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Dettaglio seduta n.261 del 24/10/17 - Legislatura n. X - Sedute dal 25 maggio 2014 al 25 maggio 2019

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Argomento:


MOTTA ANGELA



(I lavori iniziano alle ore 14.20 con l'esame delle interrogazioni a risposta immediata, ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento interno del Consiglio regionale)


Argomento: Agricoltura: argomenti non sopra specificati

Interrogazione a risposta immediata n. 1794 presentata da Benvenuto inerente a "Applicazione della l.r. n. 2 del 23 febbraio 2015 (Nuove disposizioni in materia di agriturismo)"


PRESIDENTE

Iniziamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
1794.
In accordo con il proponente, ne diamo il testo per illustrato.
Per la Giunta regionale, risponde l'Assessore Valmaggia.



VALMAGGIA Alberto, Assessore all'ambiente

Grazie, Presidente.
In risposta all'interrogazione, si informa che le Direzioni regionali Agricoltura e Turismo nel mese di maggio 2017 hanno provveduto a redigere un manuale e le relative check-list per la vigilanza e i controlli in ambito agrituristico e di ospitalità rurale e familiare, con cui si è inteso fornire alle autorità locali territorialmente competenti uno strumento operativo utile all'esercizio di vigilanza e di controllo tecnico amministrativo secondo i criteri e le modalità previste dalla normativa regionale vigente in materia.
Tale documento è stato approntato proprio al fine di agevolare e rendere omogenei sul territorio piemontese gli adempimenti previsti in capo ai soggetti controllori, anche in considerazione delle previste relazioni annuali cui gli stessi sono tenuti, ai sensi dell'articolo 16 della l.r.
2/2015. Il manuale e le check-list sono reperibili dallo scorso mese nel sito della Regione Piemonte e in data 24 maggio 2017 è stata resa nota all'ANCI la pubblicazione della documentazione sopraddetta.
Si fa rilevare infine che la Struttura regionale del Turismo ha recentemente richiesto all'Assessorato regionale alla sanità di provvedere affinché fosse diramata apposita informativa circa la realizzazione di uno specifico manuale d'uso sui controlli in agriturismo e nelle ospitalità rurali e familiari presso le Aziende Sanitarie Locali piemontesi, onde poter rendere maggior coerenza ed uniformità alle funzioni di vigilanza anche in forma coordinata con i soggetti locali territorialmente competenti.
Si allegano alla presente risposta le relative corrispondenze fra l'Assessorato al turismo e quello alla sanità per la diramazione del documento oggetto della presente interrogazione.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Valmaggia.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti atmosferici ed acustici

Interrogazione a risposta immediata n. 1798 presentata da Valetti, inerente a "Incentivi e azioni per la riduzione dei disagi dovuti alle misure di miglioramento della qualità dell'aria"


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione a risposta immediata n. 1798, per l'illustrazione della quale ha la parola il Consigliere Valetti.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
In questo periodo la cittadinanza torinese, e non solo (quella delle grandi città del Piemonte, ma anche della Pianura Padana), vive i disagi dovuti al blocco del traffico: disagi - ahinoi - che non sono una misura vessatoria, ma sono una soluzione in extremis a un problema molto serio di sanità pubblica e di ambiente che mette a rischio la salute dei cittadini perché di smog si muore. Abbiamo infatti 90.000 morti l'anno dovuti allo smog e si tratta quindi di cifre importanti.
Detto ciò, logicamente i cittadini lamentano queste misure intempestive, senza una programmazione che consenta di uscire da questa continua emergenza che si verifica ogni anno. Occorrono infatti misure più incisive e programmatiche che non mettano in difficoltà chi deve spostarsi per lavoro, chi usa l'auto e i mezzi da lavoro e il cui stipendio e la cui sopravvivenza dipendono da questi.
Per fare ciò sono necessari degli investimenti, innanzitutto sul trasporto pubblico, ma anche per permettere ai privati cittadini e alle aziende di sostituire i propri mezzi inquinanti, in particolare i diesel giacché chi usa l'auto per lavoro poi sovente ha mezzi diesel, che sono anche quelli con peggior impatto sulle polveri sottili per le quali viviamo l'emergenza.
Quello che noi chiediamo, quindi, è - quando la Regione ha stipulato il protocollo interregionale con le misure d'emergenza antismog e l'exit strategy dei diesel con delle date precise - quali soldi sono stati eventualmente messi a disposizione insieme al Governo e quali soldi si pensa di stanziare per permettere ai cittadini di sostituire le vecchie auto inquinanti e per potenziare il trasporto pubblico, in modo che questo sopperisca ai disagi dovuti, appunto, ai blocchi delle auto nelle grandi città del Nord Italia.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Valetti.
Per la Giunta regionale, risponde l'Assessore Valmaggia.



VALMAGGIA Alberto, Assessore all'ambiente

Grazie, Presidente.
Con la delibera della Giunta del 20 ottobre 2017 si sono approvate le misure di attuazione - le prime misure di attuazione - dell'Accordo di Programma per l'adozione coordinata e congiunta di misure di risanamento della qualità dell'aria nel bacino padano, sottoscritto in data 9 giugno 2017.
Si tratta di un provvedimento che contiene una serie di misure per l'individuazione e la gestione delle situazioni di perdurante accumulo degli inquinanti, meglio identificate come "semaforo per la qualità dell'aria", di immediata attuazione, e che contiene inoltre una serie di misure strutturali che riguardano principalmente il traffico veicolare, con una serie di divieti di circolazione per gli automezzi diesel che partono dal 2018 per i mezzi con omologazione emissiva di tipo "euro 3" e interessano i mezzi con omologazione emissiva "euro 4" nel 2020 e quelli di tipo "euro 5" nel 2025. Tali misure saranno contenute anche all'interno del redigendo Piano della qualità dell'aria, il cui documento di specificazione è stato approvato il 23 giugno scorso.
L'Accordo padano prevede inoltre ulteriori misure riguardanti la limitazione all'utilizzo di impianti termici con alimentazione a biomassa che verranno rese cogenti successivamente all'entrata in vigore della nuova certificazione ambientale dei generatori di calore a biomassa, che si basa sull'introduzione di cinque classi di qualità ambientale in funzione delle emissioni di inquinanti specifiche e del loro rendimento energetico.
Sempre lo stesso Accordo prevede, all'articolo 2 comma b), la promozione a livello regionale, mediante la concessione di appositi contributi, della sostituzione di una o più tipologie di veicoli oggetto dei divieti di cui ai commi precedenti.
Al comma n) invece è prevista la promozione a livello regionale, sempre mediante la concessione di appositi contributi, della compensazione degli operatori per l'applicazione di pratiche finalizzate alla riduzione delle emissioni prodotte dalle attività agricole, quali la copertura delle strutture di stoccaggio dei liquami e specifiche modalità di spandimento ed interramento dei liquami stessi.
Sia per quanto riguarda la sostituzione dei veicoli sia per le pratiche finalizzate alla riduzione di emissioni agricole è previsto un cofinanziamento ministeriale fino a un massimo di due milioni di euro per regione per ognuna delle due voci riportate. L'attivazione dei due bandi per la concessione dei contributi risulta in ogni caso subordinata, per quanto riguarda la Regione Piemonte, all'inserimento degli stessi nel futuro bilancio triennale 2018-2020.
Infine, per quanto riguarda gli aspetti legati al trasporto pubblico locale, la Direzione Ambiente ha attivato circa tre anni fa, anticipando di fatto l'Accordo padano, tre bandi per l'acquisto di bus elettrici, il primo dei quali si è concluso con l'acquisto di 19 bus della lunghezza di 12 metri, operativi dall'inizio di ottobre sulle nostre strade della città di Torino, e altri due in fase di aggiudicazione, per l'acquisto di mezzi della lunghezza di nove e sei metri e mezzo, con cui ha co-finanziato al 90 per cento l'acquisto di questi veicoli, investendo complessivamente oltre 13 milioni di euro.
Per quanto riguarda i fondi per il trasporto pubblico locale l'Assessore ai trasporti ha allegato una memoria, una tabella che riassume in questo modo: ci sono diverse risorse destinabili nel quadriennio 2017 2020, a investimenti per il rinnovo del materiale rotabile per servizi di trasporto pubblico locale e secondo le disposizioni legislative e regolamentari, specificatamente previste per le singole fonti di finanziamento.
A queste vanno aggiunti circa 65 milioni di euro, di cui 45 dalla legge di stabilità 2016 e 20 milioni di euro dalle FSC 2014-2020, destinati al cofinanziamento al 60 per cento per l'acquisto di materiale rotabile ferroviario per il trasporto regionale e regionale metropolitano.
È allegata poi una tabella con tutte queste voci di spesa dell'Assessorato ai trasporti.
Grazie.


Argomento: Trasporti su ferro

Interrogazione a risposta immediata n. 1801 presentata da Accossato inerente a "Forti disservizi e ritardi nelle linee SFM durante le settimane di ottobre"


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'interrogazione a risposta immediata n. 1801.
La parola alla Consigliera Accossato per l'illustrazione.



ACCOSSATO Silvana

Grazie, Presidente.
In breve sintesi, l'argomento che pongo non è assolutamente nuovo a questo Consiglio, ed è quello dei disservizi sulle linee ferroviarie, tema che peraltro riguarda l'intero sistema piemontese, ma in questo momento mi soffermo sui disservizi nelle cosiddette linee metropolitane, le SFM 3 e 2 quindi nella direzione Torino-Bardonecchia e Chivasso-Torino.
Si tratta di disservizi che si sono ripetuti almeno in una serie storica, in un periodo che è stato un po' messo sotto osservazione da molti utenti, che hanno iniziato a lamentare queste situazioni di ritardi sullo stesso treno e sullo stesso orario, che sono arrivati a oltre venti minuti trenta minuti e, soprattutto, molte soppressioni di treni, anche in orari di grande fruizione da parte dei pendolari, soppressioni che sono avvenute senza il benché minimo preavviso o appunto quando l'utente si trova in stazione e spera di raggiungere il posto di lavoro o di tornare a casa.
Questa situazione, già di per sé grave e a cui bisogna porre rimedio, è stata particolarmente grave e negativa perché è avvenuta in un periodo di blocco del traffico, un periodo in cui l'attenzione sul trasporto pubblico in generale, dovrebbe sempre essere maggiore nella sua programmazione dovrebbe essere più efficiente e più facile da utilizzare, per favorire i cittadini che scelgono, da un lato, mobilità sostenibile o che, dall'altra sono obbligati a utilizzare il trasporto pubblico, dovendo lasciare a casa l'auto.
In questo, ripeto, c'è una contraddizione tra le politiche che la Regione fa, sia con il suo Piano della qualità dell'aria sia con altre programmazioni sul trasporto pubblico.
In realtà, questa è una situazione concreta e fattuale con cui i cittadini si scontrano tutti i giorni.
La questione è di chiedere quali misure siano messe in campo e cosa stiamo facendo - magari è solo un aggiornamento, ma credo serva a tutti per evitare il susseguirsi di questi problemi.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Accossato.
La parola all'Assessore Valmaggia per la risposta.



VALMAGGIA Alberto, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
In questo caso, impresto la voce all'Assessore Balocco.
Con riferimento ai contenuti dell'interrogazione, si precisa che la titolarità e la gestione del contratto di servizio con le aziende esercenti il trasporto pubblico locale è trasferita all'Agenzia per la Mobilità Piemontese. Tuttavia, il settore controllo sulla gestione dei trasporti e infrastrutture della direzione Opere pubbliche e Difesa suolo, per quanto di competenza, ha effettuato, tramite l'applicativo di RFI, un'analisi dettagliata della puntualità dei treni delle linee citate nell'atto ispettivo: sul Servizio Ferroviario Metropolitano 2 Chivasso-Torino e sul Servizio Ferroviario Metropolitano 3 Torino-Bardonecchia, nei giorni segnalati dalla Consigliera Accossato.
È allegato l'elenco del report.
Vengo, però, alle considerazioni: l'Agenzia per la Mobilità Piemontese segnala che i disservizi verificatisi nei giorni 16,17 e 18 sono dovuti alla presenza di roditori che hanno danneggiato i cavi di trasmissione di terra, provocando l'interruzione dei collegamenti.
Sul servizio ferroviario metropolitano, in generale, il giorno 12 c.m.
la mancanza di tensione fra le stazioni di Porta Susa e Stura ha provocato l'interruzione della circolazione ferroviaria per circa un'ora (testimonio come pendolare del treno).
Le problematiche del giorno 20 sono state provocate da un guasto alle apparecchiature di controllo della stazione Lingotto.
Sul Servizio Ferroviario Metropolitano 1 e per la tratta Torino-Chieri sono stati registrati alcuni inconvenienti per guasto alle apparecchiature di bordo e agli impianti di controllo dei rotabili utilizzati da GTT, che hanno provocato ritardi e cancellazioni dei servizi nei giorni 2, 7, 10, 11 e 12 ottobre.
L'Agenzia per la Mobilità Piemontese precisa che proprio il costante monitoraggio dell'andamento dei servizi permette di interloquire rapidamente con le imprese ferroviarie, per sollecitare tempestivi interventi di miglioramento. In particolare, l'atto di rinnovo del contratto di servizio con Trenitalia, stipulato lo scorso 29 settembre prevede il monitoraggio della regolarità del servizio per le tre famiglie di treni del TPL regionale: il servizio ferroviario metropolitano, quello regionale e i regionali veloci.
Pertanto, anche gli indici statistici, la cui analisi consente di rappresentare la meglio la performance del servizio, sono più oggettivi per ogni tipologia di servizio.
Per quanto riguarda l'infrastruttura ferroviaria, l'organizzazione di RFI è tale da permettere l'analisi e la risoluzione dei problemi imprevisti in tempi brevi, a seconda della gravità del guasto.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Valmaggia.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Interrogazione a risposta immediata n. 1802 presentata da Ottria, inerente a "Situazione delle bonifiche dello stabilimento ICS di Arquata Scrivia e possibili nuove aree inquinate"


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione a risposta immediata n. 1802, presentata dal Consigliere Ottria, che ha la parola per l'illustrazione.



OTTRIA Domenico

Grazie, Presidente.
L'interrogazione che illustro è già quasi un déjà vu, perché riguarda un argomento che abbiamo già trattato altre volte. Riguarda la bonifica di un'ex industria altamente inquinante nella provincia di Alessandria territorio che, da questo punto di vista, ha poco da invidiare alle cosiddette Terre del Fuoco, tristemente famose.
Si tratta di un ambito che è stato svelato recentemente qui al Nord riguardante le infiltrazioni mafiose; in questo caso, le infiltrazioni mafiose tra Liguria e il basso Piemonte.
È una vicenda nota, ma che riassumo brevemente.
Nel secondo dopoguerra, ad Arquata Scrivia veniva aperta un'industria chiamata "la subalpina", poi trasformata in "ICS", che è uno stabilimento chimico che produce sostanze per colorifici e che produce moltissimo inquinamento, di cui la Magistratura ha certificato la presenza a partire dagli anni Settanta.
Nel 2004, l'industria viene sequestrata e accusata di aver scaricato direttamente nel torrente Scrivia gli scarti della lavorazione delle vernici che produce, senza gli adeguati accorgimenti di depurazione e bonifica, e per aver inquinato acque e terreno circostante.
Nel 2009, lo stabilimento è stato chiuso e gli oltre 30 lavoratori lasciati, ovviamente, a casa.
Nel frattempo, i vertici aziendali sono stati condannati in primo grado per vari reati ambientali. Ne cito solo alcuni: scarico abusivo dell'acqua omessa bonifica della discarica, emissioni di polveri e odori molesti.
Circa un mese fa - per venire all'attualità - gli organi di stampa hanno divulgato un'intercettazione derivante dall'inchiesta Alchemia, di Reggio Calabria, risalente al 2011. In questa, riferita alla cessione dell'ex ICS, si fa riferimento alla presenza di alcune aree nelle quali sarebbero presenti rifiuti interrati da bonificare e, nello specifico, come affermato anche dal Sindaco di Arquata, in alcuni passaggi si parla di discariche di cui la comunità non era a conoscenza.
So che nelle scorse settimane e - ho letto che avverrà anche domani 25 ottobre - sono stati fatti dei sopralluoghi dai tecnici dell'ARPA, dell'ASL e del Comune di Arquata Scrivia. Domani si recheranno all'interno del dismesso stabilimento per fare il punto della situazione e decidere come procedere per gli accertamenti e l'eventuale bonifica.
Per questi motivi, chiedo all'Assessore quale sia la situazione della bonifica dello stabilimento ICS di Arquata Scrivia, sia per quanto riguarda le bonifiche delle zone già conosciute dagli enti preposti sia in relazione alle nuove eventuali notizie che sono, appunto, provenienti dai processi in corso.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Ottria.
La parola l'Assessore Valmaggia per la risposta.



VALMAGGIA Alberto, Assessore all'ambiente

Grazie, Presidente.
Due premesse, rapide.
La prima: la società ICS competente dell'attuazione degli interventi di bonifica, risulta - ad oggi - in liquidazione.
Seconda premessa: le procedure di approvazione e autorizzazione degli interventi sono in capo al Comune, ai sensi del combinato disposto della legge regionale 42 e del decreto legislativo 152.
Pertanto, stante la ristrettezza dei tempi e considerato che il sito in oggetto è uno delle circa 1.600 aree inserite nell'Anagrafe regionale dei siti contaminati, si riportano sintetici elementi acquisiti informalmente dalla Provincia ed ARPA Piemonte, soggetti competenti ai controlli sugli interventi di bonifica.
Fatte queste premesse, il progetto di bonifica è stato approvato nel 2002, quindi qualche anno fa, e ha comportato la messa in sicurezza permanente di una discarica adibita a deposito dei fanghi.
In sostanza, la messa in sicurezza permanente ha visto la realizzazione di un volume confinato, tramite diaframma plastico. Successivamente sul lato est della discarica fu riscontrato un trafilamento di acqua e risulta che, nel 2005, fu richiesto all'ICS di attuare il monitoraggio delle acque e ulteriori opere per intervenire su una zona del piazzale, nel quale si accumulavano queste acque.
Nel novembre 2011, a seguito di evento alluvionale, sono accorsi danni alle opere di difese spondali della discarica, con asportazione del materiale di riempimento a tergo del muro ospitante il collettore fognario con messa a nudo della scarpata dei fanghi nel tratto di profilo terminale in sponda orografica sinistra.
Nel 2013 il Tavolo della Conferenza dei Servizi ha valutato le modalità di intervento sulla scarpata proposta dalla ICS S.p.A. in liquidazione tramite messa in sicurezza e consistente nel ripristino e consolidamento della scarpata. Gli interventi non risultano, tuttavia, ad oggi realizzati.
Risulta che, a seguito delle notizie riportate in questi giorni sui quotidiani, siano in corso accertamenti con il coinvolgimento di ARPA Piemonte. Il sito ICS risulta, inoltre, interessato (ciliegina sulla torta) dalla presenza di manufatti contenenti amianto. Le ordinanze di caratterizzazione indicate nel testo dell'interrogazione si riferiscono alla valutazione dello stato di degrado di detti manufatti, al fine di valutarne l'eventuale necessità di bonifica.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Valmaggia.


Argomento: Assistenza farmaceutica (organizzazione, servizi ecc.

Interrogazione a risposta immediata n. 1795 presentata da Ruffino, inerente a "Fornitura dei farmaci Long Acting Injectable di seconda generazione"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 1795.
La parola alla Consigliera Ruffino, che interviene in qualità di Vicepresidente per l'illustrazione.



RUFFINO Daniela

Grazie, Presidente.
Chiedo all'Assessore informazioni sulle forniture dei farmaci Long Acting Iniettabili di seconda generazione e, in particolare, vorrei, senza dilungarmi troppo, fare alcune considerazioni.
I farmaci antipsicotici controllano la sintomatologia della schizofrenia e riducono sensibilmente il rischio di ricadute. Gli antipsicotici di prima generazione determinano importanti effetti collaterali, mentre - e questo è un aspetto molto importante - gli antipsicotici di seconda generazione sono meglio tollerati. La minore incidenza di effetti collaterali favorisce l'aderenza al trattamento e quindi, anche l'efficacia delle terapie nei pazienti schizofrenici.
Per contrastare la difficile aderenza al trattamento dei pazienti schizofrenici, a partire dagli anni '60 sono state introdotte terapie iniettive a lento rilascio. Queste terapie mantengono la loro efficacia per varie settimane e sostituiscono l'assunzione giornaliera, e anche questo rispetto alla qualità della vita, è ovviamente un grande passo.
Anche per molti antipsicotici di seconda generazione sono disponibili formulazioni a lento rilascio, i cosiddetti LAI. Devo dire che i nuovi LAI hanno un corrispettivo genericato, pertanto hanno dei costi elevati: una terapia mensile varia dai 100 ai quasi 300 euro, mentre i Long Acting costano molto meno, cioè una decina di euro al mese. Però il vantaggio terapeutico è indubbio, con un'evidente miglioramento della qualità della vita, con minori ricadute e, in definitiva, minori costi diretti e indiretti correlati.
È importante capire quali siano le intenzioni della Giunta per procedere e se è vero che si possa immaginare un taglio del cinque per cento della spesa farmaceutica, perché tale taglio potrebbe anche comportare una riduzione delle forniture. C'è anche da dire che, dall'altro lato, che cosa succede? Ci sarebbero molto probabilmente maggiori ricoveri si potrebbero determinare gravi risvolti clinici e, ovviamente, maggiori costi per la sanità e sicuramente un minore benessere per i pazienti.
Abbiamo parlato di recente, proprio in quest'Aula, del ricorso a ricoveri, a inserimenti residenziali e semiresidenziali. Ci rendiamo conto di quanto sia complesso provvedere a questi.
Dall'altro lato, sul piatto della bilancia abbiamo un farmaco che permette, a chi ne ha necessità, una vita quasi normale e un grande impegno da parte dei medici. Chiedo, quindi, quali siano le intenzioni della Giunta regionale per garantire la continuità della fornitura dei farmaci Long Acting Iniettabili di seconda generazione per i pazienti che ne abbiano necessità.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Saitta per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Innanzitutto concordiamo con il fatto dell'elevato quoziente terapeutico e il minore impatto di effetti collaterali dei nuovi farmaci di seconda generazione.
Per quanto riguarda il contenuto dell'interrogazione, intervengo soltanto per riprendere alcune inesattezze, secondo me, riportate nell'interrogazione.
In primo luogo, non è nelle indicazioni della Giunta regionale e non è nemmeno allo studio degli Uffici della Direzione Sanità della Regione Piemonte la possibilità di effettuare tagli del cinque per cento sulla spesa farmaceutica in generale, né tantomeno sul gruppo dei farmaci oggetto dell'interrogazione. Non è vero.
È invece obiettivo dall'Assessorato alla sanità, come sempre, la qualificazione dalla spesa farmaceutica, attraverso un uso sempre più appropriato delle risorse ma senza proporre tagli di sorta.
Inoltre, contrariamente a quanto riportato nella premessa dell'interrogazione, i medicinali LAI di seconda generazione sono stati classificati dall'Agenzia italiana del farmaco, ai fini della fornitura come prescrivibili da parte del neurologo e dello psichiatra con ricetta medica non ripetibile. Tali farmaci, pertanto, sono acquistabili in farmacia con onere a carico del cittadino previa presentazione della ricetta specialistico di qui sopra. Relativamente alla rimborsabilità, gli stessi farmaci sono classificati in fascia H ovvero distribuiti a carico del Servizio Sanitario Nazionale.
Per venire al punto, da parte della Giunta regionale non c'è alcuna intenzione di sospendere o ridurre per i pazienti già in trattamento le forniture di seconda generazione, di cui si riconoscono, come dicevo prima valenza terapeutica e il minore impatto sui pazienti in termini di effetti collaterali.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Saitta.


Argomento: Personale del servizio sanitario

Interrogazione a risposta immediata n. 1796 presentata da Grimaldi inerente a "Nuove assunzioni di infermieri in Piemonte"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 1796.
La parola al Consigliere Grimaldi per l'illustrazione.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
L'oggetto dovrebbe essere caro a quest'Aule e a tutti i Consiglieri che, pochi minuti fa, hanno ascoltato dalle vive parole dei tanti rappresentanti delle professioni infermieristiche, soprattutto del sindacato Nursind che è qui davanti che protesta, l'oggetto di questa questione.
Come sapete, venerdì scorso e proprio l'altro giorno in Commissione il commissario della Città della Salute, il Direttore ha deliberato e annunciato 51 assunzioni per i quattro ospedali dell'azienda: Molinette CTO, Regina Margherita e Sant'Anna. Sono 41 infermieri e 10 infermieri psichiatrici. I 41 sono i vincitori di una graduatoria che dovrebbe vederne assunti altri 150 ma, come dicevo nella question time, la graduatoria comprende 1.700 idonei. Il sindacato Nursind - uno dei sindacati maggiormente rappresentativi sia a livello nazionale che nelle tante Aziende sanitarie - ci ricordava che, in qualche modo, questi dati sono una goccia nel mare. Ovviamente il blocco del turnover, in questi anni, ha generato dei numeri esorbitanti, non è chiaro - lo dico all'Assessore perché è stato uno degli oggetti della discussione di oggi - né il quadro dei pensionamenti né il quadro generale ASL per ASL di quello che poi è stato il vuoto del blocco del turnover e delle mancate assunzioni in questi anni.
Invece è chiaro una delle cose che ci dicono, cioè che il blocco delle assunzioni che è stato perpetrato per anni, ha fatto giungere la situazione oltre i limiti. Loro ricordavano che nel 2015 si sono generate più di un milione di ore di straordinario non pagato e 220 mila giornate di ferie residue. Non so se sono dati in possesso della Regione, se la Regione li smentisce perché ne ha altri, ma questo è un po' il volto drammatico del racconto che ci hanno detto oggi.
La lettera prosegue dicendo che stabilisce senza ombra di dubbio gli infermieri stanno lavorando anche per 1.500 unità che non ci sono, con tutte le conseguenze che ne derivano. Loro dicono che, anche se le avessero pagate queste ore di straordinario e queste giornate di ferie, la verità è che stanno lavorando per 1.500 persone in più che non ci sono. Di fatto, i dati in possesso ci dicono che in questi ultimi anni l'età media del personale infermieristico piemontese ha raggiunto i cinquant'anni, il che significherebbe che a sessant'anni si continua a tornare anche di notte una delle vicende più drammatiche che ci hanno raccontato.
Ci dicono ancora che, nonostante l'uscita del Piano di rientro, i tetti di spesa del personale nelle Aziende sono, di fatto, rimasti pressoch invariati e ci chiedono, in qualche modo, che dalla DGR che l'Assessore più volte ha descritto, si capisca non solo il fabbisogno di questo personale nel triennio, ma siano chiari, ASL per ASL, i contenuti dell'assunzione.
Presidente, mi faccia aggiungere ancora una cosa. Nel senso che solo per caso oggi sono l'interprete delle tante domande che hanno fatto i Consiglieri nell'audizione.
Loro lamentavano il fatto di non essersi poi incontrati con l'Assessore nelle trattative, ma la questione che vorrei che ci chiarisse l'Assessore è capire non solo a che punto sono le trattative, anche con le organizzazioni sindacali, ma se ha chiaro il quadro, ASL per ASL, dei fabbisogni del sistema sanitario. Se oltre i dati, una tantum, che ogni tanto escono, è vero che c'è una buona notizia, cioè che l'uscita dal Piano di rientro ha iniziato a far vedere le prime luci del mattino. Di fatto, alla fine, la cosa che emerge da questa audizione è chiarire dove, in qualche modo, si collocherà quell'alba e, finalmente, anche per quelle persone che in questo momento mi sembrano demotivate e stanno subendo la pressione addosso del quadro del sistema sanitario nella prima accoglienza (penso ai pronto soccorsi), ma che in realtà ci hanno descritto una situazione complicatissima anche in tutti i reparti, soprattutto quelli più delicati.
A che numeri possiamo puntare soprattutto quando sarà chiaro questo quadro delle assunzioni per tutto il territorio?



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Grimaldi.
La parola l'Assessore Sanità per la risposta



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Il fatto che vi sia carenza di personale sanitario mi sembra un fatto scontato. Lo ricordo perché spesso dimentichiamo che cosa è accaduto in passato: normalmente, pensiamo che sia possibile, dopo tanti errori compiere un miracolo dall'oggi al domani.
In data 10 febbraio 2014 la Giunta regionale (Amministrazione precedente) assume la decisione di bloccare il turnover al 50 per cento e al 100 per cento. Questa è la decisione.
Noi abbiamo iniziato a occuparci di questi temi - il collega lo sa perché è in maggioranza - cercando di uscire dal Piano di rientro, che non è una banalità, ma è un fatto formale.
Il primo risultato che abbiamo ottenuto, prima ancora dell'uscita dal Piano di rientro, grazie alle azioni che abbiamo assunto per quanto riguarda i programmi operativi, è stato lo sblocco del turnover, riferito esclusivamente al personale del ruolo sanitario (11 maggio 2015). Credo quindi, che tale azione vada ascritta al lavoro che tutti quanti abbiamo svolto.
A partire dal 2015 abbiamo dunque incominciato, in base ai risparmi e alle risorse che avevamo accantonato, a procedere con le assunzioni. È chiaro che, rispetto alla situazione che c'era nel 2010, la strada è ancora distante.
Successivamente, sono state assunte altre decisioni in termini di "tetti", con alcuni vincoli che non sono, evidentemente, disposizioni di questa Giunta, ma di una norma nazionale: per quanto riguarda il personale di tutte le Regioni, indipendentemente dal Piano di rientro (quindi coinvolge qualunque situazione abbia definito l'obiettivo di riduzione del costo del personale), viene stabilito un tetto dell'1,4 per cento rispetto ai valori del 2004. Come ho detto, è un tetto imposto in tutta Italia, che diventa vincolante. Sebbene alcune Regioni che godono di una buona situazione economica abbiano mosso delle osservazioni - se abbiamo i soldi e possiamo assumere, perché dobbiamo rispettare questo tetto? - questo tetto persiste.
Per quanto ci riguarda e con questo tetto, il blocco del personale amministrativo ci consente di rimodulare l'organizzazione, così come abbiamo fatto e confermato, a favore del comparto sanitario. È opportuno aggiungere un ulteriore elemento, perché non vorrei che ci fosse l'idea che questa Amministrazione regionale sia insensibile ai rapporti con le organizzazioni sindacali.
Il 13 febbraio 2017 - non sono sicuro della data - è stata assunta una deliberazione che ha indicato espressamente alle Aziende sanitarie le modalità per privilegiare le assunzioni tese a ridurre le forme contrattuali atipiche. Tale obiettivo è stato ribadito in una delibera del 24 marzo 2017, con la quale è stato recepito l'accordo sottoscritto il 10 marzo 2017 con le organizzazioni sindacali - tutte - del comparto sanità relativo al lavoro precario e alle politiche assunzionali. Noi stiamo applicando quell'accordo, recepito attraverso una delibera con le organizzazioni del comparto.
Tale accordo, in particolare, contiene indicazioni e disposizioni per le Aziende sanitarie al fine di evitare, innanzitutto, il reiterarsi dell'utilizzo improprio delle forme di lavoro flessibile (questione emersa e che, giustamente, le organizzazioni sindacali hanno richiesto e ottenuto). Inoltre, alle Aziende sanitarie è stato richiesto di avviare le procedure per la stabilizzazione del personale necessario per esigenze connesse al proprio fabbisogno stabile e ordinario. A tal fine, il 19 aprile 2017 è stato avviato dalla Regione un monitoraggio del personale precario operante presso le Aziende Sanitarie Regionali.
Si tratta di un accordo stipulato col sindacato che noi giudichiamo importante: è un primo passo concreto per limitare fortemente l'utilizzo di forme precarie di lavoro nel servizio sanitario, limitandolo ai casi specificatamente previsti e normati. Faccio anche notare - lo anticipavo ieri in Commissione - che, per quanto riguardo la stabilizzazione, sono stati assegnati alla Regione Piemonte 5,5 milioni di euro, come risulta dal riparto del fondo nazionale.
In conclusione, ci è perfettamente chiaro che esistono delle carenze. È altrettanto chiaro a tutti, indipendentemente dal ruolo, che l'uscita dal Piano di rientro non vuol dire che sono saltati i vincoli dell'1,4 per cento. È perfettamente chiaro a tutti che l'uscita dal Piano di rientro non ha consentito di stampare moneta: le risorse del fondo sanitario, ahimè sono sempre quelle! Tuttavia, l'operazione che si sta compiendo - quella innanzitutto, di privilegiare il comparto sanitario - consente evidentemente, di assumere: le Aziende stanno preparando il piano triennale e io le solleciterò a presentarlo quanto prima.
Ci tengo, però, a completare questa informazione con una considerazione importante: ieri la Città della Salute ha annunciato delle assunzioni.
Il bando adottato dalla Città della Salute è stato utilizzato anche da altre Aziende torinesi. Poco fa ho sentito il Direttore dell'ASL Torino e in merito alle assunzioni annunciate ieri (non ricordo il numero esatto che è stato indicato), l'Azienda di Torino ha dichiarato che quest'anno assumerà 85 infermieri. Per la TO5, invece, una prima stima si aggira intorno alle 25 unità; quindi avere a disposizione una graduatoria a seguito di concorso consente alle Aziende di poterla utilizzare e di poter assumere. Questo è già un aspetto importante, perché questo non è ancora avvenuto.
Quindi si sta mettendo in moto un processo teso a rafforzare la situazione. È chiaro che si tratta di un percorso tendenziale di crescita del personale. Quelli che sono andati in pensione vanno sostituiti, in più si tratta evidentemente di aumentare il numero, però con questa modalità: prima le forme di precariato, le forme interinali, ecc., perché questo diventa un fatto fondamentale e credo che sia un elemento che contraddistingue anche una maggioranza. A ogni modo, posso garantire che saranno fatte tutte le sollecitazioni per avere i Piani triennali, per all'interno di questi vincoli che sono noti.
Avendo visto i percorsi di riqualificazione della spesa da parte delle Aziende, i maggiori costi vanno finanziati, essendo fermo, ahimè - dico ahimè - il fondo sanitario, attraverso la capacità dell'Azienda e del sistema di recuperare risorse e quindi di efficientamento.
I territori hanno perfettamente chiaro che tutti gli spazi possibili di assunzioni devono essere utilizzati e sono stati anche invitati a fare tutte le operazioni di efficientamento finalizzate a finanziare l'operazione, cioè otto miliardi erano lo scorso anno, otto miliardi sono quest'anno, probabilmente otto miliardi saranno il prossimo anno, perch l'incremento che abbiamo avuto di un miliardo (nazionalmente) è stato un incremento vincolato ai fondi per i farmaci innovativi, l'epatite C e la stabilizzazione, quindi non c'è stato nessun incremento. Dunque uscire dal Piano di rientro vuol dire stesse risorse, equilibrio strutturale e attività da finanziare, che si finanziano certamente con l'efficientamento però l'indicazione di priorità è quella di assumere personale nel comparto sanitario.
È certo che l'aver bloccato da parecchio il turnover per il personale amministrativo ci consente sicuramente di procedere all'assunzione nel comparto sanitario. Posso soltanto aggiungere un elemento che avevamo già discusso: se faccio riferimento, ad esempio, alle OSS, dove c'è una grande necessità del sistema, il numero delle OSS oggi in servizio nel sistema sanitario è addirittura superiore a quello del 2010, mentre per quanto riguarda gli infermieri si è fermata la discesa che dal 2010 è avvenuta e incomincia in questa fase, attraverso l'astuzia di un'operazione anche di risalita, con questo obiettivo, di arrivare evidentemente ai dati del 2010.
Posso assicurare un impegno: ci metteremo in contatto continuo, cosa che facciamo, con le organizzazioni sindacali firmatarie di quell'accordo che hanno anche la titolarità dal punto di vista giuridico di firmare gli accordi.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 1797 presentata da Batzella inerente a "Quale futuro avrà l'ambulatorio odontoiatrico di Rivoli"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 1797.
La parola alla Consigliera Batzella per l'illustrazione.



BATZELLA Stefania

Grazie, Presidente.
Premesso che, in un'interrogazione presentata a marzo del 2016, avevo già interrogato e chiesto all'Assessore di fare chiarezza sulla possibile chiusura del servizio di odontoiatria e stomatologia del poliambulatorio di Rivoli, a oggi non si ha una risposta chiara sul futuro, non solo del servizio, ma anche dallo stesso poliambulatorio, dove ci sono diversi ambulatori, oltre a questo che ho appena citato, in via Piave n. 19 a Rivoli.
Teniamo conto che nel 2016 - volevo ricordarlo - le prestazioni delle attività totali effettuate nell'ambulatorio di Rivoli sono state di 3.748 tra l'altro in incremento (sono incrementate di oltre 150 prestazioni) rispetto all'anno precedente, quindi al 2015. C'è stato dunque anche un incremento delle prestazioni.
Rivoli conta 49.000 abitanti ed è quasi al pari della città di Collegno, pertanto è tra i Comuni che hanno una più alta densità demografica all'interno dell'ASL TO3, senza considerare i Comuni limitrofi che accedono al servizio.
Da un anno, i poliambulatori di odontoiatria dell'ASL TO3 sono stati attrezzati di una nuova fornitura in noleggio, composta da 15 riuniti odontoiatrici e accessori per l'odontoiatria ambulatoriale. La ditta affidataria è la Stend S.r.l. (Servizi Tecnologici Elettromedicali), a partire dal 1° ottobre 2016, per una durata di cinque anni, più due anni di eventuale rinnovo.
Il distretto di Rivoli, che al momento utilizza i vecchi riuniti, è stato escluso dalla nuova fornitura. Con la deliberazione del Direttore generale dell'ASL TO3 n. 920 del 2 dicembre 2016, è stato disposto l'affidamento diretto alla ditta Henry Schein Krugg S.r.l. del noleggio per un anno, a partire dal 1° dicembre 2016 fino al 30 novembre 2017, di due riuniti odontoiatrici nell'ambulatorio di via Piave n. 19 a Rivoli, per una spesa complessiva pari a euro 9.380,63 (IVA inclusa), ripartita in euro 9.014,63 per il noleggio dei 2 riuniti ed euro 366 per i manipoli.
Vista l'imminente scadenza - il prossimo 30 novembre, quindi manca poco più di un mese alla scadenza - a oggi nulla è stato comunicato a tutti gli operatori che lavorano nel poliambulatorio; ecco perché interrogo l'Assessore Saitta in questa sede per sapere se si intende garantire la continuità del servizio di odontoiatria a Rivoli, essenziale per i cittadini, soprattutto per quelle categorie e per le fasce più deboli, che non possono rivolgersi al privato e quindi si rivolgono a un servizio pubblico, alla scadenza del noleggio dei due riuniti odontoiatrici, che è prevista per il 30 novembre p.v. Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Saitta per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente.
L'attività di odontoiatria nel territorio dell'ASL TO3, come peraltro previsto dai LEA nazionali, è oggetto di interventi di riordino finalizzati a garantire adeguati e omogenei livelli di servizio a favore di tutti i cittadini residenti.
In particolare, presso i poliambulatori di Collegno e Grugliasco l'attività odontoiatrica è garantita con dotazioni tecnologico-strumentali recentemente rinnovate, mentre presso il Poliambulatorio di Rivoli (Via Piave), così come per la sede ambulatoriale di Druento, le apparecchiature in uso sono state oggetto di proroga; questo in considerazione della progettualità delle attività territoriali riconducibile alla realizzazione della Casa della Salute che, per l'Ambito distrettuale metropolitano Centro (che comprende i Comuni di Collegno, Grugliasco, Rivoli, Rosta e Villarbasse), avrà sede a Rivoli in Corso Francia.
Pertanto, nelle more della realizzazione alla Casa della Salute, si conferma che verrà garantita la continuità del servizio di odontoiatria presso la struttura di Via Piave.


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta")

Interrogazione a risposta immediata n. 1799 presentata da Andrissi inerente a "Criticità delle case della salute in ambito alpino: Preglia frazione di Domodossola"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 1799, per l'illustrazione della quale ha la parola il Consigliere Andrissi.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Parliamo effettivamente di politica sanitaria territoriale. Sappiamo che il Patto della salute 2014-2016 prevedeva appunto la realizzazione di questi presidi sanitari (le case della salute) diffusi sul territorio regionale.
Sappiamo anche, però, che in ambito alpino il territorio è molto particolare: è un territorio molto esteso, con difficoltà di percorrenza delle strade e quindi con tempi di percorrenza prolungati e con una densità abitativa molto bassa.
Di fatto, la casa della salute di Preglia obbliga i cittadini della Val Vigezzo, della Val Antigorio, della Val Formazza e della Val Divedro a spostamenti impegnativi.
In pratica, quindi, con la delibera del 29 giugno 2015 - delibera appunto, il cui titolo era "Interventi regionali e linee di indirizzo per lo sviluppo del nuovo modello organizzativo dell'Agenzia dell'assistenza primaria" - ci si dava questo obiettivo di intervenire sulle cronicità fortemente in crescita, soprattutto nella popolazione anziana: crescita dovuta a un aumento dei fattori inquinanti che portano all'incremento delle patologie degenerative e ovviamente all'avanzamento dell'età.
Voi capite, però, che fondamentali per fare delle case della salute che abbiano una funzionalità sono la vicinanza d'accesso e la realizzazione di una rete tra i medici di base.
Allora, segnalo all'Assessore che i medici di base di queste vallate hanno tre sistemi operativi e informativi diversi, che non colloquiano tra di loro: quindi, anche già dal punto di vista informatico, creiamo delle difficoltà.
In più, se obblighiamo i pazienti cronici di queste vallate a scendere a Preglia, che è praticamente il prolungamento dell'abitato di Domodossola chi conosce la situazione logistica dalla Val d'Ossola e di questa valle laterale capisce che effettivamente la Casa della salute di Preglia crea delle problematiche di gestione, porta a una riduzione dell'assistenza dei medici di medicina generale nelle vallate e a un diradamento della loro presenza capillare sul territorio.
Noi crediamo quindi che per fare del bene e migliorare l'assistenza sanitaria in questo territorio montano, che ha delle caratteristiche molto peculiari, bisognerebbe andare proprio in direzione opposta.
Chiediamo pertanto all'Assessore quali sono gli interventi volti a mantenere l'assistenza dei medici di medicina generale sul territorio di queste vallate.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Andrissi.
Per la Giunta regionale, risponde l'Assessore Saitta; prego.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Innanzitutto la Casa della salute oggetto dell'interrogazione presentata non si trova nel Comune di Domodossola, ma in quello di Crevoladossola, Comune con cui l'ASL VCO ha sottoscritto un contratto per l'utilizzo di una struttura di proprietà comunale.
Detto ciò, voglio ricordare come la realizzazione delle case della salute - e, nello specifico, di quella di Crevoladossola - nulla toglie alla presenza della rete degli ambulatori diffusa sul territorio, che sono e saranno mantenuti nella loro capillarità per la grande efficacia che hanno dimostrato.
Istituire le case della salute - lo dico perché poi c'è sempre una forzatura, ma ieri il collega ha anticipato questa sua opinione - non significa che vengono meno gli studi professionali dei singoli medici: al contrario.
Quella di Crevoladossola rappresenta un punto di riferimento per i cittadini che potranno trovare, oltre alla presenza continuativa dei medici di medicina generale, anche altre professioni utili per la presa in carico del monitoraggio delle patologie croniche. La dotazione tecnologica di base, inoltre, sarà utile per garantire prestazioni diagnostiche di base direttamente sul posto.
Più in dettaglio, l'ASL VCO negli ultimi mesi ha operato per rendere la propria organizzazione territoriale coerente con il nuovo modello di assistenza. In primo luogo sono stati variati gli ambiti territoriali di scelta dei medici di medicina generale: una scelta discussa e condivisa sia con i rappresentanti dei medici stessi sia con i Comitati dei Sindaci di Distretto. Il nuovo ambito territoriale comprende i Comuni della Valle Vigezzo, della Valle Antigorio, della Valle Formazza, della Valle Divedro più il Comune di Montecrestese, per un totale di circa 20.000 abitanti; e al suo interno operano quattordici medici di medicina generale.
È stato inoltre sottoscritto - e di questo sono molto contento - in attesa dell'accordo nazionale sul CCNL dei medici di famiglia, un accordo aziendale (quindi una sorta di anticipazione utile, che tra l'altro fa da apripista) con le organizzazioni sindacali dei medici di medicina generale che prevede, in ciascun ambito territoriale, la costituzione di un'aggregazione funzionale e territoriale dei medici, con l'obbligo di coordinare l'orario di apertura degli ambulatori tra i diversi punti in modo da consentire una copertura dalle 8.00 alle 20.00, e che prevede la messa in rete degli ambulatori per la condivisione delle schede dei pazienti. In questo modo, in caso di necessità e di urgenze, il cittadino può rivolgersi, durante la giornata, al medico che opera in quel momento.
L'ASL VCO ha, infine, avviato altri progetti, in modo da garantire a tutti i cittadini medesima opportunità assistenziale, come la Radiologia domiciliare attivata in tutto il territorio dal mese di maggio, ed il progetto sperimentale "Consenso", che interessa anche alcuni dei Comuni della Valle Antigorio e Formazza. L'intervento e lo sviluppo della medicina territoriale, dunque, non avviene esclusivamente con le case della salute e con i medici presenti strutturalmente, ma coinvolge la totalità dei medici di medicina generale, utilizzando sistemi tecnologici e informatici disponibili sia in ambulatorio sia a domicilio.
Grazie.


Argomento: Assistenza farmaceutica (organizzazione, servizi ecc.

Interrogazione a risposta immediata n. 1800 presentata da Bono, inerente a "Sensori glicemici Medtronic Elite: ritardi nella consegna?"


PRESIDENTE

Esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 1800.
La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Diversi utenti dei servizi diabetologici della Regione Piemonte ci hanno segnalato un problema con la distribuzione di questo specifico sensore glicemico di una casa farmaceutica (di cui non citerò il nome) come ritardi di diversi mesi nella consegna. Questo avrebbe creato diverse difficoltà a trovare poi un sostituto adatto, per quanto riguarda l'autorivelazione della glicemia, che ovviamente è un presidio sanitario di controllo e poi strumento per l'intervento terapeutico, cioè l'auto somministrazione di insulina, fondamentale per i pazienti diabetici. Un tale disservizio ci risulta che si prolunghi da circa sette mesi.
Non siamo a conoscenza delle motivazioni, senonché l'azienda abbia difficoltà momentanee nelle linee di produzione dovute a un incremento degli ordinativi, forse collegati anche all'utilizzo di un particolare sensore che serve per interrompere l'infusione di insulina basale, quando prevede l'approssimarsi di ipoglicemia, quindi una funzione salvavita.
Quindi parliamo anche di sensori e microfusori collegati proprio per permettere il controllo contino dei livelli di glicemia.
In questo caso, quindi, vorremmo sapere se ci sono informazioni da parte l'Assessorato e se ci sono delle novità per quanto riguarda la fornitura di detto infusore.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Bono.
La parola all'Assessore Saitta per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Presso l'Assessorato alla sanità non è arrivata alcuna segnalazione, n da parte delle ASL né da parte di cittadini e di utenti, in merito alla mancata fornitura, da parte dell'azienda produttrice, dei sensori glicemici Medtronic, quelli citati nell'interrogazione.
Tuttavia, essendo la prima segnalazione su questo tema, proprio per approfondire maggiormente la questione, il Settore competente dell'Assessorato ha provveduto questa mattina a inoltrare una richiesta di chiarimenti all'azienda. Sarà mio impegno fornire ulteriori spiegazioni in seguito, non appena la Giunta entrerà in possesso di maggiori elementi per la risposta.
Grazie.



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata.



(Alle ore 15.21 la Presidente dichiara esaurita la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata)



(La seduta ha inizio alle ore 15.23)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAUS



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Richieste di modifica dell'o.d.g.


PRESIDENTE

Do atto che l'o.d.g. è stato comunicato con la convocazione.
Chiedo se vi siano proposte di modifica.
Ha chiesto la parola il Consigliere Ottria; ne ha facoltà.



OTTRIA Domenico

Chiedo sia messa in discussione, oggi, come avevo anticipato, la mozione n. 1212, "Accorpamento dell'Asl e dell'Aso di Alessandria" presentata da Ravetti, Appiano, Barazzotto, Baricco, Boeti, Chiapello Corgnati, Gariglio, Allemano, Mighetti, Ottria, Rossi, Valle, Giaccone Grimaldi, Monaco, Motta.



PRESIDENTE

È già iscritta. Vuole un'inversione?



OTTRIA Domenico

Sì.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Come ho già anticipato con una mail inviata alle ore 11.28 di oggi chiederei di avere delle comunicazioni della Giunta regionale sulla situazione incendi in Piemonte ed in particolare in Val di Susa comunicazioni dell'Assessore Valmaggia, che al momento non vedo presente.



PRESIDENTE

In merito alla situazione di emergenza che si sta verificando.



FREDIANI Francesca

In merito alla grave situazione relativa agli incendi che si stanno sviluppando e che, purtroppo, non sono ancora domati in vaste aree del Piemonte.



PRESIDENTE

Appena vedo l'Assessore Valmaggia glielo chiedo.
Ha chiesto la parola il Consigliere Mighetti; ne ha facoltà.



MIGHETTI Paolo

Solo per facilitare i lavori. Poiché è prevista una votazione, con tanto di schede, sulla convalida del Consigliere Ravello, chiedo se pu essere spostato il punto di presentazione della convalida, in modo che poi ci sia lo scrutinio mentre noi proseguiamo con i lavori.



PRESIDENTE

Cioè, l'anticipiamo. Lo mettiamo come primo punto.
Se per l'Aula va bene, suggerirei di anticiparlo e metterlo al primo punto. Intanto, approfitto per dire che ho ricevuto una telefonata qualche giorno fa dal Consigliere Ravello, il quale comunicava che oggi non è presente, per un impegno personale. Ci teneva a darne la comunicazione ai colleghi.
In seguito alla proposta di inversione del collega Ottria, la mozione n.
1212, "Accorpamento dell'ASL e dell'ASO Alessandria", la anticipiamo al primo punto degli atti di indirizzo.



(L'Assemblea, tacitamente, acconsente)



PRESIDENTE

L'o.d.g. è approvato, così come modificato, ai sensi dell'articolo 58 del Regolamento interno del Consiglio regionale.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo Balocco, Baricco, Boeti, Caputo, Chiamparino e Reschigna.


Argomento:

b) Processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

Sono a disposizione e riproducibili, su richiesta, i processi verbali delle sedute del 17 e del 18 ottobre 2017.


Argomento:

c)Assegnazione temporanea funzioni di Vicepresidente


PRESIDENTE

Con decreto n. 58 del 23 ottobre 2017, il Presidente della Giunta regionale, Sergio Chiamparino, stabilisce che, ai soli fini dello svolgimento dei lavori della seduta del Consiglio regionale odierna, le funzioni del Presidente siano assegnate, stante il contemporaneo impedimento dello stesso e del Vicepresidente, all'Assessore Alberto Valmaggia.


Argomento:

d) Comunicazioni della Giunta regionale


PRESIDENTE

Comunico che, in seguito alla richiesta da parte della Consigliera Frediani, l'Assessore Valmaggia farà le sue comunicazioni alle ore 17, in modo da raccogliere ancora un po' di dati e fare una comunicazione puntuale e precisa.


Argomento:

Approvazione processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Approvazione processi verbali precedenti sedute", comunico che sono stati approvati i processi verbali del 10 ottobre 2017.


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni

Esame proposta di deliberazione n. 271, inerente a "Convalida dell'elezione del Consigliere regionale Roberto Ravello (ai sensi dell'articolo 17 della legge 17 febbraio 1968, n. 108, e dell'articolo 36, comma 2, dello Statuto della Regione Piemonte e degli articoli 17 e 18 del Regolamento interno del Consiglio regionale)"


PRESIDENTE

Procediamo pertanto con l'esame della proposta di deliberazione n. 210 di cui al punto 6) all'o.d.g.
Do ora la parola al Consigliere Mighetti, in qualità di Presidente della Giunta per le elezioni, le ineleggibilità, le incompatibilità e le insindacabilità, che svolgerà la relazione dell'istruttoria della Giunta in merito alla condizione del Consigliere Roberto Ravello, al fine della convalida della elezione.



MIGHETTI Paolo

Grazie, Presidente.
Siamo giunti al termine di un percorso che doveva essere chiuso nel 2014, mentre siamo arrivati a chiuderlo nel 2017.
Conosciamo tutte le vicende legate alla questione delle convalide pertanto andrò a relazionare in merito a ciò che è stato fatto nella Giunta per le elezioni, riguardo all'istruttoria per la convalida del Consigliere Ravello.
Ai sensi dell'articolo 18, comma 3, del Regolamento interno del Consiglio regionale, la Giunta per le elezioni, le ineleggibilità, le incompatibilità e le insindacabilità si è riunita in data 12 ottobre 2017 per esaminare la condizione del Consigliere Roberto Ravello, proclamato il 27 luglio 2017, per accertare se sussistano cause di incandidabilità ineleggibilità o incompatibilità nei suoi confronti.
Il Consigliere Ravello ha dichiarato, ai sensi dell'articolo 47 del DPR 445/2000 e su apposito modulo predisposto dalla Giunta per le elezioni, le cariche ricoperte nell'anno precedente alla data della presentazione della candidatura, le cariche ricoperte alla data attuale, nonché l'insussistenza di cause di incandidabilità di cui all'articolo 7 del decreto legislativo 235/2012 e degli articoli 143, comma 11 e 248 comma 5, del decreto legislativo 267/2000.
Sulla scorta di tale dichiarazione, la Giunta per le elezioni ha esaminato le cariche attualmente ricoperte dal Consigliere: Amministratore della Società Polaris Holding S.r.l. e Polaris HR S.r.l., entrambe con sede legale e operativa in Lombardia.
È stata esaminata la possibile incompatibilità, ai sensi dell'articolo 3, comma 1, n. 2 della legge 154/1981, concernente l'amministratore di società che abbia parte direttamente o indirettamente in servizi, esazioni di diritti, somministrazioni o appalti nell'interesse della Regione, ovvero in società e imprese volte al profitto di privati, sovvenzionate da detto Ente in modo continuativo, quando le sovvenzioni non siano dovute in forza di una legge dello Stato o della Regione.
Per escludere tale incompatibilità e valutare i rapporti tra la Regione Piemonte e le società Polaris Holding S.r.l. e Polaris HR S.r.l. è stata richiesta una dichiarazione delle due società. I rappresentanti legali delle suddette società hanno attestato che le stesse non hanno parte in servizi, esazione di diritti, somministrazione appalti nell'interesse della Regione Piemonte né ricevono da essa sovvenzioni in modo continuativo.
Poiché dall'istruttoria effettuata non risultano sussistenti cause di ineleggibilità, incandidabilità o incompatibilità con la carica di Consigliere regionale, la Giunta per le elezioni all'unanimità ha deliberato la proposta al Consiglio regionale di convalida del Consigliere Roberto Ravello, ai sensi dei succitati articoli 36 dello Statuto e articoli 17 e 18 del Regolamento interno. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Mighetti.
Propongo al Consiglio di procedere conformemente alla proposta e con votazione a scrutinio segreto alla convalida del Consigliere Roberto Ravello.
Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Ovviamente non ho nulla da dire rispetto alla nomina. Vi è solo un aspetto, ascoltando la relazione del Presidente Mighetti, soprattutto in un passaggio, in cui si evidenzia che le aziende hanno segnalato l'inesistenza di incompatibilità con la carica di Consigliere, se non ho capito male.



(Commenti fuori microfono)



VIGNALE Gian Luca

Allora ho capito male. Lo dico soltanto perché, in caso contrario questo è preoccupante, nel senso che il collega Allemano piuttosto che il collega Bono - lo dico perché lavorano per la più grande azienda della Regione Piemonte - avrebbero problemi a svolgere questo aspetto.
Quindi, se ho capito male, chiedo scusa; volevo solo che fosse messo a verbale, nel senso che la norma prevede in modo esplicito quali solo le condizioni di incandidabilità e ineleggibilità, ad esempio quello di essere un dipendente regionale, che è la più classica, salvo il fatto mettersi in aspettativa e molte altre. Ma sono poche le cause, per cui lo dico per evitare poi di trovarci in difficoltà.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Mighetti.



MIGHETTI Paolo

Com'è avvenuto anche per altri Consiglieri, essendo stato dichiarato dal Consigliere Ravello di far parte di queste due società, i rappresentanti legali delle società hanno attestato che le stesse non hanno parte in servizi, esazioni di diritti, somministrazioni o appalti nell'interesse della Regione Piemonte né ricevono da essa sovvenzioni in modo continuativo.
Queste sovvenzioni non devono essere date dalla Regione Piemonte a queste società al di fuori di previsione di legge dello Stato e delle Regioni.
Quindi, la ratio della normativa è che non siano sovvenzionate con delle liberalità o delle sovvenzioni continue alla singola azienda privata.
La ratio della normativa riferita alle aziende private che percepiscono sovvenzioni della Regione è sostanzialmente questa. Era già stata valutata anche per altri Consiglieri che effettivamente avevano dichiarato di essere membri di società.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Non è una discettazione fra me e il collega Mighetti, perché avevo fatto attenzione proprio a questo passaggio. La relazione dice che gli amministratori delegati o i legali rappresentanti hanno attestato che le due società non hanno una serie di aspetti, cioè non svolgono servizi per la Regione Piemonte, salvo ovviamente quanto previsto dalla norma. Partendo dal presupposto, com'è noto ai colleghi, che non possiamo dare contributi ad aziende, quindi non stiamo parlando neanche di un ente no profit, perch è evidente che questo non può avvenire. Può avvenire che, invece, una persona che si candida a fare il Consigliere regionale svolga un ruolo anche di dipendente o anche di più che dipendente, all'interno di un'azienda che svolge servizi nei confronti della Regione Piemonte, perch molto banalmente ha partecipato a una gara di servizi, di costruzione, di qualunque cosa e l'ha vinta.
Lo dico solo per questo motivo e faccio un esempio banale, perché non credo interessi nessun collega. Se un dipendente della SORIS si vuole candidare a fare il Consigliere regionale, oppure se un dipendente di una società di servizi intende candidarsi alla carica di Consigliere regionale non mi risulta che la nostra normativa gli vieti di poterlo farlo.



PRESIDENTE

È solo per i poteri di rappresentanza o di coordinamento.



VIGNALE Gian Luca

Esattamente.
Si proceda alla distribuzione delle schede.
Nomino scrutatori i Consiglieri Bertola e Molinari.
Prego la Consigliera Segretaria Motta di procedere all'appello nominale.



(La Consigliera Segretaria Motta effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione è terminata.
Sono stati effettuati due appelli nominali.
Procediamo allo spoglio delle schede.


Argomento:

Richieste di modifica dell'o.d.g. (seguito)


PRESIDENTE

Consigliere Vignale, desidera intervenire sulla richiesta di inversione punti proposta dal Consigliere Ottria? Prego, ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Io sono contrario non relativamente al merito dell'atto (poi, quando entreremo nel vivo della discussione, dirò cosa penso di quella mozione) ma per un motivo molto banale: i colleghi Ottria e Ravetti, in modo assolutamente legittimo - ci mancherebbe! - la scorsa settimana hanno indetto una conferenza stampa nella quale hanno comunicato che avrebbero presentato una mozione al Consiglio regionale; mozione che nei successivi 30 giorni sarebbe stata approvata, eccetera, eccetera.
Considerato che anche noi, ogni tanto, chiediamo delle iscrizioni di mozioni e, quando siamo fortunati, soltanto dopo due, tre o quattro mesi riusciamo a discuterle, o si sancisce un principio per cui ogni Gruppo consiliare ha diritto a chiedere l'iscrizione all'o.d.g. di una mozione e nei 15 giorni successivi si affronta la relativa discussione, oppure, non avendola neppure discussa nella scorsa Conferenza dei Capigruppo, si fa come facciamo tutti: cioè iscriviamo l'atto di indirizzo (su quello nulla osta) e se nella futura Conferenza dei Capigruppo il Partito Democratico indicherà come priorità di discussione degli atti d'indirizzo questo atto la affronteremo, ci mancherebbe.



PRESIDENTE

Grazie.
Io, però, non posso impedire ai colleghi di chiedere un'inversione punti all'o.d.g.
A meno che i colleghi di maggioranza non cambino idea, devo per forza mettere in votazione la richiesta di inversione punti all'o.d.g.
Ha chiesto la parola il Consigliere Pichetto; ne ha facoltà.



PICHETTO FRATIN Gilberto

Di questi temi si è già discusso nella Conferenza dei Capigruppo (non mi rivolgo a lei, ma alla maggioranza).
A lei posso solo dire, a questo punto, di evitare di convocare la Conferenza dei Capigruppo se proprio la maggioranza si trova, a ogni Consiglio, a chiedere un'inversione punti all'o.d.g.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Ottria; ne ha facoltà.



OTTRIA Domenico

Capisco le motivazioni espresse dal collega Vignale. Mi sembra un pochino paradossale, però, il fatto che proprio lui, che reclama sempre che in Consiglio regionale non si discuta abbastanza di programmazione sanitaria, si opponga a questa richiesta. La giudico un'occasione persa nella sostanza, più che nella forma.
Credo che la necessità di accelerare i tempi sia dettata proprio dall'esigenza di poter programmare al meglio il futuro della sanità nella nostra provincia, viste le scadenze imminenti legate ai mandati delle Direzioni delle due Aziende che - ricordo - scadranno la prossima primavera.



PRESIDENTE

In conclusione, Consigliere Ottria, conferma la richiesta di inversione punti all'o.d.g.?



OTTRIA Domenico

Sì, la confermo.



PRESIDENTE

Va bene.
Poniamo in votazione la richiesta del Consigliere Ottria di invertire il punto 15) all'o.d.g., relativo alla mozione n. 1212, "Accorpamento dell'ASL e dell'ASO di Alessandria", avente come primo firmatario il Consigliere Ravetti, per portarla al primo punto dopo le proposte di legge e precisamente al punto n. 9).
Chi è d'accordo per l'inversione deve votare "sì".
Il numero legale è 24.
Indìco la votazione palese sulla richiesta di inversione di punti all'o.d.g.
Il Consiglio approva.


Argomento: Ordinamento regionale

Proseguimento esame disegno di legge n. 253, inerente a "Legge annuale di riordino dell'ordinamento regionale. Anno 2017"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame del disegno di legge n. 253, inerente a "Legge annuale di riordino dell'ordinamento regionale. Anno 2017", di cui al punto 3) all'o.d.g.
Nella seduta pomeridiana del 18 ottobre scorso è terminato l'esame dell'articolato. Non essendoci state dichiarazioni di voto, si è passati a esaminare l'atto di indirizzo collegato.
Resta da votare l'intero testo.
Do lettura della nota di coordinamento (già caricata) del disegno di legge 253 "Legge annuale di riordino dell'ordinamento regionale. Anno 2017": "A seguito dell'approvazione dell'articolo disegno di legge 253, gli Uffici hanno predisposto un testo con articoli rinumerati in base alla materia trattata. Il disegno di legge approvato conta 163 articoli. In particolare, rispetto al testo licenziato, al Capo I e al Capo XI sono state create le specifiche sezioni pertinenti alle materie trattate dai singoli articoli. Tutti gli articoli relativi alle disposizioni in materia di personale sono stati riportati all'interno del Capo IV. L'articolo ex 98 undecies e ora 118 è stato inserito all'interno del Capo IX 'Trasporti' per attinenza di materia. A seguito di una comunicazione pervenuta dagli uffici della Giunta regionale, si è provveduto a modificare la rubrica dell'articolo 16 bis della legge regionale 38/2006, come modificato dall'articolo ex 46 e ora 64, da sospensione dell'autorizzazione a violazione dell'obbligo formativo, alla luce del nuovo contenuto normativo dell'articolo 16 bis".
Indìco la votazione per appello nominale sull'intero testo di legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 37 Consiglieri votanti 30 Consiglieri hanno votato SÌ 23 Consiglieri si sono astenuti 7 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 7 Consiglieri L'intero testo di legge è approvato.
Sia riportato a verbale il voto di astensione della Consigliera Frediani.


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni

Esame proposta di deliberazione n. 271, inerente a "Convalida dell'elezione del Consigliere regionale Roberto Ravello (ai sensi dell'articolo 17 della legge 17 febbraio 1968, n. 108, e dell'articolo 36, comma 2, dello Statuto della Regione Piemonte e degli articoli 17 e 18 del Regolamento interno del Consiglio regionale)" (seguito)


PRESIDENTE

Colleghi, in merito alla proposta di deliberazione n. 271, proclamo convalidata l'elezione del Consigliere Roberto Ravello.


Argomento: Consulte, commissioni, comitati ed altri organi collegiali

Esame proposta di deliberazione n. 269, inerente a "Presa d'atto del Regolamento interno del Consiglio delle Autonomie Locali ai sensi dell'articolo 9 della legge regionale 7 agosto 2006, n. 30 'Istituzione del Consiglio delle Autonomie Locali (CAL) e modifiche alla legge regionale 20 novembre 1998, n. 34 (Riordino delle funzioni e dei compiti amministrativi della Regione e degli enti locali)"


PRESIDENTE

Esaminiamo ora la proposta di deliberazione n. 269 di cui al punto 4) all'o.d.g.
Posso mettere subito in votazione la proposta di deliberazione?



(L'Assemblea, tacitamente, acconsente)



PRESIDENTE

Bene.
Indìco la votazione palese sulla proposta di deliberazione n. 269, il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso..
Il Consiglio approva.


Argomento: Contratti ed appalti

Esame proposta di deliberazione n. 210, inerente a "Applicazione del Protocollo d'intesa recante 'Linee guida in materia di appalti pubblici e concessioni di lavori, forniture e servizi'" approvato con DGR 30 maggio 2016 n. 13-3370" delle funzioni e dei compiti amministrativi della Regione e degli enti locali)"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame della proposta di deliberazione n. 210, di cui al punto 5) dell'o.d.g. e all'atto d'indirizzo collegato.
. Ordine del giorno n. 1168 "Applicazione e rispetto delle disposizioni contenute nel protocollo di intesa "Linee guida in materia di appalti pubblici e concessioni di lavori, fornitura e servizi" e direttive volte alla sua attuazione" presentato da Frediani, Andrissi, Bertola Bono, Campo Mighetti, Valetti.
La parola al Consigliere Grimaldi.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Credo di aver sottoposto il Consiglio a evidente stress sulla materia.
Non solo su questa materia, ma diciamo che su questa ho provato in qualche modo più volte a non fermarmi ai question time, alle tante vicende che ho portato qua in Aula. Il tema è quello della giusta retribuzione dell'uscita dai massimi ribassi e dell'entrare un po' dentro una materia molto complessa.
Diciamoci la verità: da quando è stato sottoscritto il protocollo di intesa fra Regione e sindacati, questa vicenda è rimbalzata più volte in quest'Aula, per diversi motivi.
Il primo. È vero che le clausole sociali vengono in qualche modo inserite nei bandi, ma la scelta di continuare a prendere in considerazione offerte economicamente vantaggiose, nella cui parte economica comprenda un taglio delle ore spesso superiore al 10-15 per cento fisiologico in alcune gare, a cosa porta? Spesso porta a delle clausole sociali del tutto fittizie, nel senso che spesso si chiede alle persone di lavorare per meno di venti ore a settimana, quindi magari di essere reinserite con un taglio delle ore del 30-40 per cento e si arriva a condizioni, non solo di sottoccupazione, ma di povertà (e non sto parlando di povertà relativa, ma di livelli che sfiorano anche stipendi sotto il 600 euro al mese).
Succede - altra vicenda ovviamente assai grave - che in alcuni casi non si tenga neanche conto del principio dell'offerta economicamente vantaggiosa. Abbiamo portato un caso poche settimane fa, in cui addirittura si faceva il contrario di quanto detto nel protocollo di intesa, cioè che 70 devono essere i punti, data la parte tecnica, non certo a quella economica. Ne abbiamo discusso con il Direttore dell'ASL TO1 e TO2 proprio qualche settimana fa.
Succede, e lo dico alla Giunta, perché poi è un po' questo che ci ha portato a fare quest'ulteriore deliberazione, che giustamente i dirigenti e di direttori di tutte le stazioni appaltanti dicono: "Abbiamo rispettato la norma; l'ANAC ci dice che abbiamo fatto tutto in regola; stiamo dentro i contratti collettivi nazionali"; ma non tenendo conto di un altro punto del protocollo d'intesa che dice "quelli di maggior favore in quel settore" perché di contratti collettivi nazionali, anche firmati delle organizzazioni maggiormente rappresentative, ce ne sono tanti. Ce n'è uno in particolare, quello dei servizi fiduciari, che anche se firmato delle organizzazioni maggiormente rappresentative, ha una paga oraria indecorosa.
Allora, qual è l'oggetto della deliberazione? Noi pensiamo che dopo il continuo ripetersi di casi identici, l'unico modo per dimostrare che non è impossibile arrivare a gare economicamente vantaggiose, in cui venga stralciato il costo del lavoro, sia dare degli obiettivi anche ai nostri dirigenti e direttori.
Qual è il senso dell'operazione che con diversi colleghi del Partito Democratico e del centrosinistra abbiamo costruito? L'idea è di mettere nel piano delle performance, anche degli indicatori sociali di questo protocollo. Qual è il punto? Ma noi possiamo dire solo ai nostri dirigenti che l'unico loro obiettivo è fare efficienza, senza tener conto che quell'efficienza non può essere fatta sulle spalle dei lavoratori? Perché a quei dirigenti che cosa abbiamo chiesto? Lo dicevamo al direttore della Venaria: "Lei farebbe lo stesso lavoro per il 30 per cento del reddito in meno? Lo farebbe?" Io credo di no; tant'è vero che lui veniva dal Polo reale e guadagnava di più di quanto guadagna alla Venaria, e allora che cosa ha chiesto giustamente, al Ministero? L'adeguamento del suo stipendio.
Allora, è possibile continuare a chiedere, per lavare le stesse superfici, pulire spesso gli stessi metri quadri e la stessa prestazione il 15-20 per cento, il 30 per cento delle ore in meno? Secondo me, no! E allora noi chiediamo semplicemente che questo punto venga aggiunto al protocollo di intesa ma, soprattutto, non è tanto modificare quello che è un oggetto che serve ai sindacati per far pressione, ma di avviare un'interlocuzione con i nostri dirigenti nel loro piano delle performance che, ricordo, fa la Giunta, ed è un piano rinnovabile di anno in anno.
Dovremmo dirlo a tutti i nostri dirigenti e a tutti i direttori delle nostre partecipate, comprese le ASL. In questo ringrazio anche il Movimento 5 Stelle, per averlo reso ancora più dettagliato nella discussione fatta in Commissione, perché noi lo sottintendevamo, visto che faceva parte del protocollo d'intesa, ma abbiamo fatto bene a specificare punto per punto.
Noi crediamo che in questo piano ci debba essere una clausola vera e sociale, ma nel senso della responsabilità sociale dei nostri dirigenti e delle stazioni appaltanti.
Per questo, siamo molto soddisfatti anche dell'interlocuzione con la Giunta e ringrazio l'Assessore Reschigna per aver definito con noi gli emendamenti che abbiamo presentato in Commissione e per portare avanti questa lotta, ovviamente contro il lavoro sottopagato e per la giusta retribuzione nelle nostre partecipate e nelle ASL.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Mighetti; ne ha facoltà.



MIGHETTI Paolo

Vede, Presidente, sul merito noi condividiamo le istanze illustrate dal Consigliere Grimaldi, ma secondo noi il problema è un po' il metodo. Quando un Consigliere regionale viene in un'Assemblea legislativa, dovrebbe anche interrogarsi sulle proposte legislative che fa e sulla loro effettiva capacità di agire nel panorama economico e sociale della nostra Regione.
In questa delibera, noi chiediamo di inserire, come obiettivo per i dirigenti delle società partecipate della Regione, quello che è un obbligo di legge.
Se noi andiamo all'articolo 50 del Codice degli appalti, che recita "Clausole sociali del bando di gara e degli avvisi", scopriamo, in qualche bel sito che fa riferimento anche alle modifiche fatte nei primi mesi dopo l'emanazione del decreto legislativo, che le parole "possono inserire" sono state sostituite da "inseriscono".
"A livello di bandi di gara si inseriscono specifiche clausole sociali volte a promuovere la stabilità occupazionale del personale impiegato prevedendo l'applicazione, da parte dell'aggiudicatario, dei contratti collettivi di settore, di cui all'articolo.", e poi "i servizi ad alta densità di manodopera sono quelli nei quali il costo della manodopera è pari almeno al 50 per cento dell'importo totale del contratto".
Il concetto che vogliamo ribadire in questa sede è che noi abbiamo fatto un protocollo.
È necessario fare una delibera su questo protocollo? È un atto legislativo idoneo? Sinceramente, non ne siamo profondamente convinti.
Siamo convinti che questo sia un atto deliberativo, un atto di indirizzo e quindi, dal punto di vista degli intenti, siamo perfettamente d'accordo, ma dal punto di vista prettamente formale e logistico lo siamo molto meno anche perché da domani potremmo fare la stessa cosa con altre questioni che magari sono care al nostro Gruppo, come quella illustrata dal Consigliere Grimaldi.
Per questo motivo abbiamo questi dubbi, che abbiamo manifestato in Commissione e manifestiamo oggi in Aula.
Detto questo, siamo sensibili all'argomento e sappiamo quali sono le oggettive difficoltà nell'andare a stabilire delle regole che possano effettivamente tutelare gli operatori che svolgono lavori in ambito di appalto, specialmente se questi lavori sono molto dipendenti dalla manodopera. Sappiamo anche che cosa è avvenuto in questi anni; sappiamo che traversie ha subito il Codice degli appalti; sappiamo qual è, per esempio la problematica legata al costo dalla manodopera (costo della manodopera che in un certo periodo è stato scorporato dal dall'appalto soggetto al ribasso); sappiamo anche che questa modalità di lavoro non è più possibile perché dichiarata illegittima.
Noi ci auguriamo che questi protocolli funzionino perfettamente, per non siamo adusi a essere dei sognatori in merito alla funzionalità di questi protocolli e alla funzionalità di questa delibera, che probabilmente non riusciranno ad avere il risultato che, magari, un legislatore a livello nazionale si attendeva e che un legislatore regionale difficilmente potrebbe riuscire a raggiungere con questi atti.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Appiano; ne ha facoltà.



APPIANO Andrea

Grazie, Presidente.
Ero incerto se intervenire e aggiungere alcuni elementi all'illustrazione della proposta di deliberazione, però, alla luce del dibattito che si sta sviluppando, credo sia utile e necessario ribadire le ragioni per cui si è deciso di sottoscrivere una proposta di deliberazione da portare all'attenzione dell'Aula.
Siamo ben consapevoli della differenza tra un atto di indirizzo, una mozione, un ordine del giorno, una deliberazione e una legge, quindi abbiamo scelto scientemente la forma della proposta di deliberazione perché riteniamo che sia importante che quest'Aula, che ha una funzione di indirizzo e di programmazione, faccia propri, con un atto formale che indirizza intanto a sé stessa, questo principio e alcuni punti cardine contenuti nel protocollo d'intesa.
È vero che esiste il Codice degli appalti; è vero che esiste tutta una normativa in materia; è vero che non ci inventiamo in quest'Aula le clausole sociali, perché in assenza o in presenza di questa deliberazione le clausole sociali esistono, ma è altrettanto vero che in molti appalti abbiamo assistito a un rispetto meramente formale di queste disposizioni di legge, mentre quello che noi vogliamo inserire è un contenuto ulteriore, un dettaglio che aggiunge, precisa e dettaglia che cosa intendiamo noi per clausole sociali e non solo.
Nel fare questo richiamiamo un atto che, tra l'altro, è già stato sottoscritto dalla Giunta regionale, a seguito di un accordo fatto con le organizzazioni sindacali maggiormente significative.
Un esempio è stato riportato prima: l'appalto che ha riguardato i lavoratori della Reggia di Venaria era un appalto ragionevolmente legittimo al 100 per 100, anche se su questo ci sono state e probabilmente ci sono opinioni distinte, eppure, pur nell'ambito di un rispetto rigoroso della norma, il risultato finale è stato un risultato che in molti abbiamo ritenuto non convincente e non accettabile, perché si è arrivati al risultato per cui, almeno in prima battuta, una serie di lavoratori (praticamente tutti) hanno visto mantenere il posto, ma con una riduzione significativa di orario e, quindi, di stipendio.
Ecco, allora, la forza in più che vogliamo immettere, richiamando il protocollo di intesa, attraverso una delibera. E dire che vogliamo che questo protocollo diventi contenuto degli obiettivi che diamo ai direttori significa aggiungere uno strumento con cui rendere cogente un Protocollo che, altrimenti, rischia di non essere applicato nel suo senso più profondo.
Quali sono gli obiettivi che questo protocollo si pone e che noi facciamo propri con l'atto deliberativo? Migliorare la qualità dei servizi pubblici erogati, garantire occupazione, diritti e tutele, come la trasparenza, e favorire e rafforzare il contrasto ai fenomeni di illegalità e di concorrenza sleale.
Richiamo solo alcuni aspetti - nei minuti che ho a disposizione - di questo protocollo, per provare a dettagliare quel di più che c'è rispetto al minimo sindacale, che il rispetto formale della normativa esistente già determina come risultato.
Intanto, in materia di costo di lavoro, il fatto che si debba applicare il contratto collettivo nazionale territoriale di miglior favore in vigore per il settore e la zona nella quale si eseguono le prestazioni di lavoro stipulato dall'associazione dei datori e prestatori di lavoro comparativamente più rappresentative sul piano nazionale, e quindi il cui ambito di applicazione sia strettamente connesso con l'attività oggetto dell'appalto della concessione svolta dall'impresa, anche in maniera prevalente. Immaginando e prevedendo, anzi, che, in caso di aggiudicazione a cooperative, queste norme si applicano anche ai soci lavoratori con rapporto di lavoro subordinato.
Senza questo principio così dettagliato e così esplicitato è stato possibile, nel caso che veniva citato prima, che i medesimi lavoratori mantenuti in servizio si siano visti applicare un contratto nettamente più sfavorevole, pur sottoscritto da una delle organizzazioni o da alcune organizzazioni maggiormente rappresentative.
Se fosse stato in vigore questo principio, quel fatto non sarebbe stato possibile.
Pertanto, questo dettaglio concilia il principio per cui non si può, in una gara, precisare il tipo specifico di contratto applicabile, ma si circoscrive il perimetro in cui si può fare la scelta e, soprattutto, si prevede l'obbligo di applicarlo anche ai soci lavoratori, che è uno degli escamotage in cui - in passato - si è riusciti a bypassare tutta una serie di tutele e garanzie, in quanto nelle cooperative ci sono i lavoratori punto e basta, e i soci lavoratori.
Questo è un primo aspetto che mi sembra interessante.
Il criterio dell'offerta economicamente più vantaggiosa: questo ormai è un principio acclarato, anche se qui si entra nel dettaglio dei rapporti percentuali, in cui il prezzo può essere al massimo valutato, distinguendo tra quei tipi di attività che sono molto più manuali: il servizio di pulizia, 40 per cento massimo, e invece tutti gli altri servizi 20 per cento, come peso del prezzo in termini complessivi.
Ma, anche qui, attenzione, perché quando noi richiamiamo l'importanza di dare applicazione piena e sostanziale alle garanzie, vogliamo anche dire che la stazione appaltante non può accontentarsi di relazioni tecniche di chi concorre alla gara in cui si dice che, applicando una serie di innovazioni tecnologiche e acquistando una serie di macchinari, è sufficiente fare, con la metà delle ore, il medesimo lavoro di prima.
Le cronache hanno conosciuto dei tentativi che, per fortuna, sono stati stoppati, perché una valutazione sostanziale e una gestione anche politica delle questioni ha portato a superare quello che si sarebbe tradotto in violazione sostanziale dei diritti dei lavoratori, pur nell'ambito di un rispetto formale delle norme strettamente intese.
Interessante, poi, è l'elenco degli elementi qualitativi che devono essere considerati in caso di valutazione di un'offerta. Intanto, l'impegno all'impiego prevalente dei lavoratori assunti con contratto subordinato a tempo indeterminato. Anche questo è un elemento in più rispetto al rispetto formale della norma contenuta nel Codice degli appalti.
Il numero delle ore lavorative e il numero degli addetti impiegati è un altro modo con cui superare la contraddizione cui facevo riferimento prima: dichiaro di avere una dotazione tecnologica sufficiente per fare il medesimo lavoro con la metà delle ore o un numero ridotto di ore.
Puntualizziamo che il numero di ore lavorate è un fattore qualitativo da prendere in considerazione nella valutazione dell'offerta.
La continuità assistenziale educativa, l'impegno all'inserimento di soggetti con disabilità o svantaggiati: anche qui c'è una normativa sul collocamento obbligatorio, ma quella è una normativa di minima. Nulla vieta a presentare un progetto che vada oltre il dato minimo di rispetto della norma. E quello è giusto che venga valutato in caso di appalto.
Infine - visto che i minuti corrono - le clausole sociali. Se uno legge il dettaglio sulle clausole sociali, si rende conto che si va al di là del dato minimo pur stabilito dalla legge, soprattutto nel punto in cui si afferma l'obbligo di assicurare i diritti individuali acquisiti e la giusta tutela al personale operante in astensione per maternità o infortunio malattia, ferie e aspettativa al momento dell'avvio del servizio garantendo l'assorbimento al termine del periodo di separazione del lavoro.
Per tutti i rapporti che prevedono vincolo di orario o subordinazione dovrà essere prevista l'esclusione dell'utilizzo di contratti non subordinati, comunque denominati anche in fronte alle imprese subappaltatrici.
Le clausole sociali per la stabilità del personale impiegato devono essere previste nei contratti di concessione di servizi, anche per appalti predisposti dai soggetti concessionari.
Insomma, con l'atto deliberativo, anche per appalti predisposti dai soggetti concessionari, noi vogliamo assumerci la responsabilità di indirizzo generale, invitando chiunque si interfacci con il tema delle gare d'appalto a dare sostanza piena e ulteriore rispetto alle minime garanzie che pur la legge già prevede, e fare quindi un passo in avanti rispetto alla qualità dei servizi e del lavoro all'interno dell'Amministrazione regionale.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Grimaldi; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
In qualità di primo firmatario, prima di rispondere ad alcune sollecitazioni, fra cui ovviamente quelle del Consigliere Mighetti chiederei una sospensione di cinque minuti e la sala A per una riunione di maggioranza.
Grazie.



PRESIDENTE

La maggioranza ha chiesto una sospensione.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 16.20 riprende alle ore 16.59)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Ha chiesto di intervenire il Collega Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Per evitare di intervenire su un testo diverso, Presidente, vorrei chiedere ai colleghi della maggioranza se il testo è cambiato.



PRESIDENTE

No, no, non ci sono modifiche, erano solo delle delucidazioni.



VIGNALE Gian Luca

Perfetto. Grazie, Presidente.
Intanto sottolineo la condivisione dell'atto. Lo dico perché non è usuale, almeno da parte del Movimento Nazionale, condividere proposte di deliberazione che arrivano dalla maggioranza consiliare o da esponenti della maggioranza consiliare.
No, non voglio far piovere, ma tendo a essere, quando riesco perché non è sempre facile, coerente, nel senso che credo che la tutela dei lavoratori e, di conseguenza, la tutela dei pazienti che questi lavoratori rappresentano, segnano o ai quali garantiscono dei servizi, sia importante.
Questo è il motivo per cui voterò a favore.
Tengo comunque a fare alcune considerazioni nel merito, altrimenti sembra una condivisione senza alcun tipo di valutazione.
Rammento che, in teoria, questa proposta di deliberazione non sarebbe stata necessaria perché, se non fosse esistito il protocollo del 30 giugno del 2016, allora avrebbe fatto bene il collega Grimaldi a presentare questa proposta di delibera, ma rammentiamo che questa proposta di delibera sostanzialmente interviene laddove non è intervenuta la Giunta regionale che prima ha sottoscritto un protocollo d'intesa e poi, di fatto, non lo ha fatto rispettare. Non ha fatto rispettare quel protocollo di intesa in più modalità, sostanzialmente in due.
Nella prima, molto banale, le Aziende sanitarie hanno certamente autonomia, perché questo prevede la norma, ma il coordinamento dell'attività che le Aziende sanitarie svolgono è compito della Giunta regionale, nello specifico dell'Assessorato alla sanità, tant'è che in più di un'occasione l'assessore Saitta è intervenuto nei confronti di alcune Aziende, penso in particolar modo all'inizio della legislatura, per cercare di far modificare alcune scelte che le stesse avevano individuato peraltro, come viene anche ricordato nella proposta di deliberazione indicando, negli obiettivi che gli elettori hanno, degli aspetti all'interno dei quali il protocollo di intesa non è presente.
Vi è però un secondo aspetto di cui dobbiamo tener conto, altrimenti diventerà estremamente difficile, per le Aziende sanitarie, poter rispettare il protocollo, che è quello di un trasferimento corretto dei fondi. È evidente che se io ho, rispetto all'anno precedente, un trasferimento di qualche milione di euro in meno, una delle cose che posso fare - non l'unica, ma una delle cose che posso fare - è, da una parte, la riduzione del personale, e, dall'altra, la riduzione dei servizi o il minor costo dei servizi.
È evidente che, al di là di quanto prevede la legge nazionale sui contatti, se metto a bando di gara un servizio con una cifra inferiore, o se metto le Aziende nella necessità di ridurre quella che era la spesa dell'anno precedente, non potrò che passare anche attraverso la riduzione delle spese generali, fra le quali ci sono certamente quelle legate al tema delle concessioni di lavoro, di fornitura e dei servizi.
Da questo punto di vista, credo che la proposta di deliberazione intervenga laddove la Giunta non è intervenuta nel rispetto di un documento stesso fatto dalla Giunta regionale, tant'è che il collega Grimaldi, prima di presentare la proposta di delibera, ha avuto modo, in Aula, di presentare alcune interrogazioni proprio sul non rispetto della delibera stessa (penso all'assegnazione di una gara ancora dell'ASL TO2; o alla Città della Salute o ad altri aspetti di cui il Consiglio regionale si è occupato).
L'ultimo tema che affronto, perché la proposta di deliberazione riguarda la concessione di lavori, forniture e servizi, anche se so bene che non è un tema che il Consiglio regionale può risolvere da solo fintanto e fin quando avremmo contratti della cooperazione che vengono siglati fra cooperative e sindacati rappresentativi a livello nazionale (che hanno un valore netto all'ora sui servizi inferiore ai cinque euro lordi), è il tema di una nuova figura esistente nel mondo delle povertà che è il lavoratore povero; una figura che sociologicamente non esisteva all'interno del nostro panorama e che continuerà, non soltanto ad esistere ma andrà ad aumentare.
È sufficiente vedere il dato di carattere generale delle assunzioni sia a livello regionale sia nazionale, nel primo semestre del 2017. È vero che abbiamo un incremento di occupati, ma è anche vero che abbiamo un incremento, rispetto all'anno precedente, di occupati precari.
Pertanto, questo aspetto dovrebbe essere tenuto in considerazione, in particolar modo dal legislatore nazionale, perché è sotto gli occhi di tutti.
Molto spesso, questo Consiglio si occupa del tema delle agenzie interinali, pensando e sottolineando che le agenzie interinali rappresentano un problema rispetto alla precarietà dei lavoratori. Segnalo che molti lavoratori - la totalità dei lavoratori - guadagnano di più nello svolgimento della stessa mansione se assunti da un'agenzia interinale che presta il loro lavoro a un'Azienda sanitaria, piuttosto che essere soci cooperatori di un soggetto cooperativo che ha sottoscritto i contratti alle cifre di cui dicevo precedentemente.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Frediani.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Questa proposta di delibera ha avuto una storia lunga e travagliata.
Ancora oggi, siamo arrivati in Aula e mi pare di capire che anche tra le file della maggioranza ci sia qualche dubbio, tant'è che abbiamo dovuto sospendere i lavori di una seduta che avrebbe dovuto essere dedicata agli atti di indirizzo, per cercare di smaltire un po' di atti di indirizzo, e di fatto - abbiamo nuovamente dedicato gran parte di questo pomeriggio a un confronto tutto interno alla maggioranza, su questo tema.
Questo, a dimostrazione del fatto che qualche dubbio ancora c'è. Poi vedremo se i dubbi siano o meno stati risolti, se si è trovato un punto di convergenza. Questo lo vedremo, ovviamente, alla prova del voto.
Noi avevamo già esposto tutte le nostre perplessità in merito al protocollo sottoscritto dal Presidente Chiamparino con i sindacati, proprio nel momento in cui se ne era dato annuncio. La nostra critica principale era rivolta al fatto che vedevamo una difficile applicazione di tale protocollo, perché mancano strumenti adeguati.
Ora, non sappiamo se quello proposto nella proposta di deliberazione sottoposta al voto, sia o meno uno strumento efficace.
In passato, abbiamo già rilevato come il sistema dei cosiddetti "premi" ai Dirigenti avesse, già di per sé, bisogno di qualche correttivo e qualche correttivo effettivamente c'è stato, forse anche un po' in seguito alla nostra denuncia.
Vediamo, però, che questo protocollo, oltre a essere di difficile applicazione - lo testimonia il fatto che siamo qui a parlarne, quindi siamo qui per cercare di capire come applicarlo, a dimostrazione del fatto che non avevamo detto proprio delle stupidaggini quando dicevamo che era un atto più formale che altro - si va a sovrapporre a un Codice degli appalti recentissimo, che è norma e quindi ha un valore superiore rispetto a un Protocollo regionale. In alcuni punti, come ho detto, si sovrappone decisamente.
Noi abbiamo presentato un atto di indirizzo, che abbiamo collegato a questo: non so se ci sarà una discussione a parte sull'atto di indirizzo collegato, se avremo il tempo, visto che poi ci sarà anche.



PRESIDENTE

Se vuole, può illustrarlo adesso e poi lo votiamo. Come volete voi: il tema è lo stesso. Come volete.



FREDIANI Francesca

Più che altro, poiché ci saranno le comunicazioni dell'Assessore Valmaggia, non vorrei che la discussione slittasse.



PRESIDENTE

Io suggerirei, visto che stiamo parlando dello stesso tema, di illustrare l'atto di indirizzo. Si prenda tutto il tempo necessario, perch è una discussione unica.



FREDIANI Francesca

Grazie. Più che altro perché.



PRESIDENTE

E poi, chi vuole intervenire sul suo atto di indirizzo.



FREDIANI Francesca

Siccome è strettamente collegato all'osservazione che sto facendo, ne approfitto per illustrare l'atto di indirizzo collegato.



PRESIDENTE

Prego. Lo faccia.



FREDIANI Francesca

È un atto d'indirizzo che, per l'appunto, va a intervenire su alcuni aspetti che non ci sembrano adeguatamente considerati nella proposta di deliberazione, che si focalizza sul fatto di applicare correttamente il protocollo, e quindi cercare di creare un sistema che possa intervenire laddove il protocollo non sia correttamente applicato.
Nel nostro atto di indirizzo noi facciamo rilevare come forse l'unica prescrizione veramente pratica, contenuta nel protocollo sottoscritto dal Presidente Chiamparino con i sindacati, non sia stata rispettata. Ed è la prescrizione che cito testualmente: "A livello regionale va istituito un tavolo di monitoraggio generale sugli appalti, a partire da quelli attivi e in corso d'opera che, in aggiunta al lavoro già svolto dall'Osservatorio sugli appalti pubblici e dell'ANAC, garantisca l'applicazione delle presenti linee di indirizzo e che veda coinvolti la Regione...", ecc. ecc.
Ecco, non ci risulta che questo tavolo di monitoraggio sia stato creato, quindi - ancora prima di andare a definire degli strumenti per verificare l'ottemperanza del protocollo - direi che questo primo strumento che era definito chiaramente nel protocollo non ha trovato applicazione.
Non è stato creato questo tavolo, quindi noi proponiamo, attraverso il nostro atto di indirizzo, di dare seguito a quello che è definito.
Il primo impegno è proprio "istituire in tempi rapidi il tavolo di monitoraggio generale sugli appalti", quindi riprendiamo testualmente quanto definito nel protocollo.
È un qualcosa che si doveva fare e, in pratica, non si è fatto. Già da questo possiamo vedere che, forse, l'applicazione pratica di questo protocollo avrebbe potuto trovare degli strumenti disponibili che, in realtà, non sono stati messi in atto.
Il secondo impegno del nostro atto d'indirizzo vede un coinvolgimento delle Commissioni consiliari; coinvolgimento che, tra l'altro, non c'è stato nella parte che ha preceduto la sottoscrizione del protocollo stesso.
Forse in Commissione avremmo potuto dare un contributo alla Giunta elaborando delle nostre proposte e sollecitando una discussione, per dare dei contributi attivi e per non ridurci a posteriori, dopo aver valutato che il protocollo non ha avuto la minima incidenza, a trovare dei correttivi su un qualcosa deciso dalla Giunta, in quanto non c'è stato alcun passaggio in Commissione.
Nel nostro atto di indirizzo chiediamo di "riferire annualmente nelle Commissioni consiliari competenti per materia circa lo stato di applicazione e rispetto di tutte le disposizioni contenute nel protocollo suddetto da parte delle stazioni appaltanti, secondo quanto rilevato dal tavolo di monitoraggio e dall'Osservatorio contratti pubblici". Questo è per dare un seguito alle osservazioni riportate dal tavolo di monitoraggio e discuterne in Commissione anche per valutare effettivamente, in base a parametri certi, l'operato dei responsabili; in questo caso facciamo riferimento ai responsabili di procedimento, per capire se realmente il protocollo abbia o meno trovato applicazione.
Invece ci troviamo qua a discutere di qualcosa su cui non abbiamo dati certi; abbiamo qualche evidenza, perché in questi nostri anni di attività abbiamo visto qualche appalto che non ha pienamente rispettato il protocollo, però ragionare su dati certi è sempre meglio.
L'ultimo impegno è un qualcosa su cui abbiamo già attirato l'attenzione nelle nostre proposte emendative relative all'omnibus, ovvero "definire una procedura standardizzata volta al rispetto di quanto previsto nel protocollo d'intesa. Qualora l'appaltatore subentrante sia una cooperativa i lavoratori operanti per il servizio oggetto di appalto non possono essere obbligati ad associarsi, considerando l'eventuale supervisione di un ente terzo super partes rispetto alle parti contraenti".
Se non diamo una precisa procedura rispetto a quello che viene definito nel protocollo, è molto difficile che il protocollo stesso venga rispettato.
Noi siamo qui oggi per ragionare tutti insieme; l'abbiamo fatto per qualche mese, perché la discussione è partita prima della pausa estiva del Consiglio. Siamo qui per cercare di dare degli strumenti, perché credo che tutti noi abbiamo a cuore la condizione dei lavoratori. Abbiamo affrontato in Consiglio e in Commissione situazioni veramente ai confini della dignità; abbiamo visto dei lavoratori passati da un appalto all'altro con dei tagli al numero di ore di lavoro che hanno reso i loro stipendi veramente indecenti.
L'ultimo esempio che ho portato è il caso dei lavoratori impiegati negli appalti dell'EDISU, che è un ente strettamente collegato alla Regione, rispetto al quale non possiamo assolutamente far finta di nulla.
Sappiamo che ci sono problemi con i lavoratori addetti alle pulizie del Consiglio, ma anche della Regione. Infatti, ultimamente ho saputo che ci sono anche problemi sulle cooperative e sulle società che lavorano all'interno di questi appalti.
Sono problemi che ci troviamo ad affrontare più volte e in più occasioni, rispetto a cui molto spesso abbiamo le mani legate.
Quindi, ben vengano degli strumenti in più, che possano tutelare i lavoratori. Prendiamo anche atto, però, che questo protocollo, che poco tempo fa è stato sbandierato come la soluzione, a oggi si è già dimostrato uno strumento non dico totalmente inutile, perché in alcune parti ha un suo senso e contribuisce a chiarire alcuni aspetti in modo più definito, ma non è sufficiente.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Intervengo ovviamente in linea con quanto detto dai colleghi. Non abbiamo alcun dubbio sul fatto che la normativa riguardante gli appalti abbia delle lacune, anche dopo la rivisitazione prevista dalla legge n.
50/2016 e il decreto legislativo collegato, che ha rivisto in meglio molte parti della normativa sugli appalti.
Come sappiamo, fatta una legge - soprattutto in questo Paese, ma in tutti i luoghi dove risiede l'uomo e dove c'è il profitto - si trovano poi le strade per ingannare la legge stessa, o meglio eluderla.
Di esempi ne abbiamo visti tanti. Abbiamo visto, ad esempio, il caso degli appalti delle pulizie negli ospedali, con l'azienda Dusmann, dove l'appalto è stato vinto con l'offerta economicamente vantaggiosa, quindi non al massimo ribasso, con il rispetto parziale dei criteri di una quota consistente per la parte tecnica (40 per cento) e per la quota economica (60 per cento), con il rispetto delle clausole sociali, il mantenimento del personale, il rispetto del contratto collettivo nazionale di riferimento.
Però, guarda caso, se un'azienda fa il 40 per cento di ribasso o l'azienda prima sprecava al 40 per cento di quanto andava a spendere, l'azienda che subentra trova una modalità per abbassare il costo del lavoro.
Come abbiamo detto tante volte. o avviene un'innovazione tecnologica tale che permetta ai lavoratori di abbassare del 40 per cento il tempo che impiegano per fare una determinata mansione, e questo mi sembra che non sia successo nel mondo delle pulizie, oppure quel 40 per cento viene stralciato dallo stipendio dei lavoratori. Non sono comparsi dei prodotti che puliscono solo alla vista e non allo spandimento per terra. Non ci sono, al momento, macchinari, tipo droni, che passano nelle sale chirurgiche e puliscono localizzando le zone con delle macchine di sangue o di altri reliquati organici. Siamo ancora alla vecchia scopa e panno o, comunque, a quei macchinari che vengono spinti nei corridoi delle nostre corsie ospedaliere. L'innovazione tecnologica non c'è stata. La grande innovazione è stata quella di dire: si è fatto lo stesso lavoro in due terzi del tempo in cui si faceva prima.
Di nuovo, siamo all'annosa e incresciosa domanda: o i lavoratori sono tutti scansafatiche che non lavorano, oppure torniamo veramente all'azienda e abbiamo assistito anche a questo, a detta di alcuni lavoratori - con il capo dietro le spalle che batte il tempo e dice "vai avanti veloce". Capite che non è una modalità sana, efficiente ed efficace per lavorare. Se c'è una persona dietro che ti dice di correre mentre stai lavorando, si corre il rischio di non fare bene il proprio lavoro, quindi di lasciare gli ospedali non puliti. Penso alle sale chirurgiche e ai reparti in cui ci sono i trapiantati nelle nostre grandi eccellenze piemontesi. Penso ai rischi infettivi, visto che le malattie nosocomiali sono la reale - forse emergenza della sanità italiana. Le infezioni nosocomiali sono infezioni molto resistenti e quindi, essendo tali, non hanno un antibiotico a terapia efficace; andiamo a creare un danno quantificabile, da un punto di vista economico, che decuplica o anche di più quello che è il risparmio che penso all'Azienda Città della Salute di Torino - ha ottenuto.
L'Azienda Città della Salute di Torino ha portato quel piano di efficientamento, già approvato in primis a novembre 2016 e rinnovellato a luglio, con un risparmio di tre milioni e 600 mila euro sulle pulizie.
Appalto già vinto, già assegnato ma fortemente contestato, a fronte di tre milioni e 600 mila euro di risparmio. Chissà che, magari, non spenderemo qualche decina di milioni di euro magari in infezioni, magari anche in contenziosi legali. Se abbiamo gli ospedali sporchi, possono nascere anche i contenziosi legali.
Ho fatto questa lunga premessa per dire che questa delibera mi sembra che non centri il tema sostanziale, cioè il fatto che abbiamo una legge nuova, la n. 50 del 2016, che, sostanzialmente, introduce tutto quello che c'è nel protocollo. Nel protocollo, poi firmato con sindacati sostanzialmente, noi l'abbiamo esaminato e abbiamo fatto un raffronto normativo tra l'accordo tra Regione e sindacati e il Codice con i vari articoli di legge - non c'è sostanzialmente nulla di nuovo, se non, come diceva la collega, il tema dell'osservatorio, che però non è stato attivato.
Quello che, di nuovo, introduce il collega Grimaldi, con la delibera è introdurre, sostanzialmente, una sanzione. Noi, da un certo punto di vista non possiamo fare altro che dire: si segnala, con questa delibera, il fallimento del tentativo della Giunta Chiamparino di produrre qualche cosa di utile sul tema del lavoro e dei lavoratori. Devono intervenire i colleghi di maggioranza a presentare una deliberazione che vada in quella direzione, cioè che introduce una sanzione.
Tante volte l'abbiamo detto nell'analisi delle leggi: scriviamo delle leggi, come quella sulla ludopatia, su cui però è stato chiesto di rinviare la discussione in Commissione, ma se non mettiamo poi sanzioni (in questo case ai Comuni, in altri casi potrebbero essere soggetti singoli), le leggi non hanno poi applicazione. Fai la legge più bella del mondo, ma non metti le sanzioni. Non serve a nulla.
In questo caso, però, è pericoloso introdurre una sanzione in questo senso perché, comunque, stiamo introducendo un principio. Stiamo dicendo: i Direttori generali nominati dal Presidente Chiamparino e dall'Assessore Saitta non rispettano le leggi dello Stato. Questo stiamo dicendo. Abbiamo bisogno di fare un accordo della Giunta con i sindacati, di fare una delibera di Giunta che renda attuativo quell'accordo, ma il Consiglio regionale ipotizza che quella delibera di Giunta non sia corretta perch non c'è una sanzione valutata sugli obiettivi dei dirigenti, ovviamente quindi toglie un di più, non è che va a sanzionare quello che è già fisso lo stipendio dei direttori regionali. Facciamo una delibera consiliare e quindi, sostanzialmente, è una sfiducia nei confronti della Giunta regionale, ed è una sfiducia nei confronti dei 12 più sei Direttori generali di Aziende Sanitarie Locali e Aziende sanitarie Ospedaliere.
Io non saprei come vederla, se non così. È una sfiducia nei confronti della Giunta e dei Direttori regionali. Va bene perché, signori e signore il ruolo di un Consiglio regionale è monitorare, dare degli atti di indirizzo, presentare delle interrogazioni, segnalare e, ogni tanto, fare anche delle leggi. Quindi ci sta.
Tuttavia, siamo d'accordo oggi a votare questa deliberazione, posto che noi abbiamo comunque diversi dubbi sull'utilità della deliberazione stessa che poi dovrà far partorire dalla Giunta una nuova delibera che riveda la delibera con i criteri per gli obiettivi dei Direttori generali. Quindi non si potrà applicare dal 2017 perché sarebbe retroattiva, siamo a novembre immagino che sarà per il 2018. Va bene tutto, facciamola, ma prendiamo atto che diamo, come Consiglio, un ennesimo segnale di sfiducia al Presidente Chiamparino, all'Assessore Saitta e ai 18 Direttori generali che avete nominato in questi anni nelle ASL.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Bono.
Ha chiesto la parola il Consigliere Grimaldi; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Forse, né io né il Consigliere Appiano, in tutte queste sedute, siamo riusciti a farci comprendere dal Movimento 5 Stelle, perché non ho afferrato alcuni dubbi da loro sollevati.
Voi dite, giustamente, che la Giunta ha voluto fare un atto che, nel corso delle sedute precedenti in cui se n'è parlato, avete giudicato "velleitario" o "difficilmente applicabile" (avete usato questi due termini).
In realtà - lo dicevamo sia io che il Consigliere Appiano - noi siamo molto orgogliosi del fatto che, per la prima volta, la Giunta abbia fatto una cosa in linea con quanto previsto dal ruolo del Consiglio.
Cioè noi abbiamo presentato un atto di indirizzo, che avete votato anche voi, in cui chiedevamo delle "linee di indirizzo sulla giusta retribuzione". La Giunta, neanche tre mesi dopo, ha preso quelle linee di indirizzo, ha aperto un confronto con CGIL, CISL e UIL e ha fatto un protocollo d'intesa: uno dei migliori d'Italia! Confrontatelo Regione per Regione, Camera del Lavoro per Camera del Lavoro di tutti i sindacati compresi quelli autonomi, e tutti vi diranno: "Molto bene!".
Giustamente, voi ci obiettate che spesso è rimasto carta morta. Insieme al Consigliere Appiano abbiamo cercato di spiegarne il motivo: il primo anno dicevano che, di fatto, il protocollo era arrivato in ritardo (si veda la vicenda di Venaria) e purtroppo i bandi erano già stati fatti. L'anno successivo ci hanno detto che, per rispettare il nuovo Codice degli appalti, per non rischiare hanno provato, in qualche modo, a far prevalere la legge rispetto agli atti di indirizzo della Giunta.
A due anni di distanza, di fatto, da questa discussione - pongo un esempio a caso, fra i tanti citati - la scorsa settimana, in un protocollo che diceva non solo di cancellare i massimi ribassi, ma di togliere, come sosteneva anche il Presidente Laus, il costo del lavoro dal ribasso, si è fatta una gara in cui il 70 per cento dell'offerta non era la partita tecnica, ma la partita economica. Cosa dice questa delibera? Cosa aggiunge? Non aggiunge niente al protocollo; dice semplicemente che il dirigente il prossimo anno avrà nel piano delle performance solo il rispetto del protocollo, né più, né meno. Perderà un pezzo del premio di produttività, e basta. Qual è il punto, però? Perché lo abbiamo fatto? Proprio per togliere il solo oggetto della moral suasion.
In un mondo normale - sono d'accordo con voi - cosa fanno i dirigenti in presenza di una delibera di Giunta? La rispettano. Invece metà dei dirigenti ci hanno chiesto: "Ma dobbiamo rispettarla?". È grave, ma spesso ormai, succede così negli appalti! E voi dovreste saperlo, perché in Consiglio comunale a Torino c'è un ordine del giorno che è un mero copia e incolla del nostro atto di indirizzo: ebbene, metà di quei dirigenti se ne frega! Se ne frega (per non usare un termine scurrile).
Allora, noi diciamo solo questo. È interessante, perché non vorrei che pensaste che noi non vediamo l'ora che un dirigente perda 100 o 200 euro: guardate che non è questo il punto! Noi stiamo cercando di dare uno strumento in più; soprattutto, stiamo cercando di ottenere un effetto deterrente. Il dirigente dirà che ha rispettato la norma - ci manca solo un appalto che non rispetti la normativa nazionale! - e risponderà: "Ho rispettato, in sostanza, quello che la Giunta aveva scritto un anno e mezzo fa".
Questo non risolverà tutto, ne sono certo. Dovremo riaffrontare ancora questi temi in Aula? Lo faremo di sicuro. Però diamo uno strumento in più a tutti noi per verificare se il mandato dato dal Consiglio, recepito dalla Giunta e iscritto in un protocollo di intesa, verrà rispettato. Non verrà rispettato? Ci sarà non il Consiglio regionale, ma un OIV (organismo indipendente di valutazione), come di fatto ci dicevamo in Commissione e come, implicitamente, stava dicendo il collega Vignale, che è terzo (quindi non la Giunta, né il Consiglio), che stabilirà se nel piano delle performance è stato rispettato o meno quel punto, che sarà uno dei tanti (perché non sarà certo l'unico obiettivo).
Tra l'altro, mica li dobbiamo assegnare noi gli obiettivi: lo farà la Giunta e li rinnoverà annualmente.
Con questo vi ringrazio, perché il dibattito è stato molto, molto istruttivo.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RUFFINO



PRESIDENTE

Grazie, collega Grimaldi.
Non essendovi ulteriori richieste di intervento, possiamo procedere con la votazione dell'ordine del giorno collegato testé discusso.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Si chiede, allora, una sospensione dei lavori.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 17.35 riprende alle ore 17.45)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Stiamo esaminando l'ordine del giorno n. 1168, atto di indirizzo collegatati alla proposta di deliberazione n. 210.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Grazie.
Ho accolto qualche richiesta, da parte della maggioranza, su un tema un po' controverso, relativo alle cooperative su cui abbiamo una visione un po' differente.
Ho modificato l'atto eliminando il paragrafo "rilevato che", quindi i tre paragrafi del "rilevato che" e poi, per quanto riguarda l'impegno, ho eliminato l'ultima parte del terzo impegno: "Considerando l'eventuale supervisione di un ente terzo super partes rispetto alle parti contraenti".
Solo per chiarezza: rimangono quindi i due impegni precedentemente inseriti: il primo, che riflette quanto definito nel protocollo (abbiamo detto prima che è un qualcosa a cui non si è ottemperato perché non si è creato questo tavolo di monitoraggio), mentre il secondo impegno fa riferimento al coinvolgimento delle Commissioni consiliari per valutare gli esiti del tavolo.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Appiano; ne ha facoltà.



APPIANO Andrea

Grazie, Presidente.
Solo per una dichiarazione in dissenso da me stesso, nel senso che come credo tutto il Gruppo, voterò a favore dell'ordine del giorno, oltre che della proposta di deliberazione che ho sottoscritto, però vorrei ribadire una cosa.
Le argomentazioni portate dal dibattito, ovviamente da un punto di vista delle minoranze, di quella parte della minoranza, hanno tentato in tutti i modi di dimostrare un assunto: il protocollo d'intesa deliberato dalla Giunta è un atto inutile, oppure di difficile applicazione per constatata complessità, e così via, quindi connotando questo voto come un voto contro un'attività della Giunta, ribaltando completamente la prospettiva di quello che è il nostro intento.
Noi riteniamo questo protocollo d'intesa, deliberato dalla Giunta, come un punto molto avanzato, tra i più avanzati a livello italiano, che cerca di mettere al centro lo sviluppo di garanzie superiori rispetto a quelle di stretta legalità prevista dal Codice degli appalti e dalle altre norme.
Proprio per questo, cerchiamo di offrire uno strumento in più per attuarlo nei tempi più ragionevolmente brevi possibile.
Questa è la ragione per cui, se interpretassi tutte le motivazioni per cui viene proposto l'ordine del giorno, dovrei votare contro, ma dissociandomi da me stesso e dal mio retropensiero - voterò a favore ritenendo che quanto scritto - soprattutto dopo le cancellazioni di alcune parti sovrabbondanti - prevalga sugli intenti originari di chi l'ha scritto e l'ha proposto.



PRESIDENTE

Grazie, collega Appiano.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 1168, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sulla proposta di deliberazione n. 210, il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento: Nomadi

Proposta di legge n. 122, inerente a "Interventi a regolamentazione del nomadismo e di contrasto all'abusivismo" (rinvio)


PRESIDENTE

Colleghi, passiamo al punto 7) all'o.d.g., inerente a alla proposta di legge n. 122, "Interventi a regolamentazione del nomadismo e di contrasto all'abusivismo", presentata dai Consiglieri Gancia e Benvenuto.
È relatore di maggioranza il Consigliere Grimaldi, correlatrice la Consigliera Conticelli e relatori di minoranza i Consiglieri Gancia e Marrone. È stata licenziata con voto negativo, a maggioranza, dalla VI Commissione, il 29 giugno 2017.
Ha chiesto la parola la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



(Commenti fuori microfono)



FREDIANI Francesca

Ma sì, ci sono solo gli incendi che stanno devastando mezzo Piemonte: sarà mica urgente, no? Abbiamo chiesto comunicazioni in merito e ci è stato detto che le avremmo avute alle 17.



PRESIDENTE

Colleghi, c'è una richiesta di comunicazione da parte della Consigliera Frediani e del Consigliere Vignale; per questo motivo, ho letto il titolo del punto n. 7) all'o.d.g.
Prego, Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Voglio solo chiedere la gentilezza al Consiglio regionale, anche a nome dei colleghi della Lega Nord, di posticipare, se possibile, questo punto a un prossimo Consiglio.



PRESIDENTE

Perfetto.
Come vedete, ci abbiamo messo un minuto e possiamo passare alle comunicazioni dell'Assessore Valmaggia.


Argomento: Boschi e foreste - Calamità naturali - Protezione civile

Comunicazioni della Giunta regionale in merito a "Grave situazione di emergenza in Piemonte a causa degli incendi boschivi"


PRESIDENTE

È pervenuta, in data odierna, una richiesta da parte della Consigliera Frediani, con la quale si chiede la disponibilità della Giunta a riferire oggi, in Aula, in merito alla situazione di emergenza che si sta verificando in diverse aree della regione Piemonte, a causa di devastanti incendi, tuttora in corso.
Prego, Assessore Valmaggia.



VALMAGGIA Alberto, Assessore all'ambiente

Grazie, Presidente.
È un'informativa che è stata confezionata un po' rapidamente, perch tutte le forze in campo sono operative nei diversi punti dove ci sono criticità.
La situazione, a oggi, è questa: dal 10 ottobre, quindi 15 giorni fa, è stato dichiarato in Piemonte lo stato di massima pericolosità per incendi boschivi.
Da allora, cioè dal 10 ottobre ad oggi, sono stati eseguiti 161 interventi sugli incendi boschivi, di varia entità, in molte province del Piemonte, con l'impiego di 1.281 volontari, il sistema di Protezione Civile, in particolare il Corpo degli antincendi boschivi; 1.281 volontari e 353 mezzi da terra, che si sono mossi. Queste le squadre che sono presenti sul territorio.
Pertanto, in questi 15 giorni, 161 interventi.
Nella giornata odierna, in Piemonte, sono attivi una ventina di focolai di incendi di varia intensità, distribuiti nelle diverse province. I più significativi sono nei Comuni di Cumiana, nel Comune di Caprie, nel Comune di Rubiana, Bussoleno e Ribordone, per quanto riguarda l'area torinese; nei Comuni di Pietraporzio Sambuco e Casteldelfino, per quanto riguarda il Cuneese.
Inoltre, nel Cuneese ci sono altri focolai anche verso la Langa e in altre parti del territorio: a Murazzano, a San Damiano Macra, a Borgo San Dalmazzo e a Cortemilia.
Sono in corso incendi anche nel Novarese, a Oleggio e Bellinzago Novarese, e anche nel Biellese, nel Comune di Candelo.
Questa è la situazione e la fotografia in data odierna.
Con i volontari dell'AIB, con i Vigili del Fuoco, i Carabinieri Forestali, il personale dei Comuni, delle Province e della Regione che hanno operato con tutte le squadre a terra, in questi 15 giorni sono stati utilizzati i sei elicotteri previsti dalla convenzione con la Regione Piemonte, i tre aerei Canadair e un elicottero S64 del Servizio nazionale.
In più, c'è un elicottero regionale dei Vigili del Fuoco.
Quindi, usando un termine militare, accanto alle truppe di terra abbiamo sette-otto elicotteri e tre aerei Canadair che hanno prestato servizio. Perché? Perché le condizioni climatiche di siccità da una parte ma soprattutto di ventosità dall'altra, hanno fatto sì che ci fossero molti focolai, molti cambi di fronte e parecchi problemi a operare con le squadre di terra rispetto all'uso degli aerei.
Grazie anche ad apposite convenzioni e a contatti diretti con le Prefetture e, soprattutto, con i Vigili del Fuoco francesi, i mezzi aerei di spegnimento si sono potuti approvvigionare nei laghi di Serre Poncon e di Moncenisio, con riduzione dei tempi di trasferimento e lancio dell'acqua. Ad esempio, nell'intervento fatto in Valle Stura nel Cuneese se l'aereo si fosse dovuto approvvigionare nel Mar Ligure, ci avrebbe messo più di tre quarti d'ora a fare il viaggio. Grazie all'accordo con i Vigili del Fuoco francesi, ha potuto approvvigionarsi nella vicina diga del lago di Serre Poncon, in modo che i tempi di percorrenza sono stati molto più brevi; stessa cosa per il Moncenisio.
Nel pomeriggio di oggi si è tenuto un incontro in Prefettura alle ore 15, al quale hanno partecipato i funzionari regionali di coordinamento soprattutto sulla realtà torinese, per definire le linee comuni e per l'emanazione di ordinanze sindacali specifiche per le singole realtà.
Quindi, è una situazione complessivamente delicata e in evoluzione. La ventosità, che ha risolto il problema delle polveri sottili soprattutto nell'area torinese, ha creato dei problemi nelle nostre montagne, perché lo stato di siccità, unitamente al vento, ha fatto proliferare questi focolai di incendio.
L'auspicio, per l'uno e per l'altro, cioè per il problema dell'inquinamento atmosferico e per il problema degli incendi boschivi, è che rapidamente scenda qualche goccia d'acqua dal cielo.
La situazione, a oggi, è questa e continua ad essere monitorata. Il territorio è costantemente presidiato da tutto il sistema di Protezione Civile, il sistema volontario e quello istituzionale.
Chiudo questa breve informativa, dicendo che si è ancora in piena operatività e quindi, soprattutto per i dati meteo-climatici, a distanza di qualche ora può cambiare la situazione, perché in base al vento, ad esempio a Cumiana piuttosto che su altri fronti, la situazione può cambiare. In ogni caso, si continua a presidiare e si continua ad essere operativi.
Concludo, ringraziando tutto il sistema dei volontari, soprattutto tutto il sistema della Protezione Civile dell'antincendio boschivo, che è sempre presente e operativo e che sta operando con i mezzi di terra e con i mezzi aerei in una logica di priorità di intervento, ovvero prima con l'attenzione all'incolumità delle persone, poi con l'attenzione all'incolumità dei fabbricati, delle abitazioni e delle realtà produttive e, in ultimo, a realtà invece meno antropizzate. Pertanto, nella dislocazione soprattutto dei mezzi aerei, da un lato il dato meteo - cioè se si possa volare o meno e in quale modo - e dall'altro queste priorità hanno fatto sì che ci si organizzasse a seconda delle necessità su tutto il territorio regionale.
Sicuramente è forse la prima volta che si presenta una situazione di questo tipo, cioè di focolai d'incendio su un vasto arco e con tanti punti su aree vaste. Questo sta mettendo a dura prova anche l'operatività e la professionalità delle nostre squadre che, però, stanno rispondendo bene e continuano ad presenti e puntuali di fronte a questa necessità.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Valmaggia, per la sua informativa.
Ha chiesto la parola la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Intervengo molto brevemente e ringrazio l'Assessore per gli aggiornamenti, perché in questi giorni non abbiamo visto dichiarazioni particolari, al di là del comunicato di stamattina, se non sbaglio rispetto alla visita in provincia di Cuneo.
Non so se abbia già avuto modo di venire in Val di Susa; ovviamente io ho contezza di quello che vedo in Valle e non so se nei prossimi giorni prevede di fare un sopralluogo per valutare i danni. Chiederei soltanto che, nel momento in cui si riuscirà a spegnere definitivamente gli incendi e si riuscirà a fare una conta dei danni, ci sia un momento di confronto in Consiglio o in Commissione per valutare il modo in cui si possa intervenire per sostenere i territori che hanno subito, sicuramente, dei danni ingenti alla fauna, alla flora e, purtroppo, qualcuno, anche alla propria abitazione. Sappiamo che ci sono anche delle persone evacuate in alcune borgate e nel Comune di Caprie.
Adesso aspettiamo che tutti gli incendi ancora attivi nella regione vengano spenti, poi speriamo che ci sia anche una maggiore chiarezza rispetto alle cause che hanno determinato l'incendio, quindi che le indagini portino finalmente a qualche esito positivo. Sappiamo quali sono i fattori complici del proliferare di questi incendi. Sicuramente la siccità e il vento che è stato veramente fatale in questi giorni. Tuttavia, c'è il dubbio che dietro a tutto questo ci sia anche una mano umana - se vogliamo così definirla, anche se di umano forse ha poco - e quindi venga fatta piena chiarezza rispetto alle cause scatenanti.
Ovviamente ci associamo al ringraziamento ai Vigili del Fuoco, ai volontari e a tutte le persone che, in qualche modo, hanno contribuito in questi giorni a tenere sotto controllo - non so sia la parola giusta - a contenere gli effetti di questi incendi.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Frediani.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Esame mozione n. 1212 presentato da Ravetti, Appiano, Barazzotto, Baricco Boeti, Chapello, Corgnati, Gariglio, Allemano, Mighetti, Ottria, Rossi Valle, Giaccone, Grimaldi, Monaco e Motta, inerente a "Accorpamento delle ASL e dell'ASO di Alessandria"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame della mozione n. 1212, di cui al punto 15) all'o.d.g.
La parola al Consigliere Ravetti per l'illustrazione.



RAVETTI Domenico

Grazie, Presidente.
Vorrei dire questo all'inizio: non so se siamo concretamente nella fase dopo il salvataggio della sanità in Regione Piemonte. Tuttavia è chiaro che abbiamo certamente superato il Piano di rientro e, dal 1° gennaio di quest'anno - uso questa data - noi possiamo tornare in quest'Aula, e ce lo ricordano spesso anche i colleghi delle opposizioni, a essere i protagonisti della programmazione della sanità in Piemonte.
Se deve essere protagonismo, allora deve essere protagonismo non soltanto per quanto riguarda quest'Aula, ma deve essere il protagonismo dei tanti territori. Superato il Piano di rientro, noi dobbiamo fare l'analisi dell'esistente. Inoltre, dobbiamo provare, insieme, se possibile - se mi credete, provo a togliere il velo dell'ipocrisia che, a volte copre la politica - senza per forza sventolare questa o quell'altra bandiera, senza per forza cercare dei vantaggi in termini di consenso, se ci riusciamo, a mettere in campo soluzioni col senso della responsabilità che noi dobbiamo nei confronti dei cittadini; evitando, se possibile, se ci sono le condizioni - io vorrei trovarle le condizioni - di ricercare su alcuni argomenti più il terreno dello scontro che del confronto.
Poiché conosciamo molto bene la provincia di Alessandria, vi dico che questa è una provincia policentrica; vorrei definirla così, una provincia che ha costruito i suoi successi, nel secolo scorso in particolare, attorno ai sette centri zona. Successi anche da un punto di vista economico. Penso al distretto del termalismo acquese; penso al distretto orafo valenzano potrei fare l'elenco delle eccellenze.
Anche attorno ai sette centri di zona in provincia di Alessandria, nei decenni, abbiamo costruito il sistema delle risposte socio-sanitarie.
Pensando che potevamo fermarci lì, potevamo trovare attorno a quei sette centri zona il campo d'azione corretto oppure, se volete, l'ambito territoriale ottimale, corretto e autosufficiente per definire analisi dei bisogni dei cittadini e, a fianco, le risposte necessarie.
La società è cambiata. Sono cambiati i bisogni di salute, lo sappiamo non soltanto in provincia di Alessandria. Noi dobbiamo fare l'analisi del presente cercando di adeguare, anche da un punto di vista organizzativo quelle nostre risposte alle esigenze e ai bisogni di salute di quella parte del territorio.
Lo voglio dire, Presidente, con convinzione: il problema non sono le persone. Se le due Aziende oggi dimostrano, e non soltanto negli ultimi due anni, una debole cooperazione, se sono prevalse esigenze delle singole Aziende e se il potenziamento e la qualificazione dell'offerta dei servizi non sono stati all'altezza, lo voglio dire con chiarezza, la colpa non è del management che ha avuto le responsabilità negli ultimi anni.
Ancora una volta, non si tratta di ricercare i colpevoli, ma si tratta di provare a decidere insieme come creare valore aggiunto nella fase di cambiamento della società (e dei relativi bisogni della società) e dello schema organizzativo che è in atto in Piemonte.
Se entriamo nella fase di programmazione degli investimenti, per me in provincia di Alessandria - quello schema policentrico deve valorizzare la rete degli ospedali e deve creare eccellenze laddove già ci sono.
Il tema non è "togliere": il tema è potenziare; il tema è qualificare il tema è migliorare.
Se posso fare una considerazione, la delibera 1-600 è la modifica, e la Giunta l'ha già adottata in quella fase di uscita dal Piano di rientro. Qui non si tratta di togliere strutture complesse. Si tratta, semmai, di mettere al centro, appunto, le esigenze dei nostri cittadini, valorizzando anche i professionisti - tutti - che operano già all'interno delle strutture e cogliere l'occasione per una rilettura complessiva dei bisogni dei nostri cittadini. E, dalla rilettura - se decidiamo di votare questo impegno per la Giunta - trarre un'adeguata risposta a quelle esigenze, con una regia unica in grado di compiere ciò che con due Aziende non siamo stati in grado di portare effettivamente a termine.
Dunque, migliorare e qualificare: come ho detto, non si tratta di togliere; e non si tratta nemmeno di rimuovere fondi del trasferimento sanitario regionale. Proprio in questa mozione noi ribadiamo che dobbiamo mantenere almeno inalterato, pur nell'accorpamento, la somma dei trasferimenti alle due Aziende, se non prevedere risorse ulteriori. Con quali obiettivi? L'integrazione in rete di tutti i presidi, con collaborazioni e sinergie legate alle singole discipline; il protagonismo dei vari presidi; l'integrazione reale tra ospedale e territorio, per un'assistenza territoriale integrata anche con gli enti gestori delle politiche sociali.
L'accorpamento servirà a uniformare e a organizzare i servizi su standard più elevati, diffondendo medesime qualità ovunque, su tutto il territorio. Ovviamente, occorrerà efficientare, da un punto di vista gestionale, per liberare delle risorse. Ma dico subito che dovranno essere risorse da investire su quel territorio, per potenziare, appunto, i servizi.
Concludiamo chiedendo alla Giunta l'impegno, entro 60 giorni dall'approvazione di questa mozione, di una proposta di delibera da depositare in Commissione e poi in Aula, che ci permetta di discutere e di confrontarci a partire da qui.
Si parlava anche del protagonismo dei territori, dei nostri Sindaci dei nostri amministratori locali, dei sindacati e dei tanti portatori di interesse pubblici e privati, tutti legittimi, che, nel confronto sull'atto aziendale, potranno ritornare ad essere protagonisti. Questa è la vera intenzione. Questa è la possibilità. E non è che su questo percorso non si rilevino dei problemi: sappiamo bene che i problemi ci sono, ma non possiamo fermarci di fronte all'elenco delle difficoltà che l'accorpamento potrebbe generare. Certo, ci sono: ma, anche in questo caso, tutti insieme a prescindere dalle tonalità che ciascuno di noi ha, appartenendo ai vari Gruppi politici, possiamo, a fianco di quei problemi, scrivere le relative soluzioni. Possiamo farlo.
Nell'ultimo minuto e mezzo che mi rimane, Presidente, senza enfatizzare troppo, vi informo che due settimane fa abbiamo chiesto a IRES, votando un emendamento all'unanimità sugli obiettivi strategici di IRES, di preparare entro sei mesi uno studio per un nuovo ospedale in quella provincia.
Presidente, noi abbiamo bisogno di elementi scientifici per scegliere non ci serve altro. Potremmo anche decidere che va bene così, ma finché non abbiamo certezze rispetto a quello che sta capitando, finché non abbiamo un'analisi di ciò che potrebbe essere, rispetto a ciò che abbiamo a disposizione, la politica - lo diceva il collega Vignale nel suo intervento della settimana scorsa proprio su questo argomento - non è nelle condizioni di poter compiere, con consapevolezza, una scelta. Per cui noi abbiamo bisogno di questo studio, ma per quella ragione, non per altre! Per quella ragione.
Io sono convinto che nei prossimi cinque, dieci o 15 anni - vedete voi nel futuro insomma - non potremo avere nove presidi in una società di 440.000 abitanti, perché diventerebbe decisamente complicato. Questo accorpamento ci dà la possibilità di compiere quella scelta.



PRESIDENTE

La invito a concludere, Consigliere Ravetti.



RAVETTI Domenico

In Provincia di Alessandria ci sono altre due discussioni che interessano anche il centrodestra e il Movimento 5 Stelle, mica soltanto il centrosinistra! Una riguarda l'Istituto di Ricerca, in particolare sulle patologie ambientali (nello specifico, sul dramma del mesotelioma). Ebbene questo accorpamento offrirebbe la possibilità di rafforzare questo obiettivo. Inoltre, offrirebbe anche un'ipotesi di facoltà di medicina in Alessandria: questa potrebbe essere un'altra opzione che l'accorpamento rafforza.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Berutti; ne ha facoltà.



BERUTTI Massimo

Grazie, Presidente.
Ho poca voce, ma cercherò di farmi capire.
Io non ho sottoscritto questo documento e cercherò di motivare la mia scelta, ma soprattutto cercherò, come sempre, di essere abbastanza costruttivo.
Innanzitutto, parlando di una questione di assoluta importanza dal punto di vista strategico per la provincia di Alessandria, il fatto che l'Assessore non sia presente credo che abbia comunque un suo valore. Ma non è la prima volta.
Detto questo, ritengo che, nel momento in cui, qualche mese fa, a gennaio 2017, abbiamo votato un ordine del giorno - l'abbiamo votato tutti insieme - in cui si parlava di un ragionamento strategico relativo a un percorso legato all'edilizia sanitaria, che comprendeva una serie di punti naturalmente connessi agli sviluppi su scala regionale e, a scendere, su scala alessandrina; e, non più di 15 giorni fa, abbiamo firmato e poi votato l'emendamento in merito allo studio dell'IRES sul discorso di un'analisi di un ospedale sulla provincia di Alessandria, chiaramente questo non faceva una grinza su un percorso.
Oggi ci troviamo di fronte a una mozione che, ancora una volta - dico ancora una volta, perché anche un po' la riforma ospedaliera ha visto probabilmente penalizzare sicuramente di più il territorio alessandrino rispetto ad altri territori, soprattutto al territorio torinese, ma questo senza polemica - si concentra sull'area alessandrina con un passaggio sperimentale, da quello che si ipotizza, quando io vedo che comunque su Cuneo c'è una ASO e due ASL, a Novara vi è una ASO con relative ASL legate all'area del VCO di Biella e di Vercelli, cioè ci sono delle combinazioni dove ci sono comunque degli ospedali hub, come a Cuneo, come a Novara e ad Alessandria.
Allora, in questi termini le riflessioni che ci vengono da fare sono: perché non si ragiona su un piano omogeneo strategico a livello regionale? Perché ancora una volta ci si concentra solo su un contesto e non si va avanti su una strategia chiaramente dove si attua un modello gestionale dove si cambia un modello gestionale? Queste sono le perplessità, o una delle perplessità, che noi ci poniamo.
Tra le altre cose, stasera vi è un incontro del mio partito su scala provinciale, perché ritengo che, prima di firmare un documento, il confronto debba essere politico sul territorio, perché comunque è giusto che ci sia un confronto. Io non ho un'ampia esperienza sulla sanità a livello regionale, però, sondando un po' i vari territori, la preoccupazione sta nel fatto che, se non c'è un piano strutturato definito, sottoscritto e a fuoco, il rischio è che la concentrazione gestionale si ponga probabilmente più con un Direttore che ha a che fare sui centro-zone o, meglio, sul capoluogo e sul sistema ospedaliero, magari rispetto agli altri territori.
Ribadisco, io non sono per fomentare, questo voglio che sia chiaro, ma voglio che questo comunque sia un elemento essenziale, dove emergono una serie di situazioni che devono essere ben definite, altrimenti - come è stato detto non da me, ma nelle varie interviste, nelle varie conferenze stampa - alla fine facciamo una serie di post-acuzie, di continuità assistenziali, i pronto soccorso sostanzialmente li abbiamo già quasi destrutturati e, a questo punto, lavoriamo su un ospedale; su un ospedale io dico importante, che condivido da tempo (non ero neanche ancora Consigliere regionale) e ritengo sia importante, lo dico all'amico Ravetti prima ancora che collega.
È depositato un ordine del giorno sull'IRES da sette-otto mesi, che ritiriamo fuori adesso; prima è rimasto lì. Sul discorso di medicina, io sono perfettamente d'accordo, però allora serve un piano omogeneo, serve un piano strategico, serve una presa di posizione forte su questo discorso.
Un ospedale deve essere di grande livello per il sud della provincia di Alessandria e non solo, perché prende tutto il corridoio est-ovest sull'asse Lombardia-Liguria, quindi anche in termini di mobilità attiva e di conseguenza, cercando probabilmente anche di risanare i conti dell'ASL di Alessandria perché, dai numeri che stanno girando, mi dicono che comunque siamo sotto di 11 milioni circa. Ecco, credo che questo non vada sottovalutato.
Credo che tutti questi elementi non possano essere tradotti semplicemente in un documento in cui si dà mandato alla Giunta in 60 giorni di fare una delibera. Credo che serva un lavoro, cosa che ci siamo anche detti, perché - ribadisco - nel momento in cui qui ci sono dei passaggi, e dei percorsi, non possiamo tradurlo solo.



(Commenti fuori microfono)



BERUTTI Massimo

Ripeto, non entro nel merito delle Direzioni, che avranno le loro valutazioni da parte dei Sindaci; le nostre sono opinioni personali, su questioni di questo tipo. Io credo che questo, invece, sia importante perché un lavoro omogeneo, dove i territori possono essere o sentirsi tranquilli rispetto a un piano strategico, può portare a un risultato, ma con questo tipo di accelerazione - e l'ho letto anche agli organi di stampa noi obiettivamente mettiamo sul tavolo comunque molto scetticismo.
A mio parere, azioni anche un po' di accelerazione purtroppo le abbiamo pagate anche sui nostri territori, oppure azioni di forte realismo; forte realismo che ha portato ad essere più realisti del re nella diminuzione dei posti letto, che poi si sono ripercossi comunque sul nostro territorio e basta. Punto e a capo.
Su questo discorso, credo che ci sia sicuramente da fare un ragionamento e un lavoro importante, a mio avviso molto più approfondito di adesso, ma, soprattutto, voglio puntualizzare che io stasera, dai miei, non andrò a fomentare la situazione, ma semplicemente a proporre l'analisi di quello che è lo stato dell'arte e dei percorsi fatti. Dovranno poi essere i territori a fare le loro valutazioni. Se i territori prenderanno una certa posizione, io, come tale, mi allineerò in quel senso.
Credo che questo sia un percorso che probabilmente andava fatto e andrà fatto in modo più strutturato e strategico, per il bene dei cittadini perché credo che ci ancora qualche punto di debolezza su questo percorso.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Berruti.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ottria; ne ha facoltà.



OTTRIA Domenico

Inizio col dire che ho sottoscritto questa mozione in maniera convinta perché ritengo che non sia un'altra costrizione o qualcosa del genere, come il collega Berruti ha detto, ma esattamente l'opposto. Credo sia un punto di partenza e di discussione, che ovviamente potrà essere oggetto di miglioramento e di nuovi contributi, ma è un percorso aperto che mette in discussione una proposta che ritengo necessaria.
Condivido l'obiettivo finale che questa mozione si pone, cioè quella di unificare le due Aziende sanitarie presenti nella provincia di Alessandria.
Il Consigliere Ravetti l'ha già detto: noi siamo una Provincia, come qualcuno ha definito, federata, con sette centri-zona, e che ha una storia fatta di diversità. Spesso diversità significa competizione, una competizione attiva rispetto alla realtà produttive, ma spesso portano a frammentazione e a logoramento.
È già stata ricordata la delibera 1-600. Ebbene, questa delibera è stata un percorso obbligato, ma anche molto sofferto, perché era stata una fase emergenziale. Come veniva ricordato, rispetto ai territori c'è stata una maggior sofferenza. Io provengo da Acqui Terme e l'ospedale di Acqui è stato sicuramente fortemente toccato dalla delibera.
Adesso, però, superata questa fase, credo occorra guardare avanti guardare avanti con degli atti che possano anche correggere alcune e inevitabili situazioni, sicuramente determinate, in parte, dalla delibera 1 600, in parte già presenti, ma che nel futuro, comunque, si devono assolutamente migliorare.
Un'offerta sanitaria adeguata all'esigenza di cure dei cittadini deve essere frutto anche di omogeneizzazione dei servizi.
In questo percorso, dalla delibera 1-600 in avanti, c'è stata sicuramente una mancata omogeneità di indirizzo nella provincia di Alessandria. Probabilmente l'ha già detto il Consigliere Ravetti: non è un problema di capacità delle direzioni, ma sicuramente c'è stata una mancanza di dialogo. Addirittura arrivo a dire che questa mancanza di dialogo ha avuto delle ripercussioni ben precise rispetto all'offerta di servizi sanitari ai cittadini.
Non voglio fare esempi, ma potrei farli: pazienti dell'Acquese sono costretti a essere ricoverati a Casale Monferrato; oppure il percorso legato al punto nascita di Acqui avrebbe dovuto avere una precisa integrazione con l'ospedale di Alessandria, e invece questo non è mai avvenuto, nonostante il fatto che in alcuni casi questi percorsi di integrazione fossero previsti negli atti aziendali.
Nonostante la ristrettezza delle possibilità legate all'applicazione della delibera 1-600, alcuni correttivi erano stati apportati anche su suggerimento venuto dal territorio e, in parte, anche da questo da questo Consiglio regionale.
Ebbene, questo - ripeto - senza voler dare giudizi, ma recependo uno stato di fatto, credo debba essere migliorato, semplificando e rendendo la direzione di questi processi unica.
Molto banalmente: un processo di semplificazione.
Questo credo sia un'opportunità e poi, come è già stato detto, tutto ciò deve avvenire a parità di risorse e potrebbe portare a delle economie di scala, che ovviamente non devono essere nascoste nei bilanci generali della sanità, ma devono essere un'opportunità di reinvestimento per i servizi sanitari.
Ecco, questo credo sia l'esigenza che ci ha portato a fare questa proposta, contrariamente alla visione del collega Berruti, che con tono pacato ha sostenuto essere un ulteriore passaggio forzato, ma io non la vedo così. Anzi, credo - e di questo sono anche contento - che, forse per la prima volta in questo Consiglio regionale, finalmente ci possiamo riappropriare della programmazione sanitaria. E mi fa piacere che questo avvenga rispetto all'offerta sanitaria della provincia di Alessandria.
Questa è la sede giusta: la politica, noi - che rappresentiamo la classe dirigente di questa regione - dovremmo dare il meglio di noi stessi proprio perché andiamo a toccare, a programmare l'offerta sanitaria ai nostri cittadini.
Questo è il compito della politica e mi fa piacere che, finalmente, in quest'Aula si possa discutere.
Ripeto, non è un tema blindato: è un tema che sarà oggetto di discussione, non solo in questa sede. Credo che la discussione stia già avvenendo (noi abbiamo lanciato un sasso) anche sui territori. Ovviamente noi non dovremo tenere conto delle indicazioni dei vari territori in maniera settaria: dovremo tenere conto di tutti i territori nel saper offrire agli stessi i servizi adeguati.
Le eccellenze vanno bene, perché i cittadini in questo momento hanno bisogno delle eccellenze, ma queste non dovranno essere localizzate su sei o sette presidi sanitari territoriali, perché noi dobbiamo offrire le eccellenze, ma non dobbiamo lasciare indietro nessuno, nessun territorio nessuna classe sociale e nessuna fascia d'età.
Tra l'altro, probabilmente la provincia di Alessandria è una provincia che ha l'età media più avanzata d'Italia, pertanto c'è bisogno di avere le cure domiciliari. Ma le cronicità devono essere affrontate e questo richiede un'integrazione, non solo tra i presidi ospedalieri, ma soprattutto con il territorio e i servizi socio-sanitari.
Questo rientra pienamente tra gli obiettivi che la mozione cita e di questo c'è bisogno: con l'apporto di tutti, con le idee di tutela, anche con lo scontro e il miglioramento di un atteggiamento che deve essere costruttivo.
Naturalmente le differenze politiche ci portano anche ad avere visioni diverse, ma quello che dobbiamo mettere al centro è il miglior servizio possibile per i cittadini.
Ritengo che faremo un esercizio di vera politica se riusciremo a concludere questo percorso, rendendo la nostra sanità regionale più efficiente e più adeguata ai bisogni dei cittadini.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Ottria.
La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
L'unico aspetto che condivido delle valutazioni fatte dai colleghi è che quest'Aula debba discutere di programmazione sanitaria, perché è da tempo (sono mesi) che diciamo che il Consiglio regionale dovrebbe riappropriarsi di un compito che gli appartiene in modo esclusivo.
Mi permetto solo di dire che è singolare - lo dico in particolar modo al Consigliere Ravetti - che questo Consiglio consenta alla Giunta regionale, pur essendo uscita dal Piano di rientro (è la IV Commissione che lei presiede), di deliberare in termini di edilizia sanitaria, che è una competenza esclusiva del Consiglio regionale, di deliberare in merito alla conversione di casa di cura, che è una competenza programmatoria del Consiglio regionale, e di molti altri aspetti, e invece poi si rivendichi il diritto di programmazione quando appare più un interesse localistico. Ma questo, legittimamente: voi siete alessandrini e fate l'interesse della provincia di Alessandria, cercate di fare l'interesse della provincia di Alessandria.
Però io non ho mai visto - salvo il caso della fusione dell'ASL 1 e 2 della provincia di Torino, che è nata più dal trasferimento di un Direttore generale, che da una volontà di carattere generale - un Consiglio regionale, non soltanto questo, provare a fare valutazioni relativamente alla necessità di unificare Aziende diverse, senza che questo non avvenisse in un contorno regionale.
Noi l'abbiamo fatto più volte: l'abbiamo fatto nel 2007, quando abbiamo ridotto il numero delle ASL; l'abbiamo fatto governando il centrodestra nel 2012, e - lo ricordo - con un atto consiliare, anche se l'avrebbe potuto fare la Giunta regionale, unificando ASO e ASL.
È sempre stato un ragionamento di carattere complessivo che investiva tutta la regione, perché se fossero vere (secondo me non lo sono) alcune motivazioni che i colleghi affermavano, cioè la necessità di individuare un'ASL unica e non la distinzione fra ASO e ASL per efficientare una serie di servizi, per garantire un'integrazione maggiore fra servizi ospedalieri e servizi territoriali, certamente questo non può valere solo per la provincia di Alessandria. Lo dico perché coloro i quali hanno firmato la mozione, oltre al collega Mighetti e al Movimento 5 Stelle, in realtà sono colleghi che non sono soltanto alessandrini, ma soprattutto sono colleghi che, essendo al governo di questa Regione, dovrebbero avere a cuore tutto il Piemonte.
E allora, è evidente che, se noi oggi ci trovassimo di fronte a una mozione che impegna la Giunta alla presentazione di un atto di riordino delle ASL e delle ASO piemontesi, potremmo esprimerci nel merito e lo faremo, ma trovandoci di fronte, invece, a un intervento che è settoriale non possiamo che, nel metodo, iniziare a sottolineare questo.
Il collega Ravetti inevitabilmente si ricorda bene di essere il vicecapogruppo del principale partito di governo, quindi ha una possibilità di presentazione di proposte come gli altri colleghi e forse più di altri colleghi, ma incidentalmente è il Presidente della IV Commissione, e di questo si deve ricordare quando si invoca legittimamente il tema della programmazione.
Superato l'aspetto metodologico, che però è sostanziale, perché non è un aspetto di fioretto rispetto a chi deve fare cosa, vi è, invece, un aspetto di merito, sul quale il Movimento Nazionale reputa che la fusione sia un errore. Innanzitutto perché gli obiettivi che la mozione pone sono obiettivi condivisibili. Non li rileggo, perché li avete già detti, ma sono obiettivi completamente condivisibili: la continuità assistenziale tra ospedale e territorio, l'efficienza rispetto ad alcuni percorsi di cura sono tutti aspetti certamente condivisibili.
Ma la domanda che pongo è: per fare ciò è indispensabile avere un'ASL unica? Io non credo. Evidentemente abbiamo idee diverse - io non sono al governo, sono all'opposizione - però se lei, collega Ravetti, ritiene questo, dovrebbe estenderlo ad altre realtà, perché se fosse vero quello che lei dice, noi privilegeremmo l'ASL di Alessandria per lasciare la provincia di Cuneo con due ASL e una ASO, e quindi avrebbero percorsi differenti.
Al di là di questo, credo che nella gestione della sanità, che è una materia certamente complessa, la capacità di dialogo sia una capacità che non sempre attiene ai Direttori delle Aziende, i quali tendono a gestire l'Azienda per cui sono stati nominati, ma è proprio una capacità di governo che attiene alla Giunta regionale, all'Assessorato e alla Direzione della Sanità. Questo è il tema.
Se c'è una situazione di incomunicabilità fra ASO e ASL o fra singole ASL, questo è un tema che afferisce proprio al governo del territorio, con le competenze che ogni Assessore ha.
Vi è un aspetto che ci preoccupa molto. Anche se venne fatta una scelta, non da tutti condivisa, di far sì che la provincia di Alessandria avesse una sola ASL, oggi vi è una situazione che è estremamente funzionale, secondo noi, proprio per il fatto che ha un'ASL, che è quella all'interno della quale ci sono i presidi territoriali locali. Invece c'è un'ASO che è quella che risponde alla logica non soltanto di produzione, ma è anche quella all'interno della quale vi è il più grande presidio ospedaliero della provincia.
Qual è il vero rischio? Oltretutto, sono rischi già visti, perché non è che le fusioni precedenti abbiano portato delle meravigliose novità. Ogni qualvolta il grande si fonde con il piccolo, il piccolo ci perde; e questo vale per le ASL, per gli ospedali, per i Comuni, per le Province e per tutte le dinamiche che volete, perché sociologicamente questo accade, e intendo grande in termini di valore economico dell'Azienda e in termini di produzione sanitaria.
Quindi, da questa fusione chi saranno coloro i quali rischiano di perdere maggiormente? I presidi ospedalieri non alessandrini (Acqui, Ovada Tortona, Casale) che sono quelli che hanno già maggiormente patito i tagli della DGR 1-600. Questa è la più grande preoccupazione.
Poi ce n'è un'ultima, e concludo, che è quella della condivisione. Noi abbiamo subito, tutti, anche i colleghi della maggioranza, la DGR 1-600 noi di più, perché almeno voi avete trattato un minimo sulle modifiche della successiva 1-924, ma noi ovviamente siamo stati a guardare ciò che la Giunta faceva, senza neanche un confronto in Commissione.
Però io dico: possono gli stessi Gruppi consiliari, che come noi hanno in qualche modo patito la calata dall'alto di una scelta, proporre una mozione che, di fatto, sul territorio fa esattamente lo stesso errore che ha fatto la Giunta regionale? Perché la mozione non dice quello che ha detto il Consigliere Ravetti, cioè che si valuti, ai sensi della legge 18 se valga la pena fondersi o non fondersi. La mozione dice che la Giunta entro 60 giorni, presenti una proposta di delibera di unificazione dell'ASL di Alessandria e dell'ASO dell'ospedale alessandrino. Questo dice.
Quindi, ancora una volta scegliamo per conto di terzi. Ovviamente ognuno fa politica nella maniera che ritiene e certamente vi sarete confrontati, avrete fatto un serrato confronto con i territori locali. A me (e a noi) sembra, ancora una volta, che decidiamo per conto di terzi.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Vignale.
Ha chiesto la parola il Consigliere Monaco; ne ha facoltà.



MONACO Alfredo

Grazie, Presidente.
Ho sottoscritto con piacere questa mozione, che è anche frutto di un gran lavoro che è stato fatto. E per questo ringrazio il primo firmatario di questo atto, il Consigliere Ravetti, perché ha fatto un grande lavoro di analisi, raccordo e raffronto all'interno per suggerire questa azione alla Giunta e chiederle di fare questo intervento.
Bene, è vero: c'è stata la delibera 1-600, che credo sia stata imposta non dalla Giunta a questo Consiglio, ma dalle risultanze di leggi nazionali; e, per un lavoro fatto precedentemente, questo impianto - ahinoi c'è stato imposto. Credo che questo fosse un male necessario scritto nelle leggi e nei testi e quindi non si poteva farne a meno.
Ritengo che questa mozione in qualche misura vada nella direzione di quanto era stato tracciato nella delibera 1-600 e penso che vada anche sottolineato che diverse sono le realtà; nel senso che oggi si può rilevare da alcuni territori e dagli operatori sanitari di quei territori un'istanza che va nella direzione suggerita da questa mozione, mentre in altri territori questo non è ancora emerso o probabilmente non vi è ragione o necessità che ciò accada.
Abbiamo sentito che probabilmente in alcuni casi non sono sempre state felici le soluzioni in termini di accorpamento, nel senso che il grosso ha mangiato il più piccolo. Vorrei far notare che invece potrebbe essere diverso il modello organizzativo che prevede l'accorpamento: sarà infatti meglio quando delle professionalità che oggi sono confinate nell'ASL e nell'ospedale territoriale domani potranno avere un'opportunità e un grosso beneficio di confronto e anche di integrazione con le istanze dell'ospedale principale (che oggi diventerebbe l'ospedale principale della rete ospedaliera), perché se ne potrebbero ricavare delle utilità professionali positive, quindi di crescita per tutti.
Certamente, quello che è stato sottolineato come un dialogo mancante fra ASO e ASL si tradurrebbe invece in un beneficio. Non si tratta di una mancanza di governo o di una cattiva gestione dell'esecutivo regionale rispetto alle istanze che vengono da quelle Direzioni. Credo che questo appartenga proprio all'esaurimento funzionale di alcuni modelli organizzativi, che a un certo momento hanno delle difficoltà, nel loro sviluppo e nella loro funzione, di interfacciarsi e, quindi, di dialogare in termini di coerenza assoluta.
L'ASL deve occuparsi di più di territorio; e quegli ospedali cosiddetti territoriali a volte vengono tenuti in secondo ordine rispetto alla domanda che arriva dei territori. Dall'altra parte, invece, l'ASO ha questo ospedale che, anche per azioni amministrative, riesce poco a comunicare, o comunque meno rispetto a quelle che sono le richieste. Ebbene, io credo che si possa avere un beneficio complessivo a fronte di un nuovo modello.
È vero, si potrebbe ragionare organicamente su tutta la Regione. Ma siamo appena usciti dal Piano di rientro e credo che questo possa essere un modello da proporre, in linea con quello del Piano di rientro stesso.
Mi permetto infatti di far osservare, Presidente e Assessore, che questo non ci fa tornare a uno status precedente: ci fa andare nella direzione tracciata dalla legge nazionale che è stata imposta a tutti noi (con la delibera 1-600 quella linea è stata messa sui binari e credo si proceda ancora nello stesso verso). Effettivamente questo potrebbe essere un esercizio sperimentale da valutare, dove i territori lo chiedano propedeutico a quello che può essere un piano sanitario, ammesso che si riesca a farlo; ma credo che abbiamo già degli ottimi indirizzi e che abbiamo già fatto del lavoro sulla nostra sanità, a costo anche di grandi sacrifici. Ritengo che questa sia una cosa che ci è chiesta, tutto sommato dai territori e dagli operatori.
Penso quindi che questa sia una direzione che vada sulla traccia di quanto già è stato segnato dalla delibera 1-600 e che continui a mettere un ulteriore tassello su quella che potrebbe essere, invece, una programmazione più ampia sulla quale ovviamente tutti auspichiamo di poterci concentrare in questo scorcio di legislatura.
Credo dunque che quello di mettere insieme le pezze sia un buon esercizio, che porterà dei benefici nell'Alessandrino e in quel territorio.
Auspico che il Consiglio possa dare un voto favorevole - ampiamente favorevole - a questa mozione, anche come modello nuovo di sperimentazione su questi territori.
Lei sa benissimo, Assessore, che in genere io non sono stato (e non sono) molto convinto degli accorpamenti tout court. Questo, invece, è uno di quei casi in cui credo che l'accorpamento sia positivo, perché i territori a volte hanno poca voglia di recepire quanto arriva dall'ASO, che si sente comunque una regina rispetto a un'azione sanitaria che si ritiene talvolta di secondo grado o di livello inferiore. E a volte succede purtroppo, che il dialogo sia legato a comportamenti che difficilmente la Regione, in termini di Assessorato, può governare, riguardando singoli e personalità individuali.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Su questa tematica e su questo ordine del giorno presentato dal Consigliere Ravetti sono un po' in difficoltà, lo ammetto. Ho infatti un collega del Gruppo consiliare (il collega della Provincia di Alessandria) che ha sottoscritto l'atto, che quindi ritengo - tra l'altro, si è assentato per motivi urgenti - voterebbe favorevolmente perché condivide il documento. Io, ma non perché non residente nella Provincia di Alessandria e quindi non perché non voglia il bene, dal punto di vista sanitario e su altre tematiche, della Provincia di Alessandria, ma perché nutro le medesime perplessità sollevate dal Consigliere Vignale, proverò ad esplicarle nel mio intervento.
Innanzitutto - lo ribadiva lo stesso collega Monaco - ringraziamo il Presidente di Commissione Ravetti per l'analisi propedeutica alla proposta su quelle che sono le finalità sanitarie, gli interventi sanitari, la coesistenza in un territorio tra Azienda Ospedaliera e Azienda Sanitaria Locale. Ma noi, di tutta questa analisi, non abbiamo saputo né sentito niente. Dunque, il primo rilievo che mi viene da sollevare è proprio questo: siamo usciti dal Piano di rientro. Ci rivolgiamo all'Assessore Saitta, che lo sa benissimo - la mia è, dunque, retorica - ma anche ai colleghi di maggioranza - tutti - per cui non me ne voglia il Presidente Ravetti, con cui abbiamo lavorato proficuamente in questi anni: siamo usciti dal Piano di rientro, quindi la programmazione della rete sanitaria ospedaliera deve essere fatta dal Consiglio regionale.
Io ritengo, quindi, che non sia corretta questa modalità, pur essendo condivisibile per l'urgenza e per la volontà di addivenire a un risultato rapido (sappiamo che il Consiglio durerà, al massimo, un anno e mezzo quindi i tempi sono stretti). Le modalità di confronto prevedono la presentazione di un piano socio-sanitario, nel quale si possa rivedere la rete ospedaliera: magari, lavorando insieme sul numero di posti letto per acuzie nella Regione Piemonte, potremmo scoprire che, a voler essere più realisti del re, l'aver previsto 2,5 posti letto di acuzie per 1.000 abitanti non è corretto, perché non porta quell'efficacia e quell'efficienza auspicata; magari, potremmo scoprire che sono troppo pochi i posti letto, col rischio di incrementare le liste d'attesa e il relativo sovraffollamento dei pronto soccorso (perché, oltre a mancare il personale mancano anche i posti letto per procedere con le dimissioni dal pronto soccorso e ricoverare i pazienti in un reparto ospedaliero).
Nel frattempo, possiamo rivedere la rete con la proposta avanzata dal Presidente Ravetti, che - lo ripeto - ha una sua credibilità e una sua sostenibilità. Perché è vero - ne abbiamo discusso col collega Mighetti, e poi estenderò l'analisi alle altre province del territorio regionale - che quando si va in provincia Alessandria (o in Alessandria città) si è un po' spaesati: lo siamo come amministratori e come cittadini piemontesi non alessandrini. Ma lo stesso spaesamento l'ho provato anche a Novara e a Cuneo: uno si reca nella città capoluogo e pensa di avere come riferimento l'ASL; invece ha come riferimento l'ASO (come presidio ospedaliero, poi ovviamente, ci sono anche i servizi territoriali).
La domanda che pongo - peraltro, l'hanno già suggerita altri colleghi prima di me - è la seguente: è un problema solo della provincia di Alessandria o è un problema, ad esempio, anche della provincia di Cuneo? Anche in provincia di Cuneo, infatti - ne parlavo prima col collega Campo esistono grossi problemi, perché Cuneo è una realtà a sé stante: è il capoluogo di provincia, è un po' decentrato (più decentrato anche di Alessandria) e ci sono ospedali a Savigliano, ad Alba e Bra (ne rimarrà uno solo) e a Mondovì. Esiste anche lì, forse, un problema di comunicazione tra ASO e ASL? Lo stesso problema si avverte anche a Novara (magari meno perché Novara è una provincia più capoluogocentrica, nel senso che c'è Novara, che è molto grossa, e poi ci sono realtà più piccole, come Borgomanero, che è la sede del presidio; ma c'è questo unico duo-polo, nel senso che c'è il polo di Novara e il polo di Borgomanero).
Occorre innanzitutto capire se è un problema di rapporto tra ASO e ASL specifico delle province (non di quella di Torino; o magari anche di quella?); in tal caso, occorre fare un'analisi complessiva. Per esempio sulla provincia di Torino c'è il Mauriziano, che è un'isola all'interno di Torino, e c'è il San Luigi, che è un'isola all'interno dell'ASL TO3 (e guardo il collega Monaco), con tutte le problematiche di riferimento con Rivoli (qual è il DEA di primo livello? qual è il Dea di secondo livello?).
Lascerei fuori - non ditemi perché sono di Torino, non vogliatemi così male! - la Città della Salute di Torino, perché è veramente un unicum per dimensione, per eccellenza, per presenza dell'Università e quant'altro.
Questo ragionamento, a mio avviso, va fatto a tutto tondo. Se ammettiamo che esiste questa problematica di rapporti col territorio e di incomunicabilità con le ASL, e l'avere un presidio ospedaliero dell'ASL all'interno del capoluogo di provincia, allora si devono coinvolgere, per forza di cose, anche Cuneo e Novara. E, magari, un piccolo ragionamento andrebbe fatto anche su Torino, sebbene sia difficile ragionare sul Mauriziano, perché hanno diverse problematiche, così come sull'ASL TO3.
Questo è il primo tema fondamentale: o vale per tutti, erga omnes oppure non ne capisco la semplice motivazione.
Il secondo tema riguarda il finanziamento. Il collega Ravetti lo ha giustamente inserito nelle premesse e nell'impegnativa vengono richiamate tutte. Mi permetterei solo di suggerire che, forse, andrebbe richiamata anche la sostenibilità finanziaria, perché - lo ammetto - non saprei come potrebbe avvenire la fusione. Noi sappiamo che le Aziende Sanitarie Locali sono pagate per quota capitaria, mente le ASO per prestazioni. L'ottica di dire che si ottiene un'Azienda unica, che è la sommatoria dei due trasferimenti, è fattibile? Guardate che i cittadini di Alessandria rimangono gli stessi, non è che aumentano. Cioè non è che i cittadini di Alessandria città sono scomputati perché c'è l'ASO rispetto alla provincia rimangono gli stessi.
Chiederei, ovviamente, di inserire uno studio di fattibilità sul tema da un punto di vista economico-finanziario. Non vorrei che procedessimo perché c'è un fondamento reale politico e sociale su questa fusione, e poi magari, ci trovassimo (o vi trovaste) addirittura penalizzati. Nel senso di dire che la quota capitaria è la stessa, ma ci troviamo un ospedale in più che deve fare le stesse prestazioni con la stessa quota capitaria. Ho solo queste perplessità.
Ripeto, se c'è la possibilità di discuterne ampiamente sarebbe meglio perché in fondo la mozione dice solo "portiamo una proposta di deliberazione", però se c'è un "pre", possiamo riuscire a discutere di questa tematica (preferibilmente in Commissione, perché il Consiglio non è lo spazio dove si può fare questo) con i tecnici dell'Assessorato che fughino anche questi dubbi, e possiamo affrontare la tematica anche per quanto riguarda eventualmente la province di Cuneo, se c'è qualche collega della provincia di Cuneo o qualche altro collega che solleva il tema sulla provincia di Cuneo e magari anche sulla provincia di Novara. A quel punto facciamo un ragionamento.
Diciamo che le Aziende ospedaliere hanno creato più problemi che altro.
L'unica Azienda che oggi è indebitata è l'Azienda sanitaria Città della Salute, perché ha tutta una serie di eccellenze e di prestazioni - tra l'altro anche territoriali, cioè sussidia l'ASL di Torino su alcune prestazioni territoriali - per cui riguardiamo tutta la modalità di funzionamento della 502 e delle leggi che hanno istituito le Aziende ospedaliere, anche perché evidentemente c'è una motivazione per cui più di vent'anni fa sono state create le Aziende ospedaliere dal legislatore.
Quindi, se rendiamo a ritoccare questo punto, direi: rivediamo un po' tutto e possiamo avere un percorso privilegiato per la rivalutazione dei rapporti nelle varie province, però io chiedo di poter rivedere tutta la rete ospedaliera con un documento del Consiglio regionale, quindi il Piano socio-sanitario, non con l'ordine del giorno.
La mozione può anche andare avanti, può essere discussa e può essere votata, però chiederei di non limitarci solo ad arrivare alla proposta di deliberazione dell'Assessore Saitta, perché fermarsi solo a questo punto sarebbe un lavoro fatto a metà.
Grazie.



PRESIDENTE

Ho ancora iscritto a parlare il Consigliere Sozzani, che interverrà la prossima volta, riprendendo l'esame della mozione n. 1212.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 19.00)



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