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Dettaglio seduta n.264 del 07/11/17 - Legislatura n. X - Sedute dal 25 maggio 2014 al 25 maggio 2019

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAUS



(La seduta ha inizio alle ore 10.01)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Richieste di modifica dell'o.d.g.


PRESIDENTE

Do atto che l'o.d.g. è stato comunicato con la convocazione.
Chiedo se vi siano proposte di modifica.
Ha chiesto la parola il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Noi vorremmo ricevere delle comunicazioni da parte dall'Assessora Parigi in ordine alle dichiarazioni infelici - userei anche qualche termine più forte - del Direttore del Circolo di lettori, dottor Luca Beatrice, in merito all'installazione delle "Luci d'Artista" a Torino (e in particolar modo in alcune zone periferiche) oggetto di atti vandalici: le affermazioni le abbiamo viste tutti.



PRESIDENTE

È chiaro: ne parliamo con l'Assessora quando arriva e vediamo se c'è una disponibilità.



BONO Davide

Sì, vorremmo sapere se ci sono delle notizie in merito.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Batzella.



BATZELLA Stefania

Grazie, Presidente.
Io vorrei chiedere se si può aggiungere all'o.d.g. dei lavori di Consiglio l'ordine del giorno n. 1233, che mi appresto a depositare, che ha come oggetto "Intervenire presso il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti affinché venga prevista l'esenzione del pagamento del pedaggio autostradale per le Associazioni di volontariato di Protezione civile che operano in situazione di emergenza".
Grazie.



PRESIDENTE

Va bene.
La parola al Consigliere Berutti.



BERUTTI Massimo

Grazie, Presidente.
La settimana scorsa avevo depositato una mozione, legata a quella del collega Ravetti, sulla fusione ASL-ASO di Alessandria. Naturalmente, mi dicevano appunto gli Uffici che la mia non poteva essere collegata a quella del collega perché ormai eravamo già nella fase conclusiva della discussione.
Chiedo se l'atto può essere inserito nell'o.d.g. ed eventualmente messo in discussione.



PRESIDENTE

Grazie.



(L'Assemblea, tacitamente acconsente alle iscrizioni all'o.d.g.)



PRESIDENTE

Come da richiesta avanzata nella scorsa seduta consiliare dalla Vicepresidente Ruffino, l'Assessora Pentenero si è resa disponibile a fornire comunicazioni in merito alla situazione occupazionale alla Embraco in sede di III Commissione. Poi, collega Bono, quando arriverà l'Assessora Parigi vedremo come procedere anche per le altre comunicazioni.
L'o.d.g. è approvato, così come modificato, ai sensi dell'articolo 58 del Regolamento interno del Consiglio regionale.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo Accossato, Chiamparino, Corgnati, Ferrentino e Ottria.


Argomento:

b) Processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

Sono a disposizione e riproducibili, su richiesta, i processi verbali delle sedute del 31 ottobre 2017.


Argomento:

Approvazione processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Approvazione processi verbali precedenti sedute", comunico che sono stati approvati i processi verbali del 24 ottobre 2017.


Argomento: Commemorazioni

Commemorazione vittime attentato terroristico di New York del 13 ottobre 2017


PRESIDENTE

Dopo l'11 settembre il terrorismo di matrice jihadista ha continuato a colpire gli Stati Uniti in diverse occasioni, fino alla strage compiuta da un cittadino uzbeko emigrato in America nel 2010.
Martedì 13 ottobre a New York, nella zona sud di Manhattan vicino al Word Trade Center, un uomo a bordo di un furgone bianco è piombato su una pista ciclabile e ha investito alcune persone. Il bilancio è di otto morti e una quindicina di feriti.
Interpretando i sentimenti dell'intero Consiglio regionale e quelli dei cittadini piemontesi, esprimo la più profonda riprovazione: si tratta di un attacco alla libertà di tutti. È importante che anche in questi momenti ci si opponga con ogni mezzo al diffondersi dell'odio e di ogni forma di violenza fisica e morale che distrugge la vita umana, viola la dignità delle persone, mina radicalmente il bene fondamentale della convivenza pacifica tra i popoli.
A nome dell'Assemblea piemontese, esprimo il nostro più sincero cordoglio e la nostra vicinanza ai familiari delle vittime e al popolo statunitense.
Chiedo al Consiglio regionale di voler osservare un minuto di silenzio.



(L'Assemblea, in piedi, osserva un minuto di silenzio)


Argomento: Norme finanziarie, tributarie e di contabilita

Esame proposta di deliberazione n. 270, inerente a "Approvazione della variazione delle previsioni di competenza e di cassa del Bilancio di previsione finanziario del Consiglio regionale per il triennio 2017-2018 2019. Assestamento del Bilancio"


PRESIDENTE

Passiamo a esaminare la proposta di deliberazione n. 270, di cui al punto 3) all'o.d.g.
Così come già illustrato in sede di Commissione, per quanto concerne l'avanzo libero di amministrazione, pari ad euro 2.561.823, viene proposta la seguente terminazione interamente per spese in conto capitale: 1.900.000 per beni immobili e manutenzione straordinaria per beni mobili a valore culturale, storico ed artistico; 60.000 per spese di installazione e di acquisto di apparecchiature telefoniche e cablaggi di rete telefonici in genere; 250.000 per sviluppo software e manutenzione evolutiva; 46.000 per acquisto software; 145.000 per sviluppo software e manutenzione evolutiva per attività delegate; 960.000 per hardware informatici e per acquisto di materiale informatico.
Tali destinazioni si rendono necessarie per completare la ristrutturazione del Banco di Sicilia (piano terra e seminterrato), nonch per costituire il sistema di resocontazione delle sedute del Consiglio e degli altri organi consiliari; infine, per sostituire hardware e software in uso presso gli uffici del Consiglio.
Vi sono richieste di intervento? Ha chiesto la parola il Consigliere Segretario Bertola in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Ritenevo importante fare una considerazione nell'ambito dell'approvazione dell'assestamento del Consiglio regionale, poiché, se è vero che questo Consiglio regionale ha portato avanti una dura campagna di risparmi in questa legislatura, se è altresì vero che è intervenuto due volte sui costi della politica riducendo le retribuzioni dei Consiglieri regionali, sebbene non nella misura che avremmo auspicato noi, è altrettanto vero che risulta aperta la questione dei vitalizi, che pesano ancora - ovviamente - sul bilancio del Consiglio regionale in termini di costo.
È stata bocciata la nostra proposta di legge che chiedeva l'abrogazione retroattiva; è stata bocciata la nostra proposta di legge che chiedeva di introdurre almeno il divieto di cumulo tra il vitalizio da ex Consigliere regionale e il vitalizio da Parlamentare (nazionale o europeo). Invece, è stato introdotto il cosiddetto "contributo di solidarietà", peraltro solo fino al termine di questa legislatura, con una decisione nemmeno troppo coraggiosa, perché non si è deciso neppure per chi verrà dopo. Vitalizi quindi, che oltre a pesare sul bilancio in termini di costo per l'erogazione di questi assegni, pesano anche in termini di "accantonamento" per spese legali.
Poiché, proprio in conseguenza dell'applicazione del contributo di solidarietà, ben 38 Consiglieri hanno presentato ricorso e stanno facendo un "pellegrinaggio" per i Tribunali del Piemonte: prima alla Corte dei Conti, che ha dichiarato di non essere competente, poi al TAR e, infine nientemeno che al Tribunale ordinario - Sezione Lavoro (probabilmente si è vicini alla decisione finale), un po' come i dipendenti che si sentono non trattati bene o che si sono visti licenziare o retribuire ingiustamente.
In conseguenza di ciò, si sono dovuti accantonare 5.850.000 euro per far fronte a eventuali - speriamo che non si verifichino - spese di soccombenza. Si tratta, quindi, di una questione ancora decisamente aperta.
Tra l'altro, parliamo di 38 ex Consiglieri che, se in alcuni casi sono persone non più molto conosciute dai cittadini perché hanno smesso da qualche anno di fare politica per questioni anagrafiche o per scelte di vita, in altri casi, invece, si tratta di soggetti ancora ben noti al mondo politico piemontese, perché esercitano ancora attività politiche attive e almeno in due casi, per quanto ricordo - vengono addirittura nominati dal Consiglio regionale all'interno di organismi di propria designazione (ovviamente, nominati non da noi, ma dal resto del Consiglio regionale).
Il Parlamento nazionale è intervenuto sui vitalizi, almeno alla Camera dei Deputati, applicando un nuovo criterio (criterio contributivo). Noi non vogliamo essere troppo pessimisti - siamo ottimisti per natura! - ma non riteniamo così probabile un'approvazione della stessa riforma anche al Senato. Insomma, è evidente che, da questo punto di vista, si faccia un po' di melina! Però abbiamo cercato di portare la questione anche a livello regionale con una proposta di legge regionale che ricalca quella approvata dalla Camera dei Deputati.
Noi chiediamo, dunque, anche oggi, che il Consiglio regionale se ne occupi al più presto: si cerchi, almeno, di applicare un criterio contributivo sull'assegno vitalizio.
Ne parliamo oggi perché da una parte stiamo parlando dell'assestamento del Consiglio (quindi siamo completamente a fuoco sull'argomento, perch stiamo parlando di spese del Consiglio regionale); ma ne parliamo oggi perché più avanti, sempre nella giornata odierna, parleremo del bilancio della Regione Piemonte, e quindi parleremo anche - tanto per cambiare - di capitoli che riguardano servizi importanti per i cittadini che risultano sottofinanziati, poiché, per quanto si facciano degli sforzi, siamo in un'epoca di tagli ai trasferimenti rispetto al livello nazionale, per cui in alcuni casi (speriamo in pochi) parleremo di sacrifici.
E, allora, mentre si parla di sacrifici per i cittadini piemontesi, è bene anche ricordare che esistono ancora gli assegni vitalizi per qualche fortunato cittadino piemontese; dunque, è il caso che il Consiglio regionale se ne occupi, affinché i cittadini si possano fare un'idea: "Conoscere per deliberare" diceva Einaudi.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bertola.
Non essendovi ulteriori richieste di intervento, indìco la votazione palese sulla proposta di deliberazione n. 270, il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE BOETI


Argomento: Federalismo

Esame disegno di legge n. 272, inerente a "Assestamento del bilancio di previsione finanziario 2017-2019 e disposizioni finanziarie"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame del disegno di legge n. 272, inerente a "Assestamento del bilancio di previsione finanziario 2017-2019 e disposizioni finanziarie", di cui al punto 4) all'o.d.g.
Il relatore di maggioranza è il Consigliere Appiano; i relatori di minoranza sono i Consiglieri Bono, Berutti e Vignale. L'Assessore Reschigna sarà qui tra qualche minuto, quindi penso che possiamo cominciare con l'illustrazione delle relazioni.
La parola al relatore di maggioranza, Consigliere Appiano.



APPIANO Andrea, relatore

Grazie, Presidente.
Si tratta di un disegno di legge licenziato a maggioranza nella seduta del 26 ottobre scorso, anche a seguito del parere del Consiglio delle Autonomie locali che, appunto nel proprio parere, ha richiesto una maggiore attenzione alle risorse trasferite alle Province e al potenziamento della rete viaria, su cui l'assestamento prevede, pur nella forma emendata in Commissione, alcune risposte.
Ma vale la pena, come sempre, di incorniciare questo disegno di legge in un percorso iniziato tre anni e mezzo fa, altrimenti, in un Paese con memoria storica molto ridotta, si rischia di non cogliere fino in fondo l'importanza di questo ulteriore tassello.
Tre anni e mezzo fa si partiva da una situazione di disavanzo accertata e dichiarata di 364 milioni, dopodiché - proprio nei primi mesi di attività di questa Amministrazione regionale - si è arrivati a una rivisitazione complessiva di tutto il bilancio, che ha portato all'accertamento di un disavanzo sostanziale di circa otto miliardi, costituito da 1,2 miliardi di disavanzo finanziario, oltre due miliardi da riaccertamento straordinario di residui attivi e passivi del passato, più la contabilizzazione degli anticipi di liquidità extra (decreto legge 35) per tre miliardi imputabili ad Amministrazioni precedenti, e per 1,8 miliardi operazioni fatte anche da questa Amministrazione regionale. Tutto questo su un bilancio che per più di otto miliardi è sostanzialmente vincolato alla sanità, quindi dove le risorse libere sono nell'ordine del miliardo di euro o poco più, con una situazione di cassa anche pesantissima.
Insomma, questa è la cornice in cui si è data vita a una profonda ristrutturazione della situazione debitoria del passato e all'utilizzo al massimo possibile di tutte le disposizioni normative che permettessero dell'agibilità politica nella gestione di un fardello così pesante; in una situazione, peraltro, che anche nella parte sanitaria (ovvero quella finanziata dal Fondo Sanitario Nazionale tradotto in proporzione regionale piemontese) era commissariata e quindi non libera di assumere decisioni in quella che è la maggiore delle proprie competenze.
Entro questa cornice, si inserisce quella profonda azione di revisione dell'indebitamento e del disavanzo passato, che porta a un onere, al momento di accantonamento annuo, di circa 202 milioni di risorse fresche che, invece di essere utilizzabili per le diverse politiche, devono essere accantonate per quella parte di riduzione annua del disavanzo (si deve rientrare nel periodo di dieci anni per un tipo di disavanzo e trent'anni per quello da riaccertamento straordinario).
La preoccupazione nell'affrontare questo percorso era innanzitutto di fare delle scelte di priorità e mettere in sicurezza alcuni capitoli di spesa, alcune missioni, alcuni programmi, in primis quelli relativi alle politiche sociali e all'istruzione, ma non solo: provare a rilanciare qualche forma di investimento e a rilanciare un'interlocuzione diversa rispetto alla stasi degli ultimi anni relativamente al mondo degli Enti locali, soprattutto in materia di incentivazione agli investimenti per opere pubbliche assolutamente necessarie.
Questo percorso incontra anche costanti novità normative: una di queste è, per esempio, affrontata nell'assestamento di cui stiamo parlando, in quanto, in virtù di pareri della Corte dei Conti - quindi degli organi di controllo del bilancio - e alla luce delle nuove disposizioni normative troviamo lo spostamento di circa 191 milioni o poco più, che sono il frutto dell'avanzo vincolato, legato all'impiego del decreto legge 35, che noi avevamo già spalmato sull'annualità successiva a parziale copertura delle quote di disavanzo del 2018, così come abbiamo fatto in passato per il 2016 e il 2017. Nell'assestamento troviamo la cancellazione di quest'opera di anticipazione, di accantonamento sul futuro per costituire un fondo pluriennale vincolato sul 2017, che entra poi come avanzo di accantonamento, e quindi come entrata, nel 2018.
Si tratta di una correzione formale, che però è uno dei tanti esempi di quella continua opera di riaggiustamento e di ridefinizione dei nostri schemi di bilancio. Peraltro, la quota di 191 milioni o poco più che costituisce questa fonte di entrata mette al sicuro la gran parte di quei 202 milioni di copertura di disavanzo dell'anno prossimo. Pertanto, questo assestamento ci permette di immaginare una programmazione del 2018 (poi parlerò anche sul futuro oltre il 2018) senza dover drenare più di tanto risorse fresche, diciamo correnti, del nostro bilancio, per destinarle ad accantonamento. Rispetto ai 202 milioni mancherebbe, a legislazione vigente, una decina scarsa di milioni.
Sul fronte della spesa, come dicevo, in questi anni anche nell'assestamento si conferma un'attenzione particolare ad alcune missioni e ad alcuni programmi. In particolare, troveremo l'impiego di quasi tutto un fondo che era stato accantonato in sede di bilancio di previsione e che ammontava alla cifra di 36 milioni. Si tratta di un accantonamento prudenziale rispetto ad annunciate riduzioni di voci di trasferimento da Roma su alcune poste strategiche come le politiche sulla non autosufficienza o, comunque, politiche sociali o politiche dei trasporti.
Una buona parte di quelle decisioni, che in prima battuta sembravano necessitate da parte del livello romano, sono state invece superate da scelte parlamentari, che nel corso di quest'anno hanno riassorbito e cancellato le previsioni di tagli iniziali. Questo ci permetterà, in assestamento, di ridestinare una buona fetta di quei 36 milioni di cui parlavamo.
In particolare: 14 milioni e due vanno al fronte del trasporto pubblico locale, assestando la spesa rispetto all'annualità precedente e 4,6 milioni sulle politiche sociali.
Anche in questo caso, se facciamo un conteggio di tutte le risorse statali trasferite e di tutte quelle regionali destinate a questa parte così importante del bilancio, scopriamo che si è riusciti ad assestare, e quindi a stabilizzare, la spesa dell'annualità precedente, che era uno dei compiti e degli obiettivi che ci si era posti in una situazione così drammatica per le finanze locali come quella che ho provato a riassumere nelle premesse, in modo che non ce la si dimentichi mai, perché oggi non è l'anno zero rispetto a un percorso.
Quattro milioni di quei 36 vengono invece destinati a un'altra voce molto importante, cui abbiamo dato priorità, le borse di studio universitarie. In questo caso vedremo come, in realtà, la voce che allochiamo nelle spese è di otto milioni e quattro, di cui quattro finanziati da questo fondo di accantonamento e quattro da altri fondi regionali, quindi fondi propri.
Questo è per dare risposta a due questioni. La prima, a una riduzione di risorse recuperabili dal livello nazionale: due milioni sul fronte del recupero dell'IVA e due milioni per una penalizzazione, nel riparto delle risorse nazionali sulle borse di studio e sul diritto di studio universitario, in quanto l'anno di riferimento su cui si è parametrata la distribuzione tra Regioni non è l'ultimo anno da noi vissuto, cioè il 2016 quello in cui noi abbiamo alzato di molto il trend di spesa, ma è l'anno precedente. Nell'immediato, questo comporta il non ottenimento di quelle tante risorse in più, che pur abbiamo ottenuto, come avrebbe dettato la proporzione matematica rispetto ai maggiori investimenti che, come Regione abbiamo fatto.
L'altra metà del discorso è legata a un positivo aumento dell'attrattività delle nostre facoltà e delle domande di borsa di studio.
Avendo ormai da due anni centrato l'obiettivo della garanzia, a tutti gli aventi diritto, della provvidenza economica in termini di erogazione di borsa di studio, questo ha reso più propense le persone a far domanda, in quanto si ritiene che a quella domanda arrivi una risposta e, dall'altro abbiamo anche assistito a un aumento complessivo del numero di studenti anche provenienti da altre Regioni, che certamente arricchiscono la rappresentazione culturale dell'istruzione del Piemonte.
Insomma, non ci si è limitati ad usare, come slogan, il discorso per cui le nostre città e la nostra Regione debbono qualificarsi dal punto di vista universitario, ma abbiamo cercato di fare la nostra parte, perch effettivamente questo potesse tradursi in realtà.
Abbiamo poi allocato due milioni sul settore dei servizi di prima infanzia, al fine di intercettare, col nostro cofinanziamento, delle maggiori risorse messe a disposizione dallo Stato, oltre 15/16 milioni.
Anche questo era un settore in cui non si investiva più da anni, e invece in questo assestamento di bilancio si rompe un trend certamente non virtuoso e si aprono nuove prospettive.
Sei milioni e mezzo vengono riallocati per accordi di programma su opere di edilizia scolastica, in particolare con riferimento ad alcune realtà metropolitane come la Provincia di Torino, la Provincia di Asti, le città di Saluzzo, Stresa e Domodossola.
Vengono anticipati un milione e 59.000 euro di trasferimento alla Provincia del Verbano-Cusio-Ossola per la messa in sicurezza di una strada provinciale che attualmente rende non raggiungibili alcune zone e alcuni paesi. Questi sono fondi che, comunque, verremo a recuperare, quindi è solo un'anticipazione, proprio per dare risposta a una delle tante istanze che anche il CAL ha posto in sede di parere.
Vengono allocati 1,5 milioni nel settore cultura per eventuali ragionamenti ulteriori in questo campo.
Viene allocato un ulteriore milione nella parte del trasferimento ai Comuni per le scuole dell'infanzia convenzionate; anche in questo caso, per stabilizzare un trend di spesa ed evitare qualunque forma di riduzione rispetto ad un servizio fondamentale.
Vengono incrementate di due milioni le risorse sulla legge regionale n.
6, cioè quella nostra legge che ha ripristinato, dopo tanti anni di nulla il trasferimento agli Enti locali per opere di investimento. Con questi ulteriori due milioni riusciremo a scorrere ulteriormente una graduatoria molto ricca e molto richiesta che pur mantiene una sua vigenza, ancora fino al 2019. È chiaro che se non viene rifinanziata, lo scorrimento è solo virtuale e non reale. In questo assestamento decidiamo di procedere su questo scorrimento.
Infine, lo dicevo già prima e lo vorrei ripetere, io credo che uno dei risultati più importanti sia proprio questo: dopo anni (parliamo di quattro, cinque, sei anni fa) in cui i nostri enti gestori venivano a sapere a fine anno (il 30 dicembre) di quante risorse avrebbero potuto usufruire per l'anno appena trascorso, impedendo qualunque forma di programmazione, passo dopo passo, con attività di bilancio, con attività di mozioni di indirizzo, con l'impegno diretto dell'Assessorato competente in materia, si è arrivati a garantire sul triennale, e non già sulla singola annualità, una stabilità di risorse che, anche alla luce della nuova forma di contabilità con competenza potenziata, permette agli enti gestori e ai Comuni di programmare questi servizi così strategici, importanti ed essenziali per le persone, soprattutto quelle in difficoltà.
Certo, ora occorre fare quell'ulteriore passo di cui parlavamo ieri, in sede di parere sul DEF, in materia di politiche sociali e, parallelamente di politiche sanitarie, affinché, all'interno di questa stabilizzazione, si riesca anche a stabilizzare un fondo da cui trarre i famosi Budget di Salute, che permettono di dare una risposta più avanzata, più stabile e più condivisa verso alcune tematiche come la non autosufficienza o la cronicità.
Quello del bilancio di cui stiamo parlando è un ulteriore tassello: non è l'ultimo tassello di un percorso che è ancora molto difficile, perché, se abbiamo stabilizzato la spesa, abbiamo ancora alcune norme, in particolare una, che è penalizzante perché ci impone di garantire, in termini di equilibri di bilancio, dei risparmi sulle risorse che sulla carta avremmo a disposizione (in teoria, sarebbero oltre 100 milioni), ma che un'attenta attività, in particolare dell'Assessorato al bilancio, fa sì che, a oggi siano solo una quarantina i milioni ancora mancanti per centrare l'obiettivo. Mancanti, non nel senso che non ci sono, ma di minor possibilità di impegno di risorse iscritte a bilancio e finanziate da risorse proprie, per assicurare gli equilibri.
Lo sguardo, quindi, verso il futuro è continuare questa preziosa attenta e delicata attività di consolidamento di conti, che ha sempre rifiutato la logica dei tagli lineari e ha sempre cercato di destinare risorse nei settori ritenuti politicamente prioritari.
Anche a noi piacerebbe fare molto di più. Credo che chiunque di noi, se potesse fare un elenco di priorità cui dare ulteriori risposte, farebbe elenchi sterminati. Avevo fatto un conto di proposte emendative nell'ultima sessione di bilancio: complessivamente, erano oltre 200 milioni richiesti, quindi si capisce chiaramente che non ci sono i margini per dare risposta a tutte queste istanze.
Continueremo a lavorare con serietà, sapendo che la nuova legge finanziaria nazionale dovrebbe aprire ulteriori spazi che permettano di guardare alla prossima programmazione, se non con serenità (questo è un termine che va bandito ormai dal linguaggio politico, sempre e comunque) con un po' più di tranquillità, forti delle convenzioni che ho illustrato prima.



MOTTA ANGELA



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Appiano.
La parola al Consigliere Bono, primo relatore di minoranza.



BONO Davide, relatore

Grazie, Presidente.
Ho ascoltato con attenzione la relazione del collega Appiano.
Anche nelle sue parole, nel suo intervento, si leggeva quel tono ragionieristico e quella eccessiva, giusta ma fosse eccessiva, attenzione alla quadratura dei conti.
Non si vuole certamente dire che la Regione Piemonte non sia una Regione gravemente indebitata, con un onere per il pagamento dei propri debiti e anticipazioni, ai sensi del decreto legge 35, che sono sempre debiti, chiamati solo in un altro modo, e che non sia una Regione con una difficoltà anche rispetto all'equilibrio di competenza e all'equilibrio di cassa. Certamente. Però è anche vero che questa Regione - o questa maggioranza - aveva tentato, nel 2014, di presentare il cosiddetto Piano di riequilibro finanziario, in cui vi erano sia delle maggiori entrate.
Ricordiamo l'incremento dell'addizionale IRPEF regionale posta dal Vicepresidente Reschigna e dal Presidente Chiamparino (secondo aumento dopo i due aumenti fatti dalla Giunta Cota, della precedente legislatura) oltre all'incremento del bollo auto, incremento sui veicoli sotto una certa potenza, così come la reintroduzione del bollo sui veicoli a GPL metano, il minibollo, che però non ha fatto piacere a chi aveva fatto delle scelte ambientali di sostituzione della propria vettura.
Oltre all'aumento delle entrate, c'è stata soprattutto una parte molto cospicua di riduzione delle spese. E cosa? Non, ovviamente tagli lineari ma un'aggressione di quelle che erano considerate spese inutili o spese in più, o sprechi.
C'erano tutta una serie di capitoli. I capitoli più grossi forse erano quelli relativi al personale, alle partecipate (vado a memoria) e al trasporto pubblico locale.
Questo Piano di riequilibrio finanziario è, sostanzialmente, sparito dal radar, dai monitor. Noi abbiamo chiesto più volte di avere l'aggiornamento del Piano di riequilibrio finanziario (prima dell'assestamento 2016, prima dell'assestamento 2017, lo chiederemo prima delle previsioni del 2018), ma visti i tempi serrati con cui dobbiamo analizzare i documenti di bilancio (adesso abbiamo il DEF, l'aggiornamento alla nota del DERF, il previsionale che verrà solo presentato e credo che andremo in esercizio provvisorio anche quest'anno), ma non so se riusciremo ad avere un aggiornamento di questo Piano da parte del Vicepresidente Reschigna.
Guardate, capita con tutte le Amministrazioni o tutte le Giunte, o quasi (un po' di esperienza ce la siamo fatta anche noi): si entra a inizio legislatura con roboanti promesse, si scavalca metà legislatura e, una volta scavalcata metà legislatura, tendenzialmente si inserisce il pilota automatico e si cerca di fare il meno possibile come riduzione di tagli e si cerca, anzi, di fare grandi promesse e grandi interventi per arrivare nel miglior modo possibile alla successiva tornata elettorale.
Ormai siamo già in questo periodo e, complici le prossime vicinissime elezioni politiche, sostanzialmente manca un annetto alle prossime elezioni regionali se - lo dico, guardando il collega Appiano - il tribunale dovesse non riconoscere quello che le stesse persone hanno provveduto a raccogliere e sottoscrivere le liste elettorali del Partito Democratico nella Provincia di Torino. Se dovesse non riconoscerle o non ritenerle sufficienti per fare cadere il listino del Partito Democratico nella Provincia di Torino, ci sarebbe comunque una risicata maggioranza, solo con il Presidente Chiamparino in più, quindi potrebbe esserci una maggioranza comunque. Ci aspettiamo quindi da tempo un segnale in questo senso.
Anche sul trasporto pubblico locale - ne parlerà meglio il Vicepresidente della Commissione trasporti Valetti - dopo roboanti promesse, gare di qui, gare di là, risparmi di 30 milioni di euro, non abbiamo visto nulla e sostanzialmente si resta alla cifra storica.
Sul personale la legge nazionale scritta male ha fatto sì che i provinciali tornassero in capo alla Regione. Quindi, c'è stato un risparmio dovuto al pensionamento, ai sensi delle varie norme susseguite negli anni che hanno permesso il prepensionamento e il pensionamento di alcuni dipendenti, ma sono arrivati altrettanti, se non di più, dipendenti provinciali. Pertanto, la spesa sul personale è rimasta uguale, se non addirittura incrementata.
Sulle partecipazioni non abbiamo visto un piano aggressivo di intervento, perché si cita in tutte le relazioni il risparmio di un milione di euro sull'ARPA e un milione di euro sull'ATC. Nessuno sputa sopra a un milione di euro di risparmio, però è ovvio che non è quel piano di riequilibro delle partecipazioni che doveva portare al risparmio di una ventina di milioni di euro, ma vado a memoria, il Vicepresidente potrà correggermi ma i documenti sono online.
So che sull'ATC l'Assessore Ferraris sta lavorando anche in una logica di riorganizzazione delle partecipazioni delle ATC per farne una sola o poco più di una di ambito regionale, per poter risparmiare altri soldi, ma credo che, dal punto di vista dei risparmi e degli sprechi, questa Regione potrebbe fare ancora molto.
Bisogna capire se lo vuole fare questa Giunta o se, come detto prima si sono già tirati un po' i remi in barca, perché siamo veramente molto vicini alle prossime elezioni regionali, quindi non si vuole magari andare a fare un lavoro che potrebbe scontentare qualcuno.
Sull'assestamento il collega Appiano ha citato tutti i temi su cui ci sono stati stanziamenti in più nelle variazioni di bilancio. Non ha citato ma non poteva fare diversamente, tutti i capitoli in cui ci sono sottofinanziamenti rispetto sia alla spesa storica sia a quelli che sono i fabbisogni, perché non è che la spesa storica degli ultimi anni significhi la soddisfazione di tutti i fabbisogni delle varie missioni, dei vari programmi e dei vari Assessorati.
Potremmo fare un elenco lunghissimo, ma uno su tutti, ad esempio, è il tema - che tratteranno meglio i miei colleghi - della manutenzione del territorio. Il Vicepresidente Reschigna ha annunciato - penso in evidente accordo con il Presidente Chiamparino - che arriveranno, e uso il termine "arriveranno", 40 milioni del Fondo FSC per la manutenzione del territorio anche in relazione ai recenti devastanti roghi, alla siccità e al possibile dissesto idrogeologico per le successive piogge.
È ovvio che ora arriveranno e sono fondi nazionali europei, non sono fondi propri della Regione, cioè la Regione non pone nessuna risorsa sulla tutela del territorio. Quindi, nuovamente si pone un tema di scelta politica.
Il Presidente Chiamparino in una battuta molto infelice in Consiglio regionale, rispondendo a un quesito della Capogruppo Frediani, disse: "Voi non capite, le grandi opere non solo servono per tagliare nastri e far fare bella figura al Presidente di turno, ma servono anche perché rappresentano esse stesse un intervento di manutenzione del territorio". Cioè fare un bel tunnel ferroviario, una bella colata di cemento per una strada o un'autostrada è essa stessa opera di intervento e di manutenzione del territorio. Certo, se si spiana tutto, se si spianano le colline o si bucano e si mettono viadotti, in un primo momento c'è un'opera di manutenzione del territorio.
Però credo che qualunque architetto non possa considerare - e guardo il collega Mighetti, che non dissentirà - questo un intervento di manutenzione del territorio. Sono altri gli interventi di manutenzione del territorio.
Ieri c'era una delegazione di Consiglieri e persone impegnate sul territorio della provincia di Alessandria, che segnalava le necessità degli interventi sul territorio alessandrino, ma ogni territorio avrebbe bisogno di interventi di manutenzione in relazione all'alveo dei fiumi. Quando verranno stanziate queste risorse non si sa, perché abbiamo visto che anche sull'FSC la programmazione è lunga e tarda ad arrivare.
Altro tema che si è toccato in maniera pesante o, meglio, si è definanziato, è quello delle politiche sociali, sul quale il Vicepresidente dice: "Noi non abbiamo definanziato; ad esempio, rispetto al capitolo degli assegni domiciliari, invece di 15 milioni di euro abbiamo cinque milioni sull'assestamento 2017. Perché? Perché dieci li mettiamo a carico della sanità".
Noi stiamo ancora aspettando. Ieri, tra l'altro, l'Assessore Ferrari era in Commissione con noi, poi giustamente è scappato per un impegno importante insieme all'Assessore Saitta proprio in relazione a questo tema in relazione alla legge 10/2010. Poi ci aspettiamo quanto prima una convocazione congiunta della IV e della I Commissione con il Vicepresidente Reschigna, dove ci dica come andrete avanti su questo tema, che tra l'altro è un tema che abbiamo sollecitato noi con un ordine del giorno approvato a larga maggioranza. Le ASL devono circoscrivere una cifra precisa sul loro bilancio che sia impegnata sulle politiche sociali, in particolar modo sulla compartecipazione sanitaria al socio-sanitario, in particolar modo agli assegni di cura domiciliari.
Vogliamo capire perché a parole è facile, ma farlo è un po' più complicato. Sappiamo che le Aziende Sanitarie non navigano nell'oro. Si dice sempre che sono otto miliardi di euro, sono piene di soldi, ma poi per i servizi che erogano e per il personale che non riescono ad assumere, non sono così tanto ben messe. È assolutamente fondamentale che venga garantita la spesa. Se noi togliamo dieci milioni di euro e diciamo che non abbiamo tagliato perché metteranno le ASL e poi le ASL non mettono mi spiace Vicepresidente Reschigna, ma non si può dire che abbiamo garantito la spesa storica. Su quel capitolato sappiamo che 15 milioni di euro non bastano.
Ieri ne abbiamo parlato abbastanza lungamente in Commissione; qualcuno diceva che non è solo una questione di risparmi, perché il sottoscritto sosteneva che per ogni euro investito su un assegno di cura, probabilmente si risparmia su ricoveri in pronto soccorso, ricoveri in lungodegenza e ricoveri in RSA. C'è solo uno spostamento di risorse che dovrebbe addirittura, permettere un risparmio. Cerchiamo veramente di andare avanti su questo tema, perché la Regione è inadempiente da sette anni rispetto alla sua legge.
Altro tema importante, insieme alla sanità, su cui è più difficile intervenire perché sono fondi nazionali, è l'edilizia sociale.
Sull'edilizia sociale ci sono anche nel DEF una serie di obiettivi, di risultati attesi che, se non vedono risorse in più, non possono concretizzarsi. In particolar modo, tutto il tema delle morosità. Abbiamo fatto diverse modifiche di regolamenti per aiutare le persone con piani di rientro più sostenibili, ne faremo ancora nel merito, ma è ovvio che servono, comunque, risorse in più.
Noi abbiamo una legge regionale, la legge n. 3, che dice sostanzialmente, che il 60 per cento della morosità incolpevole è coperta dalla Regione e il 40 per cento dai Comuni. Noi non finanziamo quel 60 per cento. Sono scelte politiche che la maggioranza sta facendo. Noi non siamo assolutamente contrari al finanziamento delle borse di studio agli studenti universitari, consideriamo un plus di questa Regione la possibilità di attrarre giovani nel nostro territorio che, comunque, comporta un movimento dell'economia in senso positivo, non solo dell'economia vera, ma anche dell'economia del sapere e della cultura.
Tuttavia riteniamo che, per esempio, sul tema dalla povertà, si debba far molto di più. Arrivano i soldi del REI, dal livello nazionale, siamo tutti contenti, ma non possiamo nasconderci sempre dietro lo Stato: quando non dà i soldi è cattivo, ma non mettiamo un euro; quando ci dà i soldi è buono, ma non li mettiamo comunque.
Servirebbe, comunque, su tutto il tema della povertà (povertà, sostegno al reddito, edilizia sociale, ecc.) come abbiamo detto tante volte, un unico capitolo su cui intervenire.
Chiudo perché il tempo è tiranno, ma sull'assestamento bisognerebbe avere più tempo per potere sviscerare alcuni temi. Mi ero segnato sulla nota integrativa un tema che è importante, cioè il tema dell'analisi del disavanzo, che ha toccato anche il collega Appiano prima ma che giustamente - o furbescamente - si è limitato a toccare, ad analizzare solo per il periodo 2017-2018.
Noi siamo molto preoccupati, Presidente, perché, come avevamo già detto nell'analisi della delibera di rientro del disavanzo, la n. 182 del 2016 che rivedeva il rientro dal disavanzo, sia disavanzo 2014 che la ricognizione straordinaria dei residui che è il tema più sicuro e certo del DL 35, a pagina 10 della relazione vediamo un netto incremento della quota parte coperta con entrate tributarie regionali. Siamo di nuovo a porre lo stesso quesito che abbiamo posto più volte. Ancora una volta, siamo molto più scettici sulla risposta che già immaginiamo che lei ci darà, simile a quella delle altre volte.
Nel 2019 l'incremento delle entrate erano 75 milioni a copertura del disavanzo, adesso leggo 202 nel 2019. Già una volta ci aveva detto che non erano maggiori entrate, ma semplicemente le entrate in più dell'addizionale IRPEF e del bollo auto e di poche altre misure che abbiamo fatto tipo la proposta IRAP del Consigliere Grimaldi, che vanno a coprire questo. Forse 75 milioni potevano essere accettabili, 202 no.
Con quell'aumento di addizionale IRPEF andiamo a coprire le rate del DL 35; è vero che sono scese da 222 a 215, ma sono sette milioni, non 202.
Francamente, siamo molto preoccupati, so che anche il Vicepresidente è molto preoccupato per il 2019 - anche per il 2018 - ma per 2019, visto che ci sarà comunque un'altra Giunta, magari dello stesso colore - noi ci auguriamo di un colore diverso, possibilmente di un colore molto vicino al nostro - ci dia rassicurazioni in questo assestamento e poi nel previsionale 2019.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Berutti, secondo relatore di minoranza.



BERUTTI Massimo, relatore

Grazie, Presidente.
Partirei da una considerazione che ha fatto il Consigliere Appiano in merito al fatto che tutto è partito tre anni e mezzo fa. Credo che vada dato a Cesare quello che è di Cesare, cioè vada detto che, comunque, la situazione critica se l'è trovata un'altra Amministrazione e il DL 35 è quello che ha impostato un piano di ristrutturazione.
Detto questo, certamente un lavoro di riordino di attenzione è stato portato avanti e quindi, su questo, noi siamo sempre stati particolarmente coerenti su questa linea e, su cui non abbiamo nulla da eccepire.
L'assestamento è, comunque, una fase del bilancio in cui si analizza lo stato di avanzamento del lavoro dell'Amministrazione e dove si fanno ancora delle scelte politiche, dove si fanno ancora dei passaggi che,in qualche modo, possono comunque caratterizzare la vita operativa dell'ente Regione.
Su questo emergono delle scelte di carattere politico da parte dalla Giunta e, dall'altra, emerge anche tutta una serie di scelte mancate o meglio, di situazioni che vengono lasciate indietro.
Anzitutto vorrei muovermi sull'analisi del quadro d'insieme dell'assestamento: ci sono delle partite negative che vanno a togliere risorse in determinati contesti legati molto ai sistemi infrastrutturali e ambientali, oppure ai sistemi infrastrutturali, ma che possono essere anche definite o ritenute partite di giro.
Quello che balza molto all'occhio, e volevo capire un attimo se non ho colto io o se è stata fatta una scelta specifica, sono gli oltre cinque milioni di euro tolti all'internazionalizzazione. Ritengo che, in un momento in cui c'è necessità di lavorare verso una strategia, quindi verso uno sviluppo nel sistema imprenditoriale piemontese verso l'estero, verso tutta una serie di opportunità che, non da oggi, sicuramente, sono necessarie, questo balza particolarmente all'occhio. Qui parliamo di una partita negativa, cioè quindi di una scelta.
Poi, sulle scelte politiche evidenziate dal collega Appiano, sulle politiche sociali e sull'istruzione, da parte nostra nulla osta. Però credo che di fronte a una fase molto delicata in cui abbiamo in questo anno perché ormai siamo a novembre, quindi l'assestamento lo vediamo quasi alla fine dell'anno, naturalmente, non si vedono grandi investimenti o, meglio non si vedono investimenti, almeno, se non sono sfuggiti a me, quindi sicuramente mi rimetto eventualmente poi all'intervento del Vicepresidente in merito a quelle che sono tutte le situazioni legate alle calamità che hanno colpito questa Regione in questi mesi e non solo le ultime discusse nel Consiglio scorso; quindi, credo che sia necessaria una valutazione di carattere politico sul discorso legato alla necessità di intervenire di nuovo, ulteriormente, nell'ambito della legge 18, della legge 38 e della legge 4, e sul discorso legato alla necessità, anche da parte delle Province, di poter avere risorse.
Vicepresidente, va bene la scelta nel momento in cui la Delrio ha dato un input alle Regioni in cui si doveva cambiare un sistema, però la valutazione va ben oltre, cioè a la legge Delrio si è dimostrata un bluff il referendum l'ha cassata; le Province ci sono e devono funzionare e sappiamo tutti quali sono le difficoltà in cui vanno incontro e credo che nell'ostinarsi a non sostenerle finanziariamente si vada ben oltre una valutazione di carattere politico.
Credo che qui sia in gioco la sopravvivenza non soltanto delle Province ma, considerate le deleghe che hanno, anche dei territori, perché non dimentichiamo che le Province hanno la gestione del sistema infrastrutturale stradale. Qui c'è tutta la questione legata ad ANAS, su cui occorre debba fare chiarezza e capire qual è la strada da percorrere per non lasciare ancora una volta le Province con il cerino in mano, perch il problema si acuirebbe ulteriormente. C'è tutto il discorso dell'edilizia scolastica, c'è tutto il discorso dell'ambiente, c'è tutta una serie di situazioni che credo vadano riaffrontate in modo estremamente importante.
Poi c'è un altro aspetto, già citato dal collega Bono, legato al TPL perché questa è un'altra partita importante, cioè noi non possiamo continuare a fare razionalizzazioni a livello strutturale dove, da una parte, si pensa di ristrutturare la sanità di tutta la riorganizzazione a livello socio-sanitario, eccetera e, dall'altra, interveniamo, soprattutto nei territori che hanno più necessità dal punto di vista del trasporto pubblico locale. Tra l'altro, le razionalizzazioni sanitarie alla fine, a quanto pare dai numeri che stanno girando (chiederemo approfondimenti) stanno portando non a quello che si pensava, anzi a degli aumenti di costi però questa è un'altra storia che approfondiremo.
Dicevo, dall'altra parte, a questo punto, quel che necessita è che si arrivi a una soluzione definitiva legata al TPL. Si parla di gare, però mi sembra che in questa fase siamo ancora abbastanza in alto mare.
Inoltre, c'è un altro aspetto, che non è da sottovalutare, non è secondario; mi rendo conto che siamo sull'assestamento e non sul bilancio previsionale, però ad esempio, anche qui, approvato il Piano paesaggistico non è stato messo un euro o, meglio, è stato messo ben poco per quanto riguarda il riadeguamento degli strumenti urbanistici. Non dimentichiamo che sono numeri importanti; non dimentichiamo che, se da una parte facciamo una legge, dall'altra dobbiamo cominciare a dare dei segnali perché sappiamo che quel che viene pubblicato in Gazzetta diventa attuativo e operativo. Quindi, a questo punto, anche questo è un elemento da non sottovalutare.
Poi ci sono ulteriori aspetti che, tra l'altro derivano anche dai nostri emendamenti di merito. Noi, infatti, non abbiamo operato una politica ostruzionistica in questo percorso dell'assestamento, neanche in Commissione: abbiamo proposto, con i colleghi, tutta una serie di emendamenti con i quali abbiamo cercato di dare un contributo.
C'è da considerare il discorso legato ai danni da fauna selvatica sui territori: questo è un altro problema serio, perché si sta rivelando veramente una calamità parallela. Non si tratta, cioè, di una strumentalizzazione da parte nostra: questo si sta rivelando, sul territorio, un problema veramente importante, unito ai danni che hanno subito i nostri territori con la siccità.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE BOETI



PRESIDENTE

Invito i colleghi a prendere il loro posto, perché il Consigliere Berutti non può intervenire in queste condizioni, e ci sono Consiglieri che vogliono ascoltare.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi del Centro di formazione professionale "Madre Mazzarello" di Torino


PRESIDENTE

Approfitto dell'interruzione, collega Berutti, per salutare i docenti e gli studenti della classe III "Operatori servizi e vendita" del Centro di formazione professionale "Madre Mazzarello": benvenuto, ragazzi, a voi e ai vostri accompagnatori, e buon soggiorno a Palazzo Lascaris.


Argomento: Federalismo

Esame disegno di legge n. 272, inerente a "Assestamento del bilancio di previsione finanziario 2017-2019 e disposizioni finanziarie" (seguito)


PRESIDENTE

Le chiedo scusa, Consigliere Berutti: può continuare.



BERUTTI Massimo

Ci mancherebbe, Presidente: gli ospiti sono sempre graditi.
Dicevo appunto di questi temi, che hanno una loro importanza.
Poi naturalmente ci sono altre questioni, legate agli aspetti ambientali, come le bonifiche sull'amianto, che hanno la loro rilevanza. È vero che qualche settimana fa era stato portato avanti un piano legato ad alcune bonifiche, anche sul territorio alessandrino, e quindi queste ben vengano; però, tante situazioni sono ancora in essere.
Ovviamente quello che auspichiamo è che ci siano comunque anche risorse legate alle pianificazioni. Io mi auguro che con gli Uffici si proceda a piani anche strutturali e strategici sui bacini montani, le opere idrauliche e tutto il resto, perché fare questo è importante.
Tornando quindi un attimo al discorso delle Province, occorre una sinergia per cercare di dare una mano ad una ripartenza di questi Enti.
Alla luce delle considerazioni che andavano fatte per sottolineare - lo ribadisco - la nostra politica di consigli e quindi l'azione costruttiva con emendamenti di merito, la valutazione che faccio anche al Vicepresidente è legata a un'analisi complessiva sul discorso delle ATC (parlo del tema della casa). A quanto pare, infatti, da quello che mi si dice, comunque ci sono problemi sostanziali sull'area torinese. E quindi la valutazione, la domanda e la considerazione sono anche legate, chiaramente a questo assestamento e a qual è la prospettiva.
Dopodiché, nel chiudere, mi riallaccio alle valutazioni del Collegio dei revisori, che comunque hanno sempre una loro importanza: il Collegio pur dando parere positivo, fa una serie di osservazioni legate chiaramente ad uno degli elementi essenziali di ogni singolo bilancio, che è l'attenzione ai residui attivi e passivi. Questo è un elemento estremamente importante su cui io, anche per esperienza, batto in modo particolare perché lo ritengo essere uno dei nervi scoperti all'interno di ogni singolo bilancio.
E poi, naturalmente, c'è il tema della vigilanza, della gestione e del controllo dei risultati delle società e degli enti partecipati, che rappresenta un altro aspetto particolare della gestione del bilancio.
Mi sembra, dagli allegati, che grandi scompensi non ce ne fossero, per ritengo che comunque tutte queste osservazioni abbiano un senso e soprattutto, dimostrino che il lavoro di riassetto può anche essere stato fatto, ma che sicuramente ci sono ancora delle criticità. Su queste fragilità alcune valutazioni poi verranno anche fatte dai miei colleghi, su punti più specifici, ma sicuramente c'è la necessità di intervenire o meglio, di prendere atto che ci sono, eventualmente anche a oggi situazioni che non possono essere rimandate al bilancio di previsione. Io credo che questo debba essere tenuto in conto.
Noi, naturalmente, con una serie di emendamenti riproporremo un insieme di questioni, auspicando che il Vicepresidente possa accoglierle, perché il Piemonte non può aspettare il bilancio di previsione su determinate tematiche. Altrimenti, ancora una volta, probabilmente c'è solo una scelta politica nei confronti di determinati contesti e dall'altra, sempre per scelta politica, altri contesti vengono lasciati indietro. E di questo ovviamente il territorio prenderà coscienza.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Vignale, terzo relatore di minoranza.



VIGNALE Gian Luca, relatore

Grazie, Presidente.
L'assestamento di bilancio che stiamo analizzando, quest'anno come nelle precedenti annualità, cerca di intervenire su un tema, certo estremamente importante, che è quello del miglioramento della situazione di bilancio dell'Ente.
Quanto previsto all'articolo 5 (prevede la riduzione dell'importo del debito fuori bilancio) è un esempio evidente di politica che, come diceva il collega Berutti, questo Ente ha cercato di perseguire a partire dal 2013, per arrivare a una situazione che consenta alla nostra Regione di svolgere politiche a favore dei cittadini piemontesi.
Certamente, leggendo gli atti del bilancio, riconosciamo a questa Amministrazione che quest'impegno esiste ormai da cinque anni. E l'assestamento, inteso non con il nome con cui chiamiamo la modifica del bilancio annuale, ma davvero come "bilancio un po' più in ordine", è un dato che non possiamo ignorare.
Così come non possiamo che cogliere positivamente alcuni aspetti all'interno del disegno di legge che stiamo approfondendo.
Uno di questi riguarda le misure di contrasto all'evasione, l'aver individuato una percentuale di ciò che proviene dalle misure di contrasto per rendere più facili o più agevoli queste attività anche per i cittadini che devono pagare dei tributi non precedentemente pagati, come previsto dall'articolo 11.
Anche se la nostra Regione ha fatto un intervento significativo in tema di "bollo auto", rammentiamo che oggi esiste un'evasione pari a circa 15 per cento sul ticket sanitario, sulla quale andrebbe fatta una riflessione ma non nel senso di creare una sorta di "Equitalia regionale" che intervenga in tal senso, ma perché, verosimilmente, avere un ticket sanitario che è "nulla" o "tutto" è un ragionamento che non funziona.
Perché porta una serie di cittadini piemontesi in situazioni di difficoltà ad una dichiarazione talvolta non corretta.
Su questo, ad esempio, una riflessione venne già fatta - lo ricorderà di sicuro il Vicepresidente - quando discutemmo del Piano Socio Sanitario del 2012: allora si parlò di "ticket progressivo" rispetto al reddito dei cittadini piemontesi; a nostro avviso, una nuova considerazione su questo sarebbe opportuna, perché la differenza fra l'esenzione totale e il pagamento totale (parliamo sempre di ticket, ovviamente, e non di prestazione) dovrebbe essere, a nostro avviso, rimodulata. Ma questo è un altro tema, legato a quell'evasione in particolar modo nei confronti di chi si può permettere di pagare il ticket, ma non lo paga; tema sul quale si dovrebbe intervenire a favore del potenziamento dei servizi sanitari nella nostra Regione.
Un altro aspetto positivo - lo dico perché, per coerenza, ho sempre cercato di valutare gli atti per quello che sono - riguarda l'articolo 13 relativo al fondo di finanziamento di progetti di sviluppo dei territori montani. Non possiamo che accoglierlo positivamente: magari, anche solo in termini di impegno del Vicepresidente, parlando di risorse così corpose,trattandosi di accordi di programma (quindi di un atto che riguarda la Giunta regionale e basta) e visto che questa è una delle misure più significative di questo bilancio, vorremmo che le Commissioni competenti (la III Commissione, piuttosto che la I) siano in qualche modo interessate non da un tema di governo, che è un discorso che riguarda certamente la Giunta, ma da un tema di informazione. Perché, come ricorderà bene il Vicepresidente, questa Regione si è dotata di una legge di sistema; per cui è corretto che vi siano interventi che vadano oltre la legge di sistema che non consente, dal punto di vista degli investimenti, di intervenire in tal senso. Però crediamo che un'informativa ci dovrebbe essere.
Ci permettiamo, proprio riferendoci all'articolo 13, di far presente (probabilmente sarà oggetto di un nostro emendamento, anzi lo è già) come forse valga la pena considerare il fatto che prevedere più di 20 milioni di euro di investimenti sul sistema delle infrastrutture sciistiche (aspetto sacrosanto!) sia positivo, ma che mal si combini, invece, con una riduzione delle spese di natura corrente per coloro che beneficiano meno di un accordo di programma, e che hanno difficoltà, alla luce della riduzione che c'è stata nel bilancio di quest'anno, a garantire le spese annuali dell'impianto. Questo vale per tutti, ma vale, ovviamente, in particolare per le medie e piccole stazioni.
L'articolo 15, quello sui nuovi servizi educativi, è un aspetto che certamente può stare all'interno di un assestamento di bilancio.
Verosimilmente nella non contrarietà rispetto a questo articolo avrebbe dovuto avere un cammino che, con la IV e la VI Commissione, vedeva un percorso normativo perché, introducendo novità in termini di servizi e anche erogazioni in termini economici, sarebbe stato l'aspetto più interessante.
Cosa non ci piace di questo assestamento di bilancio? Una serie di aspetti, avendo voluto significare le parti che riteniamo positive.
Innanzitutto una, che il sottoscritto e il Movimento Nazionale prova a ripetere in più occasioni. Questa Regione - non solo questa - ha maledettamente bisogno di investimenti e allora, se è vero che vi è un cambiamento che non possiamo non sottolineare in termini positivi rispetto agli anni passati in merito agli investimenti di cui parlava l'articolo 13 e alle risorse che sono state investite nel 2017 sulla legge 16, noi crediamo che il vero passo in avanti che si dovrebbe fare sarebbe proprio quello di un grande stock di investimenti, anche andando a trovare le risorse oggi disponibili.
Ricordiamo - non c'è l'Assessore Valmaggia, ma ne è certamente a conoscenza il Vicepresidente - che oggi noi abbiamo sostanzialmente 30 milioni di euro di fondi ATO delle Unioni dei Comuni che sono completamente immobilizzati, quando in realtà nel nostro territorio avremmo necessità (come gli ultimi incendi hanno dimostrato) di investimenti significativi di manutenzione del territorio (nel caso degli incendi, non soltanto piste tagliafuoco, ma tutta una serie di investimenti con risorse che sono lì disponibili).
E per parlare di risorse che sono lì disponibili dicendo ciò che non ci piace di questo bilancio, vi è il fatto - provo a continuare a dirlo in sede di III Commissione - che non possiamo discutere un bilancio della Regione Piemonte senza discutere contestualmente di fondi europei. Infatti se parliamo di politiche sociali o se parliamo di politiche per l'impresa o se parliamo di politiche per il mondo rurale, è evidente che discutere di bilancio vedendo all'interno di questo documento il cofinanziamento dei fondi europei e non vedendo i quasi quattro miliardi di euro di questa programmazione europea, è un nonsenso. Se parliamo di servizi per il lavoro e non parliamo di FERSR o di FSE, di imprese lavoro, o se parliamo di agricoltura o montagna e non parliamo di FEAS o di PSR nei suoi quattro assi, è evidente che la discussione che facciamo in questo consesso è una discussione monca.
Poi credo che vi siano alcune priorità che noi non affrontiamo, in particolar modo quelle legata alle politiche sociali, che sono certamente l'applicazione della legge 10 sul sostegno domiciliare socio-sanitario. Noi attendiamo, ormai credo da tre anni, o meglio, dal 2010 tutto il Consiglio lo attende, quindi con responsabilità condivise, ma tre anni fa questa Giunta si impegnò, approvando tutto il Consiglio regionale un ordine del giorno, a varare il regolamento attuativo dell'articolo 5 della legge 10 senza il quale quella legge non è utilizzabile, salvo fortunatamente i tanti esperimenti di domiciliarità sanitaria che si stanno facendo.
Manca un piano che sia all'interno della discussione del bilancio sulla digitalizzazione della nostra Regione, perché è vero che parliamo spesso dei 100 milioni di euro investiti sul FSE e quant'altro, però abbiamo dovuto attendere tre anni, in una Commissione che si è tenuta ieri mattina per avere qualche breve informazione sul fascicolo sanitario elettronico che è certamente un perno della digitalizzazione del nostro sistema.
Credo vi sia necessità di investire maggiormente sul mondo dell'impresa; sinceramente, il taglio relativamente ai sostegni per l'export o si spiega con un utilizzo di FESR che noi non vediamo all'interno di questo bilancio, oppure non si spiega, perché se noi siamo come siamo - la locomotiva d'Italia in termini di esportazioni, allora è bene che la discussione fra fondi europei e bilancio regionale sia quanto più contigua, altrimenti poi vediamo dei tagli che paiono assolutamente ingiustificati.
Mi permetto inoltre di dire - ma poi avremo modo, nella discussione del bilancio, di affrontare altri temi più puntuali - che, relativamente alle borse di studio universitario, io credo che questa Regione debba iniziare a rivendicare un servizio che dà alle altre Regioni senza chiedere conto, nel senso che non penso che questa Regione si possa permettere il lusso di spendere decine di milioni di euro per le inefficienze delle altre Regioni italiane.
Il sistema delle borse di studio universitario deve diventare un sistema che, come in sanità, garantisce ai cittadini italiani, in particolar modo ai cittadini italiani, servizi, fra cui ovviamente le borse di studio e gli atenei, ma in qualche modo ne debba chiedere conto a quelle Regioni che invece quei servizi non li offrono. È assolutamente evidente come è sempre avvenuto, che, a fronte di una grande concessione economica in tema di borse di studio, si cambi una mobilità universitaria per cui invece di andare - lo dico a caso - nella Regione X (così non faccio esempi non corretti), vado in Piemonte perché ho più facilità in termini di erogazioni economiche.
Credo che, da questo punto di vista, la nostra Regione non possa fare da salvadanaio per coloro i quali non garantiscono servizi adeguati semplicemente perché non siamo nelle condizioni di potercelo permettere.
Concludo, Presidente, con una considerazione che faceva già il collega Bono. Vorrei un bilancio che sia davvero triennale, perché abbiamo superato i tempi dei vecchi bilanci annuali. Questo consentirebbe al Consiglio, alle imprese e al mondo delle politiche sociali di avere garanzie. Se un consorzio socio-assistenziale - o un'impresa o un altro soggetto - ha garanzia che su quel capitolo, per i tre anni in cui noi votiamo l'atto, ci sarà capienza economica, farà una serie di investimenti familiari imprenditoriali e sociali, perché il bilancio del Consiglio regionale gli garantirà, con le sue politiche, una garanzia di copertura.
È evidente che non possiamo nasconderci, non tanto come il 2018, che in qualche modo abbiamo recuperato nelle sue difficoltà, ma.



PRESIDENTE

Mi scusi, un attimo Consigliere Vignale, voglio salutare i ragazzi della scuola.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi dell'Istituto Liceo Classico Musicale "C. B. Cavour" di Torino


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti dell'Istituto Superiore "C. B. Cavour" di Torino in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.


Argomento: Federalismo

Esame disegno di legge n. 272, inerente a "Assestamento del bilancio di previsione finanziario 2017-2019 e disposizioni finanziarie" (seguito)


PRESIDENTE

Continui pure, Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Grazie.
Dicevo, non possiamo non preoccuparci, non tanto perché finisce e inizia una legislatura, perché cerchiamo di essere amministratori della nostra Regione, ma di una situazione del 2018 che trova una parte di copertura del bilancio con un aumento della tassazione che, verosimilmente non è giustificata. O aumentiamo l'addizionale IRPEF per quei 300 milioni di differenza che vi sono fra il 2017 e il 2019, o quell'iscrizione di entrate tributarie è servita per far quadrare il bilancio.
Anche da questo punto di vista, se noi avessimo dei documenti di bilancio che in qualche modo fotografano quella che è una reale situazione mi permetto di dire - anche con una piccola discrezionalità rispetto all'iscrizione e rispetto ai trasferimenti storici dello Stato (che è vero che possono non avvenire, ma ricordiamoci che il nostro è un bilancio triennale), almeno apposteremmo più correttamente quelle risorse.
È verosimile che noi già appostiamo 300 milioni in più, che non incasseremo, ma è altrettanto verosimile che abbiamo appostato risorse minori in entrate rispetto ai trasferimenti dello Stato che invece saranno maggiori.
Da questo punto di vista, credo che anche una pulizia del bilancio regionale e, soprattutto, una sua valenza triennale, è quello che ci auguriamo.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Vignale.
Dichiaro aperta la discussione generare.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Arriviamo a questa discussione, come sempre, cercando un po' di tirare le somme e di riproporre quelli che per noi sono i temi principali su cui ci sarebbe ancora tanto da lavorare.
Partirei dal tema della cultura, anche se purtroppo l'Assessore Parigi è assente, ma comunque sono osservazioni che abbiamo già portato in Commissione ed anche in occasione del confronto sul DEFR, perché sono temi che riproponiamo periodicamente in ogni occasione.
Mai come ora sono temi importanti, perché ci accingiamo a rivedere tutta la normativa relativa alla cultura.
Crediamo sia il momento di apportare delle modifiche alla visione di cultura che la Regione Piemonte ha, proprio per cercare di adattare il sistema culturale al cambiamento che tutta la nostra società sta vivendo.
In particolare, un tema che è stato portato anche all'attenzione della Commissione durante l'ultima audizione del Comitato Emergenza Cultura è di vedere la cultura come fattore di sviluppo, quindi non vederla più, come accadeva fino a qualche anno fa, in particolare fino a tre legislature fa come un destinatario di fondi dati a pioggia in modo un po' scriteriato, ma vederla proprio come un motore economico che può portare alla crescita della nostra Regione.
Questo è un concetto che sicuramente dovremmo cercare di inserire nel testo unico per fare in modo che la cultura finalmente inizi a generare sviluppo. Generare sviluppo significa poter anche accedere agli strumenti di sviluppo che i fondi europei mettono a disposizione.
In particolare, parlando di fondi europei, rileviamo come sia necessario dare un sostegno a tutti quegli operatori piccoli e medi che operano nella cultura e all'esigenza di accedere ai bandi.
Servirebbe sicuramente una struttura di supporto a questi operatori che, molto spesso, non hanno le forze e, a volte, neanche le competenze per poter accedere a queste risorse. Pertanto, rivedere il concetto di cultura come motore di sviluppo e cercare di dare anche gli strumenti adeguati a tutte le imprese che cercano di creare economia, operando nel sistema culturale.
Bisogna, poi, cercare di prevedere dei fondi anche per il recupero di sedi dove poter fare cultura. Il tema del recupero delle aree dismesse, il recupero di edifici presenti - numerosissimi - sul nostro territorio, non più destinati ad attività produttive è un tema che abbiamo cercato di portare all'attenzione del Consiglio attraverso una proposta di legge che si è arenata in Commissione. Cercheremo di riproporne i contenuti nel prossimo Testo Unico, che stiamo elaborando.
Ovviamente, anche qui sarà necessario prevedere delle risorse. Risorse che noi vediamo come un investimento, perché consentiranno di offrire nuovi spazi anche alle nuove imprese, che potranno sicuramente dare vitalità e sviluppo a questo settore.
Per quello che riguarda l'istruzione, consideriamo fondamentale fare uno sforzo in più, per cercare di stanziare risorse adeguate a coprire tutte le domande. Non possiamo permettere che nella nostra regione ci siano delle famiglie costrette a sobbarcarsi le spese necessarie a far studiare i propri figli. Aggiungo che sarebbe ora di prevedere quel famoso finanziamento per le famiglie che devono pagare l'abbonamento ai mezzi pubblici o ai treni, per far arrivare i figli a scuola.
Sappiamo che si tratta di una spesa che su alcune famiglie ha veramente un'incidenza altissima, soprattutto per tutti quegli studenti che si trovano al di fuori dell'area Formula, e quindi non possono accedere alle agevolazioni previste, invece, per gli studenti che si muovono all'interno del territorio sottoposto a tariffa agevolata. Continuiamo a chiedere all'Assessore Balocco di rispettare l'impegno preso ormai un paio d'anni fa (il primo ordine del giorno del collega Valetti risale a quell'epoca) e ancora non vediamo fondi destinati a queste famiglie e ragazzi.
L'edilizia scolastica è un altro tasto dolente.
Tutti ormai sapete che noi abbiamo destinato, non l'ultima restituzione, ma quella precedente, a interventi sulle scuole. Qui serve decisamente uno sforzo ulteriore. Il Governo, fin dal momento in cui ha promulgato la legge 107, ha dichiarato un impegno su edifici scolastici che, poi, nei fatti, purtroppo non ha dato risultati particolarmente brillanti.
In Piemonte, la situazione non è migliore rispetto ad altre Regioni d'Italia, anzi rileviamo che, proprio in questo periodo, sono state chiuse due scuole, a Frugarolo e Predosa, perché dichiarate inagibili. C'erano dei problemi ai controsoffitti, quindi c'era un rischio sia per i ragazzi che per il personale.
È inaccettabile che si debbano chiudere gli istituti scolastici perch non sicuri. Questa dovrebbe essere un'assoluta priorità, quindi chiederemo un maggiore impegno di risorse.
Ripeto che noi abbiamo già dato un nostro contributo - come sempre dalla nostra restituzione, proprio per cercare di mantenere alta l'attenzione su questo tema.
Anche per quello che riguarda l'adeguamento alla normativa antincendio sappiamo che c'è una graduatoria ancora da esaurire, quindi è assolutamente necessario mettere delle risorse, per cercare di arrivare all'esaurimento di quella graduatoria.
Torno a chiedere un maggiore impegno per quello che riguarda la manutenzione del territorio.
Su questo, ovviamente, interverrà in modo molto più preciso e puntuale il collega Mighetti. Noi abbiamo delle proposte emendative per destinare maggiori fondi agli AIB. Si tratta di un qualcosa che noi abbiamo già cercato di segnalare ed evidenziare attraverso la nostra ultima restituzione, quella che facciamo sul nostro cosiddetto extra stipendio.
Chiediamo veramente un maggiore impegno per sostenere questi volontari che operano in modo fondamentale sul nostro territorio. Purtroppo l'abbiamo constatato in questi ultimi giorni: senza gli AIB noi perdiamo totalmente il controllo durante le emergenze, durante gli incendi, e non riusciamo a intervenire in modo adeguato, proprio perché non c'è più una Forestale che possano intervenire direttamente sul campo, all'interno dei boschi.
L'ultima parte è relativa all'utilizzo dei fondi per sostenere l'occupazione.
Abbiamo già avuto modo di confrontarci con l'Assessora Pentenero, in Commissione. Noi riteniamo che questi fondi debbano essere utilizzati in modo diverso, perché le politiche attuate fino ad oggi non hanno portato i risultati sperati.
Purtroppo, anche qui, ci troviamo spesso in situazioni emergenziali perché ci troviamo sempre più frequentemente a dover rispondere a crisi aziendali, e quindi a dover soccorrere delle persone che stanno perdendo il lavoro.
Noi vorremmo che non si investissero i fondi solamente in queste situazioni. Per questo motivo, abbiamo chiesto all'assessora Pentenero di confrontarsi e lavorare anche con l'Assessora De Santis, per cercare di utilizzare questi fondi per dare nuova vita alla nostra economia. Quindi non intervenire unicamente a sostegno dei lavoratori che perdono il reddito, ma cercare anche di integrare le politiche, in modo da riuscire ad indirizzare i fondi per riconvertire il mercato del lavoro. È chiaro che ci troviamo in un momento in cui ci sono alcune figure professionali che non hanno più possibilità di trovare occupazione ed è necessario uno sforzo ed anche una visione un po' più a lungo termine per intervenire in modo tempestivo.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Mighetti; ne ha facoltà.



MIGHETTI Paolo

Grazie, Presidente.
Sono stato colto leggermente impreparato, perché pensavo che ci fosse una coda chilometrica per intervenire, invece la discussione è già ad un punto morto.
Quello che porteremo nella discussione di questo assestamento riprenderà chiaramente il lavoro fatto in Commissione nel corso di parecchie sedute e che ha portato un apporto di merito da parte del nostro Gruppo, Movimento 5 Stelle, su varie tematiche. Si tratta di varie tematiche che i colleghi porteranno all'attenzione nella discussione generale e che chiaramente io porterò in questa discussione nei termini delle materie di mia competenza.
Nella discussione in Commissione abbiamo messo l'accento su alcune tematiche e, in particolare, possiamo iniziare dalla problematica relativa all'adeguamento degli strumenti urbanistici. Abbiamo approvato da una ventina di giorni il Piano paesaggistico regionale e abbiamo più volte detto, durante la discussione, che questo Piano è importante per la Regione Piemonte, perché mette nero su bianco una serie di vincoli che già esistevano da decenni e che pian piano siamo andati a specificare meglio e a rendere più accessibili sia ai cittadini sia ai tecnici.
Abbiamo inserito altre cose nel Piano paesaggistico. In base al dettato del decreto legislativo 42/2004, abbiamo inserito un'attenzione nuova all'ambito paesaggistico e alla tutela del paesaggio nella sua interezza.
Come dicevamo nella discussione, a nulla serve questo Piano se dopo l'approvazione non si fa un corretto lavoro sia di concertazione con gli Enti locali sia di sostegno economico a questi ultimi. Per questo motivo non abbiamo presentato un solo emendamento in questo senso, ma abbiamo presentato una serie di emendamenti che vanno a ricoprire tutte quelle funzioni che la Regione Piemonte deve andare a implementare in questi anni di prima applicazione del Piano paesaggistico.
Abbiamo inserito delle somme anche minime, ad esempio per la formazione dei tecnici comunali o per la divulgazione del Piano, nonché delle somme per il vero e proprio adeguamento dello strumento urbanistico.
Non ultimo sappiamo che, nelle prossime sedute, dopo il bilancio andremo ad approvare un regolamento edilizio tipo, il nuovo regolamento edilizio tipo nazionale, che diventerà il nuovo regolamento edilizio tipo anche per la nostra Regione.
Abbiamo lavorato per anni con un sistema regionale che ha dato i suoi frutti in senso di omogeneizzazione del panorama legislativo ed urbanistico dei nostri Comuni. Oggi ci siamo trovati ad affrontare una nuova sfida, che è quella di adeguarci al livello nazionale.
Penso che il lavoro fatto dai tecnici della Regione Piemonte insieme ai tecnici delle altre Regioni italiane sia stato un lavoro encomiabile perché veramente molto difficile. Il nostro apporto e contributo è stato credo, positivo per dirimere alcune questioni e oggi, come per il Piano paesaggistico, ci troviamo a dover adeguare gli strumenti urbanistici a questo nuovo regolamento, a questo nuovo tipo di normativa e a questi nuovi tipi di parametri che sono stati individuati.
Dalla parte più urbanistica e paesaggistica passiamo ad altre questioni, quelle relative al territorio e che abbiamo sollevato anche nell'ultima seduta di Consiglio. Ad esempio, in Commissione abbiamo presentato un emendamento che riproporremo per rifinanziare gli interventi di messa in sicurezza dei bacini montani e delle opere idrauliche ed idrauliche forestali.
Dobbiamo anche ricominciare a investire sul territorio, a fare quelle piccole opere che tanto servono alla stabilità dei versanti e alla corretta reazione del territorio alle precipitazioni atmosferiche.
Viviamo in una nuova realtà, i cambiamenti climatici sono, ahimè visibili e tangibili per tutti; sappiamo che le precipitazioni non avvengono più con un carattere continuativo durante l'anno, ma si concentrano. Infatti abbiamo visto che cosa ha causato la siccità nel nostro territorio e adesso siamo qui a vedere una pioggia che sta continuando da parecchie giornate. Speriamo che non abbia carattere di eccezionalità e non crei problemi di natura diversa, ma dobbiamo mettere le mani avanti. Mettere le mani avanti significa investire sul territorio.
Abbiamo presentato emendamenti anche per l'aumento del fondo della montagna che, va da sé, crea un unicum con le politiche di riassetto del territorio e anche sulla legge regionale n. 18 per le opere pubbliche.
Questi emendamenti sono piccoli interventi che possono integrare tutto quello che è il discorso delle aree marginali. Abbiamo delle aree marginali che si stanno spopolando sempre di più, lo spopolamento di queste aree non termina, purtroppo, e abbiamo l'esigenza di implementare sia i servizi sia gli interventi della Regione Piemonte su queste aree.
Per terminare il discorso sulle aree marginali e sulla fragilità del nostro territorio e sulle politiche che si possono attuare, già solo ieri abbiamo ricevuto in Consiglio i plurialluvionati della città di Alessandria che hanno fatto alcune richieste ma, sostanzialmente, in questa sede, noi chiederemmo ulteriori risorse da una parte per il ristoro dei danni di tutte le alluvioni che abbiamo in carico da parecchi anni, se non decenni.
Sappiamo che, per esempio, nel 2016 abbiamo un ristoro dei danni che è arrivato a circa un terzo per le opere pubbliche; dobbiamo fare qualcosa in più e pensiamo che debba essere implementato il fondo a disposizione per questo capitolo.
D'altra parte, abbiamo visto come la Giunta in Commissione abbia inserito un nuovo articolo, l'articolo 13, "Costituzione di un fondo per finanziamenti di progetti di sviluppo turistico dei territori montani", e su questo abbiamo concentrato la nostra analisi. Questo fondo da 24,5 milioni è un fondo cospicuo che noi riteniamo eccessivo per una sola destinazione, lo sviluppo turistico.
Pensiamo che il discorso dalla manutenzione, il discorso di interventi di manutenzione attuati come prevede l'articolo attraverso accordi di programma che, in questo caso, sono solo dal punto di vista turistico possano essere degli interventi che vadano a migliorare una situazione nel suo complesso. Noi abbiamo dei territori che possono avere uno sviluppo economico. Sviluppo economico vuol dire presenza di persone sul territorio e la presenza di persone sul territorio e di attività sul territorio deve essere collegata aduna manutenzione corretta del territorio stesso.
Se, da una parte, si vuole stimolare l'economia e i soggetti privati per formare impresa su questo territorio, dall'altra il soggetto pubblico secondo noi, deve impegnarsi non solo ad agevolare questi processi, ma anche fare quello che l'ente pubblico dovrebbe fare sempre, cioè mettere in primo piano la sicurezza e l'incolumità dei cittadini e quindi operare verso interventi di manutenzione e sistemazione del territorio.
Ulteriori emendamenti sono relativi all'agricoltura. Sono emendamenti che, periodicamente - praticamente in tutti i bilanci - riproponiamo e che periodicamente vengono bocciati. La sostanza è creare un sistema di difesa e di conoscenza del nostro patrimonio di culture piemontesi lavorando sulle fitopatologie e sulla conoscenza di queste ultime, quindi investire sulla sperimentazione agraria applicata e sull'effettuazione di analisi e la formazione di tecnici specializzati in questo campo.
Ultimissimi emendamenti riguardano danni da fauna selvatica. Tutti gli anni cerchiamo di rimpinguare il fondo sia per i danni subiti dagli automobilisti sia per i danni subiti dagli agricoltori; anche quest'anno inseriamo questo emendamento.
Altra questione è relativa agli investimenti. Anche in questa seduta intendiamo proporre un emendamento che riduca il plafond per la consulenza plafond sempre molto pesante - cercando di spostare risorse sugli investimenti. Investimenti per i giovani agricoltori che sono sempre insufficienti, le graduatorie non sono mai soddisfatte completamente quindi ci sentiamo di dire che è ora di spostare i soldi dalla carta per l'agricoltura ai soldi gli investimenti in agricoltura.



PRESIDENTE

Prima di dare la parola alla Consigliera Gancia, l'Assessore Reschigna deve assentarsi un momento. Poiché l'Assessore ha rispetto per il Consiglio regionale e vuole ascoltare gli interventi dei Consiglieri, sospendiamo solo un minuto.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 11.46 riprende alle ore 11.47)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
La parola alla Consigliera Gancia.



GANCIA Gianna

Grazie, Presidente.
Volevo concentrare l'attenzione su quanto è stato fatto dalla Regione direi, in modo più o meno consapevole negli ultimi otto anni: è meglio fare un po' di cronistoria, per non dimenticare.
È evidente che con l'arrivo della Giunta Cota l'equilibrio del bilancio della Regione è stato sottoposto, ovviamente, a un'attenta analisi e quindi, abbiamo visto questo Ente impegnato, oggettivamente, senza andare a cercare colpe del passato, su due punti: un doppio riequilibrio del disavanzo sanitario e anche del disavanzo da riaccertamento straordinario.
Credo che questi punti siano fondamentali. Per questo devo onestamente ringraziare il l'Assessore Reschigna, perché è un lavoro che richiede molto tempo e anche pazienza; non è un lavoro che politicamente, dal punto di vista biecamente elettorale di raccolta voti, non ha sicuramente nell'ottica di populismo, un ritorno immediato. Credo che questo debba essere riconosciuto.
Sicuramente, quello che manca, invece, e lo si può vedere dal bilancio.



(Commenti fuori microfono)



GANCIA Gianna

Oggi, è vero che ci occupiamo di assestamento, però è anche vero che dal bilancio si possono leggere molte cose; per esempio, qualcosa è stato già ripreso dai miei colleghi, quello che manca è sicuramente la visione l'idea di Regione: cosa vogliamo fare e dove vogliamo andare.
Intanto mancano completamente delle visioni, non solo per colpa di questo Ente ma, sicuramente per colpa del partito di maggioranza che sostiene questo Ente, manca completamente una visione della struttura costituzionale, anche per quel che riguarda gli Enti locali e soprattutto quegli enti intermedi, che sono le Province, che sono state abolite, ma di fatto non lo sono state. Tuttavia, sono stati aboliti i trasferimenti che a queste vanno e, lo sappiamo tutti, mancano assolutamente indirizzi, manca anche la governante. È sufficiente vedere cosa è successo in questi giorni quando le cittadine bruciavano qua in Provincia; è vero che la Presidente del Consiglio metropolitano ha molto lavoro da fare, ma è anche vero che abbiamo visto una totale assenza. Quindi, è sicuramente fondamentale pensare sulla struttura costituzionale di un nuovo Ente.
Manca completamente un'idea di compromesso, per certi versi, tra il ripristino della legalità, anche da bilancio e il.
Presidente, non parlo più, perché non credo ci siano le condizioni.
Guardi anche accanto a lei. Continueremo quando avremo più rispetto.



PRESIDENTE

La Consigliera Gancia sta sottolineando il fatto che le è impossibile continuare il suo intervento.



GANCIA Gianna

L'ho sottolineato anche quando parlavano altri miei colleghi, quindi non è una cosa.



PRESIDENTE

Continui, Consigliera.



GANCIA Gianna

Adesso, sì.



PRESIDENTE

Adesso può.
Non fatemelo ripetere, per cortesia. È una questione di rispetto nei confronti dei colleghi.



GANCIA Gianna

Per quel che riguarda la pulizia del bilancio, chiediamo all'Assessore Reschigna di andare avanti, perché molto è stato fatto e glielo riconosciamo, ma molto c'è ancora da fare.
Chiediamo altresì di fare un piccolo sforzo per quel che riguarda una progettazione anche del futuro, che necessariamente passa attraverso il bilancio. La dimostrazione della convenienza per il Piemonte all'autonomia passa da un buon bilancio; quello che ha detto Chiamparino, rispondendomi in un'agenzia, che ha sollevato la questione dal punto di vista economico finanziario per quel che riguarda l'autonomia, non lo ritengo del tutto infondata e, sicuramente, richiede un approfondimento giuridico, ma anche e soprattutto, finanziario e contabile, perché è vero che un Ente alle prese con un equilibrio forte come quello che è stato avviato dalla Giunta Cota, poi spinto fortemente da questa Giunta, soprattutto, nelle persone dell'Assessore Reschigna, non potrebbe, secondo il Presidente Chiamparino permettersi nuova attività e, sicuramente, le maggiori entrate eventualmente, sarebbero dapprima riassorbite dal disavanzo esistente.
Occorre, quindi, fare una verifica, per vedere se questa strada è percorribile, proprio dagli Uffici regionali. Assolutamente è questo che chiediamo, perché lavorare su bilanci, peraltro come quelli che voi e la Giunta Cota vi siete trovati, che non sono attendibili - e abbiamo visto che in questi giorni anche le Procure si stanno muovendo - sicuramente non permette di intavolare alcun dibattito serio. La nostra esortazione quindi, proprio per progettare un'idea di futuro, è di fare il più possibile pulizia dei bilanci e di attenersi il più possibile a quelle che sono le previsioni oggettive, siano esse di entrate dai privati o statali.
L'unica raccomandazione è appunto quella di valutare quei 300 milioni di euro di maggiori entrate, che ci sembrano un po' alte.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi della Scuola media "P. Gobetti" di Rivoli (TO)


PRESIDENTE

Saluto la Classe II D della Scuola media "Gobetti" del Comune di Rivoli.
Buongiorno, ragazzi: benvenuti a Palazzo Lascaris! Nessuno me ne vorrà se li saluto con particolare piacere, perché quella è la Scuola media che hanno frequentato i miei figli; e quindi, buona giornata!


Argomento: Federalismo

Esame disegno di legge n. 272, inerente a "Assestamento del bilancio di previsione finanziario 2017-2019 e disposizioni finanziarie" (seguito)


PRESIDENTE

Riprendiamo la discussione sull'assestamento di bilancio, per la quale ha chiesto la parola il Consigliere Sozzani; ne ha facoltà.



SOZZANI Diego

Grazie, Presidente.
Aggiorno l'intervento rispetto alle considerazioni che il collega Berutti ampiamente ha già fatto, inizialmente, nella relazione di minoranza, per aggiungere una serie di considerazioni che vanno ad analizzare l'aspetto economico rispetto a ciò che viene detto nelle Commissioni, essenzialmente tecniche, alle quali io partecipo, che sono la II e la V.
Intervengo nell'analisi di questo assestamento, quindi per l'attività anche intensa di pianificazione che la Regione ha inteso intraprendere in questi tre anni, e cioè sotto il profilo delle attività di tipo urbanistico (con l'approvazione del nuovo Piano paesaggistico) e sotto il profilo ambientale (con l'approvazione della nuova pianificazione dei rifiuti e della successiva legge che tra poco andremo a discutere in Aula).
Ora, questi interventi hanno comportato sicuramente una modifica sostanziale delle abitudini dei nostri Comuni e dei nostri cittadini perché nella pianificazione sono state evidenziati alcuni obiettivi piuttosto ambiziosi e importanti nell'ambito dei rifiuti; come pure ambiziosi e importanti sono i cambiamenti che il Piano paesaggistico ha introdotto nella nostra Regione.
È chiaro che si lega a questi due principi di pianificazione che abbiamo appena citato tutta una serie di discussioni, fatte anche con grande enfasi in Aula la scorsa settimana, relativamente alle problematiche cosiddette di Protezione Civile, per non andare in altri settori (cioè quelle del dissesto idrogeologico) e alle problematiche di tipo ambientale con gli incendi che hanno attanagliato la nostra regione sino alla settimana scorsa.
Infine - tutto questo riguarda la premessa, ma entrerò poi nella disamina dei singoli punti che ho appena citato - vi è l'aspetto dell'informatizzazione, perché tutta una serie di attività che ho citato poc'anzi prevedeva un percorso a latere dal punto di vista amministrativo che andasse a toccare anche un ammodernamento della macchina regionale e non una ridondanza legislativa, che invece stiamo riscontrando in questi anni, che va a incidere anche sugli investimenti delle aziende.
Bene, allora riprendiamo il discorso dall'inizio. Sotto il profilo del Piano rifiuti, abbiamo definito un principio che, soprattutto con i colleghi dei banchi della minoranza, è stato ampiamente discusso in Commissione con l'Assessore e che si era poi anche inteso essere il caposaldo della discussione in ambito ambientale, che è la cosiddetta economia circolare. Bene, l'economia circolare porta a una serie di obiettivi particolari e noi, com'è già stato detto più volte in Aula, a fronte della discussione ampia che abbiamo fatto in passato, oggi nell'assestamento non troviamo le risorse - e questo ci preoccupa - per l'attività che questi atti di pianificazione prevedono. In particolare, per esempio, per quanto riguarda l'applicazione della pianificazione dei rifiuti, mi sembra di comprendere che non ci siano risorse nei relativi capitoli dell'Assessorato all'ambiente. Al netto, poi, di ciò che andremo a decidere o meno nell'approvazione della legge che arriverà in Aula, la pianificazione ha già fissato una serie di obiettivi.
Bene: sotto il profilo dello smaltimento nel quadro di un'economia circolare, quindi dell'"esaltato" recupero dei rifiuti, non troviamo risorse di questo genere; sulle bonifiche dell'amianto - abbiamo fatto più Commissioni e abbiamo già fatto tutta una serie di considerazioni - non ci sono risorse in questo senso; e non ci sono risorse che vanno ad aiutare gli Enti pubblici nell'applicazione della pianificazione dei rifiuti aspetto su cui noi avevamo fatto una domanda specifica, cioè quanto costa anche all'Ente pubblico, la nuova tipologia di pianificazione. Abbiamo visto l'assoluta assenza di questi stanziamenti nel contesto dell'assestamento.
Un altro elemento che abbiamo discusso in questi mesi è che mi sembra che da parte dell'Assessorato, al di là dello sforzo amministrativo di portare in Aula e di far approvare gli elementi di pianificazione, non si possano riconoscere, dal punto di vista economico, altre attività conseguenti al Piano paesaggistico.
In questi giorni l'Assessorato sta compiendo una serie di visite nelle province del Piemonte per determinare, evidentemente, quali saranno le conseguenze dell'applicazione della nuova norma. Mi chiedo - anzi, lo chiedo alla Giunta - quante risorse saranno destinate ai parchi o ai Comuni che dovranno rivedere i loro piani regolatori. Peraltro, sono già pervenuti all'Assessorato regionale alcuni iter iniziati precedentemente l'approvazione di questa pianificazione, e le Province e l'ARPA incominciano a dire: "No, oggi non si può più fare questo tipo di strada perché è entrata in vigore la nuova pianificazione e quindi dobbiamo adeguarci alle nuove norme".
Chiedo, quindi, se vi sono risorse allocate nell'ambito dell'assestamento o previste nei futuri bilanci (è per questo che legavo il mio discorso alle indicazioni già anticipate dal collega Berutti) relativamente a questa importante pianificazione prevista dalla nostra Regione.
La scorsa settimana abbiamo dedicato un'intera giornata a discutere di Protezione Civile e di problematiche derivanti da eventi catastrofici che potrebbero avvenire nella nostra Regione nell'ambito del dissesto idrogeologico. Peraltro, ne stiamo parlando da tre anni a questa parte: al riguardo, quali sono le risorse previste rispetto a questa tematica? Ancora, sempre nella scorsa seduta ci si è soffermati sulla questione delle piste tagliafuoco, che diventano fondamentali viste le ultime esperienze vissute. Ci chiediamo se la Regione ha intenzione di intervenire al riguardo anche dal punto di vista economico, oltre che nell'ambito della pianificazione, allocando delle risorse specifiche su questi settori.
Si è parlato, inoltre, di semplificare l'attività amministrativa attraverso l'informatizzazione. Ma mentre oggi si esalta l'informatizzazione - lo si vede non solo a livello nazionale, ma anche a livello internazionale - nelle nostre strutture amministrative siamo ancora all'anno "zero".
È notizia di questi giorni - lo cito come esempio non certamente politico, ma amministrativo - l'accordo fra Google e la Regione Lombardia in termini di enfatizzazione e di ammodernamento (parliamo, peraltro, di un sistema che era già moderno, e io lo posso confermare in veste di collaboratore della Regione Lombardia, sotto il profilo amministrativo).
Io non so perché il Piemonte non abbia intrapreso delle iniziative simili a latere dell'attività di pianificazione: il costo era pari a zero e poteva rappresentare un elemento di ammodernamento informatico per la nostra Regione, con le cartografie per quanto riguarda la pianificazione: perché non si è intrapreso un percorso di collaborazione con soggetti di questo genere, che hanno un simile riconoscimento internazionale? Ho fatto riferimento a Google perché è considerato un colosso dal punto di vista economico e sotto il profilo della capacità operativa informatica, ma il discorso vale per qualsiasi altra società di pari dimensioni che possa essere interessate a una collaborazione, visto i precedenti con la Regione Lombardia.
Come mai non si è avviata un'attività di questo genere? Noi, invece siamo ancora qui, in una logica amministrativa, ma anche di aula, un po' arretrata dal punto di vista informatico: la Regione Lombardia, infatti dispone di un'aula più moderna anche solo nell'utilizzo della propria quotidianità, del proprio lavoro.
Sembrano concetti semplici e abbastanza banali. Ma nel 2017, cioè in un momento di grande innovazione tecnologica (lo si vede anche nel mondo dell'auto, dove ogni giorno grandi novità vengono immesse sul mercato), noi siamo ancora all'anno "zero", come dicevo prima.
Questo aspetto ci preoccupa, perché porteremo a termine questa legislatura senza una vera e propria innovazione, né nell'ambito della pianificazione, né in termini di ammodernamento dell'intera struttura regionale.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Grimaldi; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Ci sono poche cose che vorrei aggiungere a questo dibattito.
In parte, la disattenzione è anche figlia di un dato positivo, cioè non c'è tutta l'attenzione che abbiamo mostrato in altre sedute di assestamento di bilancio (anche di fuoco), perché, tutto sommato, una notizia buona c'è: i conti, per quanto ci facciano ancora preoccupare e per quanto la situazione sia ancora difficile, almeno sembrano reggere l'urto di questi tempi.
Fatemi dire che in questo difficile contesto siamo riusciti - lo diceva il Consigliere Appiano - non solo a segnare un'inversione di rotta, ma anche a consolidarla.
Certamente ci avete sentito tante volte parlare di questo tema; io lo ridico non solo perché è un vanto, un orgoglio, ma perché credo che sia la cifra di questa legislatura.
Abbiamo visto la situazione disastrosa quando siamo entrati nei conti del nostro Ente rispetto al diritto allo studio, ma soprattutto abbiamo visto che da ormai quattro anni si era creata questa nuova bolla dei cosiddetti idonei non beneficiari, cioè una categoria particolarmente odiosa di ragazzi che, anche se con merito e privi di mezzi, non hanno ottenuto per quasi quattro anni la borsa di studio, con cifre imbarazzanti fino ad arrivare a neanche metà della copertura delle borse.
Ecco, non solo negli ultimi due anni siamo riusciti in qualche modo a invertire la tendenza e ad arrivare prima all'80 per cento e poi al 100 per100 della copertura, ma quest'anno forse è stato anche l'anno più difficile. Ringrazio ovviamente per questo l'Assessora Cerutti e l'Assessore Reschigna, che hanno fatto fronte a questa situazione, per cui non solo abbiamo messo oltre 21 milioni di euro nel bilancio preventivo, ma siamo dovuti intervenire di nuovo perché sono successi dei fatti, e se volete uno è del tutto positivo, anche se ovviamente allarmante.
Lo dicevamo nelle ultime riunioni, più politiche e anche di maggioranza ma lo avrete letto - il dato più allarmante, che però è un dato del tutto positivo, è che aumentano gli idonei perché noi siamo una delle poche Regioni italiane in cui gli iscritti al primo anno aumentano, aumentano le richieste e aumenta ovviamente la possibilità di vedere questo territorio come un luogo ospitale per la nostra cultura.
Ora, lo dico a tutti quelli che negli anni hanno pensato che fosse normale pagare solo le borse di studio ai propri concittadini piemontesi: per fortuna l'università ha uno spirito non solo solidale, ma universalistico, proprio per il principio di fondo, perché le persone che vanno dall'asilo all'università negli stessi luoghi o non hanno più niente da dirsi o si dicono sempre le stesse cose.
Guardate, questo Piemonte deve andare orgoglioso di questa ricetta, che in qualche modo dovrebbe essere fotografata anche dal livello nazionale. Eh sì, perché gli altri due dati negativi che non vi ho detto sono: 1) che noi abbiamo perso più di due milioni di euro di IVA per colpa, in qualche modo di regole dello Stato che sono intervenute in corso; 2) il fondo di riparto nazionale non ci ha premiato per gli sforzi fatti lo scorso anno: ha messo un triennio di riferimento, non ha messo lo scorso anno, e noi abbiamo perso altri due milioni di euro su questo fronte.
Per questo - e io spero che tutta questa assise possa in qualche modo essere d'accordo con noi - abbiamo non solo recuperato quegli oltre quattro milioni di euro, ma abbiamo aggiunto ulteriori quattro milioni di euro a fronte dell'aumento degli idonei. Penso che questa sia una buona notizia credo che quel dato sia il dato più plastico di come un ascensore sociale può ripartire, ma vorrei rimetterlo a fianco a un altro dato che invece è inspiegabile e che, finché non lo metteremo in qualche modo nei nostri radar, continuerà ad essere la cifra dell'errore nella valutazione della crisi di questi ultimi dieci anni.
Come sapete, negli ultimi giorni è di nuovo balzato all'onore delle cronache mondiali un cosiddetto scandalo finanziario: si chiama Paradise Papers, ma non è molto diversa né il tipo di inchiesta né il tipo di struttura di questa analisi da quelle dei Panama Papers. Se voi andate a vedere l'elenco dei tanti italiani che sono finiti nelle briglie di quell'inchiesta, scoprirete che ci sono tantissimi, non quattro o cinque nomi, ma tantissimi piemontesi, torinesi, cuneesi, astigiani in quelle liste. Ecco, io vorrei che, dopo lo scandalo delle prime 48 ore in cui prestiamo la nostra attenzione - l'altra volta era Berlusconi, c'erano i nomi di alcuni politici famosi e c'era Briatore, mentre questa volta no l'attenzione di tutti passa sul volto della regina Elisabetta, su Bono Vox su Madonna - andassimo a vedere che cosa è il portato di questa vicenda.
Arrivo al punto. Ma per voi è normale sentirvi dire da almeno tre leggi di bilancio - e lo dico a voi quanto alla Guardia di Finanza, quanto alle altre istituzioni dello Stato - che la Regione Piemonte ha perso 500 milioni di euro di IRAP all'anno negli ultimi cinque anni? È normale? È solo legato al fatto che si può detrarre il costo del lavoro? Ecco, l'IRES in una seduta di due settimane fa, ci ha spiegato il cosiddetto shifting cioè che cosa è successo. Perché la gran parte delle grandi imprese piemontesi paga meno tasse delle nostre PMI? Certo, è un congegno fatto e costruito proprio da una legge nazionale, ma è normale che quelle cento persone piemontesi, piemontesissimi, cittadini da più di dieci anni in questo territorio, siano le teste di legno di scatole finanziarie che fanno sì che la gran parte delle nostre grandi imprese possano prendere, eludere e decidere dove pagarsi le tasse "à la carte"? Sono orgoglioso ovviamente di quello che ha fatto l'Assessore Reschigna: un buon accordo con la Guardia di Finanza e con il Ministero competente, che per esempio sul tema dell'evasione automobilistica ci ha fatto recuperare prima 40 milioni e poi 38 milioni di euro. Però non so più come dirlo: le grandi Regioni del Nord vogliono unirsi, Consigliera Gancia? L'altra settimana lo dicevo in qualche modo per affrontare il tema dei cambiamenti climatici e dei trasporti. Facciamola così, facciamo un'altra unione fiscale, ma non per dirci che dobbiamo tenerci tutte le tasse invece di riversarle allo Stato, nel senso che gran parte di queste imprese devono ritornare a pagare in questo territorio.
È normale che il mio giornalaio paghi più tasse di Eataly? Paghi più di IRAP di Eataly? È normale? È normale che il mio barbiere paghi più IRAP di FCA? È normale? Io credo di no e finché questa assise - qualsiasi assise politica - dirà che il problema non sono solo i vostri anni della pensione non è la compressione dei diritti dei lavoratori, non è il costo del lavoro troppo alto in questo Paese, ma c'è chi elude, chi evade e chi non paga la crisi.
Ecco, se vogliamo capire dove ritrovare le risorse per pagare un po' più di welfare, per dirci che anche le persone incurabili possono avere il diritto a prendersi un buono dal nostro sistema sanitario, anche solo per essere accompagnate, forse dobbiamo iniziare a pensare che le risorse si trovano dove ci sono e dove, soprattutto, sono andate.
Spero che questa Regione apra un confronto col Governo, perché la vicenda dei nostri conti è insostenibile; ma non è insostenibile alla spesa pubblica, basterebbe guardare il costo della nostra spesa pubblica rispetto alla Francia e alla Germania e scopriremo che, non solo non è così alta, ma che non è vero che lavoriamo poco e che non è vero che andiamo in pensione prima.
Prima o poi, spero che anche quest'Aula politica ritorni a fare il suo mestiere.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Valetti; ne ha facoltà.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Inizialmente intendo rimarcare alcune questioni di cui mi sono occupato ed altre di cui ci siamo occupati tutti, volenti o nolenti, nell'ultimo periodo, che ci impongono anche delle riflessioni importanti sulle priorità che una Regione deve avere; priorità che ci devono essere per la manutenzione e la cura di un territorio, quello piemontese, composto per una buona parte da territori montani, territori a bassa densità abitativa che stanno soffrendo una grossa trascuratezza da parte delle Istituzioni.
Sintomo principale di questa trascuratezza è stato un graduale abbandono delle persone dalle aree montani e dalle aree marginali, perch senza investimenti e senza una direzione chiara non si riesce a mantenere il presidio di queste aree. Sono aree fondamentali anche per la vita di tutta la regione, perché si tratta di zone con rischi di assetto idrogeologico, rischi di incendi boschivi (come abbiamo visto) e di tutta una serie di operazioni di manutenzione e pulizia di cui giovano poi tutti i cittadini piemontesi e tutto il territorio piemontese.
Quello che si chiede - ne approfittiamo per l'assestamento, ma lo chiederemo anche nei bilanci previsionali dei prossimi anni e per il triennale - è di cambiare decisamente rotta sulle priorità politiche di spesa della Regione.
Questo significa, non solo giocare con i fondi che ci sono a disposizione della Regione, ma attuare anche richieste e tavoli precisi come mandato politico, del Consiglio regionale con il Governo, al fine di ricominciare un grande piano di investimenti per le montagne, non solo piemontesi ma di tutta Italia, perché lo spopolamento è qualcosa che riguarda tutta Italia, non solo il Piemonte.
Questa volta è andata male al Piemonte, per cui ci siamo ritrovati questo boom di incendi boschivi ingestibile e incontrollabile, che ha mostrato tutti i limiti dell'organizzazione regionale, volenti o nolenti.
Lo stesso Presidente Chiamparino alla fine l'ha dovuto ammettere pubblicamente. Non si trattava, quindi, di una boutade o di una polemica del Movimento 5 Stelle, perché il problema degli incendi è stato un serio problema organizzativo e di anni di trascuratezza di una macchina che non dispone di fondi a sufficienza, anche per la copertura delle situazioni di emergenza, di mezzi aerei e la dislocazione dei mezzi sul territorio.
Quando succedono queste cose non si può stare guardare a risparmiare e poi di colpo, allocare fondi extra per mandare gli aerei o gli elicotteri.
Occorre avere già un chiaro piano di prevenzione ed un piano di emergenza che dispongano di tutte le risorse necessarie.
Questo per le emergenze, ma la pulizia, il presidio e la cura sono un qualche cosa che si sviluppa negli anni.
Adesso chiediamo di fare tesoro - e lo facciamo anche con emendamenti molto specifici - per predisporre già da subito un grande piano di programmazione per la cura del territorio.
Questo significa anche dare strumenti alle persone che ancora presidiano e di farle rimanere per dare una mano, come farne tornare altre perché senza l'aiuto delle persone anche tutte le Istituzioni, sia pure con la buona volontà, solo con i soldi non possono farcela. Il contributo volontario e il contributo dei cittadini è sempre un elemento fondamentale della cura del bene comune. Lo testimonia il fatto che le squadre antincendio sono in gran parte volontari e sono la parte del meccanismo che ha funzionato meglio. Ma non basta, ci vuole la collaborazione istituzionale e bisogna metterci la faccia e i soldi.
Quindi cosa chiediamo? Adesso vediamo che c'è una grande attenzione alle attività, specialmente sportive e di intrattenimento montano, come lo sci che, per carità, è necessario sostenere nell'ambito dell'economia montana, basata anche su questi impianti che sono uno dei pochi presidi che generano introiti.
Questo, però, non basta. Non possiamo fermarci a elargire finanziamenti alle stazioni sciistiche, perché le stazioni sciistiche sono in una percentuale minima delle vallate montane piemontesi. E tutte le altre, come le sosteniamo? È chiaro che non si può reggere tutto l'arco alpino piemontese sostenendo solo gli impianti da sci, perché questo non genera la rinascita della montagna che noi tutti desideriamo. Questo lo spero, perché in Consiglio siamo tutti d'accordo, ma quando occorre stanziare i soldi, non si vedono grandi cose. Anche solo il messaggio politico che si dà all'esterno, non è di un grande rilancio della montagna.
Se non ci sono i soldi, si va a cercare dove vengono messi, si interloquisce col Governo, si dice che la nostra priorità sta tornando il territorio, le piccole opere di manutenzione e la cura. Si fa così.
Pertanto, noi chiediamo che, oltre all'attenzione doverosa nei confronti degli impianti da sci, vi sia un'attenzione capillare per tutte le altre valli che non dispongono di queste strutture, perché ci sono anche altre forme di turismo e di sostegno all'agricoltura, piccole attività che in montagna si possono intraprendere, che hanno un basso impatto e contribuiscono a mantenere la gente sul posto. Spesso sono veramente spiccioli, che servono a ognuno per iniziare una piccola attività, per stare lì, per dare una mano e prendersi cura di quel pezzo di terra che nessuno guarda più.
Pertanto, occorre invertire una rotta che ha visto l'accentramento delle persone verso le città.
Non so quanto sia sostenibile questo tipo di politica a livello nazionale, ma bisogna pensarci.
Approfitto anche per parlare dei servizi, in generale.
I servizi essenziali che la Regione dà, tra cui contiamo sanità e trasporti (io mi sono occupato prevalentemente dei trasporti) sono una parte fondamentale, che consente alla gente di mantenere i presidi territoriali e alle città di organizzarsi meglio.
In questo periodo, altro argomento molto all'ordine del giorno è l'inquinamento ambientale: le multe che rischiamo di pagare, la salute dei cittadini, che non è tutelata. Ricordo i 90.000 morti stimati per lo smog solo in Italia e ricordiamo le sanzioni che pendono sull'Italia per gli sforamenti delle emissioni, perché la gente purtroppo si ammala per queste cose. Quindi, è giusto sanzionare chi non fa il proprio dovere.
Oggi abbiamo visto un articolo sulla stampa che riferisce dell'incontro della Città metropolitana sul coordinamento dello smog e ritorna un pochino all'ordine del giorno l'argomento "sanzioni europee" che anche il Piemonte dovrebbe pagare.
A parte il fatto che sono sanzioni che pendono dal 2007 e, ancora nel 2017, la Giunta e l'Assessore Valmaggia non sanno dirci esattamente a quanto ammonteranno tali sanzioni. Si fa un'ipotesi di 90 milioni, facendo i conti della serva.
Sono una bella cifra 90 milioni di sanzioni. Perché non la investiamo nel trasporto pubblico? Perché non chiediamo al Governo di stanziare risorse aggiuntive per colmare i disagi dovuti ai blocchi delle auto, alla mancanza di fondi del trasporto pubblico? Prendiamoci d'anticipo. Io, da bravo amministratore, mi direi: "Se sto per pagare 90 milioni di sanzioni, magari li stanzio io quei 90 milioni e li metto su delle operazioni fondamentali, per fare cessare le condizioni che mi fanno arrivare alle sanzioni". Invece, cosa si legge sull'articolo? Si legge che Regione e il Governo andranno in Europa a trattare sulle sanzioni.
Che cosa vorrebbe dire esattamente trattare sulle sanzioni? Trattiamo al ribasso? Cioè diciamo: "Non riusciamo a raggiungere gli obiettivi, a garantire la qualità dell'aria e della salute dei cittadini, per cui andiamo a trattare per pagare di meno"? Ma io li voglio pagare tutti quei soldi, perché ci stanno tutti! Per una politica intelligente, che probabilmente la Regione non può fare da sola, deve dare un messaggio.
Io voglio sentire che la Giunta va a Roma e dice: "Prima di pagare le sanzioni, voglio che tutti quei soldi siano investiti immediatamente, in rapporto ai prossimi bilanci, in un Piano che preveda investimenti e spese fisse per il trasporto pubblico, per gli incentivi ai cittadini che devono sostituire magari il loro mezzo di trasporto inquinante e si ritrovano bloccati". Infatti, parliamo anche di commercianti e piccoli artigiani, di tanta gente che, per forza, non può usare il trasporto pubblico.
Queste misure vanno chieste.
Diamo almeno un segnale - visto che presto discuteremo anche il bilancio triennale - che questo lo si vuole chiedere. Noi chiediamo, e ci aspettiamo una risposta, che dal prossimo anno ci siano le politiche, che siano prima annunciate e poi fatte con stanziamenti di soldi e con richieste chiare al Governo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Andrissi.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Effettivamente, l'attenzione nella discussione del bilancio di assestamento negli anni è calata. Ciò non toglie che aver messo in sicurezza i conti di questa Regione ha portato al riconoscimento di un indebitamento che veniva indicato in circa 2.000 euro pro capite.
Indebitamento che non ha giustificazione con una presenza di servizi pubblici e un sistema sanitario che, in realtà, negli anni è appesantito da un blocco del turnover, da una sanità passiva che continua a crescere a causa delle liste d'attesa, e quindi da una sensazione di malessere diffuso sul territorio.
Vediamo anche iniziative (lo dico da rappresentante, come il Vicepresidente, dell'estremo est di questa regione) che chiedono addirittura di uscire dalla Regione Piemonte per andare nella vicina regione Lombardia. Chiaramente queste sono le fatidiche domande che ieri Zagrebelsky stigmatizzava su La Stampa, in un'intervista, come a dire: volete meno soldi o più soldi? Sembra di fare queste domande.
Però io credo che questa Regione, nonostante le grandi difficoltà abbia la possibilità di rilanciarsi su molti fronti e credo che lo possa fare con tenacia, perché ha sicuramente le energie e le competenze per poterlo fare.
Quindi, è un bilancio che ci mette in sicurezza con un fondo vincolato di 202 milioni, che ci dà garanzia anche per il futuro; sebbene abbiamo visto che, nel 2018-2019, ci saranno degli aumenti delle entrate tributarie di 300-400 milioni che ci creano un punto di domanda, perché effettivamente l'assestamento diceva che ci sono leggeri scostamenti nelle entrate (riscossione tassa automobilistica, addizionale regionale, accisa sui gas naturali). Ci sono degli scostamenti sull'IRAP, ma tali da non consentire quelle variazioni che, invece, sul 2018 e sul 2019 sono state segnalate nelle tabelle della relazione del Revisore dei conti.
Dobbiamo dire che effettivamente ci sono delle grosse difficoltà a livello regionale. In particolar modo, questa Regione sconta delle difficoltà sia sul livello sociale, dove le politiche sociali ovviamente sono la cartina di tornasole di una Regione che ha avuto il tasso maggiore di disoccupazione tra le Regioni del Nord. Questo lo vediamo soprattutto nei cittadini che utilizzano l'edilizia sociale, dove abbiamo una morosità incolpevole che, purtroppo, la Regione non ha saputo coprire per l'intera quota, perché dovrebbe coprire il 60 per cento della morosità incolpevole.
Questo ha creato delle grosse difficoltà, perché purtroppo c'è l'impressione che i Comuni se ne siano approfittati e anche loro abbiano mal contribuito a coprire queste morosità incolpevoli.
C'è tutta un'area di fragilità economica che vive in questi anni una grossa difficoltà. Ad esempio, nell'est Novarese vi sono in corso le valutazioni di 700 decadenze e questo solo nella città di Novara; questo vorrebbe dire 700 famiglie messe in strada. Conosciamo le iniziative attivate dall'Assessore Ferrari per ridurre questo impatto, perch ovviamente ci sono sempre i furbetti. Però ciò sta ad indicare che questa Regione con gli assestamenti è sempre lì a tamponare sul trasporto pubblico locale, un po' sulle politiche sociali. Però un'iniziativa di grande respiro si trova difficoltà a metterla in campo, perché ci sono situazioni che vengono dal passato e che appesantiscono ulteriormente quella attuale.
Ci sono stati dei miglioramenti, ma sempre con grossa fatica e difficoltà.
Lo stesso va detto sugli assegni di cura, come diceva il Consigliere Bono. Anche per quanto riguarda gli assegni di cura previsti dalla legge regionale si fa fatica ad attivare una politica che vada ad affrontare una situazione di non autosufficienza sempre maggiore da parte degli anziani.
Su questa strada bisognerebbe proprio innovare pesantemente dal punto di vista socio-sanitario, perché le famiglie sono in grosse difficoltà.
Ieri sera ho guardato la trasmissione Report e veramente la situazione è drammatica, con dei costi pesantissimi che vanno a gravare sulle famiglie e le Regioni - che in questo periodo hanno grosse difficoltà per quanto riguarda i trasferimenti statali - hanno delle difficoltà sempre crescenti a coprire queste non autosufficienze, che vanno a gravare pesantemente sui bilanci familiari.
Per ritornare al sistema dei trasporti, è ovvio che parte della Regione è fuori dall'area Formula, io direi fuori anche dalla grazia, perché c'è una situazione di difficoltà che ho potuto tastare con mano nella provincia di Novara, dove il trasporto pubblico su ferro è praticamente inesistente.
Novara, Arona e Verbania oggi su ferro non sono collegate. Ci sono due treni all'andata e due treni al ritorno, il che è veramente ridicolo ed inaccettabile.
I treni sono stati sostituiti dai pullman, che comportano un raddoppio dei tempi di percorrenza. In questi mesi ho fatto una segnalazione pubblica, dicendo che chi avesse delle segnalazioni di disservizi da farmi lo poteva fare mandandomi una segnalazione scritta. Molto presto farò una segnalazione al Garante dei trasporti regionali, perché vi sono stati casi di studenti che hanno perso per tre volte l'autobus, che passava ogni mezz'ora, in quanto l'autobus aveva esaurito la propria capacità di carico.
Siamo in una situazione di questo tipo.
Come diceva il Consigliere Valetti, si continua a parlare del rischio di una sanzione di 90 milioni, ma il servizio pubblico, quello meno inquinante su ferro, per i pendolari è venuto meno. Per Novara è venuta meno anche Freccia Bianca, perché non è più prevista una fermata; quindi l'est del Piemonte è stato tagliato fuori da questo tipo di servizio.
Faremo un emendamento al DEFR per reinserire la proposta di una fermata dei treni più veloci.
È una situazione di grossa difficoltà, cui si aggiunge quella sulla manutenzione del territorio in più parti nel sud del Piemonte, e abbiamo visto le difficoltà nell'antincendio. Noi chiediamo risorse per la manutenzione del territorio, perché questo è fondamentale. Anche nell'est del Piemonte vi sono state esondazioni importanti, ma è importante fare manutenzione quando un anno siccitoso come quello attuale consente di ragionare senza l'obbligo dell'emergenza.
Sul sistema antincendio, come ho detto la scorsa settimana, purtroppo la mancanza di lungimiranza nazionale, con una riduzione del personale che si occupa dell'antincendio, ha visto una forte riduzione del presidio sul territorio. I forestali che erano addetti al sistema antincendio erano 3.000 su 7.000, sono stati trasferiti ai Vigili del Fuoco solo 360; i Canadair negli anni sono stati ridotti di 15 velivoli e quindi abbiamo visto negli anni un aumento di migliaia di ettari bruciati. Ciò ha colpito anche il Piemonte.
Credo che sia importante rilanciare questa Regione, non solo sulle emergenze, ma avendo uno sguardo al futuro.
Non da ultimo, il Piano rifiuti speciali. Quando si parla di Piano rifiuti speciali si parla di nove milioni di tonnellate di rifiuti. Il Piano rifiuti speciali ci dà l'idea di quella che può essere l'economia circolare. Spesso parliamo di economia circolare, ma si fa fatica a metterla in pratica. Vorremmo capire quali sono le risorse che si vogliono immettere in questo settore strategico. Credo che il Piemonte abbia la possibilità di creare innovazione su questo fronte importante, che possa essere da modello nazionale ed europeo, ma bisogna investire delle risorse.
Dico solo un'ultima cosa, Presidente, per quanto riguarda l'IRAP. La Regione ha fatto una manovra su due settori dell'IRAP. In quella relazione sull'autonomia fiscale della Regione citata dal Consigliere Grimaldi si dice che altre Regioni hanno tamponato il calo dell'IRAP utilizzando la possibilità di azione su più settori. Forse sarebbe importante fare un ragionamento sull'IRAP e farlo anche legato alla capacità di innovazione e alla capacità di creare un'economia circolare.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Andrissi.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Giaccone; ne ha facoltà.



GIACCONE Mario

Grazie, Presidente.
Affrontiamo il tema dell'assestamento di bilancio ormai da quattro anni ed è, come sempre, un momento di verifica e di approfondimento dell'andamento della gestione, come un termometro della situazione del lavoro svolto.
Chiunque di noi ricordi la situazione ereditata da questa Amministrazione non può dimenticare le procedure a carico del settore sanitario, l'indebitamento di lungo e breve periodo, come anche il settore delle partecipazioni, in grande difficoltà. Oggi non può non ammettere il miglioramento di cui, peraltro, ho sentito parlare non solo dalla parte dell'aula dove siedo, ma anche dall'altra.
Ad anni di distanza possiamo dire che assestamenti come questo contribuiscono a dimostrare la bontà della strada percorsa e valorizzare il lavoro compiuto. Tra le altre cose, volevo evidenziare e osservare che nel testo ci sono alcuni elementi di novità indicativi, come gli interventi di accantonamento a fondo rischi e contenziosi ed anche la prosecuzione delle attività mirate al miglioramento della dinamica degli incassi tributari che viene, tra l'altro, finanziata da ciò che viene recuperato. Tutti questi sono segnali, come anche il rientro dal commissariamento in campo sanitario, di una politica efficace portata avanti in questi quasi quattro anni.
Tra l'alto, una politica che si è dovuta applicare in un momento socio economico particolarmente difficile, nel quale muoversi era particolarmente oneroso. Solo chi non sa essere oggettivo può ignorare questi risultati e di fatti, come ripeto, questi risultati vengono apprezzati da entrambe le parti dell'Aula, ovviamente con i dovuti distinguo.
Non c'è solo l'elemento di risanamento, c'è anche un elemento legato alle politiche di sviluppo che individuo in alcuni spunti.
Con questo assestamento all'articolo 13 si introducono strumenti di garanzia sul fronte degli investimenti in campo turistico e ricettivo per i territori di montagna. Sono particolarmente affezionato al tema, e lo è anche il mio corrispondente speculare, il Consigliere Vignale. Tra l'altro non è l'unico elemento che ci accomuna nelle considerazioni di questa mattina, perché il Consigliere ha fatto cenno all'urgenza di attivarsi nei confronti del fascicolo sanitario elettronico, altro argomento che condivido. Non mi preoccupa assolutamente essere d'accordo con il Consigliere Vignale su più temi: il concetto della democrazia, almeno il mio concetto, prevede assolutamente anche questo.
Rispetto a questo passaggio, dobbiamo rimarcare due aspetti.
Innanzitutto che gli interventi di riordino sul fronte delle partecipate non hanno portato la Regione ad abdicare ad alcuni suoi ruoli in tema di sviluppo economico, come quello della promozione degli investimenti.
In secondo luogo, il ruolo delle garanzie pubbliche può oggi tornare ad essere direttamente controllato dall'Ente Regione, e non essere più necessariamente esternalizzato. Siamo, quindi, particolarmente soddisfatti che tale intervento di garanzia sia rivolto a dare una rilevanza strategica, come quella dei nostri territori montani.
Questo intervento regionale va, inoltre, idealmente legato alla legge regionale che ha istituito il Fondo regionale per gli investimenti. Preme ricordare come una forte funzione anticiclica e di rilancio economico possa essere svolta dagli investimenti pubblici, ed è proprio a tal fine che questo strumento consentirà agli Enti locali di utilizzare i propri avanzi di amministrazione bloccati dai vincoli di finanza pubblica per far ripartire ulteriormente gli investimenti.
Gli avanzi di amministrazione, lo sappiamo tutti, sono risorse bloccate nei bilanci dei Comuni che i cittadini hanno versato alle proprie amministrazioni per ottenere servizi e investimenti che non potevano essere utilizzati. Oggi intervenire per sostenere lo sblocco di queste risorse è un impegno etico e civico e il vecchio Patto di stabilità obbligava i Comuni a rallentare la dinamica della spesa, ma come controindicazione generava crescenti avanzi di amministrazione, anche per enti virtuosi come la nostra Regione.
Oggi la dinamica di crescita ci impone questo passaggio e ferree regole di finanza pubblica impediscono di considerare gli avanzi di amministrazione come entrate valide, ai fini dei saldi annuali, ma questa operazione riuscirà a sbloccarne una parte inserendosi in quel filone che il Governo nazionale ha chiamato "sblocca bilancio".
Amplificare le potenzialità positive per i Comuni degli avanzi di amministrazione è un obiettivo alto e importante che senz'altro tutti i componenti di quest'Aula condividono, com'è stato già anche testimoniato da altri interventi.
Notate che questo strumento interviene in una fase in cui la Regione con la riforma delle Province, è stata chiamata ad un ruolo nuovo, anche nei confronti dei Comuni, soprattutto in funzione di coordinamenti in materia di bilancio e di politica degli investimenti. Tra le altre cose che mi fa piacere ricordare, vi sono i sei milioni per i servizi per l'infanzia stanziati sui tre anni.
Queste novità, che ho cercato di sintetizzare, consentono di affermare che non di solo risanamento si parla, ma che in questa esperienza legislativa si stanno facendo passi importanti nel percorso di sviluppo del territorio, assolutamente fondamentali per consolidare l'uscita definitiva dalla crisi economica che va lasciata alle spalle.
Gli interventi che abbiamo ricordato sono parti di storia di questi anni di governo che indicano la Regione come soggetto impegnato efficacemente non solo a risanare, ma anche a rilanciare la nostra stessa Regione.
Un'ultima considerazione sul metodo. Questo assestamento di bilancio indica delle variazioni, come dire, piccole, degli aggiustamenti naturali leggeri e agili e non delle rivoluzioni, avvicinandosi alla fine dell'esercizio finanziario. È evidente che questo rappresenta un termometro della gestione del bilancio; altre Amministrazioni al momento sono impegnate, in questi giorni, a rivoluzionare documenti di bilancio che, nei fatti, scontano una certa superficialità o, forse, ottimismo nella previsione. Questa Regione, invece, può affermare di presentare questo testo come una cartina di tornasole della giustezza delle previsioni e della rafforzata virtuosità cui facevamo riferimento prima.



PRESIDENTE

Grazie, collega Giaccone.
La parola alla Vicepresidente Ruffino, che interviene in qualità di Consigliera.



RUFFINO Daniela

Grazie, Presidente.
Intanto, in questa parte sicuramente sono a chiedere alla maggioranza a chi governa la Regione, la concretezza e le priorità della politica che a mio parere, debbono essere date con una lettura netta dei bisogni.
Mi pare di poter dire che, da un lato, ci siano delle priorità per le famiglie, che chiedono costantemente attività e risorse. Parto, ad esempio dall'annullamento o almeno dalla riduzione delle liste d'attesa per l'accesso alle case di riposo; temi che più volte sono venuti in Aula, che sono stati rappresentati con mozioni o ordini del giorno e che sono stati votati, ma che poi purtroppo non hanno visto nulla di concreto.
Si è discusso, credo la scorsa settimana, di unificare nuove ASL premetto, su questo, la mia contrarietà, però anche in quel caso, in parallelo, non si è parlato - non so se si parlerà - del rafforzamento della rete dei trasporti.
Un inciso in questo caso lo faccio, perché è un tema di grande interesse, legato alla sanità sempre sull'oftalmologia del San Luigi, tema sul quale presenterò un emendamento.
Da parte dell'Assessore è stato detto che debbono essere acquistate nuove attrezzature; allora spero che ci sia qualche risorsa, proprio per riavviare questa attività. Potremmo scrivere un libro, "Dal San Luigi a Susa", perché sempre in tema di trasporti l'Assessore ci ha detto che i pazienti debbono andare a farsi operare, magari di cataratta, proprio a Susa, con un allungamento delle già lunghe liste di attesa.
Mi viene da pensare a una regressione, soprattutto se poi prendiamo in esame quanto è stato detto rispetto all'Oftalmico. Che cosa succede quando c'è incertezza e insicurezza? Non soltanto i pazienti scelgono altre vie ma anche gli operatori, i medici e gli infermieri decidono di andare altrove e questo è quanto succede nell'importante struttura mono specialistica piemontese. Si va altrove e, magari, si sprecano delle risorse pubbliche.
Due parole sull'impiantistica sportiva. È carente, pochi impianti vecchi. I nostri ragazzi hanno bisogno di praticare sport, perché questa è una vera e seria attività contro il disagio giovanile a favore dell'agio.
Perché praticare uno sport per i nostri ragazzi e per le nostre famiglie è costoso; chiedo allora che ci sia un'attenzione da parte del Governo regionale a fare in modo che l'impiantistica, almeno le palestre, che sono di proprietà dei Comuni e della Città metropolitana, vengano assegnate gratuitamente alle associazioni sportive. La Giunta potrebbe caricarsi un costo di almeno del 50 per cento e pensate a che cosa offriremo ai nostri ragazzi: la possibilità per molte famiglie in più di accedere allo sport per i propri figli, riducendone i costi e, dall'altro, lato davvero un costo irrisorio per l'Ente pubblico.
Credo anche sia, come dire, profondamente e concettualmente sbagliato che il Comune o la Città metropolitana richiedano dei costi alle società sportive che già svolgono un compito educativo davvero molto importante.
Altri temi trattati in quest'Aula in questo periodo sono stati quelli del lavoro. Riprendo il caso di alcune aziende di cui mi sono occupata più da vicino: la chiusura della Savio e della Comital; e ora siamo al capitolo Embraco. E chiedo conto delle risorse che devono essere impegnate sulla formazione professionale - questo è stato detto - per il reinserimento dei lavoratori licenziati nel mondo del lavoro. Sarò ben felice di essermi sbagliata, se mi verranno rappresentate le azioni concrete che sono state avviate per queste unità. E riprendo anche il tema importante della collocazione territoriale di queste aziende.
E poi, ancora, c'è l'argomento dell'edilizia scolastica. Rimane un problema enorme, molto probabilmente sottovalutato, la richiesta di finanziamenti costanti. Riprendo ancora - e lo farò fino a che sarò qui quello relativo alla legge 23, il ritardo dei mutui ebay e mi chiedo se la sicurezza possa attendere. Gli interventi che dovevano essere avviati durante l'estate non potranno essere fatti e molto probabilmente si andrà alla prossima estate perché molte scuole, soprattutto quelle più datate non possono essere messe in sicurezza con gli allievi che contemporaneamente frequentano. E quindi stiamo parlando del tempo che scorre in termini di anni scolastici e dei nostri ragazzi che magari terminata la scuola primaria, passeranno alla scuola media e si ritroveranno in edifici che hanno seri problemi.
Inoltre - è presente l'Assessore - se parliamo delle calamità naturali e dell'alluvione dello scorso 25 novembre, occorre citare il capitolo drammatico dei risarcimenti ai privati. Pare non ci siano notizie: per gli imprenditori, per i commercianti, per i cittadini, per le aziende agricole.
Ricordo che molte di queste hanno chiuso i battenti, non avendo risorse sufficienti per mantenere la loro attività, sicuramente in zone già difficili.
Proprio in questo periodo ho avuto la possibilità di incontrare parecchi gruppi di genitori - e in questo caso parlo di disabilità - che hanno avviato associazioni per permettere ai loro ragazzi di frequentare delle attività, ricercandosi dei locali e pagando dei consulenti e degli specialisti per la conduzione di laboratori. Allora, forse è spontaneo pensare che non ci siano posti a sufficienza per i centri socio-terapici ma anche, dall'altro lato, che ci sia una sempre maggiore confusione dei ruoli, perché laddove il pubblico non risponde abbiamo le famiglie che si autogestiscono. Eppure, dall'altro lato, sarebbe bello pensare che per questi nostri ragazzi ci siano delle priorità.
Ma se nascono queste nuove realtà, allora ci sia la possibilità di sostenere queste associazioni che hanno un reale progetto educativo (e molto probabilmente anche con costi molto bassi) e che però certamente ingenera delle grandi opportunità per i ragazzi e una riduzione di costi per chi forse sarebbe destinato a un'istituzionalizzazione. In questo modo però, abbiamo certamente un maggiore benessere per i genitori e per le famiglie, con un miglioramento della qualità della vita.
Sulla legge 38 si sono esaurite le risorse, ma abbiamo degli interventi importanti che debbono ancora essere fatti sul territorio. Ne cito uno, la scuola del Comune di Piobesi: l'ultima tromba d'aria - lo abbiamo letto tutti - ne ha divelto il tetto. Non possiamo far aspettare questi Comuni e queste scuole ancora mesi e magari riportare le opere al prossimo anno. Io spero quindi davvero, Assessore, che ci sia la possibilità di incrementare e rimpinguare questi capitoli. Si tratta di scuole, di fiumi, di torrenti e di strade per un territorio che è già fragile e che - continuo a ripeterlo lo sarà sempre di più, se non abbiamo continuità di interventi e soprattutto, se non c'è una mappatura chiara che ci permetta di capire dove sono le priorità di intervento, che vedono poi la nostra Protezione Civile in prima linea.
La scorsa settimana ne abbiamo parlato e credo sia unanime il coro di ringraziamenti nei confronti di AIB, dei Vigili del Fuoco e di altre Forze ma dall'altro lato sappiamo bene quali sono i problemi che permangono: i mezzi e i mezzi piccoli. Per quanto riguarda i Vigili del Fuoco volontari gli equipaggi erano incompleti perché da troppi anni i Vigili del Fuoco non riescono a entrare realmente nel Corpo dei volontari per mancanza di visite mediche e quant'altro. Pensiamo a che cosa poteva succedere - e termino se avessimo avuto i nostri distaccamenti in forza, come dovrebbero essere proprio a fronte delle tante risorse spese.
Cito soltanto alcuni capitoli che sono di grande interesse: l'acquisto dei nuovi scuolabus, lo sforzo che abbiamo fatto per le Pro Loco (che deve assolutamente essere moltiplicato), il rifinanziamento della legge 18 perché le risorse arrivate hanno veramente dato grandi risposte sui nostri territori.
Rivolgo poi ancora una richiesta all'Assessora all'istruzione. Abbiamo parlato in Commissione degli Istituti musicali, per il terzo anno; e mi chiedo che cosa fa la politica regionale quando si reca in Conferenza unificata se, per il terzo anno, non si riesce ad avere in Provincia di Torino un istituto musicale in più. Qui, davvero, non c'è manco da mettere le risorse! Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

La seduta è tolta.



(La seduta termina alle ore 12.58)



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