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Dettaglio seduta n.247 del 12/09/17 - Legislatura n. X - Sedute dal 25 maggio 2014 al 25 maggio 2019

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Argomento:


MOTTA ANGELA



(I lavori iniziano alle ore 9.36 con l'esame del punto all'o.d.g. inerente a "Svolgimento interrogazioni e interpellanze")


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 1601 presentata da Sozzani, inerente a "Norme in materia di gestione dei rifiuti e servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani - Chiusura discarica di Barengo"


PRESIDENTE

Buongiorno, colleghi.
Iniziamo i lavori del sindacato ispettivo proponendo l'esame dell'interrogazione indifferibile e urgente n. 1601.
La parola al Consigliere Sozzani per l'illustrazione.



SOZZANI Diego

Grazie, Presidente.
È un'attività che, peraltro, abbiamo già analizzato anche nell'ambito delle discussioni in Commissione, sia sul Piano dello smaltimento dei rifiuti precedentemente approvato sia - soprattutto - nella discussione della nuova legge sui rifiuti. Questa interrogazione va a inserirsi relativamente alla zona del Novarese, perché la discarica di Barengo è, in questo momento, l'unica attiva nella zona e serve tutti gli 88 Comuni del Novarese.
Poiché mi sembra di comprendere che, nell'ambito del Piano rifiuti avevamo indicato la filosofia dell'economia circolare, con l'autosmaltimento in regione e con la nuova legge regionale che determina anche l'individuazione in capo all'ente Regione, nel momento in cui sarà approvata relativamente all'impiantistica che sovrintende, poi, lo smaltimento dei rifiuti nell'intero Piemonte, secondo i bacini che saranno suddivisi e individuati in ambito di applicazione della legge medesima interroghiamo l'Assessore su due concetti.
Il primo è su come intende procedere l'iter nelle more dell'approvazione del disegno di legge 217, a tutela degli ottimi risultati ottenuti dai Comuni virtuosi. E mi spiego: c'è stata un'indicazione da parte della Provincia di Novara nel portare rifiuti in Lombardia, quindi con tutto un aggravio anche di costi per i cittadini novaresi, poich quando ci sono gli Accordi di Programma nello spostare i rifiuti dal Piemonte in un'altra regione - come pure le altre regioni in Piemonte - si paga una tassa suppletiva rispetto allo smaltimento.
Inoltre, chiediamo quali siano le misure predisposte per arginare l'innalzamento di questi costi per i cittadini novaresi. Non è il caso, ad esempio, di continuare sulla discarica di Barengo, prevedendo eventuali ampliamenti o sopralzi, oppure altre tipologie di individuazione di smaltimento rifiuti, ma - sempre in Piemonte - in un ambito delle more dell'approvazione, prima, e applicazione della legge, poi, che avevamo chiesto in due anni (mi sembra che l'andamento vada verso un anno dalla promulgazione della legge - questo era quello che era stato scelto dalla Commissione), quindi nelle more di un anno, trovare la soluzione affinch possa essere modificato questo tipo di organizzazione e, tanto meno, i costi relativi allo smaltimento.
Questo è un po' il concetto e il senso dell'interrogazione che siamo andati a presentare oggi.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Valmaggia per la risposta.



VALMAGGIA Alberto, Assessore all'ambiente

Grazie, Presidente.
Partiamo dalla normativa in vigore oggi, in Piemonte. La legge regionale 23/2015, attribuisce alla Città metropolitana e alle Province l'esercizio in forma associata "a livello di ambito regionale" delle funzioni inerenti alla realizzazione e alla gestione degli impianti tecnologici di recupero e smaltimento dei rifiuti, ivi comprese le discariche.
In questo quadro, il ruolo della Regione non consiste in un'attività operativa, individuando luoghi e modalità per la destinazione finale del rifiuto, quanto in un'opera di pianificazione più ampia, stabilendo obiettivi e ottimizzando le risorse e rispettando gli obblighi individuati dalle disposizioni vigenti in materia.
Quindi, anche se siamo ancora in itinere per quanto riguarda il disegno di legge 217, e per quanto riguarda la governance dei rifiuti sia ancora in corso questo percorso, sono già a disposizione degli Enti competenti presenti in provincia di Novara gli strumenti con i quali gestire le modalità con cui affrontare le conseguenze della prossima chiusura della discarica di Barengo. In particolare, la gestione del rifiuto indifferenziato residuo.
A questo proposito, va sottolineato che - al contrario di quanto avveniva in passato - problemi, soluzioni e prospettive inerenti alla materia dei rifiuti urbani, come anche per quanto riguarda i RAEE e tutti i rifiuti selezionali, il rifiuto differenziato, trovano questa risposta e collocazione per la loro trasformazione in manufatti e beni rivendibili sul mercato, collocati anche a notevoli distanze.
Oggi si ragiona in un concetto di macroarea, addirittura come quella del Nord Italia, individuata dal DPCM del 10 agosto 2016, che risulta più coerente con le necessità di garantire non solo i corretti presidi ambientali presso gli impianti di trattamento, recupero e smaltimento dei rifiuti, ma anche (questo è l'aspetto importante) di livellarne i costi affinché i cittadini e le imprese possano usufruire di tariffe coerenti con gli standard ambientali e sanitari previsti, nonché con la disciplina di riferimento.
Tra i costi, considerata, come sopra già evidenziato, la valenza sempre più di "area vasta" attribuibile anche agli impianti di recupero e smaltimento dei rifiuti, risulta senz'altro da prendere in considerazione quello relativo al costo di trasporto, che potrebbe risultare significativo specie ove non risultasse presente a breve distanza un'impiantistica cui riferirsi.
In proposito, si ritiene che l'attenzione e la relativa soluzione anche economica a questo particolare aspetto sia da ricercare all'interno delle funzioni che, ai sensi della già citata legge regionale 23/2015 e della futura legge che scaturirà dal lavoro sul disegno di legge 218, siano da attribuirsi in capo a questo ambito regionale. Volendo fare un parallelismo, tale attenzione è peraltro da anni già esaminata e risolta all'interno di accordi riguardanti il recupero dei rifiuti di imballaggio (il famoso accordo ANCI/CONAI) e dei RAEE (i rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche), l'accordo ANCI/CdC RAEE, ove ritroviamo casistiche, criteri e condizioni economiche le quali attribuiscono riconoscimenti di natura economica, a seconda della distanza dal luogo di produzione che si riscontra, rispetto al luogo di destinazione (la cosiddetta piattaforma) del tipo di rifiuto e di imballaggio o RAEE.
Ciò a significare che l'aspetto individuato in quest'interrogazione è senz'altro degno di essere preso in considerazione e che tale luogo privilegiato potrà senz'altro trovare collocazione all'interno dei lavori che verranno attribuiti e svolti dall'ambito regionale di cui alla LR 23/2015.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Valmaggia.
Daremo la copia, come sempre, al Consigliere Sozzani.


Argomento: Contratti ed appalti - Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 1677 presentata da Sozzani, inerente a "Città della Salute di Novara - modifica del Codice degli appalti - aumento degli oneri finanziari dell'operazione"

Argomento: Contratti ed appalti - Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 1695 presentata da Sozzani, inerente a "Richiesta di attivazione della SCR per la celere realizzazione della Città della Salute di Novara"


PRESIDENTE

Esaminiamo congiuntamente le interrogazioni a risposta indifferibile e urgente n. 1677 e 1695.
La parola al Consigliere Sozzani per l'illustrazione.



SOZZANI Diego

Grazie, Presidente.
Le illustro insieme, perché l'una è legata all'altra.
Devo dire che, per la verità, sarebbe bastato il dibattito che è avvenuto sui giornali, quindi oggi è la conclusione di un elemento.
Solo per chiarire qual era la mia preoccupazione, che non era una preoccupazione critica, come hanno scritto (molto spesso i giornali hanno l'enfasi della polemica), ma era, invece, una constatazione di obiettivo cioè di realizzazione vera di questa Città della Salute.
Il concetto semplice è che una Città della Salute come quella di Novara ha una previsione di costo di 320 milioni: 127 circa ce li dà lo Stato e sei dovremmo recuperarli dal bilancio della Regione Piemonte. Qui interviene l'aspetto di novità rispetto al nuovo testo del Codice degli appalti (o Codice dei contratti, com'è stato ridefinito ultimamente), per cui ci sono anche le proprietà dell'ospedale che valgono circa 105 milioni.
Ora, la differenza rispetto alla mancanza per la realizzazione della Città della salute è poi di 82 milioni.
Allora, la domanda è: quando manca una cifra che capisco essere importante per i cittadini, ma ridotta per un'entità qual è quella del bilancio di un Assessorato alla sanità come quello della Regione Piemonte mi chiedo se questo non sia il caso di un appalto in modo diretto, senza il partenariato pubblico-privato (ex project financing, per intenderci, per chi non ha seguito l'evolversi della normativa in materia di Lavori pubblici). In caso di una gara d'appalto su opere di questo genere, è facile pensare che ci sia un ribasso d'asta intorno al 15-20 per cento sui 320 milioni: vuol dire dai 45 ai 60 milioni; e quindi ne difetterebbero qualora ci fosse un ribasso ipotetico del 20 per cento, "solo" 20 che mancano alla realizzazione dell'Ospedale.
La domanda, quindi, che è la somma delle due interrogazioni che oggi rivolgiamo è: con una cifra così ridotta rispetto ad un previsto investimento iniziale, non è il caso di fare una gara d'appalto utilizzando la Società di Committenza Regionale - quindi SCR, che ha tutti i requisiti -, senza andare a scomodare elementi di altro genere come, per esempio, gli advisor che sono stati previsti? Basterebbe fare l'appalto, si inizia l'avventura della realizzazione della Città della Salute e si fa un appalto più semplice di quello del partenariato pubblico-privato, che ha comunque dei vincoli già di redazione del disciplinare complesso.
Voi sapete, infatti, qual è la griglia che dev'essere definitiva per dare la vittoria ad uno rispetto ad un altro, con il rischio sia di impugnazione iniziale del disciplinare ma soprattutto dei ricorsi al TAR delle imprese successive (perché questa dei disciplinari purtroppo in Italia è un'esperienza non positiva). La mia preoccupazione - certamente non rappresenta una critica, né al lavoro dell'Assessorato né ad altri - è per l'allungamento dei tempi, tale da non consentire la realizzazione di quest'opera che per la Città di Novara e per il Quadrante delle Province (perché sovrintende il Quadrante delle Province) è sicuramente importante.
Questo, quindi, era il senso delle interrogazioni, che hanno voluto mettere insieme due elementi quali la possibilità dell'utilizzo di SCR e quella di cambiare metodo, visto il mutamento delle norme di tipo nazionale sugli appalti pubblici, avviando sicuramente, secondo una nostra previsione, un processo molto più semplice, molto più veloce e di immediata realizzazione.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Sozzani.
Per la Giunta regionale, risponde l'Assessore Saitta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Il Consigliere Sozzani ha ricordato che abbiamo utilizzato, su questo argomento, qualche occasione che ci hanno offerto i giornali locali. La mia opinione non cambia e devo dire - e lo ripeto anche con una certa determinazione - che ciò non significa un giudizio negativo sui rapporti che abbiamo. Il collega è stato Amministratore e sa perfettamente quali sono le norme e i vincoli della Pubblica Amministrazione e la necessità anche, di seguire percorsi lineari per evitare quello che succede nella Pubblica Amministrazione, cioè il gioco dell'oca, dove si ritorna alla casella di partenza.
Qui la strada che abbiamo intrapreso è l'unica possibile: non esistono altre strade di finanziamento pubblico. Devo dire che sono anche stupito della posizione del collega Sozzani rispetto a questa ipotesi di un finanziamento pubblico-privato o addirittura rispetto ad un finanziamento tutto privato che - a me piace ricordarlo - è quella che sosteneva fino a non molto tempo fa. E quindi c'è anche il problema di dover tenere conto di questo.
Questa, dicevo, è l'unica modalità: se vogliamo realizzare l'Ospedale si tratta di continuare con la strada che abbiamo intrapreso. Lo studio di fattibilità è stato approvato - come voi sapete - dal Nucleo di valutazione. Rimettere in discussione, anche qualora fosse possibile (ma non lo è perché ci sono i limiti all'indebitamento pubblico che il collega Sozzani conosce perché sono un fatto oggettivo e quindi non vi sono altre possibilità), e ricominciare un percorso che ha impegnato tante risorse io adesso non so quand'è iniziata la storia dell'Ospedale Città della Salute di Novara, né quanti Assessori e quanti Direttori generali siano passati - è impensabile. Siamo arrivati a un punto importante oltre il quale, assolutamente, questa è l'unica strada che permette di realizzare quest'opera.
Quindi, anche il tema di SCR è un tema sotto quest'aspetto insignificante; innanzitutto perché la stazione appaltante l'abbiamo definita (ha seguito la vicenda anche con grande competenza) ed è l'Azienda sanitaria. E dunque non intendiamo assolutamente modificare una decisione che abbiamo preso. Ci sono al suo interno delle competenze amministrative e di carattere tecnico che consentiranno, una volta che sarà concluso il percorso, cioè la firma dell'Accordo di Programma che dovrebbe appunto essere imminente (cioè con i soldi stanziati), di procedere, mi pare, sulla strada segnata.
Pertanto, anche con una certa cortesia, ripeto che le posizioni espresse esprimono un'opinione, ma sono impraticabili sul piano del diritto amministrativo. E devo dire - non mi succede spesso - che mi sembra che su questa vicenda anche l'Amministrazione di Novara abbia apprezzato il lavoro che abbiamo fatto. Non succede spesso, ma il fatto che anche un'Amministrazione di segno diverso si esprime in modo concorde recentemente, nella scorsa settimana, il Sindaco di Novara ha riconosciuto pubblicamente i grandi passi avanti compiuti e il fatto che si debba continuare su questa strada - non mi pare che sia un segno negativo nei rapporti istituzionali su una modalità che consente di non tornare indietro.
Se il collega vuole tornare indietro, vuol dire che questa è la sua opinione. Ma io continuo a ripetere che la sua opinione è un modo di tornare indietro, perché quella soluzione non è praticabile.


Argomento: Benessere animale

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 1701 presentata da Frediani, inerente a "Realizzazione e gestione del nuovo canile di Sant'Antonino di Susa"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 1701 per l'illustrazione della quale ha la parola la Consigliera Frediani.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente, e buongiorno, Assessore.
Allora, parliamo di una struttura che è stata inaugurata recentemente con una grande festa, una struttura peraltro attesa da diversi anni sul territorio valsusino: un canile, nato sul territorio del Comune di Sant'Antonino.
La Regione ha partecipato con una somma di 29.100 euro alla costruzione di questo canile sanitario, ovviamente seguendo la legge regionale che prevede, per l'appunto, la possibilità di contribuire a lavori realizzati dai Comuni per dotarsi di queste strutture, che sicuramente sono utili al territorio e che, anzi, sono le benvenute, proprio per il tipo di attività che svolgono.
Il canile, in realtà, è stato costruito principalmente grazie a una cospicua eredità lasciata da una ballerina torinese, che ricordiamo, perch merita sicuramente menzione per le sua volontà e per quello che ha deciso.
Graziella Marchisio, che è mancata nel 2000, ha impegnato l'utilizzo di 500.000 euro per creare un ente a sostegno degli animali abbandonati.
C'è qualche dubbio in merito all'attuale gestione del canile, gestione che è stata assegnata ad ACSEL (quindi l'affidamento dei lavori è stato assegnato ad ACSEL), e da qui in poi iniziano i problemi, nel senso che il Comune di Almese, in particolare, ha sollevato alcune questioni rispetto all'utilizzo dei fondi e anche rispetto a una questione che riguarda l'arrivo di alcuni cani dalle zone terremotate, che in realtà pare siano cani non provenienti dalle zone terremotate, ma dalla Regione Sicilia.
Anche su questo non c'è proprio chiarezza e sappiamo che è ancora in atto una discussione tra il Sindaco Ombretta Bertolo e il Presidente di ACSEL.
Noi, per quello che riguarda il ruolo della Regione, siamo qui a chiedere chiarezza rispetto ad alcuni punti, quelli che dovrebbero essere più di competenza dell'Ente in cui operiamo, e in particolare: se la Regione abbia verificato la correttezza della documentazione relativa alla rendicontazione dei lavori realizzati nel canile; quale sia il costo totale sostenuto per la costruzione del canile; chi abbia contribuito, oltre alla Regione e alla donazione ricevuta (tra l'altro, sappiamo che i Comuni versano una quota proprio per il mantenimento dei cani nella struttura); a chi sia stata affidata la gestione del canile e con quali modalità; quale documentazione dovrà essere presentata a rendicontazione e con quale periodicità della gestione; se e quando sarà online un sito internet ufficiale dove siano ottemperati gli obblighi di trasparenza.
Tutto questo perché noi abbiamo cercato informazioni sui vari siti abbiamo visto numerosi articoli di giornale e delle foto splendide: la struttura è decisamente di lusso, diciamo così, e include anche delle attività che non sono soltanto quelle di assistenza degli animali abbandonati, ma anche un centro di addestramento e un luogo di incontro quindi è una struttura sicuramente all'avanguardia, però il tutto senza molta trasparenza.
Di conseguenza, noi cerchiamo di capire quale sia la situazione anche rispetto a un contributo esiguo in considerazione del costo della struttura, però comunque un contributo da parte di un Ente pubblico, e chiediamo degli approfondimenti relativamente alle questioni che ho appena illustrato.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Saitta per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente.
Il canile consortile realizzato a S. Antonino di Susa è stato inaugurato domenica 18 luglio, occupa un'area di circa 6.600 metri quadri dispone di 71 box, un reparto di osservazione sanitaria con altri 19 spazi ed uffici, oltre a un'area attrezzata per l'addestramento di unità cinofile della Polizia.
Il lascito cui la Consigliera Frediani fa riferimento nell'interrogazione risale alla scomparsa della signora Graziella Marchisio nell'anno 2000.
Il Comune di S. Antonino ha messo un'area a disposizione del consorzio ACSEL per la realizzazione della struttura.
Ci siamo rivolti all'Amministratore delegato del consorzio ACSEL, Paolo Borbon, che ci ha dettagliato quanto segue: l'appalto di gestione del canile e del servizio di cattura è stato bandito con procedura di gara ristretta ai sensi degli articoli 54, 55 e 124 del D.Lgs. 163/2006 ed è stato aggiudicato il 15 aprile 2014 all'Ente Nazionale Protezione Animali Onlus, sede legale di Roma l'appalto di costruzione del canile è stato aggiudicato con procedura negoziata ai sensi dell'articolo 122, comma 7, del D.Lgs. 163/2006 ed è stato aggiudicato il 23 marzo 2015 all'operatore economico Giustiniana S.r.l. di Gavi, frazione Rovereto l'importo finale dei lavori ammonta a 837.180,73 euro.
l'appalto di costruzione di blocchi box modulari per il canile sanitario ed area parco è stato aggiudicato con procedura negoziata ai sensi dell'articolo 122, comma 7, del D.Lgs. 163/2006 ed è stato aggiudicato il 25 novembre 2015 all'operatore economico Laika di Roberto Spacone, con sede legale a Valiano di Montepulciano (Siena) l'importo finale dei lavori ammonta a 359.244,68 euro.
All'onere di cui sopra ACSEL ha provveduto con risorse proprie e con un contributo di 540.000,00 euro della fondazione Sugar e Pincy, nonché di un finanziamento della Regione Piemonte non ancora del tutto erogato di circa 29.000,00 euro, per la costruzione del canile sanitario.
Aggiungo che il Servizio sanitario dell'ASL TO3 ha eseguito alcuni sopralluoghi in corso di costruzione per verificare l'avanzamento dei lavori del reparto sanitario del canile, unica parte oggetto di finanziamento regionale, trasmettendo successivamente la documentazione al Settore regionale competente.
Tutte le informazioni sono disponibili (così mi dicono) sul sito aziendale Acsel www.acselspa.it nella sezione dedicata all'amministrazione trasparente. Segnalo che il sito ha anche una sezione specifica dedicata al canile consortile "Cento Code".


Argomento: Trasporti su ferro

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 1454 presentata da Gancia, inerente a "Proroga contratto con Ferrovie dello Stato" (risposta scritta)


PRESIDENTE

In assenza dell'interrogante, Consigliera Gancia, all'interrogazione n.
1454 viene fornita risposta scritta.


Argomento: Beni demaniali e patrimoniali

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 1590 presentata da Gancia, inerente a "Vizi esterni e sicurezza delle vetrate del nuovo Palazzo Uffici della Regione Piemonte" (risposta scritta)


PRESIDENTE

In assenza dell'interrogante, Consigliera Gancia, all'interrogazione n.
1590 viene fornita risposta scritta.
Dichiaro chiusa la trattazione del sindacato ispettivo.



(Alle ore 10.03 la Presidente dichiara esaurita la trattazione del punto all'o.d.g. inerente a "Svolgimento interrogazioni e interpellanze")



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAUS



(La seduta ha inizio alle ore 10.07)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Richieste di modifica dell'o.d.g.


PRESIDENTE

Do atto che l'o.d.g. è stato comunicato con la convocazione.
Chiedo se vi siano proposte di modifica.
Ha chiesto la parola il Consigliere Rostagno; ne ha facoltà.



ROSTAGNO Elvio

Grazie, Presidente.
Il nostro Gruppo consiliare ha presentato un atto di indirizzo sulla tematica Comital, e mi risulta che anche altri l'abbiano fatto. Chiederei che nell'arco di questa sessione giornaliera si trovi lo spazio per dibattere e approvare questi documenti, stante l'urgenza della situazione.



PRESIDENTE

Scusate, solo per curiosità: ci sono anche altri atti di indirizzo su Comital? Lo chiedo perché il collega Rostagno domanda se nell'arco della giornata - non era programmato - c'è la possibilità di votare gli atti di indirizzo su Comital. Che sia tarda mattinata o fine seduta, potrebbe andar bene? Okay.
Ha chiesto la parola il Consigliere Mighetti; ne ha facoltà.



MIGHETTI Paolo

Grazie, Presidente.
Nel pomeriggio è stata fissata una comunicazione dell'Assessore in merito alla questione della siccità in provincia di Alessandria, nel Basso Piemonte, e la crisi idrica che ne deriva.
Chiederei di inserire una mozione che venga discussa in conseguenza a questa comunicazione, relativa appunto agli impegni della Regione per supportare tale territorio durante questa crisi.



GARIGLIO Davide

Una o più mozioni.



MIGHETTI Paolo

Una o più mozioni, certamente, se vengono poi attratti degli altri atti al nostro.



PRESIDENTE

Scusate, un po' di attenzione.
Il collega Mighetti propone, dopo le comunicazioni dell'Assessore, di votare, - non solo di iscrivere, ma di votare - un atto d'indirizzo, quindi l'Aula mi deve dire se acconsente.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ravetti.



RAVETTI Domenico

Grazie, Presidente.
Dato che l'approccio nei confronti di questi problemi dovrebbe essere almeno inizialmente unitario, io chiedo, dopo la discussione, di poter lavorare a un documento unitario di impegno per la Giunta. Dopodiché, se non ci sono le condizioni, ne facciamo anche mille di documenti.



PRESIDENTE

Certo, ci mancherebbe.
Grazie, collega Ravetti.
La parola al Consigliere Ottria.



OTTRIA Domenico

Grazie, Presidente.
Avrei chiesto l'inserimento di una mozione sullo stesso argomento, per cui va bene se facciamo...



PRESIDENTE

Ci siamo capiti? Dopo le comunicazioni, magari sospendiamo i lavori per trovare una sintesi, se è possibile e se ci sono i margini.
La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Volevo chiedere, se è possibile nella giornata, di avere una comunicazione da parte della Giunta regionale in merito alla sentenza del TAR di venerdì scorso di non accoglimento dei ricorsi sulla deliberazione 29, relativa alla residenzialità psichiatrica.



PRESIDENTE

Consigliere Vignale, quando? Oggi? Vediamo nell'arco della giornata.
Cerchiamo di organizzarci.
La parola al Consigliere Grimaldi.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Non è ancora in aula l'Assessora Pentenero e non so se arriverà.
Tutta l'estate l'Assessora è stata impegnata nella vicenda Comital di Volpiano; come sapete, c'è ancora un piccolo, piccolo spiraglio perch l'azienda non chiuda definitivamente i battenti e non venga liquidata.
L'Assessora ci aveva assicurato di seguire la vicenda per quanto le fosse possibile e semmai volesse darcene comunicazione, ne saremo molto lieti.



PRESIDENTE

Abbiamo detto che oggi si discuterà di un atto di indirizzo...



GRIMALDI Marco

Sì, però, se volesse darne comunicazione prima di discutere sugli atti di indirizzo, lo preferiremmo.



PRESIDENTE

Sì, certo. È chiaro.
Grazie.
La parola alla Vicepresidente Ruffino, che interviene in qualità di Consigliera.



RUFFINO Daniela

Grazie, Presidente.
Oggi siamo al secondo giorno di scuola e la richiesta da parte del nostro Gruppo è quella di avere informazioni dall'Assessore relativamente al numero degli insegnanti d'appoggio nelle nostre scuole. Risultano esserci tantissime cattedre vuote, peraltro anche con docenti non specializzati.
Ci sono forti ritardi per i finanziamenti alle Sezioni ponte o primavera; ancora grandi ritardi rispetto ai contributi alle scuole paritarie e una situazione di stallo rispetto ai mutui BEI.
I Sindaci immaginavano di poter avviare i lavori nelle scuole durante l'estate, ma purtroppo c'è stato un anno di ritardo. Credo sia importante che l'Assessore riferisca all'Aula in questo senso.
Infine, per quanto riguarda Comital, a fronte di colloqui avvenuti durante la settimana, il nostro Gruppo sta predisponendo un ordine del giorno.



PRESIDENTE

Grazie, collega Ruffino.
Ci sono un po' di comunicazioni richieste; cerchiamo di fare una sintesi nell'arco della giornata e chiedere agli Assessori competenti la loro disponibilità.
L'o.d.g. è approvato, ai sensi dell'articolo 58 del Regolamento interno del Consiglio regionale.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

Sono a disposizione e riproducibili, su richiesta, i processi verbali delle sedute del 25 luglio 2017, del 27 luglio 2017 e del 1° agosto 2017.


Argomento:

b) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo Batzella, Boeti, Cerutti, Ferraris, Gancia Pentenero e Reschigna.


Argomento: Commemorazioni

Commemorazione vittime e feriti degli attentati in Spagna del 17 agosto 2017 e in Finlandia del 18 agosto 2017, nonché delle vittime dell'alluvione di Livorno del 9 e del 10 settembre 2017


PRESIDENTE

In Europa si ripropone con ferocia l'incubo del terrorismo islamico.
Vari attacchi di matrice jihadista, vera o presunta, hanno interessato nelle scorse settimane la Spagna e la Finlandia. Il pomeriggio di morte a Barcellona è iniziato alle 16.50 di giovedì 17 agosto, quando un furgone è piombato sulla folla che passeggiava nel cuore della capitale catalana. Il tragico bilancio è di 15 morti, tra cui gli italiani Bruno Gulotta e Luca Russo, e un centinaio di feriti.
Otto ore dopo, venerdì 18 agosto, lo scenario stava per ripetersi nella notte a Cambrils, cittadina turistica della costa, a sud-ovest della capitale catalana. Ne è convinta la polizia locale che, in un blitz, ha ucciso cinque sospetti terroristi, confermando in un secondo momento che il gruppo aveva investito alcune persone con un'automobile. Sei i civili feriti sul lungomare, tra cui una donna che è poi deceduta in ospedale.
Poco dopo l'ora di pranzo dello stesso venerdì, diverse persone sono state accoltellate mentre passeggiavano nella centrale piazza del mercato di Turku, città del Sud della Finlandia. Secondo la ricostruzione della polizia, i passanti sono stati colpiti alla cieca. Il bilancio è di due morti e otto feriti, tra cui l'italiana Luisa Biancucci, ricercatrice di 30 anni, ferita a una spalla. È questo il primo episodio di terrorismo per il quale il tranquillo Stato scandinavo irrompe nella cronaca internazionale.
Quanto accaduto ci addolora: l'Europa continua a essere sotto attacco e appare vittima di una costante minaccia che si manifesta all'improvviso colpendo persone inermi e luoghi dall'inequivocabile significato identitario. Ogni attacco è una ferita per tutti: una ferita che non si cicatrizza mai.
Di fronte a questa nuova strage, la condanna di autorità e istituzioni deve essere forte e unanime, consapevoli e fiduciosi che l'insensatezza spietata del terrorismo possa essere vinta solo da un rafforzamento della cultura della libertà e della democrazia.
Il nostro sentito cordoglio va ai familiari delle vittime, al popolo spagnolo e a quello finlandese, oltre agli auguri per la completa guarigione di tutti coloro che sono rimasti feriti.
È di sette morti e un disperso il tragico bilancio dell'ondata di maltempo che ha colpito la Toscana, in particolare la città di Livorno nella notte tra sabato 9 e domenica 10 settembre. È con grande commozione che esprimiamo la nostra vicinanza e solidarietà ai famigliari delle vittime e a chi si trova ad affrontare l'emergenza.
Chiedo al Consiglio regionale di voler osservare un minuto di silenzio.



(L'Assemblea, in piedi, osserva un minuto di silenzio)


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale (seguito)


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale (seguito)

Argomento:

c) Nomine e designazioni effettuate dalla Giunta e dal suo Presidente


PRESIDENTE

Ai sensi dell'articolo 37, comma 2, visto lo Statuto, si dà atto che sono state trasmesse le informative da parte del Gabinetto della Presidenza della Giunta regionale in merito a cinque decreti di nomina della Presidenza della Giunta regionale e una deliberazione di nomina della Giunta regionale.
Gli allegati sono a disposizione presso l'Ufficio Aula.


Argomento:

d) Non impugnativa


PRESIDENTE

Il Consiglio dei Ministri ha esaminato, in data 7 agosto 2017, le seguenti leggi regionali e ha deliberato la non impugnativa della legge 28 giugno 2017, n. 9 "Snellimento delle procedure in materia di edilizia urbanistica", e della legge 4 luglio 2017, n. 10 "Disposizione per la prevenzione delle complicanze, la diagnosi, trattamento e riconoscimento della rilevanza sociale dell'endometriosi".


Argomento:

e) Comunicazioni della Giunta regionale


PRESIDENTE

Comunico la disponibilità della Giunta regionale a relazionare nel corso della seduta pomeridiana sul tema della siccità in Piemonte.
Come dicevo prima, poi vedremo come regolarci per le comunicazioni dell'Assessora Pentenero e poi anche dell'Assessore Saitta, in merito alla psichiatria.
Ricordo, inoltre, che alle ore 18 in Sala A si terrà la Conferenza dei Capigruppo.


Argomento:

Nomine (rinvio)


PRESIDENTE

Colleghi, rinviamo l'esame del punto 4) all'o.d.g., inerente a "Nomine".


Argomento: Beni ambientali - tutela del paesaggio (poteri cautelari, vincoli

Proseguimento esame proposta di deliberazione n. 228, inerente a "Approvazione del piano paesaggistico regionale ai sensi della legge regionale 5 dicembre 1977, n. 56 'Tutela ed uso del suolo'"


PRESIDENTE

Passiamo al proseguimento l'esame della proposta di deliberazione n.
228, di cui al punto 5) all'o.d.g.
Nella seduta antimeridiana del 1° agosto è iniziato l'esame della proposta di deliberazione n. 228. Dopo l'intervento dell'Assessore Valmaggia, è iniziata la discussione generale.
Sono intervenuti i Consiglieri Mighetti, Sozzani, Porchietto Accossato, Pichetto Fratin, Ruffino, Barazzotto, Sozzani, Appiano e Ferrentino.
Ci sono altre richieste d'intervento? Ha chiesto di intervenire il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Il documento che stiamo discutendo oggi appare - almeno, sembrerebbe apparire - un documento estremamente tecnico. Se i colleghi hanno avuto modo di leggere il Piano nella sua monumentalità, non solo i singoli articoli, ma anche tutti gli allegati, si renderanno conto che oggettivamente, è un documento di difficile lettura.
In questo modo con la discussione abbiamo rischiato, non tanto in Commissione, dove si è cercato di entrare un po' di più sull'aspetto politico generale, ma in quella che, in qualche modo, si è svolta con.



PRESIDENTE

Per cortesia, Consiglieri, se dovete parlare fatelo fuori dall'aula.
Create disturbo.



VIGNALE Gian Luca

Rischiamo di trasformare una discussione estremamente importante e significativa per il Piemonte in una discussione - mi permettano gli ingegneri e gli architetti - un po' da addetti ai lavori, come se la pianificazione urbanistica e la pianificazione strategica urbanistica fosse un aspetto che riguarda i tecnici e non avesse una serie di implicazioni estremamente significative.
Provo a segnalare i limiti che ho riscontrato all'interno del Piano.
Anzitutto, uno di carattere generale, che non sottolinea solo il sottoscritto, ma che più soggetti hanno riscontrato, cioè l'assenza di una programmazione strategica e di una pianificazione strategica. In questo periodo, o in questi anni, abbiamo discusso di piani differenti. Piani differenti che sembrano non avere un obiettivo. Quando un amministratore comunale fa un piano regolatore, certamente lo cala in documenti e tavole nel supporto che gli uffici urbanistici e i professionisti danno all'amministrazione, ma tendenzialmente provano a elaborarlo con un'idea di città. Chi fece il piano regolatore della Città di Torino lo imperniò sulla logica delle "spine"; poteva piacere o non piacere, ma è stato un po' quello: una logica di espansione provando a portare fuori dal centro una serie di aspetti che chiameremmo direzionali.
Il Piano paesaggistico non ha questa visione. Il Piano è la somma di una serie di visioni di dettaglio, tant'è che mentre ne discutiamo discutiamo per esempio il regolamento sulle attività estrattive, che è in conflitto con il Piano paesaggistico. Pochi mesi fa, abbiamo approvato una legge sull'impiantistica di risalita, che è in conflitto con il Piano paesaggistico. Alla fine vincerà il Piano paesaggistico, perché l'aspetto di tutela vincerà sempre rispetto ad altre dinamiche.
È estremamente gravoso un documento di questo tipo. Anzitutto perch crea più difficoltà alle imprese, principalmente, come segnalano molte associazioni, alle imprese agricole. Creerà molta più burocrazia perché si inseriscono una serie di vincoli, prescrizioni e obblighi che non esistevano nella nostra regione. Diventa un po' singolare un'amministrazione che ha fatto, non molti anni fa, ma due, una legge di semplificazione e ha provato a dare il senso anche del proprio governo nella semplificazione burocratica, e poi fa un documento che, se uno lo leggesse comparandolo con le tante osservazioni, si renderebbe conto che rischia di ingessare alcune realtà, certamente quelle montane, certamente quelle boschive, certamente quelle da pascolo, certamente quelle industriali, in cui si pone un limite alla possibilità di sviluppo in alcune zone.
Rischia di ingessare non dico tutto il Piemonte, ma certamente rischia di essere l'ennesimo freno per l'economia piemontese in un momento di grave difficoltà in cui noi dovremmo fare l'esatto opposto. Noi dovremmo preoccuparci di fare provvedimenti di semplificazione per tutti, perché io parlavo delle imprese, ma il Piano riguarda anche l'attività che i singoli cittadini possono svolgere all'interno delle loro proprietà o dei loro appezzamenti terrieri. Non mi riferisco necessariamente solo alle imprese ma certamente il tema delle imprese è centrale. Il Piano pone infetti una serie di vincoli alle amministrazioni comunali, alcuni dei quali sono stati accolti, parzialmente accolti e segnalati alle amministrazioni; molti altre, invece, non sono state accolti e intervengono nella logica della limitazione che il Piano pone ai territori comunali.
Soprattutto, il Piano non tiene conto di un aspetto, che io credo dirimente, che è il costo. Il Piano, oggi in salvaguardia, pone le amministrazioni comunali nel loro rispetto, soprattutto pone le amministrazioni comunali nel dovere di rinnovare tutti i piani regolatori.
Un piano regolatore costa alcune decine di migliaia di euro, se facessimo una media del pollo 30 mila euro, ma in realtà la media per gli aggiornamenti del Piano è superiore: significherebbe che noi avremmo bisogno di 30-35 milioni di euro da trasferire alle amministrazioni comunali per garantire che l'adeguamento del Piano paesaggistico, ancorch aumentante la burocrazia, ancorché limitante alcune attività imprenditoriali e non, ha questo costo.
Essendo evidente che noi non abbiamo queste risorse, o qualora le avessimo, in un momento come questo, se noi investissimo 30 milioni di euro in modifiche dei piani regolatori e non in strumenti di incentivazione all'economia piemontese o in nelle più differenti politiche di sostegno alle famiglie o alla natalità che ogni Gruppo consiliare si pone, saremmo dei matti. È questo il vero punto di non ritorno rispetto ad una dinamica che è davvero tecnicistica.
Cosa ha detto l'Assessore Valmaggia in più occasioni? Ha detto: "È un processo iniziato da lontano". Sembra di rivedere - anche se qui in modo molto più grave - quello che è avvenuto sul Piano ittico: lo abbiamo iniziato, va avanti da tanto tempo e dovevamo portarlo a compimento. Uno lo porta a compimento, nel senso che si dà come priorità quel Piano, dopodich sa o si dovrebbe sapere - i cittadini piemontesi dovrebbero sapere soprattutto le Amministrazioni comunali dovrebbero sapere, visto che faranno ricadere ovviamente sui loro concittadini questi costi - che questi 30 o 50 (perché poi le stime sono, chiedendolo sempre a chi fa quello di mestiere, non facendo un calcolo spannometrica, approssimative) non li avremo mai; ed essendo in salvaguardia, comunque alcuni aspetti non potranno essere modificati.
Noi abbiamo presentato una serie di emendamenti (non tanti, una trentina) - anzi, li presentiamo adesso, prima della chiusura della discussione generale - per significare come ci siano una serie di aspetti sui quali sarebbe importante intervenire. Però il Vicepresidente Reschigna ci ha detto: "Guardate, noi abbiamo siglato un accordo con il Ministero anche l'Assessore Valmaggia, quindi il Piano non è modificabile".
È sufficiente leggere - lo dico anche da ex Assessore alla montagna la parte che riguarda l'attività montana per rendersi conto, all'articolo 13, sulle aree di montagna, che siamo schizofrenici: cioè noi sosteniamo la necessità di ampliare le aree pascolive (o comunque di garantire la permanenza delle aree pascolive), concetto che viene espresso in termini generali nel Piano, sosteniamo la necessità che il bosco diventi il "petrolio verde" del Piemonte (è stato detto mille volte in molteplici convegni a cui anche l'Assessore Valmaggia ha partecipato), dopodiché in uno e nell'altro caso - lo segnalano tutte le associazioni agricole, non una soltanto! - il Piano impone dei vincoli strettissimi rispetto allo sviluppo delle realtà pascolive, nel senso che ne garantisce solo il mantenimento e non ne prevede un ampliamento, così come per il bosco ne prevede il mantenimento, ma non la possibilità di andare a riduzione, in particolare rispetto al bosco di invasione, che è uno dei temi su cui maggiormente dovremmo intervenire.



PRESIDENTE

Vi sono altre richieste di intervento sulla discussione generale? Collega Vignale?



VIGNALE Gian Luca

Presento solo gli emendamenti prima che dichiari chiusa la discussione generale.



PRESIDENTE

Non risultano altri iscritti a intervenire.
Dichiaro conclusa la discussione generale.
I lavori sono sospesi per dieci minuti, il tempo necessario per verificare gli emendamenti.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 10.34 riprende alle ore 11.12)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Emendamento rubricato n. 34) presentato da Vignale, Sozzani, Berutti Ruffino e Graglia.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Vignale, per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Credo che questo sia un emendamento importante, nel senso che prevede che nell'attività edilizia, proprio da un punto di vista paesaggistico, vi sia il mantenimento d'uso di materiali tradizionali e delle lavorazioni artigianali nei piani regolatori e nei loro allegati tecnici (o nei manuali, come in alcune realtà), che vincolino l'utilizzo di materiali autoctoni.
Poi si introduce un secondo aspetto, che non è inseribile magari nel Piano, ma che è un'inevitabile conseguenza, o quasi, ossia che prioritariamente l'affidamento di incarico vada ad imprese o reti di imprese che abbiano il riconoscimento di eccellenza artigiana.
Perché è importante quest'emendamento, in particolar modo nella prima parte? L'Assessore Valmaggia sa che nel nostro tariffario regionale sulle opere pubbliche sono individuate, ad esempio, tutte le pietre piemontesi dal serizzo alla pietra di Luserna, con una classificazione ben definita.
Sarebbe una buona modalità indicare nel Piano paesaggistico che per vincolo paesaggistico - nella tutela ambientale delle nostre valli, in particolare di quelle montane, ma non solo, anche di quelle rurali e collinari - c'è l'utilizzo di quei materiali.
Quando ci rechiamo in alcune realtà montane, sappiamo bene quanto strida, da un punto di vista paesaggistico, il palazzo degli anni Settanta! Qual è l'aspetto positivo? Che non è solo un elemento paesaggistico, ma è un aspetto che si riflette in modo significativo sull'economia di quelle valli. Perché è evidente che utilizzare la pietra di Luserna per tutta una serie di interventi, piuttosto che il serizzo, piuttosto che altre pietre (che sono le pietre "piemontesi") dà un vantaggio non solo alle attività estrattive, ma anche a quegli operatori, spesso artigiani (piccole e medie imprese artigiane), che sanno lavorare questi materiali, perché non sono lavorabili da chiunque.
Io credo che questo sia uno degli aspetti - quasi tutti i nostri emendamenti hanno questa finalità - in cui l'elemento paesaggistico si leghi con un miglioramento delle attività imprenditoriali e, in alcuni casi, anche con una semplificazione. Perché sembra complesso, ma come l'Assessore e i colleghi sanno, laddove i GAL, ad esempio, fanno i manuali con cui realizzare le attività che vengono finanziate dai GAL stessi, c'è un inizio che è un po' più difficile, ma dopo diventa estremamente più semplice.
È evidente che c'è un secondo aspetto che va individuato, che è quello sul sostegno economico. Perché noi dobbiamo anche dire - recupero il tempo con l'emendamento successivo, almeno concludo il concetto - che è giusto mantenere le nostre realtà montane in pietra o con i tetti in luserna, ma dobbiamo anche dire che costa di più, perché è molto più facile fare come fanno i nostri amici francesi, che invece hanno modalità di copertura delle loro abitazioni che certamente non sono paesaggisticamente belle come molte realtà del nostro Piemonte.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RUFFINO



PRESIDENTE

Ricordo ai colleghi che il primo firmatario ha diritto ad intervenire per due minuti, dopodiché per gli altri sono possibili due minuti.
Ha chiesto la parola il Consigliere Sozzani; ne ha facoltà.



SOZZANI Diego

Aggiungo alcuni elementi che il Consigliere Vignale ha citato poc'anzi.
Risulta importante quest'emendamento, che oltre tutto è un emendamento proposto anche dalle associazioni di categoria, non solo quelle individuate da noi.
Nell'ambito dei codici dei contratti è possibile stipulare delle possibilità di questo genere, cioè non va a ledere anche l'attività di programmazione urbanistica nell'ambito dei vari Comuni, perché inserendo in un ambito regolamentare questo tipo di attività, sia per la scelta delle imprese che abbiano un riconoscimento specifico sia soprattutto dei materiali autoctoni, è chiaro che si va ad aiutare l'economia piemontese.
Questo è fuori di dubbio.
Vero è che è probabilmente possibile, come già anticipato dall'Assessore, individuare successivamente un regolamento specifico che vada a realizzare questo tipo di attività, ma ci pare giusto valutare gli emendamenti in sede di Aula per far capire qual è l'obiettivo finale di questa pianificazione, cioè una pianificazione che va a includere tutta una serie di adempimenti piuttosto gravosi per i Comuni, tra i quali l'impatto che questo tipo di piano va a realizzare sui Comuni stessi.
Per la verità, successivamente ci sarà un emendamento che lo richiede tant'è vero che la volta scorsa l'avevo anche richiesto in sede di relazione preliminare.
Proseguirò sull'argomento con l'illustrazione degli altri emendamenti.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Berutti; ne ha facoltà.



BERUTTI Massimo

Grazie, Presidente.
L'emendamento del collega Vignale è un emendamento con il quale, nel momento in cui la Regione vuole approvare questo Piano paesaggistico cerchiamo di entrare direttamente nella parte, perché oggi identifichiamo una proposta di Piano paesaggistico abbastanza discutibile.
Quest'emendamento mette in condizione il territorio e il patrimonio piemontese di entrare di diritto in un sistema di attività edilizia, entro il patrimonio minerale della Regione Piemonte e, a questo punto, anche di inserirla in un contesto che in qualche modo metta nelle condizioni di creare un sistema economico. Quindi, alla fine non solo vincoli e laccioli ma anche un meccanismo che aiuti l'economia locale.
Credo che questo abbia un senso, perché entrerebbe in gioco anche un meccanismo di attenzione alle difficoltà della nostra economia, il che ci porrebbe in un atteggiamento molto più nazionalista, e quindi di un'attenzione a quello che è il nostro patrimonio, ma anche di un'attenzione di carattere economico.
Pertanto, forse è il momento di svoltare e, se si vuole svoltare, si ponga attenzione anche a questo tipo di filosofia, che credo sia una filosofia nuova, ma soprattutto una filosofia votata all'economia e non alla burocrazia.



PRESIDENTE

Grazie, collega Berutti.
Emendamento rubricato n. 5) presentato dai Consiglieri Sozzani, Berutti Pichetto Fratin, Porchietto, Ruffino, Vignale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Sozzani per l'illustrazione.



SOZZANI Diego

Questo è un emendamento la cui disquisizione è piuttosto veloce.
Nell'ambito dell'articolo 5, all'elaborato B sulle "Norme di attuazione", dopo le parole "possono specificare" sono aggiunte le seguenti "e integrare". Nell'ambito dell'attività di svolgimento in applicazione del Piano paesaggistico regionale, non penso che anche aggiungendo la parola "integrazione" rispetto a quella solo di specificazione si vada a ledere il rapporto con il Ministero. Mi sembra di no. Aggiungendo l'elemento di integrazione, si consente ai Comuni, e soprattutto a coloro che poi applicheranno la norma, di valutare sia la specificazione sia l'integrazione.
Può essere banale per chi dal punto di vista giuridico non conosce cosa significa l'applicazione di questo Piano paesaggistico, ma non è così banale invece rispetto a chi lo legge e lo interpreta successivamente.
Il fatto di poter integrare alcune parti con un'indicazione del tutto generica, come abbiamo scritto nell'emendamento, lascia aperta una possibilità a chi poi realizzerà l'applicazione del Piano a livello territoriale, nell'ambito dei cosiddetti piani regolatori, ma può essere anche in ambito di piani regolatori sovraordinati e non solamente di piani regolatori comunali.
Quindi, il fatto che si aggiunga anche la possibilità di integrazione senza ledere il rapporto con il Ministero, dà la possibilità di una maggiore e migliore applicazione del Piano paesaggistico in sede di redazione dei piani territoriali.



PRESIDENTE

Grazie, collega Sozzani.
Emendamento rubricato n. 6) presentato dai Consiglieri Sozzani, Berutti Pichetto Fratin, Porchietto, Ruffino, Vignale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Sozzani per l'illustrazione.



SOZZANI Diego

Su quest'emendamento seguo la stessa indicazione di quanto ho detto precedentemente, nel senso che, anche al comma 5 dell'articolo 5, vale la stessa regola citata prima, cioè che alla parola "specificazioni" è aggiunta anche la parola "integrazioni". Semplicemente perché richiama la norma in un altro settore dell'applicazione del Piano paesaggistico regionale, e valgono le stesse considerazioni che ho espresso poc'anzi.
Quindi, sta alla valutazione da parte dell'Assessorato se si pu aggiungere anche in questo caso la parola "integrazione", con lo stesso spirito del precedente emendamento.



PRESIDENTE

Grazie, collega Sozzani.
Emendamento rubricato n. 7) presentato dai Consiglieri Sozzani, Berutti Pichetto Fratin, Porchietto, Ruffino, Vignale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Sozzani per l'illustrazione.



SOZZANI Diego

Con lo stesso spirito di quanto dicevo prima, al comma 4 dell'articolo 7 dell'elaborato B, dopo le parole "i piani territoriali provinciali" sono aggiunte le parole "e locali".
Oggi, con il fatto che la Regione Piemonte ha individuato anche l'accorpamento dal punto di vista delle funzioni dei Comuni, è facile pensare che ci saranno anche dei Piani territoriali non solamente di livello provinciale, ma di livello locale, perché andranno a interagire tra una serie di Comuni.
Pertanto, il fatto che aggiungiamo, oltre ai Piani territoriali provinciali, anche locali, ricomprende tutte quelle possibilità che la legge urbanistica dà, ai fini della redazione di piani, sulla base delle indicazioni piuttosto complesse, peraltro, che questo Piano paesaggistico presenta.
Con quest'emendamento, chiediamo, quindi, la possibilità di fare un'integrazione, poiché si va ad incidere e completare correttamente il comma 4 dell'articolo 7 e si considerano tutte le possibilità che i Comuni hanno, affinché non ci siano dubbi sull'interpretazione successiva all'applicazione del piano stesso.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vignale.
Chiedo anche all'Aula di ridurre il brusìo.
Grazie, colleghi.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Ritengo che l'emendamento n. 7) sia molto importante, perché, come diceva il collega Sozzani, non è il fatto di aggiungere la parola, ma è la possibilità di avere una definizione di pianificazione che non è soltanto quella regionale (che stiamo discutendo) o provinciale e, poi, comunale, ma sovracomunale, che in qualche modo individuino singole realtà. Perché gran parte delle province piemontesi sono tutte caratterizzate dall'esistenza di territori molto differenti tra loro: dalla Pianura Padania all'Appennino alle colline, alle Alpi.
È evidente che, anche all'interno dei Piani territoriali provinciali la distinzione fra i singoli aspetti sia essenziale, ancorché il Piano paesaggistico, nel suo articolato, provi ad individuarli in modo difforme.
Faccio nuovamente un esempio sulle aree di montagna: fra la pianificazione o la tutela paesaggistica in area appenninica e quella alpina, vi sono aspetti profondamente differenti, ma noi - correttamente - non abbiamo individuato nelle aree di montagna un'area di montagna alpina e un'area di montagna appenninica.
Pertanto, le norme di attuazione legate a piani locali non sono altro o non possono essere altro che parti di un Piano territoriale, però ritengo sia estremamente importante specificarlo nell'elaborato B.



PRESIDENTE

Grazie, collega Vignale.
Emendamento rubricato n. 1) presentato dai Consiglieri Mighetti, Andrissi Bertola, Bono, Frediani, Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Campo per l'illustrazione.



CAMPO Mauro

Brevemente. Si tratta semplicemente del tentativo di dare una maggiore coerenza agli obiettivi e ai principi dettati dalla legge urbanistica regionale del '77, la quale, all'articolo 1, richiamava il principio del consumo di suolo e l'obiettivo di consumo zero, i quali devono essere necessariamente ripresi, sia per coordinare il piano con i Comuni piemontesi sia per cercare di sottolineare, tra l'altro, il fatto che anche negli ultimi anni si è cercato di costituire un quadro normativo che avesse l'obiettivo di contenere al massimo il consumo di suolo.
Pertanto, con l'emendamento che andiamo a proporre alle norme di attuazione, chiediamo che venga inserito: "All'individuazione delle linee di sviluppo urbanistico ed edilizio in funzione della loro compatibilità con gli obiettivi stessi, assicurando, al contempo, la limitazione del consumo del suolo, al fine di giungere all'obiettivo di un consumo zero".
Sostanzialmente, cioè, ribadiamo la necessità di andare a inserire in ogni punto in cui si vada a trattare lo sviluppo urbanistico ed edilizio, la necessità del contenimento del consumo di suolo.
È arrivato il collega Mighetti, non so se vuole aggiungere qualcosa anche lui.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Mighetti.



MIGHETTI Paolo

Mi scusi, Presidente, pensavo che i colleghi dell'opposizione impiegassero più tempo a illustrare gli emendamenti.
Siamo all'emendamento n. 1), alle norme di attuazione, che inserisce all'articolo 10), comma 2, lettera d), questa sostituzione del periodo: "All'individuazione delle linee di sviluppo urbanistico ed edilizio, in funzione della loro compatibilità con gli obiettivi stressi, assicurando al contempo la limitazione del consumo di suolo, al fine di giungere all'obiettivo del consumo zero".
Quest'emendamento nasce da un coordinamento con l'attuale definizione che sta in capo alla legge 56/77. Una definizione che negli anni scorsi abbiamo contribuito a implementare, appunto, con il concetto di consumo di suolo zero. Perché, questo? Perché l'obiettivo delle nostre politiche in ambito urbanistico è di giungere ad una limitazione che renda, di fatto giustizia alla salvaguardia dei suoli agricoli, e la salvaguardia dei suoli agricoli deve comunque passare per una limitazione del consumo di suolo, a scopi urbanistici.
Pensiamo che questa definizione sia la più calzante, proprio perché è stata accolta in passato nella formulazione della legge 56 e ha trovato specificazione in essa.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Mighetti.
Emendamento rubricato n. 8) presentato dai Consiglieri Sozzani, Berutti Pichetto Fratin, Porchietto, Ruffino, Vignale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) L'emendamento è dato per illustrato.
Emendamento rubricato n. 35) presentato dai Consiglieri Vignale, Berutti Graglia, Ruffino, Sozzani.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) L'emendamento è dato per illustrato dal proponente.
Emendamento rubricato n. 40) presentato dai Consiglieri Vignale, Berutti Graglia, Ruffino, Sozzani.
Do atto che l'emendamento rubricato n. 40) è ritirato.
Emendamento rubricato n. 39) presentato dai Consiglieri Vignale, Berutti Graglia, Ruffino, Sozzani.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) In accordo con i presentatori, ne diamo il testo per illustrato.
Emendamento rubricato n. 36) presentato dai Consiglieri Vignale, Berutti Graglia, Ruffino, Sozzani.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) In accordo con i presentatori, ne diamo il testo per illustrato.
Comunico che gli emendamenti rubricati n. 37) e n. 38) sono stati ritirati.
Emendamento rubricato n. 12) presentato dai Consiglieri Sozzani, Berutti Pichetto Fratin, Porchietto, Ruffino, Vignale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) In accordo con i presentatori, ne diamo il testo per illustrato.
Emendamento rubricato n. 42) presentato dai Consiglieri Vignale, Berutti Graglia, Ruffino, Sozzani.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Noi abbiamo inserito all'interno degli indirizzi dell'articolo 13, che si riferisce alle aree di montagna, una previsione di immettere semplificazioni normative volte ad agevolare l'esecuzione di operazioni di recupero di aree a pascolo abbandonate o invase dalla vegetazione arbustiva, la cui funzione si ritiene non essere solo produttiva ma anche di recupero di habitat in costante contrazione e di controllo della fauna selvatica.
Uno degli aspetti a cui faceva riferimento uno degli emendamenti precedenti - però devo dire che non è semplicissimo lavorare sugli emendamenti e sul testo - è infatti esattamente quello. Da una parte, cioè noi inseriamo - sbagliando o, almeno, sbagliando con quelle modalità - la tutela del bosco come una tutela paesaggistica (e questo è certamente un aspetto che non può non essere inserito all'interno di un piano). Ma non ci sono elementi di dettaglio per distinguere un bosco secolare o comunque definibile tale da quello che invece - e purtroppo oggi rappresenta una parte consistente del nostro bosco - è un bosco di invasione.
Il Consiglio regionale nella precedente legislatura - ma questo poco importa, perché il provvedimento non è mai stato modificato - intervenne proprio sulla legge forestale per modificare da venti a cinquant'anni il tempo entro il quale non si può considerare un bosco come "di invasione". E noi sappiamo che oggi vi è una grande richiesta e necessità di recupero di aree a pascolo, non soltanto perché questo ovviamente garantirebbe uno sviluppo economico all'interno delle aree montane, ma perché al contempo come nell'emendamento che ho illustrato precedentemente (quello sull'utilizzo di materiali piemontesi), garantirebbe anche una tutela paesaggistica.
È, infatti, evidente che vedere alcune montagne (o zone prealpine o appenniniche), che in alcuni casi hanno magari anche zone agricole ma che ormai non hanno più le parti verdi e prative che caratterizzano il classico habitat di montagna, è un errore anche dal punto di vista paesaggistico.
Qual è il rischio - e mi riferisco all'intervento che ho fatto in termini di discussione generale - che noi corriamo? È quello di tutelare giustamente il bosco, ma senza alcun tipo di distinzione e creando un'ennesima difficoltà a coloro i quali vogliono effettuare attività di recupero di zone che oggi sono ancora individuate come zone prative e pascolive, ma che sono diventate a tutti gli effetti bosco. E allora bisogna fare attenzione quando si inseriscono le tutele, perché di eccesso di tutela si muore; o, meglio, muore l'economia. Di eccesso di tutela muore l'economia e fa difficoltà la montagna a garantire uno sviluppo economico adeguato.
Credo che si debba trovare una misura che sia sempre un bilanciamento corretto fra la misura di tutela e la garanzia di promozione territoriale e credo che questi emendamenti vadano in tal senso.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Vignale.
Io le chiedo per il futuro di rimanere nei tre minuti e questa volta andiamo in compensazione: teniamo questa regola.
Sempre sull'emendamento n. 42), ha chiesto di intervenire il Consigliere Berutti; ne ha facoltà.



BERUTTI Massimo

Grazie.
Come Gruppo, siamo in sintonia con quest'emendamento in quanto riteniamo, come diceva il collega prima, che si debba entrare in un processo di semplificazione. E credo che questo sia il contesto giusto perché, nel momento in cui giustamente si affronta una tematica così particolareggiata, penso che l'attenzione legata alle semplificazioni volte ad agevolare l'esecuzione di operazioni di recupero di aree di pascolo vada assolutamente colta. Perché? Perché, come si diceva, ormai l'aggressività delle aree boschive, che chiaramente avanzano di fronte alla non coltivazione, al calo delle aree di pascolo e quindi purtroppo a una scarsa attività a livello montano e di alta collina, può portare sempre di più alla scomparsa delle aree stesse. Quindi, dal momento che oggi c'è un riavvicinamento anche in queste aree di chi vuole tornare a operare su questi territori, chi fa questa scelta dev'essere messo in condizioni di lavorare e soprattutto di poter intervenire.
L'altro elemento da non sottovalutare è che chiaramente l'aggressività boschiva va di pari passo con un'aggressività dal punto di vista della fauna selvatica. E questo ormai lo constatiamo giornalmente nelle varie situazioni. Pertanto tutto questo, ancora di più, ci fa trovare in perfetta sintonia con l'emendamento del collega Vignale.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Berutti.
Emendamento rubricato n. 41) presentato dai Consiglieri Vignale, Berutti Graglia, Ruffino, Sozzani.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
L'emendamento n. 41) in realtà inserisce nelle prescrizioni una nuova regola, cioè quella di limitare gli indirizzi, le direttive e le prescrizioni delle aree tutelate dall'articolo 42, comma 1, senza estendere la tutela ad alpeggi e villaggi alpini.
Noi, infatti, dovremmo nuovamente trovare una corrispondenza fra le declamazioni settimanali con quelli che sono gli atti di governo, cioè ogniqualvolta, e in modo assolutamente trasversale agli schieramenti politici, parliamo di sviluppo sostenibile delle aree montane diciamo due cose: che va non soltanto tutelata, ma va semplificata, va migliorata la possibilità di gestione di attività, di vita e di quant'altro degli alpeggi; al tempo stesso, riteniamo che una delle misure strategiche per il miglioramento economico, ma anche paesaggistico, della nostra regione sia quella della rivitalizzazione dei villaggi alpini.
L'Assessore sa bene che c'è una misura nel PSR che riguarda esattamente i villaggi alpini. Noi abbiamo vissuto a cavallo di due Amministrazioni dal 2009 al 2013, una misura del PSR che incentivava la rivitalizzazione dei villaggi alpini, ma tali e tanti sono stati i vincoli, i lacci e lacciuoli che si dovevano rispettare che, come dicevo, una misura che è stata lanciata nel 2008-2009, si è conclusa o ha iniziato a concludersi solo nel 2013.
Allora è evidente che, se noi mettiamo una misura del PSR che ha come volontà quella di estensione, miglioramento e recupero dei villaggi alpini e poi i villaggi alpini sono oggetto di tutela, ciò significa una serie di cose banali; accompagnata a quello che dicevamo precedentemente sul bosco significa che se nella casa che io voglio recuperare vi è all'interno, come accade in alcune frazioni, una pianta di rovere di cinquant'anni, che è cresciuta perché quella casa è abbandonata, io ho una sola possibilità, che non è quella di tagliare la pianta di rovere, ma quella di dimenticare la possibilità di recupero di quella abitazione. Ho fatto un esempio come ne possiamo fare molti altri.
Per questo dico: facciamo attenzione a scambiare il Piano paesaggistico come un documento di tutela e basta, perché molto spesso la troppa tutela poi limita quelle che sono le stesse politiche che la Giunta regionale ha.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Sozzani; ne ha facoltà.



SOZZANI Diego

Grazie, Presidente.
Una delle possibilità è anche di fare progettare a un grande architetto il recupero dell'abitazione compresa la pianta, questo sicuramente è uno degli elementi. Ma al di là di ciò, in quest'emendamento vi sono altri aspetti del Piano paesaggistico regionale che danno dei vincoli che poi vanno a essere limitativi rispetto ad eventuali investimenti, ma soprattutto alle attività di recupero. Lo stesso discorso vale per i crinali alpini, altro elemento sul quale andremo a discutere successivamente.
A ogni modo, quest'emendamento ci sembra di buona natura, perché la limitazione evidentemente è una limitazione ai fini del recupero, del riutilizzo, della riambientazione e anche della ripopolazione di taluni villaggi e alpeggi che hanno la necessità di una prospettiva di tale genere. È chiaro che con questo tipo di emendamento si va a sancire anche una filosofia: un Piano paesaggistico non è necessariamente solo ed esclusivamente un Piano meramente vincolistico ai fini di una non edificabilità piuttosto che un'attività di recupero, ma è un Piano urbanistico che individua una serie di norme dentro le quali ci si possa poi stare. Sicuramente quest'emendamento va in quel tipo di direzione, che è la direzione che noi auspichiamo.



PRESIDENTE

L'emendamento rubricato n. 44) è stato ritirato.
Emendamento rubricato n. 9) presentato dai Consiglieri Sozzani, Berutti Pichetto Fratin, Porchietto, Ruffino, Vignale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Sozzani per l'illustrazione.



SOZZANI Diego

Grazie, Presidente.
Siccome stiamo seguendo l'indicazione degli articoli, ritorno a citarmi rispetto a ciò che ho già detto prima. Alla lettera b), comma 12 dell'articolo 13, dell'elaborato b) "Norme di attuazione", allegato alla PDCR n. 228, sono infine aggiunte le parole "o in aree contigue agli stessi", perché queste sono le norme di attuazione che definivano le aree relativamente alle norme di attuazione previste dal Piano stesso.
Se non aggiungiamo "o in aree contigue agli stessi", andiamo a definire erroneamente una norma che è incompiuta, non è elaborata secondo le indicazioni che ci pare aver concepito dal punto di vista filosofico del Piano paesaggistico. Quindi anche in questo caso, aggiungendo una semplice dicitura, immaginiamo che non ci possa essere variazione sostanziale ai fini dell'invio al Ministero.



PRESIDENTE

Grazie, collega Sozzani.
Emendamento rubricato n. 43) presentato dai Consiglieri Vignale, Berutti Graglia, Ruffino, Sozzani.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Dicevo nella discussione generale che il rischio che noi abbiamo è quello di fare documenti che siano in contraddizione con altri documenti che ha presentato la stessa Giunta regionale, e questo che ha votato il Consiglio regionale è uno dei casi.
Nell'articolo 13 (sempre quello che riguarda le aree di montagna), al comma 12, vi è una serie di indicazioni relative agli aspetti necessari per la razionalizzazione e l'ammodernamento di tutto ciò che è escluso dagli aspetti di maggior tutela, ovvero di tutto quello che è necessario per la razionalizzazione e l'ammodernamento del sistema degli impianti sciistici volti prioritariamente alla riduzione del numero dei tracciati degli impianti o, comunque, alla mitigazione degli impatti paesaggistici pregressi, limitatamente alle strutture tecniche necessarie per la funzionalità degli impianti.
Il nostro emendamento, che è quello che i colleghi possono vedere in grassetto, prevede che invece si aggiunga "nonché gli interventi legati alla razionalizzazione, ammodernamento e potenziamento del sistema degli impianti sciistici e delle opere accessorie complementari, già previsti o da prevedere in atti di programmazione negoziata".
È evidente che noi abbiamo Piemonti diversi: abbiamo parti del Piemonte che, da un punto di vista naturalistico, soprattutto sopra una certa quota vanno tutelati; abbiamo parti molto piccole del Piemonte, dove l'attività legata all'impiantistica di risalita è il principale volano economico non per quelle aree, ma per tutto il mondo montano. Guardate, ancorché in montagna l'agricoltura sia un volano importante e l'artigianato sia un volano importante, se noi lo prendiamo nel suo insieme, non c'è nessun aspetto della parte invernale, ma anche della parte estiva, che garantisca un numero così significativo di ritorno economico come quello legato all'impiantistica di risalita.
Allora è evidente che, se noi non escludiamo dai vincoli di tutela quelle che possono essere le attività di ammodernamento e potenziamento avremo - e lo dico banalmente - la legge 65 del tesoretto olimpico piuttosto che la legge 2 sugli investimenti o gli Accordi di Programma che da un lato, mettono risorse per realizzare impianti, alcuni anche nuovi, ma dall'altro si avrebbe un documento urbanistico, un documento della Giunta regionale, che vieterà che questi impianti possano essere realizzati.
Credo che, se c'è una politica che la Giunta si dà, questa politica non può che rientrare all'interno di uno strumento di programmazione importante come questo.



PRESIDENTE

Grazie, collega Vignale.
La parola al Consigliere Sozzani.



SOZZANI Diego

Grazie, Presidente.
Stiamo discutendo sulla parte relativa alle prescrizioni dell'articolo 13, quindi stiamo parlando delle aree di montagna.
Da questo punto di vista, l'attività che stiamo portando avanti segue le indicazioni dell'emendamento precedente, già presentato dal Consigliere Vignale, e cioè il fatto che ci sia questo vincolo che determina un mancato recupero o la mancata realizzazione degli impianti sciistici, comma c), che tratta direttamente questo argomento.
Chiediamo, quindi, che dopo le parole "volti prioritariamente" possa essere aggiunto "contestuali ove possibile" per il fatto che non si comprende qual è l'elemento giuridico, l'aspetto della "priorietarietà", n si comprende dove viene definito questo elemento giuridico.
Questo è un elemento che va a integrare in modo completo la lettera c) del comma 12 dell'articolo 13 e consente la realizzazione o il recupero di quelle porzioni di impianti o degli impianti in modo complesso rispetto alle vette della montagna, trattato nella Tavola D4, che è la tavola che sovrintende il Piano paesaggistico in questo senso, che va a completare in modo corretto la norma, tale per cui poi la stessa possa essere applicabile.



PRESIDENTE

Grazie, collega Sozzani.
Emendamento rubricato n. 10) presentato dai Consiglieri Sozzani, Berutti Pichetto Fratin, Porchietto, Ruffino, Vignale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Sozzani per l'illustrazione.



SOZZANI Diego

Grazie, Presidente.
Anche in questo caso, e non sia considerato banale questo elemento perché siamo sempre nell'ambito degli impianti sciistici (comma c), penso sia necessario fare attenzione alla differenza tra "ammodernamento" e "potenziamento".
Qual è la differenza? L'ammodernamento è la realizzazione sulla base di un impianto esistente, quindi l'ammodernamento dello stesso; il potenziamento può essere una variazione dell'attuale impianto sciistico predisposto o presente in quella località. Quindi se potessimo aggiungere come abbiamo indicato nelle nostre parole, il potenziamento o l'ammodernamento, questo consentirebbe anche la realizzazione di nuovi tratti o variazioni dei tratti esistenti in funzione delle esigenze delle stazioni sciistiche di quelle aree.
È chiaro che questo è un elemento sacrosanto, perché la competitività territoriale passa anche attraverso un Piano paesaggistico intelligente che va visto in una logica di competitività fra altre Regioni italiane che hanno le caratteristiche di questo genere, come la Valle d'Aosta, la vicina Regione Lombardia o ancor di più il Trentino Alto Adige.
Quindi, il fatto che si aggiunga "o il potenziamento" ci pare assolutamente compatibile, ma soprattutto in aiuto a chi deve realizzare questo tipo di impianti.



MOTTA ANGELA



PRESIDENTE

Grazie, collega Sozzani.
La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
L'emendamento n. 10), presentato dal collega Sozzani, come ricordava il Consigliere, sembra un gioco di parole, ma è tutt'altro che questo. Intanto proviamo a capire di cosa stiamo parlando.
Cosa dice il Piano al comma 12 dell'articolo 13? Dice che nell'intorno dei 50 metri dalle vette dei sistemi di crinali, quindi nei crinali montuosi, sono vietate tutta una serie di attività, salvo quelle individuate alle lettere a), b), c) e d). La lettera c) prevede che siano fatti salvi gli interventi legati alla razionalizzazione e all'ammodernamento degli impianti sciistici.
La razionalizzazione significa la loro riduzione, perché dopo volti prioritariamente alla riduzione del numero dei tracciati degli impianti l'unica parola che dovrebbe salvare un sistema. Noi pensiamo che la Regione Piemonte abbia fatto uno dei suoi più importanti investimenti in termini di politiche di sviluppo montano con una sua società, la Monterosa S.p.A.
Perché la Monterosa S.p.A. è diventata una stazione attrattiva? Non soltanto perché ha realizzato un grande tratto, ma anche grazie al fatto che si arriva a un colle, al Passo dei Salati, è possibile scendere nelle altre due stazioni valdostane e quindi da una sola stazione, che era solo su una valle, il che ha creato un comprensorio sciistico che attira un numero significativo di turisti.
Con quest'emendamento, che prevede la razionalizzazione e l'ammodernamento degli impianti, possiamo ridurli, oppure li possiamo ammodernare: per esempio, laddove c'è uno skilift mettiamo una seggiovia quadriposto. Ma se vogliamo fare un nuovo intervento di collegamento fra due realtà che passano inevitabilmente da una vetta, da un passo o da un crinale - forse non da una vetta, ma in alcuni casi sì - con il Piano paesaggistico che stiamo votando non lo possiamo più fare.
Questo è un disastro per il Piemonte? In termini generali, sì. Nel senso che non abbiamo 25 interventi in cui si arriva su un crinale, ne abbiamo nessuno o magari un numero limitato. Qualcuno verosimilmente c'è anche rispetto ai 30 milioni di euro che la Giunta ha messo a disposizione ma è evidente che con questo intervento non saremo più in grado...



(Commenti fuori microfono)



VIGNALE Gian Luca

Attenzione, io ho fatto l'esempio del collegamento, ma non riguarda solo il collegamento. Riguarda anche lo skilift/seggiovia che arriva in punta a una montagna, dalla quale si scende.
Perché dico che è sbagliato? È sbagliato perché gli interventi sono limitatissimi. Se avessimo centinaia di Comuni e centinaia di valli in cui c'è un impatto paesaggistico rispetto alla realizzazione di un impianto funiviario, potremmo discuterne, ma visto che ne abbiamo un numero limitatissimo e che interventi di questo tipo, da qui ai prossimi cinque anni potranno essere forse cinque o sei, nessuno o non lo so, allora credo sia estremamente miope introdurre un principio che, ancora una volta, bada di più alla tutela che allo sviluppo del territorio.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Porchietto; ne ha facoltà.



PORCHIETTO Claudia

Grazie, Presidente.
Colgo il testimone che mi hanno passato i colleghi Vignale e Sozzani.
Tra le altre cose, mi fa piacere che sia presente in aula anche il Vicepresidente Reschigna. Credo che le riflessioni avanzate dal Consigliere Vignale facciano intendere molto bene l'oggetto dell'emendamento.
Siamo una regione montana, lo sappiamo. Qualcuno, un po' di tempo fa faceva presente che non ci chiamiamo "Piemare", ma Piemonte. Immaginare che noi, sotto l'egida di una corretta paesaggistica tutela, ci si dimentichi delle condizioni attuali dello sviluppo montano e, soprattutto, delle prospettive non solo turistiche, ma lavorative delle nostre montagne andando a ledere gli investimenti fatti sia da società pubbliche che da società private, non lo riteniamo corretto.
Abbiamo già segnalato all'interno della Commissione e abbiamo chiesto di valutare, sia agli Uffici che all'Assessore, alcune indicazioni e prescrizioni. Riteniamo che alcune di esse, che non sono state assolutamente valutate, vadano sottolineate questa mattina in Aula.
Come diceva il Consigliere Vignale, attenzione, non stiamo parlando di interventi quotidiani per i quali vedremo investimenti numerosi nei prossimi anni, ma parliamo delle prospettive o meno di sviluppo del territorio montano dei prossimi cinque-dieci anni.
Immagino, per esempio, alcuni dei nostri borghi che oggi non sono collegati alle stazioni sciistiche. Ricordiamoci che, e lo sottolineo, con i mutamenti climatici sarà sempre più necessario effettuare collegamenti con le montagne più alte rispetto a quelli che sono attualmente gli impianti di risalita. Immaginare che, attraverso il Piano paesaggistico tutto ciò non possa più avvenire perché, mi permetto di dire, ci siamo dimenticati - spero non sia una volontà consapevole, ma una dimenticanza di inserire quello che stiamo cercando di inserire oggi con l'emendamento penso che sarebbe una disattenzione che pagherebbero cara soprattutto gli investimenti che la Regione Piemonte ha fatto negli anni precedenti e quelli che anche soggetti privati o i Comuni hanno fatto in questi anni che rischierebbero di non poter completare i piani strategici sulle stazioni sciistiche.



PRESIDENTE

Grazie, collega Porchietto.
Emendamento rubricato n. 11) presentato dai Consiglieri Sozzani, Berutti Pichetto Fratin, Porchietto, Ruffino, Vignale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Sozzani per l'illustrazione.



SOZZANI Diego

Il comma c) è estremamente pericoloso per gli operatori e per il rilancio turistico delle nostre aree montane. È un elemento negativo e non positivo.
"Gli impianti sciistici necessari per la razionalizzazione e la modernizzazione di sistemi di impianti sciistici volti alla riduzione del numero dei tracciati degli impianti". A priori si dice, quasi come se fosse un'enfatizzazione nell'ambito del comma, che si va a ridurre il numero degli impianti. Non si comprende la filosofia dell'aspetto turistico in cui si inserisce il Piano paesaggistico regionale rispetto a una politica turistica della nostra Regione. Questa norma andrebbe anche cassata in modo generale, ma non essendo possibile, vogliamo cercare di migliorarla. Ragion per cui chiediamo di sostituire le parole "volti prioritariamente" con le parole "contestuali ove possibile". Se vi è una decisione, la priorità non viene data in termini legislativi secondo l'enfasi che viene data in questo comma, che letto così è pericoloso.
Se c'è una razionalizzazione, ma vi è un potenziamento e vi è anche una progettazione interessante, utile e intelligente degli impianti sciistici questa si colloca in una legislazione utile per il Piemonte e non, come vediamo qui, in un Piano paesaggistico volto a bloccare qualsiasi tipo di attività turistica.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Vicepresidente Ruffino, che interviene in qualità di Consigliera; ne ha facoltà.



RUFFINO Daniela

Grazie, Presidente.
Proseguendo rispetto a quanto è stato detto dai colleghi, penso che da sempre il nostro Gruppo abbia perorato in Aula il pensiero di fotografare la situazione attuale e, sicuramente, di creare e costruire dei margini di manovra che non siano coercitivi.
In questo caso, sicuramente, la frase "contestuali ove possibile" rispetto a "volti prioritariamente" cambia sicuramente la legge e anche l'emendamento che noi abbiamo presentato.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Porchietto; ne ha facoltà.



PORCHIETTO Claudia

A me sembra che, con questa parte di elaborato della proposta che ci fa la Giunta, il messaggio sia: non puntiamo più sull'innevamento, non puntiamo sulle piste di sci, ma riduciamole.
Se questa è la dichiarazione che la Regione Piemonte ha deciso di fare anziché inserirla in una norma regionale, avvisiamo tutti i Comuni montani e diciamo chiaramente loro che la Regione Piemonte ha deciso che la neve e lo sci non sono più strategici né per il turismo né per le attività economiche e produttive.
Mi lascia anche un po' perplessa che colleghi di maggioranza che hanno sempre guardato con molta attenzione al tema neve, che hanno fatto battaglie insieme a noi - mi ricordo tutta la discussione per quanto riguarda il calendario scolastico - non abbiano sottolineato alla Giunta questo passaggio. Il collega Sozzani ha già detto precedentemente qual è il motivo per cui l'emendamento è stato presentato, quindi invitiamo la Giunta a valutare attentamente quello che è stato scritto all'interno del testo della norma. Qui stiamo dicendo che le parole "volti prioritariamente" vogliono chiaramente dire che abbiamo deciso di ridurre drasticamente le piste da sci.
Se abbiamo deciso di diventare una regione di mare e facciamo surf sui laghi, va benissimo, ma chiedo soltanto cosa faranno tutti i Comuni montani, soprattutto quelli che hanno fatto investimenti significativi dal punto di vista impiantistico e dal punto di vista turistico, quando leggeranno con attenzione quello che io mi auguro non sia il testo definitivo, ma che potrebbe diventarlo nelle prossime settimane



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
L'emendamento interviene su un aspetto importante, ma la cosa che stupisce non è tanto il sostegno all'emendamento, che è doveroso come quelli precedenti sul comma c), ma che vi sia un piano che preveda come priorità - lo dico perché c'è scritto "volti prioritariamente" - la riduzione del numero dei tracciati sciistici esistenti.
Che cosa fanno i nostri competitori internazionali? È ben noto che una volta la fruizione nelle stazioni di risalita era una fruizione comunque di vicinanza. Il nostro bacino, anche delle stazioni più grandi, era quello ovviamente italiano, in parte francese, in parte, anche se minore, inglese e ci fermavamo lì, perché poi i chilometri diventavano troppi.
Oggi, fortunatamente, con i mezzi di trasporto meno cari e più accessibili, un cittadino europeo, ma anche extraeuropeo, sceglie un'area sciabile a seconda di alcune caratteristiche: ovviamente i servizi resi, il post-sci, la qualità dei percorsi sciistici, il numero, la qualità dell'infrastrutturazione funiviaria e quant'altro. E noi, a fronte di tutto ciò, cosa diciamo? Essendo una delle Regioni che attraggono un numero consistente di sciatori all'interno della nostra Regione (non ancora sufficiente, perché ricordiamo sempre che a Caselle atterra 1 milione di sciatori, ma solo 300.000 sciano in Piemonte), diciamo che una delle nostre priorità è quella di ridurre i tracciati in cui si scia.
Questa frase ce la porteremo dietro e ogniqualvolta si faranno le conferenze stampa in cui - meno male! - si annunciano delle risorse ricorderemo che una delle priorità della Regione Piemonte e di questa Giunta regionale è quella di ridurre le piste in cui inevitabilmente si scende, perché c'è un tracciato funiviario o scioviario.



PRESIDENTE

Vi sono altre richieste di intervento? Ha chiesto la parola la Vicepresidente Ruffino, che interviene in qualità di Consigliera regionale; ne ha facoltà.



RUFFINO Daniela

Grazie, Presidente. Ho alzato tardi la mano e mi scuso.
Sicuramente su quest'emendamento torna con forza proprio la questione di assicurare un'applicazione non talebana alla scelta, in sé anche ragionevole, di privilegio per il riuso, proprio al fine di inibire la facoltà di prevedere nuovi interventi. Non ci basta l'esistenza di aree dismesse da recuperare; per noi occorre che siano effettivamente fruibili quanto ai tempi e anche ai costi, della disponibilità.



PRESIDENTE

Grazie, collega Ruffino.
Emendamento rubricato n. 13) presentato dai Consiglieri Sozzani, Berutti Pichetto Fratin, Porchietto, Ruffino, Vignale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Sozzani per l'illustrazione.



SOZZANI Diego

Grazie, Presidente.
Siamo sempre nell'ambito del medesimo articolo. Con quest'emendamento chiediamo che le parole "prioritariamente alla riduzione del numero dei tracciati degli impianti, o" siano soppresse.
Ciò che continuiamo a ribadire (lo abbiamo ricordato negli ultimi due emendamenti illustrati) è che non sia possibile dare una priorità alla riduzione del numero dei tracciati degli impianti. Ci sfugge la ratio di una simile scelta. È un aspetto che dà delle indicazioni fuorvianti rispetto alla politica turistica di questa Regione.
Per carità, si vogliono mitigare gli impianti? Renderli più moderni? Più silenziosi? Ambientalmente più compatibili? Allora inseriamo una serie di caratteristiche utili al miglioramento successivo di queste porzioni di territorio. Ma dare la priorità alla riduzione degli stessi - con la relativa abolizione degli impianti - ci sembra veramente un aspetto fuori da ogni logica.
Perché facciamo questa considerazione? Perché sono aree già compromesse, in cui l'uomo è già intervenuto, gli impianti sono già esistenti; non è che andiamo a tracciare attività in aree nuove incontaminate. Perché, dunque, dare una priorità in questo senso quando possiamo, con una riconsiderazione di questo articolo, trovare delle soluzioni ambientalmente compatibili, in linea con la politica turistica (ammesso che questa Regione ce l'abbia)?



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
È già stato ribadito precedentemente, ma credo sia necessario insistere sul punto. O noi con il Piano stiamo approvando un documento che non avrà alcuna validità reale - sappiamo, purtroppo, che non è così - oppure quando ci troveremo a fare qualunque tipo di intervento di potenziamento delle attività, sia di carattere funiviario, sia relativamente alle piste che sono asservite e funzionali a questo al potenziamento di impianti, sappiamo che avremo una valutazione che arriverà dagli Uffici regionali (e non solo) che ovviamente utilizzeranno la lettera c) e diranno: "No, guardate che la priorità della Regione è quella di ridurre il numero di impianti, non di aumentare il numero degli impianti o di tracciati per sciare".
Ciò che possiamo garantire è l'ammodernamento di alcuni di essi (di quelli esistenti) limitatamente alle strutture tecniche necessarie per la funzionalità degli impianti stessi.
Abbiamo, quindi, una volontà suicida - oppure un po' tafazziana - per intervenire in questo modo in un comparto che funziona, che crea economia e sviluppo, soprattutto in un'aera difficile come quella montana. Abbiamo visto come avviene per i pascoli; abbiamo visto come avviene per il bosco vedremo dopo come avverrà per l'energia.
Rilevo che è assolutamente inconcepibile spendere tempo nel realizzare e partecipare a convegni in cui diciamo esattamente l'opposto - ossia che tutti questi aspetti che ho ricordato rappresentano un valore aggiunto per l'economia montana - per poi approvare un documento che, invece, sostiene che questi aspetti (e molti altri) che noi riteniamo prioritari per lo sviluppo siano da tutelare in senso restrittivo.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Porchietto; ne ha facoltà.



PORCHIETTO Claudia

Grazie, Presidente.
Stavo riflettendo - visto che c'è anche il Presidente della Regione in Aula - su quanto diceva il collega Vignale e mi immagino già quando fra circa un mese si avvieranno le conferenze stampa dei vari poli della neve definiamoli così, come Bardonecchia, Sestriere - quindi la Via Lattea Limone Piemonte e Monte Rosa, e il Presidente della Regione arriverà dicendo: "Tranquilli, fate le conferenze stampa, tanto poi non vi facciamo fare gli impianti di risalita".
Mi appello nuovamente alla Giunta e al Consiglio regionale: come possiamo immaginare fra un mese di sederci a un tavolo dove verrà detto sicuramente che la Regione Piemonte eccelle sul sistema neve e poi non permettere al sistema neve di intervenire insieme ai Comuni? Oggi c'è anche la stampa in Aula e mi permetto di sottolineare come il messaggio che rischia di uscire dall'approvazione di questo progetto e disegno di legge sia "non facciamo più turismo sulla neve".
Se questo è il messaggio che vogliamo passare alle nostre strutture Assessore, diciamolo subito. Ma comunichiamolo anche in conferenza stampa prima che le conferenze stampa le facciano loro, e annuncino cose che poi non possono essere fatte.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Vicepresidente Ruffino in qualità di Consigliera; ne ha facoltà.



RUFFINO Daniela

Grazie, Presidente.
In merito all'emendamento n. 13), la nostra proposta è di sopprimere prioritariamente la riduzione del numero dei tracciati e degli impianti. In quest'Aula abbiamo a lungo dibattuto sulle opportunità della montagna e dello sci e ricercato risorse e finanziamenti.
Il pensiero è che questo Piano, come pare di percepire, non riesca neppure a garantire l'esistente. Quindi, riesce difficile immaginare il futuro, soprattutto la realizzazione di nuovi tracciati e di nuovi impianti.
Mi riferisco soprattutto alle piccole stazioni, su cui stiamo lavorando, che sono risorsa di un territorio con possibilità di avere investimenti. Ritengo che questo aspetto sia da tenere in conto anche per un altro motivo. Perché sull'omnibus abbiamo parlato di semplificazione, ma ritengo che nel caso del PPR si stia andando nella direzione opposta: nuove norme, nuove regole, difficili da leggere e da attuare.
Ed è proprio di questa estate l'incontro con Sindaci di piccoli Comuni che sono in difficoltà, che spesse volte lavorano a delibere di difficile redazione, perché il terno al lotto è sempre quello di cercare di capire e interpretare delle norme, che purtroppo sono sempre più penalizzanti e vincolanti.
In questo caso, purtroppo, mi riferisco alla montagna.



PRESIDENTE

Grazie, collega Ruffino.
Emendamento rubricato n. 45) presentato dai Consiglieri Vignale, Berutti Graglia, Ruffino, Sozzani.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
A differenza di quanto leggo, se non ricordo male - perché avendoli scritti male, li ho corretti - credo che l'emendamento n. 45) preveda di cassare. Perché prevediamo di cassare la lettera e)? Perché l'articolo 12 è quello dei divieti.
Ciò che dicevamo prima degli impianti sciistici era la parte che era fatta salva dai divieti. La lettera e) cosa prevede? Prevede che siano impediti interventi di produzione di energia, qualora sia dimostrato il rilevante interesse pubblico dell'impianti, nell'intorno dei 50 metri per lato delle vette e dei sistemi dei crinali.
È evidente che c'è un primo intervento: il Piemonte contro l'eolico. Ne prendiamo atto, però anche qui è difficile comprendere, perché della produzione di energia pulita tramite il vento delle pale eoliche alcune Regioni - e penso non solo alla Puglia, che è la prima in Italia per produzione - ne hanno fatto giustamente un vanto, nel senso che anche secondo quel punto di vista bisogna poi essere conseguenti con ciò che si dice. Cioè se uno è contrario, o meglio vuole mitigare quanto più possibile la produzione di idrocarburi, credo che le possibilità che ha e che la nostra terra ci offre siano quelle del vento, dell'acqua e del sole. Per questo è evidentemente "No eolico", se dovessimo fare un slogan. Ma noi abbiamo anche la possibilità di sfruttare realtà per piccoli interventi anche sull'idroelettrico; sicuramente di meno, perché evidentemente in 50 metri da un crinale non avremmo mai una potenza idrica sufficiente.
Di fronte ad un Piano che, leggendolo parte per parte, non fa altro che inserire divieti, perché di questo stiamo parlando - ed evidentemente questo è l'articolo che interviene sui divieti - o, se non divieti, forme di estrema tutela, diventa oggettivamente difficile capire come un documento di questo tipo possa anche solo essere compatibile con solo una serie di proposte di legge che la Giunta regionale o la maggioranza hanno avanzato e votato e che, magari, in alcuni casi abbiamo sostenuto anche noi, perché erano di sviluppo. Penso alla legge n. 2 sugli impianti di risalita: penso a norme relative allo sfruttamento di energia pulita; penso agli interventi relativi alla riqualificazione dei borghi alpini e non solo.
Io davvero questo non lo capisco. Forse non si è letto il documento, lo si è fatto scrivere a terzi e ce ne rendiamo conto solo quando arriviamo in Aula, ma in Commissione in più occasioni avevamo fatto presente che è un documento che non risponde alle stesse politiche della Giunta regionale quindi vi è una schizofrenia politica, oppure non riusciamo comunque a capirne il significato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Sozzani.



SOZZANI Diego

Grazie, Presidente.
Provo a interpretare la scrittura della norma in termini positivi per farvi vedere qual è l'incongruenza rispetto a quanto ha già indicato il collega Vignale.
Innanzitutto il sistema delle energie ecocompatibili o rinnovabili ha un evoluzione sia della modalità della produzione delle stesse sia dell'efficienza, che di anno in anno migliora. Quindi, oggi vi sono sicuramente tutta una serie di attività anche a latere, non esistono solo i grandi impianti, ma esistono tutta una serie di elementi di particolare aggiornamento anche della tecnologia che sta studiando questo tipo di produzione.
Il fatto che si ponga un divieto tout court, che immaginiamo - ed è questo l'elemento che cerco di guardare in termini positivi - che il legislatore voglia farlo in funzione dei grandi impianti che rovinano una serie di crinali che hanno caratteristiche ambientali oltre che paesaggistiche di un certo tipo, va anche a incidere pesantemente su tutta un'organizzazione dell'impiantistica ecocompatibile.
Perché invece non trasformare, cassando questa parte del Piano paesaggistico, in attività compatibili con il territorio? Tra l'altro si tratta di attività che esistono, perché ad esempio sul Mastellone non esistono grandi impianti ed impianti più piccoli di tipo idrico possono portare a degli elementi di negatività sui territori, nell'ambito di una particolare valutazione di impatto ambientale riconosciuta in quelle zone.
Ma non bloccando tout court.
Oltre tutto, l'incongruenza della norma fa sì che non sia possibile fare gli impianti, ma qualora gli impianti non fossero entro i 50 metri dal crinale ma fossero collocati a distanza sufficiente per cui la norma non li vieta, ma le strade per raggiungere questi impianti devono raggiungere il crinale e quindi andare a modificare dal punto di vista naturalistico queste zone, sono invece consentite.
È vero che dà il minor numero di metri per raggiungere l'impianto, per diamo la possibilità alle opere accessorie di essere realizzate su quei crinali, ma non all'impianto stesso. Quindi, capite che diventa un elemento di incompatibilità della norma stessa.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE BOETI



PRESIDENTE

Grazie, collega Sozzani.
Emendamento rubricato n. 14) presentato dai Consiglieri Sozzani, Berutti Pichetto Fratin, Porchietto, Ruffino, Vignale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Sozzani per l'illustrazione.



SOZZANI Diego

Siamo all'ultimo capoverso, e andiamo sempre nell'ambito del divieto assoluto, all'intorno dei 50 metri per lato, sempre dei crinali, la soluzione progettuale risulta la più idonea.
È chiaro che diventa difficile e anche dal punto di vista di chi, poi analizza il progetto o le varie soluzioni proposte, diventa soggettiva la definizione del "non sussistano alternative" rispetto alla collocazione di questi impianti. Pertanto, chiediamo semplicemente che vengano aggiunte anche le parole "o siano economicamente insostenibili". Cioè, il fatto che ci possa essere un'alternativa per una collocazione di questo impianto, ma talmente difficile da realizzare, talmente complicata tecnicamente da realizzare, che magari ha delle incidenze poi di tipo ambientale più grosse che non quelle magari in aree dove è possibile realizzarle, il fatto che si aggiunga le parole "o siano economicamente insostenibili" ci lascia anche questo tipo di possibilità.
Si tratta di un elemento di vincolo che va a incidere su un numero limitato di impianti. Credetemi, non è che tutti, dopo l'approvazione di questo Piano paesaggistico, andranno a studiarsi tutti i crinali del Piemonte, per vedere se esistono delle possibilità di questo genere, però o le leggi vengono scritte secondo una procedura e una filosofia, e questa procedura e filosofia viene mantenuta in tutti gli articoli, e quindi viene portata avanti, o - altrimenti - elementi di questo genere lasciano una libertà di interpretazione.
L'Assessore sa che quando arrivano delle interpretazioni su Piani sovraordinati, in cui la Regione deve dire la sua rispetto a Piani regolatori comunali e sovracomunali, a volte ci sono, da parte dei dirigenti, delle interpretazioni assolutamente fuori luogo. Questo a me è già capitato, però, purtroppo, più la legge è meno chiara, più vi è l'interpretazione personale di chi la applica.



PRESIDENTE

Grazie, collega Sozzani.
Emendamento rubricato n. 51) presentato dai Consiglieri Vignale, Berutti Graglia, Ruffino, Sozzani.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
L'articolo 14, al comma 1, prevede - ancora una volta - come gran parte del Piano, interventi che siano esclusivamente di tutela. E, da questo punto di vista, devo dire che non c'è scritto da nessuna parte, salvo avere ovviamente una posizione di assoluto rigore in termini di blocco di quello che è la nostra Regione e molto - devo dire - ideologica nella sua scrittura, un Piano paesaggistico deve tutelare il paesaggio, non deve bloccare.
Tutelare il paesaggio non significa "museizzare", rendere museale il paesaggio. Lo dico perché, per esempio, se noi guardiamo quello che in questa regione è successo per i Parchi, i Parchi, ricevendo più di 20 milioni di euro l'anno, da decenni a questa parte, hanno fatto benissimo l'attività museale, cioè l'attività di tutela. Era un loro dovere, ci mancherebbe, soprattutto all'inizio era il dovere prioritario, però si sono dimenticati di svolgere l'attività di promozione.
Nel Piano paesaggistico noi stiamo facendo esattamente la stessa cosa: in ogni passaggio che noi individuiamo, troviamo la stessa cosa. E allora e arrivo all'emendamento - noi aggiungiamo alle parole "assoggettandole a specifiche misure di tutela", perché di questo noi ci occupiamo, parlando del sistema idrografico e dei corpi idrici, due parole che sembrano banalissime, "e manutenzione", ma che sono determinanti.
Cioè, ogni qualvolta nel nostro Piemonte accade un'alluvione, in particolar modo nelle realtà fluviali medio-grandi, avviene, perché come tutti gli amministratori locali, i geologi, tutti ci dicono, basta un bambino - insomma - abbia visto com'erano i nostri fiumi quest'estate ancorché c'è stata una grandissima siccità: è evidente che quando non si fa attività di manutenzione alla rete idrografica della nostra regione, nel momento in cui c'è un'attività di piena, o nel momento in cui c'è un numero di piogge superiore a quelle normali, una parte consistente del materiale presente fa da diga, fa da blocco, non consente uno scorrimento normale dei corpi idrici.
Pertanto, le parole "e manutenzione" sono determinanti, non soltanto in termini di modifica del Piano, ma in termini di modifica del modo di pensare la tutela, perché la tutela del paesaggio va certamente fatta, ma non può essere contro tutti: contro le attività produttive, contro i cittadini, contro gli imprenditori. Cioè, contro chiunque abbia la sfortuna (perché di questo si tratta) di vivere in una realtà tutelata dal documento che stiamo vivendo.
Ci sono delle realtà del Piemonte che ci chiedono (le Amministrazioni comunali) di entrare nei Parchi, ma ci sono anche realtà che ci chiedono di uscire dalle realtà protette, perché non ne possono più di essere vessate da tutele, obblighi e limitazioni che ogni volta, e una volta di più poniamo.
Questo è il più grande strumento di aumento della burocrazia degli ultimi dieci anni di questa regione e lo sottolineano tutti: i soggetti artigiani, i soggetti agricoli, gli imprenditori, i costruttori. Lo sottolineano tutti, tutti: le Amministrazioni comunali, le Unioni dei Comuni, ecc.
Questo è il vero tema del Piano paesaggistico di cui, però, non ci si è occupati semplicemente perché lo si è fatto scrivere da mani diverse, che hanno, nello spirito della tutela, l'unico esclusivo interesse del Piemonte.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Sozzani.



SOZZANI Diego

Questo argomento è stato oggetto di emendamenti ed anche ordini del giorno che abbiamo cercato di presentare alla Giunta in questi tre anni poiché riteniamo che la prevenzione sia un elemento fondamentale ai fini della quotidianità, soprattutto nella manutenzione del sistema idrografico ed anche idrologico del Piemonte.
È chiaro che, se non si aggiungono le parole "e manutenzione" - e guardate che la manutenzione diventa fondamentale - assoggettando le specifiche misure di tutela sembra quasi che vi sia un assoluto elemento di non incidenza, quindi di mantenere lo status quo rispetto a questo tipo di problematica.
Sappiate che da tempo si ricerca anche, come vi era una volta, la possibilità di un'autonomia di pulizia e riduzione di tutti gli elementi che si trovano nel fiume - siano essi ghiaia o legname - che provocano poi le problematiche riscontrate durante le recenti alluvioni.
Allora, visto che la coscienza ce l'abbiamo e di questo abbiamo discusso anche all'interno di quest'Aula con tutta una serie di ordini del giorno che indicavano alla Giunta un'attività di prevenzione, ci sembrava importante che questo potesse essere scritto nei momenti di discussione legislativa come questi. Ed è per questo che si chiede l'inserimento di questa parola.



PRESIDENTE

La parola alla Vicepresidente Ruffino, che interviene in qualità di Consigliera.



RUFFINO Daniela

Grazie, Presidente.
Io proverò con pochissime parole a cercare di raffigurare quello che succede negli Enti locali piemontesi, ma credo anche nazionali.
Cosa fa un Sindaco o un funzionario? Cerca di rispettare la legge e le norme; le interpreta, ha un obiettivo da raggiungere, deve redigere atti complessi e a volte, sicuramente, c'è anche un tentativo di aggirare la norma. Il nostro Piemonte, infatti, deve camminare, andare avanti e lavorare.
Allora, io penso che rispetto all'iter che stiamo andando ad approvare ci sia un costo della burocrazia che è enorme; ma enorme è anche il costo delle risorse umane che verranno impiegate per rispettare questo nuovo Piano paesaggistico che verrà approvato.
Quello che cerchiamo di chiedere all'Assessore è di tener conto di quello che oggi arriva ovviamente dai banchi della minoranza, e in particolare dal Gruppo di Forza Italia, cercando di approvare una legge che sia semplice, applicabile, che dia risultati diversi da quelli che finora abbiamo avuto: ad esempio, che certamente tuteli il territorio. Se torniamo indietro e pensiamo all'alluvione del 25 novembre scorso, ci rendiamo conto e questo viene detto dopo ogni evento calamitoso - che "avremmo potuto fare". Il problema, però, è che poi, anche in questo caso, il prezzo da pagare è davvero forte.
Ci ispiriamo, nei nostri emendamenti, alla nostra esperienza e ovviamente a quello che arriva dal territorio. Da parte mia, in questo momento chiedo di tenerne conto, profondamente convinta della necessità di quanto diciamo.



PRESIDENTE

Grazie, collega Ruffino.
Emendamento rubricato n. 15) presentato dai Consiglieri Sozzani, Berutti Pichetto Fratin, Porchietto, Ruffino, Vignale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
In ogni parte degli articoli 13 e 14 possiamo trovare le motivazioni che abbiamo espresso precedentemente. Anche in questo caso, interveniamo su un tema estremamente delicato, che sono le zone fluviali, tanto quelle allargate così come quelle interne, e la possibilità di intervento antropico.
Ancorché per norma sia difficilissimo un intervento nelle zone fluviali, il Piano tiene a sottolineare un aspetto, ossia che la zona fluviale allargata è presente solo in particolari situazioni di rilevanza paesaggistica, ed è rappresentata sulla base degli elementi alla lettera b) del comma 2 e di eventuali elementi derivanti da trasformazioni antropiche.
Cosa si dice, insomma? Si dice che se l'uomo è intervenuto e ha in qualche modo modificato il corso della natura, bisogna non tener conto di questa trasformazione. Ma ci si dimentica di un aspetto, parlando di corpi idrici cioè delle trasformazioni naturali che sono avvenute e che non erano mai avvenute.
In questa Regione, infatti, almeno dai tempi dei Celti (quindi in tempi pre-romani) e sicuramente dai tempi dei Romani l'attività di intervento di pulizia degli alvei era un'attività tipica delle comunità: una delle attività delle comunità, cioè, era quella, area per area, di pulire una parte dell'alveo fluviale per evitare che un intervento irriguo di piogge significative causasse un danno alla collettività. Poi - per carità c'erano interventi di impedimento di costruzione o di buon senso rispetto alle costruzioni, che erano a una distanza decisamente superiore a quella attuale; questo senza dubbio.
Ma noi stiamo sovvertendo un aspetto tipico del paesaggio, nel senso che il paesaggio piemontese (e non solo) in moltissime realtà, almeno da duemila anni a questa parte, è fatto anche dall'intervento dell'uomo, senza il quale sarebbe differente. Evidentemente, infatti, pensate a tutti gli interventi di antropizzazione che sono intervenuti. È come se dicessimo che dobbiamo cercare, nelle aree urbane, di fare in modo che si utilizzi ogni strumento possibile perché queste tornino a essere com'erano prima dell'intervento dell'uomo. Però se diciamo una cosa così diciamo una stupidaggine che non fa grandi danni, se non quello di bloccare completamente ogni tipo di sistema economico legato all'edilizia.
Vale però la stessa cosa sui corpi idrici. Lo ricordava infatti la collega Ruffino rispetto all'alluvione dell'anno scorso, e lo sa bene il collega Ravello, essendosi occupato per cinque anni di questo tema: gran parte degli eventi alluvionali originano certamente da piogge eccezionali ma derivano da un'assenza totale - oggi impossibilitata per norma - di intervento all'interno dei corpi idrici. Il paradosso è che se cambiasse la norma e si potessero fare interventi che superano i 10.000 metri cubi (gli unici oggi consentiti), noi avremmo un Piano che ce lo impedisce. Questo è quanto stiamo scrivendo e quanto i colleghi di maggioranza stanno votando.
Lo dico perché - ne parlavamo con la collega Porchietto - prenderemo qualche appunto o ci annoteremo qualche articolo; così, ogni qualvolta ci sarà la dichiarazione sugli impianti di risalita, sulla produzione di energia pulita, sulla pulizia dei fiumi, si potrà dire: no, sarete anche favorevoli, però ricordatevi che avete votato un documento che impedisce l'intervento.



PRESIDENTE

Grazie, collega Vignale.
La parola alla Consigliera Porchietto per l'illustrazione.



PORCHIETTO Claudia

Grazie, Presidente.
Vorrei soltanto cogliere l'occasione per sottolineare quanto stava dicendo il collega Vignale. Prima, infatti, riflettevamo tra di noi, ma io mi sono permessa anche di lanciare un appello ad alcuni colleghi della maggioranza, rispetto al fatto che andare a modificare questo impianto normativo in Aula non è assolutamente oggetto eventuale di sanzione come Consigliere di maggioranza.
Tradotto: possiamo immaginare che se questo progetto di legge è stato costruito male si possa intervenire; lo abbiamo chiesto ripetutamente in Commissione, non siamo stati ascoltati e siamo oggi a portare delle motivazioni assolutamente non di natura ostruzionistica ma, anzi, proprie di un'opposizione decisamente costruttiva. E stiamo risottolineando Assessore, come alcune parti di quest'impianto normativo vadano oltre il messaggio che avete lanciato, vale a dire "non vogliamo ascoltare il territorio". Di questo, infatti, si tratta.
Abbiamo portato sia in Commissione che in riunioni più o meno formali il grido d'allarme delle Amministrazioni comunali, e non soltanto, ma non siamo stati ascoltati.
Oggi, attraverso questi emendamenti, stiamo sottolineando come alcune parti siano assolutamente inconcepibili; io mi permetterei di dire anche che è un testo inemendabile, tuttavia abbiamo cercato di emendarlo. Allora ricorriamo ancora una volta a sottolineare come non ci siano - credo problemi se vengono accolti degli emendamenti che, ancora una volta con degli esempi, stiamo portando a beneficio di tutti (diciamo così) rispetto a un impianto normativo che ha delle lacune enormi e che rischierebbe, nel momento in cui venisse mai approvato, di bloccare veramente le attività non solo produttive, ma le attività delle Amministrazioni per la tutela del suolo.
Assessore, noi siamo a disposizione; gli emendamenti che lei pu leggere sono assolutamente non di natura ostruzionistica, però chiediamo alla Giunta di venire incontro all'Aula e di valutare con attenzione quelli che sono dei suggerimenti tecnici che possono evitare alla Regione di tornare indietro di venti o trent'anni. Con tutto quello che è accaduto ultimamente, abbiamo visto i disastri di questi giorni e - ahimè - le morti che questa mattina abbiamo anche commemorato con un minuto di silenzio, non fare attenzione a quelli che sono i suggerimenti che stanno provenendo, tra l'altro, da persone che hanno competenza tecnica e non soltanto rappresentanza politica, ci sembra veramente un modo sbagliato di condurre in questo momento la vita della Regione Piemonte.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Berutti; ne ha facoltà.



BERUTTI Massimo

Grazie, Presidente.
Mi riallaccio a quello che dicevano i colleghi adesso, in particolare relativamente alla criticità legata all'alveo dei fiumi.
Senza rientrare nuovamente nell'aspetto tecnico, qui va posta una questione di carattere politico. Qui c'è da fare una scelta: se noi alla fine vogliamo blindare un territorio di fronte a questo Piano che, come diceva la collega, abbiamo definito inemendabile, ma nello stesso tempo ci rendiamo anche conto che in qualche modo è anche giusto dare dei suggerimenti e poi ci troviamo di fronte comunque a situazioni che ogni giorno creano, da una parte, sempre più difficoltà a livello esecutivo e dall'altra, siamo qui a commemorare delle situazioni chiaramente di carattere catastrofico dicendo che sta cambiando il mondo e che la politica in qualche modo deve intervenire, se questo è il modo in cui la politica deve intervenire, allora facciamo delle riflessioni.
Quindi qui il problema è di carattere politico, è di scelte politiche.
E qui obiettivamente ci troviamo ancora una volta di fronte a situazioni da cui alla fine non possiamo prescindere. Il problema è che poi ne paghiamo le conseguenze tutti, ne pagano le conseguenze i cittadini di fronte comunque a scelte che noi definiamo veramente inaffrontabili. Di conseguenza, mettetevi una mano sulla coscienza, ma soprattutto pensate che in qualche modo forse abbassare la testa e andare avanti alla fine - io credo - sia la scelta meno intelligente che si possa fare.



PRESIDENTE

Nessun altro Consigliere desidera intervenire.


Argomento:

Programmazione dei lavori


PRESIDENTE

Una breve informazione per quanto riguarda il proseguimento dei lavori nel pomeriggio.
Per quanto riguarda la comunicazione sulla psichiatria, l'Assessore Saitta la farà la prossima settimana, quindi in apertura della seduta pomeridiana ci sarà la comunicazione dell'Assessore Valmaggia, cui seguirà quella dell'Assessore Pentenero.
Gli ordini del giorno sono caricati nella sezione "Comunicazioni della Giunta".
Penso che, a questo punto, possiamo concludere i lavori del Consiglio perché non c'è il tempo per affrontare un altro emendamento.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13.00)



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