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Dettaglio seduta n.249 del 19/09/17 - Legislatura n. X - Sedute dal 25 maggio 2014 al 25 maggio 2019

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE BOETI



(I lavori iniziano alle ore 9.42 con l'esame del punto all'o.d.g. inerente a "Svolgimento interrogazioni e interpellanze")


Argomento: Edilizia sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 768 presentata da Bono, Andrissi, Batzella, Bertola, Frediani e Valetti, inerente a "Ospedale unico VCO"


PRESIDENTE

Buongiorno, colleghi.
Iniziamo i lavori del sindacato ispettivo proponendo l'esame dell'interrogazione indifferibile e urgente n. 768.
La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Quest'interrogazione è ormai talmente vecchia da risultare quasi superata, però il senso politico rimane.
Eravamo a inizio autunno del 2015 e apprendevamo, appunto, della volontà politica di questa maggioranza di ipotizzare un percorso per la progettazione, e quindi poi la realizzazione, dell'ospedale unico del VCO: un ospedale, dunque, che potesse finalmente sanare la contrapposizione ovviamente deleteria anche dal punto di vista dei servizi sanitari e ospedalieri offerti, tra l'ospedale di Domodossola (appunto, nell'Ossola) e quello di Verbania (appunto, nel Verbano). Entrambi, ai sensi dei nuovi standard ospedalieri - quindi del decreto Balduzzi e poi di quello sugli standard ospedalieri - non potevano più essere presenti, tutti e due con un DEA di primo livello, in un'area con 150.000 abitanti. E questa certezza a noi era già palese fin dal 2012, ma anche prima; addirittura nel 2010 ricordo che - allora ero appena stato eletto Consigliere regionale - avevo analizzato la situazione della sanità nelle varie Province e il dato mi era sembrato abbastanza evidente: per poter mantenere una sanità ospedaliera di eccellenza nel Verbano-Cusio-Ossola, era necessario ipotizzare un unico nuovo ospedale, che fosse baricentrico tra le due aree.
Abbiamo portato avanti questa proposta, appunto, dal 2010; ma, per parlare di questa legislatura, nel 2014 (al suo inizio) presentammo una mozione che chiedeva proprio questo. E allora il Vicepresidente Reschigna (anche residente in quella Provincia) e tutta la maggioranza votarono contro. A distanza di un anno vi è stato questo cambiamento repentino. Noi ovviamente, siamo sempre lieti quando una forza politica o una maggioranza (o anche un'opposizione) cambia idea, magari dopo un approfondito dibattito interno e venendo magari ad ascoltare le richieste di altri Gruppi, dei cittadini o dei portatori di interesse (sani) sul territorio: noi siamo sempre lieti.
All'epoca, nel 2015, l'interrogazione chiedeva solo quali fossero le motivazioni alla base del cambio repentino di posizionamento politico.
Adesso siamo andati un po' avanti, ma accogliamo con interesse le risposte dell'Assessore Saitta.



PRESIDENTE

Per la Giunta regionale, risponde l'Assessore Saitta.



SAITTA Antonio, Assessore all'edilizia sanitaria

Mah, io credo che nelle valutazioni - e in questo caso per una risposta al quesito che viene posto - bisogna evidentemente tener conto del contesto di quando abbiamo discusso anche in questo Consiglio dell'ospedale unico del VCO.
Il collega, probabilmente, dimentica una questione che ha già avuto modo sicuramente di verificare quando citava gli incontri Provincia per Provincia: è chiaro che abbiamo tenuto conto - e siamo stati in qualche maniera cauti - del fatto che c'era una divisione dal punto di vista della comunità per quanto riguardava la localizzazione. Io adesso non so quale sia l'opinione del Movimento 5 Stelle (se fosse a favore dell'altra localizzazione, o meno), ma è chiaro che abbiamo avviato un processo prima di assumere una decisione definitiva, per trovare innanzitutto una localizzazione condivisa, cosa che è avvenuta con Ornavasso. Quando si è messo in moto un consenso utile per la localizzazione, è evidente che abbiamo avviato l'iter che è noto.
E quindi colgo quest'occasione per dire che mi fa piacere che abbiamo un'opinione comune e per dire che molto spesso chi governa deve tener conto del contesto per ottenere un risultato, che era quello della localizzazione, senza divisioni.
E dunque, a quasi due anni di distanza dalla presentazione di quest'interrogazione, colgo l'occasione per ribadire che l'iter per la realizzazione dell'ospedale è stato pienamente avviato. La Giunta regionale il 12 aprile 2017 ha approvato lo studio di fattibilità del nuovo ospedale unico dell'ASL VCO, che sarà appunto realizzato nel Comune di Ornavasso attraverso un'intesa che è stata raggiunta con tutte le Amministrazioni. La documentazione è stata presentata al Ministero della Salute per ottenere gli stanziamenti necessari alla costruzione dell'opera, che avverrà in ogni caso adottando la formula del partenariato pubblico-privato.
È evidente - ma qui mi pare che ci sia un'opinione condivisa perché il collega ha fatto riferimento non soltanto alla legge Balduzzi, ma anche al DM 75 sugli standard - che l'ospedale unico rappresenta una vera necessità per il territorio del VCO e non è soltanto un adeguamento alla norma perché il nuovo polo avrà più posti letto rispetto agli attuali e ci sarà una struttura, in ogni caso, in grado di avere una forza di attrazione. È noto e arcinoto che le due strutture ospedaliere, complessivamente, hanno una certa debolezza, dimostrata evidentemente anche dalla mobilità che si verifica verso le altre ASL e in modo particolare verso Borgomanero.
È chiaro che la scelta che abbiamo compiuto è una scelta esclusivamente finalizzata a creare un forte polo sanitario in grado di rispondere alla domanda che c'è su quel territorio (e questo vuol dire qualità) e di resistere alla forte capacità di attrazione che hanno altre ASL di riferimento per questo territorio e - devo dire - anche altre Regioni.
Mi pare quindi che questa sia una scelta sicuramente utile. Noi evidentemente stiamo continuando a lavorare perché le procedure per la realizzazione siano al più presto avviate.



MOTTA ANGELA


Argomento: Nomine - Personale del servizio sanitario

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 1169 presentata da Batzella, Bertola e Bono, inerente a "Nomina del Direttore sanitario della Residenza "Bosco della stella" della Santa Croce SRL di Rivoli" (rinvio)


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 1169.
Anche se la prima firmataria è la Consigliera Batzella, la illustra lei, Consigliere Bono, oppure diamo la risposta in forma scritta?



BONO Davide

Se non se ne può rinviare la discussione, sì; altrimenti chiedo il rinvio, Presidente.



PRESIDENTE

Essendo l'Assessore Saitta disponibile, rinviamo l'esame di quest'interrogazione ad altra data.


Argomento: Personale del servizio sanitario

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 1273 presentata da Bono, inerente a "Sinistri relativi alla responsabilità professionale del personale sanitario"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 1273 per l'illustrazione della quale ha la parola il Consigliere Bono.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Questo, tra l'altro, è un tema che non abbiamo affrontato nella seduta di analisi dell'assestamento di bilancio di ieri per una mera nostra dimenticanza, perché quello dei sinistri relativi alla responsabilità professionale del personale sanitario è un tema interessante. Ed è interessante, appunto, poter andare a vedere le evoluzioni nelle scelte tecniche e operative della Giunta.
Diciamo che la Regione Piemonte aveva istituito un fondo con risorse regionali per sostenere i costi dei sinistri relativi alla responsabilità professionale per un ammontare, per singolo sinistro, inferiore a 500.000 euro. Per quelli superiori vi era una copertura assicurativa. La gestione di queste pratiche, ovviamente a seguito di istruttoria e sentenza, veniva operata dall'Azienda ospedaliera universitaria Città della salute di Torino.
Avevamo notato che nei bilanci regionali, oltre a essere stati eliminati una serie di capitoli in cui era stanziata una cifra anche cospicua, la Regione impegnava le cifre, ma c'era poi stato un problema di trasferimento del versamento all'Azienda incaricata nei pagamenti, almeno per quanto riguarda i sinistri degli anni 2012-2015 (così ci risulta).
L'interrogazione ovviamente è del 2016 e non l'abbiamo aggiornata.
Adesso immagino che la risposta sarà riferita ai dati puntuali riportati nel testo, però poi sarebbe interessante anche fare un punto della situazione dei sinistri negli anni 2016-2017, anche con tutta la storia delle problematiche con l'assicurazione che, essa stessa, era andata incontro a difficoltà finanziarie, per capire un po' lo stato della situazione, magari in una Commissione dedicata.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Saitta per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente.
L'interrogazione, datata 2016, ipotizzava il "mancato versamento all'azienda ospedaliera universitaria Città della Salute e della Scienza di Torino delle somme liquidate per sinistri verificatisi negli anni 2012 2015".
In realtà, la Direzione Sanità dell'Assessorato, con propria determina dirigenziale del dicembre 2016, ha provveduto alla liquidazione e all'effettivo versamento a favore dell'Azienda della somma di euro 43.201.486,77 a copertura di tutti gli esborsi effettuati dall'Azienda al 30/09/2016, per quota capitali e onorari, relativi al risarcimento dei sinistri delle ASR ricadenti per valore nei limiti del Fondo speciale regionale (competenze 2009-2015).
Siamo, inoltre, in attesa della rendicontazione dei sinistri pagati dal 1/10/2016 al 30/06/2017 per provvedere all'adozione di un nuovo atto di liquidazione a favore dell'AOU Città della Salute e della Scienza di Torino, che ha il compito del coordinamento.


Argomento: Contratti ed appalti - Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 1550 presentata da Bono, inerente a "ASL TO3 delibera n. 766 del 6 ottobre 2016 'Fornitura in locazione di apparecchiature informatiche con i relativi servizi di gestione per l'ASL TO 3. Conferimento della procedura di gara a SCR Piemonte "


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 1550.
L'Assessore Saitta chiede di posticiparne la trattazione per mancanza di alcuni documenti.


Argomento: Sicurezza sul lavoro

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 957 presentata da Barazzotto, inerente a "Risorse e pianificazione dei Servizi di prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro (SpreSAL)"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 957.
La parola al Consigliere Barazzotto, per l'illustrazione.



BARAZZOTTO Vittorio

Grazie, Presidente.
La premessa era che la vigilanza sull'applicazione della legislazione in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro è svolta, ai sensi del comma 1 dell'articolo 13 del Decreto legislativo dell'aprile 2008, n.
81, nell'ASL, com'è noto, da parte dei Servizi prevenzione e sicurezza detto SpreSAL.
Questa attività di tutela e sicurezza viene svolta per lo più da personale dirigente, medico e non, infermieristico, tecnico e amministrativo.
L'attività dei Servizi prevede l'espletamento delle numerose funzioni indicate nel DPCM 29 novembre 2001 che definisce i livelli essenziali di assistenza (LEA), tra cui, in particolare, l'individuazione, accertamento e controllo dei fattori di nocività, pericolosità e deterioramento negli ambienti di lavoro, sicurezza e così via.
Considerato che, soprattutto in un momento come quello attuale che stiamo vivendo, caratterizzato da significativi cambiamenti nel mondo del lavoro, sia sul versante tecnologico sia su quello normativo (basti pensare alla continua emanazione di normative comunitarie, nonché nazionali), è fondamentale incentivare le delicate funzioni e responsabilità dei SpreSAL valorizzandone l'importantissima funzione sociale. Quindi, non solo sanzioni e repressione, ma soprattutto prevenzione, campo in cui nel nostro Paese non eccelliamo sempre.
Per farla breve, la mia interrogazione chiede quali siano i criteri adottati per l'individuazione del personale rispetto all'attività regionale dettata ai singoli servizi; le professionalità necessarie individuate per un corretto svolgimento dei compiti istituzionalmente assegnati a tali Servizi; il personale assegnato alle singole ASL distinto per professionalità e i criteri di verifica adottati circa l'adeguatezza del personale rispetto all'attività da svolgere.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Saitta per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente.
Rispondo al Consigliere Barazzotto approfittando di un positivo riscontro che arriva in questi giorni proprio dall'ASL di Biella: lo SpreSAL di Biella è impegnato in uno studio multicentrico per approfondire i fattori di rischio sui luoghi di lavori e supportare le aziende con azioni concrete.
Lo studio, finanziato dall'INAIL, è recente e vede lo SpreSAL di Biella come unica realtà del Piemonte a partecipare.
La ricerca è iniziata in verità lo scorso mese di aprile e ha la durata di un anno.
Il tema preciso su cui lo SpreSAL di Biella è al lavoro riguarda l'approfondimento dei fattori di rischio lavorativi e l'individuazione delle soluzioni per le aziende attraverso le attività di vigilanza e assistenza da parte delle istituzioni.
Alla base di questo studio, la volontà di analizzare il tema della sicurezza sui luoghi di lavoro con un approccio diverso, un metodo che in parte esiste già e che attraverso questo studio punta a diventare standard a livello nazionale per supportare le imprese nella gestione dei rischi definendo le misure di miglioramento e trasferendo buone prassi.
Per entrare nel vivo dell'interrogazione, mi scuso con il Consigliere Barazzotto, al quale non fornisco oggi i dati dettagliati sul personale impegnato negli SpreSAL, ma approfitto del tema per aggiungere che ora dopo l'uscita dal piano di rientro - l'Assessorato intende affrontare il tema del personale dedicato ai temi della prevenzione e della sicurezza sui luoghi di lavoro, ma anche la destinazione - cosa che non è avvenuta finora di quota parte dei fondi delle sanzioni collegate al rispetto delle norme sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, per verificare come investirle in attività di prevenzione nei luoghi di lavoro e di formazione dei lavoratori.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 1321 presentata da Corgnati, Appiano e Barazzotto, inerente a "Controllo glicemico attraverso nuovi importanti strumenti"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 1321.
Il Consigliere Corgnati la dà per illustrata.
La parola all'Assessore Saitta, per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente.
Desidero innanzitutto ringraziare i Consiglieri per la sollecitazione contenuta nell'interrogazione e per l'attenzione riservata a un tema così delicato.
Per la verità, già da diverso tempo l'Assessorato regionale alla Sanità si sta occupando della possibilità di introdurre il sistema FGM (Flash Glucose Monitoring), citato nell'interrogazione, per l'autocontrollo e l'autogestione del diabete, come metodo sostitutivo all'utilizzo delle tradizionali strisce per la lettura della glicemia.
Con questo scopo, è stato istituito un gruppo di lavoro composto dai tecnici dell'Assessorato e da rappresentanti delle associazioni dei malati.
Nei mesi scorsi, il gruppo di lavoro ha redatto un documento con le linee guida sulle possibili applicazioni del nuovo sistema di monitoraggio che sulla base delle valutazioni effettuate, risulterebbe adottabile da determinate tipologie di paziente, secondo le tipologie di pazienti: risulterebbe adattabile da determinate tipologie di pazienti.
Allo stesso tempo è stato richiesto a SCR (la nostra stazione appaltante) di predisporre la definizione delle modalità d'acquisto e di distribuzione del dispositivo. In attesa del completamento delle procedure l'Assessorato ha inviato a tutte le ASL indicazioni per l'eventuale erogazione del prodotto in via provvisoria, qualora vi fossero casi ritenuti urgenti e indispensabili.
Inoltre, colgo l'occasione per ricordare che nei prossimi giorni precisamente giovedì 28, è previsto l'incontro per la presentazione della nuova Rete endocrino-diabetologica regionale e del percorso di avvio del PDTA relativo al diabete.
In sostanza, in relazione alla questione, abbiamo già avviato le procedure, stiamo definendo con una certa precisione le tipologie di paziente, però è una scelta che abbiamo compiuto. Abbiamo già dato questa autorizzazione in via provvisoria, ma adotteremo poi una misura specifica (ci sta già lavorando SCR) per quanto riguarda l'acquisto.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 1543 presentata da Berutti, inerente a "Attività di digitalizzazione dei sistemi informativi dell'ASL di Asti"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 1543.
La parola al Consigliere Berutti per l'illustrazione.



BERUTTI Massimo

Grazie, Presidente.
Ce l'abbiamo fatta, dopo cinque mesi.
Da fonti giornalistiche - parlo di qualche mese fa - sarebbe in previsione da parte dell'ASL di Asti un ridimensionamento dell'attività di digitalizzazione dei dati sanitari, che vede Asti in una posizione di eccellenza, in quanto gli orientamenti prevedono che l'attività oggi svolta all'interno del Cardinal Massaia venga esternalizzata, a favore di un progetto di informatizzazione delle ASL di Asti, Alessandria, Novi e Ovada.
Considerato che tale attività è attualmente svolta in modo eccellente all'interno della struttura, mentre non sono chiari i vantaggi che tale cambiamento porterebbe, anche a seguito di un radicale mutamento del modo di lavorare, mettendo così a rischio le qualità del servizio stesso, ed evidenziato che sono molti i dipendenti astigiani occupati in tale settore per i quali è già stata manifestata preoccupazione per l'eventuale riorganizzazione dei servizi, temendo possibili ricadute dirette sull'attività lavorativa e sull'efficienza del servizio, si interroga l'Assessore per conoscere quali siano le intenzioni della Giunta regionale rispetto al ridimensionamento dell'attività di digitalizzazione dei dati sanitari, oggi svolta all'interno del Cardinal Massaia di Asti, e quali azioni si intendano adottare a tutela della posizione lavorativa del personale attualmente assegnato a tale funzione.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Saitta per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Il tema sollevato dal Consigliere Berutti ci è noto da tempo e l'ho affrontato anche personalmente recandomi a incontrare i lavoratori ed i titolari dell'appalto, che trovano ospitalità nei locai della direzione dell'ASL ad Asti (mi pare che ad un incontro fosse presente anche la Vice Presidente Motta).
Il contratto di outsourcing di fornitura e gestione dell'intero sistema informativo/informatico aziendale è attivo dal 2010 ed è affidato, a seguito di una procedura a evidenza pubblica, a un operatore privato. Tale contratto scadrà nel luglio del prossimo anno, 2018.
La Direzione Generale sta valutando le possibili procedure amministrative da adottare, al fine di garantire la continuità dei servizi in oggetto con gli attuali standard qualitativi, nel rispetto della vigente normativa in materia di forniture informatiche.
È in corso una valutazione di tutte le possibili soluzioni compatibili con la vigente normativa e coerenti con le strategie aziendali e regionali in materia, quali un modello di esternalizzazione totale, oppure un modello di internalizzazione per alcuni componenti strategiche del sistema informatico.
Resta inteso che qualunque siano le soluzioni adottate - che devono essere compatibili dal punto di vista della norma - saranno messe in atto tutte le misure atte a garantire la continuità lavorativa del personale operante alle dipendenze della ditta affidataria dell'attuale contratto.


Argomento: Contratti ed appalti - Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 1550 presentata da Bono, inerente a "ASL TO3 delibera n. 766 del 6 ottobre 2016 'Fornitura in locazione di apparecchiature informatiche con i relativi servizi di gestione per l'ASL TO 3. Conferimento della procedura di gara a SCR Piemonte "


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 1550 la cui trattazione è stata posticipata in precedenza.
La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Come detto più volte sia in IV Commissione che in Consiglio regionale il Movimento 5 Stelle sta cercando di aiutare la Regione Piemonte segnalando delle procedure non corrette, non diciamo illegittime o illegali, relativamente alle gara e all'acquisto di forniture di servizi o di beni per quanto riguarda la sanità regionale.
Proprio per questo, avevamo chiesto di istituire una Commissione di inchiesta, ma anche di indagine depotenziandola, proprio sul tema degli acquisiti della sanità che cubano per miliardi di euro e sono una delle voci di spesa più grandi della Regione Piemonte.
Segnaliamo con un'interrogazione un tema importante, cioè quello della fornitura in locazione di apparecchiature informatiche per quanto riguarda le ASL piemontesi.
Facendo una breve cronistoria, nel 2014 l'Ospedale Mauriziano di Torino aveva indetto una gara a procedura aperta per sé stessi, per l'ASL TO1 e l'ASL TO 3, ma il Movimento 5 Stelle aveva segnalato delle anomalie contenute nel capitolato tecnico di questa gara. A metà 2015 la documentazione di gara era stata sottoposta a sequestro da parte dell'autorità giudiziaria e, a fine dicembre 2015, l'aggiudicazione era stata sospesa e si era formata una nuova aggregazione di aziende tra TO1 TO2, TO4, TO5 e Città della Salute. L'ASL TO3 non si era aggregata a questo nuovo raggruppamento di Aziende per quanto riguarda la fornitura in oggetto, annullava la gara e procedeva solitaria in SCR con la delibera n.
766 del 7 ottobre 2016.
Abbiamo già interrogato l'Assessore, il quale aveva riferito che le ASL hanno una loro autonomia. Questo è un problema che riguarda tutta la Regione, perché sono fondi che ci arrivano da Roma, quindi sono le nostre tasse, di tutti i contribuenti piemontesi e italiani, quindi dobbiamo trovare un modo per valutare correttamente le procedure delle ASL e inserire tra gli obiettivi dei dirigenti qualcosa di più stringente rispetto alle procedure di gara riguardanti l'acquisto di beni e servizi.
Addirittura nell'ASL TO3 segnaliamo che, oltre a una serie di proroghe che non trovano giustificazione in documenti ufficiali, delibere o determine negli anni, a giugno 2016 si è licenziato il Dirigente informatico in relazione a quanto da noi segnalato, o almeno crediamo sia così, perché risulta difficile che un Dirigente pubblico si licenzi per cambiare professione, ma tutto può essere. Un po' di problemi su questa gara li abbiamo visti.
Alla fine ci risulta che la gara è stata pubblicata con un costo unitario mensile di 18 euro per PC rispetto ad una media regionale di 12 che poi era stata aggiudicata, quella dell'aggregazione, a otto euro quindi 18 contro otto euro a PC. È facile immaginare che ci possa essere anche un danno erariale per quanto riguarda l'ASL singola e per quanto riguarda la Regione.
Le domande sono se l'Assessore è a conoscenza della situazione descritta, se ritiene corretto l'operato dell'ASL TO3, in particolar modo delle figure di riferimento, cioè Direttore generale e Direttore amministrativo, e se quanto fatto è nell'interesse pubblico, soprattutto per quanto riguarda il contenimento della spesa. Non mancheremo, quando ci sarà fornita la documentazione a fine ottobre per quanto riguarda l'analisi degli appalti e delle ASL, di valutare con attenzione il caso.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Saitta per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Con riferimento all'interrogazione illustrata, ho chiesto all'Azienda TO3 e al direttore le informazioni. Sintetizzo le informazioni che mi ha fornito.
I motivi che hanno indotto l'ASL TO3 a non aderire alla gara affidataria a SCR, da TO2, TO4, Città della Salute, TO1 e TO5 sono diversi.
L'Azienda ospedaliera Ordine Mauriziano di Torino aveva già espletato, in veste di stazione appaltante nell'ambito dell'aria di coordinamento 1 specifica gara relativamente ai fabbisogni di questa azienda ma, in data 29 luglio 2015, la documentazione di gara è stata sottoposta a sequestro da parte dell'Autorità giudiziaria ai sensi dell'articolo 252 c.p.p. e pertanto non è stato possibile dare corso all'aggiudicazione definitiva della gara di che trattasi.
Con nota prot. 14693 del 5 agosto 2015, la Direzione Generale dell'AO Ordine Mauriziano di Torino aveva informato di quanto sopra tutte le Aziende sanitarie afferenti all'AIC.
La documentazione venne dissequestrata in data 16 dicembre 2015 e, con nota prot. 600 del 20 gennaio 2016, l'AO Ordine Mauriziano comunicava all'ASL TO3 testualmente: "Si precisa che la stessa non è stata aggiudicata e che ogni Azienda ha assunto autonomamente le decisioni ritenute maggiormente rispondenti al pubblico interesse stante le differenti situazioni delle tecnologie informatiche presenti".
Al fine di espletare nei tempi più brevi possibili la procedura di gara in oggetto, in ragione del parco macchine desueto, l'Azienda Torino 3 ha ritenuto di conferire a SCR la procedura di gara relativamente all'affidamento del servizio di manutenzione, assistenza tecnica e noleggio delle tecnologie informatiche.
Il capitolato d'appalto dell'ASL TO3 era sostanzialmente diverso e prevedeva, oltre all'autonoleggio dell'hardware, una serie di servizi aggiuntivi, mirati ad una gestione unitaria delle 9.500 periferiche su 170 sedi.
Le cifre contestate dal Consigliere del Movimento 5 Stelle non sono confrontabili: nella gara delle AA.SS.LL. aggregate,il canone mensile del PC era relativo al solo hardware, mentre nell'Azienda TO3 il canone del PC include hardware, software, servizi diversi compresa la presenza quotidiana e continuativa di quattro tecnici di presidio per le sedi di Collegno Pinerolo, Susa e Rivoli, di un capo progetto full time nonché di un servizio di pronta disponibilità per le diverse sedi.
In altre Aziende questi servizi sono affidati con separate gare d'appalto di servizi a detrimento dell'efficacia e dell'efficienza dell'intero sistema di gestione.
Pertanto, sulla quota di 18 euro, importo unitario mensile posto a base d'asta per PC, grava non solo il costo del noleggio, ma tutti i servizi in customer service.
L'aggiudicazione recente da parte di SCR quota il PC a 16,34 euro è comprensivo dei servizi di customer service.



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la trattazione del sindacato ispettivo.



(Alle ore 10.15 la Presidente dichiara esaurita la trattazione del punto all'o.d.g. inerente a "Svolgimento interrogazioni e interpellanze")



(La seduta ha inizio alle ore 10.20)



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE BOETI



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Richieste di modifica dell'o.d.g.


PRESIDENTE

Do atto che l'o.d.g. è stato comunicato con la convocazione. Chiedo se vi siano proposte di modifica.
Ha chiesto la parola il Consigliere Berutti; ne ha facoltà.



BERUTTI Massimo

Grazie, Presidente.
Chiedo, visto che l'avevamo già posto in Commissione ma non è stato accettato, l'inserimento al punto 5) dell'o.d.g. della mozione sulla siccità e sui mutamenti climatici.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Grimaldi; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
L'inserimento di questo ordine del giorno l'avevamo già richiesto nella scorsa Capigruppo e probabilmente per un inconveniente non è stato inserito all'o.d.g. L'ordine del giorno chiede di aumentare le borse di studio a finanziamento statale per le scuole di specializzazione di area sanitaria.
È firmato dal sottoscritto e dai Consiglieri Appiano, Caputo, Valle Ottria, Rossi, Barazzotto, Boeti e tanti altri colleghi.
Chiederei se può inserire all'ordine dei lavori. Tra l'altro, ne abbiamo anche rivisto l'impegnativa con la Giunta e, se fosse possibile visto che siamo all'inizio dell'anno accademico e c'è la discussione in atto fra il Governo e le Regioni proprio sulle scuole di specializzazione ci piacerebbe portarlo ai voti con l'assenso dell'Aula.
Grazie.



PRESIDENTE

Se non vi sono obiezioni, possiamo considerarlo iscritto all'o.d.g. in fondo, visto che vi sono altre questioni da discutere.



(L'Assemblea, tacitamente acconsentente all'iscrizione all'o.d.g.)



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Vorrei chiedere, se fosse possibile nell'arco della giornata, avere un aggiornamento in merito alla situazione dei lavoratori Eurofidi, se l'Assessora De Santis fosse disponibile.



PRESIDENTE

Considerate che, nell'arco della giornata, bisognerà concludere e approvare la proposta di deliberazione che abbiamo in corso. È prevista da parte dell'Assessore Saitta la comunicazione su cui abbiamo trovato l'accordo nella seconda parte del pomeriggio.
Chiediamo alla Giunta se ci sono le condizioni. Oggi non è possibile in quanto più di una comunicazione non è possibile effettuarla, anche perché abbiamo altre cose da discutere oggi, quindi non c'è la disponibilità.
Ha chiesto la parola la Vicepresidente Ruffino in qualità di Consigliera; ne ha facoltà.



RUFFINO Daniela

Grazie, Presidente.
Io riporto la richiesta fatta nel precedente Consiglio legata alla possibilità che l'Assessora Pentenero ci relazioni in merito all'avvio dell'anno scolastico, in particolare sui numeri legati agli insegnanti di sostegno, ai posti vacanti e a quanto sta facendo come Assessore, non dimenticando aspetti importanti come l'erogazione dei mutui BEI e relativi ritardi. Questo per capire se, ad esempio, il Consiglio possa sostenerla in quest'opera nei confronti del Ministero.
Un'ultima parte, e mi duole riportarla, è quella dell'oftalmologia del San Luigi. Se non ci saranno risposte, non ho problemi a riprendere una raccolta firme, che a tutt'oggi non è partita.



PRESIDENTE

L'Assessora Pentenero non è presente, in ogni caso ribadisco il concetto espresso prima. Nella Conferenza dei Capigruppo discuteremo di questa questione.
Ha chiesto la parola il Consigliere Gariglio; ne ha facoltà.



GARIGLIO Davide

Noi siamo assolutamente d'accordo sul fatto che la Giunta relazioni al Consiglio e alle sue Commissioni su ogni cosa attinente le competenze regionali, però c'è un principio che va rispettato e va fatto rispettare dalla Presidenza.
C'è un calendario, un o.d.g. stilato nella Conferenza dei Capigruppo.
In casi eccezionali, è chiaro che si può derogare, ma non è che ogni mattina ci si alza, si chiedono comunicazioni in Aula e il calendario viene stravolto.
I temi che ha posto la Vicepresidente Ruffino hanno entrambi la loro dignità; ci sono tempi e modi per affrontarli in Consiglio e in Commissione, ma assolutamente non nell'ambito dei lavori odierni di quest'Aula, che altrimenti verrebbero stravolti.



PRESIDENTE

Ho già espresso questo principio dopo l'intervento della Consigliera Frediani. Mi sembra di essere tornato indietro a quando i Consiglieri arrivavano in aula al mattino, in epoche precedenti, e sull'ordine dei lavori discutevamo di tutto.
C'è un o.d.g. e, secondo me, va rispettato.
Ha chiesto la parola la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Le faccio notare che la sua osservazione in merito all'ordine dei lavori e all'eventuale aggiunta di ulteriori punti è arrivata soltanto dopo la mia richiesta, perché mi sembra che su altre richieste non ci sia stata.
Siccome abbiamo visto ieri nell'o.d.g. della Giunta che c'è stata una deliberazione rispetto ai Confidi, ed è un qualcosa che non è direttamente attinente alla situazione di Eurofidi, però potrebbe anche richiamare la situazione di un sistema che ha subito un forte trauma negli ultimi mesi.
Mi sembra che sia nei nostri diritti di Gruppo, esattamente come lo è nei diritti degli altri, chiedere un'informativa. Poi, se si vuole dire che la minoranza non ha diritto di chiedere, mentre la maggioranza può richiedere l'inserimento di ordini del giorno come se non ci fosse un limite, ne prendiamo atto. Ne parleremo anche alla Conferenza dei Capigruppo.



PRESIDENTE

Non abbiamo accettato nessuna richiesta diversa dalla sua: abbiamo solo inserito, in ordine di presentazione, l'ordine del giorno del Consigliere Grimaldi, che - probabilmente - non sarà discusso oggi.
Consigliere Bono, poi cominciamo i lavori del Consiglio.



BONO Davide

Ovviamente, la nostra Capogruppo avrà modo, in sede di Conferenza dei Capigruppo, di spiegare la nostra posizione, che - ovviamente - è pienamente coincidente con quanto appena detto. Pertanto, vediamo una certa qual discrezionalità, che dovrà essere oggetto di analisi all'interno della Conferenza dei Capigruppo.
Detto questo, segnalo solo una questione: non è la prima volta che l'Assessore Saitta incontra delle rappresentanze sindacali, degli operatori del settore, solamente con i Consiglieri di maggioranza. È già successo in quest'aula. Addirittura, in quest'aula è successo in occasione del tema sollevato dal collega Grimaldi, una settimana fa, fuori della Presidenza della Regione Piemonte.
È una questione che mi sento di sottolineare e censurare, perché nel momento in cui si incontrano delle rappresentanze di operatori - che siano i lavoratori delle IPAB o che siano i medici specializzandi - o li incontra solo l'Assessore oppure, se c'è un Consigliere di maggioranza, gradiremmo (lo dico con il condizionale, per provare ad essere simpatico, carino e cortese, oggi) che anche noi venissimo almeno informati.



PRESIDENTE

Consigliere Bono, adesso basta. La lascio finire per correttezza e poi basta.



BONO Davide

Dico ancora questo.
GARIGLIO Davide (fuori microfono) Fai una mozione anche al Comune di Torino...



BONO Davide

Io sono d'accordo se lo fa il Comune di Torino, il Comune di Alessandria o il Comune di.



PRESIDENTE

No, no, scusate.
Consigliere Bono, la invito a concludere il suo intervento, altrimenti le tolgo la parola.



BONO Davide

Concludo. Dico solo che è stucchevole vedere i Consiglieri di maggioranza, che incontrano da soli - con l'Assessore Saitta - delle rappresentanze sindacali, che presentano degli ordini del giorno che impegnano la Giunta a fare qualche cosa che la Giunta ha già detto che farà, perché l'Assessore Saitta è già uscito su tutti i giornali dicendo che stanzierà risorse per i medici specializzandi.
Adesso, noi dovremmo andare a discutere un ordine del giorno che chiede all'Assessore Saitta di fare quello che ha già detto che farà, a mezzo stampa. Per me va bene, però sappiate che, d'ora in poi, a ogni dichiarazione di Assessore, il giorno dopo noi usciremo con un ordine del giorno che chiederà le stesse cose che l'Assessore ha dichiarato sui giornali.
Grazie.



PRESIDENTE

Il Gruppo del Movimento 5 Stelle è libero di fare quello che ritiene.
Consigliere Vignale, è l'ultimo intervento, poi cominciamo con i lavori del Consiglio.
Prego, Consigliere Vignale. Sinceramente, non credo che si possa lavorare in questo modo. Prego.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Non vorrei essermela persa, ma non credo. Nel precedente Consiglio avevo chiesto una comunicazione sulla sentenza del TAR sulla DGR 29, sulla psichiatria.



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente del Consiglio regionale (fuori microfono)

Dalle sei in avanti, stasera.
Dalle sei alle otto...



VIGNALE Gian Luca

Allora me la sono.



PRESIDENTE

Se mi dà il tempo, leggo l'o.d.g. e avrà la sua risposta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo Balocco, Batzella, Ferrari, Ferraris, Ferrero Gancia e Laus.
Non è presente l'Assessora esterna Parigi.


Argomento:

b) Processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

Sono a disposizione e riproducibili, su richiesta, i processi verbali delle sedute del 12 settembre 2017.


Argomento:

c) Comunicazioni della Giunta regionale


PRESIDENTE

Comunico che l'Assessore Saitta, a seguito della richiesta del Consigliere Vignale, relativamente ad un'informativa in merito alla sentenza del TAR di non accoglimento dei ricorsi avverso la deliberazione di Giunta regionale relativa a residenzialità psichiatrica, si è reso disponibile a svolgere la comunicazione nel corso della seconda parte dell'odierna seduta pomeridiana, cioè dalle ore 17.30 in avanti.


Argomento:

Approvazione processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Approvazione processi verbali precedenti sedute", comunico che sono stati approvati i processi verbali del 15 e del 27 luglio 2017 e del 1° agosto 2017.


Argomento: Uso delle acque (regimazione, usi plurimi)

Esame mozione n. 884 presentata da Bertola, Andrissi, Bono, Campo Frediani, Mighetti e Valetti, inerente a "Richiesta di modifica dell'articolo 9 (Deroghe) del Regolamento della Regione Piemonte del 17 luglio 2007, n. 8/R"; ordine del giorno n. 1161 presentato da Motta Accossato, Allemano, Appiano, Corgnati, Ferrentino, Ottria, Rossi, Rostagno e Valle, inerente a "Prevedere, nell'ambito degli strumenti di programmazione e gestione delle risorse idriche regionali, interventi riguardanti la rete degli invasi"; Mozione n. 1171 presentata da Ottria e Accossato, inerente a "Forti criticità nell'approvvigionamento idrico del basso Piemonte"; mozione n. 1176 presentata da Frediani, Bertola, Bono Campo, Mighetti e Valetti, inerente a "Impegni improcrastinabili per preservare dalla siccità e dall'inquinamento le risorse idropotabili del Piemonte"; mozione n. 1184 presentata da Berutti, Graglia, Pichetto Fratin Porchietto e Sozzani, inerente a "Adozione di un piano strategico regionale per la prevenzione dei danni derivanti dai mutamenti climatici"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame del punto 5) all'o.d.g., che comprende una serie di atti d'indirizzo.
. Mozione n. 884 "Richiesta di modifica dell'articolo 9 (Deroghe) del Regolamento della Regione Piemonte del 17 luglio 2007, n. 8/R" presentato da Bertola, Andrissi, Bono, Campo, Frediani, Mighetti Valetti . Ordine del giorno n. 1161 "Prevedere, nell'ambito degli strumenti di programmazione e gestione delle risorse idriche regionali, interventi riguardanti la rete degli invasi" presentato da Motta, Accossato Allemano, Appiano, Corgnati, Ferrentino, Ottria, Rossi, Rostagno Valle . Mozione n. 1171 "Forti criticità nell'approvvigionamento idrico del basso Piemonte" presentato da Ottria, Accossato . Mozione n. 1176 "Impegni improcrastinabili per preservare dalla siccità e dall'inquinamento le risorse idropotabili del Piemonte" presentato da Frediani, Bertola, Bono, Campo, Mighetti, Valetti . Mozione n. 1184 "Adozione di un piano strategico regionale per la prevenzione dei danni derivanti dai mutamenti climatici" presentata da Berutti, Graglia, Pichetto Fratin, Porchietto, Sozzani Nella seduta del 12 settembre 2017, l'Assessore Valmaggia ha svolto la comunicazione sulle problematiche della siccità. Dopo la discussione generale, si è deciso di inviare gli atti di indirizzo relativi all'argomento in sede di V Commissione, per gli opportuni approfondimenti.
Il 14 settembre, la V Commissione li ha trasmessi all'Aula per la votazione finale.
L'unica mozione che non è stata discussa è la n. 1184 del Consigliere Berutti, che, se vuole, può illustrarla; prego.



BERUTTI Massimo

Grazie, Presidente.
Nell'intervento della scorsa volta avevo già toccato quest'argomento.
La mia mozione vuole - diciamo così - guardare un po' avanti. Molte riflessioni sono state fatte e presentate dai vari colleghi, sulle quali comunque, si trovava una convergenza e una linearità di interventi. Quello che io chiedo (è un invito, naturalmente) non è un ragionamento che si pu fare in un tempo breve, ma in un tempo medio. Invito l'Assessore e la Giunta ad attivare un lavoro, magari un tavolo, per creare un piano strategico finalizzato naturalmente a individuare totalmente quelle che sono le criticità. Da lì - a step, perché ci rendiamo conto che non sono interventi che costano poco - dare delle priorità e lavorare in un piano graduale, affinché qualsiasi Amministrazione riesca, nel tempo, a portare avanti questo piano strategico in modo consolidato.
Ritengo che questo sia determinante, perché obiettivamente ci troviamo in difficoltà. L'abbiamo vissuto questa estate passata, ma ci sono mille criticità, sia dal punto di vista irriguo sia dal punto di vista idropotabile. L'obiettivo che pone la mozione è proprio quello di lavorare sulla programmazione, pertanto, a questo punto, sulla prevenzione, ma nello stesso tempo sulla programmazione, finalizzata a dare più tranquillità ai territori.
Questo, sostanzialmente, è un po' il sunto della mia mozione.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Segretaria Motta, che interviene in qualità di Consigliera.



MOTTA Angela

Grazie, Presidente.
Solo per dire che l'ordine del giorno n. 1161 a mia prima firma insieme ad altri colleghi, ad oggetto "Prevedere nell'ambito degli strumenti di programmazione e gestione delle risorse idriche regionali interventi riguardanti la rete di invasi", è stato modificato nell'impegno in accordo con l'Assessore Valmaggia.
Leggo le modifiche, in modo che rimangano a verbale: "A prevedere nell'ambito degli strumenti di programmazione e gestione delle risorse idriche regionali, la realizzazione degli studi di fattibilità e di ogni altro approfondimento tecnico finalizzato a valutare la realizzazione di una nuova rete di invasi sul territorio piemontese, a definire un programma di concertazione e condivisione con i territori; a sollecitare i soggetti gestori e concessionari a realizzare, parallelamente, interventi di manutenzione degli impianti esistenti; ad effettuare una ricognizione delle reti idriche esistenti, che, in numerosi casi, attualmente soffrono di forti dispersioni".
Con queste modifiche c'è l'accordo con la Giunta: le presento e le sottoscrivo affinché possa essere votato il nostro atto d'indirizzo.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Segretario Bertola, che interviene in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Intervengo in merito alla mozione n. 884 che, insieme alle altre, ho illustrato nella precedente seduta e che è stata, sempre insieme alle altre, oggetto dell'utile approfondimento che abbiamo fatto in Commissione.
Ed è proprio dal dibattito in Commissione che emergono le proposte di modifica che la Giunta regionale, nella persona dell'Assessore Valmaggia ha avanzato in riferimento a questa mozione, per facilitarne e permetterne l'approvazione da parte dell'Aula.
Confermo, quindi, quanto ho detto durante la seduta di Commissione vale a dire che accetto le proposte di modifica della Giunta regionale, che vado di seguito a leggere.
L'impegno dell'ordine del giorno è interamente sostituito dal seguente: "Si impegna la Giunta regionale a dare evidenza oggettiva, per ogni singola asta fluviale, delle deroghe all'applicazione del deflusso minimo vitale correlato allo stato della qualità del corpo idrico; ad evidenziare le situazioni di criticità ecologica delle singole aste fluviali, anche per singoli tratti; a predisporre possibili piani di azione per affrontare le singole situazioni di criticità rilevate, anche coinvolgendo i concessionari nel ridefinire le modalità di utilizzo della risorsa idrica nei singoli contesti, coinvolgendo, se necessario, gli Assessorati regionali competenti ed eventuali altri decisori con competenze sul tema; a modificare, di conseguenza, gli atti normativi e regolamentari regionali per adeguarli alle problematicità rilevate al punto 2) e alle soluzioni individuate al punto 3)".
Consegnerò ora questa appendice con le modifiche che intendo apportare e chiedo ovviamente all'Assessore di confermare il suo giudizio relativamente all'atto di indirizzo per la sua approvazione.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Rostagno; ne ha facoltà.



ROSTAGNO Elvio

Grazie, Presidente.
La mia richiesta di intervento verte più sull'ordine dei lavori.
Considerato che su questo tema sono stati presentati più ordini del giorno - peraltro, uno è di recente presentazione - chiederei alla Presidenza di concederci il tempo di valutarne i contenuti, rimandando le dichiarazioni di voto e le relative votazioni alla seduta pomeridiana, come primo punto all'o.d.g.
Peraltro, l'illustrazione degli emendamenti che insistono sul Piano paesaggistico occuperebbero comunque la mattinata; pertanto, chi vorrà potrà analizzare con calma questi atti di indirizzo.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Mighetti; ne ha facoltà.



MIGHETTI Paolo

Grazie, Presidente.
Relativamente all'ordine del giorno a mia prima firma, volevo soltanto evidenziare le modifiche scaturite dall'approfondimento in sede di Commissione (anche se non ho potuto partecipare alla seduta di giovedì scorso), tanto per completare il giro di interventi sulle modifiche degli atti. Dopodiché, votare in questo momento o nel pomeriggio, personalmente per cambia poco.
Dal documento fornito dall'Assessore ho visualizzato gli "impegni" che sarebbero potuti rimanere. In sostanza, rimane invariato il primo impegno quello per cui si richiede una partecipazione della Giunta regionale a lavorare nel senso dell'accoglimento da parte del Consiglio dei Ministri della richiesta di stato di emergenza della provincia di Alessandria (tra l'altro, siccome nella formulazione proposta alcuni termini sono diversi chiederei all'Assessore se sia necessaria la puntualizzazione come da stesura fornita in Commissione). Il secondo punto, quello relativo agli strumenti finanziari, mi pare sia identico a quello proposto dall'Assessore. Il terzo punto si riferisce all'accelerazione del processo legato all'attuazione del PTA e mi sembra convergere, sostanzialmente, con quello dell'Assessore.
Mi pare che non trovi accoglimento, invece, l'ultimo punto del mio ordine del giorno, quello che prevede di accogliere le richieste dei territori piemontesi per le zone di ricarica degli acquiferi, ovvero di vietare l'insediamento di nuovi impianti per lo smaltimento dei rifiuti e/o l'ampliamento di quelli esistenti, le attività a rischio di incidente rilevante, nonché gli usi del territorio che potrebbero compromettere le risorse idriche strategiche per l'impiego idropotabile e/o causarne contaminazione.
Quest'ultimo punto era scaturito dall'attività di alcuni raggruppamenti di Comuni piemontesi sia della Valle Dora che della Valle Bormida che avevano appunto avanzato una richiesta in tal senso.
Mi spiace enormemente espungere questo impegno dalla mozione. Per effettivamente, il resto dei punti che ho enucleato prima è molto importante dal punto di vista dell'approvvigionamento idrico e potabile della nostra zona, per cui non vorrei che questi punti non fossero portati all'attenzione della Giunta e non fossero approvati.
Dunque, con rammarico escludo l'ultimo punto; se ci sono modifiche di natura formale sugli altri punti chiedo all'Assessore di indicarmele e chiedo che la mozione testé illustrata sia posta in votazione.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi della Scuola elementare "Rignon" di Torino


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti della classe V A della Scuola elementare "Rignon" di Torino in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.


Argomento: Uso delle acque (regimazione, usi plurimi)

Esame mozione n. 884 presentata da Bertola, Andrissi, Bono, Campo Frediani, Mighetti e Valetti inerente a "Richiesta di modifica dell'articolo 9 (Deroghe) del Regolamento della Regione Piemonte del 17 luglio 2007, n. 8/R"; ordine del giorno n. 1161 presentato da Motta Accossato, Allemano, Appiano, Corgnati, Ferrentino, Ottria, Rossi, Rostagno e Valle inerente a "Prevedere, nell'ambito degli strumenti di programmazione e gestione delle risorse idriche regionali, interventi riguardanti la rete degli invasi"; mozione n. 1171 presentata da Ottria e Accossato inerente a "Forti criticità nell'approvvigionamento idrico del basso Piemonte"; mozione n. 1176 presentata da Frediani, Bertola, Bono Campo, Mighetti e Valetti inerente a "Impegni improcrastinabili per preservare dalla siccità e dall'inquinamento le risorse idropotabili del Piemonte"; mozione n. 1184 presentata da Berutti, Graglia, Pichetto Fratin Porchietto e Sozzani inerente a "Adozione di un piano strategico regionale per la prevenzione dei danni derivanti dai mutamenti climatici" (seguito)


PRESIDENTE

Riprendiamo l'esame degli atti di indirizzo di cui al punto 5) all'o.d.g.
Ha chiesto la parola il Consigliere Ottria; ne ha facoltà.



OTTRIA Domenico

Grazie, Presidente.
Anch'io ho presentato una mozione, che, in pratica, avevo già illustrato nella scorsa seduta. È seguito un approfondimento in Commissione, durante il quale l'Assessore ha formulato delle proposte emendative per accogliere, in qualche modo, non solo il mio atto di indirizzo, ma anche quello del collega.
Mi limiterò, quindi, a ricordare gli impegni previsti nella mia mozione, che derivano dallo stato di emergenza per la siccità di questa estate; si chiede, in particolare, il riconoscimento per la provincia di Alessandria dello stato di emergenza; emergenza che, peraltro, era già stata concessa alle province di Parma e Piacenza, colpite da analoghi problemi.
Nell'atto di indirizzo si impegna a convocare un Tavolo di confronto con gli Enti territoriali interessati dalla problematica, al fine di prevedere sia soluzioni immediate, che di prospettiva (la Regione dovrebbe essere l'Ente capofila di questo Tavolo); si richiede, altresì, l'avvio di uno studio generale (non che sia la Regione a doverlo effettuare, ma che la Regione sia da stimolo e, anche in questo caso, funga da regia) per programmare degli interventi volti ad effettuare le infrastrutture necessarie in prospettiva per mettere in sicurezza il territorio del Piemonte dal punto di vista idrico.
Ovviamente, per realizzare queste opere occorrono delle risorse, per cui domando che queste siano chieste con forza al Ministero e naturalmente non solo al Ministero: che siano messe in campo tutte le possibili soluzioni, anche attraverso Finpiemonte, per iniziare a effettuare, anche a lotti, questo piano generale di intervento.
Infine, vengo agli ultimi due punti, che sono quelli che io ritengo estremamente necessari e legati un po' alla prevenzione e alla tutela.
Chiedo pertanto che per il principio di precauzione gli acquiferi profondi piemontesi, che comprendono sia le aree di riserva sia quelle di ricarica identificate nelle cartografie regionali del Piano di tutela delle acque siano tutelati attraverso gli strumenti normativi.
L'ultimo punto riguarda la bonifica dei siti inquinati, che nella nostra Provincia ricordo essere più di cento; e alcuni di questi sono un possibile pericolo per alcuni pozzi e falde esistenti. Questi sono gli impegni.
Vorrei poi concludere dicendo che credo che la Regione Piemonte, così come avviene in altri campi, debba essere più ambiziosa su questo tema perché non possiamo sempre affrontare in modo emergenziale le varie crisi che sono non solo la siccità di questi ultimi tempi, ma che sono legate alle piogge e alle alluvioni; e speriamo che nei mesi dell'autunno non ne avvenga qualcuna, come di solito succede ogni anno. Occorre invece che la Regione, per quanto riguarda la tutela del territorio - e l'assetto idrogeologico e la siccità sono argomenti connessi - abbia l'ambizione di fare veramente un Piano strutturale che riguardi tutta la Regione e che consenta a tutti i territori di non vivere più, di volta in volta, le varie ansie legate a problematiche ambientali.
Credo che abbiamo le capacità per farlo. Non abbiamo in questo momento magari, le risorse, ma questa è un'altra ambizione di cui noi dobbiamo farci carico. E penso che fare uno scatto in questo senso ci potrebbe qualificare al meglio e potrebbe essere anche un'opportunità di lavoro per i nostri giovani e le nostre aziende.
Grazie.



PRESIDENTE

Non essendovi ulteriori richieste di intervento, la parola all'Assessore Valmaggia.



VALMAGGIA Alberto, Assessore all'ambiente

Grazie, Presidente.
Devo dire che nella discussione che abbiamo fatto in Commissione l'ordine del giorno 1184, presentato dal Consigliere Berutti, non è stato trattato e riguarda per lo più la partita agricola (nel senso che fa riferimento al PSR), quindi io non mi sento adesso di replicare, perché non l'abbiamo visto; e infatti non è nemmeno calendarizzato. Quindi bisognerebbe poi, con il collega Ferrero, perlomeno capire un attimo l'argomento e affrontarlo, perché non è stato discusso. Gli altri quattro ordini del giorno, invece, li abbiamo approfonditi e visti in Commissione.
Il primo, l'884 del Consigliere Bertola va bene, così com'è stato emendato. Poi avevamo ipotizzato - siccome due ordini del giorno sullo stato di calamità in Provincia di Alessandria erano molto simili, con richiesta di finanziamenti l'uno a livello nazionale e l'altro a livello di Finpiemonte - un testo che costituisse un atto di indirizzo unico; però si possono anche votare i due ordini del giorno separati. L'unico punto oltre al quarto - che vorrei segnalare come da rivedere nel documento del Consigliere Mighetti è il terzo, nella logica di accelerare, io direi tutto il PTA e non soltanto l'articolo 24 così com'è stato richiamato nel penultimo punto del deliberato del Consigliere Ottria.
Rispetto al quarto ordine del giorno sugli invasi, presentato dalla Consigliere Motta, si è già espressa lei: va bene e ne abbiamo anche discusso in Commissione. Su questi quattro, quindi, possiamo eventualmente come ha chiesto il Consigliere Rostagno - ancora soffermarci e poi passare alla votazione nel primo pomeriggio; però devo dire che il lavoro fatto in Commissione è stato utile e si è arrivati a una condivisione di percorsi poi fattibili e realizzabili concretamente anche dalle strutture dei nostri Settori.
Grazie.



PRESIDENTE

Prima che si proceda alla votazione, ha chiesto di intervenire il Consigliere Berutti; ne ha facoltà.



BERUTTI Massimo

Quindi, Assessore, lei mi suggerisce di ripresentare il testo per un'analisi anche con l'Assessore Ferrero? Allora lo vediamo insieme e poi lo riproponiamo separatamente come ordine del giorno.
Grazie.



PRESIDENTE

Procediamo quindi con le votazioni di tutti gli atti di indirizzo, a esclusione di quello presentato dal Consigliere Berutti.
Indìco la votazione palese sulla mozione n. 884, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 1161, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
La votazione non è valida per mancanza del numero legale per deliberare.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 10.56, riprende alle ore 10.27)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Procediamo con ripetizione della votazione dell'ordine del giorno n.
1161, su cui era venuto meno il numero legale.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 1161, il cui testo come modificato, verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sulla mozione n. 1171, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sulla mozione n. 1176, il cui testo, come modificato, verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
La mozione n. 1184, presentata dal Consigliere Berutti, sarà discussa ed eventualmente votata in un secondo momento.


Argomento: Beni ambientali - tutela del paesaggio (poteri cautelari, vincoli

Proseguimento esame proposta di deliberazione n. 228, inerente a "Approvazione del Piano paesaggistico regionale ai sensi della legge regionale 5 dicembre 1977, n. 56 (Tutela ed uso del suolo)"


PRESIDENTE

Passiamo al proseguimento dell'esame della proposta di deliberazione n.
228, di cui al punto 6) all'o.d.g.
Nella seduta pomeridiana del 12 settembre 2017, è proseguito l'esame degli emendamenti relativi alla proposta di deliberazione n. 228.
Riprendiamo con l'illustrazione dell'emendamento n. 46).
Emendamento rubricato n. 46) presentato dai Consiglieri Vignale, Berutti Graglia, Ruffino, Sozzani.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Lo diamo per illustrato.



PRESIDENTE

Grazie, collega Vignale.
Emendamento rubricato n. 56) presentato dai Consiglieri Vignale, Berutti Graglia, Ruffino, Sozzani.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Questo emendamento blocca tutta quella che è l'attività estrattiva in un'area consistente del Piemonte, perché il comma 2 dice, ai medesimi fini: "Sono da considerarsi laghi tutelati, ancorché non cartografati" - quindi non presenti nelle cartografie - "anche le cave allagate completamente esaurite e dismesse con perimetro superiore a 500 metri, qualora sia definitivamente conclusa l'attività di coltivazione e per il quale non risultino più attive garanzie fideiussorie o assicurative finalizzate a tutelare". Inoltre, non sono da considerarsi tutelati ai sensi dell'articolo 142 i territori contermini e quant'altro.
Questa disposizione prevede - faccio un esempio di tutte quelle che sono le cave all'interno dell'area del Po, ma non soltanto, e lo cito perché è l'area più significativa - che sia possibile completare l'attività di estrazione, ma nel momento in cui le cave risultano esaurite. Per attenzione, "esaurite" non significa l'esaurimento del materiale litoide perché l'esaurimento può essere legato al termine della concessione.
Qualora l'attività di coltivazione sia definitivamente conclusa in questo senso, questo, come altri emendamenti, rischia di bloccare una parte consistente dell'attività estrattiva nella nostra regione.
Questo emendamento è anomalo, ma come molti altri: ricordavamo l'altra settimana come abbiamo una norma e una volontà dell'Amministrazione in merito al turismo invernale che lo incentiva questo e un PPR che invece individua come via prioritaria la sua cancellazione. Al tempo stesso dopodomani il CAL discuterà il Regolamento sulle attività estrattive e quel Regolamento non prevede questo aspetto. È un Regolamento che, invece è previsto dal Piano paesaggistico.
Allora, è evidente che c'è anzitutto una differenziazione rispetto a due strumenti urbanistici, ma poi c'è un aspetto: mentre il Regolamento sulle attività estrattive discende da una norma, perché la norma del Consiglio regionale non pone vincoli e divieti rispetto alle attività estrattive concluse, noi abbiamo un documento amministrativo che non discende da nessuna norma votata dal Consiglio regionale che, invece, ne pone il divieto.
Sarà interessante poi capire fra due differenti strumenti urbanistici quale sarà quello che vince. È evidente che il rischio sarà sempre che vinca quello che pone maggiori tutele.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Sozzani; ne ha facoltà.



SOZZANI Diego

Grazie, Presidente.
Aggiungo poche considerazioni rispetto a quelle che ha fatto il Consigliere Vignale.
L'eliminazione del comma 2 si inserisce in un'attività di libera interpretazione da parte dei funzionari. La preoccupazione che noi abbiamo è che quando si danno delle norme così generali, come in questo caso, prive di cartografia, dando un'interpretazione assolutamente libera come nell'articolo che stiamo discutendo, si lascia spazio alle interpretazioni della parte burocratica della Regione Piemonte, non certamente della parte politica.
Un'interpretazione di questo genere - lo sappiamo anche in altri casi sulle norme già esistenti - lascia spazio a dubbi e a un'analisi assolutamente restrittiva, non certamente di salvaguardia delle attività economiche.
Il fatto che manchi una pianificazione regionale sulla pulizia dei fiumi, quindi manchi la possibilità di intravedere una ricerca dell'inerte attraverso situazioni che vanno a rendere più sicura idrogeologicamente la nostra regione, è un elemento di vincolo che si somma all'assenza di programmazione dall'altra parte.
Di conseguenza, sarà poi l'AIPO piuttosto che l'Autorità di bacino già con tutti i dubbi che si hanno sulla pulizia dei nostri alvei - che andremo a bloccare in modo definitivo con questa norma.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Sozzani.
Emendamento rubricato n. 54) presentato dai Consiglieri Vignale, Berutti Graglia, Ruffino, Sozzani.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Lo stesso aspetto nel comma 6 dell'articolo, facendo peraltro riferimento ai commi 1 e 3, in particolar modo gli specchi d'acqua rappresentati nella carta regionale, anche se poi abbiamo visto che ciò non avviene. Nel comma 6 vi è questo aspetto alla lettera c): "Assicurare nelle fasce contermini dei laghi, la realizzazione di adeguate opere di mitigazione e inserimento dell'assetto vegetale del contesto per tutte le opere di edilizie ed infrastrutturali, limitando i nuovi interventi e garantendo la conservazione e riqualificazione degli approdi e dei pontili esistenti".
Ciò significa che, sostanzialmente, questo comma, che contiene di per sé un principio che parrebbe di buon senso, in realtà prevede due aspetti che sono non soltanto limitanti, ma che impediscono qualunque tipo di nuova realizzazione.
Faccio un esempio banalissimo. Un pontile all'interno dei tanti specchi lacustri significativi della nostra regione - ovviamente dei grandi laghi non di piccoli laghi di montagna - non può essere realizzato, perch prevede una limitazione dei nuovi interventi che garantisca la conservazione e la riqualificazione degli approdi e pontili, oggi esistenti. Dall'illustrazione degli emendamenti proviamo a rammentare tutti i punti in cui si inseriscono divieti che oggi non ci sono. Oggi fare un nuovo pontile all'interno del lago di Viverone, piuttosto che di quello di Omegna, è una cosa possibile e consentita. Ovviamente deve rispettare una serie di vincoli, deve superare una serie di valutazioni, ma questo è un progetto possibile.
Di nuovo, in questo caso si prevede la sostanziale impossibilità di nuove realizzazioni, anche totalmente compatibili con quello che è il paesaggio e, mi permetto di dire, con quelle che sono le necessità di una regione che, in qualche modo, investe anche sulle attività sportive lacustri. Le attività sportive possono essere assolutamente ecocompatibili perché navigare sul lago di Candia, che è un parco naturale, in canoa è un aspetto che impatta in modo assolutamente irrisorio rispetto alla presenza della fauna e della flora.
Questo è uno dei tanti emendamenti, e non li abbiamo presentati tutti perché sarebbero da cassare quasi interamente alcuni articoli che vedono un irrigidimento burocratico all'interno del PPR che noi non riteniamo sopportabile.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Sozzani; ne ha facoltà.



SOZZANI Diego

Grazie, Presidente.
Questo emendamento definisce una serie di azioni che vengono riprese dai cosiddetti contratti di lago - paritetici ai contratti di fiume - degli strumenti urbanistici ai fini dello sviluppo turistico. I contratti di fiume e i contratti di lago hanno il vincolo o l'obiettivo di recuperare tutta una serie di opere, piuttosto che aree, contermini ai fiumi e ai laghi, ai fini di uno sviluppo turistico, oltre che naturalistico, della zona.
Questi sono una serie di vincoli aggiuntivi a quelli esistenti, che sono inseriti da altre leggi, che prevedono le valutazioni di impatto ambientale. Qui entriamo a gamba tesa aggiungendo un vincolo al vincolo cioè nelle fasce contermini ai laghi il fatto che si limitino i nuovi interventi garantendo la conservazione. Questo va bene, ma la lettura della norma fa sì che limitando i nuovi interventi vada a essere prioritario rispetto alla conservazione successiva.
Qualora non ci fossero questi tipi di interventi, quali sono le garanzie che devono essere previste perché in un contratto di fiume e in un contratto di lago siano sicuramente previsti tutta una serie di investimenti per la fruizione, il recupero, l'ambientazione e la garanzia naturalistica di tutta una serie di zone che vanno in funzione della fruizione turistica delle stesse?



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Sozzani.
Emendamento rubricato n. 55) presentato dai Consiglieri Vignale, Berutti Graglia, Ruffino, Sozzani.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
L'emendamento n. 55) prevede di cassare le ultime quattro righe del comma 8. Se, in qualche modo, è comprensibile che i Comuni, d'intesa con il Ministero e con la Regione, precisino la scala di dettaglio e lo strumento urbanistico comunale e la delimitazione alla presentazione dei laghi di cui al comma 1, è invece diverso l'aspetto relativo alla rappresentazione dei laghi di cava nella cartografia del PPR. Questo perché c'è una discrezionalità rispetto all'individuazione di tali specchi d'acqua, che è assolutamente discrezionale per le singole Amministrazioni comunali, ma poi perché questa parte, così come peraltro anche le prime righe, sono l'indicazione di quanto dicevamo nella discussione generale e molto più, in generale, le prescrizioni che il Piano paesaggistico dà alle Amministrazioni comunali relativamente al lavoro che i Comuni dovranno svolgere.
In questo caso sostanzialmente la Regione dice: noi non abbiamo cartografato i laghi di cava, per cui non sono neanche oggetto, per noi, di pianificazione, e non sono neanche noti nelle tante tavole che abbiamo prodotto. Il compito di aggiornare il Piano sarà un compito delle Amministrazioni comunali, nel momento in cui, o anche successivamente dovranno adeguare il piano regolatore al Piano paesaggistico.
Come dicevamo nell'altro intervento, nel momento in cui questa misura costa svariate decine di milioni di euro alle Amministrazioni comunali senza che la Regione ce l'abbia da corrispondere ai Comuni, o qualora la Regione li abbia, in questo periodo sarebbe una scelleratezza spendere 30 milioni per aggiornare un piano regolatore e un Piano paesaggistico quando invece i Comuni avrebbero bisogno di quelle risorse per molti altri interventi. Ma anche successivamente all'adeguamento, nel momento in cui si apre un'attività estrattiva sotto falda e si crea un lago di cava, vi è un continuo compito che assegniamo alle Amministrazioni comunali.
Sarà interessante sapere e capire come in medi, piccoli e anche grandi Comuni della nostra Regione si riuscirà a sostenere una spesa, che è insostenibile per le Amministrazioni e complessivamente intesa assurda per i cittadini piemontesi, considerando che verrà sempre fatta con soldi presi dalle tasche dei cittadini.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Sozzani.



SOZZANI Diego

Aggiungo brevemente un elemento di constatazione di tipo burocratico.
La norma del comma 8 dice: "In sede di adeguamento al PPR, i Comuni d'intesa con il Ministero e la Regione.". Questo cosa significa per come lo leggiamo noi? Che il Comune, prima di adeguare, deve comunque prendere e fare un viaggio a Roma e chiedere questo come intesa con il Ministero.
A noi sembra - e lo riprenderemo nell'articolo 46 sulle norme tecniche di attuazione, su cui ci sono tutta una serie di dubbi anche sulla salvaguardia degli strumenti urbanistici esecutivi - che, in realtà l'accordo dei Comuni deve essere solo ed esclusivamente con la Regione fatto salvo solo per le aree di vincolo secondo la legge nazionale, sulle quali è già stata raggiunta un'intesa con il Ministero, solo per quella parte. Al Ministero andiamo solo per quelle parti, non gli dobbiamo far vedere tutto il PPR, ma solo le parti che gli interessano.
Per quanto riguarda la parte che dice "In adeguamento con il Ministero", messo in primis rispetto alla Regione, se io fossi un Sindaco dovrei vedere qual è la distanza dalla costa del lago per andare a cercare la profondità dei 300 metri, quindi probabilmente dovrò usare uno scandaglio. Ad esempio, i Comuni di Arona, di Orta e altri dovranno vedere qual è il punto di profondità entro il quale tracciare le linee.
Tuttavia, al di là degli aspetti tecnici e applicativi, la preoccupazione era per il fatto che si utilizzi prima la parola "Ministero", e quindi una volta fatto questo dobbiamo raggiungere l'accordo con loro e non con la Regione. Bisogna fare attenzione, perché questo pone una serie di problematiche non indifferenti nella redazione degli adeguamenti degli strumenti urbanistici da parte dei Comuni.



MOTTA ANGELA



PRESIDENTE

Grazie, collega Sozzani.
Emendamento rubricato n. 2) presentato dai Consiglieri Mighetti, Andrissi Bertola, Bono, Frediani, Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 3) presentato dai Consiglieri Mighetti, Andrissi Bertola, Bono, Frediani, Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 4) presentato dai Consiglieri Mighetti, Andrissi Bertola, Bono, Frediani, Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Mighetti per l'illustrazione.



MIGHETTI Paolo

Grazie, Presidente.
Faccio un'illustrazione unica degli emendamenti n. 2), n. 3) e n. 4) quindi prenderò un po' di tempo in più. Sono sostanzialmente degli emendamenti che vanno a riproporre parte del testo che era compreso nella prima stesura del PPR.
L'emendamento n. 2) ripropone il punto g) all'articolo 16, comma 6 nella parte in cui si descrivono quelle che sono le questioni relative alla salvaguardia delle superfici boscate.
Il punto g), come già formulato a livello preliminare nella proposta di PPR, richiamava quest'aspetto: "Incentivare la gestione attiva delle superfici forestali, favorendo nelle zone agricole limitrofe alle aree boscate le iniziative di mantenimento delle zone a prateria e a prato pascolo e delle colture agricole ambientalmente compatibili e l'inserimento di specie autoctone".
Avevamo valutato positivamente questa lettera del comma 6 e ci sembrava molto importante, perché dava delle disposizioni che giudichiamo di buon senso in relazione al rispetto di quelle che sono le superfici forestali piemontesi, e abbiamo avuto l'idea di reinserirlo.
Con l'emendamento n. 3), sempre allo stesso comma, abbiamo reinserito il punto h): "Migliorare le funzioni antierosive, ecologiche, ambientali e paesaggistiche delle formazioni ripariali, in modo integrato con gli interventi di manutenzione idraulica".
Questo emendamento va un po' a coprire una problematica di cui a lungo ha parlato il Consigliere Vignale nella scorsa seduta. Allora si parlava di questioni legate alle fasce di rispetto dei corsi d'acqua e relative agli interventi che vengono attuati su queste fasce di rispetto. Noi siamo andati ad agire sull'articolo 16, allorquando si parla proprio della vegetazione ripariale. Questa lettera parlava specificamente di manutenzione idraulica. Da una parte è sicuramente utile mantenere una quota di vegetazione sugli alvei dei nostri fiumi per garantirne la solidità. Dall'altra, bisogna lavorare di volta in volta in maniera non indiscriminata, ma puntuale per capire quali siano gli interventi di manutenzione idraulica opportuni.
Bisogna compenetrare le due conoscenze (manutenzione idraulica e tutela della vegetazione ripariale) in modo da creare degli ambienti che siano utili tanto al mantenimento della flora e della fauna quanto alla sicurezza idraulica dei nostri fiumi. Quindi, non capiamo perché questa lettera sia stata espunta dal testo e ci sembrava utile reinserirla.
Con l'emendamento n. 4) sempre relativamente all'articolo 16, al comma 8 lettera b), abbiamo reinserito le parole "e limitare gli interventi di trasformazione in altra destinazione d'uso", sempre sulle superfici boscate. Chiaramente, è un concetto abbastanza in uso, ormai, in quella che è l'attività d'intervento sulle superfici boscate, però ci sembrava utile mantenere questa formulazione e sancirla nel Piano paesaggistico. Sappiamo bene che le superfici boscate hanno un ruolo importante nella nostra regione; sappiamo bene che la trasformazione di queste superfici boscate deve essere legata a un processo di valutazione degli impatti e dei benefici dati da una trasformazione.
Da una parte, abbiamo delle grosse superfici boscate che stanno interessando, per esempio, le zone che in passato erano utilizzate per l'agricoltura e sappiamo che le decisioni di questa Giunta - condivise anche dal nostro Gruppo e forse anche da quello di Forza Italia , se non vado errato - sono quelle di recuperare molti terreni agricoli che sono stati, di anno in anno, conquistati dai boschi. Però, va da sé che la trasformazione ad altra destinazione d'uso vuol dire trasformazione in senso edificatorio, e questa va - in una certa misura - combattuta.
Approfitto degli ultimi due minuti che mi rimangono sugli emendamenti per fare una puntualizzazione. Non ho potuto partecipare al dibattito sui crinali, relativamente all'attività emendativa dei Gruppi di centrodestra.
Mi preme fare una puntualizzazione, che è la seguente: sui crinali montani pensiamo che, a livello di questo Piano paesaggistico, si sia fatta una sostanziale marcia indietro, che secondo me doveva essere colta come una palla al balzo dal centrodestra. Infatti, nella versione del 2013 del Piano paesaggistico, modificata dall'allora Assessore Cavallera, c'era una modifica normativa che è stata completamente trasposta, a livello di queste norme, che dava la possibilità d'intervenire sui crinali montani allorquando ce n'era l'effettiva necessità; in sostanza, quando non era possibile fare altrimenti.
Pertanto, ritengo che quella formulazione fosse già sufficiente per, da una parte, tutelare e, dall'altra, non creare dei vulnus che avrebbero bloccato delle opere fondamentali per la vita di tutti i giorni, come per esempio i tralicci dell'alta tensione (ne dico uno, per fare un esempio).
In questo Piano paesaggistico, a livello cartografico, quindi la parte che non possiamo modificare in alcun modo, perché stiamo agendo a livello consiliare, sono stati ridotti di molto i crinali montani mappati. E questo, secondo me, è stato un errore, perché, salvo le leve normative, i crinali montani dovevano essere tutelati, perché dal punto di vista paesaggistico gli oggetti sopra un crinale montano o collinare sono un oggetto di forte, fortissimo disturbo.
Abbiamo parlato molte volte, in questa sede, del serbatoio piezometrico del Comune di Moasca: una cavolata su una collina che, però, crea un disturbo paesaggistico enorme. Pertanto, per noi era utile lavorare a livello normativo, lasciando, però, i crinali montani mappati sulla cartografia. In quel modo, avremmo dato un corretto utilizzo del suolo e una mano a queste parti di paesaggio a essere preservate.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Mighetti.
Emendamento rubricato n. 57) presentato dai Consiglieri Vignale, Berutti Graglia, Ruffino, Sozzani.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
L'emendamento n. 57) interviene al comma 6 dell'articolo 15.
Nell'analisi fatta, abbiamo tenuto conto delle osservazioni pervenute da molti soggetti, in particolar modo - in questo caso - dalle associazioni agricole. Al di là di questo aspetto, però, vi è un aspetto di carattere generale che riguarda il tema delle aree montane vocate all'agricoltura e delle aree forestali, che, in particolar modo su quest'articolo e sull'articolo 16, rischiano - come detto in precedenza su altri settori di essere in assoluta controtendenza rispetto alle norme del Consiglio regionale.
Noi siamo più volte intervenuti sulla tutela dei pascoli e questo articolo certamente ne tiene conto, ma anche sul recupero dei pascoli dai boschi d'invasione. Per esempio, la lettera b), sulle incentivazioni delle analisi delle risorse vegetazionali ai fini della corretta gestione dei carichi di animali sui pascoli. Se noi lo colleghiamo a quanto previsto all'articolo 16, sulle aree boschive, ci fa comprendere che vi sono misure ma soprattutto leggi, perché questo secondo me è l'aspetto più significativo: questo Piano è in contraddizione con tutta una serie di leggi che il Consiglio regionale ha votato rispetto ai territori coperti da foreste e da boschi.
Noi abbiamo individuato (forse unica Regione d'Italia) il bosco di invasione, non più nei vent'anni, dopo i quali diventa bosco, ma nei 50 proprio perché vi è una necessità all'interno della nostra regione di riportare a seminativo, prativo o pascolivo una serie di realtà oggi coperte da boschi. E il Piano paesaggistico non tiene conto di questa indicazione normativa che il Consiglio regionale ha dato, ovviamente, alla Giunta, che è l'organo esecutivo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Sozzani.



SOZZANI Diego

Grazie, Presidente.
Qui, entriamo in una parte un po' delicata e penso che l'Assessore dovrà, poi, confrontarsi anche con il collega Balocco. Si parla delle erosioni, dell'analisi delle erosioni.
Tenete presente che questo è un settore estremamente delicato, perch la Regione Piemonte, pur avendo inviato ai Comuni il manuale della cosiddetta "Italia sicura", quindi tutta una serie di richieste di finanziamenti, in questo momento sta latitando rispetto all'ottenimento di questo tipo di finanziamenti richiesti dai singoli Comuni. Pertanto, non si comprende qual è l'elemento delle erosioni e chi se ne deve occupare perché qui parliamo di Piani settoriali.
Attenzione: questa è una norma un po' complessa, in questo punto.
Quando entriamo nell'ambito del Piano settoriale, immaginiamo (io lo interpreto così) che debba essere una norma specifica da collocarsi all'interno dei Piani regolatori. Pertanto, i Piani settoriali sono Piani autonomi, rispetto ai Piani regolatori.
Occorre, quindi, capire cosa s'intende dal punto di vista dell'applicazione di questa norma, perché non si capisce se i Piani settoriali vanno a latere, quindi di competenza dei Comuni, o se invece devono essere realizzati dalla Regione.
Questo è l'elemento di dubbio che abbiamo.
Vedremo se l'Assessore, nella sua replica, saprà fornirci indicazioni su questo aspetto, che diventa importante nell'applicazione e nella redazione anche dei Piani regolatori (e come si intersecano gli stessi con i piani settoriali).



PRESIDENTE

Grazie, collega Sozzani.
Emendamento rubricato n. 16) presentato dai Consiglieri Sozzani, Berutti Pichetto Fratin, Porchietto, Ruffino, Vignale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Sozzani per l'illustrazione.



SOZZANI Diego

Siamo all'articolo 19, comma 10, per cui parliamo del recupero di aree per le quali i Comuni possono dare delle indicazioni di tipo edilizio purché si dimostri l'inesistenza di alternative basate sul riuso.
I nostri dubbi scaturiscono dalla frase "solo quando sia dimostrata l'inesistenza". Perché, a dir la verità, il termine "inesistenza" lascia spazio ad una larga interpretazione dal punto di vista giuridico. Mentre la redazione dei Piani è in capo ai tecnici, l'interpretazione molto spesso è in capo ai legali, per cui bisogna essere precisi nella stesura delle norme.
Pertanto, vorremmo che alle parole "solo quando sia dimostrata l'inesistenza" venissero aggiunte le parole "o la non praticabilità per ragioni economiche o di mancata acquisibilità delle attuali proprietà".
Il fatto di aggiungere questi due elementi, a nostro avviso va a completare la norma, non la va a stravolgere; semmai, fornisce delle indicazioni positive, in termini di interpretazione, a coloro che dovranno redigere i Piani.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Io credo che quest'emendamento sia estremamente significativo e soprattutto, di buonsenso. È evidente che condividiamo il concetto che viene espresso all'articolo 19, comma 10, cioè il fatto che vengano previsti impegni di suolo a fini insediativi solo quando, in qualche modo ci si basa sul riuso o sulla riorganizzazione degli insediamenti e delle infrastrutture esistenti. È altrettanto vero che non possiamo non considerare un aspetto: il riuso è certamente una buona pratica, ma è raramente utilizzata, per un motivo molto banale. Nel nostro territorio, in particolare su quello rurale e montano (ma non solo), registriamo una grandissima presenza di patrimonio abitativo, spesso anche inutilizzato che ha una vetustà tale per cui il recupero di quel bene ha un costo decisamente superiore rispetto alla costruzione di un bene nuovo.
Non che questo sia necessariamente sempre corretto, però dobbiamo far presente due aspetti: il primo è che ci deve essere una compatibilità economica; il secondo è che ci andrebbe un sostegno economico. Perché dire che si fa del riuso uno strumento positivo, senza prevedere alcuna misura per incentivarlo, diventa complesso.
Così com'è scritto, tale comma dà l'impossibilità ad ogni Amministrazione di intervenire da un punto di vista abitativo, anche laddove registri una presenza di manufatti e di fabbricati assolutamente vetusti e assolutamente non utilizzabili.



PRESIDENTE

Grazie, collega Vignale.
Emendamento rubricato n. 17) presentato dai Consiglieri Sozzani, Berutti Pichetto Fratin, Porchietto, Ruffino, Vignale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Sozzani per l'illustrazione.



SOZZANI Diego

Grazie, Presidente.
Siamo in fase di applicazione della norma su eventuali variazioni fatte dalla Regione e facciamo riferimento alla Carta della Capacità d'uso dei suoli del Piemonte, che, ai sensi della DGR n. 88 del 2010, è di competenza della Regione, la quale ha titolo per eventuali modifiche (la norma lo specifica).
Se alla fine del comma non aggiungiamo le parole "senza che ci comporti variante al Piano", non vorremmo che l'eventuale decisione da parte degli Uffici regionali di modificare la Carta d'uso dei suoli del Piemonte comportasse, in automatico, un riadeguamento di tutti i Piani regolatori della Regione Piemonte.
Il fatto di aggiungere che questo non costituisce variante al Piano rende implicita la possibilità di adeguamento, ma senza un vincolo. Dunque aggiungere questa frase è un elemento di buonsenso, che va sicuramente a migliorare l'articolo. Così facendo non obblighiamo questi poveri Sindaci ogni volta che la Regione decide di apportare delle varianti, a studiarsi le modifiche e ad applicarle: di attività burocratica per riuscire a dare delle concessioni di tipo edilizio ne abbiamo a sufficienza; se non aggiungiamo queste parole, entriamo in un conflitto giuridico di difficile risanamento.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Vicepresidente Ruffino, che interviene in qualità di Consigliera regionale; ne ha facoltà.



RUFFINO Daniela

Grazie, Presidente.
All'articolo 20 si chiede di aggiungere le parole "senza che ci comporti variante al Piano".
Ne ribadiamo i motivi: si tratta di un'opportuna precisazione per chiarire che le modifiche della cartografia relative alle aree fertili soggette a tutela nel rispetto dei criteri tecnici indicati sono efficaci senza procedure di variante di competenza del Consiglio, questo nell'ottica della semplificazione. Se c'è un intervento della Regione è perché comunque c'è già stata un'istruttoria da parte del Comune.
L'altro aspetto riguarda la riduzione dei tempi, dei costi e della burocrazia. Sappiamo tutti, ovviamente, che cosa comporterebbe una variante di piano in questo senso.
Riteniamo sufficiente l'istruttoria del Consiglio e ribadiamo l'importanza di quanto già detto dal collega Sozzani, "senza che ci comporti variante al Piano".



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Questo è un uno dei tratti che riteniamo più critici del Piano paesaggistico. Abbiamo avuto modo di dirlo nella discussione generale e l'abbiamo ripetuto ogni qualvolta nell'articolato della relazione e del Piano sono previsti alcuni adempimenti a carico delle Amministrazioni comunali.
Non è soltanto, come correttamente veniva rilevato, un costo assolutamente rilevante per le Amministrazioni comunali, ma è anche un appesantimento burocratico assolutamente rilevante. Pensate che, solo vedendo gli ultimi articoli, le Amministrazioni comunali, una volta fatto il Piano paesaggistico regionale, avranno il compito di censire e di adeguare il Piano regolatore al Piano paesaggistico; inoltre successivamente all'adeguamento, dovranno anche mappare i laghi di cava e dovranno - faccio alcuni esempio, perché ve ne sono molti di più ogniqualvolta vi è una modifica che la Regione fa al Piano, fare anche loro una nuova modifica. Pensate a quante risorse e anche quanto tempo occorrono, perché una modifica e un Piano regolatore non costano solo risorse per i contribuenti, ma comportano anche un lavoro non indifferente da parte della "macchina" comunale.
Ci sembra che questo sia il Piano paesaggistico della burocrazia e del divieto, nel senso che in moltissime parti del testo prevalgano non la salvaguardia corretta, ma il divieto a fare alcune cose piuttosto che l'obbligo per l'Amministrazione comunale a farne altre. Quindi da una parte il divieto e, dall'altra, l'accrescimento burocratico sono due tratti distintivi che si trovano in quasi ogni articolo del Piano.



PRESIDENTE

Grazie, collega Vignale.
Emendamento rubricato n. 18) presentato dai Consiglieri Sozzani, Berutti Pichetto Fratin, Porchietto, Ruffino, Vignale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Sozzani per l'illustrazione.



SOZZANI Diego

Grazie, Presidente.
Solo per specificare meglio l'interpretazione del Piano, che noi abbiamo cercato di leggere sotto un profilo di successiva applicazione nell'ambito dei Piani regolatori.
Leggo testualmente, in riferimento alle aree di interesse agronomico fermo restando quanto specificato al comma 7, lettera b) di cui la scorsa volta abbiamo presentato tutta una serie di emendamenti per quanto riguarda i crinali: "La realizzazione di impianti di produzione di energia, compresi quelli da fonti rinnovabili, deve essere coerente, oltre che con le previsioni delle presenti norme, con i criteri localizzativi e qualitativi definiti a livello nazionale e regionale".
Ora, ci sfugge quali sono i criteri regionali. Vi sono alcuni criteri a livello nazionale, ma non conosciamo quelli regionali. Poiché il Sindaco che ha un'esigenza di questo genere deve applicare questa norma, non sappiamo quali siano i criteri con cui il Sindaco si va a leggere questa norma e, di conseguenza, la applica.
Chiediamo, pertanto, se fosse possibile aggiungere un'indicazione in questo senso...



(Brusìo in aula)



SOZZANI Diego

Se magari l'Assessore mi sente, mi spiego meglio; non voglio disturbare, ma è importante per il fatto che chiediamo un'aggiunta che ci pare coerente con la norma stessa.
Per consentire l'applicazione della norma, di cui al presente articolo nella pianificazione locale, aggiungeremmo: "Il Consiglio regionale approva entro sei mesi dall'entrata in vigore del Piano paesaggistico regionale la perimetrazione delle aree di interesse agronomico con idonea cartografia relativa all'intero territorio regionale, ad una scala non inferiore a 1:25.000. Con la prefazione della suddetta cartografia il Consiglio definisce altresì le norme con cui i Comuni, singolarmente o in forma associata" - a seconda delle ultime disposizioni - "possono presentare istanza di variazione o di deroga sulla base di idonea documentazione tecnica".
Se esiste quest'elaborato che consente gli amministratori - faccio appello a tutte le forze politiche e soprattutto ai tecnici presenti, che comprendono questo tipo di aggiunta - darebbe la possibilità, a chi legge la norma con una cartografia di questo genere, di poterla applicare altrimenti l'indicazione assolutamente generica scritta nel comma 9 dell'articolo 20, devo dire la verità, io non riesco a tradurla in un atto concreto di tipo amministrativo per un "povero" Sindaco che se la legge.



PRESIDENTE

Grazie, collega Sozzani.
La parola alla Vicepresidente Ruffino, che interviene in qualità di Consigliera.



RUFFINO Daniela

Grazie, Presidente.
Questo, come l'Aula avrà capito, è un aspetto che ci interessa. Siamo assolutamente convinti che il nostro emendamento possa diventare attuabile e molto probabilmente possa dare un nuovo slancio sulla programmazione rispetto alla programmazione legata alle Unioni dei Comuni. Quindi, non sono soltanto i Comuni, ma le Unioni che programmano attraverso una semplificazione.
In tutta schiettezza, devo dire che il nostro emendamento, Assessore oltre a essere di buon senso, certamente sarà una facilitazione enorme. Ne rileggo l'ultima parte: "Con l'applicazione della suddetta cartografia, il Consiglio definisce le norme con cui i Comuni, singolarmente o in forma associata, possono presentare istanza di variazione o deroga su base di idonea documentazione tecnica".
Speriamo che questo nostro emendamento venga accolto; anche questo è di merito nella maniera più assoluta e, da quello che ci è dato capire dai nostri colloqui con gli Amministratori, ci sembra assolutamente auspicato.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Ruffino.
La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Credo che all'interno degli emendamenti che sono stati presentati vi siano emendamenti che contrastano con il Piano paesaggistico regionale, che contrastano anche con le dichiarazioni, in alcuni casi, e anche con i programmi o le norme della Giunta regionale; ma questo è un dato. Poi perché esista questa schizofrenia, per cui da una parte si dice che si vogliono incentivare tutta una serie di attività e, dall'altra, si introducono misure di divieto e di tutela per cui è quasi impossibile fare qualunque cosa in alcune aree, non ci è noto.
Vi sono altri emendamenti, invece, come questo, che sono di estremo buon senso. Il tema della tutela paesaggistica sulla produzione di energia solare, sui parchi solari e altro, è un tema che affrontò anche la precedente Amministrazione con - se qualche collega lo ricorda - una moratoria sulla presentazione.
È assolutamente evidente che se non esiste una perimetrazione delle aree di interesse agronomico o si fanno persino coincidere le aree d'interesse agronomico con quelle fino alla terza categoria, la scelta che gli Uffici di qualunque Amministrazione possono fare diventa assolutamente soggettiva.
Per esempio, sul tema crinali, noi abbiamo una posizione che è decisamente contraria rispetto a quella della maggioranza e del Movimento 5 Stelle, ma lì è abbastanza chiaro qual è il divieto che viene imposto.
In questo caso, il divieto non è chiaro per niente. Se non ho uno strumento cartografico con cui individuare qualcosa, laddove è possibile o no, il rischio è che si faccia tanto lavoro per sentirsi dire inutilmente no.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Porchietto; ne ha facoltà.



PORCHIETTO Claudia

Grazie, Presidente.
Gli interventi che mi hanno preceduto, in particolare quelli dei Consiglieri Sozzani e Vignale, hanno esplicitato in modo anche molto tecnico il motivo per cui abbiamo suggerito, attraverso quest'emendamento un'integrazione rispetto alle norme di attuazione della proposta che la Giunta regionale ha portato.
Mi permetto di sottolineare, in particolare all'Assessore, ma alla Giunta tutta, che il lavoro che ha fatto il centrodestra in questo ambito sia in Commissione che oggi in Aula, è un lavoro sicuramente non di natura ostativa, ma di un'opposizione costruttiva. Credo che oggi il Consigliere Sozzani abbia bene esplicitato come le istanze pervenute dal territorio abbiano evidenziano ancora una volta che questo disegno di legge ha delle lacune per le amministrazioni locali che potrebbero diventare insanabili.
Insanabili non soltanto perché tutti gli adeguamenti necessari creerebbero enormi problemi per le amministrazioni locali al fine di riuscire a adempiere a quanto il piano paesaggistico regionale potrebbe prevedere, ma anche perché, dal punto di vista dell'impatto di natura economica, si pu bloccare lo sviluppo di alcuni territori.
Il Consigliere Sozzani precedentemente ha ben specificato, e il Consigliere Vignale anche, i motivi per cui noi facciamo la richiesta di perimetrare queste aree di interesse agronomico. Ci pare anche un po' strano che, in particolare, le strutture tecniche non abbiano ottemperato a quanto veniva richiesto dal territorio attraverso un inserimento di questa peculiarità prevista dal nostro emendamento, direttamente all'interno delle norme di attuazione. Visto che ciò non è avvenuto, auspichiamo voglia prendere in considerazione quest'emendamento.
Credo che anche l'Assessore possa evidenziare come non sia assolutamente un emendamento di natura ostruzionistica ma, se questo piano paesaggistico la maggioranza deciderà di votarlo, che quantomeno vengano presi in considerazione una serie di interventi di natura tecnica suggeriti da noi.
La cosa che ci preoccupa è quello che potrà accadere successivamente sul nostro territorio.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Berutti; ne ha facoltà.



BERUTTI Massimo

Grazie, Presidente.
Molto è già stato detto dai colleghi che mi hanno preceduto, ma mi viene da fare una riflessione che, tra le altre cose, mi fa preoccupare molto. È vero che abbiamo rivisto il Piano paesaggistico, ma il Consigliere Sozzani ha fatto una serie di approfondimenti. Effettivamente quest'emendamento deve far riflettere. Posso capire la posizione della maggioranza in merito a una linea da cui non vuole assolutamente spostarsi ma nel momento in cui un piano viene approvato e quindi, paradossalmente viene blindata una linea verso la Regione Piemonte da cui non ci si riesce più a spostare, è chiaro che, a questo punto, tutto passa nelle mani della discrezionalità.
Nel momento in cui poniamo quest'emendamento che, in qualche modo, deve identificare zone di interesse agronomico, probabilmente potrebbero anche emergere altre situazioni e altre aree di interesse, perché non ci sono solo quelle di interesse economico, ma aree di altro interesse. Cosa che non è stata fatta nel piano base, quindi credo che una profonda riflessione da parte dell'Assessore e della Giunta vada fatta. A questo punto, o c'è la massima apertura, ma dobbiamo avere la certezza fondata, e quest'emendamento deve essere adottato, altrimenti c'è qualcosa che non torna. Oppure blocchiamo tutto dal punto di vista dello sviluppo economico.
L'auspicio è che ci possa essere una presa di attenzione importante su emendamenti che, fino a questo momento, sono emendamenti prettamente costruttivi.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Berutti.
Emendamento rubricato n. 19) presentato dai Consiglieri Sozzani, Berutti Pichetto Fratin, Porchietto, Ruffino, Vignale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Sozzani per l'illustrazione.



SOZZANI Diego

Questo è un emendamento che cambia la formulazione del comma 1 apparentemente banale, ma non è così.
Il PPR - già il PPR esistente, non certamente questa modifica - aveva evidenziato i centri storici come un vincolo generalizzato entro il quale non si può fare quasi nulla, se non un recupero di minima. Questo ha comportato discussioni in ambito regionale sull'applicazione dei vari piani regolatori, anche perché in un centro storico necessariamente vi sono aree di valore e di pregio, come anche aree che sono magari piuttosto degradate e devono essere riviste con un occhio di aggiornamento rispetto alle pratiche edilizie.
Uso queste parole per semplificare un concetto più generale rispetto anche all'evoluzione del tipo di materiale, del tipo di utilizzo degli spazi abitativi con sistemi di cablaggio e quant'altro che non esistevano nel momento in cui sono state realizzate queste abitazioni. Chiediamo semplicemente che possa essere modificata la struttura. Scrivere: il PPR riconosce tutti i centri e i nuclei storici piemontesi, quali testimonianza del valore storico e documentario dell'identità culturale regionale, con la possibilità che venga interpretato in questo modo.
Leggendolo anche nell'articolo successivo, lascia queste disponibilità che dicevo poc'anzi dal punto di vista tecnico del PPR. Riconosce quale testimonianza del valore storico e documentario dell'identità culturale e regionale dei centri e nuclei storici piemontesi, non a priori, ma come finalità da parte della norma.
Questo consente un'attuazione della norma rispetto a un'esigenza più moderna della nostra applicazione dei piani regolatori, i quali devono sottostare al PPR, rispetto a una situazione complessa quale quella in cui ci troviamo oggi quando si devono recuperare aree di quel genere. Come voi ben sapete, con la crisi dell'edilizia dell'ultimo periodo, i centri storici non sono più recuperati, anzi, ci sono aree più esterne che vengono recuperate lasciando al degrado le nostre città.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Vicepresidente Ruffino, che interviene in qualità di Consigliera; ne ha facoltà.



RUFFINO Daniela

Grazie, Presidente.
Credo che quest'emendamento veda in qualche modo coinvolti tutti i Consiglieri seduti in questi banchi. Intanto perché il nostro emendamento riconosce, quale testimonianza e valore storico, il documento dell'identità culturale e regionale dei centri storici e nuclei storici piemontesi.
La motivazione è questa. Da più parti si è segnalata la preoccupazione che la riformulazione proposta, che prevede tutti i centri storici, possa essere intesa come l'apposizione di un vincolo generalizzato sul complesso di tali parti del territorio piemontese. Devo dire che, al di là di tutto i centri storici hanno una parte importante di vincoli. Tutto questo ci fa pensare quanto sia difficile immaginare i recuperi legati agli alti costi.
Bisogna però dire che la Giunta ha dichiarato, Assessore, che non sarà così e questo aspetto in parte ci potrebbe rassicurare; e quindi possiamo immaginare che il nostro emendamento venga approvato. Se però così è, si deve accettare la riformulazione della norma che chiarisce proprio il contenuto effettivo in maniera inequivocabile.
Più volte, in sede di approvazione di bilancio e anche di assestamento abbiamo chiesto risorse per gli interventi nei centri storici, soprattutto nei borghi più piccoli ovviamente in difficoltà con immobili di pregio. È inutile dire che questi recuperi potrebbero anche far presagire ad un recupero e ad una rivitalizzazione dell'economia.
Pensiamo che quest'emendamento, se approvato, possa dare loro una nuova vita, coscienti che i borghi e i centri storici sono certamente una parte importante del patrimonio della nostra Regione.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE BOETI



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
L'emendamento n. 19) introduce un concetto che secondo noi è estremamente delicato. Infatti, mentre vi sono un certo numero di realtà cittadine o comunali in cui il centro storico è evidentemente la parte non soltanto maggiormente tutelata ma che dimostra anche che quello era od è il luogo di vita principale di una comunità, abbiamo realtà in cui questo aspetto non si verifica più; o perché il centro storico è in parte o in tutto profondamente degradato (e quindi non vi è una vitalità di una parte o dell'intero centro storico), oppure perché con l'espansione che alcune realtà hanno avuto - e non necessariamente dev'essere una grande espansione, pensiamo, per esempio, al caso di frazioni molto vicine alla frazione principale all'interno di uno stesso Comune - il centro, pur avendone la stessa valenza, non è più quello che oggi potremmo definire come il centro storico e che viene individuato come centro storico da parte del Piano paesaggistico, al comma 1 dell'articolo 24.
Questa modalità - che sembra un gioco di parole, ma che in realtà ribalta il concetto e fa sì che il Piano paesaggistico riconosca quale testimonianza del valore storico documentario i centri e i nuclei storici piemontesi - in realtà dà una possibilità di interpretare i limiti che vengono indicati all'interno dell'articolo 24 in modo differente.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Vignale.
Emendamento rubricato n. 58) presentato dai Consiglieri Vignale, Berutti Graglia, Ruffino, Sozzani.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
L'articolo 25 riguarda il patrimonio rurale storico e, al comma 5 indica una serie di aspetti che i Piani locali devono promuovere: il "mantenimento delle tracce delle maglie di appoderamento romane", la "la tutela e il mantenimento delle opere", ecc.
Ciò che secondo noi manca, rispetto a un concetto che in alcuni casi è anche stato condiviso dall'Amministrazione, è il fatto della conservazione e valorizzazione delle testimonianze del territorio agrario storico e di sviluppo del settore agricolo, nonché della diffusione delle moderne tecniche produttive, anche nell'ottica di non compromettere l'efficienza delle imprese agricole e di evitare l'abbandono delle attività.
Un Piano - o, almeno, nella nostra concezione di Piano paesaggistico dovrebbe essere un documento che bilancia la salvaguardia e la tutela perché questo, ovviamente, è il compito di un Piano - con misure che per permettano che nella salvaguardia e nella tutela si consenta alle persone che vivono in quei territori tutelati o su cui insiste una salvaguardia di poter continuare a vivere in modo che diremmo semplicemente normale. Ed è questo il motivo della presentazione dell'emendamento, che non tiene conto solo di uno storicismo o della necessità di cercare di fotografare in modo poco più che museale il patrimonio rurale e storico, ma anche del dovere di far sì che in questo patrimonio rurale siano compresi anche quegli interventi che magari non hanno cent'anni ma che sono indispensabili per il funzionamento di un'attività agricola.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Sozzani.



SOZZANI Diego

Non solo condivido quanto ha già detto il collega Vignale, ma aggiungo degli aspetti di tecnica della coltivazione che oggi sono sicuramente presenti in ambito agricolo.
Con l'emendamento si aggiunge la dicitura, inserendo una lettera al comma che stiamo discutendo nell'ambito delle direttive, "la conservazione e valorizzazione delle testimonianze del territorio agrario storico e di sviluppo del settore agricolo, nonché di diffusione delle moderne tecniche produttive, anche nell'ottica di non compromettere l'efficienza delle imprese agricole".
Sapete che oggi esistono delle possibilità di utilizzo di tecniche produttive che adoperano macchine, pompe e tutta una serie di strutture che a volte vanno ad essere conflittuali con regimi e corsi d'acqua che talora si devono andare a toccare e che, se non sono regolamentati dai consorzi irrigui, vengono poi gestiti direttamente dagli imprenditori.
Ora, è chiaro che il fatto che, in un ambito di applicazione dei requisiti ambientali e di conservazione, queste moderne tecniche prevedano probabilmente anche un utilizzo di nuove strutture, condotte, ecc. a servizio dell'agricoltura rispetto a quelle inserite in quest'articolo debba essere valutato con un occhio di riguardo e sicuramente con un occhio positivo per il mantenimento dell'attività agricola.



PRESIDENTE

La parola alla Vicepresidente Ruffino, che interviene in qualità di Consigliera.



RUFFINO Daniela

Grazie, Presidente.
Con quest'emendamento, intendiamo coniugare la testimonianza del territorio agrario storico con la parte dello sviluppo, in primo luogo per sancire l'importanza dell'agricoltura e poi perché abbiamo più che mai la necessità di fare salve le caratteristiche della tutela e della salvaguardia, ma anche dell'innovazione.
Abbiamo ricordato di recente che i troppi vincoli nell'agricoltura sono spesso un forte limite per l'insediamento dei giovani. Riteniamo che ogni compromissione possa anche segnare una perdita di posti di lavoro e su questo è certamente quasi inevitabile pensare ai recenti PSR, alle linee di indirizzo e di attuazione. Ovviamente vogliamo fare in modo che il nostro emendamento, che prevede la conservazione, la valorizzazione delle testimonianze del territorio, ma anche lo sviluppo del settore agricolo non comprometta l'efficienza delle imprese agricole proprio per evitare l'abbandono delle attività.



PRESIDENTE

Grazie, collega Ruffino.
Emendamento rubricato n. 20) presentato dai Consiglieri Sozzani, Berutti Pichetto Fratin, Porchietto, Ruffino, Vignale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Sozzani per l'illustrazione.



SOZZANI Diego

Questo è un articolo nel quale si introduce una novità nella pianificazione territoriale, perché usiamo anche le parole inglesi core zone e buffer zone. In realtà, queste sono le aree esterne di protezione di cui al comma 2 della lettera a) precedente per i siti inseriti nei patrimoni dell'UNESCO. L'UNESCO, essendo un ente internazionale, utilizza parole inglesi, che finalmente arrivano anche all'interno della nostra pianificazione.
L'elemento sul quale abbiamo fatto una valutazione, anche in questo caso in termini di positivo miglioramento della norma per attività di questo genere, che peraltro in Piemonte sono perseguite in diverse aree della nostra Regione anche a tutela di caratteristiche peculiari - come ad esempio le aree delle Langhe e del Monferrato, oppure altre zone che hanno questo riconoscimento - è il fatto che possano essere aggiunte parole che vanno a migliorare l'applicazione di queste zone, che sono le zone limitrofe all'individuazione cartografica di quali sono le aree tutelate.
Quindi, vorremmo aggiungere le parole: "In sede di adeguamento della pianificazione vigente al PPR" - quindi è una norma che va a indirizzo degli amministratori locali - "devono trovare adeguata previsione le attrezzature e i servizi a supporto della valorizzazione turistica delle core zone".
Evidentemente il patrimonio dell'UNESCO avrà una diffusione di tipo mondiale, ed è nella sua specificità un'attivazione di zone di questo genere. È chiaro che questo tipo di valorizzazione prevedrà una fruizione da parte di persone, speriamo nuove, altrimenti non avrebbe questo tipo di finalità.
Il fatto che si vada a individuare un'attività di questo genere prevede che, dal punto di vista turistico, debbano essere trovate anche le previsioni, le attrezzature e i servizi che necessariamente attività di questo genere precludono nello sviluppo delle stesse, ai fini dell'ottenimento dei massimi vantaggi locali rispetto all'individuazione di vincoli di questo genere con il patrimonio dell'UNESCO.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Il Piano paesaggistico correttamente prevede una serie di tutele che sono anche volte a tutelare le aree UNESCO, che, ricordiamo, sono diverse nella nostra regione: certamente le Langhe e il Monferrato, ma anche i Sacri Monti e quant'altro. Però, in questo caso come in altri, crediamo che ci debba essere una tutela in qualche modo seria, ma contemperata rispetto a quelle che sono le necessità.
È evidente che quando un luogo è diventato sito UNESCO era in una condizione; è altrettanto evidente che sono necessarie misure urbanistiche che consentano a quel luogo di rimanere tale o di essere migliorato, ma è altrettanto evidente che nel Piano paesaggistico regionale si deve trovare come dice l'emendamento, un'adeguata previsione con quelle attrezzature e i servizi che servono al turista, ma che possono servire semplicemente come promozione e valorizzazione dei luoghi.
Se vi è una nuova modalità di erogazione di un servizio, è importante che avvenga con un'attrezzatura o un servizio a supporto che, in qualche modo, non sia contrastante con quelle che sono le indicazioni che sono state date nelle zone o concentriche rispetto alle aree UNESCO o quelle più decentrate, ma è importante che questo possa avvenire, altrimenti viene meno un servizio che dobbiamo dare.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Vignale.
Emendamento rubricato n. 59) presentato dai Consiglieri Vignale, Berutti Graglia, Ruffino, Sozzani.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
L'emendamento n. 59), essendo inserito al comma 6 delle norme per i siti della lista UNESCO, riprende un po' le considerazioni che facevamo precedentemente, perché questo comma ha una serie di aspetti che sono condivisi, mentre altre parti rischiano di non consentire interventi finalizzati non solo alla promozione di un luogo, ma anche alla valorizzazione del patrimonio di un luogo sia da un punto di vista del territorio sia legato ai contesti di valore scenico sia legato all'immagine generale che ha un territorio.
Io credo che molti di questi interventi siano pensati e legati alle nuove aree delle Langhe e del Monferrato. Ci dobbiamo ricordare che questi interventi, essendo nella lista del patrimonio mondiale UNESCO, insistono nell'area dei Sacri Monti. Tuttavia, se pensiamo come sono articolati i Sacri Monti capiamo che intanto manca una parte di inserimento delle singole lettere, perché fa sempre riferimento, correttamente, per quanto riguarda la Langa, all'aspetto della tradizione del vino e dell'uso agrario, ma dimentica completamente tutta quella che è la rete dei Sacri Monti piemontesi e lombardi. Per quanto ci riguarda, ovviamente c'interessano quelli piemontesi, che devono anch'essi avere rappresentanza all'interno del Piano.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Sozzani.



SOZZANI Diego

Semplicemente perché non riesco a comprendere come mai si vada a introdurre la DGR 2131 del 21 settembre 2015, nell'ambito delle prescrizioni, che introduce un elemento che parla dell'adeguamento energetico degli edifici, in ambito urbanistico.
Chiediamo come mai si metta come condizione sine qua non questo tipo di DGR, generando un vincolo che va ad allargare i vincoli già esistenti.
Sapete che, quando si accetta.



PRESIDENTE

Mi scusi, Consigliere Sozzani.
Colleghi, è vero che il Consiglio sta per terminare, ma permettete al Consigliere Sozzani di esprimere nel modo migliore possibile quello che vuole dire, sentendosi anche.



SOZZANI Diego

Grazie.
Pertanto, chiediamo delucidazioni all'Assessore, magari nell'ambito della sua replica: come mai mettiamo un vincolo aggiuntivo, riguardante la parte energetica degli edifici in ambito urbanistico.
Capisco che, quando si accettano i vincoli del patrimonio dell'UNESCO questi sono già - di per sé - assolutamente restrittivi e molto precisi. È capitato che, coloro che hanno accettato in quelle zone questi vincoli quando hanno visto, poi, l'applicazione, non sono rimasti così contenti di essere entrati nell'ambito del patrimonio UNESCO.
In questo caso, si aggiunge come vincolo - è questa la domanda che pongo - una DGR regionale che va a parlare di energia degli edifici: "Si rimanda ai contenuti delle linee guida operative approvate dalla Giunta regionale del 21 settembre 2015, come riferimento per gli strumenti urbanistici ed edilizi dei Comuni ricadenti in tali ambiti".
Volevamo capire da questa Giunta, che senso abbia questo vincolo rispetto - invece - a tutta una serie di mantenimenti successivi (mantenimento uso agrario, tutela dei luoghi del vino, ecc.) che, poi andate ad individuare successivamente.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Berutti.



BERUTTI Massimo

Grazie, Presidente.
Quanto è stato affermato dai colleghi ha certamente un senso. Voglio aggiungere che l'elemento che ci preoccupa maggiormente è il fatto che si inseriscono ulteriori vincoli legati al discorso dell'efficientamento energetico e, di conseguenza, da una parte, si sostiene una politica, un percorso, una filosofia, ma, dall'altra, si pongono dei vincoli.
E allora, in questo caso, obiettivamente, ci poniamo degli interrogativi, perché la preoccupazione si estende e si allarga a ogni elemento, a ogni consesso, soprattutto a ogni situazione che tocchiamo e viviamo ogni giorno. Questo, onestamente, è motivo di forte preoccupazione perché questo punto questo rischia di essere veramente il Piano dei vincoli.
Ritengo che la Regione Piemonte e poi - a scendere - gli enti locali inferiori ne abbiano già a sufficienza, pertanto credo che questa preoccupazione debba portare, in qualche modo, a una sana e prudente riflessione da parte della Giunta.



PRESIDENTE

Con questo, il Consiglio finisce qui.
Buon appetito a tutti.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13)



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