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Dettaglio seduta n.256 del 10/10/17 - Legislatura n. X - Sedute dal 25 maggio 2014 al 25 maggio 2019

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Argomento:


MOTTA ANGELA



(I lavori iniziano alle ore 14.02 con l'esame delle interrogazioni a risposta immediata, ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento interno del Consiglio regionale)


Argomento: Trasporti pubblici

Interrogazione a risposta immediata n. 1764 presentata da Ferrentino inerente a "Individuazione, di concerto con l'Agenzia per la Mobilità Piemontese e i gestori dei servizi, delle modalità atte a consentire l'utilizzo del biglietto GTT anche per le linee ferroviarie SFM nell'ambito territoriale dei Comuni della prima cintura di Torino"


PRESIDENTE

Iniziamo i lavori, esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
1764.
La parola al Consigliere Ferrentino per l'illustrazione.



FERRENTINO Antonio

Grazie, Presidente.
Anche se non è sicuramente materia che segue l'Assessore Saitta, in conseguenza dell'utilizzo del trasporto pubblico - poi - le ricadute sulla salute sono assolutamente evidenti.
A parte questo, la questione che sottopongo è molto importante per centinaia di cittadini dell'area ovest di Torino, perché, con il ruolo che ha la Regione Piemonte - di integrazione e verifica delle attività del trasporto pubblico locale - non posso non evidenziare che esiste questa particolarità, che provo a illustrare all'Assessore.
Poiché con il servizio ferroviario metropolitano si è tentata un'integrazione dei servizi di trasporto, sia su gomma che su ferro, per quanto riguarda le stazioni ferroviarie di Collegno e Grugliasco - Comuni che interessano decine di migliaia di abitanti - sono poste a qualche centinaia di metri sia la stazione della linea 1 della metropolitana sia le rispettive stazioni ferroviarie.
A oggi, il possesso del titolo di viaggio per la metropolitana al prezzo di un euro e 50 centesimi non permette l'utilizzo del servizio ferroviario che può essere usufruito con un biglietto che costa un euro e 90 centesimi.
Pertanto, si capisce che, proprio nell'ottica del ruolo che ha la Regione, di coordinare i diversi sistemi di trasporto pubblico, non permettere al cittadino di Collegno o di Grugliasco di decidere se usufruire, a seconda dell'utilità, del trasporto locale ferroviario con le due stazioni di Collegno e Grugliasco, oppure del servizio offerto dalla linea 1 della metropolitana, ci sembra uno di quei correttivi che pu portare un grosso beneficio agli abitanti di queste due cittadine, cercando semplicemente di trovare una soluzione, che non può essere che in capo alla Regione Piemonte.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Saitta per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore regionale

Il sistema regionale sconta oggi un regime tariffario strutturatosi nel quadro dei passati affidamenti, che è basato - di fatto - su un accordo fra gestori e risente dei limiti connessi a questo impianto.
In questo quadro, l'introduzione di agevolazioni o una modifica tariffaria può modificare l'assetto finanziario delle imprese interessate le quali, in virtù del fatto che non erano state previste nella fase di affidamento del servizio, possono richiedere il ripianamento dei mancati introiti, in quanto si configurano come "sovrastrutture" tariffarie dall'accordo commerciale incerto, da cui possono derivare ulteriori sforzi finanziari a carico del pubblico.
Ad oggi, le tariffe di abbonamento "formula" consentono già la possibilità di utilizzare tutte le modalità di TPL in esercizio nella prima cintura - come è stato ricordato - ivi compresa quella ferroviaria. Il lavoro che la Regione sta conducendo è quello di costruire e sperimentare ulteriori forme di fidelizzazione al sistema di trasporto collettivo rivolte anche agli utenti "occasionali", da inserire come vincolo nei prossimi affidamenti.
Gli Uffici stanno studiando una nuova struttura tariffaria che mette al centro l'interoperabilità e l'intermodalità, la cui efficienza sarà valutata da apposita attività di sperimentazione che si sta concordando con alcune imprese di trasporto pubblico già attrezzate col sistema di bigliettazione elettronica BIP, necessaria per la definizione delle ripartizioni fra operatori degli introiti derivanti.
I problemi giustamente evidenziati troveranno, dunque, una soluzione in questo nuovo quadro contrattuale, che permetterà alla Regione di porre ai gestori condizioni vincolanti in materia.


Argomento: Assistenza farmaceutica (organizzazione, servizi ecc.

Interrogazione a risposta immediata n. 1771 presentata da Andrissi inerente a "Tempi di approvvigionamento dei preparati a base di cannabis, a uso medico, nelle farmacie del Piemonte"


PRESIDENTE

Proseguiamo con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n.
1771.
La parola al Consigliere Andrissi per l'illustrazione.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Da più parti del territorio, medici di base segnalano prescrizioni specialistiche che vengono trascritte e le grandi difficoltà a reperire nell'ambito farmaceutico, i prodotti farmaceutici a base di derivati dalla cannabis.
Avendo questo farmaco indicazioni importanti, che vanno a trattare disturbi di tipo neuropatico, è chiaro che l'approvvigionamento è fondamentale per dare conforto a questi pazienti.
Nel momento in cui sul territorio ci sono grosse difficoltà, si rompe un rapporto di fiducia tra paziente e medico e si rischia che questi pazienti ricorrano, ancora oggi, al mercato nero.
La speranza era nata anche dal fatto che era stata approvata la distribuzione presso le farmacie del territorio, non solo quelle ospedaliere, ed anche per il fatto che la produzione autoctona presso l'Istituto di Firenze, grazie all'accordo tra il Ministero della Difesa e il Ministero della Sanità, avrebbe consentito di reperire la materia prima ad un prezzo - almeno a leggere sui giornali - del 30 per cento inferiore rispetto a quello che proveniva da paesi fuori dall'Italia.
Tutto ciò, invece, si è complicato con il decreto di giugno 2017, che fissava il prezzo in nove euro per grammo, dei derivati della cannabis.
Questo ha messo in seria difficoltà il canale di distribuzione delle farmacie territoriali, perché il prezzo non ricopre le spese anche per i prodotti galenici.
Noi vorremmo capire se è possibile una soluzione regionale. So che il testo legislativo approvato un paio di anni fa da questa Regione consentiva anche sperimentazioni e produzioni regionali. So che stanno lavorando su un tariffario per i preparati galenici, con una riformulazione per andare incontro a queste difficoltà, però la Regione può fare qualcosa? Nello specifico interroghiamo la Giunta per conoscere i tempi di approvvigionamento dei preparati.
Adesso ci limitiamo a questo, come domanda, però effettivamente spereremmo in un ragionamento completo.



PRESIDENTE

Risponde l'Assessore Saitta; prego.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Risulta, al momento, agli Uffici regionali, carenza del prodotto cannabis, sia con riguardo al prodotto importato dall'Olanda, che sembra non consegnare il prodotto da alcune settimane ai grossisti autorizzati sia con riguardo al prodotto FM2 dello Stabilimento chimico farmaceutico militare di Firenze, che presenta difficoltà a evadere le richieste.
Nel corso dell'ultimo incontro presso il Ministero, Ufficio centrale stupefacenti, è stata sollecitata dalle Regioni - tutte - l'adozione di interventi atti a superare tali problemi, ma soprattutto di valutare la possibilità di importazione del prodotto anche da altri paesi e non più unicamente dall'Olanda.
Da notizie assunte, per vie brevi, in data odierna dall'Ufficio centrale stupefacenti del Ministero della Salute, risulta che lo stesso Ministero ha autorizzato i grossisti all'importazione dall'Olanda dei prodotti richiesti e l'Istituto chimico farmaceutico militare di Firenze sta liberando lotti che, secondo quanto sostenuto dallo stesso Ufficio centrale stupefacenti, dovrebbero essere in grado di soddisfare il fabbisogno nazionale per i prossimi mesi.
Abbiamo utilizzato il condizionale perché si tratta di sollecitazioni che abbiamo fatto e di impegni che sono stati assunti, alcuni ufficialmente e altri per vie brevi, come ho ricordato poco fa.


Argomento: Trasporti su ferro

Interrogazione a risposta immediata n. 1772 presentata da Valetti, inerente a "Chiarimenti sulle dichiarazioni di SCR Piemonte in merito all'area di triage per il piazzale di emergenza del tunnel ferroviario del collegamento della ferrovia Torino-Ceres con la rete RFI-passante ferroviario "


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 1772.
La parola al Consigliere Valetti per l'illustrazione.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Manifesto il mio dispiacere per il fatto che non sia l'Assessore Balocco a rispondere, ovviamente senza nulla togliere all'Assessore Saitta cui è stato dato questo compito.
Dell'opera di corso Grosseto ne abbiamo parlato abbondantemente in quest'Aula. È un'opera che è stata molto criticata da alcuni, compreso il nostro Gruppo consiliare, nel merito; ora, però, poniamo delle questioni di metodo su come è stato portato avanti questo progetto.
A noi risulta che non siano state istituite conferenze di servizi e non siano state coinvolte amministrazioni, come quella che noi citiamo, del Comune di Venaria, direttamente interessata dall'opera, in quanto sul suo territorio verrebbe installata l'area di sicurezza e soccorso del triage che è un piazzala di 800 metri quadrati.
Il Comune non è stato coinvolto e non vi è stata una richiesta di assenso formale della società committente al Comune, per vedere se quell'area veniva resa disponibile e se l'istituzione fosse stata d'accordo. Dopodiché, questo progetto esecutivo è stato approvato. Non sappiamo esattamente in quale data, perché purtroppo la trasparenza non è proprio una caratterista di questo iter progettuale, quindi non sappiamo esattamente quando questo progetto è stato approvato dalla Società di Committenza Regionale (SCR), ma sappiamo che tra luglio e settembre c'è stata la versione definitiva del progetto esecutivo, che comprende appunto quest'area di triage.
Ora, con una missiva, rispondendo a una lettera precisa del Comune di Venaria, che chiedeva perché non è stato coinvolto e non dava l'assenso all'utilizzo dell'area, la società ha risposto che il cantiere sarebbe iniziato senza l'area di soccorso e sicurezza e sarebbe potuto andare avanti senza quest'area per due anni.
Noi non capiamo se è possibile ignorare delle ottemperanze scritte dentro un progetto esecutivo all'ultimo, comunicandole con una lettera ad uno dei Comuni interessati.
Vogliamo, quindi, sapere il parere della Regione su questo comportamento di una società che è della Regione Piemonte.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Saitta per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore regionale

Nell'ambito della progettazione esecutiva dell'intervento in questione in seguito all'approvazione del CIPE, la stazione appaltante ha dovuto revisionare gli elaborati per rispondere alle prescrizioni della Commissione Sicurezza Gallerie Ferroviarie. In linea con i disposti del DM 25/10/2005, in prossimità dell'imbocco della galleria ferroviaria nel Comune di Venaria, nel momento in cui la linea entrerà in esercizio, deve essere disponibile un'area di emergenza e triage per un totale di 800 metri quadrati.
Come esaminato nel corso di diversi incontri susseguitisi a partire dal mese di novembre 2016, l'amministrazione del Comune di Venaria Reale, SCR in qualità di stazione appaltante e il Settore Investimenti Trasporti e Infrastrutture, hanno analizzato diverse soluzioni per sviluppare il progetto su un'area nelle disponibilità del Comune di Venaria che permettesse all'Amministrazione pubblica di contenere i costi.
Nel corso del mese di marzo 2017 è stata trasmessa, al Comune di Venaria, la documentazione sviluppata dai progettisti incaricati dalla stazione appaltante che individuarono tali aree, tenendo anche in conto le indicazioni fornite dai tecnici comunali, cercando di ottemperare alle diverse necessità: caratteristiche delle aree di triage e di emergenza secondo le prescrizioni del DM 28/20/2005 sicurezza delle persone che utilizzano la linea ferroviaria futuri presunti sviluppi della stazione Rigola progettazione dell'area a parcheggio nella zona antistante la stazione Rigola in capo al comune di Venaria, finanziato dalla Regione Piemonte per un importo di quattro milioni e 910 mila (fondi FSC); tra le ipotesi analizzate si è individuata quella ritenuta migliore e inserita nel progetto esecutivo.
Stando quanto sopra e considerando l'attuale posizione del Comune di Venaria, qualora permanga la posizione ostativa dell'Ente, la Stazione appaltante, in collaborazione con la Regione Piemonte, potrà ricercare ulteriori aree idonee, in modo da garantire, così come disposto dal DM suddetto, l'esercizio in sicurezza della linea ferroviaria.


Argomento: Personale del servizio sanitario

Interrogazione a risposta immediata n. 1773 presentata da Bono, inerente a "Revisione della residenzialità psichiatrica: ricadute derivanti dalla scadenza della richiesta di accreditamento e della presentazione delle nuove piante organiche per gli enti accreditati"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 1773, presentata dal Consigliere Bono, che la illustra.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Abbiamo parlato lungamente di revisione della residenzialità psichiatrica con le DGR n. 30/2015 e n. 29/2016; peraltro, affronteremo il tema con un Consiglio straordinario il prossimo martedì. Abbiamo inteso però, ricevere una risposta puntuale questa settimana su quelle che saranno le ricadute occupazionali.
Abbiamo parlato molto del provvedimento in sé: abbiamo combattuto per provare a migliorarlo, soprattutto per quanto riguarda le ricadute dello scivolamento verso il mero socio-sanitario o socio-assistenziale di una serie di pazienti assistiti dal punto di vista sanitario, che comporterà una carenza di assistenza per un numero non indifferente di pazienti psichiatrici che oggi sono ricoverati in strutture denominate "gruppi appartamento" o "comunità alloggio", ridenominate SRP3, che assisteranno alla scomparsa delle ore dei medici psichiatrici, ad una fortissima riduzione delle ore di psicologia e, sostanzialmente, ad una badanza quindi un controllo da parte di educatori e OSS.
La ricaduta dei costi - e lo loro compartecipazione - sulle famiglie e sui Comuni, in relazione al livello di ISEE dei pazienti, è uno dei temi fondamentali; l'altro è quello della ricaduta occupazionale. Come ho detto la rivalutazione dei fabbisogni di assistenza medica, infermieristica e psicologica porterà, sostanzialmente, ad uno stravolgimento delle piante organiche delle aziende e delle società che operano nell'ambito della residenzialità psichiatrica.
Ne abbiamo parlato spesso e sono state fornite delle cifre abbastanza estemporanee: l'ultima volta, addirittura, si parlava di una riconversione degli psicologi e degli educatori in OSS, con un saldo sostanzialmente "neutro" (mi pare che l'Assessore Saitta l'avesse definito così). È ovvio però, che ci sono centinaia di specialisti o educatori che escono, e altrettante centinaia di OSS che, magari, entrano nel settore. Vorremmo quindi avere dei dati precisi sulle ricadute, suddivisi, se è possibile per categorie professionali. È importante, perché, come ho avuto modo di dire, non è facilmente pensabile che coloro che hanno svolto un'attività di educatore in questi anni - abbiamo considerato cinque anni come tempo per poter acquisire il titolo per il ruolo di educatore - si riconvertano in OSS. Personalmente, la ritengo una scelta non molto azzeccata. C'è poi il tema degli psicologi, molti dei quali erano a partita IVA, quindi probabilmente non vedranno riconfermate le loro ore.
Questa risposta la intendiamo propedeutica al Consiglio straordinario che si terrà martedì prossimo.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Bono.
Risponde l'Assessore Saitta; ne ha facoltà.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

La delibera n. 29 del 19 settembre 2016 contiene, come i colleghi sanno, un articolato insieme di norme volto a regolamentare l'attività delle strutture residenziali della nostra Regione. In particolare, prevede un percorso di autorizzazione e accreditamento di tutte le strutture prevedendone i requisiti strutturali e funzionali.
La prima scadenza, fissata per il prossimo 8 dicembre 2017, riguarda il deposito delle istanze di autorizzazione e accreditamento. Da tale data scattano quattro mesi di tempo per consentire alle strutture di adeguare i propri requisiti a quelli previsti dalla norma. Dopo, le ASL provvederanno ad accertare, entro novanta giorni, il possesso dei requisiti e l'accreditamento verrà formalizzato dalla Regione entro i successivi trenta giorni.
Non è quindi possibile prevedere in questa fase i risultati dettagliati di un processo che si concluderà nel prossimo mese di agosto 2018. Per quanto riguarda le possibili ricadute occupazionali - il collega Bono lo ha ricordato, io lo ripeto - si rammenta che la DGR n. 29 prevede un periodo triennale di avvio entro il quale il calcolo del fabbisogno di personale per le diverse figure professionali e per le diverse strutture avviene con ampi margini di flessibilità, in modo da consentire la prosecuzione di attività degli operatori attualmente impiegati.
Le conseguenze occupazionali e tutte le altre questioni di applicazione della delibera n. 29 saranno oggetto del monitoraggio che sarà effettuato nell'apposito tavolo tecnico costituito in attuazione della deliberazione.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione) - Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 1768 presentata da Ottria, inerente a "Attivazione dei posti di Continuità Assistenziale a Valenza Sanitaria (CAVS) nel distretto Acqui-Ovada"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 1768, presentata dal Consigliere Ottria, che la illustra.



OTTRIA Domenico

Grazie, Presidente.
L'interrogazione riguarda le attività di Continuità Assistenziale a Valenza Sanitaria (i cosiddetti CAVS), che rappresentano un ambito di cura per quei pazienti che non sono nelle condizioni di tornare al domicilio dopo le dimissioni dall'ospedale, ma hanno bisogno di un percorso di continuità assistenziale in strutture appropriate.
L'accesso a questi posti avviene, di solito, su indicazione del medico dell'ASL oppure del medico di famiglia (nel caso in cui il paziente si trovi al proprio domicilio e necessiti di cure che non richiedono il ricovero).
Tale strumento è stato predisposto dalla Regione Piemonte attraverso la determina n. 924 del 2015, che stabilisce le modalità operative e le forme di accreditamento per svolgere tali attività (in pratica, i requisiti che devono avere le strutture).
Il 17 maggio 2016 i Sindaci del distretto di Acqui Terme avevano sottoscritto con l'ASL di Alessandria e con la Regione Piemonte un accordo per l'organizzazione dei servizi sanitari di quel bacino di utenza, nel quale veniva definita l'attuazione del piano di riorganizzazione dei servizi sanitari in osservanza al riordino della rete ospedaliera previsto con la famosa delibera 1-600 del 2014.
A pagina 8 di questo accordo si fa riferimento anche ai posti CAVS che l'ASL di Alessandria era stata già autorizzata in via straordinaria ad implementare per il periodo invernale 2015-2016, tant'è che erano stati assegnati 25 posti (appunto per quel periodo invernale), localizzati come segue: cinque presso la Residenza "La Madonnina" di Rivalta Bormida, dieci presso l'IPAB "Centro Servizi Socio-Assistenziali Lercaro" di Ovada e dieci presso il Centro Riabilitativo Polifunzionale "Teresio Borsalino" di Alessandria.
In relazione al fabbisogno a regime ordinario e in aggiunta ai 60 posti già assegnati in via definitiva al resto della Provincia, l'accordo prevedeva che la Regione si impegnasse a finanziare altri 20 posti destinati al distretto di Acqui-Ovada, tuttora sprovvisto di posti CAVS.
Ad oggi questi posti non risultano ancora attivati e non mi risulta neanche che siano state individuate le strutture aventi i requisiti per ospitare questi malati (generalmente anziani).
Tutto ciò crea, conseguentemente, un notevole disagio per la popolazione anziana che necessità di questa quantità assistenziale. Spesso i pazienti che hanno necessità di continuità assistenziale vengono oggi dirottati in altri distretti più lontani, come Casale o Valenza, con notevoli disagi per le famiglie che, a causa delle difficoltà logistiche sono costrette a rinunciare al servizio.
Alla luce di quanto esposto interrogo la Giunta per sapere, a quasi 17 mesi da questo accordo sopracitato, quali siano le difficoltà ostative all'attivazione dei posti letto CAVS nel distretto territoriale di Acqui Ovada.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Saitta per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente.
Il Consigliere Ottria pone una questione per me non nuova, perché è stata sollecitata ripetutamente in diverse occasioni. Credo che il collega sia in qualche maniera anche informato sulle difficoltà; a ogni modo, provo a ricostruire la questione in modo molto sintetico, concludendo però questa mia comunicazione con un impegno.
La programmazione regionale dei letti CAVS prevede per l'ASL di Alessandria 100 posti complessivi, così distribuiti: n. 40 presso il distretto di Alessandria-Valenza n. 20 presso il distretto di Novi Ligure-Tortona n. 20 presso il distretto di Casale Monferrato n. 20 presso il distretto di Acqui Terme-Ovada.
Per quanto riguarda nello specifico i posti letto del distretto Acqui Terme-Ovada, l'ASL di Alessandria sta provvedendo all'attivazione dei 20 posti letto previsti presso la struttura "Monsignor Capra" di Acqui Terme proprio in forza di quanto sottolineato dallo stesso Consigliere Ottria nella sua question time - in riferimento all'imminente avvicinarsi dei mesi invernali, periodo in cui maggiore è l'utilizzo di tale struttura. In tal senso, la direzione dell'ASL di Alessandria ha già dato specifico mandato al Direttore del distretto di Acqui Terme-Ovada, dottor Claudio Camillo Sasso.
Per quanto riguarda invece la valutazione complessiva, credo che siano noti i motivi ostativi (principalmente il reperimento delle risorse necessarie) e le difficoltà che abbiamo passato. In ogni caso, avendo parlato poco fa col Direttore generale, mi assumo l'impegno a convocare una riunione per una valutazione attenta delle necessità di quel determinato distretto anche sul piano organizzativo. Non ho ancora fissato la data, ma ho concordato con lui di fissare una riunione per una valutazione puntuale quindi la ringrazio per la sollecitazione.


Argomento: Interventi per calamita' naturali

Interrogazione a risposta immediata n. 1762 presentata da Chiapello inerente a "Emergenza siccità"


PRESIDENTE

Proseguiamo con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n.
1762.
La parola alla Consigliera Chiapello per l'illustrazione.



CHIAPELLO Maria Carla

Grazie, Presidente.
Il problema della siccità si pone da sempre nelle annate poco piovose suscitando dibattiti ed interventi che solitamente però finiscono con le prime piogge di novembre. Quest'anno la siccità ha colpito anche la nostra regione, nello specifico le province di Alessandria, Asti e Cuneo.
Le temperature sempre più elevate e i cambiamenti climatici ci fanno purtroppo pensare che l'emergenza idrica diventerà una costante nei prossimi anni. Inoltre, sono aumentate anche le esigenze idriche dell'agricoltura grazie alle colture innovative (penso a tutte le colture idroponiche delle serre, smerciate soprattutto dalla grande distribuzione nei prodotti di quarta gamma). Non bisogna però fare l'errore di pensare che la siccità sia solo un problema dell'agricoltura, perché la portata è molto più ampia (ad esempio, le ordinanze dei Sindaci per non irrigare i giardini, per non usare l'acqua per lavare le auto e via dicendo).
Occorre pertanto agire in fretta su più fronti, a partire secondo me da un maggiore dialogo anche con l'ENEL. Inoltre bisognerebbe cercare di catturare l'acqua per poi utilizzarla nel momento del bisogno con degli invasi che non necessariamente devono essere delle opere faraoniche molto costose e difficili da realizzare, ma degli invasi anche non troppo piccoli che non siano dei bacini, perché altrimenti i vantaggi ricadrebbero solo su alcuni privati e invece devono ricadere sulla collettività.
Con soddisfazione ho accolto le comunicazioni dell'Assessore in Commissione in cui diceva che su questo tema ci sarebbe stato maggiore impegno da parte della Giunta nei prossimi mesi. Chiedo comunque se a breve è previsto qualche intervento o progetto in concreto nelle province che ho citato e soprattutto nella provincia di Cuneo.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Ferrero per la risposta.



FERRERO Giorgio, Assessore all'agricoltura, caccia e pesca

Grazie, Presidente.
Consigliera Chiapello, cerco brevemente di illustrarle il tema e poi le lascerei la risposta scritta così può trovare nel dettaglio quanto dico a voce.
Solo per precisazione, le infrastrutture irrigue non sono più di competenza nel Piano di sviluppo regionale, che ha una competenza solo sulle piccole infrastrutture. L'irrigazione è uno di quei settori che vanno sul Piano di sviluppo nazionale e lì abbiamo una dotazione importante di circa 300 milioni di euro disponibili per invasi e grandi infrastrutture.
Mediamente immaginiamo (le domande le hanno chiuse ad agosto) che entro fine anno ci daranno più o meno una graduatoria di quello che si riesce a fare e pensiamo che ci sarà un'opera importante per ogni regione d'Italia almeno una; naturalmente il Piemonte ha partecipato coi Consorzi irrigui di secondo livello.
Il tema delle infrastrutture e degli invasi è sempre più strategico e lo dico perché ne sono convinto - credo che sarebbe un'operazione su cui bisognerebbe investire in primo luogo perché l'acqua è un bene sempre più prezioso non solo per l'agricoltura, ma soprattutto per gli insediamenti umani, che però devono anche mangiare e quindi c'è bisogno di agricoltura.
Inoltre, ad ognuna di queste strutture irrigue è abbinata una produzione di energia idroelettrica che, a quanto ci è dato di conoscere, possiamo considerare una delle produzioni di energia più compatibili col sistema.
Tra le grandi infrastrutture che ci sono in progettazione, di cui credo sia già anche stata finanziata la prima fase di progettazione, c'è naturalmente quella di Serra degli Ulivi vicino a Mondovì, un invaso importante che è condiviso dalla popolazione, perché abbiamo anche il tema di trovare il consenso laddove gli invasi vengono ubicati. Vi sono anche altre infrastrutture che sono elencate nella risposta scritta che le consegnerò. Il tema generale è questo.
Dobbiamo superare le difficoltà rispetto ai residenti e trovare le giuste compensazioni per realizzare queste infrastrutture. Chiudo ricordando che c'è anche il tema del Lago Maggiore; questo riguarda più il Piemonte, ma uno dei due grandi Consorzi irrigui, che è la Sesia, è in collegamento anche con lo sbarramento sul Lago Maggiore e qualche centimetro in più di possibilità di magazzino per il lago Maggiore vuol dire innalzare quei sei-sette centimetri: sarebbe una scorta d'acqua ben superiore a tutte le infrastrutture che noi abbiamo in progettazione e quindi bisogna anche avere un po' più di coraggio nell'affrontare queste tematiche.


Argomento: Caccia

Interrogazione a risposta immediata n. 1763 presentata da Barazzotto inerente a "Garantire l'incolumità dei cittadini e una serena convivenza in particolar modo la domenica, tra l'attività di caccia e la libera mobilità su tutto il territorio regionale"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 1763.
La parola al Consigliere Barazzotto per l'illustrazione.



BARAZZOTTO Vittorio

Grazie, Presidente.
Purtroppo oggi abbiamo commemorato i morti sul lavoro e al contempo devo ricordare un nostro concittadino, morto non sul lavoro, ma deceduto una domenica mentre andava con la moglie a raccogliere le castagne, una delle cose più banali e ludiche che chiunque possa fare.
Ritorno su quest'argomento e sicuramente non voglio fare il primo della classe, perché altri colleghi su questo si sono già espressi, ad esempio la collega Accossato e i colleghi Ottria e Grimaldi attraverso un emendamento alla legge regionale in itinere. Ma vi sono anche altri colleghi - cito i primi che mi vengono in mente, ad esempio la Consigliera Conticelli e il Consigliere Rossi - con i quali mi sono confrontato su questo tema di sensibilizzazione per quanto riguarda la caccia alla domenica.
Con quest'interrogazione non esprimo solo una mia sensibilità personale, ma anche la volontà trasversale di persone che abitano nel Biellese, stufe di sentire sparare vicino alle abitazioni e che vorrebbero con o senza figli, con amici o senza amici, poter andare in giro alla domenica e viverla serenamente.
Conosco la sensibilità dell'Assessore e mi permetto, in questa triste giornata di raccoglimento, di chiedere quali siano le misure che si vogliono intraprendere per poter garantire l'incolumità dei cittadini e soprattutto, una serena convivenza tra l'attività della caccia e la libera mobilità su tutto il territorio regionale, in particolar modo alla domenica.
La mia non vuole essere una cattiveria, ma una semplice constatazione oggettiva, dato che molti dei cacciatori - alcuni sono anche amici, ma io la penso diversamente, perché sostengo che chi vuole sparare può andare tranquillamente al poligono, così come chi vuole correre sulle strade pu andare tranquillamente all'autodromo - mi sembra che non siano proprio dei giovanotti e chi è avvezzo alle armi sa cosa vuol dire sparare in un bosco oppure in un poligono o in un terrapieno. Credo che la situazione di pericolo sia molto manifesta.
Purtroppo un uomo ha dovuto soccombere e non è sicuramente l'unico perché in base alle statistiche risultano essere 50 i morti all'anno in Italia e diverse centinaia sono gli incidenti causati da questa attività.
Vorrei tanto sperare che sia l'ultima morte, ma a noi spetta anche la responsabilità di prendere decisioni, perché chi governa si presenta per questo. Quindi, la mia è una sollecitazione, non personale ma neanche voglio farmi interprete del pensiero di altri colleghi. Sicuramente condivido la posizione di alcuni colleghi Consiglieri che su questo tema si stanno sforzando per sensibilizzare l'Amministrazione.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Ferrero per la risposta.



FERRERO Giorgio, Assessore alla caccia

Grazie, Consigliere Barazzotto, che come sempre è sensibile all'argomento di questa convivenza difficile.
Le evito anche il pensiero personale, però credo che oggi bisogna tenere conto di un territorio fortemente antropizzato. Probabilmente nei periodi in cui la caccia era un elemento molto popolare e molto diffuso non vi era una presenza di case, di strade e di persone così fitta all'interno del territorio. Naturalmente, quando si utilizzano le armi, è chiaro che ci sono dei pericoli.
Volevo, invece, dire al riguardo che il tema dell'utilizzo delle armi per attività di caccia è normato dalla legge nazionale, che dice come queste devono essere utilizzate e fornisco solo alcuni dati che mi permetto di lasciare per iscritto. Ci sono da rispettare delle distanze, che sono 100 metri dai fabbricati, 100 metri dalle macchine agricole in funzione e dalle vie di comunicazione, 50 metri dalle strade. Naturalmente sono escluse le strade interpoderali, che non fanno parte del reticolo di strade pubbliche e, soprattutto, queste distanze diventano 150 metri se a sparare non si utilizza un fucile normale da caccia, ma un fucile a canna liscia.
Quindi, le norme ci sono e queste non impediscono che avvengano degli incidenti. Noi due anni fa abbiamo fatto una raccomandazione con una delibera di Giunta regionale, anche perché molti incidenti avvengono tra gli stessi praticanti l'attività della caccia, quindi abbiamo chiesto laddove lo ritengono utile ma noi l'abbiamo raccomandato a tutti l'utilizzo di giubbotti che siano visibili o di bretelle, sulla scorta un po' di quelli che si indossano quando ci sono degli stop con l'auto sulle strade; che siano rifrangenti, per capirci. Questa è un'attività che naturalmente mette un po' più in tutela coloro che praticano l'attività della caccia. Non si può imporre a tutti coloro che vanno in campagna di utilizzare anche loro questi indumenti.
Su questo non abbiamo regolamenti aggiuntivi oltre a quelli che prevede la legge, che però dovrebbero essere applicati ed applicati bene, compreso il fatto che non si può sparare se non vi è una chiara evidenza del soggetto verso cui è diretta l'arma. Non è possibile - questo lo dice il regolamento e lo dice la legge - fare fuoco, se non si ha ben certezza del soggetto che si vuole andare a colpire.
Purtroppo questi incidenti avvengono perché le regole non vengono rispettate e questo è un dato molto chiaro.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione a risposta immediata n. 1765 presentata da Berutti, inerente a "Crisi finanziaria del Gruppo Mossi &Ghisolfi"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 1765.
La parola al Consigliere Berutti per l'illustrazione.



BERUTTI Massimo

Grazie, Presidente.
Nei giorni scorsi su alcuni giornali è emersa la notizia che la crisi finanziaria del Gruppo Mossi &Ghisolfi si sta, purtroppo, consolidando. Il Gruppo M&G è una multinazionale che tutti conosciamo, con sede a Tortona ed impianti nell'Alessandrino e nel Vercellese, con l'impianto di Crescentino legato al bioetanolo, costruiti con una serie di grandi azioni di sviluppo fatte negli anni.
Oggi, dopo l'ultimo investimento che M&G Chemicals ha sviluppato negli Stati Uniti, in base a notizie che si hanno, sembra che si stia avviando verso la procedura fallimentare che, a livello giuridico italiano, è paragonabile alla nostra amministrazione straordinaria.
Naturalmente questo non può fare altro che preoccupare, perché ci sono centinaia di persone che lavorano in questo gruppo a Tortona, a Rivalta, a Crescentino e anche su altre realtà italiane.
Alla luce di questo, la mia volontà è stata quella di porre il problema, pur rendendomi conto del fatto che la situazione è ancora abbastanza embrionale, e mi auguro che possa essere tenuta sotto controllo dai vertici dell'azienda. Però la domanda che pongo all'Assessora De Santis è se in qualche modo è già entrata in contatto con questa criticità e se ci sono eventuali strategie o tavoli strategici che possano portare a un coordinamento e soprattutto a un percorso per portare la questione a conoscenza della Regione e anche del Governo nazionale.



PRESIDENTE

La parola all'Assessora De Santis per la risposta.
DE SANTIS Giuseppina, Assessora all'industria Grazie, Presidente; grazie, Consigliere.
Anch'io ho visto con preoccupazione le notizie apparse sul gruppo Mossi Ghisolfi e credo che, a oggi, possa considerarsi pressoché certo che l'azienda, in effetti, è in una fase di gravi difficoltà finanziarie. Non siamo ancora stati contattati dall'impresa, tuttavia mi risulta che un primo contatto lo abbia chiesto ieri il sindacato all'Assessora Pentenero.
Anche noi stiamo cercando di capire meglio quale sia la situazione e ma questo va da sé - stiamo anche cercando di farlo in contatto con il livello nazionale. La rilevanza dell'impresa è assolutamente nazionale non solo per il fatto che ha stabilimenti in giro per il mondo e in giro per l'Italia, ma anche perché quell'impresa è uno dei pezzi pregiati del nostro sistema produttivo. Ha una competenza tecnologica elevatissima, è stata veramente una grande impresa innovativa del nostro territorio. Al di là di ogni altra considerazione, accanto ai posti di lavoro c'è un altro valore assolutamente strategico da tutelare.
Nel momento in cui avremo maggiori informazioni o capiremo meglio che cosa possiamo fare, saremo attenti a quel tavolo per capire effettivamente, quale vie ci possano essere affinché l'azienda possa uscire da una situazione che oggi, lo ripeto, anche per quanto ci risulta, è estremamente complessa.


Argomento: Occupazione giovanile - Apprendistato - Formazione professionale

Interrogazione a risposta immediata n. 1770 presentata da Grimaldi inerente a "Criticità nel sistema dell'alternanza scuola-lavoro"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 1770.
La parola al Consigliere Grimaldi per l'illustrazione



GRIMALDI Marco

Ultimamente si sente molto parlare dell'assistenza scuola-lavoro, da quest'anno obbligatoria per tutti gli studenti delle superiori. Mentre Ministri e Assessori ne tessono le lodi, leggendo i giornali si scoprono storie alquanto bizzarre, come quella del diciassettenne spezzino che si è fratturato una tibia mentre svolgeva le ore obbligatorie dell'alternanza guidando un muletto, mezzo che richiederebbe un patentino, in assenza del tutor aziendale che dovrebbe garantire la sicurezza della persona.
Oppure quello dell'incontro campione dell'alternanza promosso dal MIUR che lo scorso 18 ottobre ha avviato un'intesa fra il Ministero dell'istruzione e 16 imprese italiane. Ci sono grandi colossi come FCA, ENI e McDonald's che apriranno all'alternanza scuola-lavoro per un totale di 27 nuovi posti per gli studenti. Solo per capirci: McDonald's ha 20.000 dipendenti in Italia ed è facile immaginare che l'ingresso di 10.000 studenti che lavorano gratis non servirà a trasmettere l'illustre scienza dell'arte del Big Mac, ma a sostituire, almeno in parte, chi lavora dietro quei banconi.
Ancora si viene a sapere che il MIUR ha recentemente firmato un accordo con le Camere di Commercio affinché eroghino i soldi pubblici alle imprese che attivano percorsi di alternanza scuola-lavoro per gli studenti del triennio conclusivo delle superiori. Di fatto, alcuni grandi imprenditori potranno così sostituire i lavoratori con studenti che lavorano gratis e lo Stato, anziché multarli, li pagherà.
Occorre mettere insieme i pezzi.
Da un'inchiesta condotta questa settimana dall'Unione degli Studenti, è emerso che il 57 per cento degli studenti in Italia frequenta percorsi di alternanza non inerenti al percorso di studio e il 40 per cento degli stessi avrebbe visto violati i propri diritti su quel luogo di lavoro. Ma qual è la cosa più assurda? Che uno su tre avrebbe addirittura pagato per partecipare al programma. Pagare per studiare è già incomprensibile, ma pagare per lavorare gratis dovrebbe essere illegale.
Un anno fa un monitoraggio promosso dalla FLC-CGIL e Rete degli studenti, realizzato dalla fondazione Di Vittorio, ha evidenziato che un ragazzo su quattro era fuori dai percorsi di qualità, il dieci per cento aveva partecipato solo ad attività propedeutiche, il 14 per cento solo ad esperienze di lavoro, ma nell'80 per cento dei casi queste esperienze erano state svolte d'estate quando l'attività didattica è sospesa.
Forse bisognerebbe porsi alcune domande, e le faccio: l'alternanza scuola lavoro non rischia di essere un viatico per il lavoro gratuito e privo di tutele nelle schiera di ragazzini? Non produrrà forse dumping nei confronti di lavoratori e potenziali lavoratori salariati in forma di mancati rinnovi dei contratti, abbassamento di salari e maggiori ricattabilità? Ha senso sottrarre tempo prezioso ad alcune occasioni di formazione culturale per i ragazzi e ragazze? Stiamo parlando di 400 ore di alternanza sul triennio per istituti tecnici e professionali. Che fine farà l'istituto dell'apprendistato, unico strumento per la formazione on the job che presenti garanzie e tutele per i lavoratori? Come si definiscono nel sistema dell'alternanza criteri e procedure di accreditamento della capacità formativa e delle strutture ospitanti? Per noi il problema è ancora più grave. L'OCSE ci ricorda che tre italiani su quattro hanno problemi a svolgere semplici operazioni aritmetiche e comprendere un testo scritto. Siamo propri sicuri che tanto la società quanto le imprese non abbiano bisogno di persone in grado di leggere, scrivere e far di conto? Ieri ho depositato un'interrogazione per sapere che strumenti di controllo la Giunta ha messo a disposizione per evitare gli abusi di cui ho parlato e gli incidenti verificatesi come nel caso di La Spezia. Vorrei sapere che strumenti abbiamo messo in campo per evitare tutte le storture di cui ho detto fin qui.



PRESIDENTE

La parola all'Assessora De Santis per la risposta.
DE SANTIS Giuseppina, Assessora regionale Chiedo scusa, ma dovrò leggere un foglio di carta.
Con l'ingresso a regime del sistema di alternanza scuola-lavoro quest'anno sono circa 105 mila gli studenti piemontesi che saranno avviati a percorsi di alternanza.
L'alternanza è una metodologia didattica svolta sotto la responsabilità dell'autonomia scolastica. I ragazzi che sviluppano tale esperienza rimangono giuridicamente studenti e l'inserimento in azienda non costituisce un rapporto di lavoro. La Regione non ha competenze di controllo. L'esperienza rientra in un percorso formativo progettato dall'autonomia scolastica e sottoposto al suo controllo.



PRESIDENTE

Scusate, possiamo fare un po' di silenzio in aula in modo che il Consigliere Grimaldi possa sentire la risposta? Grazie.
DE SANTIS Giuseppina, Assessore regionale L'esperienza rientra in un percorso formativo progettato dall'autonomia scolastica e sottoposto al suo controllo, soprattutto per il tramite del tutor scolastico, che deve accompagnarne lo svolgimento.
In merito alle problematiche connesse a salute e sicurezza sul lavoro degli studenti in alternanza, la disciplina statale, guida operativa per la scuola per le attività di alternanza scuola-lavoro manuale, INAIL e MIUR prevede che la formazione generale in tale materia sia di competenza dell'autonomia scolastica. La formazione viene certificata da un attestato di frequenza e di superamento della prova di verifica, che rappresenta un credito formativo permanente in base a quanto indicato nell'accordo Stato Regioni del 21 dicembre 2011.
Con riguardo, invece, alla cosiddetta formazione specifica, lo studente che partecipa all'esperienza in alternanza dovrà svolgere attività di formazione di durata variabile in funzione del settore di attività svolto dalla struttura ospitante e dal relativo profilo di rischio. Detto segmento di formazione, secondo il decreto legislativo n. 81/2008, articolo 37 comma 1 è a cura del datore di lavoro, ossia dell'azienda ospitante, che conosce i rischi riferiti alle mansioni e ai possibili danni e alle conseguenti misure e procedure di prevenzione e protezione, caratteristici del settore, o comparto, di appartenenza dell'azienda.
La convenzione tra scuola e azienda può stabilire la delega di tale formazione specifica alla scuola stessa, a impartirla in ordine alla valutazione dei rischi cui è sottoposto lo studente in alternanza rispetto ai compiti assegnati, a macchine e attrezzature da utilizzare, ai tempi di esposizione previsti e ai dispositivi di protezione individuale forniti.
Per le aziende, ospitare studenti in alternanza scuola-lavoro pu rappresentare in molti casi un investimento, più che un'opportunità: l'azienda, infatti, oltre a dover formare lo studente in materia di sicurezza, investe nella formazione professionale vera e propria "dedicando" allo studente il tempo (e il costo) di uno specifico tutor formativo.
Fino a poco tempo fa, era onerosa anche l'iscrizione al "Registro nazionale per l'alternanza scuola-lavoro", oggi gratuita, che però è obbligatoria per l'azienda disponibile a ospitare studenti.
Per quanto riguarda il tema sulla sicurezza, si precisa che gli studenti devono frequentare e aver concluso corsi sulla sicurezza sui luoghi di lavoro prima di essere avviati nei percorsi di alternanza e la scuola deve aprire per loro una posizione INAIL. Inoltre, l'Istituto scolastico deve stipulare un'assicurazione a copertura degli infortuni e della responsabilità civile.
I controlli nelle aziende sono, come avviene in tutti i casi, in capo all'Agenzia unica ispettiva.



PRESIDENTE

Grazie, Assessora De Santis.


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta")

Interrogazione a risposta immediata n. 1766 presentata da Ruffino, inerente a "Continuità terapeutica dei malati cronici non autosufficienti e delle persone affette da demenza senile" (rinvio)


PRESIDENTE

Vicepresidente Ruffino, l'Assessore Saitta chiede di poterla discutere la prossima settimana, in quanto non ha i dati disponibili per la risposta.
Gli Uffici si prendono l'impegno di non sottrarre l'interrogazione al numero complessivo del Gruppo di Forza Italia in modo da poterla lasciare in più rispetto a quelle destinate.


Argomento: Assistenza farmaceutica (organizzazione, servizi ecc.

Interrogazione a risposta immediata n. 1767 presentata da Graglia, inerente a "Stipula convenzione tra pediatri e Associazione Pediatri Italiani per la somministrazione di vaccini"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 1767.
La parola al Consigliere Graglia per l'illustrazione.



GRAGLIA Franco

Grazie, Presidente.
Tutti sappiamo che recentemente è stata approvata una legge in materia di prevenzione vaccinale "al fine di assicurare la tutela della salute pubblica e il mantenimento di adeguate condizioni di sicurezza epidemiologica in termini di profilassi e di copertura vaccinale, nonché di garantire il conseguimento degli obiettivi prioritari del piano nazionale prevenzione vaccinale 2017/2019".
L'obbligo vaccinale permette di preservare dal contagio i soggetti "deboli" e, comunque, è volto unicamente alla prevenzione di diffusione di malattie contagiose altamente invalidanti e addirittura letali, pertanto è necessario nell'ottica di tutela della salute pubblica. Tuttavia, riteniamo che tale obbligo debba essere accompagnato da un'adeguata campagna informativa.
Considerato che le nuove disposizioni normative sono entrate in vigore già per l'inizio del corrente anno scolastico; che il decreto impone ai Dirigenti scolastici e ai Presidenti delle scuole dell'infanzia parificate funzioni di "polizia sanitaria"; che l'obiettivo di raggiungere e mantenere una copertura vaccinale sufficiente all'eradicazione delle malattie infettive potrà essere raggiunto solamente attraverso la promozione dell'atto vaccinale e l'effettuazione di un capillare controllo sulla copertura vaccinale della popolazione pediatrica, per cui, per il raggiungimento di tale obiettivo, sarebbe opportuno valutare attentamente il ruolo del pediatra di famiglia, il quale è fondamentale per il raggiungimento degli obiettivi.
Considerato ancora che vi sono famiglie che, a oggi, non sono in regola con l'obbligo vaccinale e, in tempi brevissimi, saranno costrette a regolarizzare le coperture vaccinali per i propri figli e che sono in difficoltà anche solo a informarsi adeguatamente sulle varie vaccinazioni.
Inoltre, poiché l'esclusione dei bambini non in regola con l'obbligo vaccinale crea una sorta di esclusione sociale, una discriminazione nei loro confronti tale da provocare anche disagi nei bambini stessi, riteniamo che occorrerebbe permettere alle famiglie di avere un punto di riferimento costante, un consulente e una persona di fiducia, che conosce il proprio paziente dalla nascita e, quindi, può con cognizione di causa consigliare al meglio i genitori, dando loro le dovute informazioni per poter valutare di comune accordo i tempi di somministrazione, sempre rispettando il calendario vaccinale nazionale, ma soprattutto capace di valutare se il soggetto necessiti di ulteriori approfondimenti, tipo analisi pre-vaccinali o altre.
Riteniamo che soltanto il pediatra di famiglia sia in grado di avere gli elementi utili per una consulenza specifica sul singolo bambino, in quanto ogni soggetto ha esigenze e tempi di reazioni differenti, che non sono da sottovalutare.
Per questo motivo interrogo l'Assessore per sapere che non ritenga opportuno che la Regione Piemonte stipuli apposita convenzione con l'Associazione Pediatri Italiani, per permettere ai pediatri di famiglia di effettuare i vaccini resi obbligatori al pari del servizio pubblico, e quindi con il solo costo a carico delle famiglie della prestazione restando a carico dell'ASL il costo del vaccino.



PRESIDENTE

Grazie, collega Graglia.
La parola all'Assessore Saitta per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente.
I servizi vaccinali del Piemonte adottano, da anni, una procedura informativa volta a corrispondere ai dubbi e alle perplessità dei genitori in tema di vaccinazioni.
Gli operatori medici e infermieristici sono stati formati alle tecniche di comunicazione e il servizio regionale di epidemiologia produce e mantiene aggiornati materiali informativi sia per le famiglie che per gli operatori sanitari.
I pediatri di libera scelta sono, da anni, regolarmente informati sullo stato vaccinale dei propri piccoli pazienti e vengono già coinvolti nelle azioni di recupero delle mancate vaccinazioni.
Il pediatra di libera scelta riceve la segnalazione di eventuali inadempienze e viene invitato a intervenire sui genitori, per sollecitare la vaccinazione. In alcune ASL del Piemonte, infine, i pediatri di libera scelta effettuano direttamente le vaccinazioni del calendario nazionale presso i propri ambulatori o presso gli ambulatori dell'ASL.
L'organizzazione descritta, quindi, già oggi, utilizza il pediatra di libera scelta come punto di riferimento e di fiducia per le famiglie ottenendo in questo modo elevati livelli di adesione all'offerta vaccinale.
La recente normativa, che ha introdotto l'obbligo vaccinale, infine dovrebbe migliorare ulteriormente le coperture.
In merito all'ipotizzata stipula di una convenzione con i pediatri di famiglia per la somministrazione (a pagamento) dei vaccini obbligatori, si ricorda che l'attività dei pediatri di libera scelta è regolata da un accordo collettivo nazionale che non può essere superato da una convenzione regionale.
In ogni caso, non è possibile porre a carico delle famiglie il costo di una prestazione che costituisce livello essenziale di assistenza.
Ritornando al tema dell'accordo collettivo nazionale, è stato avviato un utile confronto per quanto riguarda l'accordo collettivo nazionale, che riguarda i medici di famiglia e i pediatri di libera scelta. La novità di questo accordo, che si sta definendo, è quella di considerare come obiettivi ai medici di famiglia e anche ai pediatri di libera scelta alcuni obiettivi relativi anche all'offerta vaccinale, diciamo così, al piano vaccinale, con una differenza, rispetto al passato, che ha caratteristiche diverse rispetto a quella che è stata qui suggerita, ossia di passare dalle prestazioni a qualche obiettivo più generale, come ad esempio la copertura vaccinale. In ogni caso, sono temi riguardanti il confronto nazionale.
Tengo a sottolineare che la Regione Piemonte non ha mai ricevuto nessuna proposta di convenzione e che non esiste proprio, almeno mi risulta che non esiste proprio l'Associazione pediatri italiani, ma esiste un solo sindacato, che è la Federazione italiana medici pediatri, e due Associazioni che sono la SIP e la ACP.
In ogni caso, indipendentemente da questo fatto, una volta che ci sarà l'accordo collettivo nazionale, ci saranno gli accordi regionali e se avremo la necessità utilizzeremo anche una competenza dei pediatri di libera scelta, che è importante, ma che è già inserita all'interno del servizio sanitario con ottimi risultati.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera - Personale del servizio sanitario

Interrogazione a risposta immediata n. 1769 presentata da Vignale, inerente a "Sospensione dei bandi di mobilità finalizzati al trasferimento delle attività oculistiche dell'Ospedale Oftalmico presso i presidi della Città della Salute e del Giovanni Bosco"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 1769.
La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Recentemente sono stati pubblicati i bandi di mobilità relativi ai dipendenti operanti presso l'Oftalmico.
Al di là che questi bandi rappresentino l'ulteriore tassello verso la volontà di trasferimento dell'ospedale, sulla quale la nostra negatività è stata più volte espressa, ci permettiamo di far presenti alcuni aspetti che consideriamo non condivisi, rispetto alla modalità con cui i bandi sono stati fatti.
Intanto, a oggi non è chiaro - o almeno non è chiaro allo scrivente, ma non soltanto - cosa rimarrà all'interno dell'ospedale, perché si sono fatte ipotesi differenti rispetto ad alcuni servizi oggi erogati, che dovrebbero rimanere. Evidentemente, non sapere con precisione che cosa rimarrà risulta difficile non per un Consigliere regionale o per i cittadini, ma in particolar modo per quei dipendenti che, svolgendo già un'attività all'interno del presidio di via Juvarra, possono aderire o meno ai bandi che sono stati pubblicati.
In secondo luogo, i bandi hanno escluso alcune categorie di lavoratori pur svolgendo i medesimi attività legate all'oftalmologia, presenti all'interno del presidio. Inoltre, non vi è stata una sufficiente trasparenza relativamente ai bandi, essendo stati modificati in data successiva alla loro pubblicazione, ma non essendo stata pubblicata la scadenza. Pertanto, dalla data di modifica dei bandi alla data di scadenza degli stessi non sono stati rispettati i 15 giorni dalla data di pubblicazione sul sito aziendale.
Questa nostra interrogazione è per sapere se, relativamente a quanto sopra esposto - non tanto rispetto alla negatività dell'aver bandito le mobilità - s'intende sospendere l'efficacia dei bandi stessi. Aggiungo anche se non è oggetto dell'interrogazione, che sarebbe utile che la IV Commissione consiliare si occupasse di un trasferimento, perché abbiamo riaperto un pezzo piccolissimo di un presidio - il Valdese - ma non ci stiamo occupando della chiusura di un presidio ospedaliero per trasformarlo in una Casa della Salute, non sapendo neppure cosa rimarrà all'interno della stessa.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Vignale.
La parola all'Assessore Saitta per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Il Consigliere interroga l'Assessore per comprendere con quali modalità saranno garantiti tutti i servizi oggi presenti e chiede di sospendere l'efficacia dei bandi. Mi pare che questa fosse la sostanza.
La conversione del presidio dell'Oftalmico da presidio ospedaliero a presidio ambulatoriale, fa parte dei programmi regionali di riorganizzazione della rete ospedaliera piemontese. Tale conversione prevede la costituzione di una rete di servizi di oftalmologia nell'area torinese, con un centro di riferimento regionale presso la Città della Salute e della Scienza e un centro di attività chirurgica maggiore e minore presso il presidio Ospedale San Giovanni Bosco, e un Centro per attività ambulatoriali presso il Presidio ambulatoriale Oftalmico.
Il programma di conversione e la tipologia di attività che verranno mantenute al presidio ospedaliero oftalmico o trasferite presso il presidio ospedaliero della Città della Salute e della Città di Torino sono note e ben delineate e sono state consegnate - come sicuramente il Consigliere sa a tutte le organizzazioni sindacali, in data 8 agosto, e discusse in occasione degli incontri dei mesi scorsi.
Allo scopo di permettere al personale impegnato nelle attività oftalmologiche del presidio ospedaliero oftalmico di esprimere la propria opzione di permanenza presso il presidio oftalmico o di mobilità volontaria presso le altre sedi, sono stati predisposti i bandi, anch'essi tutti sottoposti al parere delle organizzazioni sindacali, in data 8 agosto.
I bandi sono stati modificati sulla base delle osservazioni ricevute e infine, pubblicati in data 22 settembre.
I bandi riguardavano tutte le categorie professionali e tutti i lavoratori coinvolti nelle attività, anche solo parzialmente impegnati nei servizi di oftalmologia del presidio ospedaliero oftalmico, senza alcuna eccezione.
Sulla base delle osservazioni emerse nel confronto con le organizzazioni sindacali, è stata rinviata al periodo successivo alla conversione, con il limite temporale di almeno un anno, la possibilità di ulteriore mobilità da e verso le attività di oftalmologia all'interno dell'Azienda Città della Salute e della Scienza di Torino.
Successivamente alla pubblicazione, alcuni lavoratori hanno segnalato che, evidentemente per mero errore materiale, alcuni moduli redatti per esprimere l'opzione, allegati ai bandi, segnatamente per quel personale amministrativo e per le ortottiste, non erano quelli emersi dal confronto con le organizzazioni sindacali, ma una versione precedente.
Tre giorni dopo la pubblicazione, i moduli sono stati sostituiti con quelli definitivi, redatti dopo un confronto con le organizzazioni sindacali, che specificavano ulteriormente le possibilità di opzione.
La scadenza dell'espressione dell'opzione era fissata per il 9 ottobre (ieri).
La quasi totalità dell'opzione è pervenuta negli ultimi giorni disponibili e nessuno ha utilizzato i moduli errati.



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata.



(Alle ore 15.15 il Presidente dichiara esaurita la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata)



(La seduta ha inizio alle ore 15.19)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAUS



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo Ferraris, Gancia, Pentenero e Valmaggia.


Argomento:

Programmazione dei lavori


PRESIDENTE

Comunico che nell'arco della giornata, quando i colleghi saranno pronti, ci fermeremo un attimo e provvederemo alle nomine.
Lo decidiamo nell'arco della seduta pomeridiana.
Sempre nell'arco della giornata, chiederemo all'Assessore Saitta quando potrà svolgere le comunicazioni, così come annunciato questa mattina, su richiesta della Consigliera Ruffino, in merito all'oftalmologia.


Argomento: Ordinamento regionale

Proseguimento esame disegno di legge n. 253, inerente a "Legge annuale di riordino dell'ordinamento regionale. Anno 2017"


PRESIDENTE

Riprendiamo l'esame del disegno di legge n. 253, di cui al punto 5) all'o.d.g.
Nella seduta antimeridiana si è proseguito con l'esame dell'articolato. In ultimo sono stati illustrati gli emendamenti agli articoli 30 bis, 30 ter 30 quater e 30 quinquies.
È stato votato ed approvato l'emendamento rubricato n. 2) all'articolo 30 bis.
ARTICOLO 30 ter Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 2.1), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva. (il voto è esteso al nuovo articolo) ARTICOLO 30 quater Subemendamento rubricato n. 220) presentato dalla Giunta regionale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Subemendamento rubricato n. 221) presentato dalla Giunta regionale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) L'Assessora De Santis li dà per illustrati.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 2.2), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva. (voto esteso al nuovo articolo) Indìco la votazione palese sul subemendamento rubricato n. 220).
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sul subemendamento rubricato n. 221).
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 30 quinquies Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 2.3), sul quale la Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva. (voto esteso al nuovo articolo) ARTICOLO 30 sexies Emendamento rubricato n. 24) presentato da Ruffino, Benvenuto, Berutti Graglia, Pichetto Fratin.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) ARTICOLO 30 septies Emendamento rubricato n. 24.1) presentato da Ruffino, Berutti, Graglia Pichetto Fratin.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola alla Vicepresidente Ruffino in qualità di Consigliera per l'illustrazione.



RUFFINO Daniela

Grazie, Presidente.
I due emendamenti presentati dal nostro Gruppo sono relativi ai mercatini degli hobbisti.
Come ho evidenziato nella mia relazione, come relatore di minoranza per il nostro Gruppo gli obiettivi da raggiungere nel disegno di legge n.
253 sono la concretezza e la semplificazione.
In questi due emendamenti chiediamo di raggiungere un obiettivo importante, che possa portare alla semplificazione dei cosiddetti "mercatini dell'antiquariato". Sono richieste che arrivano dai Comuni dalle associazioni e, in particolare, dalle Pro Loco, la cui necessità è di poter proseguire con eventi che arricchiscono il territorio e generano un piccolo introito per i Comuni, in quanto si paga il suolo pubblico, il plateatico.
La richiesta è l'eliminazione delle due marche da bollo e un'importante riduzione di burocrazia, con la creazione di un tesserino che preveda i 24 appuntamenti annui, magari con la creazione di una rete, per dare consapevolezza di quanti e di dove si tengono i mercatini all'interno della nostra Regione, anche perché magari le due marche da bollo e il plateatico non permettono neppure l'ingresso giornaliero da parte di chi ha ovviamente, spese di trasporto, spesso anche pesanti.
Per noi, l'obiettivo importante è arrivare a questa semplificazione.
Avendo, il nostro Gruppo, votato l'emendamento presentato dal collega Appiano, ritiriamo i due emendamenti che abbiamo presentato, proprio nell'ottica del costruire, creare e cercare di offrire opportunità al territorio, perché il nostro ruolo deve essere visto in questa visione.
Perché questo motivo, contenti di questo parziale obiettivo raggiunto abbiamo optato per questa scelta.
Grazie.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE BOETI



PRESIDENTE

Gli emendamenti rubricati n. 24) e n. 24.1) sono ritirati.
ARTICOLO 31 Emendamento rubricato n. 25) presentato da Berutti, Graglia, Pichetto Fratin, Ruffino, Sozzani.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) L'emendamento è dato per illustrato dai proponenti.
Emendamento rubricato n. 33) presentato da Bertola, Andrissi, Bono, Campo Frediani, Mighetti, Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Segretario Bertola, in qualità di Consigliere per l'illustrazione.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Con l'emendamento 33) proponiamo la riscrittura del comma 5 dell'articolo 17 della legge 28/99, così come modificata da questo disegno di legge.
Lo scopo è di fare in modo che la Giunta, nell'individuare i corsi di riqualificazione, acquisisca il parere dei soggetti suddetti, se si intende effettivamente accrescere le competenze e le capacità manageriali degli operatori in attività del settore merceologico anche non alimentare, nonch a migliorare la competitività dell'impresa e il servizio reso al consumatore.
La nostra intenzione è di migliorare i corsi di riqualificazione professionale.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Bertola.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 25), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 33), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 31, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 32 Indìco la votazione palese sull'articolo 32.
ARTICOLO 33 Indìco la votazione palese sull'articolo 33.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 34 Emendamento rubricato n. 213) presentato dalla Giunta regionale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) L'emendamento è dato per illustrato dai proponenti.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 213).
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 34, così come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 34 bis Emendamento rubricato n. 34) presentato da Bertola, Andrissi, Bono, Campo Frediani, Mighetti, Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Segretario Bertola in qualità di Consigliere per l'illustrazione.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Con quest'emendamento vogliamo disincentivare l'illegalità e la concorrenza sleale nel comparto aumentando il minimo della sanzione prevista per chiunque eserciti l'attività di somministrazione al pubblico di alimenti e bevande senza autorizzazione, o quando la stessa sia stata revocata o sospesa senza aver presentato la SCIA o senza possedere i requisiti necessari.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Intervengo non tanto sull'emendamento dei colleghi del Movimento 5 Stelle, che risulta, comunque, condivisibile nella sua finalità, quella di combattere l'abusivismo, in particolar modo quello evidente, ossia non quello frutto di una distrazione, di un errore o quant'altro.
Questa mattina dicevamo che una Giunta regionale (o un Consiglio regionale) dovrebbe avere una modalità di intervento anche di tipo sanzionatorio pari. Perché è difficile pensare che ci possa essere una norma che intervenga in modo estremamente rigido relativamente ad una singola categoria e un'altra norma che sia più lassista.
Relativamente alla legge n. 13/2017 abbiamo previsto, in caso di assenza di SCIA, una sanzione e la revoca immediata di qualunque tipo di autorizzazione, anche precedentemente rilasciata (non che lo dovessero fare i colleghi del Movimento 5 Stelle, semmai la Giunta regionale). La stessa modalità non avviene, invece, relativamente alla legge n. 28.
Io non so se fosse corretta la revoca immediata prevista dalla legge n.
13: penso di no, perché ci dovrebbe essere sempre una gradualità nella sanzione (ci viene anche insegnato quando proviamo a scrivere le norme). Ma non comprendiamo perché da una parte esista una gradualità corretta della sanzione e altrove esista una non gradualità, ma una sanzione immediata.
Lei, Assessora, non c'era (non è un rimbrotto, del resto la Giunta è un organo collegiale!), ma questa mattina abbiamo discusso di una norma che, a fronte della mancanza di presentazione della SCIA, prevedeva l'immediata revoca di una licenza esistente.
Oggi ci troviamo di fronte ad una norma che, invece, non prevede questo (secondo noi correttamente), ma, come per la legge n. 28, prevede una modalità sanzionatoria che va a crescere: si eleva una sanzione di carattere economico, si provvede ad una sospensione, ad una seconda sospensione per un tempo più lungo, sino ad arrivare alla revoca della licenza.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola l'Assessora De Santis; ne ha facoltà.
DE SANTIS Giuseppina, Assessora alle attività produttive Consigliere, riservandomi di approfondire la questione, vi è comunque un principio che è stato affermato dalla Corte Costituzionale, ossia che la sanzione non può consistere, in prima battuta, nell'impedimento di un soggetto a svolgere la propria attività. Io credo che da questo possa nascere la differenza - come ripeto, mi riservo di approfondire la questione - perché un conto è un soggetto che viene sanzionato e multato per una qualche irregolarità nel corso della propria attività; altro discorso è un soggetto che non ha ottemperato - è il caso alla SCIA all'adempimento minimo necessario per rendere noto che esiste e che agisce.
Sono due fattispecie effettivamente molto diverse.
Grazie.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAUS



PRESIDENTE

Grazie, Assessora De Santis.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 34), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
ARTICOLO 35 Indìco la votazione palese sull'articolo 35.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 36 Indìco la votazione palese sull'articolo 36.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 37 Indìco la votazione palese sull'articolo 37.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 38 Indìco la votazione palese sull'articolo 38.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 39 Indìco la votazione palese sull'articolo 39.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 40 Emendamento rubricato n. 102) presentato da Vignale, Ruffino.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
L'emendamento n. 102) cassa l'articolo 40. L'articolo 40 prevede sostanzialmente che per l'attività temporanea di somministrazione di alimenti e bevande in occasione di sagre, fiere, manifestazioni religiose e altro si debba presentare una SCIA unica al SUAP competente per territorio.
Questa mattina, negli emendamenti presentati (anche in quelli presentati poco fa) abbiamo visto, rispetto all'hobbismo e non solo, come sia possibile andare in deroga ad alcune normative regionali senza violare le stesse. Oggi gran parte di queste iniziative vengono svolte ovviamente con la presentazione di autorizzazione di somministrazione, ma al Comune competente per territorio, che è decisamente più semplice in termini di presentazione della domanda, di istruttoria e di rilascio.
Pensate alle migliaia di sagre paesane che vengono fatte all'interno della nostra regione, provate a vedere all'interno dei siti delle Amministrazioni comunali qual è una domanda per l'autorizzazione temporanea e andate a vedere qual è la domanda da presentare al SUAP: credo che sia un'inutile complicazione che diamo alla parte in realtà poi più viva del nostro territorio.
Tutto il mondo delle Pro Loco, tutte le attività che le Amministrazioni comunali o le associazioni realizzano nel nostro territorio sono attività che si realizzano quasi sempre con la condivisione delle Amministrazioni pubbliche (non soltanto a conoscenza delle Amministrazioni pubbliche, ma anche dalle stesse autorizzate) Introdurre un principio (sul quale noi non abbiamo una contestazione) così complesso come quello dell'autorizzazione del SUAP è estremamente negativo per un motivo molto banale: perché se io svolgo un'iniziativa nel Comune in cui faccio anche la domanda, sarà cura non soltanto dei dipendenti del commercio o del singolo dipendente comunale far sì che l'autorizzazione venga data nei tempi corretti per l'inizio delle iniziative o delle manifestazione, ma sarà anche cura dell'Amministrazione comunale badare che tutto vada per il meglio. Demandare a un soggetto terzo, ancorché previsto per legge, crediamo che invece sia errato e introduca una nuova complicazione.



PRESIDENTE

Grazie, collega Vignale.
Emendamento rubricato n. 103) presentato da Vignale, Ruffino.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
L'emendamento n. 103) prevede di cassare il comma 1, quello che contiene l'obbligatorietà di presentazione della domanda al SUAP.
Ripetiamo, noi crediamo che questo sia estremamente errato, ma soprattutto che non sia utile, perché all'interno della nostra regione non abbiamo una situazione di non rispetto delle normative per cui si svolgono iniziative senza che vi sia un'autorizzazione. Molto semplicemente, abbiamo previsto una modalità più snella di autorizzazione, però per la tipologia della manifestazione stessa.
Di conseguenza, insistere su questa modalità crediamo che porterà a due cose: da una parte, al rischio che un nuovo appesantimento della burocrazia faccia venir meno alcune di queste iniziative oppure, dall'altra, alla possibilità che non si faccia neppure domanda qualora l'iniziativa sia temporalmente molto limitata, anche perché è più l'aspetto burocratico che poi incide rispetto al resto.
In sostanza, noi crediamo che questo articolo sia inutile e soprattutto che sia dannoso, tant'è che con altri emendamenti che poi andremo ad illustrare proveremo a far presente come sia poco utile questa modalità che l'articolo 40 individua.



PRESIDENTE

Grazie, collega Vignale.
Emendamento rubricato n. 105) presentato da Vignale, Ruffino.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
L'emendamento n. 105) riguarda semplicemente le iniziative che hanno un risvolto tradizionale e culturale o eventi straordinari, così come quelle precedenti indicate dal comma 1 che non siano soggette a SCIA unica bensì, come nell'emendamento successivo, soggette a comunicazione da presentare all'Amministrazione comunale. Peraltro, l'attuale legge n. 28 prevede già all'articolo 10 che alcune di queste attività non siano soggette a questo tipo di presentazione, bensì sia sufficiente quello legato alla presentazione alle Amministrazioni comunali.
Dopodiché ci tenevamo, con questi emendamenti, a far presente il rischio di appesantimento cui si va incontro e vedremo quale sarà l'esito della votazione.



PRESIDENTE

Grazie, collega Vignale.
Emendamento rubricato n. 107) presentato da Vignale, Ruffino.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 106) presentato da Vignale, Ruffino.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 104) presentato da Vignale, Ruffino.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) I suddetti emendamenti sono dati per illustrati dai proponenti.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 102), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 103), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 105), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 107), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 106), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 104), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 40, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 41 Indìco la votazione palese sull'articolo 41.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 42 Indìco la votazione palese sull'articolo 42.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 43 Indìco la votazione palese sull'articolo 43.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 44 Indìco la votazione palese sull'articolo 44.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 45 Indìco la votazione palese sull'articolo 45.
Il Consiglio approva.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Per problemi tecnici, ripetiamo la votazione sull'articolo 42.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 42.
Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 46



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 46.
Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 47



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 111) presentato da Vignale, Ruffino.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
In conformità con l'emendamento n. 94), quello presentato all'articolo 28, per le stesse motivazioni ricordate da molti colleghi e anche dall'Assessore, visto che vi è una discussione relativamente a una riforma degli orari di lavoro, crediamo che non sia il caso di intervenire sull'articolo 17 della legge n. 38 del 2006, cioè quella relativa agli orari di apertura, perché introdurremmo alcune modifiche che potrebbero essere superate da un'eventuale nuova normativa di carattere regionale.
Peraltro, in particolar modo il comma 1 introduce lo stesso principio che abbiamo cassato nell'articolo 28: "L'attività di somministrazione di alimenti e bevande è svolta senza limitazioni di orario di apertura e chiusura, dell'obbligo della chiusura domenicale festiva, nonché quello della mezza giornata di chiusura infrasettimanale dell'esercizio".
Credo che, per coerenza rispetto a quanto abbiamo fatto per l'articolo 28, anche l'articolo 47 sarebbe da cassare.



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 212) presentato dalla Giunta regionale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola all'Assessora De Santis per il parere della Giunta.
DE SANTIS Giuseppina, Assessora al commercio Grazie, Presidente.
La Giunta ha, in effetti, presentato un emendamento, il n. 212), di contenuto analogo; la ratio è quella, come si era detto prima a proposito degli orari del commercio, delle nuove norme in discussione in questo momento alla Camera.
È evidente che da parte di molti Consiglieri vi siano comprensibili preoccupazioni rispetto all'impatto di queste norme. Di conseguenza, la Giunta ha presentato un emendamento che abroga questo articolo.



PRESIDENTE

Grazie, Assessora De Santis.
Emendamento rubricato n. 112) presentato da Vignale, Ruffino.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) L'emendamento è dato per illustrato dai proponenti.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 111), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 212) Il Consiglio approva.
Con tale approvazione, decadono gli emendamenti rubricati n. 110), n. 109) n. 108), n. 113), n. 127), n. 114), n. 115), n. 116), n. 117).
ARTICOLO 48 Indìco la votazione palese sull'articolo 48.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 49 Indìco la votazione palese sull'articolo 49.
Il Consiglio approva.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Appiano; ne ha facoltà.



APPIANO Andrea

A nome di alcuni Consiglieri, annuncio che se entro dieci minuti la temperatura non diventa ragionevole, ci toglieremo tutti la giacca.



PRESIDENTE

Invito i Consiglieri che vogliono togliersi la giacca a farlo finché la temperatura non scende.
ARTICOLO 50 Indìco la votazione palese sull'articolo 50.
Il Consiglio approva.
Come avevamo detto a inizio seduta, sospendiamo la trattazione del disegno di legge n. 253 e passiamo alle nomine.


Argomento:

Nomine


PRESIDENTE

Colleghi, possiamo passare all'esame del punto 4) all'o.d.g., inerente a "Nomine".
Si proceda alla distribuzione delle schede per le seguenti nomine:


Argomento: Nomine

Proposta di deliberazione n. 265 "Fondazione per l'Ambiente 'Teobaldo Fenoglio' Onlus - Collegio dei Revisori dei Conti - Nomina di 1 membro"

Argomento: Nomine

Proposta di deliberazione n. 264 "Centro piemontese studi africani Consiglio di amministrazione - nomina di 1 membro

Argomento: Nomine

Proposta di deliberazione n. 120 "Commissione di garanzia - Elezione di 1 membro in sostituzione del Signore Claudio Simonelli


PRESIDENTE

Rammento che, ai sensi del comma 4 dell'articolo 79 del Regolamento interno del Consiglio regionale, nel caso si debba procedere alla nomina di non più di due persone, saranno considerati eletti i candidati che hanno raggiunto la maggioranza assoluta dei votanti, salvo quanto previsto nel comma 3 con "una riserva di posti per le minoranze", e salvo quanto previsto da norme specifiche, come nel caso della Commissione di garanzia.



PRESIDENTE

Se tale maggioranza non è raggiunta alla prima votazione, in seconda votazione sono eletti i candidati che hanno riportato il maggior numero dei voti



PRESIDENTE

Nomino scrutatori i Consiglieri Bertola e Molinari.
Prego la Consigliera Segretaria Motta di procedere all'appello nominale.



(La Consigliera Segretaria Motta effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione è terminata.
Sono stati effettuati due appelli nominali.
Si proceda allo spoglio delle schede.


Argomento: Enti strumentali

Esame Testo Unificato delle proposte di deliberazione n. 234 e n. 263 inerenti a "Approvazione del programma pluriennale di ricerca 2017-2019 dell'Istituto di Ricerche Economico Sociali del Piemonte (IRES Piemonte) del programma annuale di ricerca 2017 e del piano di lavoro dell'IRES Piemonte 2017-2019 'L'analisi dei servizi sanitari e la valutazione delle politiche per la salute'"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare le proposte di deliberazione n. 234 e n. 263, di cui al punto 6) all'o.d.g.
Emendamento rubricato n. 1) presentato da Ravetti, Gariglio, Giaccone Ottria.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

La parola Consigliere Ravetti sull'emendamento sull'IRES. Lo vuole dare per illustrato?



RAVETTI Domenico

Grazie, Presidente.
Collega, l'abbiamo già votato. Era un ordine del giorno - mi rivolgo a lei, Presidente - votato all'unanimità che impegnava la Giunta a produrre degli studi appropriati su ipotesi di...



PRESIDENTE

È un emendamento.



RAVETTI Domenico

Dicevo alla collega che cosa è; rispondevo impropriamente alla collega.
Ci eravamo già adoperati per impegnare la Giunta su questo argomento in questo caso, mi sembra giusto che IRES, oltre a fare valutazioni sulla realizzazione di edifici dedicati a ospitare sanità e pratiche per la salute, nei luoghi elencati al punto 11), se non ricordo male, del terzo documento all'o.d.g., inserisca anche uno studio per verificare le condizioni favorevoli per la realizzazione di una struttura ospedaliera anche in provincia di Alessandra, uno studio con valutazioni appropriate anche rispetto a eventuali edifici eccedenti, qualora si realizzasse quel nuovo ospedale.
È uno studio e credo che avere a disposizione analisi non possa che metterci nelle migliori condizioni per scegliere gli indirizzi utili per il futuro.
Semplicemente questo.



PRESIDENTE

Grazie, collega Ravetti.
La parola al Consigliere Pichetto Fratin.



PICHETTO FRATIN Gilberto

Grazie, Presidente.
Presidente, parto da una questione di metodo, perché il piano dell'IRES è passato in I Commissione, è da un po' che è giacente, ci è stato illustrato ed è stato visto anche nel Comitato Valutazione qualità della norma.
Nulla in merito all'iniziativa del collega Ravetti in Aula di fare una valutazione che riguarda il contesto della provincia di Alessandria parliamo di studio - per valutare se vi siano le condizioni, le possibilità o le ipotesi, ma mi viene automatica la domanda: allora, tutta la parte della provincia di Torino ovest? Quindi, o sospendiamo il voto di questo provvedimento in Aula e, se apriamo a queste valutazioni, le vediamo complessivamente anche su altre aree del Piemonte, altrimenti mi sembra che portato in Aula così un emendamento, sul quale posso essere d'accordissimo, non mi sembra una questione che possa, come metodo, starci. Ci vuole la riflessione sul merito, che riguarda tutte le altre realtà del Piemonte.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ravetti.



RAVETTI Domenico

Ormai abbiamo troppa esperienza per non capire che quando si amplia il raggio di azione è per evitare che si facciano una cosa.
Rispetto a quest'argomento, tengo a precisare che anche il collega Pichetto aveva votato in maniera favorevole quando abbiamo presentato quell'ordine del giorno.
Ribadisco, il documento dove impegniamo, perché è compito e responsabilità del Consiglio regionale e non soltanto della Giunta, IRES a produrre studi, approfondimenti e ricerche.
Questa è un'occasione per ribadire ciò che già avevamo detto, mi sembra una discussione che non sta in piedi. Ci sta, per carità, ne prendo atto dopodiché pratiche migliorative per una zona del Piemonte importante tanto quanto le altre. Inizio a pensare che c'è un pezzo di questo Consiglio regionale che non vuole nemmeno affrontare quella discussione.
Avere uno studio da uno strumento che è nostro mi pare opportuno dopodiché si può anche decidere di votare contro, come tutte le cose, ma ci si assume la responsabilità del voto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Pichetto.



PICHETTO FRATIN Gilberto

Chiedo una pausa fino al prossimo Consiglio, così valutiamo, perché non è una questione di merito. Sul merito, c'è stato un...



PRESIDENTE

No, no, va bene. Io ho cercato di metterlo in discussione perch dall'IRES mi dicono che sono bloccati con la programmazione. Voi tutti lo sapete: era solo per questo motivo. Però, se devo sospendere, sospendiamo.



PICHETTO FRATIN Gilberto

Lo sappiamo. Li abbiamo incontrati ieri quelli dell'IRES, di conseguenza.



PRESIDENTE

Posso fare una proposta? O facciamo come dice anche il Consigliere Pichetto e rinviamo alla prossima seduta...
Posso sospendere la discussione di oggi, intanto vi parlate e magari nell'arco della giornata - arriviamo a una conclusione. Facciamo così.
Riprendiamo il provvedimento omnibus.
Consigliere Ravetti, se può confrontarsi con il Consigliere Pichetto e qualche altro collega mi fa cosa gradita. Nell'arco della giornata, magari votiamo il programma dell'IRES.


Argomento: Ordinamento regionale

Proseguimento esame disegno di legge n. 253, inerente a "Legge annuale di riordino dell'ordinamento regionale. Anno 2017" (seguito)


PRESIDENTE

Riprendiamo l'esame del disegno di legge n. 253.
Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Solo per dire che noi capiamo perfettamente che la priorità della Giunta regionale sia relativa all'omnibus. Ciò non toglie che una discussione di qualche minuto rispetto a un provvedimento che anche noi riteniamo urgente e sul quale avremmo voluto dire in tre minuti qualche cosa, si potrebbe..



PRESIDENTE

Ritaglio lo spazio nella giornata di oggi. Va bene.
ARTICOLO 50 bis Emendamento rubricato n. 12) presentato da Bono, Andrissi, Bertola, Campo Frediani, Mighetti, Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Abbiamo inteso presentare quest' emendamento per venire incontro ad alcune valutazioni e richieste provenienti da alcuni amministratori locali sia di maggioranza che di opposizione, in merito alla legge regionale n.
9/2016. Guardo l'Assessore Ferrari, visto che non c'è l'Assessore Saitta: sto parlando della legge sul contrasto al gioco d'azzardo patologico.
Ne avevamo discusso anche al tavolo di lavoro sulla sintesi delle varie proposte di legge presentate e avevamo deciso di non inserire una sanzione per le Amministrazioni comunali che non avessero ottemperato alle norme di legge. Però, abbiamo visto e credo che sarebbe molto importante fare un'analisi, un punto della situazione tramite l'Assessore Ferrari e l'Assessore Saitta, in merito al numero di delibere, di ordinanze o delibere comunali...



PRESIDENTE

Scusi, collega, il Presidente Chiamparino non riusciva ad interpretare le sue formulazioni linguistiche, perché c'è troppa confusione. Noi siamo fortunati, perché abbiamo un Presidente della Giunta attento...



BONO Davide

Sempre attento: poi, su questi temi, ci mancherebbe! Dicevo, appunto, che non abbiamo contezza di quanti siano i Comuni che hanno adottato delle ordinanze o delle delibere riguardanti la riduzione degli orari e le hanno, poi, spedite alla Regione. Quindi, ci può essere il caso in cui i Comuni hanno adottato la riduzione degli orari tramite ordinanza e delibera, ma non l'hanno inviata alla Regione, o potrebbe esserci il caso di Comuni che non hanno proprio neanche fatto l'ordinanza.
Pertanto, la Regione deve avere contezza - e trasmettere alla Commissione - della situazione esistente nel territorio regionale rispetto ai vari Comuni. Inoltre, secondo il nostro punto di vista dovremmo introdurre una sanzione, perché in questi anni abbiamo imparato che una legge che prevede un obbligo, se non ha una sanzione, sostanzialmente è come se l'obbligo non esistesse. In assenza di sanzione, cioè, l'obbligo può essere aggirato senza nessuna ripercussione.
Quindi, noi riteniamo che la formulazione che riprende un po' le discussioni che erano state fatte al tavolo di lavoro sul gioco d'azzardo sulle varie leggi riguardanti il contrasto e la diffusione del gioco d'azzardo patologico, debba prevedere delle sanzioni riguardanti i trasferimenti dalla Regione ai Comuni, rispetto ai Comuni inadempienti.
Mi sembra abbastanza semplice come formulazione; è più complessa ovviamente, nell'applicazione, tant'è che rimandiamo a un regolamento di Giunta che dovrebbe farsi carico della valutazione dei contributi e trasferimenti da decurtare nel caso delle Amministrazioni inadempienti.
Tra l'altro, la legge dovrebbe diventare pienamente operativa per il termine della fase transitoria dei 18 mesi (un anno e mezzo) a fine novembre, inizio dicembre (primo dicembre 2017). In questo momento probabilmente dovrebbero chiudere tutte le slot machine (e chiudo Presidente) presenti in bar, tabaccherie e quant'altro.
Quindi, dare questo ulteriore segnale in più sugli orari penso sia veramente un messaggio importante per la Regione Piemonte.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Segretario Bertola in qualità di Consigliere.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Come sottolineava il collega Bono, sul contrasto al gioco d'azzardo patologico abbiamo una buona legge, nata col lavoro di tutte le forze politiche rappresentate all'interno di questo emiciclo. Una legge la cui legittimità è stata più volte confermata, perché non è stata impugnata avanti alla Corte Costituzionale e perché ha resistito ad una serie di sentenze del TAR.
Quindi, oggi non ci sono più dubbi che la legge regionale del Piemonte sia una legge pienamente legittima, anche se molti Comuni non l'hanno applicata. Non l'hanno applicata nella parte che era demandata a loro: ad esempio, deliberare delle limitazioni nell'orario. Sembra un po' ci sia la cultura, che spesse volte condanniamo, secondo cui, a fronte di una legge se non c'è una conseguenza, se non c'è una sanzione, è come se non ci fosse la regola.
Ecco, noi pensiamo che non sia così, che non dovrebbe essere così però, andando a fare una fredda analisi di quanto accaduto nell'ultimo anno, vediamo che parlando di popolazione, una gran parte della popolazione della nostra regione è coperta dalla legge, dalle misure previste nella legge, perché hanno deliberato dei Comuni grandi come Torino e come altri ma, se parliamo di numero dei Comuni - e sappiamo che siamo una regione che ha un migliaio di Comuni - in realtà, i Comuni che hanno ottemperato alla legge sono una minoranza.
Proprio per questo, pensiamo sia necessario dare più incisività alle norme previste all'interno della legge regionale n. 9 del 2016, integrando delle conseguenze al non ottemperare alla legge e quindi, conseguentemente delle sanzioni in termini di taglio ai trasferimenti per i Comuni che non hanno applicato la legge.



PRESIDENTE

L'articolo 50 bis, con l'emendamento n. 12) lo teniamo in sospeso, perch attendiamo l'arrivo dell'Assessore Saitta.
ARTICOLO 51 Indìco la votazione palese sull'articolo 51.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 52 Indìco la votazione palese sull'articolo 52.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 53 Indìco la votazione palese sull'articolo 53.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 54 Indìco la votazione palese sull'articolo 54.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 55 Emendamento rubricato n. 203) presentato da Frediani, Andrissi, Batzella Bertola, Bono, Campo, Mighetti e Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola alla Consigliera Frediani per l'illustrazione.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Quest'emendamento va ad inserirsi nell'ambito della legge 29/99 e fa riferimento proprio alla definizione dell'Osservatorio del Comitato regionale di coordinamento.
Chiediamo di inserire il seguente testo al comma 2: "L'Osservatorio promuove inoltre la diffusione dei dati acquisiti e dei progetti elaborati dei risultati delle valutazioni sul sistema universitario e sul diritto allo studio favorendo il confronto fra gli Atenei, le Amministrazioni pubbliche e le forze sociali ed economiche, con specifica attenzione al coinvolgimento della popolazione studentesca".
Quest'ultima parte è proprio la parte su cui vorremmo porre particolare attenzione, cioè il fatto di coinvolgere in particolare la popolazione studentesca.
Questo Osservatorio dovrebbe proprio diventare un luogo in cui possano interagire e confrontarsi diversi soggetti come gli Atenei, le Amministrazioni pubbliche, ma anche le forze sociali ed economiche, per cercare di massimizzare al meglio il dialogo e poter ottenere uno scambio di informazioni efficace, che possa poi portare benefici, in particolar modo agli studenti.
Questa è la nostra proposta emendativa riferita a questo articolo.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Frediani.
Emendamento rubricato n. 164) presentato da Bono, Andrissi, Batzella Bertola, Campo, Frediani, Mighetti e Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) L'emendamento è dato per illustrato dai proponenti.
Emendamento rubricato n. 38) presentato dalla Giunta regionale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) L'emendamento è dato per illustrato dai proponenti.
Emendamento rubricato n. 204) presentato da Frediani, Andrissi, Batzella Bertola, Bono, Campo, Mighetti e Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola alla Consigliera Frediani per l'illustrazione.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Con quest'emendamento reinseriamo proprio la parte relativa agli studenti, inserendo, all'interno del testo, la convenzione. Ovviamente fa riferimento all'articolo nel quale si va definire l'Osservatorio regionale per l'Università e il diritto allo studio universitario e, quindi, al fatto che all'articolo 4 comma 3 si dica: "Per il funzionamento dell'Osservatorio e per lo svolgimento della sua attività, la Giunta regionale, su proposta del Comitato regionale di coordinamento, provveda a stipulare apposita convenzione, con idonea istituzione, tra cui i soci figurino la Regione Piemonte, l'Università degli studi di Torino e il Politecnico di Torino. La convenzione deve, in ogni caso, prevedere il coinvolgimento e la partecipazione di studenti universitari all'attività dell'Osservatorio definendo criteri e modalità".
Noi crediamo vada mantenuta questa parte che prevede il coinvolgimento e la partecipazione degli studenti, proprio perché riteniamo debbano essere considerati soggetti attivi, in quanto sono i primi interessati dall'attività dell'Osservatorio.
Per questo motivo, cerchiamo di reinserire questo concetto che invece in questo momento, nel disegno di legge in discussione, nell'omnibus, pare essere un po' stralciato.
Chiediamo, quindi, questa modifica, inserendo, dopo le parole "apposita convenzione con idonea istituzione", le parole "la convenzione deve in ogni caso prevedere il coinvolgimento e la partecipazione di studenti universitari all'attività dell'Osservatorio, definendo criteri e modalità".



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Frediani.
La parola all'Assessora Cerutti per il parere della Giunta.



CERUTTI Monica, Assessora al diritto allo studio universitario

Rispetto alle richieste appena illustrare dalla Consigliera Frediani sicuramente noi consideriamo positivo il coinvolgimento degli studenti, ma vorrei ricordarle che è intervenuta successivamente. Avevamo votato noi la legge, per cui abbiamo istituto l'assemblea degli studenti.
Noi intendiamo avere lì, con l'Assemblea degli studenti, il coinvolgimento e, quindi, la loro possibilità diretta di intervenire su tutto ciò che stiamo portando avanti, così come già facciamo.



PRESIDENTE

Grazie, Assessora Cerutti.
Procediamo con le votazioni.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 203), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
La votazione non è valida per motivi tecnici.
Ripetiamo la votazione.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 203), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 164), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 38).
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 204), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 55, così come emendato.



(Brusìo in aula)



PRESIDENTE

Non funziona?



(Brusìo in aula)



PRESIDENTE

No, no, la Consigliera Conticelli era presente, anche il collega Molinari! C'è stato qualche disguido.



(Brusìo in aula)



PRESIDENTE

È la seconda volta, lo so.
La terza non me la perdonate.
Colleghi, purtroppo ogni tanto salta il sistema e ci sono alcuni colleghi che alzano la mano per dirmi che non hanno votato.
Devo essere un po' più attento: la seconda volta me l'avete fatta passare, la terza volta io stesso non la farò passare! Ha chiesto la parola il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Io direi che finché non viene riparata la tastiera per la votazione elettronica del Presidente Gariglio noi attendiamo e non votiamo più.



PRESIDENTE

No, facciamo attenzione adesso. Mi scuso con voi! Faccio attenzione perché non avevo visto né la collega Conticelli né il collega Molinari.
Gli Uffici mi suggeriscono di ripetere la votazione sull'articolo 55 che era stata interrotta.
Indìco la votazione palese sull'articolo 55, così come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 56 Subemendamento rubricato n. 165) presentato da Bono, Andrissi, Bertola Frediani, Mighetti, Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Giusto per fare un favore al Presidente Gariglio, che, oltre ad avere problemi con la tastiera, e quindi con il voto, ha anche bisogno di un po' di tempo per fare una telefonata importante, intervengo per recuperare anche parte di quei 30 minuti che il Presidente del Consiglio avrebbe dovuto concedere all'Aula, perché, sostanzialmente, i voti non c'erano. Ma visto che è un Presidente molto simpatico, la prima e la seconda volta gliel'abbiamo concessa, la terza non so: va bene tutto, però un po' di attenzione è doverosa, visto che le opposizioni sono sempre presenti in Aula e attente a votare, nonostante il caldo tropicale che non accenna a diminuire (lo rilevava anche il collega Appiano!). Giustamente, le opposizioni possono anche allontanarsi, e se la maggioranza non ha i numeri, mi spiace, ma da Regolamento la votazione non è valida.
Questo è un emendamento abrogativo, ma, come ho detto, mira a rivedere gli articoli che sono stati presentati su questo disegno di legge omnibus.
Molti articoli vanno ad intervenire sulla legge n. 29/1999. Con il nostro emendamento abrogativo si intendeva mantenere, almeno sulla parte dei finanziamenti, la norma precedente. Sul resto degli articoli, anche sul sostegno da parte dell'IRES, per quanto riguarda l'Osservatorio regionale dal nostro punto di vista non ci sono grandi impedimenti. È ovvio che non possiamo pensare - l'ho sentito dire prima da un autorevole collega del Partito Democratico - che sia tutto a costo zero. Nel senso che più carichiamo di impegni e di oneri di ricerca e di studi l'IRES, e prima avranno bisogno di più personale e di più risorse: mi sembra del tutto evidente.
Discutevamo l'altro giorno sul tema dell'health technology assessment in sanità: se carichiamo di lavori l'IRES, è ovvio che servirà un rinforzo.
Una delle critiche che era stata sollevata in quello studio che avevo portato in IV Commissione all'attenzione dei colleghi Commissari era che la Regione era abbastanza indietro nell'analisi delle tecnologie sanitarie per fare un esempio, e soprattutto si sottolineava che mancava personale: c'era solo un clinico full time e un documentarista part time.
Adesso è assolutamente necessario pensare di rimpolpare l'IRES a livello di personale, e magari anche a livello di dotazioni informatiche relativamente alle loro attività (quindi di ricerca e quant'altro) altrimenti carichiamo di impegni, di studi e di ricerche l'IRES, ma la stessa non sarà in grado di consegnarle alla Giunta o al Consiglio.
Pensiamoci attentamente.
Anche il tema del finanziamento dell'Osservatorio regionale rimane così come riformulato, nella legge. Non pensiamo di poter definanziare e sottrarci da quelli che sono i nostri impegni da legge (anche se temo che verrà modificata, visto che il nostro emendamento non passerà).



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Bono.
Emendamento rubricato n. 39) presentato dalla Giunta regionale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) L'emendamento è dato per illustrato dai proponenti.
Indìco la votazione palese sul subemendamento rubricato n. 165), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 39).
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 56, così come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 57 Indìco la votazione palese sull'articolo 57.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 58 Indìco la votazione palese sull'articolo 58.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 58 bis Emendamento rubricato n. 9) presentato da Andrissi, Bertola, Bono, Campo Frediani, Mighetti, Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Andrissi per l'illustrazione.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Quest'emendamento punta a migliorare la disposizione dell'energia elettrica, in particolar modo dell'energia elettrica proveniente da fonti rinnovabili non programmabili. Si tratta di una problematica che è stata segnalata più volte: soprattutto nei periodi estivi, si rischiano praticamente dei "tappi" distributivi che creano dei problemi; questo per l'elevata produzione nei periodi di maggior insolazione. Quindi è importante sviluppare una rete smart grid, una rete intelligente che consenta di superare queste problematiche, essendo le fonti rinnovabili non programmabili.
Abbiamo circa l'otto per cento di energia elettrica prodotta da fotovoltaico e abbiamo un impegno, da qui al 2050, di produrne molta di più. Già con l'otto per cento abbiamo delle problematiche, quindi noi riteniamo che sia importantissimo procedere su questo fronte a un miglioramento della rete distributiva dell'energia elettrica, altrimenti rischieremmo nel prossimo futuro, quando con il sostegno di fondi strutturali e altre iniziative avremo una maggior produzione da fonti rinnovabili non programmabili, di andare incontro a intasamenti della rete che la bloccano, tant'è vero che vi sono altre nazioni (ad esempio, la Germania) che ultimamente stanno pensando a impianti che consentano la produzione di idrogeno dall'acqua e poi la metanizzazione della CO2 come una possibile soluzione.
Credo che si debba procede o alla creazione di una rete intelligente oppure realizzare impianti che consentano di immagazzinare questa energia.
In tal caso, noi proponiamo di affrontare il discorso della creazione di una rete intelligente che consenta di ovviare a queste problematiche.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Campo.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
A integrazione di quanto detto dal Consigliere Andrissi, volevo sottolineare l'importanza di quest'emendamento in quanto durante lo scorso anno abbiamo approvato le linee di sviluppo presentate da Terna per quello che riguarda la parte di media e alta tensione, quindi soprattutto il trasporto di energia attraverso la nostra regione, cosa comunque già inquadrata nel Piano energetico regionale che speriamo prima o poi si disincagli dalla procedura di VAS.
Dall'altra parte, l'elemento chiave per un effettivo sviluppo del settore delle rinnovabili e per una maggiore diffusione dell'autoproduzione, autoconsumo e microgenerazione diffusa dell'energia elettrica nella nostra regione è la risoluzione delle criticità legate alla stabilità della rete, in particolare nelle sue magliature a bassa e media tensione. In alcuni nodi è diventato più difficile oggi installare, ad esempio, impianti fotovoltaici perché pregiudicano la stabilità della rete elettrica.
Sotto questo profilo, la Regione si è già impegnata in passato a favorire lo sviluppo delle smart grid, infatti ci sono piani per la mobilità elettrica, ecc. È quindi fondamentale che si proceda all'effettivo sviluppo della rete elettrica di bassa e media tensione perché, da un lato vada a supporto dei trasferimenti intelligenti di energia tra produzione e consumo anche con le fonti rinnovabili non programmabili e, dall'altro permetta di andare a integrare e promuovere quei sistemi di accumulo che faranno anche da tampone insieme agli impianti maggiori, dando maggiore stabilità alla rete quando ci sarà un'effettiva maggiore diffusione sia dei sistemi di accumulo nel residenziale a supporto dei pannelli fotovoltaici sia dell'integrazione dell'attacco del collegamento delle automobili private con le proprie batterie alla rete elettrica pubblica.



PRESIDENTE

La parola all'Assessora De Santis per il parere della Giunta.
DE SANTIS Giuseppina, Assessora all'energia Grazie, Presidente.
Com'era stato anticipato nella discussione in Commissione l'emendamento è stato corretto in Aula rispetto a un'imprecisione di linguaggio che conteneva nella forma in cui è stato presentato in quella sede.
La Giunta lo condivide e lo approva.



PRESIDENTE

Grazie, Assessora De Santis.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 9), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 58 ter Emendamento rubricato n. 11) presentato da Andrissi, Bertola, Bono, Campo Frediani, Mighetti, Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Segretario Bertola in qualità di Consigliere per l'illustrazione.



BERTOLA Giorgio

Quest'emendamento riguarda la nostra legge regionale sulla protezione dalle esposizioni a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici, che è la legge n. 19/2004.
Sappiamo che in Piemonte e, in particolare, sulla collina di Torino, vi è una situazione molto grave da questo punto di vista, con i tralicci del Colle della Maddalena. È una situazione che, oltre a causare gravi danni alla salute, ha visto il perpetrarsi di una diffusa e stranamente tollerata illegalità per decenni.
Solo da poco, in modo peraltro tardivo e non si sa nemmeno quanto efficace, si è provveduto con un piano di risanamento che prevede semplicemente di accorpare i tralicci e di farne di più alti, senza avere minimamente pensato a ciò che poteva essere necessario, vale a dire la delocalizzazione di quegli impianti.
Noi, però, vogliamo soffermarci su una parola di questa legge, perch dice: "Le misure di risanamento devono essere portate avanti compatibilmente con la qualità del servizio". È una dicitura che non è presente nel decreto ministeriale, che è successivo rispetto alla nostra legge regionale, e che invece è presente nella nostra legge, quasi come se si dovesse subordinare la salute dei cittadini piemontesi e anche il principio di precauzione, che dovrebbe essere qualcosa di noto e presente a tutti, oltre che tenuto in considerazione, alla qualità del servizio radiotelevisivo.
Noi pensiamo che non sia così; pensiamo che in primis sia da tutelare la salute dei cittadini e che quindi, quando ci sono delle situazioni di sforamento dei limiti, come ci sono state per diversi anni nella nostra regione e che ancora perdurano, si debba immediatamente rimediare interrompendo la fonte del problema, quindi ponendo avanti il principio di precauzione e ponendo in primo piano la salute dei cittadini e non la qualità del servizio radiotelevisivo.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bertola.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 11), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
ARTICOLO 58 quater Emendamento rubricato n. 129) presentato da Valle, Ravetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Valle per l'illustrazione.



VALLE Daniele

Grazie, Presidente.
È la riformulazione dell'emendamento che avevamo già presentato in Commissione, rivisto con gli Uffici e di cui sostanzialmente si riduce la portata a solo coloro che, come cittadini piemontesi, acquistano libri in Piemonte nelle sole scuole primarie.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Valle.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 129), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 59 Emendamento rubricato n. 60) presentato da Mighetti, Andrissi, Bertola Bono, Campo, Frediani, Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Subemendamento rubricato n. 166) presentato da Bono, Andrissi, Bertola Frediani, Mighetti, Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Mighetti per l'illustrazione.



MIGHETTI Paolo

Grazie, Presidente.
Abbiamo due emendamenti, il n. 166) e il n. 60). L'emendamento n. 60) è abrogativo dell'articolo, mentre l'emendamento n. 166) dell'emendamento proposto dalla Giunta a modifica dell'articolo. È chiaramente un subemendamento.
Perché è abrogativo? A parte che la nuova formulazione data dall'emendamento di Giunta penso sia la terza formulazione di questa proposta di legge sulle sanzioni alle caldaie, c'era un articolo nel testo originario, è stato emendato in Commissione e riemendato in Aula.
Nell'emendamento in Commissione si sono delineate altre casistiche, mentre nell'emendamento in Aula vengono ridotte le sanzioni. Noi siamo fermamente convinti che queste sanzioni siano illegittime e vado a spiegare il motivo.
Queste sanzioni discendono da una normativa nazionale, il decreto legislativo 192/2005, che ha visto la sua attuazione con il DPR 74/2013. Le sanzioni previste dal DPR 74/2013 non sono altre che le sanzioni già inserite nel decreto legislativo all'articolo 15, commi 5 e 6. Queste sanzioni, che vado a leggere, sono sanzioni "a carico del proprietario, del conduttore, amministratore di condominio e terzo responsabile e a carico dell'operatore incaricato del controllo e manutenzione". Quindi, noi abbiamo già tutte le sanzioni per tutti i soggetti che operano in questo campo. Non vediamo assolutamente il motivo di andare a inserire altre sanzioni che vanno a sommarsi a quelle esistenti.
Però, secondo noi, la cosa ancora più singolare è come vengono inserite queste sanzioni, perché almeno nell'ultima formulazione della Giunta quando andiamo a leggere il comma 1 bis e il comma 1 ter, abbiamo dei forti dubbi che possano essere perseguite queste persone che vengono accusate di un illecito amministrativo. Infatti, si scrive: "Il responsabile dell'esercizio e della manutenzione dell'impianto termico che non fornisce all'installatore e al manutentore incaricato del controllo e manutenzione dell'impianto termico tutti i dati necessari per la compilazione del libretto di caldaia è sanzionato".
Come andiamo, con i nostri tecnici dell'ARPA, a motivare questa mancanza di trasferimento dei dati è un grosso punto di domanda. Non penso che gli operatori dell'ARPA possano mettersi a istruire un processo in cui vanno a provare che i dati non sono stati forniti, perché se io i dati li ho forniti brevi manu a una persona e questa nega di averli ricevuti tant'è che riceverebbe a sua volta una sanzione se dicesse il contrario, io non so come potremmo andare effettivamente a riscuotere queste sanzioni e non beccarci ricorsi a fiumi.
La stessa cosa avviene per il comma 1 ter. Anche in questo caso, in riferimento al manutentore incaricato del controllo e manutenzione, che dispone dell'informazione di cui al comma 1 bis che non provvede ad inserire il libretto di caldaia nel catasto informatizzato degli impianti entro i termini.
La questione dell'inserimento dei dati entro i termini è facilmente aggirabile: quando vado ad inserire i dati, se non sono più che sprovveduto, faccio in modo di inserirli da non essere in sanzione. Oltre a essere un emendamento che troviamo a rischio di impugnativa, e questo è il nostro parere, crediamo che nella prima applicazione abbia delle difficoltà oggettive ad essere applicato sia per quanto riguarda il testo originario inserito nell'articolato che è arrivato in Aula, sia per l'emendamento proposto dalla Giunta.
Per questo proponiamo l'abrogazione dell'articolo.



PRESIDENTE

Grazie, collega Mighetti.
Emendamento rubricato n. 40) presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Reschigna.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) L'emendamento è dato per illustrato.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 60), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sul subemendamento rubricato n. 166), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 40) Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 59, così come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 59 bis Emendamento rubricato n. 119) presentato da Vignale, Ruffino.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

L'emendamento rubricato n. 119) interviene in alcune modifiche che dall'articolo 60 in poi, intervengono sulla materia di attività estrattive.
L'articolo 8 della legge n. 23 ha introdotto un'obbligatorietà, che è quella di avere la variante urbanistica già deliberata dall'amministrazione comunale per poter avere l'autorizzazione all'attività estrattiva.
Questo aspetto, che certamente cercava di sanare il principio corretto ma che poi nella pratica si è rivelato poco cogente della legge n. 69 - la vecchia legge sulle attività estrattive, che diceva che l'autorizzazione dava avvio all'inizio di variante - in realtà ha creato in questi mesi dall'approvazione della legge a oggi, una serie di problemi non indifferenti.
Si sono allungati a dismisura i tempi di concessione perché le amministrazioni comunali, un po' per impossibilità materiale nel fare una variante al piano regolatore, un po' per tempistiche che non sempre sono quelle legate all'azienda, impiegano più tempo. Il nostro emendamento non fa altro che fotografare quanto già il Consiglio regionale ha previsto in termini di doveri urbanistici sulla legge n. 2 del 2009, cioè quella sull'impiantistica di risalita, ma sull'ultima modifica, quella che abbiamo approvato nel mese di febbraio-marzo di quest'anno.
Sostanzialmente, prevede che entro due anni dall'autorizzazione alle attività estrattive i Comuni provvedano ad approvare la variante al piano regolatore. Qualora questo periodo temporale sia trascorso senza che i Comuni abbiano approvato la variante, i medesimi non possono adottare alcun tipo di variante al PRGC. Questa a noi sembra la modalità migliore per garantire una legge che dia certezza rispetto ai tempi di applicazione della medesima e rispetto al fatto che vi sia uno strumento urbanistico comunale che rispetti uno stato di fatto, che è un'autorizzazione o una concessione ma, al tempo stesso, non appesantisca il lavoro che le amministrazioni comunali devono fare rispetto alle nuove autorizzazioni. Lo vedremo sull'emendamento successivo, presentato dalla Giunta regionale, che noi riteniamo positivo: quest'emendamento interviene solo ed esclusivamente sull'aspetto di ampliamento o di modifica, ma non interviene minimamente sugli aspetti di nuovo sito estrattivo.
Quindi, credo che di tutto abbiamo bisogno in Piemonte, salvo che alcune attività imprenditoriali, che danno lavoro, magari, anche solo a decine di persone, siano bloccate da una legge del Consiglio regionale.
Credo che il nostro emendamento sia estremamente equilibrato, perché dà garanzie di rispetto urbanistico e anche di apertura di un'attività imprenditoriale.



PRESIDENTE

Grazie, collega Vignale.
La parola all'Assessora De Santis per il parere della Giunta.
DE SANTIS Giuseppina, Assessora alle attività estrattive Grazie, Presidente.
Come ricordava prima il consigliere Vignale sul punto delle autorizzazioni urbanistiche, che si è dimostrato un punto delicato, in attesa del PRAE (in fase di legge nuova e non ancora PRAE), anche la Giunta si è ampiamente interrogata e ha interagito con gli operatori economici, da un lato, e il sistema degli Enti locali, dall'altro, per capire come evitare che questa norma paralizzasse il settore.
Vi è dunque una proposta di norma di Giunta che riguarda questa fattispecie.
Per quanto riguarda la questione delle proroghe e subingressi, per i quali non è prevista l'autorizzazione urbanistica, ma mi sembra di capire che anche qui si sia posto un problema di interpretazione da parte di alcuni Comuni, la Giunta si impegna a produrre, a breve, una circolare che specifichi ai Comuni che è in quei casi non c'è un tema di autorizzazione urbanistica.



PRESIDENTE

Grazie, Assessora De Santis.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 119), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 60, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 60 bis Emendamento rubricato n. 21) presentato da Berutti, Graglia, Pichetto Fratin, Ruffino, Sozzani.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Berutti per l'illustrazione.



BERUTTI Massimo

Grazie, Presidente.
Quest'emendamento vorrebbe portare avanti un discorso legato alla semplificazione.
Il comma 10 evidenzia il fatto che per le cave di pietra ornamentale e per gli interventi di piccola entità e non si va in Conferenza di servizi.
Chiediamo che anche per il comparto aggregati per le costruzioni e le infrastrutture venga inserita, di seguito, la frase "per le cave pietre ornamentali".
Naturalmente, ci rendiamo conto che in ogni situazione e in ogni consesso magari si possano avere delle criticità che vanno approfondite; è vero anche, però, che le criticità ci sono (io non sono un esperto in materia), di conseguenza si chiedeva che ci fosse un'equiparazione.
È vero che la roccia, materia più dura, è diversa da una situazione probabilmente meno strutturata, però è anche vero che per le piccole entità e in determinate zone della regione ci sono situazioni veramente di minima entità o, comunque, sicuramente di più piccola entità, quindi era quello il motivo per cui si voleva chiedere un'attenzione particolare.
Dopodiché, se ci sono altre strade o altre combinazioni, ci si pu lavorare, però è chiaro che questa fase la necessità poteva essere questa.



PRESIDENTE

Grazie, collega Berutti.
La parola all'Assessora De Santis per il parere della Giunta.
DE SANTIS Giuseppina, Assessora alle attività estrattive Grazie, Presidente.
Su quest'emendamento, il parere della Giunta è negativo.
Ci rendiamo conto che questo può essere un problema, ed è un problema che ci è stato posto anche da alcuni Consiglieri di maggioranza.
Riteniamo, tuttavia, che è considerata la assolutamente differente tipologia operativa fra le cave, di inerti e le cave di pietra e la possibilità, nelle cave di inerti, di effettuare sondaggi geognostici preventivi, al momento della presentazione del progetto, in modo da ridurre o quasi annullare questo tipo di rischio; considerato tutto questo, ci riserviamo di riconsiderare la questione in sede di PRAE, ma a oggi la Giunta deve esprimere parere negativo.



PRESIDENTE

Grazie, Assessora De Santis.
La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Grazie Presidente.
Credo che anche da questo punto di vista noi l'abbiamo sottolineato in più occasioni, anche quando si è discussa la norma; considerato che i comparti del settore estrattivo sono tre, risulta davvero anomalo che vi sia una norma ad hoc soltanto per un comparto.
La norma ad hoc è nata per questo comparto, correttamente, perché il comparto delle pietre ornamentali, che aveva maggiori necessità di questa legge. Questa deroga, che prevede che per le modifiche di piccola entità non si vada in Conferenza dei servizi, è una cosa di estremo buon senso, ma noi crediamo e continuiamo a credere che sia e sarebbe di estremo buonsenso, considerando che il perimetro dell'attività estrattiva non viene modificato, considerando che la quantità di materiale estratto non viene modificata e che deve essere una modifica di piccole di entità, per evitare parti di ulteriore burocrazia.
Molto spesso, come abbiamo visto nel Piano paesaggistico, ma lo vediamo anche nella discussione di questo documento, vediamo che complessivamente abbiamo - lo vediamo sul tema delle attività estrattive - un'attività che ha aumentato la burocrazia da parte della Regione Piemonte e poi - lo vediamo discutendo altri articoli - invece delle iniziative in cui legittimamente si sburocratizza.
Tuttavia, è evidente che quando si sburocratizza per un settore e si appesantisce il peso burocratico per un altro, intanto manca una politica di carattere generale finalizzata a ridurre un peso economicamente gravoso che è quello della burocrazia regionale. Ma, in secondo luogo, se questo avviene, è evidente che sembra non una politica di carattere regionale, ma di carattere settoriale, per favorire - legittimamente, ci mancherebbe qualche settore e sfavorirne altri.



PRESIDENTE

Grazie, collega Vignale.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 21), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.


Argomento: Enti strumentali

Esame Testo Unificato delle proposte di deliberazione n. 234 e n. 263 inerente a "Approvazione del programma pluriennale di ricerca 2017-2019 dell'Istituto di Ricerche Economico Sociali del Piemonte (IRES Piemonte) del programma annuale di ricerca 2017 e del piano di lavoro dell'IRES Piemonte 2017-2019 'L'analisi dei servizi sanitari e la valutazione delle politiche per la salute'" (seguito)


PRESIDENTE

Torniamo all'esame del testo Unificato delle proposte di deliberazione n. 234 e n. 263, di cui al punto 6) all'o.d.g.
Emendamento rubricato n. 1) presentato da Ravetti, Gariglio, Giaccone Ottria.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Consigliere Ravetti, ha parlato con i colleghi? Vuole intervenire? Prego, ne ha facoltà.



RAVETTI Domenico

So che i colleghi della provincia di Alessandria - aveva già firmato il Consigliere Ottria e si sono aggiunti i Consiglieri Berutti e Mighetti hanno firmato l'emendamento che ho presentato.
Credo vi siano tutte le condizioni per votarlo, insieme al resto del testo di questo punto all'o.d.g., salvo considerazioni che ancora non conosco.



PRESIDENTE

Grazie. Su questo punto il Consigliere Vignale aveva chiesto di intervenire? Prego, Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Non tanto su questo punto, ma per fare una piccola considerazione relativamente, non solo all'IRES, ma anche alle modifiche che abbiamo apportato alla legge.
Ognuno di noi, quando deve fare un provvedimento regionale, si trova sempre di fronte a calcolare i costi (se non vuole fare una proposta di legge velleitaria, ha questa necessità), oppure a calcolare quelle che sono le ricadute, per comprendere se una legge è una legge che, al di là che costi o meno, cioè che abbia un peso finanziario o meno, sia utile.
Devo dire che, da questo punto di vista, l'IRES sarebbe e potrebbe essere estremamente utile per il Consiglio regionale.
L'emendamento che lo stesso collega Ravetti ha presentato va in questo senso, al di là che poi uno lo condivida o meno: si individua proprio l'IRES come uno strumento utile al Consiglio regionale - e non soltanto alla Giunta - per svolgere iniziative.
Allora, lo dico al Presidente del Consiglio: credo, avendo modificato la legge relativa all'IRES, in tal senso, che una disponibilità economica legata all'IRES, relativamente a studi come quello che il collega Ravetti ha presentato (studi che possono essere prodromici alla stesura di una legge, piuttosto che a comprendere le ricadute di un intervento) siano indispensabili. Alternativamente, l'IRES rimane uno strumento, e non lo è da legge costitutiva e anche da legge modificata - che utilizza la Giunta regionale per legittime necessità (quando feci l'Assessore l'utilizzai anch'io e ritengo sia un ente che funziona bene), ma deve essere nelle possibilità anche del Consiglio regionale quella di utilizzare questo strumento.
Diversamente, è già estremamente complicata l'attività del legislatore che uno sia in maggioranza o all'opposizione. Se, poi, uno non ha strumenti a disposizione - e li avrebbe sotto mano, perché in moltissimi casi, se uno naviga sul sito dell'IRES trova un sacco di informazioni - o se noi avessimo strutture tali per cui potessimo dedicarci o potessimo avere personale dedicato esclusivamente a quel tipo di attività, è un conto. Ma credo che, da questo punto di vista, avere dei ricercatori che svolgono comunque una funzione di ricerca (penso all'annuario o altro) sarebbe per il Consiglio regionale estremamente utile.
È evidente che se noi avessimo questo tipo di opportunità quest'emendamento non sarebbe neppure necessario.



PRESIDENTE

Grazie, collega Vignale.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 1), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sul Testo Unificato delle proposte di deliberazione n. 234 e n. 263, il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento:

Nomine - Proclamazione degli eletti


PRESIDENTE

Relativamente al punto 4) all'o.d.g., che reca "Nomine", in base allo scrutinio effettuato, possiamo procedere alla proclamazione degli eletti delle seguenti nomine: Proposta di deliberazione n. 265 Fondazione per l'Ambiente "Teobaldo Fenoglio" Onlus - Collegio dei Revisori dei Conti - Nomina di un membro Proclamo nominata, quale membro del Collegio dei Revisori dei Conti della Fondazione per l'Ambiente "Teobaldo Fenoglio", la signora Sciarappa Liliana.
Proposta di deliberazione n. 264 "Centro piemontese di Studi Africani C.S.A." - Consiglio di Amministrazione - Nomina di 1 rappresentante Proclamo nominato, quale rappresentante del Consiglio di Amministrazione del Centro Piemontese di Studi Africani, il signor Forte Luba.
Proposta di deliberazione n. 120 "Commissione di Garanzia" - Elezione di un membro in sostituzione del signor Claudio Simonelli.
La votazione non è valida per mancato raggiungimento del numero legale previsto dall'articolo 3, comma 1, della legge regionale 26 luglio 2006, n.
25.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Comunicazioni della Giunta regionale inerenti a "Oftalmologia Ospedale San Luigi"


PRESIDENTE

L'Assessore Saitta è disponibile a rendere le comunicazioni della Giunta regionale in merito a "Oftalmologia Ospedale San Luigi".
Prego, Assessore.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

È una comunicazione che è stata richiesta dalla Consigliera Ruffino, in relazione al tema del San Luigi, in modo particolare il reparto di Oftalmologia.
Abbiamo già avuto modo di parlarne in diverse occasioni e ricollegandomi alla mia precedente comunicazione, faccio presente che non ho tantissime considerazioni da aggiungere, se non un aggiornamento relativamente all'obiettivo, che mi pare condiviso, di riavere al San Luigi l'attività chirurgia oculistica.
Dal punto di vista operativo, ho incaricato il Direttore dell'Azienda Sanitaria Ospedaliera di valutare, sul piano complessivo dell'organizzazione, la compatibilità - ma è senz'altro compatibile - e gli effetti provocati dalla riapertura dell'attività chirurgica oculistica al San Luigi.
Quando l'attività chirurgica è stata soppressa, gli spazi che venivano utilizzati per tale attività sono stati destinati, evidentemente, ad altre attività, con una forte implementazione dell'attività chirurgica di Urologia. Dunque, la riapertura dell'attività chirurgica implica necessariamente, la riorganizzazione del sistema e il contenimento delle attività chirurgiche che, nel frattempo, erano esercitate da altre specialità. È possibile, ma c'è questa esigenza, che non è banale: è chiaro che ci viene richiesto e si può fare, ma in funzione di che cosa? Quali sono, cioè, gli spazi? Questo è il primo tema che ancora dev'essere affrontato.
L'altro tema è relativo alla necessità di nuovi investimenti in tecnologie per l'ambito chirurgico. Per la verità, secondo il Direttore sono anche necessarie delle risorse per le attrezzature per l'attività ambulatoriale. È chiaro che bisogna immediatamente provvedere; ma, parlando di attività chirurgica, bisogna anche pensare a investimenti in tecnologie.
In termini operativi, si tratta quindi di risolvere due questioni: la prima riguarda la riduzione degli spazi di altre attività chirurgiche a seguito della riapertura dell'Oculistica; la seconda riguarda gli investimenti in tecnologie per l'attività chirurgica, così com'è stato richiesto. Qual è il bacino di riferimento dell'attività chirurgica questo è un ulteriore problema - che può essere realizzata al San Luigi? La volta scorsa, quando abbiamo affrontato questo tema, abbiamo fatto riferimento a una necessità di riorganizzazione dell'attività chirurgica ma anche ambulatoriale, che andasse oltre la Città di Torino. Sulla Città di Torino insiste, evidentemente, il tema collegato all'Oftalmico, sul quale abbiamo discusso in diverse occasioni. Emerge la necessità di avere un piano più complessivo dell'attività chirurgica che, in termini di dimensioni, potrebbe essere concretamente svolta al San Luigi. Si registra ancora una congiuntura favorevole per riprendere l'attività, che è determinata dal fatto che alcune attività chirurgiche che prima erano svolte ad Avigliana, in service, se non erro, per una questione che si è determinata nella stessa struttura di Avigliana, non sono più esercitabili in quella sede; quindi, potenzialmente, questa attività potrebbe essere svolta al San Luigi. Attualmente, il Direttore dell'Azienda Sanitaria TO3 utilizza l'ospedale di Susa per alcune attività.
In sostanza, ho chiesto ai due Direttori di presentarmi un piano complessivo, perché nel momento in cui si parte con l'attività chirurgica bisogna avere certezze sul bacino di utenza di riferimento al quale possono contribuire, non per obbligo, ma per indicazioni, le due Aziende Sanitarie (mi sembra una misura che l'Azienda Sanitaria Ospedaliera è in grado di garantire, in modo particolare l'ASL TO3).
In sostanza, ho chiesto al Direttore del San Luigi di raccordarsi con i suoi colleghi Direttori per questo dimensionamento. Se questa esigenza esiste (come mi pare che sia) ed è soddisfabile al San Luigi, occorre non soltanto procedere alla modifica dell'atto aziendale, che è un'operazione abbastanza semplice, ma anche potenziare il personale, perché l'attuale personale è prevalentemente concentrato sull'attività ambulatoriale.
Infatti, l'attività ambulatoriale al San Luigi ha registrato dei numeri importanti: si parla di 7.968 prestazioni nel 2016 e di 3.839 nei primi sei mesi del 2017 (peraltro, è più o meno la stessa cifra dello scorso anno).
Come ho detto, parliamo di numeri importanti di un'attività che bisogna mantenere.
A quel punto, avendo chiaro il dimensionamento, possiamo disporre di un quadro per decidere: facciamo fare soltanto qualcosa al San Luigi, o possiamo prevedere, invece, attività più consistenti? Credo che la risposta definitiva vada correlata ai temi che dobbiamo ancora affrontare per quanto riguarda l'attività chirurgica.
Par quanto concerne l'attività ambulatoriale, esiste ed è importante.
Nel momento in cui si decide di fare un passo in avanti per quanto riguarda l'attività chirurgica, bisogna avere il personale per soddisfare tali esigenze, il cui numero varia, evidentemente, in funzione dell'occupazione dell'attività chirurgica esercitata dal primario. Dobbiamo essere ben consci che l'attività chirurgica implica l'utilizzo delle stesse camere operatorie e, conseguentemente, la riduzione delle altre attività.
Qualcuno potrebbe suggerire di incominciare a fare qualcosa di non importantissimo, magari più di tipo ordinario: è senz'altro un'altra possibilità, una scelta che dobbiamo compiere. Quanto prima avrò il quadro della situazione e sarò in grado di comunicarvi la decisione e confrontarmi sulla base dei dati disponibili, perché l'ASL TO3 ha un serio bisogno, per quanto riguarda Avigliana, perché i problemi sono seri.
Mettendo assieme questi dati, saremo in grado anche di dimensionare l'attività e di compiere una scelta in termini di potenziamento di personale e di potenziamento di tecnologie (le questioni sono collegate evidentemente, al dimensionamento).
I due Direttori della TO3 e del San Luigi mi presenteranno quanto prima questi dati per compiere la scelta più opportuna. Mi pare, però, che l'orientamento sia quello di avere una risposta, che non sia soltanto torinese, all'attività chirurgica.
Il quadro, quindi, è ancora approssimativo: ora la decisione sarebbe basata soltanto su elementi imprecisi, mentre io preferisco che si basi su elementi certi, soprattutto per avere un bacino di utenza consistente, in modo che si avvii un'attività duratura e non collegata ad una contingenza.



PRESIDENTE

Vicepresidente Ruffino, si ritiene soddisfatta delle comunicazioni?



RUFFINO Daniela

Grazie, Presidente, e grazie, Assessore.
No, non sono soddisfatta e ascoltando l'intervento dell'Assessore Saitta ho avuto l'impressione che si stesse parlando di un'inezia rispetto al tema della sanità regionale.
Sono trascorsi 18 mesi e lei, Assessore, dice che ha parlato prima con un Direttore generale, poi con altri due, per cercare di capire come eventualmente riattivare - eventualmente? - quello che c'era e che funzionava. Il fatto che funzionava è stato dimostrato proprio dai numeri: si citavano prima le 7.968 prestazioni, adesso le 3.339. Ma siamo riusciti a mettere in mezzo a questo calderone anche l'ospedale di Susa! Dovete sapere che la tematica dei trasporti, tra la parte di Orbassano, la Val Sangone e la Val Susa, è spettacolare! Nel senso che è facilissimo spostarsi da Orbassano per andare a Susa. In tutto questo, l'elemento principale sono i pazienti, quelli che andavano al San Luigi, che avevano un certo tipo di organizzazione e che adesso, come delle palline, vengono spostati da una parte all'altra.
Ritengo tutto questo veramente pazzesco - mi viene da dire così perché parlando mi arrabbio ancora di più di quanto mi succede ascoltandola. Ora lei sta parlando di una riorganizzazione delle camere operatorie, ma io credo che non sia una cosa così complicata; purtroppo è una questione di volontà. C'era un'organizzazione, è stata disfatta veramente disfatta e distrutta: bisogna riorganizzarla. Ma stiamo parlando delle camere operatorie del San Luigi, non stiamo parlando delle camere operatorie e di una riorganizzazione del.
È semplicemente - ahimè - una questione di volontà che viene fatta veramente "pattinare" in una maniera incredibile.
Quindi siamo passati da un'attività che funziona a una che non funziona più. Ora emerge il problema del personale, ma è evidente che, dopo 18 mesi i quattro oculisti che sono in forza al San Luigi non sanno neanche che cosa succederà domani e, nel frattempo, ci sono anche i bandi dell'Oftalmico, che servono magari per far transitare gli oculisti del San Luigi altrove.
Allora, Assessore, con tutto il rispetto e tutto l'affetto di questo mondo, posso dire che io - così come i pazienti e come chiunque abbia valutato la situazione del San Luigi - non posso fare nient'altro che dirmi disorientata: il paziente non è al centro dell'attività perché, se così fosse, non si sarebbero fatti trascorrere 18 mesi in attesa di riavere una cosa che funzionava.
Non dico altro, se non veramente esprimere lo sconcerto da parte mia e credo anche da parte delle Associazioni che ascolteranno e leggeranno quello che lei ha detto. Ecco, le chiedo veramente di fare qualcosa al più presto e di non farci girovagare tra gli ospedali della provincia di Torino, perché purtroppo chi ha queste necessità non sempre ha l'auto e non sempre ha il tempo e la capacità di capire dove forse potrà godere di un intervento e soprattutto in quali tempi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Appiano.



APPIANO Andrea

Grazie, Presidente.
Iniziamo da una questione di metodo e poi entriamo anche nel merito.
La questione di metodo è un invito che faccio a me stesso e a tutti quanti noi a comparare l'esito delle comunicazioni che sul medesimo tema sono state date nel corso delle sedute precedenti. Se confrontiamo quanto è stato detto nell'ultima delle comunicazioni, a seguito della quale si annunciava la scelta di riattivare delle sedute chirurgiche all'interno del San Luigi, con la comunicazione di questo pomeriggio, in cui si dice che nulla osta in termini generali alla riapertura di una parte di attività, ma bisogna fare una serie di verifiche (se ci sono gli spazi, cosa viene tolto per poter reinserire la chirurgia, ecc.), ebbene anch'io obiettivamente sono disorientato.
Sono disorientato perché non so più, a questo punto, districare il bandolo della matassa, e sono convinto che, se ci mettessimo tutti quanti in contraddittorio, cioè se al medesimo tempo, attorno al medesimo tavolo ci fossero tutti i soggetti coinvolti nel processo decisionale, il disorientamento diverrebbe cosmico.
Senza volere far polemica, ricordo le premesse che conosciamo tutti e che sono vere. Quando è stata approvata la DGR 1-600, è stata soppressa la struttura che si occupava di questo tipo di attività per quanto riguarda il San Luigi; poi c'è un tempo in cui doveva essere attuata la DGR 1-600 si è arrivati alla deadline, ovvero al momento in cui se ne doveva dare attuazione, e il Direttore non può che dare attuazione alle delibere regionali, non ha una discrezionalità di aprire o mantenere aperta una struttura complessa o semplice se nell'atto non è prevista, e l'atto non la può prevedere se la DGR non la prevede.
Quando però abbiamo analizzato il problema, cioè il fatto che ci sono delle difficoltà nella rete oculistica complessiva, che tiene insieme strutture cittadine e strutture metropolitane - del resto, anche adesso è stato detto che si sono aggiunte delle problematiche nel presidio sanitario di Avigliana, il che ha aggravato la situazione - ci si è detti: "Proviamo a ripensare in qualche modo alla scelta contenuta nella DGR?".
Sono state audite le associazioni, sono state audite persone e sono state presentate delle proposte di mozione, alcune delle quali sono poi state accantonate temporaneamente perché in Aula erano state date rassicurazioni sul fatto che si sarebbe proceduto ricostituendo in struttura semplice questo tipo di attività. Eravamo tutti consci che gli spazi lasciati liberi nelle camere operatorie dagli oculisti erano state nelle more, occupati da altri professionisti (veniva citata prima l'urologia, ma non solo) ed è assolutamente giusto che questo sia avvenuto perché non togliamo delle attività per lasciare libere le camere operatorie, ma cerchiamo di aggredire le liste d'attesa, soprattutto quelle relative alle specialità che caratterizzano un ospedale. Però, delle due l'una: o si manteneva quel tipo di impostazione perché la rete era in grado di sopportare quell'assenza oppure, come è stato comunicato nel precedente Consiglio in cui si è parlato di questo tema, si dava vita a questa struttura semplice.
Sono preoccupato relativamente alle analisi prodromiche rispetto a una decisione che è già stata annunciata ufficialmente, anche a mezzo di comunicato stampa; comunicato non mio e neanche di qualche altro collega ma dell'Assessorato, per cui il sottoscritto e i colleghi hanno ripreso un comunicato dell'Assessorato. Quindi possiamo almeno dissipare il dubbio che la scelta di riattivare, riaprire, mettere di nuovo a disposizione delle persone, oltre l'attività ambulatoriale (che era stata ed è salvaguardata anche dopo la DGR 1-600, non era in dubbio quella), anche qualche intervento chirurgico? Altrimenti oggi usciamo da quest'aula avendo fatto due passi indietro rispetto alle comunicazioni della precedente occasione in cui si è parlato di questo tema.
Al liceo, mi aveva affascinato l'opera letteraria che verteva sull'attesa di Godot, anche se non mi è mai piaciuta particolarmente dal punto di vista del messaggio che lascia: Godot non arriverà mai e quindi è inutile attenderlo. Ebbene, io vorrei, a questo punto, che si facesse chiarezza rispetto a cosa accadrà, qualunque sia la scelta che viene fatta tenendo fede e credendo che quanto è stato detto la scorsa volta, cioè che è necessario riattivare delle sedute chirurgiche all'interno del San Luigi sia una priorità dettata dalla contingenza di una rete complessiva che non è in grado, essendo molto spostata su Torino città, di far fronte alle esigenze di persone che vivono anche molto lontano da Torino città, con le difficoltà dei mezzi di trasporto e di comunicazione legate all'età che ben conosciamo.
Quindi chiederei che si uscisse da quest'aula con un po' di chiarezza qualunque sia l'idea che ciascuno di noi ha in testa.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Non intendo intervenire esclusivamente sul tema del San Luigi, sul quale è intervenuta abbondantemente la collega Ruffino. Al riguardo sarebbe comunque utile che si riunisse anche la IV Commissione, per poter avere qualche possibilità di confronto non soltanto in Aula - lo dico perché poi qualche collega del Partito Democratico chiede come mai si chiedono le audizioni - mentre rilevo che questa è, credo, la terza settimana consecutiva in cui, per un motivo o per l'altro, non si tiene la IV Commissione.
Un tema vero che sarebbe interessante affrontare - è evidente che dovrebbe poi interessare a qualcuno, ma non credo interessi particolarmente l'Assessore alla sanità, perché altrimenti se ne sarebbe occupato - è il tema di un polo oculistico piemontese. Vedete, in questa sala, un po' di anni fa, l'Assessore Valpreda era favorevole alla chiusura dell'Ospedale Oftalmico e dei presidi che si curavano in modo puntuale di oftalmologia perché riteneva che quelle capacità, quelle competenze e quel personale che era presente all'interno di alcuni presidi andasse ripartito nel modo più equo possibile nei presidi ospedalieri della provincia e nei distretti sanitari.
Noi abbiamo sempre combattuto questa politica, perché è una politica che mina le eccellenze, perché allo stesso modo non ci dovrebbe essere il CTO, non ci dovrebbe essere il Regina Margherita, non ci dovrebbe essere il Gaslini, non ci dovrebbe essere Candiolo e non ci dovrebbero essere tutte le eccellenze monospecialistiche che abbiamo a livello nazionale e regionale.
Qual è il vero tema? Che noi affrontiamo una politica che è la non scelta, cioè noi non abbiamo fatto una scelta che ha puntato sulla monospecialistica. Perché, com'è corretto, se uno legge i dati dell'Ospedale Oftalmico, si rende conto di un aspetto. Se prendiamo la provincia di Torino e la dividiamo in cinque fette, com'erano le vecchie ASL, ci rendiamo conto che il 100 per cento della produzione ospedaliera è quasi fatto per il 20 per cento per ogni singolo ASL, con pochissimi punti percentuali; solo l'ASL 5 ha il 13 per cento di utilizzo. Ma l'ASL 3, come l'ASL 1 e l'ASL 2, ha tutte percentuali che vanno dal 24 al 21 per cento.
Ma noi cosa facciamo? Depotenziamo, perché questo avverrà - ma ovviamente lo dice un Consigliere di opposizione - i servizi dell'Ospedale Oftalmico, ma al tempo stesso depotenziamo i servizi di un'area di 600 mila persone che sono quelle che afferivano al San Luigi e facciamo un unico ed esclusivo favore. L'unico esclusivo favore è alla sanità privata. E lo dice una persona che non ha nulla contro la sanità privata, ma crede che la sanità privata debba essere uno strumento complementare. È assolutamente evidente che per avere non una retinopatia, ma una visita oculistica ci vanno sei mesi, cioè se mio figlio in terza elementare non vede bene e ci vogliono sei mesi per ottenere una visita nel settore pubblico, che cosa fa ogni genitore, che se lo può permettere? Tira fuori il portafoglio o è assicurato e paga una visita oculistica.
Noi a questo stiamo arrivando e anche le modalità con cui, un po' con saccenza e un po' con arroganza, contrapponete quelle che sono le valutazioni che non sempre pacatamente, ma nel modo più puntuale possibile proviamo ad avanzare, si riscontra con il dato dei fatti e la realtà quotidiana.
Noi vorremmo poterci contrapporre a un concetto di sanità che tanto nella maggioranza quanto nella Giunta sia antitetico al nostro. Il problema è che non vediamo neanche questo. Oggi l'aspetto più difficile è trovare una modalità che non sia un concetto di sanità che è fatta esclusivamente di tagli, di negazione dei documenti.
Segnalo - lo dico almeno al Presidente, visto che oggi non c'è il Vicepresidente Reschigna - che, avendo richiesto, in un caso dal 2015 e nell'altro, dal 2016, documenti che sono presenti nell'Assessorato alla sanità concluso l'iter di questo provvedimento amministrativo e trascorsi pochi giorni sufficienti per il decimo sollecito, io farò qualunque tipo di attività ostruzionistica, perché sia garantito un diritto che il Presidente dovrebbe garantirmi, cioè quello di potere accedere.



(Commenti dell'Assessore Saitta)



VIGNALE Gian Luca

Guardi, il giorno in cui mi arriva qualcosa di quello che ho richiesto lei non ha comunque ragione, perché è in ritardo di un anno, ma il giorno in cui mi arriva qualcosa - e a questa mattina non è arrivata - lei si pu spazientire.
Visto che i bilanci della sanità non li ha trasmessi, visto che le lettere delle Commissioni.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità (fuori microfono)

Sono pubblici!



VIGNALE Gian Luca

No, non sono pubblici, lei sa che non sono pubblici, lei non pu prendere in giro il Consiglio regionale. I bilanci consuntivi delle ASL sono pubblici, ma i bilanci trimestrali li ha lei all'interno dell'Assessorato e fintanto che non li trasmette, per fare vedere che qualche ASL è in dissesto - perché, ad esempio, quella di questa città è in deficit - noi non potremmo fare ciò che in 12 anni abbiamo sempre fatto.



PRESIDENTE

Collega, però sulle comunicazioni.



VIGNALE Gian Luca

Riprenda anche l'Assessore.



PRESIDENTE

L'ho ripreso, difatti si è subito tranquillizzato.



VIGNALE Gian Luca

Ma io sono tranquillissimo, l'unica cosa è che non mi faccio prendere in giro. C'è solo questo, perché se aspetto da un anno, non mi faccio prendere in giro dicendomi che mi è stato dato tutto.
Ciò che comunque manca, e in modo evidente, è un aspetto di politica sanitaria, che riguarda in questo caso l'Oftalmologia, ma possiamo parlare di mille altri settori che vivono la stessa situazione.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Gariglio; ne ha facoltà.



GARIGLIO Davide

Grazie, Presidente.
Io le manifesto, Presidente, la mia perplessità, che ho esternato in malo modo all'inizio della seduta antimeridiana e per cui mi scuso. Non è possibile, però, che noi facciamo delle Conferenze dei Capigruppo per definire l'ordine dei lavori e gli argomenti in discussione, ma alcune questioni che non vengono nemmeno affrontate in quella sede poi vengono chieste come comunicazioni extra sede Conferenza dei Capigruppo.
Condividiamo con la Giunta regionale in Conferenza dei Capigruppo che non si danno risposte estemporanee a comunicazioni e poi, alla fine nonostante il disorientamento che si è creato nella Capigruppo quando abbiamo discusso di queste cose, vengono date delle comunicazioni.
Ben venga che la Giunta, e ringraziamo, ogni volta vuole dare comunicazione al Consiglio regionale, ma dobbiamo calendarizzarlo per tempo, decidere il luogo (Commissione o Consiglio) in cui vengono date le comunicazioni e le modalità, altrimenti surrettiziamente ci troviamo i nostri lavori intervallati da una serie di interventi su cui non siamo preparati. Infatti, oggi si discute su un argomento importante, su cui peraltro abbiamo presentato un ordine del giorno in questa Assemblea che poi non abbiamo portato in votazione, perché avevamo un approfondimento in corso con l'Assessore Saitta. Quindi, desidereremmo che quando si apre un tema, questo tema sia oggetto di una calendarizzazione e sia noto a tutti in maniera tale che possiamo arrivare con un documento finale.
Pertanto, chiederei alla Giunta regionale, che prende impegni nella Conferenza dei Capigruppo, di essere coerente in Aula. Lo pongo per il futuro, altrimenti ci troviamo a discutere impreparati di alcune materie e di fronte ad alcune sorprese.
Rispetto, invece, all'argomento di merito, chiederei un supplemento di riflessione su questa tematica e chiederei di ritornarci, magari, nella sede propria della Commissione, per fare il punto su questa questione che è meritevole di grande attenzione.
Obiettivamente la comunicazione in Aula del 4 luglio dell'Assessore Saitta diceva testualmente: "La nostra valutazione coincide con quella dei Comitati e cioè quella di mantenere le attività di Oftalmologia all'Ospedale San Luigi di Orbassano con l'utilizzo delle camere operatorie". Riflessione su cui ci siamo assestati, l'abbiamo condivisa e in qualche modo l'abbiamo veicolata sui territori. I comitati che proprio in questi giorni, forse proprio oggi stesso, hanno avuto degli approfondimenti in Assessorato, sono attestati su questa posizione. Questa posizione, che abbiamo ricevuto e abbiamo divulgato, è una posizione che ci aspettiamo trovi, in qualche modo, uno sbocco nell'attività organizzativa.
Se mancano le risorse necessarie, specie quelle umane, per attivare questi servizi - ovviamente nell'ambito dell'organizzazione dell'Oftalmologia che viene fatta anche con l'intervento sull'Ospedale Oftalmico - si possono trovare le modalità per sopperirvi. Oggi, essendo usciti dal piano di rientro grazie ad un'azione meritoria fatta dalla Giunta regionale con il supporto pieno di questa maggioranza consiliare, siamo anche nelle condizioni, avendo fatto bene i compiti, di poter reperire sul mercato le risorse che dovessero rendersi necessarie.
In questo supplemento di istruttoria, partendo dalla valutazione del San Luigi, su cui auspichiamo in tempi brevi si possano dare delle risposte in termini di servizi ai cittadini, c'è anche un tema su cui dobbiamo ben riflettere: l'operatività dell'attuale struttura dell'Ospedale Oftalmico destinata poi a scorporarsi in due poli. L'attuale assetto organizzativo dell'ospedale recentemente ha manifestato alcune difficoltà operative.
È stata rilevata, da operatori della sanità con comunicazione ufficiale del Direttore di presidio, del Direttore sanitario e del Direttore generale dell'ASL, una serie di problemi strutturali, in special modo relativamente alla questione della clinica oculistica. Probabilmente, questa cosa influisce anche sulla produzione all'interno dell'Ospedale Oftalmico; non tanto sugli interventi più ordinari, quanto sugli interventi più complessi su cui meriterebbe una riflessione per vedere come l'attuale situazione gestionale ha influito sulle liste d'attesa e, quindi, per organizzarsi in maniera tale da evitare che il problema si incancrenisca perch probabilmente, a oggi, non siamo nella soluzione ottimale.
Anche una serie di fuoriuscite dall'Oftalmico, nel senso di persone che si mettono in aspettativa e percorrono altri percorsi professionali non aiutano a irrobustire la capacità di servizio di quell'ospedale. In qualche modo, Assessore, le chiederei, sapendo degli sforzi che deve fare per gestire questa complessa macchina, di valutare complessivamente la vicenda e poi, nella sede propria, con i tempi propri della calendarizzazione, di venire in Commissione e aiutarci a ragionare su come organizzare il servizio di Oftalmologia sui territori per dare la risposta migliore ai cittadini.
Grazie al fatto che noi, per i lavori fatti in passato, siamo nelle condizioni di dare le risposte che in passato non potevamo dare.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Sicuramente ho ascoltato con attenzione soprattutto l'intervento del Consigliere Gariglio, che mi ha un po' stupito. Nel senso che, comunque, è prassi, quando si richiede una comunicazione, di norma, concederla all'interno della giornata stessa del Consiglio, ma è anche facoltà non concederla in quella seduta, oppure in Commissione.
Noi abbiamo chiesto una comunicazione dell'Assessore sul fascicolo sanitario elettronico e abbiamo accondisceso a un'effettuazione della stessa in Commissione, perché riteniamo che sia il luogo più consono e più adatto a una discussione, magari anche più tecnica, rispetto a una discussione meramente politica in Aula.
Dobbiamo addivenire a una soluzione, Presidente. Noi abbiamo un grosso problema con la calendarizzazione delle sedute della IV Commissione. Una parziale risposta sarà data a partire dal 23 ottobre, in quanto la convocazione della IV Commissione verrà spostata da giovedì a lunedì. Posso solo far evidenziare che ci sono voluti quasi tre anni e mezzo per renderci conto che il giovedì pomeriggio l'Assessore Saitta, nonché Presidente degli Assessori, coordinatore della Conferenza Stato-Regioni in ambito di sanità il giovedì almeno una settimana su due è assente. Ci abbiamo messo tre anni e mezzo. Dico di più.



PRESIDENTE

Per correttezza, non voglio difendere la Giunta, ma l'Assessore è assente perché è a Roma a cercare di portare risorse.



BONO Davide

L'ho detto. In quanto Presidente degli Assessori di tutte le Regioni è impegnato a Roma non per divertimento personale, ma per impegni politici.
Forse potevamo decidere di fare un po' meglio il calendario della IV Commissione. Oggi sono tre settimane che non convochiamo la seduta della IV Commissione certamente non per colpa del Presidente né dei Vicepresidenti ma abbiamo delle difficoltà a discutere nel merito di sanità. Siamo costretti a chiedere comunicazioni in Aula perché non abbiamo altri strumenti per parlare di sanità.
Dico di più. Il nostro Gruppo ha chiesto l'istituzione di una Commissione di inchiesta, poi tramutata in Commissione di indagine, sugli appalti in sanità e ci è stato risposto che a metà-fine ottobre ci sarebbero stati consegnati i dati che andavano a esaminare nel profondo gli appalti per l'acquisto di beni e di servizi delle ASL regionali. Avremmo valutato in seguito se intensificare le sedute di IV Commissione per analizzare i temi degli appalti, senza creare una Commissione ad hoc.
Noi siamo in attesa, siamo ottimisti, siamo sempre speranzosi e abbastanza spesso pazienti, ma è ovvio che dopo un po' anche noi iniziamo a fare delle richieste. Il Consigliere Gariglio non può dire: le comunicazioni devono essere programmate, così ci prepariamo. È una situazione in cui noi ci troviamo perché non abbiamo possibilità di confrontarci.
La sanità, lo abbiamo già detto - non do neanche una particolare responsabilità all'Assessore Saitta - è il tema fondamentale di una Regione. Non basta una seduta ogni due settimana in Commissione sanità quando l'Assessore è presente perché non va a Roma, quando ci sono i Commissari, quando non ci sono i convegni. Dobbiamo intensificare le sedute di IV Commissione, ma penso che sia un qualcosa che abbiamo già detto da anni. A maggior ragione adesso che siamo usciti dal piano di rientro e abbiamo qualche margine di manovra in più, quindi possiamo discutere della rete ospedaliera, possiamo discutere del destino dell'Oftalmico dell'Oftalmologia del San Luigi, della riorganizzazione del servizio in generale e di tutti gli altri servizi, perché ritorna una competenza del Consiglio regionale che si esercita, attraverso l'Assessore, ma soprattutto attraverso la IV Commissione.
Non entro oggi nello specifico, perché sembrerebbe poco utile farlo.
Sapete qual è la nostra posizione sullo spezzatino dell'Oftalmico e sulle rivisitazioni dei servizi oftalmologi anche del San Luigi: non siamo assolutamente convinti, ci servirebbero dei numeri, dei dati, altrimenti rimaniamo che le opposizioni dicono una cosa, l'Assessore ne dice un'altra la maggioranza tiene un piede in due scarpe, e non andiamo avanti. Abbiamo bisogno di dati, dati del bilancio, che abbiamo chiesto anche noi con un'interrogazione, altrimenti siamo suscettibili agli articoli che escono sui media che, magari, hanno quei dati; qualcuno ha quei dati e pu annunciare che ci sono dei conti che sembrerebbero, con le previsioni, non tornare. L'Assessore mi dice che non è così.



(Commenti dell'Assessore Saitta)



BONO Davide

Lei, Assessore, mi ha detto che non è così, io mi fido di quello che dice perché penso che se dicesse una cosa falsa, lei tornerebbe indietro tuttavia mi piacerebbe avere quei dati. Abbiamo fatto una richiesta di accesso agli atti, la gireremo e speriamo di avere risposta sui dati del bilancio previsionale, non quelli consuntivi, come ha già detto il Consigliere Vignale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Monaco.



MONACO Alfredo

Grazie, Presidente.
Vorrei dare un brevissimo contributo al dibattito che si è acceso a seguito delle comunicazioni dell'Assessore.
L'oculistica è un tema che, nell'ambito della delibera 1-600 e successive modifiche, ha avuto grande risalto di dibattito sia in quest'Aula che in termini mediatici. Personalmente, mi sarei anche aspettato di vedere alcune delle scelte fatte dalla Giunta già applicate. È vero che esistono delle difficoltà tecniche oggi a dire che rinviamo un attimo la chiusura dell'Oftalmico, perché ci sono delle difficoltà a dividere i due poli e assemblarli da un'altra parte.
Tuttavia, ritengo che, laddove dovessimo fare passi indietro sostanziali rispetto a quanto è stato deciso dalla Giunta e in qualche modo condiviso dalla maggioranza consiliare, almeno in termini di aspetto formale, mi sembrerebbe...
Voglio dire, siamo rientrati dal piano di rientro o abbiamo fatto finta, su alcuni temi? Capisco quelle che sono oggi le difficoltà da parte dell'Assessore che si chiede se fare delle verifiche all'interno del San Luigi, perché è facile, per molti, dire di riaprire le sale operatorie alla chirurgia oculistica, però sarebbe opportuno ricordare che, forse, poche altre chirurgie sono così sensibili e che necessitano di una particolare attenzione e spazi dedicati, come la chirurgia dedicata all'oculistica.
Mi spiego. Non si può mettere nella stessa sala operatoria, dopo che è passato l'urologo, il chirurgo generale o, oserei dire, pure l'ortopedico per ovvie implicazioni di infettivologica; quello che è stato il campanello di allarme che abbiamo avuto ad Avigliana è un fenomeno molto grave, se ricordiamo, soprattutto, che ad Avigliana circolavano solo ed esclusivamente oculisti, che avevano un percorso dedicato e abbiamo avuto dei pochissimi incidenti legati a infezioni oculistiche, ma comunque gravissime dal punto di vista di organizzazione formale.
Quindi la mia prudenza è nel dire che per il piano di rientro abbiamo deliberato di chiudere i servizi, contro il parere sia della popolazione che di molti dei Consiglieri, per riaprirli poi sotto forma di struttura semplice, e ora chiediamo di farlo anche velocemente.
Credo che vada fatto con massima prudenza, considerando tutti gli aspetti tecnici, per essere certi di poterlo fare. Assessore, la invito caldamente, invece, a seguire la strada della prudenza, ispirandoci al principio prudenziale.
Come ebbi modo di dirlo per l'Oftalmico, vedo bene che gli oculisti lavorino in un ambiente dove non siano isolati e autoreferenziali, che si confrontino con le altre discipline, ma - attenzione - anche che abbiano dei percorsi molto precisi e molto attenti di operatività, perché la sala operatoria degli oculisti crea gli incidenti più gravi in termini di percezione. Un incidente di infezione oculistica è molto, molto grave pericoloso e vissuto molto, molto male dal paziente e dalla collettività in senso lato.
Quindi, che il dibattito si faccia, che si tengano accese tutte le attenzioni rispetto a questi temi, che la nostra oculistica regionale abbia delle punte di assoluta eccellenza e alcune vanno recuperate; vorrei ricordare che è ancora depositata una mozione sulla quale gli oculisti di tutto il Piemonte, e non solo, sottoscrissero quel documento che non abbiamo mai votato, perché non c'erano le condizioni per arrivare a decidere su quell'argomento, quindi mi sembrava anche giusto sospendere il tema, però il tema va tenuto acceso e non basta dire che tutti quanti hanno chiesto di...
Perché, se domani mattina, Assessore, tutti quanti le chiedono di aprire il reparto X dell'ospedale Y, spacchettiamo a tutta la delibera 1 600 e successive modificazioni? Per quanto riguarda l'oculistica, va benissimo che si faccia una riflessione rispetto a quanto accadde al San Luigi, ma facendo una verifica sulle condizioni all'interno dell'istituto dell'Ospedale San Luigi, per fare questo tipo di operatività e anche sui numeri che può assorbire perché non basta dire - dispiace dirlo in questi termini - di aprire un servizio che potrà smaltire certi numeri; ritengo che certi numeri vadano smaltiti, mantenendo dei livelli non soltanto degli esiti in termini di numeri (ne abbiamo operati tot), ma come li abbiamo operati e con quali risultati. Quindi, che mantengano, se è possibile, quell'eccellenza oserei dire - che il Piemonte è riuscito a garantirsi con tanti sacrifici in una disciplina particolarmente complessa.
Vorrei ricordare che, nell'ambito della storia dell'oculista piemontese, di fatto, abbiamo molte scuole molto buone, ma non necessariamente nate da un'unica scuola. Quando si sono introdotte in Piemonte molte tecnologie innovative, in modo autonomo e spontaneo, alcuni gruppi si sono organizzati per imparare a introdurre queste metodologie nell'oculistica piemontese, alcune arrivando all'eccellenza, altre diventando molto brave. Mi limito lì, perché non c'è, ovviamente, da fare un una distinzione del livello, ma non esiste una scuola univoca, come possiamo dire per altre discipline, dove siamo a livelli di eccellenza con una scuola con dei riferimenti storici ben precisi.
I riferimenti storici dell'oculistica piemontese sono diversificati e nascono da iniziative quasi spontanee o volontaristiche all'interno delle istituzioni universitarie del recente passato, che comincia a essere lontano, perché comincia a essere dimenticato.



PRESIDENTE

Grazie, collega Monaco.
La parola all'Assessore Saitta, per la replica.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente.
Anzitutto, concordo su quanto diceva poco fa il Consigliere Gariglio.
È chiaro che lo strumento della comunicazione (almeno io ho un'altra esperienza) va regolato in qualche maniera. Avevo già fatto una comunicazione su questo argomento.
A suo tempo ho espresso delle posizioni, che non cambio assolutamente.
Mi era stato chiesto un aggiornamento e nell'aggiornamento mi pare logico (forse, non dovevo dire quello che ho detto) riferire anche sui problemi che esistono e trovare una soluzione, altrimenti è banale discuterne.
Inoltre, l'ho fatto con estrema franchezza, in modo che sia chiaro che stiamo discutendo un tema complesso, perché non vorrei che per una semplificazione o un'accelerazione si determinasse il giorno dopo una richiesta di discussione, magari sulle liste di Urologia al San Luigi.
Cioè, dobbiamo essere molto chiari: parliamo di pazienti.
Sento molto spesso la collega Ruffino, che è andata via e non è la prima volta che fa accuse, interpreta ciò che dico e poi va via. Il tema delle camere operatorie... Lì si lavora! Cioè, anche per l'oculistica: le camere operatorie sono lì. Non è un posto a parte. Quella è una banalizzazione e una semplificazione, che vuol dire di tenere conto soltanto di un'opinione, che vuole continuare a esprimere, più per motivi non di carattere operativo o sanitario, ma per esigenze comprensibili di consenso, che non risponde a logiche sanitarie. Questo è il tema. È chiaro che c'è la relazione. Nel momento in cui discutiamo di queste cose, non possiamo non tenere conto del resto.
Continuo a dire che ho espresso l'opinione di procedere alla creazione della struttura, ma dobbiamo decidere che cosa devono fare e dobbiamo decidere qual è il bacino; inoltre, dobbiamo evitare di creare problemi per altre patologie che vengono curate dove c'è la chirurgia. Dico delle cose scontate, abbastanza banali, ma mi sembrano logiche.
La seconda considerazione è che trattiamo di temi abbastanza complessi.
Allora, non è all'o.d.g. la modifica della 1-600, perché ormai è l'atto di programmazione, piaccia o non piaccia. È chiaro che non piace al collega Vignale, che continua a cogliere, come dire, occasione con un tono, come se fosse il vincitore. Ci tengo a dirlo, perché non sono sempre disponibile a subire non voglio dire "accuse", ma opinioni, debbo dire, obiettivamente non sempre equilibrate. Se dovessi dire qual è la posizione sanitaria del collega Vignale, direi che è stato il patrocinatore di tutti i ricorsi pubblici e privati che ha perso, tutti! Consigliere Vignale, un po' di tranquillità. Ha perso. Lei ha perso! Lei è stato il patrocinatore politico di molti ricorsi e addirittura del referendum, che ha perso. Allora, abbia la modestia, quando si è in questa situazione, di esprimere delle opinioni, come succede molto spesso a chi è stato incapace di assumere una posizione politica che abbia determinato un confronto, perché le sue posizioni sono sempre state dettate più da altre esigenze che non da quelle di confronto serio.
Allora, stia sereno. Ha perso tutto.
Lo dico perché non sono qui che mi lascio "prendere a schiaffi" da uno che continua a perdere e continua a esprimere opinioni...



VIGNALE Gian Luca (fuori microfono)

Però, c'è un limite!



PRESIDENTE

Scusi, faccia finire l'Assessore. Prego.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Lei il limite non lo usa mai nei miei confronti. Assolutamente.
Assolutamente.
Il limite non se lo pone assolutamente nei miei confronti.
Allora, ho sempre evitato di fare polemica, ma ci tengo a dirlo che, a un certo punto, se vogliamo registrare le posizioni, lei esprime una posizione (a differenza di altre forze politiche) di patrocinatore di cause perse, per quanto riguarda il sistema sanitario.
Venendo al tema più complessivo, che ci interessa (questo, mi rendo conto, è polemica, ma lei mi spinge sempre alla polemica) e che è oggetto della discussione, per l'Oftalmico (è stato introdotto qui) la decisione è già stata assunta. So che molti di voi non erano presenti al momento della discussione del question time, e abbiamo litigato, ma ci tengo a dire che tutte le procedure di mobilità sono state avviate, in accordo con le organizzazioni sindacali.
Pertanto, procede e si va avanti. E questo riguarda il tema della Città di Torino.
È banale dire che bisogna porsi il tema più complessivo, più moderno e più efficace del sistema oculistico fuori dalla Città di Torino? Forse abbiamo avuto dei limiti, ma può essere anche l'occasione. Questo non vuol dire che al San Luigi non ci sarà la struttura semplice; dico solo che dobbiamo inquadrare questa soluzione all'interno di un disegno complessivo.
Poi, non è che tutti sono straordinari a fare tutto (parlo dal punto di vista professionale): nel momento in cui impiantiamo un'attività, se è un'attività di piccola chirurgia, va bene. Se è un'attività molto più complessa, dobbiamo attrezzarci. In ogni caso, non è una struttura complessa, perché questo l'abbiamo definito.
Quindi, il tema che io ho posto, ferma restando l'opinione che ho già espresso, che la struttura semplice possa fare attività chirurgica, va bene. Nel momento in cui la decidiamo, io voglio il consenso da parte di tutti gli operatori che utilizzano la camera chirurgica, per evitare problemi.
Dico delle cose scontate? Dobbiamo fare così! Il consenso non è un fatto che si ottiene perché lo ordina l'Assessore: non è così. Non esiste nulla, nell'amministrazione. Il consenso deriva anche dagli operatori che sono, poi, quelli che concretamente fanno l'attività. Altrimenti, vuol dire che io direi delle cose prive di senso.
Ho voluto soltanto riferirvi con estrema franchezza di un percorso che è in corso e che arriverà alla costruzione della struttura semplice, di una definizione anche di dimensionamento in funzione della domanda, che riguarda in modo particolare la zona ovest, che sarà più o meno forte. La misureremo e, in base a quel dimensionamento, la struttura sarà adeguata per fare bene il lavoro.
Fare qualcosa, così, campato in aria, obiettivamente credo che non risponda neppure alla volontà dei pazienti, i quali, in ogni caso, hanno bisogno di avere strutture certe in grado di dare delle risposte.
Ripeto: assolutamente, l'opinione che ho già espresso è quella. Io non capisco neppure perché dovrei dare l'aggiornamento di una decisione già assunta, però i Capigruppo o l'Ufficio di Presidenza hanno deciso di fare così e quindi, evidentemente, da semplice Assessore mi adeguo. Ma, stiamo procedendo in questo senso. Cioè, la mia è una comunicazione per dire che stiamo procedendo in quella direzione.
Non so se la collega Ruffino è molto interessata alla soluzione del problema o più a rimarcare il fatto di forzare alcune opinioni. Lo dico per chiarezza: la nostra opinione è che (l'ho detto e lo ripeto) la struttura semplice si fa. La dobbiamo fare bene.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Saitta.
Scusi, Consigliere Vignale, la discussione è chiusa.
Se vuole intervenire su fatto personale, le do la parola.
Prego; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Visto che l'Assessore - come dicevamo con il collega Ravello - l'ha presa bassa e in rapporto istituzionale nei confronti del Consiglio e soprattutto del sottoscritto. Guardi, io le dico una cosa che a lei non è chiara, perché - evidentemente - ancorché abbiamo imparato a conoscerci in questi anni e io non nutro nessuna stima nei suoi confronti, per come ha trattato la sanità piemontese: io sono lieto di essere un perdente, perch se vincente significa avere, sul tema della psichiatria di cui discuteremo la prossima settimana, tutte le associazioni dei familiari contro, i Comuni contro, i gestori contro, tutto il mondo contro e lei ha vinto, si tenga la sua vittoria! Se sull'Oftalmico lei è un vincente, lo è perché si avvale di un potere che non è suo, glielo ricordo, ma è del Consiglio regionale! E se noi proponessimo una modifica della 1-600, verrebbe votata qua, e la maggioranza che non la volesse modificare, si assumerebbe la responsabilità di votarla, che non è più nel chiuso della Giunta e di qualcuno che gliel'ha scritta.
Io, da questo punto di vista, sono lieto di essere un perdente. Le rammento solo un aspetto, perché lei non è pratico di relazioni con il Consiglio: io non ho mai perso un referendum; io non ho potuto far celebrare ai cittadini piemontesi un referendum, perché questo Consiglio regionale ha impedito che si celebrasse, non perché non siano state raccolte le firme e non perché il quesito fosse giusto o sbagliato. Su quello c'è un parere consultivo che dà la Commissione.
In ogni caso, lei stia sereno, nel senso che più va avanti così, meglio è. Purtroppo, sa qual è la questione? Che noi guardiamo - a differenza vostra - non al tornaconto elettorale e finché esiste lei.



(Commenti fuori microfono)



VIGNALE Gian Luca

Finché esiste lei, per noi, guardi, è una.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

No, quando ho finito mi siedo e ho finito. Perché è il fatto personale e motivo il mio fatto personale. Io le ricordo che nessuno di noi si è mai permesso, ancorché dall'Assessore Saitta attendiamo risposte da anni, di intervenire con un'insolenza come l'Assessore ha fatto nei miei confronti.
Io sono del Toro, quindi sono certamente un perdente, ma io sono lieto di essere un perdente come lo sono io e non un vincente come lo è lei.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha un amico: il Presidente Chiamparino è del Toro anche lui, però lui è un vincente!


Argomento: Ordinamento regionale

Proseguimento esame disegno di legge n. 253, inerente a "Legge annuale di riordino dell'ordinamento regionale. Anno 2017" (seguito)


PRESIDENTE

Riprendiamo l'esame del disegno di legge n. 253.
ARTICOLO 60 ter Subemendamento rubricato n. 167) presentato da Bono, Andrissi, Bertola Frediani, Mighetti, Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Il subemendamento è dato per illustrato.
Emendamento rubricato n. 41) presentato dalla Giunta regionale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) L'emendamento è dato per illustrato.
Indìco la votazione palese sul subemendamento rubricato n. 167), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Io avevo presentato un emendamento che aveva una rubrica differente perché interveniva - correttamente - in una modifica complessiva dell'articolo. L'ho poi modificato per farlo diventare un subemendamento all'emendamento della Giunta.



PRESIDENTE

Sì, sull'articolo 62: lo trova?



VIGNALE Gian Luca

Sì. Chiedo scusa.



PRESIDENTE

Prego, si figuri.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 41).
Il Consiglio approva. (voto esteso al nuovo articolo) ARTICOLO 61 Indìco la votazione palese sull'articolo 61.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 61 bis Emendamento rubricato n. 8) presentato da Andrissi, Bertola, Bono, Campo Frediani, Mighetti, Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Andrissi per l'illustrazione.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Quest'emendamento è stato richiesto dagli Amministratori del territorio e cerca di inserire "paletti" di buonsenso alla trasformazione di ex cave in siti di smaltimento.
Noi proponiamo, così come c'è stato suggerito, di porre un limite alla vicinanza della falda affiorante. Noi sappiamo che le falde durante l'anno variano la loro altezza e, soprattutto in primavera, ossia nel momento del disgelo, le falde acquifere salgono, comportando, spesso e volentieri, un dilavamento dei materiali messi a riempimento delle ex cave. Purtroppo abbiamo più volte assistito che Nonostante questi riempimenti fossero utilizzati per rifiuti inerti, è capitato più volte di trovare, invece, materiali inquinati da metalli e idrocarburi pesanti (nella sola provincia di Novara si sono verificati almeno tre o quattro casi di questo tipo).
Noi riteniamo sia fondamentale, al fine di ovviare a queste problematiche, porre dei limiti di distanza, in modo tale che questi dilavamenti continui di materiale, la cui composizione non è mai certa, non avvengano più. Ciò anche per ovviare ad un'ulteriore problematica: è stata approvata una delibera di Giunta che prevede 600 siti potenziali di discarica di ex cave anche di amianto. Noi vogliamo inserire dei paletti di buonsenso in modo tale da ovviare a problematiche serie sul territorio.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Rossi; ne ha facoltà.



ROSSI Domenico

Grazie, Presidente.
Intervengo in merito all'emendamento n. 8) solo perché ci tengo a fare delle brevi considerazioni.
Le preoccupazioni che pone il collega Andrissi - e, più in generale, il Movimento 5 Stelle - sono legittime e condivisibili, tant'è che questo aspetto, durante la trattazione della recente legge regionale n. 23/2016, è stato affrontato in maniera approfondita in Commissione. Uno degli aspetti discussi è stato proprio quello relativo alla questione dei riempimenti in caso di falda. Durante quel lungo e complicato lavoro anche di mediazione (ricordiamo tutti quanto è stato complicato portare a termine una sintesi su questa legge regionale) abbiamo rimandato il tema al regolamento specificatamente previsto per regolare gli eventuali riempimenti.
Quindi, anche se in questo momento il parere della Giunta sulla modifica di legge è contrario, le preoccupazioni sono legittime ma la risoluzione a questo problema mi auguro che potrà essere trovata all'interno del Regolamento che nei prossimi mesi la Giunta andrà a varare.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola l'Assessora De Santis; ne ha facoltà.
DE SANTIS Giuseppina, Assessora alle attività estrattive Grazie, Presidente.
Ringrazio anche il Consigliere Rossi, che mi ricorda qual è il parere della Giunta.
Effettivamente in Commissione abbiamo discusso di questo tema specificando qual era, per ragioni tecniche, la collocazione di una norma di questo genere. Evidentemente il regolamento di riferimento andrà - per il parere - in Commissione, come da previsione dello Statuto del Consiglio regionale.



PRESIDENTE

Grazie, Assessora De Santis.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 8), sul quale la Giunta regionale,ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
ARTICOLO 62 Subemendamento rubricato n. 168) presentato da Bono, Andrissi, Bertola Frediani, Mighetti, Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Il subemendamento è dato per illustrato dai proponenti.
Subemendamento rubricato n. 118) presentato da Vignale, Ruffino.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Si tratta di un subemendamento all'emendamento n. 42).
La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
L'emendamento n. 118), rispetto all'emendamento n. 42) presentato dalla Giunta regionale, il quale prevede che l'accordo con il Comune espresso in Conferenza di servizi sia di per sé una variante allo strumento urbanistico, inserisce un'ulteriore frase in cui si specifica in norma ancorché sia chiaro nella legge 23, che la proroga dell'autorizzazione e il subingresso non necessitano di variante allo strumento urbanistico esistente. Ovviamente lo scriviamo non perché non siamo certi che ciò sia così: lo scriviamo soltanto ed esclusivamente perché alcune Amministrazioni comunali, avendo inteso che la proroga o il subentro sono stati successivi al momento in cui un'autorizzazione era stata rilasciata senza modifica del Piano regolatore vigente, ne hanno richiesto la modifica.
Noi crediamo - per lo stesso motivo per cui pensiamo che sia utile semplificare l'attività normativa relativamente alla legge 23 - che sia utile anche con una semplice frase semplificare il tutto. Se poi, come ho avuto modo di dire all'Assessora prima in replica, si vuole puntualizzare questo, che è già oggetto di una normativa regionale, con una circolare alle Amministrazioni comunali ,per noi è assolutamente indifferente; la cosa importante è raggiungere l'obiettivo.
Ne approfitto solo per fare una valutazione rispetto all'emendamento n. 42), così non riprendo la parola successivamente. Noi esprimeremo un voto favorevole sull'emendamento n. 42) perché risolve uno dei problemi che già prima l'Assessora ha già avuto modo di individuare, cioè quello di bloccare per troppo tempo delle autorizzazioni legandole allo strumento urbanistico vigente.
Ci permettiamo solo di sottolineare che, fra le autorizzazioni bloccate, ci sono certamente quelle legate agli ampliamenti o ai rinnovi ma ve ne sono alcune altre - non molte - legate invece alla richiesta di nuove attività. È vero che se noi ci trovassimo, dopo quattro anni dall'approvazione della norma, in una logica di programmazione imprenditoriale, uno sa anche che, a norma approvata, ha una serie di adempimenti da compiere; essendo una norma così recente, noi credevamo per quello abbiamo presentato l'emendamento, che poi è stato respinto - che fosse utile, almeno fino all'entrata in vigore del PRAE, estendere a tutte le autorizzazioni e le concessioni la modalità che viene introdotta nell'emendamento solo per gli ampliamenti e i rinnovi.



PRESIDENTE

La parola all'Assessora De Santis per il parere della Giunta.
DE SANTIS Giuseppina, Assessora alle attività estrattive Grazie, Presidente.
Consigliere, confermo quello che avevo detto all'inizio: fatta una valutazione con gli Uffici anche rispetto al fatto di non appesantire il testo della legge, visto che la legge non ha mai detto che in quel caso lì si debba fare la variante urbanistica, procederemo con una circolare che invieremo alle Amministrazioni, in modo da chiarire il dubbio, se qualcuno lo avesse.
Grazie.



VIGNALE Gian Luca (fuori microfono)

Allora ritiro l'emendamento n. 118).



PRESIDENTE

L'emendamento rubricato n. 118) è dunque ritirato.
Emendamento rubricato n. 42 presentato dalla Giunta regionale.
L'emendamento è dato per illustrato dai proponenti.
Subemendamento rubricato n. 224) presentato da Berutti, Vignale e Ruffino.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sul subemendamento rubricato n. 224), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.



BERUTTI Massimo

Presidente, non l'ho illustrato.



PRESIDENTE

Non lo ha illustrato? Chiedo scusa, annullo la votazione.
La parola al Consigliere Berutti per l'illustrazione.



BERUTTI Massimo

Nessun problema, Presidente.
Era appunto un subemendamento a quello della Giunta, in quanto si chiedeva che, a completamento dell'emendamento della Giunta, ci fosse anche la dicitura: "La Giunta regionale, al fine della corretta applicazione delle disposizioni contenute nel presente comma, adotta apposita circolare esplicativa entro 60 giorni dall'entrata in vigore dello stesso". I termini erano questi; volevo solo espletare il punto al fine di capire qual era la posizione della Giunta.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessora De Santis per il parere della Giunta.
DE SANTIS Giuseppina, Assessora alle attività estrattive Grazie, Presidente.
Essendo la questione la stessa di quella di cui abbiamo discusso finora, confermo che la Giunta si impegna a far mandare dagli Uffici una circolare esplicativa. Mi pare un po' improprio che nella legge si scriva che la Giunta fa una circolare.
Grazie.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sul subemendamento rubricato n. 224), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sul subemendamento rubricato n. 168), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 42).
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 62, così come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 63 Indìco la votazione palese sull'articolo 63.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 63 bis Emendamento rubricato n. 120) presentato da Vignale, Ruffino.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
L'articolo 63 bis pone una modifica alla legge n. 23/2008, la legge sul personale, introducendo un principio, che sta anche nella norma dello Stato, che gli incarichi non riunibili nei ruoli dell'amministrazione sono conferiti, fornendo specifica motivazione, a personale di particolare e comprovata qualificazione professionale e che abbia svolto attività in organismi pubblici o privati, o aziende pubbliche o private con esperienza acquisita per almeno un quinquennio in funzioni dirigenziali, o che abbia conseguito una particolare specializzazione.
Questo aspetto, che riguarda anche posizioni funzionali previste per l'accesso alla dirigenza o quant'altro, credo sia utile anche nelle situazioni in cui verte l'Ente. Il nostro è un Ente che ha un numero sempre più limitato di dirigenti e avrebbe la necessità, in alcuni casi, di individuare delle funzioni, anche a tempo, per interventi specifici su cui oggi credo che l'Amministrazione, sotto certi punti di vista, è carente oppure l'Amministrazione fa svolgere a tutti gli effetti ruoli a personale non dirigente, ma dando loro funzioni a tutti gli effetti dirigenziali. È sufficiente verificarlo in tutta una serie di realtà, perché, dalle conferenze di copianificazione alle conferenze di servizi, vi sono tutta una serie di aspetti tecnici e non tecnici all'interno dei quali oggi personale regionale che non ha funzione dirigenziale svolge questo tipo di incarico.
Crediamo che questo sia un emendamento che, stando sempre all'interno della normativa nazionale sulla funzione pubblica, dà un'elasticità maggiore alla gestione di un ente come la nostra Regione.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Presidente della Regione, Chiamparino.



CHIAMPARINO Sergio, Presidente della Giunta regionale

Non essendoci l'Assessore Reschigna, faccio umilmente le sue veci leggendovi le motivazioni per le quali, purtroppo, non possiamo accogliere l'emendamento.
La modifica legislativa mutua in modo più esteso i contenuti dell'articolo 19, comma 6, del decreto legislativo n. 165 del 2001 in tema di conferimento di incarichi esterni dirigenziali. La norma non ha carattere vincolante per le Pubbliche amministrazioni, nel nostro caso le Regioni, dunque ha un adempimento integrale.
La Regione Piemonte ha disciplinato l'affidamento di incarichi dirigenziali a persone esterne tenendo conto delle previsioni dell'articolo 19 del comma 6 del decreto legislativo n. 165 prima citato.
Non ci sono motivi per estendere ulteriormente i contenuti di questo testo.



PRESIDENTE

Grazie, Presidente Chiamparino.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 120), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
ARTICOLO 64 Indìco la votazione palese sull'articolo 64.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 65 Indìco la votazione palese sull'articolo 65.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 66 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 66.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 67 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 67.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 67 bis Emendamento rubricato n. 126) presentato da Vignale, Ruffino.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
È una parte di una vecchia norma regionale, la legge n. 55 del 1987.
All'articolo 5 vi è il comma 1 bis in cui si dice: "In caso di aggregazione di più laboratori di analisi già autorizzati ed accreditati al nuovo laboratorio risultante dall'aggregazione può essere autorizzato un numero complessivo di punti prelievo pari a quello in funzione all'atto della domanda di aggregazione".
Sostanzialmente, questa che era, comunque, una modifica successiva all'approvazione della norma stessa perché è del 2004, tendeva a evitare la polverizzazione di laboratori di analisi e portarli in punti singoli.
Cosa proponiamo nel nostro emendamento? Semplicemente di cassare le parole "già autorizzati e accreditati", perché si fa una distinzione tra il soggetto che opera privatamente ed è regolarmente autorizzato, e il soggetto che, oltre a essere già autorizzato, è anche accreditato con la Regione Piemonte, con il sistema sanitario piemontese Crediamo che le due cose, in realtà, non siano entrambe utili, o meglio, che l'accreditamento non sia funzionale a ciò che si prefigge il comma della legge, che è quello di cercare di aggregare dei punti prelievo.
Per cui crediamo che, togliendo questa parola, si compie quello che è il principio che la legge pone e si garantisce anche maggiore libertà altrimenti oggi due laboratori entrambi autorizzati ed entrambi accreditati possono fondersi in un unico centro, un laboratorio accreditato e uno autorizzato, ma non accreditato, non può fare quanto previsto dalla norma.
Non ha alcun risvolto di tipo economico, ha solo un risvolto di tipo funzionale nel cercare di avere un minor numero di punti prelievo e di laboratorio analisi.



PRESIDENTE

Grazie, collega Vignale.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 126), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 19.15 riprende alle ore 19.25)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
ARTICOLO 67 ter Subemendamento rubricato n. 225) presentato da Frediani, Andrissi, Bono Campo, Mighetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Subemendamento rubricato n. 226) presentato da Frediani.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola alla Consigliera Frediani per l'illustrazione congiunta dei due emendamenti.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Noi non abbiamo presentato questi subemendamenti durante la Conferenza dei Capigruppo, perché si era trovata una condivisione rispetto al testo degli emendamenti che abbiamo anche noi sottoscritto e che andremo a votare.
Abbiamo inserito all'interno dell'emendamento proposto due figure che attualmente non sono incluse nell'elenco di quelle che non possono intrattenere rapporti di collaborazione a titolo oneroso con i Gruppi consiliari e il Gruppo Misto. Queste due figure sono i Consiglieri comunali e gli Assessori comunali.
Dal nostro punto di vista, si tratta di un qualcosa di naturale, nel senso che, nel momento in cui si vanno a definire i rapporti di lavoro dei Gruppi consiliari con alcune figure, non possiamo non prendere in considerazione coloro che sono eletti all'interno dei Consigli comunali e che, quindi, in qualche modo sono coinvolti nella vita politica. Crediamo che non sia corretto che vivano la vita del Consiglio regionale all'interno dei Gruppi, proprio per il ruolo politico che hanno. Lo stesso discorso vale per gli Assessori, anzi a maggior ragione per gli Assessori comunali che rivestono un ruolo politicamente più rilevante.
Sappiamo che probabilmente non ci sarà condivisione rispetto a questa nostra proposta emendativa. Per questo motivo, rimettiamo la nostra proposta al voto dell'Aula e vediamo come l'Aula la accoglierà.
Chiedo la votazione nominale.



PRESIDENTE

Grazie, collega Frediani.
Emendamento rubricato n. 185) presentato da Monaco, Bertola, Boeti Gariglio, Giaccone, Grimaldi, Motta, Ottria, Pichetto Fratin, Ruffino Vignale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) L'emendamento è dato per illustrato dai proponenti.
Indìco la votazione nominale sul subemendamento rubricato n. 225).
L'esito della votazione è il seguente: presenti 41 Consiglieri votanti 39 Consiglieri hanno votato SÌ 9 Consiglieri hanno votato NO 29 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sul subemendamento rubricato n. 226).
L'esito della votazione è il seguente: presenti 40 Consiglieri votanti 36 Consiglieri hanno votato SÌ 8 Consiglieri hanno votato NO 28 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 4 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 185), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 67 quater Emendamento rubricato n. 186) presentato da Monaco, Bertola, Boeti Gariglio, Giaccone, Grimaldi, Laus, Motta, Ottria, Pichetto Fratin Ruffino, Vignale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) L'emendamento è dato per illustrato dai proponenti.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 186) sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 41 Consiglieri votanti 40 Consiglieri hanno votato SÌ 39 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio approva. (voto esteso al nuovo articolo) ARTICOLO 67 quinquies Emendamento rubricato n. 187) presentato da Monaco, Bertola, Boeti Gariglio, Giaccone, Grimaldi, Laus, Motta, Ottria, Pichetto Fratin Ruffino, Vignale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) L'emendamento è dato per illustrato dai proponenti.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 187) sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 41 Consiglieri votanti 40 Consiglieri hanno votato SÌ 39 Consiglieri ha votato NO 1 Consigliere non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio approva. (voto esteso al nuovo articolo) ARTICOLO 67 sexies Emendamento rubricato n. 188) presentato da Monaco, Bertola, Boeti Gariglio, Giaccone, Grimaldi, Laus, Motta, Ottria, Pichetto Fratin Ruffino, Vignale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) L'emendamento è dato per illustrato dai proponenti.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 188) sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 41 Consiglieri votanti 40 Consiglieri hanno votato SÌ 39 Consiglieri ha votato NO 1 Consigliere non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio approva. (voto esteso al nuovo articolo) ARTICOLO 68 Indìco la votazione palese sull'articolo 68.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 68 bis Emendamento rubricato n. 16) presentato da Frediani, Andrissi, Bertola Bono, Campo, Mighetti, Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola alla Consigliera Frediani per l'illustrazione.



FREDIANI Francesca

Con quest'emendamento, andiamo a introdurre la definizione che era venuta a mancare durante la discussione in Commissione del disegno di legge, la definizione di animale d'affezione.
Quindi, l'articolo 2 della legge 34 del 1993 è sostituito dal seguente: "Articolo 2. Definizione di animale d'affezione. Ai fini della legge per animali d'affezione si intendono gli animali appartenenti a specie detenute per compagnia o diporto, senza fini produttivi o alimentari, compresi quelli che svolgono attività utili all'uomo". Sono inoltre compresi nella definizione, di cui al comma 1, "gli animali da compagnia e di affezione così come definiti dalle leggi statali, dal Diritto comunitario e dagli accordi vigenti. Gli esemplari tenuti per tali fini, appartenenti alle specie esotiche tutelate dalla convenzione di Washington sul commercio internazionale della specie di fauna e flora selvatiche minacciate da estinzione, fermo restando l'impegno della Regione a disincentivare la detenzione di animali esotici in ambienti non idonei alle loro caratteristiche etologiche".
È una definizione che andiamo a proporre per sistemare quello che era venuto a mancare durante la discussione in Commissione, relativamente alla legge sui diritti degli animali.



PRESIDENTE

Grazie, collega Frediani.
La parola all'Assessora Cerutti per il parere della Giunta.



CERUTTI Monica, Assessora regionale

Grazie, Presidente.
Il parere della Giunta è negativo, in quanto l'emendamento risulta essere riduttivo e confondente rispetto alle previsioni della legge regionale 6 del 2010.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

L'Assessora ha espresso parere contrario.



(Commenti dei Consiglieri Bono e Frediani)



PRESIDENTE

Prego, Assessora, può ripetere?



CERUTTI Monica, Assessora regionale

Riporto quella che è la considerazione, e cioè che l'emendamento è riduttivo e confondente rispetto a ciò che è già previsto nella legge regionale 6 del 2010.



PRESIDENTE

Colleghi, avete bisogno di un minuto di sospensione? La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 19.35 riprende alle ore 19.37)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
L'articolo 68 bis è sospeso.
La parola alla Vicepresidente Ruffino, che interviene in qualità di Consigliera.



RUFFINO Daniela

Grazie, Presidente.
Ho sbagliato il voto per il 67 ter.
Il mio voto era a favore sul subemendamento n. 225).



PRESIDENTE

Sia riportato a verbale quanto osservato dalla Vicepresidente Ruffino.
ARTICOLO 68 ter Emendamento rubricato n. 13) presentato da Frediani, Andrissi, Bertola Bono, Campo, Mighetti, Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola alla Consigliera Frediani per l'illustrazione.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Con quest'emendamento andiamo a sostituire l'articolo 3 della legge 34 del 1993, quella che è stata oggetto di discussione anche durante i lavori di Commissione. Andiamo a definire le responsabilità e i doveri generali del detentore di animali d'affezione e in particolare definiamo che chiunque convive con un animale di affezione o ha accettato di occuparsene a diverso titolo è responsabile della sua salute e del suo benessere e provvede alla sua idonea sistemazione fornendo le adeguate cure e attenzioni tenendo conto dei suoi bisogni fisiologici ed etologici, secondo l'età, sesso, la specie e la razza.
Nel comma 2, si definiscono i doveri del detentore di animali di affezione, che in particolare "rifornisce l'animale di cibo e acqua in quantità e qualità sufficienti, con tempistica adeguata, perlomeno giornaliera, e facilmente accessibili; assicura un adeguato livello di benessere fisico ed etologico; consente un'adeguata e perlomeno giornaliera possibilità di esercizio fisico; garantisce la necessaria assistenza sanitaria; assicura la regolare pulizia degli spazi di dimora degli animali; garantisce l'equilibrio comportamentale e psicologico dell'animale evitando situazioni che possono costituire fonte di paura o angoscia garantisce l'adeguato e costante controllo dell'animale al fine di evitare rischi per la pubblica incolumità" - questo è particolarmente attuale purtroppo a causa di numerosi fatti di cronaca che sovente leggiamo "fermo restando quanto previsto dalle lettere a), b), c), d), e) f) e g) prende le precauzioni temporanee e idonee per impedirne la fuga e garantire la tutela dei terzi".
Al comma 3, definiamo: "L'utilizzo della catena o di qualunque altro strumento di contenzione similare è consentito solo per ragioni sanitarie documentabili e certificate dal veterinario curante o per misure urgenti e solo temporanee di sicurezza".
Infine, al comma 4, quello su cui abbiamo puntato l'attenzione e abbiamo cercato di riscriverlo in modo che sia accettabile: "I Comuni, nel rispetto dell'art. 2 della Legge quadro 14 agosto 1991, n. 281 in materia di animali di affezione e prevenzione del randagismo e dell'Accordo Stato Regioni del 6/02/2003 sul benessere degli animali da compagnia e pet therapy, provvedono a vietare la detenzione, anche temporanea, nonché la cessione a qualsiasi titolo, di animali di affezione a coloro che abbiano riportato condanna o abbiano patteggiato pene per abbandono maltrattamento, combattimento o uccisione di animali.
Riportiamo l'attenzione dell'Aula in particolare su quest'ultimo punto che era già stato oggetto di discussione e di attenzione e che aveva incontrato la sensibilità di qualche Consigliere e anche dell'Assessore Reschigna.
Questa è soltanto una formulazione che abbiamo concordato approfondendo il tema anche con il parere di alcuni avvocati.
È vero che non possiamo definire esattamente, in legge, delle indicazioni rispetto alla possibilità di detenere o meno degli animali in caso di condanna, però possiamo chiedere ai Comuni di intervenire.
Quindi, chiediamo veramente che ci sia accoglimento su questo e emendamento, che ci sembra una regola di assoluto buon senso rispetto al fatto che si possano ridurre i maltrattamenti sugli animali quando c'è proprio evidenza nel caso di condanna.



PRESIDENTE

Grazie, collega Frediani.
Suggerirei, vista l'assenza dell'Assessore Saitta, di sospendere gli emendamenti a partire dall'articolo 68 ter fino all'articolo 68 septies.
Quindi procediamo con l'esame dell'articolo 69.
ARTICOLO 69 Indìco la votazione palese sull'articolo 69.
Il Consiglio approva.


Argomento:

Programmazione dei lavori


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Grimaldi; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Credo che valga anche per altri membri della maggioranza, spero per tutti: ci sono gli ordini del giorno, sia del centrosinistra che credo anche del Movimento 5 Stelle, sui Centri per l'Impiego.
Vi chiederei sommessamente, se è possibile, di votare quei due ordini del giorno, anche senza discussione (almeno per noi), perché abbiamo avuto l'audizione l'altro giorno in Commissione e - tra l'altro - avevamo anche detto che avremmo depositato questi due testi.
Se per voi va bene, almeno questa votazione.



PRESIDENTE

Il Consigliere Grimaldi vi sta chiedendo se possiamo mettere in votazione due ordini del giorno sui Centri per l'Impiego, senza discussione.
Ce n'è anche un altro, del Consigliere Gariglio.
La parola al Consigliere Gariglio.



GARIGLIO Davide

Presidente, disponibile a tutto, però ci tengo a far notare che nello scorso Consiglio avevamo trovato un'intesa sull'approvazione di una serie di ordini del giorno. Li abbiamo approvati senza discussione e, quando si è arrivati a un ordine del giorno che aveva come prima proponente la collega Conticelli, si è sospeso perché si voleva discutere.
Allora, per me, se si vuole dedicare del tempo di quest'Assemblea a discutere gli ordini del giorno, va benissimo, però chiedo - anche qui, per coerenza con quanto chiesto prima - che venga rispettato quanto deciso nella Conferenza dei Capigruppo, dove si è detto di mettere tutti gli ordini del giorno non approvati - perché qualcuno unilateralmente ha cambiato idea - e quindi non capisco perché alcuni debbano avere sempre un percorso privilegiato.
Vede, io so che tutti gli animali sono uguali, ma ce ne sono alcuni che sono più uguali degli altri. Ecco, noi vorremmo che nessuno fosse più uguale degli altri.



PRESIDENTE

Va bene. Non si può.


Argomento: Ordinamento regionale

Proseguimento esame disegno di legge n. 253, inerente a "Legge annuale di riordino dell'ordinamento regionale. Anno 2017" (seguito)


PRESIDENTE

Riprendiamo l'esame del disegno di legge n. 253.
ARTICOLO 69 bis Emendamento rubricato n. 122) presentato da Vignale, Ruffino.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Al di là della disquisizione nel merito, rammento soltanto che, come ho avuto modo di dire in sede di Conferenza dei Capigruppo, il Consiglio regionale si occupa di interrogazioni, interpellanze e leggi principalmente leggi - ma anche atti di indirizzo. Altrimenti, l'attività della Giunta diventa assolutamente sproporzionata rispetto a quella del Consiglio.
Detto ciò, invece, illustro l'emendamento n. 122) al quale tengo molto perché (non c'è in questo momento l'Assessore Ferrari) fu uno degli accordi che l'Assessore prese lo scorso anno.
L'anno passato - alcuni colleghi ricorderanno - noi modificammo la legge n. 1 del 2004, sulle politiche sociali. All'articolo 26, che riguarda la vigilanza, introducemmo una serie di nuovi adempimenti da parte dei nuclei di valutazione, per evitare che i nuclei di valutazione valutassero soltanto se l'ascensore era a norma o l'impianto elettrico pure, ma in particolar modo per valutare quella che era la qualità dell'offerta che veniva data.
Lo stesso articolo prevedeva una modalità organizzativa che teneva conto dell'emendamento (il medesimo) che noi presentammo. E quest'emendamento ha un'unica finalità: quella di consentire alle associazioni di pazienti e familiari maggiormente rappresentative a livello regionale di entrare a livello di strutture socio-sanitarie.
Ricordo che, solo quest'anno, noi abbiamo superato i 50 interventi quasi sempre - mi spiace dirlo - da parte delle Forze dell'Ordine; non perché siano delle Forze dell'Ordine, ci mancherebbe - meno male che lo fanno - ma perché la Regione Piemonte ha un compito di vigilanza sia per le strutture sanitarie sia per quelle socio-assistenziali.
Perché crediamo sia utile la possibilità di far entrare le associazioni di pazienti e familiari - cioè avere accesso alle strutture - sia utile? Perché, evidentemente, non svolgerebbero una funzione di vigilanza, ma svolgerebbero una funzione di controllo 365 giorni l'anno, se uno vuole all'interno delle strutture, senza richiedere alcuna autorizzazione - come oggi, invece, deve essere fatto - alla Direzione regionale e alle ASL competenti.
L'emendamento prevede anche che i criteri per la misurazione della rappresentatività di dette associazioni, per evitare che ci siano 150 associazioni che possono entrare e uscire dalle strutture di cura e assistenza del Piemonte, siano stabiliti dalla Giunta regionale, con provvedimento da adottare entro 30 giorni dall'entrata in vigore.
Pertanto, lasciamo alla Giunta regionale il compito di definire quali sono i criteri di maggiore rappresentatività, che evitino il timore che l'Assessore aveva, di un sovraffollamento all'interno delle strutture in cui ci deve essere una necessità di cura, ma anche di riposo e tranquillità.
Chiedo la votazione per appello nominale.



PRESIDENTE

Grazie, collega Vignale.
Indìco la votazione per appello nominale sull'emendamento rubricato n.
122), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 33 Consiglieri votanti 31 Consiglieri hanno votato SÌ 9 Consiglieri hanno votato NO 22 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri Il Consiglio non approva.
ARTICOLO 69 ter Emendamento rubricato n. 206) presentato da Bono, Andrissi, Bertola.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Abbiamo inteso presentare alcuni emendamenti per rivedere la legge 1/2004 e la legge 10/2010, un combinato di norme molto importante per quanto riguarda le politiche sociali di questa Regione, in particolar modo la legge 10/2010, laddove introduce una forma molto importante di assistenza agli anziani (e non anziani) non autosufficienti denominata "assegni di cura".
Gli assegni di cura sono, sostanzialmente, una forma di sussidio economico alle famiglie che accudiscono il parente o il caro non autosufficiente al domicilio, e permettono un risparmio economico notevolissimo in ambito sanitario. Per quale motivo? Perché, evidentemente una persona non autosufficiente a casa, ben curata e ben trattata dal punto di vista sanitario (seguita anche dal medico di medicina generale e dal caregiver familiare o da una cosiddetta badante a pagamento) può evitare ricoveri e accessi impropri in ospedali o in altre strutture (pronto soccorso e quant'altro).
Noi sappiamo che il ricovero in una RSA comporta una retta mensile di 3.000 euro, pari a circa 100-120 euro al giorno; con un assegno di cura di 400 o 600 euro mensili noi possiamo evitare la compartecipazione della sanità al 50 per cento, con un evidente risparmio netto.
Quello che noi chiediamo da più tempo è di emanare il regolamento attuativo della legge 10/2010 e poi - non dico stanziare più ricorse perché ci rendiamo conto che sarebbe utopistico, perché chiederemmo un qualcosa di irrealizzabile - effettuare un'attenta analisi delle risorse del Fondo sanitario regionale ripartito fra le varie Aziende Sanitarie Locali.
Perché chiediamo questo? Abbiamo anche approvato un ordine del giorno in questo senso e gli Assessori Saitta e Ferrari hanno ribadito che stanno lavorando su questo tema. Dal momento in cui siamo usciti dal piano di rientro, noi non abbiamo contezza di quante siano le risorse che vengono definitivamente assegnate dalle Aziende Sanitarie Locali a questa voce di spesa (perché non è presente nel bilancio delle Aziende Sanitarie stesse).
Noi chiediamo di avere quanto prima in IV Commissione una rendicontazione degli impegni di erogazione degli assegni di cura, Azienda per Azienda; successivamente, chiediamo di impegnarci per rendere finalmente attuativa una legge del 2010, Presidente! Sono passati sette anni! È veramente inaccettabile che una Regione approvi delle norme e poi non ne dia seguito con i regolamenti attuativi.
Con questo, noi chiediamo di integrare la legge, affinché ci sia un importo minimo dell'assegno di cura. È ovvio che il discorso prevede tutto il resto.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Intervengo per esprimere una valutazione positiva sull'emendamento, per due ordini di motivi: il primo per alcune considerazioni che ha già fatto il collega Bono e che abbiamo avuto modo di ripetere molte altre volte in quest'Aula, che afferiscono, in realtà, all'applicazione della legge 10/2010.
Era una battaglia cara al Presidente, che temo si sia un po' scordato...



PRESIDENTE

No, mi è ancora molto cara.



VIGNALE Gian Luca

Perfetto.



PRESIDENTE

E mi ricordo che voi non avete fatto i regolamenti attutivi, se non erro, nella scorsa legislatura.



VIGNALE Gian Luca

No, ma lei non...
Lei continui a fare il Presidente.
È vero, i regolamenti attuativi non sono stati fatti, ma rammento che è stato inserito nel Piano Socio Sanitario e da allora sarebbero dovuti essere effettuati. Ma non era questo il tema che le era caro, erano i posti in lista di attesa per i non autosufficienti.
È assolutamente evidente che oggi noi non riusciamo a rincorrere, visto il denaro che abbiamo a disposizione, questa possibilità. Però con gli assegni di cura possiamo certamente cercare di aiutare le famiglie a mantenere, presso il loro domicilio o presso il domicilio dell'assistito una persona. Questo non solo comporterebbe una spesa inferiore per il sistema sanitario regionale, ma garantirebbe anche una qualità della vita certamente maggiore.
Noi riteniamo che questo aspetto sia estremamente significativo, perch almeno garantisce un'attuazione immediata alla legge 10/2010. So che c'è una differenza e una declinazione estremamente diversa fra ciò che si dice e ciò che si fa con atti normativi, e non soltanto condividendo un emendamento dei colleghi del Movimento 5 Stelle su una battaglia che condivido, ma anche provando a forzare un'applicazione della legge 10/2010 che altrimenti non verrà attuata.



PRESIDENTE

Grazie, collega Vignale.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 206), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termina alle ore 20.02)



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