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Dettaglio seduta n.254 del 03/10/17 - Legislatura n. X - Sedute dal 25 maggio 2014 al 25 maggio 2019

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Argomento:


MOTTA ANGELA



(I lavori iniziano alle ore 14.38 con l'esame delle interrogazioni a risposta immediata ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento interno del Consiglio regionale)


Argomento: Rapporti Regioni - Governo - Volontariato

Interrogazione a risposta immediata n. 1750 presentata da Ottria, inerente a "Ruolo delle Regioni in seguito alla Riforma del Terzo Settore e dopo la Conferenza Stato-Regioni"


PRESIDENTE

Iniziamo i lavori, esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
1750.
La parola al Consigliere Ottria per l'illustrazione.



OTTRIA Domenico

Grazie, Presidente.
L'interrogazione di oggi segue un question time precedente che avevo presentato il 29 maggio scorso e riguarda l'approvazione del decreto legislativo 117, il cosiddetto "Codice del Terzo Settore".
In quella precedente interrogazione riportavo le rimostranze di molte associazioni di volontariato che lamentavano, in seguito all'approvazione di questo Codice del Terzo Settore, l'abrogazione della legge nazionale n.
266 del 1991. Soprattutto, lamentavano il fatto che non tutti i contenuti della vecchia legge si ritrovano nel nuovo Codice del Terzo Settore.
Infatti, ad esempio, il ruolo delle Regioni è fortemente ridimensionato. Inoltre, vengono offuscati i caratteri fondanti della gratuità e dell'organizzazione democratica delle associazioni di volontariato.
Inoltre, ci sono problemi relativi al fatto che, con la riforma, gli enti interessati non dovranno avere scopi di lucro, valorizzando al contempo altre forme associative in cui svolgere il volontariato, alcune delle quali, tra l'altro, sono state recentemente anche oggetto di alcune inchieste della Magistratura.
A nostro avviso, il volontariato organizzato rischia di essere decisamente ridimensionato a favore di quello individuale, che molto spesso opera presso enti non di volontariato, nell'accezione classica in cui noi lo intendiamo.
Nella precedente risposta, l'Assessore Ferrari aveva sostenuto alcune delle critiche e preoccupazioni che gli operatori del Terzo Settore avevano espresso, specialmente in merito alle funzioni delle Regioni, nell'ambito della nuova governance complessiva del Terzo Settore e, in particolare riguardo al Registro Unico del Terzo Settore.
In tale occasione, l'Assessore aveva anche ipotizzato, in sede di Conferenza Stato-Regioni, la presentazione di alcuni emendamenti riguardanti alcuni articoli legati al mantenimento in capo alla Regione dei livelli essenziali di assistenza e per chiedere una piena collaborazione istituzionale nell'esplicitare l'importanza dell'Ufficio regionale per il Registro Unico nazionale del Terzo Settore.
Da allora, nel frattempo, il 20 giugno scorso è anche mancata l'intesa in Conferenza Unificata sul decreto stesso, che introduce appunto il Codice, in quanto il parere positivo è arrivato dai Comuni e dalle Province, ma non da tutte le Regioni.
Tra queste, alcune hanno dato parere negativo, giustificando la propria posizione proprio con la perdita di autonomia da parte dell'istituzione regionale, con l'esigua rappresentanza delle Regioni in seno al Consiglio nazionale del Terzo Settore e con i criteri di valutazione dei centri di servizio per il volontariato, tarati sul numero degli abitanti e non su quello degli enti di Terzo Settore iscritti, e con accentramento nazionale del finanziamento e della gestione dei centri di servizio.
Alla luce di tutti questi interrogativi - anzi, di queste perplessità chiedo all'Assessore quali saranno le ricadute sulle politiche regionali riguardanti il volontariato, che, tra l'altro, sono normate anche da una legge regionale (la legge n. 38 del 1994), a seguito dell'approvazione del cosiddetto decreto legislativo 3 luglio 2017, n. 117, e anche in relazione al mancato accordo sul testo, in sede di Conferenza Unificata.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Ferrari per la risposta.



FERRARI Augusto, Assessore alle politiche sociali, della famiglia e della casa

Grazie, Presidente.
Consigliere Ottria, la risposta scritta è molto dettagliata, quindi le fornisce anche degli elementi di approfondimento e soprattutto, nella parte conclusiva, elenca i provvedimenti che la Regione dovrà assumere nei prossimi mesi, per rendere la normativa regionale coerente con la riforma e con i decreti attuativi della riforma se stessa, in capo al terzo settore.
Io, nella risposta che do qui, in aula, voglio concentrarmi sulle questioni più politiche, che mi pare doveroso sottolineare, in relazione a quanto avevo indicato come impegni che il Piemonte aveva assunto nel dibattito.
Noi abbiamo lavorato, nei mesi scorsi, affinché si raggiungesse l'intesa nell'ambito della Conferenza Stato-Regioni. Quindi, a differenza di altre Regioni, che hanno opposto un netto rifiuto rispetto all'approvazione, noi abbiamo lavorato affinché si potesse arrivare all'intesa, promuovendo, attraverso degli emendamenti, dei miglioramenti del testo che, in gran parte, cioè quasi totalmente, sono stati poi assunti e fatti propri dal testo conclusivo, nonostante quest'opera di miglioramento del testo non abbia prodotto cambiamenti nella posizione di alcune Regioni, che hanno mantenuto un orientamento sostanzialmente negativo.
Dove ci siamo concentrati? Innanzitutto, siamo riusciti a migliorare il testo originario relativo al rapporto tra il livello centrale e il ruolo delle Regioni. Nello specifico, siamo riusciti a condividere con il Governo il fatto che la gestione del Registro Unico del Terzo Settore debba essere fatto d'intesa con le Regioni, e le Regioni mantengono gli uffici regionali per la gestione del Registro Unico.
Pertanto, le Regioni mantengono un ruolo rilevante all'interno di questo percorso.
Inoltre, abbiamo rafforzato la presenza delle Regioni nell'ambito dell'Organismo nazionale del Terzo Settore. Ci saranno due membri effettivi in rappresentanza delle Regioni, più altri due supplenti. La settimana scorsa abbiamo indicato proprio le Regioni che saranno membri effettivi di questo organismo e il Piemonte, insieme alla Puglia, farà parte organicamente - di questo sistema.
Terzo elemento: come sapete, nella gestione del fondo unico economico che sosterrà tutto il processo relativo al Terzo Settore, esistono, proprio per la gestione di questo fondo, gli organismi territoriali di controllo (OTC). Nella versione originaria questo organismo aveva una valenza interregionale e le diverse Regioni che dovevano condividere questo organismo dovevano indicare un solo rappresentante. Siamo riusciti ad ottenere una diversa articolazione di questo organismo, per cui, in prospettiva, esisterà un Organismo Territoriale di Controllo del Piemonte e della Valle d'Aosta dentro il quale sia il Piemonte che la Valle d'Aosta esprimeranno un rappresentante.
Veniamo alla questione dei centri per i servizi del volontariato quarto ed ultimo elemento. Proprio per tutelare la ricca tradizione che il Piemonte, nel corso di questi decenni, ha saputo esprimere, soprattutto nella valorizzazione delle realtà del volontariato meno organizzato - medio o piccolo, diciamo così - siamo riusciti a fare in modo che l'attuale conformazione dei centri di servizio per il volontariato venga sostanzialmente mantenuta, a garanzia della piena valorizzazione delle realtà meno forti e meno organizzate dal punto di vista nazionale, in modo tale che continuino a poter svolgere, nella piena garanzia, la propria attività.
Le ho indicato le principali questioni che sono state oggetto di dibattito in sede di Conferenza Stato-Regioni. Mi pare che, a consuntivo di questo lavoro, l'esito finale sia soddisfacente rispetto ai punti di partenza. Non possiamo dire di essere riusciti a ottenere il cento per cento di quello che abbiamo chiesto, ma, in una logica di forte confronto con il livello centrale, mi pare che siamo riusciti ad ottenere un risultato tutto sommato positivo e che, soprattutto, sia a garanzia della piena valorizzazione del tessuto piemontese.
È chiaro che adesso ci aspettano mesi molto impegnativi, perché abbiamo bisogno di omogeneizzare la normativa regionale in relazione a quella nazionale, ma soprattutto abbiamo bisogno di coinvolgere il tessuto rappresentato all'interno del consiglio regionale del volontariato affinch questo processo possa essere vissuto come un'opportunità e non come un passo indietro. È un'opportunità perché, a nostro avviso, tutta questa materia aveva estrema necessità di una nuova legge di sistema che mettesse appunto a sistema questo complesso di realtà.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Ferrari.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione - Università

Interrogazione a risposta immediata n. 1759 presentata da Frediani inerente a "Appalto Multiservizi EDISU"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori, esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 1759, presentata dalla Consigliera Frediani, che la illustra.
Grazie, Presidente.
Ringrazio anche l'Assessore, che suppongo risponda in vece dell'Assessora Cerutti. Mi spiace un po' per la sua assenza, perché avrei ovviamente preferito una risposta dall'Assessora competente, perché so che è un tema che le sta particolarmente a cuore, almeno per il versante delle borse di studio (non so se anche per la gestione degli appalti, ma lo vedremo in base alla risposta che ha lasciato).
Parliamo, dunque, dell'appalto Multiservizi che è stato oggetto di una gara che ha avuto un percorso piuttosto travagliato, che tutti noi abbiamo seguito sia in Commissione che attraverso le notizie riportate dai giornali.
È un appalto che ha visto, per l'appunto, un ricorso dovuto all'applicazione di una formula sbagliata, che ha comportato anche un costo per l'Ente; costo che, peraltro, abbiamo anche chiesto alla Giunta di quantificare in sede di Commissione, ma purtroppo abbiamo ricevuto una risposta un po' parziale rispetto agli elementi che abbiamo sollevato vedremo di approfondire il dettaglio successivamente.
Questa è la situazione attuale: l'appalto è stato assegnato e ci risulta che, a parità di strutture universitarie - detto in termini pratici, la quantità di superfici da pulire e di residenze presso le quali offrire i servizi è rimasta invariata - pare che sia stato applicato un taglio piuttosto ingente delle ore di lavoro; taglio che ha comportato ovviamente, delle ripercussioni sulle ore che vengono assegnate ai lavoratori e alle lavoratrici della cooperativa che si è vista aggiudicare l'appalto, con pesanti ripercussioni sulla basta paga. Parliamo, peraltro di stipendi che già non sono altissimi: in questo modo, arrivano veramente a un livello che non consente assolutamente una vita dignitosa.
La domanda sorge un po' spontanea: o fino ad ora abbiamo sprecato i soldi, nel senso che potevamo, con una minor spesa, garantire gli stessi servizi agli studenti che usufruiscono delle residenze, oppure c'è qualche motivo per cui adesso le ore vengono tagliate. Questa interrogazione è volta proprio a conoscere questi motivi. Ma se questi motivi non fossero presenti, ci chiediamo, allora, che cosa è stato fatto in questi anni e se veramente sono stati sprecati dei soldi per gestire i servizi all'interno delle residenze.
Grazie.



PRESIDENTE

Risponde l'Assessore Ferrari; ne ha facoltà.



FERRARI Augusto, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
Do lettura della risposta che mi ha trasmesso l'Assessora Monica Cerutti; non sono nelle condizioni di dire altro, se non leggere il testo.
Eventualmente, ci saranno altre occasioni per approfondire la questione.
EDISU Piemonte con l'appalto del 2009 aveva affidato la gestione delle residenze universitarie (nella risposta vengono elencate tutte le sedi).
In sede di predisposizione del nuovo capitolato d'appalto, si è innanzitutto preso atto che l'Ente aveva iniziato l'opera di efficientamento e razionalizzazione dei costi (così come dovuto per mantenere l'efficienza, l'efficacia e l'economicità dell'azione pubblica) a seguito dei minori trasferimenti regionali e nazionali e dalla generale crisi economica che, com'è noto, ha pesantemente impattato sul settore pubblico.
In quest'ottica, l'EDISU Piemonte ha proceduto a dismettere le residenze Mondovì Trona e Mondovì Martinetto, anche a seguito della chiusura delle sedi di corso del Politecnico di Torino a Mondovì.
Al fine di abbattere la spesa dei fitti passivi sono state dismesse anche le residenze Pontida e Mazzini di Novara, da poco sostituite con la residenza all'interno del Campus che permette una maggiore economia di gestione.
Non ultimo, occorre ricordare che l'appalto del 2009 prevedeva l'apertura della residenza Verdi, mentre la residenza Cavour veniva chiusa per lavori di manutenzione straordinaria.
Successivamente, si verificava l'apertura della residenza Cavour mentre la residenza Verdi veniva a sua volta ristrutturata (non prevedendo pertanto, l'apertura contemporanea delle due residenze). L'Ente si è trovato quindi a dover garantire, senza ulteriori risorse, che entrambe le residenze rimanessero a disposizione degli studenti.
Sempre nell'ottica del contenimento dei costi e del mantenimento degli equilibri di bilancio, sono state analizzate tutte le attività previste nel multiservizi: direzione, accoglienza e reception, pulizie e manutenzioni (solo per citare le più importanti), ed è stato deciso di attribuire la Direzione delle residenze a personale Edisu, modificando, di conseguenza la sottostante struttura organizzativa; inoltre sono state ridotte le ore complessive di pulizia con particolare riferimento a quelle strutture dotate di mini alloggi con angolo cottura, le cui pulizie sono state demandate agli ospiti.
Preme sottolineare che in nessuna occasione EDISU Piemonte ha prospettato alcuna forma di stabilizzazione del personale impiegato nell'appalto, né tantomeno promesso sicurezza o illuso qualcuno di avere garanzie. Com'è noto, questo tipo di appalti ha una durata prestabilita e limitata ed è soggetto a gara europea. Pertanto EDISU, nell'ottica della maggiore tutela possibile dei lavoratori impiegati e nel rispetto del D.lgs. 163/2006 e successive modificazione ed integrazioni, ha potuto esclusivamente inserire nel proprio capitolato d'appalto quanto segue: "La ditta aggiudicataria sarà responsabile del comportamento del proprio personale e sarà tenuta all'osservanza delle leggi vigenti in materia di previdenza, assistenza ed assicurazione infortuni, nonché le norme dei contratti di lavoro della categoria per quanto concerne il trattamento giuridico ed economico; dovrà provvedere, a sua cura e spese, a tutti gli obblighi che ne derivano dall'esecuzione del contratto, in ottemperanza alle norme del D.Lgs. 81/2008 s.m.i. in materia di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro, nonché quelle in vigore nelle località in cui deve essere prestato il servizio oggetto dell'appalto, presso i seguenti organismi: INPS, INAIL, ASL, Laboratorio di Sanità Pubblica, Ispettorato del Lavoro e VV.FF.".
Per gli obblighi inerenti l'impiego del personale, si applica quanto previsto dall'art 4, CCNL "Multiservizi" vigente, a fronte di una modificazione di termini, modalità e prestazioni contrattuali rispetto a quelle esistenti nell'ultimo affidamento formalizzato".
In ultimo, occorre sottolineare che il Consiglio di Amministrazione dell'Ente, prima di esprimere le proprie linee di indirizzo, si è approfonditamente confrontato con le organizzazioni sindacali di categoria concordando le tutele di cui sopra.


Argomento: Contratti ed appalti

Interrogazione a risposta immediata n. 1756 presentata da Ferrentino inerente a "Appalto del servizio di pulizia dei locali e degli uffici della Regione Piemonte"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori, esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 1756.
La parola al Consigliere Ferrentino per l'illustrazione.



FERRENTINO Antonio

Grazie, Presidente.
Quello dei servizi di pulizia è un settore che vede già in essere retribuzioni molto basse. La Regione Piemonte ha dovuto effettuare un affidamento con un contratto ponte per due mesi alla Punto Service S.r.l.
Questo affidamento ha visto, per questi due mesi, un taglio di circa il 55 per cento del numero delle ore assegnate. Il che ha comportato per questi lavoratori una riduzione più o meno di pari importo dei già magri stipendi.
La loro preoccupazione è capire, una volta che verrà fatto il nuovo affidamento, che cosa l'Assessore e la Giunta regionale possono garantire a questi lavoratori, per fare in modo che ci sia la massima tutela non solo del mantenimento del posto di lavoro che è insito in questo accordo sottoscritto qualche giorno fa con le organizzazioni sindacali, ma ovviamente anche per quanto riguarda l'entità della retribuzione, una volta che verrà effettuato il nuovo affidamento.



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente Reschigna per la risposta.



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale

Lascio all'interrogante un documento scritto molto ampio, che ricostruisce tutta la vicenda, e mi soffermo molto velocemente su quello che è, invece, il quesito che l'interrogante pone.
Le ragioni per cui abbiamo dovuto fare una gara ponte sono semplicemente queste: la Direzione Patrimonio contava di utilizzare la procedura CONSIP per il rinnovo complessivo dell'appalto sulle pulizie dei palazzi e degli uffici della Regione a Torino. Quando si è resa conto che la procedura CONSIP non escludeva questo genere di affidamento, hanno avviato la procedura per una gara pubblica in questa direzione.
Purtroppo il contratto con l'ATI Meranese e Publistar scadeva alla fine di luglio di quest'anno. Non è stato possibile arrivare ad una proroga tecnica dell'appalto, perché la ATI precedente chiedeva una modifica delle condizioni contrattuali, sia in termini di riduzione del corrispettivo (cinque per cento) sia in termini di riduzione delle ore di lavoro (16 per cento). Ma al di là delle percentuali molto differenti tra di loro, quello che giuridicamente non era accettabile è che si potesse addivenire ad una proroga tecnica dell'appalto, modificandone le condizioni.
Hanno acconsentito, in prima battuta, a prolungare questo rapporto alle stesse condizioni fino alla fine di agosto e in una trattativa alla fine di agosto siamo riusciti a portarla al mese di settembre. Nel frattempo, è stata fatta una gara ponte per garantire questo servizio ad ottobre e novembre con l'obiettivo che dal 1° dicembre entri in rapporto l'impresa che si è aggiudicherà l'appalto.
Come garantire i lavoratori? Innanzitutto, nella gara che era stata bandita noi abbiamo elencato i 124 lavoratori che prestavano questo tipo di servizio nelle gare sulle imprese di pulizia. Quindi, abbiamo, di fatto messo a conoscenza tutti i partecipanti non solo il fatto che deve essere fatta valere la clausola sociale, ma anche i nominativi delle persone che avevano un rapporto di lavoro in funzione di un servizio nei confronti dell'Amministrazione.
La gara è stata bandita secondo il protocollo d'intesa definito con le organizzazioni sindacali; quindi, l'obbligo di applicazione del contratto nazionale di lavoro, di migliori condizioni, nonché l'obbligo di assorbimento del personale.
Rimaneva un problema posto dalle organizzazioni sindacali durante la fase della gara ponte che, per fortuna, l'esito della medesima gara ha risolto. Il problema era legato a una possibile interpretazione legata al fatto che, per far valere la clausola sociale, occorreva avere quattro mensilità di rapporto di lavoro all'interno dello stesso servizio.
Il rischio, dovendo fare una gara ponte per un importo sotto soglia altrimenti non eravamo nelle condizioni di poterlo garantire, era che, di fronte a una significativa riduzione delle ore di lavoro, questo determinasse come conseguenza l'assunzione non di 124 persone, ma di 70-80 persone, con il potenziale rischio - che noi ritenevamo parzialmente coperto dal fatto di aver messo il numero di persone nella gara principale che qualcuno potesse dire che un certo numero di lavoratori o lavoratrici non avevano i quattro mesi continuativi antecedenti alla scadenza del rapporto contrattuale.
Per fortuna, l'impresa che si è aggiudicata la gara ponte ha assorbito seppur con una riduzione significativa dell'orario di lavoro individuale la totalità dei dipendenti; quindi, questo rischio, dal nostro punto di vista, è scongiurato.
Rinnovo le scuse che ho già fatto più volte ai lavoratori e lavoratrici impiegati, perché l'Amministrazione non aveva l'obiettivo di risparmiare ma aveva l'obiettivo di far valere la clausola sociale e di tutelare il lavoro. È chiaro che, in questa fase di due mesi di gara ponte, c'è una riduzione di orario di lavoro per ciascun lavoratore che corrisponde purtroppo, anche ad una riduzione della retribuzione.
È un sacrificio che, però, vale due mesi, con le garanzie che poi da metà ottobre, quando verrà aggiudicato l'appalto principale, potranno essere riassunti, e le ore previste dalla gara in corso sull'appalto principale sono ore che sono in grado di garantire il numero dei lavoratori per le ore prestate dai lavoratori in precedenza.
Lascio un testo scritto con tutti gli elementi.


Argomento: Istituti Pubblici di Assistenza e beneficenza - II. PP. A. B.

Interrogazione a risposta immediata n. 1754 presentata da Porchietto inerente a "Aggiornamento in merito alla nuova legge sul riordino del sistema delle IPAB"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 1754.
La parola alla Consigliera Porchietto per l'illustrazione.



PORCHIETTO Claudia

Grazie, Presidente.
Vorrei dire poche parole e chiedere all'Assessore quest'informazione passando però da una riflessione che faccio ad alta voce.
Avete approvato il 27 luglio - e mantengo la mia linea critica rispetto al riordino così strutturato - questa nuova legge sul riordino. Sappiamo che la Giunta regionale, così come ha già dichiarato in quel frangente avrà tempo 180 giorni per portare a conoscenza dei regolamenti attuativi regolamenti attuativi che, ricordo, sono dei regolamenti comunque molto specifici, perché in molti punti della nuova normativa c'è un rimando sistematico a questi regolamenti e a delle volontà che la Giunta esprimerà all'interno di questi regolamenti.
Premesso che vi è una serie di strutture che stanno chiedendo impazientemente di sapere quale sarà un po' la loro sorte rispetto a quelli che saranno i regolamenti attuativi, e che pertanto stanno attendendo questi regolamenti e chiedono di poterlo fare in tempo celere, sperando che la Regione non si tenga proprio tutti i 180 giorni per definirli contestualmente, Assessore, le chiederei - sempre in questa riflessione che faccio - che all'interno della sua risposta ci sia un'ampia divagazione magari anche su alcuni dei temi che tocco adesso in premessa.
Credo che sia anche opportuno, da parte di tutti quanti noi, attendere comunque i regolamenti, perché in queste ultime settimane si stanno succedendo una serie di riunioni più o meno formali sui territori piemontesi, in cui esimi esponenti politici invitano caldamente le strutture a pensare a delle fusioni, a delle incorporazioni, prospettando anche magari lanci di anatemi da parte della Giunta qualora questi percorsi non si seguano.
In un contesto come questo, credo che tutto serva meno che una moral suasion politica, perché la materia è già molto difficile; credo che le strutture e i lavoratori all'interno delle strutture oggi siano molto, non dico preoccupati, ma perplessi rispetto a quello che potrà essere il futuro, soprattutto laddove abbiamo questa soglia di fatturato e di dimensioni che possono portare a scegliere se rimanere pubblico o privato o comunque che tipo di struttura giuridica privata darsi. Sapere che poi ulteriormente si spinge anche, da una parte o dall'altra, nel convincere qualcuno che è meglio una scelta anziché un'altra, tenendo conto della delicatezza di alcune situazioni.
Ricordo che molte di queste strutture si basano comunque su dei lasciti testamentari, ma lasciti che avevano una mission quando sono stati pubblicati e poi trasferiti alle proprietà immobiliari.
Allora, Assessore, le chiederei gentilmente, nel momento in cui lei esplicita quelle che saranno le tempistiche rispetto ai regolamenti, anche una posizione - poi valuti lei, ci mancherebbe - più o meno rigorosa rispetto alle interpretazioni politiche che si stanno dando sul territorio piemontese, da parte anche di colleghi.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Ferrari per la risposta.



FERRARI Augusto, Assessore alle politiche sociali, della famiglia e della casa

Grazie, Presidente.
Consigliera Porchietto, c'è una risposta scritta che poi le consegner ma vorrei concentrarmi proprio sui dati più politici, più sostanziali della sua interrogazione.
Io non posso dare conto delle voci incontrollate, delle posizioni e dei pensieri che ciascuno sviluppa nei propri territori: do conto delle cose che mi competono, sulle quali rimarrò intransigente.
In questi mesi successivi all'approvazione della legge sulle IPAB, ci sono tre questioni - tre - su cui dobbiamo prestare la massima attenzione e sulle quali ci stiamo organizzando e lavorando.
La prima questione è che, delle 112 IPAB coinvolte nel processo di riforma, a oggi, 64 non hanno la composizione dei Consigli di Amministrazione a norma, in relazione cioè a quanto prevede la legge del 2010 su come devono essere e su quanti devono essere i componenti dei CdA per avere la legittimità a deliberare. Allora, la prima cosa da fare - e l'abbiamo cominciata a fare dal mese di agosto - è sanare questa situazione: stiamo nominando gradualmente Commissari in ciascuna di queste IPAB con un compito unico, quello di sistemare lo Statuto e di definire la composizione dei CdA in base alla legge, in modo tale che possano essere nella piena legittimità a deliberare per la trasformazione.
Questo è il primo elemento. Abbiamo cominciato a nominare i primi 25 Commissari lunedì.
Il secondo elemento è il lavoro sulla delibera quadro regolamentativa della procedura. Con gli Uffici del mio Assessorato abbiamo fissato la tempistica prima del mese di agosto, appena dopo l'approvazione della legge, perché questa è un'operazione non semplice da fare. Io capisco che non si debba perdere tempo, ma nello stesso tempo bisogna fare in modo che quell'atto sia fatto bene, per evitare che poi ci siano cose poco chiare, incomprensioni e via dicendo. Quindi bisogna fare un lavoro ben fatto, perché è un processo che va gestito in modo assolutamente adeguato.
Noi dobbiamo arrivare a quest'operazione entro la fine di gennaio e i primi giorni di febbraio, grossomodo; abbiamo il dovere di passare in Commissione, perché quella delibera ha bisogno del previo parere della Commissione competente, quindi vuol dire che il nostro intendimento è quello di arrivare in Commissione prima della fine dell'anno, magari anche prima di Natale se fosse possibile, in modo tale che ci possa essere il tempo anche per fare più di una riunione della Commissione, perché è un atto - a nostro avviso e a vostro avviso, credo - molto importante, che ha bisogno di approfondimento e di confronto.
Bisogna allora fare in modo che gli Uffici predispongano, nel corso del mese di ottobre, la bozza di quell'atto e quindi, tra la fine di ottobre e Natale (fine di ottobre, inizio novembre e Natale), noi abbiamo il tempo anche per sviluppare un confronto con i territori, per cui cercheremo di sviluppare un confronto su quel fronte insieme alle strutture che ovviamente raggrupperemo per quadrante (non potremo farle una ad una) e con i sindacati, per poi arrivare in Commissione e poi fare l'atto di Giunta.
Questa è un po' la tempistica che abbiamo disegnato.
Terzo elemento. Richiamavo prima i sindacati per dire che il terzo elemento è quello relativo all'attuazione di quanto previsto dall'articolo sul personale, soprattutto per quei lavoratori che, a oggi, sono con un contratto di pubblico impiego e poi, nel momento in cui diventano una realtà di diritto privato, entrano in una conformazione di diverso tipo. E noi ci siamo impegnati ad accompagnare questo processo in un tempo anche sufficientemente lungo, quindi nei prossimi giorni convocheremo il primo tavolo di lavoro con i sindacati per affrontare soprattutto la mappatura dell'attuale situazione.
Abbiamo dovuto aspettare questo mese perché stiamo raccogliendo dati struttura per struttura sul personale, distinguendo quello dipendente dalle IPAB e quello dipendente dalle cooperative che gestiscono i servizi delle IPAB, per vedere poi se all'interno di questo quadro c'è un numero rilevante di persone già a ridosso della pensione, e quindi avremo un certo tipo di accompagnamento, e quelle che invece sono in condizione di diverso tipo.
Queste sono le tre cose su cui stiamo lavorando, il resto lo lascio al libero arbitrio, però questo è il percorso che stiamo cercando di fare, e visto che la legge dà alla Giunta il compito di fare questo percorso cercheremo di farlo nel modo migliore possibile.


Argomento: Commercio - Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione a risposta immediata n. 1757 presentata da Motta, inerente a "Promozione delle eccellenze eno-gastronomiche piemontesi" (risposta scritta)


PRESIDENTE

L'interrogazione a risposta immediata n. 1757 "Promozione delle eccellenze eno-gastronomiche piemontesi" è presentata dalla sottoscritta Consigliera Motta.
All'Assessore Ferrari, al posto dell'Assessora Parigi, chiedo risposta scritta.
Grazie.


Argomento: Rapporti delle Regioni con l'ordinamento comunitario - Interventi per calamita' naturali

Interrogazione a risposta immediata n. 1753 presentata da Graglia, inerente a "Coperture assicurative delle produzioni agricole contro le calamità naturali"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 1753.
Chiedo ai colleghi di fare silenzio: si fa fatica a seguire i lavori.
La parola al Consigliere Graglia per l'illustrazione.



GRAGLIA Franco

Grazie, Presidente.
Ne ho già parlato con l'Assessore e dunque sarò molto breve, ma voglio solo richiamare alcuni dati perché sono importanti. Parliamo di coperture assicurative delle produzioni agricole contro le calamità naturali: nell'anno in corso sono stati registrati danni stimati in due miliardi di euro ma, a oggi, non si riesce ad ottenere ancora l'integrale pagamento delle precedenti annualità, già previste nel Piano di Sviluppo Rurale nazionale.
Evidenzio anche che dei 250 milioni stanziati per questo scopo nel 2015, con risorse europee, ne sono arrivati concretamente alle imprese meno del 50 per cento. Nulla è stato erogato nel 2016 e nel 2017.
I Consorzi di difesa, invece, hanno già pagato alle compagnie di assicurazione premi per oltre 800 milioni di euro, anticipando, attraverso ricorso a finanziamenti bancari a tasso di mercato, oltre 500 milioni di contributi pubblici, e ora sono chiamati a pagare i premi per il 2017.
Questi impegni finanziari pesantissimi, già assunti, rischiano di compromettere il funzionamento di questo sistema che funziona dal 1970.
Proprio per evitare di chiedere agli agricoltori di restituire quanto anticipato dai Consorzi di difesa, prima che loro possano incassare contributi pregressi dall'inizio di questa grave crisi dovuta alle calamità verificatesi, chiedo all'Assessore di sapere quali interventi si intendano adottare, in termini concreti e decisivi, per scongiurare il grave allarme sociale che si creerebbe dal perdurare di questa situazione a danno del sistema economico generale e della stessa immagine della pubblica amministrazione.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Ferrero per la risposta.



FERRERO Giorgio, Assessore all'agricoltura

Grazie, Consigliere Graglia.
Poi le lascio una nota scritta, ma - come lei sa - questa non è una competenza che abbiamo noi. Proprio ieri, però, c'è stato un incontro con tutti i Consorzi piemontesi che operano contro le calamità atmosferiche e abbiamo rinnovato il nostro impegno verso il Ministero, affinché si risolvano le questioni ostative.
Tra l'altro, in questi giorni, c'è un'indagine conoscitiva sull'assicurazione contro le avversità atmosferiche che la Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati ha messo in atto. Quindi, ha messo in audizione tutto il sistema dei Consorzi, le Regioni, dove noi partecipiamo tramite le commissioni di politiche agricole con i nostri rappresentanti, e abbiamo fatto un documento.
Non dico cose che lei non conosce già, ma questo sistema assicurativo comunque poggia su due pilastri: uno è un Piano di sviluppo nazionale quindi sono soldi nazionali ed europei; l'altro è l'OCM vino per quanto riguarda le produzioni viticole. È dunque una novità rispetto al passato.
Mi permetto solo di dire che noi quello che potevamo fare in questo campo abbiamo cercato di farlo: abbiamo messo 200 mila euro a disposizione per i Consorzi che dovevano approvvigionarsi con il settore bancario, di finanziamenti per anticipazioni. Quindi, abbiamo provveduto a mettere un plafond complessivo di 200 mila euro, che abbattono il due per cento su un plafond di dieci milioni di euro.
Naturalmente, i dati che ha letto lei sono dati nazionali; a livello regionale sono molto più contenuti ed alcuni Consorzi hanno già provveduto non a un'anticipazione loro, ma attraverso i soci.


Argomento: Rapporti delle Regioni con l'ordinamento internazionale extra-comunitario - Norme generali sull'agricoltura

Interrogazione a risposta immediata n. 1758 presentata da Andrissi inerente a "Errore del Governo sulle indicazioni in etichetta dell'origine dei prodotti agricoli come il grano duro e il riso"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 1758.
La parola al Consigliere Andrissi per l'illustrazione.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Siamo rimasti un po' allibiti e sconcertati perché il Ministro Martina ha scelto di non rispettare le tempistiche previste dalla Direttiva 2015/1535, che prevede un'informativa da parte di un Governo, in modo tale che tutti gli altri Stati dell'Europa siano avvisati che si vuole modificare quegli obblighi che devono entrare in etichetta. Ci riferiamo all'obbligo di indicare l'origine della coltivazione del riso, in modo particolare, che era una speranza importante per i coltivatori di riso novaresi, vercellesi e biellesi.
Il Ministro ha scelto di mettere - l'Assessore ci deve spiegare questa scelta di campo - in forte dubbio quest'importante risultato per i risicoltori. La scelta di non rispettare le tempistiche, come dice l'articolo 6, era previsto un periodo di tre mesi prima che il decreto dovesse essere pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale. Questo ci pone di fronte ad una possibile infrazione e ci pone di fronte ad una possibile impugnazione della proposta di inserimento. Tra l'altro, ci impone anche un passo accelerato verso un'etichetta trasparente piemontese.
Se vogliamo riconoscere l'importanza, io andrei oltre della semplice origine della coltivazione del riso, ma questo sarebbe un piccolo passo che, sicuramente, per quelle produzioni di grandissima qualità - mi riferisco al riso coltivato senza l'utilizzo di sostanze chimiche - non è sufficiente. Ovviamente, in questi casi, si vuole tutt'altro e molto di più.
Chiedo all'Assessore, essendo l'etichetta d'origine dei prodotti agricoli come il riso un fondamentale aiuto all'agricoltura italiana e a tutta la cittadinanza per una scelta e consumo consapevole dei prodotti acquistati, quali azioni la Giunta regionale intende intraprendere nei confronti del Governo, considerato anche l'ordine del giorno che abbiamo approvato all'unanimità in Consiglio regionale.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Ferrero per la risposta.



FERRERO Giorgio, Assessore all'agricoltura

Grazie, Consigliere Andrissi; grazie, Presidente.
La risposta scritta che le fornirò sarà un po' stringata, mi permetto a parole di dare una risposta più esaustiva Ho dovuto scrivere che questa, non essendo una competenza della Regione, ci veniva un po' difficile rispondere cosa ha fatto il Governo. In realtà, noi abbiamo più volte dialogato con il Ministero su questo provvedimento che riteniamo fondamentale, come ha detto lei, per il futuro del settore risicolo.
In un momento di crisi gravissima del settore del riso, il Ministero ha ritenuto di procedere in modo consapevole con un provvedimento urgente che rischia una sanzione da parte della Commissione europea, del Governo dell'Unione Europea. Questo lo ha fatto perché c'è un tema aperto di inapplicazione del Regolamento europeo sull'etichettatura, il cui numero che non ricordo a memoria, ma che è del 2011 - ha bisogno di avere la piena ed effettiva applicazione. Se si aprirà una procedura di infrazione, se questo servirà a mettere in atto una discussione che sia nel merito di quanto bisogna fare, cioè quanto il Parlamento europeo, si è impegnato a fare con un regolamento, credo che sia l'occasione giusta per porre il tema delle etichettatura a livello europeo.
Le ricordo che il riso, che oggi abbiamo in provvedimento di etichettatura a partire da febbraio, ha una commercializzazione dove l'etichettatura è efficace, cioè sul territorio nazionale, grossomodo del 20 per cento. Noi abbiamo bisogno, perché produca veramente effetti, che questa etichettatura valga su tutto il sistema europeo. Così come ha detto il Ministro in occasione del recente incontro a Bra alla manifestazione Cheese, è stata una scelta consapevole, che è anche un atto politico che vuole porre questo tema anche a livello europeo.


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta")

Interrogazione a risposta immediata n. 1751 presentata da Grimaldi inerente a "Dimissioni del Signor., anziano non autosufficiente"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 1751.
La parola al Consigliere Grimaldi per l'illustrazione.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Dal 6 settembre 2012 il signor "X", residente a Grugliasco, è conosciuto dall'Unità di valutazione geriatria del Distretto dell'Area metropolitana Centro, poiché la Commissione ha espresso parere favorevole a un progetto semiresidenziale. In convenzione, così come succede, con l'ASL TO3, il signor "X" ha così iniziato la frequenza presso il Centro "Y" (anche questo lasciamolo anonimo, a questo punto), a seguito di un accesso al Pronto Soccorso dell'Ospedale Mauriziano: è stato ricoverato e successivamente trasferito presso questa Casa di cura, in regime di CAVS a indirizzo neuropsichiatrico. Poco prima del ricovero, è pervenuta all'UVG una nuova richiesta di valutazione da parte del figlio e in data 27 aprile la Commissione ha espresso parere favorevole a un progetto residenziale con grado di priorità non urgente. Il 5 maggio, a seguito di ulteriori comunicazioni da parte del figlio e di approfondimenti sociali, la Commissione ha attribuito invece al ricovero in strutture RSA il carattere di urgenza.
In base alla DGR del 25 giugno 2013, i progetti ai quali è stato riconosciuto un grado di priorità urgente devono trovare risposta attuativa entro 90 giorni dalla valutazione. La struttura, tuttavia, ha comunicato ai congiunti del signor "X" e di altri anziani malati cronici non autosufficienti ivi ricoverati che le relative istanze "non possono essere prese in carico dalla scrivente Società in qualità di gestore", in quanto quest'ultima non dispone di alcun potere decisionale in tal senso, e che dopo la durata massima di 30 giorni, prorogabili una volta sola, la competenza e la responsabilità per la gestione del paziente e del relativo progetto terapeutico torna in capo alle ASL.
Cosa succede? La faccio breve. Le associazioni in difesa dei malati non autosufficienti e dei loro familiari hanno dunque inviato alla Direzione della casa di cura summenzionata (ma non possiamo citarla) delle raccomandate di opposizione alle dimissioni. Salvo i casi di effettiva emergenza, la casa di cura (che ha risposto) e le altre analoghe strutture non dovrebbero infatti trasferire l'infermo non autosufficiente necessitante appunto di indifferibili prestazioni sanitarie, al pronto soccorso. Occorre invece, nel corretto rispetto delle necessità degli infermi, che i necessari trasferimenti vengano ovviamente concordati per la cosiddetta continuità terapeutica. La Direzione ha però respinto le richieste, precisando che i sanitari della casa di cura avrebbe gestito la fase di dimissioni secondo le normative.
Insomma, come ribadito dal Consiglio dell'Ordine dei Medici, gli anziani malati cronici non autosufficienti e le persone colpite da demenza senile sono soggetti afflitti da gravi patologie che hanno avuto appunto come esito la devastante compromissione della loro autosufficienza per sempre; e pertanto hanno in tutti i casi esigenze sanitarie e socio sanitarie indifferibili in relazione al quadro clinico e patologico.
Cosa diciamo? In Piemonte, nel 2015, erano 32.000 gli anziani malati cronici non autosufficienti posti in lista d'attesa, cioè non presi in carico dal Servizio Sanitario Regionale per le opportune cure in relazione alla loro situazione, di cui hanno necessità immediata. Chiediamo dunque alla Giunta se intende predisporre urgenti provvedimenti per assicurare concretamente, agli anziani malati cronici non autosufficienti, le necessarie prestazioni sanitarie e socio-sanitarie indifferibili e l'abbattimento di queste liste d'attesa riguardanti, appunto, le prestazioni domiciliari residenziali e operando il riconoscimento effettivo dell'assoluta priorità degli interventi socio-sanitari domiciliari, anche attivandoli senza condizionamenti di accesso alle prestazioni legate alle valutazioni UVG.
Spero che il caso sia chiaro, ma volevo che diventasse emblematico per il punto.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Grimaldi.
Per la Giunta regionale, risponde l'Assessore Saitta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Allora, il Consigliere Grimaldi ha parlato del signor (puntini puntini); io adopero l'espressione "CC", ma è la stessa cosa. Fornir quindi qualche informazione relativamente a questo caso - di cui non conosciamo bene gli elementi anagrafici - e poi evidentemente darò qualche risposta sulla parte conclusiva, soltanto per ricostruire bene le cose.
Ho chiesto informazioni, naturalmente, ha chi ha la responsabilità di questo caso a livello locale e l'iter descritto è quello che il Consigliere Grimaldi poco fa ha fornito, con qualche precisazione. Il figlio del signor CC è stato costantemente in contatto con l'UVG e con la Direzione distrettuale del Distretto Area metropolitana Centro nel corso di tutto l'iter conseguito alla situazione di acuzie del padre, al successivo ricovero presso "Villa Turina", alla rivalutazione del genitore, alla dimissione dal Pronto Soccorso e al definitivo inserimento in struttura residenziale.
Il figlio del signor CC ha informato degli spostamenti del padre il Distretto, che l'ha così potuto affiancare. Il signor CC è stato pertanto seguito dagli operatori dell'UVG e del Nucleo distrettuale di continuità assistenziale in tutte le sue fasi. Tutti i termini previsti dalla normativa sono stati rispettati. Il signor CC è stato inserito in RSA in convenzione nel mese di agosto, presso l'RSA "Sant'Anna" di Pianezza all'atto di dimissioni dal reparto di Medicina dell'Ospedale di Rivoli. In data 23 agosto il figlio ha scritto una e-mail di ringraziamento, di cui si riporta il contenuto testuale, a tutta la Commissione UVG, alla dottoressa XX, al dottor XX e ai suoi stretti collaboratori "per il supporto e la disponibilità che ci avete dedicato in questo delicato passaggio in RSA".
L'e-mail, opportunamente trattata per i doveri di privacy, è a disposizione del Consiglio regionale. In data 28 agosto, al rientro dalle ferie, il Direttore del Distretto ha risposto al ringraziamento del figlio del signor CC.
Relativamente al mancato rispetto dell'opposizione alle dimissioni da parte di "Villa Turina", resta dunque da interrogarsi - e in questo non posso che concordare - sull'efficacia e l'adeguatezza di questo strumento in tale circostanza, oltre che sulla sua autorità, visto che il cittadino ha comunque ottenuto con i mezzi normali l'intervento a cui aveva diritto.
Mi riferiscono - peraltro, questa non va sottaciuto - della piena adeguatezza dimostrata dal Servizio Sanitario Nazionale, tale da suscitare i complimenti del cittadino e da dimostrare che non sono risultati necessari - almeno in questa circostanza - nuovi provvedimenti per assicurare concretamente agli anziani malati cronici e non autosufficienti le necessarie prestazioni sanitarie e socio-sanitarie indifferibili e l'abbattimento delle liste d'attesa. Questo è quello che mi è stato riferito a completamento del caso, e cioè che il sistema sanitario ha svolto bene - e di questo sono contento - la sua attività.
Dopodiché, mi pare che il quesito riguardi un tema più generale, che è politico. Allora, per quanto riguarda questo tema, che non è certamente nuovo, ma che è stato oggetto di diverse attenzioni da parte del Consiglio sono in grado di confermare qui ciò che abbiamo avuto modo di dire in altre situazioni.
Insieme al collega Ferrari, stiamo predisponendo delle proposte, parte delle quali troveranno applicazione nel Piano della cronicità regionale.
Stiamo preparando delle risposte, cui seguiranno ovviamente dei provvedimenti che troveranno attuazione non prima del 2018 perché, per forza di cose, non possono che essere compatibili con le norme e con i vincoli. Però il punto di partenza è il Piano della cronicità, al quale abbiamo deciso di assegnare un ruolo diverso e che avrà una modalità diversa di approccio rispetto a quella, pere esempio, utilizzata e attuata dalla vicina Regione Lombardia. Noi, quindi, immaginiamo - speriamo entro ottobre, massimo primi di novembre - una grande iniziativa sulla proposta di Piano della cronicità, con il coinvolgimento di tutti i soggetti interessati - non soltanto i medici, quindi, ma evidentemente anche il mondo associativo - in modo da arrivare alla costruzione di un Piano della cronicità in tutte le sue diverse articolazioni, che sia il più condiviso possibile. E questo ci permetterà anche di costruire i provvedimenti necessari per trovargli attuazione.
I rilievi che sono stati fatti, dunque, ci sono noti. Siamo nella fase di costruzione di una proposta che vogliamo predisporre con tutti gli attori interessati al tema.


Argomento: Fondi sanitari

Interrogazione a risposta immediata n. 1760 presentata da Bono, inerente a "I bilanci delle Aziende sanitarie regionali dopo un 2016 in pareggio tornano in rosso?"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori, esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 1760, per l'illustrazione della quale ha la parola il Consigliere Bono.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Come da titolo stesso, l'interrogazione è una domanda, nel senso che noi non siamo a conoscenza, come Consiglio regionale e come Consiglieri dei conti e dei bilanci previsionali delle Aziende Sanitarie Regionali del 2017 e abbiamo quindi grandi difficoltà a comprendere quale sia la situazione della sanità regionale dopo l'uscita dal Piano di rientro. Non che prima avessimo chiara e precisa contezza della situazione: sapevamo però che c'era un controllo molto stretto e stringente da parte del Ministero della Salute e del MEF e quindi paradossalmente, anche se poi era stata completamente tolta ogni discrezionalità alla Giunta regionale e al Consiglio regionale per intervenire nel merito della programmazione sanitaria regionale. Almeno eravamo in un quadro abbastanza delineato e definito.
Oggi che siamo usciti dal Piano di rientro non abbiamo più contezza della situazione dei bilanci delle ASL, ma abbiamo appreso da alcuni articoli di giornale - fonti a noi sconosciute - che ci sarebbero non soltanto i conti delle Aziende Sanitarie Regionali che virano dal verde (cioè dal positivo) al rosso (cioè al negativo), ma che ci sarebbe anche un problema consistente in un'Azienda sanitaria (l'ex ASL TO1), che potrebbe addirittura configurare l'ipotesi di un secondo piano di rientro in una seconda Azienda sanitaria della Regione (dopo l'Azienda ospedaliera universitaria "Città della salute e della scienza di Torino"), sollevando anche alcune perplessità per il fatto che questa ASL si è fusa con l'ASL TO2 di Torino, nell'unica ASL della Città. Anche a questo proposito quindi, vorremmo comprendere un po' meglio quali sono le conseguenze in relazione a questa ipotetica - ripeto: ipotetica - situazione.
Chiederemmo dunque all'Assessore di darci una risposta oggi e poi invitiamo ad arrivare il prima possibile in Commissione sanità. So che si stanno già accumulando, in IV Commissione, tutta una serie di richieste per cui noi continueremo a richiedere, magari, l'intensificazione delle sedute, per esempio con una seconda giornata settimanale della IV Commissione. Domandiamo però in ogni caso che si ritorni a consegnare i previsionali e i quadrimestrali dei bilanci delle ASL, così qualcuno li studierà e qualcun altro non li studierà; però almeno anche lei, Assessore potrà dire: "Non è più responsabilità mia; io ve li ho consegnati.
Studiatevi i documenti, chiedete agli Uffici".
E valutiamo magari insieme qual è lo stato reale dei conti delle ASL regionali; se no, continueremo ovviamente ad avanzare critiche e contestazioni e a fare interrogazioni.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Bono.
Per la Giunta regionale, risponde l'Assessore Saitta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Concordo con il collega Bono che, facendo riferimento ad alcune informazioni fornite dagli organi di stampa, parla di "fonti sconosciute": su questo, quindi, concordo e aggiungo anche "disinformate".
Io credo che noi, che abbiamo un compito di occuparci anche di questa materia, siamo tutti quanti in grado di dire quali sono gli elementi che non corrispondono alla normativa. In ogni modo, io tento di farlo.
Allora, comincio con questo riferimento che è proprio infondato completamente infondato - e che anche il collega, oltre agli organi di informazione, riferisce, per il quale i parametri fissati dalla legge di bilancio 2016 pare "porteranno anche l'ASL TO1 a dover estendere un piano di efficientamento al pari di quanto già fatto all'Azienda ospedaliera 'Città della salute' di Torino". Questa è una cosa inesistente per i motivi che ho detto prima, ma anche perché la legge di bilancio che è stata richiamata (la legge 28 dicembre 2015, n. 208, il collega potrà vederlo e mi sento qui di suggerire questa lettura), ai commi 524, 525, 528, 529 e 530 dell'articolo 1, prevedeva che il cosiddetto Piano di rientro (come si chiamava prima) o Piano di efficientamento (poi) riguardasse esclusivamente le Aziende ospedaliere. Qui siamo di fronte a un altro caso, perché non mi pare che l'Azienda Città di Torino sia un'Azienda ospedaliera. La prescrizione riguarda soltanto le Aziende ospedaliere e soltanto quelle (mi pare le famose 50) che erano state elencate. Dal punto di vista normativo quindi, non siamo in questa fattispecie.
Dal punto di vista sostanziale, invece, credo sia utile anche in questo caso avere un'altra informazione. Le attività di controllo sui bilanci di tutte le Regioni - Piano di rientro o meno - continuano; nel senso che anche la Lombardia, in modo periodico, viene convocata dal MEF per l'andamento della situazione economica e finanziaria. La Regione Piemonte è stata di nuovo oggetto di verifiche, mi pare alla fine di agosto: quindi si è usciti dal Piano di rientro, ma poi si continua a essere controllati come tutti; e questa verifica è avvenuta. Le informazioni fornite in relazione a presunti disavanzi dell'Azienda sanitaria sono delle notizie che non reggono, sulla base di questa verifica che è stata fatta.
Sicuramente, dunque, forniremo tutti gli elementi che saranno necessari. Però la modalità che stiamo adottando è un po' diversa rispetto a quelle del passato, nel senso che le risorse sono risorse date e gli obiettivi sono assegnati ai Direttori in relazione all'efficientamento. È chiaro - ripeto una cosa che abbiamo detto anche in diverse occasioni - che l'uscita dal Piano di rientro non vuol dire che è stata fermata l'azione di efficientamento, soprattutto per il fatto che le risorse sono sostanzialmente identiche a prima e quindi il lavoro di ottimizzazione soprattutto sul piano gestionale e non solo, deve continuare.
Ai Direttori abbiamo assegnato degli obiettivi di efficientamento, per cui l'azione di governo che esercitiamo per quanto riguarda questo aspetto di carattere economico-finanziario, ma anche di carattere sanitario, viene fatta in modo periodico e in modo strutturato da parte degli Uffici dell'Assessorato, chiamando tutti i Direttori generali con i Direttori amministrativi per verificare puntualmente l'andamento della situazione. E quindi, al di là di alcuni atti che normalmente vengono forniti, saremo nelle condizioni prossimamente, completato il lavoro non soltanto di ascolto ma di verifica, di dare i dati puntuali e quindi anche nella possibilità di organizzare in Commissione un'occasione per discutere del dato con una certa precisione.
Mi pare che ci sia un grande allarmismo.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione a risposta immediata n. 1755 presentata da Boeti, inerente a "Licenziata per giocattolo preso dalla spazzatura"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 1755, per l'illustrazione della quale ha la parola il Vicepresidente Boeti, che interviene in qualità di Consigliere.



BOETI Antonino

Grazie, Presidente.
Si tratta di una questione nota, ripresa dai giornali e dalle televisioni. Devo dire che risale al mese di luglio, anche se se ne sta discutendo in questi giorni.
L'argomento riguarda una dipendente della Multiservizi del CDU, che è stata licenziata - sembra - per essersi appropriata di un monopattino che avrebbe regalato a uno dei suoi figli. La dipendente è una signora separata dal marito e che ha tre bambini, quindi ha ritenuto evidentemente che quel piccolo regalo potesse far piacere ai suoi figli. E sarebbe stata licenziata per questa ragione.
Bisogna dire che il regolamento del CDU non prevede il fatto che i dipendenti possano appropriarsi di oggetti, in qualunque posto questi oggetti siano stati rinvenuti.
L'Amministratore delegato del CDU, che mi pare sia stato intervistato da un programma televisivo, avrebbe dichiarato che in passato la dipendente sarebbe incorsa più volte in medesimi errori.
Ecco, io credo sia difficile pensare che si possa licenziare una persona perché si è appropriata di un monopattino. Se nella storia lavorativa di questa dipendente c'erano prima questioni più importanti che giustificassero un licenziamento, bisognava adottarli nel momento in cui queste si sono verificate. Quindi, si tratta di una questione, diciamo abbastanza oscura, nel senso che bisognerà aspettare che la Multiservizi del CDU spieghi come effettivamente siano andate le cose.
Certo che, come tutte le cause di lavoro, è una questione che sarà sottoposta al Tribunale del Lavoro, che stabilirà se questa signora deve essere riammessa o meno, ma credo che il Consiglio regionale non possa restare silente rispetto a un provvedimento che, sembra - bisognerà vedere come stanno le cose - sproporzionato rispetto a quanto avrebbe commesso la dipendente in quest'occasione.
Quello che chiedo all'Assessore è di verificare con la Multiservizi del CDU come stanno le cose in maniera che anche i Consiglieri regionali ne vengano a conoscenza.



PRESIDENTE

Grazie, collega Boeti.
La parola all'Assessore Pentenero per la risposta.



PENTENERO Giovanna, Assessora al lavoro

Grazie, Presidente.
In merito alla questione evidenziata dal Vicepresidente Boeti, appresa la notizia dagli organi di stampa, ho sentito direttamente il Consorzio "Datore di lavoro" e abbiamo chiesto una relazione scritta per poter comprendere esattamente come stanno le cose.
Spero che la motivazione del licenziamento non sia quella che abbiamo letto sugli organi di stampa. Spero, o comunque, mi auguro che le motivazioni siano circostanziate, sostanziali, precise e puntuali.
Attendo la relazione e, fino a quel momento, credo sia necessario anche usare tutta la delicatezza del caso, trattandosi, appunto, di una situazione molto particolare, quindi credo sia necessario, con grande senso di responsabilità anche da parte nostra, usare tutta la delicatezza del caso e attendere un esito dell'istruttoria. Credo ci siano anche ulteriori indagini che intorno alla questione si siano sviluppate, quindi credo convenga attendere i risultati, ma soprattutto capire dalla relazione, che in questi giorni mi sarà inviata dal Presidente, quali sono le motivazioni e che cosa è successo in questo frangente.
Lo dico per vie brevi: sembra che la questione abbia una tempistica un po' diversa rispetto a quella che abbiamo letto sui giornali, ma sono fonti informali e assolutamente non precise. Pertanto, ovviamente, attendo la relazione del Presidente e intorno alla questione chiederei un po' di attenzione da parte di tutti quanti.


Argomento: Strutture ricettive (albergh., extra-albergh., campeggi e villaggi, classif., vincolo) e strutture e impianti turist.

Interrogazione a risposta immediata n. 1752 presentata da Ruffino, inerente a "Bokki Camping di Bardonecchia"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori, esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 1752.
La parola alla Vicepresidente Ruffino, che interviene in qualità di Consigliera per l'illustrazione.



RUFFINO Daniela

Grazie, Presidente.
Abbiamo letto, e credo che ne siamo tutti a conoscenza, della vicenda del Bokki di Bardonecchia. C'è stata una sentenza definitiva del TAR, che ha ordinato la restituzione al Comune del campeggio, che però è senza gestore e per questa ragione è a rischio chiusura.
Nelle intenzioni del Sindaco è evidente la volontà di individuare ogni possibile soluzione per mantenere l'apertura del campeggio, attraverso anche una nuova gara di appalto.
La mia interrogazione è volta a conoscere quale sia lo stato della procedura per la parte di competenza regionale.
Il Bokki, sicuramente, ha una grande valenza turistica e credo sia interesse di tutti dare ogni contributo possibile per essere pronti a una stagione turistica invernale che speriamo positiva.
Per quanto mi riguarda, c'è un contatto diffuso con molti campeggiatori che hanno bisogno di informazioni, anche per gli investimenti che dovranno fare sulle strutture all'interno del campeggio, proprio per affrontare l'inverno.



PRESIDENTE

Grazie, collega Ruffino.
La parola all'Assessora Pentenero per la risposta.



PENTENERO Giovanna, Assessora regionale

Grazie, Presidente.
Rispondo a nome del collega Balocco, che riferisce che in merito all'interrogazione e alla richiesta della Consigliera Ruffino, dal Comune di Bardonecchia, ai fini del rilascio della concessione demaniale per l'uso di un terreno da mantenere a campeggio e per l'uso di due ponticelli, la cui richiesta è pervenuta agli Uffici il 22 febbraio 2017. Lo stesso Ufficio in data 2 maggio 2017 chiedeva al Comune di Bardonecchia atti integrativi, che sono pervenuti in data 16 agosto 2017.
Allo stato odierno, per la pratica, si sta lavorando per la definizione complessiva della pratica stessa che, con riguardo all'esame tecnico, si ritiene di concludere entro il 10 ottobre; mentre per il rilascio della concessione si evidenzia la seguente problematica, già peraltro rilevata in sede di sopralluogo congiunto con il Comune di Bardonecchia: la concessione che potrà essere rilasciata per il 16 ottobre 2017 sarà ovviamente finalizzata a uso campeggio, così come richiesto dal Comune di Bardonecchia e previsto nella destinazione d'uso del PRG comunale autorizzato.
Nella nota seguono i dettagli riguardo gli aspetti più tecnici sia del PRG, sia dello stato di avanzamento della pratica inoltrata presso gli Uffici della Regione, quindi si immagina che entro la metà di ottobre il procedimento possa essere chiuso.



PRESIDENTE

Grazie, Assessora Pentenero.



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata.



(Alle ore 15.52 la Presidente dichiara esaurita la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata)



(La seduta ha inizio alle ore 15.55)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAUS



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo Balocco, Batzella, Campo, Cerutti, Ferrentino Ferrero e Gancia.
Non è presente l'Assessora Parigi.


Argomento: Ordinamento regionale

Esame disegno di legge n. 253, inerente a "Legge annuale di riordino dell'ordinamento regionale. Anno 2017"


PRESIDENTE

Proseguiamo l'esame del disegno di legge n. 253, inerente a "Legge annuale di riordino dell'ordinamento regionale. Anno 2017", di cui al punto 7) all'o.d.g.
Nella seduta antimeridiana è iniziato l'esame del provvedimento; la relazione di maggioranza è stata svolta dal Consigliere Rossi e le Consigliere Frediani e Ruffino hanno svolto le relazioni di minoranza.
In sede di discussione generale sono intervenuti i Consiglieri Vignale Bertola, Bono, Valetti, Mighetti e Andrissi.
La parola alla Consigliera Frediani.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
In riferimento a quanto anticipato questa mattina dal Consigliere Mighetti, cioè al fatto che ci siano degli emendamenti nuovi depositati dalla Giunta e che ce ne siano abbastanza (trenta, se non sbaglio) chiederei se fosse possibile convocare una I Commissione per illustrare questi emendamenti, altrimenti rischiamo di trovarci ad affrontare temi così al volo. Chiederemmo quindi di poterli valutare meglio.



PRESIDENTE

Gli emendamenti non prevedono aumenti di spesa: non c'è l'obbligo di veicolarli in I Commissione.



FREDIANI Francesca

È vero che non c'è obbligo, ma prevedono - immagino - delle modifiche su qualcosa.



PRESIDENTE

Interpreto la coscienza della Giunta che ha pesato e soppesato con una giusta dose di pragmatismo tutti gli interessi compresenti nella vicenda e ha pensato di trasferire la questione nell'aspirazione al giusto epilogo.



FREDIANI Francesca

Chiediamo una cortesia, in modo da poter rispondere con altrettanta cortesia.
Non so se mi spiego.



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente Reschigna.



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale

Scusate, ma non credo sia un problema di cortesia.
La maggior parte degli emendamenti li ho già illustrati in sede di I Commissione, annunciando l'attività emendativa che sarebbe stata messa in atto.
Dopodiché, il Regolamento, prevede che la Giunta debba illustrare ciascun emendamento. Il Consiglio regionale ha tutto il tempo per esaminarli e discuterli.
Voglio ricordare, peraltro, che ho assunto l'impegno di depositare gli emendamenti della Giunta nella giornata di martedì della settimana scorsa.
Io, a mezzogiorno di martedì della settimana scorsa ho depositato gli emendamenti, tranne uno. Abbiamo riunito la I Commissione e nessuno mi ha posto questo tema.
Ritengo perlomeno sui generis una richiesta così, come quella che è stata presentata.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ottria.



OTTRIA Domenico

Grazie, Presidente.
In realtà, volevo intervenire sull'emendamento che ho presentato, ma essendo un emendamento dal forte significato politico, intervengo adesso in discussione generale.
L'Omnibus tocca tanti temi riguardanti le politiche regionali. A me, in particolare, ha colpito quello sul commercio, in particolare sulla liberalizzazione degli orari del commercio in sede fissa, rispetto ai quali ho qualche perplessità, anzi - diciamo - una certa contrarietà.
È vero che l'articolo 28 recepisce una normativa nazionale, formulata mi pare - dal Governo Monti. Questo non toglie, però, che la questione meriti una discussione più politica e più generale. E, come nell'emendamento che ho proposto - se possibile - anche una presa di posizione politica, appunto, su questo tema.
Credo sia evidente a tutti che questo articolo non rappresenta solo una questione tecnica, ma tocca dei punti fondamentali per una politica almeno come la intendo io - in senso progressista. E, cioè, la politica dell'attenzione ai piccoli capitali, alle piccole realtà, ai piccoli lavoratori indipendenti, autonomi, e a quelli dipendenti, anche, delle grandi aziende, quelli della grande distribuzione.
In generale, qui il tema è lo squilibrio davvero molto marcato tra posizioni di forza che sono imparagonabili. E il compito della politica secondo me, è, come sempre, quello di trovare un giusto equilibrio tra questi.
Chiunque faccia un giro nei centri cittadini del Piemonte non può fare a meno di notare come i locali destinati ai piccoli esercenti e ai piccoli negozi del commercio, sono sovente sfitti, chiusi e abbandonati.
Questo è un problema, per diversi ordini di motivi. Da un lato, c'è il degrado e il senso di abbandono che una città restituisce a chi la abita con l'aumento - tra l'altro - della percezione d'insicurezza; dall'altro, è indicatore di tanti commercianti, quindi di famiglie che vivono di commercio, che hanno perso una fonte di reddito. Per cui, nuovi disoccupati. Pochi di questi riescono a entrare nella grande distribuzione magari a contribuire a migliorare la qualità di un reparto di un grande magazzino, portando le loro esperienze.
Questo, perché? Perché la grande distribuzione preferisce assumere i giovani che sono senza esperienza, che sono alle prime armi, magari ai primissimi impieghi e magari con contratti precari e - come tutti sappiamo senza molte garanzie.
L'orario esteso dei centri commerciali ha dato un grosso contributo alla chiusura di questi piccoli negozi, di queste piccole realtà. Una persona sola o una famiglia non può competere con i lunghi orari di apertura della grande distribuzione e con le loro settimane lunghe.
Poiché, almeno in questo contesto, non ritengo utile vestire i pani del Don Chisciotte che si vuole opporre a un processo che forse è ineluttabile sono cosciente che tutto questo sia difficile da evitare, anzi probabilmente non sarà evitato. Ma certamente, la liberalizzazione totale degli orari di apertura andrebbe e va a discapito solo della categoria dei piccoli esercenti, senza - per questo - chiedere di tornare indietro di trent'anni, ma ritenendo che occorra un po' di equilibrio.
L'altra categoria - già accennato - che sarà sicuramente penalizzata è quella dei dipendenti della grande distribuzione. Molti di voi ricorderanno che, nella primavera scorsa, i dipendenti dell'outlet di Serravalle hanno fatto - per la prima volta, da quando è aperto questo grande centro - uno sciopero. Uno sciopero contro - pensate - la decisione di mantenere aperto il grande complesso anche nel giorno di Pasqua, oltre al giorno di Natale.
Questa manifestazione è stata sminuita da più parti, da molti anche criticata, ma la sua portata va oltre i numeri. Non erano moltissimi quelli che hanno aderito allo sciopero, però, in un Paese come il nostro, in grave crisi economica, di valori e di identità, non stupisce affatto che molti lavoratori, a fronte di dure prese di posizione della direzione, abbiano comunque deciso di abbandonare la causa, cioè di lasciare per poche ore il posto di lavoro e mettersi in discussione, specie in un contesto di estrema frammentazione delle tipologie contrattuali che là, come in molti altri ambiti lavorativi, raggiunge livelli persino difficili da descrivere.
Bene, io credo che il nostro compito sia quello di farsi carico delle persone che non sono libere di lottare per un pezzetto dei loro diritti.
Ritengo sia questo uno dei nostri doveri: uno dei principali, secondo la mia visione.
Concludo con un riferimento, citando un film che la Consulta delle Donne ha proiettato nelle scuole, lo scorso 8 marzo. Questo film era intitolato "Sette minuti", ed era la storia (una storia vera) di alcune operaie che, sotto la minaccia della chiusura dell'azienda, dovevano decidere se accettare una minuscola riduzione della loro pausa per il pranzo. Cioè, il problema era se accettare la riduzione di questa pausa. Un film, tra l'altro, molto bello e dal forte significato simbolico.
Qui siamo, più o meno, in questa situazione. Quanto vale il tempo dei nostri concittadini? Quanto vale la loro qualità della vita? In fondo poi anche della nostra o degli anziani, che passano le domeniche d'estate dentro i centri commerciali, perché c'è l'aria condizionata, o d'inverno perché fa freddo.
Bene, ritengo che l'Aula debba porsi queste domande e debba porre al centro delle proprie politiche la loro risposta. Tutto questo non è tecnicismo, ma - scusate - è il senso profondo della politica che noi rappresentiamo.
Grazie.



PRESIDENTE

Non essendoci altri interventi, dichiaro chiusa la discussione generale.
Ha chiesto la parola il Vicepresidente Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale

Proprio per non dare la sensazione - lo dico francamente - di mettermi al livello di giocare sull'esame di un disegno di legge sul piano dei tempi: non è il costume che porto e non è quello lo stile che vogliamo manifestare.
La Giunta regionale ha presentato una serie di emendamenti, li ha depositati quasi tutti, tranne uno o due, martedì della settimana scorsa, e in gran parte questi emendamenti non fanno altro che intervenire in termini di modifiche di carattere tecnico su articoli che sono già stati oggetto di esame da parte della I Commissione, sul disegno di legge.
In alcuni casi, gli emendamenti introducono degli elementi che non erano stati oggetto del disegno di legge nella sua formulazione originaria.
Sotto questo profilo, illustro molto velocemente quelli che rientrano in questa fascia (in ogni caso, dovremo ritornarci, emendamento per emendamento).
Vi è un primo elemento: sono state introdotte delle modifiche alla legge regionale sull'attività estrattiva, in quanto è emerso che occorre disciplinare la fase transitoria, soprattutto in merito al regime autorizzativo, per le autorizzazioni che riguardano l'attività estrattiva sino al momento in cui non verrà approvato il Piano regionale sulle attività estrattive. Altrimenti, eravamo nelle condizioni di bloccare qualunque tipo di intervento sull'attività estrattiva, e per "qualunque tipo di intervento" non mi riferisco solo alle nuove autorizzazioni, ma anche al rinnovo di concessioni in essere o a limitati ampliamenti delle concessioni in essere.
Un altro tema emerso durante la fase di prima applicazione della legge sulle attività estrattive riguarda la disciplina urbanistica di quelle attività estrattive in variante rispetto agli strumenti urbanistici disciplina urbanistica che viene collegata al procedimento autorizzatorio relativamente alla concessione di sfruttamento dell'attività, ma che prevede che il regime autorizzatorio avvenga in stretto rapporto con i Comuni competenti per il territorio (tanto che l'emendamento recita "in accordo con il Comune" e non "sentito il Comune").
Un secondo aspetto previsto negli emendamenti riguarda le attività relative alla certificazione e ai controlli degli impianti tecnici - tema già sollevato all'interno della discussione in Commissione alla presenza dell'Assessora De Santis - che è stato rivisto unicamente sotto il profilo delle sanzioni, procedendo a una riduzione della loro entità rispetto al testo licenziato dalla Commissione consiliare, in quanto quelle originariamente previste nel disegno di legge portavano la Regione Piemonte ad applicare sanzioni di gran lunga maggiori rispetto a qualunque altra Regione italiana. Si è provveduto, quindi, a ridefinire anche questo elemento.
Un terzo gruppo di emendamenti riguarda le problematiche relative alla legge sulle strutture extralberghiere ricettive; è vero che in questo caso la legge è stata recentemente approvata dal Consiglio regionale, ma già nella prima fase di applicazione della stessa è emersa la necessità di specificare o di intervenire meglio su alcune questioni che apparivano (e appaiono, sostanzialmente) difficilmente applicabili.
Nello specifico, mi riferisco agli emendamenti rubricati n. 35) e n.
57); quest'ultimo introduce anche una nuova classificazione di rifugi di piccola accoglienza montana, allo scopo di recuperare il patrimonio edilizio esistente e restituirgli una sua dignità e una sua fruizione sotto il profilo economico, salvaguardando quelle che sono le caratteristiche costruttive, introducendo anche la possibilità, per i Comuni, di un regime in deroga per quanto riguarda rapporti aeroilluminanti, perché gran parte di queste strutture di modesta entità erano state edificate senza quel tipo di riferimento; oggi la definizione di quei parametri determinerebbe uno snaturamento delle caratteristiche costruttive.
In generale, questo tema - lo ripeto - cerca di restituire dignità e fruizione economica a un patrimonio edilizio che, soprattutto con le ultime vicende, rischiamo di veder perso nel corso di questi ultimi mesi. Non è un caso che la notifica di questi mesi a qualche migliaia di cittadini piemontesi sull'obbligo di accatastamento di queste strutture stia determinando l'aumento del numero di immobili classificati collabenti. Nel senso che, improvvisamente, cadono i tetti. Rischiamo veramente di far scomparire un pezzo di storia rurale e architettonica della nostra Regione.
L'emendamento n. 35) interviene sull'ordinamento dei rifugi alpini, ma si tratta di modifiche esclusivamente di carattere tecnico, non significative sotto il profilo delle scelte politiche. Così pure l'emendamento n. 36). Li scorro velocemente, mi soffermo solo su quelli più rilevanti sotto il profilo politico.
L'emendamento n. 37) introduce una profonda e significativa modifica alla legislazione regionale vigente, che risale al 2005 (mi riferisco alla legge sulla disciplina della diffusione dell'esercizio cinematografico del Piemonte), prevedendo non norme in deroga rispetto agli strumenti urbanistici...



(Commenti del Consigliere Mighetti)



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale

Collega Mighetti, possiamo avere opinioni differenti: io rispetto la sua, lei rispetti la mia.



(Commenti del Consigliere Mighetti)



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale

Ma recependo, sostanzialmente, quella che è una disposizione di legge nazionale che riguarda la materia, dandone applicazione all'interno della legislazione regionale piemontese.
Proseguo, saltandone qualcuno: scusate, ma me li sono ordinati per articolo, per cui ci impiego un attimino a recuperarli.
Gli emendamenti n. 38) e n. 39) intervengono sul ruolo dell'Istituto di Ricerche Economiche e Sociali per il Piemonte (IRES). Un articolo del disegno di legge prevedeva l'eliminazione dell'Osservatorio sull'istruzione universitaria e viene riportata tale funzione in capo all'Istituto Ricerche Economiche e Sociali.
L'emendamento n. 40) modifica il regime delle sanzioni, a cui ho fatto riferimento prima.
Gli emendamenti n. 41) e n. 42) li ho già illustrati prima e riguardano le norme transitorie sulla legge sulle attività estrattiva in attesa dell'approvazione del Piano regionale sull'attività estrattiva.
L'emendamento n. 43) - ho già avuto modo di illustrarlo in Commissione individua, nelle more di perfezionamento degli atti, una funzione e un ruolo al Centro di prevenzione e repressione del doping di Grugliasco, che era stato istituito in occasione delle Olimpiadi Invernali Torno 2006 e che ha bisogno di una sua legittimazione sul piano dell'intervento legislativo.
L'emendamento n. 45) interviene, invece, sulla legge regionale sull'usura, accogliendo quelli che erano i rilievi del Consiglio dei Ministri, che ha vistato la legge, però richiedendo di modificare alcune limitate parti, al fine di evitare l'impugnativa costituzionale della stessa.
L'emendamento n. 47) interviene sulla Città metropolitana e sulle funzioni della pianificazione territoriale di area vasta, che riguardano la Città metropolitana, atteso il fatto che la legge attualmente fa riferimento unicamente alle Province e non alla Città metropolitana.
Vi è una serie di emendamenti molto lunghi e dettagliati in questo ambito, ma che hanno solamente una funzione di adeguamento tecnico della legislazione.
L'emendamento n. 48) elimina il divieto dell'utilizzo delle biciclette con pedalata assistita all'interno delle aree protette.
L'emendamento n. 49) recepisce una direttiva dell'Unione Europea, in relazione alle disposizioni per la tutela dell'ambiente in materia di inquinamento atmosferico. Infatti una direttiva europea impone alla Regione, alla quale sono delegate le politiche per la qualità dell'aria, un costante monitoraggio degli inquinanti e un'eventuale revisione del Piano in modo da adeguare le azioni e le misure da esso previste alle reali condizioni registrate sul territorio. Poiché, come sopra evidenziato l'articolo 6 della l.r. 43/2000 non disciplina le modalità di approvazione degli aggiornamenti del Piano, che nel frattempo si sono resi necessari allo stato attuale l'aggiornamento del Piano regionale per il risanamento e la tutela della qualità dell'aria dovrebbe essere approvato con legge regionale.
Al fine di rendere più celere la procedura di approvazione del Piano e soprattutto, di renderla adeguata alle tempistiche di revisione imposte dalla normativa statale e comunitaria, si reputa necessario effettuare una modifica alla legge regionale n. 43, proponendo di aggiungere al comma 2 dell'articolo 6 i commi 2 bis) e 2 ter), i quali prevedono che "la Giunta regionale, sentita la Conferenza regionale sull'Ambiente, adotti il progetto di Piano e lo proponga al Consiglio regionale per la sua approvazione".
Quindi, interviene unicamente sull'iter procedurale relativamente all'approvazione del Piano regionale sulla qualità dell'aria.
L'emendamento n. 51) disciplina la modalità dell'esercizio della caccia, sotto forma di caccia controllata. Questo è un emendamento a un articolo già licenziato dal testo originario, limitando la possibilità di svolgimento di questa attività di esercizio di caccia sotto forma di caccia controllata, unicamente ai soli residenti dei Comuni dell'area protetta e dell'area contigua.
Gli emendamenti n. 52) e n. 53) sono di natura tecnica.
L'emendamento n. 54) ha lo scopo di armonizzare le normative regionali che sanzionano l'utilizzo improprio delle motoslitte e il sorvolo di aeromobili in zone non consentite.
L'emendamento n. 55), invece, prevede che il trattamento economico al Direttore amministrativo e al Direttore sanitario dell'ARPA non può essere superiore al 70 per cento del trattamento economico del Direttore Generale.
In questo la modifica della percentuale del trattamento economico è in riduzione rispetto alla normativa attuale.
L'emendamento n. 56) prevede che nella legge sull'istituzione in Piemonte dell'organismo per l'erogazione in agricoltura di aiuti contributi e premi comunitari, al posto di Collegio dei Revisori venga prevista unicamente la figura del Revisore unico.
Questo, in grande sintesi, è l'insieme delle proposte emendative della Giunta, ma torneremo su ciascuno di questi emendamenti durante la fase dell'illustrazione.



PRESIDENTE

Grazie, Vicepresidente Reschigna.
Passiamo all'esame dell'articolato.
ARTICOLO 01 Emendamento rubricato n. 130) presentato dai Consiglieri Valle, Rossi.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Valle per l'illustrazione.



VALLE Daniele

Grazie, Presidente.
Con quest'emendamento, che avevamo già avuto modo di presentare in Commissione ma era arrivato ad articolo già votato, quindi non avevamo potuto approvarlo, andiamo a istituire il principio del silenzio-assenso in materia di regolamenti adottati dal Collegio dei Maestri, su cui già ora esercitiamo l'attività di controllo, rispetto alla quale non abbiamo mai avuto osservazioni e non abbiamo mai fatto l'approvazione espressa.
In questo modo, invece, si intenderanno approvati se la Regione non farà osservazioni entro il termine di 120 giorni.
Si tratta di un emendamento concordato non solo con il settore competente della Giunta, ma anche con il Collegio Maestri del Piemonte.



PRESIDENTE

Grazie, collega Valle.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 130), sul quale l'Assessore Reschigna, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Comunico per il verbale che la Consigliera Baricco e l'Assessore Valmaggia hanno votato a favore, e che il Consigliere Bertola non ha partecipato alla votazione.
ARTICOLO 1 Emendamento rubricato n. 134) presentato dai Consiglieri Frediani Andrissi, Bertola Bono, Mighetti, Valetti Vignale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola alla Consigliera Frediani per l'illustrazione.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Ho ricevuto il cartaceo perché non ricordavo il testo ed effettivamente senza il testo non riesco a ricordare la modifica proposta; modifica che chiede l'abrogazione dell'articolo 1.
Chiaramente questo è il primo di una lunga serie di emendamenti che andremo ad illustrare e chiede, appunto, l'abrogazione dell'articolo 1. Si tratta di un emendamento che abbiamo depositato da poco, perché riteniamo che sia assolutamente necessario approfondire la discussione su questo provvedimento; provvedimento che speravamo rimanesse più o meno simile a quello che abbiamo affrontato nelle sedute di Commissione e, come sempre quando poi arriva in Aula si arricchisce di ulteriori elementi.



PRESIDENTE

Scusate, non vorrei dover allontanare le persone, che siano colleghi ufficio stampa, collaboratori. Se lo faccio, poi non vi arrabbiate, perch difficilmente ne manderò solo uno fuori. Lo dico perché chi parla vuole il silenzio. Vale per tutti, anche per la Giunta. Vi ho avvisato.
Prego, collega Frediani.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente, ma in realtà ho quasi concluso, anche perché la mia voce inizia a cedere. Non so se è la solita maledizione del Vicepresidente che mi ha già colpito ieri in Commissione, ma spero di no. Ad ogni modo terrò duro. Adesso magari vado a bere, così sarò pronta anche per illustrare i successivi documenti.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Mighetti; ne ha facoltà.



MIGHETTI Paolo

Grazie, Presidente.
Quest'emendamento mi dà l'occasione di spiegare una cosa. Noi non ci siamo sognati quello è successo in Commissione all'inizio dell'esame di questo provvedimento di legge: ricordiamo bene che ci è stato detto che si voleva evitare la prassi dell'anno scorso; prassi per cui si è arrivati con un provvedimento dalla Commissione, che poi è stato implementato del 50 60, 70 o 100 per cento in Aula. E vorrei sommessamente spiegare che gli articoli aggiuntivi sono la maggior parte perché, se uno guarda la tabella e legge quali sono gli articoli aggiuntivi rispetto a quelli sostitutivi vede che sono in proporzione di 30 a 1. Quindi noi non ci siamo sognati nulla, ma abbiamo solo il piacere di capire quello che andiamo a votare come dovrebbe avere il piacere di saperlo la maggioranza che, tra l'altro approva questi emendamenti. Solo questo.
Poi ci tengo a specificare che c'è ancora, per esempio, un emendamento che risulta depositato. Ho avuto occasione di vederlo: è un emendamento di una pagina e mezza su materia urbanistica che, chiaramente, ha un suo peso e deve essere valutato. Va da sé che, se uno ha la malattia di voler capire qualcosa di urbanistica, che è una materia di per sé abbastanza "schifosetta" (tra urbanisti diciamo anche di peggio su questa materia) avrebbe bisogno di analizzare questi emendamenti con la dovuta calma.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE BOETI



PRESIDENTE

Ci sono altri Consiglieri che desiderano intervenire su quest'emendamento? Prego, Consigliere Valetti.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Intervengo per riprendere il discorso del collega Mighetti, che ovviamente sulla materia urbanistica ha delle motivazioni giuste. Riteniamo che una materia così delicata non si possa risolvere velocemente senza un passaggio di discussione, dal momento che su questo articolo, come su molti altri che sono stati aggiunti, è mancato un attimo di confronto, è mancato il tempo di entrare nel merito del testo.
Quindi adesso siamo qui a discutere l'emendamento della collega Frediani, che è un emendamento abrogativo dell'articolo 1 e che mira a snellire un provvedimento che, secondo noi, si sta gonfiando un po' oltre misura con gli oltre 30 articoli che si sono aggiunti in questa fase causando quella lacuna e quel deficit di condivisione di tutti i Consiglieri, sia di minoranza che di maggioranza, per poter adeguatamente approfondire il tema. D'altro canto, il nostro Gruppo ha inizialmente presentato un numero di emendamenti esiguo e anche piuttosto sul merito, a dimostrazione che la volontà di dialogo c'è sempre e non si parte prevenuti, ma ad ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria.
Quindi, da questo punto di vista, possiamo dire che il dialogo è sempre aperto e speriamo di poter avere, nelle prossime ore di Consiglio, modo di confrontarci per svolgere questo lavoro di attività emendativa e di licenziamento del provvedimento in questione nel modo più condiviso possibile e senza strappi o problemi di sorta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Segretario Bertola, che interviene in qualità di Consigliere.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Questo è il primo degli emendamenti che abbiamo presentato e intendiamo proporre all'esame dell'Aula una serie di questioni di merito - non tantissime, peraltro - che riguardano sia l'articolato originario del disegno di legge sia poi, ovviamente, le modifiche (parecchie) che sono state proposte all'esame dell'Aula rispetto alla Commissione, nonché a una serie di questioni di nostra diretta proposta emendativa e di modifica di leggi regionali vigenti.
Certamente non pensavamo già oggi di arrivare all'approvazione di un provvedimento di legge che ha 104 articoli, ma in realtà, se andiamo a contare i bis, i ter, i quater, ecc., è come moltiplicare la cifra non dico per tre, ma poco ci manca.
In questo caso, nel primo emendamento proponiamo l'abrogazione dell'articolo 1, che riguarda la disciplina delle scuole di sci e dei maestri di sci. Si tratta, peraltro, di un argomento - quello degli sport invernali - che era già stato toccato da un provvedimento che abbiamo approvato mesi fa, che riguardava certamente la questione, ma che aveva attinenza più anche alla definizione di aree sciabili. In quell'occasione tra l'altro, c'era anche una nostra proposta di legge che andava a vietare sul territorio della regione, la pratica dell'eliski che poi, purtroppo come ben sappiamo, non è passata, sebbene siano passate delle limitazioni a quell'attività.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bertola.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 134), sul quale l'Assessore Reschigna, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo n. 1, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 2 Emendamento rubricato n. 3) presentato dai Consiglieri Frediani, Andrissi Bertola Bono, Campo, Mighetti, Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola alla Consigliera Frediani per l'illustrazione.



FREDIANI Francesca

Quest'emendamento riscrive il comma 1, dell'articolo 2 in questo modo: "L'uso della denominazione scuola di sci da parte di organismi non riconosciuti o l'apertura o l'esercizio di un'organizzazione non autorizzata, simile ad una 'Scuola di sci', comporta la sanzione amministrativa del pagamento della somma da euro 200 a euro 1.000".
È una modifica che aggiorna la valuta, quindi, rispetto a com'era precedentemente formulato. Riaggiorniamo la valuta, ma inseriamo la definizione di apertura esercizio di un'organizzazione non autorizzata simile ad una scuola di sci. Definiamo un soggetto che verrebbe sanzionato nel caso in cui andasse a inserirsi su un mercato per il quale non ha legittimazione di operare.
È un emendamento che sostituisce interamente un comma e rispetto al quale chiediamo una riformulazione.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Mighetti; ne ha facoltà.



MIGHETTI Paolo

Grazie, Presidente.
Quest'emendamento opera sul comma 1, dell'articolo 2, sostituendo al comma 1 dell'articolo 16 della legge regionale n. 50 del 1992, le parole "da lire 300 mila a lire a un milione e 200 mila", con "da euro 200 ed euro 1.000".
Viene così sostituito: "L'uso della denominazione 'Scuola di sci' da parte di organismi non riconosciuti o l'apertura o l'esercizio di un'organizzazione non autorizzata, simile ad una scuola di sci, comporta la sanzione amministrativa del pagamento della somma da euro 200 ad euro 1.000".
La motivazione di quest'emendamento, oltre ad aggiornare la valuta e l'importo della sanzione, intende estendere la stessa all'apertura all'esercizio di un'organizzazione non autorizzata, simile a una scuola di sci.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Valetti; ne ha facoltà.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Quest'emendamento mira a essere più fiscale, a inasprire la sanzione sulle attività eseguite da organismi non riconosciute all'apertura di un'organizzazione non autorizzata, simile ad una scuola di sci.
La motivazione è che secondo noi la cifra di 200 euro non costituiva un deterrente significativo per mantenere la legalità e l'aspetto della normativa su un settore molto delicato dove, come ricordiamo, ha grosso peso la sicurezza dei partecipanti, che spesso sono anche ragazzi e bambini. Si tratta di garantire la sicurezza sulle piste da sci del territorio della Regione Piemonte. L'aumento della sanzione da 200 a 1,000 euro è un deterrente che reputiamo più adeguato anche perché, spesso, uno può pagare una sanzione, ma se i propri guadagni sono più alti della sanzione, uno può comunque sfidare la legge, sfidare la normativa ed eseguire l'attività non autorizzata.
Con 1.000 euro, che è cinque volte la cifra originale proposta al comma 1, dell'articolo 2, riteniamo che ci sia una sanzione più efficace al fine di evitare questo tipo di situazioni.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Andrissi; ne ha facoltà.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Con l'emendamento n. 3) aggiorniamo la sanzione amministrativa, che purtroppo in legge regionale è riportata ancora in lire.
Modifichiamo il comma 1, dell'articolo 16, della legge regionale n.
50/1992, dove le parole "da lire 300 mila a u milione e 200 mila" sono sostituite con "da euro 200 a euro 1.000".
Il successivo comma che andiamo a modificare è il comma 1 dell'articolo 16 della legge regionale n. 50/19992, che è sostituito dal seguente: "L'uso della denominazione scuola di sci da parte di organismi non riconosciuti o l'apertura o l'esercizio di un'organizzazione non autorizzata, simile ad una scuola di sci, comporta la sanzione amministrativa del pagamento della somma da euro 200 a euro 1.000".



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Non che si debba aggiungere granché rispetto agli interventi fatti dai colleghi. Questo è un emendamento di merito, altri lo saranno un po' meno proprio perché riteniamo, comunque, anche se legittimo da parte di una Giunta, che presentare una vagonata di emendamenti per l'Aula non sia molto corretto. Noi Gruppi di opposizione ci troviamo in difficoltà - abbiamo degli uffici molto più piccoli rispetto a quello degli Assessori - a verificare la congruità e la votabilità o meno di una serie di emendamenti.
Rimaniamo perplessi su questo.
Al di là che si può dire che i singoli emendamenti li valutiamo durante la discussione, ma poi non c'è molta discussione perché o si interviene, e si possono fare delle domande, ma non è un question time, quindi diventa più difficile. Avessimo avuto una seduta di Commissione, sicuramente ce la cavavamo con minore tempo valutando una serie di emendamenti, magari quelli più dubbi nel merito, magari si perdeva un'ora e mezza, ma poi si andava più veloci. Tuttavia, queste sono scelte legittime dalla maggioranza e le opposizioni fanno il loro mestiere.
Nel merito dell'emendamento non c'è molto da dire, credo che sia condivisibile e accoglibile, è la Giunta che puntualizza la sanzione per la costituzione di scuole di sci non in regola, quindi abusive.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bono.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 3), sul quale l'Assessore Reschigna, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Do atto per il verbale che il Consigliere Valetti, che non ha potuto avvalersi della procedura elettronica, ha espresso voto favorevole.
Indìco la votazione palese sull'articolo 2, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 3 Emendamento rubricato n. 135) presentato da Frediani, Andrissi, Bertola Bono, Mighetti e Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola alla Consigliera Frediani per l'illustrazione.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Riusciamo, poi, ad avere gli emendamenti caricati? Alcuni sono semplici come questo, ma altri hanno una formulazione complessa.
Dunque, quest'emendamento chiede, per l'appunto, l'abrogazione dell'articolo 3. È chiaro che è un emendamento che va nella stessa direzione di quello precedente, sempre di abrogazione di un articolo: è infatti un emendamento che vuole dare un certo tipo di segnale e non certamente intervenire nel merito.
E il segnale qual è? Il segnale è che non ci stiamo più a discutere di provvedimenti in questo modo: sono provvedimenti che escono dalla Commissione con una determinata forma e su cui in quella sede si lavora seriamente; e poi, quando si arriva in Aula, ci si ritrova davanti ad una serie di emendamenti depositati dalla Giunta all'ultimo minuto e che non siamo in grado di valutare.
Sappiamo già che per sua natura questo tipo di disegno di legge l'Omnibus, va ad accogliere istanze di vario tipo e ci entra dentro di tutto. Questo era già successo in Commissione, ma ci aspettavamo che almeno questa volta non capitasse anche in Aula. Noi siamo ovviamente disponibili alla collaborazione e abbiamo discusso anche questo aspetto nelle varie riunioni dei Capigruppo che abbiamo avuto: abbiamo accolto l'esigenza dell'Assessore di licenziare il provvedimento in tempi non eccessivamente lunghi, la richiesta di prolungare l'orario del Consiglio, quella di modificare l'ora del question time, cosa che credo capiterà dalle prossime sedute. Però, sinceramente, ci aspettiamo che ci sia un minimo di rapporto: non dico di correttezza, perché forse non possiamo parlare di scorrettezza ma per lo meno di rispetto dei patti. Cerchiamo quindi almeno di mantenere un rapporto collaborativo dall'inizio alla fine della discussione del provvedimento.
Chiediamo pertanto che si chiariscano quali sono le intenzioni, sia da parte della Giunta sia da parte di chi siede da questa parte dell'Aula.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Continuo nel solco di quanto detto dalla collega Frediani, anche per permettere agli Uffici di caricare gli ultimi emendamenti che abbiamo presentato.



PRESIDENTE

Sono già sulla piattaforma digitale, Consigliere.



BONO Davide

No, no: ne abbiamo depositati altri sei.



PRESIDENTE

È una competizione, collega Bono?



BONO Davide

Interveniamo solo per dare tempo agli Uffici di caricare gli ultimi sei, quindi non me ne voglia il Vicepresidente Reschigna. Ovviamente infatti, non chiedo una pausa, se no scateniamo polemiche.
Prendo quindi questi due minuti di tempo per dire questo, cioè che siamo nuovamente a fare una modifica di una serie di norme: in questo caso della legge 33/2001, che riguarda la disciplina delle professioni turistiche, e anche di altre leggi più vecchie della Regione Piemonte.
Il nostro emendamento abrogativo, dunque, non è di netta contrarietà all'articolo, perché ne avevamo discusso in Commissione prima di arrivare in Aula, ma è depositato per rimarcare le nostre perplessità sull'andamento dei lavori oggi in Aula.
L'ha detto bene la Capogruppo Frediani: non si tratta di scorrettezza perché da Regolamento una Giunta può presentare quando vuole gli emendamenti. Però, a titolo di cortesia o di maggiore fluidificazione dei rapporti con le opposizioni - almeno, la richiesta è venuta dal nostro Gruppo consiliare - avanziamo la richiesta di avere più tempo e più spazio per comprendere gli emendamenti che vengono presentati. Ripeto che sono trenta emendamenti e l'Assessore dice che alcuni sono stati presentati, a titolo puramente esemplificativo, sul tema delle soluzioni ricettive innovative, ma di questi era stato fornito proprio solo il titolo. Ma poi occorre andare a vedere esattamente come si modifica il testo e non possiamo dire che questo è stato fatto in Commissione; prova ne è che continuiamo a modificare leggi che abbiamo appena approvato. È la stessa Giunta che approva emendamenti su una legge o che ne approva una e poi la rimodifica nel collegato successivo.
Questo vuol dire che di errori ne fate già voi, in primis; e pensate noi, che siamo Gruppi di minoranza e che abbiamo meno collaboratori, che dobbiamo cercare di riuscire a comprendere e a studiare emendamenti - e chiudo, Presidente - mentre abbiamo altre Commissioni. Se infatti è vero che questi sono stati depositati martedì, non è che da martedì noi Consiglieri di opposizione e i nostri collaboratori ci siamo girati i pollici: abbiamo avuto sedute di Commissione, eventi sul territorio e iniziative politiche, cioè l'attività frenetica di tutti i giorni.
Chiediamo quindi, da questo punto di vista, una maggiore collaborazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Valetti.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Con quest'emendamento andiamo ad abrogare l'articolo 3, sempre sulla disciplina legislativa dei maestri di sci e delle professioni turistiche.
Diciamo che sì, effettivamente questo tipo di dibattito che stiamo intraprendendo ha origine da una nostra richiesta di maggiore coinvolgimento in fase di discussione preliminare dei nuovi emendamenti presentati. E non riteniamo assolutamente che l'iniziativa emendativa anche più articolata di quanto avessimo pensato inizialmente, sia una nostra iniziativa unilaterale e gratuita, bensì deriva da questa esigenza.
Nulla toglie che vi siano anche delle necessità da parte della Giunta di includere dei testi aggiornati, in base ad adeguamenti normativi che provengono da altre istituzioni. Tuttavia, questo tipo di aggiunte ha bisogno di un suo passaggio di discussione; e se non lo si può fare in Commissione perché non più possibile, almeno si crei uno spazio per poter approfondire e per dare il tempo a tutti i Gruppi consiliari di esaminare le novità. Non siamo infatti tenuti, nella nostra attività di controllo, a prendere per buoni 30 emendamenti e 30 articoli nuovi nel DDL, avendo avuto la nostra attività - sia quella dei Consiglieri sia quella dei collaboratori - impegnata, appunto, nella formulazione di emendamenti di merito, almeno fino ad ora. Negli ultimi giorni, quindi, effettivamente non potevamo e non avevamo il tempo di effettuare ulteriori approfondimenti.
Questo, dunque, è un passaggio doveroso che si fa nel rispetto della funzione del Consiglio e, appunto, chiediamo che questo spazio sia rispettato; anche perché l'alternativa, in ogni caso, è quella di allungare i tempi della discussione, come effettivamente sta succedendo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Andrissi.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Come hanno detto i colleghi che mi hanno preceduto, quest'emendamento n. 135) - che, tra l'altro, non riusciamo a vedere al computer - è un emendamento non di merito, ma una proposta che vuole sottolineare il fatto che ci aspettavamo che gli emendamenti della Giunta passati in Commissione non avrebbero visto aggiunte. E invece ci tocca vedere questo che, per un Gruppo con le forze limitate come il nostro, crea delle grosse difficoltà di interpretazione e limita le nostre capacità di analisi e di controllo che poi sono proprio i nostri compiti che dobbiamo svolgere da Consiglieri regionali.
Per questo motivo, abbiamo formulato degli emendamenti che hanno il preciso compito di sottolineare questa difficoltà da parte del nostro Gruppo di svolgere la propria attività di verifica e di controllo.
Pertanto, chiediamo alla maggioranza di prestare maggiore attenzione e una maggiore cortesia nei rapporti con le forze politiche che compongono questo Consiglio.



PRESIDENTE

Grazie, collega Andrissi.
La parola al Consigliere Segretario Bertola, che interviene in qualità di Consigliere.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Siamo già all'articolo 3 del disegno di legge.
Insieme a questioni puntuali che abbiamo evidenziato proprio sul tema della disciplina delle scuole di sci e dei maestri di sci, tra l'altro con un emendamento approvato poco fa, abbiamo anche degli emendamenti abrogativi; in questo caso è un emendamento che va interamente ad abrogare l'articolo 3 del disegno di legge che, come dicevamo, riguarda una disciplina che abbiamo già affrontato mesi fa con un lavoro che ha visto coinvolte più di una Commissione consiliare in congiunta e anche un ampio tavolo di lavoro, al quale hanno partecipato tutte le forze politiche.
Probabilmente, anche in quell'occasione, dal momento che era stato un lavoro per larga parte condiviso poi, ovviamente, ciascuno dei Gruppi aveva espresso le sue posizioni individuali, però per una buona parte era stato un lavoro condiviso e forse proprio quella era la sede dove proporre delle modifiche a una disciplina che non è proprio la stessa, poiché attiene a un'altra parte della disciplina degli sport invernali, ma comunque era pienamente attinente.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bertola.
La parola al Vicepresidente Reschigna.



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale

Grazie, Presidente.
Vorrei ribadire un concetto, se riesco, tanto impiegherò pochi secondi.
Punto primo: gli emendamenti li ho depositati martedì scorso.
Punto secondo: stiamo affrontando un provvedimento che ha una sua complessità, di cui i capi iniziali non sono quelli rilevanti sotto il profilo dell'approfondimento tecnico e dell'approfondimento politico.
Allora, senza mortificare nessuno e senza creare pericolosi precedenti nell'attività del Consiglio regionale, credo che poiché - l'ho detto prima al collega Bertola - non mi sono illuso che questa sera arrivavamo all'articolo 91, per essere chiari, arriviamo all'articolo 70, quindi da qui al prossimo Consiglio regionale c'è tutto il tempo, in Commissione e fuori Commissione, per approfondire tutte le questioni.
Tuttavia, non credo che il capo che stiamo affrontando abbia particolari rilievi e complessità, perché gli emendamenti presentati dalla Giunta su questo campo sono assolutamente ininfluenti.



PRESIDENTE

Grazie, Vicepresidente.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 135), sul quale l'Assessore Reschigna, a nome della Giunta regionale, ha espresso contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 3, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 3 bis L'emendamento rubricato n. 133) è stato ritirato.
Emendamento rubricato n. 189) presentato dai Consiglieri Rossi, Rostagno.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Quest'emendamento è stato modificato dal Consigliere Rostagno La parola al Consigliere Rostagno per l'illustrazione.



ROSTAGNO Elvio

Grazie, Presidente.
L'emendamento ha quest'obiettivo: la legge 2, articolo 2, comma 1 parla di riqualificazione e razionalizzazione e al comma 1 dell'articolo 5 cita: "Ristrutturazione e riordino". È vero che ci sono delle attinenze tra una parola e l'altra, però è bene chiarire.
Poiché non ho trovato in nessuna norma la definizione dettagliata di cosa si intendesse con queste parole, ho pensato di presentare quest'emendamento che va a circoscrivere questi concetti.
In quest'emendamento ho apportato delle correzioni a mano, ma sono correzioni veramente formali. Lo rileggo: "1 bis. Per gli interventi finalizzati alla ristrutturazione e riordino, anche intesi come riqualificazione e razionalizzazione delle aree sciabili e di sviluppo montano" - qui aggiungerei - "di cui al comma precedente, si intendono quelli necessari..." eccetera.
Quest'emendamento, ovviamente, fa salve tutte le norme che sono di rango superiore, dal Piano paesaggistico che abbiamo approvato, alle misure di conservazione, per quanto incidono sulle singole aree.



PRESIDENTE

Grazie, collega Rostagno.
BONO Davide (fuori microfono) Chiedo un minuto di sospensione.



PRESIDENTE

La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 17.06 riprende alle ore 17.11)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
La parola al Consigliere Rostagno.



ROSTAGNO Elvio

Grazie, Presidente.
Confrontandomi con alcuni colleghi, ho ravvisato la necessità di fare un approfondimento rispetto a quest'emendamento, pertanto ne chiedo la sospensione dell'esame.



PRESIDENTE

L'emendamento n. 189) è sospeso e si provvederà a un approfondimento in merito.
ARTICOLO 4 La parola al Vicepresidente Reschigna.



RESCHIGNA Aldo, Assessore al bilancio

Grazie, Presidente.
Chiedo venga sospeso momentaneamente l'esame dell'articolo 4, in quanto sono stati presentati degli emendamenti che richiedono un approfondimento tecnico ulteriore da parte degli Uffici.



PRESIDENTE

L'articolo 4 è sospeso.
ARTICOLO 5 Indìco la votazione palese sull'articolo 5.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 6 Emendamento rubricato n. 137) presentato dai Consiglieri Frediani Andrissi, Bertola Bono, Mighetti, Valetti, Vignale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Nell'emendamento, si chiede di abrogare l'articolo 6.
La parola alla Consigliera Frediani per l'illustrazione.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Qual è l'articolo che abroghiamo?



PRESIDENTE

Il n. 6. Abrogheremmo, insomma.



FREDIANI Francesca

Abrogheremmo.
Non c'è concordia su questa proposta?



PRESIDENTE

Non c'è.



FREDIANI Francesca

Mi scuso, ma mi sto ammazzando di caramelle, per cercare di mantenere la voce.
Questo è un altro emendamento che continuo a non vedere, tra l'altro.



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale (fuori microfono)

Dai retta a me, che penso alla tua salute...



FREDIANI Francesca

Immagino come pensa alla mia salute, con quali influssi positivi.
Diciamo che si sta raggiungendo un certo clima in aula, per cui ci sembra che forse si potrebbe intravedere una qualche luce in fondo al tunnel!



PRESIDENTE

Capita sempre, nella vita, questo.



FREDIANI Francesca

Non amo particolarmente i tunnel! Ciò nonostante, noi continuiamo ovviamente, ad illustrare i nostri emendamenti.
In questo caso, andiamo ad abrogare l'articolo 6 del provvedimento ed è un'operazione che ripeteremo su quasi tutti gli articoli dell'Omnibus proprio per dare un segnale rispetto al fatto che occorre trovare delle modalità di confronto e discussione, quando si affrontano provvedimenti di questo tipo, che vanno a toccare - per l'appunto - diverse tematiche.
Si è riscontrato un problema, o perlomeno, c'è un'incertezza rispetto al contenuto di alcuni emendamenti. Apprezziamo il fatto che l'Assessore abbia proposto una sospensione per poter meglio valutare, perché alcune tematiche, come quelle legate all'urbanistica o quelle che potrebbero avere un impatto sull'ambiente e su attività esercitate in montagna, richiedono sicuramente un approfondimento che in questo momento non ci sembra sia consentito in Aula.
Per questo motivo, continuiamo a illustrare i nostri emendamenti e li manteniamo.
Pertanto, chiediamo l'abrogazione dell'articolo 6 e recepiamo ovviamente, con parziale soddisfazione la disponibilità manifestata dall'Assessore.



PRESIDENTE

Grazie, collega Frediani.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 137), sul quale l'Assessore Reschigna, a nome della Giunta regionale, ha espresso contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 6, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 7 Emendamento rubricato n. 138) presentato dai Consiglieri Frediani Andrissi, Bertola Bono, Mighetti, Valetti, Vignale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Brevemente, nel senso che stiamo andando a chiedere l'abrogazione di un articolo del disegno di legge (l'articolo 7), dove si va ad aggiungere alla lettera c) del comma 1 bis, dell'articolo 25 - che adesso vado ad aprire - della legge 2 del 2009, una richiesta che potrebbe essere compatibile con le esigenze dei territori.
Parliamo di vigilanza nelle aree interessate dal provvedimento. La vigilanza viene fatta dalle Guardie Ecologiche Volontarie (le GEV), normate dalla legge regionale n. 32/82, per quanto riguarda l'applicazione dell'articolo 21 della legge n. 363/2003. Mentre, per quanto riguarda l'osservanza delle disposizioni dell'articolo 28 bis, ovvero l'attività di volo in zone di montagna, e torno all'articolo 25 comma 1 bis, spetta al personale di vigilanza dipendente dagli enti regionali la gestione delle aree protette, quindi.



(Commenti fuori microfono)



BONO Davide

E io sono già avanti, quindi.
Al prossimo giro illustro il 7)! Quindi, personale di vigilanza delle aree protette (adesso illustro l'emendamento successivo, pensavo avessimo già votato quello precedente) agli Agenti di Polizia locale e agli Agenti ufficiali di Polizia giudiziaria, si aggiunge "insieme agli ente competenti, ai Comuni competenti".
Questo era il 7. Adesso siamo sull'8, se non sbaglio.



PRESIDENTE

Articolo 7, emendamento n. 138).



BONO Davide

È giusto, è giusto. Vicepresidente, non mi confonda che è già complicato con tutti i commi, gli articoli, ecc. È complicatissimo, perch bisogna risalire a tre norme di legge diverse.
Quindi, si aggiunge "in coordinamento con gli enti di competenza".
Sostanzialmente è abbastanza chiaro, ma quando si lascia un po' aperta la definizione - gli enti di competenza - è vero che, poi, possono cambiare perché un giorno ci sono le Province, un giorno magari non ci sono più, poi ci sono le Città metropolitane, le Comunità montane diventano Unioni dei Comuni; è vero, però forse sarebbe meglio specificare bene quali sono gli enti di competenza e poi, magari, se cambia la normativa sugli enti a livello regionale, nazionale, costituzionale, andare a fare una piccola revisione delle leggi. Anche perché spesso si possono fare modifiche con una semplice norma. Si dice: "Laddove c'è la Provincia di Torino, in tutto il corpus delle norme regionali si scrive la Città metropolitana di Torino". Quindi, sarei andato un po' più sullo specifico.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 138), sul quale l'Assessore Reschigna, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 7, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 7 bis Comunico al Consiglio la presenza di subemendamenti all'emendamento rubricato n. 128.
Subemendamento rubricato n. 192) presentato dai Consiglieri Bono, Andrissi Bertola Frediani, Mighetti, Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Bono.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
In analogia a quanto avvenuto sugli articoli 4 e 5 (non ricordo bene) chiederemmo - se possibile - il rinvio della discussione su questo subemendamento a prima firma Valle.
Noi abbiamo presentato diversi subemendamenti e vorremmo comprendere bene il testo, perché è già stato ritoccato penso almeno tre volte.
L'avevamo già discusso anche in Commissione e con il Consigliere Valle eravamo rimasti che si sarebbe ripresentato in Aula, però, se c'è una fase di approfondimento degli emendamenti sul tema degli sport invernali, io ci metterei anche questo. In questo modo, possiamo vedere anche i nostri emendamenti che ritengo abbiano un senso, almeno dal nostro punto di vista.
Questo, se c'è l'accordo anche del primo firmatario.



PRESIDENTE

Consigliere Valle, vuole dire qualcosa, su questo? La parola al Consigliere Valle.



VALLE Daniele

Questa riformulazione è figlia della richiesta che era stata avanzata in Commissione, rispetto alla quale avevo già ritirato la proposta precedente, per cercare di riformulare, in maniera più chiara, un articolo su cui si erano succedute diverse sovrapposizioni nel corso del tempo.
Dopodiché, se serve per chiarire la discussione, per me non c'è nessun problema ad affrontare l'argomento quando preferite.
Grazie.



PRESIDENTE

L'articolo 7 bis è momentaneamente sospeso.
ARTICOLO 8 Emendamento rubricato n. 139) presentato dai Consiglieri Frediani Andrissi, Bertola Bono, Mighetti, Valetti, Vignale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola alla Consigliera Frediani per l'illustrazione.



FREDIANI Francesca

Quest'emendamento chiede di abrogare l'articolo 8.
Si tratta sempre di una forma di sollecitazione alla sensibilità della Giunta rispetto alle modalità di discussione di questo provvedimento e di confronto, quindi fa ovviamente parte delle proposte emendative che abbiamo inserito prima dell'avvio della discussione degli emendamenti per cercare di richiamare l'attenzione sul fatto che chiederemmo un confronto più sereno e disteso, cosa che mi sembra si stia cercando di fare da parte di tutti.
Approfitto di questi minuti che ho a disposizione per chiedere che fine abbiano fatto gli emendamenti che abbiamo esaminato questa mattina durante la Conferenza dei Capigruppo, che dovevo sottoscrivere. Perché li ho visti passare dal collega Grimaldi alla collega Accossato, ma...



PRESIDENTE

Sono stati depositati.



FREDIANI Francesca

Però noi non li abbiamo firmati.



PRESIDENTE

Potete avvicinarvi e sottoscriverli.



FREDIANI Francesca

Sì, ma avevo piacere di confrontarmi coi colleghi prima di sottoscriverli, quindi magari vengo a prenderli e li esamino.



PRESIDENTE

Venga pure a prenderli.
Ha chiesto la parola il Consigliere Segretario Bertola, che interviene in qualità di Consigliere regionale; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
L'articolo 8 del disegno di legge n. 253 interviene nuovamente sulla disciplina del volo; tema sul quale le Commissioni consiliari competenti si erano lungamente soffermate nei mesi scorsi in occasione della discussone di più provvedimenti che riguardavano gli sport invernali. Uno di questi era la proposta di legge a mia prima firma, che introduceva il divieto totale della pratica dell'eliski; divieto totale più che giustificato sia da ragioni di sicurezza per i nostri concittadini, sia da ragioni di tutela ambientale e di tutela dell'ecosistema.
Avevo rimarcato come questa pratica sia vietata, già da tempo, anche in territori che hanno, invece, una forte vocazione turistica, come il Trentino Alto Adige o come altri Paesi alpini confinanti con l'Italia. Si è regolamentato il volo alpino, però non nel senso che intendevamo noi. Nello specifico, la modifica che si va a proporre con l'Omnibus non è sostanziale, quindi non va a peggiorare più di tanto la situazione (mi riferisco all'emendamento della maggioranza). Ovviamente, l'opposizione di centrodestra, com'è legittimo, ha proposto all'articolo 8 emendamenti che invece, vanno in un senso peggiorativo, quindi a permettere ulteriormente l'attività di eliski.
Chiedendo l'abrogazione dell'articolo, non posso che rimarcare che attendo con ansia il momento in cui verrà approvata la nuova legge nazionale sulle aree protette, che è all'esame delle Camere, all'interno della quale è previsto il divieto totale della pratica dell'eliski almeno per quanto riguarda le aree protette, quindi senza la possibilità di una deroga come quella che è stata purtroppo inserita solo per un territorio nella nostra legge regionale.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Come ha detto il collega Bertola, che mi ha preceduto, l'articolo del disegno di legge in oggetto non è granché peggiorativo del testo già modificato (perché introduce un nuovo articolo, il 28 bis, sulla legge 2/2009). Siamo di nuovo di fronte ad una modifica di una norma di legge inserita solo un anno fa o poco più.
Probabilmente, in fase di Commissione non riusciamo ad elaborare dei testi "definitivi". Io non credo che questo sia un "intervento di manutenzione" di una legge vecchia: nel senso che, fatta legge, si è visto per un po' di anni come andava e successivamente, passati ormai cinque, sei o dieci anni, si vuole fare un intervento di manutenzione. Qui stiamo parlando di una norma introdotta in questa legislativa - pochi mesi fa - e che andiamo già a modificare.
In questo specifico caso, non saprei neanche se dire che sono presenti due visioni diverse della montagna. Perché a volte, in politica, si semplifica molto il quadro e ci si divide tra chi vorrebbe la montagna come un museo - morto, fermo e statico - e chi invece la considera un "luna park". Probabilmente le due semplificazioni non sono così azzeccate. Certo è che, nel momento in cui leggiamo nel primo articolo una roboante definizione - "al fine di garantire la salvaguardia dell'ambiente naturale e la difesa dell'inquinamento acustico in Regione Piemonte, sono vietate per tutte le zone sopra gli 800 metri di altezza, l'atterraggio e il decollo di aeromobili" - e poi, subito dopo, si parte con le deroghe...
Peraltro, non parliamo di deroghe "utili", come quelle per i voli del 118, della Protezione Civile o di quant'altro per fronteggiare situazioni di emergenza (ad esempio, la ricerca di persone disperse, ferite o altro) ma di deroghe per far ripartire la pratica dell'eliski e per normarla nella Regione Piemonte. Avevamo anche detto che serviva per impedirne l'abuso. Ma quando si prevede una deroga, a noi fa un po' sorridere parlare di "normazione" per evitare un abuso! A mio avviso, anche in questa Regione dobbiamo ancora comprendere come non tutte le attività economiche private siano legittime (lecite sicuramente). Perché anche la nostra Costituzione sostiene che l'attività economica privata è libera, ma non deve andare in contrasto con l'interesse pubblico.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bono.
Emendamento rubricato n. 132) presentato dai Consiglieri Rossi, Allemano.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Allemano per l'illustrazione.



ALLEMANO Paolo

Grazie, Presidente.
In realtà, questa legge non è ancora entrata in vigore, perch l'inverno scorso non era ancora operativa, però ci piace constatare come gli attori sul territorio la stiano considerando, quindi sono entrati in relazione con noi in questa fase, proprio per avere un avvio di questa norma che sia sostenibile e possibilmente non conflittuale.
Quindi, trovo che una rivisitazione ancorché minima abbia ragione di essere. Tutto l'impianto di questo articolo rimane valido. Abbiamo insistito fino alla noia sul fatto che questa pratica fosse consentita solo laddove ci sono impianti di risalita attivi, con esplicito riferimento alle aree sciabili. Insisto sull' "attivo" riferito agli impianti per evitare che dei ferri vecchi diventassero il pretesto per attivare questa pratica.
Abbiamo detto "no" al volo nelle aree di Natura 2000 con l'unica eccezione di chi già praticava questa attività prima del 2016. Abbiamo previsto una convenzione onerosa con ricadute sul territorio.
Quello che proponiamo con quest'emendamento è di rivedere il punto d) del comma sesto, che individua i punti che sono da chiarire nella convenzione tra l'Unione montana e la società che si aggiudica la gara.
Andiamo a prevedere in numero di quattro giorni della settimana in cui si pratica il volo con finalità di eliski, includendo in alternativa il sabato e la domenica. È una novità rispetto a quanto era uscito dalla prima formulazione, perché in allora si era previsto il divieto di volo nei giorni festivi.
Chi effettua questa attività ci ha fatto notare come, essendo un'attività piuttosto complessa da organizzare e non certamente un'attività mordi e fuggi, perché va pianificata, succede che i gruppi che la pianificano per il week-end magari al sabato non riescano a praticarla perché c'è vento, perché il manto nevoso è instabile o quant'altro e si rischia di mandare tutto a gambe all'area. Loro chiedono che questa attività, in situazioni come questa, possa essere spostata alla domenica il che non vuol dire volare il sabato e la domenica, ma vuol dire volare o il sabato o la domenica. Contestualmente, avremmo previsto di portare i giorni globali della settimana a quattro, invece degli attuali sei, esclusa la domenica. Quindi, sarebbero quattro incluso il festivo, laddove non si possa esercitare questa attività al sabato.
Ci sembra una cosa ragionevole proprio per le caratteristiche che ha questo servizio. Naturalmente non abbiamo prestato nessuna attenzione o flessibilità, laddove ci veniva chiesto di estendere il volo anche a zone e aree di Natura 2000, perché il divieto è invalicabile.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Allemano.
Emendamento rubricato n. 90) presentato dai Consiglieri Vignale, Ravello.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 92) presentato dai Consiglieri Vignale, Ravello.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
L'emendamento interviene, cassando i giorni festivi dal divieto che si inserisce all'interno dello stesso articolo di cui parlava il collega Allemano.
Mi permetto di fare alcune considerazioni. La legge cosa prevede? Prevede che siano le Unioni dei Comuni o i Comuni a siglare convenzioni con la Regione per avere autorizzata la possibilità di svolgere la pratica di elisky e che se sono, non in aree protette, ma in aree Natura 2000, debbano comunque subire una valutazione di incidenza ambientale e tutta un'altra serie di aspetti.
Credo che se partiamo da un presupposto, che è legato all'aspetto di tutela di un territorio, perché si presuppone che il volo legato all'elisky incida negativamente, è il numero di voli cui dobbiamo prestare attenzione.
Anche l'emendamento del PD, quello che prevede i quattro giorni di volo con l'opportunità di scelta tra il sabato e domenica, cosa comporterà rispetto a oggi? Che, in realtà, si hanno sei giorni in cui si può volare e un solo giorno di divieto? Si otterrà un effetto esattamente opposto a quello che si prefigge, perché in un numero più limitato di giorni avremo un numero maggiore di turisti che salgono all'interno delle cime, salvo una riduzione del numero di voli, ma questo nella norma non c'è scritto. Quindi, stiamo facendo una norma più restrittiva rispetto a quella esistente.
Faccio solo presente che ognuno può tenere delle posizioni che nulla hanno a che vedere né con la sicurezza dei luoghi montani né con la tutela dei luoghi montani, ma è un presupposto che rischia di essere molto ideologico, come quello sulle aree protette. Infatti, sulle aree protette sappiamo bene che chi vuole volare, deve superare una valutazione di incidenza ambientale assolutamente puntuale. Se questo avveniva già precedentemente e in due realtà chi volava aveva superato una valutazione di incidenza ambientale è perché, verosimilmente, in quelle aree il volo essendo anche aree ad un'altimetria molto elevata, non dava nessun problema.
Al di là di questo aspetto, credo che questa modifica sia peggiorativa ma non lo dico io. Sottolineo che le associazioni, cioè i maggiori Comuni montani e l'UNCEM hanno avanzato questa richiesta, chiedendo una cosa che mi sembra banale: diamo l'opportunità alle amministrazioni locali di essere responsabili del loro territorio. Si dovrà fare volare la domenica? Si riterrà di non volare in un'area nel giorno di domenica? Non lo si vorrà fare.
Ricordo l'esempio che aveva citato la collega Accossato del Comune di Balme. Mentre il Comune di Balme ante-legge ha dovuto fare un'ordinanza per vietare il volo, oggi è sufficiente non sottoscrivere una convenzione. Il dato qual è, così come formulata? Che noi non ci fidiamo dei Comuni e a dire che non ci fidiamo dei Comuni è chi ha fatto il Sindaco.
Credo che questo aspetto sia incomprensibile. Dettiamo le regole facciamo le valutazioni, facciamo tutto il resto, ma dei Sindaci io mi fiderei.



PRESIDENTE

Grazie, collega Vignale.
Emendamento rubricato n. 26) presentato dai Consiglieri Ruffino, Berutti Graglia, Pichetto Fratin, Sozzani.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola alla Vicepresidente Ruffino in qualità di Consigliera per l'illustrazione.



RUFFINO Daniela

Grazie, Presidente.
L'emendamento n. 26) prevede che le parole "oltre i giorni festivi" siano sostituite dalle parole "determinate con delibera dell'unione montana".
Questo è un argomento particolarmente importante. Se, come spesso in quest'Aula, si parla del ruolo delle Unioni montane, allora bisogna provare a dare un ruolo alleUnioni montane anche in questo caso.
L'elisky è regolamentato da apposita convenzione onerosa stipulata tra il Comune competente per territorio o, se delegata, tra l'Unione montana e il soggetto che offre il servizio pubblico di elisky.
Riprendo la nota, già citata, dell'UNCEM, che ritiene "l'unione montana di Comuni il soggetto pubblico titolato ad individuare necessità, regole vincoli e deroghe all'attività di volo, sulla base delle esigenze e delle caratteristiche della storia delle attività economico-sportive attive nei Comuni e nell'intero territorio".
Desidero soltanto ricordare - è perfettamente inutile negare questo aspetto - anche la parte interessante per i territori legata all'economia ad esempio il contributo significativo che viene dato all'economia locale generando un indotto - in termini di hotel, ristorazione, skypass, noleggio del materiale e commercio - di quasi un milione di euro all'anno.
Con questo non si svende il territorio, perché sono convinta che siano proprio i Sindaci e gli Amministratori locali ad avere la maggior cura del territorio stesso. Da qui la richiesta da parte nostra di lasciare attraverso delibera dell'Unione montana, la scelta dei giorni e di quali giorni per l'utilizzo dell'eliski sui territori; potremmo anche ritrovarci ad avere delle scelte profondamente diverse per territori, però non possiamo pensare che l'Unione montana in alcune situazioni può avere un ruolo di scelta, mentre in altre viene assolutamente esautorata da chi non vive quel territorio, quel ruolo e molto probabilmente non ne conosce le esigenze.



PRESIDENTE

Grazie, collega Ruffino.
Emendamento rubricato n. 1) presentato dai Consiglieri Vignale, Ravello.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) L'emendamento è dato per illustrato dai proponenti.
Emendamento rubricato n. 23) presentato dai Consiglieri Ruffino, Berutti Graglia, Pichetto Fratin, Sozzani.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola alla Vicepresidente Ruffino in qualità di Consigliera per l'illustrazione.



RUFFINO Daniela

Grazie, Presidente.
Nell'emendamento n. 23) chiediamo di sostituire le parole "nelle aree naturali protette", e spiegherò il motivo di questa richiesta. Sappiamo benissimo che la pratica dell'eliski è soggetta a valutazione ambientale sappiamo soprattutto che viene presentato il Piano e che, se non ci sono i requisiti per la valutazione, viene viene negato il volo.
Come prima sul tema dell'Unione dei Comuni, si tratta di capire se le valutazioni sono valide per un certo tipo di pratica di scelta o se lo sono per ogni aspetto per cui vengono richieste. La garanzia, per quanto riguarda la tutela ambientale, è sicuramente garantita dalla valutazione ambientale; naturalmente c'è da tenere conto anche del supporto che viene dato dalle guide e dai maestri qualificati, quindi sicuramente con un'altissima professionalità e specializzazione.
Ritengo e riteniamo che gli Uffici preposti - regionali, in questo caso nel momento in cui non ci fossero i requisiti, non darebbero l'autorizzazione. Se così non fosse, dobbiamo sinceramente pensare o ripensare al ruolo della valutazione ambientale.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Segretario Bertola in qualità di Consigliere per dichiarazione di voto sull'articolo; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
La mia è una dichiarazione di voto fortemente contraria sia all'articolo sia, soprattutto, agli emendamenti, ovviamente escluso il nostro, ma soprattutto contro l'emendamento n. 132), perché posso anche comprendere che il centrodestra presenti degli emendamenti fortemente permissivi verso la pratica dell'eliski, addirittura volendolo permettere liberamente anche nelle aree protette, ma lo capisco meno da parte del Partito Democratico, poiché da quella parte ci sono sempre delle motivazioni apparenti di tutela, che il più delle volte si rivelano finte.
Siamo intervenuti su questa disciplina mesi fa ed era stato escluso il volo alpino nei giorni festivi. Adesso, a distanza di mesi, dopo aver ricevuto delle pressioni, lo andate reintrodurre. Questo non va bene.
Lo dico all'Assessore Reschigna: se passa l'emendamento n. 132), fermo restando che l'Aula è sovrana, non ci si aspetti nessun fair play sul proseguimento dell'esame di questo disegno di legge: si va col tempo che ci si deve mettere, tranquillamente.
Quindi continuate ad avere una visione della montagna, dell'ambiente e del territorio che è predatoria, non di tutela. Qualcuno parla della montagna come museo: per noi non è assolutamente un museo, ma non è nemmeno una sala giochi; non lo è, non è una sala giochi. Dunque forte contrarietà all'emendamento n. 132) e ci auguriamo proprio che non venga approvato!



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Ottria; ne ha facoltà.



OTTRIA Domenico

Grazie, Presidente.
Io chiedo due minuti di sospensione per approfondire meglio questi emendamenti.



PRESIDENTE

La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 17.48 riprende alle ore 18.16)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Ha chiesto la parola il Consigliere Rossi; ne ha facoltà.



ROSSI Domenico

Grazie, Presidente.
Intervengo solo per chiedere di sospendere la trattazione dell'emendamento n. 132), anche perché, parlando di sci, rientra all'interno di altri argomenti di cui abbiamo chiesto la sospensione.
Chiediamo quindi di sospendere anche questo aspetto e di rimandarlo insieme agli altri.



PRESIDENTE

L'esame dell'articolo è sospeso.
ARTICOLO 9 Emendamento rubricato n. 140) presentato dai Consiglieri Frediani Andrissi, Bertola Bono, Mighetti, Valetti, Vignale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola alla Consigliera Frediani per l'illustrazione.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Con quest'emendamento continuiamo ad abrogare articolo dopo articolo alcune parti di questo disegno di legge, in particolare andiamo ad abrogare l'articolo 9, che recita: "La lettera e), del comma 2, dell'articolo 2 della legge regionale 7 aprile 2009 'Valorizzazione e promozione della conoscenza del patrimonio linguistico e culturale del Piemonte' è abrogata". Quindi con quest'emendamento chiediamo l'abrogazione di questo articolo, che a sua volta va ad abrogare una lettera di un comma di un articolo di questa legge, che è proprio finalizzata a valorizzare e promuovere il patrimonio linguistico e culturale.
I discorsi che sono alla base di queste nostre proposte sono già stati ampiamente illustrati e dunque sono noti. Accogliamo nuovamente con soddisfazione il fatto che si sia scelto di sospendere la discussione di alcuni temi particolarmente scottanti come quelli che riguardano l'impatto sulla montagna contenuti in alcuni emendamenti presentati direttamente in Aula, poiché è un tema che ci sta particolarmente a cuore e su cui si era lavorato molto seriamente in Commissione e anche attraverso dei gruppi di lavoro che per molti giorni si sono riuniti al fine di individuare delle soluzioni condivise.
Quindi ci auguriamo che su questo tema continui ad esserci condivisione.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Segretario Bertola in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Questo è un emendamento abrogativo dell'articolo 9. Raccogliamo solo con parziale favore la sospensione dell'esame dell'articolo 8, quindi dei relativi emendamenti, soprattutto dell'emendamento n. 132).
Se su altri aspetti, su altre disposizioni contenute negli articoli e negli emendamenti precedenti, c'è un margine di discussione per valutare quali parti degli articoli e degli emendamenti siano condivisibili (e ce ne sono a nostro avviso), parlando dell'emendamento n. 132) l'unica opzione per noi praticabile è quella del ritiro o della non approvazione nel caso si vada al voto.
Ritengo corretto informare l'Aula e il Vicepresidente Reschigna che per noi, tra la sospensione dell'articolo e la sua trattazione, non è cambiato nulla. Chiedevamo, e chiediamo ancora, il ritiro dell'emendamento n. 132).



PRESIDENTE

Grazie, collega Bertola.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 140), sul quale l'Assessore Reschigna, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo n. 9, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 10 Emendamento rubricato n. 141) presentato dai Consiglieri Frediani Andrissi, Bertola Bono, Mighetti, Valetti, Vignale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Mi spiace ripetermi, e ci ripeteremo anche successivamente, perch stiamo parlando di una modifica alla legge n. 14 del 2016, che abbiamo approvato l'11 luglio 2016.
Siamo quindi sul primo degli articoli riguardanti la revisione della legge approvata a luglio dell'anno scorso, poco più di un anno fa. Siamo alle modifiche dell'articolo 2 dove al comma 1, dopo lettera g), si aggiunge un'ulteriore lettera, la lettera g) bis. Parliamo delle funzioni della nuova normativa in materia di organizzazione dell'attività di promozione e accoglienza e informazione turistica in Piemonte in cui, nelle varie funzioni nell'ambito dell'attività di promozione, accoglienza e promozione turistica, la Regione ha tutta una serie di ambiti in cui operare, quindi favorire lo sviluppo economico e sociale, curare i rapporti con il Governo in Unione europea, svolgere funzioni di indirizzo e coordinamento, predisporre i programmi annuali, fare un monitoraggio attraverso l'osservatorio del turismo. Questo può essere un dato sicuramente importante, forse innovativo della legge regionale 2016, per avere finalmente dati indipendenti, propri della Regione Piemonte, per capire come indirizzarsi e dove andare ad investire risorse nella promozione.
Promuovere la costituzione dell'Agenzia regionale per lo sviluppo e la promozione del turismo, cosiddetto DMO (Destination Management Organization, ci piace mettere un po' di inglese nelle nostre leggi per cercare di essere più internazionali), e poi la lettera g), riconoscere le ATL e vigilare sul loro operato, oltre ad interventi di sostegno.
Con l'articolo 10 la Regione introduce la promozione del più ampio coinvolgimento di soggetti privati nell'ATL, nel rispetto dei principi di pubblicità, trasparenza e parità di trattamento.
Ne avevamo anche discusso in Commissione, definizione magari non ottimale, magari tra circa un anno torneremo a rivedere la legge del 2016 si dice che solo chi non fa, non sbaglia - ma andiamo a fare un ulteriore intervento. Non so se ci auguriamo che sia l'ultimo, nel senso che abbiamo chiuso la partita della legge del 2016, quindi promuoviamo il più ampio coinvolgimento, che non so cosa voglia dire, dei soggetti privati nell'ATL nel rispetto della trasparenza, pubblicità e parità di trattamento.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Mighetti; ne ha facoltà.



MIGHETTI Paolo

Oltre a essere una modifica di una norma piuttosto recente, mi sembra che anche il contenuto normativo non sia da strapparsi i cappelli.
Tra gli elementi che noi andiamo ad inserire, aggiungiamo la lettera g bis): "Promuovere il più ampio coinvolgimento dei soggetti privati nelle ATL nel rispetto dei principi di pubblicità, trasparenza e parità di trattamento".
A parte che la seconda parte del periodo mi sembrerebbe anche superflua quando parliamo di coinvolgimento di soggetti privati, ma di fatto la Regione, per non essere fuori da ogni logica di legittimità, non deve fare figli e figliastri. Inserire la lettera g bis) non vedo quale apporto normativo dia a una legge che abbiamo approvato appena un anno fa. Penso che le nostre leggi regionali siano già molte e siano nella maggior parte anche prolisse nelle loro premesse. Abbiamo leggi regionali che si svenano nel professare quali sono gli intenti e poi, alla fine della fiera, non riescono a delineare dei passaggi precisi, per cui si vanno a definire delle politiche di governo di quelle che sono le politiche generali della Regione Piemonte.
Un'altra lettera ha dei principi generali, ma penso che non aggiungerà niente a questa normativa che andiamo a modificare.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Segretario Bertola in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
In questo caso, proponiamo un emendamento abrogativo dell'articolo 10.
Le motivazioni sono legate sia al merito dell'articolo sia al metodo.
Stiamo parlando di un provvedimento approvato non più tardi di un anno fa, anzi, poco meno, che poi andiamo già a ritoccare. Posso capire quando a presentare degli emendamenti su leggi anche di recente approvazione siano le opposizioni perché, magari, in sede di discussione propongono legittimamente, una visione completamente diversa o parzialmente diversa di una questione e poi la ripropongono ogniqualvolta si presenti l'occasione.
Questo rientra nella normale pratica democratica, rientra nelle dinamiche di Commissione e di Aula.
Tuttavia è assai meno comprensibile quando avviene su provvedimenti che sono origine di proposte di legge della maggioranza o, addirittura, disegni di legge della Giunta. I casi sono due: o due esami non bastano, non basta la Commissione e non basta l'Aula, ma allora bisognerebbe avere un terzo esame, come avere un altro ramo del Consiglio regionale quando si parlava di bicameralismo, oppure spesse volte queste modifiche suonano un po' come cerco di edulcorare la questione - degli impegni differiti.
Come dire che queste cose non si possono scrivere adesso nella legge ma tra qualche mese la ritocchiamo e reinseriamo le modifiche. Suona un po' così, suonava così nel caso dell'eliski e suona anche così nel caso dell'articolo 10.
Penso che il tutto non predisponga al meglio il nostro Gruppo sul dibattito relativo a questo disegno di legge.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bertola.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 141), sul quale l'Assessore Reschigna, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 10, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 11 Emendamento rubricato n. 142) presentato dai Consiglieri Frediani Andrissi, Bertola Bono, Mighetti, Valetti, Vignale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Frediani per l'illustrazione.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Quest'emendamento va ad abrogare l'articolo 11, che interviene sulla gestione e l'organizzazione, come sempre, sulla DMO.
Durante la relazione, abbiamo già evidenziato alcuni aspetti che non ci hanno convinto in merito alla riforma che abbiamo approvato in Consiglio relativa alla riorganizzazione dell'ATL e a questo nuovo soggetto, che è la DMO-Turismo Piemonte. Abbiamo già evidenziato come manchi, in realtà, una vera e propria strategia coordinata per intervenire in modo più incisivo e organizzato nell'ambito del turismo. Per questo motivo, chiediamo di abrogare questo articolo.
Quest'emendamento fa parte della serie che abbiamo depositato allo scopo di cercare di sollecitare un maggior confronto e discussione sui temi più sentiti da parte del Gruppo consiliare che rappresento. Quindi continuiamo nella nostra illustrazione, richiamando di volta in volta i temi che ci sembrano centrali; in questo caso è proprio il tema del turismo e dell'organizzazione del settore, che già è stata al centro di alcune nostre osservazioni quando si è approvato il provvedimento.



PRESIDENTE

Grazie, collega Frediani.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 142), sul quale l'Assessore Reschigna, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 11, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 12 Emendamento rubricato n. 143) presentato dai Consiglieri Frediani Andrissi, Bertola Bono, Mighetti, Valetti, Vignale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Valetti per l'illustrazione.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Questo è un emendamento abrogativo; ricordiamo che l'articolo 12, nelle modifiche all'articolo 9 della legge 14 del 2016, recita come segue: al comma 1 dell'articolo 9 della legge succitata, la parola "organizzano" è sostituita dalle parole "svolgono servizi di interesse generale organizzando".
Andiamo ad abrogare questo testo che, secondo noi, per quanto riguarda la qualità della normazione, è un appesantimento abbastanza inutile, quindi riteniamo di lasciare esattamente la legge 14-2016 così com'è, abrogando questo articolo 12.
Come abbiamo visto, in questo disegno di legge Omnibus vi è già una certa abbondanza di articoli e ci sembra doveroso snellire un po', a partire da quel tipo di proposte che sono superflue. Questo sempre nell'ambito della legge 14-2016 sulle ATL, dove vedremo che abbiamo cercato, in generale, di tutelare il ruolo delle Istituzioni pubbliche perché crediamo sia il modo migliore di effettuare questo tipo di attività coinvolgendo i privati, ma limitandone il coinvolgimento, in quanto riteniamo che il pubblico, se ben gestito, sia l'ente deputato ad avere il miglior rapporto del servizio alla cittadinanza e risultati, perché il profitto, teoricamente, viene messo da parte.
Quindi, in generale, sulla governance dell'ATL, come vedremo nelle proposte successive, curate dalla collega Capogruppo Frediani, si va in questa direzione politica di mantenimento dell'Istituzione pubblica e di valorizzazione delle Istituzioni.



PRESIDENTE

Grazie, collega Valetti.
La parola al Consigliere Mighetti.



MIGHETTI Paolo

Grazie, Presidente.
Effettivamente, anche a noi sfugge un po' il senso di quest'emendamento, anche perché poco cambia rispetto alla normativa.
All'articolo 9 della legge, alla lettera a) direi che c'è un errore di battitura, nel senso che c'è già scritto "organizzando" e non "organizzano", se è questa la modifica che si vuol fare, altrimenti non capisco dove si possa trovare di nuovo la parola "organizzano", anche perché non c'è il riferimento alla lettera del comma 1.



PRESIDENTE

Grazie, collega Mighetti.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 143), sul quale l'Assessore Reschigna, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 12, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
Direi che possiamo ancora esaminare due articoli e poi passare, secondo l'accordo che avevamo, agli ordini del giorno.
ARTICOLO 13 Emendamento rubricato n. 144) presentato dai Consiglieri Frediani Andrissi, Bertola Bono, Mighetti, Valetti, Vignale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola alla Consigliera Frediani per l'illustrazione.



FREDIANI Francesca

Con quest'emendamento, chiediamo l'abrogazione dell'articolo 13, che è un articolo che va a modificare l'articolo 13 della legge 14/2016.
Anche qui, ci troviamo - a distanza di poco più di un anno - a intervenire su alcuni aspetti di un provvedimento che è stato approvato.
Non è la prima volta che capita e non è il primo intervento che facciamo su quella norma.
Dopo un lungo confronto in Commissione, dopo il tentativo di portare delle modifiche al testo, dopo nostri interventi che hanno cercato di stimolare un dibattito sul testo, il testo è stato approvato in una certa forma e, dopo poco tempo, ci troviamo già a dover votare in merito a degli interventi.
Questa modalità ci sembra assolutamente incredibile. Non possiamo continuare ad approvare provvedimenti che l'anno successivo vengono modificati, con interventi in un disegno di legge Omnibus.
Per questo motivo, quindi per segnalare questa ulteriore modalità che noi contestiamo, oltre al fatto di presentare gli emendamenti, emendamenti complessi, troppo in ritardo per poterli valutare correttamente (l'abbiamo già segnalato e su questo abbiamo già avuto riscontro), segnaliamo anche questa criticità, cioè che continuiamo ad intervenire attraverso disegni di legge come questo (Omnibus) su provvedimenti approvati molto recentemente.
Tra l'altro, su temi su cui abbiamo cercato di sollevare un dibattito sia in Commissione sia in Consiglio, senza trovare accoglimento.



PRESIDENTE

Grazie, collega Frediani.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 144), sul quale l'Assessore Reschigna, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 13, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 14 Emendamento rubricato n. 145) presentato dai Consiglieri Frediani Andrissi, Bertola Bono, Mighetti, Valetti, Vignale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola alla Consigliera Frediani per l'illustrazione.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Con quest'emendamento chiediamo l'abrogazione dell'articolo 14, che è un articolo che va ad agire sull'articolo 16, sempre della legge che ha previsto il riordino delle ATL.
La logica è sempre la stessa: andiamo a portare delle modifiche rilevanti, utilizzando lo strumento del disegno di legge Omnibus, su un testo di legge su cui c'è stata ampia discussione e dibattito ed anche un tentativo di confronto e di correzione da parte nostra.
Abbiamo evidenziato tutti i limiti di questa riorganizzazione, in particolar modo per la mancanza di un disegno complessivo relativo al riordino delle ATL; abbiamo criticato la creazione di questo nuovo soggetto (DMO-Turismo Piemonte); abbiamo presentato degli emendamenti che sono stati respinti. C'è stata, in quell'occasione, una possibilità di confronto con la Giunta e con la maggioranza in generale. Il provvedimento è stato approvato in una certa forma e, dopo poco più di un anno, ci ritroviamo di fronte a delle modifiche proprio su quel testo.
Ci sembra una modalità assolutamente non condivisibile; una modalità tra l'altro, che non ci consente grande margine di intervento e dibattito.
È un modalità che, per questi motivi, contestiamo fortemente.



PRESIDENTE

Grazie, collega Frediani.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 145), sul quale l'Assessore Reschigna, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.


Argomento: Diritto allo studio - Assistenza scolastica

Comunicazioni della Giunta regionale inerente a "Situazione insegnanti di appoggio, finanziamento sezioni primavera, erogazione contributi a scuole paritarie, situazione mutui BEI"


PRESIDENTE

La parola all'Assessora Pentenero, per la comunicazione già programmata.
Prego, Assessora Pentenero.



PENTENERO Giovanna, Assessora all'istruzione

Grazie, Presidente.
So che le domande sono state puntualmente formalizzate rispetto a una serie di comunicazioni legate al tema della scuola, in alcune sue sfaccettature e articolazioni.
Partirei dalla questione degli insegnanti di sostegno.
L'organico del personale docente, comprensivo di diritto, potenziamento e deroga, è di 11.186 posti, di cui 4.962 in più, quindi quasi il doppio rispetto all'anno precedente. Posti assegnati in deroga da parte dell'Ufficio Scolastico Regionale.
Questo è determinato dall'aumento del numero degli alunni con disabilità certificata su tutto il territorio piemontese. Ovviamente, nel momento in cui c'è la certificazione, bisogna rispettare i parametri di legge rispetto al rapporto che deve essere garantito rispetto agli alunni disabili.
Gli alunni disabili ammontano, quindi, calcolando che siano 14.457 su 536.616 alunni di tutto il Piemonte, al 2,6 per cento del totale.
I posti in deroga consentono di potenziare la personalizzazione dell'offerta formativa, in modo da agire in modo significativo sui processi di inclusione da parte degli alunni certificati.
Gli insegnanti abilitati, oggi, sono del tutto insufficienti, nel senso.
Chiedo scusa all'Aula: posso sedermi, semplicemente per un problema d'infortunio, che ben conoscete? Chiedo soltanto di potermi sedere.



PRESIDENTE

È solo un malleolo peroneale, Assessora.
Non è che poi, insomma.



PENTENERO Giovanna, Assessora all'istruzione

Sì, non è proprio una roba.
Non abbiamo dati - chiedo scusa - rispetto al numero esatto degli insegnanti abilitati. Quello che si sa è che le graduatorie per gli insegnanti abilitati per i disabili è esaurita già dal 2016. L'ultima richiesta che è stata fatta da parte dell'Università di Torino per l'abilitazione degli insegnanti di sostegno riguarda 300 posti, che sono del tutto insufficienti. Noi stimiamo, infatti, che la necessità di insegnanti abilitati si aggiri intorno alle 3.000 unità. Bisognerà, quindi insieme all'Università di Torino, lavorare affinché il prossimo anno la richiesta di abilitazione sia superiore rispetto a quella dell'anno in corso, cioè 2017-2018. Il numero di insegnanti in termini di "posti in deroga" - lo vorrei sottolineare - è significativo, e tiene in considerazione le esigenze nate sui singoli territori.
Veniamo alla situazione dei mutui BEI. Attualmente, abbiamo un bando aperto (2015-2016.2017) che ha visto la partecipazione di 512 proposte di intervento, di cui 484 risultate ammissibili. Ci sono delle Province che hanno più di un progetto approvato all'interno della graduatoria.
Con l'annualità 2015 sono stati finanziati, in base alle risorse disponibili legate ai mutui BEI, 115 interventi, per un importo pari a 64.501.707,52. Un Ente ha rinunciato al contributo e 114 interventi sono in corso di realizzazione.
Per quanto concerne l'annualità 2016, vengono finanziati 38 interventi per un importo di 17.870.121,76. Il decreto 390 del 6 giugno 2017, che autorizza le Regioni alla stipula dei mutui e che assicura la copertura finanziaria agli interventi, è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n.
217 del 16 settembre 2017. Il decreto prevede che gli Enti debbano aggiudicare provvisoriamente i lavori entro 180 giorni dalla data di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale.
Per la stipula del mutuo, inoltre, è stato chiesto il parere al MEF sullo schema di contratto che contiene gli obblighi che sono in capo ad ogni singola Regione. Successivamente a questo atto, la Regione potrà deliberare di aderire al mutuo e sottoscrivere il contratto con la Cassa Depositi e Prestiti. Gli Enti beneficiari dovranno, a loro volta sottoscrivere un atto unilaterale, com'è successo nell'anno precedente contenente gli obblighi che devono mantenere nei confronti della Regione del Ministero, della Cassa Depositi e Prestiti e della Banca BEI che finanzia la misura. Le regole adottate sono, sostanzialmente, quelle dei Fondi comunitari.
Veniamo all'annualità 2017. A inizio anno è stata aggiornata la graduatoria al netto degli interventi già realizzati (quelli di cui parlavo prima) o non più necessari. A oggi risultano ancora ammissibili 235 interventi, per un totale di contributi richiesti pari a 91.446.792.
Per finanziare l'annualità 2017 verranno utilizzate le economie che sono state accertate nelle annualità precedenti (fino a quando non si chiede l'annualità precedente, non sappiamo qual è l'economia utilizzata e quindi, non possiamo procedere ulteriormente).
Affinché la regione Piemonte possa disporre delle economie già sviluppate nel 2015, è necessario che tutti gli Enti abbiano concluso positivamente il caricamento dei dati del monitoraggio e che il proprio intervento arrivi nella certificazione del sistema del Ministero dell'Istruzione. Al momento, rispetto ai numeri che vi ho fornito prima mancano dieci Comuni che non hanno ancora completato il processo.
Per quanto concerne il finanziamento delle scuole paritarie, il settore ha provveduto all'impegno della somma di 5.490.000 entro il 31/12 per l'attuazione dell'articolo 14 della legge regionale n. 28/2007 per l'anno scolastico 2015-2016, destinando euro 647.060, dieci direttamente alle scuole paritarie non convenzionate (voi sapete che il capitolo si divide in due parti: scuole dell'infanzia convenzionate e scuole non convenzionate).
A oggi, sono stati completati i pagamenti relativi a Comuni al di sotto di 5.000 abitanti, per un totale di 1.756.000; tutte le scuole dell'infanzia paritarie non convenzionate.
La Ragioneria, in questi giorni, sta provvedendo ai pagamenti destinati ai Comuni al di sopra dei 5.000 abitanti (98). Residuano da erogare circa 1.800.000 euro.
Per quanto concerne l'anno scolastico 2016-2017, la somma a oggi assegnata alla Direzione è di 2.759.000, di cui 921.000 euro destinati ai trasferimenti diretti alle scuole.
Nell'esercizio 2015 per l'attuazione dell'articolo 14 erano stati stanziati 7.700.000 euro.
Nel bilancio 2017 è stata stanziata la somma di 7.000.000 più la somma residuante del 2016 pari a 2.500.000 euro. È in fase di attuazione l'impegno con le liquidazioni per l'anno scolastico 2016-2017.
Veniamo alle sezioni primavera. Le sezioni primavera autorizzate al funzionamento in Piemonte sono 136, per un totale di un'offerta formativa (anni due e tre, quindi a scavalco tra il sistema dei nidi e prima dell'accesso alla scuola dell'infanzia) di 1.996 posti. Di questi, 100 hanno usufruito, a partire dall'anno 2008-2009, di un sostegno straordinario erogato dalla Regione che derivava inizialmente da risorse regionali fresche e, successivamente, dall'applicazione del Piano di Azione regionale del Fondo Sviluppo e Coesione 2007-2013. Nella programmazione attuale non è più possibile prevedere questo tipo di stanziamenti, in quanto non è una somma ammissibile.
Con l'anno scolastico 2016-2017, cioè quello che è terminato a giugno 2017, si è concluso il sostegno regionale straordinario. Successivamente in data 27 luglio 2017, il Ministero dell'Istruzione ha rinnovato l'accordo quadro con le Regioni, in Conferenza Unificata, nel quale si rinnova il percorso a sostegno delle sezioni primavera e si destina la somma di 9.700.000 euro. Questa somma, utilizzabile a partire dall'anno 2018, sarà ripartita dal MIUR ai vari Uffici Scolastici Regionali in base al numero di sezioni primavera autorizzate. Da questo punto di vista, va ricordato che con l'approvazione del decreto 0-6, le Regioni dovranno definire un programma di azioni per lo 0-6 e, all'interno dello 0-6, ovviamente, sono incluse tutte le sezioni primavera. È evidente, quindi, che sia dal punto di vista della programmazione dell'attività, sia dal punto di vista della programmazione dei posti ammissibili, sia dal punto di vista della programmazione delle risorse, dovremo identificare un livello di programmazione che tenga in considerazione il sistema 0-6, considerando nidi, servizi per l'infanzia, sezioni di primavera (che oggi entrano a pieno titolo all'interno dell'ordinamento nazionale) e scuole dell'infanzia 3-6.
Stiamo lavorando anche a un disegno di legge in linea col decreto nazionale, che tenga in considerazione quelle che sono le norme applicative derivanti dalle sentenze della Corte Costituzionale che, nell'arco del tempo, sono avvenute e che tengano in considerazione il livello di programmazione regionale. Stiamo dunque cercando di scrivere una cornice legislativa che tenga in considerazione tutti i riferimenti.
Le fonti di finanziamento derivano in parte dal bilancio regionale (allocate, in parte, con l'assestamento), in parte dal Fondo Sociale Europeo e, in parte, da quella che sarà l'attribuzione alla Regione Piemonte delle risorse che sono state attribuite al decreto 0-6.
Dunque, tutta la programmazione legata al tema dei servizi per l'infanzia fino all'inizio della scuola dell'obbligo sarà del tutto nuova e permettetemi - anche abbastanza innovativa, perché il sistema dei servizi per l'infanzia passerà da un sistema assistenziale ad un intervento di carattere educativo. È un tema che, certamente, necessita di una serie di trasformazioni, anche importanti. Voi sapete che il sistema 0-3 afferisce agli Enti locali, mentre il sistema 3-6 afferisce al Ministero dell'Istruzione. Far convivere questi due mondi sarà un'esperienza interessante e una sfida sicuramente importante, che deve vedere il coinvolgimento delle Regioni per quello che riguarda il livello di programmazione .
Ricordo che tutto quello che ho cercato di raccontarvi è un'attività che noi eseguiamo all'interno di una competenza che la Costituzione ci attribuisce in termine di concorrenza. In modo particolare, quando noi parliamo di organico - quindi quando parliamo di posti - parliamo di un organico che afferisce al sistema del Ministero dell'Istruzione e dove le norme di stabilità hanno via via definito un ruolo di programmazione e di condivisione in sede di concertazione, che, peraltro, devo dire all'interno della nostra Regione ha sempre avuto un significativo livello di collaborazione, che avviene con l'Ufficio Scolastico Regionale.
Cosa diversa è la questione dell'abilitazione degli insegnanti, che avviene con un processo diverso tra le Università e il Ministero dell'Istruzione. Su segnalazione che è stata fatta l'anno scorso e che ha determinato lo scompenso che vi dicevo prima in termini di abilitazione di docenti legati al sostegno, è evidente che quest'anno chiederemo all'Università di avere un'attenzione diversa e di intervenire in modo più significativo, perché il numero di insegnanti non abilitati è un decisamente alto e significativo. Ciò a fronte del fatto che le graduatorie sono esaurite, così come sono esaurite molte altre graduatorie - ad esempio, la scuola dell'infanzia e la scuola scuola elementare: due graduatorie che peraltro sono state oggetto di concorso nell'anno 2016 - e questo ci testimonia come l'attività di messa in ruolo prevista dalla legge della buona scuola è stata un'attività importante e che sicuramente, da questo punto di vista, ha garantito una stabilità occupazionale in termini significativi, in termini davvero importanti.
La questione dei mutui BEI è una questione complessa, che peraltro determina un livello di programmazione molto importante. Spesso i Comuni non sono abituati a lavorare con le stesse modalità dei fondi comunitari ma erano più abituati a lavorare con le risorse fresche che arrivavano o dalla Regione o dal Ministero. L'utilizzo di strumenti particolari ha implicato, ad esempio, l'attivazione di una serie di corsi di formazione con gli Uffici tecnici dei Comuni e delle Province. All'inizio dell'anno prima di far uscire il bando successivo della programmazione dei fondi mutui BEI, vorremmo riattivare una serie di incontri (più che corsi di formazione) con gli Uffici tecnici per spiegare quali sono le caratteristiche che saranno richieste all'interno dei mutui BEI.
Mi piace ancora sottolineare un aspetto che attiene al sistema 0-6. È di imminente uscita un bando per i poli innovativi dell'infanzia che tiene in considerazione le risorse che l'INAIL stanzia in favore delle Regioni e degli Enti locali; risorse che partono da un piano di investimenti che l'INAIL ha effettuato all'interno del nostro Paese e rappresentano nove milioni di risorse che sono state assegnate al Piemonte.
Il bando avrà le caratteristiche di un'operazione immobiliare attraverso l'utilizzo di fondi INAIL e quindi attraverso un'operazione immobiliare che l'INAIL esegue. La caratteristica principale che dovranno avere le manifestazioni di interesse sono aree dove non è presente nessun edificio, congruenti al piano regolatore, sulle quali sia pensabile un'operazione immobiliare, cioè la dismissione di un vecchio edificio per poter avere tre sezioni della scuola dell'infanzia (questo è il massimo previsto) e una sezione di un nido. La convivenza fisica è l'avvio anche della progettazione comune tra scuola, sistema 0-3 e sistema 0-6.
Lunedì avremo un incontro con i Comuni per raccontare loro che cosa rappresenta questa opportunità e quali caratteristiche dovrà avere la manifestazione di interesse per poter essere selezionata e per poter essere accolta dalla Commissione, che sarà opportunamente attribuita alla struttura per analizzare le diverse domande che perverranno alla Regione.
Credo di aver riassunto un po' tutto e di aver risposto alle domande che sono state formulate. Ovviamente, siamo a disposizione per qualsiasi altro approfondimento.



PRESIDENTE

Sulla comunicazione dell'Assessore ci sono interventi? Prego, collega Ruffino.



RUFFINO Daniela

Grazie, Presidente.
Ringrazio l'Assessora per le informazioni che ha dato all'Aula, che credo siano utilissime. Ovviamente erano informazioni che avevamo richiesto nel primo giorno di scuola, momento sicuramente importante, legato a una forte preoccupazione. I numeri dell'Assessora sono interessantissimi, ma quando parliamo di 300 posti contro le 3.000 unità che sono necessarie, ci rendiamo conto che in Piemonte abbiamo il dieci per cento degli insegnanti specializzati. Io ritengo e noi riteniamo che la parte della disabilità debba avere attenzione e priorità; non possiamo immaginare, oggi, di avere insegnanti non specializzati che sono dedicati a un compito importantissimo.
Sappiamo bene che un bimbo disabile apprende tantissimo dalla scuola dell'infanzia in poi e questi anni sono ovviamente fondamentali, per cui l'appello che io lancio all'Assessore.



PRESIDENTE

Per cortesia, colleghi, consentiamo alla Consigliera Ruffino di intervenire facendo silenzio.



RUFFINO Daniela

Altrimenti rischio di intervenire nel discorso con l'Assessore Ferrari e questo dovrebbe essere un tema anche di grande interesse dell'Assessora perché, se i nostri bambini sono ben seguiti, molto probabilmente domani non saranno utenti di un servizio.
Per me, le grandi preoccupazioni sono ovviamente quelle dei docenti della stabilità, sicuramente quelle della formazione, della carenza di Presidi. Di conseguenza, chiedo a questo Consiglio di prendere a cuore questi temi e di attivarsi perché, per quanto riguarda i Presidi a scavalco, in una situazione come quella piemontese, con un'ampiezza incredibile, noi rischiamo di avere Presidi che girano da una scuola all'altra e impegnano il loro tempo a percorrere chilometri e non piuttosto a pensare alla programmazione.
L'altro tema, quello dell'edilizia scolastica, è stato trattato anche nella seduta di questa settimana con i nostri emendamenti e col Vicepresidente Reschigna. Il quadro che lei ha dato era più o meno quello che io immaginavo, sicuramente con dei ritardi importanti, in parte legati alle difficoltà dei Comuni, ma certamente con tempi lunghi da parte del Ministero e non so per quanto di competenza regionale. Si sta parlando praticamente di interventi fatti nel 2015, quindi dell'utilizzo degli avanzi di amministrazione che devono essere reinvestiti.
Certamente i mutui BEI ci fanno pensare, anche qui, alla necessità di un rifinanziamento della legge 23 e di una costante annuale nei finanziamenti, perché è l'unica risposta che può essere data ai bisogni che hanno i nostri edifici rispetto alla messa in sicurezza. Quella dei mutui è una risposta assolutamente parziale ed allora, senza polemiche, se dobbiamo pensare alla scuola del futuro, dobbiamo pensare innanzitutto a una scuola sicura, a una scuola innovativa, ma purtroppo l'innovazione viene sopraffatta dalla necessità di interventi a volte veramente anche risibili: sto parlando del superamento delle barriere architettoniche. Non ci sono questi fondi, non ci sono queste risorse e diamo davvero delle risposte parziali ai bambini, alle famiglie e ai docenti.
Allora, in questa fase in cui stiamo parlando di risorse, ribadiamo la nostra richiesta. Noi pensiamo che la sicurezza ha bisogno di risposte immediate; ha bisogno di risposte immediate la sicurezza e ha bisogno di risposte immediate, ad esempio, il tema delle sezioni primavera. Sappiamo che c'è stata una sollevazione da parte dei gestori delle scuole, perché il ritardo nell'erogazione dei finanziamenti mette a dura prova il pagamento degli stipendi. Sono temi da una parte più che conosciuti, ma dall'altra parte ritengo che oggi siano inaccettabili. Questo vale per le sezioni primavera e vale per le sezioni delle scuole paritarie.
Se sommiamo i problemi, che ovviamente hanno anche le scuole paritarie in merito alla messa in sicurezza dei loro edifici, oltre ai ritardi, ci rendiamo conto che la nostra scuola riesce a dare poche certezze.
Sono certa che questo appello verrà raccolto, perché so che è una grossa preoccupazione da parte di tutte le scuole piemontesi. Chiederei di non sottovalutarlo, perché oggi chi sottovaluta la scuola, non si rende conto di come quello sia, invece, l'elemento portante di una società. Mi sento di dirlo di fronte a un'Aula che molto probabilmente in questo momento ha altri pensieri e altre preoccupazioni, però vorrei che fosse più sentito e che vedesse, se possibile, un impegno maggiore.



PRESIDENTE

La parola all'Assessora Pentenero per una puntualizzazione.



PENTENERO Giovanna, Assessora all'istruzione

Vorrei fare alcune precisazioni.
Il tema dell'abilitazione degli insegnanti oggi si presenta con numeri importanti, ma purtroppo risente di anni in cui non si è concessa alcuna forma di abilitazione, ed è evidente che oggi ne paghiamo le conseguenze.
Ricordo che ci sono stati momenti in cui gli investimenti da parte del nostro Paese sul sistema scolastico erano assai ridotti ed erano investimenti in riduzione.
Oggi abbiamo qualche risorsa in più e mi permetto di dire che, ad esempio, sul tema dell'edilizia scolastica, seppure attraverso strumenti un po' complessi e che spesso mettono in difficoltà i Comuni, oggi le risorse stanziate per una Regione come la nostra ammontano a più di 250 milioni.
Somma che non si vedeva da molto tempo.
Il nostro bilancio oggi ha 15 milioni di risorse che sono state destinate alle Province, ma le Province nella loro organizzazione vanno un po' a rilento nella spesa legata a 15 milioni che il bilancio regionale oggi stanzia e che corriamo il rischio di non poter spendere. Voi sapete anche quanto è importante lavorare sugli investimenti, non solo in termini di edilizia scolastica, ma in termini complessivi all'interno della nostra Regione.
Il tema dei presidi, per fortuna, oggi è in qualche modo risolto, nel senso che il concorso è stato avviato, il regolamento è stato pubblicato e sono in corso le fasi di presentazione, nonché i vari percorsi di formazione per consentire a chi avrà le caratteristiche di poter partecipare alle selezioni per diventare dirigente all'interno della nostra Regione.
Oggi abbiamo, com'è stato ricordato, due terzi circa di dirigenti scolastici, se sommiamo anche quelli che andranno in pensione nell'anno scolastico 2017-18, quindi avremo un numero importante di scuole a reggenza. Ma il concorso dovrebbe chiudersi nell'anno 2018, quindi dovremmo finalmente avere una nuova linfa all'interno dei dirigenti e delle scuole piemontesi.
Mi sembra che questo tema sia al centro dell'azione della Regione.
Ricordo che, ad esempio, le risorse destinate sia al diritto allo studio sia al sistema delle scuole paritarie in questi anni non sono state ridotte, anzi abbiamo fatto enormi sacrifici per poter garantire delle azioni, pur con la consapevolezza di un bilancio che ha le sue difficoltà e che sono note a tutti. Il tema del diritto allo studio, il tema delle scuole dell'infanzia e, in modo particolare, delle scuole dell'infanzia paritarie è sempre stato al centro della nostra attenzione, tant'è che non sono state ridotte le risorse.
Abbiamo mantenuto un impegno costante di sette milioni per quello che riguarda le scuole paritarie e di 13 milioni sul diritto allo studio, così come le risorse sull'edilizia scolastica, che sono state aumentate in modo significativo, grazie all'intervento del Ministero. Le risorse regionali come ho detto, ammontano a 15 milioni.
Si può fare ancora di più? Certo, si può fare molto di più. Credo però, che i risultati che via via si possono raggiungere siano importanti.
Lo dico, perché se qualcuno avesse voglia di partecipare al convegno "Io Lavoro" dedicato al tema della dispersione scolastica, si potrà constatare ad esempio, che la dispersione scolastica in Piemonte è scesa sotto il dieci per cento.
Abbiamo, lo dico come ulteriore elemento, dati in base ai quali, a fronte di un investimento che faremo in modo significativo sia da un punto di vista legislativo sia da un punto di vista delle risorse, quest'anno il Piemonte segna 4.500 bambini in meno nella scuola dell'infanzia. Sono circa 7.000 i posti autorizzati, ma non utilizzati all'interno del sistema dei Comuni. Questo vuol dire che vi sono famiglie che fanno fatica, perché i servizi hanno un costo significativo, ma vuole anche dire, in coerenza con il dato delle scuole dell'infanzia, una riduzione significativa della natalità e quindi della presenza di bambini che possono entrare all'interno dei nostri sistemi. Ovviamente è un dato che provoca una certa preoccupazione e che ha un suo significato rispetto al futuro di una Regione come la nostra.
È evidente che sul sistema dell'istruzione faremo gli sforzi necessari rispettando quelle che sono le nostre competenze.
Mi permetto di segnalare un problema importante relativo al tema dell'educazione degli adulti, che oggi è il primo strumento che utilizziamo per affrontare il tema dell'immigrazione, che deve essere affrontato attraverso l'istruzione degli adulti. Siamo, però, di fronte a una situazione in cui abbiamo la necessità di avere più spazi, di avere maggiore condivisione di spazi - scusate il bisticcio di parole - perch spesso ci troviamo di fronte a scuole superiori che non mettono a disposizione i locali per i cosiddetti CPIA, cioè le autonomie da dedicarsi all'educazione degli adulti. Vi sono numeri importanti in alcune autonomie e penso a un'autonomia dedicata all'educazione degli adulti in Barriera di Milano, che oggi conta circa 4.500 studenti. Abbiamo bisogno di maggiore sinergia e, soprattutto, che i Comuni individuino spazi e opportunità per consentire l'educazione degli adulti, che oggi è uno strumento fondamentale ed importante per il nostro territorio.
Quindi, rivolgo un appello ai Consiglieri, anche se le segnalazioni arrivano puntuali e attente su questo tipo di problema. Laddove c'è la disponibilità da parte della scuola, ma non si incontra la disponibilità dei Comuni e soprattutto delle autonomie scolastiche e delle scuole superiori, occorre far sì che questa sinergia diventi sempre più forte altrimenti non riusciamo a rispondere a una domanda sempre più crescente pur con le ampie competenze e disponibilità degli insegnanti.



PRESIDENTE

Chiedo all'Aula un momento di attenzione, perché, come concordato dobbiamo votare le mozioni e gli ordini del giorno. Non è prevista la presentazione da parte dei primi firmatari, ma abbiamo previsto soltanto il voto.
Credo che si possa prevedere su qualche ordine del giorno che, se l'Assessore competente deve dire qualcosa al proponente, sia possibile farlo. Infatti, c'è un caso in cui questo è necessario.


Argomento: Calamità naturali - Protezione della natura (fauna, flora, minerali, vigilanza, ecc.)

Esame mozione n. 1184 presentata da Berutti, Graglia, Pichetto Fratin Porchietto e Sozzani, inerente a "Adozione di un piano strategico regionale per la prevenzione dei danni derivanti dai mutamenti climatici"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame della mozione n. 1184, di cui al punto 11) all'o.d.g.
Ricordo che il testo è stato modificato dal Consigliere Berutti.
Se non vi sono richieste di intervento, indìco la votazione palese sulla mozione n. 1184, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento: Condizione femminile

Esame mozione n. 1196 presentata da Accossato, Laus, Allemano, Andrissi Appiano, Baricco, Caputo, Chiapello, Conticelli, Frediani, Giaccone Grimaldi, Ottria, Pichetto Fratin, Porchietto, Ravello, Ruffino e Vignale inerente a "Adesione all'appello 'avete tolto il senso alle parole', alla mobilitazione contro la violenza di genere e alla manifestazione 'Riprendiamoci la libertà'"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame della mozione n. 1196, di cui al punto 12) all'o.d.g.
Se non vi sono richieste di intervento, indìco la votazione palese sulla mozione n. 1196, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento: Diritti umani - Pari opportunità

Esame ordine del giorno n. 1109 presentato da Molinari, Accossato Allemano, Appiano, Baricco, Bertola, Conticelli, Corgnati, Ferrentino Grimaldi, Laus, Ottria, Ravetti e Valetti, inerente a "Gravi discriminazioni: sostegno all'azione legale al coordinamento Torino-Pride"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 1109, di cui al punto 13) all'o.d.g.
Se non vi sono richieste di intervento, indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 1109, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento: Ordine pubblico e sicurezza - Comuni

Esame ordine del giorno n. 1183 presentato da Benvenuto, Pichetto Fratin Ravello e Vignale, inerente a "Biella - situazione di degrado presso i locali dell'ex macello"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 1183, di cui al punto 14) all'o.d.g.
Mi pare sia una valutazione oggettiva, più che una valutazione politica, forse.
BARAZZOTTO Vittorio (fuori microfono) È superata!



PRESIDENTE

Certo, collega.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 1183, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio non approva.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Esame ordine del giorno n. 1126 presentato da Ottria, Accossato, Appiano Barazzotto, Caputo, Corgnati, Gallo e Grimaldi, inerente a "Vendita del Gruppo ILVA e ruolo della Regione a garanzia del mantenimento dei livelli occupazionali degli stabilimenti piemontesi"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 1126, di cui al punto 15) all'o.d.g.
Se non vi sono richieste di intervento, indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 1126, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento: Questioni internazionali

Esame ordine del giorno n. 1158 presentato da Andrissi, Accossato Batzella, Bertola, Campo, Caputo, Conticelli, Corgnati, Ferrentino Ferrero, Frediani, Grimaldi, Mighetti, Motta, Ottria, Rossi, Rostagno e Valetti, inerente a "Ratifica del Trattato di messa al bando delle armi nucleari da parte delle Nazioni Unite"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 1158, di cui al punto 16) all'o.d.g.
Se non vi sono richieste di intervento, indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 1158, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento: Edilizia sanitaria e ospedaliera

Esame ordine del giorno n. 894 presentato da Boeti, Accossato, Appiano Barazzotto, Baricco, Corgnati, Motta, Ravetti e Rostagno, inerente a "Le Aziende sanitarie presentino un programma specifico per gli interventi di manutenzione necessari al ripristino di condizioni di miglior decoro delle camere mortuarie"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 894, di cui al punto 17) all'o.d.g.
Se non vi sono richieste di intervento, indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 894, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento: Rapporti delle Regioni con l'ordinamento internazionale extra-comunitario - Produzione e trasformazione dei prodotti

Esame ordine del giorno n. 1198 presentato da Ravello, inerente a "Sostegno al settore caseario rispetto alla chiusura dell'import da parte della Cina"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 1198, di cui al punto 18) all'o.d.g.
Se non vi sono richieste di intervento, indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 1198, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento: Personale del servizio sanitario

Esame ordine del giorno n. 1166 presentato da Grimaldi, Allemano, Appiano Barazzotto, Boeti, Caputo, Corgnati, Ottria, Rossi, Valle, inerente a "Aumentare le borse di studio a finanziamento statale per le Scuole di Specializzazione di Area Sanitaria"

Argomento: Personale del servizio sanitario

Mozione n. 1189 presentata da Bono, Andrissi, Bertola, Campo, Frediani Mighetti e Valetti, inerente a "Medici specializzandi e corso per medici di medicina generale. Necessità di allineare il numero dei posti a concorso con i reali fabbisogni e stanziare adeguate risorse"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 1166, di cui al punto 19) all'o.d.g.
La parola al Consigliere Grimaldi per l'illustrazione.



GRIMALDI Marco

Ringrazio per lo scrupolo dei nostri Uffici. Avevamo concordato il testo con l'Assessore Saitta, almeno rivisto.
L'Anno Accademico in quel caso è scritto 2016-17, perché in realtà il finanziamento di quelle Borse è ancora in corso. Per rendere comprensibile ma anche per il futuro, direi "per l'anno 2016-2017 e gli anni successivi".
Volevo aggiungere questa frase, poiché purtroppo per le scuole di specializzazione che l'anno è sempre arretrato di un anno; formalmente è giusto, aggiungiamo "e gli anni successivi".



PRESIDENTE

Grazie, collega Grimaldi.
La parola al Consigliere Bono.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Poiché c'è una mozione collegata, con il medesimo tema, non avendo avuto modo di parlare con l'Assessore Saitta, vorrei sapere se ha dato parere positivo anche sulla nostra mozione.
Sostanzialmente, è analoga all'ordine del giorno del Consigliere Grimaldi, ma aggiunge "il finanziamento delle borse di studio dei medici di Medicina Generale", che non mi risultavano presenti nell'ordine del giorno del Consigliere Grimaldi. Visto che c'è carenza di medici sia specializzandi e specializzati e medici di Medicina Generale, aggiungiamo questo dato.
Se il Vicepresidente Reschigna può sussidiare l'Assessore Saitta oppure qualcun altro, per dare un parere su questa mozione.



PRESIDENTE

La sto leggendo e mi pare di buon senso.
"Il Consiglio regionale impegna la Giunta a collaborare con l'Università di Torino per quantificare esattamente il fabbisogno di medici per singola specialità, collaborare con la maggiori sigle sindacali dei medici di Medicina Generale, per quantificare il fabbisogno di medici, individuare le maggiori risorse per gli anni 2018 e 2019, promesse a mezzo stampa, per cofinanziare la formazione post-lauream dei giovani medici a sollecitare il MIUR ed il Ministero della Salute, in qualità di coordinatore degli Assessori alla Sanità, per la rivisitazione urgente del numero di posti previsti nelle scuole di specializzazione e nei corsi di medicina generale." A me sembra che questo atto di indirizzo possa essere votato in maniera positiva.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 1166, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sulla mozione n. 1189, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento: Rapporti Regioni - Governo

Esame ordine del giorno n. 1174 presentato da Vignale e Ravello, inerente a "Il Governo blocchi l'automatismo del pignoramento dei conti correnti"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 1174, di cui al punto 20) all'o.d.g.
Se non vi sono richieste di intervento, indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 1174, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio non approva.


Argomento: Trasporti su gomma

Esame mozione n. 1200 presentata da Conticelli, Corgnati, Ferrentino Gariglio e Rostagno, inerente a "Revisione del sistema delle concessioni autostradali"; ordine del giorno n. 832 presentato da Conticelli Accossato, Appiano, Caputo, Ferrentino, Rostagno, Valle, inerente a "Il rinnovo della concessione per la gestione del Sistema Autostradale Tangenziale Torinese preveda l'eliminazione del pedaggio"; ordine del giorno n. 1036 presentato da Gancia, inerente a "Proroga concessioni autostradali in Piemonte"; mozione n. 1149 presentata da Accossato Grimaldi e Ottria, inerente a "Nuovi criteri per il rinnovo delle concessioni autostradali a tutela dei territori"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame della mozione n. 1200, di cui al punto 21) all'o.d.g.
Ha chiesto la parola la Consigliera Conticelli; ne ha facoltà.



CONTICELLI Nadia

Grazie, Presidente.
Rispetto a questa mozione, che abbiamo presentato recentemente, è stato attratto anche l'ordine del giorno n. 832, che avevamo presentato parecchi mesi fa e che è superato dalla mozione stessa, perché allora eravamo in prossimità della scadenza di ATIVA, dopo aver fatto l'audizione.
Pertanto, ritiro l'ordine del giorno n. 823 e mantengo in votazione la mozione n. 1200, che lo comprende, ma lo aggiorna, lo attualizza.



PRESIDENTE

D'accordo.
Pertanto, l'ordine del giorno n. 832 è ritirato.
Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Ritenevo erroneamente - perché era già avvenuto precedentemente - che vi fosse, come concordato in sede di Conferenza dei Capigruppo, una sorta d'intesa rispetto a ordini del giorno che i singoli Gruppi consideravano urgenti, da portare all'attenzione e all'approvazione del Consiglio.
Dopodiché, è evidente che il Consiglio si comporta come crede, ci mancherebbe altro. Ma è altrettanto vero che anche il sottoscritto pu comportarsi come crede, nel rispetto del Regolamento. Pertanto, io interverrò nel merito della mozione.
Rammento solo un aspetto: lo dico al Vicepresidente e al Presidente.
Nel momento in cui si fanno intese come queste, si dà - nel rispetto della composizione dei Gruppi, di tutto ciò che si vuole - una certa presenza di mozioni segnalate, di mozioni presenti a tutti i Gruppi consiliari.
Altrimenti, è evidente che c'è chi oggi beneficia, o tenta di beneficiare di questa corsia privilegiata che il Consiglio regionale dà alla discussione delle mozioni, e chi invece non ne beneficia per nulla.
Rammento questo, perché il Consiglio regionale ha provato a utilizzare questa forma, che io peraltro ho condiviso in sede di Conferenza dei Capigruppo, proposta dal Presidente, perché noi dedichiamo il tempo che va dedicato ai question time o al processo normativo, ma non dedichiamo tempo agli atti di indirizzo, che invece, com'è noto, nell'organizzazione dei lavori del Consiglio regionale sono una delle parti che li compongono.
Anche perché - tanto per la maggioranza quanto per l'opposizione - se vogliamo intervenire su un provvedimento che non è di competenza del Consiglio (ad esempio, tutti gli atti di Giunta), l'unico strumento a nostra disposizione sono gli atti di governo.
L'unico strumento a nostra disposizione è l'atto di indirizzo che, in qualche modo, dovrebbe indirizzare la Giunta regionale a muoversi secondo le disposizioni che il Consiglio ha dato. Dico dovrebbe, perché, ogni tanto solitamente ogni anno - quando discutiamo le leggi di bilancio, facciamo l'elenco degli ordini del giorno e delle mozioni approvate, in modo assolutamente trasversale (non riguarda maggioranza o minoranza; ovviamente ognuno tende a fare le valutazioni rispetto alle proprie), per scoprire che gran parte delle mozioni che sono state approvate non vengono rispettate.
L'anno passato siamo riusciti addirittura a introdurre una novità negli atti approvati dal Consiglio regionale, cioè far votare una mozione che richiamava l'attuazione di una serie di mozioni precedentemente votate dal Consiglio regionale, ma mai adottate.
Dico all'Ufficio di Presidenza che questo è un compito che attiene espressamente all'Ufficio di Presidenza, che avrebbe il compito e il dovere di verificare che gli atti che il Consiglio regionale approva siano anche in qualche modo, accolti.
Relativamente alle mozioni in oggetto, credo che non ci si possa sottrarre da una discussione, perché è evidente che le quattro mozioni presentate hanno un aspetto diverso fra loro: c'è chi individua modalità legate alla revisione del sistema delle concessioni autostradali, fino ad arrivare alla proroga, ed altro.
Io ritengo che questo sia un tema estremamente delicato, perché se è vero che, da una parte - e non casualmente da molto tempo se ne discute rammento che questo è un tema di competenza esclusivamente del Parlamento nazionale - ma se da tempo si discute di questo aspetto, è evidentemente che c'è la necessità di provare a tutelare una trasparenza rispetto alle modalità di concessione, rispetto a .



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAUS



PRESIDENTE

Scusi, Consigliere Vignale.
Solo per capirci, colleghi.
Ho ascoltato con attenzione il suo intervento. Nella Conferenza dei Capigruppo ho suggerito, visto che ci sono un bel po' di atti di indirizzo arretrati di trattare quelli sui quali ritenevate di non dover intervenire per l'illustrazione (o, comunque, se proprio volevate fare un intervento non era un problema, purché fosse di un minuto o due). Se ce n'è qualcuno più articolato che richiede cinque minuti, non succede niente! Così almeno, esaurivamo un po' di punti all'o.d.g.
Peraltro, non abbiamo utilizzato pesi diversi: il Gruppo del Consigliere Grimaldi, ad esempio, che è composto da un solo Consigliere, ne poteva pure presentare dieci, o cinque o quattro. Avevamo stabilito che chi aveva questa necessità, poteva avanzare delle proposte.
Francamente, non riesco a capire il suo intervento: sono passati cinque minuti e in questo frangente poteva tranquillamente illustrare il suo atto di indirizzo. Può comunque farlo ora, se ritiene.
Se alcuni atti di indirizzo risultano essere un po' più articolati rispetti ad altri - questi, nel caso di specie - e poiché i quattro atti di indirizzo devono essere illustrati tutti insieme, va bene così. Volevo mettermi sulla sua stessa frequenza, per capire se sto tenendo fede agli impegni.
Non so se sono stato chiaro, ma questo è quanto.
Posto che sono le ore 19.40, se vuole articolare il suo atto di indirizzo faccia pure. Poi, magari, se non finiamo stasera, pazienza. Non ci sono problemi.
BONO Davide (fuori microfono) Facciamo che rinviare la trattazione!



PRESIDENTE

Su questo tema faccio quello che volete voi, quello che vuole l'Aula! Io vi ho dato questa possibilità.
Ha chiesto la parola il Consigliere Gariglio; ne ha facoltà.



GARIGLIO Davide

Presidente, noi abbiamo accolto la sua proposta, che, come lei ha riassunto, prevedeva che ogni Gruppo proponesse degli ordini del giorno e ci si impegnava a votarli, o, meglio, a esprimere un voto, senza esprimere un giudizio prima. Sia chiaro che nessuno di noi ha preso impegni circa il voto a favore!



PRESIDENTE

Quello no, ci mancherebbe altro! Sul voto no.



GARIGLIO Davide

Perché nessuno di noi, a priori, poteva sapere quali atti i Consiglieri...
Se i colleghi del Movimento 5 Stelle avessero chiesto l'esame di un ordine del giorno, ad esempio, contro la TAV, noi, come immagino avrebbero potuto intuire, avremmo espresso parere contrario.
Per me pacta sunt servanda! Tuttavia, se si vuole rompere questo principio, sia chiaro che si rompe una volta per tutte! Noi abbiamo rispettato questo ordine e siamo stati...



PRESIDENTE

No, ma non perdete tempo adesso, andiamo avanti!



GARIGLIO Davide

No, no, ci tengo, Presidente! Perché non è che si fa saltare il giocattolo" solo perché c'è un voto contrario su un ordine del giorno che era scritto in modo tale (nell'impegnativa finale) da tirarsi dietro il voto contrario, al di là di alcune considerazioni condivisibili. Perché, a quel punto, noi non ci stiamo più! Faccio notare che abbiamo votato anche ordini del giorno...
Il Partito Democratico, che è il Gruppo di maggioranza assoluta in questo Consiglio, ne ha proposto uno, mentre tutti gli altri...



PRESIDENTE

Presidente Gariglio, è tutto chiaro.



GARIGLIO Davide

Se si vuole interrompere, sia chiaro che...



PRESIDENTE

Non si interrompe, si va avanti! Poniamo in votazione la mozione n. 1200, avente ad oggetto "Revisione del sistema delle concessioni autostradali".
BONO Davide (fuori microfono) No, Presidente...



PRESIDENTE

Terminata la votazione, le do la parola.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Dichiaro sospesa la votazione.
Ha chiesto la parola il Consigliere Valetti; ne ha facoltà.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Sappiamo che c'è un accordo di massima di votare gli ordini del giorno senza discussione. Tuttavia, il tema è piuttosto articolato e complesso.



PRESIDENTE

Intervenga sul merito: ha un minuto o due. Quello prevede l'accordo.
Prosegua, collega Valetti.



VALETTI Federico

No. Noi chiederemmo, gentilmente, se si potesse rimandare, per non appesantire l discussione.



PRESIDENTE

Non è possibile, collega.



VALETTI Federico

Allora interverremo nel merito.



PRESIDENTE

Colleghi, non dovete mettere in difficoltà la Presidenza!



(Commenti del Consigliere Vignale)



PRESIDENTE

Gli accordi sono quelli presi nel corso della Conferenza dei Capigruppo.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Scusate, colleghi! Abbiamo messo all'ordine del giorno atti di indirizzo che non ho scelto io, ma voi! Potevate pensare e riflettere prima. Quindi questi quattro atti di indirizzo più articolati potevano non trovare cittadinanza in questa mezz'ora.
Io adesso devo per forza andare avanti.
GRIMALDI Marco (fuori microfono) Ma se uno vuole discuterne, rimandiamo la trattazione alla prossima seduta!



PRESIDENTE

Se l'Aula mi dice di andare avanti, io proseguo e questi li posso bypassare. Ma se la maggioranza dell'Aula mi dice "no, devi porli in votazione", devo farlo. È chiaro? Non posso, in questo momento, dare la parola a tutti per aprire un dibattito! O si va in una direzione o nell'altra, altrimenti stiamo perdendo solo tempo! Colleghi, vi do nuovamente la parola se...
GARIGLIO Davide (fuori microfono) Non esiste, ci stiamo prendendo in giro!



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Scusate, colleghi! Se in un minuto o due volete entrare nel merito dell'atto di indirizzo sì, ma nel merito! Collega Valetti, vuole entrare nel merito dell'atto di indirizzo?



VALETTI Federico

Presidente, noi chiediamo il favore di poter discutere di un tema che...



PRESIDENTE

No, dalla maggioranza mi dicono di no! No, mi spiace, ma no!



(Commenti del Consigliere Vignale)



PRESIDENTE

Decide... non la maggioranza, ma la "maggioranza del Consiglio"!



VIGNALE Gian Luca (fuori microfono)

Ma dove sta scritto?



PRESIDENTE

Glielo dico io in questo momento! GRIMALDI Marco (fuori microfono) Gli accordi si rispettano!



PRESIDENTE

Mettiamo in votazione la mozione n. 1200.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Scusate! La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 19.46 riprende alle ore 19.50)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 19.50)



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