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Dettaglio seduta n.260 del 18/10/17 - Legislatura n. X - Sedute dal 25 maggio 2014 al 25 maggio 2019

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MOTTA



(I lavori iniziano alle ore 14.11 con l'esame delle interrogazioni a risposta immediata, ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento interno del Consiglio regionale)


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione a risposta immediata n. 1777 presentata da Benvenuto inerente a "Situazione occupazionale presso la Cartiera di Verzuolo in provincia di Cuneo"


PRESIDENTE

Iniziamo i nostri lavori, esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 1777 del Consigliere Benvenuto.
Al posto dell'Assessora Pentenero risponderà l'Assessore Balocco.
Prego, Consigliere Benvenuto, può illustrare la sua interrogazione.



BENVENUTO Alessandro

Grazie, Presidente.
L'interrogazione verte sulla situazione occupazionale delle Cartiere di Verzuolo, precisamente delle Cartiere Burgo. Abbiamo avuto notizia della possibilità di 143 licenziamenti, e viene citato il problema della crisi del settore.
Vorremmo capire come si sta muovendo la Regione, quali sono gli strumenti che cercherà di adottare e, soprattutto, quale strategia sul settore della carta.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Balocco per la risposta.



BALOCCO Francesco, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
Non ho avuto modo di leggere la risposta dell'Assessora Pentenero, ma conosco la situazione: con il Presidente Chiamparino sono stato a Verzuolo nei giorni scorsi.
La soluzione che pone l'azienda rispetto alla crisi di mercato della carta patinata è di chiudere la famosa linea 8, che produce, appunto questo tipo di carta. Tale tipologia è giunta a fine ciclo e sta progressivamente uscendo dal mercato. Significativa è risultata sul sito la riduzione dei giorni di lavoro degli impianti destinati alla produzione di carta patinata.
Dunque, questo progressivo deterioramento del portafoglio ordini inerenti alla linea 8 ha indotto l'azienda a trovare soluzioni alternative al licenziamento dei lavoratori. Nel corso degli anni, sono stati sottoscritti svariati accordi sindacali che hanno previsto l'utilizzo del "contratto di solidarietà". Nella seconda parte del 2015, l'azienda ha deciso di modificare radicalmente l'assetto produttivo e organizzativo della citata linea, portando il sistema produttivo e organizzativo dal ciclo continuo al ciclo discontinuo.
Nonostante la riorganizzazione e la riduzione del costo del lavoro attuato attraverso gli accordi sindacali, la contrattazione degli ordinativi connessi agli elevati costi di produzione ha indebolito il livello di sostenibilità della linea 8.
L'aggravarsi della crisi nel primo semestre del 2017, il margine operativo lordo dello stabilimento risultato negativo di 1.866.000 euro l'infruttuosità di tutte le soluzioni adottate con lo scopo di evitare la chiusura, l'assenza di prospettive future a causa del fine ciclo del prodotto e il rischio di compromettere la situazione industriale del sito hanno determinato la decisione aziendale di cessare l'attività produttiva della linea 8 e dei reparti ad essa collegati.
La società ha informato che, rispetto al passato, non vi sono ammortizzatori sociali di tipo conservativo. L'azienda non è in grado di operare investimenti per la riconversione dell'attività produttiva.
Le organizzazioni sindacali e le istituzioni tutte sono fortemente preoccupate non solo della chiusura della linea, ma anche del futuro dell'intera attività aziendale.
L'Assessorato al lavoro ha chiesto all'azienda la sospensione dei licenziamenti, l'individuazione di un percorso condiviso, subordinato a un piano industriale credibile, e ha dato la propria disponibilità a richiedere al MISE l'apertura di un tavolo tecnico dove affrontare le criticità di settore, sempre più in sofferenza. Tra l'altro, la Burgo è un'azienda di livello nazionale, quindi è evidente che sarà necessario aprire questo tavolo a livello di Ministero per trovare una soluzione adeguata sia per la Burgo sia per i lavoratori, precisando che qualsiasi piano di intervento, sia a livello locale sia nazionale, necessita di un piano industriale sostenibile nel tempo.
La seconda azione su cui si è impegnato l'Assessorato lavoro è incontrare a breve l'azienda in sede tecnica per verificare l'eventuale utilizzo di linee di finanziamento regionale a sostegno del piano industriale suddetto.
Il tema centrale è la riconversione quella della linea 8; in questo senso, le risorse cui fa riferimento la risposta dell'Assessora Pentenero possono essere assolutamente preziose.


Argomento: Contributi alla cultura

Interrogazione a risposta immediata n. 1781 presentata da Berutti, inerente a "Rimborso danni alle attività associative, culturali, sociali, non lucrative e religiose"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'interrogazione a risposta immediata n. 1781. Al posto dell'Assessora Parigi, risponderà nuovamente l'Assessore Balocco.
La parola al Consigliere Berutti per l'illustrazione.



BERUTTI Massimo

Grazie, Presidente.
Probabilmente l'interrogazione si è spostata sull'Assessora Parigi, ma penso che fosse ancora più attinente all'Assessore Balocco.
Quest'interrogazione intende mettere in evidenza situazioni, diciamo particolari. Nell'ambito della fase alluvionale degli anni scorsi, sono state identificate realtà private, familiari, oppure aziende; nel limbo sono rimaste le attività socio-culturali e religiose al servizio alla comunità, che non sono state identificate in nessun tipo di contesto dal punto di vista dei rimborsi o di ristori ai danni subiti.
Considerato che non esiste una normativa nazionale o regionale che tuteli queste specifiche categorie e attività, chiediamo alla Giunta come intende tutelarle e riconoscerle, se non da un punto di vista strutturale quantomeno per il ripristino di arredi, suppellettili e attrezzature presenti nei locali.
In tal senso, penso che l'interrogazione abbia addirittura più attinenza l'Assessore Balocco.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Balocco per la risposta.



BALOCCO Francesco, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
Consigliere Berutti, come lei giustamente ha detto, in effetti questi tipi di danni hanno linee di recupero e di pagamento da parte dello Stato sempre meno realistiche e meno attive. Nel passato, i privati sono stati soccorsi per le prime residenze e per le ulteriori abitazioni in termini ovviamente differenziati, nonché per beni mobili e immobili registrati.
La scarsezza dei fondi agisce ancora per quanto riguarda gli spostamenti di residenza; ma su beni mobili e immobili le risorse dello Stato per "calamità naturale", sono azzerate.
Le attività produttive sono considerate nell'accezione ampia e quindi attività industriali, artigianali, commerciali, di servizio e anche professionali, purché caratterizzate da ricaduta economica. In casi rari nel passato sono state considerate in via eccezionale le attività senza fine di lucro e con valenza sociale, purché sostenute dal pubblico.
Si aggiunge che i contributi di cui sopra vengono concessi comunque solo al netto degli eventuali rimborsi assicurativi, che rimangono ormai la fonte di recupero dei danni più sostanziale per tutti gli aspetti di natura privata. Resta il fatto che, nell'ambito dei contributi conseguenti ad eventi calamitosi, le attività segnalate hanno potuto essere finanziate solo nei casi descritti.
Bisogna ricordare anche, comunque, che attualmente i contributi a soggetti privati sono concessi solo qualora lo Stato riesca a disporre di finanziamenti per eventi di tipo C (gravi): cosa che avviene con tempi e modalità non preventivabili. Questo, infatti, ha in qualche modo funzionato, seppure in maniera non sufficiente, per gli eventi del 2014 per gli eventi del 2016 non ci siamo ancora. Le risorse potrebbero essere messe a disposizione dall'Unione Europea, che in questo caso non sono ancora state inserite, mentre sul 2014 erano state incluse.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Interrogazione a risposta immediata n. 1783 presentata da Frediani inerente a "Adempimenti vaccinali e frequenza scolastica - Circolari MIUR e Regione Piemonte e doveri dell'Istituzione Scolastica"


PRESIDENTE

Trattiamo ora l'interrogazione a risposta immediata n. 1783.
Al posto dell'Assessora all'istruzione, risponderà l'Assessore Balocco che oggi presta la sua voce ai colleghi.
La parola alla Consigliera Frediani per l'illustrazione.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Spero che almeno l'Assessore sia vaccinato.
Parliamo della procedura messa a punto rispetto agli adempimenti vaccinali e alla frequenza scolastica.
In più occasioni abbiamo portato la questione in Consiglio regionale durante vari confronti, e anche attraverso diverse interrogazioni. L'ultima chiedeva conto di chi fosse responsabile dell'allontanamento degli studenti non vaccinati o, meglio, dei bambini di fascia zero-sei anni non vaccinati in caso di non adempimento degli obblighi di legge.
Adesso, ovviamente, la procedura sta innescando tutta una serie di meccanismi e iniziano ad arrivare anche le prime segnalazioni, che fanno sorgere qualche dubbio in merito alla correttezza della procedura o perlomeno, al modo in cui sono state diffuse le informazioni.
In particolare, nella nostra interrogazione, facciamo riferimento alla circolare del 1° settembre 2017 del Ministero della Salute e del Ministero dell'Istruzione. In questa circolare veniva chiaramente definito che - cito il virgolettato, così non ci sono dubbi - "Successivamente, la scuola" successivamente ad aver ricevuto, da parte delle famiglie, la documentazione richiesta, che a nostro avviso poteva tranquillamente essere consegnata in busta chiusa - "senza alcuna preventiva valutazione di merito" - questo è il passaggio che vogliamo sottolineare - "trasmetterà all'ASL territorialmente competente la documentazione presentata dai genitori, ai fini della verifica della regolarità e dell'idoneità della stessa, nel rispetto della normativa sulla privacy. Si precisa che non si farà luogo a tale trasmissione nell'ipotesi in cui i genitori, tutori e affidatari abbiano presentato alla scuola la documentazione attestante lo stato di adempienza vaccinale ricevuta dall'ASL".
Ora, sorge un dubbio, leggendo diverse segnalazioni da parte dei genitori e titoli e articoli di giornali ma, anche e soprattutto, leggendo la risposta dell'Ufficio Scolastico Regionale alla segnalazione di un genitore che la scuola ha informato non essere in regola con gli adempimenti. La scuola ha fatto una valutazione, pur non dovendo farla secondo la circolare del 1° settembre, ma nella risposta dell'USR a questa segnalazione del genitore si legge: "È dovere dell'Istituzione scolastica verificare la regolarità della documentazione presentata e consentire la frequenza agli alunni iscritti".
C'è un po' di confusione. La circolare del 1° settembre dice che la Scuola non deve fare alcuna preventiva valutazione di merito, ma soltanto trasmettere all'ASL territorialmente competente la documentazione ricevuta dalle famiglie; nella recente risposta dell'Ufficio Scolastico Regionale invece, c'è scritto che è dovere dell'Istituzione scolastica verificare la regolarità della documentazione.
Noi, attraverso quest'interrogazione, vorremmo avere degli appigli normativi chiari, con indicazioni ben definite, per capire se sia realmente responsabilità e competenza della scuola rendere una valutazione in merito all'idoneità e alla regolarità della documentazione presentata.
Poi, peraltro, interviene anche un problema di tutela dei diritti di privacy delle famiglie: stiamo trasmettendo dei dati sensibili, relativi alla situazione sanitaria dei nostri figli.



PRESIDENTE

Grazie, collega Frediani.
La parola all'Assessore Balocco per la risposta.



BALOCCO Francesco, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
Do lettura della risposta, che prevede una premessa e poi la risposta vera e propria.
Nella risposta fornita dall'Ufficio Scolastico Regionale si dice: "La normativa di riferimento esplicita in maniera chiara la documentazione che è necessario presentare all'Istituzione scolastica per consentire la frequenza degli alunni iscritti. La presentazione da parte dei genitori di dichiarazioni con le quali gli stessi aderiscono all'invito al colloquio con l'ASL per l'eventuale vaccinazione, non è da ritenersi conforme a quanto prescritto dalla suddetta normativa, in quanto l'invito dell'ASL è finalizzato a effettuare e completare le vaccinazioni del bambino in questione e non può essere sottoposto a condizioni. I genitori devono presentare, in alternativa alla documentazione elencata nella circolare ministeriale del 1° settembre, copia della formale richiesta di vaccinazione all'ASL competente.
Per l'anno scolastico 2017-2018, già a decorrere dal 12 settembre scorso, non potranno avere accesso ai servizi educativi per l'infanzia e le scuole dell'infanzia i minori di cui genitori, tutori o affidatari, non abbiano presentato la documentazione prevista nella suddetta circolare.
In questa prima fase, pertanto, è dovere dell'Istituzione scolastica verificare la regolarità della documentazione presentata e consentire la frequenza agli alunni iscritti. Successivamente, entro il 15 novembre, le Scuole trasmetteranno all'ASL territorialmente competente la documentazione presentata dai genitori, al fine della verifica della regolarità ed idoneità della stessa documentazione". Questa è la premessa.
La risposta: "Non si ravvisa nessuna contraddizione tra la risposta fornita dall'Ufficio scolastico ai genitori in questione e la circolare ministeriale del 1° settembre, in quanto la prima mira semplicemente a distinguere le dichiarazioni conformi accettabili, ai sensi della normativa vigente rispetto a quelle condizionate; il controllo da parte delle Istituzioni scolastiche, inoltre, consiste in un mero controllo di regolarità formale, ai sensi della casistica riportata dalla circolare ministeriale.
Si precisa, inoltre, che da informazioni assunte dall'Ufficio Scolastico Regionale, la situazione oggetto dell'interrogazione è da considerarsi risolta, avendo i genitori regolarizzato la posizione relativa all'obbligo vaccinale, presentando un'autocertificazione non sottoposta a condizioni".



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.


Argomento: Viabilità

Interrogazione a risposta immediata n. 1778 presentata da Chiapello inerente a "Quando la riapertura della tangenziale di Fossano?"


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione a risposta immediata n. 1778.
La parola alla Consigliera Chiapello per l'illustrazione.



CHIAPELLO Maria Carla

Grazie, Presidente.
Dal crollo del viadotto, avvenuto il 18 aprile scorso, la tangenziale di Fossano continua a rimanere chiusa. Si aggiungono al disagio degli automobilisti i lavori sulla Torino-Savona, da parecchio tempo a corsia unica proprio nell'area di Fossano.
Inoltre, le macerie del viadotto sono state depositate sul piazzale del cimitero e seppure in prossimità delle festività dei Santi, non sono ancora state rimosse. Tra l'altro, sono stati impiegati sei mesi per spegnere le luci.
Mi sembra di capire che la tangenziale di Fossano non rientra fra le priorità dell'ANAS. So che l'Assessore si è interessato e che, più volte ha sollecitato l'ANAS. Quindi, mi chiedo se passato tutto questo tempo, c'è qualche possibilità che questa tangenziale venga riaperta.



PRESIDENTE

Grazie, collega Chiapello.
La parola all'Assessore Balocco per la risposta.



BALOCCO Francesco, Assessore ai trasporti

Grazie, Presidente.
Esiste un oggettivo problema di sicurezza. L'ANAS sta seguendo la questione. Direi che non è un problema di mancanza priorità; anzi, la questione è sicuramente una priorità di ANAS, almeno nel territorio piemontese, visto che si tratta di un problema assolutamente significativo anche per le sue implicanze più generali: le modalità di costruzione di quella tangenziale, infatti, preoccupano non solo riguardo a quel sito.
Anche per rispondere alla sua interrogazione, li ho ulteriormente coinvolti e do lettura dell'ultima risposta.
Attualmente risultano completate le prime fasi di accertamento lungo i viadotti della tangenziale, i cui risultati sono stati sottoposti all'esame del Politecnico di Torino. Le evidenze scaturite da tali accertamenti anche avuto riguardo di quanto sta emergendo dalle verifiche di tipo "distruttivo" eseguite nel mese di settembre sulla campata crollata, hanno portato alla necessità di procedere ad alcuni saggi diretti sulle strutture della tangenziale, la cui visione è stata anche richiesta dal CT del PM che ha effettuato apposito sopralluogo (l'ultimo il 16 ottobre). Questo è anche il motivo per cui le macerie, definiamole così, non sono state rimosse: sono ancora all'attenzione del Pubblico Ministero.
L'insieme di tale attività, oltre a far emergere la complessità della situazione e avuto riguardo al fatto che ancora non sono pienamente conosciute le cause che hanno portato al crollo improvviso, ha portato alla determinazione che sia necessario porre in essere un sistema di monitoraggio strumentale, finalizzato al mantenimento in esercizio nel tempo dell'importante arteria, oltre a intervenire con rinforzi strutturali le cui lavorazioni potrebbero, comunque, eseguirsi anche a traffico aperto limitando quindi i disagi.
Sono quindi al vaglio alcune ipotesi di possibile riapertura al traffico, con eventuali e adeguate limitazioni, che verranno a breve sottoposte all'attenzione degli enti interessati.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Balocco.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione 1784 presentata da Campo, inerente a "CAME, licenziamenti al magazzino di Roddi"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 1784.
La parola al Consigliere Campo per l'illustrazione.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
È solo della settimana scorsa il caso eclatante dell'acquisizione dell'ILVA, con il tentativo di trasformare la gestione degli esuberi in una revisione dei contratti, quindi dei diritti dei lavoratori, con contratti del nuovo Jobs Act e quindi con la perdita di anzianità, livelli retributivi, eccetera.
Questi fatti emergono a livello nazionale grazie anche alla massa di lavoratori che contestano, ma queste cose, purtroppo, accadono anche a livello di piccole e medie imprese, senza alcun clamore.
L'interrogazione di oggi riguarda proprio uno di questi casi, tra l'altro con modalità di attuazione che hanno sollevato qualche perplessità.
Sostanzialmente cos'è successo? Il magazzino di Roddi era stato rilevato, a fine 2016, dalla CAME Italia. La stessa CAME Italia, il 10 ottobre, ha aperto una procedura di licenziamento collettivo per 14 dipendenti sui 22 che vi lavoravano.
Quanto salta subito all'occhio è che la vecchia proprietà, nonostante abbia ceduto l'attività alla nuova società, abbia continuato la stessa attività in parallelo, addirittura nel medesimo capannone e nello stesso periodo temporale.
Inoltre, quasi come trucco, nello stesso periodo, la CAME Italia ha attribuito i propri attivi non al magazzino di Roddi, cui erano relativi ma alla propria sede centrale, con la conseguenza del mancato raggiungimento degli obiettivi per l'attività che si svolgeva a Roddi.
Alla fine, cosa succede? Con la procedura di licenziamento misteriosamente, il precedente titolare - tutt'ora proprietario del capannone - da cui solo un anno fa era stata acquisita l'attività con tutti i lavoratori, si sia dato disponibile a riassumere, almeno in parte, i licenziati, ovviamente con i nuovi contratti Jobs Act.
Quello che chiediamo è se e come si siano programmati gli interventi intanto per scongiurare la perdita di posti di lavoro ma, anche e soprattutto, di vigilanza, per verificare che questa situazione si sia svolta nel pieno rispetto delle normative, e quindi sia regolare.
Questo caso è emerso perché si sono levate le voci dei sindacati; ma casi come questi, purtroppo, sono cresciuti tantissimo nella nostra regione, negli ultimi anni.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Balocco per la risposta.



BALOCCO Francesco, Assessore regionale

Ovviamente la situazione è all'attenzione dell'Assessorato al lavoro anche se non in modo ufficiale, in quanto le parti non hanno ancora manifestato l'esigenza di un intervento.
Tuttavia, qualora se ne rilevasse la necessità - e certamente si manifesterà - l'Assessorato si rende disponibile, sin d'ora, ad approfondire la questione.
A tutt'oggi le parti stanno affrontando la fase sindacale della procedura, i cui tempi calcolano 45 giorni dalla data dell'attivazione.
Qualora sortisse un esito negativo della trattativa sindacale, questa proseguirà presso la Regione per la successiva fase amministrativa (30 giorni dalla data del mancato accordo).
Si assicura che la vicenda in questione sarà seguita dall'Assessorato al lavoro con particolare attenzione. La Regione metterà in atto qualsiasi strumento che possa essere di supporto alla trattativa volta alla salvaguardia occupazionale.


Argomento: Problemi generali - Problemi istituzionali - Rapporti con lo Stato:argomenti non sopra specificati

Interrogazione a risposta immediata n. 1780 presentata da Graglia, inerente a "Iniziative regionali per l'attivazione del servizio di registrazione presso gli Uffici anagrafici dei Comuni della dichiarazione di volontà alla donazione di organi e tessuti" presentata dal Consigliere Graglia (risposta scritta)


PRESIDENTE

L'Assessore Valmaggia ha già concordato con il Consigliere Graglia la risposta in forma scritta sull'interrogazione a risposta immediata n. 1780.


Argomento: Difesa idrogeologica

Interrogazione a risposta immediata n. 1785 presentata da Ottria, inerente a "Finanziamento degli interventi prioritari per la messa in sicurezza della rete idrica dell'Alessandrino e per progetti ritenuti essenziali per i servizi idrici del territorio"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 1785.
La parola al Consigliere Ottria per l'illustrazione.



OTTRIA Domenico

Grazie, Presidente.
Inizierò l'intervento citando l'Assessore Valmaggia, che poi mi risponderà.
Ho letto stamattina su la Repubblica una sua dichiarazione, che citer in maniera precisa, riguardo al tema della siccità. L'Assessore dice: "Non abbiamo il potere di far piovere, ma possiamo adottare misure strutturali per risolvere i problemi di approvvigionamento idrico. I problemi seri li abbiamo nell'Appennino alessandrino, dove si dovrà intervenire sugli acquedotti".
Ebbene, io sono in parte d'accordo su quanto ha detto questa mattina l'Assessore: effettivamente, occorrono interventi. Non sono tanto d'accordo sul fatto che basti intervenire sugli acquedotti nell'Alessandrino.
L'abbiamo già sostenuto nella discussione durante il Consiglio dedicato proprio alla siccità: l'Alessandrino ha bisogno non di interventi - scusate la battuta - a "pioggia", piccoli interventi sui vari Comuni, ma di interventi ad ampio raggio, su area vasta. Occorrono interconnessioni acquedottistiche per portare l'acqua dove l'acqua non c'è.
Se in un Comune c'è un acquedotto nuovo, però non c'è acqua, non abbiamo risolto il problema.
Quest'interrogazione viene dal fatto che sugli organi di stampa di ieri era riportata la notizia che, attraverso i fondi FSC (Fondo Sviluppo e Coesione) alla Provincia di Alessandria sarebbero assegnati circa 14 milioni di euro. Segue un elenco di interventi riguardanti le bonifiche e il servizio idrico integrato. Ovviamente, è una buonissima notizia. Io stesso più volte ho chiesto, ho evocato il fatto che le bonifiche vengano attuate e che si attuino interventi anche sul servizio idrico e, ad esempio, sulla manutenzione del territorio.
Inoltre, avrei qualcosa da ridire sulla comunicazione: si è appreso dalla stampa una notizia che, pur essendo buona, non è stata corredata di precedenti interlocuzioni in Regione. Uso il condizionale: l'articolo non cita atti ufficiali, che neanche io ho avuto modo di vedere.
Dico questo, perché la Giunta conosce esattamente la situazione dell'approvvigionamento idrico alessandrino. Ne abbiamo già parlato: siamo arrivati a mesi di siccità dopo un'estate tremenda e, a tutt'oggi, siamo arrivati a più di 500 trasporti di cisterne d'acqua da Acqui Terme verso la zona dell'alto Monferrato astigiano.
La Provincia di Alessandria ha chiesto lo stato di emergenza - anche questa è notizia nota - ed è in attesa.
Sono state organizzate - mi risulta che anche la prossima settimana ci sarà già un primo incontro con l'Assessore - riunioni per valutare gli interventi strutturali cui ho fatto riferimento prima.
Pertanto, mi permetto una battuta, Assessore: lei ha detto che nel Cuneese tutto funziona bene; il servizio idrico integrato funziona bene così come altre cose. Bene, anche noi, in provincia di Alessandria vorremmo funzionare bene, ma perché tutto funzioni bene occorrono strumenti che ci consentano - appunto - di lavorare al meglio.
Per queste ragioni, interrogo la Giunta e l'Assessore chiedendo se, a fronte dell'emergenza idrica che a metà ottobre 2017 è tuttora in essere non ritenga siano di massima priorità il finanziamento e la progettazione di opere primarie di area vasta, per mettere in sicurezza le risorse idriche dell'Alessandrino, come indicato dalla Provincia di Alessandria dai Comuni e dagli enti gestori interessati.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Ottria.
La parola all'Assessore Valmaggia per la risposta.



VALMAGGIA Alberto, Assessore all'ambiente

Intanto, condivido la necessità di effettuare interventi strutturali.
Ho fatto l'esempio della Langa perché simile, geomorfologicamentre all'Appennino alessandrino; ma, nella Langa, l'investimento dell'"Acquedotto delle Langhe", che prende l'acqua e la trasporta a qualche centinaia di chilometri dalla sorgente, ha risolto i problemi del servizio idrico integrato.
L'azione programmatoria operativa nei territori è gestita dall'Autorità d'Ambito, alla quale prendono parte i Comuni e la Provincia. La Regione non ha potere operativo, se non di supportare la programmazione che le Autorità d'Ambito portano avanti, nonché il finanziamento di questi interventi strategici.
Negli ultimi anni, la Regione ha avviato diversi programmi di finanziamento; in particolare, la linea di intervento per il Servizio idrico integrato nell'ambito del FSC (Fondo Sviluppo e Coesione) del 2007 2013, e il Piano straordinario per la depurazione.
Programmi tuttora in fase di attuazione - quindi programmi vecchi - che prevedono per il territorio alessandrino, rispettivamente: finanziamenti per circa 1,7 milioni di euro (servizio idrico integrato) e 1,9 (Piano straordinario per la depurazione).
Nel corso del 2017, la Direzione Ambiente della nostra Regione ha seguito la fase di predisposizione della programmazione FSC, per il nuovo settennato 2014-2020, proponendo, come Regione, ma a seguito di stretta collaborazione con le Autorità d'Ambito (ripeto, a seguito di stretta collaborazione con le Autorità d'Ambito), due distinte linee di intervento una, per ridurre le perdite di acquedotto, l'altra per la razionalizzazione e potenziamento dei sistemi di collettamento e depurazione, entrambe al servizio dell'intero territorio regionale.
Su questa programmazione del nuovo settennato - combinazione - in data 17 ottobre, cioè ieri, il Ministero ha comunicato alla Regione Piemonte l'attribuzione nell'ambito del Piano operativo ambiente, che prevede interventi, per la tutela del territorio e delle acque, di 33,5 milioni di euro complessivi per il servizio idrico integrato. Tale attribuzione recepisce pienamente le proposte regionali e destina, in particolare, dieci milioni di euro di interventi per la riduzione delle perdite di acquedotto e 23,5 milioni di euro per l'adeguamento funzionale dei sistemi di collettamento e depurazione.
Nell'ambito di questa assegnazione, per l'Alessandrino risultano programmati 1,6 milioni di euro per il comparto acquedotto e 2,5 per la fognatura e depurazione.
Questa programmazione è stata avviata lo scorso anno (a fine 2016) pertanto gli interventi previsti in questo FSC sono quelli all'epoca ritenuti prioritari, in funzione delle criticità allora note e, come tali inserite nella programmazione di ambito allora vigente (il centro è sempre la programmazione di ambito).
Salvaguardando il criterio di finanziare interventi strategici - e qui parliamo la stessa lingua - si dichiara, come Regione, la disponibilità a sottoporre al Ministero dell'Ambiente, in sede di definizione degli strumenti attuativi del programma descritto, eventuali proposte di interventi sostitutivi di quelli già formalizzati, ritenuti nel frattempo maggiormente rispondenti alle sopravvenute esigenze del territorio.
Grazie.


Argomento: Organizzazione regionale: argomenti non sopra specificati

Interrogazione a risposta immediata n. 1782 presentata da Mighetti inerente a "Ritardi risposte Numero Verde Unico della Regione Piemonte 800.333.444"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 1782 presentata dal Consigliere Mighetti.
Risponderà l'Assessora De Santis.
La parola al Consigliere Mighetti per l'illustrazione.



MIGHETTI Paolo

Grazie, Presidente.
Nei giorni scorsi, circa due o tre settimane fa, abbiamo ricevuto segnalazioni presso i nostri Uffici di ritardi nella risposta al Numero Verde Unico della Regione Piemonte. Stiamo parlando non tanto della parte sanitaria, che sostanzialmente ha tempi di risposta molto più rapidi, ma della parte "altra", che raggruppa tutte le diverse tematiche del Numero Verde.
Nel caso in questione, abbiamo provato a verificare se questi ritardi corrispondessero a realtà e se effettivamente il ritardo nella risposta fosse cosa vera.
Attraverso una videotestimonianza, che abbiamo pubblicato sul nostro sito, una prima chiamata ha richiesto 38 minuti di attesa, seguita da successivi tentativi arrivati anche ai 50 minuti, senza ottenere risposta.
Effettivamente, questi tempi di attesa rendono vana ogni possibilità per l'utente di ottenere un contatto con la Regione, anche perché la maggior parte delle persone non raggiunge questi tempi di attesa, ma rinuncia molto prima alla telefonata.
Chiaramente, il call center è un elemento di snellimento delle procedure, perché le persone che arrivano a comunicare con la Regione attraverso una telefonata, non intasano gli sportelli e i terminali di comunicazione della Pubblica Amministrazione con i cittadini.
Pertanto, chiediamo come la Regione intenda provvedere per risolvere questa problematica.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Mighetti.
La parola all'Assessora De Santis per la risposta.
DE SANTIS Giuseppina, Assessore ai rapporti con società a partecipazione regionale Grazie, Presidente e, grazie, Consigliere.
Dopo una verifica con gli Uffici, mi ritorna, come prima informazione che i tempi di attesa al numero verde regionale sono, in realtà strettamente correlati a campagne informative e comunicative che la Regione rivolge a cittadini e imprese o comunque, tra virgolette, a emergenze, con picchi massimi e minimi di accesso.
Queste evenienze sono stagionali. Ad esempio, gli assegni di studio, le tessere trasporti per i diversamente abili, la campagna vaccinazioni, le tasse automobilistiche, sono tutte situazioni che determinano un incremento significativo dei picchi delle chiamate in arrivo.
In particolare, questo è maggiormente vero per la tassa automobilistica, cui si riferisce la maggior parte delle chiamate.
Il servizio di contact center ha ricevuto nell'anno corrente circa 185 mila chiamate che, nel 74 per cento dei casi, hanno ricevuto risposta alcune anche in tempi ragionevolmente brevi. La media di chiamate mensili è intorno alle 15.000, ma in alcuni mesi, per le cose dette prima, si registrano dei picchi importanti, come nel mese di marzo e settembre, dove si è arrivati a 28.000 chiamate o, come nei primi giorni di ottobre, dove sono arrivate circa 18.000 chiamate.
I tempi di attesa e il numero di chiamate abbandonate vengono peraltro monitorati giornalmente e si cerca anche di intervenire, aggiungendo ulteriori operatori laddove si registrino particolari criticità, allo scopo di rendere il servizio maggiormente rispondente alle sue finalità istituzionali.
Il costo annuale riconosciuto dalla Regione a CSI per il 2017 è pari a 627 mila euro. In ogni caso, verificheremo che questo servizio funzioni effettivamente, com'è giusto che i cittadini e le imprese si aspettino.



PRESIDENTE

Grazie, Assessora De Santis.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Interrogazione a risposta immediata n. 1779 presentata da Grimaldi inerente a "Ritardi nella decommissioning del nucleare gravosi per le finanze italiane e per il territorio piemontese"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 1779.
La parola al Consigliere Grimaldi per l'illustrazione.



GRIMALDI Marco

Assessore, se dovessi leggervi l'intero question time, perderemmo tutto il pomeriggio. Mi permetto solo di ricordarle che l'altro giorno abbiamo effettuato l'ennesimo sopralluogo, il primo ufficiale della Commissione, ai luoghi del decommissioning piemontese, a partire da Saluggia e Bosco Marengo.
Come lei sa, abbiamo già votato un atto di indirizzo che chiede al Governo, ma soprattutto alla Regione, di farsi carico di due aspetti fondamentali: interrompere un percorso che ormai ci vede da anni come l'unica vera discarica italiana dei rifiuti nucleari prodotti fino agli anni '80. Tant'è vero che quando andiamo nel nostro centro di Saluggia sempre più all'avanguardia - perché, nel frattempo, è stato messo in sicurezza ed è stato bunkerizzato - vediamo che, di fatto, queste scorie (che sono tra il 91 e il 97 per cento di quelle presenti in Italia) prestissimo verranno stoccate nel cosiddetto D2.
Dall'altra, però, abbiamo un macigno addosso: quello che doveva essere di fatto un luogo temporaneo per questo deposito, pian piano si sta ingrandendo, senza alcun fondamentale passo avanti nell'individuazione del sito nazionale.
Arriviamo al punto? Nel 2015 è stata consegnata al Governo italiano la mappa dei siti idonei, ma dall'estate del 2015 a oggi - è vero che è stato fatto il Piano nazionale sui rifiuti nucleari, che è stata aperta la procedura di VAS - che cosa ci viene detto, sostanzialmente? Se nel primo trimestre del prossimo anno non verrà pubblicata quella mappa e non si inizierà il percorso di individuazione del sito nazionale, avverranno due fatti, Assessore, molto gravi per il nostro sistema Paese e per il nostro territorio.
Il primo. Come lei sa, sono in scadenza la gran parte dei contratti con la Francia e l'Inghilterra sullo stoccaggio di tutto il resto dei rifiuti nucleari che abbiamo prodotto: parlo dei combustibili, ma anche di vecchie centrali. Cosa significa? Se entro il 2025 quel sito non sarà individuato delle due l'una: loro sostengono che non torneranno nell'unico sito che nel frattempo, si è messo in sicurezza, quello di Saluggia. Lo escludono.
E allora è la seconda: inizieremo a pagare penali salatissime.
Ma c'è un secondo problema, Assessore, e lei lo sa bene, perché noi ci siamo opposti; ci siamo opposti al raddoppio del cosiddetto D2, cioè di quel luogo che già oggi a Saluggia ospiterà parte dei rifiuti del nostro territorio. Cosa c'è scritto in quella pratica che lei ha autorizzato? L'abbiamo visto durante il sopralluogo: campata n. 2 e campata n. 3. Perch si chiamano 2 e 3? Perché è già prevista la possibilità di fare una campata 1 e una campata 4.
Che cosa succederà se non individueremo il sito nazionale? Succederà che quel raddoppio si realizzerà, e proprio nel nostro territorio.
Gliela dico proprio "piatta": cosa farà il Governo? Ma crediamo veramente che il Governo, nei mesi della campagna elettorale, si metterà a pubblicare la mappa, creando allarmismo in tutta Italia? Personalmente, vorrei che ci mettessimo in sicurezza; continuiamo a parlare di un sito, quello di Saluggia, che sta in un triangolo ad acqua. E sono molto contento che abbia a fianco l'Assessore Ferrero, perché se mai succederà qualcosa, non è compromesso un pezzo di economia piemontese possiamo buttare all'aria tutta la Pianura Padana! Non credo si tratti di un problema di Marco Grimaldi, delle forze politiche locali, ma dell'intero Paese e, forse, anche dell'intero Continente.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Grimaldi.
La parola all'Assessore Valmaggia per la risposta.



VALMAGGIA Alberto, Assessore all'ambiente

Grazie, Presidente.
Come il Consigliere Grimaldi sa, noi abbiamo sempre fatto presente, sia sul piano politico sia su quello tecnico, la necessità che si addivenisse rispettando il cronoprogramma previsto, all'individuazione del sito per il deposito nazionale.
L'ultima comunicazione qualche settimana fa, il 25 settembre, con una DGR, nella quale, nell'ambito della procedura di VAS sul programma nazionale per la gestione del combustibile esaurito e dei rifiuti radioattivi, abbiamo ribadito le nostre osservazioni, segnalando, come Regione Piemonte, le problematiche del ritardo nell'individuazione del deposito nazionale, e segnalando anche il tema delle passività ambientali che permangono sui siti che ospitano attualmente gli impianti del ciclo nucleare, la loro inidoneità a essere sede di depositi definitivi, nonch le problematiche del rientro dei materiali nucleari dall'estero.
Ciò premesso, le ultime affermazioni del Governo si hanno il 27 giugno scorso, attraverso le parole del Ministro dello Sviluppo Economico Calenda, che nella seduta della Commissione Parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali a esse correlati, relazionando sul programma nazionale per la gestione del combustibile esaurito, dei rifiuti radioattivi e sulla relativa procedura di VAS, ha dichiarato: "Gli esiti della consultazione su un programma nazionale previsti per il terzo trimestre di quest'anno (2017) costituiranno la base per proseguire nell'identificazione sul territorio nazionale dell'area potenzialmente idonea a sistemare definitivamente i rifiuti radioattivi.
A valle della consultazione si chiuderà il processo di VAS entro il quarto trimestre del 2017 e sarà adottato definitivamente il programma, con decreto del Presidente del Consiglio, al più tardi entro il primo trimestre del 2018.
La pubblicazione della proposta di Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee a ospitare il deposito nazionale, in sequenza rispetto alla finalizzazione del processo di VAS, darà ai cittadini la possibilità di disporre di tutte le informazioni utili a meglio comprendere e valutare la strategia nazionale".
Questo è quanto il Ministro Calenda ha illustrato il 27 giugno scorso.
Considerando le dichiarazioni e le tempistiche indicate dal Ministro la posizione della Regione Piemonte è nota al Governo e si garantisce, in ogni caso, che l'interlocuzione con il Governo e con i Ministeri competenti, per quanto riguarda la pubblicazione della Carta, proseguirà attraverso il costante riferimento, in tutti i provvedimenti che la Giunta regionale sarà chiamata ad assumere, nei procedimenti autorizzativi alla disattivazione degli impianti, all'imprescindibilità e all'urgenza dalla realizzazione del Deposito nazionale.
Peraltro lei, che ha visitato l'impianto di Saluggia, si sarà reso conto del fatto che con la ditta incaricata dalla Sogin di eseguire gli interventi, sostanzialmente, si è interrotto l'appalto e, oltre al ritardo nell'individuazione del deposito nazionale, è presumibile un ritardo anche nella costruzione del cemex e degli impianti previsti a Saluggia.
Concludo dicendo che, qualora non si dovesse pervenire alla pubblicazione della Carta nei tempi prospettati dal Ministro Calenda, sarà nuovamente cura di questo Assessorato richiamare il Governo alle sue responsabilità, in relazione alla chiusura definitiva della stagione nucleare.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Valmaggia.


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta")

Interrogazione a risposta immediata n. 1766 presentata da Ruffino, inerente a "Continuità terapeutica di malati cronici non autosufficienti e delle persone affette da demenza senile" (risposta scritta)


PRESIDENTE

Abbiamo ancora l'interrogazione a risposta immediata n. 1766 della Vicepresidente Ruffino, rinviata il 10 ottobre scorso.
In accordo con l'Assessore Saitta, verrà data risposta scritta.



(Proteste del Consigliere Graglia)



PRESIDENTE

Consigliere Graglia, mi avevano detto che le avrebbero inviato risposta scritta e io l'ho presa per buona.



(Commenti del microfono Consigliere Graglia e dell'Assessore Valmaggia )



PRESIDENTE

Consigliere Graglia, non ci sono problemi.
Terminata la risposta dell'Assessore Valmaggia mi avevano detto così: io l'ho presa per buona.



(Commenti del Consigliere Graglia)



PRESIDENTE

Siamo ancora in tempo a fare tutto, senza alcun problema. Non si irriti, Consigliere. Abbiamo sempre dato risposta a tutti; l'Assessore Valmaggia aveva la risposta scritta consegnata dall'Assessore Saitta. La possiamo leggere.


Argomento: Sanita': argomenti non sopra specificati

Interrogazione n. 1780 "Iniziative regionali per l'attivazione del servizio di registrazione presso gli uffici anagrafici dei Comuni della 'dichiarazione di volontà alla donazione di organi e tessuti'" presentata dal Consigliere Graglia


PRESIDENTE

Esaminiamo pertanto l'interrogazione a risposta immediata n. 1780 La parola al Consigliere Graglia per l'illustrazione.



GRAGLIA Franco

Grazie, Presidente.
Sappiamo che il trapianto di organi e tessuti può risultare un'efficace terapia per curare alcune gravi malattie che colpiscono il corpo umano, la cui cura non è possibile in altro modo, oltre ad essere un gesto di civiltà e di rispetto per la vita altrui.
La legge 91 del 1999, con le successive modificazioni, consente la possibilità che la carta d'identità possa contenere il consenso o il diniego alla donazione degli organi e tessuti in caso di morte. Parliamo del progetto "Una scelta in comune", nelle cui linee guida sono riassunte le procedure per attivare il servizio di registrazione della dichiarazione di volontà sulla donazione di organi e tessuti al momento del rilascio o rinnovo della carta di identità, attivabili da tutti i Comuni interessati.
In Italia, per la manifestazione della volontà di donare, vige il principio del consenso o del dissenso esplicito e del silenzio-assenso, ma non ha mai trovato attuazione.
In tutto il Piemonte, solo 188 Comuni hanno provveduto ad attivare le procedure previste dalle norme nazionali presso le proprie Anagrafe.
Ai cittadini maggiorenni è offerta la possibilità - non l'obbligo - di dichiarare la propria volontà in materia di donazione di organi e tessuti dopo la morte, attraverso la dichiarazione di volontà espressa presso gli Uffici anagrafici dei propri Comuni.
Interrogo l'Assessore per conoscere quali iniziative, ovviamente di competenza regionale, siano state sinora adottate, al fine di dare attuazione alla normativa nazionale.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Valmaggia per la risposta.



VALMAGGIA Alberto, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
Impresto la voce al collega Saitta e leggo la risposta al question time.
Il coordinamento regionale delle donazioni e dei prelievi di organi e tessuti ha avviato, fin dal settembre 2013, l'attività di sostegno alle amministrazioni comunali che hanno espresso l'intenzione di aderire all'iniziativa di attuazione della legge denominata "Una scelte in comune": la n. 98 del 2013.
Questo coordinamento, in accordo con il Centro nazionale trapianti e sulla base delle indicazioni che questo Centro Nazionale Trapianti ha dato si è attivato in un percorso che prevede l'attivazione del servizio, la formalizzazione da parte del Comune dell'attivazione del percorso necessario all'adeguamento normativo e alla collaborazione col Coordinamento - per esempio, una delibera di Giunta - l'adeguamento informatico delle postazioni degli Ufficiali di anagrafe, la partecipazione al corso di formazione degli Ufficiali di anagrafe addetti al rilascio del documento d'identità e l'attuazione di una campagna di comunicazione rivolta alla popolazione.
Nella nostra regione il primo Comune ad attivare la dichiarazione è stato, a marzo del 2014, Settimo Torinese.



PRESIDENTE

Per prossime interrogazioni, ogni qual volta ci sarà richiesta concordata tra Assessori e Consiglieri di risposta scritta, occorrerà richiederla in forma scritta e formalizzata all'Ufficio di Presidenza e alla Presidenza, in modo da evitare equivoci con il Consigliere.
Sappia, Consigliere Graglia, che da parte nostra non c'era alcuna preclusione: noi siamo qui per far rispondere a tutte le interrogazioni. Le chiedo personalmente scusa per la non corretta comunicazione alla Presidenza.
Dichiaro chiusa la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata.



(Alle ore 15.11 la Presidente dichiara esaurita la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata)



(La seduta ha inizio alle ore 15.15)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAUS



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo Balocco, Barazzotto, Baricco, Cerutti Chiamparino, Ferrari, Ferraris e Pentenero.


Argomento: Norme finanziarie, tributarie e di contabilita

Esame disegno di legge n. 276, inerente a "Bilancio consolidato del gruppo 'Regione Piemonte' per l'anno 2016"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame del disegno di legge n. 276, inerente a "Bilancio consolidato del gruppo 'Regione Piemonte' per l'anno 2016", di cui al punto 7) all'o.d.g.
Relatore è il Consigliere Rostagno, che ha facoltà di intervenire.



ROSTAGNO Elvio, relatore

Grazie Presidente.
Questa legge rappresenta un ulteriore tassello nel mosaico del riordino contabile e finanziario del nostro Ente.
Il decreto legislativo n. 118, che in questi anni abbiamo cominciato a conoscere e a seguire, ha rivoluzionato l'intero sistema di gestione delle contabilità e dei bilanci delle Regioni e anche degli Enti pubblici.
Il principio della contabilità armonizzata introdotto da questa norma prevede che gli Enti redigano un bilancio consolidato, che rappresenti, in modo veritiero e corretto, la situazione finanziaria e patrimoniale e il risultato economico (ricavi e costi) della complessa attività svolta dall'Ente attraverso le proprie articolazioni organizzate e gli Enti strumentali.
La nostra Regione è tenuta a redigere il bilancio consolidato con riferimento alla data del 2016: è questo il documento che rappresenta un ulteriore passo in avanti nell'operazione di trasparenza, consapevolezza delle risorse e garanzia delle coperture per un Ente come il nostro, che lo si vede nell'allegato A alla delibera - ha partecipazioni in 123 società.
Il numero è molto alto; quelle rilevanti, in realtà, in applicazione al decreto legislativo n. 118, sono molte meno: in questo primo bilancio consolidato ne vengono prese in considerazione quattro, in relazione ai parametri stabiliti del cinque per cento fra i componenti attivi e la gestione del totale attivo.
La nostra Regione, in qualità di capofila, ha aggregato i numeri del proprio bilancio con quelli dei bilanci delle quattro società di cui parlavo prima (Agenzia Interregionale del Po, l'Agenzia per la mobilità Finpiemonte e SCR), al fine di avere una rappresentazione complessiva del patrimonio del gruppo di amministrazione pubblica dei soggetti rilevanti.
Il gruppo "Regione Piemonte" - così si definisce - per il 2016 chiude con un risultato positivo di 308 milioni di euro, a conferma di una gestione oculate dell'amministrazione e del percorso virtuoso di risanamento posto in essere in questi anni dalla nostra Amministrazione.
Non entro nel merito dei numeri, mi limito a due semplici considerazioni.
La prima: considerato che il bilancio consolidato è uno strumento di programmazione, gestione e controllo del monitoraggio che la Regione Piemonte ha nei confronti degli organismi partecipati all'interno del gruppo, e che il medesimo consente, inoltre, di rendere armoniche le attività delle varie aziende con le finalità politico-amministrative della Regione, si può affermare che questo strumento consentirà di garantire anche in futuro, equilibrio e, soprattutto, analisi complesse sull'efficacia delle politiche messe in atto, cosa ancora difficile in una fase di prima attuazione.
La seconda considerazione è che, a mio avviso, occorre dotarsi di una competenza anche politica (lo dico proprio a noi) affinché si sappia leggere, dietro l'equilibrio dei numeri, una prospettiva di efficacia delle gestioni da parte degli Enti a cui abbiamo affidato servizi e risorse.



PRESIDENTE

Per la relazione di minoranza, la parola al Consigliere Pichetto.



PICHETTO FRATIN Gilberto, relatore

Grazie, Presidente.
Molto brevemente, richiamando anche la relazione del relatore di maggioranza - siamo in attuazione del D.Lgs 118/2011 - volevo fare alcune considerazioni.
Prima considerazione. Con il decreto 118 si dà il via, nel nostro Paese, al calcolo dei valori del bilancio pubblico non solo per stima.
Questo il primo dato fondamentale: questo "non solo per stima", a ricaduta si riversa sul bilancio regionale, dallo Stato alle Regioni, fino ai livelli più bassi. È un passaggio importante. Certo, rimane una parte rilevante di "stima" - e poi la vedremo - ma anche una parte che deve avere una riconciliazione e quindi deve essere un valore finanziario-contabile certo.
È una modalità completamente nuova rispetto alla storia della contabilità pubblica in Italia, almeno dal Testo Unico comunale e provinciale del 1915, primo organico in questo Paese.
La contabilità economico-patrimoniale ha alcune caratteristiche: è precisa nei valori finanziari (primo elemento), è definita nei valori economici e, naturalmente, rimane stimata nei valori patrimoniali perch viene stimato l'attivo, vengono calcolati ammortamenti, anche se la stima risente anche di tutta una serie di valutazioni che poi citerò. Ha una forte funzione informativa per quanto riguarda il rapporto diretto con l'esterno; per lo Stato ha funzione di calcolo dei rapporti con l'Unione Europea - non ha funzione solamente informativa - perché il calcolo degli equilibri di compensazione con l'Unione Europea viene prodotto su quello che è il bilancio pubblico allargato.
Questo il motivo per cui da qualche anno subiamo i Patti di stabilità con tutte le varie conseguenze; Patti di stabilità calcolati su valori totalmente stimati e non, invece, su valori reali. La cosa fondamentale - e su questo apprezzo la schiettezza del Vicepresidente Reschigna in Commissione - è stata la definizione delle aree di consolidamento.
Ci rendiamo tutti conto della difficoltà di far cambiare la mentalità a tutto il sistema di gran parte della Pubblica Amministrazione; ci rendiamo conto della cautela necessaria nel rilevare i dati che provengono dai vari settori della Pubblica Amministrazione, ricordando che non tutti i valori (siamo anche qui su un qualcosa di abbastanza discrezionale e stimato) rientrano poi nell'area; si è scelto il criterio di escludere quelli che non raggiungono il cinque per cento di ricavi o di attivo rispetto al bilancio regionale.
Mi sia permessa qualche considerazione. Il cinque per cento conteggia circa 300 milioni di parte attiva - infatti ci sono tantissimi soggetti esclusi.
In tal senso, mi chiedo: se una ATC come quella di Torino, che ha nel suo bilancio oltre 200 milioni di crediti iscritti, a un indice di realizzo del 30 per cento, significa che sono 150 i milioni reali: la metà di quel cinque per cento, quindi, non rientrerebbe neanche nel consolidato. Ora 150 milioni non hanno un grande effetto nel consolidato nazionale del Paese, ma voi pensate all'effetto sul bilancio regionale dell'esercizio sul quale emergono i 150 milioni: devastante.
Ecco che la cautela impone che, man mano, debba esserci una riconciliazione puntuale di tutti i valori, così evitiamo anche alla Regione una situazione di disagio estremo; gran parte dei problemi della Giunta e del bilancio regionale nascono dal fatto che ci si è accorti tardi, in passato, di disallineamenti tra soggetti e centrale, quindi tra Regione, o i suoi Assessorati, o le sue Direzioni, e soggetti periferici: disallineamenti che ammontavano a diverse centinaia di milioni.
Questo il primo elemento. Devo dire, come ho già detto in Commissione che io non do importanza al fatto che il patrimonio netto sia negativo. Il patrimonio netto è negativo perché la valutazione dei beni demaniali - a scuola, quando qualche anno fa lo insegnavo - è pari a una lira. Faccio l'esempio del patrimonio regionale della Valsessera. Una proprietà regionale di qualche centinaia di ettari (300 o 400), mi pare la più estesa proprietà regionale, valutati una lira. Forse, solo di legna da utilizzo diretto - anzi, sarebbe bene raccoglierla e non lasciarla a marcire probabilmente ce n'è già per qualche milione, ben oltre quella valutata vecchia lira. Oppure, pensate al valore delle strade regionali.
In questi casi, la questione non è dare un valore a ciò che è patrimonio pubblico, ma pervenire a una misurazione dei conti di questo Paese - di questa Regione, nel nostro caso - che sia corretta, e riesca anche a dare spinta al controllo, a una regolarità che non sempre c'è stata, anche in questa Regione e nei nostri Comuni, dove, comunque, la cultura del conto e della contabilità c'è ancora; pensiamo ad alcune parti d'Italia dove la difficoltà è molto maggiore.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bono, secondo relatore di minoranza.



BONO Davide, relatore

Grazie, Presidente.
Noi faremmo la nostra relazione di minoranza partendo dal documento presentato dalla Giunta e dalla relazione fatta in Commissione dal Vicepresidente Reschigna.
Ovviamente è una prima assoluta per la nostra Regione che, ai sensi come detto dai colleghi - del decreto legislativo 118/2011, deve adempiere a questi obblighi di legge e quindi finalmente svolgere un bilancio consolidato che unisce, sostanzialmente, la Regione Piemonte con quelle che sono le sue partecipazioni, quindi un bilancio che dovrebbe essere finalmente più veritiero di quella che è la situazione patrimoniale contabile e finanziaria del Gruppo Regione Piemonte (così si chiama), di cui ovviamente la Regione è la Capogruppo.
Quindi, un bilancio su un modello aziendale, che dovrebbe permettere maggiore trasparenza e maggiore capacità di controllo da parte sia dei Consiglieri regionali sia soprattutto - sottolineo con favore - da parte della Corte dei Conti, che deve essere sempre più strumento di controllo delle attività e delle azioni egli Enti pubblici, proprio per evitare sforamenti che si ripercuotono spesso sulle legislature successive.
Infatti, magari durante la legislatura in corso le varie parti politiche cercano di nascondere quelli che sono gli indebitamenti per cercare di avere - a fin di bene, ovviamente - un po' più di margine per investimenti o per non tagliare troppo le spese correnti: ma prima o poi i nodi vengono al pettine e qualche Amministrazione si ritrova col cerino in mano.
Io parto dalla relazione dell'organo di revisione: una relazione abbastanza forte, con un giudizio abbastanza tranchant, cosa che in questi anni non siamo stati abituati a leggere molto spesso. Spesso leggevamo giudizi della Corte dei Conti molto forti, mentre il nostro organo di revisione era un po' più moderato rispetto al bilancio della Regione Piemonte. In questo caso, leggiamo una relazione dell'organo di revisione della Regione, come dicevo, abbastanza importante.
Leggo velocemente le ultime considerazioni (una mezza paginetta), sulle parti critiche: "La relazione sulla gestione legata al bilancio consolidato, in merito alle posizioni debitorie e creditorie, illustra sinteticamente" - quindi, sinteticamente - "gli esiti della verifica dei debiti e dei crediti reciproci con i propri Enti strumentali: le Società controllate, le Partecipate, ma non fa menzione delle asseverazioni poste a carico degli organi di revisione degli organismi".
Quindi una prima carenza importante, cioè l'asseverazione degli Organi di revisione dei singoli organismi controllati e partecipati o degli Enti strumentali, "e, in alcuni casi, individua delle differenze in corso di verifica". Quindi, se leggiamo l'allegato 2 del Consolidato vediamo, da pagina 35 a pagina 57, tutta una serie di parti in cui ci dovrebbe essere la riconciliazione di debiti e crediti dei vari Enti, controllati e partecipati o comunque, a vario titolo, Enti strumentali; inoltre, vediamo delle colonne vuote con su scritto "Importo in corso di verifica" o "Riconciliazione in corso di verifica".
L'Organismo revisore continua nel seguente modo: "Al fine di evitare eventuali incongruenze e garantire una piena attendibilità dei rapporti debitori creditori, si necessita della suddetta asseverazione" - lo ripete una seconda volta - "il Collegio segnala la necessità di adottare, entro e non oltre, il termine dell'esercizio finanziario in corso," - quindi 31 dicembre 2017, mancano sostanzialmente due mesi - "i provvedimenti necessari ai fini della riconciliazione delle partite debitorie e creditorie". Sostanzialmente, ci dice che, entro due mesi, dobbiamo terminare questa parte di riconciliazione, sempre ai sensi del decreto 118.
Il successivo punto: "Il bilancio, alla voce debiti e crediti, non evidenzia la distinzione tra debiti e crediti a breve" - cioè con scadenza entro l'anno - "o a lungo termine", quindi con scadenza oltre l'esercizio.
Terzo punto: "Il bilancio e la nota integrativa, alla voce del passivo 'Fondi per rischi e oneri' sono entrambi carenti delle necessarie informazioni atte a specificare la natura dei fondi indicati nel Fondo rischi e oneri per 549 milioni di euro". Quindi, abbiamo una carenza rispetto a questo Fondo, molto importante, che cuba oltre mezzo miliardo.
Ultima nota: "La nota integrativa, nel complesso, dovrebbe meglio informare su tutte le voci di bilancio".
Conclusioni: "Il Collegio invita l'Ente a definire compiutamente i rapporti debitori e creditori e, nel caso di sopravvenute discordanze" - se ci fossero delle mancate concordanze - "ad adottare i necessari provvedimenti per l'approvazione del bilancio consolidato 2016, in maniera che lo stesso rappresenti in modo veritiero e corretto la reale consistenza economica patrimoniale e finanziaria dell'intero Gruppo Amministrazione pubblica Regione Piemonte".
L'ho detto tante volte, io non ho competenza di bilanci, non sono laureato in economia e commercio, però mi sembra di capire che questa sia una sostanziale bocciatura. Se non è una bocciatura è, come dire "prendiamoci del tempo e rinviamo l'analisi del documento". E lo ribadisco ai colleghi di maggioranza: solo con un'analisi di tutte le Società controllate e Partecipate e quant'altro, facenti parte del Gruppo Amministrazione pubblica Regione Piemonte, riusciremo a evitare di approvare un bilancio consolidato non veritiero e non rispondente alla reale consistenza economica, patrimoniale e finanziaria del Gruppo.
Francamente, fossi Consigliere di maggioranza, al di là della presentazione in Commissione (un po' rapida, per l'esigenza di incastrare le tempistiche con l'assestamento e poi il futuro bilancio di previsione del 2018), mi prenderei del tempo. Se fossi nella maggioranza, chiederei del tempo al mio Assessore al bilancio, per poter comprendere meglio se i rilievi importanti del nostro Organismo revisore possano essere risolti entro la fine dell'anno, oppure se ci sono altre motivazioni (che non ci sono state spiegate, che non conosciamo o che non abbiamo compreso), per cui possiamo, anzi potete - perché, ovviamente, noi non voteremo questo bilancio consolidato - votarlo senza tema di ripercussioni personali rispetto alla propria posizione di Amministratore della Regione.
Quindi, chiediamo al Vicepresidente Reschigna di sospendere il voto su questo Bilancio consolidato, proprio in virtù dei rilievi importanti mossi dall'Organismo di revisione. Inoltre, a maggior ragione, perché, vista la possibilità, garantita dal decreto 118, di analizzare il perimetro di consolidamento solo sulle Partecipate che abbiano un'incidenza su due dei tre parametri (su patrimonio, su totale dell'attivo e su totale dei ricavi superiori al 5 per cento del totale) e un perimetro di consolidamento esteso a sole quattro Partecipazioni (AIPO, l'Agenzia per il Po, cui partecipiamo al 25 per cento; l'Agenzia per la mobilità regionale, cui partecipiamo al 25 per cento; Finpiemonte S.p.A. e SCR S.p.A., cui partecipiamo al 100 per cento), francamente, è un po' poco.
È vero che sono le Partecipazioni principali, ma ne abbiamo molte molte altre in cui abbiamo una partecipazione importante, sia in termini di quote sia in termini di trasferimenti, su cui pesano mancati allineamenti (io dico "allineamenti") o non riconciliazioni, che rendono possibili importanti discordanze contabili e gestionali: ci sono tutti gli Enti dei Parchi nel Po, c'è l'EDISU, ci sono le ATL, c'è l'IPLA, c'è 5T, c'è l'ARPA e c'è Finpiemonte Partecipazioni, che non abbiamo rilevato pur essendo una delle principali nostre Partecipate.
Ovviamente, non posso dimenticare il CSI: abbastanza importante come Ente partecipato da parte della Regione Piemonte.
Comprendiamo le difficoltà di partire da zero su una procedura nuova e complicata, soprattutto per i nostri funzionari e i dirigenti della Regione Piemonte; però non ce la sentiamo, in tutta scienza e coscienza, di poter votare questo bilancio consolidato.
Potremmo votare semplicemente "no", come abbiamo votato "no" su altri provvedimenti, senza grossi problemi; ma visto che è un documento importante, che segna uno spartiacque nella gestione della situazione di bilancio della nostra Regione, chiederemmo, se è possibile, un supplemento di istruttoria, magari in I Commissione, per poter analizzare e comprendere se, da qui a fine anno, possiamo questi porre rimedio ai rilievi che l'organismo Revisore della Regione ci ha segnalato e poter poi votare questo provvedimento in maniera più serena, in Consiglio, dove ognuno ovviamente assumerà le proprie posizioni, secondo il proprio posizionamento politico, o, comunque, secondo la propria convinzione politica e amministrativa.



MOTTA ANGELA



PRESIDENTE

Grazie, collega Bono.
Concluse le relazioni, apriamo la discussione generale.
La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Come veniva rimarcato dai relatori, al di là delle considerazioni fatte, la discussione per la prima volta del bilancio consolidato è certamente un aspetto importante nella gestione della Regione Piemonte soprattutto nelle politiche di bilancio della Regione Piemonte. Viene facile dire che, se avessimo avuto a disposizione questo strumento, la Regione non si troverebbe e non si sarebbe trovata nelle condizioni di gravi difficoltà economiche che ha vissuto, una parte delle quali derivava proprio da disallineamenti esistenti fra alcune sue Partecipazioni.
Questo è un aspetto certamente positivo; da questo punto di vista, al di là della valutazione - sulla quale tornerò - del Collegio dei Revisori credo che questo Consiglio dovrà abituarsi non soltanto ad approvare il bilancio consolidato, ma anche ad apportare, se necessario, eventuali modifiche.
Vi è un altro aspetto del bilancio che, invece, riteniamo essere negativo: un testo assolutamente incompleto, perché non tiene conto di quelle che rischiano di essere alcune fra le passività più significative delle Partecipazioni regionali. Nei documenti, in particolar modo nell'allegato 1, è stata inserita tutta una serie di soggetti che, in qualche modo, costituiscono a comporre il bilancio consolidato. Soggetti all'interno dei quali vediamo indicata una serie di voci che si potevano anche non indicare, perché inferiori al cinque per cento del complessivo.
Noi riteniamo utile un consolidato che tenga conto di tutte le voci, ma è evidente che sembra un po' anomalo che vengano inseriti, per esempio tutti gli Ambiti territoriali di caccia, piuttosto che tutti i Comprensori alpini, piuttosto che i differenti enti gestori delle aree protette.
Naturalmente è importante inserirli, ma poi occorrerebbe una valutazione fra quanto si individua come un attivo patrimoniale reale rispetto a un attivo patrimoniale che viene indicato.
In realtà poi mancano, come veniva fatto rilevare precedentemente tutti quei soggetti più significativi relativamente al timore di un disallineamento all'interno di un bilancio consolidato. Certamente Finpiemonte Partecipazioni, certamente altre partecipazioni dirette di carattere regionale, certamente le ATC.
Noi sappiamo bene per esperienza, anche solo di questi tre anni di legislatura, che tanto quando abbiamo affrontato il tema, per esempio, dei consorzi di garanzia, o quando abbiamo affrontato il tema intervenendo, con una legge ad hoc, sui crediti inesigibili delle Agenzie territoriali per la casa, e anche quando abbiamo affrontato, raramente per la verità, il tema legato alle partecipazioni azionarie, abbiamo potuto valutare come quelli erano veri fardelli che pesavano sul bilancio regionale. Va distinto, e lo faccio con difficoltà proprio di carattere anche tecnico, fra quello che è un attivo patrimoniale che noi indichiamo con quello che è poi, a tutti gli effetti, un debito che di cui la Regione si deve far carico.
È evidente che su alcuni parti - lo diceva prima il collega Pichetto rispetto al dato fondiario e non solo - noi abbiamo all'interno di quello che si chiamava (non so se si chiama ancora così) l'allegato D della legge finanziaria, cioè quello di tutti i beni, una serie di beni che avevano un valore estremamente elevato. Penso al Palazzetto di Torre Pellice, le Terme di Acqui e quant'altro, ma sappiamo bene che sono proprietà che, nel caso in cui uno volesse metterle sul mercato, non avrebbero alcun valore certamente non il valore che viene individuato come attivo patrimoniale.
Al di là di una considerazione che è quella che, di fatto, questo bilancio non contiene le parti che.



(Commenti fuori microfono)



VIGNALE Gian Luca

Non potrebbero essere, ma saranno certamente le parti più delicate per la Regione Piemonte e quindi, da questo punto di vista, non si pu condividere questa scelta, anche se l'Assessore, con molta schiettezza, ha detto chiaramente che era un bilancio consolidato incompleto, ma è evidente che se l'incompletezza nasce da alcuni dati che ancora non conosciamo perché la prima volta che scriviamo un bilancio consolidato, è un aspetto che, in qualche modo, si può non dico condividere, ma comprendere.
È evidente che quando le parti assenti all'interno del bilancio consolidato sono quelle che, da un punto di vista del valore economico rischiano di gravare maggiormente sulla Regione, allora abbiamo un documento che certamente non è falso, ma è un documento che non riporta i dati reali, alcuni dei quali, se non nel dettaglio, li conosciamo.
Ricordo quando in sede di II Commissione, e poi in sede di I Commissione, facemmo un'analisi abbastanza approfondita dei disallineamenti dei bilanci di ATC, delle singole Agenzie territoriali per la casa, fra ci che vi era iscritto, quelli che erano i debiti esigibili e quelli che sappiamo essere - perché è sempre avvenuto - crediti di assoluta dubbia esigibilità. Questo sarebbe un aspetto importante da sottolineare, tant'è che la stessa relazione dell'Organo di revisione, soprattutto nella parte conclusiva, in quella in cui trae le conclusioni da molte considerazioni puntuali che vengono fatte, invita l'Ente a definire i rapporti debitori e creditori e, nel caso di sopravvenute discordanze che sappiamo esservi, ad adottare i necessari provvedimenti per l'approvazione del bilancio consolidato 2016 in maniera che lo stesso rappresenti in modo veritiero e corretto - scrive il Collegio dei Revisori - la reale consistenza economica patrimoniale e finanziaria dell'intero gruppo amministrazione pubblica.
Per questo, ripeto, se da una parte è positivo che la Regione Piemonte e il Consiglio regionale inizino a discutere di un atto che almeno provi a fare il punto di quello che è il bilancio non soltanto regionale, ma dell'intero sistema Regione, dall'altra parte è assolutamente evidente che è un documento estremamente parziale e che, in molti casi, è parziale perché è privo di quelle che rischiano di essere le voci più pesanti per l'Amministrazione regionale.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Vignale.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Andrissi; ne ha facoltà.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Questo bilancio consolidato è il primo che affrontiamo, e ci fa piacere perché, effettivamente, ci dà una visione del Gruppo Regione Piemonte.
Sicuramente questo è un dato molto importante, perché ci consente di comprendere la situazione delle Partecipate della Regione Piemonte e quindi offre un dato importantissima.
Tuttavia, il problema maggiore è la mancata riconciliazione delle poste crediti-debiti. Su questo punto credo, come dicevano prima i colleghi del centrodestra, non sia sicuramente riportato il bilancio dell'ATC, ma sull'ATC la Giunta ha fatto un'operazione "importante", che è quella di aver dato un incarico a Deloitte, quindi a un ente terzo, di fare una relazione su quella che era la situazione effettiva delle ATC Nord e ATC Sud.
È un'operazione che effettivamente ha portato alla delle situazioni di gravi difficoltà che, col tempo, potranno riverberarsi sulla Regione Piemonte, perché sappiamo che il tavolo tecnico che è stato aperto nei capoluoghi di Provincia (perlomeno, a Novara è stato aperto) ovviamente oltre agli aspetti sociali, perché si rischia che delle famiglie possano essere sfrattate dalla loro casa, è un tavolo tecnico che sta dimostrando come molti crediti vantati da ATC, come del resto si era già subodorato non sono più esigibili.
Sicuramente questo era un dato che poteva essere riportato nel bilancio consolidato, considerato lo sforzo già fatto dalla maggioranza. Ciò, per non è stato fatto e vedere, per quanto riguarda - per esempio - gli enti Parco o altri enti, che le differenze sono in corso di verifica, ci dà un'idea complessiva delle cifre in gioco, ma non ci dà un'idea completa della situazione che è riportata nell'Allegato 2.
Oltre a questo, segnaliamo che la relazione poteva essere fatta in un modo migliore. Mi riferisco, per esempio, alle immobilizzazioni finanziarie: non è presente una tabella riassuntiva delle singole quote per quanto riguarda le immobilizzazioni. Per quanto riguarda i crediti, non è presente la distinzione tra crediti entro e oltre l'anno e credo che questo sia richiesto anche dalla normativa. Pertanto, è una mancanza di una certa significatività.
Sulle disponibilità liquide, non è presente una tabella, un elenco analitico. Quindi, noi facciamo queste rimostranze alla Giunta: la relazione poteva essere fatta in modo più analitico e dettagliato.
Oltre al fatto che non abbiamo una visione completa, come penso l'Assessore al bilancio sappia, o comunque abbiamo una visione in corso d'opera, crediamo sia necessario un controllo di verifica della tenuta della contabilità, quindi che mutuare l'operazione che è stata fatta per ATC e per le Partecipate possa essere un modo per chiarire maggiormente le situazioni e fare un atto di chiarezza superiore per il Consiglio regionale.
Per esempio, per quanto riguarda ARPA, a pagina 52 dell'Allegato 2, il credito registrato da ARPA per 357.000 euro viene segnalato insussistente.
Quindi, vi sono delle segnalazioni puntuali, senza andare nel dettaglio.
Immagino che per AIPO o ADA abbia potuto utilizzare dei fondi prima che questi fossero riconosciuti nella completezza contabile dalla Regione, per ci sono una serie di cose anche per quanto riguarda gli enti Parco che effettivamente, non sono chiarite completamente.
Per questo motivo, voteremo contro.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Andrissi.
Ha chiesto la parola il Consigliere Appiano; ne ha facoltà.



APPIANO Andrea

Grazie, Presidente.
Com'è stato rilevato in alcuni interventi precedenti, sono uno dei tanti a non avere una formazione economico-commerciale, quindi una professionalità tale da poter effettivamente discernere le singole voci e i singoli elementi specifici della relazione.
Ciò nonostante, alcune considerazioni di carattere generale mi sento di farle.
Innanzitutto, siamo all'anno zero, da questo punto di vista. Questo è il primo bilancio consolidato che viene redatto, non solo dalla nostra Regione, ma da una miriade di altri enti, ciascuno dei quali ha dovuto individuare il proprio perimetro, le soglie di significanza e, quindi mettere e incrociare dati provenienti da bilanci diversi.
L'anno zero è solo zero in punto di partenza, ma non è l'anno esclusivo in cui verrà redatto e approvato un bilancio consolidato. D'ora innanzi uno degli elementi di programmazione o, comunque, di valutazione dell'andamento economico, patrimoniale e finanziario dell'Ente sarà anche il bilancio consolidato.
Quindi, non mi stupisce, da questo punto di vista, che il primo dei bilanci consolidati che da qui in avanti ci saranno non abbia le caratteristiche di assoluta completezza. Del resto, questi elementi non sono tenuti nascosti né nella nota integrativa né nella relazione fatta in Commissione o nel dibattito che si è già svolto in Commissione, sia pure nel corso di una sola seduta.
Quindi, mi sento innanzitutto di ringraziare chi - il fronte politico ma anche, soprattutto, il fronte tecnico - si è trovato a dover conciliare documenti contabili, a volte completamente diversi o, comunque, di difficile allineamento, al di là delle poste di debiti e crediti.
Credo sia utile cristallizzare questo anno zero con un'approvazione che poi ci permette di continuare a lavorare, sia per arricchire i dati in nostro possesso sia per arrivare alle prossime scadenze, nelle prossime annualità, con una situazione sicuramente più completa di quella di quest'anno.
Del resto, il bilancio consolidato è un documento contabile a carattere consuntivo. Cioè, non è che dall'approvazione del bilancio consolidato derivano delle scelte di carattere anche politico, ma semplicemente si fotografa una situazione, così come la legge sul consuntivo dell'esercizio finanziario della Regione o degli altri Enti fa ogni anno.
Certo, è un documento importante per fare delle valutazioni e trarre delle conseguenze. Per esempio, in materia di allineamenti tra crediti e debiti, tra Capogruppo e Partecipate, sapendo che - soprattutto in prima battuta - l'ente Capogruppo, che in questo caso è la Regione, non ha avuto dalle proprie Partecipate tutte le informazioni che sono state richieste.
Sicuramente, in futuro sarà più completa anche la documentazione proveniente.
Quindi, la finalità di questo documento è essenzialmente di porre un primo tassello, un primo mattoncino di conoscenza complessiva della macchina regionale intesa ben oltre il perimetro dell'Ente Regione.
Quali sono le difficoltà pratiche nel conciliare i diversi documenti? Banalmente, io, in altra situazione, quindi in altra aula, mi sono trovato a dover relazionare su un altro bilancio consolidato: se una Partecipata per esempio, opera a residuo un certo pagamento o un certo incasso, mentre nel bilancio di partenza l'anno di registrazione di quella posta è diverso da quello in cui l'operazione viene fatta dalla Partecipata, o viceversa questo pone il tecnico che si trova in mano i due documenti contabili nella difficoltà di conciliare, anche solo dal punto di vista dell'annualità di riferimento, la partita di cui trattasi. Tant'è che uno degli elementi che viene preso in considerazione per redigere il bilancio è proprio la rettifica delle poste, perché si riconcilino anche le gestioni in esercizi finanziari differenti tra una Partecipata e la Capogruppo.
Questo pone dei problemi anche molto pratici di riallineamento e di lettura dei dati, così come la sterilizzazione delle partite su cui vi è una reciprocità. Cioè, i movimenti che all'interno del gruppo avvengono tra partecipata e partecipante, nei termini dell'entità della partecipazione vengono sottratte all'interno della documentazione consolidata, perch altrimenti alcune poste verrebbero raddoppiate nel loro effetto, o in senso positivo o in senso negativo, e questo falserebbe la consistenza e la lettura del bilancio consolidato stesso.
Peraltro, e chiudo su questa considerazione (vuole essere proprio un intervento breve), il bilancio consolidato che arriva con un anno di posticipo rispetto alla scadenza originariamente prevista, in un ente che non ha adottato la sperimentazione e quindi, per questo, è la prima volta che nel 2017 trattiamo del consolidato 2016, avviene a pochissimi anni di applicazione delle nuove norme contabili, ex decreto legislativo 118.
Anche da questo punto di vista, c'è stato, ed è ancora in corso nella sua compiutezza totale, un passaggio integrale della raffigurazione della gestione del bilancio secondo nuove regole contabili ispirate sul principio della competenza rafforzata. Questo, rispetto soprattutto a tutte le annualità pregresse e alle ricognizioni straordinarie fatte sulle annualità pregresse, ha evidentemente portato a una difficoltà ulteriore di lettura in termini consolidati dei diversi bilanci. Quindi, credo che sia stato fatto un buon lavoro.
Le stesse notazioni che il Collegio di revisione porta riguardano essenzialmente richieste di chiarimento e di ulteriori specificazioni, che sicuramente impegneranno l'Assessorato e gli Uffici della Giunta da oggi alle prossime settimane e ai prossimi mesi, con la certezza che, quando tra un anno andremo ad approvare il nuovo bilancio consolidato, ci sarà una completezza sicuramente superiore e, soprattutto, una possibilità di raffronto tra un anno e il successivo, mentre oggi il bilancio consolidato non ha alcun raffronto rispetto al passato.
Procrastinare o non votare il bilancio consolidato quest'oggi nulla aumenta in termini di conoscenza del complesso delle questioni, ma rischia di frenare, invece, la Regione rispetto alla sua operatività ordinaria, in quanto la mancata approvazione del bilancio consolidato ha comunque delle conseguenze fintantoché il bilancio non viene approvato.
Quindi, credo che siamo nelle condizioni di mettere un primo tassello e un primo mattoncino, con tutto l'impegno dei rispettivi ruoli di approfondire ed arricchire il documento in vista della gestione ordinaria e, soprattutto, della redazione del secondo bilancio consolidato nel prossimo anno.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAUS



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Frediani.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
In realtà, forse, avrei dovuto chiudere gli interventi dei colleghi perché il mio intervento va un po' a sostegno della richiesta avanzata dal collega Bono e, in parte, dal collega Andrissi, che è stato un po' più tranchant. Infatti, il collega Bono ha proposto di sospendere la votazione per cercare di risolvere le criticità che abbiamo evidenziato e che sicuramente il collega Campo andrà a integrare.
Abbiamo esaminato questo consolidato e non ripeto le osservazioni fatte dai colleghi Bono e Andrissi. È chiaro, però, che in questo momento non possiamo votare un documento di questo tipo, non ci sembra un'ipotesi assolutamente realizzabile. Ci sono troppe parti incomplete e delle informazioni parziali. Abbiamo già sottolineato l'importanza dal nostro punto di vista di un ente terzo che faccia l'armonizzazione che ha richiesto prima il collega Andrissi, se non sbaglio.
Inoltre, c'è il discorso della distinzione tra crediti entro e oltre l'anno, che è addirittura un qualcosa richiesto dal Codice Civile. Quindi le criticità sono molte e il collega Campo nel suo intervento andrà a ribadirle e magari ne evidenzierà altre anche su aspetti più puntuali e precisi.
Ovviamente apprezziamo il lavoro fatto per cercare di confezionare un documento che, ovviamente, ci troviamo ad affrontare per la prima volta però riteniamo che sia necessario sospendere la discussione e cercare di mettere a punto un documento che renda anche giustizia rispetto al lavoro che si sta facendo e che quindi sia un po' più credibile ed attendibile.
Questo sempre nell'ottica di una collaborazione tra le varie parti del Consiglio, come ci è stato riconosciuto anche questa mattina nella Conferenza dei Capigruppo. Il nostro atteggiamento è collaborativo in questa situazione, così come lo è sempre; diciamo che ci mettiamo a disposizione per cercare di contribuire alla risoluzione delle criticità tant'è che le stiamo evidenziando.
La nostra proposta è sicuramente quella di sospendere la votazione del provvedimento e cercare di risolvere almeno i problemi che abbiamo evidenziato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Campo.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
L'impressione che ha dato questo documento nella sua presentazione e nella sua incompletezza è quello di essere un documento in itinere.
Nella mia vita lavorativa, ho fatto diversi lavori, in particolare sono stato coordinatore di progetti internazionali e succede, quando si arriva nei momenti di rendicontazione con l'Unione Europea, di dover costruire corposi malloppi di cosiddetti deliverables, di conti e di dover raccordare i pezzi di tanti gruppi di lavoro. Le ultime settimane sono delle settimane di sudori freddi, perché manca sempre qualcosa, i conti non tornano, le relazioni mancano così come mancano tante cose.
Questa è l'impressione che dà questo documento, cioè si stava facendo un lavoro e si è arrivati a ridosso della scadenza che ci si era dati con un lavoro incompleto. Un lavoro incompleto che, a nostro parere, non merita di essere votato per gli stessi motivi che ha citato il Consigliere Appiano, dicendo, quasi a giustificazione: votiamolo, prendiamolo così com'è, poi migliorerà.
Quello che dico io, invece, è: visto che il DL 118 lo stiamo affrontando da un po' di tempo, sapevamo, perché abbiamo avuto un anno in più, che avremmo dovuto affrontare il discorso del bilancio consolidato.
Sapevamo che saremmo dovuti arrivare a delle soluzioni, perché ci stiamo scontrando dall'inizio della legislatura con i problemi di bilancio e di riconciliazione delle varie partite, in particolare il discorso delle Partecipate.
Quello che trovo un po' contraddittorio è il fatto che stiamo riuscendo ad avere dei risultati nella gestione dei nostri bilanci e finalmente non abbiamo più tabelle volanti che variano; o meglio, ne abbiamo sempre meno che variano di giorno in giorno sulle varie poste di bilancio in assestamento o nel previsionale. E cosa facciamo sul consolidato, sul quale abbiamo avuto un bel po' di tempo per ragionare, per studiare e per costruirlo? Arriviamo con un documento che, abbiate pazienza, dal mio punto di vista contiene delle cose abbastanza inaccettabili. In particolare, non è pensabile scrivere in una relazione integrativa che esistono delle poste in corso di verifica. Se è così, quella relazione integrativa non la faccio perché non serve a nulla, non rappresenta nulla.
Lo scopo del bilancio consolidato è proprio quello di dare un quadro che concili e rappresenti in modo chiaro la situazione consolidata dell'intero complesso di quello che viene chiamato il gruppo Amministrazione Regione Piemonte. La rappresentazione data nel documento presentato non sta in piedi, perché è a macchia di leopardo e, semmai evidenzia in modo chiaro proprio quelle mancanze che ci perseguitano da anni. E sono le stesse mancanze che la Corte dei Conti ci ha sempre rappresentato nelle critiche e anche se per quanto riguarda le ultime relazioni, ci ha detto che siamo migliorati, continuiamo a non riuscire a rappresentare correttamente uno Stato patrimoniale e a rappresentare correttamente un'idea delle partecipate.
Poi se vogliamo prendere per buono un approccio del tipo "va bene cominciamo ad abbozzarlo e vediamo cosa viene fuori", allora non escludiamo quelle Partecipate, perché è vero che le possiamo escludere, ma non siamo obbligati a farlo. Infatti, stiamo comunque dando una rappresentazione parziale ed incompleta.
Quindi, sotto questo profilo, stiamo mancando tutti gli obiettivi. Se volevamo fare un esperimento parziale, mettiamoci dentro tutto il possibile, almeno abbiamo, comunque, una rappresentazione, per quanto parziale, di tutto quanto.
Se, invece, vogliamo togliere tutto quello che si può togliere per concentrarci sull'essenziale, quell'essenziale cerchiamo di rappresentarlo in maniera completa. Ed è per questo che chiediamo di prendere ancora un po' di tempo e provare, almeno, a togliere quelli in corso di verifica.
Abbiate pazienza, ma è veramente una rappresentazione un po' triste, nel senso che fa vedere che non siamo in grado di redigere un documento completo, anche non avendo partecipato alla sperimentazione, ma avendo potuto accedere agli esiti della sperimentazione, avendo potuto accedere a chi è incappato in tutte le problematiche e gli errori e non traendo purtroppo, un'esperienza significativa dal fatto che noi, sostanzialmente perdiamo metà dell'anno, dal punto di vista delle attività istituzionali, a correre dietro ai conti, ai bilanci, alle rappresentazioni economico finanziarie del nostro Ente.
Possibile che non siamo riusciti a costruire un documento di bilancio restringiamolo di perimetro il più possibile, ma preciso e coerente? Per favore, pensiamoci ancora un attimo, non votiamolo oggi, non votiamolo adesso e cerchiamo di arrivare a qualcosa di più completo.
Altrimenti creiamo un precedente. L'anno prossimo diremo: abbiamo fatto un'approssimazione successiva, non è ancora perfetto, ma tanto l'anno scorso era peggio.
Signori, questo è un approccio che io giudico un po' superficiale dal punto di vista di un ente che, nella rappresentazione dei propri conti economici, del proprio stato patrimoniale, del proprio complesso economico finanziario, anche dal punto di vista delle società partecipate, ha fatto degli sforzi significativi che noi abbiamo riconosciuto anche a questa Giunta. È una perdita di credibilità votare oggi un documento di questo genere così incompleto, così anche criticato dai Revisori. Cerchiamo almeno, di porre rimedio a quelle che sono delle critiche che, dal mio punto di vista, sono ancora abbastanza all'acqua di rose rispetto all'effettiva incompletezza del documento.
I Revisori ci hanno sempre abbastanza graziato, a volte li abbiamo anche un po' presi in giro, perché in alcuni casi il parere dei Revisori era addirittura un copia-incolla dalla relazione sul bilancio. In questo caso, non hanno potuto fare a meno di rilevare delle carenze, secondo me non sono stati neanche di particolare pesantezza come descrizione delle carenze. Almeno cerchiamo di porre rimedio a quello.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Mighetti; ne ha facoltà.



MIGHETTI Paolo

Grazie, Presidente.
Mi scusi se, effettivamente, dopo la discussione in Commissione, siamo qui a vedere un oggetto nuovo. Nella discussione in Commissione non siamo riusciti a focalizzare alcune problematiche che, forse, adesso, andando avanti nel dibattito, cominciano ad esserci più chiare o più scure, dipende dai punti di vista. Nel mio intervento io vorrei. al netto della telefonata del Capogruppo Gariglio, che è sempre puntuale nella telefonata quando parlo, abbiamo una coincidenza di comunicazione: io con il microfono e lui con il telefono.
La questione sarebbe questa. Ho veramente un grosso dubbio sul perimetro del consolidato in questo senso. Abbiamo considerato due parametri per il perimetro del consolidato: i componenti positivi della gestione e totale dell'attivo, e qui abbiamo una percentuale del cinque per cento rispetto al valore della Regione Piemonte da considerare come limite.
Il 118 stabilisce, sostanzialmente, tre parametri e, aggiunti ai precedenti, c'è il patrimonio netto. Patrimonio netto che, mi pare di capire, non è stato considerato perché, essendo un parametro negativo, non viene considerato significativo ai fini della perimetrazione del consolidato. Fin qui il ragionamento mi è abbastanza chiaro.
Da questo punto di vista, la mia paura è sostanzialmente questa, cioè non considerando questo parametro, ma considerando gli altri due, ho l'atroce dubbio che noi forniamo un parametro troppo positivo delle Partecipate, cioè mettiamo dentro al perimetro del consolidato solo le Partecipate che hanno uno stato di salute buono e che assolvono ai parametri di componenti positivi della gestione e totale dell'attivo.
Per questo motivo, vorrei capire perché non si è fatto un allargamento ad altre Partecipate, in modo da dare un panorama più ampio, anche di Partecipate, che non abbiano questi elementi positivi di bilancio, per esempio a Finpiemonte Partecipazioni.
Sono andato a vedere quelli che sono i dati di bilancio al 31 dicembre 2016 di Finpiemonte Partecipazioni, e abbiamo un patrimonio netto di 37 milioni che però paga, sostanzialmente, quelle che sono perdite di 16 milioni nell'ultimo esercizio finanziario e 13 milioni per gli esercizi precedenti, quindi una società partecipata dalla Regione Piemonte che sta soffrendo abbastanza. Patire una perdita di 16 milioni su 66 di capitale sociale mi sembra una perdita secca, importante e da non sottovalutare.
Questa è una parte di Regione Piemonte, una parte delle nostre Partecipate che possiamo vedere a video grazie alla trasparenza dei bilanci che troviamo sul sito. Quello che poi preoccupa è che ci siano tante realtà come queste che non entrano nel consolidato e che non ci danno un panorama completo delle negatività delle nostre Partecipate.



PRESIDENTE

Se non ci sono altri interventi, ha chiesto di intervenire il Vicepresidente Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo, Assessore al bilancio

Cercherò, nel mio intervento, di affrontare le tematiche che sono state oggetto degli interventi di molti colleghi su questo punto.
Innanzitutto, ma non lo faccio per un atteggiamento irriguardoso perché non solo ci sono le condizioni per votare il bilancio consolidato, è necessario che venga votato il bilancio consolidato, perché senza l'approvazione del bilancio consolidato vi sarà il blocco delle assunzioni per norma nazionale. Non è che approvarlo oggi o approvarlo a dicembre sia uguale sotto il profilo delle conseguenze.
Vengo al merito delle questioni che sono state poste, cercando di dare il mio contributo. Primo elemento. Noi ci siamo mossi come Assessorato al bilancio e come Direzione al bilancio con un obiettivo che era quello di allargare il più possibile l'ambito di consolidamento. Questo obiettivo rimane per noi. Allargare il più possibile l'ambito riconsolidamento, tanto che avevamo fatto una prima delibera nella quale il cosiddetto gruppo Piemonte era un gruppo molto ampio, forse troppo. Nel senso che comprendeva dentro soggetti i cui rapporti reciproci sono rilevanti con soggetti che hanno, invece, limitati rapporti.
Ci siamo poi trovati di fronte a una condizione: non alla difficoltà della Direzione Bilancio (sotto questo profilo, credo che il ringraziamento a coloro che hanno lavorato in questi mesi attorno a questo documento sia da me assolutamente condiviso e fatto proprio), ma alla difficoltà, da parte dei soggetti con cui avremmo dovuto consolidarci, ad affrontare il tema. L'ho detto in Commissione e non ho alcuna remora a ripeterlo in Aula: a un certo punto, ho ricevuto una richiesta urgente di incontro da parte delle ATC del Piemonte, che non solo erano contrarie al consolidamento, ma che chiedevano di essere esonerate dall'applicazione del decreto n. 118 come se la questione dell'applicazione del decreto n. 118 alle ATC fosse una valutazione discrezionale da parte della Regione e non il fatto che ciascuno, vista la norma di legge, sa benissimo a chi compete tale norma di legge.
Dobbiamo quindi creare una cultura all'interno di questo mondo, che va reso ogni anno sempre più ampio - al di là di quei soggetti che sono obbligati - affinché sia interesse di tutti stare dentro un bilancio consolidato, perché è uno strumento non totale - tornerò su questa considerazione - ma è uno strumento che consente di rendere più chiara e più evidente quella che è la reale situazione o le possibili conseguenze sul bilancio della Regione e sulla situazione patrimoniale. Non tutti perché, ad esempio, per legge, sono escluse dal consolidamento le Aziende Sanitarie Regionali. E voi (il Consigliere Pichetto, ma anche il Consigliere Bono nel suo intervento) avete fatto giustamente riferimento a epoche in cui non vi era allineamento - anzi, vi era un totale disallineamento - tra la situazione dei residui attivi e passivi del bilancio della Regione con quello delle Aziende Sanitarie.
Per essere chiari, più che preoccuparmi se sono in regola o meno nei rapporti dare/avere con un soggetto che vale 150.000 euro, voglio essere innanzitutto tranquillo di essere in regola nei rapporti dare/avere con un soggetto che vale otto miliardi di euro sul bilancio della Regione.
Non c'è consolidamento, ad esempio, con un altro mondo, che è il sistema degli Enti locali. Gran parte di loro ha, però, ha una possibilità di incidere rispetto alla reale situazione patrimoniale della Regione.
Pensiamo che tutte (o quasi tutte) le operazioni di reimpostazione dei fondi statali sui bilanci della Regione (operazioni che, progressivamente si stanno facendo da un po' di anni a questa parte, per cercare di eliminare quella "stortura" rappresentata dal fatto di aver iscritto a bilancio dei trasferimenti dello Stato, di averli destinati e poi di aver mandato in perenzione i residui passivi) abbiano come interlocutore quasi esclusivo il sistema degli Enti locali (mi riferisco agli interventi sulle alluvioni, sul dissesto idrogeologico, le opere pubbliche, eccetera).
Quindi anche quando avremo una situazione di consolidato forte, chiara e completa, l'operazione di ricognizione straordinaria fra residui attivi e passivi non ha messo in relazione totale i bilanci del sistema pubblico in qualunque parte d'Italia; ognuno se l'è fatto: c'è chi se l'è fatto forte e seriamente, e c'è chi ha preso atto dei dati. Però - lo ripeto - questo non porta ad alcun tipo di considerazione negativa sull'importanza del lavoro che ha svolto.
Veniamo alla seconda questione: i parametri (mi ricollego, in modo particolare, all'intervento del Consigliere Mighetti su questo punto). È spiegato a pagina 29 della Nota integrativa: non è una scelta discrezionale della Regione Piemonte per mettere fuori dal consolidato una serie di partecipazioni che hanno qualche problema (quello di non utilizzare il parametro sul patrimonio netto). È una strategia assunta a livello nazionale dal Coordinamento delle Regioni, che è stata recepita nel decreto ministeriale 11 agosto 2017, recante il settimo decreto correttivo del 118.
A fronte di un patrimonio netto negativo, non ha alcun senso assumere questo tipo di parametro, perché non offrirebbe nessun tipo di elemento e di utilità.
Ribadisco che noi lavoriamo perché il consolidamento del 2017 abbia almeno ricompresi ulteriori soggetti (Finpiemonte Partecipazioni, Agenzia Piemonte Lavoro, ARPEA), se non altro quelli con cui ci sono scambi sotto il profilo dei volumi o dei trasferimenti o sotto il profilo delle partecipazioni rilevanti, perché più rendiamo forte e completo questo documento, più noi siamo in grado di essere rassicurati della situazione complessiva patrimoniale del bilancio della Regione.
Veniamo alla quarta considerazione: il parere dei Revisori dei Conti.
Io condivido una parte del parere del Revisore dei conti, cioè quella che dice che occorre che le riconciliazioni crediti-debiti vengano fatte e completate entro la fine di quest'anno. E noi le abbiamo anche trasferite.
Abbiamo anche chiesto al Collegio dei Revisori dei conti di trasferire questo tipo di esigenza (laddove esiste) ai Revisori dei conti e ai Collegi sindacali delle società. Perché se non siamo riusciti a fare la riconciliazione crediti-debiti, non è perché abbiamo qualcosa da nascondere, ma è perché i dati non ci sono stati forniti. Pertanto, c'è l'obiettivo di avere una riconciliazione al 31/12/2017.
Posso condividere un po' meno la preoccupazione espressa dal Collegio dei Revisori dei conti circa la non sufficiente spiegazione del fondo rischi e oneri di 546 milioni. Il fondo rischi e oneri è la sommatoria dei diversi fondi rischi e oneri del rendiconto del bilancio della Regione del 2016, in cui la massa più consistente è data da 446 milioni di FCDE (Fondo Crediti di Dubbia Esigibilità); dagli accantonamenti che abbiamo operato a bilancio sulle problematiche sollevate dalla Corte dei Conti in sede di rendiconto 2015 e risolte nel 2017 dei rapporti col Commissario straordinario sulla cessione dei residui passivi; dall'accantonamento di 22 milioni di euro relativamente alla sentenza della Corte Costituzionale sui mancati trasferimenti della Regione alle Province (anni 2011-2012-2013).
Tutti elementi che sono assolutamente classificati, denominati e definiti all'interno del rendiconto della Regione. Sotto questo profilo, mentre tutte le altre voci sono influenzate dai dati dei bilanci dei quattro soggetti con cui si è fatto il consolidamento, questa voce è al 99 per cento leggibile, documentabile e spiegabile, e su essa il Collegio dei Revisori ha espresso pure con chiarezza il proprio parere in sede di rendiconto 2016.
È un problema solo della Regione Piemonte? No. Se si esaminano tutte le leggi regionali approvatori approvazione del bilancio consolidato sul rendiconto 2016, dicono tutte che il tema della riconciliazione crediti debiti non ha raggiunto livelli sufficienti. Pertanto, ci si è dati tutti come obiettivo una riconciliazione chiara entro il 31/12/2017, con i riferimenti dei dati del 2016. Così si sono mosse tutte le Regioni e così si sono mossi anche tutti i Collegi dei Revisori dei conti all'interno di tutte le Regioni.
BONO Davide (fuori microfono) Facendo una modifica alla fine dell'anno?



RESCHIGNA Aldo, Assessore al bilancio

Certo, lo porteremo obbligatoriamente. Se ha rilievo ai fini della situazione, dovremo procedere a un aggiornamento, certamente. Ma vengo anche su questo punto.
Io mi sono sfogliato un po' velocemente i dati che vedete per ciascun soggetto all'interno delle tabelle individuali contenute nella nota integrativa. Sono poco preoccupato. Il mio obiettivo è quello di arrivare alla riconciliazione in cui ogni euro di eventuali differenze sia specificato. Ma sono poco preoccupato rispetto alle conseguenze che questo può avere sul consolidato della Regione e perché le partite più rilevanti vedono maggiore entità di residui passivi sul bilancio della Regione rispetto a crediti da parte dei terzi soggetti nei confronti della Regione.
Sarei molto preoccupato, per essere chiaro, molto più preoccupato come Assessore al bilancio, se mi trovassi di fronte, ad esempio, all'Agenzia Piemonte Lavoro, che ha crediti nei confronti della Regione per 100 milioni di euro, mentre io ho 20 milioni di euro di residui passivi. Non a caso, ho fatto riferimento all'Agenzia Piemonte Lavoro, perché i dati sono esattamente rovesciati, non 120, ma sono totalmente rovesciati.
Questo ci pone un problema che non è facile da affrontare e da risolvere, ma che rientra in quella cultura che dobbiamo costruire e imporre al sistema Piemonte, al gruppo Piemonte: il fatto che, se vogliamo consolidare in maniera forte, chiara e convincente i dati, bisogna che tutti utilizziamo gli stessi criteri contabili. Io sarei contentissimo di venire a sapere che - faccio questo esempio tanto per farmi capire - i miei residui passivi nei confronti dell'Agenzia Piemonte Lavoro non sono 100 milioni, ma 20 milioni: cavolo, in un botto solo ho diminuito, abbassato di 80 milioni il disavanzo della Regione.
Credo - ma ne ho anche su IPLA, per fare degli esempi - che in questo invece si evidenzino sostanzialmente che ci sono criteri contabili profondamente diversi, e il lavoro che dobbiamo fare (non riusciamo a farlo entro il 31/12/2017, ma nel prossimo consolidato io vorrei che compissimo degli ulteriori passi in avanti) va in questa direzione.
L'Ente Parco del Ticino, che era uno degli esempi che ho fatto all'interno della Commissione, forse uno dei primi sostanzialmente, ha crediti nei confronti della Regione per 693.698,91 euro; i residui passivi del bilancio della Regione nei confronti dell'Ente Parco Ticino e Lago Maggiore sono 5.776.000, ma perché? Perché noi consideriamo a residuo passivo i finanziamenti che sono stati attribuiti, anche se non pagati, per il progetto Conca d'Oro sui Lagoni di Mercurago; loro non hanno iscritto il credito all'interno del loro bilancio perché probabilmente lo scrivono non come credito, ma come trasferimento, in funzione dei trasferimenti di cassa.
Allora l'operazione è veramente molto complessa; per alcuni aspetti, è affascinante, per alcuni aspetti è assolutamente necessaria, ma va costruita e raccordata in modo sempre più ampio e sempre più profondo.
Quindi io garantisco che su questo tema la Giunta regionale vuole investire e vuole investire perché - ha ragione sotto questo profilo il Consigliere Rostagno nella sua relazione - va costruita una cultura, cioè se noi abbiamo la capacità di avere chiari i rapporti patrimoniali ed economici tra noi e il mondo che ci circonda e che dipende in gran parte dai trasferimenti o meno della Regione Piemonte, abbiamo la tranquillità più ampia, maggiore rispetto all'attuale, della reale situazione patrimoniale. Abbiamo bisogno di creare una cultura che guardi però anche ai soggetti, perché in moltissimi casi il dottor Barbero, che ha fatto questo encomiabile lavoro in questi mesi, ha dovuto spremersi, spremersi e spremersi per ottenere delle risposte, e in moltissimi casi non le ha ancora ottenute.
Va fatto crescere enormemente sul piano del numero dei soggetti e sul piano della riconciliazione, però quello che vorrei dire alla fine è che questo non è un lavoro incompleto: è un lavoro che va completato, è un lavoro che va ampliato, però sostanzialmente non è un lavoro che non offre elementi su cui ragionare; e l'elemento su cui ragionare è che - ma anche qui interviene il principio di prudenza - probabilmente da questo bilancio consolidato, checché se ne dica, emerge sostanzialmente un miglioramento della situazione dei risultati d'esercizio della Regione, non significativo, ma certamente più ampio e migliore rispetto a quello del rendiconto, il che ci dice che ragionare su scala di gruppo e di consolidamento non significa solamente raccogliere le problematiche, le difficoltà o le conseguenze negative, ma anche raccogliere elementi che ci possono anche rassicurare rispetto alla credibilità del nostro lavoro.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Campo; ne ha facoltà.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Una domanda su una cosa che ho scoperto quest'anno, proprio in merito al fatto che risultano dei residui attivi nei confronti di enti che per ad esempio, nei loro bilanci poi non rappresentano.
Ho scoperto, con l'Assessore Ferrero, che noi utilizziamo ARPEA non solo per i pagamenti diretti dei Fondi europei per l'agricoltura, ma anche come polmone che anticipa dei fondi verso alcuni enti (mi pare che fossero tipo Agrion o la Fondazione Cannona, non ricordo cos'era, o forse IPLA), e poi la Regione paga APEA che ha pagato questi enti, quindi c'è un secondo bilancio di ARPEA che gestisce questa interfaccia dei pagamenti che non sono diretti tra la Regione e alcune delle sue controllate e partecipate.
Una cosa del genere che rappresentazione troverebbe all'interno del consolidato?



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Reschigna.



RESCHIGNA Aldo, Assessore al bilancio

Grazie, Presidente.
Una cosa del genere la trova specificata alle pagine 42 e 43 della nota integrativa.
Uno di questi casi è ARPEA: il totale dei crediti nei confronti della Regione ammonterebbero 101.671.000 euro; il totale dei debiti come residui passivi sul bilancio della Regione ammonta a 42.806.000 mila euro. Ci significa che ARPEA non contabilizza all'interno del proprio bilancio cosa che invece noi siamo costretti a contabilizzare, perché poi diventa oggetto di trasferimento - la sua funzione come soggetto pagatore, perch la sua funzione come soggetto pagatore non ha incidenza sul bilancio dell'agenzia, ma è sostanzialmente una funzione di conti di transito.
Quindi vede, Consigliere Campo, l'approfondimento di tutte queste tematiche - io mi auguro che possiamo proseguire questo lavoro, a partire dal fatto che porterò sicuramente in Commissione le risultanze dell'aggiornamento sulle riconciliazioni debiti-crediti - ci aiuta anche ad approfondire delle tematiche e a conoscere delle situazioni che meritano certamente il massimo di attenzione.



PRESIDENTE

Terminata la discussione generale, passiamo all'esame dell'articolato.
ARTICOLO 1 Emendamento rubricato n. 1) presentato dalla Giunta regionale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola all'Assessore Reschigna per l'illustrazione.



RESCHIGNA Aldo, Assessore al bilancio

Grazie, Presidente.
Ho presentato due emendamenti, che riguardano due errori di tabellazione che sono stati fatti. Il primo emendamento dice che all'allegato 1), alla voce "conti d'ordine" è aggiunto l'importo di euro 333.662.062 al rigo "impegni su esercizi futuri". Conseguentemente, la stessa modifica è operata a pag. 8) dell'allegato 2).



PRESIDENTE

Grazie, Vicepresidente Reschigna.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 1).
Il Consiglio approva.
Emendamento rubricato n. 2) presentato dalla Giunta regionale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Vicepresidente Reschigna per l'illustrazione.



RESCHIGNA Aldo, Assessore al bilancio

Grazie, Presidente.
All'allegato 2, a pagina 37 che, se non ricordo male, è sul tema "Riconciliazione Ente Parco Paleontologico Astigiano", vedete che c'è un totale di crediti pari a 25.489 e c'è un totale di debiti che è 700 euro perché non è sommato l'importo al rigo sopra di 13.789.
Sostanzialmente, l'emendamento corregge l'errore; il totale dei debiti residui passivi passa da 700 euro a 14.489 e la differenza scende da 24.789 a 11 mila euro.
Era proprio un errore nella somma, che è saltato.



PRESIDENTE

Grazie, Vicepresidente Reschigna.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 2).
Il Consiglio approva.
La parola al Consigliere Bono.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Poiché stiamo correggendo piccole imprecisioni ed errori, vorrei capire se quanto detto sull'Agenzia per la mobilità, a pagina 31, in cui è citato il Fondo rischi e oneri debiti per 30,6 milioni e poi, a pagina 50, la stessa somma diventa 30,9 milioni, chiedo se vi è di nuovo un errore di somma, oppure è una nostra erronea valutazione rispetto a un dato diverso.



(Commenti fuori microfono)



BONO Davide

AMP, alla fine della pagina 31, Fondo rischio oneri e addebiti, per 30.630.000; e a pagina 50, nella tabella in alto, nota integrativa allegato 2, c'è scritto 30,9 milioni. Vorrei sapere se è un errore, oppure se è una differenza dovuta a una somma che non ho visto, che non mi torna.



PRESIDENTE

Consigliere, si avvicini.
Grazie.
Indìco la votazione palese sull'articolo 1, così come emendato.
Il Consiglio approva.
Sia riportato a verbale il voto contrario della Consigliera Batzella.
Indìco la votazione per appello nominale sull'intero testo di legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 37 Consiglieri votanti 36 Consiglieri hanno votato SÌ 24 Consiglieri hanno votato NO 8 Consiglieri si sono astenuti 4 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio approva.


Argomento:

Nomine - Proclamazione degli eletti


PRESIDENTE

Relativamente al punto 3) all'o.d.g., che reca "Nomine", in base allo scrutinio effettuato, possiamo procedere alla proclamazione degli eletti delle seguenti nomine: Proposta di deliberazione n. 266 "Fondazione C.R.T. - Cassa di Risparmio di Torino" - Consiglio di indirizzo - Sostituzione del signor Luca Angelantoni Designazione di una terna, nel cui ambito il Consiglio di indirizzo della Fondazione provvederà a nominare un Consigliere Proclamo designati, quali componenti della terna di cui all'articolo 12 comma 2, lettera a) dello Statuto della Fondazione Cassa di Risparmio di Torino e in possesso dei requisiti previsti dall'articolo 8, commi 1 e 5 del citato Statuto, i signori Fiorenzo Gaita, Giampiero Leo e Luciano Ernesto Artana.
Proposta di deliberazione n. 120 "Commissione di Garanzia" - (articolo 91 Statuto della Regione Piemonte e articolo 3, comma 1, l.r. 25/2006) elezione di 1 membro in sostituzione del signor Claudio Simonelli La votazione non è valida per mancato raggiungimento del numero legale previsto dall'articolo 3, comma 1, della legge regionale 26 luglio 2006, n.
25.


Argomento: Ordinamento regionale

Proseguimento esame disegno di legge n. 253, inerente a "Legge annuale di riordino dell'ordinamento regionale. Anno 2017"


PRESIDENTE

Procediamo con il proseguimento dell'esame del disegno di legga n. 253 di cui al punto 6) all'o.d.g.
Nella seduta antimeridiana si è proseguito con l'esame dell'articolato.
Dopo aver votato l'ultimo articolo del disegno di legge, si è passati all'esame degli articoli che in precedenza erano stati soppressi. È stato votato l'articolo 3 bis.
ARTICOLO 7 bis Subemendamento rubricato n. 192) presentato da Bono, Andrissi, Bertola Frediani, Mighetti, Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Il Consigliere Bono dà per illustrato l'emendamento.
Subemendamento rubricato n. 194 presentato da Bono, Andrissi, Bertola Frediani, Mighetti, Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Il Consigliere Bono dà per illustrato l'emendamento.
Subemendamento rubricato n. 191) presentato da Bono, Andrissi, Bertola Frediani, Mighetti, Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Si vuole fare semplicemente una specifica rispetto alla lettera b) comma 1) dell'emendamento n. 128). Si aggiungono le parole "per interventi necessari ed urgenti legati all'esercizio degli impianti di risalita". Ci riferiamo all'ultima ipotesi del comma b), potremmo dire l'ultima sottolettera, e diciamo che dovrebbero esserci dei numeri in più. "Al personale addetto agli impianti di risalita ove presenti, ovviamente solo per finalità collegate all'esercizio degli impianti stessi". Mi sembra una definizione abbastanza ovvia, che va a migliorare la definizione di questo comma, che riguarda la possibilità di utilizzo di motoslitte e mezzi assimilati, al di fuori di aree sciabili che, comunque, è sempre consentita.
Laddove è, comunque, sempre consentita, secondo me dovremmo specificare in tutti e quattro l'insieme di figure che hanno questa autorizzazione cioè gli addetti ai soccorsi antincendio e vigilanza, la fornitura ai servizi primari, polizia, carabinieri, personale addetti agli impianti di risalita, anche se è abbastanza autoevidente, ma se riuscissimo a inserire da qualche parte, nella lettera, "per ovvie ed urgenti necessità legata alla loro funzione", saremmo tutti più rassicurati.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Bono.
Subemendamento rubricato n. 193) presentato da Bono, Andrissi, Bertola Frediani, Mighetti, Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Come aveva già detto anche il collega Valle, primo firmatario all'Assessora Parigi, al comma c) dell'articolo 1, del 128 laddove si dice "o temporaneamente per altri motivati scopi professionali", noi saremmo per abrogare questa parte.
In questo caso si parla dell'autorizzazione all'uso di motoslitte e relativi accessori o mezzi assimilabili su supercorsi comunali stabiliti rilasciata dal Comune a residenti, proprietari, gestori, conduttori di strutture o immobili non accessibili a strade, o gestori di attività di trasporto a servizi di strutture immobili medesimi, e poi si aggiunge "o temporalmente per altri motivati scopi professionali". Secondo noi è una definizione troppo ampia, troppo larga. È vero che il Comune deve valutare il motivato scopo professionale e quindi c'è, comunque, un filtro, ma sappiamo che i Comuni in queste realtà, a volte, non dico spesso e non dico sempre, sono la parte debole. Nel senso che ricevono pressioni lecite e legittime, ci si augura sempre, ma ricevono molte pressioni per far passare la tal struttura, per far passare l'altro rifugio, per far passare l'altro gruppo di persone che lavorano con le motoslitte, ecc.
Secondo me, se aiutiamo i Comuni nell'esercizio delle loro funzioni è meglio. Quindi o specificavano meglio - spero che l'Assessora Parigi mi stia ascoltando - cosa vuol dire "motivati scopi professionali", o noi saremmo per abolirlo. Se addiveniamo a una migliore definizione, possiamo anche ritirare l'emendamento abrogativo, oppure lo manteniamo e andremo al voto. È proprio la volontà di specificare meglio e aiutare i Comuni nel circoscrivere quelle che saranno le richieste pressanti che poi riceveranno.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bono.
Subemendamento rubricato n. 195) presentato da Bono, Andrissi, Bertola Frediani, Mighetti, Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Come dicevo prima, le ipotesi sono cancellare la frase oppure specificare meglio questi "motivati scopi professionali". In questo caso cerchiamo di specificare meglio, non tanto nella definizione di "motivati scopi professionali", che poi sarebbe complicato, ma mettiamo solamente "per il percorso funzionale al raggiungimento delle strutture immobili sopra citate".
Si chiarisce che sono dei gestori proprietari, conduttori di strutture immobili che possono muoversi con motoslitta o mezzi meccanici, solamente per il percorso funzionale al raggiungimento delle strutture mobili stesse oltre i gestori di attività di trasporto al servizio delle strutture immobili stesse. Non si possono fare altri tipi di percorsi.
I percorsi comunali sono stabiliti prima, quindi le persone possono avere questa autorizzazione dal Comune, ma solo per quelle funzioni lì.
Quindi, oltre i motivati scopi professionali, può essere, come si diceva prima con il Consigliere Vignale, l'idraulico che deve andare a sistemare un impianto, ma va per quel motivato scopo professionale a raggiungere quella struttura, quell'immobile e non ci possono essere divagazioni.
Si tratta di mettere una deroga, di cui ne capiamo la motivazione magari non la condividiamo totalmente, ma ne capiamo la motivazione, per si tratta di specificarla ancora meglio.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bono.
Subemendamento rubricato n. 238) presentato da Valle, Rossi, Vignale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Valle per l'illustrazione.



VALLE Daniele

Grazie, Presidente.
Con questo emendamento che abbiamo condiviso, tra gli altri, con il collega Vignale, intendiamo dare copertura a quei Comuni che fino a pochi giorni fa potevano interdire l'uso delle motoslitte in orario notturno e che hanno avuto le loro ordinanze impugnate e annullate.
Noi, invece, riteniamo che sia positivo nel governo del territorio poter escludere la fascia notturna dall'uso di questi mezzi per ragioni di sicurezza e di tutela ambientale, ed è per questo che lo riproponiamo invece in legge.



PRESIDENTE

Subemendamento rubricato n. 190) presentato da Bono, Andrissi, Bertola Frediani, Mighetti, Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

Il comma due dell'emendamento 128) lettera d), viene abrogato, ma non su quest'ultimo del collega Valle, che condividiamo e voteremo.
Il problema, qui, era la definizione di aree sciabili e lungo le piste.
Noi avevamo sollevato questa problematica: finché si tratta di aree sciabili, che quindi sono un comprensorio più ampio, abbiamo meno perplessità e meno dubbi, mentre, quando si tratta proprio delle piste abbiamo qualche dubbio in più.
È evidente a tutti che si dovrebbe cercare di ridurre al minimo la compresenza di sciatori che vanno dall'alto verso il basso tendenzialmente, a meno che abbiano grosse difficoltà nella pratica dello sci (ne ho anche visti, però erano molto principianti, diciamo) rispetto ai mezzi meccanici, che vanno dal basso verso l'alto. Poi, è vero che tornano anche giù, ma tendenzialmente le leggi della fisica sono uguali per tutti.
Pertanto, dovremmo essere tutti d'accordo nel cercare di ridurre la compresenza di grossi mezzi meccanici e sciatori, che potrebbero avere collisioni. È vero che ci sono le assicurazioni, ormai obbligatorie, ma è ovvio che non basta solo il tema dell'assicurazione: dovremmo cercare di prevenire incidenti a monte.
Pertanto, l'emendamento vorrebbe portare questo tipo di attenzione: scorporare le aree sciabili - e va bene - ma al di fuori delle piste.
Quindi, su tutto il comma 2.
So che non c'è condivisone su questa richiesta da parte dei colleghi perché si diceva: "Può esserci il caso in cui ci sia solo la pista; pu esserci il caso che. E comunque è il gestore delle piste che valuta l'interferenza". Però, come dicevamo, nelle realtà montane, che di solito sono piccole realtà comunali, tra il gestore delle piste, il gestore magari di immobili, strutture e quant'altro, e l'Amministrazione comunale c'è una vicinanza di relazioni, perché sono realtà comunali molto piccole.
Diventa, pertanto, anche difficile andare a scorporare le esigenze amministrative dalle esigenze turistiche ricettive, che spesso sono un tutt'uno, nel senso pienamente legittimo del termine.
Noi avremmo preferito, su questo emendamento, avere delle certezze ulteriori, proprio per evitare, un domani, degli incidenti (ovviamente tocco ferro, perché non vogliamo assolutamente che questo avvenga) e dover andare a cercare delle responsabilità, magari anche nel legislatore, che non ha legiferato al meglio di quelle che potevano essere le sue competenze e capacità.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bono.
Emendamento rubricato n. 128) presentato da Valle e Rossi.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Tale emendamento è stato già stato illustrato.
Indìco la votazione palese sul subemendamento rubricato n. 192), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sul subemendamento rubricato n. 194), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sul subemendamento rubricato n. 191), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sul subemendamento rubricato n. 193), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sul subemendamento rubricato n. 195), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 238), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sul subemendamento rubricato n. 190), sul quale la Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 128), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 8 Emendamento rubricato n. 139) presentato da Frediani, Andrissi, Bertola Bono, Mighetti, Valetti, Vignale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Tale emendamento è dato per illustrato dai proponenti.
Emendamento rubricato n. 132) presentato da Valle, Rossi.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Tale emendamento è ritirato dai proponenti e conservato agli atti.
Emendamento rubricato n. 90) presentato da Vignale, Ruffino.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Riproponiamo quanto avevamo già avuto modo di dire nella modifica della legge n. 2, cioè crediamo che la modifica apportata all'articolo 28 bis con la quale si vieta il volo nelle giornate di domenica, sia un errore non perché si debba volare sempre, ma perché credo che si debba badare a quelle che sono le convenzioni che la norma prevede con le Amministrazioni comunali.
Rispetto a ciò che è l'impatto sulla fauna, rispetto a quella che è la presenza di turisti e rispetto a ogni tipo di questione che vogliamo porre è evidente che il tema su cui dobbiamo essere più attenti è il numero di voli, non è quando si vola. Se una convenzione avesse cinque o sei voli alla settimana per ogni singolo luogo di atterraggio volando alla domenica e un'altra ne avesse solo tre non volando alla domenica, è evidente che sarebbe decisamente più impattante quella con un numero significativo di voli nei giorni di domenica.
Stiamo anche parlando di realtà in cui si svolge questa attività. Credo che tutte le attività abbiano dignità di svolgersi, e non credo che un'attività più rumorosa di un'altra non debba avere dignità, nel senso che, a differenza di altre, noi infatti la limitiamo con una norma. Al di là di questo aspetto, va anche ricordato che stiamo parlando di realtà di vette, all'interno delle quali è difficile che vi sia una presenza significativa di altre persone.
Pertanto, credo che questa limitazione porti solo dei limiti in termini di possibilità di utilizzo di un giorno festivo, che è un aspetto che ovviamente incide sulla ricaduta turistica di una realtà. Pertanto crediamo che debba essere soppresso.
Rammento che questo aspetto è stato sollecitato da più soggetti e non soltanto da coloro i quali gestiscono gli impianti, che peraltro poco hanno a che fare con questo tipo di attività, ma è stata sollecitata da Enti locali, dall'UNCEM, da più soggetti proprio perché è una parte, certamente piccola, di attività economica di alcune realtà delle nostre montagne.



PRESIDENTE

Grazie, collega Vignale.
Emendamento rubricato n. 26) presentato da Ruffino, Berutti, Graglia Pichetto Fratin, Sozzani.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Tale emendamento è dato per illustrato dai proponenti.
Emendamento rubricato n. 91) presentato da Vignale, Ruffino.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 92) presentato da Vignale, Ruffino.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Questi emendamenti, che in realtà ideologicamente non condividiamo pur avendoli presentati, sono una modalità per provare ad andare incontro a quei colleghi che ritengono opportuno tutelare il volo nei giorni festivi.
Alcuni di questi, in particolar modo l'emendamento rubricato n. 91) individuano un numero minimo di festività che le convenzioni devono prevedere. Questa potrebbe essere un'altra modalità per poter garantire quanto alcuni colleghi hanno avuto modo di dire sia quando discutemmo in Consiglio della modifica della legge 2 e dell'articolo 28 bis, sia la scorsa settimana quando abbiamo iniziato a discutere dell'articolo 8.
Ho illustrato anche l'emendamento n. 92), perché fra l'uno e l'altro c'è solo una distinzione fra il numero di giorni in cui è obbligatorio prevedere la festività.



PRESIDENTE

Grazie, collega Vignale.
Emendamento rubricato n. 23) presentato da Ruffino, Berutti, Graglia Pichetto Fratin, Sozzani.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Tale emendamento è dato per illustrato dai proponenti.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 139), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 90), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 26), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 92), sul quale la Giunta ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 91), sul quale la Giunta ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Sia riportato a verbale il voto contrario della Consigliera Frediani.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 23), sul quale la Giunta ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 8, nel testo originario.
Il Consiglio approva ARTICOLO 21 novies Emendamento rubricato n. 37) presentato dalla Giunta regionale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Tale emendamento è ritirato dai proponenti e conservato agli atti.
Emendamento rubricato n. 62) presentato da Vignale, Ruffino.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Subemendamento rubricato n. 162) presentato da Frediani, Andrissi, Bertola Bono, Mighetti, Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Tale emendamento è ritirato dai proponenti e conservato agli atti.
Emendamento rubricato n. 201) presentato da Rostagno, Rossi.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Il Consigliere Rossi dà per illustrato l'emendamento n. 201).
La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione dell'emendamento n. 62).



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Io ritiro gli emendamenti, ma vorrei chiedere alla Giunta regionale anche in virtù di questo mi comporterò ovviamente - se intende modificare o meno la legge.
Noi oggi stiamo apportando alcune modifiche dettate anche, com'è stato illustrato dal Vicepresidente Reschigna, dalla normativa nazionale, e quindi dalla Franceschini che, in qualche modo, intervengono su una serie di aspetti che vengono anche richiamati dall'emendamento.
Il mio intendimento è quello di ritirare gli emendamenti, ancorch fossero presentati sull'emendamento della Giunta e non su quello dei colleghi, perché l'emendamento, in qualche modo, ha alcuni aspetti che, se non altro, cozzano con quella che è la modalità normativa che questo Consiglio regionale ha assunto rispetto alle politiche urbanistiche. Devo dire che a noi, per certi versi, piacciono certamente di più modalità di semplificazione come la legge nazionale prevede, che non modalità di eccessiva burocratizzazione come è stato nel PPR. Al di là di questo, vi è un tema che per noi è centrale: il mantenimento della legge n. 17 del 2005.
È vero che la legge Franceschini è intervenuta relativamente alla possibilità di superare anche le previsioni dei piani regolatori o le destinazioni d'uso dei piani regolatori, però vorremmo un'indicazione fondamentale da parte della Giunta regionale sulla legge n. 17, anche con un'eventuale modifica del regolamento, che è quello delle distanze, per intenderci. Se il nostro sistema regionale cinematografico ha, in qualche modo, retto è certamente perché, come altre Regioni italiane - poche c'eravamo dotati della legge presentata dall'Assessore Oliva e votata durante la Giunta Bresso, per intenderci, a larga maggioranza; di una legge che, in qualche modo, tutelava e garantiva la libertà di commercio ma, in qualche modo, tutelava chi faceva un investimento.
Credo che, da questo punto di vista, sia necessaria una dichiarazione da parte della Giunta su cosa intende fare. Altre Regioni hanno adottato questo provvedimento, ma poi hanno anche cancellato la legge preesistente.
Credo che quello, invece, sarebbe un grave errore.
Ne approfitto, così non chiedo successivamente la parola sull'emendamento successivo.
Nell'emendamento presentato dal collega Rossi, il 201), se non ricordo male, vi è una riscrittura dell'emendamento che, al comma 2, dell'articolo 4 bis, prevede misure premiali in termini anche volumetrici per una serie di aspetti, cioè aree di passaggio quant'altro, ma non garantisce, salvo che non sia stato modificato, che questa premialità possa avvenire per un cinema o per la sala di proiezione. Se vi fosse necessità di ampliare le sale o di ampliare le aree cinematografiche, credo che questo debba essere inserito.
Rammento che è altresì importante il mantenimento della norma, anche relativamente a quanto è scritto nell'emendamento, cioè al divieto di poter collegare medie e grandi strutture di vendita a questa modalità, altrimenti è evidente che poi si usa una piccola sala cinematografica per fare un grande centro commerciale.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Mighetti; ne ha facoltà.



MIGHETTI Paolo

Grazie, Presidente.
Intervengo sull'articolo.
Noi nutriamo alcune perplessità su questo articolo; sapete bene che il Movimento 5 Stelle non ha mai apprezzato in questa sede norme derogatorie in materia urbanistica. In questo caso, proverò a fare un discorso completo sia relativamente all'emendamento sull'artico 21 novies, sia relativamente al successivo (21 decies).
A noi pare che questa modalità di operare non sia consona, perché, di fatto, non aiuta veramente quelli che sono gli scopi della legge Franceschini. A nostro avviso, se veramente si voleva operare nel senso di attivare delle progettazioni idonee a partecipare ai bandi, bisognava lavorare sin da subito - cioè sin dall'emanazione della legge - alla costruzione di progetti e alla loro presentazione presso i Comuni.
La strada della modifica di legge, che garantirebbe un 30 per cento di cubatura in più (30 per cento legato a pochissimi progetti, probabilmente) ci sembra non soddisfare appieno neanche quelle che sono le richieste del mondo cinematografico, perché si crea una sorta di cortocircuito normativo.
Nel senso che la legge n. 106, quella cui fa riferimento la legge Franceschini per l'applicazione a livello urbanistico di questi interventi sui cinema, prevedeva un'applicazione da parte dei Comuni entro 60 giorni dalla promulgazione. Questa applicazione da parte delle Regioni non è stata in gran parte fatta ed è previsto un regime transitorio dell'attivazione di questa legge. Quando andiamo a legiferare in applicazione della legge n.
106, rischiamo di bloccare su altri campi la sua applicazione generale.
L'altra questione riguarda un parametro fondamentale: il permesso in deroga. Si fa riferimento al permesso in deroga e non più alla legge n.
106. E quando si fa riferimento all'articolo 14 del DPR n. 380 bisogna ricordare un aspetto fondamentale: il comma 1 bis prevede il permesso di costruire anche in deroga alla destinazione d'uso, previa deliberazione del Consiglio comunale che ne attesti l'interesse pubblico, a condizione che il mutamento di destinazione d'uso non comporti un aumento di superficie coperta prima dell'intervento di ristrutturazione.
Che cosa vuol dire? Significa che se non vogliamo andare contro il DPR n. 380 non potremmo fare alcun aumento di superficie coperta. Quindi una delle premesse all'estensione di questi articoli era appunto quella di poter ampliare in spazi liberi attigui a queste sale cinematografiche. Con il permesso di costruire in deroga non si potrà costruire su queste aree libere; si potranno fare, sostanzialmente, delle revisioni del comparto, ma non superare la superficie esistente a livello planimetrico; si poteva costruire in altezza sostanzialmente, o cambiare la destinazione d'uso di locali esistenti.
Dal nostro punto di vista, ancorché questa normativa interesserà veramente pochissimi casi, quindi non snaturerà l'urbanistica piemontese (per questo ci riteniamo salvi!), non soddisfare soddisferà le attese richieste.
Per questo motivo, voteremo in maniera contraria.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Rostagno; ne ha facoltà.



ROSTAGNO Elvio

Avrei solo due considerazioni. Partirei proprio dall'ultimo intervento del collega Mighetti: mi rendo conto che, sotto il profilo normativo, il legislatore nazionale abbia prodotto delle norme un po' strabiche, nel senso che su norme di pari livello dice cose tendenzialmente diverse. Ne prendiamo atto. Tuttavia, ci sembra che la proposta sia quella di favorire un processo di rigenerazione di aree urbane degradate e di aiuto al cinema minore, per cui facciamo un po' di necessità virtù, nella speranza che le incongruenze normative nel tempo si risolvano.
Non entro nel merito delle scelte sulla legge n. 17, che, in parte, la norma Franceschini (la chiamo così) riduce nelle sue potenzialità. Cito solamente un passaggio in relazione a quanto ha fatto emergere il Consigliere Vignale sull'emendamento n. 201): il capoverso 2 è quello che va a citare le misure premiali, prevedendo un Capo A e un Capo B. Nel Capo A si dice che vengano considerate anche le sale. Quindi è compreso quanto lei sottolineava.
Mentre ho la parola, ne approfitto per illustrare anche l'emendamento n. 202) che, di fatto, rappresenta una semplice sottolineatura per quanto concerne la definizione di interesse pubblico dell'iniziativa, perché si specifica che l'interesse pubblico dell'iniziativa di un progetto è per la riqualificazione urbana e la rigenerazione dell'area urbana degradata.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola l'Assessora Parigi; ne ha facoltà.



PARIGI Antonella, Assessore alla cultura

Grazie, Presidente.
Molto velocemente, andremo a proporre un nuovo testo di legge che al momento è ancora in bozza; lo stiamo verificando e poi, naturalmente, ci confronteremo su questo testo di legge che recepisce i cambiamenti avvenuti a livello nazionale e porta anche avanti quella che è la nostra visione.
Quindi saremo chiamati a vederlo insieme tutti quanti.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Che il Consiglio si confronti su un disegno di legge è evidente! Io credo che su una buona norma vigente ci sia una distinzione fra l'introdurre un nuovo articolo e riscriverla. Perché è evidente che se uno inserisce misure premiali in una norma che tutela non soltanto chi ha fatto investimenti, ma che evita che intorno alle strutture cinematografiche si crei una completa liberalizzazione, questo è differente. Noi crediamo che con questa modifica la legge n. 17 sia un'ottima legge da tenere così com'è.
Questa è la distinzione e questo è il motivo per cui noi non esprimeremo un voto favorevole sull'emendamento.



PRESIDENTE

Grazie, collega Vignale.
Indìco la votazione palese sull'emendamento n. 201), sul quale la Giunta ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 21 decies Emendamento rubricato n. 202) presentato da Rostagno, Rossi.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Rostagno per l'illustrazione.



ROSTAGNO Elvio

Già illustrato.



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 37.1) presentato dalla Giunta regionale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) L'emendamento n. 37.1) è ritirato: decadono i subemendamenti rubricati n.
63), 67), 68), 69), 64), 70), 71), 72), 65), 66), 73), 74), 75), 76), 77) 78), 163), 79), 80), 84), 85), 81), 82), 86), 87), 88), 89), 83).
Ha chiesto la parola il Consigliere Mighetti per dichiarazione di voto ne ha facoltà.



MIGHETTI Paolo

Grazie, Presidente.
Come per il precedente articolo, noi voteremo in maniera contraria perché in questo emendamento si va a parafrasare l'articolo 14 del DPR 380.
Che Dio me ne voglia, ma secondo me andare a parafrasare un articolo di legge del Testo Unico dell'edilizia a noi, come Consiglieri regionali, non è concesso.
Per questo motivo, il nostro voto sarà negativo e siamo convinti che questo emendamento stia un po' fuori dalle righe di quella che è la legislazione regionale.



PRESIDENTE

Grazie, collega Mighetti.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 202), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 69 sexies Emendamento rubricato n. 205) presentato da Bono, Andrissi, Batzella Bertola, Campo, Frediani, Mighetti e Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Collega Bono, dalla Giunta mi dicono che purtroppo l'Assessore ha avuto un imprevisto; era ben consapevole che avrebbe dovuto essere qua per la risposta. Ad ogni modo, me ne faccio carico io, per il tramite dell'Assessore, il quale mi ha chiesto gentilmente se, a titolo di cortesia, posso riferire che il parere sull'emendamento è negativo.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 205), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
ARTICOLO 104 decies Emendamento rubricato n. 253) presentato da Laus, Conticelli, Gariglio Giaccone, Grimaldi, Monaco, Ottria, Ravetti, Rossi, Vignale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Tale emendamento è stato appena sottoscritto da tutti i Capigruppo.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 253).
Il Consiglio approva.
A questo punto, passiamo alla trattazione degli atti di indirizzo collegati, seguiti dalle dichiarazioni di voto sull'intero testo di legge suggerirei all'Aula di fare la votazione finale martedì prossimo per poter controllare bene i contenuti e predisporre il testo definitivo.
. Ordine del giorno n. 1205 "Istituzione di un tavolo di concertazione regionale in materia di utilizzo delle motoslitte" presentato da Valle, Rossi, Rostagno La parola al Consigliere Valle per l'illustrazione.



VALLE Daniele

Grazie, Presidente.
In realtà, anche quest'ordine del giorno deriva dalla discussione che abbiamo fatto poc'anzi sul tema delle motoslitte e impegna la Giunta ad attivarsi, attraverso un confronto con tutti gli operatori del settore, per una riorganizzazione più compiuta del settore in materia.
L'ordine del giorno, rispetto a quello che trovate depositato, è stato modificato secondo le indicazioni che abbiamo condiviso con la collega Accossato, perciò l'ultimo dei rilevati entra a far parte dell'impegno per circoscrivere meglio la portata dei lavori che chiediamo di fare alla Giunta.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Valle.
Se non vi sono altre richieste di intervento, indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 1205, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
Chiedo gentilmente ai Presidenti dei Gruppi se possono avvicinarsi alla Presidenza.



(I Presidenti dei Gruppi consiliari si recano presso il banco della Presidenza del Consiglio per una consultazione)



PRESIDENTE

Non essendoci richieste d'intervento per dichiarazione di voto, terminiamo i lavori odierni.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 17.52)



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