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Dettaglio seduta n.263 del 31/10/17 - Legislatura n. X - Sedute dal 25 maggio 2014 al 25 maggio 2019

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Argomento:


MOTTA ANGELA



(I lavori iniziano alle ore 14.00 con l'esame delle interrogazioni a risposta immediata, ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento interno del Consiglio regionale)


Argomento: Interventi per calamita' naturali - Caccia

Interrogazione a risposta immediata n. 1808 presentata da Barazzotto inerente a "Sospensione dell'attività venatoria nelle zone colpite da incendi ed in quelle ad esse limitrofe"


PRESIDENTE

Iniziamo i lavori, esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
1808.
La parola al Consigliere Barazzotto per l'illustrazione.



BARAZZOTTO Vittorio

Grazie, Presidente.
È vero che l'interrogazione fa seguito all'incontro di questa mattina in cui si sono approfondite alcune tematiche, ma volge un quesito specifico all'Amministrazione, in particolare all'Assessore, col quale abbiamo già avuto modo di parlare e di confrontarci su questo tema delicato.
È chiaro che i problemi generati in questi giorni sono tanti, ma fra i tanti problemi c'è - ahimè - anche quello che mi appresto a presentare, e che presento anche a nome della Consigliera Conticelli.
Premesso che dall'inizio del 2017 si sta verificando nel nostro Paese e anche nella nostra regione una situazione meteorologica fortemente anomala caratterizzata da una prolungata ed intensa siccità, ulteriormente aggravate - e questo riguarda tutto il territorio piemontese - nelle ultime settimane col divampare di numerosi e vasti incendi che hanno interessato diversi territori, distruggendo parecchi ettari di boschi e creando condizioni di forte criticità, anche per quanto riguarda la sopravvivenza della fauna selvatica e la gestione venatoria.
Considerato che l'Istituto Superiore per la protezione e la ricerca ambientale (ISPRA), già nei mesi scorsi aveva segnalato a tutte le Regioni l'opportunità di adottare misure di contenimento e limitazione dell'attività venatoria, in attuazione dell'articolo 19, comma 1, della legge 11/02/1992 n. 157, "Norme per la protezione della fauna selvatica e per il prelievo venatorio", che prevede: "Le Regioni possono vietare o ridurre per periodi prestabiliti la caccia per determinate specie di fauna selvatica. per importanti e motivate ragioni connesse alla consistenza faunistica o per sopravvenute particolari condizionano ambientali stagionali o climatiche o per malattie o altre calamità".
Poi, con lettera del 25 ottobre, la Direzione regionale Agricoltura Settore conservazione e gestione dalla fauna selvatica e apicoltura ha sollecitato i Comitati di gestione degli ATC e dei CA piemontesi, le Province e la Città metropolitana a sensibilizzare, per quanto di propria competenza, tutti i cacciatori a non recarsi nelle zone interessate dai roghi e nelle relative aree limitrofe.
La sopra citata comunicazione della Regione richiama, altresì, la delibera della Giunta regionale n. 10-26362 del 1998 "Criteri e indirizzi in ordine alla gestione dalla caccia programmata", che, all'articolo 7 prevede, nell'ambito dei compiti del Comitato di gestione, la possibilità di "proporre alla Giunta regionale la sospensione anche solo temporanea della caccia per aree e/o per specie determinate in deroga al calendario venatorio".
Da ultimo, l'Assessorato regionale competente ha approvato, con deliberazione n. 29-5843 del 27 ottobre u.s., la sospensione temporanea - e qui veniamo al punto - fino al prossimo 5 novembre, dell'attività venatoria per la tutela dalla fauna, a causa della grave emergenza incendi che sta sconvolgendo la nostra regione.
Inoltre, la legge 21 novembre 2000 è finalizzata alla conservazione e alla difesa dagli incendi del patrimonio boschivo nazionale quale bene insostituibile per la qualità di vita, prevede all'articolo 10, comma 1: "Sono altresì vietati per dieci anni, limitatamente ai soprassuoli delle zone boscate percorsi dal fuoco, il pascolo e la caccia".
Quindi, sottolineando che la salvaguardia del patrimonio avifaunistico rientra tra i compiti specifici dalla Regione - questa è materia nostra per fortuna - richiede misure adeguate ai cambiamenti in atto nell'ecosistema, considerando la scarsità d'acqua che limita la possibilità degli animali di abbeverarsi, nonché l'impatto negativo sulla presenza di vegetazione. Tali condizioni mettono a repentaglio la sopravvivenza degli animali, che si trovano in condizione di forte spavento e non hanno più rifugio.
Occorrerebbe, pertanto, sospendere la caccia da appostamento temporaneo per evitare la concentrazione dal prelievo presso i punti di abbeverata oltre a limitare il carniere fra tutte le specie selvatiche stanziali e a sospendere i ripopolamenti a fini venatori.
Occorrerebbe altresì pensare a misure di contenimento dell'addestramento dei cani da caccia, che in una situazione così critica rischia di comportare un ulteriore e inutile stress, soprattutto per gli ungulati e i galliformi.
Pertanto, si interroga il Presidente della Giunta e l'Assessore per sapere se non ritenga opportuno (per chi vi parla ovviamente sì) ed urgente sospendere l'attività venatoria nelle zone colpite da incendi e in quelle ad esse limitrofe, oltre il termine del 5 novembre 2017, stabilito con DCR 29-5843 del 27 ottobre scorso, anche al fine di evitare, a scopo precauzionale, che in tale aree siano presenti troppe persone.
L'invito è questo, vista la situazione eccezionale e straordinari che purtroppo si è venuta a verificare.
Ovviamente questi animali non votano, quindi ci deve essere qualcuno che li rappresenti, un loro simile che ha il dono della parola.
Questo è quello che sottopongo al Presidente della Giunta, sperando nella sensibilità da parte dell'Assessore.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere.
Ricordo i tre minuti per l'illustrazione.
La parola all'Assessore Ferrero per la risposta.



FERRERO Giorgio, Assessore all'agricoltura, caccia e pesca

Grazie, Presidente, e grazie al collega Barazzotto, sempre sensibile e puntuale su questi temi che riguardano l'attività venatoria e la tutela dell'ambiente e della fauna.
Ieri il settore mi aveva preparato una risposta, ma la ritengo ormai superata dalla delibera di Giunta che abbiamo appreso alle ore 13.
Se il Consigliere è d'accordo, quindi, risponderei con la delibera stessa.
Il tema è questo. Noi ci siamo mossi così come l'ordinamento prevede e cioè quando ci sono situazioni di emergenza, chiediamo agli Enti preposti di segnalarci situazioni di criticità e, immediatamente, cerchiamo di porre dei divieti nelle aree dove queste si manifestano.
Lo facciamo perché, soprattutto con la riforma che abbiamo appena fatto degli ambiti territoriali e dei comprensori, non sono più - lo dico in modo molto sereno - un luogo dove la stragrande maggioranza è fatta da amministratori che attuano l'attività venatoria, ma questi Ambiti sono composti da Sindaci, da agricoltori che non attuano l'attività venatoria tantomeno i Sindaci e gli amministratori, e da una componente delle associazioni ambientaliste e, inoltre, in egual numero, da una componente di cacciatori.
Abbiamo inteso responsabilizzare questi soggetti; abbiamo scritto loro chiedendo se ci fossero elementi di criticità, perché dentro ci sono dei tecnici faunistici che sono in grado di fornire degli elementi; parimenti abbiamo scritto alle Province e alla Città metropolitana, perché da tutti loro volevamo sapere laddove se vi fossero elementi di criticità.
Immediatamente, ci ha risposto il Comprensorio alpino della bassa Valle di Susa, dicendo che c'è criticità, chiedendo di chiudere e, quindi abbiamo provveduto, con una delibera di venerdì scorso, a dare facoltà al Dirigente di Settore di porre in atto immediatamente momenti di chiusura qualora fossero segnalati, senza più bisogno di altre delibere, ma lui aveva facoltà. Così poche ore dopo ha provveduto a notificare la chiusura della caccia in questo comprensorio alpino.
Nel frattempo, sono pervenute notifiche di altri comprensori alpini dalla Città metropolitana di Torino e dalla Provincia di Cuneo e le ultime l'ultime segnalazioni sono arrivate ieri sera, per cui tempo più utile era di approfittare di una seduta dei colleghi di Giunta che hanno voluto generosamente, mettere a disposizione al termine del Consiglio di questa mattina, per cui ringrazio il Presidente e tutti i colleghi, in cui abbiamo presentato una delibera che contempla la chiusura della caccia nella sommatoria delle richieste degli territori, che abbiamo ricevuto sia delle Province, sia dalla Provincia di Cuneo, dalla Città metropolitana e dai comprensori alpini interessati.
Quindi abbiamo deliberato che, con effetto da venerdì, l'attività è vietata. Vi sono 6.000 soggetti che attuano l'attività venatoria e, quindi è tecnicamente impossibile avvisarli tutti in poche ore, e sapete che chiunque si presenti con un fucile fuori da una giornata in cui l'attività è consentita, viene penalmente perseguito, quindi è un reato molto grave.
Questa delibera diventa esecutiva immediatamente, quindi già venerdì quando sarà pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte, del quale abbiamo chiesto un supplemento.
Provvederò a fare una comunicazione dove scriverò che, nonostante ci sia qualche ora dall'entrata in vigore della delibera, chiederò che si limiti al massimo l'attività in questo giorno che ci separa; abbiamo interessato tutti i Comprensori alpini che hanno avuto problemi di incendio e tutti i Comprensori alpini e gli Ambiti Territoriali di Caccia che confinano con i Comprensori alpini che hanno avuto un problema.
Quindi, ve li elenco e vi elenco anche la data; per tutti quelli dove c'è stato anche un incendio minimo, anche in un'area piccola, abbiamo deliberato di tenere chiusa la caccia fino al 30 novembre e sono il comparto alpino Torino 1, il comparto alpino Torino 3, il comparto alpino Torino 5. In più, abbiamo chiuso precauzionalmente anche la caccia in tutti gli Ambiti e i Comprensori confinanti, che sono il Torino 2, il Comprensorio alpino Torino 4, l'ATC Torino 1, l'ATC-Torino 2 e l'ATC-Torino 3. Quest'ultimi, precauzionalmente, fino al 10 novembre, tenuto conto che le date sono modificabili a seconda dell'andamento, quindi se permane la situazione di criticità, possiamo eventualmente fare proroghe sui divieti sperando che invece, ci siano situazioni meteoriche che ci diano una mano in questo senso.
Con questo, credo che abbiamo dato una risposta molto omnicomprensiva di tutti i territori; ricordo solamente, tanto per dare un'idea, che abbiamo sospeso all'attività venatoria su 530 mila ettari di superficie a fronte di circa 2.000 ettari, che sono le superfici interessate.
Credo che, nel frattempo, abbia fatto bene il Consigliere Barazzotto a ricordare che, nelle aree dove ci sono stati incendi verranno delimitate per dieci anni l'attività venatoria è vietata.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Ferrero.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione a risposta immediata n. 1813 presentata da Frediani inerente a "Richiesta di un tavolo nazionale presso il MISE per garantire una risposta all'emergenza produttiva e occupazionale nello stabilimento Embraco di Riva presso Chieri"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 1813.
La parola alla Consigliera Frediani per l'illustrazione.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Portiamo in Consiglio regionale un caso che è già ovviamente alla conoscenza dell'Assessora Pentenero, la quale sappiamo che avere già avuto dei contatti con i lavoratori e, suppongo, anche con l'azienda. I lavoratori sono in presidio da qualche giorno (dal 26 ottobre) davanti all'azienda per richiamare l'attenzione su questa grave crisi; una crisi che, in realtà, è un po' stabilita dall'azienda, che ha deciso di non investire più in Europa fino al 2020.
Ricordiamo che l'Embraco è azienda leader mondiale nella produzione di compressori ermetici per la refrigerazione, ha la casa madre in Brasile e ha diverse sedi in diversi Paesi, tra cui Slovacchia, Messico, Cina e, per l'appunto, Italia, con stabilimento a Riva presso Chieri.
Parliamo di 540 lavoratori, che tra l'altro molto spesso appartengono alla stessa famiglia e quindi, come capita spesso in aziende che sono così importanti per il territorio, c'è anche il rischio che un'intera famiglia si ritrovi coinvolta in questa crisi e si ritrovi pertanto senza un reddito con cui sostenersi.
Sappiamo che è previsto un tavolo con la presenza della proprietà.
Quello che noi chiediamo attraverso quest'interrogazione è se la Giunta abbia ha chiesto al Ministero di aprire un tavolo anche in sede ministeriale; questo perché riteniamo che i margini di intervento della Regione, come capita spesso anche in altre crisi aziendali, siano piuttosto ristretti e quindi ci chiediamo se si sia già previsto di richiedere il coinvolgimento del Ministero.
Si parla, come sempre, di un abbattimento dei costi, quindi di decisioni che vengono prese, in questo caso, dalla casa madre per brasiliana e che, come sempre, ricadono alla fine sulla pelle dei lavoratori, perché quando si sceglie di non investire più su un territorio i primi a farne le spese sono ovviamente coloro che in quel territorio vivono e producono.
Sicuramente possiamo anche ripercorrere un po' la storia di questo stabilimento, perché più volte abbiamo affrontato situazioni relative a questa azienda anche qui in Consiglio regionale. Forse adesso siamo arrivati un po' al dunque e quindi è necessario impiegare tutte le risorse disponibili e mettere in gioco tutte le forze che possiamo mettere in campo; in particolare, il coinvolgimento a un tavolo nazionale del MISE ci sembra che possa essere una prospettiva assolutamente idonea a fronteggiare questa grave situazione.



PRESIDENTE

La parola all'Assessora Pentenero par la risposta.



PENTENERO Giovanna, Assessora al lavoro

Grazie, Presidente.
Com'è noto,il gruppo Embraco è un'azienda globale con varie sedi nel mondo: in Brasile, negli Stati Uniti, in Messico, in Slovacchia, Italia Russia e Cina; produce compressori, con una capacità produttiva di oltre 37 milioni di compressori all'anno, impiegando circa 9.600 persone, di cui circa 5.550 nello stabilimento italiano che si trova a Riva presso Chieri.
In data 26 ottobre, nel corso di un incontro che si è svolto presso l'AMMA, l'azienda, per tramite della direzione dello stabilimento italiano ha annunciato che l'attuale volume produttivo non consente il rinnovo del contratto di solidarietà in essere e che la capogruppo non intende investire sullo stabilimento italiano sino al 2020.
Questa situazione e ciò che ne consegue a livello di riduzione della produzione e dei possibili problemi relativi al livello occupazionale ha indotto preoccupazione nelle maestranze rispetto al destino dell'unità produttiva nella sua totalità; le organizzazioni sindacali hanno chiesto alla Regione di attivare un tavolo, che è stato convocato per il giorno 3 novembre, così come sono stati convocati gli Amministratori prevalenti (anche perché la situazione investe un numero davvero significativo di Comuni, ma abbiamo invitato gli Amministratori dei Comuni prevalentemente coinvolti).
Bisogna un po' capirci su che cosa si intende per tavoli nazionali perché usare il termine tavolo è un po' improprio. Nel momento in cui una crisi diventa conclamata, trattasi di un tavolo regionale, poiché l'azienda non ha un carattere interregionale. Il coinvolgimento del Ministero, così come avviene per tutti i tavoli di crisi che hanno una rilevanza (comunque gli strumenti che la Regione mette a disposizione non sono sufficienti per affrontare, al netto degli ammortizzatori sociali che hanno un'altra valenza e un'altra importanza), evidentemente non rappresenta un tavolo di crisi, ma può essere un momento di confronto e una richiesta di aiuto, una richiesta di intervento del MISE, una richiesta che viene fatta puntualmente su ogni situazione che desta particolari preoccupazioni o che comporta situazioni complesse.
Il fatto che oggi si inizi con un tavolo regionale e quindi con un incontro che mette insieme organizzazioni sindacali, datoriali e rappresentanti degli Enti locali è per comprendere in che situazione si trova l'azienda e per cercare di capire quali possano essere gli spazi per rivolgere una richiesta di aiuto nei confronti del MISE che sia finalizzata al raggiungimento dell'obiettivo, ovvero in questo caso di poter garantire la produzione dell'azienda anche fino al 2020 e, quindi, poter immaginare che il piano aziendale approvato dalla Regione qualche anno fa sia un piano aziendale che continui a garantire un livello occupazionale significativo sul contesto piemontese.
È quindi evidente che la Regione, come fa in qualsiasi occasione, al di là del fatto che un tavolo di crisi sia convocato su base regionale o su base nazionale, ma l'informativa, il coinvolgimento e la condivisione dei processi è una condivisione che viene fatta in ogni occasione di apertura di una situazione problematica e questa è sicuramente molto problematica per i numeri che coinvolge.
Mi permetto di dire - cercando di fare una valutazione oggettiva rispetto al quadro che si è presentato - che abbiamo dalla nostra parte un elemento positivo: il fatto che la situazione è stata annunciata molto prima che possa tradursi in una soluzione concreta. Quindi, abbiamo un po' di tempo per poterci lavorare e comprendere se c'è uno spazio di intervento significativo, che ci permetta - appunto - di salvaguardare il livello occupazionale e, quindi, far sì che questa azienda, che ha origini brasiliane, possa continuare ad operare sul territorio piemontese.



PRESIDENTE

Grazie, Assessora Pentenero.


Argomento: Fondi sanitari

Interrogazione a risposta immediata n. 1806 presentata da Vignale, inerente a "Come possono Aziende Ospedaliere erogare 'indebitamente' importi ai privati?"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 1806, presentata dal Consigliere Vignale, che ha la parola per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
In data 27 settembre presentavo all'ASL Città di Torino una richiesta per sapere se vi erano delle spese che l'ASL sosteneva, quando in realtà sarebbero dovute essere sostenute da soggetti privati. Si trattava, in particolar modo, di materiale di consumo sanitario.
Un mese dopo, mi ha risposto l'ASL Città di Torino dicendo che, come da nostra richiesta - o, meglio, da nostro timore - vi è stata, fra il 1 aprile 2016 e l'11 ottobre 2017, una spesa - che apparirà non significativa, di circa 5.000 euro - indebitamente corrisposta dall'ASL a soggetti privati.
Quindi, l'ASL segnala che provvederà a ripristinare la corretta fornitura di materiale e portare in detrazione le fatture di pagamento.
Noi ci domandiamo se sia necessaria una richiesta di accesso agli atti affinché un'Azienda Sanitaria Locale spenda correttamente il denaro pubblico, perché è evidente a tutti che, ancorché queste risorse vengano richieste indietro o non vengano pagate nelle prossime fatture, è anomalo che un soggetto pubblico paghi a un soggetto privato del materiale, quando questo evidentemente non dovrebbe avvenire.
Nell'interrogazione chiediamo, inoltre, se vi sono altri importi indebitamente attribuiti, nel corso del 2017, dall'ASL Città di Torino o da altre Aziende Ospedaliere piemontesi a soggetti privati, non previsti in convenzione.
Credo che questo aspetto sia estremamente significativo, perché - al di là degli importi - ritengo che la puntualità e la correttezza relativamente alla gestione del denaro dei contribuenti piemontesi sia il primo strumento di buon governo che una Regione, come un Comune o un'Azienda Sanitaria Locale, dovrebbe avere.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Vignale.
La parola all'Assessore Saitta per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Il Consigliere Vignale ha fornito anche la dimensione economica del fatto, ma - indipendentemente da questa - restano le questioni che sono state sollevate.
Il fatto cui si fa riferimento rappresenta certamente un non voluto trascinamento del modus operandi precedente, che sarebbe comunque emerso e sarebbe stato corretto, poiché, diversamente da quanto affermato dal Consigliere Vignale, la Direzione Generale dell'ASL ha già attivato la revisione dei processi gestiti dal DSM, per il tramite del nuovo Direttore di Dipartimento.
In relazione al quesito, non vi sono altri importi indebitamente attribuiti nel corso del 2017 dall'ASL Città di Torino, perché l'erogazione di importi ai privati avviene secondo le regole definite nelle convenzioni.
Prima della definitiva liquidazione, tutte le prestazioni dalle quali scaturiscono spese sono sottoposte a controlli; possono esserci rapporti che necessitano di conguagli in positivo o in negativo, a fine anno/periodo di durata della convenzione.
Nella fattispecie, è stato erroneamente fornito del materiale sanitario per un mero difetto di comunicazione, che non ha portato alla cancellazione del codice del Centro di costo assegnato alle comunità protette psichiatriche, con il precedente sistema di gestione mista.
In ogni caso, il sistema di controlli che la nuova ASL sta predisponendo migliorerà ulteriormente le garanzie sull'attività amministrativa e contabile sanitaria.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Saitta.


Argomento: Edilizia sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 1809 presentata da Graglia, inerente a "Ristrutturazione ospedale di Savigliano"


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione a risposta immediata n. 1809 presentata dal Consigliere Graglia, che ha la parola per l'illustrazione.



GRAGLIA Franco

Grazie, Presidente.
Torniamo sulla questione dell'ospedale di Savigliano, semplicemente perché apprendiamo dagli organi di stampa nuove notizie, quindi vorremmo anche noi, essere informati.
Se qualche nozione che darò sarà da correggere, lo voglio ascoltare come è giusto che sia - dall'Assessore.
Partiamo dal fatto che, soprattutto nella campagna elettorale di Savigliano, più volte è stata annunciata una disponibilità, per il mese di ottobre del 2017, di 38 milioni di euro che la Regione avrebbe destinato per la ristrutturazione dell'ospedale di Savigliano. Tale disponibilità dovrebbe avvenire, appunto, in questo periodo: ottobre-novembre 2017.
Sempre a seguito di recenti articoli di stampa, si prospettano soluzioni diverse, con dislocazioni anche molto diverse da quella attuale addirittura ipotizzando un nuovo insediamento a Lagnasco, con la razionalizzazione dei due nosocomi esistenti a Saluzzo e a Savigliano.
Partiamo dal presupposto che Savigliano, da secoli, è un ospedale efficiente, ma che necessita di lavori straordinari di ristrutturazione. I nuovi piani direttori predisposti dall'ASL competente, prevedono una ristrutturazione globale dell'ospedale di Savigliano, che prevede la costruzione di due nuovi corpi e la demolizione di un corpo vecchio, non più a norma, a fronte di un costo complessivo di 46-48 milioni che dovrebbero essere finanziati dalla Regione.
Risulta ancora che la Regione, al momento, potrebbe autorizzare il Direttore Generale Magni ad impegnare i primi 18 milioni di euro per realizzare, nell'immediatezza, una prima palazzina e sappiamo anche che ovviamente, esiste un piano economico-finanziario predisposto dall'ASL che sarebbe già stato inviato agli Uffici competenti dall'Assessorato regionale.
Chiediamo all'Assessore quali siano gli intendimenti della Giunta regionale in merito al piano direttorio, sia in termini di tempistiche di attuazione, sia in termini economico finanziari presentato dall'ASL competente per territorio, relativamente alle opere da mettere urgentemente in cantiere sull'ospedale Santa Annunziata di Savigliano.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Graglia.
La parola l'Assessore Saitta per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Il tema dell'ospedale di Savigliano, anzi, per completare il quadro degli ospedali di quel territorio, che riguarda Saluzzo e anche Fossano, è stato oggetto di un confronto che ho avuto anche localmente, con le amministrazioni comunali. Il Direttore Magni ha avuto modo anche di illustrare non soltanto gli interventi, come il collega faceva riferimento in ordine a Savigliano, ma anche interventi di potenziamento delle altre due strutture. Devo dire che il dottor Magni ha interpretato bene l'obiettivo che noi abbiamo assegnato. È un piano con l'obiettivo del potenziamento dell'attuale rete ospedaliera sul territorio, di potenziamento degli altri ospedali. È un piano che risponde ai quei requisiti e che è stato illustrato in quell'ampia assemblea con tutti gli amministratori.
Devo dire che in quell'assemblea, ma non soltanto nell'assemblea, è stato ripresa, più dagli organi di stampa che nel dibattito che c'è stato tra gli amministratori, quella vecchia idea che era stata lanciata qualche anno fa. Un'idea nata da un'iniziativa di un privato, neppure da parte dell'Azienda Sanitaria e nemmeno della Regione, della costruzione di una nuova struttura ospedaliera a Lagnasco.
Poiché questo tema ha segnato anche la discussione nell'opinione pubblica - ogni tanto compaiono persino dei disegni di una cosa che ha fatto un privato, neppure l'ASL - mi sono impegnato, e voglio mettere l'impegno, di incontrare nuovamente le amministrazioni comunali in modo da sciogliere definitivamente questo tema. Incontro che farò entro la fine di novembre, al massimo ai primi di dicembre, perché ci siamo dati una scadenza per mettere una pietra tombale su questa questione.
Stiamo raccogliendo un po' di elementi di una proposta che conteneva indicazioni molto sommarie, per cui stiamo anche cercando di dare una misura a dei problemi che esistono. Problemi, ma anche vantaggi. Quello che ha fatto il Direttore Magni corrisponde alle indicazioni che noi abbiamo dato, cioè il consolidamento di tutte e tre le strutture ospedaliere, a partire da Savigliano, che è l'ospedale più importante, e che questo avvenga non a discapito né di Saluzzo né di Fossano.
Mi pare che questo sia l'orientamento prevalente dell'amministratore.
Questo è quello che il Direttore Magni ha fatto sulla base delle nostre indicazioni.
Vogliamo, entro un mese, attraverso un'assemblea, definire in modo puntuale questa questione. Ho adottato questo criterio in modo che sia evidente a tutti che si tratta di un processo trasparente. Il confronto ci permette anche di fornire elementi utili per una decisione definitiva, in modo che qualunque decisione venga assunta metta una pietra definitiva su altre opinioni. Il Direttore Magni ha interpretato una volontà, ha presentato il piano. Noi l'abbiamo già esaminato e, prima di esprimere una volontà, vogliamo fare un ulteriore confronto.
Mi pare che le questioni siano abbastanza definite per un confronto che deve essere il più utile possibile, io spero. Com'è già avvenuto in quell'assemblea, possibilmente una posizione, la più condivisa possibile che già ho avuto modo di registrare quando ci siamo trovati in quell'occasione.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione) - Tutela dagli inquinamenti atmosferici ed acustici

Interrogazione a risposta immediata n. 1814 presentata da Bono, inerente a "Indicazioni per la tutela della salute nelle aree colpite da incendi date dall'ASL TO 3"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori, esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 1814.
La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Questa interrogazione nasce dopo aver letto il comunicato dell'ASL TO3 in merito alla situazione di emergenza sanitaria sviluppata a seguito degli incendi che hanno colpito la nostra regione, in particolar modo l'area della Val di Susa, della Val Sangone e Val Chisone, quindi il territorio sostanzialmente dell'ASL TO3, oltre ovviamente alle province di Cuneo e altre aree del Canavese.
Però il comunicato diramato dall'ASL TO3 è quello che ci ha colpito di più. Abbiamo letto che sono dati alcuni consigli, nonostante si cercasse di tranquillizzare la popolazione sulle ricadute e sui rischi per la salute dicendo che si era certi che si era in assenza di rischi per la salute; già questa certezza a me solleva più perplessità.
Comunque consigliavano, e cito testualmente, "ai residenti nelle zone interessate di rimanere preferibilmente al chiuso (case, scuole, locali pubblici), di aprire finestre solo nelle ore più calde della giornata per garantire un minimo ricambio d'aria dall'intero dei locali". Su questo bisogna anche capire il tipo di ricambio, perché se c'è un incendio in corso con il fumo, magari il ricambio non era proprio indicato.
"Evitare di svolgere attività fisica all'aria aperta."; anche se poi l'ASL di Torino, insieme al Prefetto, hanno autorizzato la Maratona a Torino. È ovvio che Torino è un po' più in basso rispetto all'ASL TO3, ma sappiamo che nella giornata di domenica i fumi dalla Val di Susa sono arrivati su Torino e anche nella giornata di venerdì.
"Ridurre il fumo di sigarette e sigari"; questo andrebbe comunque fatto tutti i giorni, bisognerebbe non fumare, però consigliare di ridurre il fumo di sigarette e sigari, perché moltiplica gli effetti nocivi dell'inquinamento, fa un po' sorridere.
"Ridurre l'uso di autoveicoli e gli spostamenti indispensabili e non intralciare il traffico"; questa ovviamente non è una comunicazione prettamente sanitaria, ma è più una comunicazione comunale o prefettizia.
"Mantenere e fare mantenere la calma, non cedere ad allarmismi inutili"; questo ci sta.
La nota che proprio non abbiamo condiviso è il punto 7) del comunicato che recita: "In caso di bisogno, crisi respiratorie eccetera, consultare il proprio medico e solo su suo consiglio eventualmente contattare il pubblico soccorso (118)".
A parte che il 118 dovrebbe essere superato dal numero unico di emergenza 112, tant'è che dopo il nostro post su Facebook - il Presidente Chiamparino dice che i nostri post su Facebook non servono a niente, ma alle volte un post su Facebook fa cambiare i comunicati stampa delle ASL hanno cambiato prontamente da 118 a 112.
Però mi sento di dire, anche in qualità di laureato in medicina, che non si può consigliare, in caso di una crisi respiratoria, di non chiamare il numero di emergenza, ma di chiamare il proprio medico di famiglia. Tra l'altro, sono un medico di famiglia e non posso assolutamente dire nulla di negativo rispetto alla categoria cui appartengo, ma so che le tempistiche di risposta di un medico di famiglia sono di ore, mentre le tempistiche di risposta del 118 sono di minuti. Se c'è una crisi respiratoria, francamente io fossi un'ASL, ma neanche come medico, non consiglierei di non chiamare il 118.
Quindi, volevo solo sapere se c'è stata qualche comunicazione intercorsa nella catena di comando tra Assessorato regionale ed ASO oppure se è stata un'iniziativa libera dell'ASL, e se lei ritiene che sia corretta questa comunicazione. Grazie.
Presidente Grazie, Consigliere Bono.
La parola all'Assessore Saitta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Al Consigliere Bono, che ha parlato dell'ASL di Torino che ha dato delle autorizzazioni, volevo solo far notare che le misure di blocco del traffico dipendono esclusivamente dai Sindaci. Lo dico, perché sembra quasi che dica "abbiamo vinto, hanno perso". Siccome ha parlato di "comportamenti diversi", devo dire che il tema è marginale e non riguarda il contenuto dell'interrogazione, ma siccome faceva parte dei suoi commenti, ci tenevo a dire che la decisione del blocco o del non blocco, per quanto riguarda Torino e tutti i Comuni, dipende esclusivamente dalle competenze del Sindaco che, in questo caso, ha deciso, in base ai valori che conosciamo forniti dall'ARPA. Ci tengo a precisarlo per evitare altre discussioni.
Per quanto riguarda le questioni sollevate, le indicazioni fornite dal Servizio di Prevenzione dell'ASL - come credo il collega sappia - vanno contestualizzate nel momento puntuale e, in modo particolare, vanno contestualizzate nei luoghi e nei territori dove in quel momento c'era un problema, nel senso che gli incendi erano in corso e il fumo si stava diffondendo anche nei paesi vicini. Quindi, hanno avuto questo significato.
Non mi pare che sia assolutamente allarmismo e lo condivido.
Dopodiché, la lettura puntuale che il collega fa di alcune frasi si riferisce in modo esclusivo ad un comunicato stampa. In ogni caso, come normalmente avviene nelle situazioni complesse, le indicazioni che vengono date evidentemente hanno il significato di evitare l'allarmismo, pur gestendo i problemi. In quei territori, oltre tutto, il medico di famiglia è sempre disponibile, non come nella città, ma è evidente che se non c'è il medico, si sa a chi rivolgersi.
In ogni caso, questa indicazione mi sembra utile proprio per evitare l'allarmismo e l'intasamento di strutture di emergenza, che vanno utilizzate esclusivamente per l'emergenza.



(Commenti fuori microfono)



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Sì, ma sto dicendo che è un comunicato stampa, io non faccio la lettura puntuale dei suoi comunicati stampa. Dico solo che, siccome sono persone competenti e sono anche dei medici, i responsabili dei Servizi della prevenzione hanno queste competenze. Qualora lei ritenga che questo medico è incompetente, faccia come hanno fatto altri nei suoi confronti e chieda la devoluzione.



(Commenti del Consigliere Bono)



PRESIDENTE

Consigliere Bono, non potete interloquire.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Se lei, però, ritiene che questo medico per i suggerimenti che ha dato non sia idoneo a stare ancora nell'Ordine professionale, faccia come hanno fatto altri che hanno chiesto anche per lei la devoluzione all'Ordine.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 1816 presentata da Accossato inerente a "Possibilità di prenotare visite mediche nelle edicole"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 1816.
La parola alla Consigliera Accossato per l'illustrazione.



ACCOSSATO Silvana

Grazie, Presidente.
Questa interrogazione è posta all'Assessore Saitta, perché sono rimasta colpita da una comunicazione che ho letto, relativa ad un accordo che l'ANCI nazionale ha sottoscritto con la FIEG (Federazione Italiana Editori Giornali) un protocollo d'intesa, con l'obiettivo di salvare la rete delle edicole e trasformarla in rete di servizi al cittadino.
Di per sé è sicuramente una soluzione positiva, però non posso non ricordare e condividere l'impegno in un settore che sta pagando una crisi più generale dell'editoria, che si riverbera anche nell'attività e nella possibilità di lavoro della rete delle edicole presenti sul territorio.
Forse, farne un centro di servizi molto decentrati e diffusi sul territorio potrebbe essere una bella idea.
Detto questo, leggendo più nel dettaglio, si vede che, che tra le ipotesi di servizio considerate nel protocollo, ci sono anche alcuni servizi di natura sanitaria, tra cui il pagamento ticket ma, soprattutto la prenotazione di visite mediche.
Questo mi ha destato un po' di stupore, e l'interrogazione all'Assessore è volta proprio a capire la valutazione, da parte dell'Assessore e dell'Assessorato, rispetto a questa posizione che peraltro, vede ANCI sottoscrivere un accordo su una tematica l'organizzazione sanitaria, che non è di competenza dei Comuni, ma regionale. In qualche modo, quindi, è fuori luogo ed irrituale.
D'altro canto, al di là del metodo, occorre valutare anche il merito ossia la delicatezza che la prenotazione di una visita medica specialistica rappresenta, che non è un puro atto amministrativo, ma richiede un minimo di capacità di interloquire con il paziente, che è appunto un paziente e non un cliente. Questo, forse, richiederebbe un po' più di attenzione.
Peraltro, il tema delle prenotazioni delle visite è un tema che ha già visto un avvio di collaborazione con le farmacie (queste sì, soggetti competenti sul territorio) e, non a caso, proprio Federfarma ha espresso qualche perplessità su questa soluzione.
Il quesito, quindi, è per capire cosa ritiene l'Assessore rispetto a questa posizione, e come si comporterà l'Assessorato alla sanità della regione Piemonte.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, consigliera Accossato.
La parola all'Assessore Saitta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Suppongo che questo protocollo tra ANCI e FIEG, anzi, questa intesa nazionale sia avvenuta - così mi risulta - senza il coinvolgimento del Ministero dalla salute. È chiaro - e concordo - che nel momento in cui si decide di servizi che non dipendono dai Comuni e dalla Federazione, questo coinvolgimento occorrerebbe. Questo non è avvenuto.
Non è avvenuto e la Giunta regionale non ne è neppure a conoscenza a livello regionale. Abbiamo saputo di questa volontà di dare applicazione anche a livello regionale, però posso anticipare un'opinione che avremo poi modo di discutere, qualora questa idea dovesse andare avanti.
L'intenzione, come Amministrazione regionale, per quanto riguarda servizi di carattere sanitario e, quindi, di prenotazioni, referti, ecc.
(sistema che stiamo organizzando, soprattutto nei prossimi mesi, del CUP Unico Regionale, degli sportelli di prenotazione e delle farmacie, che sono un numero consistente) è di ampliare anche a tutte le parafarmacie (alcune già lo fanno) la possibilità di svolgere una serie di servizi che attualmente vengono svolte nelle farmacie.
Mi pare, quindi, che la rete complessiva tra CUP Unico, quando ci sarà gli sportelli, tutta la parte informatica che stiamo organizzando, la rete delle farmacie e la rete delle parafarmacie, non solo è sufficiente, ma è coerente con l'attività di tipo sanitario. Vedremo poi quando ci sarà un incontro com'è concretamente, perché non conosco, per la verità, il contenuto di questo protocollo, ma in linea di massima mi pare che questa sia la nostra intenzione, cioè salvaguardare e potenziare quello che esiste attualmente, ampliarlo appunto alle farmacie, che sono un numero consistente e, quindi, permettere di diffondere un'attività importante per i cittadini.


Argomento: Personale del servizio sanitario

Interrogazione a risposta immediata n. 1807 presentata da Grimaldi inerente a "Condizioni di sfruttamento e precarietà dei medici neospecializzati"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 1807.
La parola al Consigliere Grimaldi per l'illustrazione.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
La vicenda che racconterò forse non è nota ai più.
Sabato 28 ottobre, i medici neospecializzati si sono riuniti, ospitati dall'Ordine dei medici. Di fatto, hanno presentato una ricerca sulle proprie condizioni di lavoro, per affrontare una situazione estremamente critica.
A quanto abbiamo preso dagli organi di stampa, i pochi che hanno pubblicato questa notizia, i bandi pubblici rivolti ai neospecializzati proporrebbero loro di offrire, nel pronto soccorso, prestazioni uguali a quelli dei colleghi con anni di esperienza, ma con compensi nettamente inferiori.
Si dice che negli ambulatori i medici di base, qualora si trovino a chiedere una sostituzione, recluterebbero appunto questi giovani, pagando con discrezionalità che non tiene conto delle indicazioni salariale dei contratti collettivi nazionali; e si dice anche che la denuncia di queste situazioni significa sottoporsi a rischio di non essere più chiamati a lavorare.
La ricerca condotta tramite un questionario a cui hanno risposto tantissimi medici, circa 312 neospecializzati, evidenza alcuni dati sconfortanti. Alla domanda "ti sei mai sentito sfruttato nel mondo del lavoro?" l'85 per cento degli intervistati risponde "sì" e parliamo di questo tipo di lavoro; il 44,50 per cento sostiene di essersi trovato a svolgere mansioni incongrue, il 39 di aver dovuto svolgere compiti mal pagati in relazione alla responsabilità richiesta, il 34 di aver ricevuto un compenso orario molto basso rispetto al contratto collettivo nazionale e il 24 per cento di aver dovuto affrontare condizioni lavorative scadenti.
A quanto ci risulta, ciò si verificherebbe indifferenziatamente nel settore della sanità pubblica o di quella privata. La ricerca, inoltre calcola che il numero di medici che rischieranno di trovarsi senza lavoro in futuro, nel caso in cui aumentassero i laureati e il fabbisogno il personale medico restasse invariato, secondo i dati, entro il 2020, la domanda di lavoro sarebbe 3 volte maggiore rispetto all'offerta.
Questa vicenda l'abbiamo affrontata, in parte, da un altro punto di vista, come ricorderà l'Assessore, quando avevamo detto che, attualmente ben 65.000 mila e rotti medici dipendenti del sistema sanitario hanno più di 55 anni e, di questi, nel prossimo quinquennio, ci sarà una cessazione di 19.000 mila unità, più o meno, con un tasso di pensionamento di circa 4.000 unità all'anno. Avevamo calcolato che il turnover si dovrebbe stabilizzare sulle 8.000 unità, ma è dal 2001 che, di fatto, questa cifra non viene rispettata, perché le borse sono dai 4.000 alle 6.000 all'anno.
Come sapete, abbiamo anche votato il 5 settembre un atto di indirizzo e lo ricordo solo per debito d'ufficio e loro norma, cioè il Consiglio regionale ha approvato l'ordine del giorno n. 1166, che impegna la Giunta ad attivarsi presso il Governo, affinché sia attivata una programmazione seria del fabbisogno di medici sul territorio nazionale e che consegua un incremento del numero di borse di studio e finanziamento statale per le scuole di specializzazione nell'area sanitaria, nonché a istituire, per l'anno accademico e negli anni successivi, dei posti aggiuntivi e finanziamento regionale delle scuole di specializzazione.
Pertanto, chiediamo alla Giunta quali interventi intenda mettere in campo per richiamare le ASL ad avviare direttamente le assunzioni di medici, anche rispetto al Piano di cui abbiamo parlato la scorsa settimana e in base anche a una mappatura delle reali esigenze del territorio applicando il principio non solo della giusta retribuzione, ma delle tutele dovute dei contratti collettivi nazionali.



PRESIDENTE

Grazie, collega Grimaldi.
La parola all'Assessore Saitta per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente.
Le questioni sollevate dal collega in quest'interrogazione sono numerose e proverò a ordinarle tentando qualche risposta.
Sabato scorso, ho partecipato a questo convegno e ho avuto modo non soltanto di leggere lo studio che è stato presentato, ma anche di sentire direttamente le testimonianze dei giovani medici. È chiaro che c'è un problema, sintetizzo così, di precarizzazione della loro attività che non riguarda soltanto questi giovani, ma ormai riguarda la nostra società. È chiaro che il problema, per gli effetti che produce sul sistema pubblico, è molto più. Come dire, bisogna stare molto attenti.
Provo a riprendere alcuni concetti che mi hanno colpito particolarmente riguardo le questioni sollevate in quello studio che viene riportato qui puntualmente: c'è un tema che riguarda il privato, che dal punto di vista economico, non retribuisce nei modi previsti. Dico "previsti", ma non so se questo è possibile dirlo, perché anche lì c'è stata una presentazione da parte di un avvocato, sempre all'Ordine dei medici, dove si indicavano tutte le problematiche relative al rispetto della giusta retribuzione fermo restando le attuali norme nazionali. Detto questo, però sono sottopagati, come gli infermieri molto spesso in alcune strutture private vengono utilizzate per fare pulizia, ma qui si tratta spesso di medici che vengono utilizzati per fare il lavoro degli infermieri: una traslazione verso il basso.
Tutta questa partita è una partita col privato; su questo tema risultano depositati tre disegni che sono in discussione, mi pare, anzi probabilmente uno di questi disegni di legge, forse, di Appiano probabilmente tenteranno di portarlo all'interno della legge di bilancio proprio per regolamentare questo tema.
Quindi, mi pare che, dal punto di vista procedurale, si è incardinato un meccanismo per porre un po' rimedio a questa "giungla" retributiva che non offre nessuna garanzia al giovane medico. Questa è la parte relativa ai privati.
Poi, c'è una parte consistente, che per la verità mi ha stupito molto che riguarda le sostituzioni dei medici di famiglia; dalle testimonianze ma poi devo dire da una chiacchierata che abbiamo fatto con questi giovani risulterebbe, e non ho motivo per dubitarne, che il rapporto con il medico che ha bisogno di essere sostituito è un rapporto anche di grande inferiorità da parte del medico. Qualcuno parla di lavoro in nero, qualcuno parla di poche lire, quindi, la situazione obiettivamente.
Ora, poiché quella delle sostituzioni è un'importante attività per i medici, direi fondamentale, mi ha stupito questo aspetto. È chiaro che è difficile avere dati precisi, perché se tu chiedi in quale caso, eccetera diventa complicato.
Ho suggerito al Presidente dell'Ordine Giustetto, poiché aveva fatto un intervento, in generale, su questo tema, ma in modo particolare anche sul tema del Codice Etico del medico, di avviare un'iniziativa in merito. Credo che quando il medico non rispetta il minimo per le sostituzioni sia un problema etico, quindi l'Ordine dei medici ha un ruolo importante. Oltre ad avere la rappresentanza, ha un problema anche di risolvere questi temi.
Dopodiché se ci arrivano qui le segnalazioni, è chiaro che possiamo dire che ho trovato una risposta per quanto riguarda gli aspetti più complessivi, di carattere locale, compresi anche i bandi dell'ASL che sono stati citati; io ho dato la disponibilità, e ho avuto anche una grande attenzione da parte dei medici, a un confronto che faremo quanto prima con il gruppo dei giovani che seguono questo aspetto, fermo restando che ci sono alcune questioni di carattere nazionale.
Al momento della domanda (mozione o atto di indirizzo), era settembre.
Noi ci siamo mossi in questa maniera: siccome a settembre c'era il tema dell'indizione dei concorsi per le borse di studio, a livello nazionale abbiamo fatto in modo - è stato ottenuto - di indire i concorsi, che sono stati indetti.
Poi c'era il tema sul numero delle borse: grande differenza tra richiesta delle Regioni e decisione da parte del Ministero dell'Istruzione.
Voi sapete che noi, più o meno, abbiamo avuto un po' di più della metà di quelle che avevamo chiesto, altre le abbiamo aggiunte, però questo tema resta. C'è un tema che le esigenze vengano espresse dalle Regioni, da chi ne ha la responsabilità, e le decisioni fra il Ministero della Pubblica Istruzione. Quindi questo è il grande tema che abbiamo, ed è una grande questione di carattere nazionale.
Io spero che il Parlamento intervenga com'è opportuno che intervenga.
Anche qui, abbiamo chiesto - mi pare nell'ultima finanziaria, poi non è passata la proposta che noi avevamo avanzato, per la verità l'aveva fatta il Piemonte e poi è stata condivisa un po' da parte di tutti - che, nel momento in cui il medico vince il bando per la specializzazione, anziché la borsa di studio, è bene che il medico sia strutturato all'interno del servizio sanitario per evitare quei problemi che conosciamo. Questo permette di continuare l'attività di specializzazione, di assumersi le responsabilità e di cominciare a offrire un lavoro dignitoso e non al servizio di qualcuno.
Quindi alla domanda "che cosa abbiamo fatto?", nazionalmente lo abbiamo visto; localmente ci incontreremo con la Commissione dei giovani medici per passare in rassegna le questioni anche di carattere puntuale, quelle che magari non possono essere dette in pubblico, ma probabilmente con rapporto privato potremo avere una maggiore conoscenza e intervenire puntualmente.
In ogni caso, ho trovato estremamente interessante anche il coraggio che hanno dimostrato questi giovani medici.


Argomento: Difesa idrogeologica

Interrogazione a risposta immediata n. 1811 presentata da Berutti, inerente a "Finanziamento per il progetto dell'asta del torrente Grue" (risposta scritta)


PRESIDENTE

In assenza dell'interrogante, Consigliere Berutti, all'interrogazione n 1811 viene fornita risposta scritta.


Argomento: Interventi per calamita' naturali

Interrogazione a risposta immediata n. 1812 presentata da Batzella inerente a "Interventi per il risanamento del territorio danneggiato dai devastanti incendi"


PRESIDENTE

L'interrogazione n. 1812 della Consigliera Batzella è stata assorbita dal dibattito relativo alle comunicazioni della Giunta regionale inerenti a "Emergenza incendi boschivi in Piemonte".


Argomento: Rapporti Regioni - Governo - Tutela dagli inquinamenti atmosferici ed acustici

Interrogazione a risposta immediata n. 1815 presentata da Andrissi inerente a "Quali azioni di pronta attuazione per garantire l'incolumità delle popolazioni di Cameri (NO) a seguito dello studio condotto dall'USAF (United States Air Force) sull'impatto ambientale e sulla rumorosità del caccia monorotore F35 e dello studio commissionato dal Ministero della Difesa"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 1815.
La parola al Consigliere Andrissi per l'illustrazione.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Ho già fatto un'interrogazione in merito all'inquinamento rumoroso e devo dire che mi ha lasciato veramente perplesso la risposta a quell'interrogazione, in quanto l'Assessore rispose che la Regione non ha alcuna intenzione di valutare l'impatto acustico degli F35 che decollando dall'aeroporto militare di Cameri.
In realtà, il rumore di questi aerei è già stato valutato dalle forze armate statunitensi ed ha un impatto fortissimo, perché in fase di decollo è due volte superiore a quello di un F15, in fase di atterraggio quattro volte superiore e la massima intensità rumorosa è 126 volte superiore a quella di un F16.
È quindi importante, credo, per questa Regione poter valutare quello che è l'impatto acustico, perché il rumore non crea solo un problema di disturbo ambientale: il rumore può avere degli effetti sulla salute che sono anche importanti. Quindi credo che questa Regione debba valutare quello che è l'impatto acustico. Il Ministero della Difesa ci è venuto incontro, ha fatto partire uno studio nazionale che, con un finanziamento di 150.000 euro, andrà a valutare l'impatto degli F35 negli aeroporti militari italiani.
Ma, oltre a questo, abbiamo visto che la legge prevede - precisamente la 898 del 24 dicembre 1976 - che le Regioni, in una Commissione paritetica, armonizzino quella che è l'attività militare per l'impatto sul territorio e lo sviluppo sociale del territorio.
È chiaro che se si è in presenza di un rumore tale da non consentire la presenza della vita umana, lì bisogna prendere dei provvedimenti, delle limitazioni. Se però noi non andiamo a misurare quello che è l'impatto acustico di questi aerei, come possiamo rispettare la legge che prevede un'armonizzazione? E questo è il problema che voglio evidenziare, con cui voglio sollecitare l'Assessore in qualche modo a intervenire su questo fronte e quindi a interessarsi presso le forze militari per quanto riguarda le misurazioni che queste hanno fatto, in maniera tale da potersi armonizzare come prevede la legge.
Di conseguenza, interrogo per sapere quali azioni la Regione abbia intenzione di adottare ai sensi della legge n. 898 del 24/12/1976 "Nuova regolamentazione delle servitù militari" e successive modificazioni per garantire l'incolumità della popolazione di Cameri e della Provincia di Novara, a seguito dello studio condotto dall'USAF sull'impatto ambientale e sulla rumorosità dei Caccia monomotore F35, e dallo studio commissionato dal Ministero della Difesa, nell'ambito del programma Milnoise.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere.
La parola all'Assessore Valmaggia per la risposta.



VALMAGGIA Alberto, Assessore all'ambiente

Grazie, Presidente.
Premetto che - come ho già risposto in Aula il 19 settembre scorso - la normativa sull'inquinamento atmosferico, sia nazionale che europea, viene applicata esclusivamente all'Aviazione civile. Anche il Regolamento europeo n. 598/2014 è applicato esclusivamente ai velivoli utilizzati in attività civili e non militari.
Vengo nel merito dell'interpellanza di oggi, dicendo che la citata legge n. 898 del dicembre 1976 è stata abrogata dal Decreto Legislativo 15 marzo 2010, n. 66, e specifica che questo tipo di problematiche tra il mondo civile e militare è gestito dal Comitato Paritetico.
C'è un Comitato Paritetico anche in Regione Piemonte, composto da cinque rappresentanti del Ministero della Difesa, due rappresentanti del Ministero dell'Economia e Finanze e sette rappresentanti della Regione nominati dal Presidente della Giunta regionale, su designazione del Consiglio regionale, che ha provveduto proprio nella seduta del 22 settembre 2015, e più recentemente ha sostituito uno dei membri.
Questo Comitato è oggi pienamente operativo, è consultato semestralmente su tutti i programmi di esercitazioni militari e, in particolare, analizza le problematiche connesse all'armonizzazione delle stesse esercitazioni militari con i Piani e i Programmi territoriali.
In ogni caso, le decisioni definitive sui Programmi sono, comunque riservate al Ministero della Difesa.
Venendo al merito, la Regione è al corrente delle problematiche in esame attraverso il Comitato o, meglio, attraverso i propri rappresentanti del Comitato, chiederà conto e indirizzerà questa interrogazione al fine di acquisire informazioni circa gli studi promossi dal Ministero della Difesa per capire se questi studi sono anche stati fatti specificatamente per la situazione di Cameri.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Valmaggia.
Dichiaro chiusa la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata.



(Alle ore 15.16 la Presidente dichiara esaurita la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata)



(La seduta ha inizio alle ore 15.20)



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE BOETI



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo Balocco, Benvenuto, Caputo, Cerutti, Conticelli Corgnati, Ferraris, Giaccone e Laus.


Argomento: Interventi per calamita' naturali - Calamità naturali - Protezione civile

Comunicazioni della Giunta regionale inerenti a "Emergenza incendi boschivi"


PRESIDENTE

Proseguiamo il dibattito concernente le comunicazioni della Giunta regionale in merito a "Emergenza incendi boschivi".
Nella seduta antimeridiana del 31 ottobre 2017 l'Assessore Valmaggia ha svolto comunicazioni relativamente all'emergenza incendi boschivi. Sono seguiti gli interventi dei Consiglieri Frediani, Gariglio, Pichetto Fratin Batzella, Ravello, Vignale Rostagno, Valetti, Porchietto, Ruffino, Ottria e Bertola e il Presidente della Giunta Chiamparino. Ci sono ancora sette Consiglieri iscritti a parlare.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Allemano; ne ha facoltà.



ALLEMANO Paolo

Grazie, Presidente.
Riprendiamo un argomento piuttosto complesso. È anche scemata un po' l'attenzione, ma questo, forse, non è un male nella misura in cui scemano anche tutti gli spunti polemici e retorici o di saccenza che abbiamo in parte ascoltato questa mattina.
Credo che un'Assemblea come questa abbia ragione di discutere di questa emergenza se cerca i punti deboli del sistema, se si pone le domande giuste e trova delle soluzioni. Ringrazio chi non ha assunto i social come linea guida del ragionamento e chi si è posto appunto il problema nei giusti termini.
Giusti termini che, a mio avviso, sono da individuare nei veri responsabili di questa emergenza. Badate, in certi momenti, questa mattina ascoltando la discussione, mi veniva in mente la questione che si è posta nelle settimane scorse, in merito alle violenze che molte donne hanno dichiarato di aver subito in ambienti famosi o per fare carriera. A un certo punto tutta l'attenzione si è spostata nella reazione delle donne piuttosto che nella condanna di atteggiamenti maschilisti che fanno della diversità di genere un'affermazione di prepotenza e di supremazia. A me è sembrata un po' la stessa cosa oggi, cioè che discutessimo su cosa non abbiamo fatto, senza considerare che, alla base di questo dramma degli incendi, ci sono due fattori determinanti, che sono, da un lato, le questioni prettamente ambientali, legate all'abbandono e all'incuria dei terreni e, dall'altro, il fattore umano.
Credo che questa discussione, se ci porta a ragionare su quello che stiamo facendo e abbiamo fatto per porre rimedio all'abbandono e all'incuria, abbia appunto ragione di essere. Allora penso che sarebbe bene allargare il campo visivo al Piano di sviluppo rurale e a tutte le forme di sostegno dell'economia montana, all'attenzione che stiamo prestando alle aree di Natura 2000, alle piste forestali, alla manutenzione del patrimonio, alla sottrazione all'incuria di quei terreni che sono abbandonati o silenti. Su questo mi sembra che abbiamo fatto delle cose, ma credo che l'Assessore abbia piena consapevolezza che sia un percorso da approfondire e da portare a maturazione.
Naturalmente sul discorso prevenzione entra a pieno titolo l'AIB.
Stamattina ho sentito alcuni toni un po' retorici; non facciamone degli eroi, non lo sono, se non altro perché io sono un AIB dall'inizio e aspiro ad una vita normale, non ad atti di eroismo. Sono persone normalissime.
Certo, forse, si fa un po' fatica a impegnare quei tre-quattro sabati all'anno per pulire i sentieri o partire la domenica pomeriggio per bonificare un incendio, ma rientra nella normalità di persone che vivono il territorio e che sanno che, dalla qualità di quel territorio, dipende la qualità della loro vita.
Penso che si sia lavorato bene, penso che l'Assessore abbia la giusta attenzione per questo corpo, che è un'eccellenza a livello regionale. Se ci sono degli accorgimenti da fare, facciamoli, ma certamente al di là dei toni enfatici noi abbiamo un terreno, un tessuto connettivo che ci consente di presidiare il territorio. Le altre sono le azioni che ho richiamato e che l'Assessore ha ben presenti.
Concludo parlando del fattore umano. Quando oggi si legge sui giornali che un ragazzo di 15 anni ha dato fuoco perché voleva vedere i Vigili del Fuoco in azione e voleva provare delle emozioni, evidentemente si pone un problema grande come una casa: stiamo scambiando la realtà virtuale con la realtà dei boschi che bruciano. Nessuno deve portare la croce, ma è di tutta evidenza quel che avveniva nel Medioevo. Cito un documento del 1477 lo Statuto del Comune di Saluzzo: "Chi applica intenzionalmente un incendio a Saluzzo o nelle sue borgate di campagna, che sia catturato, che sia bruciato nel fuoco". Io non richiamo pene corporali, ma credo che queste persone devono capire che insieme al fuoco bruciano il loro futuro. Si porrà un problema di educazione, di senso della comunità.
Concludo dicendo che se abbiamo chiaro che, alla base dell'emergenza incendi, c'è l'incuria e l'abbandono del territorio, la necessità che l'uomo abiti la montagna con tutte le misure che competono a noi legislatori regionali e, dall'altro, un problema di comunità, di sentirsi appartenenti a un bene che è di tutti, trovo stucchevole che si rimarchi la differenza tra la Val di Susa e Torino. Il Piemonte è un unicum, è evidente che l'aria che respiriamo è la stessa, quindi proviamo a vivere di questa appartenenza, di questa comunanza di beni e faremo qualcosa di buono.
Il mio apprezzamento all'Assessore e al Presidente. Credo che, andando sul posto, abbiano dato una prova di vicinanza di prossimità; credo che le foto siano state richieste dagli operatori sul posto perché hanno bisogno di sentire che qualcuno viva insieme a loro questa emergenza e ne condivida tutti gli aspetti.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Campo; ne ha facoltà.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Si è parlato in lungo e in largo di quello che è successo, di cosa si è fatto e di cosa non si è fatto in questi giorni di emergenza. Si è parlato forse un po' poco dell'antefatto. Ha citato qualcosa il Consigliere Bertola quando ha detto che noi sapevamo già della riforma della Forestale, perch è del 2016. Noi a inizio anno abbiamo chiesto quale impatto avesse avuto sull'organizzazione dei nostri piani di emergenza antincendio.
Ricordo che il Piano - per dettato della legge n. 353/2000, bisogna avere il Piano regionale - l'abbiamo approvato nel 2015, ma andrebbe aggiornato. Andava aggiornato anche quest'anno, e soprattutto quest'anno perché tutte le avvisaglie di quello che sarebbe avvenuto le abbiamo avute.
Già nei primi mesi dell'anno erano state segnalate gravi carenze nelle precipitazioni, un aumento degli incendi e un aumento del rischio di incendi, tant'è che già nella tarda primavera e a inizio estate erano stati emanati provvedimenti di restrizione sulla bruciatura delle stoppie in campagna.
Nei primi sette mesi dell'anno, a livello nazionale abbiamo avuto la peggiore stagione di incendi degli ultimi trent'anni. Come potevamo pensare che il Piemonte avrebbe avuto una situazione diversa, visto che anche da noi le precipitazioni mancano da maggio? Di conseguenza, che cos'è che si sarebbe dovuto fare? Non voglio insegnare niente a nessuno, ma sto cercando di applicare la logica a un problema che, come al solito, purtroppo non è stato affrontato o, meglio, si è continuata la gestione ordinaria, analoga a quella degli anni passati, che aveva già mostrato alcuni limiti. Ad esempio, nel 2015 bruciarono mille ettari di bosco nel Biellese, nonostante ci fosse anche la Forestale; anzi, grazie anche alla Forestale, che ancora esisteva, per la prima volta venne segnalato il grave impatto sanitario sulla qualità dell'aria per i cittadini. Parliamo del 2015.
Quindi, alcune cose le sapevamo già. Nel 2016 c'è stato un grande cambiamento che ha portato - lo sappiamo, perché è nelle cronache di quest'anno - tutto il pasticcio successo per quanto riguarda i mezzi aerei della Forestale, quando potevano o meno volare e quali tipi di interventi potevano fare. Quindi, potevamo aspettarcelo.
Quello che viene da chiedersi è come mai, nonostante abbiamo parlato di Piani forestali, stiamo approvando il Piano della qualità dell'aria e vogliamo incentivare la gestione delle nostre foreste, sono mancate le risorse per quella che si chiama prevenzione attiva, cioè tutti quegli interventi che si possono fare a livello di comunità locali.
Il Consigliere Allemano ha citato poco fa il PSR, ma non esistono solo i fondi europei. Come Regione, abbiamo trovato (penso alla mia provincia) 15 milioni di euro per nuovi cannoni per la neve invernale e per gli impianti sciistici. Per carità, è sacrosanto, visto che è un'attività produttiva in crisi e ha bisogno di sostegno. Però non abbiamo trovato le stesse risorse per garantire la pulizia dei nostri boschi e la loro manutenzione.
Certo, abbiamo detto che lo vogliamo fare e lo faremo così come faremo i Piani, ma questi soldi non ci sono ancora.
Dovevamo ancora sbloccare il milione di euro da dare ai Vigili del Fuoco volontari; adesso magari la cosa si muoverà un po' più velocemente però sempre quando arriva l'emergenza.
Questo, tra l'altro, a noi che siamo complottisti per natura fa sempre sorgere un pochino il dubbio. Infatti, mentre la prevenzione è un'operazione di tutti i giorni che ricade sui territori, che coinvolge le aziende rurali e le piccole realtà, gli interventi di emergenza e di ripristino (così come il potenziamento infrastrutturale) sono interventi grossi, con notevoli budget che magari sono più interessanti da gestire perché emergenziali, perché c'è fretta e perché si superano più velocemente certi ostacoli burocratici.
Però non è questo il ruolo della Regione e ricordo, visto che stamattina si è parlato di responsabilità, che tali responsabilità sono state addossate, da un lato nel bene e da altri nel male, ai Comuni e alle Province, ma la legge n. 535 è chiarissima: il principale attore coordinatore, redattore dei Piani e che ospita anche la centrale di emergenza e fa da punto di riferimento anche dei Piani attuativi e dell'attuazione degli interventi è la Regione, che in passato poteva anche delegare al Corpo forestale, che non c'è più.
Quest'anno abbiamo avuto la prima vera prova del fuoco - è un po' un gioco di parole, però ci sta - della Regione come effettivo attore e portatore di intervento pratico sul territorio. Purtroppo, qualche carenza è venuta fuori.
A questo aggiungiamo la mancanza di un compito fondamentale della Regione da sempre, che è la programmazione e l'intervento, cioè le politiche sulla manutenzione dei territori. Poi si addossa sempre, sotto certi profili, anche in maniera pesante, ai Comuni il fatto che la manutenzione la devono fare loro, le ordinanze le devono fare loro. Diamo sempre più poteri ai Comuni, ma devono avere anche le risorse per fare le cose, i cittadini devono avere le risorse per fare le cose.
Vi ricordo che nell'assestamento abbia presentato un emendamento per andare a finanziare anche i fondi di supporto per i comuni cittadini affinché possano intervenire quando succedono le calamità naturali.
Altrimenti facciamo sempre e solo - tra l'altro, anche a metà spesso - gli interventi sui grandi disastri, come l'alluvione del dicembre scorso.
Invece quando arriva una tromba d'aria, quando arriva un incendio o qualcosa di più localizzato e "minore", perché non di grande impatto mediatico, se la devono cavare da soli i Comuni e i cittadini. E meno male che abbiamo i volontari. "Santi" volontari, li abbiamo ringraziati tutti però, signori, i volontari dovrebbero essere di complemento, non la soluzione del problema.
Dovremmo avere delle Istituzioni che abbiano delle forze, che paghiamo noi come cittadini, con la nostra fiscalità che è anche abbastanza elevata che siano in grado di intervenire con efficacia ed efficienza, non fare riforme a livello nazionale che poi non sono pratiche, perché non è possibile che ci voglia un anno e poi i problemi vengano fuori sul campo.
Vuol dire che non le abbiamo pensate bene; vuol dire che le cose non le abbiamo organizzate in modo da essere a prova di problemi, perché se io cambio qualcosa, i problemi posso anche aspettarmeli, ma allora ho l'elemento di salvaguardia, che non c'è. Sempre alla garibaldina! Tutti in sella, andiamo, e poi vediamo cosa succede. Non sappiamo neanche dove stiamo andando. Questo è un elemento.
Io non voglio fare polemica su capitani, allenatori e cose del genere perché poi sarebbe facile fare battute sul fatto che dopo un po' ci si pu anche ritirare a vita privata, a una certa età, però - santa pace! cerchiamo di cambiare.
Sappiamo, ce lo dice l'ARPA da oltre dieci anni - l'ARPA, ma ce lo dice anche l'ONU - che il clima sta cambiando, che le precipitazioni diminuscono, ma molto più intense. Che cosa vuol dire? Vuol dire che le temperature salgono e che l'area mediterranea è più soggetta all'aumento di temperatura, quindi a siccità, quindi a rischi di incendio più gravi e più estesi, così come siamo più esposti a precipitazioni concentrate e intense così come siamo più esposti a eventi atmosferici più violenti e più concentrati.
Lo sappiamo! Lo sappiamo! Infatti, non si parla neanche più di prevenzione o di intervento di riparazione, ma di mitigazione degli effetti del cambiamento climatico. Solo che noi nemmeno ci stiamo provando. Certo che poi le risorse economiche mancano; certo che poi con l'emergenza si telefona al Ministro e si dice: "Ci brucia tutto, non dateci limiti di spesa per far volare gli elicotteri". Però poi gli elicotteri bisogna anche averceli: bisogna averli che possono volare, bisogna avere le autorizzazioni, bisogna sapere chi fa che cosa.
E alla fine, di nuovo santi volontari, bene o male hanno un po' più di autonomia di intervento, perché i vari corpi che devono coordinarsi non si coordinano.
Queste sono le questioni. Possiamo fare ragionamenti sui social o a mezzo stampa - c'è chi ha il social e chi ha la stampa - però, in realtà il ragionamento dovremmo farlo qua. Dovremo farlo qua! È da quando sono in quest'Aula che dico che stiamo cercando di ucciderci in tutti i modi possibili, non trattando bene l'ambiente, dall'inquinamento cittadino a quello elettromagnetico, a quello delle acque, a quello del suolo). E adesso cosa facciamo? Cosa intendiamo fare? Abbiamo l'indicatore di pericolosità per gli incendi che segnala la situazione, però il bollettino stranamente - non è disponibile su Internet e viene mandato solo agli operatori.
Ma è possibile? Non vediamo uno storico del bollettino del rischio di incendio? Perché io ho, online, un sistema informativo per vedere il rischio di alluvione, ma non quello di incendio?



PRESIDENTE

Consigliere Campo, sono dieci minuti per l'intervento.



CAMPO Mauro

Certo.
Comunque, queste sono domande che dovremmo porci tutti quanti. Al di là della polemica politica, abbiamo di fronte un sistema che evidentemente non funziona, è disfunzionale e non manca solo di risorse, ma anche di idee.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Grimaldi; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Come sapete, siamo stati fra i primi a ringraziare, già all'inizio della scorsa settimana, l'incredibile lavoro che stanno svolgendo i Vigili del fuoco, i tanti cittadini e i volontari AIB della Regione Piemonte.
Siamo stati fra i primi a chiedere alla Regione di fare tutto il necessario perché quello che stava succedendo nei nostri territori non fosse solo un fatto locale, ma ci fosse l'attenzione nazionale e la solidarietà da parte delle altre Regioni, ma, soprattutto, entrasse in campo quell'accordo che fa sì che anche con altri Paesi europei si possa condividere parte delle risorse. Penso a tutto il tema dei Canadair e della polemica fatta più e più volte sul tema degli investimenti in tal senso.
Siamo state fra le prime forze in Parlamento a chiedere che al posto degli F35 si facessero dei veri investimenti, però poi, fatemi dire, sono proprio in questi momenti che viene fuori la vicenda del conflitto politico e della diversità di opinione.
Ne dico una: l'anno scorso vi abbiamo chiesto di far cambiare opinione al Governo sul tema delle Guardie forestali, perché già allora dicevamo che questa ristrutturazione, pensata dalla Madia, dentro i Carabinieri, quindi dentro un altro corpo, avrebbe distrutto parte delle competenze, ma anche delle funzioni. Eppure secondo me - lo dico così, perché non mi è piaciuto per niente il dibattito di oggi, anche se capisco che ci possono anche essere toni rudi sull'oggetto politico - un Consiglio regionale non è fatto per dare le pagelle, anche perché spiegare l'assenza o la presenza delle Istituzioni non passa per la presenza del nostro Presidente della Giunta fuori o dentro quei luoghi.
Oggi è stato citato il ruolo della Città metropolitana, ma non credo che la presenza o meno del Presidente dell'Area metropolitana faccia la differenza in questa discussione. E lo dico anche al Presidente, che ha stigmatizzato alcune preoccupazioni che sono state lanciate nei giorni scorsi, rivendico il fatto che giovedì scorso mi interrogavo anche sui social, anche lì, e stiamo attenti non a non prenderci in giro: ognuno di noi esterna le sue opinioni sui social e lo fa, sapendo di essere un pubblico ufficiale che deve avere cognizione di causa su quello che dice.
Lo dico così: è chiaro che l'intervento delle Forze dell'Ordine e delle Forze armate spetta ai Sindaci? Certo. Che è il Prefetto in qualche modo a disporre l'uso dell'Esercito? Certo. L'operatività dei mezzi è decisa dalla centrale operativa sulla base di criteri tecnici e di contesto in ottica di gestione della priorità dell'evento, non in base alle richieste politiche e amministrative? Certamente, sì. Ma si possono ancora esprimere opinioni? Ecco, io l'ho detta così: per me, il tema dell'uso delle Forze dell'Ordine e dell'Esercito era strettamente collegata a tre cose.
La prima, l'incolumità delle persone, delle infrastrutture, delle case dei luoghi boschivi. Il che non vuol dire che dovessero andare lì a fare una cosa che non è loro, cioè quella di spegnere il fuoco, posto che ricordo - ci sono alcune parti dell'Esercito che hanno anche quel tipo di addestramento, ma non era questa la polemica. Lo ha detto benissimo il Consigliere Allemano: non è che possiamo rimuovere in questo contesto le due grandi vicende che si sono affacciate sulla scena pubblica e sul nostro territorio.
La seconda. Siamo davanti al più grande cambiamento climatico degli ultimi cento anni, non piove da mesi, basta vedere i nostri fiumi, le nostre sorgenti. Non è che questa vicenda non c'entra con quello di cui abbiamo discusso; dall'altra parte, c'è la follia dell'uomo, che ha portato a quel cambiamento climatico e la follia nell'uomo si aggiunge a quello che è successo! Perché, guardate, non credo che quando si dice che la presenza dei piromani che ostacolano e aggravano il lavoro dei Vigili del Fuoco e dei 273 volontari delle AIB impegnati nelle operazioni è una voce di corridoio! Non è una voce di corridoio. Questa è una vicenda che è successa e non è il singolo fatto che è avvenuto in un'altra provincia che consolida questo dubbio.
Lo dico così, sommessamente, anche al Presidente Chiamparino: possiamo dirci che, a parte lo sforzo incredibile della nostra Regione, delle forze volontarie, dei Vigili del Fuoco, dei tanti cittadini, dei tanti Sindaci e dei tanti Assessori, che ringraziamo, perché non sia mai che si pensi che la critica vuol dire che gli altri.
Possiamo dire che, forse, la presenza di Carabinieri e Esercito avrebbero permesso di sollevare alcuni lavori di indagine ad altri o dal lavoro nelle strade ad altri e, magari, quel tipo di pressione avrebbe messo un po' più a repentaglio il lavoro di questi piromani? Sì o no? È un dubbio.
Si può avere questo dubbio, legittimamente, sì o no? Perché, ripeto, lo dico perché la vicenda Val di Susa ci divide e dilania spesso anche qua; quando dico che bisogna convocare una manifestazione per vedere tutta la forza dello Stato, intendo dire proprio questo! E che qualcuno mi strumentalizzi, in un modo o nell'altro, non me ne frega proprio niente! Perché quando c'è da presidiare l'ordine pubblico in una manifestazione, lo Stato si presenta con tutti i battaglioni necessari.
Allora possiamo dirci che se da 15-20 giorni nelle nostre valli c'è chi opera indisturbatamente per fare quello che è successo, forse, e lo dico ancora con pacatezza, qualcuno poteva fare qualcosa di più? Questa era la polemica che ci ha divisi. È tanto difficile parlare anche di questo? È tanto difficile chiamare anche in causa il Prefetto? Non è che ne abbiamo chiesto le dimissioni! Abbiamo detto: scusate, ma questa allerta dell'Esercito? L'Esercito è in allerta! E che cosa me ne faccio dell'Esercito in allerta? Quando deve entrare in campo questo benedetto esercito per evitare che altri piromani facciano le stesse cose? Ma anche solo come funzione deterrente. Non è che sto dicendo che l'Esercito va a prendere nell'alta Val Susa il piromane, cercavamo l'effetto deterrente.
Punto! Per me, la polemica finisce qua! Che non è dire che l'Assessore ha fatto o non ha fatto.
No, l'Assessore ha fatto il suo mestiere. Non era questo l'oggetto della discussione, perché anche fra noi un po' di chiarezza ogni tanto serve.
Ultima cosa. L'altro invito lo faccio, di nuovo, al Presidente Chiamparino: si è parlato tantissimo, in questi mesi, di "autonomia delle Regioni". Si sono svolti due referendum e la vicenda Catalana ha reso ancora più incredibile questa discussione.
Possiamo dire che se tutto il Nord Italia deve chiedere più risorse allo Stato e deve iniziare a interrogarsi su alcune sue grandi questioni forse, tutti i Presidenti delle Regioni del Nord Italia dovrebbero prendere quella bella fotografia fatta dai nostri satelliti, fatta da un nostro astronauta italiano e dirci che la discussione sui fondi per GTT è paradossale, perché noi prendiamo dei fondi, quei pochi che abbiamo, per salvare una società! Io sono per farlo, per intenderci, non si deduca un'altra cosa da quello che sto dicendo, però possiamo dirci che i pochi investimenti che queste Regioni hanno a disposizione dovrebbero essere messe, soprattutto in un momento come questo, per fare altro, per cambiare le nostre flotte, per fare un Piano vero di messa in sicurezza del nostro territorio, ma anche un vero Piano dei trasporti del Nord Italia? Come pensate che quella nube vada via dalle nostre valli? Volete bucare la Val di Susa, nel senso che invece che farci la TAV ci facciamo un bel corridoio per farci passare l'aria? Lo dico così.
Presidente Chiamparino, chiami gli altri Presidenti delle Regioni e, se vogliono veramente qualche soldo in più delle nostre tasse, chiediamo allo Stato - come si fa per il Sud, per i fondi strutturali - di avere un nuovo piano straordinario del trasporto pubblico.
Quello che dovremmo fare, come Regione, è scegliere in alternativa fra rivedere le flotte o rivedere delle linee nuove di metropolitana, oppure salvare GTT. E noi siamo fregati. Se le poche risorse che stavamo per mettere in un altro campo le utilizziamo per salvare un'azienda che va salvata, bravissimi i parlamentari che si sono occupati di fare questo però, se la somma è zero, io credo che questa discussione sta a zero.
Continuiamo a discutere di blocchi e di semafori, ma se non diamo un'alternativa alle persone, se non facciamo un vero piano diverso guardate che quello che stiamo respirando lo pagheremo caramente. Io non so se lo state percependo anche voi ma, a parte le ceneri, l'aria è irrespirabile. Ormai non è non è solo più una questione invisibile, è una questione di percezione vera. Allora credo che sia giunto il momento per far sì che - in questo sì - la questione del Nord Italia venga affrontata anche nelle sue più gravi problematiche e penso che quella della salute e quella ambientale siano quelle da mettere al centro della scena politica.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Sozzani.



SOZZANI Diego

Grazie, Presidente.
Voglio riprendere alcuni concetti che sono stati espressi, perché ci sono stati molti interventi prima del mio, per riportarli in un alveo scusate la metafora - rispetto all'informativa che ci è stata data relativamente alle competenze di quest'Aula.
Allora, questa mattina ho ascoltato l'informativa dell'Assessore con molta attenzione, come pure ho ascoltato poi la replica del Presidente Chiamparino alla fine della mattinata. Mi è sembrata un'informativa abbastanza lacunosa, cioè noto i fatti, ma mi aspettavo qualche considerazione sotto il profilo della politica, perché qui dentro si sta discutendo di politica amministrativa della Protezione Civile.
Ora, è stato discusso anche da altri come vi siano dei cambiamenti climatici enormi; un attimo fa il collega Grimaldi e la stesso Assessore dicevano che ci vogliono due giorni di pioggia intensa per sistemare tutto.
Ecco, non vorrei che trasformassimo la nostra politica all'interno dell'Aula in un'aspettativa - userei un termine forte - un po' religiosa: quando succede un evento, si va ad accendere una candela in chiesa (per chi ci crede) e si spera che piova per due giorni nel caso in cui ci sono gli incendi, oppure che smetta di piovere quando fra un po' ci saranno le alluvioni.
Ebbene, se esiste una politica, esiste una Giunta regionale, esistono degli Assessori, ma esistono soprattutto dei Direttori che questa politica ha nominato, o ci sono delle responsabilità che in quel momento analizziamo e oggi siamo qui per questo - all'interno della politica, rispetto ai ringraziamenti della popolazione, dei Sindaci, ricerca che è stata fatta in modo ridondante all'interno di quest'Aula. Ma o vi sono delle responsabilità, dei compiti e delle responsabilità - e chiariamo quali sono, io non li ho capiti questa mattina - oppure qui facciamo un dibattito in cui stiamo discutendo dei massimi sistemi della storia e probabilmente del dolo che è avvenuto nell'ambito del Piemonte partendo da qualche centinaia di anni fa, però non abbiamo presente cosa succede nel 2017.
Nel 2017 abbiamo dei sistemi informatici che ci consentono di stabilire il meteo con grande anticipo; vi sono anche i bollettini dell'ARPA che durante la settimana ci hanno detto qual era l'evoluzione del nostro meteo.
Lo sappiamo benissimo: bastava leggere quali sono - non entro nel tecnicismo - le isoiete del vento per sapere che in quella zona ci sarebbe stato un certo tipo di tempo in un certo giorno.
Sappiamo benissimo che in Piemonte c'era - lo dico per fare un esempio calzante anche rispetto ai prossimi eventi su cui probabilmente ci troveremo discutere in Aula - una rete idrografica regionale tra le migliori in Italia e che oggi non c'è più. Quindi, quando ci saranno le prossime alluvioni andremo, con lo stesso spirito con cui ho sentito l'Aula discutere questa mattina, un'altra volta in Chiesa per accendere un bel cero e pregare la Madonna affinché non faccia più piovere, oppure faccia piovere come nel caso specifico.
In sostanza, questa è la politica che io ho sentito questa mattina dove il Presidente Chiamparino ci ha detto che ognuno deve fare quanto è di sua competenza e che noi abbiamo la competenza del coordinamento delle leggi e delle risorse. Ci dica l'Assessore perché ci hanno bocciato decine e decine di emendamenti durante i bilanci in cui noi chiedevamo i mezzi e i dispositivi di protezione individuale per le Protezioni Civili. In quel momento, la politica dov'era? Perché ce li avete bocciati? Non servivano? Oggi abbiamo dimostrato che i nostri volontari erano attrezzatissimi bravissimi e hanno fermato l'incendio senza bisogno di risorse. Ebbene perché nel nostro bilancio, in tre anni, nonostante il fatto che da molto tempo noi lamentiamo l'assenza della politica contro le catastrofi naturali, non c'è una lira che prevede questo tipo di elemento? Perché non esiste il problema.
Mi domando se il problema non esiste, visto che non è mai colpa nostra ma è colpa dell'Esercito, è colpa del Prefetto, è colpa di tutta una serie di persone che devono intervenire, tranne la Regione Piemonte, la quale in questo momento ha solo un compito, quello di fare le leggi di coordinamento, di guardare, e poi l'attività è in capo ad altri.
Allora Assessore, le piste tagliafuoco, che esistono da una vita vengono mantenute? C'è una rete? C'è un controllo? C'è la Protezione Civile? Il nostro Direttore, che sovrintende la Direzione della Protezione Civile, ha un'idea di come sono le piste tagliafuoco nelle nostre montagne? Adesso è capitata la Val di Susa, ma potrebbe capitare benissimo qualsiasi altra valle del Piemonte.
C'è un programma di questo genere? I bacini montani con le riserve idriche, esistono? Non esistono? Vi è una manutenzione degli stessi? Io, stamattina, mi sarei aspettato una relazione che dicesse: "Premesso questo, premessi gli investimenti, premesso ciò che abbiamo fatto evidentemente non è stato sufficiente". Perlomeno, ci sarebbe stata una dimostrazione del fatto che tutta una serie di iniziative messe in campo in questi tre anni dalla politica della Protezione Civile non sono state sufficienti rispetto a un evento epocale.
Io non ho sentito nulla di questo genere. Continuiamo ad avere solo una serie di bocciature, perché sembra quasi che quando la minoranza presenta degli emendamenti, questi siano tout court da bocciare. Non c'è una considerazione politica che chieda come mai si presentano o quali sono le condizioni. Non si ascoltano gli appelli - a volte anche terribili - che facciamo alla Giunta, chiedendo di considerarli in termini positivi.
Da tre anni, chiediamo che venga effettuata la pulizia dei fiumi e ci rispondono: "L'AIPO, l'Autorità di Bacino, non è possibile". Non è mai stata fatta una riunione in cui si preveda la pulizia dei fiumi. I fiumi non si toccano e, quando ci saranno le esondazioni, ci diranno: "Nessuno ha mai detto che c'era bisogno della pulizia dei fiumi!".
Pertanto, o qui c'è la considerazione di un'attività politica precisa della Protezione Civile, nota e discussa in Aula, oppure non ha assolutamente senso venire a campare per aria - come ho sentito questa mattina - la storia del ringraziamento dei Sindaci.
Ha ragione il Consigliere Rostagno relativamente alla base cartografica che noi facciamo, il quale ha lanciato un appello che va preso in modo serio, riguardante la base cartografica aggiornata e consegnata a chi deve fare prevenzione.
Così come per la formazione: occorre creare, nell'ambito dei finanziamenti sulla formazione, delle attività che possano incidere sulla Protezione Civile e migliorare la politica - chiamiamola così - della responsabilità civile. Altrimenti, ci sono delle lacune.
Allora, oltre a lei e all'Assessore, c'è un Direttore: diciamo anche i nomi e i cognomi, perché qui dentro ci sono dei dirigenti che guadagnano tantissimo e hanno delle responsabilità. Bene, cosa ha fatto questa Giunta nei tre anni precedenti, riguardo alla politica della Protezione Civile? Quali sono le novità che sono state introdotte? Quali sono gli elementi che sono stati messi in campo? Quali sono le risorse che questa Giunta ha previsto nei tre anni precedenti, ma - soprattutto - che prevede per gli anni successivi? Spero che ci sia un aspetto di questo genere, in questo senso, perch normalmente (ormai ho tre anni di esperienza) tutti noi parliamo, ma quando il Presidente arriverà all'ultimo intervento, l'ultimo collega parlerà, si chiuderà il dibattito e non avremo più alcuna risposta rispetto alle cose che sono state dette.
Ritengo ci sia dovuto, come Consiglieri regionali, capire che cosa ha fatto la Giunta nei tre anni precedenti e soprattutto cosa intende mettere in campo, in termini positivi, rispetto all'esperienza estremamente negativa che abbiamo vissuto in questi giorni.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ferrentino.



FERRENTINO Antonio

Grazie, Presidente.
Aggiungo alcune cose rispetto ai colleghi che sono finora intervenuti.
Provo anche a contestualizzare maggiormente quello che è successo almeno in Val di Susa, altrimenti diventa difficile. Parlo dalla Val di Susa, perché è il territorio che meglio conosco, dove ho avuto responsabilità amministrative a vari livelli, quindi ho vissuto problemi emergenziali molto importanti, sia legati a incendi sia a eventi alluvionali.
Parto dal presupposto che non possiamo non ringraziare tutto il sistema della Protezione Civile. Parto dal presupposto, cioè, che la Protezione Civile piemontese è un'eccellenza. Questo lo dobbiamo ribadire: ce lo riconoscono tutti, in tutta Italia. Quindi, è sicuramente un'eccellenza.
Per giorni interi, ho visto il responsabile dei Vigili del Fuoco l'amico Sergio - o i responsabili Antincendio - la dottoressa Ricaldone o il dott. Licini - operare tutto il giorno. Che importanza ha se, poi vengono l'Assessore Valmaggia o il Presidente Chiamparino, pur con tutto il rispetto per loro? Non siamo mica a Roma, quando sono caduti due centimetri di neve e il Sindaco Alemanno si è fatto immortalare mentre la spalava! Abbiamo bisogno che l'Assessore e il Presidente siano in cabina di regia, a fare in modo che la macchina funzioni e che ci siano le relazioni per mettere a disposizione del sistema di Protezione Civile le esigenze e le aspettative del territorio.
Leggevo qualche minuto fa su un giornale che una Sindaca che è stata evocata più volte. Piera Favro, Sindaca del Comune di Mompantero, è stata in prima linea per giorni, non sapendo nemmeno più se aveva una casa perché abita al Seghino e da tre giorni non poteva raggiungere quella borgata.
Ha appena detto (tre minuti fa): "È andata bene, abbiamo salvato le persone e abbiamo salvato le case. Non c'è una casa d'abitazione distrutta".
Leggiamo della California, la mitica California, con decine di corpi carbonizzati, o del Portogallo, ma non teniamo conto delle condizioni straordinarie come il terreno asciutto, il sottobosco in quelle condizioni e uno straordinario vento di phon in quota.
Se poi parliamo di pulizia, quand'ero commissario della Comunità montana per giorni mi sono preso insulti sui social di essere un cementificatore perché avevo autorizzato una pista forestale. Se non facciamo una pista forestale, quella legna e quel sottobosco come la eliminiamo? Con gli elicotteri? Per raggiungere i boschi in quota c'è bisogno di una strada sterrata, di una pista forestale per raggiungerli e portare via il carico legnoso e pulire così il sottobosco. Altrimenti ha ragione chi dice che facciamo tutte le formazioni da allenatore in panchina.
Relativamente la presenza dei politici, penso che abbia ragione il collega Sozzani, dopo questa attenta disamina il Consiglio regionale aveva il diritto e il dovere di discutere ampiamente, ma penso anche che dobbiamo capire cosa fare domani, prima che i riflettori si spengano.
Per quanto riguarda l'ironia e gli insulti, devo fare un appunto al sistema di Protezione Civile: si deve dotare di qualcuno che dia delle risposte sui social, su Twitter o su Facebook. Ho letto le fesserie più assurde sui social, come di chi diceva che i cacciatori erano fuori dalle aree che stavano bruciando per ammazzare gli animali che scappavano. Ho invitato questi signori a indicare il luogo dove era successo ciò che denunciavano per capire se si poteva fare un'azione penale nei confronti di questi, ma nessuno mi ha risposto.
Un amministratore della bassa Val di Susa aveva detto che la Protezione Civile e i Vigili del Fuoco non avevano portato e cibo. Ho telefonato a una catena di supermercati chiedendo se erano disponibili a darci qualcosa e mi hanno risposto che tempo mezz'ora e avrebbero portato tutto quello di cui avevano bisogno. Quando poi sono andato a Mompantero e a Susa ho scoperto che non avevano bisogno assolutamente di nulla, anzi, non sapevano più dove mettere le derrate alimentari e l'acqua.
Ho passato giorni in quei luoghi, ma non troverete nessuna mia foto sui social, eppure ho messaggiato ai Sindaci, sono andato sul posto, ho chiesto se avevano bisogno, ho telefonato all'Assessore e al Prefetto per cercare di monitorare.
Bene ha fatto il Presidente con l'Assessore a fare un giro nei territori, perché poi gli amministratori hanno piacere di vedere, anche fisicamente, l'Assessore o il Presidente. È importante il lavoro che è stato fatto nelle varie Giunte che hanno messo a disposizione delle risorse e dei mezzi.
Domenica sono andato in ospedale a visitare i Vigili del Fuoco volontari ed effettivi che avevano bisogno di qualche ora di ossigenazione e il Direttore generale dell'ASL era in ospedale per cercare di fare in modo che, se ci fosse stata un'emergenza sanitaria, c'era anche l'ospedale di Susa, oltre che Giaveno ed Avigliana, che avrebbero potuto far fronte a eventuali esigenze. Questo per significare tutto quello che, in questa emergenza, è stato fatto.
Sicuramente si poteva fare meglio, chi può dire che quello che è stato fatto sia l'ottimo, ma partiamo dal presupposto che nessuno si è fatto male. La morte per infarto di quel ragazzo di Cantalupa è sicuramente un episodio triste, ma tra chi ha operato nessuno si è fatto male. Non una casa di residenza è andata distrutta, eppure parliamo di borgate in quota che per giorni non erano raggiungibili. Penso che dobbiamo partire dall'intervento di questa mattina del Presidente per dire che cosa dobbiamo fare.
Solo un riferimento rispetto a ciò che la Consigliera Porchietto ha detto sul Sindaco di Susa, Plano. Raramente condivido le sue posizioni quindi non entro nel merito di quello che ha detto, ma ricordo che il Sindaco di Susa è anche il Presidente dell'Unione Montana della bassa Valle di Susa, che comprende Mompantero e Venaus, quindi ha pieno titolo a intervenire, almeno nel metodo; poi si assume la responsabilità di quello che ha detto.
Il Presidente Chiamparino ha detto che sono a disposizione 40 milioni che possono essere utilizzati per capire che cosa fare da domani, perché è ovvio che oggi non c'è più, per fortuna, l'emergenza. Domenica pomeriggio e domenica sera, la situazione a Mompantero era drammatica; non grave drammatica.
Quando sono stati spostati 14 dei 197 ospiti della Casa di Riposo di San Giacomo, sono stati spostati in modo prudenziale, ma davanti a San Giacomo c'erano tre pullman che erano disponibili, nel caso ci fosse stata l'esigenza di trasferirli nel corso della notte.
Ho visto sul territorio un'organizzazione capillare per far fronte a qualsiasi esigenza si fosse manifestata nel corso della notte, anche le esigenze più profonde e più drammatiche come nella serata di domenica.
Parto da alcuni presupposti. Tutti abbiamo indebolito la governance sul territorio; la precedente Assemblea regionale ha eliminato le Comunità montane che nei territori montani erano una forma di governo importante del territorio.
Lo dico per par condicio, così non c'è nessun tentativo di portare la questione sugli schieramenti partitici: guardate che io non sono assolutamente d'accordo con chi accusa la Provincia di Torino. La Provincia di Torino ha sempre svolto un importante ruolo di coordinamento. La Città metropolitana in questa vicenda non ha voluto avere un ruolo e questo fa il paio con tutte le volte che il ruolo della Città metropolitana è stato gestito dal Sindaco di Torino quasi con fastidio.
Era importante il ruolo di coordinamento che la Città metropolitana poteva avere e non ha avuto. Non c'è bisogno che le deleghe siano scritte per svolgere un ruolo di coordinamento politico dei Comuni facenti parte della propria area di competenza.
Partiamo dall'ultima affermazione che ha fatto il Presidente; il Consiglio regionale e le Commissioni preposte possono provare a mettere in campo delle proposte operative, tesaurizzando tutto quello che c'è stato.
Sono d'accordo con chi dice che la Protezione Civile piemontese ha dato un'ottima prova della sua tenuta.
Approfittiamo per migliorarla e potenziarla, ma non ci sto a dire ogni volta che non ha funzionato, perché secondo me ha funzionato molto bene.
Ripartiamo da questo e proviamo a fare in modo che la discussione politica e le proposte in Commissione e in Consiglio regionale possono portare a soluzioni condivise.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Mighetti; ne ha facoltà.



MIGHETTI Paolo

Grazie, Presidente.
Comincio a pensare che la maggioranza tenda un po' a farneticare su questo tema, perché ho sentito, da una parte, dire che siamo allenatori siamo capitani e non dobbiamo intervenire sul campo; dall'altra, si propone che addirittura entri in campo anche la Città metropolitana, pur senza le deleghe a coordinare il servizio di Protezione Civile. Mi sembra quindi si stia facendo un pelino di confusione.
Il discorso, oggi, si è mosso in questo senso: la sintesi estrema del pensiero della maggioranza è che c'è la siccità, ci sono gli incendi, deve piovere e che sono bravi tutti. Questa l'estrema sintesi.
Quanto contestiamo alla maggioranza non è di non essere andati lì a dire "spegni questo, fai questo, fai l'altro". Voi siete gli allenatori siete i capitani, ma quello che non ha fatto questa maggioranza era organizzarsi prima, quando il Movimento 5 Stelle presentava le mozioni per chiedere al Governo di fermarsi sull'abrogazione del Corpo Forestale dello Stato, voi le avete dimenticate.
Lo stesso atteggiamento quando il Movimento 5 Stelle ha presentato un'altra mozione in merito al ricorso al Consiglio di Stato sullo smantellamento del Corpo Forestale: avete preso la mozione e l'avete messa in un angolo. Quanto accaduto non è solo frutto di una catastrofe naturale ma anche di non essere scesi nel dettaglio delle questioni di funzionamento del sistema di emergenza.
Vi faccio un piccolo esempio per darvi il metro della situazione del governo del territorio -visto che ci riempiamo la bocca di "governo del territorio": adesso "spariamo" 40 milioni per sistemare le cose, per bisogna parlare anche di altri numeri, e di un numero che conosco, perché è la realtà in cui vivo, l'Acquese.
Acquese: 33 chilometri quadrati di città del centro e 482 chilometri quadrati complessivi. Carabinieri forestali presenti in questa zona? Vorrei farvi indovinare il numero, ma faccio prima a dirvelo: un carabiniere forestale, Comandante di sé stesso, che deve fare la spola tra Acqui Alessandria, Torino e Roma per svolgere tutti gli adempimenti burocratici di cui ha la competenza come Comandante. Quando gli si chiede un sopralluogo, probabilmente dopo una quindicina di giorni riesce ad essere presente, perché ha tantissime cose da fare.
Non che prima ci fossero decine di forestali, ma c'era un gruppo di forestali che, pian piano, è stato decimato fino ad arrivare ad un'unità.
Quindi, io mi aspetto che, invece di fare proclami sulle milionate di euro, si facciano pressioni sul Governo affinché si inverta questa rotta una delle cause scatenanti. Oltre alle cause scatenanti che non possiamo controllare, cioè il vento, il piromane - perché possiamo controllare e setacciare tutto il territorio, ma è difficile che riusciamo a beccarlo sul fatto - noi dobbiamo intervenire dove è stato verificato che ci sono delle mancanze rispetto a quello che succedeva nel passato.
Il sistema di coordinamento che operava il Corpo Forestale dello Stato è un patrimonio di conoscenza, non più presente, che va ripristinato assolutamente al più presto.
Non viviamo solo l'emergenza degli incendi, ma anche l'emergenza della siccità: non cediamo alla politica del fare tutto e subito, dando una risposta emotiva alle cose: il problema della siccità è un problema complesso, è un problema di 800 mila euro che la TO6 deve spendere quest'anno per far viaggiare autobotti su e giù dall'Alessandrino e dall'Astigiano per fornire l'acqua ai cittadini, perché non c'è più acqua da bere.
L'altro problema è il problema della tutela dell'acqua, che non stiamo gestendo.
Poi c'è la manutenzione del territorio, quel grande tema che affrontiamo sulle pagine della stampa due volte all'anno, in genere.
Facciamo un convegno in cui proponiamo tante belle cose, che non rispettiamo mai, perché dal Governo nazionale ci viene detto "facciamo anche lì una grande opera sulla manutenzione del territorio e sul dissesto idrogeologico; facciamo una banca dati; facciamo una ReNDIS". Abbiamo raccolto un milione di progetti per tutta l'Italia, li abbiamo messi sul ReNDIS: sono lì, fermi, a fare niente.
Questa la situazione. In Italia non ci si consente neanche di fare le cose più semplici, come ad esempio, dopo il fenomeno alluvionale del 2016 regole più facili, più accessibili e consultabili sul sito della Regione Piemonte.
Sul sito della Regione Piemonte è praticamente un'impresa esagerata e impossibile trovare un decreto direttoriale in cui si dice che si pu asportare il legname secco dagli alvei dei fiumi. È praticamente introvabile.
Facciamo una riflessione su questo e facciamola sul fatto che un anno fa, il 3 novembre, è stata pubblicata una legge sulla manutenzione del territorio, promulgata da questo Consiglio (la conosco bene, perché è a mia prima firma e ci ho messo circa un anno e mezzo per portarla ad approvazione). Per essere funzionale però, questa legge ha un bisogno vitale di un Regolamento predisposto dalla Giunta regionale, altrimenti diventa meramente carta straccia che possiamo buttare nel gabinetto; un Regolamento che fa sì che i Comuni possano adottare, a loro volta, dei Regolamenti su base regionale, per dare l'opportunità ai Sindaci di comminare multe a chi non mantiene il suo territorio nelle dovute maniere.
Se io ho un terreno che abbandono, lascio che le piante crescano come vogliono e cadano sulle strade, che ci sia legname secco sparso dappertutto per cui può prendere fuoco da un momento all'altro, non c'è il rischio che il Comune mi possa fare anche una piccola multa.
Questa posizione è stata concertata molto all'interno del Consiglio, ci abbiamo lavorato tanto, e avevate 90 giorni per predisporre il regolamento.
Dal 3 novembre, quindi forse a gennaio/febbraio, potevate già portarlo in Commissione, invece è passato un anno e questo Regolamento ancora non c'è.
Sarebbe semplicissimo: sono Regolamenti che avevano già i nostri nonni sono i Regolamenti del Regio decreto del 1911. Regolamenti che molti Comuni hanno ancora in piedi, non avendo più base normativa, e noi non riusciamo più a fare una cosa così semplice come dare piccole regole ai nostri Comuni per poter operare sulla manutenzione del territorio. E poi parliamo di piste tagliafuoco, di questo o di quell'altro.
Noi abbiamo bisogno di piccole semplici regole per poter operare altrimenti continueremo a parlare, a spendere risorse nella maniera più emotiva e inutile possibile e continueremo a essere qui ogni volta a parlare di siccità, di incendi, di alluvioni e di danni procurati al nostro territorio.
Dobbiamo scendere dal treno sempre in corsa dell'emergenza e salire sul treno della prevenzione. Non continuiamo a parole, cerchiamo di fare qualche fatto, ogni tanto.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Monaco; ne ha facoltà.



MONACO Alfredo

Grazie, Presidente.
Ho ascoltato con la massima attenzione gli interventi che mi hanno preceduto nella mattinata, soprattutto la relazione dell'Assessore e la replica del Presidente Chiamparino.
In questi dieci giorni ho visitato a lungo la mia zona e mi sembra di aver vissuto, oggi, una scena surreale, assolutamente non rispondente a quanto accaduto sul campo.
Sui media i cittadini si sono lamentati di essere stati dimenticati molti di noi hanno provato a stigmatizzare l'aspetto che preferisco, cioè che le Istituzioni debbano fare il loro mestiere piuttosto che raccontarlo: c'è chi le cose le fa e chi le racconta. Raccontarle soltanto sui media non significa prestare attenzione ad un territorio.
Per quanto mi compete, ho provato a girare, ad indagare, mi sono consultato e mi sono sentito più volte anche con l'Assessore Valmaggia impegnato sul tema, e mi sembra che tutti abbiano fatto il loro lavoro.
Allo stesso tempo, si chiedeva l'intervento di altre Istituzioni, ma non si capisce a cosa sarebbe servito, perché se tutti stanno facendo il proprio lavoro, e alle aree impervie servono strumenti tecnologici e tecniche diverse per arginare il fuoco, non si capisce cosa avrebbero fatto altri uomini. Gli uomini sul campo c'erano, ci sono e stanno lavorando, ma ahimè - evidentemente le condizioni non permettevano, perché si trattava di aree impervie.
L'unico dato che veramente ho trovato interessante è stato un comunicato stampa sui social di una persona - l'ho trovato sulla pagina di una persona qui presente in aula, ma non è un Consigliere e quindi non lo cito - in cui ha fatto il cronoprogramma di quali fossero le priorità a cui si stava dando campo. Mi sembrava che quella fosse la logica e poi, se si riesce a spegnere anche nel bosco, molto meglio.
Oggettivamente, mi sembra che l'obiettivo di tutelare uomini, case e infrastrutture, nel suo complesso, sia stato raggiunto, nonostante le difficoltà in campo.
Qual è l'altro tema allucinante che è venuto fuori oggi? Ogni volta che c'è un dibattito su un tema o su un argomento, si scopre che c'è qualcuno che chiede investimenti e risorse per quelle attività. Nella loro storia hanno sempre chiesto tanti soldi - direi tutti, tutto il bilancio - e l'Assessore Reschigna, che forse è il colpevole di tutto, ha sempre "risposto picche" a tutte queste attività.
Su ogni tema bisognerebbe mettere un intero bilancio regionale e lei caro Assessore, ci ha sempre detto di "no". Come mai? Se i volontari e i Vigili del Fuoco avessero avuto qualche mezzo in più, qualche presidio individuale in più, qualche gallone di gasolio in più sui propri mezzi, forse sarebbe stato utile ad arginare e a spegnere il fuoco. Si scopre che invece servivano i Canadair, servivano altre cose, che c'erano, ma non potevano operare e fare il loro servizio e il loro mestiere in quel momento.
Qualcuno si è lamentato. Il giorno prima, il meteo aveva detto che da Bussoleno il vento soffiava su Susa. Perché non è stato fatto nulla? Credo sia stato fatto tanto. Vedo oggi un messaggio, un post su un social, dove si dice che l'incendio nella vallata dell'Armirolo continua a divampare nonostante siano stati effettuati numerosi lanci efficaci, da parte degli elicotteri, e si è richiesto l'intervento dei Canadair per cercare di arginare questo fuoco - visto che in Val di Susa adesso la situazione sembra migliorata - che ha superato la barriera naturale del rio ed è passato sulla sponda dall'altro lato. Cosa possono gli uomini in aree impervie fare di più di quanto abbiano fatto? A me pare una contraddizione. Se questi uomini hanno lavorato bene perché si chiede l'intervento di forze diverse? Non voglio dire l'Esercito che chiamiamo per tutto, anche quando non ci piace. Si è sentito dire che in Aula si è faticato e che la maggioranza, la Giunta, l'Assessore e il Presidente della Giunta hanno detto delle cose, forse, sbagliate. A me sembra di capire una cosa: da un lato, sento, caro Presidente Chiamparino chi che c'era prima di lei evidentemente aveva messo in opera delle politiche per le quali la montagna era bene abitata e i boschi erano tutti ben tenuti e puliti, perché avevamo messo risorse e politiche idonee. Poi è arrivato lei e non lo so, ma che cosa abbiamo fatto che ci è sfuggito? Ha fatto la deportazione dalla montagna e imposto in questi tre anni l'abbandono della montagna? Perché, evidentemente, è successo questo, in questi tre anni e mezzo.
Il Presidente Chiamparino ha messo in atto, lui e la sua Giunta, delle politiche di deportazione dalla montagna, imponendo l'abbandono. Poi, sento tutti coloro che sono molto attenti al fenomeno idrogeologico che per dimenticano di dire che è vero che nel corso di questa Legislatura abbiamo avuto un'alluvione importante, forse, di quantità d'acqua superiore, se non vado errato con la memoria, a quelle che hanno devastato l'intera Pianura Padana qualche decennio fa, ma che i danni a uomini, cose, case e infrastrutture sono stati decisamente minori e meglio controllati. Sarà un caso, evidentemente, perché il Presidente Chiamparino ha fatto piovere volutamente, creando il dissesto idrogeologico, volendo forzare tutte le politiche messe in campo da quelli prima di lui? Quali sono le proposte che arrivano oggi in Aula? Innanzitutto, di mettere tutte le risorse in campo e destinarle a una quantità immensa o limitata di associazioni, di tanti operatori che bene hanno lavorato sebbene gli abbiamo detto che, però, bisognava dargli degli altri, perch loro forse non sono stati tanto bravi e invece dicono che sono stati bravi proporrei che quelle risorse, invece, vadano destinate ad un'operazione di prevenzione. Prevenzione non tanto teorica sull'operazione di intelligence spicciola sul territorio, perché sui territori, nelle borgate e nelle aree rurali si sa chi ha certi interessi o abitudini; anche dei nostri Centri d'Igiene Mentale sanno benissimo chi ha questi "difetti", queste "patologie" psichiatriche, per cui piace appiccare il fuoco. Quindi un'opera di intelligence: mettiamo forse qualche risorsa in più in favore di tutti coloro che fanno vigilanza preventiva sui territori, perché non è che mettiamo 100 mila uomini che riescono a controllare l'omino che è partito e che lui solo conosce quel sentiero per arrivare in quel bosco e dare fuoco in quella maniera, per cui con quel vento sicuramente si avrà un disastro! Per interessi o per patologia, perché i temi sono quelli; per interessi o per patologia psichiatrica.
Posso dirlo, Presidente? È brutto dirlo così: "Sento puzza di bruciato oggi in quest'Aula". Ma non è che siamo vicini a qualche lezione? E invece di fare tutti insieme un'opera importante rispetto al territorio, siamo tutti là già a stracciarci le vesti, perché deve succedere qualcosa da qui a qualche mese e, quindi, dobbiamo avere un posizionamento di rilievo rispetto a qualche cittadino o per qualche consenso in più.
Stiamo pensando al territorio? Bravi! Oggi, si è citato il Presidente Gariglio che è stato accusato di cose.



(Commenti fuori microfono)



MONACO Alfredo

Guardatevi le vostre intercettazioni! Però, sulla prevenzione e sullo stare attenti a quello che succede non è che dobbiamo necessariamente ricordare Piazza San Carlo, ma non è che, forse, qualcuno, invece di pensare a Piazza San Carlo e a come prevenire degli incidenti, stava a far togliere la multa agli amici! Questo bisogna dirglielo. Poi lo hanno "pizzicato" e adesso se ne deve andare.
Però, certo, per anni ci hanno privato - possiamo dirlo - del salotto buono di Torino, che non era il salotto buono, quello bello dei grandi ospiti, ma era quello del popolo che andava in piazza ad assistere a eventi e manifestazioni.
Oggi abbiamo un problema in più, perché stavano a pensare alle multe degli amici. Questo credo che sia un tema.
Ora, invece di rivisitare, tutti quanti, quanto è stato fatto e quanto si potrebbe fare, andiamo a pensare a come sono andate le cose, con delle immagini che sono devastanti in termini di fuoco, ma non di danno reale a persone, cose o infrastrutture.
È miracoloso o c'è stato il lavoro di qualcuno intorno a questi temi? Su questo ci dovremmo interrogare e ci dovremmo rispondere.
Certo, si è vissuta e si vive con grande ansia tutto quello che succede, ma vi prego anche di pensare - ci sono delle mozioni, che arriveranno fra poco - alla discussione sul voto: suggerirei perfino di raffreddare un momento il clima, prima di andare a discutere di mozioni e di argomenti di questo tipo, perché significa che sull'onda emotiva andiamo a dare tutto, troppo a chi, per cosa? Pensiamo bene a cosa serve, facciamo un'analisi di cosa è successo.
Il Presidente Chiamparino ha chiesto lo stato di calamità e lo stato di emergenza che, notoriamente, viene chiesto quando si sanno già i danni.
Credo sia stato fatto in anticipo: sappiamo che c'è un danno, ma non sappiamo quantificarlo. Penso che dovremo fare tutti una riflessione e, se pensiamo al territorio, dimentichiamoci che fra qualche mese c'è un appuntamento e pensiamo al prossimo appuntamento, che è un evento che non dipende - credo - né da Chiamparino né da tutta quest'Aula né da quelli che stanno fuori: dipende forse dall'eccessiva antropizzazione, dagli interessi che ci sono sui territori e, quindi, da un sistema culturale al quale bisogna contrapporsi con strumenti di tipo culturale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bono.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Sono contento che nel frattempo sia rientrato il Presidente Chiamparino.
Ho ascoltato tutto il dibattito con attenzione e devo dire che (è rientrato anche il Presidente Gariglio) quando la maggioranza non è in grado di restare sul merito delle questioni e delle vicende che si stanno trattando nel Consiglio, ma deve andare a parlare di altre Amministrazioni che probabilmente sono diventate una sua ossessione.
Ormai non possiamo parlare d'altro che di ossessione, e mi riferisco ovviamente alla Città di Torino, poiché non ci si aspettava e non si è ancora accettato oggi di aver perso questa Amministrazione, che era stata di proprietà (uso questo termine forte) del centrosinistra ab illo tempore.
Forse è indice del fatto che con questo dibattito, almeno nel segno politico, ci abbiamo preso, perché le vostre reazioni sono state scomposte compresa quella del Presidente Chiamparino che, con un tono un po' minaccioso, anche se dovrei usare un altro termine, ha detto: "Sono altre le persone che dovevano vergognarsi delle foto comparse sui social".
Stranamente, dopo un'ora, compare su un sito di informazione molto attento alle vicende regionali un'altra fantastica foto, no? Siamo a questo livello, un livello veramente basso. Dal Presidente Chiamparino, un livello così basso non me l'aspettavo; magari non si offenderà, ma me l'aspettavo più dal Presidente Gariglio solo perché è più giovane d'età. Non me l'aspettavo dal Presidente.



CHIAMPARINO Sergio, Presidente della Giunta regionale (fuori microfono)

Andando con gli zoppi, si impara a zoppicare!



BONO Davide

È vero, probabilmente vi frequentate troppo! Vedremo i futuri destini se vi separeranno oppure no.
Quindi, se si è su questo livello così basso, vuol dire veramente che non si è in grado di dare risposte, Presidente Gariglio. Non si è in grado di dare delle risposte nel merito.
Ripropongo domande cui voi non avete risposto, ancora una volta: di chi è la responsabilità e la competenza legislativa, per legge dell'antincendio nei boschi? La domanda è semplice e la risposta è altrettanto semplice.
Mi spiace, mi spiace per voi e mi spiace per noi, perché guardate che abbiamo preso insulti anche noi. Sui social c'era scritto: "Tutti i Consiglieri regionali devono andare a." e non dico altro. Quindi non è una cosa che riguarda solo la maggioranza, è competenza e responsabilità della Regione Piemonte; non le abbiamo fatte noi le leggi, ma le leggi dicono questo. Poi, se volete portare altre Amministrazioni - parliamo di Susa parliamo di Torino, parliamo di Canicattì, vogliamo parlare di Paesi esteri portiamole, però il problema è che la risposta la deve dare la Regione Piemonte, non altri.
Nel dibattito politico possiamo dire tutto quello che vogliamo, per non si è parlato di dati, oggi. La Regione Piemonte ha una convenzione con il coordinamento del corpo volontario degli antincendi boschivi pari a un milione di euro, quindi dico adesso al Vicepresidente Reschigna, che è sempre presente e attento sul tema di bilancio: è sufficiente un milione di euro? Lo dico anche all'Assessore Valmaggia e al Presidente Chiamparino: è sufficiente un milione di euro nella convenzione con gli AIB annuale oppure no? E specifico: è sufficiente o insufficiente non solo nell'emergenza, ma anche nell'ordinaria amministrazione? È evidente a tutti che una situazione del genere non sarà più purtroppo solo emergenziale, ma sarà abbastanza strutturale nei prossimi anni per via dei cambiamenti climatici che saranno sempre più intensi. È ovvio che abbiamo sforato nella convenzione per quanto riguarda il numero di volo degli elicotteri, ma dal punto di vista dell'ordinaria amministrazione, un milione di euro sono sufficienti, oppure non sono sufficienti? E parlo di investimenti, appunto, di ordinaria amministrazione, cioè mettere a posto i mezzi.
Sui giornali c'era scritto che i mezzi che giravano per la nostra regione, per quanto riguarda la lotta agli incendi boschivi, erano mezzi addirittura d'antiquariato, mezzi d'epoca, con le gomme lisce, con le cisterne magari in vetroresina tacconate e con le tute antincendio dei volontari logore (non logore nel senso che sono brutte a vedersi, ma logore nel senso che magari non assolvono alla loro funzione antincendio intendiamoci).
Da questo punto di vista, sarebbe interessante conoscere la cifra che il Vicepresidente Reschigna intende porre in assestamento - tanto l'avrà già pensata, perché avrà già preparato l'emendamento con l'Assessore Valmaggia e già saprà più o meno qual è l'entità - che discuteremo la prossima settimana. Io credo che si correrà ai ripari. D'altronde, l'ha detto il Presidente: "Garantiamo la copertura delle spese di emergenza". Ma abbiamo messo anche altre spese per gli investimenti che servono per il materiale di consumo base banale, oppure no? Facciamo quindi una riflessione attenta, in primis sulla convenzione antincendi boschivi, che spetta alla Regione Piemonte.
Secondo tema. L'hanno detto tanti colleghi, anche di maggioranza: vuole questa Giunta prendersi delle responsabilità rispetto alle politiche che riguardano le Regioni, di livello anche nazionale, ma di competenza comunque regionale? Vuole sì o no? È vero, noi tante volte sentiamo dire il Vicepresidente Reschigna: "Andiamo a Roma e quello che riusciamo a fare, facciamo". Ma il Presidente Chiamparino, che è persona autorevole all'interno della sua compagine politica - sì, anche al di fuori! - vuole prendersi, rispetto ai rapporti col Governo, che è del suo stesso colore, delle precise responsabilità? Per dire che le Regioni non possono affrontare le emergenze che ci sono state quest'anno, ma che ci saranno anche dei prossimi anni per quanto riguarda i mutamenti climatici. L'hanno già detto dei colleghi, ma è sotto gli occhi di tutti - tranne forse quelli di Trump, ma non voglio fare divagazioni di politica extraitaliana ed extraeuropea - che sarà sempre peggio, non perch lo dice Bono - che porta male - ma perché lo dicono tutti i principali istituti di ricerca scientifici. E infatti, qualcuno ha detto "tocchiamo ferro, speriamo che piova", ma che piova poco, distribuito in più giorni durante il mese di novembre e che non vengano giù le bombe d'acqua, perch con tutto quello che è bruciato, franano mezza Val di Susa e altre valli! Purtroppo il clima sta andando in questo verso: stiamo andando incontro alla desertificazione, a un aumento delle temperature; abbiamo avuto temperature estive fino all'altro ieri e questo, in Piemonte, non succedeva da molto tempo, sicuramente nelle nostre vite non è mai successo probabilmente ci sarà stato qualche picco secoli addietro.
Si tratta di condizioni ormai ripetute: caldo, siccità prolungata bombe d'acqua, desertificazione. Stiamo andando incontro a questo e mi sembra che la politica se ne occupi poco. È vero, qui ne parliamo (non so se a livello di "bar dello sport", forse anche peggio), ma parliamo di cose importanti senza arrivare a dei risultati, nel senso che a questi dibattiti non seguono delle azioni da parte di chi le può intraprendere.
Guardate, noi siamo all'opposizione qui e siamo all'opposizione in Parlamento, ma se ci chiedete di fare un'azione politica - lo dico al Presidente Chiamparino - per ottenere dal Governo più risorse per la manutenzione del territorio, la gestione degli incendi boschivi, la lotta ai mutamenti climatici e alle calamità naturali, noi ci siamo (ci siamo sempre stati): l'abbiamo nel nostro DNA e l'abbiamo nel nostro programma.
So che questo è difficile per voi, che avete una posizione politica sulle grandi opere ben precisa da tempo, perché chiaramente se si trovano più risorse siamo tutti contenti (o meglio, voi siete contenti, noi un po' meno), ma - a parità di risorse - in qualunque famiglia, Presidente Chiamparino, come lei ci insegna, si fanno delle scelte: compro la Ferrari oppure metto a posto il tetto, altrimenti cade e la casa non è più abitabile? Pertanto, voi state facendo delle scelte politiche a livello nazionale e le fate da vent'anni. Non potete prendervela con noi, dicendo che usiamo strumentalmente gli accadimenti. Sono anni che lo diciamo. Sono anni! Ricordo che nel mio primo intervento in questo Consiglio regionale (nell'aprile del 2010), dissi proprio questo: che si sta continuando ad avallare una politica nazionale di scelte su grandi infrastrutture che avranno grandi impatti sul territorio, invece di privilegiare i piccoli interventi distribuiti.
E il Vicepresidente Reschigna fa i salti mortali per trovare un milione di euro per sistemare la statale della Cannobina, perché non abbiamo mai soldi per gli interventi sulle statali, sulle strade! Ma è questa la politica ordinaria che andiamo a fare? Cioè, trovare milioni di euro, così sistemare una cosa e pregare! Ho sentito posizioni ovviamente lontane anni luce dalla mia, di colleghi che si affidano alla preghiera e alle religioni. Ritengo che non siamo stati eletti per affidarci alle preghiere, ma per fare degli atti concreti. Io credo questo, insomma, altrimenti significa che ho sbagliato tutto, negli ultimi sette-otto anni della mia vita.
Pertanto, noi chiediamo questo al Presidente Chiamparino. Noi abbiamo sollevato un tema, perché è emergente, ma è un tema politico cui noi teniamo da tempo. Abbiamo posizioni diverse e lei, con questo mandato politico che - con le differenze dovute - tutta l'Aula le ha dato, deve fare qualcosa di importante. Quindi, non mi interessa se allenatore capitano o quello che vuole (a me il calcio, ormai da un po' di anni, ha anche stufato): faccia quello che si deve fare in queste situazioni.
Lo stato di calamità va bene, ma non è strutturale: servono interventi strutturali del Governo. È vero, noi ci auguriamo che tra quattro mesi ci sia un Governo diverso e speriamo, qualunque esso sia, che abbia un po' più di sale in zucca, nei suoi Ministri e nel Presidente del Consiglio, e cambi totalmente le politiche di finanziamento in generale per le Regioni soprattutto in merito ai piccoli interventi sul territorio, per la sua manutenzione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Berutti.



BERUTTI Massimo

Grazie, Presidente.
Oggi molto è emerso da un qualcosa che, probabilmente, negli annali e nella storia di questa Regione, per fortuna non era mai capitato e che purtroppo ci siamo trovati ad affrontare.
Certamente, quando succedono situazioni di questo tipo è molto facile attribuire delle colpe o puntare il dito, perché questo è quello che purtroppo avviene, a cicli alternati, nel momento in cui si governa.
Ritengo che in momenti come questi, dove le persone hanno veramente rischiato la vita e perso dei patrimoni, dove ci sono situazioni a livelli estremi di difficoltà, occorra fare delle scelte - è già stato detto anche dai colleghi - che si possono definire coraggiose.
Mi spiego meglio. Oggi parliamo di incendi, ma gli anni addietro abbiamo parlato di alluvioni: ormai queste calamità e disgrazie sono sempre più frequenti e alternate, appunto, rispetto a quello che è un elemento (il tempo) che noi non controlliamo, ma che, alla fine, ci porta a dover agire.
Pertanto, ritengo che, nel momento in cui si interviene, le scelte debbano essere forti. Per quanto riguarda le aree boschive, intervenire in materia di piste tagliafuoco, di pulizia, e non fermarsi magari di fronte al fatto che ci sono delle biozone o delle situazioni (consentitemi qualche affermazione magari imprudente) che, alla fine, non si possono toccare perché, in qualche modo, c'è qualcuno che alza il dito e dice che ci sono dei biotopi e quant'altro. Qui bisogna essere più realisti del re, perch lo stesso problema si pone per un greto di un fiume o per altre situazioni che, magari, necessitano di interventi, come diceva prima il collega Mighetti, finalizzati al riapprovvigionamento idrico, da cui la necessità di creare invasi o altre opere che, alla fine, si scontrano con tutta una serie di problemi burocratici, come resistenze di Legambiente o altre associazioni.
Sappiamo che, prima di tutto, la "volontà" del tempo è l'elemento più importante, visto che oggi sta condizionando il sistema ambientale di questo Paese e di questa regione, ma credo che se continueremo a passare le giornate a raccontarcela in quest'aula e a rimpallarci le colpe tra di noi alla fine non si andrà da nessuna parte.
Io credo che questo sia realmente l'elemento cardinale. È chiaro, la necessità è quella di investire; ci sono progetti, ci sono importanti finanziamenti a livello europeo legati a fondi che, naturalmente richiamano progetti importanti, progetti di grande rilevanza che hanno anche attinenza a questi interventi sul territorio, perché ci sono. Bisogna avere la voglia, la determinazione, la capacità e la competenza di portarli avanti.
È chiaro che se noi oggi, spenti gli ultimi focolai, ci fermiamo e aspettiamo che ricrescano le piante facendo il solito percorso legato a quelle che sono le situazioni di calamità, naturalmente non andiamo da nessuna parte. Qui abbiamo realmente bisogno di una programmazione e di una pianificazione per il fatto che, fortunatamente, sono sempre state situazioni controllabili, mentre questa è veramente molto eccezionale.
Tuttavia, credo che serva anche della formazione ulteriore, non perch non c'è competenza, ma credo che ci siano delle circostanze di emergenza che per Regioni e Paesi che non hanno, grazie al cielo, un certo tipo di necessità e di impatti violenti, possono rivelare delle mancanze. Credo che questo aspetto vada analizzato dall'Assessore, dai tecnici, dalla Protezione Civile, dai Vigili del Fuoco e da tutte quelle componenti che affrontano queste emergenze.
È naturale che su situazioni che, purtroppo, sistematicamente, ci dobbiamo trovare ad affrontare, ci possono essere più sensibilità rispetto ad altre che, probabilmente, non abbiamo mai affrontato, ma il mondo sta cambiando a livello ambientale e a livello climatico, quindi noi non possiamo farci trovare impreparati.
Quello che mi auguro è che, in pochi mesi, si possano vedere eventualmente in Commissione proposte che, alla fine, conducano veramente a un piano strategico votato a migliorare determinate carenze. In tal caso avremo fatto qualcosa di concreto e saremmo comunque arrivati a qualcosa di costruttivo per impedire che tanti incendi boschivi devastino mezzo Piemonte.
Credo che questo sia l'auspicio con cui si possa affrontare una giornata e una tematica come queste, per evitare che tutto si riduca a un vano discorso di rimpalli di responsabilità, senza approdare a nulla e senza aver raggiunto obiettivi e ritorni costruttivi, finalizzati a tutelare il nostro territorio.
Qui veramente mi richiamo all'Assessore, che forse prima non era presente. Ci vuole veramente coraggio. Ci vuole coraggio in tutti i contesti ambientali perché, alla fine, si arrivi veramente all'obiettivo e soprattutto, che ci sia l'attenzione su questa situazione legata agli incendi boschivi, ma anche che non si dimentichino le altre criticità del territorio, legate alle altre calamità che, purtroppo, anche in forma meno eclatante, meno violenta e meno impattante sono criticità che pesano sui cittadini del Piemonte.
Credo che questa sia un'altra attenzione che chiedo espressamente all'Assessore.



PRESIDENTE

Chiedo alla Giunta se desidera replicare, altrimenti cominciamo con gli ordini del giorno presentati.
La parola all'Assessore Valmaggia



VALMAGGIA Alberto, Assessore alla Protezione Civile

Grazie, Presidente.
La replica sarebbe lunga, ma penso che una serie di argomenti - perch poi si è spaziato - e una serie di questioni possiamo poi approfondirli in Commissione.
Io mi limito a ribadire un concetto: la fase di emergenza non è ancora finita, non siamo ancora nella fase di quantificazione dei danni e di verifica anche di eventuali responsabilità. Siamo ancora nel contenimento e nella fase di emergenza.
In questa fase il sistema che ha guidato e guida la Regione Piemonte ha funzionato e continua a funzionare. La sala operativa che fino al 31 dicembre 2016 era presso il Corpo Forestale dello Stato in corso Bolzano è stata trasferita, di fatto, nella sede dei Vigili del Fuoco. I responsabili, i direttori dell'operazione di spegnimento, sono presenti sul campo e il sistema ha seguito le procedure previste.
Solo una precisazione però mi sembra utile farla. Laddove si dice che la responsabilità dell'organizzazione è in capo alla Regione; è vero, ma la Regione, come aveva la convenzione con il Corpo forestale dello Stato fino all'anno passato, ora ha due convenzioni, come ho spiegato più volte in Commissione: una attraverso i Carabinieri Forestali, l'altra attraverso i Vigili del Fuoco.
La parte tecnica, cioè dove devono andare gli elicotteri e gli aerei piuttosto che come si organizza l'intervento sugli incendi, è demandata a questa sala operativa; non è la politica, non è il Presidente che fa questo. La Giunta ha dato la disponibilità di risorse, ma il percorso tecnico è fatto da altri.
Consigliere Ravello, ci sarà modo di approfondire come portare avanti un efficientamento e un miglioramento del sistema organizzativo, ma nella fase di emergenza la risposta c'è stata, sia dal punto di vista istituzionale sia dal punto di vista del volontariato.
Mi sono appuntato i vari interventi (non quelli più polemicamente folcloristici) che avevano dei contenuti che andavano approfonditi, ma in Commissione avremo modo e tempo di approfondire le varie tematiche evidenziate.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Ha chiesto la parola il Vicepresidente Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale

L'ho già detto questa mattina al Presidente Chiamparino: per quanto riguarda la gestione dell'emergenza, due dei tre capitoli interessati sono considerati "spese obbligatorie", quindi l'indicazione data è quella di procedere al prelievo dal Fondo di riserva con semplice delibera di Giunta per tutte le necessità.
Vi è poi un terzo capitolo, che riguarda la convenzione con AIB Piemonte, rispetto alla quale è stata prospettata un'esigenza non di integrazione delle risorse, ma di pagamento degli stanziamenti, perché è stato utilizzato gran parte del materiale giacente nei magazzini della Antincendi boschivi.
Queste sono le questioni che consentono in qualunque momento alla Giunta regionale di intervenire relativamente ai fabbisogni attuali.
Per quanto riguarda le prospettive future, l'ha detto stamattina il Presidente Chiamparino: la Giunta regionale intende muoversi rispetto a un pezzo finale del Fondo Sviluppo Coesione con circa 40 milioni di euro.
Dalle discussioni fatte all'interno della Giunta regionale si prevedrebbe e questo lo chiuderemo con il Governo nei prossimi giorni - che un pezzo sia destinato a un importante tema di prevenzione sul territorio, che è la pulizia degli alvei, dei greti dei fiumi e dei torrenti, al fine di garantire il normale deflusso, e che un pezzo vada, relativamente alle aree oggetto dell'emergenza incendi, per progetti di riforestazione di queste zone.
Inoltre, vista l'entità della situazione, l'intendimento non è tanto quello di stanziare unicamente risorse sulla riforestazione di queste zone ma di affrontare complessivamente degli interventi di manutenzione di quelle parti di montagne che prevedano la realizzazione di piste tagliafuoco e altri elementi di prevenzione.
Vi è poi una terza questione che, secondo me, dovremo attentamente affrontare nei prossimi mesi. Una delle previsioni contenute nella legge di bilancio, che si è avviata in questi giorni presso il Parlamento, è che ci sia finalmente uno stanziamento importante relativamente al tema dei bacini di accumulo dell'acqua.
Questo è un tema rispetto al quale, come Regione Piemonte, dovremo prontamente attivarci, sia in relazione al tema dell'emergenza idrica e siccità, che richiede investimenti importanti, sia in relazione alle difficoltà, che ci sono state in queste settimane, di approvvigionamento delle risorse idriche da trasportare nelle zone colpite dagli incendi.
Queste sono le questioni di fondo entro le quali ci stiamo muovendo e lavorando.
Su questa questione parleremo nella settimana prossima, anche perch credo che il Consiglio regionale abbia piena consapevolezza del fatto che in sede di assestamento, non stiamo spostando una quantità di risorse perché non ci sono. Credo che il Consiglio regionale abbia la consapevolezza che subito dopo affronteremo la legge di bilancio, dove la disponibilità della Giunta sull'individuazione delle priorità è totale.
È evidente che questo tema richiede una maturità complessiva della Giunta e dell'intero Consiglio regionale, altrimenti porto tranquillamente la sequela di emendamenti che riguardano 500 politiche rispetto alle quali sistematicamente mi viene richiesto di incrementare le risorse.
Se affronteremo la discussione sulla legge di bilancio su questo piano l'affrontiamo tutti su questo piano. Io sono assolutamente disponibile sapendo che noi non stampiamo cartamoneta e che la politica può fare delle scelte di priorità. A questo punto, la responsabilità di fare scelte di priorità è di tutti.
Dobbiamo lavorare con le risorse che, entro fine anno, avremo a disposizione.



PRESIDENTE

Grazie, Vicepresidente Reschigna.
Passiamo agli atti di indirizzo collegati.
. Ordine del giorno n. 1223 presentato da Frediani, Andrissi Bertola, Bono, Campo, Mighetti e Valetti, inerente a "Azioni tempestive per far fronte all'emergenza incendi in Piemonte" Ha chiesto la parola il Consigliere Ravello; ne ha facoltà.



RAVELLO Roberto Sergio

Volevo chiedere, Presidente, se fosse possibile accorpare alle votazioni degli atti di indirizzo che ci stiamo apprestando a votare anche un ordine del giorno che ho depositato questa mattina prima del dibattito che però è collegato alla legge di assestamento di bilancio.
Mi sembrerebbe più coerente, visto l'argomento trattato dall'inizio della mattina fino a pochi secondi fa, che questo fosse votato quest'oggi.
Grazie.



PRESIDENTE

Solo un attimo, diamo tempo al Vicepresidente Reschigna di guardarlo.
Se il Consiglio è d'accordo, considerato che l'argomento è assolutamente pertinente, possiamo anche mettere in votazione l'ordine del giorno del Consigliere Ravello. Questo, ovviamente, non è caricato. Era caricato sull'assestamento, e gli uffici lo stanno spostando su questo argomento.
La parola alla Consigliera Frediani per l'illustrazione dell'ordine del giorno n. 1223.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Se è possibile, chiederei una sospensione di cinque minuti per rivedere gli impegni che abbiamo scritto, alla luce delle ultime notizie.



PRESIDENTE

Mi sta chiedendo di sospendere il Consiglio cinque minuti?



FREDIANI Francesca

Sì, grazie.



PRESIDENTE

Va bene.
Il Consiglio è sospeso per cinque minuti, in maniera da avere il tempo magari, di modificarlo.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 17.01 riprende alle ore 17.09)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
La parola alla Consigliera Frediani.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Chiedo scusa agli Uffici, perché il medico è Bono, ma scrive meglio di me e, quindi, non so se sono riusciti a comprendere le modifiche al testo.
Abbiamo modificato gli impegni, come anticipato, perché ci sono state delle evoluzioni che riguardano più aspetti di questa vicenda; l'ordine del giorno è stato depositato la scorsa settimana; quindi, alla luce anche dell'ultima Giunta, abbiamo deciso di apportare delle modifiche che vado a leggere, per i colleghi, perché credo che non sia ancora caricato il testo sulla intranet.
Con tutte le premesse di cui abbiamo abbondantemente parlato questa mattina e con tutta l'intenzione di portare all'Aula non con un atteggiamento folcloristico, ma con critiche e richieste puntuali portando, in qualità di portavoce dei cittadini, le stesse domande che abbiamo raccolto sul territorio e anche i dubbi e le perplessità, siamo qui a chiedere questi tre impegni.
Il primo è di prevedere adeguate risorse per il potenziamento dei mezzi antincendio e dispositivi di protezione dei volontari AIB. Il secondo impegno è comunicare tempestivamente agli enti interessati l'applicazione della normativa nazionale e regionale in materia di incendi boschivi, in particolare, il divieto per dieci anni dell'attività venatoria ed estendere il medesimo alle aree limitrofe, al fine di favorire il ripopolamento. Il terzo, a supportare, in collaborazione con gli enti interessati, i Sindaci nella comunicazione dei corretti comportamenti da tenere, per evitare conseguenze sulla salute della popolazione, garantendo migliore coordinamento e uniformità delle informazioni.
Abbiamo scelto di focalizzare l'attenzione di questo ordine del giorno su tre aspetti che abbiamo già sottolineato durante la lunga discussione di questa giornata; il primo, per l'appunto, un'adeguata dotazione finanziaria, perché riteniamo sia inconcepibile che dei volontari non retribuiti, in quanto volontari, si muovano sul territorio per fronteggiare simili emergenze, mettendo la propria vita in grave pericolo, e non abbiano la giusta dotazione, quindi, i mezzi e i dispositivi di protezione.
Faccio molta fatica a parlare, Presidente.



PRESIDENTE

Credo che stiano cercando di valutare quello che lei sta dicendo, per poter dare una risposta.



FREDIANI Francesca

C'è una Giunta un po' anomala, perché vedo.



PRESIDENTE

È il futuro che avanza.



FREDIANI Francesca

Speriamo di no.



PRESIDENTE

Speriamo di sì.



FREDIANI Francesca

Punti di vista.



PRESIDENTE

Ovviamente, punti di vista.



FREDIANI Francesca

Il secondo aspetto che vogliamo porre alla all'attenzione della Giunta e che è già stato posto, sempre nell'arco della giornata, è quello relativo alla caccia che, dal nostro punto di vista, non deve essere vietata soltanto nelle aree direttamente interessate dagli incendi, ma anche nelle aree limitrofe e per un periodo un po' più esteso rispetto a quello che abbiamo sentito durante il question time dichiarare dalla Giunta, quindi quello che prevede la legge, dieci anni.
Il terzo punto fa anche un po' riferimento all'interrogazione del collega Bono, rivolta all'Assessore Saitta, durante il question time e quindi, in particolar modo al comportamento che i cittadini devono tenere e alle precauzioni che devono adottare, qualora si trovino coinvolti indirettamente o, comunque, il territorio vicino alle loro abitazioni sia coinvolto da un evento collegato a un incendio. Questo soprattutto per garantire una migliore uniformità delle informazioni, perché con l'esempio che faceva il collega Bono, i diversi comunicati dell'ASL, a volte generano confusione e i cittadini non sanno come comportarsi. Quindi cercare di dare informazioni tempestive, precise e il più possibile uniformi su quali comportamenti adottare in caso di emergenza.



PRESIDENTE

La Consigliera Frediani ha apportato tre modifiche al suo ordine del giorno. Volevo sapere cosa ne pensa la Giunta. C'è un parere della Giunta? Ci sono altri Consiglieri che intervengono? La parola al Consigliere Segretario Bertola, che interviene in qualità di Consigliere.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Solo per ribadire l'impegno che chiediamo è relativamente all'attività venatoria. In questi giorni, ovviamente, c'è stato anche uno scambio di opinioni e di informazioni e ciascuno di noi ha ricevuto messaggi sollecitazioni, inviti, ciascuno per la sua parte. Noi, se da una parte apprezziamo l'impegno assunto oggi dalla Giunta a sospendere la caccia nei territori interessati dagli incendi fino al 30 novembre e fino al 10 nelle aree limitrofe, non lo riteniamo ovviamente un impegno sufficiente.
D'altra parte, nel nostro atto di indirizzo chiediamo il rispetto delle leggi, quindi, chiediamo sia fatto tutto quanto possibile per far rispettare la legge 353 del 2000, che prevede, al comma 1 dell'articolo 10 un divieto di caccia per dieci anni sul soprassuolo delle aree boscate interessate dagli incendi. Può sembrare scontato, ma non lo è, non solo nella nostra Regione, ma nel nostro Paese, far rispettare delle leggi.
Quindi, chiediamo ci sia un impegno in questo senso.
Chiediamo che venga attivato nel modo giusto il Catasto regionale degli incendi; in aggiunta a questo, chiediamo che tale divieto venga esteso anche alle aree limitrofe, per creare delle zone buffer, per creare delle aree nelle quali sia favorito anche il ripopolamento, anche in considerazione del fatto che dare dei confini ben definiti, da questo punto di vista, è piuttosto difficile.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bertola.
Ci sono altri Consiglieri che desiderano intervenire? Se non ci sono interventi, metto in votazione quest'ordine del giorno ovviamente come modificato dalla collega Frediani.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 1223, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio non approva.
. Ordine del giorno n. 1225 presentato da Rostagno, Allemano Accossato, Appiano, Barazzotto, Baricco, Boeti, Chiapello Corgnati, Ferrentino, Gallo, Gariglio, Grimaldi, Molinari, Motta Ottria, Ravetti, Rossi e Valle, inerente a "Emergenza incendi in Piemonte" Ha chiesto di intervenire il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Guardi, interverrò su una questione che poco avrebbe dovuto riguardare questo tema, che è un tema estremamente serio e delicato: il tema dell'attività venatoria.
La cosa che spiace verificare ancora una volta è che si utilizzino situazioni così significative e così drammatiche per speculazioni che nulla hanno a che vedere con le norme e la scientificità.
C'è una legge dello Stato, la n. 353, che all'articolo 10 dice correttamente, che nelle aree oggetto di incendio sono vietati una serie di aspetti, fra cui quali ovviamente l'attività venatoria. E nessuno mette in discussione il fatto che in tali aree si debba applicare la legge dello Stato, ma dirò di più: nessuno mette in discussione che, in un momento come questo, si possa prendere in considerazione in modo serio - e non con una speculazione che di scientifico non ha nulla, ma è soltanto politico politica - il fatto che vi possano essere delle aree all'interno delle quali istituire dei cuscinetti per un periodo di tempo. Perché è assolutamente evidente che su un aspetto così traumatico come quello degli incendi all'interno di un'area boschiva, che è luogo in cui vive la fauna selvatica, sia da tenere in grande considerazione quella che è in qualche modo la situazione drammatica che più di ogni altro, ovviamente, ha vissuto la fauna selvatica.
Il provvedimento che ha fatto la Giunta però, che chiude l'attività venatoria in dieci fra Comparti Alpini e ATC del Piemonte, non ha niente di scientifico. Sarebbe sufficiente che chi l'ha proposto o coloro i quali in qualche modo lo condividono conoscessero gli ambiti di cui stiamo parlando perché noi stiamo parlando di aree in cui il fuoco è lontano di 20, 30, 40 chilometri rispetto all'area in cui è stata posta l'interdizione di attività venatoria, quindi non sono né una fascia interessata dal fuoco n una fascia cuscinetto. Non è nulla, ma è semplicemente un provvedimento di carattere politico.
Se si voleva fare un provvedimento serio, non lo si poteva fare stamattina per un motivo banale: perché vi sono dei fuochi ancora accesi.
Era un provvedimento che si doveva fare, magari in misura urgente certamente nel rispetto della 353 laddove vi sono stati o vi sono i roghi ma è un provvedimento che, con qualche giorno (non con settimane, ma con qualche giorno) andavano definiti dei cuscinetti all'interno dei quali non potevano essere presi interi ATC, dove fortunatamente non ha preso fuoco neanche un metro quadro o si è incendiata una parte estremamente limitata di territorio.
Allora credo che, da questo punto di vista, non sia condivisibile in particolar modo mettere insieme, all'interno di un ordine del giorno, una serie di misure che sono strutturalmente condivisibili - ed è anche per questo motivo che faccio il mio intervento, perché tanto una parte consistente del documento del Movimento 5 Stelle quanto una parte consistente del documento presentato dalla maggioranza è certamente condivisibile, non fosse altro perché riprende questioni che abbiamo posto questa mattina o questioni che abbiamo posto in decine di occasioni nelle sessioni di bilancio. Inserire però un aspetto che nulla ha che vedere così come è stato fatto, con l'attuazione della 353, se non una mera attività di politica antivenatoria, è completamente non condivisibile perché - ripeto - le leggi devono essere uguali per tutti.
Se lo Stato centrale norma in modo puntuale una serie di limitazioni non si comprende per quale motivo la nostra Regione debba interpretare queste limitazioni senza alcun supporto scientifico. È sufficiente leggere la delibera; adesso non voglio fare esempi puntuali di singoli Comuni o territori, ma noi parliamo di intere aree e intere vallate in cui fortunatamente, non vi è stato un incendio.
E allora, ditemi voi a cosa servono quelle misure, che non sono prudenziali né nel rispetto della 353 né di cuscinetto, se non una mera volontà di prevedere una legge anticaccia anche in questo caso, quando parliamo di incendi boschivi.
Secondo noi, occorre serietà quando si discute di questo. Non si pu fare una speculazione su un tema, partendo da un dramma così significativo come quello che ha vissuto il nostro Piemonte.
Anche da questo si vede quando un provvedimento è serio, piuttosto che un provvedimento che, usando un dramma, cerca di solleticare parti di elettorato, mondi, quello che credete voi, a me non interessa.
Questo è certamente sbagliato, scientificamente sbagliato e ingiusto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bono.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Intervengo con una finalità molto simile a quella del collega Vignale anche se diversa - ovviamente - nel contenuto, in quanto alcune parti di questo ordine del giorno le riteniamo condivisibili, altre no.
Certo, resta la difficoltà a comprendere - e lo dico anche al Vicepresidente Reschigna, in qualità di rappresentante della Giunta regionale, oppure lo dico al Consigliere Rostagno, visto che Gariglio è assente - il perché, nonostante si sia disturbata l'Assessora Pentenero della bocciatura del nostro ordine del giorno.
Il nostro ordine del giorno chiedeva (ormai è passato o trapassato) più sinteticamente, le medesime cose che chiedete voi: più risorse, il rispetto della legge per quanto riguarda la sospensione della caccia, e in ambito sanitario - una migliore comunicazione delle problematiche.
Pertanto, magari riscritto, era anche condivisibile.
Ci spiace vedere che la maggioranza boccia un ordine del giorno dell'opposizione basandosi più su un dato politico, che di contenuto.
Questo fatto, per primo, ci mal dispone alla votazione di questo ordine del giorno.
Questo, nell'impegno.
Nelle premesse, vediamo una dichiarazione generale di intenti o meglio, una valutazione positiva di quella che è stata l'attività dell'ARPA che è un Ente strumentale della Regione - in cui si dice: "È noto che il fumo degli incendi boschivi è un insieme di vapore acqueo e gas, tra cui il monossido di carbonio, l'anidride carbonica e l'ossido di azoto".
Questo è vero, ma in parte, perché l'incendio dei boschi produce anche polveri sottili e tanti altri inquinanti: diossina e tante altre molecole tossiche e cancerogene. Quindi, non solo il monossido di carbonio, che com'è noto, spiazza l'ossigeno dalla catena dell'emoglobina e può portare a morte proprio per ipossia, ma ci sono tanti altri inquinanti.
Sarà, poi, interessante avere in V Commissione, insieme ai tecnici della Antincendi boschivi e all'Assessore Valmaggia, il tema dell'ARPA, di come cavolo (chiedo scusa per la parola, ma parlo della verdura) sono state fatte le misurazioni dall'ARPA, in questi giorni.
Giovedì, cioè, sul sito dell'ARPA campeggiava: "Torino, 448 microgrammi al metro cubo" - Torino, non Mompantero! - "come punta a Rubino", perché la nuvola di fumo è venuta giù.
Ora, io non so quali scienziati abbiano consultato l'ASL TO3, l'ASL di Torino, il Prefetto o l'ARPA per dirci che possiamo stare sicuri. Io tanto sicuro non ero, né a Torino né - a maggior ragione - lì. E, avessi dei figli, comunque ai miei nipotini ho consigliato di non uscire assolutamente di casa e, se possibile, andare via nel week-end, lontano, possibilmente al mare e non in montagna o nei luoghi degli incendi.
Pertanto, questa certezza sulla non nocività delle emissioni io non ce l'ho. SoSono andato a guardare un po' di studi su PubMed, ormai non più da avvezzo alla ricerca scientifica come ero 12 anni fa, quando ero un laureando in medicina, ma ho visto che, a Pechino e in Cina, quando si raggiungono i 500 microgrammi per metro cubo è considerata emergenza vera non i 50 o i 100 per cui noi blocchiamo la circolazione, come prevenzione.
A 500 microgrammi è considerata emergenza vera, quindi mascherina - che nessuno ha messo, forse neanche i nostri volontari della Antincendi boschivi - e non uscire di casa.
Addirittura, 500 microgrammi, con altre granulometrie e dimensioni sono le condizioni per cui nelle aree desertiche, tipo in una città dell'Iran che ho visto sempre in uno studio pubblicato recentemente su PubMed, con le tempeste di sabbia saliva la percentuale di particolato per cui anche lì consigliano di non uscire assolutamente di casa.
Pertanto, francamente, questa dichiarazione sull'ARPA a me impedisce di votare, nelle premesse, oltre a quello che ho detto prima, questo ordine del giorno.
Mi piacerebbe capire come mai, nella notte tra giovedì e venerdì, le centraline dell'ARPA di Torino si sono starate. Misuravano, cioè, 448, alla mattina 440, al pomeriggio è arrivata la comunicazione: fermi tutti, il fumo degli incendi boschivi della Valle di Susa ha mandato in tilt le apparecchiature, quindi non siamo più sicuri delle misurazioni che facciamo. Sono andate probabilmente in over range, quando il range di misurazione delle centraline magari andava da zero a 250; noi siamo arrivati a 450 e quindi non erano più affidabili, perché tarate su quella misura.
La centralina dell'inceneritore di Beinasco, però, ha misurato 354 di media - di media - e a Mompantero quanto ci poteva essere che c'era il fumo stagnante? 1.000? Dovessi dare una testimonianza in tribunale come perito di parte non me la sentirei di dire che era a 1.000.
Non vedo perché inserire in questo documento che i fumi degli incendi dei boschi producono vapore acqueo e gas, come dire che un po' di acqua e un po' di gas non producono nulla. Ho grandi perplessità che questi valori sugli anziani e sui bambini non abbiano effetto; sicuramente sono valori molto pericolosi, soprattutto sugli anziani magari con patologie croniche respiratorie o cardiocircolatorie, ma anche sulle persone sane. Blocchiamo i diesel Euro 4 o Euro 5 se abbiamo 50 microgrammi metro cubo, ma se ne abbiamo 500? Non lo so, forse qualche misura.
Ho provato anche a stimolare un po' l'Assessore Saitta - ma non l'ha presa bene - durante il question time per capire e seguire il tema e dare delle indicazioni. È vero che i Sindaci sono le massime autorità sanitarie quindi possono predisporre tutte le misure urgenti e necessarie, ma anche da un punto di vista sanitario la Regione poteva dare delle linee guida all'ASL e dire qualcosa in più. Se non è emergenza sanitaria a 500 microgrammi, i cittadini ci chiederanno: perché bloccate le macchine a 50? Sono convinto che sia già un problema a 50, a 500 o a 1.000 è una situazione che, per fortuna, capita una volta ogni dieci anni, ma non è bello farsi un aerosol di fumo.
Questa parte non mi permette di votare questo ordine del giorno, penso neanche ai colleghi. E poi c'è tutto il tema di capire in maniera postuma perché avete bocciato il nostro ordine del giorno che negli impegni chiedeva le stesse cose.



PRESIDENTE

Ci sono altre richieste di intervento? Ha chiesto di intervenire la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Non vorrei farvi perdere tempo, tuttavia mi sembra ci sia una vaga indifferenza rispetto a quanto proviene dei banchi della minoranza. È vero che ormai si va avanti facendo finta che non esistiamo, ma non abbiamo avuto motivazione sulla bocciatura del nostro ordine del giorno e non abbiamo avuto risposta rispetto alle osservazioni fondate del collega Bono.
Abbiamo fatto dei rilievi precisi, non folcloristici, rispetto ad alcuni punti che vediamo nelle premesse di questo ordine del giorno. Ci aspettiamo che in Consiglio regionale, dove ci si dovrebbe confrontare, arrivi una risposta rispetto a certe osservazioni.
Chiaramente con la forza dei numeri - guardando i vostri banchi adesso direi che forza dei numeri fa un po' ridere - voi riuscite ad approvare tutto, ma non mi sembra l'atteggiamento giusto, visto che avete fatto un continuo richiamo alla collaborazione e all'impegno comune.
Questo ordine del giorno, con queste premesse, è invotabile. Quindi o ci date una risposta o non lo votiamo. Lo so che magari la questione non vi scalfisce, ma prendiamo atto di questo atteggiamento della maggioranza.



PRESIDENTE

Grazie, collega Frediani.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 1225, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.



VIGNALE Gian Luca (fuori microfono)

Chi è in congedo?



PRESIDENTE

Sono in congedo nove Consiglieri, l'abbiamo detto all'inizio, ma se vuole, ripeto.
Sono in congedo i Consiglieri Balocco, Benvenuto, Caputo, Cerutti Conticelli, Corgnati, Ferraris, Giaccone e Laus.
. Mozione n. 1126 presentata da Pichetto Fratin, Berutti, Graglia Porchietto, Ruffino e Sozzani, inerente a "Misure straordinarie contro l'emergenza incendi".
La parola al Consigliere Pichetto per l'illustrazione.



PICHETTO FRATIN Gilberto

Grazie, Presidente.
Molto brevemente, perché molto è stato detto nel dibattito. Questo atto di indirizzo, in realtà, è presentato come mozione e intende stimolare la Giunta a valutare un intervento da parte dello Stato, a muoversi nei confronti dello Stato e, in particolare, del Ministero della Difesa sull'utilizzo, quando si verificano queste situazioni, sia dell'Esercito sia dei Forestali.
Il documento non dice di rifare la norma, la legge, ricreando il Corpo forestale dello Stato come soggetto autonomo dalle altre armi ma nell'ambito del corpo dei Carabinieri, fare sì che coloro che hanno la competenza del settore (ex forestali) possano essere non solo dislocati sul territorio, ma anche guidare, governare e portare la loro esperienza nei momenti in cui si verificano questi eventi.
Inoltre, chiede in particolare di predisporre un piano di intervento che possa valutare come affrontare durante l'inverno l'esigenza della fauna selvatica, rimasta o spostata, che ritorna su quei territori.
Tutto questo certamente si intreccia anche con la questione della caccia, ma il collega Vignale su questo è già stato chiaro: è la norma dello Stato che determina qual è l'azione.
Quindi, non è il caso di aprire un fronte di dibattito su questa questione, così come nel valutare quelle che devono essere le procedure di intervento da parte della Giunta regionale, delle organizzazioni statali regionali e delle Pubbliche Amministrazione che, in questi casi, devono intervenire, oltre all'ausilio dei corpi volontari, in particolare di Vigili del Fuoco volontari, di AIB e di Protezione Civile.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Vicepresidente Ruffino in qualità di Consigliera; ne ha facoltà.



RUFFINO Daniela

Grazie, Presidente.
A seguito di quello che è stato detto dal mio Capogruppo e per quanto riguarda l'ultima parte del documento che abbiamo presentato, dove diciamo "a rivalutare le procedure e i piani in essere in sede di Commissione consiliare competente", nel mio intervento di questa mattina ho ricordato l'importanza di alcuni interventi minimi che possono essere fatti sin da subito sul territorio, a partire dalle piste tagliafuoco piuttosto che dalle importantissime vasche di accumulo.
Un inciso importantissimo riguarda i piani di protezione civile, che sono ovviamente di competenza degli Enti locali, che sempre di più devono essere condivisi, in particolare a fronte di questo evento che comunque come leggevo dalle notizie, purtroppo non è completamente risolto e abbiamo ancora le forze sui nostri territori. Parlavo dei piani che possono diventare non più comunali, ma relativi alle Unioni dei Comuni per essere più incisivi.
Ancora un passaggio sui mezzi; lo abbiamo ricordato, come aspetto molto importante, nella nostra richiesta in modo propositivo alla Giunta e al Consiglio. Oltre ai mezzi c'è il tema delle sedi. Purtroppo molti gruppi hanno delle sedi inadeguate, tantissimi gruppi di volontari si sobbarcano i costi per la gestione delle sedi e a volte lo fanno i Comuni, in particolare i piccoli Comuni.
Riteniamo che questo evento debba metterci nella condizione di avere una visione più ampia dell'universo legato alla Protezione Civile. Leggevo ora una notizia interessante per quanto riguarda il pagamento del pedaggio: per fortuna, le colonne e i mezzi non dovranno pagare il pedaggio.
Certamente dobbiamo portarci nella situazione di essere più attenti e prioritariamente investire in risorse che ci possano garantire la sicurezza.
Questo era a completamento di quanto detto dal mio Capogruppo, che avevo piacere di ribadire, perché so che è ciò che si aspettano le associazioni e i territori.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rostagno.



ROSTAGNO Elvio

Nel merito di questo ordine del giorno, dove si dice "si impegna la Giunta regionale", il secondo passaggio, così com'è scritto, per noi non risulta accettabile, perché potrebbe rappresentare un passo indietro rispetto alle scelte normative fatte che, pur nella criticità, vedono l'individuazione di ruoli e competenze ben specifiche.
Altra cosa è, invece, se si intende questo per mettere in ordine un miglior coordinamento per la gestione delle forze esistenti. In tal caso con una correzione all'ordine del giorno, potremmo anche prendere in considerazione un voto favorevole.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Se non altro, abbiamo sentito una risposta della maggioranza; non è rispetto a un nostro atto di indirizzo, ma è già un timido segnale e magari, prima o poi, ci sarà anche un'apertura di democrazia nei nostri confronti rispetto agli atti che presentiamo.
L'altro aspetto che risolleva un po' questa giornata piena di tensioni è che finalmente anche Forza Italia è diventata NO TAV. Sentivamo il bisogno di avere il supporto da parte di un'altra forza di opposizione, che riconosce finalmente che l'impiego di risorse umane, in questo caso l'esercito, sul territorio valsusino unicamente per presidiare il cantiere di questa grande opera inutile, è un qualcosa che veramente grida vendetta.
Noi potremmo far svolgere a questi militari, inutilmente impegnati all'interno di questo fortino, delle attività realmente utili per i cittadini.
In questo ordine del giorno viene riconosciuto questo fatto, perch intanto si sottolinea che sono presenti in valle sia corpi alpini sia altri corpi, che presidiano i cantieri che distano pochi minuti da alcuni dei luoghi più colpiti. Anche questo passaggio è molto importante, cioè il fatto di sottolineare che gli incendi e quindi questa devastazione sul territorio si è verificata proprio a pochi passi da un cantiere assolutamente devastante. Si tratta di due porzioni di territorio che vengono devastate in modo quasi equiparabile: da una parte, tremendi incendi che hanno distrutto ettari ed ettari di bosco; dall'altra castagneti e vigneti che sono stati distrutti dalla mano, questa volta dell'uomo.
Da una parte, c'è un presidio forte delle forze dell'ordine poste a protezione di questo cantiere, dall'altra, invece, c'è l'impossibilità.



(Commenti del Consigliere Pichetto Fratin)



FREDIANI Francesca

Le porto poi una bandiera, Consigliere Pichetto, perché la prossima volta la voglio vedere con la maglietta del Nucleo Pintoni Attivi.
Vi sono due territori così vicini ed entrambi devastati dalla mano dell'uomo, perché da una parte c'è il sospetto di un incendio doloso dall'altra c'è una grande opera dolorosa, quindi è giusto che venga riconosciuto il fatto di poter intervenire in modo tempestivo e adeguato per cercare di porre un freno alla devastazione dovuta agli incendi (e ovviamente anche alle grandi opere).



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Ovviamente ripartiamo da dove c'eravamo lasciati prima, nel senso che mi sembrano tre ordini del giorno più o meno simili.
Ha ragione il collega Vignale a dire che poi su una terza declinazione che è accessoria rispetto al tema degli incendi, cioè quella della gestione della fauna e della caccia, si rispecchiano le diverse sensibilità politiche e forse anche personali: centrodestra più soft, centrosinistra più moderato e Movimento 5 Stelle un po' più duro (tra l'altro, come ha detto il collega Bertola, assolutamente rispettoso delle norme nazionali che prevedono dieci anni).
Non sono interpretabili e, tra l'altro, l'ha detto anche l'Assessore Ferrero fuori microfono: le aree che poi saranno valutate come quelle oggetto proprio degli incendi e dei roghi dovranno rispettare la norma nazionale dei dieci anni. Sulle aree limitrofe poi si deciderà e si valuterà cum grano salis.
Mi sembra che ci dividiamo sui temi politici piuttosto che sulla parte contenutistica, almeno in questo caso, perché sull'emergenza incendi immagino che nessuno sano di mente potrebbe avere posizioni diverse.
Sostanzialmente, chiediamo più soldi, sia nella gestione dei volontari AIB sia nella gestione a lungo termine del territorio, e più attenzione per quanto riguarda l'attività venatoria e il rispetto delle norme.
Ripeto, non comprendiamo come mai ci sia stata questa chiusura da parte della maggioranza. Spero che non sia per un mero e vile gesto di ripicca: mi hanno attaccato il Presidente e allora noi, proprio da "ninin", non gli votiamo l'ordine del giorno.
Io mi auguro e sono convinto che i nostri colleghi del Consiglio siano persone sagge e di esperienza, e che capiscano che un'opposizione, se vede un proprio ordine del giorno sensato, che non richiede la luna, bocciato a una settimana dall'inizio della discussione sull'assestamento, magari se la prende un po' e, forse, la richiesta del Vicepresidente Reschigna di analizzare con serietà e attenzione le richieste del bilancio viene fatta lo stesso, ma viene fatta con molta serietà, approfondita serietà e lunga serietà.
Potrebbe essere anche questo il tema. Diciamo che ognuno valuta le proprie posizioni.
È ovvio che questa è solo un'ipotesi di scuola, poi magari troviamo sul bilancio dell'assestamento un accordo per dare risorse che tutti e tre i gruppi politici o, meglio, le aggregazioni politiche, hanno formulato in quest'ordine del giorno. Delle due l'una, ma io ho voluto stimolare il Vicepresidente Reschigna, sempre preciso e puntuale negli interventi, a darci una risposta in Consiglio. In Consiglio ha detto: non ci saranno più per quanto riguarda la Giunta, ulteriori risorse, perché non ne abbiamo da mettere in più sui volontari AIB, quando invece tutto il Consiglio chiede più risorse, non solo al Governo nazionale, ma alla Regione stessa.
Se siamo d'accordo, ognuno presenterà l'emendamento in assestamento, a prescindere da quello che dirà il Vicepresidente Reschigna. Ovviamente, il Vicepresidente riporterà la voce degli Uffici, perché porteranno delle stime, anche se gli Uffici li possono sentire tutti i Gruppi consiliari. Le stime oggi non ci sono, perché diventa difficile avere oggi una quantificazione del fabbisogno, però, considerando che la convenzione è un milione e abbiamo terminato già la parte della convenzione "ore di volo aereo", è facile immaginare l'ordine di grandezza: non sarà dieci milioni ma qualche centinaia di migliaia di euro.
Siamo a novembre e quello che impegniamo, ai sensi del DL 118, dobbiamo poterlo spendere, altrimenti è inutile, non possiamo.
Dico sommessamente che oggi il nostro Gruppo ha tenuto una conferenza stampa e ha inteso già aiutare questa Giunta a individuare una parte delle risorse che si dovrebbero, secondo noi tutti insieme, stanziare per i volontari delle AIB, con una parte del nostro stipendio cui, come sapete noi rinunciamo dall'inizio dell'attuale legislatura, anzi, da quella precedente, dal 2010. Abbiamo qui deciso di individuare, tra i vari capitoli, il capitolo della Convenzione dei volontari antincendi boschivi tra i capitoli su cui intervenire con una parte a nostra destinazione.
Invitiamo i colleghi, soprattutto di maggioranza ma anche gli altri colleghi di opposizione, che hanno così a cuore il tema degli antincendi boschivi, a scrivere insieme a noi un emendamento che chieda alla Giunta di stanziare la cifra che decideremo possa servire. Per non spaventare il Vicepresidente Reschigna, non parliamo di 10 milioni, ma parliamo di poche centinaia di migliaia di euro. Inoltre, se volessero dare un segnale anche loro, magari anche in forma privata, come ogni tanto mi suggeriva il Presidente Pichetto, anche in passato, perché se se si vuole, si può fare in forma privata; ci sono gli IBAN delle varie associazioni volontarie AIB quindi si può fare anche così, oppure unirsi alla restituzione che abbiamo fatto noi, che abbiamo annunciato oggi.



(Commenti del Consigliere Appiano)



BONO Davide

Sì. Bene, bene. benissimo. Va bene, benissimo.
È ovvio che è sempre bello farlo in maniera privata, poi vorremmo essere informati, in forma privata, a quale ammontare siete arrivati con le donazioni dei Consiglieri.



(Commenti fuori microfono)



BONO Davide

Ah, come Consiglio. Ho capito.



PRESIDENTE

Consigliere Appiano, se possiamo evitare questo dialogo.



BONO Davide

Oggi è indisciplinato, non si sa come mai.
Ovviamente, ne siamo lietissimi. Qualunque modalità si possa ottenere per dare ristoro puntuale ai volontari. Poi, c'è la parte degli investimenti, come abbiamo già detto.
È stato scritto in molti ordini giorno di incrementare il numero della flotta degli aerei, eccetera e su questo ho ricevuto pareri discordanti quindi mi piacerebbe sentire l'Assessore Valmaggia e gli esperti dell'Assessorato. Alcune parti mi dicevano che servono assolutamente i Canadair, perché portano tanta acqua, la scaricano e riescono ad avere un effetto forte e immediato sugli incendi boschivi; altre persone, tecnici mi hanno riferito che in realtà sarebbero meglio gli elicotteri piccoli quindi non gli aerei, che sono in dotazione della Regione che scaricano 900 litri, che hanno un intervento più puntuale, con la benna e vanno a prendere l'acqua, con un intervento più puntuale e non rischiano di creare bombe d'acqua, che possono addirittura provocare un rilancio dell'incendio.
Io non lo so. Non sono esperto in questa materia e, magari, prima di chiedere queste cose, sarebbe utile avere un conforto tecnico in Assessorato, quando andremo poi ad analizzare l'assestamento di bilancio.
Sull'ordine del giorno del Presidente Pichetto non so esattamente quale sarà il posizionamento dalla maggioranza, quindi il nostro voto è sostanzialmente ininfluente. Saremmo molto lieti di poterlo votare, appunto per la parte che dicevamo prima che coinvolge il cantiere della Lyon-Turin.
Sottolineiamo ancora, però, che di nuovo c'è una dissociazione in questa Regione, una schizofrenia; c'era con la Giunta di centrodestra e c'è ancora con la Giunta di centrosinistra. Nel momento in cui, cioè, noi andiamo a investire - o dovremmo andare a investire - in questo territorio otto miliardi di euro per realizzare due linee ferroviarie - due tunnel, neanche due linee ferroviarie: due tunnel! - con tutte le opere urgenti di cui necessita questo territorio (di sistemazione e di bonifica), io credo - e lo sa bene l'Assessore Valmaggia quanti pochi soldi ha a disposizione per gli interventi sul territorio - che veramente dobbiamo prendere una decisione. Cosa vogliamo fare, cioè, nella vita, da grandi? Infatti, o si va in una direzione e si vanno a tagliare nastri, perch poi sono le grandi opere cui i politici, ovviamente, sono affezionati alcuni - ma non dico che siano presenti qui in quest'Aula: assolutamente no sono interessati per altri motivi, magari illeciti; altri sono interessati perché comunque con la grande opera si può "tagliare", si pu inaugurare, si possono andare a fare tante foto. Invece, la manutenzione del territorio è un po' meno visibile; cioè, non è che si va a inaugurare una pista tagliafuoco in un bosco: diventa più difficile. Però è quella la saggezza della politica, che serve per far sì che il territorio non si riduca veramente a un colabrodo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Andrissi.
È preoccupato dell'orario, collega? Il Consiglio non è ancora finito.
Prego, Consigliere Andrissi.



(Commenti fuori microfono)



ANDRISSI Gianpaolo

Io rispetto la sua opinione, Presidente. quindi mi appresto a intervenire, considerando che ho trenta secondi.



PRESIDENTE

L'orologio è quello lì.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

No, no, no: se continuate così chiudo il Consiglio! Consigliere Andrissi, vuole parlare o passo la parola ad un collega dopo di lei? Prego, Consigliere Andrissi.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Io non volevo mancare di rispetto al Consiglio regionale. Ovviamente quando scade il tempo io dovrei interrompere; ma se lei mi dice "vada avanti", io vado avanti.



PRESIDENTE

Vada avanti, cominci pure ché siamo ansiosi di ascoltare le sue riflessioni.
Prego, Consigliere Andrissi.



ANDRISSI Gianpaolo

Allora, io credo che le problematiche nel sistema antincendio a livello nazionale non siano solo piemontesi, ma siano dovute al fatto che nel 2013 lo Stato italiano ha dismesso 15 Canadair e quindi ha indebolito fortemente la flotta antincendio nazionale.
Dall'altra parte - non me ne voglia il collega Pichetto, che mi ha già ripreso - continua ad aumentare la flotta dei mezzi militari. Non lo so probabilmente questo Governo fra poco varerà un piano coloniale, come fece Crispi: attaccheremo l'Abissinia.
Ci stiamo però riempiendo di aerei militari: aerei militari, tra l'altro, che hanno la predisposizione per portare ordigni nucleari; io spero che non siano innescati, perché se cadono fanno male. Gli F35 infatti, hanno anche questo aspetto, sebbene l'Italia sia una Nazione non nucleare che dice "no al nucleare", sia militare che civile, perché per ben due volte in questo Paese sono stati votati due referendum il cui esito ha detto "no" all'uso militare e civile. E sappiamo tutti il legame che c'è tra il nucleare civile e il nucleare militare.
Questo per dare un'idea degli ordini di grandezza, perché le migliaia di ettari che ogni anno vengono bruciati, nel momento in cui il 24 ottobre a Cameri partiva un volo, un F35, a decollo verticale, i nostri elicotteri avevano finito i soldi per innalzarsi in volo.
Questo è il paradosso di questa Italia, che cerca di fare tutto nel peggiore dei modi, perché questa situazione di indebolimento della flotta aerea antincendio si è unita anche all'assenza dei nostri forestali, che erano presenti sul territorio e che conoscevano i nostri boschi. Io ho avuto la fortuna di girare con dei forestali in Val di Susa anni fa e la conoscenza del territorio di queste persone era incredibile. Oggi purtroppo, questo patrimonio umano, di conoscenza di ogni pianta - allora misuravano le piante, quelle malate le verificavano, c'era una conoscenza del territorio palmo a palmo - è stato buttato via. In nome di che cosa? Di una pseudo-riforma, così com'è stato per le Province, che poi ce le abbiamo ancora lì.
Abbiamo perso il coordinamento antincendio da parte dei forestali, che erano gli unici a conoscere i boschi, perché era il loro compito conoscere i boschi, conoscere il territorio, fare presidio sul territorio, e abbiamo perso tutto questo patrimonio in nome di che cosa? Non si sa. Forse perch un Governo aveva bisogno di dimostrare di essere un Governo riformista, e invece questa situazione ha creato dei grossi problemi.
Come diceva stamattina il collega Valetti, per fortuna ci sono i volontari antincendio, ma io non credo che il sistema antincendio si debba basare su dei volontari, sebbene abbiano fatto dei corsi, siano preparati e ci mettano il massimo dell'impegno con grandissimo sacrificio, quindi va loro un plauso. Penso, invece, che il sistema antincendio vada basato su dei professionisti che vivono tutti i giorni il territorio montano, non i Vigili del Fuoco, che non sono presenti sul territorio e che quando devono andare in una zona dove c'è un incendio vanno con una squadra (il sistema è ancora così), ma se vengono chiamati da un'altra parte, coi loro mezzi (che prima erano dalla Forestale), devono abbandonare l'incendio e andare da quell'altra parte, perdendo così il coordinamento, come è accaduto.
È questo il problema, quindi un combinato disposto di riforme o pseudo riforme che hanno indebolito fortemente il sistema antincendio italiano non solo in Piemonte, perché era da un mese che si sapeva che l'ARPA aveva messo il massimo allerta sul sistema antincendio.
Vedo il collega Pichetto che si gira verso di me e quindi ritorno sul suo ordine del giorno. Io sposo parte dell'ordine del giorno di Pichetto laddove chiede di far pressione perché venga ricostituivo quel presidio territoriale dei Forestali e venga ridata almeno la competenza del coordinamento nel sistema antincendio. Questo è un passaggio fondamentale perché se non facciamo questa cosa, che la Regione trovi una soluzione trovi una soluzione a questo sistema di coordinamento che non funziona, è rallentato, ha difficoltà a segnalare dove devono intervenire i Canadair perché non si conosce più il territorio poiché abbiamo perso questa competenza. Il motivo non lo so, eppure è così.
Vi è stato un atteggiamento superficiale da parte del Governo centrale sebbene i dati, con l'indebolimento della flotta aerea nazionale antincendio, davano un aumento continuo di migliaia di ettari bruciati ogni anno. Il fatto poi che il Partito Democratico ci dica che bruciare la legna non produce particolato, quando c'è una delibera di Giunta che dice di spegnere le caldaie a legna perché producono particolato, tra l'altro in una situazione spesso di insufflazione d'aria e di controllo dell'abbruciamento, ragion per cui dovrebbero produrre meno particolato secondo me è un corto circuito. Doveva essere modificato quell'ordine del giorno, avete approvato una cosa che è illeggibile.
Comunque, detto ciò - e finisco - sposo anche una parte dell'intervento di Pichetto: finalmente la militarizzazione della Val di Susa utilizziamola a buon fine, non solo per portare a termine una grande opera militare sebbene io creda che i militari devono fare il loro mestiere, e sicuramente non è l'antincendio.
Grazie.



PRESIDENTE

Ci sono altri Consiglieri che sono iscritti a parlare, ma non c'è più il tempo.
Cedo solo la parola brevemente al collega Grimaldi, che ha chiesto di averla un minuto.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Come avevamo già concordato prima, se ovviamente i Gruppi sono d'accordo, perché si può fare solo con il consenso di tutti, chiedo di votare almeno l'ordine del giorno di solidarietà al medico che è condannato a morte. Possiamo votarlo ovviamente se c'è il.



(Commenti del Consigliere Pichetto Fratin)



PRESIDENTE

Un attimo solo, Consigliere Pichetto.
Se ci fermiamo ancora qualche minuto, chiedo di farlo in maniera civile.
Prego, collega Pichetto, prenda pure la parola.



PICHETTO FRATIN Gilberto

Cinque secondi, perché l'illustrazione l'ho già fatta, è solo la replica alla richiesta di precisazione da parte del collega Rostagno, poi discutiamo dell'ordine dei lavori.
L'ordine del giorno - e già nell'illustrazione ho avuto modo di dirlo non intende ripristinare il Corpo Forestale dello Stato, che è competenza nazionale, ma parla di utilizzare, quindi coordinare l'attività. Di conseguenza, mi va bene anche la correzione dei termini, al posto di "rimettere in ordine e coordinare l'attività degli ex Forestali indirizzata alla loro attività vera e propria". Poi, naturalmente, sarà competenza del Parlamento nazionale - di chi vincerà le elezioni - decidere se ripristinare il Corpo Forestale dello Stato o non ripristinarlo.
L'importante, in questa fase, è la funzione.
Quindi, se devo presentarlo come emendamento all'ordine del giorno, lo presento.
Invece, sull'altra parte del dibattito, la collega Frediani è affetta da daltonismo politico, quindi va oltre, nell'interpretazione.



PRESIDENTE

Consigliere Pichetto, sarebbe sensato (naturalmente non è detto che tutto ciò che è sensato possa essere fatto) che il Consiglio completasse il ragionamento rispetto all'ordine del giorno che ha presentato il Consigliere Ravello, cioè che si concludesse il discorso relativo agli ordini del giorno. Poi, potremmo votare il documento del Consigliere Grimaldi.
Ricordo ancora che è in sospeso - mancava solo la votazione - l'ordine del giorno presentato dal Consigliere Ravetti.
Se siete d'accordo, potremmo utilizzare ancora un quarto, chiudere i lavori e riprenderli, in questo modo, la settimana prossima con l'assestamento di bilancio. Alla fine, nonostante i contrasti e le tensioni, sarebbe stata una buona giornata, per concludere almeno quello che abbiamo cominciato.
Ovviamente, ci vuole la disponibilità del Consiglio perché questo si possa realizzare.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Allora non votiamo nemmeno l'ordine del giorno presentato dal Consigliere Grimaldi? Io credo che sarebbe sensato andare avanti e completare il lavoro che abbiamo cominciato.
Consigliere Gariglio, vuole dirmi qualcosa?



(Commenti del Consigliere Gariglio)



PRESIDENTE

Non ci sono i numeri della maggioranza.
Ribadisco quello che ho detto: visto che il Consiglio è ancora qui sarebbe sensato completare il lavoro che abbiamo cominciato. Sarà che faccio l'ortopedico, sono abilitato a concludere quello che comincio. E quindi, avrebbe senso procedere con la votazione. Consigliere Pichetto, lei è d'accordo se continuiamo ancora un quarto d'ora e mettiamo in votazione i documenti? Ci sono ancora dei Consiglieri che si sono iscritti a parlare, pertanto possiamo procedere e farli intervenire. Non è obbligatorio concludere i lavori del Consiglio alle 18: se il Consiglio è d'accordo, si pu continuare.
Io credo che si possa continuare ancora per un quarto d'ora o 20 minuti. Se i Consiglieri vogliono intervenire, bene; se non vogliono intervenire, possiamo mettere in votazione gli ordini del giorno.
Ha chiesto la parola la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Noi abbiamo dato disponibilità a votare l'atto di indirizzo del collega Grimaldi, riconoscendo un'urgenza ed essendo assolutamente concordi rispetto al contenuto.



(Commenti del Consigliere Gariglio)



FREDIANI Francesca

Ma ve lo siete votato! Non avete votato il nostro senza nemmeno dire.
Ma che discorsi sono? Perché è cambiata la storia ora che abbiamo votato il vostro atto di indirizzo, che chiederete al Governo risorse? Ma per favore!



PRESIDENTE

Siamo tutti d'accordo, io credo, sull'atto di indirizzo.



FREDIANI Francesca

Siamo d'accordo a porlo in votazione.



PRESIDENTE

Consigliera Frediani, il che comporta però un proseguimento dei lavori del Consiglio dentro il quale ci può stare anche il fatto di votare, per esempio, l'emendamento del Consigliere Ravetti.



FREDIANI Francesca

Scusi un secondo. Stavo cercando di dire che siamo d'accordo riconosciamo l'urgenza e un grave peso umano del voto che possiamo esprimere rispetto all'atto di indirizzo proposto dal collega Grimaldi. Per tutto il resto, siccome ci sono dei colleghi che vogliono ancora intervenire, io posso capire che non vi interessi sentire cosa hanno da dire i miei colleghi, ma il Regolamento.



PRESIDENTE

No, tutt'altro. Infatti gli do la parola, se vogliono.



FREDIANI Francesca

Il Regolamento prevede la discussione. Quindi, se i lavori del Consiglio sono andati come sono andati oggi, è semplicemente perché - come abbiamo visto e anche dichiarato più volte oggi in aula - ci troviamo in una situazione di emergenza che ha richiesto un dibattito e un confronto in Consiglio.
Dopo di ciò, colgo l'occasione per chiedere che venga convocata una riunione dei Capigruppo nei prossimi giorni, perché da settimane chiediamo una programmazione che non si è ancora fatta. Lì valuteremo, rispetto agli atti di maggioranza e di opposizione approvati, a che punto siamo con i lavori del Consiglio. Sembra sempre che le opposizioni siano qui a dar fastidio, in realtà vogliamo solo lavorare, vogliamo vedere rispettati i nostri diritti.



PRESIDENTE

Martedì è programmata la Conferenza dei Capigruppo. Il Presidente Laus non è presente in questi giorni. Martedì, mercoledì e giovedì è già stato convocato il Consiglio regionale.
Ribadisco che, in un quarto d'ora, si può ancora completare il lavoro che abbiamo cominciato. Se i Consiglieri vogliono prendere la parola, lo possono fare.



(Commenti del Consigliere Campo)



PRESIDENTE

Infatti, io credo che questo si possa fare.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Campo; ne ha facoltà.



CAMPO Mauro

Faccio notare che, comunque, il Regolamento lo state facendo.



PRESIDENTE

Non c'è una norma che dice che il Consiglio deve finire obbligatoriamente alle ore 18.



CAMPO Mauro

Il mio intervento è sulla mozione del collega Pichetto, ordinatamente concludiamo la discussione sulla questione degli incendi. Cerco di rimettere in ordine le idee, dopo questo simpatico siparietto. Quello che volevo dire era che, innanzitutto, mi colpisce il fatto che alla mozione di Forza Italia si sia data una risposta anche da parte della maggioranza. Più che l'ipotesi della mia collega, che vede una maggiore attenzione verso le minoranze, ipotizzo che, visto che andiamo verso le votazioni nazionali, si vada verso le larghe intese anche qua in Regione. Ovviamente queste sono ipotesi di tipo politico.
In merito alla mozione, ci sono alcune parti che, come abbiamo già detto, troviamo condivisibili e alcune su cui magari ci piacerebbe avere qualche chiarimento.



PRESIDENTE

Stiamo continuando i lavori del Consiglio, prego i Consiglieri di lasciare che il Consigliere Campo intervenga, altrimenti non si può andare avanti.



CAMPO Mauro

In primis sulla questione dell'intervento dell'esercito, ne abbiamo già parlato; ci siamo chiesti, vista l'emergenza e la pronta offerta da parte governativa dell'impiego dell'esercito, come mai non sia stato utilizzato.
Su quel punto siamo d'accordo. Visto che ce l'abbiamo lì, impiegato inutilmente a protezione di un'opera inutile, almeno gli facciamo fare qualcosa di utile per quello che vengono pagati.
Su altre cose abbiamo qualche perplessità in più, ci chiediamo che cosa intenda per gli interventi sulla fauna. È chiaro che nutrire degli animali selvatici che si ritrovano in un habitat desertificato sarà un problema di non secondaria importanza, a meno che non si intenda qualcos'altro. Ma qualcun altro elaborerà questo tema.
L'altro aspetto che mi premeva sottolineare è l'ultimo punto. Cioè quello che ho anche detto nel mio intervento precedente. Andiamo a rivedere le previsioni per le emergenze antincendio, per gli interventi sugli incendi boschivi. Ricordo che la legge n. 353 del 2000 prevede il piano che noi abbiamo fatto nel 2015 e che andrebbe, e andava, aggiornato quest'anno.
Era una cosa evidente a tutti il fatto che le misure previste e l'organizzazione sul territorio divergevano, data la riorganizzazione che aveva avuto il Corpo forestale dello Stato. Questo è un tema fondamentale e ci chiediamo perché non sia stato trattato a inizio anno, quando già avevamo le indicazioni su una previsione di estate molto calda e secca.
Sotto questo profilo, vediamo una convergenza sulle proposte della mozione di Forza Italia. Ci chiediamo perché il nostro ordine del giorno non andava bene, perché non ci si è degnati neanche di dare una risposta.
Ci chiediamo inoltre perché non si intenda salvaguardare equilibri economico-finanziari, visto quello che è successo e vista la pericolosità ambientale degli incendi. Vale tutto il ragionamento fatto dal collega Bono sulla qualità dell'aria e sul fatto che, di nuovo, sia sospetto il fatto che siano state fatte sparire le misurazioni delle centraline o siano state definite non congrue, quindi non valide, per quello che riguarda il particolato, proprio nel periodo di picco e di punta nell'emergenza incendi boschivi in Val di Susa e nelle valli torinesi.
Sotto questo profilo, ricordo che già nel 2015 il Corpo Forestale sollevò il problema dell'emergenza sanitaria legata agli incendi boschivi di grande estensione. Ci chiediamo anche perché, già da allora, non si sia data attenzione a questo tipo di problematica. Ricordo che le tematiche sono sempre più correlate, in questo rilevo una pesante schizofrenia di chi governa questa Regione. Ci stiamo preoccupando di fare il piano per la qualità dell'aria, il piano per la gestione dei rifiuti, il piano energetico regionale - che prevede incentivazioni nell'uso delle biomasse legnose - in modo che siano correlati e quindi attenti ognuno alle esigenze dell'altro, con un'attenzione particolare al Piano della qualità dell'aria.
Perché si affretta il Vicepresidente Reschigna a dire mi dispiace, ma noi di risorse non ne metteremo di più, perché.



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale (fuori microfono)

Ricordati che c'è una regola della politica: non mettere in bocca delle frasi che l'altro non ha mai detto!



CAMPO Mauro

Mi scuso, dico che ho capito questo da quello che ha detto il Vicepresidente Reschigna. Allora mi scuso se ho capito male, ma ho capito questo da quello che è stato detto.
Quindi, probabilmente sarà diverso, ci saranno risorse aggiuntive e speriamo in una revisione della pianificazione e in una revisione dell'utilizzo degli strumenti e del coordinamento che è il ruolo che oggi ha la Regione, non potendolo più delegare ad un Corpo forestale che non c'è più. Sotto questo profilo, visto che io l'ho capito male, può darsi che sarebbe utile avere dei chiarimenti e vedremo in sede di assestamento che cosa salterà fuori sotto questo profilo.
Quello che torno a ribadire, nel manifestare un certo favore a un ordine del giorno che, in alcuni punti, comunque suscita qualche perplessità, è l'invito - visto che oggi il confronto è stato piuttosto acido e poco costruttivo e le provocazioni sono venute da più parti - a tornare ai fatti e i fatti sono, come ha detto il collega Grimaldi, che qualcosetta non ha funzionato, che dobbiamo ringraziare i volontari e non le strutture che paghiamo con la nostra fiscalità generale e che dovrebbero essere l'ossatura portante degli interventi di emergenza sull'antincendio.
Quindi, dobbiamo porci il problema di analizzare quello che è stato previsto e quello che non ha funzionato e il perché non ha funzionato e perché, di fronte a qualcosa che è più grosso di un'ordinaria amministrazione, non siamo in grado di intervenire efficacemente e, anzi tendiamo a minimizzare.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Segretario Bertola in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Interveniamo, visto che almeno sull'atto di indirizzo presentato dal centrodestra, da Forza Italia, si riesce a fare un dibattito che coinvolge tutte le parti politiche, visto che la maggioranza ci considera brutti e cattivi e pensa "non vi votiamo, non discutiamo nemmeno il vostro atto d'indirizzo, non diamo nemmeno un parere, così imparate!". Almeno questo si può discutere in modo un po' più ampio, senza andare a rispolverare le larghe intese tra centrodestra e centrosinistra, che comunque ci sono anche senza che le richiamiamo noi.
Avendo io fatto, a suo tempo, una scelta non violenta, essendo obiettore di coscienza, vedo in modo favorevole tutti gli impieghi dell'esercito che siano utili al territorio e che non prevedano l'utilizzo delle armi. Quindi, sarei totalmente favorevole a utilizzare l'esercito nella prevenzione e nel contrasto agli incendi boschivi.
Il collega Campo non ha certo bisogno di avvocati difensori, per dall'Assessore Reschigna - non per mettere in bocca le parole - abbiamo capito che non prevede risorse aggiuntive nell'assestamento e che apprestandoci a discutere la legge di bilancio e quindi il bilancio previsionale, magari si vedranno degli interventi lì. Noi l'abbiamo capita così, poi come sempre qui non c'è ancora la moviola in campo, ma basta aspettare mezza giornata per poi rivedere il video dell'intervento dell'Assessore Reschigna.
Volevo inoltre un chiarimento da parte dei proponenti l'atto di indirizzo, Forza Italia, relativamente alla frase "predisporre un piano di intervento anche per la fauna di montagna che si appresta a trascorrere un inverno senza cibo". Letta così è più che condivisibile, ma vorrei capire in cosa consiste quest'intervento. Perché se è portare del cibo a questi animali selvatici di montagna, siamo d'accordo, ma capiamo che potrebbe essere difficile. Poi, conoscendo le simpatie filovenatorie del Gruppo Forza Italia, anche a dispetto del fatto che a livello nazionale abbiano fatto anche il Partito animalista, non vorrei che la frase "predisporre un piano di intervento per la fauna di montagna che si appresta a trascorrere un inverno senza cibo", volesse dire "li ammazziamo subito, almeno evitiamo che muoiano di fame". Vorrei escludere questa ipotesi.
Invece, come abbiamo già ribadito, noi saremmo favorevoli a interventi per la fauna selvatica che riguardino limitazioni all'attività venatoria.
Se venisse esplicitato meglio questo punto relativo agli interventi per la fauna di montagna, magari potremmo prendere in maggior considerazione la possibilità e l'eventualità anche di votare questo atto di indirizzo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Mighetti.



MIGHETTI Paolo

Grazie, Presidente, per questa opportunità di esprimere il mio pensiero su una questione molto importante e che ci ha visto dibattere anche in modo molto acceso.
Ci tengo a rimarcare alcuni concetti espressi dai colleghi specialmente per quanto riguarda questo paradosso che viviamo in cui ogni modo di portare delle questioni politiche di grande respiro in Consiglio quando avvengono questi fatti disastrosi, che ci devono fare riflettere anche sulle priorità - come dicevamo anche oggi nella nostra conferenza stampa, l'incuria di anni di politiche di trascuratezza della montagna non porta a caso a questi risultati.
Quindi, se dovessimo fare un bilancio della situazione in cui ci troviamo, senza fare polemiche e senza attaccare in modo strumentale magari dieci hanno subito le disfunzioni organizzative della macchina che ha dovuto affrontare gli incendi, ma 90 hanno subito decenni di politiche di abbandono, di politiche sbagliate in cui sulle poche risorse nazionali sempre più contingentate da esigenze di pareggi di bilancio, sono state fatte scelte che puntavano tutto fuorché alla manutenzione dei territori.
Il paradosso più grande l'abbiamo ovviamente qui in Piemonte, in Val di Susa, dove è schierato un contingente non si sa bene per chi, anche in questo momento in cui avremmo bisogno dell'esercito. Ovviamente c'è il rispetto dei ruoli istituzionali: il Ministero della Difesa schiera l'esercito e decide dove va, però voi capite che in questa situazione di paradosso, in cui ogni risorsa umana è indispensabile e utile ad affrontare questa emergenza, il fatto di pagare militari per starsene fermi in un cantiere dove non c'è nessuno, dà un po' la misura della politica nazionale, almeno nella visione della tutela dei territori.
Noi, quindi, riportiamo volentieri all'attenzione questo tema mentre affrontiamo ordini del giorno sulle emergenze, altrimenti continuiamo a litigare con l'Assessore al bilancio Reschigna su un milione in più o 100.000 euro in meno, quando le scelte nazionali, che anche il Governo regionale non contesta, anzi avalla, sono di direzionare la spesa pubblica in canali più utili al territorio e un po' meno disastrosi.
Quindi, per non sommare disastri a disastri, visto che quelli boschivi e quelli alluvionali - tutti i disastri di forza maggiore - sovente non li possiamo prevedere, ma li possiamo solo contenere, cerchiamo di non generare noi altri disastri, mal tutelando il nostro suolo o impoverendolo con opere di cementificazione che rovinano anche l'assetto idrogeologico delle nostre montagne.
Dobbiamo valutare un attimo quali sono le priorità anche a livello superiore. Non chiamiamoci fuori, la Regione non si può chiamare fuori da questo, perché pronunciamenti maggiormente in direzione della tutela del piccolo, del territorio e delle montagne non presidiate non ne abbiamo visti, anche in questa legislatura regionale. Vi abbiamo visto andare avanti come un treno - è proprio il caso di dirlo: come un TAV - come tutti gli altri anni, senza ridefinire le priorità della spesa pubblica.



PRESIDENTE

Grazie, collega Valetti.
Indìco la votazione palese sulla mozione n. 1226, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
. Ordine del giorno n. 1229 presentato da Ravello, Berutti Graglia, Pichetto Fratin, Porchietto, Sozzani e Vignale, inerente a "Ricognizione urgente e conseguente stanziamento di risorse per garantire la funzionalità del sistema di Protezione Civile e Antincendi Boschivi del Piemonte".
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 1229, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento: Diritti umani

Esame ordine del giorno n. 1224 presentato da Rossi, Allemano, Appiano Baricco, Batzella, Boeti, Caputo, Ferrentino, Grimaldi e Valle, inerente a "Condanna a morte del medico ricercatore iraniano Ahmadreza Djalali"


PRESIDENTE

. Ordine del giorno n. 1224 presentato da Rossi, Allemano, Appiano Baricco, Batzella, Boeti, Caputo, Ferrentino, Grimaldi e Valle inerente a "Condanna a morte del medico ricercatore iraniano Ahmadreza Djalali" Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 1224, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
Precisiamo per il verbale che la Consigliera Batzella voleva votare a favore.
Grazie a tutti e buona serata.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 18.31)



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