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Dettaglio seduta n.253 del 03/10/17 - Legislatura n. X - Sedute dal 25 maggio 2014 al 25 maggio 2019

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Argomento:


MOTTA ANGELA



(I lavori iniziano alle ore 9.49 con l'esame del punto all'o.d.g. inerente a "Svolgimento interrogazioni e interpellanze")


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione n. 213 presentata dal Consigliere Benvenuto, inerente a "Situazione strutture ospedaliere di Courgné ed Ivrea" (risposta scritta)


PRESIDENTE

Buongiorno, colleghi.
Iniziamo i lavori del sindacato ispettivo proponendo l'esame dell'interrogazione indifferibile e urgente n. 213, cui in assenza dell'interrogante, Consigliere Benvenuto, verrà data risposta scritta.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione n. 216 presentata dal Consigliere Benvenuto, inerente a "Situazione struttura ospedaliera di Lanzo" (risposta scritta)


PRESIDENTE

In assenza dell'interrogante, Consigliere Benvenuto, anche all'interrogazione n. 216 verrà data risposta scritta.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 1666 presentata dal Consigliere Bono, inerente a "Decreto legge 73 del 26 giugno 2017 'Disposizioni urgenti in materia di prevenzione vaccinale': quali costi di attuazione per la Regione Piemonte"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta indifferibile ed urgente n.
1666.
La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Si tratta di un'interrogazione del 10 giugno 2017. Sono passati tre mesi, però sono contento che l'Assessore mi risponda solo oggi, perch immagino che a luglio il provvedimento non fosse ancora stato convertito dalla Camera (e nel frattempo è anche cambiato, perché nell'interrogazione ponevo il quesito sulle 12 vaccinazioni obbligatorie mentre poi, per motivi a noi ancora poco chiari, sono diventate dieci) e immagino che l'Assessore non avesse ancora i dati ufficiali di quanti costi in più avrebbe comportato la legge convertita, con l'obbligo per le casse del sistema sanitario regionale.
Noi chiediamo i costi complessivi, la disponibilità e le varie formulazioni presenti. L'esavalente, come sappiamo, è disponibile per i bambini fino ai 36 mesi di età, il quadrivalente nei bambini sopra i 36 mesi e poi ci sono altre formulazioni monocomponenti, se disponibili, o bivalenti.
Nella legge convertita dal Parlamento si diceva anche che vi è un impegno dello Stato, nei vari sistemi sanitari regionali, ad acquisire formulazioni monocomponenti o monovalenti, per venire incontro alle esigenze di vaccinazione dei bambini e degli adolescenti (visto che la legge riguarda i ragazzi fino a 16 anni di età) che avessero fatto alcune vaccinazioni o alcune malattie, e che quindi avessero bisogno di un solo vaccino.
Da notizie di stampa lette in queste ultime settimane sembrerebbe che in realtà, tutte le Regioni siano in grande difficoltà nel reperimento di vaccini monocomponenti, nel senso che è evidente che occorre bandire delle gare. Alcune formulazioni monocomponenti sembrano non esistere a livello mondiale di produzione farmaceutica, perché le case farmaceutiche hanno teso ad aggregare alcune formulazioni di vaccini, quindi anche l'ultima definizione del testo di legge in cui si dice "compatibilmente con le risorse finanziarie", lascia aperto un quesito su quelle che saranno le reali dotazioni dei vaccini nelle Regioni italiane, in particolar modo in Piemonte.
È stata anche diramata una nota da parte dell'Assessorato su una carenza di reperimento del vaccino monovalente dell'haemophilus influenzae B, con la possibilità di rinviare questa vaccinazione al momento in cui le scorte saranno rimpinguate, senza trovarsi in una situazione di mancato rispetto dell'obbligo vaccinale. È stata, quindi, una scelta di buonsenso dell'Assessorato, nel senso che se vi è una carenza ed una difficoltà della Regione stessa per i tempi molto stretti in cui questo decreto legge è stato convertito, tra l'altro nella pausa estiva, rendendo molto più difficile l'organizzazione della Regione Piemonte. Un plauso all'Assessorato quindi - ovviamente sempre più alla parte tecnica che politica - per l'organizzazione messa in piedi, ma anche una critica sulle tempistiche a livello nazionale, che ha dato tempi veramente molto stretti per l'organizzazione di tutta la macchina.
Rivolgiamo queste domande all'Assessore Saitta.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Bono.
Risponde l'Assessore Saitta; prego.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

L'applicazione del decreto legge sull'obbligo vaccinale ha comportato per la Regione Piemonte, così come per tutte le altre regioni italiane l'organizzazione di una campagna vaccinale straordinaria che coinvolge bambini e ragazzi nella fascia da zero a 16 anni, solo in parte già preventivata dall'entrata in vigore del nuovo Piano nazionale di prevenzione vaccinale.
In sede di predisposizione e riorganizzazione del servizio, gli uffici regionali hanno stimato in circa 61 mila i minori piemontesi da convocare per un totale potenziale di 225 mila sedute vaccinali previste nei prossimi mesi. Solo l'ASL Città di Torino ha convocato oltre 27 mila fra bambini e ragazzi, stilando un calendario di 250 sedute al giorno e predisponendo nove sale mediche attrezzate, con 18 infermieri supplementari da impiegare nei prossimi mesi.
Non è al momento possibile effettuare una stima precisa dei costi complessivi da sostenere per l'applicazione della legge negli anni 2017 2018, 2019 e 2020, al di là del calcolo indicativo di oltre sette milioni di euro, effettuato nei mesi scorsi dall'Assessorato.
Per avere un riscontro più puntuale occorrerà conoscere la percentuale di adesione alla campagna vaccinale e la distribuzione. Va poi tenuto conto del fatto che in alcune ASL, in particolare l'ASL Città di Torino e l'ASL TO4, le sedute sono iniziate soltanto con il mese di ottobre.
È tuttavia possibile fornire il quadro dei costi dei singoli vaccini disponibili e utilizzati in Piemonte, in base ai prezzi ottenuti a seguito delle gare d'acquisto attive in questo momento.
Nel dettaglio, per quanto riguarda i vaccini monovalenti, anti poliomielite: Imovax Polio, prezzo a dose euro 7,02 IVA esclusa; anti tetano: Imovax Tetano, prezzo a dose euro 2,25 IVA esclusa; anti epatite A pediatrico: Vaqta, prezzo a dose euro 15,10 IVA esclusa; anti epatite B pediatrico: Engerix B 10, prezzo a dose euro 8,92 IVA esclusa; anti Haemophilus influenzae B: Hiberix, prezzo a dose euro 11,50 IVA esclusa anti varicella: Varilrix prezzo a dose euro 33,33 IVA esclusa; anti pneumococco: Prevenar 134 prezzo a dose euro 43,00 IVA esclusa; anti rotavirus: Rotarix prezzo a ciclo euro 67,00 IVA esclusa.
Per quanto riguarda i vaccini aggregati, anti difterite-tetano sopra i sette anni: Diftetall prezzo a dose euro 2,50 IVA esclusa; anti difterite tetano-pertosse acellulare: Infanrix prezzo a dose euro 13,18 IVA eclusa dai 15 mesi ai sei anni; Boostrix prezzo a dose euro 12,50 IVA esclusa, dai quattro anni non come ciclo di base; anti difterite-tetano-pertosse acellulare-polio: Tetravac prezzo a dose euro 17,48 IVA esclusa, si usa come ciclo di base dai due mesi e come richiamo tra 12 anni; Polioboostrix prezzo a dose euro 18,86 IVA esclusa, si usa come richiamo dai tre anni anti difterite-tetano-pertosse acellulare-polio-haemophilus B: Pentavac prezzo a dose euro 34,60 IVA esclusa; anti difterite-tetano-pertosse acellulare-polio-haemophilus B-epatite B: Infanrix heva prezzo a dose euro 40,97 IVA esclusa.
Questi sono i prezzi unitari. È chiaro che poi, strada facendo, saremo in grado di fare, non soltanto una stima, ma una sorta di consultivo. È altresì chiaro che occorrerà garantire l'applicazione dell'obbligatorietà contenuta nel decreto.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi dell'Istituto di Istruzione Superiore "8 Marzo" di Settimo Torinese (TO)


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti dell'Istituto di Istruzione Superiore "8 Marzo" di Settimo Torinese in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.


Argomento: Sanita': argomenti non sopra specificati

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 1197 presentata da Bertola, Bono, Campo e Valetti, inerente a "Topi nell'ospedale di Chieri"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 1197.
La parola al Consigliere Segretario Bertola in qualità di Consigliere per l'illustrazione.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Si tratta di un'interrogazione indifferibile e urgente e, tra l'altro la circostanza dell'indifferibilità e dell'urgenza dell'interrogazione è qualcosa di rilevante, poiché parliamo di un'interrogazione che ho presentato il 5 settembre 2016, quindi più di un anno fa.
Tutti possono immaginare come la questione di indifferibilità e urgenza non sia stata considerata. Non abbiamo inteso ritirarla, pur essendo passato più di un anno, quindi avendo perso anche un po' il senso di questa interrogazione, solo per non avallare una cattiva pratica.
Avevamo presentato quest'interrogazione dopo aver letto su alcuni organi di stampa che, l'ultimo giovedì di luglio, un paziente in attesa di essere ricoverato, mentre era in un corridoio del pronto soccorso dell'ospedale di Chieri, era stato graffiato e morso da un ratto.
Pertanto, chiedevamo all'Assessore Saitta quali misure ordinarie e straordinarie erano state intraprese a seguito del grave episodio accaduto all'ospedale di Chieri.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Bertola.
La parola all'Assessore Saitta per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

L'episodio cui si fa riferimento - com'è stato ricordato - risale al luglio 2016. In ogni caso, è da ritenersi un caso isolato. Da allora nessun altro segnale di presenza di topi o episodi riconducibili ad essi si è manifestato nell'ospedale di Chieri.
Nell'occasione - com'è stato ricordato - un topo introdottosi presso il DEA di Chieri, causò un graffio a un paziente ricoverato. Il paziente in questione, tenuto sotto osservazione e trattato con la profilassi secondo le linee guida e l'assistenza di un infettivologo, non ha subito alcun ulteriore danno dall'accaduto.
In seguito a quest'episodio, si è svolta un'indagine interna.
Dall'esame delle videocamere interne del pronto soccorso, è stato evidenziato come l'animale sia entrato dalla piazza antistante nella "camera calda" del pronto soccorso, durante l'arrivo di un'ambulanza e sia poi entrato nei locali del pronto soccorso all'apertura della porta per l'ingresso della barella e del personale del 118, senza che nessuno si accorgesse dell'accaduto.
È stato inoltre rilevato come la ditta incaricata della disinfestazione e del controllo avesse correttamente posizionato le esche sia all'interno dell'ospedale sia sul perimetro esterno dello stesso. E come le esche fossero state controllate regolarmente e con la periodicità prevista, senza riscontrare in nessun caso, anche successivamente, presenza di roditori.
Tutte queste procedure sono peraltro codificate e informatizzate, gli esiti dei controlli e la loro regolarità sono quindi verificabili sia dalla centrale della ditta sia dall'ASL TO5, costantemente in tempo reale.
In ogni caso, sia nell'immediato che nel corso del periodo successivo all'episodio, l'ASL ha disposto una serie di controlli straordinari che non hanno rilevato la presenza di topi né segni del loro passaggio. A seguito delle notizie di stampa, i Carabinieri del NAS hanno effettuato un'accurata ispezione della struttura, il cui esito ha certificato l'igiene degli ambienti e l'assenza di carenze o incongruenze organizzative e di controllo.
Secondo gli esperti del settore, consultati nell'occasione, l'episodio potrebbe essere riconducibile - quindi è un'ipotesi che è stata fatta allo straordinario temporale con conseguenti allagamenti, avvenuto il giorno precedente a Chieri, che potrebbe aver disturbato i nidi sotterranei (almeno, qualcuno dice).
La situazione è questa. In ogni caso, i controlli effettuati successivamente anche da parte dei NAS ci confortano che i problemi non esistono.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione n. 809 presentata da Grimaldi, inerente a "Processo autorizzativi di voltura delle attività sanitarie del Gradenigo a favore di Humanitas"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'interrogazione n. 809, presentata dal Consigliere Grimaldi.
Come sapete, è in corso la riunione dei Capigruppo, pertanto attendiamo di sapere se il Consigliere Grimaldi scende o se chiede risposta scritta.
Sospendo, dunque, brevemente la seduta, prima di capire se andiamo avanti con le interrogazioni o se apriamo il Consiglio, se ci sono le condizioni.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 10.04 riprende alle ore 10.07)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Procediamo con la risposta dell'Assessore Saitta all'interrogazione n.
809, presentata dal Consigliere Grimaldi.
Prego, Assessore Saitta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Il processo autorizzativo di volturazione delle attività sanitarie del Presidio Gradenigo a favore di Gradenigo S.r.l., con socio unico Humanitas S.p.a., si è concluso con l'approvazione della DGR n. 41-2742 del 29 dicembre 2015.
In data 14 gennaio 2016 è stato sottoscritto l'accordo contrattuale, ex articolo 8 quinquies del D.Lgs. 502/1992, tra l'ASL TO2 e la Società Gradenigo Srl, titolare della struttura Presidio sanitario Gradenigo, sulla base dello schema di contratto da stipulare con le Case di cura private e Presidi, per il triennio 2014/2016, approvato con DGR del 5 agosto 2015.
Successivamente, con deliberazione del Direttore Generale dell'ASL TO2 dell'8 febbraio 2016, è stato approvato il contratto sottoscritto tra l'ASL TO2 e la Società Gradenigo S.r.l.
L'articolo 2 del contratto sottoscritto stabilisce, tra l'altro: "In ogni aspetto relativo all'esercizio della propria attività, la struttura accreditata garantisce l'osservanza di tutte le norme di legge e provvedimenti amministrativi, di ogni rango e tipo, nessuno escluso. La struttura è tenuta, tra l'altro, a mantenere ed adeguare i requisiti organizzativi, funzionali e strutturali di accreditamento, in ragione del tasso effettivo di occupazione, ed erogare le prestazioni secondo standard e protocolli di accessibilità, appropriatezza clinica, tempi di attesa continuità assistenziale. Gli obblighi connessi agli adempimenti amministrativi e al debito informativo rappresentano un elemento essenziale della prestazione. La struttura erogherà le prestazioni contratte attraverso personale che, in possesso dei titoli previsti dalla normativa vigente, non versi in situazioni di incompatibilità ex articolo 4, comma 7 della legge 412/1991".
Questo è l'articolo 2.
In virtù delle disposizioni in materia di vigilanza previste dalla legge regionale n. 5/87 e successive modificazioni, il Presidio è soggetto alla verifica annuale della Commissione di vigilanza dell'ASL TO2 (ora ASL Città di Torino) che, in relazione alla gestione delle risorse umane accerta che tutti i ruoli e le posizioni funzionali siano ricoperti da personale in possesso dei titoli previsti dalla normativa vigente. Più in generale, la Commissione di vigilanza per le attività sanitarie svolge funzioni di verifica e controllo, con riguardo alla sussistenza e al mantenimento dei requisiti strutturali, tecnologici ed organizzativi da parte delle strutture sanitarie private, sulla base della normativa vigente, nonché ogni altra attività di verifica prevista dalla disposizioni normative di riferimento.
Ai sensi della DGR n. 24-6579 del 28 ottobre 2013, che detta le nuove linee d'indirizzo alle Aziende Sanitarie Locali in ordine alle modalità organizzative e di funzionamento delle Commissioni di vigilanza per le attività di verifica sulle strutture sanitarie private, il documento di verifica annuale della suddetta Commissione è recepito con Deliberazione del Direttore Generale dell'ASL e trasmesso ai competenti Uffici regionali.
Con riguardo, poi, alle attività contrattate col Presidio Gradenigo, i fabbisogni di prestazione da acquistare dagli erogatori privati sono stati definiti in sede di programmazione regionale dalla DGR del 6 luglio 2015 anche tramite intese con le associazioni di categoria e con le singole strutture.
Le prenotazioni di prestazioni ambulatoriali vengono gestite tramite diverse modalità, quali il Sovracup territoriale, il Cup dell'ospedale, la richiesta on line sul sito, oppure recandosi direttamente agli sportelli dedicati.
Il presidio Gradenigo è inserito nel monitoraggio dei tempi di attesa di talune prestazioni ambulatoriali individuate secondo le indicazioni contenute nel Piano nazionale del governo delle liste di attesa rese in convenzione con il SSR, pubblicato semestralmente sul sito web della Regione Piemonte - Assessorato alla sanità - ai sensi della DGR del 29 luglio 2011. I dati si riferiscono alla percentuale delle prestazioni effettuate entro determinati intervalli di tempo, sovrapponibili ai criteri di priorità urgente - breve - differibile - programmabile (U-B-D-P).



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Saitta.
La parola al Consigliere Grimaldi, per la replica.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Intanto chiederei al Presidente Ravetti, che ci ascolta, di calendarizzare il prima possibile una seduta di Commissione, magari con i dirigenti di Humanitas e, soprattutto, con i dirigenti dell'ASL e con chi sta facendo in questi mesi i controlli.
A dire la verità, rispetto alla risposta formale dell'Assessore, sono felice di aver emendato il testo di quella legge, e che l'Assessore dichiari che tutto il personale che eroga concretamente le prestazioni convenzionate sia in possesso dei titoli previsti dalla normativa vigente e non versi in condizioni di incompatibilità ex articolo 4, comma 7, della legge 412/1991.
Immagino che, a fronte di questa dichiarazione dell'Assessore, ci sia ovviamente, un report stilato dai nostri funzionari (o da un dirigente che in qualche modo, ha valutato tutta la vicenda). Anche perché non vorrei che, come in passato, tutto passasse dall'autocertificazione dei soggetti.
Quando dichiariamo in legge che quel presidio sanitario - per la prima volta soggetto profit - entra dentro il sistema territoriale, l'ASL dovrebbe, di fatto, controllare e avere il quadro trasparente di tutta questa vicenda fuori dal principio dell'autocertificazione: dovrebbe esserci, al di fuori dei sopralluoghi che immagino si facciano ogni tanto un modo più trasparente e chiaro per avere questi dati a disposizione.
Veniamo alla seconda questione: l'Assessore dichiara che tutto passa dal Sovracup o dal Cup. Vorrei che fosse chiaro a tutti che si è verificato, purtroppo, quello che dicevo in Aula. In pratica, si sono generate tre fasce (banalizzo la questione solo per intenderci): quella pop, ovvero per il popolo, quella premium e quella gold.
Se voi chiamate in qualsiasi momento con l'impegnativa del medico per una visita - ipotizziamo per una visita ginecologica o una specifica attività del Gradenigo - i tempi di attesa per la lista pubblica possono variare da tre a quattro mesi (in alcuni casi anche sei o sette). C'è, poi la fascia "gold", tra virgolette, in base alla quale il paziente esattamente come accade in intramoenia - sceglie uno specifico dottore; in quel caso, magari, in due o tre settimane quella visita specialistica viene erogata da quel medico ad una tale cifra (ad esempio 160 o 180 euro, a seconda della prestazione). C'è, poi, quella premium, che sta a metà fra il prezzo pop e quello gold - parliamo, ad esempio, di 120 o 130 euro - ma è la più rapida. Perché, in realtà, il cittadino non sceglie il dottore, così come funziona nel pubblico. In pratica, si consegna la richiesta di quella prestazione, ma non si può scegliere direttamente il medico; è l'ospedale che decide lo specialista da assegnare al paziente. In questo caso, con la tariffa premium in pochi giorni uno dei tanti specialisti garantisce la prestazione.
Io vorrei proprio analizzare questo sistema, perché mi sembra che a carico del pubblico ci sia una fregatura di fondo. Di fatto, tutti i solventi passano in qualche modo da questo nuovo rapporto privatistico: ma il pubblico cosa ottiene da questa vicenda? A mio avviso, bisognerebbe indagare su questo principio, perché ritengo che il privato debba fare il privato.
Certo - e arrivo all'ultimo punto - vorrei capire, visto che, di fatto stanno costruendo un hub in un luogo abbastanza sensibile della città.
Perché - lo ripeto - ci sono le fasce popolari, ma nessuno dimentichi dov' collocato il Gradenigo: è vicinissimo al centro, è vicinissimo alla collina, è vicinissimo a persone molto abbienti. Lo preciso perché è cambiata anche la geografia economica di questa società.
Concludo il mio intervento rinnovando l'invito al Presidente Ravetti di convocare un'audizione sulla questione, perché sarebbe interessante esaminare la parte economica di questa vicenda: quanti soldi sono stati erogati alla nuova struttura del Gradenigo? Oggettivamente, quanto è cambiata oggi la struttura rispetto alla quella no profit? Alla fine quanto pesa il passaggio, in termini onerosi, per l'Amministrazione? Se fosse come il resto del sistema accreditato non porrei queste domande; ma visto che, di fatto, emerge una parificazione al pubblico chiederei all'Assessore competente, in una seduta straordinaria, di esaminare anche la parte economica - in quel caso sì - anche in assenza dei soggetti interessati. Grazie.



PRESIDENTE

Dichiaro conclusa la trattazione del sindacato ispettivo.
Poiché è ancora in corso la Conferenza dei Capigruppo, attendiamo qualche minuto prima di iniziare la seduta.



(Alle ore 10.19 la Presidente dichiara esaurita la trattazione del punto all'o.d.g. inerente a "Svolgimento interrogazioni e interpellanze")



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAUS



(La seduta ha inizio alle ore 10.47)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Do atto che l'o.d.g. è stato comunicato con la convocazione e chiedo se vi siano ulteriori proposte di modifica.
Non essendovi proposte di modifica, l'o.d.g. è approvato ai sensi dell'articolo 58 del Regolamento interno del Consiglio regionale.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

Sono a disposizione e riproducibili, su richiesta, i processi verbali delle sedute del 26 settembre 2017.


Argomento:

b) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo Balocco, Batzella, Campo, Cerutti, Conticelli e Gancia.
Non è presente l'Assessora Parigi.


Argomento: Commemorazioni

Commemorazione vittime e feriti degli attentati a Marsiglia e in Canada


PRESIDENTE

In questi ultimi giorni si sono verificati due attacchi terroristici di matrice islamica, vera o presunta, che hanno interessato la città di Marsiglia e la cittadina di Edmonton in Canada.
Domenica 1° ottobre attorno alle 13.50, nella stazione ferroviaria Saint Charles di Marsiglia, un uomo sui trent'anni, di origine magrebina ha ucciso a coltellate due ragazze di 20 e 21 anni. I militari di pattuglia sono accorsi richiamati dalle grida e uno di loro ha ucciso il terrorista.
Tra sabato sera e domenica mattina, a Edmonton, in Canada, un uomo ha accoltellato un poliziotto e poi, poco prima di mezzanotte, ha investito con un furgone un gruppo di pedoni nel centro della città. In totale cinque persone sono rimaste ferite, ma domenica sera nessuna era più considerata in pericolo di vita.
Siamo di fronte a una guerra psicologica in cui, più che il numero delle vittime o i danni arrecati all'avversario, contano l'impatto emotivo e le conseguenze sul piano delle reazioni dell'opinione pubblica. Per questa ragione la psico-guerra, lungi dal cercare motivi razionali ai suoi atti, viene condotta sul versante dell'imprevedibilità e dell'efferatezza.
Lo scopo di ogni terrorista è quello di diffondere la paura, mettendo alla prova la nostra solidità democratica. Per contro, la nostra difesa migliore rimane quella di riaffermare i nostri valori democratici.
Il nostro sentito cordoglio va ai familiari delle vittime, al popolo francese e a quello canadese, oltre agli auguri per la completa guarigione di tutti coloro che sono rimasti feriti.



(L'Assemblea, in piedi, osserva un minuto di silenzio)


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale (seguito)


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale (seguito)

Argomento:

d) Non impugnativa


PRESIDENTE

Il Consiglio dei Ministri ha esaminato, in data 28 settembre 2017, le seguenti leggi regionali e ha deliberato la non impugnativa: legge 2/8/2017 "Rendiconto generale per l'esercizio finanziario 2016"; legge 2/8/2017 n.
12 "Riordino del sistema delle istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza".


Argomento:

e) Comunicazioni della Giunta regionale


PRESIDENTE

Comunico che l'Assessora Pentenero, a seguito della richiesta della Vicepresidente Ruffino di un'informativa in merito a "Situazioni insegnanti di appoggio - Finanziamento sezioni primavere - Erogazione contributi a scuole paritarie - Situazioni mutui" e l'Assessore Saitta, relativamente a "Reparto Oftalmologia San Luigi", si sono resi disponibili a svolgere le comunicazioni nel corso della seduta pomeridiana.
Comunico, inoltre, che la comunicazione richiesta dal Consigliere Bono in merito al "Progetto di realizzazione del fascicolo sanitario elettronico" verrà svolta in Commissione con modalità e tempistica da stabilire in sede di Conferenza dei Presidenti dei Gruppi consiliari.


Argomento:

Approvazione processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Approvazione processi verbali precedenti sedute", comunico che sono stati approvati i processi verbali del 19 settembre 2017.


Argomento:

Nomine (rinvio)


PRESIDENTE

L'esame del punto 4) all'o.d.g., inerente a "Nomine", è rinviato alla prossima seduta.


Argomento: Beni ambientali - tutela del paesaggio (poteri cautelari, vincoli

Proseguimento esame proposta di deliberazione n. 228, inerente a "Approvazione del Piano paesaggistico regionale ai sensi della legge regionale 5 dicembre 1977, n. 56 (Tutela ed uso del suolo)" (Atti d'indirizzo collegati)


PRESIDENTE

Passiamo al proseguimento dell'esame della proposta di deliberazione n.
228, di cui al punto 5) all'o.d.g.
Nella seduta pomeridiana del 26 settembre è proseguita la discussione generale e gli interventi per dichiarazione di voto sugli atti d'indirizzo collegati.
Rimangono da svolgere gli interventi per dichiarazione di voto sulla mozione n. 1193.
. Mozione n. 1193 "Il Piano paesaggistico non intervenga sulle attività estrattive che abbiano già ottenuto un giudizio paesaggistico favorevole" presentata da Vignale, Berutti, Graglia, Pichetto Fratin Porchietto, Sozzani La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Per esprimere una valutazione favorevole sull'ordine del giorno n.
1193, che sostanzialmente prevede il non intervento delle disposizioni del Piano paesaggistico per tutte quelle attività estrattive che abbiano già ottenuto un giudizio paesaggistico favorevole.
I colleghi sanno, perché abbiamo a lungo discusso anche della legge n.
23/2016 in quest'Aula, che per svolgere un'attività estrattiva sono necessarie due autorizzazioni, una di carattere generale per il periodo estrattivo, che oggi è di 15 anni, e una seconda autorizzazione quinquennale, che ricade sull'attività paesaggistica.
Vi possono essere alcune realtà che hanno già ottenuto il parere favorevole, ai sensi del Codice del Paesaggio, magari anche solo sei mesi fa o un anno fa. Qualora il Piano avesse modificato le tavole, e quindi non fosse più possibile proseguire con questo tipo di attività, crediamo che sia comunque da tenere in considerazione come ogni atto amministrativo che interviene e fa salve le autorizzazioni precedentemente ottenute a legislazione vigente. Quindi, che faccia salvi i progetti di coltivazione di cave in esercizio che, alla data di entrata in vigore del PPR, abbiano già ottenuto un giudizio positivo prima dell'introduzione di vincoli di natura paesaggistico-ambientale. Credo che sia un aspetto positivo rispetto a una Pubblica Amministrazione che è amica e non nemica degli imprenditori.
Ovviamente noi abbiamo fatto un esempio, perché è un esempio su attività che possono essere maggiormente dal Piano paesaggistico, ma ci auguriamo che questo concetto valga per tutto il resto delle imprese piuttosto che di semplici autorizzazioni di carattere edilizio e anche di soggetti privati che, qualora fosse necessaria, abbiano già ottenuto un'autorizzazione di carattere paesaggistico precedentemente all'entrata in vigore del Piano.



PRESIDENTE

Procediamo con la votazione degli atti d'indirizzo collegati.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 1148, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi del Liceo "M. Curie" di Grugliasco (TO)


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti del Liceo "M. Curie" di Grugliasco in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.


Argomento: Beni ambientali - tutela del paesaggio (poteri cautelari, vincoli

Proseguimento esame proposta di deliberazione n. 228, inerente a "Approvazione del Piano paesaggistico regionale ai sensi della legge regionale 5 dicembre 1977, n. 56 (Tutela ed uso del suolo)" (Atti d'indirizzo collegati) (seguito)


PRESIDENTE

Proseguiamo con la votazione degli atti d'indirizzo collegati alla proposta di deliberazione n. 228.
Indìco la votazione palese sulla mozione n. 1179, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 1187, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 1188, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sulla mozione n. 1180, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sulla mozione n. 1181, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sulla mozione n. 1194, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sulla mozione n. 1193, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio non approva.
Prima di passare alla votazione sull'intero testo della proposta deliberazione n. 228, ha chiesto di intervenire per dichiarazione di voto il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Credo che, dopo questa lunga discussione, la dichiarazione di voto sul Piano paesaggistico sia importante. Il Movimento Nazionale voterà contro questo Piano per i motivi che ha già ricordato nella lunga discussione tenutasi all'interno del Consiglio regionale, ma sostanzialmente per due motivi basilari.
Il primo motivo è che tale Piano avrà sulle Amministrazioni comunali un impatto assolutamente rilevante, tant'è che l'ordine del giorno che il nostro Gruppo aveva presentato a garanzia della copertura economica delle Amministrazioni comunali è stato respinto, quindi noi sappiamo che l'impatto da 25, 30 o più milioni di euro che il provvedimento avrà sulle Amministrazioni comunali graverà interamente (o quasi interamente) sulle stesse.
Il secondo motivo è perché la Regione ha fatto una scelta errata nella sottoscrizione dell'accordo con il Ministero dei Beni Culturali.
Evidentemente altre Regioni hanno sottoscritto l'accordo perché è indispensabile, ma solo sul catalogo dei beni tutelati ai sensi della norma dello Stato, mentre hanno tenuto fuori dall'accordo tutto il catalogo dei beni tutelati ai sensi del Piano paesaggistico e non da disposizioni date dallo Stato. Cosa cambia? Cambia che ogni documento, anche quello con le migliori intenzioni, può avere degli errori. Nel caso in cui, come è avvenuto in altre Regioni, la parte di paesaggio e di territorio tutelato paesaggisticamente, ma non oggetto di accordo con lo Stato, sia modificabile con una semplice delibera del Consiglio regionale, il più piccolo errore che questo Piano contiene potrà essere modificato esclusivamente siglando una nuova convenzione con il Ministero e approvando una nuova delibera all'interno del Consiglio regionale. Quindi si tratta di un'ingessatura estremamente significativa.
Un altro motivo per cui esprimiamo la nostra contrarietà è il metodo che, devo dire, non so neanche quanto sia stato legittimo. Cioè questo Consiglio regionale non ha mai votato un Piano, non ha potuto modificarlo non l'ha votato in Commissione. Dopo la discussione in Commissione, senza che la Commissione l'abbia mai votato, è stato siglato l'accordo con il Ministero, per poi venirci a dire l'Assessore Valmaggia: "Il Piano è immodificabile perché c'è un accordo con il Ministero".
Di fatto, questo Consiglio regionale non è mai potuto intervenire con proposte modificative nei confronti del Piano, ma ha avuto una scelta che non è proprio dei Consigli regionali, perché non esiste la fiducia, perch non esiste il voto sul provvedimento, non esiste la ratifica di un decreto quindi non esistono le modalità di voto che vi sono alla Camera dei Deputati o al Senato della Repubblica in cui si esprime un sì o un no.
Invece, questa volta abbiamo sostanzialmente ratificato un documento inemendabile per la maggioranza e per l'opposizione, dunque per tutto il Consiglio regionale, che la Giunta ha presentato.
Un ultimo aspetto, che però per noi è importante, unitamente al primo cioè quello del costo che questo Piano avrà sui cittadini piemontesi, è il secondo costo indiretto, che è quello della burocrazia. Noi non ce ne stiamo rendendo conto, almeno voi non ve ne state rendendo conto, ma ogni atto che produciamo è un atto che crea nuova burocrazia in Piemonte. Il regolamento sulle attività estrattive che abbiamo votato mercoledì rispetto alla situazione attuale, crea un appesantimento delle domande da presentare; parimenti, il Piano paesaggistico regionale creerà un appesantimento fortissimo, in termini burocratici, per i cittadini piemontesi e per le imprese piemontesi.
Sappiamo bene che, specialmente per il mondo dell'impresa, oggi vive una dinamica che è, non voglio dire globale, ma sulla quale si fanno certamente scelte territoriali che sono anche date dal peso che la burocrazia ha, per cui è assolutamente evidente che chiunque vorrà venire per esempio, a investire in Piemonte, vedendo uno strumento così vincolante e così limitativo, in particolar modo per le attività produttive, è verosimile che, anche grazie a questo strumento, sceglierà un altro luogo.
Era meglio non fare questo Piano, perché è uno strumento che non aiuta nessuno e che anzi graverà pesantemente sulle Amministrazioni comunali in termini di costi e sui cittadini e sulle imprese piemontesi in termini di burocrazia.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Sozzani per dichiarazione di voto.



SOZZANI Diego

Grazie, Presidente.
Concludo la maratona degli interventi avvenuta nelle sedute scorse con questa dichiarazione di voto. Purtroppo, nonostante i nostri tentativi di apportare dei perfezionamenti con tutta una serie di emendamenti sicuramente di merito volti, appunto, a cercare di migliorare i contenuti di questo Piano paesaggistico regionale, abbiamo avuto una risposta parzialmente negativa. Perché dico parzialmente negativa? Perché il non avere inserito nella delibera gli emendamenti da noi presentati porrà delle problematiche che vedremo realizzarsi successivamente nel corso dell'applicazione del provvedimento.
Purtroppo i piemontesi, sino al momento dell'entrata in vigore di questo Piano, non sapranno quali saranno le novità che toccheranno tutti coloro che avranno a che fare con questo tipo di normativa, ma è comunque fondamentale l'attenzione che noi porremo anche in futuro sull'applicazione di questo Piano paesaggistico.
Ho usato l'espressione "risposta parzialmente negativa" perch l'Assessore ha indicato una strada di recepimento di talune delle nostre osservazioni nel regolamento. Questo lo ammetto, però qual è l'elemento di differenza sostanziale fra la nostra posizione (per la quale voteremo negativamente) e il parere dell'Assessore? Che riteniamo che il regolamento non possa che recepire i contenuti che la stessa delibera dà al regolamento.
La delibera, nel momento in cui cita il termine "regolamento", non lascia un'apertura tout court dentro la quale ci possiamo mettere tutti gli elementi di interpretazione, siano essi positivi o negativi. Tant'è vero che avevamo chiesto, e ottenuto, la possibilità da parte dell'Assessore in un primo tempo l'aveva inserito in termini perentori, nell'approvazione dell'ordine del giorno l'abbiamo inserito in termini di possibilità - della costituzione di un sito dedicato alle pubbliche amministrazioni entro il quale inserire tutte le varie interpretazioni, domande e risposte che l'Assessorato vorrà dare ai singoli Comuni dell'intero Piemonte, in modo tale che ci possa essere una sorta di - uso un termine improprio giurisprudenza nell'applicazione univoca del Piano sull'intero territorio regionale.
Gli elementi per i quali siamo contrari - in parte sono già stati ricordati dal Consigliere Vignale - riguardano l'assoluta contrarietà a un'attività di copianificazione. Noi siamo contrari al fatto che questo Piano non sia oggetto di una discussione della Regione Piemonte e del suo Consiglio, ma sia un Piano redatto dalla Giunta insieme al Ministero e approvato, senza modifiche assolutamente sostanziali, dal Consiglio. Ragion per cui viene meno il potere, chiamiamolo così, di pianificazione che un Consiglio ha rispetto all'applicazione di qualsiasi ordine e grado; in questo caso parliamo di urbanistica. Altre analisi le affronteremo con tematiche differenti.
Secondo. Non si comprende, dal punto di vista giuridico, perché la Giunta abbia accettato all'inizio di questa discussione la possibilità di emendare il Piano, per poi dire che alcuni elementi non sono accettabili perché il Ministero non li approverebbe. Era più corretto, dal punto di vista sia politico che filosofico dell'avventura che abbiamo condotto in quest'Aula, dirci fin da subito: questo è il pacchetto che vi abbiamo consegnato, questo è il pacchetto su cui il Ministero ci ha dato l'ok; o lo prendete così, oppure non c'è attività di discussione all'interno dell'Aula. Forse era più onesto. Magari avremmo protestato maggiormente, ma avremmo evitato tutta una serie di discussioni su una serie di emendamenti per poi vederceli bocciati.
Vedrete, dal punto di vista giuridico, quali elementi comporterà l'applicazione di questo Piano, soprattutto sotto il profilo dell'articolo 46, sulla tutela delle concessioni che vadano a essere riverificate, in ambito paesaggistico, al momento della scadenza dell'autorizzazione.
Questo è il motivo per il quale voteremo sicuramente contro.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Sozzani.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Mighetti; ne ha facoltà.



MIGHETTI Paolo

Grazie, Presidente.
Il nostro voto sul Piano paesaggistico, come abbiamo ampiamente descritto durante il dibattito, sarà un voto favorevole.
Sarà un voto favorevole condizionato anche dal fatto che noi ci aspettiamo un ulteriore sviluppo di queste politiche, dei passi in avanti che portino a dei veri..
Presidente, se avessi un minimo di silenzio.



PRESIDENTE

Colleghi, per favore, abbassate il tono di voce.



MIGHETTI Paolo

Noi vogliamo che si facciano passi in avanti su questo fronte. Non vogliamo che questo Piano paesaggistico rimanga lettera morta, non vogliamo che questo Piano paesaggistico si fermi all'approvazione di oggi.
Non lo vogliamo perché, come i Consiglieri di centrodestra, non vogliamo che i Comuni vengano lasciati da soli nell'attuazione del Piano.
Non lo vogliamo perché sappiamo bene qual è il ruolo della Regione Piemonte in questo processo. Il ruolo della Regione Piemonte deve essere trainante deve essere un ruolo di coordinamento tra i 1.200 Comuni del Piemonte.
Abbiamo tantissimi Comuni in Piemonte, abbiamo pochi fondi a disposizione per reggere quello che sarà l'adeguamento degli strumenti urbanistici al Piano paesaggistico, quindi dobbiamo cercare noi di fare sistema con i Comuni piemontesi per far sì che queste risorse siano bene spese.
Come possono essere ben spese? Possono essere ben spese se non adegueremo 1.200 strumenti, ma raggrupperemo i piccoli Comuni in convenzioni, in aggregazioni che possono adeguare insieme i piani regolatori, facendo sistema con i fondi disponibili della Regione Piemonte e i fondi disponibili dei singoli Comuni.
Sarebbe un'innovazione pianificare nel senso più ampio del termine. Non pianificare secondo i confini comunali, ma secondo i confini di una reale esigenza di trasformazione del territorio. Oggi, più che ieri, le trasformazioni del territorio non si limitano a degli ambiti che sono ristretti in piccolissimi Comuni, ma rappresentano un sistema più generale legato alle attività umane.
Noi abbiamo bisogno di strumenti regionali come il Piano paesaggistico e il Piano territoriale regionale e abbiamo bisogno di strumenti anche più leggeri dal punto di vista comunale. Abbiamo bisogno di piani regolatori intercomunali che facciano da cornice e abbiamo bisogno di piani operativi.
Piani del Sindaco, come vengono definiti, che operino durante il mandato di una legislatura comunale.
Per questo, da domani, dobbiamo creare un percorso sul governo del territorio in Piemonte, dobbiamo fare un percorso per eliminare l'urbanistica di carta, dobbiamo eliminare l'urbanistica per giuristi e tornare a un urbanistica per progettare le città e il territorio.
Dobbiamo trovare i fondi necessari. Il Movimento 5 Stelle ci sta provando in questa seduta di assestamento di bilancio con emendamenti ad hoc su diversi voci del bilancio regionale. Soprattutto, dobbiamo aiutare il territorio con formazione e con aggregazione delle capacità dei tecnici dei singoli Comuni.
Dovremmo affrontare la divulgazione attraverso sia la parte politica che la parte tecnica della Regione Piemonte, fatta direttamente sul territorio per radunare i Sindaci e capire, insieme a loro, quali sono le occasioni che abbiamo di fronte in merito all'attuazione del piano paesaggistico regionale.
Non dobbiamo dimenticare alcuni fatti normativi, alcune cose che forse, sono apparse poco nel dibattito sulla discussione del Piano paesaggistico. Il Piano paesaggistico, una volta attuato dai singoli Comuni, semplifica le autorizzazioni paesaggistiche, le autorizzazioni ai sensi della legge n. 42/2004. Le autorizzazioni hanno un iter molto più semplificato, non passeranno al vaglio diretto e da un parere vincolante della Sovrintendenza, passaggio che ruba alle autorizzazioni attuali molto tempo e molto dispendio di denaro.
Il Piano paesaggistico tutela il nostro paesaggio, noi saremmo stati anche leggermente più coraggiosi, ma bisogna ammettere che questo Piano paesaggistico tutelerà il nostro paesaggio.
Bisogna ricordare, infine, che la parte prescrittiva opera già oggi quindi il cataclisma non da domani succederà, ma il cataclisma doveva succedere un anno e mezzo fa; se non è successo, probabilmente non succederà nulla neanche domani.
Infine, non dobbiamo avere paura di queste tutele, perché ridurre l'edificazione del nostro territorio e migliorare le nostre città non potrà che fare un piacere alla nostra economia e alzare il livello dei valori immobiliari.
Ricordiamoci cosa succede.



(Il Presidente ricorda al Consigliere che il tempo a disposizione è terminato)



MIGHETTI Paolo

Mi lasci un po' di tempo in più, Presidente. Sono stati quasi zitto in tutti questi giorni di dibattito.
Ricordiamoci cosa succede in Liguria, un territorio molto vicino al nostro e molto diverso, in cui il terreno dove si può costruire è molto poco e i valori immobiliari sono molto più alti e hanno tenuto durante la crisi immobiliare. Ricordiamoci di questo, quindi, e del fatto che la liberalizzazione continua nell'ambito delle costruzioni trascende costantemente i valori immobiliari, farà fallire delle imprese edili e immobiliari e causerà un impoverimento dei nostri cittadini piemontesi che magari hanno faticato una vita per acquistarsi un alloggio.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Rostagno.



ROSTAGNO Elvio

Grazie, Presidente.
Se la Regione Piemonte è una delle prime e una delle poche ad approvare questo provvedimento credo lo si debba alla complessità di questa pianificazione. Il tempo trascorso dagli Uffici e da questo consesso ne è una dimostrazione. Si tratta di pianificazione molto complessa e molto lunga nella sua stesura e analisi.
Credo poi che uno dei motivi sia anche l'assunzione di responsabilità.
Questo è un Piano che impone delle scelte, alcune delle quali dolorose e articolate; e ovviamente noi, nel fare queste scelte, non viaggiamo a cuor leggero. Siamo assolutamente certi che nella fase di applicazione su alcune norme si troveranno sicuramente delle incongruenze e la necessità di correzioni. Ebbene, noi allora dobbiamo dire - e l'intervento del collega Mighetti su questo è abbastanza condivisibile - che questo non è il Piano dei "no"; certo, è anche il Piano che limita certe situazioni, ma io credo che vada pesato di più il Piano dei "sì" e quello dei processi di valorizzazione. E allora, a chi dice che questo Piano limiterà una determinata economia, noi dobbiamo rispondere che non è vero, perché il processo di valorizzazione favorirà una certa economia.
È ovvio che, nell'analizzare le criticità e stando molto attenti nell'accompagnamento con la pianificazione di livello comunale, noi dovremo monitorare quelle che possono essere le necessità di correzione della nostra norma e già fin d'ora dirci che, laddove si incontreranno delle possibili incongruenze, noi ci faremo parte attiva per una modifica.
C'erano alcuni ordini del giorno che andavano in quella direzione.
Ebbene, al di là di questi atti d'indirizzo, noi ci impegniamo. Un ordine del giorno citava l'articolo 12; ecco, l'attenzione non sarà solo su quello: noi già da ora ci adoperiamo per individuare le possibili criticità e per riuscire a coniugare lo sviluppo con la salvaguardia.
Il nostro Piano non è solamente un piano di salvaguardia: è un piano che pensa allo sviluppo nel rispetto della salvaguardia e proprio per questo già da ora ci impegniamo - sia nell'attenzione al regolamento che dev'essere predisposto nei prossimi 90 giorni, ma poi anche nel monitorare la pianificazione a livello comunale - per far emergere quegli aspetti che possono essere oggetto di modifica. E noi, per quelle modifiche, siamo già fin d'ora disponibili.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Accossato.



ACCOSSATO Silvana

Grazie, Presidente.
Intervengo per esprimere la soddisfazione - oltre che, ovviamente, il voto favorevole - del Gruppo Art. 1-MDP per questo provvedimento e la conclusione dell'iter del Piano paesaggistico regionale.
Abbiamo seguito con grand'attenzione sia il percorso in Commissione che questo in Consiglio: un percorso di grande confronto e condivisione ancorché all'interno delle linee tracciate, delle indicazioni e dell'accordo tra Regione e Ministero. Io credo infatti che ci sia stata anche la lungimiranza e la volontà da parte di tutti di intervenire in modo molto preventivo sul provvedimento: c'è stato un vero e proprio lavoro e atteggiamento di costruzione del documento, di cui si sentiva assolutamente l'esigenza.
Io credo dunque che per chi ha voluto in questo consesso, in questo Consiglio regionale, essere parte attiva e propositiva e per chi ha inteso intervenire anche per suggerire miglioramenti o sottolineare errori e incongruenze questo sia stato possibile. E il documento conclusivo ha tenuto conto dell'apporto di questo lavoro che, appunto, ha visto le Commissioni II e V discutere per - credo - una decina di sedute. Porgo quindi anche un ringraziamento all'Assessore e a tutti i tecnici del Settore per l'attenzione che hanno prestato alle nostre osservazioni.
Tornando invece su una valutazione più politica, esprimo la soddisfazione per una Regione che, terza in Italia, approva questo strumento e che quindi si dà una modalità di governo e gestione del territorio più moderna e più condivisa, attenta alla sostenibilità ambientale: una vera e propria risposta al tema del consumo di suolo rispetto al quale anche in questa dichiarazione di voto voglio sottolineare la necessità di un nostro intervento normativo. Sicuramente, però, abbiamo la consapevolezza che il Piano paesaggistico sarà un ottimo strumento di governo dell'uso attento e consapevole del suolo e del nostro territorio.
Al tempo stesso diventa norma, condivisione e io spero anche valore comune quello del paesaggio in sé: il valore che noi come legislatori e come Amministratori diamo al nostro paesaggio, sia quello più naturale che quello realizzato e trasformato dalla mano sapiente e attenta dell'uomo ma sapiente! - nel corso dei secoli.
Il tema dell'attuazione del Piano paesaggistico e delle tempistiche era ovviamente importante e credo che gli ordini del giorno votati e approvati siano anche un indirizzo per seguire e monitorare molto attentamente la sua attuazione e dare il giusto modo, il giusto tempo e anche la giusta competenza ai Comuni perché possano lavorare in modo sicuro sull'attuazione del Piano paesaggistico.
Credo che ci siano tutte le condizioni per avere una situazione migliore e poter intervenire meglio nella gestione del governo del territorio piemontese.



PRESIDENTE

Grazie, collega Accossato.
Non essendovi ulteriori richieste di intervento, indìco la votazione palese sulla proposta di deliberazione n. 228, il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento: Istituzione nuovi comuni - Mutamento denominazioni

Esame disegno di legge n. 235, inerente a "Istituzione del Comune di Alto Sermenza mediante fusione dei Comuni di Rimasco e di Rima san Giuseppe in Provincia di Vercelli"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame del disegno di legge n. 235, inerente a "Istituzione del Comune di Alto Sermenza mediante fusione dei Comuni di Rimasco e di Rima san Giuseppe in Provincia di Vercelli", di cui al punto 6) all'o.d.g.
In accordo con i relatori, diamo per lette le relazioni.
Procediamo con esame dell'articolato.
ARTICOLO 1 Ha chiesto di intervenire il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Invito a non avere tanta fretta, nel senso che dobbiamo ancora discutere di un provvedimento di 103 articoli, per cui credo che tutto dobbiamo avere, salvo che fretta.
Vi è un aspetto, che credo sia estremamente importante, come abbiamo detto in occasione di altre istituzioni di nuovi Comuni, che non è soltanto legato alla fusione, che di per sé, essendo ovviamente volontaria e, come in questo caso, essendo condivisa tanto dalla popolazione del Comune di Rimasco quanto da quella del Comune di Rima San Giuseppe, almeno nella loro maggioranza, ovviamente, ha seguito tutte le modalità che la norma prevede.
Essendo già avvenuta una serie considerevolmente consistente di fusioni, se pensiamo che nella nostra regione, prima della legge 11, non è mai avvenuta una fusione, tranne quando, un po' di anni fa, vi è stata la modifica dei confini di un Comune, soltanto perché una frazione della Provincia di Alessandria, che era omogeneamente legata a un Comune e lontana da un altro, si è staccata. Anche quando è avvenuta la costituzione del Comune di Mappano, che in realtà era la formazione di una nuova Amministrazione e non una fusione, credo sia interessante questo aspetto e anche comprendere come, in alcuni casi (visto che alcune fusioni sono già avvenute da alcuni anni), ha proceduto la fusione stessa e come, invece stanno avvenendo alcune fusioni che abbiamo seguito.
Tuttavia, il dato più significato è quello di carattere finanziario perché è assolutamente evidente che una parte di queste fusioni nascono da mille motivazioni e, in alcune parti, anche diverse, come per esempio la volontà di rafforzare anche da un punto di vista numerico le Amministrazioni comunali e quant'altro, ma vi è anche un aspetto, legato anche al contributo che la Regione deve riconoscere, che in molte delle fusioni attuate, anche dopo un anno o più tempo, non hanno ancora visto arrivare un euro nelle casse del Comune.
Tenete conto che per chi ha promosso la fusione quello strumento è stato uno strumento significativo per provare a convincere anche i propri concittadini; come, per esempio, in questo caso, in cui il contributo di 75.000 euro è legato al 2018 o i 15.000 euro fino al 2022, ovviamente sono legate anche a politiche, che noi immaginiamo che gli amministratori locali, che hanno voluto procedere alla fusione, hanno indicato come possibili solo ed esclusivamente grazie al contributo che arrivava dalla Regione.
Quindi, questo aspetto, cioè quello del riconoscimento economico a chi ha proceduto a una fusione credo sia determinante. Da questo punto di vista, crediamo che una tempestività rispetto al riconoscimento dei contributi, magari anche parziale all'inizio, nei confronti del Comune neocostituito sia estremamente significativo.



PRESIDENTE

Grazie, collega Vignale.
La parola al Consigliere Andrissi.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Effettivamente, si giunge a votare la fusione tra due Comuni dell'Alta Val Sermenza (tra l'altro, è il Comune di Rimasco e non "Rimasto", com'è scritto nell'ordine del giorno), che complessivamente fanno una popolazione di 165 abitanti, quindi, ci rendiamo conto che parliamo di borghi alpini che, soprattutto nel periodo invernale, sono fortemente spopolati.
Sicuramente, mettere insieme questi due borghi potrebbe dare dei vantaggi e un migliore efficientamento dei servizi comunali.
Personalmente, non comprendo come mai non si è proceduto a una fusione anche del Comune di Carcoforo, altro importante Comune dell'Alta Val Sermenza, perché questo avrebbe consentito di unire tutti i Comuni dell'Alta Val Sermenza in un unico Comune, che avrebbe consentito di portare ancora a ulteriori miglioramenti dal punto di vista della gestione sia finanziaria che dei servizi.
Ciò non toglie che già la fusione di questi due Comuni consentirà di avere vantaggi dal punto di vista economico-finanziario e di gestione.
Quindi, auspichiamo che, nel prossimo futuro, gli amministratori di questo nuovo Comune dell'Alta Val Sermenza possano procedere a un'ulteriore fusione e, quindi, ottimizzare la gestione locale in questa valle.
Il nostro voto, ovviamente, sarà a favore.



PRESIDENTE

Grazie, collega Andrissi.
Indìco la votazione palese sull'articolo 1.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 2 Indìco la votazione palese sull'articolo 2.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 3 Indìco la votazione palese sull'articolo 3.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 4 Indìco la votazione palese sull'articolo 4.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 5 Indìco la votazione palese sull'articolo 5.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 6 Indìco la votazione palese sull'articolo 6.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 7 Indìco la votazione palese sull'articolo 7.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 8 Indìco la votazione palese sull'articolo 8.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 9 Indìco la votazione palese sull'articolo 9.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 10 Indìco la votazione palese sull'articolo 10.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 11 Indìco la votazione palese sull'articolo 11.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 12 Indìco la votazione palese sull'articolo 12.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 13 Indìco la votazione palese sull'articolo 13.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione per appello nominale sull'intero testo di legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 40 Consiglieri votanti 34 Consiglieri hanno votato SÌ 34 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 6 Consiglieri Il Consiglio approva.


Argomento: Ordinamento regionale

Esame disegno di legge n. 253, inerente a "Legge annuale di riordino dell'ordinamento regionale. Anno 2017"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame del disegno di legge n. 253, inerente a "Legge annuale di riordino dell'ordinamento regionale. Anno 2017", di cui al punto 7) all'o.d.g.
Relatore di maggioranza è il Consigliere Rossi; relatrici di minoranza la Consigliera Frediani e la Vicepresidente Ruffino.
La parola al Consigliere Rossi.



ROSSI Domenico, relatore

Grazie, Presidente.
Il provvedimento in discussione è stato licenziato dalla I Commissione il 25 luglio corrente anno. Come già altre volte in passato, riguarda la necessità di razionalizzazione e semplificazione dell'ordinamento regionale e riguarda anche diversi settori.
Tutti questi ambiti sono stati affrontati in Commissione con gli Assessori competenti e si è trattato di un percorso molto articolato tant'è che affronta gli aspetti legati al turismo, allo sport, alla cultura, al commercio, alla competitività del sistema, ma anche alle politiche sociali del lavoro, agli affari istituzionali, al personale, ai trasporti, all'ambiente e molto altro Quindi, come vede, Presidente, si tratta di un testo molto articolato.
L'attività della Commissione è intervenuta in maniera significativa rispetto al testo iniziale, con l'aggiunta di numerosi articoli ed emendamenti.
Anche il CAL è intervenuto, in una seduta di giugno, sul testo ed ha approvato il testo di legge con alcune richieste, in particolare relative alla gestione del personale che, come sappiamo, per l'applicazione della "Delrio" e della legge regionale 23/2015, anche a causa dell'esito del referendum, crea criticità, e chiedendo anche l'intervento nell'ambito delle attività estrattive della valorizzazione dell'ambiente.
Tutto questo si è trasformato in un testo molto corposo con più di cento articoli, suddiviso in 12 Capi.
Provo molto sommariamente a indicare i punti più salienti, che poi nella discussione vedremo di affrontare.
Il Capo I, che si sviluppa in 21 articoli, si occupa di turismo, sport e cultura. In particolare, si interviene sulla legge regionale 33/2001 e sulla 50/92, intervenendo sulle scuole di sci, agenzie di viaggio, piste da sci e attività di volo in zona di montagna. Per quanto riguarda il turismo si è cercato di intervenire per favorire l'ingresso dei soggetti privati all'interno delle ATL. Un intervento è previsto anche per quanto riguarda l'attività svolta dalle università popolari e della terza età.
Il Capo II si occupa di commercio ed è suddiviso in tre sezioni. La prima si occupa degli esercizi di vicinato e degli orari degli esercizi commerciali, ma anche della formazione professionale per gli operatori commerciali, cioè si interviene per rendere più moderna la formazione professionale per chi si appresta ad aprire o ad operare in questo settore la seconda sezione si occupa dell'aspetto della somministrazione di alimenti e bevande; la terza si occupa del commercio e delle disposizioni abrogative.
Il Capo III racchiude le disposizioni in materia di competitività.
Anche in questo caso abbiamo tre sezioni: la prima è dedicata all'Osservatorio regionale per l'Università e per il diritto allo studio la seconda interviene inserendo e modificando alcune norme nell'ambito del campo energetico, in particolare rivedendo alcune sanzioni amministrative che riguardavano sia i titolari sia chi è incaricato del controllo della manutenzione degli impianti termici; la terza interviene nell'ambito della nuova legge delle attività estrattive, la 23 del 2016, intervenendo su diversi aspetti e puntualizzando, da un lato, le modalità di calcolo e la ripartizione delle competenze degli oneri per il diritto di escavazione.
Il Capo IV contiene disposizioni in materia di personale, anche qui aggiornando normative regionali, rendendole più coerenti con le necessità odierne o con le norme nazionali.
Il Capo V si occupa della sanità animale.
Il Capo VI interviene sul tema delle politiche sociali e del lavoro.
Qui segnalo che una modifica importante introdotta dal testo licenziato dalla Commissione riguarda la possibilità di riservare quote, per appalti e concessioni, a persone svantaggiate o con disabilità.
Il Capo VII interviene su una norma da poco licenziata dal Consiglio regionale, per rafforzarla ulteriormente, che è la legge n. 4 del 2016 sulla prevenzione ed il contrasto della violenza di genere, per il sostegno alle donne vittime di violenza e ai loro figli.
Il Capo VIII si occupa degli affari istituzionali e si è operato soprattutto sulla 23 del 2015 e sugli ambiti ottimali per l'esercizio delle funzioni attribuite e delegate alle Province. Si è intervenuti con una serie di modifiche che approfondiremo durante la discussione.
Il Capo XI contiene norme in materia di trasporti ed anche qui c'è una serie di modifiche alla legge regionale 1/2000, in materia di trasporto pubblico locale. Qui si interviene su diversi aspetti, ma in questa mia relazione cito solo i titoli: sull'articolo 10 in tema di contratto di servizio; sull'Osservatorio regionale della mobilità; sul tema di controllo, monitoraggio e vigilanza, ma anche sul tema di sanzioni a carico dell'affidatario dei servizi di trasporto pubblico locale, ma anche i tema di sanzione a cario degli utenti.
Il Capo X è dedicato alle disposizioni in materia di governo del territorio, con adeguamento normativo, soprattutto per quanto riguarda la legge regionale 56/77, che disciplina la tutela e l'uso del suolo, ma anche la legge regionale 19/99 dell'edilizia.
Il Capo XI si occupa di disposizioni in materia di ambiente, territorio e foreste, soprattutto per favorire la valorizzazione dei terreni agricoli e forestali.
L'ultimo Capo, il XII, contiene le disposizioni di carattere finanziario; così come anche l'abrogazione dell'articolo 10 della legge regionale 1/2015, che è un adeguamento, per quanto riguarda il tema di conferimento di incarico a soggetti in quiescenza, e altri elementi di natura finanziaria che permettono di rendere il corpo normativo regionale più adeguato alle norme nazionali, evitando alcuni rischi di contrasto con la Corte costituzionale. In questo senso, una leggera modifica sulla recente legge approvata sull'usura e sull'indebitamento serve per renderla più coerente con quelli che sono i bisogni dei cittadini piemontesi.
Grazie.



PRESIDENTE

Prego, Consigliera Frediani.



FREDIANI Francesca, relatrice

Grazie, Presidente.
Siamo arrivati in Aula con questo provvedimento che, come sempre, nella fase di discussione si arricchirà di ulteriori interventi. Il lavoro su questo provvedimento, quindi, non è finito, ma è proprio qui che dovremmo iniziare a porre la maggiore attenzione sui diversi temi che verranno proposti, proprio perché si tratta di un provvedimento omnibus e che quindi, per sua natura, è predisposto ad accogliere più temi e andare a modificare più testi della nostra legislazione.
Noi siamo intervenuti in fase di Commissione. Abbiamo proposto diversi emendamenti: alcuni recepiti ed altri respinti. Torneremo ovviamente con le nostre proposte, anche per sollecitare un dibattito in Aula.
Abbiamo lavorato sul testo, un testo che, come anticipava il collega Rossi, è suddiviso in diversi Capi. Nel Capo I si parla di turismo, sport e cultura. Si tratta di un settore che ha visto, in questo ultimo periodo diversi interventi normativi da parte del Consiglio regionale. A tal proposito, ricordiamo il nostro intervento in merito al turismo, quindi tutta la nuova normativa approvata. Noi, come sempre, rimarchiamo il fatto che manchi ancora una strategia coordinata sulla promozione delle ATL e il coordinamento con quel nuovo soggetto, che è la DMO Turismo Piemonte. In questo senso, abbiamo presentato una serie di emendamenti che sono stati respinti.
Un'altra incongruenza che abbiamo evidenziato è l'attività dell'Osservatorio del turismo, attualmente sotto la Direzione di DMO Turismo Piemonte, che è contemporaneamente l'attore principale delle azioni sul turismo, che verranno valutate dall'Osservatorio stesso.
Anche in questo caso, abbiamo cercato di fare delle proposte emendative, ma senza ottenere un riscontro positivo.
Sul Capo II, riguardante il commercio, credo che interverrà successivamente qualche collega che segue maggiormente il tema.
Abbiamo parlato del fatto che ci vediamo costretti a recepire delle normative comunitarie e statali che sono incentrate sulla liberalizzazione.
All'interno dei diversi commi, ad esempio, si è inserita la possibilità per il Comune, di pianificare l'orario di apertura degli esercizi commerciali.
Abbiamo poi parlato della questione relativa ai posteggi e - come ricordava anche il collega Rossi - a tutta la parte riguardante la formazione professionale.
Non si affronta, tuttavia, quello che è, a nostro avviso, il vero problema, cioè la regolamentazione dei componenti delle Commissioni d'esame in materia di formazione professionale e relativi compensi, cioè i gettoni in funzione del tempo dedicato.
Al Capo III si parla di energia, e anche qui, ovviamente, interverranno i colleghi che sono sicuramente più competenti sul tema.
Abbiamo notato la presenza di una formulazione non accettabile, dal punto di vista normativo: al comma 1 quater, la definizione "a regola d'arte" è una definizione che, a nostro avviso, non può essere un parametro normativo.
Nella terza sezione del Capo III si parla delle disposizioni in materia di attività estrattive.
Ricordo una richiesta, anch'essa respinta, di istituire, presso la Direzione dell'Assessorato alla sanità, una struttura unica di coordinamento dei progetti relativi alla costruzione di nuovi ospedali.
Per ridurre al minimo gli sprechi, inoltre, abbiamo chiesto di dare attuazione all'articolo 1, comma 551, della legge 28 dicembre 2015, n. 208 che prevede che le Regioni adottano provvedimenti volti a garantire che gli enti del Sistema Sanitario Nazionale non istituiscano unità organizzative di valutazione delle tecnologie, ovvero sopprimano quelle esistenti ricorrendo a strutture di valutazione istituite a livello regionale o nazionale.
Anche questa nostra proposta è stata respinta.
Abbiamo, poi, evidenziato come il passaggio dell'Organismo Indipendente di Valutazione al nucleo di valutazione costituisse, di fatto, un passo indietro. Anche qui, abbiamo cercato di intervenire con attività emendativa, in particolare per cercare di mantenente quelle condizioni di autonomia, terzietà e indipendenza che costituivano - per l'appunto l'OIV.
Anche in questo senso, non c'è stato accoglimento delle nostre proposte.
Fino a qui, potrebbe sembrare che tutte le nostre proposte siano state respinte. In realtà, una parziale soddisfazione, che speriamo di poter mantenere, arriva dal Capo V, che è uno dei Capi che mi sta più a cuore all'interno delle proposte che abbiamo portato: quello sulla sanità animale.
So che ora faccio sorridere i colleghi, però, vedendo anche il riscontro positivo che c'è stato da parte delle persone che ci seguono, che seguono la nostra attività sul tema, noi auspichiamo che venga confermata al più presto, la modifica anche dall'Aula, che non ci siano problemi nell'evolversi di questa nostra proposta e che si arrivi finalmente un regolamento che vada a normare in modo molto preciso - non lasciando spazio a paure o sospetti vari, sia del personale sia dei pazienti degli ospedali l'ingresso nelle strutture sanitarie degli animali d'affezione.
Ci sono, poi, altre proposte, sempre sul tema animali, in particolare per aumentare la tutela delle specie animali.
Un altro emendamento che abbiamo depositato e su cui c'è già stata una parziale discussione in Commissione e una riformulazione, che speriamo venga accettata dall'Aula, riguarda il divieto di detenere animali nel momento in cui si sia stati condannati per un maltrattamento. Questo potrebbe essere veramente un passo avanti e un segno di civiltà.
Il Capo VI riguarda le politiche sociali e del lavoro.
Ci sono degli aspetti positivi, relativamente al provvedimento, volti a promuovere l'inserimento occupazionale di soggetti con disabilità e persone svantaggiate. Ovviamente, è un provvedimento che noi accogliamo molto positivamente.
Rimane ancora il nodo rispetto alle garanzie di diritti e di mantenimento di condizioni di lavoro nel passaggio tra i vari appalti. Ad esempio, oggi - approfitto per anticiparlo - nel question time che ho depositato, chiederò conto della riduzione delle ore di lavoro per i lavoratori degli appalti dell'EDISU.
Il Capo VII presenta sicuramente contenuti assolutamente condivisibili relativi alla violenza di genere e agli abusi sessuali online. Pertanto abbiamo dato convintamene un voto positivo.
Il Capo VIII si ricollega a quello che è stato il cosiddetto "pasticcio normativo" a livello nazionale, quindi il riordino delle Province, che si è concretizzato in difficoltà organizzative che sono rimaste in capo alle Regioni, con pesanti ricadute soprattutto sui lavoratori dei vari enti, per il rispetto dei quali abbiamo dovuto trovare delle soluzioni tra i vari soggetti coinvolti: Province, Città metropolitana e Regioni.
C'è, poi, il Capo IX, sul trasporto pubblico.
Anche qui, credo che interverrà il collega Valetti, che ha avanzato diverse proposte che sono state anche accolte, grazie ad una proficua collaborazione con gli Uffici.
Infine, gli ultimi Capi: il Capo X e XI (poi c'è il Capo XII finanziario), che riguardano, in particolare, il territorio, quindi tutto quello che riguarda le disposizioni normative sul governo del territorio.
Non ci sono state modifiche sostanziali all'impianto della legge urbanistica regionale.
Per quanto riguarda, invece, il Capo XI, avente a oggetto un tema che segue in particolar modo il collega Bertola, la caccia, che va a toccare sicuramente diverse sensibilità e suscita reazioni molto contrastanti nelle more dell'approvazione della nuova legge regionale in materia, che sappiamo essere ferma in Commissione da diverso tempo, si disciplina la missione di cacciatori residenti all'estero o in altre regioni italiane.
Si tratta di un passo avanti rispetto al vuoto normativo che si è creato nella nostra Regione e che verrà colmato, speriamo presto, con l'approvazione del testo di legge che attualmente è al vaglio della Commissione.



PRESIDENTE

La parola alla seconda relatrice di minoranza, la Vicepresidente Ruffino, che interviene in qualità di Consigliera.



RUFFINO Daniela, relatrice

Grazie, Presidente.
In merito al disegno di legge n. 253, legge annuale di riordino dell'ordinamento regionale, pongo, come relatrice di minoranza, alcune considerazioni nate, in particolare, dalle osservazioni pervenute, che abbiamo valutato con attenzione.
A seguito del lavoro in Commissione e anche dell'attento esame delle memorie dei soggetti consultati, in merito alla richiesta di un maggiore coinvolgimento delle rappresentanze delle imprese, ci preoccupa, in questo caso, l'eliminazione del riferimento delle organizzazioni di rappresentanza nel settore del turismo. E così pure per la programmazione urbanistico commerciale.
Se, poi, andiamo al tema del gioco d'azzardo patologico (il prossimo 20 novembre saranno in scadenza i termini di adeguamento per gli esercenti che gestiscono gli apparecchi da gioco), vediamo l'opportunità di abbinare agli strumenti di disincentivazione già previsti e strumenti di incentivazione idonei a favorire le scelte aziendali virtuose.
Sappiamo che la nuova legge di bilancio prevede il raddoppio della tassazione su buona parte dei giochi (passiamo dal sei al 12 per cento) e riteniamo che il maggior gettito certamente ingente debba essere destinato alle azioni relative alla lotta contro la ludopatia. Tema assolutamente importante.
Risalta anche la richiesta del coordinamento delle confederazioni artigiane del Piemonte, che chiede, per l'articolo 45, l'obbligo della consegna delle informazioni personali al manutentore degli impianti termici, per gli adempimenti di rito. Questo capita in altre Regioni e, in questo caso, non s'intenda sanzionare in caso di omissioni. Da qui la proposta di espungere l'articolo 45, in modo da evitare sanzioni che si dimostreranno solo inutili balzelli a carico delle imprese. E, in questo caso, non si diffondono pratiche ottimali per la corretta gestione energetica degli impianti.
Questa considerazione ci permette di evidenziare la nostra azione politica in merito al disegno di legge n. 253, che è legata fondamentalmente, alla semplificazione. Questo ne è sicuramente un esempio.
Ancora, rispetto alle attività estrattive, abbiamo accolto con grande ottimismo la richiesta della Provincia di Novara - è presente il nostro collega Sozzani - che propone, proprio in coerenza con l'articolo 46, che i recuperi delle attività estrattive non attuati in parte o totalmente e autorizzati dalle Amministrazioni comunali, dovranno essere gestiti d'intesa tra Comune, Autorità di vigilanza e Polizia mineraria.
Abbiamo valutato interessanti le osservazioni di UNCEM Piemonte e altrettanto interessante sarà constatarne il recepimento.
È assolutamente condivisibile l'osservazione della Provincia di Novara che propone la modifica dell'articolo 3, avente come obiettivo l'assicurazione, da parte della Regione attraverso un proprio trasferimento, per la copertura dei costi per la gestione associata - un tema già portato molte volte in quest'Aula dai nostri Gruppi - in questo caso per assegnare alle Province contributi a sostegno dell'avvio e della gestione delle funzioni, ripartiti secondo il criterio del numero, della complessità, nonché della formazione del personale; elementi, questi imprescindibili per il funzionamento non solo delle Province, ma anche della Città metropolitana.
Non sfugge assolutamente la necessità impellente di garantire il funzionamento delle Province e della Città metropolitana, in costante difficoltà e - duole dirlo - quasi in assenza di erogazione dei servizi.
Certamente, è stata accolta la richiesta del Vicepresidente Reschigna di non favorire incrementi di spesa (ricordo bene il suo intervento in Commissione). Per questo motivo, abbiamo inteso presentare degli emendamenti - tutti di merito - che hanno la prerogativa dello snellimento burocratico.
Abbiamo anche la ferma convinzione che la riduzione della burocrazia favorisca lo sviluppo. Riteniamo strategiche per la nostra Regione la ricerca, l'innovazione e la valorizzazione dei beni culturali e paesaggistici; riteniamo quindi prioritarie - è per questo che ho citato le osservazioni - le indicazioni e i suggerimenti degli stakeholder, ossia di chi ha prodotto osservazioni e, in questo caso, anche emendamenti che speriamo abbiano un destino migliore di quelli presentati per il Piano paesaggistico regionale; emendamenti che pensiamo possano essere una "nuova linfa" per migliorare le performance del Governo regionale.
Pensiamo che, in questo caso, la variabile tempo sia fondamentale per concretizzare le scelte che farà quest'Aula. Ancora una volta, la scelta è stata quella di ascoltare il territorio, le associazioni e le Amministrazioni. Faccio un piccolo inciso, ad esempio, su un emendamento che presenteremo, relativo ai mercatini degli hobbisti, che rimarca il nostro intendimento: in questo caso, via le marche da bollo, un costo che può essere abbattuto, una burocrazia che può essere ridotta attraverso la creazione di una tessera. In questo modo, quest'Aula - lo auspichiamo, come per altre nostre proposte - risolverebbe un problema e darebbe una risposta concreta al territorio. Perché pensiamo che i territori e le comunità piemontesi attendano delle risposte dalla Regione, soprattutto per iniziative importanti relative allo sviluppo e al rilancio dell'economia e dell'occupazione. Abbiamo delle zone penalizzate che vivono una crisi sempre maggiore.
Ci auguriamo che l'iter dell'omnibus, attraverso la nostra azione di proposta e di controllo, e grazie al confronto politico costruttivo che auspichiamo, riesca a portare miglioramenti significativi e delle rivisitazioni alla legge regionale, che potranno dare buoni frutti per il futuro, con la consapevolezza, Vicepresidente, che i ruoli separati di maggioranza e minoranza hanno un unico obiettivo: l'interesse della nostra Regione.
Ed è proprio attraverso questi provvedimenti - quest'ultima considerazione nasce quasi in maniera accorata - che una Regione moderna innovativa e competitiva dimostra la propria visione amministrativa e la propria capacità di programmazione, consapevole che siano assolutamente necessari interventi di riordino, con l'auspicio che sempre di più da oggi in poi i temi di delegificazione, modernizzazione, dematerializzazione e sburocratizzazione dell'Amministrazione pubblica debbano essere prioritari per permettere ricadute conseguenti all'interno della macchina regionale.
Riteniamo anche che migliorare all'interno dell'Ente l'attività del personale, soprattutto all'esterno, possa produrre positivi riverberi sul tessuto sociale ed economico piemontese.
Ci avviamo alla discussione con una modalità assolutamente positiva e propositiva, con la certezza che, rispetto alle votazioni appena avvenute sul Piano paesaggistico regionale, ci possa essere un cambio di marcia e ovviamente, la possibilità di accogliere le nostre proposte e i nostri emendamenti.
Grazie.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi dell'Istituto "A. Antonelli" di Torino


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti della classe seconda I dell'Istituto "A. Antonelli" di Torino in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.


Argomento: Ordinamento regionale

Esame disegno di legge n. 253, inerente a "Legge annuale di riordino dell'ordinamento regionale. Anno 2017" (seguito)


PRESIDENTE

Proseguiamo l'esame del disegno di legge n. 253, di cui al punto 7) all'o.d.g.
Dichiaro aperta la discussione generale.
Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Prima di fare alcune considerazioni di merito, credo che vadano fatte alcune valutazioni di metodo.
Noi ci stiamo apprestando a discutere una norma che, non esistendo più gli allegati alla legge finanziaria, ha un titolo che riguarda il riordino dell'ordinamento regionale - e così potrebbe anche essere - ma che, in realtà, è una norma che interviene, in modo significativo, in alcune leggi facendone altre norme (penso alle disposizioni sul commercio o altro). In ogni caso, è un testo che è stato licenziato dalla Commissione con 103 articoli e che vede un'altra ventina di modifiche presentate dalla Giunta che prevedono nuovi articoli.
È una norma che non dovrebbe avere un taglio esclusivamente di parte nel senso che, a differenza di alcune leggi che noi discutiamo, che sono evidentemente frutto di un'elaborazione della Giunta regionale (o della maggioranza), questa è una legge che, ancorché uscendo dalla penna della Giunta regionale (è un disegno di legge), interviene in norme diverse e, in molti casi, ha un aspetto che non è di parte, ma che tende a modificare da un punto di vista non tecnico, ma di carattere politico, la norma stessa.
Lo rammento, perché mi auguro che su questo disegno di legge - lo ricordava già la collega Ruffino - sia possibile aprire alcuni ragionamenti che non vedano il Consiglio regionale diviso nelle sue parti classiche, fra l'opposizione e la maggioranza, perché all'interno di questi articoli vi sono certamente delle modifiche che anche noi riteniamo positive e che, in qualche modo, non sempre - in alcuni casi sì, e poi lo vedremo intervengono in termini generali.
Inoltre, vi sono alcuni aspetti che non apparirebbero propri di una legge di riordino, perché intanto le modifiche che si fanno sulla legge sulle attività di promozione e di accoglienza turistica - quindi sulla legge n. 14/2016 come sulla legge 28 sul commercio, così come quella sulla formazione professionale - se è pur vero che da un certo punto di vista riprendono delle disposizioni di carattere nazionale, è altrettanto vero che intervengono in tali e tanti articoli di tre singole norme che avrebbero dovuto avere un iter normativo che non è tanto da legge di riordino, quanto da legge di modifica di tre disposizioni interessate in moltissimi articoli nella legge stessa.
Crediamo che la norma del disegno di legge contenga alcuni aspetti che possono essere ritenuti positivi; altri che, invece, sono negativi, perch o non approfonditi, in particolar modo alcuni aspetti, ma poi lo vedremo nella discussione del disegno di legge stesso, addirittura inseriti con degli emendamenti; Altri che, ancora, sono presenti all'interno del disegno di legge che stiamo votando e che, in qualche modo, complicano la vita ai piemontesi.
Faccio un esempio banale, che riguarda le attività fieristiche. Pensare che una singola attività fieristica, anche di pochi giorni, debba avere un procedimento non in deroga, quindi un procedimento che prevede la presentazione di una richiesta di somministrazione, una SCIA, la presentazione al SUAP, cioè come se fosse un'attività imprenditoriale vera e propria che sta aprendo, ci sembra eccessivo. Non è che non si debba avere un'autorizzazione, ma credo che la modalità attuale di autorizzazione temporanea, con una richiesta all'Amministrazione comunale, sia una modalità che consente a soggetti, che sono nella quasi totalità non a fini di lucro, di avere una corsia privilegiata, che peraltro questo Consiglio regionale aveva introdotto con una sua normativa.
Così come credo sia un errore - ovviamente vado a spot rispetto a quelli che sono gli articoli licenziati dalla Commissione, ma anche alcuni emendamenti presentati - l'articolo relativo agli orari di lavoro che liberalizza gli orari di lavori, modificando la legge n. 28; non tanto e non solo perché riprende una norma nazionale, sulla quale, però, le Regioni potrebbero avere delle competenze, come ha oggi la legge n. 28, ma soprattutto perché su questo tema, in queste settimane, è aperta una discussione a livello centrale per cercare di limitare l'utilizzo che si fa, all'interno del commercio, degli orari di lavoro. Poi lo vedremo arrivando all'articolo 47, ma è evidente che, laddove il pubblico servizio è un pubblico servizio essenziale (sanità, l'attività di pronto soccorso le forze dell'ordine e quant'altro), è inevitabile che dobbiamo garantire tanto che la normativa sia regionale quanto nazionale, una presenza 24 ore su 24 per 365 giorni all'anno.
Su un'attività che, invece, è più semplicemente legata al quotidiano detto banalmente al fare la spesa o non soltanto, crediamo che una tutela rispetto a orari sempre più allargati nel tempo, cui non corrispondono salari adeguati, credo che sia una discussione che il Consiglio regionale dovrebbe fare. Dico inoltre, ma questa è una valutazione di carattere politico, che il centrosinistra una volta cercava di tutelare quelli che erano i diritti dei lavoratori, ma mi sembra che con alcuni articoli di queste disposizioni questo venga meno.
Così come sottolineando alcune parti, che sono quelle che condividiamo meno - poi lo vedremo nel corso degli emendamento - vi sono, invece, alcuni articoli aggiuntivi che, come ha fatto la maggioranza in sede di discussione o la Giunta con la presentazione degli emendamenti, hanno inserito articoli aggiuntivi anche durante la presentazione degli emendamenti.
Vi sono poi, rispetto agli emendamenti presentati, alcuni che possono essere tranquillamente compresi come ulteriori modifiche nate dalla discussione avvenuta in queste settimane. Ve ne sono altre, come quello che stravolge la legge sulle presenze cinematografiche all'interno della nostra regione, che ci paiono completamente non consone a questo tipo di provvedimento.
Abbiamo garantito un intero settore grazie ad una legge, legata alle distanze, che la Regione nel dicembre 2005 fece. Crediamo che questa impostazione vada garantita e non stravolta con una norma che deroga rispetto a tutto, ma poi lo vedremo quando entreremo nel merito con un emendamento presentato una settimana fa dalla Giunta regionale.
In ultimo, riprendendo quanto detto inizialmente, si tenga conto che è una legge di 103 articoli, che è una legge che modifica decine di leggi regionali. Dobbiamo tenere conto di questo, perché se affrontiamo questo disegno di legge come un normale disegno di legge che in due o tre Consigli regionali deve concludere la sua attività, faremmo un grande errore, perch in realtà abbiamo messo insieme almeno 10-12 leggi di modifica, quindi dobbiamo tenere conto di quanto quelle singole norme avrebbero occupato il Consiglio regionale. Altrimenti questo diventa uno strumento sbagliato e non c'è mai stato nella storia, anche se non tanto recente, del Consiglio regionale un provvedimento di 103 articoli uscito dalla Commissione.
A quel punto, l'attività normativa, anche rispetto alle nostre dinamiche di programmazione, non avrebbe più senso presentando un omnibus all'anno che contiene tiene i due terzi dell'attività di modifica normativa o di inserimento di nuove norme che una Giunta o una maggioranza vorrebbero fare.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RUFFINO



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Segretario Bertola, che interviene in qualità di Consigliere.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Come è già stato richiamato, parliamo di un disegno di legge "omnibus" piuttosto corposo, che apporta modifiche a diversi provvedimenti di legge: rappresenta sicuramente un momento importante sia per un riordino della legislazione regionale, come del resto recita il titolo del disegno di legge, sia per proporre - da parte della maggioranza e ovviamente anche da parte dell'opposizione - interventi puntuali su leggi regionali che si ritiene di voler modificare.
Per andare nello specifico, il Capo II del disegno di legge di riguarda il commercio, e qui ci vediamo costretti, a livello regionale, a recepire delle normative comunitarie e statali, dall'articolo 22 all'articolo 25 costretti, perché ovviamente si tratta di leggi nazionali rispetto alle quali non possiamo interferire e che sono incentrate anche sulla liberalizzazione, ad esempio, degli orari degli esercizi commerciali. Si tratta di operazioni che noi riteniamo mettano in ulteriore difficoltà i piccoli imprenditori, i quali non possono contare su una struttura organizzativa in grado di lavorare su più turni.
Il comma 3 dell'articolo 28 inserisce la possibilità, da parte del Comune, di pianificare gli orari di apertura degli esercizi commerciali specie nei periodi estivi e nelle zone più carenti di servizi. Quindi non solo si lascia piena discrezionalità sugli orari di apertura degli esercizi commerciali, ma con quel comma i Comuni sono autorizzati ad imporre turni ed eventuali obblighi di apertura durante i periodi in cui, oltretutto diminuisce drasticamente il numero di potenziali clienti e consumatori anche per esercizi commerciali che non forniscono servizi di prima necessità. Purtroppo in quella parte non ci sono riferimenti relativamente a obblighi di trasparenza nei confronti dei consumatori e della clientela ad esempio, sull'aggiornamento telematico dei siti degli esercizi commerciali. Abbiamo già visto come ci sia, oltre a un proliferare di centri commerciali, anche un debordare degli orari del commercio: abbiamo dei centri commerciali che ormai lavorano 24 ore su 24, mettendo in difficoltà sia i lavoratori sia i piccoli esercenti.
L'articolo 26, in sostanza, è una riscrittura e non comporta modifiche sostanziali, è più che altro uno snellimento in termini formali. Con il comma 3, infatti, non si richiede più nessun titolo di legittimazione aggiuntivo per le attività accessorie alla tipologia di vendita principale.
C'è poi un articolo importante, l'articolo 29, che è il recepimento di una normativa comunitaria che noi fortemente osteggiamo o, meglio, una direttiva comunitaria (la cosiddetta direttiva servizi Bolkestein) che noi osteggiamo nella parte e nei limiti in cui questa è stata mal recepita a livello nazionale col decreto legislativo 59/2010 inserendo, con un grave errore tecnico e politico, anche la categoria degli ambulanti. L'articolo 29, infatti, norma la selezione dei posteggi e manca, a nostro avviso completamente l'obbligo, per le Amministrazioni comunali, di indire bandi per l'assegnazione dei posteggi occasionalmente liberi o comunque non assegnati prima di procedere alla soppressione degli stessi.
Relativamente a questo tema, avevo depositato un atto d'indirizzo già mesi fa; l'ho riproposto in termini di emendamento alla Commissione, ma purtroppo non è stato approvato e noi auspichiamo che in sede di esame in Aula ci sia un esito migliore.
All'articolo 30 si parla dei criteri di rilascio delle autorizzazioni per il commercio su area pubblica, sullo spostamento e il funzionamento dei mercati e delle varie forme di commercio su area pubblica. Qui manca, a nostro avviso, il coinvolgimento, nella scelta decisionale delle Commissioni consiliari, delle associazioni provinciali di categoria e del CAL, rischiando di rendere la politica regionale per il commercio su area pubblica unidirezionale e miope, come spesso abbiamo visto - purtroppo negli ultimi anni.
L'articolo 31 riguarda la formazione professionale per gli operatori di settore. Anche qui abbiamo fatto dei rilievi; rilievi che si sono poi tradotti in emendamenti che, almeno per la parte che non ha visto un'approvazione in Commissione - poiché l'esame in Commissione ha anche visto l'approvazione di alcuni nostri emendamenti - verranno riproposti all'esame dell'Aula.
C'è poi una una parte del disegno di legge, diciamo verso la fine, che riguarda l'attività venatoria e che ha l'intento, in un certo senso anche condivisibile, di andare a normare una questione nelle more dell'approvazione di una nuova legislazione regionale sulla caccia, giacch com'è noto - nel 2012 è stata abrogata la legge regionale che disciplinava l'attività venatoria per, in qualche modo, non far esprimere i cittadini, quindi un'abrogazione che ha portato un danno alla possibilità dei cittadini piemontesi di esprimersi con un referendum per il quale erano state raccolte le firme più di due decenni prima.
Nella questione si parla, all'articolo 97, dell'ammissione di cacciatori residenti all'estero o in altre Regioni italiane e si dice: "Nelle more dell'approvazione di una nuova legge regionale sulla caccia, i cacciatori residenti in altre Regioni o all'estero vengano ammessi in una percentuale fino a un massimo del dieci per cento, modificabile dai Comuni". È un passo in avanti rispetto al vuoto normativo che abbiamo avuto finora. Con un emendamento, noi andremo a riproporre quello che invece è previsto dalla nostra proposta di legge - la proposta di legge n. 196, a mia prima firma - ovvero che la percentuale sia ridotta all'un per cento e che non vi sia la possibilità di deroghe in questo senso.
Vi è poi tutta una serie di altre questioni, diciamo aggiuntive rispetto ai temi trattati dal disegno di legge, che attengono comunque a modifiche di leggi regionali orientate anche alla semplificazione e al riordino normativo: su queste, saremo ovviamente più chiari e specifici quando andremo a trattare i singoli argomenti.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE BOETI



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Farò riferimento alla relazione di minoranza svolta dalla nostra Capogruppo, collega Frediani, su un provvedimento molto complesso, non fosse altro per il numero degli articoli che vi sono stati inseriti, che supera il centinaio - come già detto precedentemente - con una suddivisione in 12 Capi proprio per la complessità, appunto, delle materie trattate. Per la precisione gli articoli sono 104, a oggi; poi ovviamente, nell'analisi del provvedimento, potranno anche aumentare.
Ciò risponde a un'esigenza normativa, legislativa, oltre che politica di andare a fare manutenzione su una serie di norme legislative nel corpus normativo regionale che ha questa tendenza a ingrandirsi, espandersi sempre di più, legislatura dopo legislatura, forse anche oltre le reali esigenze dei cittadini piemontesi e della pubblica amministrazione in generale.
In effetti, c'è questa difficoltà - che io segnalo ormai da un po' di mesi, se non anni - delle Regioni, dal momento in cui hanno avuto la loro competenza legislativa, innanzitutto a interpretare correttamente l'articolo 117 della Costituzione, articolo volutamente (o non volutamente) scritto in maniera poco chiara, nel senso che prevede delle norme di competenza esclusiva dello Stato e delle norme di competenza concorrente tra Stato e Regioni e demanda, a tutte quelle non iscritte nero su bianco nell'articolo 117, alle Regioni come competenze residuali.
Questo ha generato, ovviamente, da una parte, tutta una serie di contenziosi costituzionali tra Regioni, Ministeri e Stato stesso e dall'altra, ha fatto sì che le diverse Regioni promulgassero e rendessero applicative normative diverse l'una dall'altra, in vari ambiti molto importanti.
Questa è una delle conseguenze della modifica in senso federale dell'assetto costituzionale dello Stato. Noi siamo lieti di legiferare all'interno della Regione, ma penso che, alle volte, forse un po' si esagera con le norme. L'abbiamo visto tante volte. Notiamo che - mi si permetta un po' di ironia - si tende un po' di più a far passare delle norme magari poco utili della maggioranza, magari anche queste poco utili (non dico che solo la maggioranza faccia norme poco utili), rispetto a proposte di legge della minoranze. Molte volte le proposte di legge delle minoranze o non si discutono, oppure, quando si discutono, si dice che sono pletoriche, che ci sono già norme regionali, piani e programmazione di settore, accordi di programma, convenzioni e quant'altro.
Se, invece, una norma, magari nell'ambito di un argomento diverso, ma con la stessa scarsa utilità, è presenta dalla maggioranza, comunque il percorso e la strada per farla approvare si trova. Potrei fare una serie di esempi in questo senso. Mi limito a guardare solo le cose in negativo, e non in positivo (non so se sia positivo o meno), dal nostro punto di vista.
Cito, ad esempio, la proposta di legge, a mia prima firma, sulla mobilità condivisa, per cui abbiamo fatto un tavolo di lavoro con la Presidente Conticelli, che ringrazio per la solerzia e rapidità delle tempistiche con cui è stato convocato il tavolo. Da detto tavolo siamo usciti, come dicevo prima, con una bollinatura - scherzo un po' sulle parole, perché si usa a livello nazionale con i provvedimenti per la parte finanziaria - o marchio di sostanziale inutilità di questo provvedimento.
Si è detto: inserite un comma di una riga sulla legge quadro del trasporto pubblico locale e risolviamo così la questione. Parlo di una legge che intende promuovere la mobilità condivisa, quindi sostenibile. Tema sicuramente molto importante, tema del futuro, anzi, del presente, se non del passato recentissimo, in quanto, da una parte, ci sono operatori economici molto aggressivi che entrano nel settore del trasporto pubblico locale, del servizio pubblico locale. e noi dobbiamo cercare di fermarli rispetto alla nostra storia di trasporto pubblico locale, quindi di taxi.
D'altra parte, abbiamo un sistema di trasporto pubblico locale che è al collasso. Non abbiamo risorse per finanziarlo adeguatamente, il livello nazionale taglia continuamente le risorse, quindi a cascata questo va a ricadere sui contratti di servizio e del ferro e della gomma del Comune capoluogo di Regione, dell'area metropolitana e degli altri Comuni che eserciscono la gomma. Una delle alternative, quindi, può essere quella di utilizzare, in forma non remunerativa - lo sottolineo tre volte: non remunerativa - la condivisione di mezzi privati di privati cittadini o di società che offrono il car pooling e il car sharing.
Spero che in futuro, come già a Roma, si abbia anche lo scooter sharing. A Torino non c'è ancora, ma è del tutto evidente che nelle città congestionate come Roma. Non so se qualcuno di voi abbia mai provato a guidare a Roma, a me è successo solo come passeggero, ma è un'esperienza da fare per capire cosa vuol dire guidare in un traffico congestionato. Lo scooter sharing può essere una modalità che aiuta a decongestionare invece di mettere in sharing solo altri autoveicoli che girano in città piene di traffico.
Questa nostra proposta di legge era articolata in diversi articoli.
Alla fine ho deciso, giocoforza, di accogliere le richieste della maggioranza, degli Uffici dell'Assessorato - altrimenti veniva bocciata quindi ho presentato un emendamento che, molto laconicamente, dice che si intende promuovere le forme di mobilità condivisa, tra cui quelle elencate.
È un dato di fatto.
Sono stato un po' lungo, ma per segnalare un po' di amarezza nell'atteggiamento diverso nei confronti delle nostre proposte di legge.
Due binari, due velocità, due modalità per affrontare e le proposte di legge della maggioranza e quella della minoranza.
Brevemente, continuo sul provvedimento. Rapidamente, avevate presentato un articolo sull'abrogazione del Comitato Regionale di Sanità e Assistenza (CORESA). Noi avevamo presentato alcune decine di emendamenti non per fare bieco ostruzionismo, ma solo per stare a significare che oggi esistono alcune proposte di legge sul tema che sono ferme in IV Commissione. Mi sembrava un po' assurdo cestinare tutto il percorso che era stato fatto nella IV Commissione e addivenire a un articolo in questo provvedimento. È stato ritirato, siamo lieti che siate giunti a più miti consigli sul tema tanto, tra l'altro, il CORESA non l'avete nominato, quindi sostanzialmente, non esiste. Mi sembrava una forzatura poco intelligente essa stessa, se non vi offendete.
Sulla ludopatia e il gioco d'azzardo, mi premeva fare alcune rilevazioni sulla legge attualmente in vigore. Visto che a fine novembre scadranno i 18 mesi della fase transitoria, abbiamo parlato con diversi nostri amministratori, pochi in maggioranza e di più in opposizione, ma immagino che anche voi abbiate fatto lo stesso. Volevamo fare un check up sulla legge e valutare, se possibile, di ritornare a quel discorso che avevamo fatto, e poi abbandonato in Commissione, sul tema delle sanzioni alle amministrazioni locali, con la possibilità di introdurre un taglio ai trasferimenti alle amministrazioni locali, qualora non dovessero applicare la legge, cioè non dovessero emanare le ordinanze sugli orari, perché le distanze sono già autoapplicantesi, non se si può usare questo termine. Su questo presentiamo un emendamento.
Per quanto riguarda altri temi in sanità, avevamo presento due emendamenti, uno sulla creazione di un'unica struttura nell'Assessorato per l'edilizia sanitaria che non solo non avete voluto approvare, ma che non abbiamo voluto neanche discuterlo. Continuiamo a pensare che si debba lavorare su questo tema, presenteremo un ordine del giorno, ma vorremo capire come poterlo collegare al provvedimento se non si parla di edilizia sanitaria nel provvedimento, quindi ci inventeremo qualcosa.
Un ultimo emendamento sull'Health Technology Assessment. Anche in questo caso avevamo presentato un emendamento, ma ci avete detto che è irricevibile e ci avete consigliato un ordine del giorno. Vorremmo lavorare per trovare nel bilancio delle risorse in più da dare all'IRES, che oggi è nella cabina di regia dell'Health Technology Assessment. Ricordo che il documento nazionale di valutazione dell'HTA segnala che, nuovamente, la Regione Piemonte è agli ultimi posti della graduatoria, perché fa pochi report di HTA e poi li mette in un cassetto, non li utilizza, non sono cogenti, non sono considerati obbligatori. Dobbiamo lavorare su questo tema, quindi spero di poter trovare, qui o nell'assestamento di bilancio uno spazio.
Non c'è più tempo per altri interventi, anzi, ho sforato. Chiedo scusa.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Valetti; ne ha facoltà.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Comincio dalle parti del disegno di legge di cui mi sono occupato per cercare di migliorare questo testo.
Essenzialmente, abbiamo lavorato sulla parte di informatizzazione della Pubblica Amministrazione e sui trasporti. Su quanto concerne, in particolare, tutte quelle norme che servono a determinare il controllo e il monitoraggio di un settore che, ahinoi, è stato lasciato un po' in balia di sé stesso, che ha lasciato evidenti sorprese anche di bilancio, alcune delle quali stiamo pagando ora e ci stiamo stupendo che i conti non fossero così sotto controllo, facendo emergere delle differenze di attivi e passivi tra agenzie regionali che rispondono agli enti pubblici, prima fra tutti la Regione Piemonte, sia tra Comuni e aziende dei trasporti, che siano pubbliche o che siano private, possono vantare problema di disallineamento di bilancio. Questo perché non si è fatto un buon lavoro di vigilanza e di come venivano spesi i soldi, non si è fatto un buon lavoro di programmazione.
Pertanto, succede che i servizi regionali vengono pagati così, una tantum, senza avere ben chiaro nel dettaglio di cosa si è pagato. Questo ha creato problemi che paghiamo adesso: ha creato il debito del TPL, ha creato il debito in altri settori come la sanità.
Dunque, per questo è molto importante ricondurre tutti questi problemi a una mancata vigilanza che invece noi vogliamo inserire. Come l'abbiamo fatto? L'abbiamo fatto anzitutto con la raccolta dei dati sul trasporto pubblico, per capire e monitorare qual è l'andamento, dove si spostano le persone, dove i mezzi vengono usati, per capire se stiamo programmando bene, quindi i soldi vanno messi dove la gente usa o può usare il servizio pubblico, altrimenti sono soldi buttati. Da qui viene il controllo sulle compagnie del trasporto che spesso hanno approfittato di questa superficialità - per essere buoni - dell'ente regionale e dei suoi enti controllori che hanno lasciato che uno rendicontasse un po' tutto quello che gli pareva, sia che servisse, sia che non servisse, cosicché adesso vi è anche un fastidioso e poco onorevole rimpallo di responsabilità e qualcuno che rendiconta più di quello che sta spendendo o se è qualcun altro invece che ha pagato dei servizi che non servivano; ora siamo ancora su questo punto.
È un po' semplice concludere con la colpa di qualcuno o la colpa di qualcun altro. Se gli Enti pubblici non fanno vigilanza sulla spesa pubblica c'è poco da fare, non è che c'è da rimpallare le colpe tra aziende e altro. Comunque, nella partita mi sento di criticare maggiormente l'Ente pubblico, perché questo ha i soldi e se non li spende bene, non pu accusare le aziende che fanno i loro interessi cercando di incassare più soldi che possono, anche oltre illecito, diciamo. Però, dobbiamo tutelare l'Ente pubblico, quindi prima di tutto dobbiamo inserire norme di vigilanza.
In secondo luogo, impostare contratti con le aziende che erogano servizi regionali che non siano vessatori nei confronti della Regione quindi impostare tutta una serie di regolamenti nei contratti che impongano anche sanzioni e premialità. Quindi, premialità a chi fa bene, sanzioni a chi fa male e le sanzioni non devono essere simboliche, non devono essere un "buffetto", ma devono essere sanzioni reali.
Noi abbiamo tentato migliorare la norma che inseriva dei metodi di sanzionamento alle compagnie, alcuni sono stati accolti anche dagli Uffici regionali in fase di discussione in Commissione, cosa che abbiamo apprezzato; noi ripresenteremo alcuni di questi emendamenti in forma migliorata, perché alcuni sono stati respinti, perché tecnicamente inapplicabili, quindi abbiamo di nuovo accolto i suggerimenti dell'Assessorato sia al bilancio, sia ai trasporti, per cercare di migliorare.
In particolare, mi riferisco alla questione del debito informativo cioè dei dati che le aziende forniscono alla Regione per permettere di monitorare; ecco, su questo la norma secondo noi era poco incisiva, perch si fa una sospensione dell'erogazione dei contributi alle compagnie che non forniscono i dati richiesti dall'Ente. Allora, noi abbiamo detto che va bene la sospensione, però alla fine succede che a un certo punto questi soldi bisogna darglieli. Noi abbiamo detto che bisogna darglieli se poi la compagnia ottempera al debito informativo, perché se non ottempera e questo debito persevera nel tempo e non vengono forniti i dati richiesti ai monitoraggi, diciamo che questa sospensione dell'erogazione deve diventare definitiva e deve trasformarsi in una sanzione, perché appunto sono soldi che vengono stornati dai contratti di servizio.
Quindi, noi ci tenevamo a inserire questa norma e a provare a impostarla in un modo che fosse accoglibile anche tecnicamente.
Sul fronte dell'informatizzazione della Pubblica Amministrazione quindi un settore che ha enormi potenzialità di sviluppo, perché ogni euro investito ci permette di risparmiarne molti, ovviamente, ha influito molto anche l'attenzione su questo tema la questione del CSI, che è stata un po' secondo noi, esemplare di come la Regione Piemonte e gli enti pubblici piemontesi hanno lasciato andare alla deriva l'aspetto dell'informatizzazione. Quindi, il fatto di aver trascurato il proprio Consorzio, senza dargli degli obiettivi è un po' anche sintomo di aver trascurato il settore dell'informatizzazione in generale, lasciando un po' liberi i buoi, cioè tutti gli enti consorziati, ma anche le ASL piemontesi di approvvigionarsi un po' come pareva loro, anche facendo spese ridondanti, anche facendo spese che non vanno nell'interesse di una buona efficienza del servizio.
Quindi, abbiamo inserito delle norme che invitano all'utilizzo di tecnologie riusabili; insomma, un investimento che non lega la Regione Piemonte, le proprie Partecipate, le ASL e i Comuni a tecnologie proprietarie, quindi non lega a un'azienda privata e a un certo tipo di tecnologia. Questo permette sia alle ASL che alla Regione di svincolarsi facilmente da contratti, da prodotti o da servizi che non sono loro congeniali. Invece, il famoso lock-in significa che io mi approprio di una tecnologia, investo su una tecnologia coperta da licenza, dopodiché questa cosa richiede ovviamente una formazione, gli enti si abituano a usare questo tipo di tecnologia e a un certo punto diventa difficilissimo uscirne. Su questo abbiamo degli emendamenti appositi.
Anche sulla trasparenza, anzi specialmente sulla trasparenza, perch riteniamo che la trasparenza non costi nulla, quindi non è un costo per la Regione, ma ci fornisce un monitoraggio che permette di avere sotto controllo il quadro della spesa, come gli enti e le ASL si approvvigionano nel mercato della ICT? Quindi, un report annuale e dettagliato su che tipi di software vengono usati, quanto si spende, se questi software sono proprietari oppure no, se vi è una logica di sinergia tra gli enti, quindi di nuovo cercare di far convergere tutti gli Enti verso acquisti e tecnologie condivise e non fare sì che ognuno vada per la sua strada altrimenti spendiamo soldi per comprare le licenze e i servizi.
Visto che si va in un'ottica di una centralizzazione dell'informatica nazionale, anche sanitaria, ma non solo, questo ci permetterebbe di far parlare i sistemi tra loro più facilmente, però se ogni ente pubblico installa il proprio sistema e va da un fornitore diverso, spenderemo molti più soldi per far parlare i sistemi. Quindi una logica molto banale di efficientamento della spesa pubblica.
Per questo già una parte di questi emendamenti è stata accolta in Commissione e ne siamo contenti, perché anche l'Assessorato e tutte le forze politiche hanno apprezzato lo sforzo in questa direzione dell'efficientamento della spesa, che è una delle sfide più grandi di questo ente.
Riproponiamo alcune proposte che, sempre per questioni tecniche, non erano state accolte in Commissione, e speriamo che ancora una volta l'Aula le forze politiche, l'Assessorato e la Giunta convergano sul buonsenso insomma, tanta trasparenza non fa mai male e non ce n'è mai abbastanza.



PRESIDENTE

Grazie, collega Valetti.
La parola al Consigliere Mighetti.



MIGHETTI Paolo

Grazie, Presidente.
Il mio intervento voleva concentrarsi su un solo articolo e mi dispiace concentrarmi spesso sugli articoli che riguardano l'energia e gli argomenti dell'Assessora De Santis, ma per fortuna mi è venuta in soccorso il resto della Giunta, dandomi modo di parlare di altre questioni.
Faccio un piccolo inciso. Sull'articolo 59, parliamo di energia, in Commissione abbiamo chiesto che questi articoli venissero abrogati, perch pensiamo semplicemente che inserire una nuova sanzione in materia di controlli sulle caldaie sia un atto illegittimo.
Pensiamo sia illegittimo, perché esistono già delle sanzioni a livello nazionale. Infatti, ci sono delle sanzioni a livello nazionale, recepite e regolate attraverso una DGR della Regione Piemonte, ma noi adesso andiamo a mettere delle ulteriori sanzioni. È, secondo noi, abbastanza inspiegabile e immotivato, perché tali sanzioni andranno a gravare sui cittadini piemontesi, ma soprattutto sugli installatori e sugli artigiani, nonch sugli amministratori di condominio.
Troviamo che questo sia un articolo senza senso e speriamo vivamente che, se non verrà ritirato in questa sede, verrà impugnato a livello di Stato centrale. Come dicevo, mi è venuto in soccorso il resto della Giunta perché, devo dire la verità, mi sono fidato. Siccome in Commissione il discorso si era aperto dicendo che questo omnibus non sarà come quello dell'anno scorso e non diventerà una "lenzuolata" di emendamenti, solo stamattina ho guardato gli emendamenti della Giunta e ho capito che chi faceva oggi ostruzionismo era proprio la Giunta regionale. Infatti l'Assessore Reschigna ha presentato solo trenta emendamenti. Solo trenta! Trenta emendamenti che vanno ad inserire altrettanti articoli, tra cui alcuni emendamenti fantastici: facciamo degli emendamenti, per esempio alla legge 13/2017, legge che abbiamo approvato l'altro giorno e che vogliamo già modificare. Abbiamo il record nazionale di modifica di una legge appena approvata.
Ci sono poi altre questioni che mi sembrano anche abbastanza "pesantine", dal punto di vista legislativo, perché vanno ad incidere sui rifugi montani, ed altre che riguardano più da vicino le materie che seguo.
Un'ora fa abbiamo approvato il Piano paesaggistico regionale e con gli emendamenti 37) e 37.1), che vanno ad istituire l'articolo 21 novies e 21 decies, noi andiamo ad inserire una nuova deroga urbanistica, perché non ci bastavano quelle che avevamo già, non ci bastano quelle derivanti da una normativa nazionale che ha tentato di minare quello che è l'impianto delle nostre leggi urbanistiche regionali, dobbiamo andare ad inserire una deroga specifica per il cinema.
Si tratta di una deroga abbastanza inspiegabile; una deroga che in parte è anche condivisibile, quando si va a definire delle deroghe alla legge regionale che regola la materia cinematografica e la loro distribuzione sul territorio che, va da sé, è una questione di libero mercato, chi vuole fare ed aprire delle.



PRESIDENTE

Invito i colleghi a dare la possibilità al Consigliere che sta parlando di poter continuare.
Prego.



MIGHETTI Paolo

Io vorrei porre un problema politico ed è un problema politico abbastanza importante: noi siamo arrivati in Aula per discutere i nostri emendamenti e ci troviamo trenta emendamenti nuovi, cioè trenta emendamenti della Giunta e, tra questi, quello che descrivevo.



PRESIDENTE

Consigliere Mighetti, quando toccherà alla Giunta, spiegherà il problema politico.



MIGHETTI Paolo

Non è una modifica banale, è un'altra deroga in materia urbanistica. Ci siamo lasciati qualche mese fa dicendo che andavamo a modificare il Piano Casa e a fare un testo unico sulle deroghe in materia di edilizia urbanistica, e poi adesso ci troviamo un'altra deroga urbanistica.
Cos'è? È politica? È questa la politica della Giunta? Approvare il Piano paesaggistico un'ora fa e fare le deroghe in materia urbanistica un'ora dopo? Io mi chiedo questo e lo chiedo alla Giunta e alla maggioranza. Se questa è la vostra politica, noi agiremo di conseguenza.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Andrissi; ne ha facoltà.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Anch'io ho lavorato a delle modifiche che ho presentato come emendamenti nell'omnibus. Una prima è sicuramente molto importante a livello regionale, perché si stanno portando avanti due progetti che riteniamo sbagliati, senza cercare di risolvere quello che invece è un problema di distribuzione di energia elettrica. Mi riferisco, in particolar modo, al progetto interconnector, che coinvolgerà la Val d'Ossola, il Novarese e la provincia di Milano: un lungo elettrodotto con l'obiettivo di portare l'energia nucleare dalla Svizzera in Italia, quando la Svizzera ha un piano di dismissione delle proprie centrali nucleari e, purtroppo, si va avanti in questa direzione.
Vedremo poi se il piano paesaggistico consentirà in toto questa opera nefanda.
Per questo motivo ho presentato una proposta che invece vuole migliorare la situazione di distribuzione di energia elettrica, perché c'è stato più volte segnalato che la rete elettrica piemontese, pur avendo, in Piemonte, una produzione di energie alternative, la cui produzione non è programmabile (mi riferisco al fotovoltaico, che copre circa il tra il sei e l'otto per cento della produzione regionale) ha, soprattutto nei momenti estivi, un problema di intasamento della rete.
Per questo motivo ho presentato un emendamento che credo la Giunta acconsentirà alla sua approvazione con una modifica (poi vedremo quale modifica faremo).
Presidente, se vuole continuo dopo, perché non voglio trascinare il Consiglio in uno.



PRESIDENTE

Non c'è la campanella o i genitori che aspettano fuori, Consigliere Andrissi, non succede niente se andiamo avanti due minuti in più. Continui il suo intervento e lo concluda. Non abbiamo mai interrotto nessuno. Non c'è problema.



ANDRISSI Giampaolo

Perché non voglio costringere.



PRESIDENTE

Non costringe nessuno, non si preoccupi, finisca il suo intervento.
Se ha ancora delle cose da dire, le dica. Non c'è problema.



ANDRISSI Giampaolo

Va bene, vado avanti, però poi non prendetevela con me.
Ho proposta una modifica alla nuova legge sulle cave, su pressione degli amministratori locali, devo dire in particolar modo quelli del Partito Democratico, spaventati da una delibera regionale che trasformava le 700 ex cave in 700 possibili nuove discariche. Quindi, allarmati da questa nuova "Rifiutopoli regionale", che avrebbe potuto richiamare i rifiuti dall'Italia e dall'Europa - 700 nuove discariche d'embleé - gli amministratori, soprattutto del PD, sottolineavano che la nuova legge sulle cave non pone alcun tipo di paletto alla trasformazione delle ex cave in discariche, se non quelli della normativa nazionale, ma a livello regionale non pone alcun paletto.
Per questo motivo, abbiamo presentato una proposta di buonsenso concordata con gli amministratori locali che segnalano questa problematica ponendo un limite alla trasformazione delle ex cave in discariche.
Personalmente, credo sia una proposta di buonsenso e vi assicuro che abbiamo lavorato in concordo con gli amministratori locali, quindi persone che vivono tutti i giorni le problematiche del territorio, in modo particolare in alcune zone del Piemonte, laddove ovviamente c'è un maggior impatto dell'attività estrattiva.
Mi auguro, quindi, che l'amministrazione regionale prenda in considerazione questa proposta, sebbene in Commissione l'abbia bocciata d'embleé, senza alcuna giustificazione. Questo lascia un po' l'amaro in bocca.
Detto ciò, arrivo velocemente, per non costringere i colleghi a pasti frugali e veloci, all'ultima proposta, ossia quella di stimolare l'artigianato digitale.
Purtroppo, il Piemonte ha un indice di imprenditorialità che è il più basso o, comunque, uno dei più bassi dell'Italia del Nord. Sappiamo che la sfida digitale è una sfida fondamentale. Abbiamo visto di cosa si è parlato nel G7: da una parte, l'industria 4.0 comunque porta una riduzione dei posti di lavoro pesantissima, però crediamo che l'artigianato piemontese abbia bisogno di affrontare questa sfida con i migliori mezzi.
Le altre Regioni si stanno attrezzando a questa sfida: noi crediamo che si possa fare nel migliore dei modi anche questo. Riteniamo sicuramente sbagliato: ieri anche la Repubblica ha riportato un articolo del caporalato digitale, molto interessante, riferendosi ad Amazon, e sappiamo che la Regione Piemonte, purtroppo, ha usato soldi pubblici per destinarli a questa azienda che sicuramente non è caratterizzata dalle migliori condizioni di lavoro, a livello nazionale e internazionale.
Sappiano anche che addirittura Donald Trump ha fatto un tweet a questo proposito, visto che l'Assessora De Santis si allarma, dicendo che Amazon riduce i posti di lavoro, li riduce di un terzo, e ci sono studi scientifici che lo dimostrano, e porta anche una riduzione delle tasse pagate dai contribuenti.
Pertanto, sicuramente anche da questo punto di vista speriamo che ci sia un ripensamento da parte dell'attuale maggioranza.
Grazie.



PRESIDENTE

Prego, Consigliere Grimaldi.



GRIMALDI Marco

Volevo solo sapere: abbiamo appreso dal Consigliere che la Regione dà soldi ad Amazon per l'apertura. Nel primo pomeriggio potremmo avere informazioni in tal senso? Perché non mi risulta.



PRESIDENTE

La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13.02)



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