al termine di questo percorso sono stati conferiti 21 diplomi, quasi tutti col massimo dei voti.
Considerato, altresì, che recependo il decreto legislativo 126 del 2017 recante disposizioni integrative e correttive al decreto legislativo dell'anno prima, il nuovo avviso pubblico bandito dal Ministero della salute indica come validi, ai fini della selezione, soltanto gli attestati rilasciati all'esito di corsi di formazione attivati e organizzati dalle Regioni e Province autonome; che il menzionato master in direzione strategica delle aziende sanitarie non è stato riconosciuto, almeno credo dalla Regione come corso regionale, pertanto risulta non avere alcun valore come titolo abilitante per l'accesso al bando nazionale, ma al più come elemento valutativo, se si entra in quella selezione; preso atto che da diversi anni la Regione non organizza corsi di formazione, ai sensi dell'articolo 3 bis del comma 4 del decreto legislativo 502 del 1992, che peraltro, tali corsi tradizionalmente hanno durata di 120 ore (molto inferiore rispetto al Master patrocinato dalla Regione che è della durata di 1500 ore) e tenuto conto che il decreto legislativo 171 del 2016 afferma che con periodicità almeno biennale le Regioni attivino quei corsi necessari per poter accedere alla selezione (cosa che non è avvenuto o almeno, mi sembra di aver capito che non sia avvenuto in questi due anni) l'interrogazione è volta a sapere cosa intende fare l'Assessorato regionale per permettere la partecipazione al bando a tutti coloro che, pur non disponendo dei titoli classificati a monte come regionali, hanno per conseguito un diploma, pur sponsorizzato e patrocinato dalla Regione, cioè il master in direzione strategica dell'azienda sanitaria.
E' evidente che se non si trova un coordinamento efficace tra le diverse norme, rischiamo di impedire tutta una serie di professionalità che negli anni hanno lavorato sul campo duramente, anche solo di partecipare alla selezione.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Saitta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Il Consigliere Appiano ha ricostruito con precisione il percorso delle novità introdotte con la legge che, di fatto, ha istituito l'Albo nazionale dei candidati a Direttore Generale.
Il meccanismo finora utilizzato dalle singole Regioni consisteva in una selezione a livello regionale, prevedendo anche una serie di attività che avrebbero dovuto già svolgere i candidati. In ogni caso, il meccanismo è stato anche quello di attirare, all'interno del sistema sanitario, anche delle competenze private (il famoso riferimento).
Pertanto, il meccanismo era di questo tipo: una volta nominati i Direttori con esperienze consolidate sul campo, veniva organizzato un corso obbligatorio. È chiaro che si tratta di corsi della Regione, ma successivi alla selezione.
Ora, a livello nazionale, il meccanismo si è invertito: si ritiene che il requisito necessario per far parte dell'albo sia quello di avere già il titolo per poter fare il Direttore. Quindi, c'è stata una sorta di anticipazione.
In ogni caso, il corso cui si faceva riferimento è stato organizzato dall'Università di Torino - non è il corso della Regione, con caratteristiche - anche di contenuto - notevolmente diverse. Pertanto tutti i partecipanti a quel Master sapevano perfettamente che la partecipazione allo stesso non era un titolo di accesso alla selezione.
Questo, per essere molto chiari.
Si tratta di un titolo che ha un valore dal punto di vista curricolare perché è un'attività di tipo universitario. Quindi, nel punteggio complessivo contribuisce a determinare il punteggio generale e ha un suo peso.
Per essere molto chiari, l'articolo 3 bis, comma 4, del Decreto Legislativo 502, disciplinato con Decreto del 2000, prevede che debbono essere le Regioni ad attivare i corsi di formazione per i Direttori Generali di Azienda Sanitaria Regionale, avvalendosi anche della collaborazione dell'Università.
Medesima indicazione è prevista dal Decreto del Ministero della Salute che ha - quindi - confermato quella norma - la 171 - con oggetto "Attuazione della delega di cui all'articolo 11, comma 1, lettera p), in materia di dirigenza sanitaria".
Ripeto: il Master organizzato dall'Università degli Studi di Torino citato nell'interrogazione, così come altri analoghi Master universitari (per dire, la Bocconi), non rientra fra le ipotesi contemplate dalla normativa vigente in materia, non configurandosi come realizzato dall'Università degli Studi di Torino, a seguito di espressa specifica delega della Regione Piemonte, e pertanto svolto con i criteri previsti dal Decreto legislativo 502 e dal DM del 2000.
È chiaro che questo è un problema.
Io ho avuto modo di informare, per conto di tutte le Regioni, di questa ed altre situazioni che si stanno determinando, per quanto riguarda questo albo: la tipologia dei titoli, le esperienze inferiori ad un anno. Ci sono delle questioni che obiettivamente non reggono molto e rischiano di discriminare un po' chi ha un'esperienza sul campo, oltre all'aspetto in oggetto.
Il 19 ottobre ho scritto una nota al Ministro, per conto di tutte le Regioni, chiedendo di considerare questi aspetti, pertanto i problemi sono stati portati all'attenzione.
La valutazione di tutte le domande (mi pare siano circa 1.400 in tutta Italia) sarà fatta da un'apposita Commissione. Io - ripeto - mi sono permesso di scrivere al Ministro, dicendo che c'è anche la situazione che abbiamo registrato in Piemonte, ma non soltanto in Piemonte, che richiede un'attenta valutazione.
È chiaro - non vorrei suscitare delle aspirazioni o ottimismo - che la norma sul bando nazionale, su questo, è molto chiara ed esplicita, cioè dice che non è riconosciuto un Master fatto dall'Università.
Pertanto, abbiamo compiuto un ulteriore tentativo: quello di riconsiderare, in fase di valutazione - se possibile - anche questi aspetti.
Questo è quanto avevo già detto e mi sento di riconfermare.
Il lavoro della Commissione nazionale non è ancora iniziato; dovrebbe iniziare la prossima settimana. Probabilmente, domani o dopodomani avr modo di vedere il Dirigente del Ministero della Salute che segue questi aspetti e avrò modo di riproporre il tema, per sapere come sta procedendo rispetto alle questioni che sono state sollevate.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Saitta.
Dichiaro chiusa la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata.



(Alle ore 15.15 il Presidente dichiara esaurita la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata)



(La seduta ha inizio alle ore 15.18)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto X) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo Accossato, Chiamparino, Corgnati, Ferrentino e Ottria.


Argomento: Assestamento di bilancio

Esame disegno di legge n. 272 inerente a "Assestamento del bilancio di previsione finanziario 2017-2019 e disposizioni finanziarie"


PRESIDENTE

Nella seduta antimeridiana del 7 novembre è iniziata la trattazione del disegno di legge n. 272; il Consigliere Appiano ha svolto la relazione di maggioranza; i Consiglieri Bono, Berutti e Vignale, quelle di minoranza.
È iniziata la discussione generale con gli interventi di Frediani Mighetti, Gancia, Sozzani, Grimaldi, Valetti, Andrissi, Giaccone e Ruffino.
Ha chiesto la parola il Consigliere Campo; ne ha facoltà.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Siccome il mio è l'ultimo intervento, sono stato in parte stimolato da alcuni interventi di carattere più generale sugli aspetti di andamento dell'economia regionale.
Il documento che ci apprestiamo a discutere, in fase di bilancio, è un documento fondamentale, perché va finalmente a fotografare quella che è l'effettiva situazione. Dopo la parte previsionale, che è tendenzialmente un documento un po' più "fuffoso" di intenti e di desiderata, va a far vedere cosa effettivamente si è fatto in corso d'anno. Finalmente, forse lo chiudiamo non proprio a fine anno, ma quasi. C'è una serie di fattori migliorativi di cui dobbiamo dare atto.
Finalmente abbiamo avuto delle tabelline un po' più stabili nel tempo anche per la discussione, anche se comunque qualche modifica volante c'è stata. Quindi, viene fotografata una situazione di relativa stabilizzazione della situazione economica della Regione.
Dall'altro lato, però, visto che andremo anche a breve a discutere anche in Consiglio del Documento di programmazione economica e finanziaria ancora risulta molto concentrato su se stesso, sull'Ente più che sulla parte di politiche effettive da realizzare in favore della società più ampia, quella che sta fuori dalle Aule consiliari e dalle stanze della Giunta e degli Assessorati.
In particolare, si rileva con piacere una spinta agli investimenti su alcuni settori di 24 milioni per le politiche di sviluppo delle aree montane e del turismo; però, nonostante quello che si è raccontato e si è voluto far vedere, cioè il fatto che ci sia un traino e un incremento dell'export da parte delle aziende piemontesi, la realtà socio-economica della nostra Regione è purtroppo ancora caratterizzata principalmente da tinte fosche.
Infatti, le relazioni annuali socio-economiche dell'IRES Piemonte, che fotografano la situazione economica e sociale della nostra Regione raccontano, invece, un'altra storia, con la quale, nonostante si voglia raccontare che siamo usciti dalla crisi e che bisogna cogliere alcune opportunità, ci dice invece che noi la crisi l'abbiamo affrontata peggio delle nostre regioni consorelle del nord. Anche questa pseudo uscita dalla crisi la stiamo comunque affrontando peggio rispetto alle regioni a noi vicine sia in termini di crescita del prodotto interno lordo della nostra Regione sia in termini di occupazione, in particolare quella giovanile, sia in termini anche di qualità dell'occupazione.
Infatti, uno degli elementi che viene evidenziato sia nel rapporto del 2016 sia nel più recente del 2017 è il fatto che, purtroppo - che è una cosa che caratterizza tutta Italia - la qualità dell'occupazione è sempre quella di un precariato al limite dello sfruttamento. E non sono parole mie, ma sono le parole della relazione dell'IRES.
Quindi, ci raccontano una realtà di un PIL che cresce più lentamente di quello delle altre Regioni e una crescita, però, senza miglioramento dello stato occupazionale, tant'è che anche la fotografia della capacità economica, del reddito medio procapite della nostra Regione fotografa una situazione che, rispetto al 2008, è ancora largamente inferiore. Prima era un 31 mila euro, mentre oggi è intorno ai 28 mila euro.
Quindi, non abbiamo neanche cominciato a recuperare il reddito procapite che avevamo prima di entrare nella crisi in cui ci siamo avvitati.
Anche la fotografia dell'aumento delle esportazioni, se la relazioniamo con il fatto che abbiamo una perdita di qualità dell'occupazione, e quindi un ancora insufficiente livello di investimenti da parte dei settori produttivi, ci racconta una situazione nella quale, invece di puntare a quello che doveva essere l'obiettivo delle cosiddette politiche di austerità, in base alle quali le imprese avrebbero dovuto investire in qualità, tecnologia, miglioramento dell'efficacia e della produttività questi investimenti non ci sono stati, ma si è andati ad incidere sul costo del lavoro, quindi sulla sostanziale deflazione salariale. Chiaramente che cosa vuol dire? Vuol dire che stiamo facendo competitività anche sull'estero, non tanto sulla base della qualità dei nostri prodotti, ma su una competizione con una Germania più forte, che fece queste riforme con largo anticipo, che però vanno ad incidere sul reddito e sull'occupazione.
Questo purtroppo significa che quell'aumento di esportazione sarà un fuoco fatuo, perché nel frattempo i settori produttivi soffrono sul mercato interno. E questo è un problema, perché le esportazioni sono legate alle congiunture internazionali mentre il mercato interno dovrebbe essere quello che regoliamo, incentiviamo, costruiamo e indirizziamo grazie alle politiche nazionali e regionali, visto che le Regioni sono enti legislativi.
In questo bilancio, così come in tutti i documenti di programmazione, a mio parere, manca quella spinta programmatoria che tanto si è voluto citare quando si è parlato di riordino istituzionale. Anche quello, purtroppo incide perché siamo ancora in una situazione in cui la fase di riordino istituzionale, che ha visto la nascita delle Unioni dei Comuni, il riordino delle funzioni delle Province e un sostanziale stop di questo tipo di riorganizzazione legato alla mancata approvazione del referendum costituzionale, quindi alla mancata riorganizzazione della forma di Stato centrale, vede una situazione congelata con degli enti che hanno delle situazioni di disfunzionalità pesante, compresa questa Regione che, in parte, ha assorbito anche il personale delle Province, in modalità estremamente differenziate, con situazioni di attuale precarietà della definizione dello Stato di questo personale che, comunque, svolge compiti importanti.
Compiti che, una volta, erano più centrati nelle Province e che oggi fanno più capo alla Regione, anche solo in termini di garanzia occupazionale.
E' una fotografia che vede una difficoltà di evoluzione, una difficoltà di visione del futuro della parte politica che alcune cose le ha colte e che ha il grande merito, che va riconosciuto, di essere riuscita a mettere in ordine una situazione economica disastrosa a causa di due precedenti legislature gestite alla carlona, con superficialità, ma che stenta pesantemente ad affrontare le sfide del grande cambiamento. Crisi che oramai, ci stringe da più di otto anni - siamo oramai nel nono anno - e io continuo a pensare che l'uscita non sia vicina e che, anzi, siamo molto più fragili rispetto a qualsiasi possibile shock che possa arrivare da una situazione esterna, dai mercati internazionali, oppure da un'instabilità politica. Non riusciamo a coglierlo né come riorganizzazione delle istituzioni (e purtroppo è una conseguenza) né come indirizzi effettivi verso politiche economiche e sociali. La sfida è anche sul cambiamento della società piemontese che è prima fra le regioni del nord nel calo demografico, nella fuga, nell'emigrazione di giovani e meno giovani verso ricerca di realizzazione lavorativa, ma non solo, anche dal punto di vista della sostenibilità pensionistica, verso l'estero. Che non riesce a cogliere la sfida, almeno per adesso, di una popolazione che invecchia, non solo in termini di invecchiamento a riposo e quindi nei confronti di un sistema socio assistenziale e socio sanitario che deve accompagnare una vecchiaia più sana, ma che invecchia al lavoro e quindi con un diverso approccio. Una popolazione che l'Ires definisce di veterani sul lavoro, che possa affrontare le sfide del mercato moderno, dei sistemi produttivi moderni, dell'evoluzione tecnologica, dell'evoluzione dei modelli societari e produttivi che arriva dal mondo globalizzato e dalle diverse modalità di competizione, anche sui mercati finanziari e internazionali. Questo si accoppia con la grande questione del fatto che noi, ad oggi, stiamo cercando di tenere in piedi il vecchio sistema, con vecchie risposte convogliando gli investimenti laddove, forse, si aprono delle possibilità ma senza una strategia di medio e lungo periodo.



PRESIDENTE

Ci sono altre richieste di intervento? Chiudiamo la discussione generale, ha chiesto di intervenire il Vicepresidente Reschigna, ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale

Cercherò, in questa replica alla discussione generale, di affrontare le questioni più rilevanti che le relazioni - mi scuso con il Consigliera Appiano per non aver ascoltato la sua questa mattina - del dibattito generale hanno posto.
Partirei dalla questione che non riguarda tanto l'assestamento, ma che riguarda le prospettive future del Bilancio della Regione e quindi la questione che sia nella relazione del Consigliere Bono sia nella relazione del Consigliere Vignale sono state poste relative a: ma che succede dal 2019? La preoccupazione di "che succede dal 2019" è la preoccupazione che il Presidente Chiamparino e il sottoscritto hanno assunto come impegno. Per essere chiari, la copertura delle quote di disavanzo sino al 2018, con gli avanzi vincolati, io le ho garantite. Certo, i 202 milioni di euro all'anno circa delle quote annuali di disavanzo nel 2019, in questo momento, non ci sono elementi per poter garantire questo tipo di copertura.
Torno un passaggio indietro.
Il tutto nasce dai due disavanzi emersi. Quello da ricognizione straordinaria, al 1° gennaio 2015 e, sotto questo profilo, rassicuro chi ha richiamato la Giunta regionale alla massima attenzione sul tema residui attivi e residui passivi, perché in quell'anno noi, avendo fatto la ricognizione straordinaria dei residui attivi e passivi, abbiamo fatto emergere un disavanzo di 2.077.000.000 di euro; vuol dire che abbiamo fatto un'operazione rilevante di pulizia, più sul fronte dei residui attivi purtroppo, che sul fronte dei residui passivi.
Questi 2.077.000.000 vengono coperti, come termine massimo consentito e da qui la deliberazione assunta dal Consiglio regionale in trent'anni, con un onere di annualità di oltre 64.818.000 euro all'anno, per trent'anni.
Poi c'è l'altro disavanzo, quello finanziario, al 31/12/2014 che accertava un disavanzo finanziario di 1.371.993.265 euro. Questo per norma di legge nazionale, cui noi ci siamo adeguati, sfruttando e utilizzando il tempo più ampio possibile per la copertura di questo avanzo, andrebbe coperto in 10 anni, con una rata annuale di 137.199.000 euro. Da qui viene il problema legato al fatto che noi per 10 anni, a partire dal 2015, avremo un onere di copertura del disavanzo pari a 2.200.018 euro all'anno. Quota di copertura del disavanzo che abbiamo coperto sul 2015, sul 2016, sul 2017 e che, per quanto riguarda il 2018, abbiamo ancora un avanzo vincolato da destinare alla copertura del disavanzo per 193.000.000 di euro.
Se posso dire, stando alla situazione attuale, il 2018 è in sicurezza perché sono convinto che, alla fine dell'anno, avremo un avanzo sufficiente per colmare il gap tra 193 milioni e i 202 milioni di euro.
Il problema è il 2019 e gli anni successivi, dove indubbiamente la quota totale da assorbire sul bilancio della Regione diventa assolutamente insostenibile. Allora, anche se il 2019 è un anno fuori dalla Legislatura regionale, vorrei rivendicare non come un merito, ma come un atteggiamento del Presidente Chiamparino e del sottoscritto, nell'ambito delle responsabilità che ha sulle politiche di bilancio, è stato quello di gestire la politica del bilancio della Regione, così complicata e difficile, in questi anni, guardando contemporaneamente al passato, al presente e al futuro.
Il passato, in termini di responsabilità, che non ci competono, ma che dobbiamo assumere; il presente, nella possibilità di trovare un punto di equilibrio tra il fare i conti con gli obblighi e con il gravame che il passato ci consegna e il futuro inteso nel fatto di non compiere azioni che possano dare minimamente la sensazione - su questo vorrei essere chiaro di un'Amministrazione regionale che scarica sulle future Legislature problemi che, invece, compete a lei doverli affrontare.
Sotto questo profilo, oggi, nell'accezione "pensare al futuro" ci metto non soltanto l'atteggiamento di chi non ha scaricato nulla sulla futura Legislatura regionale, ma sta facendosi carico di creare delle condizioni per cui la futura legislatura regionale possa non avere un macigno di queste dimensioni sulla propria testa. Qui è il lavoro che abbiamo fatto il Presidente Chiamparino e il sottoscritto, nei mesi scorsi, con il MEF in una serie di incontri che abbiamo chiesto, come Regione, prima che il Governo assumesse il disegno di legge sul bilancio del 2018. Credo che il risultato, che ho già avuto modo di illustrare in Commissione, ma oggi è un risultato un po' più importante, perché in Commissione stavo raccontando del lavoro e degli obiettivi che ci ponevamo, oggi, abbiamo perlomeno un testo licenziato dal governo e affidato al Senato, per la prima lettura della legge di bilancio, che accogliendo un'esplicita richiesta della Regione Piemonte, che riguarda il futuro: al 5° comma dell'articolo 68 prevede la facoltà in capo alle Regioni di poter allungare il periodo di copertura della quota del disavanzo finanziario al 31/12/2014 di ulteriori vent'anni.
Questo che cosa significa concretamente? Significa due cose. La prima è che la rata di 202.018.320, a partire dal 2018, diventa una rata di 109.604.660 euro. Rimane l'onere dei 64 milioni e rotti della quota annuale di un trentesimo del disavanzo finanziario, ma la residua parte del disavanzo finanziario, che era di 1 miliardo e 371 e che, alla fine del 2017, e già calato a 895 milioni di euro, viene suddiviso in rate costanti perché questa è la norma nazionale, in vent'anni con un onere di 44.785.667.
La somma 67, 68, 64 e 44 porta a un complessivo, a partire dal 2018, di 109 milioni 604 mila euro.
Non c'è da stappare bottiglie di champagne; c'è però la consapevolezza che un conto è fare i calcoli con una quota totalmente a carico della Regione, da coprirsi o con maggiori entrate o con riduzione di spesa (ma tornerò, sul tema della riduzione di spesa). È diverso se parliamo di 202 milioni e se parliamo di 109: è sempre una sfida importante e di questo dobbiamo avere la consapevolezza.
Ma l'effetto di questa norma di riduzione che entrerà in vigore a partire dal 2018 e per cui dico che anche il 2019, dal mio punto di vista è messo in sicurezza - e questa era la mia preoccupazione più forte e quella del Presidente Chiamparino, perché il 2019 è l'anno dell'interruzione della legislatura regionale e volevamo evitare, chiunque vincesse le prossime elezioni regionali, di ritrovarci con una Giunta uscente che legittimamente presenta un bilancio tecnico e con una Giunta e un'Amministrazione regionale subentrante che a metà anno si trova a dover coprire 202 milioni di euro (o 109), perché è difficile affrontare questo percorso a metà legislatura - mi mette nelle condizioni di dire oggi che con i 193 milioni di euro dell'avanzo vincolato che ancora non abbiamo usato nel 2017, siamo in grado di coprire la quota di disavanzo del 2018 più 83.395.340 euro (su 109) della quota di disavanzo di competenza del 2019. In questo modo, quindi, è possibile mettere nelle condizioni la nuova Amministrazione regionale - chiunque essa sia - di non trovarsi come primo problema su cui sbattere la testa quello di chiedersi come coprire i 109 milioni di euro di quella quota.
Se posso dire, io sono personalmente convinto che da qui al 2019 noi saremo nelle condizioni di poter incrementare ulteriormente questa quota accantonata, per cui io sono certo che non ci sarà neanche il problema di recuperare sul 2019 109 milioni rispetto a 83, ma saremo in grado di consegnare un avanzo vincolato capace di garantire su tutta l'annualità del 2019 la copertura del disavanzo.
Poi è chiaro che dal 2020 si porrà un problema. Ma il paragone è quello con gli anni scorsi in cui, quando discutevamo di legge di bilancio o di assestamento di bilancio, il primo anno io ero in grado di garantire le condizioni per il 2015; alla fine del 2015 avevamo creato le condizioni per garantire il 2016; e alla fine del 2016 avevamo creato le condizioni per garantire il 2017 e il 2018. Quindi c'è ancora molto lavoro da fare: è una fatica importante. Credo però che ci vada dato atto, come primo elemento del lavoro che il Presidente ha voluto e che il sottoscritto ha cercato di portare avanti con oneri pesanti in capo alla Giunta regionale, alla maggioranza e all'intero Consiglio regionale, di non aver mai pensato di affrontare un problema scaricandolo sul futuro del Piemonte. Su questo vorrei essere chiaro. Credo che si tratti di uno degli atteggiamenti più responsabili che - non dico in Piemonte, ma oserei dire in Italia difficilmente si sono visti nel corso degli anni: quello di pensare a quali conseguenze possano determinare sui prossimi anni un'azione o una decisione di oggi.
Rimane ancora un problema grosso che stiamo cercando di affrontare che posso garantire complicato e difficile (molto complicato e difficile) ma sul quale voglio lavorare nel corso di tutto il 2018: quello di tentare un'operazione di rinegoziazione dei bond obbligazionari con sottostanti derivati. Sarà complicato, lo dico. Ma se posso metterci tutte le energie a disposizione, questa è l'ultima operazione che voglio tentare di fare da Assessore al bilancio. Altrimenti, infatti, l'effetto dello spostamento in là di vent'anni - o di diluizione in vent'anni - della quota di copertura del disavanzo a un certo punto rischia di incrociarsi con il periodo nel quale l'accantonamento dei bond obbligazionari con i derivati diventa troppo impegnativo. L'obiettivo verso cui stiamo cercando di lavorare è quello di immaginare una ristrutturazione delle operazioni che contempli anche come possibilità quella di un allungamento temporale del debito, ma che riporti le rate a quote costanti sul piano degli accantonamenti annuali. Si tratta di un tentativo di lavoro. Non ho oggi le certezze: abbiamo cominciato a lavorarci. Ci stiamo dedicando con molto impegno e con molta attenzione.
Questa è la prima questione che volevo mettere in chiaro, mettendo comunque in evidenza un elemento che mi sembra anche doverosamente importante sottolineare. In questi tre anni noi comunque abbiamo coperto 700 milioni di euro del disavanzo che è stato evidenziato sui bilanci della Regione.
Vengo alla seconda questione. Però io vorrei anche cercare, in pochissimi minuti, di sfatare un'immagine che pure capisco possa essere rappresentata rispetto a questa legislatura regionale: quella di una legislatura di rigore, di una legislatura un po' ragionieristica che cerca di fare i conti con la difficile situazione della Regione ma che non dà un respiro sul Piemonte.
Beh, io credo che questo non sia vero in assoluto, perché il futuro di qualunque politica, in Piemonte, passa attraverso la condizione di aver messo i conti a posto.
In questo momento, non c'è possibilità di garantire futuro al Piemonte senza un'operazione che, costantemente e quotidianamente, faccia i conti con la realtà.
In questi tre anni siamo riusciti ad uscire dal Piano di rientro della sanità, ma è stato un lavoro impegnativo.
In questi tre anni - nel 2017, forse, più che negli altri - siamo riusciti ad alzare il livello della spesa per investimenti rispetto alla spesa corrente.
Come Assessore al bilancio continuo a pensare che la sfida dei prossimi anni sia quella di riuscire ad abbassare leggermente la spesa corrente e di alzare più significativamente la spesa per investimenti.
La norma a cui ho fatto riferimento prima, contenuta nella legge di bilancio, impone alle Regioni che utilizzeranno la possibilità di diluire il disavanzo finanziario in ulteriori vent'anni, l'impegno ad alzare del 2,5 già nel 2018, poi del 3 nel 2019, fino ad arrivare ad un 4.5 al 2025 la spesa per investimenti: è una scommessa che ho accettato, perch totalmente confacente e coerente con gli obiettivi di una politica di bilancio che credo possa fare bene al Piemonte.
Nel 2017 abbiamo alzato la spesa per investimenti - legge n. 6 - ma all'interno dell'assestamento di bilancio trova anche concretizzazione l'operazione relativamente alle risorse (poche o tante, ma significative) legate ad un progetto di sviluppo del turismo montano all'interno della nostra Regione: parliamo di 24.500.000 euro.
All'interno di tutta una serie di altri strumenti cerchiamo di dare anche una risposta a quelle che sono le domande che il Consiglio regionale come espressione della comunità piemontese, pone, legittimamente, come interventi prioritari.
Nelle ultime settimane - spero che la trattativa con il Governo si concluda in questi giorni - abbiamo chiesto e ottenuto che l'importo residuo di 40 milioni di euro sul Fondo Sviluppo Coesione Sociale sia destinato ad un unico asse di intervento con due filoni ben precisi: il primo è quello della pulizia degli alvei dei fiumi e dei torrenti di competenza regionale (questa mattina negli interventi è stata evidenziata la vicenda del Tanaro, rappresentata ieri dal Comitato degli alluvionati di Alessandria, ma credo che l'Assessore Balocco, che ha chiesto uno stanziamento in questa direzione, possa dire che è un'emergenza che avvertiamo in tutta la realtà piemontese, o in gran parte di essa); l'altro filone su cui possono essere distribuiti questi 40 milioni di euro (spero che siano ripartiti con una logica di programmazione, che possa coinvolgere ne sono sicuro - il Consiglio regionale anche solo a livello di confronto all'interno della Commissione), riguarda un intervento straordinario sulle aree fortemente danneggiate dagli incendi boschivi che hanno caratterizzato le settimane scorse un pezzo significativo del territorio piemontese.
La settimana scorsa il Consiglio regionale si è impegnato su questo tema: se lasciassimo quel territorio e quelle montagne nelle condizioni in cui il fuoco le ha definite e determinate, determineremmo un potenziale pericolo di dissesto idrogeologico molto forte all'interno di un territorio significativo della realtà piemontese.
L'operazione straordinaria sugli investimenti turistici sulla neve nasce dal "rallestramento" di economie che sono fuori dal bilancio della Regione, ma che stiamo riportando nel suo interno, cercando di finalizzarle non in cento rivoli, ma in alcune politiche che abbiano la capacità di determinare benefici strutturali. Perché con 24 milioni e mezzo sul sistema montano - se non si fanno stupidaggini - si possono fare degli investimenti in grado di aiutare aree significative della montagna piemontese. Con 40 milioni di euro certo non mettiamo a posto tutti i fiumi (la situazione del materiale depositato) o tutte le parti danneggiate, ma possiamo incominciare a fare politiche corrette di prevenzione o di ripristino ambientale, che hanno comunque grande importanza.
Vi è una terza questione che possiamo rinvenire all'interno dell'assestamento di bilancio: è una scelta che abbiamo definito e determinato perché c'era il dovere, per la comunità piemontese, di poter utilizzare risorse statali che, dopo anni di assenza su questi temi rimettevano in gioco politiche significative sull'infanzia e sullo 0-3 anni (riguarda l'Assessora Pentenero, se non erro).
Nei primi tre anni di quest'Amministrazione, ma anche nei quattro anni dell'Amministrazione precedente, si era persa questa politica all'interno del Piemonte. Ritornare a reinvestire sul tema delle politiche per l'infanzia è un elemento importante. Noi la consideriamo una scelta politica apprezzabile. Perché nella gestione delle politiche di bilancio non abbiamo potuto e dovuto utilizzare atteggiamenti ragionieristici.
Abbiamo dovuto fare scelte. Per cui hanno totalmente ragione tutti i Consiglieri regionali che questa mattina, intervenendo nel dibattito generale, hanno detto che ci vorrebbero più risorse sul diritto allo studio, che ci vorrebbero più risorse sulla cultura, che ci vorrebbero più risorse sulle politiche per la famiglia, che ci vorrebbero più risorse su "n" elementi su cui è costruito anche il bilancio della Regione.
Non ci sono queste risorse, e allora il tema e la discussione che ancora una volta dovrebbe impegnare il Consiglio regionale è: le scelte che questa Giunta e questa maggioranza propongono sono scelte giuste o sbagliate? E ci sono, in alternativa, scelte migliori di quelle che sono in esse contenute? E riusciamo su queste politiche a costruire elementi di rapporto con le istituzioni piemontesi, capaci tutti assieme di poter costruire effetti positivi e bonifici? Io sono molto d'accordo con le considerazioni che stamattina ha fatto la Consigliera Frediani, quando ragionava di una cultura come fattore di crescita e di investimento sul sistema economico piemontese. Mi piacerebbe che questi ragionamenti li facessero anche tutte le altre istituzioni locali del Piemonte, e non fossero rivolti solamente alla Regione Piemonte: sarebbe sicuramente più efficace o perlomeno, in un rapporto di leale collaborazione tra le istituzioni, potremmo rendere meno pesanti le conseguenze delle difficoltà che ciascuno di noi ha nel gestire il proprio bilancio e le proprie politiche di bilancio.
Ultima questione: il tema della riduzione della spesa e della capacità di spesa della Regione, l'eliminazione degli sprechi. Guardate, al mese di gennaio, subito dopo che diventa norma quello che vi ho detto nella legge di bilancio, noi presenteremo una delibera, che a questo punto sarà fortemente aggiornata, sulle coperture dei due disavanzi; lo potremo fare solamente a gennaio, il giorno dopo in cui sarà entrata in vigore la norma contenuta all'interno della legge di bilancio. Quella sarà anche l'occasione per dar conto sostanzialmente del fatto che comunque riduzioni di spesa ne abbiamo fatte elevate sul personale, sulla gestione degli immobili, sulla gestione degli affitti, sulla riorganizzazione del sistema esterno alla Regione Piemonte, sul tema delle partecipate. Nella relazione che ha rilevato la stessa Corte dei Conti sul giudizio di parifica dell'anno scorso, questi elementi vengono fuori; vengono fuori ben sapendo che ci sono alcune scelte sulla razionalizzazione di spesa che possono avere un effetto immediato e ci sono alcune scelte che, invece, gli effettivi li produrranno distanza del medio periodo.
Sul tema del personale, è chiaro che in questo momento la spesa è risalita perché c'è stato l'assorbimento dei 784 dipendenti ex provinciali ma al netto di questo inserimento dei 784 dipendenti ex provinciali la spesa sul personale è crollata all'interno della Regione Piemonte. Poi abbiamo un dato che anch'esso ci dovrebbe fare riflettere: sulle retribuzioni ordinarie, abbiamo un'incidenza del costo del personale sul bilancio della Regione decisamente virtuosa, oggi, rispetto a tutte le altre Regioni d'Italia; sul salario accessorio, siamo tra le Regioni più care, che ha più incidenza di questa voce di costo all'interno del bilancio della Regione rispetto a molte altre Regioni d'Italia (quasi tutte). Ma su questo a gennaio, quando obbligatoriamente presenteremo questa delibera per utilizzare i 20 anni di copertura, sarà anche un modo, un luogo e un'occasione per riflettere sulle cose che sono state fatte.
Io non credo che ci siano ancora molti sprechi in questa Regione, ma se ci fossero indicatemeli tranquillamente e sarà mia profonda attenzione e cura doverle affrontare e sistemare.
Quindi questo è il quadro che viene fuori, con un assestamento di bilancio che fa i conti anche con i tagli statali che ci sono stati in questo 2017. Scusatemi, ma noi copriamo 14 milioni di euro di minori trasferimenti del fondo nazionale dei trasporti sul 2017; ma noi copriamo 4 milioni di euro di minori trasferimenti sul diritto allo studio universitario e poi ci mettiamo altri 4 milioni di euro, perché è cresciuto il numero della popolazione universitaria all'interno dell'Università piemontese e quindi è cresciuto il numero degli aventi diritto alle borse di studio universitarie (sono altri 8 milioni di euro). Cambiano Nella mia prima legislatura in Consiglio regionale, con l'assestamento di bilancio si spostavano tra i 150 e i 250 milioni di euro. Pichetto e Vignale, lo ricordi anche voi. Oggi, quando si riescono a spostare 20 o 30 milioni di euro è già un'impresa. In questa situazione, facendo molta attenzione alle cose e alle scelte delle priorità abbiamo colmato, con questo assestamento di bilancio, anche i trasferimenti dello Stato, perch è giusto che la Regione protesti nei confronti dello Stato, ma sarebbe stato oltremodo complicato se il prezzo di questi meno 14 milioni di euro del fondo nazionale dei trasporti lo avessero pagato le imprese del trasporto pubblico piemontese e i cittadini piemontesi, che a questo punto avrebbero avuto minori diritti di utilizzo di questo servizio.
È il racconto di anni impegnativi di una condizione che non è risolta che impegnerà questa legislatura regionale e impegnerà anche la prossima legislatura regionale con molta attenzione e con molta capacità. Lo dicevo ieri al Presidente, quando affrontavamo purtroppo una serie di problemi rognosi: io sono molto invecchiato in questi tre anni e mezzo, e me lo sento; credo di avercela messa tutta e continuerò a mettercela tutta.



PRESIDENTE

Grazie, Vicepresidente Reschigna.
Sospendiamo l'articolo 1 e procediamo con l'articolo 2.
Non essendoci richieste di intervento, procediamo con la votazione.
Indìco la votazione palese sull'articolo 2.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 3 Ha chiesto di intervenire la Consigliera Porchietto; ne ha facoltà.



PORCHIETTO Claudia

Grazie, Presidente.
Colgo l'occasione della dichiarazione di voto sull'articolo 3 perch giustamente, dopo la replica del Vicepresidente Reschigna non si pu controreplicare, però ci tenevamo a fare due passaggi.
Il primo è di riconoscere con vero piacere un lavoro che il Vicepresidente Reschigna ha fatto.
Non so se ho colto soltanto io un momento di emozione del Vicepresidente quando ha detto che in questi anni è un po' invecchiato.
Vicepresidente, noi le riconosciamo - e lei lo sa perché lo abbiamo sempre detto - un grande lavoro fatto. Di questo la ringraziamo, perché non è sempre scontato che nel momento in cui si devono affrontare, non soltanto problemi a livello regionale, lo si sappia fare sempre con una correttezza anche nei confronti di coloro che in quel frangente rappresentano, non la maggioranza, ma l'opposizione.
Proprio per questo motivo, Vicepresidente, ci tenevo a sottolineare solo due passaggi.
Noi abbiamo chiarezza di quanto non è terminata la fase di ristrutturazione, possiamo definirla così, del complesso regionale, che passa anche da una ristrutturazione a livello nazionale di quelle che sono le competenze. Non da ultimo, come diceva lei prima, trovarsi comunque a dover assorbire in corso d'opera un numero così significativo di collaboratori dalle Province. E' chiaro che tutto ciò modificherà notevolmente quelle che sono le proiezioni, però ci sono due aspetti che vanno tenuti in considerazione, anche in funzione di quello che sarà un fine legislatura non facile, dal punto di vista dei numeri.
Innanzitutto, Vicepresidente, il tema dei derivati.
Le chiediamo di essere coinvolti su questa partita perché è una partita delicatissima. La conosciamo tutti, non torniamo su quanto è accaduto precedentemente, ma sappiamo quanto ha influenzato le sorti del bilancio regionale negli ultimi otto o nove anni.
Il secondo aspetto riguarda il tema delle competenze della pubblica amministrazione e dei funzionari pubblici.
Lei ha fatto giustamente presente come sono stati contenuti i costi però mi permetto di sottolineare a questo Consiglio regionale che noi abbiamo necessità di nuove risorse nel personale, con competenze diverse rispetto a quelle, sicuramente encomiabili, che hanno i collaboratori attuali, ma che in alcuni casi sono carenti su certe funzioni. Non possiamo immaginare di togliere la Regione da quest'impasse se non abbiamo le competenze all'interno degli Assessorati o del Consiglio regionale.
Non da ultimo, proprio perché sta facendo un ragionamento di incrementare il più possibile - e completo molto velocemente -quello che è il tema degli investimenti, sostituendo spesa corrente con gli investimenti, mi permetto di sottolineare come, ad oggi, noi riteniamo che gli unici fondi che in questo momento sono disponibili per creare strategie e prospettive non siano utilizzati completamente come andrebbero utilizzati, vale a dire per fare un programma strategico sulla Regione (e parlo dei tre fondi europei).
Invitiamo la Giunta a fare un ragionamento coinvolgendo anche le Commissioni, ma non partendo dal principio che ciò che l'opposizione presenta sia assolutamente da scartare. L'abbiamo vissuto in questi ultimi mesi su dei passaggi significativi che sono anche interesse nostro che si risolvano. Non torno sul piano paesaggistico regionale o sui fondi europei però credo che questa fine legislatura - mi permetta di definirla così perché comunque un anno e mezzo passa in fretta - deve essere un segnale per il Piemonte, in cui lavoriamo affinché i fondi europei siano utilizzati, non nell'ordinario modo in cui l'abbiamo utilizzati fino ad oggi, ma per dare finalmente una prospettiva di investimento sulla Regione Piemonte, diversa da quella dell'emergenza che - ahimè - abbiamo dovuto adottare fino ad oggi.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Porchietto.
La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Per motivare il mio voto contrario, come è avvenuto sull'articolo 2 e fino all'articolo 7. Non tanto rispetto al merito, perché sono articoli che in qualche modo - fotografano la situazione del bilancio regionale e non sono discrezionali, salvo che qualcuno potrebbe fare qualche valutazione ma per un aspetto di coerenza. Noi avevamo votato contro il bilancio della Regione Piemonte, presentato dalla Giunta regionale. Questi articoli sono strettamente connessi, essendo il documento dell'assestamento di bilancio ad atti che abbiamo avversato precedentemente.
Per questo motivo il voto è contrario.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Gancia.



GANCIA Gianna

Votiamo in modo negativo, pur conoscendo - l'abbiamo già detto in modo esplicito, questa mattina - il lavoro svolto dal Vicepresidente Reschigna al quale chiediamo però di tenerci assolutamente informati sulla situazione dei derivati, quindi sulla contrattazione di quel miliardo e otto milioni che ci ha ipotecato oggettivamente il futuro.
Vorremmo sottolineare come questa problematica sia stata, da questi microfoni, subito a lei posta, con la conseguente soluzione, però, già nel 2014, appena arrivati qua, in merito a una trattativa sui derivati.
Chiederemmo poi anche di essere un po' più coraggiosi per quel che riguarda la spesa pubblica, eventualmente anche tagliando alcune situazioni. Lei parlava dell'EDISU: io, a titolo personale, le dico che anche in questo Paese - come in altri Paesi - devono essere portati avanti i più meritevoli. Non tutti devono necessariamente avere una laurea.
Secondo me, sarebbero addirittura da rivedere i punteggi per quel che riguarda l'EDISU, perché quasi 10 milioni di euro sono veramente una cifra importante per la Regione Piemonte. Sono il 10% della rata che dovremo pagare eventualmente nel 2019, quindi un pensiero lo farei.
Visto che ha fatto trenta, faccia anche trentuno!



PRESIDENTE

Non essendoci altri interventi, indìco la votazione palese sull'articolo 3.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 4 Indìco la votazione palese sull'articolo 4.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 5 Indìco la votazione palese sull'articolo 5.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 6 Indìco la votazione palese sull'articolo 6.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 7 Emendamento rubricato n. 212), presentato dalla Giunta regionale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Vicepresidente Reschigna per l'illustrazione.



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale

E' un articolo che, rispetto al testo originario, incrementa di ulteriori tre capitoli l'elenco dei capitoli di spesa obbligatoria. Voglio spiegare la ratio di questo.
Il primo riguarda il capitolo inerente i contributi della Regione ai volontari dell'antincendio boschivi. L'ha già detto il Presidente della Regione la settimana scorsa nella discussione in Consiglio regionale su questo tema. Il capitolo della spesa sugli elicotteri e un altro capitolo della Protezione civile lo abbiamo già come capitolo di spesa obbligatoria.
L'inserimento di quest'ulteriore capitolo come spesa obbligatoria è finalizzato all'accoglimento di una sollecitazione molto ampia del Consiglio regionale nella seduta della scorsa settimana, cioè di un intervento straordinario soprattutto sul rinnovo delle attrezzature utilizzate durante gli incendi delle settimane scorse.
Siccome è difficile la quantificazione in questo momento, l'istituzione di questo capito come spesa obbligatoria rende possibile alla Giunta il prelievo dal fondo di riserva con atto amministrativo e, quindi, la messa a disposizione delle risorse quando verrà quantificato il fabbisogno.
Gli altri due capitoli riguardano la questione del capitolo generale sulla cultura, mentre l'altro era un capitolo del Gabinetto dove erano allocate le risorse (1 milione 400 mila euro) per un'eventuale ricapitalizzazione della Fondazione Salone del Libro. Negli emendamenti sulla tabella questo milione 400 mila euro viene portato a fondo di riserva. Collochiamo questi due capitoli come capitolo di spesa obbligatoria per la semplice ragione che solo l'Assemblea dei soci fondatori del Salone del 16 novembre deciderà se fare una ricapitalizzazione della Fondazione, e quindi ripianare le perdite accertate in 1 milione 16 mila euro, oppure se trovare un altro modello gestionale che garantisca comunque la prosecuzione dell'attività di questa importante iniziativa culturale.
Aver spostato le risorse (il milione e 400 mila euro) sul fondo di riserva e aver collocato entrambi i capitoli in spesa obbligatoria consente, a seconda delle determinazioni che verranno assunte dall'Assemblea dei soci fondatori con atto amministrativo conseguentemente di avere gli strumenti per allocare correttamente le risorse necessarie.



PRESIDENTE

Grazie, Vicepresidente.
Ha chiesto la parola il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Prendiamo atto dell'inserimento di questi capitoli tra i capitoli aventi spese obbligatorie e, in particolar modo, il capitolo 185871 (quello dei volontari antincendi boschivi) mi sembra particolarmente condivisibile.
Restiamo, però, sul tema del dibattito dell'altra volta, magari oggi che discutiamo di bilancio con toni diversi, in quanto abbiamo presentato anche degli emendamenti che chiedono più risorse, quindi non solo l'impegno a garantire il pagamento fino a fine convenzione (1 milione di euro) al termine dell'anno.
Ci rendiamo conto che ci sono delle difficoltà anche nel riconoscimento e quindi nella rendicontazione di quelle che sono le richieste, perché, se non sbaglio, in base alla convenzione si deve fare entro inizio anno ovviamente - quindi, si chiude l'anno solare e si fa la rendicontazione ad inizio anno - per capire quelle che sono le esigenze puntuali e potrà dilungarsi nel 2018. Però consideriamo fondamentale approvare con un nostro emendamento o quello di qualche altro Gruppo consiliare che andrà a chiedere per il 2018 più risorse sullo stesso capitolo, più una piccola parte ancora nel 2017.
Crediamo che il numero di ore fatte nel corso delle ultime settimane in cui ci sono stati i picchi di incendi, e la necessità di rinnovo di parte del personale, anche di tipo DPI (dispositivi di protezione individuali) abbia una cubatura che sfori rispetto al milione di euro.
E' ovvio che abbiamo fatto una stima a grandissime linee, perché noi come Gruppo consiliare abbiamo molte meno possibilità di stima rispetto a quelle che ha l'Assessorato, ma crediamo che serva anche un incremento a cavallo tra 2017 e 2018.
Sugli altri tre temi, il primo dei quali riguarda il finanziamento del Salone del libro, ovviamente lo riteniamo oggetto di discussione come valutazione e riteniamo comunque importante metterlo lì per quanto riguarda la possibilità di avere le mani libere entro fine anno.
Volevamo, invece, delle specifiche in più rispetto agli altri due temi perché mi sembra di aver letto che uno riguarda i Sacri Monti (169972) e quindi volevamo comprendere se ci sono degli interventi necessari per garantire che la spesa sia effettivamente stanziata totalmente in quest'anno.
Sull'ultimo capitolo forse mi sono distratto un momento mentre guardavo sullo schermo i vari dati dei capitoli; è il 295532 che era "Azioni o quote in partecipazioni da parte della Regione Piemonte". Volevo sapere a che cosa si riferiva, se era generale o se c'era qualcosa di specifico. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Bono.
Ha chiesto la parola il Consigliere Valle; ne ha facoltà.



VALLE Daniele

Grazie, Presidente.
Solo una domanda per essere sicuro di avere compreso correttamente.
Rispetto a questo emendamento, in particolare sul legame con le scelte rispetto alla Fondazione per il libro, volevo sapere se questo lascia impregiudicata, da parte della Regione, la possibilità di optare tanto per la ricapitalizzazione quanto per la liquidazione e quindi nella prossima settimana o in quelle che verranno. Perfetto, grazie!



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Valle.
Ha chiesto la parola la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Ovviamente mi associo a quanto detto dal collega Bono per quello che riguarda il capitolo destinato ai fondi per gli AIB, ma chiederei una particolare attenzione anche per i fondi destinati ai corsi di formazione.
Mi risulta, dopo aver interagito in questo periodo con alcuni volontari, che tra i vari problemi che hanno i volontari c'è proprio quello relativo ai corsi di formazione. Per intervenire sul campo sono necessari diversi livelli di formazione e certificazione; pare che i corsi siano piuttosto costosi e che, al momento, manchino risorse. Oltre all'attrezzatura, oltre al fatto di capire quali siano i dispositivi di protezione, piuttosto che i mezzi che devono essere allestiti, anche attenzione particolare alla formazione perché so che è un problema particolarmente sentito e che, in queste giornate successive all'emergenza chiaramente durante l'emergenza non abbiamo disturbato le persone che si stavano adoperando per spegnere gli incendi - ma nei giorni successivi abbiamo rilevato alcune esigenze, questa per l'appunto era una di quelle.
Esigenze che, tra l'altro, mi piace ricordare in quest'Aula, abbiamo raccolto in vista della nostra restituzione dell'eccedenza di stipendio proprio per portare anche all'attenzione della Giunta un tema che ci sta particolarmente a cuore, non solo in questo periodo ma, come abbiamo dimostrato in questi anni di attività in Consiglio, è un tema sul quale siamo sempre piuttosto attenti e attivi quello della difesa del territorio.
Rispetto, invece, alla Fondazione del Libro vorrei solo approfittare di questo piccolo spazio per chiedere che ci sia, non so se in Consiglio o in Commissione, un confronto anche con il Consiglio regionale. E' vero che le decisioni poi vengono prese in seno al Consiglio dei soci, ma è anche vero che sarebbe opportuno, su certe scelte che impattano in modo così pesante sul bilancio del Consiglio della Regione, un confronto anche con le opposizioni.
Rispetto al destino della Fondazione del Libro ci piacerebbe che si avviasse un dibattito, se non direttamente in Consiglio, perlomeno nella Commissione competente. L'abbiamo fatto anche rispetto ad altre partecipate, altri soggetti all'interno dei quali è presente la Regione, ci sembra giusto farlo anche rispetto a questo che riteniamo essere un organismo assolutamente importante per la cultura, non solo di Torino ma di tutto il Piemonte.



PRESIDENTE

Non essendoci altre richieste di intervento, do la parola al Vicepresidente Reschigna per la replica.



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente Giunta regionale

Non è presente in Aula l'Assessora Parigi, ma sul confronto in Commissione e sul futuro del Salone del Libro credo che non ci sia nessuna difficoltà, da parte l'Assessora Parigi, a discutere e confrontarsi all'interno della Commissione.
Ribadisco la logica dell'istituzione di questi due capitoli per lasciare aperte entrambe le strade.
Nel disegno di legge che è arrivato in Aula, avevamo un milione e quattrocento mila euro collocato su quel capitolo delle partecipate, a cui faceva riferimento il Consigliere Bono. Questo milione e quattrocento mila euro, con un emendamento che abbiamo depositato, verrà portato a fondo di riserva. L'istituzione, come spesa obbligatoria, di quel capitolo sulle partecipate e di un capitolo sulla cultura renderà possibile, una volta assunta una decisione in sede di assemblea dei soci fondatori, alla Giunta regionale, con provvedimento amministrativo, di spostare dal fondo di riserva al capitolo delle partecipate se si tratta di ricapitalizzazione della Fondazione, al capitolo della cultura se si tratta di sostegno economico a un nuovo soggetto che dovrà farsi carico dell'organizzazione del Salone del Libro nel 2018.
Questa è sostanzialmente la ratio e confermo, rispetto all'intervento del Consigliere Valle, che questa è stata un'operazione appositamente congegnata per lasciare aperte entrambe le possibili strade.
Quella dei Sacri Monti non è nulla di particolare. Era una richiesta della Direzione dell'Assessore alla Cultura che, come il capitolo delle spese di gestione delle aree protette è considerata spesa obbligatoria anche il capitolo dei Sacri Monti venga considerata spesa obbligatoria.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RUFFINO



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 212).
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 7 Indìco la votazione palese sull'articolo, come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 8 Indìco la votazione palese sull'articolo 8.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 9 Indìco la votazione palese sull'articolo 9.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 10 Emendamento rubricato n. 213) presentato dalla Giunta regionale.
La parola all'Assessore Ferrero per l'illustrazione.



FERRERO Giorgio, Assessore all'agricoltura

L'articolo 10, come avete visto, è l'articolo che fa da "protezione" e per un nuovo Fondo di garanzia insieme agli Istituti finanziari dell'Unione Europea. Quindi, faremo da volano con 5 milioni del nostro Piano di sviluppo rurale - che arriverà - aggiunto a quelli del Fondo europeo, a 30 milioni e quindi potremmo garantire per 60 milioni di investimento.
Con questo emendamento mettiamo soltanto un tetto a 1 milione alle spese che potrebbero verificarsi da questa operazione che, invece, ricadono sul nostro bilancio. Ci auguriamo siano invece molto più bassi.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
La parola al Consigliere Campo.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Non è che abbiamo granché in contrario a questo emendamento, l'unica cosa è che quando venne illustrato in Commissione l'intento di partecipare a questo Fondo multiregionale di garanzia venne detto che non se ne conoscevano ancora bene i dettagli, per cui ce lo ritroviamo adesso, un po' volante, come emendamento in Aula. Sarebbe utile che qualcuno ci illustrasse un po' meglio come funzionerà, quali saranno le nostre responsabilità, oltre al nostro apporto economico al Fondo.
Ho provato a investigare nelle Regioni in cui sono leggermente più avanti, dove hanno già sottoscritto la partecipazione, e comunque coinvolge un'ampia platea di realtà di Fondi di investimento, anche stranieri, per cui vorremmo ben capire quali saranno le implicazioni per le finanze regionali nel partecipare a un Fondo di garanzia di questo genere, in particolare, dal punto di vista degli obblighi di eventuali ritorni di investimento per le realtà esterne.



PRESIDENTE

Grazie, collega Campo.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 213).
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 10, così come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 11 Emendamento rubricato n. 214) presentato dalla Giunta regionale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 214.1) presentato dalla Giunta regionale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Vicepresidente Reschigna, per l'illustrazione congiunta dei due emendamenti.



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale

Grazie, Presidente.
L'emendamento n. 214) interviene al comma 1°, dove le parole "è istituito il Fondo per il potenziamento" sono sostituite dal seguente periodo: "con decorrenza dell'esercizio 2018 del bilancio di previsione 2017-2019 è istituito nella missione 20, programma 2023 il Fondo per il potenziamento".
L'emendamento 214-1, di fatto, è lo sdoppiamento in due di un unico emendamento, prevede l'aggiunta, dopo il 3° comma del comma che prevede il prelievo di somme dei Fondi, di cui al 1° comma, si provvede mediante provvedimento amministrativo.
Colgo l'occasione per dire e per informare il Consiglio regionale che anche se è partita un po' in ritardo, anche quest'anno il recupero dell'evasione sul bollo auto sta procedendo con risultati positivi e mi permetterò anche, non appena siamo fuori dalla discussione sull'assestamento di bilancio, magari, di organizzare un momento di confronto in I Commissione, anche invitando il Presidente di Soris, il signor Bombonato, perché considero positivo il lavoro che Soris sta facendo, anche con risultati importanti, sulla riscossione coattiva precedentemente affidata a Jack e ad Equitalia, sul bollo auto.
La partecipazione che abbiamo assunto l'anno scorso della Regione con l'ingresso in Soris sta confermando l'importanza e la validità e io credo che gli attuali soci siano entrambi impegnati, perché possa essere ulteriormente esteso l'ambito di partecipazione da parte dei Comuni più importanti al capitale e ai servizi di Soris, perché può diventare veramente uno strumento di lotta all'evasione efficace.



PRESIDENTE

Grazie, Vicepresidente.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 214).
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 214.1).
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'art. 11, così come modificato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 12 Ha chiesto la parola il Consigliere Campo; ne ha facoltà.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
È interessante trovare un articolo specifico per una strada provinciale. Mi preme sottolineare - e infatti c'è un mio emendamento che istituisce un articolo aggiuntivo - la situazione, visto che stiamo parlando di questo, delle strade provinciali nella nostra Regione, per la quale già nelle precedenti sedute di bilancio di varia natura ho presentato emendamenti, sia di tipo generale che di tipo particolare, per dare un po' di risorse e sbloccare i contesti più critici che si vengono a trovare in Piemonte. Parlo, qui in particolare, come rappresentante di una delle Province con una rete di strade provinciali particolarmente estesa (circa 3.500 chilometri in Provincia di Cuneo) e con una situazione di degrado progressivo che pare difficile da affrontare, date le esigue risorse a disposizione dell'Ente Provincia.
Sotto questo profilo, quindi, da un certo punto di vista sono contento di vedere che comincia a esserci una certa attenzione per la viabilità.
Sottolineo però che sarebbe magari utile inserire un articolo o delle voci di bilancio che riguardino specificamente la risoluzione delle problematiche più significative sulle nostre strade provinciali. L'articolo aggiuntivo che propongo dopo va in questi termini, ma ci sono tali e tante situazioni di chiusura o di parziale riduzione della fruibilità della circolazione sulle nostre strade provinciali che richiederebbero interventi un pochino più strutturali.
Comunque voteremo a favore.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Campo.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Prendo la parola assolutamente in linea con quanto detto dal collega Campo. Ovviamente, quando si interviene su una strada provinciale noi siamo sempre contenti. Tra l'altro il tratto interessato - pur essendo molto distante da casa mia, l'ho conosciuto perché ci sono passato nel 2010 e poi anche in qualche anno successivo - ha subito in effetti proprio un evento franoso che ne ha impedito l'utilizzo, isolando sostanzialmente una parte della Valle Cannobina. L'intervento, quindi, è assolutamente urgente e necessario.
Ci poniamo solo una domanda sul perché, tra le tante urgenze presenti all'interno del territorio regionale, sia stata scelta questa, oppure solo questa (avanzo, cioè, una delle due domande): immagino ce ne siano anche altre. Sarebbe facile dire che il Vicepresidente Reschigna è di Verbania e quindi, anche se tra Verbania e la Valle Cannobina c'è un po' di distanza (non solo geografica, ma magari anche politica).



(Commenti fuori microfono del Vicepresidente Reschigna)



BONO Davide

Sì, sì, sì; ma, al di là di quello, anche se gli interventi sono piccoli, le persone che poi si spostano da una parte all'altra possono essere anche numerose.
A prescindere da queste considerazioni, però, si tratta di un intervento assolutamente necessario e richiesto. In zona, tra l'altro aveva la residenza un Consigliere molto conosciuto.



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale (fuori microfono)

Sì, proprio nel Comune isolato.



BONO Davide

Eh sì: Gurro.



PRESIDENTE

Bene, direi che possiamo chiudere questo dialogo.
Prego, continui, Consigliere Bono.



BONO Davide

Chiedo scusa, Presidente, ma mi distraggono e mi disturbano.
Vorremmo quindi solo capire, Vicepresidente Reschigna, essendo questa un'anticipazione rispetto a risorse dell'FSC, se ci sono all'interno del Fondo altri interventi di viabilità provinciale, magari anche piccoli come quello oggetto della richiesta del Consigliere Campo. Poi io ricordo che avevamo chiesto, in passato, una variante in un Comune piccolissimo della Provincia di Asti che ne ha bisogno in quanto i camion passano sulla strada principale e lì rischiano di portarsi letteralmente via i balconi delle case e di creare fratture e crepe nelle case stesse; il Comune è talmente piccolo che adesso - chiedo scusa - mi sono dimenticato il nome, che mi sovverrà poi successivamente.
Se dunque ci sono possibili altri interventi puntuali da poter inserire come anticipo per poi recuperare le risorse dall'FSC, penso sia cosa buona e giusta realizzarne almeno uno per provincia.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Bono.
Ha chiesto di intervenire l'Assessore Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale

Al di là delle battute, credo doverosa una precisazione. L'articolo parla di anticipazione: non sono soldi che vengono stanziati.
Il problema è questo: sul programma FSC che investe il Piemonte ci sono 45 milioni di euro già approvati dal CIPE che riguardano interventi sulle strade provinciali. L'Assessore Balocco ha definito con le Province e con la Città metropolitana il fatto che, su richiesta del Governo, 8 milioni di questi 45 vadano a finanziare interventi, sempre su strade provinciali della precedente programmazione. E questo riguarderà, in modo particolare le Provincie di Cuneo e di Vercelli, che hanno individuato pure gli interventi.
Per le altre risorse - circa 37 milioni di euro - le sette province piemontesi e la Città metropolitana hanno definito un'intesa tra loro recepita, peraltro, dall'assessore Balocco - sull'attribuzione in capo a ciascuna Provincia di risorse per investimenti sulle strade provinciali.
La Provincia del VCO, che ha avuto un'assegnazione di 2 milioni e rotti di euro all'interno di questo riparto, vista la drammatica situazione dalla strada provinciale della Valle Cannobina, ha richiesto un'anticipazione sul 2017; nel 2018 queste risorse verranno restituite alla Regione, perché sarà uno dei due interventi che la Provincia del VCO ha deciso di finanziare all'interno del riparto dei 45 milioni (lo dico per doverosa chiarezza, nel senso che non vengono stanziate risorse di alcun tipo).
Circa l'emendamento presentato dal Consigliere Campo, io non escludono tale possibilità, nel senso che l'abbiamo fatto anche in altre circostanze (laddove ci sono elementi di gravità non scarto questa ipotesi). Però in assestamento non ho la copertura, per cui lo possiamo vedere in legge di bilancio.
Come ho detto, in assestamento quella missione e quel programma hanno già le risorse totalmente impegnate. Tuttavia, sono rapporti tra istituzioni che cerchiamo di affrontare senza privilegi e senza favoritismi nei confronti di nessuno, con l'unico obiettivo di trovare le soluzioni ai problemi.



PRESIDENTE

Grazie, Vicepresidente Reschigna.
Indìco la votazione palese sull'articolo 12, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 12 bis Emendamento rubricato n. 228) presentato da Campo, Bertola, Frediani, Bono Andrissi, Valetti e Mighetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Campo, per l'illustrazione.



CAMPO Mauro

Lo ritiro, tanto me lo boccia.
Vorrei solo sottolineare che la strada provinciale di cui parlavo è chiusa da quattro anni oramai! E non c'è neanche il progetto, perch rispetto a quello che era lo stanziamento iniziale, si era ipotizzato di fare tutt'altro tipo di opera.
Nel 2015 l'Assessore Valmaggia si impegnò a definire chiaramente la questione, ma non l'abbiamo ancora conclusa.
È un paese di cento abitanti, quindi addirittura meno della Valle Cannobina, per cui dal punto di vista elettorale non è certo fondamentale.
Però è proprio sintomatico di come stiamo "maltrattando" l'accessibilità dei nostri territori.
Chiederei veramente che possa essere almeno analizzata la questione e trovata una soluzione, per poi poter stanziare gli investimenti. Perch altrimenti, la Provincia non stanzierà neanche i soldi su quella strada!



PRESIDENTE

Il Consigliere Campo ritira l'emendamento rubricato n. 228).
ARTICOLO 13 Emendamento rubricato n. 223) presentato da Mighetti, Bertola, Frediani Bono, Andrissi, Valetti e Campo.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Mighetti, per l'illustrazione.



MIGHETTI Paolo

Grazie, Presidente.
Vado a memoria - penso di ricordarlo abbastanza bene - perché è un emendamento che abbiamo scritto stamattina e ne abbiamo già parlato nel corso della discussione generale.
Probabilmente, nel caso in cui la Giunta volesse accogliere l'istanza andrebbe modificato, in quanto ci sono.



(Brusìo in aula)



PRESIDENTE

Scusate, colleghi, ma c'è un po' di disordine in aula!



MIGHETTI Paolo

La ratio dell'emendamento è l'inserimento del concetto di "manutenzione del territorio" all'interno dello sviluppo montano, che si intende promuovere appunto con l'inserimento dell'articolo 13, attraverso la costituzione del Fondo per il finanziamento di progetti di sviluppo turistico dei territori montani. Noi proponiamo di aggiungere "e manutenzione dei territori montani", inserendo al comma 1 sia la manutenzione del territorio, che la sicurezza idrogeologica del territorio.
C'è una parte di finanziamento che - va da sé - diventa un fondo di garanzia per le imprese, e chiaramente non potrà essere utilizzato a questi scopi. Ma qualora venisserono stipulati degli accordi di programma con gli Enti locali interessati, giocoforza potrebbe entrare in campo questa ipotesi come discorso virtuoso di investimento sui territori, oltre allo sviluppo economico.
Come dicevo prima dell'interruzione, qualora la Giunta intendesse apporre queste modifiche, siamo chiaramente disposti a modificare l'emendamento, perché risulterebbe una totale riscrittura. Noi abbiamo visto che il Vicepresidente Reschigna ha proposto delle modifiche all'articolo prodotto in Commissione.
Dunque, il testo finale dell'emendamento da noi presentato si ridurrebbe, appunto, alla modifica della rubrica dell'articolo 13 e alla modifica del comma 1.



PRESIDENTE

Consigliere Mighetti, ha voglia di avvicinarsi così rivediamo l'emendamento con le integrazioni che desidera fare? Posso andare avanti con i successivi emendamenti? Il n. 218)e il n. 215) sono della Giunta. Quindi possiamo proseguire.
Emendamento rubricato n. 218) presentato dalla Giunta regionale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Assessore Reschigna, vuole illustrare l'emendamento n. 218)? Prego.



RESCHIGNA Aldo, Assessore al bilancio

Grazie, Presidente.
L'emendamento n. 218) modifica l'allegato B. L'allegato B è quello delle economie sui fondi giacenti presso Finpiemonte, utilizzate per il finanziamento dei 10 milioni di euro su economie presso Finpiemonte, che servono per la costituzione di questo fondo.



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 215) presentato dalla Giunta regionale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola all'Assessore Reschigna per l'illustrazione.



RESCHIGNA Aldo, Assessore al bilancio

Grazie, Presidente.
L'emendamento n. 215) è un mero emendamento di coordinamento, perché al comma 7, il testo che prevedeva "l'iscrizione delle somma di cui al comma 4" è sostituito con "l'iscrizione delle somme di cui ai commi 4 e 5".



PRESIDENTE

Perfetto. Allora, gli emendamenti sono stati illustrati; non vedo richieste di interventi, quindi passiamo. Assessore?



RESCHIGNA Aldo, Assessore al bilancio

Allora, io comprendo la ratio dell'emendamento n. 223) presentato dal Consigliere Mighetti, però la natura di questo fondo è una natura tesa a sostenere operazioni di rilancio turistico. Se su questo fondo ampliamo l'ambito di utilizzo delle risorse anche a interventi legittimi sul rischio idrogeologico, la conseguenza che può esservi è quella che disperdiamo le risorse in troppi interventi senza raggiungere i risultati che ci poniamo.
Pertanto, diamo parere negativo.



PRESIDENTE

Allora, siamo all'emendamento n. 223), sostitutivo soltanto del comma 1, come illustrato dal Consigliere Mighetti.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 223), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere negativo.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 218).
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 215).
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 13, così come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 13 bis Emendamento rubricato n. 219) presentato dalla Giunta regionale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola all'Assessore Reschigna per l'illustrazione.



RESCHIGNA Aldo, Assessore al bilancio

Grazie, Presidente.
Questo è un emendamento che rientra nella logica che ho cercato di illustrare anche nella replica sull'assestamento di bilancio: evitare che fondi di economie o fondi rotativi che sono stati restituiti e che non influenzano la ricapitalizzazione Finpiemonte si configurino come gestioni fuori bilancio. Conseguentemente, con quest'articolo sulla legge 4 esistono delle giacenze presso Finpiemonte che vengono reincamerate sul bilancio della Regione e lì assegnate a Finpiemonte per la costituzione di un fondo capace di sostenere nuovi investimenti. Questo sostanzialmente per evitare che la gestione di tali risorse avvenga in modo estraneo rispetto alle politiche di bilancio.
Già che ci sono, non c'era bisogno che fosse presentato un emendamento.
Siccome era un tema che era stato sollevato nel dibattito generale sulla programmazione del fondo relativo allo sviluppo montano, ci sarà un'informativa da parte dell'Assessore competente al momento in Commissione proprio per la spiegazione degli obiettivi e dei progetti che verranno sostenuti.



PRESIDENTE

Non ci sono Consiglieri che desiderano intervenire, passiamo quindi alla votazione.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 219).
Il Consiglio approva. (voto esteso al nuovo articolo) ARTICOLO 14 Indìco la votazione palese sull'articolo 14.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 14 bis Emendamento rubricato n. 220) presentato dalla Giunta regionale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola all'Assessore Valmaggia per l'illustrazione.



VALMAGGIA Alberto, Assessore allo sviluppo della montagna

Grazie, Presidente.
E' semplicemente una sistemazione dei cespiti di bilancio per sostenere le Comunità montane, come abbiamo già fatto lo scorso anno. Sono in fase di conclusione, quindi è semplicemente una riallocazione di risorse per questa finalità.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Campo; ne ha facoltà.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Questo emendamento dà l'opportunità di fare un ragionamento sull'estinzione delle Comunità montane, che si sta rivelando un processo quanto mai biblico.
Viene proprio da sottolineare il fatto che, mentre le Unioni di Comuni stentano a funzionare, e in tanti casi sono realtà fittizie, dall'altra parte stiamo andando a costruire un altro tipo di forma di associazione di Comuni, con quella che ho visto già illustrare negli ambiti ottimali per la gestione delle funzioni in modo associato, facendo un'ulteriore norma per le forme associate, per creare forme associative tra i Comuni.
Forse sarebbe opportuno - tra l'altro che si basa su uno studio dell'IRES che mi va a costruire questi ambiti - in molti casi su un impianto che è quello delle Comunità montane.
Forse verrebbe da fare un ragionamento più sostanzioso su quale sia l'assetto da dare a forme che mettano insieme i Comuni, affinché possano funzionare meglio nel contesto economico-finanziario, ma anche istituzionale attuale. Questo perché, sia dal punto di vista dei malfunzionamenti provinciali che hanno spesso scaricato sui Comuni (ad esempio la manutenzione di alcune strade provinciali, così come carenze nella manutenzione e vigilanza sul territorio) sia sui nuovi compiti che vengono costantemente affidati ai Sindaci, forse sarebbe utile dare un assetto istituzionale che non continui ad essere una stratificazione di modalità con il vecchio e con transizioni sempre verso qualcosa di diverso spesso mal funzionanti.
Sappiamo che le Unioni di Comuni non hanno funzionato. Era una legge nata male già in partenza; adesso c'è una legge nazionale sui piccoli Comuni che offre alcune opportunità, ma sarebbe da analizzare correttamente e, forse, sarebbe da fare un intervento un po' più complessivo rivedendo anche quello che non stiamo riuscendo ad estinguere.
Sotto questo profilo, quindi, il mio invito è di provare ad andare avanti su questa strada, però non sarebbe utile fare un ragionamento più complessivo, magari rivedendo il discorso sulle unioni di Comuni e creare un'unica realtà sovra comunale o di associazione di Enti intermedi (o di quello che volete), che sia effettivamente funzionale alle esigenze dei Comuni, sia in termini di rappresentanza politica e di peso nelle Assemblee decisionali sia dal punto di vista di un'efficienza gestionale che garantisca comunque l'autonomia e il presidio dei servizi in un territorio così peculiare come il nostro e con una popolazione così sparsa e diffusa? Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Campo.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Mighetti; ne ha facoltà.



MIGHETTI Paolo

Grazie, Presidente.
Essendo un argomento così annoso e così complicato da risolvere, trovo abbastanza fuori luogo la presentazione dell'emendamento fatta, perch illustrarlo in trenta secondi mi sembra veramente fuori luogo, ancorch questo tema non arriva mai in Commissione.
Diciamo che le questioni sulle Comunità montane ancora aperte sono tante e noi vorremmo capire quando la Regione Piemonte riuscirà a dirimere queste questioni, ancorché la Regione Piemonte continua a gestire finanziamenti diretti alle Comunità montane che sono sospese in un limbo un limbo che fa sì che vengano gestiti in maniera totalmente differente dalla normalità dei contributi regionali e comunitari.
Io faccio fatica a capire - oggi - cosa stiano facendo le Comunità montane non ancora chiuse e cosa stiano facendo le Unioni di Comuni, i Presidenti delle Unioni di Comuni che si devono sostituire alle Comunità montane quando devono gestire - ad esempio - i fondi dei PTI, i Programmi Territoriali Integrati che sono stati concepiti tanti anni fa (nel 2006) e sono ancora lì, con fondi diversi, a navigare sulle vecchie Comunità montane.
Io vorrei che si incominciasse a fare un po' di chiarezza su questo capitolo, perché chiarezza finora non ce n'è stata.
Due mesi fa ho avuto occasione di parlare con alcuni Sindaci dell'Acquese, che - loro stessi - come gestori di questi finanziamenti, non avevano assolutamente le idee chiare su cosa stesse succedendo.
Pertanto, forse è il caso di prestare un po' più attenzione, non solo agli scioglimenti delle Comunità montane, ma anche alle ultime questioni che le Comunità montane stanno gestendo con la Regione Piemonte.
In questo caso, penso che la Regione Piemonte sia stata leggermente, e un po' colpevolmente, assente. Pongo l'accento sul "colpevolmente" per darvi l'opportunità di mettere mano a queste situazioni e portarle a termine.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Valmaggia.



VALMAGGIA Alberto, Assessore allo sviluppo della montagna

Mi scuso se ho trattato il tema un po' frettolosamente, ma mi sembrava una variazione di bilancio molto tecnica, che ripete un'analoga variazione fatta nel 2016, con la legge regionale 24: una deroga per portare avanti le Comunità montane per le quali non è prevista la liquidazione a breve.
In Commissione potrò approfondire meglio, ma la situazione sostanzialmente è questa: delle 22 Comunità montane esistenti sul territorio piemontese, tre si sono trasformate subito in Unioni Montane e tre hanno completato la parte di liquidazione. Quindi, per sei l'iter si è già completato. Delle rimanenti 16, nove sono in fase di completamento entro l'anno - della liquidazione. La liquidazione è affidata non ai Sindaci, ma a un Commissario specificamente incaricato a provvedervi dalla Regione.
Rimangono sei Comunità montane per le quali, per situazioni normalmente endogene (problemi più complessi, debiti pregressi e altre questioni) non si può procedere rapidamente alla liquidazione.
Pertanto, questa variazione di bilancio serve ai Commissari liquidatori per gestire il Piano di riparto, per fare le ultime azioni gestionali minime. Stiamo parlando di 400 mila euro complessivi sul 2017, per fare queste operazioni.
Chiedo scusa se ho minimizzato, ma mi sembrava fosse un passaggio da un lato tecnico dall'altra una replica di quanto già approvato nel 2016.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 220).
Il Consiglio approva. (Il voto è esteso al nuovo articolo) ARTICOLO 14 ter Emendamento rubricato n. 229) presentato dalla Giunta regionale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Vicepresidente Reschigna.



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale

Chiediamo di sospendere l'emendamento, che verrà esaminato domani.
È un emendamento predisposto all'ultimo momento dalla Direzione e dall'Assessore Valmaggia, riguardante i contributi per i volontari che si assentano dal lavoro durante l'attività di Protezione Civile all'intero del Piemonte.
Per completezza, tra Giunta e Consiglio abbiamo stabilito che ogni emendamento deve avere una relazione tecnico-finanziaria, cosa che non contiene l'emendamento. Pertanto, domani mattina l'emendamento sarà completato con la relazione tecnico-finanziaria e, quindi, esaminato.
Per questo, chiediamo la sospensione.



PRESIDENTE

Pertanto, l'articolo 14 ter è sospeso.
ARTICOLO 15 Ha chiesto la parola la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Noi avremmo piacere di avere una spiegazione da parte dell'Assessora Pentenero, che ho visto e adesso non vedo più.



PRESIDENTE

Attendiamo l'Assessora per l'illustrazione dell'articolo 15.
La parola all'Assessora Pentenero.



PENTENERO Giovanna, Assessora al lavoro

Con l'articolo 15 si intendono iscrivere 2 milioni di euro per il sistema 0-3.
Come sapete, è stato approvato l'Accordo Stato-Regioni che prevede un cofinanziamento regionale.
Questo mi sembra un elemento assolutamente positivo, considerato il fatto che i capitoli che avevamo a disposizione sul sistema 0-3 portavano zero euro ormai dal 2010. Quindi, a fronte del riparto nazionale che, per il 2017, sarà di circa 15 milioni, abbiamo introdotto il cofinanziamento così come previsto appunto dal Decreto. Il prossimo anno, peraltro, il cofinanziamento dovrà essere aumentato fino al 40% dell'importo del finanziamento nazionale, ma questo sarà oggetto di ulteriore discussione.



PRESIDENTE

Grazie, Assessora.
Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale ; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Approfitto della dichiarazione di voto solo per rammentare un aspetto.
E' vero che in precedenza la Regione Piemonte aveva investito, anche in modo significativo, sulla realizzazione di nuove strutture per l'infanzia e oggi torniamo a farlo. Rammento che vi è un tema che è sfuggito negli investimenti del quinquennio 2005-2010, che furono per molti e molti milioni di euro - e che temo possa sfuggire anche in questa occasione anche se gli investimenti sono minori - e cioè far corrispondere un minor costo dei servizi da 0 a 3 anni per le famiglie da parte dei soggetti che beneficiano di un contributo regionale.
Certamente vi è un aspetto facilitante che è quello delle sezioni primavera, le quali, avendo un rapporto tra numero di bambini ed insegnanti inferiore rispetto ai nidi, hanno anche un costo inferiore. Il vero problema di questa Regione, al di là di quelli che sono i servizi definiti integrativi, che sono un aspetto della novità contenuta nella norma, e non solo regionale, non sono più le liste d'attesa nei nidi o non sono solo le liste di attesa nei nidi, ma è l'impossibilità di riuscire per moltissime famiglie a pagare una retta che supera i 400 euro al mese.
Per cui credo che sia un tema che dovremo affrontare e non lo dico in termini di contrapposizione, perché, come il Presidente Reschigna ricorda ne discutemmo molto e si introdusse il bonus bebè. Credo che sia importante introdurre, chiamatela come volete, una misura di sostegno alle famiglie per le spese che siano di babysitteraggio che siano di utilizzo di un asilo nido, di un centro di custodia oraria - anche se il nome non è proprio il massimo della vita, perché ricorda un po' i centri di custodia, che non sono proprio luoghi ameni per minori.
Al di là di questa battuta, credo che un ragionamento vada fatto, lo dico in particolar modo all'Assessore Ferrari, sulla possibilità delle famiglie di permettersi, ad esempio, di poter continuare a lavorare ed avere un'assistenza per i bimbi da zero a tre anni, che sono anche il momento in cui costano di più, e dovrebbe essere un tema che questa Regione affronta. Altrimenti avremmo tantissime nuove strutture che vanno certamente a ricalcare il modello francese, dimenticando che però nel modello francese c'è una parte consistente di sostegno per poter frequentare questi luoghi.
Credo che l'unica cosa che manchi è questo legame, cioè legare il fatto che si ottiene un beneficio ad una riduzione del costo.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Vignale.
Non essendoci altri interventi, indìco la votazione palese sull'articolo 15.
L'articolo 15 è approvato ARTICOLO 15 bis Emendamento rubricato n. 165) presentato da Porchietto, Berutti, Graglia Pichetto Fratin, Ruffino, Sozzani.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La Consigliera Porchietto lo dà per illustrato.
Ha chiesto di intervenire l'Assessore Ferrari; ne ha facoltà.



FERRARI Augusto, Assessore alle politiche sociali

Mi sembra doveroso dare conto della posizione della Giunta che esprime parere negativo su questo emendamento per una ragione che ha a che fare con la scelta che la Giunta ha fatto fin dall'inizio, cioè di utilizzare il fondo famiglia prevalentemente per rafforzare i servizi territoriali alle famiglie, attraverso il ripristino del finanziamento sui centri per le famiglie e per dare continuità, in questo caso sì, ai contributi soprattutto alle famiglie, che hanno intrapreso un percorso di adozione.
Questo a fronte del fatto che già a livello nazionale, soprattutto con l'attività dell'ex Ministro Costa, sono state collocate delle risorse in legge di bilancio, proprio per i bonus famiglia, cioè contributi in senso monetario alle famiglie secondo determinati requisiti. Non dimenticando anche il fatto che, soprattutto per le situazioni di maggiore fragilità e di maggiore vulnerabilità, il REI (reddito di inclusione) prevede proprio le donne in gravidanza o le donne sole con minori a carico, come destinatarie del contributo economico.
Mi pare che, da questo punto di vista, sia già in atto un certo tipo di orientamento. Noi abbiamo bisogno di rafforzare alcuni servizi sul territorio.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Ci lascia un po' perplessi il fatto che l'emendamento che ha come primo firmatario la collega Porchietto e altri autorevoli colleghi del centrodestra, non venga illustrato. Ci fa quindi dubitare del sostegno dei colleghi a quest'emendamento della Consigliera Porchietto che, grazie al mio intervento, avrà occasione di poter intervenire.
Condividiamo abbastanza il tema degli interventi sulla famiglia. In questi ultimi giorni lo dicono tutte le fonti giornalistiche, scientifiche e ministeriali che abbiamo un problema enorme di sforamento della sostenibilità del nostro sistema pensionistico. Abbiamo meno figli, quindi meno persone che poi si avviano, dopo corsi di studi, ad avere una professione e abbiamo anche meno giovani occupati. Ci sono queste due uguali esigenze e difficoltà. Intervenire oggi con dei bonus famiglia serve un domani, ma se risolviamo i problemi di occupazione. Se non li risolviamo, avremo solo tanti più giovani disoccupati. però Tuttavia cerchiamo di essere ottimisti e quindi un intervento oggi per favorire un po' le famiglie che hanno dei figli - famiglie coraggiose direi sicuramente è un intervento condivisibile.
Abbiamo delle difficoltà e delle perplessità sul limite del tetto ISEE.
La collega Porchietto inserisce un indicatore ISEE uguale o inferiore a 40 mila. Quaranta mila mi sembra un po' altino, ragion per cui non voteremo questo emendamento, a meno che non sia abbassato l'indicatore ISEE.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Porchietto; ne ha facoltà.



PORCHIETTO Claudia

Grazie, Presidente.
Ringrazio il collega Bono che, in questo slancio di altruismo, mi ha permesso di rientrare in Aula molto velocemente rispetto al tema del bonus famiglia. So che l'Assessore, nel frattempo, aveva dato probabilmente un parere non favorevole, mi dispiace - e chiedo scusa Assessore - se non ero presente in questo frangente. Ci tengo soltanto sottolineare che se la questione è legata, come ha già detto il collega Bono, ad un valore dell'indicatore ISEE, ne prendo atto ed, eventualmente, si può fare insieme una valutazione rispetto al fatto di rivedere o meno l'indicatore.
Sottolineo il fatto che stabilire come indicatore ISEE 40 mila euro, nasce anche dal fatto che oggi sappiamo benissimo quali sono i contenuti che portano gli indicatori ISEE ma, soprattutto, quali sono le situazioni delle famiglie che oggi hanno un reddito che, fino a qualche tempo fa, poteva essere ritenuto assolutamente congruo per una vita dignitosa, ma che oggi assolutamente non lo è più.
Sul tema del bonus famiglia io riprendo soltanto le parole che precedentemente ha usato il Vicepresidente Reschigna, quando ha sottolineato come nelle attività e nelle valutazioni strategiche fatte dalla Giunta rispetto al mandato da portare a compimento nel prossimo anno e mezzo, il tema dell'attenzione all'infanzia e alle politiche familiari doveva essere uno dei temi dirimenti del prossimo mandato. Credo che il bonus famiglia non possa che rientrare all'interno di queste che sono le manifestazioni già esplicitate dalla Giunta.
Assessore le chiedo solo una gentilezza e le chiedo scusa se sono entrata in Aula dopo, ma il tema bonus famiglia era proprio il motivo per cui ero uscita dall'Aula. Vorrei soltanto chiedere se, eventualmente modificando alcune parti di quest'emendamento.
Prendo atto del parere negativo della Giunta; chiaramente non sono d'accordo, ma, comunque, ne prendo atto.



PRESIDENTE

Grazie, collega Porchietto.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 165), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
ARTICOLO 15 ter Emendamento rubricato n. 166) presentato da Porchietto, Berutti, Graglia Pichetto Fratin, Ruffino, Sozzani.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola alla Consigliera Porchietto, per l'illustrazione.



PORCHIETTO Claudia

Grazie, Presidente.
Riprendo, anche se il tema è un po' diverso rispetto a quello del bonus famiglia, ma rientra sempre nelle politiche familiari, vale a dire quello di chiedere alla Giunta di prendere atto della possibilità di erogare dei contributi per l'assunzione di un assistente familiare o personale.
Noi abbiamo dei contributi per l'assunzione, per la messa in regola dell'assistente familiare e sappiamo che comunque questo è ammesso nel rispetto delle normative legate alle materie in tema di lavoro subordinato.
Chiederemo che la Giunta, stabilendo le modalità per l'erogazione dei contributi, di cui a questo articolo, possa immaginare di indicare all'interno del nostro bilancio, la possibilità di inserire dei contributi una somma stimata è di circa 450 mila euro, per fare un ragionamento sui contributi per assumere degli assistenti familiari.
Questo è quanto, sempre più, richiedono non soltanto le famiglie in difficoltà, ma anche quelle famiglie che hanno al proprio interno delle situazioni e delle patologie particolari. pertanto, riteniamo che si possa immaginare di inserire questo tipo di contributo, anche in fase sperimentale, per un biennio 2017-2018.



PRESIDENTE

Grazie, collega Porchietto.
La parola al Consigliere Bono.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Io e la collega Porchietto abbiamo avuto un déjà vu che risale alla scorsa Legislatura, come se fossimo tornati indietro, quando eravamo più giovani, lei in maggioranza e io sempre in opposizione, sottolineo sempre con un po' di mestizia.



(Scampanellìo del Presidente)



PRESIDENTE

Scusi se la interrompo, Consigliere Bono, perché c'è un brusio, che è accettabile e, poi, si va oltre e ovviamente non si sente l'intervento dei colleghi.
Grazie.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Sono abituato a parlare quasi con ogni clima e ogni rumore in Aula.
Dicevo che quest'emendamento ha per oggetto una questione molto importante e riteniamo che si debba affrontare non con un emendamento in assestamento, ma finalmente con l'adozione dei regolamenti attuativi della legge 10 del 2010, che aspettano da sette anni.
Noi, insieme ai colleghi del centrodestra, ma penso anche molti colleghi della maggioranza, sollecitiamo da più tempo questi sentiti e attesi, diciamo, per non dire parole meno carine, regolamenti attuativi della legge 10 del 2010. In quell'occasione dobbiamo decidere anche lo stanziamento delle risorse.
È ovvio che questa sarebbe una misura sperimentale, 450 mila euro condivisibile, ma che non andrebbe a sanare ovviamente le difficoltà, le richieste e i fabbisogni finanziari che sono molto più elevati.
Quindi o questa maggioranza e la Giunta approvano questo emendamento oppure fornisce delle risposte chiare e certe sulle tempistiche, perché non possiamo più andare avanti così. Lo dico anche vedendo il Presidente Chiamparino, che è giunto in Aula: la salutiamo. Alcune aree come la città di Torino o l'ASL-TO3 hanno un po' di assegni di cura domiciliare erogati a scalare, a scadere, diciamolo in maniera un po' bieca e un po' dura, per purtroppo è avvalorata dai fatti, con il decesso degli assistiti, mentre le altre ASL non ce l'hanno. Non possiamo. Siamo una Regione, non siamo una Provincia, non siamo neanche un Comune, non siamo una Città metropolitana ma siamo la Regione e mi stupisce il fatto che a doverlo dire sia un collega della Città di Torino, perché non ci sono i colleghi delle altre realtà torinesi o delle altre Province che su questo tema insorgano, perch magari tante volte si fanno interventi che qualcuno definisce "marchette" ma che in realtà sono semplicemente interventi legati al territorio e su questo, che è una vera discrasia, una vera distribuzione scorretta delle risorse sul territorio, tutto passa sotto silenzio.
Noi comunque, anche se è di nuovo una norma che prevede un ISEE per noi forse un po' elevato, anche se su questo tema sono risorse che incidono molto di più sul bilancio delle famiglie e che le risorse richieste sono francamente poche, noi votiamo a favore come pungolo alla Giunta, che immaginiamo voterà contro, e alla maggioranza, per dare finalmente una risposta a questo tema. Non possiamo più attendere oltre: vogliamo risposte immediate dal Fondo sanitario nazionale, ripartito per ASL, che vada a cofinanziare la quota sociale con cifre certe, chiare e intellegibili nel bilancio delle ASL. Se non abbiamo questo, Assessore, diventa difficile lo dico all'Assessore Ferrari, all'Assessore Saitta, lo dico al Vicepresidente Reschigna e al Presidente Chiamparino - continuare in una collaborazione, più o meno proficua, tra opposizione e maggioranza, nel prossimo anno e mezzo. Non si può più attendere.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bono.
La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Noi condividiamo l'emendamento presentato dalla collega Porchietto avremo poi modo di vedere alcuni emendamenti presentati sull'Assestamento di bilancio, proprio in tal senso ma sull'art. 1.
Credo - lo dicevano già i colleghi che mi hanno preceduto - che questa sia una necessità e un'urgenza di questa Regione. Si può discutere - lo dico ai colleghi di maggioranza e alla Giunta regionale - sulla modalità di erogazione, cioè sul fatto che i 39.000 euro di indicatore ISEE siano corretto o meno e sul fatto che i 1.200 euro siano corretti o meno: io penso, per esempio, che andrebbero modulati secondo le necessità di intensità, ecc.
È assolutamente evidente, però, che noi innanzitutto non possiamo avere una Regione in cui se si nasce in una zona si è più fortunati e se si nasce in un'altra si è più sfortunati, o viceversa. In secondo luogo credo che sia un po' stucchevole questa presa di posizione - o, meglio, questo concetto declamato - che il Centrosinistra sposa sulla sanità, per cui ogni qualvolta si parla di domiciliarità o di sostegno domiciliare, sembra che quello sia il primo punto all'ordine del giorno delle politiche sanitarie del Centrosinistra. Lo dico in particolar modo ai colleghi perché potrei anche con estrema facilità rammentare le loro parole, o in Aula o in Commissione, rispetto a questi temi. Però poi, se noi non veniamo al dunque nelle politiche di bilancio e non inseriamo risorse per trasformare delle magnifiche dichiarazioni in atti concreti, quelle rimarranno sempre e solo magnifiche dichiarazioni che fanno del Centrosinistra il soggetto che avversa l'assistenza sanitaria, e non solo quella domiciliare. Questo è il dato di fatto del Centrosinistra; anzi, di questo Centrosinistra.
Per correttezza, infatti, io rammento che la delibera 39 nacque durante la Giunta Bresso; che una parte consistente di attività sanitarie domiciliari sono continuate anche nella precedente legislatura; che il Piano socio-sanitario del 2012 conteneva i principi della l.r. 10. Che poi non sia stato fatto tutto quanto si doveva è evidente, ma io credo che oggi si sia non soltanto nelle condizioni ma nel dovere di intervenire in tal senso.



PRESIDENTE

Non avendo ulteriori richieste di intervento, la parola all'Assessore Ferrari.



FERRARI Augusto, Assessore alle politiche sociali

Grazie, Presidente.
Mi dispiace, Consigliera Porchietto: devo dare un parere negativo, per spiego il perché: non mi limito a dire "no".
Il motivo è il fatto che, per come è congegnato, l'emendamento insiste nel perpetuare l'equivoco che il finanziamento degli assegni di cura perché è di questo che stiamo parlando - continui ad essere esclusivamente in capo al bilancio delle politiche sociali. E quindi questo elemento va esattamente in controtendenza rispetto all'applicazione della l.r. 10, che dice un'altra cosa: dice che questo tipo di azione ha bisogno dell'intervento congiunto, anche sotto il profilo finanziario, del Fondo sanitario e del Fondo delle politiche sociali.
È vero, infatti, che noi siamo "figli" delle delibere 39 e 56, però è poi intervenuta anche la delibera 26 del 2013, che ha spezzato quel meccanismo che le DGR 39 e 56 avevano messo in piedi. Allora noi adesso finito il Piano di rientro, dobbiamo esattamente ricostruire quel tipo di meccanismo, aggiornandolo per renderlo sostenibile rispetto alle compatibilità finanziarie; ma dobbiamo ricostruire quel tipo di meccanismo.
Dunque, come ho già detto in Commissione non più tardi di ieri e come ho ribadito anche oggi rispondendo ad un'interrogazione, noi - posso dire questo e parlo anche per l'Assessore Saitta, da questo punto di vista certamente entro il mese di dicembre porteremo all'attenzione della Commissione una proposta che ieri ho per sommi capi (ma proprio per sommi capi) illustrato e che stiamo analizzando nel dettaglio attraverso un lavoro tecnico e politico della Direzione Sanità e della Direzione Coesione sociale, che va esattamente nella direzione di provare a riprogrammare la partita socio-sanitaria sotto il profilo di un budget congiunto vincolato e sulla base di una governance territoriale che sia funzionale effettivamente alla gestione congiunta di alcuni servizi. In questa cornice la parte relativa alla cura domiciliare dovrà giocare un ruolo determinante.
Io poi non so se il Centrosinistra contraddica se stesso, ma questa è ora l'indicazione. Sta di fatto che il percorso di questi sette anni indica che c'è stata la costruzione di un certo tipo di modello, che poi è caduto ma non perché la politica in quel caso lì voleva farlo cadere, ma perch doveva applicare un piano operativo imposto dal Ministero dell'Economia e delle Finanze. Quindi non voglio dare patenti di un certo tipo sotto il profilo politico: c'è stata una fase di questo tipo.
Adesso forse ci sono le condizioni per poter ricostruire quel modello e in questo senso noi ci stiamo muovendo.



PRESIDENTE

Bene, possiamo passare alla votazione.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 166), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
ARTICOLO 15 quater Emendamento rubricato n. 167) presentato da Porchietto, Berutti, Graglia Pichetto Fratin, Ruffino, Sozzani.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola alla Consigliera Porchietto, per l'illustrazione.



PORCHIETTO Claudia

Colgo l'occasione dell'illustrazione dell'emendamento n. 167) per concludere una riflessione sull'emendamento precedente, Assessore. Perch nel momento in cui lei stava spiegando queste motivazioni, dicendo che, a breve, sarebbe stato comunque portato all'interno della Commissione un progetto per andare incontro a queste esigenze, mi sono chiesta, per un attimo, se non fosse opportuno, a questo punto, ritirare l'emendamento. Ma ho ritenuto di no.
Prendo atto della bocciatura - motivata - dell'emendamento, ma non intendo ritirarlo perché se fra sei mesi continuiamo ad essere qui, io fra sei mesi glielo ripresento. Perché ritengo che questo percorso, a prescindere dalla technicality che può essere modificata - il collega Gariglio spera che io non sia più qua, così almeno disturbo di meno! credo che vada colto il messaggio che abbiamo lanciato con tre emendamenti (perché adesso, a completamento, ne arriverò un altro che, più che essere a scavalco - guardo l'altro Assessore di riferimento - contempla comunque un percorso che va fatto).
Prima, correttamente, il Vicepresidente Reschigna ha lanciato quello che ritengo essere uno dei punti nodali del percorso di questa Giunta: mi riferisco all'attenzione alla famiglia e all'infanzia.
Ma l'attenzione alla famiglia e all'infanzia passa da tante cose e io credo che ciò che noi abbiamo voluto esplicitare, magari anche con dei correttivi - ma se c'è la volontà è possibile, perché sa meglio di me che l'abbiamo sempre fatto all'interno delle Commissioni! - vada comunque fatto.
Il problema è che questi emendamenti non sono stati presentati soltanto in questo frangente: li abbiamo presentato un anno fa, e poi li abbiamo presentati anche l'anno prima, tant'è che il collega Bono, ormai, è in sintonia con me su questi aspetti! Perché non è la prima volta che manifestiamo, all'interno di quest'Aula, questa volontà (in questo contesto cambia soltanto l'anno e l'esercizio contabile), che non è solo nostra, ma è dei cittadini. Perché - ci tengo a dirlo - questi emendamenti sono stati costruiti con le rappresentanze di quei cittadini che manifestano questa necessità.
Torno, a questo punto, all'emendamento n. 167). Assessore Saitta, è nuovamente un'istanza quella che si pone; istanza che credo vada comunque colta, perché c'è una necessità che il cittadino piemontese sta esplicitando, che parte da quella che è la copertura di un'esigenza che molto spesso è legata al fatto che le famiglie non ritrovano nelle politiche sociali (e, comunque, nelle strutture socio-assistenziali) quel possibile supporto di cui necessitano. Con il Presidente Picchetto, in una battuta, ci stavamo chiedendo anche i motivi per cui non si costruiscono dei percorsi di politiche sociali e sanitarie che contemplino anche un supporto pensionistico per le persone della famiglia che danno questa disponibilità, per concludere anche sul tema del Centro Unico Prenotazioni per le lungodegenze e per la disabilità.
Questo è un passaggio, un percorso e un suggerimento che noi diamo e speriamo che vengano colti, magari non attraverso gli emendamenti, ma attraverso serie politiche che condividiamo all'interno delle Commissioni.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Porchietto.
La parola all'Assessore Saitta, per il parere della Giunta regionale.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Accolgo il senso degli interventi e delle osservazioni - sicuramente l'ha fatto prima anche il collega Ferrari, sebbene io non fossi presente che sono state fatte. Mi pare che il tema sostanziale sia quello dell'aumento dell'offerta che va adeguata alla domanda, che è certamente diversa rispetto al passato.
Io sono arrivato un'ora fa, quando il collega Ferrari illustrava complessivamente il percorso d'integrazione tra l'attività sanitaria assistenziale e sociale che abbiamo avviato.
Io ritengo che il Centro Unico di Prenotazione della lungodegenza e della disabilità sia uno strumento. Oggi, per quanto riguarda i lungodegenti e i disabili, la nostra organizzazione prevede che la valutazione venga fatta attraverso le Unità di Valutazione (Geriatrica per i primi, e dei Disabili per gli altri), composte sia da assistenti sociali che da medici. Attraverso le valutazioni che vengono fatte in questi due luoghi viene assegnato un punteggio, evidentemente in base alla gravità e ai problemi. In pratica, il nostro sistema, per quanto riguarda l'accesso ai servizi per la lungodegenza e per i disabili, è organizzato attraverso le Unità di Valutazione, che esprimono delle valutazioni integrate tra la parte sociale e la parte sanitaria. Il sistema è questo.
Personalmente, nutro qualche dubbio in questo senso: mentre il Centro Unico di Protrazione per la diagnostica ha una sua logica, per quanto riguarda l'attività integrata tra diversi servizi (in ogni caso, deve essere accompagnata tra gli enti gestori dei Comuni attraverso l'attività dell'ASL), probabilmente l'integrazione che abbiamo oggi la dobbiamo consolidare con le indicazioni che, appunto, sono state espresse.
Nel momento in cui consolidiamo sempre di più questa operazione che avevo in mente attraverso una maggiore integrazione, sarà l'occasione per vedere qual è lo strumento che si può aggiungere.
In questo momento, l'accettazione di questo emendamento può avere il significato - mi pare che non sia questo l'obiettivo - di rompere un po' questa integrazione, cioè l'accesso ai servizi avviene attraverso l'integrazione, la conoscenza e la presa in carico del paziente ancora prima di essere collocato nella struttura più adeguata attraverso una valutazione, quindi non può essere a domanda (posso dire così). Ad ogni modo, ci ritorneremo.
Mi pare comunque che il senso sia accoglibile: quello di avere un punto che consenta di dare delle risposte veloci, che può passare anche attraverso un ripensamento del modo di lavorare dell'unità di valutazione sia quella geriatrica che per handicap.
Quando entreremo nel merito, avremo qualche elemento in più per essere più precisi, per cui in questo momento non mi sento di dire altro, non per un pregiudizio, ma per perché il sistema richiede ancora qualche valutazione.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 167).
Il Consiglio non approva.
Non ha fatto in tempo a votare, Consigliere Vignale? Come voleva esprimersi? A favore. Il Consigliere Vignale voleva votare a favore.
ARTICOLO 15 quinquies Emendamento rubricato n. 169) presentato da Ravetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Ravetti per l'illustrazione.



RAVETTI Domenico

Grazie, Presidente.
Da una ricerca, in Italia i parchi gioco accessibili non coprono nemmeno il 5% del territorio nazionale; negli oltre 8.000 Comuni italiani sono solo 350 i parchi gioco che possono essere utilizzati dai bambini con disabilità. Per tale ragione, ho intenso depositare questo emendamento al fine di promuovere la piena integrazione sociale, a partire dai luoghi di aggregazione, di divertimento dei bambini, con l'istituzione di un fondo per il rimborso delle spese sostenute dai Comuni per la realizzazione di nuove aree o per l'adeguamento delle aree esistenti.
Il fondo avrà una dotazione per l'esercizio finanziario 2018-2019 di 500.000 euro per ogni annualità e nell'emendamento abbiamo scritto anche un impegno per la Giunta: adottare un apposito Regolamento, entro 90 giorni dall'approvazione della legge, per definire i criteri per l'assegnazione di questi fondi ai Comuni.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Anche se irrituale, pongo un quesito non so se al collega Ravetti o al Vicepresidente Reschigna, ma è solo comprendere: quindi non si individuano risorse in più per questo tema condivisibile e lodevole, ma comunque - se ho capito bene - per la copertura si fa fronte con le medesime risorse della missione 12, programma 02. Ho capito bene? Solo questo domando.



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente Reschigna per la risposta e per il parere.



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale

Grazie, presidente.
Vorrei innanzitutto esprimere il forte apprezzamento per il contenuto di un emendamento di civiltà, dopodiché sono a chiedere al Consigliere Ravetti di poterlo ritirare e di ripresentarlo successivamente, con l'impegno della Giunta ad affrontare seriamente il tema che il Consigliere Ravetti pone sulla legge di bilancio, perché in questo momento quella missione è una missione di spesa corrente che viene utilizzata per dare i contributi proprio per sostenere gli interventi delle politiche sociali sulla disabilità; non è una missione di spese di investimento e in questo momento io non sarei nelle condizioni di poter indicare sul bilancio 2018 una copertura.
Siccome riteniamo, come Giunta regionale, che il tema che pone il Consigliere Ravetti con questo emendamento sia un tema di civiltà, che aiuta anche le comunità locali a fare dei passi in avanti verso questa direzione, le posso garantire, Consigliere, che in sede di legge di bilancio considereremo con molta attenzione la sua proposta. Peraltro, la legge di bilancio la presenteremo da qui a 15, 20 giorni, quindi non passerà molto tempo.
12, programma 02. Ho capito bene? Solo questo domando.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Ravetti per una breve replica; ne ha facoltà.



RAVETTI Domenico

Grazie, Presidente.
Prendo la parola solo per dire che mi basta l'impegno del Vicepresidente della Giunta.



PRESIDENTE

L'emendamento rubricato n. 169) è ritirato dai proponenti e conservato agli atti.
ARTICOLO 16 Emendamento rubricato n. 81) presentato da Bertola, Andrissi, Bono, Campo Frediani, Mighetti, Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Bertola per l'illustrazione.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Si parla spesso di qualità dell'aria e di una situazione critica per la nostra regione che ogni anno supera il limite di 35 giorni all'anno di superamento del PM10. Per questo, ovviamente, siamo anche in sanzione.
Servano misure strutturali (speriamo di poter al più presto discutere il Piano regionale sulla qualità dell'aria), però, nel frattempo, ci sono alcune misure strutturali che la Regione potrebbe intraprendere, ad esempio rinnovare il parco auto, per aiutare e permettere ai cittadini di rinnovare il parco auto circolante.
Da questo punto di vista non c'è alcun dubbio che, in attesa che si sviluppi al meglio nella nostra regione la mobilità elettrica, quindi sia che le vetture abbiano un prezzo più abbordabile sia che ci sia un'infrastrutturazione sul territorio che permetta la ricarica dei veicoli le autovettore ibride rappresentano un buon compromesso. Certo, parliamo sempre di veicoli alimentati da combustibili derivati dal petrolio, in questo caso veicoli alimentati per una parte a benzina, ma parliamo di veicoli che soprattutto in città, quindi dove ci sono più problemi di emissioni, hanno emissioni di polveri e di CO2 molto basse, perch viaggiano per buona parte col motore elettrico.



PRESIDENTE

Mi scusi un attimo, Consigliere Bertola, ma c'è troppo brusìo, molto fastidioso.
Prego, Consigliere Bertola, continui pure.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente, anche perché penso si stia parlando di qualcosa di importante a fronte del quale, peraltro, la Giunta regionale aveva già detto di voler aprire un dialogo ed un dibattito.
Stavamo parlando di vetture ibride, quindi con una doppia alimentazione benzina ed elettrico - che soprattutto in città viaggiano per buona parte con il motore elettrico e, quindi, hanno missioni di polveri e di CO2 estremamente basse.
Per questo motivo, fermo restando - e questo è molto positivo - che la parte elettrica è esente in modo perenne dal bollo regionale, chiediamo che, al pari delle altre vetture a doppia alimentazione, quindi benzina e metano o benzina e GPL, anche le vetture a doppia alimentazione benzina ed elettrico godano di un'esenzione dal bollo per cinque anni, a partire dalla data della loro immatricolazione.
Pensiamo sia una soluzione che possa venire incontro ai cittadini piemontesi che vogliono rinnovare il parco auto circolante.
Abbiamo messo il limite dei 100kW di potenza in modo da facilitare tutta la fascia piccola e media, senza privilegiare chi comunque, potendo acquistare un'auto che supera i 100 KW di potenza, non ha un grandissimo vantaggio semplicemente dall'esenzione del bollo.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Bertola.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Porchietto; ne ha facoltà.



PORCHIETTO Claudia

In realtà avevo letto un altro un emendamento e le chiedo scusa Presidente. Non ritiro l'emendamento, ho sbagliato io a leggerlo, perché in realtà, come giustamente il Vicepresidente mi riconosce, ho il Movimento 5 Stelle che mi copia, quindi voglio cogliere l'occasione, Vicepresidente.



PRESIDENTE

Perfetto, allora, Consigliera Porchietto, viene mantenuto l'emendamento n. 164).
La parola al Vicepresidente Reschigna.



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale

La Consigliera Porchietto aveva presentato lo stesso emendamento in Commissione. Non era presente al momento in cui è stato esaminato in Commissione ed io mi ero permesso di dire che la Giunta era disponibile ad accogliere l'emendamento, purché fosse fissato un limite di potenza. Si era anche discusso quella dei 100 KW.
Il parere della Giunta è positivo su entrambi gli emendamenti, a condizione che a quello della Consigliera Porchietto vengano aggiunte le parole "100KW".
Dopodiché è positivo.



PRESIDENTE

Va bene, allora provvediamo alla modifica.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Chiedo scusa, faccio un po' il pignolo. Volevo chiedere al Vicepresidente Reschigna e agli uffici del Consiglio se, dal punto di vista della tecnica legislative, e quindi dell'armonizzazione della norma, con l'articolo G bis, che è molto complicato dalla legge sul bollo auto dobbiamo anche inserire una norma su cosa succede dopo i cinque anni, o se dall'articolato si comprende in automatico che a partire dal sesto anno viene pagato il bollo auto completo solo sulla parte termica.
Volevo solo chiedere questa specifica. E' chiaro così o deve essere fatta una specifica? Lo chiedo più gli Uffici, se interpreto correttamente anche la volontà del primo firmatario Bertola e del Vicepresidente Reschigna.



PRESIDENTE

Consigliere Bono, lo controlliamo e, andando avanti, diamo la risposta.
ARTICOLO 16 bis Emendamento rubricato n. 1) presentato da Ravello.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) L'emendamento è dato per illustrato.
Emendamento rubricato n. 82) presentato da Ravello.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) L'emendamento è dato per illustrato.
Emendamento rubricato n. 168) presentato da Ruffino, Berutti, Graglia Pichetto Fratin, Porchietto, Sozzani.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) L'emendamento è dato per illustrato.
La parola all'Assessore Valmaggia.



VALMAGGIA Alberto, Assessore all'ambiente

Grazie, Presidente.
Il parere è positivo sull'emendamento n. 1), laddove modifica e specifica il minimo quantitativo di amianto che nel testo della legge stabilito in 40 metri lineari di fibra-cemento, di fibra-amianto. La proposta dell'emendamento è di farlo salire a 250. Non è un piccolo quantitativo, ma è un quantitativo che può ritrovarsi nei fabbricati privati, pertanto l'emendamento è accolto.
Invece, l'emendamento n. 168) non può essere accolto. Pensare un fondo attraverso il quale i Comuni finanziano per conto dei privati, risulta particolarmente complesso ed anche foriero di éscamotage per chi - privato non intende procedere per conto proprio. Pertanto, il parere non è favorevole.
Grazie.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 1), (così come sull'emendamento rubricato n. 82) sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva. (Il voto è esteso al nuovo articolo) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 168), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
ARTICOLO 16 ter Emendamento rubricato n. 221)presentato dalla Giunta regionale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola all'Assessore Ferrero per l'illustrazione.



FERRERO Giorgio, Assessore all'agricoltura

Si tratta di un aggiornamento finanziario del Piano di sviluppo rurale.
Pertanto, è semplicemente un aggiornamento della tabella finanziaria che vedete in fondo all'emendamento.
Scusate il ritardo con cui ci siamo mossi.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 221).
Il Consiglio approva. (Il voto è esteso al nuovo articolo) ARTICOLO 17 Emendamento rubricato n. 216) presentato dalla Giunta regionale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Vicepresidente Reschigna per l'illustrazione.



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale

È un emendamento che, in termini di saldi sul bilancio, ha nessun effetto, perché si tratta di partite di giro, di anticipazioni e di restituzioni.
E' la riprogrammazione dei rapporti di dare ed avere tra la Regione Piemonte la Società di Committenza Regionale per complessivi 107 milioni 866 mila euro, ma è una mera operazione di rapporti contabili tra i due soggetti.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Mi è chiaro quanto diceva il Vicepresidente, però è una riprogrammazione, immagino, anche di lavori, non soltanto contabile.



(Commenti dell'Assessore Reschigna fuori microfono)



VIGNALE Gian Luca

Ah, è solo contabile.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 216).
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 17, così come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 17 bis Emendamento rubricato n. 163) presentato da Porchietto, Berutti, Graglia Pichetto Fratin, Ruffino, Sozzani.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola alla Consigliera Porchietto per l'illustrazione.



PORCHIETTO Claudia

Grazie, Presidente.
E' un emendamento che permette alla riorganizzazione delle attività di promozione ed accoglienza informazione turistica in Piemonte di poter procedere con serenità nel completare il processo di riorganizzazione.
Pertanto si chiede alla Giunta di accoglierlo affinché le parole "bilancio regionale per l'anno 2016" siano sostituite con "2017-2019".
Questo al fine di permettere con le risorse opportune di completare il processo di riorganizzazione.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 163), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva. (Il voto è esteso al nuovo articolo) ARTICOLO 18 Emendamento rubricato n. 217) presentato dalla Giunta regionale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola all'Assessore Reschigna per l'illustrazione.



RESCHIGNA Aldo, Assessore al bilancio

E' un emendamento prettamente tecnico, perché l'allegato B dell'articolo 16, comma 1, della legge regionale del 2016 è sostituito dall'allegato D alla presente legge. Quindi, è un emendamento meramente tecnico.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 217).
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 18, così come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 19 Indìco la votazione palese sull'articolo 19.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 19 bis Emendamento rubricato n. 222) presentato dalla Giunta regionale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Vicepresidente Reschigna per l'illustrazione.



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale

Io che mi lamento sempre con i colleghi quando mi presentano emendamenti a leggi recentemente approvate, devo recitare il mea culpa.
Questo emendamento sostituisce l'allegato della tabella riassuntiva del conto economico dello stato patrimoniale della legge che abbiamo approvato a fine ottobre sul bilancio consolidato. Quell'allegato aveva il troncamento dei decimali che, alla fine, alterava il totale finale. Questo allegato è identico, solo che riporta anche le cifre decimali e quindi va a sostituire quell'allegato.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 222).
Il Consiglio approva. (Il voto è esteso al nuovo articolo) Come ricorderete avevamo sospeso l'articolo 14 ter, ovvero l'emendamento n.
229 con l'integrazione dell'Assessore Valmaggia.
È presentata anche la nota tecnico finanziaria.
ARTICOLO 14 ter Emendamento rubricato n. 229) presentato dalla Giunta regionale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola all'Assessore Valmaggia per l'illustrazione.



VALMAGGIA Alberto, Assessore protezione civile

E' un emendamento che introduce la possibilità di rimborsare i contributi ai datori di lavoro che hanno permesso di svolgere l'attività di volontariato ai propri dipendenti.
Anche a seguito dell'impegno delle settimane passate, è stato richiesto dal settore Protezione Civile questa misura che va incontro alle necessità dei volontari e dei loro datori di lavoro.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 229).
Il Consiglio approva. (Il voto è esteso al nuovo articolo) ARTICOLO 16 Emendamento rubricato n. 81) presentato da Bertola, Andrissi, Bono, Campo Frediani, Mighetti, Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 164) presentato da Porchietto, Berutti, Graglia Pichetto Fratin, Ruffino, Sozzani.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Gli emendamenti rubricati n. 81) e il n. 164) con le modifiche presentate dalla Consigliera Porchietto sono sostanzialmente identici. Rispetto al rilievo che mosso dal Consigliere Bono, l'articolato risulta chiaro. Ci sono altre aggiunte da fare in merito? Ha chiesto di intervenire il Vicepresidente Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale

L'Ufficio legislativo del Consiglio dice che concepita la norma, c'è un'esenzione per cinque anni e dopo il sesto anno si paga completamente bollo. Solo sulla parte termica.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 81).
Il Consiglio approva


Argomento:

Programmazione dei lavori


PRESIDENTE

È stato richiesto di passare all'esame degli ordini del giorno.
La parola al Consigliere Gariglio.



GARIGLIO Davide

Grazie, Presidente.
Vista l'ora, avendo esaminato tutti gli emendamenti relativi all'articolato e rimanendo quelli sulla tabella, proporrei di utilizzare la restante parte di tempo di questa seduta, per esaminare alcuni atti di indirizzo, anche perché il Consiglio potrà, nella giornata di domani esaminare il resto dell'articolato.
Quindi proporrei, se i colleghi e i Gruppi consiliari sono d'accordo di iniziare con gli atti di indirizzo, partendo dal primo iscritto, che è quello al punto 8 all'o.d.g. con i relativi ordini del giorno da esso attratti.



PRESIDENTE

Grazie, Presidente Gariglio.
Passiamo all'esame degli atti d'indirizzo.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Proseguimento esame mozione n. 1212 presentato da Ravetti, Appiano Barazzotto, Baricco, Boeti, Chiapello, Corgnati, Gariglio, Allemano Mighetti, Ottria, Rossi, Valle, Giaccone, Grimaldi, Monaco e Motta inerente a "Accorpamento dell'ASL e dell'ASO di Alessandria"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame della mozione n. 1212, di cui al punto 9) all'o.d.g.
Nella seduta del 24 ottobre 2017 è iniziato l'esame della mozione numero 1212 e, come ricorderete, la mozione è stata illustrata dal Consigliere Ravetti.
In sede di discussione generale, sono intervenuti i Consiglieri Berruti, Ottria, Vignale, Monaco e Bono. Si era iscritto a parlare il Consigliere Sozzani, che non è presente in aula.
La parola al Consigliere Appiano.



APPIANO Andrea

Grazie, Presidente.
In realtà intervengo per una sorta di mozione d'ordine, nel senso che dall'o.d.g. non emergeva più la prosecuzione dell'esame della mozione, che nel corso del Consiglio straordinario sulla psichiatria, avevamo già iniziato a discutere in Aula sull'emergenza psichiatrica in adolescenza.
Fermo restando che ora si parlerà di altro, chiederei che lo si menzioni nel prossimo Consiglio, per tornare nel merito e completarne l'esame.



PRESIDENTE

Va bene, Consigliere Appiano.
La parola al Consigliere Mighetti.



MIGHETTI Paolo

Grazie, Presidente.
Mi dispiace non essere stato presente la scorsa seduta e forse qualche seduta prima, quando è incominciata la discussione di questa mozione.
In queste settimane, ci sono state più uscite giornalistiche che vertevano proprio su questa mozione e su diverse critiche che venivano fatte proprio in merito all'accorpamento tra ASO Alessandria e ASL-AL, proposto in questa mozione.
Sinceramente, leggendo quanto è scritto in questi articoli, non riesco a convincermi che questa proposta non sia sensata, al momento.
Il cammino di questa proposta non è iniziato qualche settimana fa con la proposta redatta dal collega Ravetti, ma è una proposta che nasce da interventi di questo Consiglio, che sono datati fosse 2014 o 2015; perch si è incominciato a parlare di questo accorpamento? Si è incominciato a parlare di questo accorpamento, perché si manifestavano a livello di territori delle problematiche di servizio. Abbiamo una provincia molto molto particolare: una provincia che intanto confina direttamente con altre due Regioni (Liguria e Lombardia), due regioni che sono attrattive dal punto di vista sanitario e che ci mettono ai primi livelli relativamente alla mobilità passiva dei nostri pazienti verso altre regioni.
Il concetto di accorpare le due ASL è un concetto che è stato mutuato da veri e propri fenomeni di turismo sanitario che, dal momento in cui è stata attuata la delibera 1-600, non solo ha spinto i nostri pazienti a migrare verso l'esterno, ma anche a migrare all'interno della stessa provincia. Quindi, essendo l'ASL-AL staccata dall'ASO, che a posizione baricentrica rispetto alla nostra provincia, i pazienti dal Nord e dal Sud della provincia venivano sballottati agli estremi opposti. Questo per motivi ed esigenze di natura prettamente di bilancio dell'ASL di Alessandra; infatti, l'ASL di Alessandra prima di inviare dei pazienti all'ASO e dover pagare un DRG, chiaramente faceva di necessità virtù e spostava questi pazienti all'interno delle proprie strutture, cioè Casale Novi e Acqui, che oltretutto è depotenziata per chi si presenta all'ospedale all'interno del Pronto soccorso.
Questo accorpamento, quindi, è nato appunto da questa esigenza: l'esigenza di non far trotterellare per tutta la Provincia delle persone che hanno necessità di cure o che seguono dei pazienti che hanno necessità di cure. Ma soprattutto perché si verifica una sorta di intasamento di questo ospedale (l'ASO di Alessandria), che riceve chiaramente tutta una serie di richieste di espletamento di servizi sanitari dovuti al concentrico di Alessandria e alle zone limitrofe (a Valenza, che non ha più un ospedale), e appunto un impoverimento delle strutture periferiche. Per questo motivo ci siamo convinti che quest'accorpamento fosse una cosa buona e giusta.
Detto questo, le critiche che sono venute fuori erano - oserei dire un po' "benaltristiche", nel senso che insinuavano che "bisogna risolvere i problemi e questo è un passo successivo". Beh, ma bisogna dire perch questo accorpamento, secondo i detrattori di questa politica, non risolve i problemi. E l'unica motivazione che è stata addotta - e che mi pareva una motivazione tecnica - era appunto che, accorpando le due Aziende sanitarie il tenore salariale degli operatori si sarebbe livellato verso l'alto. E questo mi ha lasciato molto, ma molto perplesso; da una parte perché un livello salariale alto di per sé non dovrebbe essere classificato tra i punti negativi, se non per il fatto che creerebbe un aumento di costi; ma la cosa molto singolare è che in realtà questo elemento in genere non si verifica, perché ancora oggi all'interno dell'ASL di Alessandria viviamo delle situazioni di disparità di trattamento salariale a livello, per esempio, degli Ospedali di Casale e di Acqui che provengono ancora da due USSL diverse e dove il trattamento salariale è piuttosto diverso tra una realtà e l'altra. Non vediamo perché, quindi, si debba ricorrere a questa motivazione per dire che ci saranno degli aumenti salariali e degli aumenti di costi.
Vorremmo invece che si scendesse un po' più nel dettaglio e che si dicesse, per esempio, che ci saranno degli altri problemi (se ci saranno).
Ma io vedo invece un'opportunità, quella per i malati, appunto, di non dover passare, per esempio, dalla Val Bormida attraversandola tutta, di non passare da Alessandria "salutando" il suo Ospedale per recarsi in quello di Casale per essere curati.
Queste sono le motivazioni che ci hanno esortato a firmare questa mozione e sono le motivazioni che ci hanno spinto anche a votare un emendamento, se non sbaglio di poche settimane fa, per un nuovo ospedale che raggruppi sostanzialmente gli attuali nosocomi di Alessandria, Tortona e Novi: un ospedale centrale della pianura alessandrina.
Ho potuto leggere anche degli articoli in cui si diceva che "prima si fa l'ospedale e poi si fa l'ASL unica". E questo veramente mi ha suscitato una grossa perplessità e mi ha convinto ancor di più che forse stavamo imboccando la strada giusta. Infatti, se si adducono delle motivazioni argomentate posso anche ritrattare sui principi che mi hanno portato a scegliere una posizione; ma quando si dice "prima facciamo un ospedale e poi facciamo l'ASL unica" allora incomincio a pensare che non ci siano vere motivazioni, ma solo un posizionamento politico per giustificare, appunto un voto contrario e una posizione avversa rispetto a questo tema.
Pensiamo che questo processo di riorganizzazione possa rafforzare anche gli estremi della Provincia, quelli che appunto non saranno coinvolti in questo accentramento di servizi all'interno di un ospedale unico. E perci pensiamo che questo sia un inizio di pianificazione sanitaria che arriva dal territorio, giunge in Consiglio regionale e si fa valutare dalle opinioni dei singoli Consiglieri. Si auspica che queste opinioni siano costruttive e si procede in una valutazione che potrà lasciare probabilmente alla prossima legislatura, un suolo fertile per lavorare e per andare a costruire dei servizi sanitari nella Provincia che siano effettivamente efficienti e che siano il più possibile vicini - e la parola "vicini" non la uso a caso - ai cittadini.
Sappiamo infatti che la DGR 1-600 ha decretato in maniera opinabile alcune "promozioni" e alcune "bocciature", ma sappiamo che la programmazione dell'edilizia sanitaria e quella dell'organizzazione sanitaria, fatta con determinati criteri, può riavvicinare al malato i servizi sanitari essenziali. Pensiamo che in questo modo si possano diminuire i tempi di percorrenza e si possa dare un servizio maggiore agli utenti alessandrini, considerato anche il fatto che l'Ospedale di Alessandria al momento è un presidio che offre tantissimi servizi ma che è chiuso all'interno di un edificio in parte molto vecchio e difficilmente rammodernabile in tutta la sua interezza. Sappiamo addirittura che una parte del nosocomio è di origine ottocentesca, quindi lì difficilmente riusciremo ad avere un edificio moderno come quelli che si costruiscono in tutti i Paesi evoluti d'Europa.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Pichetto; ne ha facoltà.



PICHETTO FRATIN Gilberto

Grazie, Presidente.
Colleghi, io credo che un ragionamento su un vantaggio "spot" sull'unione fra ASL e ASO (salvo che mi si dica che vogliamo fare una realtà sperimentale, con un qualcosa di completamente diverso da tutto il resto) proprio non lo capisco. E non lo capisco - permettetemi - per una ragione (peraltro, ho anche seguito un po' la partita sanitaria): la legge n. 833, che, in fondo, è la norma che ha previsto la "nuova sanità" nel nostro Paese, ha distinto "territorio" e "ospedale", col ragionamento che sul territorio doveva esserci la politica della prevenzione.
Se ci soffermiamo sui servizi ai territori, i territori più serviti erano quelli che avevano l'ASL con un peso minore di ospedali, per un fatto naturale, normale: laddove il territorio è agganciato al grande nosocomio il nosocomio risente dei problemi dell'urgenza e, quindi, è sempre più importante ciò che capita in ospedale. Non solo.
Ragioni sociologiche ci inducono a pensare che sono più forti gli ospedalieri rispetto agli altri, rispetto all'istanza del territorio dei sindaci. Si sente di più ciò che è vicino all'orecchio e la parte forte si ha nell'ASO, quindi nell'Azienda Ospedaliera.
Credo, quindi, che sia un errore, sotto l'aspetto del servizio al territorio. Lasciatevi dire da me (ed, eventualmente, dall'Assessore Reschigna) che potremmo accorpare, al limite, perché risparmiamo. Perché, a questo punto, si depaupera il territorio, si abbassa un po' il livello del servizio sul territorio e, di conseguenza, si riesce anche a guadagnare qualcosa. Ma non è una scelta corretta quella che ho sentito, quella di dire "accorpiamo perché diamo un maggior servizio".
Il maggior servizio lo si dà con l'efficienza. Il maggior silenzio lo si dà con l'attenzione al territorio, non certo creando un qualcosa di mastodontico (col rischio che diventi come la Città della Salute di Torino dove gli uffici paga erano ancora due dieci anni dopo che sono state accorpate, tanto per intenderci, e così via).
Io credo che si creino dei problemi e non si dia un'opportunità maggiore, per cui ritengo davvero che la questione vada approfondita peraltro, vorrei capire perché lo faccio ad Alessandra e non a Novara, o a Cuneo. Perché?



(Commenti fuori microfono)



PICHETTO FRATIN Gilberto

E a Cuneo che università c'è? Allora accorpiamo Cuneo: creare un'ASO unica sulla città di Cuneo significa depauperare il territorio. Questo, a mio avviso, è l'errore che si commette con una scelta che parte da una mozione politica, ma che poi dovrà seguire tutti gli approfondimenti del caso.
Vorrei fare un'ultima considerazione: è vero che siamo rientrati dal Piano di rientro, ma uno dei vincoli posti dal tavolo Massicci era quello di non procedere a fusioni, perché l'esperienza razionale portava a ritenere che tutte le volte che si procedeva ad una fusione, si perdeva il controllo della situazione e i dati di raffronto. Certo, quella era un'esigenza tecnica del tavolo nazionale, mentre adesso qualcuno potrebbe dire: "Abbiamo concluso questa parte di valutazione, non ce ne importa più niente perché abbiamo la nostra autonomia rispetto al Piano sanitario regionale e ai nostri stanziamenti", ancorché persista una sorta di preoccupazione rispetto ai dati dei primi sei mesi, perché hanno preso una china che non è certamente bella. Ma sono convinto anch'io che nel corso del secondo semestre la situazione probabilmente migliorerà (anche perch nel mese di agosto si sono registrati meno ricoveri). Del resto, un po' di esperienza l'abbiamo maturata.
A questo punto, chiedo alla Giunta, cioè al Governo regionale, e alla maggioranza, se non sia il caso di fare una seria riflessione rispetto ad una mozione che dice di andare in una direzione che non ha alcun senso, n alcuna giustificazione. L'unica giustificazione sarebbe quella del risparmio. Ma il risparmio, rispetto alle valutazioni locali, significa comunque abbassare i livelli di servizio di prevenzione e di assistenza sul territorio.
Aggiungo un ultimo aspetto: nella mia esperienza amministrativa sono stato membro del Comitato di gestione delle vecchie Unità Sanitarie Locali nello specifico, mi occupavo dell'USL 48, che comprendeva due piccoli ospedali; li ho chiusi tutti e due, ritenendo di fare una cosa giusta e corretta. L'USL 48 comprendeva l'area di Cossato: rispetto a Biella (USL 47) o Vercelli (USL 46) o Santhià (USL) 45, Santhià e Cossato avevano un livello di "assistenza" (fra virgolette) sul territorio, come ha detto Barazzotto che conosce le varie realtà, che era superiore alla 47. Perché? Perché l'ospedale comunque citavo fagocitava l'interesse, perché l'ospedale era comunque al centro dell'attenzione.
Pensi ognuno di voi - e chiudo - di essere il Direttore di questa mastodontica ASO o ASL: quanto tempo dedicherebbe al territorio e quanto del proprio tempo e della propria attenzione verrebbe assorbito dal nosocomio? Credo che il rapporto sarebbe il seguente: 10% al territorio e 90% al nosocomio.



PRESIDENTE

Ci sono altri Consiglieri che desiderano intervenire?



BERUTTI Massimo

Io chiedo un attimo di sospensione perché, essendo scollegate le due mozioni, sostanzialmente c'è un problema: se si vota questa, a questo punto, paradossalmente non è che non abbia senso l'altra, però vanno in contraddizione. Quindi credo che questa cosa sia da discutere; ne parlo un attimo anche col mio Gruppo e vediamo.



PRESIDENTE

Allora sospendo il Consiglio per cinque minuti.



(La seduta, sospesa alle ore 18.43 riprende alle ore 18.47)



PRESIDENTE

Ha chiesto ancora la parola lei, Consigliere Berutti, anche se è già intervenuto.



BERUTTI Massimo

Visto che non c'è più possibilità di intervento da parte mia, chiedo che almeno, se stasera si vota il documento del collega, domani mattina si inizi con la mia subito.
Chiedo almeno questo impegno. Se è consequenziale. non è attratta, per almeno che si possa discutere domani mattina su questa e poi votare anche la mia.



PRESIDENTE

Domani mattina è in programma l'assestamento di bilancio, dopodich con la ripresa degli atti di indirizzo, possiamo passare alla sua Consigliere.
Ha chiesto la parola la Consigliera Porchietto.



PORCHIETTO Claudia

Grazie, Presidente.
E' la democrazia, collega Ravetti, mi dicono che io posso intervenire ed io intervengo. Mi consenta, come direbbe qualcun altro molto più in alto di me.
Presidente, io non entro nel merito, ma mi permetto nel metodo che è esplicitato all'interno dell'ordine del giorno che i colleghi hanno presentato.
Non è la prima volta che in tema e in materia di sanità noi ci permettiamo di sottolineare - in altri frangenti lo hanno fatto anche colleghi della maggioranza - come, nell'analizzare la programmazione sanitaria, il Consiglio regionale e le Commissioni vengano in qualche modo scavalcati dalle decisioni di Giunta.
Questo non è un tema che tocchiamo per la prima volta. Perché io mi pongo questo problema nel leggere il documento presentato dal collega Ravetti? Perché, in realtà, nel metodo stiamo comunque dicendo alla Giunta di nuovo, di sostituirsi al Consiglio regionale nella programmazione strategica e di portare poi un qualche cosa in Commissione.
Noi sappiamo benissimo, perché esperienza di vita vissuta in questi ultimi anni, che nel momento in cui approda qualche cosa in Commissione, in realtà la Giunta ha già deciso cosa fare.
Penso che negli accorpamenti, in particolare, che sono tematiche molto delicate, quello che andrebbe proposto è una valutazione attenta di un percorso all'interno della IV Commissione. Mi permetto di dire che è anche abbastanza strano e particolare che sia proprio il primo firmatario il Presidente della IV Commissione, che molte volte si è trovato a dibattere insieme a noi dell'opposizione rispetto a quelli che erano metodi non proprio democratici che venivano utilizzati - non ne abbia l'Assessore perché oggi proprio assolutamente non la chiamo in causa, ma solo indirettamente - da parte dell'Assessore.
Delle due l'una: o decidiamo che il metodo che la Commissione e i Consiglieri regionali vogliono adottare è quello che abbiamo chiesto sistematicamente in questi anni, oppure decidiamo di dar seguito a quello che questo ordine del giorno ci sta chiedendo.
E' chiaro che noi non possiamo non essere d'accordo, perché diventa veramente difficile giustificare un percorso di questo genere; dopodich nel contenuto l'ha già spiegato molto bene il mio Capogruppo rispetto al fatto che non siamo d'accordo su questo accorpamento, ma c'è ancora un problema alla base, che è quello di chi deve, in questo caso, dettare le regole.
Personalmente credo che in questo ambito debba partire dalla IV Commissione una valutazione che poi viene consegnata alla Giunta e non viceversa. Credo che, da questo punto di vista, due riflessioni, rispetto all'accoglimento di questo ordine del giorno, vadano fatte anche da parte della maggioranza, perché verremmo meno a quello che abbiamo chiesto in tutti questi anni, tutti quanti e non soltanto le opposizioni.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera.
Se non vi sono richieste di intervento, indìco la votazione palese sulla mozione n. 1212, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
E' annullata la votazione.
Prego, Consigliere Pichetto.



PICHETTO FRATIN Gilberto

L'altro ordine del giorno quando va in discussione, Presidente?



PRESIDENTE

Verrà portato in discussione domani terminato l'iter normale esattamente come oggi, con l'inizio degli atti di indirizzo come abbiamo detto prima al Consigliere Berruti.
Ripetiamo la votazione della mozione con appello nominale.
Indìco la votazione nominale sulla mozione n. 1212.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 36 Consiglieri votanti 32 Consiglieri hanno votato SÌ 26 Consiglieri hanno votato NO 6 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 4 Consiglieri Il Consiglio approva.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 18.55)



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